premessa - Iubilantes.it

PREMESSA
A questa nuova guida monografica trilingue, che prosegue la collana
avviata da IUBILANTES nel 2002 e dedicata ai luoghi del sacro in
territorio lariano, affidiamo un compito speciale: quello di aprire la
terna di nuove guide monografiche previste dal P.O. di Cooperazione
transfrontaliera Italia-Svizzera 2007-2013, misura 2.1, progetto “Turismo alpino: saper fruire il territorio in modo sostenibile” (cod. id.
27384355).
Un progetto, questo INTERREG, che si occupa di riscoperta turistica
delle nostre montagne e, nel contempo, dell’approccio lento, sostenibile, ai luoghi e alla storia. E che per questo risponde perfettamente
alle finalità della nostra Associazione che ne è, appunto, partner.
Nell’ambito della riscoperta lenta del territorio, abbiamo avviato la
nostra partecipazione al Progetto con la proposta di un percorso di
hiking urbano in Cernobbio, nella tranquilla Rovenna, alle falde del
Monte Bisbino. Ed ora qui proseguiamo, nell’ambito della valorizzazione turistica dei monumenti, con la proposta della riscoperta di
questo Santuario, edificato proprio in vetta al Bisbino.
Un santuario montano, piccolo e semplice, e, al tempo stesso, un
saldo luogo di accoglienza su antichi sentieri di valico. Un luogo di
culto carissimo alle genti locali, che lo hanno costruito con fatica, in
vetta al monte, come segno di una fede profonda e sincera. Come
sempre, luoghi come questo ci portano infatti al cuore dolente della
storia: perché nascono da pericoli affrontati o scampati, ne recano indelebile il ricordo, e restano nelle comunità locali come segno di profondo legame con l’Infinito.
Al visitatore, il Santuario della Beata Vergine del Bisbino rivela un
semplice apparato di dipinti e decori tutti ispirati al grande tema mariano: un “filo rosso” che lo unisce a ben più preziosi Santuari mariani, quali sono appunto quelli della nostra diocesi.
Il percorso tematico inizia in sordina, con un monogramma mariano
sulla volta della prima campata; prosegue, in una sorta di crescendo,
nelle campate successive, ribadendo le glorie di Maria: l’Incoronazione, l’Immacolata Concezione, l’Assunzione, ripetuta, questa,
trionfante, nel presbiterio nel grande e prezioso simulacro in marmo
che ne segna il culmine. Un culto mariano curiosamente “duplicato”
dalle due immagini della Vergine, entrambe simboli del Santuario: la
prima, in marmo, posta, come si è detto, sull’altare maggiore, frutto
della maestria di antichi scultori, la seconda, in legno, posta nel locale
retrostante l’altare, frutto della devozione popolare.
Le due Madonne da secoli, sulla vetta del monte, protette da antiche
pareti foderate di rosso marmo di Arzo, accolgono i loro fedeli. E il
Santuario del Bisbino accoglie tutti, anche i semplici turisti, nell’abbraccio robusto del suo portico, regalando a tutti una vista impagabile
sulle valli sottostanti e sulla lontana pianura.
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RAGIONI, CRITERI E RINGRAZIAMENTI
Coerentemente, sono mantenute le scelte editoriali ed i criteri della
collana: la funzione di agile documentazione, capace di offrire
un’informazione essenziale ma esauriente ed aggiornata sui monumenti visitati, la bibliografia essenziale, la gratuità della distribuzione, la destinazione ad un pubblico europeo, elemento davvero
indispensabile nel contesto di un progetto di Cooperazione transfrontaliera come questo, l’interesse per le tradizioni locali, l’impegno a rendere vivi chiese e santuari inserendoli nel tessuto delle
ragioni storiche, geografiche e devozionali che ne hanno determinato la nascita.
Ringraziamo l’autrice Silvia Fasana per le pazienti ricerche, la società LAPIS s.r.l. responsabile del progetto grafico e delle foto. Ringraziamo per la preziosa collaborazione la Comunità Pastorale
Beata Vergine del Bisbino e il suo parroco don Bruno Biotto; ringraziamo gli esperti che, ad iniziare da Alberto Rovi e Irene Fossati,
ci hanno assistito nella verifica dei contenuti, e tutti i quanti hanno
collaborato alla realizzazione del presente opuscolo. Ma soprattutto
ringraziamo capofila e partner del P.O. di Cooperazione transfrontaliera Italia-Svizzera 2007-2013, misura 2.1, progetto “Turismo
alpino: saper fruire il territorio in modo sostenibile” (cod. id.
27384355) che, condividendolo, danno continuità al nostro impegno nella rivitalizzazione dello straordinario patrimonio d’arte, fede
e tradizioni delle terre lariane.
Ambra Garancini
Presidente IUBILANTES
Organizzazione di Volontariato Culturale - ONLUS
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1. LA CITTÀ DI CERNOBBIO
Il comune di Cernobbio si estende alle pendici del monte Bisbino,
sulla sponda occidentale del Lario, a pochi chilometri da Como e
dal confine con la Svizzera; fino al 1929 era diviso nei tre comuni
di Rovenna, Piazza Santo Stefano e Cernobbio.
Cernobbio: foto satellitare
Cernobbio è nota a livello internazionale soprattutto per le sue ville
circondate da splendidi parchi, la più celebre delle quali è villa
d’Este, fatta erigere nel secolo XVI dal cardinale Tolomeo Gallio
come residenza estiva, su progetto originario attribuito all’architetto Pellegrino Tibaldi. Dopo aver ospitato numerosi personaggi illustri, tra cui la principessa Carolina di Brunswich, moglie del
futuro Giorgio IV d’Inghilterra, fu trasformata nel 1873 in un prestigioso albergo, meta privilegiata del turismo d’élite. Sul promontorio detto “il Pizzo”, si trova villa Pizzo, in origine semplice
casa di villeggiatura fatta erigere nel secolo XV dalla nobile famiglia Mugiasca, successivamente ampliata e abbellita a più riprese.
Celebre è anche villa Erba, fatta costruire alla fine dell’800 dal
milanese Luigi Erba (fratello del più noto Carlo, titolare dell’omonima casa farmaceutica), casa materna e luogo preferito di vacanza
di Luchino Visconti. Nel 1990 gran parte della proprietà è divenuta
un polo espositivo-congressuale, arricchito dai nuovi padiglioni in
ferro e vetro dell’architetto Mario Bellini che ricordano le serre dei
giardini del Lario. Poco distante è villa Bernasconi, costruita tra il
1905 e il 1906 in stile liberty per l’imprenditore serico Davide Bernasconi, su progetto di Alfredo Campanini; ora, dopo successivi interventi di restauro, è sede di eventi culturali. Accanto alla villa
sorgeva una “cittadella della seta”, di cui facevano parte, oltre agli
stabilimenti produttivi, gli alloggi per le diverse maestranze e anche
un asilo; quest’area costituisce l’unico sito di archeologia industriale tessile del comasco.
Un particolare angolo verde di Cernobbio è il Giardino della Valle,
che sorge nei pressi di villa d’Este, lungo gli argini del torrente Garrovo, fino a trent’anni fa ricoperti da rovi e spazzatura. Oggi, grazie al paziente lavoro di una volontaria, Nonna Pupa, questa valle
è stata ripulita e trasformata in un giardino fiorito, aperto a tutti.
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Nel nucleo storico del paese sorge
l’antica parrocchiale di S. Vincenzo,
già esistente nel XII secolo, ma rimaneggiata a partire dal 1757. Un’altra
testimonianza di fede popolare è
l’oratorio dedicato alla Madonna
delle Grazie in piazza Belinzaghi, in
cui si venera un dipinto della Madonna del Latte, conservato sulla
parte frontale della mensa. In frazione
Casnedo si trova la chiesa di S. Nicola, costruita a fine ‘700-inizio ‘800;
a Piazza Santo Stefano la parrocchiale
di S. Stefano, riedificata nella seconda metà del ‘600, e a Rovenna la
Cernobbio: S. Vincenzo
chiesa di S. Michele Arcangelo, già
esistente nel Medioevo ma rifatta attorno al 1670 in stile barocco.
All’interno di quest’ultima si segnala la splendida ancona lignea
dell’altare maggiore, opera di Andrea Redaelli di Como e di Paolo
Felice Cassina di Cernobbio, su disegno di Giovanni Battista Barberini di Laino (1692).
Sul monte Bisbino, oltre alle numerose grotte non ancora totalmente esplorate dagli speleologi, sono visibili i resti di un sistema
di postazioni militari che facevano parte di una lunga linea fortificata di difesa, l’Occupazione Avanzata Frontiera Nord (O.A.F.N.),
realizzata durante la Prima Guerra Mondiale per il timore di un’invasione tedesca attraverso la Svizzera; nel 2010-2011 è stato effettuato un restauro di queste postazioni ad opera del Gruppo Alpini
del Bisbino. Sulla vetta (1325 m s.l.m.) sorge il santuario della
Beata Vergine del Bisbino, da secoli circondato da grande devozione popolare.
2.0 IL SANTUARIO DELLA BEATA VERGINE DEL BISBINO
2.1 STORIA
Narra la leggenda che nel XIV secolo i pastori che frequentavano il
Bisbino, ne avrebbero spianato la sommità, costruendo un riparo
dagli orsi e dalle intemperie con una cappellina dedicata alla Madonna.
La presenza di un edificio religioso sulla cima del monte è attestata
per la prima volta in atto di vendita datato 26 luglio 1368. La più antica citazione letteraria è nella Descriptio Larii Lacus (1559) del comasco Paolo Giovio: «sulla cima del monte, insieme con un tempio
dedicato alla Vergine Madre di Dio, è un posto panoramico dalla
magnifica vista». Dagli Atti della visita del Vescovo Ninguarda
(1592) e relativi allegati si apprende che la chiesa aveva due altari;
l’altare maggiore era sovrastato da una «bella» statua della Madonna.
Già nel secolo XVI l’affluenza dei fedeli aveva portato alla costru4
zione, accanto alla chiesa, di un ospizio con un forno, una cisterna e
una cantina per il vino. Ma la sua popolarità crebbe notevolmente
dopo il 1630, anno in cui la peste di manzoniana memoria colpì pesantemente anche il comasco. Il 20 maggio la popolazione di Rovenna, guidata dal parroco, salì in processione alla Madonna del
Bisbino per chiedere la grazia di essere preservata dal contagio. La
comunità svizzera di Sagno fece lo stesso, e anche il vescovo di
Como Lazzaro Carafino si raccomandò alla Madonna del Bisbino,
implorando aiuto e protezione. Le comunità uscirono salve dall’epidemia. Lo stesso vescovo, il 6 giugno 1639, salì al Bisbino per ringraziare solennemente la Vergine.
Nel corso del XVII secolo l’edificio venne ampliato ed abbellito,
grazie all’aiuto dei tantissimi fedeli che, secondo la tradizione, salendo in pellegrinaggio, portavano sacchetti di sabbia, calce e altro
materiale da costruzione. Anche successivamente la chiesa e le immediate pertinenze subirono ulteriori restauri e modifiche; in particolare verso la fine del Settecento e l’inizio dell’Ottocento fu
sistemato il piazzale, allungato il portico e nel vestibolo così ottenuto venne aperto un ingresso frontale preceduto da due scalinate.
Cernobbio, Santuario del Bisbino: le scalinate d’accesso
In questo periodo sull’altare maggiore, al posto della statua in marmo
della Madonna, venne posto un altro simulacro in legno dipinto, di dimensioni e di fattura più modeste, già presente in santuario nel 1758.
Nel 1848, durante i moti risorgimentali e l’insurrezione della Valle Intelvi guidata da Andrea Brenta, le truppe austriache occuparono il Bisbino, invasero la chiesa, devastandola e trasformandola nel loro
quartiere generale. Nel novembre di quell’anno, il parroco di Rovenna,
temendo il peggio, fece trasportare la statua della Madonna nella parrocchiale - si narra - avvolta in una bandiera tricolore. Qui rimase fino
all’agosto 1850, quando fu riportata con una solenne processione sul
Bisbino, dopo il restauro della chiesa; ripresero i pellegrinaggi, le feste
e le sagre con grande solennità e partecipazione di popolo.
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2.2 ESTERNO
Il Santuario è preceduto da un vestibolo con una facciata a capanna
molto semplice, aperta da un portone a due battenti, al culmine
delle due scalinate ad arco realizzate nel 1815. Il vestibolo immette
in un atrio porticato a tre fornici, che si apre anche sul piazzale laterale, su cui prospetta il tozzo e massiccio campanile in pietra a
vista, aperto solo dalla cella campanaria. All’interno del portico si
apre il portale d’ingresso al Santuario, con stipiti in marmi policromi (marmo nero di Varenna e marmo rosso di Saltrio). Nella decorazione sopra l’architrave si legge appena la data 17…5 e una
piccola lapide marmorea reca la frase: «QUI ME INVENERIT, INVENIET VITAM (Chi avrà trovato me, avrà trovato la vita)». Ai lati
del portale ci sono due ampie finestre rettangolari, protette da inferriate; sopra quella di destra nel 1890 fu posta una lapide che ricorda lo spostamento della statua della Madonna nella parrocchiale
di Rovenna nel 1848 e il successivo ritorno alla collocazione originaria. Sopra la finestra di sinistra invece un’altra iscrizione rievoca l’intervento di Maria nel 1821, quando un fulmine penetrò
nell’ospizio dove si trovavano ventisette persone, uccidendo solo
un cane.
Cernobbio, Santuario del Bisbino: il portico d’ingresso
Dal portico si accede pure a quello che un tempo era l’ospizio ed oggi
è il Ristorante Vetta Monte Bisbino dove pellegrini e turisti si incontrano per unire la dimensione spirituale a quella più…corporale.
In due locali sul retro della chiesa, nel 2010 gli “Amici del Bisbino”
hanno allestito il Piccolo Museo Storico del Bisbino, in memoria
del giovane Andrea Edera, per custodire le tante storie dei pastori,
degli alpigiani, dei contadini e dei fedeli che nei secoli sono saliti
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sul Bisbino con un desiderio nel cuore da deporre ai piedi della Vergine. E ancora le storie dei militari delle trincee, degli Ebrei in fuga
dalle persecuzioni razziali, dei partigiani, dei contrabbandieri, degli
emigranti in cerca di una vita migliore. Il Museo conserva anche
un’interessante collezione privata di fossili provenienti da tutto il
mondo, donata dalla famiglia Ferrè in memoria di Flavio. Il museo,
ad ingresso libero, è aperto il sabato e la domenica dalle ore 10.00
alle ore 17.00.
2.3 INTERNO
L’interno della chiesa è ad un’unica navata, scandita da lesene in
stucco decorate con effetto marmorizzato. Un ambiente accogliente, nella sua semplicità, che favorisce il raccoglimento, la meditazione e l’incontro con la Madre di Cristo, che nei secoli ha
mostrato la sua vicinanza agli uomini nella loro vita quotidiana,
nella gioia e nella sofferenza.
Cernobbio, Santuario del Bisbino: l’interno
In controfacciata è la cantoria lignea, recante dipinta la data 1765,
con un’elegante apertura a serliana in marmo nero e rosso che mette
in comunicazione con una tribuna, situata sopra l’atrio e con un bel
pavimento in cotto lombardo; vi si accede da una scala posta oltre
la porta che dall’atrio conduce al ristorante.
Sulla parete destra della chiesa, subito dopo l’entrata, due lapidi ricordano l’indulgenza plenaria quotidiana (applicabile anche ai defunti) concessa da Pio VI nel 1779 e l’elenco dei benefattori insigni.
La volta della chiesa è ornata da dipinti raffiguranti episodi della
Vita della Vergine Maria e da più piccole Immagini cristologiche e
mariane, evidenziati da decorazioni in stucco; i dipinti sono stati
realizzati nel 1905 da Giuseppe Maggi di Carate, come rammenta
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l’iscrizione sulla parete di sinistra. Nella prima campata: a destra La
nascita di Maria; al centro Il monogramma mariano sorretto da
angeli; a sinistra Sant’Anna che educa Maria bambina; nei riquadri più piccoli Simboli cristologici ed eucaristici. Nella seconda
campata: a destra Le nozze di Maria e Giuseppe; al centro L’incoronazione della Vergine; a sinistra la Visitazione, in cui insolitamente compare anche Giuseppe; nei riquadri più piccoli
raffigurazioni delle Litanie Lauretane. Nella terza campata: a destra
L’Annunciazione; al centro un tondo con l’Immacolata Concezione,
attorniata dalla scritta «ANNO MCMIV - VIRGINI IMMACULATAE / IN QUINQUAGENARIO DEFINITIONIS DOGMATICAE (Anno 1904 - Alla Vergine Immacolata / nel cinquantesimo
della definizione dogmatica)»; a sinistra La Sacra Famiglia; nei riquadri più piccoli raffigurazioni delle Litanie Lauretane.
Nei pilastri esterni dell’arcone
trionfale ci sono due piccole nicchie; quella a destra, senza decorazione, accoglie una statua di San
Giuseppe con il Bambino, mentre
quella di sinistra, evidenziata da
una ricca cornice in marmi policromi, conserva un simulacro
della Madonna con Bambino;
sotto quest’ultima c’è un inginocchiatoio-altarino in marmi coordinati con la cornice, che danno un
gradevole effetto visivo di insieme. Entrambe le statuette sono
in marmo bianco. Sopra l’arco
trionfale, in un cartiglio di stucco,
è dipinta la scritta «ASSUMPTA
Cernobbio, Santuario del Bisbino: EST MARIA IN CAELUM
Madonna con Bambino
(Maria è assunta in cielo)».
Il presbiterio, delimitato da una balaustra in marmi policromi dei
primi anni del secolo XVIII, è rivestito in marmo rosso di Arzo non
lucidato, opera del ticinese Giacomo Rossi (1694). La volta è ornata
da una decorazione in stucco che individua ai lati quattro riquadri
con dipinti di Angeli musicanti, al centro un grande medaglione,
retto da due angeli, con un affresco dell’Assunta in atto di essere incoronata da angeli.
Nel presbiterio si aprono quattro porte: le due sulla parete di fondo
immettono in un ampio spazio retroaltare, quella sulla parete sinistra chiude un piccolo vano accessorio e quella di destra permette
l’accesso alla sagrestia. Lungo la parete sinistra è murata una lapide
che ricorda il voto del 1630, la visita del vescovo Lazzaro Carafino nel 1639 e le solenni celebrazioni di ringraziamento del 1641.
L’ancona dell’altare, in marmi policromi, presenta un timpano cur8
vilineo spezzato in marmo rosso,
al centro del quale campeggia il
monogramma mariano coronato
che sovrasta un cartiglio con la
scritta
«ASSUMPTA
EST
MARIA IN COELUM (Maria è
assunta in cielo)». Al centro dell’ancona si apre una nicchia fiancheggiata da due colonne tortili in
marmo nero con capitelli dorati,
all’interno della quale è conservata la statua in marmo bianco di
Musso della Beata Vergine del Bisbino. Maria è raffigurata in piedi,
con il Bambino in braccio. Scriveva don Callisto Grandi nel suo
opuscolo La Beata Vergine del Bisbino ed il suo Santuario (1898):
«lo si ritiene recato quassù, senza
che esistesse strada di sorta, con
Cernobbio, Santuario del Bisbino:
grandissimi stenti da quella fede,
l’altare maggiore
che sa trasportare le montagne, in
tempi guerreschi, od in tempi di lite o d’eresia per sottrarlo o alla
rapina, o alla profanazione. Fatto sì che per due secoli buoni fu
l’oggetto della più tenera devozione. Alcuni vorrebbero che sul
monte stesso si sia trovato prodigiosamente il blocco di marmo
bianco, il quale sia stato lassù lavorato da esperto scultore per
aderire alle preci dei buoni pastori, che alpeggiavano sul Bisbino;
e le leggende narrano che lo scultore, perseguitato dall’umana giustizia, andasse vagando per questi monti, onde scampare dalle
gravi pene meritate col commettere gravi delitti. Vuolsi che quassù
sì convertisse, si santificasse ed ottenesse venia di sue colpe. […]
Noi più verosimilmente riteniamo che la nostra bella statua sia
opera di qualcuno dei bravi scultori che lavoravano […] nella costruzione del Duomo di Como, ove trovavano lavoro pure moltissimi uomini di Rovenna espertissimi nell’arte muraria e nella
stuccatura. Niente di più facile che quei bravi Rovennesi ottenessero per la patria loro la statua della Madonna, ed a tutela di Rovenna, la portassero sul Bisbino».
Nello spazio del retroaltare, all’interno di una nicchia incorniciata
da marmi policromi, è invece conservata la piccola statua della Madonna in legno dipinto, che la raffigura seduta, con il Bambino sul
ginocchio sinistro. Questo simulacro, già citato nella seconda metà
del secolo XVIII, è stato venerato sull’altare maggiore per tutto il
secolo XIX fino al 1939 (quando vi fu ricollocata la statua in
marmo per volere del vescovo Alessandro Macchi), diventando il
simbolo del santuario stesso. Scriveva sempre don Grandi: «Tutto
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fa supporre che questo simulacro sia stato lavorato sul Bisbino da
qualche pastore […] e che rozzamente compì il lavoro, mentre custodiva il gregge, ed una vecchia tradizione avvalora questo presupposto». Secondo la credenza popolare questa statua proverrebbe
infatti dal sottostante alpeggio detto Boeucc. Nel retroaltare sono
pure custoditi numerosi ex-voto (quadretti, cuoricini in argento,
pizzi, ricami, pergamene), che rivelano la profonda devozione verso
la Madonna del Bisbino.
3. LA DEVOZIONE
Il Santuario è dedicato all’Assunzione della Beata Vergine Maria e
alla sua Natività, come ricorda la lapide posta sulla parete laterale
sinistra del presbiterio. La festa principale della Madonna del Bisbino viene celebrata il 15 agosto, giorno dell’Assunzione; altre
importanti date erano tradizionalmente l’8 settembre (la Natività
di Maria) ed il 2 luglio (antica festa della Visitazione, specialmente
quando cadeva di domenica). Ancora oggi il Santuario della Beata
Vergine del Bisbino è meta di numerosi pellegrinaggi tradizionali
secondo un calendario preciso: il 25 aprile (la parrocchia di Monteolimpino in ricordo di un voto fatto dagli Alpini per il ritorno
dalla campagna di Russia durante la Seconda Guerra Mondiale); il
1 maggio (la parrocchia di Maslianico); la prima domenica di maggio (la parrocchia di Stimianico e Casnedo); la seconda domenica
di maggio (la parrocchia di Tavernola); il 15 giugno (la parrocchia
di Rovenna in ricordo del voto del 1630); il 2 luglio (la parrocchia
di Moltrasio).
BIBLIOGRAFIA ESSENZIALE
C. Grandi, La Beata Vergine del Bisbino ed il suo Santuario, Tipografia Cavalleri e Bazzi, Como 1898
I. Fossati, V. Daviddi, Cernobbio «picciola terra», Edizioni New
Press, Como 1989
I. Fossati, Cernobbio. Guida ai luoghi e alle cose, Edizioni New
Press, Como 1991
I. Fossati, Il Santuario del Bisbino attraverso i documenti, Parrocchia di S. Michele, Rovenna, 1992
A. Spiriti, M.C. Terzaghi, G. Virgilio, Guide della Provincia di
Como - Da Cernobbio alla Valle Intelvi, Amministrazione Provinciale di Como, Istituto per la Storia dell’Arte Lombarda, Nodo
Libri, Como 1997
G. Salvioni, Cernobium Cernobi Cernobio Cernobbio. Storia e territorio, Edizioni Comune di Cernobbio, 2008
S. Fasana, A. Garancini, Sui passi dell’anima. Luoghi della devozione nel territorio lariointelvese, Bellavite Editore, Missaglia 2009
sito internet www.camminacitta.it
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VORWORT
Diesem neuen dreisprachigen monographischen Führer, welcher die von IUBILANTES im Jahre 2002 begonnene Serie über die religiösen Kultstätten am Comer
See weiterführt, übertragen wir eine besondere Aufgabe: nämlich die des Beginns
der geplanten Veröffentlichung dreier neuer monographischer Führer im Rahmen
des operationellen Programms für grenzüberschreitende italienisch-schweizerische
Zusammenarbeit 2007-2013, Maßnahme 2.1, Projekt „Alpiner Tourismus“: kulturell vertretbare Förderung der Standortattraktivität” (Verfahrensnummer 27384355).
Dieses INTERREG Projekt beschäftigt sich mit der Wiederentdeckung des Tourismus in unseren Bergen und gleichzeitig mit der behutsamen, kulturell vertretbaren
Annäherung an diese Stätten und an die Geschichte. Aus diesem Grund entspricht
es genau den Zielen unseres Vereins, der Partner dieses Projektes ist. Im Rahmen
einer behutsamen Wiederentdeckung des Territoriums begann unsere Beteiligung
an diesem Projekt mit dem Vorschlag einer „Stadtwanderung“ in Cernobbio, im ruhigen Rovenna, an den Hängen des Bergs Bisbino. Hier geht nun unser Weg im Bereich der touristischen Erschließung der historischen Gebäude weiter mit der
Einladung zur Wiederentdeckung dieser genau auf dem Gipfel des Bisbino errichteten Wallfahrtskirche. Eine kleine, schlichte Bergwallfahrtskirche und gleichzeitig ein großer und bedeutender Ort der Aufnahme auf antiken Bergpfaden. Eine der
lokalen Bevölkerung lieb gewordene Kultstätte, die sie mühevoll auf der Spitze des
Berges errichtete als Zeichen eines tief empfundenen, aufrichtigen Glaubens. Wie
immer werden Stätten sie diese ins Leben gerufen als Erinnerung an gemeisterte
oder entgangene Gefahren und verbleiben in der lokalen Volkserinnerung als tiefe
Verbundenheit mit dem Unendlichen. Dem Besucher enthüllt die Wallfahrtskirche
der Heiligen Jungfrau Maria des Bisbino eine schlichte Reihe von Malereien und
Ausschmückungen, ausgerichtet am großen marianischen Thema: ein “roter Faden”,
der ihn mit wertvolleren marianischen Wallfahrtskirchen unserer Diözese verbindet. Der thematische Weg beginnt behutsam, mit einem marianischen Monogramm
auf dem Gewölbe der ersten Spannweite, steigert sich in einer Art Crescendo in den
anschließenden Spannweiten, in denen die Herrlichkeit der Gottesmutter betont
wird: die Krönung, die Unbefleckte Empfängnis, mehrfache Darstellungen von
Mariä Himmelfahrt, diese, in triumphierender Form im Presbyterium im großen und
wertvollen Marmorbildnis, welches den Höhepunkt darstellt. Ein marianischer Kult,
überraschenderweise „verdoppelt“ durch zwei Darstellungen der Heiligen Jungfrau,
beide Symbole der Wallfahrtskirche: die erste in Marmor befindet sich, wie gesagt,
auf dem Hauptaltar, ein Meisterwerk antiker Bildhauerkunst; die zweite, in Holz, im
hinter dem Altar befindlichen Raum; ein Werk, das aus der Volksverehrung entstand. Die beiden Madonnenstatuen auf der Bergspitze, geschützt durch antike, aus
rotem Marmor aus Arzo verkleidete Wände, empfangen die Gläubigen. So nimmt
die Wallfahrtskirche des Bisbino alle, auch einfache Touristen, in die solide Umarmung seines Bogenganges auf und schenkt allen eine einmalige Sicht über die darunter liegenden Täler und die weit entfernte Ebene.
URSACHEN, KRITERIEN UND DANK
In konsequenter Weise werden die editorische Strategie und die Kriterien der Sammlung beibehalten: sie soll eine leicht zugängliche, kostenlose Dokumentation mit
Kurzbiographie sein sowie essentielle, doch zugleich erschöpfende und aktuelle Informationen zu den besichtigten Bauwerken liefern; weiterhin soll sie ein europäisches Publikum ansprechen, ein sicherlich unerlässlicher Bestandteil im Kontext
eines Projekts grenzüberschreitender Zusammenarbeit wie dieses, und darüber hinaus den örtlichen Traditionen und Bemühungen, Kirchen und Wallfahrtsstätten
durch ihre Einbeziehung in das Netz geschichtlicher, geographischer und religiöser
Hintergründe, durch die sie entstanden, neues Leben verleihen. Wir danken Silvia
Fasana, Autorin der Texte, für die sorgfältigen geschichtlichen Nachforschungen, der
Firma LAPIS, verantwortlich für den graphischen Entwurf und das Bildmaterial.
Unser Dank geht an die Religionsgemeinschaft der Heiligen Jungfrau Maria des
Bisbino und ihren Pfarrer Don Bruno Biotto, wie ebenso an die Experten, angefangen von Alberto Rovi und Irene Fossati, die uns bei der Überprüfung der Inhalte
zur Seite standen und an alle, welche an der Realisierung dieser Broschüre mitgewirkt haben. Vor allem aber bedanken wir uns beim Hauptvertreter und Partner des
operationellen Programms für grenzüberschreitende italienisch-schweizerische Zusammenarbeit 2007-2013, Maßnahme 2.1, Projekt “Alpiner Tourismus”: Förderung
der Standortattraktivität” (Verfahrensnummer 27384355), welche durch ihre Beteiligung daran unserer Bemühung zur Wiederbelebung des außerordentlichen Reichtums an Kunstschätzen, an Glauben und Traditionen des Gebietes am Comer See
Kontinuität verleihen.
Ambra Garancini
Präsidentin der Gesellschaft IUBILANTES
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1. DIE STADT CERNOBBIO
Die Stadt Cernobbio, die sich an den Hängen des Bergs Bisbino, am Westufer des Comer Sees, wenige Kilometer von Como und der Schweizer
Grenze entfernt, erstreckt, war bis 1929 in die Gemeinden Rovenna, Piazza
Santo Stefano und Cernobbio aufgeteilt.
Cernobbio ist vor allem wegen seiner von herrlichen Parks umgebenen Villen weltbekannt. Die bedeutendste ist Villa d’Este, die im XVI. Jh. von Kardinal Tolomeo Gallio, wahrscheinlich nach Originalplänen des Architekten
Pellegrino Tibaldi, als Sommerresidenz gebaut wurde. Nachdem die Villa
zahlreiche berühmte Persönlichkeiten beherbergt hatte - darunter auch Prinzessin Caroline von Braunschweig, Gattin des zukünftigen Königs Georg
IV. von England - wurde sie 1873 in ein renommiertes Hotel verwandelt, bevorzugtes Ziel eines Tourismus der Elite. Auf der Bergspitze, dem sog.“
Pizzo”, befindet sich Villa Pizzo, welche im XV. Jh. von der adligen Familie Mugiasca als einfaches Ferienhaus errichtet und im Anschluß daran mehrmals erweitert und verschönert wurde. Namhaft ist auch Villa Erba, die
Ende des XIX. Jh. von Luigi Erba aus Mailand (Bruder des bekannteren
Carlo, Inhaber des gleichnamigen pharmazeutischen Unternehmens) errichtet wurde, Geburtshaus und bevorzugtes Feriendomizil von Luchino Visconti. Im Jahre 1990 wurde ein großer Teil des Anwesens Kongreß- und
Ausstellungszentrum und mit neuen Pavillons aus Glas und Eisen des Architekten Mario Bellini bereichert, welche an die Gewächshäuser der Gärten am Comer See erinnern. In der Nähe befindet sich die zwischen 1905
und 1906 im Jugendstil für den Besitzer der Seidenfirma Davide Bernasconi, nach Plänen von Alfredo Campanini gebaute Villa Bernasconi, die
heute nach anschließenden Restaurierungsarbeiten Sitz kultureller Ereignisse ist. Neben der Villa befand sich ein “Seidencampus” zu dem, außer
den eigentlichen Produktionsstätten die Unterkünfte der verschiedenen Arbeiterschaften und auch ein Kindergarten gehörten. Dieses Gebiet stellt den
einzigen Punkt der industriellen Seidenarchäologie im Gebiet von Como dar.
Ein besonderer grüner Winkel von Cernobbio ist Giardino della Valle, der
sich bei Villa d’Este, längs den Ufern des Sturzbaches Garrovo befindet und
noch bis vor dreißig Jahren mit Unkraut und Unrat bedeckt war. Heute ist
dieses Tal, dank der sorgfältigen Arbeit einer Freiwilligen, Nonna Pupa, gesäubert und in einen dem Publikum zugänglichen blühenden Garten verwandelt worden.
Im historischen Zentrum des Ortes erhebt sich die antike Pfarrkirche Hl.
Vinzenz, die bereits im XII. Jh. bestand, jedoch ab 1757 verändert wurde.
Ein anderes Beispiel des Volksglaubens ist das der Madonna delle Grazie
in Piazza Belinzaghi geweihte Oratorium, wo ein Gemälde der Milchmadonna an der Stirnseite der Mensa verehrt wird. Im Ortsteil Casnedo befindet sich die Ende des XVIII. Jh.-Anfang des XIX. Jh. gebaute Kirche Hl.
Nikolaus, am Platz Santo Stefano die
in der zweiten Hälfte des XVII. Jh. wieder aufgebaute Pfarrkirche Hl. Stefan
und in Rovenna die bereits im Mittelalter vorhandene Kirche Hl. Erzengel
Michael, welche jedoch um das Jahr
1670 in Barockstil umgebaut wurde. In
ihrem Innern ist das herrliche Altarbild
aus Holz des Hauptaltars besonders bemerkenswert, ein Werk von Andrea Redaelli aus Como und Paolo Felice
Cassina aus Cernobbio, nach Zeichnungen von Giovanni Battista BarbeCernobbio, Rovenna,
rini aus Laino (1692).
Kirche Hl. Michael: das Portal
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Auf dem Berg Bisbino sind außer den, von den Höhlenforschern noch nicht
vollständig erforschten zahlreichen Grotten, Reste einer Anlage mit Militärposten sichtbar, die Teil einer langen befestigten Verteidigungslinie („Cadorna Verteidigungslinie“) aus dem Ersten Weltkrieg, errichtet als Schutz
gegen eine gefürchtete Invasion deutscher Truppen über die Schweiz. In den
Jahren 2010-2011 erfolgte die Restaurierung dieser Stellungen durch die
Gruppe der Alpenjäger des Bisbino. Auf der Bergspitze (1325 m/ü.M.) erhebt sich die seit Jahrhunderten von der Bevölkerung sehr verehrte Wallfahrtskirche der Heiligen Jungfrau vom Bisbino.
2.0 DIE WALLFAHRTSKIRCHE DER HEILIGEN JUNGFRAU
VOM BISBINO
2.1. GESCHICHTE
Der Legende nach ebneten im XIV. Jh. Hirten, die am Berg Bisbino ihre Herden hüteten, den Gipfel und errichteten einen Unterschlupf gegen Bären und
die Unbilden des Wetters mit einem der Madonna geweihten Kapellchen.
Das Vorhandensein eines religiösen Gebäudes auf dem Berggipfel geht erstmals aus einem Verkaufsdokument vom 26. Juli 1368 hervor. Die älteste
schriftliche Erwähnung erscheint in der Descriptio Larii Lacus (1559) von
Paolo Giovio aus Como, die berichtet: „auf dem Berggipfel, zusammen mit
einem der Jungfrau Maria geweihten Kapelle befindet sich ein Aussichtsplatz
mit herrlicher Sicht“. Aus den Berichten des Pastoralbesuchs von Bischof
Ninguarda (1592) und den entsprechenden Unterlagen geht hervor, dass die
Kirche zwei Altäre besaß. Der Hauptaltar war überragt von einer „schönen“
Madonnenstatue. Bereits im XVI. Jh. hatte der Zustrom von Gläubigen, neben
der Kirche zum Bau eines Hospizes mit Backofen, Zisterne und Weinkeller
geführt. Die Bevölkerung wuchs jedoch bedeutend ab 1630, dem Jahr, in dem
die Pest, die in den Büchern von Manzoni erwähnt wird, auch im Gebiet von
Como schwere Auswirkungen hatte. Am 20. Mai stieg die Bevölkerung von
Rovenna, vom Pfarrer angeführt, in Prozession zur Madonna vom Bisbino
hinauf, um Schutz vor der Seuche zu erflehen. Die Schweizer Bevölkerung
von Sagno machte das gleiche, und auch der Bischof von Como, Lazzaro Carafino, flehte die Madonna vom Bisbino um Hilfe und Schutz an. Die Gemeinden blieben von der Seuche verschont. Lazzaro Carafino stieg am 6. Juni
1639 zum Bisbino hinauf, um der Madonna feierlich zu danken.
Im Laufe des XVII. Jh. wurde das religiöse Gebäude dank der Hilfe zahlreicher Gläubigen erweitert und verschönert, die anhand der Überlieferung
in Wallfahrt hinaufstiegen und Säcke mit Sand, Kalk und Baumaterial hinauftrugen. Auch im Anschluss erfuhr die Kirche und die unmittelbare Umgebung weitere Restaurierungsarbeiten und Veränderungen. Insbesondere
wurde Ende des XVIII. Jh. und Anfang des XIX. Jh. der Vorplatz gerichtet,
der Bogengang verlängert, und in der somit entstandenen Vorhalle entstand
ein Frontaleingang mit zwei Freitreppen davor.
Zu dieser Zeit war auf dem Hauptaltar anstelle der Marmorstatue der Madonna ein anderes bemaltes Holzbildnis aufgestellt, kleiner und in einfacher
Ausführung, welches bereits 1758 in der Wallfahrtskirche vorhanden war.
Im Jahre 1848 besetzten österreichische Truppen während der von Andrea
Brenta geleiteten Unruhen des Risorgimentos und der Insurrektion im Intelvi Tal den Berg Bisbino, brachen in die Kirche ein, verwüsteten sie und
verwandelten sie in ihr Hauptquartier. Im November desselben Jahres ließ
der Pfarrer von Rovenna, Schlimmes befürchtend, die Statue der Madonna
in die Pfarrkirche bringen - man erzählt - in eine Nationalflagge gehüllt. Hier
blieb sie bis Ende August 1850, als sie in feierlicher Prozession nach der
Restaurierung der Kirche auf den Bisbino zurückgebracht wurde. Es wurden
die Wallfahrten, die Feste und Kirchweihfeste mit großer Feierlichkeit und
Volksbeteiligung wieder aufgenommen.
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2.2 AUSSEN
Vor der Wallfahrtskirche befindet sich eine Vorhalle mit einer sehr schlichten Hüttenfassade, wo sich ein zweiflügliges Tor öffnet, am oberen Teil der
beiden aus dem Jahre 1815 stammenden Bogenfreitreppen. Die Vorhalle führt
zu einem dreibogigen Atrium, das auch auf den Platz an der Seite führt, wo
der gedrungene und massive Glockenturm aus Naturstein steht, der nur in
Höhe der Glockenstube eine Öffnung aufweist. Im Innern des Bogengangs
befindet sich das Eingangtor zur Wallfahrtskirche mit Pfosten aus polychromem Marmor (schwarzer Marmor aus Varenna und roter Marmor aus Saltrio). In der Dekoration über dem Sturz ist schwach das Datum 17…5 lesbar,
und eine kleine Gedenktafel aus Marmor mit dem Satz: „QUI ME INVENERIT, INVENIET VITAM (Wer mich findet, findet das Leben)“. An den Seiten
des Portals zwei große rechteckige vergitterte Fenster. Über dem rechten
Fenster wurde 1890 eine Gedenktafel angebracht, welche an die Überführung der Madonnenstatue in die Pfarrkirche von Rovenna im Jahre 1848 und
an die anschließende Rückkehr an den ursprünglichen Ort erinnert. Über dem
linken Fenster ruft dagegen eine andere Inschrift die Vorsehung von Maria des
Jahres 1821 ins Gedächtnis als ein Blitz in das Hospiz, wo sich siebenundzwanzig Personen aufhielten, einschlug und nur einen Hunde tötete.
Vom Bogengang erreicht
man auch den Ort des ehemaligen Hospizes, heute
das Restaurant Vetta
Monte Bisbino, wo sich
Pilger und Touristen treffen, um den geistigen Teil
mit dem mehr … leiblichen zu vereinen.
In zwei Räumen am hinteren Teil der Kirche haben
Cernobbio, Wallfahrtskirche vom Bisbino:
die „Freunde des Bisbino“
das Atrium und der massive Glockenturm
im Jahre 2010 das Kleine
Historische Museum des Bisbino in Erinnerung an den jungen Andrea Edera
errichtet, um die vielen Geschichten der Schäfer, Bergbewohner, Bauern und
Gläubigen zu sammeln, die im Laufe der Jahrhunderte mit einem Wunsch im
Herzen zum Bisbino hinaufstiegen, um ihn zu Füßen der Heiligen Jungfrau
niederzulegen. Und weiterhin die Geschichten der Soldaten in den Schützengräben, der Juden in Flucht vor den Rassenverfolgungen, der Widerstandskämpfer, der Emigranten auf der Suche nach einem besseren Leben.
Das Museum beherbergt auch eine interessante Privatsammlung von Fossilien aus der ganzen Welt, eine Gabe der Familie Ferrè in Gedenken an Flavio. Das Museum mit freiem Eintritt ist samstags und sonntags von
10h00-17h00 geöffnet.
2.3 INNEN
Das Innere der Kirche mit einem einzigen Schiff ist von Stucklisenen in Marmoreffekt aufgegliedert. In ihrer Schlichtheit eine einladende Atmosphäre zur
geistigen Sammlung, zur Meditation und zur Begegnung mit der Gottesmutter, die im Laufe der Jahrhunderte ihre Nähe zu den Menschen im Alltag und
in den Freuden und Leiden des Lebens oftmals bewies.
An der Gegenfassade befindet sich der Chor aus Holz, auf dem die Jahreszahl
1765 gemalt ist. Er zeigt eine elegante Serlianaöffnung in schwarzem und
rotem Marmor und ist Verbindung mit einer über dem Atrium gelegenen Empore und mit einem schönen Fußboden in lombardischem Terrakotta. Der Zugang erfolgt mittels einer Treppe über der Tür, die vom Atrium zum
Restaurant führt.
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An der rechten Wand der Kirche, unmittelbar hinter dem Eingang, erinnern
zwei Gedenktafeln an das Gebet für den täglichen Südenablass (auch für die
Verstorbenen anwendbar), der 1779 von Papst Pius VI. gewährt wurde sowie
eine namentliche Erwähnung der ausgezeichneten Wohltäter der Kirche.
Das Kirchengewölbe schmücken Malereien, welche Episoden aus dem Leben
der Heiligen Jungfrau Maria darstellen und kleinere christologische und marianische Bilder, die durch Stuckverzierungen hervorgehoben sind. Die Malereien stammen, wie eine Inschrift an der linken Wand erwähnt, aus dem
Jahre 1905 und sind Werk von Giuseppe Maggi aus Carate. In der ersten Spannweite: rechts Die Geburt
Marias; in der Mitte Das von Engeln
gehaltene marianische Monogramm;
links Hl. Anna die das Kind Maria
unterrichtet; in den kleineren Kassetten Christologische und eucharistische Symbole. In der zweiten
Spannweite: rechts Die Vermählung
von Maria und Joseph; in der Mitte
Die Krönung der Heiligen Jungfrau
Maria; links Mariä Heimsuchung, in
der seltsamerweise auch der Heilige
Joseph erscheint; in den kleineren
Kassetten Darstellungen der Lauretanischen Litaneien. In der dritten
Spannweite: rechts Die Verkündigung; in der Mitte ein Rundbild mit
der Unbefleckten Empfängnis, umgeben von der Inschrift „ANNO Cernobbio, Wallfahrtskirche vom Bisbino:
MCMIV - VIRGINI IMMACULA- die Krönung der Heiligen Jungfrau Maria
TAE / IN QUINQUAGENARIO
DEFINITIONIS DOGMATICAE (1904 - Der Unbefleckten Jungfrau / im
fünfzigsten Jahr des Dogmas)“; links Die Heilige Familie; in den kleineren
Kassetten Darstellungen der Lauretanischen Litaneien.
In den äußeren Säulen des Triumphbogens befinden sich zwei kleine Nischen.
In der rechten, ohne Dekoration, die Statue des Hl. Joseph mit Kind, während die links, hervorgehoben durch einen üppigen Rahmen aus polychromem Marmor ein Standbild der Jungfrau mit Kind enthält; darunter eine
Kniebank bzw. ein kleiner Altar in mit zum Rahmen abgestimmten Marmordekorationen, die einen schönen visuellen Gesamteffekt bilden. Beide Statuen sind aus weißem Marmor. Über dem Triumphbogen ist in einer
Schriftrolle aus Stuck der Satz „ASSUMPTA EST MARIA IN CAELUM
(Maria ist in den Himmel aufgenommen worden)“. Das von einer Balustrade
in polychromem Marmor abgeteilte Presbyterium von Anfang des XVIII. Jh.
ist mit rotem unpoliertem Marmor aus Arzo verkleidet, ein Werk des aus dem
Tessin stammenden Künstlers Giacomo Rossi (1694). Das Gewölbe, ausgeschmückt mit einer Stuckdekoration, weist seitlich vier Kassetten auf mit
Darstellungen von Musizierende Engel, in der Mitte ein großes von zwei Engeln gehaltenes Medaillon mit der Freskenmalerei Die Heilige Jungfrau wird
von Engeln gekrönt. Das Presbyterium weist vier Türen auf: die beiden an
der hinteren Wand führen zu einem großen Raum hinter dem Altar, die an der
linken Wand schließt einen kleinen Nebenraum ab und durch die rechte erfolgt der Zugang zur Sakristei. An der linken Wand ist eine Gedenktafel eingemauert, die an das Gelübde aus dem Jahre 1630 erinnert, an den
Pastoralbesuch des Bischofs Lazzaro Carafino im Jahre 1639 sowie an die
feierlichen Danksagungen im Jahre 1641.
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Das Altarbild aus polychromem Marmor zeigt einen kurvenförmigen, von
rotem Marmor unterteilten Tympanon, in dessen Mitte das gekrönte marianische Monogramm über einer Schriftrolle mit dem Satz „ASSUMPTA EST
MARIA IN COELUM (Maria ist in den Himmel aufgenommen worden)“ erscheint, In der Mitte des Altarbilds öffnet sich eine Nische mit zwei spiralförmigen Kolonnen daneben in schwarzem Marmor mit goldenen Kapitellen, in
der sich in weißem Marmor aus Musso die Statue der Heiligen Jungfrau Maria
vom Bisbino, befindet. Maria wird stehend dargestellt, mit dem Heiligen Kind
im Arm. Don Callisto Grandi bemerkte in seiner Broschüre La Beata Vergine
del Bisbino ed il suo Santuario (1898): „Man glaubt, dass sie dorthinauf gebracht wurde, ohne dass irgendein Weg beständen hatte, mit den größten Anstrengungen des Glaubens, der Berge zu versetzen vermag, in Zeiten des
Krieges, in Zeiten des Streits oder der Häresie, um sie des Raubs oder der Entweihung zu entziehen. Tatsache ist, dass sie zwei Jahrhunderte lang Gegenstand ergreifender Volksverehrung war. Einige glauben, dass sich
wunderbarerweise auf dem Berg selbst der Block weißen Marmors fand, der
dort oben von einem fachkundigen Bildhauer bearbeitet wurde, um den Gebeten der guten Hirten zu entsprechen, die auf dem Bisbino ihre Herden hüteten.
Die Legenden berichten, dass der von der menschlichen Justiz verfolgte Bildhauer in diesen Bergen herumirrte, um den schweren Strafen zu entgehen, die
ihm wegen des Begehens schlimmer Verbrechen drohten. Es geschah, dass er
sich hier oben bekehrte, zum Heiligen wurde und die Vergebung seiner Schuld
erfuhr. […] Persönlich vermuten wir jedoch, dass unsere schöne Statue Werk
einer der tüchtigen Bildhauer war, die beim Bau […] des Doms von Como tätig
waren, wo auch zahlreiche Handwerker aus Rovenna beschäftigt waren, die
äußerst geschickt in der Bearbeitung von Stein und Stuck waren. Nichts naheliegender als dass diese tüchtigen Leute aus Rovenna für ihren Heimatort die
Statue der Madonna bekamen und sie zum Schutz des Ortes Rovenna auf den
Bisbino brachten“. Im Raum hinter dem Altar, im Innern einer von polychromem Marmor umgebenen Nische befindet sich dagegen die kleine Statue der
Madonna aus bemaltem Holz, die sie sitzend dargestellt mit dem Kind auf dem
linken Knie. Diese Statue, die bereits Ende des XVIII. Jh. erwähnt wird, wurde
während des ganzen XIX. Jh. bis 1939 auf dem Hauptaltar verehrt (als auf
Wunsch des Bischofs Alessandro Macchi die Marmorstatue wieder aufgestellt
wurde) und Symbol der Wallfahrtskirche selbst wurde. Don Grandi schrieb
weiter: „Alles lässt vermuten, dass dieses Bildnis von einem Hirten auf dem
Bisbino hergestellt wurde […], der die Arbeit grob beim Hüten der Herde ausführte. Diese Annnahme bekräftigt eine alte Überlieferung“. Nach dem Volksglauben stammt diese Statue in der Tat von der darunterliegenden Alm, Boeucc
genannt. Am hinteren Teil des Altars sind ebenso zahlreiche Votivbilder aufbewahrt (Bildchen, Silberherzchen, Stickereien und Handarbeiten in Spitze und
Pergamente), ein Beweis der großen Verehrung der Madonna vom Bisbino.
3. DIE VEREHRUNG
Die Wallfahrtskirche ist wie die Gedenktafel an der linken Seitenwand des Presbyteriums erwähnt, Mariä Geburt und Mariä Himmelfahrt geweiht. Das Hauptfest der Madonna vom Bisbino wird am 15. August, am Tag der Himmelfahrt,
begangen. Andere wichtige Daten waren traditionell der 8. September (Mariä
Geburt) sowie der 2. Juli (antikes Fest der Verkündigung, insbesondere, wenn
der Tag auf einen Sonntag fiel). Auch heute noch ist die Wallfahrtskirche der
Heiligen Jungfrau Maria vom Bisbino anhand eines genauen Programms Ziel
zahlreicher traditioneller Wallfahrten: am 25. April (die Pfarrei von Monte
Olimpino in Erinnerung an ein von den Bergjägern gemachtes Gelübde nach
der Rückkehr vom Rußlandfeldzug im Zweiten Weltkrieg); der 1. Mai (die
Pfarrei von Maslianico); der erste Sonntag im Mai (die Pfarrei von Stimianico
und Casnedo); der zweite Sonntag im Mai (die Pfarrei von Tavernola); am 15.
Juni (die Pfarrei von Rovenna in Erinnerung an das Gelübde von 1630); am 2.
Juli (die Pfarrei von Moltrasio).
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FOREWORD
To this new trilingual brochure, which continues the series of publications initiated by IUBILANTES in 2002 concerning the places of religious interest in the
area around Lake Como, we entrust a special task: to lead the new set of three
monographic guides included in the Italy-Switzerland Cross-Border Operational
Programme 2007-2013, measure 2.1, “Alpine tourism: sustainable use of the territory” (ID code 27384355) project. This INTERREG project focuses on the rediscovery of our mountains by the tourist, while providing a slow-paced,
sustainable approach to places and history, which is in perfect synergy with the
purposes of our Association, a partner thereto.
In keeping with a slow-paced rediscovery of our territory, we begun our involvement in the Project by proposing an urban hiking itinerary around Cernobbio, in the tranquil Rovenna, at the feet of Mount Bisbino. We now continue
our effort to enhance the tourist appeal of religious monuments by suggesting the
rediscovery of this Shrine, built right at the summit of the Bisbino. A small and
simple mountain shrine, and at the same time a well-tried meeting place on old
border paths. A place of worship very dear to local people, who built it with enormous effort at the top of the mountain, as a sign of their deep and honest faith.
As always, places such as this lead us to history’s aching heart: it is because they
originated in faced or escaped perils, were fixed in their memory, and remain in
local communities as a sign of a deep liaison with infinity.
The Shrine of the Blessed Virgin of the Bisbino reveals to the visitor a simple apparatus of paintings and decorations, all of which draw their inspiration from
the great Marian theme: a “fil rouge” which unites it with much more valuable
Marian Shrines, as some in our diocese. The themed itinerary starts somewhat
quietly, with a Marian monogram on the vault of the first span; it continues, as
in a crescendo, in the following spans, reasserting the glories of Mary: the Coronation, the Immaculate Conception, the Assumption, which is triumphantly repeated in the climax represented by the large and precious marble simulacrum in
the presbytery. A cult of Mary which is strangely “duplicated” by the two images
of the Virgin, both of which are considered to be symbols of the Shrine: the first
is the above mentioned marble statue placed on the high altar, the product of the
mastery of sculptors of old; the second is a wooden simulacrum located in the
area behind the altar, the fruit of popular devotion.
The two statues of Our Lady have welcomed the faithful to the top of the mountain for centuries, protected by ancient cliffs lined with red Arzo marble. The
Bisbino Shrine welcomes all, even those who are simply tourists, in the strong
embrace of its portico, living them all an unforgettable view over the valleys
below and onto the plain beyond.
REASONS, CRITERIA AND ACKNOWLEDGEMENTS
Coherently, the editorial choices of the collection have been maintained unchanged: its function as means of agile documentation, able to provide basic but
comprehensive and updated information on the monuments visited, its essential
bibliography, its free distribution, its being aimed at a European public, i.e. a
truly essential element in the context of a Cross-border Cooperation project such
as this, its taking interest in local traditions, its commitment to bring churches and
sanctuaries to life, including them into the fabric of historical, geographical and
devotional reasons which determined their birth. We would like to thank Silvia
Fasana, the author of the text, for her patient research, and Lapis srl, the author
of the graphics and photographic project. We would also like to thank the Comunità Pastorale Beata Vergine del Bisbino (Our Lady of Bisbino Pastoral Community) and the parish priest, father Bruno Biotto, for their valuable
contributions; our thanks go to the experts, who, starting with Alberto Rovi and
Irene Fossati, helped us to verify the contents, and all those who contributed to
the creation of this brochure. Above all we would like to thank the promoters
and partners of the Italy-Switzerland Cross-Border Operational Programme
2007-2013, measure 2.1, “Alpine tourism: sustainable use of the territory” (ID
code 27384355) project, who share and extend our commitment to revitalize the
extraordinary heritage of the art, faith and traditions of our territory.
Ambra Garancini
President of the IUBILANTES Association
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1. THE TOWN OF CERNOBBIO
The Municipality of Cernobbio extends to the foot of Mount Bisbino, on
the western shore of lake Como, just a few kilometres away from the main
city and the border with Switzerland; until 1929 it was divided into the
three separate municipalities of Rovenna, Piazza Santo Stefano and Cernobbio.
Cernobbio is internationally renowned especially for its villas and marvellous gardens, the most famous being villa d’Este, built in the 16th century for cardinal Tolomeo Gallio as his summer residence, according to
the original plan attributed to architect Pellegrino Tibaldi. After having
hosted many famous people, including princess Caroline of Brunswick,
who later married George IV of England, it was transformed in 1873 into
a prestigious hotel, a favourite among tourist destinations for the elite. On
the promontory called “il Pizzo” you find villa Pizzo, originally a simple
holiday home built in the 15th century by the noble family Mugiasca, later
extended and repeatedly embellished. Another famous mansion is villa
Erba, built at the end of the 19th century for Luigi Erba (the brother of the
more famous Carlo, the owner of the pharmaceutical company of the same
name), the home of Luchino Visconti’s mother, and his preferred holiday
location. In 1990 most of the estate was turned into an exhibition-congress
Cernobbio: villa d’Este and the lake
centre, enriched by the new iron and glass pavilions by architect Mario
Bellini, resembling the glasshouses of lake Como’s gardens. Nearby you
find villa Bernasconi, built between 1905 and 1906 in liberty style for silk
entrepreneur Davide Bernasconi, according to the plan designed by Alfredo Campanini; today, after aerious refurbishments, it hosts cultural
events. Beside the villa stood a “citadel of silk”, which included, in addition to the factories, lodgings for various types of workers, and a nursery
school; this is the only textile industry archaeology site in the Como area.
A rather special green spot in Cernobbio is the Garden Valley, located
near villa d’Este, along the banks of the Garrovo stream, which until thirty
years ago were covered by undergrowth and waste. Today, the patient work
of Nonna Pupa, a volunteer, enabled this valley to be cleaned up and turned
into a flower garden, open to everybody.
The old parish church of St. Vincent, already existing in the 12th century,
but redesigned starting from 1757, is located at the historic heart of the
town. Further evidence of popular faith is given by the oratory dedicated
to Our Lady of Graces in piazza Belinzaghi, hosting a much venerated
painting of Our Lady of the Milk on the façade of the altar table. The
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church of St. Nicholas, built between the end of the 18th century and the
beginning of the 19th, is located in the hamlet of Casnedo; the parish church
of St. Stephen, rebuilt in the second half of the 17th century, in Piazza
Santo Stefano, and the church of St. Michael the Archangel, already existing in the Middle Ages but reconstructed around the year 1670 in the
baroque style, in Rovenna. The magnificent wooden altarpiece on the latter’s main altar, by Andrea Redaelli of Como and Paolo Felice Cassina of
Cernobbio, based on a drawing by Giovanni Battista Barberini of Laino
(1692), is worthy of note.
On Mount Bisbino, in addition to the many caves not yet explored by
speleologists, can bee seen ruins of a system of military positions part of
the long Cadorna Military Line defense works, built during World War I
out of the fear of a possible German invasion of Italy through Switzerland;
in the years 2010-2011 these were restored by the Gruppo Alpini del Bisbino (Bisbino ex-Mountain Corps Club). The summit (1325m a.s.l.) hosts
the shrine of Our Lady of Bisbino, which has enjoyed centuries of popular devotion.
2.0 THE SHRINE OF OUR LADY OF BISBINO
2.1 HISTORY
Tradition has it that, in the fourteenth century, shepherds who used Bisbino for pasturing their sheep flattened its top, and built a shelter from
bears and bad weather, and a small chapel dedicated to Our Lady.
The presence of a religious building on top of the mountain is attested for
the first time in a bill of sale dated 26 July 1368. The first mention of the
shrine in literature appears in the Descriptio Larii Lacus (Description of
Lake Como) (1559) by Como writer Paolo Giovio: “the top of the mountain, with a shrine dedicated to the Virgin Mother of God, is a panoramic
location with a magnificent view”. The Acts of the visit by Bishop
Ninguarda (1592) and relevant annexes tell us that the Church had two altars; the main altar was dominated by a “beautiful” statue of Our Lady. As
far back as the sixteenth century, because of the great number of faithful
visiting the shrine, a hospice with an oven, a cistern and a cellar for wine
storage was constructed beside the church. Its popularity, however, grew
considerably after the year 1630, when the plague, as in the famous account of Alessandro Manzoni, struck the territory of Como heavily, too. On
May 20, the community of Rovenna, led by the parish priest, went in procession to the shrine of Our Lady of Bisbino, asking to be preserved from
the contagion. The Swiss community of Sagno did the same, and the bishop
of Como, Lazzaro Carafino, also prayed to Our Lady of Bisbino, begging
her for help and protection. The communities were spared the epidemic.
The same bishop, on 6 June 1639, went up to the Bisbino to solemnly give
thanks to the Virgin.
During the 17th century the building was extended and embellished, with
the aid of the many pilgrims, who, according to tradition, walked to the
shrine bringing satchels of sand, lime and other construction materials. The
church and its immediate outbuildings continued to undergo further
restoration works and changes as time went by; in particular, between the
end of the 18th century and the start of the 19th the churchyard was reorganized, the portico lengthened, and in the resulting vestibule a front entrance preceded by two stairways was opened. During this period, the
marble statue of Our Lady placed on the main altar was replaced by another
painted wood simulacrum, of more modest make and proportions, already
present in the shrine in the year 1758.
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In 1848, at the time of the uprisings
of the Intelvi Valley during the
Risorgimento, led by Andrea Brenta,
Austrian troops occupied the Bisbino
and raided the church, devastating it
and transforming it into their headquarters. In November of the same
year, the parish priest of Rovenna,
fearing the worst, had the statue
transferred to the parish church, and
tradition has it that it was wrapped in
a tricolour flag (which would later
become the flag of Italy). Here it remained until the year 1850, when it
was solemnly brought back in procession to mount Bisbino, once the
church had been restored; pilgrimages, feasts and fairs returned with
great pomp and popular enthusiasm.
Cernobbio: a popular pilgrimage
to the Shrine of our Lady of Bisbino
2.2 EXTERIOR
A double leaf door at the top of the two arched stairways built in 1815
leads into the vestibule, which precedes the shrine and has a very simple
gabled façade. In turn, the vestibule leads onto a three-arched portico which also looks onto the side courtyard - dominated by a squat and massive undressed stone belfry, which has the bell chamber as its only opening. Inside the portico there is the entrance portal to the Shrine, with
polychrome marble jambs (Varenna black marble and Saltrio red marble).
Above the architrave part of a date, 17…5, is visible, and a small marble
slab carries the inscription: “QUI ME INVENERIT, INVENIET VITAM
(Whoever finds me, finds life)”. At each side of the portal there is a large
rectangular window, protected by grates; on top of the right window a slab
was placed in 1890 to remind people of the transfer of the statue of Our
Lady to the parish church of Rovenna in 1848 and the subsequent return
to its original location. On top of the left window, another inscription commemorates the intervention of Mary in 1821, when a thunderbolt entered
the hospice while twenty-seven people were present, but the only victim
was a dog.
The portico also leads to what once was the hospice and now is the Vetta
Monte Bisbino Restaurant, where pilgrims and tourists meet, uniting their
spiritual dimension to a somewhat more … bodily one.
In two rooms at the back of the church, the “Amici del Bisbino (Friends
of the Bisbino)” society set up the Piccolo Museo Storico del Bisbino (Bisbino’s Small Historical Museum), in memory of young Andrea Edera, to
preserve the many stories of shepherds, mountain inhabitants, farmers, and
the faithful that have walked to the Bisbino with a desire in their heart that
they wanted to place at the feet of the Virgin. There are stories, too, of soldiers in trenches, Jews fleeing from racial persecution, partisans, smugglers, emigrants searching for a better life. The Museum holds an
interesting private collection of fossils from around the world, donated by
the Ferrè family in memory of Flavio. Entrance is free, and the Museum
is open on Saturdays and Sundays from 10 am to 5 pm.
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2.3 INTERIOR
The inside of the Church is a single nave, marked by stucco pilaster strips
decorated with effect of marble. A simple and welcoming environment,
which favours concentration, meditation, and the encounter with the
Mother of Christ, who, over the centuries, has shown that she stands beside humanity in everyday life’s joys and sufferings.
The counterfaçade hosts the wooden choir, with the date 1765 painted on
it, an elegant black and red marble tripartite entrance leads to a gallery, located above the atrium, with a beautiful Lombard terracotta floor; access
is by a stair beyond the door leading from the atrium to the restaurant.
On the right-handside of the church, as soon as you enter, there are two
memorial stones to testify to the plenary indulgence (applicable to the dead,
too) granted by Pope Pius VI in 1779, and a list of distinguished benefactors.
The church vault is decorated with paintings of episodes of the Life of the
Virgin Mary and with smaller Christological and Marian Images, highlighted by stucco decorations; the paintings were made in 1905 by
Giuseppe Maggi of Carate, as the inscription on the left wall confirms. In
the first span: on the right, The birth of Mary; at the centre The Marian
monogram held by angels; on the left, Saint Anne educating the infant
Mary; in the smaller insets, Christological and Eucharistic symbols.
Cernobbio, Shrine of Our Lady of Bisbino: the Immaculate Conception
In the second span: on the right, The marriage of Joseph and Mary; at the
centre, The coronation of the Virgin; on the left, The Visitation, where,
rather unusually, Joseph is present, too; in the smaller insets, representations of the Loreto Litanies. In the third span: on the right, The Annunciation; at the centre, a tondo with the Immaculate Conception, encircled by
the inscription “ANNO MCMIV - VIRGINI IMMACULATAE / IN
QUINQUAGENARIO DEFINITIONIS DOGMATICAE (Year 1904 - To
21
the Immaculate Virgin / in the fiftieth anniversary of the dogmatic definition)”; on the left, The Holy Family; in the smaller insets, representations
of the Loreto Litanies.
On the external pillars of the triumphal arch there are two niches; the
one on the right, undecorated, hosts a
statue of Saint Joseph with the Infant
Jesus, while the niche on the left,
highlighted by a rich polychrome
marble cornice, stores a simulacrum
of the Madonna and Child; below,
there is a small prie-dieu, the marbles
whereof are coordinated with the
cornice, giving a pleasant overall visual effect. Both statues are in white
marble. Above the triumphal arch, in
a stucco cartouche, the painted inscription
“ASSUMPTA
EST
MARIA IN CAELUM (Mary is assumed into heaven)”.
The sanctuary, defined by a polychrome marble balustrade created at
the beginning of the 18th century, is
covered with unpolished red Arzo
marble, the work of Ticino artist Giacomo Rossi (1694). The vault is
Cernobbio, Shrine of Bisbino:
Saint Joseph with the Infant Jesus
stucco decorated, with inset paintings of Musician angels on each of
the four sides, and, at the centre, a large medallion, supported by two angels, with a fresco of Angels in the act of placing a crown on the Virgin assumed into heaven.
The sanctuary has four doors: the two on the back wall lead to a large area
behind the altar, the one on the left wall closes a small accessory room,
and the one on the right gives access to the sacristy. Along the left wall
there is a walled slab in memory of the vow made in 1630, the visit of
bishop Lazzaro Carafino in 1639, and the solemn thanksgiving celebrations of 1641.
The polychrome marble altarpiece on the altar has a Gothic style curved
red marble tympanum, with a crowned Marian monogram at its centre,
above a cartouche with the inscription “ASSUMPTA EST MARIA IN
COELUM (Mary is assumed into heaven)”. There is a niche at the centre
of the altarpiece flanked by two black marble spiral columns with gilded
capitals, which holds the white Musso marble statue of the Blessed Virgin
of Bisbino, where Mary is depicted standing, with the Child in her arms.
Don Callisto Grandi writes in his 1898 pamphlet La Beata Vergine del
Rosario ed il suo Santuario (The Blessed Virgin of Bisbino and her shrine):
“it is deemed to have been brought up here, where there is no road at all,
with great labour, on the strength of that faith which can move mountains,
either in war-time, or in times of dispute or of heresy, to avoid its being
stolen or desecrated. Anyhow, for two full centuries it was the object of
heartfelt devotion. Some say that the block of white marble was miraculously found on the mountain itself, then transformed into a statue by an
expert sculptor thanks to the prayers of good shepherds who were on the
Bisbino with their flock for the summer pasture; according to legend, the
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sculptor, prosecuted by the justice of men, was wandering across these
mountains to escape the severe punishment he deserved for committing serious crimes. […]We are more inclined to believe that our beautiful statue
is the work of some of the talented sculptors who worked in the construction of the Cathedral of Como […], where many expert plasterers and stuccoers from Rovenna were active, too. It is not unlikely that these good
people from Rovenna were given the statue of the Virgin for their hometown, and hauled it up on Bisbino as a sign of protection for Rovenna”.
A niche framed by polycrome marble in the space behind the altar is home
to a small painted wooden statue of Our Lady, depicted seated, with the
Child on her left knee. This simulacrum, already mentioned in the second
half of the 18th century, was venerated on the high altar throughout the 19th
century until 1939 (when the marble statue was returned to this location by
order of bishop Alessandro Macchi), becoming the symbol of the shrine itself. As described by don Grandi: “Everything suggests that this statue
was created on the Bisbino by a shepherd [...], a rough work carried out
while guarding the flock, and an old tradition strengthens this assumption”. According to popular belief, this statue came in fact from the underlying pasture called Boeucc. The back of the altar hosts numerous
ex-voto (small pictures, silver hearts, laces, embroderies, scrolls), which reveal the profound devotion to Our Lady of Bisbino.
3. THE DEVOTION
The Shrine is dedicated to the Assumption of the Blessed Virgin Mary and
to her Nativity, as recalled by the stone on the left wall of the sanctuary. The
main feast of Our Lady of Bisbino is celebrated on the 15th of August, day
of the Assumption; in the past, other important dates were the 8th of September (Mary’s Nativity) and the 2nd of July (the Visitation, which was a
very popular feast, especially when it occurred on a Sunday). The Shrine
of the Blessed Virgin of Bisbino is still the destination of numerous traditional pilgrimages which follow a definite calendar: the 25th of April (the
parish of the hamlet of Monteolimpino in remembrance of a vow made by
the Alpini - the Italian mountain corps - in the event of them returning alive
from the Russian campaign during World War II); the 1st of May (the parish
of Maslianico); the first Sunday of May (the parish of Stimianico and
Casnedo); the second Sunday of May (the parish of Tavernola); the 15th of
June (the parish of Rovenna in remembrance of the vow made in 1630); the
2nd of July (the parish of Moltrasio).
Cernobbio, Shrine of Our Lady of Bisbino: the stone of dedication
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SOMMARIO
PREMESSA
RAGIONI, CRITERI E RINGRAZIAMENTI
1. LA CITTÀ DI CERNOBBIO
2.0 IL SANTUARIO DELLA BEATA VERGINE
DEL BISBINO
2.1 STORIA
2.2 ESTERNO
2.3 INTERNO
3. LA DEVOZIONE
BIBLIOGRAFIA ESSENZIALE
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INHALT
VORWORT
URSACHEN, KRITERIEN UND DANK
1. DIE STADT CERNOBBIO
2.0 DIE WALLFAHRTSKIRCHE DER
HEILIGEN JUNGFRAU VOM BISBINO
2.1 GESCHICHTE
2.2 AUSSEN
2.3 INNEN
3. DIE VEREHRUNG
CONTENTS
FOREWORD
REASONS, CRITERIA AND
ACKNOWLEDGEMENTS
1. THE TOWN OF CERNOBBIO
2.0 THE SHRINE OF OUR LADY OF BISBINO
2.1 HISTORY
2.2 EXTERIOR
2.3 INTERIOR
3. THE DEVOTION
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