Le Consistenze del colore

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Le Consistenze del colore
Le Consistenze del colore
Roma, 20 marzo – 6 aprile 2015
Milano, 24 marzo – 6 aprile 2015
Le uova Bompiani ispirate alle opere di grandi artisti
contemporanei
Pasticceria Bompiani
Crediamo nella semplicità, nelle
cose ben fatte, realizzate con
amore e una scelta di ingredienti
pregiati e di qualità. In pasticceria,
così come in gelateria e in cucina,
tutto deve contribuire ad
un'armoniosa ricerca del piacere
che sappia coinvolgere tutti i
cinque sensi. La nostra offerta
parte da una vasta scelta di
brioches soffici e fragranti, a
lievitazione naturale, e continua
con una selezione di torte,
spaziando dalle classiche
mimose, millefoglie, profiterole o
mont blanc, sino alle nostre
creazioni più elaborate che,
caratterizzate da una ricerca della
forma e dall'utilizzo di materie
prime di qualità, stimolano il palato
e soddisfano la vista. Tutte le torte
sono anche disponibili in eleganti
versioni monoporzione.
Laboratorio e Produzione
È il cuore pulsante dell'azienda, dove
i singoli elementi o ingredienti,
attraverso la combinazione, la
miscelazione, la trasformazione
prendono la concretezza del
prodotto finito. Qualcosa di concreto
con idee, una forma estetica e
culturale, una materiale fisicità, un
suo proprio specifico tecnico e
produttivo, un atto di "design". Qui la
giornata inizia alle tre di notte con i
nostri lievitisti che cominciano ad
infornare le brioches. Il lavoro
prosegue con la produzione delle
frolle, della pasticceria mignon e delle
nostre torte, delle cioccolate e della
pralineria. Ogni giorno si sperimenta
la relazione tra gusto e cultura e su
come questo sia influenzato non solo
dalle papille gustative in sé ma anche
da variabili estetiche, sociali,
economiche e culturali; variabili la cui
essenza è notoriamente mutevole.
WALTER MUSCO
Laureato in Scienze Politiche ed ex
Gallerista d’arte approda nel mondo
della cucina, prima, e della
pasticceria poi. Arte e cucina lo
accompagnano sempre in tutte le
sue esperienze: dalle mostre ai
viaggi, esplorando, conoscendo e
facendo sua l’idea che la
“contaminazione culturale” non può
essere altro che un valore aggiunto
a tutto quello che si fa. Si innamora
del cioccolato e ne fa la sua grande
ultima passione. Perfezionista,
maniacale, amante dell’estetica
minimale, dell’”ordine e del disordine”
ha portato la Pasticceria Bompiani
ad essere promotrice di molte
iniziative legate all’arte, tra cui le Uova
di Pasqua, svincolandole dal
contesto classico cui sono relegate.
FEDERICO CARI
Terminato il liceo avrebbe voluto
studiare moda e design ma decide
di seguire la sua grande passione: la
cucina e la pasticceria. Comincia la sua gavetta
frequentando un corso
professionale di cucina, per poi
arrivare in grandi cucine stellate: i
fratelli Troiani, Caino di Valeria Piccini,
la Famiglia Santini per poi tornare a
Roma. Ha sempre avuto una
grande passione per i dolci,
soprattutto il dessert al piatto e la
curiosità di vivere la vita del
laboratorio lo ha portato alla
Pasticceria Bompiani nel 2014
terminando così il percorso dell’ alta
ristorazione. Il suo bagaglio di cultura
enogastronomica si è fuso con la
visione di pasticceria innovativa di
Walter Musco con il cui condivide la
passione per l'arte ed il design.
JOANNA IRENA MILEWSKA
Diplomata in agraria in Polonia, si
trasferisce in Italia nel 1995. Nel
2007 si avvicina timidamente al
mondo della pasticceria e gelateria
ricoprendo tutte le mansioni
partendo dalle basi. Nel 2009 approda alla Pasticceria
Bompiani come aiuto pasticcere; qui
apprende le tecniche di base della
pasticceria contemporanea e
perfeziona il suo percorso con corsi
di aggiornamento. Oggi è responsabile della linea delle
torte moderne e “tecnica dei colori”
per la Mostra delle Uova di Pasqua
coadiuvando preziosamente il lavoro
dei suoi colleghi.
Afro Basaldella
Per l'arte italiana rappresenta il punto
più alto del rinnovamento nell'alveo
della grande tradizione pittorica;
nessuno come lui ha saputo cogliere
all'interno dei codici espressivi della
modernità quegli elementi che
collegavano il nuovo alla memoria, sia
come “stato d'animo”, sia come
“legame” con la pittura classica italiana.
Afro è stato un grande “colorista”: le
sue radici affondavano nella tradizione
dei pittori veneti, la sua formazione/
educazione lo legavano al tonalismo
romano degli anni trenta, il suo
presente lo stringeva ai grandi sacchi
di Burri. Collettivo Illimine
Collettivo artistico italo - australiano,
concentra i propri lavori sulla
performance e sulla multimedialità.
Scrittura//Voce//Dialogo//Gesto,
sono alla base di Portrait #1, dove i
due performers, separati da un filtro
trasparente, per tre giorni hanno
scritto e posato per il ritratto, l'uno
dell'altro. La scrittura, strato dopo
strato ha perso di significato, è
diventata incomprensibile, traccia
cristallizzata di un dialogo, di un
incontro; macchie bianche e nere,
memori di gesti e di segni. Piero Dorazio
I dipinti di Dorazio non rappresentano
null'altro che gli elementi di cui sono
fatti: colori, linee, superfici e spazi,
materie, suoni, timbri, movimento nel
tempo, luci e ombre, chiaro e scuro,
forte e adagio, orizzontale, verticale,
diagonale, caldo e freddo, alto e
basso, insomma tutti quei fenomeni
che più direttamente influenzano e
orientano la nostra esistenza ogni
giorno, poiché costituiscono gli aspetti
essenziali della realtà in cui ci
orientiamo, per mezzo dei nostri sensi
e della nostra intelligenza. Keith Haring
Più che essere sedotto per
consumare prodotti promossi dalla
pubblicità, le sue storie visive non
hanno avuto altro scopo strumentale
o utilitario che quello di offrire “finestre
sull'immaginario”. Essendo larvali e
ambigue, informi e labili, incoerenti ed
irripetibili, hanno ruotato su
personaggi e paesaggi venuti dal
sogno. Hanno sedotto e affascinato
perché veicoli di qualcosa di
misterioso ed incomprensibile. «I miei
disegni non tentano di imitare la vita,
b e n s ì d i c r e a r l a ,
d'inventarla» (K.Haring)
Hans Hartung
Nella prima produzione si affranca dalla
pittura descrittiva in direzione di libere
soluzioni di espressione astratta. I
dipinti successivi propongono una
suggestiva ricognizione dei rapporti tra
segno e spazio. Dagli anni 50 il segno
di Hartung assume una nuova piega
calligrafica, dai colti richiami orientali. Gli
anni 60 testimoniano nuovi
approfondimenti sull'uso di spatole,
pennelli e colori, che schiudevano un
nuovo universo formale. Le ultime tele
sono sempre più imponenti, sempre
più spregiudicatamente variate negli
effetti come nelle soluzioni cromatiche Emily Kame Kngwarreye Membro della comunità Anmatyerre
di Utopia, nel deserto dell'Australia
centrale, ha rivoluzionato, con il
proprio talento e l'originalità
concettuale dei suoi lavori, la pittura
aborigena, conquistando un posto di
rilievo nell'arte contemporanea. Ha
iniziato a dipingere su tela e con i
colori acrilici all'età di ottant'anni e nel
corso di un decennio, la sua ricerca
artistica l'ha spinta dal folklore ritualetribale delle prime tele ad una pittura
estremamente moderna, dominata
dall'astrazione, dal gesto, dal segno e
dal colore. Anselm Kiefer
Politica, religione, filosofia, poesia e
storia sono presenti nelle sue potenti
opere. La dimensione epicamente
drammatica della sua pittura raggiunge
gli effetti più affascinanti nella vastità
delle scene di vuoti spazi architettonici
devastati e di sconfinati campi di
grano, solcati, bruciati, sterili, dove dal
grigio e dal nero emergono segni
contraddittori di vita e morte. Sono
opere tridimensionali: le sue tele sono
fatte di stratificati spessori. Stesure a
olio e emulsioni acriliche includono
molti elementi come sabbia, cenere,
paglia bruciacchiata, veri girasoli, fogli
di piombo, e persino dei diamanti. Franz Kline
La rinuncia di Kline al pittoricismo non
è di tipo ascetico-sociale ma coincide
ad un soggettivismo di nuovo
genere, in cui il rapporto dell'artista
con il quadro doveva assumere una
totalità senza precedenti, per
affermarsi come l'unica oggettività
possibile. Dipingere per Kline è
tradurre, momento per momento,
particolari emozioni nel segno,
seguirlo nella sua energia espressiva.
I bianchi non sono spazi negativi o
positivi, hanno lo stesso valore dei
neri. Decide di bruciare il colore,
anche se negli ultimi anni il colore
riappare, di tanto in tanto. Georges Mathieu Artista a dir poco eclettico, considerato
primo fondatore dell'abstraction lyrique,
ha fatto della sua impulsività e della
sua ricerca della spiritualità i cavalli di
battaglia di un modo e un metodo di
dipingere (ma non solo) che, senza
voler esagerare, ha fatto scuola.
Girovago moderno nel mondo
moderno, ha dipinto in tutto il pianeta,
in lungo e in largo, dagli States al
Libano, dal Brasile alle aree più remote
dell'Asia orientale. Comprende prima di
altri quanto l'arte sia globale, quanto
l'arte sia vitale. L'uomo fa parte del
mondo, l'arte fa parte del mondo, l'arte
fa parte della vita . Achille Perilli
Fonda le sue figure geometriche
sull'ambiguità, sull'essere insieme
aperte e chiuse, sul loro crescere fino
a creare uno spazio non reale, ma
dell'immagine. Figure piane,
bidimensionali, rafforzate da un
cromatismo vivace e brillante, che allo
sguardo risultano inverosimili ed
irregolari, quasi irrisolte e concepite in
una direziona assolutamente astratta.
Robert Rauschemberg I suoi "Combine-paintings", sono
assemblaggi di oggetti recuperati,
elementi e immagini diversi, su cui
l'artista interviene con la pittura.
Attraverso questo procedimento di
"combinazione" l'opera perde il
carattere di semplice quadro. Invade lo
spazio e scatena nuove relazioni
percettive. Le sue opere, realizzate a
partire dalla metà degli anni '50,
introducono una svolta dalle
conseguenze fondamentali sulla scena
artistica americana: segna il
superamento dell'Espressionismo
Astratto, getta le basi della Pop Art. Il
suo lavoro viene definito "New Dada". Gerhard Richter Molte delle opere di Richter sono
accomunate da temi o da soggetti e/
o da accostamenti cromatici, altre da
tecniche e stili di lavorazione: dagli
astratti alle recenti stampe digitali,
passando per le opere con gli
specchi. Alcune tele sono realizzate
interamente con i grigi, altre sono
diventate icone riconoscibili tra la
sterminata produzione di Richter,
come "Betty" ed "Ella", due tele, che
prendono entrambe il nome delle due
figlie femmine dell'artista, sono sature
di colore ad olio passato sulle tele. Mark Rothko Dagli inizi degli anni '50, aveva
sviluppato un linguaggio astratto del
tutto personale, che non permetteva
alcuna categorizzazione o peggio
ancora nessuna etichettatura. Il fascino
della sua pittura consiste proprio nel
misterioso processo che gli permise di
semplificare la complessa visione che i
suoi quadri esprimono. Le due
caratteristiche principali dei suoi quadri,
quasi sempre di ampia dimensione,
sono la divisione della superficie in
rettangoli spesso orizzontali e l'utilizzo
del colore che viene distribuito in
modo omogeneo sopra a questi
spazi, fino a far quasi scomparire la
traccia della pennellata. Entrambe
queste scelte compositive servono a
rendere la contemplazione dello
spettatore più intima, permettendo una
sorta di volo prospettico nel colore. Lo
spettatore, insomma, compie un
viaggio ipnotico, sia mentale che
spirituale, all'interno dell'opera, grazie
alla fusione del colore con la geometria
dell'immagine. Ma non si tratta di un
viaggio allucinatorio o di un'esperienza
sensoriale, perché i suoi quadri sono
dei capolavori del dramma. Sono una
rappresentazione della tragedia
esistenziale del loro autore, senza che
vi sia una soluzione di continuità e
senza alcuna pausa salvifica data dal
tempo.
Il tempo non esiste nei suoi dipinti, il
loro lento procedere verso l'animo
d e l l o s p e t t a t o r e è u n ' i n fi n i t a
testimonianza della tragedia di
nascere, vivere e morire. Questa forza
emotiva, intensissima, che lo
spettatore prova di fronte all'opera,
produce una particolare esperienza
contemplativa che riguarda il proprio
modo, unico, di vivere il rapporto con
un'opera d'arte. Rothko riteneva che il
colore potesse suscitare forti emozioni,
se fosse stata assente la pennellata e
quindi il colore sulla tela apparisse con
una compattezza assoluta. Il colore,
aiutato dalla luce, secondo Rothko,
entra in relazione con l'anima e
comporta conseguenze emotive
inattese. Antoni Tapies
Figura chiave dell'informale
internazionale, Tàpies ha svolto il ruolo
di tramite tra la cultura surrealista dei
suoi inizi, a contatto con Mirò e
Picasso, e le successive esperienze
oggettuali, che hanno anticipato le
sperimentazioni dell'Arte povera. Le
sue opere hanno segnato uno
spartiacque tra le generazioni storiche
dell'arte e le neoavanguardie. La
materia, i colori avari, le visionarie
inserzioni oggettuali, le trame grafiche
graffite con urgenza concitata e
brusca, sono gli elementi lampanti con
cui costruisce i suoi lavori. Turkey Tolson Tjupurrula Entrato in contatto con il gruppo di
artisti del Papunia Tula Arts, iniziatori
del Rinascimento dell'arte aborigena
australiana, ne divenne per molti anni
il presidente. I suoi dipinti sono tra i
più innovativi di tutti gli artisti Pintupi.
Le sue composizioni austere ed
essenziali comunicano direttamente
con l'inconscio, superando i filtri
dell'intelletto.
Cy Twombly E’ conosciuto per il suo modo di
sfuocare la linea tra disegno e pittura.
Molti dei suoi lavori più noti ricordano i
graffiti accumulati in anni sui bagni dei
gabinetti pubblici, mentre altri ricordano
delle e tracciate in corsivo. Per
Twombly non si può parlare di violenza
del gesto, di casualità assoluta, di
materia informe. i materiali infatti si
traducono sulla tela in scrittura,
sublimandosi in una sottilissima trama
di segni. La mano dell'artista è così
sicura che non permette mai di
sbagliare, di tradire il senso della
forma. Emilio Vedova
La sua pittura, dalle tematiche
politico-esistenziali, ha trovato
espressione in una gestualità
romanticamente automatica e
astratta. Vedova giunse alla
definizione del suo linguaggio
attraverso l’abbandono delle griglie
geometriche e una costante
sperimentazione tecnica e materica.
La sua gestualità informale si
estrinseca sulla scala cromatica dei
bianchi e dei neri, con graduale
inserimento dei rossi e dei gialli.
Robert Mapplethorpe
Fotografo tra i più influenti del novecento,
Mapplethorpe è noto soprattutto per i
ritratti in bianco e nero, i nudi, le delicate
nature morte e i reportage sul mondo del
bondage e del sadomaso della New York
degli anni 70. La sua fama è
controversa, lo scandalo suscitato dalle
sue foto “pornografiche” ha oscurato,
nella percezione del grande pubblico, i
suoi meriti artistici. Le sue foto sono state
accostate a Michelangelo e Rodin. La
potenza del chiaro/scuro, dei suoi fiori
che diventano corpi o dei suoi volti
profondi come paesaggi hanno reso le
sue immagini classiche, quindi, eterne ed
immutabili. Gilbert & George
Gilbert & George elevano a mezzo
comunicativo l'umanismo che si cela
dietro a immagini irriverenti,
concettualizzando tematiche quali
sesso, religione, denaro, tensioni
razziali e paura dell'ignoto. L'effetto
delle loro opere, sulle pareti di musei
e gallerie, è quello di vetrate
multicolori, le cui tinte volutamente
vivide esaltano l'intermittenza inquieta
delle parole decontestualizzate e
l'ossessivo utilizzo dei simboli.