Le demenze - Italian Hospital Group

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Le demenze - Italian Hospital Group
1a SESSIONE 9.30 – 11.45
"Le demenze e la riorganizzazione
dei servizi con la L.R. n.6/2012"
Modera
Presidente del Convegno
Alessandra Mandarelli
Dr. Maurizio Righetti
Giornalista Rai
Responsabile fascia notturna Televideo Rai
Le demenze
Gabriele Carbone
Segreteria Scientifica
Gabriele Carbone – Filippo Fordellone
Segreteria Organizzativa
Sara Ferracci – Elisa Fornieri
Neurologo - Responsabile Medico
Centro Demenze – Unità Alzheimer
Italian Hospital Group - Guidonia (Roma)
Docente a contratto Facoltà di Medicina e Chirurgia
Università Cattolica S. Cuore di Roma
Epidemiologia
Le demenze rappresentano la
quarta causa di morte negli ultra65enni, e sono
responsabili di circa il 50% dei casi di disabilità
nell’anziano.
La prevalenza aumenta con l’età ed è maggiore nel
genere femminile, specie per la malattia di Alzheimer.
FONTE: Indagine multiscopo sulle famiglie (Italia 1987-91) e studio Aquila
Prevalenza della demenza per
fasce d’età nella popolazione
europea maschile (fonte
EuroCoDe)
Prevalenza della demenza
per fasce d’età nella
popolazione europea
femminile (fonte EuroCoDe)
0,8%
1,5 %
3,5%
7%
13,6%
22,3%
31,5%
44,5%
“Demenze: pandemia del terzo millennio ”
35.6 milioni di persone nel mondo hanno la demenza (2010).
7,7 milioni di nuovi casi /anno.
12
1
9
879
6
L MM G V S D
21.095
3
L MM G V S D
L MM G V S D
147.671
641.667
Numero persone con demenza (in milioni)
115.4
65.7
35.6
2010
2030
2050
Rapporto Mondiale Alzheimer 2010
(EuroCoDe 2009)
Pop.ne al 1.1. 2009: 60.045.068
Pop.ne di età > 60 aa: 14.862.237
Pop.ne di età > 65 aa :11.457.143
Pop.ne di età > 70 aa: 8.180.311
Pop.ne di età > 80 aa: 2.946.303
4.260
(Ferri et al., 2005).
2.670
L’incidenza sulla pop.ne
totale è tra 1,4-1,7%
1.170
(EU=1,14-1,27%).
2010
2020
2040
Dal 2000 l’incidenza è
stata di 150.000/aa.
Dal 2020 si prevede una
incidenza di 213.000/aa*
L
410
11.9 nuovi casi l'aa
per ogni 1.000
abitanti ultra65enni**
*(Di Carlo et al., 2002).
**(Progetto Finalizzato Invecchiamento del CNR)
M
M
G
V
S
D
Pop. Res. 2010: 5.728.688
(>65 aa (19,8%)=1.134.280)
4.240
2.309
Prevalenza**
circa 71.000
Incidenza (1,19 %
52.006:
ultra65enni):
Comune: 41.367;
Provincia: 10.639
circa 14.000
L
38
M M
G
V
/aa
S
ASL
Prev
RMA
7.339
RMB
8.286
RMC
7.953
RMD
7.280
RME
7.287
RMF
3.222
RMG
5.089
RMH
5.550
6.262
D
6.031
1.161/aa
Frosinone Residenti (2010): 498.167
Ultra65enni: 19,6% (97.640)
**The Italian Longitudinal Study on Aging Working Group (1997).
“Dementia: a public health priority"*
Scarsa consapevolezza pubblica sulla demenza, sui suoi sintomi e
sulla necessità di una diagnosi tempestiva.
Una delle maggiori cause di disabilità nella popolazione generale
Solo tra il 20-50% ottiene una diagnosi corretta nelle prime fasi della
patologia (problema di formazione degli operatori).
Colpisce in tutti i Paesi e, oltre la metà dei malati (58%), vive negli Stati a
medio e basso reddito.
Rischio è di 1 a 8 per gli over 65 e di 1 a 2,5 per gli over 85.
Nel 2050 le persone con demenza triplicheranno (>70% rispetto al 2010):
>115,4 milioni. Una popolazione maggiore di quella dell’intero Messico.
A fronte di tale emergenza, solo 8 Paesi (Australia, Corea del Sud,
Danimarca, Finlandia, Francia, Gran Bretagna, Portogallo, USA) dei 194
Stati membri dell’OMS posseggono un Piano Nazionale per le demenze.**
Ha un considerevole impatto socio-sanitario: 604 miliardi di dollari/anno.
* OMS (11 aprile 2012)
**Parlamento Europeo con l'adozione della Dichiarazione Scritta 80/2008
€ 60 mila /aa
DEMENZE
Termine "generico" usato per descrivere i sintomi di un gruppo di
oltre 100 patologie che si manifestano con disturbi cognitivi e del
comportamento e che compromettono le autonomia funzionali.
Parkinson
Demenza
Demenze
Vascolari
Malattia
di
Alzheimer
Demenze
Fronto
Temporali
Demenza a
Corpi di
Lewy
90-95%
Demenze irreversibili (95-97%)
Degenerative
M. Alzheimer
Demenze Fronto-temporali
Malattia a corpi di Lewy
Parkinson Demenza complex
Corea di Huntington
PSP
Degenerazione spino-cerebellare
Degenerazione cortico basale
M. Hallervorden-Spatz
Epilessia mioclonica progressiva
Vascolari
Infarti multipli
Stato lacunare
M. Binswanger
Infarti di confine
Aneurismi
Malformazioni A-V
Anossia/ipossia
Da Prioni
CJD, Variante CJD
Kuru,
M. Gerstmann-Straussler-Scheinker
Insonnia familiare fatale
Demenze potenzialmente reversibili (∼
∼3-5%)
1) Pseudodemenza depressiva
2) Tossici/farmaci: Anticolinergici, Alcool; Altro (es metalli pesanti, CO)
3) Alterazioni endocrino-metaboliche-idroelettrolitiche: Insufficienza
renale/epatica; ipoNa/iperCa; Ipovolemia; Ipoglicemia; S. Cushing;
Ipo-Iper-tiroidismo, Ipopituitarismo
4)
Cerebropatie: ESA cronica, Idrocefalo normoteso, Neoplasie, Traumi
5)
6)
Malattie cardiopolmonari: Scompenso cardiaco, Aritmie, BPCO
Infezioni: TBC; Endocardite:, Meningiti, Neurosifilide, HIV (la forma
più frequente età < 55 anni), M.Lyme, ascessi,
Stati carenziali: Vitamina B12, folati, niacina, S. di Korsakoff-Wernicke,
7)
pellagra, Malattia di Marchifava Bignami
8)
Miscellanea: Deprivazione sensoriale (cecità, sordità); da sleep apnea,
ospedalizzazione (anestesia, isolamento); Vasculiti, Sclerosi multipla
9) Anemia
10) Sindromi paraneoplastiche
Stabilire la causa: Percorso diagnostico
Valutazione del paziente
Con sospetto di demenza
Anamnesi personale e familiare
Esame obiettivo e neurologico
Valutazione stato mentale
(es. MMSE)
Valutazione sintomi non cognitivi,
(es. NPI, GDS, ecc.)
Valutazione stato funzionale
(es. ADL, IADL, Barthe, Tinetti)
Quindi
Stadiazione della gravità
Valutazione dei caregivers
(es. CSI, CBI, ecc.)
Valutazione situazione sociale
Indagini di laboratorio
e strumentali
Esame emocromocitometrico completo
Azotemia, glicemia, sodio, potassio,
calcemia, fosforemia
Test di funzionalità epatica
Test di funzionalità tiroidea
Concentrazione plasmatica di B12 e folati
TPHA, VDRL, (HIV)
Esame delle urine
Elettrocardiogramma
Radiografia del torace
TC o RM cerebrale
SPECT - PET
Liquor
DEMENZE
Qual è la prevalenza delle forme più
frequenti?
Parkinson
Demenza
5%
Demenze
Vascolari
20%
Demenze
Fronto
Temporali
5%
Malattia
di
Alzheimer
Demenza a
Corpi di
Lewy
50-70%
15%
95-97%
Auguste D.
La Malattia di Alzheimer
1901
Morì a 56 aa
(8-IV-1906 )
Clinica per dementi ed
epilettici di Francoforte.
(1863-1915)
(1879-1915)
1856-1926
Tubinga, 3-XI-1906
37° Convegno Psichiatri tedeschi sud-occidentali
Atrofia cerebrale
Gomitoli neurofibrillari
Placche senili
Storia naturale della MA
Mini-Mental State Examination (MMSE)
Diagnosi
precoce
Forma più comune di demenza
30
nelle persone con età >65 anni
Sintomi
25
Lieve (26-21)
2-4 aa
Diagnosi
20
Perdita indipendenza funzionale
15
Moderata (20-10)
2-10 aa
Problemi comportamentali
10
Grave
(9-0)
1-3 aa
Istituzionalizzazione
5
Morte
0
1
2
3
4
5
Tempo (anni)
6
7
8
9
Feldman and Gracon, 1996
NEUROPATOLOGIA: alterazioni biochimiche
Riduzione dei livelli di vari neurotrasmettitori,
in particolare della Ach, secondariamente alla
degenerazione dei neuroni colinergici a
proiezione diffusa del nucleo di Meynert
Neuropatologia: AD Preclinico
AD preclinico
• Sempre maggiori evidenze suggeriscono
che le alterazioni neuropatologiche di
base (AD preclinico o AD-P) precedono
di un decennio o più l'insorgenza di AD
clinicamente rilevabile (AD-C)
• Le alterazioni della corteccia entorinale
precedono quelle ippocampali.
• Ne consegue che nel momento in cui
viene fatta diagnosi si è già avuta una
massiccia e diffusa perdita neuronale con
conseguente atrofia delle regioni
interessate.
Ipotesi attuale
della cascata di
eventi per
spiegare la
patofisiologia
dell’AD.
Salloway, S. et al. Alzheimer's and Dementia 2008; 4: 65-79
La cascata patologica
della malattia di Alzheimer
Fattori di rischio
ambientali
Mutazioni
genetiche
APP
PS 1,2
Beta Amiloide
ApoE
α2M
Gomitoli
neurofibrilla
ri
Fattori
di rischio
genetici
Neurodegenerazione
Disfunzione colinergica
Sintomi clinici
Rischio di sviluppare la M. di Alzheimer
• Per qualsiasi individuo il rischio lifetime di sviluppare una
demenza è di circa 10-12% (Breitner et al Neurol 1999).
La prevalenza della malattia
aumenta con l’avanzare dell’età:
1% <65aa
11% 65-80aa
35% 80-90aa
>40% >90aa
• Parenti di primo grado di una persona con AD hanno un
rischio cumulativo di sviluppare AD corso della vita di circa il
15-30%, questo rischio è di circa 2,5 volte quella del rischio
della popolazione generale (27% vs 10,4%).
Genetica
Sono due le principali forme di AD: ad insorgenza in età precoce
(EOAD) ed in età tardiva (LOAD)
• L’AD ad insorgenza precoce
(EOAD): è raro, in genere è
familiare e colpisce le persone di
età compresa tra 30 a 60 anni.
I ricercatori hanno identificato
mutazioni in tre geni che causano
l’AD precoce.
• L’AD ad insorgenza tardiva
(LOAD): è più comune. Di solito
colpisce le persone di età superiore
ai 65 anni. Il fattore di rischio
principale per AD è l'età.
FATTORI GENETICI CHE PREDISPONDONO
alla M. di ALZHEIMER
Early-Onset Alzheimer’s
Disease (EOAD)
Late Onset Alzheimer’s
Disease (LOAD)
Le EOAD sono forme rare
della malattia (meno del 5% di
tutti i casi di AD), causate da
una mutazione autosomicadominante in 3 geni (APP,
Presenilina 2, Presenilina 1; cr.
21,1,14) ognuno dei quali
altera la produzione del peptide
della beta amiloide (Aβ) .
Le LOAD sono le più frequenti e si
pensa siano multifattoriali.
L’ ApoE* (cr.19; coinvolta nel
trasporto del colesterolo) è il primo
fattore di rischio genetico identificato.
Allele E4 influenza l’età di insorgenza
di AD, ma non è né necessaria né
sufficiente per la malattia. Molti altri
geni sono sotto osservazione
*Un allele della ApoE aumenta di 4 volte il rischio di AD; i due alleli di ApoE (ε4) di 10 volte
Bertram and Tanzi, Nature Reviews
Neuroscience 2008
Bird Genetics in Med 2008
Fattori genetici che predispongono alla
M.A. sporadica: 13 nuovi geni per LOAD
Studi di associazione genomica hanno portato alla scoperta negli
ultimi 5 anni di altri 13 loci di suscettibilità per il LOAD (oltre alla
ApoE - 1993) che sono comuni nella popolazione generale, ma
hanno soltanto effetti di rischio molto piccolo:
• Difetti (varianti e mutazioni) nei geni BIN1, CLU, CR1 e
PICALM, CD2AP, MS4A, EPHA1, ABCA7 e CD33 , ATXN1,
GWA14Q34 e DLGAP1.
• Difetti dei geni CLU, PICALM e sarebbero responsabili del
9% e il CR1 del 4% dei casi di LOAD (altra fonte: ognuno
dell’8%).
• Altri geni candidati (oltre 100) tra cui: EXOC3L2, GAB2,
MTHFD1L e PCDH11X, sono ancora in attesa di essere
ulteriormente confermati.
Bird Genetics in Med 2008; Bertram, Lill, & Tanzi, 2010 Neuron: 68; 270-271
Nome
AA scoperta
Effetti funzionali
Geni di Alzheimer ad esordio precoce
familiare (Insorgenza prima di 60 anni)
APP
PSEN1
PSEN2
1987
1995
1995
1
1
1
Geni insorgenza tardiva (dopo i 60 anni)
APOE
ADAM 10
ATXN1
CD33
GWA14Q34
DLGAP1
PICALM
CLU
CR1
BIN1
CD2AP
MS4A
EPHA1
ABCA7
1993
2008
2008
2008
2008
2008
2009
2009
2009
2010
2011
2011
2011
2011
1-3
2
1
1-3
4
1-2-3
3
4
4
4
2
Tipo
Effetti funzionali,: i 17 geni possono
essere divisi in quattro categorie
principali sulla base dei loro effetti
biologici noti o prevedibili sul rischio
di Alzheimer:
1.Produzione e eliminazione di
Abeta, la principale proteina dei
depositi di beta-amiloide nel
cervello dei malati di Alzheimer
(APP, PSEN1, PSEN2, APOE, ATXN1,
CD33, CLU)
2.Metabolismo del colesterolo (APOE, CLU, ABCA7)
3.Sistema immunitario innato e infiammazione (APOE, CD33, CLU, CR1)
4.Segnalazione cellulare e movimentazione di proteine (PICALM, BIN1, EPHA1, CD2AP)
EZIOPATOGENESI DELLE FORME SPORADICHE
eterogenea
Eziopatogenesi
multifattoriale
FATTORI DI RISCHIO
Non modificabili
•
•
•
•
Età
Genere (>F)
Familiarità
Allele e4 dell’ApoE,
•
DADAM10, ATXN1, CD33,
GWA14Q34, DLGAP1, PICALM,
CLU, CR1, BIN1, CD2AP, MS4A,
EPHA1, ABCA7
Modificabili
Iper e Ipotensione,
Diabete, >Colesterolo,
>Omocisteina, <Estrogeni,
Trama cranico,
Stress ossidativo,
Fattori infiammatori,
Socializzazione, Attività fisica,
Fumo, Scolarità,
Sostanze tossiche
Come si fa diagnosi di demenza da
M. di Alzheimer (probabile o possibile)?
Storia personale (soggetto e familiare)
Esame obiettivo neurologico
Test Neuropsicologici
Stato funzionale
Esami ematochimici (FT3, FT$, TSH, ecc)
Neuroimmagini morfologiche
Neuroimmgini funzionali
Biomarcatori Liquorali
M. di Alzheimer Neuroradiologia
PET con ipometabolismo nelle aree
temporo parietali tipico di pazienti MA
Depositi di Amiloide con PIB-PET in MA
PET con il tracciante Pittsburgh Compound-B (PIB), dà
informazioni quantitative sui depositi ci amyloide
Klunk, et al. Ann Neurol 2004
Gli individui affetti da MCI presentano un
maggior carico di amiloide
La presenza di depositi di amiloide PIB-PET predice
progressione patofisiologica dei pazienti MCI ad AD
Hypothetical Model of Dynamic Biomarkers of the
Alzheimer’s Pathological Cascade
Clifford R Jack, Jr, David S Knopman, William J Jagust, Leslie M Shaw, Paul S Aisen,
Michael W Weiner, Ronald C Petersen, and John Q Trojanowski
Lancet - Gennaio 2010
Aβ è individuata dal livello di Aβ42 nel CSF o con Imaging dell’’amiloide alla PET.
Tau, segno di danno neuronale e è individuata da CSF-Tau o FDG-PET.
La struttura del cervello viene misura mediante RMN strutturale.
Demenza a corpi di Lewy diffusi (DLBD)
Patologia neurodegenerativa che interessa l’encefalo
diffusamente sia a livello sottocorticale sia a livello
corticale e degenerazione spongiforme dei lobi temporali
Seconda causa più comune di demenza degenerativa dopo la MA
10-15% dei casi di demenza (conferma autoptica)
Prevalenza nei soggetti di età superiore ai 65 anni è dello 0,7%
Fattori di rischio: assenza di studi epidemiologici classici
DLB se demenza entro 1 anno dal Parkinsonismo, altrimenti PDD
LBD: neuropatologia
La presenza di Corpi di Lewy e placche amiloidi
con carenza sia di dopamina che di acetilcolina
suggerisce che la demenza con Corpi di Lewy
(formati da α-sinucleina ed a volte anche
ubiquitina) rappresenta il continuum di uno
spettro malattie che va dal morbo di Alzheimer
alla malattia di Parkinson
Le Inclusioni neuronali
citoplasmatiche, inizialmente osservate
in nuclei sottocorticali (SN, locus
coeruleus, nucleo dorsale del vago) poi
sono rilevate in corteccia cerebrale,
nelle aree limbiche (corteccia
entorinale, corteccia del cingolo ed
amigdala) e negli strati profondi della
neocortex temporale e frontale.
Balloon cells
DEMENZA A CORPI DI LEWY (DLB) 1°
1.Caratteristiche generali:
Progressivo declino cognitivo che interferisce con le AVQ
Il disturbo della memoria può non esserci nelle prime fasi
Possono prevalere disturbi di ATTENZIONE e delle funzioni
sottocorticali (della capacità critica e di giudizio)
2. CARATTERISTICHE FONDAMENTALI
(2 PER PROBABILE, 1 PER POSSIBILE DLB)
Cognizione fluttuante con variazioni marcate ATTENZIONE e
vigilanza (50-75% dei pz) il declino è più rapido che in AD
Ricorrenti allucinazioni visive che sono in genere ben
strutturate e dettagliate (80% dei pz)
Disturbi motori similparkinsoniani (50% dei pz all’esordio)
(I.G. McKeith et al. Neurology 1996;47:1113)
DEMENZA A CORPI DI LEWY (DLB) 2°
3. CARATTERISTICHE a sostegno della diagnosi
Frequenti cadute
Episodi sincopali (del ipersensibilità seno carotideo)
Perdita transitoria di coscienza
Sensibilità ai neurolettici
Deliri sistematizzati, Allucinazioni in altre modalità
Disturbi del sonno, (alterazioni del comportamento
motorio durante il sonno REM)
Depressione
4. Diagnosi di DLB meno probabile in presenza di:
Malattia vascolare (stroke)
Presenza di una malattia fisica o altri disturbi cerebrali che
possono giustificare il quadro clinico.
Decorso clinico: fluttuante
M. di Alzheimer
Demenza Vascolare
Demenza a
Corpi di Lewy
SPECT
SPECT e PET: ridotta attività nelle regioni corticali parietali
posterori e occipitali (frequente ma non costante)
(a)SPECT nel soggetto normale
(b) SPECT nel soggetto con MA
(c) SPECT nel soggetto con LBD: marcata ipoperfusione occipitale
SPECT con FP-CIT (Da-Tscan)
MA
PDD
LBD
Demenze Fronto-temporali
Gruppo di demenze degenerative eterogenee sul piano clinico e
neuropatologico caratterizzate da disfunzione dei lobi frontali e
della porzione anteriore dei lobi temporali
Sottotipi di FTD
Malattia di Pick (>60-70%)
Afasia PRIMARIA Progressiva Non fluente(10%): atrofia FT sinistra
Demenza SEMANTICA (15%): atrofia giri inf. e medio
Demenza fronto-temporale con amiotrofia (15%)
Demenza fronto-temporale e parkinsonismo associata al cr.17
Aprassia progressiva (2%): atrofia fronto-parietale
Malattia di Pick
Arnold Pik
1854 - 1924
Il primo sottotipo riconosciuto
FTD; 20% dei casi di
demenza giovanile
Età media di esordio 50 anni, range 35-65 (F=M)
1 su 10.000
40% - 50% di ricorrenza familiare
Sopravvivenza media di 9 anni (2-20 aa)
Marcata atrofia “a lama di coltello” o “a gheriglio di
noce”, dei lobi frontali e temporali, frequente l’atrofia
dell’amigdala e del nucleo caudato.
Risparmio della circonvoluzione temporale superiore e
dell’ippocampo
Caratterizzata dalla presenza di Corpi Pick (inclusioni
di colorazione argento intracitoplasmatiche formate
filamenti anomali di proteina Tau) nelle regioni
atrofiche (neocorteccia e ippocampo )
Demenze fronto-temporali
Caratteristiche cliniche
A) Disturbi comportamentali (prevalenza > 80%) dovuti al
prevalente interessamento delle strutture fronto-orbitarie, Fronto e
Temporo-polari, dominano il quadro clinico e possono
- essere per lungo tempo l’unica manifestazione clinica
- precedere di anni la demenza o rappresentare i sintomi d’esordio
Si manifestano con una
progressiva alterazione della condotta sociale e personale,
perdita della capacità ad adattarsi alle richieste ambientali,
perdita di empatia,
tendenza alla ripetitività (stereotipie)
ridotto insight (cognitivo e affettivo)
Demenze fronto-temporali
Caratteristiche cliniche
B) Disturbi delle funzioni esecutive sottese dalle strutture dorsolaterali del lobo frontale
Deficit’attenzione volontaria, Working Memory e di shifting attentivo
Deficit delle capacita’ di astrazione e di categorizzazione
Deficit in compiti di pianificazione e nell’uso di strategie in compiti cognitivi
La memoria per gli eventi quotidiani rimane più a lungo conservata (funzione
sottesa dall’ippocampo) così come prassie, funzioni visuo-spaziali e
orientamento topografico (funzioni sottese da dalle A.A.P.C.T.)
C) Distrurbi del linguaggio, sottese dalle aree associative posteriori
della corteccia temporale (AAPCT).
– Ridotta produzione fino al mutismo
– Tendenza all’ecolalia o alle stereotipie verbali
– Perseverazioni
D) Obiettività neurologica per lo più negativa, possibili
– segni di liberazione frontale
– segni di tipo parkinsoniano (acinesia, rigidità) in fase avanzata
Caratteristiche dell’interessamento del lobo frontale
Regione
cerebrale
Orbitobasale
Variante
Disinibita
Dorsolaterale
Variante
Stereotipica
Ritualistica
Funzione ipotizzata
Inibizione e controllo Disinibizione, impulsività,
sociale
confabulazione,
comportamenti asociali
Attenzione, memoria
operativa, programmi
alternati, fluenza
fonemica, fluenza
grafica, affettività
Energia, motivazione,
iniziativa
Variante Apatica
Frontomesiale
Deficit associato
Deficit di attenzione, di
memoria operativa, di
organizzazione, di
fluenza, espressioni
abnormi di affettività
Apatia, abulia,
depressione
L’interessamento del lobo temporale
Nella variate temporale sinistra in molti pazienti emergono
competenze artistiche (figurative o musicali)
Nella variante temporale destra si manifestano cambiamenti
improvvisi: bizzarrie nell’abbigliamento, idee fisse e
monotematiche; fanatismo ideologico; irritabilità e impulsività
Se invece l’atrofia è temporale bilaterale, può comparire una
sindrome di Kluver-Bucy:
• Iperfagia - bulimia,
• Iperoralità: tendenza ad esplorare anche oggetti non edibili
(cecità psichica),
• Ipersessualità (auto, omosessualità).
• Ipermetamorfosi: irresistibile impulso a prestare attenzione e a
reagire ed imitare ogni stimolo visivo
Neuroimmagini
TC e RM. Atrofia dei lobi frontali e dei lobi
temporali, asimmetrica nei casi precoci e con
prevalenti turbe del linguaggio, e rarefazione
della sostanza bianca sottocorticale maggiore di
quella risontrata nella malattia di Alzheimer
PET e SPECT: ipometabolismo frontale
e temporale
Afasia Primaria
Progressiva
Disturbo isolato e progressivo del
linguaggio, caratterizzato da
difficoltà nel reperimento di parole,
riduzione della fluenza verbale e
conservazione delle altre funzioni
cognitive.
Evoluzione verso la demenza
conclamata
Neuroimmagini: atrofia ed
ipometabolismo in sede
frontotemporale nell’emisfero
dominante
APP RMN parasagittale sinistra e PET
Demenza Semantica
Processo patologico a carico
dei lobi temporali bilateralmente
Alterazioni del linguaggio:
afasia fluente, con parafasie e
perdita del significato delle parole
Prosopoagnosia, agnosia per
gli oggetti ed alterazioni del
comportamento quali compulsività
e perdita degli interessi
MRI e neuroimmagini funzionali:
atrofia e ipometabolismo
temporali prevalenti a sinistra
Demenza Semantica
RMN assiale e PET
Atrofia focale e ipometabolismo
lobo temporale sinistro
Demenza frontotemporale con
amiotrofia
Demenza frontotemporale associata a malattia
del motoneurone
Istopatologia: rarefazione neuronale della
corteccia frontotemporale e delle corna
anteriori. Nelle medesime aree inclusioni
intracitoplasmatiche reattive all’ubiquitina
Esordio in età presenile
Ubiquitina
intracitoplasmatica tipica
della FTD associata a MND
Disturbi del comportamento e del linguaggio spesso precedenti i
segni di compromissione del I e II motoneurone
Durata di malattia: 2-3 anni, decesso solitamente per insufficienza
respiratoria
Demenza frontotemporale e
parkinsonismo associata al cromosoma 17
Mutazioni puntiformi negli esoni o nelle regioni non codificanti del
gene della proteina Tau, localizzato nel cromosonma 17
Neuropatologia: atrofia frontotemporale ed estesa ai nuclei della
base, al mesencefalo ed al ponte
Immunocitochimica: estesa patologia della proteina Tau che tende ad
accumularsi nel citoplasma e nei prolungamenti di neuroni e glia
Clinica: esordio in 3a–4a decade,
turbe comportamentali,
alterazioni della condotta sociale,
afasia fluente
sindrome acinetico-ipertonica.
Le 6 isoforme della
proteina Tau
Demenze vascolari
Ne fanno parte tutte le forme di deterioramento cognitivo
secondario ad encefalopatia su base ischemica, ipossica o
emorragica
Dopo l’AD è la seconda causa di demenza (15%)
Si sviluppa per cronico accumulo di lesioni cerebrali prodotte da
ipoaflusso sanguigno.
ESORDIO in genere improvviso, DECORSO a gradini
SINTOMATOLOGIA fluttuante
Caratteristiche e cliniche e neuropsicologich:
– deficit neurologici focali
– confusione notturna; ridotta capacità nelle funzioni
esecutive e di astrazione, di inibizione e autocontrollo,
DANNO DEI CIRCUITI FRONTO-SOTTOCORTICALI
Demenza vascolare ischemica sottocorticale
Sintomatologia
Disturbi motori: emiparesi, deficit del faciale, Babinski, deficit sensitivi,
disartria, disfagia, tremori, rigidità, disturbi della marcia (rallentata, a base
allargata, a piccoli passi)
Disturbi della funzione vescicale: incontinenza, minzione imperiosa.
Sindrome disesecutiva: ridotta capacità di formulare gli obiettivi
dell’azione, pianificarla, organizzarla nella sequenza adeguata, eseguirla,
modificarne il contesto o mantenerlo, astrarne i significati.
Rallentamento dell’elaborazione cognitiva; deficit di astrazione,
categorizzazione; perdita della capacità di giudizio; deficit dell’attenzione e
della concentrazione
Disturbo di memoria (lieve): ridotto il richiamo (agevolato da facilitazioni,
cosa non possibile nell’AD), relativamente intatto il riconoscimento,
Alterazioni della sfera affettiva e della personalità
depressione, abulia, apatia, irritabilità.
Diagnosi della demenza vascolare
Diagnosi VaD
Anamnesi
Test NPS
Esame neurologico
Hachinski
Fattori di rischio
TC
RM
Età avanzata
Genere maschile
Fumo
Ipertensione arteriosa
Diabete, dislipidemia
Iperomocisteina,
Pregresso ictus, TIA
Fibillazione Atriale.
Pregresso IMA
Patologie carotidee
Demenze vascolari
HACHINSKI ISCHEMIC SCORE (HIS)
Esordio acuto
2
Progressione a gradini
1
Decorso fluttuante
2
Confusione notturna
1
Relativa conservazione della
personalità
1
Depressione
1
Manifestazioni somatiche
1
Labilità emotiva
1
Ipertensione
1
Pregresso infarto cerebrale
2
Sintomi focali
2
Segni focali
2
Segni aterosclerosi
1
TOTALE >7
INDICATIVO DI VaD
TOTALE <4
INDICATIVO DI
DEMENZA
DEGENERATIVA