Tetrakis - da israele a rocca di mezzo

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Tetrakis - da israele a rocca di mezzo
TETRAKTIS DI PITAGORA
L’avverbio greco Τετράκις o Τετράκι (laconico) significa quattro volte (four times) ed equivale
al latino Quater.
Il suo significato crittato principale è inversione polare quaternaria del Pianeta Terra.
Ma un altro significato crittato non meno importante è Quadripolo Q4, dalla sigla CU e il
numerale greco τέτταρες (τέσσαρες).
Era il Quadripolo delle Piramidi Egizie, il Tetragono Pentagono o Pentrum (πέντε + τέαρα =
πεντήρης), in India conosciuto come Tantra (dal greco τετρᾶς, τετρᾶντος, latino quadrans) o Indra
(dal greco dal latino hydra, greco ὕδρα, derivato di ὕδωρ, acqua).
Indra o Indira è parola composta da India e Iran, ma Iran è il Ra-Y generato dalla eNe (N è il
simbolo dell’Energia per antonomasia).
Di conseguenza l’India era uno dei Regni di Ra, raggiungibile attraversando l’Iran, l’Afghanistan
ed il Pakistan: Indiran.
Tuttavia la vera India non era il paese degli indiani bensì il Pakistan, cioè la terra di Pekin o
Pakin (Pechino).
L’attuale India, nonché gli altri paesi dell’Estremo Oriente, erano sottoposti all’Impero Cinese,
governato dai Nipponici.
Durante l’età delle Piramidi Nipponici e Cinesi erano la stessa cosa, erano la razza dominante nel
paese del Sol Levante, famigerata per essere una razza di cani feroci: the nipping dogs.
La Cina era il terrore dell’Occidente in quanto vi si consumava la Tarta o Torta dell’Anitra o
Anitra all’Arancia.
Era per questo motivo chiamata paese dei Tartari o Tatari.
I Greci definivano l’orrore cinese, non dissimile da quello egizio, Tartaro (Τάϱταϱος).
Indra è T-intra “dentro la Terra è Ra”, “dentro la Terra è Y-door”.
Tata deriva da Tatar, che a sua volta deriva da Tartar.
Da tar-tar deriva tortura, parola che, prima ancora di assumere il significato di sevizia, possiede un
significato scientifico, che è quello di giro, rotazione.
Tortura è parola composta dal bisillabo tor-tur, da cui deriva il termine tour, giro.
Nella forma tor-tor o tur-tur la sigla significa doppio giro inverso della T (
Si ha quindi TT–UR cioè e, che significaTT-G-YRO (Giro del Geo-Magnete o Giro
del .
Nella variante Tar-tar la sillaba Tar sta per Ter e Terra.
Terra deriva dal greco τέτταρες, τέσσαρα, Terra Quadrans, quadripartita in 4 settori.
Metà Terra è τρεις, mentre il pianeta intero è Otto perché Tre I + Tre I dà 8 rotante o quadrante.
La somma delle due metà τρεις dà Seis (Sais), che è la Terra Rotante ().
La Terra Rotante è anche la Terra Tornante o Turnante (NZ cioè NaZista).
La somma dei due numeri terrestri 4 e 3 dà Septem, essendo i 4 settori altrettanti sette.
I 4 settori o 4 sette moltiplicati per 7 danno 28, cioè 2 + 8, che dà 10, nella numerazione romana X.
La Terra, metafora della fecondità femminile, è tierna (sp.), tenera e tenue, e tiene in grembo X,
cioè TEN-RA o XI-RA (χείρ).
La I-man-O o Y-man-O cioè la χείρ è la tempo stesso πεντα ed il contrario di πεντα ed è il figlio
androgino della luce: Φαέϑων o Φώς, Φωτός.


Nella numerazione araba πεντα è S, cinque, scritto dagli spagnoli Cinco e pronunciato Sinco.
Cinque + cinque, cioè S + S, dà Otto simbolo del Feto (fēto, fētas, fetavi, fētāre), del Fante (fetatus)
e di Fetonte, nella religione cripto ebraica di Gesù Bambino (S-otto, Jew S-otto, S-height).
La Terra all’interno è Vter, feconda di energia, e ter-N-a, cioè in-terna ed ex-terna, produttiva di
bambini (fattrice)
Essa tur-N-a o tor-N-a, cioè ancora gyra (G-ira) e girando brucia (G-ura).
Il latino interno deriva dalla formula I-N-TRA o I-N-TER resa nella lingua indù come INDRA,
contratta in INDIA, e nella religione criptoebraica come INRI (ENRI).
La Terra è la casa della e-N-e (energia) girevole, simboleggiata dalla Svastica, ma la vera Sola
Svastica del sistema Solare, quella che pyra è il Sol, il -monos, il Demonio.
Il verbo virare e pyrare (to fire) hanno una comune origine da πυρά, πῦρ (pyra).
Nella variante di Tartar si ha sempre la lettera , che significa svastica girevole
e  che è il simbolo della rotazione e può essere , , .
La T e la  (Taurus) o, all’inverso, la e la T (Rota) sono il Rotor, elemento, come noto,
mai disgiunto dallo Stator: Iovis Pater, cioè la Vis di Y-P-Ter, è Iovis Stator e Iovis Rodius.
La  e la  cioè la lala svastica 卐 o 卍, e il 6X) danno la l’ o l’Ars, artis, che è
la tecnica dell’arcŭāre (rŏtāre) il T o To per poter ardēre (financo the hard rock) o cardare (nel
senso di cardio-ritmazione del Kαρδία o Hard-Core per produrre onde d’urto di tipo tettonico o
esplosivo).
Nella mitologia il concetto è incarnato dai mostri Scilla, cioè Scintilla, e Cariddi, cioè Kαρδία.
CARDO
KDRDO
καρδία
Ka-ra
KO
carac
O
ola -wave
KO
L
La coppia ἀρης/ἔρως (aretè/ariete - erotòs/fire) è la coppia dell’Ars in Ara (ἀρά/ἀρή cioè in Area
Energia o Centrale Energetica (
L'Ares è l'Ariete o il Mares (Mars) che marcia e sbriciola, l’Eros è l’e-rotos, il -rotos ferox cioè the
fire.
Nell’Area Energia A-ρέω dà Eρως o Ερυθρός (il greco APES, plurale del latino APIS, dà il greco
EPOS e il latino Epos).
Il risultato dell’ars del Quater è detto Ater (atra, atrum), che è l’equivalente dell’italiano Tetro,
da Tetras (tetradis): poteva essere l’oscuramento climatico o la carbonizzazione del territorio
(τετρα-, beotico πετρᾰ-, thessalo πετρο-).
Il risultato del cars o cors (cart o chariot) fu definito catastrofe (κατα-στροϕή), per dare l’idea
dell’upset degli elementi della natura, o calamità, in quanto il car è composto da ruote, camera e
cama girevole (rayo de la rueda).
La Pietra Nera è il Lapis Niger della Roma arcaica, pietra angolare della fondazione di Roma,
rappresentativa di un concetto risalente all’Epos dell’infinita guerra alla Troia Egizia o Prima
Roma (Priamor o Priamus).
La CU o Q-αὖθις cioè la καῦσις (la Qasa, la Gaza, Giza) è il Quasar che, alla stessa maniera del
Quasar Sol, è καύση (καυσόω), ma è anche è causa del cassare o quatere la casa (scasamento o
squassamento dell’onda sismica).
Il verbo καίω (kauo o kavo) deriva da Xaos, che è l’Os (Oxirinco, l’Osiris Rincòn) generatore di
Kα, ed è analogo morfologicamente e semanticamente al verbo, κυω, κυεω (kydeo), chiodo e
chiudo (k-yudeo) e, quindi, spengo la vita, annerisco.
Il primo deriva da una radice ka, il secondo da una radice ku, da cui deriva il verbo latino cūdo,
cūdis, cudi, cusum, cūdĕre, battere, pestare, che, preceduto dalla preposizione in, dà incŭtio,
incŭtis, incussi, incussum, incŭtĕre, assestare colpi o percuotere sull’in-cudine.
La percutio o percussio della cutis era lo $-cutum, in inglese “the cutter of the cute” o “the cutter
of the cute sion: cushion”.
L’incudine, incus, incudis, era presso gli antichi Egizi la eNe-Cu-T o eNe-Cu-, la eNe (energia)
che passava la cutis senza possibilità di respingerla con uno scutum (escudo): the cutter trafiggeva
the cute.
Lo scutum (S-ku) era il sinus–cutis che penetrava the soft cushion.
28
2+8= X
II + 8 = X
8+8=16
MOUSE
G
ISIS
INKUDINE
KUBOS
Generator
Q2 o QD
Megas
MEGAS
IN Q DUO
Kardias
IN Q DYO
Cardine
IN Q DIO
Incudis
La lettera beta B è data dai petali del Fiore divisi a metà
Essi sono anche un doppio otto e due S contrapposte
Da Q deriva Cut e Cat, da AQ deriva Aquila e Aquileia, l'antica Udine (incudine)
Udine era la Y-Dinamo della città di Aquileia (Oudin, Odino)
La Yo-Din è la proiezione modulabile dell'Atlas Energy
La Conca
YO o IO in X
KUBOS
cubo
KU-BWMOS
cibus
X-BOS
civis
chivo
I Greci lo chiamavano σχισμός ed i Bizantini skiadon, termine da collegarsi a σκινδαριον e a
scissor, che presenta la stessa radice etimologica - di ski, sky, skin o di scindo, scuarcio, guscio,
uscio etc..
Gli ebrei lo chiamarono Sion (nell’ebraismo ortodosso, da non confondersi con l’ebraismo ariano, il
Sionismo è l’aspirazione ad impossessarsi dell’energia stupefacente, Stupor Mundi, appartenuta ai
popoli di Davide e Golia, dei quali erano stati a lungo vittime, oltre ad essere l’aspirazione, di tipo
vendicativo-cautelativo, ad impadronirsi delle loro terre)
QUBO
kubos
Sphaira
spara
ὀκτώ
DOME OF
THE ROCK
360°
Sa turno
Pi a neta
missile
mus
SATURN EARTH ENERGY
sau tau r n
SAURUS TAURUS
VA
EVAE
Penetrare deriva da πέντε cioè pen-ταῦ dove la S è il numero 5 (pente).
La N era prodotta dal currus o carrus, il Q-ρέω (in latino Cura del Curete, del Quirita o alQurʾān).
Si potrebbe dire, con una perifrasi, che il currus curetta, curta, il carrus invece “quarta la carta” o
curta the tail o the tile (curtail o cartello).
Chi utilizzava la Causa per l’Olocausto (καίω) era il C-asarus (Caesar o K-zar), il N-asarus
(Nazarius), il L-asarus (Lazzarus o Lazzarone).
Il CU-τέτταρες è il Cutter o, in breve, The Cat che azzanna The Mouse, il Missus O (Miss o
Miss-tres, μῦς o μοῦσα μυέω in the Cor-N).
Nel linguaggio crittato anglosassone la Tata indiana è <<the cockney cleaning woman>>, cioè
l’uomo indiano e, meglio ancora, il cinese dell’ethnic cleansing.
Egli è l’uomo del tattoo, della matricolazione degli schiavi bianchi e della loro meteorizzazione
(mater o meter).
Il termine inglese tattoo deriva dal verbo latino tango, tangis, tetigi, tactum, tangere, da cui
deriva anche tangle e intangle.
Tango è composto da T-ango, cioè da T-ank, che, al di là del significato scientifico, significava
intagliare, mettere in the cross o into the angles gli angeli (The Angels or The Eve-Angels).
Il Cu+τέτταρες era un apparato polifunzionale o polivante, in grado di provocare movimenti
tettonici, di modificare il clima terrestre, di surriscaldare e bruciare la superficie terrestre, di
lanciare folgori o saette esplosive su obiettivi geografici puntuali.
La τετρακτύς, tetraktis, di Pitagora era ἡ τέτταρες ἀκτίς, The Ra-Y, e l’Αττική, l’Attica, era la
Terra del Ra-y riservata al ἀκτίς G-ἄλλος, al Lac G-alius (G-ulius, G-ylius, G-ilium o G-ilĭŏn).
Il Latte Gallo era il giovinetto γαλακτικός e la giovinetta γαλακτική che, al termine del
procedimento distruttivo, diventavano neutro γαλακτικό.
L’Attica delle Greges, cioè la Grecia (Grex), fu chiamata dai Romani Latium, omettendo la lettera c
di Lactium, termine corrispondente a  ἀκτίς.
Il Latium o Lata Terra era la Magna Mater, famosa in tutto il Pianeta e temutissima per essere la
sede della M-ater cioè del Magneter destinato al P-ater, il Pathos o il Pato o la Pta (puta, putra,
budda).
Venne chiamata anche Paganica, cioè Terra dei Pagani, impacchettatori e spaccatori dei Paggi.
Gli schiavi vennero chiamati paggi perché erano pigeons, pico euntes, o in inglese pageants,
paginae o in pace euntes.
La pagina, in inglese The Page, era la casa [RA]PAX, the Bag of the Bug[ly].
Coloro che utilizzavano The Bag erano The Burglars, i Bulgari.
Essi erano i tenutari del Borgo (Burg) del ῦρ o Focolar (Porcari).
Consideravano le loro vittime ugly bugs, cioè porks (purks o burkas), purificandi nel πῦρ-kasba o
πῦρ-casa (kaba), dove li attendevano the forks (le lingue di fuoco del Serpente) e dove sarebbero
diventati the bulge, sinonimo di bulk e dello spagnolo bulto (nella toponomastica Belgium).
Il bulto era sia il risultato del trattamento “in the bag” sia la stessa Bag, vista come un bulldog, un
feroce cane-toro fumante (il torcan, turkan o tarkhan, il torchio turco, dal verbo latino torqueo).
The Bull era The Ball o The Pall, The Bell o The Boll, il congegno dove la vittima bolliva (sp.
ebullicion) e fumava così come fumano le nari di un potente toro nero (νεκρός o νέκυς).
Vi entrava spennata come un pollo e ne usciva pool, cioè πού[ς]λύσας o πολιό[ς]μέλι, lues, lilium
o Iulius.
The Bag era la gabia, the cabin o the cabinet, l’[eu]gubium, la giubba, il giubb-otto o gabbiotto, il
cubo, il caboto etc.
The Bag era The Bag–Dad, la Borsa del Papa e dei Patres.
Il Papa era il Pa[ter]Pa[ter], il πάππας πατήρ,, cioè l’Vter o l’V3 elettro-magnetico-nucleare.
Poteva essere chiamato anche X-V-T-N o X-V-(incudine), il X-VTER o AQ-VTER (in
spagnolo Quito, A-Quito o, gergalmente, El Condor).
Ma, oltre ad essere uno dei peggiori strumenti di morte, The Bag-Dad era Il Pago, cioè il luogo di
ammassamento e detenzione dei Paggi o Pagi.
La capitale iraquena, Bagdad, era evidentemente un enorme Pagus allo stesso modo della città
turca di Bursa (antica Prusa).
I Pagi tenuti nel Pagus erano in attesa del pagamento (Vicus o Vitium).
Il Magneter era il sistema tecnologico realizzato dagli antichi Egizi, alimentato con:
-
elettromagnetismo terrestre (magna-ter-m)
-
energia solare (S-ὅλος o S- ἁλς, S- ἁλός)
-
energia nucleare (φύσις).
I minerali radioattivi erano cavati dalle miniera della grande Nigeria sud-occidentale.
Il magnete di MAGNESIA MEGARA, il MAGNE-TER-M o MEG-ARES funzionava sfruttando le
correnti elettromagnetiche terrestri
Mαγνήτης ίθος
Logo emblematico della D.I.A
La Tετρακτύς (Pentrum, Pentaedro o Piramide-Pentagono) e la Πυθαγòρας (disco aton di
superficie) assorbivano l’energia dell’elettromagnete terrestre riuscendo a convogliarla su
determinati obiettivi territoriali, anche se posti oltre la linea dell’orizzonte o addirittura nell’altro
emisfero del Pianeta.
Erano motori o generatori magnetici.
Utilizzando sempre il magnetismo terrestre gli antichi Egizi avevano raggiunto la capacità di far
levitare i corpi e gli oggetti: -vitis è la spirale a vite
 o tral[ic]cio di vite.
L’energia impiegata a tale scopo era la ELE-VIS o ELE-VEN
L
Vector
Levis
Eleven
V
Gevis
Geo-Vis
Vector
LV N
A
$ON
ONS
eleven
once
La Πυθαγòρας era – al di la del suo significato secondario di puteus o puteolus – l’ἀγορά ἄγει
ρόδον (ἀγείρω, a-gira o e-gira), il disco ora radiante (l’Orologio di Ra o semplicemente Oro).
Si trattava di un motore volano immobile.
Era The Gear o la Egira, la έρων di Caronte: i dischi aton erano gli “occhi di brage” del famoso
Diavolo dantesco usati per il διαβάλλω.
Il Diavolo era chiamato anche Baal proprio per la questione del διαβάλλω (dia-baal, διάβολος,
diablo).
ιαβάλλω significava per un verso abballare o avvallare il debilis nel caballo o cavallo, per altro
verso avvalersi del binomio Ball e Bell (Baalbel cioè Babel o Baalbek con l’aggiunta del beak,
allegoria del traietto curvilineo).
La parola inglese Bell deriva da φαλλός attraverso Phell, Fall/Fell/Hell e va interpretata unitamente
a Ball, palla.
Il significato del binomio era:
- The Bell   in the Ball  o nel Bollo  della Bolla , cioè il Volo nel B–olo, B-ὅλος (4B).
B
- la Pietra nell’O-bolo (oblò) di S. Pietro, il P nella PA, il Volo (avis o ave) nell’O-vulo, in the
Ring-Bell.
The Ring-Bell è però anche:
- la Campana o Capanna (Cabana), metafora della metà del Globo terrestre quadripartito con il
nucleo centrale batacchio o battocchio (bastone e occhio) e la traiettoria “a campana” di Ra[y] che
sale dal centro del Globo terrestre.
ARTH
- il Fallo di Maria o Cupidus
ana
filo
f
cum pain
campana
compaña
O
bell
de eros
pen/pan
O
figa anaos
anas
Famoso è il proverbio “Apelle figlio di Apollo fece una palla di pelle di pollo, tutti i pesci vennero a
galla per vedere la palla di pelle fatta da Apollo figlio di Apelle”.
Abele “cainizzava” i polli usando come arma di ricatto la A-Bel per farsi consegnare gli A-polli
presso il IA--ball o -jawoll-en (Mito del Minotauro).
In dialetto “abballe” significa “ad vallem” cioè “ad Vallum” o “to the Wall” (Al Muro del Tempo).
I Rivoluzionari francesi chiamarono The Gear la Gironde, chiamando invece Jacob la Dome del
Reattore Nucleare, la -Home (Jobbe, Job o la Gobba).
La parola inglese Cob-Web può essere riferita sia alla “cobaltizzazione” di vv-Efebo, sia al globo
geografico “arabile” da Ares/Eros (The Web), cioè “erotizzabile” dalla loro Coba Alta, The Dome.
Nella toponomastica il concetto è contenuto nel nome Copacabana (copa-cabaña) attribuito a due
località, una in Brasile e l’altra in Bolivia.
Quest’ultima località Inca è importante perché rimanda alla mitica Isla del Sol cioè alla Cina,
toponimo anagrammato di Inca (La Nuestra Señora, La Virgen de la Candelaria de Copacabana).
AQ ter
vertical
copa
cabana
radial
motor
1
masculus o maiusculus
verso la mina minus
5
2
4
3
3
foemina
4
2
5
15
1
μνᾶ
plus verso il polo (LuS)
-15
folgore
mantello
magma
cero
nucleo
tettonismo
erotismo
climatismo
nucleo
magnetico
ZERO
CERO
KAPA
κάρα
La legge fisica che governa l’elettromagnetismo terrestre è di portata galattica, cioè governa le
galassie ed il cosmo.
È la medesima legge che presiede al microcosmo degli atomi.
È sostanzialmente la legge bipolare o degli opposti, metaforizzabile dalla dialettica maschiofemmina.
Nello stato antropico essa governa l’armonia delle rotazioni, ma in caso di conflitto la legge viene
rotta.
La rottura si verifica in caso di bombardamento esterno, come nel caso della fissione nucleare
consistente in una forza maschia che altera l’equilibrio della coppia, o di attrazione esterna, come
nel caso del magnetismo od elettromagnetismo, in cui la forza che entra in campo è di tipo
femminile.
Il nucleo delle rivoluzioni è femmina, come l’uovo femminile, e gli elettroni sono i suoi mariti.
La rivoluzione degli astri e delle galassie è cioè poligamica (nuptiae o noxa poli-gamma o poli-gemma).
Questo intendeva dire il filosofo greco Ἡράκλειτος ὁ Ἐφέσιος <<πάντα ῥεῖ ὡς ποταμός>>, la cui
esatta interpretazione è <<tutto il cosmo ruota o corre intorno ad un perno-sorgente come in un
cosmodromo>.
Il Cosmodromo è la F-onda da dove partono le navi di Ra o navi radiali (onde) e, in quanto tale, è
anche una Fi-onda.
La Fonda è:
- la Feconda o la Fattrice, la F[oemina]-elix quae facit undam.
- l’A-Matrice, Mere-trix o Madre di Atrix o Asterix, cioè dell’Asterismo Galattico
- la Me-dio-matrix, la madre della Dinamo e del Dinamismo Cosmico.
- la Metz-Mettis-Methis-Methris-Meter: la madre del Dio Prometeo che, provenendo dalla
Madre, diventa Epimeteo, pro-mettendosi al posto di Dia-Crono o Diacono.
Analiticamente l’interpretazione del nome del filosofo greco e della frase può essere:
- Ἡράκλειτος ὁ Ἐφέσιος: Hera Clito Hera Fusis Hera Fesa Facit Fantem.
-
πάντα ῥεῖ ὡς ποταμός: (ποταμός) potus amor (φῶς) currit (ῥεῖ) phantes (πάντα φάος) oppure la
fovea foranea, la fossa-foro fosfora (-oo -oo- o ὡς ῥεῖ) i phantes candidi.
Il potus amor (ποταμός) è il gorgo e nel linguaggio allegorico la Georgica Gorgona, the Gorgeous
Gorgon della Orgia G (ὀργή) da cui nasce la phyta, cioè la vita, che è la φυτος alimentata dalla
φῶς, φωτός o φύσις (fotosintesi).
E’ l’organo Elix dell’ἔργον e dell’ἐνέργεια, ma anche il Caos, cioè il X-Os o X-ὅλος, il Κως-mos
in Osmosi.
E’ la Potens Ama, Pot-Mama o Potnia Mater, la Magna Mater o Magnus Magneter: la Terra benché
definita Magna Mater è in realtà una parte infinitesimale del Magnus Turnus, il Sole, e del μέγας
(MH-gas e M-Galassia).
E’ la ρώμη del ρειν (in arabo Umar–Omar).
E’ uno dei Molini.
È nella lingua araba l’Iman, cioè l’I-mam dell’I-man: è la sempre Vergine Imene, Ὑμήν o
Ὑμέναιος, la Y-man-ναῦς, cioè la Nave N[ucleare]avis dell’Omos o dell’H[lio]omo, la sposa ad
esso perennemente avvinta e da esso perpetuamente fecondata nell’ovulo o nucleo.
ra
Y
Q
IMENE
ASS-HOLE
Nella mitologia apollinea l’Imene o Imeneo era il fiore della verginità delle fanciulle e veniva
festeggiato durante il rito delle nozze solari (flos).
Dioniso, dio del vino e dell’ebbrezza, e Afrodite, dea della bellezza notturna, erano esorcizzati
durante la cerimonia.
Dioniso era la personificazione del buio e dell’orrore, del caos e del baccano, Afrodite, era la
personificazione anch’essa delle tenebre (soprattutto africane),
Apollo era lo sposo solare e Diana, cioè Diafana, era la sposa apollinea con il suo cortèo di vergini
bianche e di fiori colorati.
Nella mitologia dionisiaca e misterica delle nozze ierogamiche Imene è un efebo o un’etera (figlia
di Apollo e di Calliope) con in capo una corona di fiori, allegoria della corona di spine.
La sposa imenea camminava in testa al corteo nuziale con l’Iman o Imam, recante una fiaccola
nuziale accesa nella destra e con indosso un velo del colore dello zafferano o maggiorana.
Il Nubile o Nubendo ed i suoi Nubiani canzonavano la Nubenda durante il corteo nuziale e durante
la cerimonia imenea vera e propria (canto imeneo).
Secondo il mito Imene perse la voce durante le Nozze di Dioniso, chiara allusione al canto tragico
del capro o del raccapriccio.
Le spose di Diòniso erano la flora per la fauna (fiori per i fauni o satiri o sileni).
Si narra che: <<Durante un'aggressione di pirati, le ragazze di Atene furono rapite, e assieme a
loro vi era un solo maschio, Imene, che era stato scambiato per una femmina.
Riuscì nell'impresa di liberare le donne e di sgominare i malviventi>>.
I Pianeti, quando hanno un nucleo elettromagnetico, ruotano intorno ad una stella e, al tempo stesso,
ruotano su se stessi.
Allo stesso modo gli elettroni ruotano intorno al nucleo, detto P–roton (), e ruotano su sé stessi.
Nel sufismo essi sono i dervisci, cioè i dardi o dardanelli della Tre-Bis-Onda (Byzantium) sul serf
(servus supplex o sufflex).
Il darwīsh doreus o Δαρεῖος è sì l’eone o ione, ma nel sufismo della σοφροσυνη egli è l’infante
ariano, the wished darling for the .
Nel caso di rottura dell’equilibrio l’elettrone liberato dal legame può assumere diverse masse e
diversi stati energetici, tra i quali anche lo stato energetico neutro (leptone, muone, fermione,
bosone etc.).
L’elettrone è un dipolo infinitesimale e, come una calamita, è avvinto al nucleo, ma per la legge
dell’attrazione/repulsione, non può staccarsene, se non per effetto di un bombardamento
dall’esterno.
Il nucleo, nel caso di perdita del suo  , per eccitamento degli elettroni orbitanti, produce photòn
(pharo – r = phaos o phos), ma nel caso di scissione o fissione () produce protoni e neutroni , i
quali   , esaurito il loro stato energetico nello spazio intergalattico, decadono in neutrini oppure
imbrigliati nel minerale diventano isotopi radioattivi, senza possibilità di fuga nello spazio.
Nel caso della rotazione atomica si tratta di rotazione sferica, in cui l’elettrone passando per ogni
punto della superficie sferica forma una nube o membrana intorno al nucleo, mentre nel caso della
rotazione planetaria o galattica si tratta di rotazione piana (planet rotation) o saturnia (sat-turn).
rotazione atomica o sferica
σφαῖρα
: area Sphinx o Sisifo cioè F-air- o Pharium di Pharo
rotazione planet o lineare
La rotazione è piana o lineare perché il livello energetico del sistema entropico è molto basso, nel
senso che il moto sferico del Sole è molto basso e lentissima è l’inversione della polarità rispetto al
nucleo dell’atomo la cui velocità sferica è infinitamente maggiore.
La σφαῖρα, la macro o micro sphera, allorché è energetica, cioè ἐν ἔργον (ἔγκειμαι), spara, cioè
partorisce (s-parit) luce (fair) sotto forma di gas luminescenti ma è in dispair o disparità rispetto al
Par(to) o Par(s) da cui proviene, cioè dalla sua Fonte o Madre.
Dalla Mater si è disparata come una S-pear, nella spes (Espera o Esperia o Ἕσπερος) dell’effetto
elastico dell’onda esplosiva.
L’onda esplosiva , cioè la O-lambda o la O-lamp (Olanda), procede dall’explosio
cioè ἐκ σύν οθος (συμπόσιον) o from the same pot (ποταμός).
Da essa deriva la E-sposa, cioè l’Esplosione o Espulsione del Phas (Parto del Phas φάος).
L’Esplosione è E-sp-loose, cioè Energy Spears Loose or Loss (?).
Il parto delle particelle, le pares partes del p[h]ar[o] o the peers of the fire, è:
- mariposa (mars-pars, mater partes, mar ποτ/).
- butterfly (to fly from the b-uter).
- far-far (farfalla luminosa), fair-fair (fata luminosa).
La pyra, cioè il parto di partes esce from the pier, cioè dalla perta, petra o penetrale: PTAH.
La pyra (τὸ πῦρ, πυρός) pura o purifica cioè sconfigge la paura o il pavor.
Il paucus, baucus o bucus produce ed emana aura od oro (phaos o phos, foto, foco, foxo o fuego
desde el ojo).
air
ares
eir
eros
r
F-elix
Κάστωρ
marrakesh
cairo
TYBE
bang Yi
ATLAS
tube
casa turnus
cast
Κάστωρ
castor
poles + - Πολυδεύκης pollux
tau
TAY ATAY
LAS
LL
S
katà laos o at-laos
Nella simbologia del Tao o dell’Atlas la luce e la notte cercano di fagocitarsi reciprocamente
rimanendo in equilibrio: phas o phaos (nascita della luce) e nephas o nephaos (morte negra).
Nella mitologia Atlas, il reggitore del Cosmodromo ed il garante della Luce (lac o las), è figlio di
Zeus e di Climene mentre secondo Platone è figlio di Poseidone e di Clito.
Atlas, Atlantis significa “at ante lac”, “ad ante iactare lucem”, “adelante lanterna”.
Il lac (lactis) è la “atelas atelante”, l’A tela (lat. telum), cioè la stella o estrela, il gas che esce dal
G-aster (nell’allegorismo italico il latte che bolle in tiella o atella).
Nella cosmogonia il lac (lactis) è munto nell’atra stalla (astra) per produrre gameti (γαμέω).
L’atra stalla (atrox stabilum) è il “letto spergamico” o pergamo per the Game of the Union (συν-ιων
o cum-unio).
Nell’antico Egitto il Pergamo è il thalămus o ϑάλαμος cioè la Sala[m] Moslem, la Sala Alĕre, the
Nursery e, al tempo stesso, la Sala ἁλς, ἁλός o Sala Nεκρόν-Nέκυς, il Nimpheo (νυμφεύω), ma con
il termine Pergamo si intendeva anche il Tela-A-mon-te (lat. telum) o Lanciasaette sferico
(Τελαμών).
L’inglese Cum è il cum-ire, il coeo dell’acumen (spermatozoo) nel camino che dà la Summa, cioè
The Sun (Sunnah).
The Cum e The Muc palpitando (balls pitando o putando) o pulpitando (pool pitando o pool
putando) insieme, sommandosi, generano The Sun Palpitation o il Sommo Palpito.
Detto in semiotica      ¤ è -ιμόω + -θυμός: dalla fimosi nasce il sumo zumo 
È l’Orange l’O-r-angel l’O-ring destrorso ovest mentre 
Il doppio Giro e la sua risultante produce il  o l’, l’, l’Ayr-Ray Burst.
Cum: γεννάω, γένος ναῦς νέου, γυνή
Muc: mu-sk e mu-k, mugio, μυκάομαι e μυχός
Nell’antico Egitto il Pergamo, Πέργαμος, è la Torre di Troia, πύργος (il Disco Aton o Aten).
Pergamena era la documentazione tecnica che ne spiegava il funzionamento: essa venne trafugata
al momento della distruzione della Città Solare.
Lo ione/eone è la particella subatomica rotante che percorre una distanza circolare potenzialmente
infinita, salvo rottura della sua circonvoluzione per eccitazione: extra-citare o extra quitar o ex
quatere dalla sfera.
Il nome latino dello ione era aeon, aeonis e in greco αἰών, αἰῶνος.
Per Mar Ionio si intendeva non solo l’Egitto ionizzatore ma anche l’Universo, parola latina che
significa non solo Senso Unico ma anche <<ad Uno o all’Unità -verto>>.
L’Universo o Cosmodromo è 1-2-3 o σεισμός.
I primi tre numeri greci possono essere interpretati nel seguente senso: ει, μια, εν, cioè esce mila
energia, δύο divisa, esce τρεῖς τρία,
cioè energia rotante  (le prime tre dita della mano
simboleggiano la rotazione del cosmo, della galassia e dell’atomo, the Crest or the Christ), in attesa
della Conversio nell’Uno, dell’Uno--vertere.
In base alla triade pitagorica uno, due e tre si può scrivere che “esce --γυνή, cioè energia dalla
gun-γυνή, esce ἀνήρ γυνή, ἀνὰ  dalla gun-γυνή.
La  o HN (Hλιος ἐνέργεια) è simboleggiata dalla Svastica rotante
La mia o mila o miliaria è il miglio o the milk
La parola ione deriva dal participio presente del verbo greco εἶμι, che è ἰών, ἰοῦσᾰ, ἰόν e dal
participio del verbo latino ire, che è euns, euntis.
Gli ioni tomizzati dal -ὁμός possono essere elettroni della corrente elettrica, isotopi della corrente
nucleare (particelle sub-nucleari), e sono come carri che corrono “intus” nel coro (coreani indù o
corinthi).
Nel dipolo elettrico utilizzato dagli Egizi e dai Sinaitici il catione, the cat eone, aggredisce
l’anione, l’agnus eone: è l’allegoria della captio o captura (cattura).
Il gatto, catturato the lamb lo fa sanguinare, sì che the lamb si accende come Red-lamp o
Relàmpago (la civiltà delle Piramidi era sostanzialmente “to breed the lambs”).
L’aggressione del Gatto si chiama “ ambush” cioè “lamb push-, bush- and brush-” mediante
the Spear-fire, the Sphere o σφαῖρα (Snake-Fire), la Lamed o Lambda (Energy).
kάθοδος
ὀδούς (dente)
II
-- --
- (anodo) + (catodo)
II
ἄνοδος
ὀδούς (dente)
aeon –onis,
euns, euntis I I once
I + I = X rotante 
L’ànodo e l’anòdino (ἀνώδυνος), “the child causing no pain, harmless”, il genitore ed il
bambino ariano (Eire), senza denti e senza sesso, veniva annodato e anodizzato.
Il congegno per l’ὠδίς (per l’odio) era il Gatto d’Ankara e la vittima era il Μεσοποτάμιος, il
messo tra due fiumi (flumines nel senso di fulmines e di fumi) o tra due pot-ami
 
cioè tra due poli ταῦ ami (ποτάμιος)
Il ποτάμιος era il virgulto potabile e bevibile (bebo babe o baby blood è the blues).
I poli tau ami erano i politraumi, cioè oltre che le lesioni fisiche procurate alla vittima prima
dell’esecuzione vera e propria, i poli-tre-ami della πολὺ-T-ρεῦμα.
La ταῦ svastica equivale alla ϱ rotante e con l’aggiunta della ε epsilon della ἐνέργεια diventa Tre,
più la I ed il simbolo dell’onda S – IS oppure $ - diventa τρεῖς, da cui Troia o Traia.
I poli tau ami erano anche i poli tres amos o poli tres amores cioè i tre componenti del Triangolo
Massonico: Pontifex et duo Consules (in Roma lo schema egizio assumeva il significato opposto a
quello islamico)1.
1
Amo è in greco δέλεαρ, δελεατος, vocabolo composto da δῆλος + ἔαρ.
In India Delhi era la vasta terra dei  (delhi) o (novii o nevii), considerati deliciae (delhi).
Delicia, delizia, deriva da-ligo (δέω e σφίγγω), cioè lego la victima dilecta (δῆλος o delecta) to the Stream, fonte del
dilectus, diletto, deleite o delight.
Nel lessico greco un altro termine per amo era ἄγκιστρον, da cui fu tratto il nome del troiano Anchise, padre di Enea,
ἐννεάς o ἐννέα, uno dei mitici progenitori di Roma.
Il Troiano era il simbolo dell’amo(r), dell’ancino/uncino, del gancio delle neà nel nove (novenae).
Probabilmente egli era nel racconto mitologico l’anti-Romano, cioè non il padre di Roma storica, bensì il suo nemico
principale (il Pomaios del Pomerium, il Reo Maior o Ebreo Maggiore).
Sotto il profilo astronomico ἄγκιστρον, nella sua accezione di gancio gravitazionale, significava:
ἀνὰ cast crest (cristo) g-ana-s, gans, khan, kanser, xhenergy, ghe-S o geese
Ἰεσσαί β[τ]ροντή
La πολίτευμα, πολιτευματος, dal verbo πολιτεύω era la “cittadinanza” sinecistica o sincretistica
con gli schiavi o, per meglio dire, i campi di concentramento dislocati accanto alla polis dai quali
attingere gli schiavi da πόλις uccidere con il congegno 
Durante la plurimillenaria civiltà delle Piramidi la Lambda o Lampa- era the Lamp-aid cioè la
Lama D-aid o Lama di David (ebraico Lamed) per ἡ ὠδίς, ὠδῖνος, la Ode di Odino (Wotan).
La làmpara per il lamb è àmparo o hamper cioè la λαμπρως ἀνὰ πῦρ e, detto in parole
povere, il “lampone” o “lampione” su per l’ano (insuper o ἀνὰ) della coppia Agno/Agna (Lana
Pura o Lana Puera): la gioia degli Dei Sùperi o Superni.
The ambush to the lamb for the lamp era the search for the bush and brush
To bush e to brush presenta lo stesso etimo di buscar e di abbruscare o abbrustolire così come to
search presenta lo stesso etimo di cosecha, che significa cazar, cocer en la casa o casar y echar nella
secchia (sìtula, sitla, citla o ciotola per il sea wage o sewage degli schiavi).
Stessa etimologia di cosecha hanno le parole casacca, cosacco e caza (Kaisar e K-zar).
The search e la cosecha erano la ricerca dei cereali per la mietitura, la trebbiatura e la tostatura.
Bushed significherebbe, rettamente inteso, bucato e brushed significherebbe bruciato.
I toponimi Brutium e Aprutium, italianizzati in Abruzzo, derivano da bru[s]cio.
The Lamp o Il Lampone era:
- la ama àmparo cioè la lama elettromagnetica (electromagnetic camp) per produrre il gambero
rosso (.
- la ama per l’amputazione
L’Ana-Geese (Giza) era l’Alta Casa dell’Anatra cioè dell’Ana-Tron, che era l’Ana-Kastor (Ank), la Lanx Lancea, il
Castrum/ Castellum, la Cuspes  di Cupidus, il lanciamissili sferico.
In svedese Angstrom, tessuto, tessitura, e Maelström Moskstraumen
Il δέλεαρ, l’adescamento e l’amo(r) di Aton, si reggeva sul sistema δῆλος-ἔαρ, il -elios+T-ears, cioè il sistema
elettromagnetico rotante Sole-Terra 
The Ears of the Sound sono la Os-Unda
cioè l’Energia della Terra divisa in due metà dall’asse magnetico: è l’In-du-o o India (Unda  Ynda  Indra  Intra
S).
La Terra, T-ear-th, è però composta in totale da 4 ears, se si tiene conto dell’Equatore: ogni quarto è un orecchio di
lobo.
Il δέλεαρ era the delight o el deleite del Faraone perché gli permetteva di essere l’artefice del Delete (Cancel).
Il -Lear, il Re Leo o Leukos, ruggiva : il timpano padiglione con il suo labirinto si poteva ascoltare ad enorme distanza
(βροντή, brontolìo, tuono).
Il Tìmpano era il Disco Aton che scuoteva le tessere della tessitura o tela terrestre (tez). 
La scienza del T-ear-th significava anche Tears, cioè capacità di far piovere (weather control), o Caramelos, cioè
possibilità di bruciare il Pianeta (κάρα- μέλαινα).
- la ama for the jam in the ham o amòn, cioè l’amo per il mus o la musa, il mons (Veneris), che
è the almond (the mound o the mount) o la almendra (male entrance).
The game, ὁ γάμος, era the jam in the o-gun (vedi Ogoun, Ogou, uno degli Orishas del santerismo
afro-cubano e Ouagadougou).
- la lama elettromagnetica (κῦμα κῶμα) per la mens (amen-sic) che provocava la nox della nux
(noche de la nuez e dela nudez).
The lambs erano le vittime preferenziali per praticare la lama-β[ωμός] o la lambda (ebraico
lamed).
Era chiamata dai Greci πορνος cioè πῦρ del νέος nel νεώς, il tempio dei virgulti: οἱ νέοι,  νέα o
Aeneas ( σελήνη νέα, il novilunio del maggese,  νέα μέλη, la nuova melodia del maggese).
L’ario durante questo lungo periodo storico era “I am pair”, cioè paria, uno della miriade di
condannati alla schiavitù ed allo sterminio o The Jam.
Gli schiavi erano pares ἴσοι, cioè paria, res nullae παρὰ ἰχθύο, destinati cioè alla bara IXOS.
Come tali erano Parisii o Baresi del Barisium o Barathrum di Bari, nonché Bèrberi.
Bari/Beri/Beru era uno dei nomi dell’Egitto: sue varianti linguistiche erano Berito, Beyruth,
Berenice, o anche Petri, Petra e Pentru.
I Bretoni o Britanni erano le vittime preferenziali degli antichi Egizi: per loro paria significava <<I
am bare in the bare with cope>>, dal latino iam par, ìmpar in bara cum sua copia familiare.
Essi erano così appellati in quanto destinati alla Bara di Aton o Baritono (βαρύς βαθύς Aton).
Bretoni significava quindi “baretoni” o “baritoni” (in bara emettevano barriti), Britanni significava
“baritanni (in bara avevano gli occhi sbarrati).
Essi erano definiti anche Mitanni cioè Mezzani, dal greco μετὰ aton, μέσος μῦθος cioè messi in
cassa ermetica (mezzanino).
Il Mitanni era un Galbat Kassite o Galbat Chassidim, cioè un galbat (galbus) cannibalizzato in the
can (canoa, cama, cunnus, χήν, china).
È per questo che l’antico Egitto venne chiamato anche Hanigalbat o Khanigalbat, appellativo che
per ridondanza fu assunto e dalla regione mesopotamica e dalla regione tunisino-magrebina.
I Brètoni dell’Eire, cioè gli Arii d’Europa, dopo l’Egitto, furono costretti a subire altri lunghi cicli di
schiavitù: “albanese”, “greca”, “turca”, “araba”, “iberica” etc.
In Abruzzo il toponimo Barisciano di un piccolo centro della Valle dell’Aterno lascia supporre che
anche in Italia centrale fosse invalsa l’usanza della baronìa o baritonìa, della botte o del barile
(vedi a tal proposito l’emblema araldico della famiglia Barile, l’antico stemma di Fontavignone e il
toponimo Croce del Barile in Rocca di Mezzo).
Barisciano, inteso come sepolcreto, e Santo Stefano di Sessanio, inteso come στέφανος,
ossessione degli assassini (corona o ghirlanda di spine, cioè gyre of wire per l’Irlandese), sono
toponimi che fanno pensare all’esistenza di una zona per lo sterminio chassidico nell’Abruzzo preromano (a tal riguardo vedi anche il toponimo della cittadina teramana di Campli, che potrebbe
essere interpretato come “Campi Elle” cioè “Campi Elisii per l’Elisio”).
Lo stesso nome Abruzzo (Abrutium e Aprutium) può essere letto come “area brush degli arberesh”
cioè “area abbrucio”, zona per l’olocausto, non dissimile dall’area ùstascia (ustasha o ustaša) o
ùssara.
Area ustascia significava “area ustione” mentre “area ussara” significava “area russa” oppure “area
suzarra” o “zuzzàra per i zuzzi” (il verbo spagnolo zuzar significa incitare contro il sus, suis,
termine con cui i Romani designavano lo sclavus suus o jesuus, proprietà personale del ἱός, joshua,
jeshua o γεωργικός (γῆ-ὠα), the geese for the goose, el jesùs para el gozo o per la γεωργία).
Ussaro deriva dal verbo latino iubeo, iubes, iussi, iussum, iubere, da leggersi in uno con sudicius,
contratto in sucius, e italianizzato in sozzo o zozzo, volgarizzato in zuzzu.
Gli iussi erano gli ustionati in T (croce) o russi: essi erano i popoli suaves o suebi, considerati alla
stregua di sues (porci).
Nel linguaggio crittato spagnolo queste popolazioni nordiche sono definite suisos o suecos, nel
senso di suini.
Il toponimo della regione Abruzzo è equivalente per significato al nome della capitale belga,
Brussels, e ad altri toponimi affini, come ad esempio gli italiani Bussi sul Tirino, Busseto etc.
Nella lingua inglese to brush significa <<to clean, polish, or groom with a brush>>, ma il suo
significato crittato è ethnic cleansing mediante “abbrucio” o “abbruciamento”.
Il termine inglese brush deriva dal verbo latino volgare brusciare da ricollegarsi ai termini latini
bruscum e brutus.
Il brutus aprutinus, l’abruzzese (il Brutium era l’Italia meridionale sannita) abbrustoliva, come del
resto gli altri popoli mediterranei, il Rus o P-rus (prussiano).
Questi era il P-omo della Pomerania Europea che, sotto l’effetto del fuoco e per la perdita di
sangue, durante il sacrificio in Pomerium, diventava ruscius ovvero pomerus: pomo-d-ruso o
pomodoro (-ὠμός o P).
Per tale motivo l’Aprutinus era considerato particolarmente rozzo (ruzzo, ruzzante, rough, rogue,
rude).
To brush nell’inglese medievale era brusshe e nell’antico francese brose: era il verbo adatto a
designare l’ebreo o hebrew, cioè l’ebbro di olocausto.
Il termine brush deve essere inteso come brush-wood, cioè brush vodoo, V2 o W, laddove la doble
uve o doble u è sinonimo di diablo.
Tuttavia gli abruzzesi ante-litteram furono gli antichi Egizi, serviti dalle popolazioni nordafricane e
da quelle mediorientali, che beneficiavano dello strapotere eliopolitano in termini di introito di
schiavi, ma anche in Europa i popoli litoranei del bacino del Mediterraneo avevano il loro
tornaconto in termini di esseri umani da schiavizzare (οἱ ὁμοί).
I Romani probabilmente per Barisiciano intendevano l’area Samnita, popolata da barisciani
arbaresh, etnicamente affini agli Arabi e ai Roma illirici.
I Romani perseguitarono per lunghi secoli i Rom (Ruma o Rumeni), persecuzione che culminò con
la conquista finale della loro homeland , la Dacia, sotto Traiano ed Adriano.
Dacia può farsi derivare da drac e significa “dac Romae” oppure da drago, dragonis, parola che
ha lo stesso etimo del latino trahere e dell’inglese to drag (tirare gli schiavi ai campi di
concentramento e tirargli il collo).
Il Dracu di Dracul o Drago del Diavolo era l’insieme delle rotte schiavistiche - le rotte dei popoli
Serbi o Servi - che si snodavano come serpenti verso le aree di schiavitù e sterminio.
Arbëreshë significa “arab arbor escire” e popolo di Bere Shita (Bereshit).
Tuttavia arbëreshë assume anche il significato di εἰς Arabia escire, “ad Arabiam exitus”, “towar D
a[rea]brush” (nella toponomastica italiana Brescia in quella Belga Brussels).
L’arbor (arber) era lo Y cinese, l’harbor o harbour cinese per the tree trunk (pirogue).
Analogamente ustasha significa uscio o uscita verso l’ustione e la taccia (T ashes), così come
natasha che significa la stessa cosa con la specificazione che le oche, in latino anates, finivano
nelle a-nat-re (l’anatra è la nut-ray) dell’Asia (Asha o Aisha) oppure in Anatolia (ἀνατολή) con
destinazione Αἰτωλία (Egitto).
Il passaggio degli οἱ ὁμοί (homines) era οἷ, dove, ὦμος, omero (la penisola anatolica rispetto alla
Russia, vista come una goffa figura umana in caduta, appare come il suo braccio sinistro, mentre il
braccio destro coincide con la penisola scandinava).
Nella martirologia cristiana cripto-ebrea Santo Stefano è il Santo Principale delle Corone di Spine
applicate ai martiri cristiani, così chiamati per essere stati vittime della electromagnetic crest e del
crasto o castro (il Castrum o Castellum, in greco Κάστωρ, in latino Castōr era, tra le altre cose, il
Castello della Castrazione della Casta, Πολυδεύκης, in latino Pollūx, era il Polo Piramidale X
della Luce).
Egli è Protomartire nel senso di primo tra i facitori di martiri galli.
In realtà è plausibile supporre che i martiri di Stefano fossero i galli-cani, cioè i persecutori e gli
stragisti di popolazioni ariane (Arii).
E’ altrimenti detto, ironicamente, Campione di Virtù e la sua dimora Palazzo Campione o Palazzo
Campione d’Italia.
Nell’Abruzzo aternino il paese di Santo Stefano di Sessanio ricorda la presenza in zona di
moltitudini di Sassoni schiavi e di Assassini Sanniti (Sunniti italiani), allo stesso modo del nome del
Monte Gran Sasso, che significa “Gran Sesso con i Sassoni”, e del toponimo di un altro piccolo
centro aternino, Barisciano, che significa “Barile dei Sassoni”.
A parte ciò, i tre nomi geografici rimandano al Proto-Martire di epoca romana Stephanus Jesus
Petrus, eroe antigiudeo e filo-romano, conosciuto anche negli ambienti ultraortodossi criptoebrei
come Gesù di Nazareth cioè Cesso Nazareno, Cesso Naz-ario o Cesso Nazista, Peltuinum o
Pilatum.
Peltuinum per i Romani ed il cripto-gallicismo romano significava “Bellum belluinum tuo nomine,
spelt”.
Peltuino, Aquila Stephanòs Spoltore, cioè rapace predatore di spelt, dovrebbe essere sepolto
(s.pelt.), Petra Stipes, nella Ienca delle Rocche come imperitura Yenta o Ienca di Israele:
l’Italiano di Ankara e dell’Angherìa sugli ebrei (Ienka).
La ienca è la giovenca, in spagnolo ternera, la vacca giovane o vitella
Il toponimo Stiffe, frazione di San Demetrio ne’ Vestini, che equivale all’inglese stiff, rigido come
una pietra, deriva dal latino stipus e dal greco στῦψις (verbo στυφω, restringere).
Egli è Rocca, Pietra, Stìpite nello Stipo del Cardinale Agnifilo.
Nell’ebraico Yiddish la parola Yenta significa <<a vulgar shrew; a shallow coarse termagant>> e
deriva da Yente, alterazione di Yentl, a sua volta alterazione di Gentilis (highborn of the same
clan, gentle).
L’antico nome di Stiffe era Stiphia e Stiffium, crittogramma che significava <<la sophia del figlio
e della figlia, il fio, pagasti, serpente in croce >>.
La σοφία è la scienza del sadismo per infliggere sofferenza: σωφροσύνη.
Il Serpente in croce è STI, cioè σωτήρ θεός ἱός o Ἰησοῦς e STY, cioè σωτήρ θεός υἱός καὶ τέως
ὑμέτερος).
U
STI-F o STY-F significa Salvator Theus Filius come lascia intendere il toponimo del paese di
Tione degli Abruzzi.
Dato che la croce è il sepolcro dove Tione vive in uno stato di “morte apparente”, occorre
aggiungere una Pi greca capovolta U, che è la P di Pater Noster, una lettera chi X, la lettera di
Cristo, una lettera O, che funge anche da lettera ro  (Ruota dell’Altopiano) ed una lettera IOTA
messa orizzontalmente.
IOTA significa:
-
IOT
contrario di TIO verbo τίω
-
O
ὁμῶς ὠμῶς (con la stessa crudeltà)
-
T
τίω in cinese Tao o Tay da 
-
A
simbolo della scala
Il verbo τίω significa onoro, rispetto, temo la Divinità (Dio) nonché valuto il valore di una cosa
oppure apprezzo, ritengo buono
Deriva direttamente dalla lettera , che, come visto, è il simbolo dell’Energia della Svastica
impiegata per commettere ogni sorta di atrocità sugli schiavi, ma è riconducibile alle radici
ss- , da cui deriva anche il tedesco Got e l’italiano Godo.
L’imperfetto del verbo τίω è ἔτιον ed il sostantivo correlato è αἰτία (causa che a sua volta deriva
dal greco καίω).
Tali termini sono all’origine del vocabolo etiologia, scienza formale delle cause, e di etologia,
attraverso ἦθος, costume, usanza, ed ἔϑνος, etnìa, in quanto il Godimento del Dog nasceva dal
“craterizzare” o “vulcanizzare”2 l’ἔϑνος ἀέρος in ϑόλος per assistere sadicamente al
comportamento delle vittime.
Da tau, ti o ty deriva tix/tex, il latino textus ed il numerale greco τρεῖς, trix.
Il textus e la tessitura sono concettualmente la stessa cosa della tez, un tejido de celulas, perché
implicano il T-ῥέω (taureo o torreo) e la distensione o stenditura (papyrus).
rimandano perciò all’aggettivo italiano teso e al sostantivo tensione, in latino tensio, tensionis,
parola composta da THN-SION.
Tau nella forma Tus è alla base di τύρσις, turris energetica e tirsi, stiletto elettrico, e di una serie di
verbi e vocaboli che attengono al dionisismo ossessivo.
2
Vulcanizzare significa “cainizzare” the Whole Wool o the Vello (Festa di Efesto o del Cannibale) nella vulva, valvola
o nella valva-forca (vedi Abbazie medievali di Valva, Farfa o Forcona).
La valva-forca è gergalmente detta “sorca”, vocabolo vernacolare che si ritrova nascosto nel toponimo delle Orcads
Islands (la Gran Bretagna era la S-orca-Deorum).
Il volcano era per gli anglosassoni D-vil (D-evil) cioè The Will.
The Will era The Ill in the Hell, the Well for the Vello: velle volum in columen, wish the flight or the fly in the fry.
Il “riccio” o “el rizo” della Raiz (Ra-Isis) vuole il Volatilis nei Ra-ys del Bird (πῦρ ).
Il termine ill ha lo stesso etimo di will, evil, ewe, we e wish.
La sua gènesi è riconducibile a ew, electro wave.
Eve (italiano Eva) è la vittima dell’electro-wave cioè del Ra di Elettra e we significa we ish, cioè noi gli anglosassoni di
Aisha.
The ill will era the reash o the reach: I Y w ill ra ash.
La parola Ill è il pittogramma della mina (μνᾶ) o miniera (mina di Eros) ed equivale a “in lumen” (without light, dark) e
a “ I o Y luminatio” cioè “in luminis o in lucis mina”.
L’insieme di lux-mine (lumini si potrebbe dire) costituiva il minareto, dove You w ill reach e re-ash (rash).
Era il THY o TAY di Yovis sull’ovis, cioè sul οὐ-Isis, il paria non appartenente alla Raiz, cioè la sua ill-uminatio (οὗ
era l’ubi, cioè l’hub, il you be, o anche il dove, cioè il Dover della genuflexio alla tilde, the tide o the tidal in the tile
with the tail).
The Ill era il Vilis da vertere nell’Ilium (w-ilis) o nell’Anus, dapprima nel senso di will and wish the ana and the ano, in
un secondo momento nel senso di wish the hell in the well (dwell).
Craterizzare significava to rapt (to rape the rat) e to put in the crater.
Di qui le parole plutocrazìa, aristocrazìa e democrazìa: era il κράτος del demos (los demàs) nel pluto aristocratico
(demonizzazione) per volontà del monarca e dei suoi oligarchi (O-ligatores o Alligatori del Nilo).
Ma to rapt non è solo to rape bensì to crate cioè to make the castration (key rape rat) nella casa-tres (castrum).
Prima che assumesse il valore di semplice castratio, il castrum era il castrellum o castellum cioè:
- casa o cassa [s]trillo
- star o gaster (gas ἀστηρ)
- estrela o stella in stabulum
Lo stabulum era lo stabile per la apus (apodis), bulbus qui exstat in pedes (piedi-stallo).

Era l’astro
in taberna (Tabes o Tebe o Tiber) per il TH PHS (Iber-Natio, Ἰβηρία o Iveria Ivy per la Natio Anas).
The rapt era the craft of the arson (ars arsionis).
Per le popolazioni arie il cratis era the wickerwork del crater che operava gratis et pro amore Dei.
La cultura rasta (crasta) è “javana maya khan”, cioè “cultura jamaicana pederasta”, fondata sull’antica idea razzista del
crastare (castrare) οἱ/αἱ παῖδες (πάϊς, παῦς deriva da φάος, φαῦος).
Il nome dell’eroe greco Teseo, Θησεύς, l’eroe che libera Αριάδνη, 'Αρειανή (Aήρ) Δάφνη
(Δαναοί) dall’῞Αδης di Mνᾶ, deriva da θεός Ζεύς.
Egli personifica la divinizzazione della Grecia dopo la caduta dell’Impero Egizio.
Ariadne dopo la liberazione dagli Egizi, allegorizzati nel Minotauro, cade prigioniera nell’Isola di
Nasso.
Ciò significa che gli Arii nel Mediterraneo diventarono schiavi dei Greci Ateniesi, così detti per
essersi sostituiti ad A-ton o A-ten, la Piramide simbolo dell’Egitto.
Teseo più che la personificazione dell’Eroe greco è la vittima ariana dominata θεός Ζεύς.
Il suo nome, infatti, è suscettibile anche di un’altra interpretazione che lo riporta agli aggettivi teso,
latino tensus e intonso, fanciullo imberbe messo in tensione nell’aton/aten, nonché a tez (sp.) ἕως
(gr.), vale a dire Teseo, fanciullo/a di pelle rosa, rosea (ρόδιος) o bianca (ebr-ἕως).
Teseo è la vittima tesa come una statua ed è per gli Egizi θε[]oς, θεός o TH-ἴσος in IXOS.
Egli è il compagno, φίλος, di Ariadne o Arianna, nel senso che ne condivide la medesima sorte
“elettrica” durante la schiavitù e l’esecuzione capitale.
Essi, infatti, durante il plurimillenario dominio “moslemico”, vengono giustiziati in coppia e in
copia, cioè unitamente alla loro prole: sono loro i proletarii ante litteram.
Nel racconto mitologico la liberazione di Arianna (Aria-Ana o Europa), che si conclude in tragedia
sull’Isola di Νάξος (Nassa degli Schiavi), significa che la schiavitù ariana si spostò dall’Egitto,
dopo l’uccisione del Μινώταυρος ad Atene.
Nell’Asia Minore, nei pressi di Smirne, sorgeva la città di Τέως o Τῖον, Tios o Tieion, in latino
Tium o Tieium.
Il toponimo della cittadina greca è identico al nome del piccolo paese Tione degli Abruzzi, in
provincia di L’Aquila.
Entrambi testimoniano il traffico schiavistico passante per l’Italia e la Turchia verso l’Egitto, che
era il vero Τῖον.
Altri nomi italianizzati sono Teano, Thiene, Teramo che è assimilabile a Terano (Tehran),
Tirana.
Il toponimo deriva dall’imperfetto del verbo τίω, cioè ἔτιον, epico τῖον, tragico τίον, traducibile, al
di là del senso letterale del verbo, come <<andavo al Tau, al Tao, al Tay>>, cioè al Dio della svastica e della devastazione>>, <<mi indiavo>>, cioè mi mettevano nel Diavolo Indiano, <<ero
apprezzato per il TI o  ed il meteorismo>>.
Il Diavolo Induo (Deva cioè Devil) era il T o la Trimurti, dato che Indu significa ἕν + δύο = τρεῖς,
τρία.
I tre della Trimurti erano Shiva, Visnu, Brahma.
Loro vittima era il τέρην, τέρεινα, τέρεν, cioè il tenero ῥήν, ῥημός o ᾿Ερινύς, proveniente
dall’Europa (el tierno ternero), prima schiavizzato e quindi ucciso nel τέρεμνον: the chambre or the
house3.
᾿Ερινύς (erinni, furia, foia) è un crittogramma con il quale si designava l’Europa Aria, che sulla
carta geografica appare come una figura femminile inclinata in avanti: ῥίς, ῥινός è il naso, ῥήν,
ῥημός è il rene o i fianchi, l’ἀήρ, ἀέρος era sia l’aria[na] azzurra dell’Eire (Europa) sia la ῥέα
(ῥεῖα).
La ῥέα era:
- il flusso schiavistico dei prigionieri bianchi verso l’Estremo Oriente, gestito dai cinesi e dai
cinesoidi dell’Impero del Sole (ἀέρῥέα), oltre che dai popoli a loro assoggettati, come ad
esempio gli Indiani;
- la stessa Trimurti cioè la mors atrox o atra4 che attendeva gli schiavi (dal greco ῥέω, ρεῦμα)5.
3
Il tenero vitellino, il ternero, era il popilicus o popilica, il publicus pubis e la publica popa (iliaco, iliota o troia),
atterrito dall’Afro.
Il nome del famoso commediografo Publius Terentius Afer II sec. b.C. era probabilmente uno pseudonimo adottato
polemicamente dall’artista gallofilo per satireggiare nelle sue rappresentazioni teatrali l’odiata Africa Isiaca.
In tal senso vedi anche i personaggi imperiali Claudio, Nerone, Poppea e Messalina, deboli figure vindici dell’Au-ferre
del Kapher, Καιφας-Κάϊν o Kαίω πῦρ islamico, inette con il loro esiguo Impero a compiere la nèmesi sul Nume o
Nomen Cinese.
Caio Giulio Cesare era Caius Caisar Caphru o Kabiru, cioè l’opposto di Kapher e della sua Africa.
Il nome Tereus e Terentius, come d’altronde i toponimi Tarentum, Trentum, Truentum ed altri, derivano dal verbo tĕro,
tĕris, trivi, tritum, tĕrĕre (tritare, triturare), etimologicamente riconducibile al numero tres, tria, trium.
Una sua variante era Cereus, cioè Pallidus (come la cera) o Palladio, il Puer Cerealis sacro a Cerere e a Pallade Atena
per il Rito del Cero o Zero.
Nella religione cristiana ed ebrea, antiche consanguinee, la vittima è il Cereus Pasqualis, divorato dallo squalo di Tebe.
Il tiburòn o sh-ark del σάρξ, σαρκός era il nemico numero uno dei Sorci o Socii Romani (soci o amici dei Galli, dato
che pur essendo Roma erano in realtà il suo contrario cioè Amor di Oro, Amicus di Oro e di Kελωρ A mo[t]er.
Il Puer Cerealis era sottoposto alla Pascua: πάσχειν, πάθος X (crux) o Pass-Key (κλείς).
L’analogia morfologica tritum (disfatto) e τρίτος (terzo) è dovuta al T-ritum o T Rito, che triturava le vittime
rendendole “oro”, in latino aurum, voce che significa AV-ῥέω (in aquam ruo).
Il rito di morte era il Tau-ro Rito (Tay e Katay), M-Ta-o-ro Rito (Tao)
Tĕrĕre significava dare la mors con il TH RA o TH RAYS (Ter, Tres, Tria Tium) usando the morsel (morsum) e il
mortar (mortaio o mortero).
Il verbo tĕrĕre può essere tradotto anche come atterrare, ad terram tirare, espressione in cui la terra è il livello zero, nihil
o Nilo (in spagnolo è la Acera), raggiunto per mezzo dello Z-ἔρως o S-ἔρως: il livello zero è il Serum, ottenuto per
mezzo del Se-Se-phi-rum o Sephirot (da cui deriva la σοφροσυνη) o πῦρ (Serpens).
Lo Zephiro, parola contraibile in zero, era lo Ζεύς πῦρ, lo Y-S Y-S-Ra della Syria (σύρω σαίρω, σαρόω) o della Sera,
cioè della Cina (la Cina è nella crittografia geografica ΣΗΡ, forma sincopata di Σωτηρ).
Mors, mortis significa μὴ-oriens e μὴ-δύναμις per la Dinastia Dana, Diana o Diafana.
Era la razza dei Dinai, Donai, Danai (din, don, dan into the bells), damnati in Istria, terra degli hystrices negri e
dell’isterìa dovuta all’ύστερα, l’uter per l’ustio hostiae).
4
I morsetti (clamps) for the morsel (the lamb).
La Ῥέα nella crittografia anglosassone è conosciuta come Pea, pisello, parola che in spagnolo significa P. sello.
In latino era il Pius, contrazione di picus, o anche cifratura di Rius (considerando la P come una lettera greca ro
maiuscola).
Il P. sello è il guisante cioè la Morte di Giza o Morte di Gaza, in latino Pyren-Sil[a] e Pyren-Sella, Pyren-Silens/PyrenSirens corrispondente al greco ῦρ-Σειρήν.
Il Sileno era proprietario del Silo, Zilos o Zulos (basco), Julius (latino) per Y[tα]λευκά, il ιρός, ειρός o Sirus.
Era una morte “sgusciante”, “sguizzante” o “schizzante” e nel senso di liquefazione alquemica delle vittime e nel senso
di loro castrazione od uccisione cruenta e sanguinosa.
Il sello e il sobre sono metafore della sigillatura “en caja”.
Il πῦρ-Σειρήν era, a sua volta, il Pyro-Siene (Pyren) o Pyro-Sion dei paria in bara, circostanza che valse il nome Parisii
(Paris) alla capitale francese, Sein al fiume che la attraversa e Pyrenee alla catena montuosa che rappresenta <<Las
Bellas Candoras que andan a La Vella>> cioè a Las Velas o to The Bells.
Nella lingua latina l’atroce realtà del Parisium fu mascherata nel nome Paradisus (in spagnolo paraiso).
Parisium infatti è una contrazione di Par[ad]isium.
Anche il termine latino Farsa maschera la terribile realtà del Paradisus, in quanto, contraendo Paradisus, si ha
Parisus, voce equivalente a Pharisus o Phar[i]sus.
Questi era il Par[ia] Ph-arsus dal Fariseus, il Farius (fair) della Feria in Parisium o Barisium, in Paris o Bari (con la
bara, il barile e la barella o the barrel).
Il Ph-arso o Ph-ar era in Iran il Farsi, il Parsi o il Persae ed il luogo della sua esecuzione era chiamato Farsalo,
Farsaglia o Persepolis del Persiano (ph-ars-ariano).
Egli era anche il Medio (Medo), cioè il μὴ δύναμις, inerte in Medina (medida o mensura).
Ma, in definitiva, Paradisus deriva da Pharaoh e Dis.
Il nome del condottiero degli Etruschi, Porsenna, che attaccò Roma per soggiogarla all’Etruria, fu coniato dai Romani
per significare che egli era uno dei Sion (Lars Porsenna), nemico dei Galli Romani.
Stessa cosa si può dire di Brennus, messosi proditoriamente a capo di Galli ed altre popolazioni sinaitiche insediatesi
da tempo nel Nord-Europa per sconfiggere il nascente Impero Romano.
Costui, infatti, era un falso Britannus della Brema, un cripto-giudeo eroe del “Brenno”, cioè amante della
adprehensio delle hens e delle pre-hens: “brenno” nel linguaggio primitivo italico.
I Romani così lo appellarono ironicamente, ben consapevoli della vera identità del falso Gallo Brètone, appartenente to
The Bretherns, cioè all’e-breath tern, all’afflato o affratellamento ipersegreto del Triangolo Ebraico, composto da
semiti (arabi e cugini carbonari ebrei), camiti e iafeti o giapeti.
Il Japet è nella cartografia crittata l’India, che, vista dall’alto, sembra essere il sedere di una donna messasi “carponi” o
“chap” (in italiano di chiappe).
Di qui l’italiano Giappone, che significa Chiappone, ma prima ancora il nome biblico Jafet o Japheth che significa
gap-feto, cioè dalla vagina (gap) feto (fet o pheth) Java.
Java è la sclava avena o avana (hawaiana o hawaià), come nelle Indie Occidentali dell’incubo indo-peruano (Cuba),
molto tempo prima dell’arrivo delle popolazioni africane (Sumatra è la il Mantra, cioè la mandria, la suma, per la cama:
kamasutra).
Avena o Avana è Y-AVA-N.
5
Il Jainismo di Java o Jawaiano era identico al Guaynismo o Guyanismo, perché la guaina (the s-heat-h o la v-ain-a) è
concettualmente identica alla cuba (quba o mashid) e l’uru del Guay o del Guy è identico all’Uratio del Gaius o al BUr-n del Gay.
In Africa il concetto è espresso dai toponimi Burundi, Buruanda o Buruganda, che in spagnolo significano <<al Puro
Ugo anda>> (puro è purificaciòn), in inglese <<to the burn you jeese handed, the end>> (you è hugh).
La condizione del bianco ario sotto la Trimurti era αἴθριος e ὕπαιθρος.
La Trimurti era il τέρας, la prodigiosa mostruosità dell’era delle Piramidi, con il τέρμων (limite)
ed il τέρεμνον, la camera della morte, per τέρην e la τέρεινα.
Il sistema di sterminio era l’equivalente del θίασος o θεῖος greco, di derivazione egizia.
Il θίασος, in particolare, era il TI-axis (Pax-ISIS) o Tio/Zio del Partenone.
Il guy/gay è il καιετα (Gaeta), cioè la gaietà o gaiezza della Civiltà di Ur (Y/O) diffusa su tutto il Pianeta: Urbs in
Orbe.
Nello schema geografico l’India (Y) chiappa nel gap (chap) il Ya-Pan o Y-Pan Afro-egizio: lo Y-pan è la
Upanishad.
Sullo Y-pan (avis o ave) viaggia Ana, l’Europa schiava, diretta in Oriente per diventare essa stessa Gap of the Giant
(Chiappa del Capo Gigante), ma per Y-p-ana-aisha (Upanishad), cioè Y-Ana, Europe, in Asia, non di pene si tratta
bensì di Giant Pain.
L’avis o el ave è The Heaven, cioè “ave in hen” o “clave to the hen”: L’Avena o La Avana.
Il Giappone cinese significava per gli schiavi bianchi to be chaped, finire into the gape, cioè essere presi e deportati
per la nipponizzazione (to nip) e la saponificazione in the cab o gabinet: in spagnolo jabòn (da leggersi come Gabòn
o gabbia ON).
Il nome crittato latino della Cina-Japon era, quindi, Sapo (saponis).
Gli schiavi erano gli Upanishads Vedanta, il pane (panis) dello shah di Aisha, per alimentare il suo sadismo (shad) del
pain (Panis Aedium).
In inglese si potrebbe dire che <<the upanishads were the Hadas in the Hades for the Heat and the Ate>> (The Hate).
Il termine spagnolo hada deriva dal greco Αδης o Ἅιδης, da cui deriva anche Sad e Hades (S-hade, shade).
In arabo hada significa "to lead in the right way”, cioè condurre al Mahdi (gr. Μάκελλα, lat. Mactatio, sp. Matanza,
ing. Mad).
Al tempo di Roma le popolazioni dell’Est europeo della Upanishad erano Gèpidi (gays seekers), Gaètuli (gays
chapmen and bearers to the Bear, area B, area B-E-T-L-M, area Bee o area of the Ape).
Dante Alighieri parla di Ugo Chiappetta, nome in codice dell’Uomo-Ghetto “chiappato”, cioè catturato e kippato
(Αίγυπτος), nel canto XX del Purgatorio (the human in Cina era the hunnan o semplicemente the hun).
Il personaggio dantesco è una figura non dissimile per significato da Giacomo da Varagine o Jacopo da Varrazze, che è
l’ebreo europeo nella voragine (barathrum) del paese del Verraccio Indo-Cino, della War Raz e della War Razzi.
È assimilabile anche alla figura di Ugo Capet o Ugo Capetingio (cape think, caput T in clavus).
Gli schiavi java erano [j]avani, [j]avena o giada for the jaws and jabs (Ja-pain).
Dopo il job e il jab venivano trasformati in jabòn (Japòn) ovvero ru-giada o avana.
Il termine giada è equivalente allo spagnolo hada, derivante dal greco Άδης, da cui derivano anche i termini inglesi
Hades (heat and ate) e Hate.
La Hada in Άδης, Aedes o Casa del Templum (Temperatura, Temperies + Lumen, Lucerna + Temblor), è la stessa
cosa della Faga in Saga, Sagra o Sacra (verbi spagnoli sacar, sagra).
Faga è il plurale di fagum, la faggina, la faggiola, frutto del faggio (fagus), che fagocita la citla, è il Fagutàl o Fagutar:
fagocita italiano o fagocita Vter.
La faga era la figa che fagocita il fagus ficcatovi (ficus o ficcus), la faga o la figa è l’alva e alma mater, l’alveare, dove
il fucus (fuochista) mette il fagus o pagus (il paggio, dolce nettare) per il focus necessario a produrre il succus (suk,
souk o fuck, mel od honey, melòn o, più precisamente, water-melon).
Al di fuori della metafora, la figa-faga è lo στόμα (stomachus) o γαστήρ, il sacco casacca cioè la casaqua, la casa ὕδωρ
o Gasa Vter per la salamoia (Salam-hoja) o bagno maria (bath-man-agua per il bat-man o baptized man).
Il Suk o Souk musulmano e il Succusanus (Suburra) di Roma erano le zone riservate alla S ὑπέρ K.
SUK
TIO-DIO
Stips
familia
foemina
f-ilia
filii
filius
filius
Tio/Zio
filius
filius
L’Axis era l’Ἀσίς, Ἀσίδος (in spagnolo aparato para atar y asar)6.
Era El Quito ecuatoriale in Asia (Indie Orientali rispetto alle Indie Occidentali), l’Ἀσιάς Kιθάρα
(quitar) o The Asian Harp (tarpare).
Axis è ideogrammato è l’equivalente di TIOS e THEOS o THIASOS.
Il θεῖος, il luogo del Θέω (corro, scorro) e il Τῖον, il luogo del τίω (to honour, to revere; of the
bearing of men towards gods)7, il luogo dove perveniva la teorìa o tèora di schiavi per essere
meteorizzata o vulcanizzata.
6
Axis, asse dell’A X di Is (the Indian Ass).
Axitia, arnese per l’A X αἰτία o per l’A-peritia
Axitiosus, uomo marso o marziale degli angeli
Axon, asta per l’A X on (orologio solare) secondo le Tavole delle leggi di Solone
Axungia, strutto lubrificante le ruote e corpus structus
Axona, Anona, fiume annonario della Gallia Belgica, oggi Aisne
Axioma, assioma o evidenza degli Assi di Roma.
Axitia era la Angitia Lucum, la Ank Ita, l’Altare d’Italia ubicato sull’Altopiano delle Rocche.
Fu questo il Lucus Marsorum (Luco dei Marsi) durante la civiltà delle Piramidi.
7
<<τιμάω Πλάτωνα, timeo Platonem>>.
Il πλατύς era il Pratum Latum per il Πράττω (Πρᾶξις) del Πατήρ (Patarìa).
Il vasto, ampio Latium con le pelate sfere del Disco Aton (il pelato è il cranio calvo).
Erano sfere e non dischi piani, perché funzionavano come lanciarazzi sferici (cranio con capelli a spazzola).
Rappresentava la Vicienna, Vicenna o Avicenna (A-vis-N) islamica sull’Averroè (aurum verris est robetum).
Parafrasando in latino si potrebbe scrivere: <<Vicus, ficus pictus victus, vici, victoria Enna, victoria Aenēās>>, perifrasi
in cui Vicus è Ficus cioè Κάϊν, Καιφας o Καϊάφας (big pig del pick & pic), nemico di Aeneas o Αἰνείας, sua eterna
vittima.
La Vicenna per i Romani fu Vienna o Wien, cioè Vicit Enea, Won Italiam Eneas, Won Ienas Eneas, nel senso che
Roma vinse sul sistema Vindo Bona già appartenuto alle Iene Italiane (Italia in senso lato).
A parte la predetta spiegazione etimologica, il termine Iena, divenuto il nome di una città tedesca della Turingia (ex
Turchia) può essere interpretato come I εἶναι cioè “proprietà Italia”.
.
La Vicenda (Vicenna) nella moderna agronomia sarebbe l’avvicendamento o rotazione culturale a maggese:
seminagione, coltivazione, falciatura e trebbiatura del mais (mais in senso lato), riposo del terreno mediante semina di
piante erbacee (se applicata congiuntamente all’allevamento dava origine in passato alla colonìa, enfiteusi, mezzadrìa,
soccida, sistemi in accomandita parziarii vicies e perciò vitiosi, in quanto il soggetto passivo viveva vix o vixdum nelle
mani dei VIX, vexatores dei vassalli, che, nella dialettica padrone-schiavo, erano i VIX dei Galli o G-alii (Vizir), quelli
del Vexare i Galli, gli ossessi della cruX, contra X o se-X-decem, cioè i sedecim o sadici).
In realtà il termine Vicenna fu usato durante il feudalesimo per indicare un rapporto di baronìa, esemplato sulla colonia
decumana (decus, cuspis, caspis), decurio romana (curo, curio) derivante dal decuran egizio ( Quran).
Nel sistema schiavistico la produzione di Mais era per il Maya e per Isma(el), quella di Fr humus per il Rumus
(Frumentatio), quella di Grano per il Turco (Grano Turco o Grano Saraceno), quella di Barney per il Rab[in]
(Rabbinato) etc.
La rotazione colturale o avvicendamento era in realtà la Cultura o Cultus Caeltarum (notare il genere femminile).
I prodotti della coltivazione erano falciati e trebbiati con la macchina , di origine egizia (),.
Dopo la trebbiatura degli arva rustica c’era la messa a dimora delle porche o glebe nella Ter
Le porche o zolle (satolle), erano i pueri K: aquila serpis servitus, Q + SRVT + SRP = SPQR=S-porks.
In Gran Bretagna la Vicenna era The Straw, cioè The Strap-Row, lo strappinaggio usurario o usuario, “usu ur” o
“more maiorum”.
Gli usuari od usufruttuari del Roveto (Rovereto) imponevano la taxatio sui cereales per il w-heat (wet od humus).
Raccoglievano una quota, per esempio vicies (VX=50) o viciens (VC=500), del Cereus Ale o Pale prodotto, considerato
Vitulum, figlio del Vitium della Vitis.
La Vitis era White Is (ῥίζα o radis) , la pianta genetica, l’epitelio (Vit Elio) bianco-giallo (i victi).
Il campo seminato a frumento, la Vicenna, era la Visenda Visigota dove si mietevano filii et filae, pueri et
adulescentes, con le relative familiae.
Era festeggiata nei Vicennalia, una feria analoga per tipologia ai Quinquennalia o Lustralia, ai Decennalia (Festa del
Decus), ai Trentennalia (Festa del Tarentum o del Τέρην/Τέρεινα), ai 50nnalia (Sunnalia o Sannalia del Samnio),
Cennalia (con centuriae da centum galli, ἑκατόμβη del χήν ἄλλος).
<<Il Senato romano votava periodicamente la celebrazione di sacrifici e di giuochi per domandare agli dei la
conservazione della salute degl'imperatori. Ciò poteva avvenire al quinto anno di regno (vota quinquennalia), al
decimo (decennalia), al ventesimo (vicennalia) o al trentesimo (tricennalia). Le monete coniate in queste occasioni
recavano l'indicazione della data dei voti, scritta d'ordinario su uno scudo, o su uno stendardo o racchiusa fra rami di
alloro. Tali indicazioni divennero di uso costante nella monetazione di Diocleziano e dei suoi colleghi della tetrarchia e
di Costantino e successori. I vicennali di Diocleziano sono ricordati da Lattanzio (De morte persecut., 17).
La dicitura più comune è vot. X mult. XX votis decennalibus [solutis], multis vicennalibus [susceptis] ossia, realizzati i
voti decennali, si fanno molti altri voti per dieci anni successivi fino a raggiungere felicemente i vicennali. Compiuti i
venti anni, si esprime la nuova formula; vot. XX, mult. XXX votis vicennalibus [solutis], multis tricennalibus
[susceptis]. Altra formula, anch'essa comune, è sic XX, sic XXX (sic vicennalibus, sic tricennalibus), come felicemente si
sono compiuti i vicennali, così si compiano i tricennali.
Nell'arco di trionfo di Costantino, presso il Colosseo, inaugurato nell'anno 315, si legge su di uno dei lati sic X, sic XX,
sull'altro lato: votis X, votis XX. Questi voti si trovano anche espressi su oggetti varî, specie su quelli che si offrivano ad
alti personaggi o si scambiavano fra parenti e amici al principio d'anno (strenae); i vicennalia votati in onore di
Diocleziano si trovano incisi su un disco di una coppa di vetro>>
Enciclopedia Italiana (1937) di Gioacchino Mancini
Per l’approvvigionamento di Galli da destinare alla Centuriae o Χήνες, attrezzate con Turres, Τύρσις o, in ebraico,
Torah, i Τυρρηνοί o Τυρσηνοί avevano istituito, prima della conquista romana dell’Europa, The Poultry.
Visenda era la donna anglo-germana obbligata a vīsere il jus e il fas su pueri et puellae cereales (quae visenda o
videnda sunt), prima censiti (censeo) e quindi censurati (censuro), cioè vinti (V-incensi) nella Centuria.
La Centuria era XHN Uro, Khem di Horus o Cama di Horatius, Ken-tucky cioè Khem of the Duck, Lectigal del Dux.
Dopo la caduta dell’Impero Romano alcune regine di stirpe anglo-tedesca, memori della lunga vessazione subita dalle
loro popolazioni, assunsero nomi con il suffisso send, latinizzato in senda, che in spagnolo corrisponde all’aggettivo
sendos, sendas.
La Senda era l’invio dei cereali a quelli che i Romani definivano publicani ed era altresì la Sentina o Casa Sentina
(Casentino), dove venivano uccisi the sent slaves: le sentinelle.
I publicani erano publici canes o canes populi Romani (il popolo romano era il popolo del  cioè del Sole) cioè Quiriti,
Curatii, Quranici della Cura, Coranici del Cor o, per usare un termine onnicomprensivo, ebbri giudei (Iudaei).
I sendos e le sendas erano le Copiae di Sen per la Yena o S-Iena
Il Sen era, variamente appellato a seconda delle latitudini, The Son o The Sun (i solari, gli arii).
Sunne, Sin, Sinti, in spagnolo Sin (without cioè white out), Sinbad, Sion, Sein, Saon, Soan, Suavis, Suebus o Svevus,
considerati sucios suecos o suisos, in definitiva i Sion.
Erano messi in Ambone o B-each-one to be the electromagnetic ash in the honey moon (one=monos/e=money).
Doble esposas, B E each-one, bitch pray pre-ach, playa on  a-lon –g- play = Prague o Czech P-rogue
BB, BiBo o ViVo
I Babies o Bebes erano βεβιασμένοι cioè in βία, in via cioè in viaggio, per il βιάζειν.
Essi viaggiavano (via= βία) al Pa-latium (Palatum) del Picco (Beqa, beak, pico, pic) riservato al Piccolo (Piccoli
d’Israele) o Bebek per il Bebè (bebe k beber) o Baalbek.
La via (βία) era il vivere e bebere la vita (vivenda et bibenda est vita, vivienda).
La Centuria era la Stabula dove le “animae alae” o “ἄνεμοι ἅλες” venivano centuriate, cioè cinturate, nella centuria
o ανεμόμυλος, per produrre il letalis laetamen cui corrispondeva la laeta laetitia dei Sacerdotes Salii (S di Alif).
La animula (ανεμόμυλος) è oggetto di un componimento poetico attribuito a Publius Aelius Traianus Hadrianus, che
può essere interpretato in più di un modo, anche alla luce del detto di Plauto: <<tum in Apulis non sum natus, non sum
animula>>
Animula vagula blandula (ἄνεμος romana alba iulia)
Hospes comesque corporis (ἄνεμος in ανεμόμυλος)
Quae nunc abibis in loca (lucus della locura)
Pallidula rigida nudula (puer o puera ariana o cerealis)
Nec, ut soles, dabis iocos … (sclavitus e mors Solis)
Scriptores Historiae Augustae (4th century A.D.)
In tale contesto la Vicenda (Vicenna) era l’avvicendamento o rotazione del Sol Invictus cioè del “Sol Victus Infictus”
nel telaio meccanico o arpa (carro arepo, car ares, car e-poieo, cioè batteria voltaica, a volte o a strati, con ruota, camper-O o gambàro o game of the baron).
Museum Collection: The J Paul Getty Museum, Malibu, California, Catalogue No.: Malibu 89.AE.73, Beazley Archive
Number: 43376, Ware: Attic Red Figure, Shape: Stamnos, Painter: Attr. to the Syleus Painter, Date: ca 470 - 460 BC,
Period: Early Classical
Il Sol Victus era:
- Francus o Franciscus nel Frangens (Franciscus è la vittima disco fractus);
- Franc Mason nel Garsòn (il G arson nella Garrison manovrato dal garsòn o garzone).
Era chiamato francus (francese) perché schiavo da frangere (frangendum e fractus nel frangente) e solo in seguito
franco è diventato sinonimo di sincero, illibato, immacolato (gli abitanti delle Fiandre erano  ἄνδρες, cioè uomini da
ardere o fiamminghi in Vallonia egizia o anche Transvaal).
Mason (massone) significava M-Air-Son (Airish, Eirish o Irish).
The Son, cioè The Sun, era considerato Tabù, da trasformare in letame, stambio o concime, sottoponendolo alla Tabe
di Tebe (dalla Tebe egizia archetipica sono derivati la Tebe greca, la Tiberiade palestinese, il Tblisi georgiano, il Tiber
o Tibur romeno, Λητή, Liti, Lituania o Lidia).
Laetamen è biunivoco con laetitia e significa lietezza, gaiezza, compiacimento, laetus è connesso semanticamente ai
verbi lego e lingo, lingis, linxi, linctum, lingĕre, cui si ricollega anche l’aggettivo lentus, lenta, lentum.
La vittima veniva “allentata”, resa lenta o “lenita” (legna) con l’applicazione della -ignis (lux-ignis) alla -νέα (lana),
che diventava dapprima lentitudo o alimentum (oliente aliento) e, in seguito, neon acceso (νέον in gaza), prima di essere
trasformata in limo (lume-n  lime-n).
L’alimentum pastum (pasco, pascis, pavi, pastum, pascĕre), nutritum (nutrio, nūtris, nutrii, nutritum, nūtrīre), altum
(ălis, alui, altum, ălĕre) era il cibus cobaltus o kobalos (Balthus), Kybal o Κυβέλη (Cybelis).
La Legna Mater Wood era l’Alinea in Fix, che, in simboli greci, è  (mater)  (casa o uter con alinea).
Ligna
A-linea cioè Vi-nea di Eν-νέα (Τα Νεα Eνεργούμενα), in ogni punto X della linea c’è un Fix dove viene messa la
vittima alif (fila) per il falò (φαλος o pharaoh).
Alinea
A NN H o X NN H
Le due N, simbolo dell’energia, sono date dalla sigla εα, che può essere letta anche come -Nεα.
La N (Enne) significa n-εα in n-Fix ed altresì Electro-nuclear Energy, in greco Ενέργεια (ENE del Sator)
La εα sottoposta all’Eνέργεια era la novizia Εν Oργια (Eno)
τ ροχός
SATOR di
Niños e Niñas
Fossa
KAMA
S-pit-Fire
pist
r
F WS
F OS
F AOS
F ARAW
Pi t Scot - Bi s cui t
ροή
faselos
faraw
fasis
Asis/Aziz Fasi
fasianos ornis
w
La lettera N corrisponde al 50 (’) e 50.000 )
La Nαα era la Festa dedicata a Dodona da parte dei Ναβαταῖοι di Ptah.
Si incentrava sulla Noia delle Naiadi (Ναϊάδες),
Τα ναια, le “cose noiose” erano “annoiate” (to annoy) nelle Navi dei Templi (Naus dei Naos).
La cerimonia si chiamava Naumachia e si svolgeva nella Nαα-βάθος βατός βατις, presso la δῶμα (D-home) del
δαμάζω accompagnata dal canto Nαιος (Nαα…!).
Comportava un elevatissimo numero di vittime in uno scenario spettacolare ed orrifico.
In America Centrale qualcosa di simile era gestito dagli Indios Navajos di origine PERYL e anteriori all’insediamento
dei Navajos “navati” dall’Europa.
Il nome Δωδώνη o Δωδων, abbreviato in , deriva dal verbo greco δίδωμι, do, consegno, e dal sostantivo plurale
δῶρa, doni, donazioni (i Danai del Don).
Era il nome dell’Egitto che riceveva “doni dorati” (Dori o Danai) per il φαραω del Faraone nei campi di Filadelfia o
Dendera.
Il nome greco Dodona divenne, a distanza di secoli, il nome della capitale del Tanganika, modificato in Dodoma
(do+dona+doma).
Tanganika significa Tanga-νίκη, cioè morte nel ταῦ//tao ank sugli Angle Saxons, cioè morte degli Angeli (Galli)
chiusi nel cerchio o nella cintura di Sa-tanak (la parola νίκη va interpretata alla luce di τελευτή, τελέω e νέκυς).
La cintura apparteneva al Faraone S-ἀθάνατος, il Serpente immortale della Tanak, cioè della morte aKea.
La parola ebraica Tanak significava θάν[ατος] ακ[ις], cioè morte per ακιζειν nei πίνακες (piña-kamas o pineapples).
Ciò avveniva nel Βάκχος di Ακκω o Acròpoli.
Il tanga del Tanak era il perizoma, in greco περὶ ζώνη, cioè la tanika o The Danish Tank (il Danese, il Danubiano, il
Donestsk, il Deutsch, il Dìnaro era il bianco ariano europeo).
Il Tanak era la Zona Danzika (Danzig), dove il popolo schiavo di Dio (Deutsch Volk) veniva entangled, strangolato
nella morsa implacabile della Sphinx (Sphincter).
Il nome dell’altra città tanzanese Dar Es Salam rivela che l’Angola, la Terra degli Angoli (Piramidi), l’Islam, era
Dareus cioè El Cairo o, in altri termini, che l’intera Africa era Islam per gli Angeli (Jellow Wished Angels o Jellowish
Jews).
Un altro nome del Cairo era Algodon, che in spagnolo significa cotone.
Cotone, nella forma Cotonou, è il nome della capitale del Benin (ma si può dire che tutti i toponimi africani rinviano
alla regione nilotica, sede dell’antico orgoglio e dell’ineguagliabile splendore africano).
Il cotone bianco del Don andava Al God On o Al-God-odon: God o Dog () di Dodona.
Per arrivare al Dog africano le navi cariche di schiavi approdavano al Dock di Alessandria, The Hub o l’Ubi.
Una quota delle navi si dirigeva verso Alessandrietta per rifornire di schiavi la Mesopotamia.
Ma altri Dogs si trovavano nelle Indie Orientali e nelle Indie Occidentali.
Qui la Festa delle Naiadi era propriamente chiamata Hanoy, da cui il verbo inglese to annoy ed il sostantivo
paranoya, che significa intorno ad Ano Y (la vittima).
Era appannaggio del Vietnam, cioè della Y-etnia, composta da Cinesi e Cinesoidi, in codice YEAH (YETNA).
La Y è l’occhio a mandorla Sino-negro
YOU
Ano Y è nella cartografia crittata l’India e la Cina, l’ara asiatica, dove si svolgeva The Harass.
E’ indicata dalla Sfinge di Giza, che guarda ad est, verso Karachi in Pakistan.
La Sfinge, tra gli altri significati, ha quello di ago di una bussola.
Come tale rigirata verso Ovest indica Caienna o Cayenne nella Guyana francese:
Cayenne  Giza  Karachi
Immaginando di ruotare la Sfinge verso lo Xian da un lato e verso il Portogallo dall’altro si ottiene una lettera K.
Portogallo significava O-Porto-Gallo, cioè porto e deporto i Galli Ovum ed era il punto di partenza verso Port O Prince,
punto di approdo dell’O Princeps, Primus Caput o Aprica (Haiti significa Caytos καίουσιν o, meglio, all’imperfetto
ἔκαιον: Causa delle Cause o Αἰτία del Καύσω).
La lettera O simboleggia, geograficamente, il Golfo del Messico.
Tutta la zona dell’America Centrale faceva capo ad un complesso di Piramidi costruite a ridosso della costa
nordoccidentale dell’Isola, inabissatesi e di recente scoperte nei fondali marini.
Esse erano collegate alle Piramidi messicane e tutto l’insieme costituiva L’Avana del Cacem o del Cacique (cocer), cioè
l’Hub-ana per la Rubia Ana.
The
Key
Se si fanno proseguire le due diagonali suddette si incrociano a sudovest Niamey, Sinoe-Greenville (Liberia), Caravelas
(Brasile), a sudest Carnarvon-Perth (Australia).
Tirando una riga da San Pietroburgo che interseca Giza si arriva a Maputo in Mozambico.
Questo sarebbe The EYGHT P o The EGYPT in senso lato (Latium nella crittografia dell’antica Roma).
La δῶμα era il luogo del Τάμνω (damnum), The -Home of the Tame (The Thames), dove gli Alif o Alef venivano
domati e fatti a pezzi.
L’Alif era chiamato dai Greci ἄ,  o  (dagli aramei abba, dagli arabi alìbaba).
Egli era dapprima intatto, integro, vergine cioè ἄ[]τομο, ma presto o tardi destinato al τέμνω (τομο) e al βαπτίζω
(βαφή) nel Bath di Tebe (i due verbi greci furono coniati in stretto riferimento alla macchina alchemica elettronucleare
Bathyscaphe, ma contengono in nuce il significato complessivo del trattamento disumano cui erano sottoposti gli
schiavi e la loro prole).
Il Bath era la Bàita, Beit o Bet, la Taba o Taberna, il Tibet o Tebe dove avveniva la Tebaide (tebaizzazione).
Gli arabi rabbiosi la chiamarono Beitlemme (Bàita M), gli ebrei vampiri Shin Bet, i Greci èmuli βελεμνον, gli ebrei
ignoti, cioè le vittime dell’ebraismo, The Battle, i Romani, nemici dell’Africa Egizia, Cymba o Scapha, nel Medioevo lo
Shin Bet fu crittato nelle parole battello, vascello, veliero, cèmbalo.
L’ἄτομο diventava “atomato” o “tomizzato”, in inglese tomato, in spagnolo tomate.
Sottoposto al τορός in τηρος cioè alla Θηρός o Ταῦρος Mάχη (Tauromachìa) gestita dall’ἔρως (erotomane o Amore),
la vittima ἥρως o ἤρα (eroe erotizzato) diventava θήρ, θηρός, zero, cero, siero o siro (syrup).
Detto altrimenti, sotto il Θ-ἤρα(Tirannorotico) nell’ατμος-σφαῖρα (nella ἄ-τομος sphere-spear-fire) l’ἥρως
(ἀντίθεοι) o la ἤρα (primavera, ἔαρ o ἦρ) diventava dapprima-θήρ(μήτηρ εγαιρα, megera o mega-giara) e quindi
μετέωρα (meteora), dando luogo alla teoforìa eruttiva (tesmoforìa).
Nella crittografia anglosassone la pratica è conosciuta come Big-Toe, in quella spagnola come Pulgar, in quella italiana
come Alluce o Pollice in Tomaia.
Consisteva nel mettere il piede (piede = foot = παῖς, παιδός) sotto the Pic-Toe o Pic-Foto-E (il bi-arco o barca fotovoltaica), dove era penetrato dallo spiedo o spica.
La vittima si gonfiava lentamente fino a diventare il G-ομφαλός (gonfalone) o, in inglese, The Big Pig, con
l’allucinante Spit-Fire finale (luce o alluce del Borgo di Santa Lucina, Santa Lucia o San Leucio, Lu Purk).
La vittima “foot” era messa sotto la tomaia (to-maya), nell’aia o aiuola tomizzatrice, che i Greci chiamavano τομή o
τομα.
Esisteva anche la semplice versione meccanica della macchina che penetrava l’ano (basin o βάσις λεύς) e
contestualmente tirava collo e gònadi, bruciava ed affettava (foot and feet).
Ma prima di qualsiasi tipo di morte, the be, cioè la ἥβη o la βάσις (abbas), l’infante o l’infanta, era trattata più o meno
a lungo come una buda, pestata ed appestata (Megera di Budapest).
Solo al termine dei suoi giorni utili si aveva il let it be cioè il beit let (let è abbreviazione di lectus e lectigal, di filet,
flemma o φλέγμα, reso in italiano con l’espressione avverbiale lemme lemme , che è la beit flama).
Nel mondo arabo musulmano il termine δῶμα ed il verbo δαμάζω ha dato origine al nome della capitale della Siria,
Damask o Dimašq (corrispondente al nome Thomas, crittogramma di Tomos, Tem-N (Templum), la T-Home del Theos
Mas, Thomas, necessaria al Tau/Tao-ὠμός).
Οἱ ὀδόντες dell’O-dinosauro (ὠδίς, ὠδῖνος), che era in realtà il Tyrannosauro Rex per la questione dell’οδύνη.
Festa dell'Odio di Algodòn
ΩΔΕΙΟΝ
ᾠδεῖον
ΩΙΔΕΙΟΝ
Odino
ὠδίς
ὠδῖνος
wma
dodo
ὁδοῦς
οδων
DODOMA
Wotan era vittima in Walalla, vittima cioè dell’ὠδίς e, quindi, Odino (ὠδῖνος).
Wood
WOO è
Doble Uve (VV o V2) cioè Uranio U2: Uter
Doble O (OO o O2), cioè Oxygen O2: Odio (ὠδίς, ὠδῖνος)
Uno D (1), cioè Deuterio: Unda o Duna della υναμος ( vter)
Gli elementi erano era necessari per ilδινειν della δυναμος (w cioè ίς δον) e i dolori di morte o infernali (ὠδῖνες
θανάτου o ᾄδου), derivanti dalla fusione elettronucleare delle vittime.
Tale tipo di fusione era chiamata Διάβολος, Diavolo o Diablo, e tra gli Africani era conosciuta come Vudù, Voodoo o
Woodoo.
Il lincus (lingua o link), la linea-cuspis, cioè la linea-acus-bis dell’incudine o del S(erpens)cutum tagliava e penetrava
in-cutem la novizia o il novizio, cioè The Cute (to cut).
Per tale motivo l’incudo (incudinis) incuteva timor reverentialis, in realtà terrore parossistico, sui verecondi e le
vereconde, perché al timor seguiva l’ingabbiamento “in verre” vale a dire “in ferno” (verro, verris, versum, verrĕre e
verto, vertis, verti, versum, vertĕre) per il ciclo tumor  pudor  metum  horror (Horreus Rubrus o Rubens, Orus,
Orion, Oriens, nel linguaggio massonico En-G-Land Orient o Grande Oriente del Ma-Son).
Il verbo latino ad-lingere significava, nella crittografia romana antislamica, lincare l’incudo o il plinthus (to link the
lung or the shell) <<ad lente causandum oncomatem cum lengua fore>>.
Il linum era linctus in lanterna per il nilum (nihil, annichilimento del Nilo).
Si potrebbe dire che: <<Adlincti monacus atque monaca, de plano leniti erant in plintho et laniati>> cioè arsi come
ligna (leña o madera), ma soltanto dopo un lungo “processo lipidico” in pyra-linthea (λεπτός λιπαρός).
Planus, in inglese plain, deriva da  e AYN, che passando per AYN-K/ANKY dà Angel, che è l’eva-ankelou, eweangle-saxon, l’angelo ob-sex o angelo in O-Beta-Sex (Shin Bet).
Si può dire, in inglese, che: <<The angel was explained in the pit lane or in the air-plane for the R process, z-air into the
z-eir or n-air into n-eir>>.
The plane o the plain era the plank (in italiano plancia, in spagnolo p-lancha), the eire era the f-air-en (fire N).
The Angel era chiamato Y-n o Hu-n, in termini moderni Honey  Moon-hey  Money.
La morte pirica dell’angelo era The G-ain of the Sum of Money (Summa di Summer, espressione in cui Summer è la
Sumeria delle Piramidi).
Filadelfia era l’insieme dei Filari della Vigna con allineamento di case (alinea kabas o kabal) per l’A[lbus] Lineus e
l’A[lba] Linea, dapprima Ligna fixa, dopo  ignis, quindi  ipnos, infine  etna (ἰπνός è λίπα in ὕπνος, λέπρα
Ἑβραῖος, the lips erano messi in the leap, labies nelle labia per l’ebrietas).
Questo era l’Ethos dell’Ethnos, il Mos Mosaico, Isiaco o Asiatico (intendendo per Asia, in arabo Aisha, non solo l’Asia
geografica, ma anche l’Africa e le Americhe), conosciuto in Roma come Mos Maiorum.
L’Ethnos era la Festa dei Feti Infecti (τά Ἡφαίστεια ἱερά o Vulcanalia), cioè la Festa dei θεοὶ ἡφαιστεῖοι, considerati
foeminae, nel senso di foes, fogne, da eliminare in mina (μνᾶ da cui menace e amen-aza).
La città minareto, Μινώταυρος o μνᾶ-ταυρος, con le sue mine o miniere era la Città della Festa (Phaestum, Ἥφαιστος,
o Ἇφαιστος, Hλιος-Φαιστός o Aton-Φαιστός, Elio Fastoso o Luminoso), abitata dai Filistei o Falastin (Φαίστιος e
Φαιστιάς, i Fasti, Phasti o Fantes).
In arabo Falastin significa Paese dei Filistei cioè Paese degli Amici di Dio, che era il Faraone d’Egitto (l’ἐν πῠρί o
emperor).
L’Egitto era Il Paese del Παῖς (οἱ/αἱ παῖδες erano i Φαίστιο/Φαίστι per la Festa del φάος/φῶς, in spagnolo
sarebbero stati los paisas/los paisanos in -Ἅιδης o, in arabo, I-Said Aisha).
L’Egitto era Il Paese con οἱ/αἱ παῖδες, il Φαίδων o Fedone dei παῖδες (-Ἅιδης)
L’Egitto-Falastin era il Paese delle φιάλες, con i pales παῖδες (palidae fiduciae) ”in stia” e “in fila” per i fili (-λίνᾰ),
i falò (φαλοί, φαλαί, φαλά) e le aste elettriche (πελτασταί, peltastae per the spelt), la Palestra dei Pales (Phalastine), il
Gymnasium, mentre il resto dei paesi islamici era la Palestina nel senso di Palestra Minore (Palestrina) annessa alla
Palestra Principale (i Cubani orgogliosi delle loro origini africane e del glorioso Egitto hanno conferito il nome di Frank
Pais ad una delle loro cittadine, situata in provincia di Holguin, e il nome Quartel Moncada, Cartel dei Moncatori alla
famosa caserma rivoluzionaria).
I feti erano infecti, cioè disfatti (in-facere) in Nympha e Lympha (Nylu) per mezzo della Yom-φάος od ὀμφαλός, in
ebraico YOM-KIPPA-UR, famigerata per la sua lentezza (Yom Kippur, Giorno della Spina e della Spia).
Presso i Romani fu concettualizzata nel famoso adagio latino “festina lente”.
L’Egitto era il Paese (El Pais) del Pagus (Pago) dove i Pagani pagavano (to pay) i Pagi, Pargoli o Parvuli (paid), la
Terra Paganica del Payen (vedi Ugo de Payen, i Templari e Paganica, provincia di L’Aquila).
A parte il Pagus o The Bag-Dad (Bag-), cioè la Borsa per intascare i pagamenti, esistevano in Europa e nei Paesi
del Mediterraneo i Vici con i Vicani o Vicarii dei Pagani.
Con Roma lo schema fu nuovamente adottato: da una parte l’Urbs (l’Ur dell’Egitto BS), dall’altra Pagi e Vici, ma
questa volta gli schiavi tenuti nei Vici erano i Saevi, Sebi o Sebini, già padroni per lungo tempo dei Suebi (Svevi).
Bisogna intendere per Saevi o Sebi non solo i popoli Sabrei, Samnites o Sunniti, cioè i N(o)Apuli, ma anche gli Apuli
Servi (Serbi) ed i Super-Aevus cioè gli Etruschi prima di Roma, anch’essi dominatori di Suebi.
Costoro erano “i popoli superbi” della  ὑπέρ ηβη (Europa), i galli-boves del sistema schiavistico Boy/Buy/Bay/Bey o
Sabey: il Serpens ηβη con il B-ηβη (Bab-y), il T-ηβη (Θῆβαι), il S--ηβη (Sebus o Sabus).
Occorre sottolineare che la Visenda o Vicenda dei Visigoti, vittime in O-est (Cina) e in Sur (S-Y-R), cioè in Os-terreich (il Regno del Terrore di Os), significava Vis End cioè Victoria di IsIs: The End.
Ma The End era nel senso di Fine without End (finis sine fine o Sinn Fein).
L’O-Vis e i suoi Ovini, infatti, erano riprodotti in continuazione, allevati nell’O-vile e da lì portati al Confino (Limen o
Limitis) per l’estenuazione, la raffinazione ed il Corfinio: la Raffineria.
La Vittoria di Isis era, in altri termini, Vittoria Sempiterna (in spagnolo Victoria Siempre sobre La Tierna).
La Vis Semper era Ovis Semper cioè la Isis (inglese easy) ἐν πῠρᾷ (Semper Buraq).
Ovis Semper significava ἴσος e ἴση trasformati in ἴσον ζῷον (nella toponomastica Isonzo, Isuzu, Soho, Soheto o
Soweto), ἴσοι e ἴσαι trasformati in ἴσα (Isa, Itzak o Aisha, Al Isha o Aishtar).
In latino Is (elisir) ed Ea (ἔαρ o primavear) erano trasformati in Idem cioè in Neuter.
Questi erano gli Hiksos (hic sues, hic sucii ad X o Axa), ἰχθύες, Pares o Paria (ingl. The Easies) indispensabili per il
Vesuvius che era Oves subbiare nel jaccio e oves super via (via di jesus subius) VISV
La Vicenna o Vincenza era chiamata anche Wicca, Brujerìa, Maja, Magia (i nomi dell’arte sadica di antica origine
africana lasciano ipotizzare che essa era praticata sin dai tempi dell’antico Egitto in tutto il continente nero).
Il termine Vicenna nella lingua latina può essere fatto risalire a vīsō, vīsī, vīsum, vīsere, da cui il gerundio visenda,
cioè quae visenda sunt oppure agli altri due verbi video, vides, vidi, visum, videre e vinco, vincis, vici, victum,
vincere, da cui i gerundi visenda, videnda e vincenda.
La radice vi- (corrispondente al numero romano VI) deriva dal grafema VIS (in latino forza, potenza).
Nella Stabula-Centuria la madre anglo-germana Visigota, con le lacrime sul viso (guttae in viso, cioè lacrime sulle
gote), doveva vedere il V (VIOS, υἱός) ictus (V-ictus) et incensus (V–incensus), cinturato nella Centuria, doveva
assistere al taglio della gula (cola dell’ὕλη, chiamata anche spregiativamente guttur per essere, nel contesto sadico, il
culo, cioè il colon turris o colon torrens), quindi alle fasi della guttur, la cottura, e della tortur (torta di crema o torta di
Ur).
Si potrebbe immaginare, per rendere il concetto della ferocia e del sadismo sulle popolazioni ariane, un’ipotetica frase
del carnefice: <<Visus?, guta! Vis Robur, gota!>> cioè <<Visto?, Goda Gota! Forza di RoBur, Gota!>>.
La Robur è ροή πῦρ cioè ρώμη πυρά, Roma Burina o Roma Puritia, purificatrice di puerci (i porci dei pueri di Mus-a).
SEMPER BURAQ
Ma homa
BURAQ
Ma Home Ma D-Home Ca s a ma tta
Ma donna
Europa
BU RIN A
πῦρ ῥινός
πῦρ ῥήν
Burano
Ano e Ana
Altopiano
Anubis
una + bis = 3 Trentum
SUB BURA
ῥίς, ῥινός
SUB CAUSA
SUCCUSANUS
ρώμη
PY
POLO
La Tortur o Turtur era la Turris Taurina Torrens, cioè la fiamma biforcuta o bìfida (taurina) sprigionantesi (Tauoriens) dalla Tau-urna (Taurina o Turna) dove era collocata la vittima da tostare (tostum, testatico).
In inglese toast è un crittogramma che significa host (hostia ὠα) in the hospital (hospes) tosta (toasts) hasty
(lentamente), hasta (s-tick).
Dall’urna alla fine del procedimento usciva l’aster o la star, dopo che la vittima era stata trasformata lentamente in
astice (crostaceo).
La Crematio era il Crimen per antonomasia, The Ice-Cream Crime.
L’Ice-Cream era l’Is Croma cioè l’αἶσχος in ρεῦμα (spagnolo asco inglese ugle), che, bloccato nell’apparato φίλος
ἤλιος, nihil o Nilo, al termine del procedimento di Cromatura diventava Lumen da un lato e Limen, cioè Limo
dall’altro: εἰς χρῶμα e αἶσχος ρεῦμα.
In italiano the Ice-Cream sarebbe la Panna e in spagnolo la Nata: panna ha il medesimo etimo di pain, pane e pay,
entrambi derivanti dal greco παῖς, παιδός, era quindi, come nel caso dell’Ice-Cream, che era il φαίνω o phantom, il
risultato del Pan, intendendo per Pan il πεν-, il pōnĕre pin (ping-pong), il punire pan o lupanar (lux πᾶν) in panca:
panic and pain, panis et panacea: Πανάκεια.
La vittima era lo sclavus fidus che, al termine della fides o della fiducia, nel caso di schiavetto, era destinato a diventare
infidus, perfidus, invisus e dolosus, in quanto collocato nella casa ne sarebbe uscito dalle -fides cioè dagli -visus
(video), in caso di procedura coperta od ermetica.
In caso di procedura apertis, expressis verbis, coram populo o publice avrebbe emesso The Ice-Cream (stars and stripes
flash or flag, dal greco φλόξ, φλογός, φλέγω, nella Divina Commedia Flegiàs), dagli occhi e dalle orecchie (v-visus)
nonchè dagli altri orificii (v-fides o v-fiduciae) affinchè potesse essere visto ed ascoltato (video, audio et odeo,
procedura aperta).
Questo era The Beast Panic Crime, il Crimine di San Sebastiano sulla Bestia: la Bestia era the Best, the Bastard, che
invocava “basta ardere”, ba-stop, ba-s-top-kapi: Kopi (Opi) o Keops.
La Bestia, the Best, l’Aριστος, cioè il Fante (παῖς, puer, puera) trionfava nel senso che usciva “troia triunfans”
dall’ὀμφαλός, cioè, dopo essere stata tronfia o tronfiata, veniva ridotta a ρεῦμα o ροή (roveto).
Il triumphus era quindi il trio sul phas durante la trifase nella forca caudina finalizzata all’arco fotovoltaico.
La trifase (Tripoli) per il popolo servo di Dio (Deutsch cioè Δεύς τύχη) si articolava negli stadi:
1. Giallo
2. Rosso
3. Nero
4. B-leak o B-lack del B-leu
Per l’esecuzione della Torah, Tour, Egira o Girandola Luminosa la vittima veniva previamente riempita di liquido
incendiario, definito eufemisticamente rosolio (ros solis, rugiada del sole) con il vicenarius (picenarius).
Dato che il termine ἡ φάσις (φάσεως) deriva dal verbo greco φημὶ, da cui derivano anche il vocabolo italiano fiato,
l’italiano medievale fiate ed il verbo latino fătĕor, fătēris, fassus sum, fătēri, cioè respiro, si può arguire che le tre fasi
erano anche le tres respirationes del phasiolus, ognuna formata da inspiratio et expiratio: la in-spiratio era
l’immissione di corrente elettrica, la ex-spiratio era l’emissione di fiamme e fumo (Spirae Serpentis o Ψυχή).
In seguito la Girandola fu esorcizzata nella cultura popolare italica come Pupazza, cioè pupa pazza o pupa impazzita,
allo stesso modo del Fuoco di Sant’Antonio, rito apotropaico delle pratiche demoniache di Aton/Aten (vedi a proposito
del vicenarius o picenarius la storia dell’antica gens Pinaria, una gens Messapica, Picena-Picentina, appartenente al
popolo gestore del Pulcinaio preromano o Monte delle Pulci e del Picco sadico).
Il fuoco pirotecnico (the luter, liter, litre of the lighter), the v-ter, usciva dai fora o foramina del fimus, caper o
κόπρος.
I fori (utterances) nel caso di puella erano tres (-tres, -tria o -troia), nel caso di puer erano duo (liduo, lituo, Ida,
Lindìa), ma, in realtà, nel caso di bambino erano otto (ano, bocca, narici, occhi ed orecchi), nel caso di bambina erano
nove (gli otto + il foro vaginale).
La bambina con i suoi Nove Fori era la Eννέα o Aeneas, η νέα, cioè la novae natae o novenae, in spagnolo la novia.
To be put into the utterance significava positum esse in verbo, nell’uter bovis, oppure εἶναι ἐν λόγος, il loco o loculo
del μῦθος, dove avveniva il rogo (πυρά).
Il ΛΌΓΟΣ EN OX (il rogo nel bove o bue, in realtà nel box, nella Bibbia Enoch, noach o noè) era il Πώγων (φωγω ἐν
ὠόν) cioè il ROGUS EN-O (il rogo rosso – eno – cioè B-ENO-X, Ben EN-BOX o Bar EN-BOX).
r
PAN
π άντα ῥεῖ ὡς π οταμός
ρέω
logos
rho
pogon
rota ti on
focus/fogus
G-ra des
rogus
(Eraclito)
l a t. ra di i
long playing disk
3°
inglese
33°
66°
royal ark
expansio
99°
ebollition
scozzese
egizia (memphis - misraim)
emulsion
espanto
emulation
illuminati
La  di logos in  di rogus (rotacismo) dà fogus, che era il Φάος γάμμα per la gumma (gomma), il Fo[cus] Cummis
(Φάος Focum), il Focus del Fucus, addetto alla Fucina od Officina del Drago Cinese o Drago Cinetico.
La Fucina od Officina della Fòcide era attrezzata per il φωγω, il φωζω, il φωγνυω con il φάος, il φως φωτός, il φῴς,
φῳδός (foedus), il φωις, φωΐδος, la φωκη.
Nel Box della Fucina veniva messa l’anas-hospes, cioè la rana-hospes o r-ospo, in greco βάτραχος, in latino bufo, in
inglese frog, da focus rogus (fuoco rosso) e da ferox: a causa del fuoco rosso (red fire) il bufo si infoiava ed affogava,
sbuffava flames and fog per le narici nere (i fori) diventando infine gum (questa era la G-umma di Gomorra o di
Camorra).
In seguito the fog-gum (farro, foraggio o faggio) veniva smaltito come prodotto refluo ed inquinante: the smog (cioè
smoke-fog o mogen, poultry pollution).
Il termine fog è collegato etimologicamente a fag e faggot, nonché a fuck: essi vanno riportati al fagus magnus della
frog in the cell (μακελλα e δικελλα).
The frog era il fa-rogus (rogus del far o farreum), cioè il farox/ferox o fax.
The Mechanic Machine (Makka, Mακελλα o Make) by the Magnetic Snake (δικελλα) made mad the Maid and made
the Marmaid, fucking (fucando e fuocando), fagging (fagocitando) or faggoting (φάκελλος dello sfacelo): the marmaid
era il μάγμα lavico, cioè la labes lavorata dal labor nell’Alambicco del Laboratorio (in Roma antica Labicus), e lavata
dal lavacrum come acrum(e) dei Leves o laus del λαός (il Lodo dell’Allodola di Lodi).
The fucking presso i Cinesi era il Confucio cioè fucinare la χήν in Fucina, presso i Nipponici il Fukushin o Shintoismo
(Hin Tao in Shin Bet).
Nella crittografia spagnola La Serpiente Cul-Ebra era la mata-materia o mata-madera cioè il sistema para matar la
madre materna o mata tierna (la planta genetica).
La Nox era la Noxia di Aenus/Αἶνος cioè le Nozze di Caino o di Cana nella Noce (Almendra o Almond)..
La Θράκη, trax o trux era la trucidātio, la strages atrox nella Torax, detta anche σφαγή (σάρξ φάγω) o φόνος (φάος
αἶνος), la clades internecio (intra-nuces) realizzata nella Casa-Aedes.
Il significato genuino di caedem ēdĕre, fare strage, era divorare le vittime nelle Edicole dell’Aedes o Ade.
Clades in particolare significava καῖε (brucia) κλαῖε (piangi) ἄδαν/ἄδην in ἀδήν (adenosi) ῞Αδης (adesso), mentre la
clamide del carnifex della clades significava clam (camela, cara-mel) in crambe (cama-ra-beata) clama amor (clama
ma amor, in codice clamor).
La parola latina crambe corrisponde alla parola greca κράμβη ed è, come al solito, un crittogramma che può essere
tradotto come Camera Be, cioè Camera Bet, Camera Beata del Liber-a-tor (sala della Madonna della Libera).
Nella Camera Beta o Bet era sistemata la “Cama di Ra” cioè la “Cama Rayo”.
La Camera B nella crittografia latina è il cubicŭlum (contenitore) conclave (cum clave), cenaculum (signa aculeorum
canum), il Thalamus cioè la T-Sala-M (tau sala mu, crux salam).
Nella crittografia greca era τὸ οἴκημα (cama para la quema de las OO, cioè degli  in  ά), il θάλαμος o
τάλαμος (tau ala m), il λέχος (per la LEX).
Αδης può essere interpretato – semplificando - come Adesso Tempo e Momento: adesso è il momento,  empito, di
morire.
Adesso: ad-ipsum, cioè ad ἵππος sum, collocato nel Tempo o Tempio.
Tempo: Tempius cioè I nel Tempus di Yov (You), che è il Templum del Lumen e dell’Atem (Taormina), il Tempio
Atomizzatore (τέμνω πῦρ λύω μῦς)
Era la Sedes dell’Obsessio (obsĭdĕo, obsĭdes, obsedi, obsessum, obsĭdēre) per l’Eterìa.
TEMPLUM
ATEN, καύσω
Tremul a re
cl a us ura
κλείς cl a vi s
PLUS
PLUX
POLU
καίω ἀκμή
TIME
10
10
cl ou
P LUX
κλαίω cl oud e l oud
10
δικελλα
μακελλα
10
4 o 16
s a di ci
Pool
Empty Space
za di k
40
XeLa
Kελαινός
AQ Sex
OT o TENax
tena gl i a
tau o tay
l obs ter
i n a ra a gus ta
T-emptus, cioè θεός, θαος (tao) empito, θίασος θάσος (intasato o taxato), invasato dal Nume (N-umor, N-umero) Ros
Solis (rosolio) per fare il Lumen ed il Limen (Limo o Limon).
Momento: M-omen, cioè μὴ O man, morto homo nell’O-ra Dies (Ten X).
The hour era the time per ottenere il ru e il nu (nuru o runa), dopodichè the dead dye of the [bu]deepest dye emptied
space.
The empty space era la εἰς-πάτος della pece, la pix empta dai pisces in piscina, cioè il cibus (j-esus) per il cŏmĕdoēre
degli altri pisces-ἰχθύες oppure riversata nelle acque del Polo (swimming pool).
L’O-dies, l’Hora era il tempo necessario per il Dies (l’O-dies dell’Odio o Odissea).
Nella lingua latina Cras! significava domani crassa crapula o κρᾶσις (crazy), ma poteva diventare una procrastinatio
sadica, mentre Hodie! significava Odi! hora diei, hora Deh (death).
Nello schema crittato, cui si è accennato sopra, della VIC(enna) Viennese:
- V sta per VIOS (Vitis)
- VIT sta per Vitium e Vitulum (vitia sono i genitori e vitula i figli)
- VICT sta per evictio della Victima da sottoporre a saevitia (sagittae ad vitam).
- VICIES sta per VX è $
- VICIENS sta per VC è 95 cioè CV $
I Bona, i beni (preziosi), di Vindo Bona erano Τα Νεα o Novenae.
Bonum, singolare di bona, è transitato nel nome della città tedesca di Bonn e nel nome latino di Bologna, cioè
Bononia, nonché nei sostantivi inglesi Bond e Bonnet (bonds in the bonnet for the βωμός).
Bonum deriva dal greco Πόνος (πονέω), che era il Poenus, il Punicus (punitore) dei Penati, cioè dei Pennuti
Spennati o Cainas (Καινας o Galli)
I Punici (punii) o Arabi Fenici erano atavici nemici dei Romani e soprattutto dei Nordmen.
Θέω
Croce dei Celti
Croce di Sion
Croce di Dio
KALT
Kelt
Kult
X-ultor
KALS
cultivare
chart
charriot
fornix
φόρμιγξ
kaxis
κῐθάρα
cithara
guitar
κίθαρος
qīθāra
harp
λύρα
quitar
tarpare
Il μετέωρος o μετήορος dell’ἔθνος usciva (Θέω) liquefatto (ἐκθέω) dall’ e “meteorizzava”
nel Nilo (μετεωρέω, μετεωρίζω): era l’Aἴτνα o αἰτία N dell’Αιτναιος.
Era questa la Metèora del Sole con la quale si allegorizzava il tramonto, il declino delle
popolazioni solari ed arie.
Usando un’altra allegoria, la “dissoluzione nilotica” si potrebbe definire “etiologia del giudeo o
 del giudeo”, intendendo per giudeo The Juice (The Jew) e per  i tela o dardi
elettromagnetici (φᾶρος) sulla vittima trasformata in asthma8.
8
Il Tèlesma giudaico è nel cripto-ebraismo il Talisman cioè il Pentalfa o Pentacolo segreto, coincidente con
l’Altopiano dell’Aquila tra le Rocche a forma di Stella

L’Altopiano è Talismano vale a dire “est talis manus cum digitis”, cioè Stella a 5 punte o Pentacolo, perché la mano
ha 5 dita.
L’Altopiano è il Talismano degli I-tali-S Giusti: The Jews of the T cioè della Cross.
L’Altopiano è Talismano perché è (dovrebbe essere) il Tempio del Talis Man, cioè dell’Homo T Ali S.
Egli si trova (si troverebbe) in Ivy (Altopiano-Ivrea) ed è Ivrit (Iesvs V-RE-A Rocae Italia nel Iusiurandum) ed è:
- “Tio, Tion o Sion negli Abruzzi”, cioè il εός Eone negli Abruzzi, così come lascia intendere il nome del paese di
Tione degli Abruzzi (l’Eone, Αἰών, l’Emanazione Divina, è ἰών,ἰοῦσᾰ, ἰόν o, in latino, euns, euntis, quello del Got Mit
Uns, dell’Once o Eleven (ele-uve-ene è LVN, cioè l’Una sul Pozzo dell’Orologio, è il Nevel, cioè il Livello o The
Leveller, è l’E-Leu-Nazi o Nazareno).
- “Talis man, Talis homo” nel senso di Hecce Homo (Italus), filius Dei et agnus Dei, a Romanis tràditus Judae.
Per i Musulmani il medesimo concetto è espresso dal nome Medina e Medinat, che significa μὴ.
Con la sigla Din si intendevano i Δαναοί, i Danesi in senso lato, cioè gli Arii ἀνὰ (la gente Ariaἀνὰ) rispetto alle Piramidi, come si può evincere da Dinamarca, nome spagnolo della Danimarca.
La Dinamarca era il territorio vastissimo dove gli schiavi venivano “marcati”, nel senso di braccati,
“mercati”, nel senso di matricolati e “mercati” nel senso di mercanteggiati.
Altre sigle succedanee di Din erano Dun, Den e Don.
La prima è rimasta nel nome del fiume Dunarea, che è il fiume Danubio, la seconda nel nome
Denmark e la terza nel nome Don e nei suoi derivati.
La sigla din o dyn sta per δύναμις, sinonimo di Piramide9 ed elettrificazione alquemica.
Uno dei suoi soprannomi nella Roma antica era Dio Lucius Cassius Cocceianus (Coccia o S-coccia, il Capo, the
Coach).
Nel cripto-ebraismo è un Amuleto perché proveniente dai Mulatti di Palestina
I mulatti palestini erano dediti al φαλλος (phalòh o pharaoh), erano Filistei (Amici di Dio), erano cioè “famuli et emuli
lactis”, quelli del facere e-mule, in arabo mullah, che era il mulino o molino (ὁ μῦς, μυός, con la ἡ λαμπάς, -άδος).
Ma nel cripto-ebraismo apotropaico il Mulatto-Amuleto (Amulius) è ora egli famulo ed èmulo, castrato sine malo (ingl.
male), è Amur di Ruma in R.L., murato ne lac-alx del Calceus (scarpa di Rocca di Mezzo) per lavoro dei Cavalieri di
Malta o di San Giovanni (impasto di sabbia, acqua e altre sostanze, usato per cementare, ingl. mortar, sp. mortero).
9
Dan =  ἀνὰ
Den =  ἐν (england, extension)
Dyn =  Yunnan
Don =  Hong Kong
Dun = Hunan
Medina nella cultura islamica significa anche μηδέν ορος/ορον, μηδέν ἀεί-ρω, μηδέν ἀεί ἀήρ, ma
non nel senso di estinzione totale e definitiva della razza bianca, bensì nel senso di μὴ δύναμις
cioè di estenuazione, soggezione assoluta e senza fine10.
Per gli ebrei israeliani costituitisi in Stato indipendente nel 1948 Medina significa Medinàt
Yisrael: cioè “Stato dei discendenti dei dinamizzati nella ME Egizia”.
L’Egitto e la Cina erano le Dune Unite (Unas) della Duma, The Dome of The Domain o The Dominion (per gli inglesi
era The Commonwealth cioè The Common-wheat).
10
Vedi la sigla politica irlandese Sinn Fein.
Va interpretata alla luce della preposizione spagnola sin, del sostantivo heno (fieno), del verbo to feign, corrispondente
al verbo latino fingere e al vocabolo latino ignis.
Per gli irlandesi, abitanti una delle Lands dell’Iran, significa sin to feign:
- sine fine The Fine, senza fine La Fine (era the sum of money che l’Eire era costretta a pagare in continuazione e
senza termine, in quanto l’Islam aveva trovato il modo per far sì che il denaro non si esaurisse.
Attualmente la guerra genetica nel piano segreto delle razze non-arie prevede senz’altro l’estinzione dell’Eire, ma
salva la possibilità di creare ex novo the money for the game (moon-honey);
- shin bet per il Foenum (fieno di campo, cereale, maggese o frumento)
- sine finibus (i fines erano the Roma Limites and the Roman Valla, la nuova Walalla per the Jews cioè iranici e
giudei)
- sine fine σίνω il Foenum Gift o Dona o Adonai (è il Sinai)
Per gli orangisti (protestanti non solo brètoni ma anche germani e russi) significa:
- the sin is to feign (bruciare il fieno), the sin is to finger (usare il δάκτυλος o digitum), the sin is to win (vedi Vittoria
di Vindobona).
Sempre per gli orangisti, rispetto ai cattolici brètoni, significa:
- the sin is to feign (peccato fìngere).

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