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editoria d’arte 1€ Domenica 19 Aprile 2009 “ www.sillabe.it www.unita.it Anno 86 n. 105 Il capitale cerebrale e umano è identico per l’uomo e la donna, solo che nella donna viene distrutto dalla cultura sociale, mentre nell’uomo viene sopravvalutato. Rita Levi Montalcini, 18 aprile VOLTI NUOVI ALLA RAI Mimun e gli altri La squadra di Palazzo Grazioli ha un lungo curriculum di censure e mezze verità: dal «kapò» tagliato al caso Mills p ALLE PAGINE 4-7 Abruzzo, Napolitano accusa Il premier frena le inchieste Disastro terremoto Il capo dello Stato: danni aggravati dal disprezzo delle regole e dalla sete di potere. Per Berlusconi le indagini sono una perdita di tempo La Procura: andiamo avanti. «Sconcerto» del Csm p ALLE PAGINE 8 - 11 2 www.unita.it Diario DOMENICA 19 APRILE 2009 GIOVANNI MARIA BELLU Oggi nel giornale Vicedirettore [email protected] PAG. 18 IL CASO Dramma nella nave dei profughi Italia e Malta la respingono Filo rosso Fusione di notizie Nei quotidiani, in tutti i quotidiani, ci si incontra la mattina e si comincia a ragionare su come impostare il giornale che l’indomani sarà in edicola. Così facciamo noi all’Unità, così fan tutti. Ieri, uggioso sabato di metà aprile, i grandi temi su cui puntare erano due: il terremoto d’Abruzzo e le nomine alla Rai. Dunque ci siamo riuniti, abbiamo ragionato su come trattarli, abbiamo parlato coi nostri inviati, ed eravamo convinti di aver concluso la prima parte del nostro lavoro quotidiano quando si è verificato un fenomeno sorprendente. Un fenomeno, in un certo senso, «sismico». Perché quelle due tematiche - le nomine alla Rai e il terremoto - hanno cominciato ad avvicinarsi l’una all’altra. Fin quasi a fondersi nel sogno autoritario del nostro premier il quale - dobbiamo riconoscerlo - non finisce mai di sorprenderci. Mai avremmo immaginato che sarebbe stato in grado di polemizzare con la magistratura impegnata in un’indagine difficile e delicata come quella sulle responsabilità nei crolli. Mai che addirittura l’avrebbe fatto mentre, tra le macerie ancora fumanti, raccontava una barzelletta. Mai che avrebbe detto l’esatto contrario (proprio l’opposto) di quanto sullo stesso argomento stava dicendo il capo dello Stato. Né - come scrive Claudia Fusani - che sarebbe stato capace di unire questa esortazione a «non perdere tempo con le indagini» all’esplicitazione di un desiderio che in altri paesi democratici suonerebbe come una bestemmia: «Per favore non riempiano le pagine dei giornali di inchieste». L’organigramma della nuova Rai è, da questo punto di vista, una garanzia. Tra i candidati alla direzione di Raidue c’è una giornalista del Tg1 che, come ci ricorda Marco Travaglio, nel 2003 si distinse perché, unica al mondo, non diede notizia dell’insulto rivolto dal nostro premier al capogruppo socialista tedesco Martin Schultz: «Kapò». All’epoca non si sapeva ancora della passione di Berlusconi per le barzellette sui lager e l’appellativo fu interpretato dall’intero Parlamento europeo come un insulto. Solo il Tg1, diretto allora da Clemente Mimun, capì subito che Berlusconi scherzava. Ora Mimun dirige il Tg5 e l’inviata che realizzò il servizio è tra i candidati alla direzione del seconda rete. Aggiungiamo, per la gioia dei lettori più maliziosi che Martin Schultz, poco prima di essere insultato da Berlusconi, aveva svolto un intervento molto critico su una certa situazione che distingueva l’Italia da tutte le grandi democrazie occidentali: il conflitto d’interesse. Ai lettori dotati di stomaco forte invece suggeriamo di leggere il dossier di Federica Fantozzi sull’informazione offerta dai nostri telegiornali pubblici negli ultimi anni. Il premier, comunque, ha smentito: le indiscrezioni sull’organigramma Rai sono infondate. Arriveranno volti nuovi e giovani, ha assicurato. La nostra copertina suggerisce un’ipotesi che, forse, aiuta anche a capire come mai vicende diverse come un terremoto e le nomine dei direttori dei telegiornali possano, a fine giornata, diventare quasi una notizia sola. PAG. 16-17 ITALIA Franceschini ai candidati del Pd: «Prendiamo esempio da Obama» PAG. 22-23 CONVERSANDO CON Marisa Paredes: io, la Spagna e il cinema di Benigni e Fellini PAG. 24-25 MONDO Obama-Chavez, stretta di mano PAG. 30 ECONOMIA Francia, ora il black out selvaggio PAG. 14-15 ITALIA 25 Aprile, il premier: forse ci sarò PAG. 36-37 L’INTERVISTA Valerie Tasso: la ninfomane proibita PAG. 47 SPORT Gp Cina: Wettel in pole, male le Ferrari Dai soci produttori della cooperativa un autentico extra vergine Toscano IGP direttamente a casa vostra Vendita Diretta nei frantoi di: Vinci (Fi) - Via Beneventi, 2/b Tel. 0571 56247 Lamporecchio (Pt) Via Giugnano, 135 Tel. 0573 803210 www.molinodelladoccia.it PARLANDO DI... Terremoto Una scossa sismica di magnitudo 3,6 ha colpito ieri alle 15.50 l'area vicina alla città di Zielona Gora, in Polonia, città gemellata con L'Aquila dal 1996. Staino DOMENICA 19 APRILE 2009 3 CESARE BUQUICCHIO [email protected] 5 risposte da Luca Neri Autore del libro-inchiesta «La baia dei pirati» 1 Pirati condannati Quella dei giudici svedesi contro i «pirati» del web è solo una sentenza di primo grado. Per ora è solo simbolica: il sito è attivo e milioni di persone, anche in questo momento, stanno scambiando gratuitamente film e musica. 2 Zorro Marco Travaglio Domenica in (ginocchio) ronache di ordinario regimetto. Domenica In, sette giorni fa: Lorena Bianchetti, pia conduttrice di ascendenze vaticane, ospita il mago Silvan che armeggia con bacchetta e foulard per farle sparire l’anello dal dito. Il prestigiatore, con grave sprezzo del pericolo e del contraddittorio, azzarda una battuta: «La bacchetta magica la impresteremo a Berlusconi» (che aveva confidato dall’Aquila di non averne una). Alla parola «Berlusconi» cala in studio un gelo polare. La Bianchetti vede passare dinanzi a sé tutto il film della sua vita (una serie di fotogrammi vuoti): il cerone si fa bianco-cadavere e poi verde-bile, la mandibola si contrae in un’orrenda paresi, l’occhio sbarrato cerca un aiuto che non arriva. Maschera di terrore. Le telecamere non documentano quel che avviene in studio: C 3 un agitarsi convulso di assistenti, autori e funzionari che mimano il cappio al collo, o la raffica di mitragliatrice, o la V di Vauro, poi congiungono le mani in preghiera. Intanto l’anello sparisce e l’ingenuo Silvan sorride in attesa dell’applauso. Niente. Pochi istanti di vuoto, poi la poveretta ritrova la favella e, con un fil di voce, esala: «La tua battuta era assolutamente personale. Colgo l’occasione per ringraziare le istituzioni molto presenti sul campo con grande impegno concreto e tutti i volontari e le persone che stanno dimostrando grande unità. Perdonami, Silvan, è un’osservazione che personalmente volevo fare». Stacco pubblicitario: la portano via. Se la caverà con una settimana di sospensione, al massimo con un deferimento al Comitato Etico. Il compagno Silvan invece ha chiuso.❖ Usa ed Europa Con Bush gli Stati Uniti erano l’avanguardia contro il «peer to peer». Arrivando anche al clamoroso autogol delle ingiunzioni mandate direttamente ai cittadini che scaricavano file. Con Obama la situazione si è ribaltata e le multinazionali americane cercano di usare le sentenze per fare lobbying sui governi europei. Disobbedienza La vera differenza tra i processi del passato e questo è che gli svedesi non «piratano» per il business, ma per un atto di disobbedienza civile. Non potranno mai risarcire le multinazionali dei milioni di euro richiesti e se dovessero andare in galera diventerebbero dei moderni martiri. 4 A chi fanno paura? A chi controlla l’industria culturale e il consenso. A Mediaset fa paura l’idea che milioni di adolescenti mollino la tv per stare sul Pc a crearsi il loro palinsesto (senza pubblicità). 5 Cosa sta «scaricando»? Una serie tv italiana Boris. Qui a New York non avrei altro modo per vederla. www.unita.it Annuale 7gg/Italia 6gg/Italia Postali e coupon Semestrale 7gg/Italia 6gg/Italia Annuale 296 euro 254 euro 7gg/estero 1.150 euro Estero 153 euro 131 euro Semestrale 7gg/estero 581 euro Postale consegna giornaliera a domicilio Coupon tagliando per il ritiro della copia in edicola Versamento sul C/C postale n° 48407035 intestato a Nuova Iniziativa Editoriale Spa, Via Benaglia, 25 - 00153 Roma Bonifico bancario sul C/C bancario n. Iban IT25 U010 0503 2400 0000 0022 096 della BNL, Ag. Roma-Corso (dall’estero Cod. Swift: BNLIITRR) Importante inserire nella causale se si tratta di abbonamento per coupon o per consegna a domicilio per posta. 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In qualsiasi altro paese civile un simile comportamento sarebbe impensabile».❖ Palazzo Grazioli p Silvio Berlusconi smentisce i nomi trapelati ieri sulle nomine. «Saranno altri, volti nuovi» p Dura la replica del Pd: «Non sono decisioni che si prendono a casa del patron Mediaset» Il Pd insorge «La Rai non è una torta da spartire» Il premier smentisce la rosa di nomi trapelati per le poltrone Rai, ammettendo di conoscere quelli veri. Dal Pd dura replica di Franceschini: «La Rai non è una torta da spartire. Noi non risponderemo alle telefonate». MARIA ZEGARELLI ROMA «Io non ho fatto né farò mai telefonate con il governo». Di più: se Gianni Letta dovesse chiamare il segretario sarà impegnato in altre faccende. Dura la replica di Dario Franceschini sulla vicenda delle nomine Rai decise l’altro ieri a palazzo Grazioli, in casa del premier nonché patron della concorrenza alla tv di Stato. Quella delle caselle Rai da riempire, dice il segretario Pd, «è una materia di competenza del Cda Rai che deve decidere, le scelte si fanno lì non a casa del premier. Non è una torta da spartire, ma il sistema pubblico televisivo» CDA RAI E CDA MAGGIORANZA Non la pensa proprio così il presidente del Consiglio, che ormai non distingue più tra Rai e Mediaset, casa sua e Palazzo Chigi, Cda Rai e «Cda maggioranza». Ieri durante la settima - settima - visita a l’Aquila ha precisato che quello svoltosi con Maroni, Calderoli, Cicchitto, Bocchino, Gasparri, Quagliariello, Ronchi, Romano e Brancher a Palazzo Grazioli non era un vertice, ma «una colazione di lavoro». Che si è svolta a Palazzo Grazioli perché «il presidente Berlusconi ha un grande senso del denaro pubblico. E spesso non lavora a Palazzo Chigi perché gli capita di fare telefonate che non sono propriamente della Presidenza del Consiglio e non si sente di impiegare i soldi pubblici per cose che non siano relative al servizio pubblico che lui svolge». E chissà se tra le telefonate fatte dal pre- Il premier infelice «I media italiani non dicono quanto sia apprezzato» sidente risparmiatore, in quanto capo politico ci sia finita anche quella diretta al Dg Mauro Masi, per discutere proprio delle poltrone di Tg e reti pubbliche. Poco importa se non dovrebbe essere di competenza nè del premier né del leader del Pdl. LE POLTRONE Il quadro delineato l’altro giorno - su indiscrezioni fatte filtrare dagli ospiti Le reazioni Siddi, Fnsi: «Caduta di stile Adesso è ora di cambiare» «Èvergognoso quello chesta accadendo. È una situazione che chiama incausa la credibilità del presidente e del direttore generale della Rai. Non abbiamo condiviso ieri questi metodi, non li condividiamo oggi. Né basta dire che sono validi solo perché li hanno applicati in passato. Ci deve essere un tempo in cui si cambia». Il sindacato Rai: «Potremmo chiamarci Usigraiset» «Potremmo anche essere d’accordo con Berlusocni. Una sola la differenza: noi pensvamo che non potessero essere veri quei nomi, ci sembrava troppo. Lui che sa, ci rassicura.Una confessione,invero, ma gradita. Stiamo valutando di cambiare il nostro nome in Usigraiset, almeno per avere titolo ad un’interlocuzione con chi sa e naturalmente può». Di Pietro, Idv: «Dittatura di ritorno» «Non lo dobbiamo dire se no si offendono, ma nel nostro paese c'è una dittatura di ritorno e l'ultima volta è stato dimostrato l’altroieri sera quando nella casa privata del presidente del Consiglio, si è riunito un gruppo di persone per decidere i nominativi dei dirigenti della Rai». Cesa, Udc: «No ai giornalisti in conto terzi» «Alla Rai non servono volti nuovi e facce più giovani che magari si sono contraddistinti più per la loro compiacenzache per laloro professionalità. Servono uomini e donne preparate professionalmente che siano garanti di serietà e pluralismoper il servizio pubblico e non in conto terzi». del vertice - era grosso modo questo: Clemente Mimun dal Tg5 al tg1; Mauro Mazza a Raiuno; Mario Orfeo (o Augusto Minzolini) al Tg2; Antonio Caprarica al Tg 3 (ma nella rosa anche Bianca Berlinguer) Piero Vigorelli alle testate regionali del Tg3 (l’anno prossimo ci saranno le elezioni regionali e Vigorelli è una garanzia); Carlo Rossella in forse a Rai Fiction; Antonio Di Bella alla direzione di Rai 3, Belpietro al Tg5, mentre per la direzione di Raidue Susanna Petruni o Ida Colucci come vice (molto sponsorizzata da Paolo Bonaiuti). Certo, c’è chi può finire al tg anziché al tg1, a Raiuno, anziché Raidue, ma sarebbero dettagli. Tutto smentito ieri da Berlusconi ( Masi tace): «I nomi che circolano per le nomine alla Rai sono infondati. Le cose che sono sta- Il segretario Pd Noi non parliamo al telefono con Letta Spetta al Cda fare i nomi te scritte non corrispondono affatto a quello di cui si è fuggevolmente parlato. Le nomine degli enti si faranno e il presidente del Consiglio ha suggerito di non farle a spizzichi e bocconi». I nomi che verranno fuori, ha assicurato - ammettendo di sapere bene quali saranno - sono altri, non quelli circolati finora. Facce nuove. Un’aria, possibilmente, più consona ai desiderata di Palazzo Chigi. L’AMAREZZA DEL PREMIER C’è grande amarezza, infatti, presso la presidenza del Consiglio, per come i media italiani raccontano l’Italia. Il premier si è sfogato, tra i terremoti: «Questa mattina mi è arrivata una nota da parte del ministero degli Esteri dove si mostrava l’apprezzamento sui capi di governo dei maggiori paesi dell’Occidente. L’apprezzamento che mi riguarda personalmente è pari al 73,5%, di gran lunga superiore a quello degli altri primi ministri, ma se si vedono i media italia- F FRASE DI... GIORGIO LAINATI E Palazzo Chigi salva anche il canone tv Vertici in casa per risparmiare denaro pubblico, e azioni decisive per convincere gli utenti Rai a conti- «Il primo a voler garantire l’autonomia alla Rai è il premier, come ha chiaramente detto di fronte alle solite speculazioni giornalistiche che costruiscono ad arte presunti organigrammi» nuare a pagare il canone. Il presidente del Consiglio non perde un minuto del suo tempo, tra un’apparizione tv e un’intervista a tutti i Tg suoi e della Rai. Ieri ha spiegato, tra le altre cose, che un altro dei suoi meriti è il seguente: «Abbiamo fermato innumerevoli iniziative di cittadini che non volevano pagare il canone Rai,le abbiamo fatte rientrare tut- te». Perché la Rai non deve fare trasmissioni contro qualcuno nè contro la maggioranza, né contro l’opposizione. Il servizio pubblico, pagato con i soldi dei cittadini, deve formare, informare e divertire». Avrà spiegato agli utenti che d’ora in poi saranno solo grandi risate. Così, l’allarme è rientrato. Tutti in fila a pagare il canone.❖ DOMENICA 19 APRILE 2009 5 Palazzo Chigi Foto di Riccardo De Luca La sede Rai di viale Mazzini ai tempi dei girotondi ni si ha un’impressione diversa». Colpa del fatto «che il mondo della stampa italiana non rappresenta quella che è l’Italia di oggi». Rappresenta un’altra Italia, «non quella attuale vicina al presidente del Consiglio, che si riconosce nell’azione di governo e del premier». «Se continuano i vertici privati per designare i dirigenti Rai dice Franco Merlo, Pd, della Vigilanza Rai - gli italiani capirebbero una cosa sola, e cioè che la destra tutta, e non solo qualche spicchio, si farebbe interprete di una concezione organicamente proprietaria ed esclusiva del servizio pubblico. Persino una pessima legge come la Gasparri non prevede questa grave e pericolosa degenerazione».❖ IL LINK INFORMAZIONE SENZA CENSURE www.articolo21.info Mimun non andrà al Tg1, ecco perché Ipse dixit lemente J. Mimun, che ai tempi della sua indimenticabile direzione del Tg1 ebbe un lungo scambio espistolare con questo giornale, meno di un mese fa non ha voluto interrompere il proverbiale rapporto. E a fronte di un articolo della nostra collega Natalia Lombardo, che spesso ha pizzicato negli anni passati le debolezze del tg della rete ammiraglia della Rai, che lo dava candidato a ridirigere qualcosa a viale Mazzini, a pie’ fermo ha inviato una missiva di smentita che non ammette repliche né dubbi. C «Le sarei grato - ha scritto Mimun rivolto al direttore Concita De Gregorio, nella lettera pubblicata su l’Unità dello scorso 27 marzo - se potesse evitare di farmi citare nel totonomine Rai perché, contrariamente a ciò che sostiene Natalia Lombardo, non ho alcuna intenzione, o interesse, a tornare in Rai, visto che al Tg5 faccio un lavoro che mi interessa, mi diverte, con soddisfazione mia e di Mediaset». Questa è una prova, se vogliamo, che ieri il presidente del Consiglio ha detto la verità, quando ha annunciato volti nuovi nelle prossime nomine ai vertici dei tg e delle reti Rai. Noi, ma anche Mimun, su chi non andrà, siamo tranquilli.❖ L’Unità, 27 marzo Eccol’integrale della lettera inviata da Clemente J. Mimun a l’Unità e pubblicata nella edizione del 27 marzo scorso. 6 DOMENICA 19 APRILE 2009 Primo Piano Assalto alla Rai Poltrone in palio Chi entra e chi esce a Saxa Rubra CLEMENTE J. MIMUN Censurò il Berlusconi-«kapò». In corsa per il Tg1 SUSANNA PETRUNI Inviata al seguito del premier, in corsa per Rai2 CARLO ROSSELLA Ritoccò la foto del premier. Andrà a Raifiction? p La filosofia al Tg1 e al Tg2: in Italia tutto va bene e chi contesta è un violento e un criminale p Dal caso Mills agli studenti di Cosenza informazione a senso unico asservita al governo Mezzibusti e mezze verità Cortigiani sul piccolo schermo Otto anni di affettuosità per Berlusconi dalla tv di Stato. Tg1 e Tg2 ma anche «Porta a Porta» e RaiSat. Cambiano i direttori non l’atteggiamento verso il potere. Quando Mazza criticò RaiSport sul tifo di Prodi. FEDERICA FANTOZZI [email protected] Ecco un riassunto dei rapporti (ottimi) tra Berlusconi e la tv di Stato negli ultimi 8 anni. Dagli episodi più recenti al 2002: l’atteggiamento della Rai è straordinariamente identico a se stesso. NO MILLS NO PARTY Il 18 febbraio 2009 l’avvocato inglese David Mills, coimputato di Berlusconi (la cui posizione però è stata stralciata) viene condannato a 4,5 anni di carcere per corruzione. Il Tg1 delle 20 non dà la notizia nei titoli di apertura. “Articolo 21” così ricostruisce la giornata: «La sentenza viene pronunciata intorno alle 15,15. Il Tg1 dimentica di inserire la notizia nei titoli di testa. I titoli aprono con il trionfo del PdL in Sardegna e le dimissioni di Veltroni; chiudono con la proposta per Mina senatrice a vita. Il servizio su Mills è al 20esimo minuto». Al Festival del Giornalismo di Perugia una studentessa racconta pubblicamente di aver chiesto spiegazioni al direttore Gianni Riotta, ottenendo questa risposta: «La notizia tra i titoli c’era. L’ultima persona che lo ha negato è stata querelata per 150mila euro». QUELLI CHE... CI PROVANO Il 2 novembre 2008 il Pd attacca la trasmissione Quelli che il calcio per «dileggio e bassa demagogia». Motivo: un siparietto tra Simona Ventura e Alda D’Eusanio sui gioco della torre. «Il confronto era tra un’immagine radiosa di Berlusconi e una corrucciata e sgradevole di Veltroni». Alla fine D’Eusanio defenestrava il secondo. Nel 2001 aveva telefonato Gasparri per protestare contro una battuta di Gene Gnocchi: Ventura aveva difeso la libertà di satira. ONDA VIOLENTA Il 3 ottobre 2008 il Tg2 dedica 2 minuti di servizio alla contestazione studentesca a Berlusconi a Cosenza. Per il Pd «il Tg2 di Mauro Mazza ha fornito un’informazione in stile berlusconiano. Si è descritta una manifestazione di studenti come un raduno di violenti e ignoranti». PERICOLO SPORTIVO Ottobre 2007. Nel frullatore della censura finisce pure RaiSport. Il telecronista Enrico Varriale lamenta, in una lettera a Repubblica, che il direttore del Tg2 Mauro Mazza ha prima tagliato dal suo servizio una frase di Donadoni sulle primarie del Pd e poi lo ha criticato «per aver detto in una trasmissione sportiva che Prodi era tifoso del Torino». LE BARE DELLA LEGA 13 febbraio 2005. A Verona durante una manifestazione leghista appare una bara simbolica dedicata al pm Guido Papalia. In prima fila c’è il ministro Calderoli. Si scatena un putiferio politico di cui il Tg1 non dà affatto notizia. VIVA LE BUONE NOTIZIE Le reazioni Nencini: «Così il premier ha risparmiato la luce» «Con le nomine Rai effettuate a Palazzo Grazioliabbiamo risparmiato». Lo ha detto, con una battuta, Riccardo Nencini, segretario del Partito socialista. «Avendole fatte a casa - ha proseguito Nencini - Berlusconi ha risparmiatomezzo chilowatt dienergia elettrica a Palazzo Chigi». Il 2 dicembre 2004 esce il rapporto Censis. È il quadro tragico di un paese impaurito da criminalità e carovita. Il Tg1 relega la notizia in fondo al sommario: «Censis, l’Italia reagisce». Per il Corriere invece è «Censis, l’Italia ha paura del futuro». Dieci giorni dopo ecco il maxiemendamento alla Finanziaria. Tutti i giornali parlano di “Stangata”. Il Tg1 riferisce solo degli stanziamenti. E allude vagamente alle norme che colpiscono le tasche dei cittadini definendole “ritocchi”. TIMORI ECCELLENTI Articolo 21: «Berlusconi conferma le violazioni» Leparole dichiarimento del premier sulla Rai «sono la più clamorosa conferma delle violazioni in atto e persino della violazione della pur timidissima legge sul conflitto di interessi voluta da Frattini». Lo afferma il portavoce di Articolo 21 Beppe Giulietti: «Ci auguriamo che le autorità di garanzia, in particolare l'antitrust battano un piccolo colpo». Merlo (Pd): «Il premier rispetti il ruolo del cda» «Se il presidente del Consiglio e la destra non vogliono più polemiche attorno alla Rai ma rilanciare la funzione del servizio pubblico c’è una sola strada: lasciare ai vertici di viale Mazzini la guida e la gestione dell' azienda». Lo dice Giorgio Merlo, vicepresidente Pd della Vigilanza Rai. 3 novembre 2004. Il cdr della sede Rai di Milano denuncia “pressioni” sui giornalisti che seguono i “processi eccellenti” contro Berlusconi e Previti. Pochi mesi dopo Enrico Rotondi, il cronista che segue queste vicende, viene rimosso dall’incarico. Il 10 dicembre 2004 c’è la sentenza del processo Sme-Ariosto. Per Berlusconi, una prescrizione e tre assoluzioni. A Milano il Tg1 non ha un inviato. La notizia viene data senza spiegare cosa significhi “prescrizione” né si parla di attenuanti generiche. Pare una splendida assoluzione con formula piena. TERRAZZE CON VISTA Il 6 luglio 2004 su RaiSat, un’intera settimana del programma Terrazze è monopolizzata dall’’intervista-fiume a Cesare Previti nel suo attico di piazza Farnese. SPOT A SPOT Il 28 giugno 2003 il Financial Times critica Porta a Porta per un lungo soliloquio di Berlusconi: «Uno spot elet- P PARLANDO DI... Giuliana Sgrena «Quando si limita la satira si rischia di cadere in un regime reazionario». Lo ha detto GiulianaSgrena, giornalista del manifesto candidata alle europee per la Sinistra. «A me non sempre piace Santoro, ma tutti devono avere il diritto di criticare il governo o comunque chi vogliono». MAURO MAZZA Il Pd: «È di stile berlusconiano». In corsa per Rai1 GIANNI RIOTTA Criticato per la copertura del Tg1 del caso Mills Foto Ansa DOMENICA 19 APRILE 2009 7 Sassoli: «Studio la notte da europarlamentare...» IdV: «Con le nomine in salotto altri casi Vauro» David Sassoli studia da candidato alle europee. Il vicedirettore del Tg1 illustra il profilo della sua candidatura per il Pd. In primo piano la trasparenza della politica: «Vogliamo liste pulite e dobbiamo saper essere coerenti». Dichiara Silvana Mura deputata dell'IdV: «Davanti a questo festival del conflitto di interessi nessuno si meravigli se episodi come la sospensione di Vauro, diventeranno la norma. La libera informazione è parente stretta della democrazia». Il Tg1 tagliò il «kapò» e il Financial disse: «Peggio dei sovietici...» Il famoso taglio del tg di Mimun sull’offesa a Schulz I protagonisti, oltre al citato direttore, sono quelli prossimi a fare avanzamenti di carriera Il caso MARCO TRAVAGLIO [email protected] l 2 luglio 2003 Silvio Berlusconi inaugura al Parlamento europeo il semestre di presidenza italiana. Il capogruppo socialista, il tedesco Martin Schulz, gli chiede conto dei suoi innumerevoli conflitti d’interessi. Lui, per tutta risposta, gli dà del “kapò” nazista e lo propone pere una parte in un film sui lager. L’intera assemblea protesta rumorosamente, il presidente Poettering invita il Cavaliere a scusarsi. Ma lui rincara la dose e dà dei “turisti della democrazia” a tutti gli europarlamentari che osano non ridere alle sue parole. Tutti i notiziari del mondo riportano la voce del Cavaliere, il suo sguardo prima beffardo e poi contrariato per la reazione dell’assemblea, e soprattutto i volti sconcertati del presidente della commissione Europea Romano Prodi e pure dei ministri Gianfranco Fini Fini e Rocco Buttiglione. I Berlusconi all’attacco torale di 90 minuti sulla tv pubblica». il Tg2 ha informato gli spettatori. BYE BYE BLOB VIDEOMONOLOGO Il 29 gennaio 2003 le reti Rai ricevono e trasmettono una videocassetta già registrata con monologo del presidente del Consiglio contro la magistratura. DUBBI 22 gennaio 2003. Il Tg2 spara: «Berlusconi tra i finanziatori dell’Unità. Chissà se Furio Colombo informerà i lettori». La notizia era falsa. Chissà se L’8 ottobre 2002 per leso berlusconismo salta Blob: lo speciale “Berlusconi contro tutti” previsto in seconda serata viene cancellato dai vertici Rai. Il direttore di RaiTre Ruffini dice: «La decisione non è mia, è stata presa direttamente dal dg Saccà». Che, sei anni dopo, sarà rimosso da Rai Fiction per l’intercettazione delle sue telefonate con il premier che sponsorizzava la presenza di attricette nei cast. ❖ Tutti, tranne il Tg1. Merito di Susanna Petruni, inviata al seguito, che già si è segnalata per aver tagliato l’immagine di Berlusconi che fa le corna al vertice di Caceres (Spagna, 2002) e per aver incollato una platea affollatissima (che in realtà stava applaudendo Kofi Annan) al discorso del premier che parla a un’assemblea dell’Onu desolatamente vuota, per via della pausa pranzo. Quella sera, anziché mostrare Berlusconi che dà del kapò a Schulz, Susanna riassume le sue parole, ma preferisce non farle ascoltare, mostrando altre parti del discorso. Il direttore Clemente J. Mimun, davanti alla Vigilanza, sosterrà che in fondo il ritorno al cinema muto non è poi così grave: censurare l’audio “è solo una tecnicalità, perché la frase c’era. Non è grave se il sonoro c’è o non c’è. È grave se la notizia è sottaciuta. Certo si sarebbe potuto fare meglio, ma altri non hanno fatto meglio di noi”. Infatti il Financial Times com- FRANCO MONACO Pd Il Cda Rai nomini chi vuole, ma escluda quelli che sono sulle pagine dei giornali perché deliberati a casa del premier. menta: “Neanche il telegiornale sovietico di Breznev avrebbe saputo far meglio”. La settimana scorsa, Susanna s’è superata snocciolando con aria rapita i dati di ascolto registrati dal Tg1 nel primo giorno del terremoto in Abruzzo, a mano a mano che i morti aumentavano. Ora, se tutto va bene, la Petruni andrà a dirigere Rai2, mentre il suo maestro Clemente J. tornerà al Tg1. Il talento va premiato. ❖ GALLERIA D’AUTORE Il volto delle donne Foto di XXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXo. Clsko àdgkje xxxxx xxxgoàkjepà xxxxxxxetijer pgj xxxxxx xxoejeo xxxxx eoi xxx xxxxx xjhe xxxxxxxxx oij3ofihx xxxxxx erogu xxxxx xxxxx xxxxxxx xxxrhgoe rhojhbfsjfvnskvjn s fkjhsf wjf s fh sc kmsn ikufhk sjvn vksnf àoweijào sivj slkcms zl kmn kznvlsvjk eoigjelkbmdlvkm xv woj Lzck osifj z licj lk csklfj wp. 8 DOMENICA 19 APRILE 2009 Primo Piano L’emergenza continua DENTRO IL SISMA «Ci dicevano, state tranquilli» Crepe Aiuti dagli Usa L’attore italo-americano nelle stanze, umidità, il pilastro «marcio» della mensa. Lo dicono gli studenti. «L’architetto ci disse di stare tranquilli dopo la scossa del 30 marzo» Danny Aiello ha organizzato un evento nel New Jersey per raccogliere fondi per i terremotati in Abruzzo. Si tratta di una cena di tema italiano: il ricavato andrà alla sottoscrizione aperta negli Usa dalla NIAF, la più importante organizzazione degli italiani d’America, per aiutare le vittime. p La propaganda del governo fa a botte con una realtà molto pesante p Ieri sono iniziate le disinfestazioni per prevenire rischi sanitari Tendopoli, una vita difficile Senza stufe e con la dissenteria La situazione non è quella che dipinge il premier che è andato sette volte per rassicurare sulle sue intenzioni. Ma il freddo è pungente e lontano dalle telecamere la gente non sta bene. Polemiche tra i Comuni. MARCO BUCCIANTINI INVIATO A L’AQUILA L’ottimismo al posto dell’acqua calda, le barzellette al posto delle stufe, l’incrollabile fiducia al posto della ragionevole realtà. Contro la dissenteria però non si può nulla. I volontari e le forze di polizia fanno il massimo, ma la situazione è ancora difficile, «e dire che va tutto bene non ci aiuta. Purtroppo dovremo creare ancora disagi a queste sfortunate persone, e non possiamo ingannarle». È la sobria lamentela della protezione civile al campo di piazza d’Armi. Che tanto fa e e tanto dovrà fare. Magari supportata dagli esperti: nella tarda serata di ieri sono cominciate le disinfe- I volontari «Dire che va tutto bene non aiuta il nostro lavoro» stazioni nei campi. Quindi non va tutto bene, come ripete indefesso il premier. Ci sono i logici intoppi di queste convivenze promiscue e di fortuna, con l’inquietante fenomeno del randagismo ad aggravare le cose. Cani e gatti pascolano nelle macerie, e poi frequentano le tende. Che sono spuntate ovunque: ci sono 120 campi da controllare e assistere, un numero enorme, impre- visto da Bertolaso. Molti si sono organizzati spontaneamente, senza lo scrupolo e la conoscenza delle regole igienico-sanitarie, e solo dopo è giunta la protezione civile. C’è il rischio di epidemie, per questo si disinfetta. «Nelle tendopoli aquilane il 20% degli sfollati è affetto da diarrea, il picco c’è stato venerdì», rivela la Croce Rossa. Da ieri sera sono in uso anche le cucine e questo sarà provvidenziale. Finora tutta l’alimentazione nel capoluogo dipendeva dal catering di un’azienda di Avezzano. La gente è paziente, ma un po’ si lamentava di queste pietanze che arrivavano imbustate. E sempre simili, pranzo e cena. L’OPUSCOLO Da ieri in tutte le tendopoli girano gli opuscoli preparati dal sistema sanitario nazionale. Un vademecum sul comportamento e le precauzioni da tenere, soprattutto riguardo la conservazione dei cibi, specie nei campi ancora senza elettricità e quindi frigoriferi. Questa è l’insidia maggiore, ma non l’unica, come elenca Michele Fina, assessore provinciale all’Ambiente, con delega alla protezione civile: «C’è la questione dei bagni chimici, che i primi giorni sono stati svasati nella rete fognaria pubblica, ma questa è danneggiata. Tutta la rete idrica è lesa, le verifiche all’Aquila fanno già emergere un danno di un milione e mezzo di euro». Diffondere un’euforia ingiustificata non aiuta: «Per esempio, si continua a dire che il 50% delle case è agibile. Forse lo è dal punto di vista delle murature. Ma nessun controllo è ancora stato fatto sugli impianti del gas: come si fa a dichiarare agibile una casa prima di controllare eventuali danni alle condutture del gas?». Servirà tempo, inutile illudere gli sfollati, già alle prese con i problemi quotidiani. SCUOLA GELATA Berlusconi continua a visitare i “campi-modello”. Poco più in là si trovano anche situazioni più complesse: a Goriano Sicoli, in fondo alla Valle Sibequana, comune che rientra fra i cinquanta maggiormente colpiti dal sisma secondo il decreto LA POLEMICA Casini «Ho constato che sono l'unico politico in Italia che ha seguito gli inviti del Presidente del Consiglio. Non ho fatto passerelle». IL CASO Panico in sala stampa «Devo togliere il quadro fascista...» PANICO Momenti di panico nella improvvisata ma efficacissima sala stampa che la Guardia di Finanza ha messo a disposizione di giornalisti e tivù arrivati da tutto il mondo. Ieri pomeriggio, dopo la settima conferenza stampa del premier, un dipendente della Protezione Civile scende e chiede ai giornalisti preoccupato: «Dov’è il quadro fascista? Mi hanno detto che è qua sotto e che deve essere tolto immediatamente». L’opera incriminata era in effetti appoggiatadietrounapareteinquestigiorni rimasta seminascosta. C.FUS. di Bertolaso, le tende le ha trovate il vicesindaco, razziandole dal campo dell’Aquila. Le hanno montate i paesani. Sui viveri, c’è stato il compromesso storico: li hanno portati per primi i ragazzi di Forza Nuova, e a cucinarli ci pensano i giovani del Pd toscano, guidati dalla chef Sara Lai. Nessuno – fra esercito, protezione civile – si è fatto vivo nei primi nove giorni dopo il terremoto. Nel campo di Poggio Picenze, dove giovedì s’inaugurò la scuola-tenda, davanti a un carnevale di telecamere, con il ministro Gelmini e con Berlusconi, ancora non ci si può scaldare con le stufe, 14 giorni dopo la scossa più violenta. Sono arrivate, ma l’impianto elettrico non le sorregge, e va rifatto. Il voltaggio è il problema anche del campo di San Gregorio, ma le docce adesso funzionano, sono 9 e gli sfollati sono 800. Cento per ogni doccia. LA RUOTA DELLA FORTUNA Poggio Picenze e San Gregorio sono paesi aggrappati alle falde del Gran Sasso, sempre sulla maledetta statale 17, quella che dall’Aquila va verso Popoli e poi Pescara, passando dai cimiteri del terremoto: Paganica, Onna, Barisciano. Alcuni di questi comuni sono entrati nella lista degli aiuti economici immediati, altri no, come quelli della Valle Peligna (che ha la rete idrica distrutta). Quale sia il discrimine, è ignoto. Nella prima mappa sono indicati appena cinquanta Comuni, a fronte di un numero di evacuazioni e sgomberi e lesioni accertate assai più alto. Il comune di Molina è a un palmo dall’epicentro, ma non sta nel lotto dei beneficiari. Di assurdo c’è già stato il terremoto. ❖ l’Unità 10 DOMENICA 19 APRILE 2009 Primo Piano L’emergenza continua Foto Ansa Il premier Berlusconi in visita a Campo Pianola Berlusconi attacca i pm: le inchieste non servono Berlusconi alla settima conferenza stampa torna quello di sempre: esprime nervosismo, attacca i giudici, se la prende con le inchieste e la stampa che cercano la verità. Sui morti del terremoto. CLAUDIA FUSANI INVIATA A L’AQUILA [email protected] «E ora basta riempire giornali e telegiornali con le inchieste. Pensiamo alla ricostruzione». Al suo settimo viaggio in terra terremotata il premier Berlusconi rompe il clima di unità nazionale, trascina il terremoto nel conflitto politico, indica i magistrati come un impiccio alla rinascita di L’Aquila e gli amministratori locali come eventuali responsabili di omessi controlli. So- Il caso Acquisito dalla procura ll telegramma del sindaco Il telegramma con cui il sindaco dell'Aquila, Massimo Cialente, ha chiesto cinque giorni prima del terremoto la dichiarazione dello stato d'emergenza per la città in relazione ai continui eventi sismici che si ripetevano dall'inizio dell'anno, è stato acquisito dalla procura del capoluogo abruzzese, che indaga sui crolli. Il telegramma - indirizzato in primis al Dipartimento della protezione civile - è stato scritto da Cialente all'indomani della forte scossa del 30 marzo. In esso il sindaco faceva presente la situazione, chiedeva fondi per l'emergenza e presentava un'istanza per la dichiarazione dello stato di emergenza. prattutto si dimenticano in fretta i 295 morti uccisi dalle case crollate. «Certo - aggiunge il Presidente del Consiglio – se poi si scopre che un costruttore per risparmiare usa meno cemento e meno ferro, quello è un pazzo e un criminale. Ma in fondo il problema sono i controlli che sono mancati. E qui la responsabilità è degli amministratori locali. Che non sono della mia parte politica». chiesta, quello dedicato alla sottovalutazione del danno. Rossini infatti ha acquisito la delibera di giunta e il telegramma (di cui l’Unità ha dato notizia il 16 aprile) con cui il sindaco Cialente il primo aprile aveva chiesto a Palazzo Chigi lo stato di emergenza dopo due mesi di scosse. Richiesta rimasta inevasa. Divisa da sisma – girocollo blu e giacca blu – il premier è sceso un po’ FORTISSIME POLEMICHE Pezzopane Parole che accendono subito la polemica. «Basta con gli insulti e con lo scaricabarile», replica secco il segretario del Pd Enrico Franceschini. Il presidente della Provincia Stefania Pezzopane (Pd) definisce “vergognose” le parole usate ed è «spaventata dal gioco di Berlusconi». Il sindaco Massimo Cialente, anche lui del Pd, lo accusa di fare «polemiche fuori posto visto che per dieci anni, fino al 2007, comune e provincia sono state governate da maggioranze di centrodestra». Il procuratore Alfredo Rossini mantiene il tradizionale aplomb: «Non vedo proprio come le nostre inchieste possano intralciare la ricostruzione». Si ferma qua mentre il sostituto Picuti, squadra mobile e carabinieri continuano a sentire persone informate sui fatti. Una lista che conta ben 400 persone, tra cui molti costruttori e progettisti, e che sta innervosendo la potentissima lobby dei costruttori aquilani. Domani il salto di qualità: davanti agli investigatori sfileranno gli imprenditori. E non è detto che restino solo persone informate sui fatti. Intanto si arricchisce anche l’altro fascicolo d’in- «Dal presidente del Consiglio parole vergognose» dopo mezzogiorno dell’elicottero che lo ha portato a L’Aquila per la settima volta in dodici giorni. In agenda la visita al campo di Pianola, frazione del capoluogo, 500 persone, sessanta tende gestite dall’Arci. Protagonista assoluta della giornata, fino alla conferenza stampa del pomeriggio, era stata Melissa, 8 anni che per spiegato di voler fare la giornalista e per aver rassicurato il premier sul fatto di non essere “vecchio” si è ritrovata “assuntissima (sic)” sul campo come segretaria e addirittura portavoce. IL TERRIBILE BRIEFING Poi il ritorno alla caserma della Finanza e il briefing con Bertolaso, i numeri (161 tendopoli, 40 mila sfollati, 7 mila tende), le promesse nate dalle domande delle persone (“ricostruiremo il 100 per cento delle case distrutte e lesionate”), le ras- P PARLANDO DI... sisma «Sonoprontoadaiutarelevittimedelterremotodell'Abruzzo».Aparlare,in un'intervista al «Corriere Canadese», è la stella dei Toronto Raptors, Andrea Bargnani, che da tre anni vive a Toronto. Il cestista nelle prossime settimane inaugurerà una Fondazione che porta il suo nome e che si occuperà di attività a scopo benefico, a partire dai luoghi colpiti dal sisma. DOMENICA 19 APRILE 2009 11 Foto di Claudio Morelli/Emblema IL CASO Cambio di data Il Papa nelle aree del sisma il 28 aprile Cambia la data del Papa in Abruzzo. Non più il primo maggio, bensì il 28 aprile. La prima data era statastabilitàconilgoverno,questaèuna decisioneautonomadellaChiesa.Ilprimo maggio a L’Aquila ci saranno i sindacati. Il Vaticano ha ritenuto opportuno esserci prima. PAPA Il tendone d'accoglienza degli sfollati allestito presso il campo di Centico Lella / Emblema sicurazioni (“i soldi ci sono, i 9 miliardi del fondo Letta, non ci saranno nuove tasse”), le “buone notizie”: «È inagibile solo una casa su quattro». Ma il dato è riferito a 4.659 sopralluoghi e tutti fuori dal centro storico ieri ulteriormente lesionato dopo la scossa del 3.8 di fine mattinata. Il premier racconta entusiasta il grande piano su cui ha lavorato tutta la notte con gli ingegneri: «Casette di 50 mq costruite con tecnologie avanzate e pronte in 5-6 mesi su piattaforme di calcestruzzo che poggiano su isolatori plastici elastici al terremoto». Una volta finita l’emergenza diventeranno un campus universitario. Insomma, un grande piano di rinascita. Guastato da quella domanda sulle inchieste della magistratura. «Io non cerco il male comunque Napolitano: lo sprezzo delle regole rende più grave il bilancio Il capo dello Stato esprime grande preoccupazione: comportamenti dettati dall'avidità, dalla sete di ricchezza e di potere, dal disprezzo per l'interesse generale L’accusa MARCELLA CIARNELLI ROMA [email protected] L’ira di Franceschini «Basta con questo scaricabarile del governo» e ovunque, io sono antropologicamente diverso», replica stizzito il premier. Certo, «se qualcuno ha risparmiato su ferro e cemento è un criminale ma ho visto con i miei occhi case crollate perché costruite negli anni sessanta quando mezzi e metodi erano diversi da oggi». La lobby dei costruttori è salva. Quella dei magistrati visto che, come dice la famosa storiella, «solo delinquenti, magistrati e dentisti fanno del male ma i dentisti hanno imparato a fare l’anestesia».❖ l capo dello Stato ha lanciato un duro monito contro il «disprezzo per il bene comune e per le regole» che emerge dalle inchieste sulla costruzione di tanti palazzi crollati con il terremoto in Abruzzo proprio mentre il premier, l’uomo del fare, invita a non perdere tempo con le scatoffie. Il Presidente ha parlato anche di comportamenti «dettati dall'avidità, dalla sete di ricchezza e di potere, dal disprezzo per l'interesse generale e dall'ignoranza dei valori elementari di giustizia e solidarietà». La regione martoriata dal sisma, i suoi abitanti sottoposti ad una dura prova, sono nel cuore del Capo dello Stato. «Quando pensiamo all'Abruzzo, e soffriamo per le vittime dei danni I provocati dal terremoto non possiamo non ritenere che anche qui abbia contato in modo pesante, abbiano contribuito alla gravità del danno e del dolore umano da esso provocato, anche questi comportamenti: sprezzo delle regole, disprezzo dell' interesse generale». Il bilancio di un evento certamente «naturale e imprevedibile» è stato così aggravato in modo straordinario. Queste parole Giorgio Napolitano le ha pronunciate ricevendo a Castelporziano una delegazione di francescani, in occasione dell’ottocentesimo anniversario della fondazione dell’Ordine. accolti come coloro che «portano ovunque un messaggio di pace e di soldarietà, di cui oggi c’è più che mai bisogno, valori «che nel nostro Paese debbono essere continuamente rinnovati e trasmessi». Si rivolge il presidente a chi le ferite del terremoto le ha vissute sulla propria pelle con il sisma che colpì l’Umbria, a chi ha fatto la scelta di stare dalla parte dell’umanità che soffre e subisce quel «disprezzo delle regole e dell’interesse generale» su cui il presidente ha puntato il dito. Fenomeni di «decadimento» che hanno portato a comportamenti che, dice Napolitano, posso essere individuati anche tra «le cause della crisi finanziaria mondiale. Negli occhi e nel cuore il presidente Napolitano ha le tante storie drammatiche che gli sono state raccontate dagli scampati durante la sua visita in Abruzzo, prima tra le colpevoli macerie e poi al doloroso funerale collettivo. «Sono qui per dovere e per sentimento» disse in quelle occasioni il Presidente e ci tenne a ringraziare i volontari per quanto stavano e stanno facendo. La dignità dei sopravvissuti, l’impegno della Protezione civile e del governo, ma anche la notazione, già a pochi giorni dal devastante terremoto, che responsabilità c’erano e andavano individuate in tempi brevi. «Nessuno è senza colpa, molti sono stati coinvolti nella costruzione dei palazzi crollati. E’ tempo di un esame di coscienza senza discriminanti e senza coloriture politiche, non per battersi il petto ma per capire cosa è indispensabile fare per evitare che questi fatti si ripetano e perchè si possa fare prevenzione,apprestando mezzi indispensabili perchè le case e gli edifici resistano». Ed ieri il Presidente, a dimostrazione della sua vigile attenzione, ha parlato contro «il disprezzo delle regole e del bene comune» perchè non ci sia un altro Abruzzo.❖ DOMENICA 19 APRILE 2009 13 L’ANALISI avoratori (pronunciare la parola con un po’ di sarcasmo, come nell’indimenticato film felliniano «I vitelloni»), finalmente avete il nuovo contratto. Quello vero, quello giusto, quello che conviene a tutti: fa felice il padrone e contento l’operaio. È possibile? Emma Marcegaglia vede l’alba di un nuovo mondo e lo dice così, in un articolo a piena pagina del Corriere della Sera dal titolo «Decolla la riforma dei contratti» (16 aprile): «Questo è un buon accordo che va nella direzione europea, esattamente come stanno facendo altri Paesi. Abbiamo introdotto regole precise per cui i contratti non devono essere momenti di conflitto o di Far West». Sono parole incoraggianti che si dicono per qualunque prodotto nuovo. In tutte le vendite «nuovo» vuol dire «migliore», e ci sono sempre nove dentisti su dieci disposti a garantire. Ma, come nei prodotti «nuovi» e «migliori», noi non sappiamo e non sapremo mai nulla dei nove dentisti che hanno provato, hanno approvato e che raccomandano. Allo stesso modo, non sappiamo nulla di quella «esatta direzione europea» verso cui sta puntando il nuovo accordo contrattuale italiano. Nessun nome dei nove su dieci Paesi europei che hanno già sperimentato l’accordo Marcegaglia e si sono trovati bene. Ma vediamo, come si dice nei convegni, il merito. Ce lo spiega la didascalia del Corriere sotto il titoletto «L’intesa». «Ci saranno due livelli: un contratto collettivo nazionale di lavoro di categoria e un secondo livello di contrattazione aziendale o territoriale. L’obiettivo è quello della crescita fondata sull’aumento della produttività». Gulp! E come fa il contratto «aziendale» o «territoriale» (strano, no? Il rapporto salario-territorio ricorda i tempi delle gabbie salariali) a far lievitare come un soufflé la produttività, che invece - ci dicono - è schiacciata dal peso e dall’ingombro del contratto nazionale? Una risposta ci sarebbe: con il contratto nazionale sei più forte e ottieni di più, con quello «aziendale» o «territoriale» la forza dell’impresa, con tutti i suoi avvocati, diventa grandissima. Quella dei lavoratori molto meno. Santo cielo, signora Marcegaglia, di film sul come contrattare e difendere i diritti del lavoro ce ne L «Tempi moderni» fu interpretato, diretto e prodotto da Charlie Chaplin nel 1936 Furio Colombo [email protected] ALL’OPERAIO NON FAR SAPERE... I nuovi contratti sono buoni, dicono, perché legati alla produttività. Ma chi lavora alle presse come fa essere più produttivo? sono tanti. Per l’Europa le consigliamo Ken Loach. Ma per l’America vada direttamente alla voce «diritti civili» (comprendono anche i diritti del lavoro) e a Martin Luther King. Lei crede davvero che se il reverendo King, dopo una generica stretta di mano a Washington con il governatore razzista George Wallace, avesse sottoscritto, per amor di pace, un contrattino a Selma e uno a Montgomery, un accordo magari modesto, però «senza fare il Far West» a Little Rock e un altro a Baton Rouge, avrebbe ottenuto lo stesso fiume di diritti e rispetto che quarant’anni dopo - hanno portato alla Casa Bianca il presidente Obama? Si dirà che non è il caso di alzare i toni e che il contratto di lavoro non è così drammatico come la lotta per i diritti civili. Mica tanto: nel lavoro italiano si va da uno a tre morti al giorno e sono stati diminuiti, per risparmiare, i controlli sulla sicurezza. Conta niente come dramma? Si dirà: ma nove dentisti su dieci... mi correggo: tre sindacati generali su quattro (c’è anche la nuova Ugl di Renata Polverini tra gli entusiasti) hanno firmato. Lo hanno certo fatto in scienza e coscienza. Ma perché questi leader sindacali non hanno voglia di dire in piazza, davanti alla loro folla (poi ci dirà la questura quanti) le ragioni del loro entusiastico sì, come ha fatto democraticamente a Roma Guglielmo Epifani il 4 aprile confermando davanti ai suoi iscritti (forse 3 milioni, forse 200mila) il no della Cgil? Resta una domanda, soprattutto per il Pd. Se siamo nel mezzo di una crisi globale pagata dovunque soprattutto dagli operai, dai quadri, dai precari, una crisi definita la più grave in molti decenni, siamo sicuri che la prima cosa da fare fosse precipitarsi a recintare i lavoratori in luoghi sempre più piccoli, affinché contino sempre meno, proprio mentre non si può garantire, in cambio, più sicurezza del posto, perché un lavoro, quando si perde, si perde nel cielo di una crisi globale e non è radicato o garantito nei territori separati dei nuovi contratti? Resta una frase misteriosa come una scritta tombale egizia. I nuovi contratti sono buoni, e saranno buoni, perché legati alla produttività. Chi me lo spiega come può un operaio alle presse essere più produttivo dei tempi che gli sono stati assegnati per ogni pezzo e per ogni gesto, senza giocarsi le dita e dunque (cito la vera perdita) senza mandare all’aria la produzione di una intera mattina? ❖ 14 www.unita.it DOMENICA 19 APRILE 2009 Italia Foto Ansa Il presidente Napolitano lo scorso anno a Genova alle celebrazioni del 25 aprile con il sindaco Marta Vincenzi p Il presidente del Consiglio dovrebbe andare alle celebrazioni al Quirinale p Sarebbe la prima volta da quando ha ruoli istituzionali. Cerca ora nuove legittimazioni? Il premier quest’anno si ricorda del 25 aprile Potrebbe essere questo 2009 l’anno in cui Silvio Berlusconi si deciderà a celebrare il 25 Aprile per la prima volta «Ci sto riflettendo, probabilmente sarò in campo anch’io...» ha detto il premier sfidato da Franceschini. MARCELLA CIARNELLI ROMA [email protected] La prima volta di Silvio Berlusconi ad una celebrazione del 25 aprile. Fino ad ora, sia stato al governo o all’opposizione, il premier non ha mai partecipato ad alcuna manifestazione. «Credo che ci sia un’appropriazione di questa manifestazione da parte di una sola parte della politica», ha spiegato il Cavaliere. Ma davanti all’invito esplicito del segretario del Pd, Dario Franceschini, a partecipare con lui alla manifestazione di Mila- no, il capo del governo non se l’è sentita di ribadire la linea dell’assenza. «Ci sto riflettendo, probabilmente sarò in campo anch’io». LA PRIMA USCITA Ecco, dove avverrà la prima uscita? La sua presenza a Milano sembra tanto clamorosa quanto improbabile. Ed allora il Cavaliere, che ha sempre disdegnato sia la piazza che gli appuntamenti ufficiali, potrebbe decidere, per la sua prima uscita in occasione della festa di Liberazione, di partecipare alla manifestazione fissata al Quirinale per il 24 aprile. L’evento in cui si ritrovano gli ex combattenti e nel corso del quale saranno consegnate dal Capo dello Stato due medaglie d’oro al valore. È prevista la presenza delle alte cariche dello Stato con il governo rappresentato da due ministri. Potrebbe essere questa l’occasione per metter fine alla negazione di una giornata fondamentale nella storia del Paese. Sono molte le celebrazioni previste per il sessantaquattresimo della Liberazione. E ognuna potrebbe essere quella giusta per rompere l’indifferenza, anzi il fastidio, fin qui mostrato dal premier che vanta tante amicizie internazionali ma non tiene in al- cun conto il comportamento, giusto per fare un paio di esempi, di Sarkozy e Aznar, in analoghe scadenze. Restando nel campo delle ipotesi dato che per ora nessuna notizia ufficiale è stata comunicata, non si può escludere che il presidente del Consiglio decida di partecipare alle manifestazioni cui Giorgio Napolitano sarà presente. Il Capo dello Stato il 23 aprile visiterà l’Ossario dei caduti partigiani e la fossa comune di Forno di Coazze, a pochi chilometri da Torino. Il giorno dopo c’è la cerimonia al Il ministro La Russa «Festeggio la Liberazione solo con i militari» Quirinale. E il 25 il presidente della Repubblica sarà a Mignano Montelungo, in provincia di Caserta. città medaglia d’oro della resistenza che tante vite ha sacrificaro per la liberazione dell’Italia. Nel decidere l’ventuale partecipazione, Silvio Berlusconi, dovrà tener conto anche dei malumori che provocherebbe tra i suoi colleghi di parti- C CIFRE DA... Gli omicidi bianchi 310 i morti 307.714 infortuni sul lavoro dall’inizio del 2009 (www.articolo21.info) Elezioni Prc e Pdci battezzano la lista comunista Una sola falce e martello sulle schede elettorali per superare il 4% alle europee. Paolo Ferrero (Prc)e Oliviero Diliberto (Pdci) lanciano a piazza Navona la lista comunista. «Dalla crisi si deve uscire facendola pagare a padroni e banchieri», dice Ferrero, «Il Pd vuole uccidere la sinistra». E Diliberto: «Non votate Fava e compagni, sono un Arcobaleno mignon». avvenuti nei luoghi di lavoro dall’inizio dell’anno a oggi in Italia. Fascisti fino alla fine. Ieri facevano una certa impressione i saluti romani fuori dalla chiesa dove è stato officiato il funerale di Giano Accame. Alle esequie presenti molti intellettuali di destra. Non Fini. GUSEPPE VITTORI «Ho declinato l'offerta di una candidatura nella lista Sinistra e liberta», il movimento politico capeggiato, di fatto, da Vendola». Lo scrive in una nota Bobo Craxi, dirigente nazionaledel Partito socialista. «Ero convinto - spiega Craxi - della necessità di radunare un vasto fronte di forze politiche democratiche e laiche, in grado di superare questi sbarramenti che considero lesivi del pluralismo». Si sono svolti nella chiesa di Santa Maria della Consolazione, dietro il Campidoglio, i funerali del giornalista e scrittore Giano Accame, scomparso mercoledì sera. Alla cerimonia, officiata da padre Alberto Beltrando, hanno partecipato il sindaco di Roma Gianni Alemanno e numerosi fra parlamentari , giornalisti e amici dell’intellettuale simbolo della destra del dopoguerra, che si sono stretti attorno ai figli Nicolò, Barbara, Zizzi e alla vedova Rita Delcroix. I PARTIGIANO NON SONO UGUALI Un mese fa aveva già detto il ministro «Berlusconi per me sbaglierebbe ad andare , si sottoporrebbe ad una inutile gogna mediatica». Poi ci ha tenuto a precisare che «i partigiani non sono tutti uguali» perché c’è stata una grande differenza «tra i partigiani bianchi e quelli che volevano la dittatura comunista. Parteciperò alle celebrazioni del 25 aprile che il presidente della Repubblica ha deciso di fare non con i partigiani ma con i militari che aderirono alla guerra di Liberazione». Questo anche se, malvolentieri, ha dovuto riconoscere «il grande valore della Resistenza che ha contribuito a ridarci libertà e democrazia». Resta allora da aspettare che Berlusconi decida dove e quando vorrà entrare nelle fila di coloro che rispettano la storia del Paese che governa. Ma potrebbe anche ripensarci. ❖ IL LINK PER INFORMAZIONI www.quirinale.it 15 Saluti romani al funerale di Giano Accame Bobo Craxi: non mi sono candidato con Sl to. Perché in questo Paese c’è il paradosso che il ministro della Difesa , Ignazio La Russa, è erede di coloro contro cui strenuamente combattereno i resistenti. E non ha mai celato il suo fastidio. Ma gli onori sono oneri. E a La Russa gli tocca di celebrare la Resistenza. DOMENICA 19 APRILE 2009 Maramotti ROMA [email protected] FINI NON C’ERA Al termine della funzione religiosa, c’erano le corone di fiori inviate dal presidente della Camera Gianfranco Fini e del sindaco della capitale, proprio il primo cittadino Gianni Alemanno ha preso la parola ricordando la capacità di Giano Accame di «individuare percorsi e prospettive nuove per quella generazione di destra che negli anni ’80 lui invitava a uscire dalla logica puramente co- INTELLETTUALI Erano in molti alle esequie dell’intellettuale di destra, ex missino morto tre giorni fa. Molti intellettuali, alcuni componenti del governo. Ma anche l’ex assessore Gianni Borgna, Pd. munitaria forse priva di contatti con la nazione». All’uscita del feretro, salutato da un picchetto di fascisti che hanno scandito il nome di Accame esclamando «presente», con diversi saluti romani, un lungo applauso ha reso l’estremo omaggio al feretro che, orlato della bandiera della Rsi, mentre attorno risuonavano le note dell’Inno di Mameli, sul carro funebre ha preso la strada di Loano, in provincia di Savona, dove Giano Accame sarà tumulato. Alemanno ha ricordato il suo primo incontro con Accame, nel marzo 1981 in occasione di un convegno della Nuova destra aggiungendo che rimase in quell’occasione impressionato «da un’intervento in cui c’erano tutti gli impegni e le sfide che attendevano la destra da lì ai successivi 30 anni». Innumerevoli le presenze del mondo politico e intellettuale nazionale e capitolino. Si ricoscevano tra gli altri il ministro Giorgia Meloni il sottosegretario Adolfo Urso il leader e il presidente de La Destra Francesco Storace e Teodoro Buontempo, i parlamentari Silvano Moffa, Marco Marsilio, Fabio Rampelli, Roberta Angelilli, Domenico Gramazio eGiuseppe Ciarrapico. Fra gli intellettuali e giornalisti che sono stati vicini a Giano Accame, o suoi estimatori, c’erano Gino Agnese, Guido Paglia, Marcello Veneziani, Giampiero Mughini, Bruno Socillo e l’Associazione dei giornalisti di destra «Lettera 22». Non hanno fatto mancare il loro ultimo saluto anche l’assessore alla Cultura Umberto Croppi e l’ex assessore alla Cultura, il democratico Gianni Borgna con il quale Giano Accame aveva collaborato alla realizzazione di diverse manifestazioni culturali a Roma. All’uscita del feretro, salutato da un picchetto di camerati che hanno scandito il nome di Giano esclamando «presente», con diversi saluti romani, un lungo applauso ha reso l’estremo omaggio al feretro che, orlato della bandiera della Rsi, mentre attorno risuonavano le note dell’Inno di Mameli, sul carro funebre ha preso la strada di Loano, in provincia di Savona, dove Giano Accame sarà tumulato. ❖ Il caso Vendola: non capisco Ferrero e Diliberto «Sinceramente, mi è difficile comprendere l’acrimonia che Ferrero e Diliberto dedicano alla mia persona e al nostro movimento. Quella della contumelia e della rissa a Sinistra è una logica che non mi appartiene». Lo dichiara Nichi Vendola, di Sinistra e Libertà. «Mi batto - prosegue per far nascere in Italia una grande sinistra unitaria e popolare. Da questo punto di vista auguro anche a Rifondazione di poter superare la soglia di sbarramento, e naturalmente lo stesso auguro a noi, anche incoraggiato dalla crescente simpatia che sta riscontrando il progetto di Sinistra e Libertà». 16 Italia DOMENICA 19 APRILE 2009 p Il segretario Pd: fare come Obama. Presentati i candidati alle amministrative: assenti i big p Stefania Pezzopane: il Pd impedisca che L’Aquila sia strumentalizzata in vista delle europee Foto di Vincenzo Serra/Emblema Franceschini: «Le nostre parole sono lotta e uguaglianza» Franceschini riunisce a Cinecittà i candidati Pd alle amministrative e li sprona a riscoprire parole come «lotta» e «uguaglianza». «Dobbiamo fare come Obama, ribaltare la gerarchia dei valori della destra». ANDREA CARUGATI ROMA [email protected] «Uguaglianza, solidarietà, comunità». E anche «lotta». Dario Franceschini rispolvera davanti alla platea dei candidati Pd alle amministrative riuniti a Cinecittà le parole «del passato» di cui «non dobbiamo avere paura perché di indicano il futuro e fanno capire da che parte stiamo». È il lancio di una delicatissima campagna elettorale, forse ancora più importante rispetto alle europee, visto che oggi Comuni e Province sono in maggioranza guidati dal centrodestra, ma si rischia un ribal- David Sassoli Il neocandidato: sono in campo contro le derive monarchiche tone, soprattutto al Nord. FARE COME OBAMA Franceschini traccia un profilo netto del suo Pd: «Siamo dalla parte dei più deboli. Obama non ha proposto qualche correttivo alle politiche di Bush, ma una gerarchia di valori capovolta». Le liste? «Pulizia e rigore» le parole d’ordine del Pd, «i candidati dovranno rispettare il nostro codice etico». «Se qualcuno vi minaccia “se non mi candidate vado in un altro partito”, voi non candidatelo», sprona gli amministratori. Applausi, si vede che il tema è parecchio sentito. «E se avete una buo- na idea fregatevene se vi dicono che è troppo di sinistra o troppo cattolica: nel 2009 se un’idea è buona i cittadini lo capiscono». Le alleanze? «Mai più contro», ribadisce. «Non c’è un modello unico imposto da Roma, decidono i territori». Ma con l’Idv sono scintille: «In alcuni casi hanno scelto di andare da soli per ragioni parte e indebolendo l’alleanza», accusa Paolo Fontanelli. «Li vogliamo aiutare, basta che non presentino inquisiti», replica Di Pietro a distanza. In sala ci sono parecchie sedie vuote, e mancano i candidati di punta: Delbono di Bologna, Renzi di Firenze, Michele Emiliano di Bari, Nicolais, Penati. «Sono tutti impegnati nella campagna elettorale, o a chiudere le liste», spiega un dirigente. Anche Franceschini sembra pentito di aver scelto questo enorme studio: «Dovevamo scegliere un’altra sala...». PEZZOPANE COMMOSSA La protagonista della mattinata è Stefania Pezzopane, la presidente della provincia dell’Aquila, che commuove tutti ricordando con voce rotta le vittime del sisma. E invita il Pd a stare a fianco «con più forza alle popolazioni colpite» e a sbarrare la strada a chiunque voglia fare «strumentalizzazioni politiche» sulla tragedia, o usare l’Abruzzo come una passerella per fare campagna per le europee. «Abbiamo paura di restare soli, dopo i fuochi d’artificio e le europee», avverte. E invita il Pd a «lanciare un grido enorme» contro lo spreco dei 460 milioni destinati al referendum. «Una scelta che grida vendetta», le fa eco Franceschini. Quanto al rinvio di un anno, dice: «È sensato, ma da Maroni non ho ricevuto questa proposta». DAVIDE E GOLIA A VERCELLI Tocca ai candidati: c’è il giovane candidato sindaco di Trino Vercellese Alessandro Montinaro che regale Dario Franceschini IL PERSONAGGIO Rita Borsellino capolista nelle Isole: «Democrazia a rischio» «RitaBorsellino,simbolodellalotta alla mafia, guiderà la nostra lista nelle Isole», annuncia Dario Franceschini davanti ai candidati Pd riuniti a Cinecittà. «La condivisione di un progetto comune: da quiè scaturita la decisione finale», spiega la Borsellino. «Il mio progetto di costruzione politica fondata sulla partecipazione si abbraccia al progetto politicodelPd».«Nellepropostadicandidatura ho visto un segnale di apertura del Pd verso la società civile che ho sentito di sposare eche riflettela natura originaria e gli obiettivi che il Pd si è dato all’atto della sua costituzione». «Il Pd - conclude Borsellino- ha visto nella mia candidatura la possibilità di valorizzare al meglio quell’esperienza di partecipazione per portarla in Europa. Voglio riportare al centro dell’Italia e dell’Europa la tutela dellademocrazia,messaarischiodaigoverni del centrodestra». una lampadina a «Dario» e dice: «Siamo come Davide contro Golia, la Cdl sembra imbattibile ma quella volta la spuntò il più debole...». Un altro 35enne, Matteo Ricci, candidato all provincia di Pesaro, racconta il suo manifesto: «Niente paura». «È la destra che vince con le paure!». L’assessora di Bari Anna Paladino avverte: «Qui ci giochiamo tutte le province». E Paolo Verda, candidato nella roccaforte Pdl di Imperia: «Il Pd la deve smettere di considerare perse certe zone, così siamo destinati a una sconfitta perenne. Io ci credo ancora, ma voglio che questo partito mi stia vicino». A colmare l’assenza di volti noti ci pensa David Sassoli, ex Tg1, capolista alle europee nel Centro: «Qualcuno dirà, “il solito giornalista...”. Ma non potevo non essere qui, questa maggioranza userà le europee per capire se il Paese è disposto ad assecondare una svolta monarchica». Poi annuncia: «Con Roberto Saviano andremo a Fondi, un Comune del mio collegio che presto sarà sciolto per infiltrazioni mafiose». ❖ F FRASE DI... GIANFRANCO ROTONDI ministro «Può piacere o non piacere, ma Berlusconi è l’erede della Dc». Così Gianfranco Rotondi, che ieri ha ricordato la vittoria Dc del 18 aprile 1948: «Dedico l’anniversario a Severino Citaristi». p A Piombino la tre giorni della squadra: 20 idee per cambiare p Tra loro Gozi, Renzi, Concia no alla cooptazione, si a facce nuove DOMENICA 19 APRILE 2009 17 Lo Chef Consiglia Andrea Camilleri I «contemporanei» del Pd: «Proposte e non poltrone» I «contemporanei», ovvero la nuova squadra dentro il Pd. Giovani (ma non tutti) lanciano lo slogan «proposte e non poltrone» e si oppongono alla cooptazoione, sono la «componente senza i componenti» NINNI ANDRIOLO INVIATO A PIOMBINO [email protected] L’ambizione è fare “corrente”, anche se il termine da queste parti piace poco. Nasce tra gli ulivi dell’Alta Maremma l’ennesima «area» del Pd, che Paola Concia preferisce definire “squadra” e Ivan Scalfarotto vorrebbe chiamare “dei contemporanei”: democratici trasversali per età anagrafica e realtà politiche o sociali di provenienza. Si vedrà nei prossimi mesi quanta strada farà la “componente dei senza componente” che prende le mosse dalla “carovana” partita da Milano e che ha toccato comuni grandi e piccoli di mezza Italia. Un forum de l’Unità sulla “nuova classe dirigente” ha messo in relazione realtà diverse del “rinnovamento” che, poi, si sono date appuntamento vicino Piombino. Una quarantina di “contemporanei” in ritiro per tre giorni in un hotel di Riotorto, tra Livorno e Grosseto. Seguirà un’assemblea nazionale per varare la piattaforma e dare il via alla partita congressuale. Decideranno lungo il cammino se mettere in campo o no un candidato segretario, perché il congresso Pd - «da tenersi in ogni caso» - è la prima richiesta “forte” spedita a Roma. Franceschini? Parere positivo, sia da chi lo giudica «pur sempre espressione di un gruppo dirigente che ha fatto il suo tempo», come Scalfarotto, sia da chi – il consigliere regionale in Lombardia, Pippo Civati, ex Ds – spiega che “Dario” è una risorsa «per sempre, come i diamanti». Nell’attesa del congresso, però, c’è già un candidato alle europee, Ivan Scalfarotto, proposto dal Pd della Lombardia, che correrà anche in nome dei “contemporanei”. VENTI IDEE Le «venti idee per il partito e il Paese» elaborate nel seminario diverranno, in ogni caso, la base del contratto da stipulare con chi vorrà proporsi per la guida del Pd, posto che non scenda in campo direttamente chi ritiene che «il viaggio del Partito democratico in realtà non è mai completamente iniziato». Lo scambio politico sarà basato «sulle proposte e non sulle poltrone». La definizione da queste parti piace, e non per “un rigurgito di nostalgia”. Generazioni diverse di “ex qualcosa”, spiegano, in realtà hanno iniziato a far politica “unitaria” nell’era dell’Ulivo. Rinnovamento del Pd uguale ricambio generazionale? I “contemporanei” sfoggiano un ventaglio di età che va dai 24 ai 47 anni. E molti di loro, politicamente parlando, non possono certo definirsi di primo pelo. Parlamentari, consiglieri comunali e regionali, sindaci, amministratori: un po’ di tutto. “L’obiettivo non è un ricambio generazionale declinato solo sulla base della carta d’identità – spiega Scalfarotto - ma idee nuove che si fanno avanti e camminano su gambe nuove”. E per Civati «il punto è che nel Pd si nota un ceto politico un po’ appesantito dal continuo ri- Ivan Scalfarotto È l’unico candidato alle europee. I presenti tra i 27 e i 47 anni chiamo ai vecchi partiti». Niente «nuovismo ideologico», però. Sandro Gozi, deputato e già collaboratore di Prodi, parla di «mescolanza vera che nel Pd va ancora realizzata». COOPTAZIONI CASINI L’imbroglio «Il referendum è un imbroglio. perchè consentirebbe a chi ha il 21% di avere il 51% di seggi. Però è meglio farlo subito» Il caso Di Pietro apre la campagna Idv «A giugno vinceremo noi» «Il 6 e 7 giugno avremo successo:lo sivededalla rabbiache abbiamo contro. In Parlamento non si siedono neanche più a tavola con noi...». Parola di Antonio Di Pietro,che ieri ha aperto a Roma la campagna per le europee, che si concluderà il 5 giugno a piazza Navona con una manifestazione per la libertà di informazione. «Non si sono ancora accorti di quanto ci siamo radicati nel territorio. Il 6 e 7 giugno contribuiremo a mandare a casa una parte politica che sarà sostituita dalla società civile». E, assieme a Paola Concia, pone il problema di una selezione che no cooptazioni non avvenga più per “cooptazione”. Un meccanismo, lo ammettono, del quale hanno beneficiato anche loro, ma che “va rotto” per selezionare un ceto politico “migliore”. E a Riotorto arrivano uno dopo l’altro da Luca Sofri a Pierfrancesco Majorino, da Beatrice Biagini a Oleg Curci. C’è anche Irene Tinagli, la ricercatrice che, delusa, lasciò Costituente e Pd. All’ora di pranzo arriva Andrea Orlando, portavoce del Partito democratico. Matteo Renzi, infine. “Sono utili occasioni nelle quali evitiamo di lamentarci perché non ci danno spazio e opportunità – spiega - Questo gruppo di persone sarà utile al Pd”. Candidato alla segreteria Pd per conto dei “contemporanei”? Renzi mette le mani avanti. «Spero di avere altre cose da fare» dice alludendo alla corsa per il Comune di Firenze. Rai, se il buongiorno si vede dal mattino preparate i parapioggia Camilleri, l’italiana più importante del secolo ha compiuto un secolo di vita e fa paura al centro destra. Rita Levi Montalcini, scienziata e premio Nobel, rischiava di essere censurata da Mauro Masi, neo direttore generale Rai, che non la voleva da Fazio il 26 aprile: non può essere invitata perché “è una senatrice”. Il giornalista Loris Mazzetti ha avvertito Articolo 21 e lo stop è rientrato. Il cavallo che Caligola nominò senatore si chiamava “Incitatus”. E quanti sono gli “Incitatus” ai quali la Rai non fa mancare la biada di microfono e telecamera? Per un minimo di par condicio, fra cavalli e premi Nobel, almeno ogni cento “Incitatus”, Masi si conceda il lusso di invitare una Rita Levi Montalcini! l buongiorno si vede dal mattino, e il mattino della nuova dirigenza Rai promette una giornata da cappotto e parapioggia. I primi atti sono stati censori e intimidatori: la richiesta di una puntata “riparatrice” a Santoro; l’espulsione di Vauro con un gelminiano 5 in condotta; la richiesta, rientrata, di non far partecipare a una puntata di Fazio il premio Nobel Rita Levi Montalcini, per i suoi cento anni. La scusa era che, essendo la Montalcini anche una senatrice, la sua presenza avrebbe alterato i delicati equilibri della par condicio che, però, non vengono alterati dall’ossessiva presenza di Berlusconi in ogni Tg pubblico e privato. «Lo riprendiamo in quanto presidente del consiglio» si difendono i direttori Tg. E che così si fa un’indiretta ma redditizia campagna elettorale. «A me la morte non fa paura», ha dichiarato la Montalcini. È vero: sono i vivi a fare paura, soprattutto se appartengono a quel grande allevamento di cavalli berlusconiano da dove vengono scelti, sì, gli «Incitatus» senatori, ma anche ministri, onorevoli, manager, direttori generali. [email protected] I IL LINK SAVERIO LODATO IL SITO DEL PD www.partitodemocratico.it [email protected] 18 Italia DOMENICA 19 APRILE 2009 p Il mercantile turco, a 21 miglia da Lampedusa, tenta di forzare il blocco, poi rinuncia p La Farnesina accusa La Valletta L’Europa non interviene. Molti hanno bisogno di cure Fame e freddo sulla nave dei profughi Braccio di ferro tra Italia e Malta «La situazione è insostenibile» - lamenta Laura Boldrini, portavoce Unhcr (Onu). Mentre prosegue il braccio di ferro tra Italia e Malta la situazione a bordo del mercantile turco Pinar sta diventando tragica. damenti alle convenzioni Sar e Solas da parte di La Valletta. E anche per questo il titolare della Farnesina ha impartito istruzioni all'ambasciatore italiano a Malta, Andrea Trabalza, di «compiere passi al massimo livello per sollecitare un adeguato intervento da parte delle Autorità della Valletta». Ma le sue parole sono finora cadute nel vuoto, come l’appello rivolto all’UE affinché l'Agenzia Europea per la gestione ed il controllo delle frontiere esterne (Frontex) assolva con la necessaria rapidità ed ef- MARZIO TRISTANO PALERMO [email protected] Sospeso sul ponte della nave ad una ventina di metri l’elicottero della Guardia Costiera con a bordo due medici e un infermiere ondeggia paurosamente spinto dal vento di libeccio, che soffia impetuoso sul Canale di Sicilia. Per una, due, tre volte, tenta di calare i verricelli con le funi per imbracare Selima, 16 anni, la più grave dei 154 clandestini imbarcati sul Pinar, il cargo turco battente bandiera panamense ormai giunto a 21 miglia da Lampedusa. Ma le raffiche sono troppo forti, il pilota non rischia e rimette la prua del velivolo in direzione di Catania, da dove era decollato. Venti metri più sotto, centinaia di occhi, quelli degli immigrati ma anche dei 23 membri dell’equipaggio, seguono disperati la loro unica speranza di salvezza dileguarsi tra le nuvole che promettono pioggia. A bordo il freddo, la fame, l’assenza di coperte, di medicine, di acqua stanno mettendo a dura prova la resistenza di uomini e donne, delle quali due incinte. QUARTO GIORNO Siamo al quarto giorno di stallo nel canale di Sicilia, dove decine di persone imbarcate sul mercantile turco Pinar attendono di conoscere la propria sorte appesa al braccio di ferro tra i governi di Italia e Malta decisi a non cedere un millimetro il confine della proprie competenze in materia di soccorso a mare. Un braccio di ferro sulla pelle degli armatori - dice Laura Boldrini, il portavoce italiano dell' alto commissariato per i rifugiati delle Nazioni Unite (Unhcr) che ha Laura Boldrini «La situazione è insostenibile, occorre intervenire subito» La nave tra Italia e Malta CASTELVOLTURNO Corteo In 10mila hanno marciato ieri per 10 chilometri sulla Domiziana rispondendo all’appello della «rete antirazzista campana». lanciato di nuovo un appello all'autorità per consentire lo sbarco - che scoraggia il soccorso in mare «Ho appena parlato con il comandante -aggiunge la Boldrini - e la situazione a bordo è in peggioramento. Anche l'equipaggio comincia ad avere problemi, sono circa 40 le persone che hanno necessità di assistenza medica, ed inoltre, affiorano i primi problemi igienici a causa della scarsità di cibo ed acqua. A bordo vi era anche un cadavere che ora è stato calato su una scialuppa del mercantile, e messa al traino, perche il comandante, il turco Asik Tuygun, teme si diffonda un'epidemia. Per questo ieri la Guardia Costiera ha contattato la procura di Agrigento, ma la risposta del procuratore Renato Di Natale e stata precisa: «Seguiamo con attenzione l’evolversi della vicenda - ha detto il procuratore - ma il mercantile è in acque internazionali e la questione fino a questo momento è politica». Il ministro Frattini, infatti, accusa Malta di non essere intervenuta in un tratto di mare di sua esclusiva competenza, il governo dell’isola ribatte di non avere mai violato le convenzioni internazionali e di non essere intervenuta per la vicinanza del mercantile alle coste italiane. REBUS INSPIEGABILE Un rebus spiegabile forse con la mancata sottoscrizione di due emen- ficacia agli impegni che le sono propri, e «assicuri una soluzione urgente ad una dolorosa questione che non può che travalicare l'ambito bilaterale italo-maltese, e piuttosto investe in pieno le competenze e le responsabilità dell'intera Unione». Che, fino ad ora, resta a guardare: «Continuiamo a seguire da vicino la situazione - ha detto il portavoce del commissario Ue alla giustizia, Jacques Barrot - e a raccogliere tutte le informazioni necessarie su quanto sta accadendo». E a Barrot si è rivolto anche Giusto Catania, parlamentare europeo di Rifondazione Comunista, secondo cui «i governi di Italia e Malta assumono un comportamento criminale perchè stanno violando le leggi..». Nel tardo pomeriggio due motovedette della Guardia Costiera partite da Lampedusa sono riuscite a trasportare a bordo viveri, coperte e acqua, insieme con due medici che hanno cominciato a visitare gli immigrati più bisognevoli di assistenza per poterli, eventualmente, trasportare a Lampedusa. ❖ IL LINK ALTO COMMISSARIATO ONU www.unhcr.it LucianoConsolini&ArtmachineAssociati RÒ-TONDA S Menso MALL la dec o r a t iv a portao g g e tt i ‘ L ARTE DI APPENDERE ‘ Abiti, piante, libri, cd, profumi sempre in disordine, sempre distribuiti qua e là. Da FOPPAPEDRETTI ecco la soluzione: RO-TONDA e APPENDIALBERO. Tutto sarà appeso e finalmente in ordine! 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Corso Magenta) Tel. 0286450643 - Via Mambretti 9 - Tel. 023574497 / 023574458 BRESSO (MI) - Via Vittorio Veneto 16/C - Tel. 0266504939 ROMA Via Vitelleschi 2/4 - Tel. 0668802748 MASSAFRA (TA) - Via Del Santuario 28 - Tel. 0998804769 VARESE - Via Saffi 73 - Tel. 0332229467 20 Italia DOMENICA 19 APRILE 2009 p La Regione Campania ha già incaricato la Prefettura per radere al suolo la zona p Progetto finanziato dall’Ue ora si attende l’intervento governativo «Fortapasc» sarà distrutto Al suo posto un quartiere modello Fortapasc è una zona di Torre Annunziata. La chiamava così Giancarlo Siani, giovane cronista ucciso dalla camorra ventiquattro anni fa. Ora verrà riqualificata. E’ una delle 22 Zone franche urbane. SICILIA Sbarchi senza sosta sulle coste siciliane Soccorsi 350 stranieri Nuovi sbarchi sulla coste della Sicilia. Ieri mattina ad una trentina di miglia da Pozzallo sono sbarcati 302 immigrati, tra cui 5 minori e 61 donne, 5 delle quali in stato di gravidanza. Sono stati raccolti dalle motovedette mentre, a bordo di un vecchio barcone, si stavano dirigenti verso le coste. Le donne sono state ricoverate nel locale ospedale. Le operazioni sono state condotte dalla Capitaneria di porto e dalla Guardia di Finanza. Una parte dei migranti, 27 donne e 5 bambini, sono stati i primi a ricevere soccorsi. Il barcone con i 302 migranti a bordo era stato intercettato durante lanotteaunatrentinadimigliaasuddi Pozzallo (Ragusa). A dare l'allarme alla capitaneriadiporto diCatania èstatoil comandante di un mercantile che ha incrociatol'imbarcazione nelCanaledi Sicilia. Un altro sbarco di 54 immigrati è avvenuto ieri all'alba sulla costa di Torre di Gaffe a Licata (Agrigento). MARCELLA CIARNELLI ROMA [email protected] Il sogno di un ragazzo coraggioso che diventa realtà. Un sogno pagato con la vita da Giancarlo Siani, giovane cronista precario, ventiquattro anni fa e che ora si realizza con una delibera che stanzia denaro. Perché la vita è fatta così. E per realizzare i sogni e sanare le ferite inferte dalla criminalità organizzata ad un comunità che rivendica la sua dignità c’è bisogno di fondi. Di delibere. Di progetti, di iniziative, della collaborazione costruttiva tra governanti e governati. Il Comune, la Regione, il ministero dello Sviluppo, il governo nazionale. “Fortapasc”, per dirla con Siani, è la zona del degrado e della malavita, il tremendo quadrilatero delle carceri di Torre Annunziata, dove negli anni 80 agiva incontrastato il clan Gionta, ora si avvia a nuova vita. Nel film di Marco Risi, è proprio quel quartiere che fa dà il titolo e da sfondo alla drammatica vicenda che si conclude con una vita sacrificata agli interessi di una malavita che si sentiva messa in pericolo. E che ancora opera, IL PROGETTO Quel quartiere ora sarà spianato ed al suo posto sorgerà un luogo tutto di aggregazione, verde pubblico, piazze, case a basso costo, e piccole botteghe dove sarà possibile ridare fiato ad un’imprenditoria fatta di attività artigianali che sono state in questi anni espulse dal sistema produttivo. «Quella di Giancarlo sarà così una morte dolorosa ma non “inutile”» spiega Giosuè Starita, sindaco di Torre Annunziata, città di cinquantamila abitanti, da cui in tanti se ne sono andati e che ora potrebbero ave- Immagini tratte dal film «Fortapasc» re un motivo per tornare. Non è stata una bacchetta magica a rendere possibile l’avvio della realizzazione di questo progetto solo fino a pochi anni fa impensabile. Ma, piuttosto, la caparbietà degli amministratori regionali e comunali che hanno reso concreto il dettato delle «Zone franche Urbane», lo strumento già in funzione in Francia e in Spagna, che Romano Prodi quando era al governo riuscì a strappare all’Unione europe e che servirà alla riqualificazione di 22 realtà, in Campania oltre che Torre Annunziata anche Napoli Est e Mondragone. IL PRIMO STANZIAMENTO La Regione ha fatto la sua parte. Ed ha stanziato, prelevando le risorse dalle risorse FAS, il primo milione e mezzo di euro per partire con la demolizione degli edifici fatiscenti della zona, per la messa in sicurezza delle strutture pericolanti, per l’abbellimento ed il decoro urbano. «Le istituzioni dimostrano di essere presenti nel progetto per trasformare Fortapasc in un luogo di convivenza civile e di sviluppo» ha detto il governatore Antonio Bassolino. Ora, ri- Giancarlo Siani Dove il giornalista ha trovato la morte ci sarà una rinascita corda però il sindaco, c’è bisogno che anche il Cipe faccia la necessaria delibera perché arrivino tutti i fondi necessari. I progetti sono stati appprontati, e i bandi degli appalti per l’abbattimento e la ricostruzione saranno gestiti direttamente la Prefettura per evitare qualunque tipo di infiltrazione camorristica. Ma i soldi devono arrivare. Presto. CONSEGUENZE POSITIVE A Torre Annunziata così come nelle altre ventuno realtà, quasi tutte al sud, dove c’è bisogno di interventi per riportare a nuova vita zone di degrado ma con la civiltà nel Dna. «Un bella e lodevolissima iniziativa della quale mi sento un po’ complice e un po’ responsabile» ha commentato Marco Risi. «Ancora una volta si dimostra non solo che il sacrificio di Giancarlo non è stato vano, ma, anzi che produce perfino conseguenze positive e tiene desta l’attenzione nei confronti di alcune realtà». Parole di Paolo Siani, il fratello.❖ I LINK PER INFORMAZIONI VEDERE www.comune.napoli.it Italia ZOOM DOMENICA 19 APRILE 2009 21 In pillole RISSA TRA BANDE ALBANESI UN MORTO A FROSINONE Un albanese è morto, un altro è in fin di vita e un terzo è gravemente ferito. È il bilancio di uno scontro tra due bande di albanesi avvenuto ieri pomeriggio nella contrada Puppari a Veroli (Frosinone). Alla base del litigio potrebbe esserci un regolamento di conti. La scena, a cui hanno assistito diversi testimoni, è stata terribile. Le fazioni rivali, composte da uomini e donne con età compresa tra i 20 e i 35 anni, si sarebbero inseguite a piedi per oltre 500 metri. GRAVE GIOVANE FERITO DAVANTI A DISCOTECA Via Poma, chiusa l’inchiesta. Busco rischia il processo dopo 19 anni A 19 anni dal delitto la procura di Roma ha chiuso l’inchiesta sull’omicidio di Simonetta Cesaroni, l’impiegata uccisa con 30 coltellate il 7 agosto 1990, e ha depositato gli atti. Raniero Busco, ex fidanzato di Simonetta, inda- gatoper omicidio volontario,rischia ora di finire sottoprocesso. «Sarebbe giusto pagare - avrebbe commentato l’imputato -, ma solo se avessi fatto qualcosa». A sostenere l’accusa vi sarebbero impronte e tracce di sangue. È grave all’ospedale di Salerno, Gianluca de Sio, 28 anni, salernitano, raggiunto da due colpi di pistola al fianco e alla spalla la scorsa notte a Salerno mentre stava andando verso l’auto posteggiata di fronte alla discoteca «Il posto». Sul posto era scoppiata una rissa. 22 DOMENICA 19 APRILE 2009 Conversando con... Marisa Paredes Attrice «Da Mastroianni a Benigni Quello che mi ha insegnato il cinema italiano» Foto di Alberto Martin/Ansa-Epa Marisa Paredes Per saperne di più www.zapster.it Curiosità e altro su Marisa Paredes MALCOM PAGANI ROMA [email protected] Approfondimenti www.cinema.it Tutto su attori, film e home video pulsivamente l’epoca degli ’80. Incontri, fughe e colore, insieme a tante altre cose tra cui la droga. L’eroina sì portò via molti brillanti cervelli». on c’è possibilità di diAnnidi militanza.La politica laappassiona ancomenticare la sua leziora? ne, perché è una concen«In parte. La sinistra rappresenta per me l’unitrazione di umorismo e ca possibilità di ricercare la giustizia sociale. dolore. L’unica cosa che Allo stato delle cose però, stiamo soltanto sova preparata al meglio è pravvivendo. Nessuno escluso. Ma scatti di la disponibilità. Devi esfantasia, slanci e utopie, sono necessari. Obasere al massimo, cancelma, ad esempio, è fantastico. Ci voleva. Un lare ogni logica, interpretare qualunque ruointellettuale. Bello (lei dice “guapo” ndr), lelo». Agli “abbracci spezzati”, la “ragazza” più vantino, nero. Credo possa essere un grande fedele del gruppo preferisce l’eternità. Con il presidente, speriamo che realizzi almeno la più importante regista spagnolo ha recitato metà di quanto annunciato». in cinque film, 25 anni di amicizia. Tacchi a Preoccupata? spillo, fiori e segreti, madri di cui si sa tutto «Durante il primo governo Zapatero, la Spasenza intuire niente. “Parla con lei”, Pedro Algna ha avuto un momento in cui quei paramemodovar. Nella trasformazione continua. tri dai nomi impossibili, dai quali si deduce lo Del suo cinema, del mondo, del presente. stato di salute di un paese, crescevano senza «Mai incontrato un simile artista. Grazia unisosta. Per la prima volta, una nazione tradica, leggerezza sublime. Lui pretende di inglozionalmente votata all’emigrazione, richiabare e riprodurre tutto ciò che fluttua nella mava migranti. Gloria e splendori che hanno sua e nell’altrui immaginazione. Andando olarricchito un’oligarchia e che in molti temevatre. Vuole il cambio di registro immediato, mo potessero rivelare la loro fallacia. Ora è anche nella stessa scena. Al princìpio ero insuccesso e alla crisi mondiale, gli spagnoli dequieta, ora è passata. Tornare a collaborare vono aggiungere la loro». con lui, sarebbe semplice». Nell’attesa, dopo Un quadro fosco. un anno negli scomodi panni «Sfumano milioni di posti di Eva in “Suonata d’autun- La morte di Cinecittà di lavoro e le banche chiedono” di Bergman, Marisa Pareno tempo e denaro che, ovdes si riposa. «Ho 4 copioni Ho visto i set assaltati viamente, sostengono di sul tavolo, valuto le propo- dalla peggiore tv con non possedere. Poi senti stoste, leggo. Da pochi giorni so- le decorazioni di Fellini rie di broker capaci di rovino sessantatreenne. Guardo lasciate in un angolo nare mezzo pianeta e ti fai fuori e mi scopro occupatissidelle domande: “Come può ma». Allegria, entusiasmo, stupore. Non le coavvenire?”. Semplicissimo. Basta non varare sta essere autentica. È un gioco. Come quanuna legge che controlli lui e i suoi sodali. Perdo caricava bauli di legno in autobus, chiedono sempre i deboli e domina il grande capidendo scusa rossa in volto. 1955, Madrid. tale. Se il sistema non decide di dotarsi di reUna bambina di 10 anni e un’infanzia da insegole, proseguiremo raschiando il fondo della guire col fiatone. nostra cattiva coscienza. Sentendoci di sini«Mio padre faceva l’operaio, mamma la stra, mentre altri indisturbati accumuleranportinaia. Eravamo 4 figli, lavoravamo tutti. no fortune». Fatica, dignità, impegno. L’angoscia econoÈ stata a contatto con la Politica. Dal 2000 al mica fu il trampolino per la libertà e la recita2003,come presidentedell’accademia delcinezione, la possibilità di abbracciarla. Abitavo ma spagnolo. Tra i settori feriti dalle intenzioni nei pressi di un teatro. Ogni sera, passandoci dei governi centrali, quello culturale sventola davanti, pensavo che lì dentro si agitasse un sinistro primato. qualcosa di speciale». «Il cinema è in decadenza ma tagliare i costi Nella Spagna franchista, dove dietro al sipario legati allo sviluppo delle arti, lascia fuori si resisteva a colpi di scrittura. un’intera generazione. Con la stessa logica, «Nel teatro si riuscivano a dire verità che sfugnon avremmo mai scoperto un Pasolini. C’è givano al controllo della dittatura. Era una una scomoda realtà: Il cinema europeo, in Eufuga da censura, buio e stupidità. Una porta ropa, non si vede. Mancano i contatti, gli magica dietro alla quale nascondersi. Ogni scambi, le distribuzioni. Un deserto». tanto, qualche vecchio arnese di estrema deUn’opera sovversiva come “L’indiscreto fascistra scende ancora in piazza: “Franco vive”, no del peccato”, avrebbe faticato. “Franco, Franco, Franco”. Sempre gli stessi «Non sarebbe mai stata prodotta. Adesso c’è dieci, a rincorrere una nostalgia grottesca». una censura brutale in cui l’egemonia della Il Caudillo morì nel novembre del 1975. chiesa è opprimente. Un nuovo potere secola«Riemergemmo dall’incubo molto tardi. Io re, mai così aggressivo dai tempi del franchiavevo già 29 anni. Avevamo diritto a una desmo. Scendono in piazza contro l’aborto, grimocrazia che ci facesse esprimere e respiradano “assassino” a chi eccepisce. Poi magari re. Arrivò e la assaporammo senza filtri, dalla preferiscono officiare la funzione attraverso mattina alla sera, per riprenderci il pezzo di gli schermi e la domenica, non si affrettano a cielo che ci era stato tolto. Dormire, ci semrecarsi al tempio. A volte, mi chiedo in che brava inutile». epoca mi trovi a transitare. Perfortuna in queLamadrid notturna degli‘80. Movida, volia plasto panorama, il teatro resta in piedi. Non si nare, eccessi e provocazioni. fa uccidere. Un paradosso solo apparente». «Una città fuori orario. Attraversammo comPadre di molte altre avventure, quello spazio fu N DOMENICA 19 APRILE 2009 anche l’occasione del suo primo incontro con Benigni. «Era un monologo. A terra c’erano migliaia di persone. Mi sedetti rapita. Roberto possiede sensibilità e visione. “La vita è bella” è stato illuminato dalla sua presenza. Benigni è stato attore, sapeva come farci sentire a nostro agio». Dal“Cochecito” diFerreri inpoi, ilrapportoestetico tra Spagna e Italia si è alimentato di scambi suggestioni continue. «Prima che l’enorme forza del cinema nordamericano spazzasse via ogni cosa. Un giorno andai a Cinecittà. Vidi in che condizioni era l’isola dei miei sogni. Assaltata dal peggio della televisione con le decorazioni di Fellini abbandonate in un angolo, a macerarsi sotto la pioggia. Rimasi ferma, immobile, stordita. Un dolore fisico». Fellini e Mastroianni, col quale duettò, nel suo ultimo film. «Marcello era una parte di me. Dividere la scena in “Tre vite e una sola morte” di Ruiz, fu la realizzazione di tutte le aspettative dell’adolescenza. Purtroppo era malato. Andai a Parigi per conoscerlo. Lo osservai. Negli occhi meravigliosi che mai lo abbandonarono, c’era un lampo di sofferenza. In quel caffè, volle esserci. Un gesto antico, da gentiluomo. Desiderava continuare a calpestare palcoscenici fino alla fine. Mantenne la promessa». Lei ha fatto in tempo a incontrare tutte le generazioni. Padri e figli. Il suo ultimo film italiano, “L’uomo che ama”, era firmato da Maria Sole Tognazzi. «Ci conosciamo in un albergo a due passi dal Prado. “Ho scritto una cosa per te”, dice. Una ragazza dolce ed energica. Si accende una simpatia reciproca. Così, finito l’incontro le dico: “Sei sola a Madrid?” e lei :“ Ho molto da fare”. In mano ha una cartina e una macchina fotografica. I musei, le strade, tutto il giorno davanti. Apprezzo l’indipendenza e la saluto. Passa un anno, mi richiama. Ha trovato i soldi, montato il cast: Bellucci, Favino, Ksenia Rappoport e io. “Sai Marisa, quella sera poi, mi avevano rapinato”. Ogni cosa, dai documenti al denaro. Non mi aveva detto niente. Forte personalità, la stessa di Ugo». ❖ Chi è Dal teatro al successo con Almodovar Marìa Luisa Paredes Bartolomè nasce a Madridil3apriledel1946.In unpaesescosso dalla dittatura, Marisa si avvicina al teatro da adolescente, studiando recitazione al conservatorio d’arte drammatica della capitale spagnola. Jesus Franco la chiama per un piccolo ruolo nel 1961 ne «Il diabolico dottor Satana». Negli anni seguenti, Paredes si divide tra teatro e televisione ma il successo arriva nel 1983. Almodovar mette in piedi un film coraggioso e marchiato dalle allegorie. «L’indiscreto fascino del peccato»faràscandalo e lanceràl’attrice a altre4 collaborazioni col regista. «Tacchi a Spillo» del 1991, «Il fiore del mio segreto», del ’95 e i più recenti «Tutto su mia madre» e «Parla con lei». 23 24 www.unita.it DOMENICA 19 APRILE 2009 Mondo Foto di Mariamma Kambon/Reuters Stretta di mano tra il presidente degli Stati Uniti Barack Obama e il venezuelano Hugo Chavez p Vertice delle Americhe Il presidente Usa: «Non restiamo prigionieri dei disaccordi passati» p Amicizia La offre il leader venezuelano, che dice: «Lui non è come Bush, è intelligente» Obama: nuovo inzio con Cuba Stretta di mano con Chavez Pronto a voltare pagina nei rapporti con Cuba. Al vertice delle Americhe, il presidente Obama si dice pronto ad un «nuovo inizio» dopo «decenni di sfiducia». E stringe la mano a Chavez, chiedendogli: «Como estas?». MARINA MASTROLUCA [email protected] «Gli Stati Uniti vogliono un nuovo inizio con Cuba». Usa queste parole Barack Obama per sgomberare il campo da «decenni di sfiducia» e annunciare che Washington è pronta a voltare pagina con l’isola di Castro. Quinto vertice delle Americhe, Cuba non è presente perché esclusa da tempo da questo consesso continentale, che vede riuniti 34 Paesi. Eppure di Cuba si parla in ogni discorso, è il perno su cui ruota il summit di Trinidad Tobago. Ne parla anche Obama, dopo che molti dei leader latino-americani hanno sollecitato la fine dell’embargo che da 47 anni gli Stati Uniti hanno imposto sull’isola. «Un nuovo inizio», dice Obama. Poco prima, si era avvicinato al presidente venezuelano Hugo Chavez, per stringergli la mano, lo stesso Chavez che aveva pubblicamente definito George Bush «il demonio», criticando instancabilmente l’amministrazione americana e altrettanto istancabilmente pompando il petrolio venezuelano - l’80% della produzione - nelle vene degli Stati Uniti. L’impegno «Ci vorrà un lungo viaggio per superare decenni di sfiducia» «Voglio esserti amico», avrebbe detto Chavez, regalando ad Obama un libro di Eduardo Galeano, «La venas abiertas de America latina», saggio-reportage sullo sfruttamento economico coloniale e post coloniale. Obama gli chiede in spagnolo: «Como estas?». Un bel passo avanti, rispetto all’era Bush. È anche questo un nuovo inizio. «Obama è una persona intelligente, diverso dal suo predecessore», parola di Chavez. «PRONTO AD ASCOLTARE» Il presidente Usa siede tra la collega cilena Michelle Bachelet e la presidente argentina Cristina Fernandez de Kirchner. È «pronto ad ascoltare», dice, perché «ho molto da imparare». Ma anche da dire. Obama parla di crisi economica, di come uscirne, di riscaldamento globale, di lot- P PARLANDO DI... Strage di Columbine Sonopassatidiecianni dallastragediColumbine,ilmassacroin unliceodel Colorado commesso da due adolescenti, Eric Harris e Dylan Klebold. Nela scuola alla periferia di Denver morirono 12 studenti e un insegnante. Le tv americane si collegarono con il liceo mentre la strage era ancora in corso. La polizia arrivò 47 minuti dopo l’inizio della tragedia. Foto di Carlos Barria/Reuters ta al narcotraffico. E soprattutto parla di Cuba. «So che è necessario intraprendere un viaggio più lungo dopo decenni di sfiducia, ma vi sono alcuni passi chiave che possiamo fare verso un nuovo giorno - dice -. Negli ultimi due anni ho detto e lo ripeto oggi che sono pronto a coinvolgere la mia amministrazione con il governo cubano su un ampio spettro di questioni, i diritti umani, la libertà d’espressione e la riforma democratica». SEGNALI DI DISTENSIONE È l’impegno formale davanti ai capi di Stato del continente americano, ma i segnali di una svolta possibile si erano moltiplicati negli ultimi giorni. Lunedì scorso la Casa Bianca aveva alleggerito l’embargo, facilitando i viaggi dei cubano-americani nell’isola e l’invio di denaro. Giovedì, dal Messico, il presidente Usa ha chiesto a Cuba «un gesto». E Raul Castro non si è fatto attendere. «Siamo pronti a parlare su tutto, tutto, tutto, anche sui prigionieri politici e i diritti umani», era stata la risposta, immediatamente accolta da Hillary Clinton, che non si è risparmiata una sottolineatura sul fallimento della linea seguita finora nei con- IL CILE La presidente Michelle Bachelet non ha nascosto le speranze: «Quella in corso traUsa e America Latina è la prima fase per la costruzione della fiducia verso un cambiamento nei rapporti». fronti dell’Avana. «Non possiamo essere prigionieri dei passati disaccordi», ha detto Obama ai leader americani, riconoscendo al tempo stesso che «la politica degli Stati Uniti non dovrebbe essere interferenza negli altri Paesi». «Ma non possiamo rimproverare gli Stati Uniti per ogni problema dell’emisfero. Questo è il vecchio modo di fare, noi abbiamo bisogno di un nuovo modo». E il nuovo modo, secondo Obama, è «un dialogo fondato sul rispetto reciproco di valori condivisi», una condivisione di responsabilità. Sarà anche per questo che il presidente Usa si concede un siparietto con il presidente nicaraguense Daniel Ortega, storico avversario di Washington, che nel suo intervento perora la causa della fine dell’embargo contro Cuba e cita avvenimenti della storia passata. «La ringrazio per non avermi incolpato di fatti avvenuti quando avevo tre mesi d’età», scherza Obama. Il passato, sembra dire, è alle spalle.❖ DOMENICA 19 APRILE 2009 25 lato ci sia una Cuba, la sua, che ha avuto sempre ragione, e dall’altro lato, gli Stati Uniti che nella visione di Fidel hanno sempre avuto torto. Ora, che gli Usa abbiano seguito nei confronti di Cuba una linea non positiva – in particolare durante l’ Amministrazioni repubblicane, ma non soltanto – è mostrato dal fatto che Hillary Clinton ha ammesso che la politica americana nei confronti di Cuba deve essere cambiata profondamente, perché, cito testualmente la segretaria di Stato americana, “l’attuale (politica) su Cuba è fallimentare”. Questo riconoscimento è propedeutico ad un sostanziale cambiamento di rotta ma non risolve di per sé le difficoltà». Dell’ombra invadente di Fidel su Raul abbiamo detto. Qual altro problema evidenziare? Tre presidenti: Evo Morales, con Lula e la cilena Michelle Bachelet Intervista a Massimo Salvadori «La svolta è possibile tra le due Americhe Resta l’ombra di Fidel» Lo storico: «Il presidente Usa e Raul Castro concordano nel voler voltare pagina Ora dovranno dire quali passi sono disposti a fare» Una nuova era «Il presidente Usa ha già disinnescato la mina dello scudo spaziale di Bush e ha aperto all’Iran» «Penso al rapporto tra il presidente venezuelano Hugo Chavez e Cuba; un rapporto che condiziona certamente i rapporti tra Cuba e gli Stati Uniti, stabilendo un triangolo nel quale il dialogo non è affatto detto che sia uno sviluppo lineare. In ultima analisi, di buono c’è che sia Raul Castro che Barack Obama intendono gettarsi il passato alle spalle. Resta da vedere quali sì sono disposti a pronunciare – dal rispetto dei diritti umani alla fine dell’embargo – per dare forza e contenuti a queste buone intenzioni». Le due Americhe possono ritrovarsi nel segno di Obama? UMBERTO DE GIOVANNANGELI [email protected] n nuovo inizio. Incoraggiante, certamente, ma come tale va inteso. Sia Raul Castro che Barack Obama concordano sul fatto che occorra voltare le spalle al passato. Resta da vedere quale siano i sì che le due parti sono disposte a dire». A parlare è Massimo Salvadori, professore emerito all’Università di Torino, tra i più autorevoli storici e studiosi italiani della politica. U «Gli Stati Uniti cercano un nuovo inizio con Cuba». Così Barack Obama al vertice delle Americhe. Professor Salvadori, siamo ad una svolta storica nei rapporti tra Usa e Cuba? «Siamo all’inizio di una svolta possibile ma ancora tutta da realizzare. Si è aperto un dialogo che però va inteso come un confronto tra posizioni molto diverse, che hanno alle spalle un’epoca storica di fratture tra i due Paesi; una frattura che non sarà certamente facile colmare, al di là delle buone intenzioni espresse sia da Raul Castro che da Barack Obama». Un buon inizio di un cammino che resta disseminato di ostacoli. «Direi proprio di sì. Le difficoltà, a mo avviso, sono in primo luogo legate al fatto che la leadership di Raul Castro sembra essere ancora condizionata fortemente dall’ombra del fratello Fidel, che ha espresso una posizione basata sull’idea che da un «Il discorso da fare è più generale. Obama ha subito caratterizzato la sua presidenza con aperture su vari e importanti fronti: ha disinnescato la mina rappresentata dallo Scudo spaziale che Gorge W. Bush aveva messo in piedi in funzione anti Russia; non meno significativa è il cambio di strategia nei confronti dell’Iran. E adesso, la terza importante discontinuità: l’apertura a Cuba. Su tutti e tre questi fronti siamo però alle premesse di una “Svolta” che attende ancora di essere sostanziata. E se c’è un banco di prova per Obama questo, a mio avviso, è il conflitto israelo-palestinese, sul quale il presidente americano deve ancora dare prova di sé e della sua determinazione al cambiamento». ❖ 26 Mondo DOMENICA 19 APRILE 2009 p Israele diserta Polemica sul documento finale. Anche il Canada si tira fuori p L’Iran va Ahmadinejad sarà presente. L’Europa divisa. L’Italia spinge per il boicottaggio In bilico il summit Onu sul razzismo Pressing sugli Usa per salvarlo Foto di Salvatore Di Nolfi/Ansa-Epa Canada e Israele si sono già chiamati fuori. L’Europa è divisa. È scontro aperto sul documento del vertice Onu sul razzismo. Le organizzazioni umanitarie lanciano l’appello a Obama: non boicottarlo. UMBERTO DE GIOVANNANGELI [email protected] Il presidente iraniano, Mahmud Ahmandinejad ha confermato la sua presenza. La Russia difende la sua mediazione. Le più importanti organizzazioni umanitarie lanciano un appello alla partecipazione. Canada e Israele si chiamano fuori. L’Europa si divide. Riflettori accesi sulla Conferenza delle Nazioni Unite sul razzismo – che fa seguito al summit del 2001 a Durban che aprirà domani i suoi lavori a Ginevra. La vigilia è segnata da un frenetico lavorio diplomatico che vede impegnate tutte le cancellerie europee. Si cerca di mettere a punto una posizione comune in risposta alla nuova bozza di documento finale presentata da Mosca. La nuova bozza, accolta con sollievo dall’Alto commissario Onu per i Diritti umani, Navanethem Pillay che ha parlato di una “base solida”" per la prosecuzione del processo, ha limato le parti più controverse del documento, in particolare le critiche a Israele, i riferimenti al Medio Oriente e il concetto di diffamazione religiosa. Proteste contro il razzismo, tema centrale della conferenza Onu che inizia domani a Ginevra tornare i ministri a decidere" e non gli ambasciatori. "Noi abbiamo avuto oggi un’ulteriore riunione di coor- DURBAN II EUROPA DIVISA Quanto all’Europa, non è stata ancora espressa una posizione ufficiale. Ma l’Italia, che in questa vicenda ha fatto da apripista annunciando subito la propria decisione di non partecipare alla Conferenza ha dapprima definito “migliorativo” il testo russo, anche se poi il ministro degli Esteri Franco Frattini ha precisato: “O il testo olandese o niente. Le proposte del mediatore russo non le scartiamo a priori, la riunione di Ginevra è ancora molto lontana. Ma la decisione presa dai ministri è stata una, se dovrà essere cambiata dovranno La conferenza aprirà i battenti domani a Ginevra. La Russia ha mediato sul documento finale. L’ultima versione del testo ha convinto la Svizzera a cambiare posizione e a partecipare. dinamento europeo - ha aggiunto il ministro italiano - e abbiamo ribadito la decisione presa dai ministri degli Esteri, quindi quella è la decisione. Se vi sarà l’accoglimento del testo concordato lunedì noi ovviamente saremo favorevoli, qualunque altra proposta non la condividiamo”. GLI USA RIFLETTONO Gli Stati Uniti potrebbero rivedere la decisione di boicottare “Durban 2”. Secondo fonti diplomatiche citate dal quotidiano di Tel Aviv “Haaretz”, alcuni diplomatici americani hanno informato le organizzazioni ebraiche negli Usa che l’Amministrazione Obama potrebbe inviare un suo rappresentante alla Conferenza. Washington aveva inizialmente annunciato il boicottaggio dei lavori nel timore che si trasformassero in un’occasione per attaccare Israele, come avvenuto alla prima conferenza svoltasi otto anni fa in Sudafrica. Ma decine di organizzazioni per i diritti umani hanno scritto una lettera a Barack Obama per chiedergli che gli Usa siano presenti “in una delle più importanti piattaforme internazionali per discutere dell’eliminazione del razzismo, della discrimi- nazione razziale, della xenofobia e delle relative intolleranze”. “Rifiutare di negoziare fino a quando tutti gli altri non avranno accettato le tue richieste non è il modo di ottenere i cambiamenti che vuoi», sottolinea la rappresentante di Human Rights Watch a Ginevra, Juliette de Rivero. «Questo approccio – aggiunge - è particolarmente deludente vista la promessa del presidente Obama di dialogare con le altre nazioni, invece di tentare di imporre su di loro la volontà di Washington». Al presidente iraniano – presente alla Conferenza - invece, Hrw chiede di annunciare la fine della repressione contro la minoranza religiosa dei Baha’i, invece di sfruttare il palcoscenico di Ginevra per rilanciare le sue affermazioni incendiarie sull’Olocausto e contro Israele. ❖ P PARLANDO DI... Spd e ricchi Un aumentodelle tasse per i più ricchi e una riduzione peri più poveri sono le misure più importanti della bozza di programma del partito socialdemocratico tedesco per le elezioni legislative del prossimo autunno. Il testo è stato adottato ieri all’unanimità dalla dirigenza e sarà sottoposto al voto del congresso del partito il prossimo 14 giugno. p Casa Bianca delusa Hillary protesta: liberate Roxana Saberi p Il padre: «Le hanno promesso il rilascio se confessava il falso» Reporter condannata a 8 anni Per l’Iran è «spia americana» Foto di Abedin Taherkenareh/Ansa Il disgelo fra Teheran e Washington non evita a Roxana Saberi, giornalista con doppia cittadinanza, iraniana e americana, una condanna a 8 anni di carcere. Ha lavorato per Bbc e Fox. Per il regime è una spia. Otto anni di carcere per spionaggio a favore degli Stati Uniti. Il tribunale di Teheran ha avuto la mano pesante con Roxana Saberi, 31 anni, giornalista con doppia cittadinanza, iraniana e americana. Il padre di Roxana, Reza, sostiene che dopo l’arresto avvenuto il 31 gennaio scorso, la figlia aveva confessato reati mai commessi, in cambio della promessa di venire poi rilasciata. d’appello, ma intanto l’imputata resta in prigione perché non le è stata concessa la libertà condizionale. Roxana Saberi risiede in Iran da sei anni ed ha lavorato come free-lance per diversi importanti media inglesi e statunitensi: la National Public Radio americana, Fox news, Bbc. Secondo le autorità della Repubblica islamica due anni fa le era stato revocato l’accredito stampa e pertanto la sua attività era illegale. FILIPPINE Liberato volontario rapito Si tratta per l’italiano Andreas Notter è libero e sta bene, anche se non è chiaro come sia avvenuta la sua liberazione. Sale la preoccupazione per Eugenio Vagni, l’ultimo dei tre operatori della Croce rossa internazionale in mano ai ribelli islamici di Abu Sayyaf nell’isola filippina di Jolo. Le trattative proseguono. SAN PIETROBURGO Nipote di Putin premier nel governo dei giovani Vera Putina, nipote di terzo grado di Vladimir Putin,è stata designata a guidare il governo giovanile di San Pietroburgo, una organizzazione consultiva. Il consiglio giovanile, invece, sarà capeggiato da Dmitri Grizlov, figlio del presidente della Duma. RICORSO IN APPELLO La vicenda può creare ostacoli alle prove di dialogo fra i 2 governi Brevi Un’autobomba guidata da un attentatore suicida si è lanciata su convoglio militare pachistano ed è esplosa dopo aver superato un posto di controllo. Almeno 27 i morti, quasi tutti soldati e poliziotti, 65 i feriti. [email protected] Diplomazia 27 PAKISTAN Attacco suicida contro i militari: 27 morti GABRIEL BERTINETTO Secondo l’avvocato difensore Abdolsamad Khorramshahi, Roxana in aula non ha invece ammesso alcuna colpa. Comunque sia, la corte l’ha giudicata colpevole. Con il pretesto di svolgere servizi giornalistici avrebbe visitato uffici statali, allacciato rapporti con funzionari del governo e raccoltO informazioni passate poi all’intelligence americana. Ci sarà un processo DOMENICA 19 APRILE 2009 La giornalista irano-americana Roxana Saberi La vicenda si è intersecata ultimamente con i tentativi di dialogo fra Teheran e Washington. La segretaria di Stato Hillary Clinton si è detta «profondamente delusa per la condanna». «Stiamo lavorando -ha aggiunto Clinton- per ottenere dettagli sulla decisione del tribunale e per garantire la sicurezza» della reporter. In serata il presidente Obama ha usato la stessa espressione di Clinton per commentare il verdetto: «Sono profondamente deluso». I PRECEDENTI Tra l’altro la magistratura è stata più severa di quanto non sia avvenuto in passato, quando altri cittadini irano-americani erano stati arrestati e tenuti in carcere per vari mesi per avere svolto attività giudicate contrarie alla sicurezza nazionale. Tutti però, ricercatori universitari o membri di organizzazioni non governative, erano poi stati liberati senza processo e rimpatriati. Intanto nella prigione di Rasht ri- schia di essere impiccata Delara Darabi, una ragazza condannata per un omicidio probabilmente commesso da altri, quando aveva 17 anni. L’esecuzione potrebbe avvenire domani. Amnesty International ha rivolto un appello affinché la pena sia commutata.❖ PIRATI Nato libera 20 ostaggi Sequestrata nave belga Una fregata olandese della Nato che opera nel Golfo di Aden per contrastare la pirateria è riuscita a sventare il sequestro di una petroliera greca e a liberare 20 ostaggi yemeniti, presi nei giorni scorsi. Ma nelle stesse ore una nave belga è stata catturata. 28 DOMENICA 19 APRILE 2009 DOSSIER Dramma profughi Fotofraxia La foto è stata realizzata dallo stesso ragazzo protagonista della storia raccontata L’ODISSEA DI JUMAA K. In fuga dell’Afghanistan era arrivato in Italia nell’agosto del 2008 nascosto dentro il rimorchio di un camion a bordo di un traghetto. Sorpreso dalle forze dell’ordine fu rispedito verso la Grecia sebbene minorenne. Il governo ha sempre smentito i respingimenti, questa storia ci dice il contrario Per saperne di più Approfondimenti www.unhcr.org Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati “ Il ragazzo protagonista dell’articolo è stato respinto dai porti italiani tre volte e ha rischiato anche di morire di asfissia GABRIELE DEL GRANDE ROMA [email protected] l traghetto della Minoan attraccò a Venezia alle otto del mattino di un giorno d’agosto del 2008. Jumaa K. non ricorda la data. Era la sua prima volta. Dopo mesi di falliti tentativi. Dentro il rimorchio erano saliti tre giorni prima, di notte. Il camion era parcheggiato nel porto di Patrasso. Era bastato aprire lo sportello e fare in fretta prima che tornassero le volanti della polizia. Quando si contarono erano in 15, dieci dei quali ancora minorenni. Le scorte di acqua e biscotti finirono dopo 24 ore. Il sole d’estate rendeva tutto più difficile. Il terzo giorno, finalmente, il motore si accese e il camion si imbarcò. All’arrivo in Italia, il rimorchio venne scaricato dalla nave senza che nessuno si accorgesse della loro presenza. Fu soltanto la sera, intorno alle 19:00, nel piazzale del porto, che alcuni agenti delle forze dell’ordine aprirono i portelloni per un controllo. Jumaa K. provò a scappare. Ma venne raggiunto da un agente e colpito con un calcio nella schiena. Nessuno gli chiese come si chiamasse, da che paese venisse e quanti anni avesse. Nessuno gli chiese dov’erano i suoi genitori e come mai aveva lasciato l’Afghanistan, attraversato le montagne dell’Iran, rischiato la vita nel mar Egeo, e ora di nuovo chiuso in quel camion. Riportarono tutti a bordo, e li chiusero a chiave in un bagno, con un po’ d’acqua e un piatto di spaghetti al pomodoro. Poche ore dopo, a mezzanotte, la Minoan ripartì per Patrasso. All’epoca dei fatti Jumaa aveva 16 anni. Oggi vive a Roma. Ci incontriamo nella scuola di italiano che sta frequentando, Asinitas. Vive nella capitale dal 26 novembre 2008. Grazie al sostegno di un’associazione greca ha potuto raggiungere legalmente il fratello più grande, Adel, che vive a Roma da tre anni, con un permesso di soggiorno come rifugiato politico e un lavoro come aiuto cuoco in un ristorante del centro. I Lui è solo uno delle migliaia di rifugiati afgani e irakeni che ogni anno vengono respinti dai porti italiani verso la Grecia, sulla base di un accordo di riammissione firmato dai due paesi nel 2001. Tuttavia nel suo caso c’è un’aggravante. È minorenne. L’Alto commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati ha chiesto di sospendere le riammissioni in Grecia di tutti i potenziali rifugiati, con una nota del 15 aprile 2008, perché Atene non sarebbe in grado di garantire loro una adeguata protezione. Tanto più nel caso di minori non accompagnati da familiari. Per legge sono inespellibili. Non solo. L’articolo 19 del decreto legislativo 25/2008 - che ha recepito la direttiva europea sulle procedure per il riconoscimento dello status di rifugiato – è chiaro: «Al minore non accompagnato che ha espresso la volontà di chiedere la protezione internazionale è fornita la necessaria assistenza per la presentazione della domanda». Questa la teoria. La pratica invece è quella dei respingimenti per tutti, minori compresi. Lo denunciava lo scorso 31 marzo il Corrie- www.interno.it Il sito ufficiale del ministero dell’Interno DOMENICA 19 APRILE 2009 29 Durante una delle sue detenzioni, fu tenuto con i polsi ammanettati con altre 4 persone. Liberati solo per andare in bagno re della Sera, con un articolo di Gian Antonio maa K. mi mostra una cicatrice sul gomito, sbatStella. Ma il ministro dell’Interno Roberto Maro- tuto in malo modo contro i ferri del telaio del ni smentì la notizia, invitando il giornalista a fa- camion mentre l’autista lo strappava al suo nare «le necessarie verifiche». Le abbiamo fatte noi scondiglio. L’unica cosa che la polizia chiese fu per lui. E abbiamo scoperto che il respingimento se aveva pagato l’autista e quanto. Alle sue padei minori afgani dai porti italiani è una prassi. role non prestarono attenzione. Aveva ripetuto Lo stesso Jumaa K. è stato respinto tre volte, e a memoria l’unica espressione in italiano che una quarta volta ha rischiato di morire di asfis- aveva imparato: «Io fratello Roma». Aveva ansia. che provato con il suo ingleLa seconda volta Jumaa K. sa- Rifugiato politico se, decisamente buono, ma lì sulla Superfast diretta a Bari. nessuno agente lo parlava. Da solo. Riuscì a infilarsi sotto Oggi vive a Roma, grazie Gli dettero una bottiglietta il telaio di un camion inglese in a un’associazione greca d’acqua. Era fradicio di sudoattesa dell’imbarco, mentre gli ha potuto raggiungere re. Stavolta lo chiusero a chiaaltri ragazzini afgani fuggivano legalmente il fratello ve in uno stanzino vicino alla dispersi dalla polizia. La nave sala macchine. Al suo ritorno salpò alle 18:00 per attraccare in Puglia a mezzo- a Patrasso, come la volta precedente, venne ringiorno. A scovarlo fu l’autista. Lo tirò fuori di for- chiuso in un container piazzato a fianco della za, per poi riempirlo di schiaffi davanti agli agen- sede della polizia greca nel porto e utilizzato ti della Polmare che lo invitavano a calmarsi. Ju- come struttura detentiva per i rifugiati trovati sui traghetti per l’Italia. Avevo già visto un video su Youtube, girato dentro il container da un ragazzino afgano con un video-fonino. Jumaa però aggiunge dei dettagli agghiaccianti. Per tutta la durata della sua detenzione, setLa smentita di Maroni te giorni, fu tenuto con i polsi ammanettati con e le verifiche fatte da l’Unità altre quattro persone. Li liberavano solo per farli andare in bagno, ma sempre ammanettati con un’altra persona. Dal primo settembre 2008 al 30 novembre, secondo il ministero dell’Interno, 1.816 persone sono state respinte dai porti dell’Adriatico di Venezia, Ancona, Bari e Brindisi. La maggior parte verso la Grecia. La maggior parte afgani. Quanti minori non si sa. Perché molti dei respingimenti avviene senza nessuna verifica da parte delle associazioni che lavorano nei porti in convenzione con le Prefetture proprio per la tutela del diritto d’asilo. È lo stesso Consiglio italiano dei rifugiati (Cir) a denunciarlo. Nel corso del 2008 su 850 persone trovate sulle navi nel porto di Venezia, il Cir è stato informato soltanto di 110. E gli altri 740? Il caso Il 31 marzo 2009 il Corriere della Sera pubblica un articolo di Gian Antonio Stella sul respingimento dal porto di Ancona verso la Grecia di un bambino afgano di 12 anni, Alidad, che viaggiava nascosto in un camion imbarcato su un traghetto di linea. Lo stesso giorno arriva la smentita. Prima del Questore di Ancona, poi del ministro dell’Interno Roberto Maroni. La notizia viene addirittura definita «destituita di ogni fondamento» e il giornalista accusato di non aver fatto «le necessarie verifiche». L’Unità ha raccolto la storia di un minore afgano respinto tre volte da Venezia e Bari, insieme ad altri 15 minori connazionali. COSA DICONO LE NAZIONI UNITE L’Alto commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati ha chiesto di sospendere le riammissioni in Grecia di tutti i potenziali rifugiati, con una nota del 15 aprile 2008, perché Atene non sarebbein grado di garantire lorouna adeguata protezione. Tanto più nel caso dei minori. Dopo un terzo respingimento - di nuovo dal porto di Bari, insieme ad altri cinque minori nascosti tra i pancali di un camion telonato - alla fine di agosto Jumaa ci provò per l’ultima volta. Insieme a un coetaneo tajiko si nascosero dentro uno stretto compartimento sotto il telaio del rimorchio di un autoarticolato. Quando la nave partì, alle 18:00 il caldo era ancora forte. Poche ore dopo, l’ossigeno iniziò a mancare. Lo sportello da dentro non si apriva. Con le ultime forze i due iniziarono a battere pugni sulle pareti. Quando uno degli uomini di bordo li tirò fuori, i due caddero a terra svenuti. Un’altra ora e sarebbero morti. Come morì Zaher Rezai, 13 anni, investito a Venezia lo scorso 19 dicembre dal camion sotto cui si era nascosto per raggiungere l’Italia. O come il ragazzo iracheno schiacciato dagli assi di un autoarticolato lo scorso 29 marzo, sempre nel porto di Venezia, tre giorni dopo che un altro corpo senza vita era stato trovato su una nave ad Ancona. Non è difficile morire per chiedere asilo politico in Italia. Nemmeno per un minorenne. Forse è su questo il Governo dovrebbe fare «le necessarie verifiche».❖ 30 www.unita.it DOMENICA 19 APRILE 2009 Economia p Proteste I dipendenti delle due maggiori aziende energetiche attuano clamorose iniziative p Il governo Furibondo il premier Fillon che minaccia sanzioni contro le azioni illegali Francia, alta tensione sociale Arriva il black-out selvaggio Foto di Pascal Rossignoi/Reuters Dopo i sequestri dei manager adesso esplodono forme di lotta senza controllo. Migliaia di famiglie sono rimaste senza energia e gas negli ultimi giorni per le interruzioni improvvise causate dai lavoratori. GIANNI MARSILLI PARIGI [email protected] Dopo i sequestri di manager e dirigenti d’impresa, ecco i tagli improvvisi di luce e gas. La crisi in Francia, più che altrove, suscita cento, mille vespai di scontro sociale. In queste ultime due settimane è successo a migliaia di utenti di ritrovarsi al buio, o privi di riscaldamento, per un’ora, un’ora e mezza, anche più volte al giorno. È successo venerdì a circa 66500 privati, martedì ad una diecina di migliaia, lunedì a duemila in diverse parti del Paese. Corrente staccata, anche per uffici ministeriali, regionali, dipartimentali. A girare gli interruttori sono i dipendenti di Erdf e Grdf, le filiali di Electricité de France (Edf) e Gaz de France (Gdf) alle quali spetta di curare la distribuzione energetica. Protestano contro l’esternalizzazione crescente del lavoro ed esigono un aumento di stipendio. I sindacati non incoraggiano ma non condannano: “Sono metodi che hanno il merito della visibilità, visto che la direzione rifiuta il dialogo”. Il premier Il sindacato I sindacati sono assenti i lavoratori gestiscono da soli le proteste François Fillon invece si è seriamente allarmato: “Queste manifestazioni sono un pericolo per il futuro del patto repubblicano, sarà data istruzione ai prefetti perché mettano in opera quanto necessario per il mantenimento dell’ordine”. Parole dure anche da parte Francia Continuano le manifestazioni e le proteste in tutto il Paese del ministro Brice Hortefeux, che ha agitato la minaccia di “sanzioni contro simili manifestazioni di violenza”. Furenti le due società: “Tagli selvaggi, opera di un’infima minoranza”. LOTTE FUORI CONTROLLO Come il sequestro dei manager, neanche il metodo dei tagli selvaggi all’energia è nuovo nel panorama sociale transalpino. I lavoratori di Edf e Gdf l’applicarono copiosamente già nel 2004, quando venne aperto ai privati il capitale delle due società. All’epoca attuarono azioni “mirate”: resto’ al buio e al freddo, per esempio, la casa dell’allora primo ministro Jean Pierre Raffarin. L’episodio all’epoca, più che destar scandalo, fece sorridere l’opinione pubblica. Anche perché quelli che ieri il premier Fillon ha qualificato come “sabotaggi”, si accompagnavano ad azioni, altrettanto mirate, di LE RICHIESTE I lavoratori francesi delle due compagnie dell’energia in lotta chiedono aumenti salariali e la fine dei processi di esternalizzazione delle attività delle imprese. compassione sociale, per così dire: il ripristino di luce e gas in favore di utenti che non erano più in grado di pagare le bollette sempre più salate, il blocco dei contatori di famiglie note per essere bisognose...Particolarmente apprezzate, da parte dell’intero corpo nazionale, le paralisi provvisorie dei radar che sono l’incubo di ogni automobilista: mai cecchinaggio energetico era stato così popolare. Molto meno aneddotica, invece, la panne energetica che ha col- pito l’ospedale di Douai: quaranta minuti di stallo, anche in sala operatoria. I sindacati negano: “Mai avremmo fatto una cosa simile”. Il problema di fondo rimane lo stesso: la debolezza rappresentativa dei sindacati, che raccolgono l’8 per cento di aderenti nel settore pubblico e neanche il 5 per cento in quello privato. In assenza di sedi e uomini di mediazione, le rivendicazioni scoppiano come mine vaganti. La crisi, oltretutto, svuota le tasche ed esaspera gli animi. Lo stesso François Fillon, uomo di proverbiale bruschezza di linguaggio, non concede nulla all’ottimismo: ripete che la ripresa, forse, arriverà nel 2010, e comunque sarà “molle”. Quanto a Sarkozy, sul fronte della crisi lascia volentieri la prima linea al suo primo ministro: che se la sbrogli, perché lui è ormai impegnato sul fronte internazionale. ❖ P PARLANDO DI... Banca d’Inghilterra L'ex Governatore della Bank of England Eddie George è morto oggi all'età di 70 anni dopo una lunga battaglia contro il cancro. Il Governatore Mervin King ha dichiarato: «sono rimasto profondamente addolorato nell'apprendere la notizia della morte di Eddie. Ha servito la Banca per oltre 40 anni ed è stato un eccellente governatore, collega e amico». MARCEGAGLIA FA RIMA CON ALITALIA I PATRIOTI Rinaldo Gianola l tono era stato perentorio, parole inequivocabili che non potevano lasciare spazio al dubbio. Nel gennaio scorso Emma Marcegaglia aveva terminato un’importante intervista al Sole-24 Ore, finalizzata a dare alla Cgil l’ultimissimo ultimatum, dichiarando che la sua avventura nella nuova Alitalia era conclusa. Alle domande del direttore Ferruccio de Bortoli, nel frattempo tornato a dirigere quell’«Istituzione di garanzia» che sarebbe il Corriere della Sera, la leader degli industriali aveva risposto chiaramente e senza fronzoli: «Ho più volte ribadito i motivi della mia adesione alla cordata. Adesso l’operazione si è conclusa. Il mio compito, quindi, si è esaurito. Perciò, esco da Cai». Proprio così c’era scritto sul giornale della Confindustria: «Esco da Cai», cioè dalla cordata di «patrioti», definizione di Silvio Berlusconi, che aveva salvato l’Alitalia. Niente smentite o rettifiche nei giorni successivi, e ci mancherebbe pure questa. Sono passati tre mesi da quell’intervista, ma la signora Marcegaglia non pare aver lasciato il capitale della nuova Alitalia. Non ci sono state comunicazioni ufficiali di vendita del modesto pacchetto azionario, nè altre notizie su un possibile cambiamento di opinione. Anche ad alcuni importanti azionisti di Alitalia non risulta l’uscita della signora Marcegaglia. Ora la sua permanenza nel capitale della compagnia non è una questione decisiva, si può passare sopra a ogni conflitto d’interesse in un Paese dove il presidente del Consiglio proprietario di Mediaset decide i vertici della Rai in casa sua. Ma visto che la presidentessa di Confindustria aveva ufficializzato con tanta enfasi la sua volontà di uscire da Alitalia, accogliendo così le critiche severe che le erano piovute addosso da più parti sull’inopportunità della sua presenza nel capitale, si poteva sperare che alle parole facessero seguito i fatti. Probabilmente, però, se la decisione di uscire non è stata ancora realizzata è solo perchè la Marcegaglia non ha avuto tempo. È stata troppo occupata con Sacconi e Bonanni nel tentativo di far fuori la Cgil. ❖ I DOMENICA 19 APRILE 2009 31 p Previsioni fosche per i paesi dell’area: molti gruppi a rischio povertà p Eurotower torna a parlare d’inflazione ed esclude di azzerare i tassi Allarme disoccupati dell’Ocse: nel 2010 saranno 25 milioni Bce vede la ripresa Pier Carlo Padoan, vicesegretario Ocse, sottolinea la criticità del 2010 con «25 milioni di disoccupati nei paesi dell’area». Ma il numero uno della Bce, JeanClaude Trichet, parla di ripresa e si preoccupa per l’inflazione. zione si avvicineranno a numeri a due cifre e «l'esperienza storica - ha sottolineato Padoan - suggerisce che per riassorbire questo incremento abnorme del numero dei disoccupati ci vorrà molto tempo». ma che la leva monetaria viene ormai considerata come un’arma spuuntata per combattere la crisi economica. Per Jean-Claude Trichet, infatti, Eurolandia e Giappone (dove si trovava ieri al momento del suo intervento) sono due aree alle quali non è applicabile la stessa ricetta monetaria, la politica dei tassi prossimi a zero o addirittura pari a zero. INFLAZIONE DA CONTROLLARE «Mi preme sottolineare - ha affermato il presidente della Banca centrale europea - che riteniamo come nel nostro caso, tenendo nella dovuta considerazione tutti gli elementi disponibili, la politica monetaria a tasso zero non sia la cosa più opportuna da fare. In Eurolandia c'è piuttosto un'inflazione da tenere al ridosso o sotto il SOGGETTI VULNERABILI MARCO VENTIMIGLIA MILANO [email protected] «Nel 2010 ci saranno 25 milioni di disoccupati nei Paesi dell'area Ocse»: la giornata semifestiva non ha evidentemente indotto al sorriso Pier Carlo Padoan, il vicesegretario generale dell'Ocse, che durante una conferenza internazionale organizzata dall'Aspen Institute è tornato a lanciare l'allarme, purtroppo assai realistico, sulle pesantissime ricadute sociali della crisi. «Questo vuol dire - ha aggiunto - che in tre anni il numero di disoccupati crescerebbe di più che nei 10 anni precedenti il 1980, anni, quelli che hanno visto registrarsi ben due shock petroliferi». Alla fine del 2010, secondo l'Ocse, in tutti i Paesi del G8 ad eccezione del Giappone i tassi di disoccupa- In particolare, a far temere che molti siano i lavoratori «potenzialmente vulnerabili» è il fatto che negli ultimi anni in diversi Paesi europei la quota dei contratti temporanei ha subito un incremento notevole. Questo ha reso molto semplice per i datori di lavoro non rinnovare gli stessi contratti parallelamente al deteriorarsi delle condizioni economiche. «Nei momenti di recessione - ha avvertito il vicesegretario dell'Ocse - la disoccupazione pesa maggiormente che in tempi normali sui gruppi tradizionalmente più deboli del mercato del lavoro come i giovani, i lavoratori poco qualificati e con contratti atipici, gli immigrati. Tutti soggetti che con il prolungarsi della recessione, rischiano di scendere sotto la soglia di povertà. Intanto, dai piani alti dell’economia europea è arrivata ieri la confer- L’Europa avverte: la crisi pesa sulla previdenza L’Unione europea si appresta a lanciare un nuovo allarme pensioni in Europa: la recessione coincide con la prima ondata di pensionamenti legata al fenomeno del baby-boom. Ma «non deve diventare una scusa per sospendere la modernizzazione dei sistemi previdenziali». Perchè, senza drastiche riforme, l’impatto della crisi e dell’aumento della spesa sui conti pubblici e sulla crescita economica rischia di essere devastante. Potrebbe costare una cifra pari al 10% del Pil pro-capite entro il 2020, si legge nella bozza del Rapporto 2009 sull’invecchiamento della popolazione europea che la Commissione Ue adotterà nei prossi- INCONTRO LETTA—PASSERA Il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Gianni Letta, ha incontrato ieri a palazzo Chigi l'amministratore delegato di Banca Intesa Sanpaolo, Corrado Passera. 2%. Ebbene, se l'ultima stima era di 1,7%, le previsioni sono adesso dell’1,9%». Lo stesso Trichet, pur tornando a ribadire le grandi difficoltà che affliggeranno l’economia globale per tutto l’anno in corso, si è detto convinto che la ripresa inizierà nel 2010.❖ IL LINK LE STATISTICHE ITALIANE www.istat.it mi giorni. I dati dell’esecutivo europeo parlano chiaro: da qui al 2060 il rapporto tra lavoratori e pensionati passerà dall’attuale quattro a uno, a due lavoratori per un pensionato. E se la Spagna - insieme a Grecia e Irlanda - viene indicata come uno degli Stati membri maggiormente a rischio sul fronte dell’aumento della spesa pensionistica, l’Italia figura nel gruppo (tra cui la Francia) in cui è attesa una impennata «più moderata» della spesa previdenziale, del 4% o meno. Questo grazie alle riforme già effettuate dagli anni 90 in poi. ❖ 32 Economia DOMENICA 19 APRILE 2009 Foto di Fabio Campana/Ansa Il dossier BRUNO UGOLINI ROMA embra la calma prima della tempesta. A questo fa pensare quanto succede nei sindacati italiani dopo il varo ufficiale del nuovo modello che dovrebbe governare i futuri contratti di lavoro. Una specie di nuova Costituzione per i salariati decisa col parere contrario del principale sindacato italiano, la Cgil. Una Costituzione che, secondo l’organizzazione diretta da Guglielmo Epifani, lederà diritti, salari e perfino la tanto invocata possibilità di contrattare direttamente nei luoghi di lavoro. La Cgil non è stata al gioco e in sostanza ha deciso di provare, con le categorie, ma con un coordinamento confederale, una sfida difficile ma non impossibile. Sarà il tentativo di varare piattaforme unitarie fedeli alla impostazione a suo tempo concordata con Cisl e Uil ma poi non rispecchiata nel nuovo modello. Un modello non considerato, in sostanza, come una legge immodificabile. È una linea frutto, come racconta Agostino Megale (segretario confederale) di una lunga, vivace discussione nella segreteria. Nei prossimi giorni sarà al vaglio del Comitato Direttivo. Già in questa prima discussione, per dirla con Megale che si rifà a Gramsci, c’è stato un confronto tra il pessimismo della ragione e l’ottimismo della volontà. Megale rifiuta l’immagine, qua e la diffusa, di una Cgil dilaniata, secondo l’antico schema dei riformisti puri contro i massimalisti «epifaniani». Anche perché lui rivendica di essere un riformista della prima ora, quando, tra i pochi, polemizzava con i «senza se e senza ma» di Sergio Cofferati. Mentre oggi appoggia la linea di Epifani. È il dirigente che ha snocciolato cifre su cifre per cercare di demolire le argomentazioni dei propagandisti del nuovo modello dimostrando come, se attuato, provocherebbe un colpo alle buste paga. S L’interrogativo di fondo riguarda dunque, ora, la imminente stagione contrattuale. Secondo le nuove regole concordate con Cisl, Uil e Ugl (la nuova «triplice») ad esempio entro giugno, ricorda Fulvio Fammoni (un altro segretario confederale), cioè sei mesi prima della scadenza, dovrebbero presentare le piattaforme i metalmeccanici gli edili e i chimici. Mentre già sono in pista grandi categorie come gli alimentaristi e i sindacati Cgil ll più grande sindacato italiano deve fronteggiare le divisioni con Cisl e Uil e preparare il congresso La sfida della Cgil tra nuovi contratti e il congresso L’accordo separato, la crisi, la politica del governo spingono il più grande sindacato italiano a una riflessione sull’azione immediata e sul futuro delle telecomunicazioni. I primi hanno presentato una piattaforma unitaria che ha sollevato polemiche da una parte della sinistra sindacale capeggiata da Giorgio Cremaschi. Questo perche le nuove richieste corrisponderebbero ai dettami del modello separato. Accusa smentita dal sindacato di categoria aderente alla Cgil che spiega come ad esempio i 173 euro rivendicati non coincidano con le voglie limitative invocate dall’intesa separata e come non siano previste deroghe al contratto nazionale. Insomma gli alimentaristi avrebbero messo in pratica la linea adottata dalla Cgil. È chiaro, comunque vadano le cose, che da una tale situazione non trarranno vantaggi nemmeno gli imprenditori alle prese con un regime d’incertezze senza interlocutori uniti e pienamente affidabili. E il tutto nel pieno di una crisi economica devastante.Quella in corso appare altresì una sfida politica con un obietti- vo: far fuori la Cgil. Lo dimostra anche la sorprendente sequela d’insulti che Raffaele Bonanni, segretario Cisl, riserva a Guglielmo Epifani. È in questo clima che nella Cgil si discute anche di Congresso. Una testimonianza è giunta dal recente convegno che, dopo uno sciopero comune, ha visto l’inedita alleanza tra metalmeccanici e pubblico impiego, nonché la presenza di molte parti del mondo sindacale cigiellino. Qui, appunto, si è posta, accanto ad una P PARLANDO DI... McDonald’s LaColdirettigiudica«importante»la decisionedichiedereall'Antitrustdiverificarese la promozione del panino ciociaro da parte di McDonald's sia pubblicità ingannevole. «La tradizioni alimentari locali sono una grande risorsa per il Paese - sottolinea Coldiretti -, la loro banalizzazione rischia di provocare gravissimi danni economici e di immagine». Ferrovie Domani la protesta in Sicilia contro i tagli Manifestazione dei lavoratori delleferrovie lunedìin piazza Indipendenza, a Palermo, davanti alla Presidenza della Regione. L'appuntamento è alle 9.30 per chiedere all'esecutivo un intervento nei confronti del governo nazionale e delle Fs, al fine di scongiurare il piano di dismissione dei servizi e delle strutture industriali ferroviarie nell'Isola. «L'azienda - affermano Filt Cgil, Uiltrasporti, Fast ferroviee Orsa -rimane sorda allesollecitazioni per la ricerca di soluzioni alternative per fronteggiare le difficoltà prodotte dall'ultima Finanziaria». riflessione strategica, l’esigenza di un’accelerazione del dibattito congressuale. Sono in gioco, in questo dibattito che in definitiva fa del sindacato un soggetto non composto da anime morte e tutte ligie al capo supremo (come può avvenire in altre case sindacali e politiche), legittime esigenze di riflessione politica e aspirazioni legate alla futura successione di Guglielmo Epifani (nel 2010). Certo la nuova «Costituzione» dei rapporti di lavoro, assunta contro la Cgil, obbliga a ripensare gli orizzonti strategici. Che mutano se si dà per scontata la fine dell’epoca dell’unità sindacale oppure no. E assai difficile, ad ogni modo, ipotizzare, come qualcuno invoca anche nel Partito Democratico, un’abiura delle posizioni assunte dalla Cgil. Semmai le forze politiche interessate dovrebbero aiutare le correzioni degli squilibri dell’intesa separata. Magari aggiungendo la pre- Tentativo La linea Confindustria e gli insulti di Bonanni sono contro Epifani Il pressing Pd Difficile che la Cgil possa abiurare per far contenti i democratici senza di regole certe di democrazia, di vera partecipazione dei lavoratori che si intendono rappresentare, nell’approvazione di richieste e accordi finali. Senza trattare gli stessi lavoratori come clienti di un avvocato. E senza sapere, come spiega Fammoni, a che cosa si va incontro, quali imprese, ad esempio, usciranno dalla crisi in corso. ❖ DOMENICA 19 APRILE 2009 33 p Pagamenti elettronici, l’Antitrust vuole allargare il mercato p Proposte Le compagnie telefoniche oltre alle banche Sono care le carte prepagate necessaria più concorrenza Favorire l’ingresso delle compagnie di telefonia mobile nel mercato dei pagamenti elettronici. Così, dice l’Antitrust, si abbasseranno i costi di commissione, che costringono i consumatori a sborsare fino a 117 euro l’anno. MARCO TEDESCHI MILANO [email protected] llargare il mercato dei pagamenti elettronici agli operatori di telefonia mobile, già leader nella gestione di carte prepagate chiuse. Solo così si potranno abbassare i costi delle prepagate offerte dalle banche. Costi che risultano ancora troppo alti, con commissioni di ricarica che possono arrivare fino a cinque euro. IL DOSSIER È quanto suggerisce il Garante per la Concorrenza e il Mercato con l’indagine conoscitiva che ha condotto sul Moneta elettronica 5,8milioni di carte Un mercato da più di 3,5miliardi di euro settore. Un dossier che svela il crescente utilizzo che gli italiani fanno di questi sistemi di pagamento. Le carte prepagate, bancarie o postali, ricaricabili o usa e getta, piacciono. Nel 2007 ne circolavano già 5,8 milioni, ovvero il 30 per cento in più rispetto all’anno precedente, quando si sono registrate più di 25 milioni di operazioni di pagamento con prepagate. Sempre nel 2006 i pagamenti via Pos o via Internet sono stati oltre il doppio rispetto ai prelievi bancomat, e il valore delle ricariche è stato di circa 3,5 miliardi di euro. soldi, quindi, girano. E tanti anche. Ma gli operatori rimangono pochi, questo tiene ancora alti i costi per i consumatori, con qualcuno che arriva a pagare 117 euro l’anno per le ricariche. Oggi, dice l’Antitrust, una bella fetta di questo segmento, quesi il 60 per cento, appartiene alle Poste. E intravede nelle 80 milioni di carte prepa- gate telefoniche «possibili risparmi per i consumatori». PSD Soprattutto a partire dal primo novembre di quest’anno, quando entrerà in vigore la cosidetta «Psd» (Payment Service Directive), cioè la direttiva europea sui sistemi di pagamento, che dovrebbe consentire l’ingresso di nuovi operatori. «Laddove intervenissero le modifiche normative della Commissione Europea - scrive il Garante - i consumatori potrebbero utilizzare le ricariche telefoniche per i pagamenti di modesta entità, dalla spesa al biglietto del treno, sfruttando la gratuità della ricarica e la rimborsabilità del credito». In questo modo, continua l’ufficio presieduto da Antonio Catricalà, l’Italia potrebbe «recuperare il gap con gli altri Paesi nella diffusione della moneta elettronica». In Europa la media è di 55 operazioni procapite, in Italia solo 21. Per il Codacons, l’Antitrust ha ragione ma occorre «eliminare commissioni sui prelievi bancomat, che rappresentano un balzello enorme e inutile».❖ 34 www.unita.it DOMENICA 19 APRILE 2009 Forum Cara Unità Dialoghi VIA BENAGLIA, 25 - 00153 - ROMA [email protected] Luigi Cancrini DORIANA GORACCI Eroi I 21 presunti mafiosi del clan Strisciuglio di Bari nei confronti dei quali sono trascorsi i termini di custodia sono in libertà perché il giudice della sentenza di I grado non ne ha ancora depositato le motivazioni. Il pm Desirèe Digeronimo invece venne posta sotto protezione quando mise a compimento l'operazione che smantellò questo stesso clan. Avevo discusso con Giovanni Falcone e Michele Figurelli, segretario del Pci, il progetto W Palermo viva per la prevenzione della droga nella città in cui era sindaco, per la prima volta, Leoluca Orlando. In via Notarbartolo, sotto casa sua, c'era un gabbiotto a vetri della polizia. Quando stavamo per uscire salirono gli uomini della scorta chiedendogli dove dovevano andare e lui rispose "scendiamo e ve lo dico". Con ironia e amarezza spiegandoci scendendo le scale che non poteva dirlo prima, dove andava, neppure agli uomini della scorta. Il magistrato che indaga sulle organizzazioni criminali è solo, pensai, e l'ho ripensato leggendo la notizia di Bari perché la realtà del mondo in cui viviamo è quella per cui chi, in nome della giustizia e della libertà di stampa, si trova a muoversi contro gli interessi di Gomorra rischia la libertà e/o la vita. Sono i Siani e i Livatino gli eroi di un tempo in cui il nemico non è lo straniero ma il crimine organizzato. La politica e gran parte della stampa li lasciano sempre più soli, tuttavia, e noi dovremmo sapere che questa guerra non può essere affidata solo a degli eroi. Libertà, della Costituzionalità del nostro Stato: la Storia insegna ed è ciclica. Cerchiamo di non tornare indietro, salvaguardiamo le lotte fatte durante e dopo la seconda guerra mondiale in cui persone come Lei e mio nonno hanno combattuto per liberare l'Italia da un nero regime. ANDREA GORGONE Ricatti di governo RISPOSTA I fatti confermano che si tratta di un' alleanza di governo basata sui ricatti e sul continuo scambio di favori. Ancora una volta il dazio lo paghiamo tutti noi, e pure caro: questa volta 400milioni di euro. Sistanno dividendo in silenzio una grossa torta chiamata Italia e a noi non resteranno che le briciole della più bella nazione del mondo. La Lega ricatta, il Piccolo Re ed i suoi sudditi assecondano e noi italiani continuiamo a pagare. NEVIO PELINO La vignetta di Vauro PAOLA RIGHELLI Caro Presidente Napolitano Doonesbury Caro Presidente della Repubblica, ho 35 anni, operaia metalmeccanica in cassa integrazione, madre divorziata, un figlio di 11 anni, monoreddito. La scorsa settimana a casa di amici, ho guardato la puntata di "Anno Zero" di Santoro, puntata che ritengo essere stata di una trasparenza giornalistica sorprendente. II conduttore ha svolto egregiamente il suo dovere di informazione pubblica dando am- pio spazio comunicativo ai suoi ospiti e ponendo doverose domande sia in studio, che alla gente d'Abruzzo che ha vissuto in prima persona l'immane tragedia del terremoto. Domande che hanno ricevuto degne e decise risposte da alcuni, ma non da tutti. Sono profondamente indignata Signor Presidente per la critica mossa dal Governo alla trasmissione e per la censura di Vauro. Signor Presidente, le chiedo di intervenire immediatamente riguardo queste tristi vicende. Si prodighi per evitare spreco di denaro pubblico, faccia sentire la sua autorevole voce, in difesa della Può una vignetta satirica che, di fronte all'ecatombe del terremoto, parla dell'aumento delle cubature dei cimiteri essere "gravemente lesiva della pietà dei defunti"? Il suo bersaglio sono i poveri morti o i vivi, che qualche giorno prima della catastrofe progettavano aumenti di cubature delle case con semplificazione delle procedure antisismiche? ORESTE FERRI Esami di Stato La cosiddetta ministra Gelmini ha avanzato l'ipotesi di fare sostenere gli Esami di Stato agli studenti abruzzesi solo mediante colloquio. Ora, ferma restando la indiscussa solidarietà nei loro confronti, mi sembra una vera e propria eresia e persino una cosa incostituzionale. Il titolo di studio ha ancora valore legale e permette di avere accesso ad una serie di possibilità anche in ambito europeo. Non si possono concedere tali certificazioni in modo difforme. Un'altra "perla" di questo scalcinato, presunto governo che in tutte le materie, e sottolineo tutte, legifera solo sulla base del tornaconto elettorale che potrà avere. E questa mi sembra l'ennesima misura propagandistica. TIZIANA VALPIANA Verona Abito da parecchi anni a Verona in Viale della Repubblica e da sempre all'angolo con via Todeschini c'era una cabina telefonica. Un servizio utile che anch'io utilizzavo per le frequenti telefonate, per motivi di cooperazione internazionale, con l'Asia (le telefonate intercontinentali dalle cabine sono molto meno care che non con il cellulare). In occasione dei recenti (orrendi) rifacimentidei marciapiedi la cabina telefonica è sparita. Sempre in Viale della Repubblica, di fronte alla Chiesa di S. Francesco, da sempre c'erano due panchine. Un servizio utile che, per mancanza di tempo non ho purtroppo maiusato, ma molto utilizzato dai tanti anziani del quartiere come sosta dopo la spesa nel vicino supermercato o all'uscita dalla chiesa. Da ieri sono sparite. Certo, non sono così ingenua da non cogliere il malcelato razzismo che sta dietro a queste “sparizioni”. DOMENICA 19 APRILE 2009 La tiratura del 18 aprile 2009 è stata di 121.627 copie Sms 35 cellulare 3357872250 PAGHIAMO NOI Il premier: se election-day la Lega fa saltare il governo. Delle loro indecenze noi ne paghiamo le spese! Non provano mai vergogna? FERRO (GOLESE) DI COSA PARLANO? Dopo aver visto per caso alcuni osceni frammenti del berlusconiano grande fratello, le vignette di vauro sono opere d’arte che fanno pensare! Ma Gasparri, Bonaiuti ed il Cav di cosa parlano? LO STRANO CASO DELLA PACE IN CECENIA L’ANNUNCIO DI MOSCA TRE PORCATE PER UN PORCELLUM GLI EFFETTI DEL NO ALL’ELECTION DAY Luigi Bonanate Giuseppe Provenzano UNIVERSITÀ DI TORINO RICERCATORE rmai delle guerre non si sa più né quando inizino né quando finiscano; di alcune poi, dimentichiamo persino che siano in corso. Tutto ciò vale per la guerra in Cecenia, pardon, per l’operazione anti-terroristica durata 10 anni! La notizia è più grottesca che consolante. Soddisfatti che 20.000 soldati russi vengano ritirati, non ci nasconderemo che non sappiamo bene il perché. O meglio, il dubbio è: i ceceni non hanno più intenzioni indipendentistiche oppure le loro velleità sono state schiacciate nel sangue? A sentire il giovanissimo Governatore si direbbe che laggiù non ci sia mai stato un problema... Ma noi non abbiamo dimenticato che fin dalla dissoluzione dell’Unione Sovietica in Cecenia è ri-esplosa (la questione compariva già nei racconti giovanili di Tolstoj) la tensione secessionistica che il potere centrale ha sempre — sia ai tempi di Eltsin sia poi nell’era Putin — durissimamente contrastato. Si parla addirittura di 250.000 morti ceceni (delle truppe di occupazione russe è difficile sapere qualche cosa di preciso). Ma sappiamo precisamente che Grozny (la capitale cecena) passa per la città più distrutta del mondo! Insomma, una delle pagine più brutte e violente del nuovo millennio che, anche da questo punto di vista, non è iniziato benissimo. Noi conosciamo ancora un po’ la geografia e se lasciamo che il nostro sguardo scivoli appena più giù della Cecenia, sulla carta geografica, ci imbattiamo — guarda caso — nella Georgia, ovvero nella neo-repubblica (1991) che a differenza della Cecenia la sua indipendenza l’ha avuta e che la Russia ha provato, giusto l’estate scorsa, a calpestare. Molte considerazioni si potrebbero fare: 1) la Russia ha intrapreso il suo lungo cammino verso la ricostituzione dell’impero del tempo sovietico e cerca quindi di riguadagnarsi le periferie perdute nel crollo; 2) tutta quanta la regione caucasica (che sta tra il mar Nero e il Caspio) è strategicamente centrale per quanto riguarda le condutture che trasportano petrolio e questa via, che passa a sud e va verso la Turchia, è già stata oggetto di mille attenzioni non soltanto russe; 3) potrebbe anche darsi che la Cecenia sia stata pacificata: e questa sarebbe l’ipotesi più drammatica. Se fosse vera, vorrebbe dire che ogni slancio autonomistico è stato brutalmente schiacciato. Troppo bella notizia sarebbe quella che ci dicesse che tutti si sono placati e non c’è più bisogno di esercitare la forza! E contro chi, poi? Dei terroristi? Siamo seri: quale mai operazione anti-terrorismo è durata tanto e si è conclusa così, alla buona, con una pura e semplice disposizione amministrativa del Presidente Medvedev, senza che quasi ce ne si dovesse accorgere? ❖ a storia della legge elettorale e del referendum è una storia di ostaggi e di ricatti, di furti e truffe ai danni dei cittadini. E tuttavia, l’indignazione più grande si è provata ascoltando la motivazioni spudorate sul mancato accorpamento del referendum all’election day: «La Lega avrebbe fatto cadere il Governo» (verità di Berlusconi); «Sarebbe incostituzionale» (menzogna di Calderoli). Non occorre importunare gli sfollati d’Abruzzo, o i giovani che la crisi lascia senza lavoro e senza protezione, o i diritti che la Costituzione dovrebbe garantire a entrambi. Lo scandalo di questa decisione, oltreché la sua miseria e inadeguatezza, è insostenibile già per noi, cittadini meno vittime, meno precari e più fortunati. È una storia che inizia con un Parlamento ostaggio di se stesso, della “porcata” di legge elettorale che lo ha formato, e finisce con un Governo ostaggio di un partito che, rinviando la data del referendum (verosimilmente) al 21 giugno, di “porcate” ne commette almeno altre tre: lo spreco dei 460 milioni di euro, che se fossero anche solo dieci - in quest’Italia che stringe la cinghia per necessità e che tuttavia supera se stessa nella solidarietà privata - rappresenterebbero comunque un furto odioso; la volontà di far fallire il referendum per mancanza di quorum, prendendo gli elettori per sfinimento; e infine, la violazione della legge secondo cui la data di convocazione, già rinviata di un anno a causa delle elezioni anticipate, dev’essere fissata «in una domenica compresa tra il 15 aprile ed il 15 giugno». C’è chi ha creduto bastasse la sola minaccia del referendum a stimolare il Parlamento a riformare un sistema elettorale deprecato da tutti. Così non è stato, e non servirà l’eventuale ulteriore rinvio di un anno. Per riformare la legge elettorale, questo Parlamento anestetizzato dalla cooptazione e questa maggioranza hanno bisogno di uno schiaffo, come fu quello del ‘93. La posta in gioco, come allora, è più alta dei quesiti referendari in sé. È la battaglia di tutti i cittadini che col “Porcellum” hanno sperimentato un ulteriore depauperamento della democrazia, un’irresistibile deriva oligarchica. Troppe cose si possono far dire a un Sì o a un No, e insieme troppe poche. Stavolta, chi andrà a votare Sì, si esprimerà anzitutto contro un sistema elettorale in frode agli elettori. Non sarà necessariamente a favore del bipartitismo, né tanto meno di una normativa di risulta problematica e insufficiente che, peraltro, risarcirebbe solo di alcuni dei furti subiti col “Porcellum”, e forse nemmeno dei più gravi (del resto, la tecnica giuridica non consentiva di fare di più). Sarà comunque necessaria una nuova legge, forse non ottima, certamente migliore. Ma oltre il 7 giugno, la via dei riformisti si fa stretta. ❖ LUIGI (PA) CASA DEL BAVAGLIO Hanno proprio un brutto vizio nella casa del Bavaglio. Della libertà hanno paura: sono il partito della censura. ALDO MAIORANO (GROSSETO) INDECENZA Silvio IV:la Rai è faziosa. Ma a casa sua grande sfilata di riverenti candidati alle poltrone di comando, e "solo" lui farà le nomine! Che indecenza! EFFEVI PASSERELLE Perché Bossi e i suoi lacchè non vanno a farsi una passerella in Abruzzo adesso? ALESSANDRO (VE) ABBRACCIO LEVI MONTALCINI Il mio orgoglio e di poter gridare al mondo : Io sono sono un connazionale della Senatrice Levi Montalcini. Grazie Senatrice e auguri per il suo primo secolo di vita. Io e tutta la mia famiglia le diamo un grande bacio e un caldo abbraccio. GENNARO ( BARI ) AVANZA IL NUOVO Si stanno chiudendo gli spazi di democrazia e partecipazione nel nostro paese. Prima con gli sbarramenti contro i partiti più piccoli, ora anche con la libertà di espressione, è il nuovo che avanza! LUCA BIAGINI (MASSAROSA) RIDERE Emilio Fede consiglia a Santoro e Vauro di fare un giro e sondare ciò che pensa di loro la gente! Ma se invece il giro lo facesse lui? Ci sarebbe da ridere! S.F. CAVALLO DI TROIA Ogni giorno i tg ci inondano di omicidi, di rapine, stupri,ecc, ma non era il cavallo di battaglia della destra? O solo un cavallo di troia? Ma forse sono solo passati di moda, meglio le passerelle. ARMANDO O L 36 IL NOSTRO SABATO DOMENICA 19 APRILE 2009 Culture CENSURA PER IMMAGINI «Nell’acqua» Un’illustrazione di Lorenzo Mattotti tratta da «Nell’acqua» (Nuages edizioni) Scrittrice manager e puttana... NINFOMANE LA PAROLA CHE NON SI PUÒ DIRE Chi è Valérie Tasso è nata in Francia nel 1969. Laureata, manager, scrittrice, giornalista, ha un suo sito ed è stata una puttana («Una volta dissi di essere stata puttana. Oggi, forse, continuo a esserlo»). Il manuale Nel febbraio 2008, ispirarta da pensiero di Michel Foucault,ha scritto il saggio «Antimanuale del sesso» contro i cliché sul sesso. Il film di Christian Molina, tratto dal romanzo di Valérie Tasso, uscirà in 43 Paesi, ma in Italia è scandalo per quella mano infilata nelle mutandine... L’autrice:«Sono tutti impazziti? Èla liberasessualità femminile aspaventare» Gli altri libri Ha al suo attivo «Diario di una ninfomane» (2003), «Paris la nuit» (2004), «L’altro lato del sesso» (2006), tutti editi in Italia da Tropea Il sito www.valerietasso.com LUCA SEBASTIANI PARIGI Q uando la raggiungiamo al telefono, appena scesa da un aereo, quasi non ci crede. «Ancora? Ma qui sono tutti impazziti?». È la seconda volta, in effetti, che la locandina di Diario di una ninfomane è vittima della censura. Prima in Spagna e ora anche in Italia, e Valérie Tasso, autrice del libro da cui è tratto il film omonimo, proprio non ne può più. E IL PRESERVATIVO? «Francamente sono offesa e oltraggiata in quanto donna e cittadina. Con tutte le cose che capitano nel mondo, con la crisi e il resto, ti viene da dire che è la classica operazione per sviare l’attenzione dai grandi scandali a una cosa ridicola come questa che non ha niente di scandaloso». Eh sì, perché per la scrittrice francese, i veri scandali sono altri. Come il fatto che «la massima autorità della chiesa cattolica dica quello che ha detto sul preservativo. E che lo dica in un P PARLANDO DI Gli 80 anni di Agnes Heller «Un omaggio ad Agnes Heller per i suoi 80 anni: ebraismo, etica, politica» martedì e mercoled’ all’Università di Roma Tre. Martedì la filosofa ungherese terrà una Lectio Magistralis sul tema «Philosophy as a literary genre»; mercoledì sono previsti i dibattiti «L’ebraismo nell’Europa del ‘900: il caso Ungheria» e «Etica e politica nel dibattito di Agnes Heller». In libreria: una escort di ieri e una di oggi Combattere la solitudine con il sesso estremo Anche in tempo di crisi c’è chi compra l’«amore» Polemiche anche in Spagna L’accusa: ´Di dubbia legalità e gratuitamente provocatorioÆ «Diario di una ninfomane» (pagine 287, euro 14,00, Tropea) è il «romanzo scandalo» di Valérie Tasso. La scrittrice francese ci racconta la storia di una donna prigioniera di una profonda solitudine, incapace di comunicare con il mondo esterno. Tanto che fin dall’adolescenza sceglie di esprimersi vivendo una sessualità estrema, frenetica. Si concede a numerosi amanti spesso sconosciuti. L’autrice però sembra non temere nulla, desidera con tutte le sue forze rompere la barriera di incomunicabilità che l’imprigiona, usando il sesso, accettando di vivere qualunque esperienza. Dopo un tracollo finanziario la donna diventa una prostituta d’alto bordo per un’agenzia i cui clienti sono politici, avvocati, imprenditori. «Come fare del bene agli uomini di Blue Angy (pagine 146, euro 12,50, Einaudi)» è «apparentemente» il diario di una prostituta di lusso, una escort che ha tra i suoi clienti politici, personaggi dello sport e dello spettacolo,ma soprattutto uno squarcio sull’ipocrisia che avvolge il suo lavoro e il suo mondo. A partire dai clienti, ricchi e famosi, infantili e presuntuosi, sempre «innamorati» di Blue Angy e mai consapevoli di essere solo «clienti». Per arrivare ai potenziali lettori che potrebbero «rifiutare» il libro per non voler vedere. Vedere che il sesso a pagamento è ancora uno dei mestieri che «funzionano». Vedere che gli uomini cercano le puttane perché oggi qualsiasi cosa si compra, anche l’amore. Che poi sia «finto» non fa niente. paese come il Camerum. Fossi stata io a dirlo mi avrebbero arrestata». Invece di occuparsi delle «sottigliezze» che riguardano una locandina con uno slip, bisognerebbe preoccuparsi del perché le case dell’Aquila siano crollate in quel modo. «Quello che può essere definito scandaloso è che Silvio Berlusconi si sia recato dalle persone che stanno vivendo il dramma del terremoto dicendo che la dovevano prendere come una vacanza, come un camping». «È la libera sessualità femminile che spaventa ancora oggi, e che nel 2009 è ancora molto malcompresa». E, aggiunge Valérie Tasso, è la parola ninfomane che si trova sulla locandina che induce i concessionari pubblicitari ad interpretare il «puritanesimo» della gerarchia ed auto censurarsi. Perché l’immagine, in sé, non ha nulla di esplicito. «La pornografia è esplicita, o tut- NELLE SALE NEANCHE IN POLONIA... Il film uscirà in 43 paesi del mondo, e per ora, nella decina di posti in cui è arrivato nelle sale, nessuna polemica ha riguardato né la locandina né il film. Neanche in Polonia, dove ha avuto un grande successo. Solo in Spagna e in Italia. Il che è tutto dire quanto abbia giocato nella faccenda della censura preventiva la presenza ravvicinata della Chiesa. «La pornografia è l’erotismo degli altri, diceva Breton. Vedono il male dappertutto». Tranne, fa notare Tasso, quando si devono affiggere pubblicità di lingerie. Lì la donna, esposta come oggetto, rientra negli schemi. «Valerie - diario di una ninfomane» del regista spagnolo Christian Molina con Belén Fabra, Geraldine Chaplin, Ángela Molina sarà nelle sale italiane dal 30 aprile te le locandine di film con scene di assassini e terrore, ma per favore, non questa locandina!». Ecco allora che i concessionari pubblicitari si sono trasformati in tanti Antonio Mazzuolo che, come il protagonista del film di Fellini (Le tentazioni del dottor Antonio), «hanno paura di cadere in tentazione».● Quella parola non s’ha da dire, in pubblico. Tanto meno in un manifesto. La parola è «ninfomane» e l’altro giorno il distributore italiano del film prossimamente nelle sale Diario di una ninfomane ha denunciato: il poster pubblicitario mostra una donna che si infila le mani nelle mutandine di pizzo ma gli inserzionisti, anche di alcuni giornali e non solo per le affissioni in strada, ce lo rifiutano. Un caso che ha avuto un precedente in Spagna. «Di dubbia legalità e gratuitamente provocatorio». Sono le parole con cui il cartellone del film di Christian Molina, Diario de una ninfómana, era stato apostrofato all’uscita nelle sale spagnole, l’ottobre scorso. Il quotidiano nazionale El Mundo e la seguitissima radio della Conferenza Episcopale, Cope, si erano rifiutati di scrivere e pronunciare la parola «ninfomane» del titolo, quasi a scongiurarne la presenza. Il Comune di Madrid e l’agenzia che gestisce gli spazi promozionali nelle strade della capitale spagnola, Cemusa, si ripararono dietro ad una scusa per giustificare la decisione di non affiggere per le strade e nei fianchi dei bus della città il manifesto in bianco e nero in cui la protagonista, Belén Fabra, si infila maliziosamente una mano nelle mutandine di pizzo. Secondo l’amministrazione comunale, i responsabili della campagna pubblicitaria non avevano inserito la frase «Visione vietata ai minori di 13 anni». Ma il pretesto era parso da subito meschino al regista e agli interpreti: «Censura di stampo franchista», si era affrettato a denunciare Molina, accompagnato anche dall’autrice del libro su cui si basa la pellicola, la sessuologa ed ex escort francese, residente a Barcellona, Valèrie Tasso. «Se il titolo fosse stato Diario di un assassino nessuno avrebbe detto nulla», evidenziava la Tasso. Eppure, come spesso accade, la censura ha contribuito a dare notorietà al film. Nella conferenza stampa di presentazione, a metà ottobre, le accuse di provocazione gratuita e presunta illegalità del manifesto avevano monopolizzato le domande dei giornalisti, lasciando in secondo piano la trama e i contenuti. La polemica sulla revisione del cartellone ha dato lunga vita all’argomento. CLAUDIA CUCCHIARATO DOMENICA 19 APRILE 2009 37 RAGAZZI ALLO STREGA ACCHIAPPA FANTASMI Beppe Sebaste www.beppesebaste.com ra le non-notizie di questi giorni spiccano quelle intorno al premio Strega: Daniele Del Giudice, con grazia e ironica stanchezza, si è defilato dalle voci che lo volevano vincente (tutti gli anni, 6 mesi prima, ci sono voci sul vincitore dello Strega: puntualmente confermate dai fatti), dicendo che il fatto non sussiste: non ha nessuna intenzione di partecipare. Antonio Scurati si è invece autocandidato con baldanza, pur sapendo che devono farlo due giurati tra i 400 cosiddetti «amici della domenica», di concerto con la sua casa editrice. Nessuno ignora che sia una gara tra editori: allo Strega si candidano libri, ma si fronteggiano apparati, cortigianerie, potenze relazionali. In palio il prestigio, e 200.000 copie mediamente vendute. Lo Strega è lo specchio del Paese. Se la parola d’ordine è che oggi in Italia c’è una gerontocrazia, quale esempio migliore di un premio tra i cui giurati (dice una vecchia battuta) votavano anche i morti? Ma la retorica sui giovani meriterebbe un’analisi più ampia: alibi di ogni crisi economica e della disoccupazione, anche in politica (soprattutto a sinistra) non si parla d’altro: basta coi vecchi. Ma dove comincia la vecchiaia, fino a quando si è giovani? Il criterio non è quello di proporre idee nuove, impensate visioni del mondo? Cosa dire dei «giovani» che vogliono essere al posto dei «vecchi» per fare le stesse identiche cose, però farle loro? (Mi ricordo - sono abbastanza «vecchio» per farlo? - Pietro Maso, colui che per primo uccise i genitori per usare le loro carte di credito e abitare la loro casa). Così, alla frase di Scurati su Del Giudice («l’ho ammirato da quando ero ragazzo») ho avuto un sobbalzo. È diventato così «vecchio», Daniele? Ma il tempo è elastico in letteratura: ci sono scrittori oggi trentenni per esempio che non ammiro da quando ero ragazzo. ● T 38 LA NOSTRA DOMENICA DOMENICA 19 APRILE 2009 Libri STRIP BOOK www.marcopetrella.it La guerra dei figli Lidia Ravera pagine 300, euro 17,60 Garzanti LO SGUARDO DEI FIGLI 1967: la tredicenne Emma e la diciassettenne Maria sono in vacanza in montagna con il padre e la madre. È una Famiglia della media borghesia torinese. Maria scappa di casa. Dieci anni dopo... PAOLO DI PAOLO ROMA P ochi come Lidia Ravera sanno far sentire di quale materia siano fatti i minuti, le ore. La materia dei romanzi è il tempo, certo un tempo strano, che corre in fretta oppure si arresta, improvvisamente si dilata: gli anni, o perfino i secoli. Ma Ravera sa che una vita è fatta soprattutto di minuti, di ciò che ogni giorno li riempie (gesti, pensieri e parole che subito dimentichiamo, piccole attese, spaghetti scotti, lettere scritte e non spedite). La vita come sedimento, accumulo (la sua materialità) la scrittrice ci fa sentire, una volta ancora e, se possibile, con più emozione in questa Guerra dei figli. Due sorelle in guerra contro la famiglia Ma le figlie crescono, le persone cambiano e cambia anche il Paese GLI ANNI E LA STORIA Vi è il riscatto del quotidiano, in ogni sua pagina; il riscatto di ciò che subito scivola via e solo la scrittura può salvare. Poi, vengono gli anni e viene la Storia, quella pronta a finire nei libri, quella dei fatti più grandi di noi. Li attraversiamo con incoscienza, li sappiamo solo dopo e forse mai del Sogni di adolescenti: un disegno di Samuel Ribeyron tutto. È, all’inizio del romanzo, il 1967. Emma e Maria, due sorelle adolescenti dentro una Torino bella e ruvida, gestiscono a forza di silenzi una (forte, istintiva) insofferenza verso «la Famiglia». Come nel bellissimo Sorelle, Ravera torna a raccontare due ragazze - ed è un piccolo miracolo di grazia stilistica e autenticità. I loro corpi, le loro voci, il loro esserci: tutto così vivo, vitale, al punto da farci trasalire. Effetto-verità. Emma, la più piccola, la più remissiva, bella e sfuggente, osserva sua sorella Maria dare inizio a una guerra. Contro la Famiglia, appunto; contro i padri e il proprio padre. Maria se ne va di casa, facendo crollare, brutalmente, la solo apparente quiete familiare. Emma e Maria difendono, da lontano, la sorellanza; si cercano, si scri- F FRASE DI... NICK HORNBY scrittore vono. Maria sceglie l’attivismo politico; Emma non sempre capisce. 1977. Come si diventa «ciò che si è»? Come si compie un destino? Emma è cresciuta, si perde un po’ anche lei, si confonde - tra gli amori, per esempio. Fa un bambino e non sa se è di Guido o di Sandro. Maria ha scelto definitivamente la lotta armata: «è come ubriaca, parla per formule astratte e un orgoglio tremendo la tiene in piedi», orgoglio «del suo eroismo del suo estremismo». Mentre Maria si nasconde, Emma accudisce Bambino (così lo chiama) e sceglie per padre Guido, che le resta accanto. Sandro no, lui fa il giornalista, e proprio contro i terroristi si espone. UN’ALTRA ITALIA In questo romanzo, Lidia Ravera racconta cosa brucia, nello sguardo dei figli, quando smettono di esserlo; spiega come si trasforma la relazione con le madri, quando si diventa madri, come diventa più strana, forse meno violenta, non meno complicata. Passa infine il terribile 1978, il delitto Moro, che sancisce la fine di qualcosa. Emma ritrova Sandro e l’amore per lui, proprio mentre il mirino dei terroristi lo prende a bersaglio. E quando inizia un altro decennio e un’altra Italia, saranno «altri» anche Emma, Maria, Guido. La guerra dei figli è un romanzo onesto, di sincerità perfino brutale, sull’eredità di un’intera generazione. I personaggi si muovono davanti a noi, amano, tremano e si smarriscono. Vorremmo confortarli, infine. Come se avessero perduto la guerra. L’hanno perduta? E cosa ne resta? La risposta, Ravera la lascia intuire e non sembra così confortante. ● «Il problema della lettura è che non finisce mai» Da «Shakespeare scriveva per soldi. Diario di un lettore» (Guanda) SUONI E VISIONI DOMENICA 19 APRILE 2009 39 L’esordio L’anoressia di Vale valeANA Martita Fardin pagine 117 Leonard Cohen Donne, Dio e ironia Confrontiamo allora i nostri miti Neo/Alcesti Canto delle quattro mura Leonard Cohen Ida Travi Trad. di G. De Cataldo e D. Abeni pagine 140 Prefaz. di Giancarlo De Cataldo euro 11,00 pagine 156, euro 12,50 Moretti&Vitali minimum fax Pubblicata nel 1956 e finora introvabile è la prima antologia di poesie di Leonard Cohen, meglio conosciuto come musicista-anchemonacobuddista-grande voce e grandi canzoni. Il vero motivo per cui ha cominciato a scrivere, dice Cohen, è per sedurre le donne. «Quando non funzionava con le donne, mi rivolgevo a Dio». Nella tragedia di Euripide, Alcesti dà la sua vita in cambio di quella del marito, re Admeto,condannatoamoriredaglidei.Alcesti regina muore, ma torna presto viva dal regno dei morti. Travi canta la nuova Alcesti,celatasottolespogliediunaparente, una che entra in casa sbattendo la porta e lancia sulla sedia il suo paltò. Steven Feld L’antologia La musica della foresta L’archetto e la penna Suono e sentimento. Uccelli, lamento, poetica e canzone nell’espressione kaluli Steven Feld Trad. di Melinda Meli A cura di CArlo Serra pagine 328, euro 25,00 euro 12,50 Ida Travi Canto per Alceste Racconti musicali Aa. Vv. A cura di Carlo Boccadoro pagine 294 euro 19,50 Einaudi Il Saggiatore Papua Nuova Guinea, vivere per alcuni Il curatore è un compositore, gli scrittori anni nella foresta insieme al popolo kaluli. È la loro musica l’oggetto di studio, canti e lamenti che formano l’ossatura dell’ethos socialeedemozionaledeikaluli,cheimparano dagli uccelli e dalla foresta per cantare le voci della foresta sonotra i più grandi (da Murakami Aruki a TrumanCapote, da Gadda a Nabokov). Intento: capire che effetto fa l’incontro tra musicaeletteraturaequaleeffettohaavuto il mondo dei suoni nell’anima e nella scrittura degli autori. Elliot V ale sta per Valentina. E «ANA» sta per anoressia, dea che ogni anno in Italia incatena 9mila nuove giovani adepte. Ma valeANA non è un diario d’una di loro, che uscitane diventa testimonial della possibile guarigione. È, invece, un romanzo, scritto da un’esordiente quarantunenne. E, dunque, qui l’anoressia di Valentina non è confessata in presa diretta, ma è «narrata» - praticamente cesellata - ed è il grimaldello per entrare nel privato d’una famiglia. Nord, villa sul lago, padre titolare d’un marchio d’abbigliamento, ma sul punto di finire in carcere, madre tradita, con brillantino al naso, e figlia diciottenne che, appunto, quel poco che mangia furtivamente lo vomita. Se bisogna fare fede ai campioni di realtà che alcuni romanzi ci riportano dall’immersione nel nostro Nord (vedi anche Giordano), glacialità affettiva e autolesionismo sono, di questa realtà, attualmente la sostanza. E Valentina ne è la vittima e la testimone. valeANA è un piccolo bel libro doloroso. Vale con le sue costole sporgenti s’identifica col Cristo che mostra il costato in croce, insomma con un uomo; a salvarla, forse, sarà Markus, musicista austriaco, ammalato d’un tumore al seno, raro negli uomini. E dunque valeANA custodisce anche questo straniato cortocircuito tra sessi. MARIA SERENA PALIERI 40 LA NOSTRA DOMENICA DOMENICA 19 APRILE 2009 Musica Samuel Jones Fanta-sinfonia Bilingue Symphony n. 3 Palo Duro Canyon e Concerto for tuba and orchestra En el medio de to' Roswell Rudd – Riccardo Fassi (Bilinguemusic/Venus) Double Exposure *** Wide Sound *** Feedback si traduce male con «retroazio- Curioso progetto transnazionale, che ne» ma il senso è abbastanza chiaro. SamuelJones,americanodel1935,scriveconcerti e sinfonie come ai bei tempi che furono. Ma il titolo, Symphony n. 3 Palo Duro Canyon sa di fantamusica. È così: sinfonie geneticamente modificate in conseguenza del cinema. Feedback appunto. G.M. coinvolge musicisti italiani e tedeschi,tutti innamorati di flamenco, cultura tzigana e ritmi latini. Ne deriva una vivace e passionale «patchanka» cantata, come suggerisce il nome, in due lingue (italiano e spagnolo). Produce Simone Spreafico, chitarrista dei Mercanti di Liquore. D.P. The Decemberists The Hazards of Love Rough Trade **** SILVIA BOSCHERO [email protected] È possibile unire due tra i generi musicali apparentemente più distanti al mondo? Sì, quando il rock è così maturo da incarnarsi nella band dei Decemberists, ragazzi colti e non alla moda, da Portland, in Oregon. Folk e hard rock mescolati magicamente come non si era mai sentito e per di più recuperando l’idea di concept album fino a disegnare una vera e propria, a tratti maestosa, opera rock. Lo avevano già fatto i Led Zeppelin molti anni prima? Certo, ma lavorando per contrapposizioni, per paradossi. In un certo senso preparando la strada per il futuro. Trent’anni dopo ecco The hazards of love, nuovo album della band capitanata da un ragazzo occhialuto che voleva fare lo scrittore (tale Colin Meloy, 35 anni, suona la dodici corde, il bouzuki, le percussioni e l’elettrica) e che riesce a unire il folk più cristallino e il blues più scuro sublimandoli nell’hard. È l’ennesima pozione postmoderna, ma fatta con cultura, gusto, tantissima fantasia e soprattutto è il prodotto di una band totalmente avulsa al tempo e alle mode. Qualità non secondaria in un momento in cui il cosiddetto folk alternativo è totalmente standardizzato su un luogo comune peggio ancora del peggiore pop commerciale. Insomma, qui non si tratta della solita pletora di cantant(ucoli) Rudd e Fassi Jazz che va al sodo Samuel Jones Naxos GLI ALTRI DISCHI Bilingue Patchanka d’Europa DOVE IL ROCK ABBRACCIA IL FOLK I Decemberists fondono con originalità hard, ballate e blues. Tra Bach e i Led Zeppelin *** Come altri vecchi leoni del free jazz, ancheiltrombonistaRoswellRuddhastemperatola suaiconoclastia,peròmantenendoil suono ruvido, la narrazione drammatica e la capacità di andare subito al sodo senza orpelli.L’intesasubitaneaconiltriodelpianistaRiccardoFassi portaauna continuatensione e a soluzioni formali di rilievo. A. G. folk con la barba lunga e l’ansimare da ragazzo sensibile figlio di hippie che va di moda da qualche anno a questa parte. Questi Decemberists se da un lato sono totalmente anacronistici (l’opera rock nell’era dell’usa e getta «on demand» è a dir poco un’astrusità), dall’altro suonano magnificamente contemporanei. Eppure anche il tema che lega le diciassette tracce di questi « azzardi dell’amore» è passatista. Ma con un gusto letterario e dedizione: il concept, che si ispira all’omonimo disco scritto da tale Ann Briggs, cantautrice folk di culto degli anni Sessanta e impenitente hippie, è una sorta di romanzo cavalleresco con un’eroina, Margaret (interpretata dalla voce femminile della band) e un eroe. GHIRONDE E SINTETIZZATORI Naturalmente ci sono le streghe, i malefici, il rapimento, i fantasmi, il re e la regina (qui interpretata da Shara Worden, la voce e l’anima di un’altra band indie interessante, i My Brightest Diamond) e, sospesa su tutto, un’atmosfera musicale da bosco incantato, tra progressive, folk britannico (vengono in mente i nomi dei Pentangle, ma anche il lato folk dei Jethro Tull), ma anche impennate muscolari che ci fanno ricordare quanto il buon Colin Meloy, musicista onnivoro, abbia ascoltato anche tanti Zeppelin e Deep Purple. Il tutto interpretato con una scatola magica di strumenti: chitarre acustiche, mandolini, benjo, violini, viole, violoncelli, ghironde, sintetizzatori, dulcimer e organi hammond in abbondanza. Ma anche con l’ausilio di vari colleghi: Jim James dei My Morning Jacket e Robyn Hitchcock alla chitarra elettrica. Imperdibile, infine, l’uso favolosamente sconsiderato del clavicembalo. Quasi più hard di Johann Sebastian Bach. ● L’ultima tappa giannimaroccolo.com/pgr/ I Per Grazia Ricevuta: on line li trovate sul sito di Maroccolo Lura Living Colour Dolcezze capoverdiane Il ´veroÆterrorismoÆ La voce dell’industria http://www.fimi.it/ La Fimi, la Federazione industria musicale italiana Lura Living Colour Eclipse CBGB Live August 19, 2005 Microcosmo Dischi Mvd Visual ´SorciniÆsenza età *** *** C’è solo un brano nuovo nell’ultimo cd visione morbida di incontri, amori, tribolazioni dalle isole di Capo Verde, la malinconica morna che emerge sporadica e lascia spazioapercussioniafro-occidentaliinMaria... Lura, nata a Lisbona, capoverdiana, se qui non sorprende come con il suo primo cd, sa comunque ammaliare. STE. MI. (live al CBGB’s di New York) dei Living Colour, la prima band nera del rock: è Terrorismche individua nei vari George Bush, BlairelaCiail«vero»terrorismo.Forticonnotazionidiprotestaancheneipezzistoricisuonati con energia esplosiva e ritmica abrasiva in un misto di rock, funk e punk. A. G. I Pgr, peccato sia il canto del cigno 41 secondo Nielsen TOP 10 ITALIANA IlacdFimipiù-venduti Renato Zero Presente Una lieta e ritmica sensualità,unacondi- DOMENICA 19 APRILE 2009 02 Gianna Nannini Giannadream 03 Nomadi Allo specchio 04 U2 No Line on the Horizon 05 Pino Daniele Electric Jam 06 Tiziano Ferro Alla mia età 07 Arisa Sincerità 08 Giusy Ferreri Gaetana 09 Diana Krall Quiet Nights 10 Antonello Venditti Le donne LIVE ROBERTO BRUNELLI landole sulla vita che scorre: un tratto ruvido e spietato di strada da percorrere fino in fondo senza lasciare niente - se non un po’ di polvere alla retorica di chi ha segnato la storia sull’onda più alta della tempesta perfetta. Canali, Ferretti e Maroccolo hanno inciso ´Ultime notizie di cronacaÆsolo per contratto e separati. Eppure il cd è ottimo L’ORGANETTO tura al 1997. «Costretti» a sfornare un album, i Pgr lavorano a distanza: Canali e Maroccolo sulla musica, l’eremita Ferretti sulle parole («anche se non avrei avuto nulla da dire» confessa). Quindi chiudono il cerchio con pochi incontri e session da «buona la prima» o giù di lì. CRONACHE PUBBLICHE E PRIVATE PGR Ultime notizie di cronaca Universal **** DIEGO PERUGINI [email protected] A volte l’arte segue percorsi strani, indecifrabili. Così può capitare che un disco nato per un obbligo contrattuale si riveli, alla fine, una sorta di capolavoro. Parliamo di Ultime notizie di cronaca, il canto del cigno dei Pgr, ovvero Giorgio Canali, Giovanni Lindo Ferretti e Gianni Maroccolo. Tre che si conoscono bene e si frequentano da anni, protagonisti di alcune delle più luminose storie del rock italico (Cccp, Csi e, appunto, Pgr). Tre artisti che ora seguono percorsi diversi, uniti per un’ultima volta da un contratto da onorare che risale addirit- Il risultato sono nove «cronache» divise fra pubblico e privato: Ferretti parla dell’inquietante mondo contemporaneo, fra «guai finanziari e spot pubblicitari», «novantanove guerre nel sol dell’Avvenire» e «una qualcerta difficoltà nel procedere». Ma è «lesto nel pudore e audace in tenerezza» nel raccontare il dramma più intimo di una madre gravemente malata a cui dedica tutto il suo tempo (Cronaca filiale). Per chiudere con una toccante Cronaca Divina/Te deum, netta affermazione di un credo cattolico a cui aderisce anima e corpo, sposandone anche le posizioni più rigide (sostenne la lista antiabortista di Ferrara). Versi e parole cercati con cura maniacale («da non dormirci la notte», spiega) e declamati come un mantra sopra un prezioso e minimale tappeto sonoro, che si snoda ipnoticamente fra basso, elettronica e «chitarre miscredenti». Non esattamente canzoni da iPod, ma di una tensione e una profondità rare da ritrovare in un mondo di Amici e X Factor. ● Alla fiera di mr. Dylan blues e marcette spiazzanti S ì, il signor enigma ambulante ce l’ha ancora quell’aria da vecchio giocatore d’azzardo: cappello rigido in testa, abito nero con lista bianca sulle gambe, incerto dietro la sua tastierina, guida ancora la sua banda di suonatori di strada trascinandola da una parte all’altra del globo. Ieri l’altro a Roma, in un Palalottomatica pieno (a Milano era invece semivuoto, ieri il finale a Firenze), sua leggenda vivente Bob Dylan ha aggiunto l’ennesimo capitolo al suo viaggio infinito verso il paradosso. Ha quasi 68 anni, incide ancora dischi meravigliosi, lucenti e lucidi, ma descrive di giorno in giorno la propria morte nei concerti - una media di 200 esibizioni l’anno - e lo fa maltrattando le sue canzoni, model- E così corrono geneticamente modificati gl’immensi classici come Don’t think twice e Highway 61, It’s alright Ma e All along the watchtower, e anche le ballate recenti e soffiate come uno swing da balera infima, e così ti chiedi dove voglia arrivare, mr Zimmermann, che solo due volte prende in mano la chitarra preferendole un organetto da fiera circense, alternando suoni da cupa garage band a valzerini staccati da banda di paese. Niente è come te lo aspetti, in un concerto di Dylan, e pure dopo tanti anni ogni volta ti chiedi dove voglia arrivare: perché non suona i pezzi del nuovo album (Together through life, in uscita il 27 aprile), che si annuncia meraviglioso e speziato, pieno di sapori tex-mex? E, soprattutto, perché ogni concerto pare sempre di più una ebbra processione funerea? La voce, la grande e avventurosa voce di Dylan, quella è un urlo rauco uscito da una caverna nera, sia che imploda in Blowin’ in the wind trasformata in una marcetta alla fiera dei giocolieri, sia che affermi la sua malattia d’amore in una bellissima Love Sick, presa dal Dylan di Time out of mind (1998). Le riposte, amico mio, non ci sono. Solo una, forse: la «pietra che rotola giù», quella Like a Rolling Stone folgorante e furente che ancora fa alzare le migliaia di braccia, quella è lui, quella si chiama Bob e viene da Duluth. ● 42 LA NOSTRA DOMENICA DOMENICA 19 APRILE 2009 Videogames Ninja Blade Ninja hollywood Afro Samurai Samurai manga Ninja Blade Afro Samurai Piattaforma: Xbox 360 Piattaforma: PS3\Xbox 360 The Dishwasher: Dead Samurai Sviluppatore: From Software Sviluppatore: Namco Bandai Games Piattaforma: Xbox 360 (Xbox Live Arcade) Genere: Azione\Avventura Sviluppatore: Ska Studios *** Genere: Azione Genere: Azione *** IO, NINJA Ivan Fulco www.thefirstplace.it The Dishwasher Samurai metal Ninja Gaiden incontra Devil May Cry e GodofWar.Mancalacomplessitàstrutturale del primo, l’estetica del secondo e l’epicità del terzo, ma il taglio molto cinematografico,con abuso di quick time event, glidona fascino. Per chi ha completato i tre titoli d’apertura ed esige ancora ninja. Riserva. Dal manga di Takashi Okazaki, la storia di Afro, un samurai nero al tempo del Giapponefeudale. L’anima black dellaEast Coast si incarna in un picchiaduro 3D di degno livello con atmosfere che non ti aspetti. DoppiaggiooriginalediSamuelL.Jacksonemusiche di RZA. Più che samurai. Afrosamurai. *** Il lavapiatti samurai affronta la minac- cia cyborg in un picchiaduro 2D a scorrimento con il gusto del fumetto. Lo stile non manca, le combo imperano, la difficoltà raggiunge vette di lirismo. Un progetto amatoriale promosso a Xbox. Per cultori della vecchia scuola. Lowbudget. edizione Wii, proponendo un sistema di controllo basato su Wiimote e Nunchuk. In luogo del normale controllo dei giocatori, un indicatore da puntare sul campo, premendo un tasto per impostare una direzione di corsa e un altro per eseguire un passaggio. In luogo del tasto del tiro, la necessità di scuotere il Nunchuk. Un sistema di gestione della squadra che permette di spostare qualunque giocatore in qualunque punto del campo in qualsiasi momento, per organizzare il gioco senza palla. SCUOLA CALCIO DIGITALE Azione Una schermata del gioco «Pro Evolution Soccer 2009» Pro Evolution Soccer 2009 Piattaforma: Nintendo Wii Sviluppatore: Konami Genere: Sport **** IVAN FULCO ROMA L ’Italia è una repubblica fondata sul calcio. Il videogioco un impero dominato dal Wii. Alla luce delle premesse politiche, era lecito attendersi un gioco profondamente nazional-popolare per la trasposizione di Pro Evolution Soccer su console Nintendo. Ma il calcio non è una scienza esatta. E Konami, invece di puntare sul classico, ha scelto di sperimentare per il suo PES in CALCIO LA GENERAZIONE CRUIJFF Pro Evolution Soccer al suo massimo livello di simulazione L’esito di questo intreccio di controlli è un gioco fortemente ostico per i principianti. Ogni singolo passaggio richiede precisione, il gioco di squadra è un esercizio di tempismo, l’azione ragionata una dimostrazione di velocità di pensiero. La complessità della fase d’attacco, inevitabilmente rallentata, viene bilanciata tuttavia da una fase difensiva ancora più rigida da gestire, elemento che assicura un buon equilibrio tra le forze in campo. Eppure, a chi voglia investire tempo ed energie sull’esperimento Konami, PES 2009 promette soddisfazioni che pochi altri sim-soccer possono offrire. È l’emozione semplice di un filtrante perfetto, di un cambio di campo, di un triangolo sulla fascia. È l’appagamento estetico di rubare palla con un anticipo, di far scattare un mediano per aprire la difesa avversaria e di filtrare un rasoterra per l’attaccante in area. Un’esperienza di gioco complessa, a tratti estenuante, ma mai così simile al calcio reale. Se la serie classica di Pro Evolution Soccer è il Bar Sport, PES 2009 è una Coverciano digitale. Il calcio totale finalmente a dimensione di controller. Cruijff.● LA NOSTRA DOMENICA Home Video Metropolis Attenti all’edizione Metropolis Regia di Fritz Lang Germania, 1927 Con Debra Paget, Paul Hubschmid, Walter Reyer Con Brigitte Bardot, Fritz Lang, Michel Piccoli, Jack Palance Distribuzione: Ermitage Italia-Germania, 1959 Francia-Italia, 1963 **** Distribuzione: Millennium Store Distribuzione: General Video *** Lang attore, nei panni di se stesso, al pubblicati in dvd ma attenti alle edizioni! Il Metropolis della Ermitage contiene la copia restaurata da Enno Patalas, con un documentario.PerilmiticoMprivilegiatel’edizione Dell’Angelo: è integrale, quindi alcunesequenzenonsonodoppiateinitaliano. realizzatida Lang nel 1959. Ilregista adorava i fumetti e i feuilleton, e qui sfoga la propriapassioneconfezionandounditticopienodidanzatrici,marajà,tigri,elefantiecoccodrilli. Un gioiello kitsch, la vera risposta del cinema alla letteratura di Salgari. servizio di Godard, che rilegge Moravia e «destruttura» la Bardot per un film al vetriolo sul mondo del cinema. Questa edizione contiene la versione italiana e quella integrale (dove ciascuno parla nella sua lingua). Imperdibile. Visioni digitali Regia di Fritz Lang ***** DARIO ZONTA [email protected] L a Sinister Film porta in Italia, in esclusiva e per la prima volta, il cofanetto Dr.Mabuse Collection, che conta la versione integrale e restaurata de Il dottor Mabuse (1922) e Il testamento del Dr.Mabuse (1932-33) di Fritz Lang. Tre dvd in tutto, e un fascicolo cartaceo che riporta alcuni estratti del fondamentale volume di Lotte H. Eisner su Fritz Lang, edito in Italia nel 1978 da Mazzotta editore (un libro unico per capire l’opera e il metodo del regista viennese, voluto fortemente dallo stesso che ha fornito materiali inediti, racconti e retroscena). GLI EXTRA Negli extra dei dvd oltre ad alcune interviste, c’è anche la versione integrale dell’edizione francese de Il testamento del dr. Mabuse (una copia necessariamente malconcia ma più che interessante per l’esegeta e il filologo). La storia vuole, infatti, che del Testamento fu girata una versione francese contemporaneamente a quella tedesca e con la stessa equipe tecnica. Il film fu proibito (con una scheda di censura datata 29 marzo 1933) dal regime nazista e il materiale della versione francese fu fatto uscire clandestinamente dalla Germania e montato in Francia ma in una versione meno completa di quella tedesca (e così lo storico potrà mettere a confronto le **** Sfizioso cofanetto coni duefilm«indiani» Il dottor Mabuse e Il testamento del dr. Mabuse Sinister Film Regia di Jean-Luc Godard Diversi capolavori del primo Lang sono Dr. Mabuse Collection Germania (1922- 1933) Il disprezzo Attore per Godard Il disprezzo Con Gustav Frohlich, Brigitte Helm, Rudolf Klein-Rogge Alberto Crespi 43 La tigre di Eschnapur/ Il sepolcro indiano Regia di Fritz Lang A TUTTO FRITZ La tigre... Due film ´indianiÆ DOMENICA 19 APRILE 2009 DOTTOR MABUSE UNO E DUE Per la prima volta il cofanetto ´CollectionÆ:3 dvd, un libretto e un’apoteosi di materiali inediti due versioni, tenendo presente che quella originale è anche quella integrale, inedita in Italia). Innanzi, dunque, a un’operazione così raffinata (anche se il libretto è tirato via, e non viene citato il volume da cui sono tratti gli scritti di Eisner), è giusto definire con chiarezza il contenuto. Il dottor Mabuse e Il testamento dottor Mabuse sono due indissolubili capolavori della storia del cinema, girati a distanza di 10 anni da Lang come immediata presa diretta - sebbene trasfigurata - di una società in veloce mutazione, com’era quella tedesca dalla Repubblica di Weimar al nazismo hitleriano, raccontata attraverso lo spettro di un personaggio fortemente simbolico, un concentrato di malvagità cangiante e mefistofelica. Il testamento, ovviamente censurato, «voleva essere un’allegoria - come dichiara Lang nel ’43 - dei metodi terroristici di Hitler. Gli slogan e le dottrine del Terzo Reich sono stati messi in bocca ai criminali del film». La potenza espressiva, ed espressionista, di questi due film fondativi è intatta e abbagliante, come fulgida è la parabola di questo personaggio emblematico del suo tempo. Negli extra, Lang risponde così nel ’68 ad Erwin Leiser, quando gli si chiese il suo primo ricordo cinematografico: «Credo che la prima volta in cui ho avuto a che fare con un film fosse il 1904. Avevo 14 anni. Vidi un film chiamato The Great Train Robbery. C’era una scena dove dei fuorilegge cercavano di scardinare una porta con una grande trave. Io e i miei amici cominciammo a battere i piedi, così… a tempo con la trave che colpisce la porta. L’intera sala poco dolo si unì a noi. Questo fu il mio primo “lavoro” come addetto agli effetti speciali». Dalla prima rapina al treno al primo muto espressionista!● FLAVIO DELLA ROCCA ´La rosa di BagdadÆ un capolavoro di poesia rinasce L a rosa di Bagdad di Anton Gino Domenighini (sodale e capo ufficio stampa di D’Annunzio) è il primo lungometraggio d’animazione realizzato in Italia, e in occasione del sessantesimo anniversario torna a splendere in una superba edizione Blu-ray Disc. La pellicola, restaurata in alta definizione, è frutto del solito lavoro certosino dell’Istituto Luce che ha utilizzato l’interpositivo originale del film. Accanto alle splendide immagini del primo technicolor della nostra storia, è fondamentale menzionare il documentario a cura di Massimo Beccattini che ricostruisce, attraverso le testimonianze dirette di chi l’ha vissuta, bozzetti originali e spezzoni inediti in b&n, il travagliato processo di realizzazione di un’opera rimasta unica, un capolavoro di poesia, delicatezza e inventiva. Molto è dovuto alla folgorazione che Domenighini ebbe dalla visione nel 1937 di Biancaneve e i sette nani di Walt Disney, la cui influenza è evidente nei personaggi della Rosa, mentre le ambientazioni subirono il fascino di entrambi le versioni de Il ladro di Bagdad, del 1926 e del 1940. Iniziata allo scoppio della Seconda Guerra Mondiale e martoriata dai suoi effetti distruttivi, l’opera fu portata a termine 9 anni in Inghilterra.● 44 Culture DOMENICA 19 APRILE 2009 MA QUANTO CI COSTA FRONTE DEL VIDEO Maria Novella Oppo ZOOM olti ricorderanno ancora il bellissimo film-tv di Roberto Rossellini La presa del potere di Luigi XIV (1967). Erano tempi in cui la Rai poteva permettersi di far lavorare anche i geni, perché non era costretta a rincorrere la mediocrità dei berluscloni. La pellicola mostrava il metodo seguito dal Re Sole per schiacciare l’aristocrazia, attirandola a corte con la promessa di favori e costringendola a essere spettatrice muta di tutte le sue attività, anche quelle corporali. Ora, natu- M ralmente, Berlusconi non arriva a tanto, pur avendo privatizzato tutti i riti del potere. In fondo, è solo un arricchito, un borghesotto che si bea di invitare in villa i grandi del mondo e di mostrarsi generoso di risotti coi suoi sottoposti. Ai quali offre non solo ossibuchi, ma intere reti Rai, che tanto non gli costano niente. Mentre a noi contribuenti costa sempre di più la Lega Nord e cominciamo a chiederci se davvero possiamo ancora permettercela.● Il Tempo Oggi In pillole ARTISTI DI STRADA PER I DISABILI Sarà inaugurata venerdì in varie location di Firenze un’esposizione collettiva realizzata da alcuni dei più importanti artisti di strada contemporane. Il percorso è parte dell’iniziativa «Streets without wall» che mira a sostenere la realizzazione della struttura di accoglienza per disabili intellettivi «Villaggio San Sebastiano» nel comune di Impruneta. cieli nuvolosi o molto nuvolosi con piogge e rovesci diffusi. CENTRO nuvolosità diffusa associata piogge e rovesci sparsi. SUD tempo instabile con rovesci sparsi ed occasionali temporali in esaurimento dal pomeriggio. NORD GLI ARCHEOLOGI PER L’ABRUZZO Gli archeologi italiani si mettono al servizio della popolazione abruzzese per le operazioni di recupero, ripristino e tutela del patrimonio culturale, danneggiato dal sisma. Lo annuncia la Associazione nazionale archeologi. Domani nuvolosità variabile associata a rovesci sparsi ed occasionali temporali. CENTRO cieli nuvolosi o molto nuvolosisu Sardegna, Regioni Adriatiche, sereno altrove. SUD nubi irregolari associate a piogge e rovesci sparsi. NORD IL «VALDARNO» A DE SETA Premio Marzocco all’attrice Ilaria Occhini e al regista Vittorio De Seta nell’ambito del 27/o Valdarno Cinema Fedic in programma dal 21 al 26 aprile. ORCHESTRA HAYDN, È POLEMICA Oggi a Roma (11,30, Villa Torlonia) un’azione d’arte di Gaialight e Lidia Ravera: «Funerale del dolore femminile». La Bare Smile (nella foto) si muoverà in corteo nella villa e alle 12 Ravera leggerà l’orazione per seppellire il dolore femminile. Dedicata alle donne sfregiate dai mariti. Lascia la direzione dell’Orchestra Haydn di Trento e Bolzano il maestro Gustav Kuhn, in polemica con una parte del cda accusato di scarso tatto nell’annunciare che il suo contratto vicino alla scadenza potrebbe non essergli rinnovato. di nuovo, in un angolo di storia del costume italico che stenta a morire. La legge è la legge ma muove un senso di intensità perduta scorrere le immagini di un passato non così lontano nella vetrina del nostro presente. Tra gente che si ammazza per un posteggio o per un sorpasso o per un apprezzamento nei confronti di una signora, questa storia del contrabbandiere che sbuca da un mare di sangue fa quasi tenerezza. E ci ripor- ta a quando l’illegale esercizio del contrabbando di sigarette era tollerato dalla legge mentre le «americane» si vendevano agli angoli delle strade d’Italia senza troppi pudori. Mentre i treni sulle rotaie suonavano quel ritmo sincopato che ha fatto da scivolo a tanta musica in bianco e nero. Ve ne siete accorti? L’Alta Velocità ha cancellato quella musica, il rumore di fondo del nostro andare non è più lo stesso. ● Il sorriso delle donne finisce in una bara L’INSTALLAZIONE NANEROTTOLI Sigarette Toni Jop Sessantacinque chilogrammi di sigarette di contrabbando. Arrestato un signore nella sua abitazione di Napoli. Archeologia criminale o modernariato povero, eccoci, Dopodomani NORD poco nuvoloso su tutte le regioni. CENTRO poconuvoloso sulle regioni tirreniche e Sardegna, molto nuvoloso sulle adriatiche. SUD nuvoloso con piogge sparse. www.unita.it Zapping DOMENICA 19 APRILE 2009 FORMULA UNO LAWRENCE D'ARABIA DETENUTO IN ATTESA DI GIUDIZIO GLOB, L’OSCENO DEL VILLAGGIO RAIUNO - ORE: 08:15 - AUTOMOBILISMO RETE 4 - ORE: 14:40 - FILM LA 7 - ORE: 21:30 - FILM RAITRE - ORE: 23:35 - TALK SHOW GP DELLA CINA CON PETER O'TOOLE CON ALBERTO SORDI CON ENRICO BERTOLINO Rai 1 Rai 2 06.00 Quello Che. Rubrica. 06.00 L’avvocato risponde. Rubrica. 06.30 Sabato & domenica. Rubrica. 06.15 Inconscio e magia. Rubrica. 08.15 Automobilismo Gran Premio della Cina di Formula 1. Da Shanghai (Cina) 06.45 Mattina in famiglia. Varietà. 10.30 A Sua immagine. Rubrica. 10.55 Santa Messa; 12.00 Recita dell’Angelus da Piazza S. Pietro 12.30 Linea verde. Rubrica. 13.30 Telegiornale 14.00 Domenica In L’Arena. Talk show. Conduce Massimo Giletti 15.15 Domenica In...sieme. Spettacolo. Conduce Lorena Bianchetti. 18.00 Domenica In 7 giorni. Varietà. Conduce Pippo Baudo. 20.00 Telegiornale 20.35 Rai Tg Sport. News 20.40 Affari tuoi. Gioco. Conduce Max Giusti. SERA 21.30 X Factor - La finale. Reality Show. Conduce Francesco Facchinetti. Con Mara Maionchi, Simona Ventura, Morgan 00.35 TG 1 00.40 Cinematografo. Rubrica. Conduce Gigi Marzullo 10.05 Ragazzi c’è Voyager!. Rubrica. 10.30 Cartoon Flakes. Rubrica. 10.50 Automobilismo F1 - GP della Cina. . Da Shanghai, Cina (dir.) 13.00 Tg 2 Giorno 13.25 Tg 2 Motori. Rubrica. 13.35 Tg 2 Eat Parade. Rubrica. 13.45 Quelli che... aspettano. Varietà. 15.30 Quelli che il calcio e.... Show. Conduce Simona Ventura. Rai 3 06.00 Fuori orario. Cose (mai) viste. Rubrica. Conduce Enrico Ghezzi. 07.00 Aspettando è domenica papà. 07.41 E’ domenica papà. Rubrica. 08.30 Arturo e kiwi cucina per cuccioli 09.00 TGR Speciale Ambiente Italia Oasi WWF 2009. 06.40 TG4 - Rassegna stampa 07.57 Meteo 5 06.50 Media Shopping. Televendita 07.15 Un’avventura straordinaria. Film Tv commedia (USA, 2001). Con Alex D.Linz, James Woods, Annabeth Gish. 12.00 Rai Sport Notizie. News 10.00 Santa Messa. Religione 12.25 TeleCamere. Rubrica. 11.00 Pianeta Mare. Show. 12.55 Racconti di vita. Rubrica. 11.30 Tg 4 - Telegiornale 14.00 Tg Regione 14.15 Tg 3 11.40 Pianeta Mare. Show. 12.10 Melaverde. Rubrica. 17.05 Stadio Sprint. Rubrica. 14.30 In 1/2 h.. Rubrica. 13.58 Tg 4 - Telegiornale 15.00 Tg 3 Flash LIS 18.00 Tg 2 18.05 90° minuto. Rubrica. 15.05 Alle falde del Kilimangiaro. Rubrica. 14.05 Ieri e Oggi in TV. Videoframmenti 19.00 Automobilismo F1 - GP della Cina. Da Shanghai, Cina (sint.) 18.00 Per un pugno di libri. Gioco. Conduce Neri Marcorè. 20.00 Piloti. Situation Comedy. 19.00 Tg 3 20.30 Tg 2 20.30 SERA 21.00 Numb3rs. Telefilm. 20.00 Blob. Attualità SERA 21.30 Report. Attualità. 22.35 La domenica sportiva. Rubrica. Conduce Massimo De Luca. 01.00 Tg 2 01.20 Protestantesimo. Rubrica. 01.50 Almanacco. Rubrica. Conduce Alessandra Canale. 19.30 Tg Regione 23.20 Tg 3 23.30 Tg Regione 23.35 Glob, l’osceno del villaggio. Talk show. 00.35 Tg 3 00.45 TeleCamere. Rubrica. Conduce Anna La Rosa. 01.40 Tg 1 Notte Benjamin 02.05 Inconscio e Magia Psiche. Rubrica. Sky Cinema 1 Sky Cinema Family Sky Cinema Mania 21.00 Romy and Michelle. Film commedia (USA, 2004). Con Katherine Heigl, Alex Breckenridge. Regia di R. Schiff 21.00 Se mi lasci ti cancello. Film commedia (USA, 2004). Con Jim Carrey, Kate Winslet. Regia di M. Gondry 22.40 Chocolat Film commedia (USA, 2000). Con Juliette Binoche, Leslie Caron, Johnny Depp, Lena Olin. Regia di Lasse Hallström 23.00 Haven - Inseguendo il paradiso. Film thriller (USA, GB, Germania, Spagna, 2004). Con Orlando Bloom, Razaaq Adoti, Agnes Bruckner 23.05 Prospettive di un delitto. Film thriller (USA, 2008). Con Matthew Fox, Forest Whitaker, Sigourney Weaver, Dennis Quaid 06.00 Tg 5 Prima pagina. Rubrica 09.30 Puglia Documentario. 13.25 Timbuctu. Rubrica. Canale 5 06.00 West Wing - Tutti gli uomini del presidente. Telefilm. 11.00 Atletica leggera: Maratona di Torino 01.45 Fuori orario. Cose (mai) viste. Rubrica. 21.00 Amore, bugie e calcetto Film commedia (Italia , 2007). Con Claudio Bisio, Filippo Nigro, Claudia Pandolfi. Regia di L. Lucini Rete 4 14.40 Lawrence d’Arabia. Film biografico (GB, 1962). Con Peter O’Toole, Alec Guinness, Anthony Quinn. 18.50 Tg 4 - Telegiornale. 19.35 Il ritorno di Colombo. Telefilm. SERA 21.30 Siska. Telefilm. 22.30 Contro Campo Posticipo. News 07.55 Traffico 08.00 Tg 5 Mattina 08.51 Le frontiere dello spirito. Religione. A cura di Monsignor Ravasi e Maria Cecilia Sangiorgi 09.42 TGCom 09.45 Dietro le quinte 09.52 Verissimo Tutti i colori della cronaca. Attualità Conduce Silvia Toffanin 13.00 Tg 5 13.39 Meteo 5 13.40 La Fattoria. Real Tv 14.10 Grande Fratello. Real Tv 14.30 Squadra Antimafia - Palermo oggi Italia 1 07.00 Omnibus. Rubrica 10.55 Robin Hood. Telefilm. 10.05 Movie flash. Rubrica 11.50 Grand Prix. Rubrica 10.10 La settimana. Rubrica. 12.25 Studio Aperto 13.00 Guida al campionato. Rubrica. Conduce Mino Taveri. 14.00 Virus letale. Film thriller (USA, 1995). Con Dustin Hoffman, Rene Russo, Morgan Freeman. Regia di Wolfgang Petersen 16.30 Asterix e Cleopatra. Film animazione (Francia, Belgio, 1968). Regia di René Goscinny, Lee Payant. 19.30 Senti chi parla. Film commedia (USA, 1989). Con John Travolta, Kirstie Alley, Elias Koteas. Regia di Amy Heckerling SERA 21.15 Colorado. Show. Conduce Rossella Brescia, Beppe Braida 01.29 Paperissima sprint. Show 24.00 Le Iene. Show 01.20 Tg 4 Rassegna stampa. Rubrica 02.19 Media shopping. Televendita 02.15 Media shopping. Televendita 01.33 Clip Parade 11 02.35 Killer - Diario di un assassino. Film drammatico (USA, 1995). Con James Woods, Robert Sean Leonard 02.35 Novocaine. Film commedia (USA, 2001). Con Steve Martin, Laura Dern, Helena Bonham Carter 18.40 Dream Team. 18.00 Fifth Gear Europe. 19.05 Blue Dragon. 19.00 Top Gear. 19.30 Ben 10. 20.00 Come è fatto. “Termometri” 20.00 Star Wars: the Clone Wars. 20.25 Flor. Telefilm 21.10 Scooby Doo. 21.30 Le nuove avventure di Scooby Doo. 21.55 Star Wars: the Clone Wars. 20.30 Come è fatto. “Carburatori” 21.00 Miti da sfatare. “Speciali: i miti degli spettatori” 12.30 Tg La7 12.55 Sport 7. News 13.00 Anni luce. Rubrica 14.00 Niente in comune. Film (USA, 1986). Con Tom Hanks, Jackie Gleason. Regia di G. Marshall 16.40 Valigia dei Sogni. Documentario. 17.50 Turner e il “casinaro”. Film (USA, 1989). Con Tom Hanks, Mare Winningham. Regia di Roger Spottiswoode 18.50 Chi vuol essere milionario?. Quiz. Conduce Gerry Scotti. Discovery Channel 10.30 Guardatele ma non toccatele Film (Italia, 1959). Con Ugo Tognazzi, Raimondo Vianello. Regia di M. Mattoli 18.30 Studio Aperto 01.00 TG5 - Notte Cartoon Network 10.25 Movie flash. Rubrica 17.45 Movie flash. Rubrica 22.40 Contro Campo. Rubrica. Conduce Alberto Brandi. 02.05 Bullit. Film poliziesco (USA, 1968). Con Steve Mc Queen, Jacqueline Bisset 09.15 Omnibus Life. Attualità. 17.55 Lizzie McGuire. Telefilm. 19.00 Tutto in famiglia. Situation Comedy. 20.40 Paperissima sprint. Show. SERA 21.30 La fattoria. Show. Conduce Paola Perego La 7 07.00 Mowgli Il ragazzo della giungla. Telefilm. 16.30 Questa domenica. Talk show 20.00 Tg 5 45 01.45 Studio Sport. News All Music 20.00 Tg La7 20.30 Chef per un giorno. Rubrica. SERA 21.30 Detenuto in attesa di giudizio. Film (Italia, 1971). Con Alberto Sordi, Elga Andersen, Lino Banfi. Regia di Nanni Loy 23.30 Sport 7. News 23.35 Reality. Reportage. Conduce Antonello Piroso. A cura di Paola Palombaro 00.30 Sport 7. News 01.00 Tg La7 MTV 15.00 Playlist. Musicale. Conduce Valeria Bilello 20.05 100 Greatest Songs of the 80’s. Musica 16.00 All News 21.00 So NoTORIous. Serie Tv 16.05 Rotazione musicale. 19.00 All News 19.05 Mono. Rubrica 20.00 Inbox. Musicale 22.00 Prototipi da strapazzo. 21.30 The Oblongs. Rubrica 23.00 Come è fatto. 22.00 Sons of Butcher. 22.00 Teen Cribs. Show 22.30 Flash 22.35 Nobile Mobile. Rubrica 23.05 Yo!. Musicale. “Select by Fabri Fibra” 46 www.unita.it DOMENICA 19 APRILE 2009 VEDI IN TV Sport 9.00 FORMULA1 Gran Premio di Cina RAIUNO 15.00 CALCIO Serie A SKY CALCIO 20.30 CALCIO Milan - Torino SKY SPORT 1 p A Torino finisce 1 a 1 nel big match: al vantaggio di Balotelli replica nel recupero Grygera p Tensione Tiago espulso per un fallo su Super Mario. Cori razzisti contro il nerazzurro Nervi pari tra Juve e Inter Mourinho vede lo scudetto La Juventus, ridotta in dieci, trova il pari nel recupero con Grygera dopo il vantaggio degli ospiti. Un risultato che salva l’onore ma che chiude virtualmente la corsa scudetto. I nerazzurri restano a +10. Brevi CALCIO, SERIE B Il Bari domina il Rimini Pari tra Livorno e Parma MASSIMO DE MARZI TORINO [email protected] L’orgoglio e il colpo di testa di Grygera nel recupero evitano la sconfitta alla Juventus e costringono a rimandare la festa scudetto dell’Inter, che aveva messo le mani sulla partita e sul +13, Nella ripresa Super Mario Balotelli aveva completato un contropiede con la rete dell’1-0, Condizionata dalle tante assenze e dai suoi errori, compreso quello che nel finale è costato il rosso a Tiago, la squadra di Ranieri ha rischiato tre volte di incassare il raddoppio, ma al 91’ su azione d’angolo ha trovato la rete che ha fatto uscire dal torpore il pubblico dell’Olimpico. In una cornice di pubblico importante, ma senza il pathos che aveva fatto da contorno alla sfida del 4 novembre 2007, la prima dopo Calciopoli, fischi e cori (anche razzisti) all’indirizzo del grande ex Ibra e di Balotelli, parterre de roi in tribuna con vip, uomini politici, John e Lapo Elkann, ct come Dunga. Ma lo spettacolo ha latitato. Squadre più preoccupate di non prenderle che di provare a vincere, tanti falli, gioco spezzettato e 0-0 che sembrava inevitabile per oltre un’ora. Con un Del Piero sotto il suo standard, Iaquinta francobollato da Samuel e il tridente dell’Inter Figo-Balotelli-Ibrahimovic che ha fatto le cose migliori lontano dai sedici metri, c’è stato poco lavoro per i portieri. Tiago salva sulla linea, negando il gol a Balotelli, il rientrante Julio Cesar si oppone a un Marchionni che aveva perso l’attimo fuggente: il primo tempo è tutto qui, la ripresa non offre di più, fino a quando l’Inter non colpisce di rimessa. La Risultati 36˚ giornata: Avellino-Piacenza 1-1, Bari-Rimini 3-0, Cittadella-Pisa 1-0, Empoli-Treviso, Livorno-Parma 2-2, Mantova-Ancona 2-2, Modena-Sassuolo 2-0, Salernitana-Albinoleffe 4-2, Vicenza-Brescia 1-2. Classifica: Bari 66, Parma 63, Livorno 56, Brescia 55, Empoli 54, Triestina 52, Sassuolo 52, Albinoleffe 51, Grosseto 50, Ascoli 49, Piacenza 46, Vicenza 43, Cittadella 42, Ancona 42, Pisa 42, Mantova 42, Salernitana 40, Rimini 40, Frosinone 39, Modena 36, Avellino 33, Treviso 31. Lo spettacolare salvataggio sulla linea di Tiago durante il primo tempo di Juve-Inter reazione bianconera è volitiva quanto sterile, troppe le assenze nella squadra di Ranieri, troppi gli uomini arrivati in primavera a corto di energie, per competere contro la corazzata nerazzurra. Ma Balotelli (risparmiato da Mourinho, dopo aver rischiato l’espulsione per un comportamento sopra le righe) non è il match winner della partita dell’Olimpico, come gli era riuscito l’anno scorso con la doppietta firmata in Coppa Italia, l’1-1 di Grygera salva la Juve, evitando ai bianconeri la seconda sconfitta consecutiva. GELO TRA MOU E RANIERII Era molto atteso l’inizio. Al momento dell’ingresso in campo delle squadre stretta di mano piuttosto fredda tra i due grandi rivali Mourinho e Ranieri, mentre sugli spalti è battaglia di striscioni. La curva Scirea, cuore del tifo bianconero, espone un enorme scudetto con il numero 29 e «vinti sul campo», a ricordare quello che Calciopoli non ha cancellato secondo il pubblico della Juve, mentre in un settore ospiti strapieno campeggia un «Alla conquista!» per invitare i nerazzurri alla vittoria. Mourinho (che fa il pieno di fischi e insulti, quando segue il riscaldamento dei suoi a bordo campo) sceglie l’esperienza, arretrando capitan Zanetti in luogo del talentuoso baby Santon in difesa, con Figo nel tridente offensivo. Ranieri, invece, confina ancora Trezeguet in panchina, con Iaquinta e Del Piero coppia d’attacco. Ma è in mezzo al campo che la Juve fa fatica, complici squalifiche e infortuni, che costringono a schierare Tiago e Poulsen: proprio qui si è vista la differenza. Ma il cuore ha evitato il Ko nel finale. ❖ MARATONA Oggi il Città di Napoli Attesi 2000 partecipanti Questamattina parteciperanno quasi in 2.000 alla maratona e mezza maratona «Città di Napoli-trofeo Banco Napoli». Per l'occasione la città sarà off-limits alle auto dalle 8.30 alle 13.30, In concomitanza si svolgerà la CorriNapoli, la stracittadina a passo libero sulla distanza di 4 chilometri, con partenza prevista per le 9. TENNIS, MONTECARLO Nadal batte Murray Oggi finale con Djokovic Rafael Nadal contro Novak Djokovic: è questa la finale del torneo di tennis Masters 1000 di Montecarlo. Lo spagnolo numero uno al mondo ha battuto il britannico Andy Murray in due set con il punteggio di 6-2, 7-6 (7/4). Oggi se la vedrà con il serbo, che nella prima semifinale si è imposto sullo svizzero Stanislas Wawrinka 4-6, 6-1, 6-3. P PARLANDO DI... Il ritorno di Flachi Dopo due anni e mezzo Francesco Flachi è tornato al gol. L’attaccante dell’Empoli, squalificato due anni per doping, ieri ha segnato al Treviso al 35’ della ripresa. Una rete che segna la fine di un digiuno che durava dal 20 dicembre 2006, quando l’ex doriano segnò su rigore durante Sampdoria - Livorno, finita 4 a 1. DOMENICA 19 APRILE 2009 47 p Nelle qualifiche in Cina ancora delusioni per il Cavallino: Raikkonen ottavo, Massa 13˚ p Volano le Red Bull lo spagnolo al secondo posto. Quarta e quinta piazza per le BrawnGP Ferrari allo sbando La pole va a Vettel Alonso si ritrova Rosse, solo errori Foto di Jens Buettner/Ansa-Epa Un meccanico della Ferrari durante le qualifiche di ieri a Shangai È ancora crisi nera per la Ferrari, rimaste indietro nelle qualifiche. Dominano le Red Bull, con Sebastian Vettel in pole e Mark Webber terzo. Buon sesto posto per Jarno Trulli su Toyota. Solo nono Lewis Hamilton. LODOVICO BASALÙ [email protected] Il mondo è cambiato. Anche per la Ferrari. Non ci sono più scuse: le rosse sono solo il pallido ricordo di tempi gloriosi. Raikkonen 8˚ e Massa 13˚ dipingono un quadro poco rassicurante. E proprio in un campionato che si annuncia avvincente. La conferma arriva dalla Red Bull di Vettel, in pole (la prima nella breve storia del team) nel Gp di Cina, davanti alla rinata Renault di Alonso. E a un’altra Red Bull, quella guidata da Webber. Tre monoposto spinte dal medesimo motore davanti a tutti. Una sorpresa? Per nulla, perché la creatura di Adrian Newey, ex-progettista della McLaren ai tempi di Hakkinen, e Vettel, avevano già fatto capire di che stoffa erano fatti, sin dal Gp d’Australia. E senza i diffusori di Brawn, Toyota e Williams, assolti dal tribunale d’appello della Fia mercoledì scorso. La Red Bull li sta approntando per il Gp del Bahrain. E allora se ne vedranno delle belle. Come ha dimostrato già la Renault, che sulla monoposto di Alonso ha montato all’ultimo momento il diffusore, «lavorando con mani e lima, come una volta», ha spiegato Briatore. Che non si è rimangiato le battutacce su Button e Barrichello, definiti rispettivamente «un paracarro» e «un pensionato». «Ora davanti ci sono dei piloti con la P maiuscola - ha sancito l’ambrato Flavio -. Noi? Abbiamo imita- Gioco e Zarate, la Lazio espugna Marassi Per il Genoa la Champions è più lontana Aveva ragione Gasperini, che temeva la Lazio e i troppi elogi della settimana post-Juve. E infatti eccola, perentoria e devastante, una sconfitta che rischia di mandare in aria i sogni stellati del Genoa. Tre punti, quelli persi con la Lazio, che alla fine mancheranno di sicuro alla classifica del Grifone. Tre punti per- si, buttati via con una prestazione scialba, sfilacciata, disorganica. Sette giorni sono stati forse troppo lunghi in una città troppo calda, troppo vogliosa, troppo innamorata. La realtà è una strada ancora lunga, e una Fiorentina vicina che oggi ha l’occasione del sorpasso, a Udine. Una sconfitta che il gol di Zarate rias- sume perfettamente: minuto 20 del secondo tempo, lunga sgroppata dell’ottimo Bocchetti fino quasi all’area laziale, tiro del difensore di interno destro, palla alta. L’azione riprende, pochi secondi e Kolarov recupera un buon pallone al limite della sua area, lancio di quaranta metri a cercare Zarate. L’argentino aggancia, to le Brawn, visto che la Fia ce lo ha consentito». La griglia di Shanghai conferma che le creature di Ross Brawn, l’ex-stratega della Ferrari, sono sempre lì. In seconda fila con Barrichello e in terza con Button, ma stracariche di benzina, dunque con una strategia che appare vincente. “È normale che gli altri crescano - hanno commentato i due piloti - ma noi manteniamo intatte le nostre possibilità». Ottimo sesto Trulli, con la Toyota, davanti alla Williams di Rosberg. Hamilton? Nono, di pochi centesimi davanti alla Toro Rosso di Buemi. E nonostante le McLaren abbiano anch’esse montato i diffusori in tutta fretta. Ma il discorso è ormai chiaro. LA RABBIA DI MASSA Non è in un solo particolare che si nasconde la competitività o meno di una monoposto. Quella della Ferrari appare appunto claudicante. Anche se Raikkonen giura che «la macchina non va poi così male». Aggiungendo: «L’assenza del Kers? Difficile una valutazione, abbiamo tirato fuori il meglio che potevamo dalla F60». Nerissimo Massa: «Ho sbagliato nel giro decisivo. Non avere il Kers penalizza la nostra vettura». Due valutazioni opposte, che non aiutano certo i tecnici del Cavallino. Anche perché il sistema di recupero di energia è stato congelato da quasi tutti gli altri, eccetto le McLaren e la Bmw di Heidfeld. Euforico Vettel: «È fatta! Speriamo che stavolta non ci siano incidenti a privarci da una possibile vittoria». Come la prima, che ottenne lo scorso anno a Monza con la Toro Rosso, quando nelle prove ottenne la pole a 21 anni, 2 mesi e 11 giorni: il più giovane pilota a riuscirci nella storia della F1. ❖ salta in velocità lo stremato Bocchetti, rientrato da poco al suo posto con una lunga corsa. Destro angolatissimo e lemme, Rubinho battuto. Il Genoa è questo: calcio generoso, partecipazione collettiva all’azione, difensori sempre attivi anche in fase di costruzione. Il prezzo è questo: un contropiede. La generosità ha sempre un costo. Marassi vibra, la partita è viva fino al novantesimo, ma vince la Lazio, e il Genoa perde un’occasione enorme per restare attaccato al sogno Champions League. Per la Lazio invece la Roma è a meno due, e poi c’è la Coppa Italia. COSIMO CITO www.unita.it Domenica 19 Aprile 2009 VITA UNA PAROLA Vincenzo Cerami SCRITTORE orse l’Unità non è il luogo più adatto in cui dire che la politica non è una trave nella nostra vita, ma è poco più grande di una pagliuzza. Tuttavia sono convinto che proprio su un giornale politico come il nostro sia bene ascoltare anche chi pensa che non esistono principi seri a questo mondo che non siano ispirati al godimento strettamente personale della vita, l’unico bene prezioso in nostro possesso, fortunati o disgraziati che siamo. Ce lo disse già l’Ecclesiaste molti secoli prima che nascesse Cristo. Si viene al mondo e dopo un po’ si muore, l’intervallo è breve e va goduto al massimo delle nostre possibilità, perché l’esistenza è un soffio, i capelli neri durano il tempo di un soffio. A mio parere, un politico convinto che nel suo mestiere c’è il segreto della felicità di tutti fa un pessimo servizio alla comunità prima che a se stesso, perché non ha capito che sono le ingiustizie a farci uomini e non la saggezza di leggi che oggi si fanno e domani si buttano. Quante leggi giuste si sono rivelate, e ancora si rivelano, la quintessenza dell’ingiustizia. E cosa dobbiamo fare, ognuno nella nostra intimità e singolarità: sperare che una norma buona per la società sia buona anche per noi? Dobbiamo adoperarci affinché non siano altri a trarre benefici dalla nostra individuale, intima esistenza: questa è l’essenza della politica, la quale deve solo aiutarci a tirare gioia da tutto il nostro penare nel cercare di costruirci una migliore sorte personale. Non ha torto Raymond Aron quando dice che in politica la scelta non è tra il bene e il male, ma tra il piacevole e il detestabile. Insomma noi siamo in ciò che è fuggitivo. La politica va intesa innanzi tutto come attività piacevole e fuggitiva, senza alcun alibi etico che la liberi dai sensi di colpa. Si abbia il coraggio di dire: faccio il politico prima per me e poi per te. ❖ F www.unita.it Pd contro le mafie DAVIDE SASSOLI CON SAVIANO lotto Nazionale Bari Cagliari Firenze Genova Milano Napoli Palermo Roma Torino Venezia SABATO 18 APRILE 2009 80 62 31 86 51 46 48 71 20 7 44 57 13 68 87 77 82 68 50 77 83 11 47 84 15 73 28 88 69 2 44 62 8 63 57 71 21 78 38 74 72 87 77 42 87 71 45 79 58 71 83 67 48 81 35 I numeri del Superenalotto Jolly SuperStar 44 80 20 46 48 62 71 86 Montepremi € 4.519.190,10 Nessun 6 Jackpot € 46.305.713,14 5+ stella € Nessun 5+1 € 4+ stella € 42.876,00 Vincono con punti 5 € 75.319,84 3+ stella € 1.955,00 Vincono con punti 4 € 428,76 2+ stella € 100,00 Vincono con punti 3 € 19,55 1+ stella € 10,00 0+ stella € 5,00