Quei fiori sulla scogliera - Questa è la pagina di Pierantonio Marone

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Quei fiori sulla scogliera - Questa è la pagina di Pierantonio Marone
Pierantonio Marone
Quei fiori sulla scogliera
Isola
Belle-Ile
Romanzo
1
Personaggi
Adelaide Corvini
Nicolò Haponos
Jacopo Dechiors
Japino Dechiors
Anna Franki in Dechiors
Mariè Petri in Dechiors
Nardò Dechiors
Beppe Turatin
Francesco Santorini
Corinne Degregoris
Fabiana Nanni
Valentine Cortero
Caterine Padretti
Fabiola Greco
Leandro Marchin
Cameron Degregoris
Annet Trus in Degregoris
Macor Turini
Andrè Sartori
Diaz Camarro
Luigi Camarro
Maria Sartori in Camarro
André Lumèrs
Pamela Lumèrs
Franco Cudò
Pedro Franzoi
Sachan Lisèr
Santina e Pietro Coevini
Veronica Shanio in Dechiors
Severio Landines
Luis Degregori
Gep
Don Anselmo
universitaria biologa
ricercatore biologo
dottore in agraria e veterinaria
fratello agricoltore
moglie e nuora
madre e moglie contadina
fattore e piccolo imprenditore
vice direttor ecolè superior a Nantes
barone e vice sindaco a Camac
studentessa
studentessa
studentessa
studentessa
studentessa
sindaco di Palais
governatore di Belle-Ile
moglie avvocatessa a Palais
prefetto a Palais
veterinario assegnatario
imprenditore contadino
figlio dodicenne
moglie del fattore
comandante gendarmerie a Palais
brigadiere sorella del comandante
tenente investigativo de police
allevatore di cavalli a Borticado
giovane sbandato del posto.
genitori periti +
nonna paterna +
dell'agence Nationale d'investigation
generale di corpo d'armata a Toulon
l'amico del natante siluro
parroco
2
Regione
Morbihan en Bretanie
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Capitolo Primo
Adelaide a fatica si era arrampicata fin lassù sull'alto dirupo sopra il
mare, per raccogliere quei bei fiori gialli, che l'avevano attratta. Non
immaginando che al momento aveva la mente per bene altrove e non
s'accorse del pasticcio che stava per combinare, per il semplice fatto ch'era
abbastanza incavolata. Oltretutto per il modo che le amiche l'avevano
rimbeccata malamente, incolpandola di una cosa detta da altre e non sua.
Ma si sa che le malelingue non si addolciscono mai, per il bene
dell'amicizia. E d'erano soltanto parole finte e non di conforto come
sembravano esposte. Erano solamente di facciata e non per la solidarietà
tra amiche, come dovrebbe accadere umanamente. Che alla fine si capiva
più che bene, che di amicizia c'era ben poca, per non dire niente.
In tutto quel farfugliare d'idee storte non si era accorta Adelaide, che si
era messa in una posizione difficile da muoversi, appena si era accorta del
guaio combinato, trovandosi a farfugliare tra le labbra: < Accidenti! Mi
sono proprio inguaiata per bene... E adesso cosa faccio? > capendo di aver
fatto una bella cretinata, nel fare certe cose con la testa tra le nuvole.
Invece di pensar bene dove mettere i piedi e le mani nell'aggrapparsi
saldamente alla roccia. Rimanendo ferma dov'era a meditare sul come
muoversi senza cadere decisamente in mare e sfracellarsi sugli scogli
sottostanti: < Accidentaccio! Ma che stupida sono!.. Non trovo un appiglio
per appoggiare il piede e mi sembra impossibile tornare indietro? >
cercando di ripensare per bene dove si era presa prima. < Non ricordo
proprio? > sbottò! < Questo è proprio un bel guaio da povera deficiente! >
si commiserò da sola. Mentre si guardava a destra e a sinistra nel trovare
qualche appiglio da prendere a mani nude, aggrappata all'unico spuntone
di granito. Capendo più che vedere visivamente dove appoggiarsi e in oltre
al momento, gli stava venendo un po' di ansia, per non dire tanto affanno a
trovarsi bloccata senza una via d'uscita e intuire ch'era un vero problema e
cosa fare poi?... < Questo è proprio un bel guaio? > sbottò incavolata.
Adelaide si stava impegnando a non lasciarsi prendere dal panico, nel
meditare bene sul come muoversi al momento, che stava diventando
seriamente preoccupante, nel cercare alla ceca dove appoggiare il piede
ciondolante e in cerca di un piccolo buco o sporgenza da appoggiarsi.
< Metti il piede sinistro più a destra! Leggermente in alto.... > una
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voce amica gli parlava dall'alto della roccia. < Ancora un poco! Dai che ci
riesci! Un po' più su!.. Ecco! Vedi che ci sei riuscita... Adesso alzati un
poco sul piede sinistro e così riuscirai ad aggrapparti allo spuntone ad una
spanna dalla tua mano destra... Dai, così vai bene! Prosegui e arrivi fin
quassù!.... Dai allungati un poco, che riesco ad afferrare la tua mano...
Brava! Ancora uno sforzo e c'è l'hai fatta!... Bravissima! Eccoti finalmente
al riparo!... Ragazza mia, devi fare attenzione, quando si fanno certe
imprese che sembrano facili, ma poi, ti trovi nei guai seri!... Ciao! Sono
Jacopo... Jacopo Dechiors. Piacere! > tenendo ancora la mano stretta tra la
sua e finalmente la giovane col fiatone grosso in gola, le rispondeva
sorridendo: < Grazie Jacopo! Non so proprio come avrei fatto senza il tuo
aiuto... Ti ringrazio tanto! > rispose ancora con l'affanno addosso. < E il
piacere è anche mio. Sono Adelaide Corvini! Mi hai fatto rinsavire con il
tuo provvidenziale intervento. Grazie! > rispose tenendosi sempre stretta
alla mano del giovane salvatore. Quel calore trasmesso dalla mano salda
del giovane la rincuorava tanto, molto. Nel riprendersi a dire un po' mogia
sulla sconfitta: < Stavo pensando ad altro e mi sono trovata, ah!... Come
una stupida, da non saper dove avevo appoggiato i piedi prima. Grazie
ancora amico! So perfettamente bene che non bisognerebbe mai pretendere
di fare certe cose da sole. Bisogna aver sempre qualcuno accanto ad
evitare di sbagliare. Volevo solamente raccogliere quei fiori gialli... Che
stupida! Come si fa presto a far delle cretinate...> si rimproverò da sola.
< E meno male ch'è arrivato l'amico Jacopo mandato della provvidenza! >
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< Non centra la provvidenza! Ero da queste parti... Comunque, erano
questi i fiori che volevi raccogliere? > mostrandole un mazzetto di quei
fiori gialli che teneva in mano e d'erano prima abbarbicati alla roccia a
strapiombo sul mare azzurro, sull'isola di Belle-Ile.
< Acc... Però! Quando li hai raccolti... Io non ti ho visto prima? >
< Quando stavi pensando ad altro e non mi hai notato. Speravo che ci
riuscivi a salire sopra allo spuntone e senz'altro pensavi proprio ad altro e
ti sei distratta spostandosi da quella parte dove gli appigli mancano. >
< Già. Proprio così! Tu li hai raccolti per la tua ragazza? > immaginò
Adelaide, guardando il giovane un po' meglio, spostandosi di lato da non
avere il sole di fronte e nel constatare che era veramente un bel giovane
quel Jacopo, che l'aveva aiutata ad uscire da un bel guaio.
< La mia ragazza non gli piacciono i fiori di campo. Come figlia del
governatore dell'isola, ha altre aspirazioni e vedute floreali. Solo orchidee
la fanno sentire altolocata. Per non sbagliare, io per le festività, le ho
regalato dei cioccolatini e li ha graditi. Meno male! In verità questi fiori, li
ho presi per te. Immaginando il tuo affannare di prima, per raccogliere
questi piacevoli fiori gialli. “Ornithogalum unbellatum”. Chiamate col
nome campestre, Latte di gallina. > si spiegò da esperto campagnolo.
< Grazie Jacopo!.. Veramente lei... Non gli piacciono i fiori di
campo? Scusa la domanda cretina... > mentre si prendeva il mazzo di fiori
gialli e li odorava, nel dire per cambiare la domanda: < Hanno un buon
profumo... piacevolmente campestre. É una cosa che adoro da sempre! >
< Si li ho odorati prima e mi piace il suo intenso profumo di
campagna variegata e t'invogliano ha gustare e osservare la natura con una
visione diversa... A te fa lo stesso effetto? > domandò Jacopo incuriosito
nel guardare interessato la giovane. La bella escursionista improvvisata.
< Già, hai ragione! Spero che durino fino alla locanda, da poterli
mettere in un vaso con l'acqua per rianimarsi nella mia camera. >
guardando il giovane nel chiedere ancora un po' sull'indecisa: < Abiti da
queste parti Jacopo o di passaggio? > Il suo affascinante sorriso l'attraeva.
< Abito in quella fattoria laggiù! > indicandole col braccio teso.
< Bel posto, quanto sembra... Io sono in vacanza e al momento sono
alloggiata all'hotel locanda “Le Clos Fleuri”. Siamo un gruppo di una
ventina di ragazze arrivate l'altro ieri dal continente, come premio di fine
corso, all'universitè a Nantes... Mi sono diplomata come Biologa e ho già
avuto una richiesta da ricercatrice a Madeira in Portogallo... Assieme al
collega greco Nicolò Haponos, un bravo giovane volenteroso, ch'è
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appassionato d'arte oltre che biologo e tenta nel fare schizzi di moda
femminile... Ah, guarda! > tirando fuori dalla sua borsa e mostrando un bel
foglietto spiegazzato e piegato in quattro, nel raccontare il fatto: < Mi ha
dato questo schizzo nel vestire le quattro più rinomate ragazze
dell'università, chiamate da tutti “Les quatre Moscheter” che abitualmente
pretendono che gli altri si inchinino al loro passaggio... > dando il foglietto
a Jacopo che si complimentava per gli schizzi dei modelli disegnati
abilmente da far colpo: < Che bravo! Il tuo ragazzo... > immaginò.
Adelaide lo correggeva: < Non è il mio ragazzo. Ma mi sa che ritornerò in
città. Le care compagne Moscheter sono di una gentilezza spropositata,
essendo non troppo socievole con il loro gruppo affiatato. Stanno facendo
di tutto per farmi apparire come una stupida che sparla alle loro spalle e
pare che il restante del gruppo ci credano. All'infuori di Nicolò che mi
sostiene, invece lui ha una cotta per Fabiola una solitaria amica del gruppo
d'alto ceto. Ecco perché voglio tornare a casa, altrimenti se fossi un
maschio li avrei già prese a schiaffi o più giustamente a pugni, per
rinsavirle dalle cretinate che dicono. Ed è senz'altro quello che s'aspettano
per poter dire poi, che hanno doppiamente ragione loro di dubitare, persino
di Nicolò che non centra per niente, ma per aver fatto vedere in giro questo
schizzo delle “les quatre Moscheter.” lo ignorano. Comprendi Jacopo
quanto è stupida la cattiveria delle compagne altolocate, che cercano di
fare il bello e brutto tempo a loro vantaggio e i compagni maschi le
assecondano in tutto, senza poi aver nulla in cambio. Proprio furbi alla
riversa! Solo potersi poi vantare di far parte dei privilegiati e favoriti
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acquisiti e concessi dai docenti alle universitarie... > commentò rarcastica.
< Accipicchia! Sei proprio messa bene Adelaide... Ma con voi ci sono
i professori che vi accompagnano in gita e non sentono e vedono i vari
commenti delle studentesse? > domando Jacopo incuriosito. Poi di botto
provò a dire pensieroso: < Ma per caso fai parte di quel gruppo di studenti
dell'universitè de Nantes e di Sciences, Harte e Biologique? >
< Sì. Proprio quello! Perché me lo chiedi. Lo frequenti anche tu? >
< No, io ero l'altr'anno all'Ecole Centrale de Mècanique e Agrarie.
Adesso, lavoro qui in campagna nella fattoria dei miei. Insomma dovrebbe
esserci la mia quasi ragazza, che frequenta quella università e adesso che
mi fai pensare mi aveva accennato che sarebbe rientrata qui sull'isola,
assieme ad un gruppo di ragazze dell'universitè a festeggiare il fine corso.
Forse la conosci, si chiama Corinne Degregoris... > espresse il nome della
giovane senza troppo entusiasmo, al vederlo abbastanza indifferente.
< Come no! E' al comando del comitato studentesse... Scusami, ma
non offenderti è lei che mi sta rompendo, incolpandomi che all'università
gli soffio dalle mani i studenti migliori e bellocci. Non m'importa un bel
niente di lei e dei suoi giovani studenti che le rincorrono sbavandole dietro
per le sue moine... Ma veramente è la tua ragazza, Corinne? Accipicchia
ho detto la mia cretinata. Scusa!.. Corinne ce l'ha decisamente con me? >
< Non devi scusarti Adelaide! Conosco bene il carattere di Corinne e
so perfettamente come si comporta da buona ragazza viziata. In verità ci
siamo incontrati al ballo l'altr'anno, che si fa qui ogni anno e lei mi si è
appiccicata addosso chiedendomi se le potevo far da cavaliere e io al
momento ho accettato come accompagnatore capitato al caso. Capendo
che le andavo bene nel farsi vedere in giro per l'isola, a dimostrare che
m'ha accalappiato. E in verità al momento mi era e mi è ancora
indifferente, visto che ci vediamo raramente per farla breve. Così gli amici
del circondario mi spronano nel dire, che ho tra le mani una fortuna e con
un solo bacio l'ho accalappiata. Ma non so bene se è poi vero questa
amicizia. Oltretutto nel far contento anche i miei, essendo la figlia del
governatore e allargare gli orizzonti. In verità oltre al ballo e altre poche
occasioni d'incontrarci qui in città a, Le Palais. Non le ho mai dato troppo
peso, alla sua intenzione di fare un fidanzamento ufficiale. Essendo una
ragazza volubile e io al momento non intendo pronunciarmi. Oh, forse per
il fatto che non mi sento tanto attratto e innamorato. Perciò ho accettato
questa situazione nell'indifferenza. Dicendomi da solo, che al momento
buono, avrei valutato meglio la situazione e se poteva essere fattibile e far
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sul serio e chiederle se intendeva veramente essere la mia ragazza, nel
modo più ufficiale. Forse? Poi al momento non ho altri impegni
sentimentali e per esigenze di lavoro mi adatto a prestare la mia opera
d'agraria agli isolani. Senza dover dipendere da suo padre oltre che
proprietario di mezza isola. Comprendi Adelaide la mia situazione!
Scusami la mia stupida esposizione di cose che a te non interessano di
certo... E personalmente non sto dalla sua parte. Quella di Corinne...
Insomma, tu mi capisci Adelaide! Allora è proprio Corinne che ti crea dei
contrasti? Certamente è una peperina di ragazza viziata, non cattiva ma
testardamente dura Corinne... Poi in fondo a tutto, io non ho mai pensato e
immaginato una vita in comune con lei. Mi sono lasciato trascinare
nell'indifferenza e ho sbagliato. Adesso che ci penso, capisco di aver fatto
una fesseria ad accettare in silenzio e sarà difficile da realizzare una cosa
seria con Corinne? Non riuscirei a sottomettermi ai suoi capricci di
comando, poco ma sicuro! > considerò apertamente, neanche se con
Adelaide fossero stati amici da sempre. Quella nuova cognizione l'aveva
sorpreso nel capire che se la intendevano alla perfezione in quel breve
tempo di conversazione nata e impiantata un momento prima e dilungata
avanti seduti sugli scogli di fronte ad un mare azzurro e profondo.
< Ma pensi veramente che può essere una cosa seria tra voi due? >
domandò di getto Adelaide, nel mettersi la mano sulla bocca: < Ma perché
non mi tappo la bocca, invece di aprirla dove non serve? Scusami Jacopo!
Non volevo offenderti. Invece, cambiamo discorso... Io devo rientrare
all'hotel a cambiarmi... Eh... grazie ancora Jacopo per i fiori e il
salvataggio!... Tu da che parte vai? > indicando la sua masseria in
lontananza sull'altipiano. Mentre si raccoglieva il marsucchio e il golfino e
se lo metteva sopra e il borsello in spalla.
< Posso accompagnarti un pezzo Adelaide? > mettendosi la camicia
jeans sopra. < Almeno fino al villaggio a prendere qualcosa di fresco. Ti va
l'idea? > le domandò prendendola decisa sotto braccio, nell'incamminasi
sul sentiero sorridendo felice di aver trovato quell'amica proprio per caso.
Adelaide provò solo a dire confusa, ma contenta di quella compagnia
improvvisata: < Soltanto per un pezzo di strada, d'accordo Jacopo? Per la
bibita fresca va bene, accetto volentieri! > sorridendo divertita per quella
fortuita occasione capitata sulla scogliera. In fondo quel giovane dai modi
gentile le piaceva. Peccato ch'era il ragazzo di Corinne, l'arrivista piglia
tutto. Stava rimuginando il tutto Adelaide a scapito suo personalmente.
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Capitolo Secondo
Camminando tranquillamente, dopo un paio di chilometri arrivarono al
piccolo villaggio sopra la scogliere, formato da un gruppo di case e buona
parte era adibite a pensioni per turisti, che abbondavano al momento, dato
l'alta stagione estiva, e si divertivano a cercare souvenir e fronzoli da
portarsi a casa a ricordo delle belle vacanze passate sull'isola. Belle-Ile
Loro si erano presi un gelato e poi seduti sulla panchina in ferro al centro
della via a chiacchierare ancora un momento. Adelaide ne approfittava per
dire al compagno improvvisato: < Il posto è piacevole e poi in verità dai
nostri discorsi mi sembra già da anni che ci conosciamo. Ti sembra? >
< Hai ragione ci troviamo d'accordo su molte cose che abbiamo in
comune e mi fa piacere di averti incontrata Adelaide. > confermò Jacopo,
nel riprendere a dire: < Beh', in verità è la stessa cosa che stavo pensando.
Neanche se avessimo frequentato le stessa classi da vecchi e buoni amici.
Non l'immaginavo ch'è bastato un mazzetto di fiori di campo a restaurare
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un bel rapporto amichevole. > espose il giovane sorridendo entusiasta.
Quella stupenda creatura seduta lì difronte, la trovava carina e affascinante
nella sua semplicità e senza grilli strani per la testa. Poi lui, provo a
chiedere incuriosito, mentre si alzavano ed avviarsi tranquillamente
assieme per la via centrale del villaggio: < Cosa intendevi dire prima:
Soltanto per un pezzo di strada nel farla assieme? > chiese curioso.
< Potremmo incontrare la tua ragazza e non voglio crearti altre rogne.
Oltre dare uno spunto a Corinne nel raccontare sbigottita alla compagne
tutte orecchie: < Vedete ragazze, che avevo ragione! Quella, adesso mi sta
rubando anche il mio ragazzo! Caro Jacopo, evitiamo altre complicazioni
ad entrambi. Tu potresti perdere un'occasione d'oro? Lasciato decisamente
dalla figlia del governatore e senz'altro ti sputtanerebbero per tutta l'isola.
Con una bella scritta sulla schiena: “Quel sciupa femmine di Jacopo che
mi tradisce alle spalle!” Non ho forse ragione giovanotto? > espose
Adelaide con un leggero sorriso veritiero sui presupposti avvenimenti.
< Accidenti quanto sei brava ad inventare storie boccaccesche! >
sbottò ridendo di gusto, nel continuare a dire: < E da notare che gli ho dato
soltanto un bacio per simpatia e lei se presa tutto il braccio a suo piacere. Il
tonto sono io che le ho permessi di strafare, senza pensare che poteva
diventare una cosa seria e senz'altro poi, da notare, finché a lei le vado a
genio e appena appare all'orizzonte un nuovo pollo, sono subito scartato.
Questo lo capito più che bene già da tempo... Accidenti! Il lasciar perdere
cosa ci si guadagna, a trovarsi poi, inguaiati per bene... Ma staremo a
vedere fin dove porta 'sta musica alquanto stonata. E non è che lo dico
adesso, perché tu mi hai accennato che Corinne all'università si fa
corteggiare dai ragazzi più grandi. E' nel suo carattere che desidera avere
altri uomini messi tutti ai suoi piedi, pronti a svenarsi per la bella Corinne.
Dai Adelaide lasciamo perdere ch'è meglio! > commentò pensieroso.
Comunque, pareva che il destino incuriosito, fosse proprio lì pronto e
nascosto a prendersi gioco e doverli poi giudicare, sui loro imbrogli
immaginari fatti a priore. Da creare veramente intoppi a non finire.
< Guarda che sei belle che fregato ragazzo! > provò a dire Adelaide e
le veniva da ridere per la fatalità del momento: < Stanno arrivando in
gruppo le compagne universitarie e se non sbaglio c'è anche Corinne in
mezzo... Accipicchia! Cosa facciamo adesso, mio prode cavaliere? >
constatò Adelaide dispiaciuta, per quell'incontro non voluto, ma purtroppo
capitato di botto, nel dire poi sotto voce al giovane: < Manco se lo
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sapevamo che doveva capitare di sbatterci il naso contro a. “Les quatre
Moscheter, alla riscossa!... Accidentaccio! > sbottò Adelaide sorpresa e
dispiaciuta per il giovane che si trovava in mezzo ai loro battibecchi.
Purtroppo erano apparse all'improvviso da dietro la curva oltre la siepe
che li nascondeva e pertanto era impossibile non scontrarsi senza scampo.
Poi tutto succedeva così tutto rapidamente e all'improvviso e lo scontro
con il gruppo di ragazze, dove il loro grido di stupore si alzò a risonare
nell'aria in quel caldo pomeriggio alla periferia del villaggio sull'isola
Belle-Ile, nel far voltare dei turisti di passaggio a guardare cos'era capitato.
< Questa poi!! > s'era udita la voce squillante di Corinne tra le amiche
stupite, che borbottavano sorprese seguendo Corinne, per andare a cercare
il suo bel ragazzo da mostrare alla compagne universitarie, come un bel
trofeo raccattato dopo una battuta di caccia sull'isola l'anno prima. E lei
non aveva telefonato apposta per fargli una sorpresa. E che sorpresa?
Adelaide si stava preparando al botto finale, e tentava di lasciare il
braccio del cavaliere, ma Jacopo se la teneva stretta a se con un caloroso
sorriso sulle labbra, nel dire all'avvicinarsi delle ragazze, un po' tutte
stralunate nel vedere la santarellina di Adelaide con un mazzetto di fiori in
mano e un bel ragazzo a braccetto, cosa da non lasciare dubbi al caso: < E'
proprio stato un bellissimo incontro Adelaide... Ecco le tue compagne
d'universitè... Corinne sei arrivata finalmente qui sull'isola! E io aspettavo
una tua telefonata?! > provò a dire nell'avvicinarsi al gruppo con un
candido sorriso, senza troppo impegno da parte sua nel fermarsi di fronte.
Poi tutto esplose duramente. Corinne con decisione da impavida guerriera
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sfoderò le proprie unghie nel dire in modo plateale: < Vedete ragazze che è
lei che mi ruba sempre tutti i cavalieri e adesso anche il mio fidanzato, qui
a casa mia! Questa poi, non te la perdono sgualdrina! Ti faro cacciare
dall'universitè! Ingrata ruffiana... Appena sbarcata, già si da alla caccia! >
< Grazie per l'interessamento Corinne! Ma non c'è bisogno che ti
affanni tanto... Ho terminato i miei studi e con buoni voti, perciò ho già
avuto delle buone proposte di lavoro altrove. Comunque ho avuto il
piacere di conoscere Jacopo e non sapevo che è il tuo ragazzo. Spero che
m'inviterete almeno a nozze? Ci terrei a farti da damigella? Poi sei una
cara compagna di scuola, scusa d'università! > nel girarsi vero Jacopo nel
dire: < Grazie per i fiori di campo e la breve passeggiata arrivederci! >
stringendogli la mano e andarsene via decisamente tranquilla, guardata
dalle compagne un po' tutte stralunate dalla risposta indifferente di
Adelaide. Mentre Jacopo le diceva dietro: < Allora ci vediamo al balle
domani sera. Ciao Adelaide! > girandosi con calma verso Corinne
inviperita dalla rabbia che gli montava su da farle arrossire il viso.
L'urlò che seguì fu grande e grande è la risposta sibillina che le lanciava
dietro Corinne più che incavolata, nel ricevere una tale figura proprio
davanti alle sue compagne migliori e fidate. Un tale smacco era
impensabile un momento prima, dal come lei si vantava che il suo ragazzo
lì sull'isola, gli sbavava dietro insistentemente. Nel spiegare prima alle
amiche, che lui, le si era messo in ginocchio nel pregarla ad accettarlo e lei
l'aveva fatto perché in fondo era un bravo ragazzo ubbidiente e
innamorato. Ma quell'incontro fortuito l'aveva scornata fortemente e alla
fine guardando l'altra che si allontanava tranquilla, scoppiò a dire al
giovane: < Come ti sei permesso di prendere quella sotto braccio? E dove
lai raccattata, tra le erbacce e i fiori campagnoli? >
< Pensa un po' mi ha raccontato tutto di te! Che sei veramente una
amica fidata e di cuore. Certe amiche Corinne devi tenerle acconto? >
< Ma se è sempre scontrosa quella Adelaide! > provò a dire Fabiana.
< Ma anche di voi care amiche di Corinne, Adelaide ne ha parlato
bene, nell'aiutate con impegno e devozione Corinne all'universitè... Ma che
brave ragazze siete! > espose con serietà, fingendo di non aver sentito le
imprecazioni di Corinne con il viso paonazzo dalla rabbia. Mentre Jacopo
scuoteva il capo dispiaciuto, capendo la pessima figuraccia di Corinne,
immaginando il suo brutto vizio di sparlare degli altri un po' troppo. Perciò
deciso, provo a dire con fare serio: < Vedo che sei tutta sconvolta dal
troppo sole Corinne, devi fare attenzione e un buon cappello di paglia ti
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andrebbe bene per tenere al riparo la tua fervida memoria. Ciao! Ci
sentiamo in un altro momento di tranquillità, sei troppo agitata adesso.
Arrivederci! > e nella sua tranquilla indifferenza si avviò senza voltarsi
indietro. Jacopo aveva ben altro in testa al momento e il suo pensiero era
rivolto a quella meravigliosa giovane, di nome Adelaide, che la trovava
veramente simpatica e piacevole la sua breve compagnia e già stava
pensando ad invitarla per d'avvero al ballo, che si svolgerà domenica
prossima alla festività annuale che ricorre in quel mese e al santo patrono
sull'isola. Sant. Antoine.
Jacopo doveva rincorrere Adelaide ad evitare che prenda per davvero il
traghetto e torni a Nantes incavolata per le continue dimostrazioni di
disaffezione delle compagne universitarie. Lui voleva già invitarla al ballo
della sera successiva e ad un bel confronto con tutta la cittadinanza
dell'isola al completo per festeggiare l'arrivo delle studentesche
organizzata dal governatore per far contenta la figlia e magari presentare
alla figlia un giusto pretendente. Un giovane rampollo da famiglia nobile
di Carnac e tralasciare quel contadino Dechiors, dottorato in agraria, di
poco conto. Erano le voci che circolavano da giorni sull'isola tra la gente
del posto sempre pronte ad ascoltare i pettegolezzi per poi sparlare altrove.
Jacopo per paura era corso prima al porto nel vedere la partenza del
traghetto, ma della giovane Adelaide manco l'ombra era rimasta sul molo
alla partenza, da farlo respirare meglio e andare poi, all'hotel dove
alloggiava a cercarla e poterle dire ciò che pensava di loro due nel
convincerla e lasciarsi accompagnare al ballo la sera del giorno dopo.
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Jacopo nel suo scarpinare veloce riuscì a trovarla poi, ch'era già arrivata
davanti all'hotel, ormai il sole volgeva al tramonto irrorando il cielo di un
rosso profondo e intenso. Chiamandola a voce alta a fermarla sulla
veranda: < Adelaide! > avvicinandosi col fiatone in gola per la corsa nel
chiedere deciso: < Non avrai intenzione di salire sul prossimo traghetto
per Nantes? Spero proprio di no! Vorrei invitarti al ballo domani sera e
spero che tu accetti. Ci terrei veramente averti come damigella? Oltretutto
domenica prossima si terrà il ballo ufficiale che ricorda la vittoria del
feudatario morto in battaglia per il suo popolo e poi fatto santo di
quest'isola. “Sant. Antoine” Comprendi, mia madamigella Adelaide! > si
prostrò in un inchino a riverenza. Da farla sorridere e nel chiedere
preoccupata: < Ma come! Hai mollato Corinne laggiù e sei venuto di corsa
fin qui?.. E Corinne e il governatore dove li metti? > domandò stupita da
tale richiesta. Capendo che sarebbe saltato fuori un bel putiferio con la sua
scomoda presenza a rompere tutti i piani ben predisposti da Corinne e
senz'altro inviperita maggiormente da quell'abbandono improvviso di
Jacopo per un'altra? Immaginò preoccupata, ma quel giovane le piaceva.
< Non posso fare sempre il cavaliere servente! Corinne ha una brutta
abitudine di voler tutti sempre ai suoi piedi e mica sempre la si può fare
per accontentare la madamigella altolocata!... In ritardo, mi sono rotto per
la sfuriata senza senso di prima. Poi in fondo non siamo sposati nel sacro
vincolo del matrimonio a cornificarci di nascosto a vicenda?... Allora hai
deciso di venire al ballo domani sera Adelaide? Per giunta organizzato dal
governatore e penso che qualcosa bolle in pentola dalle voci che circolano.
Il governatore pare abbia per le mani un pretendente di alto rango per
Corinne e spero vivamente che succeda! Almeno eviterò di scontrarmi con
Corinne, una volta per tutte. Questa volta sono io che ti voglio presentare
agli isolani sempre scettici e poter dire: Amici questa è la mia ragazza! >
< Cosa? Tu, tu! Vuoi che sia la tua ragazza? Ho capito bene Jacopo? >
< Certo che hai capito e lo sai bene che è la stessa cosa che desideri.
Non ho forse ragione che ci siamo innamorati perdutamente al primo
sguardo e tocco di mani sulla scogliera! Giusto ragazza mia? E non
mentire nel rispondere?... Io so che è la verità! > guardandola dritto negli
occhi, mentre le prendeva le mani tra le sue saldamente. Per un attimo
Adelaide chiuse gli occhi poi si trovò con gli occhi lucidi dall'emozione e
alla fine provò a dire con la voce tremante: < Hai ragione Jacopo... in
verità ho perso veramente la testa per te!... Non volevo crederci che mi
stavo innamorando ed è anche per questo che volevo partire di volata,
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cercando di dimenticare tutto... E' la verità e tu sei tornato apposta per
dirmelo e avere in future dei contrasti con il governatore per l'affronto fatto
alla figlia. Accidenti in che pasticcio ti ho messo! > rispose tutta confusa.
Mentre lui se la tirava accanto e alla fine la baciava con infinito amore e le
sussurrava: < Sì! Ho perso la testa è sono immensamente innamorato e
felice di averti incontrata, su quella benedetta scogliera, proprio per caso.
Ti amo veramente Adelaide! > espose serio senza indugio.
< Oh, mio Dio! E' proprio tutto vero! > balbettò piangendo.< Ti amo
anch'io tanto amore! > rispose felice tra le lacrime sul viso, ma di felicità.
Erano le nove di sera quando Jacopo arrivò all'hotel a prendere Adelaide
e portarla al ballo studenti nel palazzetto sportivo. Organizzato dal
governatore Degregoris, con il sindaco Marchin oltre il prefetto Turini li
sull'isola, per le buone qualifiche di fine corso ecole dell'anno prima e
premiate all'università a Nantes in primavere. Ed ora in pieno estate il
ballo a festeggiare tutte assieme le bave studentesse diplomate.
< Sei veramente carina Adelaide! > abbracciandola contento nel dargli
un bacio sulla punta del nasino. < Hai fatto una nuova capigliatura un po'
tutta arricciata... Sei piacevolmente attraente. Dai andiamo amore a
presentarci e far sparlare i compaesani ancora all'oscuro dei sotterfugi... >
< In verità ho un po' paura! Spero di non crearti altri problemi? >
< Tranquilla amore, sono abituato alle sorprese... Vieni! > prendendola
decisamente per mano e si avviarono ad andare al palazzetto sportivo dove
la serata danzante era già avviata. Oltre il discorso del governatore ai
concittadini nel presentare il giovane Francesco Santorini baronetto di
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nobile famiglia antica di Camac, oltreché vice sindaco del padre della
cittadina sul continente. La figlia Corinne si era un po' ringalluzzita nel
salvarsi la faccia, poi tra le amiche fidate a sputtanare malamente il
pessimo contadino lasciato decisamente in disparte e coprire un poco, la
misera figuraccia fatto al pomeriggio del giorno prima.
Quando Jacopo e Adelaide entrarono nella sala si alzò un bisbigliare di
voce soffuse e stupore al vedere il bel contadino del posto, come tutti lo
conoscevano bene, il rinomato veterinario dottor Jacopo, accompagnato da
una affascinate ragazza mai vista prima da quella parti, da stupirli tutti. E
le amiche universitarie si sgolavano a ridacchiare sui fatti accaduti in quei
giorni e si diedero subito da fare a spettegolare alla grande alla vista dei
due così ben affiatati, da pensare ch'era già da tempo che se la filavano? E
loro, les Moscheter non si preoccupavano minimamente dell'interesse che
avevano suscitato attorno, da scordare persino la notizia di prima di
quell'annuncio festoso per l'incontro tra Corinne e Francesco che si davano
da fare a ballare e farsi vedere con l'approvazione di tutti i concittadini
accorsi a vedere e sentire le ultime novità dalla bocca del governatore.
Adelaide era un po' rigida, non riusciva a lasciarsi andare, sapendo di
avere gli sguardi di tutti addosso. Lei che aveva innescato quel vespaio.
Mentre danzavano e di tanto in tanto, gli amici del posto li salutavano a
voler sapere chi era quella bella ragazza con cui ballava e prontamente
Jacopo sorridente, la presentava: < Ragazzi è la mia ragazza! Se sarete
composti vi lascerò fare un ballo. Lei è Adelaide! I miei amici d'infanzia! >
presentandola tranquillo e Adelaide oltre i brevi saluti, protestava poi nel
dire: < Ma se mi fai ballare con loro cosa posso dire, senza creare altra
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confusione. Tutto mi stanno guardando come fossi una bestia rara? >
< Tranquilla amore! Devi aver solo fiducia in te stessa! Parla
tranquillamente a dimostrare che siamo pazzamente innamorati. Che in
verità è più che vero. Ti amo tanto e intendo tappare la bocca a chiunque. >
Infine Adelaide aveva accettato di fare qualche ballo con i più curiosi
degli amici, nel riprendersi un poco capendo che le compagne di scuola
facevano di tutto per ballare poi con il cavaliere che aveva ballato prima
con lei e scoprire qualcosa di nuovo e allettante, da riportare all'amica
Corinne, che la si vedeva un po' tutta arricciata su se stessa, nel vedere che
l'interesse della serata era rivolta alla perfida Adelaide. Quella rivale che
non mollava l'osso raccattato in campagna, sbottando a dire tra se
incavolata: ( Dio come la oddio quella strafottente miserella!)
Anche il governatore che controllava l'andamento della serata aveva in un
momento contattato Jacopo nel spiegare convinto il suo operato: < Sono
contento dottor Dechiors che ha trovato una compagna. Anche Corinne la
vedo cosi interessata al barone Francesco Sartorini ch'è interessato a mia
figlia. Come vede le cose vanno a posto da sole e ognuno per la giusta
strada. Complimenti per quella bella giovane che l'accompagna! >
< Il piacere è tutto mio. Sapendo che Corinne ha trovato la persona
giusta. Non eravamo fatto l'un per l'altra. Se permette torno a ballare con la
mia ragazza, altrimenti i nostri concittadini me la sciupano un po' troppo. >
< Mi raccomando dottore non dovete mancare al ballo di gala al
palazzo feudale. Tutti i cittadini devono partecipare! Buon divertimento! >
Jacopo aveva ripreso tra le sue braccia Adelaide ed era stufo di lasciare
che i paesani se ne approfittano per danzare con una bella e brava
ballerina, oltre cercar di scoprire da dov'era sbucata fuori.
Ma da brava ragazza Adelaide, non si lasciava trascinare in certi dialoghi,
troppo curiosi e invadenti, anzi era lei che dirigeva i vari discorsi nel
apprendere molte cose sui giovani cittadini di quel posto e capire un poco
la mentalità degli isolani ch'erano abbastanza affiatati tra loro.
Nel dire poi al cavaliere di turno, con un sorriso conturbante: < Mi
dispiace di non avervi raccontato molto di noi due pazzamente innamorati.
Mi sembrava di capire che facevate a gara a capire veramente da dove
provengo. Sono un'amica di Corinne. Ma questo già lo sapevate, vero? E
vi abbia raccontato un po' di tutto ciò che volevate sapere amici del mio
ragazzo! Adesso devo tornare da lui, altrimenti si arrabbia che lo trascuro
in po' troppo, dato che ci vediamo così di rado. Grazie per il ballo! >
espose lei sorridendo maliziosamente al ballerino, figlio del prefetto.
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< Infinitamente grazie a lei mademoiselle! Sa ballare divinamente.
Arrivederci al prossimo ballo, se riesco a prendere posto tra i tanti
interessati a voler ballare con lei. Arrivederci! > si congedò contento,
accompagnandola dall'amico e ringraziarlo per il ballo concesso.
Adelaide appena ritornata da Jacopo e ripreso a ballare provò nel dire
seria: < Hai finito di piantarmi in asso tra le braccia dei tuoi compagni che
non hanno altro da fare, che spulciare e scavare sulla nostra relazione e
convivenza e da quando ci siamo messi assieme?... Insomma! >
< Sapevo che ho tra le mani una brava ragazza che sa tenere a distanza
i curiosi e magari, ai tu scoperto molte cose sui miei compagni. vero? >
< Non lo saprai mai cosa ho scoperti di te il belloccio dell'isola! >
< Accidenti! Adesso si che sono conciato per le feste a farti ballare con
gli amici!.. Dai andiamocene via. E' quasi l'alba e tu hai sonno amore! >
< Non darmi la colpa. Io non ho sonno adesso e sto bene qui tra le
tue braccia dottore! E non dei tuoi amici, più che cortesi... Giusto! Tutti ti
chiamano (dottor Jacopo), tu non me l'hai detto che sei dottore in agraria
oltre che veterinario. Esatto mio bel dottore? > sbottò sorridendo.
< Non ho l'abitudine di sfoggiare le mie marchiature, solo sugli
animale quando aiuto i contadine a marchiare il loro bestiame. Dai
andiamo a fare due passi sulla diga del porto, nel vedere sorgere il sole. >
prendendola per mano come due bravi ragazzini innamorati a scoprire un
nuovo giorno. Mentre gli ultimo curiosi li adocchiavano un po' invidiosi.
Era ormai quasi mattino quando lasciarono il palazzetto sportivo e le
danze volgevano ormai al termine con i soliti nottambuli ritardatari. Loro
tranquilli nel passare al guardaroba nel prendersi le rispettive giacche.
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Capitolo Terzo
Camminando sul lungomare di Le Palais, mani nelle mani nel raccontarsi
aneddoti reciproci tra un bacio ed un altro, e poi seduti su una panchina a
guardare il sole che stava sorgendo oltre la sponda opposta sul continente
francese. Da principio al blu violaceo e al rosso sempre più vivo nel
passava poi dall'arancio al giallo acceso e in fine un cielo sempre più
azzurro. Mostrando la bellezza della natura sempre in evoluzione, al
risveglio di un altro bel giorno. Con la speranza che sia migliore del giorno
prima e nel darsi un altro bacio per iniziare bene una nuova giornata.
Poi all'improvviso capitò alle loro spalle, il ragazzino Luigi, figlio di
conoscenti che avevano una fattoria a pochi km, dalla loro. Nel parlare
preoccupato, veniva a rompere quell'atmosfera idilliaca così mattiniera.
Luigi s'intromise nel domandare un po' confuso: < Scusa dottor Jacopo!
Mio padre ha bisogno del tuo aiuto, il veterinario mio zio Andrè è sul
continente e la nostra cavallina che deve partorire è molto agitata e
spaventata. I miei hanno paure che possa capitarle qualcosa di grave alla
cavallina Trudi! Potresti venire a vederla? Mio padre è laggiù con il
camioncino che ci aspetta. Ti avevo cercato al ballo Jacopo, dato che tutti
sapevano che eri al ballo e portavi la mademoiselle... insomma la tua
ragazza... Scusate ancora! > borbottò il ragazzo confuso.
< Va bene! Ma prima devo accompagnare la signorina all'hotel... >
< Non ci sono problemi, vengo anch'io con voi! > sbottò decisa
Adelaide. < Voglio conoscere questa Trudi impegnata a partorire... Dai
andiamo dottore! > facendoli sorridere e prontamente Luigi li prendeva per
mano tutte e due, correndo verso il camioncino del padre preoccupato.
Poi in auto una saluto veloce e via alla fattoria ad una ventina di km.
Mentre il signor Diaz si spiegava preoccupato: < Scusami Jacopo. Ma non
so proprio come fare. Trudi scalcia ed è spaventata per il suo primo parto e
Andrè è sul continente e fino a domani non torna... Tu mi capisci, vero? >
< Tranquillo Diaz risolveremo tutto. Lei è la mia ragazza Adelaide. >
< Mi perdoni se vi ho rotto le scatole... Mademoiselle! >
< Anzi avrò il piacere di vedere per la prima volta un puledrino che
viene alla luce. > rispose sorridendo, nel capire che si trovava tra amici.
Appena giunti alla stalla la cavallina Trudi era veramente agitata dal
travaglio un po' difficoltoso. Era a terra distesa su di un fianco e tremava
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proprio di paura, nitrendo debolmente con affanno. Jacopo le si avvicino,
dopo aversi tolto giacca e camicia e incominciò ad accarezzarla parlandole
dolcemente ad acquietarla un poco, ma i dolori del travaglio l'agitavano
tanta da spaventarla. Mentre Jacopo si metteva un grembiale e controllava
se era già iniziata l'espulsione del puledrino e stava veramente al momento
spuntando fuori. Adelaide si avvicino alla cavallina accarezzandole il muso
e con voce suadente cercava di calmarla, mentre Trudi sbuffava nitrendo.
Ma non tentava di morderla per il forte dolore, mentre Adelaide le
sussurrava di provare a spingere che il suo puledrino sarebbe uscito: < Dai
coraggio Trudi! Prova a spingere... Coraggio! E vedrai che ce la fai a dare
alla luce il tuo piccolo... Coraggio, prova a spingere Dai! > insisteva
mentre l'accarezzava dolcemente, e Trudi di tanto in tanto alzava la testa
nel guardava cosa faceva Jacopo il veterinario e alla fine Adelaide si
prendeva in grembo la testa della cavallina agitata, che sembrava gradire
quella vicinanza. Poi tutto di colpo reagì e con l'aiuto di Jacopo tentava
con fatica a espellere il puledrino. Anche Jacopo l'incitava con carezze a
sforzarsi a spingere: < Dai bella che ce la fai...Forza, spingi! Ecco, ci
siamo!...Brava! > la sollecitò accarezzandola sul fianco.
Trudi era riuscita nell'intento. < Che bel puledrino hai fatto Trudi! >
proruppe Jacopo, accarezzandola amorevolmente e persino Trudi alzò la
testa a vedere il suo piccolo che tentava già a mettersi in piedi e dopo un
bel po' di manovre ci riusciva, mentre Jacopo lo strofinava con della tela
Iuta. Anche Trudi poi, si era alzata con vigore a controllare il suo piccolo
che le si accostava traballante e lei amorevole se lo leccava dalla gioia
nitrendo piano ad infondere la sua vicinanza da madre protettiva.
Adelaide si era commossa nel vedere tale scena d'amore. Mentre Jacopo
contento dopo aver accarezzata Trudi, si portava alla vasca per abbeverare
i cavalli e si lavava un poco nell'acqua fresca che sgorgava fuori dal tubo.
Adelaide si avvicinò e provò a dire commossa: < Ami il tuo mestiere e
sono ammirata dal come t'impegni a far bene il tuo operato, per amore
degli animali e gli infondi fiducia e affetto. Sei veramente bravo! >
< Sarò più bravo e contento, quando vedrò venire alla luce i nostri
figlio Adelaide! Quella sarà un bel giorno! > rispose mettendo la testa sotto
l'acqua fresca, borbottando felice.
< Ma penso che prima bisognerà impiantare la fabbrica per dare
modo agli operai di iniziare la produzione? Con la sola provvidenza mi sa
che non ci si riesce... Giusto! > commentò ridendo e contenta mentre gli
dava un bacio sulla guancia bagnata, da farlo sorridere felice all'idea.
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< Ma, come, non basta solo un bacio e track tutto e belle che fatto? >
protestando e provò a ridire Jacopo con fare serio infilandosi la maglia.
< Di che fabbrica parlate? > domandò Luigi avvicinandosi.
< La fabbrica per fare dei figli! Non lo sapevi? > rispose Jacopo.
< Questa mi è proprio nuova dottore Jacopo! > rispose incuriosito.
< Il mio giovane dottore Jacopo, ancora non si è deciso da che parte
dover incominciare per fare dei figli sani e robusti. Come vedi dal buon
esempio della cavallina Trudi, che si è impegnata con amore per il bel
puledrino che sgambetta già alla grande e guarda come poppa il latte dalla
madre. E' veramente un miracolo della nature la lotta per la vita. >
< Ho capito! A scuola tra i compagni la raccontano più giusta... >
< Caro Luigi, Non vogliamo raccontarti storie. Ma devi sapere che
noi due ci siamo appena conosciuti l'altro ieri, e sebbene mi piace tanto la
mia ragazza Adelaide. Devo almeno darle il tempo per decidere se mi
vuole sposare, per poi dedicarsi alla famiglia e fare con amore dei figli
nostri. Ecco tutto qui la situazione appena iniziata l'altro pomeriggio! >
< Accidenti dottor Jacopo! Ancora non gli hai chiesto se vuole
sposarti? > commentò più che convinto Luigi, di quel ritardo espresso.
Prontamente Adelaide provò a dire sorridendo: < Hai ragione Luigi! In
verità il mio ragazzo Jacopo, si è dimenticato di chiedermi se accetto a
mettere su famiglia? Certamente ai giorni nostri con il mondo che incalza
velocemente, più nessuno ha il tempo di dedicarsi ai corteggiamenti e alle
buone maniere. Tutti vogliono subito e velocemente e mi sembra una cosa
così misera a impiantare una famiglia e appena dopo pochi mesi si lasciano
e si dividono per incompatibilità mentale e i figli fatti di furia, chissà poi
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dove vanno a finire questi benedetti figli di nessuno? > si spiegò Adelaide
più che saggiamente convinta.
Prontamente Luigi le rispondeva deciso: < All'orfanotrofio li lasciano poi.
A scuola o due bravi compagni che vengono da una casa famiglia, così la
chiamano adesso. Non è per niente bella la faccenda e fare dei figli per poi
abbandonarli così malamente. Lei è d'accordo signorina Adelaide?... >
< Certamente Luigino! Chiamami solamente Adelaide, mi sentirei un
po' più in famiglia tra voi qui, a tribolare già di primo mattino, con questa
bella nascita. Ed è piacevole vedere madre e puledrino così ben affiatati. >
< Parole sagge sta esponendo la mia donna e se è d'accordo io la
sposerei anche subito. Proprio all'istante! > mentre prendeva l'asciugamano
che donna Maria appena giunta le passava, nel commentare sorpresa alla
notizia: < Finalmente vedremo il bel Jacopo molto richiesto da queste
parti, che mette su famiglia. Sono veramente contenta e poi hai scelto una
bella e brava ragazza, per un passo così deciso e importante. Bravo
Jacopo! > per un attimo ci fu un silenzio di stupore a sorpresa, che tutti
davano già per scontato, ma anche con l'approvazione alle parole dette con
slancio dalla moglie del fattore Diaz Camarro.
Ma il tutto fu interrotto dall'arrivo a cavallo di Japino il gemello del
dottore Jacopo, che aveva ricevuto a casa la telefonata dall'amico Diaz.
Ch'era in cerca del fratello per il problema alla fattoria Camarro. E Japino
e i genitori si trovarono sorpresi alla notizia che il figlio Jacopo era andato
al ballo con la sua ragazza, ed erano le voci che correvano già sull'isola.
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Japino si trovò a ridere per la sorpresa di scoprire che il caro fratello
aveva una bella ragazza tra le mani e per giunta importata dal continente.
Nel salutare un po' tutti, e dire maggiormente sul sorpreso all'incontro
inaspettato: < Accidenti! Guarda un po'. Quando me l'avresti detto
fratellino? > smontando da cavallo sorpreso per l'incontro con la bella
giovane giunta via mare. Immaginando quando si erano conosciuti,
sapendo che il fratello era da più di sei mesi che non tornava sul continente
francese? E adesso quella splendida giovane che accompagnava il fratello,
era una scoperta e gli sembrava sorprendente quell'affiatamento così
aperto, da stuzzicargli la curiosità, nel chiedere e salutare con riverenza la
donna che aveva fatto perdere la ragione al fratello restio a socializzare
con le donne dell'isola. Pensando poi a quell'altra la figlia del governatore,
che non era veramente adatta a diventare una buona cognata conoscendola
più che bene già da ragazzi, bella sì, ma viziata a pretendere di essere
servita a puntino. Questa invece già dal primo incontro nel rimirarla la si
vedeva ch'era ben diversa e piacevolmente solare. Mentre si portava
accanto, porgendo le briglie del suo cavallo a Luigi, nel salutarla poi, con
discrezione la giovane e bella straniera: < Piacere, Japino! Scusa il mio
abbigliamento, ma mi stavo recando al lavori giù in valle e sono passato da
queste parti, sperando che mio fratello fosse già arrivato a dare una mano
all'amico Diaz. Mi fa molto piacere conoscerti mademoiselle.... >
porgendole la mano sorridendo soddisfatto per la scelta fatta dal fratello.
Adelaide un po imbarazzata, rispondeva a presentarsi: <Adelaide Corvini.
Piacere! > nel guardare quei fratelli gemelli, che sembravano proprio
eguali in tutto, come due gocce d'acqua. Adelaide nello stringere la mano
del fratello gemello, si trovò sconcertata a scoprire altre cose e capire che
erano identici anche nei modi di fare e nell'esprimersi gentilmente. Infine
riprendendo poi a parlare leggermente confusa, con un debole sorriso si
esprimeva: < Il piacere è mio nello scoprire la parte nascosta della famiglia
Dechiors. Felicissima di fare la sua conoscenza fratello Japino!... >
< Il piacere è ancora di più mio! Nel saper che mio fratello ha buon
gusto nel scegliere la ragazza giusta. Dalle voci che circolano qui sull'isola
è tutto un chiacchierio! Appena prima ho incontrato il prefetto Monseur
Turino e mi ha subito aggiornato sugli sviluppi al ballo di ieri sera! Ma mi
tolga una curiosità Adelaide. Da quanto tempo vi conoscete? >
< Soltanto dall'altro pomeriggio e già tutti ne parlano, Acciderba! Non
è che se per caso prendiamo un quotidiano, ci troviamo già sistemati in
prima pagina? > domando Adelaide sorpresa e divertita da tanta notorietà.
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< Vedi mia cara Adelaide, basta una mezza parola e ne parlano già
tutti quanti e per tutta l'isola... Forse per invidia! Da notare fratello Japino,
che effettivamente e soltanto dall'altro ieri che ci conosciamo! > provò a
spiegare Jacopo stringendosela accanto contento.
Adelaide ne era veramente felice di aver trovato il ragazzo giusto. Fatto
apposta e magari anche per sposare, se i segni zodiacali s'incrociavano.
Japino pensieroso provò a chiedere nuovamente: < Allora è proprio amore
a prima vista. Però! Complimenti a tutte due! Vi aspetto poi a casa. Sono
contento. Arrivederci a dopo! > prendendo il proprio cavallo per le briglie.
Maria la moglie del fattore Diaz, lo fermava nel chiedere al bel gemello:
< Japino, tua moglie Anna, come sta? Ha ancora i vomiti al mattino? >
< Al momento va bene! Ci vorrà ancora un po' di mesi, e presto
diventerò padre e tu lo zio dottore Jacopo!... Adesso devo andare, ho un po'
da fare giù in valle col bestiame. Spero che passiate poi da casa. Mamma e
papà saranno contenta di conoscerti Adelaide. Arrivederci a tutti! >
< Spero che Jacopo mi porti a conoscervi tutti? Saluti! > rispose lei
decisamente contenta di quel gemello gocce d'acqua.
Mentre Japino rimontava a cavallo e si allontanava salutandoli con la
mano e lo sguardo contento per l'incontro a sorpresa.
Adelaide rivoltasi a Jacopo nel dire: < Siete veramente identici ed è facile
confondersi. Avete la stessa modulazione vocale e i modi proprio identici.
Senz'altro da ragazzini, vostra madre era l'unica a distinguervi. >
< In verità ci scambiavamo sovente le parti, per confondere gli
insegnanti a scuola. Ma non abbiamo mai approfittato per causare danni o
altro. Altrimenti mamma Mariè ci avrebbe puniti severamente. >
< Mia cara ragazza, > provò a dire Maria ad Adelaide: < Anche da
piccoli, per quel che mi ricordo, avendo soltanto pochi anni di differenza,
più alta di loro. Confermo ch'erano dei bravi ragazzi, giocherelloni senza
esagerare. Devo dirlo sinceramente! Era piacevole la loro compagnia,
sempre disposti ad aiutare gli altri e questo è più che vero... >
< Grazie Maria per la buona esposizione davanti alla mia ragazza e
in verità sono veramente felice di averla conosciuta così all'improvviso e
spero che presto tu accetti a diventare mia moglie Adelaide. Scusa se non
mi inginocchio e non ho un anello di fidanzamento in tasca per donartelo.
Ma al momento è solo il preliminare all'evento vero e proprio. Credimi! >
< Acciderba ragazzo mio! E' tutto un correre dall'altro ieri pomeriggio.
Ma in verità, in tutta questa corsa, mi piace, da non dare un attimo di
respiro e sono sicura che è la cosa più sensata e sincera che abbiamo fatti
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assieme. Ti voglio bene Jacopo! > esplose mettendole le braccia al collo
felice, senza vergognarsi davanti ad amici a diventare per un momento
ancora ragazzini felici e contenti.
< Wauh!! > l'esclamazione giuliva di Luigi echeggiò nell'aria a
confermare la felicità visiva del momento, mentre entravano in casa.
Donna Maria sorridendo agli amici, li invitava a sedersi: < Andiamo
ragazzi mettetevi comodi a festeggiare... Il pranzo è già pronto, così
potremo brindare ai tanti nuovi eventi capitati tutti assieme già di prima
mattina. e discuteremo meglio a tavola cari amici. Ho fatto una buona
torta, oltre i maccheroni al sugo con vongole. >
< Hai ragione mia moglie! Si discorre meglio con un bicchiere di
vino in mano... Grazie dottore per l'intervento! Non so proprio come avrei
fatto senza il tuo aiuto! > prendendo posto a tavola per un buon pasto caldo
a riempire le tante pance vuote, e brindare con del buono vino d'annata, del
Bordeaux spremuto dalle proprie vigne esposte a mezzogiorno.
Nel trovarsi poi a raccontarsi un po' di tutto e delle proprie abitudini usuali
e aneddoti antecedenti esposti senza sotterfugi. Oltre il vino a dissipare i
sotterfugi goliardici dei bei tempo passati. Mentre assaporavano i dolci
che Maria aveva preparato con amore per gli ospiti di riguardo. Luigi stava
chiedendo curioso: < Allora Jacopo a quando le vostre nozze? >
< Presto Luigi e sarete tutti invitati. Non potete mancare! >
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Capitolo Quarto
Adelaide era entusiasta di quella situazione capitata dentro per caso.
Erano anni ormai che si era un po' reclusa da sola dopo la scomparsa dei
genitori e trovarsi in mezzo a delle gentili persone che la facevano sentire
di casa senza troppo smancerie, si sentiva veramente felice e appagata.
Poi la porta di casa si spalancò e come d'incanto apparve la cavallina
Trudi e il piccolo al fianco in cerca di Luigi, l'amico giocherellone, che
talvolta la faceva entrare in case e in quel momento Trudi pensava di fargli
veder il suo piccolo sempre al suo fianco. Luigi si alzò e le andò incontro
felice accarezzandola, mentre la madre Maria lo rimproverava: < Ecco,
vedi Luigi! Nel volerla far entrare in casa da piccola che torna a cercarti.
Dai accompagnala fuori che scorrazzi assieme al piccolo puledrino. Poi
dovrai trovargli un nome... Dai andate fuori tutti che mi sporcate il
pavimento con quei zoccoli pieni di terra. > mentre donna Maria dava un
pezzo di pane a Trudi e una carezza e lei nitriva felice andando fuori, e far
ridere un po' tutti, per il bell'affiatamento con gli amici animali nella loro
piccola fattoria a conduzione famigliare.
Tutto procedeva più che bene e nel pomeriggio l'amico Diaz li
accompagnò col camioncino alla fattoria Dechiors a pochi km, da loro.
Adelaide si sorprese nel vederli ch'erano tutti fuori ad aspettarli al rumore
dello scassato camioncino dell'amico Diaz in arrivo.
Adelaide era ancora tutta frastornata e poi quel mezzo bicchiere di vino a
tavola a brindare si trovò un po' confusa, ma felice che il suo cavaliere se
la teneva stretta a se a rincuorarla e sorreggerla, dalle tante novità messe
tutte assieme in quel benedetto giorno degli incontri speciali.
Gli abbracci e presentazioni non si facevano mancare in quella bella
famiglia unita e a posto, anche la futura cognata Anna, non era di meno,
così espansiva e solidale con mamma Mariè. Da sorprendere Adelaide per
la bella accoglienza ricevuta alla fattoria della famiglia Dechiors.
< Miei cari genitori vi presento la mia ragazza Adelaide! Loro,
mamma Mariè e papà Nardò. > presentò Jacopo felice.
< Felicissima di fare la Vostra conoscenza! Madame! La signora
Camarro mi ha parlato bene e anche della moglie di Vostro figlio Japino
Anna ch'è in felice attesa. I miei complimenti madamin! >
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< Ben arrivata nella nostra casa. Figliola! > Mamma Mariè era
entusiasta per quel benedetto figlio Jacopo, che le stava portando in casa la
sua futura nuora, dicendo al marito: < Ti prego Nardò fagli una foto ai
nostri figlioli con le proprie compagne, come ricordo di questo bel giorno.
E' proprio un bel giorno. Che piacere conoscerti figliola mia! Ero un po'
apprensiva, vedendo Jacopo ch'era divenuto un ragazzo solitario e sempre
preso dal lavoro e ha smesso di creare subbuglio tra le isolane, mi dava da
pensare. Poi sentire da altri, che era finito al ballo ieri sera, con una
adorabile fanciulla. Ed è vero e sorprendente! Mi risulta che avete
sbaragliato via i concorrenti. Ti ringrazio Adelaide per aver scelto mio
figlio! In verità sono dei bravi figlioli che amano il proprio lavoro... >
< Guardi madame ch'è successo tutto così velocemente l'altro giorno.
Per caso mi ha aiutata a non cadere giù dal dirupo nel tentare di raccogliere
dei fiori e in verità ci siamo innamorato dal primo istante. E ne sono più
che felice che mi ha salvata e ho trovato il mio primo amore. Non ho
vergogna ammetterlo, che per la prima volta nella mia vita, sempre alle
prese con gli studi, mi ero scordata degli uomini in generale. Ma ribatto è
stato un miracolo quell'incontro con Jacopo e mi ha colpito direttamente al
cuore. Poi questa mattina ho notato con interesse come ama il suo lavoro.>
< Vorresti dirmi figliola che vi site appena incontrati e non... Insomma
mai fatto ancora all'amore, com'è d'abitudine oggi giorno fare senza storie?
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E così, già vi accettate senza riserva... è sorprendente! Nel sapere che mio
figlio, un bravo scavezzacollo, non ne ha approfittato nel prenderti in giro?
Maria Santissima! Da non credere all'evidenza e nell'ascoltare... >
< Già mamma è capitata proprio così. Non ho mai pensato di
approfittare di Adelaide. Anzi è veramente la donna per me! E ne vado
fiero e spero che presto accetti di sposarmi come si deve. > espose deciso.
< Quando ragioni a questo modo, vuol dire che sei proprio cotto! >
< Ha proprio ragione mamma Mariè. E cambiato di colpo Jacopo! >
< Hai proprio ragione Anna! Tuo cognato si è rinsavito e ha
abbandonato il periodo di astinenza. Sono contenta ragazzi miei. Ora che
sta per entrare in famiglia un'importante componente a completare e
proseguire con voi, la nostra dinastia.... Dai andiamo in casa a festeggiare i
felici avventi.... Anzi dovremo Anna preparare un vestito per Adelaide che
domenica non può mancare al ballo di gala in città, a la ville Le Palais. >
< Grazie per il vostro interessamento! Ma io mi sono portata un
vestito da Nantes. Me l'aveva fatto la mia povera madre e ancora non l'ho
mai messo... Le avevo promesso che l'avrei messo al mio primo ballo
importante e mi sembra ch'è venuto il momento, per far fare bella figura al
mio amato cavaliere... > espose tranquilla Adelaide sorridendo a Jacopo.
Mamma Mariè, con fare mesto provò a chiedere alla giovane: < Ci
dispiace per la notizia. Adesso vivi sola con tuo padre? >
< Purtroppo sono periti entrambi in un viaggio da parenti in
Australia. In una tempesta il piroscafo è affondato e nessuno si è salvato. >
< Oh, Signore! Cosa dici mai? Peccato, è un vero peccato! >
< Veramente Adelaide! Mi dispiace non averli conosciuti... > chiese
Jacopo dispiaciuto a sua volta alla funesta notizia.
< Eh', coraggio, la vita continua! > sbotto Japino e Nardò scuoteva il
capo dispiaciuto di quella notizia capitata lontano e antecedentemente.
Più tardi dopo aver cenato tutti assieme, Jacopo accompagnò Adelaide
all'hotel e si fermarono un momento in un simpatico locale caffetteria giù
al porto a discorrere ancora un poco. Confermando che sarebbe venuto
all'indomani a prenderla per pranzare alla fattoria tutti assieme e discutere
per gli ultimi preparativi per il ballo tra due giorni: < Allora passerò in
tarda mattinata a prenderti. D'accordo! > Con un ultimo bacio di commiato
controvoglia, ma ormai doveroso in un tacito accordo intuito, aspettare il
momento propizio per fare l'amore sul serio. Proprio quello vero, a lettere
maiuscole, per non dire a caratteri cubitali.
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In mattinata Adelaide era uscita per fare delle compere, capendo che le
mancava qualcosa da abbinare al vestito lungo per il ballo di gala e nel
girare per i negozi della ville a Le Palais, s'imbatte nel gruppo delle sue
compagne universitarie, e tra le ragazze a gruppi spaiati, c'era anche
Corinne indispettita per l'incontro, che a loro volta la ignorarono
vivamente. Dimostrandosi così spavalde e indispettite a pensare ch'era lei
Adelaide la colpa di tutto quel trambusto creato e appena dopo alle spalle
si voltavano decise a guardarla dietro, assai sorprese per la sua distinta
eleganza nel camminare disinvoltamente alla facce delle ex compagne
universitarie, tutte contrariate a non salutarsi tra loro. Roba da non credere
che possa capitare tra compagne della stessa università a Nantes.
Adelaide se la rideva per le goffe compagne stravolte dallo loro altezzosa
solidarietà all'amica Corinne, più che mai indispettita e se poteva, guai!
Stava pensando Corinne acida: (Gli tirerei il collo a quella!)
Più tardi in albergo era arrivato Jacopo a prenderla e lei si era presa il bel
vestito da potare e darle una stiratina, sistemata in valigia da giorni e a
presentarsi al ballo nei migliore dei modi, alla faccia delle compagne, che
non lo erano affatto amiche. Solo per il fatto che lei non era di famiglia
nobile e altolocata.
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Capitolo Quinto
Alla fattoria mamma Mariè e Anna si complimentarono per il bel lavoro
che la povera madre Santina, aveva creato per la figlia un favoloso vestito
da sera: < La tua povera madre, immagino che sarebbe stata orgogliosa nel
vederti al ballo domenica sera, con un così bel vestito, creato su misura.
Farai un figurone figliola cara! > commento Mariè, entusiasta per tutte
quelle cose capitate e di buon auspicio per il futuro di quei figli.
Finalmente alla domenica sera, quando i gemelli Dechios e relative
compagne si presentarono al palazzo ducale per il ballo di gala, si
stupirono tutti nel vederli arrivare, formando due meravigliose coppie.
Conosciuti da tutti i bei gemelli sull'isola, ch'erano molto richiesti dalle
dame nel circondario, da sconvolgere ogni aspettativa. Neanche se
arrivavano delle personalità rinomate del cinema, come negli anni passati,
con la presenza ai tempi di Delon e Catrine, nel girare un film sull'isola.
Con tanto di paparazzi attorno a fotografarli proprio come un tempo.
Per quella serata di gala ad onorare il patrono dell'isola, Sant Antuine. il
duca martire, morto in battaglia per il proprio popolo nel lontano 1300.
Adelaide in un bel vestito rosso aderente da far risaltare le sue curve da
giovane ventenne al fianco di Jacopo in abito nero con tanto di farfallino,
eguale il fratello Japino con la moglie Anna in un bell'abito lungo eguale
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alle ragazze prescelte per quella serata speciale, nel partecipare alla
candidatura della più bella copia della serata. Tra le quali c'era Corinne
accompagnata dal baronetto Francesco Santorini e le amiche studentesse e
studenti con gli stessi abiti sfarzosi nel mettersi in mostra per il concorso a
premi indetto dalla regione Bretanie. E allo scadere della mezzanotte,
sarebbero stati poi premiati dalla giuria formata da esperti nella campo
della moda e da vari giornalisti per l'occasione del concorso indetto, a far
notizia sull'evento annuale lì sull'isola di Belle-Ile francese.
Quella sera il governatore Cameron Degregoris, aveva maggiormente
sponsorizzato l'evento, sotto il controllo della moglie la dottoressa la
madame Anne Trus, avvocatessa rinomata, che aveva fatto inviti a molte
personalità nel continente a presenziare li sull'isola, per dare maggior
spicco alla prima della figlia Corinne e avrebbe poi seguito alla villa in
riservatezza il fidanzamento ufficiale con il baronetto Santorini. Da una
semplice festività locale, volevano creare qualcosa d'interesse nazionale
sul positivo. Con l'inserimento d'orchestrali rinomati, fatti arrivati dal
continente nel suonare per prima cosa l'introduzione all'apertura con l'inno
nazionale e a seguire le danze con dei valzer rinomati a dar inizio ai veri e
propri balli a gareggiare. Dove le tante coppie si destreggiavano più che
bene, nella grande sala addobbata a festa per l'occasione annuale.
La cognata Anna in concorso sebbene avesse qualche chilo in più per la
gravidanza, se la cavava molto bene, guidata dal bravo ballerino il marito
Japino, in un valzer viennese da stupire i presenti, dalla loro bravura e
ricevere degli applausi più che meritati dal pubblico presente.
Adelaide era felice per Anna che stava guadagnando consenso dagli stessi
ballerini e dal pubblico interessato all'evento, commentando con Jacopo ai
bordi della pista: < Come sono bravi Anna e Japino! Vorrei che possano
vincere la gara, se lo meritano. Formano una bella copia affiatata. >
< Anche le tue compagne d'università e Corinne ce la mettono tutta
nel ballare composte. Oltretutto Corinne deve accontentare il padre a far
bella figura. Tra poco termineranno le gare dei concorrenti e poi nell'attesa
delle premiazioni potremo ballare anche noi spettatori tutti assieme...
Pertanto preparati a dar sfoggio della tua bravura Adelaide, avendo provato
l'altra sera al ballo, che sai essere leggera da portare e seguire il cavaliere
liberamente. Lo sai bene che siamo sotto tiro! Poi non vuoi che Corinne
non muoia d'invidia al vederti qui a ballare? E' più che convinta che gli
abbiamo tirato un bidone. E meno male che il padre gli ha procurato un
cavaliere di alto rango da farla contenta e anche il sottoscritto è ben felice
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del risultato. Dai Adelaide, andiamo a ballare è il nostro turno, nel
mostrarci cosa sappiamo fare in pista. Ti amo amor mio! Coraggio in pista
a dar battaglia! > aizzò deciso a scatenarsi.
< E va bene, diamoci dentro! Mi sento un po' compressa in questo
vestito attillato. Poi dagli sguardi attorno devo dire che la mia povera
madre, aveva ragione nel dirmi seria: Farai un figurone ragazza mia! E
questo valzer lo dedicherò alla memoria dei miei genitori. Dai, andiamo
mio prode cavaliere è giunta l'ora della battaglia! > l'incitò lei sorridendo.
E fu veramente una sorprendente entrata, con quel vestito rosso da
mozzafiato a far sbavare le rivali concorrenti. Gli occhi di tutti erano
puntati su di loro, che volteggiavano meravigliosamente da stupire
chiunque li osserva, poi quel rosso risaltava, nelle loro movenze più che
serie e composte da provati ballerini dal come si dimostravano essere.
Jacopo sorridendo felice le stava dicendo: < Tranquilla amore vai da Dio!
Lasciati andare al suono della musica e vedrai che ci divertiremo, anche se
non prendiamo i premi e allori dovuti. Che c'importa! L'importante aver te
tra le mie braccia e mi sento in paradiso ragazza mia!... > esprimendosi tra
le tante giravolte eseguite con stile e grazia.
< A chi lo dici amore! Mi sento felice e null'altro m'importa degli altri
che ci stanno spulciando dalla testa ai piedi. Ma non hanno altro da fare? >
sbottò altrettanto felice per la sua rivincita in barba alle amiche gelose.
In tutte quelle giravolte, erano arrivata a mezzanotte e quando iniziarono
le premiazioni e a selezionare le copie migliori. Anna e Japino furono
classificati secondi e come premio un bel servizio di piatti firmati.
Infine per la migliore copia fuori concorso il premio fu assegnato a
Adelaide e Jacopo per la migliore esibizione espressa in ogni ballo inserito
nel programma. Un successo impensato minimamente prima e come
premio un bel cosciotto di prosciutto affumicato. Congratulandosi tra loro
più che contenti del bel risultato ottenuto, oltre l'attenzione e il parlottare
nei loro confronti, nell'aver attirato la curiosità di buona parte degli isolani.
Nel vedere poi la faccia di Corinne incavolata per sentirsi declassata da
quella compagna rovina feste, oltre avergli soffiato di mano il più bel
ragazzo del posto e suo pretendente disponibile prima sull'isola.
Nel trambusto dell'euforia, Jacopo aveva dissolto i capelli ad Adelaide e
le aveva messo un fiori sul capo a confermare la vittoria conquistata.
Trovandosi a sorridere per la loro partecipazione goliardica alla serata, ed
invece la loro partecipazione li aveva premiati con grande successo.
Poi al guardaroba furono fermati dai fotografi per altre foto, visto ch'era la
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copia al centro dell'attenzione, e Adelina stava nel frattempo tirando per
sfargli il farfallino a Jacopo a confermare il finale della bella serata.
Alla fine le due copie rinomate, lasciarono il ballo. Anna le stava venendo
un po' di nausea, oltreché un po' affaticata per la bella serata stretta al
marito solidale. Era proprio stanca ma felice del risultato ottenuto.
Poi mentre salivano in auto Jacopo chiese ad Adelaide: < Vuoi che ti porto
in albergo o vieni a casa con noi? > domandò con fare serio a convincerla.
< Avete un buco libero per dormire? > domando scherzando decisa.
< Abbiamo una camera per gli ospiti, se vuoi, poi svegliarti alla
fattoria domani mattina! E mamma sarà contenta, oltre il sottoscritto...
averti vicino di stanza... solo vicini!.... > sbottò ridendo contento.
< Dai vieni Adelaide, mi fai compagnia. Tra cognate ci s'intende!
Questa sera ho un po' di nausea addosso. Sarà tutto il saltare che abbiamo
fatto. Comunque abbiamo preso il secondo premio, in un bel servizio di
piatti di porcellana firmati... Cosa vogliamo di più Japino! >
< Ok!.. Ma non ho dei vestiti di ricambio? > confessò Adelaide.
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< Tranquilla Adelaide, mia moglie, la tua futura cognata, avrà qualcosa
da darti, vero Anna? > le domandò Japino dandole un bacio per rincuorarla
un poco dopo la maratona al ballo. Aiutandola in auto a togliersi le scarpe
per alleviare i piedi un po' doloranti: < Coraggio cara mogliettina!
Togliamo le scarpette fatte su misura a presenziare l'evento folcloristico e
più che straordinario quell'anno è stato. Hai ballato divinamente Anna! >
Arrivarono a casa alle due di notte, mamma Mariè era ancora alzata ad
aspettarli ansiosa: < E allora ragazzi com'è andata? > domandò curiosa.
< Abbiamo sbaragliato la serata da avere gli occhi di tutti addosso! >
commentò Jacopo: < Anna si è un po' affaticata, ma hanno ballato
divinamente e vinto il secondo premio in piatti... Sono rimasti ancora in
auto e noi un bel prosciutto affumicato. Adelaide è stata favolosa!
Ammirata da tutti con questo vestito rosso che risaltano le sue curve, da
attirare l'attenzione. E gli occhi di tutti erano puntati su di lei, la mia bella
ragazza...Che spasso sentirsi osservati e invidiati!... E' proprio quello ch'è
successo veramente stasera... mamma! >
< E' stato un successo per la famiglia Dechiors.! > commentò Japino.
Nel proseguire a dire stanco: < Noi andiamo a letto. Ciao a tutti! >
Anna li salutò assieme al marito e via nella propria stanza stanchi.
< Mamma hai un letto per lei stanotte? > chiese Jacopo alla madre.
Mamma Mariè guardando Adelaide in po' affaticata ma contenta. Nel dire
al figlio con decisione: < Adelaide potrà sistemarsi nella tua camera e tu
nella stalla, ben lontani! > sbottò ridendo: < Prenditi la piccola stanzetta e
a nanna senza storie, che domani c'è da lavorare, figlioli. La festa è passata
pertanto è già tardi tutti a dormire. Buona notte ragazzi! >
< Buona notte a lei Mariè! > rispose Adelaide ancora frastornata dalla
bella serata a ballare e farsi ammirare da tanti occhi, oltre quelli invidiosi.
Poi rimasti soli, Jacopo se la strinse a se accompagnandola nella sua
camera con un: < Buona notte Amore! A domani... Non posso fermarmi
sarebbe troppo pericoloso e potrei disobbedire ai buoni principi. Poi
abbiamo aspettato tanto, e possiamo resistere ancora un poco a digiuno. Io
posso farcela a fatica, ma posso... e dopo sarà più bello! > commentò sotto
voce e lei tranquilla rispose: < Non ho premura! Abbiamo tutta la vita
davanti ragazzo mio. Buona notte amore! > dandole un bacio, con un
lungo sospiro di desiderio. Mentre lui le rispondeva un po burlone: < Mi
raccomando nel sognare, lascia tranquilla Corinne che si sta mordendo le
dita. Buona notte amor mio! > mandandole un bacio da lontano.
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Capitolo Sesto
Era mattino tardi quando Adelaide si era svegliata nella camera di Jacopo.
Il suo ragazzo aveva dormito nella camera degli ospiti un po' misera, per
un ospite di riguardo. Adelaide si stava guardando attorno nell'immaginare
di percepire l'odore muschiato del suo uomo, in quella camera piena dei
suoi ricordi. Poi s'era alzata e dopo una breve rinfrescata nel piccolo bagno
accanto indossò un paio di jeans e maglietta di Anna che le aveva messo
sulla sedia e in fine un po' sistemata i capelli, scese da basso e trovò pochi
componenti della famiglia e loro avevano già fatto colazione. Chiedendo
incuriosita di quelle assenze: < Buon giorno a tutti! Jacopo è già uscito? >
< L'hanno chiamato in gendarmeria. Senz'altro qualche animale si è
fatto male, da vedere? Dai siediti figliola a far colazione! > spiegò Mariè.
< Grazie madame! Prendo solo del caffè al mattino. >
< Sono soltanto Mariè, figliola! > rispose benevola.
Poi apparve il marito Nardò sulla porta nel dire: < Adelaide c'è una donna
della gendarmeria che vorrebbe chiederti qualcosa? >
< Qualcosa di che? E' successo qualcosa a Jacopo? > domando alla
donna della police, alle spalle di papà Nardò, dal viso corrucciato.
< No tranquilla mademoiselle Corvini! Potrebbe uscire un attimo? >
Mettendola sull'avviso nell'uscire da casa e subito la donna di nome
Pamela, sorella del comandante di polizia, come brigadiere in servizio alla
gendarmeria centrale a Le Palais. Incominciò a chiederle: < Lei è per caso
al corrente di una gravidanza in corso, ad una della compagna d'universitè
a Nantes. Sa qualcosa, signorina Corvini? >
< C'è una mia compagna d'università ch'è rimasta in cinta? Oh, Dio! >
< La mademoiselle Corinne Degregoris? E' solo una informazione che
stiamo spulciando tra le allieve. Essendo sorto un dilemma e pertanto
interroghiamo un po' tutti i presenti arrivati qui sull'isola con la nave... >
< Questa mi è proprio nuova brigadiere! Non l'ho mai saputa e sentita
dire all'universitè, dove tutti sanno quasi tutto degli altri... Impossibile! >
rispose decisa, ma dubbiosa. Pensando come potevano immischiarla alla
faccenda, se non le dirette interessate a confondere e smuovere le acque
attorno, divenute assai torbide? O per caso tentano d'incastrare Jacopo in
qualche modo, ed è senz'altro la volta buona per dagli una severa lezione
al suo comportamento disdicevole, nel tentare seriamente a dimostrare
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che lui è il padre del nascituro? Immaginando che se il giovane baronetto
avesse fiutato qualcosa e decisamente avrà tagliato la corda? Il
governatore potrebbe ricorrere ai ripari e rifilare quel fardello inaspettato
a Jacopo e la facciata del perbenismo si salverebbe in estremi? Era quello
che stava rimuginando Adelaide più che mai pensierosa e un po' convinta
sulla sua idea balenata all'improvviso. Prima di dire altre cose al brigadiere
in attesa. La police Pamela aspettava che racconti qualcos'altro dai discorsi
fatto o detti sotto banco all'università e per nulla integri nel salvarsi dalle
malelingue. Nel sollecitarla a raccontare qualcos'altro: < Impossibile che
tra voi giovani non abbiate mai sentito dire qualcosa. Bisbigli sotto banco?
Mi hanno riferito che lei è una grande amica della giovane Corinne e
pertanto come confidente tra ragazze... Giusto? > domandò incuriosita.
< Ma da chi ha saputo e raccontato che siamo amiche? Personalmente
non sono mai stata accettata nella loro cerchia di compagne altolocate.
Invece a provato nel chiedere alle dirette e fidate amiche di Corinne? Provi
a spulciare da quelle parte. Loro erano e sono sempre assieme nell'aiutarsi
tra loro amiche fidate, e più che mai, per interessi comuni e altolocati? >
< Grazie per l'informazione mademoiselle Corvini! >
< Mi scusi, monseaur Jacopo Dechiors è da voi in gendarmerie? >
< Sì, è venuto a dare la sua versione, come ex fidanzato della
mademoiselle Corinne. > spiegò capendo i tanti interessi di tutti in quel
grande minestrone e decisa la brigadiere furbetta, l'invitò: < Vuol venire
per caso in centrale mademoiselle? > domandò contenta di poter riunire il
gruppo d'interrogati al commissariato da sveltire le troppe distorsioni sorte.
< Certamente! Mi prendo un golfino... > rispose decisa Adelaide
sull'incavolata, immaginando a quante storie espresse dalla compagne
malelingue per salvare la faccia alla perfida Corinne. E quello era il
risultato. Adelaide espose velocemente alle donne in casa: < Scusate, ma
vado a vedere cosa hanno raccontato alla police le mie care compagne
universitarie e non vorrei che Jacopo ci vada di mezzo. Conoscendo le loro
perfide lingue e la cattiveria adoperata a salvarsi la faccia ad ogni costo? >
sbottò sull'agitata. Anna, capendo che c'era sotto ben altro in quella visita
mattiniera della police, gli dava un suo golfino da mettersi il spalla: < Fai
attenzione Adelaide! > le suggerì preoccupata, mentre si teneva la mano
sulla pancia a conforto del nascituro.
Arrivati in centrale Adelaide trovò in una sala a vetri separata, Jacopo che
discuteva con la mamma di Corinne, l'avvocatessa Anne Trus. E da un'altra
parte le quattro amiche della figlia Corinne in attesa di dire la loro e
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rilasciare una deposizione veritiera, sui fatti usciti fuori proprio dalle loro
bocche. Alla vista di Adelaide si erano un po' agitate, capendo che quella
sovversiva poteva contraddirle, sapendo per bene com'erano le tante verità
non dette di getto e si stavano consultando tra loro con una certa paura, dal
modo che si affannavano a contraddirsi e un ufficiale di polizia li stava
controllando con interesse. Immaginando che quelle giovani la sapevano
lunga e non era veritiera la storia raccontata prima di volata per far bella
figura davanti all'avvocatessa madre di Corinne. E adesso dal come si
comportavano a rimbeccarsi, da farlo intervenire a chiedere serio, sul caso
aperto: < Vorreste mademoiselle far sapere anche a noi la faccenda di cui
vi state tanto affannando a contraddirvi? Lo sapete che se dite il falso verrà
scritta sulla vostra fedina penale, per ora immagino ancora immacolata.
Non vorreste per caso nell'aiutare una amica, andarci di mezzo con una
severa ammonizione messa a verbale per sempre sulle vostre fedine in
avvenire?... Pensateci su, ma un sol momento! O io metto tutto a verbale e
più nessuno potrà poi cancellare? Allora chi è che parla per prima e mi
raccontate per bene la favola raccontata prima come veritiera e nessuno qui
l'ha bevuta!? > sbottò deciso l'anziano tenente, ma scaltro nel suo mestiere.
E di botto Caterine provò a dire un po' mogia: < Beh', sa! Volevamo
aiutare una compagna e abbiamo.... > fermata da Fabiana la più tenace e
cattivella: < Ma, non abbiamo nulla da dire! L'abbiamo già spiegato al suo
collega di prima... > fermata a sua volta dal tenente Cudò sorridente ma
deciso: < Aspetti il suo turno a parlare e vedrà cosa si troverà messo sul
suo verbale per il resto dei suoi giorni. Procediamo! > rivolgendosi a
Caterine un po' spaventata, pensando poi a casa, dai suoi famigliari cosa le
diranno sull'immunità d'innocenza perduta? Perciò decisa incominciò a
raccontare:< Volevamo aiutare l'amica Corinne, ma in fondo se le cercata
da sola le rogne e da quel che sappiamo il padre del nascituro è il
professore Turati. Così aveva raccontato Corinne che aveva una bella
relazione a letto con il professore di scienze da diverso tempo. Magari non
è il padre. Ecco è tutto qui! > guardata malamente dalle altre, a ribattere
sarcastiche: < Sei proprio una stupida Caterine! Hai rovinato tutto! >
< Tranquille avrete le vostre fedine un po' intaccate per aver raccontato
il falso! E' questa falsità la chiamate solidarietà tra compagne universitarie
e per giunta maggiorenni... Eh!.. E' grave! > sbottò Cudò serio.
Adelaide le sembrava d'intuire il procedimento fatto dal funzionario,
vedendo che incominciavano a parlare e raccontare i fatti incresciosi, dal
come si scannavano tra loro. Poi il funzionario era uscito fuori e vedendo
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Adelaide provò a chiedere seccato dalle fandonie appena sentite e rivedute
poi: < Lei ha un'altra versione da raccontare? > le domandò deciso.
< Purtroppo non faccio parte del gruppo altolocate e rinomate “les
quater moscheter”. Ma mi hanno coinvolta per avermi fidanzata con il
dottore Jacopo Dechiors, tenente. > rispose incavolata.
< Accidenti! Allora è lei quella che ha catturato il nostro bel dottore
scapolo? Mi fa piacere conoscerla. In tutta l'isola non fanno altro che
parlare di voi due. La bella copia che al ballo di gala di ieri sera avete
sbaragliato tutti i concorrenti. Parere dette da mio figlio e la sua ragazza
che hanno fatto il tifo per voi ballerini provetti. In verità devo dire che
avevano ragione è veramente un bel pezzo di figliola, se lo lasci dire
mademoiselle.... Ma perché le ha chiamate moschettiere? >
< Adelaide Corvini, Piacere tenente! Sono in quattro sempre assieme. E
all'università fanno presto a marchiarle... > spiegando sorridendo.
< Il piacere è reciproco! Adesso che ho scoperto l'arcano mistero. Mi
può spiegare lei che ha senz'altro frequentata quella università e mi può
dire qualcosa sui docenti, professori a stretto contatto con gli studenti e
studentesse? > domandò deciso il temente Cudò.
< Purtroppo ho la bruta abitudine di non ascoltare le chiacchiere
universitarie e non sono al corrente di certi sotterfugi a scapito di docenti
che si lasciano illudere dai miraggi amorosi tra i giovani... Non ne ho idea.
Spiacente tenente! > rispose tranquilla Adelaide.
< Va benissimo così! Ho già avuto ciò che cercavo. Grazie e
complimenti! Mi scusi adesso devo conferire con l'avvocato a dissipare i
tanti dubbi sorti attorno dalle male lingue, Che è sempre tardi a tenere la
bocca chiusa, Giusto? Arrivederla mademoiselle Corvini! >
Appena il tenente era entrato nella stanza, Adelaide notò la madre di
Corinne ancora intenta a convincere Jacopo sul da farsi. Poi la porta si
chiuse e Adelaide notò lo stupore della donna ad ascoltare il racconto
veritiero che il tenente calmo le stava propinando con una certa
soddisfazione a contraddire un'alta avvocatura di quella portata. E appena
dopo la vedeva uscire decisa dalla stanza, più che mai sconvolta.
Appena dopo anche Jacopo usciva a sua volta fuori e fu felice di vederla
ad aspettarlo fiduciosa. Nel dire lui sull'incavolato: < Accidentaccio boia!
Mi volevano incastrare per le scopare fatte da altri, accidenti! Lo stupido
sono io che ci ho dormito sopra agli eventi senza dire o far nulla. Mai più
maneggi e raggiri! Dio quanto mi sei mancata in queste poche ore... >
Abbracciandola felice, capendo che la sua donna era accorsa in aiuto. Poi
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aspettando di parlare coi funzionari per dissipare ogni dubbio restante, nel
rilasciare un verbale, prima di lasciare la gendarmeria centrale alla ville.
Poi di cosa a casa a rassicurare i famigliari in apprensione dopo quelle
mezze verità impiantate a screditare il buon nome della famiglia Dechiors.
E prima di salire in auto, in un impulso d'affetto Jacopo abbraccio la sua
donna felice di averla incontrata, conoscitrice profonda della sua anima.
In auto Adelaide si stava godendo nel guardare il suo uomo attento alla
guida e sentirsi felice di appartenergli perdutamente al suo bel giovane
dottore troppo discusso e ricercato tra le donne del posto. Oltre Corinne
che l'aveva sconvolto un po' troppo con il suo fare un po' strafottente.
Appena giunti a casa trovarono ch'erano tutti fuori in attesa apprensiva,
persino Diaz e la moglie erano arrivati a sapere qualcosa sui fatti capitato
che già buona parte dell'isola ne parlavano stupiti. Impossibile pensare e
immaginare che un dottore di quello stampo gentile ed educato, abbia
fatto tali cose sgradevoli a pensare. Mentre commentava Jacopo: < Ciò
che m'importava di più, che Adelaide mi creda innocente da simili colpe
buttatemi addosso per salvare la faccia dei soliti furbastri del ceto alto.
Accidentaccio! Mai più raggiri. > esplose incavolato più che mai
Poi dopo l'affannosa spiegazione e il chiarimento espresso da Jacopo,
ch'era ancora un poco sull'incavolato per l'accaduto, nel volerlo incastrare
ad ogni costo. Per tanto capirono bene i famigliari contenti e si
acquietarono e alla fine in casa a brindare tutti assieme a dei giovani
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appena incontrati e già alle prese con la giustizia per baglio e la colpa di
altre ochette farfalline che non hanno saputo tenere la bocca chiusa, sui
cavoli amari d'altri. E in un impulso d'affetto Jacopo se la stringeva a se
contento di aver raccolta quel fiore tra i fiori sulla scogliera con amorevole
dedizione fatti apposta l'uno per l'altra e senz'altro per tutta la vita.
Nel tardo pomeriggio, Adelaide e Jacopo seduti sotto il porticato di casa si
stavano raccontando cose d'altri periodi e tralasciare tutto quell'ambaradan
capitato in quei pochi giorni di quel loro incontro proprio per caso.
Infine decisero per una breve passeggiata al chiarore della luna, mano
nelle mani e alla fine tutti poi a nanna senza grilli strani per la testa. Quella
era ormai la loro cognizione da sensati adulti sulla via della redenzione.
In mattina Jacopo appena alzato andò a bussare alla porta della sua
ragazza nel chiedere se voleva uscire e senza badare troppo alle formalità
si trovarono a farsi le coccole sul letto sfatto e ancora caldo della notte.
Traendo lui un respiro profondo a dissipare le tanti tentazioni che stavano
bussando abbastanza fortemente, da frenare l'irruenza preponderante, che li
assaliva entrambi nel trovarsi a stretto contatto di corpo, ridendo
gioiosamente. Ad immaginare il domani cosa poteva riservare la pazienza
sempre messa sotto pressione, dove gli impulsi fremevano fortemente.
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Poi il tutto fu interrotto, dall'arrivo di Japino che veniva a bussare alla
loro porta, nel dire: < Jacopo sei qui con Adelaide? Hanno bisogno di te! >
propose e dall'interno risposero di entrare tranquillamente. Trovandoli sul
letto a giocare allegri. Nel continuare a spiegare: < Fratello è sorto un
problema a Borticado. Giù al maneggio... Occorre il tuo aiuto! >
< Cosa diavolo è successo da Franzoi nella sua fazenda? > domandò.
< Una turista a cavallo s'è spaventata nel cadere di sella e l'animale si
è poi incastrato per paura tra le due belle rocce naturali dove l'azienda fa
dell'equitazione... Così mi ha riferito al telefono Pedro. >
< Ho capito!.. Amore vieni con me a cavallo? > le domandò Jacopo.
< Sì! Ma io non ho mai cavalcato? > rispose innocentemente.
< Tranquilla! Monterai alle mie spalle... > rispose dandole un bacio
per incoraggiarla e proseguendo a dirle: < Vorrà dire che t'insegnerò a
cavalcare i nostri bravi cavalli. Dai vieni che facciamo questa gita
settimanale e ti mostrerò i nostri possedimenti... Vieni anche tu Japino? >
< No, non posso! Devo tornare giù in valle a riordinare il reticolato
ad evitare che le nostre giovenche di razza sconfinino altrove...>
andandosene Japino da basso a far una colazione veloce. In casa Dechiors
si stavano prendendo del caffè e Jacopo avvisò che sarebbe andato con
Adelaide, dal Franzoi a vedere cosa diavolo era successo al suo cavallo.
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Capitolo Settimo
Jacopo in cucina stava spiegando ai familiari: < Gli ho sempre detto di
chiudere quel passaggio stretto tra le rocce nei suoi prati per la scuola
d'equitazione. E senz'altro qualche cavallo l'ha imboccato malamente
incastrandosi dentro. Ma vedremo! > borbottò uscendo fuori casa e
salendo sul cavallo e Japino aiutava Alelaide a salire dietro e poi a sua
volta montando sul proprio cavallo, salutandosi e via ognuno dalla propria
parte, nel dire: < Ci sentiamo dopo. Ciao e fai attenzione ad Adelaide che
non cada... Buona passeggiata ragazzi! >
Jacopo e Adelaide attraversavano la campagna evitando le strade da
arrivare fino alla fazenda a Borticado senza dover trovare intoppi e dopo
una buona mezz'ora a cavallo erano arrivato alla fattoria adibita a scuola di
equitazione. Dove trovarono il proprietario Pedrò Franzoi sull'agitato e
poco distante tra le rocce calcaree che spuntavano tra i verdi prati del
maneggio, c'era un bel baio incastrato tra i due massi che sbuffava a si
stava scorticando la pelle per districarsi dallo stretto passaggio infilato
dentro di volata, persino la sella si era sganciata e volata a terra.
Jacopo a piedi seguiti dagli addetto della fazenda si avvicinò all'animale
agitato e spaventato per la brutta situazione e uno stalliere tentava di
acquietarlo. Jacopo portandosi dall'altro lato a controllare l'altra parte la
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situazione. Poi avvicinandosi al muso del cavallo che sbuffava spaventato
per la morsa stretta che lo bloccava fortemente, tentando di parlandogli e
tranquillizzarlo mentre lo accarezzava a calmarlo un poco ed evitare che si
faccia male seriamente, nel pensare e trovare la soluzione migliore,
sollecitato dal fattore Pedro che gli domandava preoccupato: < Jacopo
come possiamo fare per toglierlo da lì, in mezzo alle rocce? >
Jacopo nel guardare lontano gli balenò una idea fattibile, nel chiedere
all'amico Pedro: < Quel camion con il paranco che sta scaricando le palle
di fieno al tuo cascinale, fallo venire qui e mandi dei tuoi uomini giù al
porto e fatti dare delle sente per imbragare la barche al rimessaggio e
vedremo di imbragare il tuo cavallo e alzarlo. Vedi, in alto la roccia si
allarga da poterlo districare, altrimenti ci lasca veramente le cuoia in quella
posizione che fatica a respirare. Dai fate presto! > ordinò deciso.
Nel giro di mezz'ora erano riuscita a impiantare il marchingegno e tentare
di disincastrare il povero cavallo terrorizzato dal perdurare delle ore.
Purtroppo l'idea era giusta, ma avendo messo il camion per traverso,
avendo il paranco a ridosso della cabina del mezzo, e arrivare proprio
giusto per sollevare l'animale, ma poi non poteva spostarsi per portarlo via
tra le due rocce. E prontamente Iacopo ordino di prendere le rettangolari
balle do fieno pressate ancora sul camion di sistemarle sotto il cavallo
ch'era rimasto in alto a penzoloni ma fermo, solamente spaventato: < Dai,
mettetene altre, da fare un buon rialzo e poi faremo appoggiare il cavallo e
da solo ne uscirà scendendo dal fieno a gradini. Coraggio! > ordinò deciso
e alla fine l'idea funzionò a meraviglia. Jacopo prendendo il cavallo per la
briglia lo guidò parlandogli piano e quello con un salto ritornò tra l'erba
del prato, nitrendo felice. Pedro se lo accarezzò e ordino ai suoi aiutanti di
portarlo nella stalla a riposare nel dargli la sua biada per mangiare e lavare
le piccole scorticazioni fatte sui fianchi del cavallo.
Adelaide era rimasta in disparte a seguire tutta l'operazione di salvataggio
del bel cavallo che si era calmato nel capire che era salvo e col muso si
strofinava a Jacopo a ringraziarlo. Lei era commossa da tale gesto che un
animale comprenda e ascolti le parole del suo uomo che l'infondeva aiuto e
coraggio. Cose da vedere solo al cinema. Stava pensando Adelaide.
Alla fine dopo il travagliato salvataggio, sotto il porticato a bere delle
bibite fresche, Jacopo ne approfittò per presentare la sua ragazza, che tutti
ammiravano curiosi e poi la notizia della sera prima al ballo di gala si
ricordarono del successo avuto dal dottore Jacopo e la sua dolce compagna
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a sconvolgere la serata. Aveva altrettanto creato un tale subbuglio per tutta
l'isola curiosa di notizie fresche alla festa patronale. Però poi la notizia che
qualcuno voleva incastrare il dottore, e che supponevano avesse avuto dei
rapporti con la bella figlia del Governatore dell'isola, capitò sgradita quella
notizia. Ch'era un disappunto non piacevole, ma per fortuna disciolta dalla
police locare a spiegare per bene i fatti capitati e create da altri. Sebbene il
governatore e consorte tentavano di smorzare le voci e speravano che il
dottore gli salvi la situazione abbastanza ingarbugliata da prendersi la
colpa. Ma la colpa era della figlia Corinne che si era invaghita di un
docente e pareva tentassero di ricorrere poi ai ripari diversamente, con un
annuncio affrettato di fidanzamento con il professore segreto e a quel
punto il docente non si poteva dissociare agli eventi incalzanti senza
andare in carcere per abusi consenzienti sulle allieve all'università a
Nantes. E il tutto era successo per le stupide e care amiche che non hanno
saputo tenere la bocca chiusa e crogiolarsi sulle ingenue avventure
amorose a letto dell'amica Corinne in città a Nantes.
Alla fine dopo i rituali saluti Jacopo e Adelaide lasciarono la fattoria di
Pedro nel riprendere la solita vita abituale. Tranquillamente loro due
stavano rientrando alla propria fattoria, quando nell'attraversare il bosco
s'incrociarono con un giovane del posto. Un belloccio dai mille mestieri di
nome Sachan, un mezzo sangue ventenne e abbandonato da piccoli dalla
madre araba fuggita all'estero. Nel passato il giovane se l'intendeva di
nascosto con Corinne e lui si era un po' invaghito della bella ragazza e a
quella mezza notizia vera. Venendo a sapendo che il dottore l'avesse messa
in cinta, lui si era imposto da far da paladino alla sua ragazza e far pagare
allo sbruffone dottore. Messo alla berlina dalle malelingue, le voci che
circolavano tra le donne invidiose del momento, incolpando il bel dottore
che si prendeva tutte le ragazze migliori del posto. Le altre ma non loro.
Nel dire deciso e senza peli in bocca, al dottore che tentava ad essere
calmo e capendo che il giovane vaneggiava ad urlargli contro: < Sei un
miserabile stupratore dottore! Hai approfittato della mia ragazza e pertanto
te la farò pagare. Miserabile miscredente! E adesso ne hai un'altra sul
cavallo da stuprare anche quella? > urlò più forte, mentre s'avvicinava
furioso nell'essersi incontrarsi proprio per caso, era capitato sul sentiero
nel bosco. Jacopo smontò da cavallo lasciando Adelaide in groppa e deciso
affrontò il giovane attorniato da altri tre sbandati come lui. Che in modo
ben visibile tentavano di accerchiarlo per dagli una severa lezione e due
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tenevano in mano dei bastoni raccolti nel bosco. Jacopo ordinò ad
Adelaide sotto voce: < Tieniti stretta alla sella... > e facendo un verso con
la bocca a schiocco, il suo cavallo captò l'ordine e di getto calciava con gli
zoccoli posteriori prendendo due degli assalitori proprio dietro, da
scaraventarli a terra, a lamentarsi poi dal dolore per la botta ricevuta.
Mentre Jacopo consigliava agli altri a calmarsi e pronto all'evenienza al
caso: < Sarà meglio che ti informi bene prima di dare giudizi errati
Sachan? > gli consigliò deciso Jacopo, pronto a reagire.
Mentre il giovane Sachan estraeva un coltello a scatto e pronto a farne ben
uso, gridando arrabbiato e deciso: < Tu hai approfittato della mia ragazza e
l'hai messa in cinta. Cane rognoso! > reagì alzando il braccio.
Adelaide spronò il cavallo mettendosi fra i due contendenti nel dire
incavolata: < Ma che figlio di puttana sei, che non ti sei mai presentato
davanti a Corinne? Io non ti ho mai sentito nominare da Corinne. Invece è
un professore a scuola che se la intendevano e tu qui sull'isola ad aspettare
che ritorni a casa? Che bel fifone sei, se non hai ma avuto il coraggio e
chiedere al padre di Corinne che la vuoi sposare? Anche ora con un figlio
di un altro in arrivo. Giusto giovanotto irrascibile? > sbottò Adelaide.
Il giovane era rimasto un po' confuso alle parole della giovane sul cavallo
e poi provò a dire trasognato: < Tu, vuoi dire... Veramente Corinne se la
faceva con un professore che insegnava a Nantes?.. Questa poi! >
< Già proprio così! Chiedilo alla police a Le Palais e ti spiegheranno
tutto per filo e per segno. Sebbene tutti qui sull'isola hanno subito creduto
che il dottore se la faceva con Corinne. Per quel che so io da parte di
Corinne erano solo amici e si sbagliavano alla grande certi amici.
Senz'altro sono quelli che davanti si fanno vedere amici e poi dietro ti
pitturano di ogni colore... Vero Jacopo? > commentò Adelaide furiosa.
E Jacopo provò a dire al giovane deluso: < C'eri anche tu l'altr'anno al
ballo e hai visto che era lei che mi chiedeva continuamente di farle da
cavaliere e io come uno stupido ho accettato per farla contenta. Ma nulla è
successo tra noi, non è il mio tipo. Ti basta sapere che non siamo mai
andati a letto assieme? Ho sei dure di comprendonio Sachan! Lo sai bene
che Corinne era abituata ad avere tutto e tutti ai suoi piedi e fingeva bene
anche con te, che al momento ti faceva sentire importante. Comunque sei
ancora in tempo a chiedere al padre di diventare padre del figlio che
aspetta Corinne... Magari gli vai bene per salvare la reputazione... Guarda
te cosa fare Sachan? Come ti sembra dover agire al meglio. Pensaci su! >
< Ma è veramente andata così? Allora si è presa gioco di tutti...
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Accidenti alla malora mia! > sbottò andandosene via assieme agli altri
ammaccati borbottando imprecazioni contro tutti quanti gli isolani stolti.
Loro restando a guardarli sgusciare via velocemente con la coda tra le
gambe. Mentre Adelaide provava a dire e commentare: < Però! In
quest'isola ci sono molte teste calde... > constatò Adelaide convinta.
< Eh! Sai com'è, Corinne ha visto un bel ragazzo dai capelli ricci e
neri come gli occhi e al momento si vede che le andava bene per le
vacanze a farsi trastullare. In verità non l'immaginavo nemmeno io, che
Corinne avesse un tale temperamento di possesso e arraffare possibilmente
più uomini. Non immaginando che da buon mezzo sangue arabizzato,
questi giovani vanno facilmente su tutte le furie e pretese... Dai andiamo a
casa, ch'è meglio ragazza mia! Per oggi ne abbiamo già avute di storie
storte da raccontare in seguito... Ah! Per la miseriaccia! > nel consiliare
alla sua donna: < Non ti muovere monto dietro e tu porta il cavallo al
passo. Lui, il nostro destriero fa di nome Goleador, perché calcia bene. Dai
andiamo che abbiamo il pranzo che ci aspetta alla fattoria. Altrimenti
mamma Mariè si arrabbia maggiormente se ci fermiamo a mangiare da alti
amici. Anche Pedro prima voleva che ci fermassimo a pranzare da loro.
Ma a casa nostra è tutt'altra cosa. Giusto ragazza mia! > baciandola sul
collo da farla gemere di piacere. Nel proseguire a dire sotto voce: < Abbi
pazienza amore! Troveremo un piccolo momento di tranquillità anche per
noi. > mormorò all'orecchio della giovane.
< Ma guarda che io non mi lamento. Poi mi sembra che non abbiamo
proprio il tempo con tutte queste avventure capitate di seguito, quasi senza
respiro... Oh! Guarda laggiù, che bella casa e in un bel posto, sull'altipiano
con vista mare. E' bellissima! Incomincio ad apprezzare quest'isola... >
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< Vuoi vederla più da vicino? > tirando lui il braccio di Adelaide a
smuovere le briglia di Goleador a svoltare da quella parte, nel scendere
nella conca di quella larga vallata di sabbia e ciuffi d'erba e poi montare
dall'altro lato, mentre le spiegava tranquillo con fare da intenditore: < Era
la casa dei miei nonni materni e in famiglia abbiamo deciso tutti assieme,
ad assegnarla al sottoscritto. Potrebbe andar bene come la nostra futura
casa, ragazza mia. Cosa ne dici donna del mio cuore? > mentre erano
arrivati accanto alla casa sull'altipiano e smontando tutte e due da cavallo.
Adelaide era entusiasta nel guardarsi attorno per il bel posto riservato.
Mentre lui proseguiva a spiegare: < Certamente sarà da ristrutturarla un
poco... Io fin'ora, non ho mai pensato di modificarla... Mi piace com'è... >
< Non cambiare nulla, Ma veramente è tua! Accidenti che bella e in
un bel posto così tranquillo... Avevano proprio buon gusto i tuoi nonni... >
< Se sei d'accordo, appena sposati potremo abitarci e crescere qui la
nostra famiglia. Japino gli piace stare con i nostri genitori a badare al
bestiame e alla campagna. Io ho altre vedute e poi come veterinario oltre
che esperto d'agraria mi va bene questo cantuccio per rintanarci alla sera
tranquillo e riposare, oltre le coccole con la mia adorata moglie, se tutto va
come la pensiamo adesso, giusto!.. Allora, cosa ne dici, sei d'accordo
Adelaide a mettere su famiglia qui e una stuola di figli attorno? >
< Vuol dire che darò le mie dimissioni di biologa e rinunciare quel
lavoro offertami a Madeira in Portogallo. > espose tranquilla.
< Veramente indendi rinunciare? Io insistevo a volerti sposare, ma
temevo che tu alla fine avresti preferito andare a Madeira. Perciò non
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voleva chiederti di rinunciare in nome dell'amore appena sbocciato tra noi
due, amore mio! Beh', insomma. Purtroppo le chiavi della casa sono alla
fattoria. Ma se vuoi posso rompere un vetro ed entrare per aprila
dall'interno e fartela visitare e invogliarti a sposarmi subito Adelaide. >
dandole un bacio sulla guancia a rianimarla nella felicità esplosa
contrariamente alle avversità e ad ogni evenienza capitata in quei giorni.
< No, non rompere niente, ritorneremo e vedremo se veramente
occorrono dei cambiamenti. Dall'esterno non c'è nulla da toccare e
stupenda questa casa sulla scogliera. E' proprio bella amore! >
< Questa tua esposizione è già una buona cosa. Dai monta in sella
che il pranzo a casa ci aspetta. Altrimenti diventa cena di questo passo. >
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Capitolo Ottavo
Finalmente sembrava che tutto filasse via liscio, e la loro cavalcata
iniziata al mattino andasse a buon fine: < Penso che non incontreremo
Corinne e le amiche tra questa brughiera a farle ingelosire.. Ormai hanno
altri pensieri più grandi da preoccuparsi... Ti voglio bene amore! >
< Già a chi lo dici. Se sapessi quanto te ne voglio io. Ti Amo! >
Però appena giunti a casa li trovarono tutti fuori ad aspettarli e Japino gli
domandava preoccupato: < Avete lasciato i cellulari a casa eh!... Vi
cercavamo e al maneggio ci avevano detto che eravate già partiti per
arrivare a casa a pranzare... Noi eravamo in pensiero? >
< Per cos'altro fratello? > domandò Jacopo incuriosito.
Mamma Mariè in apprensione sbottò decisa: < M'ha! Non sapete nulla di
quell'orribile disgrazia capitata a Le Palais? Ossignore che guaio è mai
capitato!? > commentò senza spiegarsi meglio mamma Mariè agitata.
< Insomma vi volete spiegare cos'è mai capitato di grave? >
< Ma non sai nulla? Stamattina verso mezzogiorno, hanno sparato al
governatore ed è grave! La police sta cercando un certo Sachan? >
< Dicono che è stato lui a sparare al governatore. Dei testimoni
affermano che l'hanno visto fuggire via dalla villa dopo lo sparo?... > si
spiegò meglio Japino corrucciando la fronte nel capire che il fratello la
pensava diversamente. < Ma a che ora ai detto ch'è successo l'attentato? >
domandò pensieroso Jacopo, guardando Adelaide, muovendo il capo.
< La consorte del governatore ha riferito ch'erano circa le dodici
quando a sentito dei colpi d'arma da fuoco in studio e ha visto bene quello
che fuggiva via, saltando oltre l'alto muro di cinta che circonda la villa...
Era Sachan! Quel giovane squattrinato dai mille lavori... >
< Impossibile, ha quell'ora! > sbottò decisa Adelaide. A quell'ora quel
giovane stava facendo baruffa con lui, Jacopo!... Ho guardato l'ora per
abitudine a non fare tardi. Intromettendomi con il cavallo ad evitare che si
scannino per la reputazione di Corinne... > spiegò decisa lei.
< Già! Ha ragione Adelaide! Sachan era arrabbiato con me, pensando
fossi stato io ha mettere in cinta Corinne, non sapendo il finale della storia
e Adelaide gli ha spiegato velocemente la faccenda. Lui a suo tempo, circa
due anni fa, aveva avuto una storia con Corinne ed era ed è ancora
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innamorato, da buon arabo cocciuto. Perciò ci siamo spiegati e alla fine se
ne è andato dopo che gli abbiamo spiegato la cruda verità sulla ragazza
ricca e viziata. Ed erano circa le dodici e trenta, che si è allontanato con dei
suoi compagni un po' ammaccati dagli zoccoli di Calciator, capite! Perciò
non può essere stato lui a sparare al governatore a quell'ora? Pertanto,
prima che inizi per davvero la caccia all'uomo, sarà meglio che vada alla
police a spiegare i fatti... Vieni Adelaide che proviamo a salvare un
innocente dal linciaggio? Non mi piace questa storia e perché hanno
sparato al governatore?... Al momento sono cose turpe, le tante storie da
spiegare... Giusto fratello, non mi piace che incolpino qualcuno che non
centra. Proprio per niente! Sarà uno sbandato quel giovane, ma mai
nessuno gli ha teso una mano ad aiutarlo da quando è stato abbandonato
dai suoi genitori. Uno da una parte e l'altra addirittura sparire all'estero. >
< Certamente! Sarà una testa calda, ma non merita di prendersi delle
colpe non sue. Prendi l'auto Jacopo? > chiese Adelaide massaggiandosi il
posteriore: < Mi fa male il sedere per la prima volta a cavalcare... Anna,
per caso hai un paio di panini a portata di mano per riempire lo stomaco
vuoto? Abbiamo fame! > commentò lei sorridendo.
< Dai ragazzi, mangiate prima poi andrete alla police! > consiglio
mamma Mariè. E il marito provò a dire: < Sarà meglio che vadano a fare il
proprio dovere da cittadino onesto... E i nostri figli lo sono...>
< Non vorrei che qualcuno ci lasci le penne e non me la perdonerei
dopo. Andiamo Adelaide! > montando in auto che Japino l'aveva già
portata la davanti e si era prendeva Calciator da riportarlo nella stalla.
Loro montarono in auto con un saluto a tutti e via verso la ville, mentre si
sgranocchiavano un panino con del salame e formaggio per rompere il
prolungato digiuno e Adelaide commentava: < Hai ragione Jacopo. Sarà
uno sbandato quel giovane, ma non merita doversi prendere delle colpe
non sue. Lui se l'è presa con te perché è ancora innamorato di Corinne. E
lo sai bene anche tu, che al cuore non si comanda... >
< Già hai ragione Adelaide!.. Ah, ecco il comandante Lumèrs! >
fermando l'auto e subito scesero avvicinandosi al comandante ch'era
intendo a parlare con altri poliziotti che si stavano predisponendo alle varie
operazioni da eseguire, in quel giorno di rompimento inaspettato.
< Buon giorno comandante! Abbiamo appena saputo dell'attentato al
governatore. Mi dispiace veramente... Come sta al momento? >
< Buon giorno a voi, mademoiselle, dottore! Al momento il governatore
l'hanno appena operato ed ora è sotto sedativi farmacologici dopo aver
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subito una operazione difficile. Ma sono riusciti ad estrarre il proiettile dal
petto, vicino al cuore. E' stata una fortuna... Speriamo bene! >
< Posso dirle una cosa al riguardo del giovane Sachan...>
Lei cosa sa dirmi del giovane Sachan ch'è ormai ricercato? >
domandò curioso Andrè Lumèrs, grattandosi il capo.
< Devo farle presente che a quell'ora, giusto a mezzogiorno, Io e
Sachan stavamo discutendo nel bosco di Jaigover a trenta km. da qui. E ci
siamo salutato poi ch'erano le dodici e trenta. Perciò non può essere stato
lui a sparare al governatore. Se quella è l'ora del fattaccio? >
< Lo potete confermare e mettere a verbale? Lo stanno cercando e
non vorrei che succeda altri guai già tanti, attorno alla festa del patrono. >
< Già, ha più che ragione comandante! > approvò Jacopo.
Mentre il comandante pensieroso commentava a voce alta: < Come ha
fatto la madama Annet Trust, oltre che avvocatessa a confermare che il
fuggitivo dopo gli spari era proprio Sachan? Qualcosa qui non torna?...
Voglio vederci chiaro e non essere preso per i fondelli da nessuno!... Qui in
città e sull'isola, tutti sanno e hanno visto tutto, poi quando l'interroghi
sono evasivi e discordanti. Accidenti a loro!.. Dottore Dechiors lei è sicuro
dell'ora? Allora chi è che fa il furbo a scapito di altri? > sbottò incavolato
guardato dai suoi uomini in attesa di qualcosa da fare e trovare, nel
chiedere: < Allora comandante cosa facciamo? >
< Trovate Sachan e portatelo qui, prima che qualcuno gli chiuda la
bocca. Voglio interrogarlo e voi altri ritornate alla villa e perlustrate per
bene e rilevate per caso impronte o altro. Poi come ha fatto ad entrare e i
dobermann di guardia dov'erano, a nanna? Dai andare ragazzi e trovatemi
qualcosa da smorzare il borbottio che la police non fa nulla a proteggere i
cittadini, quelli onesti. Questo è il guaio a non sapere quali sono? Per
cortesia entrate in caserma a verbalizzare la vostra deposizione. > l'invitò
ad entrare nella gendarmeria, mentre dava altre istruzioni ai subalterni.
Adelaide provava a dire al comandante: < Mi scusi comandante una mia
osservazione riscontrata. Per caso comandante ha notato qualcosa di strano
al ballo di gala dell'altra sera? > provò a esporre con una mezza parola e
vedere la reazione del capo della polizia.
< Cosa vorrebbe dirmi, mademoiselle Corvini? >
< Quel monsieur che accompagna sempre la signora Degregoris? >
< Ma non è il vice direttore dell'universitè a Nantes. Dove frequenta
il corso scolastico la figlia Corinne e mi sembra che anche lei frequentava
quell'istituto universitario. Giusto! Ma cosa vorrebbe insinuare? >
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< Lei sa qualcosa di una industria chimica da impiantare qui
sull'isola Belle-Ile? > espose tranquilla Adelaide.
< Mai saputo di tale richiesta e acquisti di terreni per impiantare una
industria chimica a scapito degli isolani, con un probabile inquinamento
dopo? Ma da chi la saputa sta storia, mademoiselle Corvini? >
< Per caso tra gli invitati ho sentito dire, che il dottor Turati chiedeva
alla signora Trus di intercedere col marito per far approvare l'impianto
chimico di svariati miliardi di euro in ballo. E il tutto detto sotto voce con
fare cospiratorio tra loro due. Per caso mi trovavo dietro la colonna a
sistemarmi il vestito un po' stretto, ed ho sentito bene il discorso fatto di
soppiatto tra loro due amichevolmente d'accordo... Mi creda! >
< Ecco perché quel dottore Turati era la alla villa e diceva di aver
sentito degli spari in biblioteca... A confermare la versione della padrona di
casa, la moglie, che precisava in studio. Che a mio parere e a prima vista,
non sembrava troppo presa dallo sconforto per l'attentato al marito, e
ancora in pericolo di vita, in rianimazione all'ospedale e lei ancora non gli
ha fatto visita. Presa troppo dallo sconforto?.. Sarà meglio che faccia
piantonare il ferito, prima che qualcuno gli chiuda la bocca per sempre.
Questa pulce non mi piace per niente? Pamela vai tu all'ospedale e tienimi
d'occhio il ferito, non vorrei affrettare i funerali. Andate! > rivolgendosi
poi ad Adelaide nel dire: < Signorina grazie per il suggerimento! Di questi
tempi non si sa mai come va a finire una tragedia appena iniziata male? >
mentre rispondeva al cellulare. Poi rivoltosi a loro gli comunicò: < Hanno
trovato Sachan, era a casa sua e non sembrava volesse andare via. Adesso
lo stanno portando qui. Voi restate ancora per un confronto deciso, vero? >
consigliò Andrè, il comandante della gendarmeria sull'arrabbiato a pensare
che qualcuno tentava e tenti di farlo fesso per davvero...
Mezzora dopo le guardie portavano in caserma il giovane Sachan e alla
vista del dottore immaginò che era lì per denunciarlo dell'aggressione
avvenuta nel bosco. Guardando il rivale Jacopo, con disprezzo.
Il comandante lo fece accomodare nel suo ufficio a faccia a faccia con il
dottore e Sachan tentò di dire qualcosa di sgradevole a insultare Jacopo.
Ma il comandante provò redarguirlo nel dire calmo: < Tranquillo Sachan!
Lui non è qui per denunciarti, ma per scolparti di aver sparato al
governatore. Questa lo capisci almeno? > si spiegò André guardando
l'espressione del giovane divenuto smunto. Poi con fatica e confuso
Sachan chiedeva: < Si ho sentito che hanno sparato al governatore. Ma
cosa centra con me e la baruffa fatta con Jacopo oggi? > guardando
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l'avversario, nel continuare a dire: < Tu sei qui per denunciarmi, che
volevo aggredirti con i miei amici. Vero? > sbottò amaro.
< Sono qui per salvarti il culo Sachan! Tutti dicono che tu hai sparato
al governatore alle ore dodici di stamattina. Ma a quell'ora stavamo
discutendo. Giusto Sachan? > espose tranquillo Jacopo.
Sachan si sbiancò in viso nel dire sorpreso: < Co s'avrei fatto, al
governatore? Per il fatto che la figlia mi ha piantato in asso per un altro?
Questa poi, mi è proprio nuova comandante! Io non centro un bel niente! E
non ho sparato a nessuno, mi creda! > esplose agitato Sachan.
< Devi ringraziare il dottore Dechiors che ti scagiona da ogni colpa. >
< Allora? Meno male che la mia rabbia di spaccarti la faccia e trovarti
al più presto, mi sono salvato da una colpa non mia. Grazie Jacopo e scusa
per tutto, ma mi erano venuti i fumi agli occhi e a pensarci bene adesso; la
colpa di tutto è proprio lei Corinne che se la intente un po' con tutti, come
figlia del governatore che può fare il bello e il brutto tempo... Accidenti..
accidenti! > sbottò il giovane con l'amaro in bocca.
Prontamente Adelaide provò a dire: < Questo è il guaio di essere bello e
Corinne non se li fa scappare nemmeno uno. Per passare qualche ora
assieme. Ma il suo cuore era altrove e non guardava dalla tua parte amico
Sachan. Era rivolta a Nantes. > appoggiandole la mano sulla spalla al
giovane seduto e demoralizzato dagli eventi capitatogli sul capo.
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E alla fine Sachan rispondeva alla donna messosi di fronte: < Grazie
signorina e mi perdoni se ho inveito contro di voi prima laggiù nel bosco.
Scusate ancora! Sono proprio stupido prendermela con chi non centra... >
< Tranquillo Sachan! Vorrà dire che per scagionarti, sarai mio
testimone, oltre mio fratello alle nostre nozze. Accetti! >
< Acciderbola! Dopo la baruffa m'invito anche a nozze, Jacopo?
Certo che accetto! Sei il primo amico sincero su quest'isola. Grazie per
l'invito!... Ma in verità non ho dei bei vestiti per un simile compito
importante. Vedrò come posso presentarmi al meglio. >
< Tranquillo! Passami a trovare e senz'altro un abito dei miei ti andrà
bene, abbiamo su per giù la stessa taglia. D'accordo Sachan! >
< Certo! A quando le nozze con la tua bellissima donna? >
< Al più presto! Troppi avvenimento succedono che è meglio
sbrigarsi. Guardi comandante Lumèrs che è tra gli invitati. Si tenga libero,
appena le diremo il giorno stabilito. Giusto Adelaide! >
< Il tempo di preparare l'abito! Non posso mettermi l'abito rosso, che
mi sono messa al ballo di gala.... Vero? > espose lei, ridendo felice.
< Però, ragazza mia! Bloccheresti tutta la funzione da stupirli tutti.
In fondo non sarebbe poi male. Una vergine all'altare in rosso? > espose
Jacopo, nel far ridere tutti in caserma con quella battuta spiritosa al tardo
pomeriggio. Poi dissipato ogni dubbio Jacopo e Adelaide lasciarono la
gendarmeria con un saluto a tutti e far ritorno a casa e sperare di rilassarsi
almeno un poco. Ormai il sole stava già per sparire all'imbrunire.
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Capitolo Nono
Frattanto all'ospedale il brigadiere Pamela si era piazzata davanti alla
camera del ferito con la scusa di chiedere ulteriori informazioni sul caso
aperto e purtroppo al momento oscuro. Tenendo altrettanto sotto controllo
la situazione e nessuno venga a guastare le feste. Solo verso sera la
consorte del governatore era arrivata a vedere l'andamento del paziente
operato, nell'informarsi dal primario come andava la situazione del caro
marito: < E' in coma farmacologico madame! Domani potremo sperare ad
un miglioramento. > Lasciata il professore era arrivata davanti alla camera
e il brigadiere la fermò nel dire tranquilla, con in mano un notes a
dimostrare ch'era in servizio: < Madame sarà meglio aspettare ad entrare
nella stanza, hanno appena irrorata l'ambiente con del potente disinfettante
a neutralizzare dei germi nocivi al paziente appena operato e mi sa che sarà
dura la ripresa... Il primario non le ha spiegato la grave situazione?... Sa, è
sempre difficile dire la verità in certi momenti dove i dubbi sono tanti... Mi
perdoni ma non sono abituata a raccontare fandonie... Speriamo che se la
cavi suo marito? Auguri madame!.. Sto raccogliendo informazioni qui in
reparto su un incidente stradale. Arrivederla! >
< Mi scusi brigadiere, ha forse novità sulla cattura dell'attentatore? >
< Mi sembra di aver sentito dire che qualcuno la visto al porto a
Sauzuli. Forse tentava di imbarcarsi per il continente... Tranquilla lo
prenderanno se è lui il colpevole. Arrivederla madame e ancora auguri per
suo marito! > appena dopo Pamela telefonava al fratello a spiegare
l'andamento: < Madame Trus è appena arrivata e voleva vedere il marito e
sembrava sospettosa di tutti. Io con una scusa l'ho rimandata a domani e lei
mi ha chiesto se abbiamo già trovato l'attentatore? Andrè, non mi piace
questo andazzo. Una moglie che dopo sei ore arriva per vedere il marito
ferito grave?... Aveva troppo da fare per restare accanto al marito? Terrò
gli occhi ben aperti. Tranquillo! Ciao fratello! >
Intanto alla fattoria Dechiors, dopo cena erano tutti attenti a guardare la
televisione e magari scoprire qualcosa di nuovo, sui fatti accaduti li
sull'isola. Oltre il racconto riportato da Jacopo e Adelaide a spiegare il loro
aiuto al giovane: < Qualcuno voleva incastrare per bene Sachan e il
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comandante al momento m'assicurava che teneva d'occhio Sachan. >
Mamma Mariè commentava a sua volta, nel dire ai famigliari: < Un
giorno, quel giovane Sachan al mercato mi aveva aiutata a liberarmi da un
borseggiatore nel prendermi il portafoglio dalla borsa e lui, quel giovane,
così deciso gli piombò addosso come un falco redarguendolo e invitandolo
a riprendersi la nave e ritornare sul continente. Si vede che lo conosceva.
Altrimenti l'avrebbe denunciato. E quello velocemente si eclissò verso il
porto. Io avevo tentato di ringraziarlo e lui sorridendo mi ridava il mio
portafoglio che l'aveva sottratto al tizio e via per la sua strada fischiettando
tranquillo con un semplice cenno di saluto... >
< Non l'hai mai detto mamma, che avevano tentato di rapinarti? >
< Effettivamente non sono stata derubata. Sachan ha rimesso tutto a
posto, quel figliolo dalle voci del popolo un po' sbandato, ma non è per
nulla cattivo. Il suo sguardo deciso era sincero. Ed ora nel parlare di lui mi
sono ricordato di quel fatto capitato due o tre anni fa... > restando a
pensarci sopra. E il marito provò a dire a sua volta: < Ma perché non
l'arruolano in polizia? Forse sarebbe il posto giusto per un giovane, che ha
scuola andava abbastanza bene, da quel che avevo sentito dire... M'ah! >
< Hai ragiona pà! Non sarebbe male l'idea.. Proverò a farlo presente
al comandante nel prenderselo sotto l'ala come suo giovane allievo. >
< Dovrebbe fare l'accademia militare al comando in continente a
Lione e poi sperare che l'accettino? > espose Japino dubbioso.
E Adelaide provo a dire a sua volta: < Basta che interceda il governatore
che gli occorre una guardia personale. Ormai che la figlia è sistemata con
il suo professore. Penso che potrebbe essere una soluzione per Sachan!
Sempre se il governatore sopravviva all'attentato?... >
< Già, hai ragione! Troppi misteri si stanno accumulando attorno? >
commentò Jacopo tirandosi accanto Adelaide seduti sul divano.
Poi mamma Mariè alzandosi in piedi dalla sua seggiola a dondolo nel
dire: < E' già mezzanotte passata! Noi andiamo a dormire ragazzi. Notte! >
E in coro risposero: < Buona notte a tutti! > Anna e Japino salutarono a
loro volta nell'andare nelle proprie stanze a riposare.
Adelaide guardò Jacopo e provò a dire mentre metteva via i bicchieri
rimasti sulla tavola: < So cosa stai pensando amore! Ma avevamo
promesso che si doveva aspettare il tempo bello e migliore per il
raccolto?.. Giusto amore! > commentò con un'espressione diversa negli
occhi da cerbiatta innamorata ma remissiva alle evidenze del momento.
< Hai perfettamente ragione ragazza mia! Ma dimmi un po' chi al
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momento di noi due ha più fame, per ricorrere ad una buona mietitura
anticipata?.. Rispondimi sincera! > domandò Jacopo sornionamente.
< Se vuoi c'è in dispensa ancora un po' di torta fatta da Anna ed è
buonissima a quest'ora di notte, da addolcire la bocca... >
< Tu sei una tentatrice e inganni il prossimo con una fetta di torta. E
non è giusto far soffrire le pene dell'inferno ad uno che brama di poter
amare a perdifiato, senza un attimo di respiro e invece... Acciderbola! Che
faticaccia a far passare e tirare avanti le ore e le giornate... Dai andiamo a
dormire altrimenti i tanti buoni proponimenti vanno a farsi friggere... >
Adelaide con uno sguardo da innamorata si avvicinava tranquilla e
lentamente appoggiava le sue labbra su quelle invitanti del suo uomo,
mordicchiandolo ad eccitarlo maggiormente da farlo fremere di desiderio.
Poi gli impulsi primordiali irrompevano fortemente e il bacio aumentò
d'intensità nel capire ch'era ormai difficile fermarsi e il piacere progrediva
a dismisura e li stava travolgendo e aggredendo vorticosamente da lasciarsi
andare liberamente. Dove i sentimenti infuocati dalla passione più che
sfrenata, prendano ormai il sopravvento nelle loro menti innamorate.
Tutto era incominciato per gioco, mentre sulle schermo televisivo, a
volume basso, stavano trasmettendo un vecchio film drammatico: “Come
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le foglie al vento”. Ma a loro non serviva più seguire la storia trasmessa; si
stavano lasciando trasportare dai sentimenti più che profondi, che avevano
preso troppo il sopravvento e l'amore vero stava straripando senza ritegno.
Dopo quei giorni di astinenza voluta, da travolgerli poi senza scampo. Nel
capire ch'era inutile resistere e frenare le tante tentazione. Dove i loro cuori
erano ormai in tumulto in battiti sfrenati e spaiati da spaventarli .
I pochi indumenti addosso erano caduti a terra, nel trovarsi distesi nudi sul
divano a rotolarsi per nascondere la pressante voglia e lasciasi andare nel
voler fare all'amore liberamente felici e senza restrizione di ripensamenti.
Poi il tutto si perse nell'oblio dell'amore e felici di sentirsi uniti tra le
proprie braccia, dove i baci ardenti non si contavano più da tanti erano e
correvano sulla loro epidermide sudate ed eccitate dal troppo desiderio
presente e sembrava ormai accantonato e represso in cantina da anni.
Era ormai l'alba, che s'accorsero al canto gallo, nel capire che avevano
fatto bisboccia d'amore e velocemente raccolsero le proprie cose e via in
camera a rimettersi a dormire stretti assieme, abbracciati senza vergogna e
felici di aver assaporato l'amore, quello vero. Addormentandosi di botto
felici, stretti stretti accanto.
Papà Nardò attraversando il corridoio al mattino presto notò la porta
della camera socchiusa e intravvide i due ragazzi che dormivano
abbracciato e gli scappò da sorridere, nel chiudere piano la porta. Poi da
basso quando la moglie arrivò più tardi, lo trovò che fischiettava
debolmente e curiosa gli domandò: < Come mai marito mio sei di buon
umore oggi? Certo che la giornata è bella e siamo una discreta famiglia
con dei bravi ragazzi con la testa sulle spalle... >
< Mi viene da ridere Mariè, per il semplice fatto che i ragazzi non
hanno saputo resistere alle tentazioni e stanotte hanno provato le gioie
dell'amore... Tutto qui moglie mia! E' il loro turno... >
< Come fai a saperlo? Poi saranno affari loro, se si vogliono bene! >
< Dovrai tirare fuori i vestiti migliori. Andremo presto a nozze! >
consigliò ridendo, mentre si prendeva il suo caffè mattutino. E la moglie di
nascosto sorrideva all'evento capitato ai ragazzi in evoluzione amorosa.
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Capitolo Decimo
Era ormai tardi quando si alzarono. Jacopo era il primo a mettere giù i
piedi dal letto e Adelaide protestava che aveva ancora sonno e gli mancava
il suo uomo al fianco, nel dire brontolando: < Perché non rimani qui
amore! E ancora buio fuori, dai torna a letto... > insisté Adelaide.
Mettendosi il cuscino sul viso per avere ancora un po' di buio.
Jacopo era andato in bagno a farsi una doccia per svegliarsi meglio. E nel
tornare provò a dire a voce alta, vedendola che dormiva ancora: < Guarda
amore che sono quasi le undici del mattino! Alzati dormigliona! >
rimanendo a guardarla divertito.
< Cosa?! > alzandosi di botto e nel capire ch'era veramente tardi.
Nel brontolare con se stessa: < Oh,mio Dio! Com'è tardi! > saltando giù
dal letto decisa e via in bagno a lavarsi velocemente il viso e Jacopo
confuso la stava guardando cosa stesse facendo in quella premura che al
momento, nel passargli accanto non l'aveva nemmeno notato, da fargli dire
un po' preoccupato dal suo comportamento assonnato: < Ma Adelaide,
cosa ti ha preso? E tutta questa furia per cosa? >
Poi uscita dal bagno rispose assonnata: < Mi scappava... Poi in verità
stavo ancora sognando, ch'ero in ritardo per il lavoro e tutto ad occhi
aperti. Cose dell'altro mondo... Anzi, stavo sognando per bene e veritiera
l'azione, dove mi trovavo a correre trovandomi in ritardo, per salvare i
passeggeri a non salire sulla nave tutta forata e dai buchi usciva l'acqua, da
essere pronta ad affondare... Accidenti che sogno ho fatto, che ancora
adesso mi sembra proprio tutto vero?.... > espose sedendosi sul bordo del
letto a meditare su quella confusione sognata. Jacopo le si avvicinò, nel
dirle: < Penso che il troppo amore tutto assieme ti faccia male. Dovremo
moderare e vedrai che sognerai solo cose belle, tesoro! > dandole un bacio
tra i capelli sfatti, ma sempre piacevolmente bella la sua donna ancora
nuda. Mentre lei confusa borbottava: < Questa poi è la prima volta che
faccio un sogno così strambo? E poi a ricordarmelo al risveglio.
Accidentaccio cosa vado mai a sognare! > sbottò sull'agitata.
< Forse nel sogno rammentavi i tuoi genitori su quella nave e il tuo
subconscio ti spronava a volerli avvisare e salvarli. Penso sia questo il
significato del tuo affannoso sogno... Tranquilla amore! Dovresti imparare,
quando ti sembra di fare un brutto sogno, devi tentare di guardare verso la
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finestra e tutto si dimentica. Lasciandoti un dubbio poi di non ricordare più
nella di qualcosa che doveva essere inquietante nel tuo sogno... Dai
andiamo da basso a prendere un buon caffè e la ramanzina della mamma
che abbiamo trasgredito.... Dai amore, dimentica le brutte cose... >
< Già hai ragione! Era da tanto tempo che non facevo strani sogni. >
discorrendo ancora mentre scendevano le scale e poi da basso trovarono
ch'erano la tutti in attesa a salutarli: < Buongiorno dormiglioni! >
< Buongiorno a voi tutti e scusateci se siamo rimasti a letto fino
quest'ora. Adesso vorremmo soltanto un caffè per riprenderci un poco. > si
spiegò Jacopo sedendosi attorno alla tavola. Adelaide si avvicinò a
mamma Mariè nel dire sotto voce: < E' successo quello che non doveva
succedere, messo nell'accordo prima... Ma nel restare vicini... è come la
paglia accanto alla fiamma, prende fuoco... Sono felice Mariè! >
< Questo è l'essenziale figliola. Avete tenuto duro abbastanza dal
come vi volete bene... Tranquilla Adelaide, al cuore non si comanda. Dai
siediti e prenditi un buon caffè a risvegliarti. >
< Grazie delle buone parole Mariè! > mentre la cognata Anna si
avvicinava ai fornelli e aprendo il forno nel dire alle donne: < Ecco un'altra
torta ancora calda. Visto che stanotte avete finito le due fette rimaste
dell'altra al cioccolato. Questa Adelaide è al limone. Appena si raffredda la
si può mangiare. > mettendo la torta sulla tavola e tutti a complimentarsi
per la brava cuoca. Frattanto Japino si avvicinava alle donne e mostrava il
cellulare che Jacopo gli aveva regalato, nel dire: < Guardate donne cosa
m'ha regalato mio fratello! Il mio s'intoppava sovente... >
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Anche papà Nardò si avvicinò nel dire: < Sono delle belle invenzione
queste trappole moderne. Ma preferisco ancora come una volta che si
andava di persona a parlare con gli amici... Allora ragazzi miei quando
facciamo queste benedette nozze tanto annunciate? > chiese con fare serio.
< Hai ragione papà! > provò a dire Jacopo, togliendo dalla tasca un
piccolo astuccio e nell'aprirlo, nel guardare Adelaide più che sorpresa e
dirle serio: < Vuoi Adelaide essere la mia donna ufficiale e sposarmi? >
porgendo il bell'anello tolto dal suo astuccio.
Adelaide per un attimo era rimasta sorpresa e confusa, ma poi decisa
rispose guardandolo decisi negli occhi: < Certo che lo voglio amore! >
mentre lui le metteva al dito l'anello con una piacevole pietra azzurra, nel
spiegare: < Era della nonna Veronica, vero papà! Differente solo nella
pietra a quella che Japino ha donato a sua moglie. Nonna veronica era
eguale nell'affetto per i figli e nipoti... Perciò è arrivato il momento che lo
consegni alla mia amata donna che spero di sposare presto. Perciò come
mi hai detto ieri in gendarmeria, ricordi: “Solo il tempo di preparare il
vestito” Giusto amore! > la spronò.
Guardato dai presenti a capire cosa voleva dire e aver esposto in
gendarmeria a Le Palais: < Cosa centra figlioli il commissariato? > chiese
mamma Mariè incuriosita.
< Nel chiederle se voleva sposarmi subito... > si spiegò Jacopo
< Io gli avevo risposta che non potevo sposarlo e indossare il vestito
rosso messo al ballo. Avrebbe dovuto aspettare, il tempo di prepararne uno
bianco. E lui, sapete cosa mi ha risposto: Che avrei bloccato la funzione,
una vergine in rosso. Da far ridere tutti in caserma dalla police. Certo che
ti voglio sposare ragazzo mio. Ti voglio un bene dell'anima! > rispose
Adelaide buttandogli le braccia al collo felice e tutti quanti a battere le
mani contenti della bella notizia già di primo mattino.
Mamma Mariè le si avvicinò baciandola felice, mentre strattonava il
figlio Jacopo nel dire seria: < Quai a te, se me la maltratti questa nuova
figlia arrivata in casa nostra con una buona dose di saggezza. Auguri
ragazzi miei! > trovandosi in lacrime per la gioia. Anna si avvicino a
complimentarsi e alzando la mano di Adelaide mise a confronto gli anelli,
nelle proprie mai, nel dire sorpresa: < Non sapevo che nonna Veronica
avesse due anelli eguali ma di pietre diverse. Doveva essere una donna
saggia, peccato che non l'abbiamo potuta conoscere. >
< Già, hai ragione Anna! Molte persone care vorremmo che in questo
momento fossero qui accanto.. Pazienza! > commentò Adelaide.
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Capitolo Undicesimo
Al pomeriggio avevano deciso di andare al mare a prendere un po' di sole
e magari farsi un bagno, dato la giornata calda ma ventilata.
Sul bagnasciuga Anna e Japino si erano fermati a chiacchierare con un
conoscente e la propria compagna che dirigeva una piccola colonia estiva
per bambini del posto e figli di turisti in vacanza a giocare sulla spiaggia,
adatta per i più piccoli nel costruire castelli di sabbia e a fare dei bagni .
Adelaide volle fotografare i cognati assieme al gruppo e Japino mostrava
entusiasta il loro frutto in arrivo, dimostrando la loro felicità nell'attesa.
Adelaide e Jacopo ne approfittarono per tuffarsi a sguazzarsi tra le onde
dell'Oceano Atlantico, in quella insenatura tranquilla, rimanevano meno
agitate le acque sulla spiaggia di sabbia fine per grandi e piccini.
Poi il cellulare di Japino squillò, nel rispondere. Era papà Nardò che
chiedeva del fratello Jacopo, richiesto urgentemente a casa. < Papà, cos'è
mai successo di grave? > domandò senza allarmare la moglie intenta a
chiacchierare con gli amici. < Certamente, torniamo subito! > chiamando il
fratello mentre stavano uscendo dall'acqua: < Jacopo ti vogliono a casa...
pà non ha voluto esprimersi. Ma c'è qualcosa che non va dalla sua voce un
po' preoccupata. Dai vestitevi che rientriamo... Anna! Vieni, andiamo a
casa abbiamo del lavoro da sbrigare... ci siamo dimenticati di finirlo! >
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Jacopo nel rivestiti passava il prendisole a Adelaide nel salire poi in auto,
con una scusa plausibile si spiegavano, che nella stalla una paratia si era
schiodata da rimettere subito a posto, era il discorso tra i gemelli ad evitare
agitazioni inutili ad Anna, in quel giorno di rilassamento felice in gita al
mare: < Sembra che nella stalla stia cadendo il divisorio. Ricordi che
dovevamo fissarlo meglio? Dobbiamo sistemarlo ad evitare che i cavalli si
agitino nel farsi male. > si spiegò Japino e Jacopo ridendo rispondeva,
avendo capito ch'era ben altro: < Già! Hai ragione Japino. Lo dovevo fare
da giorni, ma mi sono lasciato trascinare dall'amore e track! Mi sono
dimenticato... Eccoci arrivati, L'asciami qui che c'è papà e vado subito a
vedere il guaio, voi andate in casa... > Japino fermava l'auto davanti al
cascinale e Jacopo scendeva decisi, mentre lui proseguiva più avanti
dall'altro lato della loro casa oltre l'angolo entrando in casa tranquilli.
Papà Nardò era davanti alla stalla che aspettava silenzioso il figlio e
appena Jacopo arrivo, aprendo deciso il portone ad evitare che le donna in
casa possano vedere e sentano il problema capitato: < Figliolo c'è un ferito
armato all'interno e tiene in ostaggio la mamma?... Lei lo sta medicando
alla meglio... Dai occorre il tuo aiuto? > si spiegò velocemente Nardò,
entrarono dentro alla stalla trovarono seduto sulla paglia pressata un uomo
che aveva una rivoltella in mano. E accanto mamma Mariè che tentava di
fasciargli la gamba ferito nel polpaccio dopo aver tagliato via un pezzo di
calzone e prontamente Mariè sbottò decisa: < Meno male che sei arrivato
figliolo! Questo giovane ha un brutto foro nella gamba... Ma io non so
come fare e non vuole andare all'ospedale.... > fermato dall'uomo che le
imponeva di far presto: < Si muova madame! Voi state calmi e nessuno si
farà del male... > ordinò, digrignando i denti dal dolore.
Jacopo si avvicinò nel dire tranquillo: < Faccio io mamma!.. Ti hanno
sparato, da quel che vedo? > guardando la ferita dopo aver spostato le
bende messe della mamma. E quello rispondeva acido: < Sei un dottore?
Beh', allora togli il proiettile e alla svelta, ad evitare che non succeda nulla
a voi tutti... Dai! > lo spronò muovendo la pistola in mano sull'agitato.
< Ok! Vediamo cosa posso fare. E tu abbassa quel cannone, qui nessuno
ha intenzioni bellicose... Pà Nardò, vai in casa a prendere la mia borsa
medica e tranquillo non dire nulla da insospettire, sai che nei momenti
peggiori capita sempre qualche rompiballe!.. E speriamo proprio che non
venga nessun del vicinato a rompere quando si ha degli impegni gravosi.
Lo rimettiamo in ordine e così poi se ne andrà per la sua strada e tutto sarà
a posto. D'accordo!? > guardando il ferito che approvava col capo.
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< Faccia come dice suo figlio e nessuno si farà male! > ordinò deciso.
Nardò acconsentì col capo ed uscì dalla stalla. Appena arrivato in casa,
Japino che aveva intuito qualcosa gli domandò, mentre le donne erano in
cucina a preparare la cena e Anna sentendo Nardò entrare in casa le
domandava:< Papà, mamma Mariè dov'è finita? >
< Tutto bene figliole! Mariè sta preparando una sorpresa e non vuole
nessuno tra i piedi... Sai com'è! Scusate adesso devo prendere la borsa di
Jacopo il baio si è scorticato un poco la pelle. Ciao! > rivolgendosi a
Japino mettendo il dito sulle labbra a indicare d'esser muti e sotto voce gli
sussurrava: < Non rispondere al telefono? Anzi stacca la spina che non
suoni, abbiamo un ferito in stalla e ci tiene in ostaggio. Pertanto vediamo
di assecondarlo al momento e vedremo cosa farà Jacopo appena dopo che
l'ha operato alla gamba. Al momento quello non sa che ci siete anche voi
in casa. Evitiamo che spari alla mamma... Capito! Vado... >
Japino si stava agitando, ma poi comprendeva che non poteva far nulla
senza creare altri danni maggiori. Perciò cercò di non allarmare le due
donne intente alla cena e lui accese il televisore per creare un po' di
confusione e sperare in meglio al momento all'oscuro degli avvenimenti.
Nardò entrò nella stalla e consegnò la borsa a Jacopo, che subito si diede
da fare per togliere il proiettile dentro al polpaccio e si era per fortuna
fermato contro l'osso della gamba senza romperlo, pertanto doveva essere
un proiettile di piccolo calibro e sparato da lontano per fermarsi subito.
Mentre Nardò si sedeva accanto alla moglie su di una balla di paglia in
silenziosa attesa, sperando per il meglio.
L'uomo si vedeva ch'era affaticato, ma tenace a tener testa, minacciandolo
con la rivoltella nella mano tremante dal dolore e di tanto in tanto gli occhi
tentavano di chiudersi sfinito. Mentre Jacopo stava provando ad estrarre il
proiettile senza fare altri danni ai muscoli del polpaccio, spiegandogli
tranquillo: < Ce la fai a resistere? Ti farà male nel toglierlo... dal foro
sembra piccola la pallottola, sparata da un'arma leggera, giusto? >
domandò, nel tenerlo sveglio, per evitare sorprese nel momento cruciale,
nel chiedere: < Hai visto almeno chi ti ha sparato? > trafficando con sicura
cautela e alla fine tra i gemiti che sfuggivano via dalla bocca del ferito
riusciva ad estrarre il proiettile, nel dire a rincuorarlo: < Eccoti liberato e
adesso un po' di bruciore per la tintura d'oddio sul foro ad evitare una
brutta infezione creata con pezzi di stoffa e il proiettile rovente... >
L'uomo riusci a non urlare, ma il dolore e bruciore era tanto. Poi di botto
cadde svenuto e prontamente Jacopo, gli toglieva l'arma dalla mano,
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mentre la mamma era li accanto con altre bene per aiutarlo a fasciarlo per
bene ed evitare una emorragia nella fuoriuscita del sangue coppiosa.
Jacopo gli tocco la fronte ed era già bollente, scuotendo la testa nel dire
piano: < Dovremmo portarlo all'ospedale? Ma chi gli ha sparato? O è lui
quello che ha sparato al governatore? Non vorrei sbagliarmi a consegnarlo
alla police e magari questo giovane sa qualcosa che altri non sanno sulla
faccenda di tentati omicidi?... Qui fanno presto ad incolpare chiunque per
qualcosa da tenere nascosto e proprio per questo che non credo...
Aspettate! Controllo se ha dei documenti addosso... > frugando nelle
tasche del giubbotto da persona comune e trovò alla fine dei documenti un
po' nascosti: < Accidenti! Guardate? E' uno della polizia segreta da questo
documento: Agente special Severio Landines. Dell'agence Nationale
d'investigation... Qui c'è qualcosa di grosso in ballo e il racconto di
Adelaide nell'aver sentito bisbigliare i discorsi del professore dell'ateneo
con l'avvocatessa, la moglie del governatore, stanno collimando!
Accidenti! Qui qualcosa di grosso è in balle a voler impiantare qui
sull'isola una fabbrica chimica? > sbottò Jacopo e Nardò chiedeva
sorpreso: < Quale fabbrica devono impiantare qui sull'isola? >
Mentre il ferito ripresosi un poco confermava malamente: < Hai ragione
dottore! Io dovevo tenere d'occhio il governatore Degregoris e non sono
arrivato in tempo a salvarlo. Quando il taxi mi ha lasciato davanti alla sua
villa, la polizia se ne stava andando via, perciò ho rispedito il taxi per
essere libero di agire e ancora non sapevo che avevano già sparato al
governatore e a piedi sono entrato di nascosto e ho incontrato due
dobermann che mi ringhiavano contro e come da manuale senza muovermi
ho allargato le braccia e quelli dopo un secondo se la sono filati
velocemente spaventati dietro la casa. Mentre dall'interno mi giungevano
delle voci che discutevano animatamente nel dire: < Accidenti a voi che
non sapete sparare dritto! Quello è ancora vivo all'ospedale! Bisogna farlo
tacere ho l'impianto chimico è missilistico da impiantare qui, va ha farsi
fottere! Bisogna provvedere e questo lo puoi fare tu ad andare all'ospedale
e iniettare con questa siringa annacquata nel sangue e in un momento è
belle che sistemato senza che nessuno se ne accorga. Dicevano quelli
all'interno infervorati dall'incalzare dei fatti. Ma sul più bello, ch'ero
talmente intento ad ascoltare dall'androne aperto. Sentii uno paro e un
dolore al polpaccio da darmi solo il tempo a mettermi al riparo e con un
grande sforzo arrivare fino al muro di cinta, prima che i cani ripresosi mi
prendano per le gambe a cavalcioni del muro e scappare per i boschi ed
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arrivare a fatica fin qui da voi nella vostra stalla. Mi perdoni madame per
le mie maniere persuasive. Mi dispiace coinvolgere della gente innocente.
Ma ero nell'impossibilità a contrastare diverse persone che mi cercavano a
scovarmi come selvaggina da cacciare... > si scusò dispiaciuto.
< Tranquillo figliolo! > rispose Mariè decisa, nel dire: < Sono abituata
agli spaventi con due figlioli un po' discoli, ma dei bravi ragazzi. Beh',
allora cosa facciamo adesso? > commentò decisa mamma Mariè
guardando il marito e figlio sul sorpresi. Da farli sorridere per la sua
ripresa ad affrontare le avversità davanti e Jacopo sbottò deciso nel dire al
ferito: < Monsieur Lumiers resterà qui nascosto. Siamo lontni dalla villa
del governatore. Perché e senz'altro ci saranno in giro molti scagnozzi a
cercarlo e scovarlo per eliminarlo. Hanno purtroppo in ballo un sacco di
miliardi per tale impresa nascosta. Pertanto dobbiamo agire e prenderli
contromano ad evitare una espansione, come un bel virus che si diffonde a
macchia d'olio per l'isola. Perciò dovremo prendere le massime
precauzioni. D'accordo!? > si spiegò Jacopo pensieroso.
L'agente Lumiers stava prendendo le pastiglie antibiotiche che il dottore
teneva nella sua borsa, nel spiegare: < Le do solo mezza dose... sono per
cavalli e metà basta di sicuro. Al momento altro non ho. Speriamo che la
febbre cali e tutto andrà bene... Severio giusto! > toccandogli la fronte
sudata ma molto calda, per l'infezione in corso e la perdita di sangue.
< Grazie dottore Jacopo! Per il momento non nitrisco... > provò a
dire con un mezzo sorriso, capendo ch'era in mezzo ad amici dai
sentimenti nazionale pronti a combattere per la patria. Mentre provava a
tirare fuori dalla tasca dei calzoni il suo cellulare satellitare e provava a
comporre dei numeri, ma poi, si fermò a pensare e a parlare a voce alta il
suo pensiero: < Ho paura che in centrale a Parigi ci siano dei sicari che
fanno il doppio gioco e controllano le varie segnalazioni?.. Accidenti!
Ecco perché sapevano i miei spostamenti. Ero sotto copertura nelle
sembianze di portacarte per il governatore qui sull'isola... Accidentaccio! >
sbottò più che incavolato per aver scoperto tardi le intercettazioni fatte da
qualcuno dalla centrale del CPF.... Immaginando da solo e capiva ch'era
una grossa organizzazione sovversiva a produrre materiale offensivo.
Jacopo provò a dire: < Allora hanno qualcuno al centro comunicazioni
segrete dello stato se possono intercettare il suo satellitare ormai messo
sotto controllo dai sovversivi. E magari controllano tutte le telefonate qui
sull'isola, per poter lavorare meglio... Giusto? > provò a spiegarsi Jacopo e
pensare qualcosa di diverso da fare ed agire velocemente alla svelta?
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Capitolo dodicesimo
Stavano discutendo nella stalla di casa. Poi papà Nardò provò a dire
intervenendo: < Io sono molto amico con il generale d'armata dislocato a
Toulon ed è un soldato integro e devoto alla patria. Il generale Luis
Degregori! Posso contattarlo ad aiutarci a stanare questi infiltrati che
vogliono fare un bel nido qui sulla nostra isola. Cosa ne pensate? >
< Sì, lo sentito nominare. > commentò Severio. < Sarebbe una buona
cosa poterlo contattare e avere qualcuno che ha l'amor di patria. Ma temo
che le reti telefoniche dell'isola sono sotto controlli ad evitare che
qualcuno interferisca con i loro piani per installare una innocua fabbrica? >
commentò più che sicuro l'agente infiltrato e al momento bloccato.
Poi il portone della stalla si aprì e apparve Japino, nel dire preoccupato,
guardando lo sconosciuto che dialogava con i suoi familiari attenti e
tranquilli. Nel dire poi: < Per far contento mia moglie sono andato giù al
porto a prenderle quei dolci che le piacciono tanto e mentre era la un'auto è
saltata in aria! Cosa sta mai capitando qui? > si domandò preoccupato. Nel
spiegarsi: < Speriamo che la televisione in casa non trasmetta il fatto. Io
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sono venuto prima qui ad avvisarvi e rientro in casa a vedere se sono
tranquille le donne. Non voglio creare del panico, ho un figlio in arrivo? >
nel dire preoccupato. Mentre papà Nardò gli presentava il giovane ferito e
poi velocemente spiegava che lui sarebbe andato con il motoscafo di un
amico sulla terra ferma a telefonare a Toulon a casa dell'amico generale
fidato: < Telefonerò da un telefono pubblico e spero di trovare in casa la
moglie del generale Luis e che, sia lui poi a chiamarmi e indicarmi dove,
per spiegare bene questa faccenda. Così evitiamo che qualcuno intercetti la
mia telefonata dal continente. Mi porteresti Japino a Sauzon senza che
telefoni all'amico?... Dai andiamo subito che arrivo sul continente ch'è
ancora chiaro. Ma prima passiamo in casa e dirò alle figlie che devo
andare a prendere dei medicinali per il cavallo, da non allarmarle... >
< Va benissimo nel tentare questa via! > rispose Jacopo. Mentre
l'agente dava un numero telefonico a Nardò che lo passi al generare: < E' il
telefono segreto del mio diretto superiore al di fuori di ogni controllo. E
appena il mio superiore saprà da questo numero attivato, capirà che sono
nei guai seri. Poi la telefonata fatta dal continente dovrebbe funzionare!
Spero che quelli, ancora non tengono tutti i telefoni in Francia sotto
controllo. Speriamo bene? Accidenti alla ferita che mi blocca! > espose
dolorante e affaticato. Mentre Mariè le passava dell'acqua da bere.
Nardò e Japino se ne andarono via e appena dopo sentirono partire l'auto
di Japino a portare il padre su al nord al porto di Sauzon.
Lo lasciò poco lontano dal porto, notando che cerano un sacco d'individui
un po' troppo sospetti che curiosavano e sembrava che guardavano chi
arrivava e chi partiva col vaporetto. Per fortuna Nardò trovo ancora l'amico
accanto al suo bel motoscafo e con fare tranquillo gli chiedeva a voce un
po' alta, da far capire ad altri pescatori del posto i loro discorsi amichevoli:
< Carissimo Gep, hai visto che sono arrivato a vedere il tuo bel motoscafo.
Dai mi porteresti a fare un giro e vedere la potenza del suo motore? > gli
domandò strizzando l'occhio ad intendersi che c'era qualcos'altro sotto. E
quello gli rispondeva: < Dai monta che ti farò provare la brezza della corsa
con i suoi seicento cavalli sotto coperta. Va come un siluro! Dai andiamo a
far un bel giro! > facendolo salire nel mettere in moto il bestione dal
rumore silenzioso e appena fuori dal porto incominciò ad aprire il gas e
quel mostro incominciò a bruciare le miglia sull'acqua, schizzando via
velocemente e in mezz'ora erano già sulla terra ferma. A bordo Nardò gli
aveva spiegava un po' la faccenda dell'attentato al governatore e i tanti
sospetti e l'amico Gep, commentava: < Adesso che me ne parli, sai ho
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notato un sacco di gente foresta che curiosava un po' troppo? Perciò hai
ragione a muoversi per non dire poi dopo, avevi ragione Nardò! > dando
più gas al natante, oltretutto il mare era abbastanza calmo e la costa si
avvicinava rapidamente con quel mostro che sfrecciava via.
L'amico Gep capì la faccenda nel dire: < sarà meglio che attracchiamo su
un piccolo molo tranquillo a non dare troppo nell'occhio e aspetterò se
riesci a metterti in contatto, poi torneremo alla nostra bella isola. Giusto
Nardò! > consigliò partecipe all'impresa da buon patriota.
Con un po' di difficoltà Nardò era riuscito a mettersi in contatto con il
generale e spiegare la faccenda seria e alla fine nel capire che approvava e
ci credeva alla storia. Perciò gli diede il numero telefonico privato del
maresciallo comandante a Parigi alla Securite. Capendo alla fine ch'era
veramente una grossa faccenda da sbrogliare subito senza perdere tempo.
Facendo aspettare che gli ritelefoni dopo che il generale aveva parlato con
Parigi? E al Quartiere Generale della Securite aveva compreso subito chi
erano le spie piazzate per bene all'interno nella sede centrale e farle
arrestare senza preavviso in silenzio. Mentre il generale aveva preso
accordo che avrebbe simulato una grande manovra militare e fatto
imbarcare subito su tre aerotrasportati due battaglioni di paracadutisti e in
piena notte hanno invaso l'isola dall'alto, da bloccare ogni attività di
sovversivi in corso sull'isola di Belle-Ile. Con un sacco di arrestati poi alla
fine della retata fatta per bene a tappeto.
Frattanto alla fattoria Adelaide e Anna in casa a trafficare tra i fornelli per
preparare qualcosa di buono, Adelaide non s'accorse di essersi sporcata la
maglia di sugo e decise di andare in camera a cambiarsi la maglietta dalla
sua poche cose trasportate giorni prima dall'hotel alla fattoria. Appena
entrata in camera, dalla finestra aperta gli sembro di vedere qualcuno
nascosto dietro a dei cespugli e nel guardare meglio s'accorse ch'era
armato. Fuori era ormai quasi buio, nell'avvicinarsi alla finestra tenendosi
nascosta da poter guardare meglio cosa stava capitando? Poi nella sporgesi
notò un altro proprio rasente alla casa che si avvicinava di soppiatto
armato e perciò appena quel complice dell'altro che tentava di raggiungere
la stalla di fronte, ma da dietro. Lei decisa prese il grosso vaso di geranio
fiorito e con un bel tiro lo lasciò cadere dritto sul capo del malvivente
armato e un bel crack sentì con la rottura del vaso e quello cadeva a terra
silenzioso. Lei di volata correva giù da basso, ma senza allarmare Anna
alle prese con i fornelli e per fortuna con la televisione accesa, faceva un
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po di baccano. Anna non si era accorta di nulla. Perciò Adelaide dicendo
alla cognata sul tranquillo: < Vado a recuperare un vaso dei fiori che ho
fatto cadere dalla finestra, non vorrei far arrabbiare mamma Mariè! > e via
di volata fuori nel trovare quello a terra sanguinante, ma senz'altro svenuto
e di volata raccogliere quella rivoltella, sperando che sia impostata giusta
per sparare, non capendo nulla di armi e via silenziosa verso la stalla in
agitazione arrabbiata. Proprio in tempo a vedere oltre l'angolo che l'altro
stava per aprire la porta della stalla e cogliere i famigliari intenti a curare il
cavallo ferito. Adelaide senza perdere un attimo in ripensamenti provò a
dire decisa, come fanno quella alla televisione nei film d'azione: < Butta a
terra l'arma manigoldo! > sbottò decisamente forte.
< Quello vistosi sorpreso si girò deciso a far fuoco, ma Adelaide
capiva che quelli erano bene intenzionati nella loro missione a eliminare
chiunque e lei decisa fece fuoco prima che l'altro possa sparare, solo un
colpo verso terra mentre quello cadeva colpito a morte da far abbastanza
rumore.
All'interno della stalla, tutti avevano sentito il trambusto fuori e di più i
due pluf dello sparo dalle pistole con il silenziatore e prontamente Jacopo
aveva preso l'arma di Saverio ed era corso fuori spaventato. Nel trovare
quello a terra stecchito e poco distante Adelaide che si metteva le mani sul
viso, dopo che aveva buttato a terra l'arma adoperata a fermare il nemico.
Gridando spaventata al fatto: < Non volevo ucciderlo! > borbottò scossa da
tremori. Jacopo le era corso in contro a sorreggerla per la forte scossa
avuta, nel chiedere spaventato: < Adelaide cos'è mai successo? > le
domandò sorpreso a capire che lei aveva fermato il killer pronto a farli
fuori tutti. Mentre lei si riprendeva, nel dire: < Laggiù sotto la finestra di
casa c'è ne un altro che lo fermato con un vaso dei fiori di mamma! >
guardando poi, mamma Mariè corsa fuori dalla stalla e anche Saverio a
fatica era arrivato fino al portone a capire che quelli gli erano alle
calcagna. Mariè sorpresa a sentire che quella ragazza era intervenuta con
decisione ad affrontare da sola quello spietato nemico senz'anima, nel
rincuorarla alla fine più che mai stupita: < Tranquilla figliola mia! Tu stai
bene, non hai nulla,vero? > prendendola tra le braccia accarezzandola.
Jacopo era corso a vedere l'altro tramortito dal vaso di fiori e lo trovo che
si stava toccando la testa sanguinante e ancora disteso per terra e con
decisione andò a prendere della corda e lo legò per bene in attesa degli
sviluppo al caso e nel lasciarlo dov'era al momento contro il muro di casa.
Infine entrarono tutti in casa, ormai contenti di essersi salvati e non
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potevano tacere il fattaccio alla nuora in casa rimasta all'oscuro di tutto.
Anche Japino era appena rientrato nell'aver portato il papà al porto di
Sauzon, nel capire un po' meglio cos'era mai capitato ai loro famigliari in
agitazione e poi vedendo che erano tutti salvi si rincuorò a calmarsi. Nel
spiegare che: < Per strada mentre tornavo aveva notato strani individui
armati nei campi. Riuscendo per fortuna ad evitarli dall'essere fermato. Qui
qualcosa di grosso bolle in pentola ragazzi? > provò a dire, stringendosi
accanto la moglie Anna che cascava dalle nuvole a sentire tutte quelle
storie e lei tranquilla stava dicendo: < In verità non ho sentito proprio
nulla! Brava Adelaide che ha sventato gli assalitori... Accipicchia che
brava è stata! > trovandosi tutti a congratularsi con la giovane patriota.
Più tardi in nottata Papà Nardò era rientrato accompagnato dall'amico Gep
e sentendo di quell'azione decisa da parte di Adelaide, l'eroina del
momento. Da farlo imprecare aspramente, capendo che la faccenda era ben
grave: < Questa poi! Qui nella mia casa a minacciare i miei famigliari...
Vigliacchi! Che gli venda un colpo secco, quel che ha ideato 'sta storia
malsana. Accidentaccio boia! > impreco arrabbiato: < Meno male che la
mia futura nuora ha saputo affrontare con coraggio quei miserabili
malviventi. Brava ragazza mia! > si complimentò felice. Poi si ravvede e
incominciò a calmarsi e a raccontare la situazione in evoluzione tra poche
ore, spiegando: < Ci sarà l'invasione dei paracadutisti tra poche ore,
all'alba! Con una finta manovra di esercitazione militare, dovrebbero
invadere e perlustrato tutta l'isola, centimetro per centimetro. Casa per
casa, e i tanti cascinali uno dopo altri a scovare i sovversivi che avrebbero
dovuto impiantare una bella fabbrica di nascosto quì sul posto e senza
approvazione da nessuno. Capite! Perciò tra poco, allo spuntare dell'alba
sentiremo il rombo degli aerei... Ecco! Sono loro... > andando fuori casa a
guardare in alto e incominciarono a vedere una infinità di ombrelli che
scendevano dal cielo, in ogni punto dell'isola. Pareva di ritornare in dietro
in tempo della grande guerra mondiale, stava commentando Nardò e
l'amico Gep: < Ti ricordi? Era la notte del 44, proprio in questo periodo
dell'anno, che gli inglesi e francesi si erano paracadutati a sostenere la
resistenza. Ah, erano altri tempi ed eravamo giovani un po' sprovveduti. >
< Già hai proprio ragione Nardò! Il mondo cambia ma in peggio. >
Mentre le truppe d'assalto paracadutate, prendevano posizione e in un
batter d'occhio avevano già iniziato una bella perlustrazione a tappeto per
tutta l'isola di Belle-Ile.
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Al mattino la radio locale annunciava una grande manovra dell'esercito
francese per la sicurezza del paese. Fatta sull'isola nel rigoroso silenzio.
Al pomeriggio però, una quarantina di persone venivano arrestate e
caricate su elicotteri nel trasferirli sul continente, con l'accusa di sovversivi
pronti a sconvolgere il paese. Avevano trovato in una dependance, la casa
della moglie del governatore, dei documenti e armi che confermavano la
prova ad impiantare la fabbrica chimica e spedire con dei razzi
antigrandine delle sostanze nocive, chissà dove?...
Adelaide in disparte stava ascoltando il resoconto di quella giornata di
guerra, per fortuna non avvenuta. Tutti seduti attorno alla tavola dopo aver
pranzato con tranquillità e alla fine provò a chiedere all'agente ferito che
Jacopo lo stava ancora curando nel rifare la bendatura alla gamba in attesa
che dalla sua direzione centrale a Parigi. Venivano a prelevarlo senza
scalpore e in sordina, nel farsi poi controllare la ferita all'ospedale della
loro base segreta: < Mi perdoni la curiosità. Ma adesso arriveranno i suoi
capi a prenderlo e conferirle una bella medaglia? O come agente segreto
senz'altro un bel niente! Tutto in silenzio, come nulla fosse successo? >
< Proprio così! La medaglia aspetta alla famiglia Dechiors che ha
combattuto in prima linea. In special modo le siamo tutti riconoscente, lei
ci ha salvati e senza giri di parole. Grazie Adelaide! > trovandosi tutti
d'accordo con un bel battito di mani a riconoscere la sua prontezza: < E'
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stata stupenda e che mira ha avuto! Se falliva eravamo tutti tra i trapassati.
Ma mi fa piacere che talvolta anche i superiori si sono fidati sulla parola.
Fidandosi delle mie parole. E devo dire grazie veramente di cuore a Voi
tutti! > espose guardando Mariè, con fare dismesso nel dire: < Madame
Mariè, mi perdoni ancora di averla presa in ostaggio, sono veramente
rammaricato per l'accaduto e non posso scusarmi nel dire ero stralunato dal
dolore a non capire cosa facevo. Mi pedoni! > si scusò.
< Ero più che sicura che non mi avresti mai sparata. I tuoi occhi,
sebbene affaticati non sono di un assassino incallito... Dai mangia figliolo
questa fetta di torta che la mia nuora la fatta con il cuore... Su, su! >
trovandosi a sorridere un po' tutti per il passato pericolo e Jacopo provò a
dire a sua volta: < Ho chiamato al telefono il comandante de police e tra
poco sarà qui per convalidare una mia richiesta e guarda caso, con questo
trambusto al comando centrale della police a Lione hanno subito accettato
senza storie. Per fortuna sembra che il governatore si sta riprendendo ed è
fuori pericolo, anche dall'inchiesta che l'ha coinvolto in parte, con l'arresto
della moglie affigliata ai sovversivi e trasferiti in continente in una località
segreta ad essere interrogati per bene. Questo al momento è tutto quello
che sono riuscito a sapere da Andrè. Aspettiamo il resto che... ah! Ecco la
macchia del comandante Andrè Lumèrs! Il poliziotto apparso su tutti i
quotidiani per aver protetto il governatore ferito grave... >
Appena dopo dalla porta di casa che si apriva, appariva il comandante e
Sachan sorridente vestito da allievo cadetto poliziotto, che salutavano
educatamente tutti. Travolto da un battito di mani a felicitarsi per la
sorpresa. Il comandante Andrè spiegava che con decisione e risoluzione
immediata aveva avvisato il comando centrale a Lione che aveva un
cadetto da inserire nella sua schiera di poliziotti urgentemente: < E il
comandante superiore mi ha subito detto che va tutto bene quello che
faccio e gli devo solo far pervenire gli estremi del cadetto e io
personalmente me lo addestro nei migliori dei modi direttamente per il
lavoro che deve svolgere qui tra noi. Capite amici la sorpresa! > nel
mettersi tutti attorno alla tavola a brindare i tanti eventi capitato sull'isola
di Belle-Ile. Mentre la giovane recluta ringraziava commosso: < Grazie a
Voi tutti che mi avete adottato senza riserva e ve ne sono infinitamente
grato! In verità mi sento un po' in famiglia tra amici cari. Grazie ancora per
tutto! > commentò commosso e mamma Mariè se lo prese sotto braccio nel
dire sotto voce: < Ti devo ringraziare per il recupero del mio borsellino
figliolo... > dandole un bacio sulla guancia da farlo arrossire: < Grazie! >
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con un bel battito di mani da tutti i presenti contenti. Da far aumentare il
rossore del giovane a dire commosso: < E' una cosa che ho sempre
desiderato, e non ho mai avuto. Avere un bacio da una madre e lei mi ha
sorpreso madame Dechiors... Grazie! Grazie tante! > aveva gli occhi lucidi
dall'emozione il giovane Sachan.
Mentre mamma Mariè se lo stringeva contro al petto, nel dire commossa
al giovane police: < Figliolo mio! Basta che passi da queste parti e avrai un
bel po' di coccole... ne ho da vendere! > sorridendo felice entrambi.
Poi, papà Nardò provò a dire alla fine dei brindisi e complimenti tra tutti i
presenti: < Io avevo già parlato con parroco della nostra parrocchia e
domani vi aspetta voi due figlioli, > rivolto ad Adelaide e Jacopo. < Il
parroco Don Anselmo... Vi aspetta per discutere con voi se domenica
prossima va bene e si potrà fare finalmente questo benedetto matrimonio
tanto atteso. Giusto ragazzi miei! > consigliò sorridendo.
Adelaide butto le braccia al collo al capo famiglia: < Grazie papà Nardò
per l'interessamento. Lo stavamo discutendo prima con Jacopo, la scelta
del momento e giorno... Grazie tante! > prendendo Jacopo sotto braccio
felice. Nel dire poi al suo uomo e rivolta ai presenti: < Scusateci un
momento. Tu vieni un po' fuori che dobbiamo parlare a quattrocchi? >
appena fuori lo prese per il bavero baciandolo con passione, ma poi nel
rimproverarlo in tutte quelle ore di suspance, fattele passare nell'averla
lasciala all'oscuro di tutto: < Ti poteva succederti qualcosa di grave, ed io
ero all'oscuro di tutto? Mai più una cosa simile in futuro altrimenti chiedo
subito il divorzio, prima ancora d'incominciare! Chiaro? > sbotto quasi
seria, ma non riusciva a non sorridere, l'amava troppo.
< Accidenti ragazza come sei suscettibile e affascinante! Guarda
che sei tu il killer in famiglia e se ottieni il divorzio... Saranno senza
alimenti. Intesi? Ti amo ancora di più quando ti arrabbi amor mio! >
< Quanto ti amo anche io amore! >
< Io son felice che domenica diventerai finalmente mia moglie.
Accidenti che bella storia un po' troppo movimentata in questi pochi giorni
dal nostro incontro. Ma al tuo fianco è proprio una bella avventura. Proprio
senza respiro. Ti amo infinitamente ragazza mia! > baciandola con amore e
dedizione. Mentre lei l'assecondava nel dire seria: < Comportati bene
altrimenti Madeira mi attende... >
< Da quando sei diventata la ragazza con la pistola mi ricatti? >
borbottò baciandola, mentre le indicandole di guardare laggiù sul fondo,
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tra gli scogli sul mare, dove s'intravvedevano un grosso stormo di gabbiani
che prendevano il volo dopo una buona pesca fatta in mare.
. E Adelaide rispondeva affascinata alla vista: < E' proprio bella
quest'isola dove ti capita d'incontrare proprio di tutto. Ma tutto... Giusto
amore! >
< Lo puoi dire forte. Io per esempio ho trovato il mio amore! >
FINE
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Fatti personaggi e luoghi descritti, sono puramente casuali inventati dalla
fantasia descritta dell'autore.
Pierantonio Marone
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Romanzi inseriti sul Web
Romanzi d'amore e d'avventura sono disponibili sul
mio SitoWeb gratuitamente in formato - PDF - ebook
1968 - Sahadja - Hilde
1970 - Un amore diverso
1974 - Viaggio al Sud
1980 - Rincorrere il rischio
1983 - Per colpa di uno stupro
1990 - Il dolore fatuo della riviviscenza
1996 - Far West - La mappa scomparsa
1997 - Anche i clown si spogliano
1999 - L’identità perduta
2006 - L’ardua risorsa
2007 - Venti anni e un giorno per vivere
2009 - Un fluttuare di un fico nella notte
2009 - La ragazza del lago Maggiore
2010 - Futili pensieri a Wadi-Rum
2010 - La vita è come un grande gioco
2010 - Viaggio inaspettato
2011 - Le vie del Signore sono infinite
2011 - Pura fatalità
2011 - Una fermata di troppo
2011 - Un legame difficile
2011 - Memorie confuse del passato
2011 - Oltre il riflesso l'inganno
2012 - Perché l'hai fatto?
2012 - Stagioni da ricordare
2012 - Valida soluzione
2012 - Il fuoco non perdona
2012 - Il verde profondo della foresta
2012 - L'ereditiera scomoda
2012 - L'attesa primavera
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2013 - Viaggio a Lourdes
2013 - Tutto da rifare
2013 - Camille
2013 - Sotto un cielo stellato
2013 - Karim il vichingo
2013 - Tutto è possibile
2013 - Sole rovente
2013 - Insidie pericolose
2013 - Bersaglio mobile
2013 - Racconti del passato
2014 - Fuga complicata
2014 - Senza destino
2014 - Vacanza complicata
2014 - Complice il ritratto
2014 - Ritorno alla vita
2014 - Lo scrigno conteso
2014 - Las leyenda misteriosa an Machu Picchu
2014 - Qualcosa di sbagliato
2014 - Quella panchina vuota
2014 - Una particolare situazione
2014 - La lotta per la pagnotta
2015 - Quei fiori sulla scogliera
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SitoWeb: Pierantonio Marone
http://erosmenkhotep.altervista.org/
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