R. De Lorenzo, L`età napoleonica (1800

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R. De Lorenzo, L`età napoleonica (1800
RENATA DE LORENZO
L'ETAÁ NAPOLEONICA (1800-1815)
SOMMARIO
Introduzione
Avvertenza
Bibliografia
I. LE FONTI
1. Archivi. Inventari ed edizioni di fonti
a) Le fonti fiscali: i catasti (in ordine geopolitico)
b) Le fonti notarili
c) Le fonti demografiche
d) Le fonti sulle forme di opposizione (brigantaggio, insorgenze) e sulle societaÁ segrete
e) Le fonti sulla soppressione degli ordini religiosi
e l'alienazione dei beni dello Stato
f) Le fonti giuridiche e le fonti coeve a stampa di
carattere legislativo e amministrativo (codici, almanacchi, statuti)
g) Le fonti diplomatiche
2. Manoscritti e testi di contemporanei (antologie,
diari, cronache, lettere, memorie, manifesti, ristampe)
3. Sussidi (Monete, Medaglie e Timbri, Cartografia)
a) Monete
b) Medaglie e Timbri
c) Cartografia
II. BIBLIOGRAFIE
STORIOGRAFIA
E RASSEGNE BIBLIOGRAFICHE .
1. Bibliografie e rassegne bibliografiche
2. Storiografia
III. OPERE
GENERALI
1. Napoleone Bonaparte
2. Il periodo 1800-1815 nella storia europea e mondiale
3. Il periodo 1800-1815 nella storia italiana
4. Percorsi tematici
IV. ATTI DI
CONVEGNI E CATALOGHI DI MOSTRE
V. LE
GUERRE NAPOLEONICHE
VI. IL
PERCORSO POLITICO
1. Dalla politica concordataria al Congresso di Vienna
2. La Consulta di Lione
3. Tumulti e insorgenze
4. I movimenti politici: democrazia, neogiacobinismo, massoneria, emigrazione
5. Napoleone all'Elba
6. Il 1815 e la fine del regime napoleonico
VII. L'ITALIA
E IL SUO TERRITORIO
1. I dipartimenti italiani annessi all'Impero
a) Piemonte e Val d'Aosta
Fonti e storiografia
Opere generali
Percorsi tematici
Personaggi (in ordine alfabetico)
La dimensione urbana
b) Liguria
Fonti e storiografia
Opere generali
Percorsi tematici
Personaggi (in ordine alfabetico)
La dimensione urbana
2. La Seconda Cisalpina. La Repubblica Italiana
(1802-1805). Il Regno d' Italia (1805-1814)
Fonti e storiografia
Opere generali
Percorsi tematici
Personaggi (in ordine alfabetico)
La dimensione urbana lombarda
Veneto, Friuli, Trentino, Istria e Dalmazia,
Isole Jonie
3. Gli Stati Parmensi
4. La Toscana e il Regno d'Etruria
Fonti e storiografia
Opere generali
Percorsi tematici
Personaggi (in ordine alfabetico)
La dimensione urbana
5. Lo Stato della Chiesa
Fonti e storiografia
Opere generali
a) La storia della Chiesa
b) Lo Stato pontificio (Roma, Lazio, Legazioni poi
dipartimenti)
Percorsi tematici
Personaggi (in ordine alfabetico)
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Á NAPOLEONICA ( 1800-1815 )
L'ETA
Regioni appartenenti allo Stato Pontificio passate sotto il Regno Italico e annesse alla Francia: Lazio, Emilia Romagna, Territori Estensi,
Marche, Umbria
6. Il Regno di Napoli
Fonti e storiografia
Opere generali
Percorsi tematici
Personaggi (in ordine alfabetico)
Regioni, province, cittaÁ: Napoli e la Campania, Principato Citra, Principato Ultra, Abruzzi, Basilicata, Calabria, Puglia, Molise
7. L'Italia fuori della conquista napoleonica
a) La Sardegna
Fonti e storiografia
Opere generali
Percorsi tematici
Personaggi (in ordine alfabetico)
La dimensione urbana
b) La Sicilia
Fonti
Bibliografia e storiografia
Opere generali
Percorsi tematici
Personaggi (in ordine alfabetico)
La dimensione urbana
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INTRODUZIONE
Rispetto all'affermazione con cui Vittorio E. Giuntella e Carlo Zaghi introducevano
il loro contributo su L'Italia nel sistema napoleonico alla Bibliografia dell'etaÁ del Risorgimento, edita nel 1971, cioeÁ dello scarso interesse nel trentennio 1940-1970 per questo
periodo, ci troviamo oggi di fronte alla constatazione opposta. E cioÁ vale sia per la fase
1790-1799, dal riformismo al Triennio rivoluzionario, sia per quella napoleonica postMarengo. Le motivazioni sono molteplici, legate certamente alla domanda storiografica
e politica del presente a livello italiano e internazionale, alle celebrazioni del bicentenario, prima rivoluzionario, ora napoleonico, con modalitaÁ molto diverse dal trionfalismo
revanchista che in Francia aveva caratterizzato le celebrazioni del primo centenario nel
1889. Si aggiungano la moltiplicazione dei centri di ricerca, col proliferare di piccole
universitaÁ, l'accresciuto numero dei ricercatori, la celeritaÁ dei mezzi di comunicazione
che consente tempi di lavoro piuÁ concentrato, maggiore disponibilitaÁ di fonti e strumenti bibliografici.
Se tutto cioÁ puoÁ aver avuto risvolti penalizzanti in alcuni casi in merito alla qualitaÁ
degli interventi [ma si tratta degli stessi limiti dell'«indirizzo politico diplomatico fine a
se stesso» (p. 391) e della stessa approssimazione delle conclusioni e dell'indagine archivistica, che lamentavano Giuntella e Zaghi], i vantaggi sono certamente individuabili in
un ampliamento delle tematiche, in una maggiore consapevolezza del carattere complesso dell'approccio storiografico, che deve tener conto delle settorializzazioni (storia politica, diplomatica, sociale, economica, delle istituzioni, demografica, di genere, dell'ambiente, e cosõÁ via), ma anche smussarne i contorni rigidi e valorizzare il carattere euristico delle conoscenze trasversali. Il riproporsi negli ultimi anni della storia politica, diplomatica, culturale, non va pertanto inteso come revanchista ritorno di scuole, ma
come consapevolezza di rinnovate metodologie.
In campo archivistico, per quanto molto sia ancora da organizzare, si sono moltiplicati gli inventari di fonti sul periodo francese in Italia e in alcuni casi anche di fonti francesi sull'Italia, sia ad opera degli archivi parigini che per iniziativa di quelli italiani. Significativo il caso torinese, ove si eÁ provveduto a selezionare il materiale di etaÁ napoleonica, relativo al Piemonte, conservato a Parigi, dando luogo al volume Fonti dell'Archivio nazionale di Parigi per la storia istituzionale del Piemonte (1798-1814), che integra il
classico Baldo Peroni, Fonti per la storia d'Italia dal 1789 al 1815 nell'Archivio di Stato
di Parigi, del 1936. Ne sono mancate indagini in altri archivi europei.
La disponibilitaÁ diretta di alcuni di questi inventari in Internet eÁ un aspetto che richiede sia maggiore e diversa professionalitaÁ dell'archivista, sia capacitaÁ di interrogazione da parte del ricercatore. Su queste basi per il presente e per il futuro la segnalazione
delle mancanze non va tanto nella direzione di chiedersi quanto eÁ stato ordinato, inventariato, ecc..., ma quanto eÁ stato messo in rete, segnalato opportunamente con link, in-
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serito con programmi ad hoc, elaborati per la schedatura di manoscritti ed opere a
stampa.
C'eÁ da chiedersi ancora come ha risposto la ricerca degli ultimi trent'anni alle lacune
chiaramente indicate dai due autori citati: la settorialitaÁ, il tecnicismo, la ripetitivitaÁ dei
temi, la mancanza di attenzione all'«analisi della societaÁ e delle sue strutture e delle classi e forze economiche, culturali e sociali che esprime e delle loro singole azioni e reazioni», l'attrazione per la figura di Napoleone piuÁ che per l'Italia nel suo processo storico,
la mancanza di opere complessive. Quest'ultimo rilievo eÁ ancora valido, sia per il Regno
d'Italia che per altre zone, come la Roma napoleonica e il Regno di Napoli, ambiti per i
quali restano fondamentali alcune opere generali (Louis Madelein e Jacques Rambaud),
espressione di una storiografia francese di inizio '900, o sono comunque punto di riferimento opere datate come quelle di Angela Valente per il Regno di Gioacchino Murat.
I tentativi di sintesi, in effetti, non sono mancati ma sono stati delegati ad iniziative editoriali a piuÁ voci, nelle quali uno o piuÁ ricercatori affrontavano il periodo rivoluzionario
e napoleonico nella sua complessitaÁ, o in analisi per temi, ma in un imposto ridotto numero di pagine.
Queste constatazioni hanno indotto l'autrice (anche in funzione della divisione della
trattazione del periodo, in base ad una delimitazione cronologica, con Anna Maria Rao
e Massimo Cattaneo, il cui saggio comprende gli anni fino al 1799), a cambiare la struttura del precedente repertorio bibliografico di Giuntella e Zaghi, la cui impostazione
appare prevalentemente dominata dalla storia politica e confina negli studi locali proprio il settore che ha avuto maggiore sviluppo, quello della storia delle singole aree, nelle loro interne articolazioni territoriali. Qui infatti si individuano i campi privilegiati della verifica di cioÁ che si chiedeva alla ricerca storica degli anni post-1970: non solo le leggi e le riforme, «il profilo dell'istituto giuridico nella sua formazione costituzionale» (che
egemonizzava per i due autori l'opera di Melchiorre Roberti sulla Milano napoleonica a
discapito del suo funzionamento e dell'influenza della societaÁ), ma le esigenze strutturali
grazie alle quali fu possibile far funzionare un modello di Stato amministrativo imposto
dall'esterno; il concreto agire di uffici, magistrature; le battaglie, ma soprattutto la vita
quotidiana dell'esercito; il pre e il post di eventi, che si ricordano per la loro esplosivitaÁ e
invasivitaÁ; le strade del diritto, di codici e costituzioni, come frutto di societaÁ complesse
che occorre conoscere proprio articolando le esigenze delle eÂlites e dei gruppi sociali in
rapporto alla specificitaÁ dei contesti; il linguaggio, come strumento di decostruzione,
per precisare termini, espressioni. Le definizioni si complicano e il dato linguistico assume una valenza socio-politica esplicita. Lo storico ha necessitaÁ di definire termini,
espressioni. Concetti aggreganti cambiano significato secondo i luoghi e i tempi: eÂlites,
protonotabilato, notabilato, controrivoluzione, antirivoluzione, insorgenze, giacobini,
patrioti, neogiacobini e cosõÁ via, sono termini che hanno perso il carattere di genericitaÁ
per riempirsi di valori e significati legati ai processi di formazione di lunga, media e breve durata.
I tentativi compiuti per venir incontro a queste esigenze hanno finito per complicare ma anche raffinare le domande storiografiche: si pensi agli studi sulla vendita dei beni
dello Stato e degli enti ecclesiastici soppressi che hanno dato luogo in tutte le zone a
ricerche di tipo quantitativo. Non piuÁ ad un certo punto contano tuttavia le modalitaÁ,
i meccanismi ``politici'' della vendita dei beni nazionali, di distribuzione e redistribuzione della proprietaÁ, ma la verifica su tempi lunghi degli effetti di quell'operazione, che eÁ
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stata momento fondante di diversi rapporti e diverse forme di rappresentativitaÁ; conta
ancora la verifica in spazi urbani, ove agiscono non solo le borghesie delle tradizionali
categorie di un Ottocento progressista, ma anche le aristocrazie e si plasma la loro capacitaÁ di sopravvivere e di imporre i propri valori alla societaÁ, con una sorta di prosieguo dell'antico regime, su diverse coordinate.
Si prospetta quindi un notabilato ampio e diversificato al suo interno, espressione
dell'eÂlite (Louis Bergeron), data la molteplicitaÁ di figure che esso riesce a inglobare, con
accentuazione ora degli aspetti relativi all'influenza politica e fortuna economica (Armando Saitta), ora di quelli della componente burocratica-amministrativa e della partecipazione alla guardia d'onore (Carlo Capra, Andre Tudesq e Andre Jardin), ora di
«honneur, meÂrite, argent» (Guy Chaussinand-Nogaret), per qualificare le «masses de
granit». ProprietaÁ, potere, famiglia, sono aspetti caratterizzanti estendibili a livelli medi,
gruppi professionali, mondo militare, clero, servizi, ai soggetti presenti nei collegi elettorali, nei consigli dipartimentali, provinciali e distrettuali, nei consigli di arrondissement, nei consigli comunali, con connotazioni destinate a perpetuarsi e complicarsi
(Le Italie dei notabili: il punto della situazione, a cura di Luigi Ponziani, L'Aquila,
2001, Atti del convegno, Pescara, 5-8 marzo 1998, Napoli, ESI, 2001).
Se ancora forte eÁ la suggestione dell'antropologia storica del classico Sidney Tarrow
(Tra centro e periferia. Il ruolo degli amministratori locali in Italia e in Francia, Bologna,
Il Mulino, 1979), nel qualificare questo complesso rapporto si eÁ arricchita la conoscenza
dei gruppi dirigenti periferici, notabili o protonotabili, amministratori, funzionari e impiegati, «imprenditori», ma anche commercianti e negozianti, la cui caratteristica eÁ
quella di vivacizzare in vario modo le realtaÁ provinciali, di dare un nuovo senso al rapporto con le capitali, di muoversi sempre all'ombra dello Stato, di sfruttare le occasioni
offerte dal riformismo. Problema che si proietta all'indietro per la necessitaÁ di comprendere l'entourage istituzionale e pedagogico che forma potenziali amministratori in Stati
settecenteschi non amministrativi e si proietta sull'Ottocento per la concreta prova di seÂ
che molti fecero, a conferma spesso dell'esperienza giaÁ fatta nel Triennio repubblicano.
Come si eÁ formato il personale politico e amministrativo che in definitiva non appare
impari ai compiti assegnati? Come valutare la capacitaÁ di molti di interpretare piuÁ
che di recepire il modello d'oltralpe, di entrare col mondo burocratico francese in un
rapporto non di sudditanza ma di scambio di esperienze e competenze? Si veda il caso
del costituzionalismo di Daunou che tanto deve all'esperienza romana (Francesca Sofia,
Antico e moderno nel costituzionalismo di P.C.F. Daunou, commissario civile a Roma, in
Cap. IV Convegni, 1994 ROMA, pp. 349-366)
Le citate diversificazioni trovano conferma negli studi sulle cittaÁ e sulle regioni, suffragati da scelte editoriali che prediligono queste dimensioni. Sensibile ad una maggiore
articolazione dei gruppi sociali rispetto alla tradizionale polaritaÁ fra proprietari e contadini, ancora condizionata, nei primi anni Settanta, dall'impostazione gramsciana e da
una maggiore attenzione allo studio delle campagne, la storiografia appare infatti privilegiare la dimensione urbana, in un rapporto tuttavia non conflittuale con quella rurale.
Il convegno di Roma del 1984 (Villes et territoire pendant la peÂriode napoleÂonienne:
France et Italie), in una prospettiva comparata Italia-Francia, coniugava innanzitutto
il territorio, soggetto e oggetto dell'amministrazione, attraverso lavori pubblici, con l'individuazione delle relative professioni: ingegneri e architetti, rivisitazione in prospettiva
urbana di catasti, statistiche, censimenti, cartografia, viabilitaÁ, urbanistica, spazi pubbli-
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ci e privati. Accanto al sorgere dei soliti uomini nuovi, prevalevano l'attenzione alla persistenza e alla capacitaÁ di riciclarsi delle aristocrazie, alla loro continuata presenza nei
centri del potere, alla loro promettente capacitaÁ di adeguarsi alle nuove richieste sociali
ed economiche del periodo, come nel caso della Firenze francese di Giovanni Gozzini
(Firenze francese: famiglie e mestieri ai primi dell'Ottocento, Firenze, Ponte alle Grazie,
1989). In altri casi si eÁ piuttosto valorizzata la fisionomia napoleonica e ottocentesca urbana determinata da impiegati e liberi professionisti, negozianti, bottegai, con l'uso di
tutti i criteri di misurazione (come affitti, presenza di servi e domestici), salvaguardando
la caratteristica fondamentale dei nuovi ceti nella ricchezza pecuniaria, che incide anche
su una diversa fisionomia nobiliare (la Firenze di Fabio Bertini, NobiltaÁ e finanza tra
'700 e '800. Debito e affari a Firenze nell'etaÁ napoleonica, Firenze, Centro Editoriale Toscano, 1989). L'attenzione al terziario ha reso piuÁ articolata l'eÂlite cittadina di grossisti,
commercianti, provenienti da vari strati sociali, con annessa attenzione alle forme del
credito, e i cambiamenti urbanistici, richiesti da gruppi burocratici viventi di stipendio,
sono apparsi motori di una maggiore circolazione del danaro.
In questo arricchirsi del campo semantico delle eÂlites, soggette a molteplici e differenti tipi di definizione, si eÁ avvertita l'esigenza di conoscere la loro formazione culturale
complessiva, quindi il moltiplicarsi di studi sulla scuola e soprattutto sulle universitaÁ,
riflesso di un rinnovato interesse per la storia della cultura ed insieme per quella dei
gruppi dirigenti, seguiti nel loro cursus studiorum.
I tradizionali blocchi (gruppi sociali in lotta, cittaÁ-campagna) appaiono quindi poco
omogenei e poco convincenti, eppure occorre guardarsi dalla tentazione di respingerli
tout-court. Nello studio del mondo rurale suggestioni e categorie interpretative provenienti dal Gruppo di Gottinga ci restituiscono una ruralitaÁ complessa, in cui verificare
il rapporto tra demografia e attivitaÁ manifatturiere, dinamiche matrimoniali e strutturarsi della famiglia come unitaÁ produttiva e riproduttiva insieme (ganzes haus); in una campagna luogo anche di attivitaÁ extraagricole, la famiglia appare piuÁ articolata e meno lontana dal mondo urbano, in un rapporto non piuÁ conflittuale ne reciprocamente escludente. Sono da auspicare pertanto un ritorno di ruralitaÁ, una consapevolezza rinnovata
del carattere comunque preminente del settore primario per tutto l'Ottocento e in tutte
le regioni italiane, un suo rinnovato protagonismo che coinvolga i settori produttivi e
sociali aspiranti ad una ampliata e diffusa legittimazione storiografica, come il mondo
del clero e delle parrocchie, non a caso fortemente legato alla dimensione «campagna».
Sono processi che vanno seguiti attraverso lo studio di censimenti, statistiche coeve,
contratti di matrimonio, fonti demografiche, ricostruzioni di reti relazionali legate al
gruppo parentale, collegando demografia storica e storia socio-politica.
1. Trenta anni non compatti: un bilancio
Il Colloquio internazionale sulla storia dell'Italia giacobina e napoleonica (Roma,
25-27 marzo 1974), sia per la qualitaÁ delle relazioni che per le tematiche affrontate indicava le linee di interesse di quegli anni: la compattezza della fase 1789-1815, le indagini su proprietaÁ, feudalitaÁ, economia, il ruolo penalizzante o meno della dominazione
francese, le suggestioni gramsciane della «reÂvolution agraire manqueÂe», l'uso del catasto
non solo come fonte fiscale, ma per lo studio delle strutture economico-sociali, il tentativo di definire i gruppi dirigenti, l'interesse allo studio dei prezzi, la correlazione
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tra atteggiamenti politici e fisionomia sociale, le suggestioni degli studi prosopografici
francesi in merito alla quantitaÁ e qualitaÁ dei notabili, le forme dell'opposizione piuttosto
come ``ralliement'', l'aspetto istituzionale come adesione o differenziazione rispetto al
modello ma anche come contenitore da conoscere nei suoi aspetti organizzativi, da
riempire con fisionomie di impiegati, funzionari, burocrati, lo studio della povertaÁ e
dei prefetti, l'aspetto culturale e propagandistico tramite la stampa, lo sviluppo urbano,
le classi dirigenti pre e post la rivoluzione e l'etaÁ napoleonica, l'organizzazione amministrativa nell'ambito sia dei dipartimenti di nuova creazione nelle zone annesse alla Francia, sia con la creazione di distretti e di province, una conoscenza delle istituzioni nuove
e progressivamente studi sul loro funzionamento.
Molti di questi percorsi sono stati seguiti in un'ottica che manteneva inalterata la
centralitaÁ dello Stato, ma non escludeva la possibilitaÁ di stabilire nessi, correlazioni
tra momento istituzionale e societaÁ civile, sia che riguardassero il livello comunale
che quello distrettuale e provinciale/dipartimentale, dando risalto alle possibilitaÁ di mobilitaÁ socio-politica offerte dal nuovo regime censitario, sia che prediligessero prefetture
e intendenze, o le sommosse contadine, il brigantaggio, come forme di una complessa
accettazione della dominazione napoleonica. L'approccio culturale conosceva anch'esso
molte sfumature, da quella istituzionale a quella ideologica, concentrandosi sul tema
delle universitaÁ, delle accademie, dei circoli patriottici, della Massoneria, dell'impegno
di scienziati ed educatori di alto livello, ma anche sulle istituzioni educative di base e sui
processi di alfabetizzazione nell'azione dello Stato amministrativo.
Un primo bilancio di questa fase si deve a Pasquale Villani che nel 1986, riflettendo
sulla storiografia dei venti anni precedenti, pur optando per la rottura rispetto al Settecento prerivoluzionario, individuava comunque la compattezza e l'unitarietaÁ della fase
1780-1820, rispetto alla quale c'era da chiedersi «come e perche» gli «italiani» del pre1780 fossero diversi da quelli del post-1820. Villani individuava alcuni percorsi: la distinzione fra gruppi dirigenti e la gran massa della popolazione, a sua volta non indifferenziata, ma variamente collocata in una rete di relazioni economiche, sociali, familiari; il porsi del «giacobinismo» come categoria densa di significati politici; i differenti
percorsi di una storia delle idee e di quella delle istituzioni, delle congiunture economiche, della societaÁ.
Sulla scia di Saitta riconfermava il carattere di frattura del Triennio, come momento
anche di introduzione di nuovi fermenti destinati a lievitare, ed accettava una scansione
storiografica che vedeva nel 1974, come denunziato da Saitta, il declinare o la fine della
stagione di studio dei movimenti politici e del giacobinismo, nel 1986 anche il declino
per l'interesse alla storia delle strutture e dell'economia, e l'affermarsi di una storiografia
sensibile alle suggestioni antropologiche. Della produzione 1965-1985 lamentava «minore originalitaÁ e vigore» rispetto al periodo precedente, ma anche «piuÁ sicura disciplina di ricerca, ... maggiore consapevolezza della complessitaÁ degli intrecci, .... piuÁ varia
articolazione dei temi, ... piuÁ folto numero di ricerche e ricercatori».
Riferendosi al numero dei «Quaderni storici» del 1978 su Notabili e funzionari nell'Italia napoleonica, ricordava come il cambiare delle prospettive incidesse sulle scansioni temporali, come i quesiti tradizionali su ruolo e funzionamento delle istituzioni, frattura o continuitaÁ, rapporti tra le «classi», «progresso o regresso sulla via del capitalismo», fossero generali e imprecisi rispetto ad un'etaÁ napoleonica, momento breve ma
significativo secondo che si badi alla storia politica, sociale, istituzionale, alle trasforma30
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zioni economiche, alla mentalitaÁ collettiva. Momento pertanto di uomini viventi in istituzioni rinnovate, ma anche radicati nel passato, per educazione, sensibilitaÁ, legami familiari, mentalitaÁ e quindi uomini delle ``resistenze''. Riaffermava tuttavia il ruolo e gli
spazi che ancora appartenevano alla storia politico-sociale, politico-istituzionale, politico-economica.
Il consuntivo di Villani precedeva la svolta determinata dalla celebrazione del bicentenario della Rivoluzione francese, che dava luogo anche in Italia ad una serie di incontri
sui temi dell'esercito, delle istituzioni e del loro funzionamento (in particolare quelle assistenziali), sull'organizzazione dello Stato, o semplicemente su specifiche aree geo-politiche al fine di verificare i riflessi, gli echi, le ripercussioni dell'evento francese nella
penisola e nella sua cultura. Si recepivano nuove categorie interpretative come la distinzione tra antirivoluzione e controrivoluzione, lavorando sui lemmi per analizzare le modalitaÁ della politica. Temi in apparenza non nuovi come il mondo militare, la politica
fiscale, il patriottismo, l'assistenza, la pubblica istruzione, le Accademie e la cultura, erano riproposti all'insegna del dibattito ideologico francese che metteva in discussione la
attualitaÁ del messaggio rivoluzionario, donde il significativo titolo del convegno di Venezia del 1989 L'ereditaÁ dell'Ottantanove e l'Italia.
Esigenze comuni alla storiografia italiana hanno conosciuto diversi approfondimenti
in base alle latitudini e alle tradizioni culturali. Nonostante la omogeneizzazione istituzionale dell'etaÁ napoleonica, emergono infatti varie dimensioni regionali, secondo l'impostazione pollardiana di subsistema territoriale, omogeneo sotto il profilo produttivo
ed economico, in equilibrio tra risorse naturali e lavoro, e in grado di concepire il rapporto cittaÁ-campagna in maniera piuÁ articolata e ricca di suggestioni, con una propria
sensibilitaÁ a vivere il clima del momento. Se nelle zone annesse alla Francia, come nel
Piemonte, si sperimentano i modelli istituzionali direttamente, a cominciare dai Codici,
e ci si puoÁ avvantaggiare di biografie, bibliografie, dizionari, atlanti, opere su dignitari,
ministri, diplomatici, personale politico, amministrativo, militare, sul Consiglio di Stato,
ecc.., relative all'Impero (molte delle quali coordinate da Jean Tulard, Louis Bergeron,
Guy Chaussinand-Nogaret, Maurice Agulhon, frutto di una storiografia che ha affrontato massicce indagini prosopografiche), le ricerche di Marco Violardo sul Piemonte ci
forniscono l'immagine di un mondo piuÁ vicino al Mezzogiorno delineato dagli Atti del
Convegno di Bari del 1984 (Il Mezzogiorno preunitario, economia, societaÁ e istituzioni, a
cura di Angelo Massafra, Bari, Dedalo, 1988) che alla Francia-modello.
Per lo Stato della Chiesa rimane una specifica duplice valenza spirituale-religiosa e
civile-amministrativa. Nel Regno di Napoli la pur problematica fase della prima Restaurazione, resa piuÁ viva e complessa dagli studi di Pasquale Villani colla sua esemplare
biografia di Zurlo, e piuÁ di recente dall'attenzione ad una opzione federativa post1799 che vede la partecipazione anche di intellettuali meridionali, eÁ stata comunque
compressa dal «Decennio», arco temporale considerato con una sua unitarietaÁ nella sequenza Giuseppe Bonaparte-Gioacchino Murat, per connotare la tardiva dominazione
napoleonica nel Mezzogiorno rispetto al Regno italico.
La Toscana, erede del riformismo lorenese e pronta a riaccogliere i sovrani nella Restaurazione, dopo una produzione storiografica che valorizzava piuttosto la continuitaÁ
dinastica come sintomo di specificitaÁ e identitaÁ proprie, anziche la incerta, breve, contraddittoria fase del regno d'Etruria, dell'annessione alla Francia e del granducato di
Elisa Baciocchi, vede di recente il riconoscimento alla fase napoleonica di un dinamismo
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che la lunga dominazione pre e post dei Lorena aveva appiattito sui connotati del riformismo autoctono; esso appariva limitato in precedenza invece a forme di patriottismo o
all'opposto di brigantaggio, moti popolari e criminalitaÁ, a particolari situazioni come
quella del porto di Livorno e allo sviluppo della siderurgia, all'uso dei censimenti, alla
vendita dei beni nazionali, al personale prefettizio.
Ne deriva quindi una visione piuÁ articolata anche di zone che non rientrano nel dominio napoleonico, ritenuto motore privilegiato della modernizzazione. Ridimensionata
appare ad esempio la tradizione storiografica dell'isolamento quasi totale della Sardegna
e della Sicilia, si sono evidenziati i processi messi in atto dalla dimora della corte borbonica a Palermo e dai percorsi costituzionali su modello inglese. In Sicilia i dieci anni
di presenza dei sovrani fecero dell'isola la base e l'emporio della flotta inglese nel Mediterraneo, con un indotto legato ai bisogni della corte nonche alle spese militari per
derrate alimentari, soprattutto grano, vino e bestiame, con conseguenti alti prezzi ± favorevole congiuntura economica (Alfio Signorelli, Tra ceto e censo: studi sulle eÂlites urbane nella Sicilia dell'Ottocento, Milano, Franco Angeli, 1999).
Alla luce di questa piuÁ consapevole percezione delle varie fisionomie territoriali eÁ
possibile valutare anche cosa si eÁ realizzato rispetto alla denuncia di carenze fatta da
Giuntella e Zaghi, a cominciare dalle biografie di Napoleone che, pur vedendo prevalere ancora l'atteggiamento agiografico rispetto alla leggenda nera, hanno anche recepito l'opportunitaÁ di qualificare il regime piuÁ che l'uomo. La prevalenza di traduzioni di
opere straniere non ha escluso inoltre agili sintesi di serio taglio scientifico, come quella
di Criscuolo, e un ampio e critico lavoro da prospettiva italiana, ad opera di Luigi Mascilli Migliorini.
EÁ indubbio che, grazie ai lavori di John Davis, di Franco Della Peruta, di Luigi Mascilli Migliorini, di Anna Maria Rao, di Isabella Forte Messina, la costante attenzione al
tema della guerra e delle sue modalitaÁ, uno dei punti forti della storiografia napoleonica,
si eÁ aperta agli aspetti sociali collaterali, dalla vita quotidiana delle truppe agli approvvigionamenti, alle forme di armamento e composizione delle armate, ma soprattutto alla
coscrizione legata alla nuzialitaÁ e ai processi demografici, alla diserzione, alle modalitaÁ
della vita civile e politica. Sempre molto studiati sono ancora i problemi della difesa,
delle relazioni internazionali sotto il profilo delle vicende guerresche, con accentuate
specializzazioni sia da parte dei tecnici della difesa e della diplomazia che da parte
dei giuristi, tranne forse che per gli aspetti finanziari ed economici (fornitori dell'esercito, per alimenti, nitro, armi, forme di speculazione).
Alla fine degli anni Settanta il citato numero 78 dei «Quaderni storici» su Notabili e
funzionari nell'Italia napoleonica, sulla scia di lavori condotti in Francia, dava una chiara
indicazione di ricerca, non seguita in maniera massiccia come ci si aspettava. Gli anni
Ottanta vedevano approfondire la conoscenza di alcuni campi di questa burocrazia, come il mondo dei prefetti (Livio Antonielli, Armando De Martino), l'amministrazione
delle finanze, in particolare per la tassa sulla terra (Renata De Lorenzo), si moltiplicavano gli studi sugli organismi consultivi, come i consigli provinciali e distrettuali, fucina
e campo di prova dei gruppi dirigenti, in seguito alle importanti indicazioni di Alfonso
Scirocco (Maria Sofia Corciulo, Renata De Lorenzo e, negli anni Novanta, Nicola Antonacci, Claudio Canonici, Francesca Lo Faro, Maria Rosaria Rescigno). Ai molti stimoli non sembra corrispondere una identica sensibilitaÁ regionale ma gli studi degli autori
citati e di Angelantonio Spagnoletti, Guido Melis, Marco Meriggi, Raffaele Feola sul
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contenzioso amministrativo, con taglio istituzionale e giuridico ma anche con forti interrogativi sui risvolti sociali, sono segno di una minore rigiditaÁ delle discipline.
La centralitaÁ dello Stato rimane forte come criterio interpretativo, tuttavia l'analisi si
proietta su diverse categorie storiografiche, dalla creazione e crescita dei gruppi professionali, all'associazionismo religioso e solidaristico, alle storie di genere, a forme di varia
mobilitaÁ sociale, ma anche di demobilitaÁ. I temi dell'assistenza, dell'insegnamento, in
quanto campi che subirono trasformazioni radicali, sottratti alla Chiesa, sono stati approfonditi dovunque, per quanto poco conosciuto sia ancora l'insegnamento di base,
primario. L'azione e la selezione delle burocrazie, a livello comunale, distrettuale, provinciale, dipartimentale, eÁ campo soggetto ad indagini frammentarie ed alla fine appare
ancora molto lacunoso.
Studiosi del diritto e dei movimenti politici hanno evidenziato le motivazioni ampie
che sono alla base di codici e costituzioni, indagato sulle forme di polizia. La ricostruzione dell'organizzazione ministeriale, in particolare quella della Repubblica italiana, ha
privilegiato gli Affari Interni e la Guerra (Giovanni Ancarani, Il governo della Repubblica
italiana, 1802-1805, Milano, UniversitaÁ Cattolica, 1988), grazie anche alla relativa omogeneitaÁ dei rispettivi fondi archivistici. Minore attenzione ha viceversa ricevuto l'organizzazione diplomatica dell'Italia francese (Repubblica e Regno), tanto nella forma
del cosiddetto «servizio interno» (l'attivitaÁ degli Uffici del Ministero delle Relazioni
Estere) che del «servizio esterno», relativo alle rappresentanze diplomatiche e consolari
vere e proprie, probabilmente per gli scarsi spazi di autonomia e di sovranitaÁ, che ebbe
la politica estera del Regno d'Italia, creato nel 1805, come Stato satellite. Ne daÁ conferma lo studio di Arianna Arisi Rota sull'attivitaÁ diplomatica dell'Italia napoleonica attraverso le figure e le strutture alle quali, dal 1802 al 1814, spettarono l'organizzazione e la
conduzione delle relazioni con gli Stati esteri: il Ministero delle Relazioni Estere, affidato
da Bonaparte a Ferdinando Marescalchi e diviso tra una sede a Parigi ed una a Milano,
il corpo diplomatico-consolare, evidenziano questa sudditanza ma la storia del «microcosmo» di impiegati e di agenti diplomatici ripropone i ritmi del tormentato rapporto
tra il sistema francese e la realtaÁ italiana, una storia fatta di aspettative e di delusioni, di
prerogative e di interessi faticosamente difesi di fronte alle interferenze delle autoritaÁ
d'oltralpe e alle esigenze finanziarie della macchina imperiale.
Una sommaria individuazione dei temi economici, per i quali si rimanda alla relativa
sezione in ognuno dei capitoli successivi, ci porterebbe ad evidenziare lo studio del quadro generale come verifica, piuÁ che come tendenza a ricostruire le grandi linee delle sintesi complessive. Il problema che all'inizio degli anni Settanta Villani si poneva in merito
al contributo che il periodo napoleonico aveva dato ad accelerare o meno la crescita
economica italiana [Qualche aspetto dell'economia italiana nell'etaÁ napoleonica in Colloquio internazionale sulla storia dell'Italia giacobina e napoleonica (Cap. IV Convegni
1974 ROMA, pp. 13-44)] ha perso in manicheismo, per acquistare in maggiore articolazione dei contenuti. Si va dalla ricerca sui porti, soprattutto quello di Livorno (con la
consueta attenzione al contesto internazionale, agli aspetti diplomatici), di Venezia, di
Genova, di Napoli, in cui la dimensione interna si qualifica per l'impegno dello Stato
nel valorizzare le potenzialitaÁ produttive delle singole zone, alla riproposizione degli studi su SocietaÁ agrarie ed economiche, svincolati da una prestabilita volontaÁ di verifica
dell'affermarsi del capitalismo, per proporsi come fonte utilizzabile anche per lo studio
dei fenomeni associazionistici (Renata De Lorenzo, Marta Petrusewicz, Walter Palmie-
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Á NAPOLEONICA ( 1800-1815 )
L'ETA
ri). Le molte ricerche su singoli settori produttivi, anche in zone molto circoscritte, spesso non sono autoreferenziali e tendono a verificare l'impatto dell'eventuale crisi sui ritmi
della societaÁ e della famiglia (vedi i lavori sul Piemonte di Rosalba Davico negli anni
Settanta e di Luciano Allegra negli anni Novanta).
La storia delle istituzioni finanziarie e fiscali, se trova ancora un punto di riferimento essenziale nel lavoro di Marcel Marion, della prima metaÁ del '900, e di Gabriel Ardant, va sempre piuÁ a porsi come dimensione economica, anche internazionale, spesso
ridotta ai soli rapporti con l'Inghilterra, mentre preme il confronto col quadro europeo.
Lo studio dei catasti a sua volta, fonte per conoscere la diffusione della proprietaÁ, ha
dato quadri piuÁ articolati delle singole realtaÁ locali, ma soprattutto va riproponendo il
dato quantitativo come strumento da indagare con tecnologie informatiche e con risultati cartografici interattivi tramite GIS (Gestione di informazioni spaziali). Strumenti informatici che vengono usati anche per la schedatura di fonti fondamentali ma finora mai
capillarmente sondate, come i lavori della Commissione feudale nel Regno di Napoli, al
centro di una ricerca di Giuseppe Galasso, attualmente in corso.
La pubblicazione delle fonti statistiche e dei censimenti, inquadrati con saldi apparati critici (come nel caso di Francesca Sofia), se ha confermato il ruolo «poliziesco» e di
controllo delle indagini di questo tipo, ha fornito strumenti di analisi e di conoscenze
nella direzione della formazione e del sondaggio del consenso.
Questi temi (e molti altri, che possono dedursi dalla divisione in sezioni proposta
nell'ambito dei vari capitoli, soprattutto quelli relativi alle singole aree geo-politiche),
riportabili in prima istanza ad esigenze conoscitive relative al funzionamento dello Stato
amministrativo, potrebbero dare la sensazione di aver messo in ombra un aspetto piuÁ
evidente nella fase pre-1800, quello del dibattito politico, delle opzioni costituzionali,
delle forme di opposizione (rivolte, societaÁ segrete, Massoneria), la fase cioeÁ della «scoperta della politica», per privilegiare i «tempi della politica», secondo una fraseologia
ormai collaudata. In realtaÁ i rispettivi campi semantici delle due definizioni attendono
ancora un reale approfondimento, soprattutto in merito alla seconda fase, quella napoleonica, da rivisitare in funzione di quanto le celebrazioni del bicentenario della Rivoluzione hanno fornito circa filoni e suggestioni di ricerca. A titolo di esempio, uno degli
oggetti piuÁ controversi del recente dibattito storiografico, quello delle insorgenze, al
centro anche di antistorici e faziosi revisionismi, nell'essersi precisato nel Triennio come
manifestazione sottratta a motivazioni esclusivamente economiche, religiose, conservatrici, rurali, per qualificarsi antropologicamente e politicamente come espressione di antichi dissidi, lotte locali, strascichi di tentativi modernizzanti provenienti dallo Stato
stesso, si proietta verso l'etaÁ napoleonica post-1800 come necessitaÁ di definire le corrispettive forme di opposizione.
Resistenze, iniziali settarismi carbonari, brigantaggio, non appaiono sempre etichettabili come antagonismi politici; essi consentono infatti forme di collaborazione, da funzionari e amministratori, allo Stato napoleonico e/o sono il riflesso delle simili forme di
compromesso e trasformazione di ex rivoluzionari divenuti intellettuali «organici» del
regime stesso (significative le biografie di alcuni dei tanti rivoluzionari che diventano
funzionari, ad opera di Carlo Capra, Renato Pasta, Antonino De Francesco, Eugenio
Di Rienzo, Francesco Mastroberti). In ambedue gli schieramenti, giaÁ di per se non rigidi, agiscono uomini «nuovi», con un'aggettivazione che richiede di essere precisata,
piuÁ che come dato anagrafico e di maggiore o minore compromesso politico, come for-
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RENATA DE LORENZO
ma di maturazione, autocoscienza, sofferenza, malinconia, malessere, sõÁ da recuperare
anche dinamicitaÁ e opposizioni, magari non ostentate, ma non meno suggestive. Il citato
studio delle biografie, l'apporto della storia psicologica e della psicologia storica, in Italia ancora poco praticate, possono aprire strade ad analisi di situazioni di particolare e
diffuso eroismo napoleonico.
Il quadro ideologico complessivo eÁ frutto comunque alla fine del funzionamento
delle strutture, dell'accresciuta consapevolezza di un'uniformante dominazione napoleonica su un mondo di molti Stati, di molte Italie, non solo come riflesso di un paese
non unito, ma di una grande varietaÁ di atteggiamenti mentali, di opzioni politiche, di
forme comportamentali. Nonostante questa frammentazione, non sempre compensata
da una soddisfatta esigenza comparativa, il tema del contributo napoleonico al Risorgimento ha perso i connotati di un dibattito patriottico e nazionalistico, per riempirsi dei
contenuti di una plasmante omogeneizzazione amministrativa che funge da collante sociale, di una invasivitaÁ e diffusione del modello che consente gli adeguamenti alle realtaÁ
locali, ma lascia in vigore una comune percezione di Stato moderno (vedi gli studi di
Livio Antonielli per il Regno italico, Alfonso Scirocco, Angelantonio Spagnoletti per
il Regno di Napoli, Enrico Iachello per la Sicilia coinvolta in questi processi nonostante
la sua estraneitaÁ all'occupazione territoriale napoleonica).
Si ritrovano percioÁ interrogativi classici, come quelli relativi ai modelli istituzionali
che dalla Francia vengono adattati agli altri paesi. Il dibattito dei primi anni Settanta, su
«originalitaÁ o imitazione» delle istituzioni napoleoniche italiane, ha spinto ad indagini
sulle strutture dello Stato, sulle leggi del riformismo napoleonico, sotto il profilo sia giuridico che della loro concreta applicazione. Se la problematica del modello francese si
pone ripetutamente anche in studi recenti, il quadro comparativo all'interno dello spazio italiano (Cap. IV Convegni, 1996 MILANO, L'Italia nell'etaÁ napoleonica), si eÁ allargato spesso all'Europa (Cap. IV Convegni, 1997 CITTADELLA DI ALESSANDRIA, L'Europa
scopre Napoleone 1793-1804); il cambiamento di prospettiva eÁ nella valorizzazione di
un'imitazione che eÁ capace di gestirsi come originalitaÁ, di un'esigenza di confronto
che recupera la dimensione «italiana», sotto la spinta della ricerca di nuove identitaÁ.
Ma il piuÁ felice approccio comparativo si registra all'interno del paese Italia, legando
il tema della nazione ad un dibattito politico di rinnovato stampo risorgimentale, riattualizzato dalle tematiche antiunitarie in una parte del paese. Dai convegni di Arcole
degli anni Ottanta a quelli di Torre Pelice, Modena e Reggio Emilia della fine degli anni
Novanta il Tricolore diviene oggetto di un circostanziato dibattito.
La scoperta e l'esigenza di conoscenza di spazi pubblici valorizzati dal nuovo quadro normativo (cittaÁ, piazze, strade, porti ma anche uffici, carceri, luoghi di assistenza, caserme...) vede ovunque persistere ampi spazi privati con relative forme di potere,
pur nella costruzione dello Stato nuovo, cioÁ sia nel Triennio che nella fase napoleonica
(baroni con propri armigeri, rapporti di solidarietaÁ fra baroni e comunitaÁ, pur fra
contrasti).
Le pratiche dell'associazionismo, in un'ottica sia politica che sociale, hanno aperto
vie per la conoscenza delle biografie di singoli e di gruppi: si va dalle storie individuali
di quanti dall'esperienza patriottica, repubblicana e «giacobina», spesso antibonapartista, si convertono in maniera indolore al notabilato e funzionariato napoleonico, senza
reale contraddizione in rapporto all'evolversi degli eventi, a quanti rimangono da quella
fase perennemente condizionati, con l'esilio politico e altre forme di opposizione ed
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Á NAPOLEONICA ( 1800-1815 )
L'ETA
emarginazione (L'Aurora, Seracchi a Roma, Esuli di Rao, Cuoco e Lomonaco di De
Francesco). Di qui studi sulla mobilitaÁ, quasi sempre ascendente, mentre scarsissima
sensibilitaÁ ha mostrato la storiografia italiana a percorsi di mobilitaÁ discendente.
Lo studio della stampa, dei giornali di vario genere, ha qualificato l'impegno di una
intellettualitaÁ «organica» di tipo nuovo, di cui Foscolo eÁ emblematico rappresentante,
ma essa conta soprattutto come metro di una nascente opinione pubblica che si esprime
scrivendo e leggendo giornali, libri, ed elaborando, a servizio dello Stato, strumenti di
creazione del consenso al regime napoleonico. Col Convegno di Tolentino del 1997
(Ideologie e patrimonio storico-culturale nell'etaÁ rivoluzionaria e napoleonica) si eÁ intervenuti in uno dei settori piuÁ carenti come quello del patrimonio storico culturale, delle
ideologie che vi sottendono e dell'uso che se ne fece, al di laÁ della frammentarietaÁ di altri
interventi sul tema che erano rientrati in piuÁ generali discorsi di carattere istituzionale e
politico. Patrimoni che furono soggetti a spostamenti, con conseguenze sul mondo degli
studi e sull'opinione pubblica, sulla regolamentazione del regime internazionale in materia, sui problemi della formazione dei musei e delle collezioni pubbliche, sul «rapporto fra opera d'arte e contesto storico-culturale, utilizzazione delle fonti documentarie
nello svolgimento della storia dell'arte, la catalogazione, la conservazione, il restauro,
la fruizione collettiva del patrimonio, il concetto di museo diffuso, e cosõÁ via» (Raponi,
p. 3). L'immensa quantitaÁ di opere d'arte giunte al Louvre creoÁ problemi di organizzazione e catalogazione e fondoÁ la moderna storia dell'arte, problemi simili si posero anche per Brera ai creatori del museo, Andrea Appiani e Giuseppe Bossi.
Il giornalismo, l'inchiesta sui dialetti e l'impiego della lingua francese rispetto a
quella italiana, temi linguistici trascurati fino ad un certo periodo, acquistano sempre
piuÁ spazio.
2. Periodizzazione e ideologie
Quadri interpretativi non conflittuali che superano i dualismi della storia etico-politica ci impongono di tornare a riflettere sulla periodizzazione e sul tema classico dell'etaÁ rivoluzionaria e napoleonica, sempre coesa fra originalitaÁ-imitazione, continuitaÁfrattura, modernizzazione in positivo-suoi effetti negativi.
Il giudizio sull'etaÁ napoleonica che nel 1974 ancora Zaghi contrapponeva al Triennio come sinonimo di conservazione, mancanza di slanci giacobini, appiattimento, eÁ ancora una volta problema di prospettive. La valorizzazione della continuitaÁ puoÁ porsi in
maniera da superare il rischio di non valutare le resistenze, le diversitaÁ, le novitaÁ; non
appare piuÁ prioritario contrapporre Triennio-piena fase napoleonica, certamente periodi che mantengono una propria specificitaÁ, ma conoscere i meccanismi del passaggio
dalla «scoperta» al «tempo» della politica, fasi scontate e prevedibili di ogni processo
rivoluzionario. Conoscere questi meccanismi ha il vantaggio di costituire una base ineludibile per la precisazione della dimensione di medietas come quella piuÁ idonea a comprendere il «lungo Ottocento». Non quindi una deminutio napoleonica, ma consapevolezza che il problema delle rivoluzioni, come tutti i veri rivoluzionari chiaramente percepiscono, eÁ quello di individuarne la fine, per far subentrare una rinnovata forma di
stabilizzazione e di riformismo.
Codici, costituzioni, sanciscono questa diversa percezione dell'uomo che si esprime
nell'eroismo napoleonico, eroismo delle grandi battaglie, ma soprattutto dei ritmi quo-
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RENATA DE LORENZO
tidiani della normalitaÁ. Il problema si pone in particolare per gli Stati che, piuÁ che ispirarsi al modello francese, lo fecero proprio in quanto annessi a quel territorio come dipartimenti, soprattutto il Piemonte, la Liguria, gli Stati parmensi, lo Stato pontificio, la
Toscana.
La prevalenza dell'uno o dell'altro termine delle citate coppie antitetiche coinvolge
la valutazione del riformismo settecentesco, che vide Stati riformati dall'alto (Regno sabaudo, domini austriaci lombardi e toscani), «riforme senza illuminismo» (Stato pontificio, Venezia, Genova, Piemonte sabaudo), «illuminismo senza riforme» o riformismo
parziale e inefficace (Napoli). In realtaÁ tuttavia ovunque si ebbero tentativi riformistici
che consentono di smussare la rigiditaÁ di tale schema; la storiografia va recuperando il
nesso tra pensiero riformatore e efficacia delle riforme, che nel caso di Napoli, col condizionamento di Croce e della storiografia etico-politica, ha contribuito al giudizio sull'isolamento e l'astrattezza degli intellettuali. Di questi ultimi invece a vari livelli, soprattutto in etaÁ napoleonica, si puoÁ ben sottolineare la concretezza e la rapiditaÁ di acquisizione delle coordinate dello Stato amministrativo, anche dove esso rappresentoÁ una novitaÁ piuÁ sconvolgente, come nel Mezzogiorno.
Senza sminuire la portata del cambiamento di fine Settecento-inizi Ottocento, in
molte zone gli interventi e i dibattiti settecenteschi erano stati vere e proprie anticipazioni
delle successive riforme rivoluzionarie. Si pensi al Piemonte sabaudo e al piuÁ ricco quadro della repubblica veneta, alla valutazione del riformismo borbonico a Napoli, non insensibile ai problemi di carattere economico, amministrativo, istituzionale, sociale del
paese, al modello leopoldino toscano, che ha sempre goduto della fama di anticipatore
del riformismo napoleonico. Riforme settecentesche che tuttavia, ipotizzate e non realizzate o realizzate in maniera insufficiente e impropria, finiscono per ribadire il carattere di
svolta del periodo napoleonico in aree come il Regno di Napoli o lo Stato pontificio.
La tesi della continuitaÁ ha trovato una valorizzazione, con frequenti riferimenti a
Tocqueville (analisi centrata sul 18 brumaio, il Consolato, gli aspetti negativi dell'Impero per l'eccessivo ordine, la burocrazia e l'amministrazione come routine), oltre che nel
rapporto fra antico regime e rivoluzione, fra rivoluzione e impero e restaurazione, grazie
alla diffusione delle ricerche prosopografiche che hanno evidenziato la capacitaÁ degli
uomini di collaborare a differenti regimi, di riproporsi come intellettuali, amministratori, operatori a vari livelli, in regimi politici differenziati, spesso prima e dopo la rivoluzione e l'impero.
In questo continuum la storia ideologica eÁ solo apparentemente emarginata. Essa si
plasma non piuÁ nell'ottica dell'opposizione ma in quella della concreta prospettiva del
migliore sistema di governo consentito nell'Italia del tempo. Alcuni temi sono efficaci
campi di verifica di questa «concretezza dell'ideologia»: lo studio dell'ebraismo, il ruolo
delle donne, il rapporto Stato-Chiesa, tutte le problematiche in genere che presuppongono il momento legislativo e istituzionale (misure in favore degli ebrei, Codice Civile,
Concordato, e cosõÁ via), ma tendono a studiarne la portata, il peso reale nella vita sociale
e culturale. EÁ proprio su questi percorsi che la verifica di paradigmi interpretativi conseguenti il fallimento delle repubbliche del Triennio e la riflessione sulla sconfitta hanno
avuto sbocchi storiografici decisivi: si pensi alla valorizzazione, nell'ambito dei movimenti democratici, dell'opzione federalista, perdente ma non minoritaria, alla ricostruzione del percorso politico ottocentesco che ha emarginato alcune presenze per valorizzarne altre, in considerazione della soluzione moderata del Risorgimento italiano, di cui
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Á NAPOLEONICA ( 1800-1815 )
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eÁ un esempio la ristampa del Saggio di Vincenzo Cuoco e del Rapporto di Lomonaco ad
opera di Antonino De Francesco. Il democratismo post-1799 non appare piuÁ un blocco
quasi monolitico, proiettato su scelte esclusivamente unitarie.
Biografie esemplari, piuÁ articolata conoscenza della fase post-1799, del quadro soprattutto milanese di delineazione della «sinistra militare» e di quella «politica», consentono di individuare le modalitaÁ di una battaglia politica che concilia, durante tutta la
fase napoleonica, seppure con sofferenza e malessere, l'impegno amministrativo, politico e militare al servizio dello Stato, con quello pubblico nella stampa e con le forme di
opposizione settaria e cospirativa. Il problema di molti eÁ quello dell'adesione al cesarismo mantenendo istanze democratiche e ideali di indipendenza nazionale, di essere servitori e oppositori degli Stati, di accettare la visione del bonapartismo come continuatore della rivoluzione e garanzia contro i pericoli del tradizionalismo di antico regime e
di mantenere margini di «libertaÁ», praticando forme di consenso non cieche ne acritiche. Dal dopo Marengo ai comizi di Lione alla proclamazione della Repubblica italiana,
al 1803 con l'affare Ceroni, gli studi della Rao, di De Francesco, di Di Rienzo, ci restituiscono una dinamicitaÁ ideologica e politica che sfata immagini di stasi e «ripiegamento
ideologico» post-1799 indicate da Zaghi.
Ancora una volta la dimensione italiana si misura sul rapporto con cioÁ che accade
contemporaneamente in Francia, ove il movimento democratico era costretto all'opposizione latomica, pur collaborando alla tirannia napoleonica, dopo il sostegno dato nel
1800 alla presa di potere di Bonaparte, visto come unico garante delle conquiste della
rivoluzione contro il pericolo reazionario all'interno e all'esterno della Francia. Ma la
condizione italiana eÁ diversa, con i patrioti tornati in patria e impegnati nella creazione
di una nuova cultura politica. La Milano della seconda cisalpina eÁ banco di prova e fucina di idee: unico territorio liberato, vi si recano Francesco Saverio Salfi, Nicola Celentano, Carlo Lauberg, Vincenzo Cuoco e Francesco Lomonaco, gli esuli settentrionali
rientrati dalla Francia. Le analisi di Anna Maria Rao delle motivazioni della «sinistra
militare» che conta sull'intervento militare del primo console per dare inizio alla guerra
di liberazione (cfr. Da Lodi a Marengo: gli italiani in esilio e Napoleone Bonaparte, in
L'Europa scopre Napoleone 1793-1804, cit., pp. 709-764 e Les exileÂs italiens et Brumaire,
«Annales historiques de la ReÂvolution francËaise», 1999, n. 4, pp. 713-725) e la ricostruzione prosopografica di alcuni personaggi dal Triennio alla Restaurazione e al 1820-21,
danno sia un senso al dibattito ideologico e al suo maturarsi in quell'ambiente, sia si
proiettano sulla non secondaria giaÁ citata problematica della periodizzazione e del classico rapporto continuitaÁ-rottura.
La continuitaÁ infatti non eÁ solo problema di permanenza di istituzioni, ma ha una
valenza nel mondo democratico, francese (dalla sinistra repubblicana del periodo rivoluzionario al movimento democratico ottocentesco, ad esempio nella biografia politica
di Marc-Antoine Jullien de Paris, tratteggiata da Eugenio Di Rienzo) e italiano, capace
di trasformarsi e ridare tono alla propria domanda politica. Una fase napoleonica all'insegna del tempo della politica e di esigenze costituzionali, conseguente alla fine del
Triennio, non puoÁ concepirsi senza il recupero di opzioni ideologiche e di uomini dagli
anni Novanta del Settecento fino a tutto il primo ventennio dell'Ottocento, e oltre. Non
appare inopportuno sollecitare in questa direzione ulteriori indagini biografiche che, nel
caso di Cuoco, Foscolo e molti altri, hanno giaÁ consentito di liberare l'analisi da strumentali appropriazioni nazionalistiche o liberali.
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RENATA DE LORENZO
3. La cultura e la vita religiosa. Il futuro della ricerca
Le tematiche religiose e della presenza ecclesiastica, insieme alla citata connessa riproposizione di una arricchita ruralitaÁ, sono il prevedibile settore di espansione, vera
novitaÁ degli studi degli ultimi anni, riflesso del clima politico e culturale della fine
del secondo millennio, sensibile agli aspetti religiosi e comunitari, riportati in auge dalla
crisi dei canoni interpretativi classici, laici e progressisti dei fenomeni rivoluzionari; da
grandi assenti, la Chiesa e la vita religiosa sono destinate, dopo le celebrazioni del bicentenario, ad assumere un ruolo rilevante negli studi e ad acquisire la dignitaÁ di filone
autonomo di ricerca, sia come valorizzazione e organizzazione delle fonti, sia come prospettiva di parametri interpretativi. Proprio nei paesi satelliti e tanto piuÁ in Italia sono
tutte le premesse per indagare sul paradosso della politica imperiale, latrice di un Concordato che, con i suoi articoli organici, rappresenta la forma piuÁ gallicana assunta dalla
Francia, ma insieme consente l'azione di una Chiesa ultramontana; il riformismo dei napoleonici fu infatti cesura sotto il profilo politico-istituzionale dell'organizzazione ecclesiastica, ma non diede luogo ad una «rivoluzione religiosa», con interventi su religione,
disciplina e liturgia secondo una precisa opzione teologica. Il gallicanesimo tese piuÁ a
garantire la subordinazione dell'episcopato al monarca che a dare una base ideologica
alla politica ecclesiastica governativa. Rispetto alle Chiese protestanti, meglio conosciute, riorganizzate in condizioni spesso poco conformi alla loro tradizione, sono da indagare la Chiesa cattolica e il culto israelitico, date le diverse interpretazioni fornite della
politica imperiale nei loro confronti.
Gli studi giaÁ disponibili, scarni e poco autonomi, limitati a riviste specializzate e atti
di convegni, sono legati ad uno specifico territorio e inseriti spesso in una prospettiva
cronologica di lungo periodo. Unico volume collettaneo su questo argomento eÁ Vita religiosa e cultura in Lombardia e nel Veneto nell'etaÁ napoleonica, a cura di Gabriele De
Rosa e Filiberto Agostini, Roma-Bari, Laterza, 1990. Se ad Agostini si devono interventi
documentati sulla Chiesa nella Repubblica e nel Regno d'Italia, a Gabriele De Rosa e
all'Istituto per le ricerche di storia sociale e religiosa di Vicenza sono riportabili lavori
sul tema, prevalentemente relativi all'area veneta e ad alcune zone del Mezzogiorno.
Di conseguenza i nuovi eroi della ricerca sono i vescovi, i prelati, i parroci, non solo
i «prefetti viola» di Napoleone, ma i loro vicari e provicari che ne formano e dirigono
l'amministrazione, oltre che supportarne la missione religiosa. Eroi che si affiancano all'esercito, alle burocrazie, al notabilato, al mondo del commercio, o del terziario, settori
giaÁ collaudati o in espansione.
Prosopografia, storia delle mentalitaÁ e degli atteggiamenti popolari, non escludono
l'auspicio di studi sul funzionamento del ministero del culto, sulla vita delle parrocchie
soggette ai contraccolpi del diffuso fenomeno della deportazione, durante l'impero, dei
sacerdoti non giurati, esponenti di un'emigrazione diversa da quella del mondo democratico e repubblicano post-Triennio, ma anch'essa emigrazione «politica», una categoria umana e sociale di lunga proiezione otto-novecentesca. Gli studi finora disponibili
spesso mantengono un'impostazione erudita ed espositiva, interessata alla quantificazione, non lontana da atteggiamenti agiografici del clero refrattario, e faticano a inquadrare
il piuÁ generale fenomeno della conflittualitaÁ tra Papato e Impero, a prospettare nuovi
schemi mentali e modificazioni culturali. Le fonti documentarie ecclesiastiche, vescovili
e parrocchiali, possono dare basi da un lato per ricerche sugli episcopati, gruppi e in-
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Á NAPOLEONICA ( 1800-1815 )
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dividui, dall'altro per quelle sugli aspetti strutturali, dalle rivisitabili soppressioni di ordini religiosi e confraternite laiche e vendite di beni nazionali ed ecclesiastici, a «abolizione delle giurisdizioni esenti, riforma delle parrocchie e delle circoscrizioni diocesane,
abolizione delle immunitaÁ ecclesiastiche residue» (Simone Bonechi, Chiesa e societaÁ nell'Italia napoleonica. Rassegna di studi recenti (1989-1996) e proposte di ricerca, «Cristianesimo nella Storia», XIX, 1998, p. 301), riassetto delle circoscrizioni parrocchiali e
normativa sul culto. Anche per l'etaÁ napoleonica sono disponibili le visite pastorali, usate dagli storici dell'etaÁ moderna, di cui cominciano a comparire i primi regesti per l'Ottocento, grazie a Gabriele De Rosa e al citato Istituto di Vicenza (con la collegata rivista
«Ricerche di storia sociale e religiosa»); le lettere pastorali, segnalate da Davide Menozzi, esprimono l'atteggiamento dell'episcopato di fronte a cambiamenti innescati da spinte laiche, in quanto introducono il piuÁ ampio rapporto tra Chiesa, istituzioni e societaÁ,
prospettano linguaggi-codici sotto i quali si organizza la riproposizione di messaggi biblici e cristiani, si occultano forme di resistenza e ricerche di spazi, si palesa la partecipazione complessa, spesso conflittuale, al clima plasmato dal riformismo napoleonico.
Le suggestioni di De Rosa verso una storiografia religiosa piuÁ sensibile alla storia
sociale e culturale, al mondo delle diocesi e alla formazione del relativo clero, tendono
a recuperare percorsi settecenteschi dei lavori di Claudio Donati, Mario Rosa, Daniele
Menozzi, ma si proiettano anche sull'atteggiamento degli episcopati italiani dei secoli
XIX e XX.
EÁ auspicabile l'ampliarsi dei quadri territoriali di riferimento oltre la monopolizzante
zona veneta e al di laÁ degli studi parziali giaÁ esistenti, privi per lo piuÁ di una reale carica di
rinnovamento, sugli episcopati del granducato di Toscana e della repubblica di Lucca,
ove la stessa soppressione degli ordini religiosi si riduce ad un reperimento di risorse
e repressione del dissenso, non comporta un reinserimento del clero parrocchiale, produce un riformismo tardivo che favorisce immobilismo e paralisi piuÁ che fattiva riorganizzazione. Da colmare sono la quasi inesistente presenza di ricerche sulle diocesi e sul
personale delle gerarchie ecclesiastiche in area lombarda e la trascuratezza delle problematiche religiose in Piemonte, tranne che per alcuni profili giuridici relativi all'inserimento della Chiesa torinese in quella gallicana (Giuseppe Briacca e Aldo Giraudo).
L'interesse della prospettiva eÁ inoltre nella possibilitaÁ di decostruire l'atteggiamento
dei vescovi, liberandolo dai condizionamenti storico-politici, tendenti ad identificare la
loro adesione all'Impero come una forma di devianza e di servilismo. Analisi che superino la settorialitaÁ della ricerca grazie alla consapevolezza di doversi inserire in processi
sincronici e diacronici a maglie larghe, riporterebbero questi atteggiamenti in un processo interno alla Chiesa di fine Settecento, processo di ritorno ad una mitizzata cristianitaÁ medievale ierocratica e intransigente, al rilancio tra i fedeli di una pietaÁ devozionale
e penitenziale. In questa ottica Napoleone appariva il «Nuovo Ciro», campione della
fede contro la falsitaÁ dei lumi e la bestialitaÁ della rivoluzione, strumento divino per la
sconfitta della persecuzione anticristiana.
Il contesto culturale quindi facilita l'accoglienza da parte dei vescovi del messaggio
progressista della rivoluzione e dei governi napoleonici: il caso di Dondi dell'Orologio,
studiato da Paolo Preto e Agnese Coccato, prospetta la convinzione di una possibile
conciliazione e convivenza di innovazioni «illuminate» e insegnamento cristiano, mostra
un episcopato vitale, collaborativo ma non servile, dotato di percezione del momento e
percioÁ capace di coniugare insieme tradizione, pensiero e cultura contemporanei, rap-
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RENATA DE LORENZO
porti col mondo politico e con la sfera delle mentalitaÁ. Sul crogiuolo di queste componenti esso legittima il suo ruolo presente e il protagonismo postnapoleonico.
Sono considerazioni che prospettano una differente analisi anche del Concordato
del 1801 che, come ha notato Menozzi, «lascia alle spalle le precedenti tendenze secolarizzatici dello stato e della societaÁ e ripropone l'unitaÁ politico-religiosa del vivere collettivo». Se infatti si ritrovano strumenti giuridici di antico regime, come la legittimazione divina del potere nella consacrazione di Napoleone da parte di Pio VII, il clima collaborativo, frutto della secolarizzazione, prevede un ruolo politico dell'episcopato; se
risultano inevitabili per la Chiesa la rinuncia alla canonizzazione della societaÁ civile, l'accettazione della secolarizzazione del matrimonio e dell'introduzione del divorzio, queste
«sofferenze» non escludono una rinnovata presenza della componente ecclesiastica; l'attaccamento alla tradizione si coniuga con partecipazione al clima culturale del presente,
percezione della sensibilitaÁ collettiva e risposta alle sollecitazioni politiche, da verificare
a vari livelli, non ultimo quello delle parrocchie, centri per eccellenza di interessi comunitari, oltre che economici e sociali, centri della devozione e di una serie di servizi e interventi, in cui il parroco, non diversamente da come operavano gli Asburgo, agisce come un funzionario dello Stato.
Il Veneto quindi regione modello e l'area del regno italico e delle zone annesse alla
Francia luoghi in cui la manutenzione degli uffici sacri e del culto eÁ problema amministrativo politico-ecclesiastico, tramite le fabbricerie (ente che gestisce la contabilitaÁ delle
chiese parrocchiali e di alcune sussidiarie, con personale di nomina ministeriale o prefettizia, il cui funzionamento varia secondo i luoghi in rapporto alla preesistenza o meno
di simili organizzazioni, motivo di continua conflittualitaÁ fra fabbricieri e parroci) per le
quali Simone Bonechi sollecita lo studio del rapporto tra ex confratelli e fabbricieri, insieme a quello della riforma del giuspatronato sui benefici semplici e curati, continuando gli studi piuÁ diffusi in merito per l'etaÁ moderna.
L'amministrazione anche in questo settore si ripropone coi lavori sul ministero del
culto di Silvia Zenato e di Filiberto Agostini, indice dello sforzo governativo per estendere anche sulla vita religiosa una superiore funzione di organizzazione e controllo, e di
conciliare, non gestire in maniera antagonistica, religione e temporalitaÁ. Su questi aspetti
occorreraÁ verificare i livelli di laicitaÁ dello Stato in etaÁ napoleonica e nel «lungo Ottocento», in mancanza di studi sulle magistrature addette e sulla loro attivitaÁ normativa e
consultiva, sul loro ruolo nell'ambito del rapporto Stato-Chiesa e nell'applicazione concreta delle elaborazioni normative, sui livelli di entropia ed empatia dei funzionari con i
luoghi e le popolazioni, dipendenti anche dalla loro provenienza, se locale o estranea.
Il rapporto Chiesa-Stato, mondo religioso-societaÁ civile, ha perso quindi i caratteri di una conflittualitaÁ spigolosa e priva di contatti, per evidenziare la grande varietaÁ delle situazioni locali e la capillaritaÁ, anche a livello familiare, della destrutturazione di quadri ideologici precedenti, per quanto propensi a ricompattarsi nel nuovo
clima complessivo. Nella fase napoleonica fu possibile anzi alla Chiesa ricostruire
la sua egemonia sociale, attuare una «riconquista» del popolo grazie all'opera di ordini di recente fondazione come Redentoristi, Passionisti, Lazzaristi, nei confronti
dei ceti umili, ricondotti agli obblighi religiosi. Attraverso la pietaÁ popolare in epoca
imperiale si prospetta un metro di misurazione anche dei livelli e delle modalitaÁ del
consenso del popolo degli Stati italiani verso il governo imperiale, accanto e al di laÁ
della parola del sacerdote e dell'ordine del funzionario, accanto e al di laÁ di una ri-
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Á NAPOLEONICA ( 1800-1815 )
L'ETA
duttiva valutazione solo delle manifestazioni di violenza, collegate all'azione di un
clero reazionario.
Si avverte l'esigenza di analisi diffuse dei fenomeni di collaborazione, di confronto
piuÁ che di conflitto, tra autoritaÁ, vescovi filomperiali e clero, per verificare quanto in
loro influissero precedenti tradizioni o vocazioni-attitudini della popolazione locale,
nonche interventi del riformismo illuminato. Preme qualificare di conseguenza il clero,
diviso tra i pochi che si occupano della cura delle anime e i molti che sopravvivono grazie a benefici e legati, o impegnandosi nell'insegnamento e in altri ruoli: un clero generalmente povero, fino a lasciar individuare un proletariato ecclesiastico che vive ai margini del mercato dei benefici, un clero parrocchiale, ribelle spesso alle autoritaÁ, vicino
per abitudini e comportamenti ai pensatori laici, reazionario e sanfedista ma anche patriottico o filomperiale, talora complice di briganti o capobanda, un clero combattuto
tra spinta del nuovo e tradizione, di cui si sa pochissimo.
Ancora sono da indagare il tema della soppressione degli ordini e del rinvio degli ex
regolari nei luoghi di origine, che incide sull'economia e sull'organizzazione degli ordini
stessi; quanto pesi la presenza dei secolari regolarizzati sul piano pastorale e politico,
dato il ruolo che essi hanno presso le famiglie aristocratiche, tramite la confessione e
l'educazione; la loro fama di martiri della religione e critici del regime, che influenza
gli atteggiamenti popolari e ne fa un importante oggetto di studio.
Un mondo quindi vario, che si esprime nel diverso atteggiamento di fronte al giuramento ecclesiastico, studiato da Claudio Canonici, tra chi eÁ propenso a giurare e i parroci meno istruiti, piuÁ proni alla parola del pontefice e pronti ad affrontare le sanzioni
governative, tra vescovi capaci di condizionare i sottoposti ed ecclesiastici sensibili piuttosto alle spinte locali e alle pressioni dei maires, come in Tuscia. Sia i refrattari che i
giurati mostrarono, secondo Canonici, una certa opposizione al regime, per i primi risolta sul piano personale, per i secondi attraverso una sofferta obbedienza, ma per Bonechi essi sono favorevoli al regime anche nella fase piuÁ acuta della lotta antipapale, vedendo una sanzione divina nel nuovo potere temporale, soprattutto monarchico.
Rimane ancora da sviluppare per l'etaÁ imperiale il percorso tracciato da Marina Caffiero per la fine del Settecento, quello della persistenza dei miti, delle simbologie di origine medievale e del loro uso da parte delle gerarchie ecclesiastiche, dei parroci e di tutti
coloro che vengono in contatto col mondo dei fedeli a vari livelli e lo gestiscono, nell'ambito di una piuÁ generale storia delle mentalitaÁ. Sacralizzazione delle strutture politiche e secolarizzazione della vita civile (uffici dello stato civile, per nascite, morti, matrimoni) prevedono un rapporto non di ostilitaÁ, ma di reciprocitaÁ Stato-Chiesa, un tentativo di legittimazione del nuovo ordine politico grazie al recupero egemonico della
Chiesa nella societaÁ; la religione appare ad entrambi necessaria per l'ordine sociale, e
le vittorie militari e i fasti dell'Impero appaiono legittimati all'interno di un ordine trascendente che esprime il volere divino. Al di laÁ del carattere strumentale da parte del
governo napoleonico dell'uso di questa simbologia e della persistente lotta contro l'ultramontanesimo, il comune riferirsi alla trascendenza consentõÁ una comunicazione, un
traslocare reciproco di idee e di uomini, di sacro e politico, che comporta molteplicitaÁ
di significati delle forme di accettazione o rifiuto del regime.
Cosa ci si attende o giaÁ si intravede nel futuro della ricerca, per rispondere ad interrogativi attuali e colmare le lacune conoscitive? Certamente rimane ancora costante
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RENATA DE LORENZO
l'esigenza di mettere a disposizione gli archivi, di indagare le istituzioni e il loro funzionamento, di quantificare e qualificare il personale, di riproporre biografie, come percorso di collegamento tra la storia politica e la storia delle mentalitaÁ e del quotidiano, preme suffragare questa quotidianitaÁ con la valorizzazione della pubblicistica e saggistica e
delle fonti locali, che ci consentano di accedere al pluralismo delle dimensioni periferiche e di articolare il pur persistente modello francese. EÁ quest'ultimo, per quanto messo
in crisi, ad essere di stimolo alla ricerca anche in Italia, proprio in quanto ha perso la
compattezza di un tempo. Si pensi alla constatazione del persistente disordine delle finanze dall'Antico Regime, alla Rivoluzione, all'Impero, alla Restaurazione, che non ha
ancora consentito di focalizzare i meccanismi finanziari che furono alla base della politica economica napoleonica, ricostruibili solo attraverso indagini sulle connesse istituzioni, spia delle risorse consolari e imperiali: borsa di valori o di commercio, camere
di commercio, banche, percorso delle imprese nell'ambito delle crisi internazionali e
del blocco, fiscalitaÁ e rapporto col territorio, condizioni del prelievo e della percezione
delle imposte. Si tratta di settori che si riflettono sull'evoluzione sociale, dalla creazione
di una nuova borghesia, alle relazioni tra antica e nuova nobiltaÁ, all'alleanza fra i gruppi
e le classi, con connessi processi di arricchimento.
Si pensi all'applicazione del diritto come problema di linguaggio, da verificare nella
trasposizione/traduzione di testi francesi; al ruolo delle assemblee, dei consigli provinciali e distrettuali, dei consigli di dipartimento, da vedere sotto molti profili, non solo di
rappresentanza, ma di socialitaÁ e strategie di gruppi, di sostituzione del potere regolamentare a quello legislativo, di gerarchie e lotte per un dominio territoriale; all'evoluzione delle arti, con un ritorno all'antico, persistente dalla Rivoluzione all'Impero, fase
quest'ultima che ne accentua il carattere ufficiale, pomposo, freddo, alla ricerca della
grandeur.
Si prospetta attraverso questi studi una storia non solo politica, ma della politica,
che si fa nei luoghi di vertice del potere, pubblici e privati, ma anche nelle periferie
e che richiede la conoscenza dei ministeri (soprattutto affari esteri, finanze, dogane, corte dei conti, culto), con annesso riordino degli archivi, non solo italiani, per verificare
livelli e modalitaÁ della centralizzazione, coniugare insieme vita amministrativa laica e
presenza ecclesiastica.
Le dinamiche politico-istituzionali rimangono quindi centrali in un'etaÁ napoleonica
che cerca di adattare a Stati in continua situazione di belligeranza una politica che presuppone la pace; ad esse infatti delega una forte carica modernizzante. Il contenitore
istituzionale tende tuttavia a riempirsi di storia del potere, di dinamiche di identitaÁ,
di linguaggi di consenso e di appartenenza, in quanto vi confluiscono processi di varia
origine che «non sono spesso di origine politica ma nella dimensione politica si confrontano e si definiscono» (R. De Lorenzo, Dalla scoperta della politica al tempo della politica, la dimensione italiana in etaÁ napoleonica, «Rassegna storica del Risorgimento»,
LXXXVII, 2000, p. 340).
In campo internazionale il crollo del comunismo, i toni e le forme celebrative del
bicentenario della rivoluzione francese, hanno sfatato il mito di una Francia esportatrice
di novitaÁ in un'Italia totalmente immersa nell'Antico Regime, hanno accentuato l'esigenza di valutazioni basate su quadri comparativi ampi, europei, hanno legittimato riflessioni che cercano di recuperare percorsi di crescita interni ai singoli contesti nazionali e ai loro processi di costruzione della nazione, ponendo problemi di identitaÁ e di
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Á NAPOLEONICA ( 1800-1815 )
L'ETA
differenziazione. In Italia preminente appare la sensibilitaÁ per una rinnovata storia culturale, in cui conta la valutazione delle resistenze, di qualsiasi tipo, laiche ed ecclesiastiche, di simpatizzanti/collaboratori e oppositori, urbane e rurali, in un percorso diacronico unitario 1789-1820, nonostante la specificitaÁ e fertilitaÁ di stimoli del Triennio 17961799.
Non ci stupisce che alla fine rimanga una percezione della dominazione napoleonica
come momento di modernitaÁ, statale e sociale, con attenzione ai trend positivi piuÁ che a
quelli negativi, in quanto sono i parametri della crescita piuÁ che quelli dello sviluppo
che occorre tener presenti: essi non ci consentono condanne, gerarchie, ma ci pongono
di fronte a quadri sociali, economici, mentali non appiattibili, in cui il dinamismo impresso dal rinnovato quadro istituzionale va rapportato ai mille mondi di un paese
che dalle sue diversitaÁ puoÁ trovare stimoli e non divisioni.
RENATA DE LORENZO
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AVVERTENZA
Nella compilazione di questa bibliografia, che non aspira ad essere esaustiva, data la
sterminata produzione sul tema registrabile dal 1970, l'attenzione si eÁ concentrata prevalentemente sulla storia politica e sociale, sulla storia amministrativa e delle istituzioni,
dell'economia, sulla storia delle idee. Si fa riferimento anche al settore delle arti figurative, al mondo della musica e del teatro, a quello della scienza, ma occasionalmente, nell'ambito delle sottoarticolazioni dei singoli capitoli. Non si citano opere che spaziano
su molti secoli, inglobando in se anche l'etaÁ napoleonica. Si rinvia invece spesso a lavori
sul Settecento e l'Ottocento che hanno il periodo 1800-1815 come termine a quo o ad
quem.
Per molti aspetti che coprono l'etaÁ rivoluzionaria e napoleonica si rimanda al saggio
di Anna Maria Rao e Massimo Cattaneo e per le singole aree geopolitiche si rinvia agli
altri contributi della bibliografia.
Dopo i classici capitoli iniziali su fonti, risorse bibliografiche, storiografia, opere generali, sono stati segnalati gli atti di convegni e i cataloghi di mostre (cap. IV), che vengono richiamati con l'indicazione in maiuscoletto del luogo e dell'anno del convegno.
Sono stati poi individuati i temi prevalenti della politica napoleonica, le guerre (cap.
V) e il percorso politico (cap. VI, diviso in sottosezioni).
La successiva trattazione ha tenuto presenti le articolazioni regionali, anche quando
si sono avute aggregazioni alla Francia o al regno italico. Questa scelta eÁ motivata dalla
tendenza della ricerca a tagliarsi spazi circoscritti identificabili con i quadri regionali e
subregionali contemporanei, anche in funzione dell'organizzazione prevalentemente
provinciale degli Archivi di stato.
All'interno di ogni capitolo dedicato alle aree regionali si riproduce l'articolazione di base fonti-bibliografia-storiografia-opere generali, indi si forniscono aggregazioni
tematiche o sezioni, per quanto possibile omogenee, che sono frutto dei percorsi storiografici piuÁ battuti negli ultimi trenta anni. Ulteriore aggregazione eÁ quella dei personaggi, anche minori, e delle localitaÁ, soprattutto cittaÁ capoluoghi di comparti amministrativi.
Si rimanda spesso ad autori citati in precedenza: se si usa tuttavia la dizione vedi
Cap. I. FONTI, si fa riferimento ai capitoli dell'indice generale, se si usa la dizione vedi la
sezione FONTI si fa riferimento all'articolazione interna all'argomento o al contesto geopolitico trattato in quel momento.
L'autrice ringrazia per la collaborazione alla stesura della bibliografia il personale e i
collaboratori della SocietaÁ Napoletana di Storia Patria.
Ð 468 Ð
BIBLIOGRAFIA
I
LE FONTI
1. ARCHIVI. INVENTARI
ED EDIZIONI DI FONTI
La disponibilitaÁ delle fonti si eÁ notevolmente
accresciuta nell'ultimo trentennio. Guide francesi
sul periodo 1789-1815 sono di grande utilitaÁ per
il quadro italiano, come ad esempio MICHEL BRUGUIEÁ RE - PIERRE -FRANCËOIS PINAUD, Guide du
chercheur pour la peÂriode 1789-1815: les sources
de l'histoire financieÁre et eÂconomique, GeneÁve,
Droz, 1992.
Accanto al sempre utile classico BALDO PERONI , Fonti per la storia d'Italia dal 1789 al 1815 nell'Archivio di Stato di Parigi, Roma, Reale Accademia d'Italia, 1936, si segnalano presso le Archives
nationales di Parigi: CHANTAL DE TOURTIER - BOÂon: eÂtat sommaire, preÂf.
NAZZI , Archives Napole
par JEAN FAVIER, Paris, 1979; SecreÂtairerie d'EÂtat
impeÂriale. Guerre (an VIII-1814). Inventaire des
articles AF IV 1590 aÁ 1670, par NICOLE GOTTERI,
avant-propos par JEAN FAVIER, Paris, 1988; Cabinet de NapoleÂon 1er et SecreÂtairerie d'EÂtat impeÂriale. PieÁces ministeÂrielles. An VIII-1815. Inventaire
des articles AF IV 1287 aÁ 1589, par SEGOLENE DE
DAINVILLE-BARBICHE - GENEVIEÁVE LE MOEÈL et
MONIQUE POULIQUEN, avant-propos par JEAN FAVIER, Paris, 1994, sull'importante organo di coordinamento tra i ministri e l'imperatore. La leÂgation en France du cardinal Caprara (1801-1808).
ReÂpertoire des demandes de reÂconciliation avec
l'Eglise, par JEANNINE CHARON-BORDAS, 1979, eÁ
utile per la storia politico-religiosa francese ed
europea, dopo il Concordato del 1801, soprattutto per l'Italia e i paesi annessi alla Francia. L'Inventaire des archives de la leÂgation en France du
cardinal Caprara (1801-1808), par JEANNINE CHARON-BORDAS , Paris, 1975, fa riferimento a suppliche di preti e religiosi, documentazione per la
storia delle mentalitaÁ. La politica di valorizzazione del patrimonio imperiale situato nei paesi sottoposti alla Francia puoÁ essere ricostruita tramite
Maison de l'Empereur. Domaine eÂtranger. Italie,
31
Belgique, Hollande, Inventaire des articles O2
940 aÁ 1122, par NICOLE GOTTERI, 1989: riguarda
i beni (palazzi, domini rurali, stabilimenti scientifici o artistici e altro) posseduti in Italia, soprattutto in Piemonte, Stati di Parma e Piacenza, Toscana, Stato della Chiesa. Sullo stesso tema anche
MARIE PIERRE LAFFITTE, La BibliotheÁque nationale et les ``conqueÃtes artistiques'' de la ReÂvolution et
de l'Empire: les manuscrits d'Italie (1796-1815),
«Bulletin du bibliophile», 1989, n. 2, pp. 273324. Un'utile indicazione di fonti delle Archives
nationales eÁ in PAOLO ALVAZZI DEL FRATE, Le
istituzioni giudiziarie degli ``stati romani'' nel periodo napoleonico (1808-1814), Roma, Euroma,
1990, pp. 231-233. Per i documenti militari vedi
la sezione di Vincennes degli Archivi parigini.
Tra gli Archivi privati parigini si segnalano:
Archives de Joseph Bonaparte, roi de Naples, puis
d'Espagne (381 AP), inventaire par CHANTAL DE
TOURTIER-BONAZZI, avant-propos par JEAN FAVIER, Paris, Archives Nationales, 1982, e MARIA
ROSARIA DE DIVITIIS, L'archivio privato di Joseph
Bonaparte nelle Archives Nationales de France e
altre fonti per lo studio del ``decennio francese''
nel Regno di Napoli tra il 1806 e il 1808, in Il futuro della memoria, Atti del Convegno internazionale di studi sugli archivi di famiglie e di persone, Capri, 9-13 settembre 1991, 2 voll., Roma,
Ministero per i beni culturali e ambientali, Ufficio centrale per i beni archivistici, 1997, pp.
629-635; L'archivio di Elisa Bonaparte Baciocchi,
su cui VITO TIRELLI, L'archivio di Elisa Bonaparte
Baciocchi presso les Archives Nationales di Parigi,
in Le fonti diplomatiche in etaÁ moderna, Atti del
Convegno internazionale, Lucca, 20-25 gennaio
1989, Roma, Ministero per i beni culturali e ambientali, Ufficio centrale per i beni archivistici,
1995; Papiers Roederer (29 AP) contenente il carteggio di Pierre Louis Roederer, consigliere di
Stato, poi ministro delle Finanze di Giuseppe Bonaparte nel Regno di Napoli, col figlio Antoine,
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RENATA DE LORENZO
prefetto del Dipartimento del Trasimeno, noncheÂ
un'abbondante documentazione sul Regno di
Napoli.
Utili selezioni di documenti francesi per un'area specifica sono in ARCHIVIO DI STATO DI TORINO , Fonti dell'Archivio nazionale di Parigi per la
storia istituzionale del Piemonte: 1798-1814, a cura di ISABELLA MASSABOÁ RICCI, MARCO CARASSI,
Torino, Archivio di Stato, 1990.
Per tematiche settoriali vedi ROSALBA DAVICO,
L'Europa dei notabili: antropologia di un'eÂlite
(geologia sociale e strutture familiari dei collegi
elettorali napoleonici): stato delle fonti esistenti alle Archives Nationales di Parigi, «Rivista italiana
di studi napoleonici», n.s., XVIII, 1981, n. 1,
pp. 39-72; GIORGIO SIMONCINI, La viabilitaÁ nelle
cittaÁ italiane del periodo napoleonico. Le fonti delle Archives nationales di Parigi, «Storia urbana»,
VI, 1982, n. 19, pp. 139-156.
Fondamentale UFFICIO CENTRALE PER I BENI
 COLE FRANCËAISE DE ROME, FONDAARCHIVISTICI , E
ZIONE LELIO E LISLI BASSO, La rivoluzione francese: 1787-1799: repertorio delle fonti archivistiche e
delle fonti a stampa conservate in Italia e nella cittaÁ del Vaticano, Ministero per i Beni culturali e
ambientali, Ufficio centrale per i Beni Archivistici, 5 voll., Roma, 1991, con indicazioni su fonti
che, a dispetto del titolo, comprendono sia l'etaÁ
rivoluzionaria che quella napoleonica. Si veda anche L'Italia rivoluzionaria e napoleonica nelle raccolte della Biblioteca del Senato, catalogo della
Mostra, Roma, s.e. (Eredi dott. G. Bardi), 1990.
Per gli archivi italiani eÁ opportuno lo spoglio di
riviste specialistiche come la «Rassegna degli Archivi di Stato», «Archivi per la Storia», «Le Carte
e la Storia».
La Guida generale degli archivi di Stato italiani,
voll. 4, Roma, Ministero per i beni culturali e ambientali, 1981-1994, ha fornito un aggiornamento
della situazione di consultabilitaÁ e disponibilitaÁ
dei fondi.
Da segnalare, anche per l'ampliarsi delle ricerche su vari aspetti della storia ecclesiastica, la
Guida degli archivi diocesani d'Italia, Associazione archivistica ecclesiastica, a cura di VINCENZO
MONACHINO... [et al.], 3 voll., Roma, Ministero
per i beni culturali e ambientali, 1990, 1994,
1998, nonche la regestazione delle lettere pastorali dei vescovi italiani dell'etaÁ contemporanea,
coordinata da Daniele Menozzi, giaÁ pubblicata
per alcune aree regionali (Lettere pastorali dei
vescovi dell'Emilia Romagna, a cura di DANIELE
MENOZZI, con la collaborazione di ANNAMARIA
VALENTI e GIOVANNI CODICE, prefazione di GIOVANNI MICCOLI , Genova, Marietti, 1986; Lettere
pastorali dei vescovi della Toscana, a cura di BRU-
NA BOCCHINI CAMAIANI e DANIELE MENOZZI , con
la collaborazione di ROBERTO BARDUCCI... [et al.],
Genova, Marietti, 1990; Lettere pastorali dei vescovi dell'Umbria, a cura di BRUNA BOCCHINI CAMAIANI e MARIA LUPI , Roma, Herder, 1999).
Gli archivi contengono inventari di istituzioni,
banchi, comuni, famiglie, carte geografiche, catastali, ecc. su lunghi periodi che inglobano anche
la fase rivoluzionaria e napoleonica e comprendono spesso il lungo Ottocento. Ci limitiamo in
questa sede a segnalare solo fonti relative agli anni 1800-1815, con qualche concessione per l'arco
temporale direttamente a ridosso, pre e post.
Alcuni archivi (indicati secondo un ordine
geo-politico) hanno provveduto a selezionare le
proprie fonti del periodo francese: ARCHIVIO DI
STATO DI TORINO, Guida alle fonti archivistiche
francesi per la storia istituzionale del Piemonte
in etaÁ rivoluzionaria e napoleonica, Torino, s.e.,
1989 (cfr. anche Cap. IV. CONVEGNI, 1990 TORINO, All'ombra dell'Aquila imperiale...per i numerosi contributi su fonti archivistiche); ARCHIVIO
DI STATO DI GENOVA, Inventario dell'archivio
del Banco di San Giorgio (1407-1805), sotto la direzione di GIUSEPPE FELLONI, 5 voll., Roma, Ministero per i beni culturali e ambientali, Ufficio
centrale per i beni archivistici, Istituto Poligrafico
e Zecca dello stato, 1990; GIUSEPPE FELLONI,
L'archivio della Casa di San Giorgio di Genova
(1407-1805) ed il suo ordinamento, «Atti della
SocietaÁ ligure di Storia Patria», n.s., XXIV,
1984, n. 1, pp. 237-266; ARCHIVIO DI STATO DI
MILANO, Momenti dell'etaÁ napoleonica nelle carte
dell'Archivio di Stato di Milano, s.l., s.e. (Como,
New press), 1987; ARCHIVIO DI STATO DI VENEZIA, GIUNTA REGIONALE DEL VENETO, Archivi delle vice-prefetture di Chioggia (1807-1816) e di San
DonaÁ (poi di Portogruaro) (1808-1816), inventario
a cura di PIERO SCARPA, Venezia, s.e. (Helvetia),
1987; ALESSANDRA SAMBO, L'Archivio di Stato di
Venezia. Schede di lavoro (1796-1866), «Cheiron», VII, 1989-1990, n. 12-13, pp. 183-241;
GIOVANNI MANTESE, Itinerario archivistico nella
vita vicentina del primo Ottocento: in ricordo del
mio cinquantesimo sacerdotale, a cura di VITTORIANO NORI , Vicenza (Arzignano, Dal Molin),
1986; ARCHIVIO DI STATO DI AREZZO, Fonti per
la storia di Arezzo dal 1799 al 1801: occupazione
francese ed insorgenza, a cura di STEFANO DONTI,
MARIA GIORNI, ILARIA PESCINI, coordinamento di
AUGUSTO ANTONIELLA, s.l. s.e., 1989; La Toscana
e la rivoluzione francese. Pistoia: repertorio e regesto di fonti e documenti, Pistoia, Tip. Pistoiese,
1989; MARINA LAGUZZI, Archivi dell'amministrazione francese conservati nell'Archivio di Stato di
Pistoia (1808-1814), «Rassegna degli Archivi di
Ð 470 Ð
Á NAPOLEONICA ( 1800-1815 )
L'ETA
Stato», LI, 1991, pp. 9-63; GIANCARLO DE FEL'archivio del Vicariato regio di Pistoia
(1772-1808), «Rassegna degli Archivi di Stato»,
LII, 1992, pp. 82-105; ARCHIVIO DI STATO DI SIENA, Archivi del governo francese nel dipartimento
dell'Ombrone, inventario a cura di GIULIANO CATONI, Roma, s.e. (Siena, Pistoleri), 1971 (ma giaÁ
GIULIANO CATONI, Gli archivi senesi durante il
periodo francese (1808-1814), «Rassegna degli Archivi di Stato», XXVI, 1966, n. 1-2, pp. 121146); DOMENICO CORSI, Il principato napoleonico
e gli archivi lucchesi, con presentazione di GIULIO
PRUNAI, Lucca (Pisa, Lischi), 1972, su cui la recensione di ANTONIO ROMITI, Gli archivi lucchesi
nel periodo napoleonico, «Rassegna degli Archivi
di Stato», XXXIV, 1974, pp. 210-213; Correspondance politique et diplomatique du MinisteÁre des
affaires eÂtrangeÁres de France: seÂrie Lucques, inventario a cura di GIORGIO TORI, Roma, Ministero
per i beni culturali e ambientali, Ufficio centrale
per i beni archivistici, 1991; FONTI ARCHIVISTICHE
PER LA STORIA DEL POLESINE TRA SETTE E OTTOCENTO, Parte seconda degli Atti del Convegno
cit. in Cap. IV, 1997 BADIA POLESINE-ROVIGO
(Rovigo e il Polesine tra rivoluzione giacobina ed
etaÁ napoleonica...); ARCHIVIO DI STATO DI ROMA,
Consulta straordinaria per gli stati romani, 18091810: inventario, a cura di CARLA NARDI, s.l.
s.e., 1990; ARCHIVIO DI STATO DI ROMA, Giunta
di Stato (1799-1800), Inventario a cura di LUCA
TOPI, «Archivi e Cultura», XXIII-XXIV, 19901991, pp. 165-260, ma vedi nelle pagine seguenti
anche il Cap. VII, 5 sullo Stato della Chiesa; ELIO
LODOLINI, In tema di inventari archivistici. Inventari di fondi romani del periodo napoleonico,
«Nuovi annali della Scuola speciale per archivisti
e bibliotecari», V, 1991, pp. 105-136; Fondi documentari dell'epoca franco italica conservati negli
Archivi di Stato dei territori dell'antico Stato pontificio: Marche, «Quaderni del bicentenario», II,
1996, pp. 165-175; Gli arrendamenti: fonti documentarie conservate presso l'Archivio di Stato di
Napoli, a cura di LIDIA CASTALDO MANFREDONIA,
con una prefazione di LUIGI DE ROSA, Napoli,
L'Arte tipografica, 1986, opera in piuÁ volumi,
che comprendono anche la fase della prima Restaurazione per il periodo 1800-1806, anno in
cui questa forma di appalto delle imposte fu abolita. Il Mezzogiorno preunitario: economia, societaÁ
e istituzioni, a cura di ANGELO MASSAFRA, Bari,
Dedalo, 1988, pp. 603-795, nella sezione introdotta da CATELLO SALVATI, Fonti documentarie
per lo studio dell'Ottocento napoletano, contiene
UMBERTO BILE, L'archivio del Ministero di Grazia
e Giustizia, ROSSANA SPADACCINI, L'archivio del
Ministero dell'Interno, MARINA AZZINNARI - MACONDO,
ROSARIA RICCI, Il Ministero di casa reale, MALUISA STORCHI, Fonti documentarie per la storia delle bonifiche nel Mezzogiorno dal 1806 al
1860, MARIA C. NARDELLA, I fondi delle intendenze provinciali, RAFFAELE COLAPIETRA, Gli archivi privati e le ricerche di storia economico-sociale dell'Abruzzo ottocentesco: gli archivi di Zambra
e De Riseis, CARMELITA DELLA PENNA, Fonti archivistiche relative al problema demaniale, DOMENICA PORCARO MASSAFRA, Le vicende degli archivi
comunali del Mezzogiorno d'Italia nel secolo XIX,
GIUSEPPE DI BENEDETTO, Le fonti iconografiche
per lo studio del territorio meridionale nel primo
Ottocento: il caso di Terra di Bari. Su un'importante fonte pugliese ARCHIVIO DI STATO DI FOGGIA, L'archivio del Tavoliere di Puglia, a cura di
PASQUALE DI CICCO, Roma, Ministero per i beni
culturali e ambientali, Ufficio centrale per i beni
archivistici, 1991.
Per gli archivi privati si rimanda alla sezione
FONTI delle varie aree geopolitiche e regionali.
Sono state anche selezionate fonti relative ad
aspetti particolarmente caratterizzanti dell'etaÁ napoleonica, talora tuttavia nell'ambito di piuÁ ampie ricognizioni sotto il profilo cronologico.
RIA
RIA
a) Le fonti fiscali: i catasti (in ordine geopolitico)
Riferimenti all'uso di fonti catastali sono in numerosi atti di Convegni e in cataloghi di mostre,
per cui si rimanda al Cap. IV.
Per un inquadramento generale vedi la ristampa di RENATO ZANGHERI, Catasti e storia della
proprietaÁ terriera, Torino, Einaudi, 1980; GILBERTO ZACCHEÁ , L'uso del catasto prima dell'attuale
elaborazione: la ricostruzione di Paolo Guaitoli
(1796-1871), «Storia della CittaÁ», IX, 1984, n.
30, pp. 53-58; GIULIANA BIAGIOLI, I catasti, in Vita civile degli italiani, IV, Ambiente e societaÁ alle
origini dell'Italia contemporanea, 1700-1850, Milano, Electa, 1990, pp. 26-39. Sulle modalitaÁ di
utilizzazione della fonte fiscale per lo studio del
territorio NICOLA VASSALLO, Da strumento fiscale
a fonte per la storia e per la gestione del territorio:
il riordinamento ``virtuale'' del catasto delle alluvioni collettate di Alessandria, «Rassegna degli
Archivi di Stato», LVIII, 1998, pp. 268-293; ANNA MARIA NICOLETTI , Un paesaggio di villa all'inizio del XIX secolo: il territorio di Cornigliano
(Genova) nella descrizione del catasto napoleonico
(1808), «Storia urbana», XIX, 1995, n. 71, pp.
117-147; PIETRO CALINI IBBA, La proprietaÁ fondiaria del territorio bresciano: nei catasti Napoleonico, Austriaco e del Regno d'Italia, Brescia, Fondazione civiltaÁ bresciana, 2000.
Sul catasto napoleonico in rapporto agli estimi
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RENATA DE LORENZO
settecenteschi e alle successive elaborazioni in materia MICHELE GOTTARDI, Il regime fondiario: estimi comunali settecenteschi e catasto napoleonico, in
Dueville: storia e identificazione di una comunitaÁ
del passato, a cura di CLAUDIO POVOLO, Vicenza,
Neri Pozza, 1985, pp. 1022-1033. Sempre per il
Veneto cfr. Catasto francese o napoleonico 1807,
Catasto austriaco 1846, Catasto italiano 1889, Nuovo catasto edilizio urbano 1939, Nuovo catasto terreni 1939: estratto delle leggi e regolamenti, Venezia, Laboratorio cartografico dell'Istituto universitario di Architettura, 1981; Catasto napoleonico:
mappa della cittaÁ di Venezia, Venezia, Marsilio,
1981; I catasti storici di Venezia: 1808-1913, a cura di ITALO PAVANELLO, con un'introduzione di
EGLE R. TRINCANATO e con un commento storico
di ENNIO CONCINA, Roma, Officina, 1981; I catasti storici di Padova, a cura di ITALO PAVANELLO e
con una premessa di CARLO AYMONINO, Roma,
Officina, 1977; Catasto napoleonico: mappa della
cittaÁ di Treviso, Venezia, Giunta Regionale del Veneto, 1990; GIOVANNI NETTO, Le piante di Treviso
dell'etaÁ napoleonica (1790-1826), Treviso, Canova,
1975; ID., Province e comuni nel Veneto dal 1813
al 1866: allegati, Vittorio Veneto, TIPSE, 1981;
Registro dei numeri di mappa ed anagrafici, dei proprietari ed inquilini, degli esercenti arti e mestieri,
secondo i documenti del 1811-19, distribuiti nelle
contrade e parrocchie del 30-8-1811 nella cittaÁ di
Treviso, a cura di GIOVANNI NETTO, Treviso, Comune di Treviso, 1994; EUGENIO MORANDO DI
CUSTOZA, Il catasto napoleonico a Verona, «Atti e
memorie dell'Accademia di agricoltura, scienze e
lettere di Verona», s. VI, XLIV, 1992-1993, pp.
225-227; Misurare la terra: agrimensura e cartografia, catasti e catartici a Verona dall'etaÁ romana ai
nostri giorni, a cura di PIERPAOLO BRUGNOLI, prefazione di PAOLO CORAZZA, VITTORIO BIGOTTO,
presentazione di PIERPAOLO BRUGNOLI, saggi di
ALESSANDRA MENEGAZZI... [et al.], dizionario dei
cartografi di GIUSEPPE FRANCO VIVIANI, coordinamento editoriale di GIGI SPERI, Verona, Collegio
dei geometri di Verona e provincia, 1992.
Per la Toscana cfr. ALBERTO SATOLLI, La proprietaÁ come rappresentazione nei cabrei settecenteschi orvietani ed il catasto del 1801, «Bollettino dell'Istituto storico artistico orvietano», XXXIII,
1977, pp. 3-185.
Per i territori dello Stato della Chiesa, si riferiscono all'Emilia e alla Romagna: Memoria dei siti:
dal Catasto Napoleonico Gregoriano, Provincia di
Bologna, Italia, s.e., 1985; MARINA FOSCHI, I catasti preunitari dell'Emilia Romagna: una fonte per
lo studio storico delle strutture urbane, «Storia Urbana», I, 1977, n. 3, pp. 221-246; CLAUDIA SALTERINI, DIANA TURA, Il catasto Boncompagni e la do-
cumentazione catastale bolognese tra XVIII e XIX
secolo, «Archivi per la Storia», VIII, 1995, n. 1-2,
pp. 257-266. Si riferiscono all'Umbria: Documenti
e immagini della memoria storica: Terni attraverso
i catasti dell'Archivio di Stato: 1783-1961, Mostra
documentaria, Terni, 1984, Archivio di Stato di
Terni, 1984. Sono relativi alle Marche ProprietaÁ
fondiaria e disegno del territorio nelle carte degli
Archivi di Stato di Pesaro, Fano ed Urbino dei secc.
XV-XIX: spunti e prospettive di ricerca, Mostra
realizzata nell'ambito della settimana per i Beni
Culturali e Ambientali, 3-9 dicembre 1990, Ministero per i Beni Culturali e Ambientali, Archivio
di Stato di Pesaro, sezione di Fano e Urbino.
Per il Regno di Napoli vedi GEÂRARD DELILLE,
Cadastre napoleÂonien et structures eÂconomiques et
sociales dans le Royaume de Naples, in Cap. IV.
CONVEGNI, 1974, ROMA, lavoro che ha evidenziato le potenzialitaÁ della fonte per indagini che vadano al di laÁ del dato fiscale. Ulteriori approcci
storico-geografici sono in RENATA DE LORENZO,
Aspetti dell'habitat rurale di Principato Ultra nei
rilevamenti del catasto napoleonico, in Studi sul
Regno di Napoli nel Decennio francese, 18061815, a cura di AURELIO LEPRE, Napoli, Liguori,
1985, pp. 164-204; VINCENZO AVERSANO, Geografia e catasto napoleonico: analisi territoriale
del Principato Citra, Napoli, ESI, 1987; ID., Dal
catasto napoleonico: la carta agraria di un comune
del Mezzogiorno, Salerno, UniversitaÁ, Dipartimento analisi delle componenti culturali del territorio, 1988.
Per studi sulla proprietaÁ e i catasti circoscritti a
singole zone vedi i capitoli successivi.
b) Le fonti notarili
FERNANDA MAZZANTI PEPE - GIOVANNI ANCAIl notariato in Italia dall'etaÁ napoleonica all'unitaÁ, Roma, Consiglio nazionale del notariato,
1983; I protocolli notarili tra medioevo ed etaÁ moderna. Storia istituzionale e giuridica, tipologia, strumenti per la ricerca, Atti del Convegno, Brindisi,
Archivio di Stato, 12-13 novembre 1992, «Archivi
per la storia», VI, 1993, n. 1-2; RITA D'ERRICO, Il
prestito tra privati a Roma attraverso le fonti notarili
e fiscali del XVIII-XIX secolo, «Roma moderna e
contemporanea», II, 1994, n. 1, pp. 139-151; Nouvelles approches de la documentation notariale et histoire urbaine. Le cas italien (XVIIe-XIXe sieÁcle).
Table ronde organiseÂe par l'EÂcole francËaise de Rome, l'UniversitaÁ degli studi di Milano et le Centre
Roland Mousnier (Universite Paris IV - Sorbonne),
«MeÂlanges de l'eÂcole francËaise de Rome. Italie et
MeÂditerraneÂe», CXII, 2000, n. 1 [in particolare si
segnalano i contributi di RENZO DEROSAS, Dati di
RANI,
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Á NAPOLEONICA ( 1800-1815 )
L'ETA
stato, di flusso, di relazione: un esempio di integrazione nello studio della proprietaÁ fondiaria, pp.
193-208; OLIVIER FARON, Projet d'eÂtude des archives notariales milanaises pour la peÂriode moderne et
contemporaine, pp. 209-226; STEFANO DANIELE
LEVATI, Ricostruzione prosopografica e fonte notarile: metodi e limiti per uno studio dell'eÂlite milanese
preunitaria, pp. 227-241; FABIO BERTINI, La fonte
notarile per la definizione del sistema commerciale
tra Sette e Ottocento, pp. 281-290]. Per altri casi
vedi i capitoli sulle singole aree geo-politiche.
c) Le fonti demografiche
EUGENIO SONNINO, Le rilevazioni demografiche di stato in periodo napoleonico e post-napoleonico fino all'unificazione, in Le fonti della demografia storica. Atti del seminario di demografia storica 1971-1972, Roma, CISP, 1974; MONICA PAROLA , Reti parentali e reti sociali nel periodo
napoleonico. I consigli di famiglia, «Bollettino
del diciannovesimo secolo», V, 1996, pp. 59-62;
NICO RANDERAAD, I registri di popolazione ottocenteschi come fonti statistiche e strumenti di controllo sociale (Belgio, Italia, Paesi Bassi), «Le Carte e la Storia», II, 1996, n. 1, pp. 35-42.
d) Le fonti sulle forme di opposizione (brigantaggio, insorgenze) e sulle societaÁ segrete
Occupazione francese e insorgenza antifrancese
nelle carte dell'Archivio di Stato di Arezzo, 17991801, 2 voll., a cura di AUGUSTO ANTONIELLA, revisione dei testi di ANTONELLA MORIANI, Arezzo,
Provincia di Arezzo, Progetto Archivi, 1992; ARCHIVIO DI STATO DI CHIETI , Brigantaggio ottocentesco in Abruzzo, VIII settimana dei Beni Culturali e Ambientali, Ari, Tinari, s.d.; Archivio di Stato
dell'Aquila, Sezione di Sulmona, Abruzzo: montagne e briganti, a cura di MARTORANO DI CESARE e
SEBASTIANA FERRARI, Ari, Tinari, 1994. Al di laÁ di
altri casi geograficamente circoscritti, per i quali si
rimanda alle singole aree, cfr. FRANCESCO MARIO
AGNOLI, Guida introduttiva alle insorgenze controrivoluzionarie in Italia durante il dominio napoleonico, 1796-1815, Pessano, Mimep-Docete, 1996.
Per le societaÁ segrete vedi Secreta. Collezione di
documenti riguardanti le societaÁ segrete conosciute
in Italia dall'anno 1800 al 1819, Firenze, Cardini,
Centro internazionale del libro, 1981.
e) Le fonti sulla soppressione degli ordini religiosi
e l'alienazione dei beni dello Stato
Agli studi giaÁ effettuati prima degli anni Settanta da Renzo De Felice, Renzo Paci, Luigi
Dal Pane, Pasquale Villani e altri, si sono aggiunti
lavori di carattere generale, per i quali si rimanda
anche alla bibliografia riportata da FILIBERTO
AGOSTINI in appendice al saggio La riforma statale della Chiesa nell'Italia napoleonica, in Storia
dell'Italia religiosa, III, L'etaÁ contemporanea, a
cura di GABRIELE DE ROSA, TULLIO GREGORY,
ANDREÂ VAUCHEZ, Roma-Bari, Laterza, 1995. Vedi pertanto CARMELO AMEDEO NASELLI, La soppressione napoleonica delle corporazioni religiose.
Il caso dei Passionisti in Italia (1808-1814), Roma,
Pontificia UniversitaÁ gregoriana, 1970 e 1986;
ID., La soppressione napoleonica delle corporazioni
religiose: contributo alla storia religiosa del primo
Ottocento italiano: 1808-1814, Roma, Pontificia
UniversitaÁ gregoriana, 1986; PASQUALE VILLANI,
La vendita dei beni nazionali. Una rivoluzione
fondiaria?, in ID., Italia napoleonica, Napoli, Guida, 1978, pp. 45-73; MAURIZIO BASSETTI, Note
sull'alienazione dei beni dei grandi enti laici ed ecclesiastici in Italia tra XVIII e XIX secolo, «Ricerche Storiche», XII, 1982, pp. 237-256, e, piuÁ di
recente L'«eÂveÂnement le plus important de la ReÂvolution». La vente des biens nationaux en France
et dans les territoires annexeÂs (1789-1867), par
BERNARD BODINIER et ERIC TEYSSIER, avec la participation de FRANCËOIS ANTOINE, PreÂface de
JEAN-MARC MORICEAU, Paris, SocieÂte des eÂtudes
robespierristes, EÂdition du CTHS, 2000.
Per singole aree (in ordine geo-politico): per il
Piemonte PAOLA NOTARIO, Politica e finanza pubblica in Piemonte sotto l'occupazione francese
(1798-1800): la legislazione sui beni nazionali,
Torino, Centro studi piemontesi, 1978; EAD.,
Le vendite dei beni nazionali in Piemonte nel periodo napoleonico (1800-1814), Milano, Banca
commerciale italiana, 1980. Per la Lombardia
MARIO PESSINA, L'alienazione dei beni nazionali
in Valtellina: risultati di una ricerca sulla «Confisca reta» (1797-1838), «Archivio storico lombardo», s. XI, a. CX, 1984, vol. I, pp. 92-113. Per
la Toscana MAURIZIO BASSETTI, La vendita dei beni nazionali in Toscana nel periodo napoleonico
(1808-1814). Prime osservazioni, «Anazetesis.
Quaderni di ricerca», 1981, n. 4-5, pp. 107-113
e vari saggi (di IVO BIAGIANTI, MAURIZIO BASSETTI, FRANCESCO MINECCIA) in Cap. IV. CONVEGNI ,
1982 PIOMBINO; ANDREA ZAGLI, La privatizzazione dei patrimoni di manomorta in Toscana fra
'700 e '800: Montevarchi nel Valdarno Superiore,
«Ricerche Storiche», XVII, 1987, pp. 339-398;
GIUSEPPE RASPINI, Gli archivi delle corporazioni
religiose soppresse della diocesi di Fiesole, s.l.
s.e., (Fiesole, Sbolci), 1983. Per il bolognese CANDIDO MESINI , La soppressione degli ordini religiosi
a Bologna durante la Repubblica Cisalpina e il Re-
Ð 473 Ð
RENATA DE LORENZO
gno Napoleonico, «Culta Bononia», V, 1973, pp.
71-85 e 161-188. Per ForlõÁ ANTONELLA MENGHI,
La soppressione delle corporazioni religiose ed il
riuso degli edifici ecclesiastici in epoca napoleonica: il caso di ForlõÁ, «Storia urbana», IX, 1985,
n. 31, pp. 57-77. Per le Marche ORIANNA BARACCHI , Le soppressioni napoleoniche del 1811 e il patrimonio artistico ecclesiastico dei Dipartimenti del
Metauro, del Musone e del Tronto, «Atti e Memorie della Deputazione di Storia Patria per le
Marche», XCVIII, 1993, pp. 281-352. Per il
Lazio TOMMASO LECCISOTTI, Note sul ripristino di
monasteri della congregazione cassinese dopo la
soppressione napoleonica, «Benedictina», XXV,
1978, pp. 417-435. Per il Regno di Napoli AURELIO LEPRE , Sulla censuazione dei beni dei gesuiti,
«Studi storici», 1970, pp. 279-991; GABRIELE
CUOMO, Le leggi eversive del secolo XIX e le vicende degli ordini religiosi della provincia di Principato Citeriore (Ricerche storiche), Pt. I, Le leggi
eversive del governo napoleonico durante l'occupazione militare francese del Regno di Napoli: 18061815, la soppressione degli OO.RR. delle regole di
S. Bernardo e di S. Benedetto, gli inventari e gli
stati amministrativi mensili ordinati ai conventi
e ai monasteri durante il decennio, Mercato S. Severino, Moriniello, 1971; CHERUBINO TESTA, Ricerche sulla soppressione dell'Ordine agostiniano
nel Regno di Napoli durante l'occupazione napoleonica, «Analecta augustiniana», XXXIX,
1976, pp. 207-252; ARCHIVIO DI STATO DI TERAMO, I francescani nel primo Abruzzo Ulteriore: la
soppressione dell'ordine e la confisca del patrimonio, 1806-1830, Guida alla mostra: documenti,
architettura, 10-20 dicembre 1984, s.l., s.e. (Teramo, Deltagrafica), 1984; ALESSANDRO CRISTOFORO, Conventi cappuccini nel Molise e soppressione
murattiana, «Archivio storico molisano», II-III,
1978-1979, pp. 129-183 e 75-113; ANTONINO
DI IORIO, Le vendite nella provincia di Molise
dei beni immobili appartenenti ad ordini religiosi
soppressi per disposizione napoleonica, «Samnium», LVIII, 1987, pp. 152-171; PIETRO DI BIASE , La soppressione dei monasteri di Terra di Bari
nel decennio francese, «Archivio storico pugliese», XLIV, 1991, pp. 135-161; ANNA e GIUSEPPE
CLEMENTE, La soppressione degli ordini monastici
in Capitanata nel decennio francese, 1806-1815,
presentazione di RAFFAELE COLAPIETRA, Bari, Tipografica, 1993; AUGUSTO PLACANICA, Alle origini dell'egemonia borghese in Calabria. La privatizzazione delle terre ecclesiastiche (1784-1815), Salerno-Catanzaro, SocietaÁ Editrice Meridionale,
1979. Vedi anche il Cap. VII, 6. IL REGNO DI NAPOLI , soprattutto nelle sezioni relative alle province.
f) Le fonti giuridiche e le fonti coeve a stampa di
carattere legislativo e amministrativo (codici, almanacchi, statuti)
Per un quadro generale vedi ADRIANO CAVANStoria del diritto moderno in Europa, I, Le
fonti e il pensiero giuridico, Milano, GiuffreÁ,
1979. I dibattiti sulle forme costituzionali hanno
dato luogo ad un filone storiografico che va al di
laÁ delle competenze specifiche dei giuristi, per
evidenziare l'influenza della tradizione filangeriana sulla codificazione napoleonica, giaÁ a partire
dal dibattito ideologico francese per la revisione
della costituzione dell'anno III. Ne eÁ derivata la
ristampa dei codici, con interessanti commenti
e introduzioni: ALBERTO SCIUMEÁ, I tentativi per
la codificazione del diritto commerciale nel regno
italico (1806-1808), Milano, GiuffreÁ, 1982; I progetti del Codice di commercio del Regno italico:
1806-1808, a cura di ALBERTO SCIUMEÁ, Milano,
GiuffreÁ, 1999; ETTORE DEZZA, Il codice di procedura penale del Regno italico (1807). Storia di un
decennio di elaborazione legislativa, Padova, Cedam, 1983; Le fonti del codice di procedura penale
del Regno italico, a cura di ETTORE DEZZA, Milano, GiuffreÁ, 1985; GIULIANA VOLPI ROSSELLI, Il
progetto di codice di procedura civile del regno d'Italia (1806), Milano, GiuffreÁ, 1988; Codice di Napoleone il Grande pel Regno d'Italia: 1806, riedizione anastatica dell'originale a cura e con presentazione di GIORGIO CIAN, note storiche introduttive di PAOLO CAPPELLINI, Padova, Cedam,
1989; ADRIANO CAVANNA - GIANFRANCESCO VANZELLI, Il primo progetto di Codice penale per la
Lombardia napoleonica (1801-1802), Padova, Cedam, 2000; Codice penale per il principato di Lucca 1807, ristampa anastatica con scritti di vari,
raccolti da SERGIO VINCIGUERRA, Padova, Cedam, 1999.
Sul codice di commercio LUIGI BERLINGUER,
Sui progetti di codice di commercio del Regno d'Italia (1807-1808). Considerazioni su un inedito di
D.A. Azuni, Milano, GiuffreÁ, 1970; ARTURO
BRIENZA, I progetti di codice commerciale nella
Repubblica Cisalpina e nel Regno d'Italia, Milano,
Cisalpino-La goliardica, 1978. Di Domenico Alberto Azuni (Sassari 1749-1827), esperto di diritto commerciale e marittimo, autore anche di saggi sulla Sardegna, membro nel 1806 della commissione incaricata della preparazione del codice
di commercio, indi presidente della Corte d'appello di Genova, sono stati ristampati: l'opera
del 1795 Sistema Universale dei Principii del Diritto Marittimo dell'Europa nella traduzione francese
Droit maritime de l'Europe, Ripr. anast. dell'ed.
Paris, 1805, Torino, Bottega d'Erasmo, 1972; DiNA,
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Á NAPOLEONICA ( 1800-1815 )
L'ETA
scorso sui pericoli della libertaÁ di stampa: versione
francese e italiana, a cura di ANTONIA CRISCI, Sassari, Stamperia artistica, 1998; Trattato sulla libertaÁ di stampa: versione francese e italiana, Sassari, Stamperia artistica, 1998. Per la produzione
storiografica in merito vedi, oltre che le introduzioni alle ristampe, il Cap. III. OPERE GENERALI.
Gli Almanacchi, tra i quali gli Almanacchi Reali del 1810, 1811 e 1813 durante il regno di
Gioacchino Murat a Napoli, contengono notizie
riguardanti la famiglia reale, la corte, la rappresentanza diplomatica, il Consiglio dei ministri, i
ministeri e le altre amministrazioni centrali, l'ordine ecclesiastico, l'ordine giudiziario, l'amministrazione delle finanze, l'amministrazione civile,
l'esercito e la marina militare, gli ordini cavallereschi, l'istruzione, la beneficenza, con l'indicazione dei nomi dei titolari delle cariche. PATRIZIA
CARAMANTI, Gli almanacchi bergamaschi dei secoli
XVIII e XIX, «Bergomum», LXXXII, 1988, n. 4,
pp. 3-191. Importante anche per la storia economica PAOLO UNGARI, Statuti di compagnie e societaÁ azionarie italiane, 1638-1808: per la storia delle
societaÁ per azioni in Italia, Milano, GiuffreÁ, 1993.
g) Le fonti diplomatiche
JOSEPH DE MAISTRE, Napoleone, la Russia,
l'Europa: dispacci da Pietroburgo, 1811-1813, introduzione e cura di ERNESTO GALLI DELLA LOGGIA, Roma, Donzelli, 1994; FRANCESCO GIANNETTO, La diplomazia del regno d'Italia napoleonico
nei suoi rapporti con l'Impero ottomano, «Clio»,
XVII, 1981, pp. 357-404; ARIANNA ARISI ROTA
MAINARDI, Il Ministero delle Relazioni Estere della Repubblica Italiana (1802-1805), «Risorgimento», XLVIII, 1996, pp. 175-206; EAD., Diplomazia nell'Italia napoleonica: il Ministero delle relazioni estere dalla Repubblica al Regno, 18021814, Melzo, CENS, Milano, Comune, 1998;
MASSIMILIANO FERRI, Le relazioni tra la Svizzera
e la Lombardia in etaÁ napoleonica nei documenti
conservati presso l'Archivio di Stato di Milano
(1797-1814), «Archivio storico lombardo», a.
CXXIII, 1997, s. XII, vol. IV, pp. 427-440; VITO
TIRELLI, L'archivio di Elisa Bonaparte Baciocchi
presso les Archives Nationales di Parigi, cit.; GIUSEPPE M. CROCE, Les papiers des cardinaux secre
Âtaires d'eÂtat, de Pie VII aÁ BenoõÃt XV. Dans la seÂrie
des spogli aux Archives secreÁtes Vaticanes, «MeÂlanges de l'EÂcole francËaise de Rome. Italie et MeÂditerraneÂe», CX, 1998, pp. 533-543; MARIA LUISA CAVALCANTI , Alle origini del Risorgimento. Le
relazioni commerciali tra il Regno di Napoli e la
Russia 1777-1815. Fatti e teorie, «Cahiers internationaux d'Histoire EÂconomique et Sociale»,
XI, 1979, pp. 1-138; TEOBALDO FILESI, Un secolo
di rapporti tra Napoli e Tripoli, 1734-1835, Napoli, Giannini, 1983; FRANCESCO GIANNETTO, La
schiavituÁ nel rapporto tra le potenze barbaresche
e il regno napoleonico, «Clio», XX, 1984, pp.
465-488; Stati Uniti e Napoli: rapporti consolari,
1796-1996, a cura di DANIEL SPIKES, Napoli, Filema, 1996. Per altre fonti e singoli diplomatici
vedi la sezione DIPLOMAZIA nei capitoli relativi alle varie aree geo-politiche.
2. MANOSCRITTI E TESTI DI CONTEMPORANEI
(ANTOLOGIE, DIARI, CRONACHE, LETTERE,
MEMORIE , MANIFESTI , RISTAMPE )
Napoleone dalla Scuola militare alla Rivoluzione: i manoscritti Ashburnham 1873 della Biblioteca
Mediceo-Laurenziana: con una nota su San Miniato
e le origini dei Bonaparte, catalogo a cura di ALBERTO MARIA FORTUNA, con la collaborazione di
PIER ANTONIO BORGHEGGIANI, Firenze, Mori,
1983; Napoleone in Italia 1795, 1796 e 1800. Il manoscritto ``Saluzzo 248'' della Biblioteca Reale di
Torino e l'Opera grafica di Giuseppe Pietro Bagetti,
Torino, B.L.U., 1997 (autore del ms. eÁ l'ufficiale
francese Joseph-FrancËois-Marie de Martinel).
Una selezione di testi controrivoluzionari, anche ottocenteschi, eÁ in Le dolci catene. Testi della
controrivoluzione cattolica in Italia, a cura di VITTORIO EMANUELE GIUNTELLA, Roma, Istituto per
la Storia del Risorgimento italiano, 1988 (Fonti,
LXXV), con annesse note biografiche e bibliografiche. Fonti selezionate sono anche in EDOARÁ e assistenza in Lombardia
DO BRESSAN , Poverta
nell'etaÁ napoleonica, prefazione di GIORGIO RUMI,
Bari, Cariplo-Laterza, 1985.
Un interessante epistolario eÁ LUIGI CORTESI,
Epistolario di Angelo Mai. Ripresa cronobiografica
degli anni 1782-1819. Additamento all'edizione
Gervasoni: lettere inedite fino al 1819, «Bergomum», LXXVII, 1983, n. 1-2, pp. 66-174.
Per diari e carteggi relativi a singoli momenti e
episodi nelle varie aree geografiche si rimanda alle pagine seguenti, ma vedi per il Veneto: VALENTINO ALBERTI, Il diario dell'oste: la Raccolta storica cronologica di Valentino Alberti (1796-1834), a
cura di MAURIZIO ZANGARINI, Venezia, Giunta
regionale del Veneto; Vicenza, Associazione veneta per la storia locale; Verona, Cierre, 1997.
Per la Toscana ARCHIVIO DI STATO DI FIRENZE,
Lettere a Giuseppe Pelli Bencivenni: 1747-1808,
inventario e documenti a cura di MARIA AUGUSTA
TIMPANARO MORELLI, Roma, s.e. (Spoleto, Panetto & Petrelli), 1976. L'etaÁ rivoluzionaria e napoleonica nel diario di Bernardino Vitoni 1789-
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RENATA DE LORENZO
1811, a cura di NATALE RAUTY, Pistoia, SocietaÁ
Pistoiese di Storia Patria, 1989. [Diario di un medico, esponente dell'alta borghesia di Pistoia, che
ebbe incarichi nella pubblica amministrazione fino al 1810]; DANILO BARSANTI, I Cosi del Voglia:
ascesa e decadenza di una famiglia nobile pisana
attraverso l'Ordine di S. Stefano, con in Appendice il Memoriale (1765-1815) di GIOVANNI VINCENZO e le Lettere dalla Francia (1799-1800) del
figlio PIETRO OSTAGGIO, presentazione di RODOLFO BERNARDINI , Pisa, ETS, 2001.
Per lo Stato della Chiesa: ANGELO ANTONIO
BITTARELLI, Gli avvenimenti dell'etaÁ napoleonica
in alcuni diaristi del camerinese, in Cap. IV. CONÁ napoleonica nel
VEGNI , 1972 TOLENTINO (L'eta
maceratese...), «Studi maceratesi», VIII, 1974,
pp. 500-544, ripubblicato con il titolo Caldarola
tra giacobini e insorgenti. Dal diario Picca alla cronaca Barlesi, «Quaderni del bicentenario», II,
1996, pp. 139-159; SALVATORE TARTUFERI, Diario
maceratese (1794-1817), a cura di MARCELLO
SGATTONI, Macerata, Litotipo Sangiuseppe,
1979; ADRIANO SPINA, Diario sulla deportazione
in Corsica del canonico di Albano G. Battista Loberti (1810-1814), «Italia francescana», LIX,
1984, pp. 479-563; MADDALENA PATRIZI-GONDI,
Memorie di famiglia, 1796-1815, Roma, Nova
AGEP, 1989; I diari dell'etaÁ giacobina. Le cronache di Pontelagoscuro di Antonio Dolcetti (17961801), a cura di ROBERTO BALZANI, Bologna,
Analisi, 1993; Diario militare e politico dell'anno
1799 e 1802, opera ordinata da Maria Zanardi
dei Duchi di Camerino, a cura di ROBERTO BALZANI , Bologna, Analisi, 1993; Diario dell'anni funesti di Roma: dall'anno 1773 al 1814, edizione critica a cura di M. TERESA BONADONNA RUSSO, presentazione di LUCIANO MERIGLIANO, Roma, Tip.
del Senato, 1995.
Per la storia di Modena l'ecclesiastico Rovatti
fu attento cronista della sua epoca. La sua Cronaca, cui sono allegati numerosi documenti, formata da 32 volumi, relativi agli anni 1796-1818, ha
dato luogo ad una serie di studi: Modena napoleonica nella Cronaca di Antonio Rovatti. L'albero
della libertaÁ, 1796-1797, a cura di GIAN PAOLO
BRIZZI, Modena, Fondazione Cassa di Risparmio
di Modena, 1995 (vedi i contributi di GIORGIO
MONTECCHI, Giornali modenesi tra Antico Regime ed etaÁ napoleonica, pp. 28-44; ALBANO BIONDI , Don Antonio Rovatti e la tradizione delle cronache modenesi, pp. 45-48; GIAN PAOLO BRIZZI,
Antonio Rovatti e la Cronaca modenese, pp. 4963); Modena napoleonica nella Cronaca di Antonio Rovatti. Modena repubblicana, 1798-1799, a
cura di GIAN PAOLO BRIZZI, ELENA CORRADINI,
Modena, Fondazione Cassa di risparmio di Mo-
dena, 1996; Modena napoleonica nella Cronaca
di Antonio Rovatti. Dall'aquila imperiale al ritorno dei Francesi 1799-1801, a cura di GIAN PAOLO
BRIZZI, Modena, Fondazione Cassa di Risparmio
di Modena - Silvana Editoriale, 1997 (vedi i contributi ALBANO BIONDI, Don Valentino Contri:
prete e giacobino, pp. 13-27; PIERO CROCIANI,
La Cronaca Rovatti e le sue uniformi, pp. 49-64;
ANGELO SPAGGIARI, Istituzioni modenesi dal
1796 al 1815, pp. 65-80; ANTONIO ROVATTI, Cronaca modenese, pp. 83-254); Indici della Cronaca
modenese 1796-1801, a cura di GIAN PAOLO
BRIZZI, Modena, Fondazione Cassa di Risparmio,
1997.
Fra le lettere: WALTER MICHELANGELI, Lettere
dei sacerdoti francesi emigrati a Fermo, 17921802, II, «Quaderni dell'Archivio storico Arcivescovile di Fermo», 1986, pp. 55-79; JULIE BILLIART <SANTA >, Lettere di santa Giulia Billiart, I:
Luglio 1795 - ottobre 1807; II: Novembre 1807 giugno 1809; III: Agosto 1809 - dicembre 1811,
s.l. s.e.; MARCELLIN JOSEPH BENOIÃT CHAMPAGNAT , Lettres de Marcellin J.B. Champagnat
(1789-1840) fondateur de l'Institut des FreÁres maristes, Roma, Casa generalizia dei Fratelli maristi,
1985 - Opera in piuÁ volumi, II: ReÂpertoires, par
freÁre RAYMOND BORNE et freÁre PAUL SESTER, Rome, Casa generalizia dei Fratelli maristi, 1987;
EMANUELE PIGNI, L'autobiografia politica di Ferdinando Marescalchi nelle lettere a G.B. Costabili
Containi, «Atti e Memorie della Deputazione
Provinciale Ferrarese di Storia Patria», s. IV,
XII, 1996, pp. 289-320.
Per il Regno di Napoli: ANTONIO STASSANO,
Memorie storiche del Regno: 1799-1821, introduzione, note e a cura di ANTONIO CESTARO, Venosa, Osanna, 1994, testo edito anche col titolo ID.,
Cronaca, memorie storiche del Regno di Napoli
dal 1798 al 1821, a cura di ROBERTO MARINO e
MARIO THEMELLY, Napoli, Istituto Italiano per
gli Studi Filosofici, 1996; GIUSEPPE MARIA GALANTI , Memorie storiche del mio tempo e altri
scritti di natura autobiografica, 1761-1806, a cura
di AUGUSTO PLACANICA, Cava dei Tirreni, Di
Mauro, 1996; GIUSEPPE DE LORENZO, Nel furore
della reazione del 1799, a cura di BENEDETTO
CROCE, Napoli, Colonnese, 19982; ID., Memorie,
a cura di PAOLA RUSSO, Introduzione di ANNA
MARIA RAO, Napoli, Istituto Italiano per gli Studi
Filosofici-Vivarium, 1999; CARLO DE NICOLA,
Diario napoletano: 1798-1825, introduzione di
RENATA DE LORENZO, voll. 3, Napoli, Regina,
1999; GABRIELE ROSSETTI, Carteggi, voll. 5, Napoli, Loffredo, 1984-2001 [Il I (1809-1825), a cura di TOBIA R. TOSCANO, riflette la partecipazione
del Rossetti alla vita politica del Mezzogiorno].
Ð 476 Ð
Á NAPOLEONICA ( 1800-1815 )
L'ETA
3. SUSSIDI (MONETE, MEDAGLIE
TIMBRI, CARTOGRAFIA)
E
a) Monete
LIBERO MANCINI, Catalogo italiano della cartamoneta, 1746-1966, Bologna, Litosavena, 1976.
Cfr. inoltre Cap. IV. CONVEGNI, 1978 ROMA
(La politica monetaria...) e 1987 RONCIGLIONE
(La Tuscia in etaÁ giacobina e napoleonica...), ed
ancora GIUSEPPE FELLONI, Monetary changes
and price in Italy in the Napoleonic Period, «The
Journal of European Economic History», V,
1976, n. 2, pp. 379-390; MARCELLO MISUL, Le monete d'Italia. Catalogo delle monete emesse da governi provvisori, Sardegna, Regno, Repubblica, colonie, Albania, San Marino, Vaticano, Granducato
di Toscana, Napoleone I Re d'Italia, Principato di
Lucca e Piombino, Maria Luigia d'Austria, Repubblica napoletana, Giuseppe Napoleone, Pio IX, Firenze, La moneta, International Money, 1963;
ANTONIO PAGANI, Monete italiane dall'invasione
napoleonica ai giorni nostri, 1796-1980. Governi
popolari, assedi, occupazioni, Napoleone, Stato
pontificio, regno delle Due Sicilie, napoleonidi, restaurazioni dopo il Congresso di Vienna, moti per
l'indipendenza, Regno d'Italia, colonie, Albania,
repubblica di San Marino, Stato della CittaÁ del Vaticano, Repubblica Italiana, Somalia (A.F.I.S.). Catalogo contenente la descrizione di 5182 monete e
con 1210 illustrazioni. Descrizioni, misure, titoli
metallici, gradi di raritaÁ. 3ã ed. corr. ed aggiornata
a cura di RENATO ROCCA, Milano, M. Ratto numismatica, 1982; CLELIO VARESI, Monete italiane
contemporanee: dall'epoca della rivoluzione francese ai giorni nostri, Pavia, Varesi, 1983.
In merito alle singole zone LUCIO FERRI, La
monetazione in Piemonte durante l'occupazione
napoleonica (1798-1814), «Rivista italiana di Numismatica e Scienze Affini», LXXXIII, 1981, pp.
215-232; GIOVANNI PESCE, GIUSEPPE FELLONI,
Le monete genovesi: storia, arte ed economia nelle
monete di Genova dal 1139 al 1814, Genova,
Cassa di Risparmio di Genova e Imperia, 1975;
La monetazione per Milano nel periodo napoleonico, Civiche raccolte numismatiche, Milano, Comune, Settore cultura e spettacolo, 1991; Le monete di Piombino: dagli etruschi ad Elisa Baciocchi,
1 agosto - 30 settembre 1987, Ospedaletto, Pacini, 1987; Granducato di Toscana; Medici Granduchi di Toscana 1531-1737; Lorena Granduchi di
Toscana 1737-1859; Borbone Re di Etruria 18011807, Monete in argento e in oro e qualche medaglia, a cura di ATTILIO MANZONI, Milano, Edizioni Numismatiche Gima, 2001; SILVANA BALBI DE
CARO, La monetazione pontificia nel secolo XIX
(da Pio VII a Gregorio XVI), in SILVANA BALBI
DE CARO - LUIGI LONDEI, Moneta pontificia, Roma, Quasar, 1984, pp. 137-237; GIOVANNI BOVI,
Una moneta di Murat, «Bollettino del Circolo numismatico napoletano», LVI, 1971, pp. 11-16;
ID., Le monete per i reali presidi, «Bollettino del
Circolo numismatico napoletano», LVII, 1972,
pp. 3-16; ID., Le monete napoletane del 1804,
«Bollettino del Circolo numismatico napoletano», LVIII, 1973, pp. 21-41; MICHELE PANNUTI,
Un esame di saggiatore nella Zecca (1813), ivi, pp.
55-63; ID., Le monete di Ferdinando IV di Borbone dal 1805 illustrate da documenti inediti e ID., Il
rame repubblicano del 1799 e quello di Ferdinando IV (1796-1803) illustrate da documenti inediti,
«Bollettino del Circolo numismatico napoletano», LXVIII-LXXI, 1983-1986, pp. 33-38 e 3848; La monetazione napoletana da Carlo a Francesco II di Borbone (1734-1860), 23 aprile - 4 maggio 1975, Napoli, Museo Gaetano Filangieri,
1975, Catalogo della Mostra tenuta a Napoli; ROMUALDO GIUFFRIDA , La politica monetaria dei
Borbone in Sicilia (1795-1860), Palermo, Cassa
di Risparmio V.E. per le province siciliane, 1974.
b) Medaglie e Timbri
Vedi Cap. IV. CONVEGNI, 1971 MODENA (Mostra di medaglie napoleoniche...).
MARIO PIZZUTI, Le prime medaglie italiane al
valore militare: 1793-1815, s.l. s.e., 1983, contiene anche ripr. dell'ed.: Regolamento per il distintivo d'onore da sua maestaÁ stabilito per li bass'uffiziali e soldati delle regie truppe, e una raccolta di
documenti.
Per singole aree: ROSSELLA PERA, Le medaglie
napoleoniche delle collezioni civiche genovesi, «Atti
della SocietaÁ ligure di Storia Patria», n.s., XXXVII,
1997, n. 2, pp. 331-366; GIGLIOLA DE MARTINI,
Medaglie e gettoni di etaÁ francese e napoleonica nelle collezioni dei Civici Musei pavesi, «Bollettino della SocietaÁ pavese di Storia Patria», a. XCIII, 1993,
n.s., vol. XLV, pp. 333-346; Da Napoleone al Fabris: medaglie dei Civici musei di Udine, a cura di
MAURIZIO BUORA, con la collaborazione di MASSIMO LAVARONE , Udine, ER, 1997; GIORGIO MAGLIAVACCA , I timbri napoleonici dei dipartimenti
italiani, Milano, Magliavacca, 1977.
c) Cartografia
FULVIO FULVI, I principali geografi italiani della
prima metaÁ dell'Ottocento, «Universo», LXV,
1985, pp. 278-287; Cartografia e istituzioni in etaÁ
moderna, Atti del Convegno, Genova, Imperia,
Ð 477 Ð
RENATA DE LORENZO
Albenga, Savona, La Spezia, 3-8 novembre
1986, 2 voll., «Atti della SocietaÁ ligure di storia
patria», n.s., XXVII, 1987; ANNE GODLEWSKA,
Dresser la cartographie napoleÂonienne de l'Italie:
comment et pourquoi?, «Annales Historiques
de la ReÂvolution FrancËaise», n. 320, avril-juin
2000, pp. 197-204. Per i problemi di carattere generale legati alla guerra e alle divisioni amministrative EUGENIO LO SARDO, I problemi della divisione territoriale in epoca napoleonica e gli sviluppi della cartografia. La carte geÂneÂrale du theÂaÃtre de
la guerre en Italie del Bacler d'Albe, «Rassegna
degli Archivi di Stato», XLII, 1982, pp. 110120. Sulla produzione e il mercato di atlanti VLADIMIRO VALERIO, Mercato e cultura nella produzione di atlanti in Italia tra il XVIII e il XIX secolo,
«Universo», LXX, 1990, pp. 298-353.
Per le singole aree geopolitiche: FRANCESCO
BARRERA, La cartografia del Piemonte tra rivoluzione francese e Congresso di Vienna, Torino, Camera di commercio industria artigianato e agricoltura, SocietaÁ degli ingegneri e degli architetti,
1989; ARCHIVIO DI STATO DI MILANO, L'immagine interessata: territorio e cartografia in Lombardia tra '500 e '800, Milano, Archivio di Stato,
1984; SILVINO SALGARO, Napoleone e lo sviluppo
della cartografia: alcune considerazioni a margine
del bicentenario della battaglia di Arcole, in Cap.
IV. CONVEGNI, 1996 ARCOLE (La provincia veronese... pp. 77-111); La cartografia militare dei territori del Veneto, del Friuli-Venezia Giulia, dell'Istria e della Dalmazia in etaÁ napoleonica, a cura di
FRANCESCO FRASCA, Udine, Arti grafiche friulane,
1996; Documenti cartografici nelle biblioteche e
negli archivi privati e pubblici della Toscana, Firenze, Leo S. Olschki, 1987; ARCHIVIO DI STATO
DI FIRENZE , I fondi cartografici dell'Archivio di
Stato di Firenze, Firenze, Leo S. Olschki, 1987;
Mostra storico-documentaria Il territorio rappresentato: temi e problemi della cartografia nelle collezioni pubbliche parmensi, sec. XIV-XIX, Parma,
Biblioteca Palatina, 20-29 settembre 1979, a cura
di MARZIO DALL'ACQUA, VARO A. VECCHIARELLI,
s.l. s.e. (Parma, La nazionale), 1979; Il territorio
pistoiese e i Lorena tra '700 e '800. ViabilitaÁ e bonifiche. Repertorio documentario, cartografico e bibliografico, Pistoia, Amministrazione provinciale,
1987.
Si vedano inoltre Cartografia generale del Mezzogiorno e della Sicilia, scritti di ROBERTO ALMAGIAÁ , ERNESTO PONTIERI, ROSARIO LA DUCA , a cura di ERNESTO MAZZETTI, Napoli, ESI, 1972;
VLADIMIRO VALERIO, Contributo alla storia della
carta d'Italia e della Sicilia. Una inedita sintesi cartografica tra il XVIII e il XIX secolo, «Universo»,
LXIII, 1983, pp. 105-126; Fonti cartografiche nell'Archivio di Stato di Napoli, sala Filangieri, 3 luglio - 10 ottobre 1987, Catalogo della Mostra;
Cartografia napoletana dal 1781 al 1889: il Regno,
Napoli, la Terra di Bari, a cura di GIANCARLO ALISIO, VLADIMIRO VALERIO, Napoli, Prismi, 1983,
Catalogo della Mostra tenuta a Napoli nel
1983; Il disegno del territorio: istituzioni e cartografia in Basilicata, 1500-1800, Catalogo della
Mostra organizzata dall'Archivio di Stato di Potenza e dalla Deputazione di storia patria per la
Lucania, a cura di GREGORIO ANGELICI, Roma,
Bari, 1988; VLADIMIRO VALERIO, SocietaÁ, uomini
e istituzioni cartografiche nel Mezzogiorno d'Italia,
Firenze, Istituto geografico militare, 1993; Cartografia e territorio in Capitanata dal XVI al XIX secolo: mostra documentaria, a cura di GIACOMA
DESIMIO, VIVIANO IAZZETTI, MARIA CAROLINA
NARDELLA, MARIA ROSARIA TRITTO, Foggia, Bastogi, 1993; ARCHIVIO DI STATO DI FOGGIA, Cartografia e territorio in Capitanata dal XVI al
XIX secolo, a cura di GIACOMA DESIMIO... [et
al.], appendice di PASQUALE DI CICCO, Foggia,
Bastogi, 1993. Sulla nascita della moderna cartografia nel Settecento a Napoli durante il regno di
Ferdinando IV con l'Atlante Geografico di Giovanni Antonio Rizzi Zannoni e sui successivi sviluppi GIOVANNI BRANCACCIO, La cartografia napoletana dal riformismo illuminato all'unitaÁ, «Archivio storico per le province napoletane», a. C.,
s. III, 1982, vol. XXI, pp. 315-334; ID., Conoscenze geografiche e cartografiche, in Storia del
Mezzogiorno, voll. 15, Roma, Edizioni del Sole,
1986-1991, X, pp. 495-571; ID., Fra descrizione
e raffigurazione grafica: il Mezzogiorno d'Italia
nella geografia storica, Napoli, s.e., 1990; ID.,
Geografia, cartografia e storia nel Mezzogiorno,
Napoli, Guida, 1991, ID., Il governo del territorio
nel Mezzogiorno moderno, Lanciano, Itinerari,
1996. Sulla cittaÁ di Napoli vedi Cap. IV. CONVEGNI, 1990-1991, NAPOLI . Sul Mezzogiorno continentale e insulare vedi Le mappe della storia. Proposte per una cartografia del Mezzogiorno e della
Sicilia in etaÁ moderna, a cura di GIUSEPPE GIARRIZZO e ENRICO IACHELLO , Milano, Franco Angeli, 2002 (i contributi di SIMONA LAUDANI, Le carte
del principe, pp. 51-60; ENRICO IACHELLO, La
geografia politico-amministrativa della Sicilia nella
prima metaÁ dell'Ottocento, pp. 71-84; ANGELANTONIO SPAGNOLETTI, La costruzione di un nuovo
spazio amministrativo: il Mezzogiorno continentale tra 1799 e 1816, pp. 91-98; BIAGIO SALVEMINI
e ANNASTELLA CARRINO, Il territorio flessibile. Flussi mercantili e spazi meridionali nel Settecento e
nel primo Ottocento, pp. 99-122).
Ð 478 Ð
Á NAPOLEONICA ( 1800-1815 )
L'ETA
duzione di GIUSEPPE GIARRIZZO, Catania, Sanfilippo, 1998.
Sulla cartografia militare La cartografia militare
dei territori del Veneto, del Friuli-Venezia Giulia,
dell'Istria e della Dalmazia in etaÁ napoleonica, a
cura di FRANCESCO FRASCA , Tavagnacco, Arti
grafiche friulane, 1996.
Per la Sicilia LILIANE DUFOUR, Atlante storico
della Sicilia: le cittaÁ costiere nella cartografia manoscritta 1500-1823, presentazione di CESARE DE SETA, introduzione storica di MASSIMO GANCI , Palermo [etc.], Lombardi, 1992; Imago Siciliae: cartografia storica della Sicilia 1420-1860, a cura di
LILIANE DUFOUR e ANTONIO LA GUMINA, intro-
II
BIBLIOGRAFIE E RASSEGNE BIBLIOGRAFICHE. STORIOGRAFIA
1. BIBLIOGRAFIE
E RASSEGNE BIBLIOGRAFICHE
L'incremento degli studi sullo stimolo del bicentenario della rivoluzione francese ha dato luogo ad una serie di bibliografie e lavori di sintesi
francesi, che coinvolgono anche il mondo italiano, tra i quali: ALFRED FIERRO, Bibliographie analytique des biographies collectives imprimeÂes de la
France contemporaine (1789-1985), preÂface de
MICHEL FLEURY, Paris, Champion, 1986; Histoire
ed dictionnaire de la ReÂvolution francËaise: 17891799, par JEAN TULARD, JEAN-FRANCËOIS FAYARD,
ALFRED FIERRO, Paris, Laffont, 1987; Les Colloques du Bicentenaire. ReÂpertoire des rencontres
scientifiques nationales et internationales, preÂsente par MICHEL VOVELLE, avec la collaboration de
DANIEÁLE LE MONNIER, Paris, La DeÂcouverte, Institut d'histoire de la ReÂvolution francËaise, SocieÂte des eÂtudes robespierristes, 1991; RONALD J.
CALDWELL, The era of Napoleon: a bibliography
of the history of western civilization, 1799-1815,
New York [ecc.], Garland, 1991; JEAN TULARD,
avec la collaboration de JACQUES GARNIER, ALFRED FIERRO et CHARLES D 'HUART , Nouvelle bibliographie critique des MeÂmoires sur l'eÂpoque napoleÂonienne, eÂcrits ou traduits en francËais, GeneÁve, Droz, nouv. eÂd. revue et enrichie, 1991; ALFRED FIERRO, Les francËais vus par eux-me
Ãmes: le
Consulat et l'Empire, anthologie des meÂmorialistes
du Consulat et de l'Empire, Paris, Laffont, 1998.
Per l'Italia da segnalare «Quaderni del Bicentenario», ma vedi anche M. CHIRONI SIMI, Recenti contributi italiani alla storia della Rivoluzione
Francese, «Ricerche storiche», XXVI, 1996, n.
2, pp. 407-416. La Bibliografia storica nazionale,
Roma-Bari, Laterza, pubblicata dalla Giunta
Centrale per gli Studi Storici, offre il quadro della pubblicazione di monografie e la selezione di
importanti riviste.
Nell'ambito delle celebrazioni del bicentenario
si collocano L'Italia rivoluzionaria e napoleonica
nelle raccolte della Biblioteca del Senato, Catalogo
della Mostra, Roma, s.e. (Eredi dott. G. Bardi),
1990; I Periodici di ancien reÂgime e del periodo rivoluzionario nelle biblioteche italiane, a cura di
PAOLA URBANI e ALFREDO DONATO, Roma, s.e.
(Gaeta, Il geroglifico), 1992. Con un piuÁ preciso
ambito tematico sono FelicitaÁ pubblica e dottrine
economiche in Italia fra XVIII e XIX secolo: le raccolte della Fondazione Feltrinelli, a cura di DAVID
BIDUSSA, Milano, Fondazione Feltrinelli, 1997.
Per le biografie vedi Dictionnaire NapoleÂon,
diretto da JEAN TULARD, Paris, Fayard, 1987; Dizionario biografico degli Italiani, Roma, Istituto
dell'Enciclopedia italiana, 1960-2002, finora
giunto al vol. LIX (Graziani-Grossi Gondi),
2002, che eÁ tappa obbligata e scontata per tutti
i successivi riferimenti ai personaggi citati.
Indispensabile la consultazione di riviste specializzate. Molti contributi sull'Italia sono nella
«Revue des eÂtudes napoleÂoniennes» e in «Annales historiques de la ReÂvolution francËaise». Di carattere piuÁ documentario che storiografico eÁ la
«Revue des amis du MuseÂe du MareÂchal Murat»,
Roi de Naples, espressione dell'Associazione
Amis du MuseÂe Murat, omonima, creata nel
1957. Il «Bollettino italiano di studi napoleonici»,
Portoferraio, Centro nazionale di studi napoleonici e di storia dell'Elba, dal 1962 rinominato «Rivista italiana di studi napoleonici» (non esce negli
anni 1976-1977), eÁ da consultare interamente per
qualsiasi ricerca, data la vastitaÁ degli interessi coperti, con frequenti numeri monografici. In questa bibliografia non si citano tutti i contributi,
ma solo quelli rispondenti ai criteri di selezione.
L'indice della rivista eÁ disponibile sul sito del
Centro che patrocina la pubblicazione. Fondamentale anche la piuÁ recente «Rivista napoleonica», per la sensibilitaÁ al linguaggio del web, con
l'indicazione, fin dal primo numero (1-2, Alessandria, Edizioni dell'Orso, 2000), di indirizzi e siti
di istituzioni e centri che si interessano di storia
napoleonica a livello internazionale; l'interroga-
Ð 479 Ð
RENATA DE LORENZO
zione e la navigazione fra questi indirizzi consente
l'accesso a biblioteche specializzate, nonche di conoscere iniziative in corso, di partecipare a gruppi
di discussione. Si segnala tra i siti piuÁ esaustivi,
sensibili anche ad una divulgazione di massa della
storiografia napoleonica, oltre che specialistica:
<http://www.napoleon.org.>
Da controllare le riviste delle Accademie, delle
Deputazioni e SocietaÁ di Storia Patria, soprattutto per le ricerche a carattere locale (cfr. Pubblicazioni delle Accademie e degli Istituti culturali,
«Accademie e biblioteche d'Italia», LXI, 1993,
n. 2, pp. 40-60); il «Bollettino del Museo del Risorgimento» e le pubblicazioni di organi interessati alla storia del Risorgimento, tra cui principalmente la «Rassegna storica del Risorgimento»,
edita dall'Istituto per la Storia del Risorgimento
italiano, e la rivista «Il Risorgimento».
Le riviste provvedono periodicamente a pubblicare indici delle proprie annate, con aggiornate
bibliografie, spesso molto ampie (ad es. gli Indici
ragionati della «Rassegna storica del Risorgimento»; Bibliografia, «Rivista di Storia della Chiesa
in Italia», XLII, 1988, pp. 260-348; Bibliografia
historiae pontificiae, «Archivum historiae pontificiae», XXV, 1987, pp. 461-736; XXVI, 1988,
pp. 457-725), relative ai propri interessi prevalenti. Siti di istituzioni universitarie e/o culturali, come <http://www.istitutodatini.it>, forniscono gli
indici di molte riviste, con annessi utili links.
Aggiornamenti bibliografici e storiografici sono variamente disponibili su tematiche circoscritte. Sul federalismo RICCARDO MARENA - ALBERTO
BUTTERI - VITO CONSOLE, Bibliografia del federalismo europeo, Bibliography of European federalism: 1776-1984, Milano, Angeli, 1997. Per il
mondo militare vedi Napoleonic military history:
a bibliography, edited by DONALD D. HORWARD,
New York-London, 1986; Bibliografia italiana di
storia e studi militari 1960-1984, Centro universitario di studi e ricerche storico-militari, Istituto
di elaborazione dell'informazione del CNR, Pisa,
Milano, Angeli, 1987. Per gli aspetti culturali
CARLO CORDIEÂ, Quinto contributo bibliografico
sul gruppo di Coppet (Scritti di Madame de StaeÈl,
Sismondi, B. Constant e Ch. V. de Bonstatten apparsi in Italia e in lingua italiana dal 1803 al
1972), «Archivio della Scuola normale Superiore
di Pisa», s. III, VI, 1976, pp. 1017-1050. Per le
insorgenze FRANCESCO MARIO AGNOLI, Guida introduttiva alle insorgenze contro-rivoluzionarie in
Italia durante il dominio napoleonico 1796-1815,
Pessano, Mimep-Docete, 1996; Guida bibliografica dell'insorgenza in Lombardia (1796-1814), a
cura di CHIARA BARBESINO, PAOLO MARTINUCCI,
OSCAR SANGUINETTI, Milano, Isin, 1999. Per la
storia della Chiesa SIMONE BONECHI, Chiesa e societaÁ nell'Italia napoleonica. Rassegna di studi recenti (1989-1996) e proposte di ricerca, «Cristianesimo nella Storia», XIX, 1998, pp. 297-332. Per
la storia giuridica MARIA TERESA NAPOLI, La cultura giuridica europea in Italia: repertorio delle
opere tradotte nel secolo XIX, 3 voll., Napoli, Jovene, 1986-1987; PAOLO ALVAZZI DEL FRATE, Riforme giudiziarie e rivoluzione francese. Nota bibliografica sulla piuÁ recente storiografia, «Rivista
di storia del diritto italiano», LXIII, 1990, pp.
459-469.
Per singole aree geopolitiche recenti rassegne,
di carattere bibliografico e storiografico, sono
state pubblicate nel «Bollettino del diciannovesimo secolo» e su riviste specializzate: SILVANO
MONTALDO, Studi recenti sul Piemonte nell'Ottocento, «Bollettino del diciannovesimo secolo»,
1994, n. 3, pp. 97-102; GIUSEPPINA FOIS e FRANCESCO SODDU, La Sardegna nella storiografia dell'ultimo decennio, «Bollettino del diciannovesimo
secolo», 1994, n. 2, pp. 83-89; Bibliografia storica
lombarda 1995, «Storia in Lombardia», XVII,
1998, n. 2-3, pp. 219-286; Fonti per la bibliografia trentina, a cura di GIANMARIO BALDI, Trento,
Gruppo culturale Civis, 1987; Bibliografia trentina, Sezione 1, Aspetti economici e sociali, a cura di
GAURO COPPOLA, Trento, SocietaÁ di studi trentini di scienze storiche, 1992; DANIELA RANDO,
Renzo Tommasi. Bibliografia dell'emigrazione
trentina: 1793-1994, Trento, Giunta della Provincia autonoma di Trento, 1999. Ampia bibliografia sul Trentino eÁ anche in HANS VON VOLTELLINI, Le circoscrizioni giudiziarie del Trentino fino al
1803, a cura di EMANUELE CURZEL, Provincia
autonoma di Trento, Servizio beni librari e archivistici, 1999, traduzione dell'opera Das Welsche
SuÈdtirol. Sonderabdruck aus den ErlauÈterungen
zum Historischen Atlas der Osterreichischen AlpenlaÈnder, Wien, 1918; FRANCESCO INGHIRAMI,
Bibliografia storica della Toscana, Bologna, Li
Causi, 1983, 2 voll., da Storia della Toscana. Ripr.
facs. dell'ed. Fiesole, Poligrafica fiesolana, 1843;
SERGIO CAMERANI, La Toscana nel periodo francese. Avviamento bibliografico, «Rassegna storica
toscana», XVIII, 1972, pp. 133-154. La «Rassegna storica toscana» periodicamente pubblica
una Rassegna di pubblicazioni sulla storia toscana
dal 1737 al 1925.
Vedi ancora I mille anni di Palazzolo. Elenco di
libri, opuscoli, e articoli periodici riguardanti la
storia locale dal 1805 al 1982, a cura di FRANCESCO GHIDOTTI , «M. Palazzolo», XXI, 1983, pp.
5-43; EMANUELE PAGANO, Marche e Stato pontificio nell'Italia franco-napoleonica (1796-1815),
Rassegna bibliografica, «Quaderni del Bicentena-
Ð 480 Ð
Á NAPOLEONICA ( 1800-1815 )
L'ETA
rio», I, 1995, pp. 149-158; Bollettino bibliografico
per la storia del Mezzogiorno d'Italia, 1961-1970, a
cura di GUIDO D'AGOSTINO, Napoli, SocietaÁ napoletana di storia patria (Arte tipografica), 1979;
Bollettino bibliografico per la storia del Mezzogiorno d'Italia (1971-1980), 2 voll., a cura di LAURA
CAPOBIANCO e GUIDO D'AGOSTINO, SocietaÁ Napoletana di Storia Patria (Arte tipografica),
1991; PAOLO MUZI, L'Abruzzo nella storiografia
dell'ultimo decennio, «Bollettino del diciannovesimo secolo», 1994, n. 2, pp. 89-94; NICOLA ANTONACCI, La Puglia nella storiografia dell'ultimo decennio, «Bollettino del diciannovesimo secolo»,
1995, n. 4, pp. 99-105; RAFFAELE LAMACCHIA, Bibliografia storica essenziale della Basilicata, «Bollettino storico della Basilicata», III, 1987, pp.
169-188; GIUSEPPE GIOVANNI MONACO, Le fonti
bibliografiche tematiche sulla Basilicata, «Bollettino storico della Basilicata», IV, 1988, pp. 169288; TOMMASO PEDIO, La storiografia della Basilicata fra l'etaÁ delle riforme e il Risorgimento, «Studi
storici meridionali», XIV, 1994, pp. 255-314;
ADELE DE CARIDI JACONA, Bibliografia del Settecento e Ottocento calabrese, Roma-Reggio Calabria, Casa del libro, 1981. Per la Sicilia NINO RECUPERO, Studi recenti sulla Sicilia dell'Ottocento,
«Bollettino del diciannovesimo secolo», 1996, n.
5, pp. 115-117. Per la storia urbana Dieci anni
di storia delle cittaÁ: bibliografia 1983-1992, a cura
di ENRICO ANGIOLINI....[et al.], elaborazione dati
e standardizzazione STEFANO TRAVASONI, Casalecchio di Reno, Grafis, 1993.
La ricerca eÁ estremamente facilitata dai mezzi
telematici, grazie alle risorse bibliografiche in Internet e motori di ricerca sui libri in circolazione
(Alice, Amazon...). I grandi cataloghi di biblioteche italiane o straniere sono oggi interrogabili attraverso il collegamento via web agli OPAC o ai
MetaOPAC. Si segnalano alcuni OPAC e Me-
taOPAC che contengono o cataloghi di biblioteche con un enorme numero di collezioni librarie
(es. Library of Congress), o cataloghi collettivi di
piuÁ biblioteche (es. Indice SBN). Il catalogo collettivo delle biblioteche italiane aderenti al Servizio Bibliotecario Nazionale eÁ interrogabile all'indirizzo <http://opac.sbn.it> e consente di consultare la piuÁ grande base-dati italiana e soprattutto la piuÁ eterogenea sul piano disciplinare.
Dopo SBN l'altro grande sistema catalografico
italiano eÁ ALEPH (Automated Library Expandable Program), presente in modo prevalente nei sistemi di ateneo. Una lista delle biblioteche interrogabili eÁ stata fatta dall'UniversitaÁ di Genova all'indirizzo <http://www.sba.unige.it/alephitaliani.html.>. Per concludere il panorama italiano,
si deve ricordare il MAI, sigla di MetaOPAC
Azalai Italiano <http://www.aib.it/aib/opac/
mai.htm>, dove eÁ possibile un'interrogazione cumulativa e simultanea di tutti i cataloghi italiani
disponibili in Internet.1
Il controllo sui titoli dei periodici presenti
nelle biblioteche italiane si puoÁ fare nell'Archivio Collettivo Nazionale dei Periodici (ACNP)
<http://www.cib.unibo.it/acnp>, un progetto curato dall'UniversitaÁ di Bologna insieme all'Istituto di Studi sulla Ricerca e Documentazione
Scientifica (ISRDS) del CNR.2
Tra le biblioteche straniere raggiungibili dal web
in Europa si segnalano il catalogo della British Library, all'indirizzo <http://blpc.bl.uk>, e il Catalogue collectif de France < http://www.ccfr.bnf.fr>,
liberamente accessibile. I due archivi francesi
Opale e Opaline sono riuniti in questo OPAC, insieme ai cataloghi municipali e a quelli universitari, permettendo la localizzazione, ad oggi, di oltre
14 milioni di documenti. Facilmente accessibili sono ormai la maggior parte delle biblioteche di area
tedesca, spagnola e di altri paesi europei.
Della Library of Congress 3 americana <http://
1 Si deve precisare che le risposte date da questo sistema sono relative ai singoli OPAC attivi al momento della richiesta, ossia riconosciuti dal MAI e funzionanti nel momento di quella interrogazione. Tale
puntualizzazione ci serve a chiarire la difformitaÁ di risultati nelle pagine di risposta, che ± a seconda delle
fasce orarie ± potraÁ calcolare effettivamente solo alcuni cataloghi e non tutti quelli potenzialmente presenti
nell'archivio del MAI.
2 L'archivio viene costantemente aggiornato dalle biblioteche partecipanti al progetto. La richiesta puo
Á
essere effettuata attraverso un form molto semplice che fornisce indicazioni sulla testata del periodico e delle
biblioteche che lo possiedono. In taluni casi i periodici sono stati schedati analiticamente ed eÁ possibile rintracciare i titoli degli articoli contenuti e anche gli abstracts.
3 La Biblioteca, che si trova a Washington, acquisisce tutti i documenti utili al Congresso degli Stati
Uniti per svolgere le sue funzioni. EÁ quindi ricca di materiale riguardante la vita e la storia americana,
ma in realtaÁ si pone l'obiettivo di documentare tutto il sapere umano. Dalla fine dell'Ottocento eÁ la sede
di raccolta di cioÁ che viene pubblicato negli USA, anche se la Biblioteca effettua una rigorosa politica di
scarti rispetto agli esemplari d'obbligo.
Ð 481 Ð
RENATA DE LORENZO
lcweb.loc.gov>, la piuÁ grande del mondo, eÁ possibile interrogare il catalogo sul sito <http://catalog.loc.gov.>. Si segnala inoltre il MetaOPAC
curato dall'UniversitaÁ di Karlsruhe <http://
www.ubka.uni-karlsruhe.de/hylib/en/kvk.html>,
che offre la possibilitaÁ di interrogare contemporaneamente e in pochissimi secondi i maggiori
OPAC collettivi europei e americani, oltre che i
cataloghi commerciali delle piuÁ grandi catene distributive librarie on-line.
Tutti questi cataloghi hanno caratteristiche simili, ma non esattamente sovrapponibili, per cui
vanno attentamente valutate ± attraverso le pagine di aiuto e di FAQ, ossia di domande piuÁ frequenti poste dagli utenti ai responsabili degli
OPAC ± le modalitaÁ di recupero dell'informazione tipiche di ciascun archivio. Conoscere i criteri
di indicizzazione delle informazioni, cosõÁ come
l'uso degli operatori logici che sono alla base
del linguaggio di questi Meta Motori, daÁ la garanzia di una ricerca piuÁ efficace e corretta.
Dal sito dell'Associazione Italiana Biblioteche
(AIB) <http://www.aib.it> eÁ possibile ricavare le
informazioni che consentono poi di arrivare a
consultare i cataloghi e le bibliografie accessibili
dal web.4
2. STORIOGRAFIA
Bilanci storiografici sono spesso negli interventi
introduttivi dei convegni citati nel Cap. IV, nonche al centro di interi convegni come 1989 VENEZIA (L'eredita
Á dell'Ottantanove e l'Italia...). Sul bicentenario LUIGI DI STADIO, Il Bicentenario della
Rivoluzione francese in Italia. Alcuni spunti critici,
«Rivista italiana di studi napoleonici», XXXII,
1999, n. 1, pp. 137-152. Per l'impatto delle riforme francesi sui sistemi sociali degli altri paesi europei, CHARLES ESDAILE, The Napoleonic Period:
Some Thoughts on Recent Historiography, «European History Quaterly», 1993, n. 3, pp. 415-432.
La produzione italiana, vista da una prospettiva francese, eÁ in FERDINAND BOYER, Le Bicentenaire et les eÂtudes napoleÂoniennes en Italie, «Revue de l'Institut NapoleÂon», octobre 1970, n.
117, pp. 149-152; ID., Les Etudes napoleÂoniennes
en Italie, «Revue de l'Institut NapoleÂon», juilletseptembre 1972, n. 124, pp. 123-125.
Si veda inoltre PASQUALE VILLANI, Dal 1748 al
1815, in La storiografia italiana negli ultimi vent'anni, 2 voll., Milano, Marzorati, 1970, I, pp.
585-622; IVAN TOGNARINI, Giacobinismo, Rivoluzione, Risorgimento. Una messa a punto storiografica, Firenze, La Nuova Italia, 1977.
PASQUALE VILLANI, Premessa alle ricerche (pp.
7-11) e CARLO CAPRA, Nobili, notabili, eÂlites: dal
«modello francese» al caso italiano (pp. 12-42), introducono «Quaderni storici», XXXVII, 1978,
che rappresenta un punto di riferimento di una
serie di ricerche successive su fisionomie di singoli funzionari, notabili, personaggi di rilievo
del periodo, indagini tuttavia rimaste piuttosto
frammentarie rispetto alle attese suggerite da
questo numero monografico della rivista. PASQUALE VILLANI , L'eta
Á rivoluzionaria e napoleonica, in La storiografia italiana degli ultimi vent'anni, relazioni presentate al convegno di Arezzo,
1986, a cura di LUIGI DE ROSA, II, EtaÁ moderna,
Roma-Bari, Laterza, 1989, pp. 163-208; ID., SocietaÁ rurale e ceti dirigenti, XVIII-XX secolo. Pagine di storia e storiografia, Napoli, Morano, 1989
(in particolare Le campagne del Mezzogiorno tra
Sette e Ottocento, pp. 31-51, e L'etaÁ rivoluzionaria e napoleonica in Italia, pp. 52-108, giaÁ pubblicato in La storiografia italiana negli ultimi vent'anni, cit.); ANNA MARIA RAO, Pouvoir local et
ReÂvolution dans l'Italie jacobine et napoleÂonienne,
in Pouvoir local et ReÂvolution. La frontieÁre inteÂrieure, Colloque international, Rennes, 28 septembre-1 octobre 1993, sous la direction de ROGER DUPUY , Rennes, Presses universitaires de
Rennes, 1995, pp. 495-507; RENATA DE LORENZO, Dalla scoperta della politica al tempo della politica, la dimensione italiana in etaÁ napoleonica,
«Rassegna storica del Risorgimento», LXXXVII,
2000, pp. 335-356; ANDREA POMELLA, Cantieri
della storiografia napoleonica, «Rivista italiana di
studi napoleonici», XXXIII, 2000, n. 1, pp.
115-122. A commento dell'omonimo convegno
vedi MARIA ANTONIETTA DE CRISTOFARO, L'etaÁ
rivoluzionaria e napoleonica in Lombardia, nel Veneto e nel Mezzogiorno (1796-1815): un'analisi
comparata, «Bollettino storico della Basilicata»,
XII, 1996, pp. 137-158.
Tra bibliografia e storiografia sono alcuni saggi
di riflessione sul lavoro di storici che hanno dato
molto spazio nella loro produzione all'etaÁ napoleonica: SIMONE CASINI, Un'utopia nella storia:
Carlo Botta e la Storia d'Italia dal 1789 al 1814,
Roma, Bulzoni, 1999; ANGELA MINICUCCI, Uno
storico calabrese dell'etaÁ napoleonica. Cesare Minicucci, «Rivista italiana di studi napoleonici», IX,
4 F. METITIERI -R. RIDI , Biblioteche in rete. Istruzioni per l'uso, Roma-Bari, Laterza, 2002 (Tali indicazioni sono fornite dalla dott. Francesca Russo, bibliotecaria presso la SocietaÁ Napoletana di Storia Patria).
Ð 482 Ð
Á NAPOLEONICA ( 1800-1815 )
L'ETA
1970, pp. 48-60; MICHEL RIQUET, Un jeÂsuite
franc-macËon, historien du jacobinisme: le peÁre Augustin Barruel (1741-1820), «Archivum Historicum Societatis Jesus», XLIII, 1974, pp. 157175; MICHEL RIQUET, de Barruel: un JeÂsuite face
aux Jacobins francs-macËons: 1741-1820, Paris,
Beauchesne, 1989.
Su Carlo Zaghi: PAOLO FRASCANI, Carlo Zaghi
e il suo libro su Napoleone e l`Europa, «Rivista italiana di studi napoleonici», IX, 1970, pp. 40-47;
GIORGIO VACCARINO, I problemi dell'unitarismo
cisalpino nell'interpretazione di Carlo Zaghi, «Rivista storica italiana», CV, 1993, pp. 782-793
ed il Convegno Italia giacobina e napoleonica.
Giornate di studio per i 90 anni di Carlo Zaghi,
Napoli, 9-10 novembre 2000 i cui atti sono in
corso di pubblicazione, nonche la ristampa di
CARLO ZAGHI, Napoleone e l'Italia, a cura di ALDO DI BIASIO, Premessa di LUIGI MASCILLI MIGLIORINI , Napoli, La CittaÁ del sole, 2001.
Su Guglielmo Ferrero LORELLA CEDRONI, I
tempi e le opere di Guglielmo Ferrero: saggio di bibliografia internazionale, prefazione di PAOLO
UNGARI, nota introduttiva di LEO FERRERO RADIOSA , Napoli, ESI, 1993; TOMMASO EDOARDO
FROSINI, Appunti su Ferrero e la sovranitaÁ, «Nuovi studi politici», XXIII, 1993, n. 2, pp. 39-46;
GENNARO MARIA BARBUTO, Rivoluzione francese
e Napoleone nella ``Trilogia'' di Guglielmo Ferrero. ``Grande paura'' e origini del totalitarismo,
«Rivista italiana di studi napoleonici», XXXII,
1999, n. 1, pp. 41-68.
Ad uno degli storici piuÁ noti sull'etaÁ napoleonica eÁ dedicato il numero monografico di «Dimensioni e problemi della ricerca storica», n. 2,
2000, La vocazione di uno storico. In memoria
di Vittorio Emanuele Giuntella (contiene MARINA
CAFFIERO, Presentazione, pp. 49-50; ALBERTO
MONTICONE, La vocazione dello storico, pp. 5154; PIETRO SCOPPOLA, Dall'integralismo alla libertaÁ di coscienza, pp. 55-61; GUIDO VERUCCI, Cattolici liberali e cattolici democratici fra Settecento e
Ottocento, pp. 63-72; PIETRO STELLA, Pauperismo
e marginalitaÁ nella storiografia recente. Appunti in
margine ai contributi di Vittorio Emanuele Giuntella, pp. 73-79; MARINA CAFFIERO, Roma nel Settecento tra politica e religione. Dibattito storiografico e nuovi approcci, pp. 81-100; MARIO TOSTI,
La proposta di un Concilio ecumenico alla fine
del Settecento, pp. 101-117; LUTZ KLINKHAMMER,
Il nazismo e i lager nell'interpretazione storiografica di Vittorio Emanuele Giuntella, pp. 119-129;
ENZO COLLOTTI, Vittorio Emanuele Giuntella testimone e storico della guerra, pp. 131-135; LUIGI
CAJANI, Vittorio Emanuele Giuntella da testimone
a storico dell'internamento, pp. 137-147; SILVIA
BORDINI, La cittaÁ tra storia e arte, pp. 149-152;
CARLO BORDINI, Gli studi di Vittorio Emanuele
Giuntella sulla donna nel Settecento, pp. 153156; VITTORIO EMANUELE GIUNTELLA, Il Risorgimento come problema religioso, pp. 157-171; ID.,
Addio alla ``Sapienza''. Un cammino ``verso la luce'', pp. 173-179; ID., La biblioteca del lager, pp.
181-185; Bibliografia delle opere di Vittorio Emanuele Giuntella, pp. 187-197).
Il tema del giacobinismo, giaÁ al centro della stagione storiografica precedente gli anni Settanta,
ha goduto di attenzioni e riflessioni per una precisazione linguistica e terminologica, che ha coinvolto anche l'etaÁ napoleonica: SALVO MASTELLONE , Dittatura «giacobina», dittatura «bonapartista»
e dittatura «del proletariato», «Il Pensiero Politico», VIII, 1975, pp. 230-234; IVAN TOGNARINI,
Giacobinismo, Rivoluzione, Risorgimento, cit.
L'attenzione al taglio prosopografico, la tendenza a verificare il tempo della politica nelle vicende umane, la maggiore contestualizzazione
delle ricerche, hanno prospettato l'esistenza di
modelli diversi da quelli della Francia: MICHEL
VOVELLE, L'emigrazione politica in Francia: il
«modello italiano», «SocietaÁ e storia», XIX,
1996, pp. 139-144 (a commento del lavoro di ANNA MARIA RAO, Esuli).
Per altri versi si eÁ precisata la formazione di
miti di lungo periodo, dall'etaÁ rivoluzionaria e napoleonica alla prima metaÁ dell'Ottocento e al Risorgimento: MAURIZIO SERRA, 1789-1948: miti
politici e ricerca storica, «Storia contemporanea»,
XXI, 1990, pp. 689-697; RENATA DE LORENZO,
La tradizione del 1799 nel Risorgimento italiano,
in ARCHIVIO DI STATO DI NAPOLI, La Repubblica
Napoletana del Novantanove. Memoria e mito,
Napoli, G. Macchiaroli, 1999, pp. 91-110.
Rassegne storiografiche settoriali sono: VITTORIO FROSINI , La storiografia giuridica italiana sull'etaÁ napoleonica, «Rivista italiana di studi napoleonici», IX, 1970, pp. 104-113; PAOLO ALVAZZI
DEL FRATE, Riforme giudiziarie e rivoluzione francese. Nota bibliografica sulla piuÁ recente storiografia, cit. Per la storia della Chiesa SIMONE BONECHI, Chiesa e societa
Á nell'Italia napoleonica, cit.
Per la storia militare GIANFRANCO E. DE PAOLI,
Cenni sulla storiografia militare napoleonica in
Italia dal 1814 al 1861, «Rassegna storica del Risorgimento», LXVII, 1980, pp. 403-416; LUIGI
MASCILLI MIGLIORINI, Amministrazione e societaÁ:
un problema della storiografia napoleonica, «Rivista italiana di studi napoleonici», XX, 1983, n. 2,
pp. 123-126; CENTRO INTERUNIVERSITARIO DI
STUDI E RICERCHE STORICO-MILITARI, La storiografia militare italiana negli ultimi venti anni, Milano, Angeli, 1985.
Ð 483 Ð
RENATA DE LORENZO
cento e l'Ottocento nella recente storiografia, «Studi storici meridionali», I, 1981, pp. 202-218; ANNA MARIA RAO, Temi e tendenze della recente storiografia sul Mezzogiorno nell'etaÁ rivoluzionaria e
napoleonica, in Cap. IV. CONVEGNI, 1990 MARATEA ; EAD., Mezzogiorno e rivoluzione: trent'anni
di storiografia, «Studi storici», XXXVII, 1996,
pp. 981-1042; TOMMASO PEDIO, La storiografia
della Basilicata fra l'etaÁ delle riforme e il Risorgimento, «Studi storici meridionali», XIV, 1994,
pp. 255-314.
Molte rassegne storiografiche e critiche sono
state condotte su aree regionali. Oltre i citati interventi sul «Bollettino del diciannovesimo secolo», vedi MASSIMO CANNELLA, Appunti e spunti
sulla storiografia veneziana dell'Ottocento, «Archivio Veneto», a. CVI, 1976, s. V, vol. 106, pp.
73-116; ANTONIO DI VITTORIO, Mezzogiorno d'Italia e mondo asburgico (1700-1860). Una rassegna storiografica, «Annali dell'Istituto storico italo-germanico in Trento», IV, 1978, pp. 295-322;
ALFONSO SCIROCCO, Il Mezzogiorno tra il Sette-
III
OPERE GENERALI
(in ordine cronologico nell'ambito delle rispettive sezioni)
[Vedi Cap. IV. CONVEGNI: 1969 ROMA; 1970
MOSCA; 1974 ROMA; 1981 PORTOFERRAIO; 1984
ROMA; 1988 NAPOLI (A); 1988 NAPOLI (B);
1988 TRENTO; 1989 FONTE AVELLANA; 1989 PORTOFERRAIO-RIO NELL'ELBA; 1989 VENEZIA ; 1990
ROMA, 1992 ROMA; 1995 CUSSANIO DI FOSSANO;
1995 REGGIO EMILIA; 1996 MESSINA; 1996 ROMA ; 1997 CITTADELLA DI ALESSANDRIA ; 1997 TOLENTINO (A); 1997-1998 PASSARIANO; 1998 PORTOFERRAIO; 1999 AREZZO ; 1999 MILANO; 2000
ALESSANDRIA CITTADELLA (FORUM MARENGO
2000, 12-17 GIUGNO); 2000 PORTOFERRAIO; 2002
PERUGIA; 2002 PARIGI]
Si fa riferimento ai lavori rientranti nell'arco
cronologico esaminato, ma si fa presente che
spesso gli anni 1814 e 1815 sono compresi in
opere che si proiettano sulla fase pre o postnapoleonica. In tal caso si rimanda ai contributi della
Bibliografia relativi al Settecento e al periodo della Restaurazione nei vari Stati italiani.
1. NAPOLEONE BONAPARTE
Sulla figura di Napoleone abbondano gli studi
sia in ambito francese e internazionale che italiano. L'edizione critica integrale delle opere letterarie e degli scritti militari del corso eÁ stata pubblicata, a cura di JEAN TULARD, nel 1967-1969 in
3 voll., da parte della SocieÂte encyclopeÂdique
francËaise. A TULARD si devono, tra l'altro, anche
la Bibliographie critique des meÂmoires sur le Consulat et l'Empire, eÂcrits ou traduits en francËais, Paris-GeneÁve, Droz, 1971 e la Nouvelle bibliographie critique des meÂmoires sur le Consulat et l'Empire, eÂcrits ou traduits en francËais, GeneÁve, Droz,
1991, nonche la direzione del Dictionnaire Napo-
leÂon, Paris, Fayard, 1987. In italiano sono disponibili il romanzo di Napoleone Clisson ed EugeÂnie, con una nota di LEONARDO SCIASCIA, Palermo, Sellerio, 1990 e NAPOLEONE BONAPARTE,
Autobiografia, a cura di ANDREÂ MALRAUX, Milano, Mondadori, 1993 e 1995.
La fonte principale di partenza delle biografie eÁ
Manuscrit venu de Sainte-HeÂleÁne, d'une manieÁre
inconnue. Il manoscritto pervenuto misteriosamente da Sant'Elena, a cura di SERGIO ROMANO, Milano, Bompiani, 1982. Utili i manoscritti citati nel
cap. I (Napoleone dalla Scuola militare alla Rivoluzione. I manoscritti Ashburnham 1873 della Biblioteca Mediceo-Laurenziana. Con una nota su San
Miniato e l'origine dei Bonaparte, a cura di ALBERTO MARIA FORTUNA, con la collaborazione di PIER
ANTONIO BORGHEGGIANI, Firenze, Mori, 1983),
che si aggiungono all'opera di FREÂDEÂRIC MASSON
e GUIDO BIAGI (NapoleÂon inconnu, 2 voll., 1985,
con manoscritti presenti presso la Biblioteca Laurenziana di Firenze, relativi alle opere giovanili e
ad appunti ed annotazioni di letture), nonche le
numerosissime ristampe, tra le quali FRANCËOISAUGUSTE-RENEÂ DE CHATEAUBRIAND, Napoleone,
con un saggio di GIOVANNI MACCHIA, Firenze,
Sansoni, 1969 e 1981; NIGEL NICOLSON, Napoleone in Russia, Milano, Rizzoli, 1987, Tit. orig.: Napoleon, 1812; ALEXANDRE DUMAS (peÁre), Napoleone, prefazione di LUIGI MASCILLI MIGLIORINI,
Napoli, Pironti, 1999; HENRI BEYLE (STENDHAL),
Vita di Napoleone, Milano, Bompiani, 1977, e con
introduzione di LANFRANCO BINNI, Milano, Garzanti, 1999.
Per la sterminata produzione internazionale,
che continuamente si incrementa, sul personaggio Napoleone si rinvia, a titolo esemplificativo,
al sito <http://www.Amazon.com> o ad altri siti
Ð 484 Ð
Á NAPOLEONICA ( 1800-1815 )
L'ETA
simili che si interessano della vendita di libri on
line. Fondamentali la biografia di GEORGE LEFEBVRE , Napoleone, Roma-Bari, Laterza, 1982, 1991
e 1999, e i lavori di JEAN TULARD [Napoleone e il
grande Impero, Milano, Mondadori, 1985; Napoleone: il mito del salvatore, Milano, Rusconi,
1980, Biografie Bompiani, 1994 e 2000, traduzioni dell'opera del 1971, rivista e completata nel
1986 (alle quali si rimanda anche per una piuÁ articolata bibliografia)]. Importanti per qualificare
l'uomo e il periodo sono ricerche su temi tipicizzanti quali La corte in Europa, a cura di MARCO
CATTINI e MARZIO A. ROMANI, Brescia, Grafo,
1983; Padrini e clienti nell'Europa moderna (secoli XV-XIX), a cura di ANTONI MACZAK e MARZIO
A. ROMANI, Parma, Astrea, 1986; L'eroe, carriera
e metamorfosi nel mondo moderno, a cura di CESARE MOZZARELLI , s.l., s.e. (Reggio Emilia, Tip.
Tecnograf), 1986.
Sono stati pubblicati in italiano molti volumi,
spesso traduzioni tardive di opere molto note.
Essi vanno dalla aspirazione ad una biografia
complessiva alla delineazione di particolari aspetti della fisionomia del corso. Accanto a lavori critici altri hanno spesso un carattere prevalentemente divulgativo, secondo un'impostazione
agiografica. VITTORIO FROSINI, Napoleone legislatore, «Nuova Antologia», a. CV, 1970, vol. 509,
pp. 18-27; JACQUES GODECHOT, Napoleone, Novara, De Agostini, 1970 e 1988; JEAN CHRISTOPHER HEROLD, Vita di Napoleone, traduzione di
ALBERTO AQUARONE, Milano, Il Saggiatore,
1982, Tit. orig.: The age of Napoleon, New York,
American Heritage, 1963. EÁ ritornato piuÁ volte
sulla biografia GUIDO GEROSA, Napoleone, Novara, De Agostini, 1975; ID., Napoleone: un rivoluzionario alla conquista di un impero, Milano,
Mondadori, 1995 e 1996; HILAIRE BELLOC, Napoleone, Milano, Longanesi, 19762; FRANCËOIS COLÂon, empereur franc-macËon, preÂface
LAVERI, Napole
de JEAN TULARD, Paris, Tallandier, 1986, tradotto
in italiano come Napoleone imperatore e massone,
introduzione e traduzione di ALDO ALESSANDRO
Mola, Firenze, Nardini, 1986; LOUIS CHARDIGNY,
Napoleone privato, Milano, Rusconi, 1989; FRANZ
HERRE, Napoleone Bonaparte, Milano, Bompiani,
1989 e 1991; ARNALDO LIBERATI, Napoleone a
Villafranca, 1796-1814, Villafranca di Verona,
Comitato di gestione del Museo del Risorgimento, 1993; ALTEO DOLCINI, Napoleone il bifronte,
Bologna, Calderini, 1996; EVGENIJ VIKTOROVICÏ
TARLE, Napoleone, Milano, Mursia, 1996; THIERRY LENTZ, Napoleone: dalla rivoluzione all'impero, Torino, Electa/Gallimard, 1999; EMIL LUDWIG, Napoleone, Milano, Dall'Oglio, 1991 e ID.,
Napoleone, con una nota di GUGLIELMO SALOTTI,
32
Milano, Rizzoli, 1999; MICHEL COVIN, Les mille
visages de NapoleÂon, Paris, L'Harmattan, 1999;
ERNESTO FERRERO, N., Torino, Einaudi, 2000; ISSER WOLOCH , Napoleon and his collaborators: the
making of a dictatorship, New York [etc.], W.W.
Norton, 2001; Il rovescio della medaglia: l'antileggenda napoleonica nelle stampe dei musei di
Portoferraio, 19 febbraio - 30 aprile 2000, Museo
della satira e della caricatura, s.l. s.e., 2000; SERGIO VALZANIA , Napoleone, introduzione di RAIMONDO LURAGHI, Roma, Rai-ERI, 2001; efficace
e rigorosa la sintesi di VITTORIO CRISCUOLO, Napoleone, Bologna, Il Mulino, 1997; fondamentale
LUIGI MASCILLI MIGLIORINI, Napoleone, Roma,
Salerno, 2001, cui si rimanda anche per l'annessa
bibliografia.
Per la sua azione in Italia e in singoli luoghi
ALDO BERTOLUZZA, Napoleone a Trento. Buonaparte al Buonconsiglio, Trento, Monuni, 1970;
SANDRO MASSERA, L'incontro con Napoleone a
Mombello delle delegazioni valtellinese, grigiona
e chiavennasca, «Clavenna», XVI, 1977, pp. 92116; SILVIO PELLINI, Napoleone in Val d'Aosta,
Aosta, Musumeci, 1979; MARIO PEROLINI, Napoleone a Crema, Crema, 1981 (Cremona, Tip. padana), ristampa del volume del 1961; UGO FUGAGNOLLO, I dieci giorni di Napoleone I a Venezia:
nel novembre e dicembre 1807, Venezia, Corbo e
Fiore, 1982; GIANNI ROCCA, Il piccolo caporale:
Napoleone alla conquista dell'Italia, 1796-97 e
1800, Milano, Mondadori, 1996; SANDRO MASSERA, Napoleone Bonaparte e i valtellinesi: breve
storia di una grande illusione, Sondrio, Credito
valtellinese, 1997; Bonaparte a Verona, a cura
di GIAN PAOLO MARCHI, PAOLA MARINI, Venezia, Marsilio, 1997. In campo internazionale: NIGEL NICOLSON , Napoleone in Russia, Milano,
Rizzoli, 1987; Napoleone Bonaparte in Egitto:
una spedizione tra conquista e conoscenza 17981801, a cura di CRISTINA CANNELLI, GIULIA GORGONE , LUIGI MASCILLI MIGLIORINI, Roma, Gangemi, 2000.
Un aspetto non secondario per ricostruire gli
interessi culturali del corso sono le biblioteche,
su cui vedi ALESSANDRA PALOMBO, Le biblioteche
private di Napoleone, «Rivista italiana di studi napoleonici», XXX, 1993, n. 1, pp. 103-115; EAD., I
bibliotecari di Napoleone, «Rivista italiana di studi
napoleonici», XXXI, 1994, n. 1, pp. 93-106.
Fanno parte delle opere che inquadrano il rapporto di Napoleone con l'Italia: EMANUELE PIGNI , La Guardia d'onore italiana di Napoleone,
«Annali di Storia moderna e contemporanea»,
VII, 2001, pp. 296-353 e ID., La Guardia di Napoleone re d'Italia, prefazione di VIRGILIO ILARI,
Milano, Vita e Pensiero, 2001.
Ð 485 Ð
RENATA DE LORENZO
Per rapporti con singoli personaggi MARIO
QUACQUARELLI, Il corsaro di Napoleone, capitan
Bavastro, Illustrazioni di BRUNO FAGANELLO, Milano, Mursia,1970; RODOLFO FANTINI, Il generale Bonaparte e il cardinale Oppizzoni, «Culta Bononia», 1969, 1970, 1971, 1972, 1973, I, pp. 3436, 235-261; II, pp. 45-77, 189-211; III, pp.
129-141, 221-233; IV, pp. 45-55, 199-212; V,
pp. 87-96; GIOVANNI FORLINI, Pietro Giordani
e Napoleone (a proposito del panegirico), «Rivista
italiana di studi napoleonici», XI, 1972-1974, n.
31, pp. 37-80.
Per la storiografia su Napoleone vedi la voce
Bonaparte, in Dizionario critico della Rivoluzione francese, a cura di FRANCËOIS FURET, MONA
OZOUF, con la collaborazione di BRONISLAW
BACZKO... [et al.]; edizione italiana a cura di MASSIMO BOFFA, Milano, Bompiani, 1998. Oltre i numerosi lavori di Jean Tulard e le periodiche rassegne critiche in «Rivista italiana di studi napoleonici» sui diversi percorsi tra agiografia e leggenda nera, ROBERTA TURCHI, Dalla poesia
politica repubblicana all'encomiastica napoleonica.
Linee di ricerca, «Rivista italiana di studi napoleonici», XXIX, 1992, n. 1-2, pp. 367-386, ma soprattutto NATALIE PETITEAU, NapoleÂon de la mythologie aÁ l'histoire, Paris, EÂditions du Seuil,
1999, anche per le motivazioni e modalitaÁ di
una storiografia che, a cominciare dal periodo
fra le due guerre, particolarmente in ambito universitario, appare attenta, piuÁ che all'uomo, all'analisi dell'impero e della sua storia interna, amministrativa e sociale.
Vedi ancora BRUNO BERTOLI, Studi passati e recenti su Napoleone, «Humanitas», n.s., XXVI,
1971, pp. 712-716; Napoleone Bonaparte dalla
politica alla storiografia, a cura di AURELIO LEPRE
e PASQUALE VILLANI, Messina-Firenze, D'Anna,
1973; LUIGI MASCILLI MIGLIORINI, Il mito dell'eroe. Italia e Francia nell'etaÁ della Restaurazione,
Napoli, Guida, 1984.
Su membri della famiglia che agirono anche in
Italia ANTONIO SPINOSA, Paolina Bonaparte. L'amante imperiale, Milano, Rusconi, 19814 e Milano, Oscar Mondadori, 2001; GENEVIEÁVE CHASTENET , Paolina Bonaparte: la fedele infedele, Milano,
Mondadori, 1997; RODOLFO FANTINI, Maria Luigia e la morte di Napoleone, «Aurea Parma»,
LIV, 1970, pp. 173-183; NEDO TAVERA, Elisa Bonaparte Baciocchi principessa di Piombino, Firenze, Giuntina, 1982; ANTONELLO PIETROMARCHI,
Luciano Bonaparte, principe romano, Reggio Emilia, CittaÁ armoniosa, 1981; ID., Luciano Bonaparte: il fratello nemico di Napoleone, Milano, Mondadori, 1994. Su Giuseppe Bonaparte e Gioacchino Murat vedi Cap. VII, 6, relativo al Regno
di Napoli. Cfr. anche per le altre zone la sezione
PERSONAGGI nell'ambito dei rispettivi capitoli.
2. IL
PERIODO
1800-1815
NELLA STORIA
EUROPEA E MONDIALE
CHARLES ESDAILE, The Napoleonic Period: Some Thoughts on Recent Historiography, cit., per
l'impatto delle riforme francesi sui sistemi sociali
degli altri paesi europei.
Tra i testi di lungo periodo si segnalano: L'EtaÁ
della rivoluzione europea 1780-1848 di LOUIS
BERGERON, FRANCËOIS FURET, REINHART KOSELLECK , Milano, Feltrinelli, 1970 e 1992; La civilta
Á
europea nella storia mondiale, Bologna, Il Mulino,
1979, III, L'etaÁ della borghesia e delle rivoluzioni.
XVIII-XIX secolo, di ALBERTO CARACCIOLO,
1979; Histoire geÂneÂrale de l'Europe, Storia d'Europa, V: Dalla rivoluzione francese all'imperialismo
a cura di GEORGES LIVET, ROLAND MOUSNIER,
Roma-Bari, Laterza, 1982; ROBERT ROSWELL PALMER e JOEL COLTON , Storia del mondo moderno,
II: Dalla Rivoluzione francese alla prima guerra
mondiale, Bibliografia di ALBERTO DE BERNARDI
e SCIPIONE GUARRACINO, Roma, Editori Riuniti,
1985; MASSIMO L. SALVADORI, Storia dell'etaÁ moderna: dal Cinquecento all'etaÁ napoleonica, Torino, Loescher, 1990; La storia. I grandi problemi
dal Medioevo all'EtaÁ Contemporanea, a cura di
NICOLA TRANFAGLIA e MASSIMO FIRPO, X, L'etaÁ
contemporanea, V, Problemi del mondo contemporaneo, Torino, Utet, 1986, 1988; GIUSEPPE GALASSO, Storia d'Europa, Roma-Bari, Laterza,
1996, 2001, cap. XXVI; Storia d'Europa, V, L'etaÁ
contemporanea, a cura di PAUL BAIROCH e ERIC J.
HOBSBAWM, Torino, Einaudi, 1996; ALBERTO CADIOLI et al., L'eta
Á del barocco, illuminismo e crisi
dell'Antico regime, l'etaÁ della Rivoluzione francese
e di Napoleone, Romanticismo e Risorgimento,
Ed. blu, Milano, Archimede, 1999.
Per una trattazione cronologica piuÁ circoscritta
SALVO MASTELLONE, Storia e ideologia (17891830), I, Corso universitario, Firenze, CLUSF,
1973; Capitalismo europeo e rivoluzione borghese,
1789-1815, a cura di BERNARDINO FAROLFI, Roma-Bari, Laterza, 1976; WILL e ARIEL DURANT,
Storia della civiltaÁ, Milano, Mondadori, 1978
(Tit. orig.: The story of civilization), XI, L'etaÁ di
Napoleone, 1978; JEAN-ROBERT ARMOGATHE...
(et al.), V, Dall'Ancien ReÂgime all'etaÁ napoleonica,
Milano, Jaca Book, 1981; JACQUES GODECHOT,
L'Europa e l'America all'epoca napoleonica, 18001815, Milano, Mursia, 1985; SERGIO ROMANO, Disegno della storia d'Europa: dal 1789 al 1989, Milano, Longanesi, 1991; La fin de l'Europe napoleÂonienne, 1814: la vacance du pouvoir, sous la direc-
Ð 486 Ð
Á NAPOLEONICA ( 1800-1815 )
L'ETA
tion de YVES-MARIE BERCEÂ, Atti del colloquio,
Reims, 28-29 settembre 1989, Paris, Veyrier,
1990; JOHN STUART WOOLF, Napoleone e la conquista dell'Europa, Roma-Bari, Laterza, 1990; JAVIER PANIAGUA , L'Europa delle rivoluzioni, 17891848, Milano, Fenice 2000, 1996; ERIC J. HOBÁ della rivoluzione, 1789-1848, MilaSBAWM, L'eta
no, Rizzoli, 1999; MICHAEL BROERS, Europe under
Napoleon, 1799-1815, London [etc.], Arnold,
1996; DONALD M.G. SUTHERLAND, Rivoluzione e
controrivoluzione: la Francia dal 1789 al 1815, Bologna, Il Mulino, 2000; MICHAEL BROERS, The politics of religion in Napoleonic Italy: the war against
God, 1801-1814, London-New York, 2002.
In un'ottica internazionale e comparativa vedi
Patriotisme et nationalisme en Europe aÁ l'eÂpoque
de la ReÂvolution francËaise et de NapoleÂon, Actes
du Colloque, Paris, SocieÂte des eÂtudes robespierristes, 1973; RAFFAELE CIAMPINI, Italiani e Russi
nel 1812, «Rivista italiana di studi napoleonici»,
IX, 1970, pp. 202-206; NORMAN E. SAUL, Russia
and the Mediterranean 1797-1807, Chicago-London, 1970, recensione in «Rivista italiana di studi
napoleonici», X, 1971, n. 28-29, pp. 81-84; ISTÁ , Isteria tedesca, paura francese, insicuVAÁN BIBO
rezza italiana: psicologia di tre nazioni da Napoleone a Hitler, Bologna, Il Mulino, 1997 (giaÁ pubbl.
in: «VaÁlogatott tanulmaÁnyok», ed. italiana a cura
di FEDERIGO ARGENTIERI); CARLO GHISALBERTI,
Da Campoformio a Osimo: la frontiera orientale
tra storia e storiografia, Napoli, ESI, 2001, in particolare capp. 1, 2, 4, 5, 6.
Dictionnaire NapoleÂon, sous la direction de
JEAN TULARD, Paris, Fayard, 1987 et eÂd. rev. et
augm. 1989; NICOLE GOTTERI, Grands dignitaires
du premier Empire. Autographes et notices biographiques, Paris, Nouvelles Editions Latines, 1990;
ALFRED FIERRO - ANDREÂ PALLUEL GUILLARD JEAN TULARD, Histoire et dictionnaire du Consulat
et de l'Empire, Paris, Laffont, 1995, utile non solo per la situazione francese ma per il quadro internazionale e per le sintetiche biografie anche
dei personaggi che agirono in Italia. Contiene
inoltre un'interessante appendice su «Historiographie et filmographie»; JEAN LOUIS HAROUEL,
Les ReÂpubliques soeurs, Paris, Presses Universitaires de France, 1997; MICHEL VOVELLE, Les reÂpubliques - súurs sous le reÂgard de la Grande Nation
(1795-1803), Paris, La DeÂcouverte, 2000.
Sugli effetti del decreto di Berlino 21 novembre 1806, relativo al blocco contro le navi e le
merci inglesi, e sull'occupazione delle coste
(Coastsystem) per colpire il commercio britannico, MARCEL DUNAN, NapoleÂon, l'Italie et le «SysteÁme continental», «Revue de l'Institut NapoleÂon», n. 96, luglio 1965, pp. 176-190, che sotto-
linea il ruolo del sistema continentale, forma di
imperialismo industriale e commerciale a favore
della Francia, ma anche espansione territoriale,
con l'annessione di Roma, dell'Olanda, dei territori tedeschi e anseatici, nell'ambito quindi di un
piuÁ ampio progetto di carattere istituzionale, militare e commerciale. Vedi anche ROGER DUFRAISSE , Re
Âgime douanier, blocus, SysteÁme continental:
essai de mise au point, «Revue d'histoire eÂconomique et sociale», XLIV, 1966, n. 4, pp. 533-536;
ID., La politique douanieÁre de NapoleÂon, «Revue
de l'Institut NapoleÂon», 1974, n. 130, pp. 3-25.
3. IL
PERIODO
1800-1815
NELLA STORIA ITALIANA
Cfr. tutto il Cap. IV CONVEGNI.
VITTORIO FROSINI, Napoleone e la coscienza politica italiana, «Rassegna storica del Risorgimento», LVII, 1970, pp. 499-506; ANDREÂ FUGIER,
Napoleone e l'Italia, introduzione, traduzione e
aggiunte a cura di RAFFAELE CIAMPINI, 2 voll.,
Roma, a cura dell'Ente per la Diffusione e l'Educazione Storica, 1970; NARCISO NADA, L'Italia
nell'epoca napoleonica. Corso di ordinamenti degli antichi Stati italiani, Anno accademico 19711972, I, La Repubblica italiana (1802-1805), Il
Regno di Italia (1805-1814), Torino, Tirrenia,
1973; JOHN STUART WOOLF, La storia politica e
sociale, in Storia d'Italia, III, Dal primo Settecento
all'UnitaÁ, Torino, Einaudi, 1973, pp. 5-508, ristampato col titolo Dall'etaÁ delle riforme all'Italia
napoleonica, Torino, Einaudi, 1981 e come A history of Italy 1700-1860: the social constraints of
political change, London, New York, Methuen,
1979 e 1991. Nello stesso volume Storia d'Italia,
III, Dal primo Settecento all'UnitaÁ, cit., vedi anche FRANCO VENTURI, L'Italia fuori di Italia, pp.
987-1481; GIUSEPPE GALASSO, Potere e istituzioni
in Italia. Dalla caduta dell'Impero romano ad oggi,
Torino, Einaudi, 1974, pp. 160-173; JACQUES
GODECHOT, Histoire de l'Italie moderne 17701870. Le Risorgimento, Roma-Bari, Laterza,
1974; GIUSEPPE GALASSO, Il sistema degli stati italiani nella politica di Napoleone, «Nuova Antologia», 1975, pp. 341-346; CARLO CAPRA, EtaÁ napoleonica in Il mondo contemporaneo, a cura di FABIO LEVI, UMBERTO LEVRA , NICOLA TRANFAGLIA,
I, Storia d'Italia, Firenze, La Nuova Italia, 1978,
pp. 362-376; ID., L'etaÁ rivoluzionaria e napoleonica in Italia, 1796-1815, Torino, Loescher, 1978,
rist. 1986. Del 1978 eÁ anche il numero monografico di «Quaderni storici», n. 37, su Notabili e
funzionari nell'Italia napoleonica; PASQUALE VILLANI , Italia napoleonica, Napoli, Guida, 1979;
MARIO BIGOTTI, Momenti di storia napoleonica,
a cura di GIANFRANCO VANAGOLLI, Pisa, Giardi-
Ð 487 Ð
RENATA DE LORENZO
ni, 1981; GIAN PIO MATTOGNO, La rivoluzione
borghese in Italia (1700-1815), Parma, All'insegna del Veltro, 1989; Storia dell'Italia religiosa,
a cura di GABRIELE DE ROSA, TULLIO GREGORY,
ANDREÂ VAUCHEZ, Roma-Bari, Laterza, 1994, di
cui vedi II: L'etaÁ moderna, PIETRO CHIAZZA...
[et al.], a cura di GABRIELE DE ROSA e TULLIO
GREGORY.
In L'Italia giacobina e napoleonica, vol. XIII
della Storia della societaÁ italiana, Milano, Teti,
1985, vedi in particolare IVO BIAGIANTI, Riforme
ecclesiastiche e pratica religiosa dall'assolutismo illuminato all'etaÁ napoleonica, pp. 105-142; DANIELE MENOZZI , La Chiesa la rivoluzione francese e
l'impero napoleonico, pp. 143-188; RINALDO SALVADORI, Moti antigiacobini e insorgenze antinapoleoniche in Val Padana, pp. 189-217; GIOVANNI
MONTRONI, L'etaÁ napoleonica, pp. 253-282; ID.,
Economia e societaÁ alla fine dell'etaÁ napoleonica,
pp. 295-328; FULVIO TESSITORE, Vincenzo Cuoco
e le origini del liberalismo ``moderato'', pp. 329369; GIUSEPPE NICOLETTI, Letteratura e politica
fra Rivoluzione e regime napoleonico, pp. 371401; LUCIANO PATETTA, Il neoclassicismo, pp.
403-424.
Di CARLO ZAGHI vedi Potere, Chiesa e societaÁ.
Studi e ricerche sull'Italia giacobina e napoleonica,
Napoli, Istituto Universitario Orientale, 1984; Il
giacobinismo e il regime napoleonico in Italia, in
La storia. I grandi problemi dal Medioevo all'EtaÁ
Contemporanea, a cura di NICOLA TRANFAGLIA
e MASSIMO FIRPO, Torino, Utet, 1986, pp. 735793; L'Italia di Napoleone dalla Cisalpina al Regno, Torino, Utet, 1986; L'Italia di Napoleone,
Torino, Utet, 1989; Assolutismo, etaÁ napoleonica,
vol. VII de L'uomo e il tempo, a cura di ELISABETTA BOVO, Milano, Mondadori, 1993; la ristampa
di Napoleone e l'Italia, a cura di ALDO DI BIASIO,
Napoli, La cittaÁ del Sole, 2001.
Della Storia d'Italia, I, Le premesse dell'UnitaÁ.
Dalla fine del Settecento al 1861, a cura di GIOVANNI SABBATUCCI e VITTORIO VIDOTTO, RomaBari, Laterza, 1994, vedi in particolare MARCO
MERIGGI, SocietaÁ, istituzioni e ceti dirigenti, pp.
119-130 e ANTONINO DE FRANCESCO, Ideologie
e movimenti, pp. 247-256. I francesi e l'Italia, a
cura di CARLO BERTELLI, Milano, Banco Ambrosiano Veneto, Scheiwiller, 1994; L'Italia e la formazione della civiltaÁ europea, Torino, Utet, opera
in piuÁ volumi, di cui il va visto il II: Letteratura e
vita intellettuale, a cura di FRANCESCO BRUNI, Torino, Utet, 1994; ANNA MARIA RAO, Pouvoir local
et reÂvolution dans l'Italie jacobine et napoleÂonienne, in Pouvoir local et ReÂvolution. La frontieÁre inteÂrieure, sous la direction de ROGER DUPUY, Rennes, Pur, 1995, pp. 497-507.
Su tutti gli Stati italiani vedi la collana dell'editore F.M. Ricci: Stati sabaudi, Milano, 1997; II:
Regno di Sardegna. 1720-1859, con un saggio di
ANTONELLO MATTONE (Antichi stati, 1); III: Genovesato. 1815-1859, con un saggio di GIOVANNI
ASSERETO (Antichi stati, 1). Il Regno delle Due Sicilie, Milano, 1996-1997, eÁ diviso in piuÁ volumi:
I: Real cittaÁ di Napoli, 1734-1860, con un saggio
di ANNA MARIA RAO, 1996 (Antichi stati, 13); II:
Principato Ultra e Citra. Terra di Lavoro, 17341860, con un saggio di GIOVANNI MUTO, 1997
(Antichi stati, 13); III: Abruzzo e Molise, 17341860, con un saggio di ANGIOLA DE MATTEIS,
1997 (Antichi stati, 13); IV: Calabria Ultra e Citra, Basilicata, 1734-1860, con un saggio di ATANASIO MOZZILLO , 1997 (Antichi stati, 13); V: Capitanata, Terra di Bari, Terra d'Otranto, 17341860, con un saggio di SAVERIO RUSSO, 1997 (Antichi stati, 13); VI: Sicilia al di laÁ del faro, 17341860, con un saggio di MARCELLO VERGA, 1997
(Antichi stati, 13); Italia asburgica, Milano, Ricci,
1996, 2 voll., di cui I: Trentino e Tirolo meridionale, 1700-1918, con un saggio di CLAUDIO DONATI (Antichi stati, 7); II: Contee di Gorizia e
Gradisca, litorale austriaco, 1700-1918, con un
saggio di CLAUDIO DONATI (Antichi stati, 7).
Ampie sintesi recenti che inglobano la fase napoleonica sono ALFONSO SCIROCCO, L'Italia del
Risorgimento 1800-1860, Bologna, Il Mulino,
1990, e 1993, nuova ed. ampliata fino al 1871,
pp. 11-27; GILLES PEÂCOUT, Il lungo Risorgimento. La nascita dell'Italia contemporanea (17701922), edizione italiana a cura di ROBERTO BALZANI, Milano, Bruno Mondadori, 1999, pp. 56-70;
LUIGI POMA - CARLA RICCARDI, Dall'etaÁ napoleonica all'unitaÁ d'Italia, Firenze, Le Monnier, 1999.
Carattere strettamente divulgativo hanno i lavori
di giornalisti sul tipo di INDRO MONTANELLI, Storia d'Italia. Il tornado napoleonico, Milano, Rizzoli Mailing, 1975.
Privilegiano un'impostazione comparativa i
convegni Cap. IV, 1996 MILANO, 1999 VENOSA.
4. PERCORSI
TEMATICI
Gli studi tra il 1970 ed il 2000 hanno prediletto alcuni temi, in base alle motivazioni espresse
nelle pagine introduttive. Si tenta qui di delineare
i principali filoni di ricerca, secondo aggregazioni
riproposte, ove possibile, nelle pagine successive
relative alle singole aree geo-politiche.
AGRICOLTURA. Basato sull'uso di categorie
gramsciane eÁ ALBERT SOBOUL, L'Italie jacobine
et napoleÂonienne ou la reÂvolution agraire manqueÂe, in ID., ProbleÁmes paysans de la ReÂvolution
Ð 488 Ð
Á NAPOLEONICA ( 1800-1815 )
L'ETA
1789-1848, eÂtudes d'histoire reÂvolutionnaire, Paris, La DeÂcouverte, 2001, ristampa dell'opera
del 1976 cit. in Cap. IV. CONVEGNI, 1974 ROMA.
Importanti sono i numerosi contributi di PASQUALE VILLANI, di cui vedi in particolare Societa
Á
rurale e ceti dirigenti XVIII-XX secolo: pagine di
storia e storiografia, Napoli, Morano, 1989.
Attenti ai molteplici aspetti del settore primario sono MARIA MADDALENA BUTERA, Le campagne italiane nell'etaÁ napoleonica. La prima inchiesta agraria dell'Italia moderna, Milano, Angeli,
1981; LUIGI MASCILLI MIGLIORINI, Coscienza
proprietaria e mondo contadino: le campagne italiane nell'etaÁ napoleonica, «Rivista italiana di studi napoleonici», XVIII, 1981, n. 2, pp. 85-90;
Storia dell'agricoltura italiana in etaÁ contemporanea, I, Spazi e paesaggi; II, Uomini e classi, III,
Mercati e istituzioni, a cura di PIERO BEVILACQUA , Venezia, Marsilio 1989-1991, cui si rimanda anche per la bibliografia sul tema. Su alcuni
noti autori di testi agronomici CARLO PONI, Leggere i testi agronomici: Filippo Re e la costruzione
dell'albero genealogico della nuova agricoltura
(1802-1814), in Fra storia e storiografia: scritti
in onore di Pasquale Villani, a cura di PAOLO
MACRY e ANGELO MASSAFRA, Bologna, Il Mulino, 1995, pp. 709-728. Sullo sviluppo del settore
serico vedi la sezione ECONOMIA. Per aspetti relativi all'ambiente, all'uso e destinazione del suolo BRUNO VECCHIO, Il bosco negli scrittori italiani
del Settecento e dell'etaÁ napoleonica, Torino, Einaudi, 1974; Vita civile degli italiani, IV, Ambiente e societaÁ alle origini dell'Italia contemporanea: 1700-1850, a cura di LUCIO GAMBI, Milano,
Electa, 1989; MAURO AMBROSOLI, Alberate imperiali per le strade d'Italia: la politica dei vegetali di
Napoleone, «Quaderni storici», XXXIII, 1998,
pp. 707-738. Sulla montagna, ``Alpe'' e ``Alpi'':
economie e societaÁ della montagna tra medioevo
e XIX secolo, a cura di MARZIO A. ROMANI, Brescia, Centro di ricerche storiche e sociali Federico Odorici, 1987.
ARISTOCRAZIE, NOBILTAÁ. GIUSEPPE PAPAGNO, I
feudalesimi: la ricchezza ed il potere politico, in
Storia d'Italia, Annali, I, Dal feudalesimo al capitalismo, Torino, Einaudi, 1978, pp. 111-184, sulle modalitaÁ di avvicinamento della nobiltaÁ a Napoleone, non per calcolo trasformistico, ma in linea col proprio modo di concepire ``il rapporto
fedeltaÁ-ricchezza''. Per un approccio metodologico SociabilitaÁ nobiliare, sociabilitaÁ borghese, a cura di MARIA MALATESTA, Brescia, Centro Federico Odorici, 1989; I giochi del prestigio: modelli e
pratiche della distinzione sociale, a cura di MARCO
BIANCHINI, Roma, Bulzoni, 1999.
ASSISTENZA (povertaÁ, malattie). 7: Malattia e
medicina, a cura di FRANCO DELLA PERUTA, Torino, Einaudi, 1984 (in particolare i saggi di GIORGIO COSMACINI , Teoria e prassi mediche tra Rivoluzione e Restaurazione: dall'ideologia giacobina all'ideologia del primato, pp. 151-205; AURORA SCOTÁ dei Lumi
TI, Malati e strutture ospedaliere dall'eta
all'UnitaÁ, pp. 233-296; UGO TUCCI, Il vaiolo, tra
epidemia e prevenzione, pp. 391-428); ADRIANA
LAY, I percorsi dell'assistenza tra caritaÁ e diritti,
«SanitaÁ Scienza e Storia», VI, 1989, n. 1, pp.
177-203; STUART J. WOOLF, Problems in the history of pauperism in Italy, 1800-1815, «Annali della
Biblioteca Statale Libreria Civica di Cremona»,
XXVII-XXX, 1976-1979, pp. 317-329 e in Timore e caritaÁ: i poveri nell'Italia moderna, Atti del
Convegno Pauperismo e assistenza negli antichi stati italiani, Cremona, marzo 1980, Cremona, Libreria del Convegno, 1982; LORENZO DEL PANTA, Le
epidemie nella storia demografica italiana (secoli
XIX-XIX), Torino, Loescher, 1980.
CHIESA. Vedi la omonima sezione nei capitoli
sulle varie aree geopolitiche.
CITTAÁ. Utili sono la collana Storia delle cittaÁ
italiane, Roma-Bari, Laterza, e la rivista «Storia
urbana». PAOLO MORACHIELLO e GEORGES TEYSSOT , Nascita delle citta
Á-stato: ingegneri e architetti
sotto il Consolato e l'Impero, appendice di JOSETTE SOURISSEAU, Roma, Officina, 1983; SILVANO
TINTORI, Piano e pianificatori dall'etaÁ napoleonica
al fascismo: per una storia del piano regolatore nella cittaÁ italiana contemporanea, presentazione di
BERNARDO SECCHI, Milano, Angeli, 19862; La cittaÁ napoleonica in Italia, Atti del Convegno del
settembre 1984, «Rivista italiana di studi napoleonici», n.s., 1986 e 1987 e il Cap. IV. CONVEGNI , 1984 ROMA (Villes et territoire...); FRANCEÁ nelle statiSCA SOFIA , Per una definizione di citta
stiche descrittive italiane in periodo napoleonico,
«Storia urbana», IX, 1985, n. 30, pp. 3-17; BO
FRANDSEN, Le cittaÁ italiane fra tradizione municipalistica e gerarchia nazionale durante il Risorgimento, «Meridiana», 1988, n. 33, pp. 83-106
(in particolare pp. 86-97); Crescita e declino delle
cittaÁ nell'Europa moderna (secoli XIV-XIX), a cura di MARCO BELFANTI, Brescia, Edizioni Centro
Federico Odorici, 1990.
Le nuove fisionomie urbane dell'etaÁ napoleonica sono connesse alle riforme amministrative
e agli interventi sul territorio, per cui si rimanda
anche ai temi dell'amministrazione e del decoro
urbano. Vedi nelle pagine seguenti riferimenti alle singole realtaÁ cittadine.
CULTURA
Ð 489 Ð
E
ARTI (stampa, editoria, architettu-
RENATA DE LORENZO
ra, arti e confische di opere d'arte). Vedi CAP. IV.
CONVEGNI, 2002 ALESSANDRIA. Circa gli influssi
culturali e storiografici della Rivoluzione francese
e del Triennio repubblicano sugli anni napoleonici e su quelli successivi, vedi il numero monografico della «Rivista italiana di studi napoleonici»,
XXVIII, 1991, XXIX, 1992, n. 1-2, per il quale
si rimanda al contributo di Anna Maria Rao e
Massimo Cattaneo. Per un quadro complessivo
NICOLA BADALONI, La cultura, in Storia d'Italia,
III, Dal primo Settecento all'UnitaÁ, Torino, Einaudi, 1973, pp. 699-984; FRANCO VENTURI, L'Italia fuori d'Italia, ivi, pp. 987-1481.
Tra impostazione letteraria e politica vedi
MARCO CERRUTI, Dalla fine dell'antico regime alla
Restaurazione, in Letteratura italiana, I, Il letterato e le istituzioni, Torino, Einaudi, 1982, pp. 391432; LUCIANO PATETTA, Il neoclassicismo, in Storia della societaÁ italiana, Milano, Teti, 1985, pp.
403-424; ALESSANDRO BARAGONA, L'etaÁ moderna
dalla pace di Lodi al Congresso di Vienna, vol. II
della Storia sociale e culturale d'Italia, coordinamento editoriale di GUIDO CERIOTTI, Busto Arsizio, Bramante, 1987. Sugli intellettuali organici al
regime UMBERTO CARPI, Aspetti su ideologia postrivoluzionaria e riflessione storiografica dopo il
triennio giacobino, in Riflessi della Rivoluzione
dell' '89 e del triennio giacobino sulla cultura letteraria italiana, Atti del Convegno, PortoferraioRio nell'Elba, 28-29-30 settembre 1989, a cura
di GIORGIO VARANINI, Pisa, Giardini, 1993, pp.
41-128, ma vedi tutti i i contributi al Convegno;
CARLO MONGARDINI, La cultura del presente: tempo e storia nella tarda modernitaÁ, Milano, Angeli,
1993; Ideologie e patrimonio storico-culturale nell'etaÁ rivoluzionaria e napoleonica: a proposito del
trattato di Tolentino, Atti del Convegno, per i
quali si rimanda al Cap. IV. CONVEGNI, 1997 TOLENTINO; CESARE SEGRE -CLELIA MARTIGNONI,
L'etaÁ napoleonica e il romanticismo, a cura di DONATELLA MARTINELLI , Milano, B. Mondadori,
2001. Esamina un aspetto della cultura che parte
dalla sfera del privato ``Dolce dono graditissimo'':
la lettera privata dal Settecento al Novecento, a cura di MARIA LUISA BETRI, DANIELA MALDINI
CHIARITO, Milano, Angeli, 2000.
Per la stampa vedi ANDREÂ CABANIS, La presse
sous le Consulat et l'Empire (1799-1814), Paris,
SocieÂte des eÂtudes robespierristes, 1975; VALERIO
CASTRONOVO - GIUSEPPE RICUPERATI - CARLO CAPRA , La stampa italiana dal Cinquecento all'Ottocento, introduzione di NICOLA TRANFAGLIA, Roma-Bari, Laterza, 1976. Un interessante episodio
di giornalismo eÁ BENJAMIN D'URBAN, The peninsular journal 1808-1817, with an introduction by I.J.
ROUSSEAU, London, Greenhill Books, 1988. Un
caso particolare di biblioteca eÁ in LIANA ELDA FUIl decoro delle lettere e la fedeltaÁ alle obbligazioni: La BibliotheÁque Britannique (1796-1815),
«Archivio Storico Italiano», CXLVIII, 1990, pp.
647-676.
Riflettono il clima europeo complessivo dell'immagine da intellettuale «organico», che Napoleone ebbe dei filosofi e dei letterati, I Filosofi
e la genesi della coscienza culturale della nuova
Italia, 1799-1900: stato delle ricerche e prospettive
di interpretazione, Atti del convegno di Santa
Margherita Ligure, 23-25 ottobre 1995, a cura
di LUCIANO MATUSA, Napoli, Istituto italiano
per gli studi filosofici, 1997; Napoleone e gli intellettuali: dotti e 'hommes de lettres' nell'Europa napoleonica, a cura di DANIELA GALLINGANI, Bologna, Il Mulino, 1996. Per l'Italia sempre utile la
ristampa del classico PAUL HAZARD, Rivoluzione
francese e lettere italiane, 1789-1815, a cura di
PIER ANTONIO BORGHEGGIANI, Roma, Bulzoni,
1995.
Sulla cultura scientifica vedi Cap. IV. CONVEGNI, 1999, AREZZO (Il ruolo sociale della scienza...); Storia della scienza moderna e contemporanea, diretta da PAOLO ROSSI, 3 voll., Torino,
Utet, 1988, II, Dall'etaÁ romantica alla societaÁ industriale, a cura di FERDINANDO ABBRI... [et al.],
t. 2; La storia delle scienze, a cura di CARLO MACCAGNI e PAOLO FREGUGLIA, presentazione di VINCENZO CAPPELLETTI, 1989; VINCENZO FERRONE ,
Clio e Prometeo. La storia della scienza tra illuministi e positivisti, «Studi storici», XXX, 1989, pp.
339-357; Atti del III convegno nazionale di storia
e fondamenti della chimica, a cura di FERDINANDO
ABBRI, FRANCO CRISPINI, Cosenza, Brenner,
1991; MARIA TERESA BORGATO, On the history
of mathematics in Italy before political unification,
«Archives Internationales d'Histoire des Sciences», XLII, 1992, pp. 121-136; MARCO BERETTA,
Le relazioni scientifiche italo-svedesi tra Settecento
e Ottocento, «Medioevo e Rinascimento», X,
1996, n.s., n. 7, pp. 227-252; L'EtaÁ napoleonica
1800-1814, in La matematica in Italia 18001950. Il giardino di Archimede. Un museo per la
matematica, a cura di ENRICO GIUSTI, LUIGI PEPE , Firenze, Polistampa, 2001, pp. 14-18.
Importante luogo di aggregazione e riferimento politico-scientifico fu l'Accademia fondata a
Verona nel 1782 con la denominazione simbolica
di «SocietaÁ Italiana», dai quaranta piuÁ illustri
scienziati di ogni parte d'Italia, per iniziativa di
Antonio M. Lorgna, matematico e ingegnere
idraulico, diretta poi dall'astronomo Antonio Cagnoli. Trasferita da Bonaparte a Milano nel 1797,
poi a Modena, la «SocietaÁ Italiana delle Scienze»
ebbe protezione e finanziamento governativo fiNARO,
Ð 490 Ð
Á NAPOLEONICA ( 1800-1815 )
L'ETA
no alla caduta di Napoleone; a Modena rimase fino al 1860, quando confluõÁ nel Regno d'Italia e
nel 1875 fu spostata a Roma. Cfr. ACCADEMIA
NAZIONALE DELLE SCIENZE DETTA DEI QUARANTA,
Lo Stato e i Quaranta: documenti: dal generale Bonaparte ai tempi odierni, a cura di GIOVANNI BATÁ LO, Roma, s.e. (Tip. della paTISTA MARINI BETTO
ce), 1986.
Per altri aspetti dello studio delle Accademie
vedi L'architettura delle Accademie riformate, insegnamento, dibattito culturale, interventi pubblici, a cura di GIULIANA RICCI, Milano, Guerini,
1992, con ampia bibliografia sull'etaÁ napoleonica.
Sulla formazione dei tecnici ANDREÂ GUILLERME,
La formation des nouveaux eÂdiles, in Cap. IV.
CONVEGNI, 1984 ROMA (Villes et territoire...,
pp. 35-53); DONATA BRIANTA, Stato moderno, corpi tecnici e accademie minerarie: influenze e scambi nell'Europa dei Lumi e in etaÁ napoleonica, Bologna, Il Mulino, 2000.
Su singoli scienziati e operatori Pietro Paleocapa e la grande ingegneria dell'Ottocento, contributi
di CARLO TACCAGNI, ORNELLA SELVAFOLTA, DOMENICO ZAMPAGLIONE [et al.], «Bergomum»,
LXXXIV, 1989, n. 1; GABRIELE ROSSI OSSIDA,
Il gigante e le piramidi: nella valle del Nilo con
Giovanni Battista Belzoni (1778-1823) fondatore
dell'egittologia moderna, introduzione di CLAUDIO
CERRETI, Torino, Eri, 1992; ALBERTO GIGLI BERZOLARI , Alessandro Volta e la cultura scientifica e
tecnologica tra '700 e '800, Milano, Cisalpino,
1993.
Molti gli studi su Benjamin Constant, tra cui,
in ambito italiano, STEFANO DE LUCA, Il pensiero
politico di Constant, Roma, Laterza, 1993; FRANCESCA SOFIA, Benjamin Constant e le garanzie della libertaÁ dei moderni, «Clio», XXIX, 1993, pp.
78-96, sulle possibili soluzioni costituzionali prima e dopo il 18 brumaio e l'opzione moderata
a favore del modello inglese; BIANCAMARIA FONTANA , Benjamin Constant e il pensiero postrivoluzionario, Milano, Baldini e Castoldi, 1996. Per gli
altri autori francesi EMILIO PASQUINI, Il ``milanese'' Stendhal e le polemiche linguistiche del primo
Ottocento in Italia, «Memorie dell'Accademia
delle Scienze dell'Istituto di Bologna», LXVII,
1972-73, pp. 5-51; EUGENIA PARISE, Passioni e ordine nella trama del moderno: tra Tocqueville e
Stendhal, Napoli, ESI, 1989; LUCIEN JAUME, La
liberte et la loi. Les origines philosophiques du libeÂralisme, Paris, Fayard, 2000.
Prospettano il quadro europeo delle arti, nel
primo caso anche in rapporto con l'economia,
MATTHEW CRASKE, Art in Europe 1700-1830: A
History of the Visual Arts in an Era of Unprecedented Urban Economic Growth, Oxford, New
York, 1997; ANTONIO PINELLI, Nel segno di Giano. Passato e futuro nell'arte europea tra Sette e
Ottocento, Roma, Carocci, 2000.
Sulla pittura L'histoire de NapoleÂon par la peinture, sous la direction de JEAN TULARD, avec la
collaboration de ALFRED FIERRO et JEAN-MARC
LERI, Paris, 1991; MASSIMILIANO PAVAN, Antonio
Canova e la discussione sugli «Elgin marbles»,
«Rivista dell'Istituto nazionale di Archeologia e
Storia dell'Arte», n.s., XXI-XXII, 1974-1975,
pp. 219-344; ORIETTA ROSSI PINELLI, David e
l'arte della Rivoluzione francese, Firenze, Giunti, 1989; ANNA OTTANI CAVINA, Felice Giani
(1758-1823) e la cultura di fine secolo, voll. 2,
con la collaborazione di ATTILIA SCARLINI, Milano, Electa, 1999, sul pittore neoclassico; ALAIN
PILLEPICH, Un tableau ceÂleÁbre replace dans son
contexte: Bonaparte franchissant les Alpes au
Grand Saint-Bernard de David, «Rivista Napoleonica», 2000, n. 1-2, pp. 75-82; LUCETTA LEVI
MOMIGLIANO, I Quadri misteriosi sul passato e
sul futuro destino della Francia, dell'Italia e del
Piemonte, ivi, pp. 99-103; Storia di un retablo
di Rubens fra requisizioni e scambi in etaÁ napoleonica, testi di SANDRA SICOLI, Milano, Electa,
2000; Dal ritratto di corte al ritratto napoleonico:
Domenico Zeni (1762-1819), a cura di MARINA
BOTTERI OTTAVIANI, BERNARDO FALCONI, FERNANDO MAZZOCCA, Riva del Garda, Museo civico, 2001; Napoleone in Italia: negli acquarelli di
Giuseppe Pietro Bagetti e nelle cronache di Stendhal e di Adolphe Thiers, introduzione e schede di
XAVIER SALMON, Milano, Ricci, 2001; Da Lille a
Roma. Jean Baptiste Wicar e l'Italia, disegni dell'Accademia di Belle Arti di Perugia e del Museo
di Lille, catalogo della mostra (Perugia, Palazzo
della Penna, 26 gennaio - 7 aprile 2002), a cura
di MARIA TERESA CARACCIOLO, introduzione di
PIERRE ROSENBERG, Milano, Electa, 2002.
Sull'antiquariato e la nuova concezione museale frutto di requisizioni, furti e confische di opere
d'arte ORIETTA ROSSI PINELLI, Carlo Fea e il chirografo del 1802: cronaca, giudiziaria e non, delle
prime battaglie per la tutela delle ``Belle Arti'',
«Ricerche di Storia dell'Arte», 1979, n. 8, pp.
27-41; PAUL WELCHER, I furti d'arte. Napoleone
e la nascita del Louvre, Torino, Einaudi, 1989;
MARIA LUISA VALACCHI, ELISABETTA GUITARRINI,
Alcune considerazioni sulle confische artistiche in
Italia durante l'occupazione napoleonica, «Ricerche storiche», XXIX, 1999, n. 1, p. 139-158;
MASSIMILIANO DAVID, Le «venerande anticaglie»
nell'etaÁ di Napoleone, Milano, Istituto Lombardo
di scienze e lettere, 1999; MASSIMA CARCIONE,
Napoleone Bonaparte e la concezione moderna di
bene culturale. Dalla requisizione delle opere d'ar-
Ð 491 Ð
RENATA DE LORENZO
te al diritto internazionale del patrimonio artistico,
«Rivista Napoleonica», 2001, n. 1, pp. 185-191.
Sugli aspetti architettonici e urbanistici 1: Il
trattato di Teofilo Gallaccini e la concezione architettonica dei porti dal Rinascimento alla restaurazione, Firenze, Leo S. Olschki, 1993; Il giardino
paesaggistico tra Settecento e Ottocento in Italia
e Germania: Villa Vigoni e l'opera di Giuseppe
Balzaretto, a cura di PIER FAUSTO BAGATTI VALSECCHI e ANDREAS KIPAR - Der Landschaftsgarten
Zwischen dem XVIII und XIX. Jahrundert in Italien und Deutschland: Villa Vigoni und das Werk
Giuseppe Balzarettos, Milano, Guerini, 1996;
GIORGIO SIMONCINI, L'organizzazione dell'intervento pubblico nell'Italia napoleonica, in La cultura architettonica nell'etaÁ della restaurazione, Convegno con il patrocinio del Ministero dell'Istruzione, dell'UniversitaÁ e della Ricerca, Milano,
22-23 ottobre 2001, i cui Atti sono di imminente
pubblicazione.
Sul teatro GIOVANNI AZZARONI, La rivoluzione
a teatro. Antinomie del teatro giacobino in Italia,
1796-1805, Bologna, Clueb, 1985; PIETRO THEMELLY , Il teatro patriottico tra rivoluzione e impero, Roma, Bulzoni, 1991. Sulla musica GIORGIO
PESTELLI, L'etaÁ di Mozart e di Beethoven, VI, Storia della musica, a cura della SocietaÁ italiana di
musicologia, Torino, EDT, 1979.
Per la situazione nelle singole aree regionali vedi i capitoli successivi ad esse relativi.
DEMOGRAFIA E STORIA DI GENERE. LORENZO
DEL PANTA, Evoluzione demografica e popolamento nell'Italia dell'Ottocento: 1796-1914, Bologna, Clueb, 1984.
Per un inquadramento generale della storia
delle donne ANNARITA BUTTAFUOCO, Straniere
in patria. Temi e momenti dell'emancipazione
femminile italiana dalle repubbliche giacobine al
fascismo, in Esperienza storica femminile nell'etaÁ
moderna e contemporanea, Atti del seminario, a
cura di ANNA MARIA CRISPINO, 2 voll., Roma,
Unione Donne Italiane-Circolo ``La Goccia'',
1988-1989, I, pp. 91-123; OLWEN HUFTON, Destini femminili: storia delle donne in Europa,
1500-1800, Milano, Mondadori, 1996; Storia delle donne in Italia, a cura di MICHELA DE GIORGIO
e CHRISTIANE KLAPISCH-ZUBER, Roma-Bari, Laterza, 1996.
PiuÁ circoscritti al periodo in esame sono ANNA
MARIA RAO, L'eÂducation du ``beau sexe'' dans un
texte italo-francËais de 1805, in Les femmes et la
ReÂvolution francËaise, I, Modes d'action et d'expression. Nouveaux droits-nouveaux devoirs, Actes du colloque international, 12-13-14 avril
1989, a cura di MARIE-FRANCE BRIVE, Tolosa,
Presses Universitaires du Mirail, 1989, pp. 455460; GABRIELLA FABBRICINO TRIVELLINO, Cultura
femminile tra ancien reÂgime e restaurazione, Napoli [etc.], Editoriale scientifica, 1992; Il primo
femminismo: 1791-1834, a cura di ANNA ROSSI
DORIA, Milano, Unicopli, 1993; LUCIA MOTTISILVANO SGARIOTO, La cittadinanza asimmetrica:
istruzioni delle donne e diritti di cittadinanza fra
Settecento e Ottocento, Torino, Paravia, 2000.
Sul parto e sul ruolo materno NADIA MARIA FILIPPINI, L'assistenza al parto nel primo Ottocento.
Appunti sull'intervento istituzionale, in Le culture
del parto. Luoghi, pratiche, figure, Milano, Feltrinelli, 1986, pp. 55-63; EAD., Il corpo violato. La
pratica del taglio cesareo nell'Italia di primo Ottocento, «SocietaÁ e Storia», XI, 1988, n. 40, pp.
295-333 (sul quale vedi ANNA SCATTINO, La nascita straordinaria, «Passato e presente», XV,
1997, n. 41, pp. 177-184); EAD., La nascita straordinaria: tra madre e figlio la rivoluzione del taglio
cesareo (sec. XVIII-XIX), Milano, Angeli, 1995,
volume in cui la pratica operatoria eÁ vista come
segno di un piuÁ ampio movimento culturale, religioso, politico, sociale; Madri. Storia di un ruolo
sociale, a cura di GIOVANNA FIUME, Venezia,
Marsilio, 1995 (vedi in particolare i saggi di MARIA FUBINI LEUZZI , Madri e figli fra tradizione e
rivoluzione. Relazioni parentali di una famiglia patrizia fiorentina (1770-1848), pp. 175-202; GIORGIA ALESSI , Le gravidanze illegittime e il disagio
dei giuristi (sec. XVII-XIX), pp. 221-245).
Sul giornalismo femminile LAURA PISANO, La
nazione al femminile. Aspetti del giornalismo politico fra Settecento e Ottocento in Italia e in Francia, «Annali della FacoltaÁ di Magistero dell'UniversitaÁ di Cagliari», n.s., XVI, 1993 e «Prometeo», a. XII, 1994, vol. XLVI, pp. 26-33; EAD.,
Giornalismo politico delle donne italiane dalle Repubbliche giacobine all'UnitaÁ, in LAURA PISANO CHRISTIANE VEUVY, Parole inascoltate. Le donne
e la costruzione dello Stato-nazione in Italia e in
Francia (1789-1860), Testi e documenti, prefazione di GINEVRA CONTI ODORISIO, Roma, Editori
Riuniti, 1994, pp. 9-77.
DIRITTO, CODICI, LEGISLAZIONE, RIFORME,
AMMINISTRAZIONE. Per le fonti a stampa MARIA
TERESA NAPOLI, La cultura giuridica europea in
Italia: repertorio delle opere tradotte nel secolo
XIX, 3 voll., I, Tendenze e centri dell'attivitaÁ
scientifica, II, Repertorio, III, Indici, Napoli, Jovene, 1987. Contengono numerosi interventi sul tema gli Atti dei Congressi internazionali della SocietaÁ italiana di Storia del diritto, in particolare il
terzo, La formazione storica del diritto moderno in
Europa, Firenze, Leo S. Olschki, 1977 ed il quar-
Ð 492 Ð
Á NAPOLEONICA ( 1800-1815 )
L'ETA
to, Diritto e potere nella storia europea, Atti in
onore di Bruno Paradisi, Firenze, Leo S. Olschki,
1982. Vedi anche GERHARD WESENBERG - GUNTER WESENER, Storia del diritto privato in Europa,
a cura di PAOLO CAPPELLINI e MARIA CRISTINA
DALBOSCO, Padova, Cedam, 1999. Per un profilo
generale degli influssi di vari modelli europei La
dinamica statale austriaca nel XVIII e XIX secolo.
Strutture e tendenze di storia costituzionale prima
e dopo Maria Teresa, a cura di PIERANGELO
SCHIERA, Bologna, Il Mulino, 1981 (Istituto storico italo-germanico in Trento, Quaderni, 7); MARIA ROSA DI SIMONE, La cultura pubblicistica in
Austria e la sua influenza in Italia dall'antico regime alla Restaurazione, «Clio», XXIII, 1987, pp.
423-446; EAD., Sull'influenza della cultura giuridica austriaca tra Settecento e Ottocento, «Clio»,
XXVI, 1990, pp. 33-48; CARLO RICOTTI, Il costituzionalismo britannico nel Mediterraneo (17941818). Fra Whigs e Tories: le istanze costituzionali
a Malta, «Clio», XXIX, 1993, pp. 213-282; Il modello costituzionale inglese e la sua recezione nell'area mediterranea tra la fine del '700 e la prima
metaÁ dell' '800, Atti del Seminario internazionale
di studi in memoria di Francisco TomaÁs y Valiente (Messina, 14-16 novembre 1996), a cura di
ANDREA ROMANO, Milano, GiuffreÁ, 1998 per il
quale vedi il Cap. IV. CONVEGNI, 1996 MESSINA.
Sul prevalente influsso francese CARLO GHISALBERTI , L'influsso della Francia napoleonica sul sistema giuridico ed amministrativo dell'Italia, «Rivista di storia del diritto italiano», XLVIII, 1975,
pp. 5-26, ID., Il modello giuridico-amministrativo della Francia napoleonica e i territori alpini,
«Clio», XXI, 1985, n. 2, pp. 267-279; Influence
du modeÁle judiciaire francËais en Europe sous la ReÂvolution et l'Empire, Colloque organise par le
Centre d'Histoire Judiciaire de l'Universite de
Lille II - Juin 1998, Lille, L'Espace juridique,
1999 (in cui eÁ PAOLO ALVAZZI DEL FRATE, Juridictions ordinaires et juridictions extraordinaires
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LUIGI LACCHEÂ, L'Europe et la reÂvolution du droit:
breÁves reÂflexions, «Annales Historiques de la ReÂvolution FrancËaise», avril-juin 2002, n. 328, pp.
153-169. Prevale il quadro europeo comparativo
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en Europe. ModeÁles francËais et traditions nationales. 1780-1830, Actes du colloque, Louvain-laNeuve et Namur, 1995, sous la direction de XAVIER ROUSSEAU , MARIE -SYLVIE DUPONT -BOU-
CHAT , CLAUDE VAEL , Paris, Montreal, 1999 [in
cui vedi MARIO DA PASSANO, La codification du
droit peÂnal dans l'Italie ``jacobine'' et ``napoleÂonienne'', pp. 85-100; ANTONIO GRILLI, L'organisation judiciaire sur la rive gauche du Rhin et dans
l'Italie francËaise de 1800 aÁ 1814, pp. 159-178; MICHAEÈ L BROERS , La gendarmerie et le maintien de
l'ordre public dans l'Italie napoleÂonienne (18001814). Institutions francËaises et socieÂte baroque;
la culture et la police, pp. 179-188]; MARIO DA
PASSANO, Emendare o intimidire? La codificazione del diritto penale in Francia e in Italia durante
la rivoluzione e l'impero, Torino, Giappichelli,
2000.
Su codici e costituzioni vedi Cap. I, FONTI;
ROBERTO BONINI, Appunti di storia delle codificazioni moderne e contemporanee, Bologna, PatroÁn,
19933; Codici: una riflessione di fine millennio,
Atti dell'incontro di studio, Firenze, 26-28 ottobre 2000, a cura di PAOLO CAPPELLINI e BERNARDO SORDI , Milano, GiuffreÁ, 2002. Sul periodo napoleonico cfr. GUIDO ASTUTI, Il Code NapoleÂon
in Italia e la sua influenza sui codici degli stati italiani successori, in Cap. IV CONVEGNI, 1969 ROMA
(anche in «Annali di Storia del Diritto», XIVXVII, 1970-1973, pp. 1-87 e in ID, Tradizione romanistica e civiltaÁ giuridica europea, II, Napoli,
ESI, 1984, pp. 752 sgg.); CARLO GHISALBERTI,
Dall'antico regime al 1848: le origini costituzionali
dell'Italia moderna, Roma-Bari, Laterza, 1974 e
1987; MARIA GUERCIO, Sulla codificazione penale
napoleonica, «Annali della scuola speciale per Archivisti e Bibliotecari dell'UniversitaÁ di Roma»,
XV-XVI, 1975-1976, pp. 157-180; NARCISO NADA, Le Costituzioni italiane dal 1796 al 1815: appunti raccolti da un gruppo di studenti di Storia
del Risorgimento (A. 1980-81), Torino, Tirrenia,
1981; ID., Diritti fondamentali nelle costituzioni
italiane dall'epoca giacobina al 1848, s.e., 1982;
ROBERTO BONINI, La «costituzionalizzazione» del
problema e i codici in Italia tra fine Settecento e
inizi Ottocento, «Archivio Giuridico Filippo Serafini», CCIX, 1989, pp. 75-92; ANTONINO DE
FRANCESCO, Rivoluzione e costituzioni: saggi sul
democratismo politico nell'Italia napoleonica,
1796-1821, Napoli, ESI, 1996; FRANCESCA SOFIA,
Antico e moderno nel costituzionalismo di P.C.F.
Daunou, commissario civile a Roma, «Clio»,
XXXIII, 1997, n. 1, pp. 41-58; LUCA MANNORI,
Uno stato per Romagnosi, 2 voll., Milano, GiuffreÁ, 1984-1987, sul rapporto tra giurisdizione, legislazione e diritto naturale.
Sulla giustizia amministrativa vedi Cap. IV.
CONVEGNI, 1969, ROMA (Napoleone e l'Italia...,
il saggio di GUIDO LANDI); PIERO AIMO , Un
«chef-d'oeuvre juridique»: la genesi della giustizia
Ð 493 Ð
RENATA DE LORENZO
amministrativa, «Amministrare», XVI, 1986, pp.
375-400; ID., Le origini della giustizia amministrativa. Consigli di prefettura e Consiglio di Stato nell'Italia napoleonica, Milano, GiuffreÁ, 1990.
Sulla magistratura vedi Cap. IV. CONVEGNI,
1974 ROMA (Colloquio internazionale... il saggio
di YVES-MARIE BERCEÂ); MARIA ROSARIA FERRARESE , Magistratura e stato nel modello napoleonico,
«Materiali per una storia della cultura giuridica»,
XII, 1982, pp. 463-475; LUCA MANNORI, Giustizia e amministrazione tra antico e nuovo regime
e ALFREDO VIAGGIANO, I «tiranni dei tribunali»
e i «filosofi legislatori». Magistratura e politica in
etaÁ napoleonica: l'esempio veneziano, in Magistrati
e potere nella storia europea, a cura di RAFFAELE
ROMANELLI, Bologna, Il Mulino, 1997, rispettivamente pp. 39-65 e 147-168. Sui giudici di pace:
ELIO GIANNETTI, Il giudicato di pace: la riforma
della giustizia nell'etaÁ napoleonica, Ortona, s.e.,
1996.
Sul diritto di famiglia PAOLO UNGARI, Il diritto
di famiglia in Italia. Dalle Costituzioni «giacobine» al Codice civile del 1942, Bologna, Il Mulino,
1970; ID., Storia del diritto di famiglia in Italia:
1796-1975, Bologna, Il Mulino, 1974, nuova ed.
a cura di FRANCESCA SOFIA, Bologna, Il Mulino,
2002; MARIA TERESA SILLANO, Il Consiglio di famiglia nel Codice Napoleone, «Archivio storico
lombardo», a. CI, 1975, s. X, vol. I, pp. 346354; ANNE LEFEBVRE-TEILLARD, Debolezza tollerata, crimine imperdonabile: la filiazione nel codice Napoleone, «Archivio Giuridico Filippo Serafini», 1997, vol. 217, pp. 55-70; ELISA MANGIANO,
Patrimonio e affetti: la successione legittima nell'etaÁ dei codici, Torino, Giappichelli, 1999. Su altri
aspetti MAURIZIO BUONOCORE CACCIALUPI, Istruzione, educazione e cultura nelle costituzioni giacobine italiane e nelle successive carte preunitarie,
«Rivista italiana di studi napoleonici», n.s.,
XXI, 1984, pp. 107-160; SILVIA ZENATI, Il ministero per il culto nell'etaÁ napoleonica: lineamenti
di scienza dell'amministrazione in materia ecclesiastica, Verona, s.e. (Fiorini), 1988.
Anche in campo amministrativo, come in quello costituzionale, uno dei temi piuÁ dibattuti eÁ il
rapporto col modello istituzionale francese per
cui vedi JACQUES GODECHOT, Les institutions de
la France sous la ReÂvolution et l'Empire, Paris,
PUF, 19853, ma anche ID., Originalite et imitation... in Cap. IV. CONVEGNI, 1974 ROMA, testo
tradotto in italiano in Dagli stati preunitari d'antico regime all'unificazione, a cura di NICOLA RAPONI , Bologna, Il Mulino, 1991, pp. 191-205; PIERRE
VILLARD, Histoire des institutions publiques de la
France (de 1789 aÁ nos jours), Paris, Dallos,
19802. Varie sono le pubblicazioni sulla storia del-
le istituzioni e dell'amministrazione francese, da
quella di GEÂRARD SAUTEL, Histoire des institutions
publiques: depuis la ReÂvolution francËaise: administration - justice - finances, Paris, Dalloz, 19907,
e GEÂRARD SAUTEL, JEAN-LOUIS HAROUEL, Histoire
des institutions publiques depuis la ReÂvolution
francËaise, Paris, Dalloz, 1997 8, a quella di ROMUALD SZRAMKIEWICZ - JACQUES BOUINEAU, Histoire des institutions: 1750-1914. Droit et socieÂteÂ
en France de la fin de l'Ancien ReÂgime aÁ la premieÁre guerre mondiale, Paris, Litec, 1989, a L'amministrazione nell'Europa continentale: storiografie.
Francia, «L'amministrazione nella storia moderna» (Archivio ISAP), II, 1985, pp. 2169-2242,
con introduzione di PIERO AIMO, pp. 541-573.
Oltre quella di Aimo, vedi anche l'introduzione
di ETTORE ROTELLI al primo volume dell'opera.
Per la descrizione degli ordinamenti istituzionali nei vari Stati MARIA ROSA DI SIMONE, Istituzioni e fonti normative in Italia dall'antico regime
all'UnitaÁ, Torino, Giappichelli, 1999; LUCA MANNORI , Uno Stato per Romagnosi, 2 voll., Milano,
GiuffreÁ, 1984-1987; PIERO AIMO, Introduzione
a L'Italia napoleonica: l'amministrazione come
amministrazione dello Stato, in L'Italia napoleonica: l'amministrazione come amministrazione dello
Stato, «Archivio ISAP», III, L'Amministrazione
nella storia moderna, Milano, GiuffreÁ, 1985. Un
agile saggio, che parte dalle premesse francesi,
si deve a MARCO MERIGGI, Gli Stati italiani prima
dell'UnitaÁ. Una storia istituzionale, Bologna, Il
Mulino, 2002 (in particolare pp. 7-110).
Sulla giustizia amministrativa PIERO AIMO, Alle origini della giustizia amministrativa: consigli di
Prefettura e Consiglio di Stato nell'Italia napoleonica, Milano, GiuffreÁ, 1990. Sulla statistica come
scienza, espressione dell'amministrazione e ad essa funzionale, FRANCESCA SOFIA, La statistica come scienza politica e dell'amministrazione, in
L'amministrazione nella storia moderna, «Archivio ISAP», 1985, pp. 575-665; EAD., Una scienza
per l'amministrazione. Statistica e pubblici apparati tra etaÁ rivoluzionaria e restaurazione, I, Roma,
Carucci, 1988; EAD., La statistica napoleonica come fonte delle trasformazioni istituzionali, in Cap.
IV. CONVEGNI, 1991 SALERNO (Il Principato Citeriore tra Ancien ReÂgime e conquista francese...),
pp. 87-99.
Su alcuni settori dell'organizzazione dello Stato ROBERTO RUFFILLI, Ipotesi sullo sviluppo dello
stato in epoca postrivoluzionaria «Annali dell'Istituto storico italo-germanico», IX, 1983, pp. 357389; ROSARIA V. BONANNO, Prefetti e potere in
Italia: storia dell'ordinamento territoriale italiano
dall'etaÁ napoleonica all'autonomia regionale siciliana, 1801-1947: studio e testi, s.l., La medusa,
Ð 494 Ð
Á NAPOLEONICA ( 1800-1815 )
L'ETA
1987; La polizia in Italia nell'etaÁ moderna: seminario di studi, Messina, 26-27 febbraio 1999, a cura di LIVIO ANTONIELLI, Soveria Mannelli, Rubbettino, 2001.
EBRAISMO. L'emancipazione dal 1791, stabilita
in base alla Dichiarazione dei diritti dell'uomo e
del cittadino insieme alla parificazione degli ebrei
in terra di Francia, comportoÁ la loro adesione alla
rivoluzione e la conseguente frequenza di agitazioni e tumulti contro la minoranza ebraica da
parte dei controrivoluzionari del basso popolo.
Per la situazione internazionale vedi Stato nazionale ed emancipazione ebraica, Atti del Convegno
Stato nazionale, societaÁ civile e minoranze religiose: l'emancipazione degli ebrei in Francia, Germania e Italia tra rigenerazione morale e intolleranza,
Roma, 23-25 ottobre 1991, a cura di FRANCESCA
SOFIA e MARIO TOSCANO, ROMA, Bonacci, 1992;
La questione ebraica dall'illuminismo all'impero,
1700-1815, Atti del Convegno della SocietaÁ italiana di studi sul secolo XVIII, Roma, 25-26 maggio
1992, a cura di PAOLO ALATRI e SILVIA GRASSI,
Napoli, ESI, 1994. Per l'Italia Ebrei in Italia, a
cura di SOFIA BOESCH GAJANO e MICHELE LUZZATI, «Quaderni storici», 1983, n. 24, pp. 7801109; Italia judaica, Gli ebrei in Italia dalla segregazione alla prima emancipazione, Atti del III
Convegno internazionale, Tel Aviv, 15-20 giugno
1986, Roma, s.e. (Palombi), 1989; CORRADO VIVANTI, Storia degli ebrei in Italia e storia d'Italia,
«Studi Storici», 1990, n. 2, pp. 350-393; Storia
d'Italia, Annali, 11/2, Gli Ebrei in Italia dall'emancipazione ad oggi, a cura di CORRADO VIVANTI, Torino, Einaudi, 1997. Sul periodo napoleonico GUIDO FUBINI, La condizione giuridica dell'Ebraismo italiano dal periodo napoleonico all'unitaÁ
d'Italia, «La Rassegna mensile di Israel», XXXVI,
1970, pp. 472-490; ID., La condizione giuridica
dell'ebraismo italiano. Dal periodo napoleonico alla Repubblica, presentazione di ARTURO CARLO
JEMOLO, Firenze, La nuova Italia, 1974; Napoleone e gli ebrei: atti dell'assemblea degli israeliti di
Parigi e dei verbali del Gran sinedrio, con le lettere
di Iacopo Carmi introdotte da Andrea Balletti,
1806-1807, prefazione di PHILIPPE ROGER, a cura
di DANIELE GALLINGANI, Bologna, Analisi, 1991;
FRANCESCA SOFIA, L'immagine dell'ebreo nelle
statistiche napoleoniche, «Clio», XXVIII, 1992,
pp. 519-534 e in La questione ebraica dall'illuminismo all'impero, cit., pp. 279-293; PAOLO MALTESE , Nazionalismo arabo e nazionalismo ebraico,
1798-1992: storia e problemi, Milano, Mursia,
1992; GADI LUZZATTO VOGHERA, Il prezzo dell'eguaglianza: il dibattito sull'emancipazione degli
ebrei in Italia, 1781-1848, Milano, Angeli, 1998.
ECONOMIA E FINANZA. Per un quadro generale
del periodo PASQUALE VILLANI, Qualche aspetto
dell'economia italiana nell'etaÁ napoleonica e JEAN
GEORGELIN, EÂtude compareÂe du prix des ceÂreÂales
en France et en Italie aÁ l'eÂpoque napoleÂonienne
(1806-1813), «Annuario dell'Istituto storico italiano per l'EtaÁ moderna e contemporanea»,
XXIII-XXIV, 1971-1972, pp. 13-44 e pp. 221238; GIOVANNI DE MARIA - DAVIDE CANTARELLI
- ACHILLE AGNATI - ALDO MONTESANO, L'economia italiana nell'etaÁ napoleonica, Padova, Cedam,
1973; Cap. IV, CONVEGNI, 1974 ROMA; Formazione e trasformazione dei sistemi economici in
Europa dal feudalesimo al capitalismo: saggi di storia economica, raccolti a cura di CIRO MANCA, Padova, Cedam, 1987, 1999; PAOLO PINI, Progresso
tecnico e occupazione: analisi economica degli effetti di compensazione agli inizi dell'Ottocento,
Bologna, Il Mulino, 1991; Atlante storico-economico: la penisola italiana dal 1796 al 1914, a cura
di GIANCARLO GALLI e PIERLUIGI TAVECCHIO,
prefazione di SERGIO ZANINELLI, Torino, Giappichelli, 1994; GUIDO PESCOSOLIDO, UnitaÁ nazionale e sviluppo economico 1750-1913, Roma-Bari,
Laterza, 1998.
Tra le fonti si segnalano Le riviste di economia
in Italia, 1700-1900: dai giornali scientifico-letterari ai periodici specialistici, a cura di MASSIMO
M. AUGELLO, MARCO BIANCHINI e MARCO E.L.
GUIDI, Milano, Angeli, 1996.
L'associazionismo economico eÁ apparso un filone di studi rivisitato in ampie convergenze con
la storia sociale, per cui vedi SociabilitaÁ nobiliare,
sociabilitaÁ borghese, a cura di MARIA MALATESTA,
Brescia, Centro Federico Odorici, 1989; Associazionismo economico e diffusione dell'economia politica nell'Italia dell'Ottocento: dalle societaÁ economico-agrarie alle associazioni di economisti, a cura
di MASSIMO M. AUGELLO, MARCO E.L. GUIDI
con la collaborazione di TERENZIO MACCABELLI
e LUCA NICHELINI, Milano, Angeli, 2000; The
spread of political economy and the professionalisation of economists: economic societies in Europe,
America and Japon in the nineteenth century, edited by MASSIMO AUGELLO and MARCO E. L. GUIDI, London, New York, 2001. Per singole esperienze associazionistiche si rimanda alla sezione
ECONOMIA delle varie aree geopolitiche.
Sullo sviluppo di alcuni settori produttivi LUCIANO CAFAGNA , L'occasione del filugello. Note
sul settore serico nella prospettiva di una esplorazione delle pluriattivitaÁ nella storia delle economie
regionali italiane tra Sette e Ottocento, «Annali
Cervi», 1989, n. 11, pp. 79-86; GIULIANA BIAGIOLI, Soie et soieries nell'Impero napoleonico, «Quaderni storici», XXV, 1990, n.s., n. 73, pp. 55-92;
Ð 495 Ð
RENATA DE LORENZO
ROBERTO TOLAINI, Istituzioni, mercato, fiducia. Le
misure della seta nell'Ottocento, «Quaderni storici», 1997, pp. 769-793; ID., Agronomi e vivaisti
nella prima metaÁ dell'Ottocento: Mathieu Bonafous e la diffusione del gelso nelle Filippine, «SocietaÁ e Storia», XIII, 1990, pp. 567-592; ID., Filande, mercato e innovazioni nell'industria serica
italiana: gli Scoti di Pescia, 1750-1860, Firenze,
Leo S. Olschki, 1997; RENEÂ BOUDARD, Il traffico
della canapa tra l'Emilia, Genova e Tolone dal
1795 al 1806 (secondo dei documenti inediti), «Rivista italiana di studi napoleonici», XVIII, 1981,
n. 2, pp. 53-82.
Sul credito e sulle pratiche creditizie ARMAND
BIZAGUET, Les origines des institutions et des meÂcanismes bancaires en Europe occidentale: de la banque romaine aÁ l'empire napoleÂonien, «Revue internationale d'histoire de la banque», IX, 1974, pp.
17-79; Credito e sviluppo economico in Italia dal
Medio Evo all'etaÁ contemporanea, Atti del primo
Convegno nazionale, 4-6 giugno 1987, SocietaÁ italiana degli storici dell'economia, Verona, Fiorini,
1988; PIERRE FRANCËOIS PINAUD, Le istituzioni finanziarie dell'Italia napoleonica, «Ricerche storiche», XXII, 1992, n. 2, pp. 343-354; ID., Les francËais et les finances italiennes: assistance ou rapt?
1792-1814, «Ricerche storiche», XXIX, 1999, n.
1, pp. 125-138; The rise of the fiscal state in Europe: c. 1200-1815, edited by RICHARD BONNEY, Oxford, New York, 1999.
INFRASTRUTTURE, BONIFICHE E POSTA. Vedi
Strade e vie di comunicazione nell'Italia napoleonica, a cura di ALDO DI BIASIO, «Rivista italiana
di studi napoleonici», XXXIV, 2001, n. 1-2 (ALDO DI BIASIO, Introduzione, pp. 7-10; GIOVANNI
BRANCACCIO, Strade di terra, di mare e di acque:
verso un sistema integrato, pp. 11-40; ALDO CAÁ e discontinuitaÁ: la viabilitaÁ lomRERA , Continuita
barda e veneta in etaÁ francese, pp. 41-72; LAURO
A. ROSSI, La rivoluzione difficile. Il rinnovamento
della viabilitaÁ ligure fra antico regime ed etaÁ napoleonica, pp. 73-110; ELISA BARSI, Le strade del
Piemonte in epoca napoleonica, pp. 111-124; ANTONIO STOPANI , Le strade del Granducato di Toscana nell'etaÁ napoleonica, pp. 125-158; C. PAOLA
SCAVIZZI, Progetti e realtaÁ dell'amministrazione
francese negli Stati romani, pp. 159-186; GIUSEPPE FOSCARI, Le strade del regno di Napoli: le riforme, le istituzioni, il dibattito, pp. 187-208; ALDO
DI BIASIO, Ingegneri e territorio. La strada europea tra Settecento e Ottocento. L'Italia. Tecnica,
tecnologia e scienza, pp. 209-276; MASSIMO QUAINI , L.A.G. Bacler d'Albe e G.A. Rizzi Zannoni:
due carriere e due contributi cartografici a confronto, pp. 277-296; MARIA TERESA BORGATO, I porti
dell'Adriatico all'inizio del Regno d'Italia in una
relazione inedita di Rolland e BruyeÁre, pp. 297330; ROBERTO PARISI, Come «macchine per circolare». L'architettura dei ponti nell'Italia napoleonica (1796-1815), pp. 331-360; CLEMENTE FEDELE , Strade e Poste tra Sette e Ottocento, pp. 361
sgg.). Sulle bonifiche FRANCO CAZZOLA, Le bonifiche nella storia d'Italia tra etaÁ moderna e contemporanea, in Il territorio pistoiese e i Lorena tra
'700 e '800: viabilitaÁ e bonifiche, a cura di IVAN
TOGNARINI, Napoli, ESI, 1990, pp. 43-60. Sul sistema postale EDOARDO P. OHNMEISS, Metodi e
bolli postali napoleonici dei dipartimenti francesi
d'Italia: storia e catalogazione, Vignola, Vaccari,
1989; FEDERICO BORROMEO - CLEMENTE FEDELE,
Storia postale dell'Italia napoleonica, Prato, Istituto di studi storici postali; CLEMENTE FEDELE, 1:
La voce della posta: comunicazioni e societaÁ nell'Italia napoleonica, prefazione di GIULIO GUDERZO, Prato, Istituto di studi storici postali, 1996;
ID., Carta geografica postale italiana con le stazioni
della posta cavalli (1790-1815), Prato, Istituto di
studi storici postali, 1996.
ISTRUZIONE. ProbleÁmes d'histoire de l'eÂducation, Actes des seÂminaires organiseÂs par l'EÂcole
francËaise de Rome et l'UniversitaÁ di Roma La Sapienza: janvier-mai 1985, Roma, EÂcole francËaise
de Rome, 1988. Sulle linee generali del riformismo napoleonico del sistema scolastico GERT
SCHUBRING, The impact of the Napoleonic structural reforms of the educational system in Europe,
«Annali dell'Istituto storico italo-germanico in
Trento», XXI, 1995, pp. 435-443. Per il caso italiano NASANTE BUCCI, La scuola italiana nell'etaÁ
napoleonica: il sistema educativo e scolastico francese nel Regno d'Italia, Roma, Bulzoni, 1976;
MAURIZIO BUONOCORE CACCIALUPI, Istruzione,
educazione e cultura nelle costituzioni giacobine
italiane e nelle successive carte preunitarie, «Rivista italiana di studi napoleonici», n.s., XXI,
1984, pp. 107-160; LUIGI AMBROSOLI, Educazione
e societaÁ tra rivoluzione e restaurazione, Verona,
Libreria universitaria editrice, 1987; CARMELA
COVATO, Sapere e pregiudizio. L'educazione delle
donne tra '700 e '800, Roma, Archivio Guido Izzi, 1991; ELENA BRAMBILLA, UniversitaÁ, scuole e
professioni in Italia dal primo '700 alla Restaurazione. Dalla ``Costituzione per ordini'' alle borghesie ottocentesche, «Annali dell'Istituto storico italo-germanico in Trento», XXIII, 1997, pp. 153208; MARINA ROGGERO, L'alfabeto conquistato:
apprendere e insegnare nell'Italia tra Sette e Ottocento, Bologna, Il Mulino, 1999. Sulla istituzione
scolastica GAETANO BONETTA, Storia della scuola
e delle istituzioni educative: scuola e processi for-
Ð 496 Ð
Á NAPOLEONICA ( 1800-1815 )
L'ETA
mativi in Italia dal XVIII al XX secolo, Firenze,
Giunti, 1997; Leggere e scrivere tra '700 e '800,
a cura di GIOVANNI GENOVESI, Parma, Ricerche
pedagogiche, 2000; GIOVANNI GENOVESI, Storia
della scuola in Italia dal Settecento a oggi, Roma-Bari, Laterza, 2001 4; Formazione tra illuminismo vecchio e nuovo, a cura di GIOVANNI GENOVESI , Milano, Angeli, 2002. Sui libri di testo
CLAUDIA SALMINI, Libri di testo tra antico regime
e restaurazione, «Ricerche di Storia sociale e religiosa», XXI, 1992, n.s., n. 41, pp. 145-155.
L'interesse per la storia delle istituzioni, ma soprattutto per la formazione dei gruppi dirigenti,
ha incrementato gli studi sulle universitaÁ e sui
percorsi formativi che portano alle professioni e
a coprire ruoli di livello medio-alto. Si vedano
in merito gli «Annali di storia delle universitaÁ italiane», editi dalla fine degli anni Novanta, e RENEÂ
BOUDARD, ExpeÂriences francËaises de l'Italie napoleÂonienne: Rome dans le systeÁme universitaire napoleÂonien et l'organisation des acadeÂmies et universiteÂs de Pise, Parme et Turin, 1806-1814, Roma, Edizioni dell'Ateneo, 1988; ANNE MARIE
VOUTYRAS, Les faculteÂs de droit dans les deÂpartements eÂtrangers de l'Empire NapoleÂonien, «Revue
d'histoire des faculteÂs de droit et de la science juridique», XIII, 1992, pp. 127-157. Per un settore
che ebbe grande sviluppo in etaÁ napoleonica La
matematica in Italia, 1800-1950, a cura di ENRICO
GIUSTI, LUIGI PEPE, Firenze, Polistampa, 2001,
nonche la Bibliografia italiana di storia delle matematiche, 1961-1990, a cura di FRANCESCO BARBIERI , LUIGI PEPE , s.l. (Compositori), 1993.
Inseriamo in questa sezione anche FERDINAND
BRUNOT, Le francËais au dehors sous la ReÂvolution,
le Consulat et l'Empire, avant-propos et bibliographie de JACQUES GODECHOT, vol. 11 della Histoire de la langue francËaise des origines aÁ nos
jours, preÂface de la nouvelle eÂdition par GEÂRALD
ANTOINE, Paris, Colin, 1967, studio di linguistica
storica, con annessi problemi di comunicazione
politica.
MASSONERIA E SOCIETAÁ SEGRETE. Vedi Cap.
IV. CONVEGNI, 1995 CUSSANIO DI FOSSANO (LibertaÁ e modernizzazione: massoni in Italia nell'etaÁ
napoleonica...); Secreta. Collezione di documenti
riguardanti le societaÁ segrete conosciute in Italia
dall'anno 1800 al 1819, Firenze, Cardini, Centro
internazionale del libro, 1981; CARLO FRANCOVICH , Massoneria settecentesca e napoleonica: rassegna bibliografica, in Scritti in memoria di Mario
Bigotti, «Rivista italiana di studi napoleonici»,
XXI, 1984, n. 1-2, pp. 37-50; ID., Prospettive politiche delle societaÁ segrete in Italia durante il periodo napoleonico e la restaurazione, «Rivista ita-
liana di studi napoleonici», XXIII, 1986, n. 2,
pp. 9-18; GUGLIELMO ADILARDI, Un'antica condanna: le origini di un conflitto fra Chiesa cattolica
e massoneria, Foggia, Bastogi, 1989. Vedi anche i
capitoli sulle singole aree regionali.
NOTABILI, ELITES, BUROCRAZIE, PROFESSIONI.
Utili sono state su questo tema le suggestioni dell'antropologia storica del classico SIDNEY TARROW, Tra centro e periferia. Il ruolo degli amministratori locali in Italia e in Francia, Bologna, Il
Mulino, 1979. Per individuare e definire i contorni di nuovi gruppi dirigenti su lungo periodo I ceti dirigenti in Italia in etaÁ moderna e contemporanea, Atti del Convegno, Cividale del Friuli, 10-12
settembre 1983, a cura di AMELIO TAGLIAFERRI,
Udine, Del Bianco, 1984.
Gli studi sulla nascita di ``uomini nuovi'', con
conseguente difficoltaÁ di definizione del notabilato secondo parametri di ricchezza, proprietaÁ, status, virtuÁ amministrative, capacitaÁ intellettuali, ed
altri ancora individuabili nel perfezionamento
delle ricerche, hanno trovato uno stimolo iniziale
nelle riflessioni di ARMANDO SAITTA, Spunti per
uno studio degli atteggiamenti politici e dei gruppi
sociali nell'Italia giacobina e napoleonica, «Annali
dell'Istituto Storico italiano per l'EtaÁ moderna e
contemporanea», XXIII-XXIV, 1971-1972, pp.
269-292 e ID., Appunti per una ricerca sui notabili
nell'Italia napoleonica, «Critica storica», IX,
1972, n.s., pp. 53-71, per proseguire con il giaÁ citato numero monografico di «Quaderni storici»,
XIII, 1978, n. 37 (Contiene: CARLO CAPRA, Nobili, notabili, eÂlites: dal modello francese al caso italiano, pp. 12-42; ROSALBA DAVICO, L'aristocrazia
imperiale: i ``citoyens'' piemontesi tra rivoluzione e
restaurazione, pp. 42-72; GIOVANNI ASSERETO, I
gruppi dirigenti liguri tra la fine dell'Antico Regime e l'annessione all'impero napoleonico, pp. 73101; ALFONSO SCIROCCO, I corpi rappresentativi
del Mezzogiorno dal «Decennio» alla Restaurazione: il personale dei Consigli provinciali, pp. 102125; RENZO PACI, Un notabile marchigiano: il conte Girolamo Spada tra agronomia e politica, pp.
126-164; CESARE MOZZARELLI, Modelli amministrativi e struttura sociale: prospettive di ricerca sulla burocrazia milanese, pp. 165-195; LIVIO ANTONIELLI , Alcuni aspetti dell'apparato amministrativo
periferico nella Repubblica e nel Regno d'Italia,
pp. 196-227; GIUSEPPE CIVILE, Appunti per una
ricerca sull'amministrazione civile nelle province
napoletane, pp. 228-263; RENATA DE LORENZO,
Il personale delle finanze nel Regno di Napoli durante il Decennio francese, pp. 264-283; MICHELE
MIELE, Il clero nel Regno di Napoli, 1806-1815,
pp. 284-313); ROSALBA DAVICO, L'Europa dei no-
Ð 497 Ð
RENATA DE LORENZO
tabili: antropologia di una eÂlite, «Rivista italiana di
studi napoleonici», XVIII, 1981, n. 1, pp. 39-72.
Sul carattere urbano di una parte di queste eÂlites,
con riflessi sul «lungo Ottocento», MARIA MALATESTA, La deruralizzazione delle e
Âlites. Il caso italiano nel contesto europeo 1800-1914, «Fondazione Giangiacomo Feltrinelli», XXIX, 1993, pp.
157-194. Per una recente riflessione sul tema, su
un ampio arco cronologico, Le Italie dei notabili:
il punto della situazione, Atti del Convegno, Pescara 5-8 marzo 1998, Napoli, ESI, 2001.
L'ampliamento delle categorie di definizione
delle borghesie ha comportato studi sulle burocrazie direttamente legate allo Stato amministrativo, ma anche sulle professioni, molte delle quali
legate al servizio dello Stato, e sui modi di formazione delle loro competenze: MASSIMO COSTANTINI , La formazione professionale dal tramonto delle
corporazioni di mestiere al sorgere del sistema di
fabbrica, «Studi Storici Luigi Simeoni», XLI,
1991, pp. 129-135; MASSIMO QUAINI, IdentitaÁ
professionale e pratica cognitiva dello spazio: il caso dell'ingegnere cartografo nelle periferie dell'impero napoleonico, «Quaderni storici», XXX,
1995, pp. 679-696; Avvocati, medici, ingegneri:
alle origini delle professioni moderne, secoli XVIXIX, a cura di MARIA LUISA BETRI e ALESSANDRO
PASTORE, Bologna, Clueb, 1997 (per un quadro
complessivo d'insieme vedi in particolare FRANCESCA SOFIA , Le professioni prima delle «libere
professioni»: gli ordinamenti dell'etaÁ napoleonica,
pp. 69-80); ELENA BRAMBILLA, UniversitaÁ, scuole
e professioni in Italia dal primo '700 alla Restaurazione. Dalla ``Costituzione per ordini'' alle borghesie ottocentesche, «Annali dell'Istituto storico italo-germanico in Trento», XXIII, 1997, pp. 153208; Amministrazione, formazione e professione:
gli ingegneri in Italia tra Sette e Ottocento, a cura
di LUIGI BLANCO, Bologna, Il Mulino, 2000; LUIGI BLANCO, Amministrazione, ingegneri e territorio nell'Italia napoleonica, in Le storie e la memoria. In onore di Arnold Esch, a cura di ROBERTO
DELLE DONNE e ANDREA ZORZI, Firenze, Reti
Medievali, Firenze, University Press, 2002, pp.
171-193. Molti dei funzionari dello Stato furono
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TUMULTI
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MINISCHETTI - GIOVANNI DOTOLI - ROGER MUSNIK , Bibliographie du voyage francËais en Italie
du moyen age aÁ 1900, Fasano, Schena, 2002. Rispetto alla sterminata produzione si citano solo
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in viaggio (fine secolo XVIII - inizio secolo
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ed Adriatico tra Rivoluzione e Restaurazione,
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1997; Le istruzioni scientifiche per i viaggiatori
XVII-XIX secolo: antologia di testi, a cura di SILVIA COLLINI e ANTONELLA VANNONI , Firenze,
Polistampa, 1997.
Costume, vita sociale ed usanze di Francia, Olanda, Germania, Svizzera e Italia nelle lettere, diari
e scritti dei piuÁ celebri viaggiatori tra gli anni
1720 e 1820, con descrizioni delle piuÁ illustri antichitaÁ e curiositaÁ di questi paesi insieme con la
storia del grand tour di Anthony Burgess Wilson
e un saggio sull'arte dell'Europa del Settecento di
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Naples, Roma, Istituto nazionale di archeologia
IV
ATTI DI CONVEGNI E CATALOGHI DI MOSTRE
(con l'indicazione in maiuscoletto del luogo e dell'anno del convegno)
La celebrazione del bicentenario della Rivoluzione e quella in corso dell'etaÁ napoleonica sono
state di stimolo al moltiplicarsi di manifestazioni,
soprattutto a partire dalla fine degli anni Ottanta,
con periodiche rassegne (Vedi MICHEL VOVELLE,
preÂsente par, Les Colloques du Bicentenaire. ReÂpertoire des rencontres scientifiques nationales et
internationales, avec la collaboration de DANIEÁLE
LE MONNIER, 1991; NICOLA RAPONI, Cronache
del Bicentenario. Rassegna dei convegni e delle
manifestazioni scientifiche e culturali del 1997,
«Quaderni del Bicentenario», IV, 1998, pp.
199-208; LUIGI DI STADIO, Il Bicentenario della
Rivoluzione francese in Italia. Alcuni spunti critici,
«Rivista italiana di studi napoleonici», XXXII,
1999, n. 1, pp. 137-152; GIULIA GORGONE, Rassegna delle mostre napoleoniche, «Rivista napoleonica», 2001, n. 1, pp. 179-185).
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nelle guerre napoleoniche, pp. 41-82; ENZO AVALLONE , Le campagne napoleoniche in Italia, pp. 83120; ENRICO CERULLI, Intervento sulla relazione
del colonnello E. Avallone, pp. 121-122; EMILIO
FALDELLA, Gli italiani negli eserciti napoleonici,
pp. 123-152; ENRICO CERULLI, Parole di apertura
della II seduta, pp. 153-154; GUIDO LANDI, L'influenza della legislazione e della tradizione napo-
leonica sugli organi di giustizia amministrativa e
di controllo degli Stati italiani, pp. 155-172; ENRICO CERULLI, Intervento sulla relazione del prof. G.
Landi, pp. 173-174; GUIDO ASTUTI, Il code NapoleÂon in Italia e la sua influenza sui codici degli Stati italiani successori, pp. 175-237; ENRICO CERULLI, Intervento sulla relazione del prof. G. Astuti,
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CAMERANI, La Toscana nell'era napoleonica, pp.
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pp. 309-333; BRUNO MIGLIORINI, Intervento sulla
relazione del prof. C. CordieÁ, pp. 334-335; CARLO
CAPRA, Il giornalismo politico nella repubblica Cisalpina e nel Regno Italico (1796-1814), pp. 335353; BRUNO MIGLIORINI, Intervento sulla relazione del prof. C. Capra, pp. 353-356; VITTORIO
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MIGLIORINI, La lingua italiana nell'etaÁ napoleonica, pp. 371-388; PAOLO TOSCHI, Intervento sulla
relazione del prof. B. Migliorini, pp. 388-390; MARIO PRAZ , Arte neoclassica nel periodo napoleonico, pp. 391-412; ANNA MARIA BRIZIO, Interventi
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RENATA DE LORENZO
PRAZ, Intervento sulla relazione della prof. E. Bassi, p. 438; GIOVANNI CALOÁ, La scuola nell'era napoleonica, pp. 439-459; AUGUSTO GUZZO, Intervento sulla relazione del prof. G. CaloÁ, pp. 459460; NINO CORTESE, La storiografia meridionale
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470-472; ELENA GANAPINI BRAMBILLA, Le Accademie nella repubblica Cisalpina e nel Regno Italico con particolare riguardo all'Istituto Nazionale,
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Italia e nei maggiori paesi del mondo durante il
quarantennio 1780-1820, a cura di GIOVANNI DE
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economica dei maggiori settori esogeni nel periodo
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del settore monetario, bancario, finanziario nel periodo 1780-1820, a cura di ACHILLE AGNATI, pp.
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pp. XV e sgg. Parte Prima - LA RIVOLUZIONE RIFIUTATA ? IL «VIVA MARIA» E LE INSORGENZE : vedi
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crisi di fine secolo fra rivoluzione e reazione (17901808), pp. 83-174; GIULIANO LASTRAIOLI, Preti e
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[Vedi i contributi di GENNARO BARBARISI, La Rivoluzione francese e Napoli nella riflessione del
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1989 VENEZIA: L'ereditaÁ dell'Ottantanove e l'Italia, a cura di RENZO ZORZI, Firenze, Leo S.
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[GABRIELE DE ROSA , Introduzione, pp. V-XII;
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a Verona, pp. 183-211; FERRUCCIO TASSIN, Il clero nella diocesi di Gorizia in etaÁ napoleonica, pp.
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