DIFESA FITOSANITARIA PESCO PATOGENI FUNGINI

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DIFESA FITOSANITARIA PESCO PATOGENI FUNGINI
DIFESA FITOSANITARIA DELLE DRUPACEE
DIFESA FITOSANITARIA PESCO
PATOGENI FUNGINI
MARCIUMI DEL FRUTTO
I principali patogeni responsabili dei marciumi dei frutti in Piemonte sono Rhizopus spp. e Monilia spp.. Il primo causa un marciume molle mentre il secondo il classico marciume a circoli
ed è facilmente distinguibile in campo. Nell’ambito del genere Monilinia si ricorda che la Monilia fructicola è la specie più pericolosa delle 3 presenti in Piemonte (M. laxa – M. fructigena)
soprattutto nel caso in cui si verifichino piogge ed elevate umidità nella fase di allegagione/
ingrossamento frutto, tra fine maggio e inizio giugno.
I fattori che favoriscono la presenza di questi funghi sono:
✓ l’andamento climatico: condizioni umide e piovose in primavera e estate amplificano l’incidenza della malattia e il danno alla raccolta, come successo nel 2014
✓ la conduzione agronomica: diversamente dal clima, le pratiche agronomiche, fertilizzazione, irrigazione e potature verdi, fanno parte della gestione aziendale e sono decise dallo
stesso produttore. In questo contesto si ricorda che il giusto equilibrio vegeto – produttivo è
condizione necessaria per limitare al minimo la presenza di marciumi alla raccolta. Annualmente si osservano situazioni di lussureggiamento, mancata esecuzione di potature verdi
necessarie a garantire il necessario arieggiamento della chioma e irrigazioni eccessive che
nel periodo precedente la raccolta determinano condizioni favorevoli all’insediamento dei
funghi.
La strategia di difesa contro i marciumi del pesco necessita di una particolare attenzione
nella fase precedente lo stacco dei frutti. Si consigliano, in presenza di condizioni di elevata
umidità, 2 interventi mirati a 20 giorni e a 7 giorni prima della raccolta e solo, in caso di condizioni favorevoli, è necessario un intervento aggiuntivo tra il primo e il secondo stacco con
formulati di carenza ridotta (3 giorni). Con l’introduzione della Monilia fructicola, inoltre, si
richiede una particolare attenzione alla difesa anche nella fase di allegagione nel caso
si verifichino lunghi periodi piovosi e umidi.
Fig. 1 Frutto colpito da Monilia
Fig. 2 Frutto colpito da Rhizopus spp.
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DIFESA FITOSANITARIA DELLE DRUPACEE
Tab. 1: agrofarmaci impiegabili nella strategia di difesa contro monilia (i dosaggi indicati
si riferiscono all’impiego dei prodotti prima della raccolta)
dodina
Formulato
commerciale
Syllit 65
Dose
g-ml/hl
100
penconazolo
Topas 10 EC ecc
50
14
propiconazolo
cyprodinil +
fludioxonil
cyprodinil
Opinion ECNA ecc
25
14
Switch
60
7
Chorus ecc
30
7
tebuconazolo
Folicur wg ecc
75
7
trifloxistrobin +
tebuconazolo
Flint max
20
7
difenoconazolo
Score 25 EC ecc
30
7
miclobutanil
Systhane 4.5 plus
ecc
125
7
fenbuconazolo
Indar 5 EW ecc
100
3
Principio attivo
Carenza
Limitazioni e note
75
Max 2 trattamenti all’anno
Con gli IBE max 4 trattamenti
complessivi anno
Max 2 trattamenti complessivi
anno con queste sostanze attive
Con tebuconazolo max 2
trattamenti all’anno rientranti nel
conteggio dei 4 IBE max/anno
Con gli IBE max 4 trattamenti
complessivi anno
ciproconazolo
Galeo
50
3
fenexamide
Teldor ecc
100
3
boscalid
boscalid +
pyraclostribin
bacillus subtilis
Cantus
30
3
Bellis Drupacee
75
3
Max 3 trattamenti complessivi
anno con queste sostanze attive
Serenade max
250
3
-
Max 2 trattamenti all’anno
Tab. 2: Giudizio sul grado di efficacia delle principali sostanze attive contro Monilia e altri
patogeni (Questi giudizi scaturiscono dalle esperienze CReSO e dei tecnici del coordinamento di questi ultimi anni)
Principio Attivo
Monilia
Oidio
Bolla
Rhizopus
Botrytis
tebuconazolo
++
+
-
-
-
fenbuconazolo
++
+
-
-
-
penconazolo
+
++
-
-
-
propiconazolo
+/++
+/++
+/++
-
-
difenoconazolo
+/++
-
++
-
-
ciproconazolo
++
+/++
-
-
-
miclobutanil
++
++
-
-
-
fenexamide
+/++
-
-
-
++
cyprodinil
++
-
-
-
++
cyprodinil + fludioxonil
++/+++
-
-
-
++
boscalid
++
+
-
-
-
boscalid + pyraclostribin
++/+++
++/+++
-
-
-
dodina
+/++
-
++
-
+
bacillus subtilis
+/++
-
-
-
+
LEGENDA: Attività del prodotto: - (nessuna attività) + (debole) ++ (media) +++ (buona)
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DIFESA FITOSANITARIA DELLE DRUPACEE
Bolla (Taphrina deformans)
La bolla si sviluppa in condizioni di elevata umidità in presenza di vegetazione tenera e sensibile a
partire dalla ripresa vegetativa. Il rischio d’infezione
inizia alla rottura gemme e perdura, in condizioni
favorevoli, sino alla post fioritura. Infatti, solo l’innalzamento delle temperature è in grado di bloccare il
patogeno se non ben controllato.
Il mantenimento di un’adeguata copertura in questa
prima parte della stagione è fondamentale al fine di
evitare gravi infezioni. La strategia difesa va poi ri- Fig. 3 Foglie colpite da bolla
presa con un intervento alla completa caduta foglie
in modo particolare laddove la presenza del patogeno sia stata elevata nel corso dell’annata.
Pertanto, la strategia di difesa da attuare dovrà essere puntuale e realizzata secondo le
indicazioni della tabella sottostante:
STRATEGIA DI DIFESA PREVENTIVA
PERIODO
D’INTERVENTO
RACCOMANDAZIONI
Intervenire nei seguenti periodi:
a completa caduta foglie
rottura gemme
calice visibile/bottoni rosa
Temperature al di sopra dei 25 - 28 ° C interrompono la patogenicità
del fungo
E’ necessario che l’atomizzatore sia ben tarato al fine di
garantire la corretta bagnatura nelle parti più alte delle
piante
Non sono disponibili prodotti curativi. Si consiglia
pertanto, in caso di gravi infezioni, si dovrà procedere
all’eliminazione e alla distruzione degli organi colpiti
Tab. 3: Prodotti e dosaggi consigliati nei trattamenti invernali
P.a.
Prodotto
Dose a hl
(ml – g/hl)
Dose
a ha
Attività
collaterale
ziram*
Crittam ecc
200
3
Corineo
tiram
Pomarsol 80
WG ecc
200
3
Corineo,
Monilia
captano
Merpan 80
wdg ecc
300
4.5
Corineo
dodina
Syllit 65 ecc
100
1.38
Monilia
rameici
Vari
(rame metallo)
100 - 125
-
Batteriosi
Limitazioni e Note
Tra tiram, ziram e captano
sono consentiti al massimo
3 interventi all’anno. Tiram e
ziram: sostanze in alternativa
tra di loro le quali possono
essere impiegate al max di 2
volte l’anno.
Al max 2 interventi l’anno
Max 4 trattamenti all’anno in
vegetazione
*attenzione all’etichetta del prodotto, alcuni prodotti (es. Triscabol dg) possono essere impiegati 1
sola volta all’anno!
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DIFESA FITOSANITARIA DELLE DRUPACEE
Oidio (Sphaerotheca pannosa)
Questo patogeno necessita sempre di una particolare attenzione, specialmente, nelle annate più secche e ventose. L’oidio colpisce principalmente certe zone del territorio con maggiore ventosità mentre in altre è meno presente, inoltre, la
componente varietale gioca un ruolo importante in quanto è
noto che alcune cultivar (Amiga ecc) risultano maggiormente
sensibili. Anche contro questo patogeno la difesa preventiva
rappresenta la strategia di difesa più efficace reintroducendo
lo zolfo che rappresenta sempre una valida alternativa anche rispetto ai prodotti più recenti. La strategia di difesa va
diversificata a seconda della sensibilità zonale distinguendo
gli appezzamenti ad alto – basso rischio:
Fig. 4 Oidio su frutto
STRATEGIA DI DIFESA PREVENTIVA
APPEZZAMENTI AD ALTO RISCHIO
APPEZZAMENTI A BASSO RISCHIO
 eseguire un ciclo di 2/3 trattamenti a partire
 eseguire 1 intervento specifico tra la
dalla fase di sfioritura, intervenendo ogni 10
scamiciatura e l’ingrossamento dei frutti
– 12 giorni
 Utilizzare lo zolfo già a partire dai primi
 anche in questi casi l’impiego di zolfo è
trattamenti post fiorali sino alla raccolta
consigliato per contenere la malattia
compatibilmente con le temperature
OSSERVAZIONI/CONSIGLI
 Eventuali trattamenti con alcuni IBE o strobilurine contro la monilia in scamiciatura risultano
altresì attivi contro l’oidio
 E’ stato osservato che alcuni IBE ampiamente utilizzati in passato (penconazolo) hanno ridotto
significativamente la loro efficacia
 In caso di gravi attacchi si dovrà procedere all’eliminazione dei getti colpiti al fine di ridurre
l’inoculo presente
Tab. 4: Sostanze attive impiegabili per la lotta all’OIDIO
Formulato
commerciale
propiconazolo
Opinion ECNA ecc
fenbuconazolo
70
3
125
7
penconazolo
Indar 5 EW ecc
Systhane 4.5 plus
ecc
Topas 10 WDG ecc
50
14
tebuconazolo*
Folicur wg ecc
75
7
tetraconazolo
Domark 40 EW ecc
100
14
ciproconazolo
Galeo
30
3
bupirimate
Nimrod ecc
50 - 100
14
boscalid +
pyraclostrobin
Bellis drupacee
75
7
quinoxyfen
Arius
30
14
300 - 600
5
miclobutanil
66
Dose
g-ml/hl
25
Principio attivo
Thiopron,
zolfo
Heliosufre, ecc.
* Max 2 trattamenti all’anno
Carenza
Limitazioni e note
14
Con i fungicidi IBE non si
possono effettuare più di 4
interventi nel corso dell’annata
indipendentemente
dall’avversità
Max 3 interventi
con le Strobilurine
indipendentemente
dall’avversità
Max 3 interventi l’anno
Azione collaterale su eriofide
e monilia
DIFESA FITOSANITARIA DELLE DRUPACEE
BATTERI
Maculatura batterica (Xanthomonas arboricola pv. pruni)
Nell’ultimo quinquennio, la patologia in questione è divenuta sempre più presente sul nostro
territorio determinando danni significativi alle produzioni. I sintomi si manifestano in campo ad
inizio estate e, se persistono condizioni predisponenti, progrediscono sino alla raccolta. Come
noto si tratta di un batterio termofilo che predilige umidità e temperature medio alte nel periodo
estivo: 3 giorni consecutivi d pioggia con temperature medie di 14-19 C. Tali condizioni ambientali si sono verificate nel corso degli ultimi anni favorendo quindi la diffusione della malattia in
diversi pescheti. Oltre al clima esiste una sensibilità varietale evidente, infatti, alcune cultivar
risultano storicamente più colpite, in particolare il gruppo Lady (pesche).
Come altri batteri, lo Xanthomonas a.p., presenta una elevata possibilità di diffusione, sia attraverso l’azione del vento sia l’azione inconsapevole dell’uomo e precisamente, potature e
passaggi con le macchine in particolare con l’atomizzatore.
MISURE DI PROFILASSI
✓N
el passaggio da un appezzamento infetto ad un altro ancora indenne, vanno adottate tutte
quelle attenzioni normalmente consigliate per la prevenzione di batteriosi e cioè pulizia delle
macchine e disinfezione degli attrezzi da taglio
✓N
on eccedere nelle irrigazioni così come negli apporti azotati
DIFESA
Contro questo batterio non esistono prodotti curativi e gli stessi rameici su pesco, se applicati
in vegetazione, in tempi più o meno brevi evidenziano un azione fitotossica. Di conseguenza
l’applicazione di questi ultimi, dovrà essere riservata all’autunno e alla ripresa vegetativa periodo in cui il batterio riprende la sua attività e si moltiplica. Se perdurano le condizioni di pioggia e
umidità potrà essere necessario un ulteriore ciclo d’interventi con formulati a basso contenuto
di rame e di comprovata selettività.
Fig. 5 Foglie colpite da Xanthomonas spp.
Fig. 6 Maculatura batterica su frutto
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DIFESA FITOSANITARIA DELLE DRUPACEE
INSETTI
Cydia molesta
Il metodo della confusione sessuale sta alla
base della difesa contro la Cydia del pesco in
tutti i pescheti piemontesi. La popolazione di
questo insetto, grazie all’impiego della confusione, ha subito una decisa contrazione negli
ultimi e la lotta al fitofago è divenuta più agevole, anche nelle zone notoriamente più a rischio.
Danni alla raccolta non sono più stati segnalati
negli ultimi anni, se non in qualche pescheto
fuori confusione, e la strategia di difesa consigliata nelle seguenti tabelle rimane invariata
anche per il 2015.
Fig. 7 Frutto colpito da Cydia molesta
Tab. 5: Strategie di difesa in appezzamenti protetti o fuori dalla confusione
METODO DI
LOTTA
MEDIO/ELEVATO RISCHIO
I generazione
Applicazione
dell’ovicida
(triflumuron)
prima dell’inizio
dell’ovideposizione
o dell’ovolarvicida
(Coragen) ad inizio
ovideposizione
FUORI
CONFUSIONE
Successivamente
eseguire
l’applicazione
del larvicida
(Fosforganici,
Affirm, Laser,
Steward ecc)
all’inizio della fase
larvale
II generazione
BASSO RISCHIO
I generazione
Applicazione di
Applicazione
Applicazione di
Coragen se non
dell’ovicida
Coragen se non
utilizzato in I GEN,
(triflumuron)
utilizzato in I GEN,
o MAC (Prodigy) o
prima dell’inizio
o MAC (Prodigy) o
thiacloprid (Calypso) dell’ovideposizione thiacloprid (Calypso)
ad ovideposizione
o dell’ovolarvicida
ad ovideposizione
iniziata, come
(Coragen) ad inizio
iniziata, come
indicato dal modello
ovideposizione
indicato dal modello
previsionale
previsionale
Successivamente
eseguire
Successivamente
eseguire
l’applicazione
del larvicida
(Fosforganici,
Affirm, Laser,
Steward ecc) al
raggiungimento del
picco del volo o da
segnalazione del
modello matematico
dell’inizio fase larvale
l’applicazione
del larvicida
(Fosforganici,
Affirm, Laser,
Steward ecc) sulla
base del controllo dei
germogli e frutti
Pre-raccolta:
eventuale
applicazione di
prodotti a base di
spinosad (Laser
ecc) o bacillus
thuringensis (vari)
CONFUSIONE
SESSUALE
68
Data l’applicazione
ormai ripetuta
negli anni della
confusione
su questa
generazione non
è più necessario
l’intervento
II generazione
Applicazione
di triflumuron
prima dell’inizio
dell’ovideposizione
o Coragen o
MAC (Prodigy) o
thiacloprid (Calypso)
ad ovideposizione
iniziata, come
indicato dal modello
previsionale
Di norma non sono
necessari interventi
se non in presenza
di punte cidiate (>
3 %). In questi casi
intervenire con un
larvicida.
Non dovrebbero
essere necessari
altri interventi salvo
diverse indicazioni
derivate dai risultati
dei campionamenti,
preferendo nel caso
l’applicazione, ad
inizio II generazione di
Coragen o Prodigy o
Calypso
DIFESA FITOSANITARIA DELLE DRUPACEE
Tab. 6: Agrofarmaci da impiegare nella strategia di difesa da Cydia molesta
OVICIDA
Principio attivo
Prodotti
Dose
cc/hl
Carenza (gg)
Epoca di
applicazione
triflumuron
Alsystin
25
14
Prima dell’inizio
dell’ovideposizione
I – II GEN
metossifenozide
Prodigy ecc
50
7
thiacloprid
Calypso
25
14
clorantraniliprole
Coragen
20
14
clorpirifos etile
Dursban 75 WG
ecc
70
30
clorpirifos metile
Reldan 22 ecc
200
15
fosmet
Spada WDG ecc
250
28
emamectina
benzoato
Affirm
300
7
etofenprox
Trebon Up
50
7
indoxacarb
Steward
16.5
7
Laser
30
7
Success ecc
100
7
Costar WG ecc
100
3
OVOLARVICIDI
LARVICIDI
spinosad
bacillus
thuringensis
Inizio
ovideposizione
della I e II GEN
Schiusura uova –
larve giovani di I
e II GEN
Inizio
ovideposizione
in I o in II GEN
(non più di un
applicazione
all’anno)
Su larve giovani
di I GEN
Su larve
giovani di II e III
generazione
Anarsia lineatella
La presenza di questo carpofago si è ridotta significativamente nel corso degli ultimi anni su
tutto il territorio piemontese. Tuttavia, i controlli visivi e la lettura delle trappole a feromoni vanno mantenuti al fine di evidenziare eventuali ritorni dell’insetto in modo particolare negli areali
a maggior rischio. Si sottolinea, che la difesa contro l’Anarsia non è generalizzabile per
tutti gli appezzamenti, ma solo per quelli storicamente colpiti!
STRATEGIA DI DIFESA PREVENTIVA – ZONE A RISCHIO
Trattamento con fluvalinate (Klartan, Mavrik
ecc) prima della fioritura su larve svernanti.
Trattamento insetticida sulle larve di prima
generazione (inizio - metà giugno).
CONFUSIONE SESSUALE
Anche per questo lepidottero è possibile l’applicazione della confusione sessuale (vedi
capitolo confusione sessuale e disorientamento) che oltre a garantire un’ottima efficacia
evita il ricorso a trattamenti insetticidi nel corso delle generazioni estive.
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DIFESA FITOSANITARIA DELLE DRUPACEE
Afide verde (Myzus persicae)
L’afide verde rappresenta sempre uno dei fitofagi chiave del pesco. Oltre ai danni sui frutti
questo afide è uno dei vettori responsabili della
diffusione del virus della Sharka e nelle zone in
cui siano presenti dei focolai risulta molto importante mettere in campo una difesa efficace.
La strategia di difesa consigliata negli ultimi
anni, con un primo trattamento pre fiorale, e
una successiva ribattitura alla caduta petali
ha permesso di limitare al minimo la presenza
dell’insetto e relativi danni. Tuttavia, in alcuni
pescheti si sono verificati delle reinfestazioni
estive che hanno richiesto un ulteriore intervento di chiusura. In quest’ottica si segnala
che in diverse realtà sono segnalate delle re- Fig. 8 Danno da afide verde
sistenze a carico di alcuni p.a. (in particolare
neonicotinoidi) e si consiglia pertanto l’utilizzo alternato dei p.a. disponibili diversificando in
questo modo il loro meccanismo d’azione. ATTENZIONE: i p.a. neonicotinoidi imidacloprid,
thiametoxan, clotianidin non potranno più essere utilizzati prima della fioritura e il loro
impiego sarà possibile dalla caduta petali in poi.
STRATEGIA DI DIFESA
PESCHETI AD ALTO RISCHIO con danni nella
stagione precedente o presenza focolai di
Sharka
PESCHETI A BASSO RISCHIO
Intervenire in pre fioritura (calice visibile – bottoni
rosa), utilizzando una delle seguenti sostanze
attive: flonicamid (Teppeki), pirimicarb (Pirimor),
acetamiprid (Epik).
Eseguire un trattamento tra la fase di rottura
gemme e calice visibile utilizzando una delle
seguenti sostanze attive: flonicamid (Teppeki),
pirimicarb (Pirimor).
Ribattere il primo intervento in post fioritura,
utilizzando i p.a. in precedenza citati o un
In post fioritura valutare attentamente la
neonicotinoide (imidacloprid (Confidor ecc),
situazione presente nell’appezzamento
thiametoxan (Actara), acetamiprid (Epik), clotianidin
(Dantop) o spirotetramat (Movento).
REINFESTAZIONI ESTIVE
In caso d’infestazioni estive, sulla base dell’esperienza maturata, si consiglia di eseguire un trattamento
a base di flonicamid (Teppeki) o spirotetramat (Movento).
RACCOMANDAZIONI
 Evitare condizioni di lussureggiamento.
 Porre molta attenzione all’utilizzo dei neonicotinoidi dato il loro impatto sulla
artropodofauna utile e per il rischio di sviluppare popolazioni resistenti!!!
70
DIFESA FITOSANITARIA DELLE DRUPACEE
Tripidi delle nettarine
(Taeniothrips meridionalis - Thrips major)
I danni da tripidi sono spesso visibili nei bins al
ritiro della merce nei magazzini di lavorazione.
La presenza di un danno da tripide è spesso
legato ad una non puntuale strategia di difesa.
Infatti, eventuali errori di posizionamento dei
trattamenti, sia prima della fioritura sia prima
della raccolta, possono favorire gli attacchi del
tripide con un danno evidente allo stacco dei
frutti. I momenti chiave per intervenire sono
indicati nella tabella sottostante e per la loro
validazione risulta fondamentale eseguire
della opportune battiture che evidenzino la
presenza dell’insetto:
Fig. 9 Frutto colpito dai tripidi
STRATEGIA DI DIFESA PREVENTIVA – ZONE A RISCHIO
PRE – FIORITURA
PRE-RACCOLTA
(20 giorni prima dello stacco dei frutti)
Intervenire con un p.a. appartenente alla
famiglia dei piretroidi:
fluvalinate (questo p.a. non è previsto
per la lotta ai tripidi nel disciplinare
PSR ma contro Anarsia).
alfacipermetrina (Contest ecc)
cipermetrina (Ciperthrin Plus ecc)
deltametrina (Decis ecc)
lambdacialotrina (Karate Zeon ecc)
Intervenire con spinosad (Laser, Tracer ecc):
questo trattamento risulta fondamentale per
le nettarine e in particolari di quelle precoci,
maggiormente esposte all’attacco dei tripidi.
zetacipermetrina (Furj ecc)
betacyflutrin (Bayteroid 25 ec)
Nei casi più gravi è consigliabile intervenire
nella fase di scamiciatura anche con
clorpirifos - metil (Reldan 22, ecc).
RACCOMANDAZIONI
Si ricorda che i piretroidi possono essere utilizzati esclusivamente prima della
fioritura e che nell’ambito di questa famiglia di agrofarmaci il fluvalinate risulta il
meno impattante per i pronubi
Per le pesche i trattamenti contro i tripidi non sono necessari!
71
DIFESA FITOSANITARIA DELLE DRUPACEE
MIRIDE
I pescheti storicamente più colpiti sono quelli adiacenti colture cerealicole/orticole. Il miride, in
prossimità della maturazione dei frutti, passa dall’ospite primario al secondario, determinando
danni evidenti. Si consiglia quindi di monitorare attentamente la popolazione con frequenti
retinaggi nell’interfila a partire da fine maggio – inizio giugno proseguendo fino alla prossimità
dello stacco dei frutti. Per quanto riguarda la strategia di difesa, valutato il grado di pericolosità dell’appezzamento, si consiglia di pianificare un trattamento insetticida con etofenprox
(Trebon UP) appena evidenziala la presenza degli adulti. Si ricorda che questa sostanza attiva
è l’unica prevista dal disciplinare regionale nella lotta ai miridi.
LE BARRIERE ANTI - INSETTO
Una valida alternativa ai trattamenti consiste nella costruzione di una barriera fisica avente lo
scopo d’impedire l’ingresso dei miridi nel pescheto. Si tratta di una rete antinsetto (maglia 1.4
x 1,7 mm) applicata sui lati del pescheto adiacente a potenziali vie d’ingresso dell’insetto a
completamento della copertura antigrandine esistente. Le prove CReSO – Università di Torino
(DISAFA) hanno dimostrato un’ottima efficacia. Dati i buoni risultati, tale metodologia è
consigliabile in tutti gli appezzamenti a maggior rischio!
Fig. 10 Danno da miride
72
Fig. 11 Barriera antinsetto