ULSS5 Notizie - Anno 2005

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ULSS5 Notizie - Anno 2005
POSTE ITALIANE S.p.A.
Tassa pagata
Pubblicità diretta non indirizzata
DRT/DCB/VI/185/03/SC
del. 19/11/2003
Alle famiglie
azienda
facilitatori
lavori in corso
ospedali
il lavaggio delle mani
nutrizione artificiale
territorio
paziente diabetico
iperattività
prevenzione
influenza aviaria
vaccino? si grazie
Ospedale di Arzignano
L’inaugurazione del nuovo reparto di Neurologia dell’Ospedale di Arzignano
(21.10.2005)- dr. Massimo Cigolini, dr. Michele Morra e don Giovanni Preto
Nuovo reparto di Neurologia - Arzignano
L’inaugurazione monumento Avis - Valdagno - 5.11.2005
Monumento Avis - Valdagno
Nuova facciata dell’ Ospedale di Arzignano
2
editoriale
Il 2005 è stato un anno ricco di novità per l’Azienda Ulss 5 Ovest Vicentino; tra gennaio e luglio sono stati completati i
concorsi per l’assegnazione degli incarichi ai nuovi primari ospedalieri: oncologia (Dr.ssa Cristina Oliani di Verona), ostetricia e ginecologia (Dr. Gioacchino La Rosa di Vicenza), neurologia (Dr. Michele Morra di Vicenza), urologia (Dr. Mariano
Franceschini). L’anno 2005 è stato anche l’anno dell’umanizzazione e della qualità: dopo aver raccolto il suggerimento dei
movimenti di difesa del malato abbiamo introdotto, dal mese di marzo in tutti i reparti, un questionario di rilevazione della
qualità delle cure, dell’assistenza e del comfort alberghiero ricevuti durante i ricoveri (ogni anno sono in tutto circa ventottomila). I questionari sono scritti in italiano (quelli dell’ostetricia tradotti in sette lingue) e con domande molto semplici, possono restare anonimi e se firmati danno luogo ad una comunicazione cui l’Ulss si impegna a rispondere. I giudizi sono stati
sostanzialmente positivi, ma ogni valutazione viene letta con attenzione e siamo lieti di aver dato in mano ad ogni ricoverato,
la possibilità di “dire la sua” in modo indipendente e di aprire quindi un utile dialogo con chi entra in ospedale. La qualità è
diventata un preciso obiettivo aziendale intendendola soprattutto come un cambio di mentalità e un’assunzione della propria
responsabilità a tutti i livelli. È stata effettuata la prima Giornata annuale della qualità e lanciato il Concorso della Qualità
per dare incentivi ai migliori progetti presentati dai dipendenti. Abbiamo molto investito sul personale: il 30 giugno era stato
già firmato, tra i primi nella Regione Veneto, il contratto decentrato aziendale del comparto che valorizza moltissimo le figure
professionali infermieristiche e tecniche dell’assistenza; inoltre è stato individuato il responsabile per le professioni sanitarie.
Molto stretto anche il legame con la Conferenza dei Sindaci con la quale vengono esaminati problemi e studiate soluzioni per
permettere quell’integrazione dei servizi sociali con i sanitari che è il fattore di successo del modello sanitario veneto e che
perdurerà per tutto il 2006. Buon Natale e Buon 2006 a tutti!
Il Direttore Generale
Daniela Carraro
30 novembre 2005
sommario
Ulss 5 Notizie periodico d’informazione
dell’Azienda Ulss 5 Ovest Vicentino
numero 3 anno 2005
DIRETTORE
Daniela Carraro
GRAFICA
Raffaello Galiotto
DIRETTORE RESPONSABILE
Elisabetta Carlotti
STAMPA
Tipografia Rumor
via dell’Economia, 117
36100 Vicenza
REDAZIONE
Direzione Generale e
Ufficio Relazioni con il Pubblico Consegnato in Tipografia
02 dicembre 2005
Azienda Ulss 5
Autorizzazione del
via Trento, 4
Tribunale di Vicenza
36071 Arzignano (VI)
n. 669 del 21.12.1989
tel. 0444 479580
tiratura 69.000 copie
www.ulss5.it
e-mail: [email protected]
distribuzione gratuita
RACCOLTA PUBBLICITARIA
Meneghini&Associati Srl viale Trento, 56 36100 Vicenza
Si ringraziano gli autori degli articoli: Venceslao Ambrosini,
Fabio Armellini, Alessandra Belfontali, Riccardo Bellosi, Anna
Chiara Benincà, Vincenzo Biroli, Maurizio Bongiovanni,
Mauro Boschello, Renzo Boschetto, Gabriele Brotto, Daniela
Burato, Enrico Castaman, Cinzia Cazzanello, Giuseppe
Cicciù, Antonella Ciscato, Francesca Concato, Giulio Cristiani,
Ennio De Dominicis, Luigi De Santis, Patrizia Draghicchio,
Stefano Faccin, M. Luisa Fracasso, Raffaele Gianesini,
Federico Gobbo, Gioacchino La Rosa, Simonetta Lombardi,
Enrico Mattiello, Patrizia Mella, Graziano Meneghini, Monica
Menti, Valentino Miconi, Raffaele Morello, Cristina Oliani,
Marco Pagliai, Elvio Pistaffa, Barbara Romanin, Patrizia
Simionato, Giampietro Stefani, Samanta Stivanello, Marina
Visonà, Stefano Zanolini, Marianna Zin, Rinaldo Zolin,
Giuseppe Zordan.
Azienda
l’azienda in cifre
le pari opportunità
la prima esperienza lavorativa
una giovane studente
obiettivo qualità
facilitatori
pronto soccorso
medmatic@
lavori in corso
il telelavoro
un nuovo organismo
sala parto
nuova idea di sociosanitario
Ospedale
il centro donna
contrAttacco cardiaco
il lavaggio delle mani
ipertensione
il diabete mellito
metamorfosi
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5
di
5
6
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9
9
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12
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13
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16
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consenso informato
l’ambulatorio dello spirito
nutrizione artificiale
tumori ereditari
Albania chiama Italia risponde
varici degli arti inferiori
Territorio
paziente diabetico
adolescenza: età a rischio
iperattività
iniziative per la scuola
assistenza domiciliare integrata
nasce la nuova tessera sanitaria
nuovo dirigente
salute e stili di vita
centro Aurora
melody e la casa dei dadi
Prevenzione
influenza aviaria
vaccino? si grazie
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l’azienda
in
cifre
dalla relazione socio sanitaria
al bilancio sociale
Daniela Carraro
È stata inviata ai Sindaci in luglio, è nel sito internet dell’Ulss 5 da settembre, il 10 novembre è stata
illustrata alla Conferenza dei servizi alle associazioni di volontariato, la Relazione socio sanitaria 2004
(pagg. 253) è la presentazione di tutto ciò che l’Azienda Ulss 5 ha fatto nel 2004. Per la seconda
volta sono stati messi a disposizione di chiunque tutti i dati di attività dell’Ospedale, del Distretto
Socio Sanitario e del Dipartimento di Prevenzione. Ma non si tratta solo di dati - come è stato rilevato
dai movimenti - la lettura quest’anno è stata resa più semplice da un linguaggio meno tecnico e da
numerose spiegazioni. Per la prima volta è stata redatta anche una sintesi di diciotto pagine.
Questa Relazione intende essere anche un contributo al soddisfacimento del bisogno di partecipazione dei cittadini al mondo della sanità: la responsabilità sociale d’impresa è un tema che
appartiene oggi anche alle aziende socio sanitarie.
Il tema della responsabilità sociale d’impresa e quindi del bilancio sociale comincia ad essere
una questione sempre più sentita. Qualche anno fa, il tema non si poneva, soprattutto per un’azienda pubblica. La concezione corrente era, infatti, che un’azienda pubblica, essendo finanziata dallo
Stato, fosse dei cittadini e per questo, quello che i rappresentanti dei cittadini decidevano, era
automaticamente in una logica di interesse dei cittadini stessi.
Credo che oggi le cose siano cambiate e faccio due esempi per dimostrarlo:
• da una parte la qualità del sistema sanitario italiano, utilizzando gli indicatori di salute della
World Health Organization, è riconosciuta come fra le più alte del mondo, ma dall’altro le
ricerche sul grado di soddisfazione dei cittadini nei confronti del sistema stesso danno un giudizio
non solo estremamente scarso, ma anche fra i più bassi nell’ambito dei paesi europei;
• il servizio sanitario nazionale italiano è per definizione, universale e molto ampio nelle prestazioni che fornisce gratuitamente, eppure la percentuale di spesa privata nel nostro paese
è fra le più alte in Europa, superiore addirittura a quella di paesi come la Germania dove non
tutta la popolazione ha una copertura pubblica.
Le prospettive dei sistemi sanitari nei prossimi anni saranno influenzate da una serie di elementi
di cambiamento:
• i consumatori con cui ci confronteremo saranno sempre più esigenti ed informati, avranno un
approccio più sofisticato ai servizi che noi offriamo;
• i ritmi della società odierna ormai inarrestabili e interminabili;
• la scienza e la tecnologia hanno avuto e avranno in futuro una forte crescita, con particolare riferimento alla biologia molecolare e alla information technology;
• le questioni di carattere etico sempre più rilevanti: questo si collega ad alcune tematiche contenute nel bilancio sociale;
• la modifica dei confini tra il sistema delle cure e la salute;
• l’attenzione all’ambiente;
• lo sviluppo di internet e l’arrivo della società dell’informazione;
• il contenimento dei costi;
• una società che invecchia;
• l’approccio manageriale;
• un incremento della accountability pubblica.
Il modello di delega di responsabilità, che è andato bene per tanti anni, non è più sufficiente
e oggi i cittadini richiedono sempre più partecipazione e trasparenza nelle decisioni, anche se
assunte da un soggetto pubblico. Tra le tante funzioni che il bilancio sociale può svolgere vorrei,
quindi, sottolineare proprio quella relativa alla necessità del “rendere conto” in questo nuovo
quadro di riferimento.
4
le
pari
opportunità
il Comitato prende quota e rilancia il suo servizio
Insediatosi ufficialmente il 18 gennaio 2005,
dopo una partenza un po’ in sordina, il Comitato per le Pari Opportunità sta ora iniziando a
prendere un assetto stabile ed ha partecipato
ad un bando di finanziamento regionale con il
progetto “Servizio di consulenza psicologica e
counseling relazionale per i dipendenti”, nato
per rispondere alle esigenze del personale
emerse da un recente questionario proposto a
tutto il personale.
Le altre attività finora svolte si possono così
riassumere: formulazione di un regolamento interno per il Comitato stesso, presentazione del
Concorso a premi per le Scuole Medie “Crea tu il
logo”, partecipazione di componenti CPO a corsi
di formazione, partecipazione come partner al
progetto “Conciliando: una conciliazione possibile dei tempi”, collaborazione con la Direzione dei
Servizi Sociali per la richiesta di finanziamento
per l’apertura di un nido aziendale.
Il Presidente dr. Patrizia Simionato, dopo il grande impegno profuso per la costituzione di un organismo totalmente nuovo e, per parecchi versi, anche sconosciuto, si è vista costretta a rinunciare
all’incarico perché sempre più impegnativo.
Altre rinunce sono arrivate ma contemporaneamente a nuove richieste di poter lavorare con il
Comitato. Attualmente questo è così composto:
Patrizia Draghicchio
Presidente
Patrizia Draghicchio
Vicepresidente
Marisa Crestani
Componenti effettivi
Dr. Sonia Bardella
Dr. Rosa Barletta
Dr. M. Gabriella Bazzani
Dr. Cinzia Bergamasco
Dr. M. Chiara Blarzino
Sig.ra Adelaide Camerra
Sig.ra Marisa Lovato
Dr. Francesca Concato
Dr. Lucina Cracco
Sig.ra Marisa Crestani
Sig.ra Rafaella Dal Lago
Dr. Emanuela Destefani
Dr. Patrizia Dovigo
Dr. Patrizia Draghicchio
Dr. Alessandra Faedo
Sig. Renzo Franzolin
Sig.ra Elena Gregna
Sig.ra Annamaria Langella
Supplenti
Dr. Valentino Miconi
Dr. Silvia Bevilacqua
Dr. Lauretta Silvestri
Dr. Cristina Marchesini
Dr. Raffaela Menozzi
Sig.ra Lisanna Fracasso
Dr. Patrizia Pacini
Dr. Margherita Menegozzo
Dr. Massimo Segato
Componenti effettivi
Supplenti
Dr. Simonetta Lombardi
Dr. Milvia Marchiori
Sig.ra Anna Maria Masiero
Sig.ra Cecilia Miottello
Sig.ra Nadia Nuvola
Dr. Paola Pacati
Dr. Lucia Pavanati
Sig.ra Giancarla Pegoraro
Dr. Daniela Perin
Dr. Paola Peruzzo
Dr. Caterina Piazza
Dr. Anna Racasi
Dr. Anna Radin
Dr. Giuseppe Randazzo
Sig.ra Lisa Santolin
Sig.ra Piergiovanna Venco
Sig.ra Valentina Visentini
Dr. Ferruccio Savegnago
Dr. Ludmilla Zuccarino
Sig.ra Luisa Scandola
Sig. Mariano Ghiotto
Dr. Alvaro Lorenzi
Sig.ra M. Grazia Vencato
Dr. Fiorella Clarici
Dr. Renata Busato
Dr. Mariano Crocco
Dr. M. Paola Cariolato
Dr. Ernesto Dalla Mora
Sig.ra Stefania Menon
Sig. Pio Montagna
la prima esperienza lavorativa di una giovane studente
“Spaventata e un po’ tesa. Così mi sono sentita all’inizio di questa esperienza formativa sul campo”.
A parlare è Samanta Stivanello alle prese con un importante stage all’Ulss arzignanese. Tante le
aspettative che la giovane riponeva nel suo primo importante incarico dopo la laurea in Statistica e
Gestione delle Imprese, affrontato con l’entusiasmo di poter essere utile e mettere in pratica tutti
gli studi teorici fino ad allora appresi. “Pensavo sarebbe stato complicato - ha detto - ma ho trovato
grande disponibilità e collaborazione nei colleghi che mi hanno dato fiducia e permesso di organizzare autonomamente, nei limiti del possibile, la parte più rilevante del lavoro”.
Samanta Stivanello
5
obiettivo
qualità
primo Concorso Aziendale 2005: un successo
Giuseppe Zordan
Presentato in marzo, il Primo Concorso Aziendale sulla Qualità ha raccolto ben 86 progetti. L’iniziativa
era aperta a tutto il personale dipendente e convenzionato dell’Ulss 5 con l’obiettivo di promuovere
la diffusione della qualità nei servizi dell’azienda relativi a: qualità tecnico-professionale, qualità
organizzativa-manageriale, qualità relazionale-percepita.
Titolo
Unità Operativa
proponente
Titolo
Unità Operativa
proponente
Riorganizzazione delle segreterie del
Dipartimento Prevenzione
Dipartimento di
prevenzione
La riabilitazione fisica del paziente
cardiopatico
Cardiologia
Arzignano
Sportello unico (S.U.) per le aziende,
erogazione prestazioni del Dipartimento di
prevenzione
Informatizzazione dei dati per la ricerca
degli infortuni indagati
Dipartimento di
prevenzione
Implementazione su rete telematica dell’ar- Cardiologia
chivio cardiologico dell’Osp. di Valdagno
Valdagno
Tutela madre lavoratrice: valutazione dei
rischi (D.Lgs. 151/01)
SPISAL
Uniformità nel trattamento delle lesioni da
decubito
Stare bene insieme
Centro Donna
Centro immunotrasfusionale
A.D.I. Arzignano
Qualità dei servizi per i Donatori di sangue
nel Centro di Montecchio Maggiore per
migliorarne la raccolta
Definire modalità di assistenza al paziente
con patologia toracica
Adulti Anziani
Percorsi dietetici per patologie in ambito
chirurgico
Chirurgia Arzignano
Notifica combinata esito invalidità civile esenzione ticket
Attività Socio
Sanitarie
I tumori della pelle: diagnosi precoce e
trattamento tempestivo
Chirurgia Valdagno
Nuove risposte ai bisogni di persone con
disabilità evolutiva
Creatività e benessere
C.T.R.P. il Girasole
Montecchio Magg.
La continuità assistenziale per il paziente
trattato in regime day-surgery
Day-surgery
Valdagno
Istituzione asilo nido aziendale
Implementazione del sistema informativo
S.I.GE.SS.TER 5 per le attività di assistenza
territoriale
Cure Primarie
Direzione Medica
Arzignano
Ottimizzazione utilizzo risorse umane:
revisione organizzazione assistenziale e
dotazioni organiche
Riorganizzazione presenza settimanale
guardia attiva di personale infermieristico
Direzione Medica
Arzignano
SPISAL
Piano risorse per riposizionamento sondino Dietetica e
nasogastrico in pazienti con nutrizione
Nutrizione clinica
artificiale domiciliare
territoriale
“Sfumiamo”: promozione della salute relativa Dipartimento di
agli stili di vita e ai comportamenti tabagici
Salute Mentale
Cartello “Unico” per i turni di servizio delle
farmacie convenzionate
Farmaceutica
territoriale
Dal “Gruppo” alla “Squadra”
Servizio Poliambulatoriale extraosp.
Valdagno
La qualità professionale nella residenzialità
psichiatrica territoriale e strumenti per
l’assessment
Il Manuale dell’Infermiere di Anestesia
Strutture intermedie
Salute Mentale
Informativa più efficace per l’accesso al
servizio di idrokinesiterapia
Area ortopedico
riabilitativa
6
Anestesia
Chirurgia Arzignano
Direzione Medica
Arzignano
Riorganizzazione archivio e documentazione Direzione Medica
sanitaria osp. di Valdagno
Valdagno
La nuova rilevazione presenze
Direzioni mediche
Gestione informatizzata ambulatorio per
controllo pacemaker
Elettrofisiologia ed
elettrostimolazione
Carta dei servizi e standard di prodotto del
servizio di farmacia ospedaliera
Farmacia
ospedaliera
Gestione termometro clinico per la
misurazione della temperatura corporea
Farmacia
ospedaliera
Condivisione medico infermieristica della
termografica nel Dipartimento di Area
Medica di Valdagno
Geriatria
Titolo
Unità Operativa
proponente
Titolo
Unità Operativa
proponente
L’assistenza alle puerpere: dal disagio al
benessere
Ginecologia/
Ostetricia
Funzionalità della sala emergenza
Rianimazione ed
anestesia
Controllo automatico di carico-scarico e ordi- Laboratorio analisi
nazioni per i prodotti del laboratorio analisi
Protocollo sulla prevenzione e gestione
delle piaghe da decubito
Rianimazione ed
anestesia
Tariffario esami di laboratorio analisi
Laboratorio analisi
Teleassistenza per esami di laboratorio
Laboratorio analisi
Salvaguardia degli ospiti e degli operatori
non fumatori
Servizio Psichiatrico
Diagnosi e Cura
Riorganizzazione lavoro in un unico laboratorio: progetto di umanizzazione e qualità
Laboratorio analisi
Valdagno
Dall’ospedale al domicilio: proposta di
continuità riabilitativa
Recupero e Rieducazione Funzionale
Razionalizzazione di personale e spazi nei
laboratori di Arzignano e di Lonigo
Laboratorio
Arzignano e Lonigo
Sinergia tra operatori e fisioterapisti in
lungodegenza e geriatria
Recupero e Rieducazione Funzionale
Aiuto e sostegno alle neo-mamme nella
prevenzione delle ragadi
Sala parto
Arzignano
Aiuto e sostegno alle coppie nei casi di
mortalità infantile
Sala parto
Arzignano
Gestione patologia senologica in
collaborazione con il Centro Donna
Senologia
Formazione del personale addetto ai centri
cottura del menù degenti
Servizio Dietetico
Direzione Medica
Il “point of care” nella gestione del paziente Laboratorio
in terapia anticoagulante orale
Patologia Clinica
La demenza senile: riabilitazione e
prevenzione secondaria
Lungodegenza
Valdagno
Promozione benessere psico-fisico dell’ope- Lungodegenza
ratore sanitario
Valdagno
Progetto pilota Ospedale di Valdagno
Consigli nutrizionali in Reparto di Medicina Medicina Arzignano
Trasporto pazienti dell’U.O. di Medicina a
Endoscopia digestiva e respiratoria
nell’Ospedale di Arzignano
Grafica integrata di neurologia
Medicina Arzignano
Continuità assistenziale con personalizzazione del rapporto medico-paziente
Ortopedia
Neurologia
Etichettatura personalizzata pazienti degenti Ortopedia
reparto ortopedia Valdagno
Protocollo operativo per il paziente disfagico Servizio Dietetico
Direzione Medica
Nutrizione enterale: istruzioni per l’uso e
focus sulla dimissione
Informatizzazione denunce di sinistro
“Kasko” dei dipendenti del Distretto
Socio-sanitario
www.popolazioneresidenteulss5.it
Servizio nutrizione
ospedaliera
Valdagno
Affari Legali
Controllo di gestione
Corsi di preparazione alla nascita per le
donne immigrate
Ostetricia
Arzignano
Free car - low cost
Segreteria Affari
Generali
Intimità: un bisogno e un diritto della
partoriente
Ostetricia
Arzignano
Archiviazione ottica e sistematica:
gestione archivio storico di direzione
Segreteria di
Direzione
Opuscolo informativo per la gravidanza
Ostetricia Valdagno
Ambulatorio infermieristico neonatale
Pediatria
Segreteria di
Direzione
Presto presto tra le tue braccia
Pediatria
Area amministrativa delle Unità operative
centrali: trasparenza per una migliore
organizzazione
Biglietto informativo
Se devi farmi male . . . Fallo con dolcezza
Pediatria
Assistenza domiciliare in casi di riacutizzazione patologia polmonare cronica
Pneumologia endoscopia respiratoria
Punti informativi
Ufficio Relazioni
con il Pubblico
Ufficio per il volontariato
Ufficio Relazioni
con il Pubblico
Approvvigionamenti
Sviluppo sistema informativo in un contesto Pronto Soccorso
infermieristico di Pronto Soccorso
Valdagno
Ufficio Relazioni
con il Pubblico
Carrello Emergenza Intra Ospedaliera:
ausilio del’informatica
Recupero Rieducaz.
Funzionale Lonigo
Protocollo operativo per gestione completa
delle attrezzature hardware e software
dell’Ulss 5
Realizzazione e consultazione pagina web
intranet sui beni mobili dell’Ulss
I.D.E.O. Informatizzazione Degli Elementi
Organizzativi
Recupero Rieducaz.
Funzionale Lonigo
Miglioramento della qualità dei flussi
informativi contabili dell’Ulss 5
Risorse finanziarie
La famiglia come risorsa in riabilitazione
Recupero Rieducaz.
Funzionale Lonigo
Conosciamoci !!
Risorse tecniche e
tecnologiche
Prevenzione dalle lesioni da decubito
Recupero Rieducaz.
Funzionale Lonigo
Manuale operativo sui principali istituti
contrattuali del personale dipendente
Risorse umane
Aggiornamento stradario anagrafe sanitaria
Ulss 5
Sistema
Informatico
Miglioramento accesso e privacy nel pronto Pronto Soccorso
soccorso dell’Osp. di Valdagno
Valdagno
Pazienti-Operatori: dalle abilità condivise al Recupero Rieducaz.
benessere diffuso per una qualità superiore Funzionale Lonigo
Approvvigionamenti
7
facilitatori
una nuova figura di autovalutazione per l’Ulss
Renzo Boschetto
Elenco dei partecipanti
al corso facilitatori
del 2005
Acqua Alberto, Baldo Sonia,
Beraldi Morena, Bettega
Loretta, Bevilacqua Domenico, Bisognin Antonella, Borga
Monica, Boschetto Renzo,
Burtini Lorena, Busato Michele, Cailotto Bruna, Casaril Massimo, Casti Paolo, Clarici Fiorella, Dalla Pellegrina Cristina,
Fasson Anna Chiara, Favaron
Marzia, Ferrarini Sonia, Fin
Ilenia, Finati Paolo, Fracasso
M. Luisa, Langaro Cristiano,
Maniscalco Tommaso, Manni
Marco, Marchi Sonia, Mari
Marcello, Marini Giovanni, Massignani Cristiana,
Massignani Paola, Mazzardo
Ugo, Mecenero Alessandro,
Milazzo Daniela, Musetti
Antonio, Ocera Maura, Parise
Elisa, Peotta Simonetta, Perin
Daniela, Plumari Silvana, Radin Anna, Ramina Giampietro,
Rancan Antonella, Reniero
Gianico, Romanin Barbara,
Romeo Igea, Rucco Vittorio,
Saraceno Carmelina, Scalchi
Giampietro, Sciviero Claudio,
Sperman Vania, Stocchero
M.Grazia, Tadiotto Adriano,
Tadiotto Massimo, Toffanin
Paola, Tomasi Adalgisa,
Toscano Andrea, Verlato Cristina, Vestali Agostino, Vieno
Stefano, Visentini Valentina,
Visonà Bruno, Xompero Daniela, Zambrano Ivano, Zorzi
Maddalena, Zulpo Stefania.
8
Con legge regionale n. 22 del 2002 la Regione Veneto ha concretizzato il concetto di qualità con
l’istituto dell’autorizzazione all’esercizio e dell’accreditamento istituzionale; l’Agenzia Socio Sanitaria Regionale, appositamente creata, ha definito i requisiti di organizzazione, tecnologici e di struttura dell’unità valutata. Con l’autorizzazione all’esercizio verifica, nelle singole strutture, il possesso di requisiti
considerati minimi, non minimali, per garantire un livello accettabile di qualità dei servizi, con riguardo
al personale, agli impianti, alle attrezzature, ai fabbricati, ecc.; l’accreditamento istituzionale garantisce
che le modalità di erogazione dei servizi/prestazioni rispondano a criteri di qualità internazionali.
Che scelta ha fatto l’Ulss?
Questa Ulss, in collaborazione con l’Ulss 4 di Thiene, ha promosso un progetto formativo destinato
alla formazione di un primo gruppo di Facilitatori interni, con lo scopo di avere almeno un facilitatore
per ciascuna unità operativa da dedicare all’attività di autovalutazione nella struttura di appartenenza.
Le due prime tranches del corso di formazione si sono svolte tra la fine di settembre e l’inizio di ottobre presso il nostro Centro di Formazione, a Montecchio Maggiore; sono stati formati 65 facilitatori
di varia provenienza (sanitaria, tecnica, amministrativa). Nel mese di gennaio 2006 si provvederà
alla formazione di personale proveniente dai servizi del Distretto e del Dipartimento di Prevenzione
al quale potranno aggiungersi operatori di enti esterni alle Aziende: comuni, strutture residenziali e
semiresidenziali, come case di riposo, asili nido, centri diurni per disabili ed anziani.
Cosa cambia per la gente con la Qualità?
Il cliente/utente è la nostra risorsa più importante. La buona pratica professionale, le decisioni basate
sulle prove di efficacia (evidence based medicine), la gestione e la prevenzione del rischio, il coinvolgimento del paziente e, soprattutto, la creazione di un sistema che vede al suo centro il paziente, per
fare solo degli esempi, hanno per obiettivo il miglioramento continuo della qualità delle prestazioni
offerte dalle nostre strutture e, dal lato utente, un sempre maggior grado di soddisfazione. L’utilizzo
dello strumento dell’audit, previsto dalla L. R. 22 del 2002 ed inteso come analisi sistematica e
critica della qualità dell’assistenza, comprese le procedure di diagnosi, la terapia, la cura, l’uso delle
risorse ed il controllo dei risultati che ne derivano e la qualità di vita del paziente, consentirà di mantenere sotto costante controllo tutte le nostre strutture.
Cosa cambia per gli operatori?
Nello specifico delle procedure di autorizzazione all’esercizio e di accreditamento, il facilitatore deve
garantire la coerenza tra gli obiettivi di qualità dell’Azienda e l’unità di appartenenza, promuovere la
cultura della qualità, “facilitando”, in particolare, il raggiungimento degli obiettivi dell’autorizzazione
e dell’accreditamento dell’unità stessa (autovalutazione). Il personale formato potrà inoltre essere
chiamato (previa disponibilità del singolo e della struttura di appartenenza) a far parte del Gruppo
Tecnico Multiprofessionale dell’Agenzia Regionale Sociosanitaria per lo svolgimento delle visite di
verifica per l’autorizzazione all’esercizio anche all’esterno della propria Ulss di appartenenza, nonché
essere utilizzato dalla propria Ulss per l’esecuzione di tali visite.
La legge regionale 22/2002 interessa anche i Comuni?
È di competenza Comunale l’autorizzazione all’esercizio delle strutture sociali o socio-sanitarie (es:
asili nido, case di riposo per autosufficienti, ecc.) e alle strutture sanitarie che erogano prestazioni
specialistiche ambulatoriali, di recupero e riabilitazione funzionale, di diagnostica strumentale compresa la risonanza magnetica integrale e di laboratorio, operanti all’esterno di strutture sanitarie di
ricovero. La legge prevede che, per l’accertamento del possesso e la verifica del mantenimento
dei requisiti di qualità, il Comune oppure i Comuni in associazione, si avvalgano di proprie strutture
tecniche, o di strutture dell’Azienda Ulss del territorio, oppure, infine, del Gruppo Tecnico Multiprofessionale (GTM) coordinato dall’ARSS e costituito da facilitatori iscritti nell’Elenco Regionale dei
Facilitatori.
pronto
soccorso
una tesi sull’ottimizzazione del servizio degli Ospedali di
Arzignano, Valdagno, Lonigo e Montecchio Maggiore
Fornire uno strumento di
lavoro economico facile da
comprendere e da adattare
alle diverse situazioni è
l’obiettivo di una tesi di tre
giovani laureati
L’ottimizzazione del servizio di Pronto Soccorso degli Ospedali di Arzignano, Valdagno e dei
Punto di Primo Intervento di Lonigo e Montecchio Maggiore è stata l’oggetto della tesi di tre
giovani laureati: Ing. Riccardo Bellosi, Ing. Marina
Visonà e Ing. Enrico Mattiello, che hanno esaminato i punti di forza e gli elementi di criticità nelle
quattro unità.
Sono stati creati dei modelli dinamici delle varie realtà di Pronto Soccorso e Punto di Primo
Intervento, utilizzando il programma “Micro Sain
3.2” che fornisce un linguaggio particolarmente
adatto per la simulazione di modelli sia per realtà semplici che complesse.
I Punto di Primo Intervento e i Pronto Soccorso, rappresentano l’interfaccia tra il paziente e
l’ospedale. Garantire un buon servizio comporta dei trade-offs: dal punto di vista medico un
buon servizio si può ottenere con ambulatori
maggiormente attrezzati e personale adeguato;
per il paziente l’efficienza del servizio è data da
brevi tempi d’attesa e cure efficaci; da un punto
di vista economico l’importante è invece un controllo dei costi.
E’ risultato che i Punto di Primo Intervento di
Montecchio e Lonigo hanno caratteristiche diverse dai Pronto Soccorso, sia per le problematiche
dei pazienti, sia per la struttura stessa, con servizi
limitati e riduzione di spazi.
Ad esempio, nel PPI di Montecchio il flusso
dei pazienti è abbastanza sostenuto tra le 9.00 e
le 18.00 e si ha un picco verso le 12.00 e nelle
prime ore del pomeriggio. Occorre tener conto
che durante il pomeriggio c’è un aumento degli
infortuni nelle fabbriche della zona e questo può
creare un prolungamento dei tempi di attesa,
che non superano però quasi mai i 30 minuti
nella grande maggioranza dei casi. Entrambi i
PPI (Montecchio e Lonigo) assorbono pazienti
non gravi, altrimenti dirottati al Pronto Soccorso
di Arzignano e di Valdagno creando congestioni.
Nella parte conclusiva di ogni tesi sono stati
analizzati i risultati ottenuti dall’implementazione
dei modelli appositamente costituiti.
In questa fase è stato possibile individuare i
motivi dei “colli di bottiglia” nelle file di attesa dei
pazienti e i punti del sistema che possono diventare critici qualora si realizzino particolari condizioni. Lo scopo di questi lavori è quindi quello
di fornire uno strumento di lavoro economico,
facile da comprendere e facile da adattare alle
diverse situazioni che si possono presentare all’interno dei Punto di Primo Intervento e Pronto
Soccorso.
Riccardo Bellosi
Marina Visonà
Enrico Mattiello
medmatic@
quando la medicina incontra l’informatica
La Fiera di Vicenza ha ospitato, in settembre, la prima mostra convegno della telemedicina e dell’informatica medica. Obiettivo principale approfondire gli aspetti innovativi e le grandi potenzialità
legati all’uso del dato sanitario digitalizzato telemetizzabile. Massima attenzione ai risvolti pratici del
settore: dall’attrezzatura diagnostica alla gestione delle basi informative, dalla trasmissione telematica
di dati e immagini alle esigenze finali dei pazienti. Il tutto in un ottica di miglioramento del sistema
attuale per un’efficienza migliore.
9
lavori
in
corso
al via un lungo elenco di opere e progetti
Descrizione intervento
Costo opera Note
Interventi di manutenzione straordi- € 550.000,00
naria non prevedibili da eseguirsi in
economia
Manutenzione per: opere edili (3 contratti); opere di falegnameria (1 contratto); opere di tinteggiatura (1 contratto); opere di carpenteria metallica
e alluminio (1 contratto); opere di cartongesso e pavimenti in PVC (1
contratto)
Quota annuale interventi di manutenzione straordinaria contratto gestione
calore
€ 195.292,81
Interventi straordinari per il miglioramento degli impianti tecnologici già
affidati alla ditta Gemmo spa con appalto pluriennale
Implementazione impianti ad uso
sanitario
€ 50.000,00
Lavori necessari tutti gli anni per interventi puntuali distribuiti nel corso
dell’anno
Adeguamento strutture alla normativa
sulle barriere architettoniche
€ 150.000,00
Ultimato progetto generale; definiti interventi puntuali che saranno eseguiti in economia; in realizzazione alcuni interventi in particolare su
Arzignano per orientamento utenti
Adeguamento tecnologico ascensori
€ 140.000,00
Lavori in corso
Adeguamento luoghi di lavoro alle
normative di sicurezza (D. Lgs. n.
626/94) interventi puntuali
€ 100.000,00
Lavori in corso
Lavori finalizzati alla riorganizzazione degli spazi destinati a spogliatoi a
servizio del personale
Interventi di adeguamento alle normative antincendio: spese tecniche
€-
Approvati progetti preliminari (per ospedali di Arzignano, Montecchio
e Lonigo) e richiesto finanziamento straordinario alla regione (importo € 4.300.000)
Risanamento facciate:
1° lotto
€ 200.000,00
Lavori necessari per il risanamento delle facciate dell’ospedale 1° lotto-ala
ovest. Lavori in corso - fine lavori dic. 2005
Implementazione gruppo frigo
€ 170.000,00
Intervento combinato con i lavori affidati a Gemmo spa, che prevede la
climatizzazione completa dell’ala nord ed ovest
Lavori conclusi
Ristrutturazione 1° piano ala ovest
€ 375.000,00
Attivata convenzione con il Comune di Arzignano per la predisposizione
del progetto; predisposta una prima stesura architettonica e in fase di ultimazione la progettazione impiantistica
Sistemazione locali 4° piano ala ovest
U.O.C. Neurologia
€ 50.000,00
Lavori di manutenzione straordinaria su pavimenti corridoio, tinteggiature
e alcuni wc. Lavori eseguiti in economia.
Lavori conclusi
Ristrutturazione di una parte dei locali
piano terra dell’ala sud da adibire a
P.S. ortopedico
€ 140.000,00
Attivata convenzione con il Comune di Arzignano per la predisposizione
del progetto. Predisposta una prima stesura architettonica e in fase di ultimazione la progettazione impiantistica
Sala riunioni
€ 140.000,00
Lavori necessari per la realizzazione di una sala polivalente per attività
interna all’ospedale. Lavori conclusi
Nuovo parcheggio a nord
€ 796.237,12
Lavori necessari per aumentare l’area a disposizione del parcheggio auto
a nord dell’ospedale
Lavori in corso - fine lavori marzo 2006
Scala antincendio ala sud
€ 100.000,00
Attivata convenzione con il Comune di Arzignano per la predisposizione
del progetto. Predisposta una prima stesura architettonica. In corso dimensionamento strutturale
Ristrutturazione sale operatorie
esistenti
€ 1.250.000,00
Aggiudicazione
08/11/2005
Ospedale di Arzignano
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Ampliamento parcheggio in terra nell’area retrostante il blocco operatorio
€ 16.000,00
Intervento da attivare in cofinanziamento con il Comune per riordino della
viabilità di via del Parco. Lavori conclusi
Riordino ingresso principale
€ 20.000,00
Trattasi di lavori di ampliamento dell’attuale portineria al fine di consentire
un migliore e più agevole accesso degli utenti. Lavori affidati, in corso di
realizzazione prefabbricati in legno. Fine lavori dicembre 2005
Sistemazione tetto ex casa salute
€ 150.000,00
Lavori di risanamento e rifacimento parte dei tetti del complesso Casa
salute. Lavori in corso
Realizzazione deposito acqua antincendio
€ 147.000,00
Lavori necessari per realizzare idoneo deposito acqua di riserva per antincendio. Progetto in fase di ultimazione
Ospedale di Lonigo
Ospedale di Montecchio Maggiore
Sistemazione tetto fabbricato servizi
€ 127.000,00
Lavori di risanamento e rifacimento parte dei tetti del complesso monoblocco ospedaliero e dei volumi tecnici
Lavori in corso - fine lavoro aprile 2006
2° stralcio ala ovest
€ 2.521.724.28
Individuata soluzione amministrativa per intervento: i lavori generali saranno preceduti da un adeguamento antisismico. Approvato nuovo bando di
gara. Acquisito il progetto strutturale dal prof. Briseghella
Realizzazione parcheggio provvisorio
per i dipendenti (area ex celle)
€ 30.000,00
Lavori provvisori per incrementare gli spazi di sosta durante l’esecuzione
dei lavori straordinari c/o parcheggio pubblico. Lavori conclusi
Risanamento facciate
€ 70.000,00
Lavori conclusi
Risanamento parcheggio esterno
aperto al pubblico
€ 60.000,00
Lavori per il risanamento della fondazione stradale del parcheggio pubblico; riorganizzazione completa della segnaletica in collaborazione con la
Direzione Medica e il Comune di Montecchio. Lavori conclusi
Adeguamento strutture psichiatriche
€ 1.226.585,14
Progetto generale ultimato ma di importo superiore alle risorse (€
2.050.000); in fase di completamento uno stralcio funzionale (importo
€ 1.600.000); definito distribuzione letti pazienti e servizi dopo nuova
richiesta dei sanitari
Interventi di adeguamento alle normative antincendio: primi interventi
€ 245.000,00
Eseguiti due stralci funzionali per il completo rifacimento impianto rilevazione incendi. Lavori conclusi
Attivazione nuovo ospedale
€ 9.926.440,27
Collaudo finale iniziato il 07/11/2005
Trasferimento laboratorio analisi e
farmacia
€ 750.000,00
Approvato progetto per trasferimento lab. analisi che comprende anche opere minori quali: nuovo locale per radiologia, fonoisolamento sottocentrale vapore, rifacimento guaine, gruppo osmosi potenziato, ecc.)
Sistemazione aree esterne
€ 310.000,00
Approvato progetto per sistemazione ex via Forlanini che comprende
anche opere minori quali: nuova pavimentazione elipiazzola, video sorveglianza esterna, isola ecologica, ecc.). Trattative private in corso
Ospedale di Valdagno
Riutilizzo vecchio Ospedale S. Lorenzo € 2.500.000,00
Definito con Direzione la nuova distribuzione dei servizi all’interno.
Attivata convenzione con Fondazione Marzotto; eseguito trasferimento provvisorio di via Fermi; in fase di attivazione trasferimento in via S. Lorenzo.
In fase di ultimazione progetto generale preliminare
Lavori urgenti per rifacimento impermeabilizzazione
€ 125.000,00
Lavori urgenti per sostituzione vecchie guaine tetto piano dell’ospedale
Lavori conclusi
Parcheggio dipendenti
€ 170.000,00
Approvato progetto esecutivo per la realizzazione di un nuovo parcheggio
sopra il tunnel artificiale a ridosso dell’ospedale.
In corso trattativa privata
Arzignano - Intervento di ristrutturazione degli edifici in Via Trento
€ 500.000,00
In fase di redazione il progetto
Montecchio Maggiore - padiglione
servizi: ristrutturazione piano primo e
realizzazione nuova mensa
€ 100.000,00
Lavori in fase di attivazione
Recoaro Terme - Ristrutturazione
Centro polifunzionale per Anziani
con annessi locali destinati ad attività
distrettuali
€ 268.557,59
Lavori a cura del Comune di Recoaro con cofinanziamento da parte dell’Ulss 5 per trasferimento della sede distrettuale di via Bruni
Rifacimento quadri elettrici generali
sede Ulss e Distretto via Kennedy
€ 80.000,00
Lavori conclusi e collaudati
Territorio
11
il
telelavoro
coniugare le esigenze aziendali
con le necessità dei lavoratori
Patrizia Simionato
Il telelavoro entra anche all’Ulss 5. La Direzione Generale ha consentito, infatti, ad alcuni
dipendenti con particolari situazioni personali
o familiari, di poter lavorare nel loro domicilio
o altro luogo ad essi idoneo, e non nella sede
aziendale, come previsto dalle vigenti normative
in materia.
Questa possibilità, prorogabile per un massimo
di due anni, rientra tra le iniziative rivolte a trattenere in servizio dipendenti (prevalentemente di
sesso femminile) in particolari situazioni personali o con problematiche familiari complesse.
Dal telelavoro ne trae beneficio sia il dipendente, al quale viene riconosciuta la possibilità
di organizzare l’attività lavorativa in armonia con
la propria particolare situazione, sia l’Azienda che
così facendo garantisce i servizi all’utente, senza
risorse aggiuntive comportanti un aumento dei
costi.
E’ partita così a settembre, in via sperimentale, la prima iniziativa di telelavoro rivolta ad una
dipendente, tecnico sanitario di anatomia patologica. Per due mesi essa ha, infatti, garantito la
lettura a microscopio di esami di citologia e la
stampa dei relativi referti direttamente presso il
Servizio di Anatomia Patologica dell’Ulss grazie al
collegamento informatico tra il suo domicilio e la
rete informativa aziendale.
L’Amministrazione dell’Ulss e i Sindacati si sono
accordati inoltre in materia di telelavoro, prevedendo la sperimentazione di ciascuna iniziativa
in cui devono essere indicati: il responsabile del
progetto, le finalità, le condizioni e le modalità
di espletamento delle prestazioni lavorative, la
rilevazione dell’orario prestato dal lavoratore, gli
obblighi del lavoratore ed i criteri di verifica dell’attività svolta.
A tutela sia del datore di lavoro che del lavoratore, la prestazione deve risultare tecnicamente possibile e il luogo individuato dal lavoratore
conforme alle norme generali di prevenzione e
sicurezza.
Il “telelavorista” è tenuto, tra l’altro, a garantire
il rientro nella sede lavorativa almeno un giorno
a settimana e nell’ambito di ciascuna giornata
lavorativa svolta in regime di telelavoro deve essere a disposizione per comunicazioni di servizio
in due periodi di un’ora ciascuno.
un
nuovo
organismo
il collegio di direzione dell’Ulss 5 è ora concreta realtà
Barbara Romanin
12
Il Collegio di Direzione dell’Ulss 5 dal 19 ottobre scorso è divenuto concreta realtà. Si tratta di
un organismo collegiale di cui il Direttore Generale si avvale per il governo delle attività cliniche,
la programmazione e valutazione delle attività
tecnico-sanitarie e di quelle ad alta integrazione
sanitaria. E’ composto da: Direttore Generale, Direttore Sanitario, Direttore Amministrativo, Direttore dei Servizi Sociali, Direttore di Distretto, Direttore del Dipartimento di Prevenzione, Direttore
del Dipartimento di Salute Mentale, Direttore del
Dipartimento delle Dipendenze, Capi di Dipartimento Strutturale, Responsabile per le Professioni Sanitarie, un rappresentante dei Medici di Medicina Generale, uno dei Pediatri di Libera Scelta,
un rappresentante di Medici Specialisti Ambulatoriali e uno della Continuità Assistenziale.
Concorre alla formulazione dei piani di formazione, di soluzioni organizzative per l’esercizio
della libera professione intramuraria e alla valutazione dei risultati rispetto agli obiettivi di salute.
Al suo interno è stato individuato un gruppo di
lavoro per definire una proposta, entro la metà
di dicembre, in merito alla composizione del
nuovo Comitato etico per la pratica clinica. Ne
fanno parte il dr. Dario Mastropasqua, (direttore
del Dipartimento Urgenza e Emergenza), il dr.
Giampietro Stefani (medico di medicina generale), il dr. Giovanni Marini (responsabile Servizio
Professioni Sanitarie).
È una novità assoluta in Italia la decisione presa
da Direttore dell’U.O.C. di Ostetricia e Ginecologia
dell’Ulss 5, dr. Gioacchino La Rosa, di raggruppare
le puerpere del suo reparto secondo nazionalità.
“In un contesto territoriale dove il 30 per cento
della popolazione è rappresentato da persone
extracomunitarie, con la predominanza di etnie
provenienti dal Bangladesh, dall’India e dall’Est
Europeo, è sembrato naturale cercare di raccogliere insieme mamme della stessa area geografica, razionalizzando il problema delle difficoltà e
incomprensioni di linguaggio” spiega il Direttore.
La consuetudine è quella di sistemare in ogni
stanza una sola paziente fino al completo esaurimento della disponibilità dei locali. Solamente in
un secondo momento vengono occupati i rimanenti posti letto. In un momento molto delicato
e personale come quello del parto, questa iniziativa vuole essere rispettosa per le signore assistite, che possono così condividere l’esperienza di
essere diventate mamme con altre connazionali,
in un ambiente sconosciuto e per cultura e tradizioni, alcune volte, incomprensibile. La decisione
ha suscitato rimostranze e critiche, ma forse non
è stata compresa nella positività delle motivazioni
che l’hanno determinata. “Non si tratta di ghettizzazione o addirittura di apartheid ospedaliera,
come alcuni hanno definito la realtà del reparto
di Ostetricia dell’Ulss 5” spiega lo stesso La Rosa.
“La soluzione adottata piace alle neomamme
Ostetricia: melting pot a favore
della professionalità e
nel rispetto della paziente
sala
parto
dialogo tra etnie nelle culle
che si sono dichiarate favorevoli e contente di
essa, secondo i dati di un questionario distribuito
loro e tradotto appositamente in 7 lingue diverse. Non fare razzismo significa per prima cosa
non far sorgere problemi di razzismo dove proprio non ne esistono. Il tutto è stato fatto con
l’obiettivo di creare un ambiente ancor più sereno e disteso. Per permettere alle puerpere di
essere capite e assistite nel modo più professionale possibile, creando un contesto non di isolamento, ma al contrario di calore e familiarità tra
donne della stessa etnia”. Raggruppare le donne
secondo esigenze simili, aiuta infine medici e infermieri ad assisterle meglio. Il tutto sempre in
un’ottica di qualità del servizio offerto.
Gioacchino La Rosa
nuova ideail di
sociosanitario
progetto è nato dalla collaborazione
tra Comune di Brendola, Ulss 5 e medici di famiglia
Il Comune di Brendola, con il sindaco Mario Del Monte, ha presentato alla rassegna “Dire & Fare nel
Nord Est” in ottobre a Rovigo, un progetto sociosanitario realizzato in collaborazione con l’Ulss 5 e i
medici di base. L’iniziativa ha proposto delle soluzioni concrete per il miglioramento dei servizi sanitari
e sociali, rispondendo a precise esigenze emerse dalle persone nel territorio di Brendola.
Gli obiettivi che con il piano si intendono raggiungere riguardano l’allargamento dell’orario del servizio sanitario di base e l’offerta in loco di un maggior numero di servizi come: prelievi, prenotazioni,
visite specialistiche, trasporti assistiti, servizi infermieristici, l’integrazione dei servizi sanitari con i servizi
sociali, il monitoraggio dello stato di salute di malati cronici.
Per far questo il Comune ha messo a disposizione una sede unica, dove i medici di famiglia sono
collegati via rete informatica all’Ulss 5. Il nuovo centro funziona dal lunedì al venerdì, c’è sempre
almeno un medico presente e un’assistente infermieristico. I vantaggi che il piano punta ad ottenere
sono molteplici: recupero di tempi, minore mobilità passiva, diminuzione delle liste di attesa, miglior
conoscenza delle esigenze sociali, minori costi tramite integrazione dei servizi.
Antonella Ciscato
Orari nuovo centro
da lunedì a venerdì
8.00-13.00 e 15.00-19.30
concerto di Natale nella chiesa restaurata
La Chiesa di S. Giovanni Battista dell’Ospedale di Lonigo, ha ospitato la terza edizione del Concerto di Natale venerdì 16 dicembre. Organizzato dalla Direzione Medica Ospedaliera, quest’anno il
tradizionale appuntamento ha visto protagonista il Coro della Brigata Alpina Cadore, magistralmente
diretto dal maestro Lucantonio Pilon, nell’esecuzione de “Le cante” di Bepi de Marzi. Nella cornice
restaurata della bella Chiesa del ‘600, il Poeta vicentino Severino Chiarello ha recitato alcune sue
composizioni rendendo l’atmosfera ancora più natalizia e familiare.
13
il
centro
donna
un aiuto prezioso
nella prevenzione e cura dei tumori
Graziano Meneghini
Da più di cinque anni esiste nel nostro territorio una struttura operativa multidisciplinare con
funzione di prevenzione e di cura dei tumori
femminili più frequenti ossia: tumori della mammella e tumori ginecologici. Si tratta del Centro
Donna dell’Ulss 5 situato nella sede ospedaliera
di Montecchio Maggiore e diretto dal dr. Graziano Meneghini, chirurgo e senologo, membro
del direttivo dell’Associazione Nazionale Italiana
di Senologi Chirurghi.
All’interno del Centro Donna si trova l’Unità
Operativa Dipartimentale di Senologia che svolge vari tipi di intervento per patologia mammaria
benigna e maligna, ricerca linfonodo sentinella
con radioisotopo a colorante vitale e ricostruzione mammaria. Negli ambulatori del Centro
Donna vengono svolte tutte le prestazioni specialistiche previste per la prevenzione e la cura
dei tumori femminili che accompagnano la paziente dal momento della diagnosi fino all’eventuale intervento chirurgico e nel periodo postoperatorio secondo percorsi clinici di assistenza
predefiniti; ciò al fine di garantire l’adesione ai
più moderni orientamenti scientifici, stabilendo rapporti fiduciari e di continuità. Presso gli
ambulatori di Senologia, aperti per tutto l’arco
della settimana, vengono svolte le attività diagnostiche senologiche con l’esecuzione di visite
senologiche, ecografie mammarie, agoaspirati e
biopsie mammarie.
Per quanto riguarda il servizio di ostetricia e
ginecologia, hanno sede presso il Centro Donna ambulatori ostetrico-ginecologici articolati in
ambulatorio di ecografia ostetrico-ginecologica,
ambulatorio di ginecologia di II livello per lo
screening dei tumori del collo dell’utero e un
ambulatorio ginecologico di II livello per l’esecuzione di piccoli interventi in anestesia locale
(biopsie, asportazione di polipi e altre neoformazioni vulvo vaginali). Le prestazioni ginecologiche comprendono anche l’esecuzione ambulatoriale del Pap-test.
Dal 2005 è stato attivato presso l’Ospedale di
Montecchio Maggiore un Day Surgery senologico integrato nell’Unità Operativa Dipartimentale
di Senologia dove vengono eseguiti tutti quegli
interventi chirurgici sulle mammelle che possono essere espletati nell’arco di una giornata di ricovero. Il medico curante è parte fondamentale
di questo percorso e viene informato costantemente con una relazione scritta consegnata alla
paziente.
Le modalità di accesso al centro per visite e
valutazioni senologiche prevedono solo la richiesta del medico curante con dicitura: “visita o
valutazione senologica” con prenotazione anche
telefonica al numero verde 800 21 25 25.
Tutte le prestazioni sono a carico del Servizio
Sanitario Nazionale (S.S.N.).
Le numerose richieste di prestazioni rivolte
al nostro centro che provengono anche da altre aree territoriali sono una dimostrazione della
particolare attenzione che viene rivolta alla nostra struttura anche da altre aree territoriali.
contrAttacco
cardiaco
lotta alle malattie cardiovascolari con l’educazione sanitaria
Mauro Boschello
14
La seconda edizione di “Cardiologie Aperte” ha registrato un’elevata partecipazione: 270 Ospedali
aderenti su tutto il territorio nazionale. Patrocinata dal Ministero e dagli Assessorati alla Salute di tutte
le regioni italiane, per promuovere l’educazione sanitaria nei confronti delle malattie Cardiovascolari,
l’iniziativa quest’anno ha avuto come titolo: “Il ContrAttacco Cardiaco”. Anche il Servizio competente
dell’Ospedale di Lonigo ha aderito con successo all’evento di domenica 23 ottobre, a cui hanno preso
parte i rappresentanti dei Medici di Medicina Generale e il Sindaco Giuseppe Boschetto. L’obbiettivo
della manifestazione è stato quello di sensibilizzare la popolazione sui sintomi d’esordio dell’infarto
cardiaco, così da ridurre i tempi dell’accesso in Ospedale, sempre critici per un efficace intervento
terapeutico. L’infarto miocardico colpisce in Italia ogni anno 160.000 persone con una mortalità del
50% nel primo mese, la maggior parte entro le prime ore, spesso prima di giungere in Ospedale.
Frequentemente la causa di questo ritardo è dovuta all’incapacità delle persone di riconoscere le avvisaglie iniziali o di sottovalutare i sintomi che accusano, con la conseguenza di giungere troppo tardi
per le terapie più efficaci. Solo il 25% dei pazienti con infarto miocardico giunge in Ospedale entro
le prime ore, termine entro cui è possibile ottenere il massimo beneficio terapeutico. L’iniziativa ha
voluto porre l’accento proprio sull’apprendimento dei sintomi “abituali” e quelli meno conosciuti, e
quindi più subdoli, dell’attacco cardiaco e far conoscere i fattori di pericolo che predispongono alle
malattie cardiovascolari, con attenzione massima per i tratti peculiari delle persone più a rischio.
Le mani dell’uomo entrano quotidianamente
in contatto con ogni genere di superfici e oggetti,
diventando così un veicolo di trasmissione delle
infezioni. Questo concetto, oggi scontato, è stato
oscuro sino al 1846 quando, a Vienna, Ignazio
Semmelweis osservò che le donne assistite nel
parto da studenti e medici della Prima Clinica dell’Ospedale Generale, mostravano una mortalità
più alta di quelle degenti nella Seconda Clinica.
Studenti e medici passando, infatti, direttamente dal Reparto Autoptico al Reparto Ginecologico
della Prima Clinica, trasmettevano “particelle
cadaveriche” attraverso le mani, causando così
la febbre puerperale che colpiva tante donne.
Lavandosi le mani, non più solo con sapone, ma
con un composto a base di cloro, prima di visitare le pazienti, la mortalità scese vistosamente.
Questa intuizione aprì la strada alla consapevolezza che l’igiene delle mani rappresenta la più
importante misura per prevenire la trasmissione
di agenti patogeni in ambito ospedaliero.
Nell’Ulss 5 è istituito da anni un Comitato per
la Lotta contro le Infezioni Ospedaliere ed un
Gruppo Operativo che ha il compito di attuare
il lavaggio
delle
mani
premura e professionalità
a servizio del paziente
concrete iniziative di prevenzione. Uno dei primi
impegni del Gruppo è stato produrre il protocollo “Lavaggio delle Mani”, per fornire a medici,
infermieri e operatori socio sanitari di tutte le
unità operative le regole igieniche fondamentali:
mantenere le mani in buone condizioni, tenere
le unghie corte, pulite e prive di smalto, coprire
eventuali piccole ferite, non indossare anelli,
bracciali e orologi, e le corrette procedure per
effettuare il lavaggio delle mani.
Lavaggio sociale
Lavaggio chirurgico o preoperatorio
Rimuove i microrganismi “transitori” dalle mani.
Si esegue con sapone detergente prima e dopo
l’utilizzo dei guanti nei contatti e procedure sui
pazienti o nelle manipolazioni dei presidi sanitari
usati; dopo essere andati in bagno e dopo essersi
soffiati il naso; prima e dopo aver mangiato; prima
e dopo la raccolta di campioni; quando le mani
sono chiaramente sporche; all’inizio e alla fine
del servizio.
Procedura:
1. Bagnare le mani con acqua corrente
2. Applicare il sapone nel cavo della mano
3. Frizionare strofinando le mani fra loro, prestando attenzione agli spazi sottoungueali e tra le dita
4. Sciacquare abbondantemente con acqua e
lasciare il rubinetto aperto
5. Asciugarsi con tovaglioli di carta
6. Chiudere il rubinetto con un tovagliolo di carta
7. Durata: 10/15 secondi
Elimina totalmente i microrganismi sia “residenti”
che “transitori” da mani e avambracci. Si esegue
con soluzioni antisettiche prima di ogni procedura
chirurgica.
Procedura:
1. Regolare il termostato alla temperatura ritenuta più confortevole
2. Bagnare mani ed avambracci fino a due dita
sopra la piega del gomito
3. Versare sulle mani il prodotto antisettico premendo la leva del dispenser con il gomito
4. Lavare mani ed avambracci per circa 2 minuti
5. Risciacquare prima le mani e dopo gli avambracci evitando che l’acqua coli sulle mani
6. Spazzolare le unghie, dopo averci versato
l’antisettico, per mezzo minuto per mano, quindi
lasciare cadere lo spazzolino nell’apposito cestino,
dorso e avambracci non vanno spazzolati
7. Risciacquare mani ed avambracci come indicato nel punto 5
8. Riprendere di nuovo l’antisettico nel palmo
delle mani come indicato nel punto 3
9. Lavare attentamente le mani (ogni dito e spazio interdigitale), impiegando 1 minuto per mano
10. Risciacquare con acqua corrente mani ed
avambracci, uno per volta, lasciando scorrere l’acqua dalle estremità delle dita fino alla piega del
gomito, come indicato nel punto 5
11. Asciugare mani ed avambracci con panno sterile:
va asciugato prima ciascun dito, quindi la restante
parte della mano e, da ultimo, l’avambraccio sino alla
piega del gomito con movimento circolare avendo
cura di non ripassare dall’avambraccio alla mano
Lavaggio antisettico
Elimina i microrganismi “transitori” ed alcuni “residenti” sulla cute. Si esegue con sapone antisettico
prima e dopo l’utilizzo dei guanti in situazioni
ad alto rischio quali: procedure invasive (cateteri
venosi e urinari), deficit immunitari, lesioni della
cute (ustioni, ulcere da decubito, ferite), età estreme (anziani, neonati), malattie infettive, rottura
guanti in procedure a rischio infettivo.
Procedura:
Analoga al lavaggio sociale. Durata 45/60 secondi
Maurizio Bongiovanni
M. Luisa Fracasso
Nell’Ulss 5 è in uso anche il “Lavaggio Alcolico delle mani”. Si utilizza un prodotto contenente alcol etilico
che va frizionato sulle mani sino a completa evaporazione. Sostituisce il lavaggio sociale ed antisettico quando
non è possibile effettuarli con acqua. Nel 2004 è stata effettuata una verifica sul livello di acquisizione delle
procedure. Si è rilevato una buona conoscenza ed applicazione dei protocolli.
15
ipertensione
trattamento ottimale
del paziente iperteso
Ennio De Dominicis
Simonetta Lombardi
L’ipertensione costituisce, com’è noto, uno dei
maggiori fattori di rischio cardiovascolare. Quindi
è estremamente importante, per ogni comunità,
che la gestione di questa malattia sia efficace.
Il primo passo è l’individuazione del paziente
iperteso. Premettiamo che, in genere, c’è una
trasmissione ereditaria della malattia, per cui, se
una persona ha un genitore iperteso, o, peggio
ancora, entrambi i genitori ipertesi, è molto probabile che avrà lo stesso problema. Tuttavia non
è semplice verificare lo stato ipertensivo e adottare decisioni conseguenti.
Il primo problema è quello derivante dal riscontro occasionale di valori pressori anomali.
Erroneamente, alcuni medici, sulla sola base
di questa rilevazione, iniziano una terapia antiipertensiva. Invece è necessario che la pressione
arteriosa sia controllata molte volte, ad esempio
una-due volte al giorno per un mese, per ottenere l’andamento della pressione. Se si riscontrerà
che essa è praticamente sempre elevata, bisognerà decidere se trattarla o no. Tuttavia, il riscontro di ipertensione conclamata, rilevata nel modo
su descritto, non implica necessariamente l’inizio
di un trattamento farmacologico. Oggi è necessario valutare il rischio cardiovascolare globale,
che tiene conto di diversi fattori, fra cui l’età, il
sesso, l’abitudine al fumo, la presenza di diabete,
i valori di colesterolo. Se il rischio è basso, si può
cercare di seguire nel tempo l’andamento della
pressione, adottando alcune misure igienico-dietetiche che talora possono risolvere o alleviare
il problema. Se queste non ottengono risultati,
si passa alla terapia farmacologica. La terapia è,
invece, immediatamente necessaria se la pressione elevata produce sintomi. La terapia farmacologica deve essere gestita tenendo conto della
variabilità della pressione stessa durante la giornata (ritmo circadiano), durante le varie stagioni
(è più alta d’inverno, col freddo, che d’estate),
la sua variabilità in relazione a diversi stati fisici,
all’incremento o alla riduzione di peso, all’altitudine, ad altre terapie concomitanti, che possono
essere ipertensivanti, la più comune di tutte è
quella antinfiammatoria-antidolorifica.
Affinché il paziente mostri la massima partecipazione possibile alla gestione della terapia, è necessario coinvolgerlo e responsabilizzarlo: prima di
tutto, nel controllo dei valori pressori. Occorre qui
sottolineare che il modo più valido di verificare i
valori pressori è la misurazione domiciliare, quindi
fatta dal paziente stesso o da un familiare perchè
spessissimo la misurazione in ambiente ospedaliero o ambulatoriale è falsata dall’emotività del
paziente (effetto camice bianco). E’ importante
che il paziente assuma i farmaci con regolarità, in
genere al mattino quanto prima dopo il risveglio.
Il paziente può anche essere istruito sulla variazione dei dosaggi dei farmaci secondo l’andamento della pressione e anche sull’assunzione di un
farmaco d’urgenza in caso di crisi ipertensive: di
solito queste crisi si possono risolvere facilmente
in casa, senza corse inutili al Pronto soccorso.
Come si è visto, è necessario dare ampio spazio all’autogestione del trattamento da parte del
paziente. Altro problema di non facile soluzione
è: con quale tipo di apparecchio misurare la pressione. L’apparecchio più attendibile è certamente
quello tradizionale a mercurio, ma occorre un’altra persona per il suo uso, in quanto l’automisurazione è difficile; occorre quindi in genere ricorrere agli apparecchi elettronici, che non sono
tutti egualmente validi; si consiglia la validazione
iniziale paragonando le misurazioni pressorie
fatte dall’apparecchio elettronico con quelle fatte dall’apparecchio a mercurio. Comunque sia,
quelli a mercurio scompariranno per problemi di
inquinamento; perciò c’è da sperare che si faccia
un grande sforzo tecnologico per perfezionare al
massimo gli strumenti elettronici.
il
diabete
mellito
apertura nei confronti dell’abbattimento delle
barriere culturali e linguistiche
Il Diabete mellito è una malattia che riconosce molteplici cause, è caratterizzata da iperglicemia
cronica con alterazioni del metabolismo dei carboidrati, delle proteine e dei lipidi che possono determinare, se non adeguatamente trattate, complicanze che interessano i piccoli e i grandi vasi con
conseguente aumento di morbilità e mortalità. Questa malattia, considerata rara fino ai primi del
1900, attualmente ha una frequenza talmente elevata che l’Organizzazione Mondiale della Sanità la
considera una vera e propria epidemia. Infatti le proiezioni epidemiologiche prevedono un raddoppio
della sua frequenza da 150 milioni di persone affette attualmente a 300 milioni di persone fra 20
16
metamorfosi
i laboratori di Arzignano e Valdagno raggiungono
l’eccellenza nella prestazione dei servizi
I laboratori di Arzignano e Valdagno sono stati
considerati al pari di quelli di istituzioni prestigiose quali il Policlinico S. Orsola di Bologna, gli
Ospedali S. Raffaele e Niguarda di Milano e il
S. Martino di Genova. Non è un sogno, ma un
traguardo raggiunto brillantemente ed esposto
nel nuovo volume della Roche: “Le Metamorfosi: soluzioni di eccellenza” che illustra il percorso
di evoluzione di un gruppo di Laboratori italiani
negli ultimi anni.
Grande la soddisfazione nel constatare che i
Laboratori dell’Ulss 5 si trovano in posizione di
assoluta evidenza in campo nazionale, a prescindere dalle notevoli dimensioni di altre aziende
ospedaliere. Ad accomunarli importanti punti di
contatto, nonostante le ovvie e ben intuibili differenze.
La diversità maggiore risiede nella dimensione
degli ospedali e quindi dei Laboratori: alcuni di
essi sono grandi strutture quanto a ricezione, reparti e posti letto.
Tuttavia, i problemi che i vari Laboratori si sono
trovati ad affrontare negli ultimi anni sono spesso comuni: la riduzione e il consolidamento dei
laboratori stessi all’interno di un’ampia revisione
dell’organizzazione della sanità, il cambio di fisionomia degli ospedali, sempre più votati alla
cura del paziente acuto, l’aumento dei carichi di
lavoro molte volte accompagnati dalla diminuzione del personale qualificato e la sempre più
pressante necessità di recuperare risorse, per
portare avanti quel percorso di continua innovazione tecnologica e scientifica che è il fondamento stesso della Medicina.
Il volume rappresenta un riconoscimento importante anche perché non si parla solo di qualità del suo prodotto, gli esami. La qualità delle
analisi che il servizio fornisce ai cittadini e ai pazienti ricoverati è data per scontata. Oggi contano maggiormente anche la modalità di fornitura
del servizio e l’assetto organizzativo.
Il percorso intrapreso dall’Ulss 5, iniziato fin
dal 2000, si è posto una serie di obiettivi ben
chiari:
• migliorare la qualità e la flessibilità del lavoro
• ridurre il numero di strumenti e, di conseguenza, il numero dei posti di lavoro per recuperare
risorse di personale
• rompere la classica organizzazione del Laboratorio a settori per passare ad un’integrazione
più stretta
• sovrapporre i flussi di routine e urgenza
• ridurre i tempi di risposta e il numero di provette per rendere più semplice la gestione dei
prelievi
• recuperare margini operativi per l’introduzione
di nuovi test
• ottenere risparmi di spesa
Anche se il buon esito dell’operazione è evidente e comprovato da questo volume, il lavoro
non è ancora finito. L’evoluzione, come in natura,
è continua...
Valentino Miconi
Secondo il volume
“Le Metamorfosi:
soluzioni d’eccellenza”
edito da la Roche l’Ulss 5
è al top della classifica
insieme ai laboratori
delle più prestigiose
aziende ospedaliere
anni; solo nel Veneto vi saranno più di 400 mila soggetti affetti da questa patologia. L’entità di questi
numeri fa comprendere come il diabete sia diventato una vera e propria emergenza sanitaria. Inoltre
se si tiene conto che la frequenza di questa sindrome è maggiore nei Paesi in via di sviluppo e che
l’Italia ed in particolare il Veneto si sta sempre più caratterizzando come una società multi-etnica, si
può prevedere che nella nostra Regione, caratterizzata da intensi flussi migratori da questi Paesi, la
prevalenza della malattia sarà nettamente superiore a quanto preventivato.
I Servizi diabetologici dell’Ulss 5 stanno già avvertendo questa situazione e in un prossimo futuro si
vedrà sempre di più, in questi ambulatori, un’utenza multietnica. Da ciò la necessità di venire incontro,
abbattendo le barriere linguistiche, a questa nuova realtà. A tale scopo è stato realizzato con la collaborazione del Servizio di Promozione ed Educazione alla Salute e il Servizio di Mediazione Culturale
della nostra Ulss un manuale illustrato di facile consultazione, pubblicato nelle lingue parlate dalle
principali etnie presenti nel nostro territorio e che afferiscono al nostro Servizio diabetologico.
Si è in particolare voluto sottolineare l’importanza di una corretta alimentazione che rappresenta il
cardine della prevenzione e della cura del diabete.
17
consenso
informato
quale scelta per il medico
in assenza di autorizzazione?
Vincenzo Biroli
“L’atto medico è illecito se operato in mancanza del consenso”. Partendo da questo assunto si
dipana tutta la materia relativa al consenso informato da parte del paziente, alla sua autorizzazione a procedere in interventi medici, qualora non
sia più in grado di esprimere autonomamente la
sua volontà, al permesso dato dai familiari, agli
illeciti penali commessi dai medici che non si
attengono alle disposizioni previste in tal ambito dal Codice Penale e dal Codice Deontologico
dei Medici. La tematica è quindi complessa e
molto articolata, oltre a toccare profondamente aspetti etici. Punto di partenza è che, in ogni
caso, a parte situazioni particolari (donazione di
un rene, trasfusione di sangue) vale il principio
della libertà di forma.
La versione vigente del Codice Deontologico
dei Medici (CDM) del 1998 dedica all’argomento l’intero capo IV. Significativi l’art. 31: “L’informazione a terzi è ammessa solo con il consenso
esplicitamente espresso dal paziente”, l’art. 32,
che specifica come l’acquisizione del consenso
sia integrativa e non sostitutiva del processo
informativo” (in sostanza si tratta di un’importante valorizzazione dell’“informare” rispetto al
“consentire”), l’art. 34: “Il medico deve attenersi,
nel rispetto della dignità, della libertà e dell’indipendenza professionale, alla volontà di curarsi,
liberamente espressa dalla persona. Il medico,
se il paziente non è in grado di esprimere la
propria volontà in caso di grave pericolo di vita,
non può non tener conto di quanto precedentemente manifestato dallo stesso”. E’ evidente
il recepimento del concetto di Direttive Anticipate espresso dalla Convenzione di Bioetica del
1997, che in Italia ha portato alla legge sui trapianti d’organo, ove è espresso il principio del
silenzio assenso.
Sulla base di tali presupposti c’è il rischio che
il consenso informato divenga un’inutile prassi
burocratica, non accompagnata ad una reale comunicazione e all’ascolto del paziente.
Per quanto riguarda i casi più comuni che non
presumono il pericolo imminente di morte (terapie palliative in malati “terminali”, nutrizione
artificiale in dementi...), si potrebbe dire molto.
In Italia al momento non vi sono precise disposizioni di legge e sottolineato che, tranne il
caso di minore o paziente interdetto, nessuno
(nemmeno i familiari) può prendere alcuna decisione (come invece spesso accade, facendo
firmare ai familiari, ad esempio, il consenso alla
trasfusione di sangue, all’apposizione di una
PEG e quant’altro) è chiaro che il problema ricade sul medico. Egli dovrà interpellare i congiunti
per sapere se il paziente abbia mai espresso il
suo pensiero su simili situazioni, anche solo verbale, ed attenersi secondo scienza e coscienza a
quanto sopra, deducendone la presunta volontà
o meno a sottoporsi a simili procedure. Infine
spetta ancora al medico interpretare quanto
emerso, alla luce di vari pareri quali quello del
Comitato Nazionale di Bioetica, le Direttive della
Chiesa Cattolica e quant’altro.
l’ambulatorio
dello
spirito
è Don Giovanni Preto il nuovo cappellano dell’Ulss 5
Patrizia Draghicchio
Trovandosi in un ospedale si potrebbero, a pieno titolo, definire “ambulatori dello spirito” per chi,
degente, parente o operatore, sente l’esigenza di un sostegno spirituale. Si tratta delle cappelle presenti
nei quattro ospedali. Pazienti e congiunti vi si raccolgono in preghiera per un momento di conforto e
durante il servizio festivo sono il punto d’incontro per un piccolo pubblico di affezionati, ex dipendenti o
abitanti del vicinato. Ad Arzignano sono anche il luogo di raccoglimento delle suore Dorotee che prestano la loro opera a vario titolo. Dopo 12 anni di servizio presso l’Ospedale “L. Cazzavillan” di Arzignano, il
buono e sempre disponibile cappellano Don Pierangelo Pace è stato trasferito. Da settembre lo sostituisce Don Giovanni Preto. Laureato in lettere all’Università patavina, ha insegnato al Collegio “Graziani” di
Padova e successivamente, per 14 anni, al Liceo Classico “Brocchi” di
Orario S. Messe:
Bassano del Grappa. E’ stato missionario in Francia dove ha imparato
molto bene il francese, lingua straniera utile in una realtà multietnica
Arzignano
feriale ore 7.00
festivo ore 10.00
Lonigo
feriale ore 18 - chiesa di S. Giovanni annessa all’Ospedale
come l’Ulss 5. Occasionalmente ha prestato servizio in Africa ed è
festivo ore 19.30 - cappellina interna
stato animatore religioso presso il Centro di Formazione Professionale
Montecchio M. sabato ore 15.30
di Trissino. Dal 2001 ad oggi è stato parroco a S. Giorgio in Bosco.
Valdagno
feriale ore16.30 festivo ore 8.30 e 20.00
Benvenuto e buon lavoro Don Giovanni!
18
Nel vecchio, il buono stato nutrizionale e la
conservazione della massa muscolare significano salute e autonomia. La malnutrizione e la
perdita del muscolo hanno effetti devastanti e
si accompagnano a malattia e disabilità. A questo proposito la nostra Geriatria ha organizzato il
convegno annuale della Società Italiana di Gerontologia e Geriatria, Sezione Veneto - Trentino
Alto Adige dal titolo: “La nutrizione artificiale nel
vecchio: etica e clinica”.
L’incontro ha messo in evidenza come, fra le
cause di malnutrizione, la difficoltà nella deglutizione sia una delle principali. Riconoscerne le dinamiche è fondamentale ai fini della scelta dell’intervento riabilitativo e/o nutrizionale. Sia che
si manifesti acutamente, come nell’ictus, sia che
si vada affermando in modo subdolo, come nella demenza, la disfagia mette il clinico in grave
imbarazzo. Una volta scelta la strada della nutrizione artificiale enterale (cioè per la via naturale:
lo stomaco e l’intestino), la confezione di una
gastrostomia (una comunicazione diretta fra lo
stomaco e la cute) è la scelta obbligata e può
dare al paziente notevoli vantaggi.
La scelta del regime nutrizionale artificiale non è
però una decisione scontata, specialmente quando questa debba essere presa nei riguardi di una
persona con importante declino cognitivo.
Poiché applicare o non applicare, sospendere
o continuare la nutrizione e l’idratazione artificiale, vuol dire mettere in discussione la possibilità
di vivere del paziente, tali scelte rappresentano
una delle decisioni più complesse e angoscianti
nutrizione
artificiale
tra opportunità tecnologiche e
questioni morali
sia per il medico che per i familiari.
Una prima questione morale sorge dal conflitto tra il rispetto del principio di autonomia del
paziente e i vantaggi che derivano dall’applicazione di talune terapie.
E’ necessario chiarire allora, se e quando, la
nutrizione artificiale può essere considerata un
trattamento gravoso, o se comunque la somministrazione di cibo rappresenta il naturale supporto biologico per la vita e parte integrante del
trattamento palliativo.
Restano anche da considerare i costi di tali terapie e il problema dell’applicazione in pazienti
con condizioni cliniche senza speranze oggettive
di guarigione. Per questo le questioni aperte dalla nutrizione artificiale in ambito geriatrico, non
possono sottrarsi alla categoria del rispetto della
persona e della dignità del valore della vita umana generale.
Fabio Armellini
tumori ereditari
prevenirli si può
si deve!
I maggiori esperti italiani di diagnosi e cura dei
tumori e l’esperienza dell’ambulatorio integrato
di oncogenetica dell’Ulss 5 si sono confrontati in
un convegno formativo sui temi dell’ereditarietà
delle neoplasie alla mammella e al colon retto,
due killer tumorali di prim’ordine. Organizzato
dall’U.O.C. di Oncologia dell’Ulss 5, diretto dalla
Dott.ssa Cristina Oliani (affiancata dalla biologa
genetista, Dott.ssa Daniela Barana, che coordina il lavoro multidisciplinare dell’Ambulatorio
Familiarità Neoplastica e dalla psicologa Dott.ssa
Alessandra Marcon), l’incontro ha ottenuto un’altissima affluenza non solo da parte di personale
medico. Molte le tematiche affrontate: dal valore etico della consulenza oncogenetica alla diagnosi della trasmissione familiare del carcinoma
mammario, dal trattamento chirurgico alla chemioprevenzione del cancro colonrettale.
Ma cosa occorre fare se in famiglia ci sono stati casi di queste patologie?
Per prevenire la trasmissione genetica dei tumori è importante passare subito in rassegna
l’albero genealogico familiare determinando la
probabilità di una predisposizione ereditaria e
calcolando i rischi di un’eventuale passaggio generazionale. Una volta individuata l’alterazione
germinale, il passo successivo prevede lo screening molecolare dei familiari e il controllo clinico
periodico della situazione, tramite esami indicati
dalla valutazione oncogenetica coinvolgendo il
medico curante, che deve essere sensibilizzato
e attento a queste problematiche.
Attualmente sono 30 i geni riconoscibili nei
pazienti a rischio, grazie all’esistenza di strumenti genetici che manifestano la predisposizione
ereditaria dei tumori. Sottoporre gli individui con
questi fattori di rischio a prevenzione, è il modo
più efficace e diretto per far diminuire la mortalità
nei tumori a più elevata incidenza, quali appunto
le neoplasie del colon-retto e alla mammella.
Cristina Oliani
19
Albania chiama
Italia
risponde
prima missione operativa
nel segno della professionalità
Enrico Castaman
L’Unità Operativa di Ortopedia dell’Ulss 5 è
stata pioniera nella prima missione ospedaliera internazionale tra l’Ospedale Regionale di
Scutari in Albania e l’Ulss 5 Ovest Vicentino.
Hanno partecipato alla missione, guidata dal
Direttore dell’U.O.C. di Ortopedia di Montecchio Maggiore dr. Enrico Castaman, il dr. Antonio Loro, ortopedico, il dr. Ernesto Della Mora,
anestesista e l’infermiere professionale Moreno
Casara, ferrista di sala operatoria. L’esperienza
prevedeva lo svolgimento di attività cliniche e
didattiche in affiancamento al dr. Artur Vukatana,
specialista ortopedico albanese, ed al personale
infermieristico della sala operatoria e del reparto
di degenza. In particolare, nel corso della missione, si sono portati a termine, durante una lunga
ininterrotta seduta operatoria, undici interventi
chirurgici maggiori, tra i quali otto protesi d’anca
su coxartrosi spiccata, due correzioni di marcata
deformità del piede in bambini e un’osteotomia
del femore: gli interventi di artroprotesi sono stati una novità per l’Ospedale di Scutari.
Impegnativa e faticosa, con ritmi serrati e tempi pieni, l’iniziativa è stata interessante sia sotto
il profilo professionale che quello umano, e le
difficoltà tecniche sono state superate con la
creatività e lo spirito collaborativo di tutti. Grande l’apprezzamento anche dei pazienti locali: in
120 si sono rivolti ai medici per le visite ambulatoriali, allestite appositamente.
Il dato più interessante che è emerso, è stata l’urgenza e la grande necessità di prestazioni
ortopediche, tuttora inevase, considerato anche
il fatto che molti pazienti visitati erano ragazzi
giovani, di modesto ceto sociale, affetti per lo
più da malattie d’anca, anche complesse, in relazione alla frequentissima displasia congenita.
L’accordo di collaborazione siglato tra i due
paesi prevede, nei prossimi mesi, altre spedizioni chirurgiche in Albania e un soggiorno di
approfondimento clinico del collega ortopedico
albanese in Italia, per migliorare la sua formazione nel campo della chirurgia dell’anca e creare
una figura professionale in grado di rispondere,
nell’immediato futuro, ad un pressante bisogno
in tal settore nel vicino “paese delle aquile”.
varici
degli
arti
inferiori
solo un problema estetico?
Luigi De Santis
Stefano Faccin
Raffaele Gianesini
20
Senso di pesantezza e gonfiore delle gambe,
edema dei piedi e delle caviglie, formicolio, bruciori, crampi e prurito. Sono questi i sintomi più
comuni delle varici, frequenti e fastidiose, non
solo da un punto di vista estetico, malattia rappresentata principalmente dal deterioramento
cronico e progressivo del sistema venoso superficiale con la comparsa della tipica dilatazione
ed allungamento delle vene. Questa patologia
colpisce soprattutto le donne perché legata all’effetto ormonale degli estrogeni.
Le gravidanze, l’uso di anticoncezionali orali,
la sedentarietà ed il sovrappeso possono inoltre
aggravare la situazione clinica. Il problema non è
solo estetico, considerato il rischio di comparsa
di complicanze più serie come flebiti ed ulcerazioni cutanee. La soluzione chirurgica solitamente consiste nell’asportazione della Grande Safena o della Piccola Safena (i due tronchi venosi
superficiali più importanti degli arti inferiori) o
nell’asportazione di piccoli rami venosi dilatati.
L’intervento chirurgico consiste in un’incisione di 3 cm a livello inguinale o al cavo popliteo
ed una di 1 cm al malleolo mediale o laterale.
Il tronco venoso principale viene incannulato
con un particolare filo guida e successivamente
asportato (stripping). Si completa il trattamento
con piccole microincisioni lungo il decorso delle
varici più significative. L’arto viene successivamente bendato con fasce elastiche, rimosse poi
in ambulatorio e sostituite con calze elastiche
a compressione graduata da utilizzare per non
meno di 20 giorni dopo l’intervento.
I pazienti vengono operati in regime di Day
Surgery o ambulatorialmente, in anestesia spinale o locale a seconda dei casi, e sempre in sala
operatoria in una sola giornata. Le complicanze
secondarie al trattamento sono modeste e temporanee, anche se si può affermare che il trattamento non è completamente privo di rischi.
Da tre anni è attivo un ambulatorio flebologico
specialistico aperto tutti i mercoledì dalle 14.00
alle 16.00 presso la sede del vecchio ospedale.
Nel 2004 sono stati valutati circa 300 pazienti
di cui 100 sono stati sottoposti con successo ad
intervento di Stripping o flebectomia.
La gestione integrata tra medici
di famiglia e diabetologia per
una prevenzione precoce della malattia e
un monitoraggio territoriale capillare
paziente una
diabetico
migliore assistenza
Nell’ambito dei Patti Aziendali per la Medicina
Generale, concordati per il triennio 2005 - 2007,
nell’Ulss 5 è stato inserito, come sezione ad adesione volontaria, un progetto di gestione integrata del paziente diabetico tipo due.
Questa iniziativa ha coinvolto un gruppo di
medici di medicina generale: dr. Natalino Bianco,
dr.ssa Liliana Lora, dr. Luigi Lago, dr. Giovanni Fazio e dr. Giampietro Stefani; i colleghi diabetologi
dr.ssa Simonetta Lombardi, dr.ssa Pina Lagulli, e
inoltre il Direttore dell’U.O.C. di Medicina Generale dr. Massimo Cigolini e il Direttore Medico
Ospedaliero dr. Domenico Mantoan, e infine il
Direttore delle Cure Primarie dr. Elvio Pistaffa.
Il lavoro, nei contenuti sia scientifici che organizzativi, è durato circa un anno ed ha portato
alla formulazione di un sistema integrato di assistenza alla popolazione ed alla costituzione di
un sistema di raccolta di dati epidemiologici. Il
progetto ha quindi una doppia valenza: clinica e
di ricerca e prevede due macro aree di attività.
La Prevenzione del Paziente a Rischio
Sono state definite categorie di persone a
rischio per malattia diabetica: familiarità, etnia indiana, sindrome plurimetabolica, obesità,
gravidanza con macrosomia. Su questi soggetti
il Medico di Medicina Generale, durante un accesso ambulatoriale occasionale, praticherà un
monitoraggio mediante scheda in cui vengono
riportati dati clinici e controlli annuali della glicemia. In caso di alterazione glicemica (110 - 125)
si passa al monitoraggio semestrale con curva
da carico a due ore ed intervento educazionale
e/o terapeutico. Questa parte del progetto, affidata alla Medicina Generale, si configura come
un’importante esperienza di prevenzione, diagnosi precoce, educazione e trattamento del paziente in una fase iniziale della malattia.
Il Monitoraggio del Paziente Diabetico tipo 2
Al momento della diagnosi, eseguita dal medico, il paziente viene inviato al Servizio di Diabetologia per una prima valutazione, già corredato
della sierologia completa. Il Servizio di Diabetologia viene fornito in forma di Day Service.
Il paziente troverà organizzati con unità di
tempo e di luogo, gli accertamenti specialistici
previsti come necessari. Saranno a disposizione
cardiologo, oculista, neurologo, chirurgo vascolare - podologo. Dopo questa prima valutazione
il paziente verrà rinviato al Medico di Medicina
Generale se compensato e privo di complicanze
in atto, per il monitoraggio periodico previsto dal
progetto. Ogni due anni si effettueranno controlli
presso il Day Service Diabetologico per una rivalutazione generale e per normali accertamenti
specialistici, oppure, su invio da parte del medico di famiglia ogni volta che il paziente risultasse
scompensato sulla base dei parametri stabiliti.
Il progetto si basa su un programma di controlli definiti, presso il Medico di Medicina Generale
e presso il Day Service diabetologico.
Ad ogni controllo corrisponde una scheda elettronica che periodicamente verrà inviata al centro
raccolta dati presso il Distretto Socio Sanitario e al
Servizio di Diabetologia. È stato previsto a questo
fine un sistema informatico per una banca dati sia
clinici che di ricerca. I pazienti avranno così una
diagnosi precoce, un monitoraggio più attento e
una comodità più efficiente soprattutto per coloro
che devono compiere lunghi spostamenti.
Giampietro Stefani
l’ufficio amministrativo e convenzioni
si è trasferito in
Via Ca’ Rotte, 1 nella sede centrale del Distretto Socio Sanitario
(presso l’ospedale di Montecchio Maggiore)
tel. 0444 70 86 27 fax 0444 70 86 28
Orario di apertura al pubblico
da lunedì a giovedì ore 8.30 -12.30 e ore 14.00 -16.30 venerdì ore 8.30 -12.30
21
adolescenza:
età
a
rischio
un’indagine tra le famiglie e le compagnie frequentate
dai giovani per capire le loro scelte
Giuseppe Cicciù
La variegata realtà dell’adolescenza, con le sue molteplici implicazioni e sfaccettature è stata l’oggetto di due giornate seminariali tenutesi a novembre a Palazzo Festari a Valdagno, intitolate “Contesti Socio Economici e sviluppo della personalità in adolescenza” organizzate dal dr. Giuseppe Cicciù,
direttore del Dipartimento delle Dipendenze Patologiche dell’Ulss 5 e dal dr. Venceslao Ambrosini,
direttore dell’Unità Operativa Complessa Materno Infantile.
Obiettivo dell’iniziativa è stata l’analisi dell’età adolescenziale prestando attenzione anche alle
condizioni economiche e ai rapporti sociali nei quali viene vissuta. Non solo la famiglia, ma anche
le compagnie frequentate, sono state poste sotto osservazione, per cogliere i messaggi, spesso non
manifesti, veicolati dalla comunità locale e dalla più ampia realtà sociale.
La dipendenza, l’abuso e l’uso di sostanze definiscono uno scenario che non può trascurare la
conoscenza dei “contesti”, quelli sociali soprattutto, che sono il riflesso di quelli economici.
Da un’indagine esplorativa rivolta ai giovani e agli adulti del territorio, promossa dall’U.O.C. di Prevenzione del Dipartimento Dipendenze, si evidenzia che l’adolescenza è il crocevia da cui partono
pericolosi rivoli di rischio verso forme di dipendenza e comportamenti d’abuso, che richiamano le
condizioni che hanno plasmato i valori, le credenze, i riti, i miti, le abitudini e i comportamenti quotidiani dei giovani.
iperattività
i genitori di “pierino” tornano a scuola!
Anna Chiara Benincà
Francesca Concato
Marco Pagliai
Informazioni
Responsabile dell’Unità
Operativa Età Evolutiva
Disabilità
dr.ssa Francesca Concato
tel. 0444 475620
22
Bambini “pierini”, che faticano a rispettare le regole e sempre in movimento, bambini distratti con
la testa “tra le nuvole”, bambini insomma che genitori ed insegnanti richiamano di continuo senza
peraltro ottenere maggiore attenzione o autocontrollo. Svogliatezza? Maleducazione? Potrebbe non
trattarsi di ciò ma di DDAI (o ADHD), cioè il Disturbo da Deficit di Attenzione/Iperattività, una
patologia ancora poco conosciuta ma che interessa il 5-10% della popolazione infantile.
Si tratta di bambini che, pur dotati di una buona intelligenza, presentano un’evidente difficoltà
a rimanere attenti o a lavorare su uno stesso compito per un periodo di tempo sufficientemente
prolungato, oppure di bambini che giocano in modo rumoroso, parlano eccessivamente con scarso
controllo dell’intensità della voce, interrompono persone che conversano senza essere in grado di
aspettare il proprio turno.
La causa della DDAI non risiede nei metodi educativi inefficaci dei genitori, ma sembra invece essere dovuta a fattori neurobiologici ereditari, che non si risolvono con l’età ma, anzi, nell’adolescenza
possono portare a più gravi problemi legati alla sfera della condotta.
Si rivela efficace in questi casi una collaborazione tra genitori e insegnanti per la messa a punto di
un’educazione che riesca a limitare i comportamenti problematici e contemporaneamente a sviluppare nel bambino un’immagine di sé positiva tenendo così alta la motivazione all’apprendimento e
alla socializzazione. Solo se il bambino sente di essere accettato per quello che è e valorizzato per
quello che di buono riesce a fare, troverà la motivazione per controllarsi, altrimenti svilupperà l’idea
di essere una persona “sbagliata” e si comporterà di conseguenza.
L’Unità Operativa Età Evolutiva/Disabilità ha realizzato a questo scopo un’attività di formazione
rivolta a genitori di bambini con diagnosi di DDAI. Sono stati predisposti incontri didattici e verifiche
delle attività svolte con risultati pienamente positivi: è incrementata la soddisfazione generale e l’efficacia dell’educazione dei genitori ed è inoltre diminuita la rilevazione di comportamenti problematici
del proprio figlio fra la valutazione pre-corso e quella finale.
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messaggio promozionale
iniziative
per
la
scuola
progetti di Educazione alla Salute
per l’anno scolastico 2005/2006
Venceslao Ambrosini
Monica Menti
Le iniziative che l’Ulss 5 rivolge alla scuola
fanno parte degli obiettivi strategici nell’ambito
dell’Educazione alla Salute proposti dalla Regione Veneto, il cui fine è di integrare queste
attività secondo una logica di rete e di alleanze
con varie istituzioni, quali la scuola, che hanno
responsabilità nel processo di educazione alla
salute stessa.
Per l’anno scolastico in corso, l’obiettivo primario è quello di promuovere comportamenti
idonei a mantenere e migliorare lo stato di salute di ciascun individuo e della collettività.
Il manifesto prodotto e le relative brochure sono
state recapitate a tutti gli Istituti Scolastici, alle
Amministrazioni Comunali e agli Informagiovani.
Le proposte vanno dalla prevenzione del tabagismo con i progetti “Smoke Free Class”, concorso
a premi finanziato dalla Commissione Europea
ed il Progetto Regionale “Insider”, ad iniziative di
sensibilizzazione ed informazione sui rischi connessi all’uso di sostanze psicoattive: “Droghe e
dintorni” e “Fumo e alcool: prevenzione dei comportamenti a rischio”; dalla prevenzione delle
patologie ad elevato impatto sociale (tumori,
diabete, cardiopatie…), alla cura ed igiene del
proprio corpo.
Altre sono iniziative di risposta a bisogni
emergenti quali: “E cappuccetto rosso imparò
a riconoscere e a difendersi dal lupo”, progetto
di prevenzione primaria dell’abuso sessuale e
del maltrattamento, il “Progetto Geyser” dedicato agli adolescenti per prevenire situazioni di
disagio. E ancora proposte per l’educazione alla
sessualità e alla sensibilizzazione alla donazione
di organi e tessuti.
Quest’anno sono state aggiunte inoltre altre
nuove proposte quali: “Sulla mia Pelle”, iniziativa
che risponde al crescente interesse e bisogno
di informazione dei giovani nei confronti di piercing e dei tatuaggi; “Ci vuole cervello”, progetto
che si pone l’obiettivo di sensibilizzare i giovani
alla prudenza nella guida dei veicoli motivandoli
all’uso del casco e delle cinture di sicurezza,
ed infine il concorso a premi “Crea Tu il Logo”
finalizzato a sensibilizzare gli alunni e i docenti
sul tema delle Pari Opportunità.
Considerate le caratteristiche socio-demografiche del territorio dell’Ulss 5, che presenta una
peculiare componente multietnica della popolazione, è stato ritenuto utile inserire nell’informazione alla scuola la brochures del Servizio di Mediazione Culturale la cui attività è il miglioramento della comunicazione fra le diverse culture in
ambiti socio-sanitari e anche in ambiti scolastici.
assistenza
domiciliare
integrata
vademecum per un aiuto efficace
Elvio Pistaffa
24
È pronto il Vademecum per l’Assistenza Domiciliare Integrata promosso dall’Ulss 5: uno strumento valido e prezioso pensato per fornire tutte le informazioni che possono servire, quando
si renda necessario ricercare ed attivare qualsiasi
forma di assistenza, sanitaria e sociale, per la migliore gestione domiciliare delle persone che si
trovano in stato di bisogno e per i loro familiari.
Pensato con la collaborazione del personale
medico di assistenza e con alcuni rappresentanti
dei congiunti dei pazienti, il volumetto sarà a di-
sposizione gratuitamente presso tutti i Medici di
Medicina Generale, Pediatri di Libera Scelta e nei
reparti ospedalieri, oltre a tutte le sedi distrettuali
e per i cittadini che ne faranno richiesta.
nasce la nuova
tessera
sanitaria
il nuovo documento arriverà
nelle case dei cittadini entro dicembre
La nuova tessera sanitaria, riportando le generalità del cittadino con i suoi dati anagrafici comprensivi del codice fiscale, sostituisce l’usuale tesserino plastificato del codice fiscale ma per ora non
sostituisce l’attuale tesserino sanitario rilasciato al cittadino direttamente dall’Ulss, tesserino
dove sono riportati in calce i riferimenti del medico curante oltre che eventuali esenzioni. Per tali
motivi il tesserino sanitario deve ancora essere esibito assieme alla nuova tessera sanitaria.
Il nuovo documento ha la durata ordinaria di 5 anni e viene recapitato all’indirizzo di residenza
di tutti i cittadini muniti di codice fiscale, titolari del diritto all’assistenza sanitaria. La distribuzione
della tessera sanitaria nella Regione Veneto e quindi in ambito aziendale, si completerà nel mese
di dicembre. Da gennaio del prossimo anno, i cittadini che non hanno ricevuto la tessera, la potranno richiedere presso gli Uffici dell’Agenzia dell’Entrate competente per il territorio. Ugualmente
coloro che hanno ricevuto il nuovo documento contenente dati errati su codice fiscale o dati
anagrafici dovranno fare riferimento agli Uffici dell’Agenzia delle Entrate competenti a ricevere la
correzione dei dati.
La nuova tessera sanitaria sul retro è anche TEAM “tessera europea assicurazione malattia”. È un
documento personale, individuale e di formato unico per tutti i 25 Stati membri dell’Unione Europea
e gli Stati dello Spazio Economico Europeo (Islanda, Lichtestein, Norvegia e Svizzera).
Questa tessera sostituisce gli attuali modelli E111, E128, E110, E119, e agevola tutti i cittadini che
si spostano nei Paesi dell’Unione, evitando loro di richiedere ogni volta il modello alla propria azienda sanitaria. Inoltre, mentre prima per i soggiorni temporanei in ambito U.E. era riconosciuto il solo
diritto alle cure urgenti e necessarie, ora con la tessera TEAM, ogni cittadino avrà diritto a ricevere
tutte le prestazioni in natura che, in relazione al suo stato di salute, si rendono necessarie sotto il
profilo medico nel corso della dimora nel territorio di un altro Stato.
Patrizia Mella
Agenzia dell’Entrate
www.agenziaentrate.gov.it
www.sistemats.it
nuovo
dirigente
novità nel servizio socio sanitario
Il Distretto Socio Sanitario ha un nuovo dirigente: la dottoressa Patrizia Mella. Laureata in Giurisprudenza all’Università di Bologna, ha conseguito presso la Corte d’Appello di Venezia l’esercizio
alla professione di procuratore legale. Dal 1987 ha assunto ruoli regionali nel settore dell’assistenza
sanitaria. In particolare, dal 1988 ha diretto l’Ufficio Autorizzazioni Case di Cura e Ospedali Qualificati. Dal 1995 all’interno del Dipartimento per i Servizi Sanitari le viene attribuito l’Ufficio Assistenza
Primaria e Specialistica, incarico che ha comportato la funzione di delineare l’assetto organizzativo
del Distretto Socio Sanitario dell’Azienda Ulss. Si è occupata, con i Medici di Medicina Generale, della
regolamentazione dell’attività dell’Assistenza Domiciliare Integrata (ADI) rispetto alla quale il distretto
socio sanitario dell’Azienda Ulss è chiamato a garantire un importante ruolo organizzativo.
Da anni il suo impegno è costante in materie quali: assistenza ospedaliera con rimborso, modalità
di esenzione dalla spesa per reddito e patologia, trasferimenti di cura all’estero, assistenza extracomunitari regolari e non, campagne di screening autorizzate dalla Regione Veneto. Dal 1997 è stata
componente della Commissione per la Predisposizione delle linee guida sul Dipartimento Materno
Infantile. Il ruolo che è chiamata a svolgere come direttrice del Distretto Socio Sanitario è importante
e strategico in quanto il Distretto garantisce l’assistenza primaria nel territorio e una funzione di interrelazione diretta con uffici e servizi che provengono da altre Direzioni Regionali, parimenti coinvolte
nell’assistenza territoriale.
Patrizia Mella
25
salute
e
stili
di
vita
percorsi formativi per affrontare comportamenti dannosi
Daniela Burato
Cinzia Cazzanello
Raffaele Morello
Marianna Zin
L’équipe del Dipartimento Salute Mentale di
Lonigo da anni lavora per promuovere nelle persone particolare cura al proprio corpo, favorendo
l’apprendimento di abilità per gestire l’abbigliamento, l’igiene personale e degli ambienti di
vita, il tutto per migliorare la propria immagine.
Negli ultimi anni, all’emergere di problemi legati all’alimentazione, l’équipe ha voluto sperimentare in percorsi formativi di educazione alla
salute considerando che il problema dell’obesità
è legato alla sfera del disordine dello stile alimentare e dello stile di vita. Il progetto, che tiene conto della tipologia dell’utenza e delle implicazioni
legate all’utilizzo dei farmaci a uso psichiatrico,
prevede un percorso dove vengono affrontate le
abitudini alimentari, quelle legate all’attività fisica
e le implicazioni sanitarie e la relazione tra queste abitudini e la qualità della vita.
Un altro progetto interessa il consumo di sigarette. I motivi che hanno indotto l’équipe e gli
utenti ad intervenire sono riconducibili ai danni
provocati dal fumo, ai limiti imposti dalla legge e
ai costi. Il progetto che ha avuto inizio nel febbraio di quest’anno, ha ancora molta strada da
fare, però i primi segni si stanno per vedere.
Entrambe le iniziative sono grandi sfide che
mettono a dura prova la tenacia dell’équipe e la
motivazione degli utenti, ma in un’ottica di medio-lungo periodo possono dare risultati incoraggianti, cambiando stili di vita insalubri.
centro
Aurora
storie di strada e canzoni per un sorriso
Federico Gobbo
26
Il Centro Aurora, le compagnie teatrali “gli Scabinati” e “le Ciacole”, in collaborazione con il gruppo
di auto-aiuto “il Volo” e i volontari valdagnesi, hanno portato in piazza a Valdagno, Recoaro e Trento,
la rappresentazione teatrale “Storie di strada e canzoni per un sorriso”, durante il convegno nazionale dell’auto-mutuo aiuto.
Lo spettacolo è per queste realtà lo strumento elettivo per esprimere un senso di appartenenza
alla comunità e per permettere di avvicinarsi agli altri. Attraverso la commedia, lo spettacolo diventa
una lente per guardare i problemi personali, un palcoscenico dove portare il proprio mondo, rappresentando emozioni e storie quotidiane.
Non è magia, ma un senso nuovo che acquista l’esistenza di persone disabituate alle relazioni
sociali quando si trovano quasi casualmente sul palco al centro delle attenzioni del pubblico.
L’esperienza nel territorio dimostra che le iniziative più valide ed efficaci vengono realizzate quando
più realtà sono attivamente coinvolte e quando, dall’altra parte, c’è qualcuno disposto a supportarle.
Un grazie particolare va al Dr. Renato Magnabosco, responsabile dell’equipe psichiatrica di Valdagno
e alla Dott.ssa Marilena Zardetto, agli organizzatori dell’estate valdagnese e a quelli delle terme di Recoaro, alle rispettive Amministrazioni Comunali, al Dipartimento di Salute Mentale dell’Ulss 5 e al gruppo “Progetto per la salute Valle dell’Agno” e a tutti coloro che hanno partecipato volontariamente.
Vicentino_210x297 16-03-2005 15:29 Pagina 1
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Visite martedì dalle 9.00 alle 10.30
presso il Centro Medico
Via Pellizzari, 125 - Tel. 0444 450 828/0444 450 669
Visite martedì, giovedì e venerdì
dalle 10.00 alle 12.00,
mercoledì dalle 15.30 alle 18.00
Lonigo
presso il Poliambulatorio
Viale Stazione, 1 Loc. Alte - Tel. 0444 694 518
Valdagno
presso il Centro Acustico Amplifon
Via Sette Martiri, 119 - Tel. 0445 402 044
Visite martedì e venerdì dalle 15.30 alle 18.00
presso lo Studio Medico
Via Cesare Battisti, 170/D - Tel. 0444 835 286
Visite lunedì dalle 16.00 alle 17.30,
venerdì su appuntamento
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Montecchio Maggiore
presso lo Studio Medico Associato
Via De Gasperi, 54 - Tel. 0444 545 393
Visite giovedì dalle 15.30 alle 18.00,
sabato dalle 9.30 alle 12.00
messaggio promozionale
La
vita ti parla
melody
e
la
casa
dei
dadi
una sfida per la nuova psichiatria del territorio
Alessandra Belfontali
Stefano Zanolini
28
Venerdì 4 novembre, alla presenza delle autorità Regionali e Comunali, della Direzione
Generale Ulss 5, della Parrocchia, del Comitato
di quartiere San Rocco e dell’Associazione dei
familiari dei pazienti psichici AITSAM, il Centro
Arcobaleno ha inaugurato due nuovi appartamenti ad alta autogestione che ospiteranno cinque giovani che hanno completato il percorso
di cura riabilitativa psichiatrica, di apprendimento
di abilità sociali gestionali e di controllo dei propri problemi psichici presso la comunità alloggio
Casa di Giobbe di Arzignano e il Centro diurno
Arcobaleno.
I due appartamenti si trovano nell’edificio
adiacente la Chiesa di San Rocco di Arzignano
e sono stati messi a disposizione del Comune,
che da molti anni segue le problematiche delle
persone con problemi psicologici ed ha affiancato e sostenuto con forza tutte le iniziative per la
promozione della salute mentale nel territorio.
I futuri inquilini si sono adoperati per arredare
i rispettivi appartamenti, rendendoli confortevoli,
in previsione del loro imminente trasloco.
Così Elisanna e Patrizia, Cristian, Corrado e
Gianluca hanno deciso di chiamare l’appartamento femminile “Melody” e quello maschile
“La casa dei dadi”, dove musica e fortuna si integrano per un futuro pieno di soddisfazioni. I cinque ragazzi, più un’altra ragazza che potrà essere
ospitata nei prossimi mesi, si prenderanno cura
dell’abitazione e delle spese di gestione, tramite
il loro lavoro, ottenuto attraverso i programmi di
inserimento lavorativo. L’equipe del Centro Arcobaleno garantirà la supervisione della casa e la
gestione dei rapporti con il vicinato.
In questo periodo il Centro si è dedicato con
entusiasmo ai preparativi, non senza però anche qualche preoccupazione che un tale cambiamento porterà nelle vite dei ragazzi. Tutti al
Centro sono stati partecipi dell’aria di mutamento che questa nuova opportunità mette in atto. I
cinque ragazzi, che hanno raggiunto l’autonomia
necessaria, hanno condiviso con gli operatori
paure e attese, si sono misurati con le loro capacità di far fronte a un grande evento nella loro
vita, da qualche tempo caratterizzata da stabilità
nella comunità, con ritmi e regole definiti, ormai
lontani dalle difficili storie di malattia, ricoveri psi-
chiatrici, crisi personali e familiari.
E... intanto la casa prendeva forma, le pareti tinteggiate, le porte di plastica sostituite con
eleganti serramenti in legno, i mobili montati...
e nei ragazzi prendeva forma la consapevolezza
di una casa, della loro casa, di un nuovo guscio
per le loro vite, un nuovo posto per ristorarsi dalle giornate passate al lavoro e al centro diurno.
Quel nuovo posto dove si possono trovare integrazione sociale e benessere di vita, che per i
cosiddetti “pazienti psichiatrici” spesso è descritto solo in libri di psicologia sociale.
Ma nel Dipartimento di Salute Mentale dell’Azienda Ulss 5, con l’acquisizione di questi due
nuovi appartamenti, il Centro Arcobaleno può
annoverare nove appartamenti ad alta autogestione di cui cinque ad Arzignano, tre a Montecchio Maggiore e uno a Chiampo. Tutte le abitazioni sono state date da Comuni, Ater e privati,
a persone che hanno completato il percorso di
cura in comunità alloggio, dopo circa 2-3 anni di
riabilitazione intensiva.
Dal 1998, anno della prima esperienza pilota
di appartamento ad alta autogestione, ad oggi
sono state ormai ventuno le persone che hanno completato il percorso di assistenza, cura e
riabilitazione psichiatrica e, una volta uscite dal
percorso assistenziale, hanno mantenuto il sostegno reciproco fra coabitanti, condividendo le
spese di gestione della loro casa.
Con l’avvio della Casa dei Dadi, altri giovani in
difficoltà avranno l’opportunità di essere inseriti nella comunità alloggio e intraprendere così
il loro percorso personale di reintegrazione sociale.
influenza
aviaria
vogliamo parlare chiaro una volta per tutte?
L’influenza aviaria è una malattia virale che colpisce volatili selvatici e domestici, causata dal virus
denominato “myxovirus”.
Una volta infettati, gli uccelli eliminano il virus attraverso le feci e la saliva. Questo virus può sopravvivere negli animali infetti per lunghi periodi, soprattutto a basse temperature (oltre 4 giorni a 22°C
e più di 30 giorni a 0°C). Al contrario viene completamente distrutto con il calore (almeno 70°C) e
durante la cottura degli alimenti. Al momento, la sua trasmissione è stata dimostrata soltanto da animali infetti all’uomo a seguito di contatto stretto con volatili vivi infetti: nei Paesi con focolai di virus
di influenza aviaria H5N1 non è stata dimostrata alcuna evidenza di trasmissione dell’infezione
da uomo a uomo, né di trasmissione attraverso il consumo di pollame o uova.
Giulio Cristiani
1. Il myxovirus dell’influenza è però un virus “furbo”: per aumentare la sua presenza ha acquisito
la capacità di modificarsi, trovando forme nuove a cui l’essere vivente che vuol aggredire non è
preparato. Così il virus non rischia di scomparire (come è successo a virus privi di tale capacità
come quello del vaiolo). Naturalmente le modifiche sono parziali: resta pur sempre il myxovirus
dell’influenza.
2. Per penetrare nelle cellule dell’organismo vivente il virus deve riuscire a superare le barriere
difensive che l’organismo ha costruito. Più alto è il numero di virus con il quale viene a contatto
l’organismo, più probabile è che riesca a superare le barriere.
3. La prima di tali barriere è quella di specie: se il virus è adattato al pollo, non riesce a infettare
l’uomo. A meno che non aggredisca con un numero così alto di unità virali (trovando magari individui debilitati) e così a lungo da riuscire a vincere le resistenze naturali. E’ quello che è successo
in Oriente: di fronte alle decine di migliaia di persone venute a contatto casualmente col virus
dell’influenza aviaria, solo poche si sono ammalate. Queste persone ammalate del virus aviario
non potevano contagiare altri uomini, ma casomai altri polli.
4. Ecco dunque che si dimostra sciocco l’atteggiamento di diffidenza verso la carne di pollame e verso il pollame stesso: se anche la carne fosse infetta, ma non lo è con assoluta certezza sarebbe comunque infetta del virus che contagia i polli, non le persone, in quanto infetta
da un numero contenuto di unità virali, sia perché la carne non è organismo vivente, sia perché
essendo necessariamente passati alcuni giorni dalla macellazione, l’eventuale carica virale si è
attenuata.
5. La seconda barriera è quella della resistenza individuale, che dipende da tanti fattori ma soprattutto dalla presenza di resistenze acquisite con le vaccinazioni. Se i vaccini sono preparati contro
ceppi virali diversi da quelli che aggrediscono in quel momento forniscono resistenze modeste
- ma pur sempre di un certo valore -; se sono preparati proprio contro il ceppo virale che è in causa danno una resistenza notevolmente più elevata (ma non assoluta). Ecco dunque l’utilità della
vaccinazione annuale: una certa resistenza contro tutti i myxovirus comunque la forniscono.
Ogni 30 - 40 anni nel passato è successo che il virus aviario si è modificato talmente tanto da
acquisire il completo adattamento all’uomo: ricordiamo le pandemie della spagnola, dell’asiatica e
di altre successive.
Questo è sempre successo: cosa c’è di nuovo oggi? Nulla. Il virus non si è adattato all’uomo. Non
sappiamo se un giorno o l’altro si adatterà. Non sappiamo come si adatterà, cioè trasformandosi in
un killer o solo in un agente di malattia fastidiosa. Si dice che un giorno o l’altro il Vesuvio avrà un
risveglio. Potrà essere semplicemente un pennacchio di fumo come nel 1943, tanto per decorare le
cartoline del golfo di Napoli, o un disastro con nubi piroclastiche come a Pompei.
Una cosa però è certa, che, diversamente dal caso di eruzione del Vesuvio, diversamente dal caso
della asiatica, contro l’influenza aviaria siamo preparati, abbiamo farmaci antivirali e abbiamo la capacità, appena il virus modificato si mostra, di predisporre rapidamente vaccini efficaci.
29
vaccino?
si
grazie
costante l’attenzione dell’Ulss Ovest Vicentino
per la prevenzione sui soggetti a rischio
Rinaldo Zolin
In questi ultimi anni importanti campagne vaccinali e programmi formativi e di sensibilizzazione
in tema di vaccinazioni, sono stati oggetto di un’intensa attività di indirizzo e programmazione nella
nostra Regione.
E’ costante l’aggiornamento dei livelli uniformi di assistenza in tema di vaccinazioni sia dell’adulto
che del bambino, per individuare gruppi di soggetti a rischio ai quali offrire attivamente e gratuitamente, alcune vaccinazioni raccomandate per specifica categoria.
I livelli di copertura vaccinale medi raggiunti in Veneto sono comunque elevati per le vaccinazioni
obbligatorie e molto soddisfacenti per quelle raccomandate. Nell’attuale situazione epidemiologica e
data la disponibilità di vaccini efficaci e sicuri, è importante, quindi, favorire l’incremento della copertura vaccinale a tutti i soggetti appartenenti ai gruppi a rischio, attraverso la proposta attiva e gratuita
delle vaccinazioni raccomandate per ogni specifica categoria.
Rispondendo in maniera attiva e tempestiva a tutte le indicazioni nazionali e regionali in tema
vaccinale, l’Ulss 5 ha infine sempre avuto un occhio di riguardo (offerta gratuita, campagne straordinarie specifiche) verso quelle categorie di persone, bambini o adulti, che, essendo affetti da gravi
patologie, possono essere a maggior rischio di contrarre gravi infezioni prevenibili con la vaccinazione specifica. E’ sempre stato tra i suoi obiettivi primari quello di cercare di offrire un valido mezzo di
prevenzione a chi è già, per proprie patologie di base, più a rischio di avere complicazioni da alcune
infezioni prevenibili con i vaccini.
Per gli adulti: campagne antinfluenzale e antipneumococcica gratuite
per i soggetti con gravi patologie e anziani; per gli splenectomizzati
sono previste una serie di vaccinazioni importanti per prevenire gravi
complicanze infettive cui questi soggetti sono più esposti (vaccinazione anti-Pneumococcica, anti-Meningococcica C e ACWY, anti-Haempphilus Influenzale, anti-Influenzale).
Vi sono inoltre alcune categorie di persone che per motivi professionali
o di salute sono più esposte di altre al contagio con il virus dell’epatite B
(conviventi con portatori del virus dell’epatite B, estetisti, acconciatori,
forze dell’ordine, politrasfusi, emodializzati, etc.), alle quali la vaccinazione antiepatite B è offerta gratuitamente.
Per i bambini: tutte le vaccinazioni obbligatorie e facoltative previste dal calendario nazionale e regionale vigente e quelle eseguite
in corso di campagne vaccinali straordinarie
come difterite, tetano, pertosse e varicella
negli adolescenti morbillo, parotite, rosolia nelle classi d’età comprese dal 1991 al
1997 (IIa dose); la vaccinazione antiepatite
A nei bambini stranieri provenienti da zone
endemiche per epatite A e le vaccinazioni
antiinfluenzale, antipneumococcica e antimeningococcica C per i bambini a rischio.
La vaccinazione antitetanica è offerta gratuitamente per tutti.
Per tutti i soggetti non rientranti in tali categorie, le vaccinazioni sono comunque garantite con la
partecipazione alla spesa sanitaria. E’ attivo inoltre presso la sede di via Kennedy, 2 di Arzignano
l’ambulatorio per i viaggiatori internazionali, dove si eseguono vaccinazioni e consulenze per viaggi
all’estero.
Dipartimento di Prevenzione - SPISAL
Sede di Valdagno - via Galilei, 1
Sede di Arzignano - via Kennedy, 2
tel. 0445 423110
tel. 0444 475680
Orario per la consegna e ritiro dei registri infortuni (in vigore dal 03 ottobre 2005)
lunedì e venerdì
martedì e giovedì
30
8.00-12.00
14.00-16.00
dal lunedì al venerdì
8.30-12.30
Aut. Min. 01/04/2005
Ricominciare a sentire non è più fantascienza
Nasce l’Udito Intelligente per tutti!
Per 6.000.000* di italiani che non sentono bene oggi c’è una novità importante.
Si chiama Oticon Tego ed è il primo apparecchio acustico Intelligente nella sua classe.
me che consente di potenziare il segnale
da inviare al cervello, affinché quest’ultimo sia in grado di decodificarlo.
In coloro che soffrono di ipoacusia neurosensoriale questo processo risulta alterato; i suoni che pervengono al cervello
non sono distinguibili dal rumore di
fondo, tant’è vero che le persone con
Capire le parole
è quello che conta!
Ascolto confortevole
per tutto il giorno
La tecnologia di Oticon Tego governata
dall’Intelligenza Artificiale rende oggi
un grande servigio alle persone con difficoltà uditive, specialmente in ambienti
rumorosi. Si stima che circa 6 milioni di
italiani soffrano di difficoltà uditive tali
che in ambienti rumorosi capire le parole
sia molto difficile.
Ciò implica una ricaduta negativa sulle
persone che, di fatto, tendono a ridurre
le relazioni sociali con una forte diminuzione di quella che oggi viene definita
qualità della vita.
La scarsa sensibilità uditiva è un importante problema che, con l’aumentare del
numero degli anziani, coinvolge fasce di
popolazione sempre più ampie.
Se la diminuzione uditiva è di tipo prevalentemente trasmissivo, cioè coinvolge
l’orecchio medio (condotto uditivo, timpano, ossicini), per correggerla può essere
utile la chirurgia.
Se invece la sordità è bilaterale, neurosensoriale, grave-profonda o totale, l’impianto cocleare rappresenta il mezzo più
potente ed innovativo ma richiede un’adeguata selezione dei pazienti candidati.
Basato sulla stimolazione elettrica della
via uditiva, tale dispositivo, da impiantare
con un atto chirurgico.
Se infine l’ipoacusia è neurosensoriale
e quindi interessa la coclea o il nervo
acustico, l’unica soluzione consiste nell’applicare un apparecchio acustico.
Gli apparecchi di ultimissima generazione, in particolare quelli dotati di intelligenza artificiale, oltre ad essere praticamente invisibili, permettono - quando
Voce in primo piano!
In situazioni rumorose i microfoni direzionali fanno la differenza. Essi aiutano ad individuare
il rumore, ed attenuarlo, in modo che la voce risalti meglio. I sistemi direzionali tradizionali,
per buoni che siano, presentano comunque delle reazioni e degli effetti
collaterali indesiderati (mascheramento della voce e suoni innaturali).
Tego aggira tali limitazioni, offrendo
tutti i benefici della chiarezza vocale
e comfort, senza compromessi.
La combinazione del riconosciuto sistema
VoiceDirect TM con l'esclusiva tecnologia di gestione
del rumore, consente a Tego un buon equilibro tra
comfort d'ascolto nel rumore e massima chiarezza
in presenza di voce. Tego si avvale di avanzati
rilevatori acustici per valutare ogni situazione. In presenza di solo rumore, lo riduce.
Se insieme al rumore c'è anche la voce, allora Tego privilegia quest'ultima.
Tutto ciò per consentirvi la miglior comunicazione ovunque vi troviate.
A: Voce nella quiete
B: Voce nel rumore
C: Solo rumore
A
B
necessario - un recupero selettivo sulle
frequenze acute, indispensabili per la
corretta percezione del parlato, ed inoltre
consentono di migliorare la percezione
della voce nel rumore, mediante l’uso di
microfoni direzionali super sofisticati e
di software dedicato.
Le ipoacusie neurosensoriali rappresentano oltre il 50% di tutti i tipi di sordità;
non sorprende quindi che la ricerca applicata dedichi a queste patologie una
parte importante delle sue risorse.
Negli anni più recenti, gli sforzi dei
ricercatori si sono concentrati sul punto
più critico delle modalità di funzionamento degli apparecchi acustici: la difficoltà di isolare la voce umana dall’insieme dei rumori ambientali.
L’apparato uditivo sano è in grado di
eseguire in modo naturale questa selezione, innescando una specie di preallar-
C
questi problemi dichiarano “di sentire
ma di non capire” il significato delle
parole.
Il Chip ad Intelligenza Artificiale di Oticon
Tego pesa solo 1 grammo
e compie milioni di operazioni al secondo.
*Dati dell’OMS
www.oticon.it
Per scoprire i benefici di Tego ci vuole poco!
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