Ortodonzia Tecnica

Transcription

Ortodonzia Tecnica
Organo Ufficiale Ortec
Associazione Tecnici Ortodontisti Italiani
www.ortec.it
E-mail [email protected]
ISSN 2282-2763
Periodico Quadrimestrale
Anno XXI - Numero 1 / 2013
OR
TEC
Ortodonzia Tecnica
o
i
r
a
m
m
So
OR todonzia
TEC nica
EDITORIALE
“Un piede nel passato e lo sguardo dritto e aperto nel futuro”...........................................pag 5
ARTICOLI
Gestione del Torque con archi linguali a carico verticale, ricerca clinica e tecnologica...........pag 6
Il Russamento e la Sindrome delle Apnee Ostruttive nel Sonno Ortec....................................pag 14
ORTEC INFORMA
“Tutti a Rimini”......................................................................................................................................pag 13
Eventi Presidenza Stefano della Vecchia..........................................................................................pag 18
Collana Ortodonzia n. 32 Recensione.............................................................................................pag 20
Corso Pratico di Costruzione su Modelli Gnatostatici della PFB- FGB...................................pag 24
44° Congresso Nazionale OR-TEC.................................................................................................. pag 26
Corso Base Ortodonzia Fissa............................................................................................................ .pag 29
Convegno Rimini 2012....................................................................................................................... pag 30
Save The Date 2013............................................................................................................................. pag 31
3
Editoriale
OR todonzia
TEC nica
rdo
a
u
g
s
lo
e
o
t
a
s
ro"
pas
u
l
t
e
u
f
n
l
e
e
d
n
"Un pie itto e aperto
dr
Patrizio Evangelista
Mi avvicinai in or - tec alla fine degli anni 80, ero un giovane aspirante odontotecnico che casualmente
si era trovato nel laboratorio interno di un prestigioso studio ortodontico (all'epoca era legale).
Ascoltare dal vivo personaggi dello spessore di Frankel, Bimler, Planas e via via tutti i piu grandi
ortodontisti che hanno fatto la storia, mi riempiva di entusiasmo e passione per lo studio della tecnica,
convinto che questo "mestiere" non fosse solo "piegare dei fili" ma un lavoro di grossa responsabilita
e consapevolezza, fatto di conoscenza anatomica, biomeccanica, fisica e tecnologica.
Poi una volta diventato titolare di laboratorio il mio approccio verso l'or- tec e' cambiato radicalmente.
Coscente del fatto che tutto dovevo a chi mi aveva dato la possibilità- non tanto di frequentare questo
o quel corso- ma di maturare la capacità di generare spontaneamente il mio percorso professionale,
da associato che si limitava a frequentare gli eventi, cominciai a cercare di mettere qualcosa in quel
piatto da cui tanto avevo attinto, esperienza questa meravigliosa che mi sento di consigliare a tutti,
che oggi mi ha portato alla massima carica asociativa.
Non nascondo certo l'emozione di rappresentare oggi questa storica e prestigiosa associazione e la
preoccupazione di proseguire nella traccia del grande lavoro svolto da chi mi ha preceduto,
specialmente nell'immediato e qui non posso esimermi dal ringraziare Stefano Della Vecchia per
tutto cio che ha fatto per or- tec e per il sottoscritto.
Oggi sicuramente il mercato in cui si colloca la figura del tecnico di ortodonzia è cambiato
radicalmente e velocemente, mi spiego meglio : siamo passati da una fase in cui per i nostri clienti
eravamo "il ragazzo che mi fa gli apparecchi" o al limite il mio tecnico, ad una fase in cui il mercato ci
chiede con sempre piu insistenza, tempi ridotti per la fornitura, elevato know how tecnologico,
massima certificazione dei processi produttivi, in altre parole tutte le caratteristiche che una azienda
moderna deve saper mettere in pista per mantenersi competitiva verso il mercato di pertinenza.
Quindi gli obbiettivi del mio mandato che ci siamo prefissati insieme a tutto il direttivo sono proprio
questi, continuare a produrre comunicazione scentifica di eccellenza che possa coinvolgere ed essere
utile per i tecnici navigati cosi come per i piu giovani, e allo stesso tempo continuare ad essere
riferimento per tutti gli elementi del comparto, industria, univesità, libera professione, cosi da fornire
strumenti utili ai nostri associati per affrontare con il giusto armamentario le sfide che ci aspettano,
in due parole "a muso duro".
5
GESTIONE DEL TORQUE CON ARCHI
LINGUALI A CARICO VERTICALE:
RICERCA CLINICA E TECNOLOGICA
OR todonzia
TEC nica
Gioacchino Pellegrino
Dottore in Odontoiatria
Specialista in Ortodonzia
Libero Professionista
Prof. A contratto Scuola di Spec. In Ortodonzia
Università di Napoli Federico II
Pasquale De Simone
Odontotecnico
Alberto Laino
Professore Associato di Materiali Dentari
Università degli Studi di Napoli Federico II
Giuliana Laino
Dottore in Odontoiatria
Specializzanda in Ortodonzia
Università degli Studi di Napoli Federico II
Introduzione:
Il raggiungimento di una buona occlusione attraverso un
trattamento ortodontico passa non solo per le mani
dell’ortodontista ma anche attraverso tutti i presidi che il
laboratorio odontotecnico-ortodontico è capace di offrire a
tal fine. La necessità di presidi sempre meno fastidiosi per il
paziente ma allo stesso tempo efficaci nel controllo
tridimensionale dell’arcata dentale ha fatto si che partendo
da sistemi già in uso da tempo si arrivasse all’ideazione di una
nuova sistematica estremamente versatile per la gestione del
torque molare mediante archi linguali ad inserzione verticale
(Fig.1,2).
In questo articolo viene, quindi, presentata l’evoluzione di
un attacco verticale abbinata ad una serie innovativa di archi
linguali e palatali che utilizza tale presidio denominato PD
System Lingual Sheath. Il sistema presenta diverse
caratteristiche innovative che coinvolgono sia l’ambito
clinico che quello odontotecnico.
Fig.2: Torque radicolo - linguale dei molari inferiori
Comparazione meccaniche di archi
linguali ad inserzione verticale:
Sistema 3D Wilson e PD System
Lingual Sheath:
Fig.1: Arco linguale ed arco palatale per il
controllo del torque radicolare dei molari.
Il progetto tecnico dei tubi linguali PD System è basato sulla
6
forma originale della Cerniera Verticale Universale
(CVU)1,2,3, realizzata nel 2003, costituita da un tubo
verticale munito di due linguette malleabili. Il tubo riceve
la baionetta verticale degli archi linguali mentre le
linguette, mediante uno specifico strumento, possono
essere ripiegate sull’arco per garantirne il blocco
all’interno del tubo (Fig.3).
Fig.5: Confronto dimensionale tra CVU e 3dWilson.
Fig.3: Cerniera Verticale Universale (CVU) su modello
con arco linguale inserito e bloccato
La CVU risulta estremamente versatile per l’applicazione
degli archi ausiliari ad inserzione verticale nei tubi
linguali, come percorso dal dr .William Wilson16 di
Boston negli anni 70.
Ad un confronto morfologico, la Cerniera Verticale
Universale evidenzia delle ridotte dimensioni rispetto al
Tubo 3D Wilson(Fig.4).
In larghezza mesio-distale la CVU presenta 6mm, mentre
il tubo 3DWilson 8mm (Fig.5). Anche tra baionetta
verticale PD e perno 3D Wilson risalta una sostanziale
riduzione dimensionale del PD system, ridotta a circa la
metà rispetto ai perni della tecnica 3D W. Le ridotte
dimensioni del tubo della CVU pd system, consentono
di ridurre l’ingombro intorno al dente del paziente e di
ridurre il rischio di interferenze occlusali.
Fig.6: Taglio della lamina d'acciaio AISI 316L con
l'apposito stampo messo a punto per la realizzazione
della CVU.
Per quanto riguarda gli archi PD, questi presentano come
caratteristica principale la baionetta verticale PD (Fig.7),
cioè una ripiegatura doppia del filo modellata direttamente
sull’arco con l’apposita pinza PD.
Fig.7: Baionetta verticale dell'arco linguale in filo 0,9mm.
La pinza disegnata per la modellazione di tale baionetta
verticale PD consente di riuscire a standardizzare la forma e
le dimensioni della baionetta verticale, la pinza PD è di tipo
quadra-quadra ed è costituita da due punte coniche a base
piatta munite di due scanalature: una per la singola piegatura
del filo ed una per la ripiegatura doppia (Fig.8).
Fig.4: Attacco 3D Wilson su modello
Per la realizzazione del primo prototipo della CVU
realizzato in laboratorio è stato scelto ed impiegato una
lamina di acciaio biomedicale malleabile del tipo AISI
316L, la sigla L definisce il basso tenore Nickel (Fig.6).
7
Fig.8: Pinza PD per la modellazione della baionetta
verticale
La baionetta verticale costituisce il perno di supporto
tecnico dell’arco (PD vertical post) e garantisce sia
l’inserzione verticale del dispositivo nel tubo della CVU sia
il controllo torque radicolare dei molari. La modellazione
della baionetta verticale è compatibile con qualsiasi tipo di
arco linguale o palatale e consente di ottenere il controllo
preciso del torque molare durante la fase di espansione delle
due arcate con tutti i vantaggi del Quad Helix e dell’Arco
Linguale, associati alla semplicità d’uso specialmente
nell’impiego all’arcata mandibolare. Gli archi PD sono
progettati nel rispetto dei principi basilari dell’ortodonzia:
diametro del filo di acciaio utilizzato, memoria elastica,
ancoraggio, rispetto dell’articolazione dentoalveolare,
controllo della tridimensionalità dello spostamento molare
e del fattore tempo (Fig. 9,10).
per la realizzazione di Archi Linguali con anse, Archi
prechirurgici, Archi linguali a controllo torque programmato
e in tutti i casi dove è richiesto un arco con elevata memoria
elastica, anche se è da annotare che resta più difficile da
modellare rispetto al filo Cromo-Cobalto.
Fig.11: Arco linguale PD System con bracci laterali, anse
e spirali
Indagini cliniche
ed analisi dei rischi:
Le indagini cliniche sull’impiego dei tubi PD System CVU,
condotte presso la Scuola di Specializzazione in
Ortognatodonzia dell’Università Federico II, sono state
supportate da una serie test meccanici preventivi e prove di
rottura da stress da carico, individuando il numero possibile
di cicli di apertura e chiusura delle clips fino alla rottura
(Fig.12,13).
Fig.9: Progetto tecnico dell'arco linguale PD System con
anse.
Fig. 12: Alette malleabili della Cerniera Verticale
Universale (CVU)
Fig.10: Progetto tecnico dell'arco linguale PD System
con spirali
Per la realizzazione degli archi PD system vengono utilizzati
filo Cromo Cobalto e filo Titanio Molibdeno, entrambi di
sezione 036 inch/0,9mm. Il filo Cromo Cobalto (Cobalto –
Bicromato di Potassio) è stato scelto per le sue caratteristiche
tecniche di elevata resilienza e buona elasticità ed è risultato Fig.13: Cerniera Verticale Universale (CVU) con arco
quello più facile da modellare e quello più versatile nella linguale inserito e bloccato mediante ripiegatura delle
realizzazione di Archi PD con spirali del tipo Bi Helix, Quad alette.
Helix ecc. (Fig 11). Il filo Titanio Molibdeno per la sua
elevata memoria elastica è stato utilizzato con ottimi risultati
8
I risultati dei test meccanici hanno evidenziato il limite di
attivazione riportato dalla media di cicli di apertura e
chiusura della CVU che non andava oltre i 7.7 (Fig.14),
questo risultato ha comportato la necessità di perfezionare
il sistema per ottenere il superamento della critica fase di
ripiegatura delle clips interattive della CVU.
Fig16: La prospettiva laterale evidenzia l'inclinazione
del Tubo linguale Verticale Autobloccante
Grazie alla modifica alle linguette d'arresto malleabili (clips)
si è ottenuta la forma del tubo linguale di tipo autobloccante
per scivolamento e quindi non più soggetto ai cicli di
apertura e di chiusura, la regolazione della frizione delle clips
può essere effettuata senza la necessità di dover ripiegarle
completamente sull’arco linguale.
Inoltre la realizzazione del vertical lingual sheath TVA
mediante la procedura LASER SLS (Selective Laser
Sintering) ha consentito di ottenere un elevato grado di
resilienza delle clips interattive del dispositivo consentendo
così di superare i limiti, le prestazioni tecniche e cliniche della
sua versione originaria (Fig.17), evitando così l’impiego di
alette di arresto ripiegabili come per la CVU ed anche
l’impiego dei doppi perni come invece si basa il meccanismo
di Brunson e Wilson. Con la messa a punto delle modifiche
al PD System lievitano anche gli standard di sicurezza, di
efficienza, di versatilità e di confort, infatti il nuovo Tubo
Verticale Autolegante supera, così, le prestazioni tecniche di
tutti gli applicativi della fattispecie.
Fig.14: Modulo dei test meccanici di attivazione della
CVU eseguiti nel 2008 dalla Scuola di Specializzazione
in Ortognatodonzia Federico II .
Sulla base di questi dati, la Cerniera Verticale Universale è
stata perfezionata nella forma delle clips interattive in
maniera tale da ottenere uno sheath verticale munito di due
clips autoleganti che non necessitano di essere ripiegate e
capaci di garantire il blocco degli archi linguali e/o
vestibolari muniti di baionetta verticale PD. L’obiettivo della
ricerca tecnica e scientifica condotta sull’utilizzo dei tubi
verticali PD System è stato quello di ottenere un nuovo tubo
linguale verticale che preserva la versatilità della CVU,
dimostrata dal confronto della stessa con i tubi 3D Wilson,
migliorandone l’affidabilità clinica in termini di durata e
sicurezza.
Per il raggiungimento di questo obiettivo, sono stati
realizzati, testati e sperimentati dei nuovi prototipi del tubo
linguale PD System denominato Tubo Verticale Autolegante
TVA (Fig.15,16).
Fig. 17: : Modulo dei test meccanici sperimentali sul
TVA eseguiti nel 2011 dalla Scuola di Specializzazione
in Ortognatodonzia Federico II .
I risultati raggiunti dalla fase di sperimentazione clinica
hanno messo in evidenza delle buone prestazioni cliniche,
in quanto l’apparecchiatura è in grado di modulare non solo
l’azione espansiva ma anche derotante, distalizzante e
soprattutto di controllo tridimensionale dello spostamento
Fig15: Tubo linguale Verticale Autobloccante (TVA) con
baionetta verticale inserita.
9
molare; in particolare nel controllo del torque nei movimenti
espansivi, grazie alla baionetta verticale che permette un
controllo preciso dello spostamento radicolare dei molari,
evitando il movimento di tipping incontrollato. Inoltre, gli
archi PD possono essere impiegabili in qualsiasi fase del
trattamento ortodontico e con qualsiasi tecnica multi bande
e/o multibrackets.
Materiali e metodologia di
fabbricazione:
Per la realizzazione del nuovo tubo linguale verticale TVA è
stata utilizzata una polvere di Cromo Cobalto biomedicale
(NOBIL 4000S) e sono state impiegate delle macchine SLS
(selective laser sintering) cioè macchina per sinterizzazione
selettiva mediante Laser. La fase preliminare consiste nella
generazione del file STL e nella sua verifica. Il file
STL(Standard Triangulation Language To Layer) è uno
standard grafico che descrive l'oggetto tramite una
decomposizione in triangoli delle superfici che lo
compongono. In pratica le superfici del pezzo vengono
meshate ('"mesh" significa "maglia") con elementi triangolari.
Approssimativamente il numero di questi triangoli è tanto
maggiore quanto meglio si vuole approssimare la superficie.
Lo standard STL (Fig.18) è attualmente accettato da quasi
tutti i sistemi di produzione industriale.
accogliere la baionetta verticale dell’arco consentendone
l’inserzione verticale. Il tubo verticale è posto rispetto alla
base con una particolare inclinazione, tale da garantire che
il lato gengivale del tubo sia discosto dalla base di circa un
millimetro. L’inclinazione del tubo verticale rispetto alla
base consente di:
• compensare l’inclinazione fisiologica dei molari , in
rispetto della curva di Wilson, con particolare riferimento ai
molari dell’arcata mandibolare;
• di ottenere un più agevole inserimento della baionetta
verticale nel tubo stesso ed una più agevole lettura del
movimento di torque;
• infine favorisce la presa della pinza dal lato gengivale per
la rimozione verticale dell’arco dal TVA.
La rimozione verticale dell’Arco linguale e/o palatale dal
TVA può essere effettuata con la pinza Weingart, utilizzata
in modo da ottenere una spinta precisa della baionetta
verticale bloccata nel TVA verso il lato opposto ai punti di
blocco (Fig.19).
Fig. 19:Rimozione dell'arco linguale dal tubo verticale
autobloccante, mediante la pinza di utilità tipo Weingarth
L’inserzione e la rimozione verticale degli archi linguali e
palatali PD dal TVA può essere effettuata numerose volte in
maniera rapida e sicura, senza pericoli di rottura dei
componenti sopra descritti (Fig.20). Altra caratteristica
innovativa degli archi pd system è quella di poterli caricarli
dei movimenti di espansione ortodontica e controllo torque
molare programmato, in maniera preventiva all’applicazione
orale.
Fig 18: File STL del Tubo linguale Verticale
Autobloccante
Caratteristiche innovative del PD
System Lingual Sheath:
Il tubo linguale verticale TVA, fatto di acciaio, può essere
saldato ad una banda ortodontica dal lato linguale, è
bilaterale ed ha la capacità di garantire il blocco di qualsiasi
tipo di arco linguale ad inserzione verticale sulle bande
molari e di renderlo, all’occorrenza, disinseribile in senso
verticale.
Il TVA è composto sostanzialmente da una base, bombata,
disegnata in maniera da abbracciare la banda; la base è Fig. 20: : Arco linguale disinserito dalle bande
munita di due frange laterali malleabili facilmente adattabili molarimunite di tubo verticale autobloccante mediante
la pinza di utilità.
alle bande che consente una migliore saldatura alla banda
stessa. Al centro della base, vi è il tubo verticale disegnato per
10
Per la gestione del torque molare programmato con PD
System Lingual Sheath mediante archi linguali pre-attivati
ad inserzione verticale si procede ad un set-up diagnostico
digitale dopo aver effettuato una scansione 3D delle arcate
del paziente. L’operatore stabilisce il corretto
posizionamento dei singoli elementi dentari ed il torque
molare necessario per correggere la malocclusione, mentre
l’entità delle correzioni necessarie a finalizzare il caso ci è
finemente fornita dal software (Fig.21). Al termine del setup si realizza il modello stereolitografico del caso idealmente
ultimato (Fig.22) e lo si usa come template per costruire un
arco linguale ad inserzione verticale con PD System Lingual
Sheath. L’arco, modellato in modo passivo rispetto al
modello finale (Fig.23), avrà le informazioni per la gestione
di tutte le fasi del trattamento.
In questo modo l’arco linguale viene adattato alla nuova
anatomia dentale del modello ed una volta inserito nel cavo
orale, risulta attivato dalla forza elastica incorporata ed
esplica dolcemente la sua azione terapeutica sino al
raggiungimento della posizione dei molari programmata dal
set-up digitale. L’utilizzo degli archi linguali ad inserzione
verticale con PD System Lingual Sheath, programmati con
questa metodica, riscontra un ottimo controllo
tridimensionale del torque, garantito dalla connessione
verticale tra slot e baionetta verticale (Fig.24,25). L’entità
delle attivazioni è guidata dall’occlusione ideale del paziente
e si svincola dalla capacità del singolo operatore; il protocollo
previene correzioni di entità inadeguata, che esitano in
allungamenti dei tempi di trattamento, difficile gestione degli
ancoraggi o danni iatrogeni (Fig. 26,27).
Fig.21 Set up digitale dei molari con programmazione
del torque.
Fig.24 Lettura del dell'attivazione torque sul modello
master.
Fig.22 Modello master in gesso e modello
stereolitografico con correzione del torque molari.
Fig. 25 Controllo dell'attivazione torque programmato
esercitato dalla baionetta verticale dell'arco linguale.
Fig.23 Modellazione dell'arco linguale sul modello
stereolitografico
Fig.26 Arco linguale con torque molare programmato
sul modello master
11
Fig.27 Arco Linguale PD System in TMA con controllo
programmato del torque molari inserito nel cavo orale.
Conclusioni:
Il PD System lingual sheath costituisce un sistema
meccanico in 4D (fattore tempo compreso) in grado di
garantire ottime prestazioni cliniche grazie ad un importante
e preciso controllo degli elementi dentari interessati e alla
sua versatilità d’uso; inoltre, abbina il minimo disagio per il
paziente e la semplicità d’uso per l’operatore nell’utilizzo di
qualsiasi tipo di arco linguale a carico verticale.
Riassunto:
Il sistema di archi linguali ad inserimento verticale illustrato
nell’articolo è di tipo autolegante e consente di rendere
disinseribili verticalmente gli archi linguali dal cavo orale. Il
tubo verticale garantisce il blocco dell’arco inserito e quindi
la stabilizzazione dello stesso alla banda ortodontica con
un’ottima lettura delle informazioni in esso inserite.
L’inserzione e la rimozione verticale dell’arco linguale dal
nuovo tubo linguale verticale autolegante TVA può essere
effettuata numerose volte, grazie alle indicazioni fornite dalle
indagini cliniche, alle modifiche migliorative applicate al PD
System lingual sheath ed ai nuovi processi digitali di
produzione del dispositivo.
Bollettino informazioni ortodontiche 1999 ott;63:29-31.
10) G. Pellegrino P. Manzo: Utilizzo clinico di archi linguali ad inserzione
verticale. Micerium News Novembre 2009.
11) G.Laino, P.Manzo, G.Pellegrino Poster SIDO 2010 (Società Italiana
di Ortodonzia) Applicazioni Cliniche del PD System lingual sheath.
Scuola di Specializzazione in Ortognatodonzia “Federico II” Università
di Napoli.
12) G.Laino, G.Pellegrino A.Laino Poster Ricerca N°23 SIDO (Società
Italiana di Ortodonzia) Firenze 2011. Sperimentazione e test meccanici
di due sistemi linguali ad inserzione verticale. Scuola di Specializzazione
in Ortognatodonzia “Federico II” Università di Napoli.
13) G.Laino, Capuozzo R., Ammendola L., Pellegrino G., Laino A. EOS
(European Orthodontic Society) Santiago de Compostela Spain 2012.
Comparison between two vertical tubes for the ausiliar arches supported
by mechanical test. Department of Dentistry and Maxillo-Facial Science,
University of Naples “Federico II” .
14) Marks MH, Corn H. Atlante di ortodonzia per l'adulto, scienza e
tecnica dentistica. Vol.1, 2. Milano: Ed. Internazionali; 1992.
15) OR-TEC. Manuale di tecnica ortodontica. Bologna: Ed Martina;
1994.
16) Pantaleoni N. Ortodontotecnica. Bologna: Ed. Grasso; 1985.
17) Plaudetti R.: Ortodonzia Modulare. Edz. Orthorama 1994
18) Tedesco A., De Simone P. Gestione delle alterazioni trasversali con
un nuovo dispositivo:PD System. Prima parte.Ortodonzia Tecnica
2007;Settembre 3:13-16.
19)Tedesco A., De Simone P. Gestione delle alterazioni trasversali con
un nuovo dispositivo:PD System. Seconda parte Ortodonzia Tecnica
2008; febbraio 1:7-10.
20) Wilson WL, Wilson RC. Modular orthodontics. Rocky Mountain.
Bibliografia:
1) Docenti di Materiali Dentari e Tecnologie di Laboratorio delle
Università Italiane: “Materiali e Tecnologie Odontostomatologiche”
Ediz. Ariesdue srl, ottobre 2011; Pag.231 – 243.
2) De Simone P. International search report WIPO published under
PCT. 19 August 2004.
3) De Simone P. Archi linguali e palatini PD ad inserzione verticale, per
il controllo programmato dell’espansione Ortodontica. Corriere
Ortodontico 2003.
4) De Simone P. Archi linguali e palatini PD System: loro ancoraggio
con Cerniera Verticale Universale. Ortodonzia Tecnica 2006; febbraio
1:12-16.
5) De Simone P. Orthodays–ortodontotecnica in Cd-Rom Ed. Napoli:
DeSimone Ortodonzia; 2004.
7) De Simone P. Poster ORTEC Firenze 2010 Archi linguali ad
inserzione verticale con PD System Lingual Sheath.
8) Langlade M. Ottimizzazione trasversale. Brescia; Seven Life; 1997.
9) Lambini N. Note di laboratorio sull’espansione dell’arcata inferiore.
12
Tutti a
Rimini!
XX Convegno Nazionale
Tecnici Ortodontisti Italiani
13
Rimini 13 14 15 Giugno 20
ien
Rimini
e Mérid
L
3
l
1
e
t
i
r
o
r
u
H
ma re M
o
g
n
u
L
Via
Relatori:
nna Ba
Dr.ssa A
s
r R ho d e
le
im
B
rb a ra
hristine
Dr.ssa C
l
Franke
nder
istian Sa
r
h
C
.
r
D
r Pla
Salvado
e
d
s
lo
Dr. Car
el
is Koeb
r
h
C
.
r
D
atalina
Dr.ssa C
nas
a
Canald
Per iscrizioni rivolgersi alla segreteria OR-TEC inviando un fax al numero 075 50.55.033 o una mail ad [email protected].
La segreteria é attiva tutti i giorni lavorativi dalle 15,00 alle 18,00 allo 075 50.55.073.
13
Il russamento e la Sindrome
delle Apnee Ostruttive
nel sonno
OR todonzia
TEC nica
Dr. Pelosi
Odontoiatra
Il Russamento cronico o roncopatia cronica e la sindrome riaddormenta.
da apnee notturne ( OSAA Obstructive Sleep Apnea
Sindrome) sono un problema di grande attualità clinica e
sociale. Entrambe queste situazioni, perdurando nel tempo,
possono portare a conseguenze anche gravi, come patologie
cardiovascolari, fenomeni legati all’ipossigenazione notturna
cronica, sonnolenza diurna, diminuzione del rendimento
scolastico, maggior rischio di incidenti alla guida e sul lavoro.
RUSSAMENTO O RONCOPATIA
Rumore inspiratorio causato da un restringimento delle vie
aeere superiori è dovuto alla virazione dell’ugola del palato
molle e dei pilastri tonsillari.
Schema dei fenomeni ostruttivi nel sonno.
Dinamica del russamento
L’OSAS
Alterazione della normale fisiologia del sonno caratterizzata
da interruzioni e pause dello stesso dovute ad un blocco del
passaggio dell’aria a livello del naso o della gola. Gli sforzi
respiratori continuano, nonostante l’ostruzione, finché non
parte uno stimolo centrale che spinge l’individuo ad un
breve risveglio; durante quest’ultimo viene ripristinata la
pervietà delle vie aeree, il paziente riprende a respirare e si
Recenti statistiche rivelano che negli individui oltre i 40 anni
la percentuale di russatori è del 40% nel sesso femminile e
del 60 % nel sesso maschile .
L’approccio multidisciplinare permette di affrontare le
problematiche connesse al russamento e alle apnee notturne
in modo completo e di fornire una terapia appropriata .
Gli accertamenti necessari per chi soffre di queste patologie
sono numerosi. In prima analisi il paziente deve essere
visitato dall’otorinolaringoiatra; seguiranno poi indagini
pneumologiche, cardiologiche, di fisiopatologia respiratoria,
monitoraggi nel sonno, valutazione del reflusso gastroesofageo nonché visite neurologiche nel sospetto di apnee
di origine centrale.
Il russamento è la conseguenza di una costrizione delle vie
respiratorie superiori; secondo la legge di Bernoulli e del
tubo di Venturi infatti, la velocità di un fluido che passa
attraverso un tubo aumenta al decrescere della sezione del
tubo stesso. L’accelerazione dell’aria che attraversa le vie
14
respiratorie determina una vibrazione dei tessuti molli della
faringe, soprattutto ugola e palato molle, con la produzione
di suoni di minore o maggiore intensità.
quando il nordamericano Esmarch propose l’ Esmarchsplint, dispositivo che protrudeva la mandibola e la
stabilizzava in quella posizione.
Nelle forme gravi di apnea il livello di ossigeno nel sangue,
il cosiddetto bloodstream, può scendere a livelli pericolosi
e condurre ad un aumento della pressione arteriosa. Il livello
di saturazione nella respirazione normale è del 97-100%; in
apnea volontaria si può scendere sino al 93% (in rari
soggetti). In soggetti affetti da apnea notturna si possono
raggiungere livelli di saturazione di ossigeno del 60-80%.
L’OSAS inizia ad essere clinicamente significativa quando
la saturazione scende al di sotto dell’85%.
Dispositivo ortodontico per le OSAS
Diversi fattori possono causare la costrizione delle vie
respiratorie: I'ipertrofia delle tonsille e /o delle adenoidi,
uno stato di congestione nasale, una malocclusione
caratterizzata da micrognatia o retrognatia, una
macroglossia, o semplicemente un accumulo di tessuto
adiposo nell'area faringea. In alcuni pazienti è stato anche un
frenulo corto .
Tutte queste condizioni possono predisporre al russamento
ma il principale fattore scatenante è stato individuato
nell’ipotonia dei muscoli della lingua e di quelli masticatori.
Poichè la parete posteriore della lingua coincide di fatto con
la parete anteriore delle vie respiratorie, il movimento
all'indietro di questa restringe automaticamente il lume a
disposizione per il passaggio dell’aria. Inoltre, quando il
diaframma si contrae, creando una pressione negativa per
l’inspirazione dell’aria causa anche un ribaltamento indietro
della base della lingua. Le vie respiratorie risultano cosi
ristrette e causano un’accelerazione del flusso dell'aria.
Questo flusso, a sua volta, causa le rumorose vibrazioni del
palato molle e dell'ugola che caratterizzano il russamento.
Quando la lingua è ribaltata indietro in completa
opposizione con la parete posteriore della faringe e I'aria
orale e nasale non è più in grado di raggiungere i polmoni si
parla di apnea notturna ( OSAA Obstructive Sleep Apnea
Sindrome) .Ogni qualvolta la lingua forma un sigillo con la
parete posteriore della faringe, il diaframma intensifica i suoi
sforzi di inspirazione dell'aria e provoca, a sua volta, una
chiusura ancora più ermetica. L'occlusione della faringe non
cessa finche il biossido di carbonio nel sangue non raggiunge
livelli tali da svegliare con una sonora sbuffata il paziente che,
quasi immediatamente, si riaddormenterà. Questo
fenomeno può ripetersi anche un centinaio di volte nel corso
della notte senza che la persona al mattino ne abbia alcun
ricordo.
In letteratura sono citati e consigliati vari dispositivi per
l’avanzamento mandibolare; quelli che ritroviamo più
frequentemente sono il MAD (mandibular advancement
device) il MAA (mandibular advancement appliance).
Nel 1983 il dott. Peter T.Gorge propose un apparecchio
ortodontico funzionale per la risoluzione di roncopatie e
apnee denominato NAPA (nocturnal airway patency
aplliance).
Tutti questi dispositivi orali si propongono di:
protrudere la mandibola e allontanare la lingua dalla
parete posteriore della faringe
stabilizzare la mandibola e inibire l’apertura della bocca
permettendo di anteriorizzare lo ioide e la lingua
aumentare la dimensione verticale per indurre a livello
dell’ Atm un riflesso che attiva il muscolo genioglosso e tende
a protrudere la lingua.
Questi apparecchi di avanzamento mandibolare hanno tutti
ottimi risultati nel trattamento del russamento. Diversi autori
ne consigliano l’uso anche su pazienti che soffrono di apnee
e nell’80 % di questi si ha una riduzione dell’indice di
difficoltà respiratoria (RDI) .
Esistono anche altre apparecchiature orali che si prefiggono
di contrastare il russamento; alcune di queste modificano la
posizione della lingua, altre ne realizzano una ritenzione, altre
ancora sollevano il palato molle .
La letteratura internazionale è concorde nel consigliare fra
tutti questi dispositivi quelli che anteriorizzano la mandibola.
Dispositivo Silensor
CARATTERISTICHE GENERALI
Questo sistema è costituito da 2 placche termostampate, una
per l’arcata superiore ed una per l’inferiore che possono
Le prime proposte di dispositivi orali per combattere il
essere realizzate in materiale rigido o semimorbido.
russamento e l’apnea notturna risalgono agli anni 30,
15
A Questo punto il nostro sistema antirussamento è pronto
per essere indossato dal paziente.
Noi effettuiamo il primo controllo dopo una settimana,
quindi ad un mese e successivamente a tre mesi per
controllare lo stato dell’apparecchiatura.
Il paziente nel frattempo si sottoporrà ad un esame del sonno
Schema del meccanismo di azione del Dispositivo
Silensor
Questi 2 splint sono uniti in una posizione predeterminata
da 2 connettori plastici fissati a destra e a sinistra alla
superficie vestibolare dei canini superiori e alla superficie
linguale dei primi molari inferiori. Il clinico sceglie la
lunghezza dei connettori a seconda dell’entità della
protrusione mandibolare da effettuare.
Il dispositivo in situ
I due splint del Silensor
Il comfort è superiore rispetto ad altri sistemi orali, oltre che
per le dimensioni anche perché il paziente riesce a
mantenere una certa mobilità mandibolare, anche se i
movimenti di abbassamento e di retrusione rimangono
comunque limitati.
In apnea notturna l’efficacia del sistema dovrebbe essere
testata caso per caso. L’utilizzo è controindicato in pazienti
con disfunzioni miofacciali, artropatie all’ATM, e problemi
parodontali avanzati. Non può essere utilizzato su soggetti
edentuli e deve essere fissato a una dentatura residua che
possa garantire un’adeguata ritenzione.
Il dispositivo Silensor
16
a
i
h
c
c
e
V
a
l
l
e
D
o
”
n
c
a
e
f
t
r
e
t
O
S
n
i
a
z
i
s
n
s
e
e
d
i
c
c
u
S
Pres
i
d
i
n
n
A
o
r
“Quatt
suo
urante il
d
e
t
n
e
resid
grande p
o
t
s
e
u
q
re con
ollabora
c
i
d
à
t
li
ssibi
012.
uto la po
v
a
r
09 e i l 2
e
0
v
2
a
l
i
i
tt
a
u
r
t
t
volte
er noi
iziative s
onore p
n
in
i
u
r
o
Grazie
t
io
a
g
t
ag
Ès
m
le
l
e
d
.
mè
Stefano
mandato un piccolo riesu i gli associati
o
utt
Di seguit l consiglio e di t
de
A nome
Congresso Roma 2009
Convegno Rimini 2010
Convegno Rimini 2009
Congresso Firenze 2010
Convegno Rimini 2010
18
Corso base Salerno 2009
Convegno Parma 2010
OR todonzia
TEC nica
Convegno Rimini 2011
Congresso Roma 2011
Corso Universitario Aquila 2012
Grazie Presidente
19
RECENSIONE
R. Martina - V. D’Antò – A. Galeotti
La Terapia Funzionale delle Classi II
Con la Bite Jumping Appliances
Collana di Ortodonzia (diretta dal Prof. Caprioglio)
n. 32 Edizioni Martina (Bologna) Luglio 2012
- Stessi autori - edizione Inglese
The Functional treatment of class II malocclusions
With the Bite Jumpimg Appliance
(n. 32) - Ed.Martina – Bologna Luglio 2012
OR todonzia
TEC nica
Ho l'onore e il grande piacere di recensire questa monografia dovuta ad una delle scuole più valide, dinamiche ed in
continua evoluzione, vale a dire la Scuola partenopea della Università degli Studi Federico II diretta dal Prof. Roberto
Martina.
Ho avuto la fortuna di conoscerlo molto giovane, già al seguito del padre noto ed apprezzato ortodontista fra i pochi pionieri
degli anni 60 di grande rigore etico e morale e con una grande determinazione nell'aggiornamento continuo.
Il figlio Roberto ha saputo fare sue queste grandi doti paterne e già giovanissimo si è dedicato subito esclusivamente
all'Ortodonzia frequentando la prima ed unica allora Scuola di Specializzazione Italiana di Ortodonzia presso l'Università
di Cagliari diretta dal Prof. Paolo Falconi, ove pure io ero docente, e dopo il periodo degli studi ottenne la specialità a
pieni voti nel 1977 figurando come il migliore degli allievi per serietà scrupolosità di ricerca e perfetti risultati clinici
di pazienti in cura.
Ebbi anche l'onore di seguirlo per la sua tesi di specialità.
Tornato presso la sua Università di Napoli Federico II seppe immediatamente organizzare un reparto e poi una vera
Scuola di Specializzazione in Ortodonzia ed al tempo stesso proseguire celermente l'iter della sua carriera Accademica
prima come Professore Associato e poi Ordinario.
La sua passione per lo studio dell'ortodonzia lo portò ad affrontare molti corsi e cliniche universitarie all'estero a
partecipare a congressi internazionali ed al tempo stesso a creare un centro ricerche scientifiche clinico e sperimentale di
alto livello presso la sua clinica.Per tali meriti fu anche se molto giovane chiamato alla presidenza della S.I.D.O.
(Società Italiana di Ortodonzia) negli anni 90 seguito poi dalla nomina a Presidente della E.O.S. (European Orthodontic
Society) culminata con un indimenticabile Congressso Internazionale a Sorrento di altissimo livello scientifico.
Oggi la sua Scuola vanta numerosi allievi che cresciuti sotto la sua guida di grande maestro didattico hanno raggiunto
notevoli posizioni di ruolo sia universitarie che ospedaliere e molti sono apprezzati professionisti e che collaborano
ancora attivamente con la scuola.
Col numero 32 la collana si è arricchita di un evento straordinario: la collana sarà stampata d'ora innanzi in
contemporanea anche in Inglese grazie alla lungimiranza ed al coraggio del caro Editore Dr. Alfredo Martina.
Il Prof. R. Martina presenta la terapia funzionale delle classi seconde con la Bite Jumping Appliance (B.J.A)
tecnica messa a punto dal Prof. Franz Gunter Sander.
Questa tecnica permette di ottenere notevoli e stabili risultati in queste particolari situazioni patologiche.
Dopo la scelta dell'apparecchiatura funzionale, vengono esposti i vantaggi biomeccanici e clinici a seguire poi la tempistica
del trattamento.
Un vasto capitolo è dedicato alla descrizione e presentazione dei casi clinici con una ricca e precisa iconografia. Due
particolari capitoli sono dedicati ai trattamenti in pazienti iperdivergenti ed all'opposto con morso coperto .
Le considerazioni conclusive ed una ricca bibliografia chiudono poi la monografia.
20
Hanno collaborato col Prof. R. Martina il Dr. V. D'Antò, curando le varie fasi della terapia dei casi clinici e la Dott.ssa A.
Galeotti responsabile di struttura semplice dipartimentale di Odontostomatologia dell'Ospedale Bambin Gesù di Roma
per la ricerca scientifica sulla validità dei risultati.
Particolare menzione riguarda poi la descrizione della preparazione dei manufatti curata da un laboratorio specializzato
diretto dall'odontotecnico M. Cicatiello.
Questa tecnica oltre ai tradizionali obiettivi occlusali permette anche il miglior raggiungimento degli obiettivi estetici.
Vorrei sottolineare fra i tanti pregi della monografia due in particolare.
Il primo è dato dall'accuratezza che gli autori pongono nella Diagnosi basata con ogni mezzo disponibile per valutare
esattamente a quale tipo di seconda classe il paziente appartiene ponendo grande attenzione anche alla valutazione estetica
usando la metodologia di Fränkel, molto attendibile specie nei normo ed ipodivergenti,per stabilire poi l' esatto timing del
momento della terapia.
La seconda e' rappresentata dall' analisi dei vantaggi biomeccanici e clinici della BJA, fra i quali oltre la solidità dell'
apparecchio e la facilità di riattivazione, vi e' soprattutto il vantaggio di una ottima propulsione mandibolare anche nella
Rest Position ,e quindi di essere attiva anche nelle ore notturne , e poi ancora la possibilità di non usare eccessivi rialzi ed
infine come la forza reattiva scaricandosi sul mascellare passi vicino al centro di resistenza(Key Ridge) ,evitando anche
forme di rotazione del mascellare e conseguente post rotazione mandibolare.
Infine in base alla Evidence Base Medicine(EBM)ottime le ricerche svolte dalla sua Scuola con la Clinica del Bambin Gesu'
di Roma con un efficiente RCT(Randomized Clinical Trial) che dimostrano la efficacia della terapia con il B.J.A.
La chiarezza della esposizione ed i vari passaggi tecnici permettono di avere a disposizione un manuale clinico operativo
efficace e pratico.
Mi auguro che sia adottato presso le scuole di specializzazione e poi da ogni professionista che ami avere a disposizione
una ulteriore tecnica utilissima per alcune particolari patologie.
All'Editore Dott. Alfredo Martina ancora un plauso e un ringraziamento per l'inesauribile energia ed entusiasmo nel proprio
lavoro che continua a profondere onde migliorare ulteriormente la collana nella sua veste tipografica ed iconografica, e
per avermi sempre sostenuto, incoraggiato ed essere sempre stato vicino con la saggezza sua nei momenti più delicati o per
decisioni difficili.
Prof. Damaso Caprioglio
già Direttore Cattedra di Ortognatodonzia e Gnatologia
Docente di Etica
Università degli Studi di Parma
21
OR todonzia
TEC nica
’
t
r
o
p
e
‘R
’
o
t
a
s
s
a
p
l
e
d
c
e
t
r
O
i
t
n
e
v
e
‘Gli
26-27 Maggio 2012
Corso Pratico di Costruzione
su Modelli Gnatostatici della PFB- FGB
Dental School Lingotto
Sold-out, termine inglese per comunicare il tutto esaurito che si è avuto in occasione del Corso pratico di costruzione della
PFB Placca Funzionale Bracco, che si è tenuto presso la Dental School del Lingotto di Torinolo scorso 26-27 Maggio.
In primavera molti soci hanno avuto il piacere di partecipare ad una full immersion dei dispositivi funzionali a bite metallico,
il Corso è stato tenuto dal Prof. Pietro Bracco nella splendida aula laboratorio, ove ogni partecipante ha eseguito la
costruzione step by step di ogni singolo componete secondo le indicazioni dell’autore.
Nei due giorni di corso sono stati illustrati tutti i particolari per una corretta costruzione dei dispositivi, la parte pratica è
stata illustrata in modo egregio dal nostro Socio Massimo Bracco che ha mostrato ai partecipanti le proprietà fondamentali
dei componenti.
Lo spirito culturale della nostra associazione ha trovato un profondo estimatore nel Prof. Bracco, il quale si è offerto in
modo completo ad insegnare in un primo incontro a Bologna le caratteristiche filosofiche della sua apparecchiatura e poi
in questo secondo incontro ha evidenziato tutti quei aspetti costruttivi che sono necessari per la corretta realizzazione della
sua apparecchiatura.
Tutti i partecipanti hanno avuto il modo di interfacciarsi con i relatori creando un dialogo molto costruttivo.
Giornate come quelle piemontesi sono indubbiamente mattoni fondamentali ove costruire la nostra professione, ed è lo
scopo della nostra associazione organizzare tali eventi.
Il segretario
Roberto Giammarini
Prof. Pietro Bracco e odontotecnico Massimo Bracco
Fasi teoriche
24
OR todonzia
TEC nica
Fasi di rifinitura PFB
Partecipanti alla pratica
Il Prof. Bracco con un’allieva
25
44° Congresso Nazionale OR-TEC
Firenze città di arte, storia e cultura è stata ancora una volta la sede del nostro Congresso Nazionale, che come accade,
ormai da un po’ di anni si è svolto nella storica Fortezza di Basso, nell’ambito del Congresso Sido. L’evento in terra toscana
è stato l’ultimo atto ufficiale del Consiglio della Presidenza di Stefano Della Vecchia che, in questi quattro anni, ha svolto
un ottimo lavoro.
Anche in questa occasione l’Or-Tec ha dimostrato la sua capacità di promuovere cultura e aggiornamento con un programma
scientifico veramente interessante e grazie ad una virtuosa gestione economica tutti i soci hanno potuto partecipare
gratuitamente all’evento.
Stefano Della Vecchia, porgendo il saluto ad una sala
pien, ha dato il via alla sessione mattutina tutta di stampo
Partenopeo, lasciando la parola ai presidenti di seduta;
Dott.Sergio Paduano e il Collega Gianni Caria.
Ospite d’eccezione il Prof. Roberto Martina direttore
della Scuola di specializzazione in Ortognatodonzia
dell’Università “Federico II°” che insieme all’associato
Massimo Cicatiello ha trattato un interessante relazione
riguardante l’apparecchio Bite-Jumping del Prof. Sander.
Mentre il prof. Martina ha illustrato i risultati clinici di
una approfondita ricerca sviluppata in questi anni presso
il suo dipartimento sull’utilizzo della BJA, con riferimento al pattern di crescita del paziente, Massimo Cicatiello ha
approfondito gli aspetti tecnici relativi alla costruzione del dispositivo stesso evidenziando, didatticamente, la modifica
prevista dal protocollo “MARTINA”. pensata per favorire l’estrusione dei molari inferiori.
Gli Allineatori dentali con una la metodica “S.A.R SYSTEM” è stato l’argomento illustrato dal dottor Massimiliano
Ciaravolo ed i soci Gennaro e Ciro Pisano. Questa nuova sistematica di allineamento prevede l’utilizzo di un'unica
mascherina con attacchi sul gruppo frontale,così da renderla
elastica e facilmente adattabile all’arcata, anche dopo
eventuali pause terapeutiche. Il dr. Ciaravolo, presentando
alcuni casi, ha voluto dimostrare le possibilità che questa
tecnica offre mentre, il giovanissimo collega Gennaro Pisano,
al debutto come relatore ed accompagnato dal padre, ha
mostrato alcuni passaggi della costruzione.
Il Prof Nunzio Cirulli, il Prof. Matteo Beretta e il Prof.
Aldo Macchi docenti dell’Università INSUBRIA ci hanno
evidenziato i vantaggi per la pianificazione di una terapia
26
OR todonzia
TEC nica
ortodontica linguale che prevede una programmazione
tridimensionale e virtuale utilizzando la diagnostica 3D
mediante TC CONE BEAN. Questa tecnologia, attraverso
un’unica rilevazione sul paziente, permette di visualizzare
tridimensionalmente ossa, tessuti molli e denti, inoltre
rende possibile l’esecuzione di un tracciato in 3D, la
pianificazione del set-up ed infine il posizionamento
virtuale degli attacchi. Con questi stessi dati grazie al Cadcam, mediante uno stereolitografo, è possibile ottenere sia
i modelli solidi delle arcate sia dei transfert per il bondaggio indiretto.
Quest’ultimo argomento induce ad una riflessione sul futuro dell’odontotecnico, nello specifico, del tecnico-ortodontico,
che dovrà, molto presto, confrontarsi con nuove tecnologie che richiederanno maggiori competenze Risulta evidente quindi
la necessità di dover avviare un percorso formativo universitario in grado di preparare la nuova figura professionale del
odontotecnico specializzato in “TECNICA ORTODONTICA di LABORATORIO”.
Ritornando al congresso, si è arrivati alla pausa che, oltre a permetterci di gustare le pietanze del ricco buffet, in questa
occasione quelle tipiche toscane, ci ha permesso di poter visitare l’esposizione merceologica che ha visto presenti le maggiori
aziende leader del settore sia italiane che straniere.
La sessione pomeridiana presieduta dalla Dott.ssa Giuseppina Laganà e dalla collega Manuela Tromba ha visto il debutto
del socio Stefano Lumetta, dalla splendida Sicilia, che ha illustrato, con una chiara esposizione, tutti i passaggi della
costruzione di un’apparecchiatura funzionale “Attivatore”, mentre la Dott.ssa Giorgia Buffa, con una piacevole lezione, ci
ha dimostrato come, queste ultime, sono in grado di modificare i rapporti tra basi ossee e arcate dentarie, attraverso una
stimolazione funzionale.
L’obiettivo di una perfezione estetica spinge sempre più pazienti verso una maggiore richiesta di ortodonzia cosmetica con
allineatori invisibili. Il Prof. Joseph Giordanetto, evidenziando questo dato commerciale, si è soffermato su quelle che
sono le differenze tra un trattamento puramente estetico del gruppo frontale ed una terapia ortodontica. Ha ribadito,
esplicitamente, la maggiore precisione che un set-up virtuale offre per la pianificazione di un trattamento con gli Aligner.
A seguire, la Dott.ssa Manuela Mucedero, ha delineato le
linee guida di una gestione terapeutica di un trattamento
ortodontico per il recupero dei canini inclusi. E’ necessario
utilizzare dispositivi di ancoraggio intraorali nella gestione
delle forze da applicare per la trazione e l’utilizzo di archi
palatali o Quad-Helix, opportunamente progettati con
occhielli sia in posizione palatale che vestibolare danno
garanzia di massimo ancoraggio e di maggior controllo delle
forze applicate.
Il ruolo dell’Oral Device nelle OSAS è l’argomento trattato dai Prof.ri Camillo Azzuni,Giulio Gasparini e Sandro Pelo
del “Policlinico GEMELLI”, la loro lezione ha affrontato i problemi respiratori derivanti dalle apnee notturne nei bambini
mostrando delle immagini, a volte anche molto cruente, di interventi di avanzamento del massiccio facciale anteriore
necessario in pazienti con malformazioni cranio-facciali.
La giornata congressuale si è conclusa con l’assemblea ordinaria in cui si è eletto il nuovo consiglio.
27
Simpatica e rilassante è stata la serata tra amici che si sono mostrati molto interessati anche alle saporite bistecche
accompagnate da un buon bicchiere di CHIANTI.
Presieduta dal Prof. Raffaele Sacerdoti e dal collega Fabio
Fantozzi, la giornata di sabato è iniziata con il Dott Gianni
Manes Gravina che, in riferimento alla sua esperienza, ha
confermato quanto sia fondamentale la collaborazione con il
laboratorio ortodontico,.la condivisione della ricerca per la
soluzione più idonea nella fase progettuale può avvenire solo
attraverso un costruttivo confronto tra Ortodontista e
Odontotecnico.
La Tomografia assiale computerizzata ha rivoluzionato la
radiologia odontoiatrica e maxillo-facciale, come ha ricordato
la Prof.ssa Rosalia Leonardi, questo tipo di indagine risulta
infatti assai utile in ortodonzia per denti ectopici e
soprannumerari ed è in grado di valutare quantità e qualità
dell’osso in virtù dello spostamento dentario.
Prima della pausa caffè il neo eletto presidente Patrizio
Evangelista, dopo un breve saluto insieme al consiglio uscente, ha consegnato un presente ad un commosso Stefano Della
Vecchia a cui è stato tributato un caloroso applauso.
Grazie ad una, inconsueta, ma interessantissima video conferenza l‘ Avvocato Roberto Longhin ha affrontato le prospettive
di una riqualificazione della professione dell’Odontotecnico in una veste specialistica; non certo per il capriccio di un titolo
ma bensì come riconoscimento di una professionalità che ha ormai un ruolo ben preciso nel Sistema Odontoiatrico.
Sicuramente l’istituzione del corso di Specializzazione di Tecnica Ortodontica di Laboratorio presso l’Università de L’Aquila
che, tra l’altro, non viola alcuna norma giuridica, rappresenta una buona base di partenza così da auspicare che anche altri
atenei seguano la stessa linea. L’Avv.to Longhin ha ipotizzato eventualmente l’istituzione di un percorso formativo presso
altre facoltà Universitarie al di fuori della sfera medica (ad esempio, ingegneria), così da sgomberare il campo da equivoci
ed al tempo stesso, attribuire al tecnico-ortodontico una specializzazione che gli permetta di essere al passo con le
innovazioni tecnologiche, garantendone preparazione e professionalità.
Le valutazioni del Longhin hanno stimolato un vivace dibattito in sala confermando l’interesse dei colleghi verso le iniziative
atte al raggiungimento del tanto atteso “profilo professionale”.
Si spengono i riflettori sul 44° congresso, ultimo atto della presidenza Della Vecchia e gia si è proiettati al futuro ricco di
sorprese che vedrà in prima linea Patrizio Evangelista.
All’amico Stefano, un grazie per l’impegno profuso, a Patrizio un forte in bocca al lupo e…..ai soci cosa dire?
Cambiano i presidenti ma basti ricordare che l’associazione Siamo Tutti Noi con la Nostra partecipazione e Tanta passione!
Massimo Cicatiello
28
ROMA 14/15 Settembre 2012
Corso Base Ortodonzia Fissa
OR todonzia
TEC nica
Nella bella cornice dell’Istituto Edmondo De Amicis in Roma si è svolto il terzo incontro Ortec sull’ Ortodonzia Fissa di
Base, incontri che Ortec ha fortemente voluto per divulgare la
tecnica ortodontica hai propri associati e all’interno delle scuole
odontotecniche italiane.
Relatore del corso Roberto Accorsi (Lorilabors Modena), tutor
Stefano Negrini e Giuseppe Grimaldi.
Al corso hanno partecipato 15 associati Ortec e gli alunni delle
classi 4 e 5 dell’Istituto.
Il programma molto fitto ed importante ha spaziato dai concetti dell’ortodonzia fissa, realizzazione dei modelli con bande,
modellazione dei dispositivi fissi saldati attivi e passivi sui concetti di distalizzazione e biomeccaniche di movimento,
disgiuntore palatino, saldatura al laser, dispositivi preprotesici e disegnati al Cad.
Un programma molto impegnativo che il relatore Roberto Accorsi a brillantemente
sviluppato cercando di rendere il tutto fruibile ad un pubblico in parte conoscitore della
materia in parte neofita completo sulle tematiche ortodontiche come i ragazzi del 4 e 5 anno
dell’ Istituto De Amicis, che hanno così potuto conoscere questa affascinante materia
direttamente da una associazione come Ortec (cosa non scontata).
Nel pomeriggio del venerdì ci si è poi trasferiti nelle aule di laboratorio dell’istituto per la
esercitazioni pratiche, su modelli e materiale
ortodontico gentilmente offerto dalla
Forestadental, la quale ci ha permesso di confezionare i dispositivi previsti dal
programma dal programma didattico.
Ogni partecipante ha potuto cimentarsi con la costruzione dei dispositivi, e le
problematiche legate alla loro progettazione.
I tutor a loro volta hanno assistito con il relatore il gruppo, cercando di seguire
i partecipanti e rispondere alle loro domande, cercando di sviscerare le varie
tematiche legate alla realizzazione dei manufatti, alla loro varianti dai dispositivi
di base e alla loro attivazione.
Alla fine della giornata di sabato Ortec ha lasciato a tutti i presenti un sillabo del corso realizzato dal relatore e un attestato
di partecipazione a tutti gli inscritti.
A conclusione di questa terza esperienza Ortec ringrazia
tutti i partecipanti e l’Istituto Edmondo De Amicis per
l’ospitalità e la possibilità di far conoscere l’ortodonzia al
mondo scolastico Odontotecnico.
Culturale Ortec
29
Convegno Rimini 2012
“Foto Gallery”
OR todonzia
TEC nica
s
& friend
t
n
e
id
s
P re
La sala
Prof.ssa Piancino
ioni
Le iscriz
30
e
h
T
e
v
a
S
3
1
0
2
e
t
Da
Amici di Brugg
23-25 Maggio 2013
RIMINI
XX Convegno Ortec
13-15 Giugno 2013
RIMINI
45° Congresso Ortec
8-9 Novembre 2013
ROMA
Corso Liberty-Bielle
21-22 Settembre 2013
UDINE
31
Seguici su:
www.ortec.it
Facebook