Campo de` fiori 68:1

Transcription

Campo de` fiori 68:1
Marco
Mengoni.
Intervista
alla mamma
Nadia.
Paolo Gatti
e le
melodie
romane.
Gli Adelfi.
La storia
del gruppo
civitonico
anni ‘60.
Don
Marciano
Ercolini.
Ufficiale
sacerdote.
2
Campo de’ fiori
In occasione dell’ormai prossima S. Pasqua desidero far pervenire i più cordiali auguri alla Redazione ed ai lettori di Campo de’
fiori, auguri che non vogliono essere soltanto un generico auspicio di
bene, ma soprattutto implorazione di serenità, di vero bene e di pace
per tutti e per ciascuno, da Colui che festeggiamo in modo particolare in questi giorni, Gesù Cristo, Figlio di Dio risorto, vero Dio e vero
uomo.
Egli è sincero amico di ogni uomo, non solo di chi lo accoglie
nella fede, ma anche di chi per ora non lo crede, ma che in futuro, magari in situazioni mutate, potrebbe accogliere il Suo messaggio di amore e la Sua promessa ed offerta di eterna felicità, grazie alla redenzione di Lui operata, mediante la passione,
morte e risurrezione.
Auguri e cordiali saluti.
Romano Rossi, Vescovo di Civita Castellana
SOMMARIO
Editoriale:
Un’altra Pasqua .......................................3
L’intervista:
Marco Mengoni, ora credici ancora.........4-5
Paolo Gatti e le melodie romane.............6-7
Curriculum vitae:
Maria Pignatelli ........................................8
Cinema News:
Avatar......................................................9
I nostri occhi...che ciacchieroni.........11
Roma che se n’è andata:
C’era una volta piazza Montanara........12-13
Stalking. Un anno dopo......................14
7 anni di successi................................15
Suonare Suonare:
Mike 3rd La passione per lo studio......16-17
Premio SIAE per Demo.......................18
Top model per una sera......................19
Una “Fabrica” di ricordi:
“... Be’ ... buona Pasqua pure a te”..........20
Anno dei Cosmati................................21
Ecologia e ambiente:
OGM, l’Europa ha deciso.........................22
Come eravamo:
Quanti guai per gli ... anta .....................23
Le guide di Campo de’ fiori:
Capranica. ........................................24-25
Sicurezza nei cantieri e nelle
aziende................................................26
La fede è l’intero.................................27
Ass. Artistica IVNA:
Alfredo Mercutello...................................28
Attività dell’Ass. nell’anno 2009 ...............29
Il santo più amato da papa
Ratzinger.............................................30
Il Fumetto:
Rozen Maiden.........................................31
Thinking day 2010..............................32
L’angolo del poeta...............................33
Le storie di Max:
Gli Adelfi...........................................34-35
Il mondo del Jazz:
Beniamin David Goodman.......................36
L’angolo Bon Ton
Il barbecue.............................................37
Per ricordare Don Marciano
Ercolini............................................38-39
Una scuola per i bambini di
Tenkodogo ..........................................40
Le (dis)avventure del sig. G
Call Center.............................................41
Concorso fotografico: “La maternità.
Parole e immagini”.............................42
La storia del cimitero di Civita
Castellana............................................43
Albero genealogico.............................44
Caccia di frodo nelle tenute del barone
Trocchi.................................................45
Numero Unico......................................46
.La rubrica dei perchè.........................47
Oroscopo..............................................48
Agenda ................................................49
Messaggi.........................................50-51
I nostri amici ......................................52
Roma com’era.....................................53
Album dei ricordi.........54-55-56-57-58-59
Annunci Gratuiti ............................60-61
Selezione Offerte Immobiliari.......62-63
Campo de’ fiori
Un’altra Pasqua
di Sandro Anselmi
“Il tempo e la memoria s’oscurano ogni sera”, così
dice il poeta, ma per tanti come me, con qualche
anno e molti pensieri, questa massima non vale.
Se il giorno scorre in mezzo a tante cose da fare, la
notte non riesce proprio a passare.
Sempre più bilanci e pochi sogni occupano le ore
insonni e, spesso, sembra di immaginare un futuro
già vissuto.
In mezzo a tanta confusione, però, mi compiaccio di
alcune cose (poche per la verità) che mi hanno donato soddisfazione e gioia e, fra queste, una molto
importante è senz’altro Campo de’ fiori.
Vesto adesso giorni più miti. La mimosa, che ha acceso l’inverno, lascia ora il posto alla primavera con il
suo tripudio di colori.
E’ l’ottava Pasqua che viviamo insieme con queste
pagine, e so che siete sempre più numerosi, ed io
nutro la stessa stima per tutti, come per i primi, affezionati lettori.
Sette anni fa scommettevo su di un meraviglioso
sogno per incominciare insieme questa avventura, ed
oggi sono qui a ringraziarvi di tutto l’amore e la
stima che mi avete dato, ed a promettervi i più ambiti traguardi. Il consenso unanime ottenuto nei tanti
e tanti paesi dove Campo de’ fiori è arrivato, è l’energia che nutre me e tutti i miei splenditi collaboratori. Faremo sempre meglio, ed adesso che abbiamo
superato il settimo, fatidico anno, tutto sarà più facile! Le tante iniziative sociali che l’Accademia
Internazionale D’Italia (A.I.D.I.) e Campo de’ fiori
hanno intrapreso in questi anni con il consenso e
l’aiuto di tanti cari amici, hanno contribuito a sviluppare la sensibilità ed il senso civico.
Non finirei mai di ringraziare, ma voglio comunque
augurare a tutti, proprio a tutti una Buona Pasqua.
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Campo de’ fiori
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Non strappa il primo posto, ma per molti è il vincitore
Marco Mengoni, ora credici ancora!
A quattr’occhi con Nadia, la mamma della
rivelazione di X-Factor
di Ermelinda Benedetti
Ronciglione, la cittadina in provincia di
Viterbo della giovanissima rivelazione del
progamma televisivo di Rai Due, X Factor,
Marco Mengoni. Le sue foto sono dappertutto e in piazza campeggia uno striscione
di ringraziamento con la sua immagine.
Noi ci siamo recati sul posto per raccogliere, a caldo, le opinioni e le impressioni
sulla mancata vittoria al 60° Festival di
Sanremo. Tutti, qui ma anche in tutta la
provincia ed in gran parte d’Italia, tifavano
per lui, sostenendolo con il televoto e,
stando anche ai sondaggi, lo davano per
vincitore. Tutto il sostegno dei suoi fan ed
ammiratori, però, non è bastato ed il televoto, infatti, ha premiato Valerio Scanu, ex
concorrente di un altro seguitissimo programma televisivo, “Amici” di Maria De
Filippi. Inutile dire che l’opinione comune
rimanda tutti i sospetti della classifica ad
un “complotto” della coppia “Costanzo-De
Filippi”, ma di critiche ne sono state fatte
fin troppe e noi non vogliamo avallarle,
anche perché, non sempre la canzone vincitrice è quella che ha più successo ed
infatti Marco Mengoni, con il suo “Re
matto” ce lo sta dimostrando.
I suoi concittadini sono molto orgogliosi.
“E’ un ragazzo impagabile”, “Lui può can-
tare le canzoni degli altri, ma gli altri non
sarebbero in grado di cantare le sue”,
“Mengoni non è paragonabile a nessun
cantante”, questi sono solo alcuni dei commenti che abbiamo raccolto nei bar e per
le strade, prima di entrare nel negozio di
nostro vecchio modo di dire. Quando da
proprietà della mamma, Nadia, che abbiabambino, magari mi chiedeva di portarlo al
mo avuto la fortuna di trovare lì, perché
parco giochi, io gli rispondevo con una
spesso si trova in giro per l’Italia insieme
voce da bambina “forse sì, forse no”. Il
al suo figlio, con il quale è veramente
brano di Morgan, per la precisione recita
molto legata. Un rapporto speciale il loro,
“Forse sì. Forse mai”, quindi non ha nulla a
molto intimo, confidenziale, anche amiche vedere con il brano scritto da Marco.
chevole.
Fortunatamente Morgan si è accorto di
Come ha vissuto Marco l’esperienza
aver sbagliato ed ha affermato invece, di
di Sanremo?
stimare molto Marco.
Era davvero tranquillissimo, perché a lui
Dopo questa prima esperienza, pensa
piace cantare, lo fa per divertimento e con
di voler nuovamente partecipare a
entusiasmo, come in tutte le cose. Non gli
Sanremo?
interessava la vittoria, ma solo provare
Con questo Festival ha chiuso, non credo
questa nuova ebbrezza.
proprio che vorrà salire in futuro su quel
Cosa lo ha colpito di più del Festival?
palco come concorrente, forse come ospiE’ rimasto molto colpito e ben impressiote, stando anche ad alcune sue dichiaranato dall’orchestra, per il feeling che si era
zioni.
venuto a creare tra lui ed i musicisti. Già
Quand’è che ha dimostrato le sue
dalle prove non esitavano ad esternare
doti e la passione per l’arte canora?
l’ammirazione, alzandosi in piedi al termiFin da piccolo ha dimostrato il suo amore
ne dell’esecuzione.
per l’arte in genere. A lui piaceva molto
Con quale degli artisti in gara ha
anche ballare e travestirsi, tant’è che
legato di più?
quando avevo anche abiti di carnevale qui
Ha stretto molto amicizia con Simone
in negozio, lui, di tanto in tanto, si nasconCristicchi e con Toto Cotugno, ma sono
deva in magazzino e poi usciva ogni volta
stati tutti molto solidali con lui. Ed è rimacon una maschera diversa. Poi ha fresto molto male quando sono rimasti fuori
quentato l’Istituto d’arte ed ora è iscritto
Malika Yan, Cristicchi ed Irene Grandi,
alla facoltà universitaria di lingue. Marco,
avrebbe ceduto il suo posto se avesse
in realtà, nella vita è un ragazzo molto
potuto, anche perché Marco non si sente
timido, ma quando è sul palco si scatena,
mai all’altezza di ciò che fa.
quello è il suo mondo, la sua vità.
Marco aveva la possibilità di sceglieCome ha partecipato al programma
re tra due suoi brani per presentarsi
che ha cambiato la sua vita?
al festival. Perché ha scelto Re
E’ stato il gruppo musicale di cui faceva
matto?
parte a spingerlo a presentarsi ai provini.
Perché Marco non ama le cose semplici e
E’ stato scelto e poi da lì è arrivata la vitl’altro brano “In un giorno qualunque”, era
toria e la notorietà che è stata per lui
molto più sul pop e molto probabilmente
avrebbe avuto anche più possibilità
La Clerici lo aveva già premiato ad X-Factor
di essere apprezzato. “Credimi
ancora” comunque rappresenta il
genere che lui sente più suo e che
vorrebbe continuare a fare per
sempre, quello che meglio lo rappresenta e con il quale riesce a
dare il massimo di se stesso, ad
esprimersi pienamente con tutte le
sue sfaccettature.
Cosa pensa della polemica
mossa da Morgan?
Lo ha fatto solo per attirare l’attenzione su di sé, ma la frase che lui
ritiene Marco gli abbia copiato
“Forse si, forse no”, in realtà era un
Campo de’ fiori
come una doccia gelata, una cosa veramente inaspettata che ha completamente
rivoluzionato la sua quotidianità. Abbiamo
molto poco tempo per vederci e stare
insieme, ma sono davvero felice per lui,
perchè è un ragazzo straordinario.
Qual è il suo prossimo obiettivo?
Incidere un nuovo cd, fatto come si deve,
con i tempi giusti. Questo che contiene il
brano di Sanremo ed altri sei inediti, è
stato realizzato in un mese circa. Marco
ha scritto, musicato, interpretato e registrato i suoi brani facendo quasi un miracolo. Mi spiace che non sia stato premiato il suo talento, aiutiamolo comunque a
rimanere in cima alla vetta, se lo merita.
Il disco di Marco, infatti, è al momento al
29esimo posto della classifica europea Bill
Board. Ha ricevuto telefonate da Giorgia,
Bonolis, Celentano, Elisa, le Vibrazioni,
Sposini, che si complimentati con lui, e poi
la grande Mina ha voluto regalargli una
sua foto con una dedica personale: “Marco
sei strabiliante, canti con le astuzie di una
che canta da venti anni, in America però…
Felice di fare il tuo stesso lavoro…”, parole
veramente lusinghiere, visto soprattutto
chi le ha scritte. Anche Pippo Baudo sembra averlo preso proprio a ben volere,
tanto da avergli detto “Mi spiace che non
ti ho scoperto io!”. Grazie alle ospitate
nelle varie trasmissioni televisive lo stiamo
conoscendo sempre più.
“Marco è un istrione”, sono pienamente
5
ragazzo molto sensibile, fragile.
A Ronciglione siamo rimasti tutti delusi,
ma continueremo a sostenerlo sempre!”.
Ora Marco è in giro per le più grandi città
d’Italia per promuovere il suo disco ed ha
già affrontato una trentina di showkeys.
“Chi non lo conosce può tendere a giudicarlo diversamente, ma lui è veramente
un ragazzo umile ed altruista, ha sempre
pensato prima agli altri.
Ed ora non si è montato la testa affatto,
anzi, è diventato più umile di prima.
E’ un perfezionista e sempre molto critico
con se stesso. Vorrei che alla gente arrivasse questo messaggio e questa immagine schietta di Marco.
In questi giorni si è recato all’ospedale
L’abbraccio con la mamma Nadia, dopo la vittoria Bambino Gesù di Roma per donare i peluche che le fan gli avevano ragalato, ai
del programma di Rai Due
bambini ricoverati e portare loro un sorriso!”. Nella cittadina tutti attendono di
d’accordo con questa affermazione di uno
poterlo rivedere passeggiare presto per le
dei personaggi più conosciuti e stimati di
strade ed il sindaco si è già messo in moto
Ronciglione, nonché mia grande amica e
per organizzare
vecchia conoscenza di Campo de’ fiori, la
un mega con“maestrina” Maria Cangani. “E’ innamoracerto estivo di
to della musica e della libertà. Ha un granMarco, a cui noi
de entusiasmo musicale, è totalmente
non potremo
preso dal palcoscenico, lì riesce a vivere
mancare
di
tutte le vite che vuole.
certo!
Ha un tratto elegante, particolare ed un
fraseggio non comune. Ama il nostro piccolo lago in tutte le sue forme, lo ha
dichiarato più volte lui stesso. Spero possa
La copertina del
acquistare la sicurezza necessaria che gli
suo cd
dia la forza di andare avanti, perché è un
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Sara con il gruppo “Al
Pacino Look Maker” ha
collaborato dietro le
quinte del 60° Festival
di Sanremo, per curare
l’immagine di alcuni
volti noti dello spettacolo. Nei giorni di martedì
16 e mercoledì 17 feb- Roberta Cirica, Marco Mengoni, Sara Iannoni e
Ylienya Tetyana
braio ha avuto il piacere
di preparare alcuni dei cantanti,
partecipanti al festival, per le
varie conferenze stampa con
radio, giornali e tv.
Un ‘esperienza indimenticabile!!!
Ti aspettiamo!!!
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08.30 - 12.45 / 15.00 - 19.00 (estivo)
Venerdì e Sabato 08.00 - 18.00
Simone Cristicchi e Sara Iannoni
Toto Cotugno e Sara Iannoni
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Campo de’ fiori
Direttore artistico del Teatro “E. Petrolini”, fondato nel ‘94 insieme a Fiorenzo Fiorentini
PAOLO GATTI E LE “MELODIE ROMANE”
di Sandro Alessi
Questo mese vogliamo parlarvi di un personaggio che rappresenta, da diversi
anni, la storia del teatro ed in maniera
particolare di quel filone dedicato alla
romanità. Infatti il maestro Paolo Gatti è il
direttore artistico del
“Teatro Petrolini”, storico palcoscenico testaccino, che ha visto nascere
tantissimi attori ed è
ancora palestra di moltissimi giovani. L’artista
romano nasce l’8 giugno
1955 e, figlio d’arte, si
appassiona subito all’apprendimento musicale ed
in maniera particolare alla
chitarra. Frequenta il
Conservatorio di Santa
Cecilia e, giovanissimo (15
anni), inizia la sua carriera
artistica suonando allo
storico locale Folkstudio di Via Garibaldi,
fondato da Giancarlo Cesaroni, con gli
allora debuttanti Antonello Venditti e
Francesco De Gregori. Appassionatosi
subito alle melodie della sua città, nel
1973 viene pubblicato dalla IT-Rca un
disco di canzoni romane “Due gatti pe’
Roma” e in quello stesso anno partecipa
al Cantagiro Show nel girone dedicato al
folk. A partire dal 1984 scrive melodie e
testi teatrali e cinematografici per
Fiorenzo Fiorentini, Flavio Bucci,
Nando Gazzolo, Carlo Giuffrè e molti
altri. La sua creatura, il Teatro Petrolini,
invece nasce per volontà sua e del grande
Fiorenzo Fiorentini, nel 1994. Infatti, dopo
anni di nomadismo, si cercava una sede
stabile che ospitasse gli spettacoli della
compagnia di Fiorenzo Fiorentini, diretta dallo stesso Gatti, che metteva in scena
spettacoli teatrali dedicati alla cultura
popolare romana. Il debutto inaugurale fu
dedicato ad Ettore Petrolini, altro grande attore e macchiettista romano con
“Petrolini, biografia di un mito”. La prima
sede fu in Via Romolo Gessi e nel 1997 si
trasferì in Via Rubattino 5, sempre a
Campo de’ fiori
7
Testaccio. Dopo aver seguito per tanti anni
le gesta di Fiorenzo Fiorentini, alla sua
scomparsa il maestro si dedicò completamente ai giovani, trovando anche un suo
spazio personale e dedicando a Roma
molti spettacoli e canzoni. “Melodie
Romane” è il titolo dello spettacolo/progetto di cui è autore, con il quale si impegna nella divulgazione della cultura romana. Nelle serate vengono rinnovate le tradizioni romane, attraverso aneddoti, curiosità e canzoni legate alla storia della città
eterna. Vengono altresì ricordati personaggi ed artisti celebri che hanno impegnato la propria vita professionale alla diffusione della cultura romana tra cui
Gabriella Ferri, Romolo Balzani, lo stesso
Fiorentini, Ettore Petrolini….
Da sx: Paolo Gatti, con una copia di
Campo de’ fiori in mano, e Sandro Alessi,
subito dopo l’intervista
Cari, carissimi amici,
sto proseguendo il mio impegno nel rilancio della Canzone Romana e questa volta voglio
farlo insieme ai giovani affinché possano appassionarsi rinnovandola con le loro nuove
e fresche idee musicali e raccontarla con i loro video, salendo e cantando insieme a me
sul palco, continuando così la tradizione canora romana. A questo fine ho lanciato il concorso “Roma…note di giovani tradizioni” che premierà musicisti e filmakers con un premio di 10.000 euro. Se pensate che anche ai vostri figli, nipoti, amici possa interessare questa notizia farete cosa gradita a me e a loro nel divulgarla. Il bando del concorso (già ampiamente pubblicizzato in rete e da stampa) è pubblicato sul mio sito
www.elenabonelli.com. Non esitate a contattarmi per qualsiasi necessità. Mi auguro che
da ciò esca una bella collaborazione per creare insieme un evento giovane e originale
che unisca al divertimento la cultura. Un abbraccio a tutti.
Elena Bonelli
Campo de’ fiori
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CURRICULUM VITAE
di Sandro Alessi
MARIA PIGNATELLI
Maria Pignatelli (Roma, 20/02/1983),
bella e brava attrice di talento, si accorge
giovanissima che la sua passione è il teatro
e, appena quindicenne, inizia a frequentare i primi corsi a livello amatoriale quasi per
gioco. Dopo alcuni anni, però, si accorge
che quello che avrebbe voluto fare nella
vita era proprio la professione di attrice.
Comincia, perciò, a frequentare alcune
scuole professionali tra cui il Laboratorio
Teatrale di Pino Loreti, l’Accademia
Drammatica “Pietro Sharoff” di Roma e
l’Accademia Rosebud.
La incontriamo in uno dei teatri romani
dove sta terminando le ultime repliche
della commedia comica “Ciao papà, ti
presento mia madre!” di Salvatore
Scire’.
Maria, quali sono i ruoli che preferisci
interpretare, comici o drammatici?
“Sinceramente mi trovo bene in entrambi i
ruoli e penso che in questo campo ci voglia
una grande umiltà, perchè non si finisce
mai di imparare. Quindi ritengo molto
importante che sia utile seguire periodicamente degli stages tenuti da professionisti
di alto livello; poi se si ha anche la fortuna
di lavorare accanto a grossi nomi del teatro, artisticamente si cresce ancora di più.”
Ricordiamo che Maria Pignatell,i infatti, ha
seguito molti stage tra cui “Scuola di
cinema” nel 2005, “Recitare davanti
alla telecamera” presso l’ International
Acting School (2006),
Corso di
Doppiaggio presso lo studio Feedback di
Roma, Master Comicità presso l’
Accademia Nazionale del Comico,
tenuto dai Fratelli Morini (2007) e
Laboratorio Teatrale tenuto da Caterina
Merlino, presso il Teatro dell’Orologio
nel 2008. Nel 2006 Maria viene chiamata a
partecipare ad alcune puntate de “I
Cesaroni” (Canale 5) per la regia di
Francesco Vicario. Per il Teatro ricordiamo
“La Lisistrata” di Pino Loreti (2002), “Il
Berretto a Sonagli” di Luigi Rendine
(2003), “Miles Gloriosus” con Sergio
Ammirata (2004), “Ricordati di chiudere
la finestra” di Francesco Ansaldo (2005),
“L’Osteria de lo spillo” di Giuseppe
Caporuscio (2009).
Ma che differenza esiste tra Cinema e
Teatro? “Recitare a teatro suscita una
maggiore emozione per un attore, in quanto il risultato è immediato. Si percepisce
subito quale è la reazione del pubblico.
Davanti alla telecamera, invece, la scena si
ripete tante volte finché non si giunge alla
“perfezione” e prima di sapere cosa ne
pensa la gente della tua performance devi
aspettare anche molti mesi…”
C’e’ una parte che non hai mai inter-
pretato ma che vorresti tanto?
“Ho sempre desiderato interpretare la
parte di Giulietta. Purtroppo questo desiderio resterà inappagato perché ormai non ho
più l’età. Comunque un altro personaggio
che vorrei tanto interpretare è Blanche in
“Un tram che si chiama desiderio“.
”Sembra avere le idee molto chiare la
nostra Maria ed è per questo che insieme a
tutti i nostri lettori le auguriamo di raggiungere i traguardi che sognava sin da bambina.
Maria Pignatelli e Sandro Alessi
DIECI DOMANDE DIECI
1) Attore/attrice preferito: Johnny Deep
e Meryl Streep
2) Comico/drammatico: drammatico
3) Mare/montagna: mare
4) Sole/luna: sole
5) Tanga/topless: bikini
6) Macho/tenerone: tenerone
7) Bianco-nero/colore: nero
8) Single/coppia: single
9) Melodia/rock: melodia
10) Cinema/teatro: teatro
Campo de’ fiori
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CINEMA NEWS
... continua dal n. 67
AVATAR
Oscar 2010: migliori effetti speciali, migliore scenografia e miglior fotografia
Il corpo dello stile. Un
tempo, il critico letterario
Stefano Rosso affermò
che il rapporto causaeffetto
stabilito
da
Frederic Jamenson tra
di
l’assoluta diversità di una
Maria Cristina
guerra come - ad esemCaponi
pio - quella combattuta
in Vietnam e un qualsiasi racconto marziale, diventato incomprensibile, caotico e,
dunque, postmoderno, non coglie perfettamente nel segno.
Lo stesso si potrebbe dire anche nel caso
di Avatar, seppur per motivi diversi. Per
prima cosa, l’ultima fatica del regista di
Titanic non utilizza minimamente una
struttura irrisolta che mette ripetutamente
in scena la propria frattura ripetuta, anzi:
già a una prima occhiata, lo stile verbale di
quest’opera audiovisiva suona semplice,
piatto, prevedibile e scevro di orpelli del
tutto inutili; al contrario, il silver screen
manifesta una rivoluzione visiva finora mai
concepita. Il compito che James
Cameron si prefigge e porta a compimento nel migliore dei modi possibile consiste, perciò, nel comporre una pellicola di
stampo classico basata su un preambolo
iniziale, una parte centrale e un (inevitabile) happy end. Il filmaker Cameron vuole
semplicemente essere fedele alla sua
vocazione di rispettare
le regole che,
certo senso scontata, in quanto materiali
come fantascienza, fantasy, war movie
hollywoodiani di serie A e B non vengono
semplicemente citati nel corso della narrazione, ma vengono incorporati in toto,
ovvero in tutta la loro sostanza. Pertanto,
è assolutamente inevitabile che riflessi di
un passato comune saltino agli occhi,
facendo sì che un particolare ne ricordi
subito un altro e così via, all’infinito. Si
tratta di un’operazione che rimarca né più
né meno quella messa in atto ultimamente da molti, celebri, autori cinematografici,
Quentin Tarantino in testa su tutti.
Eppure, in Cameron l’eterno ritorno citazionistico assume proporzioni a dir poco
ciclopiche, tanto che l’immaginazione si
stempera finanche nella pozzanghera della
scarsa originalità, nonostante riesca a evitare per un pelo l’insidiosa minaccia della
tautologia. In quello che si prefigge essere il suo “canto del cigno” approdano tanto
le umane avventure di Pocahontas e degli
indiani originari del Nord America quanto
la guerriglia in puro stile vietcong.
L’ostinata struttura architettata da
Cameron tende a contenere memorie di
seconda mano che riecheggiano quel non
so che di epico contenuto nei racconti di
James Fenimore Cooper (per chi non lo
sapesse, Cooper è l’autore
del romanzo L’ultimo
tradizionalmente, fanno
procedere la narrazione. Facendo ciò,
però, il regista rischia a tratti di rimanere
intrappolato e soggiogato dall’obbligo di
adattarsi alle attese idealistiche ed estetiche di coloro ai quali lo scontro epico tra
umani e alieni è narrato. Eppure, la sua
pellicola supera di getto la barriera del
mero modernismo per approdare al mare
magnum del già citato postmoderno.
Perché? La risposta è semplice e in un
dei Mohicani). Inoltre, non
si può definire una semplice circostanza
fortuita il fatto che Cameron abbia reclutato nel suo cast un’icona dei film di fantascienza come Sigourney Weaver, da
lui diretta nel lontano 1986 in AlienScontro finale, o il giovane Sam
Worthington, già visto all’opera nel poco
esaltante Terminator Salvation di McG.
I profili dell’immagine. Era la primavera del 1997 quando nelle sale cinemato-
grafiche esce un kolossal con Leonardo
Di Caprio e Kate Winslet, un film inspirato a una storia tragica realmente accaduta agli inizi dell’900. Il suo nome è destinato a rimanere inscritto per sempre negli
annali della storia della settima arte:
Titanic. Costato poco più di 200 milioni di
dollari, guadagna in meno di un baleno la
cifra record di 1.842.879.955. E pensare
che a Hollywood, la mecca del cinema,
nessuno ci avrebbe scommesso neppure
un cent! Tuttavia, Avatar sembra destinato a bissare il successo del suo predecessore, se non addirittura a superarlo visto
che dopo appena tre settimane (nel resto
del mondo la pellicola è uscita il 18 dicembre) è già il secondo film più ricco di sempre, con un incasso di 1.131.752.464 dollari. Un motivo in più per spingere “il re del
mondo” Cameron - come lui stesso si è
definito - a ipotizzare un possibile sequel
della sua fiaba hi-tech, non prima però di
aver prodotto un fantasy dal titolo Battle
angel. Il suo personale contributo a una
nuova genealogia fondata sulla potenza
dell’immagine in 3D si è fatto attendere
ben oltre un decennio, il tempo necessario
affinché la tecnologia avanzasse abbastanza per rendere credibili le innumerevoli
visioni digitali. Al centro della realizzazione
di Avatar vi è soprattutto la modernissima
tecnica della “e-motion capture”, anche
detta “performance capture”, di recente
balzata agli onori della cronaca in quanto
si basa su appositi sensori che, applicati
sui corpi degli interpreti, permettono di
intercettare il benché minimo movimento
degli attori per poi riprodurlo in video.
Aggiungici le 197 cineprese usate simultaneamente per riprendere le scene da ogni
angolo di visuale e il gioco è fatto!
All’uscita dall’anteprima, il regista Steven
Spielberg ha profetizzato che Avatar
sarà, senza alcun dubbio, «il più grande
film in 3-D di tutti i tempi». Dello stesso
parere, il suo collega Ridley Scott che
non ha lesinato a definirlo «fenomenale».
Ma, tutto ciò non sarebbe stato neanche
lontanamente immaginabile se alle spalle
di Cameron non ci fosse stata la WETA, la
società neozelandese fondata dal papà de
Il signore degli anelli, Peter Jackson, e i
suoi strabilianti effetti speciali di primo
ordine che tanto fanno invidiare un altro
guru del settore come il George Lucas di
Guerre stellari.
Detto ciò, ne dedurrete con me che assistere a una proiezione di Avatar in 2D non
vale letteralmente neanche il costo del
biglietto.
Campo de’ fiori
11
Pensa ad un orsacchiotto rosa in sella ad un ippopotamo verde
I
nostri
occhi…
che
chiacchieroni
I loro movimenti sono importantissimi per interpretare il pensiero dell’interlocutore
...continua dal numero 68
All’inizio degli anni ‘70,
vennero
individuati i
modelli di movimento
oculare che abbiamo
descritto nel numero
precedente.
Questo
schema sembra essere
Paolo Balzamo
una costante per tutti i
Responsabile
destrorsi della razza
Formazione
ed Informazione umana (con la possibile
Centri Ottici Lisi eccezione dei Baschi, la
cui popolazione sembra
& Bartolomei
www.lisi- barto- contenere un numero
importante di eccezioni).
lomei.com
Molti mancini, al contrario, tendono ad invertire destra e sinistra.
In questo modo, i loro segnali oculari di
accesso sono l’immagine speculare degli
stessi segnali nei destrorsi. Essi guardano
in basso a sinistra per le sensazioni cinestesiche, invece che in basso a destra. Allo
stesso modo, guardano in alto a destra per
ricordare immagini visive, invece che in
alto a sinistra, eccetera. Per esplorare le
relazioni tra movimenti oculari e pensiero,
trova un partner,e, senza spiegargli nulla,
formula le domande che seguono ed
osserva i suoi movimenti oculari. Per ogni
domanda, segna il movimento oculare in
uno dei riquadri (secondo lo schema posto
dopo le domande) usando segni, linee o
numeri che rappresento la sequenza delle
posizioni osservate.
1) Visivo ricordato: pensa al colore della
tua automobile. Che tipo di disegno c’è sul
tuo copriletto? Pensa all’ultima volta in cui
hai visto qualcuno correre. Chi è stata la
prima persona che hai visto questa mattina?
2) Visivo costruito: immagina il tuo profilo come potresti vederlo da una distanza
di due metri da qui e guardalo trasformarsi nello skyline di una città. Riesci ad
immaginare la testa di un cane giocattolo
appoggiata sul corpo di un ippopotamo
verde?
3) Uditivo ricordato: puoi pensare ad
una delle tue canzoni preferite? Pensa al
suono di un applauso. Che suono produce
il motore della tua automobile?
4) Uditivo costruito: immagina il
suono del fischio di un treno che si
trasforma nel suono prodotto dal girare delle pagine di un libro. Riesci a
sentire il suono di un sassofono e,
nello stesso tempo, il suono della voce
di tua madre?
5) Uditivo digitale (dialogo interno): prenditi un momento ed ascolta
la tua voce interna mentre ti parla.
Come sai che si tratta della tua voce? In
quali situazioni parli di più a te stesso?
Pensa alle cose che dici più spesso a te
stesso.
6) Cinestesico ricordato (sensazione
tattile): quando è stata l’ultima volta che ti
sei sentito davvero bagnato? Immagina la
sensazione della neve sulle tue mani. Che
sensazioni dà toccare una pigna? Quando
è stata l’ultima volta in cui hai toccato un
attrezzo da cucina caldo? (Sensazione
viscerale / emozionale) Puoi ricordare una
situazione in cui ti sei sentito soddisfatto
per avere completato qualcosa? Pensa a
come ci si sente quando si è esausti.
Quando è stata l’ultima volta in cui ti sei
sentito impaziente?
7) Cinestesico costruito (sensazione
tattile): immagina la sensazione di due
dita che si incollano tra loro e poi cambia-
la sentendo della sabbia che scivola tra le
stesse dita. Immagina la sensazione di
toccare la pelliccia di un cane, quindi trasformala nella sensazione di toccare del
burro soffice. (Sensazione viscerale / emozionale) Immagina il senso di frustrazione
e trasformalo in una sensazione di forte
motivazione per intraprendere un’azione.
Immagina il senso di noia e trasformalo
nella sensazione di chi si sente stupido per
aver provato noia.
E fin qui possiamo parlare di gioco, interessante e basato sull’organizzazione mentale, ma comunque sempre un gioco.
Tuttavia non sempre siamo consci di quanto percepiamo, ed una errata percezione
dei movimenti oculari dell’interlocutore ci
può mettere in imbarazzo o creare delle
incomprensioni anche gravi. È per questo
che si prova normalmente imbarazzo a
parlare con una persona strabica o che
indossa occhiali scuri: qualsiasi alterazione
della percezione dei movimenti oculari di
chi abbiamo di fronte è di ostacolo alla
comunicazione.I nostri occhi raccontano
tante cose di noi: un motivo in più per
togliere loro ogni bavaglio di occhiali: oggi
le lenti a contatto, sicure, affidabili e tranquille risolvono ogni problema visivo,
lasciando lo sguardo libero ed i nostri
occhi liberi di parlare bene di noi…
Campo de’ fiori
12
Roma che se n’è andata: luoghi, figure, personaggi
C’era una volta Piazza Montanara
Sul versante occidentale del Campidoglio,
fra il Teatro di
Marcello e Via Bocca
della Verità, insisteva
uno slargo a forma di
“fiocco”, uno spiazzo
allungato simile a
quello di Piazza di
Spagna con altimedi Riccardo Consoli tria variabile, era
Piazza
questa
Montanara, una zona della città quasi
completamente scomparsa, spazzata via
dalle demolizioni degli anni Trenta e dei
primissimi anni Quaranta del Novecento,
per consentire la realizzazione della c.d.
Via del Mare, l’attuale Via del Teatro di
Marcello, con la sola eccezione di una brevissima tratta di quella che era stata Via
Montanara.
Piazza Montanara occupava in parte l‘area
del Foro Olitorio che, in età antica, costituiva il mercato della verdura e della frutta, un sito irregolare allungato e stretto
rimasto tale anche dopo l’allargamento
dell’anno 1876 in direzione Monte Savello.
Quando il piccone degli urbanisti iniziò a
demolire uno dei luoghi più carichi di storia di tutta Roma sulla base di criteri meramente scenografici e spettacolari, sparì la
piazza ma non riemerse il Foro Olitorio.
Il nome del luogo deriva verosimilmente
dalle proprietà della famiglia Montanari,
successivamente estintasi nei Cesarini,
come riportato da un documento dell’anno
1479, che fa riferimento a tale Giovanni
Montanaro della parrocchia di Santa Maria
in Portico ovvero San Galla a cui erano
soggette Piazza e Via Montanara.
Contornata da edifici modesti, questa
famosa piazza di Roma, arricchita dalla
fontana dell’Acqua Vergine di Giacomo
Della Porta, era sede di una vivace attività
commerciale stante il fatto che in questo
luogo, fra il Settecento e l’Ottocento, si
riunivano i c.d. “burini”, persone che si
offrivano come braccianti nella campagna
romana e, fu per tale motivo, che nei dintorni erano sorte varie Osterie e Locande
d’infimo ordine, che offrivano un ricovero
economico anche in stalle, fienili o magazzini. Peraltro, era abbastanza usuale per
l’avventore trovare riparo a ridosso di vecchi muri o tra antichi ruderi.
Demoliti gli edifici che contornavano la
piazza, fu smontata anche la fontana
dell’Acqua Vergine voluta da Gregorio XIII,
Ugo Boncompagni, 1572 - 1585, che
venne provvisoriamente trasferita nel giardino degli Aranci all’Aventino, per poi essere nuovamente spostata e definitivamente
sistemata nell’attuale piazzetta San
Simeone, davanti al Palazzo Lancellotti ai
Coronari. Piazza Montanara era anche
sede fissa di lavoro per i c.d. “Pubblici
Scrivani o Segretari”, che su commissione
scrivevano lettere per le famiglie lontane o
lettere d’amore, ma anche memoriali per
pratiche burocratiche, domande di grazia,
ricorsi in Tribunale e, poiché le prestazioni
dei suddetti erano destinate non solo ai
burini, ma anche ai numerosi cittadini
analfabeti, le lettere di vario genere erano
già predisposte con spazi lasciati in bianco
per i nomi del mittente e destinatario.
In considerazione del fatto che l’opera di
questi Pubblici Scrivani o Segretari si svolgeva in questa piazza, ecco che non potevano mancare generi di conforto per mangiare e bere reperibili presso i negozi, nei
più economici chioschi o anche in carrettini trainati dai venditori ambulanti; molto
spesso, quasi sempre, erano presenti
anche palchetti allestiti per consentire l’esibizione di saltimbanchi, cantanti e burattinai. Ancora nei primi anni del Novecento
questa pittoresca piazza era sinonimo di
movimento, trasgressione e grande confusione, un andirivieni di burini in cerca di
lavoro, venditori ambulanti, strozzini e
caporalacci che assegnavano lavori a giornata, una zona a connotazione fortemente
popolare, frequentata anche da prostitute
di basso rango e poca spesa, tanto che
Giuseppe Gioachino Belli, con due sonetti
del 12 dicembre 1832, dal medesimo titolo, “Santaccia di Piazza Montanara”, e dal
contenuto improponibile, ha immortalato
una di queste donne, la notissima
Santaccia per l’appunto. Lo stesso Poeta di
Roma, appena sette giorni dopo, il 19
dicembre 1832, scriveva un altro sonetto
dal titolo: “Er zegretario de Piazza
Campo de’ fiori
Montanara” Siggnori, chi
vvò scrive a la regazza /
venghino ch’io ciò cqua lettre stupenne. / Cqua ssi tiè
ccarta bbona e bbone
penne, / e l’inchiostro il più
mmejjo de la piazza. Cqua
ggnisuno, siggnori, si strapazza. / Le lettre ggià ssò
ffatte coll’N.N / Basta netterciil nome, e in un
ammenne / chi ha ppresscia d’aspettàcqua ssi sbarazza. Io ciù llettre dipinte
e ttutte bbelle. / C’è il core
co la frezza e cco la fiamma: / c’è il zole co la luna
e cco le stelle.
Cuant’ al prezzo, tra nnoi ci
accomodamo: / quant’ a
srive, io so scrive a ssottogamma: / duncue avanti,
siggnori: andiamo, andiamo.
Un sonetto questo che rende con grande
efficacia l’atmosfera della piazza con lo
Scrivano che cerca di vendere le sue lettere già preparate; interessante il linguaggio, lo Scrivano non dice, come ci si aspetterebbe, annamo, annamo ma andiamo,
andiamo, un sistema usato dal Belli tutte
le volte che vuole rendere l’idea di una
persona che cerca di apparire colta usando un linguaggio ricercato per distinguersi
dal popolino che, invece, parla solo il
romanesco. A quell’epoca, peraltro, il
Pubblico Scrivano era una presenza
costante e necessaria in particolari siti
urbani in considerazione dell’altissimo
tasso di analfabetismo presente, ma la sua
vita non era però tanto facile poiché la
merce da lui offerta non aveva una grande
domanda. Scrivere qualcosa per chi non sa
leggere è, infatti, operazione quasi del
tutto inutile, pertanto, egli doveva cercare
di piazzare la propria merce ricorrendo a
particolari tecniche: esaltando, per esempio, le sue “lettre stupenne”, la carta, la
penna e persino il migliore inchiostro. Il
Pubblico Scrivano stava seduto davanti a
un tavolinetto sgangherato, pieno di fogli e
buste, di lettere già scritte o da riscrivere,
per tutti gli usi e per tutte le borse, a lui
ricorrevano generalmente soldati, servette
e contadini e lui era in grado di accontentare tutti come efficacemente scrive il
poeta romanesco Armando Fefè: Ricco de
naso e povero de panza, / er pubbrico scrivano co’ l’occhiali, / carico d’apparenze
dottorali / metteva in bella copia l’ignoran-
za, / o vidimava, pieno d’importanza, li
compromessi fatti tra sensali.
Come ricordato in altra occasione, a Piazza
Montanara esercitava anche il c.d.
“Barbiere della meluccia” che, per un solo
soldo, radeva le barbacce dure dei contadini, che lì si recavano settimanalmente
usando una piccola mela, sempre la stessa, che veniva posta in bocca di ciascuno
di questi allo scopo di tendere le guance
avvizzite e che lasciava poi mangiare all’ultimo cliente della giornata.
Oggi Piazza Montanara non esiste più
come luogo fisico, ma sopravvive nella
memoria di tutti quei roman,i e non solo,
che considerano la perdita di questo luogo
irripetibile come una delle più gravi causate dagli sventramenti. Anche la stampa ha
contribuito nel tempo a conservarne vivo il
ricordo, basti citare “Il Rugantino”, vecchio
e glorioso giornale di Roma la cui nascita
risale al 13 settembre 1848, con il primo
numero diretto da Odoardo Zuccari, che
divenne il primo di una serie di testate che
utilizzarono il dialetto per diffondere nuovi
13
programmi e nuove idee.
Questi periodici ebbero
soprattutto il merito di farsi
interpreti delle istanze
popolari contro il Potere
utilizzando la carta stampata e superando, in tal
modo, quella antica usanza
di apporre foglietti manoscritti sulle statue parlanti
di Roma, prima fra tutte in
quella di Pasquino.
Il Teatro, per parte sua, ha
da sempre contribuito alla
conservazione dei ricordi e
delle atmosfere di questo
magico luogo; voglio citare
una commedia in romanesco - napoletano di Paolo
Gennaro
Procaccini e
Francione dal titolo: Piazza
Montanara non esiste più.
Nel periodo compreso tra la fine del
Settecento ed i primi anni dell’Ottocento
fra l’esercito napoletano di re Ferdinando
IV di Borbone e quello rivoluzionario francese del generale Jean Etienne Vachier
Championnet, ci fu un lungo tira e molla
per impadronirsi della città di Roma, ora vi
entrava un’armata, ora l’altra. In questo
scenario si muovono due famiglie: una
romana di Cecco, “Scrivano -Poetucolo” e
una napoletana di Felice, “Barbiere Mediconzolo”; le loro rispettive figlie
Teresa e Lucia sono innamorate, essendone ricambiate, del marchesino Filippo
Capuano e del principe Saverio Caffarelli,
due ufficiali in servizio nei contrapposti
eserciti, ciò malgrado, dopo una serie di
scontri e di alterne vicende, riusciranno a
coronare un sogno di felicità e di fratellanza.
Un nuovo lavoro teatrale, questo, destinato a creare un interessante filone grazie
all’opera di un poeta romanesco e uno
napoletano.
14
Campo de’ fiori
STALKING. UN ANNO DOPO
5.200 denunce e oltre mille arresti. Un reato sempre più frequente. Attenzione!
Ad un anno dall’entrata in vigore della
legge sullo Stalking è
tempo di bilanci.
Lo fa il Ministro delle
Pari Opportunità Mara
Carfagna, che tanto
impegno ha profuso
per l’introduzione di
questo delitto nel
dell’Avv. Ilaria
nostro ordinamento.
Becchetti
Dal sito del dicastero
la Carfagna fa sapere
che, dall’entrata in vigore della legge sullo
stalking (23 febbraio 2009), è emerso un
fenomeno dalle dimensioni allarmanti, che
Il Ministro delle Pari Opportunità Mara
Carfagna
somme
ad un richieste
anno dal-di
ha portato tira
alla le
luce
moltissime
l’entrata
in
vigore
della
legge
sullo
aiuto da parte delle vittime.
stalking
I dati del Ministero della Giustizia riferisco-
no di 5.200 denunce e oltre mille
arresti, con un aumento delle richieste di
aiuto del 25 %. Sebbene siano le donne ad
essere i soggetti maggiormente colpiti da
questo reato, occorre sottolineare come il
20 - 25 % di querele e segnalazioni provenga dagli uomini.
A scatenare gli atti persecutori sono
soprattutto la fine di un matrimonio
o di un rapporto sentimentale in genere. Succede, infatti, che l’attenzione del
soggetto abbandonato si trasforma in
ossessione, che si traduce poi in
minacce seriali, molestie di vario
genere, e-mail e sms continui. Può
essere un ex partner, un vicino di casa, un
amante o addirittura un familiare. Non esiste l’identikit del potenziale stalker: chiunque, in determinate condizioni, potrebbe
ritrovarsi a compiere atti di persecuzione.
Ne
sono
convinti
all’Osservatorio
Nazionale sullo stalking, associazione
aperta dal 2002 che, attraverso oltre 9mila
500 interviste, ha tracciato il quadro del
fenomeno.
Il reato previsto dall’art. 612 bis, oltre a
punire condotte che prima andavano praticamente esenti da censura, rappresenta
anche un mezzo di prevenzione di delitti
ancor più gravi. Il reato di atti persecutori
punisce, infatti, le minacce reiterate e le
altre condotte moleste prima che possano
sfociare in reati più gravi quali la violenza
sessuale e l’omicidio.
Ricordiamo ancora una volta il
numero gratuito 15.22,
operativo 24 ore su 24, volto a fornire una prima
assistenza psicologica e giuridica alle vittime.
C
i
r
o
i
f
’
e
d
o
p
m
a
7 ANNI DI SUCCESSI GRAZIE A VOI !!!
“Il futuro è ogni singolo giorno che passa”, diceva Abram Lincon ed i giorni che
passano diventano passato. Non potevamo certo pensare che il nostro futuro sarebbe
stato così, ce ne accorgiamo solo ora, guardando questi sette anni trascorsi! Campo
de’ fiori è veramente cresciuto e si è trasformato da giornalino a vera e propria rivista, allargando i propri confini, senza perdere però le sue caratteristiche originarie ed
originali, per le quali si contraddistingue! E’ doveroso ringraziare tutti i personaggi famosi che ci hanno offerto il loro contributo, rilasciandoci interviste in esclusiva e che sono rimasti affezionati alla rivista, nonché i
preziosissimi sponsor che
sono la sola nostra forza di
sostentamento, i collaboratori che ogni mese vi raccontano qualcosa di nuovo e
tutti voi lettori, che con il
vostro calore, la stima e l’affetto ci spronate a fare sempre meglio! Campo de’ fiori
esiste perché tutti voi lo
volete, ci credete, vi piace.
Campo de’ fiori è la vostra
rivista, contribuite a renderla
come più la desiderate, con
foto e suggerimenti, anche
visitando e scrivendoci tramite il sito, dove potete trovare tutti i numeri della rivista, a partire dal primo, o tramite facebook.
Grazie… continuate così…
Campo de’ fiori
16
di Carlo Cattani
MIKE 3rd
La passione per lo S T U D I O ...
E’ notte alta e sono sveglio ,
con le orecchie schiacciate …ma direi
meglio oppresse tra gli auricolari di una
vetusta cuffia Koss “Phase/2” :un componente hi-fi ,ormai, da considerare di interesse storico , risalente ai primi del ’70
,dal ragguardevole peso di(ben) oltre ½
kg ,regalo genitoriale per il diploma di III
media.Sotto questo “ponte vecchio ” ma
perfettamente funzionante
(ri)ascolto
uno s t r e p i t o s o lavoro della
Mahavishnu Orchestra capitanata dal
grande chitarrista John Mclaughlin, ”The
Inner Mounting Flame” del ’71 …. e gli
occhi son fissi sulla pagina bianca del pc
alla ricerca di un “pixel ispiratore” che
contrasti l’incalzante “desertificazione
cerebrale ” dell’ora tarda ! Insonne ,nel
cuore della notte , straccetti di ricordi ,al
solito, ti giocano a “chiapparella” nel cervello e, qualcuno di essi , sembra si giri
a guardarti con aria di sfida e sussurrare
: ricordami bene se ci riesci !E,allora,mi
ritorna (ben ) in mente quella trepidazione che avevo negli anni ’70 in occasione dell’uscita di un nuovo lp realizzato da
quei diversi artisti che seguivo e ,ancora ,
tutto il rito che ogni volta officiavo : l’
ascolto preventivo del disco presso il
negozio di fiducia e il suo successivo
acquisto ; il ritorno a casa con l’oggetto
del desiderio e la premurosa cura dell’estrazione dalla busta di carta (o plastica)
con un calibrato gioco di dita , l’attenta
analisi della grafica di copertina e la
“mandata a memoria “ di formazioni e
notizie su ingegneri del suono,produttori
e luoghi di registrazione …la discesa della
puntina e la prima “aratura” del disco
….stump…frrrrrrrrr…MUSICA!… era l’epoca in cui il Mondo aveva ancora tutti i
numeri …e la musica non scorreva sul
“binario” della tecnologia digitale …1- 21- 2 ! Appunti sparsi sul mio inseparabile taccuino mi ricordano che questo mese
l’argomento che ho piacere di proporvi
parte da lontano,ha una lunga gestazione:ho seguito il realizzarsi di un sogno da
parte di un caro amico musicista ,già
sceso in “Campo” in qualche numero del
passato . Si tratta di Mike 3rd ,chitarrista
–compositore ,fondatore della rock band
veneta “Hypnoise” che ha progettato e,
quindi, realizzato, uno studio di registrazione rigorosamente fondato sulla tecnologia analogica con un’operazione che non è
mero recupero ed riutilizzo di apparecchiature del passato ma qualcosa di più
…… Le porte del Prosdocimi Recording
si aprano :REC ON !
Carlo:Ciao Mike ,innanzitutto ben ritrovato da queste pagine : come hai maturato
l’idea di realizzare
uno studio di registrazione con tecnologia analogica
andando , dunque
, controcorrente
rispetto allo status
imperante ?
Mike 3rd:La convinzione
sulla
bontà dell’analogico ed il mio progressivo avvicinamento alla tecnologia
analogica
nasce anni fa,
ancor prima di
registrare il secondo disco di una
delle mie band , gli
Hypnoise. Mi ero
stancato di questa
(1^ parte)
continua discesa in direzione del risparmio in termini di spazio/tempo e qualità.
Così, anche grazie ai consigli, alla cultura
ed alla passione di un caro amico, il dott.
Lorenzo Breda di Padova, ho riscoperto il
calore, in tutti i sensi, delle valvole unitamente al suono del vinile e del nastro
audio, le mitiche “bobine” per intenderci.
Così, in primo momento, dopo aver
restaurato tutte le radio d’epoca di casa ed
averne acquistate delle altre,son approdato al mondo del suono con la “S” maiuscola, l’alta fedeltà vintage. Il passo dal
mondo audiofilo a quello della registrazione di alta qualità è stato breve ! Se si
ascolta l’eccellenza e,come nel mio caso, si
è anche musicista, col passare del tempo
si inizia a “portare a casa” tutta una serie
di apparecchi audio; così la lista si allunga
... si allunga ... e ,alla fine, serve un luogo
per custodirli e regalare ai posteri il loro
magnifico suono….adesso la domanda te
la faccio io: quale posto migliore di uno
studio di registrazione?
Carlo: Parlami della tua passione per l’analogico e le tue distanze dal digitale
Mike3rd: Una bella domanda che esige
una risposta doverosamente articolata .
Dunque, tutto ricomincia dalla mia frequentazione con l’amico Lorenzo (Breda)
….ricomincia perché da bambino spesso
osservavo affascinato la luce incandescente delle valvole del televisore in bianco e
nero di casa, annusando l’inconfondibile
Campo de’ fiori
profumo che emanavano i componenti
interni.Anni dopo, da musicista, con la mia
tesi di laurea avrei studiato il mondo del
“Digital Right Management”(i Diritti d’autore Digitali) e le problematiche ad essi collegate.Per la cronaca mi son laureato in
Giurisprudenza all’Università di Ferrara:con
la mia tesi ho voluto far luce sulle molte
ombre gettate dai media su quella tecnologia analogica che, nuovamente, ritornava a deliziare i miei sensi e, parimenti, a
capire i concetti con i quali si tenta di giustificare la serie di tasse poste sui media
digitali.
La mia ricerca però non si è fermata al solo
aspetto giuridico, si è espansa a settori ad
esso apparentemente estranei. Così mi son
preso la briga di acquisire informazioni da
studenti della Facoltà di Ingegneria di
Padova sulla conversione del segnale da
Analogico a Digitale e viceversa oltre allo
studio di teorie economiche illustratemi
dall’amico Dott. Commercialista Lorenzo
Breda che si occupa oggi di ristrutturazioni
aziendali e
che in passato ha svolto
anche l’attività
di
Docente. E’
stato illuminante capire
che a) nella
conversione
Analogico /
Digitale
Digitale
/
Analogico
molte informazioni,
(parti
del
suono), vengono irrimediabilmente
perse per cui
il suono è tutt’altro che puro e perfetto b)
Il cambiamento di tecnologia, in questo
caso da Analogico a Digitale non è dovuto
alla bontà assoluta della nuova o alla sua
sbandierata superiorità; il cambiamento
tecnologico corrisponde sempre, guarda
caso, all’azzeramento del profitto del produttore ! Provate solo ad immaginare
quanti milioni di € e prima di esso
Lire/Marchi/Dollari etc hanno intascato le
case discografiche, i fabbricatori di CD e di
lettori cd nel rifornire l’utenza su scala
mondiale che, persuasa del fatto che il
digitale fosse perfetto e puro, sostituiva
tutti i giradischi, impianti hi-fi e ultima ma
non meno importante tutta la propria
discografia nel nuovo formato.
Lo stesso sta succedendo oggi con i televisori piatti. Stessa tattica, milioni di persone che gettano il vecchio senza porsi la
domanda ,semplice come bere un bicchiere d’acqua: ma qual’è il televisore che mi
fa vedere la realtà nel modo più fedele?
Qual’è la tecnologia che è più duratura?
17
Più affidabile? Ma spingiamoci avanti:
Qual’è la tecnologia che costa meno al
produttore e garantisce un profitto maggiore? A voi la risposta se avrete la voglia
di aprire la mente e andare oltre la propaganda. Nella mia tesi, che è scaricabile
gratuitamente dal mio sito al seguente
indirizzo ww.mike3rd.com/tesidrm.pdf, è
spiegato tutto in modo accurato. Il risultato delle conoscenze acquisite è stato direi
illuminante, infatti, se da un lato ho constatato che il legislatore sia Italiano che
Europeo in materia non ne capisce proprio
nulla o fa finta di non capire per tassare i
poveri cittadini, dall’altro mi ha fatto considerare il digitale in tutte le sue forme per
quel che è, comodo da portare in giro e
basta! Se cerco qualità ed affidabilità io
sono Analogico al 100%. Sai, quando ho
discusso la tesi di laurea tutta la commissione ha fatto domande solo ed esclusivamente sull’introduzione tecnica, non una
domanda sulla parte giuridica ed economica il che la dice lunga sulla “preparazione”
ma anche sulla voglia di sapere la verità
che sta alla base di tanti ragionamenti
totalmente sbagliati.
Al momento sono consapevole che tutti
noi siamo stati sonoramente presi per il
sedere per soddisfare gli interessi di multinazionali produttrici di apparecchi digitali
che han sfruttato l’ignoranza imperante in
materia.Spero che questa intervista serva
anche per risvegliare la capacità critica di
qualcuno.
ww.youtube.com/prosdocimirecording—www.mike3rd.com ——
www.hypnoise.net/
continua sul prossimo numero ....
Campo de’ fiori
18
Presentata a Roma la IV edizione
Premio SIAE X Demo: “Sprigioniamo la musica”
Le finali il 3,4 e 5 giugnopresso il carcere borbonico di Avellino
Eugenio Finardi, Paolo
Belli, Niccolò Fabi e
Francesca Schiavo saranno le “guest star” nonché i
padrini dei finalisti al
“Premio SIAE X DEMO”,
manifestazione giunta alla
quarta edizione e dedicata
alla creatività musicale che
avrà luogo il 3-4 e 5 giugno ad Avellino.
E’ stato annunciato mercoledì 17 Marzo a Roma presso
la Biblioteca e Raccolta
Teatrale
SIAE
del
Burcardo, in una sala affollatissima che annoverava la
presenza, oltre alla stampa e
agli operatori del settore,
degli autori e conduttori del
programma DEMO di Radio1
Rai Michael Pergolani e
Renato Marengo, le istituzioni della Provincia di
Avellino, ente sostenitore
dell’iniziativa Irpina – presente il vicepresidente della
Provincia on. Giuseppe De
Mita e il consigliere provin-
ciale Salvatore Biazzo – il direttore
eventi della SIAE dott. Filippo Gasparro
e il responsabile musica di Radio1 Rai
Gianmaurizio Foderaro.
Nata nel 2004 con l’obiettivo di premiare la
parte autorale oltre che l’interpretazione
dei giovani talenti musicali, la manifestazione conferma il felice e solido connubio
stabilitosi tra SIAE e DEMO. Il vincitore del
PREMIO SIAE X DEMO, cui è destinata una
targa e un riconoscimento in denaro offerti dalla SIAE, oltre alla realizzazione di un
CD singolo offerto dalla One E Music,
viene prescelto all’interno di una rosa di
20, da cui è scaturita una nomination di 8
artisti che verranno ascoltati e opportunamente selezionati per la scelta del vincitore. I candidati per l’edizione 2010 sono:
Mattanza (Reggio Calabria), Margherita
Pirri (Peschiera Borromeo, MI), Angelica
Lubian (Udine), Peppa Marriti Band (S.
Sophia d’Epiro, CS), Matteo Ceci (Terni),
Debora Petrina (Padova), Giacomo
Sferlazzo (Lampedusa, AG) e Smooth
B. (Avenza, MS). A questi 8 artisti DEMO si
aggiungeranno 2 artisti/gruppi scelti all’interno di una selezione regionale che sarà
attivata a breve e dalla quale scaturirà il
vincitore del PREMIO SIAE X DEMO –
CAMPANIA. Durante la manifestazione
verrà allestito un DEMOVillage a cura dei
partners istituzionali e settoriali che da
anni appoggiano la causa di DEMO: SIAE,
AFI, AUDIOCOOP, NOTE LEGALI,
ASSOMUSICA, RAI TRADE e MUSICALNEWS. Il DEMOPoint di Radio 1
consentirà inoltre agli artisti che desiderano farsi conoscere in ambito musicale di
lasciare i propri demo ed incontrare direttamente la redazione e gli autori del programma.
Alla prima edizione, il Premio SIAE è andato agli A67, il gruppo di Secondigliano che
ha vinto con la canzone “Voglia e’ parla’”,
mentre la giovanissima cantautrice romana Nathalie si è aggiudicata la seconda
edizione del premio SIAE nel 2006.
Dopo una pausa di qualche anno, il felice
sodalizio tra la trasmissione della Rai al
servizio dei giovani e la SIAE è ripreso nel
2009 ad Avellino con la terza edizione del
premio. Ad aggiudicarsi la vittoria è stato il
gruppo Compagnia dell’Encelado Superbo
di Lentini.
L’edizione 2010, che avrà luogo nella
splendida e restaurata cornice del
Carcere borbonico di Avellino, si intitolerà “Sprigioniamo la musica”.
Campo de’ fiori
19
Le rotariane in passerella per beneficenza
a “Top model per una sera”
In 23 hanno sfilato l’11 marzo per l’iniziativa organizzata dal Rotary Club Roma Nord Ovest
Donne di tutte le taglie e di tutte le età
hanno sfilato per beneficenza giovedì 11
marzo all’Hotel Parco dei Principi di Roma
per l’originale manifestazione “Top Model
per una sera” promossa dal Rotary Club
Roma Nord Ovest, presieduto da Carlo
Fucelli Pessot del Bò.
Un piccolo grande evento che, una volta
tanto, ha visto protagoniste le rotariane in
un’attività destinata a ricercare fondi per la
tradizionale
attività
della
Rotary
Foundation votata innanzitutto ad aiuti
umanitari con il progetto 3-H Health,
Hunger, Humanity e alla sconfitta della
poliomielite nel mondo con il progetto
Polio Plus.
Con ironia e passione ragazze e signore
hanno per una sera coperto il ruolo top
model indossando abiti caratterizzati dalla
portabilità, dalla freschezza e dall’allegria.
Tutto è nato da un’idea di Emanuela
Fucelli Pessot del Bò che assieme a Paola
Saraceno ha saputo coinvolgere 23 rotariane in un progetto che si è rilevato vincente.
“Lo spirito – commenta l’ideatrice
Emanuela Fucelli Pessot del Bò – è stato
quello di creare un modo affinché le signore del Rotary potessero conoscersi meglio
tra loro e organizzare insieme una iniziativa”. Un lavoro svolto con entusiasmo che
ha richiesto tuttavia impegno.
“La serata – commenta Paola Saraceno –
è andata molto bene. Abbiamo lavorato
molto. Ci siamo viste cinque volte per le
prove e questa sera – aggiunge – le
modelle erano sì un po’ in apprensione,
ma anche entusiaste, felici e divertite”. In
passerella infatti hanno sfilato da professioniste indossando molte gli abiti dello
Studio HF Diffusione. Sì è iniziato con una
serie di abiti in bianco e nero, per passare
via via a coloratissimi tailleur fantasia, a
abiti da cerimonia e da sera.
Magre, magrissime, giovani e non più giovani, hanno potuto fare tutte la loro bella
figura. In passerella sono salite Giulia Billi,
Chiara Capogreco, Marcella Chelli,
Veronica Eleuteri, Ilana Habib, Monica
Marotta, Cecilia Perrone, Giulia Rossini,
Clementina Armato, Cristina Billi, Cinzia Di
Roma, Mary Eleutery, Maria
Grazia Melchionni, Giulia Pollari
Maglietta, Marilù Rossini,
Biancamaria Santargangelo,
Licia Valli, Lia Venceslai,
Daniela Zanzi, Maria Pia De
Cesare, Anna De Gasperis,
Laura Giovanetti, Maria Rosaria
Salzano.
Soddisfatto il presidente Carlo
Fucelli Pessot del Bò per la
riuscita della manifestazione
che consente al Rotary Club
Roma Nord Ovest di assicurare
nuovi fondi alla beneficenza e
che sta lavorando per l’organizzazione dei prossimi eventi.
“Teniamo molto – dice il presidente del Rotary Club Roma
Nord Ovest - al Centro di Riabilitazione
Equestre (C.R.E.) Tina De Marco, in accordo con altre organizzazioni umanitarie e
con l’Arma dei carabinieri. Qualche settimana fa abbiamo consegnato apparecchiature ginecologiche per un ospedale de
Il Cairo. Stiamo inoltre lavorando – all’edizione 2010 dell’ormai tradizionale Premio
Casalegno. Assegniamo, inoltre, borse di
studio per gli orfani dei caduti delle forze
armate. Tra i progetti in corso, inoltre, il
sostegno alle attività del Centro Sociale
per Anziani “Salvo D’Acquisto” di via
Malvasi nel territorio del XVIII Municipio”.
20
Campo de’ fiori
Una “Fabrica” di ricordi
Personaggi, storie ed immagini di Fabrica di Roma
“…Be’… Buona Pasqua pure a te!”
Quei vecchi alberi di
casa mia sono tornati,
come ogni anno, a fiorire, e chiedono alle finestre di aprirsi per inebriarle di profumi.
Qualche tempo fa le
mamme, in questa stadi
gione, tiravano fuori
Sandro Anselmi
dagli armadi gli abiti più
leggeri, ben riposti l’anno prima, ed all’inizio l’odore della naftalina, che li aveva impregnati, per proteggerli dalle tarme, era veramente insopportabile.
I vecchi, felici di aver “smarzato”, incominciavano a far capolino dagli usci, curiosando come lucertole fra i sassi. Anche la
banda musicale, dopo le intense prove
invernali faceva la sua prima uscita per le
vie del paese, intonando i nuovi pezzi
imparati alla perfezione.
A quei tempi la Pasqua aveva tutt’altra
importanza e noi eravamo molto più religiosi. Seguivamo tutte le tradizioni cristiane quali il digiuno, le penitenze, e le vigilie
che purificavano l’anima. La fede era talmente profonda che ogni azione riportava
alle regole, ed esse venivano rispettate ed
applicate di buon grado, certi di aver
adempiuto ad un compito necessario per
la salvezza dello spirito. Un esempio forte
per affermare quanto detto, me lo ha raccontato mia madre. Lei ricorda che accanto ai bambini appena nati e non ancora
battezzati, veniva tenuto acceso, giorno e
notte, un lume per far allontanare da loro
il demonio. Una volta battezzati, sarebbero stati permeati dalla luce divina ed allora immunizzati dal male.
Dopo il digiuno, la colazione di Pasqua era
abbondante e le uova sode, le cipolle con
Fabrica di Roma - anni ‘50. La banda musicale percorre Via Alberto Cencelli per far ingresso
in Piazza del Duomo. All’angolo la vecchia trattoria di “Peppinella”, più in là la pizzicheria di
“Giovannina”. In prima fila sono riconoscibili i bandisti Emilio Santini e Giuseppe Bianchini.
la coratella, un pezzo di pizza di Pasqua ed
un buon bicchiere di vino, facevano
dimenticare la dura astinenza dal cibo. Fra
i miei ricordi lontani ve n’è un altro legato
al periodo pasquale. Arrivò, in quegli anni,
nel paese, la RAI per registrare un programma in piazza. Partecipò anche la mia
quinta classe elementare, cantando il “Va’
pensiero” dal Nabucco di Giuseppe Verdi.
Ma l’episodio che, però, ricordo ancor oggi
divertito, è lo sketch improvvisato dai fratelli Giacomo e Tommaso Ianni (Scesce).
Questi due, scherzosi e burloni di natura,
incominciarono a girare in tondo, cantando un noto motivo ripreso da una trasmissione televisiva di allora, “Campanile sera”,
che ripeteva all’infinito una serie di battute tutte uguali, quasi come una cantilena
salmoidiante che si conclude con un
amen! Cantavano, infatti: “Buona
Pasqua all’ortolano, buona Pasqua al
contadino, buona Pasqua al falegname… Be’… Buona Pasqua pure a te!”.
Quel girare volutamente goffo fu battezzato subito dai paesani come il ballo dell’orso, e quel modo di augurare la buona
Pasqua c’è chi ancora lo usa simpaticamente fra amici, ed allora anch’io dico:
be’, buona Pasqua pure a te!!!
Campo de’ fiori
21
Il Vescovo Romano Rossi apre il ciclo delle conferenze
2010: L’ “Anno dei Cosmati”
L’incontro del 2 marzo ha dato ufficialmente il via all’evento
Civita Castellana. Con la conferenza stampa tenuta dal Vescovo, Mons. Romano
Rossi, il 2 marzo scorso si è aperto ufficialmente l‘ “Anno dei Cosmati”, indetto
per la ricorrenza dell’ ottavo centenario
della costruzione del portico del Duomo.
Mons. Rossi ha aperto la conferenza illustrando la bellissima lettera pastorale dal
tema “Gloria, pace, bellezza – per una
Chiesa di pietre vive” che è stata stampata in circa 75 mila copie e verrà distribuita
in tutte le famiglie della diocesi, per dare
la possibilità a tutti di apprezzarne i contenuti. Nella pastorale viene evidenziato il
ruolo che ricopre la Cattedrale non solo
sotto l’ aspetto religioso, ma anche come
luogo di incontro e di unione.
“L’organizzazione delle manifestazioni dell’
ottavo centenario - scrive, tra l’ altro, il
Vescovo Rossi nella pastorale - in un periodo così difficile per Civita Castellana, ha
messo in moto tante energie. Ha fatto
emergere tanto interesse per la
Cattedrale. Forse anche qualche attesa per
una nuova primavera religiosa e civile che,
senza la presenza e la testimonianza della
Chiesa, potrebbe difficilmente vedere la
luce.” Il ciclo delle sei conferenze si è
aperto il 4 marzo scorso con quella tenuta
dall’ arch. Ettore Racioppa dal tema: “La
rinascita della Cattedrale di Civita
Castellana nel XII secolo e l’intervento
finale cosmatesco”, che ha visto una
buona partecipazione di pubblico. Per
suggellare l’importanza storico-artistica e
religiosa dell’ edificio del culto, Mons.
Romano Rossi ha ritenuto opportuno suggellare la ricorrenza con un convegno
internazionale che si svolgerà l’ 11 ed il 12
settembre prossimi, che sarà coordinato
dall’ arch. Paolo Portoghesi, con l’ aiuto del
prof. Claudio Canonici, dell’arch. Ettore
Racioppa, del prof. Luigi Cimarra, dell’
arch. Luca Creti ed è prevista la partecipazione di numerosi professori universitari
provenienti anche da oltre oceano. Anche
l’amministrazione comunale ha indetto
una serie di eventi in occasione dell’ “Anno
dei Cosmati” con lo scopo di promuovere
la città e valorizzare il turismo. Gli appuntamenti saranno resi noti di volta in volta
ad iniziare da quello in programma domenica 21 marzo, quando, in occasione della
festività di S. Giuseppe operaio, alle ore
10.00, ci sarà una visita guidata al Duomo,
organizzata dalla CNA, accompagnata dall’
arch. Ettore Racioppa. Alle 12.00 sarà
celebrata dal Vescovo, Romano Rossi, una
messa solenne in Cattedrale, mentre nella
stessa mattinata il centro storico si trasformerà in un campo da golf a quattro buche
per il primo evento di Street Golf, organizzato da Pane e Pomodoro.
Mario Sardi
Da sx: Danilo Corazza, il Vescovo Romano Rossi, Luigi Cimarra ed Ettore Racioppa
Le prossime
conferenze:
- 20 Marzo, alle ore
16.00, conferenza tenuta
dall’
avv.
Augusto
Ciarrocchi, che ha per
tema: “La società civitonica nei secoli XII e XIII”;
- l’ 8 Aprile, alle ore
17.00, quella del prof.
Giorgio Felini, dal tema:
“Scultura della rinascenza
carolingia nella Cattedrale
di Civita Castellana: il rilievo con la caccia di cinghiale”;
- il 22 Aprile, alle ore 17.00, quella del
prof. Rinaldo Vannini dal tema: “Di fronte ai leoni dalla parte dello scultore”;
- il 6 Maggio, alle ore 17,30, quella del
prof. Luigi Cimarra, dal tema: “Il campanile e le campane della Cattedrale di Civita
Castellana”;
- il 27 Maggio, alle ore 15,30, quella del
prof. Enea Cisbani dal tema: “Il tiburio
della Cattedrale di Civita Castellana”.
“Gloria, pace e bellezza”, Lettera pastorale del Vescovo Rossi
Il Vescovo di Civita Castellana Mons.Romano Rossi, ha presentato e illustrato alla stampa
nella conferenza del 2 marzo la Lettera Pastorale “Gloria, pace, bellezza” per una Chiesa di
pietre vive, indirizzata ai cristiani della Diocesi per la Quaresima 2010, in occasione dell’“Anno
dei Cosmati”.
Ecco un breve estratto dell’ampia trattazione:
“Gloria in excelsis Deo et in terra pax hominibus bonae voluntatis…”. Con questa scritta in
oro sull’arco del portico, la nostra Cattedrale accoglie i fedeli e i visitatori al loro ingresso. Non
potrebbe essere espresso meglio il senso complessivo dello splendido edificio. Non potrebbe
essere formulata meglio la promessa del dono che attende chi vi accede. Un’espressione collocata davanti alla Cattedrale ma pienamente applicabile a ogni altro edificio di culto dove si
raduna il popolo di Dio. Il colloquio annuale tra il Vescovo e i cristiani della Diocesi non può
prescindere questa volta dal fatto dell’anno: la celebrazione dell’VIII Centenario dell’edificazione del portico cosmatesco del Duomo di Civita Castellana. Le nostre Chiese, la Cattedrale
in particolare, sono un regalo permanente per la nostra comunità cristiana. Essa non manca
certo di apprezzarle. di ringraziare il Signore e di benedire la memoria dei nostri Padri nella
fede che le hanno edificate e ce le hanno lasciate in dono. Ma una ricorrenza centenaria come
questa rappresenta un’occasione troppo invitante per non porre il mistero della Casa di Dio
al centro del nostro dialogo...
Campo de’ fiori
22
Ecologia e Ambiente
Ogm, l’Europa ha deciso
Sì ad “AMFLORA”, la patata geneticamente modificata
Con molto rammarico apprendo che il 2
Marzo la commissione europea ha
deciso, a Bruxelles,
di autorizzare la coltivazione della patata geneticamente
m o d i f i c a t a
“Amflora”, prodotto
di Giovanni
dalla multinazionale
Francola
Basf.
Questa
patata,
geneticamente modificata, ha un maggior
contenuto di amido, ma la cosa che preoccupa particolarmente è che nell’Ogm in
questione c’è la presenza di un gene “marker” che conferisce resistenza ad un antibiotico molto importante per la salute
umana.
Il precedente commissario all’ambiente
Stavros Dimas, aveva bloccato la proposta, mentre il suo successore John Dalli ha
rivisto questa decisione come primo atto
pubblico.
Ma non c’è solo la patata in questione,
infatti sono state approvate anche altre tre
novità di mais Ogm, destinate alla commercializzazione per l’alimentazione degli
animali, questo atto è il primo via libera Ue
a prodotto Ogm, dopo circa dieci anni di
dibattito.
Ora mi chiedo: è prevalso l’interesse enorme delle solite multinazionali, o i tanti
ricercatori che da anni sono impegnati a
dimostrare tutti i pericoli ed effetti collaterali di questi organismi, non sono del tutto
indipendenti?
E’ scontato che alle grandi multinazionali
interessate a questo tipo di mercato, non
mancano certo capitali e poteri per fare
una propaganda a loro favore. Sta di fatto
che a noi cittadini, ignari e impotenti a
contrastare queste decisioni, non resta
che assistere a queste forzature della
natura. Sì, credo che si tratti
soltanto di forzature, manipolazioni da parte dell’uomo
di tutte quelle leggi naturali
che operano dalla notte dei
tempi.
Siamo altrettanto sicuri che
ciò, con il passare del tempo,
si rivelerà qualcosa di irreparabile, non solo per la nostra
salute, ma anche per tutti i
sistemi di biodiversità.
La convinzione di aver mangiato un tipo di alimento sarà
sempre meno concreta:
mangiando una semplice
patata, potremmo in realtà
aver ingerito pesce, virus,
ragni, batteri ecc.
Non c’è dubbio che i cibi
transgenici saranno sempre
più invasivi nei prossimi anni,
ma meno visibile è il fatto di
cosa realmente provocheranno
con
il
tempo.
In fondo chi manipola geneticamente, sono proprio quelle
persone affiliate alle multinazionali delle biotecnologie
che producono e commercializzano Ogm in tutto il
mondo, sostenendo a piena
voce che le modifiche effettuate sono controllate come
pure tutto il processo per
ottenere tali risultati.
Mi auguro che la scienza sia
sempre indipendente e libera
per contrastare queste scellerate scelte, e che l’Unione
Europea riveda questo “via
libera” a tali prodotti.
Campo de’ fiori
23
Come eravamo
QUANTI GUAI PER GLI … ANTA !
E’ proprio vero, i proverbi e i detti popolari,
raramente sbagliano.
Questa volta, mi voglio
soffermare,
avendo
anch’io superato gli
..anta, sulla veridicità
di tale affermazione,
di Alessandro Soli
magari scherzandoci
sopra. Dopo gli …enta,
che etichettano chi di anni ne ha trenta,
periodo di vita in cui l’uomo raggiunge il
massimo splendore fisico, e la quasi maturità (si spera) intellettuale, ecco l’interminabile desinenza degli …anta, che accompagnano l’uomo per tutta la sua esistenza
terrena. Quaranta, cinquanta, sessanta,
settanta, ottanta, novanta, potrei continuare, ma senza nulla togliere agli arzilli
centenari, e alla provvidenza divina, preferisco fermarmi agli … anta dei sessanta, che poi sono quelli che mi riguardano
in prima persona. Guarda caso, questi sessanta, sono esattamente a metà del gruppo degli …anta, a volte penso : un motivo ci sarà, perché se si arriva a questo
spartiacque e ti rendi conto che hai trascorso ben oltre la metà della durata canonica di una vita, che nessuno umanamente può quantificare, devi solo pensare,
pensare e riflettere. Non ti senti vecchio,
salute permettendo, ma non sei più giovane, ti accorgi, giorno dopo giorno che il
tempo passa e scopri nuovi orizzonti,
nuovi stimoli, quegli stimoli che incrociando per strada un vecchio amico, ti fanno
dire: - Ciao, Fra’, finchè ce ‘ncontramo, è
segno bòno!-. Poi magari ti correggi e
aggiungi :- Ma che sto a di’, queste so’
parole da vecchi!-. Non vuoi rassegnarti
quando vedi altri …anta che fanno attività
fisica, che fanno palestra, che hanno una
linea invidiabile, che affermano di aver
superato ogni problema ormonale, e ridono del detto popolare: …anta “una botta
eppoi se ‘ncanta”. Hai una età che ti per-
Civita Castellana -“I 60 del ‘47”
mette di valutare ogni situazione, una età
che ti fa aggrappare ai tuoi affetti famigliari, una età che ti fa guardare sì i tuoi
coetanei, ma anche gli …anta degli ottanta e novanta, e nello stesso tempo
gli…enti dei venti e gli …enta dei trenta.
Dai primi cerchi ancora consigli e “pillole di
saggezza”, li ascolti mentre frugano nei
cassetti dei loro ricordi, e affascinato come
un bambino, ti fai portavoce della loro tradizione orale. Per quanto riguarda i secon-
di, i giovani degli anni… enti e… enta, sei
tu che cerchi, sforzandoti e col timore di
non essere capito, di trasmettere loro quel
poco o tanto che tu, “sessantenne”, hai
imparato dalla vita. Possono sembrare
chiacchiere da bar è vero, ma credetemi,
esse sono riflessioni e considerazioni di
cui, in questo preciso momento della mia
vita, così come credo e spero, in quella dei
miei coetanei, non posso assolutamente
farne a meno.
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Campo de’ fiori
24
a
c
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n
a
r
p
Ca
Le guide di Campo de’ fiori
... continua dal n. 67
Di origine cinquecentesca, con un campanile
romanico,
il
Duomo di S.Giovani
è stato ricostruito nel
‘700 su un preesistendi Ermelinda
te edificio romanico.
Benedetti
L’interno, ad una
navata, custodisce un tabernacolo rinascimentale, un crocifisso ligneo del XVI sec.
e un pregevole organo. La chiesa di San
Terenziano, patrono di Capranica, fu
eretta tra il XIII e XIV secolo su un monte,
già probabile dimora di qualche eremita. A
pianta rettangolare, ha una sola navata
dal soffitto in legno dipinto, diviso in piccoli riquadri. La pala d’altare, un trittico su
tavola dorata (conservato nella chiesa di
Santa Maria) rappresenta San Terenziano
tra i Santi Rocco e Sebastiano. Il presbiterio leggermente rialzato ha le pareti con
affreschi raffiguranti San Terenziano, San
Rocco e Sant’ Uberto cacciatore (attribuito
quest’ultimo a Lorenzo da Viterbo) in una
splendida scena di caccia; le arcate laterali e vele del soffitto a crociera affrescate
dal Manenti (1646), riportano episodi della
vita del Santo. Sei figure di santi guardano
dal fronte dell’arco gotico, posto tra l’Altar
Maggiore e la navata, quasi un invito alla
meditazione e alla preghiera. San Pietro
Apostolo, risalente al IX secolo, dalla
posizione e dalla struttura risulta essere la
prima chiesa castrale del Castrum
Capralice, il primo nucleo abitato di
Capranica. L’abside esterna, in stile romanico, alleggerita dagli eleganti archetti,
poggia su un muro romano, il che avvalora l’ipotesi che lo sperone di tufo su cui
sorge il paese originariamente ospitasse
un presidio romano. La piccola chiesa
mostra all’ esterno evidenti segni di ristrutturazioni successive. L’interno semplice e
disadorno ha i muri intonacati con due nicchie occupate da immagini di santi; sul
fondo, dove l’abside è stata chiusa, la
parete è dipinta con le immagini della
Vergine tra i Santi Pietro e Paolo, sotto lo
sguardo benedicente del Padre Eterno.
Accanto alla sacrestia, sono affiorati in
seguito ai recenti lavori di restauro alcuni
affreschi probabilmente del ‘400 con la
figura di San Sebastiano. La chiesa, oggi
sede della Confraternita dei Santi
Terenziano e Rocco, precedentemente
ospitava la Confraternita di San Pietro e
dei calzolai. L’umile chiesa rurale della
Madonna delle Grazie, databile tra XIV
e XV secolo, sorge ai margini di un antico
crocevia, nel punto in cui l’asse della
Cassia medievale o Via Francigena incontrava le strade che univano la costa tirrenica con la valle del Tevere. La primitiva
cappelletta con volta a crociera, recuperata durante i recenti lavori di consolidamento, fu ampliata sicuramente per offrire
ai pellegrini un rifugio e un luogo di preghiera lungo la via per Roma. Un semplice
tabernacolo contornato da una cornice in
tufo posto sulla parete di fondo della cappella, riporta l’immagine della Madonna
con Bambino dipinta su tegola. Un chiaro
riferimento ai pellegrinaggi viene dagli
affreschi salvati sulla parete di sinistra
dove si possono osservare accanto all’immagine della Madonna le figure di
Sant’Antonio Abate e San Giuliano, protettori contro le epidemie degli animali e le
malattie degli uomini. Si trovano all’interno
altri resti di affreschi raffiguranti l’Ultima
Cena, assai suggestivi malgrado le condizioni in cui sono ridotti. L’unico altare,
addossato ad un fondale in stile barocco
con timpano spezzato, fu aggiunto in
epoca posteriore e sorge sotto la crociera
dell’antica cappella votiva aperta sul fronte con un arioso arco gotico. La pala d’altare riporta l’ immagine della Madonna con
Bambino, circondata da Santi in preghiera.
La piccola chiesa di San Rocco fu
costruita per la devozione dei fedeli intorno all’anno 1495 vicino alla celebre fonte
che dal Santo prende nome. E’ sorta
anche come lazzaretto per ospitare soprattutto i pellegrini malati di peste.
Presenta un’unica navata, altare maggiore
in muratura e intonaco addossato all’ abside poliangolare affrescata con le immagini
della Vergine con Bambino e San Rocco
nei due specchi centrali, San Terenziano e
San Sebastiano in quelli estremi. La
costruzione conservatasi nel tempo semplice ed originale, mostra elementi di transizione tra il romanico e il gotico. La chiesa della Madonna del Piano, costruita
tra il XVI ed il XVII secolo, sul luogo dove
anticamente sorgeva un Tabernacolo con
l’immagine miracolosa della Madonna del
Piano, ha la facciata che guarda Porta
Sant’Antonio, alla quale si congiunge con
Campo de’ fiori
la strada fatta aprire nel 1582 dal duca di
Bracciano Paolo Giordano Orsini, su progetto dell’architetto Giacomo del Duca. La
costruzione ebbe inizio il 3 settembre 1559
su disegno del Vignola e fu affidata insieme al convento ai Padri Agostiniani. La
notte del 5 dicembre 1631 crolla la chiesa,
si salva la facciata. La nuova costruzione a
pianta rettangolare risulta diversa da quella precedente del Vignola a pianta ellissoidale e sormontata da una cupola. Il santuario fu affidato nel 1656 ai Frati Minori
Irlandesi del Collegio di S.Isidoro in Roma.
Il soffitto della navata unica è in legno
scolpito e dipinto, raffigurante la gloria
della Madonna con Bambino in braccio tra
festoni e grotteschi. Ai lati si aprono tre
cappelle per parte sormontate dagli stemmi delle famiglie nobili che contribuirono
alla realizzazione della chiesa. Il presbiterio delimitato da una delicata balaustra di
marmo, ha le pareti e il soffitto affrescati
con immagini della nascita e del transito
della Madonna, opere attribuite a
Francesco Cozza (1605-1682), allievo del
Domenichino. Sull’altare maggiore, addossato alla parete di fondo tra due colonne
per lato ed un timpano spezzato, si ammira l’immagine della Madonna con
Bambino, attribuita ad Andrea Vanni
(1332- 1405) della scuola senese, seguace
di Simone Martini. L’affresco probabilmente faceva parte della primitiva chiesa di cui
resta il piccolo campanile a vela. Sulle
pareti interne si aprono tre cappelle per
lato. A sinistra: Cappella di San Giuseppe
sposo di Maria,; Cappella di Sant’Antonio
da Padova; Cappella di Sant’Agostino
Vescovo d’Ippona e Sant’Antonio da
Padova. A destra: Cappella della Madonna
e Santa Veronica Giuliani; Cappella della
Madonna del suffragio; Cappella di San
Francesco d’Assisi e San Francesco da
Paola. Gli altari delle Cappelle, ricoperte da
stucchi e cornici spesso affrescati con storie di santi, sono sormontati da pregevoli
dipinti su tela dei sec. XVII e XVIII.
Museo
delle
Confraternite
di
Capranica Il Museo è sorto con l’intento
di raccogliere e tramandare le memorie e
le esperienze delle Confraternite di
Capranica, espressioni della solidarietà e
della devozione, della cultura e della fede
di una comunità intera lungo tutta la sua
storia. Nel percorso che il Museo propone
con la teoria sinuosa
delle numerose insegne, croci, stendardi,
lanterne,
macchine
devozionali ecc. si vuol
simulare il lento incedere dei fratelli delle
tre
principali
Confraternite per le
anguste vie del paese.
Documenti di vario
genere, raccolti nelle
vetrine e sulle pareti,
rendono visibile il
lungo cammino di questa forma di pietà
popolare che testimonia l‘origine e la sussi-
25
stenza stessa delle Confraternite attuali. In
fine, un video coglie in maniera discreta e
originale i momenti che precedono l’evento più appariscente e atteso: la
Processione.
Feste La festa di Santa Maria Assunta si
celebra il 15 Agosto.La festa di San Pietro
si celebra si celebra il 29 giugno. La festa
della Madonna delle Grazie si celebra la
seconda Domenica di Maggio. La festa di
San Rocco si celebra il 16 agosto. La solennità della Natività di Maria si celebra l’8
Settembre e secondo l’antica tradizione, la
chiesa tutta illuminata da centinaia di candele scintillanti accoglie una suggestiva
processione notturna che dalla chiesa di
San Giovanni porta in trionfo il busto di
San Terenziano Patrono di Capranica.
26
Campo de’ fiori
SICUREZZA NEI CANTIERI E NELLE AZIENDE:
I SOGGETTI COINVOLTI
A partire dalla famigerata legge 626 del
1994 per arrivare al
Testo Unico del 2008
(L. 81/2008) con le
sue integrazioni del
2009 (D.Lgs. 106 del 3
Agosto 2009), i soggetdi Francesco Peri ti coinvolti alla tutela
della salute dei lavoraArchitetto
tori, in un cantiere o in
una azienda, sono aumentati ed ognuno di
loro ha compiti ben precisi.
In sintesi:
1. DATORE DI LAVORO. E’ il soggetto
principale, deve individuare e valutare i
rischi: adottare le misure di prevenzione e
protezione, informare, formare, istruire e
consultare i lavoratori; fornire i dispositivi
di protezione individuale; organizzare la
sicurezza e affidare compiti e funzioni,
nominare il Responsabile del Servizio di
Prevenzione e Protezione (RSPP) ed il
Medico Competente (MC).
2. COMMITTENTE DELL’OPERA. Il soggetto pubblico (ad esempio il comune) o
privato (l’imprenditore) per conto del
quale l’intera opera viene realizzata.
Nomina il Coordinatore per la Sicurezza in
fase di Progettazione dell’opera; per l’esecuzione dei lavori e nell’organizzazione
delle operazioni di cantiere, nomina il
Coordinatore per la Sicurezza in
Esecuzione.
3. RESPONSABILE DEL SERVIZIO DI
PREVENZIONE
E
PROTEZIONE
(RSPP). E’ designato dal datore di lavoro
e svolge tutte le attività per la gestione del
servizio di sicurezza a supportodegli
adempimenti obbligatori.
4. ADDETTO AL SERVIZIO DI PREVENZIONE E PROTEZIONE (ASPP).
Persona in possesso delle capacità e dei
requisiti professionali, facente parte del
servizio di prevenzione e protezione.
5. DIRIGENTE. Persona che, in ragione
delle competenze professionali di poteri
gerarchici e funzionali adeguati alla natura
dell’incarico conferitogli, attua le direttive
del datore di lavoro organizzando l’attività
lavorativa e vigilando su di essa.
6. PREPOSTO. Nei cantieri il preposto è
il capocantiere; deve essere sempre presente sul luogo di lavoro; impartisce istruzioni ai lavoratori; controlla che questi utilizzino correttamente i dispositivi di sicurezza; verifica che i lavoratori svolgano le
loro mansioni rispettando le procedure
lavorative.
7. MEDICO COMPETENTE (MC). Viene
designato dal datore di lavoro, attua il protocollo di sorveglianza sanitaria; effettua
le visite mediche preventive e periodiche;
rilascia i certificati di idoneità; predispone
e cura le cartelle sanitarie e di rischio personali; effettua le vaccinazioni antitetaniche; svolge sopralluoghi nei luoghi di lavoro.
8. ADDETTI ALLA GESTIONE DELLE
EMERGENZE (prevenzione incendi –
gestione del primo soccorso – evacuazione
di emergenza). Sono designati in ciascun
luogo fra i lavoratori addetti; ricevono la
formazione adeguata; assumono ognuno,
per ogni situazione, la responsabilità della
gestione delle situazioni di emergenza
adottando le procedure pianificate dal
Datore di lavoro.
9. RAPPRESENTANTE DEI LAVORATORI PER LA SICUREZZA (RLS).
E’ eletto dai lavoratori tra i lavoratori,
nelle aziende fino a 15 dipendenti, ed è
portavoce delle esigenze per la sicurezza
propria e dei colleghi; deve essere consultato su tutte le iniziative intraprese nell’azienda in materia di sicurezza e sui piani di
sicurezza; partecipa alla riunione periodica; ha accesso a tutta la documentazione
aziendale in materia di sicurezza; svolge
sopralluoghi nei luoghi di lavoro al fine di
verificare l’applicazione delle misure di
sicurezza e di protezione della salute.
10. RAPPRESENTANTE DEI LAVORATORI PER LA SICUREZZA TERRITORIALE. E’ nominato dalle Organizzazioni
Sindacali e svolge le funzioni di RLS per le
imprese nelle quali i lavoratori non hanno
provveduto ad eleggere il proprio rappresentante all’interno dell’azienda.
11. COORDINATORE PER LA SICUREZZA IN FASE DI PROGETTAZIONE.
E’ nominato dal committente e redige il
Piano di Sicurezza e Coordinamento (PSC).
12. COORDINATORE PER LA SICU-
REZZA IN FASE DI ESECUZIONE DEI
LAVORI. E’ nominato dal committente;
aggiorna il Piano di Sicurezza e
Coordinamento costantemente; verifica
che le imprese esecutrici (l’impresa che si
occupa dei ponteggi, l’impresa che si
occupa degli impianti, l’impresa che si
occupa della fornitura dei materiali, ecc.)
adottino le misure atte a prevenire gli
infortuni e salvaguardare la salute dei
lavoratori. Infine altra importante “soggetto” della Sicurezza è LA SEGNALETICA
(anch’essa
uniformata
dall’Unione
Europea). Ha lo scopo di attirate l’attenzione su situazioni che possono comportare rischio o che vanno segnalate per prevenirlo. I segnali hanno diverse forme e
colori che i lavoratori devono conoscere,
ma, anche tutti i cittadini dovrebbero
conoscere: il pericolo non è solo all’interno
del cantiere, ma anche all’esterno, nelle
vicinanze.
Campo de’ fiori
27
La fede è l’intero
Ciò che Blaise
Pascal intuì, più
che altro, quale
verità spirituale,
può essere ai giorni nostri dimostrato.
Tutti ricorderanno
la distinzione fra
esprit de finesse
ed esprit de geodel Prof.
metrie.
Massimo Marsicola
“Con lo spirito di finezza - diceva - puoi capire,
con un solo sguardo, l’intero”.
Con lo spirito di geometria non
bastano molti sguardi e molti ragionamenti per trovare le risposte
necessarie e considerare esaurientemente un fatto.
Qual è la differenza tra i due? Meglio,
a che cosa è dovuta? E’ quella che
passa tra la fede e la ragione.
L’esprit de finesse è mosso dalla fede
e coinvolge tutte le facoltà dell’anima. Vede l’intero perché a sua volta
è l’intero. Mai la parte può vedere
l’intero.
Lo spirito di geometria è la parte.
Fede e ragione, pur essendo complementari come modi di conoscere,
stanno tra loro nello stesso rapporto
che c’è tra l’intero e la parte. La
ragione e il linguaggio utilizzato per
descrivere ciò che la ragione coglie,
sono evidentemente parte.
La prima è parte delle facoltà dell’anima, accanto all’intelletto, alla
memoria, all’immaginazione, e via
dicendo.
Il giudizio espresso mediante il linguaggio
è tolto dal linguaggio stesso, pertanto,
oltre che semanticamente è anche matematicamente solo una sua parte.
La mereologia, se non avesse da tergiversare per altri campi, di questo dovrebbe
cominciare ad occuparsi; in questo
dovrebbe specialmente cimentarsi.
La fede guarisce. In un sol colpo e definitivamente. Guarisce l’anima e il corpo, cioè
quell’intero che è l’uomo.
La scienza medica deve applicare la fisica,
la chimica, la biologia e via discorrendo, in
una prospettiva di guarigione possibile che
può addirittura non venire.
Persino la psicoterapia abbisogna di molte
sedute per produrre i risultati sperati.
Noi, diversamente da Pascal, queste cose
le possiamo dire perché sono suffragate
dall’esperienza dei santi, dalla conoscenza
Blaise Pascal
scientifica e da una nuova riflessione filosofica.
Chi ha la fede ha tutto. Ha Dio stesso.
Possiede la conoscenza universale e può
applicarla di volta in volta alle condizioni
contingenti in cui è richiesta e nelle quali
può operare.
Oltre alla scienza la fede possiede al suo
interno la sapienza che comporta l’esercizio di tutte le virtù.
Chi è mosso dalla fede è sano. In lui non
c’è alcun male.
Sano anche nel senso che è integro, intero. E con essa può sanare chi è malato.
Chi è malato infatti, non è integro, ma diviso in se stesso.
E’ lacerato da sentimenti contrapposti e
mai vive scelte soddisfacenti e buone.
Chi abbraccia la parte è diviso in se stesso
e non può guarire fino a quando non sceglie di aderire all’intero.
Paragonerei la fede ad un mantello che, come un soprabito, copre
tutti i capi d’abbigliamento sottostanti e che vestono il corpo.
Questi possono essere paragonati
chi alla ragione, chi all’intelletto,
chi alla memoria, ecc. La fede è
più grande di tutti e pertanto li
racchiude tutti e li utilizza tutti.
La fede è l’intero abito di una persona che potremmo chiamare
comportamento.
La risultante oggettiva della sua
personalità (soggettiva).
Attraverso il comportamento possiamo vedere la fede di ciascuno.
In simil modo è possibile trasferire il ragionamento alla religione.
La religione, in quanto esprime la
fede, accoglie in sé tutti i saperi.
Essa non è un sapere accanto agli
altri.
E’ la summa di tutti i saperi.
E’ uno strumento agile, posto da
Dio stesso nelle fragili mani dell’uomo affinché possa farne buon
uso.
Campo de’ fiori
28
Associazione Artistica Ivna
VERSI DI VITA DI ALFREDO MERCUTELLO
Giovane intuitivo, sensibile, autodidatta, aperto
all’ascolto delle voci,
delle
emozioni
del
mondo e della sua interiorità. Per questo,
Poeta efficace, capace di
grande autonomia nela cura della
l’uso della parola e del
Prof.ssa
verso, abile fotografo
Maria Cristina
dell’espressività linguiBigarelli
stico-visiva attraverso
l’innato e spontaneo
senso dello scrivere. La sua è una vocazione sorta in giovanissima età, alternata da
pausa esistenziale dell’esperienza in fabbrica, lavoro che presto lascerà, dedicandosi alla liberazione dell’animo trasformata
in immagini poetiche e prosaiche.
La famiglia, la genuinità dei sentimenti e
l’autenticità delle idee vengono erogate
con generosità e una preziosa ingenuità
che danno pregio al suo “poetare la vita”.
Incoraggiamento, scambio, flusso ininterrotto di nomi, aggettivi, verbi, avverbi che
marcano il sorriso di volti, emettono suoni
armoniosi, vagano fino all’universo per poi
fissarsi sul papiro bianco, costrutto di pagine di complementi in versi che sanno
riprodurre la vita e di essa la sorte alla
quale ciascun uomo va incontro con i suoi
raggi di sole, con le sue nubi, con i suoi
tremori e con le sue sicurezze, con i suoi
momenti di luce e di ombra, con le sue tristezze e con le sue gioie scintillanti.
Per Alfredo dover rimettere nel cassetto i
sogni ha significato a un certo punto della
sua vita, doverlo aprire per far esplodere
tutte le idee racchiuse e la voglia di poter
dare voce a quello che di più caro e intenso ha dentro, cercando di farsi conoscere
e non più chiudersi nell’affannoso tran tran
della pesante e incalzante routine quotidiana. La sua, quella di vivere la poesia e
nella poesia, è una scelta di vita, è un
“verso” esistenziale del linguaggio e dal
pensiero libero, la sua è una iconografia
fatta di parole. Parole che trasmettono la
gioia nell’esternare le sensazioni, le emozioni del Poeta Alfredo che non appena
percepisce che qualcuno si emoziona, leggendo i suoi componimenti, prova e trova
a sua volta la massima soddisfazione.
Emozioni, sentimenti che scaturiscono
anche da una neo-scoperta del piacere di
osservare, amare la pittura e la scultura di
altri artisti. Ecco quindi che il nesso tra
l’arte visiva e l’arte della versificazione è
un elemento importante perché Alfredo ci
rivela che lui immagina la sua poesia primariamente come una fotografia.
Il momento viene colto nell’animo, viene
Dalla Prima Edizione della Raccolta “VERSI DI VITA”
POESIA
Non voglio che finisca, tanto mi sei stata d’aiuto.
Mia vena, non abbandonarmi, fai esplodere in me la voglia di cercarti.
La poesia, essenza del pensiero, madre delle arti.
Grazie a te, vedo più chiaro, a te che sei la linfa e l’energia del mio faro.
ESSERE
Brilla di luce propria sì, il tuo volto non appena apri il cuore ricevi calore.
Figura esosa, grato ti sono, per così tanta gloria.
Il mio udito non fa altro che aspettare, prostro mi calo
nel personaggio e godo di così tanta memoria.
Tenerezza provoca in me, l’attimo nel quale il tuo sguardo
racchiude le tue emozioni. Codardo? No, sensibile è il tuo essere.
La coscienza candita di senno, non produce altro che
benedizioni.
Brilla sempre di più, finché lo puoi, sappilo attendere non
tarderà,
se lo avrai conosciuto nel culmine del tuo dover pretendere.
TREMOLIO
E scorgevo da lontano un tepore, quasi sostenuto nel vago
silenzio di un meriggio assolato d’estate, e pensavo a te caldo
sospiro della mia dolce vita.
fermato, guardato bene e poi descritto con
quelle stesse sensazioni provate nella
scena vista e osservata: una sorta di iconografia in parole del vivere.
La fonte di ispirazione è sicuramente la
sua famiglia, i suoi genitori, sua moglie, la
sua nipotina.
Esse rappresentano dei punti fermi della
vita poetica di Mercutello, alle quali riesce
a dar voce, facendo emergere le emozioni
più viscerali di se stesso. La sua prima raccolta comprende componimenti in prosa,
brevi racconti, veri e propri sfoghi, confessioni del Poeta, istantanee di vita vissuta
che alleggeriscono l’animo, compendiata
da una evoluzione del versificare in poesia
pura, dando più spazio all’ immaginazione
e all’interpretazione personali che servono
a sollevare l’animo.
Entrambi scaturiscono dallo stesso desiderio: una sorta di contrasto a catena che
serve, a chi legge, per “scaricare qualche
file a seconda delle rispettive esigenze”.
In questo senso la poesia di Alfredo diventa un mezzo privilegiato di scambio, di
confronto, di incoraggiamento con il quale
Alfredo vuol far emozionare i lettori con un
tocco da Maestro, con una carezza nell’animo, con una concatenazione di suoni del
cuore, con un atto di generosità e di apertura verso il prossimo!
Campo de’ fiori
ATTIVITA’ DELL’ASSOCIAZIONE
ARTISTICA IVNA NELL’ANNO 2009
Nell’anno 2009, appena trascorso, le attività dell’Associazione Artistica IVNA si articolano in numerose mostre che mettono in
risalto la varietà e la ricchezza delle
espressioni artistico-visive che hanno
caratterizzato l’ impegno e l’operatività.
Gli artisti IVNA sono diventati numerosi e
molto attivi: tra le esposizioni ricordiamo la
loro presenza nella Sala Pablo Neruda di
Civita Castellana dal 4 al 13 Aprile 2009
con la partecipazione di nove associati.
“Sui SENTIERI DEL COLORE” Mostra di
Pittura organizzata dalla Scuola di Disegno
e Pittura del Comune di Ronciglione, diretta dall’Ing. Sabrina Salvatori, con la presenza delle opere di Moreno Lanzi e di
Eraldo Bigarelli; MOSTRA di pittura presso
la Sala Anselmi di Viterbo nella quale
hanno esposto dall’ 11 al 25 Aprile Emilio
Petti e Manuela Petti; dal 6 al 14 giugno
Tiziana Spagnolo e Deborah Evangelisti;
presenza di artisti IVNA presso la Sala
B.C.C. di Ronciglione con Giovanni
Molinari, Maria Finesi, Moreno Lanzi,
Giovanni Travaglini, Antonio Aballe,
Stefano Guerriero; MOSTRA fotografica
presso la Sala Anselmi di Viterbo dal 6 al
15 luglio con Riccardo Grattarola e Alessio
Caon; in occasione della Festa del Vino dal
4 al 16 Agosto sono stati effettuati “PERCORSI D’ARTE” con la presenza delle
opere di Augusto Barberini, Andrei Berges,
Moreno Lanzi, Giovanni Molinari, Marcello
Mascetra, Giovanni Travaglini, Eleonora
Trombetti, Emanuela Trombetti, Gabriele
Lambertini, Emanuela Natili e i giovani studenti della Scuola d’Arte di Vignanello;
nella Sala Anselmi dall’ 8 al 20 Settembre
Marcello Mascetra e Antonella Porri; nella
Sala del B.C.C. di Ronciglione dal 4 al 14
Ottobre Gustavo Pozzi e Vincenzo Ridolfi;
nella Sala dell’ex-cinema comunale di
Vignanello ha esposto le sue opere in una
Mostra dal titolo “LA BELLEZZA” dal 28
Marzo al 5 Aprile Eraldo Bigarelli che è
stato presente, anche, con una esposizione dedicata alla donna “UNIVERSO FEMMINILE”, nella Sala Aurora del Palazzo dei
Priori di Viterbo dal 10 al 17 Settembre,
Mostra realizzata in collaborazione con il
CIF Provinciale di Viterbo nella Persona
dell’allora Presidente Maria Teresa
Pulcinelli. Nel Dicembre 2009 Walter Togni
ha
partecipato
alla
Biennale
Internazionale d’Arte Contemporanea di
29
Firenze
a
Fortezza da
Basso e tra i
numerosi
artisti presenti,
si
piazza quarto per la
scultura
ricevendo il
P r e m i o
LORENZO IL
MAGNIFICO.
Nelle
sue
esposizioni
la IVNA candida
una
“rosa”
di
creatori dell’arte che sa
proporre ed
inserire,
innovazioni marginali e globali che innescano curiosità, avvicinando anche i profani al mondo dell’arte. La matrice espressiva domina le composizioni lungo i percorsi
d’arte IVNA nei quali l’armonia e l’essenza
delle forme di genere diversificato concorrono alla definizione di un ambito artistico,
che vuol essere vivo e partecipe alla evoluzione dell’essere diventando così occasione di immagini e barlumi di taglio progressista nel dialogo culturale tra le civiltà.
Campo de’ fiori
30
Chi è San Bonaventura da Bagnoregio
IL SANTO PIU’ AMATO DA PAPA RATZINGER
La carriera universitaria di Bonaventura
...continua dal n. 67
Bonaventura, ascendendo i vari gradi
accademici, diventa
una delle figure più in
vista dell’Università
parigina, anche se la
campagna ostile scatenata contro il suo
Ordine, ed indirettamente contro di lui,
dai maestri secolari
di Secondiano Zeroli della
stessa
Università, mira ad
ostacolargli il raggiungimento di quelle
immediate soddisfazioni, alle quali gli
darebbero diritto gli studi compiuti e la
cultura acquisita. Conseguito nel 1248 il
titolo di bachelier biblique, inizia a leggere
nel cenobio del suo Ordine i Vangeli di S.
Luca e di S. Giovanni, e due anni più tardi
come baccelliere sentenziario, i quattro
libri delle sentenze di Pietro Lombardo,
destando vivo interesse e profondo stupore negli uditori. Non soltanto i suoi confratelli, ma anche laici ed ecclesiastici di
altri Ordini accorrono ad ascoltare la parola di Bonaventura. Nel 1252, conseguito il
grado di dottore, passa ad insegnare
Teologia come maestro reggente nel convento francescano parigino, succedendo a
Guillame de Militon. Un altro spirito eletto,
predestinato da Dio ad illuminare con la
sua sapienza il mondo cristiano, Tommaso
d’Aquino, svolge contemporaneamente a
Bonaventura il suo insegnamento, nella
Università di Parigi, con altrettanta abbondanza di consensi e di risultati. I due grandi uomini subito si comprendono e si stimano. Di loro il Pontefice Sisto V dirà:
“Essi sono due olivi, due candelabri
risplendenti nella casa del Signore, che
con la grandezza della loro carità e con la
luce della loro scienza hanno illuminato
tutta la Chiesa. Per singolare provvidenza
divina, essi uscirono dalla due più illustri
famiglie degli Ordini religiosi come due
astri insieme apparsi”. Il “Doctor
Angelicus” non fu il solo santo col quale
Bonaventura contrasse amicizia nel corso
del suo insegnamento nell’Università parigina.
Regnava a quel tempo sul trono della
Francia Luigi IX, che era devotissimo
ai successori dei S.S. Domenico e
Francesco. Un domenicano era infatti il
suo confessore personale e dei francescani, sotto i regali vestimenti, indossava l’abito. Per ambedue queste famiglie religiose, egli serbava grande venerazione e considerava come speciale benedizione del
Signore il moltiplicarsi dei loro Chiostri nel
suo regno. Considerava le scuole francescane e domenicane come dei “semenzai”
a cui dovevasi approntare cure onde avere
Bonaventura cerca e trova un metodo di
buoni risultati; perciò era assai generoso
insegnamento sui libri delle sentenze di
nel fare l’elemosina, nel sostenere le tesi
Pietro Lombardo, e nel contempo, un cridei minori nel corso di mai sopite dispute
terio di compartecipazione diretta degli
religiose e nel concedere la sua amicizia ai
studenti allo svisceramento dei significati
frati più meritevoli. Bonaventura fu
del testo. I quattro libri di Pietro Lombardo
ovviamente tra questi e più volte il
non sempre sono chiari nella proposizione
monarca si onorò di invitarlo alla sua
delle questioni da disputare, allora
mensa e di consultarlo sugli affari più
Bonaventura divide, classifica, collega e
importanti del regno. Bonaventura
ricompone a piacimento il testo nelle sue
scrisse per il re “L’Uffizio della Passione”,
parti, per coordinare meglio il pensiero
un opuscolo dedicato a Gesù Redentore e
dell’autore e favorire la critica e la comricavato interamente dallo studio appasprensione degli studenti. Si rende conto
sionato
delle
delle loro difficoltà di partenza, cerca
Scritture.
di mettersi nei loro panni, e giunge a
Luigi IX aveva
suggerire , anche per iscritto, veri e
una sorella, chiapropri “dubbia”, cioè dubbi da risolmata Isabella, la
vere, prima di procedere insieme nel
quale, aborrendo
commento del testo. Nasce una spele sinistre cure del
cie di ricerca di gruppo; gli studenti
mondo, ambiva
sono responsabilizzati e coinvolti nel
ad abbracciare la
commento e nello sviluppo e nelle
Regola di Santa
implicazioni che ne derivano.
Chiara. Isabella
Bonaventura ha preciso il senso
trovava
però
della realtà, gli alunni non sono
estremamente
cifre, numeri di presenze: sono
dura tale Regola,
uomini in cerca di sapere e di
non tanto per se
verità. Oltretutto egli conosce e
stessa,
quanto
rispetta il preciso carattere del fatto
per le altre ragazuniversitario: egli è un maestro stize che eventualpendiato dagli alunni ai quali inseLuigi IX, Re di Francia
mente avessero
gna, è praticamente in affitto per
voluto entrare nell’Ordine. Secondo il suo
volontà loro, a loro completo vantaggio e
desiderio si trattava perciò di mitigarne l’ala prima norma che cerca di rispettare è
sprezza senza intaccarne lo spirito. Fu così
quella del rapporto concreto fra lavoratore
nominato uno speciale comitato di cinque
e datore di lavoro: lui è un lavoratore e
frati francescani, che, sotto la direzione di
datori di lavoro sono gli studenti. Che
Bonaventura, lavorò in maniera così serepoi a questo rapporto si sovrappongono i
na e fruttuosa, che Papa Alessandro IV
diritti della Chiesa, il rispetto dell’autorità,
approvò con grande gioia e piena soddiil prestigio dell’Università, la libertà cultusfazione la Nuova Regola; la stessa
rale dei maestri, non cancella i caratteri di
Isabella, dopo che ebbe fondato il monafondo di questo rapporto. Nel commento
stero di Longchamps, ne trasse tanto vana Pietro Lombardo emergono già le deritaggio, sicché morì in odore di santità
vazioni e le influenze che Bonaventura si è
pochi anni appresso. Per la stessa Isabella,
scelto per congenialità di mente e converBonaventura compose l’opuscolo che ha
genze dottrinali: S. Paolo, S. Agostino, S.
per titolo “Del governo dell’anima”, in cui
Anselmo, Riccardo e Ugo da S. Vittore. Ma
l’autore mette in luce come sia necessario
più che a questi autorevoli maestri il riferiche in tutte le azioni umane si faccia semmento costante è alla Scrittura. In essa
pre risplendere la modestia, la giustizia e
Bonaventura cerca la parola che è il Verbo,
la pietà, sotto le quali virtù egli riduce tutte
Cristo stesso. In margine ad una pagina di
le obbligazioni di un’anima cristiana.
commento all’Ecclesiaste, annota un breve
pensiero, che è sufficientemente rivelatore
Ma torniamo alla carriera universitaria di
della sua mentalità e della sua spiritualità,
Bonaventura. Nel 1253 consegue la libera
più ancora che della sua maturità culturadocenza e a questo punto manca soltanto
le: “Ogni creatura è parola di Dio”. E’ a
al suo prestigioso curriculum scolastico il
questo livello che egli si ricollega d’istinto
titolo di maestro docente. Per arrivare a
anche a S. Francesco, e giustifica a livello
tanto, molta legna dovrà però ancora
teologico e culturale le intuizioni della
ardere sul catafalco delle passioni e delle
devozione e della poesia del Poverello,
gelosie. Un fuoco di malignità si spande
quello che sarà definito il suo
sull’Università parigina: i maestri secolari
“Cristocentrismo”.
non vogliono dei minori sulle cattedre unicontinua sul prossimo numero...
versitarie. In questo turbolento periodo
Campo de’ fiori
31
“Il Fumetto”
LETTERATURA PER IMMAGINI CHE EMOZIONA
ROZEN MAIDEN di PEACH-PIT
edito da Flashbook Edizioni – 8 volumi, concluso
Intrigante e poetico.
Questo manga costruisce la storia da un’idea
molto originale: delle
bambole,
chiamate
Rozen Maiden, prendono vita se caricate con
la
loro
chiave.
L’acquirente di una di
queste
di
sette doll è
Daniele Vessella J
u
n
Sakurada,
un ragazzo
che vive solo nella casa di
famiglia insieme a sua sorella
maggiore Nori, una ragazza di
buon cuore ma decisamente
troppo paziente e accondiscendente con i comportamenti singolari del fratello.
Questo infatti, da quando i
loro genitori li hanno
abbandonati trasferendosi all’estero per
motivi di lavoro, ha
smesso di frequentare la scuola ed ha
deciso di rinchiudersi
in casa senza mai
uscire, per evitare
contatti col mondo
esterno. Ma il protagonista aveva bisogno
di un hobby, qualcosa
che gli facesse tra-
scorrere le ore, e per questo Jun passa
tutto il giorno su internet a comprar cose
strane, come bambole maledette e oggetti apparentemente mistici, per poi restituirli entro il periodo di “soddisfatto o rimborsato”. Tempo dopo, Jun riceve una valigia con dentro una bambola. Non ricordandosi di averla mai acquistata, è incu-
riosito e decide di provare a caricarla con
la chiave in allegato. La bambola si anima,
presentandosi come Shinku e con un
carattere insopportabile. L’obbiettivo delle
Rozen è quello di combattere tra di loro
per incontrare la misteriosa Alice. Ma la
battaglia è solo un pretesto per far maturare i personaggi. E questi crescono tassello dopo tassello, fino a formare il puzzle che segna il loro cambiamento. Bambole
e umani sono caratterizzati in maniera
ineccepibile, e anche i personaggi secondari sono fondamentali per lo svolgimento
della trama. Il disegno presta più attenzione alle bambole piuttosto che ai personaggi in carne ed ossa, e questo rende il tutto
più gotico. Se volete fare un viaggio con
un fumetto capace di emozionare e, se
letto con la giusta concentrazione, di farvi
riflettere sulla vita, questo è il manga che
fa per voi…
Lascio
l’indirizzo
del
mio
blog:
http://danielevessella.blogspot.com/
Campo de’ fiori
32
Domenica 21 febbraio: “THINKING DAY 2010”
“Povertà e alimentazione:
piantiamo il seme del cambiamento”
Gli Scout AGESCI della Zona Tuscia per “Viterbo con Amore”
Le giornate intorno a Domenica 21
Febbraio u.s. sono state davvero impegnative per le Guide e gli Scout dei Reparti
AGESCI della Zona Tuscia. La ricorrenza, in
tutto il mondo, della “Giornata del pensiero” (“Thinking Day”) – in occasione dell’anniversario della nascita dei loro fondatori, Lord Robert Baden Powell e sua
moglie Olave – li ha spinti a lanciarsi in
una grande “buona azione” a favore degli
obiettivi della “campagna di solidarietà
2009/2010” di Viterbo con Amore.
Nei quartieri e nelle Parrocchie di Viterbo,
Sutri e Tuscania i ragazzi/e con la divisa
color del cielo e fazzolettone colorato (in
età tra i 12 ed i 16 anni) hanno preparato
dolci di vario genere e formaggi, venduto
prelibate cioccolate e simpatici manufatti e
così via; tutto questo al fine di raccogliere
fondi per le famiglie in difficoltà (Caritas
Diocesana), i diversamente abili (Coop.
“Città Aperta” e Associazione “Per la vita
autonoma”), un punto di Pronto
Intervento della C.R.I. a Corchiano (“Gli
angeli di Lorenzo”) ed i bambini di Gaza:
per l’appunto, gli obiettivi dei biglietti della
solidarietà di Viterbo con Amore.
Nel primo pomeriggio di domenica poi –
presso la Parrocchia di S. Leonardo
Murialdo, sede del Gruppo “Viterbo 5” – i
Capi delle Squadriglie che hanno preso
parte all’evento hanno messo insieme le
loro esperienze – ed i soldi guadagnati –
alla presenza di Pino Genovese, Presidente
di Viterbo con Amore, che li ha caldamen-
te ringraziati per la
loro opera e la vicinanza
dimostrata
negli
anni
con
l’Associazione dallo
stesso presieduta. Per
la cronaca, il lavoro
delle Guide e degli
Scout ha fruttato più
di € 1.700, già devoluti per gli obiettivi di cui
si è parlato in precedenza.
Sarà davvero un’utopia “… lasciare il
mondo un po’ migliore
di come l’abbiamo trovato…” (B.P.)?
Forse, ma è quello che proviamo a fare
tutti i giorni.
A.G.E.S.C.I. ZONA TUSCIA
Paolo Moricoli
Campo de’ fiori
33
‘A sarciccia e er norcino
Ao’, ma mo che fai?
Prima scanni mi’ padre, je levi pure le budella,
e lì drento ce metti a me, a mo’ de mortadella?
L’angolo del poeta
Però, sei bravo!
Sembra che bene tu me voi, sento che con dolcezza m’accarezzi,
e pe’ nun famme sta sola, me metti vicino puro chi me consola.
Tu c’hai le mani d’oro,
che pe’ nun facce litigà, tutte uguali ce fai,
lucide e belle, che paremo tante gemelle.
Ma prima de legacce, ce ‘n’profumi,
a chi de finocchiella, a chi cor pepe nero, e a chi er peperoncino.
E quanno quarcuno te chiederà, tu usi pure er fegato de papà,
e lo usi tutto quanto, come si quarcuno ce se dovesse fa er trapianto.
Poi, quanno concepite che tu c’hai, tutt’a ‘n’tratto,
pare che diventi matto, e sembrannome ‘m’bulletto, co’ ‘n corpo sopraffino,
zzacc, c’iappiccichi tutte all’uncino.
Mo che l’opera hai finito,
te pari, cor pugno sotto ar grugno (oh che vergogna), p’aspetta’ quarcuno,
che senza ritegno, ce manni tutte all’artro regno.
Ner frattempo, mille vorte ce passi vicino,
c’accarezzi e penzi:
ma sta gente nun capisce gnente?
Ce l’ho co’ te, signo’; co te che leggi,
co’ te che alla chetichella me veni a tasta’.
Lo sai, che finchè sto qua, nun me poi tocca’?
Ma tu con indifferenza, leggi e te lecchi li baffi,
poi, doppo d’avemme fatta la squja, a forza de guardamme, je domanni:
“A sor coso, quali so’ le mejo? Quelle secche o quelle fresche?”
E lui boiaccia t’arisponne:
“Quelle secche, te le metti sott’ojo, e le conservi,
(beate loro che campeno ‘n po’ de più),
le fresche, quelle, in famja, oggi te le poi già magna’!”
Tu me rismirci co’ tanto desiderio,
te fai forza, e me fai ‘m pacchetta’.
Lo possino acciaccallo, ma nu’ stavamo bene ‘n’sieme?
Io guardavo lui, e lui, orgoglioso, a me d’avemme fatta,
che io, me sarei accontentata, de sta vicino a lui anche ‘m piccata.
Mo, pe’ me se magna, chi me mette sulla brace,
e chi ‘m padella, quarc’artro me ‘n fila nello spiedo,
pe’ famme fa’ ‘na morte lenta, e appena che so pronta,
me se magna c’a pulenta.
Allora io me domanno:
tutta sta filastrocca, je fa veni’
l’acquolina ‘m bocca?
Troppe gemelle mie come ‘n lampo già so’ partite,
e io risentita, ma anche doverosa, jo detto: ao’ mo basta,
vedete de finilla, sinnò ve manno tutti a Caracalla.
Poi alla fine so’ contenta, perché anche se co’ poca cura,
ce mannano ar mare, tutte in villeggiatura.
Prosa ritmica di Antonino Palladino.
Riceviamo e pubblichiamo questa poesia di Luigi Del
Priore arzillo 91enne di Civita Castellana.
La mucca “Furbetta”
Caro servo mio io ti faccio sto lamento
perché so’ dieci giorni che mi trovo dentro.
Se tu mi lasci sola non faccio per mio vanto
coi piedi e co’ le corna scoprirei quel manto
e troverei un po’ d’erba che me ne ‘ngoscio
tanto.
M’hai messo qui nel collo sta catena
non so’ a chi da’ la colpa
e sto a sconta’ la pena.
Luigi Del Priore (Giggetto)
1956 l’anno della grande nevicata,
con gli animali costretti nelle stalle.
Campo de’ fiori
34
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Max
di
Gli Adelfi
La storia ed i protagonisti del mitico gruppo civitonico degli anni ‘60
Torno a raccontare
facessero la loro comparsa. Sono molto
Antonozzi, Mauro Angelelli, Danilo e
di quei meravigliosi
affezionato a questo gruppo di amici, che
Daniele Paludi, Massimo Paolelli ....
anni ’60, ricordando
frequento ancora, perché al loro sciogliLa favola breve ed intensa degli Adelfi è
un altro gruppo
mento, quando Giorgio Conti passò con i
inserita nel contesto meraviglioso di quegli
musicale di allora:
Falisci, dai quali originariamente era venuanni irripetibili, quando i gruppi musicali
Gli Adelfi di Civita
to Franco Soli, ne chiamai alcuni per venir
erano sano divertimento, facevano tenCastellana. Nato nei
a far parte del mio complesso “I Grandi
denza nel modo di vestire e di comportarpomeriggi passati
Naufraghi”. Infatti, dopo che Romanino
si, ed anticipavano le mode che poi tutti
di Sandro Anselmi
tra il mitico bar della
Pucci aveva vinto il concorso come primo
avrebbero seguito. Erano anni in cui si
pasticceria Ercolini e
flauto alla Scala di Milano ed aveva lasciadiceva “noi” e non “io” come va di moda
la passeggiata di Via Roma da un gruppo
to di suonare le tastiere, Sandro Antonini
oggi, perché c’era più spirito di gruppo e,
di studenti, amici fra loro, innamorati della
che fino al quel momento aveva suonato
senz’altro, più rispetto. Mi viene adesso un
musica beat dei Beatles e dei Rolling
alla batteria aveva preso il suo posto e,
nodo alla gola al pensiero della scomparsa
Stones e con tanta voglia di suonare. Era
così, avevo chiamato a sostituirlo Franco
prematura di Enrico Giannini e l’immagine
il 1966 e Giorgio Conti, Nando Cavalieri,
Soli. Con lui vennero quasi subito il bassiche io conservo del suo sorriso simpatico,
Gianni Mei, Enrico Giannini e Franco Soli,
sta Enrico Giannini ed il chitarrista Nando
buono, ed il ricordo del suo carattere solaincominciavano a preparare i primi “pezzi”
Cavalieri. A Fabrica in quel periodo vennere e scherzoso, sembra stonare con quanper partecipare alle tante gare di complesro, sulla scia dei primi arrivati, tanti altri
to raccontato finora, ma questa è la vita!
si che si organizzavano all’epoca. Ebbero
civitonici che ruotavano intorno all’amChissà se un giorno ci ritroveremo a suol’occasione di esibirsi in quella del 16
biente musicale che si era creato. Ricordo
nare insieme per reinterpretare quelle vecSettembre 1966 nell’arena dell’Acli di
Massimo Cirioni, Pietro Galatini, i fratelli
chie canzoni che ci hanno fatto tanto
Civita Castellana, dove si classificarono
Lazzarini, Fabrizio Francocci, Carlo
sognare?
secondi. Il 30 Aprile 1967 il
gruppo
carnevalesco
I
Messicani, che organizzava
diverse manifestazioni in
ambito cittadino, portava al
palazzetto di Civita Castellana
la notissima Casa di moda
Carnaby Street per un grande
dèfilee e, in seno a quella
memorabile manifestazione,
era inclusa una gara di complessi che gli Adelfi vinsero
con l’interpretazione della
celeberrima “Gimme Some
Lovin” degli Spencer Davis
Group. Con insolito animo
imprenditoriale, vista la loro
verde età, aprirono la prima
discoteca di Civita, proprio nel
locale di Via Cavour dove
facevano le prove e nasceva,
così, “La Vacherie”, gemellato
con il club “Bobbadilla” di
Ronciglione. Questo fu il luogo
dal quale partirono molti
gruppi locali, e dovevano pasCivita Castellana - 25 Febbraio 1967 - VEGLIONE DI CARNEVALE. Gli Adelfi.
sare ancora alcuni anni prima
Da sx: Piergiorgio Conti, Nando Cavalieri, Gianni Mei, Franco Soli, Enrico Gannini.
che il Tucano e il Simpaty
Campo de’ fiori
A lato la locandina originale del concorso Beat del 30 Aprile 1967.
Nella foto in piedi da sx: Nando Cavalieri, Giorgio Conti, Enrico Giannini.
Seduti da sx: Franco Soli, Gianni Mei.
35
di Riccardo Consoli
...continua dal numero 67
I dischi registrati per Hammond e le
escursioni notturne in giro per Harlem sortirono l’effetto di fargli ritornare l’entusiasmo per il Jazz e così si trovò, fin dal
marzo 1934, a dirigere una sua orchestra,
una orchestra Jazz che cominciò a esibirsi
al Music Hall di Broadway era questa
probabilmente un’orchestra mediocre, ma
comunque piacque ai produttori di programmi radiofonici al punto che, dovendo
la National Biscuit Company lanciare un
nuovo tipo di biscotto, sponsorizzò un programma settimanale di musica da ballo animato da diverse orchestre tra le quali quella di Benny Goodman e quella di Xavier
Cugat. Per quanto concerne il Jazz, lo
stesso Goodman scrive:
“ … non avevamo ancora l’orchestra giusta
per suonare quel tipo di musica, ma mi
convinsi più che mai che era quella la strada da seguire…occorreva quindi trovare gli
uomini che avrebbero potuto cavarsela
bene con quegli arrangiamenti … ”,
fra gli uomini giusti, il primo ad essere
ingaggiato fu il batterista Gene Krupa che
Benny conosceva dai tempi di Chicago al
quale si aggiunse il pianista Jess Stacy, il
saxofonista Toots Mondello, il trombettista Bunny Berigan e il pianista nero
Teddy Wilson.
Il successo era assicurato, quella grande
orchestra che Benny Goodman aveva
riunito e che suona arrangiamenti di noti
musicisti negri, grazie al successo ottenuto,
concepì l’idea di tentare una nuova forma
musicale che egli stesso battezzò Jazz da
Camera naturalmente nulla a che vedere
con la tradizionale musica da camera, ma
piuttosto un certo senso di intimità e di
compostezza che richiama quella musica,
gli artefici principali furono, oltre allo stesso
Goodman, il pianista negro Teddy
Wilson, salottiero e piacevole, il grande
vibrafonista negro Lionel Hampton e il
batterista bianco Gene Krupa; furono
questi i dominatori degli anni trenta, anche
se al loro fianco militarono altre grandi
orchestre, spesso persino migliori, oltre che
alcune formazioni bianche di tutto rispetto.
Allorquando Benny Goodman, ormai
incoronato Re dello Swing si trasferisce a
New York per suonare prima al
Pennsylvania Hotel e poi al Paramount
Theatre, la Swing Era era definitivamente esplosa e, da quel momento, per i giovani americani e per gran parte di quelli
europei, non ci fu altra musica se non il
Jazz e, per qualche anno, non ci fu musicista più popolare dell’occhialuto clarinettista
di Chicago che, con le sue formazioni,
orchestra e quartetto, meritava il successo
ottenuto. Benny era sempre attentissimo
ai gusti del grande pubblico che però non
assecondò mai più di tanto, infatti gli offrì
sempre quella musica congegnata con ottimo gusto ed eseguita impeccabilmente;
oltre tutto aveva con se solisti di gran classe oltre ad alcuni fra i più brillanti arrangiatori come Fletcher Henderson, Jimmy
Mundy, Edgar Sampos e Mary Lou
Williams.
Proseguendo a questa maniera, con un
notevole repertorio e coadiuvato da solisti
Charlie Christian
valorosi come i trombettisti Ziggy Elman
e Harry James, Jess Stracy, Teddy
Wilson e Gene Krupa, ormai il più popolare batterista del mondo, Benny
Goodman non poteva mancare il segno e,
nel gennaio del 1938, allorquando si esibì
con la sua orchestra in un concerto alla
Carnegie Hall ricevette gli onori del trionfo che sanzionò in maniera definitiva il
nuovo Status raggiungo dal Jazz e che, per
questo musicista, rappresentò il momento
culminante. A questo punto, nel serbatoio
del Jazz americano i talenti si sprecavano
non c’era quindi da avere paura, bisognava
solo guardarsi in giro e cogliere le occasioni che via via si presentavano, ma ancora
una volta fu John Hammond a presentargli un ragazzotto negro che era andato a
prelevare a Oklahoma City, si trattava di
Charlie Christian e suonava la chitarra
elettrica come nessuno aveva saputo fare
prima di lui e nessuno seppe fare negli anni
a venire; con lui fu possibile costituire un
sestetto e successivamente un settetto, al
posto dell’ormai superato quartetto, come
complessi aggiunti alla grande orchestra.
La raggiunta ricchezza e il desiderio sempre
più grande di stare assieme alla famiglia,
Alice gli aveva dato due bambine in
aggiunta ad altri tre figli che lei aveva avuto
da un precedente matrimonio, indusse
Goodman a rallentare notevolmente la sua
attività; per la verità riorganizzò nuovi complessi grandi e piccoli che però ebbero vita
breve e non fecero storia.
Benny Goodman deve essere valutato
per quanto fece nei suoi anni di gloria
durante la Swing Era e ciò che fece allora,
giustifica ampiamente la sua fama; altri
musicisti hanno dato al Jazz un contributo
più importante del suo, ma nessuno più di
lui ha contribuito ad innalzare il livello della
musica leggera e a rendere popolare il Jazz
nel mondo.
Campo de’ fiori
37
L’angolo del Bon Ton
Visto l’arrivo delle belle
giornate e tra qualche
giorno della Primavera,
si comincia ad aver
voglia di passare delle
ore all’aria aperta,
niente di più bello e
divertente, quindi, sarà
organizzare un barbedi Letizia Chilelli
cue party in compagnia degli amici, che potremo organizzare
in terrazza o all’aperto.
Prima di continuare, però, credo sia carino
raccontarvi l’origine del nome barbecue;
due sono le teorie più accreditate: la prima
vuole che la parola barbecue derivi da
“Barbacoa”, nome che i Conquistadores
Spagnoli diedero ad un gruppo di isole
della Colombia le cui abitazioni, meglio
definite come palafitte, venivano costruite
simili a graticole; altra teoria riguarda
alcuni esploratori Francesi che circa tre
secoli fa, vagando per le nuove terre
dell’America del Nord (divenuta poi
Canada) videro arrostire un intero bisonte
allo spiedo ed esclamarono:”De barbe au
queue” (Dal Francese: Dalla barba alla
coda!) esprimendo con questa frase la loro
meraviglia.
Quali cibi possono essere cotti alla
griglia?
- carne di maiale, vitello, bue, agnello
(bistecche, costate, spiedini…);
- pollo a pezzi, piccola selvaggina, verdure;
- pesci medi, piccoli, tranci.
Se il barbecue è fornito anche dello
spiedo possiamo invece cuocere:
- polli e selvaggina interi;
- pesci di oltre un kg di peso;
Protegge i tuoi valori
Silvia Malatesta - Via S. Felicissima, 25
01033 Civita Castellana (VT)
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Il Barbecue
- pezzi di carne di almeno un kg di peso.
I tempi di cottura varieranno secondo i
gusti dei commensali: 3/6 minuti per la
cottura “al sangue”, per le carni e i pesci
ben cotti si varierà la cottura dai 10 ai 25
minuti circa.
Alcune buone regole per cucinare alla
griglia:
- evitate che parte del condimento, che
verrà pennellato sulla carne o sul pesce,
coli sulla brace (pennelleremo la carne con
un rametto di rosmarino intinto nell’olio);
- carni e pesci prima di essere messi sulla
griglia devono essere ben asciutti per non
attaccarsi alla griglia stessa;
- le carni non vanno mai bucate, per girarle si userà la pinza o la spatola;
- non superate mai i 25 minuti per la cottura alla brace, dopo tale tempo, infatti, la
brace perde d’intensità e sarebbe molto
difficile farla tornare a temperatura ottimale;
- non salate o pepate mai
la carne o il pesce durante la cottura (la carne
indurirebbe), il condimento va messo subito
prima di togliere il cibo
dal fuoco.
Manutenzione
degli
attrezzi:
- le griglie e gli spiedi non
vanno mai lavati, verranno ripuliti sfregandoli con
carta di giornale e sale;
- verranno riposti ben
puliti avvolti in carta di giornale all’interno
di uno scatolone;
- al momento della riutilizzazione griglie e
spiedi verranno puliti con carta assorbente
e fatti “disinfettare” sulla fiamma.
Cosa bere?
Acqua liscia e gassata, vini bianchi o rosati giovani e frizzanti se mangiamo carne
bianca o pesce, rossi per carne di maiale,
vitello e agnello, gradita sarà anche la
birra.
Non dimentichiamo anche i digestivi, gli
amari e la grappa.
Bevande analcoliche per i più piccoli.
Ricordiamoci, infine, che se organizziamo
un barbecue all’aperto la parola d’ordine
sarà educazione e rispetto per la natura!!!
(Bibliografia “La mia cucina” Epidem)
Campo de’ fiori
38
Per ricordare Don Marciano Ercolini
Ufficiale e Sacerdote
(prima parte)
Premessa: prima di
scrivere questo articolo, voglio ringraziare il sig. Angeletti
Sandro di Civita
Castellana (la sua
nonna paterna era
sorella
di
Don
di Arnaldo Ricci
[email protected] Marciano) il quale
con calda e generosa disponibilità, ha fornito
dati ed informazioni preziosissime che mi hanno permesso
di effettuare ricerche, finalizzate alla ricostruzione delle
vicende di vita di un coraggioso e valoroso civitonico: il
Ten.
Cappellano
Don
Marciano Ercolini.
campo, le origini del suo cognome Ercolini;
secondo le sue ricerche questo cognome
comparve a Civita Castellana alla fine del
18° secolo con provenienza dall’alta
Toscana, da dove, affermava Don
Marciano, sarebbe provenuto anche il
cognome Nelli.
Come tutti i bambini dell’epoca, anche
Marciano trascorse la sua fanciullezza
intorno alla calda accoglienza della sua
degli
Alpini.
Questo
suo
appartenere
anche
agli
Alpini, lo riempiva di soddisfazione e non
perdeva occasione per ricordarlo nei suoi
discorsi, con i numerosi suoi amici civitonici e non. Nel 1940 partì per la campagna
Marciano nacque a Civita
Castellana il 16 Settembre
1909 (qualunque civitonico
che sia tale, capirà la scelta
dei suoi genitori di chiamarlo
Marciano) da papà Giuseppe
Ercolini, anche lui nato a
Civita Castellana nel 1873
dove morì nel 1965 e dalla
mamma Aurora Nelli nata nel In questa foto del seminario di La Quercia, Don Marciano è indicato dalla freccia. La foto è stata scattata nel
1870 e morta nel 1945.
marzo 1934, qualche giorno dopo l’ordinazione a sacerdote.
Dunque, come si evince dai
parrocchia, ovviamente esercitando anche
di Grecia con la leggendaria Divisione
cognomi dei genitori, Marciano proviene
la funzione di chierichetto.
Julia. Chi conosce le vicende degli Alpini
da due famiglie prettamente civitoniche e
Terminate le scuole elementari Marciano
appartenenti alla Julia, sa che questi
radicate a Civita probabilmente da secoli.
entrò a far parte del seminario diocesano
ragazzi sostennero il massimo sforzo sulle
Seppi poi direttamente da Don Marciano
di Civita Castellana. Conclusi gli studi di
montagne greco-albanesi, per fermare il
(durante uno dei lunghi colloqui che spesCivita, proseguì il ciclo presso il seminario
nemico che stava per prendere il sopravso mi capitava di avere con lui, quando
regionale di Viterbo La Quercia, fino a convento. Sul famoso ponte di Perati (su quecluderli con il massimo profitto. Il giovane
sti avvenimenti, gli alpini composero
Marciano Ercolini fu ordinato sacerdote
anche un canto ) morirono a centinaia ma
con solenne cerimonia presso il Duomo di
fermarono la controffensiva greca, dando
Civita Castellana il giorno 18 marzo 1934.
il tempo necessario di prestare rinforzi alle
Nel
1938
Don
Marciano chiese il
permesso al suo
Vescovo, per prestare sevizio militare
nell’Esercito in qualità di Cappellano; gli
venne accordato e
partì: venne assegnato al corpo degli
Alpini, dove dopo
previo addestramento,
fu
nominato
Ufficiale
con
il grado
In questa foto del 1940 si vede la mamma di
di Tenente CappellaDon Marciano Aurora Nelli (a destra) con la
no. L’ appartenenza a
figlia Elisa (a sinistra)
quel corpo segnò il
transitava a piedi lungo via Vincenzo
suo destino per tutta
Ferretti e diretto verso l’ospedale
la vita. Ormai Don
Nella foto sopra, si vede Don Marciano indicato dalla freccia. La foto
Andosilla, dove ha esercitato per oltre
Marciano non era più
è stata scattata nel 1937 in occasione della prima comunione delle
quarant’anni la funzione di Cappellano)
solo Sacerdote ma
orfanelle di Civita Castellana.
uomo di immensa cultura in qualsiasi
Sacerdote ed Ufficiale
Campo de’ fiori
In questa foto lo vediamo ritratto vestito da
Cappellano Militare, con i gradi di Tenente.
La foto è stata scattata nel 1939 a Verona
truppe tedesche venute in aiuto.
Don Marciano si prodigò coraggiosamente
sui campi di battaglia, al fine di prestare
assistenza spirituale ai feriti ed ai moribondi, nei vari ospedali da campo. Egli
rimase per giorni senza dormire, ma non
abbandonò mai i suoi Alpini. Il Tenente
medico Dott. Giannetto era sempre in cop-
pia con Don Marciano; il primo
curava il corpo ed il secondo lo
spirito. Il Dott. Giannetto e Don
Marciano se fossero stati attualmente in vita, avrebbero raggiunto la bella età di 100 anni!
Don Marciano diceva che era suo
coetaneo. Il Ten. Ercolini seguì
tutti gli avvenimenti che coinvolsero la divisione Julia, essendo
lui stesso inquadrato in quella
divisione. Nel Marzo 1942,
essendo già terminate il grosso
delle operazioni militari in Grecia,
la Divisione Julia ricevette l’ordine di rientrare in Italia per qualche giorno di riposo, e permettere così ai
suoi Alpini di usufruire della meritata licenza; dopodichè sarebbero stati destinati in
Russia, dove era fortemente richiesta la
loro presenza. Purtroppo la storia ci dice
che circa 650 di questi valorosi Alpini, non
solo non arrivarono mai in Russia, ma non
arrivarono neanche in Italia. Il giorno della
partenza dalla Grecia, Don Marciano e i
suoi Alpini iniziarono a vivere da protagonisti una delle più dolorose vicende della
Divisione Julia, nonché della Regia Marina
Militare e Mercantile Italiana di allora: l’affondamento del piroscafo “Galilea”, causato dal siluramento da parte di un sommergibile inglese.
39
In questa foto è ritratto il Tenente medico
Dott. Giannetto insieme al Tenente
Cappellano Don Marciano Ercolini ( indicato
dalla freccia) presso l’Acropoli di Atene, da
pochi giorni conquistata dalle truppe italiane.
continua sul prossimo numero ...
Dafne ,
Grecia, in
questa foto
del 1941,
Don
Marciano
durante
una sosta
dell’autocolonna
che trasportava i
suoi Alpini
della Julia.
30 Aprile 1980 - 30 Aprile 2010: 30 anni di attività!
Acquista un libro riceverai un fiore in omaggio
Forse non sapete che tra lunedì 19 e domenica 25 Aprile in tutta Italia si festeggia “San Giorgio, una rosa per un libro”.
L’UNESCO l’ha proclamato il 23 Aprile, giorno di San Giorgio nonché data della morte di Shakespeare e Cervantes, giornata mondiale del libro. In Catalogna ed in altre città della Spagna, in questo giorno gli uomini regalano una rosa alle donne e sono contraccambiati con un libro, riprendendo così la leggenda di San Giorgio, che uccise il drago per sollevare la
principessa e dal sangue del drago uscì una rosa che il cavaliere raccolse per offrirla alla giovane donna.
L’idea di associare al libro un fiore come la rosa è sicuramente interessante: entrambi suscitano emozione, amore ed attrazione.
La nostra libreria il 30 di Aprile festeggia i suoi 30 anni di attività: è stata aperta nell’aprile del 1980 e da allora ha visto crescere e maturare tante generazioni fabrichesi,
quindi un motivo di vanto in più per aderire a questa iniziativa ed offrire a tutti i clienti
che acquisteranno un libro nella settimana che va dal 23 al 30 Aprile, un fiore in omaggio, sia a uomini che donne, per ringraziarli dell’appoggio dato alla cultura e a noi, nel
difficile mestiere del libraio.
40
Campo de’ fiori
Appello della giovane volontaria Giorgia Mei
Una scuola per i bambini
di Tenkodogo
Info: Elisa Mei 320.7289570
Giorgia Mei 00226.721940510 (n. in Burkina Faso)
[email protected] - [email protected] [email protected] - Per curiosità e foto visitate il profilo Giorgia Mei su Facebook
Per donazioni versare sul conto dell’APS
(Associazione di Promozione Sociale):
IT 11 S 03002 73031 000401313137
Causale: donazione a favore di APS “IL REGNO
DEI BAMBINI”
Vogliamo lanciare anche a voi, nostri affezionatissimi lettori, l’accorato appello di
una giovane volontaria di Civita Castellana
Giorgia Mei, che dopo aver completato i
suoi studi ha deciso di intraprendere un
viaggio nel Burkina Faso, vista la sua grande passione per la terra d’Africa. Vi proponiamo alcuni passi della lettera d’aiuto che
ha inviato a tutti i suoi conoscenti ed a
quanti vorranno unirsi a lei per realizzare
un piccolo grande sogno: regare una scuola vera ad 86 piccoli bambini del paese
Tenkodogo! Sosteniamo anche noi il pregetto
“Il
Regno
dei
bambini”
dell’Associazione di Promozione Sociale.
“…È la storia di una donna disabile (Marie
Louise) che 4 anni fa ha aperto una mini
scuola con i suoi miseri mezzi, per insegnare il francese (lingua ufficiale obbligatoria a scuola) ai bambini troppo poveri del
quartiere, che senza il suo aiuto a quest’ora sarebbero a lavoro nei campi! Badate
bene miei cari. Io non voglio commuovervi, ma cerco il vostro aiuto e se ho precisato che la donna è disabile non è per cercare compassione, ma per farvi capire con
quanto amore e quanto forza questa
donna, nonostante le sue immense difficoltà, cerchi di aiutare gli altri. D’altronde
si sa come le persone diversamente abili
amino la vita, molto spesso più di noi!!!
Premessa a parte, volevo dirvi che da
quando sono arrivata sto cercando di aiutare questa donna a creare una struttura
più decente e a permetterle di ottenere dei
fondi, che possano finanziare una serie di
attività sostenibili e durature a sostegno di
questi bambini. Lei, da quattro anni, insegna francese, prepara il pranzo, fa educazione all’igiene e prevenzione contro
l’AIDS a 86 bambini, e lo fa dentro una
stanza costruita con sabbia, grande quanto la vostra camera da letto (a meno che
non abbiate una suite per camera da letto
potete immaginare le condizioni di disagio
di questi 86 bambini). Lo fa a scopo puramente volontario e vi dirò di più paga le
spese del cibo e dei quaderni con i suoi
soldi! Vende acqua della sua fontana e le
borse che fabbrica lei a casa (è bravissima
tra l’altro), per aiutare questi bambini a
non essere esclusi dalla società prima del
dovuto e per dar loro almeno una chance
di cambiare la misera vita che hanno.
(…) Sono qui a scrivervi per chiedervi di
AIUTARCI (a me, a M. Louise, alla sua
migliore amica che è la segretaria dell’associazione e ad un maestro (ISSA) che
insegna gratis per questi 86 bambini!!!!!!!). DOBBIAMO COSTRUIRE UNA
SCUOLA, perché se riusciamo a realizzare
la struttura poi ci saranno molti finanziatori che ci faranno la corte per aiutarci!!!
Sono sicura di questo perché la prescolarizzazione è l’attività principale del
Ministero dell’educazione in questi anni!!
Visto che qui dove sono io, a Tenkodogo,
non ci sono ancora strutture di prescolarizzazione (se non le private dei ricchi!!),
so che ci saranno molte ONG pronte a
sostenerci, ma prima dobbiamo fare la
scuola e presto anche se è possibile!!!!!!!!!! Io me ne vado a Novembre e
vorrei monitorare bene la situazione in
modo che quando torno in Italia, la cosa
sia ormai capace di reggersi da sola e
senza intoppi!!!!!!!!!!!!!!!!!! PER QUESTO,
CON TALE LETTERA, VI CHIEDO DI
AITUARMI A RACCOGLIERE I SOLDI PER
FARE LA SCUOLA!!! Per un’intera struttura
servono 30.000 euro! VI PREGO DI NON
FARVI SCORAGGIARE DALLA CIFRA. Io lo
so che se faremo un passaparola possiamo trovare questi soldi anche in una setti-
mana! Ad ognuno libertà assoluta di mettere quello che vuole e che può. QUALSIASI CIFRA, non pensate che anche 50
centesimi non possano fare la differenza!
State tranquilli che se sono tanti 50 centesimi alla fine fanno raggiungere lo stesso il
risultato!! Ognuno metta quello che può e
vi SUPPLICO di fare passaparola.
Sicuramente ciascuno tra di voi conosce
100 persone a lui vicine..e queste cento
persone possono trasmettere il messaggio
a tante altre…Vedrete che 30.000 E verranno fuori in una settimana…Se accettate di aiutarmi, vi dico come avverrà la raccolta dei fondi. Sto cercando di trovare
una persona responsabile di questo “fund
raising” di famiglia in ogni posto che conosco. A queste persone verrà dato l’incarico
di raccogliere i fondi che poi saranno versati sul conto dell'associazione che abbiamo costituito “IL REGNO DEI BAMBINI
“per essere utilizzati ai fini della costruzione! (...) VI RINGRAZIO IN ANTICIPO…..A
TUTTI DI CUORE!!!!!!!! Mi auguro possiate aiutarmi a realizzare questo sogno. In
bocca al lupo per tutte le vostre cose..anzi
no..in bocca al lupo non si dice..come mi
ha detto una mia cara amica (e mi vendo
la battuta!!)…”Licia Colò ha detto che la
lupa si è messa in bocca Romolo e Remo
per salvarli e non per ucciderli :-) Quindi
BUONA FORTUNA PER OGNI VOSTRO
PROGRAMMA E DESIDERIO…
Un abbraccio forte
Giorgia Mei”
Si organizza
Cena di Beneficenza
il 09 Aprile 2010
presso il Ristorante Sabina
costo euro 30,00 a persona
Per info e prevendite cena contattare:
Elisa 320.7289570 - Marco 329.4579490
Campo de’ fiori
41
Le (DIS)avventure del signor G.
Call-center
Sbraitava la signora T, sua
suocera, rivolgendosi alla
parentela riunita al pranzo
domenicale:<<Quando
arriverà questo benedetto
rimborso io non lo so! Mica
sono noccioline! I soldi se
di Gianni
li sono presi in anticipo, poi
Bracci
per restituirli c’è sempre
tempo. Vabbè….. ma che parlo a fare, a
voi cosa interessa…. Mai nessuno che ti
dia una mano, siete solo capaci di chiedere. E’ proprio vero: una madre è buona per
cento figli ma cento figli non sono buoni
per una madre!>>. Quanto gli piaceva
tirare fuori questi detti popolari dai luoghi
più reconditi della sua memoria. Ogni
tanto se ne usciva con qualcuna di queste
frasi fatte: poche parole che riassumevano
efficacemente il significato di un intero
discorso. Anche la mamma di G amava
fare lo stesso, era una delle poche cose
che le accomunavano. G si sentì ferito nell’orgoglio: quella donna aveva ragione.
Tutti presi nelle mille faccende e faccenduole, mai nessuno tra figli, generi e nipoti che l’aiutasse a disbrigare quelle piccole
cose per le quali lei, per ovvi motivi anagrafici, incontrava tante difficoltà. Decise
che avrebbe pensato lui, G, a tirarla fuori
d’impaccio. La povera signora T doveva
ricevere un rimborso da parte della
Compagnia Elettrica. Si era rivolta allo
sportello cittadino senza successo perché
la procedura prevedeva che bisognava
chiamare il numero verde. Lei aveva ripetutamente provato a farlo, ma si imbrogliava talmente tanto con la tastiera del
telefono che, tutte le volte, le cadeva la
linea prima di riuscire a formulare la richiesta. Era talmente frustrata da fargli quasi
tenerezza: e pensare che l’aveva sempre
considerata un po’ arpia, non per niente
era sua suocera. G raccolse tutta la documentazione e si prese formalmente l’impegno di chiamare il numero verde della
Compagnia Elettrica per risolvere il problema: ”Una telefonata non si nega a nessuno. Che sarà mai…. “ pensò. Il giorno
seguente non c’era tanto movimento al
lavoro. Digitò il numero verde e una voce
registrata con tono garbato esclamò:<<
Digitate il vostro numero di telefono e
attendete in linea… Tempo di attesa per la
risposta 15 minuti>>. “E che cavolo. 15
minuti!”. G realizzò che sarebbe stato
meglio posticipare la cosa: ”Che diavolo ci
dovranno fare poi con il numero di telefono di chi chiama!‘’, si disse un po’ scocciato. La sera riprovò, ma la stessa voce preregistrata gli annunciò che era troppo
tardi, gli operatori non erano disponibili. “
”Gira che ti rigira mi tocca prendere un
permesso“, rimuginava sempre più preoccupato per il verso che stava prendendo la
cosa. Infatti qualche giorno dopo decise
che sarebbe andato al lavoro con un’ora di
ritardo per contattare quel fantomatico
centralino. Digitò il numero verde, poi il
suo numero di telefono, quindi la vocina
chiese il codice cliente, che fortunatamente intravide trascritto sulla ricevuta dell’ultima bolletta, ma cadde sul codice contatore, di cui proprio ignorava persino l’esistenza. Si precipitò a casa della suocera e,
dopo aver lungamente discusso con quasi
tutti i condomini dell’edificio sulla proprietà di questo o quell’apparecchio misuratore, riuscì a decifrare il maledetto numerino
con cui avrebbe potuto proseguire la telefonata, anche se ormai si era fatto tardi.
Prese un giorno di ferie. Si piazzò davanti
il telefono di casa con il piglio di chi vuole
fortemente andare fino in fondo.
Ricominciò daccapo, digitò tutti i codici
richiesti seguende pedissequamente le
istruzioni della vocina preregistrata finchè
questa iniziò – vivaddio! - ad elencare le
opzioni tra le quali scegliere:<< Per reclami, guasti, osservazioni e rimproveri digitare 1. Per comunicazioni riguardanti lettura attualizzata digitare 2. Per modificare
opzione tariffaria su base oraria digitare 3.
Per modificare opzione tariffaria in assenza di base oraria digitare 4. Per scegliere
nuova tariffazione profilo “For you” digitare 5. Per informazioni sulla fatturazione del
3° e 4 ° trimestre digitare 6. Per informazioni sulle fatture non ancora emesse ma
già riscosse tramite RID, digitare 7. Per
informazioni sulle nuove offerte di mercato “accessori a basso consumo” digitare
8… digitare 9…10…11…12…13. Digitare
l’opzione scelta dopo il beep…..
Beep……>>Il disco era arrivato a tredici
opzioni che si apprestava a ripetere in
inglese. G provò a memorizzarne una che
vagamente potesse indirizzarlo alla richiesta di rimborso ma trovava notevoli difficoltà e si era già dimenticato quella che, lì
per lì, gli era sembrato facesse al suo caso,
quando, mentre era teso nello sforzo di
ricordare qualcosa la voce lo freddò:<<
Spiacente, il tempo disponibile è scaduto,
prema 1 per ricominciare, “cancelletto”
per uscire >>. G premette 1, anche perché neppure sapeva esistesse un tasto
chiamato “cancelletto”, e quindi il disco
ricominciò la nenia. G lo riascoltò un paio
di volte finchè, spazientito, digitò il tasto
“6”, che riteneva più adatto:” informazioni
sulla fatturazione del 3 e 4 ° trimestre”. A
quel punto la vocina, inflessibile, cominciò:<< Per informazioni sulla lettura automatica relativa al 3° trimestre digitare 1.
Per informazioni sulla lettura automatica
relativa al 4° trimestre digitare 2. Per
comunicazioni riguardanti discordanza di
letture tra l’effettiva e la presunta digitare
3… digitare 4…5….6. Digitare l’opzione
scelta dopo il beep…..
Beep……>>.
Niente da fare. E neppure la soddisfazione
di litigare con uno straccio di operatore.
Aveva già bruciato quasi mezza mattinata
senza riuscire nemmeno a capire quale
cavolo di tasto doveva premere. Temeva
seriamente che gli ci sarebbe voluto un
altro giorno di ferie. Aveva proprio ragione la signora T: altro che età avanzata, qui
non si trovava proprio il capo della matassa. Escogitò un sistema per liberarsi dal
maledetto call-center, che ormai odiava
con tutte le sue forze: avrebbe preparato
una falsa lettera di rimborso della
Compagnia Elettrica, ci avrebbe infilato 80
euro contanti e l’avrebbe spedita alla suocera. Come procedura era un po’ anomala,
certamente, ma la vecchina non avrebbe
mai sospettato nulla, l’importante era
recuperare il maltolto. E così fece. Gli
pesava un po’ rimettere tutti quei soldi, ma
d’altronde era a fin di bene, li stava consegnando a sua suocera, e comunque ci
avrebbe guadagnato in tempo e salute.
Avrebbe perso dei soldi, ma salvato la faccia. La domenica successiva non appena
vide la suocera, non potè fare a meno di
chiedergli sornione:<< Allora? E’ arrivato il
rimborso? >> aspettandosi entusiastiche
parole di ringraziamento che invece non
arrivarono. Anzi…. La signora T era arrabbiatissima:<<Mi mandano un rimborso
così…..nudo e crudo. Ma per chi mi hanno
presa, per una sempliciotta? Niente scuse
e niente interessi legali. Mi sono informata
all’Associazione Consumatori: mi devono il
2,5 % annuo, che cavolo! Ci penso io a
questi “mangia a ufo” : un bel ricorso e poi
vediamo chi la spunta! Così imparano ad
approfittarsi della gente perbene >> .
Gli caddero le braccia. Tanto rumore per
nulla. Sua suocera era inviperita più di
prima. Si rese conto di aver perso tempo
e, soprattutto, denaro, inutilmente. I-n-ut-i-l-m-e-n-t-e. Anzi, avrebbero pure controdedotto. Porca miseria, questa sì che
era davvero buffa: un ricorso contro un
rimborso inventato da G, chissà quali altri
impicci sarebbero usciti fuori!? Non riuscì a
trattenersi e l’apostrofò rancoroso:<<Lo
sai che ti dico: quelli dei call-center saranno pure dei disgraziati, ma voi utenti siete
proprio degli incontentabili rompiscatole..… E che cavolo, quando ci vuole ci
vuole!>>.
42
Campo de’ fiori
Concorso fotografico: “La maternità. Parole e immagini”
Premiati i vincitori alla Sala Mostre del Palazzo Comunale di Fabrica di Roma
Venerdì 12 marzo, presso la sala mostre del Palazzo Comunale di Fabrica di Roma,
si è tenuta la serata di spettacolo e premiazione del concorso fotografico “La
maternità. Parole e immagini”, il primo del ciclo “Donna. Frammenti di un percorso”, un evento interamente dedicato a valorizzare la figura femminile in tutti i suoi
aspetti. Durante la serata, accompagnata dalla musica dei clarinetti di Marta
Minella e Grazia Cascio, è stato possibile ammirare le opere dell’artista Anna Ajò.
Dopo essere state visionate le opere in gara, votate anche dal pubblico presente,
sono stati assegnati i premi. Fondamentali i giudizi della giuria, composta da
Elisabetta De Menis, docente di Archeologia Medioevale dell’Università della Tuscia
e Direttrice del Museo della Città e del territorio di Vetralla; Anne De Mittenaere,
artista e Direttrice di Opera di Bosco Museo di arte Contemporanea nella natura, a
Calcata; Riccardo Spinella, fotografo ufficiale dal 1994 delle stagioni liriche del
Teatro lirico sperimentale A. Belli di Spoleto; Anna Ajò, artista e Presidente
della’Accademia Danae Arte Contemporanea in collaborazione con Arte e Critica,
rivista di Arte contemporanea di Roma, Milano e tutto il territorio nazionale; Anna
Maghi del Centro Antiviolenza Erinna di Viterbo; Valentina Bruno del Centro
Antiviolenza Erinna di Viterbo.
Attendiamo i prossimi appuntamenti della “Fabrica delle donne”.
Giocare non solo per vincere
ma per sostenere una giusta causa!!
L’iniziativa “Lotteria del Pescatore” che si concluderà con l’estrazione del Primo
Maggio, non è una lotteria come le altre. Essa ha come primo scopo quello di
raccogliere fondi da investire in un nuovo automezzo, destinato all’ATAMO,
l’Associazione per la Tutela e l’Assistenza ai Malati Oncologici, della sezione di
Civita castellana, che da ben 10 anni opera nell’ambito territoriale dei Comuni
che appartengono al bacino di utenza del presidio ospedaliero di Civita castellana. L’ATAMO, infatti, oltre a svolgere assistenza ospedaliera ai malati nel reparto oncologia durante le terapie, organizzando corsi di psicologia e ginnastica
riabilitativa, attraverso l’impegno quotidiano dei suoi volontari, garantisce ai
malati di tumore che devono sottoporsi a terapie fuori sede, il trasporto gratuito presso altre strutture ospedaliere, in particolare l’Ospedale Belcolle di Viterbo.
La nuova auto servirebbe ad affiancare la vecchia Agila, per garantire ai malati
un trasporto più sicuro.
Ma la lotteria si propone anche un altro obbiettivo: promuovere l’immagine
dell’Associazione Pesca Club “Parco dei fiori”, che gestisce l’impianto “I due
Laghi”, in Via Nepesina.
I premi in palio sono davvero tanti, perché oltre a quelli dell’estrazione finale ce
ne sono altri per le estrazioni mensili.
Aiutateci ad aiutare…ovvero una lotteria per la solidarietà
Campo de’ fiori
43
La storia del cimitero
di Civita Castellana
Una nuova corrente di pensiero identifica la sua posizione in diretta relazione al
Campanile medioevale, con
un deciso orientamento
ovest-est.
Che una Cattedrale molto
più piccola dell’attuale, già
esistesse al tempo della
Traslazione delle Reliquie
dei SS. Martiri Marciano e
Giovanni nel Gennaio del
1001, è ormai un fatto
documentario noto ed
acquisito. Rimane, comunque, il dilemma della sua
posizione.
È altresì chiaro, che la sucPortico della Cattedrale di Civita Castellana, dove è stato loca- cessiva fabbrica del XIII
secolo, è praticamente
lizzato un antico cimetero cittadino
sorta sull’antico Cimitero, di
... continua dal numero 67
cui si era persa la memoria in quel preciso
momento storico, oppure gli antichi
Ritorniamo per una breve riflessione
costruttori, il Vescovo e il Popolo, hanno
all’antico Cimitero localizzato nell’area del
voluto costruirla proprio sull’antico
portico Cosmatesco della Cattedrale di
Cimitero per conferire una maggiore
Santa Maria Maggiore: come si evince
sacralità
all’evento
architettonico.
dalla relazione redatta dagli archeologi
Successivamente al 1210, l’antico
Ministeriali, la tipologia delle strutture
Cimitero di Santa Maria, viene ad
funerarie rinvenute, deve essere collocata
espandersi nell’area oggi occupata dal
intorno all’XI sec.. Questa precisa dataziocampo sportivo del circolo Anspi di via
ne consente di formulare l’ipotesi che
Roma. Dopo i restauri della Cattedrale proprima ancora della edificazione della fabmossi dal Vescovo Tenderini, il sito del
brica medioevale, a noi nota dalle struttuCimitero rimane praticamente inalterato,
re murarie superstiti e dal portico dei
anche se nella zona della Sacrestia, al
Cosmati, esisteva una precedente Chiesa,
livello del piano interrato, vengono costruilegata al Culto Mariano e di più modeste
te delle tombe a pozzo, dove i personaggi
dimensioni, edificata intorno all’anno Mille.
illustri e nobiliari di Civita Castellana, venResta da chiarire il posizionamento dell’angono sepolti.
tica Cattedrale di Civita Castellana.
La
funzione
cimiteriale
della
Alcuni storici ritengono che l’antica Chiesa
Cattedrale
di
Santa
Maria
Maggiore,
sorgesse sul sedime della Cripta, il cui
è testimoniata dalle numerose lapidi
ingresso oggi è collocato all’interno della
sepolcrali, che oggi ritroviamo nell’interCattedrale.
di Enea Cisbani
no.
Alcune lapidi, ricordano celebri Vescovi
Diocesani, come SANTE LANUCCI, eletto
Vescovo di Civita Castellana da Benedetto
XIV il 2 Dicembre 1748 e ricordato, soprattutto, per le Costituzioni Sinodali del 1757.
Fu un Vescovo, che riportò ordine nella
Diocesi e nelle sue finanze, dopo la conclusione dei lavori di ristrutturazione della
Cattedrale. Consacrò solennemente nel
1750 la Cattedrale. Il Vescovo Lanucci rinvenne sotto l’Altare Maggiore posto nel
presbiterio, le reliquie dei Santi Patroni, lì
poste dopo la ricognizione del 1230 del
Vescovo Pietro e alla presenza del Ministro
Generale dei Frati Minori Conventuali.
Un’altra lapide ricorda la figura del
Vescovo FRANCESCO FORLANI, Vicario
Generale di Mons. Tenderini.
Promosse il restauro dell’antico Oratorio
dedicato al Cuore di Maria, posto a lato
della Cattedrale.
Altre lapidi, oggi murate nel portico, ricordano personaggi illustri di Civita
Castellana, come DOMENICO MAZZOCCHI o notabili locali del periodo medioevale.
continua sul prossimo numero...
La Cripta della Cattedrale, sul cui sedime alcuni
storici ritengono che sorgesse l’antica Chiesa.
Nel cuore
Il 17 Gennaio, è venuta a mancare la mamma di un nostro caro
amico nonchè collaboratore, Erminio Quadraroli, colpito già dal precente lutto del padre, scomparso solo la settimana precedente.
Tutta la redazione si unisce al suo dolore per la dipartita degli
amati genitori.
44
Campo de’ fiori
Albero Genealogico
** Nota per la lettura: il numero prima del nome indica la generazione,
dai giorni nostri andando a ritroso.
Potete richiedere l’albero
genealogico della vostra
famiglia di Fabrica di
Roma, rivolgendovi presso
la nostra redazione
(tel. 0761.513117
[email protected]).
Verrà elaborato dal nostro
collaboratore Geneg e
potrete vederlo pubblicato
sulle pagine di
Campo de’ fiori.
Campo de’ fiori
45
I rischi che dovevano correre, per fame, i contadini civitonici agli inizi del 1900
Caccia di frodo nelle tenute del barone Trocchi
Dobboloni Giovanni, colto in fragranza di reato viene portato davanti al pretore
Agli inizi del ‘900 la
situazione economica
dei contadini civitonici
non era certo delle
migliori. C’erano lotte
a ritmo serrato per la
rivendicazione
dei
diritti civili e per ottenere terre da coltivare,
per questo si erano
di
Francesca Pelinga costituite leghe contadine che di fatto non
portarono a nulla e questo fu uno dei
motivi della grande emigrazione verso le
Americhe. I contadini per arrotondare il
magro bilancio familiare e per procurarsi
carne fresca andavano a cacciare abusivamente nelle tenute dei ricchi proprietari
terrieri di Civita. La più frequentata era la
tenuta del barone Trocchi, la quale aveva
un’ estensione di circa 500 ettari e confinava con la provinciale Flaminia, con le
proprietà Borghese, Arrigoni, Riccioni,
ospedale Andosilla, contessa Rosa, sorelle
Andreini. All’interno vi era una bellissima
palazzina, dimora dei baroni con annessi
fabbricati per case coloniche, magazzini e
stalle, numerosi armenti e animali domestici ed esotici, una estesa vigna ed un
grande frutteto. Il barone vi viveva insieme alla moglie e alla cognata. Era un
uomo austero. Nelle sue terre non era
permesso fischiare, nè cantare, dire parolacce e la domenica tutti i fattori dovevano
andare a messa nella chiesa della tenuta,
poi dovevano assistere alla cavalcata che
faceva con il suo cavallo Giorgio nel recinto ed applaudire. Se sorprendeva uno dei
suoi contadini a mangiare la frutta che
cadeva in terra lo sospendeva dal lavoro;
gli animali dovevano morire di vecchiaia,
era contro la caccia. Il 9 settembre 1912 il
Barone Alberto Trocchi denunciò al
Maresciallo del R.R. Carabinieri di Civita
Giovanni Dobboloni di 35 anni contadino
libero, senza terra, per aver cacciato abusivamente nei giorni 29 e 30 Agosto nella
tenuta di Pian Paradiso. Il nuovo codice
penale, nato nel 1889, all’ art.428, stabiliva che cacciare in terreno altrui, aperto o
chiuso, costituiva reato qualora
il proprietario ne
avesse
fatto
divieto con dei
segnali dai quali
risultasse palese
il divieto. Il barone Trocchi fin dal
Maggio
1900
aveva
messo
nella tenuta i
cartelli con il
divieto, lo aveva
fatto pubblicare
nella Gazzetta
Ufficiale
del
Regno n°119,
facendone affiggere una copia
nell’albo pretorio Panoramica delle campagne di Civita Castellana agli inizi del XX secolo,
territori coinvolti nella caccia di frodo.
di
Civita.
Il
telli con il divieto non erano esposti nella
Dobboloni il 29 Agosto si recò a cacciare
forma dovuta.
con i cani nella tenuta. Fu sorpreso dal
Furono chiamati a testimoniare i soci della
guardiano Giovanni Santucci che lo invitò
Società dei Cacciatori: il presidente
ad andarsene mostrandogli i cartelli, ma il
Tarquini Domenico dichiarò che da sempre
Dobboloni gli rispose: “Tabelle o non
i cittadini di Civita esercitavano la caccia
tabelle io resto”. Infatti non solo rimase
nella tenuta del barone ed era un diritto
tutta la giornata, ma tornò anche il giorno
civico. Purtroppo il Tribunale respinse l’apdopo. La causa fu portata dinanzi al
pello e, il 13 Febbraio 1913, confermò la
Pretore del Mandamento di Civita, avv.
sentenza del Pretore di Civita.
Filiberto Cefalo, e fu aperta al pubblico. Il
Non sappiamo se Giovanni pagò perché il
barone si costituì parte civile e furono
1 luglio 1913 s’imbarcò sulla nave San
intesi periti e testimoni sullo stato del terGiorgio dal porto di Napoli per l’America.
reno in ordine della visibilità o meno dei
Finalmente il barone Trocchi poteva dorsegnali di divieto di caccia. L’imputato
mire sonni tranquilli.
ammise di essere stato più volte in quella
tenuta a cacciare e di essere stato sorpreso dal guardiano, ma disse di essere
entrato da un punto dove il passo era libero e non esisteva la tabella di divieto. Il
Pretore lo dichiarò colpevole del reato,
costringendolo a pagare una multa di L.75,
e le spese processuali. Giovanni fece ricorso contro questa sentenza dinanzi al
Tribunale Civile e Penale di Viterbo, forte
del fatto che nel 1908 era stato assolto per
lo stesso reato sempre ai danni del Barone
Trocchi: il pretore aveva emesso la sentenza in suo favore dichiarando che i car-
46
Campo de’ fiori
1955
“ O bullo de Civita”
Eccolo! “O bullo de Civita”.
Coi calzoni stretti a tubo, scarpe nere che ti sta sempre con le mosse del Bughibughi…: e se apre la bocca, ti dice che lui conosce le migliori sale di Roma… più di casa sua… esclusa però una saletta di periferia… dove per far concorrenza ai bulli della Capitale… <<je fecero l’occhi come du’ cocomeri>>.
Dove lo tocchi ti risponde.
Se ne intende di meccanica… perché ha sfasciato più di qualche volta le vespe degli amici; se ne intende di costruzioni… perché
sa lanciarsi la <<la callarella sulle spalle con una sola mano>>.
E se lo tocchi di politica?
A Civita ti dichiara che fa il compagno. Se pigli però il treno per Roma… rimane rosso-pomodoro fino a Stabia, rosa-pallido fino
a Castel Nuovo; a Prima porta è già pesce da un pezzo…
Se piglia il tram e porta per caso il Giornale del Popolo… si guarda bene dal farsi vedere con la prima pagina aperta.
Allo stadio capita ogni tanto in mezzo a un gruppo di sbarbatelli nostalgici. Se questi nel fervore della mischia, fanno uno scherzo in là con le mani a ciaramella all’indirizzo di qualche Papavero…egli si guarda attorno per vedere se ce qualche faccia paesana… poi attacca pure lui, e la sua voce si sente dalle curve fin sotto le tribune centrali: <<… Arbitro c…; a te e… quer… p…de…>>.
Però c’è stoffa nel bullo civitonico… perché: <<ci à un core d’oro… se commuove subbito… e si vede due pe la Capitale che stanno a litiga’ se ‘mpiccia e ce busca sempre>>.
Campo de’ fiori
La rubrica
dei perchè
Perché il primo giorno di Aprile
è dedicato agli scherzi?
Fino al XVI secolo, in Francia, il primo giorno dell’anno era il 25 Marzo. I festeggiamenti culminavano il 1°
Aprile con banchetti e scambi di doni. Nel 1564 re
Carlo IX decise di adottare il calendario gregoriano,
e di spostare il capodanno al 1° gennaio. Ma alcuni
sudditi non accettarono il cambiamento. Ben presto i
loro concittadini iniziarono a sbeffeggiare l’usanza e
ogni anno, in occasione del 1 Aprile, inviavano ai
“tradizionalisti” regali di burla o li invitavano a feste fantasma.
E’ ststo scelto come simbolo il pesce perchè in quel periodo dell’anno il Sole abbandona il segno zodiacale dei pesci, le vittime degli scherzi furono chiamate “pesci d’aprile”.
Perchè la fede si porta
a sinistra?
E’ stato il re inglese Edoardo VI, figlio di Enrico VII
Tudor, a designare come “dito da anello” l’anulare
sinistro sulla base di un’antica credenza: si riteneva
che dal terzo dito di questa mano avesse origine una
vena particolare, la vena amoris (vena dell’amore),
collegata direttamente al cuore. Ma quando si scoprì
che essa non esisteva, era ormai troppo tardi perchè
il costume di indossare la fede a sinistra s’era ormai
radicato in molti paesi europei.
Se anche tu stai
collezionando
Campo de’ fiori,
corri in redazione a
recuperare i numeri che
ti mancano!!!
LEGGI CAMPO DE’ FIORI
E PASSA PAROLA
47
Proverbi corchianesi
In tempi crudi
la madre scalza
e li fijoli gnudi
Merla primarola,
a Marzo feda l’ova,
a Aprile fa li fij,
chi fa prima se li pij
L’acqua del torrente
la beve il serpente,
la beve Dio,
la bevo anch’io
Soprannomi fabrichesi
Fafi
Ninì
Pisichì
Fafò
Cacchiò
Tacchiò
Pistolò
Spanò
Buffò
Paggiò
RICERCHIAMO CORRISPONDENTI E
COLLABORATORI per il settore commerciale,
nei paesi in cui Campo de’ fiori è distribuito,
perchè vogliamo che diventi ancor più
la rivista della tua città!
Campo de’ fiori
48
Oroscopo di Marzo
by Cosmo
ARIETE In campo amoroso migliorerà l’intesa
con il partner e potranno
esserci maliziose sorprese. Nei rapporti lavorativi
limitate l’istinto, e siate
comprensivi e disponibili con i colleghi.
La salute andrà a gonfie vele ma attenzione alle irritazioni cutanee.
TORO Preferirete stare
con gli amici e in compagnia senza isolarvi
a
meditare o peggio ancora
discutere con il partner.
Sul lavoro emergerà una vecchia incombenza da risolvere con urgenza. State
attenti ai movimenti improvvisi e ai colpi
della strega…
GEMELLI Preparatevi ad
una inaspettata situazione nei rapporti amorosi: il
partner avrà bisogno di
aiuto e di discorsi appropriati. Attenzione alla
salute: mantenere una postura corretta
per evitare il mal di schiena! Sul lavoro
siate moderati, senza strafare!
CANCRO In amore tenete a freno l’orgoglio e l’istinto per non dover poi
correre ai ripari. Evitate le
bugie perché non saranno credute o presto verranno smascherate. E questo vale anche
in ambito lavorativo. Controllate le ansie
quotidiane e lo stress.
LEONE Rimboccatevi le
maniche e non perdete
tempo in banalità. In
amore siate meno intransigenti e acidi nei confronti
del partner e delle persone
in generale. Sul lavoro buone opportunità di carriera e nuovi oneri, ma attenzione
a non colpevolizzare i colleghi. Non sfogate la tensione sul cibo.
VERGINE Avete l’opportunità di chiudere con il passato e di gettare nuove e
più solide basi per il futuro
che porterà una svolta
decisiva e importante sia in
campo professionale che nella vita quotidiana. Un consiglio di un familiare sarà
molto utile per evitare un errore in campo
lavorativo.
Attenzione
all’umore.
BILANCIA Mettete da
parte l’ostinazione sia nei
rapporti affettivi che in
quelli di lavoro. Ponderate
bene le decisioni soprattutto nel lavoro,
e state
attenti a non farvi raggirare da persone
approfittatrici a voi molto vicine. In amore
siate sinceri ed evitate di nascondere piccole verità. Attenti a non sfogare lo stress
sul cibo.
SCORPIONE Periodo non
buono. In amore sembra
mancare l’intesa con il partner e sorgeranno dubbi
sulla stabilità del rapporto.
Siete dubbiosi e poco sicuri delle vostre
azioni. Soddisfazioni e certezze nel lavoro:
tra errori e tentativi troveranno la giusta
strada. L’intuizione sarà la migliore alleata.
SAGITTARIO
Periodo
sereno grazie alla vostra
intraprendenza e ai buoni
propositi. In amore ci
saranno momenti divertenti con il partner e occasioni
per i single di incontrare gente interessante. Sul lavoro contare solo vostre forze, ma
non siate egocentrici. Piccoli malanni di
stagione, niente di grave!
CAPRICORNO Non siate
troppo possessivi con il
partner. Non bisogna
necessariamente
avere
accanto la persona amata
in ogni situazione. Ciò è
importante per non soffocare il partner.
Sul lavoro condividete pareri e idee con i
colleghi. Nuove opportunità di successo.
ACQUARIO Siete troppo
agitati, rilassatevi e prendetevi un attimo per schiarirvi le idee. Sarete litigiosi
con il partner e autoritari
sul lavoro. Attenzione a
non essere ostinati e istintivi. Lo stress
causato dalla tensione emotiva può provocare stanchezza, riposatevi.
PESCI Periodo di stress. In
ambito lavorativo ci sono
decisioni non facili da dover
prendere, la vostra scelta
sarà contrastata ma andrà
difesa con tenacia perché sarà vincente!
In amore vivrete momenti passionali e
teneri. La salute è di ferro, ma se accompagnata da una dieta sana ed equilibrata.
SOSTENETE CAMPO DE’ FIORI CON IL NOSTRO ABBONAMENTO
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Campo de’ fiori
49
AGENDA
Tutti gli appuntamenti più importanti
Dal 6 marzo al 28 marzo 2010
“ IL DIAVOLO FA LE PENTOLE…”
commedia brillante di VITO BOFFOLI
Regia dell’Autore
Una commedia brillante dove Duccio, abilissimo tuttofare romano, metterà in atto una storia travolgente ricca di equivoci e incontri spassosi. Ad una vita onesta e dignitosa, trovano spazio ruffianerie e comportamenti truffaldini, pur di accaparrare favori e denari… E nel gioco dell’astuzia e
dell’ambizione, vengono invischiati tutti i personaggi, del tutto a proprio agio a ingannare gli altri,
fossero pure parenti e amici! E in un susseguirsi di situazioni vertiginose, sempre di più si delinea
l’incapacità di amare, la semplicità dei rapporti sentimentali tra gli individui. L’euforia del potere
del denaro investe ogni cosa: tutto si compra… e tutti si vendono, nell’allegro mercato della vita!
Un lavoro che strizza l’occhio alle figure della commedia dell’arte, attualizzandole con il gusto dell’ironia e del grottesco.
Con: Gianluca Boffoli, Pepi, Alberto Mosca, Chiara Felici, Renzo Imbroinise, Wilma Perla,
Matteo Tugnoli Musiche: G.Boffoli - Scene: V.Fedeli.
TEATRO EUCLIDE – PIAZZA EUCLIDE 34/A – 00197 ROMA
Ufficio Promozione e Botteghino: Feriali 10:00/14:00 – 15:30/19:00 – Festivi 10:00/14:00 – Lunedì
Riposo.
Tel. 06 8082511 (r.a.) - fax 06 8075497 - Sito web http://www.teatroeuclide.it
Botteghino [email protected] Informazioni [email protected]
Orari spettacoli: giov. h. 17:30 – ven. e sab. h. 21:00 – dom. h. 17:00
Costo biglietto: Intero € 18,00 – Ridotto Cral € 13,00 – Ridotto Giovani e Anziani € 10,00
Buona
Pasqua
LIBERA ACCADEMIA ORTANA
L’Associazione Culturale Incontri Mediterranei, in collaborazione
con la Scuola di Musica Comunale di Orte, nell’ambito delle proprie attività culminanti con il prestigioso Festival Internazionale
di Organo e Strumenti Antichi e con il Corso Internazionale di
Musica Antica, organizza alcuni momenti primaverili, preziosi per la didattica della musica.
Gli Incontri di Musica da Camera sono rivolti a tutti gli strumentisti e cantanti che desiderano fare pratica di musica d’insieme allo scopo di arricchire la propria formazione
interpretativa. Sono corsi brevi e intensivi basati sulla formazione orchestrale, che prevedono anche lezioni per l’educazione dell'orecchio e per l'improvvisazione ritmica. Direttore
Artistico degli Incontri è la liutista Evangelina Mascardi,
argentina di Buenos Aires, che collabora abitualmente con le
migliori orchestre della scena internazionale (Venice Baroque
Orchestra, Ensemble 415, Zefiro, Monteverdi Choir and
Orchestra) ed è professore ospite all’Università di Alicante. Gli
Workshop di Improvvisazione per arpa e percussioni sono corsi
brevi ed intensivi basati sulla pratica con esercizi adimmersione
totale. Sono rivolti a tutti gli strumentisti e cantanti che desiderano arricchire la propria conoscenza avvicinando altre espressioni musicali, differenti da quelle di tradizione classica e che
intendono conoscere l'utilizzo di nuove abilità strumentali, allo
scopo di incrementare la propria formazione interpretativa.
Docente dei corsi è Lincoln Almada, nato in Paraguay e
residente in Olanda, che con l’arpa e le percussioni coniuga le
tecniche classiche del Sud America con le influenze europee
contemporanee.
Per informazioni: Associazione Culturale Incontri Mediterranei
Palazzo Archi – Via Principe Umberto, 16 – 01028 Orte (VT)
www.cittadiorte.it – 0761.402893 – 333.2214656.
La compagnia "I NUOVI ISTRIONI"
diretta da Paolo Ferrarelli
presenta
“CECHOV… A COLORI”
TRE DIVERTENTISSIMI ATTI UNICI DI ANTON PAVLOVIC CECHOV
L'ANNIVERSARIO - LA DOMANDA DI MATRIMONIO - L'ORSO
Domenica 7 - 14 - 21 - 28 marzo 2010 – h16.30
Al Teatro Piccolo di San Nilo - Via del Grottino - Grottaferrata
Posto unico: €13,00 - Prezzo ridotto: €11,00 solo con prenotazione
Prossima tappa a Roma: dal 6 al 17 aprile 2010 alle ore
20.45 – domenica 11 e 18 aprile 2010 alle ore 17.15
Teatro Tordinona - Via degli Acquasparta 16, Lungotevere
Tordinona -Roma
Posto unico: €15,00 - Prezzo ridotto: €13,00 solo con prenotazione
Per prenotazioni ed info: 388.6185653 - 328.6144516 - 328.3098049
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Ufficio Stampa: Spagnoli Claudia 380.7930036
[email protected]
La Redazione di Campo de’ fiori si associa agli auguri
Il 23 Marzo la nostra
piccola principessa, Giulia
Barboni, compie già 4 anni.
Tantissimi auguri di Buon
Compleanno da mamma,
papà, i nonni, gli zii e i
cuginetti.
Il 21 Marzo compie 1 anno
Stefano Proietti. Il più bel
regalo che la primavera
potesse portarci… auguri
piccolino nostro… Federica,
Lorenzo, zia e zio.
Tanti auguri
alle due
cuginette
Irene che
compie il
suo primo
anno e
Sabrina per
il suo terzo compleanno, dai fratellini
Francesca e Giuseppe, dai genitori, dai nonni
e dagli zii.
Luigi e Luciana
fanno tanti auguri alla loro dolcissima mamma
Emilia che compie 90 anni. Si associano Stefano e
Marco per la loro bellissima nonna ed un bacio
grande da Assunta, Leo e Serena.
Finalmente dopo tanti sacrifici c’è l’ha fatta la nostra
cara Dottoressa Alessia
Pagani che il 3 Marzo ha
conseguito la laurea in
Psicologia. Il nostro augurio
è che tu riesca anche nel
lavoro che ti aspetta con lo
stesso successo.
Congratulazione da mamma,
papà e dagli amici più cari!!!
Auguri a Gabriele
Lerose che il 24
Febbraio ha compiuto
22 anni da mamma, papà,
Loriana e Giulia.
Auguri a Giulia Lerose
che il 1° Marzo ha compiuto un quarto di secolo
(25) anni, da mamma,
papà, Gabriele e Loriana.
Tanti auguri alla mia mammina Ingrid che ha compiuto 31 anni il 19 febbraio. Sono contento di avere
una mamma proprio d’oro, il tuo piccolo Cristian.
Tanti auguri anche a Campanile Antonietta e
Marinozzi Luigi che hanno compiuto gli anni il 22 e
23 Febbraio, da tutti i parenti.
Un trenino di auguri, per il
nostro piccolo Riccardo Berni,
per il suo primo mese di vita. Ti
vogliamo un mondo di bene, i
tuoi zietti Giovanni e Teresa
Tantissimi auguri di Buon
Compleanno a Tommaso
Nardone che compie 77 anni
il 24 Marzo, dalla moglie,
i fratelli, le sorelle, i figlie
e i nipoti.
Alla mia sorellina
Martina che il 13 marzo
ha compiuto 3 anni.
Tantissimi
auguri dal tuo Matteo
Tantissimi auguri di buon
compleanno a Luisa!!!!
Ti vogliamo bene!!!
Da Giulia, Marta &
Marta!!!!
8. Febbraio.
2010
Il nostro
sogno più
bello si è realizzato, il suo
nome è
21.03.2010
Francesco!
Festeggiamo l’arrivo
Mamma
della primavera con il
Daniela e
matrimonio di Danila
papà Marco.
e Alessandro affinché la vostra sia
un’unione piena d’aTantissimi auguri a Francesco
more e… un augurio
Ulisse di Santa
particolare per Rina
Maria delle Mole,
e Vittorio, compagni
che il 9 Marzo ha
di viaggio della
compiuto 2 anni, da
nostra vita! Paola,
tutti gli zii di
Carmine, Marta e
Corchiano e dalla
Noemi.
nonna Giuseppina.
A Sergio
Barzellotti
che il 27
Dicembre
2008
è stato
nominato
Cavaliere
dal Presidente della Repubblica,
congratulazioni da parenti ed
amici, ara per allora e
per sempre.
A Bruno,
tanti
auguri per
i suoi 84
anni, dalle
figlie, i
generi e i
nipoti
Alcune persone rendono il mondo migliore soltanto vivendoci…Tu ne sei il perfetto esempio.
Tanti auguri a
Andrea Ortensi per
il suo primo anno di
vita, da mamma
Isabella e papà
Roberto.
Tantissimi auguri di
buon compleanno a
papà e mamma che l’8
e il 19 Marzo compiono gli anni, da parte di
Cristian e Alessia.
Siete due genitori
meravigliosi e vi
vogliamo un mondo di
bene!!!
Per la gioia di
mamma Elisabetta
e papà Marco è nata
il 3 Febbraio 2010
Beatrice Spoletini.
Tanti auguri da tutti
i nonni, gli zii e i
cuginetti.
Tantissimi
auguri a
Barbara
che il 26
Febbraio
ha compiuto 40
anni!!! Da
Nazzareno e Federico !!!!
Tanti auguri
a Elisa che
l’11 Marzo
ha compiuto
7 anni, da
mamma,
papà, nonni,
zii e cugini.
52
Campo de’ fiori
Questo mese volevamo dedicare la pagina dei nostri
amici a 4 zampe all’adozione del cuore che deve far
prendere consapevolezza a chi vuole ridare ad un cane
(o due) la dignità e lo scopo di una vita. Tutti giorni
abbiamo a che fare con l’incoscienza di chi fa fare cucciolate senza sapere a chi dare quegli esseri senzienti
che non hanno fatto nulla di male e diventano randagi,
abbiamo a che fare con chi abbandona indiscriminatamente il proprio amico fedele per ragioni che ancora
non riusciamo a capire...e noi, come associazione animalista, cerchiamo di evitare loro il trauma del canile e
cerchiamo, senza mollare mai, di farli adottare... Da
giugno ad oggi abbiamo salvato dalla strada una quarantina di cani che hanno trovato una casa accogliente
e una famiglia affettuosa.. E’ più facile per i cani di piccola taglia, ma...perché c’è un ma...i cani di grossa
taglia e/o di taglia medio/grande pagano un prezzo incalcolabile il fatto di essere di
mole grossa. E’ il caso di DOLCE che tutti gli abitanti di Civita Castellana conoscono
bene: un CLA ovvero Cane Libero Accudito che dormiva tutto il giorno davanti o contro le vetrine della COOP della cittadina Viterbese. L’Associazione l’aveva sterilizzata,
quindi niente pericolo di cucciolata, nutrita e mantenuta, anche grazie all’aiuto di
“volontari” che la controllavano quotidianamente... Un inizio di procedura per farla
diventare “cane di quartiere” è stata vanificata dal fatto che Dolce, una mattina,
vedendo una signorina con un panino in mano, ha desiderato tanto quel panino che
alcuni le davano sistematicamente. Ha pensato che fosse suo e se lo è andato a prendere dalle mani di una persona che...ha paura dei cani! Apriti cielo! Denuncia alla ASL
e al Comune. Conseguenza: DOLCE viene accalappiata e portata in canile dove, come
cane soggetto a sequestro, non può essere monitorata dall’Associazione in quel brutto periodo (perché il canile è brutto, credeteci!). Trascorsi i 10 giorni del sequestro, la
Presidente della Sezione di Civita Castellana dell’Associazione l’ha “adottata” e portata via. Ma...Dolce non può più essere rimessa sul territorio e quindi se ne va in pensione dove ogni pomeriggio viene fatta “sgambettare” insieme al suo compagno di
“cella” Lapo, un meticcetto di taglia piccola che già era nello stesso box di Dolce al
Canile. DOLCE, forse più di chiunque altro cane, MERITA UNA VERA CASA, un giardino, persone che le facciano compagnia come lei ne farà a loro. Non può vivere in eterno in pensione (anche perché ci costa! e sono già 5 mesi...) e anche perché è troppo giovane (non più di 2anni). E’ di taglia medio/grande, simil labrador, color miele,
intelligentissima e dolcissima come il nome che le è stato assegnato. L’appello del
mese è tutto per DOLCE e ...LAPO che ormai non possono essere separati, dopo tutto
quello che hanno passato! Serve una buona famiglia che ami i cani, che abbia un giardino soprattutto ben recintato (in altezza!) e che possa dedicare loro un bel po’ del
proprio tempo (soprattutto all’inizio) per far capire a queste due creature che il mondo
non è poi così malvagio... L’Associazione, nella persona della Presidente della Sezione
di Civita Castellana, si impegna a dare la propria disponibilità per sbrigare l’affidamento di Dolce e Lapo, seguirli insieme ai nuovi padroni dando loro tutte le informazioni necessarie al benessere dei cani.
Una mano sul cuore e salvate Dolce e Lapo. GRAZIE. Tel. 3391123663
Lei è Flaminia,
è una mini
springer spaniel.
Cucciolotta
7/8 mesi....
dolcissima.
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appena 5 mesi.,
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Civita Castellana.
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Taglia mini, dopo anni
di galera cerca una
casa calda e una famiglia amorosa.
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Campo de’ fiori
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Roma com’era
Roma.
Piazza Bocca della Verità.
Novembre 1964.
Una disinvolta
Raffaella Carrà,
allora mora, si mette in
posa per una simpatica
foto, in un momento di
pausa, prima di ricominciare le riprese.
Visita il nostro sito
www.campodefiori.biz
Campo de’ fiori
54
Album d
Campo de’ fiori
Civita Castellana
Anni ‘50.
Da sx:
Santina Coracci e
Checca Gabrielli.
In basso: Daniela
Gabrielli
Civita Castellana - Madonna delle Piagge. In ricordo di una delle
Pasquette più spensierate degli anni ‘50.
Da sx: Franco Ceccani e Gianni Ranfi.
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Civita Castellana anno scolastico 1956. Maestro Fausto Silei. 1. Angelo MIcheli, 2. Goffredfo Chiodi, 3. Angelo Baldoffei, 4. Orlando Dionisi, 5.
Vittorio Galligani, 6. Mauro Mancini, 7. Massimo Sugoni, 8. Claudio Galligani, 9. .... Speranza, 10. FRanco Pieralisi, 11. Piero Basili, 12.
Averaldo ... , 13. Aldo Angeletti, 14. Mario Pellegrini, 15. Ermanno Lemme, 16. Claudio Zachetto, 17. FRanco Pedica, 18. Pasquale Mancini.
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dei ricordi
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Civita Castellana - Scuola elementare “Don Bosco” - anno 1964. Foto delle Sig.re Nerella Millozzi e Valeri Tiziana
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Civita Castellana - I, II e III media - anno 1943. 1. Giustini, 2. Renzo Caroselli, 3. Angelo Fortuna, 4. Preside Fochetti, 5. Potestà Alberto
Parroccini, 6. Dott. Cerri, 7. Enzo Cipriani, 8. Pietro Lelio Giuliani, 9. Don Felice, 10. Claudio Ceccarelli, 11 Pio Morselli, 12. Bruno Finesi,
13. Antonio Parroccini,14. Giovanni Rossini, 15.Dott. Innocenzo Paolelli, 16. Sergio Fidaleo, 17. Prof. Luigi Cardinali.
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Album d
Campo de’ fiori
Fabrica di Roma - V Elementare - in alto da sx: Cencelli Silvano, Claudio Celeste, Giulio Consoci, Salvatore De Angelis, Loris Ceccarelli,
Antonio Mascagna, Roberto Carosi, Moreno Nobili, Gianfranco Coletta, Sandro Panichelli, Mario Meloni, ......., Rosalia Ansaldi,
Pierluigi Parrettini, Francesco Berto, Luigi Ricci, Ivo Carosi. In basso da sx: Maurizio Pacelli, Renzo Testa, Vittorio Canmpana, Sandro Sciosci,
Giovanni Marignoli, Renato Rafanelli, Mario Mastrogiovanni, Sandro Baldassarre, Domenico Anetrini.
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Fabrica di Roma - 1929. Lea Maria Testa nel giorno della
sua Prima Comunione. Foto Alberto Muti
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Fabrica di Roma - anni ‘70. Da sx: Angelo Alessi, Marcello Mastrantoni,
Domenico Anselmi, Gia Carlo Picchietti.
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dei ricordi
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Fabrica di Roma 1947. Cuginetti e
sorelline della
Famiglia Tabacchini
Campo de’ fiori
Campo de’ fiori
Fabrica di Roma - primi anni ‘70. Il Vescovo Massimiliani, affiancato da Mons. Domenico Anselmi, impartisce l’olio crismale a
Giuseppe Tirittera, accompagnato dal suo padrino.
Fabrica di Roma - Anni ‘50. Da sx: Maddalena Stefanucci, Silvana Anselmi,
Assunta Alessi ed Ersilia Iannoni.
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Album d
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Corchiano, anni ‘50 - Fila dietro da sx: Sara Mariani, Elia Nardone, Emilio Nardone, Eugenio Agostini, Marisa Orlandi, Desiderio Agostini,
Tommaso Nardone, Antonio Nardone, Lisa Nardone. Fila davanti da sx: Tiziana Nardone, Rosanna Di Giuseppe, Libia Agostini,
Tonino Nardone, Enzo Di Giuseppe
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Corchiano 1965/66 - 1. Albertina ..., 2. Celestina ..., 3. Margherita Gori, 4. Marco Magrini, 5. Domenico Ricci, 6. Amedeo Zucchella, 7. Gianni
Iannoni, 8. Ciamberlino, 9. Tarquinio Lilli, 10. Luigi Stefanelli, 11. Vincenzo Papa, 12. ... Ricci, 13. Federico Bendetti, 14. Pino Menicacci,
15. Carlo Ridolfi, 16. Enzo Troncarelli, 17. Fabrizio De Angelis, 18. ... Mechelli, 19. Sandro Pilera, 20. Ercole Achille.
Campo de’ fiori
dei ricordi
Campo de’ fiori
Carbognano. Classe I elementare - anno 1921.
Campo de’ fiori
Ronciglione - 1902. Foto di gruppo nelle campagne del paese.
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Campo de’ fiori
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Annunci
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