ONA NOVE - Niguarda.eu

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ONA NOVE - Niguarda.eu
“Zona Nove” è su www.niguarda.eu
OTTOBRE 2008
Anno 15 - n. 158
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GIORNALE DI NIGUARDA - CA’ GRANDA - BICOCCA
Redazione: via Lanfranco della Pila 61 (Mi), tel./fax 02/6423561 - Autorizzazione del Tribunale
di Milano N. 648 del febbraio 1997 - Editore: Associazione Amici di “Zona Nove”,
via Lanfranco della Pila 61, Milano - Stampa: Il Guado, via Picasso, 20011 Corbetta (MI).
02.66100353
Direttore: Luigi Allori. Redazione: Giovanni Beduschi (vignettista), Andrea Bina, Roberto Braghiroli, Ortensia Bugliaro, Valeria Casarotti, Diego Attilio Cherri, Teresa Garofalo, Sergio Ghittoni, Antonella Loconsolo, Lorenzo Meyer, Grazia
Morelli, Sandra Saita, Maria Volpari. Collaboratori: Laura Albani, Sasha Bani, Silvia Benna Rolandi, Don Giuseppe Buraglio, Arturo Calaminici, Roberta Coccoli, Augusto Cominazzini, Ivan Crippa, Celestino De Brasi, Simona Fais, Luigi
Ghezzi, Lorenzo Gomiero, Anna Maria Indino, Monica Landro, Angelo Longhi, Luigi Luce, Sergio Maestri, Valeria Malvicini, Giorgio Meliesi, Loretta Menegatti, Sabrina Orrico, Antonio Pizzinato, Laura Quattrini, Mira Redaelli, Mauro
Raimondi, Margherita Rampoldi Meyer, Diana Roca, Cristina Rozzi, Caterina Sinisi, Gero Urso, Luigi Venturini, Renato Vercesi, Roberto Vettorello, Norman Zoia. Amministrazione: Lino Di Franco. Pubblicità: Franco Tironi (tel.
02/6423561 - fax 02.66107983). Impaginazione: Roberto Sala (tel. 3341791866).
Il fioretto
di
orro
Filippo Penati a “Zona Nove”
“L’ecopass va eliminato”
X uguale Y
ona Nove” si fa un punto
“Z
d’onore a scrivere sempre e
solo di fatti che accadono nella no-
Sempre meno
accessibile
pag. 5
VILLA TROTTI
Il Comune
rinvia ancora
pag. 6
GALEAZZI
Eccellenza nell’impianto
delle protesi all’anca
pag. 8
SCUOLA
(disegno di Gero Urso)
stra zona: è questo che rende utile il
giornale. Per una volta permetteteci però di allargarci. Anche se da
noi non è (ancora?) accaduto niente gli odiosi episodi di razzismo che
sì stanno succedendo in tutta
l’Italia non possono lasciarci indifferenti e meritano qualche riflessione. Immaginiamo di tornare a 100
anni fa, di far parte di quei milioni
di italiani emigrati a cercare lavoro negli Stati Uniti e sentirsi apostrofare tutti (compresi Enrico
Fermi e Fiorello La Guardia) come
“Italiani uguale mafiosi”. O immaginiamoci di essere veneti o friulani emigrati nella Svizzera di 50
anni fa come muratori o serve e di
vederci sbarrata la porta dei bar
dal cartello “Vietato l’ingresso ai
cani e agli italiani”. Chissà come
eravamo contenti! Allora, come oggi, la stragrande maggioranza degli italiani migranti non era né
mafioso né bestia, era solo alla ricerca di un lavoro e di un futuro dignitoso che non poteva avere in patria.Come oggi la stragrande maggioranza degli immigrati stranieri
in Italia. Ma allora la nostra memoria è così tanto corta da non farci capire che chi oggi fa di tutta l’erba dell’emigrazione un fascio di
gramigna gioca nel torbido e usa
l’odio razziale come diversivo per
non farci vedere i tanti problemi di
oggi e come valvola di sfogo di paure sociali dovute alle responsabilità
di una classe dirigente inetta e corrotta? Tali mestatori non a caso se
ne guardano bene dal fare per certi italiani la stessa equazione marchiante: anche se alcuni lo sono
davvero, non si dice mai ricchi
uguale evasori, imprenditori uguale sfruttatori,finanzieri uguale speculatori, banchieri uguale strozzini, commercianti uguale ladri, ecc.
PRONTO SOCCORSO
Inaugurata
la nuova Pianell
pag. 11
COOPERAZIONE
I 100 anni
della Coop di Prato
pag. 13
BICOCCA
Scelti i nuovi
progetti urbanistici
pag. 14
Il termometro
della criminalità
a cura di Grazia Morelli
in collaborazione con i Carabinieri di Greco
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(Non sono compresi i reati denunciati alla Ps)
RAPINE
SETTEMBRE ‘08
1
SETTEMBRE ‘07
Ne inventiamo di tutti i colori per evitare di pagare la tassa per l’accesso al centro di Milano.
Il nostro Robin Zoon, per esempio, ci prova con il cavallo. Il fatto è che si tratta
di un balzello inutile, come dimostra il presidente della provincia.
(pag. 3)
FURTI
Cronaca nera drammatica
Folle accoltella 4 persone, ubriaco uccide pedone
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(pag. 4)
3
SETTEMBRE ‘08
69
SETTEMBRE ‘07
SETTEMBRE ‘08
SETTEMBRE ‘07
61
0
1
Giovanni Beduschi
Serpente di un Giovanni, stavolta ti sei comportato peggio di
Maramaldo che uccide l’uomo morto. Certo, perché prendersela con la
signora Expo Moratti e il dottor Graffito De Corato è come sparare
sulla Croce rossa, tante sono le umiliazioni che i poveri tapini devono
sopportare dal Berlusca. Una vigliaccata che può fare solo un extracomunitario-emigrante-zingaro-nero di pelle-romeno di cuore-brutto
Cristina Rozzi e Giovanni Beduschi sposi
Entro gennaio coperto
il depuratore di via Regno Italico
di fattezze-pelato, nano e gambe. Ma insomma di che cosa ti preoccupi? A te i due non possono fare niente, tu non stai più a Milano,
abiti in Brianza (Zorro Nove)
OOM IN
0NA
di Ortensia Bugliaro - foto Giansanti
Alessio Seminario
alle informazioni ricevute presso il Consiglio di Zona 9,
i lavori di copertura delle parti del depuratore responD
sabili dei miasmi che rovinano la vita dei niguardesi da ol-
Il parcheggio lunatico
tre un decennio procedono e, cosa assai rara in Italia, rispettando alla virgola i tempi promessi.
Durante una visita al cantiere i consiglieri di zona hanno
infatti potuto constatare che le strutture tubolari di copertura delle vasche e della prima grigliatura sono state installate e, per quel che riguarda le vasche, anche le pareti
e il tetto.
Secondo quanto riferito dai dirigenti e tecnici dell’impianto, entro la fine di gennaio 2009 tutto verrà completato e
quindi le esalazioni maleodoranti saranno solo un brutto
ricordo.
Per i primi del 2009 è uscita l’idea di organizzare una festa
all’interno dell’impianto e aperta a tutti i cittadini, per sancire la pace fra l’ingombrante “puzzone” e i residenti di
Niguarda e Bicocca che hanno patito le pene dell’inferno
per tutti questi anni.
con don Mazzi che fa loro la predica
il parcheggio dei poveri. O meglio, viene quasi da dire
È
che chi trova un parcheggio trova un tesoro! Infatti questo piccolo appezzamento di terra nella vietatissima via
L’8 settembre 2008 è nato
Claudio
Ne danno l’annuncio
papà Fabio, mamma Cristiana
e i nonni Franco e Carla,
Nella e Giancarlo
L’impianto di depurazione delle acque di via del Regno
Italico visto dal cielo, da dove non si sentono odori.
Ornato, angolo via Terruggia, è una risorsa unica per abitanti e negozianti. Il problema è che non sembra che si possa parcheggiare sempre, perché - chissà perché - un giorno sì
e un giorno no fioccano multe da 72 euro. Sono stati interpellati i vigili, i quali hanno risposto che si può parcheggiare,
purché non venga invaso il piccolo gradino del marciapiede.
Bene! Parcheggiata come richiesto la propria auto, passa il
vigile di turno e mette la multa in bella vista! Non sono state multate solo le auto ma anche le moto. A proposito di moto, quante al giorno subiscono la caduta a causa dei binari
poco sicuri proprio lì davanti al parcheggio misterioso? Non
sarebbe meglio concentrarsi su questo problema piuttosto
che fantasticare sul parcheggio lunatico?
La redazione, in Lanfranco della Pila 61, è aperta ogni giovedì pomeriggio dalle 15.30 alle 18 per ricevere coloro che desiderano
segnalare problemi, annunciare o proporre iniziative, articoli o servizi per il giornale. Si può anche telefonare allo 026437568.
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INQUINAMENTO/1
Un contributo di Filippo Penati, presidente della Provincia
“L’ecopass non funziona e va eliminato
Le istituzioni concordino nuove misure”
La concentrazione del Pm10 in città è aumentata di 7 punti rispetto allo stesso mese del 2007,
quando l’ecopass non era ancora in vigore. Nell’area metropolitana milanese invece, dove questo
provvedimento non è stato adottato, i valori nel 2008 e del 2007 sono rimasti gli stessi.
hiunque venga eletto presidente delC
la Provincia di Milano, sia di centrodestra che di centrosinistra, si impegni a
eliminare l’Ecopass.
Nei giorni scorsi ho lanciato questo appello nella convinzione, confortata anche dall’analisi dei dati,
che questa esperienza abbia dato
risultati deludenti e abbia dimostrato tutta la sua inefficacia.
L’introduzione dell’Ecopass in
una porzione molto limitata dell’area milanese, come quella della
cerchia dei bastioni, è figlia della
mediazione e del difficile equilibrio raggiunto ai tavoli dei partiti del Centrodestra che governano la citta di Milano. E non è certo il frutto dell’indisponibilità di
proseguire il percorso di confronto nelle sedi istituzionali che, di
fronte ai giudizi negativi dei partiti della sua coalizione, è stato
bruscamente interrotto dal sindaco Letizia Moratti per costruire
l’accordo nella sua maggioranza.
Ora di fronte ai risultati deludenti
va sospesa la sperimentazione che
ha ricevuto aspre critiche anche
da parte di importanti esponenti del
centrodestra, primo fra tutti il presiden-
Filippo Penati
(presidente della Provincia di Milano)
te del consiglio dei ministri Silvio
Berlusconi e che si è rivelata assoluta-
mente inefficace ad abbattere l’inquinamento atmosferico che, anche nell’ultimo
mese, ha raggiunto una concentrazione superiore a quelle dell’analogo periodo
dell’anno precedente. Fatto ciò è necessario riprendere il dialogo nelle
sedi istituzionali più adatte.
L’amministrazione provinciale da
parte sua ha già più volte ribadito
tutta la propria disponibilità a
cercare nuove soluzioni e a introdurre misure volte a contrastare
efficacemente l’inquinamento.
Per avere una conferma dell’inefficacia dell’Ecopass basta leggere il
rapporto dell’Arpa sull’andamento
dell’inquinamento atmosferico nel
mese di luglio del 2008.
Scorrendo i dati si evince che la
concentrazione del Pm10 in città
è aumentata di 7 punti rispetto
allo stesso mese del 2007, periodo in cui l’ecopass non era ancora in vigore. Il valore oggi è di 32
micro grammi per metro cubo
contro i 25 dell’anno precedente.
Nell’area metropolitana milanese invece, dove questo provvedimento non è stato adottato, i valori nel 2008 sono rimasti pressoché gli
stessi rispetto al 2007.
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Anche Aldo Rossetti, presidente della Commissione Ambiente del CdZ 9, è d’accordo: “L’Ecopass
è un flop. Si potenzi piuttosto il trasporto pubblico e si creino posti di noleggio per le biciclette”.
Sergio Ghittoni
ell’ultimo numero di “Zona Nove” abbiamo dato molto
N
risalto all’inquinamento acustico ed atmosferico nella
nostra zona, chiedendoci se l’Ecopass, che avrebbe dovuto
contrastare almeno il secondo di questi fenomeni stia ottenendo un qualche risultato. La nostra sensazione era
che non si era avvertito nessun miglioramento, ma prima
di sparare accuse infondate vogliamo sentire il parere del
presidente della Commissione Ambiente del Consiglio di
Zona, Aldo Rossetti.
“Tutti i dati indicano che l’Ecopass è un flop. Anzi, non capisco perché si continui a chiamare così, visto che di impatti sull’ecologia non ne ha. Invece è una tassa sulle auto più inquinanti, che comunque possono entrare nel centro. Voglio inoltre tranquillizzare i cittadini perché le voci
che davano per certo un allargamento della zona Ecopass
fino alla circonvallazione sono state smentite dallo stesso
sindaco. Certo è che io sono favorevole ad un modo diverso di entrare in città. È risaputo che la nostra aria è altissimamente inquinata, per cui qualcosa dovremo pur fare
per combattere questo problema. Credo che ci sia una situazione favorevole in questo momento: con i soldi dell’Expo sono previste fino a sei linee di metropolitana. Alla buon’ora, verrebbe da dire. Dopo vent’anni che non si è fatto
nulla, anche Milano, ultima tra le grandi città europee, dovrebbe avere una rete di trasporti pubblici sotterranei
adeguata. Questo, almeno è quanto ci è stato comunicato
durante i lavori della Commissione a Palazzo Marino
qualche settimana fa. Tra le cose che più direttamente riguardano la nostra zona è prevista l’apertura della stazione Comasina della linea 3 entro dicembre 2010 (i lavori
sono ripresi, dopo innumerevoli vicissitudini, tra fallimenti, subentri, extra costi e stop di mesi) e, entro febbraio
2011, anche il tratto Garibaldi-Bignami della Metro 5 dovrebbe essere inaugurato”.
Ma tornando all’inquinamento acustico, cos’altro
possiamo aggiungere?
“Abbiamo ricevuto molte segnalazioni, soprattutto dai
cittadini di Niguarda e dintorni, a proposito del rumore
degli aerei. Quello che è successo è che l’Enav, l’Ente per
la Navigazione Aerea, aveva avviato una sperimentazione volta a cambiare alcune rotte di voli in partenza da
Linate che, sulla base di carte non aggiornate, indicavano molte della aree da sorvolare come industriali, mentre ora sono diventate residenziali. Da qui le proteste. Va
detto che la sperimentazione avrebbe dovuto concludersi
nel primo semestre di quest’anno, invece vedo che prosegue. Questo malgrado sia il nostro CdZ che quello di
Lambrate, per non parlare del Comune di Milano stesso,
si siano espressi per ritornare alla situazione precedente la sperimentazione”.
Invece che cosa si può fare per migliorare la qualità dell’aria?
“C’è aperta la questione del “Bike-Sharing”, cioè del noleggio delle biciclette, un progetto che a Parigi ha spopolato e
che non vedo perché non debba essere un successo anche
a Milano, una città in piano, relativamente piccola, non
difficile da girare in bici se non fosse per il traffico”.
Di che si tratta?
“Dovrebbe trattarsi di installare in città un numero significativo di stazioni per il deposito delle bici. Chiunque desideri servirsene potrà prenderne una gratuitamente previo il passaggio di un tesserino magnetico in un lettore, da
ripassare poi alla stazione di consegna. Questo per identificare l’utente ed evitare quanto successo in un piano simile molti anni fa, quando sparirono tutte le bici nel giro
di qualche giorno. L’uso delle bici dovrebbe essere gratuito ed i costi relativi dovrebbero essere coperti dalla pubblicità sulle stazioni e sulle bici. Il progetto avrebbe già dovuto partire, il bando è stato fatto ed è stato vinto
dall’Atm, ma c’è stato un reclamo per alcune presunte irregolarità ed ora è tutto fermo. Speriamo che il progetto
parta al più presto e che abbia un effetto significativo sulla diminuzione del traffico, perché il problema aria sta diventando drammatico. Ora anche nei mesi estivi, quando
non c’è l’effetto del riscaldamento, la nostra aria è sempre
fuori dai parametri”.
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ONA NOVE 3
CRONACA NERA
a cura di Lorenzo Meyer
Via Murat: folle accoltella 4 persone
prima che i carabinieri lo blocchino
E
ra da tempo in cura presso il centro di Villa Turro per
problemi psichici, ma mai è stato sottoposto a un trattamento sanitario obbligatorio nonostante fosse già stato
protagonista di alcuni comportamenti violenti.
Residente in via Murat, Emiliano Delle Ville - 30 anni, incensurato - era già noto nel quartiere per avere aggredito
alcuni studenti del vicino istituto tecnico Zappa e alcuni
condomini ricordano quando in preda a un’ira inconsulta
aveva gettato alcuni oggetti dal balcone di casa.
Raptus meno dannosi della mezz’ora di follia che lo ha portato lo scorso 9 settembre ad accoltellare 4 persone tra passanti e carabinieri.
Sono le 8.30 del mattino quando tra gli scaffali del supermercato Esselunga di viale Zara Emiliano estrae il coltello
“a farfalla” con lama di 15 centimetri e tenta di colpire un
addetto del supermercato.
L’uomo riesce a scappare ma, quando riesce ad avvertire la
vigilanza, Delle Ville è già in fuga verso via Veglia dove, pochi minuti dopo, colpisce di striscio alla gola Rocco Rosa, 43
anni portiere, del civico 49. Rosa, ricoverato al Niguarda,
verrà poi dimesso la sera stessa.
Dopodiché Delle Ville continua la sua folle corsa nel parco
di Largo Vulci dove accoltella all’addome Luigi P., 23 anni,
originario di Brindisi, un operaio che sta caricando su un
camion degli attrezzi di lavoro.
Soccorso dai clienti di un vicino bar, il giovane finisce in
prognosi riservata in ospedale e verrà tenuto per tutta la
notte in coma farmacologico.
Mentre Delle Ville scappa verso casa, in via Murat, ci sono
almeno quattro gazzelle dei carabinieri sulle sue tracce.
Un brigadiere e un appuntato entrano nel palazzo, raggiungono il monolocale al secondo piano e trovano la porta
aperta.
Non fanno in tempo a varcare la soglia che la furia del giovane si scatena contro di loro.
“Uccidetemi! Uccidetemi!”, urla.
Uno dei militari viene ferito alla mano sinistra, poi il folle
viene disarmato ma estrae un secondo coltello con cui ferisce alla testa l’altro carabiniere.
Sarà un terzo militare a sparargli alla gamba e a immobilizzarlo dopo una lotta che provoca all’uomo in divisa la
frattura della mano.
Gli esami tossicologici hanno appurato che Delle Ville non
ha agito sotto l’effetto degli stupefacenti. Ora il giovane dovrà rispondere di duplice tentato omicidio, lesioni e resistenza a pubblico ufficiale.
Ricordo di un compagno di scuola
Roberto Braghiroli
onosco Emiliano da tanti anni. Precisamente dal settemC
bre 1984, quando abbiamo iniziato le scuole elementari, in
via Cesari. Subito siamo diventati amici, eravamo un bel gruppo assieme a Nicola, Alessandro, Paolo, Stefano e gli altri.
Spesso si giocava a calcio, ma Emiliano non aveva un gran feeling con il pallone. Era un artista. Ricordo ancora quando, alla fine del quinto anno, aveva preteso un disegno e una dedica
da parte di ogni compagno di classe, su un suo quaderno. Per
me, che non sapevo (e non so) disegnare, è stata una vera tragedia. Ma ci ho provato. Chissà se quel quaderno c’è ancora.
ONA NOVE 4
Finite le elementari ci siamo persi di vista, ogni tanto ci si vedeva, per caso, in giro. Le ultime volte che l’ho incontrato, ammetto, mi era sembrato un ragazzo in difficoltà. Mai avrei pensato, però, di ritrovarlo sulle prime pagine di tutti i giornali.
Quando ho saputo la notizia, all’inizio, non ci ho creduto. Mi
piace ricordarlo quando una volta, con la sua inconfondibile
erre moscia, mi chiese di tenergli la finestra aperta durante la
notte: sarebbe passato a prendermi, con la ciabatta volante, e
mi avrebbe portato nel paese dei giocattoli. La finestra è rimasta aperta tutta notte. Ci avevo creduto.
In pochi giorni a Bresso
due omicidi stradali
L’abuso di alcol e di droga
fanno ancora vittime innocenti.
Bresso era già morta una
A
persona, a un incrocio tra via
Vittorio Veneto e una delle vie
che vi si immettono.
Era morta Barbara, 17 anni, ammazzata da un automobilista che
a causa di una manovra pericolosissima, aveva centrato in pieno l'auto su cui viaggiava nel sedile posteriore.
L’autista era risultato positivo all’etilometro e aveva
in corpo il triplo del limite consentito. (Per maggiori
particolari vedi “Zona Nove” di settembre).
Nella notte di sabato 27 settembre Davide B., 32 anni, stava tornando a casa dopo il lavoro: era ferroviere. Si è fermato all'incrocio con via Isimbardi, è scattato il verde ed è passato. Carlo R., 20 anni, non si è
fermato al semaforo rosso con la sua Audi A4. Non lo
ha visto, o andava troppo veloce, non si sa. L’ha centrato in pieno e l’ha ucciso. E dagli esami è risultato
che aveva assunto alcol, spinelli e cocaina.
Era stato altre volte segnalato come “assuntore” di
droga ed era stato denunciato per
l’alcol altre quattro volte. Poco
prima era passato davanti a
un’auto dei carabinieri, ferma per
fare dei controlli. Forse ha accelerato in modo sconsiderato per
non essere fermato.
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Nella finanziaria niente fondi per i nuovi metrò
(seconda tratta della linea 5 compresa)
Giorgio Meliesi
nche se i giornali non ne parlano molto e la tv non ne
A
parla per niente, la situazione è grave e senza precedenti. È a rischio la realizzazione delle nuove metropolitane milanesi, tra cui la seconda tratta della “nostra” linea 5, quella che, aggiungendosi al segmento che partirà
da Bignami, dovrebbe portare da Garibaldi a San Siro,
collegando la nostra zona con il resto della città.
Infatti, dopo i soldi stanziati dal governo Prodi per la Pedemontana, nonostante le promesse elettorali di
Berlusconi e compagni per le opere pubbliche lombarde e
milanesi non sembra esserci più alcun finanziamento da
parte del governo nazionale.
Nella Finanziaria, oltre a essersi “dimenticato” la promessa di ridurre le tasse, Tremonti ha tagliato del 65-70
per cento i fondi al punto da mettere a forte rischio il finanziamento - a detta del senatore del Pd Luigi Vimercati - dei prolungamenti delle metropolitane 2 e 3, le linee 4
e 5, il collegamento ferroviario Malpensa-Gallarate-Rho
delle Fs, che dovrebbero connettere l’aeroporto all’Alta velocità, il prolungamento dell’Alta velocità fino a Verona,
porta d’ingresso all’Expo per i tedeschi. “Per ferrovie e metrò - conclude Vimercati - mancheranno almeno 5 miliardi, 1,55 solo per i metrò 4 e 5”.
Il sindaco Moratti, che si lamentava per i soldi che Prodi
dava a Milano, ora abbozza pudicamente per quelli che
Berlusconi non dà, nonostante che oltretutto oggi Milano
abbia più bisogno di fondi per realizzare l’Expo.
E allora che cosa fa? Pateticamente, sfodera di nuovo la
carta delle dismissioni delle proprietà dei milanesi ai
privati: al miglior offerente sembra che voglia vendere la
quota del 18,6 per cento che il Comune ha nell’autostrada Serravalle e i palazzi del demanio, appartamenti e negozi. Ma in questo modo si aggiungono problemi a problemi. Commenta Carmela Rozza, del Partito Democratico: “I soldi ricavati da queste dismissioni dovrebbero essere investiti in case e non in opere pubbliche: abbiamo
18mila persone in lista di attesa tra case Aler e comunali. Mentre, stando alla delibera, del primo fondo immobiliare precedentemente venduto solo il 50 per cento sarebbe destinato all’edilizia”.
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Sempre più difficile raggiungere
il Pronto Soccorso dell’Ospedale di Niguarda
La via Giuditta Pasta è stata chiusa nel tratto compreso tra via Dei Conti Biglia e via Moreschi.
Alessio Seminario
E
nnesimo stravolgimento viabilistico a Niguarda e dintorni.
Dal 25 settembre, per consentire il proseguimento dei lavori
inerenti la costruzione della nuova strada di collegamento tra via
Graziano Imperatore e viale E. Fermi, via G. Pasta, è stata chiusa nel tratto compreso tra via Dei Conti Biglia e via Moreschi. E
come cita il comunicato ufficiale del Polizia Locale zona 9 Ufficio
Lavori Stradali, il tratto di strada in questione sarà chiuso definitivamente al traffico veicolare ad eccezione dei residenti e dei
mezzi di servizio diretti al Parco Nord.
A far data dal 25 ottobre pertanto, in attesa dell’apertura del tratto di Sin (Gronda Nord) oggetto dei lavori, per raggiungere il
Pronto soccorso dell’ospedale Niguarda si potranno seguire i seguenti itinerari:
• Itinerario Conti Biglia-Terruggia-Val di Ledro-HermadaGraziano Imperatore-Donatelli-Benefattori Ospedale
Maggiore-Zubiani-Moreschi;
• Itinerario Fermi-Margarina-Zubiani-Moreschi.
I lavori dovrebbero terminare fra circa tre mesi anche se qualche
dubbio sul rispetto della tempistica sorge spontanea.
Nei giorni successivi alla chiusura della strada non sono
mancate le lamentele, in molti casi motivate, dei cittadini,
sia al comando di polizia locale sia alla sede del CdZ 9. In
particolare è stato chiesto di posizionare cartelli stradali che
segnalano la chiusura della suddetta strada non solo in prossimità del blocco ma anche sulle vie Fermi, Seregno,
Comboni e Terruggia. Inevitabili, come sempre accade in
questi casi, i disagi e le code dei molti automobilisti che,
ignari della novità, si imbottigliano in via Sbarbaro, Conti
Biglia, Terruggia, Val di Ledro ed Hermada, soffocando ancora di più, come se ce ne fosse bisogno, la povera Niguarda.
Migliorerà la situazione con l’apertura nella nuova strada di
accesso al Pronto Soccorso? Ne riparliamo fra tre mesi.
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A Precotto tutti contro i tram fracassoni
che passano anche dalla Bicocca
Luigi Luce
o denunciavamo sul nuL
mero scorso di “Zona
Nove”: a Milano, e dalle nostre parti in particolare,
l’inquinamento acustico è
assordante. Partecipano a
questa orgia di rumore anche i jumbo tram che passano in via Ornato e in viale
Rodi. Lo sanno bene i residenti che non riescono a
dormire di notte a causa
dello stridio insopportabile
delle ruote sui binari.
Succede la stessa cosa anche a Precotto, sempre con
la metrotranvia 7 che arriva dalla Bicocca passando
sotto la ferrovia di Greco.
Lo sanno talmente bene
che prima hanno raccolto mille firme e poi il 20 settembre in
centinaia - uomini, donne, bambini - sono scesi in strada per
rallentare la corsa dei treni verdi Sirio, i cosidetti jumbo, che
all’incrocio fra via Tremelloni e via Anassagora corrono stridendo sui binari. Un fastidio che si ripete ogni tre minuti
con solo una breve tregua di tre ore per notte. Il rumore va
ben oltre il limite fissato
per legge di 50-70 decibel di
giorno e 40-70 la notte. La
causa del rumore sta tutta
in un difetto dei vagoni (il
carrello sterzante invece di
seguire l’inclinazione dei
binari, in curva sfrega sulle
rotaie e stride) e quindi
l’Atm si dovrebbe rendere
conto della necessità di sostituirli.
In altri punti critici come
piazzale Maciachini e via
Idro il problema è stato invece risolto con un olio che,
mediante un sensore, viene
spruzzato sui binari al momento della curva. A Precotto questo accorgimento
non basta perché i binari curvano troppo accentuando così lo
stridio. Ma i residenti è da un anno che non dormono e chiedono all’Atm di decidersi a fare qualcosa. Anche in viale
Rodi, diciamo noi. Da Precotto viene anche un allarme nei
confronti del sindaco: se non si è capaci di risolvere questi
problemi, cone si può affrontare l’impegno per l’Expo?
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ONA NOVE 5
NIGUARDA
Una denuncia del Partito Democratico di zona
Per il recupero della Villa Trotti
l’ennesimo rinvio del Comune
Ma il quartiere non molla: a ottobre le oltre 3000 firme raccolte per il risanamento
dell’immobile saranno presentate in Consiglio Comunale.
D
urante i mesi di giugno e luglio il circolo Rigoldi del Partito democratico di
Niguarda ha promosso e raccolto le firme
in calce a una petizione rivolta al Consiglio
Comunale e al sindaco Letizia Moratti. È
ancora possibile firmarla presso la sede locale del Pd in via Hermada 8, tutti i giorni in orario di ufficio. Con essa si chiede
“all’amministrazione comunale che venga
cambiata la destinazione d'uso della villa
Trotti e della cascina annessa (Curt di
Matt) di via Passerini, permettendo quindi l’abbattimento della cascina e il restauro della villa. Basta con i topi a Niguarda!
Basta con le occupazioni abusive di sbandati e senzatetto nella cascina pericolante!
Sì a un nuovo centro storico del quartiere!
Sì al recupero della Villa Trotti!”
Come si vede tutti temi che dovrebbero essere cari anche ai partiti che da 15 anni governano Milano: An, Forza Italia e Lega.
Ma, evidentemente, un conto è la propaganda elettorale, un altro i fatti. È durissi-
Angelo Longhi
ma Laura Pistillo, la portavoce del Circolo
Rigoldi del Partito Democratico: “Questo
ulteriore rinvio sul risanamento di Villa
Trotti è la dimostrazione che al Comune di
Milano del risanamento delle periferie non
interessa nulla.”
In calce alla petizione sono state raccolte nelle case adiacenti più di 3.000 firme.
Evidentemente i Niguardesi sono stanchi della situazione. Nonostante ciò il
Comune sembra abbia cose più importanti di cui occuparsi: c’è stato un ulteriore ennesimo rinvio di almeno altri 3
mesi. Adesso la decisione per il risanamento del Centro di Niguarda, sembra
sia slittata al gennaio 2009.
Riassumiamo brevemente la vicenda per
chi ancora non la conoscesse. Da vent’anni
la Cooperativa Edificatrice di Niguarda è
proprietaria di quell’area, che il Comune
ha destinato a servizi Comunali, ma che
Un convegno
della Consulta Periferie
“I media ignorano i problemi delle periferie”
Giorgio Meliesi
eriferie & Informazione” è stato il tema della 2ª
“P
Convenzione delle Periferie di Milano, promossa dalla Consulta Periferie Milano lo scorso 30 settembre al Centro Rosetum con il patrocinio della
Fondazione Cariplo e l’adesione della presidenza del
Consiglio Comunale di Milano.
Nel presentare la Convenzione a una sala gremita da
rappresentanti di centri culturali, associazioni commercianti e comitati di quartiere, Walter Cherubini,
portavoce della Cpm, ha evidenziato un fatto a suo
modo emblematico: nelle periferie di Milano operano
circa 100 associazioni culturali, che ogni anno promuovono circa 1.000 iniziative, che raccolgono circa
100.000 presenze.
Eppure, questo fatto è sostanzialmente sconosciuto,
soprattutto agli operatori dell’informazione. Così, poiché ciò che non si conosce è come se non esistesse, non
viene considerato e non fa notizia. Infatti, con la sostanziale esclusione dei giornali di zona (a Milano sono una quindicina le testate zonali che ogni mese distribuiscono circa 350.000 copie), sembra proprio che
i media “professionali” affrontino il tema delle periferie senza approfondire, spesso senza conoscere.
Giornalisti dei media “grandi” sotto torchio, quindi,
ma quelli presenti non si sono sottratti alle critiche.
Giangiacomo Schiavi, del “Corriere della Sera”, e
Fabio Pizzul, di “RadioMarconi/Telenova”, hanno ammesso le responsabilità del mondo dell’informazione,
peraltro evidenziando anche le difficoltà “strutturali”
con le quali devono confrontarsi ogni giorno.
Nello stesso tempo, però, i rappresentanti del mondo
dei media si sono impegnati ad agevolare i rapporti
con chi opera in periferia, in modo da fornire un apporto ad un’informazione che consenta alle Periferie
di crescere.
poi non ha mai espropriato. Si è creata
quindi una situazione di stallo, in cui la
cooperativa non può costruire perché solo
il Comune può farlo e il Comune non può
costruire perché l’area è della Cooperativa
e non vuole impegnare importi per l’esproprio. Intanto però, alla Cooperativa spettano tutte le spese relative all’immobile, dagli sgomberi dei senzatetto che vi trovano
rifugio, alle derattizzazioni, alla messa in
sicurezza di balconi e cornicioni. Solo nel
2008 la Cooperativa ha dovuto spendere
più di 150mila euro per mantenere uno
stabile che sarebbe così semplice abbattere e/o ristrutturare. Una stima molto prudenziale dei costi che la Cooperativa
Edificatrice sostiene di aver sostenuto finora parla di una cifra superiore ai 250mila euro. “Il Comune sta facendo pagare ai
cittadini milanesi soci della cooperativa
una tassa straordinaria per ovviare ai propri ritardi ed incapacità…”, è la tesi di
Laura Pistillo. Si può darle torto?
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in corso la demolizione dell’ex Manifattura Tabacchi, lato
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via Esperia. Gli abitanti di Suzzani 140 e 155, angolo via
Arganini e delle palazzine residenziali della caserma dei bersaglieri, lamentano la continua polvere che entra nelle case e
hanno il timore che ci siano anche tracce di amianto provenienti dalle tettoie ondulate vicine. Per questo motivo si sono
rivolti ai vigili e all’Asl. I vigili sono intervenuti presso il cantiere e hanno appurato che la demolizione avviene quasi tutti i giorni, senza usare l’apposito getto d’acqua in modo da evitare il gran polverone che investe le abitazioni. Ma, nonostante il loro intervento, si continua a procedere allo stesso modo.
Dal canto suo l’Asl, dopo aver effettuato un sopralluogo, ha comunicato che i capannoni in demolizione, sono privi di amianto in quanto sono stati svolti in precedenza interventi di bonifica di tale materiale; in ogni caso le tettoie ondulate sono in
cemento e non in eternit. Si raccomanda però, durante questo
procedimento, di bagnare la zona di lavoro, onde evitare dispersioni di polvere nella zona. Per questo motivo, i referenti
Mangiarotti Paolino e Maria Beccuti Censo non demordono,
continuano la loro battaglia affinché vengano rispettate le regole per il bene della salute: i mobili possono essere spolverati, ma i polmoni no!
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Gli sconti del CdZ 9 per il teatro
Enrico Borg
(Presidente commissione “Per la Città della conoscenza”)
on la nuova stagione teatrale 2008/2009 il Consiglio di Zona 9, in
C
collaborazione con Argomm Teatro,Teatro della Cooperati-va, Sala
Fontana e Teatro Verdi,ripropone questa iniziativa volta a favorire una
maggior fruizione dell’offerta culturale presso gli abitanti della nostra
zona. Si tratta di un’iniziativa che, attraverso la creazione di un circuito teatrale in zona, propone alla cittadinanza l’accesso ai più significativi teatri di produzione a condizioni particolarmente vantaggiose. Con
la Card 9, che viene distribuita in ciascun teatro, si potrà usufruire infatti di offerte/riduzioni specifiche per gli spettacoli dell’intera stagione
e uno spettacolo gratuito in ognuno dei teatri aderenti finanziato dal
CdZ9 in una serata predefinita.
Per usufruire del biglietto omaggio i possessori della Card 9 potranno
rivolgersi al Teatro Verdi che distribuirà un Voucher valido in uno dei
teatri prescelti nella serata speciale dedicata alla zona.
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Sfregiata la nuova facciata di Casaloca
na volta che c’è un murale bello e migliorativo del paeU
saggio urbano, invece del solito scarabocchio idiota, gli
estremisti imbecilli non si fanno scappare l’occasione. Nella
notte del 2 ottobre è stata sfregiata la nuova facciata di
Casaloca, dipinta in modo bellissimo durante i mesi di giugno e luglio da un gruppo di muralisti messicani e spagnoli. Una macchia di colore in questo quartiere, la Bicocca,
grigio di speculazioni edilizie e nero di nuovi fascisti sdo-
ganati. Il quartiere non è nuovo a questo genere di episodi:
spesso compaiono sui muri di Casaloca e dell’università
Bicocca scritte razziste e slogan che invitano ad “arruolarsi” nei gruppuscoli di estrema destra. Alla Casaloca commentano: “Questi vili atti di sfregio, che hanno l'unico intento di intimidire chi vuole restituire a questa città i colori del mondo, non ci fanno paura: continuiamo come sempre con i nostri progetti aperti e liberi”.
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ONA NOVE 6
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CONSIGLIO DI
ONA 9
Bilancio positivo della “Bella Estate”
Intervista a Gianfranco Tucci, Presidente della Commissione
“Per la Città dello Sport e della Partecipazione”.
dal 1954
Alessio Seminario
attività politica è ripartita da un mese e gli
L’
eventi e le manifestazioni estive sono ormai concluse; è tempo di tracciare un primo bilancio per capire cosa ha funzionato al meglio e cosa invece ha bisogno di correttivi. Ne abbiamo parlato con
Gianfranco Tucci, Presidente della commissione di
zona competente in materia.
Parliamo della “Bella Estate in Zona 9”: da
quanti anni si svolge e in che cosa consiste?
Ringrazio dell’opportunità concessami da “Zona Nove” per commentare le iniziative della Commissione
“Per la Città dello Sport e della Partecipazione”, da
me presieduta con la preziosa collaborazione del vice presidente Roberto Medolago. Per quanto riguarda la “Bella Estate in Zona 9” quella che si è conclusa il 7 settembre u.s. è stata la seconda edizione.
Prendendo atto che i cittadini che rimangono in città d’estate sono sempre di più e sono soprattutto anziani e che le periferie sono abbandonate a se stesse,
è evidente che il Cdz è chiamato a programmare sul
territorio momenti aggregativi serali con intrattenimenti di tutti i tipi. Le iniziative de “La Bella Estate
in Zona 9” sono state suddivise tra Villa Litta,
Cassina Anna,Villa Hanau,sede del CdZ,e il Centro
Girola, compresa la serata del 21 giugno come apertura dell'estate, che è stata la novità di quest’anno,
denominata “Solstizio d’Estate” ed organizzata insieme ad Enrico Borg, Presidente della
Commissione Cultura, che si è svolta in Villa Litta,
Cassina Anna, Antica Fonderia Napoleonica e La
Casa di Alex.
Il Comune organizza un’iniziativa simile nel
nome. Sbaglio o la paternità del titolo “La
Bella Estate” è del CdZ 9?
È vero il Comune organizza “La Bella Estate a
Milano” e poco importa se la paternità del titolo sia
del CdZ9 o del Comune. Quando in una riunione
dell'Ufficio di Presidenza proposi la prima edizione
della “Bella Estate in Zona 9” non sapevamo che il
Comune volesse organizzare una manifestazione
dal nome simile. Quello che a me interessa è che gli
spettacoli siano graditi ai cittadini.
Tracciamo un bilancio degli eventi susseguitisi nel corso dell’estate.
Il bilancio è positivo e colgo l'occasione per ringraziare i cittadini della zona di Bresso e Sesto San
Giovanni, che hanno assistito con grande interesse
agli spettacoli, le associazioni che hanno contributo
alla riuscita della manifestazione e l'Associazione
Canta Milano che si è presa cura di tutta la programmazione. Per quanto concerne la partecipazione abbiamo avuto serate, per fortuna poche, con una
partecipazione intorno alle 30 persone, mentre tutte
le altre hanno visto una presenza che è andata dalle 100 unità fino alle oltre 200. Sicuramente, per
l’edizione 2009, ci sarà da rivedere qualcosa sia nei
singoli spettacoli sia nelle ambientazioni. Molto comunque dipenderà dall’entità del finanziamento
che l’amministrazione centrale metterà a disposizione. Da parte mia c'e stata la richiesta all’Assessorato
di competenza di aumentare quanto ci è stato assegnato per il 2008.
Perché è importante organizzare “La Bella
Estate in Zona 9”?
Da quando Albertini propose la riduzione delle zone
da 20 a 9 le periferie sono state dimenticate, mentre
il centro della città è stato oggetto di molte attenzioni. Lo slogan che accompagnava la riforma del decentramento era “meno zone più vicini al cittadino”.
Ebbene, a distanza di 10 anni, vista la situazione attuale si potrebbe dire “meno zone più distanti dai cittadini”. E questo mi dispiace perché sono convinto
che le zone servano proprio per dare una risposta alle esigenze dei cittadini e questo potrà avvenire se ci
verranno riconosciuti le competenze, le risorse umane, le strutture, le disponibilità economiche. La maggioranza di centrosinistra che governa il CdZ 9 intende rispondere ai bisogni della cittadinanza sapendo che non sarà facile proprio per le motivazioni
sopra elencate.Iniziative quali la “La Bella Estate in
Zona 9”permettono di uscire la sera per passare momenti piacevoli con gli altri, un modo per riappropriarsi del territorio e per rendere i nostri quartieri
vivi e non dei dormitori. Ecco perché abbiamo organizzato “La Bella Estate in Zona 9” cercando di coprire i 10 quartieri che la compongono. Sia “La Bella
Estate in Zona 9”sia “Il Solstizio d’Estate”devono diventare appuntamenti fissi da ripetere ogni anno.
Quali altri eventi ha in programma la sua
commissione?
La Commissione che presiedo si occupa di Sport,
Tempo Libero ed Eventi Sociali. In questa ultima
parte dell'anno, abbiamo in cantiere molte iniziative, in larga parte legate allo sport, ma anche al tempo libero.Vorrei ricordare ad esempio la “2a Edizione
degli Stati Generali dello Sport in Zona 9” che si terrà verso la fine di novembre e i festeggiamenti per i
25 anni della Pro Patria.
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Per diventare guardie ecologiche
l Parco Nord partecipa al programma didattico inuone notizie per chi è interessato a diventaImossa
titolato “Il Parco per imparare”. L’iniziativa, pro- Bre una Guardia Ecologica Volontaria (Gev).
dalla Regione, prevede condizioni agevolate Il Parco Nord organizza il VII corso di formazioper le uscite nei parchi e l’invio di materiale didattico agli insegnanti. Soprattutto il Parco ha ideato un
proprio programma di educazione ambientale articolato su diversi temi: la Biodiversità, il Rileva-mento ambientale, il Piccolo giardiniere, il Percorso sensoriale,il Cervo Libero,gli Amici argentini e brasiliani, il Guardiaparco. Il programma è consultabile su
www.teleparconord.it.
Per informazioni: Massimo Urso, tel. 022410161, [email protected].
Volontari in ospedale con l’Avo
iutarsi per aiutare” questo il motto dell'Avo
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(Associazione Volontari Ospedalieri), che cerca persone capaci di donare un sorriso e solidarietà
ai malati in Ospedale. Allo scopo organizza il 102°
Corso di formazione per nuovi Volontari Ospedalieri. Il corso inizierà sabato 25 ottobre e proseguirà l'8,
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ONA NOVE 7
SANITÀ
a cura di Luigi Luce
Istituto Ortopedico Galeazzi all’avanguardia
nell’impianto delle protesi d’anca
E ora sconfitto anche il rischio postoperatorio della pericolosa trombosi venosa profonda.
’impianto di una proL
tesi all’anca è ormai
un intervento ben collaudato. Finora è però esistito un problema: il rischio postoperatoio di
una pericolosa trombosi
venosa polmonare.
Oggi però, in un convegno scientifico internazionale svoltosi di recente all’Istituto ortopedico
Galeazzi, è stato presentato un farmaco capace
di prevenire rischi di
questo genere.
L’Istituto Galeazzi, sito
nella nostra, zona ha sicuramente i numeri in
regola per quanto riguarda la ricerca e la clinica ortopedica. È il primo ospedale della Lombardia per numero di ricoveri ortopedici. Un paziente su cinque viene
da altre Regioni e il 6%
del totale degli interventi di chirurgia protesica
effettuati in Lombardia
si svolge qui. Un dato rilevante se si considera che la Lombardia è la Regione in cui si esegue ogni
anno il maggior numero di interventi
di protesi d’anca: 16.000 in rapporto ai
70.000 realizzati in Italia.
“Ogni anno - spiega il dott. Luigi Zagra, specialista in Ortopedia e organizzatore del convegno - nel nostro centro
vengono eseguiti circa 800 interventi
di protesi d’anca e 850 di ginocchio.
Questi interventi sono
però associati a un’elevata incidenza di trombosi venosa profonda,
una condizione molto pericolosa perché può portare all’embolia polmonare, causata dal distacco di un frammento del
trombo, l’embolo, che
raggiunge i polmoni, ostacola la circolazione e
può causare la morte. Da
qui l’assoluta necessità
di una profilassi farmacologica. Il trattamento
tradizionale per prevenire la trombosi venosa
profonda è rappresentato dalle eparine, efficaci
ma con lo svantaggio di
essere somministrate
con un’iniezione sottocutanea nell’addome”.
“La rivoluzione a cui
stiamo assistendo - continua il dott. Zagra - è
rappresentata da formulazioni più maneggevoli,
come quelle orali, che
aumentano la disponibilità ad accettare la terapia proposta
dal medico. Una di queste nuove molecole, il rivaroxaban, non solo ha dimostrato in importanti studi clinici internazionali di avere un’efficacia uguale o
superiore alle eparine, ma, a differenza
di queste ultime, è facilmente controllabile: un semplice esame del sangue,
eseguibile in qualsiasi laboratorio
d’ospedale, ne evidenzia l’efficacia”.
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via internet (notizie pratiche e logistiche, prenotazioni e
pagamenti di visite ed esami, consulti e cartelle mediche)
al primo posto c’è il Cardarelli di Napoli, al secondo il
Gemelli di Roma e al terzo l’ospedale di Niguarda, che supera di numerose lunghezze colossi come il San Raffaele, il
San Martino di Genova, il San Matteo di Pavia, le
Molinette di Torino, il Sant’Orsola di Bologna.
In particolare al Niguarda è possibile fare segnalazioni on
line sulle prestazioni ricevute e partecipare a una discussione con altri utenti.
Spiega Eugenio Quaini, cardiologo e consulente di ab
Medica, società che produce robot di sala operatoria e protesi e che ha promosso l’indagine: “Lo sforzo fatto dalla sanità italiana, in cui il web non era certo ai primi posti dell’innovazione, è lodevole. In un solo anno sono stati fatti
tanti miglioramenti”.
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Giulio Cerea - Paola Greco - Claudia Zanoni
(reparto Cure Palliative e Hospice dell’ospedale di Niguarda)
el marzo 2008 è stata avviata l’attività di ricovero
N
dell’Hospice “Il Tulipano” (reparto dell’Ospedale Niguarda
Ca' Granda di Milano), presso l’ex Ospedale Psichiatrico Paolo
Pini. Compito dell’Hospice, diretto dal dott. Ignazio Renzo
Causarano (direzione: tel. 02-64445115; fax 02-64445123; capo
sala: tel. 02-64445114; fax 02-64445125), è la cura del malato,
soprattutto oncologico ma non solo, in cui l’obiettivo principale
non è più la terapia della malattia, ma la cura dei sintomi: il
paziente viene accompagnato nelle ultime fasi della propria vita con un appropriato sostegno medico, infermieristico, psicologico e spirituale (è in questo contesto che più si realizza il lavoro di “équipe”) affinché possa viverle con dignità e possibilmente in assenza di sintomi invalidanti. Inteso come una sorta di
prolungamento e integrazione della propria dimora, l’Hospice
include pure il sostegno psicologico e sociale delle persone che
sono particolarmente legate al paziente (partner, familiari,
amici), per cui si può parlare dell’Hospice come di un approccio
sanitario globale, che va oltre all’aspetto puramente medico
della cura, normalmente intesa come finalizzata alla guarigione fisica (spesso non più possibile).
A partire da marzo sono stati assistiti oltre 100 malati, con una
media di durata del ricovero di circa 17 giorni. Il contesto familiare dei pazienti, come prevedibile, è il più diverso. Ci si muove da un estremo all'altro, ovvero da situazioni in cui il malato
ha sempre vicino a sé un familiare o un amico, fino a situazioni più difficili, in cui il malato è solo per la quasi totalità della
giornata. A questo proposito, dopo oltre 6 mesi di attività e dopo un adeguato “rodaggio” riteniamo opportuno completare
l’équipe multidisciplinare con una figura di estrema importanza nell’ambito delle cure palliative: il volontario.
Quello che quindi cortesemente chiediamo alla vostra redazione, conoscendo la capillarità di distribuzione del giornale e la
forte connotazione “comunitaria” di una rivista di quartiere, è
un incontro, secondo tempi e modi da voi indicati, per discutere l'eventuale possibilità di far conoscere al territorio la nostra
struttura e per invitare le persone interessate, previa opportuna informazione (e formazione), a intraprendere questo tipo di
percorso umano e assistenziale.
20162 Milano - via Ornato 7
Telefono 02 66100480
Cell. 335 8479475
E-mail: [email protected]
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COCKTAIL BAR
Si organizzano feste
private, di Compleanno,
laurea, Battesimi,
Comunioni, Cresime
sia con ricchi
Buffet personalizzati
che con pranzi
o cene a menù fisso.
Naturalmente accettiamo l’invito a divulgare la conoscenza
dell’opera, degli autori e degli strumenti di questa struttura così importante dal punto di vista sanitario ed etico (ndr).
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Anziani, attenti ai truffatori! Non fate entrare sconosciuti in casa vostra.
ONA NOVE
VITA E CULTURA
La vignetta di Giovanni Beduschi
5 ottobre: Giornata mondiale dell’andare a scuola a piedi.
GLI APPUNTAMENTI DEL MESE
a cura di Grazia Morelli
Chi intenda far pubblicare proprie iniziative in questa rubrica dovrà farne pervenire notizia entro il 20 del mese precedente l’uscita del giornale.
● GIOVEDÌ 9 OTTOBRE
Sassetti Cultura
Via Volturno 3
Tel. 0269002988
Triennale Bovisa
Via Lambruschini 31
Tel. 0236577801
Cassina Anna
Via S. Arnaldo 17
Tel. 0288465800
Art Action
Via Dante 15/A
Bresso
Palazzo comunale
Cormano
Sala consiliare
Villa Clerici
Via Terruggia 14
Hangar Bicocca
Via Chiese
Tel. 02853531764
Ex Paolo Pini
Via Ippocrate 45
Tel. 0266200646
Mostra collettiva Mistart. Fino al 12/10.
Orari: 15.30-18.30, tutti i giorni, festivi
compresi.
Il gioco del mondo, percorso interattivo di arte, poesia e musica, con S. Pappalettera. Fino
al 26/10. Orari: martedì-domenica 11-23,
chiuso il lunedì.
Mostra dedicata a G. Crepax: Valentina, la
forma del tempo. Fino al 1/2/09.
Mostra di pittura Verso nuove frontiere, di.A.
Vecchio. Fino al 17/10. Orari: lunedì-venerdì
9-19, mercoledì e sabato 14-19.
Mostra Lattine di birra - Bionde,rosse,brune,
dalla collezione di L. Allori. Fino al 16/10.
Orario: 18-20, chiuso domenica e festivi.
Alle 21, nell’ambito dell’“Ottobre manzoniano”, Sciascia e “La colonna in fame”, conferenza spettacolo con F. Cioffi e D. Villa.
Alle 15, incontro di studi su L’Ecomuseo urbano: una prospettiva culturale di integrazione sociale. Nell’ambito di “Niguarda in 10
giorni”, mostra Mondi locali. Fino al 10/10.
Per il progetto “Questions questions”,
Esposizione di installazioni di A. Jaar.
Alle 21.15, presso il Teatro “La Cucina del
Paolo Pini”, Pauline, con M. Paolini.
● VENERDÌ 10 OTTOBRE
Cassina Anna
Via S. Arnaldo 17
Tel. 0288465800
Teatro della
Cooperativa
Via Hermada
Argomm Teatro
Via G. Imperatore 40
Tel. 026437001
Fondazione Perini
Via Aldini 72
Tel. 3332703467
Alle 18, Come vedere un quadro (Il pittore osserva), laboratorio a cura di A. Vecchio. Prenotazione obbligatoria.
Alle 18, inaugurazione della Mostra di pittura di Giorgio Melzi. Fino al 12/10. Orari:
10.30-12.30 e 16-19.
Alle 21, La nuova colonia, di L. Pirandello, regia di G. Tramontana. Fino al 12/10.
Mostra fotografica Memoria storica e rinnovo
urbano.Fino al 30/11.Orari:martedì e venerdì 9-30-12, lun., merc., ven. 15-17.
● SABATO 11 OTTOBRE
Casa di Alex
Via Moncalieri 5
Alle 15, a conclusione delle manifestazioni
per il Centenario della Edificatrice Pratocentenaro,consegna di targhe e diplomi ai soci benemeriti e alle cooperative invitate.
● DOMENICA 12 OTTOBRE
Oratorio
Via De Martino
La Scighera
Via Candiani 131
Teatro Verdi
Via Pastrengo 16
Tel. 0227002476
Alle 15.30, partenza della marcia non competitiva Orma, organizzata dal Decanato di
Niguarda, con conclusione al Teatro all’aperto del Parco Nord.
Dalle 17, Ape-Baratto, mercato-scambio dell’usato.
Alle 16, alla sala Giraldi, L’Officina dei bambini presenta Milly e Molly - Diverse fuori
Uguali dentro.
● MERCOLEDÌ 15 OTTOBRE
La Scighera
Via Candiani 131
Prima serata del Torneo di ping pong.Le successive il 22 e 29/10.
● GIOVEDÌ 16 OTTOBRE
Sassetti Cultura
Via Volturno 3
Tel. 0269002988
Palazzo comunale
Cormano
Sala consiliare
La Scighera
Via Candiani 131
Da un progetto di A. Zanchi e L. Argentino,
L’amore è un cane che viene dall’inferno, a cura di M. Carminati. Fino al 30/10. Orari:
15.30-18.30, tutti i giorni, festivi compresi.
Alle 21, nell’ambito dell’“Ottobre manzoniano”, Veleno e vipere- Storie di pettegolezzi e
maldicenze, saggio dei partecipanti di
Cormano al corso di teatro curato da D. Villa
e L. Montanari.
Alle 21.30, Contro l’amore, incontro sul tema
con P. Cognetti e L. Iotti.
● VENERDÌ 17 OTTOBRE
Funakoshi Club
Piazza Nizza 5
Tel. 02 6887171
Cassina Anna
Via S. Arnaldo 17
Tel. 0288465800
Alle 19, workshop “ La verità sugli esseri celestiali e come aiutano gli esseri umani e la
Terra” con Sarabjit Kaur da Madrid.
Alle 15, apertura della Sagra della Süca.
Fino al 19/10.
La Scighera
Via Candiani 131
Teatro Verdi
Via Pastrengo 16
Tel. 0227002476
Alle 21.30, Concerto- incontro sul disagio
mentale E ti chiamaron matta.
Alle 21, Il Centro europeo teatro e carcere
presenta Lombardia Edge Festival, teatro, video, incontri ai confini del sociale.
Fino al 19/10.
● SABATO 18 OTTOBRE
Art Action
Via Dante 15/A
Bresso
Alle 18.30 inaugurazione della mostra
Portrose, miniature artistiche di autori
vari. Fino al 23/10. Orario: 18-20, chiuso
domenica e festivi.
● DOMENICA 19 OTTOBRE
Teatro Verdi
Via Pastrengo 16
Tel. 0227002476
Cine d’essai Osoppo
Via Osoppo 2
Tel. 0239261019
Alle 16, alla sala Giraldi, L’Officina dei bambini presenta Ouverture des Saponettes, concerto per bolle di sapone.
Alle 21.15, Onora il padre e la madre, di S.
Lumet. Anche il 20/10 alle 15-30 e 21.15.
● GIOVEDÌ 23 OTTOBRE
Teatro degli
Alle 21, Leonard Cohen, World Tour 2008.
Arcimboldi
Via dell’Innovazione 1
Tel. 899500022
● VENERD’ 24 OTTOBRE
La Scighera
Via Candiani 131
Teatro degli
Arcimboldi
Via dell’Innovazione 1
Tel. 899500022
Alle 22, Concerto jazz, di B. Caruso e F.
D’Auria.
Alle 22, La notte dei Pubblivori. Anche il
25/10.
● SABATO 25 OTTOBRE
Art Action
Via Dante 15/A
Bresso
Teatro Verdi
Via Pastrengo 16
Tel. 0227002476
Alle 18,30 inaugurazione della mostra collettiva Incisioni. Fino al 6/11. Orario: 18-20,
chiuso domenica e festivi.
Alle 16, alla sala Giraldi, L’Officina dei bambini presenta È pronto a tavola. Anche il
26/10.
Teatro San
Giuseppe
P.za S. Giuseppe 2
Tel. 02 6435672
La Scighera
Via Candiani 131
Alle 21, Milano-Napoli e ritorno, con G.
Bambozzi e P. Menechini, al pianoforte S.
Gelmetti.
Alle 15.30, L’Italia l’è malada - Canti e racconti dell’Italia agitata dalla fame, spettacolo
itinerante per le vie della Bovisa.
● DOMENICA 26 OTTOBRE
Cine d’essai Osoppo Alle 21.15, Non è un paese per vecchi, di E. J.
Via Osoppo 2
Cohen. Anche il 27/10 alle 15-30 e 21.15.
Tel. 0239261019
Teatro degli
Arcimboldi
Via dell’Innovazione 1
Tel. 899500022
Cassina Anna
Via S. Arnaldo 17
Tel. 0288465800
Alle 21, Burt Bacharach.
Simona Fais
ttobre, un mese di concerti al Teatro degli Arcimboldi.
O
Si comincia giovedì 23 con il “World Tour 2008” di
Leonard Cohen, di ritorno in Italia dopo 15 anni. Cohen è
uno dei più grandi autori rock dei nostri tempi assieme a
Madonna, John Mellencamp, The Dave Clark Five e I
Ventures. Cantante e autore celebrato ed elogiato, è emerso come talento agli inizi degli anni ‘60. Da ricordare gli album “Songs Of Leonard Cohen” (1967), “Songs Of Love And
Hate” (1970), “I’m Your Man” (1990), considerati dei classici del panorama musicale.
Si continua domenica 26 con Burt Bacharach, uno dei più
grandi compositori di ogni tempo, la leggenda americana che
ha scritto fra i più acclamati brani della storia della musica.
Una delle caratteristiche di Bacharach è la sua creatività
inesauribile: ha dato alla luce dozzine di classici intramontabili, in grado di competere con le opere di Porter, Gershwin o
Berlin. E se Frank Sinatra è stato l’unico cantante che potesse cantare una punteggiatura, Bacharach è stato l’unico
compositore che riuscisse a trasformare un accordo minore
nel suono di un cuore infranto.
Infine, come gradito intermezzo, venerdì 24 e sabato 25 torna la classicissima delle maratone: “La Notte dei
Pubblivori. Una notte lunga 500 spot”. Anche quello di quest’anno sarà un viaggio attorno al mondo in 4 ore e 500 spot
selezionati da una collezione di oltre 800.000 produzioni
provenienti da tutti i paesi del mondo, un patrimonio tanto unico quanto prezioso. Sul grande schermo si aprirà
un’ampia panoramica della creatività pubblicitaria mondiale, capace di regalare emozioni intense e fragorose risate con i suoi spot d’autore, le campagne sociali da elettroshock, i “cultcommercials” del passato e le novità del mercato mondiale.
A lezione di lingua brasiliana
resso l’associazione onlus “La Fabbrica dell’Esperienza”,
P
piazza San Giuseppe 12, viene organizzato un Corso di lingua e di cultura brasiliana, aperto a tutti. In Brasile si parla un
portoghese differente da quello parlato in Portogallo, ma pur
sempre simile sia nella grammatica che nelle parole. Solo la
pronuncia cambia sensibilmente.
Il corso, tenuto da due insegnanti brasiliane di madre lingua, si
svolge tutte le sere (dal martedì al venerdì) presso la suddetta
sede, dalle ore 19.30 alle ore 22. Le materie trattate sono: grammatica portoghese, pronuncia e conversazione, cultura brasiliana (musica, letteratura, folklore locale). Le lezioni si svolgono a
piccoli gruppi di studenti. I corsi sono aperti a tutti, giovani e
adulti. (A richiesta servizio di traduzioni e contatti commerciali con il Brasile). Dal 1° ottobre 2008 sono aperte le iscrizioni.
Per ulteriori informazioni: A. Schiavi 339-41.58.942 tutti i giorni dalle ore 9 alle ore 21.
Il Gis ONA NOVE informa
Renato Vercesi
Prima giornata della persona con disabilità e
portatrice di handicap, a cura del CdZ 9 e
Associazione Ledha.
● LUNEDÌ 27 OTTOBRE
Funakoshi Club
Piazza Nizza 5
Tel. 02 6887171
Concerti e notti di spot
agli Arcimboldi
Alle 21, per il ciclo “Curarsi col Cibo”, a cura
di M. Halsey, Gli stati dell’umore e il cibo.
● MERCOLEDÌ 29 OTTOBRE
Teatro Verdi
Via Pastrengo 16
Tel. 0227002476
Alle 21, La Casa dei racconti - Pigreco delta
presenta Tango. Fino al 9/11.
Centro Grivola
Via Grivola 30
Tel. 0264224600
Alle 15.30, inaugurazione di corsi
dell’Università della terza età. Le lezioni del
primo corso, intitolato Il segreto della vita e
che ripercorrerà le tappe fondamentali della
biologia molecolare da Darwin a oggi, si terranno il 4-11-18-25/11.
● DOMENICA 2 NOVEMBRE
Cine d’essai Osoppo Alle 21.15, Juno, di J. Reitman. Anche il 3/11
Via Osoppo 2
alle 15-30 e 21.15.
Tel. 0239261019
iprende l’attività del Gis. Le nostre proposte per la corR
rente stagione si sono completate con il balletto “La
Dame aux camélias”, musica di Fryderyk Chopin, in programma mercoledì 1 ottobre. Questo spettacolo è stato purtroppo annullato a causa di una agitazione del personale del
Teatro alla Scala. Per il rimborso dei biglietti rivolgersi alla
biglietteria del Teatro ubicata nella galleria sotto il sagrato
del Duomo.
Nel corso del corrente mese provvederemo a contattare il
Servizio Promozione Culturale del Teatro alla Scala, in modo da pubblicare le proposte per la stagione 2008-2009 sul
prossimo numero. Il Gis ha inoltre la possibilità di prenotare gli spettacoli del Piccolo Teatro, il cui programma è stato
da noi presentato sul numero di luglio.
Il Gis (Gruppo di Interesse Scala) è nato nel 2001 per iniziativa
dell’Associazione Amici di “Zona Nove” in collaborazione con il Servizio
Promozione Culturale del Teatro alla Scala. Il suo scopo è quello di programmare e realizzare percorsi formativi che abbiano come tema il Teatro
alla Scala e gli spettacoli proposti. Inoltre il Gis collabora con il Settore
Promozione Pubblico e Proposte Culturali per l’accesso agli spettacoli del
Piccolo Teatro, in particolare per quelli in programma presso il Teatro degli Arcimboldi. La segreteria del GIS “Zona Nove” è aperta tutti i mercoledì pomeriggio dalle ore 15.30 alle ore 18.00 presso la redazione del giornale in via Lanfranco della Pila 61. Per contattarci: Telefono: 026437568 (il
mercoledì pomeriggio) - Cellulare: 3283535160 - E-Mail:
[email protected] - Sito internet: www.niguarda.eu.
COOP LOMBARDIA - COOP LOMBARDIA - COOP LOMBARDIA
ONA NOVE
9
REPORTER DI
ONA
a cura di Bic
● La collina dei ciliegi in viale Sarca…
carponi e ramponi, ci sono. Thermos del thè
S
caldo alla grappa, pronto. Pile, giacca a vento,
calzettoni, tutto a posto. Cribbio! Avevo dimenticato la corda! Senza quella come si fa ad arrivare
in cima alla collina dei ciliegi? Il cestino, quello
non serve: le ciliege non ci sono. Dicono che qualcuno, impavido, sia arrivato in vetta. Sostengono
che ha incontrato lo yeti che raccoglieva edelweiss, bevendo altissima purissima levissima.
Ma io sono portato a dubitare che questo misterioso scalatore sia veramente riuscito nell’impresa. Per me, con Messner un po’ invecchiato, sarà
dura che qualcuno possa farcela. Aspetto fotografie che provino il momento storico.
● …e il prato dei topi in via Padre Beccaro
poco più in là, in via Padre Beccaro,
Irattintanto
c’è un terreno abbandonato dal quale escono
grossi come gatti, che inseguono i passanti. Dovevano farci un centro ricreativo, una casa per le associazioni. Niente, solo rottami, rifiuti ed erba incolta nel cuore di Tecnocity. Che
meraviglia, che spettacolo pensare che i co-
struttori, che qui hanno guadagnato carrettate
di soldi nell’operazione di trasformazione della
vecchia Bicocca, quando c’è da spendere due
soldini per realizzare qualcosa di buono per il
quartiere si ritrovano un braccino corto, ma così corto... che la coda dei topi che ho visto là
dentro è molto più lunga.
● Poveri bambini, vi è toccata la Gelmini!
overi bambini, vi è toccata la ministra
P
dell’istruzione tutta tagli e niente arrosto. Avendo letto che la scuola primaria ita-
Con questo numero “Zona Nove” passa da 26.000 a 31.000 copie,
diffondendo in più 5.000 copie comprendenti il supplemento dedicato all’Isola.
EVENTI CULTURALI
liana è a uno dei primi posti nelle classifiche
mondiali lei che fa? Zac, toglie un maestro,
trac, taglia 16 ore (mica bruscolini) di lezione,
e via così. Lo fa per risparmiare? Ma no, siete i soliti comunisti che criticano per partito
preso. Lei lo fa perché non le piacciono le diseguaglianze: la scuola privata italiana è giudicata tra le peggiori del mondo, quindi, facendo peggiorare anche quella statale, si risparmia la brutta figura a questo settore del
made in Italy. Poi si sa, se uno non è conten-
to, vada in trasferta a studiare! Anche lei, per
sostenere l’esame di stato è andata in Calabria. Ma allora, dite voi, gli appelli alla severità? Alla serietà? Non capite niente. Essendo
nazionalista e campanilista ha fatto l’Erasmus interno anziché andare all’estero. È lì
che ha potuto rendersi conto che la colpa dell’arretratezza della scuola è degli insegnanti
del sud (sic! e sigh!), che i bambini imparano
di più stando a scuola di meno, che più alunni ci sono in una classe e meglio è. Non dubito che avremo modo di conoscere altri aspetti interessanti del Gelmini pensiero. Se no
riusciremo a farle dare le dimissioni.
a cura di Giorgio Meliesi
ACCADDE A MILANO
A Niguarda per dieci giorni
a cura di Lella Ricordi
Una serie nutrita di iniziative culturali, sociali e artistiche organizzate
dal CdZ 9 per far conoscere l’Ecomuseo di Milano.
A
ll’inizio del mese di ottobre il Consiglio
di Zona 9 e la commissione “Per la
Città della Conoscenza”, presieduta da
Enrico Borg, con la collaborazione di molti
enti, comitati e associazioni (tra cui
Associazione Tramemetropolitane, Villa
Clerici, Gruppo di lavoro della Mappa di
Comunità, Teatro della Cooperativa, Anpi
di Niguarda, Associazione Ape Zona 9,
Associazione Tetide, Circolo familiare dei
Lavoratori, Comitato Soci Coop Ornato,
Laboratorio di Etnomusicologia e Antropologia visuale dell’Università degli Studi
di Milano, Trattoria California) hanno organizzato una importante iniziativa intitolata “10 giorni a Niguarda - Un’occasione
per conoscere l’Ecomuseo Urbano di
Milano”.
L’insieme di eventi culturali, sociali e artistici che ha dato vita alla prima edizione di
“Niguarda in 10 giorni” è appunto stata
una delle tappe di avvicinamento alla costruzione di un Ecomuseo Urbano a
Milano. A partire proprio da Niguarda dove questo processo ha preso avvio nel 2007
grazie al sostegno del Consiglio di Zona 9 e
al supporto della Società Edificatrice
Niguarda.
Che cos’è un ecomuseo urbano?
È un progetto teso a valorizzare il patrimonio materiale e immateriale attraverso un
percorso di ricerca sulla memoria, sulla storia locale e su ciò che di tutto questo è ancora riconoscibile sul territorio.
Un progetto da realizzarsi con il contributo
attivo della cittadinanza che è il primo e
più prezioso patrimonio dell’ecomuseo urbano. Non perché si disdegnino edifici storici, opere d’arte o ambienti naturali, tutt’altro, ma perché la conoscenza e la difesa di
questi tesori passa attraverso il vissuto di
ogni singolo individuo e quindi attraverso
la raccolta e l’interpretazione di memorie,
saperi e tradizioni orali indispensabili a
preservare e in molti casi a rifondare una
cultura della tutela.
Ecco allora che l’ecomuseo consente di sperimentare nuove forme di tutela partecipata dei beni presenti sul territorio, significativi per la storia locale e il tessuto sociale
del quartiere. Ovvero di quel patrimonio
diffuso di vite, conoscenze e paesaggio urbano - con particolare attenzione al ‘900 - non
ancora del tutto scritto e codificato.
“Niguarda in 10 giorni” è stata l’occasione
per raccontare cosa è stato fatto nel primo
anno di vita dell’Ecomuseo Urbano di
Milano-Niguarda. Dieci giorni di appuntamenti, negli spazi settecenteschi di Villa
Clerici, per entrare nel vivo di un’esperienza che, grazie al Consiglio di Zona 9, ha individuato nello storico quartiere di Niguar-
ONA NOVE 10
● 12 ottobre 1948: la Fondazione Don Gnocchi
on Carlo Gnocchi, reduce dalla guerra
D
in Russia, appena toranto in Italia crea
la Fondazione Pro Infanzia mutilata. Il suo
scopo: assistere i bambini mutilati dalla
guerra. La Fondazione, che sarà riconosciuta il 26 marzo 1949, dal 1951 si chiamerà
Fondazione Pro Juventute e dal 1998
Fondazione don Carlo Gnocchi.
● 9 ottobre 2003: muore a 97 anni l’editore Ulrico Hoepli
ato a Milano nel 1906, discendente di
N
una famiglia svizzero-tedesca, arrivata
in Lombardia nel 1867, Ulrico è pronipote
dell’omonimo fondatore della casa editrice,
e dal 1931 vi lavora. Specializzata nella divulgazione della cultura tecnologica e
scientifica, la Hoepli è nota soprattutto per
i suoi manuali.
● 9 ottobre 2003: muore Walter Pinnetti, in arte Walter Valdi
aldi, l’inventore del cabaret milanese, è
V
autore di grandi successi musicali come
“Il palo della banda dell’Ortica” e “Il caffè
da un terreno fertile dove cominciare a mettere radici, pur nella consapevolezza che solo in virtù della sollecitazione forte dell’amministrazione comunale potrà moltiplicarsi
su tutta l’area urbana.
La ricerca sulla memoria, processo in fieri
di ricostruzione di storie individuali e collettive, di archiviazione di materiali attraverso cui leggere e interpretare il territorio,
è il leit-motiv dell’intero programma.
Un calendario fitto di incontri, visite guidate, workshop, cene narranti, mostre per conoscere da vicino l’Ecomuseo.
Gli incontri dedicati alla Mappa di comunità, strumento prezioso per immergersi nelle pieghe del quartiere, per iniziare a prendersene cura attivamente, trasformando il
proprio attaccamento in una rappresentazione pubblica condivisa e socialmente utile, ma dedicati anche al confronto con esperienze ecomuseali per molti versi affini; le
visite guidate a tema, condotte per le vie di
Niguarda da chi questo quartiere lo conosceva ieri e ci aiuta a conoscerlo e riconoscerlo oggi; le cene narranti che si svolgeranno con la complicità dello staff del
Teatro della Cooperativa in alcune trattorie
del quartiere; le mostre, “Mondi locali” in
primis, frutto del lavoro di un gruppo di
persone aderenti alla rete informale “Mondi
locali” che riunisce una trentina di ecomusei ed enti italiani ed europei, ma anche
quella che si realizzerà con il contributo di
tutti coloro che vorranno partecipare al progetto di Ecomuseo, portando una foto, un
oggetto, una testimonianza.
della Peppina”. Nato il 20 agosto 1930 in un
palazzo seicentesco di Cavenago (oggi sede
del Comune) da padre avvocato, piccolissimo si trasferisce con la famiglia a Milano,
in viale Monza. Diventa avvocato e si iscrive alla scuola di mimo del Piccolo Teatro.
Attore di cinema e teatro, dopo una partecipazione in tv alla “Fiera dei sogni” con Mike
Bongiorno, il salto al Derby, il tempio del
cabaret milanese. Fra i compagni di scena
influenzati dal suo stile e dalla sua creatività Jannacci, Villaggio, Pozzetto. Con
Giovanni Danzi crea uno show a due di notevole successo, “Lassa pur ch’el mond el disa”. Il suo era un umorismo freddo e speciale di cui “Il palo della banda dell’Ortica” era
il tipico esempio, ma non l’unico (basti pensare al monologo dei gemelli belli, travolti
da un’auto di lusso che ispira la curiosità
dei passanti assai più delle vittime). Fra le
canzoni milanesi più note e riuscite del suo
repertorio “La busa noeuva”, “Quand s’eri
giovina”, “La macchina” (esilarante descrizione di un marchingegno inutile), “Il difetto”, “Quand Milan l’era Milan”, “Ringhera”,
“La Svizzera»”; fra quelle in lingua “La ballata del milite ignoto”; fra quelle per bambini “Cocco e Drilli”, “Il caffè della Peppina”.
La commedia “Ciappa el tram balorda”
scritta con Carletto Colombo tenne banco
per centinaia di repliche, mentre fu chiamato come attore in vari film fra cui “Un certo
giorno” di Ermanno Olmi, “Storie di vita e
malavita” di Lizzani, “Ho fatto splash” e
“Domani si balla” di Maurizio Nichetti. Può
servire a ricordarlo una sua battuta: “Del
giornale leggo sempre i necrologi e i cinema. Se è morto qualcuno che conosco, vado
al funerale. Se no vado al cinema”.
● 7 ottobre 2007: muore Cepparo, il padre della Stramilano
enato Cepparo è imprenditore noto soprattutto per aver legato il proprio noR
me a diverse iniziative in campo sportivo e
culturale, e in particolare alle marce non
competitive ed alla Stramilano. Nato a Mi-
lano il 2 maggio 1916, Cepparo finanzia e
organizza anche la prima spedizione italiana in Antartide, con lo scopo di far entrare
l’Italia nel gruppo di Stati aderenti al
Trattato Antartico.
● 8 ottobre 2007: muore il giornalista Brunello Tanzi
anzi è cronista sportivo di punta nella
T
“Notte” di Nino Nutrizio e vicepresidente dell’Ordine dei Giornalisti della Lombardia dal 1965 al 2004 (per 39 anni con le
presidenze De Martino ed Abruzzo). Nato a
Calolziocorte (Lecco) nel 1923, inizia la sua
attività giornalistica nel 1945 con la
“Gazzetta dello Sport”. Successivamente
collabora con numerosi giornali, tra i quali
“TempoSport”, “Corriere lombardo”, “Stadio
e Totocalcio”, “Notte”, “Calcio lombardo” in
veste di direttore.
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EDILIZIA SCOLASTICA
a cura di Monica Landro
Inaugurata la nuova “Pianell”
con una festa, una mostra e un libro
Alla presenza del sindaco e del presidente del Cdz 9, l’elementare Carlo Poerio è tornata ad accogliere i suoi piccoli studenti.
Ci sono voluti tanti anni di denunce del degrado dell’edificio da parte dei genitori, 800 giorni di lavoro e circa 3 milioni di euro
per recuperare l’istituto costruito nel 1928.
lle ore 10.30 del 29 settembre la scuola è letteralmente in agiA
tazione, con alunni sorridenti, in ordine per classe e tutti rigorosamente con la maglietta ufficiale della scuola con tanto di
stemma dell’istituto, con maestre, commesse e segretarie, tutti felici per essere tornati nella loro scuola dopo 3 anni passati alla
“Falcone e Borsellino”. Vista la presenza all’inagurazione del sindaco Letizia Moratti, ci sono molti fotografi e telecamere. Una bella atmosfera di festa e soddisfazione per gli anni di attesa ed il risultato finale, sotto gli occhi di tutti.
Un ingresso ampio ed importante, con soffitti molto alti a
cassettoni, sapientemente recuperati per ridare l’antico
splendore alla scuola, resi ancora più evidenti da un’illuminazione di ultima generazione, dà la sensazione di entrare in
una scuola d’altri tempi.
Alle 11 Moratti fa il suo ingresso accompagnata da Mariolina
Nel 1928
Moioli, assessore alla Scuola, Famiglia e Politiche Sociali, e Bruno
Simini, assessore ai Lavori Pubblici. Sono presenti anche il nostro Presidente di Zona 9, Beatrice Uguccioni, il consigliere Pierluigi Angiuoni in rappresentanza del presidente della Provincia,
Filippo Penati, il consigliere comunale Marco Cormio (fra i promotori della sistemazione della scuola), il parroco della vicina
parrocchia, tecnici del Comune fra cui l’arch. Ferbach e il Direttore Lavori arch. Leoni, l’arch. Giovanna Azzarello, progettista e
direttore artistico, e le mamme che a suo tempo (la prima manifestazione dei genitori della scuola è datata 6 giugno 2003!) hanno fatto sentire la loro voce con in prima fila l’arch. nonché genitore Roberta Coccoli.
Il dirigente scolatico Gabriele Marognoli fa una breve ma sentita
presentazione dell’istituto con un excursus veloce di questi anni
di lavori, ma soprattutto con un accenno a quell’umanità passa-
Ieri
ta lì negli anni della guerra tra bombardamenti e desiderio vero
e vivo di imparare e di sapere. Prende poi la parola il Sindaco che
pone l’accento sul risultato ottenuto da questi anni di lavoro nato dalla collaborazione di tutti. “Il valore del recupero di questa
scuola sta nell’amore e nel rispetto per le cose belle. Viviamo questo momento come una grande comunità, che deve lavorare insieme per raggiungere gli obiettivi”.
Dopo la preghiera di benedizione dell’edificio e il taglio del nastro,
la consegna alle autorità cittadine presenti di un libro predisposto in occasione degli ottanta anni della nascita della scuola. Esso
contiene i documenti presentati in un’apposita mostra allestita
all’interno della scuola, che documenta come era il quartiere prima della scuola, le prime pagelle, le prime foto d’epoca, e poi la
battaglia che hanno fatto i genitori per far sistemare la scuola con
articoli sui giornali, “Zona Nove” compreso.
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Ottobre, il mese della vista
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ONA NOVE 11
EVENTI CULTURALI
Il collezionista di… bionde, rosse e brune
Una curiosa mostra di lattine di birra alla galleria Art Action di Anna e Gero.
Valeria Casarotti-Teresa Garofalo
l collezionismo è un fenomeno assai diffuso, dettato da biIleziona
sogni di carattere estetico, scientifico e psicologico. Si colper motivi di lucro ma più spesso anche solo per
motivi affettivi, per passione e per divertimento: per molti
infatti è un gioco che occupa piacevolmente la vita. Ha origini molto lontane se pensiamo che già principi e potenti
dell’antico Egitto si dedicavano a questo hobby. Il faraone
Amenhotep III, ad esempio, è passato alla storia per la sua
preziosa collezione di oggetti di smalto azzurro.
Oggi la “mania” del collezionismo è diffusa in tutti i ceti sociali. Si va dagli oggetti più tradizionali, monete, francobolli, quadri, automobili d’epoca a quelli più bizzarri, biglietti
d'invito, bottoni, pettini, portachiavi, bustine di zucchero,
tazzine da bar, tappi di bottiglia ecc. A questa passione è legata l’originalissima mostra inaugurata il 27 settembre
nella galleria Art Action di Bresso, una mostra colorata e
allegra dove le opere d’arte non sono tele ma lattine, centinaia di lattine di birra dalla grafica festosa e spumeggiante. È solo una piccola parte della ricca collezione che Luigi
Allori ha raccolto in ogni parte del mondo: dai paesi europei, dagli Stati Uniti, dal Canada, da Cuba, dall’America
Latina fino all’Australia e a Tahiti.
Ma perché collezionare proprio lattine da birra? “Io non
butto via niente di quello che mi capita fra le mani”, afferma Allori. “Tanto che nei momenti di buonumore mia moglie mi dice che per tenere tutto quello che ho ci vorrebbe
un castello. In particolare adoro le miniature dove in poco
spazio viene condensato tutto un mondo di forme e di colori meravigliosi. Pensate ad esempio alla bellezza dei capilettera degli incunaboli medievali, alla pittura analitica, alle moltitudini formicolanti della pittura di Brueghel, oppure alle pellicce e alle dentature delle tigri degli incubi di
Ligabue, tutte particolareggiate e rifinite. Dall’amore per
le miniature nascono molte delle mie collezioni, le strisce a
fumetti degli anni ‘40-‘50 di Topolino, Mandrake, l’Uomo
Mascherato, Cino e Franco, le vignette di Jacovitti tratte
Luigi Allori fra le sue
lattine e i suoi boccali.
Anna Maria Indino, direttrice di Art Action.
dal suo mondo assurdo e surreale, i pins soprattutto riproducenti oggetti del cinema, le locandine di film in formato
ridotto, francobolli dedicati a Hollywood e a Cinecittà. E potrei continuare perché colleziono anche penne stilografiche,
in particolare quelle di ispirazione celtica molto decorate, e
le Ombre Cinesi impreziosite da delicati arabeschi. Le lattine di birra potrebbero sembrare oggetti di poco conto, in
realtà sono vere e proprie miniature che trovo affascinanti
perché ognuna ha la sua personalità, un suo racconto, una
sua essenza particolare, i suoi colori, le sue forme”.
E infatti, osservando quelle in mostra, scopriamo la bellezza
dei paesaggi, degli animali, delle figure umane, delle composizioni astratte o simboliche “cesellate” sulle lattine, l’accostamento dei colori, la grafica accurata che le accompagna.
Sono davvero tutte miniature bellissime e deve essere stato
difficile scegliere quali esporre in mostra. “Ho scelto in base
alla bellezza grafica e alla rarità, privilegiando lattine non
più reperibili nemmeno nel paese d'origine, lattine che risalgono anche a 40 anni fa. Ho tenuto poi conto della loro provenienza e infine… concedetemelo, della faziosità del collezionista. La lattina con i colori dell’Inter è graficamente bella e la squadra è grande. Per me è stata comunque una scelta difficile perché ad ognuna delle mie oltre 1000 lattine è legato un ricordo, un’esperienza, una storia e comunque… tanta fatica. Le ho raccolte girando il mondo e per poterle trasportare ho dovuto prima ‘scolarle’ tutte. Pur alleggerite, restavano comunque un bagaglio ingombrante”.
Una mostra atipica e curiosa questa di Luigi Allori, fuori
dagli schemi, che vale la pena di visitare anche per l’ambiente fantasioso che la ospita. Ad accogliere il visitatore ad
Art Action un mare di colori alle pareti, festoni, un coperchio di una vecchia botte di birra in legno e, in sintonia, il
ricordo prezioso di una Oktober Fest in un quadro frizzante e brioso del pittore Gero Urso. Un’atmosfera allegra e
spumeggiante anticipata dall’originale scenografia della
vetrina, dove fanno bella mostra di sé bellissimi boccali di
birra disposti ad arte da Anna Indino, direttrice della galleria. La mostra sita a Bresso, in via Dante, resterà aperta
al pubblico fino al 16 ottobre.
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Angela Vecchio verso Nuove Frontiere
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n appuntamento che si rinnova ormai da molti anni a cadenza biennale
U
è quello con Angela Vecchio, un’artista della nostra zona, pittrice passionale ed estrosa che ci riserva ogni volta nuove sorprese.
Pittrice dinamica e curiosa, Angela Vecchio sempre alla ricerca di tecniche e
accostamenti di colori e di linee originali, ama affrontare esperienze diverse
passando da opere squisitamente figurative a quelle più rarefatte in cui le
immagini, quasi informi e incorporee, sembrano rappresentare piuttosto che
la realtà, stati d’animo, emozioni, reminescenze, riflessioni e fantasie.
Una nuova mostra della pittrice, costituita da tele e da porcellane dipinte, sarà ospitata dal 4 al 17 ottobre nelle suggestive sale della
Biblioteca Cassina Anna, ad Affori, e ha un titolo decisamente attraente: “Verso Nuove Frontiere”.
È infatti un bel viaggio nelle invenzioni pittoriche dell’artista e nei suoi due
mondi paralleli, quello della realtà e quello dell’immaginario. Alla mostra è
anche legata una singolare iniziativa: venerdì 10 ottobre alle ore 18 Angela
Vecchio terrà un laboratorio per guidare il pubblico “a visionare e osservare
un quadro attraverso un’ottica nuova, quella del pittore, avvalendosi di proiezioni di quadri di diversi stili ed epoche, alla scoperta della composizione,
colore, pennellata ed espressione…”.
Il laboratorio è gratuito ma è necessario prenotarsi al numero telefonico 02 88465800.
Via Cesari 19, Tel 02 6422188
Direttore Sanitario: Dott. Sergio Ghidinelli
A destra il quadro di Angela Vecchio intitolato “Toccata e fuga”.
ONA NOVE 12
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COOPERAZIONE/1
COOPERAZIONE/2
a cura di Roberto Braghiroli
Edificatrice di Pratocentenaro
Una bella storia lunga un secolo
La Cooperativa di via Val Maira compie i primi cento anni della sua storia, festeggiandoli
a dovere. Facciamo col suo ultimo presidente, Luigi Introini, un salto nel passato.
Con un occhio puntato verso il futuro. Da protagonista.
U
na bella storia lunga un secolo, quella della
Cooperativa Edificatrice di Pratocentenaro. Era
il 14 ottobre 1908, infatti, quando i soci fondatori si
riunirono presso lo studio del notaio Guasti per sottoscrivere l’atto di fondazione. In questi cento anni
sono successe tante cose. Proprio alla vigilia dei festeggiamenti, quindi, che si terranno nei primi due
fine settimana di ottobre, ripercorriamo un po’ di
storia recente, con un tuffo nel passato e un occhio
puntato sul futuro. Lo facciamo assieme a Luigi
Introini, ultimo presidente dell’Edificatrice di
Pratocenaro e attualmente vicepresidente di C.Ab,
Cooperativa di Abitanti Pratocentenaro e Sassetti,
nata dalla fusione, avvenuta un anno fa, delle due realtà.
La prima domanda è personale: perché si è avvicinato al mondo cooperativo?
Sono nato a Magenta, ma ho sempre abitato in zona. Mio papà
Giuseppe, uno dei fondatori del Circolo Àncora di via Moncalieri, era
operaio alla Pirelli, mentre mia mamma Gemma era la custode dello
stabile di via Latisana 6, dove abitavamo. Conosco quindi il quartiere
e le persone e da sempre sono legato a un certo modo di pensare. Sono
diventato socio della Pratocentenaro nel ‘75, nel ’78 sono entrato nel
consiglio d’amministrazione per diventare, esattamente vent’anni dopo, presidente.
Che cosa ha rappresentato la Cooperativa di Pratocentenaro
per il nostro quartiere?
La Cooperativa ha offerto a tantissime persone la possibilità di una casa in cambio del pagamento di un affitto in godimento, a basso costo,
vita natural durante.A inizio anni ’80, tra l’altro, siamo stati tra le prime cooperative a introdurre la proprietà mista: alcuni appartamenti
erano in affitto e gli altri in vendita, perché dovevamo affrontare, seppur con mezzi limitati, gli effetti della cessazione della Legge 167 sul finanziamento agevolato alle cooperative.
E qui iniziano i primi problemi…
Già. La gente che ha scelto di acquistare la casa, a un certo punto,
si trova alle prese con il rialzo dei tassi di interesse dei mutui.
Qualcuno pretende di avere lo stesso la casa, facendo prevalere di
fatto l’interesse privato rispetto a quello comune. Questo ci ha creato qualche problema. Poi, tra la fine degli anni ’80 e l’inizio degli anni ’90, la Cooperativa entra davvero in crisi: molte persone hanno
voluto ottenere, sfruttando un’apposita norma, la proprietà degli
alloggi in cui vivevano, che fino a quel momento erano in affitto.
Questa situazione di incertezza ha rischiato seriamente di metterci in ginocchio: non solo abbiamo perso il nostro patrimonio immobiliare, ma abbiamo rischiato di perdere anche quello finanziario;
molti soci, infatti, hanno ritirato i propri risparmi depositati presso
di noi impoverendo, di fatto, la cooperativa.
E poi che cosa è successo? Qual’è la situazione,
adesso?
Ci siamo ripresi. Nel 1998 siamo stati tra i promotori del
Consorzio Cooperativo Ca’ Granda, che proprio qui, in
via Val Maira, ha avuto la sua prima sede prima di trasferirsi in piazzale Maciachini. Il Consorzio, al quale partecipano, tra le altre, realtà cooperative di zona come
l’Edificatrice di Niguarda, la Sassetti e l’Unione Operaia,
è stato costituito per affrontare programmi di riqualificazione urbana di grandi dimensioni che le singole cooperative,da sole,non avrebbero potuto affrontare.Tra i progetti terminati cito il complesso di via Caianello con 8 alloggi su 48 in affitto bloccato sulle fasce di reddito e il
Villaggio Grazioli, 248 appartamenti di cui 120 in affitto. Quest’anno
sono partiti, inoltre, i lavori per la costruzione del Villaggio Scarsellini.
L’ultimo anno è stato importante anche per un altro motivo, la
fusione con la Cooperativa Sassetti che ha dato vita alla C.Ab,
la Cooperativa di Abitanti Pratocentenaro e Sassetti.
Ci siamo uniti per creare una struttura più grande, in grado di affrontare le sfide che ci attendono con risorse e opportunità maggiori.
Tra i progetti in corso, come Cooperativa di Abitanti Pratocentenaro
e Sassetti, c’è la costruzione del complesso di via Comune Antico, 52
alloggi in classe A - il massimo dell’efficienza energetica - che sarà
terminato nel 2010.
Insomma, vi state preparando a festeggiare il centenario nel
migliore dei modi…
Direi di sì, negli ultimi anni siamo stati molto attivi: abbiamo ristrutturato gli stabili di via Val Maira 4 e 6 costruendo le nuove
mansarde e abbiamo ridato vita ai locali dell’ex Circolo Ancora di
Via Moncalieri, che è diventata la Casa di Alex, un luogo di aggregazione importante per tutta la zona, dove si tengono eventi, rassegne, concerti e corsi. Proprio la Casa di Alex sarà la sede dei nostri
festeggiamenti del centenario.
Parliamone, allora, del centenario…
Abbiamo preparato un libro, Cent’ann e on toc, che abbiamo intenzione di regalare a tutti i nostri soci, nel quale viene raccontata tutta la storia della cooperativa. Inoltre, per i soci meritevoli, quelli con
il più alto grado di anzianità, c’è una stampa appositamente realizzata per loro.
Il presente, quindi, è roseo. E il futuro come lo vede? Tra cent’anni ci sarà ancora una cooperativa?
Sì, ci sarà ancora una cooperativa. Per quanto ci riguarda, proseguiremo sulla strada dell’aggregazione con le altre realtà e chissà che il
Consorzio Cooperativo Ca’ Granda non possa diventare un’unica grande struttura.
Lo sapremo tra cento anni. O forse anche di meno. Nel frattempo, tanti auguri. E buon lavoro.
In via Ornato a ottobre
aperto tutte le domeniche
Valeria Malvicini
era una volta un piccolo spaccio cooperativo in
C’
via Hermada, con forno e cantina, poi ne sono seguiti altri, in via Val di Ledro, in via Ornato, in via
Adriatico, in via Lanfranco della Pila… tutti della
Cooperativa “L’Ancora”. Allora ogni paese, ogni quartiere aveva la sua cooperativa di consumo: la nostra
era appunto “L’Àncora”.
Questa realtà che aveva consentito alla cooperazione
di superare periodi molto duri come quelli del fascismo, non sarebbe sopravvissuta quando in Italia incominciarono ad aprire i primi supermercati.
Di fronte a queste strutture grandi, organizzate modernamente, i nostri piccoli spacci cooperativi cominciarono a perdere terreno. Nonostante l’impegno dei
loro dirigenti, si trovarono presto in grande difficoltà e
con situazioni economiche pesanti.
Allora, di fronte alla concorrenza sempre più agguerrita si decise di riunire le energie prima attraverso la
creazione di una centrale di acquisti, Coop Italia, poi
iniziando un processo di fusione delle cooperative.
Fu un cammino lento e non indolore che portò alla
creazione di Coop Lombardia ed alla necessità di realizzare strutture più grandi e più competitive. Ecco allora che venne sfruttata l’opportunità di aprire il supermercato di via Ornato che il precedente operatore
commerciale stava lasciando.
Ora il negozio, dopo anni di intenso lavoro, è stato interessato da una importante ristrutturazione, avvenuta senza privare i soci e i clienti del servizio.
Certo i disagi ci sono stati, ma ora il punto vendita si
presenta completamente rinnovato sia nell’offerta sia
nei servizi e in grado di rispondere alle esigenze degli
anziani che non possono usare la macchina ed andare
nei grandi centri commerciali, ma anche a quelle delle
famiglie con poco tempo a disposizione e che tengono
conto anche dei costi che ha raggiunto la benzina: vicino
a casa può essere meglio. Recentemente è stato inserito
sperimentalmente anche il pesce fresco confezionato.
Per un miglior servizio il negozio rimarrà aperto tutte
le domeniche fino alla fine di ottobre, il giorno 5 tutto
il giorno, in concomitanza con la festa del quartiere,
con omaggio di fragrante baguette, la mattina nelle altre domeniche.
COOP LOMBARDIA - COOP LOMBARDIA - COOP LOMBARDIA
ONA NOVE 13
LA
ONA CHE CAMBIA
Ecco i progetti per la riqualificazione urbanistica
delle aree residue della Bicocca
Ma non si placano le critiche al nuovo quartiere, che viene definito grigio e freddo. Scrive l’architetto Jacopo Gardella: “Guardando
i due progetti finalisti ci si accorge che non esistono più le strade lungo le quali transitare e fare acquisti, né le piazze entro le quali sostare
ed incontrarsi. Si è persa la stretta connessione fra abitazioni private e strada pubblica”.
Andrea Bina
nando lungo le strade di un vecchio paese ci sentiamo felicemente
in famiglia”.
Ma torniamo ai due progetti finalisti per esaminarli e proclamare
il vincitore. Per rinfrescare la memoria ricordiamo che sull’area,
inizialmente destinata a ospitare
l’istituto neurologico Besta, verrà
realizzata a partire dal 2009
un’area urbana composta da residenziale, commercio e un ampio parco di quasi 24000 mq con
il vincolo, secondo quanto afferma Pirelli Re, che le nuove residenze dovranno dialogare con il
verde, avere un mix di tagli abitativi, una sostenibilità energetica ed un’integrazione tra spazi
pubblici e privati.
Il progetto di Cino Zucchi non prevede torri ma edifici in linea che si
snodano nel parco per garantire
una continuità visiva con l’ambiente circostante creando viste
privilegiate fra il vuoto e il costruito. Viene rafforzata l’immagine
dell’isolato posizionando i volumi
principali lungo il perimetro dell’area oggetto dell’intervento e
proponendo all’interno un sistema di corti verdi pubblico-private
sulle quali fare affacciare le abitazioni. Per alleggerire l’impatto delle nuove edificazioni si ricorre alla
variazione di materiali e cromie
delle superfici esterne ottenute
utilizzando pannelli in legno, intonaco ed elementi verdi ed inserendo ampi balconi.
Diverso l’aspetto del progetto di
Sergio Pascolo, allievo di Vittorio
Gregotti, che punta a una forte
continuità con l’architettura della
Bicocca. A differenza dell’altro
progetto, quello di Pascolo si connota per la forte omologazione con
il piano Bicocca, una naturale continuazione della griglia del quartiere. Gli edifici di questo secondo
progetto sono torri compatte, collegate a tratti da una piastra monoplano con funzioni commerciali, molto chiuse, con minime bucature e a
quota zero viene proposta la realizzazione di portici che mediano il passaggio dalla zona pubblica a quella privata dei condomini.
E il vincitore? Giovedì 25 settembre su diversi organi di informazione nazionali - fatto normale visto che il progetto movimenterà
qualcosa come 250 milioni di euro - è apparsa la notizia che la commissione ha proclamato vincitore Sergio Pascolo. Ma, con una decisione all’italiana senza volere offender nessuno, delle 8 torri alte 50
metri che verranno realizzate in un parco di 30mila mq, secondo
quanto prevede il masterplan, ordinato e rigoroso in continuità con
la maglia urbanistica del quartiere di Pascolo, tre, quelle posizionate lungo il fronte prospiciente via Piero e Alberto Pirelli, verranno
progettati da Pascolo, due da Zucchi, scelta presa per evitare una
eccessiva uniformità edilizia con il resto del quartiere, mentre le rimanenti tre potranno essere affidate ad altri studi di architettura
italiani con esperienza nel residenziale. Ci fa piacere notare che, a
prescindere dal progettista, tutte le nuove edificazioni saranno di
Classe A per rispondere al programma di edilizia ecosostenibile.
l termine di un concorso che
A
ha visto la partecipazione di
sette prestigiosi studi di architettura italiani, sono stati esposti all’Urban Center i due progetti finali per il completamento
urbanistico-architettonico dell’area Pirelli-Bicocca, uno dell’architetto Sergio Pascolo e l’altro
del suo collega Cino Zucchi. E
ora tra i due concorrenti è stato
scelto, da una commissione composta da rappresentanti della
Pirelli Re, della pubblica amministrazione, delle associazioni
del quartiere, urbanisti, sociologi
ed ambientalisti, il nome del vincitore. Prima di esaminare i progetti finalisti, di cui pubblichiamo alcune simulazioni, e annunciare quello sorteggiato facciamo
un passo indietro.
“Zona Nove” non ha mai lesinato critiche ai criteri di riqualificazione delle aree precedentemente occupate dagli stabilimenti della Pirelli anche se
progettati dal grande architetto di fama internazionale
Vittorio Gregotti. Non ci è mai
piaciuta in particolare la freddezza del nuovo quartiere, la
mancanza di spazi di aggregazione, la pochezza e la scarsa
fruibilità degli spazi verdi e
quella discutibile mescolanza
di edilizia privata, universitaria, del terziario avanzato con
la ciliegina del Teatro degli
Arcimboldi. Purtroppo per il
progettista e per Pirelli Re le
critiche non arrivano solo dal
nostro piccolo giornale di zona anche da importanti organi di informazione nazionale
che ospitano i commenti di
professionisti del settore e
personalità dalle indubbie capacità e competenze.
Ultimo in ordine di tempo Jacopo
Gardella, architetto di grande prestigio, che su “Repubblica” afferma
che entrambi i progetti finalisti rispecchiano una medesima e infelice
immagine di città, derivata da un processo di volgarizzazione e di degenerazione del Movimento Moderno di Architettura.
“Una città - scrive Gardella - costituita da alti edifici a torre, isolati fra
loro e distribuiti nel verde frammentario e discontinuo che non possiede né l’intimità del giardino né la vastità del parco. Una città in cui le
strade, tracciate in questo verde e svincolate dalle costruzioni, hanno
perso ogni contatto con gli abitanti e non rappresentano più lo spazio
di integrazione fra luoghi aperti e ambienti chiusi. Guardando i due
progetti finalisti ci si accorge che non esistono più le strade lungo le
quali transitare e fare acquisti, né le piazze entro le quali sostare ed incontrarsi. Nelle città di oggi si è persa la stretta connessione fra abitazioni private e strada pubblica. La città moderna ha assunto questa
configurazione perché a parità di volumi abitativi i moderni ed alti edifici a torre sono meno costosi delle tradizionali cortine di basse case a
schiera”. Caustico il commento finale: “La ricerca del profitto e la esaltazione dell’individuo sono la causa per cui, aggirandoci fra gli edifici di
un quartiere contemporaneo, ci sentiamo disorientati, mentre cammi-
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EVENTI CULTURALI/1
EVENTI CULTURALI/2
Teatro della Cooperativa
In cartellone impegno e divertimento
Ottobre manzoniano
Musica e spettacoli da Bresso a Cormano
Valeria Casarotti-Teresa Garofalo
Valeria Casarotti - Teresa Garofalo
siamo avere qualche anticipazione?
“Stiamo completando proprio in questi giorni la nostra programmazione, scegliendo gli
grande rilievo non solo per Niguarda ma spettacoli e prendendo gli ultimi accordi con
per tutta la città di Milano. Dopo la breve le compagnie teatrali. Posso comunque antipausa estiva riapre il sipario e il nostro cipare che anche quest’anno il nostro cartelgiornale ha il piacere di offrire ai suoi letto- lone si muoverà tra il versante della leggeri un‘anteprima degli appuntamenti che rezza e del divertimento e quello dell'impeanimeranno il suo nuovo cartellone con gno e della riflessione. Una parte degli spetun’intervista a Renato Sarti, che di questo tacoli affronterà problematiche sociali legate alla ‘diversità’ e alla malattia mentale, teteatro è il direttore artistico.
“Vorrei prima di tutto fare - dice Sarti - una ma scottante e di grande impatto; proprio
considerazione su una delle esperienze a quest’anno, tra l’altro, cade il trentesimo anmio parere più significative della scorsa sta- niversario della legge Basaglia che ha chiugione. Parlo del Teatro nei cortili, iniziativa so i manicomi e rivoluzionato la cura del diche ha portato il Teatro della Cooperativa a sturbo mentale. Il fragile confine che separa
uscire dalla sala di via Hermada e a offrire la ‘normalità’ dalla ‘anormalità’, la ‘realtà’
direttamente alla gente l’incanto dello spet- dal ‘sogno’, la ‘consuetudine’ dall’’utopia è la
tacolo e la sua magia. Nello scorso mese di tematica di fondo presente anche nello spettacolo, apparentegiugno infatti alcuni
mente leggero, che
cortili del quartiere,
apre la nostra stagioluoghi di quotidianine, il Sogno di una nottà, sono divenuti orite di mezza estate. La
ginale palcoscenico
nota commedia shaper la mia compakespeariana avrà il
gnia teatrale che in
suo debutto nazionaquegli scenari suggele il 10 ottobre al
stivi ha dato vita a
Crt/Teatro dell’Arte a
spettacoli di prosa,
Milano. Il lavoro, lielievi e comici, ma semve e divertente che
pre ricchi di contenuho tradotto, adattato
ti culturali. È stato
e diretto, è interpreun successo. Il pubtato da 18 giovani
blico è accorso numeattori di cui un terzo
roso ed è stato bello
stranieri provenienti
vedere i più piccoli
da Russia, Costa
affollarsi intorno al
d’Avorio, Cuba, Serpalco e seguire con ocbia, Brasile, e due
chi stupiti lo svolgerterzi donne. Penso
si della trama. Purche ancora in Italia
troppo il tempo incle- Renato Sarti con Bebo Storti
esista una discrimimente di questa strana primavera non ci ha aiutato. A Dergano nazione verso le donne e ancor di più verso
abbiamo potuto recitare solo 30 o 40 minu- gli extracomunitari e quindi una compati prima che si scatenasse il temporale, ad gnia al femminile e multietnica è un modo
Affori la rappresentazione è saltata per la per rispondere culturalmente e teatralmenpioggia, a Niguarda abbiamo rimediato ri- te a questo clima di paura indotta che si reparandoci tutti in teatro, al coperto. Nel spira oggi e che non ci piace.
cortile di via Cecchi invece, grazie alla be- E per i più giovani è prevista qualche
nevolenza di Giove Pluvio, l’iniziativa è riu- nuova proposta?
scita benissimo. Anche lo spettacolo al- Al termine degli spettacoli nei cortili molti
l’aperto organizzato pochi giorni fa per genitori mi hanno chiesto se era possibile
l'inaugurazione del villaggio Grazioli è sta- organizzare laboratori teatrali per i loro
to accolto con entusiasmo. Il noto attore bambini, cosa che mi piacerebbe fare e non
Bebo Storti ed io abbiamo letto brani tratti solo per più piccoli ma anche per gli adoleda La nave fantasma, un lavoro teatrale scenti e gli adulti. Bisognerà vedere se i
che affronta un argomento di grande attua- mezzi ce lo consentiranno, se il CdZ 9, il
lità, quello dell’immigrazione, e il pubblico Comune o l’Assessorato ci daranno una maha seguito lo spettacolo in modo partecipe. no. Vorremmo anche riproporre corsi nelle
La risposta della gente all’esperienza del scuole della zona ma quest’anno purtroppo
Teatro nei cortili è stata un bel segno posi- non potremo avere il sostegno della Cariplo
tivo, un incentivo per noi a proseguire in che, divenuta Banca Intesa, esclude dal suo
questa direzione per incidere più profonda- bando questo tipo di contributo. Sarebbe poi
mente nel quartiere. È un’iniziativa che va davvero bello iniziare corsi di teatro per gli
sicuramente ripetuta ed è quindi mia inten- anziani che a Niguarda sono veramente
zione rilanciarla anche quest’anno aumen- tanti. Una buona occasione per i nostri nontando il numero di spettacoli e anche quel- ni di uscire di casa, allontanarsi dalla molo dei cortili coinvolti che nella nostra zona notonia quotidiana e magari dalla solitudine. La partecipazione degli anziani e le loro
sono numerosi e molto belli”.
Originale e stimolante questa iniziati- esperienze consentirebbero, inoltre, di fare
va che allieterà la prossima primavera un altro piccolo passo nel recupero della
dei niguardesi. Ma ci saranno di sicuro memoria storica del quartiere, un obiettivo
altri appuntamenti interessanti. Pos- di grande valore.
della Cooperativa di via Hermacon le sue interessanti proposte è orImaildaTeatro
un punto di riferimento culturale di
l rientro dalle vacanze per i cittadini del nord
Imoltissime
Milano risulta quest’anno più piacevole per le
iniziative organizzate in occasione
dell’ “Ottobre manzoniano”, manifestazione culturale giunta alla sua quarta edizione. Concerti,
letture sceniche, spettacoli teatrali, conferenze,
degustazioni di vini, spettacoli di musica e poesia, giochi nei parchi, pedalate, visite a palazzi e
a luoghi manzoniani sono solo alcune delle iniziative programmate da Cormano e Bresso per
ricordare il “genio lombardo” che aveva la sua
villa tra Cormano e Brusuglio, proprio a due
passi da quello che sarebbe poi diventato il
Parco Nord.
Nato nel 1785 e morto nel 1873, il Manzoni aveva in via Morone a Milano la sua residenza, oggi museo, ma la villa di Brusuglio, attualmente
nel Comune di Cormano, che all’epoca si trovava in piena campagna, era per lui un luogo di relax molto amato. Partendo dalla sua casa in città lo scrittore vi si recava spesso a piedi e di
buon passo lungo la via Comasinella e, secondo
la tradizione, si fermava a riposare su una panchina di cui è rimasta memoria locale. Altre volte raggiungeva la villa con il suo “legnetto”, una
piccola carrozza che offriva anche agli amici milanesi perché lo raggiungessero per allegri pranzetti e interessanti chiacchierate. Tra gli ospiti
più assidui il romanziere e poeta Tommaso
Grossi, il letterato francese teorico della poetica
romantica, Claude Fauriel, e il canonico Tosi,
amico e guida spirituale della famiglia. Proprio
nella villa di Brusuglio il Manzoni si ritirò nel
1821 quando iniziarono i primi arresti dei carbonari, lì ultimò la tragedia dell’Adelchi e iniziò la
prima stesura dei Promessi Sposi. E ancora lì,
alla notizia della morte di Napoleone, lo scritto-
re in quattro giorni comporrà l’ode Il 5 maggio
mentre la moglie Enrichetta suonava il pianoforte per favorirne la creazione poetica.
La passione per la botanica spinse il Manzoni a
interessarsi personalmente del giardino e del vigneto della sua residenza estiva. Si fece infatti
inviare dal Fauriel alcune sementi scelte dai cataloghi dei vivai parigini e curò anche l’acquisto
e la piantumazione degli alberi d’alto fusto e degli arbusti che tuttora circondano la villa. Di loro sopravvivono alcuni esemplari di Tasso,
Platano, Farnia, Spino di Giuda, che si ritengono dell’impianto originario, e il Castagno, sotto
la cui ombra fu composta Il 5 Maggio.
La facciata della villa è rimasta immutata nel
tempo così come l’aveva voluta il Manzoni per
cui ancora oggi è possibile ammirare la severa facciata neo classica progettata dall'architetto Ottardo Speroni, il grande cortile con la
fontana e il bel parco. Gli interni, invece, tranne la Biblioteca, la camera da letto e l’oratorio, hanno subito varie trasformazioni e, poiché la villa è tuttora abitata dai discendenti
del Manzoni, non sono visitabili. I festeggiamenti dell’ottobre manzoniano prevedono
una serie numerosissima di momenti culturali, teatrali e musicali nelle piazze, nelle strade
e nei parchi della città, il tutto legato da un tema conduttore, tratto dalle tematiche care al
Manzoni e quest'anno di grande attualità :
“Dagli all'untore - Manzoni e la giustizia,
quella umana e quella divina, le giustizie”. Un
ricco e fitto calendario di appuntamenti interessanti e anche divertenti per tutti, grandi e
piccini, che si concluderà il 26 ottobre e che è
possibile seguire consultando il sito internet
www.comune.cormano.mi.it
FIATO ALLE TROMBE
a cura di Sergio Maestri
Glasvegas: il nome nuovo del rock britannico
Stefano Bartolotta
a Gran Bretagna offre ogni anno l’arrivo sulle scene di almeL
no un gruppo destinato a raccogliere grandi consensi, almeno
in patria, e a durare nel tempo. Il 2008, da questo punto di vista,
ha tutta l’aria di essere l’anno dei Glasvegas. Il nome deriva dall’incrocio tra la loro città d’origine, Glasgow, in Scozia, e Las
Vegas, anche se la loro musica ed il loro look nulla hanno a che
vedere con la capitale mondiale del gioco d’azzardo. I quattro musicisti, infatti, si presentano sul palco, nelle foto e nei video sempre vestiti in modo semplice e rigorosamente in nero, e la musica
è ispirata a gruppi tipicamente britannici.
Ciò che caratterizza, infatti, le canzoni dei Glasvegas sono la forte componente melodica ed un accompagnamento fisso di chitarre un po’ dilatate e un po’ distorte, in questo rifacendosi al sound
dei Jesus & Mary Chain prima e della scena cosiddetta shoegazer dei primi anni Novanta, rappresentata da gruppi come My
Bloody Valentine, Ride e Slowdive. È evidente come questi riferimenti siano diventati famosi soltanto nel Regno Unito, mentre
fuori sono oggetto di culto per un ristretto pubblico di appassionati, quindi il rischio, se così vogliamo chiamarlo, per i Glasvegas,
è di diventare, allo stesso modo, famosissimi nel Regno Unito e
semisconosciuti fuori. Già ora le date inglesi a supporto del disco
d’esordio appena uscito sono già tutte esaurite, mentre nel resto
dell’Europa ancora non si parla di una distribuzione di questo
primo album. Anche perché, pensando al tipo di canzoni che normalmente vengono trasmesse dalle radio, almeno quelle italiane,
viene difficile trovare un posto per quelle dei Glasvegas, eccezion
fatta, forse, per Geraldine.
C’è da dire, comunque, che, rispetto ai riferimenti citati, il lato pop
dei Glasvegas è molto più accentuato, quindi le melodie sono molto più nitide e non vengono affogate dalle dilatazioni e dalle distorsioni delle chitarre, che sono molto meno accentuate, quindi
la loro fruibilità è indubbiamente maggiore di quella propria dei
loro modelli. E poi è importante la qualità del gruppo dal vivo: io
ho avuto la fortuna di vederli all’opera lo scorso luglio in un festival a Barcellona e la performance è stata da brividi. Insomma, le
carte in regola per una lunga e luminosa carriera ci sono tutte:
resta da vedere se rimarranno un fenomeno esclusivamente nazionale o se riusciranno a spopolare anche al di qua della Manica.
Per il momento, se state cercando qualcosa di tipicamente britannico ma allo stesso tempo un po’ diverso dal solito, i Glasvegas sono il gruppo per voi.
Aspetto notizie musicali da tutti voi, cari lettori…scrivetemi. [email protected] . Buona musica a tutti da Sergio!
COOP LOMBARDIA - COOP LOMBARDIA - COOP LOMBARDIA
ONA NOVE 15
IN RICORDO/1
ONA FRANCA
a cura di Sandra Saita
Storia di amicizia e amore
mio cuore viveva e, davanti
alla sofferenza umana, parlavo con il crocifisso.
Il signor Enrico non dormiva.
ni che Zona Franca ne parla. Si
In quella penombra alzava
prendono provvedimenti. Ma io
piano la mano e mi mandava
penso che certi valori non si inun saluto. E così è stato sino
segnano ma si “trasmettono”.
al suo ultimo giorno. Un giorOgnuno nella vita ha le proprie
no di grande fede.
esperienze. L’importante è che
Sono esperienze che cambiaogni esperienza ci porti a essere
no la tua vita.
migliori; solo allora si potrà capiSi pensa che quando un pare quanto la vita è bella quanto
ziente ritorna a casa con il
è grande l’amore. “Zona Franca”
tempo ci si perde di vista.
vi vuole raccontare una storia
Sono trascorsi quattro anni
semplice dove l’esperienza vische frequento la casa di
suta viene riempita d’amore.
Carmen e Costante. Tutti i
La priorità del lavoro non deve
mesi porto loro “Zona Nove”
arricchire, ma la gioia che si ha
che conservano nella libreria.
per ogni lavoro ci deve permetVivono in una bella casa nel
tere di pensare non al futuro
centro storico di Milano.
ma almeno al giorno dopo con
Costante ora si muove con
serenità.
un girello, ma quando c’è il
Così, quando Luigi Venturini
sole la sua adorata Carmen
(presidente dei Volontari Salo accompagna in terrazza
maritani) mi telefonò chiedenche lui tanto ama, perché ne
domi se ero disponibile a traha avuto sempre personalscorrere due-tre giorni al servimente cura: ci sono piante,
zio di un uomo anziano ricovetanti fiori, la fontanella e
rato al reparto chirurgia Pizsulle pareti decorazioni muzamiglio accettai subito con
rali (trompe l’oeil).
l’animo e l’esperianza dell’apCostante è orgoglioso quanpartenenza ai Samaritani.
do dice di essere uno dei poIl signor Costante, 84 anni,
chi veri milanesi da generaaveva subito un intervento allo
zioni nato in via San Marco.
stomaco.
È nato quando ancora in via
L’anestesia aveva alterato un
I miei nipotini con “Zona Nove”
San Marco arrivavano i barpoco i centri del sistema nervoso
coni con la carta per il
e l’uomo si muoveva in continuaCorriere della Sera sul Naviglio della Martesana, che lui
zione. La moglie Carmen, pure lei cagionevole di salute, rivedeva dalla sua finestra.
maneva tutto il giorno vicino al marito. Nel tardo pomerigOgni volta che vado da loro e poi ritorno a casa, sono felice
gio arrivava il loro unico figlio Carlo. Poi madre e figlio riperché nel loro intimo vive solo l’amore. Quell’amore vero
tornavano a casa e rimanevo io. Non avevano parenti. In
fatto di rispetto e di dedizione, dei piccoli gesti che compie
realtà trascorsi in quella camera 13 notti con gli stessi pala moglie Carmen verso il marito malato con la pazienza di
zienti: Giuseppe che abitava ad Arona; Delfino che faceva il
chi è buono.
falegname; Enrico che era un terminale.
Tutto questo grazie anche al figlio Carlo che quando torna
Fu una esperienza irripetibile. Ognuno aveva la propria
dall’ufficio si siede vicino al padre e insieme parlano del lavosofferenza.
ro e degli avvenimenti del giorno. Carlo che dedica il suo temRicordo sempre il signor Enrico, dalle sue labbra non uscipo libero ai genitori.
va un lamento e, quando arrivava la moglie, lei gli prendeLe premure che uno ha per l’altro sono vicendevoli e in queva una mano e la teneva stretta nella sua. Nell’altra mano
sto girotondo sono entrata pure io, e questa esperienza di viteneva un rosario e insieme pregavano.
ta mi arriccchisce intimamente. Perché vi ho raccontato queA tarda sera tutti i parenti andavano via, ma si sentivano
sta storia? Il 18 di ottobre Carmen e Costante festeggiano il
tranquilli perché rimanevo io. La notte è lunga e chi soffre
loro 50° anniversario di matrimonio. Davanti a loro, così semsonnecchia, il più delle volte non dorme.
plici ma così nobili di amore, volevo ringraziarli di avermi traCosì, in punta di piedi, mi avvicinavo a loro per una carezsmesso questi grandi valori di vita.
za sulla mano o una parola.
Per loro, che leggono da anni “Zona Nove”, gli auguri più belSeduta vicino al signor Costante in quella luce fievole delli da “Zona Franca” e da tutta la redazione.
la notte prendevo la mia agenda e scrivevo tutto ciò che il
n mondo dove la violenza
U
imperversa, dove i veri valori della vita si perdono. Sono an-
VOLONTARIATO
IN RICORDO/2
Al Girola uniti per servire
È morto un partigiano
Diana Roca
Renato Vercesi
H
a detto don Gnocchi:“Bisogna rifare l’uomo e,per farlo,bisogna
restituirgli anche la dignità, la dolcezza e la varietà del vivere,
voglio dire quel rispetto della personalità individuale e quella possibilità di esplicare il potenziale della propria ricchezza personale”.
Con quest’attenzione ai bisogni dell’anziano, nel 1999, è sorto il
Centro Girola. Il Centro ospita circa 100 ospiti nella Residenza
Sanitaria Assistenziale,ma offre anche altri servizi (Centro Diurno
Integrato, 20 posti di ricovero per la Riabilitazione Geriatrica e altri servizi ancora). È lo stile testimoniato da Don Carlo dove l’uomo
nella sua interezza, con tutti i suoi bisogni, riabilitativi, affettivi, cognitivi, spirituali, viene preso in carico dal personale e dai volontari che si sono messi in questo percorso di solidarietà.
Di questi “Volontari” al Centro Girola ce ne sono circa 45 impegnati nella Rsa. Sono tutti dell’Unione Samaritana, presente nel territorio niguardese da ben 60 anni, ma altri volontari, una decina, si
occupano dei pasti caldi a domicilio. Sono pochi per rispondere in
modo adeguato al reale bisogno, una buona ragione per donare un
po’ del proprio tempo per questo servizio: è sufficiente mettere a disposizione anche solo tre ore alla settimana.
Come candidarsi ad essere volontari del Centro Girola? Dicendo allo 02/64224501 che si è disponibili per una presenza come volontari. Poi sarà compito dei responsabili della struttura di contattare il
volontario, aiutarlo a capire la preziosità della sua disponibilità ma
anche se quello è il volontariato adatto alla sue aspettative. Infatti
dalla disponibilità a mettersi al servizio dell’altro che vive un momento di fatica al diventare “volontario” serve costruire quella coscienza e operosità che porta a diventare utili e preziosi al progetto
della struttura dove tutti operano condividendo gli obiettivi.
Per passare dal “fare il volontario” a “essere volontario” serve
una grande voglia di stare con gli altri per fare con gli altri.
Infatti per questo al Centro Girola sostengono che il volontariato è una possibilità alla portata di tanti. Alcune volte anche
non avere raggiunto la maggiore età può non essere un limite,
certo che in questo caso le famiglie sono chiamate ad essere
importante punto di riferimento perché l’esperienza del proprio figlio sia arricchente e coinvolgente per il ragazzo ma anche utile per l’ospite del Girola. Naturalmente il volontariato
è una “presenza” che richiede fedeltà e costanza oltre ad una
buona dose di umiltà: infatti è meglio essere “adulti”, cioè avere raggiunto la maggiore età.
ONA NOVE 16
I
l 3 settembre scorso è scomparso il Partigiano Aquilino
Dolce.
Era nato il primo marzo del 1927, e già nel settembre del
’44, non ancora diciottenne, aveva aderito alla formazione
partigiana “Giustizia e Libertà” prima con il grado di sergente maggiore e poi come maresciallo e partecipato alla
guerra di liberazione, fino al 25 aprile del ’45, nel territorio
di Rovigo.
Nel novembre del ’45 riceve un certificato di ringraziamento per aver combattuto nel rango dei patrioti, a nome dei
governi e dei popoli delle Nazioni Unite, a firma del
Comandante Supremo Alleato delle forze del Mediterraneo
centrale, H. R. Alexander.
Nel luglio del ‘50 gli viene attribuita la Croce al Merito di
Guerra dal Comando Militare Territoriale di Padova e nel
marzo del ’54 il Ministero della Difesa gli concede l’autorizzazione a fregiarsi dello speciale distintivo d’onore per i
mutilati in guerra, a seguito di una ferita d’arma da fuoco
del 1945.
Dal 1944 aderisce al Pci e dal ’45 all’Anpi e alla Cgil, si trasferisce a Milano negli anni ’50, dove lavora e frequenta le
scuole serali presso l’Istituto Rinascita.
Di professione meccanico, lavora presso la “Isotta
Fraschini”, la “Motom Italiana” e successivamente presso
l’Università Statale, dove si distingue per le sue grandi capacità tecniche.
Nel ‘75 è inviato in Unione Sovietica per un’esperienza di
collaborazione fra l’Istituto di Fisica di Milano e i
Laboratori di Dubna e Serpukhov.
Durante la sua attività lavorativa assume incarichi sindacali nelle diverse Commissioni Interne sino a quella di
Delegato Nazionale per la Sunpu-Cgil.
Nel Pci di Niguarda è responsabile politico dal ‘66 al ‘69, attivo anche nel movimento cooperativo, è membro della
Sezione Soci della Cooperativa di consumo fino ad entrare
nel Consiglio di Amministrazione di Unicoop Lombardia
nel ‘76.
É stato anche consigliere e sindaco del Circolo Familiare.
Membro del Direttivo della sezione “Martiri Niguardesi”
dell’Anpi, ne è stato Presidente dal ’93 al 2003.
Il professor Sale,
il suo perenne sorriso…
Daniele Ratti
ella vita c’è chi sceglie, e chi dalla vita si fa scegliere.
N
Coloro che sanno scegliere, che sanno percorrere fino in
fondo la loro strada, che raggiungono gli obiettivi, sono considerati, a ragione, i “più forti”, i “capaci”, per dirla con i termini di oggi i più determinati. Spesso, però, chi sa scegliere,
sceglie anche nel nome del proprio interesse, il privilegio della cultura, del sapere, il “titolo”, viene fatto valere, non solo
come servizio professionale, ma per trarne vantaggi.
Antonio ha scelto, aveva la capacità “dei forti”, ma il suo
privilegio non l’ha usato per il proprio interesse. Tanti anni fa lo conobbi, non solo come persona, nell’intimità della
sua casa, ma anche nell’altra casa, quella di assistenza ai
minori in Via Terruggia. Due case, la stessa persona. La delicatezza che usava nei confronti dei suoi affetti familiari,
era la stessa che usava nei confronti degli altri suoi affetti.
Il privilegio del sapere era tradotto sì nell’offrire un servizio professionale, ma anche nel saper sorridere a coloro che
dalla vita non avevano mai avuto un sorriso.
Ricordo, ero bambino, affidò per una domenica pomeriggio
uno dei ragazzi a mio padre, lo portammo allo stadio. Prima
di salutarlo, gli mise la sciarpa al collo e gli raccomandò di
coprirsi. Io allora bambino mi meravigliai, mi sembrava un
gesto che andava “oltre” il ruolo di Responsabile della casa di
Via Terruggia. Quel gesto mi rimase sempre dentro, si prendeva cura realmente di qualcuno.
Il prendersi cura non era solo il riflesso della sua “professione”, era una capacità che nessun sapere, scuola, insegnante può dare. Conservò per sé e per chi gli è stato attorno, quel suo naturale tratto di essere semplice.
Per anni abbiamo fatto lunghe passeggiate nei boschi, si
parlava, talvolta di cose “serie” altre volte di quello che ci
veniva in mente e spesso raccoglieva erbe, fiori, ne descriveva le qualità, l’uso che se ne poteva fare, mi diceva qui c’è
tutto quello che può servire, mi rammentava come nel bosco c’era il silenzio. Il silenzio, la pace, lì si stava bene.
Stare bene, bisogna cercare di stare bene, questo fu il senso del suo lavoro. Il contatto con la sofferenza, con le situazioni estreme, spesso portano a rancori, livori, per chi li ha
causati. A lui non è successo questo. La sua capacità di dare agli altri era tutt’uno con l’altra sua caratteristica, e anche quella non sta scritta su nessun libro: quella di saper
accogliere tutti e comunque. Non si trattava di semplice
“tolleranza”, di senso civico, o di obbedienza a una categoria morale, e neppure poteva essere solo il prodotto della
sua professione. Sapeva accogliere, individuare comunque
in ciascuno il suo “lato”, la sua “ragione”, riconoscerlo come
individuo, e il segno della sua naturale cepacità di accogliere era il suo perenne sorriso.
Una sola cosa posso per lui augurarm: che il suo sorriso, se
non sempre, almeno qualche volta nella vita, possa essere
sul volto dei suoi ragazzi, forse sarebbe stato il regalo più
bello che poteva augurarsi.
Questo è quanto riesco a consegnare ai lettori del giornale
della mia esperienza con Antonio, non è stato facile scrivere queste poche righe, senza esporre cose troppo personali,
ma ieri, nel luogo così da lui amato, lassù sopra il lago, il
cielo era chiaro luminoso e il pensiero è andato a lui.
Antonio vedrai che anche i tuoi ragazzi potranno vedere la
luce. Ciao.
…e la sua stretta di mano
Donata Martegani
sorriso, lo sguardo, la stretta di mano: pensando al prof. Sale,
Iparelsono
questi i fermo-immagine che scattano in successione e
strano doverli collocare nella dimensione del ricordo.
A molti insegnanti della “Cassinis”, la figura di Sale era diventata familiare già molti anni fa, quando la nostra scuola iniziò ad accogliere, al termine di ogni anno scolastico, i
ragazzi e le ragazze “di Villa Clerici” che dovevano sostenere gli esami di idoneità alla classe successiva o gli esami di
licenza media: ci si incontrava perciò con Sale e con gli altri educatori di via Terruggia per poter conoscere attraverso di loro i ragazzi e concordare il modo più idoneo a rassicurarli e sostenerli nel corso delle prove.
Da ogni incontro si usciva con la consapevolezza, ogni volta rafforzata, di aver avuto il privilegio di essere entrati in
relazione con una persona sensibile, molto attenta alle dinamiche educative, capace di mettere in comune in modo
pacato e rassicurante le proprie competenze maturate sul
campo, di confrontarsi con gli altri e di saper tener conto
dei loro vissuti professionali.
Il sorriso e lo sguardo in cui avvolgeva i suoi interlocutori
significavano, per me: “Sono qui. Siamo qui. Affrontiamo insieme i problemi, senza paura”. La stretta di mano, nell’indugiare che lo portava a trattenere per qualche istante la
mano dell’altro nella sua, per me significava: “Ci sono. So
che anche tu ci sei. Siamo due persone che possono operare insieme, senza paura”.
La sua figura ispirava simpatia, nel senso etimologico della parola: con-partecipazione, condivisione del vissuto. Era
una presenza amica, nel quartiere: quante volte, incontrandosi per caso, ci si fermava con piacere reciproco a chiacchierare, si percorreva un pezzetto di strada insieme.
Al di là delle esigenze e delle contingenze professionali:
dalla scuola alla famiglia, ai figli, alle incertezze e ai dubbi, alle speranze, ai desideri, alle piccole grandi cose di cui
è fatta la vita di tutti noi.
Nel nostro quartiere, che fortunatamente è ancora a misura d’uomo, dove è ancora possibile non solo sfiorarsi con indifferenza ma soffermarsi a recuperare dimensioni di rapporto umano, mi mancheranno però quello sguardo, quel
sorriso, quella stretta di mano.
Mi mancherà quella persona.
Anziani, attenti ai truffatori! Non fate entrare sconosciuti in casa vostra.
SCUOLIN
ONA/2
a cura di Antonella Loconsolo
Lettera aperta degli insegnanti ai lettori di “Zona Nove”
Scuola in pericolo: 8,5 miliardi di tagli e meno insegnanti
S
iamo alcuni insegnanti delle scuole elementari di via Passerini
e Cesari che desiderano, tramite “Zona Nove”, denunciare la restaurazione scolastica che si sta abbattendo sul nostro Paese.
Come tutti sanno, i ministri Gelmini e Tremonti, con il beneplacito di tutto il governo, hanno deciso di tagliare 8 miliardi e mezzo
di euro alla scuola pubblica, rendendo impossibile la prospettiva di
un futuro lavoro ai precari della scuola e licenziando o spostando
di sede gli insegnanti di ruolo.
Il tanto decantato ritorno alla maestra unica altro non è che un taglio alla spesa pubblica, camuffato da vecchi principi pedagogici.
Nella scuola italiana gli insegnanti si sono sempre
dovuti adeguare alle nuove normative del ministro di turno e ora si trovano con molti alunni stranieri in classe a cui insegnare l’italiano senza avere nessun supporto da parte delle istituzioni, hanno sempre meno ore di presenza degli insegnanti
di sostegno, percepiscono gli stipendi europei più
bassi, nonostante ciò ci fa piacere apprendere dal
rapporto dell’Ocse 2008 che la scuola elementare
italiana è al sesto posto al mondo.L’imperativo però è tagliare, anche se la nostra scuola elementare, o come si chiama ora primaria, è una dei pochi
fiori all’occhiello di questo nostro malandato
Stato. Ma cosa comporta nel 2008 il ritorno alla
maestra unica?
• Meno tempo, meno attività e meno laboratori per l’insegnamento Significa che i
bambini e le bambine staranno a scuola fino alle 12.30, sabato compreso, e prenderanno lezioni di tutte le materie da una sola insegnante.
Spariranno le compresenze in cui le/i maestre/i
sono insieme in classe e di conseguenza spariranno i laboratori, le attività a piccoli gruppi (di
potenziamento, di recupero, di integrazione), le
visite ai musei, gli spettacoli teatrali, le gite; di conseguenza
cambierà anche la metodologia.
• Più alunni per meno insegnanti Immaginate l’insegnante
unico in classi fino a 28 alunni, con bambini in difficoltà da seguire,
alunni stranieri da alfabetizzare, solo di fronte alla didattica, alla
psicologia, alle problematiche dei bambini, senza possibilità di confronto,anche per i genitori.Chi riuscirà ad imparare da solo e in fret-
ta ce la farà, chi invece farà fatica non potrà essere aiutato. La scuola sarà solo più selettiva e meno efficiente, al contrario di quello che
vuol far credere la ministra. In classe un solo insegnante per poco
tempo non sarà in grado di portare avanti il programma svolto da
due insegnanti specializzati.
• In pericolo il tempo pieno Dopo le 12.30 i bambini saranno
semplicemente sorvegliati, perché probabilmente tornerà il doposcuola che, come tutti i servizi offerti dal Comune di Milano, sarà a
pagamento e gestito da cooperative. I bambini più fortunati torneranno a casa alle 12.30 e almeno potranno forse trovare un adulto
che li seguirà nell’esecuzione dei compiti. I “fortunatissimi” si iscriveranno ad una scuola privata,
dove potranno restare fino all’ora che vorranno.
Ridurre il tempo della scuola significa togliere ai
bambini ed alle bambine spazi di riflessione, di
pratica, di rielaborazione personale, di confronto e
collaborazione con i compagni. Ogni bambino ha
diversi tempi e stili di apprendimento: chi ha bisogno di imparare in modo lento, chi è insicuro nel
fare, chi va costantemente stimolato, chi ha bisogno di essere rassicurato, chi è intuitivo, ecc. Per
seguire in modo adeguato tutti i bambini di una
classe ci vuole tempo. La ministra Gelmini vuole
togliere a noi insegnanti il tempo per insegnare e
ai bambini e alle bambine il tempo per imparare.
Non è questo ciò che noi vogliamo per le generazioni future.
Gli insegnanti Maria Letterina Altieri, Giovanna
Biggioggera, Stefania Borgognoni, Antonella
Bortoluzzi, Maddalena Bozzola, Lidia Braconaro,
Antonia Brancato, Stefania Bussini, Patrizia
Covini, Filomena Di Domenico, Cristina Duci,
Antonio Galli, Loredana Gorini, Teresa Greco,
Anna Leone, Raffaella Migliorini, Lorella Modesti, Laura Omodei, Angela Paolella, Maria Russo, Daniela Sturaro,
Maria Adelaide Susini,Barbara Trivellato,Norma Vacchio,Adriana
Ponti, Lidia Braconaro, Liliana Giussani, Patrizia Catenacci, Cinzia
Barazzetti, Angela Di Matteo, Palmira Betto, Giuseppina Mameli,
Elisabetta Bertazzi, Daniela Andreoli, Sonia Pastorelli, Carmela
Giovannelli, Maria Cristina Fantato, Carla Chiappa, Roberta
Ciussani, Ida Laregina
Contro il decreto Gelmini mobilitazione a Niguarda
Raccolta di firme, presidi davanti alle scuole e incontri tra genitori e insegnanti.
Andrea Rossi
itorno al maestro unico, abolizione del tempo pieno attuale,
R
meno ore per la didattica: questa è la sostanza del Decreto
Legge Gelmini. Per capirne di più siamo andati a Niguarda, dove alla scuola elementare di via Passerini i genitori si sono mobilitati contro il Ministro dell’Istruzione e il suo programma di
smantellamento della scuola pubblica. Antonella fa parte del
comitato genitori della scuola elementare di via Passerini, dove
la sua bambina frequenta la quarta classe.
Cosa c’è che non va nel Decreto Legge del Ministro
Gelmini?
La cosa che più ci preoccupa è la qualità della didattica. Il ritorno al maestro unico significa perdere la specializzazione degli
insegnanti assegnati ai moduli, la preparazione puntuale sulle
specifiche aree di loro competenza. E anche ridurre le figure con
cui i bambini si relazionano e si confrontano si tradurrebbe in
un impoverimento dell’offerta didattica: per i bambini avere più
interlocutori significa avere più stimoli. L’altra grande preoccupazione riguarda il tempo pieno: la sua sparizione danneggerebbe le famiglie, che vivono in continuo equilibrio tra i tempi
della scuola, quelli del lavoro e quelli della gestione della casa.
Se il tempo pieno scomparisse, cosa potrebbe succedere?
Probabilmente molte famiglie dovrebbero ricorrere agli aiuti
dei nonni, oppure dovrebbero organizzarsi diversamente con il
lavoro (le prime ad essere toccate sarebbero le madri che lavorano). Ci sarebbe una spinta a rivolgersi a servizi privati.
Questa è una manovra che va in quella direzione, verso la privatizzazione della scuola.
Immaginiamo l’impatto su una famiglia dove lavorano
entrambi i genitori...
Si chiede aiuto alle nonne, se è possibile. Se poi i bambini so-
no un po’ più grandicelli, magari li si lascia davanti alla televisione. Ma è così che un Paese vuole crescere i suoi figli?
Affidandoli alla tv?
All’interno del mondo della scuola, tra i genitori, c’è uniformità di vedute rispetto al Decreto Gelmini? In quale
misura le motivazioni accampate dal Governo sono
comprese e condivise?
Nelle scuole elementari (Via Cesari e Via Passerini)
dell’Istituto Comprensivo Vittorio Locchi, i genitori che conosco sono contrari al maestro unico, ai tagli alla scuola e allo
smantellamento del tempo pieno. È una posizione trasversale agli schieramenti politici. E anche le insegnanti sono tutte contrarie. Riguardo alle motivazioni del Governo, l’unica
credibile è quella del risparmio di bilancio. Ma devono risparmiare proprio sul futuro dei nostri figli?
Quando avete saputo di questo piano di tagli alla scuola?
Qualche notizia si era diffusa anche prima dell’estate, ma i dettagli si sono conosciuti poco prima della riapertura delle scuole.
Quali sono stati i canali di informazione, e come state
organizzando la vostra mobilitazione?
Le prime informazioni sono arrivate tramite tv e giornali, e
poi gli approfondimenti tramite e-mail e siti Internet. Per la
mobilitazione ci teniamo in contatto tramite e-mail, e poi tramite i comitati genitori di ciascuna scuola. Adesso e nei prossimi giorni raccoglieremo le firme contro il Decreto Gelmini;
mercoledì 8 ottobre ore 21 presso il Teatro della Cooperativa è
convocato un incontro tra genitori e insegnanti sul Decreto
Gelmini. Saranno presenti un sindacalista e un direttore didattico. E ci saremo anche noi per raccontarvi gli sviluppi sul
prossimo numero di “Zona Nove”.
Mi piace un Sacco
il fannullone all’incontrario
Daniele Pascucci
(ex presidente del Consiglio d’Istituto della Cassinis)
o letto con piacere l’ntervista che il vostro giornale ha
H
dedicato al prof. Sacco. Lo conosco bene: è stato lui a
convincermi a mandare i miei figli nella sua scuola, quella
dove insegna, la media Cassinis.
Correvano brutte voci su quell’istituto: una scuola di quartiere (!), con tutta quell’utenza troppo “popolare” (!), chissà
che brutti incontri per i nostri ragazzi (!).
Gli facevo delle domande, anche a nome di altri genitori, e
lui a spiegarmi che una scuola immersa nel quartiere, autenticamente popolare, cioè vissuta pienamente dalle famiglie che vi abitano intorno, è un patrimonio importante per
la zona e che la sicurezza (parola abusata) non è data dalla posizione geografica di un edificio scolastico ma dalla
profondità con cui si conosce la realtà circostante, dalla conoscenza dei problemi reali che si ottiene solo dal confronto continuo con quei fenomeni che noi vorremmo invece tenere lontani.
“Illuminante!”, pensai io. “Questo professore ha ragione: se
la rete di ascolto intorno ai ragazzi è vasta e ramificata, se
le famiglie che si conoscono già tra di loro perché abitano
vicine mettono in comune anche l’esperienza scolastica dei
propri figli, sarà più facile avere mani e occhi per tenere
‘sotto controllo’ eventuali mele marce...” ...Non appena finisco di dirgli queste parole, il professor Antonio Sacco mi gela con una semplice frase: “Per me non esistono mele marce, per me i ragazzi sono tutti uguali”. Ho iscritto i miei figli uno dopo l'altro alla Cassinis e ho incominciato a conoscere questo strano prof.
Si vede subito di che stoffa è fatto: i ragazzi lo ascoltano e
lo rispettano, è autorevole, non è autoritario, ma, quando ci
vuole, basta una sua urlata e tutti si rimettono in riga. Si
vede subito: ne ho visti tanti urlare per farsi sentire... senza essere ascoltati.
È un santo Antonio Sacco? No, anche lui ha i suoi difetti,
ma i ragazzi lo amano e lo tornano a trovare anche dopo anni quando ormai frequentano le superiori e, come se non
bastasse, alcuni ritornano per dargli una mano a realizzare nella sua scuola media l’ultimo dei suoi progetti che già,
lo sappiamo, è solo il penultimo, perché un altro ne sta già
pensando; la discoteca (come!? una discoteca alle medie...
oddio!), i video! I meravigliosi video realizzati col suo aiuto
dai ragazzi: roba imperdibile! (Ma si studia in quella scuola!?) E come non parlare dei grandi successi degli alunni
della Cassinis in molteplici discipline sportive? Aprite bene
gli occhi e le orecchie: non stiamo parlando di successi qualsiasi, ma di primi posti conquistati in varie discipline a livello regionale e nazionale! (Cosa!? Il baseball!? Come!? Il
bowling!?... Per non parlare del ping pong: gli alunni hanno vinto l’ennesimo torneo e conquistato un tavolo verde
nuovo fiammante che fa bella mostra nell'atrio della scuola. (Ho sentito bene? Il ping pong nell’atrio!?.. ma davvero
si studia in quella scuola?!). Si studia, certo, come nelle altre, ma qui c’è un prof che insegna con passione la sua materia... e avete già capito che la ginnastica lui innanzitutto
la interpreta applicata al cervello.
Ma guarda un po’ in chi ci siamo mai imbattuti: Antonio,
ma chi te lo fa fare!? Ma non potresti comportarti come tutti gli altri dipendenti pubblici fannulloni!? (L'ho sentito alla tv!) e quando per realizzare qualche idea per i ragazzi ci
rimetti dei soldini di tasca tua... dì la verità... lo fai per impressionarci... devi avere qualche secondo fine... Ma il massimo della spregiudicatezza lo raggiungi quando ti metti a
dare una mano anche ai genitori... sì, sì, quelli del Comitato... gente strana, che anzichè stare a casa davanti alla tv
va a scuola di sera per fare le riunioni! No, no... il massimo
è quando noti che un ragazzino o una ragazzina hanno
qualcosa che non va, e allora fai quella telefonata (sei pazzo!? non ti compete!) e i genitori ti ringraziano perché è
sempre meglio parlarne dei problemi...
Beh, adesso basta, mi devo fermare, se no i lettori penseranno che voglio dire bene di te per chissà quale motivo; va
a finire che se dico che un fannullone all’incontrario come
il prof. Sacco lo dovrebbero premiare, qualcuno... scoprirà...
che in breve tempo sono diventato suo amico e che ho scritto un articolo solo per ringraziarlo di tutto quello che ha
fatto e che fa anche a nome di tanti, tantissimi altri genitori... già... buona idea...
Le tante attività proposte dal Cam e dal Cag di via Cirié
Valeria Casarotti-Teresa Garofalo
Centro Ciriè, rinnovato nella struttura e nelle proposte, è in
attività. A dire il vero persino in agosto è rimasto aperto
Iperlpiena
accogliere nello spazio fresco e ombreggiato del suo bel giardino gli anziani rimasti in città. Ma adesso sono riprese a pieno
ritmo le attività per gli adulti, i bambini e i ragazzi. I laboratori
sono numerosissimi, si va dalla musica all’ animazione, dal ballo
alla pittura e alla decorazione, dal giardinaggio alle lingue, italiano per stranieri e inglese. Un ampio e interessante ventaglio di
offerte tutte gratuite.
Una novità sono due nuovi laboratori al femminile, il “Punto
Chiacchierino”, per chi ama ricamare preziosi e delicati merletti,
e lo “Spazio rosa”, un incontro settimanale autogestito dalle donne."Il nostro obiettivo principale - ci ricorda il responsabile del
Centro, Ugo Iacopino - non è tanto insegnare un’arte o un mestiere quanto piuttosto creare aggregazione, offrire spazi in cui la
gente del quartiere possa incontrarsi, mettere in comune interessi, scambiarsi esperienze. Preziosa è la presenza degli animatori
socio-culturali, sette giovani competenti, ma, soprattutto per
quanto riguarda gli adulti, la formazione di gruppi quanto più
possibile autonomi e autosufficienti".
Le attività proposte dal Cam stanno riscuotendo grande successo. Molto apprezzati dagli adulti i corsi di creatività, affollatissimo il corso di ginnastica dolce per gli anziani e anche quello di
ballo liscio. C’è anche un bel gruppo di appassionati di giardinaggio impegnato nel lavoro di semina e di coltivazione nell'’rto del
Centro, un orticello piccolo ma molto ben curato che già quest’estate ha dato i suoi frutti con la raccolta di melanzane, pomodori e tenera insalatina.
All’insegna della fantasia e della creatività i laboratori del
Cam aperti ai più piccoli e ai ragazzi; per i primi “Favole e teatro”, “Pittura e manualità”, per i secondi “Animazione e intrattenimento” ma anche lezioni individuali di pianoforte.
Un’altra opportunità per i giovani è rappresentata dal Centro
Aggregativo Giovani, il Cag, ospitato nello stesso edificio, che
mette a disposizione dei ragazzi spazi per attività libere, non
strutturate. Tra gli spazi una Sala Prove, insonorizzata e dotata di tutti gli impianti necessari, dove band e gruppi musicali possono esercitarsi, un’offerta rara e pregevole, un vero
fiore all’occhiello per il Centro Cirié.
La Zona 9 comprende, oltre a quello di via Cirié, anche il Cam
di Cassina Anna, una struttura molto bella e accogliente che offre una serie di attività ugualmente interessanti. Ugo Iacopino,
responsabile dei due Centri, un giovane pieno di entusiasmo e
voglia di fare, invita non solo ad approfittare delle tante opportunità che i due Cam offrono, ma a partecipare attivamente, fare proposte e dare suggerimenti per contribuire a vivacizzare il
quartiere e rendere il Centro un luogo di aggregazione e di incontro privilegiato.
Per informazioni rivolgersi dal lunedì al sabato, dalle 14,30 alle
19, al Centro di via Cirié 9 o telefonare allo 02-6424194.
COOP LOMBARDIA - COOP LOMBARDIA - COOP LOMBARDIA
ONA NOVE 17
UNIVERSITÀ DELLA BICOCCA
a cura di Laura Brevi
Qui Radio Bicocca
Antonella Loconsolo
ggi conosciamo un lato non istituO
zionale dell’università: B-radio, la
radio dell’ateneo. Andiamo alla scoperta di questo mondo sconosciuto
agli abitanti della Bicocca, ma familiare agli studenti, accompagnati da
David, in arte dj Dama, 25 anni, laureato in Scienze dell’Educazione.
Presenta, per piacere, la tua radio.
B-Radio è la radio degli studenti dell’università. Ad essa collaborano anche ragazzi di altre università (Politecnico, Statale...) o
lavoratori appassionati di radio. In tutto siamo circa 25
soci. B-Radio è un progetto che nasce nel 2005 sotto la
spinta di alcuni studenti, con la voglia di creare un mezzo capace di unire gli studenti, di farli parlare, per divertirsi, per dare spazio ai docenti, al personale amministrativo, ai residenti del quartiere Bicocca. Insomma volevamo e vogliamo che B-Radio diventi un mezzo in più a disposizione dell’università. Le trasmissioni iniziano nell’aprile 2006, siamo partiti senza sapere nulla di radio e col
tempo abbiamo appreso i primi “trucchi del mestiere”. Una
mano importante in questo senso ce l’ha data “Radio 24”,
perché abbiamo partecipato al corso di formazione
“Unyonair, una radio in ogni università” grazie all'aiuto di
una dottoranda in Bicocca, Sara, e un docente, il prof. Ferri.
Che senso ha fare una radio universitaria?
Le radio universitarie sanno bene a chi rivolgersi, poi il senso
ognuno lo trova in base alla propria realtà. Ce ne sono che puntano ad essere “di servizio”, altre che danno spazio alla libera
espressione degli studenti, altre ancora che propongono rock
ed eventi mirati. L’obiettivo comunque è quello di farsi ascoltare.
Tra le vostre iniziative quali hanno avuto più successo?
Per due anni abbiamo organizzato una festa di inizio anno
accademico (Bicomincia) e una di fine anno (May-B).
Nell’ultima edizione May-B, B-radio si è occupata della musica live (abbiamo chiamato una band molto famosa come i
Vallanzaska), abbiamo trasmesso in diretta i concerti, distribuito gadget e aiutato l’organizzazione. È stata la prova che
B-radio è un gruppo organizzato e coeso, nonostante le pochissime risorse a disposizione.
Attraverso la radio venite a conoscere i problemi più
grandi degli studenti?
Non avendo una sede all’interno della Bicocca, è difficile avere contatti con gli studenti. Ecco, forse il problema degli spazi lo sentono tutti: essi sono talvolta concessi in maniera
spesso bizzarra. Beh, poi potremmo parlare della follia dei
parcheggi a pagamento, dello scarsissimo spazio di protagonismo concesso alle associazioni (molte delle quali forti e interessanti), degli affitti, dei diritti dello studente, della difficoltà di comunicazione tra ateneo e studenti, dei prezzi della mensa... Ci sarebbero molti temi sui quali gli studenti
parlerebbero volentieri, ma noi attualmente siamo impossibilitati ad offrire questo servizio.
Vi siete fatti un'idea della zona? Cosa c’è? Cosa manca?
La zona per noi è ancora tutta da scoprire. Ci sono piccoli
nuclei con cui abbiamo collaborato (+bc e vivibicocca), tuttavia le nostre difficoltà di “presenza fisica” ostacolano anche questo processo.
Leggo sul vostro sito che l’università non vi ha dato una
sede. È una cosa comune tra le radio universitarie?
B-Radio ha ricevuto pubblicamente i complimenti da esperti
del settore, tuttavia i nostri sforzi non sono ancora serviti a farci dare una sede in università. Al momento siamo l’unica realtà italiana ad avere questa curiosa peculiarità, eppure siamo
stati tra i primi a trasmettere in Italia! Facciamo le riunioni in
un centro commerciale e posizioniamo il server in casa dello
studente di turno. Penso che il futuro, incrociando le dita, possa solo riconoscerci l’enorme impegno che il gruppo quotidianamente dedica con passione (e a titolo gratuito) al progetto BRadio. Dipende da noi: dobbiamo dimostrare di essere un gruppo serio, motivato e professionale, e di conseguenza dobbiamo
convincere chi ha voce in capitolo. Dipenderà proprio da queste
persone il nostro destino: se la Bicocca non crede e non vede le
potenzialità di B-Radio allora penso che si perderà un'occasione per l’università e il quartiere.
Ma allora ercate casa?
Sì, il mio numero ce l’avete: se avete uno spazio chiamate.
Scherzi a parte, abbiamo rifiutato proposte di imprenditori che
volevano investire sul progetto, con sede e servizi pagati.
Siamo convinti che B-radio deve risiedere in Bicocca, a diretto
contatto con la sua gente. Abbiamo a nostra volta investito in
fiducia nell’istituzione. Stringiamo i denti e non molliamo!
Ho visto che collaborate con il Mobility manager. Quali
iniziative avete realizzato insieme?
L’incontro con il Mo.M. (in particolare con Flora Bianchi), è
stato interessante e personalmente mi ha dato una dose di
fiducia, perché ho conosciuto persone che lavorano con passione e credono nel nostro progetto. La prima diretta dall’università, in occasione del “green day” organizzato proprio dal Mo.M. è stata una bella esperienza: abbiamo intervistato molti personaggi, persino la dottoressa Uguccioni,
presidentessa di Zona 9. Poi abbiamo collaborato al recente “Parking day” e il 19 ottobre faremo insieme ad alcuni
protagonisti del Parco Nord un grande evento per promuovere la pace e la solidarietà tra i popoli.
Progetti per il futuro?
Abbiamo molti progetti, dal sito nuovo, alla sede, ai nuovi
format da sperimentare... La creatività non ci manca, le risorse sì. Immagino che sia superfluo dire che un progetto
fa insindacabilmente i conti con spazi e risorse. Intanto invito tutti quanti a seguire il nuovo palinsesto, partito il 6
ottobre, e ad ascoltare i nostri programmi. Senza gli ascoltatori non siamo e non saremo nessuno, ogni ascolto in più
per noi è un incentivo a fare sempre meglio.
Mi sa che questi ragazzi sarebbero proprio da aiutare: c’è qualcuno in linea?
ONA NOVE 18
I numeri dell’Ateneo: sono più le studentesse degli studenti
n occasione del suo decennale una inchiesta ci chiarisce i numeIall’anno,
ri dell’ateneo di zona 9. Trentamila iscritti, più di 5000 laureati
il 3,35 per cento di studenti stranieri, il 60 per cento che
viene dalla provincia di Milano e più del 10 per cento che viene da
fuori Lombardia. Le studentesse sono più del 60 per cento degli
iscritti con punte che sfiorano il 100 per cento in Ostetricia,
Neuropsicomotricità e Scienze della formazione. L’unica facoltà in
cui i maschi sono in maggioranza è Odontoiatria (255 aspiranti
dentisti maschi contro 108 femmine). Anche nel Senato accademico su 8 presidi la metà sono donne.
Uno studio per capirsi meglio
con l’espressione vocale delle emozioni
l primo studio sistematico di comparazione diret- presentative dei diversi stati emotivi indagati. Successivamente le letIcondotto
ta dell’espressione vocale delle emozioni è stato ture registrate sono state esaminate con sofisticate apparecchiature
da un team dell’università della Bicocca per l’analisi acustica digitale. I risultati ottenuti, da un lato hanno ulin collaborazione con l’università di Pechino.Tra gli
effetti positivi della ricerca durata quattro anni, il
miglioramento della comprensione fra persone di
culture diverse.
Disprezzo, gioia, paura, orgoglio, rabbia, colpa, tristezza e vergogna. Sono tanti i sentimenti e gli stati d’animo che scandiscono la vita delle persone. Tutti esprimiamo queste emozioni usando un codice vocale specifico che è influenzato dalla cultura di appartenenza. Il risultato è una differenza notevole nel modo in cui un italiano accompagna con la voce il proprio disappunto o la propria gioia rispetto a un cittadino asiatico o del nord Europa.Per la prima volta,una
ricerca durata quattro anni e recentemente pubblicata sulla rivista internazionale “Journal of Cross-Cultural Psychology”, ha confrontato
somiglianze e differenze nel modo in cui cinesi e italiani esprimono otto diversi stati emotivi attraverso la voce (appunto disprezzo, gioia,
paura, orgoglio, rabbia, colpa, tristezza e vergogna). Il progetto è stato
messo a punto e realizzato da Luigi Anolli e Fabrizia Mantovani, del
Dipartimento di Scienze Umane per la Formazione dell’università
Bicocca, insieme a Lei Wang, professore di psicologia dell’università di
Pechino e direttore del Consiglio Nazionale Cinese di Psicologia per
l’Educazione Superiore, e ad Alessandro De Toni dell’università
Cattolica di Milano.
• Il metodo della ricerca 48 laureandi di differenti facoltà,19 italiani e 29 cinesi tra i 20 e i 24 anni, hanno preso parte al progetto leggendo ad alta voce, in uno scenario adeguatamente predisposto per rendere più realistica l’interpretazione, brevi storie di grande impatto, rap-
teriormente sottolineato il ruolo fondamentale degli aspetti vocali nella manifestazione delle varie emozioni, dall’altro hanno evidenziato
che esistono significative differenze culturali in merito alle espressioni
dell’emotività.
• I risultati della ricerca L’impiego di sofisticate apparecchiature
per l’analisi acustica digitale e il ricorso a una metodologia rigorosa in
linea con gli standard internazionali più avanzati della psicologia interculturale, hanno chiarito come tono, volume e ritmo della voce presentino variazioni sistematiche in funzione sia dello stato emotivo sia
della cultura di appartenenza. In particolare, è emerso come l’espressione delle emozioni da parte degli studenti cinesi sia caratterizzata da
uno stile più controllato e da minori variazioni di tono, volume e velocità di eloquio rispetto a quelli italiani, in linea con gli standard culturali orientali che pongono un forte accento sui valori della moderazione, dell’armonia relazionale e del rispetto dello spazio personale altrui.
Tali differenze risultano più consistenti nell’espressione di emozioni
quali la gioia, la collera e il disprezzo. Inoltre, mentre gli italiani impiegano maggiormente le variazioni di tono e intensità della voce per caratterizzare i propri stati emotivi, i cinesi variano principalmente ritmo e velocità nel parlare.
«Le emozioni – spiega il professor Luigi Anolli, docente di Psicologia
della comunicazione - pur avendo una base biologica universale, si manifestano con stili comunicativi significativamente differenti,fatti spesso di sfumature e di indizi non verbali, in funzione delle credenze, delle aspettative, dei valori, delle relazioni sociali e delle pratiche emotive
di ogni cultura di appartenenza».
Tutti a lezione di ecologia e di cultura gay
rimo: prendi tre posti auto lungo la strada, li Sì al convegno sull’amore gay Un anno fa il collettivo gay Kob chieP
svuoti delle macchine e li riempi di piante e di de all’università della Bicocca un piccolo fondo (500 euro) per un consedie a sdraio. Secondo: sei uno studente o un do- vegno su “Amore e diritti degli omosessuali”. L’università accetta. Ma il
cente, prendi la bici per andare all’università senza auto e, in piazza dell’Ateneo, alla Bicocca, troverai caffé, dolcetti ed eco-omaggi. Ambedue gli
esperimenti simbolici, promossi dagli studenti e
dai docenti del Laboratorio di di Sociologia visuale dell’università Bicocca in collaborazione con il Parco Nord, sono
stato effettuati dal 19 al 22 settembre durante il Parking Day, per dimostrare quanto spazio verde sia rubato alla città dall’automobile e
quanto inquinamento possiamo risparmiare ai nostri polmoni usando la bici per spostarci.
5 giugno il rettorato blocca tutto: troppo spinti dal punto di vista sadomaso sia la locandina, in cui è raffigurato lo stemma dell’ateneo accerchiato da frusta e manette, sia il titolo (“Master? No slave”).
Finalmente, dopo mesi di polemiche fra il Kob e l’ateneo, in settembre
arriva l’ok al finanziamento, con un vincolo: niente pornografia e approccio scientifico. Il convegno, che dovrebbe svolgersi verso la fine di
ottobre, vede tra gli oratori lo psichiatra Alberto Caputo. Aurelio
Mancuso,presidente di Arcigay,ha detto:“Il rettore autorizzando il convegno non ha fatto che il suo dovere. L’università è il luogo dove hanno
cittadinanza anche le idee delle minoranze”.
All’Università c’è un ospite in arrivo
Il premio internazionale di poesia “Streghetta”
Silvia Benna Rolandi
i avvicina il 24 ottobre, giorno in
S
cui, all’università Bicocca, fiore all’occhiello della nostra zona, verrà assegnato il Premio Internazionale di
Poesia Streghetta. Serena Siniscalco,
la gran sacerdotessa dell’evento, ha
già davanti le schede di valutazione
delle trecento poesie esaminate.
Sei dei sette giudici, tutti professori
universitari, hanno attribuito voti
dal 5 al 10, secondo le indicazioni di
Serena. Ma il settimo, il più anziano,
ha distribuito tranquillamente anche dei 2 e dei 3.
Fedele al suo amore per i classici,
non apprezza la libertà senza regole
dei poeti moderni. E molto attuale è
la poesia di Serena, che non si è mai
preoccupata delle rime. “Cercare
una parola che faccia rima è un limite all’espressione”, dice. “Inoltre può
dare l’impressione di una cantilena. Serena Siniscalco
Ma ci sono rime interne, quasi segrete, che danno ritmo e musicalità. Quelle mi piacciono”.
Piacciono anche le poesie di Serena, che ormai sono pubblicate persino nei libri di letteratura italiana e hanno ricevuto una cinquantina di premi. L’ultimo è il premio
Histonium di Vasto, arrivato alla ventitreesima edizione.
“L’ispirazione per scrivere una poesia può nascere dalle cose più semplici e quotidiane”, spiega Serena. “Anche da un
cartello stradale. Per esempio quello che ho letto qualche
tempo fa entrando all’Aprica: Non disturbate l’accoppiamento degli animali. Era un invito a omaggiare col silenzio il rinnovarsi della vita . Un'emozione”.
Per sapere cos’è l’emozione-amore per Serena basta leggere le sue poesie, che sono una specie di diario. Me ne dà
una dove parla del suo ultimo ballo col suo sposo, morto
nell’84 per un linfoma. Mi commuovo non solo per la tenerissima grazia dei ricordo poetico, ma perché anch’io dedi-
co quasi tutte le mie poesie a un
amore perduto. Serena ha pubblicato
il suo primo “Poesiario” solo nel
2004: prima leggeva quelle degli altri e non dava valore alle sue. Si è decisa a pubblicarle spinta dagli amici,
che ritenevano giusto difenderle da
eventuali imitatori e copiatori con un
copyright. Il Natale prossimo uscirà
per le Edizioni del Cenacolo il quarto “Poesiario”, un altro pezzo importante della sua opera. “Raccoglierà le
poesie scritte nell'ultimo anno, sempre ispirate alle piccole e grandi cose
della vita: anche uno scialle o una
mela possono suscitare ricordi, evocare fatti e persone”, dice Serena.
“Aspetto questa uscita con emozione,
come si aspetta la nascita di un figlio”. Per indovinare che cosa le riserva il futuro, almeno quello immediato del giorno che inizia, Serena ha
un rito semplice: lancia un dado. Se
viene 6 l’oroscopo è molto favorevole. Per propiziare la
giornata un altro rito divertente è sedere alla tastiera e
suonare vecchie canoni d’amore. Per scaldarsi il cuore,
dice, oggi ci sono per lei delle amitiés amoureuses. Uno
di questi amici-ammiratori, un vedovo devotissimo al ricordo della moglie, le telefona tutti i giorni. Qualsiasi segno d’affetto è ben accetto perché, sottolinea sorridendo
Serena “abbiamo tutti bisogno di un braccio attorno al
collo”.
Non c’è bisogno di lanciare il dado per sapere che anche
quest’anno il premio Streghetta sarà un successo.
Recentemente, dopo aver fatto la somma dei voti attribuiti a ciascun concorrente, i sette giudici si sono riuniti per
un decisivo scambio di opinioni. Nessuno di loro vuole lasciare il risultato di un premio di poesia a un semplice calcolo matematico.
Anziani, attenti ai truffatori! Non fate entrare sconosciuti in casa vostra.
ONA 9
DERBY
a cura di Lorenzo Meyer e Mauro Raimondi
Dialogo post derby
aurizio: Allora, carissimo Lorenzo, non dovevate forse
M
addirittura asfaltarci?
Lorenzo: Veramente, amico mio, l’avevi detto tu…
Maurizio: Scaramanzia,scaramanzia per piccina che tu sia… Però,
in effetti, prima della partita avrei firmato un pareggio.Voi siete più
forti fisicamente e mi sembrate più quadrati: però non potevo aspettarmi che ci avreste regalato un tempo, esattamente come nell’ultimo derby. Grazie, Mou!
Lorenzo: In effetti rimane un mistero per come abbia schierato la
squadra. Una sola punta e tutto il primo tempo ad aspettarvi quando l’avevano capito tutti che bastava pressare un attimo per mettere in crisi il Milan.
Maurizio: A parte tutto, anche a me il vostro allenatore piace.
Almeno come tipo. Più che arrogante, lo trovo sincero. Forse troppo,
in un mondo ipocrita come quello del calcio italiano. Con i giornalisti, poi, non fa il ruffiano: gliela canta di santa ragione. E sarebbe anche ora che qualcuno lo facesse. Sono convinto che se il Milan fosse
ancora quella società all’avanguardia che era fino a una decina di
anni fa, l’avremmo preso noi. Mi dicevi che nella conferenza stampa
prederby ha fatto scintille.
Lorenzo: Se tecnicamente non mi ha ancora convinto, in sala stampa devo dire che è di gran lunga il numero 1, superando addirittura
il grande Mancio. Ti cito una sua sola frase che testimonia lo stato
agonizzante del giornalismo sportivo italiano: “..credo che voi italiani non siate tanto innamorati del calcio quanto io credevo. Mi sembra che siate più innamorati della tv show o di storie tra professionisti. Siete poco preoccupati della qualità del vostro calcio, della qualità dello spettacolo durante i novanta minuti….”
Maurizio: Tornando alla partita, quando ho visto Adriano staccare
tutto solo e Abbiati già dietro la riga di porta, ho chiuso gli occhi…
Lorenzo: Certe occasioni non si possono sbagliare. Adriano sta migliorando, corre tanto, ma non l’ha ancora messa dentro. Di centravanti “generosi” non ne abbiamo bisogno. La partita poteva finire in pareggio, ma questo non avrebbe comunque nascosto
l’attuale mancanza di gioco. Il Milan invece ha giocato
una partita grintosa e determinata. Qual è stato per te
il migliore in campo dei rossoneri?
Maurizio: Come sai io amo la working class, e
per me il migliore è sempre Gattuso... Se non
ci fossero giocatori come lui, i fantasisti
avrebbero poco da inventare: si perderebbe sempre… Ho ancora in
mente un’azione verso la fine, con Ibra pericolosamente in area e
dietro di lui Maldini in affanno… Chi c’era lì, a chiudere con il raddoppio? Lui,ovviamente,con la sua fascia elastica sulla mano.Certo,
anche a Ronaldinho bisogna togliere tanto di cappello. Almeno fino
a quando ha giocato, cioè per un’oretta. L’azione del gol è stato splendida, tanto che è vero che quando ha saltato ero sicuro che avrebbe
preso il palo: tutto era stato troppo perfetto. Il peggiore? Quando si
vince un derby non esiste un peggiore… E dei tuoi eroi sconfitti?
SPORTIN
Lorenzo: Cambiasso su tutti: ha giocato una grande partita!
Facciamo invece un pronostico finale. Di solito non sbagliamo
mai…Secondo te chi vincerà questo campionato?
Maurizio: Non lo dico (solo) per scaramanzia, ma secondo me
l’Inter rivincerà lo scudetto. Resta un gradino sopra tutti, basta
guardare la rosa. Noi domenica sera abbiamo fatto la partita della
vita, ma sapremmo mantenere con tutte le squadre l’intensità del
derby? Per quanto tempo Gattuso e Ambrosini potranno reggere il
centrocampo da soli? E poi il campionato lo si vince con le piccole, e
noi abbiamo già perso con Bologna e Genoa, vedi te. Per me il Milan
è squadra da gara secca e perciò da Coppa, come del resto lo siamo
stati negli ultimi anni a causa della mancanza di una panchina adeguata. Non è un caso se l’ultimo scudetto l’abbiamo vinto nel 2004,
fa parte di una precisa strategia societaria: trascurare il campionato per puntare alle Coppe. Certo, se Ronaldinho e Sheva da figurine
Panini ritornassero ad essere giocatori veri, se rientrasse presto
Nesta (per poi non farsi più male), se la riserva dell’Arsenal si dovesse rivelare un buon giocatore…
Lorenzo: Anch’io credo che l’Inter abbia la rosa adatta per rivincere ma non avendo in questo momento un gioco tutto si complica.
Mourinho insiste con il 4-3-3 che al momento non sembra l’ideale
per questa squadra. Con questo modulo mi sembra sparito il pressing alto dei centrocampisti che devono stare invece bloccati dietro
a coprire le 3 punte. La conseguenza è una squadra “lunga” che
aspetta gli avversari nella propria metà campo.Tornare al 4-4-2 dell’anno scorso sembrerebbe la soluzione logica… Tornando al derby,
a chi dedichi questa vittoria? Anche tu, come i giocatori del Milan, al
presidente Berlusconi?
Maurizio: A chi? Non so chi sia: per me e molti altri tifosi rossoneri, il Milan è autogestito e non ha un presidente da molto, molto tempo… Mi pare che l’ultimo fosse un tale Buticchi… Comunque, vorrei innanzitutto dedicare la vittoria ai due amici, Umberto e
Andrea, con cui ho visto il derby. Ci conosciamo quasi da quarant’anni (!) e domenica sera eravamo lì a soffrire esattamente
come quando eravamo bambini. Il calcio è una gran cosa,
per l’amicizia. E poi ad Accia, che un paio di anni fa ci
aveva raccontato della triste fine della Fossa.
Ricordi? Dopo inenarrabili guai fisici, era lì, a San
Siro, a vedere il derby. Questa è vera passione,
ragazzi. Chapeau!
ONA
a cura di Roberto Braghiroli
“Bella l’Olimpiade, ma servono sacrifici”. Martina si racconta
ronto, sono Luigi Allori. Non è che ti andrebbe di intervistare
“P
la nostra ragazza delle Olimpiadi?”. “Ma certo”, rispondo io.
Per la cronaca, Luigi Allori è il direttore di questo giornale, mentre la
ragazza delle Olimpiadi è Martina Grimaldi che di professione nuota sulle lunghe distanze, è tesserata per l’Esercito e la cui mamma
Patrizia,la nonna Attilia,gli zii e la cugina sono di Niguarda (vedi numero scorso). C’è però un particolare importante: Martina sta a
Bologna. Comunque ho detto di sì al direttore e non posso rimangiarmi la parola. Prendo il treno, quindi, e vado a fare due chiacchiere di
persona con Martina, che nel frattempo, a settembre, ai campionati
Europei di nuoto di fondo a Dubrovnik, in Croazia, ha preso una medaglia d’argento nella 10 km e un quarto posto nella 25 km. Una stagione trionfale coronata dal decimo posto olimpico.
A proposito, Martina, ma com’è l’Olimpiade? “Bellissima, sono davvero contenta”, è la risposta secca. Non importano le gomitate sul viso,
non importano i primi chilometri un po’ sottotono. All’Olimpiade, innanzitutto, bisogna esserci. Appunto. Ma che cosa c’è dietro a una
partecipazione olimpica? Sicuramente allenamento e sacrificio. “E
anche qualche rinuncia”, racconta Martina.“Ad esempio, diventa difficile frequentare gli amici. Diciamo che, a parte quelle tre o quattro
amicizie forti, le frequentazioni si restringono all’ambito del nuoto”.
“Sono tre anni che Martina non fa vacanza”, intervengono mamma
Patrizia e papà Pino.“I suoi amici vanno, lei no, non può. Eppure questo sembra non pesarle”. Questa si chiama passione, quella che dopo
una mattinata a scuola e un pomeriggio di allenamento ti fa tornare
a casa di corsa per metterti sui libri fino all’ora di cena e poi, spesso,
anche dopocena.
Il risultato è una maturità conseguita sfiorando il massimo dei voti e
un medagliere diventato ormai insufficiente tanti sono i riconoscimenti, nazionali e internazionali. In attesa di un’altra stagione intensa: “Il prossimo obiettivo sono i Mondiali di Roma 2009”, conclude
Martina. Chissà se quest’anno riuscirà a passare da Milano. “Non la
vedo quasi mai”, ci spiega rassegnata (ma felicissima) la nonna
Attilia mentre mostra orgogliosa i ritagli dei vari giornali che parlano di Martina. Dai Attilia, Roma non è così lontana come Pechino:
quattro ore di treno si possono fare.
Il basket a Niguarda
in un blog
L’autore è Dario Perego, ex giocatore
e allenatore della Frassati Basket.
Lorenzo Meyer
ualche sera fa ho ritrovato una mia ex-allieva e abbia“Q
mo iniziato a parlare di quando allenavo la sua squadra: era il 1986. In quel momento ho pensato di aprire un blog
Martina, “Zona Nove”,
nonna Attilia
(a sinistra),
mamma Patrizia
e papà Pino.
dedicato al basket a Niguarda e zone limitrofe, sperando di poter incontrare giocatori, simpatizzanti, allenatori, dirigenti del
passato e di oggi che hanno conosciuto le squadre della pallacanestro in zona…”
Così Dario Perego ex giocatore e allenatore della Frassati
Basket scrive nelle prime righe della home page del suo nuovo blog: http://ilbasketaniguarda.spaces.live.com/. Un blog che
vuole essere un punto d'incontro per tutti i cestisti che hanno
militato nelle squadre di Niguarda e dintorni. La nostra zona
del resto ha prodotto nel passato molti giocatori che hanno militato in serie B e C come, per citarne solo alcuni, Spadoni e
Chiapparini. Per non parlare di Mario Governa, che dal vivaio
del Frassati è diventato poi Campione d'Italia e d'Europa con
l’Olimpia Milano.
Azzurri, Frassati, Osm, Opsa, Tnt sono solo alcune delle squadre di basket della nostra zona. Purtroppo alcune di loro hanno chiuso i battenti. Questo blog si propone di raccogliere i ricordi degli ex cestisti e magari di progettare un nuovo futuro
per il basket nostrano.
COOP LOMBARDIA - COOP LOMBARDIA - COOP LOMBARDIA
ONA NOVE 19
ONA NOEUV
Cont el coo in di nivôl
L’angolo di Don Giuseppe
La colonna poetica
a cura di Augusto Cominazzini
a cura di Don Giuseppe Buraglio
a cura dei lettori
Hatshepsut
Prestami una mano
atshepsut, anche se non sembra, è un nome di donna: non dei
H
nostri giorni e non dei nostri luoghi. Stiamo parlando di una
regina dell’Antico Egitto: un faraone-donna (non credo sia lecito di-
Diana Roca
re “faraona”!?). Hatshepsut fu un caso più unico che raro: per ben
19 anni (circa 15 secoli prima di Cristo) riuscì a mantenere un potere che era sempre stato appannaggio degli uomini. Il faraone era
sempre stato “maschio”: la donna che aveva accanto a sé in qualità di regina era la “grande sposa reale” (ne aveva anche tante altre, di mogli, tutte con la qualifica di “spose reali”, ma la “grande”
era una sola: la Nefertiti di Amenofi IV, la Nefertari di Ramses II,
la Ankhesenamon di Tuthankhamon,ecc.).Grande sposa reale ma
non faraone: sposa del re, non re. Hatshepsut invece era proprio “il
re”. Era riuscita in qualche modo a tenere a bada il legittimo faraone, con la scusa di fargli da “reggente” (essendone la zia) per la sua
troppo giovane età; e con questo aveva preso il suo posto. E stiamo
parlando di Tutmosi III, per nulla un debole o un inetto; uno che,
morta la zia, aveva dimostrato tutta la sua forza e la sua determinazione, diventando uno dei più famosi faraoni della storia egiziana, del calibro di un Ramses II o di un Amenofi III. Il periodo di
Hatshepsut rimane davvero un mistero. Questa donna riuscì a
mantenere così a lungo il più alto potere, credo, principalmente per
la sua fortissima determinazione, che le aguzzò l’ingegno a dismisura: parente di tutti i Tutmosi (I, II e III) di cui era o figlia, o sorella, o moglie, o zia, o suocera, confinò il nipote Tutmosi III nel
tempio di Karnak con la scusa della sua formazione, fece incidere
sulle pareti del tempio da lei fatto costruire a Deir-el-Bahari la storia della sua nascita, dicendo chiaramente di essere nata da un incontro d’amore tra sua madre e il dio Amon fattosi persona, si presentò costantemente in pubblico indossando la barba posticcia dei
faraoni, riuscì a tenere a bada per un ventennio tutte le più alte cariche dello stato (visir, primo profeta di Amon, ecc.), rigorosamente
tutte al maschile. Di certo fu una donna spietata, che non dovette
badare alla forma quando si trattava di ottenere quello che voleva.
E quindi Hatshepsut non è certo un esempio da imitare. C’è però
un lato della sua personalità che mi affascina, anche se è così esasperato da diventare un difetto: la fortissima determinazione, l’incarnazione del “volere è potere”. Questo aspetto del carattere, se
mantenuto dentro i limiti della liceità e della decenza, è sicuramente fortemente positivo. Non accetto quando mi si confida:“non
ci riesco!”. Non lo si deve dire, perché è falso e deviante. Si può fare fatica,si può non arrivare agilmente fino alla cima,ci si può mettere molto tempo per avere dei risultati apprezzabili. Ma mai dire
“non ci riesco!”, perché è il modo più veloce per non riuscirci davvero. In qualche modo la spietata Hatshepsut ci fa scuola. Non è stata una buona insegnante, proprio perché spietata e senza scrupoli. Però questa indole, anche se così esageratamente determinata,
ce l’ha comunicata a beneficio della nostra fortezza interiore.
Aiuto!
Per carita!
Prestami una mano da stringere
Per non farmi sentire più sola.
Una mano per farmi capire
che qualcuno ancora mi vuole bene.
Una mano che accarezzi il mio viso
e mi faccia provare ancora
la dolcezza di una carezza.
Una mano da posare sul mio stanco cuore
Che batte tanto forte
Da farmi impazzire, da farmi morire.
Mio Dio!
Perché nessuno mi vuol prestare la sua mano?
El miracôl
El mè amis Gildo on fatto stran el m’ha confidaa,
a lu capitaa quand con la Linda el s’éra ‘pènna sposada.
On dopo disnaa l’éra adree a schiscià on pisolin
ma el sent vegnì da la finèstra divèrsi colpettin.
El leva su e sul poggioeu el ved ‘na lusèrta piscinina
che, agitada, la se mètt a parlà con sottil vôsina:
“Dervon, salvom, famm vegnì dént, te saroo riconoscént.”
El Gildo el rèsta de stucch per el fatto sorprendént
de ona lusèrta che la parla, ma l’è anca on poo curiôs
de savè el perchè de stò caso singôlar e misteriôs.
La lusèrta l’insist e lu, a la fin, el dèrva la finèstra,
però cont on senso de timôr d’avè faa on’aziôn maldèstra.
La bestioeula la ven dént e, calma, la voeur spiegà:
“Te ringrazzi per avèm scoltaa, ona maga la m’ha stregaa
a on concôrs de bellèzza per invidia e famm eliminaa,
ma se on giovin el me basa su la bocca tôrni a vess ‘na tôsa.”
El Gildo l’è sconcertaa a sentì sta proposta schifôsa
de dovè basà ona lusèrta, ona ròbba quando mai disgustôsa,
ma le la supplica, l’implora e lu, contrariaa e schifaa,
la basa… ona grand scalmanna e el miracôl l’è là.
De frônt al Gildo se para on tòcch de tôsa stupend,
del tipo special ch’el pias ai paperôn che poden spend.
Lee, giuliva per vess stada miracolada, la se butta al còll
del Gildo che, imbranaa e stralunaa, el ris’cia el tracòll.
Con generôs traspòrt la string, la basa passionatamént
el sò salvadôr, ma riva, scalogna marscia, ona sôrpresa:
la Linda, su la pòrta, l’è on’ospit inattesa.
Beh, fòrse anca a voialter v’è vegnii el dubbi su la verità
de quèll ch’el Gildo el giura che gh’è capitaa,
perchè la Linda, ancamò adèss, a distanza de ann,
l’è sémper convinta ch’el sò Gildo l’è staa on gorgoén
a vorè faggh cred che anca i lusèrt hinn bôn de parlà.
odiaco di
ona
a cura di Anna Maria Indino
Ottobre 2008
ARIETE 21.3 – 20.4
Una forte attrazione sessuale potrebbe dare l’avvio a un rapporto importante e duraturo. Sul lavoro, una certa dose di calma potrà risolvere molte tensioni e permettere di trovare accordi e punti di intesa insperati. Una bella notizia dall’estero.
TORO 21.4 – 21.5
Si dissiperanno alcuni equivoci da gente superficialotta e perditempo. Uno scambio d’opinioni in famiglia vi potrà far vedere un genitore sotto una luce nuova, lo sentirete più vicino a voi e meno critico. In campo finanziario, azzardate.
GEMELLI 22.5 – 21.6
Se vi concentrerete meglio su alcuni programmi di lavoro i risultati gratificanti non tarderanno ad arrivare. Novità entusiasmanti per quanto concerne le faccende di cuore, non vi mancheranno corteggiamenti di persone affascinanti.
CANCRO 22.6 – 22.7
Per incrementare i vostri guadagni dovreste mostrarvi meno titubanti e preoccupati. In amore le vostre parole potrebbero
ferire la sensibilità del partner, cercate di riparare con altre dimostrazioni d’affetto. Occhio ai peccati di gola.
LEONE 23.7 – 22.8
Situazioni economiche interessanti potrebbero consentirvi di fare un investimento, probabilmente immobiliare, molto vantaggioso. Sul lavoro avrete forse più tempo per sistemare vecchie pratiche in sospeso. Fate una dieta disintossicante.
VERGINE 23.8 – 22.9
Alcuni cambiamenti di abitazione potranno ancora andare per le lunghe, ma non per questo dovete gettare la spugna. In amore tenderete a sbilanciarvi un po’ troppo, ma del resto se volete esprimere ciò che provate non c’è altra strada che questa.
BILANCIA 23.9 – 22.10
Potreste essere attratti da una persona un po’ trasgressiva, i cui atteggiamenti vi stupiranno: tutto bene se saprete stare al gioco. Anche se un collega cercherà di raggirarvi facendo presa sui vostri punti deboli, non ci riuscirà perché vi saprete difendere.
SCORPIONE 23.10 – 21.11
Prima di intraprendere un nuovo rapporto amoroso meglio andare con i piede di piombo. La tensione che vi portate dietro
potrebbe sfogarsi in famiglia e offendere qualcuno: cercate di trovare attività che vi distraggono e vi rendano più rilassati.
SAGITTARIO 22.11 – 21.12
Saprete comportarvi nel modo giusto in ogni circostanza, così da conquistarvi la simpatia e la fiducia altrui. Potrebbero inspiegabilmente accumularsi dei problemi, ma non è il caso di scoraggiarsi, tutto si risolverà al meglio.
CAPRICORNO 22.12 – 21.1
Le novità vi affascineranno anche se sapete bene che tutto ciò è nuovo e contiene una dose di rischio. Gli amici potranno essere buoni consiglieri, sia per un acquisto, sia per un investimento. Per stare in forma: ginnastica e massaggi.
ACQUARIO 22.1 – 19.2
Al lavoro non vi risparmieranno prediche o riunioni noiose, ma molti di voi saranno presto ricambiati con gratificazioni concrete e morali. Spostamenti in arrivo: organizzatevi al meglio e cogliete l’occasione per unire l’utile al dilettevole.
PESCI 20.2 – 20.3
Chi studia potrebbe sentirsi poco concentrato ed efficiente, ma in realtà si tratta solo di riprendere o apprendere un certo
metodo di studio. Incontri emozionanti ma non impegnativi sembrano proprio quello che cercate. A tavola, cibi leggeri.
ONA NOVE 20
L’ultimo ballo
Silvia Benna Rolandi
E fu l’ultimo ballo quella notte
agostana, sulla terrazza al mare.
La luna faceva capolino
al nero d’orizzonte. Lumeggiava
già Sirio a mezzo il cielo, la brezza
era carezza salmastra ed oleandra.
E la mia voce muta faceva eco
alla canzone nostra preferita,
membranza d’una America lontana
vagheggiata ed amata.
“Strangers in the night, exchanging glances
wond’ ring in the night what were the chances...”
Stretto il tuo abbraccio a cingermi la vita
il viso tuo così accostato al mio, così
adesivo, il fiato tuo a vellicarmi il collo,
il tuo profumo un brivido di pelle.
Ancora io mi vestivo di bellezza
giovanile, ridente e innamorata.
E danzava la mia veste leggera,
ampia, leggiadra di fiorita organza
e frusciava schiudendo la corolla,
nell’elegante turbinar dei passi,
maliose ombre tessendo al chiar di luna.
Il cuore ancor vibrava nei fremiti
irrequieti di vita e gli stupori.
E fu l’ultimo ballo e l’immagine
estrema tua di firmamento. Ora,
nello scrutare questa volta nera
in trionfo d’astri lucenti, rammento
con struggenza l’indice tuo additare
le sette stelle d’Orsa e la Polare,
il nostro cielo, il mare e la canzone
bella, la stretta ardente
dell’ultimo danzare.
Noli, agosto 2007
(Dedicata al mio sposo, agosto 1984,
ad un anno dalla prematura morte)
Nonsense n. 3
Giorgio Tacconi
Una bella
fanciulla di Mortara
commerciava in merce assai rara.
Buonsenso,
saggezza, intelletto,
vendeva per tre euro all'etto.
Coraggio,
dolcezza, pazienza,
nessuno doveva starne senza.
Ma gli abitanti del
bel paese
avevano ben altre pretese
e la dolce nonnetta slovacca
chiuse ben presto baracca.
Anziani, attenti ai truffatori! Non fate entrare sconosciuti in casa vostra.
FILO
DIRETTO CON…
OCULISTICA
SALUTE/1
Non trascurare la tua vista!
I giovani che abusano di alcol sono
esposti a gravi patologie epatiche
Chiedi sempre consiglio al tuo ottico optometrista di fiducia.
Luca Giorgetti (optometrista)
i rinnova anche quest’anno il tradizionale appuntamento con “Ottobre Mese Della
S
Vista”. Si tratta di un’importante iniziativa di informazione e sensibilizzazione
per segnalare i rischi legati ad una visione non adeguata e la necessità di affidarsi
a professionisti preparati per le soluzioni individuali, adatte alle particolari condizioni sia culturali che professionali.
L’iniziativa prevede un controllo di base per la verifica dell’efficienza visiva, con lo
scopo di evidenziare potenziali carenze visive.
Una buona qualità della vita è collegata ad una capacità visiva ottimale ed è per questo che dei controlli periodici sono necessari per evidenziare in tempo variazioni dei
difetti della vista.
Quando l’occhio è emmetrope e ha cioè una visione normale, le immagini di oggetti
lontani e vicini si formano sulla retina e sono perciò viste nitide.
Quando l’occhio invece presenta un difetto visivo viene definito ametrope.
I più diffusi difetti visivi sono quattro e sono: ipermetropia, miopa, astigmatismo e
presbiopia.
Ipermetropia:
Quando l’occhio è ipermetrope, l’immagine di un oggetto lontano o vicino si forma dietro la retina. L’occhio è “troppo corto” o “poco potente” e l’oggetto è visto sfuocato.
Luigi Luce
abuso di alcol non solo espone i gioL’
vani e le loro eventuali vittime a incidenti stradali gravissimi (vedi a pag. 2),
ma può anche determinare in loro seri
problemi di salute. La diffusione dell’alcol tra gli adolescenti suscita allarme: nei
fine settimana o durante l’happy hour
spesso si ubriacano senza pensare alle
conseguenze. “L’alcol viene utilizzato per
migliorare la comunicazione interpersonale - spiega Nicola Caporaso, professore
di Gastroenterologia dell’Università
Federico II di Napoli. - Se bere alcolici è
utilizzato per superare difficoltà relazionali si ricorrerà all’alcol ogni volta che si
avranno difficoltà: in pratica è dipendenza. 3 ragazzi su 4 tra 16 e 25 anni bevono
alcolici e se si abbassa l’età a 15 anni, un
anno in meno del limite di legge per poterli acquistare, i dati non cambiano: beve il 67%. Il problema, oltre che sociale, è
anche medico: negli adolescenti l’alcol
viene metabolizzato con maggiore difficoltà e i danni al fegato ed al sistema nervoso sono maggiori che negli adulti. Così
si facilita l’insorgenza di malattie del fegato che negli anni possono trasformarsi
in cirrosi ed epatocarcinoma.”
Solo a 18-20 anni si sviluppa maggiore
capacità di metabolizzare l’alcol: perciò
fino ai 20 anni non bisognerebbe bere più
di un bicchiere di vino al giorno. “I giovani
però non si accontentano di vino o birra,
preferiscono i drink a base di superalcolici, ma devono capire che questo - chiarisce
Caporaso - aumenta la probabilità di contrarre un danno epatico indipendentemente dalle bevande che si assumono, siano esse vino, birra o superalcolici. I dati
sono preoccupanti: il 7% dei giovani fa
abuso di alcol almeno una volta la settimana e il primo approccio alle bevande alcoliche si è abbassato a 10-11 anni. È importante anche non sottovalutare altri elementi come lo stile di vita (abitudini alimentari, attività fisica, ecc.). Bevute, quotidiane e lontane dai pasti, fumo e malnutrizione sono fattori altrettanto importanti nel determinismo del danno epatico.”
Cosa fare allora? Smettere di bere resta
l’arma principale. La sopravvivenza a
cinque anni delle persone affette da cirrosi è del 90%, ma scende al 70% se il paziente continua ad assumere alcol e, addirittura, al 30% se quello stesso soggetto è scompensato. E al momento non esistono farmaci che abbiano la capacità di
far regredire questa patologia.
SALUTE/2
Ora la card sanitaria si usa pure on line
Luigi Luce
alla metà di ottobre la tessera saniD
taria detta “Carta regionale dei servizi”, già distribuita a tutti i cittadini
Se l’ipermetropia è debole il cristallino accomoda per compensarla, ma ciò provoca affaticamento visivo.
Miopia:
Quando l’occhio è miope, l’immagine di un oggetto lontano si forma davanti alla retina. L’occhio è “troppo lungo” o “troppo potente” e l’oggetto è visto sfuocato.
Astigmatismo:
L’occhio astigmatico non ha lo stesso potere in tutti meridiani della cornea perciò le
immagini delle due linee della croce dell’oggetto sono su due piani diversi. L’oggetto
è visto così sfuocato.
lombardi in più di 9 milioni di copie, permetterà di ottenere informazioni e servizi via
computer.
Seduti davanti
al personal si potrà usufruire di
una serie di prestazioni: prenotare visite ed
esami, scegliere
o revocare il medico di base, pagare i ticket, addirittura visualizzare la propria cartella
clinica elettronica (da due anni, infatti,
negli ospedali pubblici le prestazioni ai
singoli vengono registrate su file consultabili anche via computer, ma solo dai ti-
tolari della tessera, dal medico di base o
da altri medici autorizzati).
Per poter usufruire del servizio on line,
che prevede anche la possibilità di richiedere certificati
amministrativi,
pagare rette scolastiche o tasse
come la Tarsu,
occorre però fare
due cose: a partire dal 21 ottobre
e per due mesi si
deve acquistare,
asseme a uno dei
quotidiani
più
diffusi su scala
nazionale,
al
prezzo calmierato di 7,50 euro il lettore
elettronico della carta sanitaria; e poi
procurarsi presso la Asl il Pin della propria tessera in modo da poterla attivare
come se fosse un bancomat.
SERVIZI
Il bonus sociale per la spesa elettrica
Luca Tiboni
(Responsabile del centro di raccolta milano 013)
Autorità per l’energia elettrica e il
L’
gas, con la delibera Art/Elt n°117/08
del 6 agosto 2008, ha approvato le modaPresbiopia:
Con l’età, per vedere da vicino, il cristallino non accomoda più a sufficienza perdendo
quindi la propria funzionalità. L’immagine di un oggetto ravvicinato si forma dietro
la retina. L’oggetto viene visto così sfuocato.
La presbiopia si aggiunge agli altri difetti visivi precedentemente illustrati.
I difetti visivi, dopo un’attenta valutazione soggettiva, possono essere compensati con
l’utilizzo di lenti oftalmiche o di lenti a contatto. L’Ottico Optometrista è il professionista sanitario che esegue con autonomia professionale l’esame visivo, svolgendo attività dirette all’individuazione, correzione e compensazione dei difetti rifrattivi anche attraverso idonee procedure di educazione visiva.
lità applicative del regime di compensazione della spesa sostenuta per la fornitura di energia elettrica da clienti domestici disagiati, misura fortemente voluta
dal precedente governo di centro-sinistra
con il decreto del 28 dicembre 2007 (G.U
del 18/02/2008 n°41) del ministro dello
sviluppo economico Pierluigi Bersani. Il
decreto recepisce la direttiva comunitaria 2003/54/CE , “misure a favore di clienti vulnerabili”, ampliandone il campo di
applicazione, non solo a favore di utenti
in condizione di disagio economico, ma
anche di clienti domestici in gravi condizioni di salute che necessitano dell’utilizzo di apparecchiature medico-terapeutiche.
Per poter usufruire del bonus sociale, che
si traduce in un risparmio medio del 20%
sul costo della fornitura elettrica , viene
richiesto il certificato Isee, indicatore della situazione economica equivalente, ampiamente impiegato per altre agevolazioni quali per esempio assegni di materni-
tà, rette per asili nido, mense scolastiche,
case di riposo, tasse universitarie ecc.
Per la determinazione dell’indicatore
Isee che per poter usufruire dell’agevolazione deve essere pari o inferiore a euro
7500, concorrono 3 fattori: la componente
reddituale, quella patrimoniale e la composizione del nucleo familiare.
A titolo puramente esemplificativo, un
nucleo familiare composto da padre, madre e 2 figli, monoreddito, in affitto e senza ulteriori disponibilità patrimoniali,
rientra nella soglia Isee di euro 7.500,
con reddito annuo lordo fino a circa euro
23.400.
Il centro di raccolta milano 013 del caf di
base si offre, in forma gratuita, di accompagnare nella compilazione del modello
Isee, presso Acu- Associazione Consumatori Utenti di via Padre Luigi Monti 20/c
(traversa di viale Suzzani - zona Niguarda), nelle giornate di lunedì e mercoledì
dalle 14.00 alle 18.00 e di venerdì dalle
09.00 alle 18.00.
Per ulteriori informazioni potete scrivere
a: [email protected] oppure telefonare allo 02/66154129.
COOP LOMBARDIA - COOP LOMBARDIA - COOP LOMBARDIA
ONA NOVE 21
FILO
DIRETTO CON…
TASSE & AGEVOLAZIONI
PIRELLONE
Manovra d’estate
Le scelte regionale per l’Expo
Lorenzo Gomiero
Franco Mirabelli
rima di partire per mari e monti è
P
stata varata la manovra d’estate che
ha introdotto poche novità e revocato alcuni adempimenti. Ecco un breve riassunto dei provvedimenti.
Elenchi clienti e fornitori Abolito
l’adempimento sugli elenchi clienti e fornitori, che dovevano essere inviati telematicamente alle Entrate entro il 29
aprile dell’anno successivo a quello di riferimento. Eliminato anche il regime
sanzionatorio.
Studi di settore Dal 2009, la pubblicazione dei questionari degli studi di settore in “Gazzetta” dovrà avvenire entro il
30 settembre del periodo d’imposta nel
quale entrano in vigore. In precedenza, il
termine era il 31 marzo dell'anno successivo. Solo per il 2008, la pubblicazione dovrà avvenire entro il 31 dicembre 2008.
Per la fornitura di Gerico, l'agenzia delle
Entrate non deve rispettare alcuna scadenza.
Adesione ai processi verbali È possibile aderire ai processi verbali di constatazione redatti dai verificatori al termine
della verifica fiscale attraverso il pagamento dell'intera imposta e di un ottavo
del minimo previsto per le sanzioni.
Questa disposizione si applica ai verbali
di constatazione consegnati (e non notificati) dal 25 giugno 2008 in poi. Solo per
quelli consegnati entro la data di entrata
in vigore della legge di conversione, il termine per la comunicazione dell’adesione
da parte del contribuente è prorogato al
30 settembre 2008. Inoltre, la scadenza
per la notifica dell'atto di definizione dell’accertamento parziale, relativo ai verbali consegnati al contribuente fino al 31
dicembre 2008, è prorogato al 30 giugno
2009.
Professionisti Abrogata la norma che
imponeva ai professionisti la tenuta di
uno o più conti correnti, sui quali far confluire gli incassi e i pagamenti inerenti
all'attività. Eliminato dal 25 giugno 2008
anche l'obbligo di incassare esclusivamente mediante strumenti finanziari
tracciabili (assegni, bonifici, carte di credito, Pos e così via) i compensi di importo
pari o superiore a mille euro.
Nuove società Premiato il reinvestimento in nuove società delle plusvalenze
derivanti dalla cessione di quote o azioni.
L’agevolazione riguarda il capital gain
realizzato dai soggetti Irpef non imprenditori per la cessione di partecipazioni in
società di persone (escluse le società semplici) o di capitali, detenute da almeno 3
anni e relative a società costituite da non
più di 7 anni. In questi casi, per evitare la
tassazione sulla plusvalenza, essa va
reinvestita, entro il biennio successivo, in
azioni o quote di società che svolgano la
stessa attività e che sono state costituite
da non più di 3 anni.
Stock option Eliminato il trattamento
fiscale agevolato per i piani azionari individuali riservati a dipendenti e amministratori. Le azioni assegnate dal 25 giugno 2008, a eccezione dei piani di azionariato diffuso, non saranno più esenti, ma
verranno assoggettate all'Irpef.
Sportello operativo Caf - Tutela fiscale del contribuente Srl, Milano, V.le Rodi 85. Rag. Lorenzo Gomiero
Commercialista - È possibile prenotare l’appuntamento per la compilazione di documenti fiscali. Aperto il sabato
mattina. Tel. 02 66103405 fax 02 66116682, [email protected]
ei prossimi mesi, anche in Regione,
N
saranno fatte scelte decisive per la
riuscita o meno dell’Expo 2015. Nulla è
scontato, l’Expo può essere una straordinaria opportunità per il futuro o una occasione persa per i cittadini di Milano.
La discussione in atto su chi deve comandare è dannosa per diverse ragioni: perché le volontà egemoniche della Moratti
hanno rotto quella feconda coesione tra le
istituzioni che ci ha fatto ottenere l’Expo
ed è condizione indispensabile per la sua
riuscita. Soprattutto questa discussione
infinita sulla governance sta facendo perdere tempo prezioso e sta facendo passare in secondo il dibattito su ciò che deve
essere l’Expo per il futuro .
Provo a proporre alcuni temi in questo
senso anche per far comprendere quanto
concrete siano le questioni legate all’expo:
1) L’Expo può essere una grande opportunità per definire regole e controlli innovativi ed efficaci per evitare i rischi insiti in una manifestazione che richiede la
realizzazione di grandi opere in tempi relativamente brevi. Il tema della sicurezza
dei cantieri, della lotta al caporalato e al
lavoro nero è già stato oggetto di un primo protocollo voluto dal sindacato, ma
credo si tratti anche di dare responsabilità precise alle imprese, definire sanzioni
rigide e garantire controlli frequenti ed
efficaci. Allo stesso modo la questione, già
sollevata anche da alcune inchieste recenti, sul rischio di infiltrazioni mafiose
nella attribuzione degli appalti, è concreta e richiede uno sforzo innovativo per
evitare che la necessità di garantire tempi certi e rapidi per le realizzazioni vada
a scapito della necessaria trasparenza.
Serve un tavolo tra tutte le istituzioni e
le organizzazioni imprenditoriali per definire regole e modalità di intervento su
questi temi e serve che le semplificazioni
burocratiche non si trasformino in minori controlli.
2) Il tema della casa diventa decisivo in
una realtà n cui la pressione abitativa è
fortissima, in cui i prezzi degli appartamenti restano alti e l’Expo rischia, in assenza di politiche pubbliche adeguate, di
produrre un ulteriore incremento dei
prezzi. Per questo proprio in questa fase
abbiamo avanzato proposte precise volte
ad aumentare l’offerta di case in affitto a
canoni contenuti, coinvolgendo pubblico,
cooperazione e privato. Si tratta per il
pubblico di dare garanzie a chi costruisce
garantendo il sostegno all’affitto per chi
non può sostenere un affitto tale da far
rientrare gli operatori e, dall’altra parte,
come abbiamo fatto in Regione con la recente legge sull’housing sociale, di creare
le condizioni per affitti calmierati abbattendo i costi di costruzione mettendo a disposizione aree pubbliche e garantendo
tassi più bassi per gli investimenti.
3) Ma l’Expo può essere un grande investimento per il futuro di Milano se riusciamo oggi ad immaginare ciò che può
lasciare nel 2016 in termini di innovazione, occasioni di sviluppo, posti di lavoro,
eccellenze, rilancio della funzione della
nostra area metropolitana.
Se riusciamo a guardare a quell’evento
come ad un volano per il futuro e non solo ad una occasione per il turismo e l’intero indotto durante l’esposizione, l’Expo
potrà davvero portare la città di Milano
ai vertici della competizione tra le metropoli europee, nell’interesse dei milanesi,
tutti i milanesi.
Si tratta certo delle infrastrutture che sorgeranno con l’Expo e che garantiranno
una mobilità migliore grazie alle nuove
metropolitane ma occorre pensare da una
parte a come valorizzare le eccellenze milanesi e, dall’altra a cogliere l’occasione
per creare nuove occasioni di sviluppo economico nei settori più innovativi.
Tra poco si discuterà della legge regionale sull’Expo. Sarà da qui che partiremo.
www.francomirabelli.it
PARERI LEGALI
Revoca delle donazioni nel caso di adulterio
Dimitri Barbera
sottoposto recentemente alla Suprema Corte (Cass. Civ., sez.
IcuilII,caso
sent. 28.05.2008 n°14093) riguarda la vicenda di due coniugi di
il marito richiedeva la revoca delle donazioni indirette effettuate
a favore della moglie (attraverso l’acquisto di un immobile operato
con il solo contributo economico di lui, ma poi intestato ad entrambi).
Il motivo fondante la richiesta di revoca risiedeva nella scoperta del
tradimento della propria consorte (con uomo peraltro molto più giovane d’età) che consumava sovente nella casa coniugale.
Affermando preliminarmente che l’atto di liberalità posto in essere
dal marito non può che essere inquadrato quale “donazione indiretta”, si giunge ad affermare che gli unici casi in cui può essere disposta la revoca sono quelli previsti dall’art. 800 c.c.: 1) per ingratitudine del donatario e 2) per sopravvenienza di figli. Indi, si vuole lascare la possibilità al dante causa, qualora il destinatario della liberalità assumesse un comportamento disdicevole verso lo stesso, di revocare la donazione, in quanto ripugna dalla coscienza morale che il donatario, in un caso del genere, conservi il patrimonio.Vi è però da sottolineare il fatto per cui per ravvisare una situazione di “ingratitudi-
ne” utile ai suddetti fini bisogna ricadere nelle ipotesi tassativamente previste dall’art. 801 c.c. e quindi, riferendoci in particolare al caso
in questione, il comportamento tenuto dalla moglie sarà ritenuto giusto motivo ai fini della revoca solo ed esclusivamente se delineabile
quale “ingiuria grave verso il donante”.
Premesso che la nozione di ingiuria grave è rilasciata all’interprete
in quanto sfornita di definizione normativa, e ritenuto che la medesima non è un concetto assoluto ma bensì mutevole nel tempo in
quanto in linea con l’evoluzione della società, è da ritenere che tale
concetto debba essere ricavato da una valutazione etico-sociale complessiva della fattispecie, tenendo in considerazione sia i singoli episodi, che l’ambiente sociale delle parti e i loro rapporti precedenti. Al
fine di rintracciare tale circostanza occorre un’azione cosciente e soprattutto volontaria di tale “crudeltà morale” capace di andare a ledere effettivamente, alla luce di una morale comune, l’onore e la dignità del donante così da giustificarne il pentimento rispetto al proprio atto di liberalità.
Emerge, quindi, con estrema evidenza che il comportamento mani-
festato dall’adultera nel caso de quo sia stato, senza ombra di
dubbio, capace di concretizzare l’ingiuria così come appena descritto, in quanto in grado di recidere definitivamente i rapporti
persionali tra i coniugi. Peraltro, anche se per l’ingiuria grave non
si richiede un comportamento di ostilità ripetuta, bastando anche
un solo ed unico fatto ingiurioso, nel caso qui descritto, ricorre anche questo elemento peggiorativo dovuto dalla ripetività dell’atto
adultero. Quindi, non è stata l’infedeltà tout court a consentire
siffatta azione, ma sono state le modalità ingiuriose di esplicazione della medesima ad indurre la Suprema Corte nella direzione
della inefficacia della donazione effettuata.
Dimitri Barbera - Avvocato del Foro di Milano - Via G. Arganini,
24 - Studio Legale e Tributario in Milano, Via Soperga n° 4, tel.
0266714559, fax 02700418300, [email protected] <mailto:[email protected]>
INVESTIMENTI FINANZIARI
Borse in picchiata: crisi irreversibile od opportunità d’acquisto?
Ciro di Giorgio
entili lettori, in queste ultime settimane abbiamo asG
sistito a paurosi scivoloni in borsa, talvolta seguiti da
vigorosi rimbalzi e da allarmanti segnali sullo stato di salute dell’economia mondiale.
Questa altalena di notizie spesso contraddittorie fra loro
(alcune importanti banche internazionali sono state salvate da interventi governativi, mentre altre sono state lasciate al proprio destino) ci pone di fronte a una preoccupante crisi strutturale del sistema finanziario.
In uno scenario di notevole incertezza diventa assai arduo, per non dire impossibile, poter fare previsioni attendibili sull’entità e la durata di questo terribile tsunami
dei mercati.
Ma è proprio in momenti come questi, tuttavia, che occorre fare alcune semplici riflessioni su un corretto approccio al mercato.
Prima di tutto bisogna obbligatoriamente fare qualche
passo indietro con la memoria.
Nel nostro sistema economico occidentale le crisi dei mercati finanziari si susseguono periodicamente, puntuali co-
ONA NOVE 22
me l’influenza che d’inverno ci costringe tutti a letto.
Abbiamo assistito alla bolla speculativa dei titoli tecnologici nel 1999/2000, aggravata di lì a breve dai timori sul
terrorismo internazionale post 11 settembre; alcuni anni
prima c’era la crisi delle tigri asiatiche, prima ancora la
crisi russa, le tensioni con l’Iraq nel 1989, lo shock petrolifero degli anni ‘70…
Durante queste fasi d’incertezza, oltre ai problemi dell’economia reale che di volta in volta si presentano, la crisi di fiducia la fa da padrone lasciando i mercati in balia
della speculazione.
Il panico dilaga, fioccano le vendite e… si salvi chi può!
C’è quindi chi fa buoni affari (pochi), e chi ci rimette i propri risparmi e le coronarie (la maggioranza).
Poi, di norma, le crisi si superano, i mercati si assestano
(nel giro di qualche anno) e, pian piano, ritorna la fiducia,
anche se molti ci hanno rimesso un po’ di quattrini.
Ma ora facciamo un’altra piccola riflessione.
Nei momenti buoni, quando regna l’ottimismo, i prezzi
salgono e la gente acquista, spesso in preda a una vera e
propria euforia, perdendo la corretta percezione del rischio che si sta correndo.
Perciò tanti risparmiatori, grandi e piccoli, comprano ai
massimi per poi vendere ai minimi (mentre sarebbe opportuno fare il contrario).
Visto che è così difficile cogliere il momento giusto per acquistare e per vendere, non sarebbe meglio utilizzare metodo e rigore, per contenere i rischi e ridurre l’ansia?
È molto più semplice di quel che sembra: se si dispone di
qualche risparmio, sapendo che per un certo numero di
anni non ne avremo bisogno, possiamo entrare gradualmente sul mercato, con costanza e regolarità, senza farci
troppo influenzare dagli scossoni temporanei, che ci sono
sempre stati e sempre ci saranno.
Avremo modo di riparlarne presto, e diffusamente!
Ciro di Giorgio - Promotore Finanziario - Via Dante, 4 - 20121
Milano - Tel: 0245471766/7/8 - Cell: 3355240062 - Fax
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Pagina riservata ai lettori
lettere in redaz ione
IL RUMORE DEI TRAM
SGANGHERATI
Se si promuove qualche azione
contro l’inquinamento acustico
in zona 9, ci si ricordi dei tram
che attraversano viale Sarca
con fortissimo stridore durante
tutta la notte, dato che ormai
quel percorso non è usato solo
dalla linea 7 (che comunque si
interrompeva solo dalle 2,30 alle 5 di notte!) ma da un sacco di
altri sgangherati convogli che
si dirigono a un nuovo deposito!
Che ci vuole a percorrere il
tratto abitato a 10 km/h? e
quindi a non frenare di colpo di
fronte ai semafori rossi?
Giusto Buroni (settembre)
È DA PAZZI CHIUDERE
LA VIA G. PASTA
Al Comune e al CdZ. Chiedo un
intervento immediato che rimedi alla gravissima situazione creatasi con la chiusura della via G. Pasta. La chiusura
della strada è legata alla realizzazione della nuova strada di
collegamento tra viale Fermi e
via Graziano, per raggiungere
il Pronto soccorso. La strada è
stata chiusa quasi senza preavviso. Così venerdì 26 il traffico è
rimasto paralizzato sia alla
mattina sia alla sera: 45 minuti per percorrere 300 metri.
Riepilogo gli effetti causati dalla chiusura della strada: il traffico ora deve attraversare un
quartiere dove ci sono 3 scuole,
1 asilo, 1 asilo nido, il centro
sportivo di Interello e anche il
mercato del mercoledì (che è
anche giorno di raccolta rifiuti);
questo nuovo traffico si congiunge a quello proveniente da
Bresso/Cusano e dai quartieri
limitrofi sulle vie Ornato e
Graziano, già al collasso (all’incrocio Val di Ledro/Rotta si sono già verificati diversi incidenti anche gravi); la sera il traffico finisce tutto sulla via Bauer,
l’unica rimasta che porta fuori
città; anche i mezzi pubblici sono immobilizzati: non è più
possibile entrare/uscire dal
quartiere. Alla polizia locale mi
hanno confermato che la chiusura della via Pasta è definitiva
(come riportato sui cartelli) e
non temporanea. Questo secondo loro contribuirà a migliorare
la situazione (ma comunque
non a ripristinare quella di prima), perché il traffico andrà su
viale Fermi: chi vive in zona sa
bene che non sarà così, perchè
il viale è già congestionato (la
coda arriva fino a Meda il mattino) e non può sopportare altro
traffico.Vi chiedo quindi di attivarvi immediatamente per la
riapertura della strada, perché
i cittadini di Niguarda non ne
possono più dell'incompetenza
e l’inerzia del Comune: già da
anni siamo in attesa che venga
risolto il problema della viabilità delle vie Palanzone e
Maestri del Lavoro; sono state
costruite abitazioni per migliaia di nuovi residenti ma non è
stato fatto nulla. Spero che il
presidente del CdZ 9 vigili e
faccia pressione perché si arrivi
a una soluzione tempestiva del
problema.
Dino Bertuzzi (settembre)
PRECETTIAMO
GLI SPECULATORI
Oggi gli scioperi sono regolamentati per non creare problemi alla comunità e si usa la
precettazione, per i lavoratori
dipendenti. Ma anche l’aumento dei prezzi incontrollato crea
problemi alla comunità, specie
per chi non arriva alla fine mese.
Troviamo una regolamentazione
anche per questo: una specie di
precettazione per chi specula. I
cattolici bipartisan, si lamentano
che i giovani non si sposano e
non fanno figli. Io da cattolico
condivido i giovani, perché col
precariato chi mantiene i figli? I
nonni o la provvidenza divina?
Alla caduta del muro di Berlino,
Papa Wojtyla disse: caduto il comunismo, stiamo attenti al capitalismo.
Lettera firmata (settembre)
PERCHÉ SCRIVO
COSÌ TANTO?
Spesso le mie lettere sono lunghe
(ma perché pubblicate addirittura i p.s.?). Spiegherò il motivo di
questa mia “intensa” attività.
Sono invecchiato studiando e lavorando, a 65 anni sono stato a
un passo dalla morte e intanto
mi accorgevo che giovani e vecchi
che ne sanno meno di me sproloquiano più di me. Trovo onesto
quindi spendere i miei rimanenti
sei o sette anni per trasferire un
po’ delle mie conoscenze a chi
non le ha e crede di averle. È immodestia? Chiamatela come volete, ma io sono certo di trattare
solo di argomenti che conosco e
dopo averli verificati e confrontati, e scusandomi (e vergognandomi) per gli errori, mentre altri si
arrogano la facoltà di parlare anche di ciò che non conoscono.
Quindi, sopportatemi ancora pochi anni e, per favore, imparate (o
discutete con me) quello che noiosamente, ma coscienziosamente,
vi racconto. Le mie materie preferite (tante, pur conosciute da
me a livelli molto diversi fra loro)
sono quelle che ritrovate nelle
mie lettere pubblicate su
Tazebao e su qualche raro articolo di “Zona Nove”, ma anche sulle rubriche del “Corriere della
Sera” (molto meno accoglienti di
“Zona Nove”, in verità!). Dai lettori del “Corriere” ricevo (via email) insulti e complimenti, da
quelli di “Zona Nove” sono ignorato, eccetto dalla Redazione e
dal parrucchiere Silvano di viale
Suzzani, col quale ingaggio animate discussioni cosmologiche
durante il taglio dei capelli. Per
chi usa comunicare per e-mail, ripeto il mio indirizzo: [email protected]
Giusto Buroni (settembre)
• Arriva l’autunno, ma non tutte
le speranze di un cielo pulito di
smog intellettuale e di un sole
chiarificatore della realtà sono
perdute: le foglie-lettere di Giusto
Buroni, come si vede, non cadono
mai dagli alberi e mantengono in
vita il bel tempo dello scambio
d’opinioni,
trasformando
Tazebao, come potete vedere, in
un bel prato verde punteggiato
da idee, critiche, sane reprimende.
E di arguzie sarcastiche come
quella di insinuare che le sue lettere sono lunghe perché noi pubblichiamo anche i p.s. (lo sentireste se non lo facessimo!) e dei
commenti. Scriva pure quanto
vuole, caro Buroni: compatibilmente con lo spazio pubblicheremo. Anche se spesso non siamo
d’accordo con le sue tesi, soprattutto sull’ambiente. Si spera solo
che “Zona Nove” sopravviva ai
decenni di riserva di inchiostro (e
di materia grigia) che Buroni ha
davanti a sé. LA
I RICORDI
DELLA BICOCCA
Ho ricevuto tramite mia figlia
Mariarosa copia di “Zona Nove”
dove ho trovato e gradito il mio
testo giornalistico sulla Bicocca
inviatovi il 3 marzo scorso. Una
pagina molto riuscita sotto il profilo grafico e, lasciatemolo dire,
nel suo contenuto di ricordi ma
anche di speranza nel futuro.
Grazie di cuore e buon lavoro.
Mario Emari (settembre)
VENERE
A NIGUARDA
Ho avuto il piacere nel corso degli anni di conoscere e frequentare molti artisti. Di recente sono
ti sono della nostra casa altri
vengono da fuori, e alla sera, sino
alle 2-3 di notte, la situazione diventa insopportabile: schiamazzi, macchine e motorini che vanno e vengono, a volte radio accese a tutto volume, pallonate sulle
auto parcheggiate. Abbiamo
chiamato polizia, carabinieri, vigili, ma sembra che non voglia
uscire nessuno per questo problema. Speriamo che i genitori di
Bus in fiamme in via Saluzzo
bito in via Antonio da Saluzzo 5 al pianterreno di una palazA
zina di due piani.La via è molto piccola e il marciapiede è largo circa 1 metro e mezzo. Le finestre delle camere da letto di tutta la palazzina si affacciano direttamente sulla strada.
Esattamente davanti alle finestre c’è il capolinea dell’autobus linea 44 dell’Atm: i mezzi viaggiano incessantemente dalle 6 fino
alle 2 di notte; il rumore assordante del motore e lo scarico creano inquinamento acustico e atmosferico costante e rendono difficile il riposo notturno. A volte i mezzi sono due (entrambi accesi)
in fila in un tratto di via lungo neanche 100 mt. Sovente fanno
fatica ad accendersi o si guastano del tutto e vengono lasciati in
sosta rendendo difficoltoso il passaggio delle auto lungo la via e
degli altri autobus che nel frattempo arrivano per far capolinea.
Spesso i conducenti non spengono il motore durante la sosta causa problemi tecnici dell’autobus:molti infatti in seguito a una mia
richiesta di spegnere il motore hanno risposto che avevo perfettamente ragione, ma che non potevano farlo. Alcune tipiche frasi
dei conducenti: “Se lo spengo non riparte più!”. “Il motore prende
fuoco se spengo il bus, c’è un difetto al sistema di raffreddamento!”.A tal proposito aggiungerei alla lista di disagi il fatto accaduto il 6 febbraio dell’anno corrente: intorno alle 11 del mattino, un
autobus in sosta davanti alle mie finestre ha preso fuoco, il motore è letteralmente esploso danneggiando gravemente la facciata
(infissi bruciati, vetri rotti, tapparelle sciolte e intonaco da rifare,
ecc.) per fortuna nessuna persona è rimasta ferita! Non è stato
un incidente isolato:vari mezzi di varie linee milanesi hanno preso fuoco negli ultimi mesi. La presenza così ravvicinata degli autobus si è rivelata quindi di grande pericolosità ed è causa di gravi disagi per gli inquilini della palazzina di via Antonio da
Saluzzo 5. Devo infine sottolineare che durante il percorso seguito dalla linea 44 nell’ultimo tratto prima del capolinea, gli autobus rimangono frequentemente bloccati causando ingorghi e code. (La strada è molto stretta, basta un’auto mal parcheggiata
che sporga di poco dal marciapiede per impedire il passaggio).
Ho mandato lettere al Comune di Milano e all’Atm per chiedere
di spostare il capolinea, l’unica risposta che ho ricevuto è stata da
parte dell’Atm che si toglie ogni responsabilità dicendo che dello
spostamento delle fermate e capolinea si occupa il Comune.
Peccato che i mezzi che prendono fuoco sono indiscutibilmente
dell’Atm e che io personalmente ho solo rischiato di ritrovarmi
con la casa in fiamme (ringrazio le tapparelle abbassate e gli infissi nuovi che hanno impedito che le fiamme entrassero in casa)
o peggio carbonizzata se fossi passata accanto all’autobus nel momento dell’esplosione! “Grazie” di cuore a tutti quelli che svolgono “solertemente” il loro lavoro: “grazie” al Comune di Milano,
Settore Servizi Trasporto Pubblico, “grazie” all’Atm, “grazie…
grazie” per la “repentina” risposta e il “tempestivo” intervento!
Marta Gallizia (settembre)
stato nella casa e nel laboratorio
del pittore Angelo Bottasini.
Angelo usa molte tecniche pittoriche, passando con facilità dalla
pittura a olio figurativa e paesaggistica all’acquarello allegorico e
naif. I suoi dipinti mi hanno emozionato per la bellezza dei colori
caldi e per i temi trattati.
L’ultimo suo lavoro (Venere e
Bacco) è una pittura splendida
con la luminosità di Venere, il velo traspafrente, il vino, la frutta,
la fertilità della vita. I temi dell’artista, nativo di Niguarda, sono vari, i quadri sono belli, piecevoli, leggibili, godibili, danno un
senso di serenità, di pace e di benessere.
Franco Santoro (settembre)
I RAGAZZI CASINISTI
DI VAL DI LEDRO
Siamo degli inquilini del quartiere di via Val di Ledro 23 e vogliamo fare una lamentela sul comportamento dei ragazzi che si siedono sui gradini del Centro
Achille Ghiglione. Ci sono in
qualsiasi ora della giornata, sono
sempre gli stessi e sono tanti, cer-
questi ragazzi, leggendo questa
lettera, riescano a far capire loro
che se vogliono divertirsì possono
andare dove non disturbano la
gente che si alza presto la mattina per andare a lavorare.
Lettera firmata (luglio)
• Ci scusiamo con i lettori della
pubblicazione tardiva della lettera. Questo tipo di schiamazzi accade soprattutto d’estate, ma speriamo che l’inverno porti consiglio e la prossima estate il loro
appello sia accolto e i nostri sonni siano più tranquilli. LA
MA GLI PIACE
L’ECOPASS
Spesso i titoli (ironici) affibbiati
alle mie e altrui lettere contengono implicitamente una risposta (negativa). Ma di solito si lascia correre, contenti della pubblicazione: però per una volta respingo il titolo “Non gli piace il
car-sharing”, che mi suona come
“Non gli piace la Primavera di
Botticelli (e quindi è un asino)”.
Ribadisco che il “car sharing” (attuale) è una truffa meschina,
mascherata da ambientalismo.
Rileggete i numeri e convincetevi! Sono invece favorevole all’Ecopass (tuttavia suscettibile di
essere usato a scopi truffaldini),
perché ha obbiettivamente ridotto il traffico in Centro e aumentato l’uso dei pur scassati mezzi
pubblici: non ha niente di ecologico (il Pm10 non è migliorato, è vero), ma ha effetti positivi sul maggiore problema di Milano (il traffico in Centro). Basterà quindi
cambiare il nome (togliere “eco”)
al provvedimento ed estenderlo a
tutti i veicoli ingombranti (Suv!),
siano pure Euro 4 o Euro 5, e ridurre le troppe “esenzioni”. Con i
ricchi proventi, si migliorino e si
potenzino i mezzi pubblici! E perché non ridurre anche il numero
dei taxi inquinanti? E si tolgano le
piste ciclabili dove è impossibile
metterle!
Giusto Buroni (settembre)
Confesso che la tentazione di intitolare la lettera “Ma gli piace
l’Ecopass” è stata talmente forte
che… ho fatto proprio così. Perché
va bene la dialettica anche divertente ma non si può sostenere la
tesi che i problemi ambientali sono troppo enfatizzati e cercare di
farla passare con ragionamenti
sofistici. Mi spiego. Buroni sostiene, erroneamente, che il pricipale
problema di Milano non è lo
smog ma il traffico. Quindi l’Ecopass andrebbe bene anche se ha
ridotto il traffico ma è stato un
fallimento per lo smog. In realtà
l’Ecopass è stato fatto digerire ai
cittadini sostendendo che avrebbe ridotto lo smog e non perché
avrebbe ridotto il traffico in centro. Un referendum popolare aveva già risolto questo secondo problema chiudendo il centro al traffico automobilistico, referendum
che hanno affossato proprio quelli che hanno promosso l’Ecopass.
Così, per farci digerire la nuova
tassa hanno inventato che essa
aiuta a ridurre lo smog. Bugie dimostrate dai dati di tutti questi
mesi. E allora: per eliminare il
traffico dal centro e ridurre lo
smog non sarebbe meglio tornare
a chiuderlo a tutti, oltretutto senza tassa per i “poveri”? E se i
commercianti del centro non fossero
d’accordo,
pazienza.
Potremmo deportarli da qualche
parte, vicino a un megaposteggio,
assieme ai cinesi di Paolo Sarpi.
Post scriptum: deve essere orribile per Buroni essere d’accordo
sull’Ecopass con i verdi! (e adesso aspettiamo l’immancabile risposta. Breve, per piacere) LA
TOPI
IN VIA TASSONI
Alla Asl di via Ippocrate. Egregio
dr. Bergamaschini, facendo seguito alla telefonata odierna (30
settembre) confermo, con la testimonianza di vicini di casa, di
avere avvistato più volte nel mese di settembre (2008) grossi topi
in via Tassoni e nella sterpaglia
che sta di fronte ai numeri civici
20 e 22, che separa la via Tassoni
dalla via Emanueli, zona da anni
lasciata in abbandono e ridotta a
discarica di ogni genere di rifiuti
a causa del passaggio di numerose persone (impiegati e studenti),
che consumano pizze e altri generi alimentari durante le ore di
pranzo dei giorni feriali. Gli inquilini delle villette (di proprietà
Aler) della zona hanno circondato di topicidi, a quanto sembra
inefficaci, i propri giardini per
evitare che si ripetano i casi registrati l’anno scorso (2007) in agosto, quando numerosi appartamenti sono stati visitati per settimane da famiglie di topi più
piccoli di cui è stato difficilissimo
liberarsi senza mezzi adeguati
e senza l’aiuto di specialisti:
l’Aler infatti ha interrotto da
una decina di anni il servizio di
derattizzazione (e deblattizzazione) che forniva, a caro prezzo, agli abitanti della zona, col
pretesto che non si erano riscontrate tracce di topi e che
spesso gli addetti al servizio venivano cacciati perché non esibivano adeguati documenti di
riconoscimento (la via è anche
infestata da vagabondi e rapinatori). Pur sapendo che vi siete già attivati monitorando la
zona, chiediamo urgentemente
un intervento di disinfestazione e di pulizia della sterpaglia
che invade anche tutto il marciapiede di via Emanueli sul lato opposto, ovviamente, ai nuovi palazzi di Gregotti. È chiaro
che non ci importa se ciò spetti
all’Aler o al Comune: confidiamo che la Asl abbia autorità su
entrambi per garantire la salute dei cittadini.
Maria Buroni (settembre)
L’ERBA DEI GIARDINI
DI VIA DELLA PILA
Al Comune di Milano, Arredo,
decoro urbano e verde. Desidero
segnalare il disservizio nella
manutenzione dei giardini pubblici siti in via Della Pila (tra il
condominio di via Arganini 25 e
il civico 14 di via Della Pila).
Qualche giorno fa vi erano quattro uomini per il taglio dell’erba,
due con macchine a motore e
due con taglio a filo. Il risultato è
stato che a bordo dei marciapiedi e all’entrata del cancello l’erba
non è stata tagliata e vi è soltanto un risultato di degrado. Visto
che il costo dei suddetti giardini
è anche a carico dei contribuenti, vi sarei grata se il lavoro venisse svolto in modo adeguato e
se anche durante l’anno i suddetti giardini venissero ogni
tanto puliti in modo da poter
portare i nostri figli a giocare.
Milena Prestileo (settembre)
L’INCROCIO TRA
BAUER E ORNATO
Il traffico a Niguarda è in aumento, speriamo che con
l’apertura del raccordo di via
Fermi la pressione del traffico
possa diminuire almeno nel
centro abitato. L’incrocio via
Bauer/Achillini/Ornato è cruciale ma purtroppo il cuore
del vecchio quartiere è strutturato così, ed è proprio qui il
punto nevralgico della viabilità. Per migliorarlo, a mio avviso sarebbe sufficiente spostare piu avanti la fermata
del bus che proviene da via
Palanzone e gira in via Ornato e che fa la fermata subito
dopo, bloccando il traffico che
viene liberato dal semaforo
dietro il bus. Si potrebbe spostare più avanti la fermata di
qualche decina di metri dando
cosi la possibilità al traffico che
segue di superare il bus. Poco
più avanti c’è la rotatoria regolata dal semaforo per proteggere il sopraggiungere del
tram. Anche quì sarebbe sufficiente a mio avviso installare
un dispositivo che, attivato dal
tram, possa bloccare mettendo
al rosso il semaforo la svolta a
sinistra e l’attraversamento al
suo sopraggiungere, lasciando
poi libero il traffico di rispettare le normali regole delle rotatorie in assenza del transito
delle vetture tranviarie.
Marco Vittori (settembre)
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Possibilità
trasformazione
in 3 locali.
Anziani, attenti ai truffatori! Non fate entrare sconosciuti in casa vostra.