n. 1 dicembre 2014 - IPSSSS Severina De Lilla

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n. 1 dicembre 2014 - IPSSSS Severina De Lilla
INDICE
La Buona scuola
Comitato di redazione:
Pag. 3-4
To improve my english: a full Pag. 4-5
immersion in Malta
VISITA AL MEDIMEX edizione
2014
Le novità nel mondo della scuola
Pag. 7
WE-Women for Expo
EXPO 2015 : temi e curiosità
Premio Nobel
Malala l’adolescente che non ha
paura.
Una pagina di storia
dimenticata: ritorna a Bari la
VIDUA VIDUE
La scelta giusta: l’Istituto De
Lilla, una realtà ricca di
iniziative e attività
La tradizione di HALLOWEEN,
divenuta ormai, anche un po’
italiana
In Giacomo Leopardi e Francesco
Renga, la consapevolezza del mal
d’amore.
I Ragazzi e la paura
Pag. 9
Pag. 8
Pag. 10
docenti
Pag. 1213
Gabriella Labbe (referente per la
legalità/ambiente)
Maria Soardi
Pag. 14
Gli alunni:
Pag. 15
- Classi: 1A -1B – 2B - 4A – 5A -5B Pag. 1617
Pag.22-23
“Bari senzatomica”
L'orologio dell'apocalisse
Pag. 2425
Come la tecnologia può mettere Pag. 26
in crisi le relazioni umane.
NATALE
Il Dirigente Scolastico:
Pag. 11
IL MONDO " SENZATOMICA"
Scuola e mondo del lavoro
Hanno collaborato:
- Prof.ssa Ester Gargano
Pag.18-19
9 novembre 2014:
grandi celebrazioni per ricordare
i 25 anni dalla caduta del muro
di Berlino
Pag. 20Differenze tra handicap e
21
disabilità
Per noi la felicità è …..
- Prof.ssa Maria Caravella
- Prof.ssa Anna Di Pinto
- Ass. Tecnico Vincenza Santoro
Pag. 2628-29
Pag. 30
Alunni: Monica Bianco, Angela Careccia,
Lucia Anelli, Paola Liberti, Maddalena Di
Fronzo, Ivana Lepore, Annarita Peconio,
Tania Roca, Silvia Savino, Vanessa
Saponaro, Rita Caccavallo, Teresa Valerio,
Rossana Natilla, Maria Genco,
Alessia
Vivace,
Francesco
Zonno,
Alessia
Chiarappa, Arianna Simeone,
Chiara
Lorusso, Sabrina Cellamare, Viviana Perulli,
Auciello Martina, Casalini Francesca, Ceglie
Stefania, Di Mario Paola, Perrucci Teresa,
Johara Vitellaro,
Valentina Zaccaro,
Mariantonietta Colasuonno, Alessia De
Filippis, Vanna Tisti, Alessia Quitadamo,
Federica Attolico, Ilaria Cassano.
Pag. 3132
2
Editoriale:
La “Buona Scuola”
“All’Italia serve una buona scuola perché
l’istruzione è l’unica soluzione strutturale
alla disoccupazione attraverso un
meccanismo permanente di innovazione,
sviluppo e qualità della democrazia”. Così
si legge nelle prime pagine del piccolo
manuale che il
Ministero della
pubblica
Istruzione,
dell’Università e
della Ricerca ha
pubblicato
e
diffuso affinché
tutte le componenti della Scuola, docenti,
studenti e genitori siano pienamente
consapevoli delle proposte innovative che
l’attuale Governo intende realizzare come
“un vero e proprio investimento di tutto il
Paese su se stesso per tornare a
crescere”.
Il primo punto messo in discussione è che
una buona scuola si fa con i docenti
presenti nelle
BARI
Anno XI
Numero 14
IPSSSS “DE LILLA”
aule con gli alunni già dal primo giorno di
scuola. Si è finalmente capito che bisogna
stabilizzare tutti quei docenti che già sono
nella scuola ma che vengono nominati a
tempo determinato ad anno scolastico già
inoltrato. Si legge l’impegno del governo
ad assumere tutti i vincitori di concorso e
per un futuro prossimo un piano di
assunzioni “per sostituire via via tra il
2016 e il 2019 colleghi che andranno in
pensione”. Ma come saranno questi nuovi
docenti? Non più un popolo di insegnanti
che è rimasto nella “comfort zone” con il
motto “si è sempre fatto così, rimanendo
per decenni su sentieri che hanno portato
la scuola e di conseguenza i cittadini
italiani in uno stato di abbandono,
demotivati senza aver dato loro una
giusta forza propulsiva a far crescere il
Paese”. I docenti del futuro saranno “una
squadra sempre allenata con una
formazione
obbligatoria
per
una
innovazione didattica confrontandosi
quotidianamente con la modernità”. “La
scuola deve diventare la vera risposta
3
strutturale alla disoccupazione giovanile
collegandosi al mondo del lavoro e
dell’impresa, affiancando al sapere, il
saper fare”. I nuovi docenti dovranno
“ampliare l’offerta formativa e svolgere le
tante attività didattiche complementari
alle lezioni in classe utili a contrastare
anche la dispersione scolastica”. “Solo
con i nuovi docenti si potrà realizzare un
grande progetto di irrobustimento e
rilancio della scuola italiana”. I concorsi
che verranno banditi per le future
assunzioni “permetteranno di selezionare
una massa critica di migliaia di giovani
preparati, sintonizzati sul mondo globale
di oggi, che hanno scelto l’insegnamento
e la scuola non per il posto fisso o perché
lo vedono un lavoro meglio di tanti altri,
ma perché credono nel valore della
formazione ed hanno deciso di
scommettere sul contributo che ciascuno
di loro può dare per aiutare a crescere
una nuova generazione di ragazzi che
ridiano fiducia e futuro al nostro Paese”.
Si potrebbe continuare ad esaminare i
contenuti del manuale parlando di “nuova
formazione”, di un nuovo concetto di
“mobilità”, di un “nuovo modo di fare
carriera per merito con il riconoscimento
di
crediti
didattici,
formativi
e
professionali” e di tanto altro ancora, ma
queste 125 pagine che abbiamo letto e
riletto ci fanno riflettere su cosa abbiamo
fatto e come abbiamo vissuto i nostri
lunghi anni di insegnamento nella scuola
professionale italiana. Credo che quando
si propone di creare una buona SCUOLA
per dare più creatività ai giovani, non si
possa rinnegare il lavoro svolto e
l’impegno profuso, insieme a
tanti,
tantissimi colleghi con i quali abbiamo
formato con cura ragazzi sani e pronti ad
affrontare il mondo del lavoro. Ci
vengono in mente i tanti progetti
condivisi con i nostri alunni che hanno
permesso di scoprire in loro delle capacità
inaspettate, pertanto non troviamo giusto
che oggi ci sia qualcuno che voglia far
apparire la scuola, dove ancora lavoriamo
con impegno e professionalità, una scuola
del tutto decadente da dover essere
rinverdita e rinnovata completamente.
I manuali di riforme si possono scrivere,
ma bisogna sapere che, per essere un
buon insegnante bisogna, tra le tante
parole dette, vivere la vita scolastica,
conoscere i mille problemi e saper amare
i giovani, saperli ascoltare, dare loro il
buon esempio e trasmettere
la
consapevolezza di sé e la fiducia verso
questa società che oggi non offre loro
nulla in cui credere.
Anna Di Pinto
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PON C1-FSE-2014
To improve my english: a
full immersion in Malta
“E’ indispensabile conoscere le lingue
straniere? Per i comuni cittadini significa
potersi integrare meglio nel mondo
globalizzato
e
comprenderne
maggiormente le dinamiche. Al giorno
d’oggi, le lingue straniere, sono di
fondamentale
importanza
per
la
formazione culturale di ognuno di noi,.
Nella società multietnica in cui ormai
viviamo, che ogni giorno ci pone davanti
un confronto con persone di altre
nazionalità e cultura, non si può
assolutamente rimanere ancorati alle
proprie radici, nonostante esse siano
importanti. Esponi l'importanza di questo
percorso anche alla luce delle esperienze
dei PON linguistici a cui hai partecipato,
descrivendole e evidenziandone la validità
sia sul piano formativo che umano”.
Attualmente è diventata fondamentale la
conoscenza delle lingue e in modo
particolare della lingua inglese, che è
quella più diffusa a livello internazionale.
Conoscere una o più lingue significa
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Anno XI
Numero 14
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“DE LILLA”
soprattutto
ampliare
la
propria
formazione ed essere disponibili ad una
più efficace integrazione con nuove
culture, oltre che essere agevolati nella
ricerca delle nostre future professioni.
Grazie ai progetti PON si ha la possibilità
di viaggiare e di conoscere nuove realtà
scolastiche.
Siamo partite in quindici,
con aspirazioni diverse, ma accomunate
dalla stessa voglia di perfezionare il
nostro inglese, e dalla curiosità di
conoscere nuove realtà, e abbiamo
scoperto che ci sono persone veramente
eccezionali, come il nostro tutor Zack
dotato di un grande spirito di
responsabilità e serietà, che, pur essendo
molto giovane (21 anni), è riuscito a
preparare un gruppo con cinque livelli di
partenza diversi, in modo eccellente
consentendoci di superare l'esame finale.
Tutto è iniziato così: domenica 28
settembre alle ore cinque ci siamo
ritrovate all'aeroporto di Bari Palese con
5
le nostre docenti accompagnatrici che ci
hanno guidato in modo efficace,
aiutandoci nei momenti di difficoltà e non
ci hanno fatto sentire la nostalgia di casa;
perché all'inizio i dubbi sono stati tanti:
potevamo farcela così a lungo (ben venti
giorni!!!) lontano da casa? Dobbiamo
ammettere che l'entusiasmo di ritrovarsi
da “sole” con le nostre compagne di
viaggio ci ha anche aiutato a superare
tutte le difficoltà, comprese quella di
dover imparare a gestire uno spazio in
comune, come quello delle camere, con
altre persone. Fin dal primo giorno si è
creato un rapporto basato sulla fiducia
creando una sintonia e un legame
intenso, quasi “da sorelle”.
ragazzi e ragazze provenienti da varie
parti del mondo, dove abbiamo
assaggiato uno spezzatino di coniglio
alquanto disgustoso. Tappa mancata è
stata Comino, perché dopo ben sette ore
di navigazione, metà delle quali investite
da pioggia e vento, siamo stati costrette a
tornare indietro per le pessime condizioni
atmosferiche che hanno impedito
l'attracco del traghetto. In tutto questo
Zack è sempre stato presente e in
qualsiasi attività parlava sempre in inglese
consentendoci di impostare bene la
pronuncia e di imparare nuovi termini.
All'inizio è stato un po' faticoso ma poi
era così grande la voglia di imparare e
soprattutto di farti capire, che siamo
riuscite ad esprimerci. L'esperienza è
stata molto interessante e, nonostante i
nostri timori iniziali, del tutto positiva,
fino al punto di considerarla come la più
bella
della
nostra
vita.
Silvia Savino
Ivana Lepore
Quindi partenza verso Malta una volta
espletate le procedure d'imbarco. Il
Lunedì mattina alle ore sette le note della
canzone “Bellezza, incanto e nostalgia”
invadono la nostra stanza e ci invitano
con dolcezza ad alzarci dai comodi letti
del “George Hotel” per iniziare la nostra
prima giornata a Malta. Piccola colazione
e poi tutti in classe, all'ESE SCHOOL, e così
tutti i giorni fino al drammatico venerdì
17 ottobre giorno del fatidico ed
importantissimo esame Trinity. Non sono
mancate tantissime altre attività come le
visite a Medina, Valletta dove abbiamo
apprezzato la bellezza della cattedrale di
San Giovanni con alcune delle tele del
Caravaggio. Non sono mancati i
divertimenti come il bouling e i party all'
“Havana”, una discoteca frequentata da
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VISITA AL MEDIMEX
edizione 2014
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Numero 14
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“DE LILLA”
categorizzato, perciò partecipa ad una
battaglia per mandare avanti la musica
live nel futuro. Si è dichiarato contrario
alla musica illegale su You tube pur
ritenendo Internet un mezzo meraviglioso
per conoscere le novità di ogni giorno,
continuando però a ritenerlo un mezzo
Dopo vari inconvenienti dovuti al traffico
e ai mezzi di trasporto pubblico, siamo
arrivati
all’entrata principale del
Medimax di Bari, svoltosi presso il nuovo
padiglione della Fiera del Levante.
Ci siamo separati dalle altre scuole e
ordinatamente
ci
siamo
avviati
all’ingresso della struttura, dove abbiamo
formato una fila per entrare mostrando il
biglietto al collaboratore incaricato. Una
volta entrati, ci hanno fatto accomodare
in un padiglione, con di fronte un palco,
allestito con delle poltrone e un tavolino
per l’ intervista al leader degli Afterhours,
Manuel Agnelli. Egli si definisce un
imprenditore nel campo della creatività,
infatti sostiene che la cosa più importante
per avere un ruolo nella società sia non
essere critici davanti a novità che
vengono proposte, soprattutto nel campo
musicale. Per lui, il rock è l’ espressione
della propria personalità ribelle, ma
ammette che nel tempo questo stile si è
distruttivo perché chiude la libertà
artistica di ognuno di noi. Un caloroso
applauso ha chiuso l’ intervista. Al
Medimax è stata garantita anche la
presenza di altri cantautori, tra i più
importanti Rocco Hunt e J-ax. È stata una
visita molto interessante che ci ha dato l’
opportunità di stare a contatto con il
mondo della musica.
Anna Rita Peconio
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Le novità nel mondo
della scuola
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Anno XI
Numero 14
IPSSSS
“DE LILLA”
Dal 1° maggio al 31 ottobre 2015 Milano
ospiterà l’Esposizione Universale dal tema
“Nutrire il Pianeta, Energia per la vita”. I
partecipanti saranno presenti da ogni
parte del globo: come si può
ben capire i temi che verranno trattati
risultano particolarmente importanti per
le future generazioni; i giovani potranno
arricchire le proprie conoscenze sia a
livello individuale che nel mondo della
scuola o dell’Università, su argomenti
legati alla salvaguardia del pianeta, alla
salute ed al benessere psico-fisico. Si
parlerà di cibo e acqua che devono essere
garantiti all’intera umanità, di agricoltura,
di ambiente di alimentazione e delle
innovazioni tecnologiche e scientifiche
connesse al tema.
approfondimenti sui temi dell’educazione
alimentare, ambiente e salute, di certo
facendo
riferimento
in
modo
interdisciplinare ad altre discipline. Noi
docenti siamo pienamente consapevoli
che formando ed informando oggi i nostri
ragazzi si pongono le premesse per un
corretto regime alimentare, affinché essi
adulti di domani, di sicuro saranno capaci
di compiere le proprie scelte mirate a
raggiungere un maggior benessere ed una
migliore salute fisica e psichica ovvero per
migliorare la loro qualità della vita.
Anna Di Pinto
Il nostro Istituto risulta, con il nuovo
indirizzo socio-sanitario particolarmente
interessato ai temi dell’EXPO, per cui si è
ritenuto importante inserire nelle
programmazioni di dipartimento di
lettere, momenti di riflessione ed
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WE-Women for Expo
EXPO 2015 : temi e curiosità
Nel nostro istituto già dal primo anno
abbiamo trattato discipline che hanno
sempre destato la nostra curiosità anche
grazie alla partecipazione a progetti legati
ai temi dell’ambiente. Nel percorso di
studi del triennio tratterremo discipline
che ci permetteranno di conoscere al
meglio i temi legati alla salute ed al
benessere psico-fisico. L’alimentazione
moderna tipica dei paesi occidentali
industrializzati è indicata oggi come una
delle principali cause che provocano o
facilitano l’aumentata frequenza di certe
malattie, indicate appunto con il
suggestivo termine di “malattie da
benessere”.
Noi
ragazze
siamo
pienamente consapevoli che per porre
rimedio a questa situazione occorre
cambiare abitudini e stili di vita e
soprattutto fare molte attenzione alla
nostra alimentazione. Noi giovani
impegniamo pochissimo tempo libero ad
una buona e salutare attività fisica; siamo
portati a trascorrere i nostri pomeriggi o
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“DE LILLA”
seguendo
programmi
televisivi
o
chattando
con
i
nostri
amici
sgranocchiando continuamente cibo, pur
consapevoli che una buona passeggiata ci
aiuterebbe a star bene nel corpo e nella
mente. Siamo attratte dalle immagini che
le pubblicità e i mass-media ci
impongono: bellezza, moda, benessere
socio-economico, consumismo ma la
realtà… è ben diversa. Nel nostro piccolo
possiamo solo migliorare il nostro stile di
vita con una buona alimentazione, un po’
di sano sport, e creare un progetto di vita
per il nostro futuro. La nostra
partecipazione ad eventuali iniziative
legate ai temi dell’EXPO 2015, sarà
particolarmente sentita.
Lucia Anelli, Paola Liberti
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Premio Nobel
Malala l’adolescente che non ha
paura.
BARI
Anno XI
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IPSSSS “DE
LILLA”
indetto l’ I AM NOT MALALA DAY, il
giorno di protesta contro Malala accusata
di non rappresentare le usanze pakistane
e di essere una marionetta nelle mani
delle grandi potenze occidentali come
U.S.A.
Alla voce coraggio nel vocabolario
dovrebbe apparire il nome di Malala
Yousafzay premio Nobel per la pace 2014.
Malala è il più giovane premio Nobel, a 17
anni si è guadagnata il prestigioso
riconoscimento diventando simbolo di
libertà e coraggio per tutto il genere
femminile mondiale. Con il suo libro “Io
sono Malala” denuncia senza un solo
fremito di paura e senza traccia di rabbia
la chiusura delle scuole pakistane alle
ragazze dopo l’editto talebano relativo
alla condizione femminile. Il diario tenuto
sul blog della BBC diventato poi un libro,
ha messo Malala nella condizione di
essere aggredita da un commando di
terroristi talebani che la colpì sull’autobus
della scuola, sparando in mezzo alle
compagne. Sopravissuta al terribile
attentato, continua a incantare il pubblico
con la sua voce, famoso rimane il suo
discorso nel 2013 alle Nazioni Unite, a
New York.
Il libro è anche pieno di poesia: tra i
racconti di guerre, attentati e governi
Malala, narra la storia della regione in cui
vive, della sua famiglia e dell’amore dei
suoi genitori. Proprio l’andare a scuola,
quel leggere, rende Malala capace di
narrare così bene.
Tra i suoi sogni c’è quello di un Islam, che
convive in armonia con le altre religioni. E
quando le scuole vengono chiuse dai
talebani, è proprio in nome dell’Islam che
Malala si solleva ribadendo che: “il corano
dice che dovremmo ricercare la
conoscenza”.
Malala è un adolescente come tutti anche
in un contesto così diverso, che è capace
di diventare un modello che ci ricorda
quanto i giovani, siano portatori di
speranze.
Alessandra Colaianni
Oltre all’attentato, l’APPS, un’organizzazione
che vanta il controllo di un cospicuo
numero di scuole private ha
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Una pagina di storia dimenticata:
ritorna a Bari la VIDUA VIDUE
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Numero 14
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LILLA”
commissione consiliare Cultura del
Comune di Bari ha deciso di ripristinare la
festa per ricordare la coraggiosa
resistenza della città alle incursioni e alla
violenza saracena. Per ben 5 mesi Bari
dovette subire l’assedio e migliaia di
baresi morirono in battaglia e stremati
dalla fame.
Torna dopo 46 anni di assenza la Vidua
Vidue, tradizionale festa celebrativa della
liberazione di Bari dall’assedio saraceno
nel XI sec. La grande festa ha avuto inizio
con tre spari di cannone sentiti da tutti i
baresi che si sono assediati sulla Muraglia
in una bella giornata di sole.
La ricorrenza celebra la liberazione di Bari
dall’assedio dei Turchi grazie all’aiuto dei
Veneziani guidati dal Doge Pietro II
Orseolo, che liberarono nel 1002
l’Adriatico dall’incubo dei Musulmani. La
festa della liberazione di Bari è durata per
nove secoli ma è stata cancellata nel
1968. A distanza di 46 anni la
Le celebrazioni, che si terranno nei giorni
18-19 ottobre, manterranno vivo il
legame tra la città di Bari e di Venezia
ricordando le grandiose gesta di quella
pagina di storia da tempo dimenticata.
Le vie della nostra bella città e
soprattutto la città vecchia hanno
assistito all’arrivo di numerosi pulman
provenienti da Venezia e tanti gentili
visitatori hanno potuto ammirare la
nostra città con i suoi monumenti, la sua
tradizione e la sua ottima cucina che è
stata ben apprezzata tra i vicoli della città
vecchia nei tipici locali accompagnati dal
profumo di ragù, sgagliozze, ormai
conosciute in tutto il mondo, ed altre
specialità.
Anna Di Pinto
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La scelta giusta: l’Istituto De Lilla,
una realtà ricca di iniziative e
attività
“Hai deciso quale scuola scegliere dopo la
scuola media? Quando inizi ?”, sono state
le domande più frequenti che i miei
coetanei mi hanno fatto durante tutta
l’estate, ma il vero colpo di scena è stata
la mia risposta ma soprattutto vedere le
loro espressioni nel momento in cui
dicevo che la scuola da me scelta era già
iniziata a luglio. Si, proprio così! Tutti gli
alunni di terza media, futuri studenti
del’istituto “De Lilla” hanno avuto la
fortuna di partecipare nei mesi estivi al
progetto “E…STATE CON NOI” un gran
progetto che ha visto tutti i partecipanti
come protagonisti in attività di
comunicazione, animazione e teatro. Per
due giorni a settimana venivamo a scuola
e partecipavamo a tutte le attività,
rappresentate tramite diverse esibizioni il
primo giorno di scuola di fronte ai
genitori, agli alunni e a tutti gli insegnanti.
Questo progetto ha permesso a tutti noi
di integrarsi in questo “nuovo”istituto con
tanto entusiasmo e gioia, senza vivere il
timore del passaggio dalla scuola media
BARI
Anno XI
Numero 14
IPSSSS
“DE LILLA”
alla scuola superiore. Abbiamo avuto la
possibilità, in questi mesi estivi, di
conoscere bene la struttura, gli insegnanti
che ci venivano a trovare, il Dirigente
scolastico che ci accoglieva con un
dolcissimo sorriso e soprattutto i nostri
futuri compagni di classe. Ogni giorno che
passavo in questo istituto, avevo sempre
più conferma di aver fatto una scelta
giusta, nonostante alla nostra età è
davvero difficile comprendere quale, tra i
tanti istituti superiori possa essere quello
giusto. E’ stato bello conoscere nuova
gente, nuovi compagni, una nuova realtà,
conoscere una nuova scuola ricca di
iniziative e attività, una scuola che ti fa
sentire a casa, perché tutti quanti noi,
accompagnati dal nostro caro prof. Rago,
in questo bellissimo progetto, ci siamo
sentiti abbracciati dal calore di una vera
famiglia, si, perché non abbiamo scelto
solo una scuola, ma abbiamo scelto una
seconda famiglia, perché il De Lilla ora è
la mia seconda casa.
Federica Attolico, Ilaria Cassano
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La tradizione di HALLOWEEN,
divenuta ormai, anche un po’ italiana
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IPSSSS
“DE LILLA”
Alessia Chiarappa
Maria A. Colasuonno
La
parola
Halloween
ha
un'origine
anglosassone
e
probabilmente
deriva da una
contrazione dalla
frase “All Hollows
Eve” ovvero la
notte di Ognissanti. Nell'Irlanda celtica
questa notte coincideva con la fine
dell'estate e i colori tipici che la
rappresentavano erano l'arancio, per
ricordare la mietitura e quindi la fine
dell'estate ed il nero per simboleggiare
l'imminente buio dell'inverno. E' per
questo motivo che i colori che
caratterizzano Halloween sono l'arancio
ed il nero.
C'è una leggenda che narra degli spiriti di
persone morte durante l'anno che
vagavano senza meta, tornando sulla
terra la notte del 31 ottobre in cerca di un
corpo da possedere per l'anno successivo.
Ovviamente i vivi non volevano essere
posseduti! I contadini dei villaggi, perciò,
rendevano le loro case
fredde ed
indesiderabili spegnendo i fuochi nei
camini, rendendo i loro corpi orribili
mascherandosi da mostri e gironzolando
tra le case per far scappare dalla paura
tutti gli spiriti che incontravano.
Le tradizioni che accompagnano la notte
di Halloween sono due: ”Dolcetto e
Scherzetto” che ha origini lontane, in cui
si narra che il 1° novembre, i primi
Cristiani vagavano di villaggio in villaggio
elemosinando un po' di “pane d'anima”,
un dolce di forma quadrata con l'uva
passa. Più dolci ricevevano più preghiere
promettevano per i parenti defunti dei
donatori. La tradizione di Jack-o-lanteren
invece deriva probabilmente dal folklore
irlandese. Si racconta che un certo Jack
ingannò Satana sfidandolo nella notte di
Ognissanti a scalare un albero, sulla cui
corteccia
incise
una
croce
intrappolandolo così tra i rami. Jack fece
un patto con il diavolo disse che se non lo
avesse più indotto in tentazione, lo
avrebbe fatto scendere dall'albero.
Quando Jack morì non lo fecero entrare
nel paradiso a causa della cattiva
condotta tenuta in vita, la leggenda però
non finisce qui … non lo fecero nemmeno
entrare nell'inferno perchè aveva
ingannato il diavolo. Satana gli porse un
piccolo tizzone d'inferno per illuminare la
via nelle tremende tenebre che lo
attorniavano.
Per far durare
più a lungo la
fiamma
Jack
scavò un grosso
cavolo di rapa e
la
pose
all'interno.
In
origine
erano
usati i cavoli di rapa Rita Caccavallo
ma poi si scoprì che
le zucche erano più grosse e più facili da
scavare dei cavoli di rapa. Ecco perchè
ancora oggi Jack-o-lantern è una zucca
intagliata dove all'interno è posata una
lanterna.
Monica Bianco
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In Giacomo Leopardi e Francesco
Renga, la consapevolezza del mal
d’amore.
BARI
Anno XI
Numero 14
IPSSSS “DE
LILLA”
illusioni, per di più aggravati dalla dolore
di perdersi e dalla consapevolezza di non
ritrovarsi più per vivere piacevoli
momenti insieme.
Tutti pensano che la letteratura che si
studia a scuola è una cosa vecchia, che
non ha nulla a che fare con la
quotidianità. Quest’anno che frequento la
quinta superiore, ho fatto, alla luce della
mia esperienza, una piacevole scoperta
studiando Giacomo Leopardi. Ho messo a
confronto una poesia di Leopardi che ci
parla dell’amore, con i testi dei cantautori
moderni che affrontano la stessa
problematica. In particolar modo ho
approfondito il testo della canzone di
Francesco Renga intitolato “Vivendo
Adesso”, dove Renga racconta una
esperienza di operazione, causata da un
illusione
d’
amore.
Un’analogia
importante è che entrambi affrontano
riflessioni molto pessimiste sull’amore. In
entrambi gli autori, le speranze sono
destinate a morire, ben presto sostituite
dal dolore. Essi affermano anche che
tutto ciò è caratterizzato da inganni e da
Oggi giorno l’amore è spogliato della sua
spiritualità, in quanto l’amore romantico
è quasi scomparso del tutto a causa
dell’uomo che non
tende più ad
evidenziare il suo romanticismo per paura
di rendersi vulnerabile. L’unica cosa che in
questi tempi rimane certa, è che amare
qualcuno è diventato molto difficile.
Viviamo in una società che non riflette più
sui valori, aumentano sempre più
separazioni e divorzi. Diversamente dal
nostro tempo,
nel
passato, come
nell’epoca di Leopardi, l’amore era invece
definito un sentimento invincibile,
impossibile da distruggere.
Tania Roca
15
I Ragazzi e la paura
“Chi ha paura muore ogni giorno. Chi non
ha paura muore una volta sola”. Questa è
la citazione di un grande uomo vittima
della mafia, per me molto significativa.
Ascoltandola mi vien da pensare a
quanto nella vita sia importante essere
forti e coraggiosi e non lasciarsi abbattere
dalla paura.
La paura è un'emozione che tutti gli esseri
umani provano in alcune circostanze della
propria vita e che lascia tracce indelebili
nella nostra mente, e che può generare
grossi problemi di adattamento e portare
a gravi problemi psicologici. Le paure
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Anno XI
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IPSSSS
“DE LILLA”
possono essere paragonate ad un
campanello d'allarme, una reazione
davanti ad un pericolo. Non bisogna
lasciare che essa superi certi limiti, e che
diventi invasiva. In effetti, in alcune
circostanze, la paura finisce per diventare
terrore, soprattutto quando pensiamo di
non avere vie d'uscita. L'adolescenza è il
periodo in cui questa viene più avvertita.
Sentirsi inferiore ad altri, meno capaci,
meno agili. Avere la sensazione di non
essere
all'altezza, di
non riuscire
nello studio o
nel lavoro e
di non saper
gestire
la
propria vita o
trovarsi
di
fronte a compiti molto “grandi”. Ecco le
paure più frequenti ed evidenti negli
adolescenti; quelle per cui un ragazzo non
riesce a vivere la sua adolescenza
liberamente godendosi gli anni più belli.
Esistono anche paure a cui non si dà
molta importanza e si possono
sconfiggere facilmente; sono le più
frequenti soprattutto nelle ragazze come:
la paura del buio, degli insetti, degli aghi,
dell'ospedale. Sono spesso sottovalutate,
ma possono trasformarsi in vere e proprie
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fobie che prendono il nome di
Acenofobia, Entomofobia, Belonefobia e
molte altre, e causano anche dei problemi
di salute nel momento in cui si
manifestano, come attacchi di panico,
svenimenti, palpitazioni, sudore freddo.
Io personalmente sono una ragazza molto
ansiosa e molto spesso quest'ansia
diventa paura. Le mie paure più grandi
sono quella di non essere abbastanza
importante per qualcuno, perdere le
persone che amo, non riuscire ad avere
una vita serena e come la desidero, in un
futuro. Sono anche una ragazza molto
timida, e la paura che la mia presenza
disturbi chi mi sta intorno o di essere
giudicata, porta a chiudermi in me stessa
e a non socializzare con gli altri.
Da pochi mesi, però, la mia vita è
cambiata del tutto. Sto affrontando
insieme alla mia famiglia una paura
maggiore, che mi tormenta giorno e notte
e di cui non riesco o forse non posso
liberarmi. Purtroppo abbiamo scoperto
che mio fratello, un ragazzino di
quattordici anni, è affetto da una grave
malattia: la leucemia.
fargli sentire dolore, mi strazia il cuore. Se
solo si potesse, prenderei ogni suo male e
lo farei mio, sopporterei tutto solo per
vederlo finalmente star bene. La vita mi
sta insegnando ad essere forte e
coraggiosa, e credo quindi che lasciarsi
abbattere dalla paura non serva a niente
“Non c'è speranza senza paura, ne
paura senza speranza”
Vanessa Saponaro
Dire che ci è crollato il mondo addosso è
dire poco. La paura che qualcosa possa
andare storto durante il ciclo di
chemioterapi
a che sta
affrontando,
mi fa star
male. Vederlo
così e non
poterlo
aiutare senza
17
9 novembre 2014:
grandi celebrazioni per ricordare i
25 anni dalla caduta del muro di
Berlino
Con 8000 palloncini bianchi Berlino
ricorda la caduta di un muro che ha
separato, diviso una città, un popolo che
ha vissuto con grandi sofferenze e nel
dolore per più di quarant’anni. Esso ha
rappresentato il simbolo di una guerra
fredda tra le due superpotenze degli Stati
Uniti e dell’Unione Sovietica per
affermare
la
propria
supremazia,
minacciando in questa rivalità più volte, di
mettere a rischio la pace nel mondo. Al
termine del 2° conflitto mondiale nel
BARI
Anno XI
Numero 14
IPSSSS
“DE LILLA”
1945 a Posdam (località vicino Berlino) si
riunirono tutti i rappresentanti dei
paesi vincitori (tra questi ricordiamo il
Presidente americano Harry S. Truman, il
Segretario Generale del Partito comunista
dell’Unione Sovietica, Josef Stalin ed altri
Grandi della Francia e dell’Inghilterra) per
decidere la spartizione della Germania. E
così anche Berlino fu divisa nella parte
ovest governata dalla BRD (Repubblica
Federale della Germania) e la parte est
governata
dalla
DDR
(Repubblica
Democratica Tedesca).
La politica del
tutto diversa attuata dai due governi vide
uno sviluppo ed una ripresa economica
sempre più avanzata nella Berlino
occidentale, e ciò convinse sempre più i
berlinesi dell’est a voler passare a vivere
sotto il governo federale ad ovest per una
prospettiva di vita migliore. Questo
continuo esodo verso l’occidente spinse il
governo della DDR ad innalzare
nell’estate del 1961 un muro insuperabile
lungo 43 km che separò definitivamente
18
la città e la popolazione, impedendone il
passaggio pena la morte.
Per un lungo periodo durato più di
quarant’anni la città ha vissuto una realtà
terribile ma il popolo non ha mai
popolo tedesco e Berlino fu così di nuovo
unita. La riunificazione è stata festeggiata
il 3 ottobre 1990: l’intera Germania è
passata alla Repubblica Federale Tedesca
oggi governata dalla Cancelliera Angela
Merkel, cittadina di Berlino est, che ha
voluto celebrare tale manifestazione con
grandi eventi per ricordare un periodo
della storia da non dimenticare.
Anna Di Pinto
accettato tale separazione. Tanti sono
stati i tentativi di superare il filo spinato
all’estremità del muro e tanti hanno
perso la vita sotto i colpi dei soldati
dell’Est, ma alla fine dopo tanti accordi
diplomatici e l’intervento di grandi uomini
come il Santo Papa Giovanni Paolo II, il 9
novembre 1989 il muro fu abbattuto con
la grande
partecipazione dell’intero
19
BARI
Anno XI
Numero 14
IPSSSS “DE LILLA”
Differenze tra handicap e disabilità
-
-
Partiamo dall’etimologia della parola
handicap. L'origine del nome sembra che
derivi da un gioco d’azzardo con monete
che erano estratte a sorte con la mano
(ingl. hand) da un cappello (ingl. cap) che
le conteneva (ingl. in). Traducendo la
parola intera, si deduce la seguente
descrizione: “mano nel cappello”. Si
trattava probabilmente di un tipo di
lotteria in cui si assegna uno svantaggio al
concorrente ritenuto superiore o un
vantaggio a quello ritenuto inferiore: da
qui l'idea di svantaggio che connoterà poi
il termine in tutti i suoi ambiti d'uso.
psicologica, fisiologica o anatomica
e rappresenta l'estensione di uno
stato patologico.
Se tale disfunzione è congenita si
parla di minorazione;
disabilità,
ovvero
qualsiasi
limitazione della capacità di agire,
naturale conseguenza ad uno stato
di minorazione/menomazione;
handicap, svantaggio vissuto da
una persona a seguito di disabilità
o minorazione/menomazione.
Questo significa che mentre la disabilità
viene intesa come lo svantaggio che la
persona presenta a livello personale,
l'handicap rappresenta lo svantaggio
sociale della persona con disabilità.
L'ICIDH
prevede
la
sequenza:
Menomazione--->Disabilità--->Handicap,
che, tuttavia, non è automatica, in quanto
l'handicap
può
essere
diretta
conseguenza di una menomazione, senza
La classificazione ICIDH (International
Classification of Impairments Disabilities
and
Handicaps)
del
1980
dell’Organizzazione mondiale della sanità
(OMS) distingueva tra:
-
menomazione intesa come perdita
o anormalità a carico di una
struttura o una funzione
20
la mediazione dello stato di disabilità.
Tale classificazione negli anni ha mostrato
una serie di limitazioni.
Infatti, l’Organizzazione Mondiale della
Sanità, il 22 maggio 2002, ha approvato
una nuova Classificazione Internazionale
del Funzionamento, della disabilità e della
Salute denominata ICF: i tre termini
portanti della precedente versione
(menomazione, disabilità, handicap) sono
stati sostituiti da: funzioni e strutture
corporee, attività, partecipazione.
Questa nuova classificazione cerca di
porre in primo piano le capacità del
singolo e le sue possibilità di
partecipazione sociale. La persona
disabile è un individuo. Con una propria
identità. Con una propria connotazione.
Con delle caratteristiche proprie. Lui ha
sempre saputo non solo di essere
portatore di una disabilità, ma anche di
essere innanzitutto una persona.
E’ il fattore sociale che trasforma la
disabilità in handicap.
In seguito all’approvazione dell’ICF nel
2002, il termine <<handicap>> è stato
accantonato ed è stato sostituito dalla
locuzione <<persona che sperimenta
difficoltà nella partecipazione sociale>>.
Non portatore di difficoltà, ma portatore
di sogni, di speranze, di una certa capacità
di comprendere, di attitudine per alcuni
giochi, di simpatia, di sorrisi, di affetto,
portatore di una difficoltà spesso
invalidante.
E qui c’è già un’indicazione metodologica
dell’ICF: non puoi partire dal negativo,
poiché se fai questo, non potrai che
lavorare sul vuoto: non si lavora su un
materiale che non c’è. Occorre partire dal
positivo facendo leva su ciò che c’è,
enfatizzando le aree di efficienza. E’
necessario focalizzare l’attenzione sui
seguenti interrogativi: possiede buone
capacità tattili, olfattive, linguistiche ecc.?
Come faccio a sfruttare questi aspetti
positivi per ridurre le conseguenze della
sua cecità? Come faccio a ridurre le
conseguenze della sua sordità?
La sordità è una menomazione
invisibile anche perché il non udente,
come tutti i disabili tende a nascondere la
propria menomazione: può approvare
con un cenno del capo, pur non avendo
compreso quasi nulla di tutto ciò che si è
detto. Per questo spesso evita la gente.
Per questo sceglie la solitudine.
Maria Soardi
21
IL MONDO " SENZATOMICA"
Il 24 novembre 2014, con le mie
compagne di classe ci siamo recate
insieme ad altre scolaresche dell’Istituto
De Lilla a visitare la mostra
"Senzatomica", presso la Sala Murat in
piazza del Ferrarese intorno
L’argomento trattato è stato quello della
SICUREZZA, principalmente quella degli
essere umani, che comincia proprio dai
bisogni primari, come ad esempio: dal
cibo, dall'acqua, dall'aria possibilmente
non
inquinata,
senza
tralasciare
ovviamente
il
rispetto
reciproco.
SICUREZZA è anche opportunità e forza
per esprimere il nostro potenziale.
“MA LA SICUREZZA DELLL'ESSERE UMANO
E’ UN BAMBINO CHE NON MUORE, UNA
MALATTTIA CHE NON SI DIFFONDE, UN
LAVORO CHE NON VIENE TOLTO.
BARI
Anno XI
Numero 14
IPSSSS
“DE LILLA”
LA
SICUREZZA DELLL'ESSERE UMANO
NON è QUALCOSA CHE HA A CHE FARE
CON LE ARMI, E’ QUALCOSA CHE HA A
CHE FARE CON LA VITA E LA DIGNITA'
DELL'ESSERE UMANO”.
Le armi nucleari sono più distruttive della
guerra e sono al vertice di una piramide di
violenza. La sicurezza della vita umana si
deve basare sul rispetto delle persone e
non per avvalorare la potenza del singolo
Stato. Le armi di distruzione di massa
sono: le armi nucleari, le armi biologiche
e le armi chimiche. Le conseguenze
irreparabili di un’ esplosione atomica
possono essere impulsi elettromagnetici
e la ricaduta radioattiva.
La sicurezza degli esseri umani
incomincia dal renderli liberi dalla paura e
dalle privazioni. I conflitti armati
distruggono fabbriche, case, scuole,
imprigionandole nella privazione e nel
bisogno. La guerra uccide le persone e
distrugge la fiducia, bloccando anche lo
sviluppo di un Paese per generazioni.
Secondo il rapporto delle Nazioni Unite,
dei 56,8 milioni di persone che muoiono
ogni anno, 17,6 milioni muoiono per
denutrizione. Il 95% sono le persone che
vivono nei paesi meno avanzati .
22
Essi sono:







”LA PACE NON PUO’ ESSERE OTTENUTA
ATTRAVERSO LA VIOLENZA,LA SI PUO’
RAGGIUNGERE SOLO GRAZIE ALLA
RECIPROCA COMPRENSIONE”
Nel 2005 nel famoso rapporto del
Segretario Generale Kofi Annan sono stati
indicati otto obiettivi da raggiungere detti
“OBIETTIVI
DEL
MILLENNIO”
per
assicurare in futuro “Libertà del
bisogno,della paura e la libertà di vivere
con dignità”

non far -radicare la povertà e la
fame
fornire un’istruzione di base a tutti
promuovere l’uguaglianza dei sessi
ridurre la mortalità infantile
migliorare la salute delle madri
combattere malaria, HIV/AIDS e
altre
malattie
assicurare la sostenibilità
ambientale
creare una collaborazione per lo
sviluppo nel mondo
“UNA PACE CHE DURI NEL TEMPO
DIPENDE DALL’ISTRUZIONE, UN DIALOGO
SINCERO RICHIEDE CORAGGIO E FORZA,
LAVORARE PER LA PACE RICHIEDE
CORAGGIO, DETERMINAZIONE
E UN
GRANDE IDEALE. SOLO ATTRAVERSO CIO’
CHE FACCIAMO DIMOSTRIAMO CHI
SIAMO, ED IN FINE NON DOBBIAMO
SENTIRCI SCONFITTI DALLA SENSAZIONE
DI IMPOTENZA”.
La frase che mi ha maggiormente colpito
è stata:
Tutto ciò mi ha fatto APRIRE GLI OCCHI
SUL MONDO E SULL’ARGOMENTO DELLA
SICUREZZA DI NOI ESSERI UMANI.
Angela Careccia
23
“BARI SENZATOMICA”
1.
L'OROLOGIO DELL'APOCALISSE
BARI
Anno XI
Numero 14
IPSSSS
“DE LILLA”
L'orologio
dell'Apocalisse
ha
particolarmente coinvolto le alunne per il
suo significato simbolico: ogni azione
volta all'ampliamento degli arsenali
nucleari, come ogni situazione di crisi o di
conflitto anche nel nostro mondo di
L’orologio dell’Apocalisse è un orologio
simbolico creato dagli scienziati del
Bulletin of the Atomic Scientists
dell’Università di Chicago nel 1947, in cui
la mezzanotte simboleggia la fine del
mondo causata da una guerra atomica.
Le classi II A, III C, V C, V B
accompagnate dalle prof.sse Serio, De
Toma, Manco, Menolascina, Labbe, Aceto
e De Letteris il giorno 25/11/2014 hanno
visitato la mostra “Bari Senzatomica”
mostra dedicata al disarmo nucleare e ad
aumentare la sensibilità della gente per
avere entro il 2015 una convenzione
internazionale per l'abolizione delle armi
nucleari.
relazioni, non fanno altro che ridurre il
tempo che ci resta fino alla mezzanotte:
attualmente siamo a poco più di sei
minuti dalla catastrofe.
Per poter incrementare il varco
temporale che ci separa dalla fine di tutto
è necessario partire da un cambiamento
radicale della visione del mondo: da una
cultura della paura a una cultura della
fiducia reciproca; perché la sicurezza
umana
nasce
dal
riconoscere
24
l’interconnessione delle persone, dal
potersi sentire liberi dalla paura e dalle
privazioni: povertà e violenza sono infatti
connesse tra loro. Per poter arrivare ad
una nostra autorealizzazione, dobbiamo
poter basare la nostra vita su una cultura
di pace,
che non vuol dire semplicemente assenza
di guerra, ma assenza di violenza.
La violenza si respira purtroppo
nella nostra vita quotidiana: piccoli attriti,
violenza domestica, abusi, crimini,
conflitti tra comunità. A ciò si aggiungono
l’indifferenza e l’apatia con le quali
guardiamo alla sofferenza degli altri. Le
guerre e la corsa agli armamenti - in
particolare alle armi nucleari –
rappresentano solo la punta di un
iceberg, il lato evidente di una realtà che
ci circonda, basata su una cultura della
violenza. Nella nostra costituzione, ma
anche in quelle di altri stati, si afferma
che l'essere umano ha diritto ad essere
felice; ma non è il destino che decide
della nostra felicità: a noi viene data
soltanto la materia prima con cui operare.
I nostri cuori modificano questa materia,
usandola a loro piacimento. Per trovare la
felicità occorre avere uno spirito
indomabile, capace di sopportare
qualsiasi avversità.
“Qualsiasi difficoltà si manifesti,
sforzatevi con tenacia e pazienza.
Mantenendo la speranza nel cuore, è
importante comprendere il tempo, creare
il tempo e attendere il tempo in cui
raccoglierete il frutto dei vostri sforzi.
Arriverà sicuramente il tempo della
vittoria”.[D. Ikeda] .
Gabriella Labbe
25
Come la tecnologia può
mettere in crisi le relazioni
umane.
In
quest’ultimo
secolo,
l’uomo
ha
compiuto
numerose
scoperte in
campo
scientifico, medico e tecnologico che
hanno contribuito al benessere e alla
qualità della vita. Essa contribuisce molto
all’incremento di numerose attività di
produzione in tutti i campi.
L’uomo crede così di migliorare la propria
vita senza rendersi conto che la
tecnologia agisce anche contro di lui. La
società entra in crisi, i valori tradizionali
vengono abbandonati adottarne di nuovi,
legati alle scoperte tecniche che ormai
dominano la mentalità dell’uomo non è
sempre positivo. Non bisogna però
dimenticare che grazie ad alle scoperte
tecnologiche
l’uomo ha compiuto
numerosi progressi in campo medico
facendo scoperte che fino a qualche
decennio fa sembravano impossibili; ma il
cattivo uso di queste, rischia di cambiare
radicalmente anche i modi di pensare
dell’uomo che ormai si avvale di mezzi
tecnologici per risolvere i propri problemi
penalizzando
la
creatività.
I-pod,
computer, consolle, video giochi, cellulari
ecc.. stanno ormai prendendo il
sopravvento su quella che prima poteva
BARI
Anno XI
Numero 14
IPSSSS
“DE LILLA”
definirsi una” vita sociale”; stanno
cambiando i nostri rapporti e il modo di
relazionarci con gli altri.
Il dilemma è che non si tratta di oggetti
indispensabili per la nostra vita, infatti
qualche anno fa si viveva tranquillamente
anche senza, mentre oggi non possiamo
farne a meno. I giovani non sanno più
camminare senza portare le cuffie nelle
orecchie, le donne non sanno più lavare i
panni senza una lavatrice e i bambini
vengono piazzati davanti alla tv pur di non
doverli “sopportare”.
Questi “oggetti” sono riusciti a passare
per bisogni primari pari al cibo, vestiti e
valori! Il settore tecnologico risulta oggi
l’unico a non essere stato toccato dalla
crisi a danno di adolescenti e bambini che
crescono in maniera errata sostituendo le
macchine ai propri cervelli dimenticando
che sono l’arma più potente che
possediamo.
Tuttavia non si potrà mai sostituire una
sana chiacchierata con un amico con un
apparecchio tecnologico!
Maddalena Di Fronzo
26
Che cos'è la felicità?
Che domanda difficile.
Eppure dovrebbe essere la più
facile. Invece no, ci devo pensare.
La felicità è l'amicizia, i libri, la
musica, i croissant alla nutella...
Tutto questo potrebbe sembrare la
felicità, oppure no?
Forse la felicità è sopravvalutata.
La felicità è semplicemente quel
dettaglio che rende la giornata meno
deprimente.
Essere felici è, essere se stessi,
piacersi e volersi bene.
E se non è tutto questo?
Per quanto mi riguarda io non avrei
bisogno di tanto per essere felice.
Eppure se mi chiedessero "che cos'è
la felicità?" non lo saprei.
Crescendo impari che la felicità non
è quella delle grandi cose …
La felicità non è quella di grattacieli
da scalare, di sfide da vincere
mettendosi sempre alla prova.
Crescendo impari che la felicità è
fatta di cose piccole ma preziose.
La felicità è fatta di emozioni in
punta di piedi, di piccole esplosioni
che ti allargano il cuore.
Rita Caccavallo, Teresa Valerio,
Rossana Natilla, Maria Genco e
Alessia Vivace.
La felicità è quando ti svegli la
mattina e fai colazione con la tua
famiglia.
La felicità è quando stai tutto il
giorno con gli amici.
La felicità è quando giochi una
partita di calcio, segnando un goal
al 90°.
La felicità è quando veni elogiato da
tante ragazze.
La felicità è quando stai male e gli
amici ti consolano.
La felicità è quando sei in discoteca
e non pensi a niente.
La felicità è quando ti regalano il
motore.
Francesco Zonno
27
La felicità è un’emozione
positiva che ti fa battere il cuore,
è anche un atteggiamento
ottimista nei confronti della vita .
La felicità è anche gioia,
generosità,fedeltà,amicizia e
amore.
Per noi la felicità è un qualcosa che
va condiviso con chi ti vuole bene.
Non sempre siamo felici perché la
vita è fatta da buoni e cattivi
momenti. Essere felici vuol dire
sprigionare libertà e serenità per
qualcosa che è successo,che si
aspettava da tempo e che finalmente
si è avverato.
Il desiderio in comune a tutte le età,
è di avere una vita felice insieme ad
una persona che ci capisce.
La felicità è quella che tutti
desiderano perché mantiene alta la
nostra speranza di avere una vita
migliore.
Quando noi adolescenti siamo tristi
ascoltiamo la musica per sentirci
meglio.
La felicità non viene così per caso
bisogna impegnarsi per trovarla, ma
alla fine chi si è impegnato davvero
riesce ad essere felice.
Alessia Chiarappa,Arianna
Simeone,Chiara
Lorusso,Sabrina
Cellamare,Viviana Perulli.
Sono felice perché…
nella vita ho sempre cercato
istintivamente
la mia felicità.
Sono felice perché…
ci sono,
perché posso vedere,
perché mi emoziono,
perché amo.
Sono felice perché…
sei quello che scegli di essere ,
e mi accetti per quello che sono;
Sono felice perché…
riesci a sentirmi da lontano,
anche se non ascolti la mia voce ;
Sono felice perché…
ho ricevuto un regalo prezioso ,
la tua vera e sincera amicizia.
Auciello Martina;
Bianco Monica; Casalini
Francesca; Ceglie Stefania; Di
Mario Paola; Perrucci Teresa
28
La felicità è quando ti alzi, vai in
cucina e trovi un enorme barattolo di
nutella che ti dice
“IO SONO QUI, PRENDIMI”.
La felicità è quando sei stanca, entri
in camera e vedi il letto.
La felicità è quando hai fame, apri il
forno e trovi la lasagna della nonna.
La felicità è quando stai camminando
e trovi un portafoglio, lo apri e dentro
ci sono 100 €.
La felicità è quando sai, che il tuo ex è
non è felice con un’altra.
La felicità è quando è sciopero a
scuola.
La felicità è quando il tuo ragazzo ti
regala un anello di diamante.
La felicità è quando la tua squadra
del cuore fa goal.
La felicità è quando vedi Brad Pitt.
La felicità è quando ti regalano una
Gold.
La felicità è quando riesci ad arrivare
in tempo alla fermata, mentre il
pullman sta arrivando.
La felicità è quando arriva pasqua e
ti regalano l’uovo della Kinder.
La felicità è quando ti regalano
regalo la borsa di Fendi.
La felicità è quando tuo padre ti
regala il Liberty 125.
QUESTA E’ LA FELICITA’! …
Johara Vitellaro, Francesco Zonno,
Valentina Zaccaro, Mariantonietta
Colasuonno, Alessia De Filippis, Vanna
Tisti, Alessia Quitadamo
Coordinamento Maria Caravella
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Scuola e mondo del lavoro
BARI
Anno XI
Numero 14
IPSSSS
“DE LILLA”
Presso il nostro Istituto a partire da settembre 2014 sono attivi n. 5 corsi
finanziati dalla Regione Puglia di Operatore Socio Sanitario
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JOARA VITELLARO
Monica Bianco
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CHIARA LORUSSO
VALENTINA ZACCARO
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