CISV`Informa Marzo 2013

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CISV`Informa Marzo 2013
Anno XIII, Numero 4, Marzo 2013
In Questo umero
2 CAMPO BASE:
LA GUERRA IN MALI
Ma CISV alimenta la
pace con Anna,
Monica e Fabio
4 CAMPO BASE:
LE RELAZIONI
Nel mondo globalizzato tutti
nella stessa pentola:
oggi come ieri la fame degli
altri e affar nostro
6 CAMPO BASE:
LE TESTIMONIANZE
L’entusiasmo dei
giovani in servizio
civile trascina i cisvini
nel cuore dei progetti
8 DAL CAMPO BASE AL
CAMPO BIMBI
Contro la fame ...
stiamo in CAMPAgNA
14 PRIMA_ERA
GREEN FEST
Buon Compleanno
El Barrio!
15 8 MARZO:
CISVestiamo
Una festa delle donne per
le donne senza diritti
2
Campo Base: la guerra in Mali
Ma CISV alimenta la pace con Anna, Monica e Fabio
Alberto Fascetto
Anna Calavita
Monica Del Sarto e
Fabio Ricci
Tra le belle relazioni e testimonianze del
Campo Base, raccolte in due carrellate nelle
prossime pagine (da 4 a 7), riserviamo qui uno spazio particolare a quella sulla guerra in
Mali prendendo spunto dalla sintesi riportata
all’assemblea da Alberto Fascetto, appena
tornato in Italia con gli altri ragazzi del servizio civile. La situazione del Mali ci interpella
particolarmente, intanto perché la nostra associazione è in questo paese dal 1988,
(come non ricordare il primo progetto a Nyafunkè con AMRAD!) ma poi anche perché ci
pone di fronte all’eterno dilemma di quale
strada sia giusto scegliere tra l’implicita vocazione pacifista che ci contraddistingue, da
un lato, e la volontà di schierarsi a fianco
delle popolazioni vittime di violenza cieca,
dall’altro. Forse la risposta più bella a questo dilemma la stanno dando, a nome di tutti,
i nostri meravigliosi volontari Anna Calavita,
Monica Del Sarto e Fabio Ricci, che non
hanno abbandonato il paese, nonostante i rischi, rendendosi conto di come la propria
presenza fosse ancora più importante per la
popolazione locale in una situazione come
questa (si veda l’articolo di Stefania Garini a
pagina 11 e le belle interviste sul sito CISV
all’indirizzo http://www.cisvto.org/eventi/malialimentare-pace).
Gli episodi che hanno portato alla guerra
conclamata, prendono le mosse nel primo
trimestre dello scorso anno, con azioni di
guerriglia compiute nel nord del paese dal
MNLA (Movimento Nazionale di Liberazione
di Azawad – regione settentrionale del Mali)
un gruppo di arabi Tuareg del nord, che da
sempre rivendica l’indipendenza per la propria regione. la situazione di “assenza” dello
stato nella vasta regione settentrionale offre
il destro ad Amadou Sanogo per il colpo di
stato. La notte tra il 21 e 22 marzo del 2012
viene ucciso il presidente Amadou Toumani
Touré che era in carica dal 2002. Il capitano Sanogo si autoproclama leader del Comitato Nazionale per il ritorno alla democrazia
e la restaurazione dello stato (CNRDRE),
Sul fronte del nord si assiste frattanto ad una
deriva islamista. Nel crogiolo di movimenti e
gruppi ribelli prende il sopravvento Ansar alDine, letteralmente “difensori della fede”, un
gruppo integralista che dichiara liberata la
regione di Azawad, ed impone la Sharia.
AQMI (Al Qaeda nel Maghreb Islamico) e
MUJAO (Movimento per l’Unità e la Jahad in
Africa Occidentale), movimenti terroristi vicini
ad Al Qaeda, finanziati con traffico di armi e
droga, stringono un accordo con Ansar alDine. A questo punto si crea una spaccatura
con MLNA che vuole uno stato del nord indipendente ma non islamista. In aprile Cheick
Modibo Diarra, astrofisico e uomo d’affari,
viene designato primo ministro di un governo
di unità nazionale dal presidente ad interim
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Dioncounda Traore,
A maggio si assiste ad un tentativo di controcolpo di stato con leggero ferimento del presidente ed uccisione di alcuni manifestanti.
La situazione di guerriglia nel nord genera i
primi spostamenti di profughi che migrano
nella regione centrale del paese o verso i paesi limitrofi.
Il primo ministro chiede aiuto sia alla comunità economica degli stati dell’Africa occidentale (CEESAO) che all’ONU. Nel novembre la
situazione del paese viene discussa alle Nazioni Unite. Si perviene alle risoluzione 2071
la quale, preso atto della situazione, richiede
esplicitamente che si crei un contingente di
pace con leadership africana. L’Onu vuole evitare di essere percepito dalla popolazione
locale come un altro “invasore”, il che diventerebbe terribilmente funzionale, in termini di
immagine, alla strategia di Al-Qaeda e alleati. Lo stesso concetto viene ribadito dalla
successiva risoluzione 2085. A dicembre il
primo ministro Diarra si dimette per le pressioni di Sanogo. La comunità internazionale
interpreta questo come il segnale definitivo
di un paese allo sbando.
A gennaio l’esercito francese interviene direttamente mandando i propri mezzi e 2500
soldati a Sevare e Mopti. L’aviazione francese bombarda alcune città ritenute sedi di jihadisti. Si decide di sostenere un intervento
da terra con supporto esterno di UE, UK USA, Belgio Germania, Canada più svariati
stati africani. Oggi, dopo settimane di intensi
combattimenti che hanno consentito ai soldati maliani, francesi e africani di riprendere
il controllo di Gao, Kidal e Tombouctu, inizia
una nuova fase molto difficile perché tesa al
ristabilimento della sicurezza in una zona estesa e ostile, per il cui completamento è
stato più volte invocato il dispiegamento delle truppe africane con ruolo di leadership.
Con la guerra che imperversa, l’emergenza
profughi è diventata una priorità. Secondo
l'UNHCR, le persone attualmente sfollate nel
paese sarebbero più di 200 mila e l’elevato
rischio di malattie contagiose, meningite,
morbillo e colera si propaga a macchia d'olio.
La guerra poi, ha incancrenito la già pesante
situazione di emergenza alimentare caratterizzata da pressione demografica, desertificazione in espansione, diminuzione delle
fonti d’acqua di superficie, cambiamenti climatici, conflitti tra agricoltori e allevatori per
l’accaparramento delle terre. Per queste ragioni oggi la CISV ha deciso di sostenere in
modo particolare il Mali con la campagna
speciale “Mali: Alimentare la Pace” i cui migliori testimonial non potevano che essere i
volontari stessi (vedere l’articolo a pag 11).
Tutte le informazioni sulla campagna sono
sul sito alla pagina http://www.cisvto.org/
cisvbd/campagnaMALI.html.
3
Le relazioni ...seguite da un pubblico attentissimo
I ragazzi del Servizio Civile premiati dalla presidente
Qualche scena ...dalla cena
Folta la pattuglia dei più giovani
Grande soddisfazione in cucina
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4
Campo Base: le relazioni
Nel modo globalizzato tutti nella stessa pentola:
GIODA
la presenza dei
presidenti di LVIA
e MLAL è segno di
una amicizia
profonda, che si sta
traducendo
progressivamente
in una
collaborazione
sempre più intensa
tra i tre organismi
BOBBA
Un fenomeno che
incide sul GHI è
l’accaparramento
delle terre. Molte
grandi imprese
stanno in pratica
espropriando i
contadini per creare
latifondi da
utilizzare
soprattutto nella
produzione di
vegetali per
bio-carburanti ed, in
secondo luogo, per
l’agricoltura
estensiva.
La calorosa introduzione di Piera Gioda ha
scaldato un poco gli intirizziti amici della CISV
accorsi sabato 2 Febbraio alla Chiesa di San
Giulio d’Orta per il Campo Base 2013. La
presidente ha espresso soddisfazione per la
presenza dei presidenti di LVIA e MLAL, segno di una amicizia e di una condivisione
profonda, che si sta traducendo progressivamente in una collaborazione sempre più intensa tra i tre organismi. La sovranità alimentare, ha detto, non è un concetto nostro, è
stato piuttosto importato: a noi della CISV,
per esempio, lo hanno insegnato i SEM Terra
del Brasile o l’Associazione contadina ROPPA dell’Africa occidentale. Questo concetto
è nato dalla constatazione dei fallimenti ripetuti dei vari interventi compiuti per sradicare
la fame. Nonostante la produzione di cibo
aumentasse, anche la popolazione malnutrita
o sottonutrita aumentava. Si è capito che
nulla può cambiare se l’organizzazione della
produzione e della distribuzione continua a
marginalizzare i piccoli produttori che pure
sono quelli che permettono alla maggioranza
delle persone nel mondo di sfamarsi. In fondo questo concetto, declinato in chiave locale
è quello che ha portato anche da noi a privilegiare negli ultimi anni l’approvvigionamento di
cibi genuini, e la filiera corta. Emanuele Durante, presidente della settima Circoscrizione
di Torino ha poi portato all’assemblea un saluto istituzionale.
Nel primo intervento, Sandro Bobba, presidente LVIA, ha illustrato uno studio curato da
ISPI e Link2007 sull’indice globale della fame 2012 (GHI) che è stato presentato a ottobre dello scorso anno a Torino e a Milano.
Il GHI insiste su tre indicatori: percentuale di
bambini denutriti, percentuale di popolazione
che non ha accesso ad una adeguata quantità di calorie, tasso di mortalità infantile. Secondo gli standard internazionali si considera
il livello di 1800 calorie al giorno come la soglia al di sotto della quale si parla di denutrizione. Un indice minore di 5 è considerato
basso, la gravità poi aumenta progressivamente e, al di sopra di 30, indica una situazione estremamente allarmante. Se si osservano le mappe del GHI si può constatare che
mentre a livello globale l’indice è in calo, avendo complessivamente un punteggio inferiore a 15, vi sono aree del pianeta in cui il
GHI supera i 20. Molti paesi, soprattutto
nell’Asia meridionale e nell’Africa subsahariana hanno indici elevati: Haiti, Eritrea,
Burundi hanno situazioni molto allarmanti,
l’India e molti paesi dell’Africa sub-sahariana
presentato una situazione allarmante. Complessivamente sono 20 i paesi con situazione
di allarme alimentare più o meno grave e, se
si tolgono Timor Est, Haiti e Yemen, si tratta
di nazioni africane, Bobba ha poi illustrato
alcuni risultati che dimostrerebbero come
l’aumento del PIL incida favorevolmente sulla
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riduzione dell’GHI anche se si osservano casi
in controtendenza come quello dell’India tra il
1996 ed il 2001. I fattori che incidono sulla sicurezza alimentare, di natura economica, ambientale e sociale, sono molteplici.
Tra di essi: le politiche energetiche e agricole
dei vari paesi, la crescita demografica e
l’inurbamento. La migrazione verso le megalopoli innesca una ridotta produttività alimentare poiché le terre vengono abbandonate e
nello stesso tempo si determina un maggior
onere per i trasporti. Altro aspetto negativo è
legato al degrado del suolo, soprattutto in Africa sub-sahariana, Centro America e SudEst asiatico, dovuto a cause climatiche ma
anche a tecniche agricole sbagliate. Questo
problema poi si lega alla deforestazione poiché i contadini disperati cercano altre terre
coltivabili bruciando aree di foresta.
Un fenomeno che incide sul GHI con un forte
risvolto sociale è il Land Grabbing o, in italiano, accaparramento delle terre. Molte grandi
imprese stanno in pratica espropriando i contadini per creare latifondi da utilizzare soprattutto nella produzione di vegetali per biocarburanti ed, in secondo luogo, per
l’agricoltura estensiva. Si tratta di un fenomeno molto grave perché il piccolo appezzamento è in pratica l’unica possibilità di sostentamento familiare per molte persone in
tantissimi paesi del Sud del mondo che hanno una economia sostanzialmente rurale.
La questione fame quindi ha cause molto datate e quando si parla di emergenza si compie per lo meno un errore semantico. Non si
tratta in realtà di un fenomeno improvviso come un terremoto o una inondazione ma di un
fenomeno sistemico. Pensiamo al Sahel: se
consideriamo il trend di produzione alimentare degli ultimi 5 anni si osserva una costante
diminuzione che per di più va confrontata con
una popolazione in aumento.
Per far fronte a questa situazione ultimamente è stato coniato il termine di Resilienza mutuato dalla tecnologia dei materiali, che rappresenterebbe l’insieme delle strategie messe in campo per attrezzare le popolazioni a
sopportare shock alimentari, come quello degli ultimi anni, con misure strutturali. Se ci
pensiamo bene è esattamente quello che fanno le nostre associazioni che hanno sempre
lavorato per progetti di medio termine e non
sulle emergenze. C’e infine da considerare
l’accesso ad acqua ed energia, che hanno
questi paesi. La difficoltà a procurarsi energia è di nuovo motivo di impulso al disboscamento. I poveri si procurano legna per scaldarsi e cucinare, è a basso costo monetario
anche se il costo ambientale, di salute e di
tempo è insostenibile. La sicurezza alimentare dunque si determina rimovendo le cause
dei problemi inerenti i tre fattori sinergicamente interagenti di Terra, Acqua ed Energia
-> continua a pag 5
5
oggi come ieri, la fame degli altri è affar nostro
-> segue da pag 4
Mario Lonardi, presidente MLAL ha relazionato sul tema di come garantire la sicurezza
alimentare in un contesto come quello descritto da Bobba in cui terra, acqua ed energia, in molte aree del pianeta, scarseggiano.
La sovranità alimentare è un concetto più
stringente della sicurezza alimentare: esige il
diritto ad un cibo rispettoso della cultura di ogni popolo e prodotto autonomamente in territori dove vengano rispettati i criteri di coltivazione a garanzia della bio-diversità.
La sicurezza alimentare, che si “limita” a
chiedere il diritto per ogni uomo alla fruizione
di un cibo sufficiente, è stata seriamente minata dal fatto di concepire gli alimenti come
commodities, cioè beni utilizzabili per la speculazione finanziaria. Durante le crisi alimentari del 2006-2008 e 2010-2011 in Africa subsahariana, il vertiginoso aumento dei prezzi
dei cereali si deve addebitare a tale fenomeno. Quei paesi infatti hanno una importazione di alimenti maggiore degli aiuti internazionali ricevuti. Manca una governance politica
che impedisca ai poveri di pagare, con la loro
stessa vita, le manovre degli speculatori.
Un elemento dirompente in questa partita è
costituito dall’emergere, in alcuni paesi, di
nuovi regimi alimentari. I cosiddetti BRICS,
in particolare la Cina mostrano un aumento
straordinario del consumo di carne il che corrisponde, per un verso, ad una richiesta di
molti più cereali per l’alimentazione degli animali e, contestualmente, a un impulso su fenomeni devastanti dal punto di vista ecologico come l’effetto serra. Si sa infatti che una
delle cause principali di aumento della concentrazione di metano nell’atmosfera è da
imputare all’allevamento intensivo dei bovini.
Ma anche le attività agricole in sé hanno una
incidenza non trascurabile sui gas ad effetto
serra. Più che la quantità assolute, ciò che
spaventa è il trend di crescita del consumo di
carne in considerazione dell’enorme popolazione di queste aree. C’è poi da considerare
l’effetto del trasporto soprattutto per la CO2. Il
problema è che l’effetto serra innesca un circolo vizioso dal momento che, con l’aumento
della temperatura media globale, diminuisce
la produttività dei terreni. La riduzione di capacità produttiva di mais e riso incide in particolare su paesi gia in crisi, In Africa questo
effetto è eclatante soprattutto perché si lega
alla carenza di acqua.
Nella gestione finanziaria dei prodotti agricoli
è entrato prepotentemente il tema dei biocarburanti che richiedono enormi estensioni
coltivate per produrre etanolo (canna) e biodiesel (olio di semi). In Europa molti terreni
sono stati adibiti a coltivazioni per il mais da
insilare insieme alle deiezioni animali per la
produzione di a bio-gas. In altri casi i terreni
agricoli sono sottratti al loro naturale utilizzo
per le installazioni fotovoltaiche.
Il tema dell’acqua ha forti risvolti politici come
ha dimostrato il referendum italiano
sull’acqua bene comune. Si dovrebbe partire
dal presupposto che l’acqua, oltre ad essere
un bene primario, è anche indivisibile in
quanto rientra in un ciclo che interessa, per
estensione, l’intero pianeta. Se siamo nati in
un territorio con acqua in abbondanza non è
certo per merito nostro. Si dovrebbe quindi
definire una policy internazionale con un prelievo fiscale dai territori che hanno molta acqua a favole di coloro che hanno difficoltà ad
accedervi (ad esempio per i costi di estrazione). L’ultimo tema che ha a che fare con la
sicurezza alimentare è l’energia. Dobbiamo
segnalare in positivo l’impulso che ha avuto
negli ultimi anni lo sfruttamento delle risorse
rinnovabili che per esempio, in Italia, ha raggiunto il 25%. Il problema non è tanto
l’energia in sé ma l’accesso all’energia. Oggi
ad esempio in Africa c’è un consumo procapite pari al 6% della media mondiale.
In questo scenario molto complesso e preoccupante noi abbiamo precise responsabilità e
possiamo fare molto, a livello individuale e
collettivo, per cambiare. Ad esempio rifiutando la logica delle commodities, la falsa scelta
ecologica dei bio-carburanti, incentivando i
piccoli produttori locali e impegnandoci per la
salvaguardia della bio-diversità con piccole
azioni quotidiane o con scelte politiche congruenti.
Franco Sburlati, responsabile della Campagna CISV “Siamo tutti nella stessa pentola”
ha preso la parola per ultimo citando innanzitutto un proverbio “ogni giorno è un viaggio e
dopo ogni giorno ci sarà un altro viaggio fino
a che arriveremo ad un grande viaggio che
faremo tutti insieme”. Questo nostro progetto, ha detto, è stato pensato proprio come un
viaggio dove ogni giorno incontriamo altre
persone. Ma è anche una pentola cioè un
crogiuolo dove ognuno con le sue caratteristiche si mescola con gli altri fino a poterci riconoscere come un unico, proprio come nella trasformazione degli ingredienti in un buon
piatto. Si tratta innanzitutto di comprendere i
nostri compagni di viaggio, dando particolare
spazio ai più giovani, ai ragazzi. Quando
prendiamo un caffè dobbiamo avere la consapevolezza del peso di sfruttamento, di fatica, di impatto ecologico che c’è in quella tazzina, ma questo non ci deve ricacciare in una
visione neo-rurale del mondo. Vogliamo partire dalle situazioni che conosciamo, e qui ci
è d’aiuto la lunga esperienza dei progetti sostenuti dalle nostre associazioni, per trovare
modi di operare che allarghino il cerchio, in
modo che le nostre scelte possano diventare
le scelte che coinvolgono e appassionano
molte altre persone agli stessi temi che noi
abbiamo nel cuore.
a cura di Paul Marteau
Anno XIII, Numero 4, Marzo 2013
LONARDI
Il diritto per ogni
uomo alla fruizione
di un cibo
sufficiente, è stato
seriamente minato
dal fatto di
concepire gli
alimenti come
commodities, cioè
beni utilizzabili per
la speculazione
finanziaria
SBURLATI
Vogliamo trovare
modi di
operare che
allarghino il cerchio,
in modo che le
nostre scelte
possano diventare
le scelte che
coinvolgono e
appassionano molte
altre persone agli
stessi temi che noi
abbiamo nel cuore
6
Campo Base: le testimonianze
L’entusiasmo dei giovani in servizio civile ...
GUATEMALA
Importante è la
collaborazione
nell’ambito della
“Defensoria de la
Mujer Ixil” un
progetto che lavora
per la difesa delle
donne e contro la
violenza di genere
VENEZUELA
La Bibliomula è una
iniziativa con alto
valore simbolico. La
mula è sempre stata
per antonomasia,
l’emblema del lavoro
e soprattutto di
quello fisico,
pesante. Ora,
portando libri in
villaggi remoti dove
vengono allestiti
laboratori di lettura
e scrittura, si è
trasformata in una
eccezionale
rappresentazione
della cultura per
tutti
BRASILE
Una importante
iniziativa è
“Semeando
agroecologia” che
sostiene i contadini
intenzionati ad
abbandonare
l’utilizzo intensivo di
pesticidi, offrendo
loro strumenti e
conoscenze per
diventare
bio-agricoltori
Il momento più coinvolgente del Campo Base è stato senza dubbio quello della variegata ed appassionata testimonianza che i giovani ragazzi del servizio civile hanno reso ai
presenti. Con belle presentazioni, colorate,
animate e pimpanti, tracimanti entusiasmo e
freschezza, e con una partecipazione emotiva palpabile, i giovani cisvini hanno riportato
gli echi del lavoro compiuto, a fianco dei volontari, in sette paesi di America Latina e Africa in cui la nostra associazione opera. E’
stata una bella occasione per fare una carrellata “motivazionale”, utile a riconoscere il
senso del nostro “fare” ed anche a riaccendere la speranza troppe volte offuscata dalle
difficoltà che stiamo incontrando.
Il viaggio attraverso i “nostri” due continenti
ha preso la mosse dal Guatemala
Francesca Rosa ha parlato anche a nome
del compagno di servizio Giacomo Cantini
che non è potuto intervenire. Ha subito messo in evidenza la notizia importante relativa
all’inizio del processo a Rios Montt, ex presidente del Guatemala, accusato di genocidio
nei confronti delle popolazioni indigene. In
realtà, ha osservato, lo scenario complessivo
del paese è ben lungi dal rendere giustizia
alle vittime dato che il potere resta in mano
alle stesse oligarchie: l’attuale presidente
Peres Molina è un ex generale dell’esercito,
in servizio con Montt. Il paese soffre di problemi strutturali incancreniti dagli appetiti di
grandi compagnie multinazionali attratte dalle potenzialità di sfruttamento idroelettrico e
minerario.
Molte delle attività CISV si svolgono nel comune di Nebaj, nel territorio della popolazione indigena Ixil. Importante è la collaborazione nell’ambito della “Defensoria de la Mujer Ixil” un progetto che lavora per la difesa
delle donne e contro la violenza di genere.
Soltanto nel periodo da maggio a gennaio il
centro ha registrato più di 300 casi di maltrattamento. Un’altra attività e la trasmissione radiofonica “Pelando Papas” dove la donne, pelando le patate, raccontano le proprie
esperienze.
Per le donne vittime di violenza, si mette in
campo un piano terapeutico in linea con le
tradizioni Maya. Degna di nota è stata la solidarietà offerta alla comunità di Barillas in un
periodo in cui la popolazione è stata fatta oggetto di violenze favorite dalla legge marziale. Tra le forme di protesta, da citare per originalità la batucada Ixil, una specie di marcia
musicale eseguita, con un grande corteo,
contestualmente all’esibizione di altri gruppi
in giro per il mondo. Infine degne di racconto la festa organizzata durante l’estate per
l’arrivo dei tre viaggiatori italiani dell’Ape Maya e la giornata internazionale contro la violenza sulle donne celebrata il 25 novembre.
Anno XIII, Numero 4, Marzo 2013
I “viaggiatori seduti” di San Giulio d’Orta sono quindi arrivati in Venezuela. Federica
Sanna e Domenico Mariella hanno illustrato il loro lavoro a Merida, città posta a 1660
m di altitudine. E’ una zona relativamente
tranquilla rispetto al resto del paese. La attività CISV si articolano in tre segmenti principali, il progetto di rafforzamento della società
civile, la Bibliomula e il Giardino della speranza. Il rafforzamento della società civile
viene perseguito applicando la metodologia
delineata da Paulo Freire (imparare facendo)
costituita da momenti didattici che includono
lezioni ma anche e soprattutto molte attività.
La Bibliomula è una iniziativa con alto valore
simbolico. La mula è sempre stata per antonomasia, l’emblema del lavoro e soprattutto
di quello fisico, pesante. Ora, portando libri
in villaggi remoti dove vengono allestiti laboratori di lettura e scrittura, si è trasformata in
una eccezionale rappresentazione della cultura per tutti.
Il Giardino della speranza è un progetto di educazione per i bambini fatto in collaborazione con altre associazioni tra cui la Fundacion
Don Bosco. Si definiscono percorsi personalizzati per i bambini che rimangono nella
struttura l’intera settimana e tornano a casa
nel fine settimana . Il progetto consta di attività di appoggio scolastico, di corsi di arte e
creatività e di iniziative sportive.
Linda Malaguti e Nadia Correale ci hanno
portato in Brasile, ultima tappa del viaggio in
Latino-America. Il loro lavoro si è svolto
presso il progetto che CISV sostiene da molti
anni nella Baixada Fluminense, la regione
che rappresenta la sconfinata area metropolitana di Rio de Janeiro. E’ un distretto sostanzialmente agricolo che resiste, sebbene
circondato da una urbanizzazione che procede a ritmo selvaggio, Un filone di attività mira al miglioramento della capacità di gestione delle cooperative. Un'altra iniziativa è
“Semeando agroecologia” che sostiene i
contadini intenzionati ad abbandonare
l’utilizzo intensivo di pesticidi, offrendo loro
strumenti e conoscenze per diventare bioagricoltori. Tra l’altro questo progetto include un mercatino dell’agricoltura tradizionale
dove i contadini possono vendere direttamente i propri prodotti. Infine vi è un sostegno a un gruppo di donne in una attività di
trasformazione alimentare. Sul versante culturale si lavora con gli animatori del Museo
vivo do São Bento, all’interno del quale esistono ambienti di aggregazione dove si ritrovano gruppi di donne artigiane e di giovani
per esprimere la propria creatività, per imparare a salvaguardare il patrimonio artisticoculturale ma anche per fare memoria delle
tradizioni del passato.
-> continua a pag 7
7
… trascina i cisvini nel cuore dei progetti
-> segue da pag 6
Ed ecco i nostri viaggiatori in poltrona raggiungere il Senegal accompagnati nel volo
transoceanico da Marta Mosca e Mariluce
Ojan. La loro attività si è svolta a Louga, storica sede di attività della CISV in Senegal. Il
lavoro ha riguardato vari ambiti. Innanzitutto
il settore turismo responsabile che si muove
perseguendo criteri di giustizia economica e
sociale e riconoscendo il ruolo centrale delle
comunità locali. Per i turisti la zona offre varie attrazioni, alcuni parchi e il famoso festival
di folclore e percussioni FESFOP. Per migliorare l’attrattività del parco di Djoudj si sono svolti lavori di miglioramento della strutture ricettive, rimboschimento, attività di segnalazione dei percorsi, monitoraggio di uccelli e
sensibilizzazione ambientale Presso l’atelier
Batik di Lougà il lavoro mira a facilitare le attività delle donne consentendo ad esse di integrare il reddito e di migliorare così anche lo
status delle proprie famiglie. Nell’ambito della cooperazione decentrata si lavora molto
sulla formazione con le associazioni di contadini nell’ottica di un miglioramento della loro
professionalità ma anche per garantire la
qualità dei prodotti attraverso sementi certificate.
Mariluce si è soffermata sul settore della difesa dei diritti che ha seguito più da vicino.
In particolare è stato citato il progetto CHYAO rivolto alla protezione dei minori che parte
dalla constatazione di operare in un contesto
in cui il 40% dei minori lavora. Gli assi del
progetto pongono al centro, come concettiguida, prevenzione, protezione e inclusione,
e sono 1) sensibilizzazione della comunità, 2)
promozione di attività economiche, 3) sostegno scolastico e supporto alle famiglie..
Altro progetto è stato il Teatro Forum per la
realizzazione di uno spettacolo sui giovani lavoratori. CHYAO sostiene anche un centro
polivalente con una scuola materna per 33
bambini che vivono in famiglie a basso reddito, aiutando nel contempo le mamme in attività di miglioramento del reddito. Altre attività vengono svolte nell’ambito del Progetto
Famiglia Multietnica: l’elettrificazione della
scuola di Keur Serigne ed il gemellaggio tra
questa scuola e la scuola Rinascita - Livi di
Milano i cui bambini hanno dialogato con i loro coetanei africani tramite Skype. Nella
scuola sono anche stati organizzati corsi di
rinforzo per affrontare l’esame attraverso il
quale si accede alla scuola media.
Con Valentina Baraldi e Carlotta Fassiotti,
gli amici del campo base hanno fatto rotta
verso il Benin. Qui sono state illustrate le attività di protezione dell’infanzia, differenziazione dei rifiuti, uguaglianza di genere e, da
quest’anno, turismo responsabile. La CISV
deve affrontare il gravissimo problema della
tratta e del matrimonio forzato (nel caso delle
bambine) dei minori. In questo progetto, dove CISV è partner della ONG locale Action
Plus, si lavora sia nell’ottica della prevenzione sia per l’accoglienza dei bambini. Al Centre Vignon di Adjohoun i ragazzi vengono formati con corsi professionali di panetteria, saponificazione, preparazione di conserve. Recentemente è anche partito un nuovo progetto di sensibilizzazione e protezione per le
donne e le bambine. Dopo il Benin Elena
Gariboldi e Alice Cabrio ci hanno accompagnati in Burkina Faso. Il primo intervento illustrato è stato quello a favore dei ragazzi di
strada, ben 1400 a Ouagadogou. Questi
bambini di strada conoscono malattie, dipendenze, sfruttamento, violenze fisiche e psicologiche. Dal 2008 l’associazione AJER-FS
ha iniziato una serie di interventi per migliorare le condizioni di vita dei bambini. La CISV
è entrata in contatto con AJER-FS grazie ai
registi torinesi De Serio, autori del film Bakroman. Il progetto di AJER-FS ha identificato
45 siti in 4 zone della città. Sono stati individuati 16 referenti di sito, persone della società civile sensibili ai problemi dei bambini,
che hanno un ruolo di supervisione. Una equipe di animatori lavora con i ragazzi di vari
siti aiutandoli in attività espressive a vario livello. Un progetto molto importante è quello
per gli atti di nascita, fondamentali per garantire una dignità giuridica ai ragazzi,
In Burkina si lavora anche nel sud-ovest del
paese in ambito agricolo. La CISV fornisce
un appoggio tecnico (fornitura di sementi e
concimi) e offre garanzie per la fornitura di
microcredito ai contadini. Un servizio importantissimo è quello di warrantage che consiste nel rendere disponibili ai produttori spazi
per lo stoccaggio del prodotto in modo da poterlo rivendere alle condizioni migliori anziché
essere costretti a venderlo alla fine del raccolto quando i prezzi sono più bassi.
Cecile Michel e Alberto Fascetto hanno accompagnato i nostri viaggiatori in Mali, termine del viaggio transcontinentale CISV. Il racconto di Alberto ha illustrato con grande chiarezza lo scenario del conflitto (a Pag. 2).
Cecile invece ha parlato dei progetti in questo paese, molto difficile oggi, a maggior ragione, per la guerra, ma anche prima, per via
dei ben noti problemi strutturali: siccità, desertificazione, conflitti tra agricoltori e allevatori sulle terre utilizzabili. In particolare si è
soffermata su un tipo di intervento molto originale che cerca di trovare vie negoziali affinché gli allevatori siano sostenuti ma, nello
stesso tempo, sottoscrivano convenzioni per
non danneggiare gli agricoltori in modo da
perseguire un modello di concertazione benefico per tutti.
a cura di Paul Hammer
Anno XIII, Numero 4, Marzo 2013
SENEGAL
Presso l’atelier
Batik di Lougà il
lavoro mira a
facilitare le attività
delle donne
consentendo ad
esse di migliorare lo
status delle proprie
famiglie
BENIN
Al Centre Vignon di
Adjohoun i ragazzi
vengono formati con
corsi
professionali di
panetteria,
saponificazione,
preparazione di
conserve
BURKINA FASO
Un servizio
importantissimo è
quello di warrantage
che consiste nel
rendere disponibili
ai produttori spazi
per lo stoccaggio
del prodotto in modo
da poterlo rivendere
alle condizioni
migliori
MALI
Un intervento molto
originale cerca di
trovare vie negoziali
affinché gli allevatori
siano sostenuti ma,
nello stesso tempo,
sottoscrivano
convenzioni per non
danneggiare gli
agricoltori
8
Dal Campo Base al Campo Bimbi
Contro la fame... stiamo in CAMPAgNA!
Ci apprestiamo a
scoprire tante cose
interessanti nella
pentola CISV, aiutati
come al solito da
giochi divertenti ed
esperienze pratiche
alla scoperta dei
gusti del mondo
E’ già ora di scrivere in agenda le date del
Campo Bimbi 2013 che accoglierà i piccoli
cisvini e altri amici giusto al termine di un faticoso anno scolastico. Dopo il Campo Base, anche il Campo Bimbi quest’anno si inserisce nel filone della campagna "Siamo tutti
nella stessa pentola". Con i ragazzi ragioneremo sul concetto di filiera, presentato come
la sequenza dei passi elementari relativi a
produzione, trasformazione, distribuzione e
commercializzazione degli alimenti, per poi
passare ad affrontare il discorso dell'agricol-
Chiesa e Missione di Dio
Incontro di riflessione per i
50 anni dall'apertura del
Concilio Ecumenico
Vaticano II
Venerdì 22 marzo ore 18, CISV
Corso Chieri 121/6, Torino
Come Servizio di Comunità CISV continuiamo la riflessione sui grandi temi del
Concilio Vaticano II a 50 anni dalla sua apertura. Ripartiamo dagli stimoli che ci
hanno offerto lo scorso ottobre Mons.
Bettazzi e Padre Vavassori, ricordandoci
il respiro universale che ha avuto, la nuova
visione di Chiesa che ha proposto, la centralità della Parola, la ridefinizione del rapporto tra Chiesa e mondo. Proseguiamo
approfondendo il tema della missione della
Chiesa e di come questa possa essere al
servizio della missione di Dio, partendo
dalle intuizioni e dalle acquisizioni che il
Concilio offre alla riflessione comune.
Redazione
Paolo Martella
I contributi di informazione, riflessione e
critica, così come foto e disegni, sono sempre graditi. Possono essere lasciati al CISV
o spediti tramite e-mail agli indirizzi:
[email protected]
[email protected]
Il prossimo numero
verrà chiuso in redazione nella 1a settimana di maggio
Anno XIII, Numero 4, Marzo 2013
tura sostenibile ed arrivare infine al nocciolo
del tema: la sovranità alimentare con i suoi
molteplici risvolti sociali e culturali accresciuti
dalla interdipendenza Nord-Sud. Dunque ci
apprestiamo a scoprire tante cose interessanti nella pentola CISV, aiutati, come al solito, da giochi divertenti ed esperienze pratiche alla scoperta dei gusti del mondo.
Il Campo si svolgerà presso il Castello di Albiano d’Ivrea, sede della fraternità CISV, da
giovedì 13 giugno (con arrivo del ragazzi alle
18) e si chiuderà domenica 16 al pomeriggio.
9
Verso l’Assemblea di Bilancio
Una roadroad-map per proiettarci al di là della crisi
Con il bilancio preventivo 2012, presentato
nell'assemblea di aprile scorso, abbiamo potuto prendere atto del difficile periodo che
CISV sta attraversando in termini di sostenibilità economica e operativa.
Di fronte a questo scenario si è cercato da
un lato di predisporre una prima serie di misure di risposta immediata e dall'altro di avviare una riflessione che rivedesse in profondità il nostro modo di operare e individuasse
nuove piste di lavoro da sviluppare nel futuro.
La nostra attività non si è fermata: sono stati
mantenuti gli impegni assunti con i nostri finanziatori e con i nostri partner e beneficiari,
sono stati attivati gli ammortizzatori sociali
previsti nei momenti di crisi (cassa integrazione in deroga), è aumentato l'impegno a
concorrere ai bandi che venivano pubblicati,
con sacrificio e generosità le persone si sono dedicate con ancora maggiore convinzione e impegno al lavoro da svolgere.
A livello nazionale si è partecipato a una serie di incontri formativi organizzati da FOCSIV sul quadro della cooperazione allo sviluppo a livello europeo e si sono avviati intensi contatti con alcune ONG alla ricerca di
un'alleanza forte. La raccolta fondi proveniente dai piccoli donatori è stata particolarmente curata e i risultati di fine anno, anche
se non ancora ufficiali, ci portano a dire che
sono stati superati gli obiettivi indicati nel bilancio preventivo 2012.
Le attività finalizzate all'avvio di un cambiamento, che permettesse di prospettare scenari futuri verso cui indirizzarsi per superare
l'attuale momento di difficoltà, sono state
svolte con una metodologia che ha privilegiato un approccio di processo, supportato
da una consulenza esterna.
Si sono avuti momenti individuali basati su
colloqui personali che hanno coinvolti tutti i
lavoratori, in modo da poter raccogliere vissuti, esperienze e difficoltà del momento.
Sono state avviate attività di counselling alla
presidenza e infine sono stati attivati due
sottogruppi di lavoro, uno ristretto e focalizzato a delineare le prospettive di cambiamento, il secondo che recuperasse in forma
condivisa le riflessioni e le considerazioni di
chi non partecipava al primo.
Le attività si sono svolte nel corso dei mesi
finali del 2012 e con l'inizio del nuovo anno
si è potuto condividere in modo plenario il lavoro fatto.
Il problema non risiede nella cosiddetta mission di CISV, che rimane quella che noi tutti
conosciamo, come descritta nel nostro statuto e come riproposta nella carta dei principi
del 2009: gli elementi di identità, la cultura di
cui siamo portatori e le motivazioni che ci animano sono profondi, sentiti e condivisi al
nostro interno. CISV è comunità, è territorio,
è cooperazione allo sviluppo, è educazione
alla mondialità, è informazione.
Ciò che è diventato inadeguato è la capacità
di raccogliere fondi per le attività che intendiamo svolgere: i finanziatori istituzionali, finora principalmente di natura pubblica, hanno drasticamente ridotto o addirittura azzerato la loro capacità di contribuzione per le
attività di cooperazione allo sviluppo, altri
stanno indirizzandosi verso politiche che
portano a marginalizzare e escludere realtà
come le nostre; la nostra capacità di intercettare risorse di natura privata ha mantenuto buone performance ma non è riuscita ad
allargare sufficientemente il raggio dei possibili interlocutori.
I costi di struttura sono quindi sovradimensionati rispetto al volume di attività, diventando insostenibili e pregiudizievoli per la
durata nel tempo di CISV.
Definito il problema, il lavoro si è concentrato a individuare, a partire da ciò che siamo,
da ciò che facciamo e da ciò che ci caratterizza, i nostri punti di forza e i nostri punti di
debolezza per arrivare a definire le opportunità da cogliere su cui fare leva per un processo di cambiamento capace di superare la
criticità dell'attuale fase.
Sono emerse diverse opportunità:
• ricercare con forza un'alleanza forte e significativa con altre ONG,
• ampliare numericamente la cerchia associativa,
• attivare iniziative nell'ambito del “social
business”, inteso come capacità di coprogettare con imprese private interventi
in ambito sociale,
• perseguire le opportunità che il web offre,
• acquisire partenariati più stabili e meno
occasionali a livello europeo,
• costruire un impegno a favore delle nuove
povertà in Italia,
• promuovere cultura, educazione e formazione su nuovi stili di vita.
Tra queste opportunità, ne sono state individuate due (la cooperazione internazionale e
l'impresa sociale) che costituiscono gli ambiti all'interno dei quali ricercare le esperienze
di successo e di innovazione a cui riferirsi e
rispetto ai quali occorre individuare i bisogni
formativi e i momenti di aggiornamento specifici a cui fare ricorso.
Terminata questa seconda fase si passerà
alla definizione della fattibilità delle soluzioni
individuate e quindi alla loro concretizzazione. La prossima assemblea di bilancio, prevista per il 21 aprile, sarà il momento in cui
fare il punto della situazione e dare avvio alla fase terminale del processo.
La Presidenza
Anno XIII, Numero 4, Marzo 2013
Le attività finalizzate
all'avvio di un
cambiamento, che
permettesse di
prospettare scenari
futuri verso cui
indirizzarsi per
superare l'attuale
momento di
difficoltà, sono state
svolte con una
metodologia che ha
privilegiato un
approccio di
processo, supportato
da una consulenza
esterna
Tra tutte le
opportunità
identificate, ne sono
state individuate due
(la cooperazione
internazionale e
l'impresa sociale)
che costituiscono gli
ambiti all'interno dei
quali ricercare le
esperienze di
successo e di
innovazione a cui
riferirsi e rispetto ai
quali occorre
individuare i bisogni
formativi e i momenti
di aggiornamento
specifici a cui fare
ricorso
10
Triduo Pasquale
Tre giornate di profonda condivisione
In occasione del Triduo Pasquale 2013 la
Fraternità CISV di Sassi organizza tre giornate di spiritualità e lavoro che desidera
condividere con altri amici in cammino.
La proposta è di condividere momenti di lavoro e preghiera nelle giornate di giovedì 28,
venerdì 29 e sabato 30 marzo.
Vivrà con noi il Triduo Pasquale la comunità
R/S del gruppo scout Torino 19.
N.B.: il consueto appuntamento della Comunità CISV del giovedì santo ad Albiano con
la cena ebraica quest'anno si svolgerà a
Sassi.
Segue il programma dettagliato del Triduo:
GIOVEDI' 28
18:00 Santa Messa "in Cena Domini"
19:30 Cena ebraica
SABATO 30
9:00 Lodi
10:00 - 12:00 Lavoro
12:00 Sesta
13:00 Pranzo
15:00 Nona (organizzata per coinvolgere anche i più piccoli)
15:30 - 18:00 Lavoro
18:00 Vespri.
I momenti di lavoro che condivideremo saranno prevalentemente legati alla cura
dell’ambiente e della terra che ci circonda
quindi vi consigliamo un abbigliamento adeguato e un paio di guanti da lavoro.
Per poter organizzare al meglio i momenti di
lavoro, di preghiera e i pasti vi preghiamo di
farci sapere a quali di questi intendete partecipare preferibilmente scrivendo all'indirizzo
[email protected]
(oppure telefonando al numero 0115172290 in orario serale) entro il giorno 25 marzo 2013. Per partecipare ai costi della preparazione dei pasti chi lo desidera potrà fare una offerta libera.
VENERDI' 29
9:00 Lodi
10:00 - 12:00 Lavoro
12:00 Sesta
13:00 Pranzo
15:00 Nona (organizzata per coinvolgere anche i più piccoli)
A presto e, per chi non avremo modo di in15:30 - 18:00 Lavoro
contrare
in
questo
periodo,
18:00 Vespri
Buona Quaresima e Buona Pasqua.
21:00 Compieta
La Fraternità di Sassi
Arrivederci Pino!
“La morte dei giusti è preziosa ai tuoi occhi,
Signore” abbiamo ripetuto con il salmo durante la celebrazione dell'eucarestia per il
funerale di Pino Meo, fondatore e volontario
del CCM, che il 28 gennaio ha concluso la
sua esistenza terrena: e quel ritornello era
veramente appropriato alla circostanza!
L'amore per la giustizia, la scelta dei poveri
e degli ultimi, la donazione generosissima
della propria professionalità, la delicatezza
e l'umiltà con cui si è sempre avvicinato ai
suoi pazienti in tanti paesi africani: tutto
questo è emerso affettuosamente dalle
tante voci sudsudanesi, etiopi, keniote, italiane che si sono avvicendate per dire un ultimo “grazie!” a Pino, per condividere con i
famigliari e con gli altri amici tutto il dolore
per la sua scomparsa ma anche per ricevere un incoraggiamento in più a continuare
quello che Pino ci ha insegnato.
Grazie al libro da lui pubblicato l'anno
scorso “Africa malata” potremo ancora confrontarci con le sue scelte, il suo impegno, il
suo rigore professionale, lasciandoci accompagnare dal suo sorriso vivace e rassicurante, che metteva tutti a proprio agio
comunicando grande simpatia e bontà.
Rosina Rondelli
Anno XIII, Numero 4, Marzo 2013
11
Mali: Con i nostri volontari
Per contrastare l’emergenza alimentare
L’intervento europeo apre nuove speranze
per una rapida risoluzione del conflitto nel
paese africano, ma per tornare alla normalità
occorre ristabilire la capacità dei maliani di
governarsi in piena autonomia. La voce di
due giovani torinesi che stanno condividendo
inquietudini e attese della popolazione.
in forma
Lo scorso 11 gennaio la Francia ha deciso di
intervenire militarmente in Mali, teatro del
sanguinoso conflitto esploso un anno fa nel
nord del paese, con un bilancio a oggi di migliaia di vittime e almeno 400 mila profughi,
diretti verso gli altri Stati del Sahel o verso le
aree interne non ancora toccate dagli scontri.
In seguito al fallimento del dialogo con le milizie ribelli, la Francia ha accolto l’invito del governo maliano di scendere in campo schierando aviazione e artiglieria per contrastare
l’avanzata dei commandos integralisti islamici, molto mobili sul territorio ma relativamente
poco armati. Ma come sta reagendo la popolazione civile? «Al momento le truppe straniere sembrano ben accette alla gente, almeno per quanto riguarda l’80% degli abitanti,
preoccupati dell’arrivo dal nord delle truppe
ribelli. Solo una piccola parte della popolazione è ostile all’intervento francese, visto come
un tentativo di salvaguardare i propri interessi nel paese africano» spiega Monica Del
Sarto, giovane cooperante della CISV di Torino (www.cisvto.org) che vive e lavora a Bamako. Monica si trova in Mali da 2 anni (ma è
in Africa da 10) insieme al marito Fabio Ricci,
che coordina i progetti di sviluppo CISV rivolti
a combattere la povertà e a promuovere la
sovranità alimentare nell’area saheliana.
«C’è una sorta di amore-odio tra Francia e
Mali, com’è normale che sia tra madre patria
ed ex colonia», racconta Fabio, «i maliani in
realtà non avrebbero voluto l’intervento europeo, ma si rendono conto che senza appoggi
esterni non c’è possibilità di sbloccare la situazione».
Monica e Fabio, con alle spalle una lunga esperienza di cooperazione in Senegal, Burundi e Niger, sono arrivati in Mali per svolgere un’attività di potenziamento del settore agro-zootecnico, «di importanza vitale per
un’economia a vocazione pastorale come
quella maliana, ma che ora è in forte crisi
per la degradazione delle risorse naturali e,
ovviamente, per gli scontri armati» spiega
Fabio. Lui e Monica hanno però scelto, malgrado le difficoltà, di restare nel paese in
guerra e mantenere il loro impegno accanto
alla gente. «Oggi il nostro compito è restare
a fianco dei 20.000 allevatori e agricoltori
maliani con cui stiamo realizzando attività di
formazione e di gestione dei settori produttivi. Però più che gli aspetti tecnici, in questo
momento è importante la nostra presenza in
quanto tale: i nostri partner maliani si sentono sostenuti vedendo che restiamo con loro
e ne condividiamo la situazione quotidiana,
anche a costo di correre qualche rischio» dice Fabio. «Per ora la guerra sembra toccare
poco le popolazioni civili», spiega Monica,
«ma l’atmosfera è comunque tesa e un po’
dovunque è aumentata la vigilanza armata
per il timore di attentati terroristici. Le autorità
non ci permettono più di uscire dalla capitale,
per il rischio di rapimenti, e questo un po’ ci
limita visto che parte del nostro lavoro si
svolge a Mopti. Ma il personale locale di
Mopti continua a operare nella normalità e
noi siamo costantemente in contatto con loro». La Regione di Mopti si trova al confine
con il Burkina Faso, paese che condivide con
il Mali circa 1.200 km di frontiera ed è tra le
principali mete di affluenza dei rifugiati maliani. Adesso l’intervento internazionale lascia
sperare in una rapida soluzione del conflitto.
Ma è importante, sottolineano i due cooperanti, «che venga ristabilita la capacità dei
maliani di autogovernarsi, in modo da poter
presto avere nuove elezioni davvero libere».
« Il settore
agro-zootecnico e di
importanza vitale
per un’economia a
vocazione pastorale
come quella
maliana, ma che ora
è in forte crisi per la
degradazione delle
risorse naturali e,
ovviamente, per gli
scontri armati »
FABIO
«Per ora la guerra
sembra toccare
poco le popolazioni
civili ma l’atmosfera
è comunque tesa e,
un po’ dovunque, è
aumentata la
vigilanza armata per
il timore di attentati
terroristici.
Le autorità non ci
permettono più di
uscire dalla
capitale, per il
rischio di rapimenti,
e questo un po’ ci
limita visto che
parte del nostro
lavoro si svolge a
Mopti. Ma il
personale locale di
Mopti continua a
operare nella
normalità e noi
siamo
costantemente in
Stefania Garini contatto con loro»
MONICA
ANCHE TU PUOI FARE LA TUA PARTE
PER SOSTENERE IL DIRITTO AL CIBO IN MALI:
dona on line da www.retedeldono.it oppure da www.cisvto.org
cc postale n. 26032102
cc bancario Banca Etica IBAN IT25 K 05018 01000 000000110668
CAUSALE: CIBO PER IL MALI
Anno XIII, Numero 4, Marzo 2013
12
A proposito di Acqua
Abbiamo scelto di
organizzare un
webinar in vista
della Giornata
Mondiale dell'Acqua,
il 22 marzo 2013,
per contribuire a
diffondere la
consapevolezza dei
nostri consumi
idrici, riassunti nel
termine “Impronta
idrica”,
notevolmente
appesantiti
dall'acqua virtuale,
quella porzione di
acqua necessaria
per produrre i beni
di cui ci serviamo
Giornata Mondiale dell’Acqua 2013
Per essere al passo con i tempi, Triciclo e
Volontari per lo Sviluppo ci invitano il 18
marzo dalle 18 alle 20 a prendere parte al
webinar “Acqua virtuale: quanta ne usiamo
ogni giorno?” (possiamo iscriverci collegandoci sia col sito di Triciclo www.triciclo.
ideasolidale.org che di Volontari per lo
sviluppo). Cosa è un webinar? E' una conferenza via web nella quale però i partecipanti possono interagire dal proprio computer. Tale iniziativa, sostenuta anche dal
Centro Servizi Idea Solidale, è la conclusione del corso di formazione “Confluenze”
organizzato nel 2012 da Triciclo in collaborazione con CISV, CCM, LVIA, Agesci, ACLI,
ENGIM.
Tra gli obiettivi del corso erano presenti
anche la realizzazione di un gioco sull'acqua
virtuale e la sua diffusione presso Gruppi
Scout, scuole, associazioni: questo aspetto
è stato curato in particolare da Chiara e Sabina del CCM, che compariranno anche nel
webinar per illustrarci il gioco in oggetto.
Abbiamo scelto questo strumento in vista
della Giornata Mondiale dell'Acqua, il 22
marzo 2013, per contribuire a diffondere la
consapevolezza dei volumi dei nostri consumi idrici, riassunti nel termine “Impronta
idrica”, notevolmente appesantiti dall'acqua
virtuale, cioè da tutta quella porzione di acqua necessaria per produrre i beni di cui ci
serviamo, specialmente i cibi che consumiamo, ma non solo. Il tema scelto dall'ONU
per il 2013 è: ”Acqua e cooperazione internazionale”, unendo quindi l'impegno per il riconoscimento effettivo di un diritto fondamentale come quello che riguarda l'acqua,
con una visione strategica che vada ben al
di là del nostro territorio.
Rosina Rondelli
Si scrive acqua, si legge democrazia
La trasformazione di
SMAT da SpA
(società di diritto
privato) a società
consortile (di diritto
pubblico) è
subordinata a una
verifica dei costi e
benefici sui piani
fiscale, patrimoniale,
giuridico ed
economico, che
dovrà avvenire entro
90 giorni
Sul sito di TRICICLO abbiamo riservato uno
spazio per le “Buone notizie” che martedì 5
marzo ha segnalato il comunicato stampa
del Comune di Torino annunciante: “La
SMAT potrebbe diventare una società sperimentale consortile”.
C'è ancora il condizionale “potrebbe”, in
quanto la trasformazione di SMAT da SpA
(società di diritto privato) a società consortile
(di diritto pubblico) è subordinata a una verifica dei costi e benefici sui piani fiscale, patrimoniale, giuridico ed economico, che dovrà
avvenire entro 90 giorni, secondo quanto introdotto da un emendamento firmato dal capogruppo del PD, Stefano Lo Russo e previa
la verifica di sostenibilità del piano d’ambito
dell’Ato e dei piani di investimento adottati
dall’azienda, come indicato da un emendamento primo firmatario Maurizio Marrone
(Fratelli d’Italia). Ma il Comitato Acqua Pubblica continuerà ad incalzare il Consiglio
Comunale.
Il Comune di Torino è arrivato ad approvare
tale documento in seguito alla presentazione
di una delibera di iniziativa popolare da parte
del Comitato Acqua Pubblica Torino che, nel
2010 già aveva raccolto le firme di 12000
cittadini per modificare gli Statuti del
Comune e della Provincia, inserendo in essi i
prinicipi che l'acqua non è una merce e che
la sua gestione deve essere effettuata da
entità pubbliche.
Una successiva raccolta di firme ha portato
avanti una delibera di iniziativa popolare che,
utilizzando gli strumenti della democrazia diretta, chiede ai Consigli Comunale e Provinciale di Torino di far uscire SMAT dalle logiche della gestione privatistica proprie della
sua natura di società per azioni, riportandola
Anno XIII, Numero 4, Marzo 2013
nell'alveo del diritto pubblico con la trasformazione in azienda speciale consortile, cioè
pubblica e partecipata dai cittadini.
Questo lungo cammino di impegno democratico aveva preso nuovo vigore con l'inaspettato successo della partecipazione popolare al referendum del 2011 sulla pubblicizzazione della gestione idrica che, per il
notevole coinvolgimento - prima, durante e
dopo – di tanti soggetti diversi (cittadini, amministratori, rappresentanti delle istituzioni)
non può più essere letta soltanto in termini di
manifestazione di sfiducia da parte dei cittadini verso le istituzioni e di crisi delle procedure della democrazia rappresentativa,
bensì può indicare “... la volontà di “svolgere
una funzione di supplenza nei confronti dei
tradizionali canali di partecipazione politica ,
partiti in primis, per chiedere una riassunzione di responsabilità da parte delle istituzioni
pubbliche e spazi di effettivo coinvolgimento
dei cittadini” (Emanuele Fantini, La mobilitazione in Italia per l'acqua pubblica: economia morale e acqua virtuale – In “L'acqua
che mangiamo” Edizioni Ambiente 2013)
Altri referendum, purtroppo, sono rimasti lettera morta, colpevolmente ignorati o raggirati
dai parlamentari, come quello che avrebbe
voluto abolire il finanziamento pubblico ai
partiti.
Quello che voleva impedire la privatizzazione dell'acqua in Italia, già nel suo stesso
risultato e per le azioni che poi ne sono seguite su tutto il territorio nazionale, dimostra
che finalmente i cittadini non sono più disposti a lasciare inascoltate le loro richieste e
proposte.
Rosina Rondelli
13
Festa nella Chiesa
Evviva! E’ Francesco, argentino, il nuovo Papa
La Chiesa ha un nuovo papa, per la prima
volta latinoamericano, per la prima volta gesuita, per la prima volta col nome emblematico di Francesco, Mercoledì sera, al momento del “gaudioso annuncio” da parte
dell’emozionato protodiacono Jean Louis
Tauran, grande è stata la commozione che
abbiamo condiviso di fronte agli schermi televisivi con milioni di cristiani in tutto il mondo. Si è subito fatto notare lo spirito di grande essenzialità con cui Jeorge Bergoglio è
salito sul soglio di Petro: il suo salutare la folla dei fedeli con un colloquiale “Buona Sera”,
il suo invito a pregare insieme con semplicità
in luogo della proclamazione di elaborati discorsi programmatici. Tutti hanno sottolineato l’estrema sobrietà della persona, anche evidenziata da elementi come la croce di ferro, di grande impatto simbolico, che fanno
ben sperare relativamente al profondo rinnovamento, invocato da tanti, per la Chiesa come istituzione.
Secondo il giornalista argentino Horatio
Verbitsky il nuovo papa avrebbe tenuto un
atteggiamento ambiguo nei confronti della
dittatura militare in Argentina, in particolare
relativamente all’arresto di due confratelli
presi di mira dal regime.
Rispetto a questa accusa, molto autorevoli
sono state le smentite. Il connazionale Perez Esquivel, premio Nobel per la pace nel
1980, esclude che vi siano stati legami tra il
nuovo papa ed il regime Videla aggiungendo: “Io so per certo che molti sacerdoti che
chiesero alla giunta militare la liberazione dei
prigionieri non furono mai ascoltati”. Leonardo Boff osserva. “Bergoglio ha sempre
preso la posizione dei poveri e degli oppressi
anche nel suo stile di vita: è una persona
semplice che si sposta in autobus, che vive
in un piccolo appartamento, cucina da solo.
Viene dal popolo e lo si vede anche nella
sua azione pastorale. Il nuovo papa parla
del debito che tutti abbiamo verso i poveri
perché la diseguaglianza è frutto di una società anti-etica e anti-umana”. Infine Jorge
Ithurburu, presidente dell’Associazione 24
marzo, storica organizzazione di parte civile
nei processi contro i militari argentini in Italia,
distingue: “Una cosa è la responsabilità della
Chiesa cattolica come organizzazione, altra
quella dei singoli. Bergoglio all'epoca non era neanche vescovo e di sue responsabilità
individuali non c'è traccia”.
Carissimi Amiche ed Amici, sono ormai
tre anni che Ferruccio ha concluso la
sua esistenza terrena e domenica 17
marzo, alle 10,30, nella parrocchia di
Reaglie, pregheremo in suo suffragio
celebrando una eucarestia. Sono sicura
che, ovunque vi troviate quella mattina,
vorrete unirvi a noi col pensiero, per ringraziare insieme il Signore
del grande dono che ci ha concesso facendoci godere della sua bontà e generosità, della sua cultura e del suo affettuoso sorriso. Sorriso che continua ad
incoraggiarci in questi tempi così indecifrabili e faticosi.
Rosina
UN BEBE’ BEATO!
La Comunità abbraccia
Roberta Beato
compiacendosi per la
nascita della piccola
Paolo Martella Arianna.
Un sorriso che non abbiamo dimenticato
Come Comunità ci sentiamo profondamente partecipi con questo ricordo del
compianto Ferruccio Fantini inviato da
sua moglie Rosina Rondelli.
Tutti hanno
sottolineato
l’estrema sobrietà
della persona,
anche evidenziata
da elementi come la
croce di ferro, di
grande impatto
simbolico, che
fanno ben sperare
relativamente al
profondo
rinnovamento,
invocato da tanti,
per la Chiesa come
istituzione
14
A tutti i soci, collaboratori e amici della CISV
Convocazione dell’Assemblea Ordinaria
Domenica 21 Aprile 2013, ore 9,30 - 16,00
CISV Città dei Ragazzi (SASSI) Strada del Traforo del Pino 67, Torino
Nel corso
dell’Assemblea i soci
saranno chiamati a
rinnovare le
cariche elettive
della CISV per il
prossimo
Triennio.
NON MANCATE!
Carissimi,
Programma della giornata:
è tempo di bilanci: la comunità CISV è invitata a riunirsi per valutare i tre anni di lavoro
del Consiglio, che è giunto alla fine del suo
mandato, ed insieme ad analizzare e approvare il bilancio consuntivo 2012 e preventivo
2013.
Come recita una bellissima canzone di un
poeta cileno resa celebre da Mercedes Sosa
“Cambia todo cambia”:
“Kcambiano le cose superficiali, cambiano
quelle nel profondo, cambia il clima con gli
anni, cambia il pascolo il pastore. Cambia il
modo di pensar, cambia tutto in questo mondo. Così come tutto cambia, che io cambi
non è strano..
Però non cambia il mio amore per quanto
lontano mi trovi, né il ricordo né il dolore della mia terra e del mio popolo.
E ciò che è cambiato ieriK dovrà cambiare
domani.”
9,30 Preghiera animata dal Servizio di
Comunità
9,45 Presentazione del lavoro svolto nel
triennio e disegno del necessario e possibile
cambiamento
10,15 Dibattito
11,00 Analisi del bilancio consuntivo
2012 a cura del Tesoriere;
dibattito e approvazione da parte
dell’assemblea
12,00 Presentazione e approvazione
bilancio preventivo 2013
13,00 Pranzo condiviso
14,00 Presentazione dei candidati
14,30 Operazioni di voto
16,00 Proclamazione degli eletti e
conclusione.
Buon Compleanno El Barrio !
El Barrio, la struttura che ospita da molto tempo la sede
CISV per educazione alla
mondialità, protagonismo giovanile e co-sviluppo, ha compiuto 10 anni.
Tre giorni di festa (dal 1° al 3
marzo scorsi) hanno celebrato
questa importante ricorrenza
che, in un atmosfera un po' festival e un po' sagra di paese,
ha alternato mercatini di produttori agricoli e artigiani, concerti, dj set, laboratori manuali, tavole rotonde, musica, cibo
e vino...
Tra i tanti eventi del programma, sabato 2 marzo si è svolto il mercatino dei giovani agricoltori, appuntamento
pensato all’interno della campagna su diritto al cibo e sovranità alimentare “Siamo tutti nella stessa pentola”..
Anno XIII, Numero 4, Marzo 2013
15
8 marzo: CISVestiamo
Una festa delle donne per le donne senza diritti
Sfilare è roba da donne?
Certo, per questo
l’appuntamento annuale con
abiti e accessori per tutti gli
stili, vintage, d’epoca e di
oggi, sulla passerella
dell’Hiroshima Mon Amour,
quest’anno è stato l’8 marzo, per sostenere i progetti a
favore dei diritti delle donne.
Ma come non sottolineare
anche il forte messaggio ecologico nell’ottica del riciclaggio e del riuso?
Gli abiti, indossati da modelle e modelli inaspettati sono
andati all’asta presentati da
dei battitori d’eccezione, i
Mammuth, che hanno condotto la manifestazione tra
freddure e battute scottanti.
La serata si è poi accesa
con il BACIAMI STÜPIDA
PARTY, la festa itinerante di
Torino, a gestione totalmente femminile.
Ottimo il risultato in termini
di raccolta fondi.
Grazie anche all’impegno
dei 40 volontari che hanno
supportati lo staff della CISV
nella preparazione e realizzazione, l’iniziativa è stata
organizzata un modo impeccabile e ha fruttato circa
3000 € che andranno a sostenere i progetti Cisv per i
diritti delle donne in Senegal, Guatemala e Haiti.
Anno XIII, Numero 4, Marzo 2013
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Una finestra aperta sul mondo
8 MARZO. Una finestra aperta sull’altra metà del mondo
Marocco, donne ad altre
latitudini
Il racconto di una viaggiatrice, che grazie al Cefa, ha conosciuto un Marocco non da turista, ma paese vivo di donne che lavorano e si impegnano per il loro paese. Donne che vengono alfabetizzate, donne a teatro. Un viaggio fuori dall’ordinario, per un ordinaria turista occidentale
Una donna tra i pastori
Dal Cisv arriva la storia di Anna, veterinaria da 4 anni in Senegal, si
sposta in bus, ama l’Africa, è occidentale solo di nascita. Anna, grazie
alla sua attività con l'ong, promuove lo sviluppo e il benessere delle popolazioni rurali, facendo la spola tra il Mali - oggi in guerra – il Niger, il
Senegal e il Burkina Faso.
Uganda, 1919-enne eletta al
Parlamento
Proscovia Alengot Oromait eletta lo scorso settembre al parlamento ugandese, è la più giovane eletta in Africa. La sua nomina fra congratulazioni e polemiche.
Riabilitazione al femminile
in Sudan
"Università delle Donne”; è il primo college in Sudan ad ammettere studenti di sesso femminile. Da qualche anno l’OVCI ha attivato al suo interno un corso di fisioterapia, che aiuta anche le donne a prendere fiducia in se stesse. “L’università mi ha fatto scoprire che ho il diritto di
avere delle opinioni” dichiara Sharez Abdul Mareim Sharif
Iraq | A 10 anni dalla caduta di
Saddam ancora soprusi e violenze
Sono passati 10 anni dall'invasione dell'Iraq, volta a "portare la democrazia" da parte degli Usa contro il regime di Saddam Hussein. Amnesty International diffonde un rapporto nel quale si evidenzia che il paese resta intrappolato in un orribile ciclo di abusi, tra i quali attacchi
contro la popolazione civile, tortura nei confronti dei detenuti, violenze e
processi irregolari.
Land grabbing |
Si mobilitano i Coldplay
La band britannica, promotrice della campagna “Coltiva” di Oxfam, lancia un progetto: un video fatto dai propri fan, sulla musica di una delle
loro canzoni più famose “In my place”, per denunciare il fenomeno del
land grabbing.
Gli articoli completi si trovano sul sito di volontari per lo Sviluppo:
http://www.volontariperlosviluppo.it/
Anno XIII, Numero 4, Marzo 2013