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ANNO XXX - N° 64 - giugno 2016
L A R U TA
Periodico pastorale della Comunità Cattolica Italiana di MAINZ
GIUBILEO DELLA MISERICORDIA
UN DIO
CHE
ABBRACCIA
Dossier:
Misericordia di Dio ...
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lettera del
parroco
IMPRESSUM
Periodico pastorale della
Comunità Cattolica Italiana
Emmeransstrasse 17, 55116 Mainz
Tel. 06131/22 41 26
Fax: 06131/23 00 32
www. mcimainz.de
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Konto Nr. 4001741018
BLZ 37060193
Anno XXX - n° 64
Giugno 2016
Direzione: don Pio Visentin
Redazione
Bachmann Casagrande Gabriella,
Bartocci Paolo, Campanelli Maria,
Campanile Roberta, Caponegro
Antonio, Centinaro Antonino, Foderà
Alessandro, Loreggian Luciano,
Milano Giovanni, Parisi Maria Elena,
Rossi Laura, Sepe Teresa.
Pubblicità: Giovanni Milano
Layout: Antonio Caponegro
E-mail: [email protected]
Stampa: Laserline - Berlino
In questo numero
pag.
Lettera del parroco................. 3
Dalle Missioni......................... 5
Dalla Chiesa ........................... 6
Aus der Kirche........................ 7
Anagrafe parrocchiale .......8-9
Catechesi......................... 10-11
Giovani.............................12-13
Nostre aggregazioni............. 14
Dossier: Misericordia ...... 15-18
Testimonianze..................19-21
Anziani................................... 23
Fotocronaca.....................24-25
Politica e società.................. 27
L’avvocato risponde............. 29
Kinder-Ragazzi .. ................... 30
Indirizzi/notizie utili.............. 31
7 Opere di misericordia....... 32
UNA PORTA
SEMPRE APERTA
N
ato e cresciuto in un paese di campagna,
ricordo che la porta di casa era sempre
aperta. La chiave non c’era proprio. Solo
di notte si chiudeva la porta d’ingresso tirando un
chiavistello interno. Sempre aperta, tutto il
giorno.
La porta è uno dei segni del Giubileo della
Misericordia. Evoca la porta santa di S. Pietro, la
porta di tutte le Chiese e, in definitiva, la vera
porta della vita, che è Gesù.
Gesù infatti afferma: “Io sono la porta delle pecore.
Se uno entra attraverso di me, sarà salvo; entrerà e
… troverà pascolo”.
Allora, il gesto di varcare con spirito di fede la
porta di una Chiesa rimanda a Gesù, all’incontro
con Lui, che è il volto della misericordia del Padre.
Il che avviene quando entriamo in Chiesa per
celebrare i Sacramenti, il Battesimo, la Cresima, la
Penitenza e soprattutto l’Eucaristia domenicale; o
anche solamente per qualche momento di preghiera
silenziosa.
St. Emmeran è forse una delle poche Chiese in
città, dove la porta rimane sempre aperta, tutto il
giorno e tutti i giorni. Perché chiunque vi possa
entrare. Molti vi entrano.
Abbiamo bisogno infatti di “attraversare” Cristo,
di conoscere un Dio fedele, sempre pronto
ad accoglierci, a perdonarci, a riempirci
di grazia e a farci passare da certa vuota
superficialità ad una vita intensamente piena di
spirito di solidarietà, perdono e amore vicendevole.
La porta è solo un segno. La realtà è Gesù.
“Io sono la porta. Se uno entra attraverso di me,
sarà salvo”.
Fratello, sorella, Gesù ti aspetta ogni giorno,
ti aspetta la domenica per abbracciarti e farti
conoscere e gustare, in maniera vera, la vita.
Lui, il Risorto, è la Vita.
don Pio Visentin
Fratello,
sorella,
Gesù ti
aspetta
ogni giorno,
per
abbracciarti
e farti
conoscere
e gustare,
in maniera
vera, la vita.
Per esigenze di spazio e di lettura,
la Redazione si riserva di ridurre
gli articoli pervenuti o di apportarne
modifiche formali.
LA RUOTA - n° 64- giugno 2016
3
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dalle Missioni
INSIEME VIVIAMO
E MORIAMO CON GESÙ
“
Yemen, l’ultima lettera delle suore uccise
“Insieme viviamo e moriamo con Gesù,
Maria e la nostra Madre (Teresa)”
Insieme viviamo e moriamo con Gesù, Maria e la nostra Madre (Teresa)” sono
le parole conclusive dell’ultima lettera delle quattro suore di Madre Teresa,
uccise il 4 marzo scorso da un commando di terroristi ad Aden, nello Yemen,
nella casa per disabili e anziani poveri gestita dalle religiose. La lettera è stata scritta lo scorso giugno ed inviata alle consorelle di Roma.
La guerra imperversa: “Giorno e notte gli aeroplani volano, lasciando cadere
bombe, mentre i soldati a terra attaccano con grande violenza”. Eppure le suore non
si preoccupano di se stesse. “Noi ci inginocchiamo davanti al Santissimo esposto,
implorando Gesù misericordioso di proteggere e difendere i nostri poveri e di
concedere pace a questa
nazione.
Non ci
stanchiamo
di bussare al
cuore di Dio,
confidando che
ci sarà una fine a
tutto questo”.
La speranza evangelica non si rassegna
all’orrore. Continua
a replicare lo stile di
Gesù, racchiuso in una parola che attraversa l’intera lettera: misericordia. “Dio non
può mai essere da meno con generosità, fino a quando rimaniamo con Lui e i suoi
poveri”. La misericordia per le suore è un modo di vivere. È alzarsi la mattina, sapendo che il cibo sta per finire. “Come sfameremo domani i nostri poveri?”.
È continuare a lavorare “pulendo, lavando, cucinando, utilizzando gli ultimi sacchi
di farina e le ultime bottiglie d’olio proprio come la storia del profeta Elia e della
vedova”. È accogliere con grato stupore i mille modi con cui Dio irrompe
nell’ordinario. “Qualcuno suona al nostro cancello: è un uomo che non
conosciamo; ha portato del pane fresco, nonostante le sparatorie e i bombardamenti.
Ha lasciato il pane e se n’è andato. Possiamo soltanto dire, con le lacrime agli occhi:
Grazie Gesù”. Ora che le quattro suore sono andate “da un’altra parte”, le loro parole continuano a gridare vita. Con la stessa determinazione, cristiani da varie parti
del mondo pregano per padre Tom Uzhunnalil, il sacerdote salesiano scomparso
nella casa delle missionarie durante l’attacco.
Da Avvenire, 13.01.2016
“Dio non
può mai
essere da
meno con
generosità,
fino a
quando
rimaniamo
con Lui
e i suoi
poveri”.
LA RUOTA - n° 64- giugno 2016
5
dalla Chiesa
Ma se Lei non ha peccato
Un ricordo di papa Francesco
quando si trovava a Buenos Aires
R
Senza la
misericordia,
senza il
perdono di Dio,
il mondo non
potrebbe
esistere.
icordo molto bene questo episodio rimasto
impresso nella mia memoria. Mi pare di
vederla ancora adesso. Era una donna
anziana, piccolina, minuta, vestita tutta di nero,
come si vede in alcuni paesi del Sud Italia, in
Galizia, in Portogallo. Ero da poco diventato
vescovo ausiliare di Buenos Aires e si stava
svolgendo una grande messa per gli ammalati, in
presenza della statua della Madonna di Fatima. Ero
lì per confessare. Verso la fine della messa mi sono
alzato perché dovevo andare via, avevo una cresima
da amministrare. In quel momento è arrivata quella
donna, anziana e umile. Mi sono rivolto a lei,
chiamandola abuela, cioè nonna, come si usa da noi
in Argentina. “Nonna, Lei vuole confessarsi?” “Sì”,
mi ha risposto. E io, che stavo per andarmene le
ho detto: “Ma se Lei non ha peccato …”. Pronta e
puntuale la sua risposta: “Tutti abbiamo peccati”.
“Ma forse il Signore non li perdona …” ho replicato
io. E lei: “Se il Signore non perdonasse
tutto” è stata la sua risposta “il mondo
non esisterebbe.” Rimasi impressionato dalle
parole di quella donna: senza la misericordia, senza
il perdono di Dio, il mondo non potrebbe esistere.
Italienische Gemeinde in Mainz
hat im Advent gesammelt
Einen Scheck über 3.000
Euro für die Flüchtlingsarbeit des Bistums Mainz
haben Carolina Giona
und Teresa Sepe von der
Italienischen Gemeinde
in Mainz bei einem Treffen am Mittwoch, 30. Dezember 2015, im Bischöflichen Ordinariat Mainz an den Mainzer Generalvikar, Prälat Dietmar Giebelmann, und Joanna Worytko vom Referat
Integration und Migration übergeben. Das Geld stammt aus verschiedenen Sammelaktionen, die die Italienische Gemeinde über den gesamten Advent durchgeführt hat. Die Gemeinde habe auf diese Weise dem
Aufruf von Papst Franziskus für die Flüchtlinge nachkommen wollen,
sagte Sepe. Generalvikar Giebelmann dankte den Gemeindemitgliedern
für die großzügige Unterstützung der Flüchtlingsarbeit.
Come fratelli
Abbiamo parlato come fratelli,
abbiamo lo stesso Battesimo,
siamo vescovi.
Abbiamo parlato delle nostre
Chiese, e concordiamo sul fatto
che l’unità si fa camminando.
(Il Papa dopo la firma della
Dichiarazione comune con Kirill,
patriarca ortodosso di Mosca)
Lo faccia anche Lei!
Un giornalista disse a Madre
Teresa di Calcutta: ”Madre,
Lei ha settanta anni, si è tanto
sacrificata, ma nel mondo non
è cambiato niente. Si riposi
dunque, perché purtroppo il
mondo non cambierà!” “Signore
– gli rispose – stia tranquillo,
il mondo lo cambierà Gesù. Io
non ho mai voluto cambiarlo,
ma ho cercato di essere una
goccia d’acqua pulita nella quale
si potesse rispecchiare il volto
misericordioso di Dio. Lo faccia
anche Lei, sua moglie, i suoi
figli. Più crescono le gocce, più
è probabile che il mondo cambi”.
La misericordia al
centro
Papa Francesco si trova del tutto
in accordo con questa linea che
pone la misericordia al centro
del messaggio cristiano. La sua
pratica pastorale si esprime
proprio nel fatto che egli ci parla
continuamente della misericordia
di Dio. Gli uomini d’oggi sanno di
aver bisogno della misericordia
di Dio e della Sua delicatezza.
Nella durezza del mondo
tecnicizzato nel quale i sentimenti
non contano più niente, aumenta
l’attesa di un amore salvifico che
venga donato gratuitamente.
(Intervista rilasciata dal Papa emerito Benedetto XVI)
aus der Kirche
60 Millionen
Menschen auf der
Flucht
Nach UN-Angaben seien zur
Zeit 60 Millionen Menschen
weltweit auf der Flucht: Mangel an Wasser und Nahrung,
kriegerische Auseinandersetzungen, totale Ungerechtigkeit,
Hoffnungslosigkeit
besonders junger Menschen
im Blick auf Zukunftschanchen, Verzweiflung wegen
der Aussichtslosigkeit von
Veränderungen; nicht zuletzt
auch mit steigender Tendenz
auch Verfolgung aus religiösen Gründen.
Deutlich mehr
Drogentote
Im Jahr 2015 habe es 1226
drogenbedingte Todesfälle
gegeben und damit 18,8 Prozent mehr als im Jahr davor.
Neben der Zahl der Toten sei
auch die Zahl der erstmals
auffälligen
Konsumenten
harter Drogen gestiegen,
insgesamt um knapp vier
Prozent.
Der Großteil entfällt dabei
auf Betäubungsmittel wie
Amphetamin aber auch Heroin und Kokain sind auf dem
Vormarsch.
Papa spricht
Mutter Teresa
heilig
Papst Franziskus spricht
Mutter Teresa heilig.
Damit ist der Prozess zur
Heiligsprechung nur 18 Jahre
nach ihrem Tod abgeschlossen. Ihre Hilfe für die Armen
in den Elendsvierteln des
indischen Kalkutta machte
Mutter Teresa weltberühmt.
Laut Medienberichten soll
die Heiligsprechung am 4.
September stattfinden.
Barmherzigkeit mit
konkreten Zeichen
Nella sua ultima lettera pastorale
il cardinale Lehmann esorta a praticare
la misericordia con gesti concreti.
D
as Wort von der Barmherzigkeit ist ein
Lieblingsthema von Papst Franziskus. Seit
seiner Wahl hat es in der Kirche, aber auch
in der Welt viel Aufmerksamkeit gefunden. In der
Tat kann das Wort Barmherzigkeit in Anwendung
auf Gott die zentrale Aussage über Gott schlechthin
sein. Zwar gehört die Barmherzigkeit immer schon
zu den Eigenschaften Gottes, so wie es auch mit
Güte, Langmut und Allmacht der Fall ist. Manchmal hat man aber alle diese Eigenschaften etwas
gleichgültig nebeneinander gestellt und zu wenig
darauf geachtet, dass die Bibel des Alten und Neuen
Testaments mit „Barmherzigkeit” das Grundwesen Gottes umschreibt. Es ist die Herzmitte der Hl. Schrift und ein Schlüsselwort in der Verkündigung von Papst Franziskus. Barmherzigkeit ist eine Grundeinstellung des Menschen,
ähnlich wie das Erbarmen die Grundeigenschaft
Gottes ist. Es ist ein Schlüssel christlichen Lebens, der uns
in vieler Hinsicht zum richtigen Tun führt. Deswegen gibt es
auch viele Formen dafür. Die einfachsten Weisen finden wir in
unserem Alltag, wenn wir nach einem Streit ohne Vorurteile
neu auf den Partner zugehen, ihm die Hand reichen und ihn
eventuell umarmen. Die Barmherzigkeit braucht solche konkreten Zeichen, die sichtbar und leibhaftig ausdrücken, was wir im
Herzen denken. In diesem Sinne hat man schon seit langer Zeit
barmherzige Verhaltensformen gesammelt und daraus Empfehlungen für eine Kultur der Barmherzigkeit zusammengestellt.
So gibt es schon lange in der Kirche sieben leibliche Werke und
sieben geistliche Werke der Barmherzigkeit.
GRAZIE
Il 16 maggio scorso il cardinale Karl
Lehmann ha lasciato la guida pastorale
della diocesi. Gli diciamo un sincero
grazie per la sua vicinanza ai cattolici di
altra madrelingua e in par ticolare alla
nostra comunità St. Emmeran. Con lui,
Vescovo e Padre della chiesa diocesana
di Mainz, ci siamo sentiti “a casa nostra”.
LA RUOTA - n° 64- giugno 2016
7
anagrafe
parrocchiale
MATRIMONI
e
o più du
Non soncarne sola.
ma una nque che Dio
u
Quello dcongiunto,
a
h
separi”.
o
l
n
o
n
l’uomo
9,6)
(Mt 1
“Per questo l’uomo lascerà suo padre e sua madre e si unirà a sua moglie,
e i due saranno una sola carne”. (Gen 2,24)
TEODONNO Salvatore e KESKIN Cansu
30.05.2015, St. Peter und Paul, Hochheim
COSTA Biagio e SANTOCONO Tiziana
10.08.2015, Trapia (PA)
ORIANA Alessandro e BAGNOLI Melissa
06.06.2015, St. Peter, Mainz
JUSCA Eduard e MORARU Elena
15.08.2015, Bacau (Romania)
STABILE Rosario e PAVENTI Nadia
11.07.2015, St. Peter, Mainz
CONDOLUCI Francesco e KESSEL Jessica
23.08.2015, Polistena (RC)
GIORDANO Dennis e Vincenza
15.07.2015, Delia
BURGEY Björn e MANSO Francesca
29.08.2015, Vasto (CH)
PIRO Claudio e CAMILLERI Romina
25.07.2015, St. Peter, Mainz
TROVATO Salvatore e BARBA Laura
05.09.2015, St. Martin, Mainz
PENNACCHIO Vincenzo e TEODONNO Filomena
30.07.2015, San Giuseppe Vesuviano (NA)
TURINI Duilio e MOTINAITE Enrika
12.09.2015, St. Peter, Mainz
PATERNÒ Riccardo e MORELLO Viviana
03.08.2015, S.Domenico, Licata (AG)
DELLE SITE Gianluca e CAPONE Roberta
26.09.2015, St. Emmeran, Mainz
NOZZE D‘ARGENTO
1. D’AGATI Domenico ed Emilia 21.06.2015
2. CARISTA Giuseppe e Francesca 18.07.2015
3. GRACI Benedetto e DI NATALE Giuseppina
26.12.2015 (sposati a St. Peter il 22.12.1990)
4. MELLO Fabio e Filomena
09.01.2016
5. ASTUTO Paolo e Maria Antonietta
03.04.2016
6. Paternò Alessandro e Francesca
23.04.2016
JUSCA Julian e Gianina
02.01.2016, Bacau (Romania)
NOZZE D‘ORO
BARBA
Calogero
e Teresa
28.12.2015
PRIMA CONFESSIONE
12.03.2016
1. COSTA Alessia
2. CRAPANZANO Alessia
3. DE CURTIS Pasquale
4. DI SCANNO Carmen
5. DI SCANNO Francesca
6. DI FIGLIA Giovanni
7. DI MARIA Giuseppe
8. DI NATALE Francesco
9. FAMÀ Letizia Maria
10. FAZIO Luca Elia
11. FAZIO Mia Elisa
12. IOPPOLO Cristiano
13. PAGLIA Olivia
14. PAGLIA Sara
15. PONZIANO Giuseppe
16. RAGUSA Danilo
17. SPITALE Rocco
18. SPITALE Gabriel
8
LA RUOTA - n° 64 - giugno 2016
“BATTEZZATE TUTTE LE NAZIONI
NEL NOME DEL PADRE, DEL FIGLIO E DELLO SPIRITO SANTO” (Mt 28,19)
1. BILELLA Gaia Maria
2. CAPRARO Eros S.
3. SPIGA Diego
4. GAGLIANO Aurelia
5. UTRO Mattia
6. AL HAMDIOUI Giada
7. CARUSO Gioia Maria
8. FERRAINO Manuel
9. GRANVILLANO Noemi
10. PATERNÒ Serena
11. RADU Emilia
BATTEZZATI
NEL 2016
10.01.2016
10.01.2016
10.01.2016
16.01.2016
30.01.2016
14.02.2016
19.03.2016
27.03.2016
27.03.2016
27.03.2016
27.03.2016
12. RAPPA Aurelia Agata 27.03.2016
13. REALE Loris
27.03.2016
14. SEPE Leandro
27.03.2016
15. STABILE Emilia
27.03.2016
16. NICULITA Dario
27.03.2016
17. SANTORO Emilio G. 02.04.2016
18. MENDOLIA Tiziana
16.04.2016
19. MANGEMATIN Maïlyne 17.04.2016
20. TURCO Chiara
17.04.2016
21. TOMASELLI Gabriel
17.04.2016
22. BONELLI ALESSIO
18.04.2016
RICORDIAMO I NOSTRI MORTI
LOVAGLIO Angelo
06.04.1963, Venosa
11.09.2015, Mainz
LONGOBARDI Luigi
01.02.1939, Scafati
06.10.2015, Mainz
SCREM ROMAN Guerrina
16.09.1926, Paularo
29.12.2015, Mainz
SPAMPINATO GIUSTO Rosalia
17.05.1942, Barrafranca
02.01.2016, Mainz
MILITELLO Salvatore
20.12.1937
03.12.2014
VIGNERA Silvestro
19.06.1935, Troina
24.02.2016, Mainz
“Perché
cercate
tra i morti
colui che è
vivo?
Non è qui, è
risuscitato”.
(Lc 24,5)
BARONE Salvatore
01.10.1947, Napoli
13.07.2015, Mainz
CORICA Luigi
18.08.1988, Termini Imerese
11.08.2015, Mainz
MAGANUCO Maddalena
02.04.1964, Gela
05.09.2015, Wiesbaden
DI TELLA MEROLLA Maddalena
08.07.1925, Capracotta
05.11.2015, Mainz
DI POMPA Vincenzo
10.01.1935, Venosa
06.11.2015, Mainz
FANTAUZZI Gioachino
20.10.1958, Canicattì
30.05.2015, Mainz
GENOVA SANTANGELO Marianna
01.12.1949, Delia
23.11.2015, Mainz
Il dolore di credere che non ci sei più
con noi è triste, ma noi siamo per
sempre i tuoi tre angeli. Tua moglie
Rosetta, le tue figlie Marisa e Bina.
ATTARDO Antonio
04.03.1962, Delia
01.06.2015 Frankfurt am Main
SCARANGELLA Francesco
01.06.1956, Toritto
30.11.2015, Mainz
INCARDONA Rocco
14.11.1958, Gela
19.06.2015, Mainz
PARELLO Calogero
20.08.1936, Aragona
07.01.2016, Bad Kreuznach
FAVELLA Michele
27.02.1948, Barrafranca
09.05.2015, Mainz
NICOLETTI Angela
20.04.1931, Lampedusa
23.06.2015, Mainz
LANZIERI IELAPI Italia
09.11.1965, Scafati
29.01.2016, Uelversheim
CASA DAINOTTO Rosa
28.01.1944, Licata
21.05.2015, Speyer
IELAPI Giovanna
07.01.1953, Filadelfia
30.06.2015, Mainz
VORRARO Francesco
08.07.1928, Poggiomarino
18.02.2016, Mainz
LA RUOTA - n° 64- giugno 2016
9
Tr a un sor riso, una
canzone, un caf fè
catechesi
I
L’esperienza del corso prematrimoniale a Mainz
nviti, fiori, fotografi – presi dalla preparazione per il nostro matrimonio è facile
dimenticarsi di quello che ci sarà dopo la festa. Per preparare le coppie alla
vita insieme la comunità italiana offre ogni anno un corso prematrimoniale.
Nel primo incontro le tre coppie animatrici ci hanno presentato le loro idee per
questo corso: Ci dovevamo incontrare tre domeniche intere. All’inizio ci sembrava
un po’ iperambizioso, poi però dopo mezz’ora trascorsa insieme, i dubbi iniziali
si sono sciolti come neve al sole. Dopo i primi passi incerti, grazie alla simpatia
ed esperienza dei tutor e alla maturità delle coppie presenti, si è creata una bella
atmosfera che ci ha permesso di affrontare di volta in volta temi impegnativi in modo
concreto ed allo stesso tempo utile per riflettere sulle cose belle che il matrimonio
porta ma anche sulle difficoltà che si possono presentare nella strada che insieme si
percorre. La messa e il pranzo insieme facevano parte di questa esperienza e hanno
aiutato a far nascere l’amicizia nel nostro gruppo. Come sempre succede, anche le
cose belle hanno una fine, e dopo tre domeniche siamo giunti (per il momento) ai
saluti. Rimane nella nostra mente il ricordo di questi bei momenti passati insieme,
tra un sorriso, una canzone, un caffè, gli interventi e i lavori di gruppo con le altre
coppie, i nostri tutor, don Pio- Grazie a Voi abbiamo una maggior consapevolezza
dell’amore e della presenza di Dio nel nostro matrimonio.
Marco e Regine
10
LA RUOTA - n° 64 - giugno 2016
Alcune coppie del corso
prematrimoniale
Teologia: una “cosa” pr atica!
Una scuola triennale di teologia, aperta a tutti. È possibile. Anzi, è realtà nella
zona “Centro” della Germania. La frequentano 30 “studenti” di ogni età, tutti
con una gran voglia di conoscere. Abbiamo intervistato don James, docente di
Sacra Scrittura, Antico Testamento.
©aponegro
I corsisti alle prese con una verifica scritta
Don James, noi siamo al 2° anno del corso
triennale di teologia e questa è la sua ultima
giornata di lezione. Come valuta questa sua
esperienza?
D. James: Dico che è stata un’esperienza bellissima considerando soprattutto la diversità di età
dei corsisti e la partecipazione attiva di tutti. Dalle
domande che mi avete posto, ho notato molto interesse e per questo ho potuto condividere con voi
il mio “insegnare” se così lo vogliamo chiamare.
Lei è docente di Sacra Scrittura dell’Antico
Testamento. Ha riscontrato in noi studenti
interesse a questo ambito della teologia?
D.J.: Sì. Ho notato sempre, nei diversi momenti
e in base ai temi, che tutti i corsisti non sono
“ignoranti” in materia cercando sempre di trovare
un legame tra il Nuovo e l’Antico Testamento,
ma soprattutto hanno cercato sempre un legame
con la realtà della loro vita e una conoscenza
maggiore in questo ambito della teologia.
Quale utilità può avere lo studio della teologia
per noi laici?
D.J.: Questa è una domanda che tocca la realtà
della vita, perché quando si parla di teologia si
pensa subito a studi universitari. Ma la teologia
è una cosa pratica, fa parte della nostra vita
quotidiana e quindi personalmente, credo che
questi corsi aiutino la vita della persona stessa,
aiutino a capire cosa fanno e poi a trovare la
ragione per cui fanno determinate cose. Quindi
un aiuto alla persona stessa e per gli altri.
Quindi lei dice che questo studio ci aiuta sia a
livello personale come pure a livello di servizio
all´interno della parrocchia?
D.J.: Sì, la teologia comincia con la persona
stessa, quindi la fede della persona stessa e poi
quello che fa questa persona all’interno della
comunità.
Lei sta per ritornare nella sua diocesi del
Ghana. Sa già quale compito le è stato affidato
dal suo Vescovo?
D.J.: La risposta è sì e no. Sì nel senso che già
dall’inizio era chiaro che mi sarei occupato della
formazione di altri sacerdoti in un seminario.
No, perché il vescovo può decidere da oggi a
domani di farmi fare qualche altra cosa.
Può lasciarci un ricordo, un pensiero,
un’esortazione?
D.J.: Forse più che lasciare io un ricordo a
voi, posso dire quello che voi avete dato a
me. Chiamarmi per questo corso è stata una
dimostrazione di grande fiducia, il colore della
mia pelle non è stato un problema, non sono
stato discriminato per questo come purtroppo
molte volte succede. Quindi per me è molto di
più quello che voi avete dato a me che io a voi.
L´esortazione invece è questa: continuate come
avete cominciato! Per favore continuate questi
corsi! La formazione è importante per la crescita
della fede!
A cura di Teresa Sepe
LA RUOTA - n° 64- giugno 2016
11
Gioca con noi
D
...far
gioire i
bambini
nella
speranza
di poter
raggiungere qualunque
cosa con
l’aiuto di
Gesù.
12
Herbstferien 2015 con balli, canti e …
a qualche anno, durante le vacanze
autunnali, il Gruppo Giovani della
MCI Mainz, in collaborazione con le
catechiste, organizza il “Gioca con noi”.
Si tratta di un’esperienza di tre giorni per
bambini dai 6 ai 12 anni. I bambini vengono
divisi in quattro gruppi in base all’età. Ogni
giorno si svolgono diverse attività come canto,
ballo, giochi e creatività. Il tutto viene gestito
dagli animatori, nonché i ragazzi del Gruppo
Giovani, e comporta un lavoro di preparazione
e organizzazione non indifferente, il quale li
aiuta a crescere e maturare.
Il “Gioca con noi” ha ogni anno un tema
diverso che nel suo significato cristiano aiuta
i bambini a crescere nella fede e divertirsi
allo stesso tempo. Durante questi tre giorni
i bambini creano dei lavoretti
manuali e imparano balli e canti,
sia religiosi che moderni. Infine
tutto viene mostrato ai genitori
in occasione della festa finale.
L’ultimo “Gioca con noi” ha
avuto come tema “Niente è
impossibile
con
Gesù”.
Uno dei balli religiosi imparati
dai bambini si intitolava proprio
“Niente è impossibile” e, collegato
al tema, è servito molto a far gioire
LA RUOTA - n° 64 - giugno 2016
i bambini nella speranza di poter raggiungere
qualunque cosa con l’aiuto di Gesù. Durante
l’attività creativa è stato realizzato un grande
sole nel quale ogni bambino ha decorato un
raggio con il proprio nome e la propria foto.
Ogni raggio quindi rappresenta un bambino e
il sole, nel suo insieme, illumina la strada verso
Gesù grazie alla luce emessa da tutti i raggi.
Ognuno ha inoltre scritto qualche parolina
rispondendo alla domanda: “Chi è per me
Gesù?”. Risposte come “amico”, “fratello”,
e “amore” sono state le più frequenti. Infine
i canti, provati giorno dopo giorno tutti
insieme, sono poi stati d’aiuto per animare la
Santa Messa prima della festa finale.
Maria Elena Parisi
Il gruppo degli animatori
Amate ciò che amano i giovani,
affinché essi amino ciò che amate voi
D
al 6 marzo 2016 ogni sabato dopo le
19.30 si riuniscono i giovani organizzati
nel nuovo gruppo della Comunità
Cattolica Italiana di Mainz presso la chiesa di
Sant’Emmeran.
Ragazze e ragazzi dai 15 ai 24
anni ogni settimana si riuniscono
per un paio d’ore, organizzando
piccoli eventi e attività da fare
tutti insieme per divertirsi e per
crescere.
La “gestione” del gruppo è una novità
assoluta nata proprio da un’istanza dei
ragazzi al Consiglio Pastorale. Sono
stati proprio loro a richiedere questo
tipo d’impegno. Hanno raccolto su dei
fogli cosa si aspettavano dagli adulti
e il Consiglio Pastorale ha creato una
proposta ad hoc che ha raccolto il
gradimento dei ragazzi. Tre coppie di
adulti si alternano ogni settimana per
supportare i giovani nelle loro iniziative.
Verranno organizzate feste, balli, uscite
all’aria aperta, recite e qualche volta
anche momenti di riflessione, come quello
già in programma per il mese di giugno
presso il monastero di Aschaffenburg (a
proposito, forse ci sono ancora un paio di
posti disponibili). In questo periodo inoltre si sta
organizzando la festa della Mamma e di tutta la
famiglia, come proprio loro suggeriscono.
Il programma per il momento è Top Secret, ma sarà
noto a tutti il 7 maggio prossimo,
giorno della festa della Mamma,
sempre nei locali a disposizione
dei ragazzi presso la comunità di
Sant’Emmeran. Ci si è iscritti anche
alla Interkulturelle Woche che si
terrà a settembre prossimo a Mainz.
Qui il gruppo parteciperà con balli
folkoristici.
Il nome che è stato scelto dai ragazzi
la dice lunga sulle loro preferenze:
Bella Italia.
Insomma una serie di impegni
per crescere sani che i ragazzi
si costruiscono secondo il loro gusto
con il supporto di sei adulti che li
aiuteranno a raggiungere i loro
obiettivi. Il gruppo giovani non è un
gruppo chiuso. Tutti possono farne
parte. Basta presentarsi il sabato alle
19,30 presso la Comunità di Mainz.
Vi aspettiamo a braccia aperte.
Paolo Bartocci e il gruppo giovani
Il gruppo
giovani non
è un gruppo
chiuso.
Tutti
possono
farne parte.
Basta
presentarsi
il sabato alle
19,30 presso
la Comunità
di Mainz.
LA RUOTA - n° 64- giugno 2016
13
nostre
aggregazioni
Ungewöhnlicher Kreuzweg
La sacra rappresentazione della Passione ha caratterizzato in maniera forte e nuova il Venerdì santo. Giorgio Di
Blasi, regista, ne mette in risalto il significato in un’intervista
rilasciata al settimanale diocesano “Glaube und Leben”.
Was ist das Besondere an diesem Kreuzweg?
D.B.: Wir finden, die lebendigen Darstellung des Kruezwegs ist etwas Besonderes. Wir machen das zum dritten Mal, dieses Mal etwas verändert. In
den beiden letzten Jahren sind wir nach dem Gottesdienst in St. Emmeran
in einer Prozession durch die Stadt gegangen und haben an mehreren Stellen Kreuzwegstationen dargestellt. Diesmal ziehen wir betend und singend
von der Kirche zum Karmeliterplatz. Dort stellen wir auf einer Bühne vier
Schlüsselszenen dar. Nach der Aufführung, die etwa eine Stunde dauert,
gehen wir in einer Prozession zurück zur Kirche zum „bacio della croce“,
dem Kuss des Kreuzes: wer möchte, kann so eine Verehrung ausdrücken.
Wer spielt die Szenen? Und in welcher Sprache?
D.B.: Mitglieder unserer Gemeinde – von Jugendlichen bis zu älteren Menschen. Gespielt wird auf Italienisch. Aber vor jeder Szene gibt es eine kurze
Zusammenfassung auf Deutsch, sodass jeder verstehen kann, was folgt.
Für die Beteiligten ist das sicher sehr aufwendig.
D.B.: Ja – zumal wir es alle in unserer Freizeit machen. Seit Wochen proben
wir jeden Samstag. Wir müssten uns um die Bühne und die technische Ausstattung kümmern, um Kostüme, um erforderliche Genehmigungen und die
Öffentlichkeitsarbeit. Aber alle sind mit Leidenschaft dabei und investieren
gern ihre Zeit.
Was ist Ihnen allen so wichtig daran?
Wir möchten Menschen aus unterschiedlichen Ländern verbinden, Brücken
zwischen den Kulturen bauen, integrieren – ein Wort, das ja unter anderem
auch erneuern bedeutet. Und ganz wesentlich ist es die Liebe, die verbindet
und erneuert. Zum Beispiel die Liebe Jesu, der für uns gestorben ist.
Maria Weißenberger
LA
RUOTA
n°
64
giugno
2016
14
I Dossier
della
Ru ta
Misericordia
di Dio.
Misericordia
dell’uomo
- Intervista
a papa
Francesco
- La gioia di
perdonare
- Quando sarò
grande
- Don Bosco,
un santo con
cuore di padre
inserto speciale
MISERICORDIA
DI DIO
a cura di Don Pio Visentin
MISERICORDIA
DELL’UOMO
“Siate misericordiosi
come è misericordioso
il Padre vostro”
Lc 6, 36
LA RUOTA - n° 64- giugno 2016
15
Dossier / MISERICORDIOSI COME IL PADRE
Intervista a papa Francesco
“Lei ha indetto l’anno del
Giubileo della Misericordia.
Che cos’è, secondo lei, la misericordia?”
E
timologicamente, misericordia significa aprire il cuore al misero. E subito
andiamo al Signore: misericordia è l’atteggiamento divino che abbraccia,
è il donarsi di Dio che accoglie, che si piega a perdonare. Gesù ha detto
di non essere venuto per i giusti, ma per i peccatori. Non è venuto
per i sani, che non hanno bisogno del medico, ma per gli ammalati. Per questo
si può dire che la misericordia è la carta d’identità del nostro Dio.
Dio di misericordia, Dio misericordioso. Per me questa è davvero la carta
d’identità del nostro Dio. Mi ha sempre colpito leggere la storia d’Israele come
viene raccontata nella Bibbia, nel capitolo 16 del Libro di Ezechiele. La storia
paragona Israele a una bambina, alla quale non fu tagliato il cordone ombelicale,
ma venne lasciata nel sangue, gettata via. Dio la vide dibattersi nel sangue, la
ripulì, la unse, la vestì, e quando fu cresciuta l’adornò di seta e gioielli. Ma lei,
infatuata della sua stessa bellezza, si prostituì, non facendosi pagare, ma pagando
lei stessa i suoi amanti. Dio però non dimenticherà la sua alleanza e la metterà al di
sopra delle sue sorelle maggiori, perché Israele si ricordi e si vergogni (Ezechiele
16, 63), quando le sarà perdonato ciò che ha fatto.
Questa per me è una delle rivelazioni più grandi: continuerai ad essere il popolo
eletto, ti saranno perdonati tutti i peccati. Ecco: la misericordia è profondamente
unita alla fedeltà di Dio. “Se siamo infedeli, Lui rimane fedele, perché non può
rinnegare se stesso”: Tu puoi rinnegare Dio, tu puoi peccare contro di
Lui, ma Dio non può rinnegare se stesso, Lui rimane fedele.
16
LA RUOTA - n° 64 - giugno 2016
La gioia di perdonare
Un’interessante interpretazione dei sei giorni della Creazione
N
el racconto della Creazione,
riportato nel primo libro della
Bibbia (Genesi), è scritto che Dio,
ogni giorno, dopo aver fatto ogni
cosa, vide che era cosa “ buona”.
Ma quando fu fatto l’uomo e la
donna, Dio vide che era cosa molto
buona. E perché la Bibbia dice che
era cosa “molto buona”? Perché
Dio è tanto contento di aver creato
l’uomo e la donna? Perché Dio alla
fine aveva qualcuno da perdonare.
S. Ambrogio, vescovo di Milano,
IV secolo
Q
Quando sarò grande
uando ero bambino di otto anni, un giorno commisi una mancanza che non
mi sembrava grave, e tale la giudico anche oggi. Mia sorella mi rimproverò, e poi mi condusse dal parroco perché mi correggesse e castigasse. Io confessai al parroco la mia colpa ed egli, dopo avermi aspramente rimproverato, mi
mise in ginocchio in mezzo alla chiesa. Io rimasi profondamente addolorato e
dicevo tra me stesso: “Ma perché si deve trattare tanto aspramente un bambino
per una mancanza leggera? Quando sarò grande, voglio farmi frate, diventare
confessore e usare tanta misericordia e bontà con le anime dei peccatori”.
S. Leopoldo, umile frate cappuccino, molto venerato a Padova, dove morì nel 1942
Non importa
L’uomo è irragionevole, illogico, egocentrico
NON IMPORTA, AMALO
Se fai il bene, ti attribuiranno secondi fini egoistici
NON IMPORTA, FA’ IL BENE
Il bene che fai verrà domani dimenticato
NON IMPORTA, FA’ IL BENE
Se aiuti la gente, se ne risentirà
NON IMPORTA, AIUTALA
Dà al mondo il meglio di te, e ti prenderanno a
calci
NON IMPORTA, DA’ IL MEGLIO DI TE
Madre Teresa di Calcutta
Dio ci ama
Questa è la verità
scandalosa della
Misericordia: Dio
ci ama mentre
siamo suoi nemici;
ci riconcilia con
lui mentre siamo
ancora peccatori.
Enzo Bianchi
LA RUOTA - n° 64- giugno 2016
17
Dossier / MISERICORDIOSI COME IL PADRE
Don Bosco, un santo
con cuore di padre
“Non con le percosse, ma con l’amore,
potrai guadagnare il cuore dei giovani”
L
a vita e l´azione di don Bosco, sacerdote ed educatore, si possono rileggere nella prospettiva
della misericordia: misericordia pedagogica, misericordia sacramentale (l’impegno del Santo
soprattutto nel sacramento della Riconciliazione) e misericordia delle opere (le sue case dove i
giovani trovavano la possibilità di imparare un
lavoro per guadagnarsi onestamente il pane).
Mi soffermo brevemente sulla prima, la
misericordia “pedagogica”.
Nel celebre sogno dei nove anni a Giovannino
viene offerta una preziosa indicazione di
come intervenire nei confronti di quelli che
“si stavano picchiando e bestemmiavano”:
Non con le percosse, ma con la carità
dovrai guadagnare il loro cuore!
Di fronte alla povertà morale dei giovani
don Bosco offrirà uno stile di educazione
incentrato sull’ottimismo e sull’affetto:
Ottimismo: in ogni giovane c’è un
punto accessibile al bene,
lavorando sul quale si
possono ottenere grandi
risultati.
Nessun giovane
è escluso da questo sguardo
positivo, simile a quello con cui
Gesù provava misericordia per le
folle che lo seguivano: era no
Pellegrinaggio statua don Bosco a Mainz, dicembre 2012
come pecore senza pastore!
Per loro don Bosco diventa il buon pastore che dona fiducia, incoraggia, sostiene il
giovane per farlo crescere come uomo e come cristiano.
Affetto: 18
il clima che avvolge la sua azione educativa è quello dell´affetto, del farsi vicino con
bontà, dell’accogliere ognuno con tenerezza paterna. L’amorevolezza (che è affetto
manifestato), cuore del sistema educativo salesiano, altro non è che la misericordia
offerta al livello del destinatario. La mia gioia è stare con voi e io con voi mi
trovo bene! Ripeteva don Bosco: “Difficilmente troverete chi più di me vi
ami quale padre tenerissimo! E aveva promesso ai suoi giovani che fino
all’ultimo respiro avrebbe dato la vita per loro”.
L’affetto apre i cuori, il perdono li rinfranca, la bontà e la gioia riescono ad ottenere tutto,
creando quel clima di famiglia che è il grande segreto dell’arte educativa di don Bosco,
uomo e prete della misericordia giovanile.
(d. Gianni Ghiglione)
LA RUOTA - n° 64 - giugno 2016
testimonianze
Dov’è Abele, tuo fratello?
La toccante testimonianza di don Alejandro,
salesiano, missionario a Damasco.
S
abato 13 febbraio ha avuto luogo nella nostra Comunità il ritiro
quaresimale con la tematica “Dov’è Abele, tuo fratello?”
Per l’occasione don Pio ha invitato don Alejandro, sacerdote
missionario attivo in Siria nel centro Don Bosco di Damasco. Di seguito
riportiamo un episodio toccante vissuto da don Alejandro.
Una sera sul tardi, mentre camminava per le strade deserte di Damasco,
scorge a distanza tre bambini. Don Alejandro inizia a riflettere su come
reagire, pensando che quei bambini gli avrebbero chiesto dei soldi.
Non appena si incrociano, non succede nulla di ciò che aveva immaginato
lui, bensì i più piccoli vanno oltre e il più grande si ferma a rovistare dentro
un cestino dei rifiuti. Quindi don Alejandro, accortosi di ciò, capisce che
il bambino è affamato e torna indietro. Decide di portarlo a comperare
qualcosa da mangiare, così acquista tre panini. Il bambino, convinto che don
Alejandro ne avesse comperato uno per lui e due per se stesso, si meraviglia
quando lui glieli porge tutti e tre e ne chiede il motivo. Così don Alejandro
gli risponde che due panini sono per gli altri due bambini. Lui lo ringrazia,
ma non riesce ad accettare il fatto che don Alejandro non
abbia nulla da mangiare, così spezza il suo panino e gliene
offre metà. L’amore verso il prossimo, nonostante la fame e la povertà a
causa della tragedia, va oltre ogni limite.
Maria Gaetana e Maria Elena Parisi
L’amore verso
il prossimo,
nonostante
la fame e la
povertà a
causa della
tragedia, va
oltre ogni
limite.
LA RUOTA - n° 64- giugno 2016
19
testimonianze
L
Don Bosco ist für uns
die Brücke zum Himmel
o scorso novembre ha visitato la
nostra Comunità una giornalista
della diocesi, Claudia Fontana,
per intervistare i nostri giovani su Don
Bosco. Ne è uscito un bell’articolo sulla rivista UWE, dove i nostri protagonisti occupano addirittura la copertina
con una simpatica foto.
Li ringraziamo di cuore per le loro
riflessioni, per la maturità che hanno
dimostrato e per la calorosa accoglienza
che, insieme a Luciano, hanno riservato
all’ospite tedesca. Insomma, è proprio
il caso di dire
che ci hanno
fatto fare
una bella
figura.
Quindi grati e orgogliosi di loro, ci teniamo a riportare alcuni stralci dell’articolo
per condividerli con tutti voi.
“In dem warmen Gruppenraum in der Kirche
St. Emmeran […] ist eine große Offenheit und
Vertrautheit zu spüren.
• Was bedeutet euch Eure italienische
Gemeinde?
Michele, 25: „Ich komme gerne hier
her. Wir reden über Gottes Wort, teilen
unseren Glauben und unsere Erfahrungen[…] und wenn man mal schwankt
oder es einem nicht so gut geht, dann
findet mal Halt“.
Maria, 17, kommt seit einem halben
Jahr, um hier zu beten und Kraft für
den Alltag zu tanken. Durch Michele hat sie sich an einer Gruppe angeschlossen, die mittwochs das
Markus-Evangelium liest.
Dadurch hat sie einen Zugang zu Gott, zu Jesus
und zum Gebet gefunden.
Yannic,
21,
ist der einzige in der Runde,
der keine italienischen
Wurzeln hat, aber eine italienische Freundin. […]Er schätz
vor allem den Zusammenhalt und
die Verbindlichkeit in der Gruppe und
dass sie viel Spaß untereinander haben.
20
LA RUOTA - n° 64 - giugno 2016
testimonianze
• Was fasziniert und begeistert Dich
persönlich an Don Bosco?
Michele: Dass er junge Leute in Massen angezogen hat und dass sich die
Jugendlichen fest bei Ihm verankern
konnten.
Loredana: Er ist für uns die Brücke
zum Himmel. Er hat nie die Geduld mit
Jugendlichen verloren. Er hat alles für
sie getan, ohne je etwas dafür zurückzuverlangen. Bruder Luciano ist für
uns hier der kleine Don Bosco.
Yannic: Mich beeindruckt, dass er
besonders die armen Jugendlichen im
Blick hatte und dass er sein letztes
Hemd für sie gegeben hat.
Fabio: Don Bosco war ein sehr lustiger Typ und er hat seinen Glauben auf
eine sehr frohe Weise gelebt. So wollte
er mit seiner Fröhlichkeit und Einfachheit ein Zeichen gegen das Strenge und
Konservative in der Kirche setzen.
Calo: Mich fasziniert, dass sich auch
heute noch so viele junge Menschen
treffen nur für Don Bosco, so wie neulich in Turin beim großen 200. Geburtstagstreffen mit 5.000 Jugendlichen. So
lebt er weiter auch wenn er körperlich
nicht mehr da ist.
Claudia: Seine Pädagogik begeistert
mich. Er kommt ganz ohne Sanktionen
und Bestrafungen aus.
• Was glaubt ihr, würde Don Bosco
heute tun? Was würde er uns sagen?
Claudia: Er würde mit uns spielen und
lachen. Er würde sagen: “ Nehmt Euer
Leben und Eure Zukunft in die Hand.
Seid jetzt glücklich, verschiebt das
nicht auf irgendwann“.
Loredana: Er wollte wahrscheinlich
nicht berühmt werden. Er wäre baff,
wenn er sehen würde, dass er weltweit
bekannt geworden ist.
Don Bosco
Pädagogik
begeistert
mich.
Er kommt
ganz ohne
Sanktionen
und
Bestrafungen
aus.
Michele: Vielleicht „Das Beste, was
wir tun können, ist Gutes tun, fröhlich
sein und die Spatzen pfeifen lassen“.
a cura di Laura Rossi
LA RUOTA - n° 64- giugno 2016
21
GUTSCHEIN
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SUPERMARKT
Gutschein - Kein legales bzw. offizielles Zahlungsmittel
Gutschein gültig
vom:
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bis:
6.August 2016
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Bedingungen: Mindesteinkaufswert für das Einlösen dieses Gutscheins: 60,00 € (exkl. Pfand und bereits
reduzierte Ware). Eine Barauszahlung ist nicht möglich. Der Rechtsweg ist ausgeschlossen. Mitarbeiter der
Fa. Celpro Group GmbH und deren Angehörige können nicht teilnehmen. Nicht gültig am jeden letzten
Mittwoch des Monats. Nicht mit anderen Rabatten kombinierbar.
anziani
La siringa
Sono madre, nonna e
bisnonna, la mia famiglia è
numerosa. Essendo molto
anziana, ho molto tempo
libero che trascorro
leggendo, pregando,
sentendo le notizie in
Tv, facendo cruciverba e
fantasticando.
Quindi ho inventato
questo raccontino per “La
Ruota” con la speranza
che lo pubblicherete.
S
ara entrò nella stanza dove, come
al solito, Massimo dormiva
profondamente.
Sara si guardò intorno e vide solo caos. Il
tavolo era ingombro di giornali, bottiglie
vuote, bicchieri sporchi, posaceneri
colmi di cicche. Sara decise di mettere
un po’ di ordine e la vide. In mezzo a
tutto quel caos c’era una siringa, accanto
alla siringa, una bustina vuota. Sara capì
tutto e provò tanta tristezza per quel
ragazzo che amava immensamente.
Lui, invece, nemmeno la vedeva. Lei ne
soffriva tanto, pensava di non meritare
Massimo.
Lei veniva dal Sud Italia, minuta,
carnagione olivastra, due grandi occhi
neri, capelli nerissimi. Massimo, al
contrario era veneziano, alto un metro e
novanta, biondo e con due stupendi occhi
verdi. Essendo così contrastanti, Sara era
convinta che Massimo in lei vedeva il
nulla, ma quel giorno capì tutto. Capì che
Massimo andava aiutato poiché
non poteva amare nessuna
donna. Lui, già amava, amava la
sua droga, la sua compagna di
vita era la siringa.
Sara […]appena finito di pulire, fece
il caffè e con la tazzina del caffè e un
bacione sulla fronte svegliò Massimo.
Guardando il tavolo liberato dal caos che
vi regnava, lui capì che Sara sapeva e pur
nella sua infelicità di drogato, provò tanta
gioia, perché lei, pur avendo scoperto il
suo segreto non era fuggita, era rimasta e
l’aveva svegliato con un bacio.
[…]Lui l’abbracciò e le diede due
baci sulle guance. Questo diede a Sara
un’immensa gioia, facendole sognare
qualcosa da costruire assieme. Lei si
sarebbe impegnata ad aiutarlo per farlo
uscire dal tunnel in cui si era cacciato per
fargli abbandonare il buio dell’eroina
che tante anime rovina.
Bisogna prendere esempio da Sara,
essere generosi, aiutando i
drogati, gli alcolizzati, i barboni,
i diversi, dando loro un supporto
morale, un consiglio, senza
giudicarli. Anch’io dovrei prendere
esempio da Sara, poiché non sono tanto
tenera con chi ha questi problemi.
Doin Ciere
... si sarebbe
impegnata
ad aiutarlo
per farlo
uscire dal
tunnel in
cui si era
cacciato.
LA RUOTA - n° 64- giugno 2016
23
FOT
Cresimati 14.06.2015
Mandato min
Mandato ministranti
Festa don Bosco 2016
Antonio e Francesca
Tommaseo
ricevono un Grazie
per i molti anni di
fedele servizio in
chiesa e sacrestia.
Gruppo “Sacra Rappresentazione„ 2016
Processione Corpus Do
TOCRONACA
nistranti giovani 2016
i ragazzi 2016
omini 2015
Apertura anno catechistico 27.09.2015
Mandato catechisti 2016
In pellegrinaggio a
Roma nell‘anno santo
della Misericordia
Un gruppo di 35 persone
della nostra Comunità
ha vissuto questa
esperienza alla fine di
marzo. Può capitare
anche d’incontrare
il segretario della
Conferenza episcopale
Mons. Galantino e
coniugi Milano
italiana, il vescovo
Mons. Galantino, amico
delle Missioni italiane in
Germania.
G
R
A
Z
I
E
Anche con il
loro sostegno
economico
fu possibile
realizzare
la sacra
rappresentazione
del venerdì
santo 2016
Politica e
società
L’ordalia della Rete. La Rete vigila.
È diventata il nuovo giudizio di Dio
P
er esprimere solidarietà dopo l’ultima
strage di migranti, Gianni Morandi
pubblica una foto su Facebook, dove
invita a riflettere sui soprusi patiti dagli
emigrati italiani nel secolo scorso. Non
l’avesse mai fatto! Già colpevole di essersi
fatto fotografare a Tel Aviv, comincia a
ricevere insulti. Quello che doveva essere
un messaggio di fratellanza si ritorce nella
più vieta retorica razzista. «Ospitali a casa
tua!», gli ripetono. Il cantante risponde con
garbo anche ai più rancorosi, ma non c’è
niente da fare. Non è andata meglio a Tea
Falco, l’attrice della serie «1992». Se sono
passabili i sarcasmi sul suo modo di recitare,
intollerabile è il linciaggio. Anche Fiorello
deve stare attento a come twitta. La Rete
vigila. È diventata il nuovo giudizio
di Dio. Il «Popolo del web», anonimo e
punitivo, mette sotto processo chiunque
esprima opinioni non condivise. Decide
cos’è giusto, secondo meccanismi tribali,
da branco. Il giudizio ordalico prevede
che l’imputato sia sottoposto alla prova del
fuoco, e il fuoco è quello implacabile degli
a-social network. Ha ragione Giampiero
Mughini quando stigmatizza gli abusi del
web definendoli «un’aggressione ossessiva
e cannibalica nei confronti di personaggi
purché noti». L’ordalia della Rete
cerca di trasformarsi in strumento
politico, massa e potere.
Colpisce o venera senza riserve, spegne il
sorriso di chi tenta di mescolare ironia e
rispetto.
Aldo Grassi, Corriere della Sera.
Pioggia
di offese
su Gianni
Morandi
per la
solidarietà
del cantante
ai migranti.
Il giorno indimenticabile delle vostre nozze
“ Zur alten Brennerei”
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LA RUOTA - n° 64 - giugno 2016
L’AVVOCATO RISPONDE
Alessandro Foderà-Pierangeli è avvocato (Rechtsanwalt)
a Mainz ed opera in particolare nel diritto italo-tedesco
e nel diritto dei media.
Studio legale - Neubrunnenstr. 23, 55116 Mainz
Tel.: 06131 / 480 35 56 - Fax: 06131 / 480 35 55
Immigrazione
Oggi e come era una volta
Dai primi immigrati (italiani e non) durante gli
anni 50 e 60, tante cose sono cambiate, non solo il
mercato del lavoro, ma anche i diritti e l’assistenza
amministrativa e sociale proposta ai cosiddetti
“Gastarbeiter”.
Apriamo una parentesi sulla storia di questa
immigrazione in Germania:
Dal 1955 in poi, circa 4 milioni di Italiani hanno
intrapreso il trasferimento in Germania alla ricerca
di lavoro. L’anno della maggiore immigrazione fu il
1965 (anno dell’esplosione industriale) che portò
circa 270.000 Italiani in Germania, mentre durante
gli anni dal 1980 al 1990 ne entravano fra i 30.000
e 50.000 all’anno.
Qual è stata la base politica per la forte immigrazione?
Il governo della Repubblica italiana e il governo
tedesco firmarono, il 20 dicembre 1955, l’accordo
“per il reclutamento e il collocamento di
manodopera italiana”. Le trattative che avevano
condotto alla firma dell’accordo erano ovviamente
il frutto di esigenze nazionali, sia da parte della
Germania, che necessitava di mano d’opera per
la propria industria, sia dell’Italia che doveva
affrontare il problema della disoccupazione nelle
regioni meridionali del paese.
L’immigrazione italiana, un esempio per altre nazioni?
Per la Germania, il modello dell’immigrazione
italiana è effettivamente servito da campione: È
in effetti da tenere presente che l’accordo siglato
con la Germania fu per l’Italia l’ultimo di tal genere
(l’Italia ne aveva firmati ben 14, prima di accedere
all’accordo con la Germania) mentre per la
Germania fu il primo accordo di larga immigrazione.
Come e da chi veniva gestita l’immigrazione in
Germania?
La prima fase dell’emigrazione diretta verso la
Germania fu definita “assistita” poiché pianificata
a livello amministrativo e organizzata attraverso
i Centri di emigrazione sul posto (per esempio in
Sicilia o in Basilicata) che gestivano direttamente
le richieste di lavoro provenienti dall’Italia,
trasmettendole agli uffici tedeschi.
La seconda fase dell’emigrazione fu caratterizzata
della libera circolazione dei lavoratori e da forme
di reclutamento indipendenti dalla mediazione dei
Centri di emigrazione. I lavoratori italiani trovarono
lavoro recandosi direttamente all’estero, senza
passare da Uffici o Agenzie.
Quali diritti avevano i primi italiani in Germania?
Gli italiani, a differenza di altri stranieri in Germania,
godevano sin dall’inizio (grazie all’appartenenza
all’Unione del Mercato Europeo Comune) di un
permesso di soggiorno costante, che permetteva
agli italiani arrivati in Germania, di proseguire il
loro soggiorno nel paese anche dopo un’eventuale
perdita di lavoro. Inoltre gli Italiani venivano gestiti
in maniera uguale ai tedeschi in merito a sussidi
statali ed aiuti sociali, cosa che incentivava la
crescita della comunità italiana.
Quali altri accordi hanno facilitato la vita agli italiani
in Germania?
Dal 1988 veniva per esempio instaurato l’ufficio
A.I.R.E che coordina ancora oggi i dati del registro
Anagrafe dei Comuni italiani permettendo di offrire
servizi più efficienti e funzionali ai cittadini italiani
residenti all’estero (per esempio servizi consolari,
recapito del certificato elettorale, richiesta di
utenze ridotte ENEL e altre comunicazioni delle
autorità italiane).
Nel 1989 fu poi firmata la convenzione fra Italia
e Germania che evitava la doppia imposizione sul
reddito e sui patrimoni, accordo che agevolò molti
italiani che disponevano di redditi sia in Italia che in
Germania (pensioni, fitti, stipendi).
Nel 2000 entra in vigore la nuova legge sulla
cittadinanza che facilita la naturalizzazione degli
italiani in Germania.
A partire dal 2002, in seguito ad un ulteriore
accordo fra Italia e Germania, è stato abolito
il requisito della perdita della cittadinanza
precedente, rendendo possibile ai cittadini italiani
di acquisire la cittadinanza tedesca mantenendo la
propri cittadinanza italiana.
LA RUOTA - n° 64- giugno 2016
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LA RUOTA - n° 64 - giugno 2016
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Giovedì ore 9.45-12.45
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telefonico dalle 12:00 alle 13:00)
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01.11.2014
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Mainz dal 1964 al 2014,
arricchita da ampio
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ufficiali: [email protected]
LA RUOTA - n° 64- giugno 2016
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Le sette opere di misericordia corporale
Dar da mangiare agli affamati
dar da bere agli assetati
vestire gli ignudi
alloggiare i pellegrini
visitare gli infermi
visitare i carcerati
seppellire i morti
ALLA SERA
DELLA VITA
SAREMO GIUDICATI
SULL’AMORE
Hungernde speisen
Durstigen zu trinken geben
Nackte bekleiden
Fremde beherbergen
Kranke besuchen
Sich um Gefangene sorgen
Tote in Würde verabschieden

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