Wiki Africa Trek02

Transcription

Wiki Africa Trek02
Wiki Africa Trek02
Africa Archimedica
PDF generato attraverso il toolkit opensource ''mwlib''. Per maggiori informazioni, vedi [[http://code.pediapress.com/ http://code.pediapress.com/]].
PDF generated at: Sun, 29 Jan 2012 16:33:01 UTC
Indice
Voci
Guinea
1
Guinea
1
Conakry
14
Storia della Guinea
16
Mali
18
Mali
18
Bamako
30
Burkina Faso
34
Burkina Faso
34
Ouagadougou
42
Storia del Burkina Faso
45
Costa D'avorio
48
Costa d'Avorio
48
Yamoussoukro
56
Storia della Costa d'Avorio
58
Togo
63
Togo
63
Lomé
77
Storia del Togo
79
Benin
83
Benin
83
Porto-Novo
90
Storia del Benin
92
Regno del Benin
93
Niger
Niger
99
99
Niamey
109
Storia del Niger
111
Campionato di calcio nigerino
114
Nigeria
117
Nigeria
117
Abuja
126
Storia della Nigeria
129
Politica della Nigeria
136
Economia della Nigeria
138
Musica della Nigeria
143
Note
Fonti e autori delle voci
151
Fonti, licenze e autori delle immagini
153
Licenze della voce
Licenza
156
1
Guinea
Guinea
Guinea
(dettagli)
'"Travail, Justice,
Solidarité"(francese)
"Lavoro, Giustizia, Solidarietà"
Dati amministrativi
Nome completo
Repubblica di Guinea
Nome ufficiale
République de Guinée
Lingue ufficiali
francese
Capitale
Conakry (1.091.483 ab. / 1996)
Politica
Forma di governo
Capo di Stato
Capo di Governo
Indipendenza
Ingresso nell'ONU
Repubblica semipresidenziale
Alpha Condé
Mohamed Said Fofana
Dalla Francia, 2 ottobre 1958
8 ottobre, 1962
Superficie
Totale
245.857 km² (75º)
Guinea
2
% delle acque
trascurabile
Popolazione
Totale
7.466.200 ab. ( ) (83º)
Densità
30,4 ab./km²
Geografia
Continente
Africa
Fuso orario
UTC +0
Economia
Valuta
PIL (PPA)
PIL pro capite (PPA)
ISU (2010)
Franco guineano
10.501 milioni di $ (142º)
1.046 $ (2010) (166º)
0,340 (basso) (156º)
Varie
TLD
.gn
Prefisso tel.
+224
Sigla autom.
xx
Inno nazionale
Liberté
Festa nazionale
La Repubblica di Guinea (République de Guinée), nota anche informalmente come Guinea Conakry,[1] è uno
Stato dell'Africa Occidentale. Confina con Guinea-Bissau e Senegal a nord, Mali a nord e nord-est, Costa d'Avorio a
sud-est, Liberia a sud, e Sierra Leone ad ovest. Il suo territorio racchiude la sorgente dei fiumi Niger, Senegal, e
Gambia.
Dominato da vari regni africani, il paese divenne uno dei punti nevralgici della tratta degli schiavi, che lo spopolò.
Divenuta colonia francese nel 1890, la Guinea ha raggiunto l'indipendenza per consultazione referendaria nel 1958;
da allora fino al 1984 è stato retto dittatorialmente da Ahmed Sékou Tourè. Dopo questi la situazione politica si è
fatta fosca: dal 1984 il regime non-democratico è proseguito con la presidenza di Lansana Contè, terminata il 23
dicembre 2008 con la morte del capo di stato dopo una grave malattia. La mattina del 23 dicembre l'esercito
guineiano attua un colpo di stato militare sospendendo ogni attività politica e sindacale e sciogliendo l'Assemblea
Nazionale. Dotata di notevoli risorse minerarie, la Guinea affida al loro sfruttamento lo sviluppo della propria
Guinea
economia, che conta non solo sull'attività mineraria ma anche su quella agricola.
Nome
Il nome Guinea (geograficamente assegnato a gran parte della costa occidentale dell'Africa, a sud del Deserto del
Sahara e a nord del Golfo di Guinea) è di origine berbera ed è traducibile in "terra dei marroni".
Storia
Epoca precoloniale
L'odierna Guinea prima di essere colonizzata fu parte di diversi imperi africani, il primo di questi fu l'Impero del
Ghana, che conquistò questo territorio nel 900. Seguì il regno dei Soussou nei secoli dodicesimo e tredicesimo.
Ancora dopo l'Impero del Mali prese il controllo della regione dopo la battaglia di Kirina nel 1235, ma aspri conflitti
interni portarono alla sua dissoluzione nel 1610 circa. Subentrò l'Impero Songhai, uno stato molto più forte e solido
dei precedenti, ma destinato anch'esso al declino a causa di scontri interni. Seguì un periodo di generale confusione,
l'Impero Shongai aveva lasciato un grande vuoto.
Il XVIII secolo fu molto importante per la Guinea, perché segnò l'inizio della diffusione dell'Islam e l'arrivo, nella
regione del Futa Gialòn, dei Fula, gruppo etnico che è attualmente il più diffuso del paese. Quando i portoghesi
arrivarono, trovarono il territorio diviso in varie signorie vassalle dei regni sudanesi.
Epoca coloniale
I portoghesi furono i primi a giungere in Guinea, avviando contatti con gli indigeni fin dal XV secolo. In seguito la
Guinea fu al centro della tratta degli schiavi, che causò una drastica riduzione della sua popolazione. Per fermare il
commercio di schiavi la Francia decise di stipulare patti con i capi locali. Nel 1890 la Guinea divenne una colonia
francese e proprio i francesi fondarono la capitale, Conakry, sull'isola Tombo. In realtà i francesi erano penetrati nel
territorio già in precedenza, ottenendo nel 1880 il protettorato sulla regione del Futa Gialòn. Nel 1895 la Guinea fu
incorporata nell'Africa occidentale francese.
In seguito al referendum promosso da Charles De Gaulle, la Guinea votò per la sua piena indipendenza il 28
settembre 1958. Il paese divenne ufficialmente indipendente il 2 ottobre dello stesso anno: il periodo coloniale si era
quindi concluso.
Indipendenza
Periodo Tourè (1958-1984)
Primo Capo di Stato fu Ahmed Sékou Tourè, leader del Partito Democratico della Guinea, che alle elezioni
territoriali del 1957 aveva ottenuto 56 seggi su 60. Orientato su politiche socialiste, il paese riuscì comunque a
ricevere un notevole flusso di capitale dai paesi capitalisti. Sotto Tourè la Guinea ebbe un sistema politico chiuso e
monopartitico, sordo a questioni come diritti umani e libertà d'espressione: entrambe le cose vennero ripetutamente e
abitualmente calpestate. Tourè fu un presidente tanto forte da essere considerato un dittatore[2]; estese il suo
controllo anche ai media[3].
3
Guinea
L'economia fu condotta verso un controllo statale pressoché completo,
attuato con nazionalizzazioni di massa. L'opposizione politica ricevette
una durissima repressione e le riforme economiche di quegli non
portarono a progressi economici particolari. Tourè, sostenuto per il suo
nazionalismo etnico, si scontrò per la sua politica repressiva con la sua
stessa etnia, i Malinkè. Ossessionato da possibili complotti alle sue
spalle, Tourè, divenuto un vero e proprio dittatore, fece imprigionare
gli oppositori presunti o effettivi in veri e propri gulag. Questa
situazione portò molti cittadini ad emigrare verso i paesi vicini.
4
Ahmed Sékou Tourè.
Presidenza Contè
Tourè morì il 26 marzo 1984. Fu sostituito momentaneamente dal Primo Ministro Louis Lansana Beavogui,
rovesciato il 3 aprile da una giunta militare guidata da Lansana Contè e Diarra Traorè. I due divennero
rispettivamente presidente e primo ministro. Contè denunciò subito gli abusi di Tourè e il suo scarso rispetto dei
diritti umani, liberando 250 prigionieri politici e invitando 200.000 emigrati a tornare nel paese. Inoltre si adoperò
per cancellare molte delle misure politiche ed economiche introdotte dal dittatore, ma la povertà non diminuì
esponenzialmente e non si avvertirono segni forti di un ritorno alla democrazia. Nel 1985 Traorè tentò di rovesciarlo
con un colpo di stato, ma questa azione fallì e Traorè stesso venne giustiziato. Nel 1992 Contè annunciò il ritorno del
potere nelle mani dei civili con delle elezioni presidenziali nel 1993 e delle elezioni parlamentari nel 1995, nelle
quali la formazione del presidente, il Partito dell'unità e del progresso, conquistò 71 seggi su 114.
Nonostante questi apparenti esercizi di democrazia, il controllo di Contè sul paese si fece sempre più saldo e andò
consolidandosi negli anni. Parallelamente le proteste si intensificarono, culminando nell'assalto al palazzo
presidenziale nel febbraio del 1996: vista l'emergenza Contè fu costretto a prendere il controllo dell'esercito e a dare
un segnale di democratizzazione, nominando dopo tanto tempo un primo ministro, Sydia Tourè, che rappresentasse
una divisione del potere. La situazione interna non parve cambiare e la riconferma del presidente nel 1998 rese il
clima interno ancora più pericoloso. Nel settembre 2001 fu arrestato il principale membro dell'opposizione, Alpha
Condè. Condè, catturato e processato, fu condannato a cinque anni di reclusione ma dopo non molto rilasciato, anche
se trascorse un periodo di esilio in Francia. Intanto il presidente promosse sempre nel 2001 un referendum, per
allungare il termine del mandato presidenziale: il referendum fu vinto con il 98,4% dei votanti a favore. Venne
confermato per la terza volta nel 2003 con il 95,3% dei voti. Nel gennaio 2005 è sfuggito ad un probabile attentato
alla sua vita, durante una sua rara apparizione pubblica a Conakry. Nel frattempo la corruzione ha raggiunto livelli
altissimi, e la situazione economica non mostra grandi miglioramenti.
Nel gennaio 2007 è cominciato un periodo di protesta generale a livello nazionale, che ha portato migliaia di
guineani in piazza a protestare contro il presidente e il suo ormai lunghissimo mandato. Le proteste si sono fermate il
27 gennaio, dopo forti scontri tra manifestanti e polizia, che hanno causato circa 90 morti e 300 feriti[4]. Sull'orlo di
una guerra civile e in crisi politica, la Guinea vede ormai sempre più prossima la possibilità di un radicale
cambiamento politico. Il contestato presidente Lansana Conté ha nominato nel febbraio 2007 come nuovo primo
ministro Eugene Camara, suo stretto collaboratore. Tale decisione è stata avversata duramente dall'opposizione. Il 1
marzo 2007 è diventato primo ministro Lansana Kouyatè, molto più gradito del predecessore: la sua nomina è stata
approvata dagli oppositori del presidente[5].
Le proteste terminarono proprio grazie alla nomina di Kouyatè, poiché come imprescindibile condizione per la fine
delle contestazioni vi era la scelta di un primo ministro che venisse approvato dalla popolazione[6]. Nonostante
questo, Contè stesso ha detto che la nomina di Kouyatè non è derivata da pressioni ed ha affermato di esser
soddisfatto dell'operato del primo ministro[7]. Come accennato prima, si temette la guerra civile: Stati Uniti e Unione
Europea espressero la loro preoccupazione per i fatti di quei giorni e l'Unità di Crisi Internazionale ha chiarito che un
Guinea
eventuale conflitto civile guineano avrebbe compromesso la stabilità dei paesi confinanti[8]: proprio riguardo a ciò
Lansana Contè ha incontrato il 20 febbraio il presidente della Liberia Ellen Johnson-Sirleaf e il presidente del Sierra
Leone Ahmad Tejan Kabbah[9].
Il 23 dicembre 2008, a 74 anni, Conté è morto al termine di una grave malattia.
La mattina del 23 dicembre l'esercito guineiano attua un colpo di stato militare sospendendo ogni attività politica e
sindacale e sciogliendo l'Assemblea Nazionale e sospendendo la costituzione.
Il 24 dicembre il Capitano Moussa Dadis Camara, in precedenza responsabile dei carburanti per le forze armate, si è
posto alla guida dello Stato dell'Africa occidentale, annunciando le elezioni per il 2010.
Nel novembre 2010 per la prima volta dopo più di 50 anni si sono svolte elezioni giudicate relativamente libere e
trasparenti. Da queste elezioni esce vincitore il leader del partito d'opposizione Alpha Condé, che diventa Presidente
e promette riforme per il Paese.
Geografia
Morfologia
La Guinea si estende su un'area di 245.857 chilometri quadrati, poco più grande di quella del Regno Unito. Il paese
si trova nella regione dell'Africa occidentale, poco più a sud della fascia del Sahel. Confina con la Guinea Bissau per
386 km, il Mali per 858 km e il Senegal per 330 km a nord, Mali e Costa d'Avorio per 610 km a est, e Sierra Leone
per 652 km e Liberia per 563 km a sud; affaccia a ovest sul golfo di Guinea. Geograficamente ricca di diversità, la
Guinea risulta molto varia sotto il profilo geografico.
Il paese è diviso in quattro regioni principali: la Bassa Guinea, una stretta striscia costiera; la Guinea Centrale, una
regione interna pastorale, caratterizzata da forti escursioni termiche; l'Alta Guinea si trova a nord, copre anche alcune
aree di Sierra leone, Costa d'Avorio e Liberia e l'ambiente è quello della savana; e la Guinea delle foreste, che è
appunto una zona con un grande patrimonio forestale e nella quale abbondano le piogge: anche per questo è la parte
più popolata del paese e ha addirittura problemi di sovrappopolamento. In questa regione ripararono molti rifugiati
scappati in seguito alle guerre civili in Sierra Leone, Liberia e Costa d'Avorio. Nella Guinea centrale vi è la regione
del Fouta Djalon, abitata più che altro dall'etnia Fula. Tale regione, ricca di acque e situata ad un'altitudine di circa
900 metri, è la più importante del paese.
Idrografia
Molti fiumi attraversano la Guinea. Alcuni di questi sono Konkourè, Moa, Saint Paul, Saint John, Sankarani, Koro,
Corubal, Gambia. I due fiumi più imoportanti sono Bafing (secondo per lunghezza); il Niger è il più lungo. Ha due
affluenti: Bala e Milo; sfocia a delta nel Golfo di Guinea.
Clima
La Guinea, poco a nord dell'equatore, ha ovviamente un clima tropicale nelle zone costiere e anche in buona parte di
quelle interne. La stagione delle piogge dura da aprile a novembre, e presenta temperature abbastanza alte ed elevata
umidità. Al contrario, da novembre a marzo si ha una stagione secca, dannosa per lo sviluppo della vegetazione.
Nonostante questo, piove in media 11 mesi su 12; all'estremo nord-est la stagione secca ha però una durata superiore:
le zone settentrionali, essendo vicine alla fascia del Sahel, sono minacciate dalla siccità. Ma oltre questa, diversi sono
i problemi ambientali: soprattutto nelle vicinanze della regione del Sahel avanza la desertificazione, e anche la
deforestazione grava sul territorio. Infine, il suolo è danneggiato da inquinamento ed erosione.
Notevoli le risorse del sottosuolo: anzitutto bauxite, ma anche ferro e diamanti.
5
Guinea
6
Popolazione
Demografia
La popolazione guineana conta 9.947.814 abitanti (luglio 2007). Il
tasso annuo di crescita demografica è stato del 2.62% nel 2007, con un
tasso di natalità del 41% e di mortalità del 15%. La mortalità infantile è
altissima, miete 90 vittime ogni 1.000 nati vivi. Questo dato è in lento
miglioramento, ma riflette una situazione sanitaria veramente critica.
Breve l'aspettativa di vita: 50 anni per le donne e 48 per gli uomini.
La popolazione è in continua crescita ed è in gran parte rurale: a parte
Conakry le città non sono molto abitate. La densità è di 38 abitanti per
chilometro quadrato, bassa ma irregolare: gli abitanti del paese si
Conakry.
concentrano specialmente nella regione delle foreste, dove sono affluiti
molti rifugiati dalla Sierra Leone, dalla Costa d'Avorio e dalla Liberia durante le guerre civili in questi paesi. E sono
proprio i rifugiati a variare ulteriormente la composizione etnica, linguistica e religiosa della Guinea. L'istruzione
deve fare molti passi avanti: al 2005 l'analfabetismo tocca il 59% dei guineani. La situazione sanitaria sembra però
migliorata dall'Iniziativa di Bamako, nel 1987, che ha portato un miglioramento dei principali indicatori sanitari[10].
Ma un grave problema è rappresentato dall'Aids, alla cui diffusione concorre anche la poligamia[11].
Etnie
Nella Guinea la popolazione comprende 24 gruppi etnici. I più diffusi sono i Fula, che formano il 40% della
popolazione e abitano soprattutto nella regione montuosa del Futa Gialòn. Il secondo gruppo è quello dei Mandinka,
noto anche come Mandinko: costituiscono il 30% degli abitanti del territorio.
Abitano soprattutto nella parte centro-orientale, nelle regioni di
Kankan e Faranah. I terzi per numero di individui sono i Soussou, la
cui lingua è il Susu, formano il 20% della popolazione. Sono
concentrati quasi tutti a Conakry e nella regione di Kindia. Altri gruppi
si spartiscono il restante 10%.
Lingue
La lingua ufficiale è il francese, ma sono largamente diffuse le lingue
locali, appartenenti alle diverse etnie che abitano il territorio: Fula,
Maninka, Susu e Wolof sono gli idiomi locali tra i più parlati. Modesta
la diffusione dell'arabo, però favorita dal forte seguito che l'Islam ha in
Guinea. Il Susu, parlato a Conakry e nelle zone costiere, non è una
lingua franca ma la sua diffusione è comunque notevole tra la
popolazione.
Donne di etnia Fula.
Guinea
7
Religione
La composizione religiosa della popolazione guineana è la seguente:
• Musulmani 85%
• Cristiani 10%
• Credenze tradizionali 5%
In seguito alla colonizzazione e alla diffusione dell'Islam, i culti tradizionali africani hanno subito un
ridimensionamento molto deciso, ma sono comunque ancora praticati da una percentuale consistente degli abitanti.
La componente cristiana è divisa tra varie confessioni, ma in maggioranza si tratta di cattolici romani.
Ordinamento dello stato
Suddivisione amministrativa e principali città
La Guinea è amministrativamente organizzata in 7 regioni, che a loro
volta si dividono in 32 prefetture. La capitale Conakry gode dello
status di regione ed è una zona speciale, che ha una propria prefettura.
Le regioni della Guinea, più la capitale, sono qui elencate:
•
•
•
•
•
•
Bokè
Conakry
Faranah
Kankan
Kindia
Labé
• Mamou
• Nzérékoré
Prefetture
Prendono il nome dal capoluogo:
Beyla (Beyla) sup. km². 17.452 popol. 161.347 densità 9 Cap. ab. 12.100
Boffa (Boffa) sup. km². 5.003 popol. 141.719 densità 28 Cap. ab. 2.000
Boké (Boké) sup. km². 10.053 popol. 225.207 densità 22 Cap. ab. 12.000
Coyah (Coyah) sup. km². 5.576 popol. 134.190 densità 24 Cap. ab. 1.400
Dabola (Dabola) sup. km². 6.000 popol. 97.986 densità 16 Cap. ab. 11.200
Dalaba (Dalaba) sup. km². 5.750 popol. 132.802 densità 23 Cap. ab. 11.000
Dinguiraye (Dinguiraye) sup. km². 11.000 popol. 133.502 densità 12 Cap. ab. 5.200
Faranah (Faranah) sup. km². 12.397 popol. 142.923 densità 12 Cap. ab. 8.000
Forécariah (Forécariah) sup. km². 4.265 popol. 116.464 densità 27 Cap. ab. 10.600
Fria (Fria) sup. km². 2.175 popol. 70.413 densità 32 Cap. ab. 8.000
Gaoual (Gaoual) sup. km². 11.503 popol. 135.657 densità 12 Cap. ab. 6.400
Guéckédou (Guéckédou) sup. km². 4.157 popol. 204.757 densità 49 Cap. ab. 2.800
Kankan (Kankan) sup. km². 11.564 popol. 229.861 densità 49 Cap. ab. 161.341
Kérouané (Kérouané) sup. km². 468 popol. 106.872 densità 228 Cap. ab. 6.200
Regioni della Guinea.
Guinea
Kindia (Kindia) sup. km². 8.828 popol. 216.052 densità 24 Cap. ab. 187.607
Kissidougou (Kissidougou) sup. km². 8.872 popol. 183.236 densità 21 Cap. ab. 30.724
Koubia (Koubia) sup. km². 1.476 popol. 98.053 densità 66 Cap. ab. 8.500
Koundara (Koundara) sup. km². 5.500 popol. 94.216 densità 17 Cap. ab. 12.000
Kouroussa (Kouroussa) sup. km². 16.405 popol. 136.926 densità 8 Cap. ab. 12.200
Labé (Labé) sup. km². 3.991 popol. 253.214 densità 63 Cap. ab. 249.515
Lélouma (Lélouma) sup. km². 2.149 popol. 138.467 densità 64
Lola (Lola) sup. km². 4.219 popol. 106.654 densità 25 Cap. ab. 1.700
Macenta (Macenta) sup. km². 8.710 popol. 193.109 densità 22 Cap. ab. 28.100
Mali (Mali) sup. km². 8.800 popol. 210.889 densità 24 Cap. ab. 4.700
Marnou (Marnou) sup. km². 6.159 popol. 190.525 densità 31 Cap. ab. 35.700
Mandiana (Mandiana) sup. km². 15.456 popol. 136.317 densità 9 cap. ab. 9.100
Nzérékoré (Nzérékoré) sup. km². 3.781 popol. 216.355 densità 57 Cap. ab. 182.772
Pita (Pita) sup. km². 4.000 popol. 227.912 densità 57 Cap. ab. 17.200
Siguiri (Siguiri) sup. km². 23.377 popol. 209.164 densità 9 Cap. ab. 37.400
Télimélé (Télimélé) sup. km². 8.080 popol. 243.256 densità 30 Cap. ab. 26.000
Tougué (Tougué) sup. km². 6.200 popol. 113.272 densità 18 Cap. ab. 21.900
Yornou (Yornou) sup. km². 2.183 popol. 74.417 densità 34 cap. ab. 3.100
Circa tre quarti dei guineani abita in zone rurali, le città sono in genere poco abitate. La capitale Conakry, con una
popolazione di circa 2 milioni di abitanti[12], costituisce un'eccezione. Altre notabili città sono Kankan, Labè e
Kindia. Conakry ospita il Museo Nazionale di Guinea e ha un certo numero di attrattive che la rendono la più grande
città del paese. Gli altri centri spesso si sviluppano intorno ad attività economiche di punta, come quella estrattiva.
Nzérékoré, a sud, è la più importante città della parte forestale della Guinea, e nel 1996 aveva più di 100.000
abitanti.
Istituzioni
La Guinea è una repubblica presidenziale. Attualmente, il Capo di Stato è Lansana Contè, in carica dal 1984, e il
Capo di Governo Lansana Kouyatè, dal 1º marzo 2007. Il presidente ricopre anche il ruolo di capo delle forze
armate. Il potere esecutivo è in mano al presidente e ai membri del suo gabinetto, nominato da lui in persona. mentre
l'Assemblea Nazionale detiene il potere legislativo. L'Assemblea Nazionale ha 114 membri eletti ogni quattro anni.
La formazione politica governativa, il Partito dell'unità e del progresso, è quella dominante. Esistono partiti
d'opposizione, ma non hanno serie possibilità di andare al governo.
8
Guinea
9
Forze armate
Le spese militari assorbono l'1,7% del PIL nel 2007, meno rispetto al 2,9% dell'anno precedente. Dal 1997 il
presidente Contè si occupa in prima persona delle forze armate, che si trovano sotto il controllo del Ministero della
Difesa. Questa decisione gli parve opportuna dopo che nel febbraio del 1996 una massa di suoi contestatori aveva
assaltato il palazzo presidenziale: una gestione diretta delle forze armate gli avrebbe permesso di dare maggiore
stabilità al suo governo.
Le forze armate della Guinea si dividono in quattro branche:
•
•
•
•
Esercito, che conta 10.000 membri ed è la branca più grande
Marina, conta 900 membri
Aeronautica, di non più di 700 memrbi
Gendarmeria, con funzioni riguardanti la sicurezza interna.
Politica
Politica interna
Sotto la presidenza di Tourè, che si potrebbe definire una dittatura, il partito dominante fu ovviamente quello del
presidente, il Partito democratico della Guinea. In questo periodo, fatto di abusi e violazioni dei diritti umani, molte
furono le restrizioni per i mezzi di informazione e particolarmente chiusi risultarono i sistemi economico e politico:
nel primo lo stato fu messo al centro di ogni attività, il secondo fu caratterizzato da un rigido monopartitismo. Il
regime si dimostrò abbastanza debole nel mantenere il controllo del potere; morto Tourè, il panorama politico mutò
radicalmente. Quello stesso anno, il 1984, con un colpo di stato Lansana Contè prese la guida del paese insieme a
Diarra Traorè, suo aiutante nel golpe. Contè deplorò le violenze e le scorrettezze del suo predecessore, promettendo
una nuova costituzione e la formazione di un sistema politico democratico e liberale, oltre che aperto a chiunque.
Ma la situazione interna non parve cambiare: la costituzione non fu sostituita e il monopartitismo restò, ma questa
volta con il partito di Contè, Partito dell'unità e del progresso. Nel 1985 Traorè tentò di rovesciarlo, il tentativo fallì
ma espresse apertamente il malcontento popolare, sempre crescente. Sebbene non ci fosse il terribile scenario di
Tourè e venissero anzi registrati seri miglioramenti per i diritti umani, non si parlò di democrazia se on nei primi
anni novanta, quando furono finalmente concesse delle elezioni. Queste ultime non furono altro che plebisciti per
Contè, spesso contestati o boicottati dall'opposizione. Nel 1989 venne finalmente data una nuova costituzione al
paese, che aprì al multipartitismo e segnò la fine, una volta per tutte, del regime. Ma ciò è relativo: da una parte i
partiti di opposizione esistono e sono permessi, ma dall'altro Contè è ancora presidente e non si nutre alcuna
speranza per un passaggio di poteri, se non ad un suo fidato. Questo è avvalorato dal fatto che il presidente ha
affermato di essere sopra tutti[7].
Nonostante questo il potere dello stesso Contè è instabile: nel 1996 l'assalto di una folla di rivoltosi ala palazzo
presidenziale lo ha costretto a mettersi a capo dell'apparato militare, attività che svolge ancora, segno di una continua
attesa di altre rivolte: che si sono verificate. La mobilitazione generale del gennaio 2007 ha messo in seria crisi non
solo il sistema politico interno, ma anche e soprattutto la stabilità dell'intera regione.
Politica estera
Le politiche socialiste di Tourè lo avvicinarono al modello sovietico prima, a quello cinese poi. Nonostante la
nazionalizzazione generale dell'economia la Guinea riuscì però ad attirare investimenti, e quindi flussi di capitali, dai
paesi capitalisti, con i quali i rapporti non furono mai apertamente ostili. Dopo la presa di potere di Contè l'apertura
ai paesi occidentali è stata molto più netta: Tourè aveva avuto con essi delle relazioni sempre ambigue ed altalenanti.
Nel 1975 furono ristabilite normali relazioni diplomatiche con l'ex madrepatria francese e con la Germania.
Guinea
Molto più complicate sono state nel tempo le relazioni della Guinea con i paesi vicini. Tourè nei primi anni sessanta
inaugurò una politica di collaborazione con i paesi africani, ma quest'opera fu vanificata dalle tensioni avute con il
Ghana nel 1966: quell'anno un colpo di stato rovesciò il presidente Nkrumah, che trovò rifugio in Guinea. Proprio
questo causò tra i due paesi non poche tensioni. La Guinea entrò in uno stato di isolamento a livello regionale, al
quale il dittatore tentò di porre rimedio inserendo il paese nell'Organizzazione per la valorizzazione del Senegal. La
Guinea ha continuato i suoi programmi di cooperazione regionale, costituendo con Ghana e Mali l'Unione degli Stati
Africani e aderì alla Carta dell'organizzazione dell'unità africana. Nel 1978 furono riallacciati normali rapporti con
Senegal e Costa d'Avorio. Dal 1990 il paese ha offerto asilo a circa 700.000 rifugiati scappati dalla Liberia, dalla
Sierra Leone e dalla Guinea Bissau, in fuga dalle guerre civili di questi paesi.
La Guinea fa parte dell'ONU, dell'Unione Africana ed è associata all'Unione Europea.
Economia
Le condizioni economiche della Guinea sono molto precarie: nel 2006 il 47% dei guineani viveva sotto la soglia di
povertà. Il paese fa parte della lista dei Paesi Meno Sviluppati, stilata dalle Nazioni Unite. L'Indice di Sviluppo
Umano, pari a 0,456, è uno dei più bassi del mondo ma ha fatto registrare un discreto incremento. Per il suo sviluppo
economico il paese cerca di contare sulle proprie riserve di bauxite e tenta di migliorare l'agricoltura: le grandi
potenzialità per migliorare il settore agricolo sono date da condizioni geografiche favorevoli, ma un ostacolo serio è
rappresentato dalle infrastrutture generalmente carenti. L'inflazione ha raggiunto il 29% ed è in fase di aumento: nel
2003 era appena del 6%; non si hanno dati certi riguardo alla disoccupazione.
L'economia guineana è stata caratterizzata negli ultimi anni da tassi di crescita ridotti: nel 2005 e nel 2006 il PIL è
cresciuto rispettivamente dell'1% e del 2%, ma le previsioni per il 2007 sono del 3,7%, segnando così un lieve rialzo.
Il debito estero risulta abbastanza oneroso, ma dal 2006 è cominciato un piano di risanamento che ha portato in
quello stesso anno ad una sua diminuzione. Dagli anni novanta il governo ha deciso di ridurre il peso dello stato
sull'economia, prima quasi interamente statalizzata, specialmente per le attività commerciali; molte le misure per
incrementare gli investimenti esteri, attratti soprattutto per la porzione mineraria dell'economia. Tuttavia questi sforzi
sono stati a volte resi vani da corruzione ed inefficienza, nati anche da una situazione sociale poco incoraggiante: sia
il sistema sanitario che quello della pubblica istruzione si dimostrano spesso carenti. E proprio questo è segno di una
maturità economica che non è mai arrivata nel settore dei servizi.
L'agricoltura impiega oltre il 70% della popolazione attiva e
contribuisce alla formazione di un quarto del prodotto interno lordo. I
porgrami di sviluppo del governo agiscono soprattutto in questo
apparato economico, ancora oggi basilare per la crescita dell'economia.
La superficie coltivata è molto limitata, corrisponde [[solo al 3% di
quella totale. Le colture più importanti sono quelle alimentari:riso,
mais, sorgo]], manioca, patate e altro, la maggiore produzione è quella
di riso. Altre coltivazioni sono riservate alle esportazioni, come caffè,
ananas, agrumi, arachidi e palme da olio. Ma il settore primario si basa
Palazzo del Popolo, Conakry.
anche sull'allevamento, praticato in massima parte nella Guinea
centrale, regione pastorale interno. Il patrimonio zootecnico è costituito
soprattutto da ovini, caprini e volatili. La pesca, finalizzata ovviamente alla vivacizzazione del commercio, è in via
di sviluppo, anche se la strada da fare per sensibili miglioramenti è ancora lunga. Godendo di un notevole patrimonio
forestale, sono disponibili considerevoli risorse di legname, utilizzato perlopiù come combustibile.
10
Guinea
Il settore secondario racimola pochi addetti ma contribuisce per il
38,2% alla formazione del PIL. La produzione industriale è in lenta
crescita. Lo sviluppo di questo settore è molto mediocre, perché soffre
della mancanza di manodopera adeguatamente qualificata, molte
aziende sono gestite da capitali stranieri misti. Gli stabilimenti presenti
nel paese sono dediti alla lavorazione dei prodotti agricoli e del
legname. Il sottosuolo dispone di buone risorse, specialmente bauxite,
ferro, diamanti, uranio, oro; petrolio e carbone sono totalmente assenti.
Lavoro nei campi praticato con metodi
La Guinea è il secondo produttore mondiale di bauxite, dopo
tradizionali.
l'Australia: i più importanti giacimenti si trovano a Bokè e Kindia. ma
anche l'estrazione del ferro è ben sviluppata, nella penisola di Kaloum, nella regione di Bokè, è presente un
giacimento che è tra i più grandi del pianeta. Nonostante queste potenzialità, l'arretratezza economica impedisce di
poterle sfruttare appieno; dopo l'agricoltura, proprio l'industria, più nello specifico quella estrattiva, è stata al centro
di grandi sforzi per lo sviluppo. Visti i molti fiumi interni, la Guinea sfrutta il proprio potenziale idroelettrico per
quanto riguarda l'energia.
Il terziario è irrilevante per numero di individui impiegati e per importanza economica, ma in realtà forma oltre il
36% della ricchezza nazionale; nel terziario, come spesso accade nei paesi in via di sviluppo, la mancanza di addetti
è compensata da una produttività maggiore che in settori che assorbono una parte maggiore di popolazione attiva.
Bauxite e diamanti dominano le esportazioni, che consistono anche nei prodotti agricoli da esportazione già citati
(caffè, arachidi etc.); le importazioni consistono in beni strumentali, alimentari e materie prime. Dopo anni di lieve
passivo, attualmente la bilancia commerciale è in leggero attivo.
La valuta è il franco guineano.
Trasporti
La rete di trasporti è insufficiente. Metropolitane e servizio tranviario sono assenti, ma in compenso la Guinea
dispone di 1.086 km di ferrovie, non tutte connesse fra loro. La rete locale si collega con quelle di Liberia, Senegal e
Costa d'Avorio. La linea di collegamento con la Liberia ha un cambio di scartamento di 1.000 mm, ma ne è stato
proposto uno di 1.435 mm[13]. Treni e ferrovie possono avere uno sviluppo maggiore grazie all'esigenza di trasporti
per attività economiche come quella mineraria; la rete che collegava Conakry a Bamako (capitale del Mali) è stata
abbandonata. Al 2006, i trasporti interni avvengono soprattutto per automobile. La rete stradale è di 30.500 km, dei
quali solo poco più di 5.000 asfaltati. Il trasporto aereo non è interno ma solo internazionale; nella Guinea ci sono 15
aeroporti, Conakry possiede un aeroporto internazionale, a Gbessia. Le idrovie sono composte da 1.295 km di acque
navigabili, i porti principali sono Conakry e Kamsar.
Ambiente
Nella divisione in regioni naturali si è già indicata la varietà dei paesaggi vegetali che caratterizzano la Guinea. A
una zona anfibia lungo la costa dove si hanno formazioni di mangrovie succede la zona forestale che si stende fino ai
primi rilievi. Si tratta di una foresta pluviale con alberi d'alto fusto, ricca anche di essenze pregiate come l'ebano. La
foresta prosegue verso i rilievi con lembi che si addossano ai fiumi (foresta a galleria) e trapassa infine nella savana
alberata e arbustiva (specie nella parte più settentrionale lungo il Niger). Nelle zone più elevate del Fouta Djalon essa
lascia il posto alle praterie.
La fauna è quella caratteristica dell'Africa occidentale e gli esemplari più tipici si trovano nella zona sudanese, nel
bacino del Niger. Vi predominano elefanti, bufali e soprattutto grandi antilopi. Nelle foreste a galleria del versante
oceanico del Fouta Djalon si trovano numerose scimmie, presenti anche nella zona forestale. Abbondanti ovunque
sono gli insetti, tra i quali hanno grande importanza, per i riflessi sul popolamento umano, la mosca tse-tse e
11
Guinea
12
l'anofele.
Arte
Come molti paesi dell'Africa occidentale, la Guinea ha tradizioni molto ricche in molti ambiti culturali, come
letteratura.
Letteratura
Le notevoli influenze arabe non hanno impedito all'etnia Fula, la maggiore del paese, di sviluppare una propria
tradizione poetica, che si può dire molto ricca: temi principali, la morale e la religione; l'etnia Mandingo si distingue
per i suoi cantastorie, che raccontano le vicende guineane in forma leggendaria. Il primo scrittore guineano è stato
uno schiavo vissuto in Spagna, Juan Latino, che nel XVI secolo compose opere in latino. Varia anche la tradizione
narrativa, che ha potuto contare, prima dell'indipendenza, sull'autore Keita Fodeba. Fodeba, attore noto nel paese, ha
rappresentato con opere teatrali le leggende della sua terra.
Dopo l'indipendenza il panorama letterario mutò, poiché molti autori preferirono alla dittatura di Ahmed Sékou
Tourè l'esilio. Lo stesso Tourè fu un autore di saggi, e molte delle opere composte in Guinea sotto di lui furono
caratterizzate da una propaganda ideologica sempre presente; gli esuli mostrarono nei loro scritti un certo impegno
politico, denunciando apertamente le feroci dittature che opprimevano l'Africa. Tra questi si sono distinti Alioune
Fantourè e William Sassine: il primo ha denunciato con Il cerchio dei tropici, del 1972, la lotta interna per il potere,
il secondo con San signor Baly del 1973 mette in risalto gli affanni degli uomini che vivono in società che li
annientano. Numerosi i saggisti, come l'etnologo I. A. Sow e lo storico I. Kakè. Forme di letteratura più moderne e
vivaci hanno sostituito, solo in parte e gradualmente, quella tradizionale. Attualmente, gli autori più popolari sono
quelli tornati dall'esilio dopo la fine di Ahmed Tourè.
Sport
Lo sport più popolare è il calcio: benché la nazionale non sia mai riuscita ad accedere alle fasi finali dei Mondiali, ha
partecipato a ben otto finali della Coppa d'Africa ed è arrivata ai quarti di finale alle edizioni del 2004 e del 2006.
L'attuale allenatore della nazionale è Quique Setien, ex giocatore spagnolo, proveniente dalla Cantabria, che ha
giocato in vari club del suo paese come Casablanca, Atletico Madrid e Racing Santander.
Ma non è diffuso solo il calcio: presso Conakry è molto popolare il nuoto, e nel Futa Gialòn è praticabile
l'escursionismo, per via della natura montagnosa della regione.
Voci correlate
•
•
•
•
Conakry
Storia della Guinea
Franco guineano
Croce Rossa della Guinea
Note
[1]
[2]
[3]
[4]
Per distinguerla dalla Guinea-Bissau.
Accueil | guineeconakry.info (http:/ / www. guineeconakry. info/ index. php?action=read& item=1135190294))
http:/ / www. fsa. ulaval. calpersonel/ Vernag?leadership/ disk/ Guinee-dicateur-enfantshtm
"Guinea union chief calls off strike" (http:/ / english. aljazeera. net/ NR/ exeres/ C8DD5F97-88B8-4225-B288-8B6043097E9B. htm), Al
Jazeera, January 28, 2007.
[5] (FR) Lansana Kouyaté à la primature: Conakry et la Guinée profonde en effervescence! (http:/ / www. aminata. com/ index.
php?option=com_content& task=view& id=377& Itemid=48). Aminata, 27-02-2007. URL consultato il 14-08-2009.
Guinea
13
[6] (EN) Guinea: Conté dichiara lo 'Stato d'assedio' (http:/ / allafrica. com/ stories/ 200702131052. html). All africa news, 13-02-2007. URL
consultato il 14-08-2009.
[7] "I'm still the boss, says ailing Conte" (http:/ / www. int. iol. co. za/ index. php?set_id=1& click_id=68&
art_id=nw20070615161926460C916371), AFP, June 15, 2007.
[8] "Guinea lifts curfew but violence persists" (http:/ / www. afrol. com/ articles/ 24327), AFROL, February 14, 2007
[9] Saliou Samb, "Nervous presidents gather for talks" (http:/ / www. int. iol. co. za/ index. php?set_id=1& click_id=68&
art_id=qw1172003402244B256), Reuters (IOL), February 21, 2007.
[10] (EN) Implementazione dell'Iniziativa di Bamako: strategie in Benin e Guinea (http:/ / www. ncbi. nlm. nih. gov/ entrez/ query.
fcgi?cmd=Retrieve& db=PubMed& list_uids=10173105& dopt=Abstract). URL consultato il 14-08-2009.
[11] (EN) Status dell'HIV/AIDS in Guinea, 2005 (http:/ / www. who. int/ hiv/ HIVCP_GIN. pdf) (pdf). World Health Organisation. URL
consultato il 14-08-2009.
[12] "Background Note: Guinea" (http:/ / www. state. gov/ r/ pa/ ei/ bgn/ 2824. htm). Bureau of African Affairs, U.S. Department of State,
January 2007. Accessed February 24, 2007.
[13] Janes World Railways 2002-2003 p182
Collegamenti esterni
• Scheda della Guinea dal sito Viaggiare Sicuri (http://www.viaggiaresicuri.mae.aci.it/?guinea) - Sito curato
dal Ministero degli Esteri e dall'ACI
• (EN) Wolof Language (http://www.omniglot.com/writing/wolof.htm) Educational site on Wolof, a language
of Senegal and Guinea
• Permanent UN Mission of the Republic of Guinea (http://www.un.int/guinea/)
• (FR) Guinéenews - Formerly Boubah.com (http://www.guineenews.org/) Latest news about Guinea - Updated
breaking news about the Republic of Guinea.
• (FR) Aminata.com (http://aminata.com/) Online news source concerning Guinea
• (EN) CIA World Factbook - Guinea (https://www.cia.gov/library/publications/the-world-factbook/geos/gv.
html)
• (EN) BBC News Country Profile - Guinea (http://news.bbc.co.uk/1/hi/world/africa/country_profiles/
1032311.stm)
Altri progetti
•
•
Wikimedia Commons contiene file multimediali: http://commons.wikimedia.org/wiki/Guinée
Wikinotizie contiene notizie di attualità: http://it.wikinews.org/wiki/Guinea
Conakry
14
Conakry
Conakry
Kɔnakiri
Stato:
Coordinate:
Abitanti :
Guinea
9°31′00″N 13°42′00″W9.516667°N 13.7°O
[1]
Coordinate: 9°31′00″N 13°42′00″W9.516667°N 13.7°O [1]
1.857.153 (2008)
Conakry
Conakry (o anche Konakry, in alinké Kɔnakiri) è la capitale e la
città più abitata della Guinea. Porto sull'Oceano Atlantico, e si
sviluppa sul lembro settentrionale dell'isola Tombo.
Storia
Secondo la leggenda, il nome della città sarebbe frutto dell'unione
del nome Cona, un tipo di vino locale prodotto dalla popolazione
Baga, e la parola Nakiri, che significa l'altra riva.
Conakry in Guinea
Conakry
15
Conakry si sviluppò sull'Tombo all'estremità della penisola di Kaloum,
alla quale è oggi collegata da un istmo, e sulla quale la città si è espansa.
Conakry venne fondata dopo che i britannici cedettero l'isola alla
Francia nel 1887. Divenne la capitale della Guinea Francese attorno al
1904 e prosperò come porto per le esportazioni guadagnandosi il nome
di Parigi d'Africa, in particolare il suo sviluppo crebbe quando venne
attivata la ferrovia (oggi chiusa) che la collegava a Kankan.
Nel 1970 il conflitto tra l portoghesi e le forze dell'Partito Africano per
l'Indipendenza della Guinea e di Capo Verde (PAIGC) nella confinante
Guinea Portoghese (ora Guinea-Bissau) si spostò nella Repubblica di
Guinea quando un gruppo di circa 350 soldati portoghesi sbarcarono
vicino a Conakry, attaccarono la città e liberarono centinaia di
prigionieri di guerra tenuti lì dal PAIGC.
Monumento celebrativo della vittoria del 1970
sugli invasori portoghesi
Conakry oggi
Oggi la città è cresciuta lungo la penisola, formando cinque distretti
principali. Partendo dalla punta della penisola questi sono Kaloum (il centro città), Dixinn (che ospita l'Università di
Conakry e molte ambasciate), Ratoma (nota per la sua vita notturna), Matam e Matoto, dove si trova l'aeroporto
Gbessia.
Tra le attrazioni della città troviamo il Museo Nazionale della Guinea, diversi mercati, il Guinea Palais du Peuple, la
Moschea Grande di Conakry, oltre alla sua vita notturna e alle vicine Iles de Los.
La città è famosa per i suoi giardini botanici. Oltre all'università in città ha sede l'Istituto Politecnico di Conakry.
Il sistema di numerazione delle strade di Conakry etichetta tutte le strade con KA, seguito da un numero a tre cifre:
dispari per le strade orientate in direzione nord-sud, pari per quelle in direzione est-ovest (ad esempio KA002).
Economia
Conakry è la più grande città della Guinea e ne è il centro amministrativo, economico e delle comunicazioni.
L'economia della città ruota attorno al porto, dotato di moderne strutture per la gestione e il carico dei cargo,
attraverso i quali vengono imbarcati alluminio e banane. L'industria prevalente è quella alimentare e automobilistica.
Personalità legate a Conakry
• Alhassane Keita (1983), calciatore.
Altri progetti
•
Wikimedia Commons contiene file multimediali: http://commons.wikimedia.org/wiki/Category:Conakry
Note
[1] http:/ / toolserver. org/ ~geohack/ geohack. php?pagename=Conakry& language=it& params=9. 516667_N_-13. 7_E_
Storia della Guinea
Storia della Guinea
Epoca precoloniale
Prima dell'arrivo degli Europei, l'Africa Occidentale conobbe un lungo periodo caratterizzato dal succedersi di grandi
imperi, molti dei quali estesero la loro influenza al territorio che corrisponde all'odierna Guinea. Fra questi si
possono citare l'Impero Ghana, l'impero Sosso (XII-XIII secolo), e l'Impero Mali. Si ritiene che questi regni e imperi
fossero di etnie di origine bantu, sebbene molti di essi appartenessero di fatto al mondo arabo, spesso intrattenendo
rapporti espliciti di vassallaggio con regni arabi del Nordafrica. Per esempio Mansa Musa, imperatore di Mali, fece
nel 1235 circa un famoso viaggio di pellegrinaggio (hajj) alla Mecca.
Uno degli ultimi imperi dell'Africa Occidentale fu quello Impero Songhai, che prosperò fino a circa metà del XVI
secolo, per poi cadere di fronte a un esercito di invasione proveniente dal Marocco (battaglia di Tondibi, 1585). Dal
crollo dell'impero Songhai nacquero numerosi piccoli regni, tra cui quello di Fouta Djallon, nella Guinea centrale,
fondato da musulmani di etnia Fulani. Questo regno sopravvisse come stato indipendente dal 1735 fino al 1898.
Colonizzazione francese
Durante il colonialismo, la costa della Guinea conobbe le razzie dei mercanti di schiavi Europei. Tuttavia, fu solo a
metà del XIX secolo i Francesi diedero inizio a una vera e propria conquista militare della regione. Nel 1898 i
Francesi vinsero la battaglia decisiva contro Samori, imperatore dello stato di Ouassoulou, assicurandosi il controllo
dell'intera regione.
I confini attuali della Guinea sono frutto di un lungo processo di negoziazione fra la Francia, l'Inghilterra (che
controllava la Sierra Leone), il Portogallo (che possedeva la Guinea-Bissau) e la Liberia. Durante l'occupazione
francese, la Guinea era uno dei territori costituendi l'Africa Occidentale Francese, amministrata da un governatore
insediato a Dakar.
L'independenza e il regime di Touré
Nel 1958, con il crollo della Quarta Repubblica Francese, le colonie francesi ebbero l'opportunità di scegliere fra una
posizione di autonomia nel contesto della Comunità Francese o l'indipendenza immediata. A differenza della
maggior parte delle altre colonie, la Guinea votò in modo netto per l'indipendenza. Questa decisione fu influenzata
dal forte consenso popolare riscosso da Ahmed Sékou Touré, indipendentista e leader del Partito Democratico della
Guinea (PDG), che aveva conquistato 56 seggi su 60 nelle elezioni territoriali del 1957. Il 2 ottobre 1958 la Guinea
si autoproclamò repubblica indipendente e sovrana, e Touré ricevette l'incarico come primo presidente.
Il rimpatrio dei molti francesi presenti in Guinea sottrasse al paese molti capitali e gran parte della funzionalità delle
sue infrastrutture. Il governo di Touré adottò una linea politica socialista, allineandosi prima all'Unione Sovietica e
poi alla Cina. Ciononostante, la Guinea continuò a ricevere aiuti e investimenti da diversi paesi occidentali, quali gli
Stati Uniti e ovviamente la Francia.
Come in molti altri stati africani nel periodo postcoloniale, la Guinea divenne rapidamente una dittatura con un solo
partito politico legale, un'economia chiusa, e un regime autoritario e oppressivo. Touré, che inizialmente aveva
mostrato di voler perseguire il dialogo fra le diverse etnie del paese, iniziò ad accentrare le posizioni di potere nelle
mani di rappresentanti della sua etnia (Malinké). Complessivamente, il governo di Touré ebbe l'effetto di condurre
l'economia della Guinea al collasso e di isolare il paese persino rispetto ai vicini stati africani socialisti.
16
Storia della Guinea
Amministrazione Conté
Touré morì il 26 marzo 1984 durante un intervento al cuore in una clinica degli Stati Uniti. Fu sostituito dal Primo
Ministro Louis Lansana Beavogui, che rimase in carica solo pochi giorni; il 3 aprile 1984, infatti, una giunta militare
guidata da Lansana Conté e Diarra Traoré prese il potere con un colpo di stato incruento.
Conté divenne presidente, e dichiarò immediatamente di voler riparare i danni fatti dal precedente governo. Furono
liberati oltre 250 prigionieri politici e circa 200.000 persone rientrarono dall'esilio.
Nel 1992 Conté annunciò la fine del regime militare e indisse una elezione presidenziale (nel 1993) e parlamentare
(nel 1995), vincendole entrambe col suo Partito di Unità e Progresso.
Nel settembre del 2001 uno degli oppositori di Conté, Alpha Condé, fu imprigionato e poi esiliato con l'accusa di
aver agito contro la sicurezza del paese. Nello stesso anno Conté vinse un referendum con il quale si prolungava la
durata della carica presidenziale, e nel 2003 vinse nuovamente le elezioni (boicottate dall'opposizione).
Bibliografia
• (DE) Adama Sow: Chancen und Risiken von NGOs - Die Gewerkschaften in Guinea während der Unruhen 2007
[1]
- EPU Research Papers: Issue 03/07, Stadtschlaining 2007
Altri progetti
•
Wikimedia Commons contiene file multimediali: http://commons.wikimedia.org/wiki/Category:History
of Guinea
Note
[1] http:/ / www. aspr. ac. at/ epu/ research/ rp_0307. pdf
17
18
Mali
Mali
Mali
(dettagli)
(dettagli)
Un popolo, un obiettivo, una fede
Dati amministrativi
Nome completo
Repubblica del Mali
Nome ufficiale
République du Mali (fr)
Mali ka Fasojamana (bm)
Lingue ufficiali
Francese
Capitale
[1]
Bamako (1.809.106
ab. / 2009)
Politica
Forma di governo
Repubblica presidenziale
Capo di Stato
Amadou Toumani Touré
Capo di Governo
Indipendenza
Ingresso nell'ONU
Cissé Mariam Kaïdama Sidibé
dalla Francia nel 1960
1960
Superficie
Totale
% delle acque
1.240.142 km² (23º)
1,6 %
Mali
19
Popolazione
[2]
Totale
14.517.176
Densità
10,9 ab./km²
ab. (2009) (68º)
Geografia
Continente
Africa
Fuso orario
UTC +0
Economia
Valuta
PIL (PPA)
PIL pro capite (PPA)
ISU (2010)
Franco CFA
15.902 milioni di $ (129º)
1.252 $ (2010) (159º)
0,308 (basso) (160º)
Varie
TLD
.ml
Prefisso tel.
+223
Sigla autom.
RMM
Inno nazionale
Pour l'Afrique et pour toi, Mali
Festa nazionale
Il Mali (in francese République du Mali) è uno stato (1.240.142 km², 14.517.176 abitanti[2]; capitale Bamako)
dell'Africa occidentale situato all'interno e senza sbocchi sul mare.
Il Mali confina a nord con l'Algeria, ad est il Niger, a sud con il Burkina Faso e la Costa d'Avorio, a sud-ovest con la
Guinea e ad ovest con il Senegal e la Mauritania.
Il suo territorio, per la maggior parte pianeggiante, è costituito al nord da deserto, al sud dalla savana.
Mali
20
Geografia
Il Mali confina a ovest con il Senegal e la Mauritania, a nord con l'Algeria, a est con il Niger ed a sud con il Burkina
Faso, la Costa d'Avorio e la Guinea.
Morfologia e Idrografia
Una prima zona morfologica, a Nord, è costituita dagli
altipiani sedimentari sahariani tra i quali predomina il
vasto massiccio dell' Adrar des Ifoghas, articolato in
rilievi tabulari di scarsa altitudine, confinanti con ampie
superfici sabbiose. Quest'area è quasi completamente
priva di corsi d'acqua superficiali. La zona centrale del
paese è una depressione occupata dal medio corso del
Niger, che attraversa il Mali per 1800 km, in gran parte
navigabili, e comprende nel suo bacino circa un quarto
del paese. Proveniente dall'altopiano guineano, il Niger
si impaluda nella depressione centrale in un ampio
Savana - Zona meridionale dello stato, caratterizzata da arbusti
sistema di laghi e bracci morti denominato Delta
interno del Niger. L'ultima zona morfologica, a Sud, è
costituita dalle propaggini settentrionali dell'altopiano guineano, unico grande declivio interrotto dalle vallate del
Niger e dei suoi affluenti e dalla grande pianura di Kaarta a Sud-Ovest.
Clima
Data la latitudine, la presenza del deserto in gran parte
del suo territorio, il fatto che non ha sbocchi sul mare,
il Mali ha un clima subtropicale e arido. Durante la
stagione secca, dal Sahara si levano sovente roventi
ondate che provocano siccità ricorrenti.
Popolazione
Demografia
La densità media di popolazione è molto bassa, e si
innalza solo nelle regioni centromeridionali (soprattutto
Sikasso e Ségou, con circa 30 ab./km²) dove si concentrano i 3/4 dei maliani e la totalità della popolazione urbana
(circa 1/3 degli abitanti). Al contrario, nelle regioni sahariane del nord, che occupano oltre il 60% del territorio, la
rarefazione demografica è massima. Il forte incremento demografico (superiore al 3% annuo a causa di un indice di
fecondità di oltre 6 figli per donna) alimenta intensi flussi migratori, sia stagionali verso il Senegal (e prima della
crisi del 2002, anche verso la Costa d'Avorio) sia verso l'Europa; molto alto è il numero degli emigrati stabili
(800.000 ca); la comunità più numerosa vive in Francia (32.000 persone nel 2003). Il Mali si colloca nelle
ultimissime posizioni (174°) della graduatoria dell'Indice di sviluppo umano delle Nazioni Unite. Le condizioni di
vita sono precarie per la maggior parte della popolazione, come attestano l'alta mortalità infantile (122‰), la bassa
speranza di vita (48 anni), l'elevato tasso di analfabetismo (81%) e le carenti condizioni igienico sanitarie che
favoriscono il diffondersi di epidemie (per esempio di colera), il persistere di parassitosi e la propagazione
dell'AIDS.
Fiume Niger - Isole sabbiose instabili nei pressi di Koulikoro
Mali
21
Etnie
Bambara, Bozo, Dogon, Malinke, Sarakollé (Soninke), Songhai, Touareg
Lingue
Il francese è l'unica lingua ufficiale,è parlata ovunque e
serve come lingua degli affari e del commercio, grazie
alla scolarizzazione sempre maggiore e l'esplosione
demografica, il francese cresce e le altre lingue
minoritarie cominciano a scomparire. Nel paese è
parlata anche la lingua tuareg nel nord.La lingua
Bambara un tempo la più diffusa si sta ridimensionando
drasticamente negli ultimi anni grazie alla diffusione
del francese tra la popolazione e nell'Africa francofona
in particolare. In alcune zone del paese il Soninke. Il
Mali è pure membro dell'OIF.
Pescatori Bozo
Religione
Musulmani (80%, in maggioranza sunniti), animisti
(18%), cristiani (1%), altri (1%). Le circoscrizioni
ecclesiastiche cattoliche consistono in un'arcidiocesi
con sede a Bamako, avente cinque diocesi suffraganee:
Kayes, Mopti, San, Ségou e Sikasso.
Fulbe. Conosciuti anche come Peul o Fulani, sono il secondo gruppo
etnico maliano per quantità
Storia
Il Mali possiede una storia ricca e relativamente
conosciuta. Il suo territorio è stato sede di tre grandi
imperi: l'Impero del Ghana, l'Impero del Mali e
l'Impero Songhai.
I francesi iniziarono la colonizzazione del suo territorio
nel 1864 e nel 1895 venne integrato nell'Africa
Occidentale Francese con il nome di Sudan francese.
Mansamusa, imperatore del Mali nel XIV secolo
La Repubblica Sudanese e il Senegal proclamarono la
loro indipendenza dalla Francia nel 1960 con il nome di
Federazione del Mali. Appena alcuni mesi dopo il
Senegal si separò e la Repubblica Sudanese prese il
Mali
22
nome di Mali. Nei mesi seguenti fu eletto primo presidente della nazione Modibo Keita che in poco tempo instaurò
un regime con partito unico, di orientamento marxista: Keita avviò una serie di disastrose iniziative economiche e
politiche che piegarono l'economia del paese e resero fortemente impopolare il regime stesso. Nel 1968 Keita fu
deposto con un sanguinoso colpo di stato militare che portò al potere Moussa Traoré. Nel 1991 Traoré fu spodestato
da un colpo di stato, ma i militari anziché prendere le redini del paese decisero di formare un governo di transizione
civile che portò nel 1992 alle prime elezioni democratiche, con Alpha Oumar Konare eletto presidente. Dopo la sua
rielezione nel 1997, Konare continuò le riforme politiche e economiche, lottando contro la corruzione. Alla fine del
suo secondo mandato, limite costituzionale per un presidente, fu sostituito nel 2002 da Amadou Toumani Touré che
venne rieletto nel 2007
Ordinamento dello stato
In base alla costituzione del 1992, il Mali è una repubblica parlamentare, con regime semipresidenziale. Il Capo
dello Stato, che nomina il primo ministro, viene eletto a suffragio universale diretto con mandato quinquennale.
L'Assemblea Nazionale (160 membri eletti ogni 5 anni, di cui 13 eletti dai maliani residenti all'estero) detiene il
potere legislativo e il controllo sul governo. La pena di morte è stata sospesa nel 2002. Il paese è membro di ONU,
Ua, WTO, Oci; fa parte dei paesi Acp e di organizzazioni regionali come l'Unione Economica e Monetaria
dell'Africa Occidentale (Waemu/Uemoa) e la Comunità Economica dell'Africa Occidentale (Cedeao/Ecowas).
Suddivisioni storiche e amministrative
Il Mali è suddiviso in otto regioni, più il
distretto della capitale. Le regioni sono poi
divise in 49 circondari (cercles). I circondari
e il distretto della capitale sono divisi in 703
comuni (communes).
Regioni del Mali
Mali
23
Regioni
Regione
Capoluogo Abitanti Area km² Abitanti regione Densità
Gao
Gao
30.863
321.996
461.000
1,5
Kayes
Kayes
49.431
197.760
1.093.000
5,5
Kidal
Kidal
16.923
260.000
85.695
0,3
Koulikoro Koulikoro
16.134
89.833
1.170.000
13
Mopti
Mopti
53.885
88.752
1.416.000
15,9
Ségou
Ségou
64.890
56.127
1.316.000
23,4
Sikasso
Sikasso
47.030
76.480
1.383.000
18,1
20.483
408.927
601.000
1,5
267
863.000
3232,2
Timbuctu Timbuctu
Bamako
Bamako
Città principali
• Bamako, la capitale
• Aguelhok, Almoustarat, Andéramboukane, Anefis,
Ansongo, Aourou, Araouane.
• Bafoulabé, Ballé, Banamba, Bandiagara, Bankas,
Bénéna, Bla, Bourem, Bouressa.
• Diafarabé, Dialafara, Diamou, Didiéni, Diéma,
Dilly, Dinagourou, Dioila, Dioura, Diré, Djenné,
Doro, Douentza, Douna, Dyero.
• Fana, Faléa, Faraba, Filamana.
• Gao, Garalo, Gossi, Goundam, Gourma-Rharous.
• Hombori.
• I-n-Kak, I-n-Tabezas, I-n-Tallak.
Kati
• Kadioto, Kanioumé, Kaogaba, Kati, Kayes, Ké Maina, Kéniéba, Kidal, Kinyan, Kita, Kofo, Kolondiéba, Kona,
Konenzé, Koulikoro, Koundian, Koury, Koussané, Koutiala, Ktéla,
• Manankoro, Markala, Ménaka, Mopti, Mourdiah.
• Nangaré, Nampala, Nara, Niafounke, Niono, Nioro du Sahel, Nyamina.
• Ouatagouna, Ouolossébougou.
• San, Sandaré, Sébékoro, Séféto Ouest, Ségou, Sévaré, Siby, Sikasso, Sokolo.
• Taoudenni, Telatai, Ténenkou, Tessalit, Ti-n Essako, Timetrine, Timbuctu, Tominian, Toukoto.
• Yanfolila, Yélimané, Yorosso.
Mali
24
Istituzioni
Istruzione
• Tasso di alfabetizzazione: 43% (2005)
• Studenti universitari: 6.073.
Sanità
Il sistema sanitario locale deve fronteggiare quotidianamente la malaria e la situazione generale del paese lascia
aperti ampi spazi anche alla febbre gialla: inoltre molte malattie, trasmesse con il cibo e le bevande, si manifestano
sotto forma di diarrea e di dissenteria: nel paese, oltre al tifo e alle epatiti sono molto diffuse le malattie da vermi
intestinali, le dissenterie e la giardiasi.
Il problema principale è quindi quello dell'acqua potabile e un deciso piano per la potabilizzazione delle acque e di
distribuzione delle stesse permetterebbe di per sé di risolvere almeno in parte i problemi derivanti da questa
situazione. Lo stato, in fatto di sanità, spende circa 5 dollari per abitante e ciò denota anche la mancanza di medici
messi a disposizioni delle popolazioni: cifra esigua ed inadeguata alle reali necessità della popolazione. Ma adeguati
progetti legati non solo alla progettazione ma anche alla effettiva realizzazione di piccole unità ospedaliere lungo il
Niger potrebbero risolvere parte dei problemi (produzione di energia, di acqua potabile, di acqua per irrigazione e
così via).
È segnalata inoltre la presenza di filariosi, di focolai endemici di oncocercosi, della leishmaniosi cutanea e viscerale
(più frequenti nelle zone aride), della tripanosomiasi (soprattutto in zone rurali), le febbri ricorrenti, il tifo da
pidocchi, pulci o zecche e le febbri emorragiche di natura virale. Anche la tungosi è diffusa come la schistosomiasi
(malattia dovuta a un parassita presente nelle acque dolci).
Politica
Dal 1991 la costituzione ha subito cambiamenti che hanno consentito la creazione di un sistema pluripartitico;
l’assemblea nazionale è composta da 147 membri eletti ogni 5 anni a suffragio universale.
Il capo dello stato è Amadou Toumanì Touré
(soprannominato ATT), presidente del Mali dal maggio
2002, eletto democraticamente dopo la fine del
mandato e le dimissioni di Alpha Oumar Konaré e
rieletto nel 2007.
A partire dall’autunno del 2008 si sono riacutizzate le
tensioni nel Nord del paese tra il gruppo etnico Tuareg
(accusato di sostenere la ribellione ancora latente nella
regione di Kidal, al confine con quella di Gao) e le
etnie maggioritarie nel paese. Violenze e intimidazioni
contro elementi Tuareg da parte di ex miliziani
Amadou Toumani Toure, Presidente del Mali dal 2003
filo-governativi si sono ripetuti senza che le autorità
intervenissero a difesa delle vittime. La situazione resta
tesa: si attendono gli esiti delle elezioni amministrative, previste per aprile 2009, sperando che il loro passaggio
riporti la calma.
Il 3 aprile 2011 il presidente Amadou Toumani Touré,dopo le dimissioni di Modibo Sidibe e di tutta l’equipe
governativa, ha nominato capo del governo Cissé Mariam Kaïdama Sidibé prima donna della storia a ricoprire tale
incarico in Mali.
Mali
25
Relazioni estere e militari
L'orientamento delle relazioni estere del Mali è diventato sempre più
pragmatico e filo-occidentale nel corso del tempo. [3] Poiché con
l'instaurazione nel 2002 di una forma democratica di governo, le
relazioni del Mali con l'Occidente in generale e con gli Stati Uniti, in
particolare, sono notevolmente migliorate.[3] Il Mali ha un rapporto
ambivalente di lunga data con la Francia, ex potenza coloniale [3]. Il
Mali è attivo in organizzazioni regionali come l'Unione Africana. [3]
Lavorare per controllare e risolvere i diversi conflitti regionali, come
quelli in Costa d'Avorio, Liberia e Sierra Leone, è uno dei principali
Il President maliano, Amadou Toumani Touré,
obiettivi della politica estera del paese [3]. Il Mali si sente minacciato
con ex Presidente americano George W. Bush
dalle potenziali ripercussioni dei conflitti nei paesi limitrofi, e le
[3]
relazioni con i vicini sono spesso difficili . L'insicurezza lungo i
confini del nord, tra banditismo transfrontaliero e il terrorismo, rimangono questioni fortemente problematiche delle
relazioni regionali [3].
Le forze armate del Mali consistono di un esercito, che comprende le forze terrestri e forze aeree [4], nonché i
paramilitari della Gendarmeria e della Guardia Repubblicana, che sono tutti sotto il controllo del Ministero della
Difesa edei Veterani del Mali, guidato da un civile.[5] L'esercito è sottopagato,male equipaggiato, e necessita di una
razionalizzazione [5]. L'organizzazione della struttura delle forze armate ha sofferto molto l'incorporazione delle
forze irregolari dei Tuareg nel proprio organico regolare a seguito di un accordo del 1992 tra il governo e le forze
ribelli Tuareg. [5] L'esercito ha generalmente mantenuto un profilo basso, con la transizione democratica del 1992. Il
presidente in carica, Amadou Toumani Touré, è un ex generale dell'esercito e come tale gode di ampio sostegno in
ambito militare. [5] Nella relazione annuale sui diritti umani per il 2003, il Dipartimento di Stato americano, il
controllo civile nominale delle forze di sicurezza è generalmente efficace, ma ha osservato alcuni "casi in cui
elementi delle forze di sicurezza hanno agito in modo indipendente dell'autorità di governo".[5] Le potenze
occidentali come gli Stati Uniti aiutano le forze armate del Mali con la formazione del personale militare e la
dotazione di attrezzature e armi. .[6][7]
Economia
L'economia è prevalentemente agricola e i raccolti dipendono quasi interamente dall'irrigazione e dalle piene
stagionali del Niger e dei suoi affluenti. La coltivazione di generi destinati al fabbisogno alimentare occupa circa
l'86% della popolazione attiva; le colture principali sono il miglio, il riso, il sorgo, il mais, le arachidi, il cotone e la
canna da zucchero.
La popolazione del nord è votata soprattutto all’allevamento estensivo e transumante di copiose greggi che popolano
tutta la fascia del Sahel; lungo il corso del fiume Niger la pesca è una delle attività più praticate assieme
all’orticoltura: la pianura alluvionale del delta del Niger, durante la stagione invernale (settembre-dicembre) diventa
una vera e propria risorsa irrigua. Da settembre a febbraio il Niger costituisce un canale di navigazione che taglia il
paese da sud-ovest a nord-est, favorendo scambi commerciali di ogni sorta.
Mali
26
Risorse
Agricoltura
La quasi totalità della popolazione attiva è occupata
nell'agricoltura, settore che partecipa per il 46% alla
formazione del prodotto nazionale lordo; tuttavia il
terreno arabile e le colture arborescenti ricoprono meno
del 2% del territorio. Oltre che per la scarsità di buoni
terreni, il livello produttivo è generalmente molto basso
per la piovosità insufficiente e comunque fortemente
irregolare; si hanno poi ritardi ed errori dovuti alla
organizzazione arcaica dell'attività agricola: al
momento, neppure l'istituzione di un numero
abbastanza considerevole di cooperative ha dato esiti
Raccolta del cotone
consistenti. Per quanto riguarda le coltivazioni
tradizionali, destinate all'alimentazione locale e peraltro
in larga misura decimate dalle tremende siccità che a più riprese hanno devastato il paese attorno alla metà degli anni
settanta, prevalgono il miglio (6,9 milioni di q.), mentre il riso (3,7 milioni di q.), coltivato nelle zone irrigue del
delta del Niger, è di introduzione recente, così come il mais. Importanti per l'alimentazione locale sono anche la
manioca e la batata, nonché taluni ortaggi e legumi. Nelle zone irrigue si pratica in prevalenza un'agricoltura
moderna e commerciale, in parte ad opera delle cooperative di contadini di recente istituzione. Disastrosi sono stati
però i raccolti di 1980, 1982 e 1983 per i danni causati dalla siccità. Fra le colture predomina il cotone (2,4 milioni di
q. tra fibra e semi), che è la principale voce dell'esportazione nazionale; seguono l'arachide (1,6 milioni di q.), il tè e
la canna da zucchero. Altri prodotti destinati al commercio sono il tabacco, il karité o "albero del burro", il kapok,
ecc. Purtroppo il paese non dispone di foreste, il legname è tutto importato attraverso il Burkina dal Ghana e dalla
Costa d'Avorio ed i pochi sprazzi di foresta vengono distrutti per offrire legna da ardere alle genti del paese che non
dispone di altra energia: degli sforzi dovranno essere fatti per arrestare la desertificazione con piantagioni di Curcas
che fra le tante doti, coi semi, offrirà gas ed energia alle popolazioni del paese; sono solo prodotti discreti quantitativi
di gomma arabica. Da rilevare poi il grave fenomeno del contrabbando di prodotti alimentari, avviati ai più
vantaggiosi mercati della Costa d'Avorio, del Burkina Faso e del Senegal.
Attori e politiche agricole
Le strategie di valorizzazione del mondo rurale hanno sempre rivestito un ruolo fondamentale sia nelle politiche
delle potenze coloniali che in quelle dello stato post-coloniale.
Attualmente la Loi d'Orientation Agricole si articola attorno a cinque temi maggiori:
• il primo descrive gli obiettivi generali e le strategie di sviluppo agricolo;
• il secondo tratta delle questioni legate allo statuto dei lavoratori, delle exploitations agricoles, alle organizzazioni
contadine e alla formazione professionale legata al settore primario, al fine di migliorare la qualità delle risorse
umane e di rafforzare le organizzazioni agricole;
• il terzo si rapporta ai fattori di produzione ovvero l’insieme delle attività e beni materiali che concorrono al
miglioramento della produzione agricola (gestione razionale della terra, della risorse naturali, del finanziamento
all’agricoltura, dell’accesso all’acqua, della realizzazione di infrastrutture e di equipaggiamento, di sostenere la
ricerca agronomica);
• il quarto concerne da una parte le strategie di sviluppo e dall’altra la promozione delle filiere e dei mercati
(crescita produttiva nei diversi sotto settori, trasformazione dei prodotti e creazione di valore aggiunto, qualità dei
prodotti agricoli, organizzazione del mercato interno, accesso ai mercati esteri);
Mali
27
• il quinto tratta del quadro istituzionale che accompagnerà l’entrata in vigore della legge.
Allevamento
Allevatori nomadi
Fiera del bestiame. Mercato allestito a Kambila
La pesca viene effettuata solo sul fiume Niger, visto
che il Mali è privo di sbocchi sul mare, ed è destinato
esclusivamente all'autoconsumo della popolazione.
Risorse minerarie
Il Mali possiede estesi giacimenti di fosfati, oro, uranio,
ferro,bauxite, manganese e sale, sebbene siano poco
sfruttati a causa delle infrastrutture carenti. Molto più
modesti i giacimenti diamantiferi situati nel sud-ovest
del paese.
Pesca nel Mali - piroga sul fiume Niger
Industria
L'industria del Mali presenta ancora i segni di
un'industria arretrata e ancora molto legata al settore
primario.
Le industrie presenti sono concentrate quasi
esclusivamente nelle vicinanze di Bamako e
comprendono: industrie chimiche, tessili, alimentari,
diamantifere e del cemento, oltre a quelle
agroalimentari.
L'industria garantisce il 26% delle entrate.
Trasporti
La rete dei trasporti del Mali è molto limitata e
Bamako. La discarica di Bamako, uno dei rari esempi di terziario
comprende, oltre a strade poco e mal asfaltate che
collegano Bamako con Segou, l'utilizzo di imbarcazioni per spostarsi sul fiume Niger. Nel nord del paese si usano
prevalentemente cammelli negli spostamenti.
Mali
28
Un miglioramento delle comunicazioni aiuterebbe il Mali ad intraprendere un certo sviluppo, visto che molte delle
attività terziarie si svolgono sulle poche strade esistenti e i cibi, facilmente deperibili, giungono nelle zone dove non
è possibile la coltivazione in tempi molto lunghi, creando così anche problemi sanitari in quelle zone.
Turismo
Il turismo può contare su un buon numero di attrattive quali: la moschee in stile sudanese, la famosissima città di
Timbuctu (Timbuctù) ed anche il deserto, situato nel nord del paese.
Le entrate del turismo ammontano a 71 milioni di dollari, ed è in continua crescita, dato che nel 1995 erano solo 19 i
milioni. I turisti crescono ad un ritmo annuale del 18.4%.
Esportazioni
Le esportazioni ammontano a 1.140 milioni dollari U.S.A., esse costituiscono il 36% del P.I.L.
Importazioni
le importazioni costituiscono il 41% del prodotto interno lordo e ammontano a 1.200 mil. $ U.S.A.
Ambiente
Le condizioni climatiche differenziate tra le plaghe del Nord e dell'Est e le rimanenti del Paese si riflettono anche sul
paesaggio vegetale. Di pari passo con la progressiva diminuzione delle precipitazioni che si riscontra procedendo
verso nord si verifica anche un progressivo impoverimento del paesaggio vegetale. In corrispondenza delle zone
irrigate dal Niger e dal Senegal ed in quelle più favorite dalle precipitazioni, si è sviluppata la savana arborea con
alberi (acacie gommifere, Tamarindus indica, baobab, ecc.) sovente di grandi proporzioni, inframezzati da
formazioni erbose che in corrispondenza della zona deltizia del Niger si sono sviluppate in forme rigogliose.
Allorché ci si allontana da queste regioni, subentra la savana con copertura di arbusti inframezzati da graminacee.
Tra gli arbusti occorre ricordare la Capparis decidua che sul Niger, presso Tombouctou, assume forma arborescente.
Nelle zone a precipitazioni più scarse del sahel alligna la steppa a piante xerofile e, con minor frequenza, erbacee,
finché nelle regioni più settentrionali si presenta la tipica vegetazione sahariana a palme dattilifere, limitata alle oasi.
In quanto alla fauna la savana è la sede dei grandi erbivori (giraffe, antilopi, elefanti) e dei carnivori (leoni, leopardi,
ghepardi, licaoni, iene, genette, gatti selvatici, sciacalli). Nelle acque delle lagune, degli stagni e dei fiumi vivono
ippopotami e coccodrilli. Nelle zone settentrionali troviamo anche la lince, la volpe bionda delle sabbie, il fennec.
Comune in tutta la vasta regione desertica è, tra gli animali domestici, il dromedario, che non è però autoctono.
Ricchissima è l'avifauna, che trova nelle zone anfibie del delta l'ambiente adatto, specie per trampolieri e palmipedi.
Numerosi gli anfibi ed i pesci nel Niger.
Mali
29
Cultura
Le tradizioni musicali del Mali derivano dai griot, che sono noti come
"Custodi di memorie". La Musica maliana è varia e ha diversi generi.
Alcune famose influenze nella musica del Mali sono del virtouso
musicista Kora ,Toumani Diabaté, le profonde radici del chitarrista
blues Ali Farka Touré, il gruppo tuareg Tinariwen, e numerosi artisti
afro-pop come Salif Keita, il duo Amadou & Mariam, Oumou Sangare,
e Habib Koité.[8]
Anche se la letteratura del Mali è meno famosa della sua musica [9],il
Mali è sempre stato uno dei paesi con i più vivaci centri intellettuali.
Il duo musicali maliano Amadou & Mariam sono
La tradizione letteraria [10] del Mali in passato è stata trasmessa
conosciuti internazionalmente per la loro musica
che combina influnze maliani e internazionali.
principalmente con il passaparola, con jalis a recitare o cantare stori
[10][11]
conosciute a memoria.
Amadou Hampâté Bâ, lo storico più
conosciuto del Mali, ha trascorso gran parte della sua vita a scrivere di queste tradizioni orali perché il mondo se ne
ricordi. [11] Il romanzo più conosciuto di uno scrittore del Mali è Yambo Ouologuem, Le Devoir de violenza, che ha
vinto il Premio Renaudot 1968, ma la cui eredità è stata segnata dalle accuse di plagio.[10][11] Altri noti scrittori del
Mali Baba Traoré comprendono, Modibo Keita Sounkalo, Massa Makan Diabaté, Moussa Konaté, e Fily Dabo
Sissoko [10][11] Altri ben conosciuti scrittori maliani includono: Baba Traoré, Modibo Sounkalo Keita, Massa Makan
Diabaté, Moussa Konaté, and Fily Dabo Sissoko.[10][11].
La variegata cultura quotidiana dei maliani riflette la diversità etnica e geografica del paese. [12] La maggior parte dei
maliani indossa fluenti abiti colorati chiamati boubous che sono tipici dell'Africa occidentale. I maliani partecipano
spesso a feste tradizionali, balli e cerimonie.[12] Riso e miglio sono la base della cucina del Mali, che è fortemente
basata su cereali. [13][14] I cereali sono generalmente preparati con salse a base di foglie di spinaci, come o foglie di
baobab, con pomodoro, o con salsa di arachidi, e può essere accompagnata da pezzi di carne alla griglia (tipicamente
di pollo, agnello, manzo o capra). [13][14] La cucina del Mali varia regionalmente. [13][14]
Sport
• Di nazionalità maliana è il giocatore del Paris Saint-Germain Mohamed Sissoko (di passaporto francese),
acquistato a luglio 2011 dalla Juventus.
• Mahamet Diagouraga, calciatore franco-maliano.
Note
[1] (FR) Risultati provvisori del censimento 2009 forniti dall'INSTAT-Institut National de la Statistique (http:/ / instat. gov. ml/ documentation/
bamako. pdf) (pdf). URL consultato il 14.04.2010.
[2] (FR) Risultati provvisori del censimento 2009 forniti dall'INSTAT-Institut National de la Statistique (http:/ / instat. gov. ml/ documentation/
mali. pdf) (pdf). URL consultato il 14.04.2010.
[3] Mali country profile, p. 17.
[4] CIA - The World Factbook - Mali (https:/ / www. cia. gov/ library/ publications/ the-world-factbook/ geos/ ml. html)
[5] Mali country profile, p. 18.
[6] U.S. Government Provides Equipment to Malian Army (http:/ / www. africom. mil/ getArticle. asp?art=3601& blog=all). U.S. Africa
Command, 2009. URL consultato il 6 maggio 2010.
[7] Joint Military Exercise FLINTLOCK to be Held In Mali (http:/ / www. africom. mil/ getArticle. asp?art=2223). U.S. Africa Command,
2008. URL consultato il 6 maggio 2010.
[8] Michelle Crabill e Bruce Tiso. Mali Resource Website (http:/ / www. fcps. edu/ KingsParkES/ technology/ mali/ malihis. htm). Fairfax
County Public Schools. January 2003. Retrieved on June 4, 2008.
[9] Velton, p. 29.
[10] Milet & Manaud, p. 128.
[11] Velton, p. 28.
Mali
30
[12] Pye-Smith & Drisdelle, p. 13.
[13] Velton, p. 30.
[14] Milet & Manaud, p. 146.
Bibliografia
• La Geografia - dizionario enciclopedico - Gruppo Editoriale Fabbri, Bompiani, Sonzogno, Etas S.p.A., Milano
(1984)
Voci correlate
• Croce Rossa del Mali
• Rotte africane dei migranti
• Rotte dei migranti africani nel Sahara
Altri progetti
•
•
•
Wikimedia Commons contiene file multimediali: http://commons.wikimedia.org/wiki/Category:Mali
Wikizionario contiene la voce di dizionario: http://it.wiktionary.org/wiki/Mali
Wikinotizie contiene notizie di attualità: http://it.wikinews.org/wiki/Mali
Collegamenti esterni
• Scheda del Mali dal sito Viaggiare Sicuri (http://www.viaggiaresicuri.mae.aci.it/?mali) - Sito curato dal
Ministero degli Esteri e dall'ACI
Bamako
Bamako
Stato:
Regione:
Coordinate:
Mali
Bamako Capital District
12°39′N 8°00′W12.65°N 8°O
Altitudine:
330 m s.l.m.
Superficie:
252 km²
[1]
Coordinate: 12°39′N 8°00′W12.65°N 8°O [1]
Bamako
31
[2]
Abitanti :
1.809.106
Densità:
7.178,99 ab./km²
(2009)
Fuso orario: UTC+0
Bamako
Bamako è la capitale e la città più popolosa del Mali. Sorge sul Niger, nelle vicinanze delle rapide che separano la
valle del Niger superiore e la valle del medio Niger, nella parte sud-occidentale del paese.
Buon porto fluviale e principale centro amministrativo e commerciale del Mali, è attivo nella produzione di caucciù,
resina e legname, così come nel tessile, nella carne lavorata, nel metallo e nel settore ittico. È scalo aereo
internazionale.
Storia
Bamako è abitata sin dal paleolitico, anche se la leggendaria fondazione è fissata nel XVI secolo. Bamako, in origine
Bammako («stagno del coccodrillo» in lingua bambara) sarebbe stata fondata verso la fine del XVI secolo dai Nairé
anticamente chiamati Niakate, che erano Sarakollé. Niaréla è uno dei quartieri più antichi di Bamako.
La città fu un importante centro commerciale nonché principale centro dell'insegnamento dell'Islam, sotto l'impero
del Mali, ma entrò in declino nel XIX secolo.
Alla fine del XIX secolo Bamako è un grosso villaggio fortificato di 600 abitanti, quando il 1º febbraio 1883, i
francesi, con il generale Gustave Borgnis-Desbordes, la conquistarono.
Nel 1904, viene inaugurata la linea ferroviaria Dakar-Niger. Nel 1905, iniziò la costruzione dell'Hôpital du point G,
il vecchio ospedale. Nel 1908 Bamako diventa capitale del Sudan francese, e tra il 1903 ed il 1907 è costruito il
palazzo di Koulouba, palazzo del governatore; successivamente si riunirà la presidenza della Repubblica a partire
dall'Indipendenza nel 1960.
Il 20 dicembre 1918, Bamako diviene un comune misto amministrato da un sindaco. Nel 1927 è costruita la
cattedrale mentre la "Maison des artisans" nel 1931. Nel 1947 viene eretto un primo ponte sul Niger, e la grande
moschea di Bamako risale al 1948.
Il 18 novembre 1955 Bamako diventa un comune a pieno titolo, il suo sindaco, Modibo Keïta, è eletto la prima volta
un anno più tardi.
La popolazione di Bamako, assai cresciuta, nel 1960 raggiunge circa i 160 000 abitanti.
Il 22 settembre 1960 è proclamata l'indipendenza del Mali e Bamako diventa capitale della nuova repubblica.
Bamako
32
Suddivisione amministrativa
La città costituisce una regione autonoma, chiamata "Distretto di Bamako" (District de Bamako), non appartenente
ad alcuna delle Regioni del Mali. Il distretto è a sua volta suddiviso in sei comuni (communes), numerati da I a VI in
numeri romani.
Comune Popolazione 2009[2]
Commune I
335.407
Commune II
159.805
Commune III
128.872
Commune IV
300.085
Commune V
414.668
Commune VI
470.269
Totale
1.809.106
Quartieri
•
•
•
•
•
•
•
•
•
•
•
•
•
•
Hippodrome, sede di molte ambasciate
Niaréla, uno dei più antichi quartieri di Bamako
Korofina
Badalabougou
Torokorobougou
Bamako Coura
Djicoroni
Baco Djicoroni (= "oltre il fiume")
Missira
Médina Coura
Bankoni
Magnambougou
Point G, sede dell'ospedale
Koulouba, centro amministrativo e sede del governo
Città gemellate
•
•
•
Angers, dal 1974
Rochester, dal 1975
Maubeuge
Personalità legate a Bamako
•
•
•
•
•
•
Mahamadou Diarra, calciatore del Real Madrid
Aminata Dramane Traoré, scrittrice e politica
Dabo Filly, scrittore
Ahmadou Keita, cestista
Seydou Keita, calciatore del Barcellona
Amadou & Mariam, Musicisti di livello internazionale
Bamako
33
Note
[1] http:/ / toolserver. org/ ~geohack/ geohack. php?pagename=Bamako& language=it& params=12. 65_N_-8_E_
[2] (FR) Risultati provvisori del censimento 2009 forniti dall'INSTAT-Institut National de la Statistique (http:/ / instat. gov. ml/ documentation/
bamako. pdf) (pdf). URL consultato il 14.04.2010.
Altri progetti
•
Wikimedia Commons contiene file multimediali: http://commons.wikimedia.org/wiki/Category:Bamako
Collegamenti esterni
• Budapest-Bamako (http://www.budapest-bamako.org)
34
Burkina Faso
Burkina Faso
Burkina Faso
(dettagli)
(dettagli)
Unité, Progrès, Justice
(francese: Unità, Progresso, Giustizia)
Dati amministrativi
Nome completo
Burkina Faso
Nome ufficiale
Burkina Faso
Lingue ufficiali
francese
Capitale
Ouagadougou (1 181 702 ab. / 2006)
Politica
Forma di governo
Capo di Stato
Capo di Governo
Indipendenza
Ingresso nell'ONU
Repubblica semipresidenziale de iure (Dittatura militare de facto)
Blaise Compaoré
Tertius Zongo
Dalla Francia, 5 agosto 1960
20 settembre 1960
Superficie
Totale
274 200 km² (72º)
Burkina Faso
35
% delle acque
0,1 %
Popolazione
Totale
15 224 780 ab. (2009) (64º)
Densità
50,07 ab./km²
Geografia
Continente
Africa
Fuso orario
UTC 0
Economia
Valuta
PIL (PPA)
Franco CFA
18.712 milioni di $ (123º)
PIL pro capite (PPA) 1.360 $ (2010) (156º)
ISU (2010)
0,305 (basso) (161º)
Varie
TLD
.bf
Prefisso tel.
+226
Sigla autom.
BF
Inno nazionale
Une Seule Nuit
Festa nazionale
11 dicembre
Il Burkina Faso, già Repubblica dell'Alto Volta, è uno stato (274.200 km², abitanti 15.224.780 nel 2009[1])
dell'Africa Occidentale privo di sbocchi sul mare e confinante con Mali a nord, Niger a est, Benin a sud-est, Togo e
Ghana a sud e Costa d'Avorio a sud-ovest.
È una repubblica semi-presidenziale. L'attuale capo dello stato è Blaise Compaoré. Il capo del governo è Tertius
Zongo.
La lingua nazionale è il francese.
Dapprima colonia, ottenne l'indipendenza dalla Francia nel 1960 e divenne Repubblica dell'Alto Volta. Il nome
attuale, Burkina Faso, fu istituito il 4 agosto 1984 dal presidente rivoluzionario Thomas Sankara, e significa "la terra
degli uomini integri" nella lingua more e nella lingua bamanankan parlate rispettivamente dall'etnia mossi e dell'etnia
dioula.
Burkina Faso
Storia
Preistoria
Come tutta l'Africa occidentale, la regione del Burkina Faso fu abitata fin dall'antichità (dal 12.000 al 5.000 a.C.) da
popolazioni di cacciatori-raccoglitori; strumenti di pietra di questo periodo sono stati ritrovati a partire dal 1973. I
primi insediamenti agricoli apparvero fra il 3600 e il 2600 a.C. Fra il XV e il X secolo a.C. si sviluppò l'uso del ferro,
della ceramica e della pietra levigata; a questo periodo risalgono anche i primi ritrovamenti che testimoniano riti
funebri.
Fra i popoli che abitarono il Burkina Faso ci furono sicuramente i Dogon, localizzati nella parte settentrionale della
regione, in seguito migrati verso Bandiagara. Altre popolazioni non ancora identificate costruirono alte mura nel
sudovest e in Costa d'Avorio.
Fra il XV e il XVI secolo d.C. la regione del Burkina Faso fu uno dei centri economici più importanti dell'impero
Songhai.
Colonizzazione
I francesi iniziarono la colonizzazione della regione del Burkina Faso nel 1896, sottomettendo il regno Mossi di
Ouagadougou. Il regno divenne un protettorato, e nel 1898 l'intera regione era sotto il controllo francese. Nel 1904, il
protettorato fu annesso all'Africa Occidentale Francese, insieme agli odierni Senegal e Niger. I Burkinabe
parteciparono alla Prima guerra mondiale all'interno della fanteria senegalese (tirailleurs sénégalais).
Nel 1919, il Burkina Faso divenne una colonia separata (col nome di Alto Volta); il primo governatore fu François
Charles Alexis Édouard Hesling. Il 5 settembre 1932, la colonia fu smembrata e suddivisa fra Costa d'Avorio, Mali e
Niger. Fu ricostituita il 4 settembre 1947, con gli stessi confini che aveva in precedenza.
Indipendenza
L'Alto Volta ottenne l'autogoverno l'11 dicembre 1958, diventando una repubblica membro della Comunità
Franco-Africana (La Communauté Franco-Africaine). Due anni dopo la Francia concesse l'indipendenza.
Come per molti altri stati africani, il periodo successivo all'indipendenza fu caratterizzato da una forte instabilità
politica. Un primo colpo di stato, nel 1966, portò al potere i militari fino al 1978. Il secondo colpo di stato, nel 1980,
fu messo in atto da Saye Zerbo, rovesciato due anni dopo. Nel 1983 venne arrestato Thomas Sankara, già primo
ministro, ma a seguito di ciò si scatenarono numerose rivolte popolari che portarono al potere proprio quest'ultimo.
Sankara cercò di cambiare radicalmente il paese, in primis dal nome cambiato da Alto Volta a Burkina Faso, ed attuò
una serie di vaste riforme sociali. Sankara sarà ricordato anche per essere stato il primo presidente africano ad aver
denunciato la piaga dell'AIDS oltre che per le sue numerose critiche ai paesi più sviluppati sul problema del debito
estero degli stati africani. Sankara verrà tuttavia fatto uccidere nel 1987 dal suo vice Blaise Compaoré che instaurerà
un regime militare tuttora vigente.
36
Burkina Faso
37
Geografia
Morfologia
L'altitudine media del Burkina Faso è di 400 m; si tratta quindi di una
regione relativamente piana, con poche eccezioni localizzate.
La gran parte del territorio del Burkina Faso è costituito da un
penepiano, in alcune zone mosso da poche colline, ultime vestigia di
un massiccio del Precambriano. Il sudovest è invece dominato da un
massiccio di arenaria; qui si trova la più alta vetta del paese, il
Ténakourou (749 m s.l.m.). I bordi del massiccio sono costituiti da
ripide scarpate, con dislivelli fino a 150 m.
La Piazza dell'ONU ad Ouagadougou, Burkina
Faso
Idrografia
Il vecchio nome del paese, Alto Volta, si doveva a quattro importanti fiumi che ne attraversano il territorio: il
Comoé, il Mouhoun (precedentemente chiamato Volta Nero), il Nakambé ("Volta Bianco") e il Nazinon ("Volta
Rosso"). Il Mouhoun e il Comoé sono i due unici corsi d'acqua con presenza di acqua tutto l'anno.
Il bacino del fiume Niger costituisce il 27% della superficie del Paese. I tributari (Béli, Gorouol, Goudébo e Dargol)
hanno andamento stagionale; sono in secca per circa metà dell'anno, ma possono anche causare notevoli inondazioni.
Fra i numerosi laghi del Burkina Faso, i principali sono il Tingrela, il Bam e il Dem, oltre ai grandi bacini di Oursi,
Béli, Yomboli e Markoye.
La siccità è un problema ricorrente del paese, specialmente nella zona settentrionale.
Clima
Il clima del Burkina Faso è principalmente tropicale, con due stagioni distinte: la stagione delle piogge, da
maggio-giugno a settembre (più breve nel nord), con precipitazioni comprese fra i 600 e i 900 mm; e la stagione
secca, in cui soffia l'harmattan, un vento secco e caldo proveniente dal Sahara.
Popolazione
Gli abitanti del Burkina Faso sono chiamati Burkinabé (pronunciato
[burkiːnəˈbeː]).
La popolazione è concentrata nella parte centrale e meridionale del
paese. A causa del forte tasso di disoccupazione, centinata di migliaia
di Burkinabé migrano stagionalmente nei paesi confinanti in cerca di
lavoro.
Demografia
Un negozio.
L'aspettativa di vita in Burkina Faso è di poco inferiore ai 50 anni; l'età
media degli abitanti è 17. Il tasso di crescita della popolazione,
secondo una stima del 2000, è di 2,71%. Queste valutazioni tengono conto del forte impatto dell'AIDS (il 4% della
popolazione ne è affetto) come causa di morte nel paese.
Burkina Faso
38
Etnie
I Burkinabé sono suddivisi in due grandi gruppi etnico-culturali: i
Voltaici e i Mande, a cui si aggiungono circa 5 000 Europei. I Voltaici,
più numerosi, includono il sottogruppo dei Mossi, che costituiscono
circa metà della popolazione. I Bobo occupano la regione
sud-occidentale di Bobo-Dioulasso mentre le aree aride del Sahel sono
abitate da Tuareg, Peul e Hausa.
Venditori a Bobo-Dioulasso.
Religione
Circa il 50% della popolazione è di fede islamica, e il 30% cristiana. Il restante 20% è costituito principalmente da
seguaci delle religioni africane tradizionali animiste. Elementi della tradizione animista si ritrovano anche nelle
pratiche di culto cristiane e musulmane dei Burkinabé.
Lingue
Il francese è l'unica lingua ufficiale del paese, ma quella più parlata è la Lingua More. Sono parlate numerose lingue
locali e dialetti (ben 67)[2].
Ordinamento dello stato
Suddivisione amministrativa
Il Burkina Faso è suddiviso in 13 regioni, 45 province, e 351 dipartimenti.
Regioni:
•
•
•
•
•
Alti Bacini
Altopiano Centrale
Boucle du Mouhoun
Cascate
Centro
•
•
•
•
Centro-Est
Centro-Nord
Centro-Ovest
Centro-Sud
•
•
•
•
Est
Nord
Sahel
Sud-Ovest
Province:
•
Balé
•
Komandjoari
•
Passoré
•
Bam
•
Kompienga
•
Poni
•
Banwa
•
Kossi
•
Sanguié
•
Bazèga
•
Koulpélogo
•
Sanmatenga
•
Bougouriba
•
Kouritenga
•
Séno
•
Boulgou
•
Kourwéogo
•
Sissili
•
Boulkiemdé
•
Léraba
•
Soum
•
Comoé
•
Loroum
•
Sourou
•
Ganzourgou
•
Mouhoun
•
Tapoa
•
Gnagna
•
Nahouri
•
Tuy
•
Gourma
•
Namentenga
•
Yagha
•
Houet
•
Nayala
•
Yatenga
•
Ioba
•
Noumbiel
•
Ziro
Burkina Faso
39
•
Kadiogo
•
Oubritenga
•
Zondoma
•
Kénédougou
•
Oudalan
•
Zoundwéogo
Città principali
La capitale è Ouagadougou, chiamata dai locali "Ouaga". Altre città importanti sono Bobo-Dioulasso, Koudougou,
Ouahigouya e Banfora.
Istituzioni
Il Burkina Faso, in base alla Costituzione del 1991 è una repubblica presidenziale, dove il capo dello stato, in carica
per cinque anni, detiene il potere esecutivo, ed ha il potere di nominare il primo ministro.
Il parlamento è composto da 111 membri, mentre il potere giudiziario ha il suo vertice nella Corte suprema che tiene
le sue sedute a Ouagadougou.
Istruzione
L'istruzione è obbligatoria per i ragazzi tra i 7 ed i 13 anni. Nonostante questo, ed il fatto che sia gratuita, il tasso di
alfabetizzazione è molto basso: 28,5% nel 2005.
Nel paese esistono tre università: nella capitale Ouagadougou, a Bobo-Dioulasso e a Koudougou.
Politica
Economia
Con un PIL procapite di 1.300 $, il Burkina Faso è uno dei paesi più poveri del mondo. Gran parte della sua
economia è finanziata da aiuti internazionali.
L'elevatissimo tasso di disoccupazione causa un altrettanto notevole fenomeno di emigrazione; circa tre milioni di
Burkinabé vivono stabilmente in Costa d'Avorio. Questo fenomeno causa periodicamente attriti con i paesi
confinanti.
Agricoltura
L'80% della popolazione occupata si dedica all'agricoltura e all'allevamento. Fra le colture principali ci sono sorgo,
miglio, mais, arachidi, riso e cotone.
L'attività agricola è minacciata costantemente dalla siccità, che si riflette nella scarsità di terreni destinabili alla
coltivazione (intorno al 18% del territorio), localizzati soprattutto nel sud del paese.
Risorse minerarie
Altre risorse, di minore rilievo, sono quelle minerarie: soprattutto rame, ferro, manganese (a Tambao) e oro. Infine,
relativamente attivo è il settore dell'artigianato.
Burkina Faso
Commercio
A Ouagadougou si tiene ogni due anni una delle più importanti fiere di prodotti artigianali dell'intera Africa, il SIAO
(Salon International de l'Artisanat de Ouagadougou).
Trasporti
Il paese dispone di una rete ferroviaria complessiva di soli 600 km, ma è in fase di costruzione una linea che
collegherà la capitale a Tambao che si sta sviluppando in virtù dell'attività estrattiva.
Sono presenti anche circa 12 000 km di strade, di cui solo una piccola parte (circa il 16%) è asfaltata.
L'unico aeroporto internazionale si trova nella capitale Ouagadougou.
Cinema
Il cinema del Burkina Faso rappresenta una parte importante dell'industria filmografica dell'Africa Occidentale. Il
contributo del Burkina Faso al cinema Africano risale alla costituzione del film festival FESPACO (Festival
Panafrican du Cinéma et de la Télévision de Ouagadougou), lanciato come settimana del cinema nel 1969.
Molti dei produttori nazionali sono conosciuti a livello internazionale e hanno vinto premi internazionali. Per molti
anni la sede della Federation of Panafrican Filmmakers (FEPACI) fu in Ouagadougou, salvata nel 1983 da un
periodo di inattività dall'entusiastico intervento e contributo economico del Presidente Sankara (nel 2006 il
Secretariat del FEPACI si trasferisce in Sud Africa ma la sede centrale dell'organizzazione rimane a
Ouagaoudougou).
Tra i registi più conosciuti del Burkina Faso: Gaston Kaboré, Idrissa Ouedraogo e Dani Kouyate.
Il Burkina Faso produce anche famose serie televisive quali Bobodjiouf. Tra i produttori più conosciuti a livello
internazionale: Ouedraogo, Kabore, Yameogo, and Kouyate.
Ambiente
Il mantello vegetale ricopre quasi tutto il territorio, salvo alcuni spuntoni rocciosi e le falesie delle zolle tabulari più
alte. Si tratta della cosiddetta savana, detta in francese brousse, associazione mista arborea ed erbacea, molto
rigogliosa nella stagione umida, mentre in quella secca il ciclo vegetativo si arresta. A seconda delle condizioni
climatiche e altimetriche possiamo distinguere tre tipi di savana: arborea, erbacea e spinosa, i quali però non si
succedono regolarmente, ma si alternano in modo alquanto irregolare, anche in rapporto alla funzione bioselettiva
dei terreni e all'opera di deforestazione condotta dall'uomo e dagli incendi spontanei, che sono frequenti nella
stagione secca. Nella parte meridionale del Paese domina però la savana arborea, anche se molto spesso è stata
sostituita dalle colture. In quella centro-settentrionale compare invece più frequentemente la savana erbacea che
talvolta cede il passo a quella spinosa, mentre verso nord trapassa insensibilmente nella steppa pre-desertica, con
erbe basse e qualche pianta gommifera.
La vegetazione arborea è molto varia, ma presenta quasi dovunque adattamenti xerofili, per resistere alla lunga
siccità. Le radici sono profonde, i tronchi molto grossi si allargano talvolta a bottiglia per immagazzinare l'acqua, il
fogliame si sviluppa a ombrello per proteggere dall'arsura l'apparato radicale. L'albero più tipico è il baobab
(Adansonia digitata), l'albero feticcio delle popolazioni africane. Non mancano le acacie, le mimose e le euforbie.
Un albero caratteristico è il formaggere (del genere Bombax), che colpisce per la sua altezza (fino a 25 m), mentre
alberi utili sono il karité (Butyrospermum parkii) che somiglia «ad un grande pero con frutti simili a noci, contenenti
una polpa grassa che dà un burro molto apprezzato» (Migliorini), il nerè (Parkia biglobosa), che produce dei baccelli
da cui si ricava un condimento, l'albero del kapok (Ceiba pentandra), che dà una fibra tessile, la palma dum e il
tamarindo. Questi alberi sono anche coltivati attorno ai villaggi.
40
Burkina Faso
La fauna presenta in tutto il Paese caratteri di grande mobilità in rapporto all'andamento del ciclo climatico ed è
costituita in massima parte da erbivori che conducono vita associata in branchi. Nel Nord ci sono elefanti, giraffe,
antilopi e leoni. Più a sud accanto alle antilopi si possono trovare i bufali, numerosi roditori ed anche le termiti. La
densità di questa fauna va lentamente rarefacendosi, per quanto il Burkina Faso sia ancora un Paese non raggiunto
dai cacciatori.
Sport
Ogni anno a novembre si svolge il Tour du Faso. Inoltre sta avendo un notevole successo il calcio.
Tradizioni
Festività
L'11 dicembre si festeggia la Festa della Repubblica.
Note
[1] (FR) Dati preliminari del censimento 2006 dal sito dell'Institut National de la Statistique e de la Démographie (http:/ / www. insd. bf/
Documents/ Publications/ INSD/ Publications/ Resultats_enquetes/ Autres enq/ Rapport_preliminaire_RGPH06. pdf) (pdf). URL consultato il
05-05-2008.
[2] Tra essi circa 60 000 persone parlano un dialetto tuareg (Sudlow 2001: 6).
Bibliografia
• La Geografia - dizionario enciclopedico - Gruppo Editoriale Fabbri, Bompiani, Sonzogno, Etas S.p.A., Milano
(1984)
• David Sudlow, The Tamasheq of North-East Burkina Faso, Köln, Köppe, 2001 - ISBN 3-89645-380-7
• Carlo Batà "L'Africa di Thomas Sankara" - Edizioni Achab - www.edizioni-achab.it
• Vittorio Martinelli con Sofia Massai, La voce nel deserto, Zona Editrice, 2009
Altri progetti
•
Wikimedia Commons contiene file multimediali: http://commons.wikimedia.org/wiki/Category:Burkina
Faso
Collegamenti esterni
• (FR) Premier Ministère (http://www.primature.gov.bf/) Governo
41
Ouagadougou
42
Ouagadougou
Ouagadougou
Traffico cittadino nella Piazza delle Nazioni Unite
Stato:
Burkina Faso
Regione:
Centro
Provincia:
Kadiogo
Coordinate: 12°21′N 1°32′W12.35°N 1.53333°O [1]Coordinate:
Abitanti :
[2]
1.273.355
12°21′N 1°32′W12.35°N 1.53333°O [1]
(2006)
Ouagadougou
Sito istituzionale
[3]
Ouagadougou è la capitale del Burkina Faso, la città più grande del Paese ed il suo centro culturale, economico ed
amministrativo.
Ouagadougou
43
Storia
Fondata nell'XI secolo, il suo nome - spesso abbreviato in Ouaga - risale al XV secolo: all'epoca, l'area era popolata
da due etnie differenti, gli Yonyonse ed i Ninsi, costantemente in lotta tra loro. Nel 1441 Wubri, condottiero
Yonyonse e una delle principali figure della storia del Burkina Faso, condusse la sua etnia alla vittoria e mutò il
nome del luogo da “Kumbee-Tenga” (nome attribuito dai Ninsi) a “Wogodogo”, che significava "il luogo dove le
persone ottengono onore e rispetto". Capitale dell'Impero Mossi, a seguito della conquista francese dell'area nel 1896
entrò a far parte della colonia dell'Alto Volta (Haute Volta) e ne divenne capitale nel 1919; in quest'occasione si
mutò il nome della città da Kombemtinga a Ouagadougou, che deriva da una deformazione di "Wogodogo" e rispetta
l'ortografia e la pronuncia francese. Ouagadougou divenne nel 1960 la capitale dell'indipendente Repubblica
dell'Alto Volta, ribattezzata Burkina Faso nel 1984.
Posizione e clima
La città è collocata approssimativamente nel centro del paese (12,4° N 1,5° O). Il clima è piuttosto caldo, come nel
resto dell'area sudanese-sahariana: le precipitazioni non superano i 750mm annui, si distinguono la stagione delle
piogge (da maggio ad ottobre) con una temperatura media di 30 °C, la stagione fredda (dicembre e gennaio) con una
temperatura media di 19 °C e la stagione calda (aprile e maggio), in cui si raggiungono anche i 40 °C. I venti
principali che interessano Ouagadougou sono un vento secco ed il monsone.
Ordinamento e popolazione
Si è sviluppata attorno al palazzo imperiale di Mogho Naaba ed è diventata un centro urbano rilevante proprio grazie
alla presenza coloniale.
L'organizzazione amministrativa del dipartimento di Ouagadougou è diverso da quella di tutti gli altri, ad esclusione
del distretto di Bobo-Dioulasso, secondo del Paese per popolazione: esiste infatti un'ulteriore suddivisione
amministrativa in 5 distretti (in francese arrondissement), ognuno dei quali ha un proprio sindaco ed un proprio
consiglio che lo amministra.
I distretti di Ouagadougou
Distretto
N. settori N. villaggi Abitanti[2]
Baskuy
12
0
180.512
Bogodogo
5
2
374.473
Boulmiougou
4
4
366.182
Nongremasson
6
5
188.329
Sig-Noghin
3
3
163.859
Economia
La moneta ufficiale del Burkina Faso è il Franco CFA. Dispone di un aeroporto internazionale, una tratta ferroviaria
la collega ad Abidjan nella Costa d'Avorio e un'altra a Kaya nel nord del paese. Infine una strada la collega a
Niamey, nel Niger. I mezzi di trasporto più diffusi in città sono le motociclette e le biciclette, anche se negli ultimi
anni è cresciuto il numero delle automobili; nelle ore di punta il traffico è molto intenso. Ouagadougou possiede
un'industria limitata, principalmente nel settore alimentare e tessile, e vi si svolgono il Gran mercato di
Ouagadougou, uno dei più grandi dell'Africa occidentale, ed un festival biennale dell'artigianato, che sostiene di
essere il più importante dell'Africa. Il settore alberghiero e della ristorazione è stato recentemente sviluppato ed ora
Ouagadougou
44
sono presenti anche alberghi di lusso. In città ci sono due ospedali nazionali, il Centro ospedaliero nazionale Yalgado
Ouedraogo (CHNYO) e il Centro ospedaliero nazionale pediatrico Charles De Gaulle (CHNP-CDG), e numerose
altre infrastrutture sanitarie. Nella popolazione la medicina tradizionale gode ancora di notevole fiducia.
Strutture
La città possiede pochi edifici moderni importanti, ad eccezione della sede della West African Central Bank, e la
vecchia Moschea centrale resta uno degli edifici più alti e significativi. Altre attrazioni comprendono il Museo
nazionale del Burkina Faso, il Palazzo Moro-Naba e diversi mercatini di artigianato, oltre alla Cattedrale di
Ouagadougou ed alla Maison du Peuple. Nella città si trovano alcuni parchi. Il principale è il parco Bangr-Weoogo,
bosco un tempo considerato sacro e sede di riti iniziatici; con l'arrivo dei colonizzatori ha perso tali valenze ed è stato
riconosciuto e tutelato come parco urbano (1932-1936), nel 1985 sono state rinnovate la sua conformazione e le sue
finalità e nel 2001 il bosco ha assunto la denominazione di "Parco urbano Brang-Weoogo”, che significa "bosco della
conoscenza". Il parco si estende per circa 263 ettari. Il parco denominato "L’Unité Pedagogique” è un giardino
botanico di 8 ettari popolato da animali in semilibertà; un museo al suo interno illustra la storia nazionale. Il
Giardino dell'amicizia Ouaga-Loudun è un altro spazio verde, rinnovato nel 1996 e legato al gemellaggio tra
Ouagadougou and Loudun (Francia), collocato nel centro della città vicino alla Piazza delle Nazioni Unite. La Piazza
della grande Lione ed la statua di un leone rampante collocatavi testimoniano i legami con Lione. Di fronte alla
stazione ferroviaria si trova il monumento chiamato “Naba Koom”, una statua alta 6m raffigurante una donna. A
30km dalla città in direzione orientale si trovano il Parco di Ziniare e “Laongo”, dove blocchi di granito lavorati da
numerosi scultori testimoniano i legami che legano artisti internazionali a Ouagadougou. A 55 km a Nord-Ovest dal
centro cittadino il Museo Manega espone tutti gli strumenti musicali del Burkina Faso.
Lingua e cultura
Il nuovo palazzo presidenziale
La lingua ufficiale è il francese e le principali lingue locali sono More,
Djula e Fulfulde, dal 1994 l'insegnamento del francese si affianca a
quello di una lingua locale. Il tasso di scolarizzazione e di
alfabetizzazione non è molto alto. L'Università di Ouagadougou,
fondata nel 1974 e a carattere pubblico, è stata la prima istituzione di
istruzione superiore del Burkina Faso. Negli ultimi anni le autorità
hanno investito sulle comunicazioni ed i media per favorire lo sviluppo
e sensibilizzare la popolazione per favorire il rispetto di norme
igieniche e sradicare criminalità, prostituzione e analfabetismo.
Ouagadougou costituisce un centro culturale grazie al SIAO (fiera
internazionale di arte ed artigianato), al FESPACO, festival
panafricano di cinema e televisione, e ad alcune altre rassegne
organizzate dalla municipalità (FESPAM, FITMO e FESTIVO). Sono
presenti molti cinema, oltre a nightclub e centri culturali francesi,
americani e Zaka.
Sport
Cattedrale di Ouagadougou.
Ouagadougou è la città dove ha disputato la sua ultima corsa Fausto
Coppi, prima di contrarre la malaria.
Ouagadougou
Città gemellate
•
•
•
•
•
•
•
Francia, Lione
Francia, Grenoble
Canada, Québec
Italia, Torino
Italia, San Miniato
Belgio, Leuze-en-Hainaut
Kuwait, Kuwait City
Note
[1] http:/ / toolserver. org/ ~geohack/ geohack. php?pagename=Ouagadougou& language=it& params=12_21__N_1_32__W_
[2] (FR) Dati preliminari del censimento 2006 dal sito dell'Institut National de la Statistique e de la Démographie (http:/ / www. insd. bf/
Documents/ Publications/ INSD/ Publications/ Resultats_enquetes/ Autres enq/ Rapport_preliminaire_RGPH06. pdf) (pdf). URL consultato il
12-05-2008.
[3] http:/ / www. mairie-ouaga. bf/
Altri progetti
•
Wikimedia Commons contiene file multimediali: http://commons.wikimedia.org/wiki/
Category:Ouagadougou.
Collegamenti esterni
• Ouagadougou (http://www.mairie-ouaga.bf/) sito ufficiale
Storia del Burkina Faso
Preistoria
Come gran parte delle nazioni dell'Africa occidentale, il Burkina Faso era abitato ai primordi dell'umanità da
popolazioni di cacciatori e raccoglitori di bacche nella parte nord-occidentale della regione in un'epoca databile tra il
12000 a.C. e il 5000 a.C. ed i loro strumenti (raschiatoi, scalpelli e punte di freccia) sono stati scoperti nel 1973.
Alcuni insediamenti apparvero tra il 3600 a.C. ed il 2600 a.C. con la costruzione di fattorie di cui sono rimaste tracce
evidenti. L'utilizzo di materiali come il ferro, la ceramica e la pietra liscia si svilupparono tra il 1500 a.C. e il 1000
a.C., in concomitanza con il sorgere di una coscienza religiosa come testimoniato dai resti di alcune sepolture
cerimoniali.
Sino alla fine del XIX secolo questa regione fu dominata dalla cultura del regno Mossi fondato da popolazioni
migrate dal Ghana settentrionale (dove attualmente ancora esiste il gruppo etnico dei Dagomba ad essa
ricollegabile). Per secoli i Mossi furono una popolazione di agricoltori e guerrieri e grazie alla loro potenza
riuscirono a sconfiggere tutti i tentativi apportati dai musulmani provenienti da nord-ovest di convertire la regione
all'Islam.
Sono state trovate anche tracce della cultura Dogon soprattutto nelle regioni centrali, centro-settentrionali e
occidentali, ma questi insediamenti vennero poi abbandonati tra il XV secolo e il XVI secolo per colonizzare le cime
del Bandiagara. Sparsi un po' ovunque nella regione sud-occidentale del Burkina-Faso si trovano resti di alte
muraglie ma nulla ancora è stato possibile ricostruire dei loro edificatori.
Tra il XV ed il XVI secolo il Burkina-Faso fu un importante crocevia economico per l'Impero Shongay.
45
Storia del Burkina Faso
Il periodo coloniale
Nel 1896 il regno Mossi venne conquistato dai francesi con la presa della capitale Ouagadougou e divenne un
protettorato francese. Nel 1898 venne conquistata gran parte del territorio che avrebbe in seguito costituito l'attuale
Burkina-Faso. Nel 1904 questi territori vennero integrati nell'Africa Occidentale Francese nel cuore dell'
Haut-Sénégal-Niger. Durante la Prima guerra mondiale i suoi abitanti combatterono nei battaglioni francesi dei
Tirailleurs sénégalais e nel 1919 la regione divenne una colonia separata. Il 1 marzo 1919 François Charles Alexis
Édouard Hesling divenne il primo governatore della nuova realtà coloniale dell'Alto Volta che venne disgregata il 5
settembre 1932 divenendo parte territoriale di Costa d'Avorio, Mali e Niger ma già nel 1937 essa venne ricostituita
con il nome di Alto Costa. Dopo la Seconda guerra mondiale la popolazione Mossi fece pressione per tornare una
colonia autonoma e il 4 settembre 1947 l'Alto Volta tornò nuovamente ad esistere.
Il 23 luglio 1956 la Francia iniziò a riorganizzare le proprie colonie d'oltremare cominciando ad assegnare loro un
maggiore grado di autonomia con l'attuazione delle cosiddetta Loi Cadre. Questo processo terminò l'11 dicembre
1958 quando l'Alto Volta divenne una repubblica autonoma all'interno del territorio coloniale francese.
L'indipendenza
Il 5 agosto 1960 l'Alto Volta ottenne la piena indipendenza ed elesse come primo Presidente della Repubblica
Maurice Yaméogo, leader del movimento politico Union démocratique voltaïque (UDV). La costituzione del 1960
prevedeva l'elezione di un presidente e di una assemblea generale tramite suffragio universale con una durata di
cinque anni. Appena giunto al potere, tuttavia, Yaméogo bandì tutti i partiti politici tranne l'UDV e il suo governo si
protrasse fino al 1966 quando, a seguito di una massiccia protesta popolare soprattutto da parte di studenti e classi
lavoratrici, un colpo di stato depose Yaméogo.
La giunta militare che depose Yaméogo era guidata dal colonnello Sangoulé Lamizana che divenne il nuovo capo di
stato, sospendendo la Costituzione e l'Assemblea Nazionale. La sua giunta militare restò al potere per quattro anni, e
il 14 giugno 1970 una nuova elezione a suffragio universale ratificò una nuova costituzione che prevedeva un
periodo di transizione verso il governo civile di quattro anni. Lamizana rimase al potere per tutti gli anni '70 come
capo di un governo misto di militari e civili ed approvò una nuova Costituzione nel 1977 venendo rieletto con libere
elezioni nel 1978.
Il 25 novembre 1980 un nuovo colpo di stato militare guidato dal colonnello Saye Zerbo depose Lamizana ed istituì
un Comitato Militare di Salvezza Nazionale come suprema autorità di governo che annullò la Costituzione
promulgata nel 1977.
Tuttavia anche il governo del colonnello Zerbo venne a sua volta destituito il 7 novembre 1982 da un nuovo colpo di
stato guidato dal maggiore Jean-Baptiste Ouédraogo e dal Consiglio di Salvezza Nazionale (CSP). Pur continuando a
negare la Costituzione e a bandire tutti i partiti politici, la nuova giunta del CSP promise una fase di transizione per il
ritorno alla guida civile del paese ed una nuova Costituzione.
All'interno del CSP sorsero presto dei conflitti intestini tra i moderati e la fazione radicale guidata dal capitano
Thomas Sankara che venne eletto Primo Ministro nel gennaio 1983. Le lotte di fazione all'interno del CSP e la
politica di sinistra di Sankara portarono presto al suo arresto ed il movimento sorto in tutto il paese per il suo rilascio
portarono ad un nuovo colpo di stato guidato dal capitano Blaise Compaoré il 4 agosto 1983.
Dopo il colpo di stato lo stesso Sankara formò il Consiglio Nazionale della Rivoluzione (CNR) del quale si elesse
egli stesso Presidente. Al fine di mobilitare le masse al suo programma politico, Sankara istitutì parallelamente dei
consigli politici denominati Comitati per la Difesa della Rivoluzione i cui membri mantenevano segreta la propria
identità. Ancora attualmente poco si sa sui componenti di questi direttorati tranne il fatto che la sua leadership era
capitanata da intellettuali di inclinazione politica marxista-leninista.
Il 4 agosto 1984 l'Alto Volta cambiò denominazione chiamandosi Burkina Faso, ovvero Terra di uomini onesti,
nome con il quale Thomas Sankara intendeva infondere nella popolazione un sentimento di partecipazione attiva alle
46
Storia del Burkina Faso
sue iniziative per un salto di qualità verso la modernità del suo paese, cercando nel contempo di attuare un vero e
proprio strappo culturale e politico con il passato.
Il 25 dicembre 1985 la tensione con il Mali per il controllo dei giacimenti minerari della Striscia di Agacher
portarono il Burkina Faso ad uno scontro diretto che durò circa cinque giorni ed ebbe come conseguenza la morte di
circa 100 persone; le ostilità ebbero termine grazie all'intervento di mediazione del Presidente della Costa d'Avorio
Félix Houphouët-Boigny e viene ricordato in Burkina Faso come la guerra di Natale.
Secondo i suoi detrattori i tentativi di riforme strutturali tentati da Sankara implicarono decisive e strette misure di
austerity che minarono enormemente la sua popolarità e la sua figura carismatica agli occhi della popolazione e del
suo stesso movimento politico. Per moltissimi Africani, tuttavia, Sankara è ancora oggi un mito, capace di vaccinare
in 3 settimane oltre metà dei bambini del Paese contro febbre gialla, meningite e morbillo, di portare avanti con
determinazione (anche usando le maniere forti) programmi sanitari e di scolarizzazione, di combattere la corruzione
e gli sprechi della politica, primo leader africano ad avviare progetti contro la desertificazione e a trattare con
l'Occidente per la cancellazione del debito estero dei Paesi africani nonché primo leader ad aver denunciato il
diffondersi della piaga dell'AIDS in Africa. Durante il governo Sankara tutti i principali indici della qualità della vita
migliorarono sensibilmente. Il 15 ottobre 1987 Thomas Sankara venne assassinato a Ouagadougou durante un colpo
di stato guidato da alcuni ufficiali dell’esercito, alla testa del capitano Blaise Compaoré (l’attuale presidente del
Burkina Faso), compagno di lotta e braccio destro di Sankara.
Blaise Compaoré, insieme al capitano Henry Zongo ed al maggiore Jean-Baptiste Boukary Lengani composero un
triumvirato al comando del Fronte Popolare il cui scopo era di continuare l'opera rivoluzionaria e rimediare alle
deviazioni di Sankara dagli obiettivi originari rivoluzionari. Per assicurarsi l'adesione al nuovo governo della classe
media del paese, il triumvirato abbandonò gran parte delle misure economiche populiste di Sankara e accettarono in
una nuova coalizione politica sorta nel 1989 alcune formazioni non marxiste. A questa iniziativa si oppose
l'Organisation pour la Démocratie Populaire/Mouvement du Travail (ODP/MT) ed il 18 settembre 1989, mentre
Compaoré si trovava in una visita diplomatica in Asia gli altri due membri del triumvirato, Lengani e Zongo,
vennero arrestati con l'accusa di voler rovesciare il Fronte Popolare; dopo essere stati sommariamente accusati di
tradimento e condannati vennero giustiziati la stessa notte dell'arresto. Dopo il suo ritorno Compaorè riorganizzò un
nuovo governo tenendo per sé la carica di Ministro della Difesa e della Sicurezza.
Voci correlate
• Alto Volta
Altri progetti
•
Wikimedia Commons contiene file multimediali: http://commons.wikimedia.org/wiki/Category:History
of Burkina Faso
47
48
Costa D'avorio
Costa d'Avorio
Costa D'Avorio
(dettagli)
(dettagli)
Unione, Disciplina, Lavoro
Dati amministrativi
Nome completo
Repubblica della Costa d'Avorio
Nome ufficiale
République de Côte d'Ivoire
Lingue ufficiali
francese
Capitale
Yamoussoukro 1 (299.243 (cens.1998) ab.)
Politica
Forma di governo
Capo di Stato
Capo di Governo
Indipendenza
Ingresso nell'ONU
Repubblica
Alassane Ouattara
Guillaume Soro
Dalla Francia il 7 agosto 1960
20 settembre 1960
Superficie
Totale
% delle acque
322.460 km² (67º)
1,4 %
Costa d'Avorio
49
Popolazione
Totale
21,500,000 (stima 2011) ab. (56º)
Densità
67 ab./km²
Geografia
Continente
Africa
Fuso orario
UTC +0
Economia
Valuta
PIL (PPA)
Franco CFA
35.752 milioni di $ (97º)
PIL pro capite (PPA) 1.681 $ (2010) (150º)
ISU (2010)
0,397 (basso) (149º)
Varie
TLD
.ci
Prefisso tel.
+225
Sigla autom.
CI
Inno nazionale
L'Abidjanaise
Festa nazionale
1
La città più importante è Abidjan
La Repubblica di Costa d'Avorio (conosciuta dal 1985 come République de Côte d'Ivoire) è uno Stato dell'Africa
occidentale.
Confina ad ovest con la Liberia e la Guinea, a nord con il Mali e il Burkina Faso, ad est con il Ghana e a sud con il
Golfo di Guinea.
La Costa d'Avorio è una repubblica presidenziale con capitale Yamoussoukro; la lingua ufficiale è il francese.
Nonostante il suo sviluppo economico sia insidiato dall'agitazione politica dovuta alla dilagante corruzione, la Costa
d'Avorio rimane uno degli stati più prosperi dell'Africa occidentale.
Circa un quarto della popolazione vive con meno di 1,25 dollari statunitensi al giorno.[1]
Costa d'Avorio
Il nome
Il paese è conosciuto in italiano come Costa d'Avorio e corrispondentemente tradotto in altre lingue: Elfenbeinküste
in tedesco, Costa de Marfil in spagnolo, Ivory Coast in inglese, Ακτή Ελεφαντόδοντος in greco, Fildişi Sahilleri in
turco e così via. A causa del disordine che tutti questi nomi avrebbero potuto produrre nelle tribune internazionali,
nell'ottobre 1985 il governo chiese che il paese fosse conosciuto in ogni lingua come Côte d'Ivoire (e non
Côte-d'Ivoire come avrebbe dovuto esserlo in tipografia corretta francese). Infatti, secondo la legge nazionale, il
nome del paese non può essere tradotto dal francese. Malgrado ciò, il nome continua ad essere tradotto nelle varie
lingue. Però la Côte d'Ivoire fa applicare con tenacia questa sua volontà in ambito ONU, dove il nome non è mai
tradotto, neanche in inglese.
Storia
La Costa d'Avorio, ex colonia francese, ha ottenuto l'indipendenza nel 7 agosto 1960. Tra il 1900 e il 1911, la
popolazione ivoriana fu vittima di genocidio, riducendosi da 1,5 milioni a 160.000, a causa della schiavitù imposta
dal colonialismo francese. Il suo presidente fondatore è stato Félix Houphouët-Boigny, in carica fino al 1993.
Geografia
Morfologia
La Costa d'Avorio è un paese dell'Africa occidentale subsahariana. La costa occidentale è caratterizzata dalla
presenza di scogli, baie e promontori rocciosi; quella orientale è percorsa da grandi e profonde lagune, gran parte
delle quali risulta inaccessibile al mare a causa della presenza di piccoli arcipelaghi sabbiosi che formano una
barriera naturale tra la zona litoranea e il mare aperto.
L'entroterra è caratterizzato da fitte foreste pluviali, dimora e rifugio di più di 200 specie di piante. Le foreste
digradano rapidamente verso nord lasciando il posto ad una vegetazione più rada, tipica delle savane.
Gli unici rilievi presenti si trovano nelle regioni occidentali di Man e Odienné, tra cui spiccano i monti Nimba, alti
più di 1.750 metri.
Fiumi
I fiumi principali sono il Bandama, il Sassandra e il Comoé, nessuno dei quali navigabile poiché interrotti in più
punti da rapide o soggetti a siccità durante la stagione secca. Si dovette attendere il 1950 perché venisse costruito il
primo canale, nella laguna Ebrié, ad Abidjan.
Clima
Il clima della Costa d'Avorio è caldo e umido, equatoriale sulla costa meridionale, tropicale nel centro e arido nella
parte settentrionale. Sono individuabili tre stagioni: da novembre a marzo il clima è caldo e secco, da aprile a maggio
torrido e secco e da giugno a ottobre caldo e umido.
50
Costa d'Avorio
Popolazione
21.075.010
Demografia
Densità: 54 abitanti per km²
Etnie
La popolazione odierna della Costa d'Avorio appartiene a circa 60 gruppi etnici, raggruppabili in cinque grandi ceppi
accomunati da caratteristiche socio-culturali o etno-linguistiche: Akan, i Gur o Voltaici (come i Senufo), Kru, Mandé
del Nord e Mandé del Sud.
Gli Akan sono il gruppo etnico maggiore (42,1% della popolazione) e si trovano prevalentemente nelle regioni
orientali e centrali dello stato.
I gruppi principali, per quanto riguarda le regioni settentrionali, sono i Mandé del Nord (16,5% della popolazione) ed
i Voltaici (17,6%). Anche se questi gruppi etnici sono originari del Nord, molte persone che vi appartengono vivono
oggi nelle regioni meridionali della nazione; ad esempio, circa il 23% dei Mandé del Nord vive ad Abidjan.
Nelle regioni occidentali la popolazione si divide tra i gruppi etnici dei Kru (12,7%) e dei Mandé del Sud (10%).
Dagli anni quaranta, agli autoctoni del paese si aggiunsero i lavoratori provenienti dal Burkina Faso, che si
installarono nelle piantagioni di caffè e di cacao. Anche dopo l'abolizione del lavoro forzato la Costa d'Avorio
continuò ad attrarre ondate di migranti dai paesi limitrofi. Félix Houphouët-Boigny favorì questo flusso introducendo
la legge di libera proprietà della terra, con lo slogan "the land belongs to those that develop it".
Oggi gli stranieri ammontano a circa il 25% della popolazione ivoriana e appartengono principalmente al gruppo
etnico dei Voltaici e dei Mandé del Nord. Di questi, circa il 50% è nato nel paese. Nel paese si riscontra anche la
presenza di cittadini di origine francese, inglese, spagnola, statunitense e canadese.
51
Costa d'Avorio
Lingue
La lingua ufficiale della Costa d'Avorio è il francese che è parlato da circa il 70% della popolazione,[2] mentre la
lingua dioula è il dialetto commerciale (creolo) più utilizzato nelle transazioni quotidiane. C'è anche l'Agni
Religioni
La religione predominante è il Cristianesimo (45,4%, in maggioranza cattolici), segue l'Islam (38,6%); mentre l'11%
pratica i culti animisti indigeni. Una parte della popolazione (5%) non si considera seguace di alcuna religione.
Ordinamento dello Stato
Suddivisione amministrativa
Le regioni della Costa d'Avorio: (1) Agnéby (2) Bafing (3) Basso Sassandra (4)
Denguélé (5) Montagne (6) Fromager (7) Alto Sassandra (8) Laghi (9) Lagune (10)
Marahoué (11) Medio Cavally (12) Medio Comoé (13) N'zi-Comoé (14) Savane
(15) Bandama Sud (16) Comoé Sud (17) Valle del Bandama (18) Worodougou
(19) Zanzan
52
Costa d'Avorio
53
Regione
Nome ufficiale
[3] Area (km²)
Popolazione
Capoluogo
Agnéby
Agnéby
720.000
9.080
Agboville
Alto Sassandra
Haut-Sassandra
1.186.600
15.200
Daloa
Bafing
Bafing
178.400
8.720
Touba
Bandama Sud
Sud-Bandama
826.300
10.650
Divo
Basso Sassandra
Bas-Sassandra
25.800
San-Pédro
Comoé Sud
Sud-Comoé
536.500
6.250
Aboisso
Denguélé
Denguélé
277.000
20.600
Odienné
Fromager
Fromager
679.900
6.900
Gagnoa
Laghi
Lacs
597.500
8.940
Yamoussoukro
Lagune
Lagunes
4.210.200
14.200
Abidjan
Marahoué
Marahoué
651.700
8.500
Bouaflé
Medio Cavally
Moyen-Cavally
443.200
14.150
Guiglo
Medio Comoé
Moyen-Comoé
488.200
6.900
Abengourou
Montagne
Montagnes
1.125.800
16.000
Man
N'zi-Comoé
N'zi-Comoé
909.800
19.560
Dimbokro
Savane
Savanes
1.215.100
40.323
Korhogo
Valle del Bandama Vallée du Bandama 1.335.500
28.530
Bouaké
Worodougou
Worodougou
400.200
21.900
Séguéla
Zanzan
Zanzan
839.000
38.000
Bondoukou
Città principali
Due sono le città principali: Abidjan, capitale economica del paese, e l'odierna capitale Yamoussoukro.
Istituzioni
Le istituzioni sono 19.
Politica
Dal 1983 la capitale ufficiale è Yamoussoukro; comunque, Abidjan resta il centro amministrativo. La maggior parte
dei paesi mantiene la propria ambasciata ad Abidjan. La popolazione continua a soffrire a causa del continuo stato di
guerra civile. Le organizzazioni internazionali per i Diritti Umani hanno segnalato problemi relativi al trattamento
dei civili prigionieri da parte di entrambi gli schieramenti e la ricomparsa del fenomeno dei bambini ridotti in
schiavitù e impiegati come lavoratori nella produzione del cacao.
Economia
La Costa d'Avorio possiede una delle economie più prospere dell'Africa, benché fragile poiché basata principalmente
sull'esportazione di materie prime.
Il suo mercato dipende pesantemente dal settore agricolo; infatti quasi il 70% del popolo ivoriano è impiegato in
qualche forma di attività agricola. Il paese è inoltre il maggior produttore ed esportatore mondiale di caffè, semi di
cacao e olio di palma. Conseguentemente, l'economia è altamente sensibile alle fluttuazioni dei prezzi internazionali
Costa d'Avorio
di questi prodotti e alle condizioni meteorologiche.
Dall'indipendenza del 1960 fino ai primi anni ottanta il paese godette di un lungo periodo di notevole sviluppo
economico, conquistandosi in tal modo un posto tra i paesi in via di sviluppo a medio reddito. Negli anni successivi
l'economia subì però un forte arresto a causa del crollo dei prezzi dei principali prodotti d'esportazione e subì
ulteriori danni a causa della siccità che interessò il paese. Fu inaugurato un programma di privatizzazione e il
governo tentò, senza successo, di differenziare l'economia nazionale. Nonostante tutti questi sforzi, la Côte d'Ivoire
continuò a dipendere ancora in gran parte dall'agricoltura e dalle attività ad essa collegate; a tutt'oggi quelle stesse
attività danno lavoro a circa il 68% della popolazione del paese. Oltre a caffè, cacao e olio di palma, lo stato produce
ed esporta grandi quantità di banane e ananas (soprattutto nell'Unione Europea), noci, canna da zucchero, cotone,
sesamo, copra, arachidi e caucciù. Ma è anche produttore di manioca, riso, mais, miglio, patate dolci e sorgo,
destinati soprattutto al consumo locale.
Un altro settore di notevole rilevanza divenne, a partire dal 1977, quello manifatturiero, grazie soprattutto alla
scoperta di giacimenti di petrolio al largo della costa. Il principale legname destinato all'esportazione è il mogano e,
per quanto riguarda le estrazioni minerarie, bisogna segnalare la presenza di notevoli quantità di diamanti,
manganese, nichel, bauxite e oro.
Nel 2002 il PIL pro capite raggiungeva i 710 dollari.
Molto sviluppata è la pesca, soprattutto per quanto riguarda il tonno, lavorato ed esportato anche all'estero.
Ambiente
Flora
La foresta Tai è un parco nazionale di interesse scientifico che si estende su un territorio di 350.000 ettari nella
regione sud-occidentale della Costa d'Avorio, ai confini con la Liberia. Rappresenta l'ultima porzione intatta della
grande distesa di alberi.
Fauna
La fauna indigena comprende bufali, scimpanzé e altri primati, antilopi e gazzelle di vario genere, fra cui alcune
delle specie tipiche della foresta tropicale africana come il bongo e i vari cefalofi "duikers" fra cui il raro
cephalophus zebra, elefanti, e diverse specie di rettili fra cui serpenti anche velenosi.
Arte
L'arte della Costa d'Avorio si contraddistingue per le peculiarità delle varie popolazioni che la abitano.
Per i Baulé e per i Guro la produzione artistica è strettamente collegata sia alle esigenze agricole sia alla tradizionale
religione ancestrale e quindi tipiche sono sia le maschere, raffiguranti animali legati all'alimentazione, sia quelle
rappresentanti figure umane impreziosite da elementi simbolici, come il sole, la fecondità e la potenza.[4]
Per gli Agni, invece, le sculture in terracotta, rappresentanti teste o figure di antenati illustri rappresentano la
massima espressione artistica.
Sport
Calcio
La Costa d'Avorio si è qualificata per la prima volta nella sua storia ai Mondiali di calcio nel 2006, nell'edizione
disputata in Germania, concludendo le qualificazioni in testa al Gruppo 3 della Zona Africana, davanti al Camerun.
Ai Mondiali, si è piazzata terza nel proprio gruppo, in un girone non facile, mancando così il passaggio agli ottavi di
finale; precisamente, dopo aver perso di misura le prime due partite, sempre per 2-1, contro le forti nazionali di
54
Costa d'Avorio
Argentina ed Olanda, ha vinto per 3-2 l'ultima partita contro la Serbia e Montenegro. Successivamente, la selezione
ivoriana è riuscita a qualificarsi anche ai Mondiali del 2010 in Sudafrica, vincendo il proprio gruppo di
qualificazione. Anche stavolta la Costa d'Avorio ha trovato un girone non facile, finendo insieme a Brasile,
Portogallo e Corea del Nord.
Tradizioni
La Costa d'Avorio riunisce una sessantina di etnie (malinké, senoufo, lobi, dan, krou, baoulé, akan...) ed ognuna di
esse possiede ricche usanze e molteplici riti iniziatici. Sul piano artistico, queste etnie, in particolare i dan e i baoulé,
hanno prodotto maschere e statue di rara bellezza, che oggi figurano tra le opere più quotate sul mercato artistico
africano. A parte i malinké e i dioula, convertiti all'islamismo, la maggior parte delle etnie sono animiste, ossia
venerano un dio unico presente in modo diffuso nell'insieme dell'universo. Anche i culti si basano su una serie di
intermediari di natura concreta, come geni, antenati, dei secondari, al fine di captare le influenze benefiche e di
tenere lontane le potenze maligne. Bisogna assistere alle cerimonie iniziatiche e alle feste rituali, costellate di danze
al suono di tam tam, flauti e zucche utilizzate come strumenti, come per esempio i riti di Poro, dell'etnia sénoufo, o la
danza dei trampolieri, nel paese di Yacouba. Le feste tradizionali possono essere legate ai raccolti (festa dell'ignam),
all'iniziazione a una nuova fascia d'età, a occasioni come funerali, ecc. Ogni etnia possiede le sue tradizioni, e per
questo le feste hanno un calendario molto variabile. Per quanto riguarda i costumi, i villaggi della savana presentano
un'organizzazione sociale molto rigida. Ogni individuo ha il suo posto all'interno di una serie di legami familiari e
dello spirito di clan. All'interno di queste gruppi, la solidarietà tra i membri, la sottomissione al capo e il rispetto dei
tabù sono regole assolute. Per tale motivo un visitatore non può entrare in un villaggio, e ancor meno in una casa,
senza essere stato invitato dal capo villaggio, con il quale avrà preso contatto in precedenza, attraverso la mediazione
di una guida.
Note
[1]
[2]
[3]
[4]
http:/ / hdr. undp. org/ en/ media/ HDI_2008_EN_Tables. pdf
http:/ / www. francophonie. org/ IMG/ pdf/ Fcs_enjeu_21esiecle. pdf
Stima del 2002
"Le Muse", De Agostini, Novara, 1965, Vol. III, pag.467
Fonti
Le fonti di questo articolo sono il CIA World Factbook 2000 e il sito web del Dipartimento di Stato USA del 2003.
(L'articolo è in parte tradotto dalla wikipedia in lingua inglese). Per la seconda parte della Storia vedi: 'Côte d'Ivoire Carving up the country' The Economist March 10th 2007, pp.45-46.
Altri progetti
•
Wikimedia Commons contiene file multimediali: http://commons.wikimedia.org/wiki/Category:Côte
d'Ivoire
•
Wikiversità contiene informazioni: http://it.wikiversity.org/wiki/Costa d'Avorio: laboratorio africano
Collegamenti esterni
• Scheda della Costa d'Avorio dal sito Viaggiare Sicuri (http://www.viaggiaresicuri.mae.aci.it/?costa_avorio) Sito curato dal Ministero degli Esteri e dall'ACI.
• (FR) Journal d'information et d'actualité sur l'Afrique - Côte d'Ivoire (http://www.jeuneafrique.com/pays/
cote_ivoire/cote_ivoire.asp)
• (EN) Lonely Planet country profile (http://www.lonelyplanet.com/destinations/africa/cote_divoire/)
55
Costa d'Avorio
56
• (EN) BBC country profile (http://news.bbc.co.uk/1/hi/world/africa/country_profiles/1043014.stm)
• (EN) AfricaST country profile (http://www.africast.com/country.php?strCountry=Ivory Coast)
Yamoussoukro
Yamoussoukro
Stato:
Regione:
Coordinate:
Costa d'Avorio
Laghi
6°49′00″N 5°16′00″W6.816667°N 5.283333°O
Superficie:
3.500 km²
Abitanti :
200.659 (2005)
Densità:
57,33 ab./km²
Sindaco:
N'Dri Koffi Apollinaire
[1]
Coordinate: 6°49′00″N 5°16′00″W6.816667°N 5.283333°O [1]
Yamoussoukro
Sito istituzionale
[2]
Yamoussoukro è la capitale amministrativa della Costa d'Avorio, situata 240 km a nord di Abidjan.
Yamoussoukro
Storia
Periodo coloniale
La Regina Yamousso, nipote di Kouassi N'Go, governava il villaggio di N'Gokro all'epoca della colonizzazione
francese. Il villaggio contava 475 abitanti ed era uno dei 129 villaggi Akoué.
Vennero stabilite delle relazioni commerciali e diplomatiche, ma nel 1909, su ordini del capo di Djamlabo, gli
Akoué si rivoltarono contro l'amministrazione. La stazione di Bonzi, a sette chilometri da Yamoussoukro sulla strada
Bouaflé, venne messa a fuoco, e l'amministratore francese, Simon Maurice, fu risparmiato solo grazie all'intervento
di Kouassi N'Go. Questo rispettato ex-capo persuase gli Akoué a non scatenare una guerra che avrebbe potuto finire
solo con un disastro.
Con il ritorno alla normalità della situazione, Simon Maurice, giudicando che Bonzi era diventata insicura, decise di
trasferire la stazione militare francese a N'Gokro, dove l'amministrazione francese fece costruire una piramide in
memoria di Kouassi N'Go, capo degli Akoué, e in omaggio a Yamousso, N'Gokro venne ribattezzata Yamoussoukro.
Nel 1919, la stazione civile di Yamoussoukro venne rimossa, e Félix Houphouët-Boigny divenne capo del villaggio
nel 1939. Passò un lungo periodo in cui Yamoussoukro, piccola cittadina agricola, rimase nell'ombra, fino a dopo la
guerra, quando vide la creazione dell'African Agricultural Trade Union, e le prime conferenze dei suoi dirigenti. Ma
fu solo con l'indipendenza che Yamoussoukro iniziò finalmente a crescere.
Dall'indipendenza
Dopo il 1964, il presidente Félix Houphouët-Boigny fece dei piani ambiziosi per la città ed iniziò a costruire. In un
giorno del 1965, successivamente chiamato la "Grande Lezione di Yamoussoukro", egli visitò le piantagioni con i
leader del paese, invitandoli a riportare nei loro villaggi gli sforzi e i conseguimenti agricoli della regione. Il 21
luglio 1977, Houphouët-Boigny offrì le sue piantagioni allo Stato.
Nel marzo 1983, Yamoussoukro divenne la capitale politica ed amministrativa della Costa d'Avorio, dopo che, nel
giro di un secolo, lo erano state Grand-Bassam (1893), Bingerville (1900) e Abidjan (1933). La maggior parte delle
attività economiche si svolgono comunque tuttora ad Abidjan.
Il 6 novembre 2004, l'Aeroporto di Yamoussoukro venne attaccato dalla fanteria francese, dopo che un aereo militare
proveniente dall'aeroporto aveva bombardato i soldati dell'ONU, oltre a degli obiettivi dei ribelli, e nove militari
francesi e un civile statunitense erano rimasti uccisi. Due Sukhoi Su-25 della Costa d'Avorio e diversi elicotteri Mil
Mi-24 vennero distrutti, vale a dire la maggior parte delle forze aeree della nazione. La folla cercò di attaccare le
truppe francesi in seguito all'incursione nell'aeroporto.
Luoghi di interesse
Yamoussoukro è sede di quello che viene dichiarato come il luogo di culto cristiano più alto e più grande del pianeta:
la Basilica di Nostra Signora della Pace di Yamoussoukro, consacrata da Papa Giovanni Paolo II il 10 settembre
1990.
Luoghi degni di interesse sono la Diga di Kossou, la Fondazione Félix Houphouët-Boigny, la Casa del PDCI-GDR,
le varie scuole dell'Istituto Politecnico Félix Houphouët-Boigny, l'aeroporto internazionale (con una media di 600
passeggeri e 36 voli nel 1995, è l'unico aeroporto in Africa che poteva ospitare il Concorde), il Municipio, il Tempio
Protestante, la Moschea e il Palazzo degli Ospiti.
57
Yamoussoukro
Altri progetti
•
Wikimedia Commons contiene file multimediali: http://commons.wikimedia.org/wiki/
Category:Yamoussoukro
Note
[1] http:/ / toolserver. org/ ~geohack/ geohack. php?pagename=Yamoussoukro& language=it& params=6. 816667_N_-5. 283333_E_
[2] http:/ / yamoussoukro. org/ en/ index. htm
Storia della Costa d'Avorio
Non si sa molto della storia della Costa d'Avorio nel periodo precedente l'arrivo delle navi europee, i primi contatti
avvennero nel 1637 quando alcuni missionari francesi approdarono nei pressi di Assinie vicino al confine con la
Costa d'Oro (attuale Ghana).
Epoca precoloniale
Il gruppo etnico principale vi giunse in epoca piuttosto recente, dalle zone vicine: il popolo Kru migrò dalla Liberia
attorno al 1600; i Senoufo e i Lubi vi giunsero scendendo verso sud dal Burkina Faso e dal Mali. Bisogna aspettare il
XVIII e XIX secolo perché vi giungesse anche il popolo Akan, inclusi i Baoulé, che emigrarono dal Ghana nell'area
orientale del paese, insieme ai Malinké, migrati nello stesso periodo dalla Guinea verso il nordovest della Costa
d'Avorio.
In confronto con il confinante Ghana, la Côte d'Ivoire non ha sofferto molto dal traffico di schiavi. Le navi dei
mercanti di schiavi preferivano altre zone lungo la costa che offrivano approdi migliori.
Inizi del colonialismo europeo in Africa
La storia degli imperi coloniali è dominata da due periodi fondamentali. Il primo periodo inizia alla fine del
Quattrocento e si chiude alla fine del Settecento, il secondo si apre all’alba del XIX secolo e si prolunga fino al 1950.
Il primo è caratterizzato da tentativi di espansione commerciale: dall’oltremare si importano merci di grande valore
(oro, pietre preziose, spezie e schiavi) in quanto i costi di trasporto sono molto alti. La seconda fase invece prende
piede con la rivoluzione industriale che abbassa i costi di trasporto e aumenta il consumo di materie prime. Fino al
1880, l’Inghilterra è dominatrice assolta della corsa coloniale, seguita dai Paesi Bassi e dalla Francia. Dopo il 1880,
la rivalità fra le potenze coloniali acquisisce una nuova dimensione, dopo la comparsa di nuovi concorrenti
(Germania,Italia,Stati Uniti,Belgio e Giappone). La colonizzazione di estende dall’Africa subsahariana, ultima
regione a subire l’espansione territoriale europea. La conquista dell’Africa nera, terminata intorno al 1913, segna, in
pratica, la fine della spartizione della Terra. All’alba dell’era industriale, la colonizzazione interessa il 18% delle terre
emerse e circa il 3% della popolazione. Intorno al 1938, momento del suo apogeo, s’impone sul 42% delle superfici e
sul 32% degli abitanti del pianeta. L’esplorazione dell’Africa inizia nel ‘400, quando gli Europei cercano una via
alternativa per le Indie, da dove importavano le spezie. Questo commercio, prima della conquista ottomana della
Terra Santa, era in mano a mercanti italiani (in particolare genovesi). Così nel 1400, alcuni navigatori italiani, e poi
portoghesi, cominciarono a esplorare la costa occidentale dell’Africa. Nel 1498, Vasco de Gama doppia il capo di
Buona Speranza, aprendo quindi una via marittima diretta tra l’Europa e le Indie. Progressivamente gli Europei
esplorano le coste dell’Africa e risalgono i grandi fiumi dove trovano mercati d’oro, pietre preziose, schiavi, avorio e
caffè. Fino al XIX secolo, il continente africano presentava solo forme di colonialismo commerciale diffuso lungo le
coste. Dal XIX secolo inizia il colonialismo moderno, voluto allo sfruttamento delle risorse dei paesi colonizzati.
Ebbe inizio così la corsa alle colonie in Africa: le potenze europee (soprattutto Gran Bretagna e Francia) inviano
58
Storia della Costa d'Avorio
militari per occupare i vasti territori africani nell’entroterra. Questi territori, secondo gli europei, formalmente non
appartenevano a nessuno e venivano occupati sia con la forza, si con la diplomazia, con trattati coi capi delle tribù
africane che in questa maniera cedevano sovranità alle potenze europee.
Inizi del colonialismo europeo in Costa d’Avorio
I portoghesi, seguiti da olandesi e francesi, iniziarono a commerciare con l’Africa occidentale nel 1500 ma, la
scarsità di porti naturali della Costa d’Avorio, impedì una colonizzazione europea del suo territorio. L’unico
commercio che si sviluppò nel 1600 su quello dell’avorio, che condusse gli elefanti della zona all’estinzione, tanto
che questo, all’inizio del 1700 cessò del tutto. A metà del 1800 i Francesi istituirono i primi avamposti di Assimie e
Grand-Bassam, i Francesi stipularono dei trattati con i capi locali ai quali pagavano un dazio per l’uso della terra. La
sconfitta della Francia nella guerra Franco-Prussiana (nel 1871) costrinse i francesi a ritirare le loro guarigioni
militari ai loro avamposti nell’Africa occidentale, lasciandovi solo le comunità di mercanti. L’avamposto di
Grand-Bassam fu affidato a un armatore di Marsiglia, Arthur Verdier, che nel 1878 divenne il ministro residente
(agente diplomatico) francese nella regione, col compito di restaurare i presidi militari per proteggere le installazioni
commerciali. Nel 1885, Francia e Germania, organizzarono una conferenza a Berlino per regolare la “corsa alle
colonie” in Africa. Nel 1886 la Francia procede all’occupazione effettiva della Costa d’Avorio (chiamata in francese
Côte-d'Ivoire). L’anno dopo il tenente Louis Gustav Binger, intraprese un viaggio d’esplorazione di due anni
al’interno della Costa d’Avorio. Durante il viaggio, egli negoziò quattro trattati con capi locali della Costa d’Avorio e
nello stesso anno un suo agente (Laplène) negoziò altri cinque trattati che estesero l’influenza francese su tutto il
paese fino al bacino del Niger. Nel 1889 anche la Gran Bretagna riconobbe la sovranità francese su quest’area, la
Francia promosse Laplène a governatore del territorio. Nel 1893 la Costa d’Avorio fu proclamata una colonia
francese e Binger, a cui era stato incaricato di diventare capitano, fu nominato governatore. La capitale della colonia
fu Grand-Bassam, successivamente trasferita a Bingerville, dal 1893 al 1896, Abidjan iniziò a svilupparsi e negli
anni ’30 diventò la città più importante della colonia. Accordi con la Liberia nel 1892 e con la Gran Bretagna nel
1893 permisero di fissare i confini occidentali e orientali della colonia. Ma i confini settentrionali non furono fissati
fino al 1947 perché i francesi speravano di annettere parti dell’alto-volta (attuale Burkina Faso) e del Sudan francese
(attuale Mali) alla colonia della Costa d’Avorio. Il 10 marzo 1893 la Costa d’Avorio diventò colonia francese. Binger
cominciò una serie di campagne militari contro Samari-Ture, fondatore dell’impero Luassdu che resistette ai francesi
nell’Africa occidentale dal 1882 fino alla cattura nel 1898. Samari-Ture importava armi da fuoco moderne dalla
colonia britannica del Sierra Leone. La conquista delle miniere d’oro di Buè (poste tra Mali e Guinea) gli promise di
formare un esercito moderno con più di 30.000 soldati, organizzati su modello europeo. I francesi riuscirono a
catturarlo solo nel 1898 e a pacificare la regione.
Epoca francese
La Francia si interessò alla Côte d'Ivoire intorno al 1840, persuadendo i capi locali a dare il monopolio dei commerci
lungo la costa ai mercanti francesi. Successivamente, i francesi costruirono delle basi navali per tenere lontano gli
altri mercanti e iniziarono una conquista sistematica dell'interno. L'occupazione fu ottenuta soltanto intorno al 1890
dopo una lunga guerra contro i Mandinka, originari per lo più del Gambia.Tra il 1900 e il 1911, la popolazione
ivoriana fu vittima di un genocidio, riducendosi da 1,5 milioni a 160.000, a causa della schiavitù imposta dal
colonialismo francese. La resistenza armata da parte dei Baoulé e di altri gruppi dell'est continuò fino al 1917. I
francesi avevano un obiettivo prevalente: stimolare la produzione di generi per l'esportazione. In breve tempo furono
avviate lungo la costa delle piantagioni per la produzione di caffè, cacao e olio di palma. La Côte d'Ivoire divenne
l'unico paese dell'Africa Occidentale con una apprezzabile popolazione di 'coloni'; altrove in Africa Occidentale e
Centrale i francesi e gli inglesi erano essenzialmente dei burocrati. Di conseguenza, un terzo delle piantagioni di
cacao, caffè e banane erano nelle mani di cittadini francesi e un odiato sistema di lavoro forzato divenne la spina
dorsale dell'economia. Nel 1900 i francesi introdussero la tassa del testatico col ché potranno iniziare una serie di
59
Storia della Costa d'Avorio
lavori pubblici nella colonia. In breve tempo furono avviate lungo la costa delle piantagioni per la produzione di
caffè, cacao e olio di palma. Durante la seconda guerra mondiale (1943) tutte le colonie dell’Africa occidentale
passarono al potere di Charles de Gaulle. Fino al 1958, Parigi amministrava la Costa d’Avorio, nominandovi i propri
governatori. Nel dicembre 1958, dopo un referendum, la Costa d’Avorio proclamò l’indipendenza.
L'indipendenza
Félix Houphouët-Boigny, figlio di un capo Baoulé, era destinato a diventare l'artefice dell'indipendenza della Côte
d'Ivoire. Nel 1944 fondò il primo sindacato agricolo dei coltivatori di cacao, come lui stesso era. Irritati dal fatto che
la politica coloniale favoriva i proprietari di piantagioni francesi, essi si unirono per reclutare lavoratori migranti per
le loro stesse aziende agricole. Houphouët-Boigny assunse in breve un ruolo di rilievo e in un anno venne eletto al
Parlamento di Parigi. Un anno dopo la Francia aboliva il lavoro forzato. Man mano che Houphouët-Boigny cominciò
ad apprezzare il denaro e il potere, e divenne più amichevole nei confronti dei Francesi, lasciò gradualmente cadere
le rivendicazioni più radicali. La Francia lo ricompensò facendolo diventare il primo Africano a diventare ministro in
un governo Europeo.
Al momento della indipendenza della Côte d'Ivoire nel 1960, il Paese era nettamente il più prospero dell'Africa
Occidentale Francese, dal paese proveniva oltre il 40% alle esportazioni totali della regione. Quando
Houphouët-Boigny divenne il primo presidente del Paese, il suo esecutivo assicurò ai coltivatori prezzi elevati per
stimolare ulteriormente la produzione. La produzione di caffè aumentò in modo significativo lanciando la Côte
d'Ivoire al terzo posto come volume totale esportato dopo Brasile e Colombia. Per il cacao avvenne lo stesso: entro il
1979 i Paese era il maggiore produttore mondiale, diventando anche il maggior esportatore Africano di ananas e olio
di palma. Tecnici francesi avevano pilotato da dietro le quinte questo programma, a cui spesso ci si riferiva come al
'miracolo Ivoriano'. Nel resto dell'Africa gli Europei venivano espulsi a seguito dei processi di indipendenza; in Côte
d'Ivoire al contrario aumentavano vistosamente. La comunità Francese crebbe da 10000 a 50000 unità, la maggior
parte dei quali insegnanti e consiglieri. Per 20 anni l'economia mantenne un tasso annuo di crescita di quasi il 10%, il
maggiore fra i paesi Africani non esportatori di petrolio.
Il governo di Houphouët-Boigny
Houphouët-Boigny governò con una fermezza definita da alcuni "pugno di ferro" e da altri "metodo paternalistico".
La stampa non era indipendente ed era ammesso un unico partito politico. Houphouët-Boigny fu anche il maggior
ideatore Africano di progetti faraonici. Fu aspramente criticato per avere utilizzato ingentissime risorse allo scopo di
trasformare il suo villaggio, Yamoussoukro, nella nuova capitale. All'inizio degli anni ottanta l'economia Ivoriana fu
scossa dai contraccolpi della recessione internazionale e dalla siccità locale. Anche a causa del taglio indiscriminato
degli alberi da alto fusto e della caduta del prezzo dello zucchero, il debito estero triplicò. L'eco dell'aumento della
criminalità ad Abidjan arrivò sino in Europa. Il miracolo era finito.
Nel 1982 Laurent Gbagbo fonda in esilio il Fronte Popolare Ivoriano, ispirandosi al Partito Socialista Francese.
Nel 1990, centinaia di lavoratori civili scioperarono, insieme agli studenti che protestavano contro la corruzione
istituzionale. L'agitazione forzò il governo ad accettare la democrazia multipartitica. Houphouët-Boigny divenne
sempre più debole e morì nel 1993. Il suo successore fu Henri Konan-Bédié.
Il governo Bédié
Nell'ottobre 1995, Bédié venne confermato alla presidenza con il 96% dei voti contro un'opposizione frammentata e
disorganizzata. Il suo governo perse però in breve tempo il sostegno internazionale. Bédié favorì l'aumento della
corruzione, causando la diffusione del malcontento anche all'interno dell'esercito. Mandò in prigione diverse
centinaia di sostenitori dell'opposizione ma d'altro canto migliorò l'economia, almeno superficialmente, con la
diminuzione dell'inflazione e un tentativo di eliminare il debito estero.
60
Storia della Costa d'Avorio
L'ivorianità
Al contrario di Houphouët-Boigny, che fu molto attento nell'evitare ogni forma di conflitto etnico lasciano l'accesso
alle posizioni di potere a tutti i cittadini indipendentemente dalla provenienza Bedié enfatizzò il concetto di
"ivorianità" (Ivoirité) tramite il quale escluse dalle elezioni presidenziali Alassane Ouattara, suo principale rivale e
candidato dell'opposizione, usando come pretesto le sue origini del Burkina Faso. Le altre cariche pubbliche
rimasero aperte a tutti gli Ivoriani, così come tutti (ivoriani di prima o più generazioni) furono chiamati alle
votazioni.
La decisione dell'esclusione di Ouattara infiammò l'opposizione, in gran parte sostenuta dagli Ivoiriani del nord, per
lo più di origini straniera, tra cui moltissimi del Burkina Faso. Reagendo all'esclusione del suo candidato migliore,
l'opposizione boicottò in maniera massiccia lo scrutinio e denunciò la manovra. Poco dopo, il presidente Bédié
allontanava il generale Gueï, capo dell'esercito, dopo che quest'ultimo aveva rifiutato di impegnare le sue truppe
contro l'opposizione.
Quattro anni dopo essere stato allontanato, cioè il 24 dicembre 1999, il generale Robert Gueï, alla testa di un gruppo
di soldati, rovesciò il governo di Henri Konan Bédié. Accolto come un riparatore dei torti dalla popolazione, il
generale Gueï promise di ridurre il crimine e la corruzione; i generali fecero pressioni per introdurre severe misure di
austerità economica, e auspicarono una società meno dispendiosa, anche attraverso campagne di sensibilizzazione
lungo le strade. L'esercito instaurò, il 4 gennaio 2000 un Comitato di Salute Pubblica con il compito di condurre al
più presto a libere elezioni nel paese.
Il governo Gbagbo
Il 1 agosto 2000, la Costa d'Avorio si dotò di una nuova
costituzione, approvata dall'86% degli elettori ivoriani
in occasione di un plebiscito popolare condotto nel
mese precedente. Grazie alla nuova costituzione, il
generale Gueï, su modello del suo predecessore, Henri
Konan Bédié, decise a sua volta di invocare il concetto
di ivorianità per escludere Alassane Ouattara dalla
corsa elettorale per una seconda volta. Il generale Gueï
e Laurent Gbagbo si trovarono allora ad essere i soli
candidati alla presidenza del paese. Laurent Gbagbo,
candidato del Fronte Popolare Ivoriano, sfidò il
generale Robert Guéi, capo del Comitato di Salute
Pubblica, alla presidenza del paese.
L'elezione, tenutasi nell'ottobre del 2000 non fu né
pacifica né democratica, la vigilia delle elezioni fu
segnata da agitazioni sia tra le file dell'esercito che tra i
civili. Il tentativo di brogli elettorali da parte di Guéi
I risultati delle elezioni del 2002
portò a un sollevamento popolare, che causò la morte di
180 persone e la sua rapida sostituzione con il vincitore
delle elezioni, Gbagbo. Appena eletto, il presidente Gbagbo respinse la legittimità politica di Alassane Ouattara,
capo del RDR (raccolta dei repubblicani) scatenando violente proteste nel nord del paese.
61
Storia della Costa d'Avorio
Il colpo di stato
Il 19 settembre 2002, truppe di ribelli provenienti dal nord guadagnarono il controllo di gran parte del paese. L'ex
presidente Guéi rimase ucciso nei combattimenti. Una prima tregua con i ribelli, che godevano del pieno appoggio
della popolazione del nord, prevalentemente musulmana, si rivelò di breve durata e ripresero i combattimenti per
conquistare le principali zone di coltivazione del cacao. La Francia inviò delle truppe per il rispetto dei confini della
tregua; milizie irregolari, comprendenti signori della guerra e combattenti provenienti dalla Liberia e dalla Sierra
Leone, approfittarono della crisi per impossessarsi di parte delle regioni occidentali.
Nel gennaio 2003, il presidente Gbagbo e i capi dei ribelli firmarono degli accordi per la creazione di un 'governo di
unità nazionale'. Il coprifuoco fu tolto e le truppe Francesi ripulirono il confine occidentale del paese, che era fuori
controllo. Ma i problemi centrali rimasero e nessuna delle due fazioni riuscì a realizzare i propri obiettivi.
Da allora, il governo di unità nazionale si è dimostrato estremamente instabile. Nel marzo 2004, 120 persone furono
uccise durante un raduno dell'opposizione. Un rapporto sull'accaduto concluse che le uccisioni erano state
premeditate. Nonostante i mediatori delle Nazioni Unite fossero sul posto, le relazioni tra Gbagbo e l'opposizione
continuarono a deteriorarsi.
Il 31 ottobre 2010 si sono svolte nuove elezioni presidenziali: tra i candidati vi erano Alassane Ouattara, candidato
dell'Unione dei repubblicani della Costa d'Avorio e Laurent Gbagbo, candidato del Fronte Popolare Ivoriano, che
ottennero rispettivamente il 32,08% e il 38,02%. Il 28 novembre si è svolto il ballottaggio, al termine del quale
Ouattara ha annunciato la sua vittoria con il 54,10% dei voti. Gbagbo, contestando il risultato a lui avverso, non ha
lasciato la Presidenza nonostante le innumerevoli pressioni provenienti anche dall'estero. Con il fallimento di tutte le
trattative diplomatiche si è così giunti ad un nuovo sanguinoso scontro tra opposte fazioni che ha percorso tutto il
paese. Dopo l'intervento di truppe francesi, l'11 aprile 2011 Gbagbo viene arrestato ed Alassane Ouattara diventa il
nuovo presidente della Costa d'Avorio.
Altri progetti
•
Wikimedia Commons contiene file multimediali: http://commons.wikimedia.org/wiki/Category:History
of Côte d'Ivoire
62
63
Togo
Togo
Togo
(dettagli)
(dettagli)
Travail, Liberté, Patrie
(Traduzione: Lavoro, Libertà, Patria)
Dati amministrativi
Nome completo
Repubblica togolese
Nome ufficiale
République Togolaise
Lingue ufficiali
francese e numerose lingue locali
Capitale
Lomé (700.000 ab. / 1998)
Politica
Forma di governo
Repubblica
Capo di Stato
Faure Gnassingbe
Capo di Governo
Yawovi Agboyibo
Indipendenza
Ingresso nell'ONU
Dalla Francia
27 aprile 1960
20 settembre 1960
Superficie
Totale
% delle acque
56.785 km² (122º)
4,2 %
Popolazione
Totale
5.548.702 ab. (2006) (107º)
Togo
64
Densità
97,7 ab./km²
Geografia
Continente
Africa
Fuso orario
UTC 0
Economia
Valuta
PIL (PPA)
Franco CFA
5.662 milioni di $ (153º)
PIL pro capite (PPA) 858 $ (2010) (171º)
ISU (2010)
0,428 (basso) (139º)
Varie
TLD
.tg
Prefisso tel.
+228
Sigla autom.
TG
Inno nazionale
Salut à toi, pays de nos aïeux (Salve a te, paese dei nostri avi)
Festa nazionale
27 aprile - Festa dell'indipendenza
Il Togo, ufficialmente Repubblica Togolese (in francese République Togolaise), è uno stato dell'Africa
Occidentale. Confina a ovest con il Ghana, a est con il Benin, a nord con il Burkina Faso. Si affaccia per un breve
tratto (soltanto 56 km) sul Golfo di Guinea a sud; in questo tratto di costa si trova la capitale Lomé. Lo stato è vasto
56.785 km² ed è abitato da 6.145.000 abitanti con una densità di 97,7 ab/km². La lingua ufficiale è il francese (è
membro dell'associazione dei paesi francofoni) ma vi si parlano molte altre lingue africane. Col nome di Togoland fu
colonia prima della Germania e poi della Francia, da cui ottenne l'indipendenza nel 1960.
Circa il 40 % della popolazione vive con meno di 1,25 dollari statunitensi al giorno.[1]
Togo
Il nome
Originariamente, il nome "Togo" indicava un insediamento del popolo Ewe che si trovava sulle sponde del lago
omonimo. In lingua ewe, to-go significa approssimativamente "andare all'acqua". Presso il villaggio di Togo i
tedeschi trattarono con un capo locale ottenendo il controllo della regione, che battezzarono Togoland ("terra di
Togo"). In seguito, "Togo" divenne un modo comune per riferirsi all'intera colonia tedesca, e il villaggio di Togo fu
ribattezzato Togoville.
Storia
Storia antica
Della storia del Togo prima dell'avvento dei portoghesi (fine XV secolo) si sa poco. Il popolo più antico della
regione è quello dei Tamberna, che vivevano nel nord in famiglie estese, in villaggi di case fortificate. Molte tribù
entrarono in Togo dalle regioni confinanti fra l'XI e il XIX secolo: gli Ewe dalla Nigeria e dal Benin, i Mina dal
Ghana. Fra il XVIII e il XIX secolo, i popoli del Togo subirono l'influenza dei potenti regni di Ashanti (a ovest) e
Dahomey (a est).
La colonizzazione
I primi Europei a raggiungere le coste del Togo furono molto probabilmente i portoghesi, nel XV secolo, seguiti dai
danesi, dai francesi e dagli inglesi. Gli Europei iniziarono a commerciare con le popolazioni locali, soprattutto con la
compravendita di schiavi. Il popolo Mina fu quello che strinse con i bianchi i rapporti commerciali più importanti;
compravano schiavi dai Kabyé e da altri popoli dell'entroterra e li rivendevano agli Europei.
Gli europei non tentarono di occupare il Togo fino al XVIII secolo. Dapprima fu la Danimarca a rivendicare il
proprio diritto al controllo della regione. Nel 1884, il diplomatico tedesco Gustav Nachtigal stipulò una serie di patti
commerciali con il sovrano locale Mlapa III (i cosiddetti trattati di Togoville). Tali patti diedero origine a un
rapporto privilegiato fra le popolazioni locali e la Germania; l'intera regione (ribattezzata Togoland) divenne in
seguito protettorato e poi colonia tedesca. I tedeschi introdussero tecniche molto moderne per la coltivazione di
cacao, caffè e cotone e svilupparono le infrastrutture del paese fino a renderle tra le migliori nell'Africa del tempo,
esercitando al contempo un controllo dispotico sui nativi. Nella prima guerra mondiale le esigue truppe tedesche che
presidiavano il Togo capitolarono in poche settimane di fronte ai britannici e ai francesi, che si spartirono il paese.
Un mandato della Società delle Nazioni sancì in seguito la situazione creata dagli eventi bellici.
Indipendenza
Durante il periodo coloniale, i Mina videro crescere la loro influenza politica ed economica grazie ai loro antichi
legami con gli Europei e al fatto di vivere in prossimità della costa. Gli Ewe, al contrario, si ritrovarono divisi e
indeboliti dalla spartizione del Togo fra britannici e francesi, e da entrambi i lati del confine iniziarono a premere per
la riunificazione. Le speranze degli Ewe svanirono quando il Togoland britannico votò a favore dell'unificazione con
il Ghana, che stava proprio allora ottenendo l'indipendenza. Il Togoland francese, invece, dichiarò la propria
indipendenza nell'aprile del 1960, costituendo il moderno stato del Togo. Sylvanus Olympio fu eletto primo
presidente del Togo.
65
Togo
Colpo di stato militare
Nel 1963, il Togo fu teatro del primo colpo di stato militare in
Africa. Olympio fu rovesciato da un gruppo di 626 veterani
togolesi dell'esercito francese il 13 gennaio 1963. A tali veterani
Olympio aveva precedentemente negato l'accesso nell'esercito
regolare del Togo. Il giorno dopo il colpo di stato, Olympio fu
ucciso, e al suo posto subentrò il primo ministro, l'Ing. Nicolas
Grunitzky. Nel 1967, Grunitzky fu deposto dal sergente Étienne
Eyadéma, che controllava l'esercito, e che instaurò un regime
monopartitico. Eyadéma nazionalizzò le principali risorse
Koffi Panou col politico francese Charles Debbasch
economiche del paese (a partire dalle miniere di fosfati),
espropriandole alle società straniere che le avevano acquisite nel
periodo coloniale. In segno di emancipazione dagli Europei, egli ordinò a tutti i togolesi che avevano un nome di
battesimo europeo di cambiarlo con un nome locale; egli stesso si fece da allora chiamare Gnassingbé Eyadéma.
Nonostante queste iniziative anticolonialiste, Eyadéma continuò a intrattenere rapporti commerciali e politici con
l'Europa, e in particolare la Francia. Negli anni del regime di Eyadéma, molte organizzazioni internazionali (tra cui
Amnesty International), denunciarono frequenti violazioni dei diritti umani da parte dei militari e del governo
togolese, criticando anche l'appoggio a Eyadéma fornito dalla Francia.
All'inizio degli anni novanta, sotto forti pressioni internazionali, Eyadéma rassegnò le dimissioni da capo del
governo. Appena dopo l'elezione del primo ministro ad interim, tuttavia, l'esercito iniziò a mettere in atto una serie di
azioni terroristiche tra cui il bombardamento dell'abitazione del primo ministro e una serie di attentati e omicidi
politici ai danni della stampa, di sindacati e altre organizzazioni che si opponevano a Eyadéma. Il Togo apparve
sull'orlo della guerra civile; molti profughi fuggirono in Benin e in Ghana. Nel 1993 si tennero le prime elezioni
formalmente multipartitiche, che videro la vittoria quasi plebiscitaria di Eyadéma (96% dei voti). Nel corso del suo
governo, Eyadéma si macchiò di numerose altre azioni antidemocratiche che portarono a un progressivo isolamento
del Togo sulla scena internazionale. Tra l'altro, fece ripetutamente modificare la costituzione in modo da rimanere in
carica per tutta la vita.
Il secondo colpo di stato
Il 5 febbraio 2005, Eyadéma morì di un attacco di cuore. Secondo la costituzione vigente all'epoca, a succedergli alla
guida di un governo di transizione (della durata massima di 60 giorni) avrebbe dovuto essere Fambaré Ouattara
Natchaba, portavoce del Parlamento. In quel momento, tuttavia, Natchaba si trovava fuori dal paese. L'esercito
togolese, controllato da Faure Gnassingbé (figlio di Eyadéma), chiuse le frontiere; l'aereo dell'Air France su cui
Natchaba stava rientrando nel paese dovette atterrare in Benin. Il giorno successivo, il parlamento procedette a
rimuovere Natchaba dalle sue funzioni, sostituendolo con Gnassingbé, che divenne quindi presidente ad interim.
Inoltre, il parlamento modificò la costituzione eliminando il vincolo di 60 giorni come durata massima della
presidenza ad interim; in questo modo, la fine del mandato di Gnassingbé venne a coincidere con la fine del mandato
del padre, fissato per il 2008.
Queste manovre furono eseguite, almeno formalmente, nei limiti della legalità; tuttavia, da molte parti (incluse
l'Unione Africana e le Nazioni Unite) si denunciò l'accaduto come un nuovo colpo di stato militare, essendo le azioni
del parlamento visibilmente pilotate dall'esercito, fedele alla famiglia Eyadéma. Le manifestazioni popolari contro
Gnassingbé furono soffocate nel sangue; diversi episodi, come il massacro di civili in una rappresaglia dell'esercito
ad Aného, furono taciute dai mass media togolesi. Pochi giorni dopo, in risposta alle crescenti pressioni
internazionali, Gnassingbé decise di indire nuove elezioni, rassegnando le proprie dimissioni il 25 febbraio. Le
elezioni, che si tennero il 24 aprile seguente, che confermarono Gnassinbé come presidente del Togo, furono oggetto
di molti sospetti e denunce di irregolarità e brogli, anche a causa della mancanza di osservatori internazionali durante
66
Togo
lo svolgimento dell'elezione.
Geografia
Il Togo è un piccolo (56.785 km²) stato dell'Africa guineana situato pochi gradi
ad est del Meridiano di Greenwich e a nord dell'Equatore. Confina a sud con il
Golfo di Guinea (56 km), a ovest con il Ghana (877 km), a nord con il Burkina
Faso (126 km) e ad est con il Benin (644 km). La sua conformazione è quella di
una lunga striscia di terra che dalla costa a sud si dirama vero nord-nord-ovest.
La sua larghezza media (110 km) è circa un quinto della sua lunghezza
(540 km) dal punto più meridionale situato a Lomé fino al suo punto più
settentrionale nella regione Savanes.
Morfologia
Nel nord il territorio è caratterizzato dalla presenza della savana situata in una
zona abbastanza pianeggiante; al centro del paese il terreno è di tipo collinare.
Da sud-ovest a nord-est si snoda la catena montuosa dei Monti del Togo, di
altezza poco rilevante (il monte più alto dello stato è il Pic Baumann, 986 m).
Nella zona meridionale si estende un altopiano (di altezza compresa fra 100 e
300 m) che va a unirsi lentamente in un bassopiano costiero ricco di ampie
zone paludose e lagunari.
Idrografia
L'idrografia del paese è definita da due bacini: quello del fiume Oti, che nasce
nel nord del Benin e diventa poi immissario del Lago Volta (Ghana), e quello
del fiume Mono che nasce dai Monti del Togo per poi formare gran parte della
Immagine satellitare del Togo
pianura costiera e sfociare nel Golfo di Guinea. Il Mono alimenta il lago
artificiale di Nangbéto. Vicino al mare è presente una vasta laguna, la cui parte più importante è detta Lago Togo; è
separata dal mare da una stretta striscia di terra dove si trova una zona densamente abitata e coltivata.
67
Togo
68
Clima
Il clima è tipicamente tropicale con le temperature medie che variano dai 27 °C, che si registrano nel breve tratto
costiero, ai circa 30 °C delle regioni più settentrionali con un clima più secco e non più tropicale ma caratteristico
della savana. A sud vi sono due stagioni della pioggia (la prima tra aprile e luglio e la seconda tra ottobre e
novembre) anche se la media delle precipitazioni non è molto elevata (circa 1.000 mm nelle zone montuose, le più
piovose).
Popolazioni
Demografia
Con 5.548.702 di abitanti (dato del
2006), il Togo si colloca alla 107a
posizione nella classifica mondiale
degli stati per popolazione. La densità
di popolazione è di 97,7 ab/km². Gran
parte della popolazione (il 65% circa)
vive in villaggi rurali ed è dedita
all'agricoltura o alla pastorizia. La
popolazione del Togo è in forte
crescita: dal 1961 (anno successivo
all'indipendenza)
al
2003
è
quintuplicata.
Andamento demografico nello stato fino al 2003. L'immagine non è aggiornata
Etnie
Nel paese sono presenti circa 45 diverse etnie; le più importanti e numerose sono gli Ewe a sud (36%), i Kabyé a
nord (22%), i Uaci o Ouatchis (14%), i Mina, i Mossi, gli Aja e i Kotokoli a nord-est (16%) .
Lingue
La lingua ufficiale è il francese, un'altra lingua europea
parlata, solo in alcune regioni, è il tedesco. Sono
diffuse anche numerose lingue africane, tra cui molti
dialetti della lingua ewe, lingua kotokoli e kabye. Le
lingue indigene dello stato si suddividono in due
gruppi: nella parte centro-meridionale ci sono le lingue
gbe (o lingue kwa), appartenenti alla famiglia
guineiana; in quella centro-settentrionale predominano
le lingue gur (appartenenti alla famiglia africana
occidentale). Complessivamente sono stati catalogati
39 diversi idiomi in uso corrente nel paese.[2]
Mappa delle lingue GBE parlate attorno alla zona costiera del Togo
Togo
69
Religione
Il 51% dei togolesi sono animisti. Il secondo maggior gruppo religioso è costituito dai cristiani (29% di cui 21%
cattolici, 7% protestanti e il rimanente 1% di altre confessioni cristiane); il resto della popolazione è principalmente
di fede islamica.[3] Nella valutazione di questi dati occorre comunque considerare che la maggior parte dei togolesi
cristiani o musulmani mantiene anche, almeno in parte, il sistema di credenze e di riti tradizionali delle religioni
animiste locali. Fra i prodotti specifici di questo sincretismo religioso c'è il Voudou, molto diffuso in Togo come nei
paesi circostanti (in particolare nel Benin).
Ordinamento dello stato
Suddivisione amministrativa
Il Togo è suddiviso amministrativamente in regioni (régions), a loro volta suddivise in
prefetture (préfectures). Fa eccezione la capitale Lomé, che non appartiene ad alcuna
prefettura, e che ha la qualifica amministrativa di comune (commune).
Le regioni sono cinque: da nord a sud, sono la Région des Savanes ("regione delle
savane", capitale Dapaong, suddivisa in 4 prefetture), la Région de la Kara ("regione di
Kara", capitale Kara, suddivisa in 7 prefetture), la Région Centrale ("regione centrale",
capitale Sokodé, suddivisa in 4 prefetture), la Région des Plateaux ("regione degli
altopiani", capitale Atakpamé, suddivisa in 9 prefetture) e la Région Maritime ("regione
marittima", capitale Lomé, suddivisa in 6 prefetture e un comune).
Città principali
Le città più importanti dello stato sono Lomé, la capitale, e Sokodé; importanti sono
anche da nord a sud Niamtougou, Kara (anticamente Lama-Kara), Bassar, Atakpamé,
Kpalimé, Tabligbo, Tsévié, Togoville (città di importanza storica) e Aného. Nella
maggior parte dei casi, queste città possono essere considerate come grandi villaggi; fatta
eccezione per Lomé, non superano i 100.000 abitanti, hanno pochissime infrastrutture, le strade sono quasi tutte
sterrate, e le abitazioni sono di tipo quasi rurale, organizzate in quartieri che si sviluppano in modo sostanzialmente
caotico attorno al centro (in genere segnato dai mercati locali).
Istituzioni
Ordinamento politico
Secondo la costituzione del 1992 (approvata con un referendum) il presidente e capo del governo viene eletto ogni
cinque anni con suffragio universale. Viene eletta ogni cinque anni anche l'Assemblea di 81 membri che controlla il
potere legislativo.
Istruzione
Nel Togo l'istruzione è obbligatoria dai 6 ai 12 anni; nonostante ciò il tasso di alfabetizzazione è appena al 63%. È
presente un forte dislivello del tasso di alfabetizzazione tra uomini (77,4%) e donne (49,9%)[4]. La scolarizzazione
varia anche in maniera significativa di regione in regione; raggiunge il 93% nella zona di Lomé, attestandosi intorno
al 50% nella Région Maritime e nella Région des Plateaux, e solo al 20% circa nella Région des Savanes. Le scuole
sono in parte statali, e in parte amministrate da privati o dalle missioni cristiane. Il principale istituto universitario del
paese è l'Università di Lomé.
Togo
70
Economia
Il Togo fa parte della Comunità finanziaria africana (CFA); la
moneta ufficiale è quindi il Franco CFA, legato all'Euro ed emesso
dalla banca centrale degli stati della CFA situata a Dakar, in
Senegal.
Produzione alimentare
Il PIL è di 2.061 milioni di dollari (dato della Banca Mondiale,
2005), pari a 380 dollari per persona. L'economia dipende
pesantemente dall'agricoltura, sia commerciale che di sussistenza,
che impiega il 65% della forza lavoro locale. I proventi di cacao,
caffè e cotone, in particolare, costituiscono da soli il 30% dei
guadagni dovuti alle esportazioni; il governo togolese sta cercando
di diversificare la coltura di esportazione. Oltre all'attività agricola
rimane un settore fondamentale la pesca, praticata sia nel mare che
nei fiumi e laghi, e l'allevamento, principalmente di sussistenza.
Agricoltura, pesca e allevamento sono teoricamente sufficienti a
soddisfare le necessità alimentari di base del paese; talvolta,
tuttavia, la distribuzione delle derrate non raggiunge in modo
efficace tutte le regioni.
Contadini al lavoro
Estrazione mineraria
La principale risorsa mineraria del Togo sono i fosfati, che
costituiscono circa il 50% delle esportazioni complessive del
paese; questo settore ha comunque sofferto molto a causa del
crollo dei prezzi nel mercato internazionale e della crescente
concorrenza straniera. Altre risorse minerarie minori sono
giacimenti di ferro e cave di marmo.
Un piccolo allevamento di capre
Industria manifatturiera
L'industria manifatturiera rappresenta proporzioni assai limitate di impiego e guadagno; si producono soprattutto
cemento, olio di palma e farina. Un ruolo minore viene anche svolto dall'industria tessile.
Turismo
Il Togo rappresenta una delle principali mete del turismo statunitense ed europeo in Africa occidentale. Le principali
attrazioni sono le spiagge incontaminate, ma parte del turismo è diretto verso mete naturalistiche (i parchi nazionali, i
Monti del Togo) e culturali (i villaggi delle popolazioni locali). L'instabilità politica e la presenza di un regime di
tipo dittatoriale, tuttavia, hanno causato negli ultimi decenni un forte calo di visitatori; nonostante ciò rimane
un'importante destinazione turistica.
Togo
71
Importazioni
Il Togo non riesce ad essere autosufficiente in diversi settori. Vengono importati soprattutto prodotti delle industrie
tessili, materiale tecnologico, materiali da costruzione e petrolio. Quest'ultima importazione supplisce alla quasi
totale assenza di risorse energetiche nel paese, che storicamente ha utilizzato a questo scopo soprattutto il legname
proveniente dalle foreste. I principali partner commerciali del Togo sono Francia, Paesi Bassi, Germania, Italia e
Stati Uniti d'America.
Trasporti
I Trasporti in Togo sono molto carenti. Gran parte delle strade che attraversano il paese non sono asfaltate (5.144 km
su 7.520 km totali) e non sono presenti autostrade. Le linee ferroviarie ammontano a un totale di 525 km, con
collegamenti internazionali verso Benin e Burkina Faso e (con cambio di scartamento) verso il Ghana. Le autolinee
sono limitate alla capitale e alle vie stradali principali del paese. Il porto e l'aeroporto principali del paese si trovano a
Lomé.
Politica
Dopo un periodo di dittatura iniziato immediatamente dopo l'indipendenza, dagli anni novanta in Togo si è avviato
un processo che avrebbe dovuto portare in breve tempo a una democrazia multipartitica. Sebbene questa transizione
sia formalmente avvenuta, molte istituzioni internazionali (incluse l'Unione Africana e le Nazioni Unite) hanno
accusato l'attuale presidente Faure Gnassingbé, salito al potere nel 2005, di aver dato luogo a un colpo di stato.
L'istituto statunitense Freedom House cataloga attualmente il Togo come paese "non libero".[5]
Il partito di maggioranza è il Raggruppamento del popolo togolese (Rassemblement du peuple togolais, RPT), partito
unico durante la dittatura. Di importanza rilevante nell'opposizione ci sono il Raggruppamento per il sostegno della
democrazia e dello sviluppo (Rassemblement pour le soutien de la démocratie et du développement, RSDD) e
l'Unione per la democrazia e il progresso sociale (Union pour la démocratie et le progrès social, UDPS).
Dalla fine degli anni settanta non avvengono esecuzioni, la pena di morte è rimasta in vigore fino al 2009. Il 23
giugno 2009 il parlamento del Togo ha votato all'unanimità l'abolizione della pena di morte nel Paese.
Ambiente
Flora e fauna
Nel paese domina una vegetazione e
boscosa o fitta, nelle regioni costiere
principalmente da vari tipi di
centro-meridionale si possono ancora
pluviale.
una fauna tipica della savana
il manto vegetale è composto
mangrovie e nella parte
trovare ampie zone di foresta
Nel Togo vivono numerose specie animali, anche se mai in grandi
quantità. Tra i mammiferi vi sono ippopotami, giraffe, antilopi d'acqua,
cefalofi, oribi, bufali, cinghiali, facoceri, iene, cercopitechi verdi e
babbuini; presenti, ma rarissimi, sono gli elefanti e i leoni. Tra i rettili,
è endemico della zona il pitone reale. Nel Togo si trovano più di 670
specie di uccelli (di cui 65 rari o accidentali), tra cui la tortora a testa
azzurra, la gru, il marabù africano, diverse specie di Lagonosticta e
Il pitone reale o pitone palla è originario della
zona
Togo
72
Lonchura e moltissimi altri. La grande varietà faunistica è stata favorita
in passato dalla vastità delle foreste; oggi, il disboscamento sta
progressivamente riducendo la biodiversità dell'area.
Tutela dell'ambiente
L'ente responsabile della tutela dell'ambiente è il Dipartimento delle
foreste, della caccia e dell'ambiente (Direction des Forêts, des Chasses
et de l'Environnement), facente capo al Ministero dell'ambiente e del
turismo (Ministère de l'Environnement et du Tourisme).[6] Il 7,5 % del
La tortora a testa azzurra è un uccello
caratteristico dell'Africa Occidentale
territorio nazionale (ovvero la quasi totalità delle aree boschive
rimaste) è zona protetta. I due più grandi parchi del paese sono il Parco
Nazionale di Keran, che tutela aree di savana, e il Parco Nazionale Fazao-Malfacassa che tutela aree di savana fitta
semi-umida collinare.
L'aumento della popolazione del paese ha dato origine a un veloce processo di deforestazione (con conseguente
desertificazione) a causa dell'aumento della richiesta del legname, principalmente per uso energetico (il Togo non
possiede risorse energetiche). Il governo ha lanciato negli ultimi anni un programma di rimboschimento per cercare
di arginare questo fenomeno. Nel 1983 e nel 1994, inoltre, sono stati firmati dal governo togolese i trattati per il
legname tropicale. Sono stati anche ratificati numerosi accordi internazionali a tutela dell'ambiente, e in particolare
in materia di biodiversità, desertificazione, protezione delle specie in pericolo, abolizione dei test nucleari e
protezione dell'ozonosfera.[7]
Arte
Abitazioni rurali dei Tamberna
La grande varietà etnica e linguistica del Togo corrisponde a un
altrettanto considerevole varietà in termini di cultura, tradizioni e
stile di vita. Il Togo è uno dei paesi dell'Africa culturalmente più
eterogeneo, e tra le culture di diversi gruppi ci sono spesso enormi
differenze. Per esempio, gli Ewe ritengono la nascita di gemelli un
evento di ottimo auspicio, e offrono noci di cola e acqua a statuette
che raffigurano gli spiriti gemelli, chiamati Ibéji (diventati ormai
caratteristici del popolo); per i Bassari, al contrario, la nascita di
due gemelli è una grave disgrazia, e anticamente uno dei due o
entrambi i gemelli venivano uccisi per timore delle conseguenze
nefaste del loro concepimento.[8]
I tratti comuni a tutte le culture togolesi, per contro, sono quelli tipici dell'Africa subsahariana in genere e dell'Africa
occidentale in particolare. Il culto degli antenati è molto diffuso nonostante l'alta percentuale di cristiani e
musulmani; i Kokomba, per esempio, dispongono presso gli ingressi delle abitazioni feticci che raffigurano i defunti,
ai quali vengono fatte offerte propiziatorie. I feticci sono molto diffusi anche in relazione al vudù, che nella città
togolese di Ouidah ha uno dei più importanti centri di culto. Nella maggior parte delle culture togolesi, come in gran
parte dell'Africa occidentale, la società è suddivisa in classi per genere ed età, e il passaggio da una classe all'altra è
segnata da riti di iniziazione.
Togo
73
Gran parte della popolazione vive in un ambiente rurale, in cui
sopravvivono usanze e tradizioni precoloniali. La tecnologia di
stampo occidentale è diffusa quasi esclusivamente nei centri
cittadini, e anche qui in misura piuttosto ridotta. Le diverse etnie
hanno un diverso rapporto con le innovazioni portate dagli
Europei; per esempio, i Tamberna del Togo centrale hanno
mantenuto in gran parte lo stile di vita tradizionale; i loro villaggi
rurali sono fatti da costruzioni fortificate in mattoni cotti al sole e
col tetto di paglia.
Scuola togolese
Musica
La musica tradizionale togolese conta numerosi diversi stili, corrispondenti alle diverse etnie che popolano il paese.
Gli strumenti musicali tipici includono numerose percussioni, il flauto, l'arco musicale e il litofono (tipico della
regione degli altopiani). Le canzoni sono in genere in lingua ewe, ma esistono anche tradizioni canore in lingua fon e
yoruba. Anche nel Togo, come in altre nazioni dell'Africa occidentale, è diffusa la figura del griot (una sorta di
cantastorie).
La musica tradizionale ha spesso la funzione principale di accompagnare danze rituali, anch'esse numerosissime.
Nella Région Maritime si danzano l'adéhoun (una danza dei cacciatori) e l'akpéssè, caratterizzate da fantasiosi
costumi. Nella Région des Plateaux è diffusa la tchébé, una danza acrobatica sui trampoli. Nella Région Central si
ballano due danze sensuali dette lawa e abalé. Nelle regioni di Kara e delle savane si danza l'idjombé durante i rituali
legati alla circoncisione, ed è diffusa anche una "danza di purificazione" detta habyè nella quale, tradizionalmente, i
ballerini si nutrivano di rettili vivi. Altri balli delle regioni settentrionali sono la kpatcha (nelle zone di Landa e
Kétao) e il kondi (zona di Dapaong).[9]
Letteratura
La storia del Togo, e in particolare l'alternarsi di differenti influenze europee (tedesca, francese, inglese) non ha
favorito lo sviluppo di una vera e propria tradizione letteraria. Uno dei primi autori togolesi fu Félix Couchoro, che a
partire dal 1929 pubblicò romanzi in lingua francese in cui raccontava la storia del proprio paese da un punto di vista
fortemente anti-colonialista. Nei primi anni cinquanta David Ananou pubblicò Le fils du fétiche ("il figlio del
feticcio"), un romanzo che viene considerato una pietra miliare della letteratura togolese. Altri scrittori e poeti
piuttosto noti sono Jeannette Ahonsou-Abots, Henriette Akofa, Victor Aladji, Gad Ami, Gnoussira Analla, Pyabelo
Kouly Chaold, Yves-Emmanuel Dogbé, Emilie Anifrani Ehah, Christiane Akoua Ekue, Julien Atsou Guenou, Tété
Michel Kpomassié, Koffi Mawuli Agokla e Laklaba Talakaena. Dogbé ha anche il merito di aver fondato
un'importante casa editrice togolese, la Akpagnon. Nella letteratura togolese, fatto insolito per la letteratura africana,
si trovano diverse opere ambientate in altri paesi, come L'africain du Groenland di Kpomassié, opera autobiografica
in cui l'autore narra della permanenza presso gli inuit della Groenlandia, o Memories of Twelve Years Spent in
Togo
74
Germany di Chaold. Fra le nuove generazioni di scrittori che hanno iniziato a pubblicare negli anni 2000 si possono
citare Fatou Biramah, Kouméalo Anaté e Lauren Ekué.
Anche il teatro togolese iniziò a svilupparsi negli anni cinquanta, con opere in lingua francese. La più celebre opera
letteraria precedente all'indipendenza è Fasi (1956), di Anomou Pedro Santos. Dopo l'indipendenza emersero diversi
nuovi autori, come Modest D'Almeida, Gilbert Laclé, Henri Ajavon, Senouvo Agbota Zinsou, Kossi Efoui e Koffi
Gomez. Gomez è anche a capo della più importante compagnia teatrale del paese.[10]
Sport
Durante le Olimpiadi di Pechino 2008 il Togo ha vinto la sua prima medaglia (bronzo) a livello olimpionico nel
Kayak slalom maschile con l'atleta Benjamin Boukpeti.
Calcio
Tra tutti gli sport più conosciuti il più praticato nel paese ed anche l'unico nel
quale il Togo ha avuto alcuni successi è sicuramente il calcio.
Il calcio ha una lunga tradizione nel Togo; lo si gioca dagli anni venti, e dal 1933
esiste un campionato di calcio nazionale, che a partire dall'indipendenza fu gestito
dalla Federazione togolese di calcio. Alcuni calciatori togolesi hanno fatto fortuna
all'estero; fra questi si può citare Emmanuel Adebayor, attualmente militante nel
Tottenham Hotspur F.C..
La nazionale di calcio del Togo si è guadagnata a sorpresa la qualificazione ai
Mondiali di Germania 2006, classificandosi al primo posto nel gruppo 1 della
Zona Africana, davanti al Senegal. Il Togo ha avuto la sola soddisfazione della
qualificazione, venendo eliminato senza vincere nemmeno una partita.
Emmanuel Adebayor, calciatore
togolese del Tottenham Hotspur
F.C.
L'attentato alla Coppa d'Africa 2010
L'8 gennaio 2010 nell'enclave angolana di Cabinda la squadra è rimasta vittima di un attentato ai due pullman che la
conducevano in Angola, dove la rappresentativa togolese si apprestava a disputare la Coppa d'Africa 2010: l'autista è
morto, mentre due giocatori sono rimasti feriti. La federazione togolese ha chiesto il rinvio della manifestazione, ma
la proposta è stata bocciata dalla CAF. Il giorno dopo, morti anche l'addetto stampa e l'allenatore in seconda, il Togo
si è ritirato dalla competizione. Dopo un ripensamento dei giocatori, decisi a giocare per onorare la memoria dei
colleghi deceduti, il governo togolese ha deciso di ritirare ufficialmente la squadra e indire tre giorni di lutto
nazionale.
Tradizioni
Artigianato
L'artigiato togolese presenta una grande varietà di prodotti, tra cui tessuti, ceramiche, sculture, gioielli e batik. Anche
queste forme di arte popolare variano in funzione della regione e dell'etnia. Fra i luoghi rinomati per i tessuti c'è la
zona di Assahoun, dove si realizzano teli in vivaci colori e fantasie geometriche. Kouvé è invece nota per gli oggetti
in terracotta. A Kloto si fabbricano oggetti in corda come cinghie e borse, ma anche oggetti in ceramica; mentre i
batik più rinomati sono quelli di Palimé, che riproducono in stile naif scene di vita, animali e altri soggetti quotidiani.
A Tchamba vengono realizzati molti tipi di oggetti usando foglie di palma. Per il vasellame, infine, i centri più
Togo
75
importanti sono nella regione delle savane.
Cucina
La cucina togolese viene spesso considerata come una delle migliori dell'Africa Occidentale. Caratteristica dell'arte
culinaria è una salsa con cui vengono serviti molti cibi detta semplicemente sauce (che in francese appunto vuol dire
salsa). Un piatto molto comune è il riz sauce arachide, riso con salsa d'arachidi. Ogni regione ha le sue specialità:
nella regione costiera è diffuso il lamounou déssi o sauce de poisson (salsa di pesce fresco), altre salse sono quelle di
aglan (granchio), tomate (pomodoro), aubergine (melanzana) ed épinard (spinaci). Il vino di palma nel sud e lo
tchakpallo (miglio fermentato) nel nord sono le bevande alcoliche che vengono consumate maggiormente.
Feste nazionali
In Togo, data la coesistenza di Islam e Cristianesimo, si celebrano numerose feste religiose. A queste si aggiungono
alcune importanti ricorrenze storiche. Le principali festività sono le seguenti:
•
•
•
•
1º gennaio (Capodanno);
13 gennaio (Giorno della Liberazione);
24 gennaio (Giorno della Vittoria);
27 aprile (Giorno dell'Indipendenza);
•
•
•
•
•
1º maggio (Festa del Lavoro);
23 settembre (anniversario del fallimento dell'attacco dei dissidenti togolesi a Lomè nel 1986 durante la dittatura)
1º novembre (Ognissanti);
25 dicembre (Natale).
le festività cristiane e musulmane a data variabile: ʿīd al-aḍḥā, Pasqua, Lunedì di Pasqua, Ascensione ecc.
Note
[1] http:/ / hdr. undp. org/ en/ media/ HDI_2008_EN_Tables. pdf
[2] Ethnologue report for Togo (http:/ / www. ethnologue. com/ show_country. asp?name=togo)
[3] https:/ / www. cia. gov/ library/ publications/ the-world-factbook/ geos/ to. html CIA Factbook - Pagina dedicata al Togo
[4] Microsoft Encarta 2007 Premium - DVD "Togo in cifre"
[5] Freedomhouse.org (http:/ / www. freedomhouse. org/ template. cfm?page=15/ )
[6] http:/ / www. parks. it/ world/ TG/ index. html/ Parks.it - Scheda Togo
[7] Microsoft Encarta 2007 Premium - DVD "Togo - Problemi e tutela dell'ambiente"
[8] http:/ / www. edt. it/ viaggi/ lonelyplanet/ destinazioni/ wg_1/ single. php?g=246& s=10/ EDT
[9] Vedi (http:/ / www. montogo. com/ fichiers/ art. php)
[10] Togo (http:/ / aflit. arts. uwa. edu. au/ CountryTogoEN. html)
Bibliografia
• Africa Nera. Touring, collana Routard, 2005. ISBN 978-88-365-3119-6
• Jim Hudgens e Richard Trillo. Camerun, Ghana, Benin, Nigeria, Togo. Vallardi Viaggi, collana Rough Guides.
2005. ISBN 88-8062-183-1.
• Mary Fitzpatrick. Costa d'Avorio, Ghana, Togo, Benin, Nigeria, Camerun. Edt, collana Lonely Planet, 2003.
ISBN 978-88-6040-098-7.
• Vogan de Sosthène. Partiti politici, elezioni e gestione del potere in Africa.. L'Harmanattan Italia, Torino, 2002.
• Angelo Turco. Terra d'Africa 2001. Unicopli, Milano, 2001. ISBN 978-88-400-0727-4
In inglese
• The Ewe of Togo and Benin. Woeli Publishing Services, Ghana, 2006. ISBN 978-9988-626-54-9.
Togo
76
Voci correlate
• Storia del Togo
•
•
•
•
•
• Togoland
Regioni del Togo
Prefetture del Togo
Diffusione dell'Islam in Togo
Trasporti in Togo
Nazionale di calcio del Togo
Altri progetti
•
Wikimedia Commons contiene file multimediali: http://commons.wikimedia.org/wiki/Togo
Collegamenti esterni
•
•
•
•
•
•
•
•
(FR) Repubblica del Togo (http://www.republicoftogo.com/) Sito ufficiale
(FR) Web Radio Togo (http://www.togoradio.info/central.php?o=1&s=37&d=4&i=0/) Web Radio ufficiale
(FR) Assemblea Nazionale del Togo (http://www.assemblee-nationale.tg/) Sito ufficiale
Scheda del Togo dal sito Viaggiare Sicuri (http://www.viaggiaresicuri.mae.aci.it/?togo) - Sito curato dal
Ministero degli Esteri e dall'ACI
Yahoo Viaggi (http://it.viaggi.yahoo.com/p-guida_viaggi-7806-togo_guida_viaggi-i/)
(FR) Arte e cultura del Togo (http://www.montogo.com/fichiers/art.php)
(FR) Informazioni sulla letteratura togolese (http://aflit.arts.uwa.edu.au/CountryTogoEN.html)
(EN) Cultura del Togo (http://library2006.mtandao-afrika.net/MAF060202/togolese_culture.htm)
Lomé
77
Lomé
Lomé
Stato:
Togo
Regione:
Regione Marittima
Prefettura:
Lomé
Coordinate: 6°7′N 1°13′E6.11667°N 1.21667°E [1]Coordinate:
Altitudine:
63 m s.l.m.
Superficie:
345 km²
Abitanti :
756.122
Sindaco:
Aouissi Lodé
Lomé
[2]
(2007)
6°7′N 1°13′E6.11667°N 1.21667°E [1]
Lomé
78
Lomé è la capitale e la città più popolosa (756.122 abitanti) del Togo, capoluogo della Regione Marittima e della
Prefettura di Lomé. Sorge nel sud del paese, sul Golfo di Guinea, vicino alla frontiera con il Ghana. È il principale
centro industriale ed amministrativo del Togo, oltre che il suo porto più grande.
Storia
Lomè venne fondata dagli Ewe nel XVIII secolo, ma rimase un centro di piccole dimensioni fino al 1960, anno in
cui il Togo ottenne l'inpendenza dalla Francia. La popolazione crebbe a ritmi spaventosi, basti pensare che se nel
1950 risiedevano in Lomè circa 30.000 persone, nel 1970 erano circa 200.000 gli abitanti della capitale togolese. Ma
se la popolazione cresceva altrettanto non si poteva dire delle vie di comunicazione o dei servizi, ciò portò gravi
problemi ma non arrestò la crescita. Lomè è ora mai una delle città più grandi del golfo di Guinea, tanto grande che
si è conurbata con la vicina cittadina ghanese di Aflao.
Trasporti
la città è servita dal vicino aeroporto di Lomé-Tokoin situato nel quartiere Tokoin, raggiungibile tramite la vecchia
ferrovia che univa la capitale a Blitta, ora interrotta allo scalo aeroportuale.
Gemellaggi
Lomé è gemellata con:
•
•
•
•
Taipei, dal 1966
Bay City
Shenzhen, dal 1996
Duisburg
Personalità legate a Lomé
• Emmanuel Adebayor, calciatore
Note
[1] http:/ / toolserver. org/ ~geohack/ geohack. php?pagename=Lom%C3%A9& language=it& params=6_7__N_1_13__E_
[2] (EN) Lomé (http:/ / world-gazetteer. com/ wg. php?x=1173659713& men=gpro& lng=en& dat=32& geo=346230135& srt=npan& col=hdq&
geo=346230135). World Gazetteer. URL consultato il 4 agosto 2011.
Altri progetti
•
Wikimedia Commons contiene file multimediali: http://commons.wikimedia.org/wiki/Category:Lome
Storia del Togo
79
Storia del Togo
Della storia del Togo prima dell'arrivo degli esploratori Portoghesi (XV secolo) si conosce poco. In epoca coloniale,
il Togo fu soggetto all'amministrazione di Germania, Regno Unito e Francia. Dall'indipendenza (ottenuta dal Togo
nel 1955), la storia politica del paese fu tormentata, e caratterizzata da conflitti sociali e colpi di stato.
Storia precoloniale
Dei popoli che abitarono anticamente il Togo non si sa molto. Quando gli Europei giunsero per la prima volta nella
regione, le tre etnie predominanti erano gli Ewe (originari della Nigeria e del Benin), e i Mina e i Guin (originari del
Ghana). Tutti e tre questi gruppi erano presenti soprattutto nella zona costiera.
Nel XVI secolo, i Mina collaborarono con gli Europei nella tratta degli schiavi, comprando prigionieri dalle tribù
settentrionali (come i Kabye) e rivendendoli sulle coste. Pur commerciando con i popoli locali, gli Europei non si
insediarono nel Togo a causa della mancanza di porti naturali.
Colonizzazione tedesca
Il Togoland nel 1885
Nel 1884, con un trattato firmato a Togoville, la Germania
dichiarò suo protettorato la costa del Togo. Negli anni
successivi, il controllo tedesco si estese gradualmente verso
l'entroterra. La colonia, chiamata Togoland, fu una delle più
ricche della Germania, e divenne un modello per la
colonizzazione tedesca di altre regioni. I coloni tedeschi
introdussero nel paese tecniche molto moderne per la
coltivazione di cacao, caffè e cotone e svilupparono le
infrastrutture del paese fino a renderle tra le migliori
nell'Africa del tempo.
Amministrazione franco-britannica
L'8 agosto 1914, pochi giorni dopo l'inizio della prima guerra
mondiale, i Francesi e gli Inglesi invasero il Togoland,
costringendo i Tedeschi alla resa il 26 agosto. La popolazione
locale accolse di buon grado i franco-britannici dato che non
tollerava l'amministrazione tedesca sfruttatrice. Nel 1916 la
colonia fu spartita fra Francia e Regno Unito, e questa
suddivisione amministrativa fu confermata da un mandato della
Lega delle Nazioni dopo la guerra. Il mandato di amministrare il
Togoland fu rinnovato dalle Nazioni Unite dopo la seconda
guerra mondiale. Nel dicembre del 1956 la parte britannica del
Togoland, a ovest, votò a favore dell'unificazione con la Costa
d'Oro, andando a far parte della nazione del Ghana. A tale
divisione gli Ewè furono assolutamente contrari.
Suddivisione del Togo dopo la Prima Guerra Mondiale
Storia del Togo
Indipendenza
Nel 1955 il Togoland Francese divenne una repubblica indipendente all'interno dell'Unione Francese. Vennero eletti
per suffragio universale un'assemblea legislativa e un governo, e nel 1956 si tenne il referendum in cui fu accettata la
prima costituzione del paese. Il 10 settembre dello stesso anno Nicolas Grunitzky fu eletto come Primo Ministro del
Togo. Tuttavia, a causa di una controversia sulla regolarità delle votazioni, le elezioni furono ripetute nel 1958,
questa volta vinte da Sylvanus Olympio. Il 27 aprile il Togo sciolse definitivamente i suoi legami con la Francia,
diventando una repubblica pienamente indipendente con Olympio come primo presidente.
Nel 1961 venne ratificata una nuova costituzione che ridefiniva la figura del presidente, conferendogli il monopolio
dei poteri esecutivi, e prevedendo la durata di 7 anni per il suo mandato. Nello stesso anno si tennero le elezioni, con
il partito di Grunitzky squalificato; Olympio raccolse il 90% dei voti, diventando anche il primo presidente eletto del
Togo.
La presidenza di Olympio
All'epoca dell'indipendenza, nel Togo esistevano quattro partiti politici principali, in forte attrito l'uno con l'altro:
Juvento (il partito della sinistra giovanile), la Union Démocratique des Populations Togolaises (IDPT); il Parti
Togolais du Progrès (PTP) di Grunitzky e l'Unité Togolaise (UT) di Olympio. Nel 1962, Olympio sciolse tutti i
partiti dell'opposizione accusandoli di aver complottato per rovesciare il governo. Successivamente, Olympio usò il
suo corpo di miliziani (Ablode Sodjas) per instaurare un regime di terrore. I suoi avversari politici (incluso
Grunitzky) furono imprigionati o costretti all'esilio.
La presidenza di Grunitzky
Olympio fu assassinato il 13 gennaio 1963 durante l'insurrezione di un gruppo di militari. Grunitzky rientrò in patria
e formò un governo provvisorio. Il 5 maggio 1963 venne approvata una nuova costituzione che ricostituì il sistema
multipartitico, e Grunitzky fu eletto presidente, con Antoine Meatchi come vicepresidente. Grunitzky formò un
governo in cui comparivano rappresentanti di tutti i partiti.
Grunitzky rimase in carica per circa 4 anni, ma il suo potere andò via via indebolendosi. Un primo tentativo di colpo
di stato fallì il 21 novembre del 1966; il secondo, organizzato nel 1967 dal tenente colonnello Étienne Eyadéma e da
Kléber Dadjo, ebbe successo.
La presidenza di Eyadéma
In seguito al colpo di stato di Eyadéma e Dadjo, tutti i partiti politici furono nuovamente banditi, e la costituzione
sospesa. Dadjo governò per un breve periodo intermedio; nel 1969 Eyadéma fondò un nuovo partito, il
Rassemblement du Peuple Togolais ("Raggruppamento del popolo togolese") e nel 1972 fu eletto presidente.
Eyadéma rimase in carica per molti anni. Nel 1979 dichiarò l'inizio della "terza repubblica" del Togo, caratterizzata
dalla formazione di un governo in parte composto di civili e in parte di militari. Stese anche una nuova costituzione,
che rafforzava ulteriormente i poteri del presidente. Con questo nuovo sistema fu riconfermato presidente nel 1979 e
poi nel 1986.
Alla fine degli anni ottanta, nel clima creato dai mutamenti in corso nell'Europa dell'est e nell'Unione Sovietica,
anche il Togo fu attraversato da dimostrazioni antigovernative. Nell'aprile del 1991 il governo iniziò a trattare con i
nuovi gruppi di opposizione, concedendo un'amnistia generale che permise a molti esiliati di rimpatriare. Dopo uno
sciopero generale e nuove dimostrazioni, Eyadéma decise di indire un "forum nazionale" il 12 giugno per discutere
con l'opposizione. Il forum, dominato dagli oppositori del presidente, si autodichiarò "conferenza nazionale",
dedicandosi alla stesura di una nuova costituzione e chiedendo che venisse istituito un governo provvisorio in attesa
delle nuove elezioni. Il forum elesse Joseph Kokou Koffigoh Primo Ministro del governo di transizione, ma concesse
80
Storia del Togo
a Eyadéma di mantenere il ruolo di capo dello stato, seppure con poteri limitati.
Nei tre anni successivi Eyadéma e i suoi oppositori furono in una situazione di costante conflitto, che ebbe riflessi in
scontri nel paese. L'organo legislativo di transizione (l'Alto Consiglio della Repubblica) decise di sciogliere il partito
di Eyadéma (l'RPT) nel novembre del 1991. L'esercito, ancora controllato da Eyadéma, replicò irrompendo negli
uffici governativi e catturando il Primo Ministro il 3 dicembre dello stesso anno. Dopo ulteriori conflitti, nel 1992
venne formato un nuovo governo, nuovamente sotto la guida di Koffigoh, ma con numerosi ministri dell'RPT.
Gilchrist Olympio, figlio di Sylvanus Olympio e personaggio di spicco dell'opposizione, subì un attentato da parte
dell'esercito il 5 maggio 1992, restando gravemente ferito. Nell'estate del 1992 ci furono nuovi negoziati, e a
settembre il popolo approvò una nuova costituzione, che diede inizio alla "quarta repubblica" del Togo. In ottobre,
tuttavia, l'esercito intervenne nuovamente, catturando i membri della legislazione provvisoria. L'opposizione reagì
indicendo un nuovo sciopero generale il 16 novembre, mettendo in scacco Eyadéma ma danneggiando anche
gravemente l'economia del paese.
Nel gennaio del 1993 Eyadéma dichiarò concluso il periodo di transizione e nominò nuovamente Koffigoh Primo
Ministro, seppure con poteri limitati. Seguirono nuovi scontri fra l'esercito e la popolazione, con oltre 300.000
profughi in fuga verso il Benin e il Ghana.
Con il perdurare dello sciopero generale, Eyadéma fu costretto a negoziare nuovamente. Il risultato del processo di
negoziazione fu l'accordo di Ouagadougou, stipulato l'11 luglio 1993, sulla cui base furono indette nuove elezioni in
agosto. Fra accuse di brogli e difficoltà nell'organizzazione della campagna elettorale, l'opposizione finì per scegliere
il boicottaggio delle elezioni; Eyadéma vinse con il 96% dei voti (votò solo il 36% degli aventi diritto). Dopo nuovi
scontri (con centinaia di morti fra i civili) Eyadéma decise di tenere nuove elezioni legislative il 6 febbraio e il 20
febbraio del 1994. Secondo la testimonianza di osservatori internazionali, il processo di voto e scrutinio si svolsero
correttamente. L'opposizione (costituita principalmente dalla coalizione di UTD e CAR) ottenne una leggera
maggioranza nell'Assemblea Nazionale. Il 22 aprile Eyadéma nominò Primo Ministro Edem Kodjo, dell'UTD.
Poiché l'UTD aveva ottenuto meno voti del CAR, quest'ultimo protestò contro la nomina di Kodjo, uscendo dalla
coalizione e dal governo. Kodjo si trovò quindi costretto a realizzare un governo di coalizione insieme all'RPT.
Il governo di Kodjo pose l'enfasi sul risanamento economico, la creazione di istituzioni democratiche, lo stato di
diritto e il rimpatrio dei togolesi fuggiti o esiliati negli anni precedenti. Egli fu comunque costretto a modificare la
compagine di governo l'anno successivo, rafforzando la rappresentanza dell'RPT. Il potere di Eyadéma tornò a
crescere, e Kodjo si dimise nell'agosto del 1996.
Le elezioni presidenziali del 1998 si svolsero in un contesto di forte irregolarità, e videro nuovamente la vittoria di
Eyadéma. Il 21 marzo 1999 si tennero nuove elezioni legislative, ancora boicottate dall'opposizione e stravinte
dall'RPT.
Nel luglio del 1999 Eyadéma firmò un accordo con l'opposizione (il Lomé Framework Agreement) in cui dichiarava
che non si sarebbe ricandidato al termine del mandato e che avrebbe indetto nuove elezioni legislative nel 2000. Le
elezioni furono in realtà poi rimandate fino all'ottobre del 2002. L'opposizione mantenne la linea del boicottaggio.
Eyadéma fece mettere in atto una nuova modifica della costituzione che consentiva al presidente di candidarsi per un
qualsiasi numero di mandati. Inoltre, la nuova costituzione prevedeva che i candidati a presidente dovessero vivere
da almeno 12 mesi nel Togo; questa misura ebbe l'effetto di escludere dalla competizione per le successive elezioni
Gilchrist Olympio, che era stato a lungo in esilio. Eyadéma vinse nuovamente le elezioni, ancora una volta fra le
accuse di broglio da parte dell'opposizione.
81
Storia del Togo
Amministrazione Gnassingbé
Eyadéma morì il 5 febbraio 2005 mentre si trovava in volo per la Francia, dove andava a farsi ricoverare per un
attacco cardiaco. Gli succedette il figlio Faure Gnassingbé (già ministro dei lavori pubblici, delle miniere e delle
telecomunicazioni). L'Unione Africana e le Nazioni Unite protestarono contro tale nomina, considerata equivalente a
un colpo di stato, e Gnassingbé si ritirò dall'incarico il 25 febbraio, vincendo le successive elezioni del 24 aprile.
Delle stesse elezioni si dichiarò vincitore anche il leader dell'opposizione, Emmanuel Bob-Akitani; ne seguirono
scontri nel paese con diverse vittime civili. La posizione di presidente di Gnassingbé fu poi confermata il 3 maggio.
Altri progetti
•
Wikimedia Commons contiene file multimediali: http://commons.wikimedia.org/wiki/Category:History
of Togo
Collegamenti esterni
• Sito ufficiale governativo del Togo [1]
Note
[1] http:/ / www. state. gov/ r/ pa/ ei/ bgn/ 5430. htm
82
83
Benin
Benin
Benin
(dettagli)
Fraternité, Justice, Travail
Dati amministrativi
Nome completo
Repubblica del Benin
Nome ufficiale
République du Bénin
Lingue ufficiali
francese
Capitale
Porto-Novo (179.138 ab. / 1992)
Politica
Forma di governo
Repubblica
Capo di Stato
Yayi Boni
Indipendenza
Dalla Francia, 1º agosto 1960
Ingresso nell'ONU
20 settembre 1960
Superficie
Totale
% delle acque
112.620 km² (99º)
1,8 %
Popolazione
Totale
7.041.490 ab. (94º)
Densità
60 ab./km²
Geografia
Continente
Africa
Benin
84
Fuso orario
UTC +1
Economia
Valuta
PIL (PPA)
PIL pro capite (PPA)
ISU (2010)
Consumo energetico
Franco CFA
13.507 milioni di $ (134º)
1.451 $ (2010) (154º)
0,435 (basso) (135º)
0,008 kW/ab.
Varie
TLD
.bj
Prefisso tel.
+229
Sigla autom.
RPB
Inno nazionale
L'Aube Nouvelle
Festa nazionale
La Repubblica del Benin (italiano Benìn;[1] francese /beˈnɛ̃/) è uno stato dell'Africa Occidentale, precedentemente
conosciuto con il nome di Dahomey. Si affaccia a sud sul Golfo del Benin, dove la costa misura circa 120 km,
confina ad ovest con il Togo, ad est con la Nigeria e a nord con Burkina Faso e Niger. Non va confusa con il regno
del Benin, conosciuto anche come regno di Edo, che è oggi scomparso e che ebbe origine nella zona ad ovest del
delta del fiume Niger. Di tale regno rimane ai giorni nostri lo stato di Edo che fa parte della repubblica federale di
Nigeria ed ha per capitale Benin City.
Il Benin è una repubblica presidenziale, l'attuale capo dello stato e del governo è Yayi Boni, la capitale è
Porto-Novo, ma la sede del governo è Cotonou. Il Benin è membro dell'ECOWAS.
La lingua ufficiale è il francese.
Benin
Nome
Il nome "Benin" ha attinenza con il Regno del Benin e con Benin City, dalle quali prese il nome il golfo su cui
l'odierno Benin si affaccia. Il nome Dahomey fu cambiato nel 1975 in quello di Repubblica popolare del Benin, che
fu scelto per la sua neutralità, visto che nel paese convivono più di cinquanta differenti gruppi linguistici e quasi
altrettante etnie. Il nome Dahomey era quello dell'antico regno Fon, e fu ritenuto inappropriato per definire tutta la
nazione.
Storia
Il regno Africano del Dahomey ebbe origine in Benin. Nel XVII secolo il regno, governato da un Oba, si allargava
oltre gli attuali confini, coprendo larga parte dell'Africa occidentale. Il regno era prospero e stabilì relazioni per il
commercio degli schiavi con gli europei, e in particolare con i portoghesi e gli olandesi che per primi giunsero qui
nel tardo XV secolo.
Nel XVIII secolo, il Dahomey iniziò a sfaldarsi, dando quindi la possibilità ai francesi di prendere il controllo
dell'area nel 1892. Nel 1899, il territorio entrò a far parte della colonia dell'Africa Occidentale Francese, ancora con
il nome di Dahomey. Nel 1958, fu garantita l'autonomia come Repubblica del Dahomey, e la piena indipendenza
seguì nel 1960.
L'indipendenza fu seguita da un periodo turbolento, e ci furono numerosi golpe e cambi di regime prima che il
controllo del potere fosse preso da Mathieu Kérékou. Egli stabilì un regime di tipo marxista, e il paese fu rinominato
Repubblica popolare del Benin. Alla fine degli anni ottanta, Kérékou abbandonò il marxismo e decise di ristabilire la
democrazia. Fu sconfitto nelle elezioni del 1991, ma tornò al potere con il voto del 1996. Dal 2006 il presidente
eletto è Yayi Boni. Le ultime elezioni presidenziali sono avvenute il 13 marzo 2011, e hanno visto la riconferma di
Yayi Boni[2].
Geografia
85
Benin
86
Morfologia
Allungato tra il fiume Niger a nord e l'insenatura di Benin a sud, l'elevazione
del territorio non varia significativamente nelle differenti aree del paese. La
maggior parte della popolazione vive nelle pianure costiere meridionali, dove
sono anche localizzate le maggiori città, tra le quali Porto-Novo e Cotonou. Il
nord del paese è costituito principalmente da altipiani semi aridi e ricoperti da
savana.
Clima
Il clima in Benin è caldo e umido, con una relativa scarsità di piogge che si
concentrano nelle due stagioni piovose (aprile-luglio e settembre-novembre).
D'inverno le notti possono essere piuttosto fresche, a causa dell'harmattan, un
vento secco e polveroso.
Popolazioni
Etnie
Il Benin dal satellite
In Benin vivono circa 40 gruppi etnici differenti, il maggiore è quello dei Fon
che sono circa il 40%, seguono gli Yoruba al 12%, gli Adja all'11%, Somba al 5% Ani al 3% e altre etnie che
rappresentano il 29%.
Lingue
La maggior parte di essi ha la propria lingua, e il francese è utilizzato come lingua ufficiale (il paese è parte
dell'Africa francofona) ed è parlato soprattutto nelle aree urbane. Tra le lingue indigene, le più diffuse sono il fon e
lo yoruba.
Religioni
• Cristiani 42.9 %
•
•
•
•
•
[3]
• Cattolici 27.2 %
• Cristiani celesti 5 %
• Metodisti 3.2 %
• Altri cristiani 7.5 %
Vudù 17.3 %
Musulmani 24,4 %
Religioni locali 6 %
Altro 1.9 %
Non religiosi 6.5 %
Benin
Ordinamento dello stato
Suddivisione amministrativa
Dal 1999, il Benin è diviso in 12 dipartimenti (in precedenza i dipartimenti erano 6). I dipartimenti sono a loro volta
suddivisi in 77 comuni.
1. Dipartimento di Alibori*
2. Dipartimento di Atakora*
3. Dipartimento dell'Atlantico
4. Dipartimento di Borgou
5. Dipartimento delle Colline*
6. Dipartimento di Donga*
7. Dipartimento di Kouffo*
8. Dipartimento del Litorale*
9. Dipartimento di Mono
10. Dipartimento di Ouémé
11. Dipartimento dell'Altopiano*
12. Dipartimento di Zou
(*) Creato nel 1999
Città principali
La distribuzione demografica è difforme: nel sud si concentra il 70% dei
cittadini del Benin (con punte di 200 ab/km²), mentre il nord, più arretrato,
è terra d'emigrazione. L'urbanizzazione (55,4%) è notevole a confronto con
i paesi vicini. La capitale Porto-Novo (235.000 ab) si trova nel Dipartimento di Ouémé, è ricca di edifici in stile
portoghese ed ha funzioni politiche e commerciali. Con Ouidah, cittadina poco distante di 65.000 ab. nel
Dipartimento dell'Atlantico, la capitale è uno dei centri mondiali più importanti del vudù. Cotonou (820.000 ab), nel
Dipartimento del Litorale, è il cuore economico del Benin, verdeggiante e caotica città. Essa è dotata dell'unico
aeroporto internazionale e di un importante porto marittimo. Nei pressi sorgono dei villaggi di palafitte unici al
mondo. Nel centro del paese si distinguono Abomey (130.000 ab), nel Dipartimento di Zou, che fu la capitale
dell'antico regno di Dahomey, e Parakou (230.000 ab) nel Dipartimento di Borgou. Nel nord l'unico centro di rilievo
è Natitingou (60.000 ab) che si trova nel Dipartimento di Atakora.
La città più grande e la capitale commerciale del Paese è Cotonou. Il nome deriva da un'espressione in lingua Fon
che significa "presso il lago dei morti" e allude a una laguna adiacente all'abitato. Il riferimento ai morti è legato alla
credenza che le stelle cadenti rappresentino le anime dei morti precipitati negli inferi. Si narra che quando fu fondata
Cotonou, le luci del villaggio lacustre di Ganvié, dall'altra parte della laguna, si riflettessero nelle acque, suggerendo
l'idea delle stelle cadenti. Ganvié è un villaggio di palafitte abitato da pescatori sulla sponda occidentale della laguna.
87
Benin
Istituzioni
Il parlamento del Benin è costituito dall'Assemblea Nazionale, composta da 83 seggi, per la quale vengono tenute
elezioni ogni 4 anni. Capo del governo e dello Stato è il presidente, che è eletto in elezioni presidenziali separate, che
si tengono ogni cinque anni. Il presidente nomina un consiglio dei ministri.
La sede del governo è Cotonou.
Economia
L'economia del Benin è sottosviluppata e dipende dall'agricoltura di sussistenza, dalla coltivazione del cotone e dal
commercio regionale. La crescita del prodotto interno lordo, che ha avuto una media negli ultimi sei anni del 5%, è
stata resa vana dal rapido aumento della popolazione. L'inflazione è stata tenuta sotto controllo negli ultimi anni. Con
lo scopo di aumentare ulteriormente il tasso di crescita dell'economia, il Benin sta tentando di attrarre ulteriori
investimenti stranieri, dare maggior enfasi al turismo, facilitare lo sviluppo di nuovi sistemi di lavorazione degli
alimenti e di nuovi prodotti agricoli, e incoraggiare le nuove tecnologie informatiche e delle telecomunicazioni. Il
programma del 2001 riguardo alle privatizzazioni nei settori delle telecomunicazioni, acqua potabile, elettricità, e
agricoltura è ancora in attuazione, nonostante le iniziali riluttanze del governo. Il Club di Parigi e gli accordi
bilaterali con i paesi creditori hanno alleggerito la situazione del debito estero, accompagnando l'accelerazione delle
riforme economiche strutturali.
Bandiera
La bandiera del Benin venne originariamente adottata nel 1959 e sostituta nel 1975. Il 1º agosto 1990, l'attuale
disegno è stato reintrodotto, a seguito della rimozione del regime marxista. La bandiera è composta da tre rettangoli
di uguali dimensioni. Il primo, posto in verticale sul lato dell'asta, è verde, gli altri due sono disposti in orizzontale, a
destra di quello verde, e sono di colore giallo (in alto) e rosso (in basso). I colori sono quelli tradizionali panafricani:
il verde simboleggia la speranza, il giallo l'invito a mantenere la forza del paese e il rosso il coraggio degli antenati.
Arte
La produzione artistica è stata storicamente influenzata e strettamente collegata alle esigenze di corte. Per quanto
riguarda la scultura il Benin si distinse per lo sviluppo di notevoli rappresentazioni a sfondo religioso, come la statua
del dio della guerra Gu, realizzata in ferro ed alta oltre il metro e mezzo, caratterizzata dal capo riempito di frecce e
di lance. Di grande diffusione anche figure più piccole, costruite in rame ed in ottone. A supporto dell'arte, gli
abitanti del Benin svilupparono una ricca produzione di metalli.[4]
Sport
Il Benin non è una nazione molto sportiva a causa dei recenti e sempre attuali problemi. Comunque continua a dare
al mondo dello sport giovani maratoneti. I beniniani, come moltissimi altri africani, sembrano essere nati per le
maratone anche se questo sembra più per istinto che per bravura, in quanto nella loro nazione devono compiere dei
grandi sforzi che risultano più duri di un allenamento intenso di 4 ore circa.
In tempi recenti a dar lustro allo sport beninese ci ha pensato sicuramente la figura di Coffi Codjia, arbitro di calcio
che è riuscito ad imporsi ad altissimi livelli, nonostante i succitati problemi della sua nazione di provenienza. Con
numerose designazioni a livello internazionale, suddivise tra Coppa d'Africa, qualificazioni mondiali, mondiali under
20, mondiali di calcio, Confederations Cup, mondiali per club e quant'altro, il direttore di gara nativo di Cotonou ha
ottenuto un incredibile successo, vincendo qualsiasi scetticismo sulla sua possibile inadeguatezza a dirigere partite di
calcio di un certo livello a causa del suo paese di nascita. Ormai in patria viene considerato quasi al pari di un eroe
nazionale. Si pensi ad esempio al fatto che, di ritorno dall'esperienza dei mondiali in Germania, venne accolto
88
Benin
89
all'aeroporto da una folla festante.
Tradizioni
Vodun
Si pensa che il Vodun (o "Voodoo", come è conosciuto comunemente) o Vodu abbia avuto origine nel sud del Benin
per essere poi introdotto in Brasile, nelle Isole Caraibiche, e in parte del Nord America dagli schiavi prelevati da
questa zona particolare della Costa degli schiavi. Il termine deriva dalla lingua fon, parlata nel sud del Benin, e
significa «genio», «spirito protettore». Dalle coste del Golfo di Guinea questo antico culto ha poi attraversato
l'oceano sulle navi negriere per approdare sulle coste haitiane dove ha conosciuto uno splendore forse maggiore di
quello riconosciutogli in patria. Pur assorbendo influenze locali ed esterne, che hanno provocato alcune
trasformazioni, il vodu ha mantenuto le sue caratteristiche originali e le sue radici affondano ancora oggi nel fertile
terreno della tradizione culturale africana. Rito di possessione per eccellenza il vodu è spesso stato spacciato come
fenomeno di estasi collettiva, ma studi più recenti hanno conferito a questo culto la dignità di religione poiché si è
riconosciuto in esso una serie di elementi che ne confermano il valore teologico. Dal 1992 il Vodun è stata
riconosciuta come una delle religioni ufficiali del Benin, e una Festa Nazionale del Vodun è celebrata il 10 gennaio.
Personalità legate al Benin
• Angélique Kidjo, cantante.
• Djimon Hounsou, attore.
• Bernadin Gantin, cardinale e arcivescovo cattolico
Libri
1. P. Valente, L'albero dai fiori rossi, EMI Bologna 2004/2006.
2. P. Valente, La papaia di Senan, EMI Bologna 2006.
3. P. Valente, Racconti del vento, Edizioni San Paolo, Milano 2007.
• M. Aime, "Le nuvole dell'Atakora", Torino, EDT, 2002.
• M. Aime, "Nel paese dei re", Trento, Nicolodi, 2003.
• M. Aime, "Gli stranieri portano fortuna", Milano, Epoché, 2007.
Note
[1]
[2]
[3]
[4]
Voce Benin (http:/ / www. dizionario. rai. it/ poplemma. aspx?lid=78561& r=50801) del Dizionario d'ortografia e di pronunzia].
(http:/ / www. elezioninews. it/ mondo/ benin-il-partito-presidenziale-vince-anche-elezioni-legislative. html)
Benin - International Religious Freedom Report 2007 (http:/ / www. state. gov/ g/ drl/ rls/ irf/ 2007/ 90082. htm)
"Le Muse", De Agostini, Novara, 1965, Vol.III, pag.469
Voci correlate
• Gangnihessou
• Croce Rossa del Benin
Benin
90
Altri progetti
•
•
Wikimedia Commons contiene file multimediali: http://commons.wikimedia.org/wiki/Category:Benin
Wikizionario contiene la voce di dizionario: http://it.wiktionary.org/wiki/Benin
Collegamenti esterni
• Scheda del Benin dal sito Viaggiare Sicuri (http://www.viaggiaresicuri.mae.aci.it/?benin) - Sito curato dal
Ministero degli Esteri e dall'ACI
• Sito governativo (http://www.gouv.bj/)
• Worldwide Press Freedom Index (http://www.rsf.fr/article.php3?id_article=8247) Posizione: 2003 - 29 tra 166
paesi (2002 - 21 tra 139 paesi)
Porto-Novo
Porto-Novo
Stato:
Benin
Dipartimento: Ouémé
Coordinate:
6°28′60″N 2°37′00″E6.4833°N 2.6167°E
Altitudine:
38 m s.l.m.
Abitanti :
179.138
Porto-Novo
[2]
(Censimento Feb 2002)
[1]
Coordinate: 6°28′60″N 2°37′00″E6.4833°N 2.6167°E [1]
Porto-Novo
91
Porto-Novo è la capitale ufficiale del Benin e il
capoluogo del dipartimento di Ouémé. È un porto
affacciato sulla Laguna di Porto-Novo, un braccio del
Golfo di Guinea. Porto-Novo è la seconda città per
dimensioni del Benin, ma è meno importante dal
punto di vista commerciale e industriale di Cotonou.
La città è il centro agricolo della regione, il cui
prodotto principale è l'olio di palma. Esporta inoltre
cotone e kapok.
Porto-Novo venne probabilmente fondata alla fine
del XVI secolo dal popolo Gun. Deve il suo nome ai
Porto-Novo nel 1887
portoghesi, (Porto-Novo significa "Porto Nuovo"),
che vi costruirono uno scalo commerciale nel XVII
secolo allo scopo di imbarcare gli schiavi africani diretti nelle Americhe. Il regno di Porto-Novo accettò la
protezione francese nel 1863 allo scopo di difendersi dall'accerchiamento britannico. Comunque, il confinante Regno
di Abomey non tollerava la presenza francese e scoppiò la guerra. Nel 1883 la marina francese sbarcò a Porto-Novo
e Cotonou, e Porto-Novo venne inclusa nella colonia francese del Dahomey, della quale nel 1900 divenne la capitale.
Nella città si trovano l'Istituto di Studi Superiori del Benin, il Museo di etnografia di Porto-Novo e il Palazzo di Re
Toffa.
Voci correlate
• Diocesi di Porto Novo
Note
[1] http:/ / toolserver. org/ ~geohack/ geohack. php?pagename=Porto-Novo& language=it& params=6. 4833_N_2. 6167_E_
[2] Statoids (http:/ / www. statoids. com/ ybj. html). URL consultato il 9 luglio 2007.
Altri progetti
•
Wikimedia Commons contiene file multimediali: http://commons.wikimedia.org/wiki/
Category:Porto-Novo
Storia del Benin
Storia del Benin
Il nome Benin non ha un preciso legame di provenienza dal regno del Benin. Tuttavia il nome Repubblica del
Benin ha sostituito lo storico nome di regno del Benin nel tentativo di soppiantare l'antico nome coloniale di
Dahomey che venne utilizzato per indicare la regione ancora prima dell'avvento dei francesi.
Il regno del Benin
Durante il XIII secolo la popolazione dell'Edo della Nigeria occidentale occupò la regione in piccoli insediamenti
locali che vennero unificati nel XV secolo sotto un solo sovrano, chiamato oba. Sotto la dinastia fondata da Ewuare
il Grande, il più famoso degli oba, il territorio del Benin si espanse fino a coprire il territorio fra il del fiume Niger e
quella che oggi è la città nigeriana di Lagos. Il regno degli oba fondò uno stato fortemente centralizzato e stabilirono
relazioni commerciali fondate sul traffico degli schiavi con i colonizzatori portoghesi e i tedeschi giunti nel XV
secolo in Africa.
Il periodo coloniale
Il declino degli oba iniziò al principio del XVIII secolo, quando una
serie di lotte intestine si prolungò fino al XIX secolo aprendo la strada
alla colonizzazione della Francia nel 1872.
Il 23 febbraio 1863 la Francia, in seguito ad un accordo con il sovrano
locale, assunse il protettorato sul regno di Hogbonu (Porto-Novo) nella
parte meridionale del paese, nel 1868, in virtù di un accordo stipulato
con Glele, sovrano del regno di Dahomey, estese il suo controllo su
Cotonou e nel 1879 iniziò l'espansione nelle aree settentrionali del
Francobollo del periodo coloniale con la
territorio. Nel 1883 i protettorati francesi di Ouidah, Grand-Popo,
stampigliatura "Dahomey"
Porto-Novo e Cotonou vennero uniti da un punto di vista
amministrativo con il nome di Les Établissements Français du Golfe de Benin e sottoposti all'autorità dapprima del
Governatore del Gabon e dal 1886 a quello del Senegal.
Negli anni successivi si susseguirono scontri con le forze del regno del Dahomey fino a quando, il 22 giugno 1893,
dopo la sconfitta del sovrano Béhanzin e la sua deportazione a Martinica Porto Novo venne dichiarata colonia
francese.
L'anno successivo la regione venne inglobata nel territorio dell'Africa Occidentale Francese con il nome di
Dahomey. Durante il dominio francese venne costruito un porto a Cotonou, in concomitanza con diversi tratti di
strada ferrata. Grazie all'apporto della Chiesa Cattolica vennero aperti diversi istituti scolastici e molte missioni.
Nel 1946 il Dahomey divenne un protettorato d'oltremare con un proprio parlamento e dei rappresentanti
nell'assemblea nazionale francese. Il 4 dicembre 1958 il paese divenne la Repubblica del Dahomey, godendo del
diritto di autogoverno.
il Benin post-coloniale
Il 1 agosto 1960 la Repubblica del Dahomey ottenne la piena indipendenza dalla Francia. Il suo primo presidente fu
Hubert Maga che aveva ottenuto la carica di Primo Ministro nel periodo di transizione dal dominio francese. A causa
dell'instabilità del paese causata da problemi economici, dalle forti disuguaglianze sociali e dalle tensioni etniche, un
colpo di stato nel 1963 destituì Maga che venne sostituito da Justin Ahomadegbé in qualità di presidente, il quale
venne a sua volta deposto nel 1963 dal colonnello Paul-Émile de Souza. Nel 1970 la carica presidenziale venne
affidata ad un triumvirato composto dallo stesso Maga, dal suo alleato politico Sourou Migan Apithy e da
92
Storia del Benin
93
Ahomadegbé. Nel 1972 un altro colpo di stato portò alla presidenza il maggiore Mathieu Kérékou. Il nome del paese
venne cambiato in Benin nel 1975 e dal 1974 al 1988 il Benin, sotto il comando di Kérékou, divenne uno stato
socialista, guadagnandosi l'appellativo di Cuba d'Africa.
Le libere elezioni indette nel 1991 videro la sconfitta di Kérékou in favore di Nicéphor Soglo, che perse le
successive elezioni a favore di Kérékou nel 1996, nonostante evidenti brogli elettorali. Nelle elezioni del 2006
Kérékou ha rinunciato alla candidatura portando alla elezione di Yayi Boni.
Altri progetti
•
Wikimedia Commons contiene file multimediali: http://commons.wikimedia.org/wiki/Category:History
of Benin
Regno del Benin
Regno del Benin
Dati amministrativi
Nome ufficiale
Regno di Edo, Igodomigodo
Lingue ufficiali
Lingua edo
Lingue parlate
Capitale
Edo (oggi Benin City)
Politica
Forma di Stato
Monarchia
Forma di governo
Nascita
1180
Fine
1897
Territorio e popolazione
Bacino geografico
Nigeria meridionale
Territorio originale Stato di Edo, Nigeria
Evoluzione storica
Preceduto da
Dinastia Ogiso
Succeduto da
Impero coloniale britannico
Regno del Benin
94
Il Regno del Benin o Regno Edo fu un regno
dell'Africa occidentale britannica nato intorno all'anno
40 a.C. A partire dal 1470 il regno conobbe una rapida
espansione militare, giungendo a occupare l'intera area
dell'odierna Nigeria; con riferimento a quest'epoca,
viene chiamato anche Impero del Benin. L'impero
declinò nel XIX secolo in seguito al contatto con
l'Impero Britannico, che fece della Nigeria prima un
protettorato e poi una colonia.
Storia del nome
Il nome "Benin" deriva da "Bini", un nome di dubbia
origine con cui divennero noti, da un certo momento
storico in avanti, gli Edo, un'etnia della regione
dell'odierna Nigeria. Tale denominazione potrebbe
derivare da birnin, "territorio fortificato", con
riferimento alle mura che alla fine del XV secolo furono
erette attorno alla città di Edo (oggi Benin City). Un'
altra possibilità è che il nome derivi da Ubini, il nome
che il quarto Oba, Ewedo, diede alla capitale e al regno.
Quando i portoghesi entrarono in contatto con l'Impero
alla fine del XV secolo, il re Ewuare aveva appena
cambiato il nome del regno da Ubini in Edo, ma Ubini
era ancora largamente usato ed i portoghesi lo
storpiarono in Benin[1].
Uno dei bronzi del Regno del Benin conservati nel British Museum
a Londra
Storia
La storia del Regno del Benin si può suddividere in quattro fasi: storia antica (origini e nascita del Regno del Benin
sotto la dinastia Ogiso), storia medievale (avvento della dinastia Oba e suo consolidamento), l'epoca imperiale
(Impero del Benin) e l'epoca coloniale (protettorato britannico e colonizzazione).
Storia antica
Le origini del Regno del Benin sono tramandate nella tradizione orale del popolo Edo e dei popoli vicini, come gli
Yoruba. L'interpretazione storiografica di questi racconti resta comunque controversa. Secondo alcune di queste
tradizioni la classe dominante aveva origini egiziane, e a seguito di una massiccia emigrazione si stabilì nella zona ad
ovest del delta del Niger entrando in contatto con le primitive tribù indigene.
Tali tribù vennero unificate nel 40 a.C. dalla dinastia degli Ogiso ("re del cielo"), sovrani considerati di discendenza
divina, che diedero vita al regno di Igodomigodo. Nel periodo degli Ogiso i divini sovrani avevano un potere
immenso in tutti i campi ( politico, militare, economico, giudiziario, legislativo etc.), che amministravano
consultandosi col consiglio degli anziani, i potenti Edionisen[1]. Fu dato un grande sviluppo ai mercati ed alle arti, in
particolare quelle degli intarsi in legno e della lavorazione del bronzo, tanto che ancora oggi i bronzi del Benin sono
considerati dei capolavori. La tradizione riporta i nomi di 31 ogiso, sia uomini che donne. Di questo periodo non si
sa molto. La dinastia si estinse nell'anno 1100 con la morte dell'ogiso Owodo.
Regno del Benin
Il figlio di questi, che era stato esiliato in precedenza, aveva fondato la città di Ife ed era diventato il mitico sovrano,
col nome di Ododuwa, del vicino popolo Yoruba, da segnalare come nelle tradizioni Yoruba questo re avesse invece
origini diverse. Seguì un periodo in cui il regno fu governato da alcuni reggenti (chiamati Ogiamien) della dinastia
Irebor[1]. Dopo diversi anni gli Edionisen rintracciarono Ododuwa e gli offrirono il trono di Igodomigodo, questi
rifiutò ma mandò il figlio Oranmiyan in sua vece. Oranmiyan fu osteggiato dagli Ogiamien, che volevano conservare
il potere, questi lo confinarono nel villaggio di Usama e, dopo un periodo di interregno, deluso dall'accoglienza
ricevuta, se ne andò, dando il nome a quelle terre Ili Ibinu, le terre della vessazione. Fondò in seguito il regno
Yoruba di Oyo[1]. Il popolo di Igodomigodo però voleva un sovrano che fosse di discendenza divina e gli Ogiamien
non lo erano, fu così che a Usama si stabilì Eweka, il figlio di Oranmiyan. Eweka al contrario del padre si abituò
all'ambiente e divenne così nel 1170 il primo Oba (termine con cui gli Yoruba chiamavano i loro sovrani) del regno,
contemporaneamente monarca e capo religioso. Le storie relative a questo periodo intrecciano la storia degli Edo con
quella dei vicini Yoruba. Alcuni racconti, evidentemente elaborati in epoche successive, fanno risalire a un sovrano
locale persino l'origine degli Europei.[2]
Storia medievale
Dopo 70 anni di reggenza finalmente il popolo aveva ritrovato il monarca, oba Eweka I era il bisnipote dell' ultimo
Ogiso, Owodo, e fondò la dinastia Oba che tuttora guida il popolo Benin. Al tempo di oba Eweka I e dei successivi
due sovrani vi furono due governi, uno a Igodomigodo, controllato dagli ogiamien, e uno a Ili Ibinu con a capo gli
oba[1]. Il potere del monarca era inoltre bilanciato da quello dell'Uzama (il consiglio dei capi tribali) e da quello di
altri funzionari di alto rango. L'Uzama, in particolare, aveva il compito di scegliere il successore del re. Il quarto oba,
Ewedo, cambiò il nome di Ili Ibinu in Ubini. Intraprese alcune guerre che vinse ed acquisì molto potere, decise
quindi di trasferire la corte a Igodomigodo ed entrò così in conflitto con l' allora ogiamien, Ode, che non intendeva
essere esautorato. Con la mediazione degli Edionisen si arrivò a una soluzione pacifica, l'oba comprò la terra che
apparteneva agli ogiamien ed i suoi successori avrebbero dovuto fare altrettanto. Oba Ewedo prese possesso di
Igodomigodo e ne cambiò il nome in Ubini[1]. Gli ogiamien si installarono nel quartiere di Utantan ed avrebbero
comunque conservato potere, la loro dinastia si sarebbe perpetuata fino ai giorni nostri.
I successivi Oba consolidarono il regno ma non fecero conquiste o innovazioni degne di nota.
95
Regno del Benin
Impero del Benin
Ewuare il Grande
Uno degli oba più influenti della storia del
Benin fu Ewuare detto "il Grande", che
ascese al trono intorno al 1440. In gioventù
fu esiliato e ricercato dagli Edionisen che
volevano disfarsi di lui e riuscì a salvarsi
grazie all'aiuto di un servitore di nome Edo.
In segno di gratitudine avrebbe in seguito
dato il nome di Edo al regno, alla capitale
ed al suo stesso popolo.[1] Ewaure diede
luogo a importanti riforme del sistema
politico, amministrativo e militare. Accentrò
fortemente il potere sottraendolo all'Uzama
(che perse anche il diritto a deliberare sulla
successione al trono, da quel momento in
poi ereditaria). Fortificò la città di Edo e
Una stampa del '600 raffigurante la capitale Edo, l' odierna Benin City, nel periodo
intraprese una vasta campagna di conquista
di massimo splendore del regno
che si fa coincidere con la nascita
dell'"Impero del Benin". Le sue conquiste (diverse centinaia di città e villaggi) furono principalmente nella zona
dell'odierna Nigeria meridionale. Ulteriori conquiste furono effettuate dal figlio di Ewuare, oba Ozolua detto "il
Conquistatore".
Il contatto con gli Europei
Fu durante il regno di Ozolua il Conquistatore, nel 1485, che i primi esploratori portoghesi giunsero nel Benin. Gli
Edo istituirono buoni rapporti con gli Europei, cosa che contribuì a rafforzarli. In particolare, l'impero accrebbe
notevolmente le proprie ricchezze e la propria influenza commerciando con i Portoghesi prima in frutta e poi in
schiavi e armi da fuoco. Ottimi rapporti vennero stabiliti con la corona portoghese, in particolare, da oba Esigie.
Nel 1553 giunsero nel Benin anche i britannici. Anche con loro vennero stabiliti buoni rapporti commerciali; dal
Benin si esportavano verso il Regno Unito soprattutto avorio, olio di palma e pepe. L'Impero raggiunse il massimo
del suo splendore fra il XVI e il XVII secolo. I suoi possedimenti si estendevano dall'Onitsha a est fino alle foreste
sudoccidentali della Nigeria e all'attuale regione del Benin. Furono proprio i viaggiatori europei del XVI e XVII
secolo a diffondere in Europa la notizia di un potente "Impero del Benin", ricco di palazzi sontuosi e governato da un
potente sovrano. Fu in questo periodo che cominciò l' infame deportazione degli schiavi da parte degli europei e gli
oba si arricchirono ulteriormente vendendo i prigionieri che catturavano nelle loro campagne militari e i carcerati.
Questo traffico assunse proporzioni tali che il tratto di mare da cui partivano le navi cariche degli sventurati fu
chiamato la Costa degli Schiavi.
96
Regno del Benin
97
Epoca coloniale
Alla fine del XIX secolo, le aspirazioni colonialiste europee portarono a
un radicale mutamento dei rapporti con l'Impero del Benin. I britannici,
che erano diventati da tempo i principali interlocutori dell'oba,
dimostrarono chiaramente di essere intenzionati a perseguire in modo più
diretto i propri interessi economici nella zona. Oba Ovonramwen
(incoronato nel 1888) fu costretto a scendere a patti e firmò un trattato che
rendeva l'Impero del Benin protettorato britannico. Tale sottomissione non
fu accettata dalla popolazione ed il malcontento sfociò in diverse proteste
Una ricostruzione della bandiera del Regno
del Benin in epoca coloniale, basata su una
popolari, durante una delle quali, nel 1897, furono uccisi otto cittadini
bandiera catturata dalle forze britanniche
britannici e l' evento scatenò una violenta rappresaglia nota come la
durante la spedizione punitiva del Benin nel
spedizione
punitiva del Benin. Un battaglione agli ordini dell'ammiraglio
1897
Harry Rawson invase la capitale Edo, l' odierna Benin City, mettendola a
ferro e fuoco. Il palazzo reale fu raso al suolo e le opere d'arte al suo
interno furono rubate e oggi si ritrovano sparse in molti musei del mondo, tra queste spiccano le famose placche in
bronzo inciso che sono note con il nome di Bronzi del Benin. Al termine di questa operazione militare oba
Ovonramwen fu deportato, la monarchia venne soppressa e il territorio, che prese il nome ufficiale di Benin, fu
smembrato in tanti piccoli stati.
La transizione da protettorato a colonia avvenne nel 1914. La monarchia fu reintrodotta in concomitanza della
trasformazione in colonia ma l'oba aveva ormai definitivamente perso il potere politico, mantenendo solo il ruolo di
guida religiosa e di rappresentante cerimoniale. Il primo oba di epoca coloniale, Eweka II, è ricordato per aver
tentato invano di stabilire un rapporto di parità con gli amministratori britannici. La carica si è comunque continuata
a tramandare ed oggi appartiene a oba Erediauwa.
Dall' indipendenza ad oggi
Dopo la concessione dell'indipendenza alle colonie dell'Africa
occidentale britannica nel 1960, quello che restava del grande
impero, fu assegnato alla repubblica federale della Nigeria di
cui fa ancora parte oggi. Nel 1963 diventò una divisione
amministrativa chiamata Territori Centro-Occidentali. Dal
1976 tale divisione prese il nome Stato di Bendel. Finalmente
nel 1991 Bendel fu suddiviso in due stati autonomi: Edo e
Delta e da allora Edo conserva questo status e gli attuali
confini. L' attuale stato conta circa 4.000.000 di abitanti,
misura 17.802 km² e la capitale è ancora Benin City. Data la
varietà di gruppi etnici presenti, non tutti parlano la lingua
edo, ma sono invece molti che parlano l'edo, o 32 lingue
similari chiamate edoidi, negli stati vicini[3]. Si stima che il
solo edo sia parlato da circa 5.000.000 di persone.
L'attuale locazione ed estensione dello stato di Edo
all'interno della repubblica federale di Nigeria
Regno del Benin
Note
[1] THE CORRECT HISTORY OF EDO (http:/ / www. edoworld. net/ correct_history_of_Benin. html). edoworld.net, 2010. URL consultato il
13 novembre 2010.
[2] (http:/ / www. raceandhistory. com/ historicalviews/ edoofbenin. htm) su raceandhistory.com
[3] Cultural Wars and National Identity - The Saga of the Yoruba and the Bini-Edo (http:/ / www. dawodu. com/ aluko89. htm). Segun Toyin
Dawodu, 2007. URL consultato il 9 novembre 2010.
Altri progetti
•
Wikimedia Commons contiene file multimediali: http://commons.wikimedia.org/wiki/Category:Benin
Empire
Collegamenti esterni
• Genealogia parziale dei regnanti del Benin (http://www.uq.net.au/~zzhsoszy/states/nigeria/edo.html)
• Storia del Regno del Benin (http://www.raceandhistory.com/historicalviews/edoofbenin.htm)
98
99
Niger
Niger
Niger
(dettagli)
Unità - Lavoro - Progresso
Dati amministrativi
Nome completo
Repubblica del Niger
Nome ufficiale
République du Niger
Lingue ufficiali
francese
Capitale
Niamey (665.918 ab.)
Politica
Forma di governo
Capo di Stato
Capo di Governo
Indipendenza
Repubblica semipresidenziale
Mahamadou Issoufou
Brigi Rafini
dalla Francia, 3 agosto 1960
Superficie
Totale
% delle acque
1.267.000 km² (21º)
0,02 %
Popolazione
Totale
10.075.511 ab. ( ) (70º)
Densità
8 ab./km²
Geografia
Continente
Africa
Niger
100
Fuso orario
UTC +1
Economia
Valuta
PIL (PPA)
Franco CFA
10.103 milioni di $ (144º)
PIL pro capite (PPA)
755 $ (2010) (174º)
ISU (2010)
0,261 (basso) (167º)
Varie
TLD
.ne
Prefisso tel.
+227
Sigla autom.
RN
Inno nazionale
La Nigerienne
Festa nazionale
Il Niger è uno Stato dell'Africa Occidentale che confina a nord con l'Algeria e la Libia, ad est con il Ciad, a sud con
la Nigeria ed il Benin e ad ovest con il Burkina Faso e il Mali; è uno stato senza sbocco al mare. Deve il suo nome al
fiume Niger che l'attraversa. La sua capitale è Niamey. Il Niger è uno degli ultimi 10 stati nel mondo per PIL pro
capite.
Geografia
Morfologia
Situato nel medio continente africano, il Niger è composto per i due terzi del territorio dal deserto del Sahara,
inabitabile, che costituisce tutto il nord del paese. Il resto, sulle sponde del fiume Niger, presenta grandi savane dove
è possibile allevare bestiame e praticare agricoltura di sussistenza. In quest'ultima regione si trovano la capitale,
Niamey, e la maggior parte dei centri abitati, come Zinder, Maradi e Tillabéri.
La zona desertica raggiunge il suo massimo rigore nel Ténéré. In esso si trovano massicci montagnosi come l'Aïr, la
cui cima più elevata è il monte Bagzane, di 2022 m. Le città più importanti in questa zona interna del paese sono
Bilma, Tahoua e Agadez.
Niger
101
Idrografia
Nella parte sudorientale del paese si trova il Lago Ciad,
che è condiviso con il Ciad, la Nigeria e il Camerun.
Questa zona è abitata dai Beri Beri. A sudovest si trova
il fiume Niger, la maggiore fonte di acqua potabile del
paese. Tra i maggiori fiumi del paese troviamo il
Goulbi de Maradi e il Rima, entrambi stagionali ed
entrambi localizzati lungo il confine con la Nigeria, e lo
Yobe che si tuffa nel lago Ciad.
Oasi di Bilma
Clima
Il clima del Niger è uno dei più caldi al mondo, tanto
che la temperatura media supera facilmente i 30 °C
Le precipitazioni sono trascurabili nelle regioni settentrionali, mentre nelle regioni meridionali raggiungono gli 800
mm annui al sud, concentrandosi tra giugno e ottobre.
Popolazione
Demografia
La mortalità infantile si mantiene su alti
livelli, simili a quelli dei paesi confinanti.
Inoltre, la mortalità dei bambini di età
compresa fra uno e quattro anni di età è
eccezionalmente elevata (248 su 1000) ed è
dovuta all'alimentazione povera e alle
precarie condizioni di salute. Ciononostante,
il tasso di fertilità molto alto (7,2%) fa sì che
quasi la metà (49%) degli abitanti del Niger
abbia meno di 15 anni di età.
Crescita demografica in Niger dal 1961 al 2003
Il tasso di scolarizzazione è del 29% (di cui
60% maschi e 40% femmine).[1][2] Un
ulteriore mezzo di diffusione della cultura è
rappresentato dalle scuole coraniche.
Etnie
Le differenti etnie del Niger sono:
• Hausa, agricoltori stanziali, insediati fra Dallol Mauri e Zinder, vivono nel centro e nell'est; sono presenti anche
nella Nigeria settentrionale;
• Djerma-Songhai, agricoltori stanziali, insediati a ovest; sono presenti anche in alcune aree del Mali; includono i
Wogo e i Kurtei;
• Tuareg, Tubu e Arabi, allevatori nomadi, insediati a nord e nord-est;
• Kanuri e Buduma, allevatori semi-nomadi, insediati all'estremità orientale, ai confini con il Ciad;
• Peul o Fulani, allevatori semi-nomadi, disseminati su tutto il territorio.
Niger
Gli Hausa e i Djerma-Songhai rappresentano i due gruppi etnici più diffusi nel paese e insieme formano i 3/4 della
popolazione. Anche i Gurmantche sono stanziali, dediti all'agricoltura e vivono nelle regioni meridionali, le più
fertili del Niger. A causa della vorticosa crescita demografica e della conseguente competizione per le scarse risorse
naturali disponibili, negli anni recenti si sono registrati alcuni scontri fra le tribù di agricoltori e quelle di allevatori.
Lingue principali
La lingua ufficiale del Niger è il francese, dai tempi del colonialismo. Tra la decina di lingue autoctone si contano:
• hausa (56%), afro-asiatica, parlata in Africa centrale e occidentale; è compresa dall’85% degli abitanti ed è quindi
la più utilizzata, soprattutto per il commercio;
• djerma/zarma o songhai (22%), nilo-sahariana;
• peul o fulfuldé (8%), nigero-congolese;
• tamazight o tuareg (8%), afro-asiatica;
• kanuri (5%), nilo-sahariana;
• arabo dialettale (1%), afro-asiatica;
• gurmantché;
• tubu.
Religioni
La maggioranza della popolazione del Niger è di religione musulmana, di professione sunnita (più del 93%). Le
minoranze, concentrate nella regione di Dosso, praticano credenze animiste oppure sono cristiane. La coabitazione
fra le tre fedi è nel complesso pacifica.
Storia
Il sito di Gobero, sulle rive di un paleolago scomparso nella parte occidentale del deserto del Tenerè[3], testimonia la
storia del popolamento del Sahara durante le fasi umide dell'olocene. Il sito presenta due fasi di occupazione:
• la prima, datata tra il 7700 e il 6200 a.C., è riferita ad una popolazione di cacciatori/pescatori e raccoglitori, affini
etnicamente ai tipi umani iberomaurusiani e capsiani del Maghreb e a quelli mechtoidi del Mali e della
Mauritania, i quali abitavano in insediamenti stabili ed utilizzavano recipienti in ceramica, con manufatti riferibili
alla cultura kiffiana (dal sito di Adrar-n-Kiffi, presso Adrar Bous, a circa 500 km più a nord);
• la seconda, datata tra il 5200 e il 2500 a.C., legata ad una rioccupazione da parte di una diversa popolazione di
pastori sedentari, apparentemente privi di rapporti con le altre popolazioni sahariane contemporanee, che
integravano la dieta con la caccia, la pesca e la raccolta di molluschi, appartenevano alla cultura tenereana e
seppellivano i morti in forme ritualizzate.
Fra i il X e il XIX secolo in Niger ci fu un forte regno chiamato Hausa, che controllava le rotte delle caravane che
attraversavano il Sahara e dominava la regione fertile del sud del territorio. L'apogeo di questa cultura iniziò nel XV
secolo, per cominciare a decadere con la conquista europea del Niger nel XVIII secolo.
La colonizzazione francese si completò nel XIX secolo, quando l'attuale territorio del Niger venne a far parte
dell'Africa Occidentale Francese fino a quando divenne indipendente, il 3 agosto 1960.
Il Niger divenne una repubblica presidenziale. Dal 1999 ha una nuova costituzione varata nel luglio dello stesso
anno. I governi sono cambiati frequentemente fra dittature militari e governi di transizione. Il parlamento è stato
sciolto più volte dopo colpi di stato poco distanti nel tempo tra loro.
Il 18 febbraio 2010 un colpo di stato rovescia il capo di stato Tandja Mamadou.
Nell'aprile 2011 si svolgono nuove elezioni che vedono vincitore Mahamadou Issoufou, che diventa nuovo
Presidente del Niger, col 58% delle preferenze. Le elezioni, al contrario di molte altre nel continente africano, non
portano particolari contestazioni, e si svolgono in maniera pacifica. Nel luglio 2011 viene sventato un attentato
102
Niger
103
contro il Presidente.
Ordinamento dello stato
Secondo la costituzione del dicembre 1992, riattivata per referendum nel luglio 1999, il Niger è una repubblica
semipresidenziale e ammette il multipartitismo.
Il presidente, con funzioni di capo dello Stato e di capo del Governo, viene eletto a suffragio universale con un
mandato di 5 anni, ripetibile una sola volta.
Il potere legislativo è esercitato da un'assemblea nazionale composta da 113 membri (in passato 83), eletti sempre a
suffragio universale (105 in collegi uninominali e 8 dalle minoranze) e sempre ogni 5 anni. Nel 2009 essa è stata
cancellata, e il potere straordinario è nelle mani del Presidente Tandja Mamadou, rendendo di fatto il Paese una
dittatura. Il 19 febbraio 2010, Mamadou è stato deposto a seguito di un golpe militare.[4]
L'ordinamento del potere giudiziario si basa sul modello francese, ma comprende anche usi consuetudinari del Niger.
Suddivisione amministrativa
Il Niger è suddiviso in 8 regioni, compresa quella della città
capitale, Niamey, 36 dipartimenti e 129 comuni. Le regioni
sono piuttosto differenziate per condizioni climatiche e di
vita della popolazione.
Regioni del Niger
Città principali
Le principali città dello stato, in ordine di popolazione
sono:
Veduta notturna della Capitale Niamey
Niger
104
Veduta di Agadez del 1997
[6]
Citta
Regioni
Popolazione Posizione
[5]
2001
Niamey
Niamey
707.951
13°31′00″N 2°07′00″E13.5166667°N 2.1166667°E
Zinder
Zinder
170.575
13°48′00″N 8°58′00″E13.8°N 8.9833333°E
Maradi
Maradi
148.017
13°29′30″N 7°05′47″E13.4916667°N 7.0963889°E
Agadez
Agadez
78.289
16°58′26″N 7°59′27″E16.9738889°N 7.9908333°E
Tahoua
Tahoua
73.002
14°53′25″N 5°16′04″E14.8902778°N 5.2677778°E
Arlit
Agadez
69.435
18°43′57″N 7°22′05″E18.7325°N 7.3680556°E
Birni N'Konni
Tahoua
44.663
13°48′N 5°15′E13.8°N 5.25°E
Dosso
Dosso
43.561
13°02′40″N 3°11′41″E13.0444444°N 3.1947222°E
Tessaoua
Maradi
31.667
13°45′12″N 7°59′11″E13.7533333°N 7.9863889°E
Dogondoutchi
Dosso
29.244
13°38′46″N 4°01′44″E13.6461111°N 4.0288889°E
Gaya
Dosso
28.385
11°53′16″N 3°26′48″E11.8877778°N 3.4466667°E
Diffa
Diffa
23.409
13°18′56″N 12°36′32″E13.3155556°N 12.6088889°E
Madaoua
Tahoua
22.175
14°06′00″N 6°25′00″E14.1°N 6.4333333°E
Téra
Tillabéri 19.508
14°00′38″N 0°45′11″E14.0105556°N 0.7530556°E
Miria
Zinder
19.161
13°42′51″N 9°09′02″E13.7141667°N 9.1505556°E
Dakoro
Maradi
18.875
13°49′00″N 6°25′00″E13.8166667°N 6.4166667°E
Matameye
Zinder
17.930
13°25′26″N 8°28′40″E13.4238889°N 8.4777778°E
Magaria
Zinder
17.776
14°34′00″N 8°43′00″E14.5666667°N 8.7333333°E
Tillabéri
Tillabéri 16.683
14°12′22″N 1°27′12″E14.206146°N 1.453457°E
N'guigmi
Diffa
15.922
14°15′10″N 13°06′39″E14.2527778°N 13.1108333°E
Illéla
Tahoua
15.805
14°27′42″N 5°14′51″E14.4616667°N 5.2475°E
Tanout
Zinder
15.779
14°58′13″N 8°53′30″E14.9702778°N 8.8916667°E
[7]
[8]
[9]
[10]
[11]
[12]
[13]
[14]
[15]
[16]
[17]
[18]
[19]
[20]
[21]
[22]
[23]
[24]
[25]
[26]
[27]
[28]
Niger
105
[29]
Goure
Zinder
13.422
13°59′13″N 10°16′12″E13.9869444°N 10.27°E
Abalak
Tahoua
12.764
15°27′08″N 6°16′42″E15.4522222°N 6.2783333°E
Filingue
Tillabéri 11.661
14°21′00″N 3°19′00″E14.35°N 3.3166667°E
Aguie
Maradi
11.475
13°30′29″N 7°46′38″E13.5080556°N 7.7772222°E
Birni N'Gaouré Dosso
10.775
13°05′16″N 2°55′01″E13.0877778°N 2.9169444°E
Guidan Roumji Maradi
10.744
13°51′00″N 6°58′00″E13.85°N 6.9666667°E
[30]
[31]
[32]
[33]
[34]
[35]
Kollo
Tillabéri 10.533
13°18′31″N 2°19′51″E13.3086111°N 2.3308333°E
Say
Tillabéri 10.502
13°06′29″N 2°21′35″E13.1080556°N 2.3597222°E
Maine-Soroa
Diffa
10.176
13°13′04″N 12°01′36″E13.2177778°N 12.0266667°E
Tchirozerine
Agadez
10.032
17°15′37″N 7°45′03″E17.2602778°N 7.7508333°E
[36]
[37]
[38]
Settore terziario
Sistema scolastico
A causa della disastrosa situazione finanziaria e socio-politica del Paese, i finanziamenti alla scuola pubblica, a
partire dagli anni 2000, sono stati ridotti. Di conseguenza buona parte della popolazione, in particolare nelle zone
rurali, è esclusa dalla possibilità di usufruire del sistema scolastico[39].
Il tasso di alfabetizzazione si aggira intorno al 20 %[40]. Nel 2001 il tasso di scolarizzazione era di appena il 37 %
(9,6 per le femmine).
Servizio sanitario
Le strutture sanitarie pubbliche sono di basso livello e carenti dal punto di vista igienico. Solo nella capitale Niamey
esistono alcune strutture private di livello accettabile.
Nella parte meridionale del Paese è diffusa la malaria. Sono presenti anche malattie endemiche quali tifo,
tubercolosi, meningite e morbillo. Nel 2010 si è diffusa un'epidemia di colera nelle zone agricole meridionali, con un
migliaio di casi segnalati e numerosi decessi.
L'AIDS è diffuso, in particolare fra la popolazione giovanile delle città[41].
Niger
Politica
Insieme a vari altri Stati, il Niger è membro dell'Unione Monetaria dell'Africa Occidentale (UMOA-Union
Monetaire Ouest Africaine) e con essi condivide una banca centrale (BCEAO) e una moneta, il Franco CFA
(Communauté Financière Africaine).
Economia
L'economia del Niger è una delle più povere fra quelle
degli stati che fanno parte del "terzo mondo" ed è
basata sulla pastorizia e sull'agricoltura; a queste si sta
affiancando lentamente l'industria mineraria ed in
particolare l'estrazione e l'esportazione dell'uranio. Il
nord del Niger, costituito dall'altopiano di Djado e da
parte del deserto del Ténéré, è abitato da comunità
nomadi che praticano la pastorizia di bovini e caprini.
A sud e ad ovest, dove ci sono maggiori precipitazioni,
la popolazione è sedentaria e dedita alla coltivazione
Carovana nei pressi dell'oasi di Bilma
del miglio e del sorgo, che costituiscono l'alimento base
della popolazione. Questa scarsa attività agricola è
limitata ad appena 660 km² pari a solo il 3,9% del territorio nazionale. Si producono in modeste quantità patate,
mais, riso, banane e pomodori. Oltre a queste vi è una discreta coltivazione di arachidi, che vengono in parte
esportate. Poche sono le foreste che si trovano esclusivamente nel sud del paese.
Fra le principali risorse minerarie del paese si trovano l'Uranio, il carbone, il ferro, i fosfati, l'oro e il petrolio.
L'industria è ancora agli inizi; attività prevalenti sono quella mineraria e quella manifatturiera.
Il Niger è il quinto paese al mondo per l'estrazione dell'uranio (circa 3243 tonnellate l'anno), ad opera della
multinazionale francese AREVA.
La moneta del Niger è il franco CFA, che nel 2005 aveva una parità con il dollaro statunitense di 525,85.
Il suo PIL, uno dei più bassi del mondo, è di 900 dollari pro capite (2004), mentre l'inflazione è del 3% annuale
(2002).
Il Niger ha un debito pubblico estero di 1.600 milioni di dollari (2002).
Ambiente
La vegetazione è strettamente legata al clima e varia da sud a nord, includendo la savana che via via trapassa alla
prateria, sponda (sahel) del deserto secondo la definizione araba. La savana, che rappresenta la degradazione delle
antiche foreste per effetto dei grandi mutamenti climatici che hanno inaridito il Sahara ed estesamente impoverita
anche dagli incendi provocati dagli indigeni, presenta alberi radi frammisti ad arbusti. Tra le piante predominano le
acacie, i tamarischi, l'albero del burro. La zona saheliana, che costituisce la parte più importante del territorio del
Niger, offre l'aspetto di una formazione steppica con il suolo coperto dalle corte graminacee del tipo cram-cram, e
punteggiata da arbusti a fogliame ridotto adatti alla lotta contro l'evaporazione e la traspirazione (uno dei più diffusi
è il teborak). Verso nord gli arbusti spariscono e nel deserto non resta che una vegetazione occasionale dopo le rare
piogge; nelle oasi è consentita la vita alle palme dattilifere.
Vasto e poco popolato, il Niger è un Paese ricco di specie animali allo stato selvaggio. Numerose specie animali che
durante la fase umida del Sahara popolavano le zone settentrionali del Paese (come è testimoniato dalle belle
raffigurazioni rupestri dell'Adrar des Iforas e dell'Aïr) si sono spostate verso sud e nelle zone desertiche sono rimaste
le specie meglio adatte all'habitat sahariano: una grande varietà di antilopi e gazzelle, mufloni, ecc. Nelle zone
106
Niger
pre-desertiche a questa fauna si aggiungono scimmie, ghepardi, iene, leoni che si ritrovano anche nel sahel, dove
però prevalgono gli animali domestici (zebù, cavalli, asini, capre e montoni).
Le specie della savana del Niger sono rappresentate dalla ricca e varia fauna del parco nazionale di W al confine con
il Benin, una delle più ricche zone faunistiche dell'Africa occidentale e una delle più battute da turisti e cacciatori.
Oltre agli uccelli che stazionano lungo il fiume Niger (ibis, cormorani, pellicani, anitre, aironi, ecc.) si trovano
pressoché tutti i mammiferi tipici delle savane africane: le grandi antilopi, i bufali, i leoni, gli elefanti, gli
ippopotami, i facoceri.
Preoccupazioni sono espresse dai gruppi ambientalisti in seguito a un rapporto di Greenpeace che denuncia il grande
inquinamento da materiale radioattivo nei pressi delle zone di estrazione dell'uranio.[42]
Musica
La musica del Niger, come tutte le altre forme di espressione culturale, è caratterizzata dalla mescolanza di influssi
provenienti dalle diverse componenti etniche del paese, tutte fortemente influenzate dalla cultura francese. Forse la
più nota forma di espressione musicale del Niger è il Tuareg Blues, sviluppatosi negli anni 90 durante l'insurrezione
dei Tuareg. Prof aquilina
Sport
Olimpiadi
Il Niger ha partecipato alle competizioni olimpiche dal 1964, con l'eccezione delle edizioni del 1976 e 1980. Ha
vinto un'unica medaglia grazie a Issaka Daborg che nel 1972 ha vinto il bronzo nel pugilato.
Calcio
Il Niger non si è mai qualificato per le fasi finali dei mondiali di calcio, né ha mai vinto alcuna competizione
internazionale. Il miglior risultato si è registrato nel 1982 quando fu eliminato ai quarti dall'Algeria, che si sarebbe
poi qualificata per la fase finale dei mondiali.
Tradizioni
Giochi
Il Krur (o Crur) è un gioco astratto della famiglia dei mancala giocato dalle popolazione Hassaniya. Il Krur è
generalmente concepito come gioco per bambini.
Note
[1] (EN) U.S.A. Department of Labor (http:/ / www. dol. gov/ ilab/ media/ reports/ iclp/ tda2001/ Niger. htm)
[2] corriere.it (http:/ / archiviostorico. corriere. it/ 2003/ luglio/ 21/ Parla_ambasciatore_del_dossier_uranio_co_0_030721020. shtml)
[3] P.C. Sereno, E.A.A. Garcea, H. Jousse, C.M. Stojanowski, J. Saliège, et al. Lakeside Cemeteries in the Sahara: 5000 Years of Holocene
Population and Environmental Change, in PLoS ONE 3(8), 2008 (http:/ / www. plosone. org/ article/ info:doi/ 10. 1371/ journal. pone.
0002995) (EN) (pubblicazione on line, del 14 agosto 2008). Il sito, scoperto nel 2000 e iniziato a scavare nel 2005 e 2006, comprende circa
200 sepolture, solo parzialmente scavate
[4] www.repubblica.it (http:/ / www. repubblica. it/ esteri/ 2010/ 02/ 18/ news/ colpo_stato_niger-2347841/ )
[5] Fonte citypopulation.de (http:/ / www. citypopulation. de/ Niger. html), .
[6] fallingrain.com (http:/ / www. fallingrain. com/ world/ NG/ index. html).
[7] http:/ / toolserver. org/ ~geohack/ geohack. php?pagename=Niger& language=it& params=13. 5166667_N_2. 1166667_E_
[8] http:/ / toolserver. org/ ~geohack/ geohack. php?pagename=Niger& language=it& params=13. 8_N_8. 9833333_E_
[9] http:/ / toolserver. org/ ~geohack/ geohack. php?pagename=Niger& language=it& params=13. 4916667_N_7. 0963889_E_
[10] http:/ / toolserver. org/ ~geohack/ geohack. php?pagename=Niger& language=it& params=16. 9738889_N_7. 9908333_E_
[11] http:/ / toolserver. org/ ~geohack/ geohack. php?pagename=Niger& language=it& params=14. 8902778_N_5. 2677778_E_
107
Niger
[12]
[13]
[14]
[15]
[16]
[17]
[18]
[19]
[20]
[21]
[22]
[23]
[24]
[25]
[26]
[27]
[28]
[29]
[30]
[31]
[32]
[33]
108
http:/ / toolserver. org/ ~geohack/ geohack. php?pagename=Niger& language=it& params=18. 7325_N_7. 3680556_E_
http:/ / toolserver. org/ ~geohack/ geohack. php?pagename=Niger& language=it& params=13. 8_N_5. 25_E_
http:/ / toolserver. org/ ~geohack/ geohack. php?pagename=Niger& language=it& params=13. 0444444_N_3. 1947222_E_
http:/ / toolserver. org/ ~geohack/ geohack. php?pagename=Niger& language=it& params=13. 7533333_N_7. 9863889_E_
http:/ / toolserver. org/ ~geohack/ geohack. php?pagename=Niger& language=it& params=13. 6461111_N_4. 0288889_E_
http:/ / toolserver. org/ ~geohack/ geohack. php?pagename=Niger& language=it& params=11. 8877778_N_3. 4466667_E_
http:/ / toolserver. org/ ~geohack/ geohack. php?pagename=Niger& language=it& params=13. 3155556_N_12. 6088889_E_
http:/ / toolserver. org/ ~geohack/ geohack. php?pagename=Niger& language=it& params=14. 1_N_6. 4333333_E_
http:/ / toolserver. org/ ~geohack/ geohack. php?pagename=Niger& language=it& params=14. 0105556_N_0. 7530556_E_
http:/ / toolserver. org/ ~geohack/ geohack. php?pagename=Niger& language=it& params=13. 7141667_N_9. 1505556_E_
http:/ / toolserver. org/ ~geohack/ geohack. php?pagename=Niger& language=it& params=13. 8166667_N_6. 4166667_E_
http:/ / toolserver. org/ ~geohack/ geohack. php?pagename=Niger& language=it& params=13. 4238889_N_8. 4777778_E_
http:/ / toolserver. org/ ~geohack/ geohack. php?pagename=Niger& language=it& params=14. 5666667_N_8. 7333333_E_
http:/ / toolserver. org/ ~geohack/ geohack. php?pagename=Niger& language=it& params=14. 206146_N_1. 453457_E_
http:/ / toolserver. org/ ~geohack/ geohack. php?pagename=Niger& language=it& params=14. 2527778_N_13. 1108333_E_
http:/ / toolserver. org/ ~geohack/ geohack. php?pagename=Niger& language=it& params=14. 4616667_N_5. 2475_E_
http:/ / toolserver. org/ ~geohack/ geohack. php?pagename=Niger& language=it& params=14. 9702778_N_8. 8916667_E_
http:/ / toolserver. org/ ~geohack/ geohack. php?pagename=Niger& language=it& params=13. 9869444_N_10. 27_E_
http:/ / toolserver. org/ ~geohack/ geohack. php?pagename=Niger& language=it& params=15. 4522222_N_6. 2783333_E_
http:/ / toolserver. org/ ~geohack/ geohack. php?pagename=Niger& language=it& params=14. 35_N_3. 3166667_E_
http:/ / toolserver. org/ ~geohack/ geohack. php?pagename=Niger& language=it& params=13. 5080556_N_7. 7772222_E_
http:/ / toolserver. org/ ~geohack/ geohack. php?pagename=Niger& language=it& params=13. 0877778_N_2. 9169444_E_
[34] http:/ / toolserver. org/ ~geohack/ geohack. php?pagename=Niger& language=it& params=13. 85_N_6. 9666667_E_
[35] http:/ / toolserver. org/ ~geohack/ geohack. php?pagename=Niger& language=it& params=13. 3086111_N_2. 3308333_E_
[36] http:/ / toolserver. org/ ~geohack/ geohack. php?pagename=Niger& language=it& params=13. 1080556_N_2. 3597222_E_
[37] http:/ / toolserver. org/ ~geohack/ geohack. php?pagename=Niger& language=it& params=13. 2177778_N_12. 0266667_E_
[38] http:/ / toolserver. org/ ~geohack/ geohack. php?pagename=Niger& language=it& params=17. 2602778_N_7. 7508333_E_
[39] http:/ / www. lombardia. cisl. it/ paginanew. asp?ID=4524
[40] http:/ / portalino. org/ africa/ index. php?option=com_content& task=view& id=129& Itemid=35
[41] http:/ / www. viaggiaresicuri. mae. aci. it/ ?niger
[42] Left in the dust: L’eredità radioattiva di Areva nelle città del deserto del Niger (http:/ / www. greenpeace. org/ raw/ content/ italy/
ufficiostampa/ rapporti/ niger-areva. pdf)
Bibliografia
• La Geografia - dizionario enciclopedico - Gruppo Editoriale Fabbri, Bompiani, Sonzogno, Etas S.p.A., Milano
(1984)
Voci correlate
• Croce Rossa del Niger
• Rotte dei migranti africani nel Sahara
Altri progetti
•
•
Wikimedia Commons contiene file multimediali: http://commons.wikimedia.org/wiki/Category:Niger
Wikiversità contiene informazioni: http://it.wikiversity.org/wiki/Niger: dune di uranio
•
•
Wikizionario contiene la voce di dizionario: http://it.wiktionary.org/wiki/Niger
Wikinotizie contiene notizie di attualità: http://it.wikinews.org/wiki/Niger
Niger
109
Collegamenti esterni
• Scheda del Niger dal sito Viaggiare Sicuri (http://www.viaggiaresicuri.mae.aci.it/?niger) - Sito curato dal
Ministero degli Esteri e dall'ACI
• ONG Actions Education au Niger (http://www.aeniger.ch)
Niamey
Niamey
Stato:
Coordinate:
Niger
13°31′17″N 2°06′19″E13.521389°N 2.105278°E
Altitudine:
239,30 m s.l.m.
Superficie:
670
Abitanti :
725.030
Densità:
1.082,13 ab./km²
[1]
Coordinate: 13°31′17″N 2°06′19″E13.521389°N 2.105278°E [1]
[2]
km²
[3]
(2001)
Fuso orario: UTC+1
Niamey
Niamey è la capitale del Niger, nonché la prima città del paese per dimensioni e importanza culturale ed economica.
La città sorge sul fiume Niger, prevalentemente sulla riva destra, in una regione di coltivazione delle arachidi.
L'industria manifatturiera riguarda in particolare mattoni, prodotti in ceramica e tessili.
Niamey
110
Storia
Niamey venne probabilmente fondata nel XVIII secolo, ma ebbe poca importanza per l'area fino a quando i francesi
non vi costruirono una postazione coloniale negli anni 1890. Nel 1926 Niamey divenne la capitale del Niger; la sua
popolazione aumentò gradualmente, da circa 3.000 unità nel 1930, a circa 30.000 nel 1960, 250.000 nel 1980 e secondo le stime - 800.000 nel 2000. La principale causa di tale incremento è stata l'immigrazione durante i periodi
di siccità.
Amministrazione
Dal punto di vista amministrativo Niamey costituisce un dipartimento indipendente allo stesso livello delle regioni. Il
territorio del dipartimento è completamente circondato da quello della regione di Tillabéri.
Nell'ambito del dipartimento, il territorio è suddiviso in 5 comuni urbani[4]:
Località
[3]
Popolazione (2001)
Niamey Commune I
116.537
Niamey Commune II
165.075
Niamey Commune III
175.899
Niamey Commune IV
165.347
Niamey Commune V
102.172
Luoghi d'interesse
Tra i luoghi di interesse della città troviamo il Museo Nazionale del Niger, comprendente uno zoo, un museo di
architettura vernacolare, un centro dell'artigianato e una mostra comprendente scheletri di dinosauro e l'Albero di
Tenéré. Sono presenti anche centri culturali statunitensi, francesi e nigeriani, due importanti mercati e una
tradizionale arena per la lotta.
La città ospita anche l'aeroporto Diori Hamani, la Scuola Nazionale di Amministrazione, l'Università Abdou
Moumouni e molti altri istituti.
Nel dicembre 2005 ospitò i Jeux de la Francophonie.
Note
[1] http:/ / toolserver. org/ ~geohack/ geohack. php?pagename=Niamey& language=it& params=13. 521389_N_2. 105278_E_
[2] (EN) Dato da statoids.com (http:/ / www. statoids. com/ une. html). URL consultato il 07-07-2010.
[3] (FR) Dati del censimento 2001 forniti dall'Institut National de la Statistique del Niger nel Repertoire National des Communes (http:/ / www.
stat-niger. org/ statistique/ file/ RENACOM/ RENACOM. rar) (rar). URL consultato il 07-07-2010.
[4] (FR) Testo della Legge 2002-14 dell'11 giugno 2002 che stabilisce la suddivisione in comuni (http:/ / www. case. ibimet. cnr. it/ den/
Documents/ code_rural/ cdrom/ doc pdf/ Loi N°2002-14 création des communes. pdf) (pdf). URL consultato il 07-07-2010.
Altri progetti
•
Wikimedia Commons contiene file multimediali: http://commons.wikimedia.org/wiki/Category:Niamey
Niamey
Collegamenti esterni
• Foto satellitare di Google Maps (http://maps.google.com/maps?ll=13.522110,2.122421&spn=0.166014,0.
234180&t=k&hl=en)
Storia del Niger
Presidenza Diori (1960-1974)
Durante il XIX secolo i francesi diedero avvio al processo di colonizzazione del Niger. Esso fu costituito
ufficialmente in colonia francese nel 1922: a partire da questa data, le tradizionali coltivazioni di sussistenza vennero
sostituite da quelle delle arachidi e del cotone, prodotti destinati all’esportazione.
Negli anni cinquanta, nell’ambito del processo di decolonizzazione globale, anche il Niger vide la nascita di un
movimento indipendentista, capeggiato da Hamani Diori. Nel 1960 fu approvata la prima Costituzione e il Niger
divenne uno Stato indipendente. Alle prime elezioni svoltesi nel 1960 nella nuova repubblica indipendente, venne
eletto presidente proprio Diori, candidato del Partito Progressista, che dichiarò fuori legge il movimento di Sawala
(liberazione) di Djibo Bakari.
Il nuovo governo conservò profondi legami di natura economica e politica con la Francia, fino al punto di tollerare la
permanenza di truppe francesi sul territorio. All’inizio degli anni settanta, in seguito alla carestia provocata dalla
siccità del Sahel, l’esercito distribuì derrate alimentari alle popolazioni di questa zona, arrivando così a rendersi
conto della situazione assai critica in cui versava il settore dell’agricoltura. Il 13 aprile del 1974 un colpo di stato
militare rovesciò il presidente Diori, attribuendo il potere a un Comitato militare supremo e nominando nuovo
presidente il tenente colonnello Seyni Kuntche.
Il governo di Kuntche (1974-1986)
Il nuovo governo cercò di formarsi una base politica e firmò accordi bilaterali con la Francia. Il Consiglio Militare
permise a Djibo Bakari, in esilio, di ritornare in Niger purché non si dedicasse all’attività politica (in realtà,
successivamente Bakari fu incarcerato e rimase in galera fino al 1984). Durante gli anni Settanta l’economia del
Niger visse un miglioramento economico grazie al rialzo sui mercati internazionali del prezzo dell’uranio: questo
minerale costituiva il 90% delle esportazioni nel 1980, anno in cui ebbe fine il cosiddetto “miracolo” economico.
Il debito estero, che nel 1977 ammontava a 207 milioni, nel 1983 sfiorò i 1000 milioni, obbligando il presidente
Kuntche a varare un programma di aggiustamento strutturale sotto la supervisione del FMI (fondo monetario
internazionale). I prezzi non tornarono più ad essere favorevoli come negli anni Settanta e a ciò si aggiunse un
aggravamento della siccità che aveva colpito il Sahel. La crisi economica fu acuita anche dalla chiusura delle
frontiere con la Nigeria, fra il 1984 e il 1986. Nel 1986 Kuntche fu colpito da emorragia cerebrale e mori undici mesi
dopo, il comitato militare supremo designò quale suo successore il colonnello Alì Seibou.
111
Storia del Niger
Verso la democrazia (1986-1999)
Il nuovo leader del paese nominò dieci nuovi ministri e l’annuncio di una nuova amnistia che rese possibile il ritorno
in Niger degli esuli, fra cui Djibo Bakari e Hamani Diori, che ritornarono sulla scena politica. Diori sarebbe morto
poco dopo, nel 1989; nello stesso anno Seibou venne eletto a suffragio universale presidente della Repubblica.
La siccità abbattutasi sulla zona del Sahel indusse il governo a prestare un'attenzione speciale al problema della
produzione agricola e alle esigenze degli abitanti delle zone rurali, che costituivano l'80% della popolazione totale. Il
32% del bilancio statale venne quindi destinato allo sviluppo di apposite politiche agrarie da realizzarsi nel periodo
1980-1990. Il governo approvò il piano di aggiustamento strutturale impostogli dalla Banca Mondiale e dal FMI.
Sul finire del 1990 Seibou si impegnò pubblicamente a condurre il paese verso un sistema democratico pluripartitico.
Istituì a questo scopo un apposito organo, la Conferenza nazionale, che avrebbe dovuto regolamentare questo
importante cambiamento politico istituzionale. Dopo quattro mesi di lavoro la Conferenza nazionale decise di dar
vita a un governo di transizione guidato dal primo ministro, Amadou Cheffou. Andrè Salifou venne invece nominato
presidente dell’Alto consiglio della Repubblica, a cui spettò il compito di legiferare durante questa delicata fase. La
situazione del paese non era mai stata così critica, con lo Stato sull’orlo della bancarotta.
Nel febbraio del 1992 i guerriglieri tuareg imbracciarono le armi contro le forze governative. Intanto, a dicembre la
nuova Costituzione venne approvata attraverso un referendum in cui riscosse il 90% dei favori. Due mesi più tardi,
tuttavia, le elezioni politiche videro la sconfitta del partito al governo. In aprile Mahamane Ousmane divenne il
primo presidente democraticamente eletto. La rivolta dei tuareg proseguì fino al raggiungimento di un accordo fra il
governo e il principale gruppo di guerriglieri, il Coordinamento per la Resistenza Armata. A giugno finalmente
Niamey concesse l’autonomia a un’area del paese riservata a 750.000 tuareg.
Nel gennaio del 1995 una coalizione di forze dell’opposizione uscì vittoriosa dalle elezioni parlamentari revocando
subito la fiducia al primo ministro e sostituendolo con Hama Amadou. Nel gennaio del 1996 un colpo di stato
militare provocò la caduta di Ousmane, che venne sostituito dal colonnello Ibrahim Baré Maïnassara, che nominò
primo ministro Boukary Adji. Nel luglio del medesimo anno Mainassara fu eletto presidente con il 52% dei voti: egli
sciolse la Commissione elettorale nazionale indipendente, provocando così la reazione dei più importanti partiti
dell’opposizione, che per protesta boicottarono le elezioni parlamentari di novembre. A dicembre, dopo che le
elezioni ebbero sancito la vittoria di Mainassara, venne nominato primo ministro Amadou Cissé, che venne sostituito
da Ibrahim Hassane Mayaki nel dicembre 1997.
Le persecuzioni politiche continuarono con l’arresto di diversi membri dell'opposizione. La società organizzava
costantemente manifestazioni contro il governo. Nel 1999 furono convocate nuove elezioni e il 4 aprile, dopo una
settimana di tensioni con la richiesta dell’opposizione delle dimissioni di Mainassara, la guardia presidenziale uccise
il presidente. Daodua Malam Wankefu venne nominato presidente e capo del Consiglio Nazionale per la
Riconciliazione per un periodo di transizione di nove mesi. Il Parlamento fu sciolto dal primo ministro Mayaki e tutti
i partiti vennero momentaneamente sospesi. La comunità internazionale esercitò forti pressioni affinché il paese
tornasse alla democrazia. In ottobre si svolse il primo turno delle elezioni e al secondo, in novembre, risultò vincitore
il militare in pensione Mamadou Tandja, del MNSD, che assunse l'incarico nel dicembre del 1999.
Storia recente
Nonostante gli accordi firmati nel 1997 con i tuareg, nel luglio e agosto del 2001 lungo il delta del Niger ebbero
luogo scontri armati tra bande per il controllo del commercio clandestino di petrolio e derivati. Nel 2003 il governo
del Niger fu coinvolto in un conflitto internazionale quando alcuni rapporti dei servizi segreti americani e inglesi
denunciarono che l'Iraq aveva acquistato uranio dal Niger per la costruzione di bombe atomiche. Mamadou chiese
che venissero fornite le prove di tali denunce. Il direttore della CIA, George Tenet, fu costretto ad ammettere che le
informazioni sulla vendita di uranio erano false. Tuttavia, il governo britannico non ritrattò le proprie accuse,
nemmeno quando una delegazione di esperti delle Nazioni Unite confermò la falsità delle informazioni fornite dai
112
Storia del Niger
servizi segreti.
Le prime elezioni locali si svolsero nel luglio del 2004. I partiti sostennero Mamadou, che ottenne la maggioranza a
livello di governo. In dicembre la Commissione Elettorale del Niger annunciò che Mamadou era stato rieletto
presidente al ballottaggio. Mamadou prese il 65% dei voti, mentre il candidato dell'opposizione socialista
Mahamadou Issoufou ottenne il 34,5%. Gli osservatori internazionali giudicarono libero e corretto lo svolgimento
delle elezioni.
Dall'aprile del 2005 il governo negò sistematicamente l'esistenza di una crisi alimentare e fece pressione sui
giornalisti affinché difendessero la linea ufficiale. Ma i media indipendenti pubblicarono diversi rapporti sul
problema e le radio private diedero la parola a cittadini colpiti dalla crisi. In agosto, pur ammettendo che vi fosse
carenza di cibo in alcune aree, Mamadou continuò a negare la carestia nel paese e affermò che si trattava di
un'invenzione dei suoi avversari politici e delle agenzie dell'ONU. Il Programma Mondiale Alimentare (WFP) negò
di aver gonfiato i dati, sottolineò l'esistenza di sacche di grave malnutrizione e iniziò a distribuire cibo nelle aree
meridionali del paese. Altre agenzie per gli aiuti affermarono che ogni giorno in Niger parecchi bambini morivano di
fame.
Nel marzo 2006 l'ONU incluse il Niger - il paese all'ultimo posto nel mondo, secondo gli indicatori di povertà e di
sviluppo umano - tra i destinatari di una raccolta fondi per nazioni africane colpite da crisi alimentari. Gli operatori
del settore affermavano che il paese viveva in una "cultura negazionista", mentre 1.000 bambini alla settimana erano
accolti all'interno di programmi per i malnutriti. L'associazione Medici Senza Frontiere segnalò che, qualora i
donatori non si fossero "frugati in fondo alle tasche", molti nigerini avrebbero dovuto affrontare parecchi mesi di
disperazione. Un anno di cattivo raccolto, in Niger, taglia le scorte a gran parte della popolazione per i successivi due
o tre anni.
Il 1º settembre 2006 due giornalisti indipendenti, Maman Abou e Oumarou Keita, furono condannati a 18 mesi di
prigione per pubblicazione di notizie false e diffamazione dello stato. L'articolo incriminato accusava il primo
ministro Rama Amadou di "corteggiare l'Iran" nella sua corsa al nucleare. Ma il loro giornale La Républicain aveva
denunciato a più riprese casi di cattiva gestione e di sottrazione di denaro pubblico da parte del governo, in
particolare l'utilizzo fraudolento di fondi destinati a un programma decennale per l'educazione scolastica
sponsorizzato anche dalla UE. Queste denunce giornalistiche avevano portato scompiglio nel governo con il
siluramento di due ministri.
Il 31 maggio del 2007 il Parlamento sfiduciò l'esecutivo del premier Amadou. Il presidente Tandja non indisse
elezioni anticipate ma nominò come nuovo premier Seyni Oumarou poi sostituito, a seguito di elezioni parlamentari
non positive per il suo partito (l'MSSD ottenne 47 seggi su 113), da Ali Badjo Gamatié dopo l'interim di Albadé
Abouba
Il 18 febbraio 2010 un colpo di stato rovescia il capo di stato Tandja Mamadou.
113
Campionato di calcio nigerino
Campionato di calcio nigerino
Il Campionato di calcio del Niger o Niger Premier League è la massima divisione calcistica in Niger. Il
campionato nacque nel 1966. È composto da 14 squadre che si affrontano in gare di andata e ritorno.
Niger Premier League - Squadre 2012
•
•
•
•
•
•
•
•
•
•
Akokana FC d'Arlit (Arlit)
Alkali Nassara (Zinder)
ASGNN (Niamey)
ASFAN (Niamey)
Dan Kassawa FC (Maradi)
Douanes Niamey (Niamey)
Espoir FC (Zinder)
Jangorzo FC (Maradi)
Nigelec (Niamey)
Olympic FC (Niamey)
•
•
•
•
AS Police (Niamey)
Sahel FC (Niamey)
Urana FC d'Arlit (Arlit)
Zumunta AC (Niamey)
Albo d'oro
•
•
•
•
•
•
•
•
•
•
•
•
•
•
•
•
•
•
•
•
•
1966: Secteur 6 (Niamey)
1967: Secteur 6 (Niamey)
1968: Secteur 6 (Niamey)
1969: Secteur 6 (Niamey)
1970: Secteur 6 (Niamey)
1971: ASFAN (Niamey)
1972: non disputato
1973: Secteur 7 (Niamey)
1974: Sahel SC (Niamey)
1975: ASFAN (Niamey)
1976: Olympic FC (Niamey)
1977: Olympic FC (Niamey)
1978: Olympic FC (Niamey)
1979: non disputato
1980: AS Niamey (Niamey)
1981: AS Niamey (Niamey)
1982: AS Niamey (Niamey)
1983: Jangorzo FC (Maradi)
1984: Espoir FC (Zinder)
1985: Zumunta AC (Niamey)
1986: Sahel SC (Niamey)
• 1987: Sahel SC (Niamey)
• 1988: Zumunta AC (Niamey)
• 1989: Olympic FC (Niamey)
114
Campionato di calcio nigerino
•
•
•
•
•
•
•
•
•
•
•
•
•
•
•
•
•
1990: Sahel SC (Niamey)
1991: Sahel SC (Niamey)
1992: Sahel SC (Niamey)
1993: Zumunta AC (Niamey)
1994: Sahel SC (Niamey)
1995: non disputato
1996: Sahel SC (Niamey)
1997/98: Olympic FC (Niamey)
1999: Olympic FC (Niamey)
2000: JS du Ténéré (Niamey)
2001: JS du Ténéré (Niamey)
2002: non disputato
2003: Sahel SC (Niamey)
2004: Sahel SC (Niamey)
2005: AS-FNIS (Niamey)
2006: AS-FNIS (Niamey)
2007: Sahel SC (Niamey)
•
•
•
•
2008: AS Police (Niamey)
2009: Sahel SC (Niamey)
2010: ASFAN (Niamey)
2011: ASGNN (Niamey)
115
Classifica scudetti
Squadre
Città
Titoli Ultimo titolo
Sahel SC
Niamey 13
2009
Olympic FC
Niamey 11
1999
AS Niamey
Niamey 3
1982
Zumunta AC Niamey 3
1993
ASFAN
Niamey 3
2010
JS du Ténéré Niamey 2
2001
AS-FNIS
2006
Niamey 2
Jangorzo FC Maradi
1
1983
Espoir FC
Zinder
1
1984
AS Police
Niamey 1
2008
ASGNN
Niamey 1
2011
• Secteur 6 ha cambiato denominazione nel 1974 in Olympic FC
• Secteur 7 ha cambiato denominazione nel 1974 in Sahel SC
• AS-FNIS ha cambiato denominazione nel 2010 in ASGNN (Association Sportive des Gendarmerie Nationale
Nigérienne)
Campionato di calcio nigerino
Collegamenti esterni
• RSSSF competition history [1]
Note
[1] http:/ / www. rsssf. com/ tablesn/ nigerchamp. html
116
117
Nigeria
Nigeria
Nigeria
(dettagli)
Unità e Forza, Pace e Progresso
Dati amministrativi
Nome completo
Repubblica Federale della Nigeria
Nome ufficiale
Federal Republic of Nigeria
Lingue ufficiali
Inglese
Capitale
Abuja (1.078.700 ab.)
Politica
Forma di governo
Repubblica federale
Capo di Stato
Goodluck Jonathan
Indipendenza
1º ottobre 1960
(dal Regno Unito)
Ingresso nell'ONU
7 ottobre 1960
Superficie
Totale
% delle acque
923.768 km² (31º)
1,4 %
Popolazione
Totale
158.092.542 ab. (2010) (9º)
Densità
147 ab./km²
Geografia
Continente
Africa
Fuso orario
UTC +1
Economia
Valuta
PIL (PPA)
Naira
345.381 milioni di $ (32º)
PIL pro capite (PPA) 2.422 $ (2010) (139º)
ISU (2010)
0,423 (basso) (142º)
Varie
TLD
.ng
Nigeria
118
Prefisso tel.
+234 (007 dal Kenya e dall'Uganda)
Sigla autom.
WAN
Inno nazionale
Arise O Compatriots, Nigeria's Call Obey
Festa nazionale
La Nigeria, ufficialmente Repubblica Federale della Nigeria, è uno stato dell'Africa occidentale, il più popoloso
del continente. Confina con il Benin ad ovest, il Ciad e il Camerun ad est, il Niger a nord e a sud si affaccia
sull'Oceano Atlantico nel Golfo di Guinea. Settimo stato al mondo per popolazione, fa parte del Commonwealth of
Nations. Le principali città, oltre all'attuale capitale Abuja (dal 1991) e a quella precedente, Lagos, sono: Abeokuta,
Ibadan, Port Harcourt, Kano, Kaduna, Jos e Benin City.
È una repubblica costituzionale di tipo federale comprendente 36 stati. Il territorio nigeriano è abitato sin dal 9.000
a.C. e fu denominato Nigeria da Flora Shaw, futura moglie del Barone Lugard, nel XIX secolo. Dal punto di vista
religioso la popolazione si divide quasi perfettamente tra cristiani e musulmani. L'economia dello stato è in forte
crescita, come dimostrano i dati del Fondo Monetario Internazionale del 2008 e del 2009.
Storia
L'Impero di Kanem-Bornu vicino al Lago Chad dominò la Nigeria settentrionale per oltre 600 anni, prosperando
come un terminale del commercio nord-sud tra i Berberi del Nord Africa e le popolazioni delle foreste. Nel XVIII
secolo gli stati hausa, a base cittadina, erano sotto il controllo dei Fulani, solo in parte islamizzati. Contro i loro
corrotti costumi si levò la predicazione di Usuman dan Fodio, anch'egli un fulani. Dopo alterne vicende, nel 1804,
egli riuscì a vincere e a fondare un unico stato hausa che alla sua morte lasciò diviso tra il fratello (la parte
occidentale con capitale Sokoto) ed il figlio. Il territorio hausa, cioè dove la lingua hausa è parlata come prima
lingua, si estende anche alla parte meridionale del Niger, dove gli Hausa sono maggioritari. Sia i regni di Oyo nel
sud-ovest che il Benin nel sud-est svilupparono elaborati sistemi di organizzazione politica nel XV, XVI e XVII
secolo. I regni di Ife e di Benin ci hanno lasciato apprezzati prodotti artistici in avorio, legno, bronzo e ottone.
Tra il XVII e il XIX secolo i viaggiatori e commercianti europei fondarono città portuali per incrementare la
crescente tratta degli schiavi destinati alle Americhe. Materie prime e prodotti finiti sostituirono il commercio degli
schiavi durante il XIX secolo.
La Royal Niger Company fu fondata dal governo del Regno Unito nel 1886. La Nigeria divenne un protettorato
britannico nel 1901, e colonia nel 1914. In risposta al crescente nazionalismo nigeriano che seguì la fine della
Seconda guerra mondiale, I britannici guidarono la colonia verso l'autogoverno su base federale.
Nigeria
Alla Nigeria fu concessa la completa indipendenza il 1º ottobre 1960, come una federazione di tre regioni, ognuna
delle quali manteneva in misura sostanziale un margine di autogoverno.
Nel 1966, due colpi di stato consecutivi messi in atto da due gruppi differenti di ufficiali militari portarono il paese
sotto il controllo dei militari. I leader del secondo golpe cercarono di accrescere i poteri del governo federale, e
rimpiazzarono i governi regionali con 12 governi statali. Gli Igbo, il gruppo etnico dominante nella regione orientale,
dichiararono l'indipendenza della Repubblica del Biafra nel 1967, il che portò ad una sanguinosa guerra civile che si
concluse con la loro sconfitta nel 1970.
Nel 1975, un colpo di stato senza spargimento di sangue portò al potere Murtala Ramat Mohammed, che promise un
rapido ritorno ad un governo civile del paese. Comunque, venne ucciso durante un tentativo fallito di colpo di stato,
e gli successe il capo del suo staff, Olusegun Obasanjo. Una nuova costituzione venne ridisegnata nel 1977, e nel
1979 si tennero nuove elezioni, sostanzialmente democratiche, vinte da Shehu Shagari.
La Nigeria ricadde sotto governo militare nel 1983, dopo un colpo di stato che istituì il Consiglio Militare Supremo
come nuovo organo di governo del paese. Dopo che le elezioni del 1993 vennero cancellate dal governo militare, il
Generale Sani Abacha prese il potere. Quando, nel 1998, morì improvvisamente Abdulsalami Abubakar divenne
leader del CMS, ora conosciuto come Consiglio Governante Provvisorio. Riconfermò l'autorità della costituzione del
1979 e, nel 1999, la Nigeria elesse Olusegun Obasanjo alla carica di Presidente Federale nelle prime elezioni libere
che si tenevano in 16 anni. Obsanjo e il suo partito sono riusciti inoltre a farsi riconfermare vincendo le turbolente
elezioni del 2003. Nel mese di febbraio 2006 il Movimento per l'emancipazione del Delta del Niger (Mend) ha
compiuto diversi attacchi a strutture petrolifere della regione, sia contro gli oleodotti che contro le piattaforme della
Shell e dell'Agip, che sono culminati con il sequestro di tecnici stranieri (soprattutto italiani) che lavorano in quelle
piattaforme. Il movimento chiede che le ricchezze petrolifere vengano distribuite alla popolazione. Le elezioni
tenutesi il 21 aprile 2007 hanno decretato vincitore Umaru Yar'Adua, delfino dell'attuale presidente Obasanjo,
originario dello stato di Katsina, musulmano. Le opposizioni hanno definito le elezioni "dei colossali brogli" ed
anche vari osservatori internazionali hanno espresso pareri alquanto negativi riguardo alla regolarità delle elezioni.
Geografia
Morfologia
La Nigeria si trova nel Golfo di Guinea, nell'Africa Occidentale. Le
città principali sono concentrate nelle pianure del sud. La parte centrale
del paese è formata da colline e altipiani. Il nord è prevalentemente
occupato da pianure aride. I paesi confinanti sono Benin, Niger, Ciad e
Camerun.
Il territorio nigeriano ha una struttura piuttosto semplice; esso
corrisponde a un antico piano che ha le sue parti eminenti nella sezione
centro-settentrionale, dove affiorano, su vaste superfici, le formazioni
cristalline archeozoiche dello zoccolo africano. Queste zone rilevate,
Elefanti nello Yankari
che si configurano come una sorta di altopiano non molto elevato,
rappresentano i resti di un antico rilievo via via spianato dall'erosione, che ha subito dei ringiovanimenti nell'Era
Cenozoica, quando si sono delineate o definite le depressioni che completano il quadro del territorio nigeriano, come
riflesso del più vasto assestamento crostale del continente africano. Esse sono: quella meridionale affacciata alla
costa, quella percorsa dal Niger e quella del suo affluente Benué, infine quella settentrionale che rientra nella dep
ressione continentale interna del Ciad. In queste aree depressionarie le formazioni archeozoiche sono coperte da
strati sedimentari dovuti alle ingressioni periodiche del mare: sono particolarmente rappresentate da depositi del
119
Nigeria
Cretaceo nelle sezioni centrali (depressioni del Niger e del Benué), da coltri del Cenozoico nella fascia meridionale e
infine da formazioni recenti nelle aree marginali sia a nord, nel bacino ciadiano, sia a sud, nella fascia costiera. Il
quadro geografico della Nigeria si completa con le formazioni vulcaniche, la cui origine è legata agli stessi
assestamenti crustali già ricordati, presenti soprattutto nella sezione centrale del Paese, dove l'Altopiano di Jos (o di
Bauchi, 1.781 m) costituisce la parte più elevata del territorio nigeriano insieme con le dorsali più orientali (Monti
Shebshi, 2.042 m). Dal punto di vista morfologico la Nigeria ha caratteristiche tipicamente africane, cioè profili
maturi, aperti, rotti qua e là dalle eminenze di antichi rilievi residuali, da isolate alture granitiche, da antiche scarpate
d'erosione. L'unica zona accidentata è quella centrale compresa tra il Niger e il Benué, il già ricordato Altopiano di
Jos, solcato dalle valli che si irradiano verso le depressioni circostanti. Superfici estremamente piatte si hanno a nord,
dove si trovano dune sabbiose fissate dalla vegetazione; il territorio si movimenta verso est, dove si hanno zone
collinari e altopiani di rocce cristalline e in qualche caso, come nell'Altopiano di Biu, di rocce basaltiche. La sezione
centro-meridionale presenta rilievi solo a ovest della confluenza del Niger e del Benué: caratteristiche intumescenze
granitiche conferiscono un aspetto severo al paesaggio. Più a sud il rilievo si spegne progressivamente verso la fascia
costiera, profonda in media 60–70 km, nella quale spicca la vasta superficie deltizia del Niger (circa 25 000 km²),
che ha un fronte di 350 km ed è solcata da numerosi rami del fiume, i cosiddetti Oil Rivers, "fiumi dell'olio", perché
attraversano una zona ricca di palme da olio. Al di fuori del delta la fascia costiera è orlata da lagune (la maggiore è
quella di Lagos), che continuano quelle del litorale guineano.
Idrografia
La Nigeria è approssimativamente divisa in queste tre regioni dai fiumi Niger e Benue, che percorrono il paese da
nord-est a sud-ovest, per poi confluire al centro del paese, non lontano dalla nuova capitale federale Abuja. A questo
punto i due fiumi uniti scorrono verso sud in direzione dell'oceano atlantico, al cui incontro creano il delta del Niger.
Clima
Più che dalle componenti morfologiche, la varietà delle condizioni ambientali è determinata, in Nigeria, soprattutto
dal clima. Esso varia da sud a nord secondo le modalità proprie delle vaste superfici continentali soggette ai ritmi
stagionali alternati degli influssi delle masse d'aria marittime e continentali. Si hanno inverni asciutti ed estati
piovose, con il progressivo attenuarsi verso nord degli apporti umidi oceanici. A questi è invece costantemente
soggetta la fascia costiera e in particolare la regione deltizia del Niger, caratterizzata da un clima di tipo equatoriale.
La stagione delle piogge dura da 4 a 7 mesi nella regione compresa tra i paralleli di 11º e 8º (da maggio o da giugno
a settembre o a ottobre); dopo questo periodo succede la lunga stagione asciutta legata all'influsso dell'anticiclone
sahariano che genera venti caratteristici, secchi, come l'harmattan. A sud di questa fascia la stagione piovosa dura
circa 7 mesi. Nella zona costiera a clima equatoriale infine le piogge sono omogeneamente distribuite nel corso
dell'anno, pur attenuandosi un poco nei mesi invernali. Nell'insieme dell'annata le precipitazioni raggiungono qui i
2.500 mm; nella fascia intermedia oscillano tra i 1.000 e i 1.500 mm; infine nella fascia settentrionale passa no dai
1.000 ai 500 mm verso nord. Per quanto riguarda i valori termici, si passa dalle medie equatoriali dei 25-26 °C della
fascia costiera, ai 26-30 °C delle zone intermedie, in cui le oscillazioni sono più sensibili; nella parte settentrionale,
infine, ai valori massimi di 38-41 °C si oppongono le medie minime di 13-16 °C. I massimi si verificano qui
nell'imminenza della stagione delle piogge (aprile).
120
Nigeria
Popolazioni
Demografia
Stato più popoloso dell'Africa, in Nigeria abita approssimativamente un quinto della popolazione dell'Africa intera.
Nonostante meno del 25% dei Nigeriani viva in un'area urbana, all'incirca 24 città hanno più di 100.000 abitanti.
Etnie
La grande varietà di lingue, costumi e tradizioni tra i 250 gruppi etnici nigeriani danno al paese una ricca diversità. Il
gruppo etnico dominante nel nord è quello degli Hausa-Fulani, la maggioranza dei quali è di religione islamica.
La popolazione Yoruba è predominante nel sud-ovest. Di estrazione Yoruba è Olusegun Obasanjo, presidente dal
1999 al 2006. L'etnia Igbo è invece predominante nell'area sud-orientale. Le popolazioni meridionali sono in
maggioranza di religione cristiana.
Yoruba, Hausa-Fulani e Igbo formano i cosiddetti Big Three che hanno caratterizzato la conflittualità politica e
militare di tutta la storia indipendente nigeriana, a partire dal 1960. La questione fondamentale riguarda l'allocazione
delle risorse e il power-sharing a livello politico-militare tra il Settentrione e il Meridione, questione che ha sempre
visto uno squilibrio favorevole al nord musulmano, in contrasto con la maggior produttività, emancipazione culturale
ed imprenditoriale del sud cristiano. L'allocazione ineguale delle risorse a livello regionale ha portato al conflitto
civile più sanguinoso e turbolento della storia della Nigeria, ossia la guerra del Biafra del 1967, tentativo di
secessione della regione sud-orientale abitata dall'etnia Igbo.
Ancor oggi, la questione etnico-localistica è al centro del dibattito politico-economico del gigante africano, con
particolare rilievo per le rivendicazioni delle minoranze del Delta del Niger, in testa Ijaw, Ilaje, Urhobo ed Ogoni,
che sfociano in violenze contro la federazione e contro le multinazionali petrolifere installate nella regione, una su
tutte la Shell, accusate di sfruttare economicamente le risorse petrolifere senza contribuire al mantenimento
ecologico e non curanti di una giusta redistribuzione dei profitti. Di origine Ijaw è il movimento Ijaw Youth Council
(IYC) che opera con interventi armati e con sequestri di personale tecnico delle raffinerie.
Altri gruppi etnici minoritari del nord sono i Nupe, i Tiv, e i Kanuri. Nella Middle Belt troviamo Igbirra, Idoma,
Igala e Birom.
La frammentazione della Federazione Nigeriana (altrimenti detta balcanizzazione), altro non è che il tentativo di
fornire maggior rappresentanza politica e potere economico ad ogni singola etnia. La balcanizzazione ha portato
dalle 3 macroregioni post indipendenza (che rappresentavano i suddetti Big Three) ad un totale di 36 stati odierni.
Attualmente, nel Delta del Niger, vi sono delle pressioni affinché siano creati 3 nuovi stati in rappresentanza di Ilaje,
Urhobo e Ijaw, quali unica soluzione ai conflitti etnici che infiammano la regione.
Religioni
Gli Hausa-Fulani che vivono nel nord sono in maggioranza di religione islamica. Oltre la metà degli Yoruba (che
vivono nel sud-ovest) è di religione cristiana e circa un quarto islamica, mentre la parte restante segue le religioni
animiste tradizionali. Gli Igbo sono in grande maggioranza cristiani, e sono il gruppo etnico prevalente nel sud-est.
Tra di essi i Cattolici di rito Romano sono predominanti, ma ci sono anche la Chiesa Anglicana, Pentecostale e altri
culti Evangelici. In questa zona vivono anche altre comunità etniche di Efik, Ibibio/Annang, Edo e Ijaw, tutte
cristiane in grande maggioranza. Negli anni recenti si è assistito a frequenti scontri violenti fra gruppi cristiani e
islamici, particolarmente nel nord del paese dove, dopo vari pressioni, la legge islamica o Sharia è stata introdotta
nell'ordinamento di alcuni stati settentrionali.
121
Nigeria
122
Lingue
La lingua di comunicazione utilizzata tra persone di etnie diverse è l'inglese, prevalentemente in una versione
semplificata e africanizzata detta comunemente broken english o pidgin english. Molti nigeriani, oltre alla lingua
madre della propria etnia, ne conoscono almeno una seconda. Hausa, yoruba e igbo sono le lingue nigeriane più
parlate.
Ordinamento dello Stato
Suddivisione amministrativa
La Nigeria è divisa in 36 stati e 1 territorio. Da segnalare che alcuni Stati sono dotati di Principi maomettani o
Sultani. Il più importante Sultanato è Sokoto, il cui Sultano è ufficialmente la massima autorità islamica del Paese.
Ogni stato elegge il proprio Governatore che nomina un Consiglio Esecutivo, e un Parlamento dell'assemblea
unicamerale.
•
•
•
•
•
•
•
•
•
•
Abia
Adamawa
Akwa Ibom
Anambra
Bauchi
Bayelsa
Benue
Borno
Cross River
Delta
•
•
•
•
•
•
•
•
•
Ebonyi
Edo
Ekiti
Enugu
Gombe
Imo
Jigawa
Kaduna
Kano
•
•
•
•
•
•
•
•
•
Katsina
Kebbi
Kogi
Kwara
Lagos
Nassarawa
Niger
Ogun
Ondo
•
•
•
•
•
•
•
•
•
Osun
Oyo (stato)
Plateau
Rivers
Sokoto
Taraba
Yobe
Zamfara
Abuja Federal Capital Territory
Città principali
Nel 2010 la Nigeria conta 10 città con una popolazione superiore al milione, e circa 70 città con più di 100.000
abitanti. I dati sulla popolazione non sono tuttavia sempre affidabili, dato che vengono spesso contestati e
strumentalizzati per le tensioni etniche presenti nel paese[1]: Secondo il sito World Gazeteer[2], le prime 10 città
nigeriane sono:
1. Lagos, 9.968.455 abitanti, circa 15.500.000
nell'area metropolitana
2. Ibadan, 5.175.223
3. Benin City, 2.406.697
4. Kano, 2.376.372, più di 3.500.000 nell'area
metropolitana
5. Port Harcourt, 2.100.711
6. Kaduna, 2.061.175
7. Aba, 1.597.296
8. Abuja, capitale federale, 1.352.679
9. Maiduguri, 1.126.195
10. Ilorin, 1.084.681
Panorama di Lagos, la maggiore città del paese
Nigeria
Politica
La Nigeria è una Repubblica Federale composta da 36 stati più il Territorio della Capitale Federale di Abuja.
Economia
L'economia nigeriana, ricca grazie al petrolio ma dipendente da esso,
per lungo tempo intralciata dall'instabilità politica, dalla corruzione e
dalle carenze nella gestione delle politiche macroeconomiche, sta ora
subendo sostanziali riforme da parte della nuova amministrazione
civile sostituitasi ai governi militari. I precedenti governanti (militari)
della Nigeria non hanno perseguito la via della diversificazione
dell'economia che resta quindi dipendente dal settore petrolifero, che
fornisce il 30% del Pil, l'85% delle esportazioni (in valore) e
approssimativamente il 65% delle entrate statali. Il settore agricolo
Acciaieria di Ajaokuta
rimane caratterizzato prevalentemente da un'agricoltura di sussistenza
che non ha potuto far fronte alle necessità di una popolazione in rapida crescita; di conseguenza la Nigeria, che
precedentemente era un grande esportatore netto di prodotti alimentari, ne è diventata ora un importatore. La caccia è
molto praticata. È anche uno dei paesi più sviluppati industrialmente in tutta l'Africa.
Le risorse minerarie includono, oltre al petrolio, carbone e stagno. I principali prodotti agricoli sono olio di palma,
cocco, agrumi, mais, cassava, yam e canna da zucchero.
Nel 1960 la Nigeria, un tempo nota come il Paese degli "oil rivers", era il primo produttore ed esportatore mondiale
di olio di palma, ma all'inizio degli anni ottanta ne è diventato un paese importatore. Nel 1984 ha importato 110.000
tonnellate di olio di palma dalla Malesia e l'anno successivo ha stipulato un contratto di approvvigionamento a lungo
termine con questo Paese.
La produzione di arachidi è crollata a partire dal 1975 e gli enti di commercializzazione dell'arachide, che nel 1972
avevano acquistato circa 454.000 tonnellate di questo prodotto, nel 1978 ne hanno acquistate 50.
La produzione di zucchero è aumentata molto a partire dal 1961, ma anche la sua richiesta interna e di conseguenza
il saldo esportazioni-importazioni è diminuito drasticamente fra il 1970 e il 1980.
Sanità
Gli sforzi dell'Organizzazione mondiale della sanità per sradicare a livello mondiale la poliomielite sono stati in
parte vanificati dal caos politico del paese. Nel nord della Nigeria, infatti, ha avuto luogo circa metà dei casi
documentati di polio a livello mondiale nel 2003, ma i capi religiosi musulmani hanno ripetutamente inveito contro
le vaccinazioni, denunciandole come un tentativo dei paesi occidentali per sterilizzare le ragazze musulmane
nigeriane. Il programma nazionale di vaccinazioni venne sospeso in molti stati del nord nell'agosto del 2003, e da
allora i casi sono quasi quintuplicati (119 casi nel primo trimestre del 2004, contro i 24 nell'intero 2003). Nel maggio
2004, partendo dal nord della Nigeria, vari casi di polio sono stati segnalati anche in una serie di nazioni africane
confinanti dove la poliomielite era stata precedentemente debellata totalmente con successo. Il 18 maggio 2004, lo
stato di Kano ha acconsentito a riprendere il programma di vaccinazioni, utilizzando però solo vaccini prodotti in
Indonesia, e non quelli prodotti negli USA.
123
Nigeria
Arte
L'arte nigeriana si può suddividere in alcune fasi ben precise: Nok, Igbo-Ukwu, Ife, Tsoede e Benin.
L'arte di Nok, datata tra il 500 a.C. e il 200 d.C., realizzò le più antiche sculture in terracotta subsahariane note fino
ad oggi. Sia la cultura sia l'arte connessa non sembrano rappresentare un punto zero di una tradizione artistica, in
quanto le sculture sono già molto complesse e sofisticate e quindi gli esperti ipotizzano la presenza di una fase
culturale precedente che abbia influenzato la cultura Nok.[3] Le sculture rintracciate appartengono ad un'area estesa
cinquecento per centottanta chilometri a Nord dell'intersezione tra i fiumi Niger e Benue, e rappresentano soprattutto
figure animali realistiche, ma anche scene prese dall'agricoltura, e questo fatto dimostra l'abilità degli scultori nel
convertire immagini e idee ispirate dalla natura in prodotti solidi e duraturi nel tempo. La cultura di Nok amava gli
ornamenti, come per esempio i grani decorativi. Lo stile di Nok mostra elementi peculiari, come per esempio il
trattamento degli occhi e sopracciglio entrambi a semicerchio, il foro presente negli occhi, nelle narici, nelle labbra e
nelle orecchie, la posizione anomala delle orecchie poste spesso dietro la testa, una grande raffinatezza delle
rappresentazioni delle capigliature.
L'arte di Igbo-Ukwu, compresa tra il IX secolo e il XI secolo, dedicò molto impegno alla produzione di oggetti di
bronzo realizzati con grande padronanza della fusione a cera persa talvolta effettuata in fasi successive, oltre a vasi,
catene di rame, braccialetti e ornamenti vari. Inoltre l'arte di Igbo-Ukwu sviluppò con molta cura le decorazioni
funerarie e le perle vitree. L'originalità più evidente di questa arte fu il grande impegno profuso per le decorazioni
superficiali, costituite da piccoli insetti o da sottili spirali.
L'arte di Ife, iniziata con il XII secolo, è emblematicamente rappresentata dal reperto della testa in bronzo, scoperta
nel 1910, e che dovrebbe raffigurare la divinità del mare Olokun.[3] Ai giorni nostri sono arrivate un buon numero di
teste di terracotta e di bronzo, oltre ad un complesso di vasi e di altri oggetti trovati in un santuario della divinità del
fiume Oshun. L'arte di Ife è una delle poche, tra quelle africane, a rappresentare la figura umana con grande realismo
e abbonda dell'uso di maschere a fini cerimoniali. L'arte di Ife evidenzia qualche segno di continuità rispetto a quella
precedente di Nok e qualche elemento di influenza sulle arti successive come quella Benin.
L'arte di Tsoede, a partire dal XIII secolo si distinse per i famosi bronzi, composti da figure maschili, quali il
guerriero, e femminili e di animali. La caratteristica di questa arte è l'asimmetricità delle figure e la loro
proporzionalità realistica.
L'arte Benin, dal XIV secolo al XVIII secolo, produsse innumerevoli sculture in avorio e in bronzo che sono
conservate nei musei in tutto il mondo. Fu un'arte regale, dato che solo il re poteva commissionare le sculture di
bronzo ed è suddivisibile in tre periodi:[4] quello Iniziale, il Medio e il Tardo. In quello Iniziale le teste tesero a
simboleggiare più che a ritrarre i sovrani. Nel Periodo Medio, durante il quale furono realizzate le decorazioni del
palazzo reale, che occupava quasi mezza città; le colonne di legno, che sostenevano il tetto, vennero impreziosite con
placche bronzee raffiguranti scene di corte e mostrano un'evoluzione dello stile dal basso all'alto rilievo. Nel Periodo
Tardo, le teste bronzee divennero più pesanti e servirono anche come base per zanne lunghe oltre il metro.
124
Nigeria
Sport
Il calcio è uno degli sport più praticati in Nigeria. Fra i calciatori nigeriani di livello internazionale si possono citare
Jay-Jay Okocha, Taribo West, Obafemi Martins e Nwankwo Kanu. Tra gli sport più praticati ci sono la pallacanestro
e il rugby.
Personalità
• John Ekemenzie Okoro, (nato il 21 agosto 1949), vescovo della Chiesa vetero-cattolica d'Austria.
• Eddy Wata, cantante di genere dance.
• Thomas Adeoye Lambo, direttore dell'Organizzazione Mondiale della Sanità, uno dei primi psichiatri operanti in
Africa.
• Wole Soyinka, Premio Nobel per la letteratura, poeta e drammaturgo.
• Ken Saro-Wiwa, uno degli intellettuali più significativi dell'Africa postcoloniale.
• Nneka, cantante.
• Fela Kuti (15 October 1938–2 August 1997), uno degli artisti più significativi della Nigeria
• Chimamanda Ngozi Adichie, scrittrice di famosi romanzi come 'Purple Hibiscus' e 'Half of a yellow sun'
• Chinua Achebe, scrittore di romanzi fondamentali per la letteratura nigeriana, come 'Things Fall Apart' o 'Arrow
of God'
• P-Square, duo hip hop molto popolare in Nigeria e anche per una buona parte dell'Africa
Note
[1] Felix Onuah. «Nigeria gives census result, avoids risky details» (http:/ / www. alertnet. org/ thenews/ newsdesk/ L29819278. htm), Reuters,
29 dicembre 2006. URL consultato in data 23-11-2008.
[2] www.World Gazeteer.com (http:/ / world-gazetteer. com/ wg. php?x=& men=gcis& lng=en& des=wg& geo=-158& srt=npan&
col=abcdefghinoq& msz=1500& pt=c& va=& srt=pnan). Si veda anche www.geonames.org (http:/ / www. geonames. org/ NG/
largest-cities-in-nigeria. html), che riporta dati differenti.
[3] "Tesori dell'antica Nigeria", di Ekpo Eyo, a cura dell'Università Internazionale dell'Arte di Firenze, Firenze, 1984, pag.19-39
[4] "Tesori dell'antica Nigeria", di Frank Willet, a cura dell'Università Internazionale dell'Arte di Firenze, Firenze, 1984, pag.41-64
Bibliografia
• ICOM, Red List, International Council of Museums (http://icom.museum/redlist/afrique/english/intro.html)
• Fabio Maniscalco, Archaeological Looting and the Protection of Cultural Property in Nigeria, in "Web Journal
on Cultural Patrimony", vol. 1, 2006 (http://www.webjournal.unior.it)
• ICOM, Red List, International Council of Museums (http://icom.museum/redlist/afrique/english/intro.html)
• Fabio Maniscalco, Archaeological Looting and the Protection of Cultural Property in Nigeria, in "Web Journal
on Cultural Patrimony", vol. 1, 2006 (http://www.webjournal.unior.it)
125
Nigeria
126
Voci correlate
• Awareness League
• Croce Rossa nigeriana
Altri progetti
•
•
Wikimedia Commons contiene file multimediali: http://commons.wikimedia.org/wiki/Category:Nigeria
Articolo su Wikinotizie: Nigeria: rilasciato l'italiano rapito
Collegamenti esterni
• L'associazione italiana che sostiene la Nigeria (http://www.progettonigeria.it)
• Scheda della Nigeria dal sito Viaggiare Sicuri (http://www.viaggiaresicuri.mae.aci.it/?nigeria) - Sito curato
dal Ministero degli Esteri e dall'ACI
• Nigerian Government website (http://www.nigeria.gov.ng/)
• Online Nigeria (http://www.onlinenigeria.com)
• Nigeria Web Portal (http://www.nigeriannation.com)
• Altre foto (http://nigeriacom.cjb.net)
• Website di discussione per Nigerians (http://www.nairaland.com)
• Nomi nigeriani ed il loro significato (http://www.nigerian.name)
Abuja
Abuja
Stato:
Nigeria
Stato federale: Abuja Federal Capital Territory
Coordinate:
9°04′00″N 7°28′00″E9.066667°N 7.483333°E
[1]
Coordinate: 9°04′00″N 7°28′00″E9.066667°N 7.483333°E [1]
Altitudine:
355 m s.l.m.
Superficie:
713 km²
Abitanti :
182.418
Status:
Capitale della Nigeria e del Territorio della capitale federale
[2]
(2005)
Abuja
127
Abuja
Sito istituzionale
[3]
Abuja è la capitale (182.400 abitanti) della Nigeria e dell'Abuja Federal Capital Territory. Fu decretata capitale dello
stato il 12 dicembre 1991.
Geografia fisica
La città è situata nel centro geografico del paese e a nord della confluenza fra i fiumi Niger e Benue a circa a 480 km
a nordest di Lagos, la capitale precedente. Confina con gli stati di Niger a ovest, Kaduna a nord-est, Plateau a est e
sud e Kogi a sudovest.
La città è situata al centro del Territorio della capitale federale, che ha un'estensione di 7.315 km quadrati.
Storia
Nel 1976 si decise di spostare la capitale federale da Lagos e fu scelto un territorio al centro del paese per la nuova
capitale. Abuja divenne la capitale nel 1982, ma il riconoscimento ufficiale avvenne solo nel dicembre 1991.
Monumenti e luoghi d'interesse
La città, costruita nella sede di un pre-esistente piccolo insediamento urbano, fu progettata dall'architetto giapponese
Kenzo Tange, la costruzione cominciò nel 1976 e continua tuttora a fasi alterne a causa della scarsità di
finanziamenti. Una dei siti cittadini maggiormente frequentate durante il tempo libero, ed in ispecial modo nei
week-end e nelle festività nazionali, è il Millennium Park, progettato dall' architetto italiano Manfredi Nicoletti.
Società
Religione
Sul panorama cittadino svetta la Moschea nazionale. La città è anche sede sede dell'Arcidiocesi di Abuja. Un
attentato terroristico condotto la notte di Natale 2011 contro la chiesa di Santa Teresa, alla periferia della città, ha
provocato 27 morti[4].
Abuja
128
Cultura
Università
La città è sede dell'Università di Abuja fondata nel 1988.
Geografia antropica
Distretti
Amministrativamente è divisa in sei distretti: Municipal, Abaji, Gwagwalada, Kuye, Bwari, Kwali
Economia
Da un punto di vista economico la città, costituita prevalentemente da edifici amministrativi, non ha attività rilevanti.
Recentemente, comunque, alle porte dell'area urbana ed in adiacenza della costruenda tratta ferroviaria, che
collegherà la capitale con Lagos e, in un secondo tempo, proseguirà verso nord è in corso di realizzazione il
comprensorio commerciale-industriale di IDU. Quest'area già vedeva la presenza di insediamenti di strutture
industriali di rilevanza nazionale ed internazionale ma in forma disaggregata ed in quasi totale assenza di idonee
opere infrastrutturali in grado di valorizzare ed esaltare appieno il potenziale delle realtà ivi operanti.
Infrastrutture e trasporti
Aeroporti
La città è servita dall'aeroporto di Abuja-Nnamdi Azikwe.
Note
[1] http:/ / toolserver. org/ ~geohack/ geohack. php?pagename=Abuja& language=it& params=9. 066667_N_7. 483333_E_
[2] world-gazetteer (http:/ / www. world-gazetteer. com/ wg. php?x=& men=gcis& lng=en& dat=32& geo=-158& srt=npan& col=aohdq&
pt=c& va=x)
[3] http:/ / www. abujacity. com/ home. htm
[4] Terrore in Nigeria, bombe contro chiese cattoliche durante la messa di Natale (http:/ / www. corriere. it/ esteri/ 11_dicembre_25/
bomba-nigeria-natale_03bd6d72-2ed0-11e1-95dc-af938f95d8a0. shtml)
Altri progetti
•
•
Wikimedia Commons contiene file multimediali: http://commons.wikimedia.org/wiki/Category:Abuja
Articolo su Wikinotizie: Attacco armato a un insediamento dell' AGIP in Nigeria 7 dicembre
Collegamenti esterni
• Google-Maps (http://maps.google.com/maps?ll=9.059550,7.489586&spn=0.1,0.1&t=k)
Storia della Nigeria
Storia della Nigeria
La storia della Nigeria ebbe inizio molto prima dell'epoca coloniale.
Più di 2.000 anni fa, la civiltà Nok nel territorio ora compreso nello stato di Plateau, lavorava il ferro e produsse
sofisticate sculture in terracotta. Nelle città settentrionali di Kano e Katsina, la presenza dell'uomo è documentata a
partire dal I millennio a.C. Nei secoli che seguirono, questi regni Hausa e l'impero Bornu vicino al Lago Ciad
prosperarono in quanto importanti crocevia dei commerci nord-sud tra i Berberi del Nord Africa e le popolazioni
delle foreste, che scambiavano schiavi, avorio e noci di kola per sale, perline di vetro, corallo, vestiti, armi, barre di
ottone e conchiglie dette cauri, usate come moneta.
Nel sud-ovest, il regno Yoruba di Oyo fu fondato attorno al 1400, ed ebbe il suo momento di massima importanza tra
il XVII e il XIX secolo, raggiungendo un alto livello di organizzazione politica e una notevole estensione, arrivando
a comprendere territori che arrivavano fino al moderno Togo. Nella parte centrale del sud dell'odierna Nigeria,
attorno al XV e XVI secolo, il Regno del Benin aveva sviluppato un esercito efficiente, un elaborato cerimoniale di
corte ed un artigianato i cui lavori in avorio, legno, bronzo ed ottone sono apprezzati a livello mondiale ancora oggi.
Tra il XVII e il XIX secolo, gli esploratori e commercianti europei fondarono città portuali per accrescere la tratta
degli schiavi destinati alle Americhe. Il commercio di beni, in particolar modo olio di palma e legname,
rimpiazzarono la tratta degli schiavi durante il XIX secolo, in particolare grazie alle azioni antischiavismo della
Marina Britannica. All'inizio del XIX secolo, Usman dan Fodio a capo dei Fulani raccolse gran parte del nord sotto il
debole controllo di un Impero Fulani islamico che aveva il proprio centro a Sokoto.
Una sfera di influenza inglese
A seguito delle guerre napoleoniche, i britannici diedero forte espansione al commercio con i territori posti
all'interno della Nigeria. Nel 1885 le rivendicazioni britanniche riguardo ad una propria sfera di influenza in
quell'area ricevettero riconoscimento internazionale e l'anno seguente venne creata la Royal Niger Company. Nel
1900 i territori della Compagnia finirono sotto il controllo del Governo Britannico, che si muoveva per consolidare il
proprio controllo sull'area della moderna Nigeria. Il 1º gennaio 1901 la Nigeria divenne un protettorato del Regno
Unito.
Nel 1914 l'area venne definitivamente annessa come "Colonia e protettorato della Nigeria". Dal punto di vista
amministrativo, la Nigeria rimaneva divisa nelle province del nord e del sud, e nella colonia di Lagos. Una
educazione di tipo occidentale e lo sviluppo di una struttura economica moderna procedettero più rapidamente al sud
che al nord, il che portò a conseguenze che pesano ancor oggi nella vita politica della Nigeria. In risposta al crescente
nazionalismo nigeriano e alle conseguenti richieste di indipendenza che seguirono la fine della Seconda guerra
Mondiale, I britannici guidarono la colonia verso l'autogoverno su base rappresentativa e federale tramite
l'approvazione di successive costituzioni.
Indipendenza
Alla Nigeria fu riconosciuta la piena indipendenza nell'ottobre del 1960, come federazione di tre regioni
(settentrionale, occidentale ed orientale) guidata da una costituzione che prevedeva una forma di governo di tipo
parlamentare. La costituzione garantiva inoltre a ognuna delle tre regioni una misura sostanziale di autogoverno. Al
governo federale vennero dati poteri esclusivi per quanto riguardava la difesa e la sicurezza, i rapporti internazionali,
e le politiche commerciali e fiscali. I partiti politici che si andavano costituendo riflettevano la divisione del paese
nelle tre principali etnie. L'NPC, (Nigerian people's Congress), rappresentava gli interessi dei conservatori,
musulmani hausa, e aveva il predominio nella regione settentrionale. L'NCNC (National Convention of Nigerian
Citizens), era dominato dagli igbo e dai cristiani, e aveva il proprio centro di potere nella regione orientale, mentre
l'AG (Action Group) era un partito collocabile alla sinistra dello spettro politico che controllava l'ovest Yoruba. Il
129
Storia della Nigeria
primo governo nazionale post-coloniale venne formato da un'alleanza conservatrice tra il NCNC e il NPC, e Sir
Abubakar Tafawa Balewa, di etnia Hausa, divenne il 1° Primo ministro della Nigeria indipendente. L'AG dominato
dagli Yoruba rimase all'opposizione, guidato dal suo leader carismatico, Chief Obafemi Awolowo
La Prima Repubblica
Nell'ottobre 1963, la Nigeria modificò le proprie relazioni con il Regno Unito proclamandosi Repubblica Federale.
Nnamdi Azikiwe, l'ultimo Governatore Generale, divenne il primo Presidente del paese. Nello stesso anno venne
istituita una quarta regione, il centro-ovest. Fin dall'inizio, le tensioni etniche, regionali e religiose vennero fomentate
dalle significative differenze nello sviluppo economico e di sistema educativo tra nord e sud. L' AG venne spodestato
dal potere nella regione occidentale dal Governo Federale, ed un nuovo partito Yoruba, conservatore e
filogovernativo, l'NNDP, prese il controllo della regione. Poco dopo, il capo del partito di opposizione AG , Chief
Obafemi Awolowo, fu imprigionato per una accusa di tradimento, la cui infondatezza sarà in seguito provata.
Le elezioni nazionali del 1965 produssero un sostanzioso riallineamento delle forze politiche e un risultato
contraddittorio e contestato che portò il paese sull'orlo della guerra civile. Il partito dominante, l'NPC con base nella
parte settentrionale del paese, creò un'alleanza conservatrice con il nuovo NNDP Yoruba, lasciando che il partito
Igbo NCNC si alleasse con ciò che rimaneva dell'AG (Action Group) in uno schieramento progressista. Durante le
operazioni di voto, furono denunciati estesi brogli elettorali. Le maggiori sommosse ebbero luogo nell'ovest Yoruba,
dove gli abitanti che parteggiavano in stragrande maggioranza per l'AG scoprirono di avere apparentemente eletto
rappresentanti del NNDP filogovernativi. Da principio fu minacciata una crisi costituzionale, poiché il Presidente
Azikiwe si rifiutava di accettare il risultato elettorale.
Il 15 gennaio 1966, un piccolo gruppo di ufficiali dell'esercito, in maggioranza Igbo del sud, rovesciò il governo
dell'NPC-NNDP e assassinò il primo ministro del governo federale e i governatori delle regioni settentrionale ed
occidentale. Il governo militare federale che assunse il potere sotto la guida del generale Aguyi Ironsi, mancò della
capacità di smorzare le tensioni etniche e di produrre una costituzione che fosse accettabile per le varie anime del
paese. In sostanza, gli sforzi di abolire la struttura federale accesero ancora di più le tensioni e portarono in luglio ad
un nuovo colpo di stato messo, questa volta messo in atto da ufficiali in larga parte di provenienza settentrionale.
Questo secondo golpe stabilì la leadership del Maggiore Generale Yakubu Gowon. Il conseguente massacro di
migliaia di cittadini di etnia igbo nel nord del paese, spinse centinaia di migliaia di loro a tornare nel sud-est, dove
emersero e presero sempre più forza sentimenti e progetti secessionistici da parte dell'etnia igbo.
Con una mossa che diede maggior autonomia ai gruppi etnici minoritari, il governo militare divise le quattro regioni
in 12 stati. Gli Igbo rigettarono i tentativi di revisione costituzionale e chiesero invece una completa autonomia per la
parte orientale del paese. Infine il 29 maggio del 1967, il luogotenente colonnello Emeka Ojukwu, governatore
militare della regione orientale che si era messo a capo del movimento secessionista Igbo,dichiarò l'indipendenza
della regione orientale con il nome di "Repubblica del Biafra". La conseguente guerra civile Nigeriana fu molto
aspra e sanguinosa, e terminò con la sconfitta del Biafra nel 1970.
Finita la guerra civile, la riconciliazione fu rapida e tangibile, e grazie anche a ciò il paese imboccò la strada dello
sviluppo economico. Gli attivi della bilancia commerciale e le entrate governative aumentarono in maniera
sostanziale grazie alla crescita del prezzo del petrolio degli anni 1973-1974. Il 29 luglio del 1975, il generale Murtala
Ramat Mohammed e un gruppo di ufficiali suoi seguaci fecero un golpe senza spargimento di sangue, accusando il
governo militare del generale Yakubu Gowon di ritardare il promeso ritorno al governo civile, e di essere diventato
corrotto e inefficiente. Il generale Muhammed rimpiazzò migliaia di impiegati pubblici e annunciò per il 1º ottobre
un programma per il ritorno al governo civile. Annunciò inoltre l'intenzione del governo di creare ulteriori nuovi stati
e di costruire una nuova capitale federale, Abuja, al centro del paese.
Il generale Muhammed fu assassinato il 13 febbraio 1976, durante un tentativo fallito di colpo di stato. Il capo del
suo staff, il luogotenente generale Olusegun Obasanjo, divenne il nuovo capo di Stato. Obasanjo aderì
meticolosamente al programma per il ritorno al governo civile, attuando contemporaneamente una modernizzazione
130
Storia della Nigeria
delle forze armate e tentando di utilizzare le entrate date dalle esportazioni del petrolio per diversificare e sviluppare
l'economia del paese. Nel 1976 vennero creati sette nuovi Stati, portando quindi il totale a 19. Il processo di
creazione di nuovi Stati era destinato a continuare fino al 1996, portando il numero totale attuale a 36.
La Seconda Repubblica
Nel 1977 venne eletta una assemblea costituente per disegnare una nuova costituzione, che fu pubblicata il 21
settembre del 1978, giorno in cui fu anche tolto il bando sulle attività politiche istituito dal governo militare. Si
formarono nuovi partiti politici, e vennero presentati i candidati per le cariche di presidente e vice-presidente, per i
seggi delle due camere dell'Assemblea nazionale, per le cariche di governatori degli stati e per i seggi delle
assemblee statali. Nel 1979 cinque partiti politici presero parte alle competizioni elettorali che elessero presidente
federale il settentrionale Alhaji Shehu Shagari del NPN. Tutti e cinque i partiti ebbero una rappresentanza
nell'Assemblea Nazionale.
Nell'agosto del 1983, Shagari e il NPN riportarono una schiacciante vittoria con una maggioranza assoluta dei seggi
nella Assemblea Nazionale e il controllo del governo di dodici Stati. Ma le elezioni furono segnate da violenza e le
accuse di estesi brogli elettorali portarono a battaglie legali sui risultati.
Il 31 dicembre 1983 il potere militare fece cadere la Seconda Repubblica. Il maggior generale Muhammadu Buhari
emerse come leader del Consiglio Militare Supremo (SMC), il nuovo corpo che governava il paese. Cambiò il
governo civile con una cattiva gestione dell'economia, corruzione diffusa, frodi elettorali e una generale mancanza di
attenzione verso i problemi dei cittadini. Promise inoltre di riportare prosperità in Nigeria e di diportare il governo
sotto il controllo dei civili, ma dimostrò di non riuscire ad affrontare i duri problemi economici della Nigeria. Il
governo di Buhari fu rovesciato pacificamente dal terzo membro per importanza dell'SMC, il capo di Stato Maggiore
dell'esercito, maggior generale Ibrahim Babangida, nell'agosto del 1985.
Babangida denunciò gli abusi di potere, le violazioni dei diritti civili da parte di ufficiali di primo piano dell'SMC, e
il fallimento del governo nell'affrontare la crisi economica che stava degenerando come giustificazioni per aver preso
il potere. Già durante i primi giorni della sua permanenza al potere, il Presidente Babangida andò verso una
restaurazione della libertà di stampa e il rilascio dei detenuti politici che venivano trattenuti senza motivo legale. Tra
le misure facenti parte di un piano economico di emergenza della durata prevista di 15 mesi, annunciò strungenti
tagli agli stipendi per il settore militare, la polizia e i dipendenti pubblici in generale, e cercò di stimolare misure
simili nel settore privato. Venne messo il bando sulle importazioni di riso, mais e successivamente anche di
frumento. Il Presidente Babangida dimostrò il suo intento di incoraggiare la pubblica partecipazione nel processo
decisionale del governo, aprendo un dibattito a livello nazionale sulle riforme economiche proposte e sulle misure
per arrivare ad una ripresa. La risposta pubblica convinse Babangida della forte opposizione ad un pacchetto di
misure economiche proposto che dipendeva da un prestito del Fondo Monetario Internazionale (FMI).
Il fallimento della Terza Repubblica
Il Presidente Babangida promise di restituire il governo del paese ai civili nel 1990; questo limite fu successivamente
posticipato al gennaio 1993. All'inizio del 1989, una assemblea costituente completò il lavoro sul testo di una
costituzione per la Terza Repubblica. Nella primavera del 1989 venne di nuovo permessa l'attività politica.
Nell'ottobre dello stesso anno vennero fondati due partiti come base per la vita politica: il National Republican
Convention (NRC), che doveva posizionarsi nella destra moderata, e il Social Democratic (SDP), partito di sinistra
moderata. Non fu permessa dal governo di Babangida l'iscrizione di altri partiti.
Nell'aprile del 1990 degli ufficiali di medio rango tentarono di rovesciare il governo di Babangida. Il golpe fallì, e 69
cospiratori vennero successivamente giustiziati a seguito di un processo segreto davanti ai tribunali militari. La
transizione riprese dopo il fallito golpe. Nel dicembre 1990 vennero tenute elezioni per i consigli di governo locali. Il
cambio di regime procedeva lentamente, non ci furono episodi di violenza di rilievo ed entrambi i partiti riuscirono
131
Storia della Nigeria
ad avere consensi in tutte le regioni del paese, con una prevalenza di vittorie dell'SPD per il controllo di consigli di
governo locali.
Nel dicembre 1991 si tennero in tutto il paese elezioni legislative per i governi degli stati. Babangida decretò nello
stesso mese che i politici precedentemente messi al bando dall'attività pubblica per ragioni di parte avrebbero potuto
partecipare alle elezioni primarie previste per l'agosto del 1992. Queste, però, vennero cancellate a causa di frodi, ed
anche la tornata elettorale prevista per settembre venne annullata. A tutti i candidati che si erano presentati fu
impedito di ricandidarsi alla carica di presidente una volta che fosse statomesso a punto un nuovo meccanismo
elettorale. Le elezioni presidenziali ebbero infine luogo il 12 giugno del 1993, con la previsione dell'effettivo
passaggio di potere al nuovo presidente per il 27 agosto dello stesso anno, l'ottavo anniversario dell'arrivo al potere
del presidente Babangida.
Nelle storiche elezioni presidenziali del 12 giugno 1993, che molti osservatori ritennero essere le elezioni più
regolari della storia della Nigeria, le prime indicazioni di voto davano una netta vittoria al ricco uomo d'affari
Yoruba M.K.O. Abiola. Il 23 giugno Babangida, usando a pretesto svariate azioni legali pendenti, annullò le elezioni
portando la Nigeria al caos. Più di 100 persone vennero uccise nelle rivolte, prima che Babangida accettasse di
passare il potere ad un "governo ad interim" il 27 agosto 1993. Babangida tentò quindi di rinnegare la sua decisione.
Rimasto senza il supporto militare e popolare, fu costretto a lasciare il potere a Ernest Shonekan, un uomo di affari di
primo piano considerato super partes. Shonekan avrebbe dovuto governare fino alle successive elezioni,
programmate per il febbraio 1994. Nonostante avesse guidato il Consiglio di transizione di Babangida già dall'inizio
del 1993, Shonekan non ebbe la capacità di invertire la tendenza dei sempre crescenti problemi economici del paese,
o di limitare la tensione politica.
Mentre il paese scivolava lentamente verso il caos, il Ministro della Difesa Sani Abacha assunse rapidamente il
potere e forzò le dimissioni di Shonekan il 17 novembre 1993. Abacha sciolse tutte le istituzioni politiche
democratiche e rimpiazzò tutti i governatori eletti con ufficiali militari. Promise il ritorno del governo al controllo
civile, ma si rifiutò sempre di stabilire un programma, fino al suo discorso per il giorno dell'indipendenza del 1
ottobre 1995.
A seguito dell'annullamento delle elezioni del 12 giugno gli Stati Uniti, seguiti da altre nazioni, imposero una serie di
sanzioni alla Nigeria, tra le quali restrizioni ai movimenti degli ufficiali governativi e delle loro famiglie, e la
sospensione delle vendite di armi e dell'assistenza militare. Ulteriori sanzioni vennero comminate in conseguenza
della non chiara gestione da parte della Nigeria della lotta al traffico di droga. Inoltre, il 11 agosto 1993 i voli diretti
tra la Nigeria e gli Stati Uniti vennero sospesi, poiché il responsabile dei trasporti dichiarò che l'aeroporto
internazionale Murtala Mohammed di Lagos non soddisfaceva gli standard di sicurezza stabiliti dalla FAA. La FAA
certificò la sicurezza dell'aeroporto nel dicembre 1999, riaprendo la possibilità di voli diretti verso gli aeroporti
statunitensi.
Nonostante l'avvento al potere di Abacha fosse inizialmente visto positivamente da molti Nigeriani, il disincanto
crebbe rapidamente. Molte figure dell'opposizione si unirono a formare una nuova organizzazione, la National
Democratic Coalition (NADECO), che chiese l'immediato ritorno del potere ai civili. Il governo arrestò i membri del
NADECO che tentarono di riunire il Senato e le altre istituzioni democratiche che erano state cancellate. La maggior
parte dei nigeriani boicottò le elezioni tenute il 23-28 maggio 1994, per eleggere i delegati alla conferenza
costituzionale sponsorizzata dal governo.
L'11 giugno 1994, usando il lavoro di preparazione abbozzato dal NADECO, Abiola si autoproclamò presidente ed
entrò in clandestinità. Ne riemerse e venne immediatamente arrestato il 23 giugno Con Abiola in prigione e gli umori
in subbuglio, Abacha riunì il 27 giugno la Conferenza Costituzionale, che però ando quasi subito in vacanza e non si
riunì fino all'11 giugno 1994.
Il 4 luglio un sindacato dei lavoratori del settore petrolifero indisse uno sciopero chiedendo ad Abacha di scarcerare
Abiola ed affidargli il comando del paese. Altri sindacati si unirono nello sciopero che portò la vita economica
dell'area intorno a Lagos e nel sud-ovest ad una situazione di stallo. Dopo avere annullato uno sciopero generale che
132
Storia della Nigeria
era stato minacciato per luglio, il Nigeria Labor Congress (NLC) riconsiderò uno sciopero generale in agosto, dopo
che il governo aveva imposto delle condizioni per il rilascio di Abiola. Il 17 agosto 1994 il governo destituì i capi
dell' NLC e dei sindacati del settore petrolifero, metendo al loro posto degli amministratori di nomina governativa, e
arrestò Frank Kokori e altri leader dei lavoratori. Nonostante i sindacati che erano in sciopero fossero tornati al
lavoro, il governo continuò ad arrestare gli oppositori, a chiudere gli organi di informazione e colpì duramente ogni
tipo di opposizione.
Il governo denunciò all'inizio del 1995 che una quarantina tra ufficiali militari e civili erano implicati in un
complotto finalizzato ad un golpe. Gli ufficiali di sicurezza accerchiarono rapidamente gli accusati, fra i quali il
precedente capo di stato Obasanjo e il suo braccio destro, il ritirato Generale Shehu Musa Yar'Adua. Dopo un
processo segreto, la maggior parte degli accusati venne arrestata e vennero emesse varie condanne a morte. Il
tribunale accusò, incarcerò ed emise sentenze di pena capitale nei confronti di attivisti per i diritti umani di primo
piano, giornalisti e familiari degli accusati, tutti per sospette attività anti regime. In ottobre il governo annunciò che il
Provisional Ruling Council (PRC) e Abacha avevano approvato la sentenza finale per coloro che erano imprigionati
per l'accusa di complotto.
Alla fine del 1994 il governo istituì un Tribunale speciale per i disordini civili nella regione degli Ogoni per
processare l'importante scrittore e attivista del Movimento per la sopravvivenza del popolo Ogoni Ken Saro-Wiwa e
altre persone per l'accusa di avere assassinato quattro politici Ogoni di spicco nel maggio 1994. Saro-Wiwa e altre 14
persone si dichiararono innocenti dall'accusa di essere i mandanti degli omicidi. il 31 ottobre 1995 il tribunale
condannò Saro-Wiwa e otto altre persone all'impiccagione. All'inizio di novembre Abacha e il PRC confermarono la
sentenza capitale. L'esecuzione di Saro-Wiwa e degli otto coimputati ebbe luogo il 10 di novembre.
Il 1 ottobre 1995 in un discorso alla nazione, il Gen. Sani Abacha annunciò il programma per il ritorno al potere
civile in tre anni. Solo cinque dei partiti politici che tentarono di essere iscritti furono accettati dal governo. Nelle
elezioni locali tenute nel dicembre 1997, l'affluenza fu sotto al 10%. Quando nell'aprile 1998 si tennero le elezioni
delle assemblee statali e per i governatori, tutti e cinque i partiti ammessi alle competizioni elettorali avevano
indicato Abacha come proprio candidato alla presidenza attraverso assemblee di partito controverse. La reazione
pubblica a questo nuovo sviluppo nel processo di transizione democratica fu l'apatia e un quasi totale boicottaggio
delle elezioni.
Il 21 dicembre 1997, il governo annunciò l'arresto del secondo ufficiale militare del paese per rango, Luogotenente
Generale Oladipo Diya, di 10 altri ufficiali, e otto civili con l'accusa di aver tentato un colpo di stato.
Successivamente, il governo arrestò un gran numero di altre persone che avrebbero avuto un ruolo nel tentativo di
complotto e in aprile portò gli accusati davanti ad un tribunale militare che condannò Diya e altre otto persone alla
pena capitale.
Durante il regime di Abacha, il governo continuò a rinforzare la sua arbitraria autorità attraverso il sistema di
sicurezza federale, l'esercito, i servizi di sicurezza statali e i tribunali. Sotto la guida di Abacha, tutti gli apparati di
sicurezza commisero seri abusi dei diritti umani. Dopo la presa del potere da parte di Abubakar e il consolidamento
del supporto all'interno del PRC, gli abusi dei diritti umani diminuirono. Altri problemi connessi ai diritti umani
erano la limitazione della libertà di parola, di stampa, di associazione, di riunione e dei movimenti; la violenza e la
discriminazione contro le donne; la mutilazione genitale femminile o infibulazione.
I diritti dei lavoratori erano colpiti, dato che il governo continuava a interferire con le organizzazioni sindacali
restringendo la libertà di associazione e di movimento per i lavoratori. Dopo il suo avvento al potere nel giugno
1998, il governo di Abubakar fece numerosi ed importanti passi verso il ripristino dei diritti dei lavoratori e della
libertà di associazione per i sindacati, che erano stati fortemente colpiti tra il 1993 e il 1998 sotto il regime di
Abacha. Il governo di Abubakar rilasciò due importanti leader di sindacati del settore petrolifero che erano stati
imprigionati, Frank Kokori e Milton Dabibi; abolì due decreti che avevano rimosso i leader eletti del Nigeria Labour
Congress e delle associazioni sindacali del settore petrolifero; permise quindi nuove libere elezioni per queste
cariche.
133
Storia della Nigeria
La transizione verso il governo dei civili sotto Abubakar
Abacha, che certamente sarebbe stato eletto come presidente civile del paese nelle elezioni del 1 ottobre 1998, morì
improvvisamente di infarto l'8 giugno dello stesso anno. Fu sostituito dal Generale Abdulsalami Abubakar, che era il
terzo nella catena di comando dopo l'arresto di Diya. Il PRC, guidato dal nuovo capo di stato Abubakar, modificò le
sentenze di coloro che erano stati accusati e condannati per i presunti tentativi di colpo di stato nel 1997 e a luglio
del 1998. Nel marzo 1999, Diya e altri 54 accusati o detenuti per i golpe del 1990, 1995 e 1997 furono rilasciati. A
seguito della morte del precedente capo di stato Abacha in giugno, la Nigeria rilasciò quasi tutti i prigionieri politici,
incluso Abiola, che ancora rivendicava il proprio diritto alla presidenza, e che a sua volta morì nell'agosto dello
stesso anno, subito dopo essere uscito di prigione.
Sia durante il governo di Abacha, che durante quello di Abubakar, l'organo principale nel governo della Nigeria fu il
Provisional Ruling Council (PRC), composto da soli militari, che governava per decreto. Il PRC sorvegliava il
consiglio federale esecutivo di 32 membri, composto da civili e militari. Mancando ancora la promulgazione della
costituzione scritta dalla conferenza costituzionale del 1995, il governo osservò le disposizione delle costituzioni del
1979 e 1989. Né Abacha, né Abubakar tolsero il decreto che aveva sospeso la costituzione del 1979, e la costituzione
del 1989 non venne completata. L'autorità e l'indipendenza del potere giudiziario fu limitata in maniera significativa
durante l'era di Abacha dal regime militare che si arrogava il potere giudiziario e la proibizione di qualsiasi giudizio
da parte di una corte giudicante sulle proprie azioni. Il sistema giudiziario continuò ad essere afflitto dalla corruzione
e dalla mancanza di risorse dopo la morte di Abacha. Nel tentativo di alleviare questi problemi, il governo di
Abubakar aumentò le paghe dei dipendenti pubblici del settore e fece altre riforme.
Nell'agosto del 1998, il governo di Abubakar nominò la Commissione elettorale indipendente nazionale (INEC) per
condurre elezioni per i consigli dei governi locali, delle assemblee statali e dei governatori, dell'assemblea federale e
del presidente. L' INEC tenne con successo queste elezioni il 5 dicembre 1998, il 9 gennaio 1999, il 20 e 27 febbraio
1999. Per le elezioni locali, fu garantita la partecipazione ad un totale di nove partiti, solamente tre dei quali però
avevano le caratteristiche richieste per partecipare alle successive elezioni statali. Questi partiti erano il People's
Democratic Party (PDP), l'All Peoples Party (APP), e l'Alliance for Democracy (AD) di formazione
preponderantemente Yoruba. L'ex capo di stato militare Olusegun Obasanjo, liberato di prigione da Abubakar, si
presentò come candidato civile e vinse le elezioni presidenziali. Ci furono irregolarità nel voto, e il candidato
sconfitto Chief Olu Falae, portò i risultati elettorali e la vittoria di Obasanjo davanti ai tribunali.
Prima del 29 maggio 1999, giorno in cui il nuovo presidente civile entrò in carica, il PRC promulgò una nuova
costituzione basata largamente sulla costituzione del 1979. La costituzione includeva disposizioni su una assemlea
nazionale bicamerale, formata da una Casa dei rappresentanti di 360 membri, e un Senato di 109 membri. Agli
organi esecutivi e all'ufficio del presidente veninavo garantiti forti poteri federali. Le istituzioni giudiziarie e
rappresentative, avendo subito per anni le intrusioni del potere militare, dovettero essere ricostruite dalle
fondamenta.
L'amministrazione Obasanjo
L'emergere di una Nigeria democratica nel 1999 pose fine a 16 anni consecutivi di governo militare. Olusegun
Obasanjo divenne la guida di un paese che soffriva di stagnazione economica e del deterioramento della maggior
parte delle sue istituzioni democratiche. Obasanjo, un ex generale, fu apprezzato per le sue azioni contro la dittature
di Abacha, il suo impegno a restituire il potere ai civili nel 1979, e la sua convinzione di rappresentare tutti i
Nigeriani, indipendentemente dalla loro religione.
Il nuovo presidente prese in consegna un paese che affrontava molti problemi, tra i quali una burocrazia inefficiente,
infrastrutture collassate, e un esercito che chiedeva un riconoscimento per avere lasciato pacificamente le leve del
potere. Il presidente si mosse rapidamente e licenziò centinaia di militari che avevano tenuto posizioni politiche,
stabilì una commissione di indagine per investigare sulle violazioni di ditirri umani, ordinò il rilascio di un gran
134
Storia della Nigeria
numero di persone che erano imprigionate senza accuse provate, e rescisse un gran numero di contratti di licenza
discutibili che erano stati precedentemente stipulati dai governi militari. Il governo si mosse inoltre per avere la
restituzione di milioni di dollari nascosti in conti segreti all'estero.
La maggior parte dei leader della società civile e dei cittadini nigeriani videro un marcato miglioramento nella
gestione dei diritti umani e nella pratica democratica sotto il comando di Obasanjo. Anche la libertà di stampa ha
raggiunto livelli mai conquistati prima. Man mano che la Nigeria esperimenta la rappresentanza democratica, ci sono
stati conflitti tra il ramo esecutivo e quello legislativo su una serie di proposte di legge. Un segno del funzionamento
del federalismo è stata la visibile crescita di importanza dei governatori degli stati e i conseguenti attriti tra i governi
statali e quello federale sulla allocazione delle risorse.
Il governo Obasanjo si è trovato fin dal principio a dover affrontare problemi per le violenze interetniche. Nel
maggio 1999 scoppiarono violente dimostrazioni nello stato di Kaduna a causa di lotte per la successione ad un
emiro; il risultato furono più di 100 vittime. Nel novembre 1999, l'esercito distrusse la città di Odi, nello stato di
Bayelsa e uccise un gran numero di civili per vendicare l'uccisione di 12 poliziotti da parte di una banda di
malviventi locali. A Kaduna, nel febbraio-maggio 2000 più di 1.000 persone sono morte durante gli scontri per
l'introduzione della Shari'a fra le leggi dello stato. Centinaia di persone di etnia Hausa furono quindi uccise nel sud
della Nigeria per rappresaglia. Nel settembre 2001, più di duemila persone furono uccise in scontri inter religiosi a
Jos. Nell'ottobre 2001, centinaia di perosne vennero uccise e migliaia dovettero lasciare le proprie case a causa di
violenze inter etniche che si allargarono nella zona centrale del paese, tra gli stati di Benue, Taraba e Nassarawa. Il
1º ottobre 2001, il presidente Obasanjo annunciò la creazione di una Commissione di sicurezza nazionale per cercare
di limitare queste violenze. Attualmente la Nigeria ha tre partiti politici di primaria importanza.
Il nuovo presidente deve affrontare il compito di ricostruire una economia basata sul petrolio, le cui entrate si sono
negli anni perse a causa di corruzione e cattiva gestione, e istituzionalizzare la democrazia. Inoltre, l'amministrazione
Obasanjo deve limitare le tensioni etniche e religiose per potere costruire le basi per una crescita economica e per la
stabilità politica e si trovò coinvolta nella guerra del Delta del Niger.
Bibliografia
• Agata Gugliotta, Nigeria, risorse di chi? Petrolio e gas nel Delta del Niger, Bologna, Odoya, 2008. ISBN
978-88-6288-001-5
Altri progetti
•
Wikimedia Commons contiene file multimediali: http://commons.wikimedia.org/wiki/Category:History
of Nigeria
135
Politica della Nigeria
Politica della Nigeria
Nome del paese
• Forma lunga convenzionale: Federal Republic of Nigeria
• Forma breve convenzionale: Nigeria
Sigla del paese: NI
Tipo di Governo
Repubblica
Capitale
Abuja
Nota: Il 12 dicembre 1991 la capitale fu ufficialmente spostata da Lagos ad Abuja; molti uffici governativi
rimangono ancora a Lagos in attesa del completamento delle strutture che li ospiteranno ad Abuja
Divisione amministrativa
36 stati e 1 territorio*; Federal Capital Territory (Abuja)*, Abia, Adamawa, Akwa Ibom, Anambra, Bauchi, Bayelsa,
Benue, Borno, Cross River, Delta, Ebonyi, Edo, Ekiti, Enugu, Gombe, Imo, Jigawa, Kaduna, Kano, Katsina, Kebbi,
Kogi, Kwara, Lagos, Nassarawa, Niger, Ogun, Ondo, Osun, Oyo, Plateau, Rivers, Sokoto, Taraba, Yobe, Zamfara
Indipendenza
1º ottobre 1960 (dal Regno Unito)
Festa Nazionale
Festa dell'Indipendenza il 1º ottobre (1960)
Costituzione
Adottata una nuova costituzione nel 1999
Sistema legale
Basato sulla common law inglese, sulla legge islamica e sulle leggi tribali
Suffragio
18 anni di età; universale
Organo Esecutivo
Capo di stato e di governo
Presidente Goodluck Jonathan (dal 6 maggio 2010); nota - il presidente è contemporaneamente capo di stato e del
governo
136
Politica della Nigeria
Gabinetto
Consiglio Federale Esecutivo
Elezioni
Il presidente è eletto dal voto popolare per un massimo di due mandati quadriennali; ultime elezioni tenute nel 2003
Risultati elettorali
•
•
•
•
Olusegun Obasanjo (PDP): 61.9% - eletto.
Muhammadu Buhari (ANPP): 32.2%
Emeka Ojukwu (APGA): 3.3%
Altri candidati (17): 2.6%
Organo legislativo
L'assemblea nazionale bicamerale consiste di un Senato (109 seggi, tre da ogni stato e uno dal Federal Capital
Territory; i membri sono eletti dal voto popolare per un mandato quadriennale) e della House of Representatives
(360 seggi, i membri sono eletti dal voto popolare per un mandato quadriennale)
Elezioni
• Senato - ultime tenute nel 2003
• Partito Democratico del Popolo (People's Democratic Party) (PDP): 53.7%; 73 seggi
• Partito di tutto il Popolo Nigeriano (All Nigerian People's Party) (ANPP): 27.9%; 28 seggi
• Alleanza per la Democrazia (Alliance for Democracy) (AD): 9.7%; 6 seggi
• APGA: 1.5%; 0 seggi
• Altri partiti: 7.2%; 0 seggi
• Vacanti: 2 seggi
• House of Representatives - ultime tenute nel 2003
•
•
•
•
•
•
PDP: 54.5%; 213 seggi
ANPP: 27.4%; 95 seggi
AD: 9.3%; 31 seggi
APGA: 1.4%; 2 seggi
Other parties: 7.4%; 5 seggi
Vacant: 14 seggi
Organo giudiziario
La Corte Suprema, giudici eletti dal Provisional Ruling Council; Corte Federale di appello, i giudici sono eletti dal
governo federale insieme all'Advisory Judicial Committee
Maggiori partiti politici
• Partito di tutto il Popolo Nigeriano (All Nigerian People's Party) o ANPP Alhaji Yusuf Ali;
• Alleanza per la Democrazia (Alliance for Democracy) o AD Yusuf Mamman;
• Partito Democratico del Popolo (People's Democratic Party) o PDP Barnabas Gemade
137
Politica della Nigeria
Partecipazione ad organizzazioni internazionali
ACP, AfDB, C, CCC, ECA, ECOWAS, FAO, G-15, G-19, G-24, G-77, IAEA, IBRD, ICAO, ICC, ICC, ICRM,
IDA, IFAD, IFC, IFRCS, IHO, ILO, FMI, IMO, Inmarsat, Intelsat, Interpol, IOC, ISO, ITU, MINURSO, NAM,
OAU, OPCW, OPEC, PCA, ONU, UNCTAD, UNESCO, UNHCR, UNIDO, UNIKOM, UNITAR, UNMIBH,
UNMIK, UNMOP, UNMOT, UNU, UPU, WCL, WFTU, OMS, WIPO, WMO, WToO, WTrO
Descrizione della bandiera
Tre bande uguali verticali di colore verde, bianco e verde
Altri progetti
•
Wikimedia Commons contiene file multimediali: http://commons.wikimedia.org/wiki/Category:Politics
of Nigeria
Economia della Nigeria
L'economia della Nigeria, basata sul petrolio, a lungo azzoppata dall'instabilità politica, dalla corruzione, dalla
cattiva gestione delle politiche macroeconomiche, sta subendo sostanziali riforme grazie alla nuova amministrazione
civile. I precedenti governi militari della Nigeria non sono riusciti a diversificare l'economia per affrancarla dalla
dipendenza dal settore petrolifero, che fornisce il 20% del PIL, il 95% delle esportazioni e il 65% delle entrate
governative. Il settore agricolo rimane caratterizzato prevalentemente da una agricoltura di sussistenza che non ha
potuto far fronte alle necessità di una popolazione in rapida crescita; di conseguenza la Nigeria, che precedentemente
era un grande esportatore netto di prodotti alimentari, ne è diventata ora un importatore. Nel 2000, la Nigeria era in
lista per firmare un accordo per la riduzione del debito con il club di Parigi e un prestito da 1 miliardo di dollari dal
Fondo Monetario Internazionale (FMI), entrambi condizionati alle riforme economiche. I crescenti investimenti
stranieri insieme all'alto prezzo del petrolio hanno spinto la crescita oltre il 5% nel biennio 2000-01.
Petrolio
Il boom petrolifero degli anni settanta spinse la Nigeria a ignorare le proprie forti basi agricole e manifatturiere per
abbracciare una poco conveniente dipendenza dal petrolio. Nel 2000 le esportazioni di petrolio e gas rappresentavano
più del 98% del totale delle esportazioni e circa l'83% delle entrate statali. La nuova ricchezza dovuta al petrolio e il
contemporaneo declino degli altri settori economici, e la trasformazione verso un modello economico che necessita
di un'intensa migrazione interna verso le città ha portato ad una forte e diffusa povertà, soprattutto nelle aree rurali. Il
collasso delle infrastrutture basilari e dei servizi sociali ha accompagnato questo cambiamento. Nel 2000 il PIL pro
capite della Nigeria era crollato a circa un quarto del suo massimo nella metà degli anni settanta, e sotto al livello
che aveva al momento dell'indipendenza. Seguendo l'endemica sofferenza dei settori non petroliferi, l'economia
continua ad essere spettatrice della crescita massiccia delle attività economiche del "settore informale", che viene
stimato al 75% circa dell'intero giro economico.
Le riserve di petrolio effettivamente trovate in Nigeria sono stimate attorno ai 25 miliardi di barili, le riserve di gas
naturale sono molto superiori ai 100 000 miliardi ft³ (2.800 km³). La Nigeria è un membro dell'OPEC, e nel 2001 la
sua produzione di petrolio era vicina ai 2,2 milioni di barili (350.000 m³) al giorno. Limitate relazioni delle
compagnie con le comunità indigene, il vandalismo sulle strutture petrolifere, seri danni ecologici e problemi di
sicurezza personale in tutta la zona del delta del Niger, regione dove viene estratto, continuano ad affliggere il settore
petrolifero nigeriano. Gli sforzi fatti non sono stati sufficienti a risolvere questi problemi. In assenza di programmi
governativi, le maggiori multinazionali hanno lanciato in proprio dei programmi per lo sviluppo comunitario. Una
138
Economia della Nigeria
nuova entità, la Commissione per lo sviluppo del Delta del Niger (NDDC) è stata creata per aiutare a portare uno
sviluppo economico e sociale nella zona. Nonostante non abbia ancora lanciato il proprio programma, ci sono forti
speranze che tale struttura possa invertire le tendenze di impoverimento della zona. Gli Stati Uniti rimangono il
maggior cliente per il greggio nigeriano, assorbendo più del 40% delle esportazioni; La Nigeria fornisce agli USA il
10% di tutto il petrolio consumato.
Gli Stati Uniti sono il secondo partner commerciale della Nigeria dopo il Regno Unito. Nonostante la bilancia
commerciale sia di gran lunga a favore della Nigeria, grazie al petrolio, si crede che larga parte delle importazioni
dagli USA entri in Nigeria sfuggendo al controllo del governo nigeriano, e quindi alle statistiche, a causa del
contrabbando che cerca di evitare gli alti dazi doganali. Nel maggio 2001 il governo istituì un controllo a tappeto per
tutte le importazioni; è in atto un processo di riduzione delle tariffe e dei dazi doganali, ma rimane ancora molto da
fare. Il governo ha anche tentato di incoraggiare gli investimenti stranieri, anche se il clima per gli investimenti nel
paese rimane ancora fortemente incerto. Lo stock di investimenti statunitensi è vicino ai 7 miliardi di dollari, la
maggioranza dei quali nel settore energetico. La ExxonMobil e la Chevron sono i due maggiori investitori americani
in questo settore. Significative esportazioni di gas naturale liquefatto sono iniziate a partire dalla fine del 1999 e sono
previste in aumento, dato che la Nigeria ha deciso di eliminare gli sprechi di gas entro il 2008.
L'agricoltura
L'agricoltura ha sofferto anni di cattiva gestione, politiche governative inconsistenti e mal concepite e la mancanza
delle infrastrutture basilari. Attualmente il settore fornisce il 41% del Pil e occupa i due terzi dei lavoratori. La
Nigeria non è più uno dei maggiori esportatori di cocco, arachidi, gomma e olio di palma. La produzione del cocco,
la maggioranza da varietà obsolete e da piantagioni non curate, è stagnante attorno alle 180.000 tonnellate annue; 25
anni fa era di 300.000 tonnellate. Un calo ancora più drammatico ha colpito le produzioni di arachidi e olio di cocco.
Non più il maggiore allevatore di pollame in Africa, la produzione di prodotti da tale tipo di allevamento è crollata
da 40 milioni a 18 milioni di polli l'anno. Le costrizioni alle importazioni limitano la reperibilità di molti prodotti
agricoli che servirebbero per i vari tipi di allevamento. La pesca è male amministrata. Cosa ancora più pericolosa per
il futuro del paese, il sistema di proprietà dei terreni scoraggia investimenti di lungo periodo di tipo tecnologico, o
l'applicazione di metodi di coltura moderni, frenati inoltre dalla inaccessibilità del credito da parte degli imprenditori
agricoli.
La dipendenza dal petrolio, e l'illusione che ha creato di generare grande ricchezza grazie ai contratti governativi,
hanno dato il via ad altre distorsioni economiche. L'alta propensione del paese verso le importazioni porta al
consumo di circa l'80% delle entrate governative nel cambio valute. Importazioni meno care, risultanti da un Naira
cronicamente supervalutato, fa coppia con un costo di produzione domestica eccessivamente alto, dovuto in parte
alle intermittenti erogazioni dell'energia elettrica e alla mancanza di carburanti, ed ha abbassato l'utilizzo della
capacità di produzione industriale sotto il 30%. Molte delle fabbriche nigeriane che sono ancora aperte, lo sono solo
grazie al basso costo del lavoro. Le manifatture nazionali, specialmente farmaceutiche e tessili, hanno perso la loro
capacità di competere nei tradizionali mercati regionali; ci sono comunque segnali di ripresa di competitività da parte
di alcuni produttori.
Il debito estero ufficiale della Nigeria ammonta a circa 28,5 miliardi di dollari, il 75% dei quali sono dovuti ai paesi
facenti parte del Club di Parigi. Gran parte di questo debito è costituito da interessi e pagamenti arretrati. Nell'Agosto
2000 il Fondo Monetario Internazionale e la Nigeria hanno siglato un accordo che ha portato ad una dilazione del
rimborso del debito nei confronti dei paesi del Club di Parigi creditori. Nell'agosto 2001, nonostante un dialogo
continuo con il FMI, la Nigeria non era ancora riuscita a soddisfare buona parte delle condizioni dell'accordo. Il FMI
ha acconsentito ad una estensione di qualche mese e ad una revisione degli obiettivi da porre come condizioni per un
nuovo accordo. Al settembre 2001 solo pochi dei paesi creditori della Nigeria avevano siglato accordi bilaterali.
Qualsiasi sollievo dal debito di lungo termine richiederà forti ed efficaci riforme economiche per un lungo periodo.
139
Economia della Nigeria
Alla luce di politiche fiscali di forte espansione del settore pubblico nel 2001, il governo ha trovato modi per
diminuire il forte tasso di inflazione, portando all'implementazione di più efficaci politiche monetarie da parte della
Banca centrale della Nigeria (CBN) e al risparmio di parte del budget governativo. Come risultato degli sforzi della
CBN, il cambio ufficiale del Naira si è stabilizzato a circa 12 Naira per dollaro. La combinazione degli sforzi della
CBN per aumentare il valore del Naira e gli eccessi di liquidità risultanti dal nuovo modello di spesa governativo,
hanno portato la moneta ad essere scontata di circa il 20% nel mercato parallelo (mercato nero). Una condizione
chiave dell'accordo con l'FMI è stata proprio la convergenza tra la quotazione ufficiale e quella non ufficiale. Il
Mercato estero inter-bancario (IFEM) è strettamente legato al cambio ufficiale. Sotto il controllo dell'IFEM le
banche, le compagnie petrolifere e la CBN possono comperare o vendere le loro valute straniere ai tassi di cambio
influenzati dal governo. Gran parte dell'economia informale, invece, ha accesso al mercato dei cambi solo attraverso
il mercato nero. Le aziende possono tenere conti domiciliati presso banche private, e i titolari dei conti hanno
accesso incondizionato all'uso dl denaro.
L'espansione delle spese governative ha portato anche ad una maggiore pressione sui prezzi al consumo. L'inflazione
che era scesa allo 0% nell'aprile 2000, raggiunse il 14,5% per la fine dello stesso anno, e il 18,7% nell'agosto 2001.
Nel 2000 gli alti prezzi del petrolio portarono le entrate del governo ad oltre 16 miliardi di dollari, circa il doppio
dell'anno precedente. Gli stati ed i governi locali chiesero di avere accesso a questa pioggia di denaro, creando un
duro scontro tra il governo federale, che voleva avere un controllo sulle spese, e i governi statali desiderosi di vedere
aumentati i propri budget per mettersi al riparo da possibili successivi periodi con un prezzo inferiore del petrolio.
Dopo essere stato sottoposto ad un periodo particolarmente problematico a metà degli anni novanta, il sistema
bancario della Nigeria ha avuto una significativa crescita negli ultimi anni e nuove banche si sono affacciate sul
mercato finanziario. La stretta politica monetaria promosa dalla Banca centrale per assorbire l'eccesso di liquidità
nell'economia, ha reso la vita difficile alle banche, alcune delle quali si sono date ad attività di arbitraggio sui cambi
che in buona parte ricadono al di fuori dei meccanismi bancari legali. La crescita dell'economia guidata dal settore
privato, rimane limitata dall'alto costo degli affari in Nigeria, che include la necessità di duplicare determinate
infrastrutture, la minaccia del crimine e il bisogno ad essa collegato di avre sistemi di sicurezza privati, la mancanza
di efficacia del sistema giudiziario e una non trasparente gestione delle politiche economiche, specialmente per
quanto riguarda i contratti governativi. Anche se le pratiche di corruzione sono endemiche, sono comunque meno
lampanti che durante i regimi militari, e ci sono segnali di miglioramento. Intanto, fino al 1999 la Borsa nigeriana ha
avuto una performance molto positiva, anche se la capitalizzazione in borsa è uno strumento ancora poco usato dal
settore privato nigeriano.
I trasporti
Il sistema di infrastrutture di trasporto pubbliche della Nigeria è uno dei maggiori ostacoli allo sviluppo economico. I
principali porti sono a Lagos (Apapa e Tin Can Island), Port Harcourt, e Calabar. Le tasse portuali sono fra le più
alte del mondo. Di 80.500 km di strade, più di 15.000 sono ufficialmente asfaltate, ma poche di queste sono
effettivamente in buono stato. Estensive riparazioni delle strade e nuove costruzioni vengono gradualmente
implementate da quando i governi statali possono spendere le maggiori entrate avute grazie all'aumento del prezzo
del petrolio. La decisione del governo di controllare la totalità delle merci in entrata alle dogane ha portato a forti
ritardi nello sdoganamenti dei beni per gli importatori ed ha creato una nuova sorgente di corruzione dal momento
che nei porti mancano le infrastrutture per compiere in maniera adeguata le citate ispezioni. Quattro degli aeroporti
Nigeriani: Lagos, Kano, Port Harcourt e Abuja hanno attualmente voli internazionali. La compagnia di bandiera di
proprietà statale Nigerian Airways è virtualmente fallita a causa della cattiva gestione, dell'alto debito e dei voli
quasi deserti. Ci sono svariate compagnie interne private, e il servizio aereo tra le città nigeriane è sostanzialmente
affidabile. Ma la cultura della manutenzione delle linee domestiche è molto lontana dagli standard internazionali.
140
Economia della Nigeria
Riforme graduali
Il governo di Obasanjo supporta il settore privato, la crescita economica guidata dal mercato ed ha iniziato a mettere
in pratica estensive riforme economiche. Nonostante la campagna governativa anti corruzione sia stata finora
inefficace, i progressi nella trasparenza della gestione economica sono visibili. Il doppio tasso di cambio
formalmente abolito nel 1999, rimane però tuttora attivo. Durante il 2000 il programma di privatizzazioni del
governo rese reali le promesse di cedere al settore privato banche, compagnie di distribuzione dei carburanti e
cementifici. Il processo di privatizzazione, però, è stato rallentato dallo scontro fra il governo ed enti parastatali quali
la compagnia di telefonia fissa nazionale (NITEL) e la Nigerian Airways. La vendita delle licenze per le reti GSM
nel gennaio 2001 ha incoraggiato gli investimenti in questo settore vitale.
Nonostante i tentativi del governo di deregolamentare il settore petrolifero siano in parte falliti, le raffinerie di stato,
praticamente al collasso nel 2000, stanno ora producendo con una capacità aggiuntiva; nell'agosto del 2001 le
condutture per il gasolio sono quasi scomparse dal paese. Il governo intende ancora perseguire la
deregolamentazione del settore, nonostante l'opposizione interna sia forte, in particolare quella del Nigerian Labor
Congress. Per soddisfare la domanda interna, il governo subisce ingenti perdite importando il gasolio da vendere a
prezzi calmierati.
Investimenti
Nonostante la Nigeria debba confrontarsi con le sue decadenti infrastrutture e una endemica mancanza di rispetto
delle leggi e delle regole in generale, il paese ha molte caratteristiche positive per investimenti accuratamente mirati
ed è in espansione sia come mercato regionale che mondiale. Mercati di nicchia profittevoli, all'infuori del mercato
energetico, come le telecomunicazioni, si sono sviluppati grazie alle riforme messe in atto dal governo. C'è un
consenso interno crescente che gli investimenti esteri siano necessari per realizzare il vasto potenziale dell'economia
nigeriana. Le imprese interessate agli investimenti di lungo termine e a joint ventures, specialmente quelle che
utilizzano materie prime locali, possono trovare una buona opportunità nel vasto mercato interno. Per migliorare le
possibilità di successo, i potenziali investitori devono prendere conoscenza della situazione locale e delle pratiche
economiche, stabilire una presenza locale, e scegliere con molta cura i propri partners. Il governo nigeriano è molto
attento a sostenere il processo democratico, migliorare la qualità di vita e le condizioni di sicurezza, mantenere e
costruire nuove infrastrutture necessarie per attrarre investimenti stranieri.
Assistenza Economica
Gli Stati Uniti hanno assistito lo sviluppo economico della Nigeria dal 1954 fino al giugno 1974, quando l'assistenza
venne interrotta per il sostanziale aumento del pil pro capite dovuto alle aumentate entrate del settore petrolifero.
Durante tale periodo, gli Stati Uniti hanno dato alla Nigeria aiuti per approssimativamente 360 milioni di dollari, che
includevano prestiti per assistenza tecnica, per l'aiuto e la riabilitazione dell'economia e aiuti alimentari. Ulteriori
aiuti sono stati dati anche nei tardi anni settanta.
Il brusco calo dei prezzi petroliferi, la cattiva gestione dell'economia e il susseguirsi di governi militari hanno
caratterizzato la Nigeria negli anni ottanta. Nel 1983 USAID ha iniziato a dare assistenza al Ministero Federale per la
Sanità Nigeriano per sviluppare e implementare i piani di programmazione delle nascite e la cura dei neonati. Nel
1992 un programma per la prevenzione e il controllo dell'HIV/AIDS è stato aggiunto alle attività già in essere.
USAID ha impegnato 135 milioni di dollari in programmi di assistenza bilaterali per il periodo 1986/1996 quando la
Nigeria si sottopose ad un inizialmente riuscito Programma di Aggiustamento Strutturale, ma che successivamente
ha abbandonato. Piani per impegnare 150 milioni di dollari nell'assistenza tra il 1993 e il 2000 furono interrotti da
problemi nelle relazioni tra Nigeria e USA sugli abusi dei diritti umani, la fallita transizione verso la democrazia e
una mancanza di cooperazione da parte del governo Nigeriano sul piano della lotta al traffico di sostanze
stupefacenti. Alla metà degli anni novanta questi problemi hanno portato al blocco delle attività di USAID che
141
Economia della Nigeria
avrebbero portato benefici al governo militare. I piani sanitari esistenti vennero ridisegnati per essere attuati tramite
le associazioni non-governative e i gruppi comunitari. Come risposta al piano del governo militare per posticipare la
transizione verso un governo civile, il Peace Corps ha sospeso i propri programmi in Nigeria nel 1994.
In risposta alla situazione politica sempre più repressiva, USAID ha stabilito un programma per la democrazia e il
buon governo nel 1996. Questo programma integrava temi concentrati sulle basi della democrazia partecipativa, dei
diritti civili, dell'emancipazione femminile, della trasparenza e di altre attività sanitarie per raggiungere i Nigeriani
direttamente in 14 dei 36 stati.
L'improvvisa morte del Generale Sani Abacha e l'assunzione del potere da parte del Generale Abdulsalami Abubakar
nel giugno 1998, hanno segnato un cambiamento delle relazioni tra USA e Nigeria. USAID ha dato un significativo
supporto al processo elettorale dando fondi per avere osservatori internazionali nei seggi, l'addestramento degli
osservatori elettorali nigeriani, oltre che attività educative rivolte ai votanti. Nel febbraio 1999, il Presidente Clinton
propose al congresso di eliminare le restrizioni e limitazioni ai rapporti tra i due governi.
Da quel momento, USAID ha supportato la Nigeria per sostenere la democrazia e migliorare le politiche
governative, dando addestramento per coloro che dovevano ricoprire ruoli e responsabilità da eletti in una
democrazia rappresentativa a livello federale, statale e localeprima che essi entrassero in carica nel maggio 1999, e
dando assistenza alla prevenzione dei conflitti e alla soluzione dei problemi del Delta del Niger. Dal punto di vista
economico i programmi di supporto di USAID nel rafforzare la gestione economica e il coordinamento,
incoraggiando lo sviluppo del settore privato e le riforme economiche, aiutando la Nigeria a mietere i benefici
dell'AGOA, migliorando la tecnologia agricola e lo sviluppo delle piccole e medie imprese. Inoltre, l'assistenza
sanitaria concentrata nella lotta all'HIV/AIDS, nella nutrizione ed immunizzazione, educazione, infrastrutture
energetiche e di trasporto sono prioritarie per l'assistenza bilaterale.
Statistiche
PIL: a parità di potere d'acquisto - $110.5 miliardi (1999 stima) PIL - tasso reale di crescita: 2.7% (1999 stima) Pil
- pro capite: a parità di potere d'acquisto - $970 (1999 stima) PIL - composizione per settore:
agricoltura: 33%
industria: 42%
servizi: 25% (1997 stima) Popolazione sotto la soglia di povertà: 34.1% (1992-93 stima) Entrate delle famiglie o
consumi in percentuale sul totale:
inferiori 10%: 1.3%
superiori 10%: 31.4% (1992-93) Tasso d'inflazione (prezzo al consumo): 12.5% (1999 stima) Forza lavoro:
42.844 million Forza lavoro - per occupazione: agricoltura 54%, industria 6%, servizi 40% (1999 stima) Tasso di
disoccupazione: 28% (1992 stima) Budget:
Entrate: $NA
Spese: $NA Industrie: petrolio greggio, carbone, stagno, columbite, olio di palma, arachidi, cotone, gomma,
legname, pellami, tessile, cemento e altri materiali edili, industria alimentare, calzature, chimica, fertilizzanti,
ceramiche, acciaio Tasso di crescita della produzione industriale: NA% Elettricità - produzione: 14.75 miliardi
di kWh (1998) Elettricità - produzione per sorgente:
combustiblili fossili: 61.69%
idroelettrica: 38.31%
nucleare: 0%
altri: 0% (1998) Elettricità - consumo: 13.717 miliardi kWh (1998) Elettricità - esportazioni: 0 kWh (1998)
Elettricità - importazioni: 0 kWh (1998) Agricoltura - prodotti: cocco, arachidi, olio di palma, mais, riso, sorgo,
miglio, cassava (tapioca), yam, gomma; bovini, ovini, caprini, suini; legname; pesce
Esportazioni: $13.1 miliardi (1999) Esportazioni - beni: petrolio prodotti petroliferi 95%, cocco, gomma
Esportazioni - partners: Stati Uniti 35%, Spagna 11%, India 9%, Francia 6%, Italia (1998 stima) Importazioni:
142
Economia della Nigeria
$10 miliardi (1999) Importaioni - beni: macchinari, prodotti chimici, mezzi di trasporto, prodotti finiti, alimentarie
animali vivi Importazioni - partners: Regno Unito 13%, Stati Uniti 12%, Germania 10%, Francia 9%, Paesi Bassi
(1998 stima) Debito - estero: $29 miliardi (1999 stima) Aiuti economici - ricevuti: $39.2 milioni (1995) Valuta: 1
naira (N) = 100 kobo Tasso di cambio: naira (N) per US$1 – 96.261 (October 1999), 99 (1999), 21.886 (1998),
21.886 (1997), 21.895 (1995)
Bibliografia
• Agata Gugliotta, Nigeria, risorse di chi? Petrolio e gas nel Delta del Niger, Bologna, Odoya, 2008 ISBN
978-88-6288-001-5.
Altri progetti
•
Wikimedia Commons contiene file multimediali: http://commons.wikimedia.org/wiki/Category:Economy
of Nigeria
Musica della Nigeria
La musica nigeriana comprende diversi generi di musica folk e popolare, appartenenti alle tradizioni delle diverse
etnie del paese. La Nigeria è stata definita "il cuore della musica africana": oltre a vantare un vasto patrimonio di
musica etnica tradizionale (parte della quale ha influenzato, in seguito alla tratta degli schiavi, la musica americana),
la Nigeria è stata la culla, o il luogo di massimo sviluppo, di moltissimi generi di musica pop africana di grande
importanza, come la palm wine music, la highlife, il jùjú, l'afrobeat e le varianti nigeriane dell'hip hop e del reggae.
Alla musica leggera si affianca anche una produzione non trascurabile di musica operistica e classica.
Musica tradizionale
Poco si conosce della storia della musica nigeriana prima
dell'arrivo dei coloni europei. Dipinti rupestri risalenti al XVI e
XVII secolo a.C., raffiguranti strumenti musicali e musicisti,
provano che la musica aveva un ruolo rilevante nelle culture
nigeriane già dell'età del bronzo.
Oggi in Nigeria convivono oltre 400 gruppi etnici, ognuno dei
quali ha una propria tradizione musicale. Nonostante questa
notevole diversificazione, si possono individuare alcuni elementi
ricorrenti, che accomunano le diverse culture. Uno dei più evidenti
è, nel contesto della musica corale e cantata, l'uso dello schema
Un Obu suona un arco musicale
call-and-response, in cui un solista e il coro dialogano con frasi
musicali che si alternano, appunto, come "botta e risposta". Come in gran parte della musica africana, la ritmica
svolge un ruolo chiave, e anzi predominano le soluzioni poliritmiche, nel quale due o più battute separate vengono
suonate simultaneamente.[1] Molto comune è l'uso dell'ostinato, sia melodico che ritmico, che spesso fa da
accompagnamento al call-and-response delle voci.
143
Musica della Nigeria
Ruolo culturale
La musica tradizionale dei popoli nigeriani (come gran parte della musica tradizionale africana) è in genere intesa
non tanto come intrattenimento o espressione artistica pura, quanto come funzionale; può essere parte integrante
dell'espletamento di riti sociali e religiosi (matrimoni, funerali, riti di circoncisione), del lavoro (la cosiddetta work
song, che serve allo scopo di dettare il ritmo nella raccolta nei campi o nel pagaiare con una canoa), o essere
associata alla trasmissione delle conoscenze della tradizione orale (per esempio racconti epici). Soprattutto rispetto a
quest'ultima funzione, il patrimonio musicale dei popoli è spesso conservato da famiglie di cantori, come i griot.
Sono inoltre spesso associate alla musica, come sua parte integrante, danze e rappresentazioni rituali codificate anche
molto complesse.
Nonostante la rapida evoluzione della musica nigeriana nel XX secolo, e la nascita di innumerevoli generi di musica
pop nigeriana, la musica tradizionale in Nigeria ha anche un peso significativo nell'industria discografica moderna, e
alcuni musicisti folk sono stati storicamente altrettanto popolari degli interpreti delle musiche moderne più alla
moda. Dan Maraya, per esempio, raggiunse una popolarità tale da essere portato sui campi di battaglia durante la
guerra civile nigeriana per sollevare il morale delle truppe federali.
Strumenti tradizionali
Gli strumenti usati nella musica tradizionale nigeriana includono strumenti tipici dell'Africa Occidentale (come lo
xilofono) e strumenti derivati dalla tradizione islamica del Maghreb o di altre regioni dell'Africa meridionale e
orientale. I musicisti folk nigeriani moderni fanno anche uso di strumentazione proveniente dalle Americhe e
dall'Europa, dagli ottoni fino alle chitarre elettriche.
Percussioni
I tamburi sono la categoria di percussioni più diffusa. Ne esistono di innumerevoli tipi; quelli tradizionali sono in
genere costituiti da un unico blocco di legno o da una zucca vuota, ma recentemente si sono diffusi nella musica folk
nigeriana anche tamburi realizzati a partire da barili metallici. Molto diffusa è la forma a clessidra (come quella dello
djembe), ma esistono anche tamburi a doppia testa, conici, e a forma di vaso (l'udu). Il tamburo a cornice, molto
usato nella Nigeria moderna, è probabilmente un'acquisizione recente, di origine brasiliana.
Oltre ai tamburi, il tipo di percussione più diffuso è lo xilofono, un idiofono accordato presente in tutta l'Africa
occidentale e centrale. Lo stesso strumento viene talvolta suonato contemporaneamente da due o più percussionisti
che realizzano soluzioni poliritmiche. Lo xilofono nigeriano tipico è di legno leggero, con impalcatura in banano.
Sono diffusi anche xilofoni a cavità o a scatola risonante.
Una lunga tradizione storica è associata alle diverse tipologie di campane usate nella musica nigeriana; sono in
genere in ferro o in bronzo (soprattutto nelle orchestre islamiche del nord).
Data l'importanza notevole della ritmica nella musica folk e spontanea nigeriana, non sorprende che siano diffuse
anche una miriade di percussioni informali. Pentole d'argilla riempite con diversi livelli d'acqua per ottenere
particolari accordature vengono colpite con bacchette munite di cuscinetti soffici. Le donne spesso usano bastoncini
per colpire zucche vuote, talvolta poste a galleggiare sull'acqua, e accordate in funzione dell'aria contenuta
all'interno. Nel sud sono comuni i "raschietti", bastoncini dentellati che vengono suonati strofinandovi sopra una
conchiglia, e sonagli fatti con zucche vuote riempite di perline e conchiglie.
Strumenti a corde
La musica nigeriana tradizionale impiega anche numerosi cordofoni, alcuni dei quali con una singola corda. Nel
centro del paese è particolarmente diffuso l'arco musicale, costituito da una singola corda tesa fra le estremità di un
legno curvo, che si può colpire e pizzicare; il suo uso è associato soprattutto ai riti agricoli. Molto importante per la
tradizione musicale nigeriana è anche il goje, una sorta di fiddle a una corda, originario della cultura hausa. Si
trovano anche diverse forme di arpa, come quella a cinque o sei corde usate dal popolo Tarok della Nigeria orientale;
144
Musica della Nigeria
145
violini (come quello a una corda tipico del nord e di origine nordafricana); e liuti (per esempio presso gli Hausa e i
Kanuri).
Strumenti a fiato
La vasta gamma di strumenti a fiato usati in Nigeria include numerosi tipi di tromba (come la lunghissima kakaki,
fino a due metri di lunghezza), corni, chiarine, flauti e fischietti.
Musica delle principali etnie
Fra le numerose etnie presenti oggi in Nigeria, alcune hanno tradizioni musicali più ricche e hanno influenzato in
modo più significativo l'evoluzione della musica nigeriana. Fra queste si devono citare gli Hausa, gli Igbo e gli
Yoruba.
Musica hausa
Gli Hausa sono un popolo della Nigeria settentrionale, la cui cultura è stata
fortemente influenzata da quella islamica del Maghreb e del Nordafrica. Hanno
un'importante tradizione musicale, in gran parte legata alla musica cerimoniale e
di celebrazione, detta rokon fada. Fra gli strumenti tipici utilizzati nella rokon
fada c'è il kakakai, una tromba lunga fino a 2 metri, la cui tradizione risale alla
cavalleria dell'Impero Songhai. Alla musica cerimoniale si affianca la musica
folk delle zone rurali, legata a danze tradizionali come la asauwara e il bòòríí.
Musica igbo
Gli Igbo (o Ibo) sono l'etnia principale del sud-est della Nigeria. La tradizione
igbo ha avuto un ruolo molto importante nello sviluppo della musica moderna
nigeriana (in particolare della cosiddetta highlife), soprattutto a causa della
notevole capacità della musica igbo di assimilare e adattare elementi di altre
tradizioni.[2] Come per gli Hausa, una parte rilevante della tradizione musicale
igbo è costituita dalla musica cerimoniale e di accompagnamento ai canti epici.
Un'arpa a due corde hausa
Fra gli strumenti principali usati dagli Igbo c'è l'obo, una sorta di cetra a 13 corde. Altri cordofoni igbo appartengono
alla famiglia delle lire e dei liuti; fra le numerose percussioni predominano lo slit drum, lo xilofono, lo ufie e diversi
tipi di campana. Gli ottoni, introdotti in tempi coloniali dall'Europa, hanno assunto un ruolo importante anche nella
musica folk.
Musica yoruba
Gli Yoruba sono detentori di una grande tradizione musicale, legata in particolare alla sfera spirituale e alla
celebrazione della loro ricca mitologia. La musica yoruba, contaminata con elementi di origine europea, islamica e
brasiliana, costituisce la base della musica moderna nigeriana, sviluppatasi principalmente nell'area di Lagos. Fra gli
stili moderni di evidente eredità yoruba si possono citare il waka di Salawa Abeni e il sakara di Yusuf Olatunji.
Lo strumento più tipico della musica yoruba è un tamburo parlante (a clessidra) detto dundun, dal quale prende il
nome anche il sottogenere principale della musica yoruba. Ai dundun si accompagnano un tipo di timpani detti
gudugudu. Tipiche della musica yoruba sono formazioni orchestrali composte di un insieme di percussioni, e guidate
da un percussionista solista, detto iyalu, che usa il tamburo parlante simulando la cadenza della lingua yoruba.
Musica della Nigeria
Musica infantile
Una tradizione a sé stante è rappresentata dalla musica tradizionale infantile, che di solito si esprime attraverso
giochi cantati. Anche in questo contesto si ritrova lo schema del call-and-response; il linguaggio utilizzato è spesso
arcaico, come avviene per le filastrocche ripetute immutate di generazione in generazione. Gli strumenti di
accompagnamento includono una rudimentale cetra a una corda fatta con i gambi del granturco, lattine usate come
tamburi, pifferi fatti con gambo di papaia e un'arpa realizzata con i gambi della pianta del sorgo.
Musica popolare
L'industria musicale nigeriana moderna è una delle più ricche e tecnologicamente avanzate dell'Africa, nonostante gli
ostacoli posti dalla corruzione politica e dalla diffusione della pirateria musicale[3]. Culla della musica pop e leggera
nigeriana è l'area di Lagos, la capitale del paese, in cui predomina l'etnia Yoruba. A partire dall'inizio del XX secolo,
la Nigeria ha conosciuto l'avvicendarsi di numerosi generi di musica leggera, molti dei quali si sono diffusi anche in
altre parti dell'Africa o addirittura nel mondo.
Palm wine music (anni '20)
La prime forme di musica pop nate dalla tradizione nigeriana emersero negli anni venti del XX secolo, in seguito alla
diffusione di nuovi strumenti (in particolare ottoni, percussioni islamiche), tecniche (l'uso di spartiti) e modelli
stilistici (in particolare provenienti dal Brasile). Nella zona di Lagos si sviluppò in questo periodo la cosiddetta
palm-wine music, così chiamata perché era suonata nei piano bar per accompagnare la consumazione del vino di
palma (palm wine). Dalla Nigeria, la palm wine si diffuse anche in Sierra Leone, Liberia, Ghana e altre nazioni
dell'Africa occidentale. La palm wine guadagnò una certa visibilità negli anni trenta, grazie alla pubblicazione, da
parte dell'etichetta britannica His Master's Voice, di artisti come Ojoge Daniel, Tunde Nightingale e Speedy Araba.
Nella sua fase più matura, il genere divenne noto con il nome di jùjú, introdotto da Baba Tunde King e in seguito
mantenuto per identificare un filone di musica popolare nigeriana destinato a raggiungere il suo apice negli anni
sessanta e settanta.[4] Il significato del termine "jùjú" non è certo; se da una parte potrebbe ricordare il suono di un
tamburello brasiliano, dall'altra il termine viene talvolta interpretato come vagamente sprezzante nei confronti dei
governi coloniali, in particolare come deformazione di joujou, parola francese per "nonsenso".[5]
Apala (anni '30)
L'apala è un genere di musica canora che emerse negli anni trenta del XX secolo. Deriva dalla tradizione della
musica yoruba islamica e fu inizialmente concepito come espressione del risveglio dei fedeli dopo il periodo del
Ramadan. Si basa principalmente su percussioni di ispirazione cubana; gli strumenti usati erano due o tre tamburi a
clessidra detti omele, sonagli, campanelle dette agogo, e un particolare pianoforte detto agidigbo. Questo genere
ebbe una evoluzione costante nei decenni successivi, raggiungendo il culmine della sua popolarità negli anni
sessanta, grazie a musicisti come Haruna Ishola e Ayinla Omowora. Alcuni elementi della musica apala
influenzarono movimenti musicali successivi, come la musica fuji.
Highlife (anni '50)
Negli anni cinquanta iniziò a diffondersi in Nigeria, e in particolare presso il popolo Igbo, un genere musicale di
origine ghanese chiamato highlife (o west african highlife), rappresentato da artisti come il ghanese E. T. Mensah.
Fra i primi musicisti ad abbracciare questo stile vi fu il complesso di grande successo Bobby Benson & His Combo.
Nei decenni successivi, lo highlife conobbe il suo massimo sviluppo proprio in Nigeria. Fra i numerosi artisti di
successo nella scena dello highlife nigeriano si possono citare Jim Lawson & the Mayor's Dance Band (metà degli
anni '70), Rocafil Jazz e Prince Nico Mbarga. Sweet Mother di Mbarga, con oltre 13 milioni di copie vendute, fu un
grande successo panafricano, più di qualsiasi altro brano musicale precedente.[6]
146
Musica della Nigeria
147
L'evoluzione dello highlife fu fortemente influenzata dalla guerra civile. I musicisti igbo, che erano i principali
rappresentanti del genere, furono costretti all'esilio; la musica highlife fu confinata alla Nigeria orientale, e anche qui
iniziò a perdere rilievo a favore dello jùjú e della nuova musica fuji. Fra i musicisti che più a lungo tennere in vita
questo genere si possono citare il cantante e trombettista yoruba Victor Olaiya, (l'unico nigeriano ad aver vinto un
disco di platino), Sonny Okosun, Victor Uwaifo e Orlando Owoh. Owoh, in particolare, viene considerato fondatore
di un genere indipendente, fusione di jùjú e highlife, noto come toye.
Jùjú (anni '60-'80)
Se l'origine del termine "jùjú" si può ricondurre alle ultime evoluzioni della
palm wine music, esso acquisì nuove connotazioni dopo la seconda guerra
mondiale, periodo in cui nuovi strumenti, tecniche e stili di origine europea e
statunitense approdarono in modo massiccio in Nigeria. Si diffusero in
particolare gli strumenti elettrici e nuovi generi come il rock'n'roll e il soul,
che vennero però rielaborati e assorbiti nel filone pop predominante della
scena nigeriana, lo jùjú. Fra i primi risultati di questa contaminazione si può
citare l'opera di Tunde Nightingale. Alla fine degli anni cinquanta, IK Dairo
contribuì a una ulteriore evoluzione del genere con il suo celebre gruppo IK
Dairo & the Morning Star Orchestra, fondato nel 1957 (e in seguito
ribattezzato IK Dairo & the Blue Spots). Nei lavori di IK Dairo, realizzati con
una tecnologia di registrazione innovativa, furono introdotti strumenti come il
gangan (un tamburo nigeriano), la chitarra elettrica e la fisarmonica.[7] IK
Dairo fu uno dei più famosi musicisti africani della sua epoca; la sua fama
giunse fino in Giappone, e nel 1963, in segno di riconoscimento per la sua
opera, fu insignito dell'Order of the British Empire.
IK Dairo
Fondamentali per lo sviluppo dello jùjú furono Ebenezer Obey e King Sunny
Ade, emersi alla metà degli anni sessanta. Obey fu fondatore nel 1964 degli
King Sunny Ade
International Brother, uno dei più grandi gruppi musicali della storia della
musica pop nigeriana; suonavano una musica che univa elementi blues,
highlife e jùjú, e la strumentazione includeva un'importante sezione di talking drum. Ade divenne celebre con i
gruppi Green Spot (fondato nel 1966) e African Beats (1974). La rivalità fra Obey e Ade valse alla musica jùjú
numerose innovazioni fondamentali. Ade, per esempio, introdusse in Nigeria elementi della dub music giamaicana,
tra cui uno scambio di ruoli fra chitarra (utilizzata principalmente in senso ritmico) e tamburi (dedicati alle linee
melodiche). Sia Obey che Ade, inoltre, rivoluzionarono il formato dei brani musicali, passando dalla canzone di 3-4
minuti (tipica per esempio della produzione di Dairo) a vere e proprie suite di oltre 20 minuti.[8]
Obey e Ade continuarono ad avere successo anche negli anni ottanta. Ade, in particolare, raggiunse una grande
visibilità internazionale con l'album Juju Music, e incise un album con Stevie Wonder, Aura. Il maggior successo di
Obey fu invece, probabilmente, Current Affairs, pubblicato da una major come la Virgin Records e molto venduto
anche nel Regno Unito. Alla fine degli anni 80, la musica juju venne soppiantata da altri stili musicali, come la
yo-pop, il gospel nigeriano e il reggae nigeriano.
Musica della Nigeria
Fuji (anni '60-'70)
La fine degli anni '60 vide anche l'apparizione dei primi complessi fuji. Il termine "fuji", coniato da Sikiru
Barrister[9], nasce da una contrazione di termini col significato di "canto devozionale". Il genere rappresenta
un'evoluzione dell'apala, di ispirazione islamica; la strumentazione includeva un tamburello chiamato sakara e la
chitarra hawaiana. Il fuji viene talvolta descritto come una variante dello jùjú privo di chitarra; questa definizione
però è incoerente con una celebre definizione dello jùjú data da Obey: "un mambo con la chitarra".[10]. Più
tecnicamente, si possono identificare nel fuji elementi della tradizione were musulmana, dell'apala e di un genere
chiamato sakara.
Il già citato Barrister fu uno dei principali interpreti di questo genere; suo rivale fu Ayinla Kollington [11].
Waka (anni '70)
La cantante Salawa Abeni raggiunse la celebrità dopo l'uscita nel 1976 dell'album Late General Murtala Ramat
Mohammed; fu la prima incisione di una cantante nigeriana a vendere più di un milione di copie. Abeni viene
considerata la fondatrice di un nuovo genere musicale chiamato waka, una fusione tra jùjú, fuji e musica tradizionare
yoruba.
Yo-pop e afro-jùjú (anni '80-'90)
Negli anni ottanta, il panorama della musica jùjú fu arricchito dall'emergere di due nuova stelle, Segun Adewale e
Shina Peters. Adewale fu il primo a ottenere successo, e fondò un sottogenere dello jùjú chiamato yo-pop. In seguito,
la fama di Adewale fu oscurata da Peters, che ebbe un tale successo da far coniare il termine "shinamania" (sulla
falsariga di beatlemania). La musica di Peters, che combinava elementi afrobeat e jùjú, fu battezzato afro-jùjú.
Annche se fu premiata, nel 1990, come musicista dell'anno per la musica Juju, Shina fu stroncata dalla critica.
nbsp;[12]. Il suo successo aprì le porte a nuovi talenti, tra cui Fabulous Olu Fajemirokun e Adewale Ayuba. Lo stesso
periodo vide la nascita di un nuovo stile, il Funky juju di Dele Taiwo [13].
Afrobeat (anni '80-'90)
L'afrobeat è un genere musicale che si diffuse negli anni '80 in tutti i paesi dell'Africa occidentale, ma che ebbe in
Nigeria i suoi esponenti principali. Viene in genere catalogato nella world music, e che nasce dall'unione di elementi
funk e del jazz americani e della highlife nigeriana. Il più celebre musicista di questo genere è Fela Kuti, che è
probabilmente il più famoso musicista Nigeriano della storia.[14] Fela Kuti iniziò la propria carriera negli anni '60;
nel 1963 collaborò con il musicista della Sierra Leone Geraldo Pino, il cui stile viene generalmente chiamato
afro-soul. In seguito, negli Stati Uniti, Kuti giunse a contatto con i movimenti politici Black Power e Black Panthers,
che condizionarono la sua opera in modo significativo. Tornato a Lagos dopo una breve parentesi a Londra, Kuti aprì
un celebre locale chiamato Shrine (il "santuario"), che divenne uno dei club più importanti della scena musicale
nigeriana, e fondò la grande band Africa 70, sotto l'egida di Tony Allen. La musica di Kuti è intrinsecamente legata
all'impegno politico, che gli valse l'ostilità del governo nigeriano. Fu arrestato nel 1985 e condannato a cinque anni
di prigione, in seguito ridotti a due a causa della pressione internazionale. Scarcerato, Kuti riprese la propria
militanza musicale e politica, e si fece conoscere anche per un comportamento eccentrico; tra l'altro, divorziò
contemporaneamente da tutte e 28 le proprie mogli, dichiarando che "nessun uomo può vantare dei diritti sulla
vagina delle proprie donne". La sua morte per AIDS, nel 1997, fu uno dei lutti più sentiti della storia della musica
nigeriana.
L'afrobeat, che fin dall'inizio fu coltivato da altri artisti oltre a Kuti (un importante esponente del genere fu per
esempio Orlando Julius Ekemode)[15] divenne in seguito una delle correnti dominanti della musica nigeriana,
iniziando anche a diversificarsi assorbendo influenze dal rock and roll. L'enigmatico e misterioso Lágbájá divenne il
leader di questo nuovo genere afrobeat, soprattutto con l'album del 1996 C'est une african thing.
148
Musica della Nigeria
Reggae nigeriano (anni '80-'90)
Il reggae nigeriano venne conosciuto grazie a star del calibro di Majek Fashek, che nel 1988 ebbe un enorme
successo con una cover di un celebre brano di Bob Marley, Redemption Song. Come molti altri importanti esponenti
del reggae nigeriano, Fashek fece parte, tra la metà degli anni '80 e l'inizio degli anni novanta, di un supergruppo
chiamato The Matadors. Tra i musicisti reggae nigeriani di maggior successo si possono citare anche Jerri Jheto,
Daddy Showkey, Ras Kimono e MC Afrikan Simba.
Hip hop nigeriano (anni '80-'90)
La musica hip hop fu introdotta in Nigeria verso la fine degli anni '80 e divenne popolarissima già all'inizio degli
anni 90. I primi musicisti a esprimere questo stile furono Osha, De Weez e Black Masquradaz; in seguito emersero
altre star come The Trybesmen (resi celebri dal brano Trybal Marks del 1999) e il trio The Remedies. Uno dei
Remedies, Tony Tetuila, entrò successivamente a far parte di un altro gruppo di successo, i Plantashun Boiz. Grande
importanza per l'hip hop nigeriano ebbe la fondazione dell'etichetta discografica Paybacktyme Records.
Gospel nigeriano (anni 2000)
La musica gospel nigeriana, fondata sul modello della musica afroamericana, nacque dall'attività di diversi gruppi
legati alla chiesa. Il gospel divenne molto popolare in Nigeria verso la fine del secolo, grazie soprattutto a cantanti
come Sammie Okposo (il cui successo Welu Welu fu uno dei brani più popolari della storia della musica leggera
nigeriana[16]) e Onyeka Onwenu.
Musica classica e operistica
Nella cultura nigeriana svolgono un ruolo importante le rappresentazioni teatrali, spesso accompagnate da musica
tradizionale. Oltre a forme artistiche come il teatro dei burattini (diffuso presso gli Ogoni, i Tiv e altri popoli, e
probabilmente derivato da antiche forme di teatro mascherato) e lo spettacolo teatrale vero e proprio, la cultura
nigeriana presenta anche esempi di opera musicale. Sebbene le opere in senso stretto siano moderne (molto nota è La
saga di Ozidi di John Pepper Clark), sia l'opera che il teatro nigeriano moderno sono in gran parte rielaborazioni di
forme espressive tradizionali contaminate con la tradizione europea.
La Nigeria ha prodotto nel XX secolo anche un discreto numero di compositori classici, tra cui spiccano i nomi di
Fela Sowande, Joshua Uzoigwe, Akin Euba e Godwin Sadoh. Sowande fu uno dei primi e più famosi compositori
africani della tradizione classica occidentale, e fondatore della tradizionale Nigerian art music. Era inoltre un abile
organista e musicista jazz, e in alcuni dei suoi ultimi lavori incluse elementi di questi generi e della musica folk
nigeriana.[17]
Note
[1] The Orchestra in the African Context (http:/ / www. africanchorus. org/ Voam/ Voam624. htm)
[2] Graham, pg. 589
[3] Graham, pg. 588
[4] Afropop Juju (http:/ / www. afropop. org/ explore/ style_info/ ID/ 18/ Juju/ )
[5] Graham, pg. 590
[6] Graham, pgs. 596 - 597
[7] Afropop Juju (http:/ / www. afropop. org/ explore/ style_info/ ID/ 18/ Juju/ )
[8] Graham, pp. 591 - 592; vedi anche Scaruffi (http:/ / www. scaruffi. com/ history/ african. html)
[9] Graham, pg. 593
[10] Graham, pg. 593
[11] Afropop Fuji (http:/ / www. afropop. org/ explore/ style_info/ ID/ 8/ Fuji/ )
[12] Graham, pgs. 592-593 Il Graham descrive le origini della Afro-juju nell'ambito della Afro-juju serie 1, il termine Shinamania, le critiche e le
performance commerciali della Shinamania
[13] Afropop: Juju Afropop riferisce che questo stile venne alla luce tra il 1989 e il 1990
149
Musica della Nigeria
[14] Graham
[15] Scaruffi (http:/ / www. scaruffi. com/ history/ african. html)
[16] The Sun News Online (http:/ / www. sunnewsonline. com/ webpages/ features/ celebrityfashion/ 2005/ may/ 21/
celebrityfashion-21-05-2005-001. htm)
[17] Africlassical.com (http:/ / chevalierdesaintgeorges. homestead. com/ Sowande. html)
Bibliografia
• Akpabot, Samuel Ekpe. Ibibio Music in Nigerian Culture, Michigan State University Press 1975
• Arom, Simka. African Polyphony and Polyrhythm: Musical Structure and Methodology, Cambridge University
Press 1991, ISBN 0-521-61601-8
• Graham, Ronnie. Stern's Guide to Contemporary African Music, Pluto Press 1989, ISBN 1-85305-000-8
• Veal, Michael E. Fela: The Life of an African Musical Icon, Temple University Press 1997
• Waterman, Christopher Alan. Juju: A Social History and Ethnography of an African Popular Music, University of
Chicago Press 1990, ISBN 0-226-87465-6
Collegamenti esterni
• Indice di musicisti nigeriani (http://www.nigeria-arts.net/Music/)
•
•
•
•
•
•
•
Estratti musicali (http://www.motherlandnigeria.com/music.html)
Nigerian Entertainment, rivista di musica nigeriana (http://www.nigerianentertainment.com/)
Forum sulla musica nigeriana (http://www.nairaland.com/nigeria/board-3.0.html)
(EN) Scheda sullo jùjú presso Afropop.org (http://www.afropop.org/explore/style_info/ID/18/Juju/)
(EN) Recensioni di album di musica nigeriana e africana (http://www.muzikifan.com/africaframe.html)
(EN) Rassegna di musica pop africana (http://www.scaruffi.com/history/african.html)
(EN) Musica orchestrale africana (http://www.africanchorus.org/Voam/Voam624.htm)
150
Fonti e autori delle voci
Fonti e autori delle voci
Guinea Fonte:: http://it.wikipedia.org/w/index.php?oldid=46421139 Autori:: Ac\fslongo, Actarux, Andrea Cioffi, Aordictator, Ary29, AttoRenato, Bathor, Brownout, Carlomorino, Catand,
CecilK, Civvì, Croberto68, Doctor Dodge, Dr Zimbu, Edoardo Cavaleri, Elwood, Eumolpo, Ft1, Gac, Gianluca91, Giorgian, Giovannigobbin, Goemon, Gspinoza, Haiku81, Jalo, Kanchelskis,
Kaus, Kolghie, Lodewijk Vadacchino, Lord Hidelan, Losògià, Luckyz, Luisa, Mac9, Martin H., Marzedu, Moongateclimber, Mr buick, Numbo3, Osk, Ottaviano II, Remulazz, Retaggio, Rutja76,
Schopy1988, Scruch, Sesquipedale, Silvio.dellacqua, Sir marek, Snowdog, The Black Prince, Thorin III, Tib67, Valerio79, Viscontino, Xiglofre, Zavijavah, 59 Modifiche anonime
Conakry Fonte:: http://it.wikipedia.org/w/index.php?oldid=46482164 Autori:: Croberto68, Cruccone, Erinaceus, Franco56, Freddyballo, Gian-, Giovannigobbin, Maximus III,
Moongateclimber, Mr Accountable, Mr buick, Snowdog, 18 Modifiche anonime
Storia della Guinea Fonte:: http://it.wikipedia.org/w/index.php?oldid=41830397 Autori:: Civvì, Moongateclimber, Tenebroso, 2 Modifiche anonime
Mali Fonte:: http://it.wikipedia.org/w/index.php?oldid=45876560 Autori:: .snoopy., Actarux, Airon90, Alzariel, AmonSûl, Ares, Ariel, AttoRenato, Aushulz, Avemundi, BC&tSK, Cenzin,
Dans, Dcosta, Dome, Edowikip, Elcaracol, Eleonora254, Ermanon, Fdm, Franco56, Frazzone, Frieda, Geoffrey Calabria, Gian-, Giaros, Giokiller, Giovannigobbin, Goemon, Groucho85,
Harlock81, Kibira, Lampollo, Lulo, M7, MaEr, Mac9, Mandrake87, MapiVanPelt, Mark91, Melkor II, Melos, Mitch1981, Moeng, Moongateclimber, Nalegato, No2, Omino di carta, P tasso,
Phantomas, Qbert88, Rago, Risingson, Rutja76, Sarcelles, Schopy1988, Silvio.dellacqua, Simo ubuntu, Taueres, Ticket 2010081310004741, TulkasTharkun, Valerio79, Viscontino, Wikigab,
Yana, Zavijavah, 154 Modifiche anonime
Bamako Fonte:: http://it.wikipedia.org/w/index.php?oldid=46466114 Autori:: Agnellino, Ares, Civvì, Ermanon, Etrusko25, Frameme, Frazzone, Freddyballo, Ft1, Giovannigobbin, Guaka,
Keltorrics, Luiclemens, Mac9, Marcok, Moongateclimber, Mr Accountable, Mr buick, Numbo3, Orcovolante, P tasso, Pracchia-78, Quindicidodici, Snowdog, Vichingo93, Zavijavah, 9
Modifiche anonime
Burkina Faso Fonte:: http://it.wikipedia.org/w/index.php?oldid=46648175 Autori:: Actarux, Agostino64, Alfio, Ary29, AttoRenato, Austro, AzzurroCelentano, Barbaking, Bella Situazione,
Bonaff, Bryan Perfetto, Bucaramango, Burkina, Burkinafaso76, Chiappinik, Civvì, Conocybe, Dany80it, Diego04, Dikson, Dr Zimbu, Elcaracol, Enrico fioravante fontana, Eumolpo, F l a n k e r,
Formica rufa, Franz Liszt, Frazzone, Freddyballo, Furyo Mori, Gac, Gian-, Giovannigobbin, Hashar, Ignlig, Ilario, Jacopo.luppino, Jollyroger, Kanchelskis, Klaudio, Koudougou, Losògià,
Luccaro, Luckyz, Lulo, Mac9, Mauro742, Miciosoft, Momyn86, Moongateclimber, MrNorrell, Nuceria5, Numbo3, Ottaviano II, Panther, Paolo*torino, Phantomas, Pippu d'Angelo, Pracchia-78,
Qbert88, Remulazz, Rikimaru, Ripepette, Sandr0, Sarcelles, Sega, Sesquipedale, Simo82, Sir marek, Sirabder87, Skawise, Snark, Snowdog, Tenebroso, Tener, The Polish, Thorin III, Ticket
2010081310004741, Turgon, Utente 7, Valerio79, Vermondo, Zavijavah, Ziggolo, 101 Modifiche anonime
Ouagadougou Fonte:: http://it.wikipedia.org/w/index.php?oldid=46166204 Autori:: Agostino64, Andre86, Buggia, Cesare87, Civvì, D.sagri, Dikson, Francescost, Frazzone, Gian-,
Ilainwonderland, Ilario, Loryball, Mac9, Maximus III, Moongateclimber, Mr Accountable, Quatar, Richzena, Save, Sir marek, Snowdog, Steed, Zavijavah, 20 Modifiche anonime
Storia del Burkina Faso Fonte:: http://it.wikipedia.org/w/index.php?oldid=42769263 Autori:: Alexander VIII, Ary29, Civvì, Didimo69, Eumolpa, Frazzone, Hellis, Moongateclimber,
Sesquipedale, Tenebroso, Veneziano, 7 Modifiche anonime
Costa d'Avorio Fonte:: http://it.wikipedia.org/w/index.php?oldid=46769929 Autori:: .anaconda, .snoopy., Ab1, Actarux, Agostino64, Alexander VIII, Antenor81, Aordictator, Aymeric780,
Azrael555, Brownout, Buggia, Ciaurlec, Civvì, CodaDiLupo, Darth Kule, Dcosta, Delfo, DoppioM, Dr Zimbu, Elcaracol, Enaud, Enzino, Ermanon, Fiaschi, Francesca Ca', Franco3450, Franz
Liszt, Frazzone, Gac, Gian-, Gianluca91, Giovannigobbin, Goemon, Guidomac, Hellis, Henrykus, Hercule, Hill, Iskander, Joe123, Johnlong, Kal-El, Kanchelskis, Kill off, Lanerossi, Larry Scott,
Larry.europe, Leoman3000, Loryball, Losògià, Lukius, Mac9, Manusha, MapiVanPelt, Marcok, Melos, Mircko, Mizardellorsa, Moongateclimber, Nickel Chromo, Numbo3, Ottaviano II, Paolo
Di Febbo, Phantomas, Purcinella, R.a.o.u.l.d.a.l., Rael, Rdelre, Ripepette, Safran, Sarcelles, Sardur, Schopy1988, Seics, Shivanarayana, Signora con l'ombrello, Silvio.dellacqua, Simo82,
Sintierra, Snowdog, Thorin III, Threecharlie, Ticket 2010081310004741, Tirinto, Torsolo, Valerio79, Vipera, Viscontino, Zavijavah, Zenman, 214 Modifiche anonime
Yamoussoukro Fonte:: http://it.wikipedia.org/w/index.php?oldid=46626751 Autori:: Ermanon, Frazzone, Gian-, Giovannigobbin, Joana, Mac9, Snowdog, Steed, Viscontino, Wolf, Zuzu
macumba, 5 Modifiche anonime
Storia della Costa d'Avorio Fonte:: http://it.wikipedia.org/w/index.php?oldid=46717477 Autori:: Antenor81, Civvì, Drugonot, Ermanon, Gspinoza, Larry Yuma, Lorenzo Santiago Policarpo,
Luckyz, Makrid, Marco Bernardini, Marcuscalabresus, Moongateclimber, Nrykko, Sintierra, Tenebroso, Wukappa, Zuzu macumba, 10 Modifiche anonime
Togo Fonte:: http://it.wikipedia.org/w/index.php?oldid=46612170 Autori:: Actarux, Adam91, Alfio, Amarvudol, Archeologo, Ares, AttoRenato, Aurelio.c, Bouncey2k, Bramfab, Castagna, Cloj,
Cotton, Cruccone, DaveBlack, Davide, Davide21, Dome, Dr Zimbu, Drugonot, Elcaracol, Emilio2005, Ermanon, Fantasma, Farida Moumouni, Franz Liszt, Gac, Gacio, Gian-, Giovannigobbin,
Gvf, Gwenaeth, Haiku81, Helios, Ilario, Kanchelskis, Krdan, Lodewijk Vadacchino, Lorelorelore, Losògià, Luisa, Mac9, MapiVanPelt, Marcuscalabresus, Mark91, Mocu, Moongateclimber, Mr
Accountable, Mtt, Nmdcdnv, No2, Pequod76, Phantomas, Ploqperq, Poweruser, Rdb, Ribbeck, Romero, Sabbamau, Salvatore Ingala, Sandcreek, Sarcelles, Segugio79, Sergiodf, Simo82, Sir
marek, Smg, Snowdog, Squattaturi, Stefanomolino, Suhardian, Supernino, Swert, Tenebroso, Thorin III, Valerio79, Vituzzu, WinstonSmith, Xander89, Yana, Zamor, 89 Modifiche anonime
Lomé Fonte:: http://it.wikipedia.org/w/index.php?oldid=46654723 Autori:: Actarux, Allein, Bucaramango, Christihan, Civvì, Duroy, Ermanon, Freddyballo, Ft1, Gian-, Janus,
Moongateclimber, Mr Accountable, Mr buick, Save, Threecharlie, 2 Modifiche anonime
Storia del Togo Fonte:: http://it.wikipedia.org/w/index.php?oldid=44128862 Autori:: Ary29, Civvì, Moongateclimber, Tenebroso, Thorin III
Benin Fonte:: http://it.wikipedia.org/w/index.php?oldid=46647847 Autori:: Actarux, Alfio, Ares, Ary29, Ask21, Atti, AttoRenato, Boboseiptu, Carlo58s, Chiappinik, Chio76, Civvì, Dany80it,
Dome, Eddie619, Elcaracol, Erinaceus, Frazzone, Frigotoni, Gac, Gian-, Giannib, Giorgiomonteforti, Giovannigobbin, Gmm, Gspinoza, Haiku81, Hashar, Hellis, Iskander, Joe123, Kanchelskis,
Kossino, Mac9, Marcok, Mickey83, Moongateclimber, Moroboshi, Numbo3, Phantomas, Ptah, Qbert88, Razzabarese, Red Power, Red devil 666, Romero, Sarcelles, Save, Schopy1988,
Shivanarayana, Silvio.dellacqua, Simo82, Snowdog, Thorin III, TierrayLibertad, Tommaso Ferrara, Valerio79, Vipera, Zavijavah, 63 Modifiche anonime
Porto-Novo Fonte:: http://it.wikipedia.org/w/index.php?oldid=46709234 Autori:: AttoRenato, Civvì, Ft1, Gian-, Mac9, Moongateclimber, Save, Snowdog, Steed, 3 Modifiche anonime
Storia del Benin Fonte:: http://it.wikipedia.org/w/index.php?oldid=43462197 Autori:: Civvì, Didimo69, Hrundi V. Bakshi, Louisbeta, Makrid, Tenebroso, 3 Modifiche anonime
Regno del Benin Fonte:: http://it.wikipedia.org/w/index.php?oldid=46235600 Autori:: Carlo58s, Didimo69, Doctor Dodge, LukeWiller, MaEr, Mario1952, Microsoikos, Moongateclimber,
No2, Tommaso Ferrara, 2 Modifiche anonime
Niger Fonte:: http://it.wikipedia.org/w/index.php?oldid=46721175 Autori:: Actarux, Agostino64, Airon90, Alessandro bertoli, Alfio, Anurnberg, Aushulz, Balabiot, Barbaking, Barbirulao,
Bryan Perfetto, Buggia, Civvì, Claude57, Dany80it, Dreamaker, EH101, Eddie619, Fmalucelli, Frazzone, Gac, Gacio, Gian-, Giovannigobbin, Giozuc81, Gspinoza, Haiku81, Ilario, Indigesto,
Jacopo.luppino, Kanchelskis, Kolghie, Lawrel, Lohe, Losògià, Luckyz, Lulo, MM, Mac9, Marzedu, Mizardellorsa, Moeng, Moongateclimber, NicFer, Pavanandrea1, Phantomas, ProcMoss,
Romero, Sarcelles, Schopy1988, Sd, Sesquipedale, SigmaK, SignorX, Silvio.dellacqua, Sir marek, Snowdog, Suhardian, Taueres, Tenebroso, That's all, The Black Prince, Thorin III, Uazzino,
Valerio79, Vermondo, Wikigab, Yana, Zavijavah, Zoologo, 93 Modifiche anonime
Niamey Fonte:: http://it.wikipedia.org/w/index.php?oldid=46345166 Autori:: Ariel, Buggia, Frazzone, Gian-, Giovannigobbin, Mac9, Moongateclimber, Mr Accountable, Mr buick, Numbo3,
Romero, Sir marek, Sisterold, Snowdog, Tenebroso, 4 Modifiche anonime
Storia del Niger Fonte:: http://it.wikipedia.org/w/index.php?oldid=44012868 Autori:: Alzariel, Davide, Mac9, Malemar, MapiVanPelt, No2, Phantomas, Tenebroso, Zoologo, 2 Modifiche
anonime
Campionato di calcio nigerino Fonte:: http://it.wikipedia.org/w/index.php?oldid=46354090 Autori:: Casanova15, Melli12, Resigua, 1 Modifiche anonime
Nigeria Fonte:: http://it.wikipedia.org/w/index.php?oldid=46665043 Autori:: %Pier%, .mau., 5Y, Actarux, Aedo89, Agostino64, Alessandrocustodia, Alfio, Anthony1963, Aordictator,
Archenzo, Ary29, Ask21, AttoRenato, Avemundi, Barbuto, Buggia, Carlo58s, Chio76, Cialz, Civvì, Cruccone, Dany80it, Dario Pagnoni, Demart81, Doctor Dodge, Dome, Dr Claudio,
Dreamaker, Elcaracol, Eminem827, EndelWar, Ermanon, Etrusko25, Eudigioia, F l a n k e r, Federica.pescatore, Ferridave, Francisco83pv, Franz Liszt, Freddyballo, Gac, Gbengalex2, Gce,
Geopolitico, Gian-, Ginosal, Giovannigobbin, Gspinoza, Guidomac, Haiku81, Hashar, Incola, Jalo, Joe123, Kanchelskis, Lachimera, Luisa, Lukius, Mac9, Manusha, MapiVanPelt, Marcok,
Mark91, MegaEsther98, Mess, Moeng, Moongateclimber, Neq00, No2, O--o, Phantomas, Piandoro, Pino158, Pracchia-78, Progettualita, Renato Caniatti, Rl89, Robebige, Robis13, Romero,
SalvaM, Sarcelles, Senpai, Sergio Baldi, Shivanarayana, Silvio.dellacqua, Snowdog, Square87, Suisui, Sumail, Taueres, Tenebroso, The Polish, Vipera, Vituzzu, Wallygate59, Wappi76,
Whatnwas, Woodworm, Zavijavah, 180 Modifiche anonime
151
Fonti e autori delle voci
Abuja Fonte:: http://it.wikipedia.org/w/index.php?oldid=46486443 Autori:: Airin, Caulfield, Chio76, Civvì, Cotton, Elenagiussani, Ermanon, F.giusto, Freddyballo, Gian-, Ginosal, Iron Bishop,
Kanchelskis, Lukius, MM, Mac9, Maria.martelli, Menelik, Save, Sbisolo, Sesquipedale, Snowdog, SoccerFan1987, Steed, TierrayLibertad, 19 Modifiche anonime
Storia della Nigeria Fonte:: http://it.wikipedia.org/w/index.php?oldid=46294098 Autori:: Alfio, Ariel, Ary29, AttoRenato, Auro, Avemundi, Barbuto, Chio76, Civvì, Dommac, Ermanon,
Eumolpa, Eumolpo, Formica rufa, Frieda, Johnlong, Moongateclimber, Nick1915, Romero, Sbisolo, Sesquipedale, Shivanarayana, Simone, Tenebroso, 9 Modifiche anonime
Politica della Nigeria Fonte:: http://it.wikipedia.org/w/index.php?oldid=45773654 Autori:: Alec, Ary29, Chio76, Ermanon, Ilario, Lukius, MaEr, Moongateclimber, Nessuno, NicFer, No2,
O--o, SCDBob, Signora con l'ombrello, Snowdog, Viscontino, 3 Modifiche anonime
Economia della Nigeria Fonte:: http://it.wikipedia.org/w/index.php?oldid=45773613 Autori:: 5Y, Ary29, AttoRenato, Chio76, Cilly Pepper, Civvì, Dommac, FetterLikör, Fiaschi, Gac,
Gianluca91, Guam, Hrundi V. Bakshi, Lukius, Moongateclimber, No2, O--o, Ppalli, Sbisolo, Sergiodf, Simone, Ssspera, Ub, 8 Modifiche anonime
Musica della Nigeria Fonte:: http://it.wikipedia.org/w/index.php?oldid=45625157 Autori:: Al Pereira, Ary29, Barbaking, Dardorosso, Domenico De Felice, Eumolpo, Ft1, Govoch, Ines, Joana,
Larry Yuma, Lucio Di Madaura, M7, Moongateclimber, Phantomas, Senpai, Sisterold, Tenebroso, TierrayLibertad, Trixt, Vermondo, ZioNata, ^musaz, 20 Modifiche anonime
152
Fonti, licenze e autori delle immagini
Fonti, licenze e autori delle immagini
File:Flag of Guinea.svg Fonte:: http://it.wikipedia.org/w/index.php?title=File:Flag_of_Guinea.svg Licenza: Public Domain Autori:: User:SKopp
File:Guinea crest01.png Fonte:: http://it.wikipedia.org/w/index.php?title=File:Guinea_crest01.png Licenza: sconosciuto Autori:: Ttzavaras
File:Guinea (orthographic projection).svg Fonte:: http://it.wikipedia.org/w/index.php?title=File:Guinea_(orthographic_projection).svg Licenza: Public Domain Autori:: Marcos Elias de
Oliveira Júnior
File:GuineaMap.png Fonte:: http://it.wikipedia.org/w/index.php?title=File:GuineaMap.png Licenza: Public Domain Autori:: CIA
File:DF-SC-83-08641.jpg Fonte:: http://it.wikipedia.org/w/index.php?title=File:DF-SC-83-08641.jpg Licenza: Public Domain Autori:: A1C WILLIAM FIRANECK
File:Conakry-ville.JPG Fonte:: http://it.wikipedia.org/w/index.php?title=File:Conakry-ville.JPG Licenza: Creative Commons Attribution-ShareAlike 3.0 Unported Autori:: User:Soman
File:East - Fulbe.jpg Fonte:: http://it.wikipedia.org/w/index.php?title=File:East_-_Fulbe.jpg Licenza: sconosciuto Autori:: credit is given to Elaine Pearson
File:Guinea Regions.png Fonte:: http://it.wikipedia.org/w/index.php?title=File:Guinea_Regions.png Licenza: GNU Free Documentation License Autori:: User:Acntx
File:Conakry-palaisdupeuple.JPG Fonte:: http://it.wikipedia.org/w/index.php?title=File:Conakry-palaisdupeuple.JPG Licenza: Creative Commons Attribution-ShareAlike 3.0 Unported
Autori:: User:Soman
File:Traditional_farming_Guinea.jpg Fonte:: http://it.wikipedia.org/w/index.php?title=File:Traditional_farming_Guinea.jpg Licenza: Public Domain Autori:: L. Lartigue
Immagine:Commons-logo.svg Fonte:: http://it.wikipedia.org/w/index.php?title=File:Commons-logo.svg Licenza: logo Autori:: SVG version was created by User:Grunt and cleaned up by
3247, based on the earlier PNG version, created by Reidab.
Immagine:Wikinews-logo.svg Fonte:: http://it.wikipedia.org/w/index.php?title=File:Wikinews-logo.svg Licenza: logo Autori:: Vectorized by Simon 01:05, 2 August 2006 (UTC) Updated by
Time3000 17 April 2007 to use official Wikinews colours and appear correctly on dark backgrounds. Originally uploaded by Simon.
Immagine:Segui progetto.png Fonte:: http://it.wikipedia.org/w/index.php?title=File:Segui_progetto.png Licenza: GNU Free Documentation License Autori:: Archenzo, Filnik, Pil56, Trixt
Immagine:Conakry.jpg Fonte:: http://it.wikipedia.org/w/index.php?title=File:Conakry.jpg Licenza: GNU Free Documentation License Autori:: Croquant, Deadstar, Ppntori, 2 Modifiche
anonime
Immagine:Flag of Guinea.svg Fonte:: http://it.wikipedia.org/w/index.php?title=File:Flag_of_Guinea.svg Licenza: Public Domain Autori:: User:SKopp
File:Guinea location map.svg Fonte:: http://it.wikipedia.org/w/index.php?title=File:Guinea_location_map.svg Licenza: Creative Commons Attribution-Sharealike 3.0 Autori:: Daryona,
NordNordWest
File:Red pog.svg Fonte:: http://it.wikipedia.org/w/index.php?title=File:Red_pog.svg Licenza: Public Domain Autori:: Andux
File:GN-Conakry.png Fonte:: http://it.wikipedia.org/w/index.php?title=File:GN-Conakry.png Licenza: GNU Free Documentation License Autori:: Atamari, Béka, Laurens, Nicoli Maege
File:Conakry-1970momunent.JPG Fonte:: http://it.wikipedia.org/w/index.php?title=File:Conakry-1970momunent.JPG Licenza: GNU Free Documentation License Autori:: Bohème,
HenkvD, Soman
File:Flag of Mali.svg Fonte:: http://it.wikipedia.org/w/index.php?title=File:Flag_of_Mali.svg Licenza: Public Domain Autori:: User:SKopp
File:Coat of arms of Mali.gif Fonte:: http://it.wikipedia.org/w/index.php?title=File:Coat_of_arms_of_Mali.gif Licenza: sconosciuto Autori:: File:Mali (orthographic projection).svg Fonte:: http://it.wikipedia.org/w/index.php?title=File:Mali_(orthographic_projection).svg Licenza: Public Domain Autori:: Marcos Elias de Oliveira
Júnior
File:Mali carte.png Fonte:: http://it.wikipedia.org/w/index.php?title=File:Mali_carte.png Licenza: Public Domain Autori:: Original uploader was Sting at fr.wikipedia
File:Brousse Mali.jpg Fonte:: http://it.wikipedia.org/w/index.php?title=File:Brousse_Mali.jpg Licenza: Creative Commons Attribution 2.5 Autori:: CarolSpears, Olivierkeita, ~Pyb
File:Niger river at Koulikoro.jpg Fonte:: http://it.wikipedia.org/w/index.php?title=File:Niger_river_at_Koulikoro.jpg Licenza: Creative Commons Attribution-ShareAlike 3.0 Unported
Autori:: User:Guaka
File:Lac Sélingué2.jpg Fonte:: http://it.wikipedia.org/w/index.php?title=File:Lac_Sélingué2.jpg Licenza: Creative Commons Attribution 2.5 Autori:: Olivier EPRON
File:Eleveurs Peuls.jpg Fonte:: http://it.wikipedia.org/w/index.php?title=File:Eleveurs_Peuls.jpg Licenza: Creative Commons Attribution-Sharealike 2.0 Autori:: KaTeznik
File:Mansamusa.jpg Fonte:: http://it.wikipedia.org/w/index.php?title=File:Mansamusa.jpg Licenza: Public Domain Autori:: Atamari, Olivierkeita, 3 Modifiche anonime
File:Mali Regions.png Fonte:: http://it.wikipedia.org/w/index.php?title=File:Mali_Regions.png Licenza: GNU Free Documentation License Autori:: Map of the Regions of Mali; created with
the GIMP. Made by User:Acntx.
File:Gare de Kati.png Fonte:: http://it.wikipedia.org/w/index.php?title=File:Gare_de_Kati.png Licenza: GNU Free Documentation License Autori:: GeorgHH, Ji-Elle, Olivierkeita, ~Pyb
File:Toure-folklife.jpg Fonte:: http://it.wikipedia.org/w/index.php?title=File:Toure-folklife.jpg Licenza: sconosciuto Autori:: Andre Engels, Calliopejen1
File:George Bush and Amadou Toumani Toure.jpg Fonte:: http://it.wikipedia.org/w/index.php?title=File:George_Bush_and_Amadou_Toumani_Toure.jpg Licenza: Public Domain Autori::
Eric Draper
File:Récolte coton.jpg Fonte:: http://it.wikipedia.org/w/index.php?title=File:Récolte_coton.jpg Licenza: Creative Commons Attribution 2.5 Autori:: Olivierkeita, ~Pyb
File:Timbuktu herders.jpg Fonte:: http://it.wikipedia.org/w/index.php?title=File:Timbuktu_herders.jpg Licenza: Creative Commons Attribution 2.0 Autori:: upyernoz from haverford, USA
File:Drall.jpg Fonte:: http://it.wikipedia.org/w/index.php?title=File:Drall.jpg Licenza: Creative Commons Attribution 2.5 Autori:: Olivierkeita, ~Pyb
File:Pirogue 010.jpg Fonte:: http://it.wikipedia.org/w/index.php?title=File:Pirogue_010.jpg Licenza: Creative Commons Attribution-Sharealike 2.5 Autori:: Jon Ward
File:People working at a Garbage Field in Bamako - 14th February 2005.jpg Fonte::
http://it.wikipedia.org/w/index.php?title=File:People_working_at_a_Garbage_Field_in_Bamako_-_14th_February_2005.jpg Licenza: Creative Commons Attribution-ShareAlike 3.0 Unported
Autori:: User:Guaka
File:Amadou & Mariam.jpg Fonte:: http://it.wikipedia.org/w/index.php?title=File:Amadou_&_Mariam.jpg Licenza: Creative Commons Attribution-Sharealike 2.0 Autori:: Jérôme from
Rouen, FRANCE
Immagine:Wiktionary-ico-de.png Fonte:: http://it.wikipedia.org/w/index.php?title=File:Wiktionary-ico-de.png Licenza: logo Autori:: Bobit, F l a n k e r, Melancholie, Mxn, Nodulation,
Rocket000, Saibo
Immagine:Hilltop view over Bamako.jpg Fonte:: http://it.wikipedia.org/w/index.php?title=File:Hilltop_view_over_Bamako.jpg Licenza: GNU Free Documentation License Autori::
User:Guaka
Immagine:Flag of Mali.svg Fonte:: http://it.wikipedia.org/w/index.php?title=File:Flag_of_Mali.svg Licenza: Public Domain Autori:: User:SKopp
File:Mali2 location map.svg Fonte:: http://it.wikipedia.org/w/index.php?title=File:Mali2_location_map.svg Licenza: Creative Commons Attribution-Sharealike 3.0 Germany Autori:: Carport,
Darwinek, NordNordWest
File:Flag of France.svg Fonte:: http://it.wikipedia.org/w/index.php?title=File:Flag_of_France.svg Licenza: Public Domain Autori:: (lingua tedescaDE) (lingua ingleseEN)
File:Flag of the United States.svg Fonte:: http://it.wikipedia.org/w/index.php?title=File:Flag_of_the_United_States.svg Licenza: Public Domain Autori:: Dbenbenn, Zscout370, Jacobolus,
Indolences, Technion.
File:Flag of Burkina Faso.svg Fonte:: http://it.wikipedia.org/w/index.php?title=File:Flag_of_Burkina_Faso.svg Licenza: Public Domain Autori:: User:Gabbe, User:SKopp
File:Coat of arms of Burkina Faso.svg Fonte:: http://it.wikipedia.org/w/index.php?title=File:Coat_of_arms_of_Burkina_Faso.svg Licenza: Creative Commons Attribution-Sharealike 3.0
Autori:: F l a n k e r
File:Burkina Faso (orthographic projection).svg Fonte:: http://it.wikipedia.org/w/index.php?title=File:Burkina_Faso_(orthographic_projection).svg Licenza: Creative Commons
Attribution-Sharealike 3.0 Autori:: Africa_(orthographic_projection).svg: Martin23230 derivative work: F l a n k e r
File:Uv-map.png Fonte:: http://it.wikipedia.org/w/index.php?title=File:Uv-map.png Licenza: Public Domain Autori:: United States Central Intelligence Agency
File:Ouagadougou place nations unies.JPG Fonte:: http://it.wikipedia.org/w/index.php?title=File:Ouagadougou_place_nations_unies.JPG Licenza: Creative Commons Attribution-ShareAlike
3.0 Unported Autori:: Helge.at, Mac9, Thuresson
File:Burkina Faso - Madame Badoun.jpg Fonte:: http://it.wikipedia.org/w/index.php?title=File:Burkina_Faso_-_Madame_Badoun.jpg Licenza: Public Domain Autori:: Atamari,
Infrogmation, Santosga
153
Fonti, licenze e autori delle immagini
File:Burkina Faso - Bobo Vendors.jpg Fonte:: http://it.wikipedia.org/w/index.php?title=File:Burkina_Faso_-_Bobo_Vendors.jpg Licenza: Public Domain Autori:: Atamari, Estrilda, Gveret
Tered
Immagine:Ouagadougou place nations unies.JPG Fonte:: http://it.wikipedia.org/w/index.php?title=File:Ouagadougou_place_nations_unies.JPG Licenza: Creative Commons
Attribution-ShareAlike 3.0 Unported Autori:: Helge.at, Mac9, Thuresson
Immagine:Flag of Burkina Faso.svg Fonte:: http://it.wikipedia.org/w/index.php?title=File:Flag_of_Burkina_Faso.svg Licenza: Public Domain Autori:: User:Gabbe, User:SKopp
File:Burkina Faso location map.svg Fonte:: http://it.wikipedia.org/w/index.php?title=File:Burkina_Faso_location_map.svg Licenza: Creative Commons Attribution-Sharealike 3.0 Autori::
Uwe Dedering
Image:Uv-map.png Fonte:: http://it.wikipedia.org/w/index.php?title=File:Uv-map.png Licenza: Public Domain Autori:: United States Central Intelligence Agency
File:Palais kosyam.jpg Fonte:: http://it.wikipedia.org/w/index.php?title=File:Palais_kosyam.jpg Licenza: GNU Free Documentation License Autori:: Sputniktilt
File:Cathedrale-Ouagadougou.JPG Fonte:: http://it.wikipedia.org/w/index.php?title=File:Cathedrale-Ouagadougou.JPG Licenza: Creative Commons Attribution-ShareAlike 3.0 Unported
Autori:: Bsm15
Immagine:Flag of France.svg Fonte:: http://it.wikipedia.org/w/index.php?title=File:Flag_of_France.svg Licenza: Public Domain Autori:: (lingua tedescaDE) (lingua ingleseEN)
Immagine:Flag of Canada.svg Fonte:: http://it.wikipedia.org/w/index.php?title=File:Flag_of_Canada.svg Licenza: Public Domain Autori:: User:E Pluribus Anthony, User:Mzajac
Immagine:Flag of Italy.svg Fonte:: http://it.wikipedia.org/w/index.php?title=File:Flag_of_Italy.svg Licenza: Public Domain Autori:: see below
Immagine:Flag of Belgium (civil).svg Fonte:: http://it.wikipedia.org/w/index.php?title=File:Flag_of_Belgium_(civil).svg Licenza: Public Domain Autori:: Bean49, David Descamps,
Dbenbenn, Denelson83, Evanc0912, Fry1989, Gabriel trzy, Howcome, Ms2ger, Nightstallion, Oreo Priest, Rocket000, Rodejong, Sir Iain, ThomasPusch, Warddr, Zscout370, 4 Modifiche
anonime
Immagine:Flag of Kuwait.svg Fonte:: http://it.wikipedia.org/w/index.php?title=File:Flag_of_Kuwait.svg Licenza: Public Domain Autori:: User:SKopp
File:Flag of Cote d'Ivoire.svg Fonte:: http://it.wikipedia.org/w/index.php?title=File:Flag_of_Cote_d'Ivoire.svg Licenza: Public Domain Autori:: User:Jon Harald Søby
File:Coat of Arms of Côte d'Ivoire.svg Fonte:: http://it.wikipedia.org/w/index.php?title=File:Coat_of_Arms_of_Côte_d'Ivoire.svg Licenza: Creative Commons Attribution-Sharealike
3.0,2.5,2.0,1.0 Autori:: Sodacan
File:Côte d'Ivoire (orthographic projection).svg Fonte:: http://it.wikipedia.org/w/index.php?title=File:Côte_d'Ivoire_(orthographic_projection).svg Licenza: Creative Commons
Attribution-Sharealike 3.0 Autori:: Image source: Martin23230;* Derivative work:
File:Côte d'Ivoire-carte.png Fonte:: http://it.wikipedia.org/w/index.php?title=File:Côte_d'Ivoire-carte.png Licenza: Public Domain Autori:: Original uploader was Idarvol at fr.wikipedia
File:Cote_d'Ivoire.png Fonte:: http://it.wikipedia.org/w/index.php?title=File:Cote_d'Ivoire.png Licenza: GNU Free Documentation License Autori:: created with the GIMP. Made by
en:User:Acntx.
Immagine:Wikiversity-logo-It.svg Fonte:: http://it.wikipedia.org/w/index.php?title=File:Wikiversity-logo-It.svg Licenza: sconosciuto Autori:: Immagine:Yamoussoukro.jpg Fonte:: http://it.wikipedia.org/w/index.php?title=File:Yamoussoukro.jpg Licenza: GNU Free Documentation License Autori:: User:Maksim
Immagine:Flag of Cote d'Ivoire.svg Fonte:: http://it.wikipedia.org/w/index.php?title=File:Flag_of_Cote_d'Ivoire.svg Licenza: Public Domain Autori:: User:Jon Harald Søby
File:Côte d'Ivoire location map.svg Fonte:: http://it.wikipedia.org/w/index.php?title=File:Côte_d'Ivoire_location_map.svg Licenza: Creative Commons Attribution-Sharealike 3.0 Autori::
Uwe Dedering. Original uploader was Uwe Dedering at de.wikipedia
File:Coted'Ivoire Elections2002.png Fonte:: http://it.wikipedia.org/w/index.php?title=File:Coted'Ivoire_Elections2002.png Licenza: Creative Commons Attribution-Sharealike 2.5 Autori::
Etienne Ruedin
File:Flag of Togo.svg Fonte:: http://it.wikipedia.org/w/index.php?title=File:Flag_of_Togo.svg Licenza: Public Domain Autori:: Aaker, Ahsoous, EugeneZelenko, Fry1989, Homo lupus,
Klemen Kocjancic, Mattes, Mxn, Neq00, Nightstallion, Reisio, ThomasPusch, Vzb83
File:Coat of arms of Togo.svg Fonte:: http://it.wikipedia.org/w/index.php?title=File:Coat_of_arms_of_Togo.svg Licenza: Creative Commons Attribution-Sharealike 3.0,2.5,2.0,1.0 Autori::
Odejea
File:LocationTogo.svg Fonte:: http://it.wikipedia.org/w/index.php?title=File:LocationTogo.svg Licenza: Creative Commons Attribution-ShareAlike 3.0 Unported Autori:: User:Vardion
File:To-map.png Fonte:: http://it.wikipedia.org/w/index.php?title=File:To-map.png Licenza: Public Domain Autori:: Dubaduba, Solon, 1 Modifiche anonime
File:CharlesDebbasch.png Fonte:: http://it.wikipedia.org/w/index.php?title=File:CharlesDebbasch.png Licenza: Creative Commons Attribution-ShareAlike 3.0 Unported Autori:: Arnaudh
File:Togo sat.png Fonte:: http://it.wikipedia.org/w/index.php?title=File:Togo_sat.png Licenza: sconosciuto Autori:: Cwolfsheep, Martin H., 1 Modifiche anonime
File:Togo demography.png Fonte:: http://it.wikipedia.org/w/index.php?title=File:Togo_demography.png Licenza: Creative Commons Attribution 2.0 Autori:: Demmo, Martin H., Valérie75, 1
Modifiche anonime
File:Gbe languages-es.png Fonte:: http://it.wikipedia.org/w/index.php?title=File:Gbe_languages-es.png Licenza: Creative Commons Attribution 2.0 Autori:: Mark Dingemanse
File:Togo Regions.png Fonte:: http://it.wikipedia.org/w/index.php?title=File:Togo_Regions.png Licenza: GNU Free Documentation License Autori:: Gibraltarian, Martin H., Xuankar
File:Togo agriculture.jpg Fonte:: http://it.wikipedia.org/w/index.php?title=File:Togo_agriculture.jpg Licenza: Creative Commons Attribution 2.0 Autori:: FlickreviewR, Ji-Elle, Martin H.,
~Pyb
File:Togo.jpg Fonte:: http://it.wikipedia.org/w/index.php?title=File:Togo.jpg Licenza: Creative Commons Attribution 2.0 Autori:: FlickreviewR, Martin H., ~Pyb
File:Python royal 35.JPG Fonte:: http://it.wikipedia.org/w/index.php?title=File:Python_royal_35.JPG Licenza: Copyrighted Free Use Autori:: Anniolek, ArinArin, Bemoeial2, Jeffdelonge,
Jwinius, Kilom691
File:Stavenn Turtur brehmeri 00.jpg Fonte:: http://it.wikipedia.org/w/index.php?title=File:Stavenn_Turtur_brehmeri_00.jpg Licenza: Creative Commons Attribution-ShareAlike 3.0 Unported
Autori:: User:Stavenn
File:Togo Taberma house 04.jpg Fonte:: http://it.wikipedia.org/w/index.php?title=File:Togo_Taberma_house_04.jpg Licenza: Creative Commons Attribution 2.0 Autori:: FlickreviewR,
Jurema Oliveira, Martin H., ~Pyb, 1 Modifiche anonime
File:Togo school furniture.jpg Fonte:: http://it.wikipedia.org/w/index.php?title=File:Togo_school_furniture.jpg Licenza: Creative Commons Attribution 2.0 Autori:: FlickreviewR, ~Pyb, 1
Modifiche anonime
File:Emmanuel Adebayor.jpg Fonte:: http://it.wikipedia.org/w/index.php?title=File:Emmanuel_Adebayor.jpg Licenza: GNU Free Documentation License Autori:: Original uploader was
Weberberg at en.wikipedia
Immagine:Lomé Coat of arms.jpg Fonte:: http://it.wikipedia.org/w/index.php?title=File:Lomé_Coat_of_arms.jpg Licenza: Creative Commons Attribution-ShareAlike 1.0 Generic Autori::
Utilisateur:Tonio94
Immagine:Imagelomé20.jpg Fonte:: http://it.wikipedia.org/w/index.php?title=File:Imagelomé20.jpg Licenza: Creative Commons Attribution-ShareAlike 1.0 Generic Autori:: Original
uploader was Tonio94 at fr.wikipedia
Immagine:Flag of Togo.svg Fonte:: http://it.wikipedia.org/w/index.php?title=File:Flag_of_Togo.svg Licenza: Public Domain Autori:: Aaker, Ahsoous, EugeneZelenko, Fry1989, Homo lupus,
Klemen Kocjancic, Mattes, Mxn, Neq00, Nightstallion, Reisio, ThomasPusch, Vzb83
File:Togo location map.svg Fonte:: http://it.wikipedia.org/w/index.php?title=File:Togo_location_map.svg Licenza: Creative Commons Attribution-Sharealike 3.0 Autori:: Daryona
File:Flag of the Republic of China.svg Fonte:: http://it.wikipedia.org/w/index.php?title=File:Flag_of_the_Republic_of_China.svg Licenza: Public Domain Autori:: 555, Bestalex, Bigmorr,
Denelson83, Ed veg, Gzdavidwong, Herbythyme, Isletakee, Kakoui, Kallerna, Kibinsky, Mattes, Mizunoryu, Neq00, Nickpo, Nightstallion, Odder, Pymouss, R.O.C, Reisio, Reuvenk, Rkt2312,
Rocket000, Runningfridgesrule, Samwingkit, Sasha Krotov, Shizhao, Tabasco, Vzb83, Wrightbus, ZooFari, Zscout370, 73 Modifiche anonime
File:Flag of the People's Republic of China.svg Fonte:: http://it.wikipedia.org/w/index.php?title=File:Flag_of_the_People's_Republic_of_China.svg Licenza: Public Domain Autori:: Drawn
by User:SKopp, redrawn by User:Denelson83 and User:Zscout370 Recode by cs:User:-xfi- (code), User:Shizhao (colors)
File:Flag of Germany.svg Fonte:: http://it.wikipedia.org/w/index.php?title=File:Flag_of_Germany.svg Licenza: Public Domain Autori:: User:Madden, User:Pumbaa80, User:SKopp
File:Togo1885.jpg Fonte:: http://it.wikipedia.org/w/index.php?title=File:Togo1885.jpg Licenza: Public Domain Autori:: Flamarande, Julo, Man vyi, Martin H., 1 Modifiche anonime
File:Togo FalkOberdorf.jpg Fonte:: http://it.wikipedia.org/w/index.php?title=File:Togo_FalkOberdorf.jpg Licenza: GNU Free Documentation License Autori:: Falk Oberdorf
File:Flag of Benin.svg Fonte:: http://it.wikipedia.org/w/index.php?title=File:Flag_of_Benin.svg Licenza: Public Domain Autori:: Drawn by User:SKopp, rewritten by User:Gabbe
File:LocationBenin.svg Fonte:: http://it.wikipedia.org/w/index.php?title=File:LocationBenin.svg Licenza: Creative Commons Attribution-ShareAlike 3.0 Unported Autori:: User:Vardion
File:Benin-CIA WFB Map.png Fonte:: http://it.wikipedia.org/w/index.php?title=File:Benin-CIA_WFB_Map.png Licenza: Public Domain Autori:: United States Central Intelligence Agency
File:Benin sat.png Fonte:: http://it.wikipedia.org/w/index.php?title=File:Benin_sat.png Licenza: sconosciuto Autori:: Cwolfsheep, Lokal Profil, Martin H.
154
Fonti, licenze e autori delle immagini
File:Benin departments.png Fonte:: http://it.wikipedia.org/w/index.php?title=File:Benin_departments.png Licenza: Creative Commons Attribution-ShareAlike 1.0 Generic Autori::
Ahoerstemeier, Ilmari Karonen
Immagine:Parliament building of Benin, 2007.jpg Fonte:: http://it.wikipedia.org/w/index.php?title=File:Parliament_building_of_Benin,_2007.jpg Licenza: Creative Commons
Attribution-Sharealike 2.0 Autori:: peacecorpschadsey
Immagine:Flag of Benin.svg Fonte:: http://it.wikipedia.org/w/index.php?title=File:Flag_of_Benin.svg Licenza: Public Domain Autori:: Drawn by User:SKopp, rewritten by User:Gabbe
File:Benin location map.svg Fonte:: http://it.wikipedia.org/w/index.php?title=File:Benin_location_map.svg Licenza: Creative Commons Attribution-Sharealike 3.0 Autori:: NordNordWest
File:Y_Pranishnikoff,_Porto_Novo,_Groupe_de_Naturels_(1887).jpg Fonte:: http://it.wikipedia.org/w/index.php?title=File:Y_Pranishnikoff,_Porto_Novo,_Groupe_de_Naturels_(1887).jpg
Licenza: Public Domain Autori:: Auxerroisdu68, BrokenSphere, Gian-, Jacklee, Ji-Elle, Kilom691
File:Louis Léon César Faidherbe stamp (green).jpg Fonte:: http://it.wikipedia.org/w/index.php?title=File:Louis_Léon_César_Faidherbe_stamp_(green).jpg Licenza: Public Domain Autori::
Daderot, GrahamBould, Ingolfson, Leonid Dzhepko, Maidonian, Michael Romanov, Olivier2, T L Miles
File:Benin Kingdom flag.png Fonte:: http://it.wikipedia.org/w/index.php?title=File:Benin_Kingdom_flag.png Licenza: Public Domain Autori:: Hierakares
File:Benin brass plaque 04.jpg Fonte:: http://it.wikipedia.org/w/index.php?title=File:Benin_brass_plaque_04.jpg Licenza: Creative Commons Attribution-Sharealike 3.0,2.5,2.0,1.0 Autori::
User:Michel wal
File:Ancient Benin city.JPG Fonte:: http://it.wikipedia.org/w/index.php?title=File:Ancient_Benin_city.JPG Licenza: Public Domain Autori:: D. O. Dapper
File:Benin_Kingdom_flag.png Fonte:: http://it.wikipedia.org/w/index.php?title=File:Benin_Kingdom_flag.png Licenza: Public Domain Autori:: Hierakares
File:Edo State Nigeria.png Fonte:: http://it.wikipedia.org/w/index.php?title=File:Edo_State_Nigeria.png Licenza: GNU Free Documentation License Autori:: User:Jaimz height-field
File:Flag of Niger.svg Fonte:: http://it.wikipedia.org/w/index.php?title=File:Flag_of_Niger.svg Licenza: Public Domain Autori:: Made by: Philippe Verdy User:verdy_p, see also
fr:Utilisateur:verdy_p.
File:Coat of Arms of Niger.svg Fonte:: http://it.wikipedia.org/w/index.php?title=File:Coat_of_Arms_of_Niger.svg Licenza: Creative Commons Attribution-Sharealike 3.0 Autori:: Pbroks13
(talk)
File:LocationNiger.svg Fonte:: http://it.wikipedia.org/w/index.php?title=File:LocationNiger.svg Licenza: Creative Commons Attribution-ShareAlike 3.0 Unported Autori:: User:Vardion
File:Ng-map.png Fonte:: http://it.wikipedia.org/w/index.php?title=File:Ng-map.png Licenza: Public Domain Autori:: Alfio, ~Pyb
File:Oasis-Bilma.jpg Fonte:: http://it.wikipedia.org/w/index.php?title=File:Oasis-Bilma.jpg Licenza: GNU Free Documentation License Autori:: Holger Reineccius
File:Niger-demography.png Fonte:: http://it.wikipedia.org/w/index.php?title=File:Niger-demography.png Licenza: Creative Commons Attribution 2.0 Autori:: Demmo, Martin H., Valérie75,
1 Modifiche anonime
File:Niger departments named.png Fonte:: http://it.wikipedia.org/w/index.php?title=File:Niger_departments_named.png Licenza: Creative Commons Attribution-Sharealike 2.0 Autori::
User:Golbez
File:Niamey night.jpg Fonte:: http://it.wikipedia.org/w/index.php?title=File:Niamey_night.jpg Licenza: Creative Commons Attribution-Sharealike 2.0 Autori:: FlickreviewR, Funke, Jaw101ie,
T L Miles, 1 Modifiche anonime
File:1997 277-16A Agadez hotel.jpg Fonte:: http://it.wikipedia.org/w/index.php?title=File:1997_277-16A_Agadez_hotel.jpg Licenza: Creative Commons Attribution-Sharealike 2.0 Autori:: File:Bilma-Salzkarawane2.jpg Fonte:: http://it.wikipedia.org/w/index.php?title=File:Bilma-Salzkarawane2.jpg Licenza: Creative Commons Attribution-Sharealike 2.0 Autori:: Holger
Reineccius
Immagine:Niamey night.jpg Fonte:: http://it.wikipedia.org/w/index.php?title=File:Niamey_night.jpg Licenza: Creative Commons Attribution-Sharealike 2.0 Autori:: FlickreviewR, Funke,
Jaw101ie, T L Miles, 1 Modifiche anonime
Immagine:Flag of Niger.svg Fonte:: http://it.wikipedia.org/w/index.php?title=File:Flag_of_Niger.svg Licenza: Public Domain Autori:: Made by: Philippe Verdy User:verdy_p, see also
fr:Utilisateur:verdy_p.
File:Niger location map.svg Fonte:: http://it.wikipedia.org/w/index.php?title=File:Niger_location_map.svg Licenza: Creative Commons Attribution-Sharealike 2.0 Autori:: Carport
File:Flag of Nigeria.svg Fonte:: http://it.wikipedia.org/w/index.php?title=File:Flag_of_Nigeria.svg Licenza: Public Domain Autori:: User:Jhs
File:Ni-map.png Fonte:: http://it.wikipedia.org/w/index.php?title=File:Ni-map.png Licenza: Public Domain Autori:: Alfio, Hablu, Maksim, Martin H.
File:Yankari Elephants.jpg Fonte:: http://it.wikipedia.org/w/index.php?title=File:Yankari_Elephants.jpg Licenza: Public Domain Autori:: Original uploader was Tsumo9 at en.wikipedia
File:NigeriaNumbered.png Fonte:: http://it.wikipedia.org/w/index.php?title=File:NigeriaNumbered.png Licenza: GNU Free Documentation License Autori:: Original uploader was Morwen at
en.wikipedia
File:Lagos Island.jpg Fonte:: http://it.wikipedia.org/w/index.php?title=File:Lagos_Island.jpg Licenza: Creative Commons world66 Autori:: Photograph by Benji Robertson
File:Ajaokuta-factory.JPG Fonte:: http://it.wikipedia.org/w/index.php?title=File:Ajaokuta-factory.JPG Licenza: Public Domain Autori:: Ilya Volkov
Immagine:AbujaNationalMosque.jpg Fonte:: http://it.wikipedia.org/w/index.php?title=File:AbujaNationalMosque.jpg Licenza: Creative Commons Attribution-Sharealike 2.0 Autori:: Shiraz
Chakera
Immagine:Flag of Nigeria.svg Fonte:: http://it.wikipedia.org/w/index.php?title=File:Flag_of_Nigeria.svg Licenza: Public Domain Autori:: User:Jhs
File:Nigeria location map.svg Fonte:: http://it.wikipedia.org/w/index.php?title=File:Nigeria_location_map.svg Licenza: Creative Commons Attribution 3.0 Autori:: Uwe Dedering. Original
uploader was Uwe Dedering at de.wikipedia
Immagine:MusicalBow.gif Fonte:: http://it.wikipedia.org/w/index.php?title=File:MusicalBow.gif Licenza: Public Domain Autori:: Libertad y Saber, Martin H., Wst
Immagine:Hausa harpist.jpg Fonte:: http://it.wikipedia.org/w/index.php?title=File:Hausa_harpist.jpg Licenza: Creative Commons Attribution 2.0 Autori:: Melvin Baker
Immagine:IKDairo.png Fonte:: http://it.wikipedia.org/w/index.php?title=File:IKDairo.png Licenza: GNU Free Documentation License Autori:: Clusternote, Libertad y Saber, Skipjack
Immagine:KingSunnyAde.png Fonte:: http://it.wikipedia.org/w/index.php?title=File:KingSunnyAde.png Licenza: GNU Free Documentation License Autori:: Govoch, Snowdog
155
Licenza
Licenza
Creative Commons Attribution-Share Alike 3.0 Unported
//creativecommons.org/licenses/by-sa/3.0/
156