vivere con l`erosione costiera in europa

Transcription

vivere con l`erosione costiera in europa
VIVERE CON
L'EROSIONE
COSTIERA
IN EUROPA
SEDIMENTI E SPAZIO PER LA SOSTENIBILITA'
RISULTATI
DELLO STUDIO
EUROSION
Commissione Europea
COLOPHON
PREFAZIONE
Il volume è a cura di:
Pat Doody, Maria Ferreira, Stéphane Lombardo, Irene Lucius, Robbert Misdorp,
Hugo Niesing, Albert Salman, Marleen Smallegange, Luigi E. Cipriani, Stefania Lanza, Enzo Pranzini,
Giovanni Randazzo
La storia europea è stata fortemente contrassegnata dalle continue migrazioni delle
popolazioni verso le aree costiere, che sovente hanno offerto e continuano ad offrire
condizioni favorevoli per la crescita economica. Oggi, circa 70 dei 455 milioni di cittadini
europei, cioè il 16 % dell'intera popolazione europea, vive in comuni costieri e questo trend
è in continuo aumento.
E' comunque indubbio che le comunità costiere abbiano determinato un forte impatto
sull'ambiente litorale, che include il proliferare di opere ingegneristiche, l'uso intensivo dei
litorali a scopo turistico-ricreativo e l'estrazione di sabbie e ghiaie dalle aree costiere per usi
legati all’ edilizia. Questo si traduce in un degrado progressivo delle funzioni ecologiche,
sociali ed economiche delle zone costiere. Le più importanti sono la salvaguardia dei beni
dalle mareggiate estreme e dall'intrusione dell'acqua marina, l'assorbimento di nutrienti
di origine continentale e di sostanze inquinanti drenati dai fiumi al mare, nonché la
riproduzione e la nutrizione di pesci, crostacei ed uccelli. Riabilitare queste funzioni naturali
potrebbe costare alle future generazioni di cittadini europei più di quanto potrebbero
permettersi.
Progetto grafico e produzione:
Van Rossum Rijgroep bv, Schiedam, Paesi Bassi
Luglio 2007
In prima di copertina:
Da sinistra a destra: Costa da Caparica, Portogallo (Foto: IHRH);
Saint Quay, Francia (Foto: anonimo); Cap Blanc Nez, Francia (Foto: anonimo);
Scheveningen, Paesi Bassi (Foto: Rijkswaterstaat).
In quarta di copertina:
Da sinistra a destra: Wadden Sea, Paesi Bassi (Foto: Rijkswaterstaat);
Malaga, Spagna (Foto: anonimo); Birling Gap, Regno Unito (Foto: J. Menrath);
South Kerry, Irlanda (Foto: Marine Institute, Irlanda).
L'edizione italiana dei Risultati dello Studio EUROSION è stata finanziata da:
Regione Toscana
Direzione Generale delle Politiche Territoriali e Ambientali
Settore Tutela del Territorio e della Costa
Progetto BEACHMED-e: "La gestione strategica della difesa dei litorali per
lo sviluppo sostenibile delle zone costiere del Mediterraneo"
BEACHMED-e è un progetto co-finanziato dall'Unione Europea (Fondo
Europeo di Sviluppo Regionale) nell'ambito del Programma INTERREG
IIIC sud
Europe Direct è un servizio che ti aiuta a trovare le risposte alle tue domande circa l'Unione Europea
Nuovo numero verde:
00 800 6 7 8 9 10 11
Una grande quantità di ulteriori informazioni sull'Unione Europea è disponibile su Internet.
Essa è accessibile attraverso il server Europa (http://europa.eu.int).
I dati per la catalogazione sono riportati alla fine di questa pubblicazione.
Lussemburgo: Ufficio per le Pubblicazioni Ufficiali delle Comunità Europee, 2007
ISBN 978-92-79-06194-3
© Comunità Europee, 2007
La riproduzione è autorizzata a condizione che sia citata la fonte
Printed in the Netherlands
STAMPATO SU CARTA RICICLATA
Inoltre, le attività antropiche
possono ulteriormente
contribuire ad esacerbare
l'erosione della costa europea
ed accelerare il restringimento
della fascia costiera, causando
la perdita irreversibile degli
habitat naturali. L'erosione
costiera, che si manifesta
allorquando il mare invade la
terra a causa del vento, delle
onde e dei movimenti di maree
in condizioni di limitata
disponibilità di sedimenti, è un
processo naturale che è
sempre esistito, contribuendo
nel corso della storia al
modellamento della linea di
riva europea. Ma al presente è
palese che la tendenza erosiva
non è un processo meramente
naturale. In molte località i
tentativi per sanare questa
situazione, per esempio
erigendo opere di difesa quali barriere frangiflutti, hanno determinato una situazione
peggiore e causato un incremento dell'erosione nelle coste limitrofe. Ma, d'altronde, se non
si fosse intervenuti, l'erosione costiera indotta dall'uomo avrebbe messo in pericolo, nel
lungo termine, la capacità del litorale di adattarsi agli effetti dei cambiamenti climatici e più
specificatamente al sollevamento del livello marino ed all'aumento della frequenza ed
intensità delle mareggiate.
Lo studio EUROSION, commissionato dalla mia Direzione Generale per l'Ambiente,
seguendo un'iniziativa del Parlamento Europeo, mira a quantificare l'impatto e le condizioni
dell'erosione costiera in Europa, nonché a stimare le necessità di base per l'attivazione di
azioni a livello di Unione Europea, Stati Membri e Regioni. I risultati ottenuti e le
raccomandazioni scaturite da questo studio sono riportate nella presente pubblicazione.
Lo studio EUROSION conclude che ulteriori sforzi andrebbero fatti per migliorare la
"resilienza" costiera attraverso una migliore gestione dei sedimenti e il mantenimento di
spazi sufficienti affinché i processi costieri possano agire liberamente. Io spero che gli Stati
Membri dell'Unione Europea e le Amministrazioni regionali terranno in debita
considerazione le raccomandazioni di EUROSION. Da parte nostra, la Commissione le terrà
in considerazione al momento di definire la sua strategia per la difesa del suolo e di altre
rilevanti politiche territoriali.
Margot Wallström
Commissario per l'Ambiente
Commissione Europea
3
INTRODUZIONE
La scala del problema
L'erosione costiera è un fenomeno che
minaccia tutti gli Stati rivieraschi membri
dell'Unione Europea, infatti nel 2004 è stato
stimato che circa ventimila chilometri di
costa, pari al 20% del totale1, siano stati
particolarmente interessati da questo
fenomeno. Tale percentuale ingloba da una
parte le coste effettivamente in
arretramento (15.100 km), alcune delle quali
nonostante la presenza di opere di
protezione costiera (2.900 km) e dall'altra
parte le coste stabilizzate artificialmente.
E' stato stimato che circa 15 km2 di territorio
vengono abbandonati o seriamente
danneggiati ogni anno a causa dell'erosione
costiera. In particolare, tra il 1999 ed il 2002
in Europa circa 250-300 case sono state
abbandonate a causa del rischio di una
imminente erosione costiera ed altre 3.000
hanno subito una svalutazione di circa il
10% del loro valore. Queste perdite sono,
comunque, insignificanti se paragonate alle
potenziali perdite dovute al rischio di
inondazione costiera a causa dello
scalzamento alla base delle dune e della
demolizione delle opere di difesa. Questo
pericolo ha la potenzialità di impattare
alcune migliaia di chilometri quadri di
territorio e milioni di persone. Rispetto a 50
anni fa, la popolazione che vive nelle
municipalità costiere europee è più che
Fotografie aeree di
Happisburg
rispettivamente del
1992, 1999 e 2001.
L'arretramento della
falesia può essere
facilmente osservato
nella parte superiore
della foto.
raddoppiata, raggiungendo i 70 milioni di
abitanti nel 2001, mentre il valore totale
delle risorse economiche (il capitale
investito) entro i 500 metri della linea di
costa si è moltiplicato fino a 500 - 1000
miliardi di euro nel 2000. Considerate le
previsioni relative ai cambiamenti climatici,
i rischi derivanti da erosione ed alluvioni
aumenteranno ogni anno sulle aree urbane,
turistiche ed industriali, sui paesaggi
agricoli, sulle aree ricreative e sugli habitat
naturali. Studi effettuati dalla Commissione
Intergovernativa sui Cambiamenti Climatici
(IPCC) delle Nazioni Unite stabiliscono che il
numero annuale delle vittime, legate
all'erosione costiera o alle alluvioni,
raggiungerà il numero di 158.000 nel 2020 e
che metà delle zone umide costiere europee
si prevede possa scomparire a causa
dell'innalzamento del livello del mare2.
La difficoltà di conciliare la sicurezza degli
abitanti e delle risorse e preservare gli spazi
costieri naturali si è ulteriormente acuita
negli ultimi 15 anni a causa della crescita
degli investimenti, dell'intensificazione delle
difese costiere e della considerevole
riduzione delle portate solide fluviali. La
lunghezza del fronte costiero interessato da
nuove strutture di difesa è aumentato fino a
934 km. Degli 875 km di costa colpiti di
recente dall'erosione (in erosione nel 2001
ma non nel 1986) il 63% è situato entro un
raggio di 30 km dalle opere di difesa
costiera precedentemente realizzate. Il
rimanente 37% delle aree in erosione tende
a coincidere con quelle dove i tassi di
risalita del livello del mare sono stati
superiori a 20 cm negli ultimi 100 anni e
dove è possibile che si verifichi una risalita
di altri 80 cm entro questo secolo.
Il costo degli interventi di protezione è in
crescita, infatti nel 2001 la spesa pubblica
destinata alle opere di difesa costiera contro
il rischio di erosione e di alluvionamento è
stata stimata intorno ai 3.200 milioni di
euro, con una progressione del 30% se
comparata a quella del 19863, che consisteva
in 2.500 milioni. Comunque, tali spese
riflettono soprattutto la necessità di
proteggere i beni e le persone
dall'imminente rischio d'erosione costiera,
ma non riflettono i danni dovuti alla
crescente pressione antropica nel lungo
periodo. I recenti studi effettuati dalla
Commissione Intergovernativa sui
Cambiamenti Climatici (IPCC) stimano in
circa 5.4 miliardi di euro annui il costo
dell'erosione costiera nel periodo compreso
tra il 1990 e il 2020.4
Cos'è l'erosione costiera?
L'erosione costiera si può definire come
l'avanzamento del mare rispetto alla terra e
si deve osservare su un periodo di tempo
sufficientemente lungo per eliminare
l'influenza degli eventi episodici (mareggiate)
e della dinamica sedimentaria locale.
L'erosione costiera risulta in tre diverse
tipologie di impatti o rischi:
• perdita di aree che presentano un valore
economico, sociale o ecologico;
• distruzione delle difese costiere naturali
(generalmente il sistema dunare litorale)
a seguito di un singolo evento
catastrofico, che talvolta provoca un
alluvionamento dei terreni situati
nell'entroterra;
• indebolimento delle difese costiere
artificiali, determinando un potenziale
rischio da alluvionamento dei terreni
protetti.
I processi di erosione e di sedimentazione
costiera sono sempre esistiti in Europa ed
hanno contribuito, nel corso dei millenni,
alla formazione del paesaggio costiero con
la creazione di una copiosa varietà di
morfologie.
Il ruscellamento dell'acqua di precipitazione
ed i corsi d'acqua drenano un volume
considerevole di sedimenti verso la costa
che, insieme a quelli che provengono
dall'erosione delle falesie e dei banchi di
sabbia, costituiscono il materiale utile per lo
sviluppo delle barre sabbiose sommerse,
delle piane tidali, delle paludi, delle spiagge
e dune sabbiose e delle zone umide
effimere. Di contro, questi habitat naturali
forniscono benefici sostanziali tra cui la
presenza di aree consone alle attività
economiche e ricreative, la difesa dalle
alluvioni in aree depresse, l'assorbimento
dell'energia delle onde di tempesta, nonché
la riduzione dell'eutrofizzazione delle acque
costiere, ed infine le condizioni favorevoli
alla nidificazione di uccelli e alla
riproduzione di diverse specie animali.
Combattere l'erosione costiera può però
creare disfunzioni degli habitat naturali e
generare nuovi problemi.
Dipartimento di Geologia del Comune di Ravenna Lido
Adriano (Ravenna). In questa foto si può osservare
chiaramente come gli hotel siano stati costruiti sulla
spiaggia, determinando una crescente necessità di
protezione costiera (barriere frangiflutti distaccate)
L'erosione costiera è il risultato di un
insieme di fattori sia naturali sia antropici
che operano su differenti scale (temporali e
spaziali). I più importanti fattori naturali
sono costituiti da: venti e mareggiate,
correnti costiere, variazioni relative del
livello del mare (quale combinazione di
movimenti verticali del suolo e di
innalzamento del livello marino) e processi
di versante.
4
I fattori antropici che causano erosione
costiera comprendono: opere di ingegneria
costiera, la richiesta di "nuove" terre, la
regimazione dei bacini fluviali (soprattutto
la costruzione di dighe), dragaggi,
rimozione della vegetazione, estrazione di
gas e di acqua dal sottosuolo.
Lo studio EUROSION
Le preoccupazioni sopra menzionate hanno
condotto il Parlamento Europeo e la
Commissione Europea ad intraprendere un
ampio studio che provvedesse a
quantificare l'evidenza dell'erosione costiera
che in Europa rappresenta un problema di
rilevante importanza, accentuato anche da
un controllo non sempre attento delle
autorità pubbliche che hanno il compito di
valutare gli interventi necessari. I risultati di
questo studio, denominato EUROSION,
durato due anni e gestito dalla Direzione
Generale Ambiente della Commissione
Europea, sono stati pubblicati nel maggio
2004 (Conferenza di Bruxelles).
Questi risultati consistono in:
• Una valutazione cartografica della
vulnerabilità al rischio d'erosione costiera,
basata su dati spaziali e analisi GIS.
• Una revisione degli interventi e delle
esperienze esistenti di gestione dei tratti
costieri a livello regionale e locale.
• Una raccolta di linee guida atte a
migliorare la comprensione dei problemi
connessi all'erosione costiera, secondo
procedure ambientalmente compatibili,
mediante pianificazione territoriale e
prevenzione del rischio costiero ed infine
sistemi di supporto alle decisioni di
regioni ed amministrazioni locali.
• Una raccolta di raccomandazioni politiche
volte a spiegare come migliorare la futura
gestione dell'erosione costiera a livello
europeo, nazionale, regionale e locale.
1 A causa del "rimbalzo" isostatico post-glaciale, la Svezia e la Finlandia sono soggette ad un innalzamento del suolo e
ad un conseguente abbassamento relativo del livello del mare, così che non sono significativamente affette dal
problema dell'erosione costiera (con l'eccezione della Svezia meridionale). Se le coste relativamente stabili di Svezia e
Finlandia vengono escluse dal calcolo, la percentuale di coste interessate dall'erosione sale al 27 %.
2 Salman et al., Coastal Erosion Policies: Defining the issues. EUROSION Scoping Study, 2002. Figure tratte da Global
Vulnerability Assessment. WL Delft Hydraulics / Rijkswaterstaat, 1993.
3 Risultati di una indagine EUROSION del 2002; i dati del 1986 sono affetti da alcune incertezze.
4 Salman et al., Coastal Erosion Policies: Defining the issues. EUROSION Scoping Study, 2002. Figure tratte da Global
Vulnerability Assessment. WL Delft Hydraulics / Rijkswaterstaat, 1993.
Questa mappa mostra l'ubicazione dei casi studio esaminati
nel progetto EUROSION, alcuni dei quali con il tasso di
erosione annua. I casi di Cipro, Tenerife, Azzorre e Guaiana
Francese non sono rappresentati nella mappa.
Le famose falesie di Etretat (Alta Normandia) scolpite
dall'erosione costiera.
5
I RISULTATI DI EUROSION
Risultato 1: La carenza dei sedimenti costieri e la riduzione di
spazi della zona costiera determina una situazione di “stress
costiero” (coastal squeeze).
L’urbanizzazione costiera ha trasformato l’erosione costiera da
fenomeno naturale a problema di crescente intensità. In molte
zone costiere i problemi connessi all’erosione sono attualmente
esacerbati dalle attività umane e i tratti stabilizzati con interventi
artificiali stanno progressivamente invadendo sia le coste
sabbiose sia le falesie.
Il deficit sedimentario indotto dalle costruzioni si è tradotto in una
perdita progressiva, generalizzata in tutti i paesi europei, degli
habitat naturali costieri e degli ecosistemi dinamici che operano
come zone tampone tra il mare e l’entroterra. In molte zone il
“coastal squeeze” (stress costiero) è la manifestazione di questo
fenomeno.
In molte aree gli effetti combinati
dell’erosione costiera, dello sviluppo di
infrastrutture e della costruzione di opere di
difesa hanno ridotto l’ampiezza della fascia
costiera. Lo “stress costiero” è evidente
soprattutto nelle aree depresse ed in quelle
intertidali, la cui dinamica naturale legata
alle variazioni del livello del mare, alle
mareggiate ed alle maree, è impedita a
A.M. Stacey
Costruire troppo vicino alla costa provoca la
perdita della spiaggia e la maggior parte delle
funzioni ad essa connesse
In contrasto con la netta evidenza che le
attività antropiche possono incrementare
l’erosione costiera, le osservazioni ottenute
dallo studio EUROSION, mediante i casi
studio, hanno palesato che le procedure di
Valutazione d’Impatto Ambientale (VIA)
sono inadatte a trattare i problemi connessi
all’erosione costiera.
sedimenti è ridotta, si evidenzia un ulteriore
restringimento dell’area costiera prodotto
dall’aumento della pendenza del profilo di
spiaggia, come illustrato nella figura
precedente.
Nonostante i problemi d’erosione costiera e
l’impatto che il coastal squeeze determina
sulle possibilità di utilizzazione della fascia
costiera, la pressione antropica non è stata
ridotta.
La costruzione di strutture protettive è
ancora largamente in uso, determinando
una futura riduzione dello spazio disponibile
lungo il margine costiero sia per l’attività
umana, sia per la protezione offerta dalla
naturale funzione del sistema costiero, sia
per lo sfruttamento sostenibile delle risorse
naturali.
La distribuzione
della densità
urbana lungo le
coste olandesi. Le
aree urbanizzate
sono
rappresentate in
rosso (Da:
Rijkswaterstaat).
Risultato 2: Le attuali procedure di Valutazione d’Impatto
Ambientale (VIA) non sono correttamente finalizzate alle
problematiche inerenti l’erosione costiera.
causa della costruzione di barriere rigide
(strade, dighe, opere di urbanizzazione,
attività ricreative, aree industriali ed altri
impianti). La conseguenza più evidente è la
perdita degli habitat naturali.
Le procedure di Valutazione d’Impatto Ambientale (VIA) - come
implementate ai sensi della direttiva 85/337/EEC - sono
generalmente poco adatte alla comprensione dei processi
d’erosione costiera generati dallo sviluppo delle attività
antropiche. Successivamente, il costo per ridurre l’erosione
costiera è stato incrementato considerevolmente in relazione
al valore delle attività antropiche presenti lungo la costa. Di
conseguenza, è risultato necessario trasferire il costo delle
misure di protezione dall’erosione costiera alle stesse attività
antropiche.
Nelle aree dove il livello relativo del mare
sta innalzandosi o dove la disponibilità di
Immagine SPOT: l’immagine
del satellite SPOT mostra la
morfologia costiera del delta
dell’Ebro. Disponibile dal
Catalogo Sirius presso la
SPOT Image:
http://sirius.spotimage.fr/
Un semplice caso di restringimento costiero. Gli habitat
sono scomparsi come risultato di una richiesta di nuove
terre, di un aumento del livello del mare o di una
riduzione della disponibilità di sedimenti.
6
Svariate sono le ragioni:
• Un numero considerevole di investimenti
inerenti i processi di erosione costiera
risalgono al ‘900 (anni ‘50 nel caso di dighe
fluviali), quindi precedenti all’attuazione
dei regolamenti VIA in Europa (intorno
agli anni ‘80). Molte di queste opere
tutt’oggi continuano a turbare i processi
di trasporto sedimentario. Ad esempio,
le regimazioni dei bacini fluviali
interrompono il trasporto dei sedimenti
fluviali al mare, causando un deficit
annuale di sedimenti stimato in circa 100
milioni di tonnellate (informazione fornita
dall’EUROSION database).
• L’erosione costiera sovente è il risultato di
un impatto cumulato di vari fattori sia
naturali che antropici, nessuno dei quali
può essere considerato singolarmente
come la causa dell’erosione. L’impatto di
una infrastruttura o di una specifica
attività sui processi di erosione costiera
raramente viene valutato nello studio di
impatto ambientale (l’esperienza mostra
in effetti che il singolo impatto non
immediatamente significativo sui processi
di erosione costiera non giustifica, se non
raramente, la sua considerazione rispetto
alle problematiche del trasporto
sedimentario costiero). Questo è il caso
delle dighe (se una diga intrappola
individualmente una piccola porzione dei
sedimenti, l’impatto cumulato di una serie
di dighe su uno stesso bacino è quanto di
più lontano dall’essere trascurabile), dei
progetti relativi allo sviluppo industriale,
turistico (porti turistici, lungomari),
urbanizzazione, estrazione di sedimenti ed
opere di difesa.
La figura mostra il
reticolo idrografico
del fiume Ebro. I
triangoli rossi
rappresentano le
dighe costruite
lungo il fiume.
Particolarmente
dannose per il
budget sedimentario
costiero risultano
quelle dighe
costruite nella parte
terminale del bacino
• Progetti di grandi dimensioni, come
l’ampliamento di porti, la creazione di
nuove terre per il posizionamento di
impianti per la produzione di energia
eolica o impianti energetici convenzionali
prendono in considerazione i processi di
erosione costiera nell’ambito del quadro
della VIA. Comunque, è piuttosto frequente
che il costo delle misure di mitigazione
ecceda la volontà - o la capacità - di
supportare il costo. Questo è illustrato
meglio dal caso di Aveiro, dove il costo
annuale di by-passing della sabbia è
ritenuto eccessivo dalle autorità portuali.
• Le procedure di VIA non sono
sistematicamente applicate a progetti di
piccola e media dimensione, sebbene essi
possano, quando presi nel loro insieme,
incrementare l’erosione costiera.
• Le attuali legislazioni nazionali in materia
di VIA non prescrivono generalmente
procedure precise relativamente alle
attività di informazione pubblica, per
esempio per comunicare e/o per
cooperare con gli stakeholders locali,
quando è necessario eseguire una VIA. In
molti paesi (in particolare Italia,
Portogallo e Spagna) le relazioni di VIA
sono visionabili per il pubblico quando il
progetto è già in una fase di
progettazione avanzata e solo per un
breve periodo. Questo rende
particolarmente difficile il prendere in
considerazione i potenziali danni
ambientali – inclusi quelli dovuti
all’erosione costiera – nella redazione dei
progetti.
Le conseguenze delle limitazioni della VIA
nel dare risposte corrette al problema
dell’erosione costiera determinano un
significativo incremento dei costi (o almeno
dei rischi) per la societá, in termini di
perdita di habitat, di perdita di servizi
pubblici, di capitali investiti e costi per le
misure di protezione.
Risultato 3: Il rischio da erosione costiera è sostenuto dal
punto di vista finanziario prevalentemente dal pubblico.
Il costo per la riduzione del rischio da erosione costiera è
generalmente sostenuto da fondi pubblici nazionali o
regionali, difficilmente da fondi locali e raramente da fondi
provenienti dai proprietari dei beni a rischio o da coloro che
hanno provocato l’innescarsi del processo erosivo. Questo è
enfatizzato dal fatto che il rischio da erosione costiera non è
stato inserito nei processi decisionali a livello locale e
l’informazione pubblica relativa al rischio è limitata.
Il rischio da erosione costiera di una
particolare località si può definire come il
risultato della probabilità (frequenza) di
eventi di tipo erosivo e degli impatti
(investimento di capitale o presenza di
popolazione nella zona a rischio). Le attuali
pratiche osservate in Europa rivelano che i
fondi pubblici - attraverso i contribuenti finanziano la maggior parte dei costi
associati al rischio da erosione costiera,
raramente vi è stata infatti la partecipazione
dei responsabili dell’erosione o dei
proprietari dei beni a rischio alle spese
inerenti la protezione delle coste.
La spesa pubblica destinata alla protezione
della costa contro il rischio di erosione ed
inondazione in Europa è stata stimata nel
2001 in circa 3,2 miliardi di euro. In questo
importo rientrano sia gli investimenti
effettuati nel 2001 (53% del totale), sia i
costi per il mantenimento delle protezioni
esistenti ed il monitoraggio della linea di
costa (38%), sia le spese per l’acquisto di
aree costiere a rischio (9%). Sebbene
esistano pochi dati sul contributo di fondi
privati per la gestione dell’erosione costiera
negli stati membri europei, secondo lo
studio EUROSION probabilmente questo
contributo non raggiunge il 10% della spesa
7
pubblica, infatti sulla base dei casi studio
analizzati, solo in Danimarca si è avuto un
contributo significativo da parte dei privati,
che nello studio esaminato supera il 50 %
del costo complessivo della protezione
costiera.
Per quanto riguarda il contributo del
privato, i casi di studio dimostrano che la
partecipazione finanziaria alle spese relative
alla protezione non è vista dagli
imprenditori come una loro responsabilità
di fronte ad una crescita dell’erosione
costiera aggravata dall’esistenza della loro
attività, ma come un’opportunità di fare
affari, per esempio attraverso
l’ampliamento della spiaggia. E’ da notare
che soltanto le autorità portuali di mediagrande dimensione contribuiscono in
maniera significativa ai lavori per
modificare l’impatto delle loro attività
sull’erosione costiera.
Malgrado il rischio da erosione costiera, è
interessante constatare che gli investimenti
nelle zone a rischio si susseguono e
tendono a crescere. Una valutazione più
appropriata delle pratiche locali permette di
evidenziare tre fattori esplicativi degli
investimenti crescenti:
• Il rischio da erosione costiera è
sottovalutato. Alcuni pensano che le
probabilità di danno per erosione costiera
non siano sufficientemente elevate da far
loro modificare la decisione di costruire o
di non delocalizzare. Di fatto, la maggior
parte dei proprietari vittime dell’erosione
costiera è vittima di una scarsa
informazione riguardo ai rischi (“avrei
desiderato sapere”) e spesso
rimproverano alle autorità competenti di
aver permesso questi investimenti. Solo
pochi paesi hanno istituzionalizzato la
valutazione ed il sistematico rilevamento
dei rischi come parte integrante dei
processi di pianificazione territoriale, ma
bisogna evidenziare però che, dove
esistono le mappe dei rischi, esse non
sono rese sistematicamente accessibili al
pubblico.
Pieterjan van der Hulst
Strada danneggiata dall’erosione costiera presso
l’Isola di Wight
• La maggior parte degli investimenti è
realizzata a breve termine.
Gli investitori esigono un ritorno
economico a breve termine dei loro
investimenti. Anche se la vita stimata di
un edificio è sovente di 40 o 50 anni,
l’investitore guarda ai potenziali benefici
del proprio investimento nei successivi
otto - dieci anni prima di rivendere,
poiché non prevede di risiedere in quel
posto per un periodo più lungo. Questo
modo di pensare sembra aver dominato
8
lo sviluppo turistico costiero nel
Mediterraneo, dove il periodo di ritorno
dei profitti nel settore turistico non supera
i 10 anni.
• Aspettativa di assistenza pubblica.
Parecchie esperienze in Europa hanno
messo in evidenza che i privati e gli
imprenditori sono poco inclini a
considerare il fattore rischio nei loro
investimenti, poiché l’interventismo
pubblico è forte in materia di gestione di
un tratto costiero.
Rispetto a ciò, in diversi paesi europei la
pratica comune ha largamente mostrato
che questo modo di pensare è
ampiamente radicato. In alcuni casi,
l’intervento politico e finanziario è diretto
a proteggere la proprietà privata. In altri
casi le autorità pubbliche possono essere
considerate responsabili dei danni indotti
dall’erosione costiera perché hanno
permesso costruzioni in aree a rischio.
L’uso di denaro pubblico per salvaguardare
la sicurezza delle infrastrutture economiche
e della popolazione non pone un simile
problema; comunque potrebbe essere
discutibile che le amministrazioni pubbliche
si facciano carico degli oneri finanziari,
quando altri sono i responsabili
dell’erosione costiera o nel caso in cui i
proprietari abbiano scelto di vivere in aree a
rischio. In tali circostanze bisogna
considerare l’opportunità di assumersi
l’onere della difesa costiera da parte dei
beneficiari (il principio che “ chi inquina
paga”) o degli investitori a rischio.
Risultato 4: Gli approcci tradizionali per combattere l’erosione
costiera possono avere effetti controproducenti.
Durante l’ultimo secolo la limitata conoscenza dei processi di
trasporto sedimentario costiero a livello locale ha sovente
determinato un utilizzo di misure inappropriate per rimediare
ai problemi di erosione costiera. In molti casi, gli interventi
hanno risolto i problemi di erosione localmente, ma hanno
spostato gli stessi problemi ad altre località - anche a decine di
chilometri di distanza – o hanno generato altri problemi
ambientali.
Nel 2001, circa 7.600 km di coste risultavano
interessati da interventi di difesa, di cui
l’80% era stato realizzato da più di 15 anni.
Questi interventi usano e combinano
un’ampia gamma di tecniche che includono:
• Tecniche di difesa rigida, come l’utilizzo di
costruzioni fisse in cemento o in scogli
per “riparare” il tratto di costa e proteggere
i beni posti nelle aree retrostanti. Queste
tecniche - massicciate, pennelli, barriere
frangiflutti – rappresentano una
significativa parte (70 %) degli interventi
di difesa presenti in Europa;
• Interventi di difesa “morbida” (ad
esempio ripascimenti con sabbie),
realizzati in modo da assecondare i
processi naturali e affidandosi a elementi
naturali come sabbie, dune, paludi e
vegetazione idonei per prevenire l’attacco
della spiaggia emersa da parte dei
processi erosivi;
• Delocalizzazione dei beni, che consiste nel
rimuovere o abbandonare le case e le
altre costruzioni dalle aree soggette ad
erosione.
I casi esaminati per lo studio EUROSION
hanno fornito un ampio ventaglio di
esperienze in relazione al rapporto costo –
efficacia e sostenibilità ambientale di queste
tecniche di difesa costiera. Le maggiori
considerazioni sono:
• Lezioni apprese da tecniche di protezione
rigida. Molte strutture rigide hanno avuto
effetti positivi soltanto in una ridotta
prospettiva sia temporale che spaziale.
Bloccando la deriva litorale privano
dell’apporto sedimentario le spiagge
situate sottoflutto, con conseguente
incremento del processo erosivo.
Strutture verticali come le difese aderenti
(in calcestruzzo o in elementi
disaggregati) aumentano la turbolenza e
l’erosione di sedimenti al piede
dell’opera, con conseguente
sottoescavazione delle sue fondazioni.
Esempi eloquenti posso essere forniti
dalle dighe di Playa Gross (costruite nel
1900), di Chatelaillon (1925) e di De Haan
(1930) che ancora continuano ad
incrementare i problemi erosivi. Per
quanto riguarda i pennelli, questi sono
efficaci per tratti limitati di costa;
l’erosione si accentua nel tratto sottoflutto
imponendo la costruzione di altri pennelli
con un conseguente “effetto domino”. Le
strutture di difesa rigide hanno anche una
limitata efficacia nella protezione di
falesie, come quelle di Ventnor, sull’isola
di Wight, e nel Sussex, dove gli
smottamenti di falesie in rocce tenere
sono il risultato di processi continentali
(la disgregazione di rocce per l’infiltrazione
delle acque, gli scivolamenti dei differenti
strati litologici e l’erosione dovuta alle
acque piovane nei canali e nei solchi di
erosione) e non dell’attacco delle onde
alla base.
• Lezioni acquisite da tecniche di protezione
morbida. Negli ultimi 20 anni l’utilizzazione
di tecniche morbide, quali i ripascimenti
di dune, di spiagge e di fondali sabbiosi,
ha suscitato grande entusiasmo,
soprattutto per la capacità di contribuire
positivamente alla salvaguardia del
litorale nonché alla sua fruizione a fini
turistico-ricreativi, alla filtrazione delle
acque (nelle dune) e ad altri valori
ecologici. Nel caso dell’Olanda,
ripascimenti sistematici delle dune e
spiagge emerse e sommerse sono stati
applicati con successo dal 1990. Il
ripascimento con sabbie ha un esito
positivo nei casi in cui: 1) è considerato
come un’efficiente misura di
salvaguardia, 2) è valido dal punto di
vista economico 3) fornisce opportunità
per altri usi funzionali della costa. Ma è
piuttosto frequente che queste esigenze
non siano state riscontrate e gli interventi
di ripascimento siano stati eseguiti con
una scarsa cognizione del sistema
idraulico costiero. Pratiche di ripascimento
non idonee includono infatti quei casi
dove la disponibilità di sedimenti di
appropriata qualità non è garantita
(richiedendo costi più alti) o dove il
dragaggio di sabbia ha causato danni
irreversibili alle comunità vegetazionali
(per esempio alla praterie di Posidonia
oceanica lungo le coste del Mediterraneo).
• Lezioni acquisite dalla gestione del
riallineamento. Fin dai primi anni ‘90, in
Europa si è sviluppato un nuovo
approccio all’erosione costiera, basato
sull’abbandono delle terre a rischio e
sulla ricollocazione delle strutture più
all’interno. Simili azioni sono state attuate
nel Regno Unito (Essex e Sussex) e in
Francia (Criel sur Mer). In questi casi
l’analisi costi – benefici ha dimostrato che
il costo di un sistema protettivo
tradizionale, in tempi lunghi (oltre il
tempo di sopravvivenza del bene),
avrebbe abbondantemente ecceduto il
valore delle opere da proteggere, mentre
il riallineamento gestito forniva una
soluzione più favorevole dal punto di
vista economico. Inoltre, il riallineamento
gestito fornisce probabilmente un
approccio più a favore dell’ambiente,
come nel caso dell’erosione della falesia,
che fornisce sedimenti al bilancio
sedimentario costiero. L’esperienza ha
inoltre dimostrato che in alcune aree la
programmazione nei tempi e l’importo
della “compensazione” sono i punti
chiave per assicurare un’ampia
accettazione favorevole del
riallineamento.
Queste esperienze evidenziano i limiti
dell’approccio parziale all’erosione costiera
e provano la necessità di adottare strategie
preventive basate sulla pianificazione, sul
monitoraggio, sulla valutazione e sui
principi della Gestione Integrata delle Aree
Costiere (GIAC – ICZM: Integrated Coastal
Zone Management).
F. Sabatier
Serie di pennelli lungo la costa della Camargue. In alcuni posti, il
mare ha quasi fatto breccia nell’ isola barriera
9
Risultato 5: Le conoscenze di base per il processo decisionale
nella gestione della fascia costiera sono generalmente scarse.
Nonostante la disponibilità di un’enorme quantità di dati,
continuano ad esistere dei “gap” d’informazione sulle zone
costiere e sulla loro dinamica.
La pratica di gestione dell’informazione costiera - dall’acquisizione
dei dati di campagna alla divulgazione dei dati elaborati - soffre di
grandi disfunzioni che portano a decisioni inadeguate.
Paradossalmente, la condivisione e divulgazione dei dati costieri,
l’informazione, la conoscenza e le esperienze sono raramente
prese in considerazione dagli stakeholders locali e regionali.
L’utilizzazione di conoscenze di base più ampie nelle proposte di
sviluppo costiero costituisce un’opportunità per ridurre i costi
tecnici ed ambientali delle attività umane (inclusi gli interventi per
mitigare l’erosione costiera) e potrebbe aiutare a prevedere il
trend e i rischi futuri.
L’informazione, nonostante l’importanza nel
supportare le scelte dei decisori, non è
generalmente valutata dalle autorità
pubbliche responsabili della gestione della
linea di costa come un settore strategico
che giustifica maggiori investimenti.
Questo non significa necessariamente che il
budget per la raccolta e l’analisi dei dati
sulla fascia costiera debba essere
incrementato - esso già è compreso tra il 10
e il 20% di tutte le spese relative alla
gestione dell’erosione costiera all’interno
dei casi studio (tra 320 e 640 milioni di Euro
estrapolati su tutta Europa). Invece, questo
evidenzia che le autorità sono riluttanti a
realizzare le riforme appropriate da
applicare nel campo della gestione
dell’informazione. Le seguenti riforme, nel
lungo periodo, potrebbero permettere di: (i)
migliorare il rapporto costi - benefici nelle
decisioni prese in materia di gestione della
linea di riva e, (ii) ridurre e migliorare le
spese relative alla produzione ed
elaborazione dei dati costieri. Ancora,
l’evidenza mostra che l’inadeguato uso delle
informazioni esistenti è stato responsabile
di una notevole perdita economica in
Europa, come illustrato dal caso di Vale do
Lobo o Lacanau - Cap Ferret.
Sebbene un vasto numero di stakeholders
sia stato coinvolto nella gestione costiera a
tutti i livelli, le informazioni necessarie sono
simili per molti di questi stakeholders e per
la maggior parte delle regioni Europee
studiate da EUROSION, e possono essere
riassunte come segue:
• Quantificazione dell’impatto delle attività
umane sui processi di trasporto dei
sedimenti, per ottimizzare la scelta dei siti
adatti per gli investimenti e stabilire più
facilmente le responsabilità ambientali.
• La delimitazione di aree a rischio di
erosione costiera per i prossimi anni
permetterebbe, da una parte di orientare
gli investimenti futuri verso le zone meno
esposte, e dall’altra di definire le zone
prioritarie da proteggere.
• Una stima a lungo termine dei costi e dei
benefici delle misure di mitigazione
dell’erosione costiera dovrebbe essere
resa utile per selezionare gli scenari con
10
miglior rapporto costo - efficacia e, se
necessario, proporre aree dove
l’arretramento della linea di riva potrebbe
essere gestito.
Paradossalmente, questa mancanza di
informazioni contrasta con la grandissima
quantità di dati disponibile per l’area
costiera (dati che possono essere definiti
come “collezione di dati grezzi di misure e
osservazioni non raccolte in un sistema
gestionale”). Questo suggerisce che la
carenza di informazioni generalmente
dipende da mancanze organizzative ed
istituzionali, piuttosto che da limitazioni
tecnologiche. Le indagini condotte
nell’ambito di EUROSION, a livello di 5
regioni europee (Aquitania, Catalogna, Isola
di Wight, Essex, Aveiro e Olanda
settentrionale) confermano largamente
queste conclusioni e hanno identificato
deficienze nell’organizzazione pratica delle
informazioni sulla costa che possono essere
riassunte come segue:
• Una considerevole frammentazione di
dati e di istituzioni depositarie. Questo
aspetto è il più preoccupante per la
valutazione del rischio e dell’impatto
dell’erosione costiera, come anche per la
pianificazione territoriale in area costiera
che richiede una notevole quantità di dati
relativi e diverse tematiche da
considerare in un’ampia scala sia
temporale che spaziale. Questi includono
il clima anemometrico ed ondoso, il
regime di marea, il modello della
circolazione delle correnti costiere, la
storia dei maggiori fenomeni di storm
surge (sopralzo di marea) verificatisi,
geologia e geomorfologia costiera,
proprietà sedimentologiche del fondo
marino, topografia del fondo marino e
della costa, l’uso del territorio e le sue
condizioni di mantenimento. Ogni
istituzione depositaria usa generalmente i
propri standard, cosa che complica
significativamente l’integrazione dei dati
tra loro e ritarda la restituzione
dell’informazione.
• Duplicazione della produzione dei dati.
In un significativo numero di casi,
database simili sono stati prodotti da
diverse istituzioni, determinando una
duplicazione dei costi per l’acquisizione
dei dati. E’ anche piuttosto frequente che
due o tre dipartimenti della stessa
amministrazione finanzino,
indipendentemente l’uno dall’altro,
l’acquisizione degli stessi dati e ciò si
traduce in una considerevole perdita di
risorse finanziarie. Questo è evidenziato
dal caso della costa settentrionale
dell’Olanda. Ma l’assenza di
coordinamento non spiega tutto: il costo
eccessivo per accedere ai dati esistenti,
combinato con le normative in termini di
diritto di proprietà (copyrights), ha
determinato lo sviluppo di database
eseguiti da privati.
• Riluttanza nel diffondere le informazioni
essenziali. La difficoltà di accesso ai
documenti ed ai database considerati
importanti per prendere decisioni è
evidenziata dalla maggioranza degli
stakeholders locali intervistati. La
reticenza del produttore di informazioni a
diffonderle sovente ha condotto ad
incomprensioni e conflitti. Queste
sensazioni, che in alcuni casi potrebbero
essere eccessive (vedi il punto
successivo), possono essere verificate,
per esempio, in relazione alla richiesta di
rapporti relativi alla Valutazione di Impatto
Ambientale (VIA). In effetti, l’esperienza
del gruppo di lavoro di EUROSION ha
registrato 71 rifiuti nell’accesso ai dati
relativi alla VIA su 78 richieste effettuate
in 11 diverse regioni (vedi anche il
Risultato 2). Paradossalmente, questi
documenti erano stati commissionati da
autorità pubbliche e dovevano essere
accessibili per il pubblico.
• Scadente capacità di archiviazione e
diffusione dei dati. I ritardi nell’accesso
alle informazioni derivano anche
dall’assenza di chiarezza sui meccanismi
con cui esse andrebbero diffuse in centri
di informazione, o librerie virtuali, o
semplicemente come persone da
contattare per ogni insieme di dati o
documenti. Ad eccezione di organismi
governativi che producono e diffondono i
dati di base su tutto il territorio nazionale
- per esempio il servizio geologico
nazionale, i centri meteorologici nazionali,
le agenzie cartografiche, gli uffici
idrografici e le autorità di bacino - altre
istituzioni producono dati soprattutto per i
loro fini (siano essi orientati alla ricerca o
alla gestione) e non per utilizzatori
esterni. Estendendo il loro mandato alla
diffusione dei dati bisognerebbe
considerare sotto un nuovo punto di vista
le finalità organizzative, definire le
politiche di diffusione dei dati e,
soprattutto, identificare gli incentivi
economici che attualmente sono non ben
considerati dai produttori di dati
(specialmente dai produttori pubblici).
Le quattro imperfezioni sopra menzionate
sono enfatizzate dal fatto che,
contrariamente ad altri settori (per esempio
la difesa costiera, la pianificazione dell’uso
del territorio, la gestione delle acque), il
settore della gestione delle informazioni
costiere non rientra chiaramente sotto la
responsabilità di una sola istituzione sia a
livello nazionale sia locale. Questa vacatio
legis contribuisce a frammentare
l’emergenza di lungo periodo derivante da
questi aspetti.
Isola degli uccelli. Bacino dell’Arachon
11
Casi Studio
SYLT - SCHLESWIG HOLSTEIN
L’avamposto più settentrionale della
Germania
Sylt, l’avamposto più settentrionale della
Germania, è situato lungo il Mare di
Wadden, nello stato federale di Schleswig Holstein. Sylt è la più grande isola barriera
delle Frisone ed è costituita da spiagge e
dune sviluppatesi sopra a dei depositi
morenici, datati all’ultima epoca glaciale.
L’isola di Sylt fornisce diverse opportunità
ricreative, come dimostra il fatto che ogni
anno i 40 km di spiagge sabbiose della
costa occidentale attirano 600.000 turisti,
con circa 5 milioni di presenze negli
alberghi distribuiti in tutta l’isola, e che
rappresentano la principale fonte di reddito.
Un ambiente protetto
Nel 1985, la regione, per l’alta valenza
ecologica del Mare di Wadden, fu dichiarata
Parco Nazionale (Schleswig – Holstein
Wadden Sea National Park) e rappresenta
un luogo di sosta e di rifornimento per
uccelli migratori ed un importante luogo per
la riproduzione di molti pesci e crostacei.
Nel 1999 fu emanato un decreto, successivo
alla legge istitutiva del parco, per estendere
i suoi limiti ad Ovest delle isole di Sylt e
Anrum, per salvaguardarlo dalla
realizzazione di un porto - il sito fu
introdotto nell’Appendice II della Direttiva
Habitat - e creare un’area per la protezione
delle balene. Attività come la caccia, la
pesca di mitili e la navigazione sono
severamente controllate.
di circa 0,9 m/anno; negli ultimi 50 anni
invece si è registrato un incremento
dell’erosione di circa 1,5 m/anno, come
effetto del sollevamento del livello del mare
e di inverni più caldi e tempestosi.
All’estremità meridionale dell’isola sono
stati erosi, solo nel 2002, 15 m di spiaggia
sabbiosa.
Modelli previsionali per i prossimi 50 anni
hanno confermato che l’intera costa
occidentale dell’isola di Sylt, ed in
particolare il tratto settentrionale dell’isola,
a Kampen, e quello meridionale, verso
Randum e Hornum, saranno soggetti ad
erosione. La parte centrale invece rimarrà in
una condizione di relativa stabilità se
verranno attuate adeguate protezioni.
Strutture turistiche a Westerland
lungo la costa occidentale di Sylt.
Una linea di costa dinamica
La costa occidentale dell’isola di Sylt è
esposta alle frequenti ed intense onde di
tempesta provenienti da Ovest, che da
parecchi decenni provocano erosione.
Inoltre, onde indotte da venti provenienti
alternativamente da NO e da SO generano
un trasporto lungo costa dei sedimenti
diretto verso sud, nella parte meridionale
dell’isola, e verso nord, nella parte
settentrionale. Questo determina la
caratteristica forma ad arco dell’isola e la
crescita di entrambi gli estremi
rispettivamente verso nord e verso sud.
Inoltre, l’isola risulta soggetta a condizioni
variabili. Mentre nel periodo compreso tra il
1870 ed il 1950 è stato registrato un
arretramento della linea di riva occidentale
Intervenendo sulla natura
Nell’isola di Sylt le tecniche di protezione
contro l’erosione erano tradizionalmente
basate su interventi di difesa rigida, come
pennelli e difese aderenti in calcestruzzo.
Tali interventi, nel lungo periodo, hanno
determinato effetti controproducenti, poiché
hanno interrotto il trasporto di sedimenti
lungo costa, generando così erosione
sottoflutto ed altri problemi ambientali.
Inoltre, a causa dell’abbassamento del
profilo della spiaggia per l’erosione alla
base delle strutture rigide, le massicciate di
Westerland subiscono regolarmente un
importante danno in occasione delle
mareggiate.
Questo ha condotto le autorità federali e
regionali, nei primi anni ’70, ad adottare
nuove tecniche, quali il ripascimento, e
soluzioni flessibili che utilizzano il
rivestimento in geotessile.
Questo tipo di protezione (flessibile) non ha
escluso però l’utilizzo delle strutture di
protezione rigide, ma comunque ha
contribuito a migliorare la loro efficienza e
la loro durata.
L’esperienza dell’isola di Sylt rappresenta un
buon esempio di ripascimento artificiale che
ha prodotto un buon risultato; la ragione
principale risiede nel fatto che i sedimenti
utilizzati presentano caratteristiche
appropriate e vengono dragati a basso
costo nelle vicinanze dell’isola, senza
generare alcun impatto ambientale
irreversibile. Inoltre il budget sedimentario
lungo costa mantiene un valore tale da
aumentare l’intervallo di tempo tra due
successive operazioni di ricarica, in media
ogni 6 anni, limitando così l’impatto sulla
natura e sui costi.
Infine, l’aumento dell’ampiezza delle
spiagge, ottenuto mediante i ripascimenti di
sabbia, è compatibile con il turismo e le
attività ricreative, e questo favorisce un
incremento del consenso sociale nei
confronti degli interventi tra la popolazione
locale e sopperisce alle limitazioni indotte
dalla protezione del Wadden Sea National
Park.
Lobos Polerehy
Dune di Sylt
12
13
Casi Studio
HAUTE NORMANDIE
“ La Côte d’Albâtre”: un eccezionale
paesaggio al servizio dell’economia
regionale
Le bianche falesie della Haute - Normandie,
che si estendono dalla baia di Seine, a sud,
fino alla città di Ault - Onival lungo il Canale
Francese Orientale, sono famose in tutto il
mondo per l’eccezionale bellezza di Etretat,
situata nel sud della costa.
Il substrato prevalentemente gessoso che
ha inspirato il nome della costa - “ La Côte
d’Albâtre” o costa d’alabastro - offre alla
regione una flora e fauna atipica che
include, in particolare, specie di uccelli
attirati dalle cavità delle falesie che sono
idonee alla nidificazione.
La Pointe Fagnet è stata dichiarata, nel 1990,
Special Protection Area (SPA), sotto
normativa della Bird Directive ed una parte
considerevole è stata proposta come Sito di
Interesse Comunitario (SIC) per la Direttiva
Habitat.
In virtù di questo eccezionale paesaggio, la
regione ricava una parte sostanziale del
reddito dal turismo e dalle attività ricreative.
Nel 1999 il turismo ha registrato 12 milioni
di presenze essenzialmente lungo la costa.
Patrimonio soggetto a rischio erosione
EUROSION ha stimato che in Haute
Normandie circa 180 km2 di costa, ad alto
valore ecologico, si trovano nel raggio di
influenza dell’erosione costiera.
Oltre gli spazi naturali, l’arretramento delle
falesie influenza direttamente le abitazioni
situate sulle stesse, soprattutto nelle
municipalità di Criel, Quiberville e SaintPierre en Port. Sebbene occupate da aree
naturali e terreni coltivabili, le falesie sono
localmente interrotte da valli perpendicolari
alla costa densamente urbanizzate - come si
verifica a Dieppe, a Saint Valery, a Fecamp
e a Le Treport - che vengono inondate
durante le alte maree sizigiali.
Secondo il database di EUROSION, più di
300.000 abitanti vivono all’interno della
zona a rischio di erosione costiera e
associata sommersione. In più, la
costruzione delle centrali nucleari - Paluel e
Penly - ai bordi del mare accrescono
considerevolmente l’entità del rischio.
Cause d’erosione costiera
Durante gli ultimi 50 anni, le falesie
dell’Haute Normandie sono arretrate in
media di 20 cm/anno. L’arretramento si
verifica con franamenti che possono
provocare il crollo di 10 m di falesia alla
volta. L’erosione è una conseguenza di
processi sia marini sia continentali; essi
sono condizionati dall’attacco delle onde
delle tempeste provenienti da occidente che
minacciano la stabilità della falesia, dal
ruscellamento dall’alto della falesia che
riduce la coesione delle rocce, ed infine
dalla deriva litorale che priva
progressivamente la base della falesia dei
ciottoli, esponendola maggiormente
all’attacco delle onde.
Negli ultimi 100 anni, l’erosione costiera si è
acuita anche a causa delle attività
antropiche, in particolare l’estrazione di
ciottoli, vietata dal 1972, la costruzione di
opere di difesa rigida, come pennelli e
barriere che hanno bloccato il trasporto
lungo costa dei ciottoli, che svolgevano
un’azione di protezione naturale alla base
delle falesie e lungo le spiagge delle valli
urbanizzate poste sottoflutto.
Affrontando i problemi legati all’erosione
costiera
Recentemente, le autorità nazionali e
regionali hanno compreso che le attività
antropiche e le tecniche di difesa costiera pennelli e barriere frangiflutti - hanno
determinato effetti negativi e ridotto la
mobilità lungo la costa dei sedimenti che
fornivano una protezione naturale alla
falesia e alle valli urbanizzate. Questa
esperienza ha motivato le autorità regionali
di Haute Normandie e Picardie, che
condividono la stessa unità fisiografica, a
creare un’associazione ed a scambiare le
proprie esperienze per cercare di affrontare
coerentemente i problemi legati all’erosione
costiera.
Questa collaborazione, avviata nella
struttura del Contrat de Plan Interregional
du Bassins Parisien (Contratto di Sviluppo
Interregionale del Bacino di Parigi), continua
all’interno del programma INTERREG II
“Beach erosion of the Rives - Manche”.
La prima fase di questa cooperazione
interregionale consiste in una previsione
dell’erosione futura mediante analisi di foto
aeree storiche e recenti. A questa
valutazione segue la creazione di un
osservatorio costiero la cui apertura era
prevista per il II semestre del 2004.
Riallineamento gestito a Criel sur Mer
L’esempio di Criel sur Mer, situata nella
parte nordorientale della Côte d’Albâtre, è
alquanto didattico per le decisioni idonee
recentemente adottate per la gestione
dell’erosione delle falesie. Nel 1995 il
governo francese ha introdotto una nuova
legislazione atta a cartografare la potenziale
estensione del rischio naturale e prevenire
l’impatto (Legge Barnier). Alla luce di
questo nuovo atto, è adesso eseguibile
l’espropriazione di proprietà site nelle zone
a rischio imminente, e Criel sur Mer
rappresenta in Francia uno dei primi esempi
di applicazione di tali misure.
Dal 1995 al 2003, sono state abbandonate
complessivamente 14 case ed i proprietari
sono stati risistemati in altri siti.
L’originalità di tale processo di
espropriazione risiede nel fatto che il tasso
d’indennizzo non riflette il reale valore di
mercato - che tende a diminuire quando il
rischio diventa imminente - ma è basato sul
“valore di mercato” privato del “fattore
rischio”, preservando quindi gli interessi
delle famiglie espropriate. La falesia
continua ad arretrare fornendo una
produzione di sedimenti preziosa alla
protezione delle valli sottoflutto e garantisce
alla popolazione una maggiore sicurezza.
A medio termine, si prevede una migliore
comprensione dei processi di erosione
costiera per migliorare le decisioni sulla
gestione della protezione della linea di costa
in Haute Normandie e nelle adiacenti
regioni.
Case a rischio a Criel sur Mer in Haute Normandie – U. Dornbusch University of Sussex, http://www.geog.sussex.ac.uk/BERM/
14
15
Casi Studio
GOLFO DI RIGA
Un’ eredità naturale e culturale sotto
protezione
Il Golfo di Riga si estende per oltre 240 km
da Cape Kalka, a nordovest, sino ad Ainazi,
a nordest. All’interno del golfo sfociano 4
fiumi principali e 140 corsi d’acqua più
modesti. I più frequenti habitat che è
possibile riscontrare sono spiagge
sabbioso-ciottolose, dune, vegetazione
costiera, praterie, paludi e lagune che in
inverno offrono rifugio ad un’ampia
moltitudine di uccelli acquatici durante la
muta e la migrazione e, durante la stagione
della riproduzione, ad una grande varietà di
uccelli. Oltre ad essere un’area naturale di
particolare rilevanza, rappresenta
un’importante area culturale, infatti sono
presenti numerosi siti di interesse storico culturale, in particolare la fortificazione
Daugavgriva, costruita nel XVII secolo.
Questo patrimonio naturale e culturale è
attualmente sotto la diretta tutela delle
autorità lettoni che hanno definito come
Zona di Protezione Costiera una fascia di
300 m da una parte e dall’altra della linea di
costa. All’interno di quest’area sono
severamente controllati gli scavi e i
disboscamenti, la realizzazione di case fuori
dalle aree già abitate e inoltre tutte le
attività antropiche che possono avere un
risvolto negativo sugli habitat costieri.
Un’ economia locale orientata verso il mare
In prossimità del golfo sono presenti circa
30 città e villaggi, concentrati soprattutto
nella parte meridionale dove è presente la
capitale Riga e la cittadina balneare di
Jurmala, visitata annualmente da più di 10
milioni di turisti. Sono stati costruiti 7 porti,
tra i quali quello di Riga, importante scalo
commerciale, con un traffico di merci dato
principalmente da legname, petrolio e
fertilizzanti e che nel 2001 ha raggiunto i 15
milioni di tonnellate di merci in transito.
Una piccola attività legata alla pesca è
presente alla foce di Lielupa.
Alise Tumane
Erosione della duna lungo il golfo di Riga
16
Incremento del rischio erosione a causa dei
cambiamenti dell’ambiente
Gli ultimi quattro decenni hanno mostrato
variazioni delle condizioni di equilibrio
dinamico dello sviluppo costiero del golfo
di Riga. Le principali variazioni hanno
riguardato sia l’incremento delle tempeste
provenienti da nord ed ovest sia l’aumento
delle portate liquide dei fiumi che sfociano
nel golfo.
Entrambi i cambiamenti hanno contribuito
ad una significativa variazione del livello
medio del mare misurata dalla boa
mareometrica di Daugavgriva.
Il sollevamento relativo del livello del mare
è responsabile della ridistribuzione dei
sedimenti trasversalmente alla linea di
costa, così le spiagge e le dune di sabbia
possono arretrare sino a 2 m/anno. Però,
soprattutto nell’ultimo decennio, si è
verificata un’intensa erosione costiera, in
concomitanza di mareggiate estreme, come
quelle verificatesi nel 1992 e 2001, che
dovrebbero avere un periodo di ritorno di
100 anni; in particolare un arretramento di
20 - 30 metri durante un singolo evento è
stato registrato nel tratto di spiaggia
urbanizzata di Jurmala e Riga.
Foto J.Vitins, A. Asars, JVK
Foto aerea di Riga e della foce del fiume Daugava
Infine, la costruzione della diga sul fiume
Daugava ed il dragaggio nel letto del fiume
Lielupe, effettuato negli anni ’30 per
rispondere ai progetti di urbanizzazione,
hanno drasticamente ridotto l’apporto di
sedimenti che arrivavano al Golfo di Riga e
causato l’arretramento della linea di riva in
vicinanza di Riga e Jurmala.
A Jurmala un certo numero di abitazioni
adiacenti al retroduna ed al porto di Ziemasosta a Daugavgriva sono state abbandonate
a causa dell’arretramento della linea di
costa. Negli altri distretti di Jurmala e Riga,
l’erosione costiera minaccia l’economia e le
attività ricreative. Infatti recenti studi
economici hanno evidenziato che oltre tre
milioni di euro di capitale sono direttamente
a rischio erosione costiera a Riga.
Questo bilancio però non tiene in
considerazione i potenziali danni derivanti
dalle onde di mareggiate estreme, come
testimoniato dall’inondazione costiera
verificatasi nel novembre 2001, che ha
interessato l’area dunare di Daugavgriva,
tagliando in vari punti il cordone dunare ed
inondando l’entroterra.
limitata, come testimoniato dall’evento del
2001 durante il quale a Ziemas-osta sono
state distrutte le massicciate ed è stata
erosa la spiaggia artificiale per la quale
erano stati spesi circa 300.000 euro.
Prospettive future
Nonostante la legislazione sulla protezione
costiera sia già in vigore, l’effettiva gestione
della linea di riva nell’area del Golfo di Riga
soffre per il sovrapporsi di responsabilità in
seno alle istituzioni nazionali e locali e per i
conflitti con altre legislazioni esistenti. In
futuro, è auspicabile il rafforzamento dei
regolamenti relativi alla programmazione
territoriale per un migliore controllo dello
sviluppo urbano lungo la costa e una
chiarificazione relativa della responsabilità
dei diversi stakeholders nei confronti
dell’erosione costiera e dei rischi associati
alle inondazioni. Tutto questo dovrebbe
essere applicato in connessione con
l’implementazione delle raccomandazioni
GIAC - ICZM da parte del governo Lettone.
Opere di difesa: combinazione di tecniche
differenti
Per contrastare tale fenomeno le autorità
Lettoni hanno sviluppato un approccio
basato sulla combinazione di tecniche
differenti. La risistemazione del retroduna
con vegetazione alofita ed il mantenimento
di piantagioni di pini costituiscono le
principali tecniche adottate per rallentare
l’arretramento della linea di costa nella
maggior parte del Golfo di Riga.
Lungo i litorali urbanizzati ed industrializzati
del golfo, sono state utilizzate scogliere e
ripascimenti per ottenere una immediata
protezione della costa. L’esperienza ha però
mostrato che le protezioni hanno un’azione
17
Casi Studio
GLI ESTUARI DELL’ESSEX
Una contea costiera alle porte di Londra
La contea dell’Essex è situata nella parte sud
orientale dell’Inghilterra e precisamente a nord
est di Londra. La linea di costa si presenta
intensamente frastagliata, ma bassa a causa
della presenza di diversi estuari tra cui quelli
del fiume Staur, a nord, e del fiume Tamigi a sud.
L’Essex tuttoggi è una contea agricola, infatti è
caratterizzata dalla presenza di un suolo
argilloso ma fertile e di una campagna
splendida per la produzione di cereali, che
costituisce la base dell’industria associata:
macinatura, maltaggio e produzione della birra.
Anche l’allevamento di bestiame ha un ruolo
piuttosto importante.
Vivai di piante e fiori e coltivazioni orto-frutticole
abbondano dove il suolo argilloso è coperto da
un suolo più leggero e più fertile.
Ma anche la costa è una grande sorgente di
ricchezza, con importanti centri di commercio,
di pesca e di cantieri navali. Il sale marino di
Maldon, le ostriche di Colchester e le vongole di
Leigh-on-Sea sono famose a livello nazionale.
Attualmente l’Essex accoglie il molo di Tilbury,
il porto di Harwich e la centrale elettrica di
Bradwell. La superficie complessiva è di 3.672
km2 ed è abitata da 1,5 milioni di persone.
Nel settore settentrionale le cause sono state
attribuite alla riduzione di apporto sedimentario
proveniente da Nord, verificatosi dopo la
costruzione del porto di Harwich, che sposta i
sedimenti verso il largo. La perdita delle zone
umide salmastre nel sudest dell’Inghilterra è
stata oggetto di numerose ricerche scientifiche.
Queste perdite si sommano a quelle indotte dal
confinamento delle paludi per fini agricoli,
infatti le perdite di aree umide utilizzate
prevalentemente a scopo agricolo ammontano
a circa 4.340 ha.
Innalzamento del livello marino: una nuova
minaccia?
Oltre ai processi di erosione costiera - sia
naturali che antropici - l’Essex deve
fronteggiare una nuova minaccia. Questo tratto
di costa è ubicato in un’area dove il livello del
mare è in sollevamento rispetto a quello della
terra, è stato infatti registrato un innalzamento
relativo del livello del mare di circa 1,7
mm/anno nell’estuario dello Stour, di 1,4
mm/anno in quello del Crouch e di 1,5
mm/anno a Swale (Kent).
Un effetto ben conosciuto dell’innalzamento del
Terre depresse minacciate dal mare
Ampie aree di lagune costiere, piane tidali e
banchi sabbiosi bordano la costa dell’Essex.
L’area include inoltre stagni, piccole spiagge
ciottolose e anche falesie di modesta
estensione. Verso la costa le aree sono basse e
principalmente utilizzate per l’agricoltura. Molte
di queste aree sono protette dall’inondazione
del mare con terrapieni, scogliere ed argini di
calcestruzzo. Lo spazio compreso tra le
massicciate ed il mare è occupato dalle zone
umide che vengono inondate durante le alte
maree e costituiscono una protezione contro
l’attacco delle onde.
L’Essex rappresenta in Inghilterra una delle aree
maggiormente minacciate dalle inondazioni del
mare. In tutto il paese, il rischio di erosione
costiera e di inondazione minaccia
potenzialmente 5 milioni di persone, più di 1,8
milioni di residenze, 180.000 proprietà
commerciali e 1,4 milioni di ettari di terreno
agricolo. Il valore totale dei beni a rischio è
stato stimato sopra ai 350 miliardi di euro per
l’Inghilterra.
Tutti gli estuari mostrano segni di erosione e da
nord a sud sembra esserci un generale
abbassamento per quanto concerne il livello
delle spiagge. Questo fenomeno è ancora più
evidente nelle zone umide più vicine al mare.
Circa 100.000 chilometri di linea di riva sono
stati rilevati da EUROSION. Tra le varie
tipologie di dati acquisiti, i trend erosivi sono
tra i più importanti.
Questa cartina riassume questi trend
distinguendo i tratti di costa in erosione da
quelli non in erosione. Le regioni ultra
periferiche non sono state descritte nella
cartina. I tratti in erosione raggiungono 15.100
chilometri.
Perdita di aree umide lungo gli estuari dell’Essex in ha (da BURD, 1992 e Coastal Geomorphological
Partnership, 2000)
Stour
Hamford Water
Colne
Blackwater
Dengie
Crouch
Thames (Essex)
18
Area iniziale
1973
Area totale
1988
Area totale
1998
Perdita netta
1973-1998
Perdita Netta
1973-1998
264.2
876.1
791.5
880.2
473.8
467.1
?
148.2
765.4
744.4
738.5
436.5
347.4
197.0
107.4
621.1
694.9
683.6
409.7
307.8
181.0
156.8
255.0
96.6
196.6
64.1
159.3
-
59.3%
29.1%
12.2%
22.3%
13.5%
34.1%
-
Tratti in erosione
Tratti stabili o in avanzamento
Limiti dei bacini idrografici
Origine dei dati: EUROSION
Esposizione delle regioni Europee all’erosione costiera
Questa mappa dell’esposizione delle regioni Europee all’erosione costiera è derivata da una combinazione di dati dello Studio EUROSION. In questa mappa, una “regione” è
intesa come un’entità amministrativa regionale così come definita dal Fondo di Sviluppo Regionale Europeo. Questo generalmente corrisponde ad un confine amministrativo
Europeo di livello 2 (livello NUTS 2). Comunque, in alcuni paesi, può corrispondere ad un livello NUTS 1 (per esempio nel Regno Unito) o ad un livello NUTS 0 (per esempio la
Danimarca). Per ogni regione è stato calcolato un set di 13 indicatori: 9 indicatori di stato e pressione (sensibilità) e 4 indicatori di impatto. I 9 indicatori di stato e pressione (o
indicatori di sensibilità) forniscono una valutazione quantificata dei differenti fattori che caratterizzano o aggravano i processi di erosione costiera.
Questi fattori includono: l’innalzamento del livello del mare, l’instabilità della linea di riva, il cambiamento dei modelli di erosione negli ultimi 15 anni, il più alto livello
dell’acqua, la crescita delle aree costiere urbanizzate tra il 1975 ed il 1990, il deficit del trasporto sedimentario fluviale, l’erodibilità del substrato geologico, la quota sul livello
del mare e l’intensità delle opere ingegneristiche a difesa della fascia costiera.
Per quanto riguarda i 4 indicatori di impatto, essi forniscono una valutazione quantificata di risorse societarie, economiche ed ecologiche localizzate all’interno della zona
d’impatto da erosione costiera. Poiché la scala della banca dati di EUROSION – 1:100.000 – non rende possibile delineare questa zona d’impatto con accuratezza, il concetto di
raggio d’influenza dell’erosione costiera (RICE) – definita come le aree terrestri localizzate entro 500 metri dalla linea di costa ed estese alla isoipsa di 5 metri -, è stato
introdotto come un sostituto della zona d’impatto.
Gli indicatori d’impatto includono: la popolazione che vive all’interno del raggio d’influenza dell’erosione costiera, le aree urbane e industriali all’interno del raggio d’influenza
dell’erosione costiera, la crescita delle aree urbane tra il 1975 e il 1990 e aree ad alto valore ecologico all’interno del raggio d’influenza dell’erosione costiera.
Singolarmente, gli indicatori di sensibilità e gli indicatori d’impatto sono stati rispettivamente aggregati in un risultato di sensibilità e in un risultato d’impatto, i cui risultati
definiscono il “rischio di erosione costiera”. A seconda di questo valore le regioni costiere sono state classificate in quattro differenti categorie: (I) esposizione molto alta, (II)
esposizione alta, (III) esposizione moderata e (IV) bassa esposizione al rischio di erosione costiera. Ulteriori dettagli su questa metodologia possono essere trovati nel rapporto
finale di Eurosion.
Esposizione all’erosione
costiera:
Esposizione molto
alta
Esposizione alta
Esposizione moderata
Esposizione bassa
Mancanza
d’informazione
Origine dei dati: EUROSION
Scala: 1:20.000.000
LUNGHEZZA TOTALE DELLA COSTA MISURATA: 100.925 km
Nessuna informazione
o non applicabile
(per esempio:
porti, estuari)
27%
Naturalmente stabili
(stabili senza protezione)
39%
In avanzamento
14%
In erosione nonostante
la protezione
3%
In erosione e
non protette
12%
Stabilizzate
artificialmente
5%
livello marino è la riduzione delle zone
umide costiere, che offrono un elevato
livello di protezione nello smorzamento
dell’energia delle onde durante le
mareggiate. Alcune stime suggeriscono che
senza zone umide davanti, una difesa
dovrebbe essere quattro volte più alta e
costerebbe dieci volte di più di una
costruzione che fronteggi una zona umida
larga 80 metri. L’accelerazione dei tassi a cui
il livello marino sta salendo può quindi
mettere in pericolo la capacità delle zone
umide di offrire una protezione efficace e a
basso costo per l’entroterra contro il rischio
di inondazione.
Le attuali strategie per la gestione della
linea di riva
La costa dell’Essex fornisce un buon
esempio del percorso politico mirato alla
difesa costiera, soprattutto in relazione alla
protezione del territorio dall’erosione e
dall’inondazione, sviluppatasi nel corso
degli ultimi 20 anni circa nel Regno Unito.
Da allora la perdita di certi habitat,
l’evoluzione della percezione degli effetti
relativi alle variazioni del livello marino e il
costo del mantenimento delle difese rigide
hanno contribuito al passaggio da una
politica “di protezione a tutti i costi” ad una
politica di “riallineamento”, che accetta che
alcuni territori possano essere ceduti al
mare. Tale politica associata con l’impiego
di difese “morbide”, come il ripascimento
delle spiagge, rappresenta un approccio più
flessibile alla protezione costiera. Ma ciò
non implica che tale strategia possa essere
adottata in tutti i luoghi caratterizzati da
erosione. In effetti ci sono molte grandi città
e villaggi dove la protezione è necessaria ed
efficace (rapporto costi-benefici) a causa del
valore dei beni protetti. L’identificazione
delle migliori tecniche di approccio
sostenibile per gestire il rischio lungo la
costa per i prossimi 50 anni è stata
effettuata attraverso l’elaborazione dei Piani
di Gestione della Costa (Shoreline
Management Plans - SMP) al livello di ogni
cella sedimentaria costiera, come
raccomandato dal Dipartimento
dell’Ambiente, Alimentazione e Affari Rurali
(DEFRA) e dall’Agenzia per l’Ambiente.
L’SMP per gli estuari dell’Essex è stato reso
esecutivo nel 1995.
Prospettive future
Dall’analisi della situazione dell’Essex
appare evidente che l’innalzamento del
A.M. Stacey
Cudmore Grove Country Park. Paludi salmastre tra le
barriere protettive, le massicciate e la spiaggia
livello marino impone severe restrizioni alla
possibilità di scegliere di “mantenere la
linea di riva” come opzione sostenibile dal
medio al lungo termine. I recenti eventi
d’inondazione nel Regno Unito - e nel resto
d’Europa - suggeriscono che qualunque
somma di capitale sia stata spesa per la
costruzione ed il mantenimento delle
strutture di protezione costiera, gli eventi
estremi supereranno sempre queste difese.
E’ prematuro sapere se questo programma
di riallineamento a lungo termine potrà
garantire un approccio più sostenibile ed
una più efficace difesa costiera. E’ chiaro,
comunque, che la restaurazione delle piane
tidali e delle zone umide è conseguibile e
sono considerevoli i benefici che ne
derivano per la conservazione della natura.
L’interesse ed i benefici derivanti dall’utilizzo
di un approccio più flessibile della gestione
costiera sono maggiormente accettati da
quando la diffusione di questa politica è
promossa a tutta la comunità costiera ed al
pubblico.
In quella prospettiva l’Iniziativa per gli
Estuari dell’Essex (EEI) - parzialmente
finanziata attraverso l’Interreg IIC-est costituisce un approccio strategico alla
gestione costiera che tende a coordinare e
supportare l’Essex Estuarine European
Marine Site. Questa è una designazione
statutaria che coinvolge un ampio range di
autorità, da quelle locali ai consorzi della
pesca, dalle associazioni ambientaliste alle
autorità portuali. Il principale scopo è quello
di preservare le risorse naturali della costa,
sia a terra sia a mare, al fine di continuare a
supportare il commercio, la fauna selvatica
e lo sviluppo sostenibile della popolazione
costiera e delle aree naturali.
Lo sviluppo di una gestione appropriata
faciliterà la realizzazione degli obiettivi di
conservazione secondo le direttive Habitat
Europee, e allo stesso tempo mantenere e
Box: Opzioni per la gestione della linea di riva in Essex
Opzione 1: Tenere la linea mantenendo o cambiando il tipo di protezione. Questa politica di intervento riguarda
quelle situazioni in cui i lavori di difesa sono stati realizzati di fronte a difese già esistenti, per migliorare
o mantenere il livello di protezione da esse. Questa politica è stata adottata a Sales Point, Marsh House,
Deal Hall e Hamford Water.
Opzione 2: Avanzare verso mare costruendo nuove difese davanti a quelle esistenti.
Opzione 3: Gestire il riallineamento identificando una nuova linea di difesa e costruendo nuove strutture di
protezione arretrate rispetto a quelle originariamente esistenti. Alcune sperimentazioni sono state condotte
presso l’estuario del Blackwater, a Orplands, Tollesbury e a Abbost Hall.
Opzione 4: Interventi limitati assecondando i processi naturali per ridurre i rischi e permettere la naturale
evoluzione della linea di riva. Questa politica è stata adottata a Cudmore Grove.
Opzione 5: Non fare nulla dove non ci sono beni da proteggere, né opere di difesa da mantenere.
Scala: 1:25.000.000
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Casi Studio
BAIA DI GIARDINI NAXOS - SICILIA
Un luogo di vacanza tipicamente
mediterraneo
La baia di Giardini Naxos, situata nel settore
settentrionale della costa ionica siciliana tra
le città di Messina e di Catania, conta circa
10.000 abitanti, ed è caratterizzata da un
turismo attivo con più di un milione di
presenze annue. Con 34 hotel e 46 ristoranti
concentrati lungo circa 5 km di costa, la
baia di Giardini Naxos rappresenta, quindi,
un esempio esplicativo di uno sviluppo
turistico costiero nel Mar Mediterraneo.
Durante il periodo estivo, sul lungomare
sono state registrate 20.000 presenze
giornaliere di turisti pari a due volte la
popolazione residente.
Le cause dell’erosione
Negli ultimi anni numerosi tratti della costa
di Giardini hanno subito un’intensa
erosione, essenzialmente legata all’azione
dei venti dominanti provenienti da Est e da
Nord –Est, che generano correnti litoranee
orientate verso sud, le quali determinano
erosione prevalentemente lungo il settore
centro meridionale della baia. E’ palese
Strutture turistiche nel settore meridionale
dalla Baia di Giardini Naxos
però che i processi erosivi sono stati
ulteriormente acutizzati da tutta una serie di
interventi antropici effettuati lungo il bacino
del fiume Alcantara, lungo la costa e
direttamente a mare (il porto). Il tratto
costiero compreso tra la chiesa di San
Pancrazio e il lido la Sirenetta è
particolarmente esposto e richiede dal 1970
una protezione continua. Sono state infatti
realizzate strutture rigide come pennelli e
scogliere, ma è manifesto che queste
strutture raramente sono state ubicate ad
una distanza corretta dalla costa. Il loro
effetto è quindi limitato e sono stati acuiti i
problemi d’erosione sottoflutto.
La reazione delle Autorità Regionali
Solo recentemente le autorità regionali
hanno sviluppato una maggiore
consapevolezza che le pratiche di gestione
dell’erosione lungo la Baia di Giardini non
sono soddisfacenti. L’Assessorato Regionale
al Territorio e all’Ambiente (ARTA)
recentemente ha pubblicato una bando di
gara relativo ai programmi di investimento
(in materia di protezione delle coste) per il
periodo 2000-2006. Tale documento
contiene le direttive per la delimitazione
delle aree che prioritariamente devono
essere protette, i sistemi di protezione che
devono essere utilizzati e il calendario della
loro messa in opera.
In pratica lo scopo di questo investimento
programmatico è “la rimozione” delle cause
di erosione marina e del suo inasprimento
mediante il ripristino delle condizioni
naturali di equilibrio della linea di costa, con
particolare riferimento alle attività
costruttive esplicatesi nell’entroterra, al
recupero e restituzione dello stato naturale
dei corsi d’acqua permanenti e temporanei
e al ripristino del trasporto sedimentario.
Particolare attenzione è stata posta anche
agli effetti di un potenziale incremento
turistico, al recupero di proprietà statali e
alla protezione degli edifici pubblici e privati
dalle onde di tempesta. Tale piano
programmatico è ancora in fase di
completamento.
Che cosa è in pericolo in Sicilia?
EUROSION ha stimato che in Sicilia circa 900.000 abitanti vivono nel raggio di influenza dell’erosione
costiera, facendola così rientrare tra le 4 regioni italiane più esposte in termini di popolazione a rischio
dopo il Veneto (1.200.000 abitanti), la Toscana (950.000) e la Campania (915.000). Comunque la Sicilia,
dopo il Veneto, è la regione che presenta la più alta urbanizzazione a rischio (250 km2 nel raggio influenza
dell’erosione costiera) che si esplica in gran parte per la presenza di una densa popolazione lungo le
coste in città come Palermo, Messina, Catania e Siracusa. Inoltre, il tasso di crescita della urbanizzazione
costiera in Sicilia (circa 30%) tra il 1975 ed il 1990 è tra i più elevati in Europa. EUROSION ha anche
stimato che lungo le coste siciliane sono presenti circa 315 km2 di aree ad alto valore ambientale
attualmente minacciate dal rischio erosione costiera.
ESA – ENVISAT
Estratta da un immagine MERIS. Il colore azzurro lungo la costa meridionale della Sicilia è dovuto al trasporto di
sedimenti lungo costa. Il materiale in sospensione eroso dalle spiagge è visibile nelle lunghe plume che sono
presenti lungo l’estremità più meridionale.
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Casi Studio
AVEIRO
Una porta aperta verso la Penisola Iberica
Aveiro ha una posizione incomparabile, dal
punto di vista geostrategico, in quanto
costituisce l’intersezione di due assi di
trasporto vitali: longitudinalmente quello
che collega la Galizia con il Portogallo
meridionale, e trasversalmente, quello che
collega l’Oceano Atlantico con la Spagna
Centrale.
Insieme ai comuni limitrofi, Costa Nova Vaguiera, Ilhavo e Vagos, Aveiro conta
attualmente circa 132.000 abitanti
(censimento 2001), con un incremento del
10 % rispetto al 1991.
La posizione geostrategica di Aveiro si
combina con un contesto ambientale di
particolare rilievo, essendo il comune
collocato sulla destra della foce tidale della
laguna “Ria de Aveiro”. L’ecosistema del “Ria
de Aveiro” mostra un ampia gamma di
ambienti naturali che includono la costa
sabbiosa e il sistema dunare, con un alto
valore turistico-ricreativo, come anche
lagune salate e salmastre sfruttabili per
impianti di pescicoltura e acquicoltura, che
costituiscono con le attività portuali le più
importanti risorse economiche per gli
abitanti di Aveiro.
Il porto di Aveiro è di rilevante importanza
nel contesto nazionale, con una crescita
veloce del traffico, che ammontava a
2.280.000 tonnellate/anno nel 2001.
Durante gli ultimi cinque anni, il porto di
Aveiro ha beneficiato di considerevoli
investimenti, che includono quelli dei Fondi
Europei per lo Sviluppo Regionale (FESR),
divenendo un grande interporto ed un porto
di prima categoria per la piccola
navigazione nell’Europa Meridionale, in
linea con la Politica dei Trasporti Europea.
Il Ria de Aveiro
Di fronte alla baia, formata dal deposito di
sedimenti trasportati dai fiumi Vouga,
Agueda e Certima, il Ria de Aveiro è uno
Ing. Mota Lopes (DRAOT – CENTRO) Il centro di Aveiro situato a sud del Porto
degli ecosistemi più interessanti ed una
delle lagune più estese in Portogallo. Una
parte del fiume - la riserva naturale delle
dune di San Jacinto - è già protetta dal
punto di vista legislativo, ma altre aree del
fiume dovranno essere incluse, in un
prossimo futuro, come parte della rete
Natura 2000.
Oltre 50 specie ittiche vivono nel Ria de
Aveiro, alcune delle quali raggiungono il
sistema estuarino per la riproduzione e per
la crescita. Muggine, spigola, orata, sogliola
e anguilla sono tra le specie ittiche più
conosciute che è possibile rinvenire nel Ria
de Aveiro. Noce di mare, vongola e
cannolicchio sono invece le specie di
molluschi bivalvi maggiormente coltivate, e
raccolte manualmente nella piana
intertidale fangosa durante la bassa marea
oppure “dragate” nei canali.
Infine, il fiume ospita varie specie di uccelli
costieri sia migratori che stanziali come
pittime o beccacce d'acqua, piovanelli
pancianera, pivieri, cavalieri d'Italia,
avocette, aironi e rapaci.
Le minacce alla costa
Più che il rischio di inquinamento industriale
provocato dalle attività portuali, l’erosione
costiera è considerata come la principale
minaccia che affligge la costa di Aveiro in
termini socio-economici, ed ambientale.
Lungo la costa di sedimentazione (spiagge,
dune e piane tidali), il frangimento obliquo
delle onde genera la rimozione dei
sedimenti e il loro trasporto lungo costa.
intrusioni di acqua salata nelle terre coltivabili.
Quando la quantità di sedimenti in
movimento lungo la costa è abbastanza
consistente, i sedimenti in uscita sono
immediatamente rimpiazzati dai sedimenti
in entrata e la linea di costa risulta stabile.
Durante le maggiori mareggiate la quantità
di sedimenti rimossa può essere più
elevata, ma viene generalmente ripristinata
durante la stagione di calma.
Nel caso di Aveiro, le attività portuali hanno
modificato significativamente il modello di
trasporto dei sedimenti, che vengono
intrappolati a livello della barriera
frangiflutti e quindi dragati in grande
quantità dal suo canale di entrata. Però, le
attività portuali non possono essere
considerate come l’unica causa
dell’erosione del litorale meridionale di
Aveiro (da 4 a 6 m/anno di arretramento a
Ilhavo). L’alto numero di dighe presenti
lungo i fiumi spagnoli, come anche
l’innalzamento del livello marino di circa 1
mm/anno lungo la costa portoghese
probabilmente contribuiscono all’erosione
costiera.
Come affrontare l’erosione costiera:
l’approccio in termini di GIAC-ICZM
Le lezioni apprese dal passato hanno
dimostrato che le strutture di protezione
rigide - pennelli, scogliere aderenti e
distaccate - realizzate dalle autorità
nazionali e locali lungo la costa favoriscono
una soluzione parziale del problema, che
non affronta la principale causa
dell’erosione (diminuzione dei sedimenti) e
generalmente accelera il problema
sottoflutto al settore protetto.
L’erosione costiera ha già causato
importanti perdite economiche, riducendo
ad Aveiro la frequentazione delle spiagge
valutata in circa mezzo milione di persone
durante il periodo estivo.
Nello stesso tempo, il costo per edificare e
mantenere in efficienza le opere di
protezione costiera - che nel 1998 ha
raggiunto 2,2 milioni di euro per il
lungomare di Ilhavo e Vagos solamente - ha
contribuito ad un riduzione del valore delle
proprietà presenti lungo la costa (in alcuni
posti l’80 % del valore iniziale).
Su tempi più lunghi, ci si aspetta che la
linea di riva arretri tanto che si aprirà un
nuovo canale di interconnessione, con
considerevole danno per la laguna.
Danni prevedibili includono sia l’alluvione
delle aree meno elevate abitate, sia le
Per affrontare tale problema, le cui
conseguenze colpiscono l’ecosistema
lagunare e le attività ad esso correlate
(pesca, acquicoltura e turismo), i governi
nazionale, regionale e comunale, l’autorità
portuale e varie università in sinergia hanno
tentato di trovare soluzioni integrate (vedi
box).
SOLUZIONI PROPOSTE
• Lavorare con l’Autorità Portuale per implementare il
sistema di “by-pass sedimentario” da nord della diga
foranea del porto verso sud, e riattivando quindi i
processi di trasporto lungo costa;
• Identificare le aree dove potrebbero essere stimolati
processi di protezione costiera naturale, come la
ricostruzione delle dune o i ripascimenti artificiali con
materiali non contaminati provenienti dal dragaggio del
canale navigabile;
• Controllare con attenzione l’estrazione illegale di sabbia
ed ogni altra attività suscettibile di perturbare il naturale
recupero delle dune e della spiaggia;
• Regolare lo sviluppo urbano verso mare, al fine di
limitare i costi di protezione.
Ing. Mota Lopes (DRAOT – CENTRO)
La foto illustra l’estensione dell’erosione costiera a Vagueira, posta 9 km a sud dell’entrata del porto di Aveiro. I sedimenti trasportati dalla corrente litoranea sono
parzialmente intrappolati dai pennelli di Vagueira, che producono un deficit di sedimenti sottoflutto e quindi l’erosione delle zone non protette della fascia costiera.
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27
LA VISIONE DI EUROSION
La comprensione della natura dinamica dei
litorali è un fattore chiave nella gestione
dell’erosione costiera. Le popolazioni hanno
sempre preferito la colonizzazione delle aree
costiere e fin dal periodo Romano sono state
costruite opere di difesa per proteggere le
“nuove terre” laddove periodi di abbassamento del livello del mare relativo, o di
un aumento dell’apporto sedimentario
aveva favorito un avanzamento della linea
di riva.
Strutture come scogliere aderenti e batterie
di pennelli non hanno unicamente protetto
queste terre dall’erosione ed alluvioni, ma
hanno anche assecondato l’impulso allo
sviluppo dell’area costiera. In
contrapposizione, in alcuni casi è stata
registrata una drastica perdita di habitat
(specialmente dune costiere, spiagge,
paludi, piane tidali e praterie di Posidonia) e
con loro una riduzione delle naturali
caratteristiche dinamiche.
bilancio sedimentario è positivo o in
equilibrio, la resilienza del sistema più
ampio probabilmente rimane invariata
(N.d.T.: il termine “resilienza” nella lingua
italiana non ha una specifica correlazione
con aspetti geomorfologici, ma, considerato
il significato del termine relativo
all’attitudine intrinseca dei filati a riprendere
dopo la deformazione l’aspetto originale,
riteniamo renda il senso della naturale
tendenza della spiaggia ad assecondare le
forzanti esterne).
Lo studio EUROSION ha evidenziato che, se
da un lato la protezione è possibile,
dall’altro eventi estremi minacciano o
superano localmente le difese costiere. La
tendenza evolutiva a lungo termine e gli
impatti delle stesse strutture di difesa può
determinare un effetto negativo sulla
resilienza di un tratto molto più ampio di
costa. Questa situazione potrebbe essere
ulteriormente aggravata da fenomeni quali
l’innalzamento del livello marino e le
tempeste estreme imprevedibili associate ai
cambiamenti climatici. Questo costituirà, sul
lungo termine, una minaccia per la
sicurezza delle popolazioni, per la
sostenibilità di molte attività costiere, per il
mantenimento della biodiversità costiera
(come per i siti Natura 2000) e minerà,
inoltre, la possibilità della costa di assumere
una difesa naturale. In situazioni estreme il
margine attuale costiero potrà
completamente sparire e proprio in tale
contesto bisognerebbe rivedere il
mantenimento della linea di riva artificiale.
Due sono i fattori chiave che possono
essere identificati per determinare se
sistemi costieri sensibili (soft/dinamici) sono
intrinsecamente resilenti o no.
La resilienza costiera
EUROSION considera lo sviluppo
sostenibile delle aree costiere e la
conservazione degli habitat dinamici, in
particolare nelle aree non ancora sviluppate,
come un importante obiettivo a lungo
termine per le coste europee. Il
perseguimento di tali obiettivi richiede un
rispetto per, ed in molti casi un ripristino
del, funzionamento naturale del sistema
costiero e quindi della naturale resilienza
all’erosione e alle alluvioni.
Le implicazioni connesse alla resilienza
costiera variano in funzione del tipo di
costa. Per le coste costituite da rocce
resistenti, il fenomeno può non avere alcun
effetto critico poiché le rocce stesse sono
resistenti all’erosione. Al contrario,
l’erosione di falesie costituite da rocce poco
coese è un fenomeno naturale che spesso
contribuisce positivamente all’apporto di
sedimenti. Questo a sua volta può
aumentare l’ampiezza della spiaggia,
proteggere la falesia dall’attacco delle onde
e favorire lo sviluppo di habitat sedimentari
negli spazi adiacenti. Nel momento in cui
questa interazione è mantenuta ed il
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EUROSION definisce la resilienza costiera come la capacità
intrinseca della costa di adattarsi ai cambiamenti indotti dalle
variazioni del livello del mare, dagli eventi estremi e dagli
occasionali impatti antropici, mantenendo inalterate le funzioni
del sistema costiero sul lungo termine. Il concetto di resilienza è
particolarmente importante nell’ottica della previsione dei
cambiamenti climatici globali.
1. La disponibilità locale di sedimenti in
quantità sufficiente a mantenere
l’equilibrio dinamico tra erosione ed
avanzamento e raggiungere il “Bilancio
Sedimentario Favorevole”. Perdite
croniche di sedimenti provocheranno uno
spostamento del bilancio verso l’erosione
con consequenziale perdita di habitat e
restringimento della fascia costiera.
2. Spazio disponibile per i processi costieri.
Le riduzioni dello spazio necessario per il
naturale arretramento della falesia e degli
ambienti sedimentari e/o per la
ridistribuzione dei sedimenti come
risultato dell’arretramento determinerà
una diminuzione della resilienza costiera.
Alcuni dei fattori predominanti per il
trasporto dei sedimenti verso la fascia
costiera sono mostrati nella figura
sottostante
I risultati dei casi di studio esaminati da
EUROSION ed altre esperienze europee
suggeriscono che troppo spesso, nel
passato, è stata posta poca attenzione alla
dinamica globale dell’intero sistema
sedimentario (come approfondito sopra). In
questo contesto la disponibilità dei
sedimenti (o la loro assenza) è di
fondamentale importanza. Per mettere in
connessione i due elementi chiave che sono
“la disponibilità dei sedimenti” e “lo spazio
funzionale” affinché si verifichi la dinamica
sedimentaria, EUROSION propone l’identificazione di “giacimenti strategici di sedimenti”.
E’ chiaro che queste esigenze sono più
facilmente riscontrabili se i sedimenti
presenti nei giacimenti hanno caratteristiche
simili a quelle dei sedimenti locali. Per
definizione, dopo la designazione i
giacimenti strategici di sedimenti
dovrebbero essere lasciati intatti.
Giacimenti strategici di sedimenti
Un bilancio sedimentario negativo, in una
particolare area costiera, probabilmente
determinerà erosione ed aumento della
minaccia di inondazioni. EUROSION
raccomanda, per attenuare gli effetti
dell’erosione, che delle risorse di sedimenti
utili a riequilibrare il budget sedimentario
siano identificate per aumentare la
“resilienza” di quell’area. Questi giacimenti
strategici di sedimenti possono derivare da:
• Aumento del deficit sedimentario indotto
dalla regimazione dei fiumi, dalla
realizzazione di dighe, dai dragaggi, dal
prelievo di sabbia ed estrazione dei
sedimenti in mare.
• Mare aperto: depositi sabbiosi del fondo
marino (oltre le acque basse o la
profondità di chiusura);
• Aree costiere: falesie in erosione, banchi
ghiaiosi, sabbiosi e fangosi dell’area
intertidale (di sostegno a strutture
ghiaiose, dune e spiagge) e terre agricole
di minor valore;
• Aree interne: questa opzione deve essere
considerata soltanto qualora i giacimenti
di sedimenti non siano disponibili o in
quantità sufficiente né in mare aperto né
in area costiera.
In alcune aree un bilancio sedimentario
positivo potrebbe intralciare localmente lo
sviluppo sostenibile, come nel caso dei
porti o di una stazione balneare. In tali
circostanze potrebbe essere appropriato
considerare il riuso del materiale prelevato
dal sistema (per esempio per mantenere
l’accesso al porto), rendendolo
eventualmente disponibile per il futuro,
qualora nell’immediato non fosse
I “Giacimenti strategici di sedimenti” possono essere definiti
come quantità di sedimenti di “appropriate” caratteristiche che
vengono tenuti disponibili per futuri ripascimenti delle aree
costiere, sia temporaneamente (per compensare perdite di
materiale dovute ad eventi estremi) sia nel lungo termine
(almeno 100 anni).
Alcune tra le cause principali della variazione del movimento dei
sedimenti in un “sistema sedimentario”.
Nella figura la costa comprende falesie e dune costiere, paludi salmastre
di marea e barene sabbiose/argillose. Le acque marine di basso fondale
(blu) e le aree interne (verde) cosituiscono il “sistema sedimentario”.
Nella figura il movimento dei sedimenti tende verso “trappole
sedimentarie” rappresentate da una baia costiera, tipo un estuario.
utilizzabile, accantonandolo in un’adeguata
riserva sedimentaria in mare.
L’identificazione, la designazione e l’uso di
giacimenti strategici di sedimenti dovrebbe
essere soggetta alla Valutazione di Impatto
Ambientale (EUROSION raccomandazione
n. 2) ed a quella costi - benefici (EUROSION
raccomandazione n. 3). Dovrebbero inoltre
essere ambientalmente accettabili in una
misura certa e contribuire efficacemente alla
“resilienza” della costa.
Maggiori preoccupazioni: cosa è in gioco?
EUROSION ha identificato i seguenti trend
che probabilmente determineranno nei
prossimi 50 anni un effetto negativo sulle
coste europee, qualora le politiche non
dovessero cambiare:
• Scomparsa degli spazi costieri dinamici e
degli habitat naturali a causa
dell’urbanizzazione della costa, chiusura
di aree intertidali, sviluppo di spazi
ricreativi artificiali costruiti direttamente
sulle dune (campi da golf) o attraverso
l’utilizzo di habitat sedimentari per
l’approvvigionamento di sedimenti al fine
di compensare la perdita cronica dovuta
agli interventi antropici.
• Perdita di resilienza a causa della crescita
della vulnerabilità all’erosione ed alle
alluvioni.
• Un’accelerazione dell’innalzamento
del livello marino ed un aumento
dell’intensità e della frequenza delle
tempeste eccezionali dovute al
cambiamento climatico.
Tutti questi pericoli e rischi associati tra loro
sono imprevedibili. E’ chiaro, comunque,
che l’aumento dell’erosione costiera e delle
alluvioni indurrà ad un costo supplementare
della spesa pubblica, più precisamente
attraverso:
• Rischi per la vita e per i beni economici.
La protezione di alcune delle nostre più
importanti città determinerà
probabilmente una maggiore pressione
sulle nostre risorse finanziarie, lasciando
limitate le possibilità di spesa per la
protezione di altri beni considerati di
minor valore.
• Crescente perdita di habitat. Ci si potrà
aspettare che una considerevole parte di
aree dunali costiere e zone umide
scompaia e con essa le loro funzioni
sociali, economiche ed ecologiche.
• Una intensificazione degli interventi di
difesa costiera e loro costi. La tendenza
attuale nella difesa costiera porterebbe a
dover proteggere più di 10.000 km di
litorali entro il 2020, diventando
economicamente non sostenibile.
29
La dimensione Europea
Il maggior problema posto dall’erosione
costiera e dalle inondazioni marine solo di
recente è stato riconosciuto come un punto
chiave a livello comunitario.
Il “European Commission Strategy for
Integrated Coastal Zone Management
(2000)” prioritariamente ha identificato
l’importanza di questo problema con i
Membri del Parlamento Europeo, facendo
un passo avanti e stanziando i fondi per lo
studio EUROSION. La varietà dei rischi
socio-economici ed ambientali associata
con l’attuale tendenza all’erosione costiera
ed il pericolo per le inondazioni marine ha
condotto EUROSION ad attribuire notevole
importanza al concetto di “resilienza
costiera”. L’utilizzo di “Giacimenti Strategici
di Sedimenti” dovrebbe permettere il
raggiungimento di un bilancio sedimentario
favorevole all’interno di una specifica unità
fisiografica, permettendo la creazione di
condizioni atte a migliorare la “resilienza” e
ridurre i pericoli da erosione e da
inondazione marina.
Questo potrebbe essere realizzato sia
modificando le esistenti direttive - più
particolarmente la Direttiva Quadro sulle
Acque, o la Direttiva Habitat - o
considerando l’opportunità di sviluppare
una specifica direttiva concernente la
gestione dei sedimenti. In aggiunta alle
diverse implicazioni ambientali e socioeconomiche a livello europeo relative
all’attuale tendenza all’erosione, ci sono
almeno altre due ragioni che permettono il
coinvolgimento della Comunità:
1. I bacini idrografici e la movimentazione di
acqua e sedimenti spesso trascende i
confini nazionali; per esempio i lavori di
regimazione fluviale possono avere
impatti sulle aree costiere di altri Stati
Membri.
2. L’attuale gestione dell’erosione costiera
tende a vedere i siti Natura 2000 come
sorgenti di sedimenti o come aree che
possono essere “sacrificate all’ erosione”.
Questo ha implicazioni a lungo termine e
possibilmente irreversibili per la rete dei
siti Natura 2000.
EUROSION reputa che una risposta legale modificando le esistenti direttive o
proponendo una nuova direttiva - mirata a
chiarire lo statuto internazionale dei
sedimenti, deve essere considerata
seriamente in modo da definire le
condizioni per una gestione coordinata dei
sedimenti a livello Europeo. Rispetto a ciò,
l’approccio dovrebbe essere simile a quello
introdotto per la Direttiva Quadro sulle
Acque. Inoltre EUROSION propone anche
un numero di misure collaterali che
possano essere meglio realizzate attraverso
accordi non legislativi.
Azione Locale - Piano di Gestione dei
Sedimenti Costieri (Coastal Sediment
Management Plans - CSMP - PGSC)
Qualunque sia la legislazione adottata a
30
livello Europeo o nazionale, la gestione è
eseguita a livello locale o regionale.
EUROSION enfatizza l’applicazione dei
concetti sopra identificati alla scala
decisionale locale. In questo contesto
raccomanda che la gestione dell’erosione
costiera abbandoni gli interventi
frammentari a vantaggio di un approccio
programmato che dovrebbe essere basato
sui principi di responsabilità che ottimizzino
i costi di investimento in rapporto al valore
dei beni minacciati, incrementino
l’accettabilità sociale delle azioni proposte e
tengano aperte delle opzioni per il futuro.
Questo movimento dovrebbe essere
guidato dalla necessità di restaurare la
“resilienza costiera” e raggiungere le
circostanze per un “bilancio sedimentario
favorevole.”
Un Piano di Gestione dei Sedimenti Costieri
(Coastal Sediment Management Plan CSMP - PGSC) costituisce una base solida
per la gestione dell’erosione costiera. In
linea con la visione sviluppata da
EUROSION un Piano di Gestione dei
Sedimenti Costieri (PGSC) è un documento
che “individua” gli obiettivi per il
raggiungimento del bilancio sedimentario
favorevole relativo ad una specifica cella
sedimentaria costiera e definisce, inoltre, le
modalità per il raggiungimento di tali
obiettivi.
Tale gestione dovrebbe essere basata su un
certo numero di opzioni politiche1, che
possono essere riassunte nelle seguenti
linee:
•
•
•
•
1
Mantenere la linea di riva
Muoversi verso mare
Gestire il riallineamento
Non promuovere interventi attivi
In base a: The UK approach to Shoreline Management Plans, Interim Procedural Guidance, DEFRA 2003 disponibile su:
http://www.defra.gov.uk/environ/fcd/
Arradon, Francia (Foto di Philippe Hermange).
La figura indica le principali componenti di una cella sedimentaria costiera
in relazione al bacino idrografico e alla zona litorale
Una prima tappa per la realizzazione del
Piano di Gestione dei Sedimenti Costieri
(Coastal Sediment Management Plan –
CSMP - PGSC) deve includere
l’identificazione di tutti i principali fattori che
determinano il tasso al quale i sedimenti
sono rimossi dal o depositati nel sistema
costiero, nonché la loro dinamica. Questi
dovrebbero essere valutati:
- su una scala temporale di almeno 30
anni, estendendola in alcuni casi fino a
50 o 100 anni;
- con la comprensione dell’intero sistema
sedimentario, dal bacino idrografico dei
fiumi alla costa, includendo i diversi
ambienti marini costieri;
- considerando gli effetti economici, sociali
ed ambientali.
Acquisite queste informazioni sarà possibile
sviluppare una politica appropriata atta a
gestire l’erosione ed il rischio di inondazioni
marine all’interno della cella sedimentaria.
31
QUATTRO RACCOMANDAZIONI PER MIGLIORARE
LA GESTIONE DELL'EROSIONE COSTIERA
Sulla base dei risultati del progetto
EUROSION sono state proposte quattro
raccomandazioni chiave che, una volta
implementate nel loro insieme,
permetteranno di rendere gestibili i
problemi dell'erosione costiera in Europa ed
i rischi ad essa associati.
EUROSION Raccomandazione n. 1
Ripristino del bilancio sedimentario e messa a disposizione degli
spazi per i processi costieri
E' necessario un approccio prevalentemente strategico e
previsionale dell'erosione costiera per lo sviluppo sostenibile di
zone costiere vulnerabili e la conservazione della biodiversità
costiera.
Nella prospettiva di un cambiamento climatico, è raccomandabile
che la resilienza costiera sia incrementata attraverso: (a) ripristino
del bilancio sedimentario costiero, (b) creazione di spazi utili alla
fisiologica erosione costiera per permettere il libero gioco dei
processi sedimentari costieri e (c) definizione di Giacimenti
Strategici di Sedimenti.
Sulla base dei risultati, EUROSION propone
l'introduzione del concetto di bilancio
sedimentario favorevole nella legislazione
europea come la pietra miliare della
resilienza costiera e della gestione
sostenibile della linea di riva. Poiché la
gestione dei sedimenti implica diversi
settori - tra cui gestione di suolo, acqua e
habitat - vengono suggerite diverse opzioni
per facilitare l'introduzione di tale concetto
nella legislazione europea. L'obiettivo di un
bilancio sedimentario favorevole per la zona
costiera sarà raggiunto per ogni cella
sedimentaria costiera principalmente
attraverso la definizione di depositi
strategici di sedimenti in combinazione con
le misure tradizionali, come la pianificazione
territoriale, regolamenti concernenti le
costruzioni, procedure di VIA e misure di
mitigazione dell'erosione costiera.
Il Bilancio sedimentario favorevole
Il bilancio sedimentario favorevole per il sistema costiero
potrebbe essere definito come una situazione nella quale la
disponibilità di 'sedimenti costieri' sostenga l'obiettivo di
promuovere la resilienza costiera in generale e il mantenimento
della dinamica costiera in particolare, tutto nel mantenimento
delle caratteristiche biologiche e geomorfologiche.
I sedimenti costieri consistono in sedimenti di spiaggia emersa
e sommersa derivanti dall'erosione delle falesie, dai depositi di
origine marina e fluviale.
Dal punto di vista della resilienza costiera il
bilancio dei sedimenti costieri é favorevole
quando:
a) il volume e la distribuzione attuale sono
pari alla situazione precedente la perdita
cronica di sedimenti, causata
dall'intervento antropico, soprattutto
rispetto a :
• apporto di sedimenti provenienti dai
bacini fluviali
• trasporto solido lungo costa
• scambio di sedimenti perpendicolari alla
linea di costa
b) la resistenza dei sedimenti alle forze
erosive è sostenuta dalla loro naturale
32
caratteristica geologica, dalla vegetazione
o da una flessibilità naturale che mitiga la
perdita di resistenza naturale.
Introducendo il concetto di 'bilancio
sedimentario favorevole' nella legislazione
europea, si auspica che nelle future politiche
di gestione saranno considerate le
condizioni naturali del sistema sedimentario
rendendo, in una certa misura, gli sforzi
progressivi verso il restauro di queste
condizioni un obbligo legalmente
sostenibile a livello europeo.
Cella sedimentaria costiera
EUROSION definisce la "cella sedimentaria costiera" come
un compartimento costiero che contiene un ciclo
sedimentario completo, che include le sorgenti, il trasporto
e il deposito. I limiti delle celle definiscono la zona
geografica nell'ambito della quale è determinato il bilancio
sedimentario, fornendo il quadro per l'analisi quantitativa
dell'erosione e della sedimentazione. A questo riguardo, le
celle sedimentarie costiere costituiscono le più appropriate
unità per ottenere l'obiettivo del bilancio sedimentario
favorevole e quindi della resilienza costiera.
In termini pratici e gestionali, la cella sedimentaria costiera
si situa in un sistema sedimentario composto da tre zone
geografiche: il bacino idrografico, la linea di riva e
l'ambiente marino dei bassi fondali (profilo attivo della
spiaggia sommersa).
L'identificazione e la designazione di
'giacimenti strategici di sedimenti’ per ogni
cella sedimentaria costiera è visto come un
meccanismo che faciliterà il ripristino del
bilancio sedimentario favorevole e ristabilirà
lo spazio sufficiente per lo sviluppo naturale
dei processi costieri. E' importante
comprendere i differenti processi che
possono generare una domanda di
sedimenti. E' perciò di fondamentale
importanza distinguere i differenti tipi di
giacimenti di sedimenti. Per la designazione
dei giacimenti strategici di sedimenti
EUROSION raccomanda l'identificazione di
tre tipi di giacimenti:
• tipo 1: zona di transizione tra terra e
mare;
• tipo 2: depositi di sedimenti per
compensare l'innalzamento del livello del
mare;
• tipo 3: depositi di sedimenti per
compensare il deficit sedimentario di
origine antropica.
Il Piano di Gestione dei Sedimenti Costieri (PGSC - CSMP)
è un documento di alto livello che stabilisce gli obiettivi del
bilancio sedimentario favorevole all'interno di una specifica
cella sedimentaria e definisce le modalità per il raggiungimento
di questi obiettivi. Il concetto è ulteriormente sviluppato nella
Raccomandazione n. 3.
Azioni da prendere a livello Europeo
EUROSION propone che i concetti di
'bilancio sedimentario favorevole' nelle aree
costiere e di 'giacimenti strategici di
sedimenti' vengano introdotti nella
legislazione europea. Questo si può attuare
modificando le direttive esistenti - per
esempio la Direttiva Quadro sulle Acque, o
la Direttiva Habitat - o considerando
l'opportunità di creare specifiche direttive
concernenti la gestione dei sedimenti. La
logica essenziale per l'introduzione di questi
concetti in una direttiva è che la gestione
dei sedimenti è un settore che supera i
confini amministrativi, che interagisce, e in
certi casi in maniera conflittuale, con quanto
stabilito da altre direttive e legislazioni
europee in vigore. Questi meccanismi
dovrebbero essere implementati attraverso
l'elaborazione di Piani di Gestione dei
Sedimenti Costieri per le zone costiere
vulnerabili.
Azioni da prendere a livello di Stati Membri
Gli Stati Membri sono incoraggiati a
preparare un quadro legislativo nazionale
per la resilienza della costa e promuovere
l'elaborazione dei Piani di Gestione dei
Sedimenti Costieri.
In particolare, gli Stati Membri devono
focalizzare la loro attenzione
sull'applicazione dei concetti di 'bilancio
sedimentario favorevole' nelle aree costiere
e di 'giacimenti strategici di sedimenti' per il
mantenimento della rete Natura 2000 e
dovrebbero assicurare in particolare che le
aree designate per la conservazione della
natura (Natura 2000) non possano essere
usate come risorsa di sedimenti per
compensare cronici deficit sedimentari
derivanti da interventi antropici.
EUROSION Raccomandazione n. 2
EUROSION propone di adottare il concetto
Piano di Gestione dei Sedimenti Costieri
(Coastal Sediment Management Plan CSMP - PGSC) come segue:
Integrazione dei costi e dei rischi connessi all'erosione costiera
nella pianificazione e nelle decisioni di investimento
L'impatto, il costo ed il rischio dell'erosione costiera provocata
dall'antropizzazione dovrebbe essere controllata attraverso una
migliore integrazione economica dei problemi derivanti
dall'erosione costiera in termini di pianificazione e decisioni di
ordine finanziario. Le pubbliche responsabilità per i rischi derivanti
dall'erosione costiera dovrebbero essere limitate ed una congrua
parte dei rischi derivanti dovrebbe essere trasferita ai diretti
beneficiari ed agli investitori direttamente interessati, anche
tramite l'applicazione degli strumenti di Valutazione Ambientale. I
rischi dovrebbero essere monitorati e mappati, valutati e integrati
nella pianificazione e nelle politiche di investimento.
Rijkswaterstaat Protezione delle dune costiere nei Paesi Bassi
Archief Natuurcentrum Ameland
Forte erosione durante una mareggiata ad Ameland (Wadden Sea)
Le attuali procedure di VIA non sono
sufficientemente orientate verso l'erosione
costiera derivante da cause antropiche. Un
miglioramento può scaturire incorporando
adeguatamente le problematiche
dell'erosione costiera (specialmente la
valutazione dei rischi) nell'implementazione
degli strumenti esistenti a tutti i livelli
amministrativi. EUROSION propone le
azioni di seguito esplicate.
Valutazione Ambientale
EUROSION ha elaborato per la VIA delle
Linee Guida per integrare i problemi relativi
all'erosione costiera nella Valutazione
Ambientale e considera anche che la
Direttiva Europea 2001/42/EC sulla
Valutazione Ambientale Strategica (VAS) è
particolarmente adatta a tenere in
considerazione gli impatti cumulati da più
interventi singoli e potrebbe diventare
determinante per la considerazione
dell'impatto di opere di difesa, di sviluppo
turistico e di gestione dei bacini fluviali sui
processi di trasporto sedimentario costiero.
Cartografia della pericolosità e del rischio
Nella maggior parte dei paesi costieri
europei il rischio erosione non è
sufficientemente valutato, alla luce di ciò si
propone di portare gli approcci esistenti in
un'unica comune metodologia. Per questa
finalità EUROSION ha sintetizzato delle
Linee Guida per mappare i pericoli derivanti
dall'erosione costiera. Questa raccolta deve
essere sempre completata con una
recensione delle principali tecniche di
mappatura del rischio che, oltre alla
cartografia generale, integrino ugualmente
un'analisi della valutazione dei beni situati
sulla costa e vulnerabili alla stessa erosione
costiera.
Pianificazione territoriale
Includendo la mappatura della pericolosità
e del rischio derivante da erosione costiera
nelle pianificazioni a lungo termine, le
autorità locali e regionali possono
effettivamente evitare di costruire nelle aree
a rischio di erosione e ridurre gli
investimenti finanziari per compensare i
danni da erosione.
33
Strumenti finanziari
E' stata proposta la creazione di meccanismi
innovativi di finanziamento, in particolare:
• misure per supportare l'implementazione
dei Piani di Gestione dei Sedimenti
Costieri;
• meccanismi di compensazione finanziaria
per favorire la ricollocazione della
popolazione costiera minacciata da un
imminente rischio da erosione costiera o
inondazione marina;
• un più ampio uso di strumenti del
mercato finanziario, in particolare per
trasferire i costi correlati con le
conseguenze negative dell'erosione
costiera dalla Comunità ai proprietari dei
beni minacciati attraverso un
adeguamento dei regimi di assicurazione,
nuove condizioni di prestito bancario e
limitazioni al finanziamento
dell'indennizzo dei danni.
importante nuovo strumento concernente la
Valutazione Ambientale per la gestione della
aree costiere.
La gestione delle aspettative della
popolazione in connessione con il rischio è
un aspetto cruciale della politica applicata.
Deve essere chiarito il concetto che lo
sviluppo in località a rischio sarà permesso
solo in quelle aree che non renderanno
necessarie successive azioni atte a ridurre il
livello di rischio di erosione costiera.
In connessione con l'individuazione di
giacimenti strategici di sedimenti è
importante predisporre un meccanismo che
permetta l'esproprio o la compensazione al
fine di gestire il riallineamento delle coste in
conformità con le disposizioni
regolamentari della UE. Un esempio è
fornito dalla legislazione francese che
facilita gli espropri di beni minacciati da
pericoli naturali (Legge Barnier).
Gestione Integrata delle Aree Costiere
(GIAC - ICZM)
Infine, è conveniente notare che, in
combinazione con gli strumenti della VIA,
l'utilizzo delle raccomandazioni del
Parlamento e del Consiglio Europeo sulla
Gestione Integrata delle Aree Costiere
(2002) costituisce una base interessante per
identificare le soluzioni tecniche innovative,
economicamente valide e socialmente
accettabili. Ovunque i Piani di Gestione
Integrata dell'Area Costiera siano
implementati, i Piani di Gestione dei
Sedimenti Costieri dovranno essere
considerati parte di questi.
Azioni da prendere a livello locale
Le autorità locali dovrebbero promuovere
l'informazione pubblica e la consapevolezza
del rischio da erosione costiera come base
per la pianificazione e gestione della fascia
costiera, per esempio attraverso la
diffusione di carte del rischio a scala locale
(1:25.000). La condivisione delle
informazioni con le associazioni di
stakeholders ed il pubblico, per essere
sicuri che vengano comprese le politiche di
gestione della costa, dovrebbe essere una
priorità. Particolare attenzione dovrebbe
essere data alla Valutazione Ambientale in
relazione ai rischi socio-economici e
finanziari.
Azioni da prendere a livello Europeo
All'interno di un'ampia iniziativa sulle
politiche di gestione dei rischi e sui regimi
di assicurazione, è raccomandabile che la
Commissione Europea proponga un
dibattito sugli strumenti utili al trasferimento
di un'appropriata parte dei costi per
contrastare l'erosione costiera nelle aree a
rischio ai beneficiari e agli investitori.
All'interno della valutazione di tutti gli
strumenti finanziari e nell'implementazione
delle direttive sulla Valutazione Ambientale
e della Natura è importante valutare gli
impatti potenziali dei progetti sul bilancio
sedimentario costiero e sui rischi per la
sicurezza pubblica, per i beni economici e
per la biodiversità costiera.
Appropriate misure di compensazione e
mitigazione dei rischi dovrebbero essere
prese in considerazione in questa
valutazione. Progetti nel campo delle
infrastrutture (Reti Trans-Europee, trasporti
marittimi a breve distanza) e della gestione
delle acque non dovrebbero essere
sostenuti qualora essi siano suscettibili di
causare impatti negativi che richiedano
successive misure di mitigazione. Incentivi
finanziari dovrebbero essere previsti per
l'elaborazione della carta dei rischi.
Azioni da prendere a livello di Stati Membri
L'erosione costiera dovrebbe diventare un
argomento obbligatorio da valutare in
relazione ad un'ampia varietà di piani e
programmi che interessano la costa
(pianificazione, trasporti, sviluppo turistico e
estrazione di sedimenti dal fondale marino).
La VAS dovrebbe essere promossa come un
34
EUROSION Raccomandazione n. 3
Rispondere in modo responsabile all'erosione costiera
La gestione dell'erosione costiera dovrebbe spostarsi da
soluzioni frammentarie verso un approccio programmato
basato su principi di responsabilità e ottimizzando gli
investimenti sui beni a rischio, migliorando l'informazione
pubblica e l'accettabilità sociale delle azioni in corso e
tenendo aperte diverse opzioni per il futuro.
Questa strategia dovrebbe essere guidata dalla necessità di
ripristinare la resilienza costiera ed il bilancio sedimentario
favorevole e dovrebbe essere supportata dai Piani di Gestione
dei Sedimenti Costieri (PGSC - CSMP).
Una gestione responsabile dell'erosione
costiera:
• Ha espliciti obiettivi per una definita scala
temporale.
• Definisce chiaramente le responsabilità ai
diversi livelli amministrativi.
• E' basata sulla comprensione del bilancio
sedimentario e sulle tendenze evolutive a
lungo termine.
• Non compromette la sicurezza, i valori
ambientali importanti e le risorse naturali.
• E' supportata da una valutazione del tipo
costi-benefici.
• E' supportata da un appropriato budget
sia per gli investimenti sia per la
manutenzione, come anche da
meccanismi finanziari per combattere
l'erosione e i suoi impatti a livello locale.
• E' implementata da misure tecniche che
hanno dimostrato di poter essere utili alle
necessità che si propongono.
• Include un programma per monitorare gli
sviluppi e l'efficacia delle misure.
• Determina il dovere di informazione
pubblica su ognuno dei precedenti aspetti.
Lo scopo dei Piani di Gestione dei
Sedimenti Costieri (PGSC - CSMP)
I Piani di Gestione dei Sedimenti Costieri
(PGSC - CSMP) forniscono un singolo
elemento nello sviluppo della Gestione
integrata delle Aree Costiere (GIAC). Oltre il
raggiungimento della resilienza costiera,
una componente chiave che il PGSC - CSMP
dovrebbe fornire è una valutazione a grande
scala dei rischi associati con l'evoluzione dei
processi costieri, presentandoli nel contesto
di un quadro politico-normativo a lungo
termine. Il principio chiave è che questi
dovrebbero aiutare a ridurre i rischi in
maniera sostenibile. Un PGSC - CSMP
dovrebbe essere un documento di alto
livello che costituisca un importante
elemento in ogni strategia globale di
prevenzione dalle inondazioni marine e
dall'erosione costiera.
Una prima fase in ogni PGSC - CSMP deve
includere l'identificazione delle principali
forze che influenzano il tasso con il quale i
sedimenti sono rimossi dal - o introdotti nel
-sistema e le dinamiche mediante le quali
ciò avviene. Questo dovrà essere valutato:
Poitr Domaradzki
Stabilizzazione del profilo dunale presso Rewal. La causa
principale di erosione costiera in questa zona è dovuta
all'errata gestione delle acque sotterranee.- E' visibile un
incremento dell'erosione nelle aree limitrofe.
• su una scala di almeno trent'anni,
arrivando in alcuni casi a 50 o 100 anni;
• con una comprensione dell'intero sistema
sedimentario dalla produzione dei
sedimenti (bacino idrografico) alla costa,
includendo l'ambiente marino prossimale
(entro la profondità di chiusura) come
mostrato nella figura sopra;
• prendendo in considerazione gli effetti
economici, sociali ed ambientali.
Sebbene le conseguenze dell'erosione
possano essere la perdita di proprietà e di
terra, il più grande rischio è rappresentato
dall'inondazione delle aree depresse. E'
quindi importante riconoscere il valore degli
habitat sedimentari costieri (soprattutto le
piane tidali, le paludi salmastre e le dune
costiere) come tipologie di difesa naturale.
Nello stesso tempo non dovrebbero essere
trascurate le opportunità per restaurare la
conservazione della natura, gli spazi con
valore ricreativo e paesaggistico, per una
politica di recupero proponendo interventi
di riallineamento o non interventi.
Il PGSC - CSMP dovrebbe definire gli
obiettivi per ogni segmento costiero o cella
sedimentaria, in modo da identificare i limiti
per il raggiungimento del bilancio
sedimentario favorevole. Questi obiettivi
possono essere meglio descritti usando una
combinazione di quattro generiche opzioni
politiche (adattate dalle opzioni politiche
identificate nel Regno Unito):
•
•
•
•
Mantenere la linea di riva
Muoversi verso mare
Gestire il riallineamento
Non promuovere interventi attivi
Albert Salman
Barriere frangivento (denominate Ganivelles) sono utilizzate
in Camargue per favorire la ricostituzione delle dune
Azioni da prendere a livello Europeo
La concezione delle sovvenzioni per
l'Unione Europea - in particolare attraverso i
Fondi Europei di Sviluppo Regionale (FESR)
e la Banca Europea di Investimento (BEI) dovrà essere resa più difficile qualora
dovesse provocare impatti che richiedessero
misure di mitigazione. Al contrario, gli
incentivi di finanziamento dovrebbero
essere forniti ai programmi mirati al
restauro del bilancio sedimentario e della
resilienza costiera.
Azioni da prendere a livello di Stati Membri
La responsabilità di elaborare piani di
gestione dei sedimenti costieri dovrebbe
essere di competenza delle autorità
regionali ove la linea di costa è interamente
o parzialmente inclusa all'interno di una
cella sedimentaria costiera. Quando più
regioni sono comprese in una stessa cella
sedimentaria, accordi interregionali
dovrebbero essere stabiliti per elaborare
piani di gestione comune dei sedimenti
costieri.
Infine, gli Stati Membri dovrebbero
promuovere, nella propria lingua, la
diffusione dell'informazione sulle migliori
pratiche relative alla gestione dell'erosione
costiera.
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Azioni da prendere a livello locale
Le autorità regionali dovrebbero prendersi
la responsabilità dello sviluppo di Piani di
Gestione delle Sabbie Costiere (PGSC CSMP) ed assicurare che la gestione della
linea di riva sia completamente conforme
con i principi di responsabilità menzionati in
precedenza.
Il Piano di Gestione delle Sabbie Costiere
(PGSC - CSMP) dovrebbe essere valido per
5 - 10 anni, soggetto alla VAS e dovrebbe
essere periodicamente valutato e rivisto.
EUROSION Raccomandazione n. 4
Rafforzare la conoscenza di base relativa alla gestione ed alla
pianificazione dell'erosione costiera
La conoscenza di base in materia di gestione dei processi erosivi e
pianificazione degli interventi dovrebbe essere rafforzata
attraverso lo sviluppo di strategie di gestione dell'informazione.
Queste dovrebbero includere la diffusione delle "migliori pratiche"
(cosa funziona e cosa no), privilegiare un approccio preventivo
nella gestione dei dati e delle informazioni ed infine promuovere
una leadership istituzionale a livello regionale.
Esposizione delle regioni costiere Europee
all'erosione
EUROSION propone una classifica di tutte le
regioni europee costiere in funzione della
loro esposizione all'erosione costiera.
Questa classifica deve essere basata su
diversi fattori che indicano le pressioni, lo
stato e l'impatto dell'erosione costiera. La
classifica dovrebbe mettere a punto il
cronogramma per stabilire e rivalutare i
piani di gestione dei sedimenti a livello di
autorità regionali e di celle sedimentarie
costiere, e infine dovrebbe essere un utile
supporto per la scelta delle priorità per
implementare le raccomandazioni di
EUROSION, e dovrebbe essere riesaminata
ogni dieci anni.
Definizione delle celle sedimentarie costiere
La definizione delle celle sedimentarie
costiere è un aspetto importante e
complesso. Molti sforzi dovrebbero essere
effettuati al fine di armonizzare questo
lavoro basandosi sui dati della linea di riva,
del bacino idrografico, del profilo di
spiaggia emersa e della batimetria, del
regime ondoso costiero e delle maree
astronomiche. Attenzione specifica dovrà
essere indirizzata alla identificazione della
provenienza dei sedimenti (aree di erosione
ed aree di deposito) e del loro modello di
circolazione.
Ricerche sull'impatto dei cambiamenti
climatici sulla linea di riva
E' estremamente importante proseguire ed
approfondire le ricerche sugli impatti legati
al cambiamento climatico, non soltanto per
gli ecosistemi costieri ma anche
sull'evoluzione delle aree umide
(specialmente ambienti intertidali, paludi
salmastre e gli effetti di eventuali misure di
mitigazione e stabilizzazione), sui periodi di
ritorno di altezze d'onda estreme e
sull'entità dei fenomeni di intrusione del
cuneo salino nelle falde acquifere.
Cooperazione interregionale in materia di
gestione dei sedimenti costieri
I paesi e le regioni europee e la
Commissione Europea dovrebbero ampliare
il loro livello di cooperazione interregionale
per supportare l'elaborazione congiunta di
Piani di Gestione delle Sabbie Costiere sulla
base delle celle sedimentarie. Priorità
Visione naturale e digitale di Neddles (Isola di Wight). La visione digitale è stata ottenuta mediante tecnologia LIDAR
che offre importanti opportunità per il monitoraggio costiero
dovrebbero essere date sia allo sviluppo ed
alla diffusione delle migliori pratiche
(gestione sedimentaria) sia al disegno e
l'implementazione di piattaforme nazionali e
regionali per la condivisione dei dati chiave
sull'ambiente costiero.
Azioni da prendere al livello Europeo
Nel quadro di definizione di una
Infrastruttura Europea per i Dati Territoriali
di natura ambientale (INSPIRE), sarà
conveniente definire un approccio comune
e standardizzato per l'individuazione delle
celle sedimentarie costiere che dovrebbe
essere supportato dall'incorporazione di
dati chiave utili e condivisibili del tipo SDI
(Infrastruttura di Dati Spaziali).
Le future attività di ricerca del Monitoraggio
Globale dell'Ambiente e della Sicurezza
(GMES) mireranno ad una definizione, a
livello Europeo, di metodologie
standardizzate per definire le celle
sedimentarie costiere, includendo
metodologie correlate alla produzione ed
alla modellizzazione dei database necessari
per definire le celle sedimentarie e
l'economia della linea di riva.
Priorità dovrebbe essere data allo sviluppo
di valutazioni tecniche che permettano una
rappresentazione cartografica e un
trattamento dei dati sociali, ecologici e
valori economici della zona costiera in GIS.
Questa rappresentazione dovrebbe facilitare
la transizione dalle mappe della pericolosità
dell'erosione costiera alle mappe del rischio
di erosione costiera, e supportare
l'implementazione degli studi di valutazione
costi - benefici.
Azioni da prendere a livello di Stati Membri
Gli Stati Membri dovrebbero supportare la
definizione standardizzata delle celle
sedimentarie costiere attraverso la
produzione di dati chiave di input e
dovrebbero favorire la loro integrazione nel
sistema di dati infrastrutturali e territoriali.
Gli Stati Membri dovrebbero favorire
iniziative congiunte con GMES per
sviluppare una metodologia standardizzata
per la mappatura dei confini delle celle
sedimentarie costiere, specialmente nelle
celle tranfrontaliere; inoltre, essi dovrebbero
supportare le cooperazioni interregionali
come anche la ricerca e lo sviluppo per
un'elaborazione comune di Piani di
Gestione delle Sabbie Costiere.
Azioni da prendere a livello locale
A scala regionale e locale, la produzione,
l'elaborazione, la conservazione,
l'implementazione, lo scambio e la
diffusione di informazioni pertinenti i
processi di erosione costiera e gestione
della linea di riva dovrebbero costituire
degli elementi chiave delle politiche
regionali e locali nella gestione dei tratti di
costa.
Le autorità regionali dovrebbero giocare un
ruolo di coordinamento nel creare le
adeguate condizioni istituzionali e tecniche
affinché queste attività abbiano un'ampia
diffusione e producano massimi benefici.
Questo dovrebbero essere ottenuto
attraverso l'elaborazione e
l'implementazione da parte delle
amministrazioni regionali di una strategia
sulla "governance dell'informazione
costiera". Questa strategia non dovrebbe
essere ristretta alla gestione della linea di
costa, ma dovrebbe essere estesa al più
ampio contesto della Gestione Integrata
delle Aree Costiere, dovunque tale
approccio esista.
Rijkswaterstaat
Il WESP (Water En Strand Profiler) è un veicolo polivalente utilizzato per il monitoraggio delle coste olandesi. Può operare dalla spiaggia fino ad
una profondità di 8 m.
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PRODOTTI DI EUROSION
Oltre ai risultati e alle raccomandazioni
citate in precedenza, EUROSION ha
sviluppato fin dall'inizio del 2002 un ampio
spettro di prodotti - tra cui rapporti e
database - che sono accessibili e
consultabili attraverso il sito Internet di
EUROSION (http://www.eurosion.org) o su
richiesta tramite la Commissione Europea.
I più importanti di questi prodotti sono:
• Il database EUROSION. Questo database
in formato GIS è stato sviluppato a scala
1:100.000 e può essere consultato con
qualsiasi pacchetto software GIS. Esso
contiene 19 livelli di informazione che
includono: confini amministrativi e
marittimi, topografia e batimetria, linee di
costa, geologia, geomorfologia,
infrastrutture costiere, lavori di difesa
costiera, tendenze evolutive d'erosione,
tipo di suolo, cambiamenti di uso del
suolo fino al 1975, regime delle onde e
del vento, variazione del livello del mare,
escursione tidale, trasporto solido
fluviale, aree di alto valore ecologico,
somme investite in difese costiere ed
esposizione regionale al rischio di
erosione costiera. La maggior parte di
questi livelli sono liberi dal copyright e
possono essere semplicemente ottenuti
da EUROSTAT, mentre altri sono coperti
da copyright e richiedono l'autorizzazione
dei proprietari dei dati. I lettori interessati
ad avere maggiori informazioni sul
database, oppure a visualizzare
interattivamente alcuni estratti dei
differenti livelli possono visitare il server
cartografico di EUROSION in
http://www.eurosion.org.
• Linee Guida per integrare i problemi di
erosione costiera nelle procedure di
Valutazione Ambientale. Questa Guida
fornisce informazioni per integrare
positivamente i processi di erosione
costiera nella redazione dei progetti e
nella prima fase della loro attuazione. Il
documento prende anche in rassegna un
certo numero di azioni di mitigazione che
permettono di ridurre gli effetti
dell'erosione costiera e che possono
essere adottate dai progettisti. Tali linee
Guida sono state concepite per i
professionisti competenti della VIA,
includendo sia i progettisti che le
amministrazioni pubbliche responsabili
per lo sviluppo del consenso.
• Linee Guida per la mappatura del rischio
derivante dall'erosione costiera. Questo
documento rivede i principali metodi
usati in Europa per cartografare
l'evoluzione della linea di costa a "basso
costo". Alternativamente, questi metodi
possono aiutare ad incorporare le
problematiche dell'erosione costiera nei
processi di pianificazione territoriale a
livello di amministrazioni regionali e
locali.
• Linee Guida per valutare i costi ed i
benefici associati alle tecniche di gestione
della linea di costa. Questo documento
introduce alla valutazione dei costi e dei
benefici delle opere di difesa costiera.
Esso pone particolare attenzione alla
valutazione di costi esterni (o costi di
danno ambientale) e alla valutazione dei
benefici ambientali.
• Linee Guida per l'implementazione di
Sistemi Informativi Territoriali (SIT)
dedicati alla gestione della linea di costa.
Questo documento guida presenta le
esigenze essenziali per un sistema
informativo efficace e decisionale relativo
alla gestione di un tratto di costa. Tali
requisiti coprono un ampio raggio di
aspetti, includendo le procedure
istituzionali ed amministrative, le
procedure organizzative e funzionali, le
specifiche sul contenuto dei dati, le
modellazioni di base, le rappresentazioni
spaziali e le tecnologie di accesso e di
scambio dei dati. Questo documento è
stato formulato principalmente per le
autorità regionali che desiderano
implementare tale Sistema Informativo
Territoriale e per i loro sub-appaltatori o
imprenditori. In aggiunta alle Linee
Guida, è stato sviluppato un prototipo di
Sistema Informativo Territoriale che può
servire alle diverse autorità regionali che
desiderano facilitare la condivisione dei
dati riguardanti la fascia costiera tra i
diversi stakeholders regionali e locali.
Questo prototipo è anche valido per
quelle regioni che desiderano connettersi
l'una all'altra ed avere accesso all'ampio
database Europeo. La sua installazione
non richiede alcuna particolare licenza di
software. Un CD-ROM del prototipo può
essere ottenuto su richiesta.
• La Guida per la Gestione della Linea di
Riva di EUROSION che è una sintesi di
circa 60 esperienze di gestione di
problemi costieri in Europa. Questa guida
non è pensata per essere un manuale di
difesa della costa, ma piuttosto una
sorgente di informazioni nella quale
vengono documentati successi e
fallimenti della gestione dell'erosione
costiera in Europa. Questa guida è
accessibile dal sito web di EUROSION.
Commissione Europea
Vivere con l'erosione costiera in europa - Sedimenti e Spazio per la Sostenibilità
Lussemburgo: Ufficio per le Pubblicazioni Ufficiali delle Comunità Europee
2007 - 40 pp - 21 x 29,7 cm
ISBN 978-92-79-06194-3
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KH-59-04-952-IT-C