Agosto 1951 - ANPS Arezzo

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Agosto 1951 - ANPS Arezzo
.>rcL/l£lUiME IH AWIUNAMfc'NTO POSTALE - GRUPPO HI
\
L A C'OPKRTINA
SINO
Le fiamme, subito
altissime, si sono sprigionate,
alle 12,15 del 9 luglio scorso,
d'improvviso nell'interno dei
negozi Morabito, in via delle Terme
di
Diocleziano.
I Vigili del Fuoco
accorsi, coadiuvati
da
autopompe del Corpo delle
Guardie
di P.S., hanno
combattuto
una febbrile battaglia
contro le fiamme, che sempre
più pericolose si
propagavano per tutto lo
stabile.
Alle grida
di aiuto
di
alcuni Inquilini, la guardia
di P.S. Scotto Di Telia, raggiungeva il terzo piano, ove
alloggiava
la signora
SUvagni Margherita con la figlia e la domestica e provvedeva a porre in salvo le
tre donne, conducendole
all'aperto. L'aria era
intanto diventata
irrespirabile
nell'interno del palazzo: ma
la guardia Scotto
rifaceva
te scale fino al quinto plano, dove abitava la signora Attilia Ramella in compagnia
d'una
domestica,
gravemente
inferma.
Senza
por tempo in mezzo, si caricava addosso
l'ammalata
e sollecitava la signora Romelia
a seguirlo.
In un
terzo tentativo però, a causa del calore
insopportabile,
dei gas tossici
sprigionatisi
dalla combustione
del materiale
e dallo sforzo
sovrumano cui si era sottoposto, si sentiva
mancare
le
forze e tornava indietro in
istato di incoscienza,
tanto
che non era ancor
giunto
al portone che si accasciava al suolo svenuto.
Trasportato alla Scuola di Via
Castro
Pretorio,
gli
veniva riscontrato
uno stato
di asfissia di medio
grado
e schoc.
Per la guardia Scotto, le
cui condizioni di salute sono rimaste
per
qualche
tempo malferme,
è stata
formulata
proposta
di ricompensa
al valor
civile,
/
2
A QUALE
GENERAZIONE?
^ l j u a l i sono 1 requisiti che oc^^corrono ad una ragazza e
alla sua famiglia per contrarre
matrimonio con una Guardia
di P.S.? Ed i requisiti della famiglia sino a quale generazione
devono riferirsi?
(T. Carmine - Mantova)
290; 4) TV. Leggi di P.S. L . 95;
5) Regolamento per l'esecuzione
del T.U. P.S. L . 300.
Il totale è di L . 1.300. C'indichi pertanto
quale altra pubblicazione preferisce con le rimanenti 200 lire.
La sposa deve godere in pubblico buona considerazione
e
così i suoi familiari:
l'unione
deve essere consona al prestigio
del Corpo. Non si può fare una
casistica. E' la Direzione Generale di P. S. che,
discrezionalmente, decide.
In quanto
alla
generazione
non si va mai oltre la seconda
(genitori, zii, ecc.) ma non è
escluso, se ci sono nonni t>iventi o che godano cattiva fama, che anche la terza generazione possa esser presa in considerazione,
L I C E N Z A
SENZA ASSEGNI
w-tna Guardia effettiva, non
MJ raffermata, che abbia fruito
di licenza breve di gg, 7 4. 4
può durante lo stesso anno,
fruirne di un'altra senz'assegni?
O deve all'uopo esibire documento: probante che giustifichi
la richiesta?
(De M. Gaetano - Venezia;
Nessun ostacolo al godimento
di una licenza senza assegni da
chi non raffermato,
abbia già
goduto di licenza breve.
Sarà
una licenza
straordinaria
per
« sistemare comprovati interessi
di famiglia».
Alla richiesta sarà
necessario
allegare
documenti
che la convalidino.
V
F A R M I
UNA BIBLIOTECA
orrei farmi plano plano una
piccola biblioteca a carattere
professionale e vorrei cominciare dal testi che si usano alla
Scuola, Per adesso ho stanziato
la somma di L. 1.600 per l'acquisto di tali testi. Gradirei che
la Rivista m i spediste contrassegno 1 manuali senza superare
la predetta somma.
(C. Nicola • Reggio Emilia)
Starno davvero lieti di farle
cosa utile anzi di avere giù fatto cosa utile alla sua preparazione professionale.
In data il
luglio le abbiamo spedito, contrassegno, l seguenti
manuali:
1) Corso dì lezioni L . 455: 2)
Codice Ai Poi. Stradale L . 180;
3) Regolamento
del Corpo L .
SI APPLICA A TUTTI
» 1 dice che dopo due anni di
" s e r v i g i o nei Reparti 11 personale viene avvicendato.
Esiste per i l personale R.T.,
che lia raggiunto e superato tale periodo un avvicendamento?
C'è possibilità che venga preso In esame un avvicendamento
di ufficio di detto personale,
sia esso effettivo o aggiunto?
(DI D. Libero - Cremonn)
L'art. 118 del Regolamento del
Corpo si applica a tutto il personale (Sottufficiali
e Guardie)
del Corpo in servizio
effettivo.
Inoltri,
pertanto,
motivata
domanda al Ministero per via
gerarchica.
giugno al 20 giugno 1940; Fronte della Jugoslavia col 37. Fanteria dal 30 ottobre 1940 al 28
novembre 1940; Fronte dell'Africa Settentrionale col 132. Reggimento Carrista dal 18 luglio
1941 al 30 novembre 1941. Chiedo cortesemente che m i vengano comunicate le modalità, da
seguire per ottenere la concessione delle Croci di guerra e di
tutte le altre decorazioni.
(A. Giuseppe - Firenze)
Per il servizio da Lei prestato
nell'Esercito
in zona di operazioni, sui vari fronti
dell'ultima
guerra, Lei ha diritto alla concessione di una Croce al Merito di Guerra, giusto il disposto
del R. D. L . 14.12.1941 n. 1729.
Per ottenerla inoltri domanda
SUOLE BREVETTATE CON CHIODI 01 GOMMA
DISTINTIVO
D'ONORE
f w e g l i Incidenti del 3 febbraio
± * 1950 fui ferito riportando
una sub-lussazione e sospetta
frattura al primo metacarpo mano sinistra. Dalla Commissione
Ospedaliera sono stato giudicato
affetto da lievi esiti non Invalidanti di pregressa sub-lussazione. I l fatto di servizio, da cui
dipende l'infermità, costituisce, a
mio parere, la causa unica, Immediata e diretta della infermità, che riunisce In sé tali condizioni da potersi considerare
come avvenuta per vera e propria causa di servizio.
Posso fregiarmi del distintivo
d'onore di ferito?
(R. Cosimo - Napoli)
Non d possibile far luogo in
suo favore alla concessione del
distintivo
d'onore dì ferito, in
quanto la lesione fu compendiata dalla C.M.O. di Napoli nella
diagnosi: «lievi esiti non invalidanti di pregressa
sub-lussazione primo metacarpo mano sinistra » e quindi non riunisce
in sè le condizioni previste dalla
legge che parla di « esiti permanenti
di malattie 0 lesioni
interessanti i tessuti molli,
ossa o la funzionalità
parati ».
di
con suoie V m j T C M T I '
É GARANZIA DI QUALITÀ E AURATA
"ta/tff li p r e s e r v a
da disgrazie
ben più gravi
LEGGERE
M
LA CARTA
I capita spesso, essendo un
appassionato di libri gialli,
di leggere di poliziotti che riescono a decifrare importanti documenti raccolti, completamente bruciati, nel caminetti, nelle stufe ecc. Esiste veramente
un sistema che renda possibile
la decifrazione e i l fissaggio di
caratteri scritti o stampati su
carta carbonizzata? E se c'é,
qual'è i l metodo usato dalla nostra Polizia, comunque, 11 metodo più pratico?
(R. Ido - Sondrio)
Le tracce di manoscritto o di
scrittura a stampa su carta car-
PER A C C E R T A R E LA P A T E R N I T À
g H uale Guardia d i P. S., lau- dazione m i permetta d i riservarle una dettagliata relazione,
*l5reando I n Medicina e Chiaffinchè i l sicuro metodo, che
rurgia, allo scopo d i renderne
da tempo attendono la Magiedotti 1 lettori della Rivista
stratura e la società, sia divul«Polizia Moderna», a cui sono
gato da una Rivista che rappreabbonato e d i cui seguo con i n senta la forza spirituale della
teressamento le pubblicazioni
Polizia Italiana, oggi più che
periodiche, sento i l dovere e
mai protesa a salvaguardia della
l'onore di comunicare che In atlegge e del d i r i t t i dei cittadini,
to nel Laboratorio dell'Istituto
sotto la cui onorata e stimata
di Medicina legale dell'UniverBandiera, oggi militano 1 giovasità d i Catania sto svolgendo,
ni di una generazione che ha
sotto la guida del Ch/mo Prof.
saputo bene ereditare e potenNicolettl, taluni esperimenti
ziare l'amor patrio e l'alto
concernenti u n nuovo metodo
senso del dovere, entrambi m i sulla ricerca della paternità,
rabilmente
fusi i n una sola ed
non più basato sull'esame del
inesauribile sorgente d i luce e
gruppi sanguigni e sugli altri
di vita!
fattori ematologici, ma su una
nuova reazione da me ideata ed
(V. Giuseppe - Catania)
elaborata attraverso pazienti
studi.
Attendiamo,
e non da soli
L'esperimento che, spero, porma con tutti i lettori ed abbotare felicemente a termine, a
nati, di conoscere e far conoscecoronamento dei miei sacrifici,
re i risultati dei suoi studi che
sembra avere sull'attuale metofin da oggi ci auguriamo siano
do 11 non Indifferente vantagcoronati da vero successo.
gio di accertare la paternità con
una esattezza pari al lOOVo,
Ci tenga al corrente!
scartando, quindi, probabilità e
dubbi.
SEMPLICE
I l metodo è basato su fenomeni specifici ed ereditari che
avvengono tra globuli rossi del
0 BOLLATA?
figlio e taluni « geni » contenuti
rego
precisare
se le domannello spermatozoo paterno e su
de di rafferma dirette al
reazioni specifiche a tipo « anMinistero debbano essere redattigene-anticorpo » che si verifite su carta bollata o su carta
cano nel caso I n cui 11 presunto
padre non sia i n effetti 11 vero semplice come prescritto dall'art. 11 del Regolamento del
genitore e cosi dicasi per i l preCorpo delle Guardie di P. S.
sunto figlio. Tutto ciò avviene
con accorgimenti di tecnica e
(R. Giuseppe - Gorizia)
mediante opportuni reagenti.
Gli esperimenti i n questione
Non ci risulta che la disposifanno parte della mia tesi spezione di cui all'art. 11 del Rerimentale d i laurea.
golamento del Corpo, in base al
Essendo le ricerche a buon
quale la domanda di rafferma
punto, nell'evento positivo speva redatta in carta
semplice,
ro che codesta rispettabile Resia stata
modificata.
P
T E N S I
VIA
ANDREA
S O C I E T À
MAFFEI
11
BRUCIATA
bonizzata molto difficilmente
si
possono rilevare perchè
la eccessiva friabilità
dei resti della
combustione di carta non sempre permette
quel minimo
di
manipolazione
che è necessario
per l'analisi.
Inoltre, i resti di carta combusta si presentano, di solito,
accartocciati per il fenomeno di
combustione,
e non è possibile
dispiegarli senza che si riducano in frammenti
difficilmente
riavvicinabili per la ricostruzione del
documento.
I mezzi per rilevare le tracce
di scritti su carta combusta sono, in primo luogo, l'osservazione diretta con^ l'ausilio di opportuni
schermi colorati,
che
accentuino le differenze
cromatiche e con l'impiego di intense
sorgenti luminose dirette e radenti.
Potrebbero utilmente
eseguirsi rilievi fotografici con materiale sensibile
all'infrarosso.
Ulteriori e più complesse indagini potrebbero
essere fatte
avvalendosi di vapori di collidio
ed elio di ricino.
I risultati raggiungibili
dalle
varie esperienze sono
naturalmente in relazione alla
qualità
dell'inchiostro, al tipo della carta e alle diverse circostanze inerenti alla
combustione.
I
ZIONE A V . BRIGADIERE
Le guardie scelte e le guardie
che aspirano a partecipare al
concorso per esami a Vice
Brigadiere possono effettuar»
la preparazione per corrispondenza, tramite Polizia Moderna. — Polizia Moderna, mentre curerà la assegnazione e la
correzione dei compiti, darà
tutti 1 consigli e gli avvertimenti necessari ad una buona
preparazione, gratuitamente, a
tutti i suoi abbonati, che ne
daranno richiesta, accludendo
I francobollo per la risposta.
NON IDONEO
AL SERVIZIO
Quando c'è un deliberato della Commissione
Medica Ospedaliera che accerta la perma-
A Z I O N I
AGLI
E S A M I PER L A PROMO-
n data 10.2.1951 fui avviato
all'Ospedale Militare di Bologna i n osservazione dove m i fu
riscontrata la diagnosi (vizio
organico al cuore) e rimandato
al Corpo non Idoneo al servizio
d'istituto.
Al Reparto m i fu data una l i cenza illimitata senza assegni
Io desidero sapere se esiste
u•. » circolare ministeriale che
autorizzi i l Comando a cui ogni
Guardia appartiene, a collocare
i l militare affetto da malattia
In licenza illimitata senza assegni.
Io so che i l militare ammalato viene ricoverato i n Ospedale per le necessarie cure, e che,
all'atto della convalescenza, superando 1 giorni prestabiliti dal
Ministero, viene licenziato per
non idoneità.
Pertanto prego codesta Rivista darmi spiegazioni i n merito.
(M. Giuseppe - Avola)
P E R
PREPARAZIONE
nente inidoneità
al servizio la
sospensione degli assegni e l'invio in licenza illimitata
avviene sia nei confronti
di una
Guardia aggiunta, che di una
Guardia effettiva, in quanto e
sopravvenuta
la mancanza
di
un requisito fondamentale
quale la idoneità
fisica. Questo è
conseguenza del Regolamento e
non di una semplice
circolare.
Tanto più che, nel suo caso,
la infermità
non era riconosciuta come dipendente da causa di servizio. Nè l'Ospedale ha
ritenuto
opportuno
collocarlo
in cpnvalescenza ma lo ha dichiarato
subito
permanentemente non idoneo.
DA QUANDO ?
a quando decorrono gli asse-àUgni per una bambina nata
In data anteriore al contratto
matrimonio, dal giorno della
nascita di essa, oppure dal giorno della celebrazione del matrimonio?
( I . Fabio - Trapani)
Le quote supplementari di carovita per i figli naturali decorrono dal giorno in cui i figli
stessi sono stati legalmente r i conosciuti.
ATTRIBUZIONI
D'AUTORITÀ
• m u ò la Direzione di « Polizia
-Al Moderna » darmi un'ampia
delucidazione circa quanto appresso? Chi sono gli ufficiali
-
M I L A N O
T e l e f . 50.425 - 55.151 - 55.706
le
ap-
INOLTRI DOMANDA
A
UN* SCARPA w I U m m m .
in carta legale da L . 32, tramite
il Comando presso cui
presta
servizio, al Distretto Militare di
appartenenza per fatto di leva.
Inoltre,
potrà
richiedere
al
suddetto
Distretto
Militare,
sempre con regolare
domanda,
il
rilascio
dell'autorizzazione
provvisoria per fregiarsi del distintivo istituito per gli ex combattenti della guerra 1940-43,
nonché la dichiarazione
integrativa mod. 1, valida per ottenere i benefici di guerra — agli
affetti economici — previsti dal
).L. 4.3.1948 n. 137.
Per ottenere, però,
quest'ulti10 documento
dovrà
allegare
alla domanda anche L . 24 in
marche da bollo da apporre sul
documento
stesso.
vendo partecipato alla guerra 1940-'4S col grado di Sergente nel seguenti Fronti e Reparti: Fronte Occidentale col
37. Reggimento Fanteria dall'I 1
profMattko anNceftko
prmnHv» < 4lilnf*tt«nlr
In vendila nelle buone farmacie
Autorlztarlone ACI8 n. 67084 del 83/2/1951
C A R T E - L A S T R E - PEL-
M i c r o
L I C O L E
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U . P. I . F I R E N Z E
A
N . 8977
- T e l e f o n o N . 2034
ed agenti di P. S.7 Quali sono
le persone, alle quali sono state
affidate le predette attribuzioni? Esiste ancora la quallfioa di
agente di P. S.? Quale legga
contempla quanto precede?
(F. Antonio - Napoli)
Come è ben noto, perchè
così
si insegna nelle scuole di polizia, fin dalle primissime
lezioni,
al fine di inquadrare
immediatamente la figura
dell'allievo,
quale sarà allorché
egli
avrà
conseguito la nomina a guardia
di P. S., l'attività
degli organi
dì polizia si estrinseca in due
immensi campi: polizia
preventiva e polizia repressiva. In relazione alla esecuzione di tali
attività
sussiste
la
differenza,
soltanto funzionale, delle persone operanti, che per la prima
assumono la qualifica di ufficiali ed agenti di pubblica sicurezza e per la seconda quella di
ufficiali
ed agenti di
polizia
giudiziaria.
Impostata così la questione, è
possibile stabilire i compiti degli ufficiali e degli agenti di
P. S. Basterà a tal fine fare riferimento
all'art. 1 del T. U.
delle leggi dì P. S. (r. d. 13 giugno 1931 n. 773) ed ai corrispondenti
articoli
del
regolamento per la esecuzione del detto testo unico (r. d. 6.5.1940 n.
635) relativi
alle
attribuzioni
delle autorità
di pubblica sicurezza e ricordare che il servizio
di pubblica sicurezza è eseguito
dagli ufficiali e dagli agenti di
P. S., così come si esprime testualmente
il testo unico della
legge sugli ufficiali e sugli agenti dì P. S., approvato con r. d.
31.8.1907 n. 690, che costituisce
il nucleo di quelle che sono le
attuali norme relative alla pubblica sicurezza.
La qualifica di ufficiale di
P. S. spetta originariamente
ai
funzionari di P. S. tutti (dallo
ispettore generale capo al vice
commissario aggiunto); ai sensi
dell'art. 51 del r. d. 14 6. 1934
n. 1169 gli ufficiali dei Carabinieri hanno le stesse
attribuzioni e prerogative degli
ufficiali
di P. S., ad eccezione delle mansioni di polizia prettamente
amministrative;
infine, a norma
dell'art. 2 della legge 26.1.1942
n. 32, gli ufficiali del Corpo delle Guardie di P. S. sono ufficiali di P. S.
La qualifica di agente di P.S.,
attribuita
originariamente
ai
sottufficiali,
graduati e militari
del Corpo delle guardie di P.S.
e dei Carabinieri, è stata poi
estesa
a numerose
categorie
(guardie di finanza, vigili urbani, guardie zoofile ecc.) dalle disposizioni legislative che ne regolano i rispettivi
ordinamenti,
limitatamente al loro particolare servizio.
E' da tener presente che la
qualifica di agente di P. S. è
tuttora pienamente
valida per
indicare la funzione come sopra
accennata, pertinente
anche a:
sottufficiali,
alle guardie scelte
ed alle guardie di P. S.: essa non
deve invece
essere
adoperata
per indicare la loro appartenenza al Corpo delle guardie di P
S., giacché
l'antica
denominazione « Corpo degli agenti d
P. S. », tuttora inserita nel regolamento, che non è stato aggiornato, fu soppressa con il decreto legislativo
luogotenenziale
2.11.1944 n. 365 che all'art,
dice: « Viene istituito alle dipendenze del Ministero
Interno
in sostituzione
dell'attuale,
ut
nuovo Corpo degli agenti di polizia... » e all'art. 2: « Il nuovo
corpo assume la
denominazione: Corpo delle Grd. di P. S.
Concludendo,
gli ufficiali del
Corpo delle guardie di P. S. sono ufficiali di pubblica
sicurezza ed ufficiali di polizia giudiziaria; i sottufficiali
del Corpo
sono agenti di pubblica
Sicurezza e ufficiali di polizia giudiziaria; le guardie scelte e
guardie di P. S. sono agenti
pubblica sicurezza ed agenti
polizia
giudiziaria.
SEGNALI STRADALI INTERNAZIONAL
E
vero che gli attuali segnali
stradali saranno cambiati o,
che per lo meno, saranno unificati o internazionalizzati? E
per quale motivo poi?
(G. Osvaldo - Milano)
Oggi sono molti, moltissimi t
problemi e le questioni — che
interessando più Stati — esigono una soluzione che conforti
e soddisfi sul piano
internazionale.
Ed anche per i segnali stradali — dato l'intensificarsi
dei
traffici sulla strada — è venuto il momento
dell'internazionalizzazione.
Naturalmente
tra
il dire ed il fare c'è di mezzo...
in questo caso almeno un paio
di conferenze internazionali,
un
paio di commissioni di esperti.
È difatti posto e riconosciuto
ìt* vantaggio che offrirebbe alla
circolazione stradale un sistema
unificato di segnalazioni
stradali, fin dall'anno scorso sono state lanciate le prime
concrete
proposte in una conferenza internazionale. Allo scopo di trovare una soluzione, si decise di
nominare una commissione
di
sei esperti, presieduta dal delegato francese André Rumpler, e
composta dal turco Orhan Barim, dall'indiano
T. P. Bhalla,
dal sig. J. H. Durr della Rho
desia meridionale,
dall'america
no H. E. Hìlts e dal cileno Osca
Tenhamm.
Al termine di um
sessione di lavori della durat
di un mese svoltasi negli Sta
ti Uniti, sotto gli auspici dell
Commissione
dell'ONU,
per
trasporti e le comunicazioni, di
pendente dall'Unesco, gli esper
ti hanno annunciato d'aver rag
ALBERGO T E R M E
giunto un accordo di massima
sui provvedimenti
preliminari
da adottare per raggiungere una
standardizzazione
dei segnali e
delle tabelle per il traffico stradale in tutto il mondo.
Dopo aver rilevato come sia
per il momento impossibile procedere all'immediata
unificazione dei due sistemi data
l'entità
degli impianti esistenti e la necessità
d'un processo
graduale
di orientamento
e di aggiornamento degli automobilisti,
questi esperti, che torneranno a
riunirsi in Europa verso la metà di quest'anno, hanno proposto una serie di
provvedimenti
di esecuzione immediata tra i
quali: 1) la sostituzione
nella
più ampia misura possibile dei
simboli alle iscrizioni; 2) l'uso
di simboli in nero o scuri su
sfondo giallo per i segnali di
pericolo; 3) l'adozione di segnali a forma di croce di S. Andrea per indicare i passaggi a
livello; 4) l'uso della
parola
« stop » o di altra
equivalente
entro un simbolo ottagonale per
i segnali di arresto; 5) l'adozione di forme rettangolari
per i
segnali di indicazione, e 6) l'orientamento verticale dei semafori luminosi. A tali criteri pare ci si orienti decisamente anche in Italia.
IN QUESTO MESE
ABBIAMO RISPOSTO A N C H E A
ADAMO Stefano, Villa d'Ogno
ADORNO Ninna, Siracusa
AGOSTINELLI Adria, Sappatico
ALBANO Filippo, Trento.
ALBANO Giuseppe, Potenza
ALLOISI Antonio, Padova
ALVITI Annibale, Macerata
AMADEO Giuseppe, Palermo
ARDIZZONE Luigi, Termini Imerese
ARbNA Paolo, Messina
ASOENZIO Salvatore, Torino
BALEANI Mario, Alessandria
BALDARI Mario, Alzate Brianza
BARBERA Stefano, Messina
BASILE Antonino, Torino
BELDONADA Domenico, Roma
BENECCHI Walter, Domodossola
BERNARDI Paolo, Reggio C.
BLANCATELLI Calogero, Venezia.
BONAFFINI Calogero, Napoli
BONFIRRARO Pasquale, Modena
BRUNO Francesco, Roma
BRUNO Alfredo, Roma.
BUCCHERI Emanuele, Trieste
CALANDRA Alfio, Massa Carrara
CAMERINESI Antonio Udine
CAPANNA Orazio, Napoli
CAPRONI Lino, Aquila
CAPUANO Raffaele, Messina
CARUSO Francesco, Pescara
CASTRIGNANO Nino, Lecce
CATUCCI Pasquale, Piacenza
CONSORZIO PRODUTTORI
MENEGOLLI
S A C C H I CARTA
A B A N O TERME
Società Commiss, a responsabilità limitata
(PADOVA)
APERTO T U T T O L ' A N N O
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CAU Giuseppe, Parma
CHIARELLA Giuseppe, Messina
CHIODO Mario, Caccuri
CIMINO Antonio, Roma
CINELLI Emilio, Nuoro
CIRILLO Ciro, Milano
CIRILLO Govanni, Torino
COCCO Pietro, Foligno
COLUCCI Ferdinando, Foggia
COMPAGNO Luigi, Alessandria
CORNACCHIA Giuseppe, Bologna
COSLOVI Guglielmo, Cesena
COSTA Efisio, Cagliari
CRESCENT1NI Strato, Caserta
CRINITI Pasquale, Roma
CUGNO Salvatore, Asmara
D'ALESSANDRO Giovanni Milano
ìJ'ALIA Gioacchino, Venezia
D'AMICO, Ravenna
DELEDDA Giuseppe, Cuneo
DE SILVA Fernando, Napoli
DESIMINE Giuseppe, Altamura
DE SIMONE Domenico, Parma
DE STEFANO Antonio, Cesena
DI BEO Elio, Livorno
DI CUONZO Stefano Chiavari
DI GREGORIO Erasmo, Torino
DI MATTIA Mattia, Milano
DI MITRI Giovanni, Pescara
DISTINTO Ercole, Brìndisi
DI PAOLO Crescenzo, Rocca d:
Papa
DI TANO Augusto, Gorizia
DONNOLI Eligio, Pavia
D'URSO Carlo, Reggio C.
ESPOSITO Carmine, Bagnoli
ESPOSITO Salvatore, Erma
ESPOSITO Vincenzo, Napoli
FABIANI Albino, Trapani
FACCIOLO Aldo, Foggia
FALCICUHIO Giuseppe, Taranto
FANNI Giuseppe, Mestre
FARINELLA Antonino Messina
FARR1S Giovanni, Abbasanta
FAVARO Aldo, Vercelli
FERLITO Orazio, Cremona
FEOLE Battista, Napoli
FERRARA Sebastiano, Siracusa
FERRERÒ Lorenzo, Torino
FICHERA Salvatore, Catania
FLORIS Maria, Solarussa
FOGLIETTA Amos, Piacenza
FOLANGA Antonio, Imola
FOSCO Roberto, Napoli
FUSCO Romualdo Livorno
GALLO Marino, Cesena
GALOTTA Michele, Udine
GAUDINO Pasquale, Aversa
GERMANO Paolo, Pavia
GIANNONE Eugenio, Modena
GIAQUINTO Giuseppe, Milano
GIUNTA Giovanni, Ravenna
GORNI Fausto, Cerignola
GUARNA Antonio, Milano
IACOLINA Salvatore, Genova
IAZZETTA Salvatore Cividale
IMPERIATI Ubaldo, Asc. Piceno
ITALIANO Salvatore, Torino
LEONARDI Leonardo, Ascoli Piceno
LONGOBARDI Aldo, Foggia
LONGOBARDO Giorgio, Napoli
LO PRESTI Daniele, Roccella
Ionica
LUCIANO Biagio, Pesaro
LUISE Secondo, Marghera
LUMIA Pietro, Bologna
MACCHIA Gino, Firenze
MANGANELLI Carlo, Pesaro
MANGOGNA Pietro, Viterbo
MANN1NO Giulio, Bologna
MANTERO Virgilio, Milano
MARCHESE Mario, Caserta
MARINI Rodolfo, Segrate
V
TASSA
GOVERNATIVA
I prego volermi specificare
se gli esercizi In cui si
spacciano bevande alcooliche,
annessi ai circoli gestiti da Ent i a carattere nazionale con f i nalità assistenziale (Enal, Crai,
Acll, Ass. Comb., ecc.) siano ten u t i a pagare la tassa di concessione governativa, ed a quali
altri obblighi debbano sottostare per conseguire ia licenza.
(A. Francesco - Genova)
Gli spacci di bevande alcooliche gestiti dagli Enti a carattere nazionale con finalità assistenziali (Enal, Crai, Adi, Ass.
Comb., Cooperative,
ecc.) sono
oggi disciplinati
dal D. L . Presidenziale 28 giugno 1944 n. 78)
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Quest'ufficio, se siete abbonati, v i rimette giorno per giorno articoli ritagliati da giornali e riviste, sia che si tratti
d'una persona, sia d'argomento secondo l'ordinazione data.
La sua unica sede:
"L'Eco della s t a m p a " . - Via Compagnoni, 2 9 - Milano
6
modificato con successivo D. L .
10 luglio 1947 n. 705.
Essi debbono
munirsi
della
licenza di polizia di cui all'art.
86 del T. U. Leggi di P. S. (art.
unico del Decreto Legislativo 10
luglio 1947 n. 705).
Detti spacci sono esclusi solo
dal rapporto
limite dì cui all'art. 95 del T. U. Leggi di P.S.
mentre per il resto sono soggetti
a tutte le norme di un qualsiasi
esercizio pubblico. In più devono osservare le seguenti norme;
a) l'accesso al locale non
deve avere diretta
comunicazione sulla pubblica via;
b) la somministrazione
delle bevande deve essere fatta ai
soli soci;
v
c) l'Ente, per poter
essere
autorizzato ad aprire uno spaccio, deve avere un numero di
iscritti non inferiore a 100 (circolare Min. Int. 13 marzo 1948
n. 10. 12208. 12000. A).
Inoltre alle « note » del n. 87
della tabella A sulle concessioni
governative annessa al D. L . 30
maggio 1947,. 604, che in atto
vige (e che corrisponde al n. 42
della tabella A annessa al R. D.
Legge 21 giugno 1942 n. 696), si
legge: « Non sono tenuti al pagamento della tassa in quanto
non hanno bisogno di munirsi
di licenza di Pubblica
Sicurezza.
1) gli spacci cooperativi
militari;
2) il centro alpinistico
italiano ».
Come si vede, non sono citati
gli spacci presso i circoli degli
Enti a carattere nazionale, ecc.
Concludendo: gli spacci presso i
circoli
degli Enti a carattere
nazionale, con finalità
assistenziali (Enal,
Crai, Adi,
Assoc.
Comb., ecc.) hanno bisogno della licenza di polizia di cui all'art. 86 Legge P. S. e per tale
motivo sono soggetti al pagamento della tassa di concessione governativa prevista dal n.
87 della tabella
A annessa al
D. L . 30 maggio 1947 n. 604, anche perchè
detta legge fiscale
non prevede alcuna esenzione.
Ne sia prova anche il fatto
che il Ministero dell'Interno con
circolare del 18 febbraio 1949 n.
10. 11323/13500, ha disposto che
i Crai per effettuare
trattenimenti danzanti anche presso le
loro sedi debbono munirsi dell'autorizzazione
di cui
all'art.
86 Legge di P. S., col pagamento
della tassa di concessione di cui
al n. 82 della tabella A allegata
al D. L . 30 maggio 1947 n. 604,
poiché nessuna esenzione di tassa è prevista dal citato n. 82.
P
RICONOSCIMENTO
DI Q U A L I F I C A
uò la Direzione di « Polizia
Moderna » farmi sapere a
chi debbo inoltrare Istanza per
A tutti gli abbonati
Si raccomanda ancora una
volta a tutti gii abbonati di
comunicare tempestivamente ogni cambiamento di indirizzo al fine di evitare inutili dispersioni. Pertanto la
Direzione della Rivista declina ogni responsabilità per
ogni ritardo o dispersione
dovuto al mancato segnalamento di cambiamento di
indirizzo.
ottenere la qualifica di partigiano, già avuta e revocata forse a causa d i smarrimento del
mio foglio-notizie o a causa di
mancate registrazioni di trasferimento da parte del Comandanti le formazioni partigiane?
(S. Marco - Torino)
Per ottenere il riconoscimento della qualifica di « partigiano combattente » dovrà
rivolgere istanza, in carta legale, tramite il Comando, cui presta servizio, al Sottosegratariato
di
Stato alla Presidenza del Consìglio dei Ministri, Servizio Commissioni,
via Guidubaldo
del
Monte, 54 - Roma.
IN QUESTO MESE
ARBIAMO RISPOSTO A N C H E A
MARRANI Giovanni, Sondrio
MARTINELLI
Antonio, Senigallia
MART1NES Antonino, Reggio CMARTUCCI Franco, Cremona
MASTROCOLA Antonino, Campobasso
MAZZARA Ostilio, Lecce
MENNITTI Franco, Asti
MIGLIORISI Giovanni, Ragusa
MINOTTO Gino, Rovigo
MiRABELLl Livio, Siracusa
MONTONE Salvatore, Napoli
MORANDO Vincenzo. Reggio E.
MORGANTI Nicola, Messina
NICOSIA Franca, Caltanissetta
NUNZIATO Vittorio, Venezia
ONESTO Salvatore, Milano
ONORI Elmiro, Oneglia
PALERMO Ettore, Lecce
PALLOZZI Vito, Mestre
PA1NCAR1 Mario, Bologna
PEDULLA' Francesco Monselice
PELLEGRINI Guido, Pesaro
PENNESI Salvatore, Caltanissetta
PERFETTI Delmo, Cesena
PETR1NI Luigi, Verona
PIACENTINI Celestino, Avezzano
PIERI Aldo, Torino
PINO Sebastiano, Napoli
P1SCIOTTA Domenico, Ficarizzi
P1SCOPO Vincenzo, Pordenone
PISS1NI Inno, Caserta
PIVA Luisa, Napoli,
PIZZI Stefano, Caltanissetta
PODDIGHE Salvatore, Torino
POL1SI Giuseppe, Genova
PORCARO Anna, S. Nicola Manfredi
PORZIO Mariuccia, Alessandria
PRESTAMBURO Milano, Milano
PROSPER1NI Delio, Parma
PUGLIA Vincenzo, Vicenza
PUNTILLO Salvatore, Cosenza
RABUANO Ernesto, Chlaravalle
C/le
RAVETTI Antonio, Mantova
RAVAZZINI Fiorello, Lucinico
RIPANTI Virgilio, Milano
ROMEO Pasquale, Padova
ROSSATI Luigi, Bari
ROSSI Giuseppe, Cuneo
RUBECA Luciano, Roma
RUSCIANO Luigi. Torino
RUSSO Eucarpio, Udine
RUSSO Salvatore, Asti
SACCO Vincenzo, Foggia
SALAMINA Giovanni, Messina
SALVO Vincenzo, Catania
SANSOTTA Ferdinando, Palermo
SANTORO Salvatore, Messina
SANTORUVO Vito, Milano
SATURNO Vincenzo, Napoli,
SAVIANO Salvatore, Caserta
SCAFURI Matteo, Napoli
SAVIGNONI Pompeo, Brescia
SCALIA Rosario, Roma
SCALICI Antonino, Mestre
SBODIO Marco, Torino
SCARINCI Giuseppe, Brescia
SCHEMBI Carmelo, Genova
SCIFO Gaetano, San Cataldo
SCIROTINO Pasquale, Roma
SEPE Alessandro, Imola
SERAFINO Ugo, Sondrio
SCIBELLI Salvatore, Napoli
SCUOTTO Carlo Avellino
SGAMBELLURI Francesco, Catanzaro
SGRO' Giacomo, Milano
SINDONI Martino, Alessandria
SM1ROLDO Sebastiano, Codogno
SOFIA Antonio, Rovigo
SORVILLO Domenico Alessandria
SPANO' Giuseppe, Aversa
SPANO' Luigi, Ragusa
SPAZIAN1 Felice, Altamura
SPINA Francesco, Palermo
SPINATO Sebastiano, Vibo Valentia
TAGLIARENI Francesco, Palermo
TASSI Afro, « Le Fraschette »
TESTA Carmine, Cagliari
TESTA Ugo, Lecce
TOBIA Giuseppe, Firenze
TODARO Vincenzo, Roma
TORRISI Giovanni, Empoli
TRASTULLI M., Roma
TRUPIA Giovanni, Parma
TURINO Amedeo. Cagliari
UBALDINI Amedeo, Macerata
VADALA' Ilario, Fano
VALENTE Francesco, Palermo
VALLESI Giuseppe, Anzio
VARRIALE Giovanni, Ancona
V.AVASSORI Magda, Lugano
VENANZI Angelo, Vercelli
VENTURA Gino, Bologna
VERNACCHIA Francesco, Milano
VESTRI Leopoldo, Arezzo
VICARI Angelo, Sclacca
VICARIO Giovanni Napoli
VINCENTI Carlo, Roma
VOLANTE Antonino, Roma
ZABEO Emilio, Venezia
ZANELLA Roberto, Legnaro
ZAPPALA' Giuseppe, Trapani
Z1NANI Mario, Belluno
ZITO Aurelio, Palermo
ZOLEO Giacinto, Belluno
ZOLLO Luigi, Milano
1
LICENZA
ALL'ESTERO
1 22 maggio u. •., ho inoltrato
domanda al Minuterò, perchè
mi ventile concella l'autorizzazione di trascorrere la licenza in
territorio marocchino, ma tralasciai di chiedere l'autorizzazione di transitare per i l territorio francese,
Polche ho molto Interesse a
raggiungere Casablanca al più
presto, prego la cortesia di codetta Direzione, acche adoperi
11 tuo Intervento pretto 11 M i nistero per i l più sollecito d i sbrigo della pratica.
(V. Angelo - Boiacca)
devoluti agli organi del Corpo
delle Guardie di P. S., sia che
si faccia riferimento all'art. 122
del Codice Stradale che conferi-
sce anche al vigili urbani la facoltà
di procedere
all'accertamento
delle
contravvenzioni
stradali, la risposta al quesito
da lei posto non può essere che
una; essendo la polizia stradale
investita
della sorveglianza
di
tutta la rete nazionale, essa non
trova nello spazio soluzione di
continuità
al suo servizio. Il
fatto di avere nei tratti di strada statali urbani la cooperazione dei vigili comunali non menoma in modo alcuno la facoltà ed il dovere di adempiere a
tutti quegli atti, che il servizio
di
vigilanza
stradale,
vero e
proprio servizio d'istituto,
comporta ed impone.
VANTAGGI ESIGUI
^ono
da quattro metl arruol i a t e nel Corpo, quale aggiunto, però ho già B anni di servizio nell'Arma dei Carabinieri.
Ho diritto alla licenza di trenta
giorni, come gli aggiunti chn
hanno compiuto tre anni di tervlzlo nel Corpo? Quali vantaggi
mi derivano dal tervlzlo prece
dentemente prettato?
(V. Angelo - Vercelli;
Al fini della licenza di 30 gg.
per aggiunti con più di tre unti di servizio, conta solo il servizio come aggiunto e non gli
altri anteriormente
prestati, 1
servizi prestati in altri corpi, di
polizia o no, contano ai fini del
matrimonio,
libretto
ferroviario, scatti paga, pensione
(tutto
questo, s'intende, una volta raggiunto lo stato di effettivo), ma
non ai fini della carriera. I vantaggi a tal fine sono esigui (per
es. nel concorso per titoli per
l'ammissione al corso per Vice
Brigadiere c'è un leggero aumento di
punteggio).
È RICHIESTA
DALLA LEGGE
Stia di buon animo, il nostro
abbonato di Soiacca. In questi
giorni è stato autorizzato a godere parte della licenza in territorio francese, cioè gli si è concesso il passaporto oltre che per
il Marocco, anche per la Francia.'
SU
T U T T E LE
ARTERIE STRADALI
• e guardie ed 1 sottufficiali
••"'della polizia stradale possono tvolgere 11 loro servizio anche nel t r a t t i di strade statai*
che attraversano centri abitati
dove fanno servizio 1 vigili
urbani?
(L. Matteo - Cosenza)
__—
t
scusa dubbio. Ed infatti, sia
che si faccia richiamo
all'art.
1 del decreto legislativo 26 novembre 1947 », 1510 ohe enumera i servisi di poliiia stradale
i / N
oloro che danno alloggio per
C \mercede
e l pubblici eser/
centi pottono Uberamente procurarti gli eitrattl d i alcuni articoli della Legge di P. S. e del
relativo Regolamento, t c r i t t l a
macchina, a mano o tipografa ti
ed esporli nel propri eterclzl
senza bltogno di chiedere ed ottenere la licenza di cui all'art.
113 della Legge di P. 3.? Una
persona od un Ente che distribuisce gratuitamente o a pagamento tali estratti ha l'obbligo
di chiedere la licenza all'Auto,
rltà locale di P. S.?
(Z, Aurelio - Palermo)
Coloro che danno alloggio per
mercede ed i pubblici esercenti,
che,
a norma degli art. 260 c
180 del regolamento per l'esecuzione della legge di P. S. debbo-
C
a
no tenere a/fisso in luogo ben
visibile l'estratto di alcune disposizioni della legge stessa, non
lianno bisogno, a tale specifico
fine, di munirsi della licenza di
cui all'art. 113 della legge. Così è stabilito dall'art. 202 del regolamento predetto che, al secondo comma, si esprime
testualmente
nei seguenti
termini: « Non occorre la licenza contemplata
dal citato
art. 113
per gli avvi si la cui
pubblica-
f
\
A N N O III • NUMERO 8
ROMA • AGOSTO
1951
zione è richiesta dalla legge, ecc.
Quanto all'altro
quesito, se
una persona o un ente che distribuisce gratuitamente o a pagamento tali estratti abbia l'obbligo di chiedere la licenza all'autorità
di P. S.,
riteniamo
che nel caso specifico sia sufficiente il certificato di iscrizione, quale distributore
o venditore di stampe,
del quale v'à
pure cenno nell'art, 203 del regolamento, primo paragrafo.
TARGA EE
••desidererei sapere che cosa
MW sta ad Indicare la EE di cui
sono muniti molti autoveicoli
che girano per le strade d'Italia.
(N. Filippo - Napoli)
Gli autoveicoli con la targa di
cui lei parla sono o temporaneamente importati
o autoveicoli
acquistati in Italia da .itiunici i
di - passaggio o da italiani residenti all'estero.
M
INCHIOSTRI
SIMPATICI
o compotto delle formule
chimiche per la fabbricazione di Inchiostri simpatici,
che i l pottono adoperare i n differentemente t u corta, t u legno, t u metalli e addirittura t u l
corpo umano, Scomporla la
scrittura dopo pochi lecondi che
è ttata effettuata, etto, ritorna
visibile te sottoposta ad una date, reazione. Inoltre ho scoperto
un tipe, di Inchiostro, servandosi
del quale t i è garantiti da qualsiasi falsificazione di tcrlttura.
Con tutto ciò non so a chi
rivolgermi per preeentare codette mie formule, ed even'ualmente continuare nelle rlcrche.
(B, Piero • Novara)
Fintila la necessità
di scrivere sul corpo umano, sia pure
con inchiostri invisibili
(simpatici) non si è mai
presentata
all'atto pratico, nè si pensa che
possa in avvenire
presentarsi
una
tale necessità.
Comunque
le sue formule potrebbero andare ad aggiungersi alle numerosissime già esistenti.
Naturalmente, se lei pensa di aver trovato
qualcosa
di • veramente
nuovo, e più efficace, brevetti
immediatamente
le sue formule,
specialmente
quella
riguardante la garanzia contro le contraffazioni. E auguri.
m
p
In
questo
numero:
• In Italia e nel mondo
• L'assassino dalle mani curate
• Curiosile e questioni
tecniche
• Strade e stradale
• Delirio all'osservatorio
• Caleidoscopio
• Jack il bandito gentiluomo
• Curiosità e questioni giuridiche
• Dall'A alla Z
• Nel vasto mondo
dello sport
• Notizie da....
• Giuochi, enigmi e
buon umore
Direttore
responsabile:
Giuseppe de Gaetano
Redattore .Capo:
Girolamo Quartuccio
Edito a cura della Direzione
Generale di P. S. •
Iscritto al n. 456 del registro
della stampa, • Roma 11-10-48
Istituto Romano di Arti
Grafiche Tummlnelli . Roma
DIREZIONE REDAZIONE E
AMMINISTRAZIONE, Roma,
Scuola Allievi Ufficiali e Sottufficiali di P. S. - Via Guido
Reni. 31.. Tel. 380948 e 390260
— ABBONAMENTI: Italia Abbonamento sostenitore l i re 5.000 . ordinarlo L. 500 un» copia L. 50 — Ettero 11
doppio — Versamenti sul C/C
POSTALE 1/14348 intestato a:
Direzione di « Polizia Moderna », Roma — Distribuzione:
« E.R.D.I. • Messaggerie » Via Alessandria, 88 - Roma
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I T A L I A
EDMOND
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M E M O R I A
DI
CARLO
SMIRAGLIA
I
l 13 luglio, una austera rievocazione della Medaglia d'argento al V. M . alla memoria. Sottotenente di P. S. Carlo Smiraglia ha avuto luogo presso i l Nucleo
Celere di Roma. Ad eternare i l ricordo
dell'eroico caduto, immolatosi in combattimento 10 anni fà durante l'ultima guerra, al comando di un reparto di guardie
motocicliste, era stato allestito a cura del
Comando della Caserma « Smiraglia » i l bu
sto in bronzo dell'Eroe e collocato a fi luco di Un altare da campo innanzi al quaie
è stata celebrata la messa in suffragio.
Ultimato i l rito religioso, i l Maggiore rli
P. S. Barbaria Armonte — che fu compagno d'armi dell'eroico Ufficiale — ha rievocato con commosse parole la figura ai
Carlo Smiraglia, i l suo sacrificio, i l suo luminoso esempio di ardimento e di valore.
La cerimonia s'è svolta alla presenza del
Colonnello Ispettore deir8" Zona Guardie
di P. S. di un folto gruppo di Funzionari e Ufficiali del Corpo e di una rappresentanza in armi delle Scuole e dei Reparti di P. S. della Capitale.
LOCARD
P O S O
D E L L A
N E L M O N D O
più clamorosi affari criminali di Francia
ed il suo giudizio fu anche spesso sollecitato da polizie straniere per decifrare i misteri di alcuni delitti.
Uno degli ultimi tra i più interessanti c
più sensazionali cas] risolti, si può dire, dal
Locard fu i l processo di Kravcenko contro
il settimanale « Les lettres francaises ».
Kravcenko era stato accusato dai comunisti di aver compilato i l manoscritto originale di « Ho scelto la libertà » dopo la
pubblicazione del libro, per P
"
manoscritto dimostrare, appunto, che l'autore era lui e non i servizi di propaganda
americani.
11 manoscritto originale, da Kravcenko
depositato sul banco dei giudici parigini,
venne inviato per esame al Dott. Locard,
a Lione. 11 dottore constatò che i « cloruri
e i solfati contenuti nell'inchiostro si erano
infiltrati nella carta » e, quindi i l manoscritto risaliva a molti anni prima. La perizia di Locard confermò, perciò, la tesi
sostenuta da Kravcenko, e fu quello uno
degli elementi principali, su cui i giudici
si fondarono per condannare « Le lettres
francaises ».
h insigne funzionario della polizia francese, il settantatreenne Edmondo Locarti, è stato collocato a riposo, per
raggiunti limiti di età. La stampa in genere e particolarmente quella che s'interessa dell'evoluzione dei metodi della
polizia in Francia, ha dedicato colonne di
vivo elogio al vegliardo ed appassionato
criminologo che per 40 anni ha diretto ii
laboratorio di polizia scientifica di Lione.
Si deve ad Edmondo Locard, che era
laureato oltre che in legge anche in medicina, l'intensificarsi del metodo che nel
campo delle indagini di polizia si fonda sulla meticolosità e non trascura nessun indizio: un capello, una scheggia di unghia, un
po' di polvere, la cenere di una sigaretta,
una briciola di dolce o di pane ecc.
Tale metodo, oggi adottato da tutte le
polizie del mondo, quaranta anni fà aveva
del magico e procurò al Dott. Locard i l
titolo di « Sherlock Holmes francese ». dì
« nemico numero 1 dei criminali » del « più
celebre criminologo del mezzo secolo ».
In verità il Locard legò il suo nome >\i
C A D E T T I
E
o t e r
P O L I Z I A
c
o
n
Questi periodici hanno in comune una
speciale caratteristica: sono scritti e stampati negli istituti di pena dagli stessi ricoverati e di questi esprimono idee, aspirazioni, sentimenti.
Raffaello L a i k r i s c k l i l g i s E r
,
r/7««..«7*l
S-V.-—i- fnmili/irl
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• • •••
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II C o r r i e r e
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-
Penitenziario
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S
L
O
G
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N
S
ANTINFORTUNISTICI
S
Un altro eminente studioso, i l prof. Piga,
ritiene, dal canto suo non difficile i l problema dell'identificazione dei resti e afferma che è semplice completare uno scheletro diviso in due parti, ciascuna delle quali sia stata sotterrata in luogo diverso, compreso il caso che appariscano ossa in più
o ne manchi qualcuna. Egli ha affermato
che alla Scuola di Medicina legale della
Università di Madrid sonoj stati risolti molti casi anche più complessi, come quello dei
resti di S. Francesco de Borja.
C
inque anni fà nella casa di rieducazione per minorenni di Roma venne pubblicato per la prima volta « La Tradotta » un modesto foglio di poche pagine tirate giù al ciclostile. Un foglio,
alle sue origini, senza molte pretese, nella veste e nel contenuto. Da allora ad oggi
« La Tradotta >• non solo è divenuto un
-egolare giornale stampato, ma ha dato con
il suo esempio vita ad altri giornali serti
in altri istituti penitenziari. E così oggi sono
pubblicati: I ragazzi della Certosa, nella
casa di rieducazione per minorenni di Parma; Rinascita, nel centro di rieducazione
per minorenni di Torino; La Fiaccola, nel
centro di rieducazione per minorenni di Palermo; Sestante, nel centro di rieducazione
per minorenni di Milano; Domani, nelle
carceri giudiziarie di Frosinone; Risveglio,
nelle carceri giudiziarie di Napoli.
EGIZIANA
S U I
R E S T I
DI
C R I S T O F O R O COLOMBO
ui resti di Cristoforo Colombo tra studiosi spagnoli, dominicani ed argentini
s'è accesa una vivace polemica. Si tratta di identificare i due scheletri contesi
da Siviglia e dalla Repubblica Dominicana. A l riguardo l'Agenzia «Telegraph >
riporta che un professore di medicina legale, spagnolo, i l quale ha voluto conservare
l'anonimo, ha affermato che la scienza medica, allo studio attuale, può risolvere perfettamente i l problema. Nel caso concreto
di Cristoforo Colombo, poiché si tratta di
un personaggio di cui si conoscono un'infinità di particolari, i l lavoro sarà molto facile. Misurando le ossa si potrà determinare
la sua statura con approssimazione quasi
perfetta. E' anche molto probabile trovare
dei resti di capelli. L'esame di questi oggetti, delle ossa, di distintivi e insegne, se fu
interrato con qualcuno di essi, contribuirà
— conclude lo studioso — a facilitare i l
compito degli specialisti.
G I O R N A L I DI I S T I T U T I
P E N I T E N Z I A R I
R
icevuto dal Colonnello Ispettore di Zona e da\un gruppo di Ufficiali dei Reparti di P. S. di Napoli in data 7 luglio
è sbarcato a Napoli un gruppo di Cadetti della Reale Accademia di Polizia
Egiziana che vengono in Italia per un
giro d'istruzione. Durante la permanenza a
Napoli gli ospiti hanno visitato i reparti
del Corpo delle Guardie di P. S. Nei giorni successivi — sempre accompagnati dal
Colonnello Ispettore di Zona — hanno v i -
sitato la Scuola Allievi Guardie di P. S. di
Caserta.
Quivi i cadetti particolare interessamento hanno dimostrato nel rendersi conto delle materie e dei sistemi di insegnamento e
dei programmi seguiti dalla Scuola. Hanno
inoltre assistito ad un saggio eseguito dal
Battaglione Allievi e da un reparto di motociclisti. Sempre a Caserta gli ospiti hanno visitato i l Parco Vanvitelliano, l'ex palazzo reale e la Mostra della Canapa.
PATRIA
I
l gruppo dei 10 Ufficiali siriani, ultimato i l ciclo di addestramento cui, dal Gen
naio scorso, partecipava presso la Scuola Allievi Ufficiali e Sottufficiali di P. S.
in data 23 luglio ha lasciato Roma diretto a Damasco. Gli ospiti prima di partire sono stati ricevuti dal Capo della Polizia e dal Generale Ispettore, ai quali hanno espresso la loro gratitudine per la generosa ospitalità che hanno trovato durante
la loro permanenza in Italia.
A salutare gli Ufficiali siriani partenti all'Aeroporto erano i l Comandante e buon
numero degli Ufficiali della Scuola.
VIAGGI
C
PREMIO TURISTICI
on una recente disposizione, la Direzione Generale di P. S. ha autorizzato la
organizzazione di viaggi turistici nello
ambito del Corpo delle Guardie di P.S.
E' una forma nuova che consente di
premiare i sottufficiali e le guardie più
meritevoli e "di favorirne i l miglioramento
culturale. La disposizione inoltre rappresenta un mezzo veramente originale ed efficace, per favorire, per « rinsaldare — come
dice la stessa circolare dell'Ispettorato del
Corpo — lo spirito di Corpo ».
In pratica viene data facoltà ai comandi di un Reparto di scambiare, con i l comando di altro Reparto — sito in sede lontana — un gruppo (da 5 a 10) di sottufficiali o guardie per la durata d i 7 giorni.
Nella sede, ove viene ospitato, i l gruppo
trascorre le giornate secondo un programma ricreativo stabilito dal Reparto ospitante e che prevede, fra l'altro, visite istruttive.
ft | egli slogans che la Società inglese per
• I la Prevenzione degli infortuni ha reM centemente diffuso per prevenire gli in• • c i d e n t i stradali ce n'è per tutti: per i
1 1 distratti, per gli indolenti, per i frettolosi, ujsr gl'inesperti, ce n'è per chi si
sente troppo padrone di sè, della strada, del
motore e non pensa che l'irreparabile è
in ogni istante davvero « in agguato >.
Leggerli questi slogans non è una fatica:
in ognuno è racchiuso un pizzico di sapienza.. Non è merce pubblicitaria insomma ma
opera di convinzione, oseremmo dire, di
educazione!
Gli incidenti non accadono mai, sono
provocati. Perdete un secondo, risparmiate
una vita. Meglio incolume che spiacente. La
vita è breve, non rendetela più breve. Pensateci prima e non piangerete dopo. Dove
c'è strada esiste pericolo.
E' meglio andare adagio,
con le proprie gambe che
in fretta in ambulanza. Pensaci prima o non potrete
pensarci mai più. AttraverO t o i
c a b o t i
sare una strada può essere
più pericoloso che attraversare un oceano. I gatti
hanno nove vite, voi una
sola. Conservatela. Sognate
a letto, non per la strada.
La strada è di tutti, non
vostra.
RINFRESCANTE
-e£ìWi
«S&aflrta m
m
I l primo esperimento è stato effettuato,
da diversi reparti e tra gli altri dal Nucleo
Guardie di P. S. di Cremona con quello di
Brescia, dal Nucleo di Como con i l Raggruppamento Guardie di P. S. di Genova,
da reparti di Roma con reparti di Padova
e di Napoli.
FOTOGRAFIA A S O R P R E S A
U
n fotografo « peripatetico * di quelli che
anche in Italia scattano fotografie a
sorpresa di passanti, è stato convenuto
in giudizio da un fotografato innanzi ai
Tribunale penale francese di Grasse, per
aver violato un decreto del -Sindaco che
proibisce di fotografare i passanti senza il
loro consenso.
Il fotografa si è difeso sostenendo che le
sue fotografie non venivano scattate a sorpresa in quanto egli, attraverso l'esperienza
acquisita nell'esercizio della sua professione,
possedeva un sufficiente spirito di penetrazione ed^una attitudine psicologica tale che
gli consentissero! di rendersi conto se i passanti intendevano o meno lasciarsi fotografare.
L'imputato ha inoltre opposto che il proibire le fotografie a sorpresa nelle pubbliche
vie è una evidente violazione della legge
francese del 1891 recante lo statuto della
libertà dei commerci.
D i parere contrario è stato i l Tribunale
francese i l quale, condannando i l fotografo peripatetico, ha esplicitamente menzionato che anche la libertà di commercio deve
trovare un limite insuperabile nel rispetto
della libertà dei cittadini e nella intangibilità dei diritti di personalità degli stessi.
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uomo si afflosciò sulla sedia, privo di
volontà. I l Commissario capì allora che
aveva avuto partita vinta. G l i pose davanti un foglio di carta e una matita e gli
disse con voce fredda:
— Scrivi i nomi.
Weidmann esitò ancora un poco, ma non
perchè volesse resistere. Ora era solo l'orrore del sangue che lo tratteneva. Poi .si
fece ancora forza e scrisse:
— Jean de Koven.
— Come? chiede i l Commissario.
— Strangolata.
— Dov'è i l suo corpo,
— Nel sottoscala della villa.
— E poi,
— Couffy, con la pistola.
— Poi?
— Leblond, con la pistola.
— Poi?
— Fromer, con la pistola.
— Poi.
— Keller, con la pistola.
— Poi?
— Lesobre, con la pistola.
— Poi?
L'uomo non reggeva più. Cadde riverso
sul, tavolo. Nel deliquo gli sembrò che una
grande onda di sangue invadesse la stanza
e salisse inesorabilmente fino a soffocarlo.
La lunga e spietata catena di delitti di
o
E
OMICIDI
Eugenio Weidmann che tenne desti l'orrore
e la morbosità dei francesi dal '37 al '39,
fu potuta ricostruire dalla Polizia parigina
grazie ad un anello di essa che più degli
altri favorì le indagini portandole alla conclusione. Quell'anello si chiamava Raymond
Lesobre un uomo che dirigeva un'agenzia
di immobili a Saint-Cloud vicino a Parigi.
I l corpo del Lesobre fu rinvenuto la domenica 28 novembre 1937 nello scantinato
di una villa disabitata tra Versailles e SaintCloud dal nome sereno di « Mon Plaisir ».
L'uomo era riverso a terra e presentava
una ferita d'arma da fuoco alla nuca. Le
tasche erano rovesciate e la posizione del
corpo, la natura della ferita e il soprabito
imbrattato di fango stavano ad indicare che
la vittima, colpita a bruciapelo da qualcuno che gli stava alle spalle, era stata
trascinata fino alla cantina della villa da
uno o più delinquenti che l'avevano frugata per derubarla.
Quando la stampa divulgò i particolari
del macabro
rinvenimento l'impressione
nell'opinione pubblica francese fu enorme.
Da qualche mese in quella zona diverse
persone erano misteriosamente scomparse
senza lasciar traccia. Di due si era ritrovato
più tardi i l cadavere col classico foro alla
nuca. L'ipotesi che nel caso del povero
Lesobre ci si trovasse di fronte ad una
SENTIMENTALE
IN
QUATTRO
MUSICA:
A
VEVA
MESI
delle tante vittime del mostro sconosciuto
fu legittima nelle colorite descrizioni dei
giornali così come apparve subitamente attendibile ai funzionari d i polizia incaricati
delle indagini.
Ma questa volta si poteva procedere rapidamente e con la relativa sicurezza in un
terreno conosciuto. Un'inchiesta condotta
nell'ufficio di Lesobre permise di appurare
che l'ultima persona con la quale era stato
l'agente immobiliare era un uomo di aspetto dimesso che la mattina del 25 novembre
si era presentato a lui per contrattare una
villa nei dintorni. In quello stesso giorno
Lesobre accompagnò i l suo cliente in giro
per la zona, gli mostrò diverse ville e si
soffermò in ''modo particolare a * Mon
Plaisir ». La villa era grande, piuttosto
lussuosa, piacque al cliente che chiese però un po' di tempo per riflettere prima di
decidersi. Due giorni dopo, difatti, telefonò
all'agenzia, disse che voleva rivedere le
ville visitate e pregava i l signor Lesobre di
essere così gentile da accompagnarlo con
la sua macchina. Lesobre acconsentì di buon
grado e presero appuntamento davanti alla
stazione di Saint-Cloud per le 14,45. A l l'ora fissata l'agente salì in vettura e si
recò a rilevare i l cliente. Da allora non fu
più rivisto vivo. La sua macchina era
scomparsa.
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5 Si s
gfì
I l cartellino antropometrico di Eugenio Weidmann, eseguito al momento dell'arresto. Nella foto a fianco, l'impronta della mano destra dell'assassino: lunga e affusolata, degna del
più perfetto gentiluomo, non tremò nel troncare con cinica freddezza sei vite umane.
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S O N N I
V I T T I M E !
Questo risultò dalle prime indagini della
Polizia. Era già qualche cosa ma niente
però che aiutasse a chiarire la personalità
del misterioso cliente i l quale dopo tutto
poteva anche non aver a che fare con l'assassinio. Questo comunque era l'unico filo
al quale ci si potesse attaccare e i funzionari di polizia non se lo lasciarono sfuggire. Continuarono a battere quel terreno
ricostruendo minuto per minuto gli ultimi
giorni di vita del Lesobre e i l lavoro fu
lungo e paziente perchè si trattò dì raccogliere e vagliare dozzine di deposizioni,
controllare dozzine di piccoli fatti, sciogliere dozzine di piccoli misteri, continuamente alle prese con gente cui la troppa
immaginativa o la poca memoria giocava
bruttissimi scherzi.
Dopo due giorni di indagini estenuanti
finalmente un impiegato dell'agenzia di Le
sobre si ricordò di un particolare che costituì in seguito la molla per la risoluzione
del mistero. L'impiegato ricordò finalmente
che il misterioso cliente, quando si presentò la prima volta, aveva lasciato al fattorino un biglietto da visita. I l cartoncino
fu ritrovato fra gli altri. Era di carta e fattura molto andanti e intestato ad Arturo
Schott, Boulevard del Parco Imperiale, 10
— Nizza.
Era sciocco presumere che l'assassino,
prima di compiere i l suo delitto, avesse lasciato tanto ingenuamente il biglietto con
nome, cognome e indirizzo, tuttavia quella
era l'unica traccia che si aveva di lui e fu
percorsa fino in fondo. Rapide indagini
esperite a Nizza permisero di appurare che
effettivamente in Boulevard del Parco I m periale, al numero 10 abitava un signore,
rappresentante di commercio, di nazionalità tedesca, che si chiamava appunto Arthur
Schott. Ma il signor Schott era partito
qualche giorno prima per Strasburgo.
I funzionari di polizia di Parigi si misero m contatto telefonico con i l Capo
della Sùreté di Strasburgo e poco dopo
l'alto funzionario fu in gradoni informarli
che lo stesso signor Schott, avendo letto
sui giornali le supposizioni che si facevano
attorno al suo nome, si era presentato alla
Polizia ed aveva spontaneamente dichiarato che era stato a Parigi dal 4 al 13 novembre, forniva
precise
indicazioni sul
modo e le persone con le quali aveva passato i l suo tempo nei giorni 26, 27 e 28
che erano quelli in cui si presumeva che
il delitto potesse essere Stato compiuto.
Quanto al suo biglietto da visita dava l'indirizzo dello stampatore che l i aveva confezionati e aiutandosi con una buona memoria aggiungeva un piccolo elenco di persone alle quali ricordava di aver rimesso
il cartoncino.
G l i alibi del signor Schott furono controllati e trovati ineccepibili. Si era appena cominciato ad indagare nella lista dei
I l cadavere di Friiz Frotumcr in avanzata decomposi/ione fu rinvenuto nella cantina d i villa
» Voulzle », dove Weidmann l'aveva sepolto dopo nvcrlo ucciso con i l solito colpo Mia
nuca. Fu questo delitto, che fruttò soltanto 300 franchi, n perdere i l cinico assassino.
nomi dei possessori del suo biglietto da
visita quando da Strasburgo chiamarono
ancora al telefono. Era nuovamente i l signor Schott piuttosto preoccupato perchè
aveva ricevuto in quel momento una lettera da un suo amico di Parigi i l quale
10 informava che dal 22 novembre era
privo di notizie di suo nipote Frommer.
I l nome di Frommer figurava nell'elenco
delle persone a cui era stato distribuito i l
biglietto. L'Ufficio Stranieri della Prefettura di Polizia si mise in moto. F u rintracciato l'albergo dove aveva alloggiato i l nipote del signor Schott, fu controllata la
sua sparizione dal 22. Fra le sue carte ne
furono rinvenute alcune firmate da un certo Ugo Weber. Fu mandato a chiamare e
pregato di ricordare tutto ciò che si riferiva alla sua conoscenza con Frommer. I l
signor Weber cominciò col premettere che
11 giovane era suo nipote, come era nipote
al signor Schott. Angosciato dalla sua scomparsa ricostruì nei minimi particolari gli
ultimi mesi della sua relazione col nipote
e dal suo racconto emerse una circostanza
estremamente importante. Frommer gli
aveva raccontato, un giorno, di aver incontrato a Parigi un certo Siegfried Sauerbrey,
originario di Francoforte che aveva conosciuto tempo prima nelle carceri di quella
città dove era stato ristretto per motivi
politici. Ora Sauerbrey si faceva chiamare
Karrer ed abitava in una villa fra i boschi
di Saint-Cloud dove conduceva un'esistenza
piuttosto misteriosa. I funzionari di polizia
dinanzi a questo racconto cominciarono a
vedere un barlume d i luce. Bisognava rintracciare l'enigmatico Sauerbrey, alias Karrer, ma l'unica indicazione che si aveva
era che abitava una villa nei dintorni di
Saint-Cloud.
D i verifica in verifica, d i agenzia in
agenzia, d i Comune in Comune, d i via
in via, d i casa in casa, due funzionari
rastrellarono la zona di Saint-Cloud in
tutti i sensi.
I l pomeriggio dell'8 dicembre erano
giunti con le loro ricerche davanti ad una
villetta chiamata « La Voulzie ». I l cancello d'entrata era chiuso. Dall'inferriata
si intravvedevano due macchine. Mentre
stavano concentrandosi sul dà fare appar11
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mise i l cappello, forato da una pallottola.
Fu cosa d'un attimo. I due gli balzarono addosso mentre quello si divincolava come una bestia presa al laccio, lo
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l i rinvenimento del corpo di Jean de Koven. A destra, Weidmann, Million Blanc e
Colette Tricot al banco della Corte d'Assise.
ve sul sentiero un giovanotto ben vestito
che chiese loro con accento leggermente
straniero:
— Cercate qualcosa?
Uno dei due funzionari tentò la carta
grossa.
— V o i siete il signor Karrer, vero?
11 giovanotto trasalì ma i l funzionario
fece finta di non accorgersene.
— Siamo venuti per le tasse, — aggiunse.
Karrer si era ripreso. Infilò la chiave
nella serratura, aprì, l i precedette nel cortile d'ingresso e chiese infine con fare indifferente:
— Avete dei documenti di riconoscimento?
Mentre uno dei funzionari mostrava i l
tesserino della polizia, Karrer, con una
mossa repentina estrasse la pistola e sparò due colpi a bruciapelo. Uno dej funzionari fu lievemente ferito, l'altro ci r i -
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stordirono con un martello, lo caricarono sulla macchina e lo portarono alla Centrale di Versailles.
Dapprima fece lo spavaldo. Ammise
senz'altro di aver ucciso Lesobre e d'altronde la macchina dell'agente immobiliare
era stata rinvenuta nel cortile della villa.
Non volle però riconoscersi colpevole di
altri delitti. Dopo un sommario interrogatorio fu mandato a letto. Prima di uscire
dalla stanza ebbe un sorriso beffardo:
Non mi chiamo Sauerbrey, non mi chiamo Karrer, mi chiamo Weidmann; Eugenio Weidmann. Buona notte! ».
II giorno dopo l'interrogatorio prosegue.
Weidmann narra la sua vita di disperato,
prima in Germania, poi in Canada, finale
mente in Francia. Fra i nomi di alcuni
suoi amici, un certo Roger Million, un
certo Jean Blanc, una certa Colette Tricot... Mentre alcuni funzionari si mettono
alla caccia dei complici e altri rovistano
da capo a fondo la villa dell'assassino
questi estenuato finalmente dal lungo ed
inesorabile interrogatorio, ha un momento di abbandono e crolla di schianto. A l lora i l Commissario gli avvicina carta e
matita e gli dice con tono distaccato:
— Scrivi i n o m i Eugenio Weidmann scrisse i nomi delle
sue sei vittime e per ciascuna d'esse raccontò poi, alla Polizia e al processo, i
particolari del modo usato per sopprimerle. Perchè? Soltanto per i l denaro. Poco
o tanto che ne avessero, pagarono con la
vita la smodata sete di denaro di quel
mostro in sembiante umano.
La prima vittima era stata una giovane ballerina americana, Jean de Koven,
si chiamava. Incontrò i l Weidmann in un
bar, i l 21 luglio. Accettò di fare una passeggiata con lui. Lo accompagnò fino alla villa « La Voulzie ». Chiacchierarono e
fumarono un poco poi d'un tratto l'uomo l'afferrò alla gola e strinse, strinse
sempre più forte finché dal volto esile
della fanciulla fu cancellata ogni luce di
vita. Fu ritrovata nel sottoscala della villa, sotto poca terra, ancora completamente
vestita, coi guanti infilati e uno straccio
in bocca. Quel primo delitto fruttò all'assassino 800 franchi e 480 dollari in travellers-cheques che Weidmann riscosse
falsificando la firma della vittima.
I l secondo fu un'autista. Perchè? Così.
Gli autisti a volta hanno molto denaro.
Il 6 settembre Joseph Couffy fumava tranquillamente i l suo sigaro a bordo della
sua auto in piazza dell'Opera quando
Weidmann gli chiese se l'avesse potuto
accompagnare a Nizza. Era una bella
corsa, c'era da guadagnar bene. Partirono. A d Olivet si fermarono e pranzarono
insieme. Ripreso i l viaggio, quando furono a metà strada fra Lamotte-Beuvron e
Nouan-le-Fuzelier Weidmann sparò alla
nuca dell'autista e ne precipitò i l cadavere nella cunetta, dopo averlo frugato.
Questo secondo delitto fruttò 1400 franchi.
La terza vittima si chiamava Roger Leblond ed era un agente d i pubblicità. A i
primi di settembre incassò una bella sommetta: 10 mila franchi per un contratto
con la radio e pensò di affittare una villetta nei dintorni per lavorare tranquillo.
Pubblicò un annuncio sul giornale e subito
cadde nella pania di Weidmann che, letto l'annuncio gli mandò i l suo complice
Million, sotto i l nome di Pradier ad offrirgli la locazione di una villa. Le trattative durarono qualche giorno e alla f i ne Roger Leblond si decise a visitare «La
Voulzie » che Million-Pradier gli offriva
insistentemente per conto di Weidmann.
Salirono dunque tutti e tre sulla macchina
della vittima. Giunsero alla villa e mentre
Leblond dava un'occhiata al panorama
Million gli sparò alla nuca. Poi i l cada-
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B I G L I E T T O
vere fu messo nel sedile posteriore della
macchina d i Leblond al cui volante si pose l'assassino. Weidmann l i seguì con la
macchina d i Couffy e andarono avanti
così per un bel tratto fino alla strada di
Neully, dove abbandonarono auto e cadavere. Tornarono alla « Voulzie » soddisfatti dei 5.000 franchi che avevano trovato nel portafoglio della loro terza vittima.
La quarta fu i l giovane Fritz Frommer.
A perderlo furono le confidenze
di
Weidmann. S'erano conosciuti in prigione, carcerati politici e quando si incontrarono a Parigi, dopo tanti anni, l'assassino si lasciò andare a qualche confidenza. Poi ci ripensò e capì l'errore che aveva fatto. Così un bel giorno i l 22 novembre invitò l'amico nella sua villa, gli sparò i l solito colpo alla nuca e lo seppellì
in cantina. Questo fu l'affare più povero
della sua sciagurata carriera. Non gli
fruttò che 300 miseri franchi e un biglietto da visita intestato allo zio Schott
che servì pochi giorni dopo. Pare una vendetta del destino, ma furono proprio quel
cadavere più povero e più inutile di tutti
e quel biglietto senza valore che alla fine
lo misero nelle mani dei giudici.
Raymond Lesobre fu i l quinto e s'è
visto in che modo fu ucciso. Strano! 11
povero Leblond finì i suoi giorni perchè
voleva affittare un'altra villa a Weidmann.
Locatario nel primo caso, cliente nel secondo, questa volta i l mostro guadagnò
con un altro colpo alla nuca 6.000 franchi.
L'ultima vittima fu una povera donna
di Strasburgo», la signora Jannine Keller
di trenta anni, madre di due teneri bambini. La signora Keller fu attirata a Pa-
F R A N C H I
D A
V I S I T A
Roger Million, i l più compromesso fra i complici di Eugenio Weidmann, per aver avuto
una parte saliente specie nell'uccisione di Roger Leblond, fu condannato all'ergastolo. Degli altri, Blanc ebbe 20 mesi di prigione mentre la Tricot fu inspiegabilmente assolta.
rigi da una piccola inserzione sui giornali
con la quale una vecchia inglese residente in Francia cercava una buona donna
che l'assistesse come infermiera. Salutò i l
marito e i figli e si presentò fiduciosa nella capitale a due uomini che si dissero
incaricati d i condurla a Vichy dove l'aspettava la futura padrona.
Chissà per quale distorsione della loro
fantasia criminale Weidmann e Million
avevano architettato un piano così complesso per scegliersi una nuova vittima!
Forse pensavano che un affare condotto
tramite gli annunci economici dei giornali avrebbe lasciato meno tracce. Comunque i l 4 ottobre la signora Keller e
i due assassini partirono sulla macchina
del povero Couffy. I l viaggio si svolse
tranquillo. Fra i tre si creò della buona
armonia e quando passarono per Fontainebleau e uno dei due propose d i fermarsi un momento a visitare nel bosco la famosa « grotta dei ladroni » la signora ac( Confinilo a pag. 36)
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F E R I T E D'ARMA DA PUNTA
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L
I
O
el precedente numero della rivista abbiamo parlato
dei caratteri delle contusioni e delle ferite lacero-contuse, ai fini della identificazione dell'agente lesivo.
Prenderemo ora in esame le
ferite da arma da punta, da
taglio e da fuoco.
Ferite
da
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D
A
F
I
O
C
O
sciamento dell'arma produrrà
abrasioni o addirittura asportazioni di parti del corpo.
Omicidio mediante colpi di r i In tali lesioni è utile osservoltella: forame d'ingresso (Dalvare lo stato dei margini della Volta).
la ferita che, riproducendo i l
filo dell'arma, possono prestarsi per eventuali confronti
no ferite a fondo cieco, con
con armi sospette.
un foro d'ingresso ed un canaL'arma da taglio p u ò essere
le senza sbocco.
anche acuminata.
Nel caso invece che i l tessuI n tal caso la combinazione
to sia stato perforato, la ferita
del meccanismo dei due tipi
sarà completa, terminando con
d'arma (da punta e da taglio)
un orifizio di uscita, in comunicazione con i l canale.
produrrà ferite, estese in profondità, che ripeteranno i caL'aspetto dell'orifizio d'inratteri dei due generi di legresso dipende dalla distanza
sioni.
da cui è stato sparato i l colpo e i suoi margini possono
In tali ferite, dall'aspetto
essere introflessi o estroflessi.
dell'orifizio d'ingresso si potrà
Nei colpi a bruciapelo, cioè
avere un concetto dell'arma,
calcolandone
approssimativamente le dimensioni.
punta
Sono prodotte da strumenti
acuminati e sottili, rispetto alla
loro lunghezza, che agendo mediante pressione sul tessuto
connettivale, lo divaricano senFerita da punta e taglio (Dalla
za reciderne le fibre (punteVolta)
ruolo, ago, spillo, chiodo).
Tali lesioni, che si estendono in profondità, presentano
Nessuna difficoltà presentaun orifizio d i entrata e un trano, pel riconoscimento dell'armite o canale, in comunicazioma, le ferite inferte su regione, in caso d i perforazione del
ni ossee, che conservano con
tessuto, con un orifizio di
sufficiente chiarezza l'impronta
uscita.
i
dell'arma stessa, permettendo
d i distinguere anche le partiPer
l'identificazione
dello
Ferito da arma da fuoco
colarità.
strumento lesivo, interessa parL'arma da fuoco agisce sulticolarmente l'esame dell'orifil'organismo umano mediante
zio di ingresso.
da
taglio
l'azione del proiettile, la cui
D i maggiore interesse sono
L'arma da taglio, caratterizbbiamo
considerato
•nel
forza propulsiva è determinata
le lesioni da arma poligonale
zata dai margini affilati agisce
numero scorso gli accorcon spigoli taglienti, che, recidalla
esplosione
della
carica,
in
per strisciamento e pressione
gimenti
precauzionali
da
dendo le fibre cutanee riproduseguito alla percussione del casui tessuti che recide, determiadottare nella perquisizione percono la forma dell'arma stessa
ne dell'arma sulla capsula del
nando incisioni rettilinee, estesonale
felativa
all'avambracsull'orifizio esterno.
proiettile stesso.
se in lunghezza più che in procio, alle bracclot- al torace ed
fondità, con margini netti, terVari fattori possono concorTali armi si distinguono in
all'addome.
minanti ad angolo acuto.
rere ad alterare lu forma e le
quelle portatili, di cui fanno
Ora rivolgiamo, la nostra atdimensioni della ferita, di guiTali armi, fra i cui principali
parte le armi a canna lunga
tenzione alla ricerca su altre
sa che talvolta si rende diffitipi si annoverano i l rasoio le
parti del corpo.
(fucili da caccia e da guerra)
cile orientarsi circa la natura
forbici ed i coltelli, possono ese a canna corta (pistole e r i Quando II perquisitore
avrà
dell'arma.
sere monotaglienti o bitaglienvoltelle) ed in quelle non poreseguito il suo compito fino al
Ciò dipende dalla elasticità o
t i , a seconda che abbiano un
torace
ed all'addome,
dovrà
tatili, poggiate su' affusti ed imretrattilità del tessuto leso, dalsolo margine od entrambi i
giocoforza
proseguire
il suo
piegate quasi esclusivamente
ia particolare forma dell'arma,
margini affilati.
compito, esplorando le regioni
per usi bellici (cannoni, mitralalla sede della lesione, dalla
Le lesioni da loro prodotti:
del bacino, delle gambe e del
gliatrici, mortai).
direzione del colpo.
si presentano in genere con le
piedi. Precauzione basilare saNotevole
è
l'importanza
delestremità assottigliate a guisa
rà tuttavia quella di far abbasle armi portatili nel campo cridi codette, di cui una (codetta
sare le braccia al perquisendo,
minologia) costituendo, si può
di entrata) è più corta e più
non appena terminata
l'esplodire, l'arma usuale dei gravi
marcata dell'altra (codetta di
razione dell'addome: le braccia
delitti
di
questa
epoca.
uscita), sottile e più lunga.
distese
all'indietro
e
riunite
Le caratteristiche delle feridalle dita Intrecciate,
inibiranLa presenza d i tali codette,
no al perquisendo, la cui poprodotte dall'azione d i strisciate da arma da fuoco dipendosizione dovrà
essere
conservamento dell'arma, riesce quanto
no soprattutto dalle risorse bamai utile per stabilire la direta eretta a breve distanza da
listiche del proiettile (velocità e
zione del colpo.
qualsiasi parete, qualunque mointensità esplosiva della carica)
vimento pericoloso tendente ad
A tal fine servirà anche l'ae dalla resistenza opposta dal
arrecare
offesa.
spetto della ferita, che sarà a
tessuto colpito, in relazione al
margini simmetrici se i l colpo
Un movimento,
per
quanto
suo grado di elasticità.
sarà stato vibrato perpendicorapido, verrà notato prima anD i conseguenza, quando la
larmente; a lembo se l'arma
cora di essere posto In atto, In
forza propulsiva del proiettile
avrà agito in senso obliquo.
quanto il perquisitore verrà ad
si arresta nell'interno del testrita da taglio (Dalla Volta)
In quest'ultimo caso lo striaverne la sensazione
Immediasuto -senza trapassarlo, si avran-
Ferite
A
SULLA
ta, Le braccia flessi
all'indietro
Omicidio mediante colpi di r i voltella: forame di uscita (Dallu
Volta)
esplosi a brevissima distanza,
all'azione del proiettile si associa quella del gas del miscuglio esplosivo. Ne derivano ampie ferite, i cui orifizi d'ingresso" possono . presentarsi sotto
varie forme (rotonda, squarciata, elittica, stellata).
Attorno al loro foro si notano tre bordi concentrici circolari denominati aloni, di cui
quello più interno è dovuto all'azione confusiva e compri-
mente esplicata dal proiettile
nella lesione del tessuto; i l secondo, più ampio, con colorazione nerastra meno intensa, è
determinata dall'azione della
fiamma. Dalla sua forma, rotonda od elittica, si può stabilire se i l colpo sia stato sparato perpendicolarmente od obliquamente.
11 terzo alone, che è il più
eccentrico, costituisce i l cosiddetto tatuaggio, formato dal
granelli d i polvere del fumo insinuatisi nella cute.
Quest'ultimo
bordo
può
scomparire con i l lavaggio.
Il tatuaggio si accentua col
diminuire della distanza dell'arma, ma quando questa viene portata a contatto con la
pelle esplodendo nel tessuto
sottocutaneo, nessuna traccia
all'esterno rimane dei suddetti
aloni. In tali casi la ferita presenterà un foro d'ingresso più
ampio del proiettile, con i margini cincischiati.
Aumentando la distanza del
colpo vanno scomparendo gli
effetti dell'azione dei gas, della fiamma e della combustione
PERQUISIZIONE
privano I muscoli della contrazione necessaria a sferrare un
colpo violento; l'intreccio delle
dita fa sì che il movimento di
scioglimento
possa essere tempestivamente
prevenuto.
La perquisizione
proseguirà
quindi sul bacino ed in giù
verso le gambe; si ravvisa opportuna una posizione che pur
sostenendo
il
proseguimento
dell'operazione,
ponga il perquisitore
al sicuro
dall'offesa
recata a mezzo
delle
gambe.
Mentre
nella posizione
eretta
il pericolo è rappresentato dalle braccia, mella posizione
di
accosciamento
il pericolo viene
rappresentato
dalle
gambe.
Già abbiamo veduto come sia
opportuno porre il perquisendo
a distanza
ravvicinata
dalla
parete: ciò vale ad Impedirgli
un energico
movimento
della
gamba per scalciare
all'indietro in quanto, data la breve
distanza
dalla parete,
risulta
impossibile un rapido atto per
articolare
le ginocchia.
Così
facendo II perquisendo
verrebbe a colpire fortemente la parete con la rotula prima ancora di potere sferrare il calcio; ed anche in tale ipotesi
la flessione della gamba sareb-
della polvere, di guisa che r i mane ad agire esclusivamente
il proiettile, imprimendo la sua
forma
all'orifizio d'ingresso.
Questo, di solito, per la distensibilità del tessuto epidermico, è più piccolo del proiettile.
Nelle ferite trapassanti o trasfosse, l'esame dell'orifizio d'uscita, caratterizzato dai margini estroflessi, contribuisce a
stabilire la direzione del colpo.
L'aspetto di tale foro, che
non riproduce affatto i caratteri del foro d'ingresso, è determinato esclusivamente dalla
azione del proiettile, variando
a seconda della distanza da cui
il colpo è stato esploso. Eppertanto se lo sparo si è verificato da vicino, i l foro sarà
più piccolo di quello di entrata, mentre sarà in genere più
ampio nel colpo tirato a distanza.
Ciò si potrà facilmente rilevare nelle ferite inferte su tessuto osseo,
Enunciati cosi i principi sui
caratteri differenziali esterni
delle varie sorta di lesioni, ben
si comprende quale sia la loro importanza nell'espletamento del delicato compito affidato alla sagace opera della Polizia, nell'interesse della Giustizia.
A. Bernerdlnetiri
PERSONALE
be del tutto insufficiente a produrre l'effetto voluto.
Quindi,
accostamente
del
perquisendo
al muro, apposizione
del dorso interno del piede destro al
tallone sinistro del
perquisendo e corpo leggermente
accostato nella
posizione
eretta;
nell'accosciamento,
invece, stessa posizione del piede, ma corpo leggermente deviato
rispetto alla verticale
ideale.
Acquisita tale posizione cautelativa,
la perquisizione
potrà
compiersi
con sufficiente
sicurezza, elemento questo d'importanza grandissima per chi opera e per il risultato
dell'operazione.
Riteniamo
di aver
praticamente esaurito con quanto abbiamo detto, l'argomento
teem/co relativo agli accorgimenti
che evitano II pericolo
mediato
ed Immediato per chi compie II
suo dovere.
Ci resta ora da
esaminare II modo con il quale
l'atto perquisivo
deve
svolgersi e per tutto ciò
dovremo
riferirci forzatamente
a limitate ipotesi, lasciando
all'intuito
del singolo il compito di modificare volta per 'volta questi
elementari
erudimenti
adattandoli al caso concreto.
Varma, il corpo del reuto o
qualsiasi oggetto che con esso
è attinente, può celarsi nel vestito, nel ricettacoli dell'abito, negli
indumenti
tutti,
nessuno
escluso. Un sommario
sondaggio tattile viene
automaticaménte
ad escludere alcuni indumenti che invece, specie per
il delinquente consumato, sono
I preferiti
appunto
perchè
i
meno noti. Molto, al riguardo,
insegnano le perquisizioni
operate alle dogane sui contrabbandieri professionali ed è necessario fare ad esse anche un
fugace riferimento pur rimanendo nell'ambito . del nostro specifico argomento.
Difattl, parlando di tecnica della perquisizione, è ovvio che, oltre alle
modalità
pratiche, che hanno
per fine la prevenzione di possìbili reazioni, si deve fare anche riferimento alla tecnica della ricerca vera e propria.
Eseguito — chiamiamolo così — i( primo stadio dell'operazione consistente appunto nell'accertamento In superficie —
tendente in genere alla scoperta dì armi — può sorgere la
necessità di Ispezionare più minuziosamente il vestiario in genere e l'abbigliamento In parti-
colare, sopratutto in considerazione dell'oggetto
ricercato.
Qui ci sovviene un utile raffronto: quello con il noto metodo del sopraluogo, per l'esecuzione del quale la cronologia, l'ordine ed il
raziocinio
devono
necessariamente
informare tutta l'operazione.
Altrettanto deve avvenire nella perquisizione: un procedere
ordinato, frutto di preventivo
ragionamento, fa guadagnare tempo assai prezioso alla definizione dell'indagine
e sortisce più
facilmente
il desiderato
scopo
Si
Mzierà,
quindi,
dall'alto
per scendere al basso e dalla
sinistra alla destra. Per intenderci: rispezione
tattile
dovrà
avere come primo obiettivo la
mano, l'avambraccio,
il braccio, l'omero e la scapola sinistra, il collo, la scapola e l'omero destro, il braccio e l'avambraccio con la mano destra.
Ci si riporterà,
quindi, al plesso toracico, sul lato sinistro e
si procederà
verso il lato destro.
E vìa dicendo:
nessun
punto potrà così sfuggire e restare
inesplorato.
Non nuocerà
prendere
ora,
brevemente,
In
considerazione
quelli che possono essere i ricettacoli
probabili
e
possibili
di quanto viene ricercato. Sia
l'abbigliamento
maschile
che
quello femminile si prestano a
varie possibilità
di occultamento e tali possibilità
aumentano
quanto più minuto è l'oggetto
da occultare.
Il cappello,
il
pastrano, gli abiti, la biancheria in genere, le scarpe e gli
accessori (guanti, bastoni, ombrelli, borsette)
a seconda di
quanto ricercato, dovranno essere accuratamente
ispezionati.
Cartine di stupefacenti,
preziosi
di piccole dimensioni
vengono
facilmente
occultati dentro la
fodera del cappello, nelle imbottiture
dell'abito,
lungo le
cuciture
al bordi, nelle parti
più rigide delle giacche, alla
cintura ed a', risvolti dei pantaloni. Così pure sì Ispezioneramno I colletti delle
camicie,
le cravatte e I grossi
bottoni
che sovente sì notano nel pastrani' delle donne e che constano di due parti
sovrapposte
e coperte
della stoffa
stessa
del
pastrano.
Il cappotto, data la pesantezza del tessuto
in genere, si
presta ottimamente
all'occultamento di pìccoli oggetti e quindi l'ispezione dovrà essere oculatisslma soprattutto
lungo tutte le imbottiture, le cuciture e
al punto di attacco delle fodere. La scarpa poi offre un
comodo
ricettacolo
nel tacco
che può essere cavo Internamente, e fisso o mobile; mobile nel senso che consenta di
occultarvi un oggetto senza rimuoverlo, oppure applicato itila scarpa In tale maniera da
permettere
l'asportazione
senza che si alteri
menomamente
la fisionomia
della
calzatura.
15
l'effettiva esistenza di un simile ricettacolo,
sarà
sufficiente
sottoporre alla percussione delle dita il tacco che
produrrà
un suono caratteristico di vuoto anche se, per caso, è riempito del tutto di elemento differente dal cuoio o dal legno
di cui il tacco effettivo è formato.
S
T
R
A
D
E
E
t a x i
l viaggio in una vettura americana costituisce pur sempre una cosa piacevole! E
ciò non solo per la novità, che
in Italia le possibilità di un simile lusso sono troppo rare,
ma per i l confort effettivo, che
è superlativo in confronto alla
normalità delle vetture europee.
A Bruxelles, ad Amsterdam,
all'Aia, vi potete concedere
questo capriccio semplicemente
prendendo i l taxi alla stazione
per recarvi al vostro albergo.
E non si tratta di vecchie vetture sgangherate, ma in gran
parte di lucentissima produzione dell'ultima infornata. D i più,
anzi, non si tratta nemmeno dei
modelli più economici come
Ford, Chevrolet, Dodge, Pontiac, ecc. che, benché queste
costituiscano la
maggioranza,
non sono affatto rare nemmeno le Mercury, le Buick e le
Chrysler. A parte l'attrezzatura interna, mantenuta intatta
con
le
caratteristiche
de.'la
completezza abituale delle vetture americane, ed anzi frequentemente integrata con posacenere, portagiornali e simile
piccole gioie destinate al confort del passegggero, nemmeno
l'abito esterno vi toglie i l piacere di un viaggio attraverso la
città in una vettura da grati signore. Infatti, nella maggior
parte, le lucenti vernici e la
policromia dei colori è mantenuta tale e quale, e solo un accurato esame della « schiena »
vi farà scorgere un filetto a
scacchi bianchi e neri, non più
alto di tre centimetri, che passa sotto i l bordo del finestrino posteriore all'attacco tra il
corpo della carrozzeria e i l tetto, e dal quale potrete dedurre che si tratta di un taxi.
/ pantaloni, dato il sistema
della loro confezione,
offrono
come è ovvio, più comodi nascondigli che non le vesti muliebri; ma la loro struttura e
la diversità
di foggia saio ben
conosciute dall'agente
operante
e non riteniamo opportuno dilungarci al riguardo.
Operando su persona di sesso femminile l'operazione è del
tutto pregiudicata
e quanto è
stato detto in precedenza, anche di generico, ha un semplice sapore informativo, in questo, come è risaputo, per la
perquisizione
di una donna è
necessario
ricorrere
all'ausilio
del personale
femminile,
che
però
offre l'inconveniente
di
essere libero da ogni •responsabilità
di dipendenza
amministrativa ed il più delle volte è
indenne anche da quella penale.
Con queste due note — senza la pretesa di aver esaurito
l'argomento
— abbiamo delineato i principali
accorgimenti
che un agente di polizia giudiziaria deve seguire nel procedere alla perquisizione
individuale. Seppure
in questo
campo
possa dirsi che l'esperienza e la
pratica
del
servizio
valgono
niù che ogni altra
disposizione
teorica, non può tuttavia dubitarsi che lineamenti tecnici debbano essere costantemente
e
fedelmente
seguiti
nell'esecuzioni' di ogni atto di
polizia
'indiziaria.
T
R
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D
A
L
E
r a d i o c o m
I
Le cinte in pelle, quelle che
comunemente
sono dette « tubolari » offrono vuoti efficienti ad occultare oggetti di valore ' e (l'esperienza,
talvolta
triste, ce lo insegna) anche armi pericolosissime,
quali
ad
esempio,
stili la cui lama è
estremamente
sottile e duttile
in modo da adattarsi alla curva dell'addome cui aderisce là
cinta.
S
In quanto ai prezzi delle corse, essi non sono per nulla superiori a quelli dei taxi italiani; su lunghi percorsi sono anzi, considerevolmente inferiori
Ad esempio, dovendosi recare
da Amsterdam all'Aia, e trattandosi di ) due persone con bagagli, già si raggiunge un certo equilibrio col costo del biglietto ferroviario di seconda
classe, tenuto conto, nel caso
di viaggio in ferrovia,
della
necessità di recarsi in taxi alla
stazione di partenza, della spesa per i l trasporto dei bagagli
da parte dei facchini nella stazione stessa, e della ripetizione
di queste spese alla stazione di
arrivo.
Tutto ciò è, evidentemente,
indizio di basso costo di esercizio dell'automobile in quei
fortunati paesi. Di quello che,
invece, è indizio di moderna organizzazione troverete un bell'esempio ad Amsterdam. La
maggiore compagnia esercente
di taxi in quella città ha un servizio di radio-comando che abbraccia tutte le sue
vetture,
ovunque siano dislocate nel raggio di 50 K m .
Salendo in vettura, ad A m sterdam, sento l'autista che pronuncia in olandese qualche parola e, credendo che si rivolge
a me, gli spiego che io l'olandese non lo conosco, ma che
se lui sapesse l'inglese...
« Oh, mi scusi — mi fa —
stavo solo riferendo alla mia
centrale ». A l
momento non
riuscii a capire
cosa volesse
intendere, ma venutami un'improvvisa idea, mi avvicino al
finestrino divisorio e subito vedo quello che cercavo: una specie di griglia, cromata e lucida,
posta sul cruscotto proprio davanti al volante di guida. Sta-
vo appunto per fare delle ali
domande sul funzionamento
quel servizio, quando da quel
griglia esce i l suono dì una pia
cevole voce femminile che, na
turalmente di nuovo in olande
se e quindi per me ir.comprerì
sibile, pronuncia due o tre pa
role alle quali l'autista rispon
de con un monosillabo. Fini
il breve dialogo volli sapere
significato della trasmissione
l'autista mi spiegò, un po' iti
inglese e un po' in tedesco, mi
comunque abbastanza da farsf
comprendere, che la signorina
della centrale gli aveva confef
mato di aver preso nota dellsj
sua partenza dall'albergo, chd
lui doveva segnalare ad interi
valli regolari la sua posizione
e le eventuali soste durante
percorso, all'infuori di quelle!
normali agli incroci, e il sud
arrivo a destinazione. M i
gò
che i l prelevamento
clienti gli veniva indicato
stessa centrale, alla quale le r
chieste dei clienti avvenivano
mezzo del telefono, ma
che
anche lui poteva caricare
altri al suo arrivo se nel frattempo non era stato impegnato
dalla centrale stessa; naturalmente, sempre segnalando,
verse signorine, alla centrale, |
seguivano lui e tutti i suoi col-]
leghi (ognuno era contraddistin-1
to con un numero) durante tutte le ore del giorno e della notte su di una. grande pianta della città divisa in vari settori.
Disse che se non rispondesse
prontamente ad ogni richiesta
della signorina, alla quale è
così strettamente legato tramite
quel filo invisibile, succederebbe un pandemonio; che se si
accorgesse che i l suo apparecchio
radio
d'improvviso non
Lugliè Pillirone
A
Si
t a t t i
g l i
r a c c o m a n d a
tutti
ancora
gli abbonati
pestivamente
dirizzo
al
ogni
fine
a b b o n a t i
d i
una
volta
c o m u n i c a r e
evitare
I CAPELLI
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tem-
c a m b i a m e n t o d i
d i
PER
inutili
in-
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M
A
Uivista
ogni
Pertanto
declina
ritardo
lamento
d i
ogni
d o v u t o
la
Direzione
mancato
c a m b i a m e n t o
d i
NON
UNGE
della
responsabilità
al
1
,
diIL FISSATORE CHE
spersioni.
X
per
segna-
indirizzo.
R
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&
G
A
L
L
E
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P A R I S
PER i'ITAUA: PROFUMERIA ANTHEA - ARONA • IAGO MAGGIORE
Via dei Cavalieri del S. Sepolcro I
Roma 16.7.*51.
»
A l comando della Polizia
^
Stradale
Roma | | |
Nel pomeriggio
di ieri, tu Wk
macchina
di questa
Scuoi-: | | |
transitava sulla nazionale Rieti-Roma, quando lo scoppio di Wk
una gomma la immobilizzo. I | |
mettendo in serio imbarazzo WÈ<
le due persone che la occupa- Wk
vano.
Sopraggiunsero
poco
dopo | | |
i militi della Polizia stradale l s |
BAIOCCHI
Ermanno
e PE- 1 |
R1LLI
Donato che, con un Wk
senso altamente
altruistico
< M
squisitamente cortese, si ado- | |
peranno In maniera encomia| |
bile per rimettere la macchina 1 |
in condizioni di poter prosef|
guire.
H
Si schermirono poi dai do- f |
verosi ringraziamenti ed ener- | |
gicamente rifiutarono un coni- m
penso che loro si voleva of- | |
frire.
m
E? proprio con viva soddi- | |
sfazione che segnalo a codesta %
Comando
il
lode\ olissimo m
comportamento
dei due bravi s|
militi che hanno veramente
h
fatto onore al proprio Corpo h
e data una bella prova di u- j |
mima
solidarietà.
Mi congratulo
anche con h
codesto Comando, che sa ini- \
primere sì nobili sentimenti a. ^
propri
dipendenti.
Con vivo e grato ricordo •• |
con ogni ossequio.
F.to Fr. Rinaldo Galante
|
Direttori
|
n d a t i
funzionasse, dovrebbe scendere
immediatamente per avvisarne
la centrale da un telefono pubblico.
Poco prima dell'arrivo alla
stazione, la voce del microfono
si rifece viva: la signorina gli
diceva che un altro cliente lo
attendeva in una via a pochi
metri dalla stazione.
Un bel servizio, non c'è che
dire!
O. G.
(Da
« Auto
Commercio»)
L A
S T R I D A L E
A L L ' O P E R A
i a presso
Viterbo
Alle 10,30 del 4 luglio scorso una pattuglia della Sezione
di toltila Stradale di Viterbo,
comandata
in normale servizio di vigilanza,
fermava
e
sottoponeva
a controllo, sulla via Cassia nei pressi di
l elidila, una Lancia
Aprilia,
targata Roma 93843, di pioplletà di tale Ri idi
Marcello,
conaotta dallo slesso, il quale aveva u fianco tale Sorbcl o
Mariano.
Alla richiesta della
pattui;lia interno al conivi/ito
di
alcuni voluminosi pacchi, posti nella parte posteriore dell'automobile,
il
conducente
rispondeva trattarsi di fazzoletti di seta, ma si trattava invece di sigarette svizzere contrabbandate,
in tutto ben 72
chilogrammi di tabacco estero. A questo punto, tanto il
Rindi che il Sorbetto
tentavano in ogni modo di commuovere la pattuglia, e risultate vane le loro
preghiere,
offrivano ai motociclisti
della Polizia una somma per lire 200 mila, se li avessero
latti
proseguire.
Dichiarati
in arresto,
venivano invitati a risalire in macchina e raggiungere
Viterbo,
ma dopo circa un chilometro
ài marcia, il Rindi,
fermuta
nuovamente la macchila,
ne
discendeva e riprendeva i tentativi di corruzione.
Decisamente invitati i due a proseguire senza preamboli le guardie della Polizia Stradale stavano per inforcare le moto,
quando i due
contrabbandieri
si davano improvvisamente
a'la fuga, gettandosi nelle cam-
pagne adiacenti, inseguiti da
uno degli uomini della pattuglia.
Nel frattempo, giungeva sul
posto il Tenente Sacco,
comandante la Sezione Stradale
di Viterbo,
che
provvedeva
immediatame ile ad attivare le
ricerche nelle adiacenze della
strada.
Era evidente,
però,
che i
fuggitivi non sarebbero tornati
sulla strada nazionale ma che
avrebbero cercato di allontanarsi il più possibile a mezzo
ferrovia,
per
cui l'Ufficiale
predetto, insieme ad altri uomini si portava alla stazione
ferroviaria di Cura di Vetraila. ove sul treno in
arrivo
alle 14, rintracciava il Sorbetto, che dichiarava,
peraltro,
di non sapere dove si fosse
diretto il suo compare, al quale era già stato ritirato il passaporto e la patente di guida,
per ad non sarà difficile riprenderlo.
E' questa, nel giro di pochi
{torni, la seconda brillante operazione condotta a termine
dalla
Polizia
Stradale, che
conferma la sempre più perfetta organizzazione
di questo importante ramo del Corpo delle Guardie di P. S.
e che sei balle di fiocco erano state asportate dal carico,
producendo un danno al proprietario per 10 milioni di lire.
La pattuglia della
Sezione
Stradale di Asti,
procedendo
ad un minuzioso controllo di
tutti gli automezzi
provenienti da Torino, rinveniva su due
autocarri diversi le sei balle
di fiocco smarrite, che, a detta dei conducenti dei due automezzi, erano state rinvenute lungo
la
strada
TorinoAsti.
La merce così poteva essere riconsegnata al proprietà- ".
rio, che riteneva
oramai
di
non poterla riavere.
Brindisi
Al Comando Nucleo Polizia Stradale di Brindisi l'Associazione Motociclistica
Italiana ha fatto pervenire la seguente lettera, che è un atto
di riconoscimento per i servizi prestati dui componenti il
Nucleo in occasione di una
gara
motociclistica:
« Anche a nome del Consiglio Direttivo di questo Moto Club La prego voler gradire i più vivi
ringraziamenti
per la preziosa
opera,
che.
senza limitazione di orario e
di energie, è stata prestata da
Torino
codesto Comando in occasione
del passaggio da Brindisi dei
Nella notte dal 7 all'8 lumotociclisti
corridori
della
glio scorso, la pattuglia della
Milano-Taranto.
Polizia Stradale di Asti, comIl diligente servizio già preposta dalle guardie di P. S.
ventivamente
curato nei suoi
Piccioli Antonio
e
Taverna
particolari ha garentito
sotto
Sergio, in località
bivio Toriogni punto di vista la riuscita
no-Chivasso,
controllava
un
della manifestazione.
Distinti
autotreno, il cui autista conossequi. Il Presidente: F.'o Dr.
statava che il varricello
del
G. Mengano.
rimorchio era stato
allettato
Torino
|
I
// dirìgente
della
Società
\
J. Campati ì'r Ses Fili ili Cai- \
nes lui invialo al comandarne
j
della Sezione di Polizia Stra- \
date di Cuneo la lettera chi \
qui appresso
trascriviamo:
« Monsieur
Le Common- \
dant, Suite à la collision qui \
m'est survenue samedi 14 full- i
let route dit cimitière
à Cu- i
neo, je viens par a présente
\
vous exprimer loute ma reconnaissance et mes
félicitations pour la celerità, la courtaisie et la compétence
de voi
Services.
En affet, ayant visite una
grande panie de l'Europe, je
dois vous dire que je n'ai reacontri
nulle part aìlleurs
un
service de police aussi parrai
tement organisé que la Polizia
Stradale Italienne.
Je vous adresse
tous mes
remereìements
et tonte
ma
gratitude que je vous prie de
bien vouloir
transmettre
à
tous vos services.
Je vous prie d'agréer,
Monsieur Le Commandant, Vassurance de ma parfaite considèration.
F.to J. Campan ».
17
6
NETTUNO. — Anche quest'anno, in stretta collaborazione con la Pontificia Commissione d'Assistenza, la Scuola Allievi Guardie di P. S. ha aperto i battenti ad una colonia di oltre ottocento
bai .!>ini e bambine, in massima parte appartenenti alla grande famiglia delle Guardie di P. S.
( Continuazione da pag. 19)
parve sotto la pioggia, fuori la finestra.
— Dunque, pupa, nessuno ha mai scritD
E
L
I
T
T
O
to la tua storia sul giornale?
— No.
— Eppure, credo, sarebbe una storia inE piangeva, piangeva senza sosta. Dolteressante notevolmente.
cemente, senza singhiozzi.
— Credete?
Renato invece si era chiuso in un si— Senti Giorgiella, io sono giornalista
lenzio duro. Barbara ne aveva paura. Lege ti puoi fidare.
geva negli occhi di suo fratello una parola
— Non ne sono sicura. Una volta uno
nuova: Vendetta!
di voi voleva portarmi a New York eppoi
E temeva di perderlo. Non voleva, non
a Napoli è scomparso.
voleva assolutamente. Per questo si decise
— Ma quello era un giornalista amea parlare.
ricano. Lo sai che sei veramente bella? T u
sei sciupata per questo dannato paese. PiogInfatti verso le venti, Barbara, pallida,
gia, mare sporco, boschi infidi, pochi neaffranta, smarrita come una gazzella stagozi, brutti vestiti. Ascoltami pupa, ragionata, si presentò all'* Uragano » e chiese
na chiaro, parla e fila in città. Male che
del poliziotto.
vada guadagni un milione.
La fecero entrare nel salone e la fecero
sedere in un angolo.
— E come?
I l poliziotto non c'era.
— Beh! questo non l o so ma con queArrivò una mezz'ora dopo infangato,
gli octhi non è difficile saper guadagnare.
bagnato e di pessimo umore. L'accompa— Ho paura. « Quelli » mi riconoscognava Martini, lo specialista « anticontrabno, lo sanno che ero là e, prima o poi mi
bandieri ».
trovano e addio pupa.
— Per me capo, la faccenda è sem— Che faceva Lamberto lassù?
plice. L'hanno ucciso perchè sapeva trop— Accendeva la luce.
po ormai. Da tempo la mia « Sezione »
— Coraggio piccola, ci siamo, ora conha « centrato » in questa zona un « porto
tinuo io. Lamberto i l pescatore andava
di scambio ». Lasciano da queste parti
lassù di tanto in tanto e accendeva una
armi, sigarette, o dollari falsi e prelevaluce. Che luce era?
no cocaina, eroina, o altre droghe. Sono
— Verde. Durava pochissimo. Poi tordue gruppi uno interno, e l'altro viene
nava i l buio.
dall'Africa. Non sappiamo se con idrovolanti o piccole imbarcazioni veloci. 11
— Quando accendeva la luce?
gruppo è capeggiato da un francese, cer— Non lo so, con precisione, ma quasi
to Jean Poitier che sta a Tangeri. Qui da
una volta al mese. Vede, signore, io vado
noi ci deve essere un secondo capo e una
spesso lassù. C'è una caverna e m i piace
specie di ispettorato americano. Perchè tanandarci la notte.
to la merce in arrivo quanto quella in parSandri stava per fare una domanda ma
tenza ha un solo marchio: made in U.S.A.
pensò subito che era inutile dopo quello
Gente che lavora bene, capo! mai una
che aveva detto i l vecchio cameriere.
traccia, un indizio, una pista. Lo sbarco e
— Ci verreste con me stasera?
l'imbarco della merce avviene con frequenGiorgiella lo guardò a lungo e quasi arza settimanale e cambiano spesso luogo
rossì. Poi rispose a mezza bocca:
ma agiscono però sempre su questo tratto •
— Sì. Ma non...
di costa, circa 300 Km. tra la capitale e,
— Non pensarci pupa. Andiamo lassù
verso sud, la città del « Golfo d'oro • ma
per dare un'occhiata in giro. Prendi i l caffè?
credo, che questo delitto sia stato un grave errore. Ho fatto esaminare i bossoli e
— Sì, signore.
le pallottole.
Pian piano la ragazza si sciolse. Divenne più umana. Più bella anche. Sandri poEcco la risposta telegrafica dal laboratè ammirare i l corpo sodo e flessuoso, i l
torio di balistica: « Pallottole fabbricaziotaglio delicato della bocca, e, soprattutto
ne U.S.A. cai. 9 tipo recentissimo. Da due
il fuoco liquido negli occhi avidi.
mesi in fabbricazione. Ministero Guerra
Quando i l capo tornò con Martini, lei
dice che tale pallottola est dotazione Fanera andata via.
teria sbarco U.S.A. » Non è molto ma è
— Allora?
qualcosa. Questo per lo meno, restringe i l
— Niente di speciale, ma qualcosa forse.
campo delle ricerche e indica una strada.
— Che significa, è una parola segreta?
— Va bene Martini, lei torni al suo po— No, capo, ma stasera vado all'ossersto. Le sue indicazioni sono utilissime:
vatorio con quella pupa di poco fa. Permetta in moto la sezione, prenda contatto
chè mi guardi così? In fin dei conti potrei
con la polizia costiera e prepari una trapscoprire qualcosa.
pola sicura. Ha piena libertà d'azione.
— Ne sono più che sicuro. T u sei un
Buon lavoro!
asso in materia di scoperte.
Quando'Martini andò via, Barbara potè
parlare con i l « poliziotto ».
Con la notte la pioggia divenne più fred— M i o padre, signore, andava lassù a
da e come un'ondata di terrore passò sul
fare i segnali.
paese. Si sentiva che stava accadendo qual— Come lo sai?
cosa.
— Una sera m i disse che se non fosse
Qualcosa di sporco. D i pauroso. La
tornato io dovevo vedere i l Maresciallo e
morte di Lamberto aveva fatto impressione.
dargli questa busta. Ora credo che sia meQualcuno si recò a trovare Renato e a
glio darla a lei. Eccola.
confortarlo. Barbara, la sorella di Renato,
I l capo aprì la busta e vide che era vuota.
pianse tutto i l giorno. Aveva 16 anni ed era
— E allora?
nel fiore della sua bellezza. La casa anti— Non so, signore, non so. Forse Reca, piena di ombre, di lontani echi marini,
nato ha preso quello che c'era dentro.
le sembrò misteriosa.
I l Commissario intuì qualcosa, chiamò
Le parve d i sentire la voce secca e afuna delle guardie e la mandò a cercare i l
fettuosa di suo padre, che sorgeva dagli
angoli bui della stanza al pianterreno.
ragazzo.
A
L
V
O
S
S
Passarono alcuni minuti angosciosi.
— Non c'è in casa, signore. Non c'è
nessuno.
In quel momento arrivò Sandri. Aveva
telefonato al suo giornale un lungo articolo. Vide subito che c'era qualcosa in
aria.
Qualcosa d'importante. L'investigatore
10 mise al corrente dei fatti, alla svelta.
— Che cosa ne pensi?
— Semplicemente che Renato sa chi
ha ucciso suo padre e intende fare giustizia. Ma occorre fermarlo. Un'altra uccisione non risolverebbe i l mistero. Forse
so dove trovare i l ragazzo. Prestami la
tua pistola.
— Non hai la tua?
— No, l'ho lasciata a casa.
— Ehi, fanne buon uso. altrimenti pago io. Che intendi fare?
— Ho un appuntamento, lo- sai. Ciao.
I l salone era quasi vuoto. I due camerieri assonnati, un tale al pianoforte, tre
uomini e una donna intorno ad un tavolo;
poi Barbara, poi i l poliziotto.
La ragazza e Diurer stavano mangiando
in silenzio.
La musica di quel tale e la pioggia si
fondevano in un malinconico ritmo strano
senza scopo. Dagli occhi azzurro-cupo di
Barbara scendeva di tanto in tanto una
lacrima.
I l tempo passava lentamente; poi, di
colpo, rabbiosa, urlante, una scarica di
mitra. Un'altra, un'altra, un'altra ancora.
Poi i l silenzio cupo, agghiacciato dello
ignoto. Si sentì l'eco di una nota del pianoforte. E la pioggia sui vetri. Alla fine
un solo colpo di pistola.
Una guardia entrò di corsa.
— Hanno sparato al vecchio osservatorio. I l Maresciallo con i suoi uomini
«tanno andando lassù.
,.— Prepara la macchina.
Qualche minuto dopo nel salone restò
11 pianista e i due camerieri.
Fu una corsa pazza, a Barbara sembrò
eterna.
11 « poliziotto » guardava fisso davanti e
aveva la mano contratta sulla maniglia dello sportello.
La pioggia era infernale, accecante.
Finalmente giunsero alla imboccatura del
sentiero.. La vecchia jeep del Maresciallo
stava lì. Un uomo di guardia, armato di
mitra.
Poco dopo i l capo e la ragazza giunsero
all'osservatorio.
Sandri e Renato, i l Maresciallo e tre
guardie.
Quasi alla porta dell'osservatorio tre corpi nel fango. Due uomini e una donna.
— Allora, Sandri cosa è successo.
— E' finito tutto.
— Potresti essere meno laconico e raccontare questa storia? In fin dei conti, io
dovrò sapere qualcosa, non t i sembra?
— T u la sai più lunga di me e faresti
bene a chiamare i tuoi uomini sparsi nel
bosco. Comunque ci hai salvato. Tocca a
te parlare. Ma avremo tempo dopo.
— Era lei?
— Era lei. Possiamo tornare alla Capitale. Ho sonno e fame.
formazioni su i contrabbandieri e le avresti pubblicate sul giornale, Quando hai
chiesto a Giorgiella di andare all'osservaV
A
T
O
R
I
O torio hai fatto proprio ciò che voleva e hai
dato a me l'idea.
— E se m i uccidevano?
Nella macchina del Capo della Mobile,
— Un piccolo sacrificio si può fare per
tornando in città.
un amico, ogni tanto.
Aveva smesso di piovere e un vento fred— Continua!
do stava spazzando le ultime nubi. I l Com— Angela non era sicura di te e fismissario parlava lentamente.
sò l'appuntamento lassù ad un uomo di
— Quando Martini, verso mezzogiorno
fiducia, un americano, lo stesso che ha
mi parlò dei contrabbandieri, del loro laucciso Lamberto ieri notte, quando Lamvoro, della zona e di tutto il resto pensai
berto scoprì la identità del capo dei conche Lamberto era stato ucciso perchè aveva
trabbandieri a terra, cioè Giorgiella o A n scoperto qualcosa di troppo grande per lui.
gela che sia. A questo punto entra in gioLui doveva fare solamente i l segnale per lo
co i l ragazzo, Renato. Lui aveva letto la
sbarco. Da lassù si vede i l mare e la stralettera del padre lasciata a Barbara dove
da nazionale, l'auto di quelli a terra sec'erano le indicazioni necessarie per ringnalava il suo arrivo con i fari e lui con
tracciare la radio ricevente e trasmittenil lampo verde avvisava la banda. Poi quante, l'onda, la frequenza, e, quindi, la posdo venne la ragazza un dubbio mi saltò in
sibilità di scoprire tutta la banda. La ratesta. Parlai con il Maresciallo, ella non
dio è nella caverna di Giorgella. la caaveva nessun foglio di via. Aveva sempre
mera dei suoi « convegni amorosi ».
soldi e con periodica regolarità scompariva.
Saputo questo, Renato, sempre pedinato
Con molte telefonate e alcune domande e
da una mia guardia, appena notte si diresuna discreta perquisizione in casa Sua, nel
se verso la grotta con la pistola che t i ha
primo pomeriggio, avevo qualcosa della sua
rubata -stamane e che tu non hai dimenticavia. Troppi gioielli troppo denaro e una
to a casa, l o l'ho visto mentre la sfilava
pelliccia di martora. Eppoi, mentre pardalla tasca del tuo impermeabile all'uscita
lava stamane l'ho studiata per un po'. Era
del piccolo obitorio. L'ho lasciato fare
di classe, di gran classe. Quando ho sasperando che m i conducesse in qualche
puto della progettata escursione lassù, ho
parte. I l resto lo sai, e raccontalo tu a me.
pensato di mandare Martini e i suoi uo— M i incontro con Giorgiella all'» Uramini, alla spicciolata e per molte strade,
gano », prendiamo una sottospecie di tassì
a tener d'occhio l'osservatorio. Ho giocae arriviamo al bivio. Lei non parla ed io
to sul nulla e ho vinto. Forse per caso.
nemmeno. Era molto bella. Dal bivio coTu sei stato la esca umana. Jean Poitier
minciamo a salire ed io non mi sento sie Angela Santagata dovevano incontrarsi
curo. A d Un certo punto, a circa 400
lassù alle 24 d i stanotte per catturarti, A b metri dall'osservatorio prendo la tua pibiamo intercettato la loro radio. Qualcuno
stola e tolgo la sicura.
aveva fatto sapere a Giorgiella-alias Ange« Perchè, dice Giorgiella?
la che tu eri in possesso di gravissime in« Non si sa mai, pupa, forse tu sei una
assassina ed io non
vorrei morire così
presto.
A
Naturalmente scherzo. Ma più m i avvicino lassù e meno la storia m i piace. Poi
vedo un puntino rosso, qualcuno fumava.
« Senti piccola, vai avanti a me, è meglio, se quel tale è un tipo nervoso e spara
subito è meglio che l'abbraccio di fuoco lo
prendi tu. Questi scherzi non mi piacciono
alquanto. Va, pupa. Ormai sono sicuro di
essere caduto nel tranello ma non c'è possibilità di fuga.
Meglio andare avanti. Quel tale, l'uomo
di fiducia, era nervoso sul serio e appena
siamo al tiro, spara. Poi una raffica parte
dal basso e lui cade, qualcuno spara alle
spalle ma troppo alto e Tritine un colpo di
pistola. Angela è morta subito, l'uomo di
fiducia anche.
Quando sto per chiedermi chi ha sparato
con la pistola, arriva Renato alle mie spalle
e mi dice che un tale sta morendo a pochfr
passi. E' Jean Poitier che saliva dietro noi
per chiudere la trappola: Renato che arriva dalla caverna-radio l'ha visto spararmi e l'ha fatto fuori. E' morto dopo tre
o quattro minuti. Dopo è arrivato i l Maresciallo e quando ho visto bene la posizione dei morti mi sono reso conto che
nel lavoro c'era qualcuno che m i ha «protetto ». Bel lavoro capo, rapido, preciso,
micidiale per quelle canaglie.
— Davvero?
— Veramente, sei stato un campione.
— Veramente, giornalista. A proposito.
forse non te ne sei accorto, ma la pistola
che t i ho prestato è scarica!
Era quasi l'alba quando arrivarono in
città. Esattamente 24 ore dopo la loro
partenza.
Ventiquattro ore mortali.
Darti
S
e i l signore vuole accomodarsi — disse Peter
l'impeccabile maggiordomo sollevando due assi del
furgone squinternato e spostando con delicatezza i cadaveri di due secondini —
l'automobile sta alla porta.
— Bene, Peter — disse il
bandito gentiluomo spolvelandosi con la mano i l vestito — ho sentito un certo
rumore, mi potete dire cosa
è accaduto?
— Abbiamo dovuto far
saltare i l penitenziario — disse umilmente Peter l'impeccabile maggiordomo, allargando le braccia in un gesto desolato. — I l signore vorrà
perdonarmi i l disturbo che
sono stato costretto ad arrecargli e vorrà credere che io
sono veramente desolato.
— Bene, bene, Peter —
disse Jack i l bandito gentiluomo con aria distratta — tutto questo in fondo mi interessa relativamente, solo un'altra
volta ' quando fate saltare
penitenziari avvertitemi in
tempo.
— I l signore sarà servito
— disse Peter l'impeccabile
maggiordomo inchinandosi ri-
spettosamente — ma mi per- insisto — disse l'impeccabile
metto di far osservare al si- maggiordomo — ma oltre alla
gnore che tutta la polizia fe- polizia federale stanno avderale è in moto verso que- viandosi qui anche reparti di
sto luogo con carri armati e truppe. I l signore sa bene comitragliatrici leggere.
me sono suscettibili questi si— Farebbero bene ad at- gnori della forza pubblica.
taccarsele alla catena dell'o- Appena salta in aria un perologio — disse Jack i l ban- nitenziario qualunque corrodito genti! .<omo — ne fareb- no tutti come i topi al forbero degli originalissimi cion- maggio. I o consiglierei perdoli.
tanto i l signore, sempre che
— I l signore mi perdoni se mi permetta di dargli un con-
siglio, di andarsene al più
presto.
— V i ringrazio vecchio Peter — disse Jak i l bandito
gentiluomo ravviandosi i capelli — ma vi faccio notare
che per far saltare i l penitenziario avete impiegato esattamente otto ore, e che io
sono uscito di casa mia coi
signori della polizia verso
mezzogiorno. Siamo pertanto
alle otto dj sera e potrete
constatare da voi stesso che
io ho indosso i l mio completo grigio tortora con una cravatta rossa a pallini bianchi.
M i avete mai visto in questo
costume alle otto di sera?
— Ma signore, le truppe...
la polizia... non vorrei che
Ella avesse delle noie.
— Andate, andate, vecchio
mio — disse Jack i l bandito
gentiluomo battendogli una
mano'sulla spalla—e portatemi un altro vestito. Meglio
avere qualche seccatura che
mancare in questo modo alle
più elementari norme del
buon vivere.
E sedutosi con negligenza
sul cadavere del direttore delle carceri, accese una sigarett?.
Shsrlock Holmes
I D I C H E
N U L L A
È
D O V U T O
I
l bisogno aguzza l'ingegno
Questa considerazione dovette
certamente fare il Pretore penale di Roma mentre prendeva
cognizione del processo svoltosi
alcuni giorni or sono contro un
tale che escogitò un espediente
« inedito » per potere ovviare
alle sue impellenti necessità.
Si trattava di un giovanotto,
possibilmente di bella presenza,
il quale nel pomeriggio di un
sabato dell'estate scorsa constatò amaramente di essere senza
il becco di un quattrino. I suoi
amici avevano degli invidiabili
programmi per la domenica c
lui non poteva rassegnarsi all'idea di dover rimanere nella città afosa e senza attrattive.
Probabilmente l'idea gli venne quando, bighellonando senza meta, si trovò in Piazza S.
Silvestro che, come è noto, è
la sede centrale degli Uffici po-
11- due
stali e telegrafici di Roma. 11
nostro eroe era un uomo deciso
e dal pensiero passò subito all'azione. Corse da un amico,
fattorino telegrafico, e chiese in
prestito i l berretto con la v i siera e i l cinturone, con il pretesto di fare una burla a certi
suoi conoscenti. Indossati i due
oggetti, si guardò allo specchio:
gli stavano a meraviglia; sembrava che fino ad allora non
avesse fatto altro che recapitare telegrammi o espressi.
Il sedicente fattorino si portò nei quartieri alti della città
e iniziò un metodico giro degli
appartamenti di lusso, chiedendo
la mancia di Ferragosto. A coloro che gli facevano rilevare
che si era ancora agli ultimi di
luglio replicava che lui ed i
suoi colleghi avevano deciso di
anticipare i l « giro » perchè
l'anno precedente era loro ac-
divise
Edito a cura dello stesso Autore, é uscito a Roma i n bella veste tipografica questo romanzo, la cui
trama
sembra
scaturita
dalle vicende d'una vita vissuta. V'é i n esso una colorita descrizione di paesaggi e di gente varia, paesana, la cui umanità trapela da ogni piccolo atto, In
un Intreccio di notazioni
folcloristiche e di curiosità,
oon uno stile ammirevole
per eleganza e chiarezza, da
rendere la lettura piacevole ed Istruttiva.
Anche In questo libro si
avverte con evidenza la personalità di Mancino, che è
pubblicista fecondo e di vena fertile e scorrevole In
quel generi letterari, come
le fiabe, ove lo stile semplice deve ben accompagnarsi alla sobrietà ed alla
serenità di contenuto. I l l i rismo del Mancino traspare
per ogni pagina di questo
romanzo ed ogni fatto viene trasumanato e si proletta
In una luce Interiore, che
ha 11 potere di elevare l'animo ad un'atmosfera di purrvza e di quiete, lontano
dagli affanni e dalle vicissitudini, che non si addicono al silenzio delle stradone di campagna, di cui
tanto pieno è 11 libro di
Mancino.
Mirabile 11 qu^lro di un
allieve guardia •l'accostarsi alta vita d ' u n scuola di
Polizia: dipinto di bel gusto
per l'agilità del pittore.
« Le due divise » è un ro-
manzo contrassegnato da u na schietta originalità, r i -
24
A L
TRA
E
LIBRI
RIVISTE
vestito da un'Intrinseca felicità, la quale consiste nello
armonico connubio degli elementl narrativi — costumanze, episodi, tipi e cosi
via — con quelli dell'autentico realismo che rasserena
l'ambiente, lo definisce in
una singolare pittoricità, gli
imprime la virtù della perennità, nel senso che serve a
togliere le scorie della contingenza anche a quegli elementi narrativi, che possono
contrastare
con
l'Intimo
pensiero del lettore.
I l romanzo « Le due divise » è l'Incontestabile capolavoro di Mancino: è lo speccMo della sua mentalità, la
estrinsecazione della sua maturità di cultura e di pensiero.
ANTONIO MANCINO: Le due
divise. Viale Eritrea, 91 Roma.
Polizia
scientifica
Anche recentemente taluni
clamorosi processi, soprattutto Indiziari, hanno posto ti
quesito su uno del cardini
del processo penale: la testimonianza. E' fallibile la testimonianza? Bacone la definiva, addirittura, un veleno.
Ma il pessimismo de! filosofo
di Verulamio e condiviso da
gluris.i e da psicologi moderni quali Gorphe. Claparède, Locard e i l nostro Altavilla del quale recentemen-
F A T T O R I N O
caduto di non trovare nelle case quasi nessuno a causa delle ferie.
La spiegazione non faceva
una grinza. La mancia veniva
subito data. Chi ha i l coraggio
di rifiutare una regalia al fattorino del telegrafo che durante
tutto l'anno, di giorno e di notte, col sole o con la pioggia,
ha recapitato i caratteristici fogli gialli? Per farla breve, i l nostro amico, quel pomeriggio mise assieme cinquemila lire: i divertimenti della domenica erano
assicurati.
Però, come si suol dire, i l
diavalo fa le pentole, ma non
i coperchi. Quando i fattorini
del telegrafo, quelli veri, iniziarono la raccolta delle mance
e si sentirono rispondere che
era già passato, e da parecchi
giorni, un loro
« collega »,
compresero di essere stati truf-
te in questa rubrica, abbiamo recensito un volume sulla
psicologia nel processo penale. A parte i i confessione
che può non manifestarsi o
rivelarsi addirittura contraddittoria nelle varie fasi dell'indagine — da quella che
segue la consumazione del
delitto a quella addirittura
processuale — non resta alla
base della ricostruzione del
crimine, che l'Indizio. 11 6=gno materiale, la prova muta e Inesorabile.
Nella criminalità comune,
nella consumazione del delitto, cioè, senza precostituzione di alibi gli Indizi sono
quelli che sono: orme del reato, senza faccia di simulazione se ne e esclusa la cautela elementare per l'assenza
di Impronte.
Si deve alla evoluzione della criminalità moderna, assolutamente scientifica, quella
tecnica di interpretazione degli Indizi che combatte una
asperrima battaglia con l'ingegno dei criminali professionali i cui espedienti sono infiniti.
11 libro di Leon Lerlch La
polizia scientifica, dopo avere
reso omaggio ai più grandi
crlmìnalisti moderni — tra i
quali i l nostro Ottolenghl —
esamina quest'arte delle prove nelle sue più interessami
realizzazioni e nel suoi scopi
di ricerca del colpevoli, di
identificazione dei recidivi, di
redazione di perizie. Soprattutto quest'ultimo titolo costituisce il presto s l'originalità di questo libro che merita i ' . più vasta attenzione.
LEON LERICH: Lti Polizia
Scienti/Ica - Garzanti - l i re 100.
fati, indagarono e, scoperto i l
trucco, denunciarono all'Autorità giudiziaria quell'intraprendente giovanotto.
Con loro disappunto questi fu
assolto perchè i l fatto non costituiva reato. Ed infatti non
poteva parlarsi di truffa in senso proprio: nè in danno dei fattorini, perchè essi non hanno
alcun diritto alle mance, che
fosse stato leso dall'azione dell'imputato; nè in danno di coloro che avevano fatto la regalia in quanto erano stati liberissimi di rifiutarla.
Precisiamo quest'ultimo punto che, a prima vista può sembrare un cavillo.
La mancia, giuridicamente parlando, è un atto di liberalità e
come tale viene posto in essere
unicamente con l'intento di spogliarsi di un bene, sia pure esiguo, per arricchire l'altra parte.
Data questa configurazione, che
non è contestabile, è evidente
che nessun rilievo
giuridico
hanno i motivi che possono avere spinto occasionalmente colui che dà, a compiere i l suo
gesto. In particolare la qualifica assunta dall'imputato non
poteva considerarsi, sempre dal
punto di vista giuridico, la ragione determinante l'atto di l i beralità.
Ogni dubbio in proposito viene meno ove si tenga presente
la differenza che intercorre tra
il nostro caso e quello di un
atto di liberalità determinato
dalla riconoscenza che nutre il
donante verso i l donatario per
un servigio resogli.
Questa ipotesi è espressamente contemplata dal codice civile
sotto il nome di donazione remuneratoria e costituisce qualcosa di diverso rispetto alla donazione pura e semplice, appunto in considerazione del
motivo che
determina l'atto.
Mentre con questa s'intende
semplicemente beneficare, con
quella ci si vuole disobbligare
per un favore che si è ricevuto.
E' evidente, quindi, che l'ottenere una donazione convincendo mediante artifici i l donante
di avergli salvato la vita costituisce una truffa bella e buona.
Qualcuno obbietterà: ma le
mance non costituiscono pure il
corrispettivo di servizi resi? Rispondiamo tranquillamente in
senso negativo. In corrispettivo
del suo lavoro i l fattorino rice^
ve lo stipendio dall'Ufficio dà"
cui dipende. E poi... c'è scritte
anche nel retro di tutti i telegrammi: nulla è dovuto al fattorino per il recapito.
S E G R E T O
p r o f e s s i o n a l e
L
a trappola è i l titolo di un
film francese che merita di
essere visto perchè, oltre ad
essere ben diretto ed interpretato, svolge un problema denso
di umanità ed altamente drammatico. A coloro che si occupano di diritto, e in particolare
agli avvocati, la pellicola interessa in modo speciale, in quanto descrive un caso che può
talvolta verificarsi e determinare una crisi di coscienza difficilmente superabile.
Andiamo al fatto. A d un giovane avvocato parigino, nominato difensore d'ufficio di un
losco figuro, viene da questi
confidato i l delitto commesso,
consistente nell'omicidio, mediante strangolamento, di una
vecchia vedova.
Ma, con grande sorpresa del
difensore
e
dell'imputato, a
questi viene contestato soltanto
il concorso in un furto di oggetti di modico valore, per i l
quale viene condannato a tre
mesi con la condizionale e conseguentemente scarcerato.
D i lì a pochi giorni i l nostro avvocato apprende che un
altro uomo, e precisamente i l
genero dell'uccisa, è stato accusato dell'omicidio e che contro di lui si accumulano numerosi indizi, tra cui: i l movente,
in quanto tra genero e suocera
i rapporti erano notevolmente
tesi per questioni d'interessi e
di famiglia; l'occasione, dato
che l'imputato trovavasi nella
casa dell'uccisa al momento del
delitto; un carattere assai vio-
C API B O N I
FOSSILI
COKE bA GAS • LEGNA
R O M A
VIA STROZZI 2 5 t.I.SGO .676
lento ed irascibile; un passato
torbido.
Per farla breve l'accusato
viene rinviato a giudizio e condannato a morte dalla Corte di
Assise.
L'avvocato che era a conoscenza della verità e che per
caso è stato associato alla difesa in questo secondo processo, è tormentato nel constatare
la sua impotenza a salvare l'innocente, dovendo mantenere i l
segreto professionale.
Subito
dopo la condanna decide di andare in cerca del vero colpevole, lo ferma dopo un drammatico inseguimento e gli ingiunge
di costituirsi minacciandolo, in
caso contrario, di denunciarlo.
Per tutta risposta, i l legale r i ceve tre revolverate a bruciapelo.
I l dramma trova qui la sua
soluzione perchè i l feritore, arrestato dalla polizia, confessa i l
suo precedente assassinio.
Ma contro l'avvocato •— che
è stato ferito non mortalmente
— viene istruito un procedimento avanti i l Consiglio dell'Ordine, tendente a radiarlo
dall'albo per abuso del segreto
professionale; imputazione dalla
quale egli però, dopo un'appassionata difesa di un suo collega, viene prosciolto.
In effetti quest'ultima è la
parte più discutibile del film,
dato che l'accusa era manifestamente infondata: i l legale,
lungi dal liberarsi del suo pesante segreto, aveva seguito l'unica via possibile e lecita, cioè
quella di affrontare i l vero assassino ed invitarlo a costituirsi.
Tuttavia l'atteggiamento, in
un primo tempo ostile, dei
Membri del Consiglio dell'Ordine — se in apparenza paradossale, in quanto rivolto verso
un collega che non ha esitato
a correre il rischio della morte
pur di evitare che fosse giustiziato un innocente — si dimostra giustificato, ricordando la
requisitoria del Decano del
Consiglio i l quale mise in luce
la enorme importanza del segreto professionale, presupposto
essenziale per i l proficuo svolgimento dell'attività che gli avvocati svolgono a favore della
giustizia.
E ' opportuno aggiungere a
questo punto, per eliminare un
falso e diffuso preconcetto, che
non c'è alcuna incompatibilità
logica tra la circostanza che i l
difensore non svela quanto gli
è stato confidato dal cliente e
l'affermazione che egli agisce in
ogni caso a favore della giustizia. Si ricordi che l'imputato
non ha alcun obbligo d i dire la
verità; deve essere l'Accusa a
provare l'esistenza del reato. E
alla giustizia si perviene proprio attraverso questo contrasto,
tra Accusa e Difesa, dato che gli
uomini non hanno la capacità
di conoscere la verità se non
per mezzo di una faticosa ed
artificiosa dialettica.
d a l l '
a
ARTIGLIERIA
nano di strumento meccanico atto a lanciare contro i l nemico e le
sue posizioni proiettili di peso, dimensioni ed efficacia
superiori alle possibilità d i namiche del corpo umano,
l'artiglieria è antica quanto
l'uomo, nata con l u i dall'istinto primordiale di difendersi e di offendere. Dalla
fionda di liane o d i pelle di
animale che scagliava a cinquanta metri un grosso sasso (ricorda l'irripresa di DaI vid giovinetto contro i l g i gante Golia) ai « missili » radiocomandati, i l principio
dell'offesa a distanza è sem| pre lo stesso, evoluto di pari
passo con le scoperte meccaniche, chimiche, elettriche,
elettroniche.
Nell'antichità greca e romana le « baliste » macchine
semplici, di legno e corda avevano appunto la funzione
delle moderne artiglierie. Si
deve però arrivare al secolo
X I I I per trovare l'artiglieria vera e pròpria azionata
dalla forza di espansione di
J sostanze infiammabili già
I usate dagli Arabi e prima an1 cora dai Cinesi. Nel secolo
X I V , dopo l'invenzione della
polvere da sparo l'artiglieria
assume la sua inconfondibile
fisionomia. Ne parla spesso i l
Villani nelle sue « Cronache
fiorentine » e perfino i l Petrarca ne ha Scritto nel suo
trattarello « De Machinis et
Balistis ».
I l primo a costituire una
I artiglieria i n Italia fu Emanuele Filiberto i l quale nel
1560 regolò i l servizio mettendovi a capo un ufficiale.
I I personale però non era ancora militare ma costituito
da « tecnici » militarizzati. I
primi pezzi di artiglieria si
chiamarono i n Francia e i n
| Italia « bombarde », nome
che più tardi ha dato origine
I ai « bombardieri » fino al 1918
per gli artiglieri e poi è passato ad indicare quella specialità dell'aviazione che ha
appunto i l compito di sostituirsi, i l più lontano e i l più
efficacemente possibile, all'artiglieria.
Genericamente
si crede che l'Artiglieria sia
un'arma comoda e g l i a r t i glieri siano i meno esposti ai
sacrifici e ai rischi. Ricordiamo soltanto che nella p r i ma grande guerra per ogni
100 artiglieri ci furono 16
feriti. A titolo d'onore della
stessa arma è stato calcolato
che l'Arma di Artiglieria i n flisse al nemico i l 75 per cento delle sue perdite.
I l a
L
DUO 11 I 10
DUoILLIo
a
s t o r i a
di
Questa parola strana che
è comunemente usata per i n dicare un pasticcio incomprensibile, una difficoltà inestricabile, una soluzione i m possibile, è curioso e divertente. La sua origine, è legata al primo Medioevo italiano quando l'amore per la
cultura classica fece fiorire
nei monasteri la professione
dell'* amanuense » di colui
cioè che ricopiava a mano su
fogli di pergamena o di rozza
carta, i capolavori dell'antichità greca e romana.
Allora per risparmiare la
pergamena e la carta che erano preziosissime e nello
stesso tempo per accelerare
i l lavoro gli amanuensi nel
ricopiare usavano spesso di
abbreviazioni e di legamenti
di parole. Accadde che qualche secolo più tardi quando
la cultura umanistica rifiorì
in Italia e gli studiosi tornarono a ricercare e a studiare
i resti della letteratura classica, uno d'essi, di cui purtroppo la storia non ci ha
tramandato i l nome, nel decifrare un antico manoscritto si trovò dinanzi a questa
frase sulle prime incomprensibile: Indiebusillis. Pensa e
ripensa, finalmente un barlume si aprì nella mente dell'ingenuo studioso che divise
la parola i n due parti: Indie
e busillis. La prima era di facile comprensione: Le Indie;
e sta bene. Ma la seconda?
Per quanto si sforzasse d i
cercare nei vocabolari e nei
glossari non riuscì a trovare alcunché che gli spiegasse cosa mai diavolo
fosse
quel busillis. E morì col suo
insoddisfatto desiderio. (La
spiegazione del... busillis era
molto più semplice. La parola doveva essere scomposta
così, nei suoi elementi o r i ginari che l'amanuense aveva appiccicato l'uno all'altro:
« I n diebus illis » che significa: i n quei giorni). Dall'errore di quello sfortunato studioso umanista è derivato
una parola nuova alla nostra
lingua e un concetto originalissimo ai nostri modi espressivi.
p i il n
r A M Ci
Originariasostanti-
m
e
n
t
e
1 1
vo fames
da
cui
deriva la parola italiana stava a significare un qualsiasi
smodato, insopprimibile desiderio ma poi i l suo significato si restrinse al solo p r i mordiale desiderio di cibo.
Mentre è provato che nella
a n t i c h i t à la fame vera e propria interveniva soltanto dopo una ventina d i giorni d i
'astinenza dal cibo, nell'uomo
moderno quel termine si è
notevolmente ristretto fino a
25
I
C U R I O S A N D O
N
E
L
V A S T i
M
O
N
D
O
D
E
L
L
O
S I > O R T
a l l a
quattro-sei giorni, i n seguito
ad importanti modificazioni
sopravvenute col tempo nell'organismo umano. I n una
gara recentemente svoltasi a
Roma fra due sedicenti fachiri è stato però raggiunto
11 limite massimo d i 60 e 61
giorni d i astinenza assoluta
dal cibo, con ciò fissando i l
record del digiuno. La fame è
considerata uno dei più spaventosi drammi dell'umanità
e con la^este e la guerra fa
parte o ^ L t r e famosi flagelli
biblici JPbui parla anche la
Apocalisse d i San Giovanni.
Questo flagello non è ancora
scomparso dal mondo. Ricordiamo nei tempi recenti la
tragica carestia che colpì la
Russia negli anni 1932-1933
e che mietè quasi cinque m i lioni d i persone. Nell'anno
1935 si raccolsero per le strade d i Sciangai 29 mila cadaveri d i persone ischeletrite
dalla fame.
Sole. T u t t i gli obelischi, come del resto le piramidi, erano elevati con le quattro facce orientate secondo 1 quattro punti cardinali. Sulle
facce erano scolpite scene di
devozione o storiche e a n notati con caratteri sacri e
misteriosi chiamati geroglifici 1 principali avvenimenti
della vita del Faraone che lo
fece costruire. Non è provato che nelle figurazioni geroglifiche siano scritte profezie sul futuro dell'umanità.
G l i obelischi che punteggiavano con le loro moli la fertile vallata del Nilo furono
preda dei Romani al tempo
della conquista dell'Egitto.
Molti dei più grandi e dei
più belli furono trasportati a
Roma dove alcuni sono ancora eretti, miracolo tecnico
che anche oggi sbalordisce
i più moderni e spericolati
costruttori. Uno del più
grandi obelischi è quello elevato nel centro della Piazza
Titolo d i deferenza che si d à San Pietro. F u portato attraverso 11 Mediterraneo e i l
comunemente ai
deputati e senatori dei ParTevere su u n pontone spelamenti democratici. I n I n - ciale ed una macchina fu coghilterra i l titolo di onorevole
struita per issarlo a forza di
spetta invece al figlio cadetbraccia. L'operazione era d i
to d i u n nobile.
una difficoltà estrema e cosi
Interessanti sono le statifu impartito l'ordine che
stiche circa le donne « ononessuno dei presenti alla derevoli » del mondo. Ben 700
licata operazione pronunciasrappresentanti del sesso de- se parola, pena la morte, Ma
bole sledono infatti i n Parquando i cavi d i canapa colamento. I n testa viene la
minciarono a scricchiolare
Francia con 50, poi l'Italia fra gli argani e la mole orcon 43, 11 Giappone con 32,
mal levata a mezza altezza
la Svezia con 25, la Danip già u n brivido d i orrore e
marca con 22, l'Inghilterra di disperazione correva t r a
con 21, gli Stati U n i t i con 9,
la folla assiepata nella piazla Norvegia con 9, i l Belgio
za, u n popolano, contravvecon 8, l'Olanda con 6, la Spanendo al divietò gridò: Acgna con 2. Le donne sono i n nua alle corde! I l consiglio
vece assenti nel Parlamento
fu prezioso, le funi Imbevute
greco e i n quello svizzero,
d'acqua «1 irrigidirono e l'omentre i n Russia sono addibelisco f u potuto Issare. TI
rittura 277 nessuna delle quapopolano si ebbe i n premio
li però fa parte d i organi
oer
sè e per 1 suol successori
dirigenti. I n Italia, i n occal'incarico d i fornire alla Corsione della formazione del
te Pontificia le palme d i
settimo ministero De Gasperi
Pasqua.
una donna è stata per la p r i ma volta chiamata a responsabilità d i governo: la onopropriamenrevole Angela Cingolanl G u i te è l'ablatiQUIBUS
di che ha assunto i l sottosevo del progretariato per l'Artigianato.
nome latino « qui » (11 quale)
Conviene inoltre ricordare
e letteralmente vorrebbe dire
un'altra signora: la ex ono« con 1 quali ». Nel parlare
revole Maria Pucci che tempo
comune quibus e i l suo s l addietro diede le dimissioni
mile
conquibus (cum quibus)
da Montecitorio per dedicarsta ad indicare soldi, denaro,
si completamente ai suoi dospecialmente quando non ce
veri di sposa e d i madre. I l
n'è e servono. La curiosa 1»
mese scorso i n f a t t i la signora
cuzione deriva dal fatto chb
Pucci ha dato felicemente alnel medio evo quando gli stula luce due belle bambine.
denti allora p i ù che mal '
squattrinati, dopo aver goz„
. i r< A T u t t i sanno
zovigliato nelle taverne e nelosterie, erano Invitati dalOBELISCO * a « - le
l'oste a saldare 11 conto, espochi sanno che, derivando
si
si domandavano allegradal greco < obeliscos » questa
mente: cum quibus? cioè con
parola significa « spiedino >
quali soldi? E la domanda
o piccolo spiedo. Ora che lo
era legittimata dalle borse
si sa si capisce perchè. L'ovuote sventolate sotto 11 nabelisco Infatti, alto slanciato
so del malcapitato anfitrione.
e terminante a punta assoDa allora si sparse la voce
miglia molto ad uno spiedo.
che gli studenti pagavano coi
O l i obelischi sono d i origine
« quibus » e « quibus » ancora
egiziana,
costruiti
molto
oggi sono quei t a l i soldi che
spesso i n u n sol blocco d i
«servono e non c i sono.
pietra squadrata - ed erano
monumenti dedicatori al Dio
Attilio Buglioni
r
D A L L A C R I S I DI C O P P M L L i C O R S A 1)1 S E R P I
• Nonostante i l caldo, questo
mese d i luglio è stato caratterizzato da avvenimenti sportivi, si può dire di primo piano.
Un mio amico, cui giorni fa
domandavo notizie sulla crisi,
« Certo — m i ha risposto, tutto concitato — quella maledetta crisi di Coppi ci ha mandato all'aria tutte le speranze
di vincere i l giro di Francia!.,. ». '
• A proposito del Tour. Quest'anno a noi è andata maluccio! Quando queste note vedranno la luce, i l grande Hugo Koblet avrà già bell'i iniziato i l suo festoso peregrinare per le piste d'Europa, a raccogliere osanna e quattrini. E
noi, qui, c i staremo ancora arrovellando i l cervello sulla faccenda della squadra italiana al
Tour. E Coppi, e Magni, e
Coppi e Bartali, e Banali e
Coppi, e Biagioni, quante se ne
son dette sul conto di costoro!
Senza parlare, poi, dei fulmini
contro Alfredo Binda 1 Ma non
vi meravigliate per questo,
amici sportivi. I francesi, due
anni fa, in occasione di quel
Tour, se l'erano presa con i l
direttore della loro squadra nazionale Maurice Archambaud
al punto che ovunque passasse
la corsa si vedevano tifosi,
paonazzi in volto, agitar cartelli minacciosi: «Archambaud
au poteau! Archambaud au
poteau! ». Alla forca, addirittura!...
• E così i pugni d i Randy
Turpin hanno fatto piegar le
ginocchia a colui che era stato
battezzato nientemeno i l re del
K . 0 . Infatti, i l nostro simpatico Ray ha dovuto ceder l'alloro mondiale all'irruenza del
giovane, impetuoso mulatto dell'Impero britannico. Dicono,
tuttavia, che Sugar se lo sia legato al dito questo brutto
scherzo giocatogli da Turpin e
che a settembre, a New York,
in occasione dell'incontro d i r i vincita, glielo farà vedere l u i
all'inglese c h i sia veramente
Ray Robinson. Stia attento,
però!
• Sempre in tema di pugilato,
non possiamo passar sotto silenzio la brillante impresa d i
Joe « Jersey » Walcott, nuovo
campione mondiale dei paesi
massimi. Dalli oggi, dalli domani, « gutta cavat lapidem »,
la goccia d'acqua riesce col
La squadra di calcio composta da Sottufficiali e Guardia di P. S.
del Nucleo di Asti, che In una combattuta partita ha sconfitto per
t r t rati a zero. Il 5 luglio scorso, quella dal Nucleo di Cuneo*
tempo anche a scavar la roccia, dicevano i nostri saggi padri romani. E così i l nostro
Joe: piano piano, con certosina pazienza, bussa e ribussa,
alla fine, a trentotto anni suonati e tra la gioia incontenibile dei suoi numerosi figli, è
riuscito a detronizzare dal massimo titolo Ezzard Charles, Comunque, la lotta si è risolta in
famiglia: negri tutt'e due, Walcott e Charles, E negro Louis,
che si profila d i nuovo minaccioso all'orizzonte a turbare i
sonni del nuovo campione. Ma
a quando la rivincita dell'uomo bianco nel regno più eletto
del pugno?
9/f osateico
a"
geografico
Stalla
Frutto
dell'Intelligente,
appassionato studio del vice
brigadiere Giuseppe Deledda
della Questura d i Guato, 4
nato dui!u sua fertile man-
SS22?
Q U A L I T À
• Questa, nello sport, è decisamente l'ora dei trentottenni:
Gino Bartali e Jean Marie Goasmat, per i l ciclismo; Silvio Piola, per i l calcio; Michele Palermo, Joe Walcott e Joe Louis,
per i l pugilato. E tutti ancora
validamente sulla breccia. E '
vero dunque che la vita comincia a 40 aanni!
P A L M O LI
• La Juventus è tornata da
Rio, accolta in Italia come la
trionfatrice morale del Torneo
dei Campioni. Già, perchè i l
Palmeiras, vincitore di fatto
su tre partite giocate contro la
Juventus, una ne ha persa (con
un 4 a 0 che ha fatto epoca),
una ne ha pareggiata ed una
ne ha vinta con lo striminzito
punteggio d i 1 a 0. Tirate le
somme, però, ha vinto ugualmente. Perchè? Tutto per colpa d i un balordo regolamento.
La sua densa a abbondante schiuma
ha un alto potare emolliente ohe
eonsanta di ottonare una perfetta
rasatura, e lascia la palla morbida
a senza Irritazioni.
Giuseppe
Deledda • Mosaico geografico
d'Italia •
Questura di Cuneo,
Il nuovo ««luccio "M»ndy-grlp" (Isella Inv
p u g n s l u r s ) c o n t a n t i un più sgovol* uso
t d un* miglior* oon**rv*zlon* dallo Stick.
• Giacché siamo nel nuovo
mondo, facciamo un po' una
capatina negli Stati Uniti, precisamente in California, all'Angel's Camp. Qui troviamo ben
diecimila persone che si entusiasmano ai salti tripli d i una
ranocchia gigantesca, la quale,
però, poverina, nonostante gli
sforzi, riesce a raggiungere soltanto la misura d i 14 piedi e
9 pollici; non riesce, cioè, a
superare i l record mondiale,
detenuto da una sua , celebre
compagna con 16 piedi netti.
• Ma non crediate che nel regno delle bestie solo i cavalli
e i cani siano 1 re, Abbiamo
già visto cosa sian capaci d i
fare le rana. Ebbene: nel New
Mexico, a Carlsbad, ogni anno
la popolazione assiste a gare di
corsa fra serpenti a sonagli; a
Miami, In Florida, si effettuano corse fra tartarughe giganti, montate da ricchi giovanott i ; sempre in America, corse di
maialettl e d i rospi; nel Tfbet
corse' fra buoi; in Cina combattimenti fra grilli ammaestrati ed, infine, in America
ancora, sistemate in opportune
macchine, fornite d i piste l u minose, gareggiano in corse
piane e ad ostacoli perfino le
cimici, con quale diletto per gli
irriducibili scommettitori è facile Immaginare.
Francesco M a g U t r i
V E
è II migliora amico dagli uomini
che hanno la buona abitudine di
raderai tutti I giorni.
Questo finissimo sapone da barba
soddisfa Infatti ogni esigenza di qualità, di durata • di economia.
Lo Stlok Palmollve costa aolo ISO
lira a permette di radersi ogni giorno o e l m a s s i m o c o n f o r t o par
oltre 7 mesi.
te u n « Mosaico geografico »
scomponibile, mediante i l
quale lo studio della geografia anziché esser di peto al
bimbi diventerà cosa lieta,
anzi piacevolissimo divertimento, Istruendoli eoi dilettarli.
I l sottufficiale di P. 8. oon
questa invenzione tende appunto a rendere piacevole ad
interessante lo studio dilla
geografia, per eul l'impostazione dalla sua scoperta si
basa sulla semplicità, anehs
per suscitare i l massimo I n teresse da parte dagli insegnanti delle scuole elementari e medie, eh» si trovano
cosi molto facilitato 11 loro
compito d'Insegnamento.
I l mosaico è costituito da
tre pezzi d i faesite incorniciati. Nell'interno Ve la csrta dell'Italia, i n rilievo, t d
In tinte diverse par ogni ragione, oon 1 particolari del
fiumi, monti, laghi, ecc. I l
tutto é scomponibile nella
vari* provinole ed 4 corredato d i u n pratico quadro sinottico per la geografia generale dell'Italia, molto u t l le per la sua schtmatlcità s
chiarezza di studio, I l sistema della nuova scoperta è
fondato sul metodo pedagogico « Montessorl » t d è stato g l i adottato I n dlvsrse
seuole d t l Piemonte e da
molti insegnanti giungono
lettere di loda a! vice brigadiere Deledda, che attualmente lavora • alacremente
intorno al Mosaico dell'Europa.
!
Una
mmaohlnm
par moriva™
natia
nostra
L e t t e r a
oasa
2
2
i
olivatti
Il suo posto
4 nella vita quotidiana,
In famiglia
a In viaggio;
necessaria al profeasionista
a allo studente,
alla aignora
a al commerciante;
univaraalt
coma II telefono,
la radio,
l'orologio,
...VITERBO
m j e l pomeriggio del 30 giugno
scorso, sulla Cassia, all'altezza d i Acquapendente, la
pattuglia della Sezione Polizia
Stradale di Viterbo, composta
dal vicebrigadiere Alessi Antonino e aalla guardia Turchett i Francesco, fermava una Fiat
1500 con a bordo due i n d i v i dui dall'atteggiamento molto
sospetto, tanto da metter sull'avviso gli uomini della pattuglia, che effettuata
una
scrupolosa ispezione sulla macchina, rinvenivano ben 3300
pacchetti di sigarette svizzere
di contrabbando.
I due venivano accompagnat i al comando della Polizia
Stradale di Viterbo, ove si procedeva al loro interrogatorio,
che, abilmente condotto si concludeva con la più completa
confessione.
I due contrabbandieri avevano acquistato i l tabacco a
Milano e lo portavano a Roma
per immetterlo sul mercato.
. . . R O M A
•fsvrei giorni 6, 7 ed 8 luglio
scorso si sono svolte gare
nazionali di tiro a segno presso i l Poligono di tiro « U m berto I» di Roma. 285 tiratori
hanno preso parte alle varie
gare. I componenti la squaura del Corpo hanno conseguito i seguenti risultati:
Pistoia libera cai. 22 a m. 50.
Categ. I classe: Gr. Se. D'Alonzo Pietro l.o classificato;
categoria I I classe: 3.0 e 6.0
classificati V. Brg. Giovinazzo
Antonio e guardia Paletti Pietro.
Carabina Beretta cai. 22 a m .
50. Categoria Maestri: guardia
Paletti Pietro 2.o, V.Brg. Giovinazzo Antonio 6.o e guardia
scelta D'Alonzo Pietro 7.o classificato.
Carabina libera cai. 22 a m .
50: guardia Paletti Pietro 7.0.
categoria
maestri ;
guardia
scelta D'Alonzo Pietro 5.0, categoria I classe: V. Brg. G i o vinazzo Antonio 5.o, categoria
I I classe.
Pistola automatica cai. 22 a
m. 25 - Categoria allievi: V.
Brg. Giovinazzo 7.o, G r d Se.
D'Alonzo 9.o, Grd. Paletti 15.0.
E' facile osservare come la
competizione eia stata b r i l lantemente
condotta
dalla
squadra rappresentativa del
Corpo Guardie di P.S.
. . . N A P O L I
! 7 luglio scorso presso i l
Campo ostacoli di Agnano,
ha avuto luogo una competizione ippica, promossa dalla
Società Napoletana di Equitazione per i soci ed allievi della
Scuola e per gli ufficiali e sottufficiali del Presidio militare
di Napoli.
Erano in rollo due coppe: la
prima, dedicata alla memoria
della medaglia d'oro Generale
De Carolis, caduto eroicamente sul fronte russo, riservata
ai soci ed allievi della Scuola
Napoletana di Equitazione;
la
seconda
dedicata
alla
memoria del Tenente Avoti,
caduto sul fronte greco-albanese, proposto per la medaglia
d'oro, riservata agli ufficiali e
sottufficiali.
Nella competizione i l Corpo
delle Guardie d i P.S. è stato
rappresentato dal Comandan-
1
La visita di S. E . il Capo della Polizia al Posto di Polizia Ferroviaria di Domodossola. • Al valico
stradale di Paglino. • Al posto di frontiera di Bar Cenisio. • AI valico stradale di Claviere.
28
te i l Plotone Guardie d i P.S.
a cavallo, Tenente Nuovo
Franco su Carniolo. L'ufficiale
si è aggiudicata la coppa r i servata alla categoria militari
per aver compiuto i l percorso
netto, non solo, ma risultando
primo assoluto nella graduatoria generale per aver superato nel barrage finale due ostacoli consecutivi d i m . 1,30 e
1,40. Alla manifestazione ippica ha presenziato i l Generale
Ugo Tabellini, Comandante i l
Territorio Militare, che ha
proceduto alla premiazione dei
vincitori, ai quali ha offerto,
come dono personale, anche un
orologio da tavolo.
. . . R O M A
l 30 luglio, ricorrendo i l l.o
anniversario della morte del
Questore Giuseppe T A M B U R RO, è stata celebrata nella
Basilica d i S. Maria degli A n geli una Messa i n suffragio.
Alla cerimonia funebre accanto ai familiari hanno assistito alti funzionari della D i rezione Generale d i P. S., della
Questura di Roma ed una larga rappresentanza di Ufficiali,
Sottufficiali e Guardie dei
Corpo.
I
. . . N A P O L I
•r a Direzione Generale delle
-•L*Costruzioni Navali e meccaniche presso i l Ministero
Difesa - Marina ha fatto pervenire ai Compartimenti di
Polizia Stradale di Roma e
Napoli la seguente lettera:
« Si esprime la più viva gratitudine d i questo Ministero
per i l validissimo ausilio prestato nel delicato lavoro di
trasporto del primo modello
delle Navi Romane da Castellammare di Stabia a Nemi. La
perfetta
organizzazione del
servizio d i Polizia Stradale ha
consentita al convoglio una
marcia celere e spedita, poiché
tutte le difficoltà inerenti al
trasporto stesso sono state rapidamente e brillantemente
superate dal personale che
codesto Comando ha distaccato per la scorta del convoglio.
F.to Dirett. gen. Nicola Tucci».
1 14 luglio u. s., proveniente
1 dal
Colle d i Tenda, è giunto a Ventimiglia i l Capo della Polizia, i l quale, dopo aver
passato i n rivista un plotone
d'onore di guardie di P. S. d i
frontiera, ha ispezionato i l valico ferroviario e quello rotabile di Ponte S. Luigi. I l Gen.
D'Antoni, che è partito nella
serata alla volta d i Roma, ha
espresso ai funzionari ed agli
ufficiali la sua viva soddisfazione per i l perfetto funzionamento dei servizi d i polizia di
frontiera.
...FIRENZE
ella notte tra i l 16 e i l 17
luglio scorso, un violento
nubifragio provocava l'allagamento totale dei locali adibiti
a Colonia marina della Pontificia Commissione di Assistenza, sita a Fizzera di S. V i n cenzo (Piombino), mettendo i n
pericolo la vita delle bambine
ospiti della colonia.
Si portava immediatamente
sul posto un plotone della 2.a
Compagnia dell'8.o Reparto
Mobile di Livorno, che si pro-
...BARI
la Sezione di
t componenti
Polizia Stradale del Com*
partimento di Bari hanno
preso parte ad un raduno r i creativo a Chiantona nel golfo d i Taranto.
I l bagno nello Ionio, i l pranzo consumato sul posto e tanto sole ristoratore sui corpi di
solito costretti nell'uniforme
lungo le infocate zone del Salente delle Murge e del Gargano, hanno pienamente soddisfatto t u t t i i partecipanti al
simpatico raduno, cui hanno
presenziato óltre al Comandante del Compartimento, i l
Colonnello Ispettore ed i l Tenente Colonnello Ciullini.
. . . P A D O V A
•f-*u autorizzazione del Capo
i d e i l a Polizia, anche quest'anno, l'Ispettorato I V Zona
Guardie di P. S. « Veneto » ha
organizzato presso la Scuola
Alpina d i S. Candido (Bolzano) u n posto di riposo per
quei m i l i t a r i di P. S., che per
le loro particolari condizioni
di salute, abbiano bisogno di
permanenza estiva In zona
montana.
u n m o v i m e n t o r a m a t o , 17 r u b i n i , q u a d r a n t e z i g r i n a t o , o r e e m a r c a In r i l i e vo, b i l a n c i e r e c o m p e n s a t o r e , s p i r a l e
antimagnetica, c a s s a c r o m a t a , fondo
acciaio.
A l p r e z z o e c c e z i o n a l e di Lit. 7.7SO
digava con encomiabile slancio all'opera di soccorso, protrattasi fino a sera.
I l fattivo intervento del reparto è stato oggetto di vivo
elogio da parte della Direzione della Colonia ed ha suscitato favorevoli commenti nella popolazione.
...BARI
•prn seguito al violento nubif r a g i o abbattutosi nei pressi di Altamura i l 1° luglio
scorso, tra i l chilometro 5 e 6
della strada Altamura - Bari i l
traffico rimaneva sospeso per
45 minuti, tempo durante i l
quale i m i l i t a r i di P.S. del
Compartimento Polizia Stradale d i Bari, i n servizio su
quella rotabile, giungevano sul
posto, delimitavano i l tratto
interrotto con segnali d i pericolo e con la cooperazione di
conducenti, riuscivano a sgomberare la strada dai pali e dai
fili divelti dal vento e r i p r i stinavano immediatamente la
circolazione.
L'Azienda Nazionale delle
Strade Statali e per essa r i n g .
Nicola D'Angelo, Capo Compartimento d i Bari, faceva
successivamente pervenire al
Comando del Compartimento
Polizia Stradale la lettera che
pubblichiamo.
« Preso atto della cortese comunicazione fattami con fonogramma, ringrazio la S. V.,
nonché i benemeriti appartenenti a codesto Compartimento per i l tempestivo e molto
opportuno intervento esplicato
nel rimuovere i pali e la linea
telefonica abbattuta sulla S.S.
96 dal fortunale del l.o corrente, ripristinando la regolarità
e la sicurezza del transito.
Grato . per la fattiva collaborazione, porgo distinti ossequi.
F.to I n g . N . D'Angelo ».
Analoga lettera d i ringraziamento è pervenuta al Comando
Compartimento da parte del
Circolo Costruzioni telegrafiche e telefoniche d i Bari.
. . . B E R G A M O
• 1 Prefetto d i Bergamo ha
-•-proposto per una ricompensa
al valore civile la guardia d i
P. S. Doria Carmelo del N u - .
29
e l i Guardie di P. S. di Bergamo. Questi si trovava su di
un t r a m cittadino, .quando
verso le 15 del 14 giugno scorso notava che un cavallo, attaccato ad un carro carico d i
mobili, improvvisamente si i m bizzarriva, dandosi alla fuga
per la discesa di via Pignolo,
n ulto affollata i n quel momento.
Intuito l'imminente e grave
pericolo che incombeva sui
passanti e particolarmente su
due vecchiette che attraversavano la strada i n quel frangente, la guardia Doria saltava dal tram i n corsa e r i u sciva a trattenere i l cavallo,
attaccandoglisi alle redini e
scongiurando cosi ulteriori i n cidenti.
I l pubblico presente e successivamente la stampa locale ha
commentato
molto
favorevolmente l'episodio, che
mediante i l Doria rafforza
vieppiù i l prestigio del Corpo.
I l Comando Nucleo ha concesso al militare una gratificazione, che 11 Doria ha devoluto alle famiglie delle v i t t i me dell'Incidente ferroviario di
Pisogne (Brescia), dove i l 2
Riugno trovarono la morte tredici operai delle fonderie bergamasche.
ATTIVITÀ DELLA BANDA
M U S I C A L E D E L CORPO
Particolarmente intensa è
stata l'attività della Banda
Musicale del Corpo delle Guardie di P.S. nel bimestre Giu-
gno-Luglio corrente anno. D u rante tale periodo, infatti, sono stati eseguiti n. 12 concert i i n Roma e n . 5, per complessive n. 12 giornate, fuori
della Capitale, e, precisamente: 11 12 e 13 Giugno a Gif foni Vallepiana (Salerno); 11 14
Giugno a Salerno; i l 24 G i u gno a Formia (Latina); i l 28
e 29 Giugno a Livorno, i n occasione delle celebrazioni i n
onore di Pietro Mascagni; 11
23, 24, 25 luglio a Caltaglrone
(Catania); i l 26, 27, 28, 29 L u glio ad Acireale (Catania).
A Roma e fuori i n special
modo, la Banda, sempre sotto
la direzione del Cap. M.o G i u lio Andrea Marchesini, ha r i scosso l'applauso incondizionato di migliaia e migliaia d i
ascoltatori.
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P A L E R M O
to e all'organizzazione del Reparto, compiacendosi con i l
comandante. I l Generale Ispettore, dopo la premiazione di
28 guardie di P. S., distintesi
nell'espletamento del servizio,
si è recato ad ispezionare la
Sezione di Polizia Stradale.
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accoglieràQuest'anno 300 militari dì P.S. Qui i l primo turno d. 50.
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1 9 luglio scorso i l Comandante i l Territorio militare,
Generale di Corpo d'Armata
Antonio Norcen, ha visitato lo
Ispettorato 12.a Zona Guardie
di P. S.
Accolto all'ingresso della caserma con gli onori m i l i t a r i di
prescrizione, i l Generale Nor>;en ha passato i n rassegna una
Compagnia d i formazione del
l3.o Reparto Mobile, intrattenendosi successivamente con
gli ufficiali.
I l Comandante i l Territorio
Militare ha espresso all'Ispettore della 12.a Zona i l suo v i vo elogio per la efficiente preparazione dei reparti visitati.
. . . G O R I Z I A
1 13 luglio scorso, accompagnato dal Colonnello Ispettore della I V Zona Guardie di
P. S., i l Generale Ispettore del
Corpo, è giunto a Gorizia per
visitare i l Gruppo Guardie di
P.S.
I l Generale, dopo essersi i n trattenuto con gli Ufficiali,
convenuti anche dai Nuclei d i staccati i n provincia e con t u t t i i m i l i t a r i del Gruppo, si è
vivamente interessato nel corso della visita al funzionamen-
MILANO
HA V I O L I «V C
i
„—«
...ASTI
I
viaggiatori In attesa nella
stazione ferroviaria di Asti,
verso le 12 del 6 luglio scorso,
rimasero ben sorpresi, quando
sul binari comparve loro davanti un grosso bue, anziché
un treno.
•
Alla sorpresa segui scompiglio e panico tra la 'folla, da
cui ne usciva con l'Intento di
trattenerlo, prima la guardia
aggiunta d i P.S. D i Vico A n tonio e successivamente i l V i ce Brigadiere Repetto Luigi, 1
quali, però, venivano Investiti
dall'animale, che imbizzarrito,
entrava nel locali della gestione bagagli e qui finalmente
veniva catturato mediante un
laccio d i corda dalla guardia
scelta Berrutto Augusto.
Sia 11 v. Brigadiere Repetto che la guardia D i Vico hanno riportato delle ferite guaribili rispettivamente i n 5 ed
in 3 giorni.
I l fatto, riportato subito dalla stampa, poteva avere ben
più gravi conseguenze ed i l generoso pronto intervento del
militari di P. S. ha prodotto
favorevole impressione e l u singhieri giudizi tra quella popolazione.
. . . M A T E R A
erso le 18 del 10 luglio scorso, un bimbo di due anni,
tale Michele di Pietro, stava
per essere travolto da un carro agricolo nell'abitato del comune d i Irsìna. Ma per sua
fortuna la guardia di P.S.
Canzoniero Rocco della Sezione Guardie di P.S. di quella
città si avvide del pericolo che
incombeva sul ragazzo e si
lanciava,
noncurante
della
propria incolumità, a soccorrerlo, riuscendo a strappare i l
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Un raduno ricreativo a Cliiantona nel Golfo di Taranto, ha consentito 8i componenti la Sezione di Polizia Stradale del Compartimento di Bari, una piacevole ristoratrice parentesi al severo servi/io.
bimbo da sotto le zampe dei
tre m u l i che tiravano i l carro.
Purtroppo, però, i l Canzoniero
veniva investito e condotto al' l'Ospedale civile d i Irsina, gli
veniva riscontrata una ferita
lacero-contusa alla faccia anteriore gamba sinistra superiore con grosso ematoma i n
corrispondenza del polpaccio.
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I l Prefetto d i Matera ha fatto
pervenire insieme al suo compiacimento per i l bel gesto della guardia Canzoniero una
gratificazione, mentre è i n corso la proposta per una ricompensa al valore civile.
I l 17 giugno scorso al corso
Matteotti d i Irsina i l Brigadiere d i P.S. Candeliere N i cola, validamente coadiuvato
dalla guardia Scarcelli Nicola
della Sezione Guardie di P.S.
di Irsina, riusciva a trattenere
un mulo imbizzarrito, che si
era dato a fuga precipitosa,
mettendo a repentaglio l'incolumità delle numerose persone
che transitavano i n quel momento.
L'atto d i coraggio è stato favorevolmente . commentato dal
pubblico.
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'erso l'imbrunire di una serena giornata di luglio fu
scoperto i l cadavere. Un
pescatore, che se ne tornava
con i suoi attrezzi nella sua
solitaria casetta a poca distanza dal mare, lo aveva scorto
raggomitolato nella sabbia di
quel tratto deserto della costa
lontana da ogni centro abitato.
Era questo un luogo selvaggio e brullo. Non un albero si
scorgeva a vista d'occhio. Solamente sabbia, increspata dal
vento che aveva formato piccole dune. Qua e là radi ciuffi di rachitica vegetazione spuntavano, giallicci, dal terreno.
A circa cinquecento metri dalla riva del mare i l suolo si
induriva, la sabbia cedeva poco
a poco alla terra. Parallela al
mare si snodava una pista,
specie di sentiero; le ruote dei
carretti avevano scavato dei
solchi simili a serpeggianti rotaie. Era l'unica via di comunicazione che attraversasse quella zona e serviva alle famiglie
di pescatori e di contadini
sparse in rustiche case, sbricciolate e stinte dal sole implacabile estivo e dalla rabbiosa
pioggia invernale.
I paesi più vicini si trovavano lungo la costa a circa
cinque chilometri a sud e a
dieci chilometri a nord.
II pescatore appena scorto il
corpo esanime, con un foro
alla tempia destra e con una
rivoltella vicino, si affrettò,
spaventatissimo, verso i l più
vicino dei paesi.
Naturalmente l'accaduto destò grande scalpore; erano anni che non si verificava un
minimo incidente i l quel tranquillo paesino di mare. Fu
subito disposto per i l piantonamento della salma, onde evitare che venissero cancellate
eventuali traccie utili per le
indagini.
I l Commissario S a n t e l m i
giunse in auto la mattina seguente di buon'ora. Lo accompagnavano tre fide Guardie e
un giovane amico, Alberti, i l
cronista della « Gazzetta*.
Con i l suo solito modo cordiale e comprensivo iniziò i l
suo compito. Prima cura fu
quella di interrogare i l pescatore che aveva fatto la scoperta, per accertarsi se avesse
da raccontargli qualche particolare utile per lo sviluppo
delle ricerche. Ma l'uomo non
seppe dirgli niente di interessante. Non aveva toccato nulla
e nulla di sospetto aveva visto
nei paraggi.
Venne subito eseguito un so-
praluogo sul posto. Fermata la
macchina sul sentiero i l Commissario Santelmi in compagnia
dei suoi fidi aiutanti, dal medico e dal cronista, mosse i
passi verso i l cadavere osservando attentamente i l terreno.
Quel tratto di costa, come
già dicemmo, era raramente
solcato da piede umano. La
sabbia perciò, livellata dal vento, non presentava tracce di
sorta. Si notavano solo le orme lasciate il giorno prima dal
pescatore che aveva fatto la
scoperta. Niente altro.
La Guardia disposta per i l
piantonamento, dopo aver salutato i l Commissario, diede le
novità: N . N .
Santelmi esaminò i l cadavere: era un uomo sulla quarantina, snello, di media statura,
vestito elegantemente con un
leggero abito estivo.
Le formalità di legge si
svolsero celermente. 11 medico,
esaminato i l corpo, ne constatò i l decesso avvenuto mediante colpo d'arma da fuoco sparato a bruciapelo nella regione temporale destra. I l suicidio
era stato commesso circa venti ore prima. Erano le nove,
perciò l'uomo era
deceduto
verso le 13 o le 14 del giorno precedente.
A questo punto si ebbe ia
prima sorpresa: nel rivoltare
VENTI DIAMANTI
Della Grd. di PS.
M\ERELLA
Giovanni, di Roma,
pubblichiamo la soluzione dell'enigma poliziesco apparso sul numero precedente. Al solutore abbiamo inviato il vocabolario
ItalianoFrancese del GHIOTTI
da lui
richiestoci.
I l Dr. Santelmi, a quanto
pare, è veramente un Funzionario che sa i l fatto suo. E per
rendercene conto basta osservare i l suo modo di condurre
le indagini e quanto è sbrigativo con quelle persone che
cercano di fargliela i n barba.
E chi va a cascare i n trappola è proprio i l Sig. Bianchi
che, nientemeno, denuncia di
aver subito un furto!
Peccato che i l Sig. Bianchi
non avesse buona memoria, a l trimenti, prima di affermare di
aver lasciato la casa i n data
primo luglio, avrebbe dovuto
ricordarsi che vi era ritornato otto giorni dopo.
I l primo a smentirlo è i l
suo... calendario.
Per i l resto, è chiaro che,
dopo aver egli manomesso la
cassaforte, e apertala con t a n to d i chiavi, ne asportò i l contenuto. E per far credere a l la polizia che si trattasse d i
furto, volle ingenuamente farvi un bel foro con un trapano.
SULLA RIVA
i l corpo si vide che l'uomo
aveva, con mano già fatta incerta, scritto con un dito alcuni numeri sulla sabbia.
Santelmi osservò i numeri
attentamente e l i annotò sul
suo taccuino: 7522... Qui la mano tracciava un segno indecifrabile rimanendo poi inerte.
Non aveva avuto i l tempo e
la forza di tracciare l'ultimo
numero.
— £ ' un numero telefonico vero? — fece Alberti.
— Credo di si — rispose
Santelmi.
Una verifica alle tasche del
suicida portò al rinvenimento
del portafoglio con una modesta somma, ma privo di documenti.
Ma a Santelmi non sfuggì un
sicuro indizio: l'etichetta del
sarto che aveva confezionato
l'abito.
Preso nota dell'indirizzo eseguì una ricognizione nelle vicinanze; notò subito, perchè
evidentissime le orme lasciate
sulla sabbia dal suicida. Dalla
riva del mare si dirigevano
verso i l luogo dove era stato
ritrovato. Qui la sabbia era
soffice e vi si sprofondava f i no alle caviglie. Man mano
che ci si avvicinava alla riva
l'azione dell'acqua aveva indurita la sabbia e le orme si scorgevano nettissime.
Santelmi le osservò attentamente.
— Sono strane orme — disse tra sè —. Vedi niente di
particolare, grande segugio? —
fece celiando al giornalista che
curiosava intorno a l u i .
— Per me vanno bene così — rispose Alberti.
— A me no — rispose Santelmi.
— E allora?
— Allora qualcosa non va.
— Ma è chiaro che si tratta di suicidio.
— Staremo a vedere. T i
faccio notare che i l morto è
un uomo di corporatura snella
e di altezza normale; ora queste orme sono molto calcate,
distanti eccessivamente l'una
dall'altra e inoltre più profonde alla punta del piede invece
che al tallone.
— E allora?
— Allora taci — concluse
Santelmi.
Seguirono le orme che percorrevano una ventina d i metri lungo la riva, poi rientravano nella spiaggia fino a che
ia sabbia diventando soffice non
mostrava che dei segni, sformati. Arrivati sul terreno sabbioso del retroterra le orme
scomparivano del tutto tra le
macchie di piante selvatiche.
— E' uno strano itinerario,
caro Commissario — fece A l berti. — Si vede che questo
signore prima d i uccidersi ha
voluto fare un giro per vedere un'ultima volta i l mare. E'
molto salubre una buona passeggiata...
— Non fare dello spirito,
altrimenti un'altra volta te ne
resterai al giornale. Cerca invece di renderti utile e guarda
se tra queste erbacce non si
trovi un ramo che si presti a
spazzare.
— Signorsì — rispose ridendo Alberti e aiutato da un paio
di Guardie cercò qua e là. Le
ricerche diedero subito i l r i sultato sperato: un ramo con
in cima altri rametti fu scoperto poco distante.
Santelmi soddisfatto, diede
ordine di rilevare le impronte.
Si sarebbe poi provveduto a
fare il calco in gesso.
Tornato subito in città fece
eseguire una foto del morto c
con una copia ancora umida
si recò dal sarto rintracciato
tramite l'etichetta. Questi non
ebbe difficoltà a riconoscere
dalla foto un suo cliente, i l Signor Ugo Massi abitante in
Piazza Verdi.
Santelmi non perse tempo.
Seguito come un'ombra dal giovane cronista si recò a casa
del Massi. La porta fu aperta
da una giovane signora, la moglie del suicida, allarmatissima
per la scomparsa del marito.
Con mille cautele i l Commissario la preparò alla ferale
notizia. La povera
signora
scoppiò a piangere da far pena
e tra un singhiozzo e una
lacrima riferì che suo marito,
un rappresentante di una nota
Ditta cittadina, era uscito la
mattina precedente di buon'ora.
Doveva riscuotere alcune fatture rilevanti in città, poi sarebbe tornato all'ora di pranzo;
ma non venne e neppure la
sera.
— Si calmi, signora — disse paternamente Santelmi — e
cerchi di aiutarci. I n casa ci
sarà certamente una rubrica telefonica sulla quale vengono
segnati i numeri occorrenti
usualmente.
— Sì Commissario; è lì, vicino al telefono — rispose la
donna asciugandosi gli occhi c
ricominciando poi a piangere
sommessamente.
Santelmi scorse velocemente
i vari numeri telefonici e scoprì quello che cercava: 75227
Signor Bessi. Pensione Marini.
— Conosce i l signor Bessi?
— chiese.
— D i nome soltanto. So che
telefonava spesso a mio marito. Credo sia un collega.
— La ringrazio — fece Santelmi. E confortatala con qualche buona parola lasciò la donna in compagnia di alcune vicine di casa accorse.
Non un attimo di sosta. 11
nostro Commissario aveva una
sicura traccia e velocemente,
come un segugio di razza la
seguiva sicuro d i sè.
— Io non ci capisco niente
— esclamò l'inseparabile cronista mentre si dirigevano alla
pensione Marini.
— Io invece si — rispose
secco Santelmi.
Alla Pensione non trovarono
il signor Bessi. Era questi, disse loro la proprietaria, un gio-
IL CADAVERE
SULLA RIVA
potrà farvi avere il libro
che da tempo desiderate.
Fra le varie soluzioni che
perverranno entro il 31 agosto 1951, la Rivista sceglierà e pubblicherà la migliore, premiandone l'autore con un libro che lui
stesso ci avrà segnalato.
vane trentenne, alto, robusto,
scapolo, allegro. A volte pieno di soldi ma spesso al
verde.
— Ieri — spiegò la donna
— u-cì di buon mattino. Era
tornato a notte inoltrata, quasi
all'alba. Sentii che passeggiava
nella sua stanza. Non si coricò
nemmeno; infatti trovai i l letto intatto. Si riposò un po' vestito com'era e poi, d'un tratto
uscì di casa.
— Posso esaminare la sua
stanza?
— Si accomodi pure. Spero
che i l signor Bessi non abbia
fatto nulla di male.
— Ho i miei dubbi su ciò,
signora.
Santelmi e la sua... ombra
Alberti, entrarono nella stanza.
/ e//t
cu cut
eli
334 \
Quali furono gli indizi
che
permisero al Commissario
Santelmi di smascherare
il colpevole?
/
R A B A R B A R O
a chifel mo-
Una comune stanza di pensione.
*
— Non crede di illuminarmi
un po' su questa ingarbugliata
matassa, illustre Commissario?
— Non avere fretta. Attendiamo per ora questo signore.
11 signor Bessi si fece attendere alquanto. Rincasò verso
mezzanotte e non si mostrò
sconcertato quando .si accorse
che un Commissario di Polizia
aveva chiesto di lui.
— Sono addoloratissimo, signor Commissario — rispose a
Santelmi. — Ho letto nel giornale il suicidio del mio caro
amico e collega. Non capisco
che motivo poteva avere per
porre fine ai suoi giorni. Mi
faccia pure tutte le domande
che crede.
— Grazie. Vorrei sapere come lei ha trascorso la giornata
di ieri.
— Veramente ieri non ero in
vena di lavorare. I l caldo, lei
comprende? Perciò sono stato
in un caffè lungamente a riordinare i miei appunti. Poi al
cinema. Questo è tutto.
— Non si meravigli ora —
disse Santelmi preparandosi la
pipa — se le faccio una richiesta che potrà sembrarle strana.
Si tratta di pura formalità, beninteso. M i occorre per mettere un punto ad un mio ragionamento. Le chiedo, dunque,
di lasciarmi esaminare i l suo
abito.
— In verità, signor Commissario, la sua richiesta è.
strana davvero, ma non ho alcuna difficoltà ad esaudire i l
suo desiderio. Permette? Vado
nello stanzino".
— No, prego, faccia pure davanti a noi. Tanto siamo tra
uomini.
Bessi aveva perso un po' del
suo sangue freddo, ma ormai
doveva giuocare fino in fondo
le sue carte. Si tolse, perciò,
sorridendo, la giacca e poi i
pantaloni.
Santelmi esaminò
attentamente i l vestito. Poi esclamò:
— La ringrazio. I l punto ora
l'ho messo. Si trattava del punto finale al rapporto concernente questo caso perchè per
me è chiuso e lei signor Bessi è in arresto per omicidio a
scopo di rapina.
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POSIZIONE CENTRALE
29
on si vuol qui fare la storia della Polizia, nè si vuole
recensire un libro storico
sull'argomento stesso. Si vuole soltanto, e più modestamente, accennare a uno dei tanti
lontani episodi che, mentre
della Polizia costituiscono il
passato, ne precisano la imponenza.
E l'episodio cui ci piace rifarci non riguarda neppure
l'Italia, ma l'Inghilterra non da
vero ultima tra i paesi civili.
Riguarda
l'iinghilterra in
quanto verificatosi su suolo inglese, il nostro episodio, ma interessa il mondo, interessa quanti vogliono entrare sempre più
nello spirito dell'istituto poliziesco. E che riguardi l'Inghilterra
è tanto più importante in quanto la magna
charta,
con
pre-
cedenza su tutti i paesi di E u ropa, sancisce un individuale
spirito d'indipendenza che può
sembrare a taluni in pieno e
drammatico contrasto con un
corpo chiamato a metter freno
e a limitare le libertà civili.
Difatti, mentre non tardò in
Inghilterra l'alto riconoscimento delle libertà individuali, una
vera e proprio Polizia, un ordinamento che vigilasse sulla libertà si fece attendere molto.
Le forme varie di sorveglianza
cittadina qua e là non erano
mancate, ma non mai fino ad
adeguarsi al concetto di un organismo vasto a solido carattere permanente.
Per il Trevelyan, che è uno
studioso sereno dei problemi sociali, la Polizia vera e propria
nasce in Inghilterra soltanto nel
1830, sotto Roberto Peel. Questi ha il vanto di aver tolto ad
essi la fisionomia di espediente
di determinati momenti e di determinati luoghi per conferire
alla medesima la consistenza di
un vero e proprio corpo armato e accasermato.
Così tarda la nascita della Polizia inglese non del tutto a demerito degli inglesi perchè tale
ritardo è una prova di più del
senso civico della popolazione;
senso che creava un'atmosfera
di comune disciplina e che preveniva ed osteggiava in atto le
scarse prove di indisciplinatezza
individuale.
Agì Roberto Peel, come capo del governo, contro la volontà generale dei connazionali?
No, nel modo più assoluto si
può asserire anzi che rispose a
un comune invito. L'ordine
pubblico, sviluppandosi la Nazione, lasciava sempre più a desiderare: e non tanto, forse, a
causa della presunta corruzione
O
S T O R I C A
C i
h
Laws
of
Engìand
di
Bla-
ckstone; opera diffusissima in
Inghilterra e in America in
quella età nella quale seducevano gli argomenti legali.
N U M E R I
P O L I Z I A
I K U J I I J I L MONDO
dei costumi quanto a causa della fisionomia che andava assumendo la Società, non più chiusa in cerchie domestiche o limitatamente paesane.
Il sistema, della Legge sui
Poveri contemplava l'invio degli oziosi, degli inoccupabili, in
una Casa di correzione e la
condanna degli ubriachi alla gogna. Ma il diretto immediato
individuamento
dei
soggetti
nocivi alla Società non poteva
avverarsi se non attraverso
agenti educati alla vigilanza; di
qui la loro necessità improrogabile.
L'idea che il dominio della
legge fosse superiore alla volontà dei politici s'impose. F u
ribadita dai fatti della Rivoluzione e della conseguente inamovibilità dei giudici che erano arbitri indipendenti tra la
Corona e i sudditi.
Questa alta concezione della
supremazia della legge fu res?
popolare dai Commentaries on
te
D E L L A
E se il secolo X V I I I non
avesse resa stabile e rispettata
la libertà, il secolo X I X avrebbe proceduto in Inghilterra per
fasi di violenza rivoluzionaria
invece che con le modificazioni parlamentari della legge.
Durante le guerre napoleoniche, la disoccupazione, i bassi
salari e la fame erano sentite
soprattutto nel Nottinghshire,
nello Yorkshire e nel Lancashire... — Per reprimere le insurrezioni e per proteggere i
macchinari si dovette ricorrere
alla truppa. Di fronte a questo stato di cose si comprende — come abbiamo detto —
l'opera di Roberto Peel. Egli
sentì la necessità immediata di
un Corpo che, mentre avocasse a sè tutti gli assunti di vigilanza civile, potesse arginare
ed anzi impedire qualunque
eccesso collettivo. E creò il
Corpo così detto delle Tonache
Turchine, assumendo quasi fisionomia teatrale maneggiava
mazze e portava cappelli a cilindro.
Creato questo Corpo inizialmente per presidiare la città di Londra, entrò in scena
N U M E R I
N U M E R I
Assillo del genere umano
L
'assillo quotidiano dell'uomo moderno sono i numeri. Da quelli delle linee
tranviarie, ai resoconti sportivi;
alla busta dello stipendio, agli
interessi composti sulle cambiali scadute. Unità di calorie, vitamina 127249. Numeri, solamente numeri. E sta bene! Ma
quando questi misteriosissimi
segni sono entrati a far parte,
e poi a dominare, l'esistenza?
L a domanda potrebbe essere
capziosa ma andiamo a dare
una occhiata nella penombra
della preistoria e vedremo cose
interessanti più di alquanto.
Fissiamo un punto di partenza, il più lontano, possibile,
L'Era Paleolitica. E ' evidente
— e lo dice un Professore Americano — che l'uomo cominciò ad usare un linguaggio
matematico
appena
appena
qualche tempo dopo aver sviluppato un linguaggio articolato nel quale una espressione
verbale o grafica, fosse associata ad un oggetto o animale.
Sviluppando il processo lavorativo, creando oggetti di lavoro, l'uomo entrò nella lotta attiva contro la natura e si rese
schiavo dei numeri; l'uomo cominciò ad avere concetti numerici e spaziali, a rendersi conto di quanto e cosa lo circondava e iniziò a contare.
Gli studi più recenti di alcuni antropologi moderni ci
possono dare un'idea di quella prima esperienza matematica dell'età della pietra.
Le tribù poste sotto controllo, appartenevano a gruppi etnici della Polinesia e dell'Asia. Gente dedita alla pesca e
alla caccia. Pur essendo tra i
più arretrati popoli del mondo, gli studiosi trovarono tra
loro suoni corrispondenti a
« uno » o « due ». Si trovò anche un « tre » e p e r s i n o
un « quattro » espressi come
« uno » più « due > o « due più
due ».
Il loro ragionamento aritme( Contìnua a pag. 38
largamente due anni dopo durante la agitazione per la riforma elettorale, e valse allora a
salvare Londra dai vandalismi
dei fanatici liberali; i quali,
non infrenati, a Bristol e in
altre città causarono danni gravissimi al patrimonio nazionale.
Istituita a mano a mano
nelle diverse città, la Polizia
di Peel ottenne che i tumulti
e la paura dei tumulti non
fosse più un fattore importante della vita inglese.
Ma ciò che più ci colpisce
nella storia di questo popolo
vissuto al segno del più superbo isolamento è il fatto
della precedenza dell'istituto
della Polizia sull'Esercito. Precedenza nel senso che, mentre
gl'inglesi che qui sarebbe lungo
additare, non sentivano nel loro sviluppo moderno alcuna
particolare simpatia per la coscrizione militare e per l'Esercito in genere, vollero la Polizia di Peel come punto di
partenza di una istituzione da
rendersi sempre più numerosa,
forte e perfetta.
Popolo marinaro per eccellenza che portò la Marina a
quel superbo grado che tutti
conosciamo, mentre dava le sue
cure migliori alla Polizia, non
aveva un sistema che meritasse tal nome nei confronti dello
arruolamento marinaro.
Ancora ai giorni di Nelson
la leva forzata spandeva terrore lungo le coste e nei porti inglesi. Bande armate venivano guidate da Ufficiali regi
perchè s'impadronissero di uomini di mare e di terra, sulle
navi, al largo e in porto, nelle taverne e nelle strade, e
persino sulle porte delle chiese!
Nè il brutto era tutto lì. Il
trattamento che ricevevano questi coscritti forzati era pessimo
sotto ogni lato. Dura la disciplina e scarso il vitto (vitto da
scorbuto!), tanto che della storia della Marina inglese ai suoi
albori fanno parte gravissimi
ripetuti ammutinamenti.
Questo, come abbiamo detto, ai tempi di Nelson. In seguito le cose cambiarono talmente da fare del marinaio inglese il beniamino di un intero popolo.
E noi ci siamo soffermati nel
fatto per dimostrare come popoli civili superbi della propria
esemplare libertà personale, a
tutela di questa stessa libertà,
abbiano potuto sentire il bisogno dell'istituto della Polizia e
del suo massimo perfezionamento prima ancora del bisogno di un regolare Esercito.
Emanuele O r a n o
35
la signora Keller non uscì più viva. Fu
ritrovata molto tempo dopo, col solito forellino alla nuca e dalla borsetta erano
spariti i 100 franchi e il vaglia di 1300
franchi che quella povera madre si era
portati dietro per le prime spese.
« Segui i consigli di tuo padre e della
tua infelice mamma. Non posso credere
che tu abbia compiuto delle cose così terribili perchè sei sempre stato tanto buono e gentile con me... ». Così scriveva la
madre a Weidmann nei giorni del processo quando la stampa francese non faceva che vomitare colonne su colonne di
particolari morbosi attorno alla figura e
ai crimini dell'imputato. In effetti Eugenio
Weidmann aveva l'apparenza di un buon
figliolo di famiglia. Educato, cortese, dai
modi gentili, religioso a suo modo, amava l'arte, la letteratura, la musica: questo
•omo dolce e sentimentale in quattro mesi aveva compiuto sei omicidi a scopo di
rapina, con le sue mani ben curate aveva strangolato una povera ragazza colpevole di averlo trovato simpatico e infine
aveva dormito placidi sonni sopra i cadaveri putrescenti di due delle sue vittime.
C'era evidentemente, nei meandri della
sua psiche, qualche stortura misteriosa
:he alla fredda analisi dei poliziotti e
dei giudici sfuggiva. Il processo non potè
Ear luce su queste prospettive segrete dell'anima umana. Eugenio Weidmann salì
ìlla ghigliottina col suo sorriso dolce e le
labbra umide dell'ultima sorsata di rhum,
portandosi dietro il mistero della sua inesplicabile criminalità. Secondo la legge
ISELLA stagione morta del
cinema i produttori pensano bene di ripresentare al pubblico vecchi film di successo.
Abbiamo così rivisto « La foresta pietrificata » e « Il cielo
può attendere », « Sangue e
Arena » ed « Uragano », « Io
sono un evaso » e « La pattuglia dei senza paura». Il valore di questi film è naturalmente diseguale, e mentre alcuni reggono bene il tempo, altri mostrano non pochi difetti,
ma tutti si raccomandano per
una certa nobiltà d'intenti.
Fra i nuovi film ricordiamo
SEI
DELITTI
P E R 15.000 F R A N C H I
(.Confina da pag. 13)
l'esecuzione capitale si svolse pubblicamente, il 17 giugno 1939 alle 4,30 del
mattino, nella piazzetta di Versailles davanti alla prigione. Fu il solo a pagare
con la vita.
Il Million dapprima condannato a morte ebbe la pena commutata in quella dei
lavori forzati, J . Blanc, un complice secondario ebbe 20 mesi di prigione e la
Tricot che pure aveva profittato in qualche modo delle losche imprese di Weidmann fu inspiegabilmente assolta.
L'interesse con cui la pubblica opinione aveva seguito prima le successive misteriose scomparse di persone e poi le
indagini della polizia e le risultanze del
processo, degenerò in molti casi in disgustosa morbosità, specialmente da parte
di numerose donne che si mossero dai
più lontani angoli della Francia per assistere al processo e che tempestarono di
profferte amorose il bel criminale. I l giorno della sua esecuzione molte vestirono
a lutto, molte piansero, molte andarono
a caccia dei più insignificanti cimeli dell'assassino, una arrivò perfino al cimitero
a scongiurare la Polizia che la testa di
Weidmann venisse riattaccata al corpo e
con quello sepolta invece di finire sui ta-
voli anatomici dell'Istituto Medico-Legale.
Alcuni giornali riuscirono a pubblicare le
fotografie dell'esecuzione, perfino quelle
della testa mentre rotola nel cesto del
carnefice e le edizioni straordinarie furono esaurite appena sfornate dalle rotative.
Era il tributo che l'animalità che sonnecchia in ciascuno degli uomini anche
più equilibrati paga a volte agli esseri abnormi. Lo scandalo che si creò attorno
all'affare Weidmann ebbe però un suo
minimo lato positivo e fu da allora che
le esecuzioni capitali furono sottratte alla
morbosa curiosità del pubblico e costrette nell'interno delle prigioni alla presenza
delle sole persone necessarie per gli accertamenti di legge.
Bisogna peraltro riconoscere che se ci
furono delle persone che dimenticarono la
dignità umana fino a simpatizzare con quel
sanguinario criminale, ce ne furono altre,
e furono la grande maggioranza, che tirarono un sospiro di sollievo alla notizia
della sua fine e non mancarono di inviare lettere e telegrammi di congratulazioni
alla polizia francese per la brillante operazione che aveva liberato la Francia da
uno dei più spietati criminali che la sua
storia ricordi.
M A R C E L S1COT
Ispettore Generale dei Servizi
della Sùreté Nationale
Da
« Revue
Internationale
Criminelle » n. 49 - Parigi,
1951.
de
Police
giugno-luglio
za, in quanto spesso il regista
si indugia sul lato meccanico
ed esteriore dell'azione senza
riuscire ad esprimere totalmente l'anima dei personaggi.
L'americano Robson già auanzitutto « La trappola » del questo dilemmafinchéil caso tore
di discreti film (« Il granfrancese Calef. Al centro del- verrà a sciogliere i suoi dubbi. de campione
», « Odio », « Quel'opera sta un grosso proble- Il colpevole verrà arrestato sto mio folle cuore ») costruima d'indole morale. Può cioè senza che l'avvocato debba ve- sce con « La porta dell'inferun avvocato che è a conoscen- nir meno ai suoi doveri pro- no » un film piuttosto ambiza che il suo difeso è autore di fessionali. Il film ha dei pun- zioso. E' narrata in quest'opeun delitto, non rivelarlo per ti di contatto con « Giustizia ra la storia di un delitto di
non tradire il segreto profes- è fatta », in quanto si muove un giovane impulsivo che ucsionale, e permettere che un egualmente in un ambiente cide, senza volere, un prete
innocente paghi per il colpevo- giudiziario, ma non riesce a che gli nega un ricco funerale? L'avvocato si dibatte in raggiungere l'armonica bellez- le per la madre morta. Il giovane in principio non è sospettato, ma la voce della coscienza non gli dà pacefinchéesausto e stanco di quella vita di
incubi si consegna alla polizia
tramite un giovane prete che
ha preso a cuore il suo caso.
Purtroppo le intenzioni dello
autore non hanno trovato una
felice forma di espressione, ed
il film, salvo rari momenti, è
macchinoso e pesante.
Spigliato e divertente è invece « L'imprendibile signor 880 »
di Goulding con Burt Lancaster e Dorothy Me Guire. Sono
già dieci anni che un falsario
mette in imbarazzo la polizia
sfuggendo a tutte le trappole
M A C C H I N E E L E T T R I C H E D'OGNI T I P O E P O T E N Z A
preparategli. In effetti il terribile individuo è un buon vecP O M P E PER USI I N D U S T R I A L I E AGRICOLI
chio, ex ufficiale fii marina, che
vive solo con un cane, attorVENTI LATORI-TRASFORMATORI-CONDENSATORI
niato da una simpatica schiera
di ragazzini. Egli falsifica non
R A D D R I Z Z A T O R I - T R A P A N I - C O M P R E S S O R I D'ARIA
per abitudine ma quando è
stretto dalle necessità quotidiane, e sempre in misura modestissima. Scoperto per caso
subisce un processo dovè mette in mostra tanto candore ed
ingenuità da ottenere la simpatia del Presidente che gli InS T A B I L I M E N T I : A R Z I G N A N O - V I C E N Z A - L 0 N I G 0 - M 0 N T E B E L LO
fligge una condanna simbolica.
I
film
d e l m e s e
PELLIZZHR!
G. L.
36
NELLA
R
I
C
NOSTRA
O
M
P
MEDAGLIA D'ARGENTO
AL VALOR MILITARE
K HI C O M I
Commissari Aggiunti T I B I S Vincenzo e P E D U L A ' Pompeo, Modena.
« Per aver identificato ed assicurato alla giustizia gli autori
di un efferrato omicidio, commesso per conseguire l'impunità
di altro grave precedente delitto ».
Commissario Aggiunto ACQUAF R E D D A dr. Nicola, Bari.
« Dava prova di sagacia ed acume nelle indagini che condussero alla identificazione ed
all'arresto di un pericoloso criminale, autore confesso di numerose rapine ».
Bari, aprile 1951.
Guardia B I A G I N I Silvano, . da
Bagni di S. Giuliano (Pisa).
« Volontario in una rischiosa
operazione contro una banda di
malviventi affrontava coraggiosamente il pericolo, e sebbene
più volte colpito da uno della
è una
virtù
E
Capitano G I U L I A N O Sebastiano.
« In un audace colpo di mano
sella zona di Arresa, contro forse preponderanti assolveva la
diffìcile missione affidatagli intervenendo tempestivamente,
e
nel modo più felice, in un combattimento di incontro accesosi
nel settore. Successivamente nella zona di Amba Alagi riconfermava le sue magnifiche doti
di coraggio e di slancio, infiammando sempre col suo esempio
i propri dipendenti in combattimento contro forze superiori ».
Arresa, 19-2-1941-Amba Alagi
(A. O.). 4-5-1941.
MEDAGLIA DI BRONZO
AL V. M. ALLA MEMORIA
previdenza
S
MEDAGLIA DI BRONZO
AL VALOR MILITARE
Guardia G E U N A Alfonso, da
Torre Pellice (Torino).
« In breve intenso conflitto a
fuoco contro forte nucleo di rivoltosi che avevano eretto una
barricata, si distingueva per coraggio e noncuranza del pericolo. Colpito al torace e soccorso
oer esser trasportato al più vicino ospedale chiedeva insistentemente di essere lasciato sul posto per partecipare con la sua
compagnia all'azione in corso.
Magnifico esempio di coraggio e
"li spirito di sacrificio».
Sesto S. Govanni, 5 settembre 1949.
migliori
N
banda, già da lui fermato, con
uno sforzo supremo riusciva a
sparare contro il malvivente in
fuga, permettendo cosi la sua cattura. Esempio di sprezzo del pericolo e di attaccamento al dovere fino al supremo sacrificio ».
Tombolo, Pisa-Livorno, 21 novembre 1946.
Colonnello L A R G A J O L L I Nemo.
« Avuta notizia di una crisi
manifestatasi durante un ciclo
operativo, si faceva dimettere
dall'ospedale ove era sofferente
per grave infezione amebica e
riprendeva il comando del suo
raggruppamento per concorrere
a proteggere il ripiegamento di
una divisione coloniale. Attaccato da notevoli forze le rintuzzava alla testa dei suoi ascari costringendole alla fuga, le inseguiva e penetrava profondamente nello schieramento avversario
infliggendo allo stesso sensibili
perdite. Valoroso ufficiale già distintosi in precedenti azione di
guerra ».
A.O.I., 18 febbraio-7-13 marzo 1941.
La
E
T
R
S
F
E
R
I
M
F U N Z I O N A R I
COMMISSARI CAPI
B I A N C A Angelo, da Siracusa ad
Enna, 20-6-1951.
L E O N E Giovanni da Rovigo a
Siracusa 18-6-1951.
R O S S E T T I Dr. Edoardo, da Oristano a Venezia. 16-7-1951.
COMMISSARI AGGIUNTI
UFFICIALI
A
S
T
I
D I P. S.
A N S A L D l Dr. Antonio, da Cagliari ad Oristano, 13-7-1951.
IVANI Nanro, da Livorno a Pescara, 25-6-1951.
MONTANARI Alessio, da Livorno a Ravenna, 8-7-1951.
V- COMMISSARI AGGIUNTI
A R T A L E Dr. Giuseppe, da Genova a Reggio Emilia, 18-7-51.
A B R A T E Dr. Carlo, da Ravenna
a Novara. 15-7-1951.
R
N
VICE COMMISSARI
COMMISSARI
T
E
A V E R N A Pietro, da Reggio Calabria a Caltanissetta, 5-7-'51.
MAIORANA Dr. Giuseppe, da
Novara a Livorno, 2-7-1951.
PROTT1 Dr. Eugenio, da Milano
a Belluno, 5-7-1951.
T O R R E G R O S S A Dr. Gino, da
Sciacca ad Agrigento, 4-7-1951.
D E L L ' A R I A Salvatore, da Varese a Napoli, 5-7-1951.
D U D I N E Dr. Virgilio, da Venezia a Merano, io-7-19bl.
TRIPODI Dr. Domenico da Trento a Cagliari 1-7-1951.
F
E
R
D E L C O R P O
I
M
E
DELLE
TENENTI COLONNELLI
G A J E R I Mario, dal IV Reparto
Celere di Cesena al I I I Reparto Celere di Milano, quale comandante, dal 1-7-1951.
MAGGIORI
M E R C U R I O Leopoldo, dall'Ispettorato I X Zona Guardie di P.
S. Napoli al I V Reparto Celere
di Cesena, quale comandante,
dal 24-6-1951.
TENENTI
C A S T A L D I Alessandro, dal Compartimento Polizia Stradale di
M
delle
dell'uomo
A
FAMIGLIA
O D>
N
T
I
G U A R D I E
D I P. S .
Genova al Compartimento Polizia Stradale di Firenze quale comandante la Sezione Polizia Stradale di Lucca, dal
1-7-1951.
C A T T A N E O Giovanni, dal IV Reparto Mobile di P.S. di Genova al Nucleo Guardie di P.S.
di Modena, dal 1-7-1951.
PIRODDI Antonio, dal Compartimento Polizia Stradale di F i renze al compartimento Polizia Stradale di Genova, quale
comandante la Sezione di Polizia Stradale di Genova d a T l
luglio 1951.
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ROMA
37
Numeri numeri numeri
(Continua da pag. 35)
nuto fuori quando l'uomo, dotico non è andato mai oltre il po avere esaurito le dita delle
mani, ha iniziato a calcolare
« quattro ».
Rarissimamente si è trovato anche quelle dei piedi.
L'altro importante passo fu
un « tre » espresso con suono
fatto quando si cominciarono
proprio.
Un grande — forse il mag- a « scrivere » relazioni numerigiore — stimolo, allo sviluppo che, magari di nemici uccisi o
dell'aritmetica fu dato dal sor- di donne rapite.
gere di rapporti di scambio fra
Poi si scoprì l'addizione, e,
tribù e tribù. Nel frattempo, conseguenza logica, la sottradall'antica età della pietra — zione.
paleolitica — si era giunti alL a moltiplicazione venne un
la «nuova pietra»: neolitica.
pochino più tardi e fu opera
Occorrevano dei numeri per di gente già entrata nella stodividere il ricavato della pesca,
ria — come gli antichissimi eper custodire gli armenti, per
gizi. L a divisione e la fraziofissare gli scambi e, soprattutto, per dare un senso tangibi- ne, invece, già rientrano nel
le, reale, al trascorrere del campo della deduzione provatempo, quindi stabilire un ca- ta, vale a dire nel raggio degli studi diretti. 10 o 15.000
lendario.
Giunti a questo punto uno anni — poco più poco meno,
pensa che ormai l'uomo usan- — prima di Cristo.
Il più importante fattore, il
do le dita come calcolatrice, ha
gettato le basi del sistema de- motore stesso della matematicimale o quinario. Niente ve- ca, chiamiamolo così, è quel
ro. L'uomo — in quella splen- certo senso di magico che gli
dida età, contava a coppie o antichi e molti uomini d'oggi,
paia. Abbinando le cose le con- videro e vedono nei numeri.
tava a gruppi di due, quattro, Ciò però, non autorizza a dasei, e così via. Qualche tribù re all'aritmetica, origini mistiestrosa e indipendente — co- che come alcuni studiosi e fime quelle che abitavano nel- losofi vogliono far credere. Il
l'India centrale — adoperava numero più famoso, nella preiinvece, il sistema ternario. Di storia, per il contenuto magitre in tre.
co che aveva, era il quattro.
Però c'era anche qualcuno Poi veniva il sei, poi ancora il
che in stretta analogia al prosette, e, infine il tredici. Queprio fisica contava col sistema
sto, unito al 17, è rimasto anquinario. Qualcuno contava a
cora
a dominare l'odierno camgruppi di venti (sistema vigesimale) e qualcuno era « qua- po della superstizione. Invece
più che alla magìa, la mateternario » cioè seguace del 4.
matica
deve il suo sviluppo raComunque, a quanto sembra, non appena l'uomo dopo pido e potente, all'astronomia,
l'uno, ha scoperto il due e il dato che anche fra le più antre, subito ne è venuta fuori tiche tribù paleolitiche si aveuna deliziosa confusione. Tan- vano alcune elementari nozioni sul sole, la luna e le stelle.
to per cambiare.
Infatti il primo calendario
Tanto per dare un esempio:
i francesi sono ancora oggi adottato è quello lunare sopra« quaternari »: quatre-vingt u- tutto perchè le fasi della luna
sono state e sono tuttora, un
guale 80.
Il sistema del « venti » è ve- indice prezioso per l'agricoltura. I l bello di tutta questa storia è nel fatto che lo sviluppo
storico della matematica non
ha seguito affatto il diagramma che noi ne facciamo nelle
nostre scuole per l'insegnamento. Alcuni temi matematici più
antichi appartengono a quello
che
noi,
oggi, chiamiamo
« scienza matematica modern a » ; mentre buona parte della nostra matematica elementare, ad esempio la rappresentazione grafica, è strettamente
connessa agli sviluppi più tardivi della matematica neolitica.
E dopo tutto questo voglio
proprio vedere se c'è ancora
qualcuno che osa negare che
la matematica non è un'opinione.
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