Colpire una scuola è colpire l`Italia intera, perché lì si forma il suo

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Colpire una scuola è colpire l`Italia intera, perché lì si forma il suo
Partita Tripla
Anno LI - Numero Unico 2012
Colpire una scuola è colpire l’Italia intera,
perché lì si forma il suo futuro.
Siete la parte più importante di una grande comunità.
Sulla forza e sulla saldezza di questa comunità
che ha in voi il suo futuro potrete fare affidamento
per lasciare il posto alla speranza e alla fiducia.
Speranza che il Paese nel quale vivete diventi sempre più
a vostra misura e sempre meno ceda spazio a illegalità e violenza.
(dalla Lettera del Ministro Francesco Profumo alle studentesse e agli studenti della scuola italiana)
Il giornalino dell’ITC Oberdan di Treviglio dal 1961
A noi
ragazzi
del gruppo H
piace
frequentare
l’I.T.C. Oberdan
Introduzione
Ciao Guglielmini,
il secondo mezzo secolo di vita di
Partita Tripla inizia con due grandi
soddisfazioni, due importanti premi
nazionali che ci hanno riempito di
soddisfazione (pg. 16 e 17). E per
questo dobbiamo ringraziare tutti
quelli che partecipano al giornalino,
scrivendo articoli, scattando
foto, riportando le battute.
Grazie! Ma questo non è un
numero autocelebrativo: a
parte i tradizionali saluti delle
quinte (da pg. 4), nelle prossime
pagine troverete un sacco di sorprese. La cronaca completa di tutti gli
eventi e i progetti dell’istituto: dallo
sport (pg. 36 e 37) alla musica (pg.
19), dall’arte (pg. 38) ai lavori del
comitato studentesco (pg. 18). Ma
c’è spazio anche per la riflessione e
l’attualità, da pg. 32 leggerete della
crisi e di come risolverla. E siccome
l’Oberdan è una scuola poliglotta,
abbiamo i racconti (anche) in lingua
straniera dello stage a
Canterbury (pg. 22 e
23), del gemellaggio
con Friburgo (da pg.
24 a 27) e un fumetto in inglese (da
pg. 39 a 41).
Lo spettatore del futuro:
l’Oberdan già nel 2020
sui limiti alle emissioni delle automobili.
Lo spettatore del futuro, questa la
testata del giornale, numero unico
del febbraio 2020, redatto da Colombi Cristian (direttore responsabile),
Baffi Marta e Carolei Giulia, con
all’interno la guida su come coltivare
l’orto in balcone con il calendario
della semina e della raccolta, uno
speciale sugli orti sociali, piccoli appezzamenti di terreno altrimenti inutili affidati a chi vuole crearsi un orto
proprio tra anonimi edifici, strade
pluricorsia, mastodontici centri commerciali, che forniscono un nuovo
polmone verde per le metropoli industrializzate, e un altro sui ristoranti a
Kilometro Zero, cosa sono e che benefici portano all’ambiente, tutto da
scoprire all’interno della rivista.
Ventotto pagine contenenti articoli
che variano da decreti che sanciscono lo zero consumo del territorio
attraverso dei piani di riqualificazione
allo stop delle importazioni di frutta
e s ot i ca pe r la s a l va g ua rd i a
dell’ambiente e la riduzione
dell’inquinamento atmosferico degli
Cristian Colombi ► 4ªM
Sommario
L’inserto
I
l corso mercurio, da sempre
all'avanguardia dell’infor-mazione
ecologica, quest’anno ha deciso
di trattare il modulo di ecologia, per
iniziativa della professoressa di diritto
e economia politica Maria Grazia
Lanzafame, collegandolo con la costituzione. Dopo i numerosi lavori sul
tema realizzati dai loro predecessori,
anche la 4ªM si cimenta sull'argomento, proiettandosi in un futuro nel
quale tutti i problemi che affliggono
oggi la nostra terra siano finalmente
risolti. L’idea è partita da un gruppo
ristretto di tre ragazzi, che prendendo spunto da quanto affrontato nel
modulo hanno immaginato una rivista scritta nel 2020. Data non scelta
a caso, infatti il 2020 è il limite massimo che l'UE ha posto ai paesi
membri entro il quale devono raggiungere gli obiettivi prefissati, riducendo del 20% le emissioni di gas a
effetto serra, portando al 20% il
risparmio energetico, inoltre con il
Libro verde sull'efficienza energetica
la Commissione ha avviato un dibattito su modi efficienti di utilizzare
l'energia, riconoscendo il potenziale
di risparmio, all'insegna dell'efficacia
dei costi, del 20% di consumo di
energia primaria (fonti rinnovabili)
entro il 2020. Il pacchetto comprende anche provvedimenti sul sistema
di scambio di quote di emissione e
2
3
4
5
Aule H
Presentazione
I nuovi rappresentanti d’istituto
Rappresentare la scuola è un
simbolo di solidarietà
6-10◄ Una mostra da interpretare
11 ◄ I bergamaschi nel mondo
12 ◄ Premiati a Benevento
13 ◄ Premiati a Modena
13 ◄ Testimonianza sul volontariato
14 ◄ La voce degli studenti si fa
sentire sempre più
◄
◄
◄
◄
(in ordine alfabetico)
Stefania Andreolli ► 3ªE
Federica Bonissoni ► 3ªE
Giulia Carolei ► 4ªM
Davide Coita ► 2ªA
Cristian Colombi ► 4ªM
Elena Danelli ► 5ªE
Fabio Fontana ► 5ªE
Sebastian Jimenez ► 5ªE
Mateusz Luczkowiak ► 5ªE
Sandra Luketić ► 5ªE
Domenico Mercuri ► 3ªF
Michela Molendi ► 3ªF
Federica Moriggi ► 3ªE
Fulvio Nossa ► 5ªE
Antonella Pavon ► 4ªI
Federica Rota ► 2ªA
Chiara Sparro ► 3ªE
Arnela Suhopoljac ► 3ªF
Filippo Testa ► 3ªM
Elena Uccheddu ► 3ªF
Paola Viola ► 3ªF
aerei che la trasportano, dalle riflessioni sulle vittime che ha provocato
l’uso dell’amianto e le possibili soluzioni da adottare alla moda del momento dei fruttivendoli in casa con
gli orti sul balcone, dal metano immesso nell’atmosfera dalle mucche
all’inversione della tendenza per
quanto riguarda gli sprechi di cibo,
dai consigli su cosa mangiare per
rispettare maggiormente l’ambiente,
all’utilizzo di auto elettriche e alla
costruzione di edifici ecosostenibili.
In ultimo un articolo che premia il
progetto di legge redatto dai ragazzi
“Un pannello su ogni tetto” che vi
lasceranno scoprire leggendo la loro
L’Istituto Tecnico Commerciale Statale “G. Oberdan” esprime vivo sdegno
per l’attentato all’Istituto Professionale “Morvillo-Falcone” di Brindisi che
ha causato la morte di una studentessa e il ferimento di altre.
Gli studenti, la Dirigente, gli insegnanti e tutto il personale dell’Oberdan,
nel condannare senza appello questo atto di stampo terroristico-mafioso,
porgono la loro piena solidarietà alle famiglie delle vittime, all’Istituto
Morvillo-Falcone e alla città di Brindisi rinnovando e rafforzando l’impegno
nel promuovere la cultura della legalità e della lotta contro tutte le forme
di violenza di qualsiasi matrice.
15 ◄ Come nasce una canzone
16 ◄ Oggi ho incontrato un libro
17 ◄ Gite: perché non se ne fanno
17 ◄ Sentite in classe
18 ◄ Stage a Canterbury
20 ◄ Gemellaggio Treviglio-Friburgo
22 ◄ Temi sul gemellaggio
24 ◄ Perché donare gli organi
24 ◄ No smoking be happy
25 ◄ La vita non dipende dallo
spread
26 ◄ A scuola di psicologia
26 ◄ Un viaggio nel tempo
27 ◄ Alla scoperta delle neuroscienze
28 ◄ Temi sulla crisi
32 ◄ Arte in terza d
34 ◄ We are immigrati (fumetto)
36 ◄ Bar sport Oberdan
38 ◄ Informatica all’Oberdan
39 ◄ Aule H
Quarta di copertina ◄ La redazione
del giornalino sotto l’Arco di Traiano a
Benevento
Partita Tripla ◄ 3
L’ISTITUTO
Conosciamo i nuovi rappresentanti degli studenti
Nel Consiglio d’Istituto e...
Sono Cristian Perfetti e mi sono
candidato come rappresentante
d’istituto per cercare di migliorare
l’ambiente scolastico dove noi
studenti passiamo la maggior
parte della nostra giornata. Cercherò di migliorare i rapporti che
ci sono tra studenti e dirigenza,
informando e cercando di integrare i maggior numero di studenti possibili in quelle che sono
le attività scolastiche ed extrascolastiche.
etti
► Cristian Perf
►
Emanuele Cam
isana
Quest’anno ho deciso di candidarmi rappresentante d’istituto della mia scuola
per poter provare a portare a termine
degli obiettivi che la possano migliorare,
sperando di affiancare all’attività scolastica altre attività che possano rendere più
piacevole questa esperienza. Inoltre è
molto importante cercare di promuovere
dei progetti quali ad esempio l’adozione
di pannelli fotovoltaici o il miglioramento
delle nostre attrezzature facendoci sponsorizzare da società alle quali faremo
pubblicità, avendo un ritorno sia noi che
loro. Per la mia lista, composta da me e
Cristian Perfetti, abbiamo scelto il motto
“LISTA UOVA CI SBATTIAMO PER VOI”
per dire in modo simpatico che faremo
tutto il possibile per
migliorare l’Oberdan
Buongiorno, quest’anno per la prima volta ho deciso di candidarmi a
rappresentante d’istituto fondamentalmente per due motivi: il primo è
per il fatto che da tre anni a questa parte non c’è stata una ragazza in
consiglio d’stituto a rappresentare la nostra scuola ed era giusto che
quest’anno ci fosse, anche per la tanto discussa questione sulla parità
dei sessi. Il secondo motivo che mi ha spinto a candidarmi è che è
sempre facile giudicare gli altri dicendo che non sono riusciti a far
nulla per cambiare la nostra vita a scuola, fin che però non ci si trova
nella condizione di dover essere tu a cambiare qualcosa. Quindi ho
deciso di impegnarmi io stessa per cambiare qualcosa
► Saluti, Veronica Baffi
Buongiorno a tutti, è ormai il terzo anno che mi candido come rappresentante d’istituto, spinto da un desiderio costante di migliorare
l’ambiente scolastico e i rapporti tra noi studenti. Mi piace confrontarmi con gli altri e mettermi alla prova. Penso che la carica di rappresentante sia un’ottima opportunità per migliorare le proprie abilità e le capacità di lavorare in gruppo e che tutti gli studenti debbano
provare, mettersi in gioco per arrivare ad essere i portavoce di
un’intera scuola. Infine penso sia un’esperienza importante da inserire nel proprio bagaglio culturale, un ottimo esempio che la scuola
non è solamente libri e lezioni in classe.
►
4 ► Partita Tripla
Saluti, Jacopo Amadei
...nella CPS
Rappresentare la scuola è un
simbolo di SOLIDARIETA’
C
andidarsi come rappresentante della Consulta Provinciale Studentesca significa rappresentare la
scuola stessa, cercando di perseguire finalità di
coordinamento, informazione e sostegno delle attività
studentesche in ambito scolastico provinciale.
Per questo mi sono proposta per costituire la commissione “bassa bergamasca”, che sia in grado di:
 Partecipare e sviluppare i progetti in modo attivo
 stipulare accordi con gli Enti Locali, la
Regione, le organizzazioni del mondo
del lavoro
 affrontare tematiche in campo sociale
(es. attività di volontariato, Croce
Ros
sa)
 realizzare attività e iniziative di promo
zione e utilizzo dei nuovi linguaggi e
delle nuove tecnologie (es l’utilizzo
dei
Tablet in sostituzione dei testi)
Questo è simbolo di solidarietà, ovvero il poter confrontarsi l'uno con l'altro, prendendo spunti innovativi nella
realizzazione delle iniziative. Spero di riuscire ad essere
soddisfacente in tutte le esigenze che mi verranno richieste.
► Giulia
Carolei 5^
F
Nella prima riunione della consulta provinciale, svoltasi il giorno 12 novembre
presso l'Istituto Tecnico Commerciale
Statale V. Emanuele a Bergamo, si è eletto il presidente della consulta provinciale
di Bergamo, Federico Crotti, il quale ha
assicurato di battersi per il perseguimento dei progetti già iniziati l'anno precedente. Purtroppo, per mancanza di fondi,
verranno organizzati solo piccoli eventi
all'interno di ogni istituto. In seguito sono
state fornite le nuove direttive concernenti la riformulazione della consulta,
quali l'eliminazione delle commissioni per
finalità ( es Sport, Arte e spettacolo,..) ed
istituzione di commisioni con competenza
generale, suddivise per ambito territoriale. La Candidatura alla consulta provinciale, a mio avviso, è un'esperienza molto
significativa, in quanto permette di sostenere ogni attività, soprattutto extracurricolari e progetti di qualsiasi Carattere,
cercando di integrare un più ampio numero di istituti.
►
Partita Tripla
5
ARTE
FRANCO COLONETTI
TREVIGLIO.,29 settembre 2012
L
a classe 5E dell’Istituto Tecnico Commerciale G. Oberdan di Treviglio, ha fatto visita ad una interessantissima mostra svolta
presso la BCC di Treviglio; dedicata alle opere d’arte del commemorato artista Franco Colonetti.
La mostra è stata gestita da Virginia King, nata in Birmania, la quale ha avuto un forte legame affettivo con il nostro artista e
con cui ha conosciuto molteplici viaggi per il mondo.
La mostra è iniziata con un’introduzione breve della vita di Franco, per dare un senso alle sue creazioni che, come ha sostenuto la
signora Virginia, sono tutte opere collegate fra loro.
L’argomento trattato maggiormente nei quadri era la donna, dalla quale il nostro artista era affascinato. La mostra si è presentata
in modo interessante ed originale sia dal punto di vista culturale che estetico.
Dal punto di vista estetico è stato affascinante, soprattutto nel momento in cui, c’è stato presentato un quadro con il quale Franco
ha cercato di rappresentare il suo paradiso ideale, ovvero con una visione paradisiaca della natura, in cui come tema centrale, era
inserita una bellissima cascata circondata da una foresta armoniosa. Insomma un’immagine che scuote l’interiorità dei una persona
che la vede per la prima volta: stupore, questo è esattamente quello che abbiamo provato.
Dal punto di vista culturale, invece, ha mostrato con le sue opere, come due cose simili esteticamente, possono avere un significato
diverso tra di loro, per esempio alcuni quadri che rappresentano due donne, che egli stesso aveva frequentato che esteticamente
erano molto simili ma il cui vero scopo era quello di mettere a confronto la bellezza e l’ eleganza della donna.
La mostra si è conclusa con dei quesiti a noi rivolti da parte della signora Virginia, la quale ha voluto stuzzicare la nostra creatività,
facendoci immaginare e poi esporre il nostro paradiso ideale, diverso per ognuno di noi e dimostrando perciò come le menti umane
abbiano diverse immaginazioni.
►
6 ►
Lesme Gabriel Parraga Villacis
Partita Tripla
Partita Tripla
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8 ►
Partita Tripla
Partita Tripla
◄ 9
LA MOSTRA E LO STUDIO
FRANCO COLONETTI’S WOMEN
V
irginia King is a Birman woman engaged with
Franco Colonetti, the italian artist who died on
the 24th July 2011.
Franco Colonetti was a painter and a clothes
designer, in the '70 and '80 he was quite famous.
He used his shills to wake costumes and he started
teaching have science.
He was an expert and a really generous man, he designed and gave his clothes to the developing countries.
Where Virginia started talking about the exhibition she
said that the pictures one all connected. Franco was fascinated by women and sci-fi world, most of his pictures
represents one of there topics.
Women are represented in many different ways. One of
the ladies is painted with two leaves on the front, she
represents a doctor woman, leaves are, in some tribes,
symbols for medicines and shamans.
A doctor woman is like a mother who takes care of her
family.
In another paint theres an egyptian woman that looks up
at the universe, she represents an egyptian warrior.
In Myanmar, people think that nothing is permanent,
and they accept this condition, since the civilization began, all the people built houses in wood, because they
one perishable. Only religious buildings were made in
cement because they were permanent.
In one of the paint there was something about love,
there was a woman and a man at the opposite side.
Differently from what most people think, Franco thought
that he had to be beautiful to attract his woman, in the
paint there was a bird like peacock with beautiful colours
to get noticed by the female.
Franco was born in pavia, he traveled a lot and in one of
his paints, he drew the fields and the countryside near
the Po rivers because he missed his land much.
The painter was fascinated by Giorgio De Chirico, an
italian artist who was one of the most important metaphysical painters; Franco was inspired by De Chirico
when he paints a picture that really looks like a metaphysical paint with Pavia's buildings in the background
I think that two of the most beautiful pictures of the
exhibition represented two women they were almost
naked, Virginia Told us that there ladies were important for Franco; he was dating with both of the them
and he loved both the two of them.
Like Elisabeth Barret Browing, Virginia King wrote
poems to Franco and he painted for her.
►
Nausicaa Piensi
Partita Tripla
► 10
L’EMIGRAZIONE
I bergamaschi nel mondo
Belloni Tamarai
Caputo Ilaria
Cattelani Sofia
Marku Monica
Baffi Veronica
► 4ªF
► 4ªF
► 4ªF
► 4ªF
► 4ªF
I
l settembre presso l’Auditorium della
Cassa Rurale di Treviglio si è svolto
un importante incontro organizzato
dall’Associazione Culturale Clementina
Borghi sul tema “ Il lavoro dei Bergamaschi
nel Mondo”
All’incontro sono intervenuti il Dott. Massimo Fabretti, direttore di “Ente Bergamaschi
nel Mondo”, il Dott. Radames Bonaccorsi
Ravelli, presidente della sede di Londra, ed
infini la Sig.ra Gabriella Quaini, della commissione cultura del Decanato di Treviglio.
Il nostro istituto è stato invitato a partecipare dal Dott. Elio Massimino e dalla presidente Maria Palchetti Mazza e per noi è stata
un’occasione unica per ripercorrere un po’
la storia della nostra terra ma anche e soprattutto per capire dove e perché i giovani
si trasferiscono e quali problemi incontrano.
Tornando indietro nel tempo ci rendiamo
conto di come la nostra terra abbia alimentato flussi migratori.
Negli anni ‘20, periodo del primo dopo
guerra, ci fu una forte crisi economica che
dapprima portò all’espropriazione dei terreni
per molti contadini costretti quindi ad emigrare con la famiglia verso altri paesi, soprattutto la Francia.
Sappiamo, dai documenti di quel periodo,
che nel marzo del 1922 Agostino Vismara
contattò le autorità francesi e le convinse a
concedere ai nostri emigranti importanti
agevolazioni.
Grazie al suo impegno intere famiglie si
trasferirono così in Francia, spesso clandestinamente, dove formarono delle vere e
proprie comunità di lavoratori.
Ricordiamo la storia di una donna molto
forte: Maria Bochi Rivoltella la quale sposa
nel 1924 un Calvenzanese, il Signor Rivoltella. I due inizialmente vivono al Roccolo,
ma a causa della crisi sono costretti a trasferirsi anche loro in Francia. Hanno sei
figli, di cui il sesto viene definito “a comando”, poiché è stato concepito per far si che
il marito non fosse chiamato a difesa del
fronte. Maria è una donna molto forte, impara il francese aiutando i suoi figli a fare i
compiti, mantiene però vive le sue origini e
in casa continua a parlare il dialetto berga-
11
►
Partita Tripla
masco. L’ultimo figlio decide di raccogliere
le memorie della mamma e raccontarle in
un libro. “Erano poveri, non avevano niente
ed erano felici”, questa donna ha dedicato
tutta la propria vita alla famiglia, muore a
cento anni lasciando una bellissima testimonianza di come si può essere felici pur non
avendo né oro né argento.
Un altro fatto storico è la cosiddetta
“emigrazione della valigia di cartone” avvenuta negli anni sessanta.
Il motivo che indusse i contadini ad emigrare fu più o meno lo stesso: la crisi economica.
Gli orizzonti invece si ampliano e gli emigranti si spingono alla volta della Svizzera,
del Belgio, della Gran Bretagna e della
Francia.
È proprio alla fine degli anni sessanta, nel
1967 che nasce l’Associazione Bergamaschi
nel mondo, di cui in questo anno si celebra
il quarantacinquesimo anniversario.
L’associazione conta ormai circa cinquantaquattro mila associati e tra le 52 associazioni simili a questa che sono presenti in Italia,
tutte facenti parte dell’AIRE (che ha sede a
Roma), “Bergamaschi nel mondo” in graduatoria si trova nelle prime cinque associazioni.
L’associazione ha 34 sedi all’estero che costituiscono dei veri e propri punti di riferimento per chiunque decida di spostarsi
all’estero per svariati motivi.
La seconda fase migratoria invece si svolge
oggi, i protagonisti però sono ragazzi laureati o giovani in cerca lavoro; le mete sono
molteplici e si spingono anche oltre oceano:
Australia, Brasile, Canada, Londra e la causa di questa emigrazione è sempre la stessa
della precedente: la crisi che sta mettendo
in ginocchio il nostro paese.
Durante l’incontro si è parlato
molto di Londra, capitale
inglese, città multiculturale e
meta oggi molto ambita.
Londra offre infinite possibilità lavorative per i giovani,
queste variano: lavapiatti,
baristi, camerieri o imprenditori. I requisiti fondamentali
sono due: sapere l’inglese e
aver voglia di mettersi in
gioco, in questa città tutto è
possibile per i giovani, che
vengono anche agevolati
nell’istruzione ad esempio
con borse di studio per pagarsi gli studi o favorendo
coloro che studiano e lavorano nello stesso
momento, ma tutto ciò solo se si dimostra
ciò che si vale. Il titolo di studio invece non
è di rilevante importanza.
Oggi i titoli di studi sono equiparati a livello
europeo.
Durante questo incontro ci è stato anche
permesso di porre delle domande agli esperti che hanno saputo risponderci e darci
maggiori informazioni. Volevamo inoltre
conoscere il numero degli emigrati bergamaschi oggi nel mondo.
Nella provincia di Bergamo sono circa
600/700 i giovani di età compresa tra i 20 e
i 35 anni che decidono di trasferirsi
all’estero, di questi il 70% è costituito da
laureati.
Eravamo anche interessate a sapere quali
difficoltà di adattamento si possono incontrare in un nuovo Stato.
E’ chiaro che all’inizio ci si trovi un po’ sotto
shock perchè si passa da una realtà di piccoli paesi di provincia con circa 14mila abitanti a paesi di 200mila abitanti. Questo
però viene considerato un shock divertente
se affrontato con un po’ di spirito
d’avventura e “open mind”.
Questo incontro ci ha colpite molto e nonostante l’imbarazzo iniziale, ci siamo poi trovate a nostro agio. Lo consigliamo vivamente a tutti i ragazzi perché è un’esperienza
molto interessante, ben organizzato e con
una partecipazione di tutti, sia da parte
degli esperti che da noi e dalle altre persone che hanno assistito all’incontro.
PREMI0 1 Cinque ragazzi della redazione ritirano il premio nazionale al giornalino
Premiati a Benevento
Fabio Fontana ► 5ªE
È
stato un vero e proprio tour de
force il viaggio della redazione del
giornalino Partita Tripla a Benevento, l’8 e il 9 maggio 2012, per ritirare il
premio ideato dall’Ordine dei Giornalisti
“Fare il giornale nelle scuole”, vinto con
altre nove pubblicazioni nella categoria
“giornali online”.
Il nucleo storico della redazione (formato
da Elena Danelli, Fabio Fontana, Mateusz
Luczkowiak, Sandra Luketić e Fulvio Nossa, tutti di 5ªE) con le docenti Andreina
Pasini e Clemenza Gazzola ha preso a
Treviglio il treno delle 7.02 per Milano
Centrale, dove è salito sul Frecciarossa
con direzione Napoli ed infine su un regionale per Benevento.
Un itinerario tortuoso ma necessario per
giungere puntuali al primo evento della
due giorni: una tavola rotonda
sull’informazione nel mondo dello sport
con Fabrizio Bocca, inviato sportivo de La
Repubblica, Francesco Colonnese, ex calciatore e attuale opinionista, Giancarlo
Ghirra, segretario nazionale dell’Ordine
dei Giornalisti e Guido D’Ubaldo, capo
servizio del Corriere dello Sport. I partecipanti al dibattito hanno raccontato i cambiamenti del giornalismo sportivo negli
ultimi anni, durante i quali il giro affaristico legato soprattutto al calcio è aumentato enormemente e ha corrotto i valori
sportivi. L’evoluzione dei media in generale ha influito anche sull’informazione dello
sport. Oggi con la televisione e soprattut-
to con il web, il giornalista della carta
stampata deve offrire qualcosa di più dei
suoi concorrenti, la riflessione e l’analisi.
In seguito, il discorso si è allargato ai
grandi temi dell’informazione (la libertà di
stampa e di critica, il rapporto con gli editori, quello dei giornalisti con le persone di
cui devono parlare), sempre riferendosi al
mondo dello sport che, nel suo piccolo,
presenta le stesse caratteristiche e le
stesse anomalie dell’informazione politica
ed economica. Successivamente, dal pubblico sono giunte domande per il palco
inerenti anche a fatti recenti di cronaca
sul mondo sportivo come la morte di Morosini e la pubblicazione delle foto del
Sotto, Fulvio Nossa e Mateusz Luczkowiak (5ªE) con Francesco Colonnese.
12 ► Partita Tripla
Grazie a tutti quelli che
hanno scritto, senza di
loro non ci sarebbe
nessun giornalino
momento in cui è stato colpito dall’infarto.
Giusto il tempo di cenare e riposare presso un hotel di Benevento ed era già il
mattino successivo. Alle 11 è iniziata la
cerimonia di premiazione all’interno del
cinema della città. Centinaia e centinaia di
studenti con i loro docenti, presidi, genitori erano accorsi da tutta Italia per assistere all’evento. Oltre 400 i giornalini partecipanti, 40 quelli premiati (dieci per ogni
categoria: scuole elementari, medie, superiori e giornali sul web). La cerimonia è
stata preceduta dal saluto della giuria
esaminatrice e del segretario nazionale
dell’Ordine, Giancarlo Ghirra. In particolare, quest’ultimo ha fatto una riflessione
sulla libertà di stampa, vero e proprio
pilastro della professione del giornalista, e
ha ricordato che la libertà di espressione
determina la democrazia di un paese.
Finita la premiazione, ci siamo subito
messi sulla via del ritorno.
Non capita tutti i giorni di ricevere un
riconoscimento di tale prestigio, quindi
vorremmo ringraziare la scuola che ci ha
permesso di attraversare la penisola per
ritirarlo ma soprattutto gli studenti che
hanno collaborato lo scorso anno e anche
in questo alla realizzazione di questo progetto perché, senza chi scrive, nessun
giornale potrebbe esistere.
PREMI0 2 Il punto sui tornei di calcetto maschile e femminile
Premiati a Modena
Stefania Andreolli
Federica Bonissoni
Federica Moriggi
Chiara Sparro
►
►
►
►
3ªE
3ªE
3ªE
3ªE
N
on sempre il sabato si conclude tra
i banchi di scuola con il suono della
campanella, capita anche che si
parta con un mini-pulmino con meta Modena, una città tutta da scoprire.
Questo è quanto ci è accaduto sabato 3
marzo 2012, quando la Redazione del
Giornalino d’Istituto, “Partita Tripla”, si è
trasferita armi e bagagli e con le prof.sse
Clemenza Gazzola e Andreina Pasini in
quella città per ricevere un importante
riconoscimento nell’ambito del Concorso
Nazionale di Giornalismo Scolastico “Prima
Pagina”.
La prima tappa era prevista presso il Foro
Boario, dove siamo stati accolti, intervistati e fotografati e dove un curioso e purtroppo ignoto poeta di nome Iago ci ha
coinvolto in un gioco di parole: da tre
nostre parole pronunciate casualmente ha
composto una poesia in nostro onore.
Eccola:
Nel SILENZIO,
che è d’oro
per comune assensi
vedo correre
il CAVALLO
alato
della fede,
con esso
sposo
la SPERANZA che
resta.
Nel pomeriggio il
prof. Pino Ligabue,
scrittore e docente
universitario in pensione, ci ha portati
alla scoperta
di Modena.
Con straordinaria
eloquenza
e
simpatia
ci
ha mostrato
angoli nascosti della città
e fatto conoscere curiosità
culturali
ed artistiche
che da soli
Il prof. Pino Ligabue
non avremmo mai potuto scoprire, la chiesa di
Sant’Agostino, il Duomo, la Casa Medievale, la Sinagoga, mescolando le sue spiegazioni con spiritosi aneddoti in lingua locale.
Dopo la visita e un ottimo gelato in Piazza
Roma ci siamo concessi una cena
all’aperto in un tipico locale del centro.
In verità abbiamo anche preso parte alla
movida della città, passeggiando per le
vie affollate da giovani e godendoci i colori del tramonto e…, ebbene sì, abbiamo
anche
ceduto alla tentazione dello
shopping.
Arrivata la sera, alle 21.30 circa siamo
finalmente giunti a destinazione:
l'Auditorium della Chiesa San Carlo dove
si è svolta la cerimonia di premiazione del
premio di giornalismo scolastico “Prima
pagina”, condotta da Raffaella Cesaroni,
giornalista di SkyTg24.
Agli studenti della Redazione di "Partita
Tripla" è stata consegnata una “Menzione
Speciale” per i cinquant'anni di storia del
nostro giornale.
VOLONTARIATO Una ragazza dell’Oberdan racconta la sua esperienza nel sociale
Testimonianza sul volontariato
Angela Iannaccone ► 4ªI
L
unedì 5 dicembre 2011, Giornata
Internazionale del Volontariato, alcuni responsabili delle associazioni
umanitarie senza scopo di lucro presenti a
Treviglio e dintorni si sono riuniti verso le
17 nell’auditorio della Cassa Rurale per
ricevere un riconoscimento e per avere la
possibilità di far conoscere le proprie iniziative ad un pubblico più vasto. Sono
intervenuti, per raccontare le proprie impressioni, anche alcuni ragazzi di Istituti
superiori e Università.
Come rappresentante dell’ITC “G. Oberdan” c’ero io, Angela Iannaccone, di 4ªI.
Mi è stato chiesto di esprimere
un’opinione riguardo le attività di volonta-
riato svolte da me e da altri alunni della
nostra scuola. Sono intervenuta, visibilmente emozionata, subito dopo Irina, una
coetanea dell’Istituto Zenale. Ho esordito
con queste parole: “Buonasera a tutti! Io
sono Angela e la mia esperienza è molto
simile a quella di Irina, ma desidero comunque raccontarvela. Io rappresento le
circa 40 ragazze dell’Istituto Tecnico Commerciale G. Oberdan che in questi due
anni hanno partecipato ai corsi pomeridiani di animazione sociale. L’anno scorso,
durante gli incontri, si è cercato di approfondire la conoscenza di se stessi, mentre
quest’anno ci siamo dedicate alla pratica
mediante una messa in gioco personale. È
stata un’esperienza positiva, nonché
un’occasione per conoscere nuove perso-
ne all’interno dell’Istituto stesso e, l’anno
scorso, anche in altri Istituti. Tutto ciò che
abbiamo imparato non verrà dimenticato,
anzi, lo stiamo già mettendo in pratica
nelle diverse attività di volontariato che
ciascuna di noi svolge. Io stessa, per esempio, aiuto i ragazzi della Scuola media
“T. Grossi” ad eseguire i compiti presso
l’oratorio S. Pietro e, una volta al mese,
insieme agli altri volontari, festeggio i loro
compleanni. Dunque vorrei ringraziare la
Cassa Rurale, il Dirigente Scolastico Maria
Gloria Bertolini e la docente Antonella
Barazzetti per averci concesso questa
opportunità. Grazie davvero!”
Mi auguro che questo incontro abbia fatto
riflettere tutti i presenti e che in futuro il
numero di volontari possa aumentare.
Partita Tripla ◄ 13
L’ISTITUTO Gli studenti si esprimono con una nuova istituzione: il Comitato Studentesco
La voce degli studenti si fa
sentire sempre
piu!
Giulia Carolei ► 4ªM
Cristian Colombi ► 4ªM
Q
uest’anno il nostro istituto ha deciso
di introdurre una nuova istituzione,
chiamata Comitato Studentesco, per
permettere agli studenti di partecipare
attivamente a tutte le decisioni che li riguardano inerenti alla gestione della scuola. Questo nuovo organismo è competente a trattare ogni questione che interessi
la vita degli studenti all'interno
dell’istituto; inoltre esprime pareri e formula proposte che possono essere comunicati ai consigli di classe o al consiglio
d'istituto.
Fanno parte di tale comitato tutti i 74
rappresentanti di classe, i rappresentanti
d’istituto (Luca De Bellis 5ªA, Jacopo Amadei 4ªE, Nino Grizzuti 5ªC e Marco
Palomba 4ª Sirio) e i rappresentanti della
consulta provinciale studentesca (Enrico
Un nuovo organismo per
consentire agli
studenti di partecipare alla gestione della scuola
14 ► Partita Tripla
Viganò 4ªC e Annachiara Ferrandi 5ªC).
Il comitato così formato nomina un presidente ed un vicepresidente con votazione
segreta. Non sono eleggibili i rappresentanti d’istituto e della consulta; a sua volta
poi il presidente nomina un segretario. Le
funzioni di carattere organizzativo sono
delegate alle commissioni, composte da
un massimo di 7 alunni, ma almeno da un
membro del comitato studentesco che
assumerà il ruolo di referente.
Le commissioni formate quest’anno sono
6: commissione eventi e feste, commissione sport e tornei, commissione uscite
didattiche e viaggi, commissione volonta-
Commissione marketing
Organizzazione delle foto di istituto.
Commissione uscite didattiche e
viaggi
Raccolta di proposte per i viaggi
d’istruzione del prossimo anno e
successiva organizzazione, monitoraggio dei viaggi d’istruzione e delle
uscite didattiche dell’anno scolastico.
Commissione eventi e feste
Organizzazione della festa di fine
riato e commissione web team e commissione marketing.
Adesso entriamo un po’ più nello specifico
vedendo quali sono le funzioni degli organi direttivi: il Presidente (Alessandro Rondanini della 4ªB eletto con 41 voti) ha
svariati compiti che sono principalmente:
convocare l’assemblea e garantirne lo
svolgimento democratico e regolare, controllare ed eventualmente provvedere che
le attività delle Commissioni e del Comitato siano adeguatamente pubblicizzate
nell'Istituto, monitorare l’attività delle
commissioni; il vicepresidente (Giulia Carolei della 4ªM eletta con 37 voti) deve
coordinare il lavoro delle commissioni,
affiancare e supportare il presidente in
tutti i suoi incarichi; infine il segretario
(Cristian Colombi della 4ªM, nominato dal
Presidente) ha il compito di redigere il
verbale di ogni seduta, curare le procedure di voto e di scrutinio, controllare le
presenze ed inviare copia del verbale agli
assenti e al Dirigente scolastico.
Nonostante le attività proposte dal comitato e i progetti delle commissioni non
siano stati tutti realizzati, il bilancio
dell’attività di questo nuovo organismo è
senz’altro positivo in quanto ha dato a
tutti i componenti la possibilità di mettersi
in gioco, confrontando idee ed elaborando
progetti, ha stimolato una maggiore consapevolezza dei propri diritti e doveri, ha
spinto verso una maggiore responsabilità
e senso di appartenenza.
L’attività ha avuto un esito positivo: ci siamo messi in gioco,
condiviso idee,
proposto iniziative
anno.
Commissione sport e tornei
Organizzazione dei tornei sportivi
d’istituto e monitoraggio di tutte le
partite.
Commissione volontariato
Organizzazione e monitoraggio di
tutte le attività di volontariato.
Commissione web team
Realizzazione del logo dell’I.T.C. G.
Oberdan.
MUSICA Due studenti partecipano con il proprio pezzo ad un concorso nazionale
Come nasce una canzone
Angela Iannaccone ► 4ªI
I
primi giorni di marzo, io (Angela Iannaccone, 18 anni, frequentante la
classe 4ªI dell'ITC “G. Oberdan”) e un
mio compagno (Paolo Ferri, 16 anni, frequentante la classe 2ªE del medesimo
istituto) siamo venuti a conoscenza del
concorso “1° Trofeo della Nuova Musica
Italiana. 7 Note dalla scuola” da un'insegnante in comune, la quale ci ha presentati.
Inutile dire che la proposta allettava alquanto entrambi, così ci siamo divisi i
compiti: io avrei scritto il testo della canzone e l'avrei cantato, mentre Paolo avrebbe pensato agli arrangiamenti e avrebbe suonato la sua chitarra. Nei giorni
seguenti ci siamo scambiati diversi suggerimenti e idee via mail fino a trovare un
Una metafora del mondo
in cui
viviamo e quello in
cui vorremmo vivere
accordo. Abbiamo stabilito quanti e quali
strumenti avremmo usato e abbiamo deciso quale tra le diverse bozze che avevo
preparato si sarebbe trasformata nel testo
definitivo.
A questo punto Paolo ha iniziato a provare
diversi accordi in cerca del “nostro ACCORDO”, quello che avrebbe colpito maggiormente il nostro ipotetico pubblico.
Anche il momento della registrazione non
è stato semplice, poiché bastava poco per
perdere il tempo e Paolo ha dovuto chiedere ad un amico di contargli le battute e
i quarti per riuscire nell'intento. Ci sono
voluti tre giorni e numerosi tentativi.
Intanto che Paolo si occupava della musica, io elaboravo le parole della canzone
cercando di rendere più chiaro possibile il
messaggio che volevo trasmettere. L'idea
era creare una metafora per indicare i due diversi mondi che, a
mio parere, esi-
stono,
ov ve r o
quello in cui viviamo e quello in cui vorremmo vivere.
Nel mondo che desideriamo
non esistono problemi, ma
solo pace e gioia. Questo
mondo migliore esisterebbe
se tutti si aprissero agli altri
evitando di pensare solo a
se stessi. Così ho immaginato che alla protagonista,
nella quale mi rispecchio,
ma che non ha niente di
diverso da qualunque altro
ragazzo di oggi, apparisse
un “picc ol o amico”…
All’inizio era poco visibile, lei
ci prestò poca attenzione,
visto che “sembrava uno dei
tanti che incontri per strada,
poi te lo scordi” finché, finalmente, quando aprì gli
occhi si accorse “che c'era
qualcosa”, era speciale. Era felice perché
viveva in un mondo migliore dove l'erba
era verde, il cielo blu, il vento leggero, al
contrario del mondo reale dove tutto appare più cupo e nero. Trascorreva belle
giornate perché affrontava la vita con il
sorriso.
Siccome io e Paolo abbiamo svolto i nostri
compiti contemporaneamente abbiamo
Era felice perché
viveva in un mondo dove l’erba era verde,
il cielo blu, il vento leggero
dovuto lavorare in maniera inusuale, poiché è stato necessario adattare il testo
alla musica e non il contrario. Così abbiamo iniziato ad incontrarci a scuola di pomeriggio per apportare le eventuali correzioni. Abbiamo cambiato diverse parole e
accorciato alcune frasi, per poi iniziare a
cercare la giusta intonazione. Questa è
stata una delle parti più difficili ma, una
volta decisa e imparata, abbiamo provato
un senso di soddisfazione enorme.
Giorno per giorno abbiamo provato la
canzone più volte, fino a stabilire la versione definitiva e il primo aprile ci siamo
trovati a casa di Paolo per registrarla. Non
avendo a disposizione un vero e proprio
studio abbiamo utilizzato il computer e
abbiamo messo il microfono nell'armadio
nel quale avevamo precedentemente posizionato un grande cuscino nella speranza che ci garantisse un'acustica migliore.
Infine abbiamo chiesto al fratello di Paolo
di suonare il saxofono e abbiamo aggiunto
questo strumento alla nostra prima canzone.
Felici e realizzati, dovevamo ormai decidere il titolo e un nome per il gruppo.
Per il primo è stato abbastanza facile,
poiché non abbiamo fatto altro che cercare nei versi del testo le parole-chiave, così
è nato: “Il Mistero del Sorriso”. Per il secondo, invece, siamo rimasti senza trovarne uno fino ad oggi, ammutolendoci ogni
volta che ci veniva chiesto qualcosa a
riguardo.
Proprio per questo motivo abbiamo deciso
di chiamarci i “Menonome”, convinti che la
nostra musica e i nostri sogni sopperiscano a questa mancanza…
Partita Tripla ◄ 15
LA LETTURA L’ultimo romanzo di A. D’Avenia: riflessioni sul senso della lettura
Oggi ho incontrato un libro
Federica Bonissoni ► 3ªE
S
to davvero iniziando a credere che i
libri parlino! Raccontano storie che a
volte sembra che non significhino
niente, che siano senza senso, ma in realtà dentro di noi quelle storie lasciano un
segno.
Mi capitava spesso di prendere un libro,
iniziare a leggere i primi capitoli e poi di
non leggerlo più, non perché non lo trovassi interessante, ma perché mi stancavo
molto in fretta di leggere e quindi abbandonavo i libri così, lasciandoli sul mio comodino per mesi, finché non dovevo riportarli in biblioteca oppure fino a che mia
mamma non li riponeva nella libreria.
Era successo anche con il libro “Bianca
come il latte, rossa come il sangue”;
l’avevo preso in biblioteca, ho letto i primi
capitoli, e poi l’ho “dimenticato” sul comodino fino a quando non è arrivato il momento di restituirlo in biblioteca. Quando
l’ho riletto, e questa volta l’ho finito, anche perché mi serviva per la scuola, mi
sono resa conto che in realtà è uno dei
libri che più mi ha interessato.
Da allora ho iniziato a finire la lettura dei
libri, perché ho scoperto che in realtà,
dietro la storia narrata, si nascondono
tante altre storie, alcune forse sono solo
frutto della mia immaginazione, altre invece sono insegnamenti che potrebbero
essermi, in qualche modo, anche utili.
Non so come sia possibile, ma l’ultimo
libro che ho letto, “Cose che nessuno sa”,
l’ho terminato in soli quattro giorni. Non
avevo mai letto prima d’ora un libro in
così poco tempo e con così tanto interesse. Non so perché, ma la voglia di conoscere lo sviluppo della storia mi portava a
riempire ogni singolo momento libero con
la lettura.
Inizialmente ero curiosa di sapere, vedere
le vite di tre persone normali, che
16 ► Partita Tripla
Ho scoperto che
dietro ogni libro
ci sono storie e
insegnamenti
utili
“viaggiano in parallelo”; questa
trama mi portava a immaginare
un possibile punto d’incontro ed
ero curiosa di sapere quale fosse,
dovevo sapere cosa avevano in
comune quelle vite. Probabilmente mi incuriosiva anche uno dei
personaggi, un professore delle
superiori, di cui venivano raccontate anche le vicende personali.
In effetti capita che uno studente
si chieda come sia la vita di un
professore fuori dalla scuola ed è
difficile per uno studente immaginarlo. Riflettendo su questo libro
mi sono accorta che in fondo la
vita di un professore non è poi
molto diversa dalla vita di una
qualsiasi altra persona, solo che è
difficile da immaginare.
Continuando a leggere mi piaceva anche
entrare nelle vite di questi personaggi,
entrare singolarmente in ognuno di loro:
mi immaginavo la storia come se io fossi
una di quelle persone; la storia era mia,
stava parlando di me, ero io che la raccontavo. E in ogni personaggio trovavo un
dettaglio, un particolare, un modo di fare
molto simile a ciò che io sono.
In Giulio ritrovavo il mio modo di osservare, la mia attenzione ai dettagli, la ricerca
delle emozioni delle persone guardando le
loro mani; il personaggio di Margherita
richiamava molti aspetti della mia vita: i
contrasti con la madre, il suo modo di
cercare di dare una spiegazione a tutto
ciò che accade (anche quando sai che è
impossibile avere una risposta), il suo
coraggio che la porta a partire alla ricerca
del padre, senza sapere dove e con chi
sia, un coraggio che cerco di avere, ma
che forse non ho. Tante volte vorrei rischiare per qualcosa, ma la paura mi impedisce di farlo e quindi credo probabilmente di avere un po’ di invidia per il suo
coraggio.
Ed infine il prof, con quella paura che
Stella, la sua fidanzata, gli legge sul volto,
la paura di affrontare la realtà, di mettersi
in gioco, la paura di amare. Ma chi non
l’ha? Chi non ha paura di amare? Tutti ce
l’hanno. È un rischio che si corre, affidarsi
all’altro è rischioso, per questo fa paura,
ma guardando quelli che dopo aver rischiato sono arrivati a passare tutta la
vita insieme, beh, si può dire che ne vale
la pena!
“… e tentare di avere care le domande stesse come stanze serrate e libri
in una lingua molto straniera. Non
cercare ora risposte che non possono
venire da te perché non le potresti
vivere. E di questo si tratta: di vivere
tutto. Vivi ora le domande. Forse ti
avvicinerai così, a poco a poco, senza
avvertirlo, a vivere un giorno lontano, la risposta.”
Poniamoci tutte le domande che vogliamo, continuiamo a porcele per tutta la
vita, e viviamo aspettando, prima o poi le
risposte giuste le troveremo, anzi arriveranno da sole, si tratterà solo di coglierle.
Solo quando avremo risposto a tutte le
domande che ci saremo posti potremo
dire di aver vissuto, di aver capito la VITA
e cosa significa VIVERE.
Ma a certe domande credo che non possa
esserci una risposta, alcune cose sono
così e basta, nessuno ha mai trovato una
spiegazione, sono “cose che nessuno sa”.
L’ISTITUTO Dopo un’interessante conversazione con la preside cercherò di spiegarvelo
Gite: perche non se ne fanno
Davide Coita ► 2ªA
Q
uest’anno, come pure per i precedenti, nell’agenda scolastica si sono
annotate solo uscite didattiche e
non di più. Sto parlando di quelle “pseudo
-gite” che terminano con il suonare della
campanella, per intenderci senza troppi
tecnicismi. Tuttavia è crescente la richiesta di un viaggio degno della “V” maiuscola che possa coniugare due valori quali
l’istruzione e la socializzazione vedendo e
toccando con mano le realtà, purtroppo,
conosciute solo sui libri.
Da qualche anno,
solo gite che
finiscono col suono
della campanella
La formazione di noi giovani, quindi
l’acquisizione di competenze professionali
da spendere nel mercato del lavoro è indubbiamente di fondamentale importanza
per la tanto agognata crescita economica.
Penso che le gite contribuiscano al conseguimento degli obiettivi appena enunciati.
Ma allora per quale motivo non abbiamo
effettuato niente di tutto ciò?
I viaggi d’istruzione sono
un punto
imprescindibile della nostra formazione
In primis perché, quella di approvare e
deliberare i viaggi d’istruzione, scegliere il
docente accompagnatore nonché la meta,
è una scelta che compete al Consiglio di
Classe.
In secondo luogo possiamo attribuire la
responsabilità alla devastante, lacerante e
impetuosa crisi economico-finanziaria che
si è abbattuta agli inizi del 2008
sull’Occidente e sull’Eurozona mettendo in
difficoltà lo Stato Italiano. Ai ministeri
sono stati tagliati i fondi e, più nello specifico, sono venuti a mancare 8 miliardi a
quello dell’Istruzione.
Togliendo finanziamenti alla scuola, prima
destinatoci, è ovvio che dobbiamo dare la
priorità ai servizi essenziali e necessari.
Non possiamo elargire risorse per i viaggi
d’istruzione, un tempo consuetudinari.
Se, paradossalmente, un professore aves-
se una lezione di cinque ore in 1ªA e dovesse accompagnare la 2ªA a Venezia, la
scuola dovrà pagare sia il supplente che
sta in 1ªA sia quello che, non per un mattino bensì per una giornata, visita il capoluogo Veneto.
Vi è poi il vincolo (che ci è sempre stato e
SENTITE IN 5ªA
Prof. Figlioli (entrando in classe):
«Ragazzi, evitate di spruzzare profumi o deodoranti perché sono allergica»… «Oggi chiamiamo Legramandi»
Legramandi: «Prof, la avviso che
sono pieno di profumo»
sempre ci sarà) della
buona condotta della
classe tutta.
Secondo le previsioni,
l’austerità sarà protagonista dei prossimi
anni ed il pacchetto
delle opportunità che
l’apparato
scolastico
potrà offrire sarà sempre più magro. E sono
convinto
dovremo
pazientare
e
“accontentarci” delle
uscite scolastiche.
Concludo con un appello rivolto alla classe
dirigente di questo
magnifico, sciagurato, variegato e brillante paese: è essenziale investire nella ricerca e nella formazione dei futuri cittadini
per ritornare a crescere e per innovarci
diventando finalmente una nazione che
può competere con l’Europa e con il Mondo.
Prof. Sangalli a Degra: «Il lupo
perde il pelo ma non il vizio!»
Sabrina: «Infatti Degra è pelato!»
Piana: «Sento un velo di ironia in
questa frase!»
Prof. Benvenuto: «Un velo?! Ma
c’è una coperta!»
SENTITE IN 5ªB
Nicola a Marco: «Mi sa che ho perso una lente, ti vedo bello!»
Nicola a Valeria: «Cosa ridi Rini?!
Tu hai trovato il cervello nelle
Wacko’s!»
Rini durante l’interrogazione: «La
figura dell’estetista di D’Annunzio…»
SENTITE IN 5ªE
(Jacopo sta leggendo un articolo di
giornale)
Prof. Gazzola: «Ma ce la fai a leggere?»
Apo: «Non riesco così, va troppo a
capo!»
Prof. Consonni: «Bisogna fare la
traduzione simultanea delle frasi!»
Sonia: «Come simultanea? Ci dia
almeno un minuto per pensare!»
Prof. Consonni: «Un minuto?! In
un minuto si può fare anche un figlio!»
Prof. Paramatti: «Cos’è per gli
italiani la Palma?»
Nicola: «La Palmas?»
Mara: «La domenica delle Palme!»
Nicola: «Fì, vado tutte le domeniche a messa se c’è la domenica della
Palmas!»
Prof. Gazzola: «Dove era imprigionato Mussolini?»
Luzzo: «Ad Azkaban!»
Prof. Gazzola: «Manuel, tu sai
commentare questa strofa?»
Diversi secondi dopo...
Manuel: «Quale strofa?»
Partita Tripla ◄ 17
Back to
Italy
VIAGGIO D’ISTRUZIONE Le cronache delle ragazze e
Anna Biffi ► 4ªH
A
week with an English family, five
days in a new school and an unforgettable journey to Canterbury.
This is how I can describe my first experience on a language stage in the UK.
It all took place in England, from 4th to
A week with an English
family, five days in a new
school and an
unforgettable journey to
Canterbury
10th March together with 74 students
from my school and five teachers.
There were a lot of my friends who have
never travelled by plane, so it was an
enjoyable experience. On Sunday we took
of from Bergamo at and landed in Stanstead Airport (London) after two hours. A
cute boy was waiting for our group to
take us from London to Canterbury. After
a very long but nice trip, we arrived in a
Medieval Town where our host families
were waiting for us. Our adventure had
started!
The following day we had our first lesson
at Concorde International School and,
after a well-structuredtest, we were divided into different level classes. Luckily I
made a lot of new friends and we had a
lot of fun
together.
During
the
lessons
I
learnt a lot
about Canterbury’s
history
and I
discovered
different
ways of living
in
England.
On our last
day,
at
school,
we
had the opportunity to
Sopra, l’entrata della cattedrale, questo il suo interno.
go
around
18 ► Partita Tripla
When I entered
Canterbury Cathedral, it
took my breath
away: it was full
of art
the streets to interview some people. For
example, I learnt that the most English
people create their fashion styles and
appreciate all the others. We also went
sightseeing in Canterbury: the Museum,
the Cathedral, the Weavers’ House, the
Great Stour River.
When I entered Canterbury Cathedral, it
took my breath away: it was full of art
and it reminded me of what I had studied
at school about Gothic Art. I was fascinated by Leeds’ Castle too even if the
weather was horrible. It rained cats and
dogs! Nevertheless the gardens, the landscape and the rooms inside the building
were amazing.
Most people believe British food is disgusting, well, my English “mum” wasn’t a
bed cook at all! My family was also nice
and polite; I was very happy for them!
Their home was a comfortable enough
and quite nicely decorated.
On Saturday we were very sad as we had
to leave.
I thank the teachers who gave us this
dei ragazzi delle quarte Erica dalla cittadina britannica
What a wonderful week
Sara Dognini
Maddalena Lanzini
Eva Legramandi
Gian Marco Manenti
Antonella Pavon
Sofia Sassi
Iulia Trana
P
►
►
►
►
►
►
►
4ªI
4ªI
4ªI
4ªI
4ªI
4ªI
4ªI
ioggia e vento, ma tante emozioni:
this is England!
Salutata la nostra soleggiata Italia,
noi ragazzi di 4ªI, accompagnati dalla
professoressa S. Mandelli, insieme ad
altre classi dell’Istituto “Oberdan”, siamo
atterrati nel grigio pomeriggio del 4 marzo
alle 18.15 (ora inglese) all’aeroporto
londinese di Stanstead. Provvisti di bagagli, zainetto e un pizzico di curiosità,
eravamo pronti ad affrontare una nuova
esperienza di studio della lingua inglese,
nell’antica cittadina di Canterbury.
Per consentire un migliore approccio con
la cultura locale, siamo stati ospitati dalle
famiglie inglesi per una breve, ma intensa, settimana.
Pioggia e vento,
ma tante emozioni:
this is England!
Le nostre giornate erano organizzate
dalla “Concorde International”, la scuola presso la
quale seguivamo dei corsi
mattutini. Nel pomeriggio
invece, accompagnati da
guide competenti, abbiamo potuto visitare le
più importanti attrazioni
della città e non solo.
Tra queste l’imponente
cattedrale, il cuore pulsante della storia di Canterbury, famosa per l’omicidio dell’arcivescovo Thomas Becket, avvenuto nel
1170 a causa di un
equivoco tra il re e i suoi
cavalieri.
Ci è rimasto particolarmente impresso anche il
castello di Leeds, dimora
di innumerevoli sovrani
inglesi, tra i quali il celebre Enrico VIII. Il suo
maestoso giardino, la sua
vegetazione rigogliosa e la
curiosa presenza di coloratissimi pavoni che,
vanitosi, posavano per le
nostre foto, hanno fatto sì
che questo luogo rientrasse nella nostra lista
dei posti assolutamente
da rivedere.
“Ladies and Gentlemen,
last but not least: London!”.
Ultima e più attesa, la visita a Londra. Un
piccolo assaggio dell’atmosfera londinese,
dei suoi immensi grattacieli, dei caratteristici taxi, delle inimitabili cabine telefoniche
e della sua multietnicità che girovaga in
ogni angolo della città.
Primo ad accoglierci, il British Museum.
Sessanta minuti per ammirare gli inestimabili tesori della storia qui racchiusi;
una scelta accurata su cosa visitare è
stata inevitabile.
Una breve pausa per pranzare e per un
po’ di sano shopping tra i negozi di
Covent Garden e poi subito in marcia
verso l’affollatissima Trafalguar Square.
Questo è stato il nostro punto di partenza
per una lunga passeggiata “no stop” tra i
principali monumenti, tra i quali Backingham Palace, St. James Park, Big Ben,
Westmister Abbey e il London Eye.
Non c’è dubbio che ci vorrebbe molto di
più che un assaggio per gustare a pieno
tutte le meraviglie che questa città può
offrire, a noi giovani per primi.
Lo stesso discorso vale per tutti gli altri
posti visitati che, a causa del poco e del
maltempo, non siamo riusciti a vivere
nella loro interezza, come sicuramente
faremo in un futuro molto prossimo.
Tutto sommato quest’esperienza ha maturato in noi la consapevolezza che, grazie
alle competenze linguistiche apprese e la
voglia di migliorare, possiamo ritenerci in grado di affrontare una
quotidianità tanto diversa
dalla nostra come quella
inglese.
Partita Tripla ◄ 19
GEMELLAGGIO 1 La classe 5ªH alla scoperta di Friburgo, cittadina tedesca nel cuore
I
l tanto atteso viaggio a Friburgo da
parte degli alunni della classe 5ªH
dell'Istituto Oberdan di Treviglio, per
l'incontro dei loro coetanei tedeschi in
lingua straniera, è finalmente giunto in
data 5 marzo ed ha permesso agli stessi,
accompagnati dall'insegnante di lingua
tedesca e dalla lettrice, di poter completare un percorso per una più approfondita e
completa conoscenza non solo della lingua tedesca ma di tutto ciò che caratterizza e rende unico un intero paese.
Il viaggio nella Toscana
della Germania
La programmazione del viaggio, sin dall'inizio dell'anno scolastico, presso quella
che da molti è definita come la Toscana
della Germania, il Markgräfler Land, pieno
di vigneti, e terra di produzione del vino
Gutedel è stata sicuramente un'ottima
leva motivazionale che ha portato l'intera
scolaresca coinvolta nel progetto a prestare molto più impegno nello studio della
lingua tedesca ed un maggiore interesse
per la conoscenza della Germania.
Altro fattore che sicuramente ha contribuito al successo, anche e soprattutto sotto
l'aspetto didattico e di apprendimento, era
la consapevolezza da parte degli alunni
che, una volta arrivati in Germania, salvo
le iniziative a carattere collettivo, una non
marginale parte del tempo gli stessi l'avrebbero trascorsa, singolarmente, nelle
famiglie tedesche ospitanti e ciò sicuramente ha favorito lo sforzo da parte di
ognuno di un corretto e intenso uso della
lingua tedesca.
La realizzazione, con successo, del viaggio
è nata possibile anche grazie al sostegno
della Preside M. G. Bertolini, che ha promosso con entusiasmo questa iniziativa
così come il suo Collega tedesco del Markgräfler Gymnasium che ha sostenuto
questo progetto con fervore ritenendolo
estremamente utile per gli alunni e per
tutti.
Il gruppo è partito dalla scuola Oberdan
alle ore 6 di lunedì 5 marzo con l'autobus
e dopo circa 5 ore e mezza di viaggio è
arrivato alla scuola MGM a Müllheim, a
sud della Germania, dove alunni e insegnanti avevano preparato un ricco buffet
con specialità tipiche tedesche come i
Brezel, che originariamente ricordavano le
braccia di un bambino incrociate a mo' di
preghiera, e dolci locali. Dopo le prime
conoscenze dei compagni “gemelli” tede-
20 ► Partita Tripla
schi una divertente partita di palla prigioniera italiani-tedeschi ha contribuito a
rompere il ghiaccio.
Ogni singolo alunno è stato quindi ospitato dalla famiglia degli alunni tedeschi e ciò
è stata l'occasione per conoscere anche i
genitori degli stessi, vivere nella casa con
loro, apprezzarne gli spazi, la particolare
architettura, i ritmi, l'ottimo rapporto che
hanno con la natura, ecc.
Anche il cibo è stato in parte una scoperta. Nonostante i timori iniziali, ha riscontrato grande successo gli Spätzle, che è
una pasta tipica di questa regione del sud
della Germania, condita con cipolle dorate
o salsa dell'arrosto e con contorno di cavolo rosso con mele.
Nella mattinata del 6 marzo la classe, in
gruppo, ha seguito anche una lezione di
italiano che gli amici tedeschi studiano da
4 anni per 4 ore a settimana e avendo
perciò raggiunto un buon livello. La lezione riguardava l'architettura istituzionale
italiana, la politica che la caratterizza, chi
governa, chi è all'opposizione, ecc.
La mattina successiva ogni singolo alunno
ha seguito il suo compagno “gemello” a
lezione di musica (canti di Mozart accompagnati dalla docente al pianoforte in
classe), storia, chimica, inglese, tedesco.
Anche le docenti accompagnatrici hanno
seguito con piacere le lezioni per esempio
di tedesco in cui gli alunni hanno tenuto
due relazioni sulle poesie di Else Lasker
Schüler e sulla storia degli zingari in Ger-
Una partita a palla
battaglia ha
contribuito a rompere
il ghiaccio.
mania fino ai giorni nostri.
Le colleghe tedesche hanno mostrato la
cittadina Staufen cin cui si dice sia vissuto
il Faust di cui narra lo scrittore e poeta
tedesco Goethe.
La visita di Freiburg è stata molto interessante soprattutto in compagnia dei compagni tedeschi. La città di Konstanz sul
lago di Costanza è stata molto interessante come anche l'esperienza di un pernottamento in ostello, inventato nel 1912
proprio da un tedesco, Richard Schirrmann.
Il museo del design a Lörrach è stato interessante e divertente, pieno di colorati
oggetti d'arredamento moderni che hanno
suscitato molto entusiasmo.
Infine la visita della cascata del Reno a
Schaffausen, la più grande d'Europa, con
la forza dell'acqua e della natura, ha coronato queste quattro bellissime giornate,
ricche di emozioni.
I compagni tedeschi sono già pronti per
venire a trovare i loro compagni della
classe 5ªH a Treviglio, nel mese di maggio!
della “Toscania della Germania”
Vittorio Barone ► 5ªH
Erika De Filippo ► 5ªH
U
nsere Erfahrung in Deutschland ist
wunderbar gewesen. Der Bus hat
auf uns um 6 Uhr gewartet. Trotz
der Müdigkeit, waren wir froh.
Nach 7 Stunden sind wir in Müllheim angekommen. Die deutschen Schülerinnen
haben uns herzlich aufgenommen aber
wir waren in Verlegenheit. Es gab einen
Imbiss mit deutschen Spezialitäten zum
Beispiel Brezel und Schwarzem Tee. Alles
war lecker! Das Völkerball Spiel hat uns
geholfen, dass Eis zu brechen. Wir sind
um 18 Uhr zu unseren Familien gefahren.
Am Abend haben wir uns in einer Kneipe
getroffen. Wir haben Spätzle und Waier
probiert. Einige deutsche Gewohnheiten
waren für uns komisch zum Beispiel Spezi: ein Getränk mit Coca und Fanta.
Am nächsten Tag sind wir früh aufgestanden, weil die Schule in dieser deutschen
Schule um 7:50 Uhr beginnt. Die Erfahrung der Schule hat uns am meisten gewundert. Wir haben mehrere Unterrichtstunden gehört. Die Methode des Unterrichts ist ganz anders in Bezug auf die
italienische Schule gewesen. Es gibt viele
Dialoge zwischen Lehrern und Schülern.
Die Klassenzimmer waren mit moderner
Technologie ausgestattet. Die Schüler
bekommen die Bücher von der Schule,
wählen die Schulfächer und jedes Schulfach hat ein Klassenzimmer so wechseln
die Schüler jedes Mal Mitschülerinnen und
Klassenzimmer. Die Regeln werden immer
respektiert. Die Pünktlichkeit ist wichtig
und die Schulglocke klingelt nur für die
große Pause. Die Unterrichtsstunden dauern nur 45 Minuten. Der Schulleiter
spricht mit den Schülern durch den Lautsprecher. Es gibt eine Schulkantine wo
jeder essen kann. Wir finden, dass dies
sehr motivierend ist. Am Nachmittag sind
wir nach Freiburg gefahren. Das ist eine
große aber ruhige Stadt. Es gibt viele
Geschäfte und Gasthäuser. Wir haben
einige Andenken gekauft und Käsespätzle,
Brägele und Schwarzwälder Schweinspeck
gegessen. Am Abend sind wir zum Restaurant nach Mülheim gefahren und haben alle zusammen gegessen. Wir haben
Billard gespielt.
Am dritten Tag sind wir noch zur Schule
gegangen aber nach dem Mittagessen
haben wir unsere Freunde verabschiedet.
Wir waren etwas traurig aber auch froh,
sie kennengelernt zu haben. Nach 3 Stun-
den mit dem Bus, sind wir im DesignMuseum angekommen. Wir haben viel
Spaß gehabt. Am Abend haben wir in
Konstanz gegessen und danach haben wir
in einer Jugendherberge geschlafen.
Am letzten Tag haben wir Konstanz besucht. Der Rhein durchfliesst die Stadt.
Konstanz ist die Stadt, die uns am meisten gefallen hat.
Wir sind ein bisschen unglücklich gewesen, weil es kalt war. Deshalb sind wir in
ein Cafe gegangen, um einen Tee zu trinken. Am Nachmittag sind wir nach Schaffausen gefahren, um den Rheinfall zu
bewundern. Es war eindrucksvoll aber wir
dachten, dass er größer war.
Am Abend sind wir nach Hause zurückgefahren. Wir waren müde aber froh für
unsere Erfahrung. Wir hoffen, dass unsere
deutschen Freunde und Freundinnen bald
nach Treviglio kommen werden!
Partita Tripla ◄ 21
Maria Chiara Maffi ► 5ªH
“I
l gemellaggio è un legame simbolico stabilito per sviluppare strette
relazioni politiche, economiche e
culturali.
Queste unioni vengono costituite per favorire relazioni umane e culturali tra i due
soggetti o enti che effettuano lo scambio.”
Quest'esperienza per noi è stata molto,
ma molto di più.
Una gita che si discosta dalle precedenti,
in quanto il contatto e la comunicazione
vengono notevolmente valorizzati.
Il quotidiano e le abitudini si fondono,
trovando punti in comune e notando differenze tra le due culture, quella tedesca e
quella italiana.
Con il gemellaggio,
il quotidiano e le
abitudini si fondono
Inizialmente domina la diffidenza, aleggia
il pensiero di dover trascorrere due giorni
a stretto contatto con persone sconosciute, frequentare la stessa scuola e fare i
conti con una lingua nuova, della quale
non hai troppa padronanza.
Questa sorta di “ansia” si dissolve istantaneamente quando arriviamo a Müllheim,
la cittadina non lontana da Friburgo, che
la nostra scuola ha scelto per il Gemellaggio.
Iniziamo a scorgere un gruppo di ragazzi
all'interno di un moderno edificio assai
variopinto e in breve tempo riconosciamo
i volti di coloro che ci ospiteranno nei
giorni seguenti.
Scrivo “riconosciamo” perché non appena
ci sono stati comunicati i nomi dei compagni tedeschi, è partita una sfrenata ricerca
su Facebook per poter dare volto a quel
nome affidatoci.
Per rompere il ghiaccio viene indetta una
partita a palla battaglia che si svolge in
una palestra della quale notiamo subito
l'ampiezza, la pulizia e la modernità.
Il primo scontro è tra italiani e tedeschi
che termina con la vittoria di quest'ultimi,
nel secondo round le squadre si mischiano
e ti ritrovi a "battere il cinque" ad un tedesco.
Assistiamo alla spiegazione di diverse
materie di studio, le quali, secondo la loro
organizzazione scolastica, vengono scelte
dagli studenti stessi.
Questa specie di “autogestione” ci ha lasciati molto attoniti e nel contempo ci ha
riportato al fatto che in Italia è concessa
solo la scelta del corso di studio e non
delle materie specifiche.
Inevitabile è risultato il confronto schiacciante fra le aule in Germania e quelle
della nostra scuola trevigliese, là tutto è
moderno: sedie, lavagne, banchi e la presenza di proiettori in diverse aule.
Sono tornata da questa prima esperienza
con qualcosa in più nella valigia: il piacere
22 ► Partita Tripla
GEMELLAGGIO 2
Due ragazzi di 5ªH raccontano il loro
Temi sul
di aver trascorso due giorni in un nuovo
ambiente, l'aver conosciuto Deniz ed essere entrata in contatto con la sua vita,
aver parlato con lei e i suoi genitori nella
loro lingua madre e l'aver riso di qualche
errore linguistico e di qualche incomprensione.
Nei mesi successivi a questo primo viaggio, io e Deniz abbiamo mantenuto salda
la comunicazione, tra telefono e internet
le sue notizie non sono mai mancate.
Ad aprile ci viene comunicato che il Gemellaggio può completarsi nel modo migliore: siamo pronti a ricambiare l'ospitalità dei ragazzi tedeschi.
Il 2 maggio ci scopriamo tutti accalcati
all'ingresso della scuola ad attendere un
pullman bianco con il logo rigorosamente
in tedesco.
Appena Deniz scende dal pullman, corro
ad abbracciarla, sono contenta che sia qui
e di aver la possibilità di renderla partecipe di quello che è il mio mondo.
Le cedo con molto piacere la mia camera,
le faccio conoscere i miei genitori ed alcuni amici, le racconto un po' di aneddoti
riguardanti la vita qui in Italia e la porto a
conoscenza degli ambienti che spesso
frequento.
Stavolta è lei a non capire e a chiedermi
chiarimenti o spiegazioni su alcune parole
italiane che proprio non le entrano in testa.
Scatta un meccanismo sorprendente,
quello di voler aiutare l'altro a capire, scoprendoti a dialogare un po' nella tua lingua e un po' nella sua, trovandosi in due
ad avere lo stesso, medesimo obiettivo:
comprendersi.
Dialogare in 2 lingue, con
l’unico obiettivo
di comprendersi
Quando arriviamo al congedo finale, Deniz
mi propone di tornare a trovarla in Germania quest'estate. “Con molto piacere”,
le rispondo.
Se si è in grado di costruire un legame,
quella del Gemellaggio, non è un'esperienza fine a se stessa, anzi, getta le basi
per un rapporto futuro.
Avendo vissuto tutto questo in prima persona, ho motivi per credere che sia una
delle esperienze che ti arricchiscono maggiormente sia sul piano culturale, che
umano e relazionale.
L'esperienza del gemellaggio con
gli studenti di Friburgo: impressioni, giudizi, confronti, cosa ti
resta di questa esperienza?
Considerate il confronto tra i due
sistemi scolastici, l'incremento
della motivazione all'apprendimento del tedesco, se c'è stata,
l'arricchimento non solo dal punto
di vista prettamente scolastico,
ma anche umano e relazionale.
Vittorio Barone ► 5ªH
Q
uest’anno, l’ultimo per noi, siamo
stati messi di fronte ad una scelta:
la classica gita-stage in Inghilterra o
un gemellaggio con una scuola tedesca?
Anche se la scelta è stata piuttosto obbligata, abbiamo deciso, alla fine, di effettuare questo scambio con una classe di
alunni tedeschi.
La decisione, all’inizio, non è stata accolta
con gioia da parte di tutti, ma col tempo è
stata accettata. Era gennaio, ma ben presto è arrivato il giorno della partenza:
eravamo tutti eccitati, chi più chi meno,
all’idea di incontrare gli alunni tedeschi. Il
viaggio è andato bene, e dopo sette ore
siamo giunti al piccolo paesino di Mullheim. Il panico regnava sul pullman: nessuno voleva più scendere! Avevano tutti
vergogna di incontrare i rispettivi ospitanti! Ma quasi immediatamente, la nostra
apparente timidezza è scomparsa; siamo
scesi dal pullman e siamo entrati nella
scuola.
Non mi sembrava una scuola: l’atrio era
accogliente e molto ampio, con una gradinata sulla destra e una vetrata sulla sinistra che dava su un grande cortile, dove
gli alunni brulicavano. Lì ci hanno accolto i
“nostri” tedeschi: ognuno cercava il rispettivo compagno ed è lì che io ho trovato Caroline, la ragazza che mi ha ospitato.
Dopo un banchetto a base di specialità
tedesche, abbiamo fatto un giro per il
piccolo centro abitato con un ex professore del “Gymnasium” che ci spiegava un
po’ la storia del paese, ma non eravamo
molto interessati, forse un po’ per la stanchezza. Dopo questa specie di escursione
cittadina, ognuno è andato presso la rispettiva casa dove avrebbe soggiornato
per tre giorni.
viaggio a Friburgo e ciò che hanno imparato
l Gemellaggio
Davanti alla scuola ci aspettava la madre
di Caroline che ci avrebbe portato in macchina a casa; la mia compagna viveva in
un piccolo comune a qualche chilometro
da Müllheim. La madre si mostrò subito
molto disponibile con me. Io non sapevo
come relazionarmi visto che il mio tedesco
non è proprio dei migliori. Mi esprimevo
un po’ a gesti, in inglese e in francese più
che in tedesco. Fortunatamente la mamma di Caro parlava anche l’inglese e il
francese per cui ci capivamo in maniera
abbastanza chiara. Mi piaceva il paesaggio
che vedevo attraverso il finestrino della
vettura; era un paesaggio rurale ai piedi
della Schwarzwald, la nota “Foresta Nera”
tedesca. I campi che costeggiavano la
strada variavano da un bel colore verde
fino ad un giallo spento. In circa dieci
minuti siamo arrivati a casa. L’abitazione
non era niente di caratteristico come mi
ero immaginato: era una normale villetta
con un giardino sul retro, dal quale, mi
spiegava la madre di Caroline, si poteva
Parlavano molto
meglio loro l’italiano
che noi il tedesco,
grazie alla
conversazione
vedere la Francia.
Quella sera stessa avrei mangiato in famiglia. Ho mangiato piatti tipici ma soprattutto dolci del posto! Ricordo solo che
erano molto zuccherati, quasi da fare
venire la nausea a chi non ne fosse abituato, tipo me. Però erano squisiti. Mi aspettavo che il cibo tedesco non fosse
molto buono, ma ho dovuto ricredermi! È
sicuramente diverso da quello italiano,
che io considero insuperabile, ma direi
che non ho mangiato male in questi 4
giorni in Germania. Ho cercato di assaggiare più piatti possibili del posto. Tra
quelli che ho assaporato avevano tutti la
peculiarità di avere un gusto deciso, dovuto, penso, all’uso di spezie.
La sera stessa sono uscito con Caro e ci
siamo incontrati con tutti gli altri presso
un pub dove ho finalmente assaggiato la
tanto acclamata birra tedesca che ha rotto
il ghiaccio. Abbiamo passato una bella
serata con i nostri nuovi amici ma, purtroppo, dovevamo rientrare prima possibile poiché la sveglia era la mattina presto:
la scuola iniziava alle 7.50 e per raggiungerla dovevamo prendere il bus.
La mattina seguente ho seguito la prima
lezione a scuola. A parte l’aula che era
molto più tecnologica delle nostre, con
aria condizionata, lavagne scorrevoli e
proiettore, anche il metodo di svolgimento
era diverso: l’insegnante dialogava con gli
alunni per spiegare l’argomento del giorno
e visto che si trattava di una lezione di
italiano tutti si sforzavano di parlare in
italiano, quasi come se si fossero dimenticati di parlare la loro lingua! Non vedevo
nessuno mangiare in classe, ogni persona
alzava la mano e aspettava il suo turno
per parlare e il brusio era quasi nullo. Mi
ha colpito il rapporto di rispetto tra alunno
e professore. La nostra mattinata a scuola
però è stata breve: siamo partiti prima per
una cittadina caratteristica nelle vicinanze
di Müllheim. Lì abbiamo potuto ammirare
l’architettura locale, distintiva dei paesi
nordici. La cosa strana è che in ogni città
che abbiamo girato, da Friburgo a Costanza, c’erano ruscelli che costeggiavano le
strade. La gente in giro era molto civile:
non ho mai assistito a nulla di strano se
non alla diligenza e all’educazione delle
persone, abbastanza rara in Italia. La cosa
che più mi ha lasciato di stucco è la correttezza: ad esempio le automobili in Italia
alle strisce pedonali è difficile che si fermino ma lì in Germania guai a chi non lo fa.
Mi ha fatto ridere quando Caroline, quando è venuta qui in Italia, mi ha fatto notare questo particolare!
In giro per i bar ho cercato di assaggiare
ogni tipo di tè possibile: sono una vera
specialità in Germania le diverse varietà di
questa bevanda. Nel pomeriggio, i nostri
compagni tedeschi ci hanno raggiunto a
Friburgo. Abbiamo fatto un giro turistico
della città e ci siamo relazionati molto
anche in tedesco. Difatti, questo gemellaggio, ha incentivato la mia voglia di imparare il tedesco che era quasi sparita.
Cercavo di capire i discorsi che facevano i
compagni tedeschi ma con molte difficoltà. Mi son reso conto che loro sono molto
più preparati rispetto a noi nell’uso della
lingua straniera: parlano molto meglio loro
l’italiano che noi il tedesco. Questo secondo me
è
dovut o al
met odo
d’insegnamento: le loro lezioni sono basate soprattutto sul dialogo e la conversazione piuttosto che gli esercizi di grammatica,
come succede in Italia. Ho avuto la fortuna di seguire una loro lezione di inglese e
sono rimasto allibito: discutevano di un
libro dando opinioni e giudizi su di esso
solo in lingua inglese, altro che seguire
un libro facendo esercizi e solo esercizi!
Quel giorno ci sarebbe stata un’altra
bella serata: sempre allo stesso pub
siamo stati invitati a mangiare una pizza
dai nostri compagni: non pensavo che
questi tedeschi sapessero fare una pizza così buona! Il giorno seguente ci
aspettava un’intera giornata scolastica,
ognuno con lezioni diverse. Io ho seguito quella di musica e quella di inglese.
Gli alunni tedeschi hanno la possibilità
di scegliere in quale materie diplomarsi,
avendo però l’obbligo di seguirne alcune standard per tutti; purtroppo anche
in Germania matematica è obbligatoria!
Caroline seguiva il corso di musica. La
lezione è stata molto piacevole. L’aula
era dotata di un pianoforte! La giovane
prof suonava le melodie che spiegava
agli alunni in un primo tempo e nella
seconda parte gli alunni cantavano
mentre l’insegnante suonava al piano la
base della canzone. Il tempo è volato,
forse anche perché le ore scolastiche
durano solamente 45 minuti e dopo
ogni ora c’è una pausa di 5 minuti: questa sì che è vita rispetto alle estenuanti
ore piene della nostra scuola!
Sono arrivato alla conclusione che il
sistema scolastico tedesco secondo me
è molto più avanzato rispetto al nostro:
a parte le tecnologie dell’edificio, ma
soprattutto il metodo d’insegnamento
basato sulla conversazione e poco legato ai libri di testo. Penso che la scuola
italiana, una delle meno finanziate in
Europa, dovrebbe prendere esempio
All’inizio consideravo
il gemellaggio una
gita di seconda
categoria, poi mi sono
dalla scuola tedesca. Penso che quando
Caroline è venuta in Italia sia rimasta
un po’ scioccata dalla nostra scuola!
All’inizio ero uno di quelli che faceva
parte del gruppo di persone che disprezzava il gemellaggio, definendolo
una gita di seconda categoria ma mi
sono ricreduto. Penso che grazie a questo tipo di viaggio, anche se brevissimo,
le mie vedute si siano allargate: ho
conosciuto un Paese nuovo e ho potuto
assaporare le usanze e le abitudini di
gente che abita nel Paese più avanzato
d’Europa, dal quale dovremmo spesso
prendere esempio. Inoltre il fatto di
trovarmi solo in una famiglia straniera
senza un mio compagno mi ha spinto a
relazionarmi con i miei ospitanti, sforzandomi ad usare ciò che ho imparato a
scuola, anche se ho constatato che si
Partita Tripla
◄ 23
INCONTRI Un appuntamento per capire cos’è la donazione degli organi
Perche donare gli organi
Elena Danelli ► 5ªE
I
l 17 marzo 2012 nel nostro istituto,
com’è consuetudine da alcuni anni, il
prof. Massimo Borelli, primario del
Reparto di Rianimazione e Coordinatore e
Responsabile per i Trapianti d'Organo
presso l'Azienda Ospedaliera di Treviglio,
ha incontrato le classi quinte per parlare
della donazione di organi.
Con competenza il professore ci ha spiegato il protocollo seguito dai medici per
accertare che la morte cerebrale di un
paziente sia ormai uno stato definitivo e
irreversibile.
Infatti lo stato di morte viene accertato da
tre equipe di medici, ciascuna con funzioni
diverse, e non prima delle 6 ore in cui il
paziente è stato dichiarato defunto.
Perché queste premesse? Per rispondere
ai dubbi che tutti noi abbiamo quando
decidiamo di compiere quell’atto di estrema generosità qual è “donare” gli organi.
Il prof. Borelli ci ha innanzitutto illustrato
che, nonostante nel nostro paese sia in
vigore dal 1999 la cosiddetta legge del
“silenzio assenso”, nella pratica viene
ancora applicato il principio del consenso
o dissenso esplicito alla donazione di organi e tessuti. Secondo questo principio a
chiunque è data la
possibilità di dichiarare
validamente la propria
volontà attraverso una
apposita registrazione
presso gli sportelli
competenti delle Aziende Sanitarie Locali
e dei comuni.
Può bastare anche
una dichiarazione della
nostra volontà scritta
su un comune foglio
bianco che riporti il
nome e cognome, la data e il luogo di
nascita ed infine la firma del dichiarante. I
medici tengono anche conto delle dichiarazioni verbali espresse in vita e riportate
dai parenti e sulla base di queste si comportano di conseguenza.
I donatori di organi possono essere persone di ogni età e gli organi prelevabili sono: i reni, il fegato, il cuore, il pancreas, i
polmoni e l’intestino, mentre i tessuti sono
le cornee, il tessuto osseo, le cartilagini, i
tendini, la cute, le valvole cardiache, i vasi
sanguigni.
L’operazione dell’estrazione degli organi e
del successivo trapianto viene effettuata
nelle sale operatorie degli ospedali accreditati dalla Regione o dal Ministero della
Sanità e non comporta alcun costo sia per
il ricevente che per il donatore.
La domanda più gettonata, ci confessa il
professore, che gli viene posta dai ragazzi
è: “Perché donare?” e la sua risposta è
semplice e diretta: “Per dar la possibilità
ad un'altra persona di vivere!”.
Credo che donare sia un gesto semplice,
che non comporta nessun costo e nessuna perdita di tempo, ma che per altre
persone può essere una speranza per
vivere una vita più serena.
USCITE Gli studenti di 2ªA ad un incontro sul fumo. Ecco cosa hanno scoperto
No smoking be happy
Federica Rota ► 2ªA
“L
a bionda” Bridget Jones nel film
“Il diario di Bridget Jones” se ne
sta pensierosa con in bocca una
sigaretta e perfino Hugh Grant nel film
“Un ragazzo” si accende 12 sigarette.
Questo potrebbe influenzare tanti giovani
vedendo un mito della televisione con una
sigaretta, ma bisogna sapere che solo un
attore su tre fuma realmente. Nei film lo
si fa per pubblicità: le aziende di tabacco
pagano gli attori circa 10.000 euro solo
per reclamizzare marche come Malboro,
Camel se non Wiston Blue, perché le
grandi aziende di tabacco non potrebbero
farsi pubblicità in altro modo. Sarebbe
ovviamente un controsenso dato che sui
pacchetti che vengono giornalmente venduti c’è scritto che sarebbe meglio non
fumare dato l’alto rischio di tumore. Nel
24 ► Partita Tripla
tabacco tutt’oggi si riconoscono solo, e
vorrei sottolineare solo, 4.000 sostanze su
12.000 presenti, delle quali 400 dannose
per l’uomo e 40 cancerogene. Senza tralasciare inoltre per il fumo si spendono tanti
soldi che potrebbero essere utilizzati per
scopi migliori. I giovani in media iniziano a
fumare in un età precoce procurando un
grave danno al proprio organismo facendosi male e facendo male alla gente
che sta loro vicino, non per questo
si dice che il fumo crea dipendenza
e se comunque qualcuno decidesse
di smettere di fumare, la percentuale di problemi sarebbe elevata. Oltre
a questa esistono ben 27 malattie
legate al fumo come: paradontite (il
fumo corrode le gengive procurando
un male insopportabile così le radice
rimane scoperta e di conseguenza si
possono perdere i denti); eucoplatia
(il fumo causa righe sulla cute); enfisema
(quando gli alveoli polmonari si uniscono
provocando la formazione di un tumore e
mutazioni del dna). Quindi perché fumare
quando si sanno tutti i rischi che esso
provoca, lo so siamo persone e ci piace
rischiare ma io vi dico: vi serve davvero
quel fumo per essere felici? La vita è molto più di una sigaretta con un tuo amico.
INCONTRI Consumare meno per vivere meglio
La vita non dipende dallo spread
Fabio Fontana ► 5ªE
È
possibile crescere all'infinito? Dal
punto di vista biologico, tutti noi
sappiamo che la risposta è 'no':
conclusa l'adolescenza, l'altezza che abbiamo raggiunto rimarrà la stessa per
tutta la nostra vita. Sotto il profilo economico, se ci riflettiamo un momento, la
risposta è altrettanto scontata: no. Com'è
possibile pensare che la produzione possa
crescere per sempre? Eppure tutti i media
ci propinano la crescita come la panacea
di tutti i mali dell'economia, dalla disoccupazione al debito pubblico.
Una diversa visione delle cose ci è stata
offerta durante l'incontro sul tema “Come
affrontare la crisi?”, organizzato dalla Cooperativa Famiglie Lavoratori presso
l'Auditorium della Cassa Rurale di Treviglio il 26 gennaio 2012 dove sono intervenuti Maurizio Pallante, che si occupa da
anni di ambiente ed energia ed è leader
del Movimento per la Decrescita Felice, e
Andrea Di Stefano, esperto di finanza e
direttore della rivista “Valori”, mensile di
economia sociale e sostenibilità edito da
Banca Etica.
Nella prima parte della serata si è parlato
delle cause della crisi che ha sconvolto il
mondo nel 2008. La principale è stata
trovata nel debito, sia quello degli stati sia
quello dei privati cittadini. Secondo i due
relatori la crisi è stata fin dal principio di
tipo produttivo, con un eccesso di offerta
di beni rispetto alla domanda. E se, fino
ad allora, si era riusciti a mantenere il
mercato in precario equilibrio con un alto
debito che, facendo costare di più le merci, aveva permesso di sostenere l'equazione "offerta uguale domanda", all'improvviso il sistema è crollato su se stesso perché
la maggior parte dei debiti non veniva più
restituita (partendo dai mutui subprime
negli Stati Uniti).
Nei paesi occidentali la crisi ha determinato un alto tasso di disoccupazione, per
contenere il quale, a detta degli economisti ortodossi, «è necessario tornare a crescere». Ma Pallante ha fatto notare che in
Italia, dal 1960 al 1999, a fronte di un Pil
aumentato del 360%, gli occupati sono
cresciuti solo di 400 mila unità.
A proposito del Pil, durante la conferenza,
è stata ravvisata la necessità di sostituire
questo misuratore di tipo quantitativo con
uno di tipo qualitativo. Al Pil, infatti, sfuggono fenomeni come l'autoproduzione (il
classico orto di casa, per esempio) o il
lavoro delle casalinghe e porta al paradosso che se quest'anno ci fossero più am-
Decrescere nei
consumi e nel lavoro
per avere più tempo
per se stessi
malati e così si comprassero più medicinali, il Pil crescerebbe, dimostrando di non
essere un'unità di misura affidabile del
benessere di un popolo.
Detto ciò, i due esperti hanno suggerito le
loro soluzioni all'attuale sistema economico fallimentare. Pallante ha illustrato le
fondamenta su cui si basa il suo Movimento per la Decrescita Felice: lo sviluppo
di tecnologie per abbattere gli sprechi
(per capire l'entità del problema, basti
pensare che il 3% del Pil italiano è costituito da cibo che viene buttato via), la
sensibilizzazione delle istituzioni verso
queste tematiche e il cambiamento degli
stili di vita. A tal riguardo, la discussione si
è spostata quasi su un piano filosofico:
decrescere nei consumi e nella dipendenza dai mercati internazionali, rimettere al
centro il territorio e puntare sull'autoproduzione ci permetterebbe di avere più
tempo a disposizione per le relazioni umane e per la nostra sfera sociale. Insomma,
consumare meno per vivere meglio.
Secondo Di Stefano, invece, la soluzione
sta nel mettere un freno alla “finanza
Frankenstein”, che oggi vale trenta volte
di più del Pil del mondo. Altre misure ri-
guardano l'introduzione della Tobin
Tax (la tassa sulle
rendite finanziarie),
lo spostamento della
pressione fiscale dal
lavoro ai consumi, la
creazione del reddito
minimo garantito, un
maggiore impegno
nel risparmio energetico e la redistribuzione del reddito
all'interno dei paesi
sviluppati (negli ultimi 20-25 anni le
entrate dell'1% più
ricco della popolazione sono aumentate
del 275%, quelle del
restante 99% solo
del 18).
Ai due relatori è
stato poi chiesto
cosa può fare, dal canto suo, il singolo
individuo. Deve aspettare direttive dall'alto o può mettere in pratica delle azioni
concrete già da subito? Di Stefano ha
risposto che l'iniziativa migliore che una
persona può intraprendere è quella di
esercitare pressioni sulle amministrazioni
locali affinché comincino ad adottare politiche virtuose nei campi della gestione dei
rifiuti, dello sfruttamento della risorsa
idrica, della mobilità e della ristrutturazione degli edifici pubblici per renderli più
efficienti sotto il profilo energetico. Pallante ha aggiunto anche che è necessario
prestare un'attenzione particolare alla
propria abitazione, installando piccoli impianti di fonti rinnovabili e potenziando
l'isolamento termico (punto debole degli
edifici italiani, se paragonati a quelli tedeschi).
Molti di coloro che hanno preso parte a
questo appuntamento, hanno realizzato di
vivere in un mondo sull'orlo del baratro,
drogato da decenni di energia a prezzo di
saldo (ora in esaurimento) che, oltre ad
averci abituato al consumismo più sfrenato, ha inquinato l'ambiente fino a farci
giungere quasi al punto di non ritorno.
Allo stesso tempo gli astanti hanno scoperto che una soluzione esiste e risiede
nel mettere di nuovo al centro di tutto la
persona umana e i suoi veri bisogni, ridimensionando i numeri di questa economia
fine a se stessa. Perché, per dirla con le
parole di Pallante, «la vita non dipende
dallo spread, ma dalla fotosintesi clorofilliana».
Partita Tripla ◄ 25
INCONTRI O meglio, quando la psicologia fa scuola!
A scuola di psicologia
Stefania Andreolli
Federica Bonissoni
Federica Moriggi
Chiara Sparro
►
►
►
►
3ªE
3ªE
3ªE
3ªE
D
urante quest’anno scolastico la
classe 3ªE del nostro istituto ha
partecipato ad un progetto piuttosto ambizioso che ha coinvolto diverse
scuole del nostro territorio. Il tema di
questa iniziativa era il seguente: La psico-
logia nella scuola: prevenzione e ricerca
sul disagio adolescenziale. Nella nostra
scuola l’attività è stata condotta da due
psicologhe, la dott.ssa Eleonora Sasso e la
dott.ssa Caterina Laini.
Questo progetto ha interessato tre diverse
categorie: alunni, docenti e genitori.
I primi incontri si sono svolti tra alunni e
psicologhe e da queste cinque sedute le
dottoresse hanno tratto spunto per discutere con le altre categorie.
Noi ora, facendoci portavoce della classe
3ªE, cercheremo di raccontare questa
esperienza.
Durante la prima seduta abbiamo svolto
un gioco di ruolo per conoscerci meglio e
per parlare delle relazioni con i nostri coetanei. Ci siamo dimostrati partecipi e collaborativi in quanto abbiamo affrontato
temi e problemi che ci riguardano come
classe, analizzando anche tutte le figure
che possono nascere all’interno di un
gruppo come una classe scolastica: il bullo, il timido, la crocerossina, il comico,
l’asociale, il leader, il boss.
Nella lezione successiva abbiamo affrontato l’argomento della sessualità anche analizzando immagini e frasi spesso utilizzate
nella realtà contemporanea. La classe si è
approcciata all’argomento evidenziando
non solo gli aspetti fisici legati alla sessualità, ma collegandola al tema più vasto e
complesso delle relazioni sentimentali.
Abbiamo analizzato così le possibili difficoltà che si incontrano nei rapporti tra
persone di sesso diverso e le conseguenze
che possono derivare, come gravidanze,
aborti, malattie.
Quando si è trattato invece di affrontare
l’argomento del rapporto tra figli e genitori, la classe non ha mostrato lo stesso
grado di partecipazione e non è riuscita a
collaborare in modo costruttivo con le due
dottoresse, forse perché si trattava di un
tema troppo personale su cui non eravamo pronti a pronunciarci apertamente in
mezzo ai compagni.
Un argomento che ci ha molto coinvolto e
sul quale tutti abbiamo esposto opinioni
spesso condivise, è stato quello delle cosiddette dipendenze. Abbiamo affrontato
questa questione sotto tutti i punti di vista
arricchendo l’incontro col racconto di esperienze personali o di nostri conoscenti.
La classe ha trattato anche il tema del
rapporto con il cibo attraverso la visione
di un estratto del film Briciole e l’ascolto
della canzone Mai nata di Tiziano Ferro.
Questa esperienza nel complesso è stata
positiva perché ci ha fatto crescere come
classe, ha migliorato le relazioni tra noi
ragazzi e ci ha permesso di conoscere
meglio tutti i compagni.
GITE Gli studenti di 3ªE e di 3ªF alla scoperta delle mura di Bergamo
Un viaggio nel tempo
Stefania Andreolli ► 3ªE
Federica Moriggi ► 3ªE
Chiara Sparro ► 3ªE
G
iovedì 12 aprile è iniziata la nostra
avventura attraverso le vie di Bergamo Alta, accompagnati dai professori Clemenza Gazzola e Alessandro
Marchetti.
Eravamo attesi, noi studenti di 3ªE e di
3ªF, da una giovane e preparata guida
che ci ha condotto a ritroso nel tempo.
Il nostro viaggio nella storia è iniziato
migliaia di anni fa con l’insediamento del
primo popolo, gli Orobi, di cui abbiamo
perso le tracce.
I primi resti che troviamo sono quelli di
epoca romana: l’Arena circolare, il Cardo
e il Decumano, le vie principali della piantina di città alta che sono rimaste intatte
nel corso della storia e le Mura Romane.
Oltre a queste mura nella città troviamo
anche quelle medievali, le muraine che
comprendevano alcuni borghi di città bassa e quelle venete costruite a partire dal
26 ► Partita Tripla
1561 a scopo difensivo.
Passando attraverso la Cittadella, la parte
più antica della città, siamo arrivati in
Piazza centrale che accoglie numerosi
edifici storici.
Tra questi troviamo la chiesa di Santa
Maria Maggiore, la cappella dedicata a
Bartolomeo Colleoni, famoso condottiero
quattrocentesco, il Palazzo della Ragione,
un tempo sede del comune della Bergamo
medievale e che oggi ospita importanti
mostre.
Abbiamo appreso che Bergamo non è
posta su due livelli come si pensa bensì su
tre: il colle di San Virgilio, Bergamo Alta e
Bergamo Bassa.
Siamo rimasti sorpresi nello scoprire che
Bergamo ha una delle biblioteche più famose d’Italia, infatti nella biblioteca Angelo Mai che, con la sua imponente struttura
delimita un lato di Piazza Vecchia, possiamo trovare alcuni importanti manoscritti
risalenti al Quattrocento e molti affreschi.
Abbiamo visto che Città Alta è tutta da
scoprire, che non si limita alle belle vie
che offrono pomeriggi di shopping, delizie
per il palato e un panorama unico, visibile
dalla cinta delle mura venete, ma è una
città ricca di storia e con un passato florido.
È stata una lezione di storia diversa dal
solito, molto più interessante e favorita da
una splendida giornata di sole (l’unica di
tutta la settimana).
SCIENZA Scienza e tecnologia al servizio della salute della mente
Alla scoperta delle neuroscienze
Michela Molendi
Arnela Suhopoljac
Elena Uccheddu
Paola Viola
►
►
►
►
3ªF
3ªF
3ªF
3ªF
S
abato, 24 marzo 2012 gli studenti
delle classi 3ªF e 3ªE hanno partecipato al Convegno “Frontiere delle
neuroscienze del cervello” che si è tenuto
presso l’ITIS A.Righi di Treviglio.
L’iniziativa è stata promossa dalla Fondazione Livia Tonolini per la didattica e la
divulgazione delle discipline scientifiche,
l’Azienda Ospedaliera di TreviglioCaravaggio e il Club UNESCO “il Caravaggio” di Treviglio-Bergamo per creare una
collaborazione tra scuola, sanità e cultura.
Il convegno ha offerto ai numerosi studenti presenti l’opportunità di penetrare
nei meccanismi di funzionamento del cervello umano, di esplorare i processi che
sovrintendono all’apprendimento e alla
memoria per scoprire infine l’importanza
della diagnostica per immagini, scienza
quest’ultima che consente di esplorare il
cervello e di individuare le cause di gravi
malattie, permettendo così interventi efficaci e spesso risolutivi.
Molto apprezzato è stato anche
l’intervento del dott. Massimo Borelli che
ha parlato del trauma cranico, richiamando la nostra attenzione ad un comportamento più attento e responsabile nella
guida dei ciclomotori e sulla strada in generale.
La dott.ssa Samantha Bodrato, dirigente medico Struttura Complessa di Medicina Nucleare, ha introdotto gli elementi anatomici del cervello, spiegando che il corpo umano è costituito da milioni di “componenti” diversi che svolgono
tra loro compiti distinti e complementari,
finalizzati alla sopravvivenza dell’organismo.
Gli impulsi nervosi e le sostanze chimiche
costituiscono i due tipi di comunicazione
che si verificano all’interno del corpo umano. Per esempio, il sistema nervoso e il
sistema endocrino presentano un elevato
È importante trattare
le conseguenze dovute
agli incidenti stradali, soprattutto per noi
giovani
livello di integrazione tanto che attualmente sono compresi nel termine
“sistema neuroendocrino”. A questo complesso meccanismo di comunicazione interna se ne aggiunge un altro, finalizzato
alla comunicazione con l’ambiente esterno, che si realizza grazie agli organi di
senso.
Il prof. Franco Tonolini, presidente
della Fondazione Livia Tonolini per la Didattica e la Divulgazione delle Discipline
Scientifiche, ha avviato l’argomento dei
processi dell’apprendimento e della
memoria elencando dapprima tutte le
neuroscienze esistenti e di seguito le parti
di cui è composto il nostro sistema nervoso e le rispettive funzioni: esso è costituito da due emisferi (quello destro e quello
sinistro) e da quattro lobi (parietale, occipitale, frontale e temporale). Dopo di che
ha constatato il fatto che la memoria,
ossia la capacità dell'animo di conservare
e rievocare esperienze e conoscenze passate, può essere episodica quando contiene le informazioni relative agli eventi della
vita trascorsa, oppure semantica quando
contiene conoscenze generali acquisite nel
tempo come una lingua o una teoria o
altro ancora.
Ha continuato la conferenza il dott. Edoardo Facchi, direttore della Struttura
Complessa di Medicina Nucleare, trattan-
do l’argomento riguardante le apparecchiature per la diagnostica di immagine.
Ha spiegato che lo studio del cervello
viene fatto con diverse indagini strumentali che comprendono :
 l’ecografia, che è un’indagine diagnostica che utilizza gli ultrasuoni e viene
impiegata sui neonati;
 la radiografia convenzionale (RX);
 la tomografia assiale computerizzata
(TC), che negli anni ’70 ha dato una spinta alla neurologia clinica, grazie alla visualizzazione delle strutture nervose del cranio e della colonna vertebrale, oggi viene
usata nelle emergenze cerebrali, come
traumi, ischemie ed emorragie;
 la risonanza magnetica (RM);
 la gammacamera (SPECT);
 la tomografia a emissione di positroni
(PET).
Ha concluso l’incontro il dott. Massimo
Borelli, direttore della Struttura Complessa di Anestesia e Rianimazione, con un
interessante intervento riguardante il
trauma cranico, che è tra le principali
cause di mortalità e di disabilità nella popolazione al di sotto dei trent’anni. Molto
si può fare per migliorare l’outcome di
questa patologia a partire dalla prevenzione fino ad arrivare alla rapidità del soccorso e all’adeguatezza dei trattamenti.
La nostra regione è una delle aree di eccellenza sotto il profilo sanitario: l’Istituto
San Raffaele di Milano è uno dei più rinomati centri di ricerca d’Italia, all’interno
del quale vi è una divisione delle neuroscienze. L’enorme progresso relativo alla
conoscenza della struttura e del funzionamento del sistema nervoso ed ai promettenti sviluppi nel trattamento delle malattie neurologiche e psichiatriche hanno
fatto sì che le neuroscienze siano, attualmente, una delle discipline di maggior
interesse nel campo biologico e medico.
Partecipare al convegno è stato molto
positivo, soprattutto ha riscontrato successo l’ultima esposizione del dott. Borelli,
poiché riteniamo sia importante trattare le
conseguenze dovute a incidenti stradali,
soprattutto per noi giovani, spesso imprudenti nella guida dei nostri ciclomotori.
Nel suo intervento il dott. Borelli si è avvalso di immagini e dati molto forti riguardanti i traumi cranici e le conseguenze
pericolose derivanti dall’utilizzo di stupefacenti e di alcool.
Si è differenziato dai suoi colleghi per il
linguaggio colloquiale e divulgativo, più
vicino a noi giovani.
Partita Tripla ◄ 27
Davide De Marco ► 5ªE
C
RIFLESSIONI Quattro alunni dell’Oberdan si interrogano
risi, spread, borse, fallimento, declassamento, ormai queste fatidiche
parole vengono citate ogni giorno
una miriade di volte da politici, esperti,
professori, giornalisti. Si parla di ciò a tal
punto che oramai noi “poveri” cittadini
non diamo più importanza alla sua tragicità e a ciò che comporta questa crisi economico-finanziaria che ci fa compagnia da
quasi cinque anni.
Dopo mesi e mesi e addirittura anni, passati a studiare ed a elaborare le cause
della crisi, oggi si sta cercando in tutti i
modi di trovare una soluzione, una via
d’uscita dall’infinito tunnel.
La parola d’ordine per
molti esperti è crescita
La parola d’ordine per molti esperti è stata ed è tutt’ora crescita: la crescita e la
ripresa dell’ economia secondo loro permetterà all’Italia e a tutti i paesi
dell’Europa e del mondo di “riemergere”.
Crescita significa aumento della produzione, l’aumento della produzione comporta
nuova occupazione, nuova occupazione è
possibile con l’ampliamento delle imprese
e l’apertura di nuove, queste possono
aprire grazie a nuovi investimenti o grazie a incentivi dello Stato.
Ma se si pensa che le imprese sono quasi
tutte in crisi, le casse dello Stato sono
vuote, soprattutto in Italia, Paese in cui
abbiamo un debito pubblico alle stelle,
che graverà anche sulle spalle delle generazioni future e dei nostri figli, la soluzione
non sembra così semplice né a portata di
mano.
Nuovi posti di lavoro
si troverebbero con le
ristrutturazioni
energetiche e le
fonti rinnovabili
La crescita del Paese comporterebbe di
conseguenza un aumento del P.I.L., proprio questo indice è messo in discussione
e considerato inappropriato da una
“corrente” opposta ai sostenitore della
crescita, ovvero coloro che condividono le
idee di Latouche, l’ideatore della
“decrescita felice”.
Secondo me, la soluzione per uscire dalla
crisi si può trovare nelle parole di Latouche, filosofo e intellettuale francese che
da diversi anni, già prima dello scoppio
della crisi, aveva pensato ad una soluzione per risollevare il mondo, cambiando
radicalmente la mentalità capitalistica e
consumistica che caratterizza quasi tutti
gli uomini oggigiorno. Sono d’accordo con
28 ► Partita Tripla
Le multinazionali schiacciano le piccole imprese,
il cemento e
l’inquinamento
distruggono il pianeta
le idee di Latouche che riguardano
l’occupazione, basti pensare che l’Italia è
uno dei paesi con la più alta percentuale
di disoccupati d’Europa. Seguendo il pensiero del filosofo si potrebbero creare
nuovi posti di lavoro.
La soluzione si può trovare nell’edilizia,
infatti la maggior parte degli edifici italiani, soprattutto pubblici, sono obsoleti e
non rispettano neanche le basilari norme
comunitarie europee di sicurezza.
Se si intervenisse su questi edifici recuperandoli e ristrutturandoli, molti giovani,
ma non solo, potrebbero trovare un lavoro e di conseguenza, gli edifici riportati a
norma, consumerebbero meno energia,
abbattendo quindi l’inquinamento grazie a
moderni e più efficienti impianti elettrici e
di riscaldamento.
Un’altra soluzione per uscire dalla crisi
secondo me si può trovare incentivando il
settore delle energie rinnovabili, già in
continua crescita in questi ultimi anni. Con
lo sviluppo del settore, nuova manodopera verrebbe impiegata nell’ambito delle
ricerca, progettazione e costruzione
d’impianti fotovoltaici, eolici e simili, contribuendo anche alla diminuzione
dell’inquinamento con la sostituzione,
graduale e lenta, di fonti energetiche non
rinnovabili quali gas e petrolio, che tra
poche decine di
anni si esauriranno.
Anche la riscoperta di valori
legati alla natura e all’ambiente può favorire una possibile via d’uscita dalla crisi.
Questi valori, invece, si stanno perdendo,
a causa della continua e incessante urbanizzazione che sta avvenendo sia in Italia
come nel resto d’Europa e del mondo;
immensi campi e terreni sono sottratti
all’agricoltura mentre potrebbero essere
bonificati per la creazione di parchi, per la
coltivazione di cereali, frutta e verdura
destinata a consumatori adiacenti a quei
terreni così da abbattere i costi di trasporto e ovviamente creare nuovi posti di lavoro, però questo settore viene molto
“snobbato” da chi è alla ricerca di un lavoro.
Molte altre sono le possibili soluzioni da
trovare per riuscire a riemergere da questa crisi anche se è difficile attuarle, ormai
ci troviamo in un mondo corrotto, dove le
multinazionali schiacciano le piccole imprese, dove il cemento e l’inquinamento
stanno distruggendo a poco a poco il pianeta.
Se devo essere sincero sono poco ottimista, non so come riusciremo e se usciremo da questa crisi, se Monti risolleverà
l’Italia, se la Merkel e Sarkozy risolleveranno l’Europa. Credo solo che non sia
possibile andare avanti con questa mentalità che ormai ci appartiene dalla rivoluzione industriale, e che l’unica soluzione sia
cambiare radicalmente il proprio stile di
vita e le proprie abitudini; convincerei che
la crescita del P.I.L. non è l’unico indicatore del “benessere”.
sulla crisi e sulle sue possibili soluzioni
I temi che trovate in queste
pagine e nelle prossime due
sono risultati vincitori del
concorso indetto da Cisl e
Anteas in memoria di
Elio Colleoni.
Svolta da De Marco, Fontana e
Lucchi:
«L'economia è in crisi, in particolare in Europa e nel nostro Paese.
Svanisce dunque la prospettiva di
un mondo globalizzato, produttivo
ed equo verso tutti. Facendo riferimento alle tue conoscenze e alla
esperienza, ipotizza una via d'uscita.»
Svolta da Galletta:
«Crisi, recessione, default, tagli:
queste parole bombardano la
nostra giornata ormai da tempo.
Quale significato hanno per te nel
contesto in cui vivi (amici, scuola,
famiglia) e pensando al tuo futuro?»
Fabio Fontana ► 5ªE
N
asdaq. Ftse Mib. Default. Pil. Spread! Oggigiorno i media ci bombardano con parole che non hanno
alcun significato se non per banchieri e
speculatori; ma le nostre vite sono legate
con fili invisibili a quei numeri che salgono
e scendono. L’operaio, il muratore, il contadino, l’insegnante si mettono le mani nei
capelli davanti allo spread che si alza e al
Pil che si abbassa.
Con la globalizzazione ci era stato promesso un mondo nuovo, ci era stato assicurato più benessere per tutti, un mondo
più equo, la sconfitta della povertà. Poi è
arrivata la crisi a sparigliare i giochi; come
schede di un domino tutti i paesi occidentali ci sono caduti uno dopo l’altro, sotto il
peso dei mercati finanziari crollati su se
stessi come castelli di sabbia.
Le banche scaricavano i
titoli tossici sui
piccoli risparmiatori
Dobbiamo smettere di vivere come automi del
“produrre, consumare,
crepare”
Il dolce sogno della globalizzazione si è
infranto nel 2007, quando negli Stati Uniti
il sistema dei mutui subprime è precipitato. Nel paese di Ronald Reagan e della
deregulation, da anni si elargivano prestiti
a soggetti che non potevano vantare alcuna garanzia di restituirli. Le banche e gli
istituti di finanziamento scaricavano questi
prestiti “spazzatura” sui piccoli investitori,
con operazioni al limite della legalità. Ma
ad un certo punto il castello di carte non
ha potuto fare altro che crollare: alcune
banche sono fallite, altre sono state salvate in extremis da copiosi aiuti pubblici. La
recessione, però, era già cominciata. E
dagli USA aveva raggiunto l’Europa, il
Giappone e poi anche i paesi in via di
sviluppo.
Dopo qualche anno, mentre si iniziavano
a intravedere i primi barlumi della ripresa,
nel Vecchio Continente è scoppiata la crisi
dei debiti degli stati, che imperversa
tutt’ora sull’Eurozona. La Grecia è stato il
primo paese a vedere i tassi di interesse
sul proprio debito pubblico arrivare alle
stelle, avviandosi sulla strada del fallimento. La troika (UE, BCE e FMI) ha concesso
aiuti economici miliardari alla finanza ellenica, ma anche a quelle di Irlanda e Portogallo. All’appello dei Piigs (“maiali” in
inglese), mancano l’Italia e la Spagna,
oggi sorvegliati speciali.
Fin qui la cronaca economica degli ultimi
mesi, ma gli effetti più pesanti della crisi
si sono abbattuti sugli strati più deboli
delle popolazioni coinvolte. Sono aumentate le disuguaglianze,
calati gli stipendi, la
disoccupazione
ha
raggiunto livelli astronomici (in Italia quella
giovanile è al 31 per
cento).
Questi problemi contingenti si aggiungono
a quelli strutturali: la
sperequazione
fra
ricchi e poveri, sia
all’interno delle nazioni che fra paesi diver-
si, l’esasperazione dei sentimenti che fa
crescere l’odio nei confronti del diverso, il
sovrasfruttamento e l’inquinamento
dell’ambiente.
Dinnanzi a tutto ciò, oggi si sta sempre
più diffondendo la proposta di un radicale
ripensamento dello stile di vita del pianeta, partendo dall’attuale sistema economico. Alcune soluzioni possono sembrare
utopistiche ma non sapremo mai se possono funzionare se non cominciamo da
subito a dirigere la nostra rotta verso di
esse.
Dal punto di vista economico, urge seppellire definitivamente il consumismo sfrenato che ha reso lo spreco un’abitudine
nefasta ed è stato attuato grazie ai bassi
costi di produzione che si traducono in
salari da fame e diritti ridotti all’osso per i
lavoratori dei paesi in via di sviluppo. Ridurre dunque la produzione, eliminando i
beni inutili e aumentando la qualità di
quelli necessari.
Abbassare il Pil, per quanto possa sembrare una follia agli economisti mainstream, è l’unico modo per tornare a vivere
come persone e non più come automi del
“produrre, consumare, crepare”. Del resto
l’odierno regime energetico occidentale,
che ha consentito questo ritmo produttivo, è basato su fonti fossili – petrolio,
carbone, uranio – che non dureranno per
sempre. Occorre pertanto ridurre gli sprechi energetici, migliorando l’efficienza
delle reti di distribuzione e iniziando a
costruire gli edifici con tecnologie di questo secolo, e puntare sulle fonti rinnovabili
(solare, eolico, termico e biomasse). Dobbiamo riservare un’attenzione particolare
all’ambiente, che l’inquinamento sta distruggendo con la crescita della temperatura globale. Si prospettano due gradi di
aumento che se davvero si realizzeranno
daranno il via a una serie di catastrofi:
l’innalzamento del livello del mare, una
maggiore frequenza dei fenomeni climatici
estremi (di cui l’Italia negli ultimi mesi ha
avuto degli assaggi), una desertificazione
più spinta.
Dato ciò, è fondamentale una presa di
coscienza globale immediata, poiché
l’attuale sistema economico ci può portare
solo al collasso. Dobbiamo rimettere al
centro di tutto la persona e suoi reali bisogni.
Partita Tripla ◄ 29
Simone Lucchi ► 4ªH
D
opo il terremoto finanziario che ha
investito gli Stati Uniti a causa del
crollo dei mutui subprime, lo spettro del fallimento si staglia ora minaccioso
sulla strada del vecchio continente. Declassamenti, spread ai massimi storici,
misure drastiche per evitare la bancarotta
e manifestazioni di dissenso da parte degli
statali sono ormai all'ordine del giorno.
Una recessione di portata internazionale
che ha originato autentiche voragini nei
conti di numerosi paesi, ormai sull'orlo del
baratro. Secondo le ultime stime di
“Standard And Poors”, autorevole agenzia
di rating, le misure adottate dai governi
europei per arginare la crisi sono insufficienti. L'outlook di quattordici paesi appare negativo: note dolenti per Francia ed
Austria, che devono rinunciare alla loro
tripla A, mentre sembrano arrancare ormai definitivamente Spagna, Portogallo,
Cipro, Malta, Slovacchia e Slovenia che
raggiungono Italia e Grecia, ormai degenti
di lungo corso.
La speculazione finanziaria punta quindi
apertamente sul default di Italia, Grecia e
Spagna, vittime illustri dei meccanismi
propiziati dalla globalizzazione. Il loro
impoverimento si riflette sulla produzione
e sui consumi, poiché Atene, Roma e Madrid non possono più permettersi di finanziare il proprio debito pubblico e le loro
economie rischiano di avvitarsi su se stesse in una sorta di circolo vizioso.
La globalizzazione ha indubbiamente favorito il contagio tra gli stati dell'Unione,
attraverso la stretta interdipendenza di
tutti i mercati.
Prima di addentrarci in un'analisi approfondita delle numerose piaghe che affliggono il nostro Paese, urge una rapida
riflessione sull'attuale situazione politica.
Dopo l'ennesimo esecutivo guidato da
Silvio Berlusconi, l'incarico è stato affidato
a Mario Monti, già rettore dell'università
Occorrono misure
contro chi esporta
capitali all’estero,
favorito dai condoni
30 ► Partita Tripla
RIFLESSIONI Quattro alunni dell’Oberdan si interrogano
L’Italia si
contraddistingue per
la propensione a
delinquere della sua classe dirigente
commerciale “Luigi Bocconi” ed economista acclamato a tutte le latitudini.
Un Governo costituito da persone competenti e soprattutto incensurate. Possiamo
quindi auspicare provvedimenti cogenti
nei confronti dei numerosi nababbi che
esportano i loro capitali all'estero, favoriti
da condoni e soglie di evasione.
Il serbatoio di denaro sporco accumulato
dal nostro Paese ammonta a circa cinquecento miliardi, equamente ripartiti tra
autoriciclaggio, finanziamenti pubblici per
i partiti, ecomafie, corruzione, concussione e capitali scudati.
Una risorsa pressoché inesauribile sinora
inutilizzata, un terzo della quale garantirebbe la copertura di un provvedimento
risolutivo che ponga fine alla drammatica
situazione del nostro debito pubblico.
Tuttavia il governo tecnico sembra stia
lavorando con calma, con perizia, nel tentativo di tutelare gli interessi di chi le tasse non le ha mai pagate, ovvero il Vaticano, Mediaset, la casta, gli evasori ed i
grandi istituti di credito.
Ad oggi il Governo si è semplicemente
limitato ad un leggero dimagrimento delle
province, peraltro solo annunciato.
Un risparmio sobrio, visto che potremo
incassare solamente sessantacinque milioni di euro sui due miliardi e mezzo impiegati annualmente solo per retribuire assessori, consiglieri e personale. Non sarebbe il caso di tagliare quei vergognosi
sussidi con i
quali si assicura
ai tesorieri delle
formazioni politiche la possibilità di intascare
milioni di euro e
destinare
tali
fondi alle imprese sull'orlo del
fallimento?
Monti si è poi
affrettato a dichiarare che gli
evasori prima o
poi saranno costretti a contribuire. Peccato siano protetti dalla famigerata norma
sulle soglie di evasione, introdotta nel
lontano 2000 dall'esecutivo allora guidato
da Massimo D'Alema.
Il provvedimento permette agli evasori di
nascondere da settanta a centomila euro
di reddito rimanendo impuniti.
Un metodo certamente singolare per sostenere l'Agenzia delle Entrate. Un espediente più efficace per porre fine a questa
pantomima sarebbe quello di raddoppiare
le pene ed abolire le soglie, deterrente
evidentemente sconosciuto ai tecnici.
In questo periodo di crisi, infatti, è opportuno porre la lotta alla criminalità economica tra le priorità della legislatura.
Eppure luminari ed esperti continuano a
fare retorica o si limitano ad ipotizzare
utopiche soluzioni ad un'economia ormai
stagnante.
Il direttore generale di Bankitalia Fabrizio
Saccomanni, ad esempio, si lancia in interpretazioni della crisi piuttosto personali.
Oltre a rimproverare l'Unione Europea per
non avere un sistema di governance comune per fronteggiare il tracollo finanziario, Saccomanni pone le infrastrutture tra
le priorità del suo piano di crescita, soprattutto per il nostro Paese. Scelta indubbiamente azzeccata, date le numerose
infiltrazioni mafiose già nell'assegnazione
degli appalti relativi all'EXPO milanese del
2015 e per l'abusivismo edilizio, fenomeno
oscuro ed in sensibile aumento.
Mentre dai turiboli dei rotocalchi si scatena la caccia agli evasori di Cortina e Sanremo, la corruzione dilaga. L'ultimo rapporto di Trasparency ci colloca infatti al
sessantanovesimo posto nella graduatoria
dedicata ai paesi meno corrotti. Un dato
allarmante se consideriamo che paesi
come Ruanda e Samoa hanno una percezione della corruzione inferiore alla nostra.
Il Belpaese si contraddistingue per la propensione a delinquere della sua classe
dirigente, patologica e reiterata. Sarebbe
doveroso un impegno istituzionale serio
che non si limiti alla sola ratifica della
convenzione di Strasburgo, ma che punti
a sgominare sul nascere le nuove forme di
illecito tributario e a contrastare gli episodi di tangenti tra privati, fenomeno in
vertiginosa crescita.
Forse dovremmo interrogarci su un antico
sillogismo platonico: “La politica, nella
comune accezione del termine, non è
altro che corruzione”. Magari potremmo
scoprire una nuova connotazione del termine “recessione”.
sulla crisi e sulle sue possibili soluzioni
Orazio Galletta ► 2ªE
G
ià da tempo ogni volta che sento il
telegiornale, le parole come crisi,
recessione, default e spread riempiono la bocca dei giornalisti e non fanno
altro che spaventare tutti coloro che, come me, e forse la maggior parte della
gente “normale”, non riusciamo a capire
cosa significhino.
Il nostro futuro è in mano
a Francia e
Germania
So solo che uomini e donne sono incollati
al televisore, guardano numeri scorrere
sul video… ascoltano economisti che parlano, cercano di spiegare alla gente quello
che sta accadendo creando ancor più confusione… anch'io e mia mamma che di
Borsa non capiamo nulla e che viviamo
con la pensione di papà ed il poco lavoro
della mamma stiamo lì a guardare… ad
ascoltare ed alla fine di tutto ci chiediamo:
cosa sta accadendo? che vuol dire fare
sacrifici? a cosa dobbiamo rinunciare?
cosa dobbiamo pagare? per chi e per che
cosa dobbiamo pagare?
Chiederci sacrifici è chiederci di non
andare più al cinema o a
mangiare una pizza
Quello che ho potuto capire è che il nostro futuro è in mano alla Germania e alla
Francia che dobbiamo stare alle loro regole, che questi due capi di stato governano
anche in Italia, o per meglio dire hanno il
potere di giudicare se le nostre leggi vanno bene per loro, se non vogliamo uscire
dall'Euro perché se lo facessimo sarebbe
una tragedia!
Il motivo non l'ho ancora capito, anzi: la
nonna ripete sempre “come si stava bene
con la lira!”...
Comunque siamo in Europa e l'Euro è ora
la nostra moneta!
Questo è un dato di fatto, come è certo
che l'Italia è messa molto male (così come
la Grecia, che forse sta peggio di noi)!
Per sistemare questa “catastrofe” è stato
nominato un governo di tecnici, si sono
Come dice mia nonna:
l’unica cosa che non ci
possono tassare sono i
nostri sogni!
presentati, Monti ha sostituito Berlusconi
ed in un'intervista si è impegnato a sistemare tutto.
Il suo è un governo “tecnico” (da quanto
posso capire, non si occupa di partiti, non
sta né a destra né a sinistra, insomma si
occupa di questioni pratiche, a mio vedere…), spetta a noi italiani pagare miliardi
euro di debiti che l'Italia ha contratto (per
quel che mi riguarda l'unico debito contratto dalla mia famiglia è il mutuo sulla
casa e l'abbiamo quasi pagato!) l'on. Monti ha parlato di sacrifici per tutti… ci ha
raccomandato di stringere i denti ed affrontare questo brutto periodo… come ho
già detto, in casa nostra entra una piccola
pensione e arrotondiamo col lavoro part
time della mamma, nel nostro caso particolare risolvere la crisi italiana significa
non uscire più a mangiare la pizza ed andare al cinema con gli amici una volta al
mese, già… con tutti gli aumenti la pensione se ne va per il mutuo ed il resto
nella benzina, nelle bollette e nella spesa… quindi in sostanza il sacrificio chiesto
alla mia famiglia riguarda tutto quello che
ogni persona normale che lavora ha il
sacrosanto diritto di poter godere… un
cinema? una pizza?
Forse per alcuni sono piccolezze, ma per
me significano un pochino di svago, lo
stare con gli amici, togliermi anche un
capriccio…
Non siamo una famiglia pretenziosa, già la
morte di papà ci ha costretti a parecchie
rinunce… però trovo profondamente ingiusto chiedere a noi dei sacrifici (che per
altri sono piccolezze, ma non lo sono per
me!), per debiti che non abbiamo mai
chiesto e neppure riesco a capire perché
non li paga chi li ha contratti questi debiti!
Guardando la televisione a volte provo
una rabbia tremenda, pubblicità, spettacoli televisivi hollywoodiani, donne, uomini
e ragazzi vestiti all'ultima moda, pubblicità
di ogni specie di superfluo esistente sul
mercato, oggetti che non ci possiamo
permettere più!
Alcuni miei amici sono nella nostra situazione, qualcuno è più fortunato, altri meno, però mi accorgo che quasi tutti hanno
dovuto rinunciare a qualcosa… insomma
ognuno ha il suo bagaglio di “sacrifici”!
Quest'ultima è la parola che sento sempre
in televisione, però chi parla di questi
fantomatici sacrifici ha “macchinoni”, ville
lussuose e fa vacanze in paesi esotici…
Perché chiedono sacrifici a me, a quelli
come me, alle famiglie normali che già
prima non vivevano nel lusso?
Non mi intendo di economia e in modo
particolare non capisco tante parole usate
in conferenza stampa da chi ci governa;
quello che sono riuscito a capire, nella
mia ignoranza è che bisogna pagare questo maledetto debito, forse per far contenta la Germania e la Francia, più probabilmente l'Europa intera, visto che l'eventuale default di uno Stato produrrebbe un
pericolosissimo effetto domino.
Ossia cadiamo noi e ci tiriamo dietro l'Europa intera!
Penso anche che tutti quei tecnici non
hanno poi pensato molto per sistemare le
cose… hanno aumentato tutto quello che
era più facile colpire: benzina, luce, gas,
alimentari… cioè tutto quello che ogni
normale famiglia consuma abitualmente…
tutto sommato non è che hanno spremuto
poi tanto le loro meningi!
Vorrei fare una
domanda a Monti:
perché siete partiti dal
basso con i sacrifici?
Un'ultima cosa, si parla tanto di noi giovani, del nostro futuro, del lavoro che non
c'è e forse non ci sarà, ora non devo più
neppure augurarmi di poter lavorare a
lungo in un posto perché è monotono…
ed io che avrei voluto un posticino in banca? Mi toccherà lavorare per tre mesi e
per altrettanti restare disoccupato?
Se potessi vorrei porre una domanda
all'on. Monti: perché siete partiti dal basso
coi sacrifici e non dall'alto? Chi è straricco
di certo potrà darvi più danaro!
Perché quando decidete qualcosa tracciate una linea orizzontale, senza una piccola
curva, voi tagliate, aumentate, ma non
sapete se tagliate a chi fa fatica ad arrivare a fine mese, a chi non ha più un papà
che lavora, ai vecchi che hanno lavorato
una vita ed ora non possono neppure
permettersi di riscaldare per bene le loro
case, ma è tanto difficile, è così impossibile valutare chi penalizzare e chi no?
Forse la risposta già ce l'ho: siamo noi,
“gente comune e onesta”, la vera garanzia di salvezza per lo Stato Italia!
Concludo dicendo che ogni tanto la zia mi
compra un gratta e vinci da 2 euro e prima di grattare sogno di vincere 100.000
euro… sogno… e nel sogno faccio tante
cose… perché come dice la nonna:
“l'unica cosa che non ci possono tassare
sono i nostri sogni!”.
Partita Tripla ◄ 31
CULTURA L’inglese e l’arte si fondono in dei cartelloni sul Caravaggio
Arte in terza d
Medusa
INTRODUCTION
a
Medusa” is
the 13th
work of Caravaggio. It is 60 x 55.
It was ordered by
Cardinal del Monte
who gave it as a
present to duke Ferdinando I De Medici. It is
an oil on canvas painting
mounted on a wooden shield
convex. “La Medusa” was undergone to restoration in 2002, after a bomb
attack in 1993. Now the painting is situated in Florence, in Galleria degli Uffizi.
La Medusa wasn’t chosen occasionally but
it was dear to the Medicis in Florence.
In this painting there is a strong contrast
between the background and the subject
in the foreground. In fact the background
is black, while Medusa’s face is very bright
and vivid.
The subject of medusa represents the
face and also the pain of a woman. Te
eyes convey terror and her open mouth
expresses an inhuman suffering.
We were attracted by this painting because it is very expressive and full of hidden meaning to discover. One of these
meaning is represented by vipers for hair;
we have noticed that these animals are
depicted in some of the paintings by
Caravaggio. Another very expressive particular are her eyes that convey wicked
terror; her neck is marked by strokes of
blood. Another particular that we were
attracted is the contrast of colours used
for the background and the foreground.
“L
MYTHOLOGY
he Subject in this painting is mythological. The mythology says that
the Medusa was transformed by
Athena into an old woman with long,
sharp teeth, with vipers for hair. Athena
also made the mouth of Medusa still. For
this reason shows her with the mouth
open wide. Then Athena made Medusa a
statue, in fact there are sculptures that
representing the bust of medusa.
Medusa was killed by Perseo who cut off
her head, looking of her reflection a his
shield polished like a mirror given to him
by Athena. Moreover, her head continued
to make stone anyone who looked even
after being detached from the boy. Finally
T
32 ► Partita Tripla
Medusa’s head was
given by Perseo to
Athena, who had
given him the
mirror
through
which he could
confront
Medusa
without
looking directly
into her eyes
and
without
being petrified.
Medusa
wasn’t
always a horrible
woman. Medusa was
attracted into a temple
dedicated to Athena by
Zeus, who courted Medusa. Athena
was jealous of her beauty and her hair, so
she transformed them in vipers.
The look of the monstrous Gorgone had
kept the power
to transform in
stone whoever
crossed
her
eyes even after
being
beheaded.
According to the
legend,
the
clotted
blood
would turn into
coral,
which
explains
the
compactness of
the coagulated
and very little
fluid strokes of
Caravaggio.
According
to
another legend,
as the poison of
snakes, Medusa’s blood had the power to
give death or heal.
Musica di alcuni giovani
T
his painting probably is the first
work that Michelangelo Merisi painted at Palazzo Madama, in the
house of cardinal Del Monte, his protector. In this painting there are four young
boys and probably they are preparing for
an upcoming concert. About these young
boys there are two interpretations. The
first interpretation states that
Mario Minniti is playing the lute, Caravag-
gio is singing, the man is reading the
score while the angel, Eros, is listening to
music
and he is picking up a bunch
of grapes from the ground. According to
the second interpretation Caravaggio has
portraied himself in three different poses.
This painting represents one of the many
examples of the cultural environment of
the cardinal’s court, where music and art
were topics of discussion along with
science. It is the first time that the painter
has made a self-portrait as a horn musician. Are also present subjects of dead
nature and musical instruments. You can
see the sad essence of Caravaggio’s painting looking at the subject on the
background of the painting. In particular
the characters are wearing traditional
classical Greek robes. From these it is
evident the contrast of dark and light colours, which is typical of Caravaggio; in
fact the background is very dark brown
while the youths are clearer, as if they are
illuminated by an artificial light. Caravaggio used a lot of light and lively colours
like red, white, green and brown. The
subject of this painting is everyday life
and it seems that the place is a Roman
inn. Finally we can say that Caravaggio
with his painting was reached perfection
in imperfection, in fact he didn’t change
the faces to make them more aesthetically beautiful and this was one of his
innovations with the extreme realism in
every detail. For example the clothes are
very detailed almost as if they were real
and if we look with attention we can see
that with them Caravaggio has created a
line that crossing the whole picture,
symbol of continuity and fluidity.
SOCIETÀ Ricordarsi di essere emigrati per comprendere gli immigrati
We are immigrati
Classe Seconda D
L'
emigrazione che ha caratterizzato
la storia degli italiani a partire dall'inizio del secolo scorso, ha portato
moltissimi verso gli Stati Uniti d'America.
Oggi l'Italia è terra di immigrazione.
In classe sono presenti diversi alunni stranieri, vogliamo raccontare loro e ricordare a noi stessi ciò che è stato... non perdere la memoria ci aiuta a scegliere, a
decidere quello che è giusto e quello che
non lo è.
Il punto di arrivo è la considerazione della
necessità di integrazione.
Siamo partiti dall'analisi di documenti
(fotocopia di una lista di passeggeri abruzzesi che dal porto di Napoli partono
per gli Stati Uniti nel 1919, fornita dall'insegnante), estratti di testimonianze di
ufficiali americani che attestavano le sofferenze che gli emigranti dovevano sopportare durante le circa due settimane di
viaggio, riportati dal testo di civiltà: Exploring English.
È impressionante quanto si dice in un
estratto della relazione sul fenomeno della
migrazione degli italiani negli Stati Uniti,
presentata
d a l l ’I s p e t t o r a t o
per
l’Immigrazione al Congresso americano
tenutosi nell’Ottobre 1912.
“Generalmente sono di piccola statura e di
pelle scura. Non amano l’acqua, molti di
loro puzzano perché tengono lo stesso
vestito per molte settimane. Tra loro parlano lingue a noi incomprensibili, probabilmente antichi dialetti. Molti bambini vengono utilizzati per chiedere l’elemosina ma
sovente davanti alle chiese donne vestite
di scuro e uomini quasi sempre anziani
invocano pietà, con toni lamentosi e petulanti. Dicono che sono dediti al furto e, se
ostacolati, violenti. Le nostre donne li
evitano non solo perché poco attraenti e
selvatici ma perché si è diffusa la voce di
alcuni stupri consumati dopo agguati in
strade periferiche quando le donne tornano dal lavoro.
Il rapporto Usa sugli emigrati italiani:
«Sono bassi, scuri e non
si lavano.
Girano voci di stupri»
Propongo che si privilegino i veneti e i
lombardi, tardi di comprendonio e ignoranti, ma disposti più di altri a lavorare.
Gli altri, quelli ai quali è riferita gran parte
di questa prima relazione, provengono dal
Sud Italia.
Vi invito a controllare i documenti di provenienza e a rimpatriare i più”
Gli americani disprezzavano gli italiani,
non li volevano; e sebbene contribuissero
alla crescita economica del paese, rimanevano cittadini di serie B.
In effetti le sofferenze degli emigranti di
inizio secolo, cominciavano dal momento
in cui decidevano di lasciare i loro paesi
con i mezzi che avevano, treni se fortunati, carri, muli, a piedi per raggiungere il
porto da cui sperare di potersi imbarcare.
Genova per il Nord, Napoli per il Sud
erano i punti di raccolta.
Non era scontato e facile l'imbarco. Visite,
vaccinazioni, accertamenti venivano regolarmente effettuati sui passeggeri della
terza classe; se andavano a buon fine si
poteva salire a bordo, e si preparavano
all'incubo della terza classe.
La steerage accomodation, la terza classe
appunto, era affollatissima, si era costretti a stare in spazi ristretti, sporchi e affollati, con poco cibo e solo acqua salata a
disposizione. Intanto l'America si avvicinava…, era grande la speranza di una vita
migliore, più forte però la paura di essere
respinti e quindi bisognava provare e provare a parlare in un linguaggio incomprensibile, a dire le cose che servivano
nella nuova lingua.
Ellis Island si avvicinava,… la vista della
Statua della Libertà era
sconvolgente, li emozionava. Eccoli sfiniti,
scioccati per ciò che avevano dovuto sopportare durante il viaggio, dover fare l'ultimo sforzo, rispondere alle domande degli
ispettori statunitensi.
Si doveva dire tutto, generalità, fingere di
stare bene, di avere soldi, di saper da chi
andare, cosa fare, dichiarare di non essere anarchici, di non costituire problema
insomma per il governo degli Stati Uniti. E
poi non rimaneva che sperare di non essere rimpatriati, di essere accolti e di poter essere anche loro parte dell'American
Dream.
Il fumetto, il pezzo “i pensieri di un bambino”, il dialogo sono in inglese perché il
lavoro fatto dalla classe 2ªD, nell'ambito
della riflessione su Cittadinanza e Costituzione è stato avviato dall'insegnante di
inglese; il dialogo è stato elaborato sulla
base di un documento tratto dagli archivi
di Ellis Island, la lista dei passeggeri di cui
sopra; sarebbe dovuto essere in dialetto,
ma l'inglese è la nostra lingua franca.
Breaking News!!!!!!
Our friend Juanung Phromphinan has
won a scholarship with Intercultura.
He's going to go to China in September
and he'll be there for a year.
We will miss you Bob!!!
Auguroni dalla classe II D
Il fumetto è nelle pagine seguenti
What's on a child's mind........!!!!
I can’t even think of my uncertain future,
what do I have to expect…?
Difficulties will be with me on this ship, during the journey and... at
the end of it...
No.. I have to hope, it’s not a game to win,.... it’s a bet.
I’ll arrive safe and sound at the U.S.A… the promised land for the
people like me.
My dreams, my projects, my ambitions will be with me for days and
days..
I hope they won’t be scattered or thrown in the mud. God!!! God
help me.. If you help me, if you are by my side, I’ll overcome the
troubles and pain I have to face during the journey..
and then there in America
I’m afraid I won’t make it, ..maybe I won’t be up to it! Oh God!
America I’m here to come!!
Astrid Rossoni ► 2ªD
Partita Tripla ◄ 33
34 ► Partita Tripla
Partita Tripla ◄ 35
SPORT Il punto sui tornei di calcetto maschile e femminile
Calcetto
maschile
Mateusz Luczkowiak ► 5ªE
Fulvio Nossa ► 5ªE
Q
uest’anno ha ripreso lo svolgimento
del torneo di calcetto maschile per
tutte le squadre delle classi del nostro istituto (dalle prime alle quinte).
Contrariamente alle ultime edizioni, il torneo si è svolto sul campo dell’oratorio
“Conventino”, un campo in brutte condizioni (non ce ne voglia il parroco) che
lasciava molto a desiderare e che ha anche influito negativamente sullo spettacolo delle partite; se ci aggiungiamo le condizioni meteorologiche invernali, potete
intuire che, nonostante la buona volontà
degli organizzatori e dei partecipanti, non
sia stato proprio facile giocare.
La location ha influito
sullo spettacolo ma il torneo non si è fermato
Malgrado questo, hanno partecipato al
torneo 19 squadre, suddivise in 4 gironi,
dai quali accedevano ai turni successivi le
squadre con maggior numero dei punti
dei vari gironi.
Del girone A, sono passate ben 3 squadre
al turno successivo, in quanto hanno accumulato 8 punti ciascuna. Del girone B,
sono passate 2 squadre, che hanno accumulato rispettivamente 12 e 7 punti,
d’altronde come del girone C, con la differenza che la prima classificata del girone
ha accumulato 10 punti invece dei 12
elencati poco prima. Del girone D è passata una squadra soltanto, che ha racimolato 7 punti.
Le fasi finali si svolgeranno successivamente (dopo la pubblicazione del giornalino) in cui assisteremo a diverse sfide interessanti.
Concludendo, ci auguriamo che questa
fase finale del torneo ci regali molte emozioni e auspichiamo che lo si ritorni a giocare in palestra, che ha sempre ospitato
questo torneo e nella quale si son sempre
disputate belle partite che hanno rispecchiato il vero valore delle squadre parteci-
5E
1F(a)
2G
3E
8
8
8
3
GOL
FATTI
15
18
11
17
1D
0
2
36 ► Partita Tripla
Calcetto
femminile
Mateusz Luczkowiak ► 5ªE
Fulvio Nossa ► 5ªE
L
unedì 2 aprile, dieci ragazze del nostro istituto hanno partecipato al
torneo del progetto “A tutto Sport”
di calcetto femminile. Il torneo che si è
svolto ai campi di via Bergamo, ha visto 5
scuole protagoniste: Zenale e Butinone di
Treviglio, Galileo Galilei di Caravaggio,
Einaudi di Dalmine, Simon Weil di Treviglio e, ovviamente, il nostro istituto I.T.C.
Oberdan.
Le ragazze del nostro istituto, ovvero:
Sessantini Aurora di 1ªA, Scarpello Martina e Possenti Anna Chiara di 1ªC, De Ponti Giorgia e Bonzani Chiara di 3ªC, Amatulli Arianna di 3ªH, Pellegrini Giulia di
4ªC, Ammoni Sara, Iannaccone Angela e
Baronchelli Eleonora di 4ªI, selezionate
dal mitico mister Monaco Francesco, si
sono classificate prime,
portando a
“casa” la coppa battendo in finale le ragazze del Galileo Galilei.
Noi della Partita Tripla abbiamo fatto una
breve intervista al mister/selezionatore
PUNTI
3D
4D
1F(b)
1G
12
7
6
3
GOL
FATTI
30
19
10
13
2B
1
4
GOL
SUBITI
6
11
8
17
3M
4A
1B
1E
26
2F
PUNTI
Monaco Francesco chiedendogli una opinione in merito allo svolgimento del torneo stesso:
Le ragazze quante partite hanno dovuto giocare nel torneo “A tutto
Sport” per aggiudicarsi la coppa?
Le ragazze hanno giocato 3 partite eliminatorie a girone e una finalissima. Nella
fase a gironi hanno vinto due volte e pareggiato una. Nella finalissima si sono
imposte battendo il Liceo Galilei, conquistando il trofeo.
Il risultato ottenuto rispecchia le sue
aspettative?
Certamente, sia dal punto di vista educativo che quello sportivo.
Qual è la cosa bella di allenare la
squadra femminile?
Più che allenatore sono un selezionatore
perché ho l’occasione di stare con loro
solo una volta all’anno e, comunque, le
ragazze del calcio mostrano di giocare per
puro svago, si divertono un mondo con un
sano agonismo che è fine a se stesso e
non “contaminato” da altri fattori come
quello che purtroppo possiamo osservare
nel mondo calcistico dei “maschietti”,
troppo intasato di interessi.
È difficile dirigere una squadra femminile?
Assolutamente no! (Altrimenti mi esonerano e perdo l’opportunità di stare “bene” e
GIRONE D
GIRONE B
GOL
SUBITI
6
12
20
21
18
PUNTI
4C
1C
3C
5D
7
6
1
0
GOL
FATTI
ND
ND
ND
ND
Le prossime sfide
GIRONE C
GIRONE A
PUNTI
panti e, quindi, della vincitrice.
10
7
6
4
GOL
FATTI
29
13
19
11
GOL
SUBITI
12
5
12
6
0
0
22
GOL
SUBITI
ND
ND
ND
ND
GIRONE A
5D - 4C - 2D - 1C
e i risultati di quello di calcetto
5D-3C
1C-4C
0-6
4-6
3C- 1C
4C- 5D
7-9
6-0
5D- 1C
3C- 4C
0-6
2-4
GIRONE B
4D - 3D - 2B - 1G - 1F(b)
GIRONE C
4A - 3M - 2F - 1B - 1E
GIRONE D
5E - 3E - 2G - 1F(a) - 1D
4D-3D
2B-1G
RIPOSO 1F(b)
3D-1G
2B-1F(b)
RIPOSO 4D
1G-1F(b)
4D-2B
RIPOSO 3D
2-8
0-6
1F(b)- 4D
3D- 2B
RIPOSO 1G
4D- 1G
3D- 1F(b)
RIPOSO 2B
5-2
8-2
4A- 3M
2F- 1B
RIPOSO 1E
3M- 1B
2F- 1E
RIPOSO 4A
1B- 1E
4A- 2F
RIPOSO 3M
1E- 4A
3M- 2F
RIPOSO 1B
5E- 3E
2G- 1F(a)
RIPOSO 1D
3E- 1F(a)
2G- 1D
RIPOSO 5E
1F(a)- 1D
5E- 2G
RIPOSO 3E
1D- 5E
3E- 2G
RIPOSO 1F(a)
10-1
1-2
5-6
2-2
10-2
8-2
4A- 1B
3M- 1E
RIPOSO 2F
2-2
0-6
12-10
0-6
4-5
5-0
3-3
6-0
3-0
10-0
5E- 1F(a)
3E- 1D
RIPOSO 2G
5-2
2-2
6-7
8-2
7-3
5-5
0-6
2-8
2-2
6-0
Bilancio nostro, che sei nel 2423
sia pareggiato il tuo conto
venga il 31/12
sia fatto il tuo assestamento
così in dare così in avere.
Dacci oggi il nostro credito quotidiano
e rimetti a noi i nostri debiti
come noi li rimettiamo ai nostri fornitori
e non c’indurre in minusvalenze
ma liberaci dalla perdita
d’esercizio.
Amen.
Partita Tripla ◄ 37
TERRITORIO I corsi di informatica dell’istituto per la cittadinanza
Informatica all’oberdan
che speriamo di ripetere negli anni successivi.
Internet in salsa
rosa
S
i è tenuto presso il nostro istituto un
corso di informatica di base gratuito
dedicato esclusivamente alle cittadine di Treviglio e dintorni. L’esigenza si è
manifestata dopo aver osservato che
spesso, quando si parla di nuove tecnologie informatiche e della comunicazione,
Anche gli over 55
si cimentano con
le
nuove tecnologie
Giulia Carolei ► 4ªM
Francesca Casirati ► 4ªM
Jennifer Vargas ► 4ªM
N
oi giovani dell’ITC G. Oberdan abbiamo tenuto un corso
d’informatica agli anziani di Treviglio. Il corso si è svolto nell’aula di informatica, dove noi ragazzi della 4ªM e 3ªC
eravamo coadiuvati dai professori Domenico Deluso e Battista Regonesi, responsabile dell'Università Anteas (università
della terza età).
Il nome del corso era “Argento vivo in
rete” che rappresentava proprio il fatto
che fosse dedicato agli anziani. Gli iscritti
erano 26 e gli incontri 4, ciascuno da 2
ore. Alcuni di loro avevano già delle basi
informatiche, ma la maggior parte doveva
partire da zero. Gli anziani erano molto
partecipi nelle varie attività svolte nel corso, anche se si sono trovati davanti ad
alcune difficoltà se la sono cavata molto
bene. Durante la prima lezione hanno
imparato i compiti essenziali per il funzionamento del computer ovvero accenderlo
e spegnerlo. Mano a mano che andavano
avanti gli incontri, “i nostri studenti” hanno imparato nuove nozioni come la crea-
38 ► Partita Tripla
zione di un’e-mail, che ha avuto grande
successo poiché essi si divertivano a mandarle ai loro amici. L’utilizzo di internet è
stata una cosa basilare sin dal primo incontro, perché con esso potevano trovare
ogni cosa che gli interessasse, infatti gli
abbiamo insegnato a visitare una libreria
online e anche a prenotare un viaggio
aereo. Le donne erano molto interessate
alle ricette e le stampavano mentre la
maggior parte degli uomini leggeva la
Gazzetta dello Sport o altre novità sul
calcio. Quello che ci ha più colpito è il
fatto che loro avevano un grande spirito
di iniziativa nello sperimentare l'informatica. Ora siamo in un’era dove la conoscenza del computer è alla base quasi di tutti i
lavori, quindi era giusto come per noi,
anche per loro imparare l’utilizzo del computer. Questo ci ha aiutato a capire come
sia difficile ma anche divertente insegnare
agli altri qualcosa di nuovo. Per noi è stata un’esperienza molto bella e educativa
sono le donne le più attente e curiose
rispetto ad una platea maschile sempre
più frequentemente scettica e rinunciataria.
“Internet in salsa rosa” è il nome dato al
corso che ha permesso a una quindicina
di signore della Bassa di misurarsi con
l’utilizzo del computer e la navigazione in
internet.
Quattro lezioni da due ore, dove dopo una
breve spiegazione dei contenuti si è passati all’azione pura con tutte le allieve
poste sotto il tutoring di Andreea Agafitei,
Giulia Leo, Linda Mazzoleni, Giulia Pellegrini, Claudia Pilenga, Diletta Rossigni,
Elena Zumerle, studentesse del corso
Mercurio. I risultati non si sono fatti attendere se è vero che al termine del corso
tutte le allieve sono state in grado di navigare in internet, utilizzando browser e
motore di ricerca; selezionare e stampare
le aree delle pagine web di interesse, di
creare e utilizzare una casella di posta
elettronica con qualcuna si è spinta sino
Noi
ragazzi
del gruppo H
ci divertiamo
a realizzare
le attività dei laboratori
Con la libertà d'informazione si misura la civiltà di un popolo.
Giancarlo Ghirra, segretario nazionale dell’Ordine dei Giornalisti