Pneumatici

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Pneumatici
29 aprile 2014 - n. 17 - Anno LV
FILO DIRETTO CON L’ESPERTO: OK ALL’ATTIVITÀ EXTRAGRICOLA SE LIMITATA E NON PREVALENTE
PRIMO PIANO
ZOOTECNIA
MECCANIZZAZIONE
DOSSIER
PAC 2014-2020,
NUOVI AGRICOLTORI
SI DIVENTA
SUINICOLTURA,
LA REDDITIVITÀ
TIENE
EUROPA
A DUE VELOCITÀ
PER I TRATTORI
ANCHE LA GESTIONE
DEI REFLUI
DIVENTA SOSTENIBILE
www.agricoltura24.com
SPECIALE
Settimanale - Poste Italiane S.p.A. - sped. A.P. - D.L. 353/2003 conv. L. 46/2004. art. 1. c.1: C/MILANO
Pneumatici
LEGGI, LAVORO E FISCO: BRUCIARE RAMI E RAMAGLIE È REATO, MA NON PER TUTTI
[ FLASH ]
n. 17/2014
29 aprile 2014
SGRAVI FISCALI
Rimodulazione
base imponibile
Fabbricati rurali,
niente Imu
Terra e Vita 3
S
econdo il Mipaaf il decreto legge “Misure urgenti per la competitività e la giustizia sociale - Per
un’Italia coraggiosa e semplice” appena approvato dal Consiglio dei Ministri, contiene una rimodulazione della base imponibile per i terreni montani e collinari e una correzione fiscale sulla produzione di
energie rinnovabili da imprese agricole.
Un importante taglio del cuneo fiscale per il settore agricolo - si legge in una nota del Mipaaf - deriva
dalla riduzione dell’aliquota Irap del 10%. Il decreto legge - precisa la
nota - non contiene la reintroduzione dell’Imu sui fabbricati rurali a
uso strumentale. Restano le agevolazioni per il gasolio agricolo,
l’esenzione Ires per le cooperative agricole e di piccola pesca e il
regime speciale dell’Iva per le imprese agricole. Le organizzazioni
professionali hanno accolto con favore la notizia ma ribadiscono che
servono anche provvedimenti per favorire la crescita e uno sviluppo
duraturo in considerazione di quanto il settore ha espresso sul fronte
occupazionale e dell’internazionalizzazione delle imprese.
LOTTA ALLE FRODI
Ue, ok al regolamento
su controllo alimenti
PESCA
Coldiretti: «Obbligo gps
affonda piccole barche»
MIELE
Ue, no a indicazione ogm
Import dalla Cina +29%
EARTH DAY
Negli ultimi 5 anni persi
in Italia 70 ettari al giorno
V
«L’
N
«L’
ia libera del Parlamento
obbligo dell’installaeuropeo al regolamento sui
zione di un sistema
controlli ufficiali nella catena
satellitare per le piccole barche
alimentare, che prevede anche
da pesca è un adempimento
la creazione di centri europei di
inutile e costoso, tanto più se si
riferimento contro la
pensa che ne sono
frode alimentare.
esentate imbarcazioni
«In questo modo,
per il trasporto dei
afferma l’eurodeputa- ON LINE .BIO
passeggeri o delle
to Mario Pirillo (Pd), Dal 24 aprile le orga- merci fino a 40 volte
nizzazioni del biolorelatore in commissio- gico possono utiliz- più grandi».
ne Ambiente, Sanità e zare nei loro domini
A denunciarlo è
Sicurezza alimentare internet la nuova Coldiretti Impresapeestensione “.bio”.
del regolamento Ue Tutte le informazioni sca in merito all’applisui controlli ufficiali per la registrazione cazione della direttiva
per la catena alimenta- sono riportate nel si- Ue in materia di sicuto internet:
re - l’Ue potrà final- www.dot-bio.net. rezza della navigaziomente avviare il perne. In questo modo le
corso per garantire ai
imbarcazioni di piccocittadini un cibo davvero sicuro.
la stazza che svolgono attività di
Un passo necessario e urgente
pesca costiera, spiega Coldiretti,
dopo i tanti scandali di cui si è
saranno costrette ad acquistare
avuta notizia, tra cui quello delentro il mese di maggio apparati
le carni equine all’Ikea». La nordi classe “A” con un costo che
mativa è stata approvata a larsupera i 2.500 euro.
ghissima maggioranza.
«Sono tante – spiega Pirillo –
le norme contenute nel provvedimento che contribuiranno a
restituire fiducia ai cittadini. Fra
queste c’è la frequenza minima
dei controlli per tutti i Paesi e
l’esenzione dal pagamento delle
tariffe obbligatorie da parte delle imprese agricole e delle micro
imprese».
*
el miele in vendita nell’Ue
non è necessario indicare
in etichetta la presenza di polline contaminato ogm, nonostante il boom delle importazioni da
Paesi a rischio contaminazione,
come la Cina, che nel 2013 ha
aumentato del 29% le spedizioni
diventando il secondo fornitore
dell’Italia preceduta solo dall’Ungheria. È la Coldiretti a lanciare l’allarme sugli effetti dell’ultima sessione plenaria di
questa legislatura a Strasburgo
dove il Parlamento europeo ha
adottato il testo in base al quale
il polline, essendo una componente naturale specifica del miele, non va considerato un ingrediente. Ne consegue, che non sarà necessario indicare in
etichetta la presenza di ogm dal
momento che rappresenta un
valore inferiore allo 0,9% ammesso dalla legislazione Ue.
L’interpretazione non rispecchierebbe però la sentenza della
Corte di giustizia, secondo la
quale il polline è un ingrediente
del miele e quindi la presenza di
ogm va indicata. A preoccupare
è il fatto che la coltivazione di un
campo ogm è in grado di determinare la contaminazione del
miele con il trasporto del polline
da parte delle api.
Earth Day (22 aprile)
è una giornata fondamentale per rafforzare un confronto globale sui temi della terra, dell’ambiente e dell’alimentazione» ha detto il ministro
Maurizio Martina in occasione
della Giornata mondiale della
Terra. «Questo giorno deve essere anche un momento di riflessione sulla tutela del territorio e sulla capacità produttiva
che avremo in futuro» ha aggiunto ricordando che in Italia,
negli ultimi 5 anni, si sono persi
8 mq al secondo di terreno, pari
a 70 ha al giorno. «Dobbiamo
intervenire in fretta – ha precisato Martina –. Intanto ci stiamo
impegnando perché l’Italia abbia una legge adeguata sul consumo del suolo, ricordando che
l’agricoltura è decisiva per la cura del territorio e la prevenzione
dai rischi ambientali».
[ METEO ]
4 Terra e Vita
n. 17/2014
29 aprile 2014
A CURA DEL GENERALE ALFIO GIUFFRIDA LUNEDÌ 28 E MARTEDÌ 29
MERCOLEDÌ 30 E GIOVEDÌ 1
Piogge e
temporali
VENERDÌ 2, SABATO 3 E DOMENICA 4
Rovesci
Variabile
Variabile
Piogge
Poco
nuvoloso
Piogge
Variabile
Rovesci
Settimana di tempo variabile, con piogge e temporali, soprattutto al nord. Al nord cielo molto nuvoloso con piogge sparse e temporali sui rilievi, soprattutto su Piemonte e Liguria, ma anche sul Triveneto
e nella zona collinare dell’Emilia-Romagna. Al centro e al sud, nuvolosità variabile, più intensa su
Toscana e Umbria, dove potranno aversi isolate precipitazioni. Bel tempo sulle due isole maggiori.
Temperature senza variazioni di rilievo.
SERENO
VARIABILE
Sulle regioni settentrionali nuvolosità irregolare,
con piogge sparse, localmente a carattere temporalesco, specie nelle ore pomeridiane. Le regioni
più colpite saranno il Piemonte e la Lombardia. Al
centro e al sud, molto nuvoloso, con piogge sparse su Toscana e Umbria e qualche temporale sui
rilievi. Possibilità di isolati rovesci anche sul resto della dorsale appenninica. Temperature in
lieve ma graduale aumento, specie al sud.
NUVOLOSO
PIOGGIA
Sulle regioni del nord e del centro, nuvolosità
variabile, con possibilità di isolate precipitazioni, specie su Piemonte e Liguria. Qualche temporale sui rilievi, nelle ore pomeridiane. Al sud, da
nuvoloso a molto nuvoloso, con precipitazioni
sparse che, sui rilievi di Lazio, Abruzzo e Campania potranno essere a carattere temporalesco.
Temperature stazionarie al nord, ancora in lieve
aumento al sud.
NEBBIA
TEMPORALI
NEVE
6
[ SOMMARIO ]
Terra e Vita
[ NUOVA PAC, LE MISURE PER I GIOVANI AGRICOLTORI ]
PAGINA
8
n. 17/2014
29 aprile 2014
[ TIENE LA REDDITIVITÀ DELLA SUINICOLTURA ]
PAGINA
10
[ PRIMO PIANO ]
PAG.
8
2014-2020 - Pac, le scelte degli Stati in pillole
PAG.
11
ZOOTECNIA - Suinicoltura, la redditività tiene DI GIORGIO SETTI
PAG.
12
OSSERVATORIO - Biologico, mercato da 50 miliardi
PAG.
14
- Kiwi, batteriosi sotto controllo DI CRISTIANO RICIPUTI
PAG.
15
AMBIENTE - Specie alloctone, arriva la lista nera DI GIUSEPPE FUGARO
PAG.
16
MERCATO - Latte Ue, il mercato sotto Osservatorio DI ALESSANDRO COLTELLI
PAG.
17
RAPPORTO ISPRA - Consumo di suolo senza tregua DI GIUSEPPE FUGARO
PAG.
18
MECCANIZZAZIONE - Trattori, Europa a due velocità DI FRANCESCO BARTOLOZZI
PAG.
19
FOCUS ESPROPRI - Protocolli d’intesa sconsigliabili da che sono saltati i Vam DI G. SARZI BRAGA
PAG.
20
Bruciare rami e ramaglie è reato, ma non per tutti DI FRANCESCO MARIO AGNOLI
PAG.
24
Filo diretto - Ok all’attività extragricola se limitata e non prevalente A CURA DI DULCINEA BIGNAMI
PAG.
26
PAG.
34
Un treno costoso solo in apparenza DI ROBERTO GUIDOTTI
PAG.
38
Modelli e misure per tutte le necessità DI FEDERICO MERCURIO
PAG.
41
I VOSTRI QUESITI - Nuovi agricoltori, titoli e greening DI ANGELO FRASCARELLI
&/.$!4/2% Mons. Ernesto Pisoni
Anno LV - Numero 17 - 29 aprile 2014
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29 aprile 2014 - n. 17 - Anno LV
FILO DIRETTO CON L’ESPERTO: OK ALL’ATTIVITÀ EXTRAGRICOLA SE LIMITATA E NON PREVALENTE
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LEGGI, LAVORO E FISCO: BRUCIARE RAMI E RAMAGLIE È REATO, MA NON PER TUTTI
$)2%44/ $! Beatrice Toni
2%$!:)/.% Francesco Bartolozzi, Dulcinea Bignami,
Gianni Gnudi (capo redattore), Alessandro Maresca,
Giorgio Setti (capo redattore), Lorenzo Tosi
$)2%44/2% 2%30/.3!"),% Ivo A. Nardella
3%'2%4%2)! $) 2%$!:)/.%
4EL &AX 0IAZZA 'ALILEO 'ALILEI "/,/'.!
REDAZIONEEDAGRICOLE NEWBUSINESSMEDIAIT
[ ATTUALITÀ ]
DI
ALESSANDRO MARESCA
5&&)#)/ '2!&)#/ EMMEGI GROUP srl
02/'%44/ '2!&)#/ Cinzia Leone
02/02)%4!2)/ %$ %$)4/2% New Business Media srl
3%$% ,%'!,% Via Eritrea, 21 - 20157 Milano
$)2%44/2% %$!'2)#/,% Eugenio Occhialini
3%$% /0%2!4)6!
Piazza Galileo Galilei, 6 - 40123 Bologna
5&&)#)/ 05"",)#)4®
Tel. +39 051/6575.822 - Fax +39 051/6575.853
[email protected]
5&&)#)/ 42!&&)#/
Piazza Galileo Galilei, 6 - 40123 Bologna
Tel. +39 051 6575.842
[email protected]
[ LEGGI, LAVORO E FISCO ]
[ SPECIALE PNEUMATICI ]
Mercato, la quiete dopo la tempesta
DI FRANCESCO
BARTOLOZZI
[ SOMMARIO ]
n. 17/2014
29 aprile 2014
Terra e Vita
7
numero 17/29 aprile 2014
Questo numero è stato chiuso in tipografia e spedito il 18 aprile 2014
[ SPECIALE PNEUMATICI ]
PAGINA
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33
[ DOSSIER DEIEZIONI ZOOTECNICHE ]
PAGINA
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[ DOSSIER DEIEZIONI ZOOTECNICHE ]
3%26):)/ #,)%.4) 0%2)/$)#)
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ANCHE SE NON PUBBLICATI E LA #ASA %DITRICE NON SI
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PUBBLICATI O DI ERRORI IN CUI FOSSE INCORSA NELLA LORO
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SARANNO DA NOI CUSTODITI E TRATTATI CON ASSOLUTA RISERVA
TEZZA E UTILIZZATI ESCLUSIVAMENTE AI FINI COMMERCIALI E
PROMOZIONALI DELLA NOSTRA ATTIVITË ) 3UOI DATI POTRANNO
ALTRESÖ ESSERE COMUNICATI A SOGGETTI TERZI PER I QUALI LA
CONOSCENZA DEI 3UOI DATI RISULTI NECESSARIA O COMUN
QUE FUNZIONALE ALLO SVOLGIMENTO DELLATTIVITË DELLA NO
STRA 3OCIETË )L TITOLARE DEL TRATTAMENTO Ò .EW "USINESS
Media Srl, Via Eritrea 21, 20157 Milano. Al titolare del
TRATTAMENTO ,EI POTRË RIVOLGERSI MEDIANTE IL NUMERO
PER FAR VALERE I 3UOI DIRITTI DI RETTIFICAZIO
NE CANCELLAZIONE OPPOSIZIONE A PARTICOLARI TRATTAMEN
TI DEI PROPRI DATI ESPLICITATI ALLART $,GS E la gestione dei reflui diventa sostenibile DI STEFANO GUERCINI, CLELIA RUMOR
PAG.
44
Nitrati, la Lombardia verso una nuova mappa DI FRANCESCA BACCINO
PAG.
50
PROVA IN CAMPO - John Deere S670i, la trebbia su misura per la realtà italiana DI OTTAVIO REPETTI
PAG.
54
DIFESA DELLE COLTURE - Oidio, le infezioni ascosporiche DI RICCARDO BUGIANI E MASSIMO BARISELLI
PAG.
57
- Imprevedibile peronospora DI FRANCESCO CORVI
PAG.
58
- Olivo, controllo delle crittogame DI ARTURO CAPONERO
PAG.
59
AZIENDE E PRODOTTI - Malattie in aumento, regali di un inverno caldo e piovoso
PAG.
62
- “Biostimolazione” del melone, più produzione minore stress DI P.P. PASOTTI, M. PELLICONI, V. VOLPICELLI
PAG.
65
METEO
PAG.
4
DAL PALAZZO
PAG.
17
REGIONI - Piemonte. Schedario vitivinicolo, riassegnati i primi diritti di reimpianto DI J. FONTANETO
PAG.
29
VILLAGGIO RURALE - Web 2.0, bisogna esserci ma “con strategia” DI ALESSANDRA SGARBOSSA
PAG.
60
INFORMAZIONI DALLE IMPRESE
PAG.
68
ANNUNCI
PAG.
71
- Prezzi dei prodotti agricoli
PAG.
73
- Il borsino dell’ortofrutta biologica
PAG.
77
- Cereali: trend nazionali e internazionali a confronto
PAG.
78
- Prezzi dei prodotti ortofrutticoli
PAG.
80
[ TECNICA E TECNOLOGIA ]
[ RUBRICHE ]
[ PERISCOPIO ]
TENDENZE E MERCATI
8
[ PRIMO PIANO ]
Terra e Vita
n. 17/2014
29 aprile 2014
I VOSTRI QUESITI Chi può accedere ai titoli della Pac 2014-2020 e a quali condizioni
Nuovi agricoltori, titoli e greening
DI ANGELO FRASCARELLI S
ono un giovane di 36 anni e a novembre 2013 ho
aperto la p. Iva agricola
per un regime d’affari inferiore a €
7.000 e ho iniziato l'attività nel
terreno che era di mio padre. Questo terreno è inferiore all’ettaro e
non ha titoli.
Leggendo i vari articoli per accedere alla nuova Pac, mi sono
chiesto se posso presentare una
domanda di accesso ai titoli della
Riserva nazionale come “nuovo
agricoltore”. Per far questo sono
disposto ad affittare del terreno
perché mi serve almeno un ettaro.
Ma è sicuro che riesco ad ottenere i titoli?Qual è all'incirca il va-
lore di un titolo dalla riserva?
Se acquisto i titoli, devo avere
sempre il terreno dove spalmarli?
Posso acquistare solo un titolo e
fare la domanda di aiuto a maggio
2014? Così ho i requisiti per accedere ai nuovi titoli Pac 2015?
T.R.- email
Un “nuovo agricoltore”
può richiedere l’assegnazione
di titoli dalla riserva nazionale, tramite una domanda da
presentare entro il 15 maggio
2014. Un “nuovo agricoltore”
è colui che:
- presenta domanda di accesso
alla riserva, per la prima volta,
nel 2014;
- nei cinque anni precedenti,
non ha esercitato alcuna attività agricola, né ha esercitato il
controllo su una persona giuridica dedita ad un'attività
agricola.
Non è consentita la richiesta di
titoli all’aiuto per superfici
ammissibili inferiori ad un ettaro. Il lettore, quindi, deve
possedere una superficie di almeno un ettaro, per avere i requisiti di accesso alla riserva
nazionale.
Il lettore chiede se è sicuro di
ottenere i titoli.
La domanda è legittima, visto
che gli agricoltori non hanno
la garanzia di accoglimento
della domanda, qualora le risorse finanziarie disponibili
non fossero sufficienti per soddisfare tutte le richieste.
Dal 2005 al 2013, la riserva nazionale è riuscita a soddisfare
le richieste di tutti gli agricoltori che possedevano i requisiti. Ma nel 2014, si potrebbe
porre il problema, visto che si
annuncia un elevato numero
di domande.
Qualora le risorse finanziarie
disponibili non fossero sufficienti a soddisfare tutte le richieste di accesso alla riserva
nazionale, trovano applicazione i criteri di priorità, stabiliti
dal Decreto ministeriale 13
maggio 2010.
Agea esaminerà le domande
presentate, accerterà la presenza delle condizioni di ammissibilità e redigerà una graduatoria, redatta applicando
quatto criteri di priorità (v.
tab. 1):
- età anagrafica;
TAB. 1 - CRITERI DI PRIORITÀ PER L’ACCESSO ALLA RISERVA NAZIONALE
PUNTEGGIO
MASSIMO
OTTENIBILE
100 pt.
CRITERI DI PRIORITÀ
ANAGRAFICA
<40 anni
> 40 < 65 anni
TERRITORIALE
55 pt.
25 pt.
IMPRENDITORIA
FEMMINILE
PROFESSIONALE/ISTRUZIONE
contribuzione previdenziale in agricoltura
25 pt.
laurea specialistica o vecchio ordinamento
15 pt.
10 pt.
laurea
10 pt.
5 pt.
diploma
5 pt.
montagna
15 pt.
collina
pianura
agricoltore 5 pt.
donna
[ PRIMO PIANO ]
n. 17/2014
29 aprile 2014
TAB. 2 - VALORE DEI TITOLI DALLA RISERVA NAZIONALE
ZONA ALTIMETRICA
/HA
Italia Settentrionale pianura
395,43
Italia Settentrionale collina
213,90
Italia Settentrionale montagna
64,93
Italia Centrale pianura
293,89
Italia Centrale collina
253,16
Italia Centrale montagna
120,49
Italia Meridionale pianura
510,18
Italia Meridionale collina
362,30
Italia Meridionale montagna
230,99
Italia Insulare pianura
212,90
Italia Insulare collina
144,31
Italia Insulare montagna
114,31
- criterio territoriale;
- criterio professionale/istruzione;
- sesso.
Il punteggio massimo ottenibile è di 100 punti.
I titoli dalla riserva nazionale
saranno assegnati fino ad
esaurimento delle risorse disponibili sulla base della graduatoria.
Il lettore, avendo 36 anni, ottiene il maggior punteggio
nell’ambito dei criteri di priorità, quindi dovrebbe essere
abbastanza sicuro di accedere
alla riserva nazionale.
Il valore dei titoli della riserva nazionale dipende dalla
zona in cui è ubicata l’azienda, secondo i valori riportati
in tab. 2.
In alternativa all’accesso alla
riserva nazionale, il lettore
può acquistare i titoli entro il
15 maggio 2014. Per ricevere il
pagamento, l’agricoltore deve abbinare i titoli a corrispondenti ettari di superficie ammissibile.
L’acquisto di titoli consente al
lettore di ottenere i pagamenti della Pac nel 2014,
ma non per il 2015.
Infatti, i requisiti per l’assegnazione dei nuovi titoli sono tre:
1 - essere agricoltore attivo;
2 - presentare una domanda di
assegnazione di titoli entro il
15 maggio 2015;
3 - aver presentato una domanda di aiuto per il 2013.
Il lettore non possiede il “requisito del 2013”. Invece, con
l’accesso alla riserva nazionale il problema è risolto. Infatti, l’art. 24 del Reg. Ue
1307/2013 prevede quattro
deroghe; una di queste deroghe riguarda proprio la Riserva nazionale: gli Stati membri
possono concedere titoli all’aiuto agli agricoltori che non
hanno ricevuto pagamenti diretti per il 2013, se nel 2014
ricevono titoli da riserva.
In conclusione, con la domanda di accesso alla riserva nazionale, il letto-
re potrà acquisire i titoli nel
2014 e anche i nuovi titoli della
Pac 2015-2020.
SENZA REQUISITO 2013
Vendere assieme
titoli e terra
Se un’azienda vende o affitta quest’anno dei titoli a un’altra azienda che non ha mai fatto domanda,
come può acquisire il diritto ad
avere titoli nel 2015 oltre al fatto
di fare una Riserva nazionale nel
2014?
Sull’articolo di TV n.10/2014 si
dice che per avere il diritto ad avere titoli nel 2015, il requisito 2013
si può acquisire, se nell’atto di
vendita o di affitto si inserisce una
clausola, di diritto a ricevere i titoli prendendo anche il requisito
2013 come indicato sul Reg. Ue
1307/2017 (art. 24, part.8), che
però non parla specificatamente
di “vendita o affitto di requisito
2013” ma più in generale di “trasferire i diritti all’aiuto”.
Quale è la giusta dicitura da inserire nei contratti di affitto o di
vendita?
Il problema nasce dalla
mancanza del “requisito del
2013”. Infatti, l’assegnazione
dei nuovi titoli avverrà sulla
base della domanda al 15 maggio 2015, ma con la sussistenza
di tre requisiti per l’assegnazione dei nuovi titoli:
- essere agricoltore attivo;
- presentare una domanda di
assegnazione di titoli entro il
Terra e Vita
9
15 maggio 2015;
- aver presentato una domanda di aiuto per il 2013.
L’agricoltore in questione ha
due possibilità per risolvere il
“requisito del 2013”:
1 - presentare una domanda
alla riserva nazionale nel 2014,
se possiede i requisiti per l’accesso alla riserva nazionale;
2 - utilizzare la clausola contrattuale, prevista ai sensi dell’art. 24, par. 8 del Reg.
1307/2013, che prevede la possibilità da parte del proprietario, in caso di vendita o affitto
dell’azienda, di trasferire il diritto a ricevere i titoli ad uno o
più agricoltori.
La clausola contrattuale è attivabile solo in caso di vendita o
affitto di “terra e titoli” o di
sola terra. Non è attivabile in
caso di vendita di soli titoli.
L’art. 24, par. 8 del Reg.
1307/2013 consente di trasferire, oltre ai titoli e/o alla terra,
tutti i diritti per accedere alla
nuova Pac, tra cui anche “requisito del 2013”.
La dicitura da inserire nei contratti di vendita o affitto non è
indicata nei regolamenti comunitari, ma può essere sufficiente specificare: “il
proprietario trasferisce all’ac-
10 Terra e Vita
[ PRIMO PIANO ]
lore unitario iniziale nel 2015
inferiore alla media nazionale;
pertanto per effetto della convergenza, il valore dei titoli è
destinato ad aumentare dal
2015 al 2019, per arrivare nel
2019 a circa 170 €/ha, pari al
60% della media nazionale. NUOVA AZIENDA
Acquisizione titoli 2013
per trasferimento
quirente (o affittuario) il diritto a ricevere i titoli all’aiuto ai
sensi dell’art. 24, par. 8 del
Reg. 1307/2013”.
VALORE DEI TITOLI
L effetto
della convergenza
Ho un’azienda zootecnica di 19
ha di cui 10 in proprietà e 9 in
affitto, scadenza 2013.
Nel 2013 ho presentato domanda
per ha 19 in quanto sup. ammissibile, avendo quote per ha 22 per
un valore totale di € 6.300.
Nel 2014 ho un nuovo affitto per
ha 40 più 10 di proprietà con sempre 22 ha di quote; non è possibile
la Riserva nazionale in quanto
non più giovane.
Volevo sapere se l’importo di €
6.300 nel 2015 mi si spalma su 50
ha e, se è così, si avrà una quota
pari a circa 100 €/ha, questo importo quanto aumenterà fino al
2019?
Volevo sapere se il 60% di aumento viene calcolato dal riferimento
della media nazionale/regionale o
dalla quota del 2015?
L’importo dei pagamenti
diretti che l’agricoltore percepirà negli anni 2014-2020 dipenderà dalla scelta nazionale
sulla convergenza. Quasi certamente l’Italia sceglierà il cosiddetto “modello irlandese”
di convergenza, che prevede
un graduale passaggio dal valore dei titoli storici verso valori dei titoli futuri più omogenei senza, pertanto, pervenire
al pagamento uniforme nel
2019.
In tal caso, il valore dei titoli
sarà fissato nel 2015, sulla base
degli importi riferiti al 2014.
Il numero dei titoli assegnati
sarà pari al numero di ettari
ammissibili indicati nella Domanda unica al 15 maggio
2015.
Il valore unitario iniziale dei
titoli dipenderà da due fattori:
- il valore storico (pagamenti
ricevuti o valore dei titoli detenuti ), riferito all’anno 2014;
- il numero di ettari ammissibili riferiti all’anno 2015.
Se il valore unitario iniziale è
superiore alla media nazionale, il valore dei titoli è destinato a diminuire; se il valore
unitario iniziale è inferiore alla media nazionale, il valore
dei titoli è destinato ad aumentare.
Nel 2019, tutti i titoli dovranno
avere un valore pari ad almeno il 60% della media nazionale, in quanto l’Italia ha scelto le
regione “unica” nazionale.
Nel caso in questione, l’importo di € 6.300, che il lettore percepirà nel 2014, si spalma sui
50 ettari nel 2015.
Questo agricoltore avrà un va-
Una nuova azienda 2014 che acquisisce titoli tramite un trasferimento da altra azienda (vendita o
affitto con terra) o da genitore per
decesso di quest’ultimo, quindi
non accede alla Riserva Nazionale
2014 e non ha presentato DU nel
2013 , potrà presentare DU nel
2015 ed accedere ai nuovi titoli?
Nel caso di vendita o affitto, la nuova azienda può acquisire i titoli nel 2015 in base
all’art. 24, par. 8 del reg.
1307/2013; nel contratto di
vendita o affitto, va messa una
clausola contrattuale che trasferisce il “requisito del 2013”.
Nel caso di successione, non
ci sono problemi, purché i titoli siano trasferiti per successione.
TITOLI STORICI/1
Riduzione massima
del 45% nel 2019
Il valore dei titoli storici oppure
l’importo che si incasserà nel
2014, subirà una riduzione dal
2015 al 2019 (metodo irlandese)
che comporterà una diminuzione
del valore max del 30%?
Sembra che vi sarà un’altra riduzione già nel 2015; è confermata?
Qual è il motivo di quest’altra
riduzione?
Nel 2019, la riduzione
massima del valore unitario
iniziale (calcolato nel 2015) è
del 30%.
Poi occorre tener conto della
trattenuta per il pagamento
accoppiato (15%) e per i giova-
n. 17/2014
29 aprile 2014
ni agricoltori (1%). Quindi, la
diminuzione del valore del titolo, nel 2019 rispetto al 2014,
sarà di circa il 45%.
TITOLI STORICI/2
Spalmato il valore
dei pagamenti percepiti
Azienda con 10 titoli storici porterà nel 2015 solo il valore di detti
titoli (o importo incassato 2014)
ma con superficie di 20 ha al
15/5/2015.
Il valore (ridotto) sarà spalmato
su tutti e 20 gli ettari? In questo
caso come saranno assegnati i
nuovi titoli sui 10 ha nuovi?
Se invece non saranno spalmati su
tutti e 20 gli ettari è esatto dire che
il valore (ridotto) sarà assegnato
solo su 10 ettari e agli altri 10
saranno assegnati 10 titoli nuovi?
L’Italia è orientata ad utilizzare il criterio dei “pagamenti percepiti” (incassati).
Il valore (ridotto) sarà spalmato su tutti e 20 gli ettari. L’agricoltore riceverà 20 titoli con
valore spalmato.
GREENING
Pagamenti per tutti
gli impegni no
Per il pagamento greening sarà
pagato solo alle aziende obbligate
a farlo oltre i 10 ha a seminativo
(diversificazione e mantenimento
pascoli) ed oltre i 15 ha a seminativo (aree ecologiche) oppure anche a tutte le altre (aziende con
solo vigneti e oliveti)?
Il pagamento greening sarà
pagato a tutte le aziende e su
tutta l asuperficie abbinata ai
titoli del pagamento di base.
Le aziende fino a 10 ettari a
seminativo (per la diversificazione) e fino a 15 ettari a seminativo (aree ecologiche) e le
aziende con solo vigneti ed oliveti, sono greening per definizione. Pertanto, percepiscono
il pagamento greening e non
hanno impegni.
[ ATTUALITÀ ]
n. 17/2014
29 aprile 2014
Terra e Vita 11
2014-2020 Dagli aiuti alla zootecnia fino al sostegno alle leguminose. Le prime decisioni
Pac, le scelte degli Stati in pillole
L
a riforma della Pac ha lasciato agli Stati membri
un ampio margine di manovra su diversi aspetti.
Per prendere queste decisioni c’è tempo fino al 1° agosto
2014 ed entreranno in vigore dal
1° gennaio 2015.
Ma alcuni Paesi hanno già
scelto. Ecco cosa e come.
TRASFERIMENTO
FRA PILASTRI
Massimo 15% (25% per alcuni
Stati):
- dal 1° al 2° pilastro nel
2014: Francia (3%), Germania
(4,5%), Lettonia (6,15%), Paesi
Bassi (20 milioni €/anno), Gran
Bretagna (12%), Scozia (9,5%),
Galles (15%);
- dal 2° al 1° pilastro a partire dal 2015: Croazia (15%), Polonia (25%), Slovacchia (21%).
REGIONALIZZAZIONE
È opzionale:
- Danimarca: regionalizzazione
per favorire il settore lattiero-caseario;
- Finlandia: fra regioni;
- Spagna: divisione fra irriguo,
non irriguo, pascoli e colture
permanenti;
HANNO DETTO
Corsa
alla coppia
- Regno Unito: Inghilterra (regionalizzazione attuale con una
piccola redistribuzione a favore
delle zone non coltivate), Scozia
(tre regioni: zone coltivate; pascoli; pascoli poveri), Galles (tre
regioni: paramos, zone svantaggiate, zone fortemente svantaggiate).
PAGAMENTO
REDISTRIBUTIVO
Pagamento complementare per
i primi ettari. Quando si utilizza
più del 5% della dotazione nazionale non si applica la riduzione obbligatoria del 5% sui
pagamenti superiori a 150mila
euro.
- Francia: pagamento ai primi 52 ha utilizzando un 5% del
la dotazione nel 2015, un 10%
nel 2016 e un 20% nel 2018;
- Germania: 50 €/ha per i primi 30 ha e 30 €/ha per i successivi 16 ha. Utilizzando un 7% della dotazione nazionale;
- Romania: aiuti dai 5 ai 30
pri ettari;
- Spagna: non lo applicherà.
GREENING
Gli stati membri pensano di:
- applicare tre misure: rota-
P
zione delle colture;
pascoli permanenti; aree di interesse
ecologico: Grecia;
Ungheria, Irlanda,
Lettonia, Polonia,
Regno Unito;
- altri paesi
pensano a misure
equivalenti ad
esempio la coltivazione di proteaginose in
Olanda o pratiche di copertura
invernale per il mais in Francia.
- Austria, Bulgaria, Finlandia,
Irlanda, Spagna, Galles: 2% della dotazione;
- Germania: 1%;
- Lettonia: meno dell’1%.
- Bulgaria: orticoltura e zootecnia;
- Francia, Irlanda, Lettonia, Polonia, Romania, Spagna: introducono aiuti accoppiati per la
produzione di leguminose;
- Germania, Olanda, Regno Unito: non applicano gli aiuti accoppiati.
AIUTI ACCOPPIATI
PICCOLE AZIENDE
- Grecia: cotone;
- Finlandia: tori e vacche nutrici;
- Francia: zootecnia da carne e
da latte;
- Italia: carne e latte;
- Polonia: zootecnia da carne e
ovini;
- Spagna: bovini da carne e da
latte, vacche nutrici, ovini, capre;
- Scozia; allevamenti da carne;
Per quanto riguarda l’adozione
di un regime semplificato di
aiuti per le piccole aziende ecco
le scelte:
- Austria, Germania, Italia, Lettonia, Polonia, Slovenia, Spagna, Irlanda del Nord: lo applicano;
- Inghilterra, Finlandia, Olanda,
Galles: non lo applicheranno.
T.V.
GIOVANI AGRICOLTORI
OMODORO - Il Distretto del pomodoro
da industria del Nord Italia - organizzazione interprofessionale che rappresenta
circa la metà del pomodoro da industria
italiano – ha scritto al ministro Maurizio
Martina per richiedere l’introduzione – anche in Italia come sta accadendo in altri Paesi europei - dell’aiuto
accoppiato per il pomodoro nell’ambito della definizione della nuova
Pac. Spiega il presidente Pier Luigi Ferrari: «Il tema è molto avvertito
da tutti i soggetti economici della filiera del pomodoro da industria,
consapevoli della complessità, ma fiduciosi nell’azione intrapresa dal
governo che intende impegnarsi fortemente sull’agroalimentare».
BIETOLA - La Cgbi, associazione che rappresenta l’80% dei
bieticoltori non cooperatori, esprime grande sconcerto e ritiene
molto grave la mancata presenza della coltura della barbabietola da
zucchero nei destinatari degli aiuti accoppiati, nell’ipotesi di ripartizione delle risorse presentate dal ministero nella riunione del 10
aprile con gli assessori regionali all’Agricoltura.
«La mancanza degli aiuti accoppiati per la barbabietola da
zucchero, si traduce nella chiusura del settore bieticolo saccarifero
a partire dal 2015 e questo per responsabilità interne al nostro
Paese che dimostrerebbe, così, di non essere in grado nemmeno di
allocare le risorse disponibili» si legge nella nota divulgata dalla
Cgbi.
T.V.
[ ATTUALITÀ ]
12 Terra e Vita
n. 17/2014
29 aprile 2014
ZOOTECNIA Indagine del Crpa sui costi di produzione: profitti positivi nei conti aziendali 2013
Suinicoltura, la redditività tiene
DI GIORGIO SETTI ALLEVARE SUINO PESANTE IN ITALIA, I COSTI E I PREZZI (€/KG P.V.)
2,25
1,75
1,50
1,25
1,00
Prezzo
Costi totali
Costi espliciti
Ge
20 nn
13 .
Ge
20 nn.
12
[ Fonte: K. De Roest (Crpa), Reggio Emilia 2014.
allora possiamo renderci conto
che non c’è spazio per grandi
festeggiamenti. I costi di produzione del suino pesante allevato
a ciclo chiuso, infatti, nel 2013
sono aumentati di 3 centesimi
per kg di peso vivo. E questo, ha
spiegato De Roest, è successo
«essenzialmente a causa dell’aumento dei costi di alimentazione dovuto ai prezzi di materie prime come mais e soia, che
solo nella seconda parte del
2013 si sono un po’ ribassati».
I conti sono andati meglio in
quegli allevamenti che fanno solo ingrasso, che hanno permesso
al Crpa di registrare un costo di
produzione dello stesso livello
(1,54 €/kg p.v.) di quello dell’anno precedente. Questo buon
risultato è stato raggiunto grazie al calo del costo del magrone, «dovuto alla diminuzione
del prezzo del suinetto, ma anche a un sensibile aumento della
produttività delle scrofaie».
RISPETTO AI COMPETITOR
Al contrario del resto d’Europa
in Italia i suini non vengono macellati a 120 kg ma arrivano a
160 kg; e in quest’ultimo intervallo di peso l’indice di conversione alimentare è peggiore che
prima di arrivare a 120 kg. So-
SUINO PESANTE, LE SINGOLE SPESE (€/KG P.V.)
A CICLO CHIUSO
SOLO INGRASSO
2012
2013
2012
Acquisto magrone
-
-
0,27
0,23
Alimentazione
0,94
0,96
0,96
0,99
Lavoro
0,19
0,19
0,08
0,08
Altri costi
0,25
0,26
0,15
0,15
Totale costi espliciti
1,38
1,41
1,46
1,45
Interessi e ammort.
0,12
0,12
0,08
0,09
COSTI TOTALI
1,50
1,53
1,54
1,54
VOCI DI COSTO
Fonte: K. De Roest (Crpa), Reggio Emilia 2014.
2013
Alimentazione
Ge
20 nn
14 .
0,75
0,50
Ge
20 nn.
11
S
ono ormai tre anni che
l’allevamento del suino
pesante a ciclo chiuso
riesce a offrire agli allevatori italiani profitti positivi. Nel 2008
questa attività aveva procurato
agli allevatori una perdita di circa 0,06 € per kg di peso vivo, in
media. Nel 2009 era andata meglio, con un profitto positivo pari a circa 0,005 €/kg peso vivo,
ma nel 2010 c’era stata una ricaduta, con una perdita di circa
0,05 euro.
Da quell’anno in avanti però,
ha sottolineato a un convegno
tenutosi a Reggio Emilia Kees
De Roest, responsabile Ufficio
economia del Crpa, la redditività dell’allevamento ha iniziato a
manifestare un trend positivo:
nel 2011 il Crpa è tornato a registrare un profitto positivo nella
produzione del suino pesante,
con circa 0,02 €/kg peso vivo,
profitto che nel 2012 è salito a
0,09 euro e che infine nel 2013,
per via di una leggera flessione,
si è attestato a quota 0,08. Tendenza evidenziata anche, con
più dettagli, dalla figura in alto,
dove si nota per quanto tempo i
prezzi alla stalla (curva verde)
siano riusciti a superare i costi di
produzione (curva rossa).
D’altra parte questi trend sono determinati anche dall’andamento del mercato dei suini,
dunque da dinamiche fuori dal
controllo dell’imprenditore zootecnico. Se invece guardiamo a
situazioni un po’ più legate alla
quotidianità dell’allevamento,
come l’articolazione dei costi di
produzione aziendali (v. tab.),
€/kg peso vivo
2,00
prattutto per questo motivo, ha
aggiunto l’esperto Crpa, è impari il confronto con gli altri paesi
europei produttori di suini: la
loro offerta arriva sugli stessi
mercati sui quali gravita la produzione dei suinicoltori italiani,
ma vantando indici tecnici ben
migliori e costi di produzione
ben più bassi, risultano più
competitivi. «Un esempio: l’indice del numero di suinetti
svezzati per scrofa vede l’Italia
al penultimo posto nella Ue con
una media di 23,35, lontanissima da Danimarca (31,94), Olanda (28,33) e Germania (26,58)».
Per non parlare del costo di
produzione della carne suina:
1,98 €/kg peso morto in Italia
contro gli 1,68 di Danimarca e
Olanda e gli 1,80 della Germania.
Valori determinati in gran parte
dal costo dell’alimentazione, in
Italia ben più alto (1,36 € contro
gli 1,07 della Danimarca, gli 1,04
dell’Olanda e gli 1,13 della Germania). L’alimentazione in Italia
è più onerosa «non solo a causa
del peggior indice di conversione dell’ultima fase dell’ingrasso,
ma anche per il maggior costo
dei mangimi dovuto a carenze
logistiche e infrastrutturali». [ ATTUALITÀ ]
14 Terra e Vita
n. 17/2014
29 aprile 2014
OSSERVATORIO In Italia i consumi interni crescono ininterrottamente dal 2005 (dati Ismea)
Biologico, mercato da 50 miliardi
DI ALESSANDRO MARESCA Una superficie
mondiale di 37,5
milioni di ettari e 1,9
milioni di operatori
O
rmai chiamarla nicchia
appare riduttivo: un
mercato da 50 miliardi
di euro, sia pure a livello mondiale, è certamente significativo.
Stiamo parlando del giro di affari del biologico, un settore in
continua espansione.
Parlano chiaro i dati dell’Ifoam
(Federazione internazionale dei
movimenti dell agricoltura biologica) e del Fibl (Istituto svizzero di
ricerca sull agricoltura biologica),
elaborati da Ismea, che rilevano
una superficie mondiale coltivata col metodo biologico pari a
37,5 milioni di ettari e la presenza di 1,9 milioni di operatori.
NORMATIVA
Aziende miste
in discussione
Il mercato si concentra nel
Nord America e in Europa,
mentre questo è molto meno
forte nei continenti dove si concentrano le superfici più ampie
di coltivazione. Il fenomeno è la
conseguenza di una forte propensione all’export delle zone
produttive verso le aree a maggiore domanda. Ci sono poi zone, come i territori dell’Oceania,
dove il bio è rappresentato in
prevalenza da estensioni a prato
e pascolo che hanno scarso impatto sul mercato.
In Europa nel 2012 risultano
in crescita sia le superfici che il
fatturato (entrambi +6%). La
S
Germania è il paese dove il mercato è più forte, con un giro d’affari oltre i 7 miliardi, seguita
dalla Francia, con 4 miliardi, e
Regno Unito (1,95 miliardi).
L’Italia si trova al quarto posto
con un mercato di 1,9 miliardi,
che con l’export sale a 3,1 miliardi e un peso complessivo sul
mercato europeo bio dell’8%.
Sul fronte dei consumi interni Ismea rivela una crescita ininterrotta e piuttosto sostenuta
dal 2005, decisamente in controtendenza all’andamento dapprima stagnante e poi addirittura negativo del mercato dell’agroalimentare convenziona-
i sta facendo sempre più acceso il
dibattito sulla bozza del nuovo regolamento europeo del biologico. Innanzi tutto
si teme che la nuova normativa si porti
dietro un nuovo carico di burocrazia, ma il
punto sul quale la discussione è più accesa
è la “soppressione” delle aziende miste (in parte bio e in parte
convenzionale). Sicuramente un’azienda tutta bio fornisce maggiori
garanzie, ma nella pratica questo può portare a qualche problema.
Infatti la maggior parte delle aziende che avviano la conversione lo
fa su una parte dell’azienda, per vedere gli sviluppi della scelta bio
dopodiché decide il da farsi. La proposta si basa su un sondaggio
aperto alcuni anni fa anche ai consumatori. Per questi, come
rilevano alcuni operatori del settore, è facile dire che l’azienda deve
esser tutta bio, che servono più analisi, che deve essere tolleranza
le. Il consumo pro capite annuo
in Italia di alimenti biologici rimane comunque contenuto, assestandosi sui 31 euro contro i
circa 190 della Svizzera o i 160
della Danimarca. Rispetto all’agroalimentare complessivo in
Italia il consumo di bio è appena
dell’1,5% contro il 7,5% dei danesi o il 3,7% dei tedeschi.
Il produttore leader di mercato in Italia, Almaverde Bio, ha
consolidato nel 2013 un fatturato di 34 milioni, coinvolgendo
10mila produttori. Le referenze
a marchio sono 400 e coprono
tutte le tipologie di prodotto,
esclusi, per ora, vino e latticini.
Per quanto riguarda i canali
commerciali il 70% delle vendite
del consorzio passa dalla grande distribuzione. Secondo una
recente indagine dell’Agenzia
Call Word la notorietà spontanea sollecitata dal marchio Almaverde sul consumatore italia
no ha raggiunto il 75%.
zero su tutto… Poi, se il prodotto costa 25 centesimi in più (queste
richieste, infatti, fanno lievitare i prezzi), lo stesso consumatore
afferma che il bio è troppo caro e torna a consumare convenzionale.
«Al momento ritengo comunque ci siano urgenze maggiori –
afferma Roberto Pinton, segretario di Assobio (Associazione nazionale imprese trasformazione e distribuzione di prodotti bio) –. Per
esempio abbiamo bisogno di una banca dati europea delle transazioni e di una degli operatori con informazioni sullo status della loro
certificazione. Serve poi una maggiore reattività da parte delle
diverse autorità pubbliche nazionali a fronte di segnalazioni di
sospetti di infrazione, più ricerca, accordi di equivalenza per semplificare e rendere più sicuri gli scambi internazionali. Decisamente,
proposte come la conversione da subito dell’intera azienda o l’introduzione di una certificazione di gruppo per i piccoli produttori,
passano in secondo piano».
A.M.
[ ATTUALITÀ ]
n. 17/2014
29 aprile 2014
Terra e Vita 15
OSSERVATORIO La ricerca fa il punto su tutti gli strumenti per limitarne la diffusione
Kiwi, batteriosi sotto controllo
DI CRISTIANO RICIPUTI T
anti accorgimenti per limitare il più possibile la
diffusione e lo sviluppo
della Psa (batteriosi del kiwi causata dallo Pseudomonas siringae),
ma nessuna soluzione definitiva.
A Faenza, uno dei territori più
vocati a livello nazionale, si è tenuto un convegno organizzato
dal Crpv e dalla regione EmiliaRomagna per fare il punto sulle
ultime indicazioni del mondo
della ricerca.
POTATURA FATALE
È accertato che il batterio si diffonde anche tramite la potatura,
ma non si sapeva che il taglio
rimane infettabile per 32 giorni:
un aspetto che è stato annunciato
al convegno. E non c’è differenza, in questo caso, fra kiwi giallo
e verde. L’indicazione rimane
quella di proteggere i tagli con
trattamenti a base di rame ma,
come evidenziato da una ricerca
dell’università di Bologna, una
‘malizia’ può essere quella di
concentrare tutti gli interventi di
potatura. Ad esempio, quando
possibile, si dovrebbe potare già
AGRONOMIA
Azoto e acqua
con attenzione
in post-raccolta dato che vi sono
già le microferite causate dallo
stacco dei frutti. Potando in questo periodo, e con trattamenti a
base di rame durante o subito dopo, si ottiene una ‘copertura’ e
disinfezione più efficace abbassando (non eliminando) le probabilità di penetrazione del batterio.
La medesima ricerca dell’ateneo bolognese ha messo a confronto diverse tipologie di prodotti per i trattamenti di disinfezione post-potatura:
- prodotti rameici tradizionali
di copertura (poltiglia bordolese,
ossicloruro, idrossido, solfato tribasico, ossido);
- prodotti rameici alternativi
(peptidato, gluconato, chelato,
nitrato);
L
- estratti vegetali (di timolo e
aldeide cinnamica);
- prodotti stimolatori delle autodifese (acibenzolar –S-methvl, fosfito di alluminio);
- prodotti filmanti (chitosano)
-prodotti sterilizzanti/disinfettanti (acqua elettronizzata, miscele varie di acidi);
- prodotti microbiologici o biostimolanti.
In base ai risultati, i prodotti
rameici tradizionali e alternativi
hanno espresso un buon grado
d’azione. Fra i prodotti microbiologici i risultati ottenuti sono stati
altalenanti e molto variabile è anche l’efficacia degli altri preparati sperimentati. Tra i disinfettanti
si è distinto l’attività diretta di
‘Verdeviva’ (base di ipoclorito di
potassio) specie se applicato do-
e concimazioni azotate facilitano lo sviluppo della batteriosi e ne
rendono più gravi i sintomi. Serve attenzione anche nell’irrigazione: il
miglior sistema per limitare la diffusione è quello a goccia; è stato accertato
che più l’umidità relativa sottochioma è alta, più la malattia si diffonde.
Emilio Stefani, dell’Università di Modena, ha detto che «è stata confermata la lunga sopravvivenza del Psa sulle foglie. Sui frutti, Psa riesce a
sopravvivere non oltre inizio agosto. Psa è stata trovato su frutteti adiacenti a kiwi malati: su
albicocco, ma non su susino. È stato trovato il batterio anche su alcune malerbe come ortica,
portulaca, tarassaco, ma non su altre come chenopodio, romice e sonchus. A tutt’oggi non è mai
stata rilevata la presenza di Psa su specie spontanee presenti in actinidieti espiantati. Nemmeno su
rigermogliamenti dai residui di actinidia rimasti in campo».
C.R.
po l’infezione: nell’uso in campo
potrebbe presentare difficoltà nel
posizionamento penalizzato dalla sua bassa persistenza. I prodotti a base di microrganismi appaiono globalmente efficaci, ma
necessitano di ulteriori approfondimenti specialmente per
quanto riguarda il posizionamento che migliora a maggiore
distanza dall’inoculazione.
Sono stati presentati poi i risultati di diverse esperienze condotte nella difesa dal cancro batterico con prove sperimentali
concertate fra Astra, Servizio fitosanitario regionale, Cap di Ravenna e cooperativa Terremerse.
RAME, BUONA EFFICACIA
«I dati ottenuti – ha affermato il
ricercatore Massimo Scannavini
– confermano come tra i prodotti
saggiati quelli a base di rame manifestino una buona efficacia, superiore a quella degli altri preparati non manifestando nessun
problema di fitotossicità né influenze negative sulla produzione. Buoni risultati sono emersi
anche dallo stimolatore delle autodifese Bion, cioè acibenzolar–S-metyl specie quando applicato alla dose di 200g/ha per via
fogliare. Interessanti risultati, anche se da verificare ulteriormente, si sono ottenuti con Hendophit (polisaccaridi, carbonio
organico e boro) e Kondens (gluconato di rame e acido borico)».
Un’altra ricerca ha confermato che il polline può essere veicolo di malattia, mentre i frutti no,
perciò gli acquirenti possono stare tranquilli.
[ ATTUALITÀ ]
16 Terra e Vita
n. 17/2014
29 aprile 2014
AMBIENTE Dalla nutria alla zanzara tigre fino all Ambrosia artermisiifolia che provoca allergie
Specie alloctone, arriva la lista nera
In arrivo misure
per limitare specie
animali e vegetali
importate da altri
ambienti
e divenute invasive
I
l Parlamento europeo
spinge l’acceleratore sulla
lotta alle specie ’aliene’ invasive, animali e vegetali introdotti in un ambiente diverso
dal proprio e che ogni anno
provocano almeno 12 miliardi
di euro di danni al capitale naturale europeo.
L’Europarlamento ha approvato un regolamento che
BREVETTI
Semi open source
Campagna Usa
prevede, fra varie misure, la
messa a punto di una “lista nera” delle specie alloctone invasive che costituiscono una minaccia emergente o che sono le
più dannose a livello comunitario. Una specie è definita aliena o alloctona quando si
trova al di fuori del proprio habitat naturale dov’è stata importata dall’uomo accidentalmente oppure intenzionalmente per scopi economici, ludici o
estetici.
Una specie aliena diventa invasiva solo quando si riproduce allo stato selvatico e le
sue popolazioni cominciano ad
espandersi. Un esempio in Italia è quello della nutria, un
grosso roditore sud-americano, che importato in Italia a
partire dal 1920 e ora diffuso
ampiamente lungo i corsi d’ac-
D
qua e nelle zone lagunari del
centro e nord Italia.
«È il primo atto concreto
per affrontare le gravi situazioni causate da specie come lo
scoiattolo grigio, la zanzara tigre o la pianta Ambrosia artermisiifolia che provoca allergie a
un europeo su quattro» commenta Antonino Morabito, responsabile fauna e benessere
animale di Legambiente
L’unico modo per contrastare la loro diffusione è quello di
vietarne il loro movimento ma
se ciò è possibile sino alle frontiere di ciascun Stato, non è altrettanto possibile e facile all’interno di ciascun Stato.
La nuova normativa richiede agli Stati membri di accertare quali sono le vie di introduzione e diffusione delle specie
aliene invasive nel proprio Pae-
agli Stati Uniti in arrivo i semi open
source: un gruppo di scienziati e attivisti americani ha lanciato una campagna
per cambiare le regole sullo scambio di
semi tra agricoltori. Quinoa, broccoli, carote: sono in tutto 29 le varietà che il gruppo
sostenuto dall’Università del Wisconsin a Madison ha distribuito a
chi si sottoscrive un’intesa open source che salvaguarda la possibilità degli agricoltori di scambiarsi i semi liberamente.
L’inziativa Ossi (Opens source seed initiative) si ispira al mondo
dell’informatica: il software open source è disponibile liberamente,
ma non può essere legalmente convertito in proprietà che genera
profitto. In agricoltura significa che l’uso dei semi
non può essere limitato da
brevetti, licenze o altro tipo
di proprietà intellettuale,
anzi: ogni varietà derivata
dai semi open source potrà
essere liberamente scambiata anche in futuro. «In
pratica si crea un sistema
se, con l’obbligo di istituire sistemi di sorveglianza e piani
d’azione. Spetterà agli Stati
membri anche definire “appropriate” sanzioni nei confronti di
chi viola la nuova legislazione e
chiedere di pagare i costi di ripristino dell’ambiente, sulla base del principio “chi inquina paga”. La Commissione Ue potrà
comunque concedere deroghe
per alcune attività commerciali.
La lista di piante considerate di “rilevanza per l’Unione”
contiene specie esotiche che
non possono essere introdotte,
trasportate, immesse sul mercato, conservate, cresciute o rilasciate nell’ambiente.
La normativa, già concordata
con gli Stati membri, approvata
dal Parlamento europeo dovrà
ora essere approvata formalmente dal Consiglio Ue. G.F.
parallelo, un nuovo universo in cui selezionatori e agricoltori possono condividere i semi ampliandone il patrimonio genetico senza
restrizioni» ha spiegato il sociologo Jack Kloppenburg.
Irwin Goldman, esperto di orticoltura e breeder all’Università
del Wisconsin, tra i promotori della campagna, ha detto: «Se
vent’anni fa altri selezionatori ci chiedevano il nostro materiale,
mandavamo loro un pacchetto di semi e loro facevano lo stesso con
noi. Purtroppo questo magnifico modo di lavorare non esiste più.
Oggi i semi sono proprietà intellettuale, alcuni addirittura brevettati
come invenzioni: serve il consenso del titolare del brevetto per
utilizzarli e i semi del nuovo raccolto non possono essere usati
l’anno successivo. Regole adottate anche dai laboratori universitari. Quando Goldman crea nuove varietà di cipolle, carote o barbabietole, l’ufficio responsabile della proprietà intellettuale dell’ateneo registra il trademark prima di venderli alle società che li
commercializzano. A giudizio dell’esperto, ciò conduce a una restrizione dell’accesso al germoplasma: «Se non lo condividi, finisci per
limitare la nostra capacità di migliorare i prodotti».
Intanto due piccole aziende sementiera la High Mowing Organic Seeds e la Wild Garden Seed specializzate in prodotti bio,
hanno aggiunto alcuni semi open source al catalogo di quest’anno.
T.V.
n. 17/2014
29 aprile 2014
[ ATTUALITÀ ]
MERCATO Inaugurato a Bruxelles da Ciolos
Latte Ue, il mercato
sotto Osservatorio
DI ALESSANDRO COLTELLI Un monitoraggio
sul rapporto tra
O
rmai manca solo un anno alla fine del regime
delle quote latte, 31
marzo 2015, per cui è necessario
tenere sotto controllo il mercato
attraverso un costante e attento
monitoraggio.
Ad aprile 2014 è stato inaugurato a Bruxelles l’Osservatorio europeo per il mercato del
latte e prodotti caseari. Obiettivo, prevenire squilibri e crisi di
mercato con la fine di 30 anni di
quote latte in Europa. Sono stati
sufficienti sette mesi alla Commissione europea per raccogliere la sfida, lanciata a fine settembre 2013 dal commissario europeo all’Agricoltura Dacian
Ciolos, di creare una struttura
trasparente, in quanto accessibile a tutti, in grado di fornire in
tempi brevi e con grande precisione il numero maggiore di dati per aiutare il settore ad adattarsi alla liberalizzazione del
mercato.
«Ma il vero valore aggiunto
dell’Osservatorio – ha dichiarato Ciolos – risiederà nell’esame
costruttivo delle diverse analisi
domanda e offerta,
andamento prezzi
e trend dei costi
di produzione
di mercato, per aiutare Commissione e Stati membri a prendere
le decisioni più adeguate». La
nuova sfida sarà quindi di lavorare congiuntamente - operatori
del settore, Governi e Commissione europea - per raccogliere
dati statistici che vanno dalla
produzione lattiero casearia, all’equilibrio tra offerta e domanda di prodotti, dai costi di produzione alle prospettive commerciali.
Sarà poi Bruxelles a riunire il
materiale per metterlo on line,
completandolo con analisi di
mercato, previsioni a breve e medio termine, e riunioni che si terranno a intervalli regolari di un
comitato economico. L’osservatorio sarà accessibile digitando
http://ec.europa.eu/agriculture/mmo.
Stando al progetto
l’osservatorio sarà in
grado di monitorare
tendenze presenti e
passate dei mercati lattiero-caseari dell’Unione europea e del mondo, verificando livelli di
produzione, andamento di domanda e offerta,
analisi dei costi di produzione, prospettive
dei mercati e altro. Terra e Vita 17
DAL PALAZZO
DI MASSIMO ALIPRANDI Il Consiglio dei Ministri di venerdì 18 aprile ha varato il decreto-legge
“misure per la competitività e la giustizia sociale - Per un’Italia coraggiosa
e semplice” che, attraverso le misure di riduzione del cuneo fiscale, ha
l’obiettivo di stimolare l’economia attraverso un aumento dei consumi e la
creazione di un ambiente economico più favorevole agli imprenditori e agli
investimenti produttivi. Il decreto “sforbicia Italia” non contiene la reintroduzione
dell’Imu sui fabbricati rurali a uso strumentale e salvaguarda le agevolazioni per
il gasolio agricolo, l’esenzione Ires per le cooperative agricole e di piccola pesca
e il regime speciale dell’Iva per le imprese agricole. Inoltre, il provvedimento
approvato dal Governo Renzi contiene una rimodulazione della base imponibile
per i terreni montani e collinari, una correzione fiscale sulla produzione di energie
rinnovabili da imprese agricole e garantisce al settore agricolo un importante
taglio del cuneo fiscale attraverso la riduzione dell’aliquota Irap del 10%.
CAMERA
Camera e Senato hanno approvato il Documento di economia e finanza
dando inoltre il via libera alla risoluzione del Governo, presentata su proposta del
ministro dell’Economia Padoan, che prevede lo slittamento al 2016 del pareggio di bilancio. Favorevole la valutazione sul Def delle Commissioni Agricoltura
di Montecitorio e Palazzo Madama che hanno segnalato le esigenze di destinare
le misure prioritariamente all’impresa agricola, quale soggetto che svolge professionalmente l’attività agricola e di garantire il ruolo trainante del made in Italy
del comparto agroalimentare, anche combattendo contraffazioni e agromafie.
Escludere dai vincoli del patto di stabilità interno le spese per finanziare il
contrasto al dissesto idrogeologico: questo l’impegno che ha preso il Governo
a seguito delle numerose mozioni bipartisan approvate all’unanimità dall’Aula di
Montecitorio. In base ai testi approvati, il Governo dovrà “consentire agli enti
locali di realizzare quelle opere fondamentali e necessarie di manutenzione e
consolidamento del territorio, di rinaturalizzazione dei corsi d’acqua, di prevenzione del dissesto” e “costruire una cornice normativa chiara per affrontare le
emergenze conseguenti alle calamità naturali, nella quale possa agire la protezione civile, e a rifinanziare adeguatamente il Fondo unico per le calamità, al fine
di garantire certezza, rapidità e omogeneità degli interventi a beneficio dei
territori tragicamente colpiti”.
Il sottosegretario per le Politiche agricole Giuseppe Castiglione ha risposto in
Commissione Agricoltura a interrogazioni di Ferrari (Pd) sull’individuazione del
soggetto preposto alla gestione del programma di distribuzione di derrate alimentari alle persone indigenti e di Oliverio (Pd) sugli interventi per far fronte alle
calamità naturali che hanno colpito le imprese agricole nella regione Calabria.
Infine, sono proseguite in Commissione Agricoltura le audizioni nell’ambito
dell’indagine conoscitiva sulla valorizzazione delle produzioni agroalimentari
nazionali con riferimento all’Expo 2015 e nell’ambito dell’esame delle proposte
di legge recanti norme per la valorizzazione dei prodotti agricoli e alimentari
provenienti da filiera corta, a chilometro zero e di qualità.
SENATO
La Commissione Agricoltura ha approvato una risoluzione nella quale si
impegna il Governo a prevedere misure, di natura legislativa e non, a carattere
d’urgenza, per un sostegno immediato alle produzioni agricole del modenese
e ad adottare tempestivamente, con la collaborazione dei consorzi di bonifica
locali, un progetto strutturale di medio lungo periodo per la messa in sicurezza
dell’area del modenese inclusa nel bacino idrografico tra i fiumi Secchia e Panaro,
particolarmente vulnerabile dal punto di vista delle esondazioni.
[ ATTUALITÀ ]
18 Terra e Vita
n. 17/2014
29 aprile 2014
RAPPORTO ISPRA Perso il 7,3% del territorio nazionale nel 2012. E 720 km quadrati in tre anni
Consumo di suolo senza tregua
L’urbanizzazione
DI GIUSEPPE FUGARO è l’imputato
L’
ultimo rapporto dell’Ispra sul suolo con i
dati aggiornati conferma che anche nel 2012 non
si ferma il consumo di suolo in
Italia. È stato, infatti, perso il
7,3% del territorio nazionale.
Negli ultimi tre anni l’Italia ha
perso altri 720 km quadrati,
un’area grande quanto la somma dei comuni di Milano, Firenze, Bologna, Napoli e Palermo.
La perdita del suolo viene
intesa come sottrazione all’attività agricola e quindi alla
produzione di derrate alimentari. Si è passati da poco più di
21.000 kmq ’divorati’ nel 2009
a quasi 22.000 nel 2012. La perdita del suolo agricolo è dovuta soprattutto ai fenomeni di
urbanizzazione che comprendono la costruzione di strade,
fabbricati urbani e industriali
e ogni altra destinazione non
specificatamente agricola.
Il quadro sul consumo di
suolo nel nostro Paese è disponibile grazie ai dati della rete
di monitoraggio del consumo
COPERTURE
Lombardia
e Veneto al top
di suolo, realizzata da Ispra
con la collaborazione delle
Agenzie per la Protezione dell’Ambiente delle Regioni e
delle Province autonome. Il sistema permette di ricostruire
l’andamento del consumo di
suolo in Italia dal secondo dopoguerra ad oggi e mostra una
crescita giornaliera del fenomeno che non sembra risentire
dell’attuale congiuntura economica e continua a mantenersi intorno ai 70 ha/giorno,
con oscillazioni marginali intorno a questo valore nel corso
degli ultimi venti anni. Si tratta di un consumo di suolo pari
a circa 8 metri quadrati/secon-
A
numero uno.
Forte impatto
sui cambiamenti
climatici
do che continua a coprire,
ininterrottamente, notte e
giorno, il nostro territorio con
asfalto e cemento, edifici e capannoni, servizi e strade, a
causa dell’espansione di aree
urbane, spesso a bassa densità,
di infrastrutture, di insediamenti commerciali, produttivi
e di servizio, e con la conseguente perdita di aree aperte
naturali o agricole. I dati mostrano, a livello nazionale, un
suolo ormai perso che è passato dal 2,9% degli anni ’50 al
7,3% del 2012, con un incremento di più di 4 punti percentuali.
I comuni più cementificati
d’Italia sono Napoli con il
62,1%, Milano con il 61,7%, Torino con il 54,8%, Pescara,
livello regionale, spiega il report dell’Ispra, “il primato nazionale”
della copertura artificiale del suolo va a Lombardia e Veneto (oltre il
10%); seguono Emilia-Romagna, Lazio, Campania, Puglia, Sicilia (8-10%).
Diverse le tipologie di copertura artificiale che consumano suolo, ma
sono poche quelle principali, in cui si concentra la gran parte della
superficie persa. Le aree coperte da edifici costituiscono il 30% del totale
del suolo consumato, mentre le infrastrutture di trasporto rappresentano ben il 47% del totale di cui
28% dovuto a strade asfaltate e ferrovie, e 19% dovuto a strade sterrate e altre infrastrutture di
trasporto secondarie.
Altre superfici asfaltate o fortemente compattate o scavate, come parcheggi, piazzali, cantieri,
discariche o aree estrattive, costituiscono il 14% del suolo consumato.
G.F.
53,4%, Monza 48,6%, Bergamo
46,4 e Brescia con il 44,5%.
I dati del rapporto mostrano la gravità della progressiva
erosione della risorsa suolo a
fini edificatori infrastrutturali
con la progressiva trasformazione di città compatte in insediamenti diffusi, caratterizzati
da bassa densità abitativa e
con pesanti ripercussioni sul
paesaggio e sull’ambiente. Secondo i ricercatori dell’Ispra si
tratta di cambiamenti praticamente irreversibili nella gran
parte dei casi, che incidono
sulle funzioni del suolo e riguardano spesso terreni agricoli fertili.
Il rapporto dell’Ispra parla
anche di “forti impatti” sui
cambiamenti climatici in
quanto la cementificazione ha
comportato dal 2009 al 2012
l’immissione in atmosfera di
21 milioni di tonnellate di CO2
per un costo complessivo stimato intorno ai 130 milioni di
euro. Effetti di questa trasformazione si hanno anche sull’acqua e sulla capacità di produzione agricola.
Tra il 2009 e il 2012 a causa dell’impermeabilizzazione abbiamo perso una capacità
di ritenzione pari a 270 milioni
di t d’acqua che, non potendo
infiltrarsi nel terreno, dev’essere gestita diversamente con
relativi costi. Uno studio del
Central Europe Programme
stima il costo della gestione
dell’acqua non infiltrata in Italia dal 2009 al 2012 intorno ai
500 milioni di euro.
[ ATTUALITÀ ]
n. 17/2014
29 aprile 2014
Terra e Vita 19
MECCANIZZAZIONE Mercato ancora volatile. Goldoni (FederUnacoma): «Solo l estero ci sta sostenendo»
Trattori, Europa a due velocità
DI FRANCESCO BARTOLOZZI Primo trimestre
2014 in negativo
per Italia e Francia.
Bene Germania,
Inghilterra
e Spagna.
Stabile l A ustria
I
l mercato delle macchine
agricole cresce nell’Europa
comunitaria, sia pure in
modo non omogeneo. I primi tre
mesi hanno infatti registrato dati discordanti da paese a paese.
Per quanto riguarda l’Italia,
secondo i dati di immatricolazione elaborati da FederUnacoma sulla base delle registrazioni
fornite dal Ministero dei Trasporti, il primo trimestre del
2014 ha visto una flessione per
le trattrici (-2,9% rispetto allo
stesso trimestre 2013). Nello
stesso trimestre 2014 la Germania è risultata in crescita dell’8,9%, il Regno Unito del 9,6% e
la Spagna del 27,6%, mentre in
calo di quasi il 25% è risultata la
Francia, in fase di assestamento
dopo i consistenti incrementi
degli ultimi anni. «Mai come in
questo momento sono i mercati
esteri a spingere la produzione
italiana di macchine e attrezzature agricole, che si attesta su un
valore di oltre 7,7 miliardi di euro – spiega il presidente di FederUnacoma Massimo Goldo-
IMMATRICOLAZIONI ITALIA (GEN-MAR)
ni – e dobbiamo essere orgogliosi della capacità che hanno le
nostre imprese di competere sui
mercati di tutto il mondo, dall’Europa agli Usa, dall’Australia
all’Estremo oriente». I dati Istat
sul commercio estero indicano,
infatti, una crescita dell’export
di trattrici nel 2013 pari al 3,4%
in valore (oltre 1,7 miliardi di
euro) e una crescita anche delle
altre tipologie di macchine pari
al 7% (quasi 2,9 miliardi).
«Il sistema agricolo italiano
si sta indebolendo molto rispetto a quello dei principali Paesi
europei – ha osservato Goldoni
– e una ripresa degli investimenti nella meccanizzazione
costituisce uno dei fattori chiave
per la competitività della nostra
economia primaria, oltre che
per una piena ripresa della meccanica di comparto. Proprio a
questo fine abbiamo avviato con
il Ministro delle Politiche agricole Maurizio Martina un importante e positivo confronto
sulle priorità e sulle possibili
politiche per il settore».
TRATTORI
MIETITREBBIE
TRATTRICI CON
PIANALI DI CARICO
RIMORCHI
2014
4.616
32
217
1.992
2013
4.753
45
244
2.034
-2,9%
-28,9%
-11,1%
-2,1%
I DATI NEL DETTAGLIO
Guardando nel dettaglio i dati
degli altri paesi, in Germania il
dato positivo va ascritto in particolare al comparto della medio-alta potenza (+23,6% per il
segmento sopra i 150 cavalli e
+10,9% per quello tra 101 e 150
cv), mentre sotto i 100 cavalli il
primo trimestre è stato negativo
(-2,3% nel segmento 51-100 cv e
-5,3% sotto i 50 cavalli).
In Spagna continua il trend
decisamente positivo iniziato a
fine 2013: da segnalare in particolare John Deere al primo posto della classifica (23% circa di
quota), seguita da New Holland
(19% circa) e molto distanziati
Case IH (7,5%) e Fendt (7,3%).
Nei mercati in calo, la Francia segna probabilmente un caso
fisiologico dopo l’exploit del
2013: reagiscono bene solo i trattori specializzati (+9,2%) e l’al-
VENDITE TRATTORI IN EUROPA (GEN-MAR)
9.000
8.000
+8,9%
-24,9%
2013
2014
7.000
6.000
-2,9%
5.000
4.000
+9,6%
3.000
+27,6%
2.000
-0,6%
1.000
0
Germania Francia
Italia
UK
Spagna
Austria
tissima potenza (+28%, ma parliamo di numeri bassi), mentre il
calo più significativo (-30% circa) lo registra tutto il segmento
piccola e media potenza.
Chiudiamo con l’Austria,
dove il dato dei primi tre mesi è
sostanzialmente stabile, con i
trattori standard che perdono
l’1,1%, mentre crescono i vigneto-frutteto (+13,7%). Come quote mercato leader indiscusso si
conferma il brand di casa Steyr
(24% di quota), seguito da New
Holland (17%), John Deere
(13,3%) e Lindner (11,4%), altro
brand austriaco.
COMPONENTISTICA OK
Da segnalare in conclusione il
primo quarto dell’anno in attivo per l’industria italiana della
componentistica destinata alle
macchine agricole e per movimento terra. Secondo le stime
diffuse da Comacomp, l’Associazione italiana dei costruttori
di componenti aderente a Feder-Unacoma, dopo aver chiuso il 2013 con un incremento
complessivo delle vendite sui
mercati esteri pari al 5%, ma
con un mercato interno stagnante, che non ha dato segnali
di ripresa rispetto alla flessione
netta (-10%) subita nel 2012, nei
primi tre mesi del 2014 le industrie del settore registrano incrementi tanto all’estero quanto in Italia.
20 Terra e Vita
[ LEGGI, LAVORO E FISCO ]
n. 17/2014
29 aprile 2014
FOCUS
INDENNIZZI PER ESPROPRI Protocolli d’intesa sconsigliabili
da quando sono saltati i Vam
Le principali casistiche su cui i Collegi tecnici arbitrali discutono
DI GIANGIACOMO SARZI BRAGA A
seguito della sentenza 181/2011
della Corte Costituzionale che
ha dichiarato illegittimo il crite-
rio indennitario basato sul Vam (valore
agricolo medio) (vedi focus TV
28/2011), si impongono impostazioni
PROPRIETÀ NON COLTIVABILI
Ci si riferisce a provvedimenti espropriativi relativi ad aree non agricole e non
coltivate, quali aree a verde pubblico, impiantistica sportiva, parcheggi, fiere
all’aperto, esposizioni, agriturismo, campeggi, caccia, cave, ecc.
In regime di VAM, che attribuiva rilevanza solo alla tipologia di colture praticate
sul terreno o nella zona, la predetta categoria di aree veniva indennizzata con
criteri tabellari, con conseguente iniquo soffocamento, ai fini indennitari, di ogni
plusvalore derivante da potenzialità di sfruttamento diverse da quelle agricole.
Una volta venuto a mancare il VAM deve ritenersi che anche le possibilità di
sfruttamento diverse da quelle agricole, acquistino una propria autonoma
rilevanza, ai fini della determinazione dell’indennità d’espropriazione.
Infatti, nelle motivazioni della sentenza 181 la Corte ha precisato di aver voluto
confermare il comma 1° dell’art. 40 solo con riferimento alle aree coltivate; per cui
non è possibile estendere la portata di tale norma anche alle aree non coltivate,
per le quali l’indennizzo deve rispettare interamente le caratteristiche oggettive
del bene (art. 32 Dpr. 327/2001).
estimative diverse, rispetto al passato.
Di conseguenza nei Collegi Tecnici
Arbitrali, costituiti ai sensi dell’art. 21
del Testo unico sugli espropri, i tecnici
incaricati si confrontano e discutono
per stimare, in contraddittorio, all’unanimità o a maggioranza, un equo
indennizzo. Senza più fare riferimento
a rigide tabelle di valori che non rispecchiavano affatto la realtà delle nostre ziende agricole.
Difficile quindi capire perchè con
queste nuove importantissime prospettive, tanti proprietari espropriati
continuino a propendere per cieche e
fiduciose adesioni ai protocolli d’intesa proposti dai vari enti.
La sentenza 181/2011 della nostra
Consulta ha rivoluzionato le procedure espropriative per pubblica utilità
che per circa quarant’anni hanno impoverito e vessato gli sfortunati proprietari espropriati.
n. 17/2014
29 aprile 2014
[ LEGGI, LAVORO E FISCO ]
Il Vam era completamente sganciato
dal valore venale della singola area
espropriata e basato su valori medi tabellari che, per definizione, non potevano tenere in considerazione le peculiarità di ogni singolo fondo espropriato. La nostra suprema Corte scrisse,
infatti, che il Vam era “basato su elementi
astratti sganciati dalle effettive qualità del
fondo espropriato”.
La svolta storica compiuta dalla nostra Corte Costituzionale, trae origine,
com’è noto, dalla giurisprudenza della
Corte europea dei diritti dell’uomo
(C.E.D.U.) che ha stabilito un più stretto raccordo fra l’indennità d’espropriazione ed il valore venale del bene
espropriato.
Anche la C.E.D.U., per la verità,
muove dal principio che nella determinazione dell’indennità di espropriazione occorra trovare il giusto equilibrio
fra il diritto del privato al rispetto dei
propri beni e l’obiettivo della Pubblica
amministrazione di realizzare fini di
utilità sociale. Quello che ancora differenzia l’impostazione della C.E.D.U.
da quella della nostra Consulta è il tasso assai inferiore di discrezionalità che
viene lasciato al nostro legislatore nella
determinazione di tale equilibrio.
INDENNIZZARE LE COLTURE
EFFETTIVAMENTE PRATICATE
Il dispositivo della sentenza ha, in particolare dichiarato incostituzionale
l’art. 40 del Dpr. 327/2001 (Testo unico
sugli espropri) commi 2° e 3°. É stato
invece salvato il comma 1° del predetto
art. 40, il quale, con riguardo alle aree
effettivamente coltivate, prevede che
l’indennizzo debba essere determinato
tenendo conto delle colture effettivamente praticate sul fondo e del valore
dei manufatti edilizi legittimamente
realizzati, anche in relazione all’esercizio dell’azienda agricola, senza valutare la possibile o l’effettiva utilizzazione
diversa da quella agricola.
Secondo la Corte Costituzionale, infatti, il riferimento letterale alle colture
effettivamente praticate (leggasi “indirizzo produttivo”) e all’azienda agricola, consentirebbe un’interpretazione co-
Terra e Vita 21
SUSCETTIVITÀ EDIFICATORIE
Quando c’era il VAM, le suscettività edificatorie che caratterizzavano una proprietà fondiaria espropriata, venivano sistematicamente frustrate e il problema
non si poneva. Oggi questo aspetto, alla luce della sentenza 181/2011, è oggetto,
invece, di animate discussioni nei Collegi Tecnici Arbitrali.
L’ art. 32 del Dpr. 327/2001 prevede che, salvi i criteri specifici previsti dalla
legge, il bene espropriato debba essere indennizzato in base alle caratteristiche da
esso possedute alla data del suo trasferimento alla mano pubblica. Tale norma
sottintende che l’indennità debba rispecchiare interamente il valore economico
che il bene assume sul mercato, alla luce delle sue condizioni giuridiche e
fattuali. Questo articolo è indubbiamente aderente ai principi espressi dalla
nostra Consulta nella sentenza n.181/2011.
Resta da stabilire se in base alla sentenza della nostra suprema Corte possa
risultare valorizzata, ai fini della determinazione dell’indennità di espropriazione, anche la vocazione edificatoria delle aree espropriate. Cioè la possibilita
che dette aree, in un futuro più o meno
lontano, possano divenire edificabili.
Si tratta sempre di aree periurbane
che se valutate come semplici aree
agricole non esprimerebbero a pieno la
loro reale potenzialità economica.
Il Testo unico sulle espropriazioni
però considera solo aree legalmente
edificabili ed aree che non lo sono,
mentre il mercato fondiario quota
maggiormente le aree periurbane agricole, senza annoverarle, a tutti gli effetti, fra le aree edificabili.
Cosa è giusto fare? Se non consideriamo questo plusvalore fondiario, priviamo il proprietario di un equo indennizzo, perché il suo bene ha indubbiamente un
valore di mercato superiore al valore agricolo, se per contro, attribuiamo un
valore fabbricativo a terreni che ancora non posseggono urbanisticamente tale
qualità, riconosciamo un plusvalore discutibile e in pratica, difficilmente identificabile, come tale.
È parere dello scrivente che debba essere il mercato la linea guida da seguire.
Se dobbiamo valutare una proprietà fondiaria periurbana, con suscettività edificatorie, tale proprietà dovrà essere confrontata con prezzi di mercato di fondi
simili (comparables) sempre prossimi al centro urbano e contraddistinti da similari
plusvalori. Il mercato, infatti, quota queste aree sensibilmente di più delle aree
agricole, per le aspettative che le contraddistinguono, data la loro vicinanza al
centro urbano. Tale quotazione però è quella che contraddistingue un’area non
edificabile e quindi superiore alla quotazione agricola, ma ben lontana da quella
che caratterizza un’area fabbricabile vera e propria.
stituzionalmente orientata della norma
che, prescindendo dai valori tabellari,
(ormai cancellati dall’ordinamento)
consentisse al giudice di determinare
l’indennizzo, in aderenza alle caratteristiche effettive del fondo espropriato.
Nei box a corredo dell’articolo è riportata una casistica pratica ricorrente
negli espropri, raffrontandola, caso per
caso, con il regime espropriativo precedente, ora abrogato (Vam).
Oggi, finalmente, le procedure
22 Terra e Vita
[ LEGGI, LAVORO E FISCO ]
n. 17/2014
29 aprile 2014
INDENNIZZO PER DANNI PATRIMONIALI
Quando un’autostrada attraversa una media azienda con un
fronte di 60-70 metri di larghezza spesso annulla il suo valore
patrimoniale, distrugge l’impresa agraria e trasforma una
proprietà integra ed efficiente in reliquati informi, contraddistinti da esubero di fabbricati produttivi inutilizzabili e per di
più costringe l’imprenditore a spendere per sopravvivere
(riassetto idraulico-agrario post esproprio).
In simili drammatiche situazioni, in regime di VAM, il proprietario espropriato perdeva la proprietà e veniva indennizzato, men che simbolicamente, in base al valore tabellare del
terreno espropriato.
Oggi in base alla sentenza 181/2011 quando una proprietà
fondiaria è oggetto di esproprio parziale e di scorporo fondiario, per determinare l’indennità d’esproprio si deve applicare, invece, il così detto valore complementare.
Il valore complementare si ottiene dalla differenza tra due
valori di mercato: valore della proprietà ante esproprio,
nella sua primitiva integrità e valore di mercato della parte
residua. Entrambi i suddetti valori si riferiscono a unità
fondiarie supposte in perfetto assetto funzionale.
La differenza tra i due valori di stima, identifica appunto il
danno patrimoniale ricercato, relativo, sia alla superficie
espropriata, che alla divisione fondiaria permanente subita.
Il problema, sotto il profilo estimativo è solo apparentemente semplice, in realtà è fonte di accese discussioni in
seno ai Collegi Tecnici Arbitrali.
Qualche collega professionista, infatti, si ostina a sostenere
un’impostazione estimativa “scolastica” che considera il danno patrimoniale ottenuto applicando il valore complementare, onnicomprensivo. Si tratta però, secondo lo scrivente, di
un’iniqua e frettolosa approssimazione alla realtà, non certo
condivisibile.
Con l’applicazione del valore complementare, infatti, si ipotizza un raffronto fra il valore venale del fondo ante e post
esproprio, supposti entrambi in perfetto assetto funzionale.
In pratica si osserva, però, che un proprietario espropriato,
per rendere nuovamente funzionale la porzione fondiaria
residua della sua proprietà, dovrà sopportare delle spese di
riassetto fondiario e dovrà subire, nel contempo, perdite
reddituali conseguenti allo scorporo fondiario imposto. Entrambi questi aspetti devono essere considerati.
Si tratta di spese per turbative fondiarie rimediabili (es. riassetto idraulico-agrario del fondo e ripristino della viabilità
intrapoderale) o turbative non rimediabili, con conseguenti
perdite reddituali (es. aggravio nei tempi di lavoro, nei percorsi e nei costi colturali, tare improduttive e produttive, ecc.).
Queste voci non possono essere conglobate nel minor valore della porzione fondiaria residua, post esproprio, perché il
mercato fondiario non riesce certo a percepire l’entità e la
consistenza delle suddette anomalie indotte ed è evidente che
le stesse debbano essere stimate a parte, altrimenti si prive
rebbero i proprietari espropriati di equi indennizzi.
INDENNIZZO PER DANNI AMBIENTALI
Oggi la grande distribuzione (catene di supermercati) impone la tracciabilità ai produttori ortofrutticoli, con severe ispezioni in campo e rifiuta le produzioni ottenute a meno di 500
metri di distanza dalle autostrade o da strade d intenso
traffico, a meno che non siano poste in atto valide misure di
salvaguardia dall’inquinamento autostradale.
Un’azienda ortofrutticola espropriata da un’autostrada quindi per continuare a produrre in maniera remunerativa, cioè
con un ampio orizzonte commerciale come quello assicurato
dalla grande distribuzione, dovrà difendersi nel miglior modo possibile dall’inquinamento, per non decadere a proprietà
marginale ad indirizzo estensivo.
Occorrerà quindi programmare e realizzare misure di salvaguardia ambientale che diano le migliori garanzie antinquinamento possibili.
Il più avanzato stato dell’arte, in questo senso, lo notiamo nei
progetti autostradali più moderni ed attenti alla salvaguardia
ambientale antinquinamento, messi in atto per preservare
indirizzi produttivi d’alto reddito (Alto Adige). In questi casi
si consiglia una fascia di rispetto limitrofa alla sede autostradale, costituita da una fitta e alta barriera sempreverde a
filare, per contenere copiose scie d’aerosol inquinanti. La
densa coltre verde arborea, nel suo massimo sviluppo, infatti,
formerà barriere praticamente impenetrabili, a protezione
delle coltivazioni frutticole da preservare.
Soluzioni di questo tipo sono sempre accettate, dalla grande
distribuzione, in alternativa all’isolamento di 500 metri. Si
tratta però di una spesa conseguente all’esproprio (costo
della barriera e mancati redditi relativi alla striscia perennemente asservita) finalizzata a garantire, la salvaguardia delle
produzioni aziendali attuali, e come tale dovrà essere riconosciuta e rimborsata.
Sono indubbiamente aspetti nuovi che in seno ai Collegi
Tecnici destano oggi inevitabili perplessità, così come è accaduto con le prime barriere autostradali antirumore, ma che
per gli indirizzi d’alto reddito dovranno essere considerati. n. 17/2014
29 aprile 2014
[ LEGGI, LAVORO E FISCO ]
Terra e Vita 23
INDENNIZZI PER DANNI ALL’IMPRESA
In regime di VAM i rigidi schematismi imposti non contemplavano la stima dei danni da esproprio alle imprese agrarie e
ci si limitava solo a definire il valore tabellare delle superfici
espropriate.
L’esproprio e lo scorporo fondiario però possono arrecare
pesanti danni anche alle imprese agrarie. Si consideri, ad
esempio, una proprietà fondiaria ad indirizzo zootecnico intensivo, che espropriata e scorporata parzialmente, potrà risultare danneggiata, sia nel suo patrimonio fondiario, che
nella sua attività d’impresa.
Infatti, la riduzione di superficie fondiaria indotta, si ripercuoterà sulla stalla e sull’attività di trasformazione relativa
(numero di capi allevabili, produzioni zootecniche e potenzialità di smaltimento liquami).
Questa attività di trasformazione è caratterizzata, com’è noto,
espropriative del nostro Paese sono simili a quelle europee, con indennizzi
indubbiamente più adeguati ai sacrifici
imposti ai proprietari.
da forte rigidità, ed è facilmente dimostrabile che la soluzione
più razionale ed economica per rimediare allo sconvolgimento indotto nell’assetto d’impresa, sia affittare dei terreni per
ripristinare la superficie originaria, ante esproprio.
L’indennizzo è costituito dalla capitalizzazione del reddito
netto perso (costo presunto dell’affitto del terreno necessario
per la produzione di foraggi e lo smaltimento liquami) per la
durata economica residua della struttura zootecnica.
Pare giusto considerare un tempo finito e pari alla durata
economica residua della struttura zootecnica aziendale, perché l’indennizzo non è da confondere con una rendita infinita, intesa in senso finanziario.
Anche questo danno non può certo essere conglobato nel
minor valore fondiario post esproprio, ma deve essere sti
mato, a parte, e riconosciuto al titolare dell’impresa.
Nei Collegi Tecnico Arbitrali oggi si
stimano i valori venali dei beni oggetto
d’esproprio, senza assurdi automatismi tabellari, in base alle condizioni
giuridiche e fattuali di ogni proprietà,
ottenendo così equi indennizzi proporzionali ai danni realmente sofferti, co
me succede in tutt’Europa.
24 Terra e Vita
[ LEGGI, LAVORO E FISCO ]
n. 17/2014
29 aprile 2014
Bruciare rami e ramaglie
è reato, ma non per tutti
Se dagli enti locali arrivano norme “diverse” da quelle nazionali
DI FRANCESCO MARIO AGNOLI L’
antica pratica agricola di bruciare nei campi stoppie, ramaglie, avanzi di potature, residui
vegetali in genere, è stata sempre circondata da alcune cautele per il timore che,
sfuggendo al controllo, potesse divenire
causa d’incendi.
Ma la si è sempre ritenuta un’attività
lecita. Da qualche anno non è più questione del pericolo d’incendio, perché la
stessa pratica ha assunto, di per sé, in
quanto tale, rilevanza penale, dapprima
come contravvenzione, comunque sanzionata anche (in via alternativa) con pena detentiva, per divenire poi, in un crescendo wagneriano, un vero e proprio
delitto, che comporta la reclusione da
due a cinque anni.
RIFIUTI O MATERIA PRIMA
SECONDARIA?
Il problema è se i residui provenienti da
attività di disboscamento, potatura, raccolta, pulizia di boschi, campi, giardini,
aree verdi ecc. integrino la nozione di
“rifiuto” di cui all’art. 183, co. 1, lett. a)
del Dlgs. n. 152/2006 (“qualsiasi sostanza od oggetto che rientra nelle categorie
riportate nell’allegato A alla parte quarta
del presente decreto e di cui il detentore
si disfi o abbia deciso o abbia l’obbligo di
disfarsi”) e vadano come tali trattati.
La risposta positiva è contenuta nel
cosiddetto “Codice ambientale” (Dlgs.
n. 152/2006), che all’art. 184 classifica
come “urbani” i “rifiuti vegetali provenienti da aree verdi, quali giardini, parchi e aree cimiteriali” (comma 2/lettera
e) e come “speciali” “i rifiuti da attività
agricole e agro-industriali ai sensi e per
gli effetti dell’art. 2135 cod. civ.” (comma
cenere fra i “prodotti secondari”, che l’art. 181bis
escludeva dall’ambito dei
rifiuti, purché in possesso
delle caratteristiche da determinarsi con decreto del
ministro dell’Ambiente di
concerto con la Salute e lo
Sviluppo economico.
LA GIURISPRUDENZA
3/lettera a). Dal momento che viene richiamato l’art. 2135 del codice civile, che
disciplina le attività agricole, non vi è
dubbio a quali residui di lavorazione si
faccia riferimento.
In via di principio si tratta, quindi, di
“rifiuti” nel senso proprio del termine,
che debbono essere smaltiti secondo le
apposite procedure previste, a seconda
della loro classificazione (urbani o speciali), che nel caso si fonda, più che sulla
loro natura, sulla loro provenienza (giardini, aree verdi urbane, parchi, cimiteri
oppure imprese agricole).
Da parte dei produttori agricoli contravvenzionati per avere bruciato stoppie e ramaglie sui loro campi con l’intento poi di utilizzare la cenere per la concimazione dei campi si è tentato di fare
ricorso o all’art. 183 del Codice ambientale, che fra le altre cose prevede la possibilità della prevenzione, cioè di misure
adottate per evitare che “una sostanza,
un materiale o un prodotto diventi rifiuto” ad esempio “attraverso il riutilizzo
dei prodotti o l’estensione del loro ciclo
di vita”, o, più spesso, di includere la
L’art. 181 bis è stato abrogato dal Dlgs. n. 205/2010,
ma già nella sua vigenza la
giurisprudenza, nella scelta fra la qualificazione di “rifiuto” e quella di “materia
prima secondaria riutilizzata in settori
produttivi diversi senza pregiudizio per
l’ambiente”, propendeva per il rifiuto
con conseguente definizione dell’abbruciamento di stoppie e ramaglie quale reato di smaltimento non autorizzato di
rifiuti speciali non pericolosi di cui all’art. 256, co. 1, lett. a), Dlgs. n. 152/2006.
In tal senso, in un caso di taglio di alberi
con conseguente bruciatura di rami, si è
pronunciata, confermando la decisione
dei giudici di merito (Tribunale e Corte
d’Appello di Trento) con la sentenza n.
46213/2008 la Corte di Cassazione, che,
per escludere la riutilizzabilità delle ceneri in un processo produttivo, si è data
cura di precisare che la loro utilizzazione
come concime naturale non trova riscontro nelle attuali tecniche di coltivazione.
Con il Dlgs. n. 205/2010 il legislatore
intendeva forse venire incontro a una
parte delle istanze dei produttori agricoli attraverso una più puntuale distinzione fra rifiuto e sottoprodotto o materia
prima secondaria di provenienza agrico-
n. 17/2014
29 aprile 2014
la. È stato così introdotto nel “Codice
ambientale” un nuovo articolo (184/bis)
ed è stato modificato il testo dell’art. 185
per escludere dalle procedure di smaltimento rifiuti “paglia, sfalci e potature,
nonché altro materiale agricolo o forestale naturale non pericoloso utilizzati in
agricoltura, nella selvicoltura o per la
produzione di energia da tale biomassa
mediante processi o metodi che non danneggino l’ambiente né mettono in pericolo la salute umana”.
Ne è risultato però un aggravamento
per quanto riguarda la pratica dell’abbruciamento, in quanto ne deriva, al
contrario, che in questo caso paglia, ramaglia ecc. continuano a essere considerati “rifiuti” o comunque a essere sottoposti ai processi di smaltimento per questi previsti dal momento che ardendoli
non si produce energia (nel senso voluto
dalla legge, anche se il fuoco è indubbiamente una forma - spesso terribile – di
energia) e nemmeno si ottiene un prodotto utilizzabile in agricoltura se si accede alla tesi della Cassazione (per il vero molto discutibile), che esclude dalla
buona tecnica agraria l’impiego delle ceneri come concimante naturale.
IL DECRETO TERRA DEI FUOCHI
Su questa situazione si è innestato, aggravandola per quanto riguarda la natura del reato (da contravvenzione a delitto) e la misura della pena, il Dl. n.
136/2013 (convertito con L. n. 6/2014).
Questo provvedimento, nell’intento di
reprimere le vicende criminose e dannose dal punto di vista ambientale, della
cosiddetta “Terra dei fuochi”, in Campania, ha introdotto nel Codice ambientale il nuovo reato di “Combustione illecita di rifiuti” che, nella sua ipotesi base
(sono previste aggravanti e +sanzionate
altre attività connesse), punisce con la
reclusione da due a cinque anni “chiunque appicca il fuoco a rifiuti abbandonati ovvero depositati in maniera incontrollata in aree non autorizzate” (va meglio per i rifiuti vegetali “urbani”,
provenienti cioè da giardini, aree verdi,
cimiteri, che se la cavano con una pur
robusta sanzione pecuniaria di natura
amministrativa).
[ LEGGI, LAVORO E FISCO ]
TERRITORIO
Regioni e Comuni
Vale il fai da te
Terra e Vita 25
L
a gravità delle sanzioni che colpiscono
in tal modo gli agricoltori rimasti fedeli
a una pratica supportata da una secolare tradizione ha determinato già prima del
provvedimento “Terra dei fuochi” e in misura
ancora maggiore dopo la sua entrata in vigore, l’intervento degli enti locali, in particolare Regioni e Comuni. Così in
Lombardia si è ribadito che la combustione all’aperto di materiale di
origine vegetale è vietata nel periodo che va dal 15 ottobre al 15 aprile
(periodo di maggiore criticità per l’inquinamento atmosferico), così implicitamente, ma necessariamente ammettendola negli altri periodi. La Liguria ha espressamente escluso che i residui vegetali vadano classificati
come rifiuti e ne ha consentito l’“abbruciamento controllato, nel rispetto
delle norme per la prevenzione degli incendi”. Dopo il varo del decreto
“Terra dei fuochi”, sono intervenute la Regione Sicilia per consentire, con
determinate cautele, la bruciatura dei residui vegetali, e la Regione Veneto
con un apposito disegno di legge, che affida ai Comuni il compito di
disciplinare con i propri regolamenti di polizia rurale “la combustione
controllata sul luogo di produzione dei
residui vegetali”.
In altri casi si è proseguito nell’applicazione dei regolamenti locali. È il
caso, in Toscana, del Comune di Massa,
il cui Regolamento del verde pubblico
e privato prevede che per bruciare
scarti derivanti da attività agricole e di
giardinaggio si debba richiedere al Sindaco un’autorizzazione con domanda
F.M.A.
in carta semplice.
CONFLITTI DI COMPETENZA
I produttori agricoli e le loro associazioni
hanno accolto con favore gli interventi di
alcuni enti locali, Regioni e Comuni, che
hanno cercato di venire incontro alle esigenze degli agricoltori (vedi box).
Rimane tuttavia il contrasto, indubbiamente grave sotto vari profili a cominciare dalla certezza del diritto, fra questi
provvedimenti regionali e una legge nazionale, che deve necessariamente prevalere tanto più che nella maggioranza dei
casi i provvedimenti locali hanno natura
amministrativa. Problema che comunque
permane, anzi si aggrava per la maggiore
difficoltà di individuare la normativa effettivamente applicabile, quando, come
nel caso del Veneto, la Regione interviene
con una propria legge. Difatti l’art. 117
della Costituzione attribuisce sì alle Regioni la potestà legislativa in materia
agricola, ma provvedimenti di questo ge-
nere (in particolare quello della “Terra dei
fuochi”) coinvolgono anche aspetti di legislazione concorrente Stato-Regioni (salute e sanità) o addirittura di competenza
esclusiva dello Stato. Basti pensare, per
quest’ultimo punto, al provvedimento riguardante la “Terra dei fuochi”, che ha
motivazioni, oltre che ambientali, di ordine pubblico e sicurezza, e alla conseguente difficoltà di ammettere la legittimità di
un intervento modificativo della Regione
più di ogni altra interessata, la Campania,
alla quale tuttavia non potrebbe essere
negata la relativa competenza legislativa
qualora la si riconosca alle altre Regioni.
Se n’è mostrato perfettamente consapevole il governatore del Veneto, Luca
Zaia, che, pur promuovendo il varo di
una legge regionale, si è augurato che il
governo si affretti a «proporre una legge
nazionale per evitare di complicare inutilmente la vita alla gente».
26 Terra e Vita
[ LEGGI, LAVORO E FISCO ]
n. 17/2014
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FILO DIRETTO CON L’ESPERTO Ok all’attività extragricola
se limitata e non prevalente
Sia in termini di reddito che di tempo impiegato
S
ono iscritto all’Inps come coadiuvante nell’azienda agricola di
proprietà di mio padre di circa 15 ettari coltivati a frutteto e
seminativi.
Suppongo, in quanto nel quesito non
è scritto, che il lettore sia iscritto nella
gestione Inps lavoratori autonomi nella
posizione Cd come coadiuvante del padre e che voglia effettuare saltuariamente attività di lavoratore dipendente. Se è
così, debbo dire che l’Inps ha trattato le
questione nella circolare 177/2003. La L.
n. 9/63 all’art. 2, 2° comma, introduce, ai
fini della valutazione dei requisiti per
l’iscrizione alla gestione, il criterio della
“prevalenza” nella parte in cui recita: “il
requisito dell’abitualità nella diretta e manuale coltivazione dei fondi e nell’allevamento --omissis --si ritiene sussistente quando i
soggetti --omissis..si dedicano in modo esclusivo o almeno prevalente a tali attività”. Nel
successivo 3° comma la norma precisa:
“per attività prevalente, ai sensi di cui al
precedente comma, deve intendersi quella
che impegni il coltivatore diretto e il mezzadro o colono per il maggior periodo di tempo
nell’anno e che costituisca per essi la maggiore fonte di reddito”. È di tutta evidenza che
la norma appare più restrittiva rispetto
alla precedente dizione dell’art. 1 della
citata L. n. 1047/57 perché presuppone il
perfezionamento del requisito per
l’iscrizione alla gestione non più sulla
base di un criterio “semplicistico” di abitualità, bensì tenendo presente due ordini di fattori a valenza annuale:
- tempo impiegato nell’azienda;
- fonte di maggior reddito che deve derivare dall’attività esercitata in azienda.
Poiché la L. n. 9/63 non definisce il reddito derivante da attività agricola da valutare ai fini della prevalenza, finora si è
È possibile svolgere saltuariamente attività di lavoratore dipendente ad es. come lavoratore interinale, o a tempo determinato presso
un’azienda?
R.F. - email
ritenuto di poterlo identificare nel solo
reddito agrario secondo una consuetudine e una prassi consolidata nell’operato
dell’ex SCAU. Conseguentemente a ciò
possiamo dire che l’attività lavorativa
esterna non è preclusa ma dovrà essere
limitata e non prevalente sia in termini
di reddito che di tempo impiegato (giornate retribuite). Per una quantificazione
soggettiva dei limiti operativi consigliamo di rivolgersi a un patronato.
Luciano Boanini
COLLABORAZIONE FAMILIARE
Contemporanea a lavoro dipendente: si presume sia “occasionale”
Sono figlio di un coltivatore diretto in pensione e conduco l’azienda di famiglia (circa
20 ha) con l’aiuto di mio padre e dei miei
fratelli. Mio padre continua a pagare i contributi Inps ed è formalmente il conduttore dell’azienda. Io “vorrei” essere riconosciuto come coadiuvante/collaboratore familiare, anche per rappresentarlo nelle associazioni
cooperative dove conferiamo i prodotti agricoli. Sono dipendente a tempo indeterminato
presso un’azienda metalmeccanica. Ho già sottoposto il
mio caso all’associazione di categoria cui mio padre è iscritto, fornendo loro anche gli
estremi di una circolare del
ministero del Lavoro (n.
37/0010478 del 10/6/2013) la
cui interpretazione ci vede discordi. Ritengo che il mio caso
non sia isolato in quanto l’età
dei Cd proprietari di piccoli
poderi aumenta e la redditività non permette
ai più di lasciare un lavoro dipendente per
assumere la conduzione dell’azienda.
È coltivatore diretto colui che svolge
l’attività di coltivazione materiale del
fondo, con abitualità e prevalenza, per
impegno lavorativo e reddito ricavato
(artt. 1 e 2 L. 1047/57). Ai sensi dell’art. 2
della L. 9/63, il requisito dell’abitualità
si ritiene sussistere quando l’attività sia
svolta in modo esclusivo o prevalente,
intendendosi per attività prevalente
quella che occupi il lavoratore per il
maggior periodo di tempo nell’anno e
costituisca la maggior fonte del reddito.
Relativamente ai requisiti di cui sopra,
così si esprime la giurisprudenza: “Presupposti per l’iscrizione negli elenchi dei coltivatori diretti sono, in primo luogo, la diretta, abituale e manuale coltivazione del fondo
ovvero il diretto ed abituale allevamento e
governo del bestiame, dovendosi intendere
realizzato il requisito dell’abitualità quando
le suddette attività vengano svolte in modo
esclusivo o almeno prevalente, e cioè quando
[ LEGGI, LAVORO E FISCO ]
n. 17/2014
29 aprile 2014
esse impegnino il coltivatore per il maggior
periodo di tempo nell’anno e costituiscano la
sua maggior fonte di reddito. È necessario
altresì che l’effettiva prestazione di lavoro del
coltivatore non sia inferiore a un terzo di
quella occorrente per le normali necessità
delle coltivazioni del fondo e per l’allevamento e il governo del bestiame e che la lavorazione del fondo richieda un fabbisogno di manodopera non inferiore a 104 giornate lavorative annue, da intendersi come numero mino
di giornate lavorative prestate dal coltivatore”. Così la cassazione, con sentenza n.
4810/95, sui requisiti di cui all’art. 3 della L. n. 9/63.
Per inciso, la circolare ministeriale del
10/6/2013 (n. 37 del ministero del Lavoro) ben chiarisce che la contemporanea
sussistenza di rapporti di collaborazione
familiare e lavoro dipendente presso terzi genera una presunzione di “occasionalità” della collaborazione, presunzione che può essere vinta con la prova
contraria, che, peraltro nel caso del lettore, dovrebbe comunque portare a dimostrare la sussistenza della “prevalenza”
dell’attività agricola sull’attività subordinata, sia per il requisito del tempo che
del reddito.
Massimo Mazzanti
NUOVA ATTIVITÀ
L’allevamento di cani è a tutti
gli effetti un’attività agricola
Vorrei aprire un allevamento di cani, possiedo un terreno di mq 3.500, con destinazione
agricola. Vorrei sapere l’iter da seguire, e se
esistono dei finanziamenti.
“Non sono comunque imprenditori
agricoli gli allevatori che producono
nell’arco di un anno
un numero di cani
inferiore a quello determinato, per tipi o
per razze, con decreto del ministro dell’Agricoltura e delle
foreste ...” (art. 1,
comma 3).
Con il successivo
Dm. del 28/1/94,
è stato disposto
che: “Non sono imprenditori agricoli gli allevatori che tengono in allevamento un numero inferiore a cinque fattrici e che annualmente producono un numero di cuccioli inferiore a trenta unità”.
Dopo aver inquadrato l’attività dal punto di vista normativo, sarà necessario
aprire una p. Iva e rispettare tutti i conseguenti adempimenti di carattere amministrativo, fiscale ecc., nonché di carattere sanitario previsti dal servizio veterinario dell’Usl di competenza.
Per quanto concerne, infine, i finanziamenti, è opportuno verificare se si può
adire a qualche misura del Psr.
Rosaria Traverso
DOPPIA ATTIVITÀ
La doppia contribuzione è
da rapportarsi alle varie gestioni
Un lavoratore dipendente (pubblico o privato) a tempo indeterminato che apre una ditta
individuale agricola (con p. Iva e Cciaa spec.
agricola) è obbligato a
iscriversi anche alla
gestione previdenziaDECRETO 28 GENNAIO 1994
le Inps agricola?
In ossequio alla
L. n. 349/93, il lettore potrà aprire
un’attività agricola
“Definizione di “imprenditore agricolo”, ai senex art. 2135 c.c. dedi- si dell’art. 2, comma 3, della legge 23 agosto
ta all’allevamento, 1993, n. 349, recante: “Norme in materia di atti- Il tema della
alla selezione e al- vità cinotecnica” (G.U. n. 40 del 18/2/1994).
doppia attività, e
l’addestramento di
correlativamente
cani.
della doppia contribuzione, rispetto alle
Infatti, l’attività cinotecnica è a tutti gli
professioni agricole, è da rapportarsi alle
effetti, grazie alla legge succitata, un’attivarie gestioni. In generale, tre sono le
vità agricola purché “i redditi che ne deriprincipali fattispecie:
vano siano prevalenti rispetto a quelli di altre
- coesistenza di un rapporto di lavoro
attività economiche non agricole svolte dallo
pubblico o privato e un’attività di lavoro
stesso soggetto” (art.1, co. 1).
agricolo subordinato,
*
Terra e Vita 27
- coesistenza di un rapporto di lavoro
pubblico e privato e un’attività di lavoro
agricolo autonomo (Cd o Iap) o imprenditoriale agricola;
- coesistenza di un rapporto professionale e un’attività imprenditoriale agricola.
Per il primo gruppo di casistiche vige, in
generale, un principio che si fonda sulle
norme codicistiche (artt. 2104- 2105 c.c.)
in tema di diligenza, fedeltà e concorrenza; il lavoro pubblico è incompatibile con
l’esercizio di altri rapporti privatistici.
Per quanto attiene il lavoro privato, la
coesistenza è possibile previa autorizzazione, dovendosi peraltro ipotizzare la
trasformazione degli eventuali rapporti
a tempo indeterminato in part–time. Più
semplice la coesistenza di rapporti a termine. In ipotesi di coesistenza si avrà
una doppia contribuzione Inps.
Venendo alla seconda fattispecie, la coesistenza tra rapporti di lavoro ed esercizio dell’impresa è meno complessa salvo
per i dipendenti pubblici: per questi infatti, è ipotizzabile la coesistenza dei due
ambiti lavorativi purché l’attività d’impresa, anche agricola, non sia prevalente; in ogni caso l’attività può essere svolta previa autorizzazione del datore.
La mancanza di prevalenza non fa insorgere l’obbligo assicurativo Inps.
In merito ai requisiti del Cd si vedano i
quesiti precedenti.
Per quanto riguarda lo Iap invece tre
sono i requisiti richiesti: professionalità;
tempo dedicato; reddito ricavato (fonte
principale). Qualora il soggetto eserciti
contemporaneamente più attività, è ne-
[ LEGGI, LAVORO E FISCO ]
cessario, quindi, determinare quale sia
l’attività prevalentemente esercitata in riferimento al tempo e al reddito ricavato.
Sulla base della prevalenza si avrà l’obbligo della contribuzione Inps agricola.
In caso di coesistenza tra un’occupazione
a tempo parziale subordinata e la prevalente attività agricola si avrà una doppia
iscrizione previdenziale e una doppia
contribuzione.
Relativamente alla terza e ultima casistica, sempre fatto salvo il criterio della prevalenza, si dovrà far riferimento alle regole di ogni singolo ordine professionale.
A puro titolo esemplificativo, si osserva
come l’avvocato non possa esercitare l’attività agricola se effettuata a livello di
Iap. Un recente provvedimento del Consiglio nazionale forense (CNF) ha stabilito l’incompatibilità tra l’esercizio dell’avvocatura e la qualifica di Iap. Secondo il
CNF, al piccolo imprenditore agricolo
manca “quel quid pluris, rappresentato, ad
es., da un’organizzazione aziendale molto articolata, o dallo smercio di prodotti chiaramente eccedenti quelli prodotti dal fondo, o,
anche, da una rilevante trasformazione del
prodotto naturale, da cui si possa arguire che
il carattere predominante dell’attività intrapresa è l’esercizio del commercio, anziché il
mero sfruttamento delle risorse terriere”.
Massimo Mazzanti
ATTIVITÀ CONTO TERZI
Possibile se resta nei limiti di un’attività agricola connessa di servizi
Sono titolare di un’azienda agricola. Posso
svolgere attività di conto terzi presso un’altra
azienda agricola molto più grande?
Per rimanere nell’ambito agricolo, e
non ricadere in quello artigianale/commerciale, il lettore dovrebbe svolgere l’attività di conto terzi nei limiti di un’attività agricola connessa di servizi; è tale, secondo la definzione dell’art. 2135 c.c.,
l’attività diretta alla fornitura di beni o
servizi mediante l’utilizzazione prevalente di attrezzature o risorse dell’azienda normalmente impiegate nell’attività
agricola esercitata. Pertanto, è necessario
che siano utilizzate prevalentemente attrezzature o risorse che normalmente sono impiegate nell’attività agricola princi-
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Foto Concorso Fata 2009 di Christian Devers
28 Terra e Vita
pale. Ciò significa che è possibile avvalersi anche di attrezzature utilizzate
esclusivamente per la prestazione di questi servizi, ma è necessario che le attrezzature normalmente impiegate nell’attività
agricola siano prevalenti, con riguardo al
fatturato ottenuto dall’impiego di ogni
attrezzatura (circ. n. 44/E del 15/11/2004
agenzia delle Entrate); inoltre, nell’effettuare tale confronto, non si devono includere tra le attrezzature normalmente impiegate nell’attività agricola beni le cui
potenzialità siano sproporzionate rispetto all’attività agricola svolta o che non
sono necessari allo svolgimento della
stessa. In ogni caso, l’attività di fornitura
di servizi non deve assumere per dimensione, organizzazione di capitali e risorse
umane, il carattere di attività principale.
Dal punto di vista della tassazione, le
attività connesse di servizi sono tassate
in modo forfettario:
Irpef: è tassato il 25% dei corrispettivi;
Iva: l’imposta dovuta è pari al 50% dell’Iva applicata alle operazioni attive;
Scritture contabili: devono essere tenuti i
registri previsti dalle norme Iva.
Barbara Segato
PENSIONATO
Le somme percepite per la pensione
non rientrano nel reddito da lavoro
Un pensionato di 82 anni detiene terreni
agricoli (noccioleto) di circa 7.000 mq in area
montana. È titolare di p. Iva e in regime di
esonero e non è iscritto nel Registro imprese.
Nel periodo della raccolta si avvale di quattro
braccianti per un totale di circa 200 giornate
lavorative. Deve essere iscritto alla gestione
Inps dei Cd e nel Registro imprese? Il fatto
che non presti direttamente attività lavorativa nel fondo ha delle implicazioni?
Per i lavoratori autonomi agricoli che
rivestono la qualifica di Cd o Iap sono
previsti specifici obblighi contributivi
obbligatori. Nel quesito non è chiaro se il
lavoro svolto per la coltura del fondo sia
effettuato esclusivamente o prevalentemente da braccianti non facenti parte del
nucleo del coltivatore. In caso affermativo, mancherebbe il requisito della coltivazione diretta del fondo.
Un obbligo contributivo potrebbe essere
sussistente anche qualora il lettore fosse
assimilabile a un Iap. Con riferimento al
quesito si precisa che le somme percepite
a titolo di pensione non vanno computate nel reddito da lavoro (viene considerato quello dichiarato ai fini fiscali). Peraltro, per le aziende ubicate in zone svantaggiate o zone montante, la soglia di
reddito rilevante è abbassata al 25%.
Con riferimento all’obbligo di iscrizione
nel Registro delle imprese è previsto
l’esonero nel caso di volume d’affari non
superiore a € 7.000.
Luca Andretta
DOVE INVIARE I QUESITI
New Business Media Srl
Piazza Galileo Galilei, 6 - 40123 Bologna
fax: 051-6575856
e-mail: [email protected]
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[ ATTUALITÀ/REGIONI ]
PIEMONTE Coinvolte 7.800 aziende su 850 ettari
Schedario vitivinicolo,
riassegnati i primi
diritti di reimpianto
I
l Piemonte approva l’aggiornamento dello schedario vitivinicolo regionale e
riassegna i primi diritti di reimpianto: si chiude così un percorso avviato e concordato nel 2011
con cui si prevedeva, a fronte
dell’obbligo comunitario di allineare le superfici vitate al Gis,
un percorso volto a recuperare i
diritti di reimpianto eventualmente persi con la rideterminazione delle superfici e la riassegnazione del diritto all’impresa
agricola medesima.
Un lavoro non semplice:
ogni vigneto storicamente presente negli archivi cartacei, al
tempo misurato coi sistemi tradizionali, è stato sottoposto a un
procedimento di rideterminazione, appunto con l’ausilio del
gis, e in ottemperanza alle nuove regole comunitarie. Sono 850
gli ettari di vigneto riassegnati a
oltre 7.800 aziende; i restanti lo
saranno nei successivi 120 gior-
ni, fino a raggiungere una superficie di oltre 1.400 ha.
«Il piano operativo concordato con le organizzazioni agricole – commenta l’assessore regionale all’agricoltura Claudio
Sacchetto – prevedeva che i diritti derivanti da misurazioni
precedenti rimanessero a disposizione delle aziende per evitare
alle stesse di perdere diritti di
reimpianto dopo averli acquistati in passato, senza avere alcuna responsabilità in quanto
gli stessi derivavano da misurazioni effettuate dalle pubbliche amministrazioni. Il
completamento del piano operativo ci consente di mantenere il potenziale vitivinicolo piemontese
intatto,
anche a seguito dell’allineamento Gis,
dando alle imprese le
superfici perse con lo stesso».
Jacopo Fontaneto
PIEMONTE Un prodotto monoflorale di acacia
Terra e Vita 29
LOMBARDIA Colpiti prodotti orticoli e kiwi
Grandinata sui campi del Mantovano
P
ioggia di chicchi di ghiaccio sui campi del Mantovano al confine con il Cremonese. Coinvolta la
zona a sud est della regione. Secondo una rilevazione
della Coldiretti Lombardia, le fasce maggiormente colpite sono state attorno a Viadana, nell’alto Mantovano
e nei prezzi di Goito. Coinvolti campi con piantine di
pomodoro, di meloni, di angurie e nei frutteti di kiwi.
L’area dei comuni di Viadana, Commessaggio e
Sabbioneta – spiega la Coldiretti Lombardia – ha subìto lievi danni alle colture orticole e frutticole. A Volta
Mantovana e Roverbella la grandine ha creato qualche
problema al kiwi, danneggiando le foglie. Sui campi di
Rivalta e Ceresara (zona goitese) la grandinata è stata
intensa ma per fortuna con chicchi molto piccoli. T.V.
FRIULI-VENEZIA GIULIA Un’attività della Cciaa
Promozione e internazionalizzazione
N
NORD
ell’ambito delle attività di promozione del comparto agroalimentare friulano (produzione e trasformazione di prodotti alimentari), la Camera di
Commercio di Udine ha organizzato una due
giorni a Vienna (il 21 e 22 maggio), con l’obiettivo di favorire i processi di internazionalizzazione delle imprese e promuovere il territorio
friulano, sensibilizzando il bacino di potenziali clienti finali. La vicinanza di questo Paese
con il Friuli Vg rende questo mercato molto
appetibile. Anche i dati sull’andamento del
mercato sono incoraggianti: nel 2013 il Pil
austriaco si è attestato intorno a un +0,4% e per il 2014
si prevede una crescita dell’1,6%. Adriano del Fabro
LIGURIA Domande aperte fino al 30 giugno
Arriva la dop per il Miele Varesino Riapertura bandi Psr 2007-2013
I
l Miele Varesino è Dop: notizia attesa per uno dei
prodotti più rappresentativi della provincia prealpina. Il risultato consente di portare a 262 il numero
delle Dop e Igp italiane registrate in ambito comunitario, rinsaldando la posizione di primato del Paese.
Come riporta il disciplinare, il “Miele Varesino” è
un miele monoflorale di acacia a elevato grado di
purezza. Il miele è peculiarmente liquido e presenta un
colore chiaro, da trasparente a giallo paglierino, un
odore leggero e delicato, privo di odori marcati e un
sapore molto dolce. La zona geografica di produzione
si estende ai piedi delle Alpi, tra i fiumi Ticino ed
Olona e tra i laghi Maggiore e di Lugano e corrisponde
alla Provincia di Varese.
J.F.
A
ncora una riapertura dei termini per la presentazione delle domande di aiuto inerenti alcune misure del Psr 2007-2013. Questa volta è toccato a quella
relativa all’accrescimento del valore aggiunto dei prodotti agricoli e forestali; gli obiettivi sono quelli di
migliorare la remunerazione della materia prima ai
produttori di base; incentivare la commercializzazione
dei prodotti agricoli e forestali primari; potenziare l’introduzione di tecnologie innovative finalizzate a rispondere a nuove opportunità di mercato. L’aiuto previsto è concedibile nell’intero territorio regionale. Le
risorse finanziarie ammontano a 4.258.854 € e le domande possono essere presentate al Settore ispettorato
agrario regionale entro il 30 giugno. Isabella Puma
30 Terra e Vita
[ ATTUALITÀ/REGIONI ]
VENETO Trenta milioni per insediare i giovani
Ammodernamento
aziende agricole,
arrivano 60 milioni
L
a Giunta veneta ha approvato il Bando che mette a disposizione 60 milioni di euro complessivi per
l’anno corrente, finalizzati all’ammodernamento delle imprese agricole. «Dopo il parere
espresso dalla Commissione
consiliare – ha ricordato l’assessore Franco Manzato – abbiamo
dato il via formale all’iniziativa,
che punta su due fronti: 30 milioni per insediare giovani under 40 come titolari di nuove
aziende; 30 milioni per ammodernare strutture aziendali esistenti. Per ciascuna di queste tematiche, 7,5 milioni sono riservati alla montagna, alla quale
dunque andranno 15 milioni:
un quarto della disponibilità totale». La scadenza delle domande è stata fissata al 30 giugno
prossimo.
Per quanto riguarda i giovani, il bando fa riferimento alla
misura 112 “Insediamento di
giovani agricoltori” del Psr
2007-2013, che prevede anche la
possibilità di sostenere e sviluppare le capacità imprenditoriali
professionali mediante la cosiddetta “progettazione integrata”,
che comprende più misure del
Psr. Tra queste ci sono la misura
121, azione Pgb“Ammodernamento delle aziende agricole”
che consente di intervenire nella ristrutturazione aziendale, la
misura 111 azione 3 “Interventi
di formazione individuale in
azienda” e la misura 114 azione
1 “Servizi di consulenza
agricola rivolti agli imprenditori agricoli”.
Quanto all’“Ammodernamento delle aziende agricole”, si tratta invece della sola
misura 121, alla quale
può ricorrere la generalità degli imprenditori agricoli, non solo i giovani.
Daniela Del Zotto
VENETO Innovazione proposta da Avepa
n. 17/2014
29 aprile 2014
EMILIA-ROMAGNA Online modello delle Entrate
Sisma 2012, credito d’imposta al via
L’
NORD
agenzia delle Entrate ha reso disponibile online
il modello per prenotare il credito d’imposta per
le imprese danneggiate dal sisma del 20 e 29 maggio
2012. Le imprese e i lavoratori autonomi locali che per
effetto del sisma hanno subìto la distruzione o l’inagibilità dell’azienda, dello studio professionale, o la distruzione di attrezzature o di macchinari utilizzati per
la loro attività, potranno fruire del credito per utilizzarlo in compensazione nel caso abbiano sostenuto, o
sostengano entro il 30 giugno prossimo, costi per ricostruire, ripristinare o sostituire i beni distrutti o danneggiati. Tale agevolazione spetta anche alle imprese
ubicate nei territori indicati all’art. 1, co. 1, del Dl.
74/2012, che, pur non beneficiando dei contributi ai
fini del risarcimento del danno, sono tenute al rispetto
degli adempimenti finalizzati al miglioramento sismico degli edifici (art. 3, co. 10 dello stesso Dl).
La richiesta del credito d’imposta va presentata
telematicamente alle Entrate (direttamente o tramite i
soggetti incaricati): dal 14 aprile al 30 giugno, per i
costi sostenuti negli anni 2012 e 2013;
- nel 2015, dal 2 febbraio al 30 aprile, per i costi
sostenuti nel 2014 e per quelli non indicati nelle
eventuali richieste presentate in precedenza.
La misura del credito d’imposta spettante è
determinata sulla base del rapporto tra l’ammontare delle risorse stanziate e l’ammontare
del credito richiesto ed è resa nota mediante
provvedimento delle Entrate. Il credito
d’imposta è utilizzabile esclusivamente in
compensazione, a decorrere dal giorno dopo
a quello della pubblicazione del provvedimento che
T.V.
determina la % del credito attribuito.
EMILIA-ROMAGNA Iniziativa sostenuta dal Cso
Meno burocrazia con la firma digitale Parte il Progetto ortofrutta d’Italia
A
vepa ha presentato al Vinitaly due innovazioni
finalizzate a eliminare o ridurre la burocrazia. Si
tratta della firma grafometrica per la sottoscrizione dei
documenti digitali e di un portale innovativo a servizio degli utenti dell’Agenzia.
I due strumenti sono stati presentati direttore Fabrizio Stella, presente lo stesso governatore del Veneto Luca Zaia, che ha firmato per primo “digitalmente”
i documenti di Avepa. Nell’occasione sono state consegnate le prime tavolette grafiche per la firma digitale ai
rappresentanti dei Centri di assistenza agricola convenzionati con Avepa. Questi ultimi hanno firmato
“virtualmente” il verbale di consegna, che arriverà
D.D.Z.
loro in originale in posta elettronica..
I
l calo dei consumi di frutta e verdura è una pericolosa tendenza degli ultimi anni, con riflessi estremamente negativi anche sul benessere. Parte da qui il
Progetto Ortofrutta d’Italia, iniziativa del Cso per dare
valore e visibilità al sistema produttivo organizzato
nazionale fatto di imprese eccellenti, di tecniche produttive all’avanguardia, di innovazione, di rispetto
per l’ambiente, di qualità intesa nel senso più ampio
del termine, di forza lavoro in crescita. Nei primi due
anni il Progetto ha raggiunto, con le attività di comunicazione, oltre 80 milioni di contatti utili grazie alle
campagne sulla stampa nazionale e sul web, mentre da
quest’anno l’attività sarà realizzata nei reparti ortoT.V.
frutta e rivolta direttamente ai clienti.
n. 17/2014
29 aprile 2014
[ ATTUALITÀ/REGIONI ]
TOSCANA Messo a punto da Sèrge Genomics
Brevetto per rilevare
l’identità genetica
della Cinta senese
I
l brevetto per l’identificazione genetica della razza
suina è stato messo a punto
da Sèrge Genomics, azienda
spin off dell’Università di Siena,
con la collaborazione del Consorzio di Tutela della Cinta senese e della Provincia di Siena. Il
brevetto è stato presentato presso la Provincia di Siena alla presenza di Monica Scali di Sèrge
Genomics, Simone Bezzini,
presidente della Provincia, Anna Maria Betti, assessore provinciale all’Agricoltura e sviluppo rurale e Chiara Santini,
presidente del Consorzio di tutela della Cinta senese. Il brevetto riguarda un metodo basato
sull’analisi del Dna, che permette di stabilire in un campione
analizzato la distanza genetica
della razza suina Cinta senese,
mediante il suo confronto con il
genotipo della razza. Il percorso
per mettere a punto il brevetto
ha portato a selezionare e con-
frontare geneticamente animali
appartenenti alla razza Cinta senese, da altre razze suine, quali
Landrace, Large White, Duroc,
Hampshire, incroci tra la razza
Large White e Landrace ed incroci tra la razza Landrace e
Cinta senese. L’analisi ha permesso di estrapolare nei maiali
di Cinta senese un “genotipo
consenso” che si è distinto dal
genotipo delle altre razze suine
e degli incroci e ha posto le basi
per l’attuazione di un sistema di
tracciabilità analitica lungo la filiera di produzione. Il brevetto è il risultato di un
lavoro iniziato qualche
anno fa che ha permesso di definire i caratteri
genetici minimi che
consentono di identificare la razza Cinta
senese (genotipo) ed il
grado di variabilità
genetica all’interno della razza
Roberto Sorrentino
stessa.
Terra e Vita 31
TOSCANA Partono le assunzioni “condominiali”
Un dipendente per più aziende
L
e aziende agricole potranno unirsi nel fare assunzioni e un unico dipendente potrà essere assunto
“in condominio” da più aziende. Il decreto verrà pubblicato in gazzetta a fine aprile. Questa novità è stata
presentata a un recente convegno, svoltosi a Serre di
Rapolano (Si) sulla fiscalità agricola organizzato dall’Unione provinciale agricoltori di Siena. Ad esempio,
tre piccole aziende per cui un dipendente a tempo
pieno o anche part-time è troppo, possono assumere
un full-time “in condominio”. Tutta la parte burocratica è a carico di una sola impresa, quella capofila.
Un’eventuale ispezione di verifica andrà fatta nell’azienda capofila. La responsabilità nei confronti dei
dipendenti è divisa in parti uguali tra i soggetti. R.S.
MOLISE Domande aperte fino al 15 maggio
Riaperto bando per misure 211 e 212
È
CENTRO
stato riaperto in Molise il bando per l’attivazione
delle misure 211, “indennità compensative degli
svantaggi naturali a favore degli agricoltori delle
zone montane”, e 212, “indennità a favore degli
agricoltori delle zone caratterizzate da svantaggi naturali, diverse dalle zone montane”.
Entro il 15 maggio, pertanto, gli imprenditori agricoli interessati potranno presentare
domanda utilizzando il modello fornito da
Agea. I beneficiari dovranno rispondere a
determinati requisiti e condurre aziende zootecniche registrate ai servizi veterinari dei
Distretti sanitari di appartenenza e iscritte nei registri
Ilaria Casagrande
Inps e Cciaa.
TOSCANA Finanziati 11 progetti con 1,34 milioni
SARDEGNA Domande entro il 15/5 e il 9/6
Valorizzazione dei prodotti locali
Fondi per la tutela degli habitat
S
ono 11 i progetti finanziati dalla Regione Toscana,
per un importo di 1,34 milioni € circa, che porteranno soluzioni innovative e valorizzeranno le qualità
salutistiche, nutrizionali e la rintracciabilità dei prodotti agro-alimentari d’eccellenza della Toscana. Il finanziamento della Regione copre il 70% del costo totale. L’obiettivo è valorizzare la qualità e la tracciabilità
delle produzioni toscane, avvalersi delle tecnologie di
ultimissima generazione, sfruttare le potenzialità e le
caratteristiche delle molecole presenti nei prodotti
agro-alimentari della Toscana, per produrre alimenti
che fanno bene alla salute, garantire la sicurezza, valorizzare il legame del prodotto con il territorio e puntare
all’ampliamento della gamma commerciale.
R.S.
L
a misura 214 del Psr “Pagamenti agro ambientali”
ha disciplinato una serie di azioni che riguardano
la tutela degli habitat, l’agricoltura bio e integrata e la
tutela dell’habitat della gallina prataiola. Il fabbisogno
necessario per il pagamento delle domande di aiuto è
assicurato attraverso due condizioni.
La prima è una dotazione finanziaria residua assegnata alla misura 214 del Psr 2007/2013. La seconda la
dotazione assegnata dal Psr 2014/2020. L’Assessorato
dell’Agricolturainforma che le domande dovranno essere presentate entro il 15 maggio. Mentre le domande
di pagamento dell’intervento ”Razze minacciate di abbandono” possono essere presentate entro e non oltre
il 9 giugno.
Maurizio Orrù
32 Terra e Vita
[ ATTUALITÀ/REGIONI ]
PUGLIA Distrutto il 40% delle ciliegie precoci
Grandine e venti forti
mettono a dura prova
le campagne pugliesi
P
iogge continue, violente
raffiche di vento e forti
grandinate hanno colpito i campi pugliesi devastando
ciliegi in piena produzione, vigneti, mandorleti, agrumeti e
ortaggi in piena aria, come insalate e patate. In provincia di Bari, informa il presidente di
Coldiretti Puglia, Gianni Cantele, «le grandinate hanno colpito duramente il comparto cerasicolo distruggendo il 40% della
produzione della ciliegia più
precoce, la Bigarreau. In prospettiva gravi sono i danni all’occupazione: il fabbisogno di
lavoro per ettaro di ciliegeto
specializzato è pari a circa 600
ore, l’85% delle quali assorbite
dalla raccolta. In poche ore è stato spazzato via il lavoro di tanti,
rendendo impossibile per i cerasicoltori recuperare l’investimento effettuato».
Campi allagati e forti venti
anche nelle province di Taranto
e Foggia, dove risultano compromesse le infiorescenze di
agrumi e viti e colpiti asparagi e
altre ortive. «L’agricoltura pugliese – evidenzia il direttore di
Coldiretti Puglia, Angelo Corsetti – sta soffrendo, dall’inverno fino a primavera inoltrata,
continui sbalzi termici che non
giovano alle piante. In poche ore
si sono alternate eccezionali ondate di maltempo a temperature
troppo elevate e fuori stagione:
si è passati da 20-25 °C a
pochi gradi sopra 0 °C per
poi ritornare a temperature quasi estive! L’anticipo di maturazione di
circa 20 giorni di diverse
colture è stata azzerata da grandinate o da
cali delle temperature». G. F. Sportelli
n. 17/2014
29 aprile 2014
CAMPANIA Domande aperte fino al 31 maggio
«Vendemmia verde» 2013-2014
E
SUD
ntro il 31 maggio i viticoltori campani possono
inoltrare le domande di adesione alla misura
“Vendemmia verde 2013/2014”. Il 50% dell’importo
massimo del sostegno ad ettaro è di 1.235 € per le uve
per vini da tavola, 2.457 € per le uve per vini a Igt e
3.112 € per le uve per vini a denominazioni di origine.
Questa misura mira a intervenire principalmente su
alcune varietà di uva al fine di riequilibrare il mercato
anche nella considerazione che nelle ultime campagne
il prezzo medio delle uve Aglianico, Falanghina, Piedirosso, Trebbiano, Malvasia e Sangiovese, ha subito
sensibili diminuzioni. La quotazione finanziaria assegnata alla Regione Campania è pari a 366.129 €. La
vendemmia verde consiste nella distruzione totale dei
grappoli ancora non giunti a maturazione entro il periodo dell’invaiatura ed è effettuata manualmente oppure meccanicamente e chimicamente. Questa misura
elimina le eccedenze evitando le crisi di mercato che
negli ultimi anni hanno interessato la provincia di
Benevento. Il sostegno a favore della suddetta misura
consiste nell’erogazione di una compensazione sotto
forma di pagamento forfettario per ettaro che non
supera il 50% della somma dei costi diretti della
distruzione o dell’eliminazione dei grappoli e
della perdita di reddito. La superficie minima
per poter accedere alla misura è pari a 3mila
mq, mentre quella massima è di 20 ha. La
domanda va presentata tramite le procedure
predisposte da Agea sul portale Sian presso i
Centri di assistenza agricola o presso il competente Ufficio regionale.
R.S.
PUGLIA A seguito del trasloco in un altra sede CALABRIA Un bando a favore di 51 aziende
A rischio la banca del germoplasma Quattro milioni per il bergamotto
S
ono in pericolo le 84mila specie di semi conservate nell’Istituto di genetica vegetale (Igv) di
Bari, che costituisce uno degli archivi genetici più
importanti al mondo: la Banca pugliese del germoplasma è unica in Italia, seconda in Europa e tra le prime
dieci al mondo. Oggi un’altra tegola si appresta a
cadere sulla Banca del Germoplasma: il trasferimento
in un’altra sede. «Salvare la banca del germoplasma è
un dovere per questo Stato – dichiara Giuseppe L Abbate (M5S), deputato pugliese della Commissione
Agricoltura, che con la collega siciliana Loredana Lupo (M5S) ha presentato una risoluzione per chiedere
al ministro Maurizio Martina un intervento immediato –. I costi per il trasloco sono elevatissimi e si
tratta di un’operazione complicata che potrebbe mettere a rischio l’integrità del patrimonio genetico».T.V.
Q
uattro milioni di euro per le aziende bergamotticole calabresi. La Regione ha destinato questi
fondi, in seguito ad un bando, a 51 aziende. Per
41 si tratta di investimenti nelle aziende bergamotticole, mentre per 11 sono fondi a sostegno degli investimenti per la trasformazione e commercializzazione
del pregiato agrume e dei suoi derivati.
«Le aziende beneficiarie – ha sottolineato l’assessore all’agricoltura Michele Trematerra – potranno realizzare investimenti per l’ammodernamento aziendale, introdurre nuove tecniche di gestione, sostenere la
riconversione colturale, l’ampliamento delle superfici
coltivate, accelerare l’adeguamento delle produzioni
alle normative comunitarie in materia di ambiente,
sicurezza sul lavoro, igiene, e ottenere un incremento
del valore aggiunto dei prodotti».Vincenzo Canonaco
SPECIALE Pneumatici
COORDINAMENTO DI FRANCESCO BARTOLOZZI Mercato, la quiete dopo la tempesta
PAGINA
34
Un treno costoso solo in apparenza
PAGINA
38
Modelli e misure per tutte le necessità
PAGINA
41
34
[ SPECIALE PNEUMATICI ]
Terra e Vita
Mercato, la quiete
dopo la tempesta
n. 17/2014
29 aprile 2014
Pneumatici
mercato ricambi
in Europa
2013
2013
Dopo un 2012
DI FRANCESCO BARTOLOZZI difficile, il volume
di pneumatici
nel 2013 in Europa
si è mantenuto
sugli stessi livelli
dell’anno
precedente. Segnali
di ripresa per il 2014
LE NOSTRE DOMANDE
1) Come si è chiuso il 2013 e come è
iniziato il 2014?
2) Quante unità complessivamente
sono state vendute in Italia nel
2013? In percentuale quanti radiali e
quanti convenzionali? Quanti come
primo equipaggiamento e quanti come ricambi? Ci sono stati dei cambiamenti per quanto riguarda queste
ripartizioni (radiali/convenzionali e
primo equipaggiamento/ricambi)?
3) Qual è la vostra quota di mercato
in Italia?
4) Quali sono i mercati emergenti
dove lo pneumatico agricolo ha i
maggiori spazi di crescita?
5) Quanto è cresciuta negli ultimi
tempi l’attenzione che il cliente agricolo dedica a un componente importante come lo pneumatico?
6) Potete anticipare le eventuali novità che presenterete in occasione di
Eima 2014?
C
ontinua a manifestarsi vivace il mercato dei pneumatici agricoli (vedi anche articolo di pag. 41), nonostante gli alti e bassi
degli ultimi anni. Lo scorso anno avevamo sottolineato la
difficoltà nelle vendite, con un calo significativo rispetto all’anno
precedente, ma per fortuna questa “emorragia” si è fermata nel 2013 e
a livello europeo il mercato dei ricambi ha segnato una sostanziale
stabilità (+1%, dati EuroPool), anche se l’Italia ha registrato una leggera flessione. Come sempre cerchiamo di entrare un pochino di più nel
dettaglio del mercato nostrano, affidandoci quest’anno al prezioso
commento di due dei marchi più importanti che sono presenti sul
territorio italiano e che hanno gentilmente risposto alle nostre domande (vedi box sottostante).
BRIDGESTONE-FIRESTONE
1) Secondo i dati Europool – risponde Andrea Marconcini, Director, Commercial Product Bridgestone – la domanda di mercato per
l’anno 2013 si è dimostrata in linea con l’anno precedente. Il mercato si
è mantenuto stabile a fronte di un 2012 davvero impegnativo e sfidante, ma abbiamo avuto una crescita nella richiesta dei prodotti radiali.
Bridgestone South Region ha assistito a una radializzazione dei mercati dell’Est, soprattutto in Romania. Le previsioni 2014 fanno intravedere cenni di ripresa sia a livello italiano sia europeo; l’incremento
della domanda nel ricambio resta comunque sotto al 5%, ma lascia
ben sperare per un anno decisamente più positivo rispetto al 2013.
2) Il 2012 è stato un anno negativo e il 2013 si è chiuso a pareggio. Le
vendite Firestone per l’anno passato hanno visto una maggiore percentuale di prodotto radiale rispetto al convenzionale, con un aumento rispetto al 2012. Per quanto riguarda il mercato del primo equipaggiamento, Firestone fornisce da diversi anni lo stabilimento Cnh di
Jesi con volumi decisamente in crescita . La strategia perseguita a
livello europeo si concentra su un forte impegno nel business del
primo equipaggiamento, focalizzando l’attenzione non solo sui clienti
già acquisiti, ma ampliando anche la rete dei prospect.
3) La strategia del marchio Firestone è quella di focalizzarsi sul
segmento radiale; nel 2013, a fronte di un mercato stagnante, Firestone
è stata in grado di mantenere stabile la propria quota di mercato. A
livello europeo abbiamo invece assistito a un incremento (oltre 20%)
anche grazie ai nuovi prodotti come Combine e XL.
4) I mercati dell’Europa dell’Est sono sicuramente quelli a più alto
potenziale di crescita anche grazie al supporto delle politiche agricole
europee che stimolano e sostengono l’avvio di attività agricole, favorendo l’arrivo di investitori esteri e garantendo quindi un’espansione
del mercato e l’evoluzione nella richiesta del prodotto radiale.
1.668.921 n.n.
2012
2012
1.652.397 n.n.
2011
2011
1.874.820 n.n.
Dati Europool*
* I dati Europool non tengono conto
dei costruttori di pneumatici che
non hanno stabilimenti in Europa.
Si stima che al valore Europool
vadano aggiunti circa 250.000 pezzi
a livello europeo.
[ SPECIALE PNEUMATICI ]
n. 17/2014
29 aprile 2014
Terra e Vita
35
Pneumatici
mercato ricambi
in Italia
2013
2013
112.500 nn..
2012
2012
113.595 n.n.
2011
2011
135.700 n.n.
Dati Europool*
VENDITE PNEUMATICI AGRICOLI IN EUROPA 2010-2013 (.000 UNITÀ)
Agro 2010
Agro 2011
Agro 2012
Agro 2013
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350
300
250
200
150
100
50
0
[ Fonte: Europool ETRMA.
36 Terra e Vita
[ SPECIALE PNEUMATICI ]
5) L’attenzione nei confronti dei pneumatici è cresciuta proporzionalmente all’attenzione alla redditività e all’efficienza produttiva, soprattutto nelle aziende più organizzate che hanno un’impronta decisamente imprenditoriale. Le performance del pneumatico incidono
su elementi che influenzano i costi delle aziende agricole e oggi le
aziende e i contoterzisti sono molto attenti alla riduzione dei costi
operativi, causa anche la sfavorevole congiuntura. Firestone lavora
già da anni in questo senso, proponendo soluzioni di business e nuove
tecnologie che garantiscano un ottimo rapporto qualità/prezzo. Inoltre, Firestone veicola i propri servizi e prodotti attraverso una selezione di rivenditori dettaglianti specializzati nella vendita dei pneumatici agricoltura. I dealer sono selezionati in base a determinati criteri e
parametri di eccellenza che li rendono dei veri e propri opinion leader
nella zona di competenza.
6) Abbiamo grandi novità quest’anno. Dopo una fervente attesa il
marchio Bridgestone sarà introdotto anche nel mercato Agricoltura. Il
lancio europeo avverrà a maggio durante il Reifen di Essen, mentre
per il mercato italiano abbiamo appunto scelto la rassegna bolognese.
La gamma Bridgestone in Agricoltura si affiancherà a quella Firestone, andando a coprire la fascia alta di mercato caratterizzata da una
crescente richiesta tecnologica e da prodotti innovativi; la gamma
Firestone rimarrà elemento fondamentale della nostra offerta di prodotto grazie al vasto line-up e all’ottimo rapporto qualità/prezzo. In
quest’ottica i prodotti della gamma Bridgestone avranno un altissimo
contenuto tecnologico: nello sviluppo si è puntato molto sull’ecosostenibilità, in particolare sulla bassa compattazione del terreno grazie
all’innovativa tecnologia VF specificamente studiata per carichi molto
elevati. Il risultato finale è un perfetto bilanciamento tra efficienza
produttiva e rispetto del suolo, volto a diminuire i costi operativi delle
aziende agricole di oggi e di domani. Bridgestone è il primo produttore di pneumatici al mondo e la scelta di entrare con il proprio marchio
di riferimento nel mercato Agricolo testimonia chiaramente la volontà
di investire in questo importante settore dell’economia.
MICHELIN
1) La congiuntura economica negativa del 2012 è proseguita nel
2013 – risponde Ernesto Meroni, responsabile Marketing Operativo
settore Pneumatici Agricoli – condizionando anche il mercato degli
pneumatici per agricoltura. Ci sono stati deboli segnali di ripresa del
mercato nella prima parte del 2013, controbilanciati però dalle difficoltà finanziarie. Si può dire comunque che il mercato è rimasto stabile
rispetto al 2012 e che i primi mesi del 2014 mostrano segnali di ripresa.
2) Lasciando da parte i dati sensibili, possiamo dire che il rapporto
tra radiali e convenzionali è stabilizzato e dell’ordine di 90 a 10.
Bisogna comunque tener conto delle variazioni legate alle gamme: le
gamme più tecniche, infatti, sono totalmente radiali. Per quanto riguarda il mercato primo equipaggiamento, è in leggero calo sul 2012.
3) Il gruppo mantiene la leadership.
4) I mercati emergenti sono il Sudamerica e i mercati orientali. Tra i
principali, Brasile, India e Cina.
5) Le imprese agricole sollecitano sempre più i fornitori per trovare
soluzioni capaci di soddisfare le specifiche esigenze e che offrano il
miglior ritorno possibile sull’investimento. Michelin continua a impegnarsi nello sviluppo di gamme capaci di rispondere alle loro attese. Il
gruppo, che investe annualmente oltre 600 milioni di euro nel settore
Ricerca e Sviluppo, ottiene risultati sempre più rilevanti nelle gamme
n. 17/2014
29 aprile 2014
tecnologiche. Si pensi ai prodotti Michelin a tecnologia Ultraflex,
capaci di incidere sui rendimenti sia in termini di resa agronomica, sia
di risparmio di tempo e carburante.
6) Proprio grazie alla costante attività di ricerca di Michelin, i nostri
prodotti sono in continua evoluzione. Le tempistiche sono legate alle
esigenze prioritarie del mercato ed alle pianificazioni industriali. Non
saremo presenti a Eima, ma potremmo avere in corso d’anno delle
novità prodotto.
TRELLEBORG WHEEL SYSTEMS
1-3) Il 2013 – risponde Paolo Fogagnolo, Country Manager - Italy
& Greece BU Agricultural & Forestry Tyres – ha registrato ancora un
calo del mercato se consideriamo l’andamento di tutte le tipologie, in
linea con le aspettative; possiamo affermare con certezza che la domanda di prodotto radiale soffre meno. Continuano a manifestarsi le
problematiche segnalate negli ultimi anni, come la mancanza di liquidità, che influenza le scelte d’acquisto degli utilizzatori finali, aumentando la ricerca di prodotti qualitativamente meno performanti, ma
più economici. Se scendiamo nel dettaglio della realtà globale Trelleborg, il 2013 si è chiuso con segno positivo rispetto all’anno precedente, con un ruolo importante svolto dai mercanti extraeuropei. Non
registriamo un cambiamento nella distribuzione tra radiale e convenzionale, così come sostanzialmente invariata è rimasta la distribuzione delle vendite tra il canale ricambi e il primo equipaggiamento.
4) L’Europa continua a essere un mercato sostanzialmente molto
stabile, come ci testimoniano i dati relativi alle immatricolazioni. I
mercati in forte sviluppo oggi sono ancora quelli in cui il livello di
meccanizzazione agricola è in crescita, come la Cina, o i paesi in cui il
processo di conversione dal convenzionale al radiale ha trend di
crescita significativi (vedi gli Stati Uniti).
5) Oggi i professionisti dell’agricoltura, siano essi contoterzisti o
agricoltori, sono sempre più sensibili ai costi di gestione; all’interno di
questi, una parte importante è rappresentata dal pneumatico e dalle
sue prestazioni. Oggi la qualità di un pneumatico si misura anche
attraverso la sua capacità di incidere sul consumo di carburante, che è
la maggiore voce di spesa giornaliera. L’efficienza del pneumatico in
termini di riduzione dei consumi di carburante, dato che a parità di
lavoro svolto riduce il tempo impiegato, ha anche un importante
impatto sulle scadenze della manutenzione programmata, quindi
diventa la chiave del successo.
6) L’Eima 2014 sarà l’occasione per ripresentare al mercato tutte le
novità messe in pista negli ultimi mesi, in cui Trelleborg ha dimostrato
di perseguire l’innovazione nel pieno rispetto dell’ambiente. Riprenderemo, quindi, il tema a noi molto caro dell’agricoltura sostenibile,
testimoniando l’impegno dell’azienda nel fornire soluzioni che offrono valore aggiunto al cliente nel pieno rispetto dell’ambiente. Sarà
anche l’occasione per far toccare con mano agli utenti italiani l’innovativo pneumatico ProgressiveTraction, un concetto di pneumatico agricolo specificatamente progettato per migliorare l’efficienza in agricoltura grazie a un doppio rampone che, operando sul terreno in tempi
diversi, rilascia progressivamente una maggiore trazione dove e
quando richiesto. Ribadiremo, inoltre, il nostro impegno nei confronti
degli strumenti digitali e della comunicazione mobile lanciando una
nuova app, Tire Efficiency, e ricordando ai professionisti dell’agricoltura l’utilità della nostra presistente offerta, attraverso le app Load
Calculator, Tire Book, Tire iBrochure, Dealer Locator e Attraction. 38 Terra e Vita
[ SPECIALE PNEUMATICI ]
n. 17/2014
29 aprile 2014
Un treno costoso
solo in apparenza
DI ROBERTO GUIDOTTI D
Avere le gomme
giuste
climatici, e che la scuola agronomica tradizionainanzi alla diminuzione della marginaper ogni esigenza
le conta ancora numerosi sostenitori, tuttavia il
lità economica la reazione più comune,
problema è soprattutto di ordine tecnico. La
e certamente più istintiva, è quella di
significa risparmiare questione non riguarda la tecnologia, resa amridurre i costi di produzione. Ma in economia è
piamente disponibile dal contoterzismo: tutte le
bene lasciare da parte l'istintività e ragionare
sulle spese
imprese agromeccaniche hanno almeno una secon freddezza, limitandosi ai fatti. E i fatti ci
minatrice da sodo e una serie di attrezzature per
mostrano che non basta ridurre i costi, ma bisoper le lavorazioni
la minima lavorazione. Dire che il problema è di
gna agire anche sulla produzione.
natura tecnica significa che troppo poche sono
Se anche volessimo continuare a ignorare
necessarie
ancora le macchine agricole dotate di pneumatil'esistenza del fenomeno del “land grabbing”, che
ci adatti per operare in regime di lavorazioni
ha già fatto passare di mano diverse decine di
per ripristinare
ridotte o assenti.
milioni di ettari a livello mondiale, e ci limitassimo alle previsioni della Fao per il prossimo dela sofficità
cennio, potremmo convincerci che il vero pro IL PREZZO, ELEMENTO ANCORA
blema risiede nell'incremento delle rese, seppure
FONDAMENTALE
del terreno
con una diversa dinamica dei costi di produzioChi acquista una trattrice con la prospettiva di
ne. Pensiamo per esempio alle lavorazioni del
impiegarla per meno di 250 ore all'anno, come
“mal calpestato”
terreno: terminata la fase storica che attribuiva
accade per oltre tre quarti dei ventimila trattori
l'incremento delle rese all'aumento della profonche ancora si vendono, annualmente, nel nostro
dità di lavoro, oggi prevalgono le scuole di pensiero che sostengoPaese, cerca una gomma con caratteristiche intermedie, capaci di
no l'opportunità di ridurre l'intensità degli interventi, fino ad
operare sul campo e sulla strada. La trazione è ancora consideraarrivare alla semina diretta anche per le colture da rinnovo.
ta una prestazione fondamentale, tuttavia l'elemento determiLe lavorazioni ridotte, in linea generale, sono oggi possibili
nante è sempre il prezzo: nessun riguardo alla flessibilità in
solo su una quota limitata della superficie agricola, che varia di
campo, al profilo trasversale, alla riduzione dello slittamento o al
anno in anno; una vera rarità, poi, sono le aziende a regime
galleggiamento. Fattori come l'angolo di incidenza del rampone
sodivo, in cui le lavorazioni sono del tutto abolite.
di aderenza rispetto al suolo, la pressione minima di gonfiaggio o
È un fenomeno davvero singolare: è mai possibile che una
la composizione della mescola sono totalmente sconosciuti, e
tecnica colturale capace di far
comunque ritenuti ininfluenti
risparmiare da 100 a 300 euro/
sul piano delle prestazioni riha stenti tanto a diffondersi e
chieste dall'utente medio.
rimanga confinata su una suQuesti è tuttora legato al conperficie marginale? La rispocetto di aderenza espresso dal
sta non è affatto scontata. Vero
cingolato tradizionale o dalla
è che la tecnica delle lavorazioruota metallica, in cui l'organo
ni ridotte non è applicabile in
di aggrappamento penetra fitutti i terreni e in tutti i contesti
sicamente nel terreno ed è la
resistenza interna di quest'ul Se la trazione è ancora
timo il fattore determinante
per aumentare lo sforzo di traconsiderata una prestazione
zione: paradossalmente, più il
fondamentale in uno pneumatico,
terreno è duro, meglio si lavotuttavia l’elemento determinante
ra, ora che i cavalli sono tanti e
nella scelta è tuttora il prezzo.
n. 17/2014
29 aprile 2014
[ SPECIALE PNEUMATICI ]
Terra e Vita 39
relativamente a buon mercato.
Sono concetti che, per quanto
discutibili, hanno avuto una
profonda valenza culturale e
come tali vanno rispettati.
È normale che chi professa
queste idee fatichi a rendersi
conto della differenza di prezzo fra due pneumatici apparentemente uguali, così come è
normale dire che fra una gomma di marca e una economica
la differenza stia tutta nel marchio. 1.000 euro di differenza
Spesso si presta poca attenzione alla scelta degli pneumatici che equipaggiano la trattrice
fra l'uno e l'altro, però, non
valgono la griffe e c'è da attenimpiegata per il trasporto dei cereali o agli stessi rimorchi.
dersi che, messi alla prova in
condizioni critiche, lo pneumatico più caro – e tecnologicamente
IN STRADA E SUL CAMPO
avanzato – avrà prestazioni migliori. Prendiamo per esempio il
In ambito stradale nessuno pneumatico agricolo si trova veragalleggiamento sul terreno, rispetto al quale potremmo scoprire
mente a suo agio, perché le condizioni ottimali sono esattamente
che fra una gomma di qualità e una scadente la differenza nel
opposte: su fondo duro lavorano meglio le gomme piuttosto
prezzo di vendita si ammortizza più velocemente. Altro esempio:
strette e rigide (si scaldano meno e si consumano meno in curva),
è poco frequente dedicare attenzioni particolari alla scelta degli
mentre i rilievi del battistrada devono avere un profilo longitudipneumatici che equipaggiano la trattrice impiegata per il traspornale e non troppo pronunciato. Sul campo è tutto diverso, a
to dei cereali, o agli stessi rimorchi, specie se devono percorrere
partire dalla pressione di gonfiaggio, dalla forma e incidenza dei
parecchi chilometri su strada.
ramponi di aderenza, nonché dalla larghezza della sezione e dal
40 Terra e Vita
[ SPECIALE PNEUMATICI ]
profilo del battistrada, senza
contare la capacità di adattarsi
al profilo superficiale del suolo. Quando si raccoglie con
terreno umido, con notevole
accumulo di residui colturali,
non è facile accorgersi dei danni da calpestamento, perché la
vegetazione nasconde la deformazione del profilo superficiale; ma il danno più grave è
quello che avviene in profondità e si può apprezzare solo in
seguito, specialmente dopo
forti piogge.
Un treno di pneumatici adatti, sia sulla trattrice che sul rimorchio, permette di limitare i danni dovuti al calpestamento. Anche
il costo del trasporto su strada fatalmente aumenta, ma il risparmio sui costi delle lavorazioni necessarie per ripristinare la sofficità del terreno permette di ammortizzare il maggior prezzo di
acquisto delle gomme, pur tenendo conto della più rapida usura
su strada. Se l'adozione di queste precauzioni comincia a diffondersi fra gli agromeccanici, che hanno un impiego professionale
del cantiere di lavoro (qualche centinaio di ore all'anno per i
trasporti, un migliaio di ore per la trattrice), gli agricoltori non
sembrano preoccuparsene. Eppure dovrebbe essere il proprietario del fondo il primo a preoccuparsi per il mantenimento della
fertilità naturale del terreno. Per questo le minime lavorazioni
stentano a diffondersi: gli effetti più gravi del compattamento si
rilevano infatti negli strati del terreno più vicini alla superficie,
ma posti a profondità tale che l'attrito interno del suolo impedisce i movimenti elastici e consente solo quelli plastici. La massima deformazione (schiacciamento senza “ritorno”) si realizza
infatti fra i 25 e i 50 cm di profondità, che è poi quella in cui
devono essere eseguite le lavorazioni profonde per ripristinare
una struttura sufficientemente omogenea.
n. 17/2014
29 aprile 2014
Un treno di pneumatici
adatti, sia sulla trattrice
che sul rimorchio, permette
di limitare i danni dovuti
al calpestamento
(foto www.marchi-gomme.it).
gomma più rigida possa portare un carico maggiore e sia,
quindi, più robusta e affidabile. I cataloghi dei costruttori
mostrano invece che ci sono
gomme a bassa pressione di
gonfiaggio (al di sotto di 1 bar)
con portate superiori a 10 tonnellate, a velocità ben maggiori di quella (40 km/h) consentita in
Italia, in grado di adattarsi perfettamente al profilo superficiale
del terreno e assicurare un'ottima aderenza. Questa condiziona lo
slittamento, fenomeno presente in tutti gli organi di trazione in
relazione al tipo di fondo. Il minimo slittamento (qualche punto
%) si realizza per le ruote dei veicoli stradali, il massimo (oltre il
50%) si può verificare in campagna, specialmente durante l'aratura in solco. Benché ci sia chi si vanta di sapere riconoscere un
minimo slittamento percentuale, al di sotto del 10% il fenomeno è
quasi impercettibile a occhio nudo e solo con percentuali maggiori diventa sempre più evidente. Il principale effetto negativo
dello slittamento consiste nel consumo di gasolio, anche se uno
pneumatico convenzionale raggiunge di norma il massimo sforzo di trazione con uno slittamento del 20-25%. Per collegare
queste percentuali con la realtà possiamo osservare che con uno
slittamento del 30% una certa trattrice percorre 700 metri invece
dei 1.000 che percorrerebbe a vuoto; se riuscissimo, a parità di
sforzo di trazione, a portare tale valore al 15%, la distanza percorsa salirebbe a 850 metri, con un incremento di circa il 20% in
termini di produttività oraria, oltre a un corrispondente calo dei
consumi di gasolio. È interessante notare che il salto tecnologico
si ripaga in breve tempo: ammesso che nell'annata il vantaggio
percentuale si dimezzi (10%) in relazione alla presenza di lavora FLESSIBILITÀ E SLITTAMENTO
zioni diverse, una trattrice di 300 CV impiegata per 1.000 ore/anLa flessibilità della carcassa, nella mentalità corrente, è ritenuta
no può risparmiare almeno 4.000 litri di gasolio.
un difetto più che un pregio, nell'erronea convinzione che una
Lavorando con macchine
di grande potenza, poi, la
scelta delle gomme deve avvenire in funzione della potenza da scaricare al suolo. Se
la gomma economica può andare bene per una trattrice di
piccola potenza, impiegata
saltuariamente per servizi
leggeri, per un trattore al top
ci vogliono gomme adeguate,
anche perché il risparmio di
gasolio può essere tale da fare
spostare l'ago della bilancia
verso un equipaggiamento di
Per trattori di alta potenza servono gomme idonee e non economiche.
qualità.
n. 17/2014
29 aprile 2014
[ SPECIALE PNEUMATICI ]
Terra e Vita 41
Modelli e misure
per tutte le necessità
DI FEDERICO MERCURIO N
on è ormai una novità che il settore dei
pneumatici abbia guadagnato un ruolo
di primo piano nel mondo delle macchine agricole. E ne è stata una riprova l’ultima
edizione di Agritechnica ad Hannover, che ha
visto tutti i player più importanti del settore
adoperarsi per presentare le proprie novità. Ve
ne forniamo una rapida sintesi.
L’ultima edizione
di Agritechnica 2013
ha visto tutti i player
attivi con diverse
novità
BKT
Il gruppo indiano ha presentato due nuove gamme di prodotti in
anteprima europea e ampliamenti di misure. La prima novità è
Constar, pneumatico progettato per mezzi agro-industriali di movimentazione (sollevatori telescopici, pale gommate) capace di conferire grande stabilità verticale e laterale. È dotato di ampi ramponi
che aumentano l’area di contatto con la superficie e consentono di
sopportare carichi particolarmente pesanti. La specifica mescola
utilizzata ne esalta le caratteristiche di resistenza a tagli e impatti che
contribuiscono ad allungare il suo ciclo di vita. Quanto alla seconda
new entry ci limitiamo a indicarne il nome (Star Trac) visto che non
ha un grande interesse per il mercato italiano (è un pneumatico per
macchine adibite alla raccolta nelle piantagioni di cotone). Dopo la
presentazione ad Hannover le due new entry saranno disponibili
sui mercati di riferimento a partire dalla fine di quest’anno.
Inoltre, sono stati annunciati numerosi ampliamenti di misure.
In primis AgrimaxForce, pneumatico radiale per trattori da 250
Il Maxi Traction IF 800/70R38 di Firestone. Sopra, il logo
del nuovo marchio Bridgestone per l agricoltura.
CV in su, che si arricchisce delle misure IF 600/70 R 30, IF 650/65 R
34, IF 650/85 R 38, IF 800/70 R 38 e IF 710/70 R 42 in aggiunta alle
esistenti IF 710/60 R 30, IF 710/60 R 34 e IF 900/60 R 38. Anche
Agrimax Spargo (per irroratrici e colture in filare) si estende con la
nuova misura VF480/80 R 50, aggiungendosi alla VF380/90 R 46
già in commercio, così come nell’ambito dell’utilizzo su manti
erbosi e terreni soffici, la gamma Agrimax RT 600 si allarga con la
nuova misura 1050/50 R 32. Per i rimorchi, Bkt ha esposto la
misura 750/60 R 30.5 dello pneumatico FL 630 Super.
Infine, Agritechnica ha ospitato l’inedito 480/80 R 42 per Agrimax Elos, pneumatico per trattori che operano su terreni bagnati e
paludosi. La nuova misura si aggiunge alla 420/85 R 38, 340/85 R
38 e 380/85 R 38 già in distribuzione, mentre a breve saranno
disponibili sul mercato due nuove varianti:16.9 R 28 e 520/85 R 42.
BRIDGESTONE/FIRESTONE
Bkt Constar (a sinistra) e Agrimax Elos.
Nessuna novità di prodotto, ma l’annuncio di una importante
strategia per il gruppo nippo-americano. In futuro, infatti, il mar-
42 Terra e Vita
[ SPECIALE PNEUMATICI ]
chio Bridgestone entrerà anche
nel mercato dei pneumatici per
l’agricoltura in Europa. I pneumatici agricoli Bridgestone saranno destinati al segmento
“finale” del mercato europeo,
cioè equipaggeranno le macchine agricole più potenti. In
linea con la strategia multimarchio del gruppo, la nuova
gamma Bridgestone integrerà
l’esistente business Firestone
nei pneumatici agricoli. Firestone ha investito fortemente
Lo SprayBib VF 420/95R50 (a
per rinnovare il suo portafoglio
prodotti e si è guadagnato una
IF 900/65R46 di Michelin.
posizione solida nel mercato
europeo, offrendo a molti agricoltori alti livelli prestazionali e di
produttività. Con Bridgestone che si concentrerà sulle macchine
più grandi ai livelli top del mercato, il gruppo intende evitare
sovrapposizioni di misure e di standard tra i due marchi.
«I marchi Bridgestone e Firestone hanno diversi punti di forza e
diverse caratteristiche – ha detto Lothar Schmitt, direttore pneumatici agricoli e fuori strada di Bridgestone Europe –. Insieme al
nostro approccio multi-marchio possono fornire agli agricoltori la
soluzione ottimale in tutti i segmenti di potenza». Secondo Bridgestone l’agricoltura in Europa sta aumentando in termini di dimensioni aziendali e le macchine agricole stanno diventando più grandi e più potenti: questa evoluzione rappresenta una sfida seria per
i costruttori di pneumatici agricoli e Bridgestone la sta cogliendo
con una gamma prodotti multi-marchio su misura per i clienti che
soddisferà le necessità di tutti gli operatori nel settore agricolo.
MICHELIN
Nel 2014 Michelin ampia la propria gamma per coprire completamente tutte le fasi del ciclo colturale e adattarla ai nuovi tipi di
utilizzo. In particolare ad Agritechnica sono stati presentati due
nuovi pneumatici, lo SprayBib VF 420/95R50 e il BibLoad Hard
Surface. Il primo va a integrare la tecnologia Ultraflex di Michelin
in una nuova dimensione per le irroratrici, a fianco della già
presente VF380/90R46. All’interno del ciclo colturale, sostiene
Michelin, le diverse fasi colturali sono fondamentali per un raccolto di successo. Proteggere le colture e allo stesso tempo il terreno è
difficile e questo compito spesso va svolto in periodi sempre più
brevi a causa delle condizioni climatiche. Questo nuovo pneumatico opera in campo a basse pressioni e quindi protegge in modo più efficace il terreno, migliorando anche
la stabilità della macchina che deve portare
carichi pesanti.
La seconda novità riguarda una nuova gamma di pneumatici per pale gommate e caricatori
n. 17/2014
29 aprile 2014
telescopici. Secondo Michelin
alcuni agricoltori passano fino
al 50% del loro tempo lavorativo su superfici dure, per cui
questo pneumatico è dedicato
proprio a loro, grazie a un nuovo battistrada con ramponi a
forma di diamante smussato
che migliorano la tenuta di
strada e la resistenza quando ci
si sposta lateralmente.
Oltre a questi due modelli,
Michelin ha esposto quello che
definisce il più grande pneumatico per trattori, l’AxioBib IF
sinistra) e l AxioBib
900/65R46. La gomma ha una
larghezza di 900 mm, un diametro di 2,32 m, una capacità di carico di 10.600 kg e la capacità di
operare a 65 km/h (ove concesso). Ad Hannover questo pneumatico era montato sul T9 di New Holland, sulla serie 11 di DeutzFahr. Anche Krone ha annunciato che equipaggerà la prossima
generazione di macchine da raccolta da oltre 1.100 CV con questo
pneumatico.
MITAS
Il marchio ceco del gruppo Cgs ha presentato il nuovo concetto
produttivo PneuTrac, montato su un cerchio da 38”, sviluppato in
collaborazione con l’israeliana Galileo Wheel. Mitas ha già iniziato
a testare la produzione anche su cerchi da 18” e i test stanno
dimostrando i vantaggi di questo innovativo prodotto: tra i più
importanti, una maggiore impronta a terra, migliore stabilità laterale e aumentata forza trattiva con pressioni di gonfiaggio inferiori, se confrontata con i pneumatici standard.
«Mitas PneuTrac è sinonimo di maggiore produttività e minori
costi operativi, grazie ai notevoli miglioramenti che permettono
un più agevole trasferimento della forza trattiva sul terreno – ha
detto Andrew Mabin, direttore marketing e vendite di Mitas –.
PneuTrac inoltre può essere montato su cerchi standard, senza
bisogno di alcuna modifica». «Il nostro fine era quello di progettare un pneumatico con un’impronta a terra più larga e una pressione di gonfiaggio inferiore – ha aggiunto Alon Hayka, amministratore delegato di Galileo Wheel,
che mantenesse però un’omogenea distribuzione della pressione stessa sul terreno e determinasse un minore compattamento».
Mitas riferisce che PneuTrac
ha un’impronta a terra maggiore del 53% rispetto a un
pneumatico standard e una
stabilità laterale fino al 167%
più alta. Mitas PneuTrac non è
Mitas SFT 900/60R42
e, a sinistra, PneuTrac.
n. 17/2014
29 aprile 2014
[ SPECIALE PNEUMATICI ]
Terra e Vita 43
di Tws – è stata guidata da due obiettivi chiave, aumentare la
prestazione del pneumatico e avere più cura dell’ambiente».
A livello di tecnologia, dopo due anni di test indoor e outdoor,
Trelleborg ha applicato per la prima volta a un pneumatico agricolo la sua ProgressiveTraction technology nella misura 650/65R38.
Il doppio rampone del nuovo battistrada opera sul suolo in tempi
diversi, rilasciando progressivamente maggiore trazione quando e
dove è necessario, e fornisce migliore capacità di galleggiamento,
assicurando un’uniforme distribuzione della pressione, oltre a
un’impronta extra-large. Il progetto ProgressiveTraction è giunto
alla sua fase finale e i primi risultati sono stati positivi.
VREDESTEIN
Trelleborg IF900/65R46 TM1000 High Power (a sinistra)
e prototipo per la ProgressiveTraction technology.
attualmente in commercio. Altra novità presentata da Mitas è stata
l’estensione di gamma del modello Super Flexion Tyres (SFT) per
trattori di alta potenza (oltre i 180 CV), venduto nel mercato
nord-americano.
TRELLEBORG
Prodotti e tecnologie al centro delle novità proposte da Trelleborg
ad Agritechnica 2013. Tra i prodotti spiccava sicuramente il gigantesco IF900/65R46 TM1000 High Power, un innovativo disegno
che massimizza l’ampiezza del battistrada e, sostiene il gruppo
italo-svedese, garantisce l’impronta più ampia presente sul mercato, fornendo un’ottima distribuzione della pressione e un estremo
rispetto del suolo.
«Il battistrada BlueTire technology sviluppato per il nostro
ultimo gigantesco pneumatico – ha detto Piero Mancinelli, direttore Ricerca e sviluppo dei pneumatici agricoli e forestali di Trelleborg Wheel Systems – è il potente risultato dei nostri avanzati
processi ingegneristici. Il nuovo battistrada BlueTire aumenta significativamente l’ampiezza del battistrada e, quando applicato
alla misura IF900/65R46 TM1000 High Power, assicura un’impronta extra- larga a bassa pressione e una prestazione imbattibile
in termini di galleggiamento.
Vredestein Traxion Cereall IF
Questo si traduce in un’ottima
distribuzione della pressione
e Traxion XXL 710/75R38.
sul suolo, che incrementa le rese e preserva il suolo da compattamento ed erosione».
Trelleborg offre due alternative di diametro 2,3 m per il segmento dei 46 pollici, nelle misure IF750/75R46 e IF900/65R46,
entrambe disponibili in soluzione ruota completa con i cerchi Trelleborg THK. «L’estensione della linea TM1000 High
Power e la sua offerta di cerchi
THK – ha aggiunto Lorenzo Ciferri, direttore Marketing
pneumatici agricoli e forestali
La crescente domanda di pneumatici per uso agricolo del marchio
Vredestein ha portato quest'anno il gruppo olandese alla decisione
di aumentare la capacità produttiva degli stabilimenti in Europa e
India, in particolare per gli pneumatici per trattori e gli pneumatici
radiali per uso agricolo delle gamme Traxion e Flotation. Gli
investimenti previsti consentiranno ad Apollo Vredestein di produrre pneumatici ancora più grandi e larghi. Inoltre, l'aumento
della produzione di pneumatici per uso agricolo consentirà a
Vredestein di concentrarsi su nuovi mercati geografici, come
l'America e l'Asia.
In occasione di Agritechnica 2013 Vredestein ha presentato
diverse novità, tra cui le più significative sono state:
- Traxion Cereall IF 800/70R32 CFO: pneumatico per mietitrebbie che garantisce il 20% in più di flessione grazie alla tecnologia
Vredestein F+;
- TraxionXXL 710/75R38 (pneumatico dalla superficie ampia
per una maggiore trazione e una minore resistenza al rotolamento,
che permette di non dovere installare cerchi più grandi) e
710/60R30 (misura molto diffusa sia sull'asse anteriore dei trattori
pesanti che sull'asse sterzante delle trince semoventi);
- Flotation Trac 520/50R17 (sostituisce il 500/50R17 Flotation
Pro e viene montato su molte presse, avvolgitori per balle e rimorchi), 520/55R22,5 (pneumatico radiale con diametro da 1.140 mm e
500 mm di larghezza, richiesto per presse, rimorchi con caricamento automatico e ruote di supporto macchinari agricoli di grandi
dimensioni), 560/60 R 22,5
161D (questo modello farà pre800/70R32 CFO (a sinistra)
sto parte della gamma Flotation Trac, particolarmente indicata per le superfici arabili) e
650/40R22,5 (questo pneumatico amplia la gamma
620/40R22.5 con un diametro
di 1.085 mm ed è particolarmente indicato per rimorchi
con caricamento automatico);
- Traxion+ 540/65 R 34 TL
152D, ideale per trattori ad alta
velocità;
- 210/60-10 Greentrax e
270/50-12 Greentrax, nuovi
pneumatici per tagliaerba pro
fessionali.
44 Terra e Vita
1
[ DOSSIER ]
n. 17/2014
29 aprile 2014
2
COORDINAMENTO
COORDINAMENTO DI
DI GIORGIO
IORGIO SETTI
ETTI E la gestione dei reflui
diventa sostenibile
DI STEFANO GUERCINI, CLELIA RUMOR (*) U
Con opportune
modalità
delle anomalie meteorologiche, soprattutto di
na corretta gestione degli effluenti negli
di stoccaggio,
quelle legate alle precipitazioni. La distribuzione
allevamenti di bovini, quale che sia la cadelle piogge non sembra essere più quella statistitegoria (latte, carne rossa, carne bianca),
e con i trattamenti
camente conosciuta, caratterizzata com’è da una
obbedisce a una regola fondamentale e molto semmaggiore frequenza di prolungati periodi piovosi
plice: chi assicura al proprio allevamento un’adedi corredo,
che magari vanno a interessare momenti dell’anno
guata capacità di stoccaggio delle deiezioni può
che le statistiche considerano relativamente secdormire sonni abbastanza tranquilli.
le deiezioni bovine chi, con buona pace, purtroppo, dei momenti in
Lo stoccaggio è dunque lo strumento gestionacui, secondo la direttiva Nitrati, è possibile distrile indispensabile e ordinario per garantire che gli
possono rispettare buire gli effluenti.
interventi di distribuzione degli effluenti zootecnici possano avvenire nei tempi e nei modi più
La ripetitività di tali eventi è tale da far supl’ambiente
porre come tali fenomeni, da “anomali”, stiano
idonei dal punto di vista agronomico e ambientale. Nel caso dell’azoto ciò si traduce nel suo massipoco alla volta diventando “normali”, aprendo
forse un nuovo capitolo sulle caratteristiche climatiche dei nostri
mo utilizzo da parte delle colture, in un ridotto rilascio per dilavamento, scorrimento superficiale e volatilizzazione. Azioni tutte che,
territori. Chi vivrà vedrà.
Quanto sopra menzionato sulle intemperanze meteorologiche
escludendo la volatilizzazione, si possono estendere anche al fosforo
e al potassio contenuti negli effluenti.
coinvolge due aspetti essenziali dello stoccaggio delle diverse matrici (palabili e non palabili) che sarebbe auspicabile rivisitare in un
Lo stoccaggio rappresenta dunque il fulcro attorno al quale ruota
l’organizzazione delle operazioni che lo precedono nella cosiddetta
prossimo futuro:
1. L’aumento della capacità di stoccaggio aziendale oltre i tempi
fase aziendale (dal trasferimento delle deiezioni fuori dalla stalla a
eventuali trattamenti preliminari) e di quelle che lo seguono (traminimi previsti dalla normativa. Una tale azione consentirebbe di
scongiurare la malaugurata combinazione di una vasca/concimaia,
sporto e distribuzione sui terreni) nella cosiddetta fase di campo.
E ora spieghiamo perché abbiamo usato il termine ”abbastanza”.
al limite del riempimento all’inizio del periodo consentito per la
distribuzione e l’impossibilità di entrare in campo causa persistenti
precipitazioni e/o impraticabilità dei terreni. Una rapida analisi dei
IL PROBLEMA DEL METEO
dati sulle precipitazioni di questi ultimi anni in località della pianura
È poco più che una sensazione, che andrebbe meglio approfondita,
veneta permette di quantificare in non meno di 30-45 giorni tale
ma questi ultimi anni sembrano essere caratterizzati da un aumento
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1 - Vasca prefabbricata in
cemento armato a pianta
circolare, a cielo aperto.
2 - Contenitore a sacco
adibito allo stoccaggio dei
liquami di un allevamento di
bovini da latte.
3 - Concimaia scoperta,
chiusa su tre lati.
[ DEIEZIONI ZOOTECNICHE ]
TAB. 1 - CON DIVERSE ATTREZZATURE DI SEPARAZIONE SOLIDO-LIQUIDO
CATEGORIA
SOLIDO-LIQUIDO
Il primo, il più semplice da
adottare e forse anche il più conosciuto e diffuso tra i trattamenti che si possono applicare
ai liquami prima del loro stoccaggio è la separazione di fase.
Come dice il nome, la separazione solido-liquido permette di
estrarre dal liquame tal quale
una parte più o meno rilevante
dei solidi sospesi, che vanno a
costituire la frazione solida palabile, e da una frazione liquida
chiarificata, alleggerita cioè dei
solidi sospesi.
Nella frazione solida si trasferisce inoltre una parte consi-
RIMOZIONE (% IN PESO CHE SI
EFFICIENZA DI TRASFERISCE NELLA FRAZIONE SOLIDA)
SEPARAZIONE
SOLIDI TOTALI
N TOT
P TOT
Vagli statici e vibranti
bassa
< 25
Separatori a cilindro e rulli prementi e a vite senza fine
media
25 ÷ 40
15 ÷ 25 10 ÷ 20
alta
> 40
25 ÷ 30 60 ÷ 70
Decantatori centrifughi
3
aumento dello stoccaggio.
2. La copertura delle strutture di stoccaggio. Questa soluzione, finora poco praticata nel
nostro Paese, svolge in realtà un
ruolo chiave su più fronti. Anzitutto evita l’ingresso delle acque
meteoriche, il che si traduce, nel
caso dei materiali non palabili,
nella possibilità di aumentare, a
parità di capienza del manufatto, la sua capacità di stoccaggio;
relativamente ai materiali palabili, la copertura della concimaia permette di ridurre la produzione di percolati (che a loro volta vanno ad aumentare i volumi
degli effluenti non palabili da stoccare), di migliorare il processo di
maturazione del prodotto e di conservarne la palabilità, con indubbi
vantaggi al momento del prelievo per la distribuzione. In secondo
luogo la copertura dello stoccaggio riduce le emissioni di gas e odori
da questa fase. Aspetto questo sempre più all’ordine del giorno sia
per quanto riguarda le problematiche dovute alla vicinanza dei
centri abitati con le zone agricole, sia per la necessità di adottare
pratiche che riducano le emissioni di quei gas nocivi per l’atmosfera:
in primis, ammoniaca e metano.
LA SEPARAZIONE
Terra e Vita 45
5 ÷ 10
10 ÷ 20
stente dell’azoto organico e del
fosforo; in quella chiarificata
troviamo invece buona parte
dell’azoto inorganico (sotto forma di ammonio) e del potassio.
La capacità di una attrezzatura di trasferire quantitativi
più o meno consistenti di solidi
sospesi, azoto, fosforo e potassio dal liquame di partenza alla
frazione solida ne esprime la cosiddetta “efficienza di separazione” e permette di suddividere le attrezzature di separazione
comunemente utilizzate in zootecnia nei gruppi a bassa, media, e alta efficienza (tabella 1).
Nel primo ricadono i vagli statici, i vibro-vagli e i tamburi rotanti;
nel secondo i vagli a compressione elicoidale o a rulli prementi; nel
terzo i separatori centrifughi.
Le attrezzature più rappresentate negli allevamenti bovini appartengono al secondo gruppo, grazie al buon compromesso che tali
macchine consentono di esprimere tra prezzo di acquisto, costo di
gestione, efficienza di separazione e robustezza costruttiva. Nel
trattamento dei liquami bovini esse consentono di ridurre il volume
della frazione liquida separata del 15-20%, rimuovendo dallo stesso
il 10-15% dell’azoto totale e il 10-20% del fosforo inizialmente presenti nel liquame e producendo una frazione solida al 20-25% di
sostanza secca.
Vasca di stoccaggio per liquami coperta da una struttura
I vantaggi offerti dalla separazione solido-liquido sono diintelaiata in acciaio zincato.
versi.
1) Si riduce il volume della
frazione non palabile da stoccare e, successivamente, da distribuire, nonché il contenuto in
azoto della stessa, fatto questo
che consente di ridurre la superficie di terreno su cui distribuire
detta frazione di una quota pari
all’azoto trasferito nel solido
(10-15%); quest’ultimo, in virtù
del minore contenuto di acqua e
della sua intrinseca maggiore
qualità agronomica, potrà essere trasportato a maggiori di-
46 Terra e Vita
[ DOSSIER ]
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Concimaia coperta da una bella struttura in legno lamellare.
Concimaia coperta da una struttura leggera a tunnel.
stanze dal centro aziendale con costi contenuti rispetto al liquame di
partenza e/o ceduto a terzi.
2) Si limitano le emissioni odorigene durante lo stoccaggio della
frazione liquida, grazie al ridotto contenuto in sostanza organica
rispetto al liquame tal quale.
3) Riducendo il contenuto in solidi del liquame, a) si limita la
stratificazione dello stesso nella vasca di stoccaggio, quindi la formazione di deposito sul fondo o della crosta superficiale; b) se ne
migliora la pompabilità nella fase di prelievo per la distribuzione; c)
si favorisce la sua percolazione nel terreno una volta distribuito,
limitando quindi la permanenza in superficie, con conseguenze
positive sulle emissioni di ammoniaca e odori.
A fronte di questi numerosi e importanti vantaggi bisogna ricordare la necessità di accompagnare l’acquisto del separatore con la
realizzazione di un’adeguata platea per lo stoccaggio del solido
separato, possibilmente coperta per quanto prima esposto, e con
l’adozione di appositi mezzi per la sua movimentazione e distribuzione agronomica.
Negli ultimi dieci anni la digestione anaerobica ha ri-trovato una
“seconda giovinezza” presso i nostri allevamenti zootecnici grazie
alla politica di incentivi legati alla vendita dell’energia elettrica che
ha consentito agli imprenditori di conseguire un’integrazione al
reddito aziendale assai appetita, considerato il periodo di crisi che la
zootecnia italiana sta attraversando.
Dopo l’overdose della tariffa omnicomprensiva di 280 `/MWh,
che ha consentito la realizzazione di impianti alimentati anche esclusivamente con colture vegetali dedicate, dal 2013 la nuova tariffa,
mediamente attestata su 230 `/MWh, ha fortunatamente ridimensionato la situazione rendendo possibile la costruzione di impianti
che, per “stare in piedi” dal punto di vista economico, debbono
utilizzare solo, o in buona parte prodotti di scarto o sottoprodotti,
quali sono le deiezioni zootecniche. Ma non è di questo che vogliamo parlare in questa sede.
La digestione anaerobica in un’azienda zootecnica offre infatti
opportunità interessanti per migliorare la gestione degli effluenti dal
punto di vista agronomico, con positivi riflessi anche sull’ambiente.
La necessità di avere un materiale il più possibile fresco da
utilizzare in digestione anaerobica impone di fatto un cambiamento
nella gestione della stalla attraverso la rimozione frequente degli
effluenti dai ricoveri di allevamento: giornaliera nel caso dei liquami, per lo più settimanale nel caso dei letami. Con la positiva conseguenza di un miglioramento dell’ambiente di stalla grazie alla ridot-
Un separatore a rulli prementi. Sullo sfondo la concimaia
per l accumulo del letame e della frazione solida separata.
Le vasche di carico del liquame tal quale, e di scarico
di quello separato, relative al separatore della foto qui accanto.
LA DIGESTIONE ANAEROBICA
48 Terra e Vita
[ DOSSIER ]
ta permanenza delle deiezioni nei locali di allevamento.
Il digestato ottenuto da deiezioni bovine è un materiale che ha un
contenuto di sostanza secca e sostanza organica inferiore a quello dei
materiali di partenza - quello che manca se ne è andato come biogas ma con lo stesso tenore in azoto totale, ed una percentuale di azoto
ammoniacale superiore a quella del prodotto in ingresso; caratteri-
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stiche queste che accentuano le proprietà ammendanti del digestato,
accentuate dalle seguenti caratteristiche:
- stabilizzazione, ovvero ridotta fermentescibilità, quindi minore
produzione di odori durante lo stoccaggio e assenza di fitotossicità,
dato che le trasformazioni a carico della sostanza organica sono già
occorse durante il processo anaerobico;
Un attrezzatura mobile di separazione in azione presso un allevamento
di bovini da latte in Olanda. Il rimorchio ospita anche un generatore di corrente.
Particolare dei tre separatori presenti
nell attrezzatura mobile.
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[ DEIEZIONI ZOOTECNICHE ]
- buona sanitizzazione, con
risultati crescenti passando dal
processo mesofilo (35-40 °C) a
quello termofilo (50-55 °C).
Infine, la sua consistenza
fluida ne consente una maggiore capacità di infiltrazione
nel terreno all’atto della distribuzione, riducendo quindi il
tempo di esposizione all’aria,
e quindi l’emissione di ammoniaca.
Anche per il digestato sarebbe buona norma operare la separazione solido-liquido prima
della sua immissione nelle strutture di stoccaggio, per evitare gli
inconvenienti citati in precedenza.
Con riferimento alla direttiva Ippc (direttiva sul Controllo e la
riduzione integrate dell’inquinamento) e alla necessità sempre più
attuale di limitare le emissioni di gas serra e ammoniacale in atmosfera, la digestione anaerobica offre da un lato il vantaggio di ridurre
le emissioni di metano dagli effluenti, ma dall’altro aumenta le
emissioni di ammoniaca dallo stoccaggio, che quindi dovrebbe essere coperto.
Il processo fermentativo continua infatti anche durante lo stoccaggio, con produzione sia di metano che emissione di ammoniaca,
Terra e Vita 49
Un digestore anaerobico
alimentato con deiezioni bovine;
in evidenza le vasche
stoccaggio coperte.
complice anche la temperatura
del prodotto all’uscita del digestore. Uno studio condotto dall’Università di Torino - Dipartimento Deiafa ha dimostrato come lo stoccaggio del digestato
produce il 10-12% in più di
emissioni di gas serra espressi
in CO2 equivalente (principalmente metano) e di ammoniaca
rispetto allo stoccaggio dell’effluente di non digerito.
La copertura delle vasche di stoccaggio è quindi consigliata: sia
per l’aspetto ambientale, sia per i vantaggi già citati in precedenza, e
infine perché consente di recuperare e utilizzare anche la quota di
biogas prodotta nella fase di stoccaggio, che altrimenti verrebbe
persa in atmosfera; a tale proposito il sopra menzionato studio del
Dipartimento Deiafa ha messo in evidenza come il biogas recuperato dallo stoccaggio consenta un aumento del 3% della produzione
elettrica annuale.
(*) Gli autori sono dell’Università di Padova.
[ DOSSIER ]
50 Terra e Vita
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Nitrati, la Lombardia
verso una nuova mappa
L’assessore
DI FRANCESCA BACCINO regionale Gianni
S
i sta per posare sui tavoli Ue una nuova
Fava presenterà
mappa italiana sulle aree vulnerabili ai nitrati, elaborata dalla Regione Lombardia.
alla Ue
«Sulla direttiva nitrati abbiamo gli elementi per
rivedere le zone vulnerabili. E soprattutto, oggi,
una proposta
abbiamo gli strumenti scientifici per dire che quelle
aree, identificate in passato solo sulla carta, sono
di revisione della
sbagliate». Lo ha detto l’assessore all’Agricoltura
della Regione Lombardia, Gianni Fava, all’assemblea annuale di Fedagri Confcooperative Lombar- geografia delle zone
dia, annunciando anche che la prima settimana di
vulnerabili
aprile sarebbe stato a Bruxelles per presentare la
nuova mappa delle aree vulnerabili.
Ottenere dalla Ue una riduzione di questa misura è un traguardo
L’obiettivo è quello di aumentare il carico di azoto per ettaro che
fondamentale per garantire un futuro al milione e mezzo di bovini e
si può distribuire nei campi in un anno attraverso i reflui zootecnici e
ai 4 milioni e mezzo di suini che sono oggi allevati in Lombardia in
che nelle aree vulnerabili non può superare i 170 kg (mentre può
oltre 17mila fra stalle e porcilaie.
arrivare a 340 kg nelle zone non vulnerabili). Secondo l’assessore
«Vogliamo difendere la zootecnia e rivedere la geografia delle
lombardo in base alle evidenze scientifiche la superficie di queste
zone vulnerabili ai nitrati» ha spiegato ancora Fava, ricordando che
aree a rischio risulterebbe inferiore di circa il 20-30% rispetto a quelle
la direttiva comunitaria prevede una revisione delle stesse aree e che
attuali.
NORMATIVA
Buon viso
a cattivo gioco
È
ormai da un po’ di tempo che le tematiche afferenti la gestione degli effluenti
zootecnici hanno assunto pari dignità, se
così si può dire, rispetto a quelle relative
all’alimentazione e alla cura degli animali e
alla cura dei prodotti da essi ottenuti. E,
parlando di un sistema produttivo molto spesso caratterizzato da
produzioni di pregio, richieste, invidiate e imitate in mezzo mondo, la
cosa fa ben sperare sulla presa di coscienza dei nostri allevatori.
Come mai tutta questa attenzione? Pensiamo di non sbagliare
molto se ipotizziamo che questa virtuosità sia stata indotta anche da
una vera e propria pioggia di prescrizioni che, da una ventina d’anni a
questa parte, mittente l’Unione europea, ha interessato il settore.
Tra tutte ne spiccano per importanza due: la “direttiva Nitrati” e la
“direttiva sul Controllo e la riduzione integrate dell’inquinamento”,
forse meglio nota con l’acronimo Ippc.
La direttiva Nitrati, ormai ben rodata ma perfettibile per venire
meglio incontro alle peculiarità dell’ambiente agronomico italiano.
La direttiva Ippc, nata per gli allevamenti di suini e avicoli che
superano determinate dimensioni e di recente estesa a una parte degli
allevamenti bovini, la consideriamo importante in quanto propone un
approccio ragionato, con il criterio della lista di controllo, alle azioni
che ciascun allevatore può attuare nei confronti dell’ambiente.
Chiamiamolo pure buon viso a cattivo gioco, fatto sta che molti dei
nostri allevatori in questi ultimi quattro lustri hanno rivisto anche
questa fase del processo produttivo con innegabili vantaggi dal punto
di vista organizzativo e della salvaguardia ambientale.
Ma c’è anche l’altra faccia della medaglia, in questo caso identificabile con gli incentivi sulla produzione di energia da fonti rinnovabili
che - con riferimento alla produzione del biogas - nell’edizione in corso
sta privilegiando la realizzazione di impianti di medio-piccole dimensioni, alimentati in prevalenza con le deiezioni dell’allevamento.
E speriamo che un aiuto per migliorare ulteriormente l’impronta
ambientale dell’allevamento continuerà ad arrivare con le misure del
nuovo Psr, che nella prossima edizione sembra puntare proprio sul
tema della sostenibilità ambientale.
Stefano Guercini
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il comparto allevatoriale deve
essere «tutelato e sostenuto, non
accusato ingiustamente».
BALLETTO DI COMPETENZE
[ DEIEZIONI ZOOTECNICHE ]
ISOTOPI
Lavori in corso
all’Istituto Ispra
Terra e Vita 51
vulnerabili e la seconda, del
2013, ha ugualmente costretto la
Lombardia e le altre regioni del
bacino padano a tornare sui loro
passi.
In particolare un obbligo di
legge (il comma 7 quater) aveva
stabilito di sospendere per un
anno gli obblighi degli allevamenti che ricadono nelle aree
vulnerabili nell’attesa di una
nuova mappa delle stesse zone
vulnerabili. Nell’attesa si sarebbero applicati i limiti di spandimento previsti per le aree non
vulnerabili, i 340 kg di azoto per
ettaro. Tempestiva e molto chiara la reazione di Bruxelles che
aveva chiesto all’Italia un immediato dietrofront e poi aveva deferito il nostro Paese alla Corte di
giustizia europea. Solo con l’abolizione del comma contestato Bruxelles ha ritirato formalmente la procedura.
A
definire una nuova mappa
dei nitrati punta anche una
ricerca su base scientifica che è
stata avviata l’anno scorso dall’Ispra (Istituto superiore per la
protezione e la ricerca ambientale) e che era stata presentata come “una svolta” al problema dei nitrati. Lo studio, commissionato dal Mipaaf, si
basa su un’analisi degli isotopi applicata alle rilevazioni e
alle analisi dei terreni.
C’è da dire tuttavia che questo studio avrebbe già
dovuto esser pronto, come annunciato nel corso di presentazione di Regione Lombardia, per fine 2013; invece non
sarà completato prima di giugno 2014. La Regione Lombardia si è infatti mossa in modo autonomo rivolgendosi
F.B.
all’Università di Milano e all’Arpa.
Tuttavia, ha rimarcato Fava,
«serve compattezza nel mondo
agricolo e nel sistema. Nei giorni scorsi il presidente della
Commissione agricoltura del
Parlamento europeo, Paolo De
Castro, ha dichiarato che la richiesta di deroga non può essere avanzata a Bruxelles dalla Regione Lombardia e si dice sicuro
che il negoziato sarà condotto
dallo Stato. Io non ne sono così
sicuro, perché se lo Stato italiano avesse voluto salvaguardare
la zootecnia, l’avrebbe fatto prima».
Al di là delle polemiche che inevitabilmente ogni tanto affiorano
la questione resta molto delicata per un Paese come l’Italia che già
due volte è stato messo in mora dall’Ue e si è dovuto scagionare
dall’accusa di violazione degli obblighi stabiliti dalla direttiva Ue sui
nitrati. La procedura d’infrazione aperta nel 2006 aveva infatti obbligato la Lombardia e le altre regioni padane ad ampliare le aree
STUDI DI UNIVERSITÀ, ARPA ED ERSAF
La possibilità di ridefinire la mappa italiana dei nitrati era stata al
centro dell’incontro del 13 febbraio scorso organizzato da Regione
52 Terra e Vita
[ DOSSIER ]
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più densamente popolate.
Lombardia per presentare alle
Sulla base dei commenti racassociazioni agricole i risultati
colti dall’Informatore Zootecnidegli studi commissionati alco presso alcune delle associal’Università di Milano, all’Arpa
zioni agricole presenti all’incone anche all’Ersaf. «Siamo arrivatro, lo studio condotto dall’Arpa
ti a un risultato che ridefinisce
si sarebbe invece focalizzato
l’origine dell’azoto presente nelsullo stato delle acque superfile acque, la capacità di assorbiciali e sull’eutrofizzazione arrimento dei suoli e la gestione
vando a conclusioni simili, andelle aziende». Per l’assessore
che se molto meno evidenti risi tratta di «un documento straspetto a quelle dell’Università
tegico per il confronto sia con il
di Milano. Restano comunque
Governo di Roma che con
diverse, anche se sostanziall’Unione europea a Bruxelles».
Stoccaggio dei liquami in un allevamento di bovine da latte
mente convergono, come hanno
I risultati di uno studio delsegnalato le rappresentanze di
l’Università di Milano, come
del Nord est.
categoria, Confagricoltura Lomspiega un comunicato di Regiobardia e Cia Lombardia, le modalità di analisi e i parametri utilizzati
ne Lombardia, potrebbero portare a un alleggerimento delle zone
nei diversi studi.
vulnerabili ai nitrati anche del 30% circa. A beneficiarne, secondo il
Molto più ottimistico è invece il commento di Ettore Prandini,
professor Marco Masetti, associato di Geologia applicata presso il
presidente della Coldiretti Lombardia: «Non dimentichiamo – ha
dipartimento di Scienze della terra dell’Università degli Studi di
scritto in un editoriale uscito sul n. 5/2014 dell’Informatore ZootecMilano, «sarebbero, in modo particolare, tutta la provincia di Mantonico – che le aree vulnerabili applicate fino a oggi fanno riferimento a
va, parte del cremonese e del bresciano, nell’area di pianura».
una situazione di oltre 20 anni fa, scritta sulla carta da qualche
Questo studio sulle acque sotterranee che si basa su valutazione
burocrate senza approfondire se gli eventuali punti critici fossero
statistiche avrebbe inoltre messo in luce la responsabilità degli
dovuti agli scarichi industriali e civili, più che all’agricoltura».
scarichi civili individuando una marcata vulnerabilità nelle aree
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[
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Terra e Vita 53
54 Terra e Vita
[ TECNICA E TECNOLOGIA ]
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PROVA IN CAMPO Test su riso nel Novarese per la rotativa media del gruppo americano
John Deere S670i, la trebbia
su misura per la realtà italiana
DI OTTAVIO REPETTI La S670i al lavoro
nelle risaie del Novarese.
Il Cervo ha deciso
punto, su un prodotto “difficile”. La S670i si presenta come
un’assiale di media potenza,
probabilmente più adatta alla
realtà italiana della maxi S690
da 620 cavalli. Pertanto può ingolosire sia l’agromeccanico di
media taglia sia la grande azienda agricola. O risicola, come nel
caso del nostro test, eseguito nei
pressi di Trecate, provincia di
Novara, su riso non particolarmente abbondante, ma in una
zona caratterizzata da appezzamenti di piccole dimensioni, poco adatti sia alle dimensioni della S670i, sia al suo sistema di
trebbiatura, che come noto predilige le grandi estensioni, dove
può lavorare a lungo con il rotore pieno e pertanto dare il meglio in termini di sgranatura e
pulizia. Tanto è vero che la granella più sporca si raccoglie alla
di concentrarsi
sui modelli assiali.
Convinto che siano
adatti anche alle
nostre condizioni
N
on è una novità che John
Deere scommetta sulle
mietitrebbie assiali, al
punto da aver abbandonato la
tecnologia ibrida per concentrarsi meglio sulla separazione rotativa. Per di più, mono-rotore.
Sulla falsariga di quanto fa Case
IH, per capirci. E che sembra essere, a questo punto, il sistema di
trebbiatura preferito dagli ame-
vità della sua paglia, vuoi per le
ricani. Sarà però anche adatto alben note difficoltà di separaziole nostre condizioni di lavoro?
ne dei chicchi.
Non parliamo tanPertanto il test
to di mais, quanto
270.000 €
che riassumiamo in
di prodotti più
PREZZO D’ACQUISTO
queste pagine e che
ostici, con caratteDELLA MACCHINA
UTILIZZATA
vede una S670i al laristiche specifiche
PER LA PROVA
voro in risaia è dopche li possono renpiamente significatidere un vero provo: per valutare la macchina in
blema. Uno di questi è il riso,
sé e per vederla lavorare, apnaturalmente. Vuoi per l’abrasi-
Cingolatura in ferro indispensabile quando si lavora in risaia.
La velocità di svuotamento è pari a 120 litri al secondo.
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[ TECNICA E TECNOLOGIA ]
Organizzazione razionale per i comandi, raggruppati
sul bracciolo destro e sulla consolle a fianco di quest’ultimo.
Terra e Vita 55
Il terminale Greenstar in versione touch screen è l’ideale
per la gestione della macchina in maniera versatile e rapida.
CARATTERISTICHE TECNICHE PRINCIPALI
TAGLIO E ALIMENTAZIONE
Testata cereali a paglia
600r (4,3-10,7 m)
Testata mais
600c
velocità fissa (opt. heavy duty 5 velocità
– regolazione inclinazione laterale)
Canale elevatore
Dimensioni
139x172 cm
SEPARAZIONE
Tastatori meccanici per la regolazione automatica dell’altezza
di taglio.
fine e all’inizio della passata,
quando si deve ridurre la velocità per effettuare la svolta.
RESA BUONA, ROTTURE
ASSENTI
Lo abbiamo visto bene nel test.
L’apertura della risaia, per
esempio, comporta la presenza
di qualche residuo inatteso nel
cassone della granella, mentre
non appena si comincia a lavorare su spazi liberi il risultato
migliora nettamente. Parlando
di qualità del prodotto abbiamo
sempre una resa eccellente, con
rotture praticamente assenti.
Anche le prestazioni non sono
sembrate male, sebbene la dimensione degli appezzamenti
non fosse quella ideale per vedere davvero cosa sa fare questa
S 670i. A ogni modo abbiamo
raccolto a circa 4 km orari di velocità, con 6,7 metri di testata.
Quest’ultima è stata il vero limi-
te della macchina: leggermente
piccola e soprattutto poco adatta al riso come tipo di lama. Ecco
quindi che l’uso di una testata
pensata apposta per questo prodotto permetterebbe probabilmente di migliorare in modo
sensibile l’andatura e, con essa,
la resa oraria. Per esempio una
nostra vecchia conoscenza, Daniele Manzo, agricoltore vercellese, con una barra a tappeti da
7,5 metri e la stessa macchina
arriva senza difficoltà a 5 km/h.
Naturalmente il motore non
è parso minimamente in affanno, durante il test. Del resto la
670 ha, sulla schiena, un sei cilindri Power Tech con doppio
turbocompressore: 9 litri di volume e sistema Egr avanzato
per rispettare i parametri Stage
IIIB. La potenza massima è di
431 cavalli (317 kW) mentre
quella nominale si ferma a 378
cv (278 kW).
separazione assiale con rotore Tristream
(opt. rotore flusso variabile)
Sistema di separazione
Lunghezza rotore
3,12 m
Diametro rotore
76 cm
Regime di rotazione
210 – 550/380 – 1.000 rpm
Superficie controbattitore
1,1 mq
Superficie di separazione
1,54 mq
PULIZIA
Sistema di pulizia
sistema crivellante con precrivello fisso
Velocità ventilazione
620-1.350 rpm
SCARICO
Trinciapaglia
con deflettore a regolazione elettrica,
con o senza mulinello superiore
Nr coltelli
44 o 100
Capacità serbatoio
10.600 l
Velocità di scarico
120 l/sec
MOTORE E TRASMISSIONE
Motore
Cilindri/volume
PowerTech PSX, biturbo Egr, Tier 4i
6/9 l
Potenza nominale (ECE
R120 – kW/cv)
278/378
Potenza massima (ECE
R120 – kW/cv)
317/431
Trasmissione
Numero rapporti
idrostatica (Prodrive optional)
3
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LE CHIAVI DI VALUTAZIONE
Prestazioni 7,5
Buona capacità di lavoro: fino a 5 km orari su riso, a condizione di usare
la barra adatta. Nel caso del nostro test, la lama ha incontrato alcune
difficoltà con gli steli del riso. Rotore Tristream efficiente, sbriga il lavoro
in fretta e, anzi, avrebbe necessità di essere più alimentato. In quella
situazione garantisce una puliza elevata e pochissime perdite. Velocità
di scarico eccellente, si vuota l’enorme serbatoio in un minuto e mezzo
circa. Buona maneggevolezza e, ovviamente, dotazione tecnologica
molto avanzata. Nel complesso, una mietitrebbia di media potenza, per
la media azienda di lavorazioni in conto terzi oppure l’azienda agricola
evoluta.
Condizioni di lavoro 7
Una cabina in cui si vive bene equipaggia questa nuova versione della
assiale John Deere. C’è tutto quel che serve per stare molte ore in
postazione di lavoro: visibilità elevata su tutti i lati con, a richiesta,
telecamera sul retro e sul canale di scarico e insonorizzazione molto
In cabina abbiamo spazio in
abbondanza, ma anche una eccellente insonorizzazione: si
parla tranquillamente, sia faccia
a faccia sia al telefono. Eccellente anche la visibilità, favorita dal
canale alimentatore allungato
(una delle novità introdotte sull’ultima versione della serie S).
Importante la disponibilità di
telecamere: si possono piazzare
sul retro e sul tubo di scarico. Le
immagini sono visualizzate sul
terminale di bordo, così da ridurre il numero di monitor nell’abitacolo.
ELETTRONICA ECCELLENTE
A proposito di monitor, ricordiamo l’eccellente dotazione
efficiente – cosa non scontata su
una mietitrebbia e buon climatizzatore. Da rinnovare, invece,
la leva multifunzioni: non male,
ma ormai sorpassata dalle ultime proposte della concorrenza.
Costi 6,5
Come prezzo d’acquisto siamo
leggermente sopra la media. Il
costruttore dichiara un consumo
medio di carburante tra 48 e 52
litri/ora in funzione della resa,
dell’umidità del prodotto e della
lunghezza della paglia con trinciapaglia innestato. Diciamo che sul
mercato c’è chi costa e consuma un po’ meno, ma le differenze non
sono poi così alte.
Il trinciapaglia è stato
ripensato per evitare
intasamenti ed eccessivo
assorbimento di potenza.
elettronica di questa macchina.
Si parte dal display a montante:
abbastanza leggibile e chiaro,
molto utile per una rapida occhiata sui principali parametri
di lavoro. Questo, però, è soltanto l’antipasto: accanto al terminale standard possiamo avere il
Command Center Greenstar 3,
che supporta le funzioni Autotrac (guida satellitare) e videocamera, oltre a permettere di
impostare i parametri di lavoro
della macchina e la regolazione
automatica della velocità di
avanzamento (Harvest Smart).
Il Command Center di base si
controlla con una serie di tasti
ben collocati sul fianco del bracciolo, in posizione facilmente
raggiungibile, al punto che dopo qualche giorno non si fatica a
trovarli al tatto, senza doverli
guardare. Per chi non volesse
più avere a che fare con fisicità,
però, è disponibile anche la versione Touch Screen del terminale: più intuitiva e comunque dotata anche della pulsantiera.
Che in certe situazioni, a nostro
avviso, è anche meglio dello
Canale elevatore allungato
e ripensato: un’altra miglioria
della nuova serie S.
schermo a contatto. Infine, il top
dell’offerta: il Greenstar 2630, 26
cm di lato e possibilità si sfruttare tutte le potenzialità del sistema Ams, come la raccolta di dati
su umidità, peso e resa delle varie parti del campo. Anche se si
decide di non sfruttare queste
tecnologie, la S 670i resta una
macchina assai interessante, con
una buona capacità di lavoro
dovuta soprattutto al rotore Tristream e un innegabile comfort
in cabina. Ma non c’è dubbio
che fa pienamente onore alla
sua natura soltanto se utilizzata
per ciò per cui è stata pensata:
non soltanto una mietitrebbia,
ma un piccolo laboratorio viaggiante.
[ TECNICA E TECNOLOGIA ]
n. 17/2014
29 aprile 2014
Oidio, le infezioni
ascosporiche
NORD ITALIA
N
on più relegato soltanto alle aree viticole collinari, l’oidio della vite, causato dall’ascomicete
nella sua forma sessuata di
Uncinula necator (Schweinitz)
Burril e forma imperfetta Oidium tuckeri Berk., in questi ultimi anni si è manifestato con
una certa regolarità anche aree
viticole di pianura dove generalmente il patogeno non era
solito provocare danni consistenti. È bene ricordare che recenti studi hanno dimostrato
che negli ambienti viticoli
nord italiani, i sintomi precocissimi delle “foglie a bandiera” caratteristici delle infezioni da micelio solo per lo più
relegate a quei vigneti poco
curati che con il tempo hanno
accumulato una forte carica di
inoculo. Al contrario, la forma
PERONOSPORA
L’anticipo
delle primarie
Terra e Vita 57
Decolorazioni sulla pagina
fogliare superiore
e imbrunimento delle nervature
in corrispondenza di queste
nella pagina inferiore sono
i classici sintomi delle
infezioni ascosporiche di
oidio sulla vite (foto Bugiani).
DI RICCARDO BUGIANI E MASSIMO BARISELLI di svernamento più comune è
quella di cleistotecio. In primavera questi ultimi rilasciano le ascospore sulle foglie basali più vicino al ritidoma
ogniqualvolta si verifica una
pioggia di almeno 2,5 mm con
una temperatura di almeno 10
°C. Le ascospore quindi germinano in un arco termico ottimale tra 20 e 25 °C, e in poche
ore penetrano la superficie vegetale. Sono queste le condizioni climatiche idonee perché
si possano avere infezioni
ascosporiche. Il tempo di incubazione, in funzione della
temperatura, può andare da
un minimo di 6-7 giorni ad un
massimo di 15 giorni. Le
esplosioni epidemiche siamo
soliti osservare a partire da fine maggio-inizio giugno sono
quindi la causa di infezioni
L’
che avvengono
precocemente,
da poco dopo il
germogliamento immediata prefioritura fino alla
fase di formazione
del grappolo.
STRATEGIA
In questa prima fase
fino alla pre-fioritura,
è consigliabile utilizzare meptyldinocap (massimo 2 interventi all’anno), zolfo bagnabile a dosi elevate
(800 g/hl), o gli IBE ad intervalli di circa 8-10 giorni. Da
pre-fioritura fino alla allegagione è preferibile invece utilizzare prodotti più specifici
come metrafenone o spiroxamina, cyflufenamid, (massimo 3 interventi all’anno) o
esperienza dell’anno passato, nel
quale la peronospora è comparsa
con una particolare aggressività in seguito
ad un andamento stagionale particolarmente favorevole, suggerisce di non sottovalutare il rischio infettivo in questa prima
parte della stagione. Aprile e maggio sono solitamente i mesi in cui
si verificano le prime infezioni peronosporiche. Anzi, gli ultimi due
anni hanno registrato un consistente anticipo della fine della fase di
latenza delle oospore e di conseguenza un anticipo del rischio
peronosporico. Oggi sono disponibili nuovi modelli previsionali particolarmente efficienti e affidabili sui quali ci si può basare per una
razionalizzazione dei trattamenti antiperonosporici.
In mancanza di tali strumenti è raccomandabile, in previsione di
piogge, intervenire cautelativamente con propineb, metiram, zoxamide, Sali di rame anche associati a fosetyl-Al in caso di
vegetazione in attiva crescita. Dopo le piogge e in presenza di
vegetazione non protetta si può intervenire con cimoxanil, dimeto-
quinoxyfen,
caratterizzati
dall’avere una ottima affinità
alle cere epicuticolari e dotati
anche di una buona attività
stoppante anche in presenza
di infezioni secondarie. Vicino
alla fase di pre-chiusura grappolo è possibile utilizzare anche principi attivi, come fluopiram, boscalid e tryfloxystrobin efficaci anche nei
confronti della botrite.
morf, iprovalicarb, in miscela con prodotti di copertura o la miscela
dimetomorf+dithianon.
In situazioni di alto rischio e ove si intenda proteggere la
vegetazione è consigliabile intervenire con prodotti sistemici a
base di metalaxyl o benalaxyl (da non utilizzare in presenza di
piante sature d’acqua in quanto traslocati molto lentamente) o
citotropici come ciazofamide.
Per la protezione dei grappoli è invece opportuno fare ricorso a
prodotti in grado legarsi saldamente alle cere epicuticolari ed essere
più difficilmente dilavati dalle frequenti piogge, quali, ametoctradin, mandipropamide, famoxate, zoxamide, amisulbron, fenamidone, ciazofamide, la miscela flupicolide+fosetyl-Al, piraclostrobin+metiram.
È bene ricordare che per non incorrere nell’insorgenza di popolazioni di Plasmopara viticola resistente a taluni fungicidi antiperonosporici, è buona norma alternarli con altri egualmente efficaci ma
a diverso meccanismo d’azione e limitare il loro utilizzo nel corso
dell’annata.
[ TECNICA E TECNOLOGIA ]
58 Terra e Vita
CENTRO ITALIA
L’
incidenza delle infezioni di peronospora
della vite che hanno
caratterizzato l’annata 2013 e i
problemi riguardanti il suo controllo hanno spinto a focalizzare
nuovamente l’attenzione su un
patogeno il cui comportamento
epidemico presenta aspetti ancora da indagare.
La sopravvivenza del patogeno durante l’inverno è garantita dalla sua capacità di differenziare strutture quiescenti, le
oospore. Studi compiuti sulla
biologia ed epidemiologia di
Plasmopara viticola hanno evidenziato che le condizioni climatiche invernali, e in modo
particolare la pluviometria,
hanno grande importanza nel
FUNGICIDI
Endoterapici
e di copertura
DI FRANCESCO CORVI G
Esiti dell’attacco
di peronospora su foglia di vite.
determinare la maturazione
delle oospore e la gravità dell’epidemia. Altri studi hanno
permesso di accertare che la germinazione delle oospore e il
conseguente sviluppo di infezioni primarie, si prolunga nel
corso della stagione vegetativa
con un netto decremento a fine
maggio-inizio giugno.
TRE DIECI ALLA FRUSTA
Un aspetto tradizionalmente dibattuto della difesa antiperonosporica è l’inizio dei trattamenti
dopo la ripresa vegetativa. Purtroppo, con il passare degli anni,
la “regola dei 3 dieci” ha dimo-
TIPO E COMPORTAMENTO NELLA PIANTA
I fungicidi
endoterapici sono
dotati di vari gradi
di penetrazione
e mobilità
nei tessuti,
di un’azione
preventiva interna
ed esterna
e curativa di varia
entità
29 aprile 2014
Imprevedibile
peronospora
strato di non essere sempre affidabile, tendendo a sottostimare
il rischio di infezione nelle situazioni molto favorevoli al patogeno e a sovrastimarlo in quelle
contrarie. Ciò nonostante può
ancora oggi svolgere un ruolo
importante per la limitazione
dei trattamenti superflui iniziali, purché venga utilizzata in
maniera flessibile riguardo al
fattore pioggia.
CARATTERISTICHE DEI FUNGICIDI ATTUALMENTE AUTORIZZATI SU VITE
I fungicidi
di copertura non
sono in grado
di penetrare
all’interno
dei tessuti
ed esercitano
esclusivamente
un’azione
preventiva
dall’esterno
n. 17/2014
Persistenza limitata
Tradizionali
Moderni
Elevata penetrazione
e traslocazione
sistemica
Elevata penetrazione
e traslocazione locale
Penetrazione più o
meno marcata con
traslocazione parziale.
Parziale permanenza
in superficie
SOSTANZE ATTIVE
Remeici (Poltiglia Bordolese,
Solfato Tribasico, Ossicloruri,
Idrossido, Ossido)
Ditiocarbammati (Mancozeb,
Metiram, Propineb)
Maggiore persitenza specie sui
grappoli
Folpet
Ditianon
Buona persistenza anche
grazie alla affinità con le cere
cuticolari
Famoxadone
Zoxamide
Ametoctradin
Sistemicità acropeta e
basipeta, buona persistenza
Fosetyl-Al
Sistemicità acropeta, buona
persistenza
Metalaxil, Metalaxil-M
Benalaxil, Benalaxil-M
Persistenza limitata
Cimoxanil
Buona persistenza anche
grazie alla più o meno elevata
affinità per le cere cuticolari
Dimetomorf
Iprovalicarb, Bentiavalicarb,
Valifenalate
Mandipropamid
Piraclostrobin, Fenamidone
Ciazofamid, Amisulbrom
Fluopicolide
li antiperonosporici registrati su vite possono essere distinti in due categorie.
I fungicidi tradizionali di
copertura (rameici, mancozeb,
metiram, propineb, folpet, ditianon) sono esclusivamente preventivi ed esplicano un’azione
multisito nei confronti del metabolismo cellulare.
I fungicidi moderni endoterapici sono in grado di penetrare nei tessuti, traslocare in maniera più o meno marcata ed
esercitare un’azione specifica
sul metabolismo cellulare. Rientrano in questa categoria 19 p.a.
distinti in base alla modalità con
cui sono in grado di muoversi
all’interno dei tessuti, al gruppo
chimico di appartenenza, al
meccanismo di azione e al rischio di resistenza. Per una corretta impostazione della difesa
del vigneto debbono essere impiegati esclusivamente in miscela con i prodotti di copertura
ed in modo preventivo.
L’attuale disponibilità di strumentazioni elettroniche in grado
di registrare i dati meteoclimatici
e la possibilità di acquisire più
affidabili criteri di valutazione
del rischio di infezione attraverso l’applicazione dei modelli previsionali, consentono al viticoltore di scegliere sempre più soddisfacenti soluzioni operative per
combattere la peronospora. Se a
ciò si aggiunge l’ampia e diversificata disponibilità di fungicidi
molto efficaci nei confronti del
patogeno, si può affermare che
oggi la difesa antiperonosporica
della vite ha raggiunto livelli più
che mai soddisfacenti sul piano
della sicurezza protettiva.
n. 17/2014
29 aprile 2014
[ TECNICA E TECNOLOGIA ]
Terra e Vita 59
Olivo, controllo
delle crittogame
SUD ITALIA
P
er il controllo degli scolitidi (Phloeotribus scarabeoides, Hylesinus oleiperda) dell’olivo le esche costituite dai fasci di rami lasciati
durante la potatura andranno
bruciate prima dello sfarfallamento degli adulti che, nelle
aree meridionali, solitamente
avviene alla fine di questo mese. I nuovi attacchi degli scolitidi sulle piante saranno evidenziabili dalla presenza di cumuletti di rosura sui rami, in
corrispondenza dei fori di penetrazione che spesso sono all’ascella dei rami. Si ricorda che
gli interventi diretti contro gli
scolitidi non sono consigliabili
mentre è importante rimuovere le cause che predispongono
le piante a queste infestazioni
come gli stress idrici o la presenza di rami secchi.
Negli oliveti in cui nello
DI ARTURO CAPONERO LEBBRA
Novità nelle
registrazioni
Forte defogliazione per un attacco di lebbra.
C
ome evidenziato da sperimentazioni condotte in Puglia, per abbattere la carica di inoculo negli oliveti attaccati da lebbra, più che i trattamenti invernali,
sono utili quelli contro le infezioni
latenti primaverili. In primavera, infatti, il fungo colonizza i
residui fogliari, le olivine, i teneri rametti e le foglie e si
mantiene in forma di micelio fino alle prime piogge autunnali, quando differenzia i conidi e diffonde l’infezione sulle
drupe. È questo, pertanto, il periodo migliore per intervenire.
Nel biennio scorso, per fronteggiare la recrudescenza di
lebbra in Puglia, era stato autorizzato su olivo da olio l’uso
eccezionale in primavera-estate della piraclostrobina, che
ha mostrato una buona attività su entrambe le specie di
Gloeosporium, e della citata miscela a base di tebuconazolo
e trifloxystrobin. È probabile che entrambi i prodotti otterranno quest’anno la registrazione su olivo contro la lebbra,
sebbene questa patologia è passata decisamente in secondo piano in Puglia da quando è stata accertata nel Salento
una diffusa infezione del batterio xilofago Xylella fastidiosa,
polifago patogeno da quarantena prima d’ora mai segnalato
in Europa e di cui si temeva l’introduzione.
Sintomi di occhio
di pavone su foglie di olivo.
scorso anno sono stati osservati attacchi diffusi di occhio di
pavone (Spilocaea oleaginea), di
piombatura (Mycocentrospora
cladosporoides) o di lebbra (Gleosporium olivarum, G. clavatum),
prima della fioritura andrà effettuato un trattamento specifico per proteggere la nuova vegetazione, devitalizzando la
carica di inoculo localizzata
sulle foglie e i rametti infetti o
sulle drupe mummificate. I
prodotti a base di rame sono ad
ampio spettro e quindi attivi
anche su altre malattie tra cui la
rogna batterica. Il rame agevola la caduta delle foglie infette,
soprattutto di quelle colpite da
spilocea, più sensibili alla fitotossicità dello ione metallico il
quale penetra più facilmente
nel mesofillo fogliare attraverso le lesioni della cuticola provocate dal fungo. In alternativa
ai composti rameici è sempre
possibile l’uso della dodina la
quale non ha effetti fitotossici e
può essere applicata anche a ridosso della fioritura sia per
proteggere la nuova vegetazione che per devitalizzare i conidi ancora presenti. Contro la
spilocea dell’olivo è registrata
una miscela a base di tebuconazolo e trifloxystrobin attiva
anche contro gli agenti fungini
responsabili della lebbra.
60
[ RUBRICHE ]
Terra e Vita
n. 17/2014
29 aprile 2014
COMUNICAZIONE I consigli degli esperti per un’azienda sempre più social
Web 2.0, bisogna esserci
ma con strategia
DI ALESSANDRA SGARBOSSA D
odici imprenditori agricoli, tra i 30 e i 40 anni, a
lezione
di
social
network come strumento di business. È quanto è accaduto nella sede di Veneto Agricoltura,
azienda della Regione Veneto,
dove si è concluso un laboratorio di tre lezioni (un giorno a
settimana) dedicato all’uso dei
social network. Nella prima edizione, lo scorso anno, la dozzina
di posti disponibili nell’aula informatica attrezzata si erano vo-
VADEMECUM
Gli errori
da evitare
latilizzati in pochissimi giorni,
generando una lista d’attesa di
73 persone, scesa a 40 con questo secondo corso.
Il seminario, finanziato nell’ambito del Psr 2007-2013, ha
fornito alle aziende del sistema
rurale indicazioni su come
sfruttare le opportunità offerte
dal web 2.0. Dopo alcuni riferimenti ai principi di web-marketing, i partecipanti, divisi sostanzialmente a metà tra rappresentanti
di
aziende agricole
pure e aziende
agrituristiche, hanno operato direttamente
sul
web tramite pc,
acquisendo gli
elementi basilari
per potere da un
lato rivolgersi
con consapevo-
N
lezza ai professionisti del web,
dall’altro gestire autonomamente alcune fasi della presenza
sul web, in particolare sui social
network.
«La gestione dei social
network nel privato è differente
da quella nel lavoro – spiega la
docente Claudia Zarabara –. Il
90% dei partecipanti ha chiesto
approfondimenti su Facebook,
il più popolare dei social, ma si è
trattato anche di YouTube, Twitter, molto in voga nel settore
bio, wine, food e turismo,
on creare monconi: navigando in internet si trovano spesso spazi, siti web
o pagine sui social network, creati ma non
gestiti. È un approccio controproducente ma
diffuso. Se si decide di stare sui social
network, bisogna presidiarli. Aggiornamento
una tantum e domande o post degli utenti senza risposte fanno
arrabbiare i fans, perdendo potenziali clienti.
Non usare per l azienda il profilo Fb, che da regolamento del
social è rivolto a persone fisiche per usi privati, e aprire la “pagina”.
Oltre a non avere limiti di contatti (il profilo può gestire fino a 5mila
amici), la pagina è visibile anche da chi non è iscritto a Fb attraverso
la ricerca con Google, il motore in assoluto più usato al mondo.
Linkedin, più adatto a chi deve
esportare, Google AdWords per
quantificare gli accessi e raggiungere nuovi clienti, e dell’ottimizzazione dei motori di ricerca».
Si è parlato di cosa e come
scrivere, come evitare strafalcioni dannosi per l’azienda, come
coinvolgere i fans e conoscerne i
gusti attraverso il campionamento, quali sono i servizi di
advertising a pagamento e su
quali puntare.
Ad esempio, per la vendita
diretta dei prodotti in aziendali
la formula promozionale adatta
è quella che si attiva per gli
utenti che si connettono nel raggio di 30 km dall’impresa, mentre un B&B dovrà optare per annunci visibili anche dall’estero,
come in Russia, uno dei mercati
in evoluzione del settore ricettivo anche rurale.
Non scrivere troppo o inserire messaggi troppo commerciali
su Fb che portano i fan a disiscriversi dalla pagina. Va usato un
linguaggio informale per raccontare il quotidiano. E gli agricoltori
hanno molto da raccontare, basti pensare anche solo alla stagionalità
e al ritmo della natura. Su Fb le persone chiacchierano, si deve
chiacchierare con loro e sentirsi parte del network.
Sbagliato non monitorare la rete per vedere se si parla di noi su
altri siti, ancor più cancellare eventuali post negativi, a meno che non
siano offensivi o lesivi della dignità di qualcuno. Nella risposta non
essere precipitosi e, se fosse il caso, implodere “fuori” dal social.
Non mescolare sfera privata e pubblica. Sbagliato tenere il
proprio profilo Fb “aperto”, si crede di parlare con gli amici e non si
usano filtri in quello che si scrive, rischiando veri e propri autogol.
n. 17/2014
26
29 aprile 2014
Il concetto è che nei social le
persone vogliono partecipare,
non essere il bersaglio di comunicazione altrui. «Bisogna sposare il modo di “vedere digitale” del consumatore, dando
ascolto alla sua voce, alle sue
necessità, al suo modo di concepire il web – racconta l’esperta
di web marketing –. Il sistema
digitale dell’azienda ha il sito
ufficiale al centro come un sole
attorno a cui gravitano come
pianeti gli altri
social, il sole
del sistema digitale del consumatore sono i social
principali. Se
si ha bene in
mente
la
strategia da
perseguire,
basta davvero
una mezz’ora al giorno dedicata
al social. Gli effetti sono misurabili, ad esempio su Facebook
con numero di “mi piace”, condivisioni e commenti che hanno
un effetto virale».
Veneto Agricoltura sta verificando la possibilità di promuovere altri corsi per rispondere
all’alto numero di adesioni pervenute, segno che è stato individuato un bisogno indispensabile del mondo rurale: l’innovazione digitale anche nella
comunicazione. Se la radio ha
Terra e Vita
[61RUBRICHE ]
impiegato 38 anni ad arrivare a
50 milioni di utenti nel mondo,
Facebook ne ha impiegati appena due. Oggi solo in Italia gli
utenti FB sono 24 milioni. «Tuttavia, secondo il Censimento
dell’agricoltura, soltanto il 5%
delle aziende agricole venete
dispone di un computer o altre
attrezzature informatiche per lo
svolgimento di attività amministrative e gestionali, solo il 3%
le utilizza direttamente nella
gestione tecnica e
appena il 2%
ha un sito web
– commenta
Stefano Barbieri, responsabile dell’unità
complessa per
l’informazione
di Veneto Agricoltura –. L’approccio digitale
nel rapporto tra aziende agricole e pubblica amministrazione è
mediato dalle associazioni di categoria che fanno sì da filtro, ma
spesso anche da tappo».
«Esserci, ma esserci con strategia. Se è vero che per usare i
social non servono competenze
informatiche particolari, è altrettanto vero che servono competenze comunicative». È questo il consiglio di Claudia Zarabara per le aziende che vogliono
diventare “social” o che già lo
sono.
Alcuni esempi tratti dalla rete: il gestore dell’agriturismo che nella pagina
aziendale o nel sito afferma che tutti sono i benvenuti e nel profilo
personale si lascia andare a commenti xenofobi, o l’agricoltore che al
termine di una giornata con le scuole nella sua fattoria didattica si sfoga
con gli amici Fb che quei “vandali” gli hanno distrutto il campo, con la
possibilità di essere letto anche dai genitori degli stessi studenti.
Non volere entrare su tutti i social, ma scegliere quello più adatto al
proprio target. Strumento giusto e modo corretto di comunicare: Fb e
Twitter sono diversi nel modo di scrivere, nella diffusione e nel target.
Non delegare la comunicazione a persone non preparate: è frequente il caso di pagine Fb date da aggiornare ai figli adolescenti perché
sanno usare tecnicamente il social, ma un ragazzino non può essere
maturo per gestire la comunicazione aziendale.
A.S.
Terra e Vita
61
62 Terra e Vita
[ AZIENDE E PRODOTTI ]
n. 17/2014
29 aprile 2014
IN CAMPO Proliferano virosi, septoria, ruggini e si segnala una certa carenza di azoto
Malattie in aumento, regali
di un inverno caldo e piovoso
Serve un’oculata
gestione agronomica
per controllare
gli attacchi fungini
e ottenere
buone rese
e marginaliltà
S
Forte attacco di Ruggine
in dalle prime settimane di marzo è possibile
gialla (Maccarese, marzo 2014).
osservare su molte colmesi di dicembre, gennaio e,
tivazioni di cereali attacchi di
soprattutto, febbraio sono stati
vari patogeni fungini, in modo
decisamente più caldi con
particolare di Septoria e Rugtemperature minime superiori
gine gialla. Ciò è causato, oltre
anche di 5 °C.
che dalla presenza dell’inocuIn funzione dei fabbisogni
lo, dalle condizioni climatiche
in termini di
fortemente pretemperature e
disponenti, speIN COLLABORAZIONE CON
umidità che ciacie in termini di
APSOVSEMENTI
scun patogeno
temperature e
ha per riprodursi e diffonderumidità. Rispetto all’andasi, le malattie tendono a commento medio degli stessi mesi
parire in specifiche fasi fenolonegli ultimi 10 anni, le minigiche della pianta. Ciò si può
me, in particolare, sono deciriassumere nella tabella 1.
samente superiori alle medie. I
VARIETÀ
Alternative
in forte anticipo
L
CONCIMAZIONE
Aumentare
l’azoto del 15%
L
e temperature minime elevate hanno fatto sì che le varietà
alternative (senza o con basso fabbisogno di freddo per passare alla
fase riproduttiva) risultino generalmente in anticipo di 2-3 settimane
rispetto alla normale data di spigatura. Questo le espone al
rischio che eventuali ritorni di freddo possano causare sterilità nelle spighe e a maggiori attacchi di funghi vista l’elevata
probabilità di pioggia delle prossime settimane. Per queste
varietà, nelle zone più a rischio, ed ove possibile, si consiglia
di prevedere un programma di difesa con 3 interventi. e abbondanti piogge, oltre ai
citati problemi fitosanitari,
hanno causato forti dilavamenti e
lisciviazioni di azoto, elemento
essenziale per lo sviluppo delle
piante e per consentire buone
produzioni. Di questo occorre tener conto nella pianificazione degli interventi di concimazione, apportando maggiori quantità di azoto per integrare quello dilavato.
A seconda degli organi che
ciascuna malattia colpisce e in
funzione dell’entità del danno
provocato, si possono verificare perdite di produzione e/o
riduzione della qualità del
TAB. 1 - LE MALATTIE IN FUNZIONE DELLO STADIO FENOLOGICO DEI FRUMENTI
MALATTIA
Oidio
Ruggine gialla
Ruggine bruna
Septoriosi
Fusariosi della spiga
EMERGENZA
ACCESTIMENTO LEVATA BOTTICELLA SPIGATURA FIORITURA MATURAZIONE
FINO A 3 FOGLIE
prodotto ottenuto (tab. 2). Di
questo occorre tener conto
quando si mette a punto il programma di difesa.
Il primo passo per la prevenzione è senz’altro individuare, ove disponibili, le varietà meno sensibili ai patogeni
più
frequentemente
presenti nell’area di coltivazione.
In secondo luogo, si deve
tenere presente che i principi
attivi oggi disponibili non sono sempre efficaci nel contenere tutte le malattie. In tabella 2
sono riportate alcune informazioni utili a riguardo.
[ AZIENDE E PRODOTTI ]
n. 17/2014
29 aprile 2014
TAB. 2 - L’IMPATTO DELLE MALATTIE FUNGINE
INCIDENZA
EFFICACIA
RESA QUALITÀ TRATTAMENTI
PATOGENI
Oidio
VARIETÀ
RESISTENTI
+
+
Elevata
Si
Ruggine gialla
+++
++
Buona
Si+
Ruggine bruna
+++
++
Elevata
Si+
Septoriosi
++
++
Buona
Si
Fusariosi “della spiga”
+++
+++
Buona
Si?
ALLERTA
Ruggine gialla
attacchi in corso
Differenze in campo tra seme trattato e non trattato
con insetticida sistemico.
SOLUZIONI IN ARRIVO
PER LE VIROSI
Un altro problema che si sta diffusamente segnalando è la presenza di virosi, in particolare
Nanismo giallo dell’orzo che
colpisce anche il frumento.
L’infezione è avvenuta a causa
di afidi che, sempre in conse-
Terra e Vita 63
guenza delle temperature miti
autunnali, hanno proliferato
nelle prime fasi del ciclo fenologico dei cereali consentendo la
diffusione del patogeno con
tutti i danni che ne conseguono.
Gli unici sistemi per prevenire i danni da virosi da sono
quelli di utilizzare varietà resi-
D
ai primi di marzo sono stati
segnalati attacchi, anche
molto intesi, a carico di varietà di
triticale, in Sardegna, Sicilia , Puglia e anche nelle zone litoranee
del Lazio.
Negli ultimi giorni abbiamo verificato i primi attacchi
anche su frumento tenero, duro e triticale in Centro e Nord
Italia. Anche dalla Francia arrivano notizie preoccupanti:
come in Italia il patogeno quest’anno ha una fortissima
virulenza. La malattia, che predilige temperature miti, una
volta ben istallata è difficile da controllare.
La presenza incostante negli anni ha reso più difficile la
selezione di varietà resistenti, inoltre il patogeno è in continua evoluzione, va tenuto presente che si adatta e muta
rapidamente, quindi cultivar che in passato erano resistenti
possono comunque essere attaccate e viceversa. In generale è necessario intervenire tempestivamente, alla comparsa
delle prime pustole, con principi attivi specifici. Miscele che
mostrano una buona efficacia anche in termini curativi sono
quelle a base di: Tebuconazolo + Azoxystrobin e Tebuconazolo + Pyraclostrobin.
In generale visto che di stanno verificando forti anche
attacchi di ruggine bruna, e che ben poche varietà combinano la doppia resistenza alle due ruggini, il suggerimento è
quello di mantenere le colture costantemente “coperte” dai
fungicidi. Tenendo presente che l’efficacia della maggior
parte dei principi attivi di esaurisce dopo circa 25 gg dall’applicazione. Il suggerimento, laddove i disciplinari lo permettano, è di programmare in totale 2 intervento nel CentroSud e 3 nel Nord Italia o comunque dove lo stadio delle
culture non è ancora troppo avanzato. Teniamo anche presente che l’anticipo generalizzato delle spigature allungherà
il periodo di fioritura e granigione esponendo le spighe ad
una maggiore possibilità d’infezioni da Fusarium.
TAB. 3 - PRINCIPALI VIROSI VEICOLATE DA AFIDI
MALATTIA
Nanismo giallo
dell'orzo
SPECIE COLPITE
Barley yellow dwarf virus BYDV-PAV/MAV/PAS diversi agenti virali
Barley yellow dwarf virus BYDV-RMV/SGV/GPV diversi agenti virali
Sintomi: quando
dipende dall'infezione
che può avvenire alla
semina o in primavera
Sintomi: quali
Sintomi: localizzazione
ingiallimenti dall'apice verso la lamina,
arrossamenti, nanismo e inibizione
della levata; assenza di spiga/spiga
sterile
macchie, seguono
l'andamento e la
diffusione del vettore
MALATTIA
Nanismo giallo
dei cereali
Sintomi: quando
dipende dall'infezione
che può avvenire alla
semina o in primavera
frumento, orzo, segale,
avena (+mais e riso)
SPECIE COLPITE
Barley yellow dwarf virus
CYDV-RPV/RPS diversi agenti virali
frumento, orzo, segale,
avena (+mais e riso)
Sintomi: quali
Sintomi: localizzazione
ingiallimenti dall'apice verso la lamina,
arrossamenti, nanismo e inibizione della
levata; assenza di spiga/spiga sterile
macchie, seguono
l'andamento e la
diffusione del vettore
LOTTA
Controllo dei
vettori tramite
insetticidi
o con rotazioni
e controllo
degli ospiti
LOTTA
Controllo dei
vettori tramite
insetticidi
o con rotazioni
e controllo
degli ospiti
[ AZIENDE E PRODOTTI ]
64 Terra e Vita
LEGUMINOSE
Forti attacchi
di antracnosi
Attacco di Antracnosi
su favino.
stenti, che per l’orzo sono ampiamente disponibili (Atenon,
Cometa, Pandora). Nel caso dei
frumenti si possono applicare
insetticidi nei primi stadi di ve-
n. 17/2014
29 aprile 2014
I
n tutta Italia sono segnalati diffusi attacchi di antracnosi, (Ascochyta spp) una delle malattie fungine più
dannose per le leguminose da granella. Per ordine di
suscettibilità crescente al patogeno possiamo classificare: Pisello > Favino > Cece.
Ovviamente all’interno delle diverse specie vi sono
ovviamente varietà più o meno tolleranti.
Nel favino si manifesta con ampie necrosi circolari
simili a bruciature da sigaretta. Nel caso di pisello e cece
la malattia si sviluppa nell’intersezione tra il fusto e le
ramificazioni. Essendo di origine crittogamica, la malattia ha ampiamente proliferato in condizioni di elevate
temperature e umidità. Condizione predisponente è sicu- Varietà di cece resistente all’Antracnosi
ramente una rotazione stretta con queste leguminose e sullo sfondo e varietà suscettibile.
l’utilizzo di seme non trattato. Purtroppo solo per il
pisello sono disponibili fungicidi specifici registrati per i trattamenti in vegetazione mentre non c’è quasi nulla per
favino e cece. In altri paesi sono state fatte positive esperienze con applicazioni di Tebuconazolo solo o in miscela
con strobilurine.
getazione, operazione non
sempre possibile per causa delle condizioni meteo. Il metodo
più sicuro per prevenire il problema delle virosi veicolate da
afidi è l’utilizzo di seme conciato con un insetticida sistemico,
una novità per i cereali a paglia,
che garantisce la copertura fin
dall’emergenza senza dover re-
alizzare interventi in campo.
Inoltre questo principio attivo
permette di controllare molti altri insetti terricoli come Elateri
di, Zabro e Mosca Gialla.
n. 17/2014
29 aprile 2014
[ AZIENDE E PRODOTTI ]
Terra e Vita 65
ORTOFRUTTA I risultati di una prova di due anni a Imola (Bo) in coltura semiforzata
“Biostimolazione” del melone
più produzione minore stress
DI P.P. PASOTTI*, M. PELLICONI*, V. VOLPICELLI** Valorizzazione
qualitativa
L
Nel corso del biennio 2012a concimazione fogliare
2013, per approfondire gli
è una tecnica di fertilizaspetti legati a questa tecnica
zazione che prevede la
nutrizionale, Astra Innovaziofornitura di nutrienti e sali mine e Sviluppo di Faenza ha conerali alle colture attraverso la
ordinato la realizzazione di 2
cuticola di foglie, steli e di alprove sperimentali su melone
tre parti verdi della pianta. Gli
in semiforzatura; l’attività,
apporti fogliari, oltre ad intecondotta presso il centro
grare le tradizionali somminiaziendale dell’Unità Operatistrazioni al terreno, fornendo
va “Mario Neri” di Imola, ha
elementi di pronta disponibipotuto verificare le caratterilità, e/o risolvere carenze da
stiche di nuovi
microelementi
prodotti fogliari
(rame, mangaIN COLLABORAZIONE CON
forniti dalla ditnese, ferro, boCIFO
ta Cifo di San
ro, ecc.), sono
Giorgio di Piaparticolarmenno, in provincia di Bologna.
te indicati per l’applicazione
Per le prove è stato utilizzadi biostimolanti, prodotti ad
to l’ibrido Expo, melone retato
azione specifica in grado di
con meridiani, caratterizzato
incrementare lo sviluppo e la
da frutti ovali, di colore giallo
produzione delle piante, con
a maturazione.
meccanismi diversi rispetto ai
fertilizzanti, in quanto non
Piante di melone in fase
imputabili agli elementi nutritivi.
di sviluppo vegetativo (foto Cifo).
LA PROVA
I biostimolanti, inoltre, favoriscono la pianta nel superamento degli stress ambientali
e fisiologici, e aumentano le
potenzialità produttive (Nardi
S., Pizzeghello D., Tosoni M.,
2005). In alcuni casi sono state
dimostrate azioni ormono-simili (hormon-like), che permettono di esplicare un’azione favorevole a basse o bassissime
concentrazioni (Ciavatta C.,
2005).
e nutraceutica
con l ap plicazione
di metodologie
nutrizionali
equilibrate
e sostenibili
Per la concimazione sono
stati impiegati i seguenti prodotti:
- Actisel, concime in polvere solubile, biologico,ad alto
contenuto di magnesio, zolfo,
manganese, zinco, ed antiossidanti naturali, ben assimilabile dai tessuti vegetali;
- Selfort, concime liquido a
elevato tenore in fosforo, potassio e microelementi; contiene selenio in forma organicata.
Di questi due prodotti è stata
valutata la capacità di incrementare le rese, il livello qualitativo e nutraceutico, con particolare riferimento al contenuto di selenio nei frutti;
- Sinergon 3000, biostimolante ammesso ai sensi dlgs
75/2010, utilizzabile sia per
via fogliare che per fertirrigazione, in grado di migliorare
l’assorbimento e la traslocazione dei nutritivi, rendere le
piante più resistenti a stress
ambientali (con particolare ri-
Frutti dell ibrido Expo
(foto Astra).
ferimento ad escursioni termiche, alte temperature estive ed
elevata traspirazione) mantenendo elevati standard qualiquantitativi nella produzione
finale.
IMPOSTAZIONE IN CAMPO
I campi sono stati così impostati:
- Tesi Cifo 1: Actisel 2,5 kg/
ha (fogliare) - 3 applicazioni a
partire dallo stadio di prime
foglie vere, con trattamenti ripetuti ogni 10-12 gg.; Selfort 5
l/ha (fogliare) - 3 applicazioni
a partire dalla fase fenologica
della comparsa dei primi frutti
con trattamenti ripetuti ogni
10-15 giorni circa;
- Tesi Cifo 2: stessi prodotti e
metodologia adottata per la
tesi Cifo 1 aggiungendo, per
ciascun trattamento, 500 g/ha
di Sinergon 3000 (in totale 6 applicazioni con l’aggiunta del
biostimolante);
- Tesi aziendale: senza ap-
[ AZIENDE E PRODOTTI ]
66 Terra e Vita
240
TESI
VIGORIA VEGETATIVA
(*)
STATO SANITARIO
(**)
% 1A SETT.
DI RACCOLTA
SUL TOTALE
AZIENDALE
7,5
6,5
62,1
CIFO 1
7,5
7,5
44,3
CIFO 2
7,5
8
29,4
215
Medie
7,5
7,5
45,3
210
A livello vegetativo non sono
state rilevate differenze sostanziali tra le diverse tesi in
osservazione, con vigoria tendenzialmente elevata su tutte
le parcelle. Indicazioni interessanti sono emerse invece a
livello fitosanitario.
Nel corso del 2012, a partire
dalla fase di inizio raccolta, è
stata rilevata la comparsa di
macchie necrotiche sulle foglie che, confluendo tra loro,
hanno portato a disseccamenti
più o meno estesi penalizzan-
238,2
234,0
235
q.li/ha
230
225
217,9
220
205
Legenda
*Vigoria vegetativa : 1= scarsa; 10 = molto elevata;
**Stato sanitario : 1 = mediocre; 10 = ottimale
VEGETAZIONE E SALUTE
29 aprile 2014
FIG. 1 - PRODUZIONE COMMERCIALE
TAB. 1 - RILIEVI VEGETATIVI ANNO 2012
porti di fertilizzanti per via fogliare.
Tutte le tesi hanno ricevuto
le stesse unità di N (105 kg/
anno), P (92 kg/anno) e K (100
kg/anno), apportate mediante concimazione di fondo prima dei trapianti. Per i trattamenti fitosanitari sono state
seguite le direttive previste
dal Disciplinare di produzione integrata Regione EmiliaRomagna.
Gli schemi sono stati impostati adottando un modello
sperimentale a blocchi randomizzati con 4 ripetizioni. Ogni
parcella era composta di 10
piante e presentava una superficie complessiva di 20 m2; i
sesti di impianto prevedevano
file a cm 200 e, sulla fila, piante
a cm 100, per una densità di
5.000 pp/ha.
n. 17/2014
AZIENDALE
CIFO1
[ Valori medi biennio 2012-2013
CIFO2
TAB. 2 - RILIEVI PRODUTTIVI
TESI
PRODOTTO COMMERCIALE PRODOTTO PICCOLO PRODOTTO TOTALE PESO MEDIO
(Q/HA)
(Q/HA)
(Q/HA)
(KG)
PRODOTTO
PIANTA (KG)
AZIENDALE
217,9
9
226,9
1,45
4,35
CIFO 1
234
7,5
241,5
1,6
4,65
CIFO 2
238,2
6,5
244,7
1,53
4,7
Media
230
7,7
237,7
1,53
4,57
Valori medi biennio 2012-2013
do, nei casi più gravi, l’attività
fotosintetica delle piante.
Tale sintomatologia, determinata dalle ripetute ondate
di caldo torrido che hanno investito la nostra penisola nell’estate 2012, è stata particolarmente evidente e diffusa
sulle foglie della tesi aziendale,
e in maniera molto più limitata e sporadica in quelle della
tesi Cifo 1.
I prolungati periodi di
stress termico hanno, inoltre,
indotto nelle suddette tesi a
una maggiore concentrazione
di frutti maturi, con quantitativi di prodotto staccato nella
prima settimana di raccolta
variabili rispettivamente tra il
62,1 e il 44,3 %.
La tesi Cifo 2, con l’aggiunta del biostimolante Sinergon
3000, non ha presentato problematiche sanitarie, mettendo in evidenza piante vegeta-
tivamente più efficienti e una
maggiore scalarità di maturazione, con il 29,4% di prodotto
ottenuto nella prima settimana di raccolta (tab. 1) L’evidente azione positiva del prodotto, nel caso specifico, si attribuisce alla presenza di
amminoacidi naturali quali la
prolina e idrossiprolina che,
accumulandosi nel citoplasma
cellulare, contrastano i radicali liberi che si formano a seguito di stress idrici e osmotici
da elevate temperature ambientali.
LA PRODUZIONE
Impianto di melone in semiforzatura (foto Cifo).
Nonostante le rese produttive
nel complesso non elevatissime, a causa dei trapianti eseguiti in epoca tardiva, il bilancio del biennio ha confermato
un andamento piuttosto uniforme dei risultati, con una linea di tendenza che ha privilegiato la tesi Cifo 2 confermatasi la più produttiva in
entrambe le annate di prova.
[ AZIENDE E PRODOTTI ]
n. 17/2014
29 aprile 2014
LA QUALITÀ
Sia il parametro dolcezza (Residuo Secco Rifrattometrico) che
la consistenza della polpa (durezza) è stato superiore in entrambe le tesi Cifo rispetto al
testimone aziendale. Considerando i valori medi del biennio di sperimentazione, si è
passati dai 11,4°Bx della tesi
aziendale ai 12,3°Bx della tesi
Cifo 2 e ai 12,6°Bx della tesi Cifo
1, con un incremento medio
intorno al 10%.
Ancora più alto e significativo è stato nelle tesi Cifo l’incremento del parametro durezza: in media + 12% rispetto
al testimone aziendale (tab. 3 e
fig. 2).
In merito al colore della
polpa e alle caratteristiche
morfologiche dei frutti non si
sono osservate differenze significative in funzione delle
TAB. 3 - CARATTERISTICHE DELLA POLPA
TESI
RESIDUO SECCO (° BRIX)
DUREZZA (KG/0,5 CMQ)
AZIENDALE
11,4
2,1
CIFO 1
12,6
2,3
CIFO 2
12,3
2,4
Media
12,1
2,3
Valori medi biennio 2012-2013
TAB. 4 - CONTENUTO DI SELENIO NELLA POLPA
TESI
TENORE IN SELENIO (UG/KG)
*SIGNIFICATIVITÀ
AZIENDALE
3,2
b
CIFO 1
3,9
ab
CIFO 2
4,4
a
Duncan test (p = 0,05)
Valori medi biennio 2012-2013
diverse modalità di concimazione.Tra i principali obiettivi
della sperimentazione, vi era
la valutazione di efficacia dei
formulati Cifo nel migliorare
il valore nutraceutico della produzione finale, con particolare
riferimento al contenuto di selenio anti-ossidante nei frutti.
Le analisi post-raccolta,
eseguite presso Artest Laboratorio e Servizi di Modena hanno confermato la diversa influenza dei fertilizzanti impiegati sulla concentrazione di
selenio nella polpa.
Entrando nel dettaglio si
può chiaramente notare come
in entrambe le tesi Cifo il contenuto di selenio nella polpa
dei frutti sia aumentato rispetto al testimone aziendale. In
tutti e due gli anni di sperimentazione, la tesi Cifo 2 ha
confermato una superiorità
sulle altre tesi in prova: in media il contenuto di selenio è
incrementato + 12,8% rispetto
alla Cifo 1 e un + 37,5% nei
confronti della tesi “aziendale”
(tab. 4).
UN BIENNIO DI ATTIVITÀ
Nella comparazione produttiva relativa al biennio 20122013 si delinea una chiara li-
FIG. 2 - RESIDUO SECCO RIFRATTOMETRICO
Grado Brix
La produzione commerciale media, nella tesi Cifo 2, si è
attestata su livelli di poco inferiori ai 240 q.li/ha, con un leggero incremento di circa il 2%
nei confronti della tesi Cifo 1
(234 q/ha) e di oltre il 9% rispetto alla tesi aziendale (218
q/ha) (tab. 2 e fig. 1).
Da rilevare l’impatto significativo che ha avuto, nell’anno 2012, la produzione di frutti con taglia inferiore a quella
commerciale (indicata in tabella come prodotto piccolo),
causata dalle condizioni di
forte stress ambientale di cui
sopra. Anche in questo caso si
registra l’azione positiva esercitata dai prodotti fogliari Cifo, in particolare nella tesi Cifo
2 la riduzione di frutti piccoli è
stata del 13% rispetto alla tesi
Cifo 1 e di quasi il 28% rispetto
al testimone aziendale.
La pezzatura dei frutti, simile per tutte le tesi in osservazione, si è mantenuta tra i
1.400 e i 1.600 grammi per
bacca.
12,8
12,6
12,4
12,2
12
11,8
11,6
11,4
11,2
11
10,8
12,6
12,3
11,4
AZIENDALE
[ Valori medi biennio 2012-2013
CIFO1
CIFO2
Terra e Vita 67
nea di tendenza con le tesi Cifo che si confermano le più
fertili rispetto al testimone
aziendale.
Tra le due tesi Cifo in prova, quella in cui è stato aggiunto il biostimolante Sinergon 3000 ha registrato le migliori performance in termini
di resa commerciale, mentre
non vi sono state differenze significative con riferimento ai
parametri qualitativi, pur
confermandosi la superiorità
rispetto alla tesi aziendale. È
stato in particolare durante il
ciclo colturale del 2012, caratterizzato da un andamento
climatico che ha fortemente
condizionato il risultato vegetativo ed agronomico dell’impianto, che è emersa chiaramente l’azione positiva antistress e fitostimolante del Sinergon 3000.
TENORE IN SELENIO
Indicazioni ancor più interessanti sono emerse dall’analisi
sul tenore di selenio nella polpa. I frutti trattati per via fogliare con i formulati Cifo evidenziano una concentrazione
superiore di selenio rispetto
alla tesi aziendale, con incrementi significativi in particolare nella tesi dove è stato utilizzato il biostimolante.
Le componenti organiche
di quest’ultimo hanno, presumibilmente, migliorato l’assorbimento fogliare del selenio, contenuto negli altri formulati.
Buone prospettive, pertanto, emergono nell’ambito della valorizzazione qualitativa e
nutraceutica del melone, mediante l’applicazione di specifiche metodologie nutrizionali
equilibrate e sostenibili.
*Astra Innovazione e SvilupU.O. M. Neri Imola
**Cifo San Giorgio di Piano
(Bo)
po
68
Terra e Vita
[ INFORMAZIONI DALLE IMPRESE ]
n. 17/2014
29 aprile 2014
ORTOFRUTTA L’accordo mira a rispondere ai requisiti della gdo in materia di sostenibilità
Partnership Syngenta-Univeg
I
l leader dell’agribusiness
Syngenta e Univeg Trade
Italia, società specializzata
nella commercializzazione di
prodotti ortofrutticoli, siglano
il secondo accordo triennale
per promuovere la produzione
ortofrutticola sostenibile.
La partnership mira ad aiutare gli agricoltori a rispondere
ai requisiti della grande distribuzione in materia di sostenibilità.
Nello specifico l’accordo
prevede da parte di Syngenta
l’erogazione di corsi di formazione sul corretto uso degli
agrofarmaci, l’implementazione di programmi di Integrated
Pest Management (Ipm), che
combinano l’utilizzo di agrofarmaci con mezzi di lotta biologica, nonché l’accesso ai programmi di Agricoltura responsabileTM quali Heliosec®, per la
gestione delle acque di risulta
dei trattamenti fitoiatrici, e
Operation Pollinator®, che mira ad aumentare il numero degli insetti impollinatori ricreando il loro habitat naturale
nelle aree poco produttive delle aziende agricole come i bordi
campo. Univeg da parte sua si
è impegnata a rifornire le catene distributive con i prodotti
provenienti dalle aziende agricole coinvolte nel progetto e a
verificare il rispetto dei requisiti di sostenibilità, anche grazie
al supporto della Wba, World
Biodiversity Association, organizzazione scientifica senza
scopo di lucro che ha creato
“Biodiversity Friend”, innovativo metodo per il monitoraggio
della biodiversità.
In questi primi tre anni, Syngenta e Univeg hanno operato
Vigneto di uva da tavola.
concentrandosi su circa
200 ettari di uva da tavola tra le province di Bari e
Taranto. In queste aree,
l’adozione nelle aziende agricole della linea di difesa integrata Ipm Plus e del programma per la corretta gestione delle acque Heliosec® ha permesso
di limitare sensibilmente i rischi di contaminazione puntiforme delle risorse idriche.
Inoltre, l’introduzione di Operation Pollinator®, la semina di
oltre 60 ettari di sovescio e la
piantumazione di oltre 2mila
metri di siepi hanno portato a
un sensibile aumento della biodiversità nell’area. La collaborazione, nata nel 2010 tra le filiali italiane delle due società è
stata estesa anche a livello internazionale a partire dal 2012.
Il nuovo accordo prevede
un potenziamento dei corsi di
formazione, e l’implementazione oltre a quelli già esistenti,
di nuovi progetti sulla qualità
della distribuzione (Application
Technology), l’ottimizzazione
del numero dei trattamenti e
dell’irrigazione grazie a un’accorta gestione tecnica e a servizi previsionali, nonché la ricer-
ca e lo sviluppo di strumenti
per l’incremento della bioversità, quale l’adozione di rifugi
per gli ausiliari (Hotel degli insetti) e per i chirotteri. Oltre all’uva da tavola verranno interessate altre filiere importanti
ortofrutticole a partire dal pomodoro da mensa.
«Il lavoro svolto ha permesso di garantire la perfetta rispondenza dei requisiti di sanità e sicurezza richiesta dai principali operatori della grande
distribuzione europea, valorizzando allo stesso tempo uno
dei prodotti italiani di eccellenza esportato in tutto il mondo,
come l’uva da tavola» ha dichiarato Roldano Calzolari,
Amministratore di Univeg Trade Italia.
«Progetti di questo tipo dimostrano come sia sempre più
importante per le aziende agricole promuovere i concetti di
agricoltura sostenibile attraverso
azioni concrete svolte quotidianamente in campo, e come
sia possibile coniugare il ri-
spetto per l’ambiente e la sicurezza con le richieste del mercato moderno, con tutto vantaggio per gli agricoltori e per il
territorio ove essi operano» ha
aggiunto Mauro Coatti, responsabile colture vite e frutta di Syngenta Italia.
Entrambe le aziende sono impegnate da anni a sostenere pratiche produttive
sostenibili.
Dal 2008 Univeg Trade
Italia promuove sistemi di
produzione non degenerativi, economicamente applicabili e socialmente accettabili attraverso il progetto Filiera
Univeg. Esso opera sull’intero
sistema di produzione tramite
l’individuazione di pratiche
basate sul mantenimento della
fertilità dei suoli, sull’incentivazione della biodiversità, sulla razionalizzazione degli
input di fertilizzanti e agrofarmaci, sulla gestione di acqua ed
energia, sul monitoraggio delle
emissioni e sulle pratiche di responsabilità sociale e sicurezza
del lavoro.
Nel 2013 Syngenta ha lanciato “The Good Growth Plan Gli impegni concreti per il futuro
dell agricoltura” un ambizioso
piano per affrontare la sfida
globale della sicurezza alimentare con dei progetti concreti
volti a potenziare l’efficienza
delle risorse naturali, rinvigorire gli ecosistemi e rafforzare le
comunità rurali. La partnership con Univeg è uno dei 7
progetti italiani di The Good
Growth Plan.
Per informazioni:
www.syngenta.it
n. 17/2014
29 aprile 2014
[ INFORMAZIONI DALLE IMPRESE ]
Terra e Vita
69
FERTILIZZANTI Con un sacco di Epso Top® di K+S Italia il problema può essere risolto
Carenze, attenzione al magnesio
I
n molte regioni i primi mesi
del 2014 sono stati caratterizzati da piogge estese e intense. Le precipitazioni in diverse regioni hanno causato il dilavamento del magnesio nei suoli
sabbiosi e il conseguente manifestarsi, a “macchia di leopardo”, dei sintomi di carenza.
Nel terreno. Il Mg può risultare indisponibile per la pianta
anche quando presente nel terreno: 1) Il Mg disponibile nel
terreno è solo il 2% di quello
totale; 2) Viene facilmente lisciviato, allontanato dalle radici
con l’acqua piovana o d’irrigazione verso gli strati più profondi. Le perdite annuali per lisciviazione aumentano nei terreni
sciolti e con un pH acido (dai
20-40 kg MgO in suoli limosi fino ai 40-80 kg MgO in suoli sabbiosi); 3) In estate, sono sufficienti pochi giorni di stress idrico per compromettere l’assorbimento radicale e penalizzare la produzione.
Nella pianta. Orticole, frutticole e vite hanno un costante
fabbisogno in magnesio (25-40
kg MgO/ha) che raggiunge dei
picchi di assorbimento nelle fasi
d’intensa crescita cellulare. La
carenza di magnesio si manifesta con una clorosi tra le nervature delle foglie, a partire da
quelle più vecchie, inibendo lo
sviluppo radicale, il trasporto
degli zuccheri dalle foglie alle
radici e determinando una minore efficienza fotosintetica del-
Da sinistra: carenza di magnesio su melo, fagiolo e cocomero (fonte: K+S Kali GmbH)
MECCANIZZAZIONE Nuova versione ottimizzata per i filari stretti
Drop Save Ideal per vigneti slim
I
deal propone “Drop Save”,
un irroratore con recupero
di prodotto, che dispone di
4 pannelli che si posizionano a
destra e a sinistra del filare, consentendo un’azione su due filari
alla volta. La nuova versione
1.000 l di questa innovativa macchina ha una larghezza di lavoro
ora abbassata a 2 m rendendo
disponibile questa tecnologia
per i vigneti a filare stretto. Una
delle caratteristiche che hanno
distinto con successo Drop Save
L irroratriceDrop Save
da 1.000 litri della ideal.
da analoghe tecnologie operative è che, su ciascun pannello, è
installata sia una serie di ugelli
per la distribuzione del fitofarmaco, sia un potente getto d’aria
che contribuisce a migliorare il
le foglie danneggiate.
Raccomandazioni. Per prevenire la carenza di magnesio si
raccomanda l’impiego al terreno di 100-300 kg/ha ESTA® Kieserit (25% MgO, 50% SO3) in autunno-fine inverno e 15-25 kg/
ha di EpsoTop® in 2-3 interventi
fogliari a partire dalla ripresa
vegetativa (0,5-2 kg/100 l).
Esta® Kieserit è un solfato di magnesio granulare (25% MgO,
50% SO3). EPSO Top® è un concime idrosolubile a base di Mg e
S (16% MgO, 32% SO3) ad effetto
immediato, completamente solubile in acqua, non lascia vi alcun residuo. Miscelabile con la
maggior parte dei fitofarmaci,
regolatori di crescita e diserbanti. Entrambi consentiti in agri
coltura biologica.
Per informazioni:
K+S Italia Srl. Tel. 045-597977,
e-mail: [email protected]
direzionamento verso la vegetazione. Altro particolare che ha
reso Drop Save una macchina innovativa e interessante è che il
sistema frangiflutti fa circolare
l’aria dietro alla griglia di recupero creando un vortice che aumenta l’efficacia di copertura
della macchina senza pregiudicare le potenzialità di recupero.
Per facilitare gli operatori, è disponibile un software per la regolazione automatica della larghezza dei pannelli, automatizzato da un sistema brevettato di
sensori di prossimità ad effetto
elettromagnetico Hall.
Un sistema elettronico sincronizza l’erogazione alla velocità di avanzamento.
Per informazioni:
www.idealitalia.it.
70
Terra e Vita
[ INFORMAZIONI DALLE IMPRESE ]
n. 17/2014
29 aprile 2014
SEMENTI ORTICOLE Il 18% del fatturato, che ammonta a 247 milioni di euro, è investito nella ricerca
65 candeline per Clause Italia
I
l nome Clause non dirà
molto a una parte dei nostri
lettori, ma sicuramente accende una lampadina nella testa
di chi si occupa di orticole. Il
marchio, che fa parte della galassia Limagrain, è infatti il secondo produttore di sementi
per orto del mercato italiano. Ed
è, soprattutto, leader incontrastato nella ricerca, con 18 genetisti attualmente al lavoro su tredici specie diverse, tutte specifiche per il mercato nazionale.
Il 2014 è un anno importante
per la filiale italiana di questo
gruppo particolarmente votato
alla selezione: ricorrono infatti i
65 anni dalla fondazione della
medesima. Era il 1949 quando
Paul Cordeau apriva a Bologna
la sezione italiana della Clause
Sa, nata 60 anni prima in Francia. Da allora, fanno notare gli
attuali vertici della società,
Clause ha portato innovazione
nell’orticoltura italica, introducendo dapprima concetti come
il seme calibrato e contribuendo
poi a trasformare prodotti di
nicchia in ortaggi di largo consumo. «Se oggi il finocchio ha
assunto queste dimensioni, se il
pomodoro ciliegino è esportato
in tutto il mondo e se il cavolfiore romanesco non è più, per
l’appunto, un fenomeno esclusivamente laziale, il merito è sostanzialmente dei nostri ricercatori», ha spiegato il direttore Basile de Bary accogliendo la
stampa nella sede di Venaria Reale, alle porte di Torino.
MEZZO SECOLO DI SUCCESSI
Difficile ricordare tutti i successi
di questo marchio, che da oltre
mezzo secolo lega il suo nome
all’orticoltura di casa nostra, fi-
zione di seme e al decimo l’ibrido arriva sul mercato. Non è
possibile andare più veloci. La
trasformazione del mercato del
finocchio – continua il direttore
di Clause – ha richiesto, dal lancio di Carmo, nel 1983, quasi 30
anni per arrivare a Donatello e
Caravaggio, le varietà che hanno portato l’omogeneità degli
ibridi su tutti i segmenti stagionali».
Al centro, il direttore Basile de Bary con alcuni manager
di Clause Italia in occasione della celebrazione dei 65 anni.
no a fare della filiale italiana la
prima del gruppo per importanza. «Tra i tanti successi – ha
aggiunto de Bary – ricordiamo,
nel 1975, l’ibrido di carota Nandor F1. Dodici anni dopo abbiamo il primo melone resistente al
fusarium, il Calipso F1 e nel
1990 melody, che apre il segmento del pomodoro a grappolo». Passano tre anni ed ecco altri due risultati di primo piano:
il melone super-retato Baggio,
che porterà alla conquista del
mercato del melone a fetta, e soprattutto la valeriana Trophy.
«Prima di questo ibrido, la valeriana aveva seme grosso. L’introduzione di Trophy, con seme
piccolo alla francese, ha permesso lo sfruttamento di questo
prodotto per la quarta gamma,
contribuendo a creare il distretto bergamasco».
Qualcosa di simile accade
per il cavolfiore. Prima Navona
stravolge il settore del cavolfiore romanesco e poi, nel 2001, Rafale apre le porte del mercato
estero. «A differenza degli ibridi
precedenti – spiega il direttore
di Clause Italia – Rafale è ecce-
zionalmente sodo e compatto e
per queste caratteristiche rende
possibile la copertura con pellicola e la conseguente esportazione».
L’ultimo vero successo è del
2006: Genio, il pomodoro ciliegino resistente alla spaccatura,
permette la diffusione su larghissima scala di questo prodotto. «Questi successi non sono casuali, ma frutto di precise strategie e hanno permesso ai
produttori italiani di diventare
più competitivi o di attrezzarsi
per nuovi mercati. Per esempio,
con Genio gli orticoltori siciliani
hanno potuto riprendere le
esportazioni senza paura di
contestazioni per prodotto spaccato», fa notare de Bary.
TEMPI LUNGHI
Tutto questo non avviene dall’oggi al domani. «La selezione
genetica richiede tempi molto
lunghi. Anche con le moderne
tecnologie, ci vuole circa un decennio per creare una nuova varietà. Dopo i primi incroci, al
quarto anno si ha la varietà formata, dopo sette inizia la produ-
LA RICERCA
Per ottenere risultati, naturalmente, occorre investire. «Il 18%
del nostro fatturato, che ammonta a 247 milioni di euro, è
investito nella ricerca. Siamo
presenti in tutte le aree più importanti del paese, perché la conoscenza del territorio è fondamentale. Abbiamo 18 genetisti,
nel mondo, che lavorano su 13
specie per il mercato italiano;
quest’ultimo vale, per quanto riguarda i prodotti da noi seguiti,
circa 130 milioni di euro. Ogni
anno proviamo circa 150 nuove
varietà; potremmo ridurre questo numero, ma crediamo nel
valore della diversificazione».
A guidare l’azione di Clause,
conclude de Bary, sono i valori
fondanti dell’azienda: «Collaborazione, spirito di squadra,
responsabilità e trasparenza sono i principi che guidano il nostro lavoro quotidiano. Collaboriamo, quando possibile, con il
settore pubblico, finanziando la
loro ricerca. Lo abbiamo fatto,
per esempio, per il cavolfiore romanesco, portando questo prodotto a essere raccolto su un periodo di dieci mesi. Responsabilità e trasparenza, infine, sono
sempre alla base delle nostre
azioni».
Ottavio Repetti
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29 aprile 2014
[ TENDENZE E MERCATI ]
Terra e Vita
73
Periscopio
Vini Dop e Igp, nel 2013
produzione certificata +3,3%
N
el 2012 le superfici in
produzione investite a
vini Dop e Igp sono risultate pari a oltre 338mila ettari, ovvero quasi il 76% del totale
delle superfici vitate italiane, secondo l’analisi Ismea sul settore
(l’analisi si basa su dati provenienti dagli Organismi di Controllo e forniti dagli stessi all’Icqrf; i dati riguardano le “superfici
rivendicate”
e
la
“produzione di uva” del 2012 e
la successiva produzione di vino - potenziale, certificata e imbottigliata - del 2013).
La “produzione potenziale”
(calcolata applicando il coefficiente di resa in vinificazione da
disciplinare alla produzione denunciata di uva) è ammontata
nel 2013 a 28,4 milioni di ettolitri, con 15 milioni di vino Dop (il
53%) e 13,4 milioni di vino Igp
(47%), pari al 71% dell’intera
produzione di vino italiana.
A confronto con l’anno precedente, i vini Dop e Igp mostrano una flessione di oltre il 7%
nelle superfici investite e del
4,5% nella produzione potenziale. Il ridimensionamento produttivo riguarda soprattutto i
vini Igp, mentre per i vini Dop la
riduzione è più contenuta. Inoltre, per questi ultimi, la produzione certificata nel 2013 risulta
in aumento (+3,3%) - per un ammontare complessivo di 12,5
milioni di ettolitri (11,5 milioni
l’imbottigliata, +0,8%) – a dimostrazione del fatto che una quota sempre maggiore della produzione potenziale Dop viene
certificata, ossia valorizzata
commercialmente.
Al di là delle variazioni rilevate nel 2013, i volumi produttivi, sia per le Dop che per le Igp,
sono ancora molto concentrati
su poche denominazioni. Le prime dieci Dop rappresentano
quasi il 46% della produzione
potenziale e il 42% della produzione certificata. In termini di
regioni, Veneto, Piemonte, Toscana, Emilia-Romagna, Abruzzo e Trentino Alto Adige coprono il 60-62% della produzione
potenziale e certificata del 2013.
Ugualmente, tra le Igp, le prime
dieci denominazioni rappresentano il 75% della produzione potenziale; Veneto, Emilia-Romagna, Sicilia, Puglia e Toscana coprono circa l’80% della stessa.
A contribuire all’incremento
della produzione certificata di
vino Dop nel 2013 sono stati soprattutto i cospicui aumenti del
Prosecco e del Montepulciano
d’Abruzzo, mentre più contenuti sono risultati gli incrementi
per l’Asti e il Conegliano Valdobbiadene Prosecco. Cala invece la produzione certificata di
Chianti e della Dop Trentino.
BAG-IN-BOX
Per quanto riguarda il vino Dop
confezionato in bag-in-box, i dati
disponibili evidenziano nel
2013 un ammontare di poco superiore ai 57mila ettolitri che
rappresenta lo 0,5% del vino imbottigliato complessivamente a
Dop. Le denominazioni che
spiccano in questo tipo di graduatoria sono le Dop Soave e
Piemonte che da sole presentano un peso sul totale in bag-inbox pari a quasi il 75%. Per quanto riguarda il vino Igp in bag-inbox, si registra un quantitativo
di poco superiore ai 210mila ettolitri (quasi 5,7 milioni di confezioni), un ammontare quindi
ben superiore a quello che si rilevava per i vini Dop. Anche
l’incidenza sul totale imbottigliato è superiore a quella delle
Dop (in media al 2,5% lo scorso
anno). Le denominazioni che
primeggiano sono le Igp Terre
Siciliane, Toscana e Venezia
Giulia, che da sole presentano
un peso sul totale in bag-in-box
pari a oltre il 61%.
Al primo trimestre del 2014,
le denominazioni e le indicazioni geografiche dei vini sono soltanto lievemente aumentate rispetto allo scorso anno, giungendo a quota 523, ma soltanto a
causa di uno scorporo di Dop
già esistenti (a seguito di osservazioni della Commissione Ue
che ha valutato i 521 disciplinari
trasmessi a fine 2011).
Le denominazioni più numerose sono ancora le Doc
[ TENDENZE E MERCATI ]
74 Terra e Vita
(332), che costituiscono quasi i
2/3 del totale, seguite dalle Igt
(118, pari a circa il 23%); il rimanente 14% è costituito da Docg
(73 denominazioni). Pertanto si
hanno attualmente in Italia 405
vini Dop e 118 Igp.
La regione con il maggior
numero di vini Dop e Igp è il
Piemonte (58), a cui si è affiancata ora la Toscana. Segue il Veneto con 52, la Lombardia con 42 e,
con quasi 40, la Puglia e il Lazio.
Oltre il 41% del totale è concentrato nel Nord Italia, seguono il
Centro e il Sud con un peso simile (21-25%) e le Isole (12%).
VALORE DELLE PRODUZIONI
Secondo le stime Ismea, nel
2013, il valore all’origine del vino complessivamente prodotto
in Italia è stato di 3,9 miliardi di
euro, di cui 2,7 rappresentati dai
vini Dop e Igp: 1,9 miliardi di
euro il valore dei vini Dop; 812
milioni quello dei vini Igp.
I PREZZI ALL’ORIGINE
Il 2013, sulla scorta di quanto già
accaduto nel 2012 e prima ancora nel 2011, si è chiuso con un
aumento medio annuo dei listini. Infatti, nonostante le flessioni iniziate in primavera e continuate in maniera più decisa a
fine anno e nei primi mesi del
2014, il dato complessivo del
2013 risente dei livelli record
raggiunti dai listini nei mesi di
gennaio e febbraio.
Il settore vino nel suo complesso nel 2013 ha fatto segnare
un +15% su base annua, ottenuto da un +17% dei vini comuni e
Igt e da un +11% dei vini a denominazione. Da segnalare che tali
aumenti si sono sommati a quelli di un 2012 caratterizzato già
da un rialzo complessivo dei listini molto importante, del 33%,
nell’ambito del quale si è stagliato il +40% dei vini comuni e
Igp e il +14% dei vini Dop. A
ritroso, anche il 2011 si era chiuso con un generalizzato +20%.
LA DOMANDA INTERNA
I dati sugli acquisti presso la distribuzione moderna (iper e supermercati, superettes, libero
servizio) confermano la dinamica flessiva dei consumi di vino e
spumanti nel 2013. Infatti, i vo-
n. 17/2014
29 aprile 2014
lumi acquistati di vino e spumanti sono scesi del 5% rispetto
allo stesso periodo dell’anno
prima, a fronte di un aumento
della relativa spesa (+4%).
I forti aumenti dei listini all’origine sembrano essere stati
trasferiti sui prezzi al consumo
in modo abbastanza importante
anche se non completamente. A
fare le maggiori spese del calo
della domanda sono stati i vini
Igp, anche se questo è il segmento che, insieme ai vini comuni,
ha visto crescere in misura maggiore il valore unitario.
La lieve flessione per i vini
Dop è maturata interamente nel
segmento dei vini rossi, mentre i
volumi acquistati dei bianchi
sono cresciuti del 2%.
Questa è peraltro l’unica eccezione positiva in un panorama di flessioni più o meno importanti.
I vini comuni, di contro, hanno subito una pesante riduzione
degli acquisti in volume a fronte
di un +17% dei prezzi medi di
vendita al consumatore. Anno
molto positivo sul fronte dei volumi anche per gli spumanti.
LA DOMANDA ESTERA
In tema di commercio con l’estero il 2013 si è chiuso secondo le
aspettative.
I volumi consegnati oltre i
confini nazionali sono scesi del
4%, pur restando in termini assoluti sopra i 20 milioni di ettolitri.
Questo conferma la tendenza, evidente già da tempo, e cioè
la sempre maggior dipendenza
del settore vino dalla domanda
estera che ormai assorbe quasi
la metà della produzione nazionale.
La nota assolutamente positiva si registra sul fronte dei valori.
Anche in questo caso le stime
sono state confermate e gli introiti hanno segnato un nuovo
record, superando i 5 miliardi di
euro con un saldo positivo di 4,8
miliardi.
Da sottolineare, in conclusione, che il vino incide per circa il
15% sul totale dell’export agroalimentare italiano in termini di
valore.
Il report in versione integrale è scaricabile su www.ismeaservizi.it
PREZZI DEI PRODOTTI AGRICOLI (DAL 14 AL 22 APRILE)
In collaborazione con ISMEA - Istituto di Servizi per il Mercato Agricolo Alimentare
ANIMALI VIVI UOVA E MIELE
BOVINI DA RISTALLO
AGNELLI DA MACELLO
€/KG
€/KG
KG. 10-12
CAGLIARI
FERRARA
KG. 11-13
MACOMER
4,5/5
3,5/3,6
4,8/4,8
AGNELLONI DA MACELLO
€/KG
NAZIONALI KG 20
FERRARA
3/3,2
ANATRE
€/KG
GENERALE
AREZZO
CUNEO
FORLI'
TREVISO
VERONA
2,3/2,54
2,35/2,54
2,3/2,54
2,34/2,51
2,35/2,54
BALIOTTI INCROCIO
CREMONA
VICENZA
3/4
1,7/2
BALIOTTI PEZ.NERA
CREMONA
MODENA
PADOVA
VICENZA
1/1,4
1,45/2,05
1,5/2,1
0,9/1,3
BALIOTTI PEZ.ROSSA
VICENZA
3/4
BALIOTTI R. CARNE
MODENA
PADOVA
3,635/4,35
3/3,5
BALIOTTI R. VARIE
MONTICHIARI
R. EMILIA
1,3/1,5
2,7/2,825
CHAROLAISE
MODENA
MONTICHIARI
PADOVA
2,79/3,1
2,94/3,04
3,08/3,13
INCROCIO FRANCESE
MONTICHIARI
PADOVA
2,94/3,04
3,1/3,15
PERUGIA
TREVISO
VERONA
1,93/2,07
2,04/2,08
2/2,04
LIMOUSINE
MODENA
MONTICHIARI
3,03/3,42
3,12/3,22
POLACCHI
MODENA
2,28/2,4
TAGLIA PESANTE
AREZZO
FORLI'
TREVISO
1,93/2,07
1,93/2,07
2,14/2,18
CONIGLI
€/KG
€/KG
ALLEVAMENTO INTENSIVO
AREZZO
1,86/1,99
CUNEO
1,89/1,99
FORLI'
1,86/1,99
MACERATA
1,72/1,78
PERUGIA
1,77/1,83
TREVISO
1,75/1,87
VERONA
1,77/1,89
FARAONE
€/KG
TAGLIA LEGGERA
CUNEO
PADOVA
GALLINE
2/2,04
2,1/2,14
TAGLIA MEDIA
AREZZO
CUNEO
PERUGIA
TREVISO
VERONA
0,3/0,32
0,3/0,32
0,33/0,35
0,32/0,34
0,25/0,27
TAGLIA PESANTE
AREZZO
CUNEO
FORLI'
PADOVA
TREVISO
VERONA
0,39/0,43
0,39/0,43
0,39/0,43
0,38/0,4
0,38/0,4
0,39/0,43
MANZE DA MACELLO
€/KG
CHAROLAISE
CARMAGNOLA
MODENA
MONTICHIARI
VICENZA
FRISONA/PEZZ. NERA
CREMONA
MODENA
INCROCIO FRANCESE
CREMONA
MACERATA
MONTICHIARI
VICENZA
LIMOUSINE
CARMAGNOLA
MODENA
MONTICHIARI
VICENZA
PEZZATA ROSSA
MODENA
PIEMONTESE/COSCIA
CUNEO
2,1/2,1
2,57/2,65
2,55/2,65
2,7/2,8
1,03/1,35
1,42/1,57
1,81/2,19
3,3/3,45
2,49/2,59
2,25/2,5
2,45/2,65
2,83/2,98
2,87/2,97
2,9/3,05
2,02/2,17
2,7/3,425
[ TENDENZE E MERCATI ]
n. 17/2014
29 aprile 2014
Terra e Vita 75
PREZZI DEI PRODOTTI AGRICOLI
RAZZE DA CARNE
MILANO
MODENA
RAZZE VARIE
MILANO
3,3/3,475
1,975/2,05
PECORE DA MACELLO
€/KG
KG. 30-50
CAGLIARI
FERRARA
0,4/0,5
1/1,1
PICCIONI
€/KG
GENERALE
AREZZO
CUNEO
FORLI'
5,9/6,1
5,9/6,1
5,9/6,1
POLLI
€/KG
A TERRA
AREZZO
CUNEO
FORLI'
MACERATA
PADOVA
PERUGIA
TREVISO
VERONA
1,15/1,17
1,14/1,16
1,15/1,17
1,09/1,11
1,14/1,16
1,15/1,17
1,11/1,13
1,14/1,16
SUINI DA MACELLO
€/KG
DA KG. 115/130
AREZZO
CREMONA
MACERATA
MILANO
MODENA
PERUGIA
R. EMILIA
SIENA
DA KG. 160/180
MACERATA
MANTOVA
DA KG. 90/115
MACERATA
MILANO
MODENA
PERUGIA
R. EMILIA
SIENA
DA KG.130/144
CREMONA
FORLI'
MACERATA
MANTOVA
MILANO
MODENA
PERUGIA
R. EMILIA
SIENA
DA KG.145/160
MACERATA
MANTOVA
DA KG.176/180
CREMONA
MILANO
MODENA
PERUGIA
R. EMILIA
SIENA
KG. 144/156
CREMONA
FORLI'
MILANO
MODENA
n.q.
1,35/1,38
n.q.
1,39/1,39
n.q.
n.q.
n.q.
1,34/1,42
n.q.
n.q.
n.q.
n.q.
n.q.
n.q.
1,38/1,44
n.q.
n.q.
1,4/1,41
n.q.
n.q.
n.q.
1,34/1,42
n.q.
1,41/1,44
1,41/1,44
n.q.
n.q.
n.q.
1,34/1,42
1,44/1,44
n.q.
1,41/1,44
n.q.
PERUGIA
R. EMILIA
SIENA
n.q.
n.q.
1,34/1,42
KG. 156/176
CREMONA
FORLI'
MILANO
MODENA
PERUGIA
R. EMILIA
SIENA
1,44/1,44
n.q.
1,44/1,44
n.q.
n.q.
n.q.
1,34/1,42
KG.180/185
AREZZO
CREMONA
MANTOVA
MILANO
MODENA
PERUGIA
R. EMILIA
n.q.
1,41/1,41
1,41/1,41
n.q.
n.q.
n.q.
OLTRE KG. 185
CREMONA
MANTOVA
MILANO
MODENA
PERUGIA
R. EMILIA
1,41/1,41
1,41/1,41
n.q.
n.q.
n.q.
SUINI D’ALLEVAMENTO
€/KG
DA 100 KG.
CREMONA
MACERATA
MANTOVA
MILANO
MODENA
PERUGIA
R. EMILIA
n.q.
n.q.
n.q.
n.q.
n.q.
n.q.
DA 15 KG.
CREMONA
MANTOVA
MILANO
MODENA
PERUGIA
R. EMILIA
n.q.
n.q.
n.q.
n.q.
n.q.
n.q.
DA 20 KG.
AREZZO
FORLI'
n.q.
n.q.
DA 25 KG.
CREMONA
MACERATA
MANTOVA
MILANO
MODENA
PERUGIA
R. EMILIA
SIENA
n.q.
n.q.
n.q.
n.q.
n.q.
n.q.
n.q.
3,01/4,42
DA 30 KG.
AREZZO
CREMONA
FORLI'
MACERATA
MANTOVA
MILANO
MODENA
PERUGIA
R. EMILIA
n.q.
n.q.
n.q.
n.q.
n.q.
n.q.
n.q.
n.q.
n.q.
DA 40 KG.
AREZZO
CREMONA
FORLI'
MACERATA
MANTOVA
MILANO
MODENA
PERUGIA
R. EMILIA
SIENA
n.q.
n.q.
n.q.
n.q.
n.q.
n.q.
n.q.
n.q.
n.q.
2,11/3,01
DA 50 KG.
CREMONA
FORLI'
MACERATA
MANTOVA
MILANO
MODENA
PERUGIA
R. EMILIA
DA 60 KG.
FORLI'
DA 65 KG.
AREZZO
CREMONA
MACERATA
MANTOVA
MILANO
MODENA
PERUGIA
R. EMILIA
SIENA
DA 80 KG.
CREMONA
MACERATA
MANTOVA
MILANO
MODENA
PERUGIA
R. EMILIA
SIENA
n.q.
n.q.
n.q.
n.q.
n.q.
n.q.
n.q.
n.q.
n.q.
1,75/1,75
n.q.
n.q.
n.q.
n.q.
n.q.
n.q.
n.q.
1,79/2,11
n.q.
n.q.
n.q.
n.q.
n.q.
n.q.
n.q.
1,58/1,79
UOVA GALLINA DA CONSUMO
€/100 UNITÀ
GENERALE
AREZZO
CUNEO
FIRENZE
FORLI'
MACERATA
MILANO
PADOVA
PERUGIA
TREVISO
VERONA
12,9/13,1
n.q.
12,18/12,38
11,65/11,85
11,5/12,05
n.q.
n.q.
12,13/12,33
12,625/12,825
n.q.
VACCHE DA MACELLO
€/KG
BRUNA
VICENZA
CHIANINA
GROSSETO
PERUGIA
FRISONA/PEZZ. NERA
CARMAGNOLA
CREMONA
MODENA
MONTICHIARI
PERUGIA
R. EMILIA
VICENZA
MARCHIGIANA
MACERATA
MAREMMANA
GROSSETO
PEZZATA ROSSA
PERUGIA
VICENZA
PIEMONTESE
CARMAGNOLA
CUNEO
RAZZE DA CARNE
MILANO
MODENA
VARIE RAZZE
MILANO
0,9/1,05
1,35/1,475
1,425/1,6
0,86/1,215
0,67/0,79
0,7/0,85
0,5/0,65
1,01/1,165
0,85/1,15
1,35/1,53
0,875/1,05
0,65/0,85
1,2/1,3
1,35/1,575
1,23/2,25
1,25/1,3
0,83/0,95
PADOVA
VICENZA
1,03/1,14
0,5/0,6
VITELLI VITELLE DA MACELLO
€/KG
FRISONA/PEZZ. NERA
MODENA
MONTICHIARI
R. EMILIA
INCROCI
CUNEO
GROSSETO
PERUGIA
MARCHIGIANA
MACERATA
PIEMONTESE/COSCIA
CUNEO
POLACCHI
MODENA
RAZZE DA CARNE
MILANO
MODENA
VARIE RAZZE
MILANO
PADOVA
VICENZA
2,65/2,85
1,6/2,1
2,65/4,5
3,55/3,65
3,4/3,55
4,15/4,35
4,4/5,675
3,9/4
2,6/2,775
3,61/3,85
3,1/3,33
VITELLONI / MANZI DA MACELLO
€/KG
CHAROLAISE
CARMAGNOLA
MODENA
MONTICHIARI
PADOVA
VICENZA
CHIANINA
GROSSETO
PERUGIA
FRISONA/PEZZ. NERA
CARMAGNOLA
CREMONA
MODENA
MONTICHIARI
PADOVA
R. EMILIA
VICENZA
INCROCI
CREMONA
GROSSETO
MACERATA
MODENA
PADOVA
PERUGIA
VICENZA
INCROCIO FRANCESE
MONTICHIARI
LIMOUSINE
CARMAGNOLA
MODENA
MONTICHIARI
PADOVA
VICENZA
MARCHIGIANA
MACERATA
PEZZATA ROSSA
MODENA
MONTICHIARI
VICENZA
PIEMONTESE
CARMAGNOLA
CUNEO
PIEMONTESE/COSCIA
CUNEO
2,4/2,6
2,42/2,54
2,56/2,66
2,475/2,55
2,65/2,8
2,85/2,95
2,85/2,975
1,45/1,6
1,34/1,495
1,51/1,64
1,39/1,515
1,6/1,72
2/2,2
1,715/1,875
1,775/1,9
2,5/2,625
2,03/2,155
2,2/2,25
1,65/1,775
2,3/2,45
2,46/2,56
2,5/2,7
2,62/2,85
2,76/2,86
2,71/2,89
2,8/2,9
2,7/2,95
2,01/2,12
2,34/2,44
2,4/2,55
POLACCHI
MODENA
MONTICHIARI
PADOVA
RAZZE DA CARNE
GROSSETO
MILANO
VARIE RAZZE
MILANO
1,76/1,89
2,14/2,24
2,11/2,25
2,35/2,55
2,575/2,725
1,5/1,625
CEREALI
AVENA
€/TONNELLATE
ESTERA
BOLOGNA
CATANIA
FIRENZE
MILANO
NAPOLI
PADOVA
ROMA
TORINO
TREVISO
NAZIONALE
BARI
BOLOGNA
CATANIA
FIRENZE
FOGGIA
GROSSETO
MACERATA
NAPOLI
ROMA
TORINO
200/210
198/210
204/207
193/195
210/215
157/160
141/146
155/160
240/250
190/195
165/170
-
FRUMENTO DURO
€/TONNELLATE
BUONO MERCANTILE
BARI
CAGLIARI
CATANIA
FOGGIA
GROSSETO
MILANO
NAPOLI
PALERMO
PESCARA
ROMA
FINO
ANCONA
BARI
BOL.IT. SUD
BOL.IT.CENT
BOL.IT.NORD
CAGLIARI
CATANIA
FIRENZE
FOGGIA
GROSSETO
MILANO
NAPOLI
PALERMO
PESCARA
ROMA
MERCANTILE
BARI
CATANIA
FOGGIA
NAPOLI
PALERMO
PESCARA
ROMA
278/282
n.q.
245/250
275/280
285/290
284/289
291/293
245/250
278/282
265/275
279/282
285/288
288/290
285/290
n.q.
255/260
241/243
280/285
290/295
292/297
296/298
255/260
285/290
278/288
240/245
270/275
240/245
-
FRUMENTO DURO ESTERO
€/TONNELLATE
2,7/3,175
AMBER DURUM 1-2
BOLOGNA
MILANO
NAPOLI
-
[ TENDENZE E MERCATI ]
76 Terra e Vita
n. 17/2014
29 aprile 2014
PREZZI DEI PRODOTTI AGRICOLI
GRECO
MILANO
NAPOLI
MONDUR
MILANO
-
FRUMENTO TENERO
€/TONNELLATE
BUONO MERCANTILE
ALESSANDRIA
ANCONA
BOLOGNA
BRESCIA
CUNEO
FIRENZE
GROSSETO
MILANO
NAPOLI
PADOVA
PERUGIA
PESCARA
ROMA
TORINO
TREVISO
UDINE
VERCELLI
FINO
ALESSANDRIA
ANCONA
BOLOGNA
BRESCIA
FIRENZE
GROSSETO
MILANO
NAPOLI
PADOVA
PERUGIA
PESCARA
ROMA
TORINO
TREVISO
VERCELLI
GRANI DI FORZA
ALESSANDRIA
BOLOGNA
BRESCIA
MILANO
PADOVA
TREVISO
MERCANTILE
ALESSANDRIA
CUNEO
NAPOLI
PADOVA
PESCARA
ROMA
TORINO
TREVISO
UDINE
VARIETÀ SPECIALI
ALESSANDRIA
BOLOGNA
BRESCIA
MILANO
PADOVA
ROMA
213/218
207/212
180/184
247/253
248/252
213/215
242/247
208/211
216/218
213/215
206/211
196/200
210/215
257/260
221/223
260/262
196/200
250/257
233/235
241/245
262/270
231/234
-
245/247
218/220
298/300
303/305
312/316
300/302
316/320
GRANTURCO
€/TONNELLATE
COMUNITARIO
ALESSANDRIA
BOLOGNA
BRESCIA
CATANIA
FIRENZE
MACERATA
MILANO
NAPOLI
ROMA
TORINO
IBRIDO-NAZIONALE
ALESSANDRIA
BOLOGNA
BRESCIA
FIRENZE
GROSSETO
MACERATA
MANTOVA
MILANO
MODENA
NAPOLI
PADOVA
PERUGIA
R. EMILIA
ROMA
TORINO
TREVISO
UDINE
205/207
204/206
203/205
185/188
193/197
164/166
200/205
200/202
190/193
195/196
199/200
220/222
188/191
185/190
185/187
190/194
186/188
189/191
186/188
ORZO
195/197
202/207
240/242
205/209
214/216
197/199
214/219
237/244
-
FRUMENTO TENERO ESTERO
€/TONNELLATE
COMUNITARIO
BOLOGNA
MILANO
NAPOLI
C.W.R.S. N.1
CUNEO
MILANO
NAPOLI
PADOVA
FRANCESE PANIFICABILE
BARI
BOLOGNA
BRESCIA
CUNEO
MILANO
NAPOLI
PADOVA
ROMA
TORINO
TREVISO
NORTHERN SPRING
ALESSANDRIA
BOLOGNA
MILANO
NAPOLI
PADOVA
TORINO
218/222
223/228
313/315
310/314
300/302
-
€/TONNELLATE
ESTERO
BOLOGNA
BRESCIA
CATANIA
CUNEO
FIRENZE
MACERATA
MANTOVA
MILANO
MODENA
NAPOLI
PADOVA
ROMA
TORINO
TREVISO
NAZIONALE
BARI
BOLOGNA
BRESCIA
CATANIA
CUNEO
FIRENZE
FOGGIA
GROSSETO
MACERATA
MANTOVA
MILANO
MODENA
214/216
215/220
213/218
219/222
217/228
210/213
218/222
192/195
159/167
160/165
235/240
186/191
212/214
214/216
NAPOLI
PADOVA
R. EMILIA
ROMA
TORINO
TREVISO
UDINE
213/215
218/220
193/196
195/199
210/213
204/209
RISONE
€/TONNELLATE
ARBORIO
BOLOGNA
MILANO
MORTARA
NOVARA
VERCELLI
ARGO/PADANO
MILANO
MORTARA
BALILLA-ORIGINARIO
MILANO
MORTARA
NOVARA
VERCELLI
CARNAROLI E SIMILI
MILANO
MORTARA
NOVARA
EUROPA-LOTO E SIM.
MILANO
MORTARA
NOVARA
VERCELLI
LIDO-ROSA M. E SIM
MILANO
MORTARA
NOVARA
VERCELLI
LUNGOB(IND.PA.TH.)
MILANO
MORTARA
NOVARA
VERCELLI
RIBE E SIMILARI
MILANO
MORTARA
NOVARA
VERCELLI
RIZZOTTO S.ANDREA
MILANO
NOVARA
VERCELLI
ROMA
MILANO
MORTARA
NOVARA
VERCELLI
VIALONE NANO
MILANO
MORTARA
680/690
710/730
650/680
690/710
660/700
270/280
270/280
270/280
PRATO STABILE
BRESCIA
CREMONA
MODENA
UDINE
160/180
130/160
PAGLIA
€/TONNELLATE
FRUMENTO
BRESCIA
CREMONA
MODENA
UDINE
115/125
100/120
720/740
630/680
700/720
410/430
415/430
420/450
415/450
360/380
385/400
375/390
250/260
230/250
250/260
240/250
410/430
430/450
640/660
640/670
640/670
640/675
650/670
650/670
925/960
960/980
195/199
192/197
COLTIVAZIONI FORAGGERE
FIENO
€/TONNELLATE
-
7,95/8,55
8,25/8,5
PARMIGIANO REGGIANO
€/KG
STAGIONATO 1 ANNO
MANTOVA
MODENA
R. EMILIA
8,6/8,85
8,75/9,1
8,7/9,05
STAGIONATO 2 ANNI
MANTOVA
MODENA
R. EMILIA
10,05/10,25
10/10,35
10/10,35
PECORINO ROMANO
€/KG
LATTE E DERIVATI
7,5/7,6
€/KG
EXP.PRODUZ.LAZIALE
ROMA
8/9
ITALIA PRODUZ.LAZ.
ROMA
8/9
LATTE INT. 20 GG DI MATURAZIONE
THIENE
5,27/5,27
PROVOLONE
€/KG
BURRO CEE
MANTOVA
R. EMILIA
€/KG
3,3/3,3
-
BURRO PASTORIZZATO
CREMONA
3,15/3,15
VAL PADANA FRESCO
CREMONA
5,55/5,7
VAL PADANA MATURO
CREMONA
5,75/6
FRESCO D’AFFIORAMENTO
THIENE
3,77/3,78
RICOTTA
ZANGOLATO DI CREME FRESCHE
MANTOVA
2,2/2,2
MODENA
2,15/2,15
R. EMILIA
2,05/2,05
LATTE OVINO
CAGLIARI
ROMA
CACIOTTA
6,2/7,8
LATTE OVINO 6 MESI
ROMA
8,5/9,8
LATTE OVI.20/40GG.
ROMA
6,8/8,2
CRESCENZA
€/KG
6/6,4
FONTINA
€/KG
MATURA
AOSTA
1,7/1,8
3,5/6
OLIO DI OLIVA
ED ALTRI OLI E GRASSI
€/KG
LATTE OVINO FRESCA
ROMA
MATURA
UDINE
€/KG
OLIO DI OLIVA
€/KG
8/9,95
GORGONZOLA
€/KG
VERGINE
BARI
FOGGIA
PESCARA
2,2/2,35
2,5/2,65
-
VERGINE EXTRA
ALTO TAVOLIERE
ANDRIA
BARI
BASSO TAVOLIERE
BITONTO
CHIETI
FOGGIA
GARGANO
MILANO
PESCARA
3,11/3,21
3,35/3,38
3,11/3,21
3,37/3,4
3,7/3,8
3,3/3,35
3,13/3,37
3,7/3,8
VERG.LAMPANTE OLTRE
BARI
1,66/1,68
GIOIA TAURO
1,38/1,58
SEMI SEMENTI COLTURE
INDUSTR. E DERIVATI
FRESCO DOLCE
NOVARA
4,25/4,45
MATURO DOLCE
NOVARA
6/6,3
GRANA PADANO
192/197
STAGION.16/24 MESI
CREMONA
MANTOVA
EXP. PRODUZ. SARDA
CAGLIARI
BURRO
€/TONNELLATE
ERBA MEDICA
BRESCIA
210/245
95/105
240/270
ASIAGO PRESSATO
SORGO
BIANCO
BOLOGNA
MACERATA
ROSSO
BOLOGNA
MACERATA
CREMONA
MODENA
PIACENZA
UDINE
€/KG
POLPA BARBABIETOLA
€/TONNELLATE
GENERALE
MODENA
PADOVA
TREVISO
228/233
243/246
SOIA (PREZZI)
STAGION. 4/12 MESI
CREMONA
MANTOVA
7/7,2
6,9/7,15
STAGION.12/15 MESI
CREMONA
MANTOVA
7,6/7,8
7,75/8
€/TONNELLATE
GENERALE
BOLOGNA
MILANO
TREVISO
465/470
472/475
470/475
[ TENDENZE E MERCATI ]
n. 17/2014
29 aprile 2014
Terra e Vita 77
IL BORSINO DELL’ORTOFRUTTA BIOLOGICA*
A cura di Duccio Caccioni
S
ul mercato dei prodotti ortofrutticoli bio
prosegue l’armonico
avvicendamento dei prodotti
stagionali. È cessata l’offerta
di prodotti quali i finocchi oltre che delle brassiche in generale. Si avvia verso il termine anche la stagione delle carote, mentre sono in arrivo le
prime carote novelle siciliane
(che dovrebbero essere quotate la prossima settimana). Ancora scarsa l’offerta di patate
novelle: il prodotto non è ancora quotato, ma sono in arrivo carichi dalle diverse di zone mediterranee (oltre alla Sicilia anche Egitto e Cipro). In
netto ribasso la quotazione
delle lattughe (-30 cent kg).
Per questa settimana si è
continuato a non quotare i pomodori di tutte le varietà a
causa dei prezzi sempre molto elevati e della limitata disponibilità. Fluttuante il prezzo delle zucchine , per le quali
è stata stabilita una riduzione
sul listino di 10 cent/kg.
Esaurita l’offerta di arance Tarocco, mentre hanno fatto
l’esordio le arance cv Valencia
di produzione nazionale: per
il calibro 8 è stato ribadito lo
stesso prezzo attribuito precedentemente al medesimo cali
bro delle Tarocco.
*La Commissione prodotti ortofrutticoli biologici
fa parte del Comitato della Borsa Merci della
Camera di Commercio Ind. Agricoltura e Art. di
Bologna (Presidente Bruno Filetti). Membri della Commissione: La Commissione prodotti ortofrutticoli biologici fa parte del Comitato della
Borsa Merci della Camera di Commercio Ind.
Agricoltura e Art. di Bologna (Presidente Bruno
Filetti). Membri della Commissione: Naturitalia
(Simone Beghelli), APO FRUT (Ilenio Bastoni),
Gruppo AGRIBOLOGNA (Cinzia Ferrari), BioService Italia (Gianluigi Trama), Brio Spa (Alessandro Stagnoli), Ecor spa (Gabriele Borghesan),
Copagri (Luigi Andrea Gallerani), Coop. Agrobiologica, Verdefrutta, DiPisa, CORER-PEMPA
(Ivo Lanconelli), UNACOA-AFE (Marco Salvi),
Consorzio Mercabio, PROBER (Paolo Carnemolla), CSO (Elisa Macchi). Presidente: Duccio
Caccioni. Segretario: Nadia Trudaiu (CCIIAA di
Bologna).
LE QUOTAZIONI (17 APRILE)
SPECIE
VARIETÀ
PROV.
CAL.
CONFEZIONE
MIN. MAX. PREV. VAR °
ORTICOLE
Aglio secco
Pvn
Rete 3 teste
n.q
Aglio secco
Pve
Sfuso in casse da 10 kg
Bietole
Pvn
Casse 7 kg
Carote
Pvn
Cartoni 10 kg
Cavolfiore
Cavolfiore
Pvn
8/10 pz
n.q.
/
4,8
5
4,9
=
2
2,2
2
=
2
2,2
2,1
=
Plat
n.q.
n.q.
n.q.
/
Casse 8 kg
n.q.
n.q.
n.q.
/
Romanesco
Pvn
Cetrioli
1 cat
Pvn
Cipolle
Dorate
Pvn
Cipolle
Dorate
Pvn
40/60
Cassa 10 kg
Cipolle
Dorate
Pve
60/80
Cassa 10 kg
40/60
60/80
n.q.
Plateaux 1 strato
n.q.
n.q.
n.q.
/
Cassa 10 kg
n.q.
n.q.
n.q.
/
n.q.
n.q.
n.q.
/
1,65
1,75
1,7
=
Cipolle
Dorate
Pve
Cassa 10 kg
1,5
1,6
1,65
=
Indivia
Scarola
Pvn
Plateaux 5 kg
n.q.
n.q.
n.q.
/
Lattuga
Trocadero
Pvn
Cassa 1 strato
2,5
2,8
2,7
-
Lattuga
Gentile
Pvn
Cassa 1 strato
2,55
2,85
2,75
-
Melanzane
Ovale
Pvn
Cassa 1 strato
n.q.
n.q.
n.q.
/
Patate
Comuni
Pve
Sacchi 10 kg
1,6
1,7
1,65
=
Patate
Comuni
Pvn
Sacchi 10 kg
1,5
1,65
1,6
=
Pomodori
Ciliegino
Pvn
Vaschetta 500 g
n.q.
n.q.
n.q.
/
Pomodori
Insalataro tondo liscio verde
Pvn
Plateaux 5 kg
n.q.
n.q.
n.q.
/
Pomodori
Insalataro tondo liscio verde
Sud Italia
Plateaux 5 kg
2,8
2,9
2,85
=
Pomodori
T.l. grappolo
Sud Italia
Rinfusa cassa 5 kg
3
3,2
3,1
=
Pvn
Casse 8/10 kg
n.q.
n.q.
n.q.
/
Porro
Sedano
Verde
Pvn
Casse 8 kg
2,2
2,4
2,3
=
Zucche
Varie cvv
Pvn
Casse 8 kg
n.q.
n.q.
n.q.
/
Scure medie
Pvn
Doppio strato cassa 5 kg
2,1
2,2
2,25
-
Zucchine
FRUTTICOLE
Actinidia
Hayward
Pvn
33/36
Casse
2,25
2,45
2,35
=
Navel
Pvn
8
Casse
n.q.
n.q.
n.q.
/
Arance
Tarocco
Pvn
8
Casse
n.q.
n.q.
n.q.
/
Arance
Valencia
Pvn
8
Casse
1,45
1,65
1,55
/
Arance
Ovale
Sicilia
6/8
Casse
1,45
1,65
1,55
=
Arance
Clementine
Comuni
Pvn
3/4
Casse
n.q.
n.q.
n.q.
/
Clementine
Tardive
Pvn
3/4
Casse
n.q.
n.q.
n.q.
/
Primofiore
Sicilia
58/67
Casse multistrato 10 kg
1,5
1,7
1,6
=
Avana
Pvn
3/4
Casse
n.q.
n.q.
n.q.
/
Mele
Rosse varie cvv
Montagna
70/75
Casse
2,1
2,3
2,2
=
Mele
Golden
Pianura
70+
Casse
n.q.
n.q.
n.q.
/
Mele
Golden
Montagna
70+
Casse
2,25
2,35
2,3
=
Pere
William
Argentina
60+
Box cartone
2,2
2,4
2,3
=
Limoni
Mandarini
° legenda colonna VAR. (variazione): = prezzo invariato, + prezzo in aumento, - prezzo in diminuzione.
PVN provenienza varia nazionale PVE prov.varia estera NQ non quotato
78
Terra e Vita
[ TENDENZE E MERCATI ]
n. 17/2014
29 aprile 2014
PREZZI NAZIONALI E MONDIALI A CONFRONTO (DALL 11 AL 17 APRILE 2014)
a cura di Stefano Serra
Frumento tenero, domanda quasi assente
340
305,0
310
(euro / t)
Italia la settimana corta ha suggerito cautela agli operatori che
non hanno trattato oltre le coperture di brevissimo. La domanda dei
molini è quasi assente salvo per acquisti di complemento soprattutto
per grani rossi e di forza e l’offerta fatica a trovare controparte per
collocare i volumi restanti prima della transizione tra le due campagne. I misti rossi valgono sui 215 `/t partenza, i bianchi sui 220 `/t e
i grani di forza sui 245 `/t. La tendenza rispecchia appieno le
indicazioni ribassiste che arrivano dall’Europa, ma in regime di festività le mercuriali si consolidano sui valori della scorsa settimana.
Buone notizie agronomiche sul nuovo raccolto nostrano, mentre
sono ancora poco disponibili le origini Usa che restano a forte premio
rispetto ai grani italiani ed europei.
Europa l’attenzione è sui raccolti mondiali che influiranno
sugli scambi nei prossimi mesi e soprattutto alle prospettive di
esportazione a brevissimo verso il Nord Africa. Francia: i molini sono
coperti sulla restante parte della campagna e di scambi se ne registrano pochi. Preoccupa la conferma del limite del 13% max di
umidità nella granella per l’export verso l’Egitto. Il prezzo Fob per il
76kg/hl - 220Hag. e 11% proteina si conferma a 200 `/t. Altri UE: la
domanda spagnola latita e dall’Est si fatica a trovare offerta per il
generici 76-220-12,5% di proteina; anche i grani di forza sono in crisi.
280
245,0
250
214,5
210,9
220
190
160
GEN-13 MAR-13 MAG-13 LUG-13
Fino Panificabile 3 Ager BO
1 DNS 16% pro CIF
195,0
SET-13 NOV-13 GEN-14 MAR-14
N° 1 Speciali Forza Ager BO
Francia partenza Eure et Loir
Black Sea Milling FOB
Mercato mondiale la siccità in Usa e la crisi nel Mar nero
mantengono in tensione il mercato, ma con toni sempre meno forti.
Usa: il clima nelle aree del centro migliora con l’arrivo di piogge, ma
sui mercati a termine regna ancora la volatilità con rischio di brusche
virate. Mar Nero: esecuzioni nella norma; i dubbi sull’affidabilità
dell’offerta scemano. Prezzi Fob: argentino “pan” 360 $/t (-5), spring
US “Pacifico” a 360 $/t (+6), australiano Soft White 290 $/t (+2).
Duro, torna la calma
310
(euro / t)
290
Italia il mercato vive il progressivo arrivo dei volumi di estero
attesi sul gennaio-febbraio e di colpo torna la calma su tutte le
piazze. La domanda resta presente e in prospettiva non ha ancora le
coperture per raggiungere la congiuntura di campagna, ma i molini
restano attendisti confidando in un graduale ritorno alla normalità
dell’offerta mondiale e nel conseguente riposizionamento dei prezzi
del nazionale sui valori stimati (al ribasso sul pronto) per il nuovo
raccolto. Prezzi: a Foggia e Bologna il fino vale 290 `/t, alla Granaria
di Milano l’origine Centro è confermata attorno ai 300 `/t arrivo.
Europa nessuna nota di rilievo in un contesto ove i raccolti
2014 procedono agronomicamente al meglio, mentre da settimane
langue l’offerta di vecchio raccolto. Francia: si confermano le superfici seminate sui 293mila ettari, con i campi in buone condizioni
vegetative ma le prospettive di raccolto (inferiore al 2013) suggeriscono ai produttori di attendere. Poco o nulla l’attività sul pronto con la
qualità (volpatura) che resta il grande problema. Spagna: nuovo
raccolto offerto a prezzi alti come il prontissimo; i molini hanno
basse scorte. Grecia: si guarda al giugno 2014, ma con cautela per
qualità offerta e prezzi. Il “reso Cif Italia”: i tipo fino greco per giugno
si stima sui 265 `/t, il tipo buono-mercantile spagnolo sui 268 `/t.
290,0
270
255,0
250
230
242,8
210
GEN-13 MAR-13 MAG-13 LUG-13
Centro fino Ager BO
SET-13 NOV-13 GEN-14 MAR-14
Francia partenza Sud-Ovest
# 2 HAD FOB USA
Mercato mondiale timidamente ritorna l’offerta in regime di
progressiva regolarizzazione dei flussi di trasporto interni di Usa e
Canada. Usa e Canada, le temperature miti e l’assenza di piogge
facilitano le semine, ma al momento le stime di resa “media” parlano
di raccolti 2014 inferiori al 2013. Attesa per un prepotente ritorno di
offerta dal Canada sul giugno-luglio.
Messico: l’export 2014 sarà in gran parte per il Nord Africa e la
Turchia. Prezzi Cif Italia: il # 1/2 Cwad a 290 `/t (-5), il #3 Canada a
280 `/t, il Messicano a 272 `/t (-3).
Legenda: 1 DNS 14 pro CIF : 1 Dark Northern Spring con 16% di proteina sulla s.s. reso porto di sbarco Rotterdam - Partenza Francia (E&L) Eure & Loire - HAD FOB USA : 2 Hard Amber
Durum reso porto imbarco Laghi USA/Canada - YC 3 CIF Rotterdam : 3 Yellow Corn reso porto di sbarco Rotterdam
[ TENDENZE E MERCATI ]
n. 17/2014
29 aprile 2014
Terra e Vita
79
PREZZI NAZIONALI E MONDIALI A CONFRONTO (DALL’11 AL 17 APRILE 2014)
Mais, quotazioni in linea con l’estero
Italia il cedimento del mercato potrebbe essere quasi al termine con le quotazioni del nazionale
in linea, se non a lieve sconto, rispetto alle alternative comunitarie ed estere. Ai prezzi odierni la
domanda è presente, ma la tendenza ribassista
che ancora non si placa la porta a coprire non oltre
le poche settimane e l’offerta si trova in difficoltà a
collocare i volumi restanti. Nonostante le semine
2014 in calo, le superfici europee e la possibile
liberalizzazione dell’import ucraino dettano il sentimento di mercato: in tutto il Nord Italia è lasso sia
sul breve che, a prezzi molto simili, sul medio
termine per un valore arrivo sui 195 €/t; l’ucraino è
sempre a premio di un 8-10 €/t.
Europa la tendenza ribassista dei cereali a
paglia si riflette con effetto domino e l’industria
riduce progressivamente i volumi nelle miscele e
nelle diete zootecniche. Francia: il mercato vive
giorni di riflessone tra una domanda locale debole e una richiesta comunitaria poco pressante sia
dal Sud Est (Italia) che da Sud Ovest (Spagna);
anche l’industria dell’amido è attendista. I prezzi
per l’ottobre-dicembre restano a premio sul pronto di un 10 euro/t. Altri UE: la mancanza di ritardi
dal Mar Nero preme sul partenza con prezzi in
calo a 265 €/t per un arrivo Nord Italia a ridosso
dei 200 €/t.
Mondiale le notizie sul clima in sud America,
l’export Usa e lo scenario mondiale si miscelano
ma il risultato è un nulla di fatto. Sul Cbot gli
operatori incassano i premi e le prospettive di
prezzo e scambi si consolidano su valori “medi”.
Oleaginose e cereali foraggeri
Italia Cereali foraggeri: il tenero che si
consolida sui valori della scorsa settimana è contagioso anche per l’orzo e il sorgo che registrano
degli invariati. Resta ai minimi la domanda sia sul
pronto che sul breve periodo, con un occhio ai
prezzi in Europa che in regime di volatilità restano
tendenzialmente cedenti. L’orzo vale 210 €/t arrivo, il sorgo bianco quota sui 199 €/t partenza e il
tenero resta a 216 €/t arrivo. Oleaginose: le notizie internazionali restano legate al weather market
e in area dollaro si registra volatilità, ma sulle
nostre piazze prevale la prudenza.
Europa Cereali foraggeri: trend dettato dal
grano. C’è discussione sulle reali semine di orzo in
Francia che potrebbero essere superiori alle stime, ma sul pronto l’orzo si rafforza a 188 €/t (+7)
reso Rouen; il tenero Uk quota Fob sui 214 €/t
(+5). Oleaginose: netto rialzo per effetto combinato del prezzo del petrolio e dell’olio di palma
mondiale. Il mercato è fatto principalmente dalle
origini est europee, con la Francia che ha ormai
poca disponibilità e quota l’aprile-giugno a 409
€/t (+4) reso Rouen; il girasole resta a 350 €/t
sull’aprile.
Mondiale Cereali foraggeri: migliorano ulteriormente le condizioni di semina dell’orzo in Australia. Si raccoglie il sorgo in Argentina e la nuova
offerta ne deprime le quotazioni. Prezzi Fob: il
tenero “feed” Russo a 255 $/t (-3); il Soft Red
Winter a 295 $/t (+6), l’orzo Australiano a 253 $/t
(-1) Fob Adelaide; il sorgo Argentino a 187 $/t (-11)
Fob Up River.
NOLI
FLASH
Non si ferma la discesa dei noli
con maggiore pressione depressiva sulle panamax, che cedono
per eccesso di offerta a fronte di
una domanda stagnante in entrambi gli oceani. Anche per le supramax eccesso di disponibilità e
sololehandysizetengonoleposizioniconquotazionidalSudAmericasull’Europaa31$/t(inv). EU-Ucraina: la Commissione Ue ha varato un regolamento per la creazione di quote a dazio zero per
l’import di cereali dall’Ucraina. Non appena sarà resa
effettivo, potranno entrare senza onere: 0,95 mio/t di
grano, 0,4 mio/t di mais e 0,25 mio/t di orzo. La
nuova quota sarà in aggiunta ai già esistenti limiti per
l’importazione a dazio ridotto di cereali da paesi terzi.
EU-Francia: fonte agricoltori conferma il rapido progredire delle semine di mais, già al 2%, e di orzo,
completate al 97%. Le condizioni in campo del tenero
Botta e risposta
I prezzi dei sottoprodotti sono molto alti e i cereali in
calo. Per l’acquisto di farine
meglio aspettare?
Il prezzo dei cereali è tipico
della primavera mentre subisce la contingenza per i sottoprodotti, molto alti rispetto alle alternative cerealicole foraggere d’importazione. C’è
una situazione favorevole per
il “calcolo” delle farine, ma a
breve si dovrebbe tornare nella norma per i sottoprodotti
(quindi in calo), con l’incognita del prezzo del grano che potrebbe ulteriormente cedere
se, come sembra, tutto andasse per il meglio in ambito Italia, in Europa e nel Mar Nero. Il
momento è favorevole per
quantificare il prezzo delle farine in quanto la super valutazione dei sottoprodotti già abbatte il calcolo di un qualcosa
in più. Se calerà il grano e anche il ricavo dei sottoprodotti,
si potrebbe avere allo stesso
valore di oggi della farina. Se
non calerà il grano, si potrebbe arrivare a pagarla anche di
più: meglio un uovo oggi che
una gallina domani? Forse. INVIATE LE VOSTRE DOMANDE A:
[email protected]
sono ottime nel 75% dei casi, e nel 60% per il duro.
EU-Oleaginose: fonte privata indica le superfici Ue a
girasole e soia, rispettivamente a 8,1 mio/ha (- 9% sul
2013) e 1,4 mio/ha (+7%). Russia: alla luce della
recente acquisizione della Crimea, l’offerta di cereali
per la campagna 2014/15 è stata rivista a 25 mio/t su
una produzione totale di oltre 90 mio/t. Egitto: nonostante le pressioni della Comunità, e della Francia in
particolare, il governo ha confermato al 13% il limite
massimo di umidità per il grano estero: favorite le
RIPRODUZIONE RISERVATA
origini del Mar Nero.
[ TENDENZE E MERCATI ]
80 Terra e Vita
n. 17/2014
29 aprile 2014
PREZZI DEI PRODOTTI ORTOFRUTTICOLI (14 APRILE)
LISTINO BMTI (€/KG)
SPECIE
VARIETÀ
coordinamento di Fabrizio De Giacomi
CALIBRO
PRESENTAZIONE
BOLOGNA
PROVENIENZA
FRUTTICOLE
ARANCE
NAVEL LATE
70-80 (6)
ALLA RINFUSA CON FOGLIE
SPAGNA
ARANCE
NAVEL LATE
77-88 (4)
A PIÙ STRATI
SPAGNA
ARANCE
NAVEL LATE
77-88 (4)
ALLA RINFUSA CON FOGLIE
SPAGNA
ARANCE
SANGUINELLO
64-73 (8)
A PIÙ STRATI
SICILIA
ARANCE
SANGUINELLO
70-80 (6)
A PIÙ STRATI
SICILIA
ARANCE
TAROCCO
70-80 (6)
A PIÙ STRATI
SICILIA
ARANCE
TAROCCO
70-80 (6)
A PIÙ STRATI
SICILIA
ARANCE
TAROCCO
77-88 (4)
MONOSTRATO
SICILIA
ARANCE
TAROCCO
77-88 (4)
A PIÙ STRATI
SICILIA
CLEMENTINE
ORRI
58-69 (2)
A PIÙ STRATI
LIMONI
PRIMO FIORE
58-67 (4)
A PIÙ STRATI
SICILIA
LIMONI
PRIMO FIORE
58-67 (4)
A PIÙ STRATI
SPAGNA
MANDARINI
TARDIVI
63-74 (1X)
A PIÙ STRATI
SICILIA
MANDARINI
TARDIVI
67-78 (1XX)
A PIÙ STRATI
SICILIA
ACTINIDIA
HAYWARD
120-130 G
ALLA RINFUSA
ITALIA
ACTINIDIA
HAYWARD
130-140 G
ALLA RINFUSA
ITALIA
ACTINIDIA
HAYWARD
90-100 G
ALLA RINFUSA
ITALIA
FRAGOLE
30-40
IN VASCHETTE
ITALIA
FRAGOLE
30-40
IN VASCHETTE
ITALIA
FRAGOLE
CANDONGA
30-40
IN VASCHETTE
ITALIA
MELE
ANNURCA
65-70
DOPPIO STRATO
CAMPANIA
MELE
ANNURCA
70-75
MONOSTRATO
CAMPANIA
MELE
CRIPPS PINK
80-85
MONOSTRATO
ITALIA
MELE
FUJI
80-85
MONOSTRATO
EMILIA-ROMAGNA
MELE
FUJI
80-85
MONOSTRATO
TRENTINO
MELE
GOLDEN DELICIOUS
80-85
MONOSTRATO
ALTO ADIGE
MELE
GOLDEN DELICIOUS
80-85
MONOSTRATO
TRENTINO
MELE
GRANNY SMITH
80-85
MONOSTRATO
ALTO ADIGE
MELE
MORGENDUFT
80-90
ALLA RINFUSA
ITALIA
MELE
RENETTA DEL CANADA
85-90
MONOSTRATO
TRENTINO
MELE
RENETTA DEL CANADA
90-95
MONOSTRATO
TRENTINO
MELE
ROYAL GALA
75-80
A PIÙ STRATI
CILE
MELE
STARK DELICIOUS
80-85
MONOSTRATO
ALTO ADIGE
NESPOLE GIAPPONESI
G
ALLA RINFUSA
SPAGNA
NESPOLE GIAPPONESI
GG
ALLA RINFUSA
SPAGNA
NESPOLE GIAPPONESI
GG
DOPPIO STRATO
SPAGNA
PERE
ABATE FETEL
70-75
MONOSTRATO 16 PZ. (30X50)
EMILIA-ROMAGNA
PERE
ABATE FETEL
75-80
A PIÙ STRATI 35 PZ.
CILE
PERE
ABATE FETEL
75-80
MONOSTRATO 14 PZ. (30X50)
EMILIA-ROMAGNA
PERE
BUTIRRA D'ANJOU
80-85
A PIÙ STRATI 35 PZ.
CILE
PERE
CONFERENCE
70-75
MONOSTRATO 20 PZ. (30X50)
EMILIA-ROMAGNA
PERE
CONFERENCE
75-80
MONOSTRATO 18 PZ. (30X50)
EMILIA-ROMAGNA
PERE
DECANA COMIZIO
75-80
VERTICALE 14 PZ. (30X40)
EMILIA-ROMAGNA
PERE
KAISER
70-75
MONOSTRATO 20 PZ. (30X50)
EMILIA-ROMAGNA
PERE
KAISER
75-80
MONOSTRATO 18 PZ. (30X50)
EMILIA-ROMAGNA
PERE
MAX RED BARTLETT
70-75
A PIÙ STRATI 90 PZ.
ARGENTINA
PERE
MAX RED BARTLETT
75-80
A PIÙ STRATI 40 PZ.
ARGENTINA
PERE
WILLIAM
70-75
A PIÙ STRATI 90 PZ.
ARGENTINA
PERE
WILLIAM
80-85
A PIÙ STRATI 35 PZ.
ARGENTINA
UVA DA TAVOLA
BIANCA SULTANA (THOMPSON)
N.C.
MONOSTRATO
CILE
UVA DA TAVOLA NERA ALPHONSE LAVALLEE (RIBIER)
N.C.
MONOSTRATO
CILE
UVA DA TAVOLA
ROSATA RED GLOBE
N.C.
MONOSTRATO
PERÙ
ORTICOLE
AGLI FRESCHI
N.C.
IN MAZZI
EGITTO
AGLI
BIANCHI
40-60
IN TRECCE
ITALIA
AGLI
BIANCHI
50-70
ALLA RINFUSA
SPAGNA
AGLI
ROSA
N.C.
ALLA RINFUSA
FRANCIA
ASPARAGI
VERDI
12-16
IN MAZZI
ITALIA
ASPARAGI
VERDI
16-20
IN MAZZI
ITALIA
ASPARAGI
VERDI
ASPARAGINA
IN MAZZI
ITALIA
ASPARAGI
VERDI
N.C.
IN MAZZI
ITALIA
BIETOLE
DA COSTA
N.C.
A PIÙ STRATI
ITALIA
CARCIOFI
6-7.5 CM
A PIÙ STRATI
ITALIA
CARCIOFINI
MEDI
ALLA RINFUSA
ITALIA
CARCIOFINI
PICCOLI
ALLA RINFUSA
ITALIA
CARCIOFI
ROMANESCO APOLLO
11-13 CM
IN MAZZI
ITALIA
CARCIOFI
VIOLETTO TEROM
7.5-9 CM
A PIÙ STRATI
ITALIA
CAROTE
N.C.
ALLA RINFUSA
ITALIA
CAROTE
N.C.
VASSOI FILMATI
ITALIA
CAVOLFIORE
ROMANESCO
6 PZ. (30X50)
MONOSTRATO
ITALIA
CAVOLI VERZA
6 PZ. (30X50)
MONOSTRATO
ITALIA
PREZZO
PADOVA
PROVENIENZA
0.60
0.75
0.90
0.80
1.00
1.00
0.90
1.60
1.40
SPAGNA
SPAGNA
SPAGNA
0.60
0.80
0.80
0.90
1.40
1.50
1.00
1.70
3.00
4.00
1.10
1.50
1.90
1.70
1.70
1.30
1.70
1.40
0.90
1.45
1.50
1.40
1.60
3.50
4.50
6.50
1.50
1.50
1.65
1.85
1.50
1.60
1.80
1.30
1.40
1.50
1.65
1.40
1.80
3.60
2.70
2.50
SICILIA
SPAGNA
SICILIA
SICILIA
ITALIA
ITALIA
ITALIA
ITALIA
ITALIA
ITALIA
CAMPANIA
CAMPANIA
ITALIA
EMILIA-ROMAGNA
TRENTINO
ALTO ADIGE
TRENTINO
ALTO ADIGE
2.20
3.00
2.00
6.00
2.00
3.00
2.20
2.00
0.50
0.18
1.20
1.40
0.50
0.30
0.50
0.60
1.30
0.60
SICILIA
SICILIA
SICILIA
SICILIA
TRENTINO
TRENTINO
ALTO ADIGE
SPAGNA
EMILIA-ROMAGNA
EMILIA-ROMAGNA
EMILIA-ROMAGNA
EMILIA-ROMAGNA
EMILIA-ROMAGNA
EMILIA-ROMAGNA
EMILIA-ROMAGNA
ARGENTINA
ARGENTINA
ARGENTINA
PREZZO
0.55
0.65
0.58
0.67
0.77
0.95
0.75
1.05
0.90
2.00
0.84
0.80
0.85
0.70
SICILIA
0.90
SICILIA
SPAGNA
SICILIA
SICILIA
ITALIA
ITALIA
ITALIA
0.70
0.90
0.67
0.75
1.47
1.52
1.12
ITALIA
ITALIA
2.00
2.80
EMILIA-ROMAGNA
1.62
ITALIA
TRENTINO
1.00
1.32
EMILIA-ROMAGNA
1.20
EMILIA-ROMAGNA
1.35
1.50
1.65
EMILIA-ROMAGNA
EMILIA-ROMAGNA
1.05
1.28
0.83
1.10
1.33
1.60
1.22
1.60
3.55
EMILIA-ROMAGNA
EMILIA-ROMAGNA
1.00
1.20
PERÙ
2.55
EGITTO
2.00
SPAGNA
2.20
ITALIA
ITALIA
ITALIA
2.80
3.30
2.30
ITALIA
1.70
ITALIA
ITALIA
ITALIA
ITALIA
0.57
0.60
1.75
0.35
1.48
1.60
1.17
1.10
1.90
3.50
1.20
1.35
1.83
1.55
1.55
1.15
1.50
1.30
0.77
1.41
1.35
2.80
3.10
5.10
1.40
1.75
1.60
2.00
SPAGNA
ITALIA
ITALIA
ITALIA
ITALIA
ITALIA
ITALIA
PREZZO
SICILIA
PERÙ
ITALIA
ITALIA
ITALIA
ITALIA
ITALIA
ITALIA
VERONA
PROVENIENZA
2.20
2.85
1.20
1.20
0.55
0.07
1.60
0.32
0.28
0.55
0.58
[ TENDENZE E MERCATI ]
n. 17/2014
29 aprile 2014
Terra e Vita 81
LISTINO BMTI (€/KG)
SPECIE
CETRIOLI
CICORIA WITLOOF
CICORIA
CICORIA
CICORIA
CIME DI RAPA
CIPOLLE
CIPOLLE
CIPOLLE
CIPOLLE
CIPOLLOTTI
CIPOLLOTTI
FAGIOLINI
FAGIOLINI
FAGIOLINI
FAVE
FINOCCHI
INDIVIE
LATTUGHE
LATTUGHE
LATTUGHE
LATTUGHE
MELANZANE
MELANZANE
MELANZANE
MELANZANE
MELONI
MELONI
MELONI
MELONI
PATATE
PATATE
PATATE
PATATE
PEPERONI
PEPERONI
PEPERONI
PEPERONI
PEPERONI
PEPERONI
PISELLI
POMODORI
POMODORI
POMODORI
POMODORI
POMODORI
POMODORI
POMODORI
POMODORI
POMODORI
POMODORI
POMODORI
POMODORI
POMODORI
POMODORI
PORRI
PORRI
PREZZEMOLI
RADICCHIO
RADICCHIO
RADICCHIO
RADICCHIO
RAVANELLI
SCALOGNO
SEDANI
SPINACI
ZUCCHINE
ZUCCHINE
ZUCCHINE
ZUCCHINE
VARIETÀ
BIANCA LUNGA DI MILANO
CATALOGNA A PUNTARELLE
CATALOGNA
PIATTE BIANCHE
TONDE BIANCHE
TONDE DORATE
TONDE ROSSE
BIANCHI
ROSSI DI TROPEA
PIATTI VERDI
SCAROLA
CAPPUCCIO
GENTILE
ICEBERG
ROMANA
CHIARE
LUNGHE
CHARENTAIS
GIALLI INVERNALI
RETATI
RETATI
P. BIANCA
P. GIALLA
P. GIALLA
ROSSE
LUNGHI GIALLI
LUNGHI ROSSI
QUADRATI GIALLI
QUADRATI GIALLI
QUADRATI ROSSI
QUADRATI ROSSI
VERDI SCURI
CILIEGINI
CILIEGINI
CILIEGINI
COSTOLUTI TIPO MERINDA
COSTOLUTI VERDI
COSTOLUTI VERDI
CUORE DI BUE VERDI
DATTERINI
TIPO PICCADILLY
TIPO PIXEL
TONDI LISCI ROSSI A GRAPPOLO
TONDI LISCI ROSSI A GRAPPOLO
TONDI LISCI VERDI
TONDO SARDO
CICORINO MISTO
ROSSO LUNGO PRECOCE
ROSSO TONDO
VARIEGATO
TONDI ROSSI
COMUNE
DA COSTA VERDI
RICCI
COSTOLUTE
SCURE LUNGHE
SCURE LUNGHE
SCURE LUNGHE
coordinamento di Fabrizio De Giacomi
CALIBRO
PRESENTAZIONE
14-21 CM
N.C.
N.C.
N.C.
N.C.
N.C.
30-50
60-80
60-80
60-80
N.C.
N.C.
N.C.
N.C.
N.C.
N.C.
10 PZ. (30X50)
8 PZ. (30X50)
6 PZ. (30X50)
8 PZ. (30X50)
6 PZ. (30X50)
8 PZ. (30X50)
N.C.
N.C.
N.C.
N.C.
1000-1250 G
1600-2000 G
1000-1250 G
1000-1250 G
40-60
40-60
40-60
40-60
N.C.
N.C.
GG (90-110)
GG (90-110)
GG (90-110)
GG (90-110)
N.C.
MEDI
MEDI
PICCOLI
57-67
67-82
82-102
82-102
N.C.
N.C.
N.C.
67-82
67-82
82-102
N.C.
40-60
40-60
N.C.
N.C.
N.C.
12 PZ. (30X50)
N.C.
N.C.
N.C.
MEDI
N.C.
14-21 CM
14-21 CM
21-28 CM
7-14 CM
A PIÙ STRATI
VASSOI FILMATI
MONOSTRATO
MONOSTRATO
A PIÙ STRATI
IN MAZZI A PIÙ STRATI
MONOSTRATO
ALLA RINFUSA
ALLA RINFUSA
ALLA RINFUSA
IN MAZZI
IN MAZZI
ALLA RINFUSA
ALLA RINFUSA
ALLA RINFUSA
ALLA RINFUSA
MONOSTRATO
MONOSTRATO
MONOSTRATO
MONOSTRATO
MONOSTRATO
MONOSTRATO
MONOSTRATO
DOPPIO STRATO
DOPPIO STRATO
MONOSTRATO
MONOSTRATO
MONOSTRATO
MONOSTRATO
MONOSTRATO
ALLA RINFUSA
ALLA RINFUSA
ALLA RINFUSA
ALLA RINFUSA
MONOSTRATO
A PIÙ STRATI
ALLA RINFUSA
ALLA RINFUSA
ALLA RINFUSA
ALLA RINFUSA
ALLA RINFUSA
A PIÙ STRATI
IN VASCHETTE
A PIÙ STRATI
DOPPIO STRATO
DOPPIO STRATO
MONOSTRATO
MONOSTRATO
IN VASCHETTE
A PIÙ STRATI
ALLA RINFUSA
DOPPIO STRATO
DOPPIO STRATO
MONOSTRATO
ALLA RINFUSA
ALLA RINFUSA
ALLA RINFUSA
IN MAZZI
ALLA RINFUSA
A PIÙ STRATI
MONOSTRATO
MONOSTRATO
20 MAZZI
ALLA RINFUSA
MONOSTRATO
ALLA RINFUSA
A PIÙ STRATI
A PIÙ STRATI
A PIÙ STRATI
A PIÙ STRATI
BOLOGNA
PROVENIENZA
SICILIA
FRANCIA
ITALIA
ITALIA
ITALIA
ITALIA
ITALIA
ITALIA
OLANDA
ITALIA
ITALIA
CALABRIA
MAROCCO
SICILIA
MAROCCO
ITALIA
ITALIA
ITALIA
ITALIA
ITALIA
ITALIA
ITALIA
SICILIA
SICILIA
SICILIA
SICILIA
GUADALUPA
COSTA RICA
MAROCCO
SICILIA
ITALIA
OLANDA
SICILIA
ITALIA
SICILIA
SICILIA
OLANDA
SPAGNA
OLANDA
SPAGNA
ITALIA
SICILIA
SICILIA
SICILIA
SICILIA
SICILIA
SICILIA
ITALIA
SICILIA
SICILIA
SICILIA
SICILIA
SPAGNA
ITALIA
ITALIA
FRANCIA
ITALIA
ITALIA
ITALIA
VENETO
ITALIA
1.10
1.30
0.70
0.70
0.60
1.30
1.00
0.70
0.45
0.70
0.70
2.20
1.80
6.00
2.00
1.00
1.40
1.40
0.70
0.70
1.00
0.80
0.90
1.10
0.60
0.75
4.20
1.30
2.50
3.00
0.65
0.40
0.90
0.80
1.60
1.30
1.90
1.40
1.90
1.40
2.30
1.80
1.90
2.00
4.20
1.80
2.00
1.50
3.00
2.00
2.00
1.35
1.30
1.30
3.50
0.70
0.70
1.00
1.80
2.80
1.50
ITALIA
FRANCIA
ITALIA
ITALIA
0.35
1.80
0.50
1.20
ITALIA
ITALIA
ITALIA
0.40
0.35
0.60
N.B. I prezzi si riferiscono a prodotti di 1a categoria (regolamento Ue 2251/92); calibratura in mm e imballaggi base 30x50 cm.
Per motivi indipendenti dalla nostra volontà ripubblichiamo i listini del 14 aprile scorso.
PREZZO
PADOVA
PROVENIENZA
SICILIA
FRANCIA
ITALIA
ITALIA
ITALIA
ITALIA
ITALIA
ITALIA
ITALIA
ITALIA
MAROCCO
PREZZO
0.70
1.65
VERONA
PROVENIENZA
PREZZO
FRANCIA
ITALIA
1.40
1.00
ITALIA
OLANDA
ITALIA
ITALIA
CALABRIA
MAROCCO
0.58
0.40
0.58
1.20
1.30
2.15
MAROCCO
ITALIA
ITALIA
ITALIA
ITALIA
ITALIA
2.20
1.00
1.25
1.80
0.75
0.65
SICILIA
0.80
0.42
0.60
0.38
0.90
1.20
1.30
2.40
4.00
2.00
1.15
1.20
1.80
0.95
0.70
MAROCCO
ITALIA
ITALIA
ITALIA
ITALIA
ITALIA
ITALIA
ITALIA
SICILIA
SICILIA
SICILIA
SICILIA
GUADALUPA
1.00
1.10
0.70
0.80
3.80
MAROCCO
SICILIA
2.50
2.50
MAROCCO
SICILIA
2.90
2.30
OLANDA
0.34
0.70
OLANDA
0.38
SICILIA
SICILIA
OLANDA
SPAGNA
OLANDA
SPAGNA
ITALIA
SICILIA
SICILIA
SICILIA
SICILIA
SICILIA
SICILIA
ITALIA
SICILIA
SICILIA
SICILIA
SICILIA
SPAGNA
ITALIA
ITALIA
FRANCIA
ITALIA
ITALIA
ITALIA
VENETO
ITALIA
VENETO
ITALIA
FRANCIA
ITALIA
ITALIA
ITALIA
ITALIA
ITALIA
ITALIA
1.60
1.30
1.38
SPAGNA
1.30
1.38
2.20
1.70
1.70
1.90
2.60
1.65
1.80
1.90
2.80
1.80
SPAGNA
ITALIA
SICILIA
SICILIA
1.30
2.30
1.60
1.85
SICILIA
2.80
ITALIA
SICILIA
1.80
3.00
1.30
SICILIA
SPAGNA
1.35
1.25
ITALIA
FRANCIA
ITALIA
ITALIA
1.85
0.65
0.55
0.95
VENETO
ITALIA
FRANCIA
ITALIA
ITALIA
2.00
0.32
2.00
0.65
1.00
ITALIA
0.95
1.70
2.20
0.35
1.10
1.50
1.10
1.80
0.20
0.60
0.70
0.50