La molisana Ersilia Ingratta alla base spaziale

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La molisana Ersilia Ingratta alla base spaziale
Buon Natale
e un sereno 2013
dalla Redazione
PERIODICO DEGLI ABRUZZESI
ANNO XXX - n° 6 NOVEMBRE-DICEMBRE 2012
65122 PESCARA - Via Campania, 12
Poste Italiane spa - spedizione in a.p. - D.L. 353/03
(conv. in L. 27/02/2004 n° 46 ) art. 1 comma 1, 2 e 3 DCB Chieti
AUT. TRIB. DI PESCARA N.2/83 - ISSN 0394-6029
Taxe Perçue - Tassa Riscossa
Poste FF. SS.
65100 Pescara - ITALIA
Barack Obama: + quattro
di Mauro Ammirati
G
li americaverrebbe sberni rielegtucciato da tutgono Obati, la satira polima alla Presidentica si sfregheza della Repubrebbe le mani.
blica. Nel moConsideriamola
mento in cui scriuna debolezza
vo, non si hanno
dei nostri amici
ancora dati pred’oltreoceano,
cisi su voti popoqualcosa che si
lari e grandi eletpuò anche pertori, ma è certo
donare. Per il
che il primo Preresto, è difficile
sidente afroameche non si proricano della stovi invidia veria degli States
dendo il popolo
Barack Obama festeggia la vittoria
ha vinto la sfida
degli Stati Unicon la moglie Michelle e le figlie Sasha e Malia
contro il repubti quando deve
blicano Romney ed ottenuto il secon- scegliersi il Capo dello Stato. Nessuna
do mandato. Four more years, grida- opera umana, per definizione, può esno i suoi sostenitori, altri quattro an- sere perfetta, neppure la Costituzione
ni alla Casa Bianca, sperando che sia- americana lo è (come ha anche spiegano meno turbolenti dei quattro prece- to in una raccolta di saggi, pubblicata
denti, segnati dalla depressione eco- recentemente, il politologo Robert A.
nomica. Sulle ragioni della vittoria del Dahl), ma lo storico documento redatcandidato democratico non intendo to dalla Convenzione di Filadelfia nel
soffermarmi, a mio parere, noi italiani 1787 rimane un capolavoro di diritto
dovremmo riflettere su un altro aspet- costituzionale, politica e filosofia. Ciò
to della competizione appena conclu- che ha consentito agli Stati Uniti di disa. Agli americani, si sa, piace lo spet- ventare una potenza mondiale, come
tacolo, anche la nomination e la cam- aveva profetizzato Alexis de Tocquepagna elettorale devono somigliare ad ville agli albori del XIX secolo, è il siuno show, il candidato deve parlare stema istituzionale che li tiene insiedella sua infanzia e della sua gioventù, me. Barack Obama vince la competiportarsi dietro la moglie, abbracciar- zione per la Presidenza, i repubblicala e baciarla in pubblico..., cose che a ni mantengono la maggioranza alla Canoi italiani – diciamocelo francamen- mera dei Rappresentanti, ma per gli
te - fanno sorridere. Se da noi il Capo americani non è affatto un problema.
di governo soltanto accarezzasse il coniuge davanti a telecamere e fotografi,
continua a pag. 2
Stranieri: una risorsa in tempo di crisi
Sono il 9,8% degli occupati, dichiarano 41,6 miliardi
di euro e pagano 6,2 miliardi di euro di Irpef
G
li stranieri rappresentano una risorsa per il territorio nazionale soprattutto
in questo periodo di crisi: in Italia si contano oltre 2 milioni di lavoratori
immigrati (il 9,8% del totale degli occupati), in sede di dichiarazione dei
redditi notificano al fisco
41,6 miliardi di € (pari al
5,3% del totale dichiarato) e pagano di Irpef 6,2
miliardi di € (pari al 4,1%
del totale dell’imposta
netta). Ma rappresentano la parte di popolazione che maggiormente ha
subìto gli effetti negativi
della crisi (il tasso di disoccupazione straniero
è passato dall’8,5% del
2008 all’12,1% del 2011),
mostrano livelli di povertà più elevati (il 42,2% delle famiglie straniere vive
al di sotto della soglia di
povertà) e le loro retribuzioni sono inferiori di oltre 300 € rispetto ai lavoratori italiani. Questi alcuni dei risultati raccolti nel Rapporto Annuale sull’Economia dell’Immigrazione 2012 realizzato dalla Fondazione Leone Moressa e patrocinato
dall’Organizzazione Internazionale per le Migrazioni (OIM) e dal Ministero
degli Affari Esteri, presentato oggi 11 ottobre 2012
www.abruzzomondo.it
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tel. 085 2056563 - 085.27276
RETOUR
CHIETI
ITALIA
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al CMP di Chieti per la restituzione
al mittente previo pagamento “resi”
La molisana Ersilia Ingratta alla base
spaziale europea di Kourou
di Domenico Lanciano
L’
Università delle Generazioni, con
i dati storici finora disponibili,
non sa se c'era un molisano in una
delle tre caravelle di Cristoforo Colombo
verso la scoperta dell'America, ma sa con
certezza che c'è una piccola-grande molisana in uno dei centri spaziali più importanti del mondo, quello europeo di Kourou, nella Guyana francese. È una giovane
di 27 anni, Ersilia Ingratta, autentico genio
di Villacanale, la più grande frazione di
Agnone, dove vive la sua famiglia composta da papà Aquilino (dipendente regionale), da mamma Michelina (cuoca presso il
comando dei Vigili del Fuoco di Agnone) e
da due fratelli più piccoli, Enrico (stewart
al Parco della Musica di Roma) e Gianfranco (brillante studente).
Nata il 30 agosto 1984, Ersilia, fin da
bambina, ha dimostrato di guardare in alto, attratta dallo spazio inter-stellare e dai
misteri dell'infinito universo. Così, all'età
di 13 anni ha ricevuto in dono dal padre
il primo cannocchiale per poter scrutare
meglio il cielo... un dono prezioso proprio
come per un grande musicista l’aver ricevuto, da bambino, il suo primo strumento
musicale o come per un grande pilota di
Formula 1 che ha ricevuto da piccolo la
sua prima macchina-giocattolo.
Conseguite, sempre con il massimo dei
voti, la maturità scientifica al Liceo Scientifico di Agnone nel 2003 ed il 21 luglio
2009 la laurea magistrale in ingegneria
spaziale alla Sapienza di Roma, Ersilia,
dopo numerosi "stages" di perfezionamento e alcuni primi lavori in aziende aerospaziali, è approdata, tramite la Vitrociset SpA, al Centro Spaziale Europeo di
Kourou, nella Guyana Francese, poco al
di sopra dell'equatore, sulla costa atlantica dell'America Latina. Qui, nel Centro di
Lancio n. 3, svolge il delicatissimo compito di "ingegnere della qualità integrata"
assieme ad altri due colleghi francesi. Tale gruppo di "qualità integrata" analizza i
rischi associati alle procedure svolte dal
raggruppamento Clemessy SCC (costituito dalla francese Clemessy, dalla Vitrociset e dalla spagnola GTD) e gestisce
le eventuali anomalie riscontrate nelle
Ersilia Ingratta, ingegnere responsabile
nella Qualità Integrata nella Guyana Francese
Campagne di Lancio per i vettori Ariane 5,
Soyuz (russo) e VEGA (Vettore Europeo
di Generazione Avanzata) per l'immissione in orbita di satelliti di varie dimensioni
e funzioni.Attualmente, Ersilia è impegnata nei preparativi del prossimo lancio del
più grosso dei 3 vettori europei, l'Ariane
5, previsto per il 15 Maggio 2012.
Probabilmente nel prossimo mese di
agosto, l'Associazione Culturale Nuova
Villacanale riuscirà ad organizzare in piazza un collegamento diretto con la base di
Kourou, da dove la nostra piccola-grande
donna, prima scienziata spaziale agnonese, potrà illustrare la composizione del
sito e le procedure svolte nelle campagne
di lancio. Ci spiegherà come e perché l'Italia partecipa, con un impegno assai ampio, dentro l'ESA (Agenzia Spaziale Europea), a parecchi progetti che trovano nel
Centro di Kourou la realizzazione più importante essendo questa base una delle
più vicine all'equatore, permettendo così
ai lanciatori di sfruttare al meglio il cosiddetto "effetto fionda" ovvero la velocità
fornita dalla rotazione della Terra attorno
al proprio asse. Insomma, Ersilia Ingratta
promette già molto bene e sicuramente si
farà e ci farà sempre di più onore, arricchendo di soddisfazioni non soltanto la
sua famiglia e il paese di nascita, ma tutto
il nostro Molise e, ne siamo certi, sarà uno
dei più belli orgogli nazionali ed europei.
Gli Stati Uniti d’America visti dall’Italia:
un volume di Emanuela Medoro
di Goffredo Palmerini
presso il Polo Umanistico
dell’Università Ca’ Foscari di Venezia nel convegno dal titolo “L’immigrazione in tempo di crisi”.
Il mercato del lavoro.
Dal 2008 al 2010 si è assistito in Italia ad un aumento del tasso di disoccupazione straniera di
3,5 punti percentuali passando dall’8,1% all’12,1%
e raggiungendo 310mila immigrati senza lavoro. Questo significa che
nel biennio considerato un nuovo disoccupato su tre ha origini straniere. Per quanto riguarda gli occupati (che sono oltre 2 milioni di soggetti), per la maggior parte si tratta di lavoratori
dipendenti (86,7%), giovani, inquadrati come
operai (87,1%), dalla bassa qualifica professiona-
le, nel settore del terziario (51,5%) e in aziende
di piccola dimensione (il
54,6% lavora in imprese con meno di 10 persone). Retribuzioni dei dipendenti. Un dipendente straniero guadagna al
mese (dato quarto trimestre 2011) una cifra netta di 973 €, oltre 300 € in
meno rispetto al collega
italiano. Ha più possibilità di portare a casa una
retribuzione più elevata l’immigrato che lavora
nel settore dei trasporti
(1.257 € al mese) a scapito di chi lavora nel settore dei servizi alle persone (717 € al mese), dove
sono occupate maggiormente le donne.
Redditi dichiarati e Irpef pagato. In Italia si concontinua a pag. 2
“L
a tragedia delle democrazie moderne è che non sono
ancora riuscite a realizzare la democrazia”, scriveva
Jacques Maritain in Cristianesimo e democrazia. Non
sembri strano che abbia
scelto questa citazione per
scrivere qualche annotazio-
ne su questo libro (e-book)
di Emanuela Medoro.
Un volume che ha il pregio di “raccontare”, con
straordinaria capacità di
sintesi e con rigorosa fedeltà alle fonti, la più grande ed avanzata democrazia del mondo, gli Stati Uniti d’America, nel momento culminante dell’esercizio del potere democratico d’un popolo, quello della formazione e dell’espressione del consenso elettorale. In particolare le elezioni del 2008 hanno riguardato un passaggio epocale per la democrazia americana: dapprima la competizione nelle primarie del Democratic Party, per la prima volta sia d’una donna e
che di un uomo di colore,
per la conquista della candidatura alla presidenza degli States, poi nella competizione elettorale che nel
novembre 2008 vide prevalere il democratico Barack
Obama contro il repubblicano John McCain, portando il primo nero alla presidenza degli Stati Uniti d’America.
Ebbene, attraverso l’entusiasmante “viaggio” in un
periodo cruciale della storia politica d’America Emanuela Medoro ci fa conoscere e comprendere, con chiarezza ed efficacia, valori, difetti, tenacia, paure, forza,
pregiudizi, aspirazioni, vizi,
virtù e senso della nazione
di quel popolo, composito
e complesso, che costituisce la più grande e potente
democrazia del mondo. Ce
lo fa comprendere seguendo assiduamente i candidati democratici e repubblicani nelle rispettive primarie,
poi i competitors alla presicontinua a pag. 3
2
ABRUZZO NEL MONDO
Il 7,4% delle imprese in Italia
è gestito da immigrati
I valori devono avere
un nome e un cognome
di Scipione L'Aquilano
L
a società attuale impone
i suoi "valori" con astuzia, potenza e una tattica asfissiante e avvolgente. È
difficile opporsi per chi non
li condivide. Per opporsi ad
un sistema forte occorre un
sistema più forte ancora. Ed
il sistema non può che essere
fatto da nuclei sociali che interagiscono e si relazionano,
dando appunto nomi e cognomi ai propri valori di riferimento. Sicuramente nella nostra società attuale ha perso
molta forza il nucleo familiare,
ma per me la famiglia (seppur
di genitori separati, allargata
ecc..) è il primo tassello di un
sistema che può riorientare e
ridare speranza al futuro dei
nostri giovani. Sì, ma in fondo
che cosa vogliamo veramente
per i nostri figli?
È la domanda a cui tutti i
genitori devono dare una risposta - direi la società intera
- perché si è persa la coscienza che mio figlio oltre ad essere mio figlio è figlio di tutta la
comunità o società che dir si
voglia, a cui lui stesso appartiene. Non è facile rispondere,
soprattutto quando si pensa a
ciò che per i nostri figli "vuole" il mondo circostante, impegnato com'è in una corsa
ossessionante verso l'egoismo
e la solitudine. Prime vittime
di questa tendenza sono i più
indifesi, come sempre: i bambini, ipnotizzati dalla banalità
televisiva che tiene loro compagnia per ore e ore; gonfiati
dai cibi-pasticcio che inghiottono in piedi, a caso, perché
non c'è nemmeno più tempo
per un tranquillo pasto tutti
insieme alla stessa tavola. Si
fa in fretta a dire: "Vorremmo
un mondo migliore per i nostri
figli". Come? Da dove incominciare? "Ricostruendo dei valori di riferimento solidi" è la
ricetta che tutti, esperti e non,
suggeriscono. Valori, parola
chiave, l'unica arma possibile
per contrastare il mondo così
com'è. Valori che siano radici
e ali. Valori che siano radici in
cui affondare la propria vita, e
ali, cioè forze spirituali per affrontare e superare le difficoltà della vita stessa. Non basta,
però, gridare: "Valori, valori!".
L'educazione, seppur difficile, deve essere propositiva e
concreta, ma direi che deve
essere soprattutto preventiva.
dalla Prima
In questo nostro mondo si studia geologia il mattino dopo il
terremoto e idrografia dopo
le alluvioni. I genitori troppo
occupati, cominciano a buttar
via l'acqua quando la barca è
quasi affondata. Sono necessarie alcune strategie e idee
chiare. La famiglia non deve
più essere docile consumatrice di quello che il mondo propone, questo però il più delle
volte significa opporsi decisamente, criticamente, con chiarezza.
Solo un sistema di valori
strutturato e gerarchico, non
dove va bene tutto ed il contrario di tutto, può dotare i
giovani di una vera armatura,
difensiva e offensiva. I valori
devono essere come le ciliegie: uno tira l'altro. Il valore
fondamentale che una famiglia
o comunità sceglie "tira" con
sé inevitabilmente una serie
di altri valori. Se per esempio
si sceglie come uno dei valori
fondamentali la pace e la tolleranza , insieme "verranno
su" il rispetto per la vita, la
dignità e anche l'ecologia, che
a loro volta tireranno valori
strumentali necessari come
libertà, responsabilità, solidarietà, giustizia, interiorità, che
avranno come conseguenza
naturale degli atteggiamenti
quotidiani molto concreti.
I valori devono quindi avere un nome e un cognome.
Questi valori devono essere
"insegnati", nascono e si radicano con il contatto. Il mondo,
purtroppo, insegna con molta
chiarezza la filosofia del vincente, la filosofia del "tutto
subito", il culto del corpo, il
piacere come misura di tutto,
la violenza, la competitività, il
potere della seduzione fisica e
della ricchezza, ecc. Quindi, se
i valori si insegnano e si formano con il contatto, ogni occasione è buona per conoscersi
meglio. I genitori e la società
devono fornire ai giovani dei
modelli. Ormai comprendiamo chiaramente che i valori
sono nozioni astratte, mentre i
modelli sono concreti, visibili,
sono affascinanti e convincenti. I primi modelli, naturalmente, sono i genitori stessi. Ma
non solo: le persone che i genitori dimostrano di ammirare
e stimare, diventano di solito
dei modelli per i figli.
[email protected]
Barack Obama: + quattro
Da loro, infatti, è quasi la regola. La Costituzione stabilisce una rigida ed integrale separazione dei poteri, secondo
l’insegnamento di Montesqueiu: il Capo dello Stato non può
sciogliere il Parlamento, ma
non può essere da questo sfiduciato; i giudici federali vengono nominati dal Presidente, con il consenso del Senato, ma sono inamovibili, la nomina è a vita e l’indennità che
viene loro corrisposta non
può essere diminuita finché
restano in carica. È il sistema
Checks and Balances, “freni e
contrappesi”, che regge impeccabilmente da due secoli.
Io sono orgoglioso di essere
italiano, vivo in un Paese che
amo profondamente, ma che
mi fa imbestialire ogni giorno,
perché non vuole proprio capire che la democrazia, come
insegnano i grandi costituenti americani, vive di due tempi: quello della discussione e
quello della decisione. Una de-
mocrazia senza governi stabili e, quindi, incapace di decidere, prima o poi scivola nel
disordine, nel caos. E nel caos
attecchiscono illegalità e corruzione. I nostri costituenti,
nell’immediato dopoguerra,
scrissero la migliore costituzione possibile, dato il contesto in cui operarono. Lasciarono alle generazioni successive
il compito di migliorarla. Un
compito che non abbiamo saputo assolvere. Nel 1788, Alexander Hamilton, James Madison e John Jay, per convincere il popolo di New York a
ratificare la Costituzione redatta a Filadelfia, scrivevano:
«La stabilità del governo è indispensabile tanto per il raggiungimento della coscienza
nazionale e per i vantaggi che
ne derivano quanto per istillare quiete e fiducia nel cuore
del popolo; vale a dire, quanto
di meglio ha da offrire una società politica» (The Federalist)
Mauro Ammirati
NOVEMBRE-DICEMBRE 2012
Aziende straniere in crescita di 26mila unità
a fronte di un calo di oltre 28mila imprese italiane
S
u 6milioni di imprese operanti in Italia nel
2011, 454mila sono condotte da stranieri,
cioè il 7,4% del totale. Nonostante la crisi,
le imprese straniere hanno registrato a fine anno un saldo positivo di oltre 26mila unità, al contrario delle aziende italiane che sono, invece, diminuite di oltre 28mila imprese. Quando avviano un’attività imprenditoriale, gli stranieri preferiscono costituirla insieme a connazionali (oppure avviando direttamente imprese individuali
per conto proprio) piuttosto che mettersi in società con italiani. Questi alcuni dei risultati a cui
è pervenuta la Fondazione Leone Moressa, che
ha analizzato i dati sulle imprese iscritte alle Camere di Commercio italiane classificando come
“aziende straniere” le imprese che vedono persone non nate in Italia detenere almeno il 50% delle
quote di proprietà e delle cariche amministrative
a seconda della tipologia d’impresa, facendo propria la definizione fornita da Infocamere stessa. I
dati anticipano alcuni dei contenuti del Secondo
Rapporto sull’Economia dell’Immigrazione che
verrà presentato nel mese di ottobre a Venezia.
Per settori di attività. Più di 156mila aziende
straniere (34,4% del totale) si concentrano nel
settore del commercio, cui fa seguito quello delle costruzioni con quasi 125mila (27,5%) e quello dei servizi con più di 89mila unità produttive
(19,7%). Ma è nell’edilizia che la presenza straniera si fa più marcata: infatti su 100 imprese di
questo settore, quasi 14 sono condotte da imprenditori nati all’estero. Nel commercio questa
percentuale si abbassa al 10,1%, seguita da alberghi e ristoranti (7,7%) e dalla manifattura (6,3%).
Per la quasi totalità dei settori, il grado di imprenditorialità risulta essere esclusivo in oltre il
90% dei casi, eccetto il settore dei servizi in cui
gli stranieri sembrano un po’ più propensi a lavorare con italiani.
Per regione. Con più di 85mila imprese è la
Lombardia la regione che presenta il maggior numero di aziende condotte da stranieri (18,9% del
totale), seguita dal Lazio (11,2%) e dalla Toscana (10%). Ma è proprio in Toscana che si registra il maggior peso di queste imprese sul totale delle aziende presenti nel territorio: infatti su
100 attività produttive, 11 sono gestite da immigrati (10,9%). In questa classifica seguono il Friuli Venezia Giulia (9,5%) e la Liguria (9,4%). In tutte le regioni, per oltre il 90% delle aziende condotte da stranieri il grado di imprenditorialità risulta esclusivo.
Dinamiche di nati - mortalità. Le imprese straniere chiudono il 2011 con un saldo totale positivo di 25.567 unità, vale a dire con un tasso di
progresso del 5,9% a fronte di un tasso del -0,5%
delle imprese italiane, che contano un saldo ne-
L’
gativo di oltre 28mila unità. A livello regionale,
mostrano un particolare dinamismo in termini
di sviluppo imprenditoriale straniero la Liguria
(8,2%), la Campania e il Lazio (8,1%). Anche i settori mostrano delle differenze: nei servizi, infatti, il saldo è positivo sia per le imprese italiane
(+85.532) che per le imprese straniere (+14.360),
mentre negli altri comparti si è registrato un bilancio positivo per le aziende condotte da stranieri e negativo per quelle condotte da italiani.
Per esempio, nel commercio le aziende straniere sono aumentate di 6.600 unità, mentre quelle
italiane hanno subito una perdita di oltre 40mila imprese. Stesse considerazioni valgono per il
settore delle costruzioni dove l’anno si chiude
con un saldo di +4.399 per le imprese straniere e
di -17.561 per le imprese italiane. Affermano i ricercatori della Fondazione Leone Moressa: “i dati sulle aziende condotte da stranieri mostrano, nonostante la crisi, una realtà vivace e in evoluzione. Le aziende gestite da stranieri, aumentate di oltre 26mila unità, sembrano, infatti, non aver sofferto il contraccolpo dell’attuale situazione economica come le aziende italiane, che sono invece calate significativamente di oltre 28mila unità. Interessante è, inoltre, notare come la conduzione manageriale di queste imprese sia di solito affidata
esclusivamente a stranieri, dato che indica la scarsa propensione di questi ultimi a mettersi in affari
con italiani e/o viceversa. Tuttavia, è ipotizzabile
un’inversione di tendenza in futuro, quando buoni
livelli di integrazione saranno raggiunti anche a livello imprenditoriale, favorendo la formazione di
aziende a conduzione mista”.
Fondazione Leone Moressa
ministero degli affari esteri:
assistenza ai cittadini italiani all'estero
assistenza ai cittadini italiani all’estero
è un impegno primario per il Ministero degli Affari Esteri. Nuovi rischi, oltre l’instabilità politica, il terrorismo, la criminalità, le calamità naturali, lo sviluppo di epidemie hanno fatto emergere una nuova domanda
di assistenza da parte dell’italiano che si trova
all’estero in situazioni di emergenza. La Farnedalla Prima
sina si è dotata di uno strumento capace di rispondere con efficacia e tempestività alle diverse tipologie di rischio. Ecco il numero e la mail
cui fare riferimento:
tel. 06
36225
e-mail: [email protected]
Stranieri: una risorsa in tempo di crisi
tano complessivamente 3,4 milioni di contribuenti
nati all’estero (dati riferiti ai redditi del 2010) che dichiarano quasi 42 miliardi di €: tradotto in termini
relativi, si tratta dell’8,2% di tutti i contribuenti e del
5,3% del reddito complessivo dichiarato in Italia. Gli
stranieri dichiarano mediamente 12.481 € (7mila in
meno rispetto agli italiani) e si tratta quasi esclusivamente di redditi da lavoro dipendente. Nel 2010 i
nati all’estero hanno pagato di Irpef 6,2 miliardi di €
(pari al 4,1% dell’intero Irpef pagato a livello nazionale) che si traduce in 2.956 € a testa. Ma gli stranieri beneficiano, più degli italiani, di detrazioni fiscali
a causa principalmente del basso importo dei redditi stessi: infatti il 63,9% dei nati all’estero che dichiara redditi paga effettivamente l’Irpef, contro il 75,5%
dei nati in Italia.
Livelli di povertà. Il 42,2% delle famiglie straniere
vive al di sotto della soglia di povertà (dati 2010),
contro il 12,6% delle famiglie italiane. Il reddito percepito non permette loro di risparmiare appena 600
€ all’anno, dal momento che i consumi pareggiano
quasi le entrate familiari. Entrate che provengono
per il 90% da lavoro dipendente e che vengono destinate, tra le altre cose, al pagamento dell’affitto,
dal momento che appena l’13,8% delle famiglie straniere è proprietaria dell’abitazione di residenza. Disagio economico. Le famiglie straniere dichiarano
maggiori difficoltà economiche rispetto a quelle italiane (dati 2009): il 21,6% dice di arrivare a fine mese con molta difficoltà (contro il 14,5% di quelle italiane), il 23,4% è stata in arretrato con il pagamento delle bollette (vs 8,2%), il 60,1% non è in grado di
sostenere una spesa imprevista di 750 € (vs 31,4%)
e il 53,6% non può permettersi una settimana di ferie (vs 39,2%).
“Nonostante il periodo di crisi”, ha affermato il Direttore dell’Ufficio di Coordinamento per il Mediterraneo dell’OIM, José Angel Oropeza, “nessuno può
negare il contributo che gli immigrati hanno dato e
danno all’Italia e allo sviluppo del Paese. D’altronde
la migrazione è un fenomeno epocale che riguarda
tutto il mondo e di fronte al quale è necessario che i
governi scelgano cosa fare: adottare una politica di
chiusura o, come suggeriamo noi, promuovere invece una politica di apertura, riconoscendo il ruolo delle migrazioni come parte integrante dell’economia."
Fondazione Leone Moressa
www.fondazioneleonemoressa.org
3
ABRUZZO NEL MONDO
NOVEMBRE-DICEMBRE 2012
In principio era una greppia:
Padre Raffaele Mandolesi
il presepe nella devozione popolare confermato Preposito Generale
I
n principio era una
greppia. Poi la devozione popolare ne fece
una grotta ed infine una
capanna. Il presepe era
nato. Dove trova origine
la parola “presepe” così
fortemente evocativa nella nostra tradizione e dove trova origine la consuetudine stessa di rappresentare una Natività
sacra per tutta la cristianità, attraverso una scena, potremmo dire “teatrale”, fissata nella nostra
memoria sin da bambini?
“Praesepium” è la greppia. Con questo termine,
spiega Anna Benvenuti,
docente di storia medievale all’Università di Firenze, San Gerolamo traduceva con una certa fedeltà quello ebraico di
“mangiatoia”, con il quale
i quattro Evangelisti avevano indicato l’oggetto in
cui era stato deposto il
Bambino appena nato. Il
presepe viene da lontano,
non essendo stato inventato, come invece vuole
la tradizione, da San Francesco. O meglio, il “poverello di Assisi” può esserne considerato l’inventore, nel senso che fu lui a
creare un’immagine rimasta nella memoria collettiva e che si è, nel tempo, riprodotta in varianti infinite che vanno dalla rappresentazione vivente alle solenne e maestose statuine dei presepi del Settecento napoletano. Ma andiamo per ordine. Il presepe, così come lo conosciamo, è frutto di una lunga stratificazione storica. La studiosa di storia medioevale,
sottolinea che esso è figlio di una interpolazione tra la tradizione dei 4
vangeli sinottici e quella
dei testi apocrifi, che presto inserì la mangiatoia –
unica indicazione precisa
fornita dagli evangelisti
– all’interno di una grotta e vi aggiunse la presenza del bue e dell’asinello, materializzando così
una frase del profeta Isaia. Perché la grotta? La
grotta rimandava all’antica tradizione dei culti pagani, che molto spesso si
tenevano nei luoghi sotterranei. La Sacra Grotta
di Betlemme, quella stessa che San Girolamo visi-
Per altri sei anni guiderà i Chierici Regolari Minori
Ordine fondato da San Francesco Caracciolo
N
tava tra il IV e V Secolo,
era, del resto, stata “recuperata” alla Cristianità dal culto pagano di Attis. Quanto al bue e all’asinello, i due umili e, allo
stesso tempo, nobilissimi animali che scaldano
il bambinello con il loro
fiato, essi erano associati
ai culti misterici risalenti
all’antichità greco-latina.
Per secoli, la grotta di
Betlemme, divenuta una
cripta sacra – su cui Costantino e Sant’Elena nel
IV Secolo edificarono la
Basilica – fu meta di viaggi devozionali. Era usanza dei pellegrini raschiare dalle pareti il carbonato di calcio che, disciolto in acqua, si trasformava nel latte della Vergine: una preziosa e diffusissima reliquia che proteggeva la donna nel delicato momento dell’allattamento. Con il tempo, e nella tradizione occidentale, la grotta divenne una capanna, e i personaggi che la attorniavano, a celebrazione e narrazione della Natività, assunsero significati nuovi. A partire dai misteriosi Magi, che portano doni al Cristo nato, doni dalla pregnante valenza simbolica, di cui oggi spesso ci sfugge l’accezione.
Il loro numero era inizialmente di 4, poi si “ridussero” a 3. Anche il “colore” era variabile: il Moro fu introdotto successivamente. Per lungo tempo l’Occidente cristiano
proiettò sugli enigmatici Re Magi le sue mitiche
rappresentazioni dell’Oriente. Chi erano i 3 Magi? Melchiar (Melchiorre)
era il Re di Nubia e Arabia, era il più piccolo di
statura dei tre. Balthasar
(Baldassarre) mediano di
altezza veniva dal regno
di Godoia e di Saba. Jaspar (Gaspare), il più alto
e il più scuro di pelle, era
Re di Tharsis e di Eliseura, paese della mirra. I tre
re, d’India, Persia e Caldea, giunti alla mangiatoia – grazie alla guida della Cometa – seguendo tre
strade differenti offrirono
al Re dei Giudei, tre doni particolari: Melchiorre offrì l’oro, simbolo del
tributo e segno della divina maestà e regalità; Baldassarre donò l’incenso,
simbolo del sacrificio e
segno della divina potestà; Gasparre s’inginocchiò davanti al bambino,
donando mirra, simbolo
della sepoltura dei morti e simbolo dell’umana
fragilità. Dall’età tardoantica a tutto il Medioevo, e oltre, il pellegrinaggio dei Magi simboleggiò la ricerca dell’uomo
in viaggio verso la conoscenza di Dio. Nel Natale del 1223, San Francesco fece allestire a Greccio il Presepe, per incoraggiare sempre più attivamente la devozione del
Bambin Gesù, la cui povertà e debolezza combaciavano con la sua concezione di religione. E’ chiara la volontà del santo di
mettere al centro dell’attenzione dei fedeli il Cristo e la sua vita. Una vita che va, secondo la concezione di Francesco, seguita in tutte le sue tappe.
Una vita che inizia appunto in un’umile mangiatoia – grotta – capanna. Una
vita che si rinnoverà anche quest’anno nei Presepi delle nostre chiese e
delle nostre case.
La vera storia di Babbo Natale
L’AQUILA - La vera storia di Babbo
Natale in un esperimento internazionale alla ricerca di Santa Claus insieme al Comando Strategico degli Stati
Uniti d’America:“Quest’anno gli elfi di
Babbo Natale sono più impegnati del
solito per i preparativi” – fanno sapere
dal Norad. Babbo Natale esiste veramente? Quando Nicola morì, nel 343
d.C., si diffuse immediatamente un
culto popolare che lo voleva patrono
dei bambini. La sua fama è universale.
La sua storia s’intreccia con quella dei
cavalieri Templari, delle città di Bari
e di L’Aquila. La festa del Dies Natalis
Solis Invicti (giorno della nascita del
Sole invincibile) è stata resa immortale dal Cristianesimo. Felice strenna di
Natale A.D. 2011, insieme ai più poveri
dei poveri. Santa Claus può sussistere
soltanto alla luce del Natale cristiano,
giacché Nicola fu santo di Colui (Gesù
di Nazareth) che si festeggia la notte
di quel Natale che in inglese, del tutto
esplicitamente, si chiama Christmas.
Ma ci pensate? Il Signore dell’Universo, un Dio che si fa carne e viene ad
abitare in mezzo a noi umani. Anche
chi non crede, non può non provare
timore reverenziale di fronte al Mistero del Bambinello nella grotta di Betlemme. Le Lettere di Babbo Natale del
professor Tolkien. Buon Natale e Felice
Anno Nuovo 2013. Nicola Facciolini
el luglio del 2012, padre Raffaele no rimasto ininterrottamente per nove anni,
Mandolesi è stato riconfermato per fino all’86, durante i quali abbiamo cercala seconda volta Preposito Genera- to prima di tutto di ravvivare la conoscenza
le dell’Ordine dei Chierici Regolari Minori, del Santo, rafforzarne la devozione, crean­
meglio noti con l’appellativo di Padri Ca- do anche un gemellaggio spirituale con la
racciolini, dal loro fondatore San France- comunità di Agnone, paese del Molise in cui
sco Caracciolo, nato il 13 ottobre 1563 a San Francesco morì.
Villa Santa Maria, nel medio Sangro, in proSono stati questi, e lo dico con molto afvincia di Chieti. Nei giorni scorsi lo abbia- fetto, gli anni più belli della mia vita. Anche
mo voluto incontrare per saperne di più qui, oltre all’esperienza come parroco, ho
sia su di lui, sia sull’Ordine religioso che insegnato religione sia nel famoso Istituto
sulle attività missionarie svolte.
Alberghiero che nella Scuola Media. Questa
Innanzitutto grazie padre Raffaele per prima esperienza come parroco, si è conclula disponibilità. Dove sei nato e quando è sa nel 1986 quando, i miei superiori chiesearrivato il primo segnale che ti ha porta- ro volontari per andare a dar man forte alla
to ad indossare l’abito talare?
nostra missione in Congo, aperta nel 1984,
Sono nato nelle Marche, in un paesino in e così decisi di offrirmi e partii per l’Africa.
provincia di Macerata, Monte San Martino,
Un’esperienza durata venti anni, a contatil 10 dicembre del 1948; dal 1952 la mia fa- to con problematiche completamente divermiglia si trasferì a Sarnano
se da quelle del mondo occi(Macerata). Nel ’58 sono endentale, a contatto con la potrato in seminario, a Roccavertà più vera, a contatto con
montepiano, in provincia di
la mancanza totale di rispetto
Chieti. Avevo appena dieci
per la persona.
anni, e non posso dire di aveDove avevate queste misre già da allora una vocaziosioni e quali erano le attivine chiara: c’era però qualcotà che curavate, oltre quella
sa! Stare con il parroco del paprettamente religiosa?
ese mi spingeva ad un desideLa nazione è la Repubblirio di emulazione, di diventaca Democratica del Congo, ex
re un giorno come lui, come
Zaire, ex Congo Belga, nella
tutti i bambini, d’altronde. Era
parte nord-est del paese, nelquello un periodo difficile per
la regione chiamata Nord Kila mia famiglia, molta povervu. In questo territorio, si trotà, mia madre malata, veravano miniere di oro, diamanmente anni molto duri, in cui
ti, coltan tanto ricercato peranch’io ho provato cosa era la
ché impiegato nella telefonìa.
fame e così, i miei accolsero
L’assurdità è che il Congo, uno
l’invito da parte di un sacerdodei paesi più ricchi del monte caracciolino, Padre Luciano
do, ospita la popolazione più
Muratori, di farmi frequentare
povera del mondo!
l’ultimo anno delle elementaLa nostra presenza lì è una
ri nel loro seminario di Rocpresenza diretta chiaramente,
camontepiano. Gli studi li ho
in primis, all’evangelizzaziocontinuati dal 1960 nel semine, all’annuncio del Vangelo
nario minore di Anagni, dove
ma, come ogni missione delho completato gli studi clasla Chiesa nei paesi poveri, anBanner che annuncia
sici, ho fatto l’anno canonico
che ad un forte impegno per
i 450 della nascita di
di noviziato e la professione
lo sviluppo sociale. È la strasemplice. Trasferitomi a Ro- San Francesco Caracciolo da che ci ha indicato Cristo,
ma entrai nella facoltà di Filoquando girava di villaggio in
sofia e Teologia presso la Pontificia Univer- villaggio annunciando la buona novella e,
sità Angelicum ottenendo la licenza in teo- operando del bene, guariva, accoglieva gli
logia. Dopo la Professione solenne nel no- emarginati, i poveri. È il sentiero che ha perstro Ordine dei Chierici Regolari Minori, il 2 corso San Francesco Caracciolo. Era fondaottobre del 1972 sono stato ordinato sacer- mentale, prima di tutto, realizzare nel terridote a Roma nella Parrocchia dei Santi An- torio delle strutture a livello sanitario e scogeli Custodi. Appena dopo l’ordinazione fui lastico. Il nostro impegno per lo sviluppo è
inviato dai Superiori nel nostro Seminario cominciato innanzitutto con l’acqua potadi Anagni come responsabile degli studen- bile. Oggi, abbiamo coperto circa l’80% del
ti. Durante questo periodo ho insegnato Let- territorio, incanalando l’acqua per oltre 300
tere al Seminario Minore della Diocesi e Re- chilometri. Quindi, ci siamo indirizzati verligione al Liceo Classico Statale. Questa pri- so le scuole, di ogni livello. Quando siamo
ma parte della mia vita sacerdotale, durata arrivati c’erano, se ricordo bene, solo due
cinque anni, ha contribuito, inoltre, ad inse- scuole superiori e alcune scuole elementarirmi anche in quella che è l’attività pastora- ri. Attualmente ci sono quattro scuole materle della parrocchia.
ne, 32 scuole elementari e una quindicina di
Nel 1977 il Preposito Generale di allora, scuole superiori, costruite ed organizzate da
Padre Luigi Affoni, accolse l’invito del Ve- noi, con maestri e professori locali. La poscovo di Chieti di aprire una nostra comu- polazione scolastica nelle nostre scuole ragnità in Villa Santa Maria, paese natale del giunge circa 12.000 alunni.
nostro Fondatore San Francesco CaraccioParallelamente al problema dell’analfalo. Da precisare che, il nostro Ordine, non betismo, abbiamo cercato di far fronte alla
era mai stato in Villa Santa Maria: una co- situazione sanitaria. Con l’aiuto di un grupsa molto strana perché, normalmente gli Or- po di volontari dell’AVAZ e sotto la guida
dini religiosi ci tengono particolarmente al del dott. Giovanni Buccigrossi dell’Ospedapaese natale del proprio Fondatore. Ma, gli le San Giovanni di Roma, abbiamo realizeventi della storia, ci avevano portato mol- zato un centro nutrizionale, otto centri sanito lontano! Quindi, vi fui inviato come primo
parroco caracciolino nell’anno 1977 e vi socontinua a pag. 5
dalla Prima
Gli Stati Uniti d’America
visti dall’Italia
denza nel corso della loro
campagna elettorale. Mettendo in evidenza non solo le proposte a confronto,
ma anzi tutto “rivelando”
dal di dentro, attraverso le
dichiarazioni ufficiali dei
candidati o la corrispondenza con gli elettori, gli
umori profondi, le sfaccettature, le ansie, i desideri e
gli egoismi di un popolo e
di un Paese che allo spiccato senso della nazione
non riesce ancora a coniugare la realizzazione piena della democrazia. Questa, infatti, resta ancora incompiuta rispetto ai princìpi di libertà, eguaglianza
e giustizia contemplati dalla Costituzione americana
del 17 settembre 1787.
Di fianco, l'autrice del volume "Gli Stati Uniti d'America visti dall'Italia", l'aquilana Emanuela Medoro.
e-mail: [email protected]
4
ABRUZZO NEL MONDO
Lettere d’Amore al Museo
di Torrevecchia Teatina (Chieti)
Dal 9 luglio è più facile cambiare
cognome o aggiungere quello materno
“D
al 9 luglio è più facile cambiare cognome o aggiungere
quello della madre. È un passo avanti positivo quello voluto dal Governo e dal Presidente della Repubblica
attraverso l'emanazione di un decreto.
Ora sta al Parlamento legiferare in modo da attribuire ai genitori la possibilità
di optare per il cognome materno, così
da garantire pari dignità alle donne". Lo
dice Laura Garavini, deputata del Partito Democratico eletta nella Circoscrizione Europa, commentando il decreto del Presidente della Repubblica, grazie al quale presto potremo contare su
procedure più semplici e brevi per ufficializzare il cambiamento del cognome.
Basterà una domanda circostanziata, spiegando i motivi della volontà di
cambiare, indirizzata al prefetto che
potrà rispondere con il decreto di concessione. Si potrà cambiare il cognome
se considerato imbarazzante, oppure
chiedere di unire al cognome del padre
quello della madre, oppure aggiungere il cognome del marito ai propri figli
da parte della donna che, rimasta vedova o divorziata, si è risposata. Inoltre,
potrà fare istanza anche chi è divenu-
to cittadino italiano e vuole, però, che
venga mantenuto il nome con cui è conosciuto al di fuori.
"Il cognome non è solo un dato anagrafico. Fa parte della nostra identità",
spiega Laura Garavini. "In Italia, la normativa è ancorata ad una concezione
della famiglia piuttosto datata, e fa sopravvivere forme di discriminazione
delle donne".
"Ho presentato una proposta di legge
– prosegue la deputata del Pd - per affermare la pari dignità di uomini e donne anche nell’attribuzione del cognome
ai figli. I genitori devono avere sempre la
possibilità di scegliere liberamente, nel
senso di poter optare per entrambi i cognomi nell’ordine da essi stessi stabilito, o per il cognome di un solo genitore".
"Numerosi Paesi a noi vicini hanno
adottato regole di questo tipo. L’Italia
è in grave ritardo ed è già stata richiamata da alcuni organismi internazionali, come il Consiglio d’Europa e la Corte di Giustizia europea", conclude Garavini. "È tempo di aprire una grande stagione di riforme per aggiornare e rinnovare il nostro Paese. Anche e soprattutto in materia di diritti civili".
Daniela Musini conquista
il Premio De Lollis con il volume
"I 100 piaceri di d'Annunzio"
PESCARA - Tre prestigiosi riconoscimenti in meno di un anno. Consenso
unanime dei critici, lettori appassionati ed un successo che non conosce
flessioni. “I 100 piaceri di d’Annunzio.
Passioni, fulgori e voluttà”, opera della
scrittrice abruzzese Daniela Musini, è
ormai un caso letterario.
L’autrice nella serata di venerdì 26
ottobre, presso l’Hotel ristorante Villa Elena a Casalincontrada (Chieti), ha
ricevuto il premio speciale della giuria
nell’ambito del Premio Letterario Internazionale Cesare De Lollis.
Insieme a protagonisti indiscussi della scena culturale italiana, come il critico cinematografico Enrico Ghezzi ed
il noto filosofo Sergio Givone, c’era anche Daniela Musini, unica rappresentante al femminile, tra i vincitori.
“L’opera raccoglie decenni di ricerche sul Vate, illuminandone la complessa personalità, le sfaccettature,
uno e centomila nel conquistare la vita
come un trofeo, a costo di dissolvere la
propria identità dietro mille maschere,
nella sfrenata rincorsa al piacere, al superfluo, al bello”.
Questa la motivazione che ha spinto la giuria a premiare il volume della
Musini, un riconoscimento che va ad
aggiungersi al secondo posto ottenuto il 15 ottobre al concorso letterario
internazionale Villa Selmi a Rovigo ed
al primo posto assoluto arrivato al pre-
«I
A
rrivati
dozato l’annullo filatelimenica matco accompagnato da
tina a Toruna citazione di S.E.
revecchia Teatina,
Mons. Bruno Forun’accoglien-te
te, Arcivescovo della
cittadina nel cuore
Dio­cesi Chieti-Vasto:
dell’Abruzzo, dove
“Strutturato nell’acha sede il “Museo
coglienza della caLettera d’Amore”.
rità eterna, l’essere
Incontriamo
il
è destinazione all’asindaco Katja Bamore: tanto più si è,
boro, persona squiquanto più ama”. Da
sita e molto gentile,
anni è indetto il Conche ci fa visitare, le
corso InternazionaIl logo del Museo delle Lettere d'Amore
sale che contengole Lettera d’Amore,
no le Lettere d’aarrivato alla XII edimore dedicate al Beato Paolo II. Queste sale si ag- zioni, dove i partecipanti
Giovanni Paolo II. Le sale giungono a quelle già esi- inviano una lettera d’asono gremite di stupende stenti nel Museo. Lo slo- more, indirizzata a un delettere scritte in diverse gan che il Museo ha lan- stinatario qualsiasi (perlingue da bambini, ragaz- ciato è “Karol ama tutti”. sona reale o immaginaria,
Nella mattina si è svolto animale, luogo oppure
zi e adulti, in una dimostrazione d’amore verso un concerto della Banda oggetto); l’idea è partita
Comunale e la visita di dall’Associazione Abruzil Santo Padre.
Queste lettere sono numerosi studenti. Molto ziAmoci che l’ha organizstate raccolte in un cata- particolare la Festamore: zata con il patrocinio del
logo con il titolo “Ciao, prima edizione della festa Comune di Torrevecchia
Karol… 1500 Lettere di dei giovani artisti d’A- Teatina.
bambini e non, alla mor- bruzzo, con concerti muNel Museo sono espote di Giovanni Paolo II”. sicali di giovani cantanti ste, lettere scritte da
Le lettere esposte sono e gruppi musicali, nonché persone che in un pardolcissime, commoventi una realizzazione di mu- ticolare momento della
e con una carica emotiva rales dove i giovani graf- loro vita, hanno sentito il
da cui il lettore non può fitisti hanno dato mostra bisogno di scrivere, esprisottrarsi e rimanere in- delle loro abilità. Nel po- mendo i loro sentimenti
differente. Con una ceri- meriggio è stato inaugu- a un essere vivente, alla
monia le nuove sale sono rato il Parco inserito nello natura o semplicemente
state aperte al pubblico. storico palazzo Valignani, a un oggetto caro. Infatti
Il giorno 16 ottobre sede del Museo, intitolato si possono leggere lettere
2012, data scelta non a a Giovanni Paolo II.
scritte ai genitori, ai figli,
Successivamente la let- ai fratelli oppure agli anicaso, poiché il 16 ottobre 1978, esattamente 34 tura di alcune lettere ha mali domestici e non, coanni fa, il Cardinale Karol suscitato non poca emo- me pure a … una antica
Wojtyla divenne Papa, zione tra i presenti. Per motocicletta inglese.
con il nome di Giovanni l’occasione è stato realizFlora Amelia Suàrez
Prosegue il percorso artistico
della pittrice pescarese Anna Seccia
D
Daniela Musini riceve il Premio De Lollis
stigioso Premio Nabokov di Lecce ad
inizio anno. Le 320 pagine del libro “I
100 piaceri di d’Annunzio. Passioni, fulgori e voluttà” racchiudono un segreto
presto svelato dagli occhi del lettore:
un narrare ricco, serrato, coinvolgente
che introduce con semplicità ma con
grande accuratezza storica al “vivere
inimitabile” del Poe­
ta. Sfogliando le
pagine, si scorre l’esistenza di un grande uomo, accompagnati dalla fluida
scrittura dell’autrice. Un saggio sì, ma
originale e che sfugge alle facili catalogazioni.
Paolo Di Sabatino
I 90 anni del Parco Nazionale d'Abruzzo
l Parco Nazionale d’Abruzzo per
la storia, le tradizioni e le peculiarità naturali, rappresenta un
esempio straordinario di conservazione dell’ambiente e della biodiversità in
Europa». Così il Presidente del Consiglio
regionale, Nazario Pagano, alla vigilia
della cerimonia celebrativa della nascita del Parco Nazionale d’Abruzzo, diventato poi Lazio e Molise, che si terrà
domani mattina a Pescasseroli, presso
la Fontana di San Rocco, luogo simbolo
dell’area protetta abruzzese.
«Il Parco Nazionale d’Abruzzo è l’immagine della nostra regione fuori dai
confini nazionali; dalla geniale intuizione di Erminio Sipari, cugino di Benedetto Croce, oggi abbiamo ereditato
un patrimonio di inestimabile valore
che abbiamo il dovere di custodire e
valorizzare. Nonostante le tante vicissi-
NOVEMBRE-DICEMBRE 2012
tudini passate – aggiunge il Presidente
Pagano – il Parco Nazionale d’Abruzzo,
diventato poi Lazio e Molise, ha saputo svolgere un ruolo fondamentale per
la conservazione della natura in Italia,
contribuendo in modo determinante alla crescita di un vero e proprio sistema
nazionale di aree protette. Il progetto
Sipari ancora fortemente attuale – osserva Pagano – ha saputo integrare, infatti, sviluppo economico del territorio
e tutela dell’ambiente, basandosi su un
capitale prezioso: la natura. Il “Padre
dei Parchi italiani” con i suoi 90 anni di
attività – conclude il Presidente del Consiglio regionale – è considerato ancora
oggi la stella polare per la conservazione dell’ambiente ».
ACRA - Agenzia Consiglio
regionale dell'Abruzzo
e-mal: [email protected]
opo l'happening pittorico che ha
portato alla realizzazione di un’opera unica nel suo genere, intitolata "Sinergie di fragmenta 100+1", il
percorso artistico a cura della pittrice
pescarese Anna Seccia continua.
Lo scorso 27 ottobre, Kaleidos, Sfera
design ed Eventopiù hanno presentato,
all’interno della Sala Convegno del Museo Michetti di Francavilla, l'opera pittorica dell’artista, realizzata dagli studenti
dell’istituto Umberto Pomilio di Chieti
Scalo durante un’azione collettiva da lei
guidata, con il Patrocino del Comune, in
occasione dell’ottava Giornata del Contemporaneo promossa da AMACI.
Nel corso della la presentazione, a cura del critico d'arte Massimo Pasqualone, è stato proiettato il video dell’happening, che ha reso manifeste tutte le fasi
della realizzazione dell'opera.
Il quadro è composto da 100 moduli,
numerati, certificati e pubblicati: secondo il progetto dell'artista i moduli saranno venduti separatamente a collezionisti e non ad un prezzo simbolico
La pittrice, infatti, intende creare una
vera e propria "rete" di fruitori, dando la
possibilità a cento persone di condividere l'opera ed entrare quindi a far parte di
questo progetto artistico insolito, unico
al mondo. Il ricavato della vendita dei
cento moduli, che compongono Sinergie
di fragmenta 100+1, andrà a finanziare
microprogetti di creatività nelle zone
terremotate dell'Emilia Romagna.
Il passo successivo è avvenuto all'Artefiera di Padova (dal 9 al 12 novembre)
dove Anna Seccia, che opera da anni nel
campo della pittura sociale, ha illustrato
le particolarità del suo lavoro facendo
conoscere le varie fasi del progetto artistico, di cui Sinergie di fragmenta 100+1
è protagonista.
Il critico Massimo Pasqualone ha descritto così il metodo artistico della
Seccia: "Nel processo di creazione viene
a cancellarsi il confine tra artista e partecipanti e l'opera nasce dalla sinergia
di diverse personalità, attraverso segni
liberi e spontanei che producono, sotto
la direzione dell'artista, un lavoro corale dove ogni singola voce ha identità e
riconoscimento fondendosi con tutte le
altre in modo armonico in un risultato
espressivo-coloristico che è di tutti e
ciascuno allo stesso modo".
Anna Seccia è nata a Ortona e vive attualmente a Pescara. Nel 1994 ha creato
un progetto di arte sociale denominato
"La stanza del colore", legato alla pratica relazionale che parte da una concezione dell'arte come attivazione di processi, che ha caratterizzato tutto il suo
modo più recente di fare arte. Ha svolto
un'intensa attività espositiva fin dagli
anni '60 e la sua pittura è stata menzionata nel secondo tomo di "Generazione
anni Quaranta", (il sesto volume di "Storia dell’Arte Italiana del '900" del critico
Giorgio Di Genova).
Recentemente le sue opere sono state
ospitate alla 54° Biennale di Venezia, nel
padiglione dedicato all'Abruzzo, curato
da Vittorio Sgarbi.
(aise)
Dialogo sul riordino delle Province
P
rosegue il dialogo sul territorio,
promosso dal presidente della
Provincia di Pescara Guerino Testa, per discutere del futuro delle Province e della riorganizzazione degli enti territoriali. Durante la seconda riunione sull'argomento che si è svolta a Palazzo dei Marmi, Testa ha sottolineato
che "bisognerebbe evitare battaglie di
campanile e si deve ragionare in un'ottica di sviluppo, pensando anche alla
salvaguardia delle funzioni più importanti delle Province". Non è mancato un
accenno polemico alla politica che "in
questa fase - ha commentato il presidente - ha abdicato al suo ruolo, dando
al governo Monti la possibilità di dar vita a una norma basata solo su parametri ragioneristici, e basta vedere l'effetto
negativo che potrebbe avere su Pescara, capoluogo economico della regione
a rischio di declassamento".
Come già avvenuto nel primo incontro, il presidente di Confindustria Pescara, Enrico Marramiero, ha espresso
"preoccupazione per le aziende e le famiglie. E' inutile quindi fare discorsi di
campanilismo. Per quanto ci riguarda
siamo per la Provincia di Pescara- Chieti, che di fatto esiste già e anche come
Confindustria ci stiamo muovendo in
questa direzione". Ha raccolto consensi
la proposta di Nicola Mattoscio, presidente della Fondazione Pescarabruzzo,
di guardare a "Pescara-Chieti come pun-
L
to di partenza di una piattaforma unica
regionale. Il traino della regione è l'area
metropolitana", ha detto con convinzione ricordando tutte le infrastrutture
che esistono in questo territorio.
Tra gli interventi anche quello di Maurizio Vicaretti, dell'ordine provinciale
degli ingegneri, che ha chiesto uno scatto di nervi alla classe politica affinché
"si riprogetti tutto per andare avanti"
mentre Mauro Angelucci, presidente di
Confindustria Abruzzo, ha parlato della
necessità di "ottenere benefici per le imprese. Il mondo cambia e la politica non
lo capisce".
C'erano anche il presidente della Camera di commercio Daniele Becci, il direttore della Cna Carmine Salce, il presidente e il direttore della Caripe, Pino
Mauro e Bruno Presidente, i rappresentanti di Ordine degli agronomi e Coldiretti, con i responsabili dei sindacati, oltre al parlamentare del Pd Vittoria D'Incecco. Dopo aver ascoltato tutti Testa
ha auspicato che "nel dibattito regionale che si sta sviluppando in questi giorni si cerchi di volare alto, cercando di
capire le esigenze vere di imprese e famiglie. Noi, senza voler primeggiare su
nessuno e senza dichiarare guerra a
nessuno, partiamo dal presupposto che
esiste già un'area, Pescara Chieti, che
può essere volano di sviluppo e quindi
una buona base di riordino delle quattro Province".
Un libro per la Festa degli Chef
U
n viaggio iniziato 40
anni fa e ancora in
corso. E condito dai
migliori sapori della gastronomia italiana.
Potrebbe essere questa
in sintesi la descrizione
di un’avventura editoriale
che dall’Italia muove verso
le comunità italiane sparse nei Continenti e che ha
per titolo “Un sogno chiamato Italia”. Edito da Tabula Fati di Chieti, il volume
rappresenta un vero e proprio percorso plurimo realizzato da Renato Di Carlo,
apprezzato chef della cucina internazionale. Gusto e
olfatto camminano di pari
passo con la memoria attraverso un percorso italiano segnato da tappe personali dell’autore e da tuffi
temporali nella storia sociale e culinaria del luogo
oltre che nelle leggende e
nei miti persistenti sul territorio. Attraversare l’Italia
si sa, è di per se un viaggio
attraverso decine di strati culturali. Il percorso descritto da Di Carlo attraversa i sedimenti culturali senza tralasciare anche una ve-
na polemica sulle
regole che a tutti
costi tentano di
ingabbiare l’arte
della cucina e la
ricerca del gusto
entro parametri
rigidamente protocollati. Per un
autore che nella
cucina trova la
propria fonte di
talento e che non
accetta la subordinazione delle
regole all’istinto,
il viaggio letterario rappresenta
il percorso ideale per raccontare
in prima persona
l’hu­mus nel quale nasce la radice
di quella gastronomia dai tratti inimitabili
che in tutto il Mondo trova
entusiastici proseliti.
Tra i primi ad accogliere
il lavoro editoriale racchiuso in “Un sogno chiamato
Italia” vi è l’associazione
dei cuochi italo-canadesi
che oggi a Toronto celebrerà l’annuale festa gastronomica d’autunno.
Macroregione adriatico-ionica: a confronto le Regioni
e piccole imprese di quattro regioni,
insieme, per sostenere il progetto della
macro-regione adriatico-ionica, stimolare le istituzioni locali, superare localismi e
avviare un confronto costruttivo con Unione
Europea e Governo.
Questo il senso del convegno, organizzato dalla Cna di Abruzzo, Marche, Molise e
Puglia, che, sabato 29 settembre, ha visto
a Pescara il primo di tre appuntamenti (i
successivi sono già fissati a Bari, per la fine di novembre, e ad Ancona, per la fine di
gennaio del 2013) stabiliti dall’agenda della
confederazione artigiana delle quattro regioni.
“Adriatico, un mare di opportunità” è il titolo della manifestazione in programma nella
sala Petruzzi in via delle Caserme. Numerosi gli ospiti istituzionali saliti sul palco, per
il dibattito coordinato dal giornalista del
Corriere della Sera Aldo Cazzullo, che sulle pagine del quotidiano milanese ha ricordato, di recente, il rischio di un processo
di emarginazione progressivo del versante
adriatico del nostro Paese: con lui il presidente della Regione Abruzzo, Gianni Chiodi;
il Sottosegretario alle Infrastrutture e Trada pagina 3
5
ABRUZZO NEL MONDO
NOVEMBRE-DICEMBRE 2012
sporti del Governo Monti, Guido Improta;
il vice presidente del Parlamento europeo,
Gianni Pittella; il segretario generale della
Cna, Sergio Silvestrini.
Dopo i saluti del presidente regionale del­la
Cna abruzzese, Italo Lupo, le ragioni dell’iniziativa sono state illustrate dalle relazioni
di Carlo Carboni, direttore del dipartimento
di Scienze sociali dell’università di Ancona
e da Roberto Mascarucci, ordinario di Urbanistica alla facoltà di Architettura di Pescara; i due docenti, assieme a Carlo Viesti, ordinario di Economia applicata nella facoltà
di Scienze politiche dell’università di Bari,
fanno parte del comitato scientifico che la
Cna delle quattro regioni ha messo al lavoro
sul tema della macro-regione. Diversi i temi
al centro dell’attenzione della discussione:
dall’Alta velocità ferroviaria alle grandi infrastrutture trans-europee, dalla dotazione
di porti e aeroporti al ruolo dell’economia
della conoscenza, dalle possibili sinergie al
ruolo delle imprese.
“Lo scopo degli incontri - illustra Carboni
– è sollecitare le istituzioni e le imprese a
mettere in campo un progetto comune, incentrato sull’asse adriatico di sviluppo di piccole
e medie imprese e sulle necessarie economie
esterne e infrastrutturali, in un’ottica europea
che assuma l’Adriatico come cerniera verso
l’area del sud-est europeo”.
“Purtroppo - aggiunge - sotto i colpi della
crisi sta sbiadendo l’identità del modello di
sviluppo che aveva reso, negli anni Ottanta,
il Corridoio adriatico un’importante direttrice
dell’industrializzazione del Paese; con risultati ragguardevoli, visto che il Pil pro-capite
medio delle province adriatiche, oltremodo
depresso all’inizio del 20esimo secolo, si è
affacciato al 21esimo superando quello medio delle province tirreniche.
Da allora un rapido declino dei numeri,
con incerte previsioni, con la crisi trasferita ai bilanci pubblici e all’economia reale,
all’affanno di Pmi e distretti, si associa un
prevedibile collasso della spinta degli enti locali e regionali per lo sviluppo e per i servizi,
vista l’attuale situazione finanziaria delle nostre istituzioni locali. Pesa anche sulla qualità della vita, se si pensa alla decrescita della
manutenzione dei beni comuni.
Tutto ciò pesa sulla coesione sociale, grava
sulla qualità della vita”.
Generoso D'Agnese
Nella giornata che festeggia San Francesco Caracciolo, patrono dei cuochi,
i professionisti della cucina si riuniranno presso il
Riviera Parque di Concord
(nell’area di Toronto) per
dare dimostrazione della
loro bravura ai fornelli.
Il libro di Renato di Carlo verrà presentato nell’occasione dal presidente e
fondatore dell’Association
of Italian Chefs of Canada,
Gianpiero Tondina.
Maestro di cucina dal
1999, master chef della Federazione italiana Cuochi
e destinatario di numerosi
riconoscimenti professionali (nel 2002 è stato eletto
chef dell’anno) nonché insegnante presso il George
Brown College di Toronto,
Tondina illustrerà al pubblico e ai giornalisti l’itinerario editoriale racchiuso
ne “Un sogno chiamato Italia” che nel giro di poche
settimane ha già raccolto
numerose prenotazioni tra
gli italiani in Argentina, in
Paraguay e in Australia.
Si ricorda che San Franesco Caracciolo è Patrono dei cuochi italiani e il
Preposto Mandolesi in Villa Santa Maria, su invito,
vi raggiungerà ovunque.
Il raduno in Italia avviene nella 2a domenica di Ottobre.
Laura Napoletano
Padre Raffaele Mandolesi confermato Preposito Generale
tari, vari ambulatori e un ospedale a Nyamilima con circa 80
posti letto. La realizzazione di questi progetti è stata possibile grazie alla generosità di tanti amici delle nostre missioni,
della Caritas americana, della Conferenza Episcopale Italiana e con il contributo dei tanti volontari.
C’è stato un momento drammatico in cui avete pensato
di abbandonare definitivamente la missione?
È stato quando nel ’96 è scoppiata la guerra per la cacciata del dittatore Mobutu. Mi ricordo che una sera vennero gli
agenti del servizio segreto congolese per dirci di abbandonare la missione perché c’era il rischio reale che, senza un adeguato grado di sicurezza, potesse essere assaltata. Ricordo
anche che, quella notte io e padre Paolo Di Nardo di Roccamontepiano, nella missione dall’84. non riuscimmo a chiudere occhio. Poi, alle cinque di mattina, decidemmo di percorrere gli otto chilometri che ci separavano dal confine con l’Uganda in attesa dello sviluppo degli eventi. Quando abbandonammo la missione, appena attraversato il confine, ci sentimmo più rilassati e, in quell’istante ci venne in mente quel
passo del Manzoni: -“Quel ramo del lago di Como che volge
e mezzogiorno…”. Ecco, mentre vedevamo le montagne di
fronte, ci scorrevano nella mente le immagini del lavoro di
tutti quegli anni, della gente. Ci colse una profonda commozione, e quasi con prepotenza spuntarono le prime lacrime
che andarono a rigare le guancie fino al mento e poi giù, sino alla nera terra.
Dopo nove giorni, rientrammo e fu la fortuna di tutto il territorio. Vi erano circa centomila profughi alla frontiera tra il
Congo e l’Uganda fuggiti dai loro villaggi per paura dei nuovi
“padroni”. In quel mentre, arrivammo noi con la nostra jeep
cercando di attraversare il confine. Appena videro che avevamo imboccato la strada per il rientro, quasi i tre quarti di
quella gente ci seguì senza esitazione. Questo fu un evento
che ci trasmise una grande forza perché ci rendevamo conto
una volta di più come fosse fondamentale la nostra presen-
za, eravamo l’unica speranza per quella gente. Il rientro in
Italia è stato in qualche modo “forzato”. Dovevo partecipare ai lavori del Capitolo Generale del 2006 durante il quale
successe qualcosa che non era assolutamente dato preventivare: fui scelto dai confratelli per il servizio di Preposito Generale dell’Ordine. Da quel momento la mia vita cambiò di
nuovo! Innanzitutto, dovevo reinserirmi nel mondo occidentale, dopo venti anni di Africa, non era per niente facile, a
tutti i livelli. Mi ritrovai in un servizio per me assolutamente
nuovo. Nel mio cuore non doveva esserci più spazio solo per
l’Africa, ma anche per l’India, le Filippine, l’America, l’Italia.
Quanto dura la carica di Preposito Generale?
Il mandato è di sei anni, rinnovabile per una sola volta e,
grazie a Dio, per un terzo incarico occorre il permesso della Santa Sede.
Oltre che in Africa, oggi dove è presente l’Ordine dei
Padri Caracciolini?
Dagli anni Venti siamo presenti negli Stati Uniti d’America, nel New Jersey e in South Caroline con altre due Parrocchie nell’ultimo decennio.Inoltre, abbiamo una casa di formazione a Ramsey (NJ). Negli anni Settanta abbiamo aperto una missione tra gli emigrati italiani in Germania: inizialmente a Wiesbaden e poi a Munster. Dagli anni Novanta siamo presenti nel Kerala (India) con tre comunità di formazione e nelle Filippine con una. Per l’immediato futuro è in cantiere l’apertura di missioni anche in queste nazioni asiatiche.
Oggi quanti padri conta l’Ordine?
Siamo arrivati a 77 professi solenni e abbiamo all’incirca
ottanta seminaristi in Filosofia e Teologia.
Stiamo per avvicinarci ad un appuntamento storico
particolarmente importante, ovvero la ricorrenza dei
450 anni dalla nascita di San Francesco Caracciolo, 15632013. Come si sta preparando l’Ordine?
Beh, devo dire che in qualche modo ci ha un po’ sorpreso questa data perché abbiamo appena finito di celebrare
l’anno giubilare per i 400 anni dalla morte del Santo, 16082008, e i 200 anni dalla canonizzazione, 1807-2007. Certamente, sarà diverso dall’anno giubilare del 2008, della morte, perché diverso è l’evento, la nascita. Però, abbiamo voluto innanzitutto che fosse questa occasione una continuazione della riflessione della proposta fatta nel precedente anno
giubilare. Allora il motto scelto era “Dal pane accolto al pane condiviso” ovvero la fede nell’eucarestia e la carità come
espressione visibile dell’amore del Cristo eucarestia che si
fa pane spezzato per gli uomini. Abbiamo tenuto in considerazione il fatto che l’evento prossimo coincide con un periodo particolare della Chiesa, l’anno della fede, ed è il decennio in cui la Conferenza Episcopale Italiana propone alla riflessione delle comunità cristiane un tema particolare che riguarda l’educazione alla vita buona del vangelo. E quindi,
siamo propensi di vivere questo centenario inserendolo in
questi temi della Chiesa.
San Francesco Caracciolo vive la prima parte della sua
vita (fino a 22 anni) in famiglia da cui riceve una profonda educazione alla fede, di cui ne diviene testimone nella
seconda parte della sua vita. Presentare, quindi, San Francesco Caracciolo come espressione di un buon lavoro fatto in famiglia, soprattutto dalla madre, donna Isabella Barattucci, che lo aiuta a crescere non soltanto fisicamente ma
anche spiritualmente. Un secondo elemento è rappresentato dal coinvolgimento che chiederemo alla Federazione Italiana Cuochi, in quanto Santo Protettore dei Cuochi d’Italia,
con l’impegno di coinvolgere gli organismi regionali delle
berrette bianche per portare l’urna del Santo in peregrinatio lungo l’intera penisola. Il motto che ci accompagnerà sarà “San Francesco Caracciolo, educato nella fede, testimone di Cristo”.
Grazie, padre Raffaele, e ancora complimenti per la riconferma dell’importante incarico pastorale.
Nicola Tantimonaco
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ABRUZZO NEL MONDO
L'Italia dei pensionati
Dall'ARGENTINA
100 anni di storia
La Società Italiana di Mutuo Soccorso
di Tornquist compie un secolo
BUENOS AIRES – Pochi
giorni fa, la Società Italiana di Mutuo Soccorso di
Tornquist, la piccola città in cui sono nata, ha festeggiato i suoi primi 100
anni con un grande evento. C'era molto da festeggiare, c'era una storia costruita a base di volontà proprio lì, dove tanti anni fa si auto-convocò un gruppo di immigrati che, con la forza della
gioventù e lontano da casa, si unirono per costruire uno spazio diverso e
difendere la loro cultura.
Tra di loro c'era mio nonno, Santos Frontini.
La storia racconta che
agli inizi del secolo scorso mio nonno - nato ad
Osimo (Ancona) - conobbe una bella ragazza che
ogni domenica andava a
dire le sue preghiere alla
Vergine di Loreto. Poco
tempo dopo si sposarono, ancora adolescenti,
ebbero una figlia e partirono per l'America alla ricerca di nuovi e promettenti orizzonti. Raggiungere il porto di Genova
fu, di per sé, un'avventura... e non sapevano ancora che la vera e propria spedizione sarebbe
iniziata giorni più tardi,
al momento dell'imbarco
nella stiva di un piroscafo che prese il largo verso il Río de la Plata.
Il viaggio durò due mesi, mentre le onde cullavano la loro bambina.
Mio nonno lavorò a bordo per finire di pagare i
biglietti e ogni sera sognava un futuro migliore in quella specie di terra promessa che era già
stata raggiunta da alcuni
suoi conterranei... Sognava una terra vergine dove
coltivare sogni di libertà, una terra fertile dove far crescere radici solide, una terra accogliente dove poter veder crescere i figli. Quando penso allo sbarco, non posso evitare l'emozione: affiora dal mio bagaglio genetico la commozione di
quell'istante. Buenos Aires, 1906. L'impresa era
già stata molto lunga,
ma non era ancora giunta alla fine. Con due valigie e un baule di legno
dove avevano rinchiuso le suppellettili della
loro storia, intrapresero
un viaggio di 600 km verso sud e si stabilirono in
mezzo ad un paesaggio
di montagna, dove l'aria
era sana e limpida. Vissero a Tornquist, coltivarono ogni centimetro del
loro terreno, ebbero 9 figli e diedero vita a una famiglia “italo-argentina”.
Amarono il Paese (giovane e ricettivo) che gli
aveva dato rifugio e difesero l'importanza sociale
delle istituzioni, unendosi in un'assemblea che li
avrebbe rappresentati. Si
trattava di un gruppo di
immigrati quasi analfabeti, ma pensavano in grande. Venivano da un continente con migliaia di anni di storia e si erano por-
tati dietro arte e mestieri.
Erano tutti - malgrado le
loro scarse risorse economiche all'arrivo in Argentina - pieni di voglia
di costruire una nuova
vita. Era proibito eludere il lavoro (anche quello molto pesante) e così,
castigati dalla fame e lontani dalle loro famiglie di
origine, edificarono insieme una grande comunità, una sorta di istituzione che li raggruppava
e identificava, prestando
allo stesso tempo un servizio alla società.
Brindo a tutti loro, che
un giorno si avvicinarono con poche informazioni alla nave delle illusioni
e sbarcarono pieni di vita, disposti ad affrontare
tutto, conservando le carattische della loro cultura d'origine. Brindo a ciò
che hanno tramandato ai
loro figli e a noi, i loro nipoti. Brindo ad ogni pranzo domenicale, riuniti in
famiglia attorno alla pasta fumante. E con l'orgoglio che porto nel DNA,
brindo a mio nonno, Don
Santos Frontini, uomo
di forte personalità e carattere gentile, che seppe farsi carico due volte dell'istituzione e collaborare umilmente a favore di ciò che oggi festeggia il suo 100° anniversario: la Società Italiana di
Mutuo Soccorso di Tornquist. Complimenti a tutta la grande collettività
italo-argentina e... grazie!
Alejandra Daguerre
BIODIVERSAMENTE 2012
L'Orso fra le nuvole al Museo
Universitario di Chieti
Iniziativa WWF e ANMS per il Festival dell'Ecoscienza
A
fine ottobre è tornato puntuale “Biodiversamente: il Festival dell’Ecoscienza”, un
week end tra scienza e natura organizzato dal WWF
in collaborazione con l’Associazione Nazionale Musei
Scientifici (ANMS), evento
quest’anno principalmente dedicato alle Alpi “riserva d’acqua dell’Europa”. Il
27 e il 28 in tutta Italia hanno aperto gratuitamente oltre cento musei scientifici,
science center, orti botanici, acquari, parchi naturali e
Oasi con tantissime iniziative speciali.
In Abruzzo l’evento principale ha avuto luogo a
Chieti, presso il Museo Universitario di piazza Trento e
Trieste, ed è dedicato a un
animale simbolo delle Alpi così come del nostro Appennino: l’orso bruno, e segnatamente la sottospecie
marsicana orgoglio e simbolo della nostra regione.
Il plantigrado sarà al centro
di una serie di mostre a cominciare da “Orsi fra le nuvole”, la rassegna che dà il
titolo all’intero evento: dieci
bravissimi disegnatori (tra
gli altri Milo Manara, Bruno
Bozzetto, Corrado Mastantuono e l’abruzzese Carmi-
ne Di Giandomenico) hanno interpretato con maestria l’orso e lo propongono in altrettanti grandi godibilissimi pannelli. Di notevole pregio anche le altre mostre, quella sulla tutela dell’orso, proposta ancora dal WWF, e le due a cura del Parco Nazionale d’Abruzzo e Molise: “Per l’Orso”, rassegna di opere degli artisti di “Ars et Natura”,
e “Tu quanto Orso sei?”. L’inaugurazione c'è stata sabato 27 nell’auditorium del
Museo, con una conferenza
aperta a tutti e in particolare agli studenti, incentrata
appunto sull’orso. Sono intervenuti Luigi Capasso, direttore del Museo Universitario, Dante Caserta, vicepresidente del WWF Italia, e Dario Febbo, direttore del Parco Nazionale d’Abruzzo Lazio e Molise. Nicoletta Di Francesco, presidente WWF Chieti, e Stefano
Maugeri, responsabile servizio educazione e didattica
del PNALM, hanno invece il
compito di presentare le varie mostre. Il tutto con il coordinamento del presidente
del WWF Abruzzo Luciano
Di Tizio che ha funto da moderatore. Oltre all’ingresso gratuito, nel week end
di Biodiversamente c'è stato anche un regalo speciale per i visitatori: nel pomeriggio (orario 17:00-19:30) il
disegnatore naturalista Stefano Maugeri e i disegnatori dell’Accademia del Fumetto di Pescara hanno realizzato le loro opere per il
pubblico. Le Alpi e la montagna in genere, con l’acqua fonte di vita, sono state
al centro anche delle altre
iniziative programmate dal
WWF in Abruzzo per Biodiversamente. A Teramo domenica 28 un esperto naturalista ha guidato i partecipanti attraverso il patrimonio verde della città
dal centro sino ai parchi fluviali. A Popoli, città dell’acqua, la riserva WWF Sorgenti del Pescara ha offerto seminari e laboratori sul
tema dell'acqua e dell'ecosistema fiume, mentre l’Oasi WWF di Serranella, in collaborazione con il Centro
di Studi ambientali del Mario Negri Sud, domenica 28
ha presentato una mostra
sulla biodiversità degli ambienti acquatici, un laboratorio ludico-educativo per
bambini e adulti e visite guidate sul percorso del greto.
Tutte le iniziative legate a
Biodiversamente 2012 so-
NOVEMBRE-DICEMBRE 2012
"I nuovi deportati": persecuzione e sterminio di un sogno
I
l sogno: trascorrere quel che resta del
proprio tempo argenteo affabulando un
intreccio di vite giovanili appena trascorse a vite fresche e turgide proiettate
in un mondo futuristico senza fondo.
La realtà: vivere sequenze ininterrotte
di giorni contraddistinti da un cielo terso
d’azzuro ed un suolo impraticabile coperto da farraginosi decreti posti qua e la, e
intanto, aspettando il tempo che sempre
piu avvicina la sconfitta piu crudele che
ciascun uomo abbia mai potuto conoscere: la morte!
La commedia del vivere è quasi all’epilogo. Ma, intanto, i commedianti arraffano pepite d’oro sporche di melma e su
bilance farabutte vendono speranze. La
cosa piu aberrante è che gli spettatori come ipnotizzati scelgono l’atto “per la vita”
sputando in alto, su, nell’unico posto più
bello, più vero, il trono di dio.
Un’escandescenza di ruoli che appaiono e si dissolvono come bolle di malaria.
Persecuzione etica, sterminio morale, l’anziano, il giovane, l’infante ballano il ballo
della mosca. L’esperienza, la coscenza, la
Geremia piange la distruzione di Gerusalemme
Rembrandt (1630) - Rijksmuseum Amsterdam
storia, la poesia, i colori, i profumi, i monti,
il mare, il rinoceronte, i coralli dove sono?
Di chi sono? Perché ci sono? Ogni insuccesso, ogni resistenza sparirà se daremo
risposta a ciascuna di queste domande.
Sofonia Berardinucci Palestini
e-mail: [email protected]
Cittadinanza italiana: on line tutte le informazioni
sul sito del ministero dell’interno
ROMA - Cosa si deve fare
per richiedere la cittadinanza italiana, quali sono i requisiti, dove si presenta l'istanza, c’è un servizio online per conoscere lo stato
del procedimento? A questa e altre domande risponde la nuova guida aggiornata con le più recenti disposizioni in materia di cittadinanza, realizzata dal Dipartimento per le libertà civili e
l'immigrazione del ministero dell'Interno http://www.
interno.it/mininterno/export/sites/default/it/assets/
files/21/0149_Power_point_
cittadinanza.ppt. Si parte
da un viaggio nei principi
fondamentali su trasmissibilità, acquisto, perdita, riacquisizione, doppia cittadinanza per passare ai casi particolari di riconoscimento e alla disciplina della concessione per matrimonio o residenza fino alle modalità per consultare
on line lo stato del singolo procedimento attraverso il servizio attivato nel luglio 2010 dal dipartimento.
Infine, oltre alla normativa
in materia, i dati statistici
sul triennio 2008-2010, dai
quali emerge un progressivo aumento delle domande di cittadinanza accolte 40.223 nel 2010 a fronte delle 39.484 del 2008 - e anche
uno spaccato della nostra
società. La maggior parte
dei procedimenti conclusi
positivamente nel 2010, ad
esempio, si concentra a Milano a livello provinciale, e
in Piemonte a livello regionale, mentre sempre nel
2010 è il Marocco a detenere il record di richieste di
cittadinanza italiana accolte sia per matrimonio che
per residenza. Inform
Adriano ed Eva sposi
NEW YORK, 20 Settembre ’12 - Adriano
Manocchia ed Eva Conant hanno realizzato il loro sogno unendosi in matrimonio.
La giovane coppia ha pronunciato il fatidico ”Si” nella meravigliosa Cappella della Cornell University di Ithaca; nello stato
di New York, presenti i rispettivi genitori
(Adriano e Teresa e Shawn e Judy) ed un
folto stuolo di personalità, amici ed universitari.
Adriano, nipote del nostro Lino Manocchia, presta la sua opera nel reparto Programmi Ricerche dell’Università, mentre
Eva si è laureata recentemente “Veterinaria”. Hanno avuto l’onore, dal Preside
della Scuola, di sposarsi nella Cappella
del Centro e svolgere il ricevimento nel
sontuoso Museo di Arte Herberth Johnson, annesso all'Università.
no state accompagnate da
banchetti informativi a cura delle strutture territoriali locali del WWF con attivisti a disposizione per dare informazioni, distribuire
materiale e accogliere eventuali nuovi soci. Biodiversamente 2012 offre a livello
nazionale una borsa di studio per un progetto di ricerca scientifica sulla biodiversità alpina. Possono concorrere candidati con titolo
di dottore in ricerca in ambito biologico-ambientale
che non abbiano compiuto i
trentasei anni. Il bando è disponibile sul sito www.wwf/
biodiversamente.it
Perché studiare la Biodiversità: è l’assicurazione
sulla vita del nostro pianeta:
è il “serbatoio” da cui attinge l’evoluzione per adattare le forme viventi ai mutamenti della Terra, e fornisce
cibo, medicine, aria pulita,
servizi naturali che sono alla base del nostro benes-
Come noto, Adriano, valido fotografo e direttore dell’Agenzia fotografica
SSNphoto.com, al week end segue le gare
automobilistiche americane, serie Indy
car, per il nostro foglio di agenzia “Internet “. . Tra i numerosi auguri ha ricevuto
anche il “Good luck” del magnate della
Indeck Jerry Forsythe, dell’Illinois, creatore e direttore della serie Champ Cart,
mentre da Giulianova (Teramo) sono
giunti diversi concittadini insieme alla
signora Walta Schiavi, "habitué" delle visite americane, col nipote Antony e la fidanzata Alessia Trisolino, i quali trascorreranno alcuni giorni nella città di papà
Adriano e mamma Teresa di pretta marca
giuliese,oltre che ottima cuoca.
Abruzzopress
e-mail: [email protected]
sere e della nostra economia. L’unico modo per conservarla è conoscerla e studiare strategie per proteggerla, definendo nuovi modelli di sviluppo sostenibile. Al mondo ci sono dai 5 ai
10 milioni di specie, ma oggi circa 1,7 milioni sono sta-
te classificate, e mentre siamo ancora lontani dal comprenderne le infinite funzionalità, perdiamo biodiversità a ritmi vertiginosi, con
un calo del 30% tra il 1970 e
il 2005 secondo l’Indice del
Pianeta Vivente.
Luciano Di Tizio
ENRICO TORO & C. - Distilleria Casauria s.a.s. - Via Tiburtina Valeria, 18
65028 TOCCO DA CASAURIA (PE) ITALIA
Tel. 085.880279 - Fax 085.880700 - www.centerbatoro.it
e-mail:[email protected] • e-mail: [email protected]
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ABRUZZO NEL MONDO
NOVEMBRE-DICEMBRE 2012
Abruzzesi nel mondo: che bello ritrovarsi
conoscersi e costruire insieme!
la riflessione del delegato dell'uruguay a margine della riunione del cram tenutasi in canada
di Mario Lannutti Bonanni*
NIAGARA FALLS (Canada) – L'idea di organizzare fuori dell`Abruzzo, periodicamente
e cioè non annualmente, una riunione del
Consiglio Regionale Abruzzesi nel Mondo
(CRAM) con la partecipazione dei delegati delle comunità abruzzesi provenienti da
ogni continente e con un programma di lavoro prestabilito, sono convinto che sia di
enorme interesse. Credo che abbia grande
importanza non solo per noi che viviamo
all'estero l'abruzzesità con la mente e col
cuore, sempre desiderosi di tenerci aggiornati reciprocamente sulle iniziative sociali
e culturali che prendiamo nei diversi Paesi,
ma anche per confrontarci nelle esperienze e fare proposte utili alla Regione Abruzzo per rafforzare il legame e la collaborazione con gli Abruzzesi nel mondo. Ma soprattutto è importante per coloro che hanno dedicato tanto tempo e passione alla difesa dei valori italici, per onorare la nostra
terra d'Abruzzo e l'Italia con esempi di lavoro, di sacrificio e di impegno sociale per
crescere sempre di più, per collaborare nel
Paese dove viviamo, la nostra seconda Patria, per progredire in tutti i campi, per essere di esempio per i posteri, per costruire
una migliore società con il nostro contributo. Ma veniamo al nostro incontro di Niagara Falls, dal nove al tredici ottobre scorso. L'accoglienza è stata stupenda, familiare, quasi fraterna, da parte di tutti i nostri corregionali in Canada. Il lavoro svolto dalle nostre autorità d`Abruzzo, a cominciare dal Consigliere Regionale e componente del CRAM, Antonio Prospero, a
Franco Santellocco, presidente vicario del
CRAM per l'assenza giustificata dell'assessore Mauro Febbo, al dirigente del Servizio Emigrazione, Giorgio Chiarini, al capo
dell'Ufficio Emigrazione, la solerte Assunta
Janni e al funzionario attivissimo, Amedeo
Di Nicola. Il dirigente regionale, dr. Chiarini, ha richiamato caldamente la necessità
di verificare nei vari Paesi la situazione delle Associazioni Abruzzesi, di vecchia e re-
P
Foto ricordo per gli Abruzzesi del CRAM riuniti in Canada
cente costituzione, controllandone i dati,
allo scopo di aggiornare opportunamente l'Albo Regionale delle Associazioni riconosciute. Tutti simpatici e gentili i membri della Confederazione Abruzzese in Canada, ma fra i più attivi è doveroso citare
la sempre amabile e generosa Ivana Fracasso, di Toronto, l'onnipresente e simpatica rappresentante dei Giovani abruzzesi
in Canada, Angela Di Benedetto, di Montreal, e sopra tutto l`infaticabile factotum, il
nostro meraviglioso e grande "Anfitrione",
Angelo Di Ianni, di Hamilton, il quale non
solo con le sue premurose attenzioni verso
ciascuno di noi, ma con la cura delle manifestazioni esterne, a corredo dei lavori del
CRAM, spinto dal tenace spirito di uomo
d`Abruzzo, ha saputo straordinariamente
organizzare e - senza esagerazione - gestire
alla perfezione ogni tappa dell`Evento, non
tralasciando di stupirci con la sua bravura
come cicerone!
Tanti i temi sul tappeto, tante informazioni fornite all'Assemblea da ognuno di
noi partecipanti. Tutte le decisioni, dopo
un intenso dibattito di due giornate, sono
state approvate all'unanimità, tutto messo
a verbale a conclusione dei lavori. Sono sicuro che presto riceveremo una relazione
con la sintesi dei nostri interventi. Inoltre,
una felice sorpresa: tutti i componenti del
CRAM siamo stati nominati "AMBASCIATORI dell`ABRUZZO nel MONDO", un riconoscimento che ci onora e ci responsabilizza ancor di più. Almeno io che scrivo, ho
la sensazione di sentirmi più responsabile
davanti alle Autorità italiane ed uruguaiane, ma soprattutto con tutti gli Abruzzesi
residenti in Uruguay. Responsabile per chi
non ha fatto "l`America", per chi è amante
della solidarietà, dell`informazione, per chi
si dedica agli altri e trova il tempo di collaborare, di essere positivo e costruttivo in
seno alla nostra Collettività e nell'associazionismo.
Tutte belle le giornate dei lavori, come
pure le serate trascorse in mezzo a tanti
emigranti abruzzesi in Canada che continuano a portare ovunque in alto il nome
dell'Abruzzo. Personalmente, a dire il vero, più di una volta ho dovuto trattenere le
lacrime per l'emozione che ti lasciava uno
sguardo, un ricordo, un quadro, un'espressione d`affetto. Mi sto già preparando a ricevere un giorno inUruguay una delegazione del CRAM per far conoscere la storia della comunità italiana nel Paese sudamericano, su quanto hanno fatto tanti emigranti italiani e fra essi, orgogliosamente,
noi Abruzzesi. Anche noi vorremmo dimostrare che siamo fra i primi della classe
nella Collettività italiana in Uruguay, senza
dubbio la nostra seconda Patria.
Con un abbraccio fraterno agli Abruzzesi sparsi in tutto il mondo, ai nostri parenti ed amici nella nostra regione, un pezzetto del nostro cuore che continua a palpitare per l'amata terra d'Abruzzo che un giorno lasciammo in cerca d'un futuro migliore. Personalmente, non sono diventato ricco, in quasi 47 anni d'America. Ma la mia
ricchezza è quella di aver fatto qualcosa
insieme a tanti corregionali, a favore della nostra Associazione e della Collettività
italiana ed italo-uruguaiana. Un'annotazione, infine, riguardante il collega del CRAM
Goffredo Palmerini, che tanto ci è mancato
in Canada. Per Goffredo, un ringraziamento molto sentito da tutti noi, per quanto ha
seminato finora nella comunicazione con
le nostre comunità all'estero, nell'informazione sulla cultura, sugli avvenimenti locali, sulle tradizioni abruzzesi, per aver contribuito a far crescere le relazioni con il nostro Abruzzo, mentre con tante splendide immagini sulle bellezze naturali ed artistiche di ogni parte del mondo ci riempie ogni giorno i cuori di tante emozioni,
facendoci sognare e trasportandoci ovunque sulle ali della fantasia.
Sei veramente tu, caro Goffredo, uno dei
più grandi AMBASCIATORI d`ABRUZZO
nel MONDO. Tutti noi, Abruzzesi nel mondo, te ne siamo infinitamente grati, per
sempre!
*Presidente dell'Associazione
Abruzzese di Montevideo - Uruguay
e componente del CRAM
Anteprima a New York del documentario Rai su Matteo Ricci
er un'anteprima a New York City del documentario su
Matteo Ricci, si è mobilitato tutto il gotha italo-americano. Prodotto e diretto dal giornalista del Tg1 Duilio
Giammaria, il documentario 'Nel cuore della Cina: Matteo
Ricci' è stato realizzato con la partecipazione della Regione
Marche, di RaiUno, Tg1, Rai World e la Tv cinese Cctv. Nato
a Macerata nel 1552 come prete gesuita, Ricci fu, dopo Marco Polo, il secondo piú importante personaggio italiano in
Cina. Fino alla realizzazione del documentario di Giamma-
Caro lettore,
l’occasione delle prossime festività è gradita per formulare i più vivi sensi augurali a quanti ci sono vicini, ci sostengono e collaborano a rendere più unita la
grande Famiglia abruzzese nel Mondo sin dal 1983.
Ricordiamo che il nostro periodico è sempre a vostra disposizione per ogni forma di collaborazione -soprattutto a pubblicizzare le vostre attività professionali, commerciali, culturali, ricreative- e collaborare a
ogni iniziativa o suggerimento proficuo per voi e a vantaggio anche di questa Redazione al fine di trarre risorse per il proprio funzionamento e per lo svolgimento
dell’attività editoriale.
Ogni motivo è valido per accusare una presenza e
poter esclamare, con orgoglio per l’amore indelebile
verso la terra natìa: <…c’ero anch’io ai tempi di Abruzzo nel Mondo, quando tutta la Regione entrava in casa
mia dal Gran Sasso, dalla Maiella al mare…!>.
Ora, poiché è dato constatare che molte copie del
nostro periodico non giungono a destinazione per varie ragioni, si rende necessario che almeno una volta
l’anno si attivi una comunicazione tra noi: per il rinnovo dell’abbonamento; per la conferma dell’esatto indirizzo; per il cambiamento di residenza; perché non si è
più interessati. Salutare è un piacere; rispondere è un
dovere! La mancanza di comunicazione vanificherebbe
i nostri sforzi, recherebbe intralcio agli uffici postali, si
sarebbe trattati da poco urbani.
Alla luce di tali considerazioni, invitiamo tutti coloro che intendono ricevere regolarmente “Abruzzo nel
Mondo” a rimetterci la quota-abbonamento entro il
corrente anno, a confermarci l’esatto indirizzo per via
postale o tramite e.mail: [email protected] oppure
contattando la vostra Associazione di Abruzzesi.
Dalle Istituzioni territoriali non è più pervenuto 1 Euro dall’anno 2008. Quando c’è crisi, da noi i primi ta-
ria, Ricci era più conosciuto in Cina che in Italia. Seppur nel
documentario di 60 minuti le difficoltà incontrate in Cina
da padre Ricci sono state sminuite, durante il dibattito alla
Casa Italiana dell'Università di New York (Nyu), il produttore-regista Giammaria ha fatto presente come oltre all'asprezza del viaggio e alla diffidenza dei cinesi durante la
Dinastia Ming, Ricci abbia dovuto anche affrontare gelosie
ed intoppi da parte della Chiesa di Roma. Ricci impiegò 18
anni prima di potersi stabilire a Pechino e grazie ai lunghi
gli vengono apportati -purtroppo- alle attività culturali. Pertanto, gli abbonamenti gratuiti ad Abruzzo nel
Mondo vanno richiesti direttamente al CRAM-Regione Abruzzo, oppure alle Amministrazioni Provinciali di
appartenenza, o anche al Sindaco del Comune di provenienza. Chiediamo il vostro ausilio per essere indipendenti e vi invitiamo a stringere buoni rapporti con
le Associazioni a voi vicine in maniera da poter far richiesta di un certo numero di abbonamenti.
Il periodico, come detto in premessa, è a vostra disposizione: più ci mettete, più vi trovate! La collaborazione rende viva ogni cosa: l’essere associati significa
essere vivi e vitali.
In conclusione: confermateci il vostro indirizzo; rinnovate l’abbonamento ad “Abruzzo nel Mondo” per il
2013: ‘anno dannunziano’; comunicateci ottime notizie
condite con un pizzico di buonumore!
Per le rimesse vi potete servire delle coordinate postali di ‘Abruzzo nel Mondo’ che sono:
IT 59 T 07601 15400 0000 10990 653
che troverete in fondo ad ogni copia del periodico.
Abbonamento annuale per l’Italia: Euro/€ 10.00; per l’Estero: Euro/€ 15.00; Socio sostenitore: da 20 Euro in su.
Raccomandiamo ai Presidenti di Associazioni, di inviarci, almeno una volta l'anno, l'esatto indirizzo, le
notizie varie del club e la quota di partecipazione alle
spese di gestione o un contributo pari a 10 (dieci) abbonamenti annui a € 10,00 cadauno per l'Italia e € 15,00
per l'estero o per l'interno del Club o a chi si ritiene più
opportuno, come Sindaco, Console etc.
L’Augurio più sincero rivolto a voi tutti è che la cara Befana possa scendere da ogni camino per portare
tante cose buone per il nuovo anno 2013!
La Redazione
tempi richiesti per comunicare con Roma, le istruzioni gli
arrivavano molto tempo dopo aver realizzato i suoi piani.
Presente all'anteprima vi era il sottosegretario al Ministero
degli Esteri, Staffan de Mistura, e i marchigiani Lucia Pasqualini, vice console del Consolato Italiano di New York
(di Offida, in provincia di Ascoli Piceno), e Andrea Angeli,
maceratese, portavoce dell'Onu. L'anteprima americana
del documentario su Matteo Ricci ha fatto seguito a quella
europea al Premio Italia della Rai a Torino.
G. D'Agnese
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ABRUZZO NEL MONDO
NOVEMBRE-DICEMBRE 2012
Re - VISIONE DANNUNZISTA
«S
IL PIACERE (1889) o DELLA FORMAZIONE
otto il grigio diluvio democratico odierno, che molte belle cose e rare sommerge miseramente, va anche a poco a poco scomparendo
quella special classe di antica nobiltà italica, in cui era tenuta viva di generazione
in generazione una certa tradizione familiare d’eletta cultura, d’eleganza e di arte». Sembra la lucida fotografia dell’oggi, una dozzina d’anni dopo l’inizio del
terzo millennio, in piena rivoluzione virtual-informatica; invece è un’amara istantanea scattata una dozzina d’anni prima
del termine del secolo romantico, in piena rivoluzione real-industriale: è l’incipit
del cap. II del Libro primo de “Il piacere”,
il primo romanzo del ‘vate’ scritto interamente a Francavilla a Mare, da luglio a
dicembre 1888, ospite nel ‘Convento’ del
fraterno amico pittore Francesco Paolo
Michetti e a questi dedicato.
Gabriele d’Annunzio voleva inaugurare la sua carriera di romanziere, come ricorda Gianni Oliva nella ‘Nota introduttiva’ a “Il piacere” (Gte Newton Compton
-1999) ove cita una lettera del 6 sett. 1884
ad Enrico Nencioni (1837-1896), scrivendo <un romanzo, dirò così, omerico-epico, in cui molti personaggi operino e
grandi masse di popoli si muovano, un
romanzo con moltissimi fatti e poca analisi, un romanzo a sfondo storico. L’azione si svolgerà a Pescara, tra il ’50 e il ’75>.
Ovvero in un lasso di tempo a cavallo
dell’Unità d’Italia e si sarebbe intitolato
“Pantagruelion”. Ma il ‘vate’ optò per una
soluzione nuova: aveva già dato il proprio fattivo contributo al ‘verismo’ unificatore scrivendo le fresche ‘Novelle’;
occorreva ora superare questa corrente letteraria inaugurandone una con base psicologica, anzi ‘psico-pedagogica’, e
con l’impiego della leggerezza, della levità della parola e delle descrizioni, come
si conviene e quale è l’essenza, appunto, della “vita-opera-d’arte”: diveniva, insomma, ‘decadente’. Vengono progettati
tre ‘cicli’: il primo è il ‘Ciclo della Rosa’ –
simbolo della voluttà e delle passioni indomite- al quale appartengono: “Il piacere” (1889); “L’innocente” (1892); “Il trionfo della morte” (1894). A seguire, il ‘Ciclo
del Giglio’ –simbolo del superuomo e della passione purificata- al quale s’iscrive
l’unica composizione: “Le vergini delle
rocce” (1896); per finire con il “Ciclo del
Melograno” –i cui frutti possono domare
le passioni sì da pervenire alla ‘bellezza
assoluta’- cui appartiene il solo romanzo:
“Il fuoco” (1900).
La cercata residenza al ‘Convento Michetti’ sulla collina di San Franco con vista mozzafiato sulla ‘costa dei trabocchi’ (aggeggi da pesca, questi, tanto cari anche a Celestino V papa -1209/1296in ritiro spirituale nell’abbazia benedettina di San Giovanni in Venere a Fossacesia, che li definì ‘ragni giganti con le zampe immerse in acqua’) nel verde Adriatico (ove, per bocca di Andrea Sperelli: <…
misurava il suo respiro sul largo e tranquillo respiro del mare…>) attraverso
gli enormi oblò in fondo ai due porticati del chiostro che offrivano al pittore la
luce necessaria per i magnifici colori delle sue tele (il tutto mostrato con orgoglio
e spirito di mecenatismo dalla compianta nipote del ‘maestro’: Francesca Ricci), influenzò senz’altro le parole, le frasi descrittive dei personaggi, degli ambienti, dei movimenti snelli che caratterizzano “Il piacere”; così come i ritmi melodiosi della prosa furon dettati dalla musica dell’altro Francesco Paolo: l’ortonese Tosti.
Il “Libro primo”, cap. I, ha metà pagina iniziale intrisa di quella parte della
Grammatica -la ‘fonologia’- che contempla quell’omissione vocalica che va sotto
il nome di “troncamento” o ‘apocope’ [al
cui assunto Cesare De Titta (1862-1933),
che non usa il termine d’origine greca,
dedica nella sua “Grammatica Italiana
della Lingua Viva” per l’editore Carabba di Lanciano -2^ ed. 1907, £.1.50- ben
due pagine (20 e 21); peraltro, pur essendo conoscitore delle opere del ‘vate’ –ma
non dannunzista- l’erudito di Castelfrentano non utilizza mai esempi tratti dai
componimenti del pescarese, attingendo unicamente dal Pascoli]: se ne contano più di dieci: ‘tepor, ciel, fin, ch’esalavan (elisione+troncamento), levavan,
sorgon, tal, paion, imagine (sincope),
special, sfogliar… Interessante, per la levità dell’opera, è il gioco ‘sincope-epentesi’: sempre dal ‘Libro primo’, cap. II,
pag. 38 de “Il piacere” –Ed.Newton Compton, 1995- riferito al Legato del Sol Levante ‘Sakumi’: <Le falde della sua giubba
Milano –all’epoca direttore de “Il Popolo
d’Italia”- quando il Governo di Francesco
Saverio Nitti ordinò al Maresciallo Enrico Caviglia l’isolamento della città di Fiume. Raccontava Indro Montanelli, amico
di Scimoi, che il giapponese fu testimone
di continui alterchi tra il ‘Vate’ e il futuro ‘Duce’, a riprova anche che il poeta-comandante <non fu mai fascista>, come recentemente ammesso persino da Giordano Bruno Guerri: per D’Annunzio, Mussolini era <nu cafone>; per il maestro di Predappio, il pescarese era <nu pagliacce>!
Intanto il maturo venticinquenne Gabriele immortala la toponomastica di piccoli
centri d’Abruzzo nella patronimica nobiliare de’ personaggi del romanzo: ‘la duchessa di Scerni’; ‘Don Filippo del Monte’; ‘Donna Francesca d’Ateleta’; ‘il baro-
F. P. Michetti ritrae G. d’Annunzio nello studio di Francavilla
erano troppo abondanti…>, si può notare la maestria dell’autore nell’aver ridotto (sincope) la bilabiale sonora in un semantema (‘abondanti’) che fa della doppia la sua essenza: evidentemente il vate ha inteso rimarcare la piccolezza figurativa e comportamentale del Giapponese, oggetto di risa e presa in giro. Un eloquente esempio di ‘epentesi’ (aggiunta di
consonante) è a pag. 36, nella descrizione dell’ideale femminile di Andrea Sperelli, in un periodo ricco di ‘troncamenti’: <Idealmente egli si sentiva attratto da
una di quelle cortigiane del secolo XVI
che sembrano portar sul volto non so
qual velo magico, non so qual transparente maschera incantata…>. Qui l’aggiunta della nasale ‘n’, di per sé sonora, accentua la sonorità della vocale ‘a’ e
quindi la chiarezza espressiva del semantema ‘transparente’: sembra anche –e chi
lo può negare- un omaggio franco-iberorumeno agli idiomi neolatini. Classico
esempio di ‘prostesi’ (aggiunta di vocale
iniziale) è a pag.42: <Ci sono certi sguardi
di donna che l’uomo amante non ‘iscambierebbe’ con l’intero possesso del corpo>. Di questo elemento grammaticale,
l’imaginifico si ricorderà più tardi, componendo la lirica “I pastori” inserita nella raccolta “Alcyone” (1903): <…’isciaquio’, calpestio, dolci romori…>.
Un nipponico verace e suo collega, però, il vate lo incontrerà trent’anni più
tardi, nel 1920, durante la Reggenza del
Carnaro: è il corrispondente di guerra
e scrittore Harukichi Scimoi, nato a Fukuoka nel 1883, studente d’Italiano all’Università di Tokyo, si trasferisce da noi
ed insegna Lingua Giapponese alla Regia Università Orientale di Napoli sino
al 1924, anno in cui fa ritorno in patria.
D’Annunzio lo accoglie con un avviso autografato e datato 1 febbraio 1920 –rinvenuto da chi scrive- ai cittadini del territorio irredento: <Fiumani, è giunto fra noi
il grande poeta giapponese Haru Kici Scimoi fraterno amico mio e di Fiume….>.
Gabriele si servirà di lui quale messaggero per i contatti con Benito Mussolini a
ne d’Isola’; ‘la contessa di Lucoli’; ‘Galeazzo Secinaro’; ‘il signor conte di Gissi’;
‘i marchesi di Massa d’Albe’; ‘Roberto di
Casteldieri’; Gino Bomminaco. Poiché l’imaginifico non sceglieva niente a caso,
c’è da supporre che il personaggio principale de “Il piacere” abbia nome e titoli appropriati al suo carattere: ‘conte Andrea Sperelli Fieschi d’Ugenta’, ovvero:
‘Andrea’, dal greco ‘aner, andros’= uomo virile; ‘Sperelli’, dialetto abruzzese-laziale: ‘sperelle’=per dirla con il vate, pag.
58: <tra larghe nuvole bianche…scorgevasi una zona di raggi (di sole)…>; ‘Fieschi’=antico longobardo: frisk=tributo;
d’Ugenta=numerale, forma arcaica (200).
“Il piacere”, come s’è detto in apertura,
è un romanzo psico-pedagogico; lo dice
l’autore stesso, Libro I, cap. II (pag. 33),
accennando all’educazione di Andrea
Sperelli:: <…adolescenza nutrita di studi varii e profondi…Egli alternò le lunghe
letture coi lunghi viaggi…; potè compiere la sua straordinaria educazione estetica sotto la cura paterna, senza restrizioni e costrizioni di pedagoghi>. Ma non si
capisce l’intento formatore del romanzo
stesso se non si tien conto della filosofia
del padre educatore di Andrea: <Bisogna
fare la propria vita, come si fa un’opera
d’arte>. Ed ancora: <Bisogna conservare
ad ogni costo intiera la libertà, fin nell’ebrezza. La regola dell’uomo d’intelletto,
eccola: -‘Habere, non haberi’>.
Questa massima latina è la chiave
di lettura del romanzo: <Habere, non
haberi>=’Possedere, non essere posseduto’ (dalle passioni, dal piacere) è il
motto del filosofo dell’antichità Aristippo di Cirene (435-360 a.Cr.), frequentatore di Socrate ad Atene, interlocutore
di Platone a Siracusa. Per Aristippo il fine dell’uomo è il ‘piacere’, non la ‘felicità’; il piacere coincide con il ‘bene’, che
vive solo nell’attimo del presente: il ricordo del piacere passato e la speranza del
piacere futuro, non esistono. Il fondatore
della ‘Scuola di Cirene’ celebrò l’atteggiamento di chi ‘gode senza divenir schiavo
del proprio godimento’. Alla maniera di
Jean Jacques Rousseau (1712-1778) che
pure aveva diviso il suo ‘romanzo pedagogico’, “L’Emile” –sottotitolo: ‘ou de l’Education’- in quattro parti, dalla nascita
all’età adulta del personaggio principale,
educato ‘secondo natura’, il nostro Gabriele propone il proprio ‘romanzo pedagogico’: “Il piacere” (ma potrebbe benissimo essere intitolato ‘Andrea, o della Formazione’), anch’esso diviso in quattro ‘Libri’, il cui personaggio principale è
formato all’insegna dell’opera d’arte.
L’ambiente nel quale si svolge la storia
del ‘dandy’ Andrea è la Roma umbertina, ricca di scorci fantastici degni dei paesaggi nelle tele dei pittori sublimi, di palazzi gentilizi e di giardini eleganti e ricchi
di fascino, però già contaminati da profanatori senza scrupoli: <Erano nella Villa
Sciarra, già per metà disonorata dai fabricanti di case nuove>. Il vate ci offre uno
spaccato delle corse di cavalli, di sfide a
duello tra uomini d’onore, di gite fuori
porta con ‘legni’ e carrozze, di aste pubbliche d’oggetti d’antiquariato frequentate dall’alta società, di look accattivante di alcune signore: <…e si scorgevano
sotto le ascelle due ciuffi rossastri troppo abondanti>. Le citazioni dotte sono innumerevoli e in varie lingue: francese, inglese, tedesco, spagnolo, latino e greco,
perfino giapponese. Ma una, colpisce, in
particolare: la citazione da un testo vedico in ‘sanscrito’; eccola, dall’inizio del
Libro secondo: <Il gran soffio d’idealità
che esalano i libri sacri indiani studiati e
amati un tempo, pareva lo sollevasse [riferito allo Sperelli, convalescente, dopo
essere stato ferito in duello]. E tornava
a risplendergli la formula sanscrita, chiamata Mahavakya, cioè la Gran Parola:
“TAT TWAM ASI”; che significa: “Questa
cosa vivente sei tu”>.’Mahavakya’ racchiude in sé quattro enunciati filosofici
dei ‘Veda’ e il ‘tat twam asi’ evocato dal
vate è ciò che identifica il ‘tu’ con ‘Quello’, cioè ‘l’Infinito, l’Universo, il Dio creatore del Mondo’. Sembra soltanto, a prima vista, uno sfoggio di cultura; ma il ‘tat
twam asi’, l’identificazione del “tu” con
“l’essere supremo” (ne ‘Il piacere’, con
l’opera d’arte), annuncia l’incipiente influenza su l’imaginifico degli scritti di Federico Nietzsche e delle sue teorie intorno al ‘superuomo’. Sì, perché nell’antico
indiano il pronome di prima persona singolare: “IO”(Brahman) è usato solo per
indicare la divinità, essendo il pronome
di prima persona singolare per indicare
una persona: “TU” (Asi); e quello di terza, il “Sè’”(Atman). Un lustro più tardi, infatti, vede la luce il primo romanzo superomistico: “Il trionfo della morte” (1894)
e, l’anno dopo: ” Le Vergini delle rocce”
(1895). Ma il giovine dandy Andrea Sperelli, ‘alter ego’ del ‘vate’, passando dalla passione per una donna a quella per
un’altra, fotografa anche la vita dello
stesso poeta pescarese, preso tra l’amore per la propria moglie contessina Maria Hardouin di Gallese –che gli ha dato
tre figli: Mario, Gabriellino e Veniero- e la
passione per una nuova fiamma: Barbara, all’anagrafe Elvira Natalia Fraternali,
sposata (poi separata) al conte bolognese Leoni. Ovviamente Barbarella non sarà l’ultima; il ‘vate’ ha necessità di nuove
infatuazioni per dare alimento alla propria arte letteraria: <- L’Arte! L’Arte!- Ecco l’Amante fedele, sempre giovine, immortale; ecco la Fonte della gioia pura,
vietata alle moltitudini, concessa agli
eletti; ecco il prezioso Alimento che fa
l’uomo simile a un dio> (“Il piacere”: Libro Secondo, cap. I-pag.110).
“Habere, non haberi”, tratto dal pensiero di Aristippo, sarà il proprio motto,
illustrato dal suo incisore ‘liberty-floreale’ preferito, il marchigiano di Montefiore
dell’Aso: Adolfo de Carolis (1874-1928).
Mario Nardicchia