Giardini in Biblioteca

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Giardini in Biblioteca
“Dopo un po', tutto fa parte del paesaggio. C'è, esiste,
nessuno si ricorda più com'era prima. Non ci vuole niente
per distruggere la bellezza (...) Bisognerebbe ricordare
alla gente cos'è la bellezza, aiutarla a riconoscerla e a
difenderla. È importante la bellezza, da quella scende
tutto il resto...”
Dal film “I cento passi”
Marco Tullio Giordana - 2000
COMUNE DI FERRARA
Assessorato alle Politiche e Istituzioni Culturali
Servizio Biblioteche Civiche e Archivio Storico
GARDEN CLUB FERRARA
BIBLIOTECA BASSANI
Catalogo a cura di Giovanna Mattioli
con la collaborazione di Marco Chiarini e Lorenzo Magri
Grafica e impaginazione a cura di Enrico Borghi
con la collaborazione di Giulia Vullo
Stampa a cura del Centro Stampa del Comune di Ferrara
GIARDINI E CINEMA
IN BIBLIOTECA
Giardini in video e dvd
alla Biblioteca Bassani
Catalogazione e schedatura
a cura di
Giovanna Mattioli
Ferrara 2010
SOMMARIO
PRESENTAZIONI
Massimo Maisto
Assessore alle Politiche e Istituzioni Culturali del Comune di Ferrara
Enrico Spinelli
Dirigente del Servizio Biblioteche e Archivio Storico
Giulia Vullo
Presidente del Garden Club di Ferrara
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CATALOGO
GIARDINI IN VIDEO E DVD ALLA BIBLIOTECA BASSANI
Introduzione
Giovanna Mattioli
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SCHEDE DEI FILM
Indice alfabetico dei titoli
Indice dei titoli originali
Indice dei registi
Indice dei temi
Indice dei luoghi delle riprese
Indice dei riferimenti letterari
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Bibliografia
Siti Web
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APPENDICE 1 - RASSEGNE “GIARDINI AL CINEMA”
Introduzione
Giulia Vullo
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Cartoline di invito delle diverse rassegne
Schede distribuite in occasione delle proiezioni dei singoli film
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APPENDICE 2 - IL GIRO DEL MONDO IN 80 GIARDINI
Around the World in 80 Gardens - Monty Don
Introduzione
Giovanna Mattioli
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Elenco dei giardini presentati nell’opera
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PRESENTAZIONI
Ferrara può essere senza ombra di dubbio definita una città di pietre e
giardini. Un turista che la visiti non assumendo come punto di vista lo “sguardo
orizzontale” – di chi si incunea per le strade e le case – ma calando sulla città
dall'alto, vedrebbe un tessuto urbano punteggiato di verde: il verde dei tanti
parchi pubblici, il verde degli innumerevoli giardini privati. I giardini, a
Ferrara, sono anche uno spazio della memoria, un perimetro di condivisione di
storie, esperienze, un simbolo in diverse produzioni letterarie e
cinematografiche del secolo scorso (Il giardino dei Finzi Contini di Bassani ed
il successivo adattamento per il grande schermo di De Sica). Per tali tracce
presenti nel sentire collettivo e privato nella nostra città, una pubblicazione
come Giardini al Cinema svolge una funzione preziosa di censimento e
diffusione delle opere cinematografiche in cui risulta presente questo elemento
fondamentale del paesaggio naturale di ogni tempo.
Nella storia del cinema, il giardino è un fondamentale elemento di
connotazione, una dimensione mitica, in autentici capolavori della settima arte
(si pensi, solo per fare due esempi, a Barry Lindon di Kubrick ed a I misteri del
giardino di Compton House di Greenaway), una forma di descrizione del
personaggio (come dimostra l'immortale figura di Chance il giardiniere in Oltre
il giardino di Hal Ashby), il motore dell'azione, come avviene nel film L'erba di
Grace, oppure il suo contesto scenografico, come in Molto rumore per nulla di
Kenneth Branagh. Il giardino può assumere un significato prettamente
simbolico (il labirinto che conduce al male ed alla perdita di sé, come in Shining
di Kubrick), oppure caratterizzarsi come luogo di incontro fra arte e natura (il
giardino di Rodin ne Le due inglesi di Truffaut). Il giardino, in definitiva, è un
luogo dell'immaginario, tangibile e continuamente ricostruito dai lettori e dagli
spettatori cinematografici, un archetipo che nel cinema assume un'importanza
pari ad altri luoghi mitici, come il deserto nei film western oppure le strade di
asfalto bollente e le bische fumose dei noir americani degli anni '40 e '50 del
secolo scorso.
Massimo Maisto
Vice Sindaco
e Assessore alle Politiche e Istituzioni Culturali
del Comune di Ferrara
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Da diversi anni, la Cultura del giardino trova a Ferrara un ambiente che
risponde con grande passione e operosità alla sua diffusione, dando luogo a
proficue interazioni tra il mondo dell'associazionismo locale e quello delle
biblioteche pubbliche.
L'Associazione Garden Club e il Servizio Biblioteche e Archivio storico
del Comune di Ferrara hanno al loro attivo una più che decennale
collaborazione, che periodicamente sfocia in eventi espositivi – basti ricordare,
come esempio, la mostra “Erbe ed erbari a Ferrara dal '400 ai giorni nostri”
che fu allestita nel 2000 in Biblioteca Ariostea – in cicli di conferenze,
finalizzati all'approfondimento tematico, sempre contraddistinti dalla presenza
dei maggiori esperti di storia del paesaggio, di botanica e di giardinaggio, ed ora
anche in rassegne cinematografiche volte a testimoniare il rapporto tra giardini
e cinema, sempre di grande successo.
Non va poi dimenticato che l'Associazione, durante questi anni di dialogo
con le biblioteche della città, ha promosso la realizzazione di un fondo
bibliografico “Giardini in biblioteca”, arricchito da periodiche donazioni di
preziosi volumi, quali ad esempio quelli della collezione “Giardini e
paesaggio” diretta da Lucia Tongiorgi Tomasi e Luigi Zangheri per i tipi
fiorentini di Olschki, e quelli insigniti dal Premio “Giardini Botanici
Hanbury”, nonché dall'annuale sottoscrizione dell'abbonamento alla
prestigiosa rivista inglese “Studies in the History of Gardens and Landscape”,
conservata in Ariostea.
Si coglie oggi un nuovo frutto di questa proficua collaborazione,
nell'acquisizione di una raccolta di documenti-video (film e documentari)
donati alla Biblioteca Bassani, che trova un adeguato strumento di
valorizzazione nel Catalogo a stampa realizzato da Marco Chiarini e dai suoi
collaboratori. Si tratta di uno strumento importante, che permette di focalizzare
l'attenzione su una tipologia di documenti che si va sempre più diffondendo e
che sta riscuotendo grande successo nelle biblioteche, che richiede quindi una
particolare attenzione nell'ambito delle politiche di acquisizione, di gestione
catalografica, nonché di tutela e conservazione.
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Concludo, dunque, esprimendo un nuovo sentito ringraziamento al Garden
Club ché aiuta a mantenere sempre viva l'attenzione sulla Cultura del paesaggio
e dei giardini attraverso l'arricchimento delle raccolte delle biblioteche
comunali, in questo caso della Bassani, ove – al contempo - il suo Responsabile
Chiarini e i colleghi bibliotecari dimostrano sempre una lodevolissima
attenzione alle tematiche ambientali, qualificando ulteriormente la funzione di
quella Biblioteca sul territorio e nel pubblico di riferimento.
Enrico Spinelli
Dirigente del Servizio Biblioteche e Archivio Storico
Comune di Ferrara
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Il Garden Club di Ferrara, da più di dieci anni, assieme alla Biblioteca
Ariostea, tiene aggiornato un fondo denominato “Giardini in Biblioteca” che,
oggi, conta più di mille volumi recenti in lingua italiana sulla cultura del
giardino e del paesaggio. Questo fondo, depositato presso la nostra massima
biblioteca, è a disposizione di tutti i ferraresi che amino i giardini, i fiori,
l'ambiente. La bella e ricca raccolta libraria sui giardini, derivante da
acquisizioni della Biblioteca Ariostea e da doni del nostro Club e del professor
Gianni Venturi nostro socio fondatore, è documentata da cataloghi
bibliografici, aggiornati anno dopo anno, di cui l'ultimo è stato stampato nel
2009 col supporto dell'Assessorato alle Istituzioni e Politiche Culturali del
Comune di Ferrara.
Quest'anno si è pensato di ampliare l'offerta ai nostri soci e al pubblico
ferrarese di documenti sui giardini, provvedendo, assieme alla Biblioteca
Bassani (la più dotata a Ferrara di supporti video), alla catalogazione di tutti i
materiali multimediali disponibili presso di essa, direttamente o indirettamente
correlabili al tema “giardini e paesaggio”. La decisione è scaturita anche in
seguito al grande successo che ha riscosso l'iniziativa “Giardini al cinema”
(promossa dal Garden Club e realizzata con la collaborazione di ARCI e Centro
Attività Visive del Comune di Ferrara) che, da più di cinque anni, propone alla
città rassegne che esaminano, sotto diversi profili, il possibile rapporto fra
giardini e cinema. Il Garden Club ha così deciso di donare alla dinamica
Biblioteca Bassani, diretta da Marco Chiarini, i dvd dei film proiettati nelle
diverse rassegne e un interessante e coinvolgente documentario della BBC dal
titolo “Il giro del mondo in 80 giardini”. Il nostro dono si è aggiunto alla già
ricca collezione di film e video correlabili al tema “giardini” presente alla
Bassani e documentata, fin dal 2003, nella sezione “Giardini e Cinema” del
catalogo bibliografico “Giardini in Biblioteca”, pubblicato in occasione dei
250 anni di pubblico servizio dell'Ariostea. Ora l'ampliata offerta di titoli della
Bassani, si presenta, schedata e commentata attraverso questo catalogo che
consente al pubblico interessato di poter accedere – in maniera documentata –
al prestito gratuito dei film e dvd nei quali i giardini hanno un ruolo centrale o,
comunque, privilegiato.
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L'iniziativa non avrebbe potuto nè essere affrontata, nè giungere alla
stampa di questa pubblicazione senza l'impegno e la collaborazione di tre
protagonisti fondamentali dell'impresa: Marco Chiarini, Giovanna Mattioli e
Lorenzo Magri.
Marco Chiarini, competente e appassionato Direttore della Bassani ha,
negli anni, condiviso con noi molte iniziative centrate sulla cultura del
giardino. Desideriamo anche sottolineare che la sua pubblicazione del 1997:
“Libri e giardini: percorsi di letture per ragazzi e insegnanti”, realizzata durante
la sua direzione della Biblioteca del Barco, è stata per noi valido riferimento per
costruire e documentare la nostra già ricordata collezione “Giardini in
Biblioteca” , da cui deriva l'attuale “Giardini e cinema in Biblioteca”.
Giovanna Mattioli, architetto paesaggista, nostra socia, titolare della
fortunata e seguitissima rubrica settimanale “Andar per giardini” su “la Voce di
Ferrara e Comacchio”, è stata l'anima delle nostre rassegne “Giardini al
Cinema”, da lei pensate e coordinate per il nostro Club, da più di un lustro, con
crescente successo. Giovanna è persona colta e competente sia di giardini che di
cinema e riteniamo non potesse esserci nessun altro, a Ferrara, che – per noi e
per gli appassionati dei rapporti fra giardini e decima Musa – potesse
affrontare, con più generosità del proprio tempo e del proprio impegno
personale, il gravoso compito di compilare le schede di questo catalogo e di
organizzarne, per i lettori e fruitori di filmati, un accesso ragionato. Lorenzo
Magri della Biblioteca Bassani l'ha affiancata con pari dedizione e le è stato
compagno prezioso nell'attento e rigoroso controllo di riferimenti e indici di
cui, oggi, ci possiamo giovare.
Tuttavia lo strenuo lavoro di Giovanna Mattioli e Lorenzo Magri non
avrebbe potuto vedere le stampe senza il fondamentale e necessario appoggio
dei vertici istituzionali da cui dipende la Bassani. E ci riferiamo all'Assessorato
alle Politiche e Istituzioni Culturali del Comune di Ferrara, attualmente retto
dal Vice-Sindaco Massimo Maisto, che ha sempre guardato al nostro impegno
culturale rivolto alla città con benevola considerazione e ci ha concesso di poter
usufruire, a titolo gratuito, del Centro Stampa del Comune. Nè posso
dimenticare il più che decennale favore concesso alla nostra Associazione da
Enrico Spinelli, dirigente del Servizio Biblioteche e Archivio Storico, che ha,
negli anni, offerto supporto organizzativo e logistico, oltre che autorevole e
amichevole consiglio ai nostri “Giardini in Biblioteca”, di cui la collezione
video “Giardini e cinema in Biblioteca” rappresenta una feconda filiazione.
Un ultimo grazie, ma non meno caloroso, al sempre disponibile personale
di tutti i diversi Servizi della Biblioteca Bassani, a Sauro Angioletti del Centro
Stampa del Comune e al grafico Enrico Borghi che costantemente collaborano,
con sempre cortese efficienza, con la nostra Associazione.
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A tutti loro, anche a coloro che non ho direttamente nominato e che ci sono
stati a vario titolo vicini, esprimo la soddisfazione e la gratitudine del Garden
Club di Ferrara per aver contribuito ad aggiungere un altro significativo tassello
alla divulgazione della cultura del giardino.
Giulia Vullo
Presidente del Garden Club di Ferrara
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CATALOGO
Giardini in video e dvd
alla Biblioteca Bassani
INTRODUZIONE
Per chi di mestiere cerca di coniugare le necessità pratiche con una reale
insana passione per il giardino, in tutte le sue forme e declinazioni, e
un'altrettanta attrazione verso il cinema, trovare una motivazione che unisca
questi interessi è una trappola senza possibilità di salvezza. Una trappola
piacevolissima tesa, sotto i miei piedi, molti anni fa, da testi di altri che, prima di
me, hanno cominciato a studiare le implicazioni e i collegamenti tra il giardino,
opera viva, complessa e in continuo movimento e il cinema, arte della
rappresentazione umana attraverso la finzione. In particolare devo ringraziare
Lina Danielli, amica stimolante e piena di invenzione che mi ha aperto un
mondo con i suoi libri e le sue conferenze, e il professor Luciano Morbiato,
sempre disponibile a condividere i suoi giardini cinematografici scoperti nei
film più impensati. La ricerca, nata per curiosità, è diventata un progetto
prendendo la forma delle rassegne Giardini al Cinema, una scommessa che, nel
tempo, ha avuto sempre più risposta da parte del pubblico che, nel buio della
sala, ha cominciato a capire e apprezzare un modo diverso di conoscere il
giardino.
Seguendo le attività del Garden Club di Ferrara legate al coinvolgimento
delle Biblioteche cittadine come luoghi principe della diffusione della cultura e,
in questo caso particolare, della cultura del giardino e del paesaggio, l'idea di
ampliare e collegare il lavoro già svolto, in una nuova pubblicazione da
aggiungere agli aggiornamenti bibliografici già fatti, è sembrato il modo
migliore per festeggiare i cinque anni di rassegne “Giardini al Cinema”.
Siccome il giardino non si ferma mai, e nemmeno Giulia Vullo, motore e traino
di una serie ormai infinita di iniziative, questa pubblicazione, probabilmente
non sarà un punto di arrivo, ma un punto di partenza.
Per essere precisi, bisogna ricordare che il primo germe di una
catalogazione tematica del materiale video disponibile nella mediateca della
Biblioteca Bassani, era già stata fatta e curata da Marco Chiarini e Luisa Martini
nel volume Giardini in Biblioteca - Catalogo bibliografico 1973-2003.
Quella prima schedatura è servita come base; è stata poi modificata,
aggiornata e integrata con una serie di informazioni e di indici tematici da usare,
non solo per una visione mirata dei film, ma anche per ampliare l'orizzonte con
letture e ulteriori approfondimenti.
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Come dimostrano tutte le pubblicazioni disponibili sull'argomento,
stabilire un elenco definitivo e completo dei film che presentano a vario titolo
delle immagini o delle sequenze con giardini, è praticamente impossibile, c'è
sempre un titolo che sfugge. Quindi il primo criterio per procedere è stato
stabilire in che ambito svolgere la ricerca dei film e abbiamo deciso di schedare
il materiale in video (dvd e videocassette) presente alla Biblioteca Bassani.
I film sono stati visionati e controllati per verificare l'effettiva presenza
significativa di giardini, in modo da poter stabilire dei temi e delle chiavi di
lettura per utilizzare il film stesso come strumento di conoscenza del giardino.
Bisogna premettere che il giardino è un'opera di grandissima complessità. La
sua definizione di rappresentazione di una Natura ideale, comprende il fatto di
essere Natura, e quindi vita, movimento, trasformazione continua.
Caratteristica che lo rende particolarmente difficile da rappresentare con i
consueti mezzi iconografici, come la fotografia o la pittura, che mostrano
immagini statiche, parziali e soggettive del giardino. Il cinema, pur con tutti i
limiti dettati dal suo essere una finzione, si presta a mostrare non solo il giardino
dal punto di vista della percezione dinamica dello spazio, ma consente un
coinvolgimento emotivo che altre forme di rappresentazione non permettono.
Dunque, come usare questo catalogo? Ogni scheda ha un indice numerico e
una serie di informazioni : titolo, titolo originale, regia, anno e paese di
produzione, supporto video (dvd o videocassetta), durata del film in minuti.
Il testo racconta brevemente la trama, ma soprattutto, dà indicazioni sul
giardino presente nel film e su come nel film il giardino viene utilizzato: se si
tratta di una partecipazione occasionale o se è un protagonista della storia e,
dov'è possibile, individuare con precisione il giardino.
Particolare attenzione è stata spesa per la redazione dell'indice dei temi e
l'indice dei luoghi. L'indice dei temi nasce dall'esperienza delle rassegne
Giardini al Cinema. Infatti la scelta dei tre titoli della rassegna, è stata sempre
fatta sulla base di un filo conduttore che desse un senso alla programmazione.
Per esempio, il tema del giardiniere, o quello della presenza di figure femminili
legate al giardino. Naturalmente questi temi sono solo delle indicazioni per
stimolare l'attenzione sui modi diversi di trattare sia il giardino che un
particolare argomento legato ad esso. Può essere molto utile, nel caso in cui si
voglia fare un confronto tra i modi di mettere in scena una tipologia specifica di
giardino. Per esempio le caratteristiche del giardino paesaggistico inglese,
usato in moltissimi film di ambientazione storica, si possono leggere con
grandissima chiarezza proprio attraverso le immagini cinematografiche che
riescono ad espandere la visione dell'occhio sul paesaggio. Come si può notare
nelle zoomate di Stanley Kubrick, che dal ponte si aprono sul lago del parco
inglese di Stourhead nel film “Barry Lindon”, danno una immediata
comprensione dei rapporti spaziali tra gli oggetti architettonici e gli elementi
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naturali del paesaggio. In questo film la residenza del protagonista è un luogo
reale particolarmente riconoscibile: il parco di Stourhead. In questo caso il film,
indipendentemente dalla finzione storica, può essere usato come un documento
visivo straordinario, perchè ci permette di avere una visione del parco databile
nell'anno delle riprese del film.
In un certo senso, utilizzando gli indici dei temi o dei luoghi, ognuno potrà
fare la propria personale rassegna Giardini al Cinema, approfondendo un tema
oppure mettendo a confronto uno stesso giardino ripreso in film differenti.
Alla fine del catalogo, come materiale di approfondimento, abbiamo
raccolto i testi che sono stati usati durante le rassegne come schede di
accompagnamento alla visione.
A questo punto e con grande piacere ringrazio tutte le persone che mi hanno
aiutato.
In particolare sono a grata a:
Ÿ Adri e Silvia perchè ci sono sempre;
Ÿ Giulia Vullo, per l'appoggio che mi offre e l'energia con cui mi sprona,
costringendomi a lavorare anche quando vengo colta dai peggiori attacchi
di pigrizia;
Ÿ tutti gli amici della Biblioteca Bassani, una specie di seconda casa dove
sto sempre benissimo. In particolare Marco Chiarini e Lorenzo Magri, per
le chiacchiere, l'aiuto, gli origami e gli innumerevoli caffè;
Ÿ le amiche e gli amici del Garden Club che partecipano in tutti i modi, con
affetto, con la pioggia e la neve, alle iniziative cui collaboro;
Ÿ Enrico Borghi per la sua pazienza e per il suo talento grafico;
Ÿ Alice Bolognesi, perchè fa da parafulmine senza perdere il sorriso;
Ÿ Roberto Roversi e ARCI presente e passato e Centro Attività
Audiovisive del Comune, perchè hanno reso possibile la realizzazione
delle rassegne.
Ringrazio Massimo Maisto, che ha condiviso l'inizio della nostra avventura
e continua a sostenerla.
E un ultimo grazie a Giorgio, tecnico eroico della Sala Boldini che si
commuove quando vede la sala piena di gente...e non è il solo.
Giovanna Mattioli
Curatrice del catalogo
e delle rassegne “Giardini al Cinema”
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SCHEDE DEI FILM
Note per la consultazione delle schede:
Ogni scheda contiene:
Ÿ un codice numerico progressivo;
Ÿ il titolo in italiano in ordine alfabetico dalla prima parola escludendo gli articoli;
Ÿ titolo originale;
Ÿ regia;
Ÿ nazionalità;
Ÿ anno di edizione;
Ÿ supporto video (dvd o videocassetta) relativo al catalogo della Biblioteca Bassani;
Ÿ durata del film in minuti;
Ÿ testo con cenni alla trama e le indicazioni relativi ai giardini che si vedono nel film;
Ÿ temi relativi all'uso e alle tipologie dei giardini che si vedono nei film;
Ÿ riferimento eventuale alle Rassegne Giardini al Cinema.
Questo simbolo segnala le opere video donate dal Garden Club di Ferrara
Indici:
1. indice generale dei titoli in lingua italiana e in ordine alfabetico dalla prima parola
escludendo gli articoli;
2. indice dei titoli originali in ordine alfabetico, escludendo gli articoli;
3. indice dei registi;
4. indice dei temi relativi all'uso nel film del giardino e alla loro tipologia;
5. indice dei luoghi delle riprese: sono indicati solo per i film in cui è stato possibile
individuarli con certezza;
6. indice dei titoli delle opere letterarie da cui sono tratti i film.
Gli indici 2, 3, 4, 5 e 6 sono in ordine alfabetico con indicato il numero della scheda a cui
sono riferiti.
Al di là dei sogni
regia: Vincent Ward - USA 1998
VHS - 118 min.
What dreams may came
La vita di Chris (Robin Williams) viene sconvolta dalla perdita dei figli e dal suicidio
della moglie. Per Chris la morte è una specie di liberazione: nei luoghi del Paradiso
ritroverà le suggestioni e i colori dei quadri della amatissima moglie. Rivisitazione
onirica del mito di Orfeo e Euridice.
Riflessione cinematografica sulla rappresentazione del paradiso terrestre attraverso la
relazione tra pittura e giardino come ambiti di rigenerazione dell'anima. Le immagini
sono proposte come citazioni di secoli di pittura da Botticelli a Turner, da Friederich a
Van Gogh.
Temi: paradiso terrestre - giardino e pittura
Al di là delle nuvole
Al di là delle nuvole
regia: Michelangelo Antonioni, Wim Wenders
Italia, Francia, Germania 1995 - DVD - 112 min.
Il film è composto da quattro episodi, tratti dal libro di racconti di Michelangelo
Antonioni, e sono diretti dal grande regista ferrarese insieme al tedesco Wim Wenders.
Nell'episodio “Cronaca di un amore mai esistito”, Antonioni riprende i luoghi e i
paesaggi del territorio e della sua città. Dagli esterni di Comacchio, passando a Ferrara:
per le piazze del centro, l'incrocio di Palazzo dei Diamanti, gli interni di palazzo
Prosperi Sacrati, per finire nelle desolate spiagge invernali dei lidi ferraresi. Antonioni
definisce un paesaggio dell'anima dei due protagonisti: una cornice metafisica di un
amore non risolto e di parole non dette.
Temi: Ferrara
Alice nel paese delle meraviglie
Alice in Wonderland
film d'animazione - Walt Disney
USA 1951 - VHS - 73 min
Le avventure della piccola Alice rivisitate in stile disneyano. Con i suoi continui
rimandi alla cultura inglese del giardino e della sua cura, questo lungometraggio è ricco
di fiori parlanti dalle forme bizzarre, labirinti dalla dure pareti geometriche e il giardino
delle rose della Regina di Cuori, la feroce giocatrice di croquet che fa dipingere di rosso
sangue le rose bianche del suo giardino.
“Walt Disney filma tutta la scena facendola apparire come un corso di orticultura
vagamente surrealista in un lungometraggio, divenuto di culto negli anni Sessanta
presso gli adepti della cultura degli acidi, che scambiarono lo spirito non ortodosso di
Carrol e il segno iconoclasta della produzione Disney per un viaggio guidato da erbe
benefiche. ” (Lina Danielli, pag.129)
Temi: botanica fantastica - giardino/cinema/letteratura - labirinto - rose - giardino e
bambini - arte topiaria
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Un'altra donna
regia: Woody Allen - USA 1988
VHS - 82 min.
Another Woman
La protagonista (Gena Rowlands) entra in crisi dopo aver ascoltato per sbaglio una
seduta psicoanalitica nell'appartamento vicino. Questo episodio la porterà a rivedere la
sua vita fino a cambiarla profondamente. Film poco amato dalla critica e dal pubblico
potrebbe essere rivalutato.
Anche in questo film, Allen sa mostrare al meglio la sua città, in particolare, con l'aiuto
del fotografo Carlo di Palma, fa letteralmente “recitare” il Central Park che, attraverso
le sue luci e le sue atmosfere autunnali, sottolinea ed esalta il clima di perdita e di
disillusione che pervade l'intera pellicola.
Temi: Central Park, New York
American Beauty
regia: Sam Mendes - USA 1999
DVD - 117 min.
American Beauty
La voce fuori campo del defunto quarantenne Lester (Kevin Spacey), racconta con
molta ironia e disincanto, le vicende della sua famiglia: una “normale” famiglia medio
borghese americana. Ne segue un catalogo amaro di problemi e drammi di portata
universale: l'eccessivo ruolo attribuito al lavoro, il vuoto di alcuni miti, il conflitto
generazionale, l'omosessualità nascosta, ecc.
Nelle fantasie erotiche di Lester, Angela (Mena Suvari), l'amica adolescente della
figlia, giace nuda in una grande vasca, completamente ricoperta di petali di rosa. Una
rosa di una varietà specifica: l'American Beauty che dà il titolo al film. Unica pianta del
giardino, coltivata in modo ossessivo dalla moglie Carolyn (Annette Bening), metafora
di una ricerca di bellezza assoluta in un mondo bello, nonostante la sua imperfezione.
Temi: rose - giardino domestico americano
Amore e Guerra
regia: Woody Allen - USA 1975
DVD - 78 min.
Love and Death
Suggestionato dalla cugina Sonia (Diane Keaton), di cui è innamorato, l'occhialuto e
impacciato Boris (Woody Allen) si lascia convincere a compiere un attentato a
Napoleone, invasore della Grande Madre Russia. Divertente parodia delle
ambientazioni della letteratura russa, con innumerevoli citazioni dalla storia del
cinema.
Il giardino è presente come scenografia neutra o come occasionale comparsa,
soprattutto nella prima parte del film e nella scena finale, in cui Boris e la morte danzano
tra gli alberi di un monumentale viale alberato.
Temi: giardino come comparsa occasionale
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Autumn in New York
regia: Joan Chen - USA 2000
VHS - 105 min.
Autumn in New York
Malinconica storia d'amore tra un affascinante cuoco (Richard Gere) e la giovane
Charlotte (Winona Rider).
Le passeggiate nel Central Park sottolineano i sentimenti dei protagonisti e la loro
vicenda, in particolare le struggenti visioni autunnali e le solari immagini primaverili
prima dei titoli di coda. Belle immagini che mostrano il rapporto tra il grande parco
urbano e la metropoli.
Molto interessante il terrazzo dell'appartamento del protagonista con vista sui tetti di
Manhattan, dove le semplici fioriere ospitano degli essenziali, quanto raffinati, ciuffi di
graminacee danzanti.
Temi: Central Park, New York - terrazza
L'avvocato del diavolo
regia: Taylor Hackford - USA 1997
VHS - 140 min.
The Devil's Advocate
Il promettente avvocato Kevin Lenox (Keanu Reeves) viene assunto a New York
nell'importante studio legale di John Milton (Al Pacino). La sua carriera va a gonfie
vele, ma la moglie (Charlize Theron) ha strane inquietanti premonizioni sulla natura
diabolica di Milton. Film visionario, difficilmente catalogabile.
È interessante la citazione dal film “Il maratoneta” ripresa al Central Park nella pista
che fiancheggia il grande bacino centrale. In questo caso, il sentiero solitamente
frequentato dagli appassionati di jogging, si trasforma in un luogo pericoloso, dove i
demoni-sicari uccideranno uno degli avvocati dello studio, oppresso dai sensi di colpa.
Temi: Central Park, New York - giardino inquietante
Barry Lyndon
Barry Lyndon
regia: Stanley Kubrick - Gran Bretagna 1975
DVD - 178 min.
Tratto dall'omonimo romanzo di William M. Thackeray, narra le peripezie di Redmond
Barry (Ryan O'Neal), irlandese del Settecento, avventuriero e arrampicatore sociale, di
cui si narrano l'ascesa e la caduta attraverso le tappe di soldato, spia, cacciatore di dote e
giocatore d'azzardo. Kubrick traduce un mediocre romanzo di genere in un capolavoro
di riferimenti alle arti del Settecento e del primo Ottocento, con un'attenzione
particolare alla rappresentazione cinematografica dello spazio del giardino.
L'uso frequente dello “zoom indietro” come tecnica di ripresa, permette di mantenere
fisso lo sguardo dell'osservatore sui paesaggi che si allargano alle spalle dei
protagonisti. Questo crea una visione perfetta dei giardini e della costruzione del
paesaggio, uno dei punti fondamentali della cultura visiva e architettonica tra la
seconda metà del Settecento e l'Ottocento. Nella sequenza del corteggiamento di Nora
(cugina di Barry) da parte del capitano: un lento zoom indietro parte dalle mani dei
personaggi e si allarga fino a scoprire l'intera vallata, con un'altra coppia sullo sfondo
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del pendio che degrada verso il lago, seguendo un motivo tipico pittorico del
Settecento. Questa tecnica si ripete in altri momenti del film, in cui le figure umane
all'inizio della ripresa in primo piano, rimpiccioliscono man mano che lo zoom si
allarga, perdendole nel paesaggio, riducendole a un dettaglio del visibile.
In questo film le dimore e i giardini in cui sono ambientate le vicende dei protagonisti,
sono composti da un montaggio di più luoghi reali. Si riconoscono con una certa
precisione: il giardino del palazzo di Blenheim, il Castello di Howard e il parco di
Stourhead.
Temi: giardino paesaggistico inglese - giardino/cinema/letteratura - giardino e pittura
Blow up
Blow up
regia: Michelangelo Antonioni - Gran Bretagna, Italia 1966
DVD - 106 min.
Un giovane fotografo di moda (David Hemmings) crede di scoprire gli indizi di un
delitto nei dettagli di alcune fotografie scattate in un parco londinese, il Maryon Park.
Ispirandosi con molta libertà ad un racconto dello scrittore argentino Julio Cortázar,
Antonioni scompone e ricompone i vari linguaggi e i codici del fare cinematografico,
mescola i generi, disorienta lo spettatore tra realtà e illusione, fino alla conclusione del
film, in cui anche il protagonista accetta questa partita tra virtuale e reale, raccogliendo
una palla da tennis inesistente e partecipando al gioco mimato da un gruppo di attori di
strada.
“La realtà ci sfugge, muta continuamente quando crediamo di averla raggiunta, la
situazione è già un'altra. Io diffido sempre di ciò che vedo, di ciò che un'immagine mi
mostra, perchè “immagino” quello c'è al di là; e ciò che c'è dietro un'immagine non si sa.
Il fotografo di “Blow up”, che non è un filosofo, vuole andare a vedere più da vicino. Ma
gli succede che, ingrandendolo troppo, l'oggetto stesso si scompone e sparisce. Quindi
c'è un momento in cui si afferra la realtà, ma il momento dopo sfugge” (Antonioni 1966).
Pur giocando tra realtà e illusione, Antonioni ci regala un quadro puntuale delle
atmosfere londinesi degli anni sessanta. Tra i luoghi delle riprese, le scene girate nel
Maryon Park di Charlton (Londra), non cercano di esaltarne gli spazi, ma ci mostrano il
parco nella sua realtà ripulita da ogni inutile ricerca estetica.
Temi: parco urbano - giardino inquietante - tennis
Camera con vista
A room with a View
regia: James Ivory - Gran Bretagna 1985
VHS - ca. 115 min.
Tratto dal romanzo di E.M. Forster (1908) il film racconta le vicende di un viaggio in
Italia di una giovane timida inglese Lucy (Helena Bonham Carter) accompagnata e
controllata a vista dalla cugina (Maggie Smith). L'amicizia con George (Julian Sands)
un giovane compatriota, forte ed esuberante cambierà molte delle sue idee sulla vita e
sull'amore. Uno dei più grandi successi del regista e sicuramente uno dei maggiori
contributi cinematografici alla definizione del paesaggio toscano come paesaggiogiardino.
I fiori, il paesaggio naturale e i giardini sono il contrappunto silenzioso delle vicende e
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dei caratteri dei protagonisti, in particolare sembrano seguire gli umori e i sentimenti di
Lucy. Il paesaggio toscano con il suo calore e le sue luci saranno il luogo dove Lucy
dovrà fare i conti con la sua femminilità e dove nascerà il suo amore per George. Al
contrario il verde sobrio e controllato dei giardini inglesi sembra essere l'ambiente
ideale del suo promesso sposo Cecilio (Daniel Day Lewis), goffo e inibito. La scena
finale, con i due giovani sposi davanti alla meraviglia di Firenze, sottolinea con
luminosa evidenza la scelta di Lucy.
Temi: giardino/cinema/letteratura - giardino luogo di seduzione - Toscana - giardino
vittoriano inglese - figure femminili
Carrington regia: Christopher Hampton - Gran Bretagna, Francia 1995
Carrington
VHS - 118 min.
Film biografico dedicato alla intensa vicenda personale della pittrice Dora Carrington
(Emma Thompson) e alla sua passione per il pittore omosessuale Giles Lytton Strachey
(Jonathan Pryce). Le ambientazioni rispecchiano le atmosfere della vita culturale
inglese del primo Novecento.
Molti giardini e paesaggi della campagna inglese fanno da cornice alla storia, in
particolare alcuni tipici cottage garden con aiuole e bordi misti in piena fioritura
primaverile.
Nel film sono riprodotte alcune opere della pittrice, di particolare interesse il giardino
dipinto nella camera da letto del cottage in cui vive Carrington.
Temi: cottage garden - giardino e pittura
La casa dalle finestre che ridono
regia: Pupi Avati - Italia 1976
DVD - 110 min.
Agli inizi degli anni '60, in un paese della Bassa Ferrarese, arriva un giovane
restauratore (Lino Capolicchio) per ripristinare un affresco di San Sebastiano, opera di
un autore locale: il “pittore delle agonie”. I paesaggi piatti e assolati della campagna e
delle valli, si trasformano nel teatro di un vero film horror.
Da segnalare le cupe atmosfere del giardino incolto di Villa Boccaccini alla Collinara di
San Giuseppe di Comacchio.
Temi: campagna ferrarese - giardino inquietante
Crimini e misfatti
regia : Woody Allen - USA - 1989
DVD - 104 min.
Crimes and misdemeanors
Commedia ironica pervasa di amarezza, dove nessuno dei protagonisti si salva dalla
propria ottusità. Anche in questo film Woody Allen ci regala alcune belle riprese del
Central Park di New York.
Temi: Central Park, New York - giardino come comparsa occasionale
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Cyrano de Bergerac
Cyrano de Bergerac
regia: Jean-Paul Rappeneau - Francia 1990
DVD - 135 min.
Nel dramma letterario, come nelle trasposizioni cinematografiche (1950 –Michel
Gordon; 1990 Jean-Paul Rappeneau), il giardino segue le fasi più importanti della storia
attraverso tre luoghi nettamente distinti. Il giardino dove Cyrano e Rossana si
scambiano opinioni e confidenze sull'amore; il giardino notturno con la scena della
celebre dichiarazione d'amore recitata sotto il balcone di Rossana e infine, il giardino
del convento, dove Rossana si è ritirata dopo la morte dell'amato Cristiano e dove
Cyrano, le confesserà il suo amore prima di morire.
Anche se il giardino della sequenza notturna è in realtà ricostruito in studio, lo possiamo
considerare come il quarto personaggio recitante della scena.
Temi: giardino/cinema/letteratura - giardino notturno - giardino luogo di seduzione
Decameron
regia: Pier Paolo Pasolini - Italia, Francia, Repubblica
Federale Tedesca 1971 - DVD - ca. 110 min.
Dal Decameron di Giovanni Boccaccio Pier Paolo Pasolini ha tratto 7 novelle, tutte
ambientate a Napoli e dintorni; le ultime sono intercalate dalla storia di un allievo di
Giotto (lo stesso Pasolini) che deve affrescare le pareti della chiesa di santa Chiara.
La tipologia dell'hortus conclusus viene mostrata attraverso alcune ambientazioni in
giardini che conservano un'atmosfera tardo medioevale.
Temi: hortus conclusus
Una domenica in campagna
Un dimanche à la campagne
regia: Bertrand Tavernier
Francia 1984 - DVD - ca. 94 min.
Un anziano pittore riceve i figli nel giardino della sua casa in campagna. Un film quasi
privo di storia, che traduce con immagini di rara eleganza, le consuetudini di una
famiglia parigina in gita domenicale agli inizi del Novecento.
Il tema della pittura degli impressionisti è dominante, le inquadrature rimandano
continuamente alle pitture di Renoir, Manet, Van Gogh, Caillebotte, ma l'obiettivo del
regista non è raccogliere una sequenza di citazioni precise o di tableaux vivants, quanto
di rileggere attraverso la macchina da presa, il modo di trattare la luce nelle opere degli
impressionisti. In particolare il modo di cogliere le differenze e i cambiamenti dei colori
attraverso la luce.
L'amore dell'artista per il suo giardino, oggetto e soggetto della sua arte e fonte di
ispirazione e di piacere, rimanda alla vicenda di Claude Monet, pittore e giardiniere.
Monet, ha sempre dipinto i suoi giardini, in particolare quello di Giverny. Ma nel suo
caso, il giardino e l'opera dipinta erano oggetto di continue sperimentazioni. Per
monsieur Ladmiral, il giardino è soggetto del dipinto perché nel suo crescere e
cambiare durante le stagioni, trova un luogo senza sorprese che si ripete, rassicurante
nella sua ciclicità.
Il film è interamente girato nel giardino e nella campagna che circonda la casa
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dell'anziano pittore, ma il collegamento all'esperienza di Claude Monet e del suo
giardino di Giverny, è solo accennato. Il film è stato girato in Francia a Wy-Dit-JoliVillage, Villers-en-Arthies e nella vicina regione del Vexin
Temi: giardino e pittura
Rassegna Giardini al cinema 2010
Don Giovanni
Don Giovanni
regia: Joseph Losey - Francia, Italia, Repubblica
Federale Tedesca 1979 - DVD - 176 min.
Trasposizione cinematografica dell'opera mozartiana, con Ruggero Raimondi nei
panni dell'incallito seduttore.
Tra i luoghi delle riprese: Villa Almerico, detta la Rotonda, utilizzata come residenza
del protagonista e raffinato sfondo delle arie “Ah chi mi dice mai” di Donna Elvira (Kiri
Te Kanava) e della celeberrima: “Madamina, il catalogo è questo”, srotolato da
Leporello (Josè van Dam) sulla scala della facciata.
Questa scelta scenografica, rispecchia lo spirito del capolavoro mozartiano e la cultura
del Settecento, che nella purezza classica delle architetture palladiane trovò una delle
maggiori fonti di ispirazione. La ricerca del Palladio di conseguire ad una percezione
equilibrata tra l'architettura e i campi coltivati che la circondano, crea un paesaggio
classico di rara proporzione e perfezione, un paesaggio che incarna la consapevolezza
della Ragione e delle sue possibilità. In questo paesaggio, il giardino, natura educata, è
dunque il mezzo che collega l'architettura con il territorio agricolo, natura coltivata.
Una percezione colta perfettamente da Losey quando fa uscire di scena Don Giovanni,
che lasciando la villa alle sue spalle, cammina verso i vigneti.
Il giardino, che nell'opera di Mozart, è il luogo in cui sono ambientati passaggi
particolarmente espressivi, si ritrova anche nella trasposizione cinematografica: qui il
giardino diventa il prolungamento della casa del seduttore, il luogo dei corteggiamenti,
degli inganni e degli sguardi, come del resto avviene nella migliore tradizione della
seduzione galante e libertina del Settecento.
Temi: ville palladiane - giardino luogo di seduzione
Dracula di Bram Stoker
regia: Francis Ford Coppola - USA 1992
DVD - 123 min.
Bram Stoker's Dracula
In questo film, il regista Francis Ford Coppola dà molto spazio alle ambientazioni nei
giardini ricostruiti artificialmente in studio e usati come materia plastica che si adatta ai
contesti emotivi della storia.
La casa della giovane Lucy (Sadie Frost), si apre al giardino con una spaziosa veranda
piena di fiori. Da questa si scende nel giardino a terrazze, collegate da una scala
riccamente scolpita che degrada verso una zona selvaggia vicina alla scogliera sul
mare. Questo ambiente rimanda alle pitture pre-raffaellite di Burne-Jones e Dante
Gabriel Rossetti, in cui la natura è un contesto magico e misterioso e l'architettura o le
forme geometriche sconfinano in ambiti di disordine e irrazionalità.
Questo giardino è uno spazio che si trasforma con la storia: da luogo di pace, adatto ai
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romantici dialoghi amorosi, a luogo di paura, quando la violenta tempesta costringe le
due protagoniste a fuggire nel labirinto che diventa a sua volta, cornice deformata di una
sfrenata sensualità.
Temi: giardino inquietante - labirinto - giardino e pittura - giardino luogo di seduzione giardino/cinema/letteratura
regia: François Truffaut - Francia 1971
Le due inglesi
Les deux Anglaises (et le Continent) VHS - 132 min.
Come quasi tutti i film di Truffaut, anche questo è una interpretazione della complessità
dell'amore. Ambientata all'inizio del Novecento, la storia narra dell'attrazione del
giovane parigino Claude Roc (Jean-Pierre Léaud) per le due sorelle inglesi, Anne e
Muriel Brown che lo ospitano durante un soggiorno in Inghilterra. Un amore che si
sviluppa per una vita intera, in bilico tra la nuova morale della vita parigina e il
perbenismo della provincia britannica. Questo binomio si traduce nella suddivisione
netta tra gli scenari verdi: da una parte i parchi eleganti della capitale francese, dall'altro
le siepi battute dal vento e le eriche della casa sulla scogliera del Galles.
La scena finale del film, in cui vediamo Claude ormai invecchiato, è girata nel giardino
del museo Rodin a Parigi.
Temi: giardino luogo di seduzione - parco urbano - cottage garden
Edward Mani di forbici
regia: Tim Burton - USA 1990
VHS - 103 min. In lingua originale
Edward Scissorhands
Favola moderna e crudele di un dolcissimo personaggio interpretato da Jonny Depp.
Rimasto orfano del padre, artista e inventore, Edward viene adottato per caso da una
“normale” famiglia americana, ma la sua diversità, mani che hanno forbici abilissime al
posto di dita, crea qualche problema di adattamento.
Dalle sue particolari estremità escono fantastiche acconciature e ancora più fantastiche
opere di arte topiaria. Visione disincantata dei moderni quartieri residenziali della
nuova classe media americana dove dominano l'uniformità e la ripetizione di modelli
sociali e architettonici.
Da ricordare il giardino nella casa gotica in cima alla collina: un mondo di creature
magiche scolpite nella vegetazione: una contrapposizione poetica e creativa alla
banalità degli uniformati pratini delle villette.
Temi: giardino domestico americano - arte topiaria - giardiniere - botanica fantastica
L'erba di Grace
regia: Nigel Cole - Gran Bretagna 2000
VHS - 95 min.
Saving Grace
Rimasta vedova del marito, donnaiolo e giocatore incallito, Grace (Brenda Blenthyn),
per pagare la montagna di debiti ereditata dal consorte, sfruttando il suo pollice verde e
la complicità dell'intera comunità, comincia una redditizia coltivazione di cannabis
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nella sua serra. Piacevole commedia, a tratti esilarante, con due belle figure di
giardinieri.
Ambientato negli splendidi paesaggi della Cornovaglia.
Temi: serra - giardiniere - figure femminili
La fabbrica di cioccolato
Charlie and the Chocolate Factory
regia: Tim Burton - USA 2005
DVD - 110 min.
Per uno straordinario colpo di fortuna, il piccolo Charlie trova uno dei cinque biglietti
d'oro che permettono di entrare nella leggendaria fabbrica di cioccolato del misterioso
Willie Wonka (Johnny Depp). Un volta entrati, i bambini e i loro accompagnatori
dovranno vedersela con la follia del loro ospite e la visita si trasforma presto in un gioco
al massacro che eliminerà uno alla volta gli antipatici visitatori.
L'interno della fabbrica è un delirio visionario di paesaggi fantastici, pieni di alberi di
zucchero e caramelle giganti, fiumi di cioccolato e colline di marzapane sulle quali
danza l'esercito dei grotteschi Oompa Loompa.
Temi: botanica fantastica - giardino inquietante
regia: Jean-Pierre Jeunet - Francia 2001
Il favoloso mondo di Amelie
Le Fabuleux destin d'Amélie Poulain DVD - 117min.
Commedia giocata sulla figura surreale e poetica della giovane protagonista Amélie
Poulain (Audrey Tautou). Il film (girato a Parigi ma senza sottolineare in modo
particolare i suoi giardini) ci regala uno straordinario nano da giardino. Simbolo delle
paure e delle fissazioni del padre della protagonista, diventerà un nano rubato e
viaggiante, immortalato da una sequenza di immagini polaroid.
Temi: giardiniere - nanetti da giardino
Full Monty - Squattrinati organizzati regia: Peter Cattaneo - Gran
Bretagna 1997 - VHS - 91 min.
The Full Monty
Full Monty è un film lontanissimo dai giardini, ma ci offre un paio di scene
emblematiche sul ruolo e la presenza dei nanetti nel giardino e sulla tipologia di
giardino che questi oggetti rappresentano.
Quando la moglie di uno dei protagonisti getta a terra la statuetta di gesso (recuperata
dopo uno scherzo degli amici), non distrugge solo una figurina colorata e patetica, ma
dichiara il fallimento del mondo che questa statuetta aveva rappresentato.
Temi: nanetti da giardino - giardino come comparsa occasionale
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Il giardino dei Finzi Contini
regia: Vittorio de Sica - Italia, Repubblica
Federale Tedesca 1970 - DVD - 90 min.
A Ferrara dal 1938 al 1943 la nemesi di una famiglia di ebrei. Dalla persecuzione
nazista si salverà solo Giorgio (Lino Capolicchio) che ama Micol (Dominique Sanda)
dall'infanzia. La sceneggiatura di Ugo Pirro non fu sottoscritta da Giorgio Bassani,
l'autore del romanzo.
I luoghi ferraresi usati per le riprese hanno enfatizzato il mito dell'esistenza di questo
giardino letterario: metafora straordinaria e universale della cacciata dal paradiso. Il
muro di cinta del giardino è a tratti quello del parco Massari su Via Ercole d'Este, a tratti
quello del cimitero ebraico ferrarese ripreso dalle Mura, ma gli interni del grande parco
sono girati a Monza.
Temi: Ferrara - Bassani - giardino/cinema/letteratura - figure femminili - tennis
Il giardino delle vergini suicide
The virgin suicides
regia: Sofia Coppola - USA 2000
DVD - 96 min.
Ricostruzione degli anni Settanta tratta dall'omonimo romanzo di Jeffrey Eugenides.
Le cinque giovani sorelle Lisbon con la loro bellezza e i loro problemi di adolescenti,
sono le protagoniste della storia. Il giardino di casa è il teatro dei drammi famigliari e
nello stesso tempo, rispecchia e riflette nel suo progressivo abbandono, la distruzione e
la morte della famiglia stessa.
Temi: giardino/cinema/letteratura - giardino domestico americano
Il giardino segreto
The secret garden
regia: Agnieszka Holland - USA 1993
DVD - 97 min.(anche in DVD in versione originale)
Tratto dal romanzo omonimo di Frances Hodgson Burnett (1910), il film racconta la
storia di Mary Lennox, una bambina che vive con la famiglia nelle assolate colonie
indiane. Rimasta orfana dei genitori durante un terribile terremoto, Mary viene ospitata
in Inghilterra, nella grande triste casa dello zio Archibald Craven, misantropo e infelice,
dopo aver perso prematuramente l'amatissima moglie. Annoiata, scontrosa e incapace
di dimostrare il suo dolore, Mary trova sfogo e conforto nel giardino. Qui conosce
Dickon, un ragazzo che vive in piena sintonia con l'ambiente naturale che lo circonda e
il burbero, anziano giardiniere.
La piccola Mary fa due scoperte importanti: trova l'accesso al giardino chiuso e
abbandonato dopo la morte della zia, e conosce il cugino Colin, debole e malaticcio,
costretto all'infermità dalle cure eccessive di una governante. La bambina diventa il
mezzo per la guarigione di entrambi, attraverso la cura e il lavoro, il giardino tornerà a
fiorire e Colin troverà la forza di uscire finalmente al sole.
Molti personaggi di questa storia hanno delle ferite da rimarginare, il “giardino segreto”
diventa il luogo simbolico della guarigione dei corpi e delle anime dei protagonisti:
luogo che rinasce grazie alle cure della piccola, che incarna in modo perfetto e nel suo
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stupore di bambina i ruoli del giardiniere : salvare ed essere salvato dal giardino e
portare alla luce la bellezza della terra, fino al punto di affermare : “Se guardi bene, ti
accorgerai che tutto il mondo è un giardino”.
Nel film, il giardino è una composizione di luoghi: il palazzo dello zio Archibald è
l'antico e austero maniero di Allerton Park (Knaresborough, North Yorkshire,
Inghilterra), il giardino segreto è ricostruito nelle rovine della Abbazia di Fountains
(Studley Royal, Ripon, Yorkshire, Inghilterra) .
Di questo romanzo esiste anche una precedente trasposizione cinematografica del
1949, del regista Fred MacLeod Wilcox e una serie di animazione giapponese intitolata
“Mary e il giardino dei misteri”
Temi: giardiniere - giardino/cinema/letteratura - giardino vittoriano inglese - giardino e
bambini
Rassegna Giardini al cinema 2007
Giorgio Bassani: poesia
regia: Paolo Zappaterra - Ferrara, Italia 2003
VHS – 15 min.
Omaggio alla poesia dello scrittore ferrarese, attraverso una serie di sequenze filmate.
Il video è suddiviso in due parti, la prima girata in occasione della cerimonia di
inaugurazione della tomba dello scrittore al cimitero ebraico di Ferrara, la seconda
propone una serie di luoghi e atmosfere legate alla prosa e alla poesia di Bassani,
sottolineate dalla lettura di brani dell'autore (voce Roberto Zuin).
Temi: Ferrara - Bassani
Un giorno per caso
regia: Michael Hoffman - USA 1996
DVD - 104 min.
One fine day
Un architetto (Michelle Pfeiffer) e un giornalista (George Clooney) devono risolvere
problemi familiari e di relazione. Entrambi divorziati, stressati e con figlio unico a
carico: si incontrano, bisticciano e finalmente si ritrovano e condividono una riposante
dormita sul divano. Il tutto in una frenetica giornata a New York.
Alcune riprese sono girate al Central Park di cui si riconosce la fontana alla Bethesda
Terrace.
Temi: Central Park, New York
La grande abbuffata
La grande buffe
regia: Marco Ferreri - Francia, Italia 1973
DVD - 123 min.
In una villa isolata (rue Boileau a Parigi), quattro amici: un pilota (Marcello
Mastroianni ), il proprietario di un ristorante (Ugo Tognazzi), un giudice (Philippe
Noiret) e un regista televisivo (Michel Piccoli) decidono di uccidersi in un'orgia di cibo
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e di sesso. Il compito di seppellire i morti è lasciato ad una maestra (Andrea Ferrèol).
Nel film vediamo un giardino invernale e spoglio, un giardino senza vita come un
cimitero domestico senza possibilità di salvezza o redenzione.
Tema : giardino inquietante
Green Card
Green Card
regia: Peter Weir - USA, Francia 1990
VHS - 103 min. - Versione in lingua originale
Per poter affittare un esclusivo appartamento a Manhattan, disponibile solo per coppie
sposate, Brontë (Andie MacDowell), appassionata ecologista e giardiniera, decide di
contrarre un matrimonio di convenienza con George (Gerard Depardieu), un musicista
francese che ha bisogno della Carta Verde per restare negli Stati Uniti.
Questo film richiama molti temi di carattere “verde”. Innanzitutto la magnifica serra sui
tetti di Manhattan che spinge la dolce Brontë a far qualsiasi cosa pur di averla e
trasformarla in un mondo tutto suo, dove le piante sono curate e amate più degli esseri
umani. Un altro tema interessante è quello dei guerrilla gardens, un movimento nato
qualche decennio fa, nelle grandi metropoli americane e poi diffuso nel mondo.
L'obiettivo di questi gruppi, prevede la colonizzazione di terreni abbandonati in
quartieri spesso degradati, da parte di residenti o di giardinieri non autorizzati, che
attraverso la coltivazione di giardini poveri e autogestiti, cercano di migliorare le
condizioni e la qualità della vita di queste aree urbane.
Sono molto interessanti le riprese girate al Central Park. In particolare possiamo notare
il rapporto tra parco e metropoli nelle immagini che mostrano la grande radura con lo
sfondo delle aree boscate e lo skyline della città: anche nella dimensione verticale la
separazione tra questa area verde e il contesto è particolarmente netta e definita. Nella
scena in cui i due protagonisti attraversano il parco di corsa, prendendo una scorciatoia,
invece, possiamo notare come in certe aree del parco, la vegetazione spontanea e
incolta, abbiano preso il sopravvento, creando vere e proprie boscaglie selvatiche.
Temi: Central Park, New York - giardiniere - serra - guerrilla gardens - terrazza
I guerrieri della notte
regia: Walter Hill - USA 1979
VHS - 89 min.
The Warriors
Tratto da un romanzo di Sol Yurick. Durante un raduno di bande di New York un
importante capo gang viene assassinato. La colpa ricade sulla banda degli Warriors, che
innocenti e disarmati devono scappare da quattro gang rivali e dalla polizia. Film di
avventura e violenza, regala un'immagine notturna e poco rassicurante della città e
soprattutto del Central Park. Il giardino metropolitano più famoso del mondo si mostra
nei suoi aspetti più cupi, diventando un luogo da incubo, una selva primordiale piena di
insidie e pericoli nascosti nell'ombra.
Temi: giardino inquietante - Central Park, New York - giardino notturno
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Hair
regia: Milos Forman - USA 1979
DVD - 105 min.
Hair
Versione cinematografica del celebre musical (1967) di Gerome Ragni, James Rado
(libretto) e Galt MacDermot (musica).
Celebrazione in musica del movimento Hippie e della protesta contro la guerra in Viet
Nam, porta sullo schermo un Central Park che si trasforma per l'ennesima volta e
diventa natura psichedelica in città, l'ambiente dell'Era dell'Acquario.
Temi: Central Park , New York
Hannah e le sue sorelle
regia: Woody Allen - USA 1985
DVD - 102 min
Hannah and Her Sisters
Commedia complessa, basata sulla costruzione di geometrie e intrecci di relazioni fra
una moltitudine di personaggi. Come spesso accade nei film girati a New York, Woody
Allen (in questo caso accompagnato dal virtuosismo fotografico di Carlo di Palma)
ambienta alcune sequenze nel Central Park.
In questo caso è interessante la scena in cui il protagonista considera l'assurdità
dell'esistenza umana, osservando i joggers, gli appassionati che quotidianamente
corrono lungo le rive del lago centrale (stesse inquadrature nei film “Il Maratoneta” e
“L'avvocato del Diavolo”).
Temi: Central Park, New York
Harold e Maude
regia: Hal Ashby - USA 1971
DVD - 80 min.
Harold and Maude
Il giovane ricchissimo e viziatissimo protagonista, afflitto da una madre possessiva e da
manie che lo portano a inscenare continuamente teatrali finti suicidi, fa amicizia con
una bizzarra contessa ottantenne che gli insegnerà il senso e la poesia della vita.
Memorabili i pic-nic ambientati in un verde e rigoglioso cimitero californiano ... “A me
piace guardare le cose che crescono e sbocciano e muoiono. E si trasformano in
qualcos'altro. Io vorrei trasformarmi in un girasole” (Maude)
Temi: cimitero/giardino
Harry potter e il calice di fuoco
Harry Potter and the Goblet of Fire
regia: Mike Newell - USA 2005
DVD - 151 min.
In questo episodio della saga di Harry Potter, una delle gare per la conquista dell'ambito
Calice, è un misterioso labirinto. Luogo inquietante per eccellenza, in questo film viene
amplificato grazie ad effetti speciali che lo rendono vivo e mutevole come un essere
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mostruoso: un luogo in cui bisogna stare molto attenti, come suggerisce il saggio Albus
Silente, perchè al suo interno le persone possono cambiare, mostrando i lati peggiori.
Temi: labirinto - giardino inquietante
Un incantevole aprile
Enchanted April
regia: Mike Newell - Gran Bretagna 1991
DVD - 90 min.
Nel grigiore di una Londra cupa e piovosa, un annuncio sul Times lancia un'ancora di
salvezza a quattro donne che sceglieranno di vivere un'esperienza unica: affittare un
castello in Liguria per gli amanti del sole e del glicine. Qui, nel giardino affacciato sul
mare di Portofino, nella bellezza infinita e struggente di un aprile italiano, queste
quattro donne ritroveranno la loro anima e la loro femminilità.
Dall'omonimo romanzo di Elizabeth Von Arnim, la descrizione fedele di un giardino
come paradiso in terra capace di migliorare le persone, o almeno di creare l'illusione che
questo sia possibile. Interamente girato nel castello Brown a Portofino, il film
rispecchia le atmosfere magiche e l'ironia del testo.
Dopo un viaggio faticoso e un turbinoso arrivo notturno, il primo mattino Lottie (Josie
Lawrence) apre la finestra della sua camera e in questo semplice gesto c'è la sintesi di
tutta la meraviglia del giardino, della sua bellezza che si scopre, incanta e stordisce.
Temi: giardino/cinema/letteratura - figure femminili
Rassegna Giardini al cinema 2010
Io ballo da sola
Stealing Beauty
regia: Bernardo Bertolucci - Gran Bretagna, Italia,
Francia, USA 1996 - VHS - 118 min.
Orfana di madre, la diciottenne americana Lucy Harmon (Liv Tayler) trascorre una
vacanza estiva ospite di amici di famiglia, che abitano in uno splendido podere nella
campagna senese.
Le vicende della ragazza hanno come sfondo l'incantevole paesaggio Toscano, le strade
di Siena e la villa di Geggiano a Castelnuovo Berardenga, con il suo giardino, che ispirò
anche Vittorio Alfieri. Tutta la scena della festa estiva è ambientata nel giardino, di cui si
può ammirare il piccolo teatro barocco e la sala di ingresso, affrescata con scene di vita
rurale.
Le sculture che mettono gli accenti al paesaggio, sono dello scultore anglosassone
Matthew Spender che, dal 1989 vive vicino a Gaiole di Chianti. “ Le mie statue nascono
doppiamente dalle colline che mi circondano”, scrive l'artista londinese. “Sono create
dall'argilla che si trova sotto, e la forma della collina stessa, plasmata da generazioni di
artigiani della terra, con zappa e bidente e la schiena piegata come l'arco si ritrova nelle
curve delle figure che faccio.” (Maurizio Bologni, 2000, pag. 64)
Temi: giardino barocco italiano - Toscana - sculture in giardino - giardino/vigneto grandi alberi
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Kill Bill
regia: Quentin Tarantino - USA 2003
DVD - 111 min.
Kill Bill
Interessante decostruzione cinematografica dell'immagine del giardino. Nella scena
finale del film un giardino giapponese, o meglio uno spazio che allude a questa
tipologia di giardino, è teatro di una cruenta carneficina. Il recinto innevato è una
citazione di Tarantino del film Lady Snowblood (1973) di Fujita Toshiya.
Temi: giardino inquietante - giardino orientale
Il labirinto del fauno regia: Guillermo Del Toro - Spagna, Messico 2006
El labirinto del fauno
DVD - 114 min.
Nella Spagna del 1944, mentre il capitano dell’esercito Vidal (Sergi López) dà la caccia
agli ultimi oppositori del regime franchista, la sua figliastra, una bambina sensibile e
solitaria, scopre un mondo fantastico in un labirinto pietroso nascosto nel bosco vicino
alla casa. Qui la ragazzina apprende di essere una principessa di fiaba che, per diventare
immortale, deve superare tre difficili prove.
La narrazione della storia si sviluppa su due livelli: quello fantastico, popolato da
creature inquietanti come il Fauno e L'Uomo Pallido e quello reale, in cui si rivelerà il
vero mostro della storia: il capitano Vidal.
Temi: labirinto - giardino inquietante - giardino e bambini
Il laureato
regia: Mike Nichols - USA 1967
DVD - 102 min.
The Graduate
Un neolaureato californiano in crisi di identità (Dustin Hoffman) diventa l'amante di
una nevrotica signora, amica di famiglia (Anne Bancroft), ma poi si innamora della
figlia, sua coetanea (Katharine Ross): film culto degli ultimi anni '60 e quadro
dissacrante dell'America borghese e perbenista.
Il giardino con piscina è una stanza all'aperto dove si svolgono i riti del barbecue tra
amici: spoglio nella sua “modernità”, freddo nonostante il sole californiano, come
spogli e freddi sono i drammi borghesi raccontati dalla storia.
Temi: piscina - giardino domestico americano - giardino come comparsa occasionale
regia: Terry Gilliam - USA 1991
VHS - 127 min.
La leggenda del re pescatore
The Fisher King
Sconvolto dalla morte violenta della moglie, un mite professore di storia medioevale
(Robin Willians), impazzisce e va alla deriva, vivendo come barbone nelle cantine della
metropoli e ricercando il Sacro Graal per le strade di New York. Lo aiuta un disk-jockey
(Jeff Bridges) che si sente direttamente responsabile di questa disgrazia.
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Storia di amore e amicizia in cui commedia e dramma, realtà e fantasia si mescolano
continuamente, passando dai bassifondi metropolitani ai grattacieli di Manhattan, con
molte soste significative al Central Park. Il grande parco è rappresentato come la selva
misteriosa soprattutto come la selva misteriosa in cui prendono forma i mostri che
vivono nella mente del protagonista.
Nella scena finale, quando i due protagonisti, finalmente liberi dai loro incubi possono
stare sdraiati nel grande prato a guardare le stelle, il parco notturno recupera una
dimensione di pacifica serenità.
Temi: Central Park, New York - giardino inquietante - giardino notturno
Leon
regia : Luc Besson - Francia 1994
DVD - 155 min.
Léon
Léon (Jean Reno) è un killer tanto spietato quanto candido e ingenuo, una macchina di
morte inesorabile fino a quando Mathilda (Natalie Portman), una bambina
sopravvissuta alla strage della sua famiglia compiuta da un gruppo di poliziotti corrotti,
entra nella sua vita sconvolgendone gli equilibri.
Léon è un goffo personaggio abile solo nell'uso delle armi e totalmente incapace di
avere rapporti con altre persone. L'unico affetto di Leon è rappresentato da una pianta in
vaso coltivata con cura. Il sicario e la bambina sono anime alla deriva, sopravviveranno
insegnando l'uno all'altro le proprie conoscenze: Léon imparerà a leggere e scrivere,
Mathilda a usare le armi, il tutto scandito dalle cure quotidiane alla pianta, vincolo
emotivo che lega l'uno all'altra. Nel finale Léon si sacrifica per i suoi unici amori,
salvando con attenzione estrema, la ragazzina e la pianta da una spettacolare sparatoria.
In questo modo Mathilda potrà crescere, frequentare un collegio grazie ai soldi di Leon
e la pianta potrà avere un luogo dove mettere radici.
Temi: giardiniere - piante in vaso - giardini e bambini - giardino come comparsa occasionale
Lontano dal Paradiso
regia: Todd Haynes - USA 2002
DVD - 102 min.
Far from heaven
I coniugi Frank e Cathy Whitaker (Dennis Quaid e Julianne Moore) hanno tutto il
necessario per essere felici e realizzati nella società di una provincia americana alla fine
degli anni '50: agiatezza, bellezza, salute, figli e amici perfetti. Questa facciata
nasconde due segreti: l'omosessualità del marito e l'infelicità della moglie, madre
esemplare quanto moglie trascurata. Nella sua solitudine Cathy trova amicizia e
comprensione nel nuovo giardiniere, vedovo, sensibile e colto, con l'unico difetto di
avere la pelle nera.
L'uso dei colori e la splendida fotografia, sembrano voler sottolineare ed enfatizzare
l'armonia domestica di questa famiglia, tutti i dettagli sono perfetti come la casa
circondata dallo spettacolare giardino autunnale che si armonizza con i colori delle
stoffe dei vestiti.
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L'armonia generale sembra veramente essere spezzata solo dall'elemento “colorato”
del giardiniere, sensibile e attento, che farà apprezzare a Cathy la possibilità di trovare
bellezza anche fuori dalle convenzioni: come gli accordi astratti di un quadro moderno
o la struggente eleganza di un ramo, di un cespuglio selvatico, raccolto nel bosco.
Temi: giardiniere - giardino domestico americano
Rassegna Giardini al cinema 2007
Madame Bovary
regia: Claude Chabrol - Francia 1991
VHS - 139 min.
Madame Bovary
La trasposizione cinematografica di Claude Chabrol della vicenda di Emma Bovary
(Isabelle Huppert), è particolarmente fedele al testo di Flaubert, soprattutto nei testi e
nelle ambientazioni.
Il giardino e il paesaggio della campagna francese, accompagnano le vicende di Emma
fin dall'inizio del film, in cui appare il semplice giardino della fattoria, dove avverrà
l'incontro fra la giovane donna e il dott. Bovary. Anche la festa del matrimonio è
preceduta da una allegra processione nei campi. Il giardino delle case di città, saranno
soprattutto lo scenario dei momenti di tormento e di riflessione, lo spazio della
convalescenza del corpo e il luogo della passione degli incontri notturni di Emma con
l'amante Rodolphe.
Temi: giardino/cinema/letteraura - giardino luogo di seduzione - giardino notturno giardino teatro - figure femminili
Manhattan
regia: Woody Allen - USA 1979
DVD - 96 min.
Manhattan
Episodi della vita sentimentale di un autore televisivo di New York in una città che è la
protagonista assoluta del film. Woody Allen grazie alla fotografia in bianco e nero di
Gordon Wills rende un omaggio poetico alla sua città e al suo parco.
Temi: Central Park, New York
Il Maratoneta
regia: John Schlesinger - USA 1976
125 min
Marathon Man
Studente universitario ebreo, si imbatte in un criminale nazista alla ricerca di diamanti
conservati dal fratello dopo la guerra. Il film passa dai toni di denuncia al thriller
attraverso un duello spietato tra i due protagonisti: il giovane Dustin Hoffman e un
cattivissimo Laurence Olivier.
Celebre la scena della corsa del maratoneta intorno al Reservoir del Central Park.
Temi: Central Park, New York
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Marie Antoinette
Marie Antoinette
regia: Sofia Coppola
USA , Francia, Giappone 2006 - DVD - 118 min.
La regista Sofia Coppola chiude la sua trilogia sulla solitudine (The Virgin suicide
1999; Lost in Translation – 2003) con il progetto ambizioso di restituire dignità e
complessità ad una figura storica tra le più calunniate e odiate: la regina Maria
Antonietta. Questo è un film in costume ma non è un film storico e ci mostra Marie
Antoinette (Kirsten Dunst), moglie bambina di Luigi XVI, dal matrimonio alla
Rivoluzione Francese. Chiusa nella gabbia dorata della vita di corte, la giovane regina
troverà solo nel grande parco, la possibilità di ritagliarsi uno spazio tutto per sé lontano
dalle convenzioni imposte dal cerimoniale.
Per quello che riguarda i giardini, questo film ci propone alcune sequenze magistrali del
grande parco della reggia di Versailles. Le lunghe prospettive verso l'infinito, volute dal
Re Sole per dichiarare al mondo il suo potere sulla natura e sugli uomini, sono riprese
nelle luci crepuscolari o nelle sfumature dell'alba, come a sottolineare l'avvicinarsi
della fine dell'antico regime. Molto interessanti le riprese del giardino all'inglese e del
villaggio pastorale voluti a Versailles da Maria Antonietta. Le luci e le fioriture sono
quelle reali del giardino nel mese di giugno.
Nella sequenza in cui Marie Antoinette riceve la notizia della morte della madre, si vede
il parterre fiorito del giardino di Vaux-le-Vicomte.
Temi: giardini barocco francese - giardino all'inglese - giardini e bambini - figure
femminili
Rassegna Giardini al cinema 2009
La maschera di ferro
regia: Randall Wallace - USA 1998
VHS - 130 min.
The Man in the Iron Mask
Cast stellare per una pellicola liberamente tratta dai romanzi di Dumas, in cui si
raccontatano gli intrighi di palazzo ai tempi del giovane Luigi XIV.
Negli esterni sono riconoscibili il giardino del castello di Vaux-le-Vicomte e di
Champs-sur-Marne.
Temi: giardino/cinema/letteratura - giardino barocco francese - giardino luogo di
seduzione - giardino/teatro
Messaggero d'amore
regia: Joseph Losey - Gran Bretagna - 1970
VHS - 112 min.
The Go-Between
Tratto dal romanzo di L. P. Hartley “L'età incerta” e con l'abile sceneggiatura di Harold
Pinter, il film di Joseph Losey mette in scena una ricostruzione proustiana di una
vicenda, interamente ambientata in una nobile dimora inglese, dei primi anni del
Novecento. Tra riti quotidiani scanditi da pranzi, tè in giardino, partite a criquet e pigre
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letture all'ombra di alberi centenari, un timido adolescente di modesta famiglia, ospite
di un ricco amico, è testimone e complice dell'amore clandestino tra la bella
aristocratica Marian (Julie Christie) e il giovane fattore Ted ( Alan Bates).
Le scenografie verdi scelte dal regista, sottolineano la frattura fra l'ordine delle
convenzioni sociali e il caos dei sentimenti dei protagonisti. La rigida scansione degli
spazi del giardino della villa, con i suoi prati perfetti come tappeti, le siepi potate e le
armoniche aiuole fiorite, si contrappone ai turbamenti del ragazzino rappresentati,
invece dalla selva di arbusti che lui attraversa di corsa per portare i messaggi ai due
amanti o dal giardino incolto, dove dà sfogo alla sua rabbia e alla sua gelosia,
distruggendo una pianta di velenosa Belladonna.
Gran parte del film è ambientato a Bradenham Hall, che nella realtà corrisponde a
Melton Constable Hall nel North Norfolk ( vicino alla cittadina di Holt) il cui parco,
venne disegnato nella seconda metà del 1600 da Lancelot Capability Brown per la
famiglia Astley.
Temi: giardino/cinema/letteratura - giardino paesaggistico inglese - giardino luogo di
seduzione - garden party - giardino spontaneo - giardino e bambini
Metropolis
regia: Fritz Lang - Germania 1927
DVD (versione restaurata) - 118 min.
Metropolis
La megalopoli inquietante immaginata da Fritz Lang in un futuribile 2026, è
organizzata su due livelli ben distinti. Qui vivono due realtà sociali opposte e la
differenza è sottolineata anche dalla presenza di un incredibile giardino, uno spazio
luminoso in cui si muovono con grazia i giovani bellissimi della casta privilegiata. Un
luogo che si oppone con estrema violenza visiva, alla oscurità rumorosa, popolata da
macchine terribili, sporca e umida in cui vivono in schiavitù e abbrutimento gli altri
abitanti di Metropolis.
Temi: giardino inquietante - fantascienza
Microcosmos: il popolo dell'erba
Microcosmos: Le peuple de l'herbe
regia: Claude Nuridsany, Marie
Pérennou - Francia, Svizzera 1996
DVD - 75 min.
Documentario che ci porta ad esplorare da vicino, grazie alla tecnica di ripresa, un
mondo affascinante e sconosciuto, quanto familiare: la vita in un prato ovvero, la lotta
per la sopravvivenza di bruchi, formiche, coccinelle e tutte le altre meravigliose
creature che popolano anche i nostri giardini.
Indispensabile per capire che la biodiversità si esprime anche nella realtà domestica di
un piccolo fazzoletto di terra.
Tema: giardino spontaneo - grande e piccolo
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Mio Zio
regia: Jacques Tati - Francia, Italia 1958
DVD - 110 min.
Mon oncle
Come sempre Jacques Tati, ironizza sulle trasformazioni della vita moderna. La
contrapposizione tra i modi di vivere della vecchia piccola provincia e della nuova città
metropolitana, viene mostrata senza possibilità di incontro. Come dimostra la rovina di
un vecchio muro che segna il confine fisico tra le due realtà urbane.
Il giardino, o meglio l'anti-giardino della modernissima casa della sorella del
protagonista e della sua famiglia, gli Arpel, è lo scenario ideale delle aberrazioni del
moderno, dove tutto è asettico, ordinato, secco, pulito e disinfettato, come vuole la
moda. Un giardino dove non si può giocare, dove non ci sono fiori, dove si fa fatica a
camminare, perché lo spazio è scandito da partiture secche, da sentieri tanto belli sulla
carta quanto scomodi da vivere. Al centro di tutto questo delirio, la fontana: una vasca
d'acqua dove emerge un pescione che spruzza acqua a comando e solo quando la
necessità della rappresentanza lo richiede: per il fruttivendolo non è necessario ma per
la vicina o gli ospiti di un improbabile garden-party, è invece un accessorio
indispensabile. A tutto questo si contrappone il vecchio quartiere pieno di sfaccendati
chiacchieroni e sorridenti, cagnetti e canarini che cantano al sole, dove i ragazzini
possono giocare per strada, nei campi e fare merenda con frittelle bisunte.
La casa degli Arpel è stata disegnata dall'architetto Robert Mallet-Stevens (1886 –
1946) che ironizza su se stesso e sulle “macchine per abitare” del moderno. Il giardino
evoca gli esperimenti del giardino cubista realizzati intorno agli anni '20, in particolare i
giardini disegnati dal Gabriel Guevrekian (1892 – 1970) per l'esposizione
Internazionale di Parigi del 1925 e per la villa Noailles a Hieres in Costa Azzurra.
Temi: giardino “moderno” - garden party - giardino inquietante - figure femminili giardini e bambini
I misteri del giardino di Compton House
The Draughtsman's contract
regia: Peter Greenaway - Gran
Bretagna 1982 - DVD - 103 min.
Ambientato nell'Inghilterra del 1694 nel giardino di una dimora aristocratica, in cui si
svolgono ambigue seduzioni, conflitti famigliari, orrendi delitti. La trama narra di un
abile disegnatore incaricato di riprodurre dodici vedute del giardino e della casa, che la
moglie del proprietario vuole regalare al marito, assente per affari. In cambio del suo
lavoro, il disegnatore riceverà tra i suoi compensi contrattuali, i favori sessuali della
donna e poi della figlia. Mentre i disegni prendono forma sulla carta, l'artista raccoglie
una serie di indizi che lo porteranno a scoprire l'omicidio del proprietario e il complotto
messo in scena dalle due donne.
“Ciò che rende I misteri del giardino di Compton House particolarmente significativi
(...) è la rappresentazione della rappresentazione. Greenaway mostra prima di tutto la
rappresentazione in atto. La illustra presentando ripetutamente la maniera di
incorniciare il paesaggio con l'ausilio di un reticolato o di un velo di memoria albertina
o düreriana che permette di ricreare l'immagine più esatta o fedele. (...)
Il film, la cui azione è collocata nell'anno 1694, funge da racconto metafilosofico o,
meglio, da esercizio semiologico postmoderno. L'esteriorità, il dominio del “non-io”,
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simbolizzato dal parco, si rivela, in ultima istanza, il laboratorio di un mondo in cui tutto
è rappresentazione. Il parco, vero e proprio oggetto di venerazione, si trasforma in un
luogo di assenza e di esclusione metafisica. Sulla base di tale crisi, Greenaway interroga
gli aspetti multipli della ricezione dei giardini: il committente, la finalità delle immagini
(che “sostituiscono” il giardino, lo fanno “viaggiare”) e allo stesso tempo, la loro
circolazione. Tutto questo avviene in un sito che è già per definizione, in quanto
creazione, un luogo di rappresentazione”. (Michael Jacob 2009, pag. 67,68).
Il film è girato interamente nel giardino e nella tenuta di Groombridge Place nel Kent.
Temi: giardino inquietante - giardino paesaggistico inglese - giardino teatro - giardino e
pittura - giardino luogo di seduzione - sculture in giardino - giardino barocco - arte topiaria
Rassegna Giardini al cinema 2006
Molto rumore per nulla regia: Kenneth Branagh - Gran Bretagna,
Much ado about nothing
USA 1993 - DVD - 106 min.
Schermaglie amorose tra coppie che si cercano e si corteggiano tra quinte sempreverdi,
logge e scorci su una campagna toscana morbida e calda. Kenneth Branagh ambienta
interamente la sua versione della commedia shakesperiana nel giardino e nella villa di
Vignamaggio, riproponendo un ideale, mai scomparso, di vita in villa. Nella realtà
alcuni dettagli del giardino sono ricostruzioni scenografiche, come la fontana quadrata
e la piccola cappella in fondo al prato.
Il giardino, che riprende con cura, ma senza esagerare, le forme e le caratteristiche del
giardino rinascimentale toscano, è parte integrante della narrazione e grazie ad un uso
accorto della macchina da presa è complice dei protagonisti.
Temi : Toscana - giardino all'italiana - giardino/cinema/letteratura - giardino luogo di
seduzione - labirinto - arte topiaria
Rassegna Giardini al cinema 2008
Notting Hill
Notting Hill
regia: Roger Michell - USA , Gran Bretagna 1999
VHS - 124 min. - Sia tradotto che in versione originale
Per le strade di Londra e in particolare nel quartiere di Notting Hill, si svolge la
relazione complicata tra il timido libraio William Thacker (Hugh Grant) e la diva del
cinema Anna Scott (Julia Roberts).
In questo film si vede una tipologia di giardino molto comune in Inghilterra, in
particolare a Londra: i comunal gardens, che a dispetto del nome, non sono piccoli
giardini pubblici di quartiere, ma sono giardini recintati, che vengono utilizzati e gestiti
dai proprietari delle abitazioni che si affacciano sulla piazza, al cui centro, si trova il
giardino stesso. Quello utilizzato nel film è il giardino in Rosmead Road a Londra.
Temi: Comunal gardens - giardino notturno
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Gli occhiali d'oro regia: Giuliano Montaldo - Italia, Francia, Iugoslavia 1987
Gli occhiali d'oro
DVD - 101 min.
Tratto dall'omonimo romanzo del 1958 di Giorgio Bassani, narra le vicende del dottor
Fadigati, uno stimato professionista di Ferrara che riesce a nascondere la sua
omosessualità fino a quando l'improvvisa passione per Eraldo lo spinge a vivere
apertamente il suo rapporto, fino al tragico finale.
Il film, girato quasi interamente a Ferrara, mostra alcuni giardini e spazi verdi della
città, in particolare il cimitero Ebraico e alcuni giardini interni di abitazioni nel centro
storico.
Temi: Ferrara - Bassani - giardino/cinema/letteratura
Oltre il giardino
regia: Hal Ashby - USA 1979
VHS - 130 min.
Being there
Il giardiniere Chance (Peter Sellers) viene in contatto con la high-class americana che
scambia la sua ingenuità per intelligenza e i suoi silenzi per saggezza. Tratto dal
romanzo di Jerzy Kosinski, che firma anche l'adattamento per lo schermo.
Indimenticabile interpretazione di Peter Sellers che ci regala una grande figura di
giardiniere. In questo film si vedono pochi giardini e in sequenze molto brevi, che però
sono sufficienti per fare di questo film un classico sul rapporto tra cinema e giardini e
sulla figura del giardiniere cinematografico.
Temi: giardino/cinema/letteratura - giardiniere
Orgoglio e pregiudizio
Pride and prejudice
regia: Joe Wright - Francia,
Gran Bretagna 2005 - DVD - 121 min.
Quest'ultima versione cinematografica del celebre romanzo di Jane Austin, presta una
particolare attenzione alla scelta dei luoghi delle riprese che, vengono utilizzati per
sottolineare le diverse condizioni sociali dei protagonisti: le sorelle Bennet in cerca di
marito e i loro aristocratici ricchi possibili innamorati.
Può essere interessante confrontare l'uso dello stesso giardino, quello di Groombridge
Place, usato da Greenway in una ambientazione tardo seicentesca che ne esaltava gli
aspetti formali e geometrici, con le riprese del film di Wright, che in una vicenda di un
secolo successiva, ne mette in evidenza gli aspetti più paesaggistici e naturali,
coerentemente con i cambiamenti del gusto per i giardini.
Un altro aspetto interessante di questo film è l'uso di doppie inquadrature, giocate tra i
limiti della macchina da presa e le finestre o colonne, che incorniciano le viste del
giardino, come per ribadire l'origine pittorica del giardino paesaggistico inglese, che ha
tratto ispirazione anche dallo studio dei paesaggi ideali dipinti e incorniciati.
Nella versione in DVD, uno dei capitoli dei contenuti speciali è composto da schede sui
palazzi e sui giardini usati come luoghi delle riprese.
Temi: giardino paesaggistico inglese - giardino/cinema /letteratura - figure femminili giardino luogo di seduzione
Rassegna Giardini al cinema 2010
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Orlando
Orlando
regia: Sally Potter - Gran Bretagna, Russia,
Francia, Italia, Olanda 1992 - DVD - 92 min.
Sedicenne nel 1600 sotto il regno di Elisabetta I (Quentin Crisp), Orlando (Tilda
Swinton) nobile inglese diventa donna a trent'anni e tale rimane, senza invecchiare, nei
secoli successivi fino al 1928. Per sottolinearne l'attualità, la regista inglese Sally Potter
prolunga l'azione fino al 1992.
Nel film ricorre in varie sequenze il giardino di Hatfield House, antica dimora inglese
abitazione pare della stessa regina Elisabetta I. Un giardino che si presta con le sue parti
ancora coltivate a giardino formale, a segnare i passaggi tra le varie epoche nella vita di
Orlando. Da ricordare la scena della corsa nel labirinto in cui Orlando compie un salto
temporale di secoli attraverso il cambiamento del suo costume. Di grande poesia anche
le sequenze iniziali e finali, in cui un albero, diventato secolare, segna il trascorrere del
tempo.
Temi: giardino/cinema/letteratura - figure femminili - giardino paesaggistico inglese grandi alberi - labirinto - giardino barocco - arte topiaria
Rassegna giardini al cinema 2008
Un' ottima annata
A Good Year
regia: Ridley Scott - Gran Bretagna, USA 2006
DVD - 112 min.
Un implacabile e cattivissimo squalo della finanza londinese (Russell Crowe), si ritrova
a dover gestire una tenuta vinicola nel sud della Francia, ereditata da uno zio. Deciso a
vendere tutto per ricavarne nuovo denaro, verrà sedotto dalla bellezza dei luoghi e dai
piaceri della vita.
Film leggero e prevedibile che ci regala scene memorabili sulla bellezza dei paesaggigiardino come i vigneti in Provenza.
Temi: giardino/vigneto - paesaggio/giardino - giardino luogo di seduzione
Ossessione
regia: Luchino Visconti - Italia 1943
DVD - 118 min.
Ossessione
Film capolavoro di Luchino Visconti tratto dal romanzo americano di James M. Cain.
Visconti ambienta la vicenda dei due amanti nella calda, assolata campagna sugli argini
del Po, nella città di Ferrara e di Ancona. Al pubblico ferrarese però non piacque
riconoscere la propria città in questa storia di torbida passione.
Interessante la scena girata nei giardini della attuale piazzetta della Repubblica (largo
Castello) che può essere considerata come un documento fedele del luogo negli ani '40.
Temi: Ferrara - campagna ferrarese
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Paisà
regia: Roberto Rossellini - Italia 1946
VHS - 121 min.
Paisà
Il film racconta sei episodi della Seconda Guerra mondiale in Italia, seguendo
l'avanzata degli Alleati angloamericani , dallo sbarco in Sicilia al fronte lungo la linea
del Po. Considerato uno dei vertici del neorealismo italiano.
Da considerare il sesto e ultimo episodio girato nelle valli ferraresi e lungo gli argini del
Po.
Temi: campagna ferrarese
La piccola bottega degli orrori
Little shop of horrors
regia: Roger Corman - USA 1960
DVD - 72 min.
Un eccentrico fiorista (Jonathan Haze) alleva una pianta carnivora e si trova costretto ad
uccidere per provvedere al suo nutrimento. La pianta carnivora è uno dei mostri
indimenticabili del cinema fantastico.
Da ricordare: il remake di Franz Oz del 1986, interpretato da Rick Moranis e un'analoga
pianta mostruosa nel film: il diabolico complotto del Dr. Fu Manchu, commedia
grottesca interpretata da Peter Sellers (1980)
Temi: botanica fantastica
Pollice Verde
Greenfingers
regia: Joel Hershman - Gran Bretagna 2002
DVD - 80 min. in lingua originale
Nella prigione modello di Edgefield, ai carcerati viene data la possibilità di imparare un
mestiere. Tra questi, un gruppo verrà coinvolto in una esperienza che li porterà a
diventare dei veri giardinieri. Guidati dal vecchio Fergus (David Kelly), realizzano un
giardino fiorito che attira l'interesse e l'attenzione di una vera signora dei giardini
inglesi: Georgina Whoodhouse (la bravissima Helen Mirren). Grazie a lei
cominceranno a lavorare anche all'esterno del carcere e potranno partecipare con una
loro creazione alla prestigiosa mostra di giardinaggio di Hampton Court.
Una bella storia piena di giardini e giardinieri, che offre più di uno spunto di riflessione
sui ruoli di entrambi. Innanzitutto, il tema del giardino come luogo che cura il corpo e lo
spirito, esplicito nella trasformazione dei duri carcerati che ritrovano la loro umanità
nel lavoro e nella cura di un giardino. Una trasformazione che diventa affermazione
delle proprie potenzialità creative ed umane e si realizza nella costruzione di un
giardino per la mostra di Hampton Court. Un giardino trasgressivo e fuori dagli schemi,
capace di esprimere in piena autonomia l'idea di una nuova Natura, rude e selvatica, ma
ricca di poesia, amore e amicizia.
Temi : giardino spontaneo - mostre di giardinaggio - giardino e carcere - giardiniere cottage garden
Rassegna Giardini al cinema 2007
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Primavera, estate, inverno…e ancora primavera
Bom, yeoreum, gaeul, gyeoul, geurigo, bom
regia: Ki-duk Kim
Corea 2003 - DVD - 103 min.
Cinque stagioni per raccontare, attraverso azioni scandite dalla successione di decenni,
le fasi della crescita e della maturazione di un uomo.
Il paesaggio che circonda la casetta galleggiante del monaco, il lago, i boschi, le
montagne sono ripresi con una eleganza di rara bellezza, non c'è un giardino vero e
proprio, ma una Natura esaltata nel suo splendore e nella sua capacità di trasmettere e
produrre emozioni. Quindi non ci sono recinti né divieti, perchè l'educazione e la
crescita del bambino per diventare uomo sono possibili solo attraverso l'esperienza e le
scelte personali, anche le più dolorose e sofferte.
Il film è interamente girato nella spettacolare cornice del lago artificiale di Jusan, nel
Parco nazionale di Juwangsan in Corea.
Temi: paesaggio/giardino - giardino orientale - giardino e bambini
Il profumo del mosto selvatico
A wolk in the Clouds
regia: Alfonso Arrau - USA 1995
VHS - 98 min. in lingua originale
Rifacimento con atmosfere da telenovela sudamericana del film italiano “Quattro passi
tra le nuvole ”(1942).
Racconta la storia di un reduce di guerra (Keanu Reeves) diventato commesso
viaggiatore che si finge marito di una ragazza incinta, figlia di un ricco, quanto
tradizionale padre di famiglia, proprietario di un grande vigneto. Il pregio del film è
proprio la esaltazione delle atmosfere, delle luci e della bellezza sensuale dei vigneti: un
paesaggio che diventa giardino e luogo di seduzione.
Temi: giardino/vigneto - giardino luogo di seduzione - paesaggio/giardino
Racconto d'autunno
regia: Eric Rohmer - Francia 1998
VHS - 107 min.
Conte d'automne
Magali (Béatrice Romand) viticoltrice, vedova con figli grandi, si trova al centro delle
macchinazioni affettuose e complici dell'amica Isabelle (Marie Rivière), che le vuole
trovare un nuovo compagno.
Quasi tutta la storia è accompagnata dalla narrazione visiva del verde e delle sue forme.
Il film si offre come una elegia della vita all'aria aperta, tra vigneti, orti e giardini fioriti.
Una messa in scena che rimanda allo stile impressionista di Renoir. Anche i caratteri
delle due protagoniste sono caratterizzati da modi diversi di rapportarsi con la natura,
Isabelle gode del paesaggio, ma non le interessa curarlo o conoscerlo, Magali vuole
creare un vigneto biologico, ricco di fiori ed erbe spontanee, più simile ad un giardino
che ha un impianto produttivo: “ Io la considero più come una forma di artigianato che
di sfruttamento della terra, che poi è anche una parola orrenda: io non sfrutto la terra…
Io la onoro! (Magali).
Temi: giardino/vigneto - giardino spontaneo
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Ragione e sentimento
Sense and Sensibility
regia: Ang Lee - Gran Bretagna, USA 1995
DVD - 131 min.
Le protagoniste femminili di questo film, tratto dal romanzo, di Jane Austen sono le
sorelle Dashwood: la razionale e compassata Elinor (Emma Thompson) e la passionale
Marianne (Kate Winslet). Trovandosi in ristrettezze economiche dopo la morte del
padre, che ha lasciato tutte le proprietà al figlio primogenito, insieme con la sorellina e
la madre, dovranno affrontare una serie di vicende prima di coronare il loro sogno
d'amore e trovare marito.
Il regista coreano Ang Lee traduce in modo elegante le atmosfere del romanzo,
utilizzando i verdi paesaggi della campagna inglese e i suoi giardini, con una semplicità
tipicamente orientale, riconoscibile soprattutto nelle scelte delle inquadrature che
rimandano alla grafica delle stampe giapponesi. I luoghi non sono trattati come
semplici scenari ma riprendono e sottolineano le passioni e le emozioni delle
protagoniste. Per esempio, nella scena in cui Marianne cammina disperata tra le siepi
scure di un giardino formale, mentre sta per scoppiare un forte temporale.
Anche in questo film le tipologie dei giardini sottolineano le diverse appartenenze
sociali, persino le casette sull'albero ribadiscono questa differenza. La prima casetta
che compare all'inizio del film è fatta di legni intarsiati e appartiene alla vita ricca e
agiata delle protagoniste; la seconda casetta invece è invece è molto semplice,
coerentemente con il piccolo cottage in cui la famiglia troverà una abitazione povera ma
dignitosa.
Temi: cottage garden - giardino paesaggistico inglese - giardino/cinema/letteratura figure femminili - casetta sull'albero
Rassegna Giardini al cinema 2009
Le relazioni pericolose
regia: Stephen Frears - USA 1988
DVD - 115 min.
Dangerous Liaisons
Tratta dall'omonimo romanzo epistolare di Choderlos de Laclos (1782).
Nella Francia di fine ' 700: un po' per gioco, un po' per vendetta, la marchesa di Merteuil
(Glenn Close) trama con il visconte di Valmont (John Malkovich) un complicato intrigo
di seduzione ai danni della trepida madame de Tourvel (Michelle Pfeiffer). Il gioco
scappa di mano a entrambi e porterà ad un tragico finale.
Palazzi d'epoca e splendidi giardini sono la quinta di un teatro in cui si svolgono le
vicende dei protagonisti. I luoghi delle riprese sono per lo più localizzati nei dintorni di
Parigi come il riconoscibile giardino del castello di Champs-sur- Marne.
Temi: giardino barocco francese - giardino/teatro - giardino/ cinema / letteratura giardino luogo di seduzione
Ritratto di signora
The Portrait of a Lady
regia: Jane Campion - Gran Bretagna, USA 1996
DVD - 138 min.
Sintesi cinematografica del romanzo fiume di Henry James, realizzata nel 1996 da Jane
Campion.
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La storia di Isabel (Nicole Kidman) giovane ereditiera che nel suo desiderio di
conoscere il mondo, viaggerà a lungo tra luoghi e delusioni che la porteranno a maturare
e a temprare il suo spirito indipendente. L'ambientazione storica e sociale si presta a
scene girate in giardini o scenari agresti e floreali, che fanno da contrappunto ai dialoghi
dei protagonisti. Si può osservare una certa ripetizione nella scelta di giardini
all'italiana, come i luoghi più adatti per le seduzioni o per le imposizioni dell'ambiguo
personaggio di Osmond (John Malkovich), come a voler sottolineare l'ipocrisia e la
falsità di questi luoghi così ordinati e rispettabili contrapposti a luoghi più selvaggi e
irregolari, dove la protagonista troverà l'ambiente più adatto al suo spirito indipendente
e libero.
Temi: cinema/giardino/letteratura - giardino paesaggistico inglese - figure femminili giardino luogo di seduzione - giardino all'italiana - grandi alberi
Scelta d'amore - la storia di Hilary e Victor regia: Joel Schumacher
USA 1991 - VHS - 107 min.
Dying Young
Delicata storia d'amore tra la giovane infermiera Hillary (Julia Roberts) e il giovane
Victor (Campbell Scott), malato di leucemia
Da segnalare la presenza di un bellissimo labirinto abbandonato in cui il giovane Victor
entra per sfidare la sorte.
Temi: labirinto - giardino/cinema/letteratura
Shining
The Shining
regia: Stanley Kubrick - USA, Gran Bretagna 1980
DVD - 115 min.
Tratto dal romanzo di Stephen King. Sotto l'influenza malefica dell'Overlook Hotel
sulle Montagne Rocciose, dove passa l'inverno come custode, Jack Torrence (Jack
Nicholson) sprofonda in una progressiva schizofrenia che lo spinge a minacciare di
morte la moglie (Shelley Duvall) e il figlio (Danny Lloyd).
Film di orrore e follia, con alcune celeberrime scene girate nel labirinto del giardino,
luogo assolutamente reale, pur essendo ricostruito in studio, ed esempio
cinematografico tra i più riusciti della mitologia legata a questo luogo, da quello di
Saturno a quello di Teseo e il Minotauro.
Temi: labirinto - giardino inquietante - giardino notturno
regia: Michael Hoffman - USA
Sogno di una notte di mezza estate
1999 - DVD - 116 min
William Shakespeare's A Midsummer Night's dream
Questa versione cinematografica della commedia di Shakespeare, è ambientata nei
paesaggi toscani di Montepulciano e tra le quinte rinascimentali del giardino di Palazzo
Farnese a Caprarola. Il film inizia proprio in questo giardino con la scena della
preparazione del matrimonio nel castello del Duca Teseo, con le sue terrazze fiorite e le
sue squadre di giardinieri all'opera.
51
Il giardino notturno invece è una fiabesca, quanto artificiale ricostruzione in studio di
un bosco fantastico.
Temi: Toscana - giardino notturno - giardino all'italiana - giardino luogo di seduzione giardino/teatro
Stuart Little - Un topolino in gamba
Stuart Little
regia: Rob Minkoff - USA 1999
DVD - 81 min.
Favola metropolitana e surreale con un topolino protagonista che viene adottato da una
famiglia di umani. Il Central Park è rappresentato nelle sue due versioni: quello
quotidiano delle scampagnate familiari e delle gare nei laghetti, e quello notturno,
inquietante e pauroso, come ogni bosco che si rispetti nelle favole per bambini.
Temi: Central Park, New York - giardino inquietante - giardino notturno
Il tagliaerbe
regia: Brett Leonard - USA, Giappone
Gran Bretagna 1992 - DVD - 104 min.
The Lawnmower Man
Il mite e semplice giardiniere Jobe, dopo un trattamento massiccio di droghe e
immersioni forzate in esperimenti di realtà virtuale, si trasforma in una specie di genio
del male armato di falciatrice. Un misto di horror e fantascienza con una figura
inquietante di giardiniere.
Temi: giardiniere - giardino inquietante - fantascienza - giardino domestico americano
L'uomo che piantava gli alberi regia di Frédéric Back - Canada 1987
L'Homme qui plantait des arbres
DVD - 42 min. Film di animazione
Un giovane viaggiatore solitario si spinge in una zona deserta dell'Alta Provenza e
incontra un pastore silenzioso che pazientemente semina ghiande con l'obiettivo di
creare nuovi boschi. Dopo molti anni e la guerra, ritornato negli stessi posti, trova le
montagne trasformate da terra arida e inospitale in un giardino pieno di vita.
Film di animazione pluripremiato per la sua bellezza e per la fedeltà alla poesia del
racconto dello scrittore francese Jean Giono.
“Quando penso che un uomo solo, ridotto alle proprie semplici risorse fisiche e morali,
è bastato a far uscire dal deserto quel paese di Canaan, trovo che malgrado tutto,la
condizione umana sia ammirevole. Ma, se metto in conto quanto c'è voluto di costanza
nella grandezza d'animo e d'accanimento nella generosità per ottenere questo risultato,
l'anima mi si riempie d'un enorme rispetto per quel vecchio contadino senza cultura che
ha saputo portare a buon fine un'opera degna di Dio” (J. Giono)
Temi: giardiniere - giardino/cinema/letteratura - paesaggio/giardino
52
Vatel
Vatel
regia: Roland Joffé - Francia, Gran Bretagna2000
DVD - 115 min.
Verso la fine dell'aprile del 1671, il principe di Condé (Julian Glover) per ritornare nelle
grazie del re Sole, Luigi IV (Julian Sands), organizza presso il suo palazzo tre giorni di
feste. Carico di debiti, Condé si affida a François Vatel (Gerard Depardieu), maestro di
cerimonie, per organizzare un triduo di pranzi raffinati nella cornice di incredibili
spettacoli teatrali e pirotecnici.
La storia è ambientata nel castello e nel giardino di Chantilly, ma in questo film, il luogo
rappresentato è in realtà, un montaggio di molti giardini, montaggio che risulta
credibile per il fatto che si tratta di una serie di opere dello stesso autore, il grande
giardiniere André le Nôtre (1613-1700). Nel film sono riconoscibili, oltre al giardino di
Chantilly, alcuni scorci del giardino di Vaux-le-Vicomte (prospettive verso la fontana
del Nettuno, primi piani della stessa fontana) e la celebre cascata d'acqua del giardino di
Saint-Cloud con la fontana con le rane.
Temi: giardini barocco francese - giardino/teatro - giardino luogo di seduzione
Rassegna giardini e cinema 2006
Z - la formica
AntZ
regia: Eric Darnell, Tim Johnson - USA 1998
DVD - 80 min.
Film di animazione che racconta la storia di una formica operaia timida e impacciata
(doppiata nell'originale da Woody Allen, e nella versione italiana dal suo alter ego,
Oreste Lionello). Citando lo slogan della promozione, il film suggerisce di vedere la
realtà da un altro punto di vista, infatti questa animazione ci regala sicuramente una
insolita visione del Central Park di New York.
Temi: Central Park, New York - grande e piccolo
53
INDICE ALFABETICO DEI TITOLI IN EDIZIONE ITALIANA
1.
2.
3.
4.
5.
6.
7.
8.
9.
10.
11.
12.
13.
14.
15.
16.
17.
18.
19.
20.
21.
22.
23.
24.
25.
26.
27.
28.
29.
30.
31.
32.
33.
34.
35.
36.
37.
38.
39.
40.
41.
42
43.
44.
45.
Al di là dei sogni (What Dreams May Come -1998)
Al di là delle nuvole (1995)
Alice nel paese delle meraviglie (Alice in Wonderland - 1951 )
Un'altra donna (Another Woman - 1988 )
American Beauty (American Beauty - 1999 )
Amore e guerra (Love and Death - 1975 )
Autumn in New York (Autumn in New York - 2000 )
L'avvocato del diavolo (The Devil's Advocate - 1997 )
Barry Lyndon (Barry Lyndon - 1975 )
Blow-up (Blow-up - 1966)
Camera con vista (A room with a View - 1985)
Carrington (Carrington - 1995 )
La casa dalle finestre che ridono (1976 )
Crimini e misfatti (Crimes and misdemeanors - 1989)
Cyrano de Bergerac (Cyrano de Bergerac - 1990)
Decameron (1971)
Una domenica in campagna (Un dimanche à la campagne - 1984 )
Don Giovanni (Don Giovanni - 1984)
Dracula di Bram Stoker (Bram Stoker's Dracula - 1992)
Le due inglesi (Les deux Anglaises et le Continent - 1971)
Edward Mani di Forbici (Edward Scissorhands - 1990)
L'erba di Grace (Saving Grace - 2000)
La fabbrica di cioccolato (Charlie and the Chocolate Factory - 2005)
Il favoloso mondo di Amelie (Le fabuleux destin d'Amélie Poulain - 2001)
Full Monty – Squattrinati organizzati (The Full Monty - 1977)
Il giardino dei Finzi-Contini (1970)
Il Giardino delle vergini suicide (The virgin suicides - 1999)
Il giardino segreto (The secret garden - 1993)
Giorgio Bassani: Poesia (2003)
Un giorno, per caso (One fine day - 1996)
La grande abbuffata (La grande buffe - 1973)
Green Card - Matrimonio di convenienza (Green Card - 1990)
I Guerrieri della notte (The Warriors - 1979)
Hair (Hair - 1979)
Hanna e le sue sorelle (Hanna and her sisters - 1985)
Harold e Maude (Harold and Maude USA - 1971)
Harry Potter e il calice di fuoco (Harry Potter and the Goblet of Fire - 2005)
Un incantevole aprile (Enchanted April - 1991)
Io ballo da sola (Stealing Beauty - 1996)
Kill Bill (Kill Bill - 2003)
Il labirinto del fauno (El labirinto del fauno - 2006)
Il laureato (The Graduate - 1967)
La leggenda del Re Pescatore (The Fisher King - 1991)
Leon (Léon - 1994)
Lontano dal paradiso (Far from Heaven - 2002)
55
46.
47.
48.
49.
50
51
52
53
54
55
56.
57.
58
59
60
61.
62.
63.
64.
65.
66.
67.
68.
69.
70.
71.
72.
73.
74.
75.
76.
77.
78.
79.
80.
Madame Bovary (Madame Bovary - 1991 )
Manhattan (Manhattan - 1979)
Il maratoneta (Marathon Man - 1976)
Marie Antoinette (Marie Antoniette - 2006)
La Maschera di Ferro (The Man in the Iron Mask - 1998)
Messaggero d'amore (The Go-Between - 1970)
Metropolis (Metropolis - 1927)
Microcosmos (Microcosmos - 1996)
Mio Zio (Mon Oncle - 1958)
I misteri del giardino di Compton House (The Draughtsman's contract - 1982)
Molto rumore per nulla (Much ado about nothing - 1993)
Notting Hill (Notting Hill - 1999)
Gli Occhiali d'oro (Gli occhiali d'oro - 1987)
Oltre il giardino (Being there - 1979)
Orgoglio e pregiudizio (Pride and prejudice - 2005)
Orlando (Orlando - 1992)
Un'ottima annata (A good year - 2006)
Ossessione (Ossessione - 1943)
Paisà (Paisà - 1946)
La piccola bottega degli orrori (Little shop of horrors - 1960)
Pollice verde (Greenfingers - 2002)
Primavera, estate, inverno… e ancora primavera (Bom, yeoreum, gaeul,
gyeoul, geurig, bom - 2003)
Il profumo del mosto selvatico (A walk in the clouds - 1995)
Racconto d'autunno (Conte d'automne - 1998)
Ragione e sentimento (Sense and sensibility - 1995)
Le relazioni pericolose (Dangerous Liaisons - 1988)
Ritratto di signora (The portrait of a Lady - 1996)
Scelta d'amore - la storia di Hilary e Victor (Dying Young - 1991)
Shining (The shining - 1980)
Sogno di una notte di mezza estate (William Shakespeare's A midsummer
Night's dream - 1999)
Stuart Little - Un topolino in gamba (Stuart Little - 1996)
Il tagliaerbe (The Lawnmower man - 1992)
L'uomo che piantava gli alberi (L'homme qui plantait des arbres - 1987)
Vatel (Vatel - 2000)
Z - la formica (AntZ -1998)
56
INDICE DEI TITOLI ORIGINALI
2.
3.
5.
4.
80.
7.
9.
59.
10.
67.
19.
12.
13.
23.
69.
14.
15.
71.
16.
20.
8.
17.
18.
55.
73.
21.
38.
24.
45.
43.
25.
26.
26.
61.
62.
42.
31.
32.
66.
34.
35.
36.
37.
78.
40.
Al di là delle nuvole
Alice in Wonderland
American Beauty
Another Woman
AntZ
Autumn in New York
Barry Lyndon
Being There
Blow up
Bom, yeoreum, gaeul, gyeoul, geurigo, bom
Bram Stoker's Dracula
Carrington
Casa dalle finestre che ridono (La)
Charlie and the Chocolate Factory
Conte d'automne
Crimes and misdemeanors
Cyrano de Bergerac
Dangerous Liaisons
Decameron
Deux Anglaises (et le Continent)(Les)
Devil's Advocate (The)
Dimanche à la campagne (Un)
Don Giovanni
Draughtsman's contract (The)
Dyinig Young
Edward Scissorhands
Enchanted April
Fabuleux destin d'Amélie Poulain (Le)
Far from heaven
Fisher King (The)
Full Monty (The)
Giardino dei Finzi Contini (Il)
Giorgio Bassani: poesia
Go-Between (The)
Good Year (A)
Graduate (The)
Grande buffe (La)
Green card
Greenfingers
Hair
Hannah and Her Sisters
Harold and Maude
Harry Potter and the Goblet of Fire
Homme qui plantait des arbres (L')
Kill Bill
57
41.
77.
44.
65.
6.
46.
50.
47.
48.
49.
52.
53.
54.
56.
57.
58.
30.
61.
63.
64.
72.
60.
11.
22.
28.
70.
74.
39.
76.
79.
27.
33.
1.
75.
68.
Labirinto del fauno (El)
Lawnmower Man (The)
Léon
Little Shop of Horrors
Love and Death
Madame Bovary
Man in the Iron Mask (The)
Manhattan
Marathon Man
Marie Antoinette
Metropolis
Microcosmos: Le peuple de l'herbe
Mon Oncle
Much ado about nothing
Notting Hill
Occhiali d'oro (Gli)
One fine day
Orlando
Ossessione
Paisà
Portrait of a Lady (The)
Pride and pregiudice
Room with a View (A)
Saving Grace
Secret garden (The)
Sense and Sensibility
Shining (The)
Stealing Beauty
Stuart Little
Vatel
Virgin Suicides (The)
Warriors (The)
What dreams may came
William Shakespeare's A Midsummer Night's dream
Wolk in the Clouds (A)
58
INDICE DEI REGISTI
Allen Woody
Antonioni Michelangelo
Arrau Alfonso
Ashby Hal
Avati Pupi
4, 6, 14, 35, 47
2, 10
68
36, 59
13
Back Frèdèrick
Bertolucci Bernardo
Besson Luc
Branagh Kenneth
Burton Tim
78
39
44
56
21, 23
Campion Jane
Cattaneo Peter
Chabrol Claude
Chen Joan
Cole Nigel
Coppola Francis Ford
Coppola Sofia
Corman Roger
72
25
46
7
22
19
27, 49
65
Darnell Eric
Del Toro Guillermo
De Sica Vittorio
Disney Walt
80
41
26
3
Ferreri Marco
Forman Milos
Frears Stephen
31
34
71
Gilliam Terry
Greenaway Peter
43
55
Hackford Taylor
Hampton
Haynes Todd
Hershman Joel
Hill Walter
Hoffman Michael
Holland Agnieszka
8
12
45
66
33
30, 75
28
Ivory James
11
Jeunet Jean-Pierre
Joffè Roland
Johnson Tim
24
79
80
59
Ki-duk Kim
Kubrick Stanley
67
9, 74
Lang Fritz
Lee Ang
Leonard Brett
Losey Joseph
52
70
77
18, 51
Mendes Sam
Michell Roger
Minkoff Rob
Montaldo Giuliano
5
57
76
58
Newell Mike
Nichols Mike
Nuridsany Claude
37, 38
42
53
Pasolini Pier Paolo
Perennou Marie
Potter Sally
16
53
61
Rappeneau Jean-Paul
Rohmer Eric
Rossellini Roberto
15
69
64
Schlesinger John
Schumacher Joel
Scott Ridley
48
73
62
Tarantino Quentin
Tati Jacques
Tavernier Bertrand
Truffaut François
40
54
17
20
Visconti Luchino
63
Wallace Randall
Ward Vincent
Weir Peter
Wenders Wim
Wright Joe
50
1
32
2
60
Zappaterra Paolo
29
60
INDICE DEI TEMI
arte topiaria
3, 21, 55, 56, 61
Bassani
26, 29, 58
botanica fantastica
3, 21, 23, 65
campagna ferrarese
13, 63, 64
casetta sull'albero
70
Central Park , New York
4, 7, 8, 14, 30, 32, 33, 34, 35, 43, 47, 48, 76, 80
cimitero/giardino
36
comunal gardens
57
cottage garden
12, 20, 66, 70
fantascienza
52, 77
Ferrara
2, 26, 29, 58, 63
figure femminili
11, 22, 26, 38, 46, 49, 54, 60, 61, 70, 72
garden party
51, 54
giardiniere
21, 22, 24, 28, 32, 44, 45, 59, 66, 77, 78
giardino all'inglese
49
giardino all'italiana
56, 72, 75
giardino barocco francese
49, 50, 71, 79
giardino barocco
39, 55, 61
giardino/cinema/letteratura
3, 9, 11, 15, 26, 27, 28, 38, 46, 51, 56, 58, 59,
60, 61, 63, 70, 71, 72, 78
giardino come comparsa occasionale
6, 14, 25, 42, 44
giardino domestico americano
5, 21, 27, 42, 45, 77
giardino e bambini
3, 28, 41, 44, 49, 51, 54, 67
giardino e carcere
66
giardino e pittura
1, 9, 12, 17, 19, 55
giardino paesaggistico inglese
9, 11, 49, 51, 55, 60, 61, 70, 72
giardino inquietante
8, 10, 13, 19, 23, 31, 33, 37, 40, 41, 43, 52, 54,
55, 77
giardino luogo di seduzione
11, 15, 18, 19, 20, 45, 46, 50, 51, 55, 56, 60, 62,
68, 71, 72, 75, 79
giardino “moderno”
54
giardino notturno
15, 33, 43, 46, 57, 74, 75, 76
61
giardino orientale
40, 67
giardino spontaneo
51, 53, 66, 69
giardino/teatro
46, 50, 55, 71, 75, 79
giardino/vigneto
39, 62, 68, 69
giardino vittoriano inglese
11, 28
grande e piccolo
53, 80
grandi alberi
39, 61, 72
guerrilla gardens
32
hortus conclusus
16
labirinto
3, 19, 37, 41, 56, 61, 73, 74
mostre di giardinaggio
66
nanetti da giardino
24, 25
paesaggio/giardino
11, 62, 67, 68,78
paradiso terrestre
1
parco urbano
10, 20
piante in vaso
44
piscina
42
rose
3, 5, 28
sculture in giardino
39, 55
serra
22, 32
tennis
10, 26
terrazza
7, 32
Toscana
11, 39, 56, 72, 75
Ville palladiane
18
Nota della curatrice:
la scelta dei temi è da considerare come un suggerimento del tutto soggettivo e personale. Per
quello che riguarda le categorie formali dei giardini, i riferimenti corrispondono alle più comuni
definizioni, come giardino all'italiana, giardino paesaggistico inglese, ecc, ma anche in questo
caso, si tratta di un suggerimento alla lettura, non di una classificazione categorica.
62
INDICE DEI LUOGHI DELLE RIPRESE
Allerton Park, Knaresborough, North Yorkshire, Gran Bretagna
28
Basildon House, Berkshire, Gran Bretagna
60
Basilica Palladiana, Vicenza
18
Belvedere, Vienna, Austria
49
Blenheim Palace, Woodstock, Oxfordshire, Gran Bretagna
9
Bourg-Saint-Andéol, Ardeche, Francia
69
Castello Brown, Portofino, Genova
38
Castle Howard, Yorkshire, Gran Bretagna
9
Central Park , New York, USA
4, 7, 8, 14,
30, 32, 33,
34, 35, 43,
47, 48, 76, 80
Champs-sur-Marne - Seine-et-Marne, Parigi, Francia
50, 71
Chantilly, Oise, Francia
79
Chatsworth House, Derbyshire, Gran Bretagna
60
Efford House, Plymouth, Devon, Gran Bretagna
70
Emmetts Garden, Sevenoaks, Kent, Gran Bretagna
11
Ferrara
2, 26, 29,
58, 63, 64
Fountains Abbey, Ripon, Yorkshire, Gran Bretagna
28
Giardini privati del Kent, Gran Bretagna
11
Groombridge Place, Tumbridge Wells, Kent, Gran Bretagna
55, 60
Hampton Court Palace, Surrey, Gran Bretagna
66
Hatfield House, Hertfordshire, Gran Bretagna
61
Juwangsan, parco nazionale, Corea
67
Maryon Park di Charlton, Londra, Gran Bretagna
10
Melton Constable Hall, North Norfolk, Gran Bretagna
51
Museo Rodin, Parigi, Francia
20
Napa Valley, California, USA
68
Palazzo Farnese, Caprarola, Viterbo
75
Rosmead gardens, Londra
57
Saint-Cloud,Hauts-de-Seine, Francia
79
63
Saint-Paul-Trois-Châteaux, Montélimar, Drôme, Francia
69
Saltram House, Plympton, Plymouth, Gran Bretagna
70
St. Mary's church, Berry Pomeroy, Devon, Gran Bretagna
70
Stourhead, Wiltshire , Gran Bretagna
9, 60
Teatro Palladiano, Vicenza
18
Toscana
11, 39, 56, 75
Trafalgar Park, North Salisbury, Wiltshire, Gran Bretagna
70
Vaux-le-Vicomte, Seine-et-Marne, Parigi, Francia
49, 50, 79
Versailles, Parigi, Francia
49
Villa Almerico, detta la Rotonda, Vicenza
18
Villa Boccaccini alla Collinara, San Giuseppe di Comacchio, Ferrara 13
Villa di Geggiano, Castelnuovo Berardenga, Siena
39
Villa di Maiano, Firenze
11
Villa Vignamaggio, Greve di Chianti, Firenze, Italia
56
West Wycombe Park, Buckingamshire, Gran Bretagna
12
Wilton House, Salisbury, Gran Bretagna
9
64
INDICE DEI RIFERIMENTI LETTERARI
Alice nel paese delle meraviglie
di Lewis Carroll, Torino, Einaudi, 1987
3
Le amicizie pericolose
di Pierre Choderlos de Laclos, Torino, Einaudi, 1970
71
La bava del diavolo in Le armi segrete
di Julio Cortázar, Torino, Einaudi, 2008
10
Camera con vista
di Edward Morgan Forster, Milano, A. Mondadori, 1986
11
Cirano di Bergerac: commedia eroica in cinque atti in versi
di Edmond Rostand, Milano, Mondadori, 1985
15
Decameron
di Giovanni Boccaccio a cura di Natalino Sapegno, Torino, UTET,1988 16
Dracula
di Bram Stoker, Milano, TEA, 1992
19
Le due inglesi e il continente
di Henri-Pierre Roché, Milano, Adelphi,1988
20
La fabbrica di cioccolato
di Roald Dahl, Firenze, A. Salani, 1988
23
Il giardino dei Finzi-Contini
di Giorgio Bassani, Milano, A. Mondadori, 1991
26
Il giardino segreto
di Frances Hodgson Burnett, Firenze, Giunti Marzocco, 1992
28
Harry Potter e il calice di fuoco
di J. K. Bowling, Milano, Salani, 2001
37
Un incantevole aprile
di Elizabeth von Arnim, Torino, Bollati Boringhieri, 1993
38
Madame Bovary
di Gustave Flaubert, Milano, Fabbri, 1968
46
Le memorie di Barry Lyndon
di W.M. Thackeray, Milano, Allegranza, 1946
9
Molto rumore per nulla
di W. Shakespeare, Milano, Signorelli, 1955
56
Monsieur Ladmiral va bientôt mourir
di Pierre Bost, 1945
17
Gli occhiali d'oro
di Giorgio Bassani, Milano, Mondadori, 1970
58
65
Orgoglio e pregiudizio
di Jane Austen, Milano, A. Mondadori, 1970
60
Orlando
di Virginia Woolf, Milano, Garzanti, 1978
61
Il postino suona sempre due volte
di James M. Cain, Milano, Bompiani, 1965
63
Presenze
di Jerzy Kosinski, Milano, A. Mondadori, 1980
59
Quel bowling sul Tevere
di Michelangelo Antonioni , Torino, Einaudi, 1983
2
Ragione e sentimento
di Jane Austen , Milano, BUR,1997
70
Shining
di Stephen King, Milano, Bompiani, 1981
74
Sogno di una notte di mezza estate
di William Shakespeare, Torino, Einaudi, 1960
75
L'uomo che piantava gli alberi
di Jean Giono, Firenze, Salani, 1988
78
66
BIBLIOGRAFIA
Beccastrini Stefano
Vista Nova. Il cinema in Toscana, la Toscana nel cinema.
Aska ed., Firenze, 2002
Beccattini Massimo
Cinema e Giardino
In Il Giardino e il Fantastico - a cura di Paola Maresca
Giardino e Architettura - 1, Pontecorboli ed. Firenze, 2005
Bernardi Sandro
Kubrick e il cinema come arte del visibile
Pratiche ed., Milano, 1990
Bernardi Sandro
Il paesaggio nel cinema italiano
Marsilio ed., Milano, 2002
Bologni Maurizio
Ciak in Toscana. I set del cinema e della pubblicità in terra di Siena.
Le Lettere ed., Firenze, 2002
Colangelo Giuseppe
Il giardino nel cinema
In: Gabrielle Van Zuylen, Il giardino. Paradiso del mondo
Electa Gallimard, 1995
Danielli Lina
Giardini e Cinema
Calderini Edagricole, Bologna, 2000
Falqui Laura, Milani Raffaele
L'atelier naturale. Cinema e giardini
Ed. CADMO, Fiesole, 2008
Hellmann Claudia, Weber-Hof Claudine
Location – le città del mondo nei film
Ed. Il Viaggiatore, Milano, 2006
Jakob Michael
Il giardino allo specchio. Percorsi tra pittura, cinema e fotografia
Bollati Boringhieri, 2009
67
Micalizzi Paolo
Al di là e al di qua delle nuvole – Ferrara nel Cinema
Aska ed., Firenze, 2004
Morandini Morando, Laura e Luisa
Il Morandini 2010
Zanichelli, Bologna, 2009
Morbiato Luciano
Alla ricerca del giardino cinematografico
In: Giuliana Baldan Zenoni-Politeo (a cura di) Intorno al giardino- Lezioni di
storia
Guerini e ass., Milano 1993, pag. 101-109
Trivero Gianluca
La Camera Verde. Il giardino nell'immaginario cinematografico.
Ed. Ombre Corte, Verona, 2004
68
SITI WEB
http://www.allmoviephoto.com/
http://www.cineforum.bz.it/
http://www.filmaps.com/
http://www.imdb.com/Sections/Locations/
http://www.lieu-geographique.com/cinema-films-page-1.html
http://www.l2tc.com/index.php
http://www.movie-locations.com/
http://www.movielocationsguide.com/
http://www.movie-sat.com/
http://www.nycgovparks.org/sub_about/parks_history/movies.html
http://www.scotlandthemovie.com/movies/fintro.html
http://www.seeing-stars.com/locations/
http://www.themoviemap.com/movies/locations/all/index.php
http://en.wikipedia.org/wiki/Filming_location#External_links
69
APPENDICE 1
“GIARDINI AL CINEMA”
Cinque anni di rassegne a Ferrara
Nel gennaio del 2002 venne a Ferrara, invitato dal nostro Club, Luciano
Morbiato dell'Università di Padova, cultore appassionato di storia del cinema,
per introdurci “Alla ricerca dei giardini cinematografici”. La sua conferenza
colta e avvincente, segnò la prima significativa tappa del nostro percorso
intorno al tema giardini e cinema. Nel novembre dello stesso anno, sulla scia
del successo della sua prima conversazione, Luciano Morbiato tornò nella
nostra città per parlarci di una figura necessariamente complementare al
giardino: il giardiniere. Questa volta il tema da lui sviluppato fu “Il giardiniere
tra passione e professione. Note sulla tipologia di un personaggio letterario e
cinematografico”.
Nello stesso anno Giovanna Mattioli, architetto paesaggista, nostra socia,
anch'essa appassionata cultrice di cinema e di giardini, sviluppò, per noi, i temi:
“Paesaggio padano e cinema” e “Ferrara e cinema. Immagini urbane e di
giardini”, attraverso due conferenze corredate da un ricco apparato di immagini
e spezzoni di film.
Il notevole interesse dei nostri soci e del pubblico ferrarese nei confronti di
queste iniziative, ci indusse a considerare l'opportunità di ideare delle rassegne
che, annualmente, proponessero la proiezione integrale di un gruppo di film
(abitualmente tre) che fossero, in qualche modo, correlabili, con diversa ottica e
prospettiva culturale, al tema giardini. Sono nate, così, le rassegne “Giardini al
cinema” che, da cinque anni a questa parte, propongono al pubblico ferrarese,
nel corso dei mesi di febbraio e marzo di ogni anno, la proiezione integrale di tre
film, uniti da un tema comune che, in genere, viene affrontato e sviluppato in un
incontro di presentazione delle singole rassegne da conferenzieri di chiara fama
nel settore di loro competenza.
I titoli dei film proiettati nelle diverse rassegne e i temi trattati negli incontri
introduttivi sono rintracciabili nelle riproduzioni delle relative cartoline
d'invito inserite in questa sezione. L'analisi dei contenuti si ricava dalle schede
di presentazione approntate da Giovanna Mattioli per i quindici film che,
finora, hanno costituito il corpus delle nostre rassegne e che, qui, riproponiamo
ai potenziali spettatori che li potranno vedere o rivedere, accedendo al loro
prestito gratuito presso la Biblioteca Bassani. Infatti, per facilitare la possibilità
di visione dei nostri “Giardini al Cinema” abbiamo deciso di completare la
73
collezione dei materiali multimediali della Bassani col dono di tutti i dvd dei
film delle nostre rassegne rintracciabili sul mercato.
All'ideazione e alla realizzazione di questa articolata iniziativa ha
contribuito in maniera determinante Giovanna Mattioli che, come già
ricordato, in maniera altrettanto determinante, ha reso possibile la realizzazione
di questo volume. La sua vivace e fervida capacità creativa e la sua ampia
competenza nell'ambito di giardini e cinema, unite alla freschezza e
spontaneità del suo tratto, hanno saputo offrire ai nostri soci e ai nostri
concittadini momenti di grande richiamo, unendo all'interesse della
divulgazione di temi correlati al giardino, la piacevolezza della visione di buoni
film.
Anche in questo caso – nonostante l'impegno economico e organizzativo
del nostro Club e la straordinaria collaborazione di Giovanna Mattioli - non
avremmo avuto la forza di realizzare il nostro complesso progetto e di proporlo
a titolo completamente gratuito ai nostri soci e alla cittadinanza, senza il
generoso supporto delle Istituzioni di riferimento che ci hanno
incondizionatamente affiancato. E mi riferisco, soprattutto, all'Assessorato alle
Politiche e Istituzioni Culturali del Comune di Ferrara e all'ARCI. Il primo,
attraverso il Centro per le Attività Audiovisive, ci ha sempre concesso l'uso
gratuito della centralissima Sala Boldini. La seconda, cui è affidata la gestione
delle principali sale cinematografiche del centro storico di Ferrara, ha sempre
collaborato, al nostro fianco, attivamente e proficuamente all'organizzazione
delle rassegne.
Ringrazio, quindi, ancora una volta, Massimo Maisto che ha sostenuto
prima come Presidente ARCI e, poi, come Assessore alla Cultura del Comune
di Ferrara, la nostra iniziativa. Altrettanta riconoscenza esprimo a Roberto
Roversi, attuale Presidente ARCI, che non ci ha mai lesinato il suo colto
consiglio e ci ha offerto l'appoggio dei suoi valenti collaboratori, già ricordati
nell'Introduzione al Catalogo da Giovanna Mattioli.
Ringrazio anche, di nuovo, Enrico Spinelli e Marco Chiarini direttori,
rispettivamente, della Biblioteca Ariostea e della Biblioteca Bassani che hanno
concesso ospitalità prestigiosa alle nostre conferenze di presentazione delle
fortunate e apprezzate rassegne.
Un ultimo ma non meno caloroso ringraziamento al nostro affezionatissimo
pubblico che ha sempre affollato la Sala Boldini in occasione delle proiezioni di
“Giardini al Cinema”, anche in presenza di condizioni meteorologiche
proibitive, dimostrando come, anche (o, forse, soprattutto) in presenza di tempo
o di tempi avversi, i giardini possano esercitare un richiamo, dalle valenze
compensatrici, di luoghi dello spirito di rifiorente primavera e bellezza.
Giulia Vullo
Presidente del Garden Club di Ferrara
74
GIARDINI AL CINEMA
2006
75
Riducule
Riducule
regia: Patrice Leconte - Francia 1996
sceneggiatura : Remi Waterhouse; musiche: Antoine Duhamel.
Fanny Ardant:
Charles Berling:
Judith Godreche:
Jean Rochefort:
Madame di Blayac
Gregoire Ponceludon de Malavoy
Mathilde de Bellegarde
Marchese di Bellegarde
giardini riconoscibili nei luoghi delle riprese:
Vaux-le-Vicomte, Seine-et-Marne, Francia
Versailles, Yvelines, Francia
A Versailles, alla fine del 1700, la corte di Luigi XVI è il luogo degli intrighi di chi
gestisce il potere e di quelli che nutrono la speranza di riuscire ad ottenerlo. Una lunga
schiera di postulanti della piccola nobiltà si affolla ogni giorno nelle stanze del palazzo
in attesa di essere ricevuta dal Re. Tra questi arriva Gregoire Ponceludon de Malavoy,
nobile di provincia, che vuole chiedere aiuti economici per bonificare le paludi malsane
della propria regione. Vistosi respinto, Gregoire cerca di insistere ed è aiutato
nell'impresa dal marchese di Bellegarde, che lo prende a ben volere e gli fa conoscere
persone influenti. In particolare Madame de Blayac, piacente vedova di rango che gli
concede molti favori, e Gregoire sta al gioco, anche se nel frattempo si è innamorato di
Mathilde, figlia di Bellegarde e promessa in sposa ad un vecchio ricchissimo. L'attesa di
Gregoire viene premiata quando il re lo prende nel suo seguito. Sembra allora giunto il
momento per ottenere il favore tanto atteso, ma l'arrivo della rivoluzione fa crollare
tutto. I nobili scappano in Inghilterra, mentre Gregoire rimane e con Mathilde lavora
per un nuovo ordine sociale.
http://www.cinematografo.it/pls/cinematografo/consultazione.redirect?sch=34905
“In quale modo uno dei luoghi più messi in immagine del mondo, può ancora ispirare
nuovi sguardi? Senza dubbio il parco di Versailles come ogni opera umana, sottoposta
ad una matura e assai lunga riflessione, comporta dei messaggi immediatamente
verificabili dalla posterità - i milioni di visitatori annuali lo confermano - o dei segni più
sottilmente nascosti tali da rivelarsi solo attraverso un approccio di sensibilità.
Leconte seleziona alcuni aspetti legati alla struttura e nel contempo riferiti all'emotività
e all'uso espressionistico del colore. Sceglie una Versailles di acque nel luogo in cui il
Gran Canale poteva, ai tempi d'oro, ospitare una flotta di scialuppe e gondole e i bagni
prendevano il nome degli dei: il nome di Apollo e di Nettuno mentre i bacini erano delle
Ninfe.
Le acque nel film sono ferme quando viene inquadrata la gloria di Versailles: lungo i
loro bordi Ponceludon, altrettanto immobile, riflette sulla sua impresa.
Le acque sono, invece, mosse quando lui, che si è buttato in un rivo di campagna, seminudo e divertito verifica l'attendibilità del principio di Archimede.
(…) Versailles è anche la storia di un' ossessione: quella di un re, tanto condannato alla
magnificenza da volere un gemello altrettanto regale da donare al mondo con il nome di
76
giardino, segnato dal mito del dio Apollo.
Tutto a Versailles evoca la presenza del dio della luce e delle arti (…).
Questo eliotropismo è reso nel film dal sottile gioco di ombre e di luci sulle pietre e sui
marmi; dai primi piani dei visi che temono l'umore del re e, di conseguenza, paiono
spaventati dai suoi simboli; dalla luce - una sorta d'aureola - dietro la testa del sovrano;
anche dalla gaiezza spensierata e insolente di qualche dama, indifferente e insensibile
all' apoteosi della regalità.
I giardini del re nelle soluzioni di Le Nòtre dovevano rappresentare i principi dell'
assolutismo e tutta la rete di significati connessa a Versailles serviva alla celebrazione
del potere.
La prospettiva è creata da un sistema di viali radiali con un unico centro, come i raggi
del sole, e non più ad angolo retto come in precedenza, che concedono alla vista la
possibilità di esplorare spazi molto più ampi. L'apertura del parco in corrispondenza
dell' asse cardinale suggerisce l'idea dell'infinitamente profondo.
Alla fine di questo, infatti, Le Nòtre non volle inserire, come di solito si faceva, un
qualche elemento architettonico o scultoreo, ma estese la traiettoria dell' asse fino a
portarla oltre l'orizzonte delle campagne circostanti.
Se lo stile barocco nelle sue composizioni voleva raffigurare i gusti della classe
dominante, al giardino, alla vita quotidiana del giardino, si riferiva lo stile Versailles
nelle sue feste, spettacoli, allestimenti di ogni genere che, anche prendendo spunti da
capricci o mode momentanee, arricchivano di continuo la vita del parco sorprendendo
tutti, concordi nel definire il luogo come il più degno e grandioso di tutta l'Europa.
L'unica reggia degna di essere imitata. Il modello di vivere una grande maniera. (…)
Il film nel raccontare Versailles e il suo décor, in riprese tanto ricche quanto
effettistiche, non cela mai anche l'altra faccia della realtà: il cuore preoccupato di un
paese che ha la necessità di controllare la natura per poter permettere le condizioni di
vita agli uomini.
Il regista, che talvolta è catturato dalla facile idea della contrapposizione e da una
didattica comparativa delle immagini, è più intenso quando trova nei contenuti le
possibili conciliazioni dei due mondi.
La cura dei giardini, i continui rifacimenti, a cui di necessità sono sottoposti per essere
garantiti nella loro sopravvivenza, richiedono una messa a punto continua di tecniche e
di elaborazioni. Il calcolo, lo studio delle possibilità, le ideazioni nuove, che hanno
servito e servono Versailles nella sua lunga marcia di trionfi, devono garantire la
regione di Dombes, che vuole sanare le sue terre. Ponceludon ha il volto della nuova
scienza, che si mette al servizio della comunità degli uomini, come Le Notre è stato il
genio indiscusso. della raffigurazione del potere in forma di giardino.
La macchina umana necessita di entrambi per dare una risposta alla complessità del
vivere.”
Lina Danielli, Giardini e Cinema, Calderini, Bologna, 2000, pag. 46
77
VATEL
Vatel
regia: Roland Joffé - Francia, Gran Bretagna, Belgio 2000
sceneggiatura : Jeanne Labrune, Tom Stoppard; musiche Ennio Morricone.
Gerard Depardieu:
Uma Thurman:
Tim Roth:
Julian Sands:
Julian Glover:
Vatel
Anne de Montausieur
Marchese de Lauzun
Luigi XVI
Principe de Condé
giardini riconoscibili nei luoghi delle riprese:
Saint-Cloud, Haute-de-Seine, Francia
Vaux-le-Vicomte, Seine-et-Marne, Francia
Versailles, Yvelines, Francia
Il 10 aprile 1671 il principe di Condè, che sta lottando contro l'avanzare di un male che
gli riduce la mobilità, è informato dell'imminente arrivo di Luigi XIV: c'è da procedere
all'assegnazione del comando per l'imminente guerra, e il principe è vivamente invitato
a cercare di ottenere quel ruolo. Condé allora comincia a dare istruzioni per preparare
tutto nel migliore dei modi: le stanze del castello, le sale, i grandi giardini e soprattutto i
pranzi e le cene. Chiama Francois Vatel, responsabile del cerimoniale, e gli fornisce
precise istruzioni. Vatel si mette subito al lavoro: si tratta di organizzare da un lato il
lavoro in cucina, dall'altro quello dell'accoglienza e dei festeggiamenti. Ma intanto
dentro il castello Condé deve fare i conti con gli inganni, le finzioni, i doppio giochi di
quelli che lo circondano, Monsieur e il marchese di Lauzun in primo piano. Le mire, le
gelosie, gli arrivismi aumentano con l'arrivo al castello di Luigi XIV e, nel corteo, di
Madame di Montausier. Mentre dà ordini per cibo e bevande, Vatel non può sottrarsi al
fascino della Montausieur ed entrare così nel gioco pericoloso delle rivalità. La cena
che conclude i tre giorni di permanenza del re è arricchita da uno spettacolo pirotecnico
e funambolismi nei giardini. La Montausier lo lascia, perché deve mantenere altre
relazioni per salire nella scala delle cortigiane. La cena minaccia di finire male per il
mancato arrivo del pesce. Vatel si sente sconfitto e si uccide gettandosi sopra una spada
incastrata nella porta della camera.
http://www.cinematografo.it/pls/cinematografo/consultazione.redirect?sch=36771
“Vatel è naturalmente un film di giardini. In essi si svolgono feste e banchetti, spazi
verdi perfettamente squadrati e curati, emblemi di una natura che in quegli anni, come
gli uomini, deve modificarsi e allinearsi ai voleri del sovrano assoluto. Il barocco vive
di stupori e macchinerie, di artifici e cornici. Dalle parrucche alle siepi di bosso coniche,
dagli abiti alle aiuole, è la ricerca dell' ornamento a dilettare, nel gran teatro del mondo
in cui anche la Natura diventa invenzione, quinta e decor.
Nella prima delle feste, il giardino di legno variopinto, popolato di figure mitologiche e
congegni a sorpresa, "doppia" quello naturale, sostituendosi e confondendosi in esso.
Una sequenza mostra Vatel mentre sta magistralmente componendo un elaborato cesto
di frutta e fiori, perfettamente finti, guarnendolo poi con un fiore vero, producendo così
un elegante gioco di specularità tra inganno e reale. "Armonia e contrasto, la bellezza
78
nasce da queste due cose!", sottolinea compiaciuto.
Eppure basta un guizzo di verità, di concretezza, per provocare scompiglio in questi
meccanismi virtuali apparentemente perfetti.
Si veda la scena con la scimmietta che scorrazza veloce tra aiuole e siepi fiorite, in
mezzo ai nobili riuniti in giardino, suscitando sconcerto e irrequietudine. O quando un
vento impetuoso irrompe nello scenario del secondo giorno, devastando tendoni e
quinte dipinte, o, ancora, quando i fuochi artificiali che deflagrano nello spettacolo del
giardino notturno fanno imbizzarrire i cavalli che trainano le macchinerie teatrali,
provocando la morte per strangolamento di un povero garzone addetto ai cavi.
E quando la certezza operativa di artigiano e la dedizione ai compiti di creatore
verranno incrinate dall'improvviso amore per la bella favorita del re, Anne de
Montausier, sarà una semplice coppia di meravigliose, essenziali rose color del
tramonto che Vatel le manderà, come sobrio e intenso atto di omaggio.
Al di sopra di tutti per la sua ingegnosità, insuperabile artefice di ambienti, Vatel si
scopre indifeso di fronte all' amore e al gioco crudele del fato. All'unica furtiva notte
d'amore con Anne segue quello che sembra il fallimento del grande, decisivo banchetto
finale, con il pesce e le sculture di ghiaccio.
Una tempesta ha reso vuote le reti dei pescatori e Vatel teme l'insuccesso imminente.
Mentre nel giardino i nobili giocano garruli e ignari, egli, chiuso nel suo appartamento,
si uccide, proprio nel momento in cui stanno finalmente arrivando i carri pieni di pesci,
che consentiranno comunque la riuscita del suo ultimo spettacolo.
Condè riavrà così denari e prestigio, Luigi tornerà a Versailles soddisfatto, ma senza la
sua favorita. Anne abbandona quel mondo: l'incontro con Vatel ha mutato entrambi.
In lacrime su una panchina, all' ombra degli alberi, e poi in una serra piena di piante e
vasi esotici, legge e ripensa alle ultime struggenti parole di commiato che egli le ha
lasciato.
Tra il breve aprirsi e richiudersi del vostro cuore ho capito di non essere il
signore dei festeggiamenti, ma il loro schiavo. Possiate fuggire anche voi,
ma per una via migliore! La vostra casa è al sud, mi pare; se è vero,
ricordate che c'è un luogo non lontano, nel Vaucluse, dove piantano i ciliegi
tra le vigne ... il sapore delle ciliege si sente nel vino!
GianLuca Trivero, La Camera Verde, Ombre Corte, Verona, 2004, pag. 18
79
I misteri del giardino di Compton House
The Draughtsman's Contract
regia: Peter Greenaway - Gran Bretagna 1982
sceneggiatura: Peter Greenaway; musiche: Michael Nyman
Anhony Higgins:
Janet Suzman:
Anne Louise Lambert:
Hugh Fraser:
Mr. Neville
Mrs.Herbert
Mrs.Talmann
Mr.Talmann
giardini riconoscibili nei luoghi delle riprese:
Groombridge Place, Kent, Gran Bretagna - http://www.groombridge.co.uk/
Ambientato alla fine del Seicento, in una villa immersa nel verde della campagna
inglese, il film racconta la vicenda di un intrigo mortale. La signora Herbert, moglie di
un ricco proprietario terriero, padrone di Compton House, chiede a Mister Neville,
disegnatore alla moda, di eseguire dodici viste della sontuosa dimora. Vuol farne dono
simbolico di pace al marito che l'ha sposata per interesse e sembra mostrare maggior
cura per le serre ed i giardini che affetto per la moglie. I disegni devono essere eseguiti
per il ritorno del signor Herbert, partito per un breve viaggio di due settimane. Nel
contratto la dama, per convincere il riluttante pittore, inserisce la singolare clausola, in
carattere con l'epoca libertina, che la impegna ogni giorno a concedere i suoi favori a
Neville. Fiero del successo, l'artista si mette al lavoro, imponendo con arroganza le sue
regole agli abitanti di Compton House: mentre egli disegna, essi devono sparire,
lasciando libera la visuale del paesaggio e, quando il lavoro è finito, la signora Herbert,
deve essere pronta a ciò che egli vuole. Dopo il sesto disegno, anche la figlia degli
Herbert, moglie insoddisfatta di un tedesco borioso e di scarsa virilità, chiede al pittore
un secondo contratto intimo ed egli accetta di buon grado. Nella pace del paesaggio
campestre appaiono, nel frattempo, oggetti inquietanti: una camicia lacerata, un paio di
stivali, un farsetto con uno strappo all'altezza del cuore e, alla fine, anche un cavallo che
attraversa i campi senza cavaliere; quasi una pista che sembra ricondurre alla figura di
Herbert facendone sospettare la morte. Ma Neville assapora l'illusorio trionfo e sembra
non accorgersi, mentre disegna la villa e la campagna con precisione maniacale, di
mettere insieme, nei suoi paesaggi, gli indizi e le tracce di un delitto; in tal modo i dodici
disegni diventano documenti rivelatori di un oscuro intrigo. Scoperto il cadavere del
signor Herbert in un canale del giardino e, ottenuto con la gravidanza della figlia degli
Herbert che il patrimonio resti in famiglia, Neville è ormai strumento inutile e
testimone pericoloso. Quando egli si accorge del suo ruolo, è, ormai, troppo tardi: i
potenti che egli ha sfidato lo uccideranno per salvare i loro interessi. I dodici disegni
saranno bruciati e nessuna traccia rimarrà del pittore nel tragico gioco di morte.
http://www.cinematografo.it/pls/cinematografo/consultazione.redirect?sch=16640
“ I misteri del giardino di Compton House ambienta nell'Inghilterra del 1694 una sorta
di sinistro inventario di tutte le ambigue, mortali seduzioni che si celano negli scenari
verdi e perfettamente lavorati di una dimora aristocratica. La trama narra di un
abilissimo disegnatore che riceve dalla moglie del proprietario, assente per un viaggio,
80
il compito di immortalare, in una serie di vedute, una sontuosa tenuta di campagna. Ma
l'artista pretenderà che nel suo compenso siano inclusi i favori della dama, ai quali, più
tardi, si aggiungeranno anche quelli della figlia. Nel formarsi delle tredici immagini,
forse per caso o forse per malizia, emergeranno poco per volta gli indizi dell' omicidio
del proprietario di Compton House, e il pittore pagherà con la vita il fatto di aver
scoperto, attraverso i suoi quadri minuziosamente realistici, gli indizi di un elaborato
complotto, di cui le due donne sono complici e artefici. Nel film, il giardino non si limita
ad essere lo spazio scenico degli eventi, ma finisce col diventare un protagonista
parallelo del racconto, una sorta di "doppio" ridondante delle parole e delle azioni dei
personaggi, che nell' arzigogolato linguaggio seicentesco fanno del mondo vegetale,
delle sue forme e dei suoi rituali, un continuo motivo di metafore, giochi di parole e
similitudini. Con la sua creatività visionaria e spesso criptica, Greenaway gioca con i
simboli della natura, sottolineando filologicamente nei dialoghi l'interesse maniacale
per le architetture verdi della nobiltà inglese del diciassettesimo secolo. "Era un uomo
che passava più tempo col suo giardiniere che con sua moglie, discutevano sempre di
prugne". A una signora viene detto come complimento: "Non esiterei a valutarvi più di
due aiuole da un acro e di un viale di aranci". E ancora, un imparruccato e stizzito
nobiluomo dichiara a proposito dell' arroganza plebea del pittore:
Mi ha chiesto se avevo moglie, che è una bella impertinenza, dato che sa che ho un
giardino come fa a non sapere che ho una moglie?
Forse perché vi vantate dell' uno e non dell'altra! - gli viene sarcasticamente fatto notare
da una vicina di banchetto.
Sensualità e morte si sovrappongono nel giardino reinventato da Greenaway. Mentre
ora una camicia strappata lasciata in una siepe, ora un paio di stivali, ora una scala
stranamente appoggiata a un muro, tutti fedelmente riprodotti nelle vedute dalla matita
dell'artista scandiscono il progressivo evidenziarsi del crimine commesso, il pittore si
concede acrobatiche quanto fatali divagazioni sessuali con le due donne, tra siepi, prati
ben rasati e vialetti all'italiana, mentre le battute tra i personaggi vedono il mondo
vegetale rappresentare la bellezza femminile o la forza maschile. In un'emblematica
inquadratura, che mostra la prospettiva di un vialetto di tassi, una donna si spoglia delle
sue vesti zigzagando verso la cinepresa, lasciando impigliati i propri abiti lungo le siepi
simili a quinte teatrali.
Silenzioso testimone dei fatti narrati è un misterioso fauno di pietra, ricoperto di muschi
e licheni, che periodicamente compare nello sfondo delle inquadrature e si anima
saltellando e giocherellando tra siepi, muri e monumenti equestri, tra l'apparente
indifferenza dei personaggi. Ineffabile e ironico, osserva e ascolta amori e violenze.
Figura difficilmente interpretabile, come infinite altre nella successiva filmografia di
Greenaway: forse un artefice occulto del fato che deve compiersi, forse l'elfica
personificazione del giardino stesso, come il cinema vortice di inganni e illusioni.
La presenza infida del Male, della morte e della paura: proprio là dove vengono
celebrate e coltivate le molteplici bellezze vitali della natura e l'immagine di serenità,
amore e armonia che suscitano, è uno degli elementi narrativi più arcaici. Il paradiso
terrestre, con la sua divina perfezione, presenta già dentro di sé la minaccia subdola e
strisciante del serpente demoniaco. I giardini di Calipso, Circe o Armida nascondono
nel loro tripudio di fiori e frutti l'oblio, l'inganno e la prigionia. Perfino il primo
omicidio biblico, a ben vedere, ha come punto di riferimento l'idea di coltivazione e di
giardino, con l'agricoltore Caino che invidioso uccide il fratello allevatore le cui offerte
81
sono più gradite alla divinità.
Il cinema ha saputo ben coltivare le paure che nascono tra siepi fiorite e piante
sempreverdi. Cosa c'è di più rassicurante di un prato perfettamente rasato e innaffiato,
circondato da rose e tulipani coloratissimi che spuntano da siepi ben delineate e
ordinate?”
GianLuca Trivero, La Camera Verde, Ombre Corte, Verona, 2004, pag. 76
GIARDINI AL CINEMA
2007
82
Il giardino segreto
The secret garden
regia: Agnieszka Holland - Gran Bretagna, USA 1993
dal romanzo di Frances Hodgson Burnett “ The secret garden” (1909)
sceneggiatura: Caroline Thompson; musiche: Zbigniew Preisner.
Kate Maberly:
Heydon Prowse:
Andrew Knott:
Maggie Smith:
John Lynch:
Mary Lennox
Colin Craven
Dickon
Mrs. Medlock
Lord Craven
giardini riconoscibili nei luoghi delle riprese:
Fountains Abbey Ripon, North Yorkshire, Gran Bretagna
Allerton Park, North Yorkshire, Gran Bretagna
83
Nascosto dietro un muro di vegetazione inselvatichita c'è un luogo magico: è il giardino
segreto. Riesce a scoprirlo la piccola Mary, protagonista del film omonimo che
Agnieszka Holland ha tratto dal romanzo per bambini di Frances Hodgson Burnett.
Siamo in una cupa dimora signorile dello Yorkshire: Mary vi è appena giunta dall'India,
ospite del tenebroso zio, dopo che papà e mamma sono stati uccisi dal terremoto. Che
tristezza! Prima la ragazzina, dal carattere assai scontroso, non si sentiva amata dai
genitori; ora è addirittura confinata in una stanza del castello, accudita - si fa per dire - da
un'arcigna governante (Maggie Smith). Per fortuna che c'è Martha, una servetta acqua e
sapone, non influenzata dal clima malato della casa. Ha un fratello più giovane, Dickon,
capace di comunicare con gli animali, sempre in giro per campi e boschi. Grazie a questi
due personaggi, Mary prende confidenza con i dintorni e, seguendo un pettirosso,
scopre il luogo proibito, il giardino segreto, appunto. Qui è morta, dieci anni prima, la
consorte del padrone di casa, e da allora nessuno vi ha più potuto mettere piede. Rovi,
rami caduti, cespugli inestricabili, non sembra esservi traccia di disegno umano. Si può
fare qualcosa, però. Con l'aiuto di Dickon, la piccola inizia un'energica cura
rigeneratrice. Nel frattempo un nuovo personaggio è entrato nella storia: si tratta del
cuginetto Colin, tenuto da anni segregato in una stanza del maniero. Tutti temono per la
sua salute, ma la cura è una sola, dire sì alla vita. E la vita ritorna proprio nel giardino,
con la rigogliosa primavera, capace di ridonare alle piante e agli esseri umani l'antico
splendore.
Luigi Paini, Il Sole-24 ore
«Mi trovo, in sogno, nella casa dove sono nato. Al secondo piano, nell'ingresso che
porta alla mia vecchia camera da letto, incontro un bambino biondo che aspetta lì. “Sei
Billy?” chiedo. “Sono qualcuno per chiunque mi voglia bene”, risponde.» E questo un
ricordo, dei tutto inaspettato, di William Burroughs: stranamente dolce, stranamente
lontano dai mostri mutanti, dalle allucinazioni, dalle dure ironie dell'autore di Il pasto
nudo (lo si trova, questo ricordo, in Il gatto in noi). Anzi, qualche lettore
particolarmente critico potrebbe considerarlo troppo dolce per esser buona prosa.
Probabilmente, se questo lettore fosse anche spettatore di Il giardino segreto, ci
troverebbe un analogo gusto mieloso. E qui, però, pretenderebbe di avere dalla sua il
fatto che all'origine del film di Agnieszka Holland c'è un romanzo di Frances Hodgson
Burnett, l'autrice di Il piccolo Lord Fauntleroy. Scrittrice facile e sentimentale: così
viene definita la Hodgson Burnett. Eppure i suoi libri, eleganti e colmi di osservazioni
fini e acute, sono tra i più popolari della letteratura per ragazzi da circa cent'anni.
Elegante, fine e acuto è anche il film della Holland, dedicato al pubblico infantile, ma in
grado di coinvolgere anche chi, tra gli spettatori adulti, abbia il “coraggio” di lasciarsi
attirare nel suo gioco. Come quella di Il piccolo Lord Fauntleroy, la storia di Il giardino
segreto è ambientata, meglio è chiusa dentro i freddo e le cupezze di un castello, tra le
ombre delle sue stanze deserte. Dopo un'India assolata e calda, ma intristita dalla
solitudine in cui l'hanno lasciata i genitori, Mary vive in Inghilterra un'esperienza che
ripercorre i luoghi tipici della favola. Alle sue spalle ha una madre negativa, un “sole
nero”, come si legge nei resoconti di casi clinici di schizofrenia. Davanti a sé, come
possibilità di fuga dall'abbandono, c'è la promessa solo accennata di una madre
positiva, immagine speculare dell'altra (di cui infatti è gemella). Il passaggio dal buio e
dal gelo della prima alla luce e al calore della seconda viene bloccato da una Strega (la
governante Mrs. Medlock, una Maggie Smith perfetta). Il simbolo del blocco è la
prigionia in una sala tetra del castello, rinforzata dai divieto, tipicamente fiabesco, di
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curiosare lungo corridoi scuri e scale misteriose. Ma, come ci si aspetta in una fiaba, a
un certo punto fa la sua comparsa una chiave, strumento simbolico d'ogni curiosità
vitale. Come è già nello stile della Hodgson Burnett, la Hollland descrive un contesto
realistico, o che della realtà vuoi dare l'illusione. E tuttavia, nella sua struttura, Il
giardino segreto è una fiaba. Di una fiaba, dunque, ha la commistione di crudeltà e
bontà, di paura e di rassicurazione. Fiabesco, certo, è i luogo centrale dei film, il
giardino alla cui porta Mary è condotta da un pettirosso, animale magico e folletto
benefico. E qui riaffiora alla mente un altro giardino fiabesco, ben radicato nella
memoria delle nostre letture infantili. Lo descrive Oscar Wilde in un racconto che è come il ricordo di Burroughs - stranamente dolce, troppo dolce: Il giardino del gigante.
Anche questo giardino, come quello dei film, è tenuto chiuso da una sorta di Orco: nella
fiaba di Wilde si tratta di un gigante, appunto; nella fiaba della Hodgson Burnett e della
Holland si tratta di un uomo cupo, prigioniero del proprio egoismo, reso ancor più
estraneo e perturbante da una deformità. In entrambi i giardini, ancora, l'inverno ha
totale dominio («Gli uccellini non si curavano di cantare perché non c'erano bambini e
gli alberi si dimenticavano di fiorire», scrive Wilde). Ma questo suo trionfo funereo
termina quando, contro la volontà dell'Orco, del giardino si impossessano i bambini. A
quel punto, l'Orco smette di essere un Orco. La chiave misteriosa trovata da Mary nella
stanza appartenuta alla madre buona, dunque, le consente di entrare nel giardino. E qui
compie il gesto risolutore della fiaba, il gesto d'amore della cui mancanza lei per prima
soffre: Si prende cura di un fiore abbandonato, e poi di altri mille. Basta questo per
sconvolgere il castello, per sconfiggere il potere malvagio della Strega (che smetterà
anche lei d'essere Strega), per liberare Colin dall'incantesimo che gli impedisce di
vivere, per rischiarare il volto dell'Orco, per fare del giardino segreto un trionfo di vita e
di luce. Tutto molto dolce, tutto troppo dolce, per chi in platea non abbia quel tal
“Coraggio” e resista strenuamente al richiamo della fiaba. Visto con gli occhi del
realismo adulto, il film della Holland può non piacere. Basta però che si ritrovi nella
memoria la chiave nascosta della nostra antica curiosità infantile, perché il giardino si
riapra. Non è escluso che, a quel punto, anche il ricordo Wulliam Burroughs torni a dirci
qualcosa.
Roberto Escobar, Il Sole-24 Ore
“ … rimase immobile, quasi senza respirare, finché il pettirosso non aprì le ali e volò
via. II vecchio Ben rimase allora a guardare per qualche istante il manico della vanga,
come se vi fosse qualcosa di magico; poi riprese a zappare e per alcuni minuti non apri
più bocca. Di tanto in tanto faceva qualche smorfia; Mary prese allora a rivolgergli la
parola.
- Avete un giardino vostro? - gli chiese.
- No. Sono scapolo e abito con Martin, nella casa dove c'è il cancello.
- Se ne aveste uno - disse Mary - che cosa ci piantereste? - Cavoli, patate e cipolle -.
- Ma se voleste fare un giardino di fiori - insistette Mary che cosa piantereste?
- Bulbi di fiori che mandino un buon profumo... soprattutto rose. II viso di Mary si
illuminò. - Vi piacciono le rose? - chiese. Ben Weatherstaff strappò un po' di erbaccia e
la buttò da parte, prima di rispondere.
- Beh, si, mi piacciono. Imparai ad amarle da una giovane signora per la quale facevo il
giardiniere. Ne aveva moltissime, in un luogo che le piaceva tanto; le amava come se
fossero bambini... o pettirossi. L'ho vista chinarsi per baciarle. - Strappò dell'altra
erbaccia e la guardò torvo. - Ciò accadeva dieci anni fa -.
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- Dov'è ora? ..- chiese Mary, interessata. - In cielo... - rispose - stando a ciò che dice il
parroco- ; e affondò la zappa profondamente nella terra.
- E delle rose che ne è stato? - chiese ancora Mary con interesse.
- Furono abbandonate a se stesse - . Mary era sempre più interessata.
- Morirono? Le rose muoiono, quando sono abbandonate a se stesse? - osò chiedere.
- Beh, a me piacevano, ed ero anche affezionato a lei ... e a lei piacevano - Ben
Weatherstaff ammise con riluttanza. - Un paio di volte all'anno andavo a lavorarvi un
pochino. Le potavo, zappavo intorno alle radici. Si inselvatichivano, ma il terreno era
fertile e perciò alcune vivevano.
- Quando i rami non hanno più foglie e sembrano grigi, scuri e secchi, come fate a sapere
se le piante sono morte o vive? - chiese Mary.
- Bisogna aspettare la primavera. Aspettate che il sole splenda sulla pioggia e che la
pioggia cada sul sole che splende: allora lo saprete.
- Come? In che modo? - esclamò Mary, dimenticando ogni prudenza.
- Bisogna esaminare i ramoscelli e i rami. Se vedrete spuntarvi qua e là un piccolo
gonfiore, guardatelo dopo la pioggia tiepida e osservate che cosa accade. - Si fermò di
colpo e guardò con curiosità il suo visino ansioso di sapere. - Perché vi interessate tanto
delle rose, tutto a un tratto? - chiese.
Mary si senti avvampare. Ebbe quasi paura di rispondere.
- Voglio giocare ad avere un giardino tutto per me - balbettò. - Non ho nulla da fare,
nulla. E non ho nessuno.
- Beh - disse lentamente Ben Weatherstaff, guardandola, questo è vero. Non avete nulla.
Disse quelle parole con accento strano, tanto che Mary si chiese se egli non la
compatisse un po'. Lei non si era mai commiserata; Si era sentita solo stanca e arrabbiata
perché nutriva tanta antipatia per la gente e per le cose. Ma ora le sembrava che il mondo
stesse cambiando, che diventasse più simpatico.”
Frances Hodgson, Il giardino segreto, Mursia, 1993, pg.66, 68
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Greenfingers
regia: Joel Hershman - Gran Bretagna 2000
sceneggiatura: Joel Hershman; musiche: Guy Dagul.
Clive Owen: Colin Briggs
Helen Mirren: Georgina Whoodhouse
David Kelly: Fergus Wilks
giardini riconoscibili nei luoghi delle riprese:
Hampton Court Palace, Surrey, Gran Bretagna
http://www.hamptoncourtfestival.com/
Pollice verde: una specie di traduzione
Colin Briggs (Clive Owen) sta scrivendo una lettera ripetendo questa filastrocca: “Le
rose sono rosse, le viole sono blu, sto per fottermi da solo, cosa posso voler di più”… da
questa prima scena inizia un lungo flash back che sposta la vicenda indietro di un anno.
Colin dopo avere scontato quindici anni di carcere duro, viene mandato nella Prigione
di Edgefield, un carcere modello, in cui vengono applicati metodi di detenzione aperta.
Colin è una persona chiusa, arrabbiata con il mondo, non socializza con nessuno,
nemmeno con il compagno di stanza, l'anziano e malato Fergus Wilks (David Kelly). Ai
detenuti viene data la possibilità di imparare un mestiere, ma Colin non ha preferenze e
viene destinato alla manutenzione ordinaria. Tra i detenuti emergono le figure di Tony
(Danny Dyer), un giovane abile ladro; Jimmy (Paterson Joseph) detenuto di colore,
padre di un bambino e Raw (Adam Fogerty), un bestione rozzo e muscoloso.
Durante la festa di Natale, Fergus regala una bustina di semi di violette a Colin, che per
liberarsene le semina immediatamente in un angolo della tenuta intorno alla prigione.
Passa l'inverno e le violette, nonostante il freddo eccezionale, fioriscono.
È primavera, Tony corteggia Holly, una volontaria giovane e carina che lavora nella
prigione, e le regala un mazzolino di violette da mettere nei capelli. Fergus assiste alla
scena e corre a chiamare Colin: “È scoppiata la primavera!” Insieme si mettono a
cercare le violette: “Dovevamo marcare il punto”, dice Fergus. Intanto dal campo di
calcio arriva una pallonata che schiaccia le viole. Tra Colin e Raw, scoppia una rissa che
li porterà dritti nell'ufficio del bravo e umano direttore Hodge (Warren Clarke). È
sorprendente il fatto che siano cresciuti dei fiori nel terreno povero del carcere, quindi il
direttore decide che ci sarà un nuovo programma di lavoro: il giardinaggio e da quel
momento, se il gruppo vorrà continuare a giocare a pallone dovrà realizzare un
giardino. Il gruppo si mette al lavoro consultando, con poca convinzione, i libri della
biblioteca, alla fine si convincono e portano al direttore una lista di materiale
necessario: vanghe, rastrelli, cesoie, guanti…Raw chiede un sarchiatore elettrico fatto
come una pompa da bicicletta, da usare per fulminare le erbacce… Tony, vorrebbe la
crema solare. Il direttore mostra il budget disponibile: 0 sterline. Mentre il capo delle
guardie Dudley (Peter Guinnes) mostra ai detenuti l'attrezzatura e il vecchio capanno
che potranno usare, la moglie del direttore esprime le sue perplessità al marito: “siamo
sicuri che non sia rischioso mettere delle vanghe e delle cesoie in mano a degli
assassini?” e il direttore risponde con una citazione di G. B. Shaw “Il luogo migliore per
trovare Dio è un giardino”.
I compagni litigano per decidere dove fare il giardino, alla fine decide Fergus,
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scegliendo un campo incolto pieno di erbacce. Gli uomini si mettono a lavorare con
impegno e insieme al giardino cresce la confidenza e lo spirito di collaborazione. Su un
vecchio giornale, trovano un articolo sulla mostra annuale di giardini fioriti a Hampton
Court e insieme scambiano battute sulla loro impossibilità di potervi partecipare.
Fergus confessa a Colin di essere stato un alcolizzato e di avere ucciso le sue tre mogli.
Le prime due morti erano state giudicate accidentali, ma alla terza, Fergus decise di
costituirsi perché si era reso conto del mostro che era diventato.
Intanto tra Tony e Holly esplode la passione.
La stampa critica le attività della prigione di Edgefield, che viene definito più simile a
un campus universitario che a una galera, e il direttore teme di perdere l'appoggio del
governo per le sue iniziative, ma finalmente Il giardino dei carcerati è fiorito e davanti al
risultato Fergus esclama: adesso abbiamo il paradiso sulla testa e sotto i piedi.
Nella libreria del paese vicino alla prigione, la celebre giardiniera Georgina
Whoodhouse (Helen Mirren), insieme alla figlia Primrose, Primula, (Natasha Little),
sta autografando i suoi libri. Nella coda di appassionati, c'è la moglie del direttore del
carcere che invita e convince la giardiniera a seguirla per un caffè e a vedere un giardino
realizzato da un gruppo, non ben definito di uomini. In auto il dialogo tra madre e figlia
mostra le difficoltà e le incomprensioni fra le due donne, Georgina è scocciata per il
contrattempo, Primrose, confessa di non essere capace di mentire pubblicamente come
la madre, che risponde: “ cara, le relazioni sociali non sono bugie.”
Georgina è entusiasta del giardino dei carcerati, soprattutto per gli accostamenti
inusuali e coraggiosi: “che miscuglio – esclama - ma lo trovo meraviglioso!”.
Le due donne accettano l'invito a pranzo con la famiglia del direttore e il gruppo di
giardinieri. A tavola tra una battuta e l'altra Georgina chiede a Colin: “ha sempre avuto il
Pollice verde?” Raw: Solo quando si mette le dita nel naso” e Colin confessa di avere
cominciato a fare giardinaggio solo pochi mesi prima.
Il direttore nel frattempo ha invitato un gruppo di giornalisti, per rendere pubblici i
risultati dei programmi di recupero grazie alla presenza della famosa giardiniera e le
confessa di temere una interruzione dei progetti, soprattutto, di quelli che prevedono di
far lavorare i detenuti all'esterno del carcere. Georgina si illumina, e chiede al direttore
di poter coinvolgere il gruppo di giardinieri in un lavoro che le hanno appena
commissionato. Così il gruppo viene accolto nella antica Ozlebury House da una
coppia di eccentrici signori e dalla stessa Georgina, per sistemare il giardino sul retro
della casa. Punta da un'ape, a cui è allergica, Georgina deve essere ricoverata, ma il
gruppo se la cava egregiamente realizzando un magnifico giardino fiorito. Al suo
ritorno Georgina sgrida Colin per non avere rispettato le consegne e avere piantato
piante a foglia grigia più delicate, al posto di quelle porpora, più rustiche. Colin sostiene
di avere sperimentato un sistema per far sopravvivere le piante più delicate: l'uso di
cristalli di quarzo nel terreno del carcere per rilasciare calore e non alterare il ph del
suolo. Sorpresa Georgina decide di sponsorizzare il gruppo presso il direttivo del
concorso floreale di Hampton Court. Davanti alle reticenze di alcuni commissari
Georgina cita le parole della Regina stessa: “il giardinaggio è un'ossessione nazionale
da secoli. L'unica cosa che unisce gli inglesi indipendentemente dalla classe sociale”,
ottenendo così il prezioso permesso di partecipare alla gara.
I giardinieri si lasciano prendere dall'entusiasmo e in palestra si raccontano le loro idee
da presentare a Hampton Court: Raw propone un campo di papaveri attraversato da un
torrente; Tony, un giardino all'inglese in un ambiente tropicale: Stonhenge alle Haway;
Fergus, propone un giardino di profumi, ricco di fiori e colori; Jimmy, propone un orto
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sulla Luna; e Colin un giardino di fiori selvatici. Il giardinaggio sta trasformando questi
uomini: il rozzo Raw, declama versi mentre Colin si dichiara romanticamente a
Primrose donandole una rosa rossa, simbolo di passione (le rose bianche significano
purezza; le rose gialle, un abbandono). Colin coccola e “conforta” le sue campanule con
un concentrato di vitamine e le incoraggia a non essere stressate per la gara.
A questo punto succede un fattaccio: da Ozlebury House sono sparite delle preziose
opere d'arte, il ladro è stato catturato, ma ha confessato di avere ricevuto la planimetria
della casa da uno dei giardinieri. I detenuti del gruppo si dichiarano innocenti, ma i
sospetti cadono su Tony, l'unico ad essere entrato in casa per andare in bagno e quello
con maggiore necessità di denaro, visto che Holly aspetta un bambino. Tutti i permessi e
la partecipazione al concorso vengono sospesi. Tony, decide di scappare dalla prigione.
A Colin viene data la possibilità di uscire dal carcere. Alla commissione dichiara di
essere cambiato e di avere capito, attraverso il giardinaggio, di essere capace di creare
qualcosa e di poterla curare. Prima di uscire dal carcere Colin si confida con Fergus e gli
confessa di avere picchiato selvaggiamente il fratello fino ad ucciderlo, dopo averlo
scoperto insieme con la fidanzata.
Ad attendere Colin, c'è Primrose. I due innamorati sperano di avere l'appoggio di
Georgina ma la reazione è decisamente negativa. L'unico lavoro che riesce a trovare, è
quello di fattorino per un fiorista. Casualmente legge su un giornale che il complice del
furto alla villa, non era stato l'amico del carcere, ma una domestica. Contatta gli amici e
viene a sapere che Fergus è peggiorato e che ai detenuti è stato rinnovato l'invito a
partecipare al concorso di Hampton Court.
Colin decide a questo punto di seguire il suo sogno (la febbre del giardino, come la
definirà Georgina), distrugge la vetrina del fiorista e con un mazzo di rose gialle,
accompagnate da una lettera decide di lasciare Primrose.
Al suo rientro in carcere viene accolto con entusiasmo dal direttore e dagli amici, che gli
danno l'incarico di decidere la forma del giardino da presentare alla gara. Per non
perdere l'adesione dei politici alla iniziativa, il gruppo riceve la visita di un segretario di
Stato, che da giardiniere dilettante, suggerisce un'idea “nuova”: un giardino roccioso
(!!) con cactus e piante spinose, simbolo della dura vita del carcere, “redenta” da uno
sfondo definito da un arco ricoperto di fragole, simbolo di libertà. I giardinieri non sono
d'accordo, ma accettano per convenienza e cominciano a lavorare. A poche settimane
dal concorso succede il disastro: Raw sbaglia l'esposizione delle piante in serra e le
cuoce; i topi invadono il giardino mangiando tutte le fragole; Fergus muore e qualcuno
dà fuoco al giardino roccioso.
Colin decide di continuare con un nuovo giardino e sprona gli amici ad affrontare le
difficoltà anche in ricordo di Fergus.
Arriva il giorno della mostra. I giardinieri del carcere partecipano con un giardino di
fiori selvatici, in cui spicca una statua che rappresenta Fergus mentre innaffia il
giardino. La bellezza è nascosta nei posti più impensati, e in questo giardino Colin e
Primrose faranno la pace, questa volta con l'approvazione della mamma. Prima della
conclusione, Raw confessa di avere rovinato consapevolmente le piante per il giardino
roccioso, Jonny ammette di avere portato i topi e Colin di avere dato fuoco a quello che
rimaneva di quel giardino che non apparteneva alla loro storia.
Giovanna Mattioli
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GIARDINI AL CINEMA
2008
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Molto rumore per nulla
Much ado about nothing
regia: Kenneth Branagh - Gran Bretagna, USA 1993
dall'opera di William Shakespeare “Much ado about nothing” (1597 – 1598)
sceneggiatura: Kenneth Branagh; musiche: Patrick Doyle
Kenneth Branagh:
Emma Thompson:
Keanu Reeves:
Kate Backinsale:
Robert Sean Leonard:
Denzel Washingrton:
Michael Keaton:
Benedetto
Beatrice
Don Juan
Hero
Claudio
Don Pedro
Carruba
giardino riconoscibile nei luoghi delle riprese:
Villa Vignamaggio, Greve in Chianti, Firenze - http://www.vignamaggio.com/
Il bardo in festa: “Molto rumore per nulla” di Kenneth Branagh
Nella solare città di Messina, il ricco Leonato accoglie presso la sua splendida magione
il principe Don Pedro di ritorno dalla guerra, insieme ai suoi più stretti compagni.
L'atmosfera gaia e leggera dell'estate mediterranea farà da sfondo agli amori tra il
giovane Claudio e la dolce Hero e i litigiosi e sagaci Beatrice e Benedetto. L'ostacolo
alla perfetta felicità dell'amore sarà costituito dalle perfide macchinazioni di don Juan,
fratellastro del principe Pedro, poiché questi, invidioso di Claudio, favorito e stimato
dal principe ben più di lui, farà di tutto per screditare Hero e impedirle così di sposare il
suo amato. Nulla però potrà impedire all'amore di trionfare sui cattivi sentimenti, che
saranno giustamente puniti. La forza semplice del testo shakespeariano, scritto nel
1598, rivive, immutata e mai sorpassata, nella fedelissima trasposizione
cinematografica di Kenneth Branagh (1993). Da lungo tempo gran maestro di
cerimonie di molti testi del Bardo (Enrico V, Othello, Amleto e tante altre opere, portate
sulla scena sia a teatro che al cinema), Branagh dimostra ancora una volta di saper
valorizzare al massimo la ricchezza espressiva del testo originale, perché lo rende
godibile senza snaturarne gli intenti primari. (…)
La commedia gioca su due intrecci contestuali, costituiti dalle due coppie Hero-Claudio
e Beatrice-Benedetto. Lo spessore dei dialoghi e l'interesse neanche tanto velato
dell'autore per la seconda coppia risulta nello spazio dato alle loro schermaglie, in cui il
conflitto verbale scandisce perfettamente lo snodarsi della trama. Alla base della
vicenda c'è l'uso della parola e degli scontri dialettici. L'intera commedia appare
costruita su questo gioco, che si estende perfino al suo titolo: “Molto rumore per nulla”
il quale suggerisce che si tratta di un puro e semplice divertimento, senza significati
riposti e senza conseguenze. Nel caso di Beatrice e Benedetto, il “dire troppo”, il “molto
rumore” è sintomo di sentimenti e passioni sottostanti che emergeranno nel gran finale,
allorché Beatrice chiederà a Benedetto di sfidare Claudio per vendicare l'onore della
cugina, calunniata dalle accuse di Don Juan.
(…) il regista, con raffinata incongruenza, introduce nel film alcuni elementi non
propriamente tipici del tempo e dello spazio storico-sociale interni all'opera. Tali
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dettagli anacronistici non impediscono al film di acquisire una sua coerenza narrativa e
non risultano disturbanti per lo spettatore. Ad esempio, le divise militari indossate dal
principe e dai suoi uomini ricalcano uno stile di provenienza vagamente asburgica,
lontano dunque dall'abbigliamento dell'epoca di Shakespeare; gli strumenti musicali,
come la chitarra e la tromba, sono anch'essi decisamente moderni, così come spade e
fucili che accompagnano l'abbigliamento dei soldati. Ancora, il tango ballato nel corso
della festa in maschera è chiaramente fuori epoca, eppure ben sottolinea il tema della
passione e dell'inganno perpetrato da Juan. Questi e molti altri dettagli si inseriscono
perfettamente nella cornice del film di ambientazione quattrocentesca (Villa
Vignamaggio a Greve di Chianti), amalgamandosi con il linguaggio forbito (gli unici
tagli al testo sono funzionali per la messa in scena cinematografica, ma nulla di più) e
con le stravaganze recitative dei singoli attori, lasciati liberi dal regista di parlare ed
esprimersi in gesti e mimiche decisamente moderne. (…) Per mettere in scena questa
sua lettura dell'opera, Branagh non sceglie un punto di vista 'teatrale', bensì si avvale dei
mezzi cinematografici esaltandone le qualità dinamiche. La sua macchina da presa è
sempre in movimento, accentuando così la vivacità espressiva della storia.
Il cast è eterogeneo, formato sia da americani che da inglesi, tra i quali spiccano
promettenti (all'epoca) giovani protagonisti del cinema anglo-americano, come Keanu
Reeves, Kate Beckinsale e Sean Patrick Leonard. Si apprezza inoltre la solarità di una
bellissima Emma Thompson, una perfetta bisbetica shakespeariana nei panni di
Beatrice, o il fascino nero di Denzel Washington-Don Pedro, nobile e impettito nella
sua divisa da cavalleggero mazziniano, o ancora l'impudenza e lo spirito vagamente
bertoldesco di un magnifico Michael Keaton, il quale riprende e accentua le smorfie di
Dogberry con maestria da Oscar, dando al personaggio una fisionomia che ci ricorda un
altro suo personaggio, lo sfacciato Beetlejuice. (…)
Serena Todesco
http://www.letterariamente.it/
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Orlando
regia: Sally Potter - Gran Bretagna, Russia, Francia, Italia, Olanda 1992
dal romanzo di Virginia Woolf “Orlando” (1928)
sceneggiatura: Sally Potter; musiche: David Motion.
Tilda Swinton:
Quentin Crisp:
Jimmy Somerville:
Billy Zane:
Orlando
Regina Elisabetta I
Angelo
Shelmerdine
giardini riconoscibili nei luoghi delle riprese:
Hatfield House, Hertfordshire, Gran Bretagna - http://www.hatfield-house.co.uk/
Blenheim, Oxfordshire, Gran Bretagna - http://www.blenheimpalace.com/
Proteiforme bellezza: “Orlando” di Sally Potter (1992)
Ipotesi filosofica: Cosa succederebbe se uno stesso essere umano, nato uomo nel '600,
cambiasse sesso nel corso dei secoli, senza tuttavia tramutare la propria coscienza e
senzainvecchiare? Probabilmente esso sperimenterebbe l'essere sia uomo che donna,
vivrebbe il ruolo sociale, il “genere”, che a turno la società gli assegnerebbe, cucendogli
addosso come una seconda pelle un “abito sociale”. Un discorso sotterraneo e
sottilmente sfumato di complessa interpretazione, un divertissement ironico e ricco di
spunti di riflessione, un'acuta e premonitrice riflessione sul concetto di genere come
costruzione e costrizione sociale. O, se si vuole, un semplice, piacevole intermezzo
allegorico nella vita artistica di un'autrice fondamentale del Novecento, qual'è Virginia
Woolf (1882 – 1941).
Orlando, pubblicato nel 1928, mostra chiaramente come la scrittura è ricchezza
mentale innanzitutto per chi la vive in prima persona. Un romanzo poco definibile, un
pastiche dell'anima, un breve interludio che dice e non dice, sottintendendo
allegramente tutto quanto ruota attorno alla caducità dei ruoli sessuali e sociali imposti
dal mondo comune. (…) Con stile arguto e raffinatissimo Woolf descrive la storia del
giovane Orlando che, nel corso dei secoli, ripercorre la storia dal periodo elisabettiano
fino agli anni Venti del Novecento, cambiando sesso e sperimentando il mondo con
assoluta pienezza. Orlando cambia sesso in una metamorfosi che comunica
completezza vitale, è uno scherzo sofisticato e totalmente privo di complessi, perché
non si pone dubbi sulla liceità delle scelte e delle identità sessuali. (…)
Quando Vita Sackville West lesse il romanzo a lei dedicato dalla Woolf, pianse
(Adorata Creatura, Le lettere di Vita Sackville West a Virginia Woolf, traduzione di
Fiorella Cagnoni e Silvie Coyaud, La Tartaruga): infatti, la storia di Orlando, seppur
allegorica e surreale, è chiaramente un atto d'amore di Virginia per la West, una
biografia romanzata ispirata a quella dell'amata, di cui la Woolf ammirava l'inventiva,
l'audacia e il ritmo vorticoso con il quale Vita conduceva la sua esistenza, sempre sul
filo di una normalità mai voluta, mai cercata. Orlando è stato giustamente definito come
“la più lunga lettera d'amore mai scritta”, perché in esso sono presenti molti momenti
reali vissuti da Vita e Virginia, seppur mai descritti o evocati in maniera esplicita.
Orlando è pertanto ricco di riferimenti alla vita e agli antenati di Vita, in sé sono
racchiusi moltissimi messaggi criptici in parte misteriosi al lettore. Orlando è prima
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uomo e poi donna, non muore e resta giovane nei secoli: era questa la descrizione che
Virginia offre allorché evoca Vita.
Come accade spesso, trasmettere le stesse emozioni dalle pagine di un testo letterario al
grande schermo è impresa tutt'altro che facile. Nel 1992 Sally Potter dirige la versione
cinematografica di Orlando, servendosi di una sceneggiatura oscura e raffinata vicina
allo spirito del romanzo, e di un'attrice protagonista perfetta nel ruolo di Orlando,
l'androgina Tilda Swinton. (…) Non essendo totalmente un romanzo, né saggio, né
opera teatrale, il testo che si presenta allo spettatore è un genere multiforme, che
racchiude in sé più generi e più interventi di scrittura. La Potter coglie bene l'aspetto
poliedrico della narrazione, poiché inserisce con garbo e ricercatezza riflessioni e
congetture del/della protagonista legate alle sue esperienze e incontri: in un lasso di
tempo di quasi sei secoli si alternano per Orlando incontri e conoscenze di filosofia e di
storia, amicizie letterarie importanti, traumi personali, delusioni e grandi passioni. Tale
bagaglio di esperienze impregna e cambia la vita del/della protagonista, che, pur nella
sua evoluzione verso la maturità, rimane comunque fedele al principio della
mutevolezza e dello spontaneo offrirsi al caso. La formazione di Orlando avviene
infatti attraverso il cambiamenti, quasi a voler dire che tutto scorre e cambia, senza che
il singolo essere umano possa opporsi all'evoluzione del tutto. Mentre il mondo scorre,
nasce, muore e rinasce ancora, Orlando sperimenta il Tutto metafisico, l'essenza delle
cose e la pochezza umana, che faticherà ad accettare un ibrido, un essere indefinito.
Perché gli esseri umani hanno sempre bisogno di definizioni e certezze, di etichette e
soprannomi? È questa una delle tante domande che suscita il film. (…)
La crescita è documentata sempre dagli interrogativi che Orlando pone a sé
stesso/stessa e all'osservatore, al quale non smette mai di rivolgere lo sguardo: questo
perché sa benissimo di essere guardato/a nel proprio destino mutaforme, e gioca con lo
spettatore con irriverenza elegante e mai scontata. Dalle prime passioni amorose per
Sasha, fino alle disavventure come ambasciatore della corona inglese in Turchia, via via
fino alle insidiose crinoline che costringono il corpo divenuto femminile, Orlando è
simbolo di mutazione e maturazione, pur nei rischi delle convenzioni sociali. Prima di
giungere alla saggezza definitiva, Orlando sopravvivrà alle guerre del Novecento e
attenderà il dissolversi delle nebbie per dare finalmente alle stampe il suo manoscritto e
per dare alla luce una figlia, compiendo una scelta d'amore e non di interesse per motivi
ereditari. Ora non è più triste Orlando, “è cambiata, non è più travolta dal destino e da
quando ha rinunciato a ricercare il passato ha scoperto che la sua vita cominciava”.
Dopo essere stato per lungo tempo inadeguato e difettoso come uomo, non funzionale
alla guerra, né al comando; poco adatta, eccedente, difettosa come donna, intellettuale o
poeta, ora Orlando sembra essersi placata, il suo enigma si è in qualche modo risolto in
un percorso verso la vita, verso il senso più vero dell'esistenza. In una sorta di biografia
rovesciata, mentre il film si apre su “Morte”, l'ultimo capitolo si intitola
significativamente “Nascita”: il ritorno alla casa della giovinezza, alla quercia sotto la
quale Orlando si era presentata all'inizio. Laddove finisce il racconto, inizia la vita vera.
Serena Todesco
http://www.letterariamente.it
Da anni non aveva camminato così lontano. Già sei penne aveva raccolto nell'erba,
lisciandole con le dita, premendovi sopra le labbra per sentir la morbidezza rilucente
della piuma; allorché vide scintillare a mezzo della collina uno stagno argenteo,
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misterioso al pari del lago in cui il sire Bedivere aveva gettato la spada di re Artù. Una
penna ancora tremolò nell'aria, cadde nel mezzo dello stagno. Allora, una strana estasi
invase Orlando. L'assalì un selvaggio impulso di seguire gli uccelli sino all'estremo
limitar del mondo, di gettarsi sull' erba molle come una spugna, e là bere l'oblio, mentre
sul suo capo i corvi gracchiavano la loro rauca risata. Affrettò il passo; corse; incespicò;
le dure radici d'erica le trattennero il piede, ed ella cadde lunga distesa a terra. S'era
spezzata la caviglia. Non poté alzarsi. Ma provava un gran benessere, nel giacere così. Il
profumo dell'erica e della mortella le invadeva le nari. La rauca risata delle cornacchie
le accarezzava l'orecchio. «Ho trovato l'anima gemella» mormorò. «È la landa. lo sono
la sposa della Natura» sussurrò, abbandonandosi rapita al gelido abbraccio dell'erba, tra
le pieghe del suo mantello, nel fosso vicino allo stagno. «Qui voglio giacere. (Una
penna le sfiorò la fronte.) Ho trovato una corona più verde del lauro, che manterrà
sempre fresca la mia fronte. E queste penne di uccelli selvatici - gufi, civette - mi
faranno sognare sogni selvatici. Le mie mani non porteranno anello nuziale» continuò,
sfilandosi dal dito l'anello. «Le radici le cingeranno. Ah!» sospirò, affondando
voluttuosamente la testa nel guanciale spugnoso. (…)
Orlando stava per assopirsi, le piume bagnate del cappellino sul viso, l'orecchio contro
il suolo, quando la colpì, profondo e lontanissimo, il rintocco d'un martello sull'incudine; o forse era un cuore che batteva? Tic toc, tic toc, così martellava, così
risuonava l'incudine e il cuore nel cuor della terra; tese ancora l'orecchio, e le sembrò
che si mutasse nel trotto d'un cavallo; un, due, tre, quattro, contò Orlando; poi sentì il
cavallo incespicare; e, coll'avvicinarsi, uno schianto di rami, l'affondar degli zoccoli nel
molle della torbiera. Quasi il cavallo le era sopra. Ella si alzò a sedere. Scuro contro il
cielo chiazzato di giallognolo dell' alba, un uomo si drizzava sulle staffe, attorniato dai
pivieri che gli roteavano attorno. Egli trasalì. Il cavallo sostò di colpo.
«Signora» gridò l'uomo balzando a terra «siete ferita?» «Signore, sono morta! » replicò
Orlando.
Pochi minuti dopo, erano fidanzati.
Virginia Woolf, Orlando , Mondadori, Milano, 1982, pag. 22, 229
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Le affinità elettive
regia: Paolo e Vittorio Taviani - Italia, Francia 1996
dal romanzo di Johann Wolfgang Goethe “Le affinità elettive” (1809)
sceneggiatura: Paolo e Vittorio Taviani; musiche: Carlo Crivelli
Isabelle Huppert:
Fabrizio Bentivoglio:
Jean-Hughes Anglade:
Marie Gillain:
Giancarlo Giannini:
Carlotta
Ottone
Edoardo
Ottilia
voce fuoricampo
giardino riconoscibile nei luoghi delle riprese:
Villa Valdisonzi, Crespina, Pisa
Giardino e paesaggio
Chi fu il principe Hermann von Pückler Muskau (1785-1871)? Non è facile dirlo,
perché fu molto, e insieme moltissime cose. Parlare di lui come uomo del suo secolo, in
quel brodo di cultura della genialità, della fantasia, della poesia, che fu la Germania
nella prima metà del secolo scorso, amico di Heine e corrispondente di Goethe,
mecenate, amante del fasto e prodigo delle sue ricchezze fino alla soglia della povertà,
frequentatore brillante dei salotti intellettuali (e delle donne come Bettina von Arnim,
Fanny Lewald, Rahel Varnhagen) più famosi dell'epoca, dandy, viaggiatore
instancabile ed esploratore, duellatore, cavaliere e allevatore, può condurre lontano e
rischiare di lasciare in ombra l'aspetto principale della sua personalità e assieme quello
che ci interessa direttamente di più: anche le storie della letteratura in cui è sempre in
maggiore o minore misura presente parlano dei suoi due parchi, Muskau e Branitz,
come dei suoi capolavori. Dire di lui che fu quello che introdusse in Germania il parco
all'inglese sarebbe inesatto (forse piuttosto colui che lo portò alla più compiuta
perfezione), ma soprattutto fargli un torto grandissimo; perché è invece assai più giusto
affermare che, pur avendo appreso in Inghilterra tutto quanto in questo campo c'era da
apprendere, fu piuttosto accanto agli architetti inglesi suoi contemporanei uno di coloro
che seppero tradurre una nuova idea, un nuovo modo di sentire la natura in termini di
paesaggio. Difficilmente si può concepire Pückler fuori dall'alone delle «Affinità
elettive goethiane», perlomeno per ciò che riguarda la realizzazione del parco. E nella
sua opera si rispecchia la sua personalità composita e complessa, in cui si fonde
l'aristocratico prussiano col libero pensatore e soprattutto con l'artista. Come
giardiniere, creatore di giardini, rimase impastoiato nel manierismo Biedermeier, non
produsse nulla di nuovo né di interessante (ma egli considerava il giardino come un
elemento staccato dal parco), quale paesaggista fu uno dei più dotati, intelligenti e
validi della storia europea. L'opera sua che qui presentiamo per la prima volta tradotta in
italiano non vuole avere soltanto il valore di un documento storico, che pure è
interessantissimo, ma costituisce, oggi come ieri, uno di quei pochissimi testi, che quasi
si contano sulle dita di due mani, utili ad insegnare il mestiere e prima ancora del
mestiere lo spirito di quest' arte. Qui si insegna non come un parco immaginato si
disegna, ma come si crea, giorno per giorno, dentro il paesaggio, col paesaggio,
attraverso il paesaggio; avendo in mente non l'oggi, il contingente, ma il futuro: quando
Pückler creò entrambi i suoi parchi, sapeva benissimo che compiuti (lo sarebbero stati
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dopo più di cent'anni, guerre permettendo) non sarebbe giunto a vederli mai. Sono
pochissime in quest' opera le pagine che portano la polvere della loro epoca, nel suo
agire Pückler (al contrario di quanto accade con gli imitatori che esasperano gli effetti
deteriori) trascurò gli aspetti meno duraturi (gli scenari e il collezionismo delle
esotiche) del parco all'inglese, per mirare, ben educato alla scuola goethiana, alla
sostanza. E ci riuscì in modo esemplare.
Ippolito Pizzetti: in Hermann Fürst Von Pückler-Muskau, Giardino e paesaggio,
Milano, Rizzoli, 1984, retro di copertina
"Le affinità elettive" è uno dei romanzi più noti di Goethe, personaggio che per la
grandezza dei suoi scritti trova paragone solo in titani della letteratura come
Shakespeare e Dante. Il titolo deriva dal mondo della natura, costante punto di
ispirazione per lo scrittore germanico, di cui ebbe sempre una concezione umanistica,
nella quale l'uomo rimane la misura di tutte le cose, ma dall'ambiente che lo circonda
riceve anche ineluttabilmente stimoli e condizionamenti. Due elementi che hanno
affinità fra di loro, messi a contatto con altri elementi, si sentono da questi attratti per
formare con essi altre combinazioni. Su tale teoria nasce un libro nel quale le relazioni
sociali ed erotiche tra donne e uomini si cangiano, duplicandole, nelle costellazioni
della natura, sino al limite di una chimerica identità.
Si narra di due sposi aristocratici che vivono nella calma della loro villa immersa nel
verde della campagna. L'arrivo di due ospiti fa nascere tra i quattro una rispondenza
amorosa incrociata, che sconvolge ogni regola convenzionale. Solo due di essi
sopravvivranno a questo turbamento esistenziale. Dopo alcuni tristi eventi gli altri
saranno entrambi vittime infelici della loro passione.
Quando nel 1996 i fratelli Taviani, autori di grande rigore estetico e morale, trasposero
sullo schermo il capolavoro goethiano, ne fecero un adattamento sostanzialmente
riuscito, che attraverso alcune libertà interpretative evidenzia il tentativo disperato di
far coincidere razionalità e sentimento, che è uno degli elementi sottesi nella vicenda
del romanzo.
Ambientato nella Toscana napoleonica e girato in gran parte a Villa Valdisonzi, a
Crespina, in provincia di Pisa, il racconto affida al giardino che circonda la magione il
ruolo di testimone silenzioso degli eventi, ma al tempo stesso di onnipresente, quasi
ingombrante simbolo di una natura che con le sue forme (ora alberi secolari e siepi
potate, ora fiori policromi, ora campi arati o laghetti cerulei nella macchia di boschetti)
specchia, riproduce e condiziona i gesti umani. Il tutto con uno stile asciutto e rarefatto,
composto da pochi elementi drammaturgici: qualche accordo musicale, improvvisi
cambiamenti di prospettiva o panoramiche accelerate della macchina da presa. È un
cinema che rifiuta la spettacolarità gratuita, eppure riesce lo stesso ad avvincere lo
spettatore, conducendolo a cogliere solo l'essenzialità del discorso narrativo, grazie alla
maestria delle inquadrature e alla efficacia della recitazione dimessa quanto intensa
degli attori.
Nel film Edoardo e Carlotta progettano di migliorare la loro tenuta, ecco dunque l'invito
a Ottone, vecchio amico del marito, che è un promettente architetto e si occuperà quindi
della riorganizzazione di terreni e colture, e a Ottilia, figlioccia di Carlotta, fanciulla
attenta e minuziosa, che avrà come compito la cura del giardino. È significativo che ai
due personaggi che faranno scaturire le affinità elettive la sceneggiatura assegni
incarichi legati alla gestione/trasformazione del verde, cioè, per l'appunto, li faccia
partecipi di quella Natura, che con l'Amore, le sue leggi e i suoi divieti costituisce
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l'ispirazione costante del pensiero di Goethe. Di particolare efficacia la scena nella
quale Carlotta, sentendo il marito che arriva per presentarle l'appena giunto Ottone,
fugge improvvisamente nascondendosi in un labirinto di siepi verdi e roseti, come
presagendo un destino nefasto. Ma la sua corsa è fermata da un ramo di rose nel quale la
veste s'impiglia; ella allora ne afferra una rossa e la sbriciola tra le dita, quasi un segno
del suo voler accettare e consumare la passione che sta per colpirla. E infatti, con il
giungere di Ottilia, si innesca la trasformazione; mentre l'ipnotico canto delle cicale
sembra celebrare un' estate senza fine. Conversando sotto un salice, circondati da
ortensie multicolori, passeggiando tra sentieri ombrosi, navigando sul laghetto, i
quattro scoprono di attrarsi, la Natura esercita le sue proprietà e tuttavia gli esseri umani
cercano di razionalizzare le loro passioni e di comprendersi; rifiutando, come fa
Carlotta, plateali gelosie.
In una notte d'amore con la moglie, Edoardo concepisce un figlio, ma durante il parto
egli, ansioso di espiare con la morte la sua pena amorosa, è lontano, a combattere tra il
gelo russo e a venire gravemente ferito; e anche Ottone ha abbandonato la casa, sarà
proprio lui a ritrovare l'amico e a curarlo. Rimasta sola con Ottilia, Carlotta ne placa
l'inquietudine con la comprensione e la tolleranza. I dialoghi tra le due donne
avvengono quasi sempre nella splendida penombra floreale del giardino, dove
ricamano, pranzano e accudiscono il piccolo. "Appariva tutto in pace nel giardino dove
le due donne vegliavano il sonno del bambino, eppure nei loro sguardi era come
un'ombra, un'inquietudine che proveniva dalla culla". Per maliziosa sorte il bimbo ha
infatti stranamente un viso che non richiama le fattezze dei genitori, ma quelle di Ottilia
e Ottone. Ricongiuntisi dopo tanti travagli, i quattro tornano a convivere nella villa,
illudendosi di esorcizzare i loro sensi di colpa, le leggi degli uomini e quelle del Fato.
Ma Ottilia sarà l'involontaria artefice della morte del bambino e si lascerà morire
d'inedia per il dolore. Stessa sorte subirà Edoardo, per la disperazione della perdita e il
riacutizzarsi della ferita di guerra. I due amanti vengono sepolti accanto, mentre i più
forti, Ottone e Carlotta, pur separandosi, riusciranno a sopravvivere al dolore morale.
Come due piante che, pur ferite da un innesto non riuscito, riescono a rimarginarsi e a
crescere ancora.
Gianluca Trivero in: Gardenia n. 171, luglio, 1998, pag.18
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GIARDINI AL CINEMA
2009
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Marie Antoinette
Marie Antoinette
regia: Sofia Coppola - USA, Giappone, Francia 2006
dalla biografia: Antonia Fraser “Maria Antonietta: la solitudine di una regina”
Mondadori, Milano, 2004
sceneggiatura: Sofia Coppola; costumi: Milena Canonero (Oscar 2007)
Kirsten Dunst:
Jason Schwartzman:
Rip Torn:
Judy Davis:
Asia Argento:
Marianne Faithfull:
Maria Antonietta
Luigi XVI
Luigi XV
Contessa di Noailles
Madame du Barry
Maria Teresa d'Austria
giardini riconoscibili nei luoghi delle riprese:
Versailles, Yvelines, Francia
Vaux-le-Vicomte, Seine-et-Marne, Francia
Un ritratto assolutamente inedito della regina-bambina
Maria Antonietta nasce a Vienna il 2 novembre 1755. Nel 1770 raggiunge a Versailles il
suo promesso sposo, il delfino di Francia futuro Luigi XVI. Il 16 ottobre 1793 viene
ghigliottinata. Si può racchiudere in queste tre date la vicenda storica di una delle regine
più note della Storia. Non è però a questo che guarda Sofia Coppola nella terza opera di
una filmografia dedicata alla difficoltà di crescere per una giovane donna, quale che sia
il luogo o l'epoca. Che si sia chiusi nell'ottusità di una famiglia americana (Il Giardino
delle vergini suicide), che ci trovi in un luogo in cui il non conoscere la lingua
corrisponde anche al complesso rapporto con se stessi (Lost in Translation) o che siano i
fasti di una reggia a circondare una giovane e bella futura regina di Francia, la
situazione si ripete.
La Coppola torna a lavorare con Kirsten Dunst, ne utilizza la fresca malizia ma al
contempo la libera dal ruolo "fidanzatina della porta accanto" che Spider Man le ha
appiccicato addosso e che Elisabethtown ha solo ritoccato. Aiutata da costumi
straordinari (Milena Canonero) e da una colonna sonora che mescola musica d'epoca a
brani di Bow Wow Wow, New Order e Phoenix, Sofia Coppola ci fa "sentire" moderna
una storia antica, evitando i cliché storici e la ricostruzione politica. È di una donna che
ci vuole parlare, una donna che soffre per la disattenzione sessuale del marito che si
trova caricata come colpa, una donna-bambina che compensa le frustrazioni giocando
con scarpe, cibi, cani come una ricca signora di Beverly Hills. Guardatela nella prima
inquadratura che precede il titolo e che ricorda come capacità di sintesi quella del
maestro Kubrick in Eyes Wide Shut. Sembra esserci tutta Maria Antonietta e invece ci
sono 2 ore in cui procedere nella scoperta. (Giancarlo Zappoli)
Ma i divertimenti non bastavano a riempire la vita, e nessuno, in quegli anni Settanta
che avevano decretato il trionfo di Rousseau, poteva rinunciare a essere sentimentale.
Da troppo tempo sola, duramente provata dall'esperienza matrimoniale, Maria
Antonietta riscopriva le dolcezze dell'amicizia nel legame simbiotico con la principessa
di Lamballe e con la contessa di Polignac. Tuttavia, se l'amicizia obbediva in lei ai
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dettami del cuore, il suo modo di dimostrarla era pur sempre quello di una regina, e la
pioggia di benefici, cariche, onori che ella faceva piovere sulle due favorite, e in
particolar modo all'insaziabile clan dei Polignac, non poteva non suscitare
l'indignazione dell'intera corte. E poiché per espandersi l'amicizia aveva bisogno di
intimità e di spontaneità, Maria Antonietta ne godeva le gioie lontano dai grandi saloni
d'apparato, nel chiuso dei suoi appartamenti e nell'incantevole Petit-Trianon, che Luigi
XVI le aveva offerto in dono.
Anche Maria Leszczynska (moglie polacca di Luigi XV ) aveva avuto la stessa esigenza,
ma l'aveva manifestata con una discrezione e moderazione ignote alla giovane regina.
Maria Antonietta si limitava a scomparire quanto più spesso le era possibile al PetitTrianon con pochi intimi, senza che nemmeno le sue dame di compagnia potessero
seguirla. D'altra parte, solo a condizione di scordarsi del suo ruolo e delle sue funzioni
poteva dedicarsi all'ultimo gioco alla moda, la commedia campestre, travestendosi da
pastorella, bevendo il latte appena munto in sublimi porcellane di Sèvres, godendo delle
emozioni estetiche di una natura ricreata per lei dalla mano sapiente dei giardinieri e del
talento architettonico di Richard Mique, nella perfetta adesione non già al modello della
cour, ma a quello della ville, dove la nobiltà francese sapeva farsi interprete della
morale, della sensibilità, dei gusti della sua epoca. “Qui” diceva Maria Antonietta con
una frase rivelatrice “non sono più regina, sono me stessa”. “Qui” avrebbe scritto
Gouverneur Morris “la monarchia ha speso cifre enormi per nascondersi ai propri
occhi, ma senza riuscirci”.
Benedetta Craveri, Amanti e Regine - Il potere delle donne, Adelphi ed., Milano, 2005
Filmografia su Maria Antonietta:
Maria Antonietta (1938)
Gli Spadaccini della Serenissima (1949)
Scaramouche (1952)
Versailles (1954)
Maria Antonietta regina di Francia (1955)
L'inferno ci accusa (1957)
Fate la rivoluzione senza di noi (1970)
Lady Oscar (1979)
Il mondo nuovo (1982)
La rivoluzione francese (1989)
L'Autrichienne (1990)
L'insolente (1996)
Ridicule (1996)
L'intrigo della collana (2001)
Marie Antoinette (2006)
Il cosmo sul comò (2008)
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Ragione e Sentimento
Sense and Sensibility
regia: Ang Lee - USA, Gran Bretagna 1995
tratto dal romanzo di Jane Austen “Ragione e Sentimento” (1811)
sceneggiatura: Emma Thompson; musiche: Patrick Doyle
Tom Wilkinson:
Kate Winslet:
Emma Thompson:
Hugh Grant:
Alan Rickman:
Hugh Laurie:
Greg Wise:
Mr. Dashwood (padre)
Marianne Dashwood
Elinor Dashwood
Edward Ferrars
Colonnello Brandon
Mr. Palmer
John Willoughby
Sul letto di morte il ricco signor Dashwood chiama il primogenito e gli chiede –
malgrado le rigide regole di successione e di eredità che lo faranno suo unico
beneficiario – di aiutare economicamente la donna cha ha sposato in seconde nozze e le
sue tre figlie. Turbato, l'uomo promette al padre moribondo di farlo ma, appena defunto
il genitore, si affretterà – sobillato da una moglie meschina – a scacciare la matrigna e le
sorellastre dalla casa in cui vivono, dando loro un risicato vitalizio che le farebbe vivere
quasi in povertà. È il prologo del film di Ang Lee tratto da “Sense and Sensibility ”,
romanzo scritto nel 1811 da Jane Austen, scrittrice realistica che nei suoi lavori analizzò
dettagliatamente un ambiente sociale in particolare: quello della provincia inglese
d'inizio Ottocento, con le sue fanciulle in cerca di marito e i piccoli proprietari di
campagna, i curati e i militari di carriera. Un mondo di cui la Austen sa rivelare egoismi
e virtù, ambizioni e dolori con uno stile ironico ed elegante.
La storia di Ragione e Sentimento mette a confronto le vite delle prime due sorelle
Dashwood, entrambe in età da marito e con la paura di ritrovarsi in improvvise
difficoltà economiche. Elinor, interpretata da Emma Thompson, è assennata e
giudiziosa, Marianne, alla quale presta il volto Kate Winslet, è impulsiva e irrazionale,
tutta presa da slanci romantici. Quando con la madre e la sorellina si trasferiranno in un
cottage, provvidenzialmente offerto da un lontano parente, Marianne si invaghirà di
Willoughby , un fatuo bellimbusto che la corteggerà e la abbandonerà per un più
vantaggioso matrimonio spezzandole il cuore; quanto a Elinor, trascinerà un affetto mai
dichiarato con il timido Edward (Hugh Grant) che solo dopo molte difficoltà potrà
giungere al matrimonio. Il dolore maturerà Marianne, che accetterà l'affetto del
colonnello Brandon, un gentiluomo di campagna che con discrezione e gentilezza
l'aveva per molto tempo corteggiata senza speranze.
Girato nelle verdi campagne inglesi e in eleganti dimore il film si prestava a un cospicuo
utilizzo del giardino, secondo gli stereotipi narrativi che lo vogliono classico ambiente
di corteggiamenti e amori, nel quale il sentimento della natura e la natura del sentimento
si intrecciano e confondono. Pur non eludendo del tutto questa impostazione, Ang Lee
ne dà un'interpretazione discreta e sommessa, quasi smitizzante, in linea con lo stile
antiromantico e antisentimentale della Austen. La prima inquadratura di un giardino è
per esempio dedicata a un'inaspettata e vezzosa casetta su un albero, dalla quale la
sorellina di Elinor e Marianne si rifiuta di uscire per protestare contro l'ordine di lasciare
la casa in cui è cresciuta. Divertente anche la sequenza nel verde che mostra Edward,
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cognato del fratellastro delle ragazze, fingere di tirare di scherma con la piccola e
accasciarsi quando – distratto da Elinor che lo osserva da una finestra – la bimbetta lo
colpisce allo stomaco. Certo lo spazio verde è sempre qualcosa di più di un fondale,
anche qui asseconda gesti e pensieri dei personaggi, ne sottolinea i caratteri. Lo si vede
nei dialoghi tra Edward ed Elinor, inquadrati mentre passeggiano lungo vialetti curati e
prati perfettamente rasati della dimora che la giovane dovrà lasciare all'egoista
fratellastro: la perfezione asettica del giardino sembra amplificare l'impaccio e la
rigidità inamidata del corteggiatore. Di tutt'altro aspetto il verde che circonda il cottage
nel quale le quattro Dashwood si trasferiscono. La casetta, piccola e semplice, è posta su
una piccola collina che scende verso un laghetto e circondata da un giardinetto incolto e
disadorno che accentua la loro difficile condizione economica. È però in questo spazio
che le donne trovano una certa serenità, qui faranno colazione sull'erba, conversando
con i loro visitatori, e i cespugli rigogliosi sembreranno quasi avvolgerle protettivi
quando Marianne, convalescente dopo una grave malattia, si farà leggere le poesie dal
saggio colonnello di cui comincerà a innamorarsi e quando Elinor riceverà finalmente
la richiesta di matrimonio da Edward.
Questo spazio semplice e naturale, come l'animo delle ragazze (in una scena Marianne
si compiace di ricevere umili fiori di campo piuttosto che eleganti fiori di serra), si
contrappone ai giardini classicheggianti, misurati e solenni, di altri edifici, ai quali sono
spesso legati momenti tristi o drammatici. Il picnic nel giardino della casa di Brandon
fallisce sul nascere perché egli deve correre da una figlia illegittima che è stata sedotta
da Willoughby. Significativa la scena che mostra Marianne aggirarsi nel giardino
all'italiana di una grande magione che la ospita temporaneamente, tra grandi siepi ovali
allineate e geometrici viali, sotto la pioggia gelida, inebetita dalle pene d'amore. E sarà
invece il semplice giardinetto della chiesa del paese ad ambientare l'ultima scena del
film, con le due ragazze che escono dopo la celebrazione del loro matrimonio, tra gli
amici festanti, nell'aria serena di una giornata di sole in cui lanciare felici i loro fiori di
spose.
Gianluca Trivero in: Gardenia n.174, ottobre, 1998, pag.22
Ang Lee: La maschera più eclettica di Hollywood. Spirito da teenager, grande simpatia,
mente di pellicole non epiche, ma che sanno coniugare il tradizionale "cinema classico
hollywoodiano" con le più sofisticate tecnologie. Serio, riflessivo ma, anche impulsivo,
ribelle e sempre impegnato in una lotta dove, a essere sfoderate come armi, sono i temi a
lui più cari: conflitti familiari, etnici, classisti che poi vengono reintrodotti nei conflitti
del cuore. Ang Lee è lo strano e originale regista degli intensi eroi sbandati:
dall'incredibile Colosso Verde – vale a dire l'incredibile Hulk – passando per cowboy
gay, dark lady, collaborazionisti, sposi e fanciulle inglesi ottocentesche. Tutti impegnati
in un duello che li vedrà – in parte – vittoriosi contro la civiltà di cui essi stessi fanno
parte. Purtroppo facile al psicologismo spicciolo e - secondo alcuni critici - fin troppo
sopravvalutato, Ang Lee permea le sue pellicole di una rabbia e di un'ira che trattiene
abbastanza bene nella celluloide, soprattutto quando cerca di impiegare lo stile e la
raffinatezza – anche visiva – per carpire quelle scelte che stanno fra ragione e
sentimento, ma anche le possibili, fragili, alleanze che stanno fra queste due istanze.
Ottimo sceneggiatore, sensei ("maestro") nell'arte di apportare a una scena soffuse
atmosfere e calibrate ricostruzioni d'ambiente, non imita mai gli altri registi orientali,
esperti di ogni genere, ma cerca invece uno stile personale, completamente suo,
fascinoso ed estetico, dove il calore del melodramma viene raffreddato, pur senza
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infliggersi con autocensure. Tra speranze e delusioni, il cinema di Lee cerca sempre una
morale, alla fine, che restituisca a cose e persone i loro equilibri più esatti, anche quando
non sono sempre i più giusti per il personaggio, permeando il tutto e infatti di una
malinconia dominante.
E questi eroi proprio prima del THE END, si mostrano alieni a se stessi, conservando
estraneità verso il dolore altrui e fornendo – allo stesso tempo – un'acuta analisi delle
nevrosi e delle falsità di un paese (l'America che lo ha adottato) che si arranca sul muro
di un apparente e opulente sogno americano, preoccupato di conservare esteriormente,
e in modo ipocrita, suoni e simboli di una civiltà ereditata e subita, anche quando sono
immischiati nel dolore, nell'amore, nella povertà, nella ricchezza, nelle caste e nelle
classi sociali. Un altro pregio di Ang Lee è che ogni pellicola è comunque e sempre
occasione piacevole di spettacolo, anche perché grazie al suo smodato garbo, là dove
anche vige la più ostica fra le durezze narrative, riesce a investire la storia narrata con un
leggero guizzo ironico, con i sentimenti e i loro contrasti, ma anche con la rottura di tabù
di genere che vengono definitamene smontanti nella loro stessa mitologia.
http://www.mymovies.it
Film tratti dai romanzi di Jane Austen:
Orgoglio e pregiudizio - Pride and Prejudice - USA (1940) di Robert Z. Leonard
Orgoglio e pregiudizio - Italia (1957) di Daniele d'Anza
Persuasione - Persuasion - Gran Bretagna, USA, Francia (1995) di Roger Michell
Ragione e sentimento - Sense and Sensibility - Gran Bretagna (1995) di Ang Lee
Emma - Emma - USA, Gran Bretagna (1999) di Douglas McGrath
Mansfield Park - Mansfield Park - Gran Bretagna, USA (1999) di Patricia Rozema
Matrimoni e Pregiudizi - Bride & Prejudice - India (2004) di Gurinder Chadha
Orgoglio e pregiudizio - Pride and Prejudice - Francia, Gran Bretagna (2006) di Joe Wright
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Il giardino indiano
The Assam garden
regia: Mary McMurray - Gran Bretagna 1985
sceneggiatura: Elisabeth Bond; musiche: Richard Harvey
Deborah Kerr: Helen Grahm
Madur Jaffrey: Ruxmani Lal
giardino riconoscibile nei luoghi delle riprese:
Priors Mesne, Gloucestershire, Gran Bretagna
Nascosto in una trama scarna ed essenziale, narrata attraverso lenti movimenti di
cinepresa e lunghe, silenziose inquadrature, Il giardino indiano offre uno dei ritratti più
suggestivi e intensi che la cinematografia abbia mai dato di uno spazio verde. Il film si
apre mostrando la conclusione dell'austero funerale di un gentiluomo inglese, nella
giovinezza possidente in India, morto improvvisamente dopo aver dedicato decenni
alla cura del grande giardino di tipo orientale, progettato e allestito al suo ritorno in
Gran Bretagna. Rimasta sola nella grande casa vuota, impigliata nei piccoli rituali
quotidiani senza importanza né futuro delle faccende domestiche, la moglie riesce a
scrollarsi l'apatia della vedovanza scoprendo che la prestigiosa pubblicazione “I grandi
giardini d'Inghilterra”, aveva inviato una lettera al marito chiedendogli di visionare il
suo giardino indiano per inserirne le immagini nel libro. Ecco così che nella lotta contro
il tempo per risistemare la proprietà, prima che giunga un esperto a valutarne la
bellezza, l'anziana donna ritrova non solo energie e slancio vitale, ma anche la forza di
mutare il suo modo di essere. Le antiche certezze sono alle spalle; lo stesso mondo
britannico, con i suoi prati sgombri e rasati, i modi misurati delle persone come della
natura, sembra essere lontanissimo quando, in una delle prime scene, tornata dal
funerale, la donna si aggira disorientata nell'immenso spazio verde, confrontandosi con
la vegetazione lussureggiante e variegata che rinvia ad un mondo esotico e
imprevedibile. La zona del giardino diventa così un vero e proprio mondo a parte, che la
donna comincia a conoscere e gestire solo ora, nella tardiva consapevolezza che il
marito amava e vezzeggiava piante e fiori rari molto più della stessa consorte.
È un'estate arida e l'acqua va razionata, eppure un giardino come quello ne ha un gran
bisogno: “E le scimmie dove si sono nascoste?”, chiede alla signora uno stupito
guardiano dell'acquedotto venuto a segnalarle il divieto di innaffiare il terreno senza
limiti di tempo. La cinepresa si aggira tra la fitta vegetazione composita, “perdendosi”
tra il verde come la protagonista, l'attrice Deborah Kerr. L'anziana interprete dà vita
magistralmente a una figura prima incerta e austera, poi presa da una sorte di furore
operativo che le fa scordare tutto pur di ottenere il suo scopo e, al tempo stesso, le dà la
possibilità di ritrovare anche una dimensione di solidarietà e umanità. Intreccia infatti
un'amicizia con una coetanea, un'immigrata indiana prima vista con diffidenza come
esponente di una classe e un ambiente inferiori, poi coinvolta nei lavori del giardino,
che trasformeranno in stima e affetto le iniziali incomprensioni.
Tra le tante attività all'ombra di banani e palmizi, come il bruciare sterpi, sgombrare
sentieri, pareggiare siepi, sfrondare e diserbare, si disegna un sommesso ma elegante
ritratto di due figure femminili divise dalla storia ma riunite dai sentimenti e dai ricordi.
E a suggellarne il lavoro intenso e proficuo ecco arrivare finalmente una benefica
105
pioggia, che lava e tonifica tutta la vegetazione. Arriva, in un giorno di primo settembre,
anche l'inviato di “I grandi giardini d'Inghilterra”; che si compiace dello scenario e della
cura d'ogni particolare, promettendo il futuro arrivo di fotografo e redattore per la
creazione del servizio. Ma di lì a breve giunge nella casa anche il legale che cura il
testamento con la notizia che per fare fronte alle ultime volontà del marito la signora
dovrà fatalmente vendere la proprietà. “L'opera” è stata dunque compiuta solo perché
andasse perduta, e anche l'amica indiana, con un certo sollievo, se ne tornerà nel suo
Paese, del quale sentiva da anni l'incancellabile nostalgia. Il giardino sembra infine
svelarsi come una grande macchina illusoria, che più attrae proprio là dove più inganna.
Il film si chiude in una sorta di dorata mestizia, con la Kerr, bravissima nel tratteggiare il
passaggio dall'idealizzazione della felicità alla vuota frustrazione, che invoca
vanamente – in un giardino che ha fatto diventare finalmente anche “suo” – il nome del
marito. Non gli rispondono le fronde ridondanti e gli alberi tropicali. resta nel suo cuore,
e anche in quello dello spettatore, il senso impalpabile di una vertigine disegnata da tutti
i colori del verde, come una corsa infantile in giardino, finita troppo presto.
Gianluca Trivero in: Gardenia n. 143, marzo, 1996, pag. 20
“Molti anni fa in India amavo passare il mio tempo a immaginarmi il luogo che avrei
abitato una volta ritornato in Inghilterra...mi assalivano allora visioni di una casa
circondata da profondità boscose, con giardini nascosti qua e là in luoghi
inaspettati...prati, acqua e con una vista sugli scenari più dolci e affascinanti
d'Inghilterra”. Cos', scriveva Henry Cook, ufficiale medico dell'esercito inglese in
India alla fine del XIX secolo, gran viaggiatore e gran conoscitore del mondo naturale,
nell'introduzione de “ A Gloucestershire wild garden”, libretto-guida alla creazione di
un giardino tropicale in Inghilterra.
E al suo ritorno Cook riuscì a trovare il luogo dei suoi sogni. (...) Nel Gloucestershire, a
500 metri sul livello del mare, dove i fiumi Severn e Wye, prima de congiungere le loro
acque ritagliano una penisola ricca di boschi e foreste, Cook trovò il luogo ideale dove
costruire casa e giardino. (...) In questa serra naturale, a circa un chilometro dalla casa
di Priors Mesne e dal giardino all'inglese che la circondava, Cook creò la sua giungla di
alberi da foresta, di cespugli di fiori esotici e di bambù di ogni specie. Non era cosa
facile integrare un angolo di mondo così diverso nel paesaggio inglese dove casa,
giardino e natura rispondono a una struttura ben studiata e collaudata. Cook scelse di
fare uno di quei giardini che egli nella sua introduzione chiama: “luoghi nascosti e
inaspettati”, un luogo della memoria, uno spazio in cui prende forma e vita la
dimensione romantica e irrazionale dell'anima inglese, la parte amata ma allo stesso
tempo negata. (...)
Ma il giardino inglese, controllato, equilibrato in ogni sua parte non è amato da Cook.
Viene definito “noioso, ripetitivo, costretto”. Il wild garden (giardino selvatico) è
invece “amato e a sua volta lo ama”. Per mantenerlo perfetto Cook usa una squadra di
dieci giardinieri che ad ogni cambio di stagione portano nelle serre tutte le piante più
delicate, prime fra tutti i banani, per reinterrarle a primavera. Il passaggio dalla casa di
Priors Mesne al giardino nascosto non è improvviso. Cook sceglie di fare un giardino a
terrazze intorno alla casa, simile ad una piantagione di tè, i sentieri sono percorsi
attraverso selve di rododendri, costeggiati da felci, rocce muschiose fino ad arrivare alle
vera e propria giungla.
Alberi altissimi e immensi ne chiudono il lato nord. Fra questi la Deodara delle Alpi
Indiane, l'Araucaria delle montagne del Cile, il Wellingtonia della California,
106
l'Eucalyptus dell'Australia, conifere del Nord Europa e alcuni alberi inglesi: la quercia,
le betulle argentate, il castagno, l'agrifoglio e il frassino. (...) Non c'è tipo di pianta
esotica, dal fusto duro o tenero, o di cespuglio da fiore, che Cook non pianti in questo
suo angolo personale: la palma, l'agave, l'agapanto, i banani, il rabarbaro del Tibet, la
pianta dell'olio di ricino dell'India, il tabacco messicano, l' Aralia papirifera della Cina.
Le piante crescono e si riproducono liberamente. Cook sceglie i colori del suo giardino:
mette a contrasto gli aceri rossi scuro, verde chiaro e giallo con il verde scuro della
macchia di cipressi; gli enormi rododendri sono viola, rossi, rosa, bianchi, contrastando
con le foglie verde chiaro del Polygonum. I colori sono caldi e sensuali, ben lontani dal
verde uniforme e smeraldino dei levigati prati all'inglese. (...)
Rosa Balducci in: L'India e L'inghilterra. un giardino, una storia, un film. “Il
giardino indiano”, Abitare n. 258, ottobre, 1987
107
GIARDINI AL CINEMA
2010
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Orgoglio e Pregiudizio
Pride and Prejudice
Regia: Joe Wright - Francia, Gran Bretagna 2005
tratto dal romanzo “Orgoglio e pregiudizio” di Jane Austen (1813)
sceneggiatura: Deborah Moggach; musiche: Dario Marianelli
Keira Knightley:
Matthew Macfadyen:
Rosamund Pike:
Simon Woods:
Donald Sutherland:
Brenda Blethyn:
Judy Dench:
Elisabeth Bennet
Mr. Darcy
Jane Bennet
Mr. Bingley
Mr. Bennet
Mrs. Bennet
Lady Catherine
giardini riconoscibili nei luoghi delle riprese:
Groombridge Place, Kent, Gran Bretagna
Basildon House, Berkshire, Gran Bretagna
Stourhead, Wiltshire, Gran Bretagna
Chatsworth House, Derbyshire, Gran Bretagna
Nell'Inghilterra rurale di fine '700 un giovane aristocratico a cui non difettano le
ricchezze, Charles Bingley, affitta la tenuta vicina a quella dei Bennet, a cui non
difettano invece le figlie da maritare. Una sera, durante una festa danzante, Bingley fa il
suo ingresso nella sala scatenando lo scompiglio fra le fanciulle del paese che
desiderano un giro di danza e un (buon) partito. Accompagnato dall'altezzosa sorella e
dal bello quanto presuntuoso Signor Darcy, Bingley si innamora perdutamente della
primogenita dei Bennet, la timida e placida Jane. Amore a prima vista sarebbe anche per
Darcy e la secondogenita Bennet, Lizzie, se non fosse per quella loro indole indomita e
poco incline al confronto.
Nell'Inghilterra rurale del primo Ottocento Elizabeth (Lizzie), secondogenita ventenne
di cinque sorelle della famiglia Bennet, di decaduta estrazione sociale, arriva a
innamorarsi, ricambiata, del ricco, nobile e altezzoso Darcy dopo averlo odiato e
disprezzato. Il romanzo (1813) è, almeno in Italia, il più noto di Jane Austen, narratrice
che scriveva col frustino in mano. Di lei Virginia Woolf scrisse: "Una di quelle fate che
vigilano sulle culle deve averle fatto compiere, appena nata, un volo per il mondo.
Quando fu posta a giacere nella culla, sapeva non soltanto come era fatto il mondo, ma
già aveva scelto il suo regno." Già adattato 5 volte per la TV (1938, 1952, 1967, 1980,
1995), ma soltanto una volta al cinema in un film hollywoodiano del 1940, oltre a varie
parafrasi come “Matrimoni e pregiudizi” (2004). Gli intenti di questa versione, adattata
da Deborah Moggach (con l'aiuto di Emma Thompson) e diretta con mano leggera dal
televisivo J. Wright, sono chiari: dare un taglio realistico alla storia; scegliere interpreti
dell'età dei personaggi; sottolineare le dinamiche di famiglia, soprattutto femminili;
accentuare il ruolo di protagonista di Lizzie, cercando di metterla in sintonia con le
ventenni di due secoli dopo; scegliere per gli esterni tutte le location autentiche. La
scelta di K. Knightley (doppiata da Myriam Catania) come Lizzie è azzeccata, quella
della scenografa Sarah Greenwood accorta.
http://cinema-tv.corriere.it/film/orgoglio-e-pregiudizio/03_59_49.shtml
109
Elizabeth e Darcy, perfetti ingranaggi del ballo meccanico messo in scena a ogni
ricevimento da una società altrettanto rigida e formalizzata, non si esimono dai passi di
rito, ma li conoscono così bene da riuscire a eseguirli concentrando il meglio di sé in un
sofisticato scontro verbale. Talmente presi l'uno dall'altra da far scomparire il resto
degli invitati (per qualche secondo surreale si vedono improvvisamente soli nel vasto
salone), dimostrano come l'intelligenza, sotto forma di parola e di lucida ironia, sia la
dote che permette di uscire, pur facendone ancora parte, da quegli schemi schiaccianti.
In questo modo il film sa cogliere uno dei punti di forza della scrittura di Jane Austen, il
cui sguardo non si discosta da quello delle sue eroine: perfettamente integrate
nell'ambiente della buona borghesia, ma con la capacità di astrarvisi, sviluppando
l'abilità di analizzare la società fino a non subirla più.
Tra i precedenti adattamenti di “Pride and Prejudice” ricordiamo quello del '40 con
Laurence Olivier nei panni di Darcy, classico che non ha retto alla prova del tempo, lo
sceneggiato di Daniele D'Anza che nel '57 lanciò Virna Lisi, la miniserie del '95 targata
Bbc, in patria enorme successo televisivo, e il liberamente ispirato “Matrimoni &
Pregiudizi” (2004), commediola indiana multirazziale. La nuova versione, senza
lasciarsi intimorire dall'originale letterario, si distacca dalle precedenti e trova una sua
personalità: che rinunci a rivaleggiare con quei kolossal che sanno restituire lo spirito di
un'epoca è chiaro, proponendosi come una commedia moderna in costume, capace di
sfruttare al massimo la pregnanza dei dialoghi letterari (spesso tratti fedelmente dal
romanzo) senza smorzare la carica ironica già presente nella prosa della Austen, ma
anzi portandola in primo piano. Perde però il sottofondo di tristezza e ineluttabilità con
cui la scrittrice ritraeva la condizione femminile, appannaggio di altre trasposizioni
(vedi “Ragione e sentimento” di Ang Lee), e i personaggi secondari vengono spogliati
della cattiveria che li rendeva ottusi ingranaggi del conformismo sociale, relegandoli a
un ruolo comico di innocui persecutori. È il caso del signor Collins, affettato curato di
campagna in cerca di una moglie qualsiasi, e dell'arcigna lady Catherine de Bourg, una
sempre incisiva ma risaputa Judi Dench. Se si accettano queste volute semplificazioni,
è facile farsi prendere dall'intrattenimento leggero e intelligente.
A determinare il tono ci sono una recitazione e un montaggio vivacissimi (...). E la regia
dell'esordiente Joe Wright, sebbene difetti a volte di originalità, riesce a ritagliarsi i suoi
momenti. Quando sottolinea particolari rivelatori (il linguaggio delle mani che si
sfiorano, unico contatto possibile in un'epoca così austera), quando imprime coralità
alla vicenda con pianosequenza funzionali che avvolgono più personaggi mostrandone
in pochi, significativi tratti i caratteri eterogenei, e soprattutto quando sceglie di fare del
classico lieto fine inverosimile un momento onirico. Elizabeth teme di aver perduto per
sempre Darcy, avendo scoperto che fin dall'infanzia è promesso a un'altra donna. È
quasi l'alba e lei non riesce a dormire: cerca di convincersi a rinunciare ai propri sogni.
Abbandona il letto, esce nella brughiera, e lì, tra la nebbia (in quel preciso momento!) le
si materializza davanti Darcy, con le parole giuste, tutte quelle che Elizabeth vorrebbe
sentirsi dire. Incongruo e perfetto come un sogno. Forse l'intuizione è giusta, forse Jane
Austen, che non trovò mai l'amore vero e per questo rinunciò a sposarsi, proprio come
sogni viveva le risoluzioni sempre felici dei suoi capolavori.
Andrea Bordoni, Matteo Marino in: Cineforum n. 452, marzo, 2006
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Una domenica in campagna
Une dimanche à la campagne
regia: Bertrand Tavernier - Francia 1984
dal romanzo di Pierre Bost “Mr. Ladmiral va bientôt mourir” (1945)
sceneggiatura: Bertrand e Colo Tavernier; musiche: Gabriel Fauré
Louis Ducreux: M. Ladmiral
Michel Aumont: Gonzague
Sabine Azéma: Irène
Siamo nei primi anni del secolo. In una grande casa in campagna, ravvivata dai colori
dell'autunno, monsieur Ladmiral, un noto pittore che ha ricevuto anche la Legion
d'Onore, si appresta, assieme a Mercedes, la governante con cui vive, ad accogliere,
come quasi ogni domenica, il figlio Gonzague, sua moglie Marie-Thérèse e i loro tre
figli. Va loro incontro fino alla stazione e assieme fanno poi ritorno a casa. I loro
rapporti sono molto formali: si abbracciano, si scambiano complimenti, ma tra loro c'è
come uno schermo, qualcosa che li separa (più tardi apprenderemo che si tratta di Irène,
l'altra figlia, cui va soprattutto l'affetto di Ladmiral e di conseguenza la gelosia di
Gonzague). Il pranzo si svolge nella consueta atmosfera cui Ladmiral cerca di dare una
qualche spontaneità. Poi si recano a bere un Calvados nel gazebo, dove Ladmiral si
addormenta. (...) Tutti vengono svegliati dall'arrivo tumultuoso di Irène che corre ad
abbracciare il padre. Il pomeriggio è turbato dapprima da un incidente a Mireille che
rimane come imprigionata su un albero su cui si è incautamente arrampicata, poi da un
tentativo di fuga di Irène, dopo alcune vaghe telefonate a Parigi. Più tardi padre e figlia
si recano insieme in una osteria di campagna, dove lui le parla del suo lavoro e dei suoi
ricordi e lei lo invita a ballare. Al ritorno, giunge l'attesa telefonata per Irène, che parte
immediatamente. Dopo cena anche Gonzague e famiglia ripartono. Ladmiral ritorna
dalla stazione in una sera dai colori già lividi. Rivede con gli occhi dell'immaginazione
due bambine che ha già visto più volte durante il giorno giocare nel parco. Poi si chiude
nel salotto, smonta il quadro dal cavalletto, lo sostituisce con una tela bianca e resta
lungamente immobile a fissarla.
Cineforum n.240 dicembre 1984
La luce e le emozioni
Non è casuale che monsieur Ladmiral sia un pittore, né che il film sia stato realizzato a
Vencin (Normandia), nei luoghi in cui si recava a dipingere Claude Monet. Allo stesso
modo non si può ignorare, nella messa in scena come nella scelta delle luci e dei colori,
la presenza tangibile di una “poetica” che sembra trovare in Renoir il momento di
massima adesione. (...) In realtà ad Auguste Renoir rimandano le due bambine che
giocano, così come nella sequenza del ballo in
campagna si respira anche l'atmosfera del Bal au Moulin de la galette, mentre nel flashback che si ispira a Bergman si possono riconoscere le influenze di Manet (Le Dejeuner
sur l'herbe) e del Monet che nel 1867 si ispirava a questo stesso quadro (Donne in
giardino). Il gioco elle citazioni pittoriche potrebbe continuare a lungo, ma è
improduttivo, rivela soprattutto l'assimilazione di una dimensione culturale che va oltre
la semplice mimesis. L'impressionismo è la matrice stessa della messa in scena: le
111
emozioni non sono solo delle (o nelle) cose, ma nella luce e nei colori; di esso il film
ripercorre l'esigenza di reinventare la luce ovvero il desiderio di far emergere dalle cose
le emozioni di chi le guarda. L'Impressionismo, in fondo, ha fissato un altro di quei
punti focali della crisi del soggetto di cui parla Foucault in Le parole e le cose, di un
soggetto che si trova di colpo proiettato, altro da sé, verso l'esterno del mondo
oggettuale e cerca di recuperarlo, in un procedimento opposto al naturalismo, dandogli
un senso(le emozioni, appunto).
Giorgio Cremonini in: Cineforum n.243, dicembre, 1984
Il film è tutto costruito attorno ai semplici e consueti rituali di un incontro famigliare
(...) su questo impianto Tavernier sa costruire magistralmente, con un tono sommesso e
al tempo stesso elegante, che alterna ironia e tristezza, il ritratto emozionante di un
clima psicologico e dei sentimenti segreti che lo determinano; (...) che si riflettono sul
viso espressivo e segnato dal tempo del pittore saggio e rassegnato, interpretato da
Louis Ducreux (un attore inattivo dal 1957, che qui torna con una prestazione
maiuscola, nella quale non è difficile cogliere la forza della immedesimazione tra artista
e personaggio). Un vasto giardino circonda la casa con alberi e frutteto, stagno con
cigni, roseto, gazebo e pergolato;qui si sfogano i nipotini – “Su pigroni, filate in
giardino!” – e passano gran parte del loro tempo gli adulti. Il regista indugia con lunghe
panoramiche sullo spazio verde, già segnato dai colori rugginosi di un autunno precoce,
che con il suo abbraccio rassicurante e la sua messe di ricordi avvolge la figura di
Ladmiral. In esso il vecchio rievoca mentalmente la figura dell'amata moglie
scomparsa che si intrattiene sull'erba in un picnic perso in remoti giorni felici; qui al
pittore compaiono di tanto in tanto due misteriose bimbette vestite di bianco, intente nei
loro giochi, che egli solo sembra vedere, e lungo i suoi scenari fioriti e variegati trova
inesauribile fonte di ispirazione per la sua pittura armonicamente tradizionale.
“É bello il mio giardino, non trovate? L'avrò dipinto più di cento volte”, dice alla nuora
distratta, che banalmente risponde: “É normale dipingere ciò che si ama!”. Ladmiral
non ama il giardino soltanto per la sua evidente bellezza, ma per l'immagine di
rassicurazione, di ordine, immutabilità e serenità che i cicli naturali e le loro
manifestazioni gli suscitano. Di fronte all'inaffidabilità di figli e nipoti, il mondo
vegetale è l'unica presenza costante e solidale di una vecchiaia che riserva solo l'attesa
struggente della fine. Il giardino diventa memoria e icona di un Tempo che ci si può
illudere di ritrovare, nascosto tra le penombre verdeggianti dei vialetti e diluito nel
profumo dei fiori.
Gianluca Trivero, La Camera verde, Ombre Corte, 2004, pg.120
112
Incantevole aprile
Enchanted April
regia: Mike Newell - Gran Bretagna 1991
tratto dal romanzo di Elisabeth Von Arnim “Un incantevole aprile” (1922)
sceneggiatura: Peter Barnes; musiche: Richard Rodney Bennett
Josie Lawrence:
Alfred Molina:
Miranda Richardson:
Joan Plowright:
Polly Walker:
Lottie
Mellersh
Rose
Mrs. Fischer
Caroline
giardino riconoscibile nei luoghi delle riprese:
Castello Brown, Portofino, Genova
Per gli amanti del glicine e del sole. Piccolo castello medievale italiano sulle coste del
Mediterraneo affittasi ammobiliato per il mese di aprile. Servitù inclusa.
Siamo nel 1922, e questo è l'annuncio che Lotty Wilkins legge sul Times in una fredda e
piovosa mattinata londinese. Oppressa da un'esistenza monotona e da un marito
tutt'altro che romantico, Lotty vede in quell'annuncio una luminosa possibilità
d'evasione. Contatta così Rose Arbuthnot, una donna che conosce solo di vista,
proponendole di prendere in affitto il castello e di partire insieme per una vacanza.
Rose, a sua volta infelice e annoiata, vive un rapporto matrimoniale freddo e distaccato;
così, dopo qualche iniziale perplessità e molti scrupoli, accetta la proposta di Lotty.
Per dividere le spese del costoso soggiorno italiano, Lotty e Rose pubblicano un
annuncio e trovano altre due compagne di viaggio: Lady Dester, una ragazza
ricchissima, viziata e desiderosa di abbandonare per un po' la mondanità, e Mrs. Fisher,
un'anziana vedova arcigna e devota ai ricordi del passato.
Sono dunque quattro donne diverse, per carattere ed estrazione sociale, quelle che si
ritrovano a trascorrere il mese d'aprile nel castello italiano in riva al mare. A contatto
con le bellezze naturali della Liguria, immerse nella gradevole serenità del clima
mediterraneo e libere di trascorrere le giornate facendo ciò che desiderano, senza un
marito o un uomo a controllarle, le quattro donne a poco a poco riscoprono il loro
equilibrio interiore, acquistando sicurezza, audacia e ottimismo. Qualche temporaneo
dissapore, poi, non rovina l'armonia dell'insieme, ma è anzi un'occasione per conoscere
meglio se stesse e per superare certi rigidi formalismi. Inoltre non resteranno sole a
lungo.
Per far sì che la nostra vita cambi, siamo noi a dover cambiare. Questo, in breve, il
messaggio fondamentale del film, diretto da Mike Newell. Una maggiore apertura
verso l'esistenza e verso le altre persone, favorita da una vacanza intesa come distacco
dal proprio angusto microcosmo familiare e dai noiosi ritmi scanditi dalle solite
abitudini, è la via che conduce queste donne a dare un nuovo senso alla loro vita.
Commedia delicata e raffinata, “Un incantevole aprile”(1991) si segnala per l'ottima
recitazione degli attori, la bella fotografia, alcuni momenti comici e anche perché
stimola qualche riflessione. Forse verso la fine risente un po' del fatto di voler quasi
forzatamente dimostrare una tesi, ma si tratta di un peccato veniale se si considera la
bellezza dell'insieme.
http://oltreilcancello.wordpress.com/2008/11/11/un-incantevole-aprile/
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“ Su entrambi i lati della scalinata di pietra vi erano pervinche in fiore, e adesso riusciva
a vedere quel che la notte prima le era venuto addosso, umido e profumato,
carezzandole il viso. Era glicine. Glicine e sole... ricordò l'annuncio. Di certo qui ce
n'era a profusione. Il glicine ricadeva su se stesso in un eccesso di vitalità, in una
prodigalità di fioritura; e dove finiva il pergolato il sole splendeva su cespugli di gerani
scarlatti, masse di nasturzi, calendule così accese che pareva stessero bruciando,
bocche di leone rosse e rosa, tutti uno più bello dell'altro per la vivacità e la forza dei
colori. Oltre questo spettacolo fiammeggiante il terreno degradava a terrazze verso il
mare, e ogni terrazza era un piccolo frutteto dove tra gli ulivi crescevano le viti sui
graticci, alberi di fico, peschi e ciliegi. I ciliegi e i peschi erano in fiero: un'incantevole
cascata di bianco e di rosa intenso tra la delicatezza tremolante degli ulivi; le foglie di
fico erano già grandi a sufficienza da emanare il loro profumo, i germogli di vite
facevano appena capolino. Sotto queste piante vi erano gruppi di iris blu e viola,
cespugli di lavanda e cactus verdi e acuminati, e l'erba era fitta di denti di leone e
margherite, e proprio giù in fondo c'era il mare.”
Elisabeth von Arnim in: Un incantevole aprile, Bollati Boringhieri, Torino, ed. 2007 pag.77
Elisabeth von Arnim (Marie Annette Beauchamp) nasce a Sydney, in Australia, nel
1866, ma trascorre l'infanzia e la giovinezza in Inghilterra. Nel 1890 sposa il conte
Henning August von Arnim-Schlagenthin, figlio adottivo di Cosima Wagner, e si
trasferisce con lui a Berlino e dopo qualche anno nella loro proprietà in Pomerania.
Questa esperienza e l'amore per la campagna le ispirano il primo libro “il giardino di
Elisabeth”, pubblicato anonimo nel 1889. (ed. italiana, ed. Bollati Boringhieri).
Quando nel 1908 il conte von Arnim è costretto a vendere la tenuta per debiti, la
famiglia si trasferisce a Londra. Dopo la morte del marito è in Svizzera dove ha una
relazione con H. G. Wells. Tornata in Inghilterra allo scoppio della guerra, sposa
Francis Russell, fratello di Bertrand Russell, ma il matrimonio fallisce dopo appena un
anno. Conduce allora una vita errabonda, tra Stati Uniti, Svizzera, Inghilterra e Francia.
Muore nel 1941 negli Stati Uniti dove si è trasferita allo scoppio della seconda guerra
mondiale. Cugina di Katherine Mansfield, amica di E. M. Forster e di Hugh Walpole,
descritta da Wells come “la donna più intelligente della sua epoca”.
Al primo romanzo pubblicato nel 1889, ne seguirono altri ventiquattro, tra cui “Un
incantevole Aprile”, pubblicato nel 1922. Simile per vari aspetti a "Il giardino di
Elizabeth", questo romanzo è imbevuto di quella capacità descrittiva e di spensierata
irriverenza che costituiscono il tratto tipico della scrittura di Elizabeth von Arnim.
Terza di copertina dell'edizione pubblicata da Bollati Boringhieri.
114
APPENDICE 2
“IL GIRO DEL MONDO IN 80 GIARDINI”
Around the World in 80 Gardens - Monty Don
118
Non a caso si usa il termine navigare per indicare quella specie di viaggio
senza meta che spesso facciamo su Internet, un viaggiare che a volte ci porta a
trovare anche quello che non stiamo cercando. Così ho “scoperto” i
documentari di Monty Don, un personaggio molto noto in Gran Bretagna,
giornalista con un discreto bagaglio di pubblicazioni ma soprattutto,
straordinario divulgatore della cultura del giardino, avendo tra i suoi titoli
anche quello di avere presentato dal 2003 al 2008, la storica trasmissione della
BBC “Gardeners'World”.
Monty Don è l'autore della serie “Around the World in 80 gardens”, un ciclo
di dieci puntate trasmessa dalla BBC all'inizio del 2008, da cui sono stati
ricavati un bel libro e un cofanetto di DVD oggi a disposizione del pubblico
presso la Biblioteca Bassani di Ferrara, grazie al dono del Garden Club di
Ferrara.
80 giardini per dimostrare lo spirito costante, che dai tempi antichi a oggi,
spinge l'uomo a trasformare la Natura in opera d'arte. La scelta di questi giardini
spazia senza inibizioni da quelli storici più tradizionali, alle creazioni
innovative dei paesaggisti contemporanei, riuscendo in questo modo a stabilire
un reale filo conduttore che unisce la varietà delle forme del giardino con
un'idea comune che li sostiene. All'origine questo processo creativo è stato
determinato dalla separazione del giardino come luogo coltivato dal caos della
Natura selvaggia e pericolosa, poi nei secoli si è trasformato allargando i propri
confini e negli ultimi decenni ha mostrato una incredibile ricchezza di forme,
occupando spazi e luoghi che gli erano preclusi. La scelta di separare i giardini
in blocchi legati a macro aree geografiche, invece che a una cronologia storica
tradizionale, dà un senso all'opera e sottolinea lo spirito del viaggio, ma
soprattutto rafforza questa idea di pensiero comune planetario che unisce i
giardini e gli obiettivi degli uomini che li hanno costruiti.
Per fare qualche esempio, guardando il documentario dedicato al Sud
America, Monty Don affianca il giardino della casa laboratorio di Roberto
Burle Marx, a San Paolo in Brasile, con i giardini galleggianti sul Rio delle
Amazzoni. L'opera di Burle Marx rappresenta senza dubbio la forma più
completa di progettazione del giardino di tutto il Novecento. I giardini
galleggianti sul Rio delle Amazzoni, invece, sono dei poverissimi ammassi di
vasi e contenitori di latta stipati di fiori e verdure, che vengono portati dalla
119
corrente del fiume sulle case-zattere di alcune donne indios. Queste donne non
hanno studiato, non hanno mai viaggiato, però coltivano il loro giardino con
grande passione. Monty Don ci mostra, con l'enfasi dei suoi “Wonderful”
ripetuti come un mantra, che la distanza tra il grande maestro brasiliano e le
donne del fiume è solo apparente. In ogni caso si è trattato di esseri umani che
hanno utilizzato tutta la loro esperienza e conoscenza per dare forma ad un
sogno, e la vitalità del giardino non si rinnova solo nelle grandi opere celebrate
dai mass-media, ma proprio su quelle zattere assurde sulle rive dell'immenso
fiume, dove si ripete l'antico rituale di coloro che per primi hanno riconosciuto
un senso alla bellezza della Natura separando quella addomesticata da quella
spontanea.
I documentari sono girati in modo perfetto, le sequenze sono sempre
accompagnate dalla spontaneità della guida, che camminando sotto il sole e la
pioggia, trasmette uno stupore sincero e coinvolgente che trasforma lo
spettatore in un compagno di viaggio con cui condividere un'esperienza.
Un'esperienza che ho condiviso, senza alcuna resistenza, con Giulia Vullo e con
Marco Chiarini trovando il modo per farli conoscere a tutti tramite le iniziative
del Garden Club di Ferrara e il lavoro della Biblioteca Bassani. Un'operazione
che ha portato all'acquisto, alla donazione e alla organizzazione di una prima
serie di proiezioni presso l'auditorium della Biblioteca. Insieme con la
donazione dei DVD dei film già proiettati nelle rassegne Giardini al Cinema, i
documentari di Monty Don sono la continuazione naturale di quel progetto
ambizioso e civile che da anni muove il Garden Club e le Biblioteche Comunali
ferraresi verso la divulgazione dei temi e della conoscenza della cultura del
Giardino.
Giovanna Mattioli
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AROUND THE WORLD IN 80 GARDENS - MONTY DON
Elenco dei giardini:
1 Nord Europa
Inghilterra
Rousham, Oxfordshire
Sissinghurst, Kent
Francia
Villandry, Valle della Loira
Giverny, Normandia
Belgio
Giardino di Jacques Wirtz, Schoten, Antwerp
Olanda
Het Loo, Apeldoorn
Giardino Boon , Oostzaan, Amsterdam
Norvegia
Giardino botanico, Trømso
2 China e Giappone
Cina
Giardino dell'amministratore Humble, Suzhou, provincia dello Jiangsu
Il boschetto del Leone, Suzhou, provincia dello Jiangsu
Palazzo d'estate, Pechino
Giappone
Ryoan-ji, Kyoto
Isshidan, Ryogen-in, Daitokuji Compound, Kyoto
Ryugintei, Ryogen-in, Daitokuji Compound, Kyoto
ToteKiKo, Ryogen-in, Daitokuji Compound, Kyoto
Urasenke, Kyoto
Tofukuji, Kyoto
3 Messico e Cuba
Messico
Giardino etnobotanico, Oaxaca
Casa Barragan, Città del Messico
Casa Galvez, Città del Messico
Las Pozas, Xilitla
Il giardino galleggiante, Xochimilco, Città del Messico
Cuba
Organiponico Vivero Alamar, Havana
Orto Alberto Rojas, Havana
Orto Angelito, Havana
121
4 Sud America
Brasile
Il giardino galleggiante dell'Amazzonia, Foresta pluviale dell'Amazzonia
La Terra Nera, Foresta pluviale dell'Amazzonia
Giardino Baku, Villaggio Satere Mawe, Manaus
Passeggiata di Copacabana, Rio de Janeiro
Casa di Roberto Burle Marx, Sitio Santo Antonio de Bica, Rio de Janeiro
Argentina
Dos Talas, Buenos Aires
Cile
Giardino di Clara, Santiago
Giardino di Juan Grimm, Los Villos, Santiago
5 Il Mediterraneo
Italia
Villa Adriana, Tivoli, Roma
Villa d'Este, Tivoli, Roma
Villa Lante, Bagnaia, Viterbo
Marocco
Giardino di Aguedal, Marrakech
Giardino Majorelle, Marrakech
Spagna
Giardini dell'Alhambra, Granada
I patio di Cordoba
Casa Caruncho, Madrid
6 Australia e Nuova Zelanda
Australia
Giardino botanico, Sydney, New South Wales
Kennerton Green, Mittagong, New South Wales
Giardino Sitta, Mosman, New South Wales
Parco nel deserto di Alice Springs, Northern Territory
Fattoria Cruden, Langwarrin, Victoria
Vigneto giardino, The Mornington Peninsula , Victoria
Nuova Zelanda
Ayrlies, Auckland
Te Kainga Marire, New Plymouth
7 Sud – Est Asiatico
Thailandia
Casa di Jim Thompson, Bangkok
I Klongs, Bangkok
Il Gran Palazzo, Bangkok
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Singapore
La città giardino
Il giardino di Wilson Wong
Bali
Pura Taman Ayund, Ubud
Il recinto della casa tradizionale, Ubud
Villa Bebek, giardino di Made Wijaya, Sanur
8 India
Giardino di spezie di Mr. Abraham, Thekkady
Giardino Railway, Munnar
La tomba di Akbar, Sikandra
Il Taj Mahal. Agra
Il Padiglione del Monsone, Giardini Deeg, Rajasthan
Jal Mahal, Jaipur
Giardino roccioso, Chandigarh
9 Nord America
Riserva di LongHouse, East Hampton, New York
Il giardino di Liz Christy, Manhattan, New York
Giardino di James van Sweden, Chesapeake Bay, Baltimora
Monticello, Charlottesville, Virginia
Invito alla Prateria, Cottonwood Falls, Kansas
Lotusland, Santa Barbara, California
Giardino di Roland Emmerich , Hollywood
Giardino di Mia Lehrer, Brenwood, Los Angeles
10 Sud Africa
Western Cape
Giardino Botanico Nazionale Kirstenbosch, Città del Capo
Stellemberg, Città del Capo
Giardino di Henk Scholtz, Franschhoek
“Lii” Eden, il giardino di Donovan, Hout Bay
KwaZulu-Natal
Drakensberg
Free State
Kirklington, Ficksburg
Gauteng
Giardino roccioso, Magaliesberg
Brenthurst, Johannesburg
Giardino della Scuola di Thuthuka, Tembisa Townschip, Johannesburg
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