scarica il pdf

Transcription

scarica il pdf
OTTOBRE-2006
05-10-2006 8:15
Page i
Mensile di critica e attualità sportiva -
222 - ottobre 2006
€u ro 2,00
www.mesesport.it
Spedizione in A.P. 70% - Art. 2 comma 20/D - L. 662/96 - Filiale di Siena
La MPS si cuce addosso il ruolo dell’outsider
OTTOBRE-2006
05-10-2006 8:16
Page 1
Direttore
Mario Ciani
Direttore responsabile
Paolo Corbini
Direzione – Redazione – Fotolito
Bernard & Co.
Strada di Busseto 18 -C2/3 – Siena
Tel. 05.77.28.53.74
Fax 05.77.22.10.14
E-mail: [email protected]
e
d
Edito e stampato presso
Arti Grafiche Ticci
Loc. Pian dei Mori 278 - Sovicille (Si)
Tel. 05.77.34.92.22
Fax 05.77.34.93.66
Autorizzazione del Tribunale di Siena n. 430
del 27.01.1983
i
t
o
Hanno collaborato a questo numero:
Alessandro Aucone, Corrado Bagella, Duccio Balestracci, Mauro Bindi, Andrea Bruschettini, Massimo Carignani,
Mario Ciani, Chiara Cicali, Vincenzo Coli, Fabio Fineschi, Stefano Fini, Riccardo Giacopelli, Emilio Giannelli,
Daniele Giannini, Antonio Gigli, Rossella Lezzi, Mario Lisi, Luca Luchini, Simone Marrucci, Augusto Mattioli,
Andrea Monciatti, Francesco Montalbano, Roberto Morrocchi, Francesco Oporti, Gigi Rossetti, Senio Sensi,
Rudi Simonelli, Antonio Tasso, Francesco Vannoni.
Fotografie di Paolo Lazzeroni e Augusto Mattioli
numero
Collaborazione fotografica: Fabio Di Pietro, Pietro Cinotti, Andrea Bruschettini
Sito web: Olivia Agnelli
222
ottobre 2006
Progetto grafico: Bernard Chazine
r
i
ANNO XXIV
a
l
e
Chi ha paura di stare meglio?
Dopo la Robur, anche la seconda corazzata dello sport senese finalmente
rompe gli ormeggi. Era ora. Non ci mancavano tanto le indicazioni su questa nuova squadra che va ad affrontare
una sorta di anno zero del basket senese (inteso come
espressione più alta, non certo l’unica), quanto il
pathos dell’incontro che assegna i due punti, quell’emozionante alternarsi di punteggi che rende davvero inimitabile questa disciplina. Si capisce allora
perché anche un successo prestigioso, ancorchè effimero, come quello ottenuto sui campioni d’Europa del CSKA di Mosca, susciti reazioni tutto sommato abbastanza tiepide. Da oggi però si fa sul serio, e da
una squadra che appena due anni fa si cuciva il primo scudetto sulla
canotta, è lecito aspettarsi sempre qualcosa di importante.
Intanto da quattro anni Siena e Mens Sana procedono in parallelo, l’una
ormai non prescinde più dall’altra. Solo gli obiettivi finali divergono, ma
anche questa realtà sta lasciando gradualmente il passo ad un’altra: i bianconeri non si sentono più degli intrusi nel ‘salotto buono’ del calcio italiano, al punto da lasciarsi indirettamente coinvolgere (udite, udite) anche
dagli incontri di… Champions, magari solo per lo sfizio di capire come si
schiera e come gioca quel Milan che quattro giorni dopo impatterà con
loro (altro risultato di prestigio, dopo i due bliz esterni consecutivi,
che legittimano nuove aspirazioni).
E tutto questo ha un gusto che meglio di noi saprebbero apprezzare
i tifosi delle generazioni precedenti, quelli cresciuti a pane e basket
di serie B oppure a pane e calcio di serie C1, quando non era C2…
Perché diciamo questo? Perché la sensazione, che coinvolge peraltro
un po’ tutto il mondo sportivo, è quella di un graduale distacco da
tutto questo ‘ben di dio’, come se il Tricolore da una parte, e la conquista nientemeno che della serie A dall’altra, dopo aver rimosso il complesso di inferiorità subìto per anni nei confronti di altre realtà analoghe
alla nostra, avessero esaurita la loro spinta.
Qui naturalmente non stiamo parlando del cosiddetto zoccolo duro sul quale
le due tifoserie possono sempre contare, ma di quella variegata massa di
gente che dopo l’iniziale ‘sbornia’ sta voltando gradualmente le spalle alle
nostre rappresentanti più prestigiose. Molti per validi motivi di portafoglio,
altri più semplicemente perché dopo aver raggiunto il massimo sanno di
non poter pretendere altro. Così per assurdo finisce che uno Scudetto nel
basket ed una serie A di calcio, invece di fare da traino a tutto l’ambiente, diventano quasi un peso da scaricare. Ma allora, andava meglio
quando andava peggio? ■
www.mesesport.it
OTTOBRE-2006
05-10-2006 8:16
Page 2
Bianconeri al di sopra di ogni aspettativa in questo primo scorcio di
stagione culminato nello 0/0 contro il Milan
Siena grande
fra le grandi
Mario Ciani
Meno male che non siamo permalosi.
Si vince le prime due partite in trasferta,
ci si piazza in classifica immediatamente
dietro alle primissime, e comunque prima
di tante favorite allo scudetto, e tutto
quello che il grande circo mediatico riesce a dire sui bianconeri è semplicemente che…non esistono. Nel senso che
sono sempre gli altri a perdere, e mai il
Siena a vincere. Poi arriva San Siro, arriva il Milan, e qui è difficile far finta di niente. Qualcuno avrà pur costretto la squadra di Ancelotti e Galliani alla divisione
della posta, no? Macchè, è sempre la
squadra rossonera a perdere un punto e
non i bianconeri a farsi belli alla Scala del
calcio. Ma così è la vita. Tanto non siamo
permalosi. Ci basta aver retto all’urto di
un poker d’attacco cosmico formato da
Inzaghi, Gilardino, Kakà e Oliveira, con il
contorno di tutto il resto…
Un passo indietro: ci siamo lasciati
nell’ultimo numero con l’incertezza di
Bogdani e Cozza, ed ora ce li ritroviamo
saldamente in organico. Un dettaglio non
da poco, anche se finora il primo si è visto
poco ed il secondo per nulla. Però sono
due elementi potenzialmente in grado di
fare la differenza nei rispettivi reparti, per
questo li aspettiamo fiduciosi.
Per il resto che Siena è stato in questo primo scorcio di stagione? Lasciar
parlare la classifica non basta, sarebbe
troppo facile. Quello che ha piacevolmente sorpreso, è la personalità del
gruppo. Un gruppo dove la maturazione
di alcuni giovani (Gastaldello, Molinaro,
gli stessi Konko e Antonini) è sembrata
già acquisita in partenza, mentre i dubbi
su qualche elemento più attempato (per
carità di patria non facciamo nomi) sono
stati fugati fin da subito. Questo ha favorito una serie di prove dove l’elemento
qualificante non è stato solo l’organizzazione del gioco, ma anche l’aggressività
e l’assistenza fra reparto e reparto, ed all’interno di questi fra giocatore e giocatore.
Insomma qualcosa di diverso da
quello che si era visto l’anno scorso,
quando pure non mancarono gioco e risultati di un certo rilievo. In questo con-
2 ca
l c i o
testo l’alto numero di palloni recuperati a
metà campo, ma non solo, non è quindi il
frutto del caso, ma la resultante di un
modo di stare in campo che Beretta evidentemente non ha trascurato. Un insieme di cose che nell’aumentare nei singoli la consapevolezza dei propri mezzi,
rafforza anche l’autostima di ciascuno
nei propri confronti.
Insieme alla personalità evidenziata a
livello collettivo e individuale (Candela su
tutti, poi i soliti Vergassola e Locatelli), è
piaciuta la mentalità con la quale la
Robur ha affrontato i primi impegni, soprattutto quelli in trasferta, dove ha maggiori possibilità di trovare spazi e distendersi. Soprattutto a Torino, dove ha
messo fin da subito le cose in chiaro facendo cadere in una profonda prostrazione l’undici di Zaccheroni, si è visto
quanto sia importante l’aggressività e la
determinazione in un contesto caratterizzato dalla fragilità psicologica dell’avversario. Atteggiamento ben diverso da
quello tenuto a Verona, dove le circostanze sono state altre. Ma ugualmente
ribaltabili, come si è visto, grazie ad un
efficace gioco sulle fasce ed un raro cinismo sui calci piazzati.
Certo in mezzo c’è stato anche l’1 a 3
con la Roma e la battuta d’arresto contro
il Cagliari, ma in entrambi i casi le attenuanti non mancano (ci mancherebbe che
sollevassimo polveroni per una sconfitta
con i capitolini…). La prima di tutte è che
in mancanza di spazi la squadra ha obiettive difficoltà a manovrare (ed a sfruttare
le corsie esterne), e senza grandi tiratori
da fuori è difficile fare centro. Comunque
quella di vincere al Franchi non deve diventare un’ossessione: almeno fino a
quando si pareggia a San Siro riuscendo a
tenere gli avversari sulle spine fino al 90°.
In questo panorama di diffuso ottimismo si inserisce il discorso del turnover,
legittimo finchè arrivano i risultati, destabilizzante in caso contrario. Non siamo
fra quelli che reclamano Chiesa e Bogdani per partito preso o per diritto di anzianità: i due non sono in grandi condizioni,
e Beretta fa bene a preservarli da figuracce. Però pensiamo a quando avranno
recuperato, a quando il tecnico lombardo
sarà costretto a fare delle scelte. Perché
una sua identità precisa la squadra deve
averla, certe gerarchie sono necessarie,
al di là delle alternative che ci possono
essere. Anzi, che ci sono, e tutte di livello. Comunque una rosa ampia non deve
costituire un problema, semmai una risorsa, e se Beretta continuerà a gestirla
come ha fatto finora non abbiamo niente
da temere. Purchè gli interessati siano
consapevoli che tutto questo rientra
nelle progative del tecnico, e tutto viene
fatto nell’interesse della squadra. Intanto
le squalifiche di Brevi e Portanova e gli
infortuni di Cozza e Codrea, stanno lì a dimostrare che nell’arco del campionato ci
sarà bisogno di tutti e che la concorrenza deve diventare un punto di forza della
squadra e non di debolezza.
Qualche punto fermo, intanto, si comincia ad intravedere. Uno è Manninger,
che a Milano si è fatto perdonare le due
incertezze palesate contro la Roma finendo per risultare il migliore in campo.
Un altro è Bertotto, un signor esterno che
spinge e tampona; a seguire Gastaldello,
sempre più sicuro e determinato nel
ruolo di centrale. E poi Molinaro, che se
avesse due piedi come quelli che usa
quando va via sull’esterno…, che non
sono evidentemente gli stessi di quando
deve crossare.
E poi lo strepitoso Locatelli del Meazza. Non parliamo di Vergassola e Candela, una coppia di centroicampo, specificatamente di …centrosinistra che in
pochi possono vantare in serie A. Infine
Frick, che si è conquistato a sorpresa un
posto di rispetto per quel suo farsi trovare spesso al posto giusto nel momento
giusto.
La quarta stagione nella massima
serie è cominciata dunque nel migliore
dei modi per i bianconeri, ed ora la prima
sosta azzurra consentirà loro di godersi
un risultato che i ritmi del campionato in
genere non consentono. Tempo per rilassarsi però non ce ne sarà, perchè alla ripresa un poker di partite difficili, ma tutte
abbordabili, emetterà la prima, parziale
sentenza della stagione: cioè se l’avvio
della Robur è stato soltanto un bluff; se la
salvezza era e resta il suo unico realistico obiettivo; se era legittima l’aspirazione del presidente De Luca che per quest’anno sognava qualcosa di più
ambizioso per la sua squadra. Messina,
Livorno, Catania e Ascoli, sono queste
nell’ordine le avversarie che potrebbero
imprimere una svolta clamorosa alle ambizioni dell’undici di Beretta. Sta ora ai
tifosi non lasciarla sola in questa prima
importante verifica. ■
OTTOBRE-2006
05-10-2006 8:16
Page 3
atuttocampo
I BIANCONERI FANNO BENE IL (E AL) CALCIO
Senio Sensi
LA PURGA AI MENO SIMPATICI
Povero calcio. Non ci sono accenni ad
una schiarita in un mondo, invece, che ne
avrebbe un estremo bisogno.
La Juve “punita esemplarmente” è l’unica a essere precipitata nel purgatorio
della serie B. Le altre squadre coinvolte
giocano, almeno, in campi decenti mentre
attendono con ansia la depenalizzazione
CONI che sembra sia stata promessa.
E così l’ennesima farsa del calcio italiano si sta completando.
Domanda: cosa è cambiato
dopo l’estate di fuoco (a parte la
vittoria del mondiale che all’estero e, chissà perché, anche in
Italia abbiamo subito accantonato) in cui i moralizzatori sembravano non mollare l’osso?
Niente o poco. Spariti alcuni arbitri, si dice, compromessi, spazio ai giovani che più di una volta
hanno dimostrato di avere lo
stesso identico vizio della “dipendenza psicologica” dalle
grandi (vero Sig. De Marco,
nuova stella del firmamento arbitrale ed “eroe” suo malgrado di
Siena-Roma?). Diciamo che tra
le favorite non c’è più, ovviamente, la Juve ma con le altre
come la mettiamo?
Spariti De Santis e Paparesta, ridimensionati (ma perché?) Trefoloni ed altri già
sperimentati, si va alla caccia del nuovo
Collina. Ma non rinascerà molto facilmente.
Di riforme in Lega non si parla; il Commissario non è più Rossi – uomo dalle
mille e più esperienze e sembra ormai indispensabile appena c’è un settore in crisi
.- ma del sostituto nessuno si è accorto.
Matarrese “studia” la piazza e gode per
aver riacciuffato lo scettro del comando.
Immobilista.
STADI SEMIVUOTI
Il risultato di tutto questo è che le campagne abbonamenti sono state pressoché
fallimentari, salvo rare eccezioni, ed
anche per le partite di cartello i biglietti invenduti stanno li a dimostrare che qualcosa non gira. Colpa delle TV che tutto fanno
vedere in diretta? Colpa del disamore per
il calcio indotto dagli scandali? Colpa dei
prezzi talvolta esorbitanti rispetto allo
spettacolo? Di tutto un po’, ma è certo che
se dopo la vittoria di un mondiale che in
qualsiasi altro paese fa esplodere la voglia
di calcio da noi è successo l’opposto, qualche motivo ci deve pur essere. Ma sembra
non interessi nessuno…
Anche Siena, in piccolo ha risentito di
questa flessione. Già con la Roma ne abbiamo avuto preoccupante risposta: tribune tutt’altro che piene e tifo molto defilato
se si eccettuano i soliti preziosi incitatori
della curva. All’esordio in Serie A vedere il
Rastrello strapieno e carico di emozione
allargava il cuore. Memorabili i primi scontri con Inter, Milan, Juve e Roma di Capel-
lo (quello che, avendo pareggiato, disse
che il campo era piccolo e l’erba troppo
alta…); di quelle serate e nottate è rimasto
ben poco e sembra che i senesi si siano
abituati alle star mondiali del calcio.
Il fenomeno è di difficile comprensione,
ma di certo l’effetto che fa è davvero poco
lusinghiero; non solo per lo spettacolo che
il pubblico offriva ma anche per la Società
che così vede ancor più difficile poter far
fronte ai costi che la “A” impone.
Domanda: interessa qualcuno? Vogliamo studiare dei correttivi? Attenzione perché poi, quando i buoi sono scappati (leggi
ridimensionamento dello spettacolo calcio
e rientro in serie inferiori), chiudere la stalla non servirà più.
LA ROBUR MERITA DI PIU’
Già perché se in cinque partite (di cui
tre fuori) abbiamo perso solo una volta e
collezionato sette punti in trasferta, qualche merito “i nostri” ce l’hanno. E come
non rimpiangere, ancora, la “sfortunata”
3
partita con la Roma formato trasferta (davvero impietosa, Parma docet…) nella
quale meritavamo più rispetto, meno sfortuna e meno cartellini gialli e rossi.
Ma quando parliamo di “merito” di questi bianconeri ci riferiamo alla stampa in
generale e alla tv regionale in particolare.
È la solita storia: il bacino di utenza è
piccola… Siena ha troppe cose e dovrebbe essere ridimensionata... come si permettono questi provincialotti di rovinare la
festa al Milan per di più a San Siro... ma
non erano quelli coinvolti
(molto a chiacchiere) con
i vari scandali ecc…!
Può bastare così. Grazie a lorsignori. Ma noi ci
divertiamo lo stesso; abbiamo un squadra che è
un gruppo a differenza di
quello di un anno fa; il Mister ha possibilità di operare cambi in corso di partita e turn over (merito
della Società); i giocatori
a Siena si ricreano e da
qui spiccano il volo (vero
Paro?). Anche calciatori
ritenuti non delle stelle
danno il meglio di sé in
questa squadra, in questa
Società, in questa città
(vero Manninger, vero Locatelli, vero Frick,
vero Molinaro ecc…?).
Allora coccoliamoci questa squadra e
non la lasciamo sola anche quando, e succederà, arriveranno momenti peggiori,
perché chi sta in panchina come chi va in
campo sa di calcio e lo dimostra sempre,
in ogni gara, indipendentemente dal risultato finale.
Una parola per Beretta: anche lui avrà
momenti meno brillanti, sia per il gioco che
per il responso del campo, ma i bianconeri
affrontano gli avversari con piglio, sicurezza dei propri mezzi, voglia di lottare. Le sue
scelte, salvo per chi è prevenuto, hanno
sempre una logica e sono mosse dall’avversarie che abbiamo davanti e dalle condizioni fisiche dei giocatori. Complimenti,
ma lo aspettiamo a nuove “battaglie”.
Allora godiamoci il buon momento,
senza pensare troppo in grande perché di
“grande” c’è già il fatto che il Siena sia ancora in serie A e veleggi ampiamente nella
parte sinistra della classifica. E ora riempiamo il Franchi! ■
OTTOBRE-2006
05-10-2006 8:16
Page 4
Confortante, anche se parziale, bilancio della prima parte della stagione
Un gruppo compatto
senza primedonne
Luca Luchini
Ottima partenza del Siena alla sua
quarta presenza consecutiva nel paradiso calcistico della serie A, anche se
sarà necessario avere ulteriori conferme prima di sbilanciarsi in giudizi soltanto positivi sul gruppo bianconero. In
questa prima piccola parte del girone di
andata (scriviamo alla vigilia della trasferta di Milano) al di là della classifica,
comunque, sono già emersi aspetti che
fanno ben sperare per il prosieguo del
campionato.
La prima confortante considerazione riguarda l’organizzazione della squadra, specialmente sul piano difensivo,
che mette in evidenza il buon lavoro
svolto da mister Beretta. Abituati lo
scorso anno ad una difesa un po’ “allegra”, con prestazioni casalinghe spesso imbarazzanti, i difensori del Siena
sembrano attualmente ben disposti in
campo e ben protetti dai compagni,
tanto che anche sul piano invidiale abbiamo potuto rilevare notevoli miglioramenti. Un esempio per tutti Portanova,
lo scorso anno spesso in notevole difficoltà nell’uno contro uno con avversari
che sembravano imprendibili e quest’anno, almeno per ora, autore di ottime prove.
Confortante anche l’inserimento di
alcuni giocatori che, almeno sulla carta,
dovevano essere soltanto delle seconde
scelte e che invece stanno offrendo un
ottimo contributo alla squadra. Ci riferiamo in particolare a Frick e Brevi, ma non
dobbiamo sottovalutare l’importante
peso che potrebbero avere molti dei giovani neo bianconeri se confermeranno le
caratteristiche positive messe in evidenza in questo primo scorcio di campionato. Al di là delle prestazioni individuali, infatti, il Siena sembra possedere un
gruppo compatto nel quale nessuno è
indispensabile e questo, in un torneo
lungo e difficile come quello di serie A,
nel quale il peso di squalifiche ed infortuni è spesso rilevante, potrebbe rivelarsi molto importante.
L’ultimo aspetto positivo è relativo
al carattere del gruppo, capace di rea-
4 ca
l c i o
gire anche a eventi penalizzanti quali il
fatto di aver dovuto giocare ben due
partite in inferiorità numerica (Roma e
Cagliari) o di recuperare uno svantaggio
maturato da un evidente errore arbitrale (Chievo).
Esaminate le cose che sembrano girare positivamente, cerchiamo anche di
analizzare le eventuali negatività. La
prima riguarda il lungo digiuno di vittorie al Rastrello che sembra voler continuare anche quest’anno per la delusione del pubblico bianconero. Se la gara
con la Roma è stata pesantemente
condizionata dall’affrettata espulsione
di Brevi, contro il Cagliari era più che lecito sperare di spezzare il maleficio che
sembra aver colpito il nostro stadio ed
invece, ancora una volta, la vittoria non
è arrivata.
Ma al di là dei tre punti, con i sardi è
mancato anche quello spettacolo e
quel divertimento che chiunque ami il
calcio si augura di poter avere da ogni
partita. Detto questo riteniamo, però,
doveroso sottolineare anche lo scarso
numero di abbonamenti sottoscritti a conferma che il
grande entusiasmo che sembrava aver coinvolto l’intera
città al momento del passaggio in serie A sembra essersi
ormai irrimediabilmente ridimensionato. Certo Siena
conta poche anime, ed il
costo degli abbonamenti è
abbastanza alto, ma resta
l’impressione che anche nello
sport ci si abitui troppo rapidamente a tutto ed ormai nella
nostra città avere una squadra
nella massima serie sembri
una cosa quasi dovuta e
scontata.
Tornando all’obiettiva difficoltà di vincere in casa, forse
al Siena manca l’uomo di
classe capace di far girare la
squadra e fare la differenza,
ed a tale proposito riteniamo
che l’uomo della provvidenza
potrebbe e dovrebbe essere quel
Cozza che, pur non essendo ancora
mai riuscito a conquistare del tutto l’affetto dei tifosi bianconeri, sembra l’unico capace, in certe partite, di far cambiare marcia ai compagni.
Un'altra difficoltà che Beretta incontrerà sicuramente sarà quella di sfruttare l’intero organico a sua disposizione
senza suscitare penalizzanti malcontenti e gelosie all’interno dello spogliatoio.
Il mister bianconero ha validissime alternative in ogni ruolo e quello che sulla
carta rappresenta un indubbio vantaggio, potrebbe alla lunga divenire un imbarazzante problema. Già in queste
prime partite abbiamo visto talvolta “sacrificati” in attacco uomini come Chiesa
e Bogdani, ma questa situazione riguarda anche i reparti di difesa e centrocampo. Dovrà, quindi, essere molto
bravo Beretta a gestire i difficili equilibri
dello spogliatoio, ma soprattutto contiamo sull’intelligenza e la professionalità
dei giocatori che devono capire che l’interesse della squadra è l’interesse di
tutti e che ognuno avrà la possibilità di
mettersi in evidenza ed offrire il proprio
contributo alla causa comune.
Siamo comunque fiduciosi che il
Siena, al di là della situazione determinata dalle penalizzazioni esistenti nell’attualità, abbia le potenzialità per fare
un brillante campionato e raggiungere
una tranquilla salvezza, per il momento,
unico vero obiettivo. ■
OTTOBRE-2006
05-10-2006 8:16
Page 5
l’angolo tecnico
UN POKER DA NON SOTTOVALUTARE
Riccardo Giacopelli
Indubbiamente stiamo assistendo ad
un inizio di campionato dove le sorprese
sembrano avere il sopravvento sulle conferme. A parte l’Inter che, pur occupando i
piani nobili della classifica, continua ad
avere un rendimento quantomeno altalenante, fanno notizia le oggettive difficoltà
di squadre con organici importanti come
Fiorentina, Torino, Chievo e Sampdoria, al
pari delle positive prestazioni di squadre
alla vigilia poco accreditate come Messina, Catania,Empoli e Siena.
Ed è innegabile che la squadra di mister
Beretta, al di là dei risultati numerici che restano comunque positivi, abbia dimostrato
una capacità ed una solidità psicofisica che
permette a Chiesa & C. di affrontare qualsiasi avversario ed in qualsiasi campo,
senza timori reverenziali.
Andiamo allora a scoprire quali sono le
squadre che la Robur dovrà affrontare nei
prossimi quattro turni.
bra garantire i ricambi necessari per affrontare senza conseguenze il doppio impegno. Un 3-5-1-1 abbiamo detto che in
fase di non possesso si trasforma sempre
in un 5-3-1-1 viste le caratteristiche difensive dei due esterni Pasquale e Balleri. È
comunque un modulo molto imprevedibile,
visto che il solo punto di riferimento avanzato è rappresentato da Lucarelli che oltre
a segnare con buona continuità apre spazi
per gli inserimenti di Figiani e Morrone
che, proprio perché partono da dietro, risultano difficili da marcare.
15/10/2006 SIENA-MESSINA
Bruno Giordano, ex centravanti ed ora
allenatore dei giallorossi, si è trovato catapultato (o meglio ripescato) in serie A
dopo Calciopoli, quando già era in ritiro
con la squadra. Ma evidentemente tecnico
e giocatori sono stati bravi ad adattarsi subito alla realtà ed alle difficoltà della massima serie, visto che la partenza degli isolani è stata più che buona. Il mister
continua a predicare umiltà ed a ricordare
ai suoi che ogni partita sarà una battaglia
ma intanto si gode il buon momento di Riganò, le qualità di Parisi , Floccari e Di Napoli insieme all’esperienza di Zanchi e Iuliano, chiamati a guidare il reparto
difensivo. Il modulo parte da un 4-4-2
molto elastico la cui regia è affidata alla
coppia Cordova-Coppola, mentre sugli
esterni Alvarez e Masiello garantiscono
buona dinamicità sia nella fase di possesso che in quella di non possesso.
22/10/2006 LIVORNO-SIENA
Il 3-5-1-1 schierato in campo da Arrigoni la dice lunga su quanto affidamento
facciano i labronici sulle doti realizzative di
“bomber” Lucarelli (anche se adesso sono
da valutare postumi e tempi di recupero
dell’infortunio muscolare subito nella gara
contro il Milan). Ma attenzione perché la
squadra di Spinelli, forte anche della qualificazione alla Coppa Uefa, ha trattenuto
giocatori importanti come Morrone, Vigiani e Amelia, anche se l’organico non sem-
29/10/2006 ASCOLI-SIENA
La squadra del presidente Benigni ha
un tipo di gioco che si basa principalmente sull’agonismo, sulla corsa e sul pressing. L’asse difesa/attacco si regge sull’esperienza di Pagliuca e Marco Del Vecchio
in un 4-4-2 che vede come punto di riferimento avanzato Bjelanovic. Attorno al
centravanti ruota una squadra che, in questo avvio di stagione, non sembra poter
prescindere dalle qualità di Fini, sperando,
al tempo stesso, nell’esplosione di un giovane centrocampista scuola Juve come
Boudianski.
Un allenatore nuovo ed un inizio di
campionato difficile non hanno ancora
svelato il vero volto dei marchigiani anche
se la squadra guidata da Tesser non sembra in grado di potersi riconfermare sui livelli dello scorso campionato quando,
anche sfruttando la tipica spinta dell’entusiasmo che accompagna le neopromosse,
ha vestito i panni di una delle squadre rivelazione. In generale i bianconeri sono
una compagine che vende cara la pelle,
ma che nelle prime partite ha comunque
sempre avuto cospicui cali di tensione. Ed
è proprio la scarsa propensione a mantenere alta la concentrazione per tutti i novanta minuti a costituire quello che sembra
essere il limite principale di Pagliuca e
compagni. ■
25/10/2006 SIENA-CATANIA
Abbiamo già detto in premessa che i
rossoblù rappresentano una delle note positive di questo inizio di torneo 2006/2007.
La squadra di Marino si è presentata al cospetto della serie A mantenendo inalterate quelle caratteristiche di spregiudicatezza che ne avevano contraddistinto il
cammino nel campionato cadetto. Il modulo adottato è infatti un 4-3-3, con un attacco di buona qualità ed esperienza nel
quale i vari Mascara, Spinesi e Corona
sembrano integrarsi al meglio. Forse analizzando la squadra dalla cintola in giù,
qualche carenza può venir fuori, ma la
grande capacità dei siciliani è quella di
verticalizzare con buona velocità in modo
che la palla giunga il più rapidamente possibile ai tre attaccanti che, come detto,
sono in grado di mettere in difficoltà qualsiasi difesa.
5
Due ex sulla strada dei bianconeri:
Giovanni Pasquale del Livorno (a sinistra) e
Fabio Pecchia dell’Ascoli
OTTOBRE-2006
05-10-2006 8:16
Page 7
7/ tradizioni
QUANDO L’ABITO FA IL MONACO
di Mario Lisi
Il proverbio recita che “l’abito non fa il monaco” ma è un dato di fatto (magari anche
un pregiudizio sbagliato) che, se per strada qualcuno ci chiede un’informazione, ci predisponiamo alla riposta in modo decisamente migliore quando il nostro interlocutore è un
ben vestito signore anziché uno che indossa i trasandati panni del “pucioso”. Non occorre,
infatti, aver frequentato corsi di alta psicologia per capire l’importanza dell’aspetto esteriore di persone o cose e di quanto questo condizioni, specialmente nell’odierna discutibile era
dell’apparire più che dell’essere, le nostre reazioni nei confronti del prossimo.
E dunque, a maggior ragione, è giocoforza avere un’affezione speciale per il colpo
d’occhio estetico dei nostri beniamini siano questi il fantino con addosso i colori della
Contrada o i calciatori della squadra del cuore.
L’anno scorso appunto, facendoci portavoce dell’unanime pensiero dei tifosi della
Robur, da queste pagine chiedemmo di tornare quanto prima alle tradizionali maglie a
strisce verticali bianconere, messe da parte per altre stravaganti divise proprio negli anni
gaudiosi della Serie A.
Purtroppo siamo stati parzialmente accontentati, visto che alla presentazione della
nuova tenuta di gioco dell’A.C. Siena stagione 2006/2007 è stata riproposta sì la casacca zebrata ma con un contrasto di colori sfumato, che dal bianco passa al nero attraverso un alone grigino, un “ti vedo e non ti vedo” più adatto ormai alle maglie surreali dei
ciclisti del Giro d’Italia che ai pedatori del glorioso “Artemio Franchi” di sponda senese.
Per ora, comunque, bisognerà accontentarsi cedendo per l’ennesima volta alla logica che
vuole la secolare tradizione bianconera piegarsi alle esigenze televisive e
commerciali di un look condannato ad un continuo divenire. Del resto,
l’importante è quello che c’è sotto la maglia in termini di cuore, classe e
forza fisica!
Discorso a parte merita invece la visibilità del marchio dello sponsor
perché, se fino ai primi anni Ottanta le norme federali vietavano espressamente l’apposizione del seppur minimo riferimento commerciale sulle
maglie dei calciatori, pena multe salatissime, negli ultimi anni è passata
davvero tanta acqua sotto i ponti, considerato che persino i seriosi direttori di gara, un tempo in abiti quasi clericali, si stanno sempre più trasformando in uomini-sandwich.
Insomma, se ormai è difficile immaginare una qualunque maglia priva
del richiamo di una fabbrica di automobili o di un’impresa di assicurazioni, per il Siena il fatidico marchio MPS sta invece diventando una sorta di
secondo stemma societario, familiare quanto la lupa e i gemelli o la scritta Robur 1904. Forse perché a tanti concittadini ricorda da vicino il quotidiano ambiente di lavoro oppure perché “Babbo-Monte” rassicura il senese da generazioni, ma siamo arrivati al punto che qualche sportivo pare
abbia storto il naso perché quest’anno il logo della banca senese non è
abbastanza vistoso sulle nuove divise o non posizionato in modo originale come due anni fa quando, messo in verticale, ricordava tanto la maglia
dei Lancieri biancorossi dell’Aiax, i primi a presentare tale bizzarra collocazione per reclamizzare la Ambro, banca olandese spesso chiacchierata (quando si dice
la coincidenza!) di essere in procinto di convolare a giuste nozze proprio con il munifico
mecenate bianconero di Piazza Salimbeni.
Morale della favola, viene proprio da sorridere ripensando a certe sbiadite immagini
d’epoca dove si vedono i “forti e fieri” atleti dell’A.C. Siena che, in posa per la foto di rito
prima del calcio d’inizio, sfoggiano maglie la cui diversa fattura delle righe bianconere o
dei colletti tradisce un’era di spartane economie e di rabberciati guardaroba com’erano,
di certo, anche quelli di tante famiglie. Nessuno di quegli “eroi” caserecci di un tempo
ormai lontano anni luce avrebbe mai immaginato queste nostre odierne dissertazioni
sulle maglie bianconere che sono ora addirittura personalizzate, indumenti usa e getta da
lanciare a fine partita in pasto ai tifosi ammassati dove prima trionfavano le erbacce nella
conca del Rastrello. Meno che mai avrebbero potuto pensare a quei colori, eredi della Balzana, impazzare sui campi dorati della Serie A.
Nemmeno noi, del resto, avevamo finora immaginato la sede legale della centenaria
Robur all’ombra del Vesuvio… ■
OTTOBRE-2006
05-10-2006 8:16
Page 8
il tormentone
QUELLI CHE LA LEGGE PISANÙ L’HANNO PRESA SUL SERIO
Simone Marrucci
Quelli che il
Brindellone. Oh yeah!
Quelli che è stata una
vittoria di Pirlo. Oh yeah!
Quelli che le gabbie le
abbiamo viste solo a Siena.
Oh yeah!
Quelli che i codici a barre. Oh yeah!
Quelli che nel 2010 avremo lo stadio,
minuto più minuto meno. Oh yeah!
Quelli che mettono le mani avanti. Per essere
Brevi. Oh yeah!
Quelli che Beretta ha colto nel segno, come una pistola.
Oh yeah!
Quelli che Beretta è un allenatore salume. Oh yeah!
Quelli che Beretta è un salumiere in panchina. Oh yeah!
Quelli che vanno all’Isola dei Famosi. Oh Yeah!
Quelli che vanno allíIsola dei Famosi. Almeno a casa respirano. Oh yeah!
Quelli che fanno il tifo da spiaggia. Oh yeah!
Quelli nominati. Oh yeah!
Quelli che il rubinetto ha pareggiato. Perchè prima perdeva. Oh yeah!
Quelli che giocano a meno 20, vestiti da eschimesi. Oh yeah!
Quelli che, essendo al Circolo Polare Artico, decidono di iscriversi. Oh yeah!
Quelli che Frick è chic. Oh yeah!
Quelli che Frick e Flo. Oh yeah!
Quelli che accendono Candela. Oh Yeah!
Quelli che è un po’ Konko. Oh yeah!
Quelli che gli hanno rubato l’anima. Oh yeah!
Quelli che l’anima non ce l’hanno. Oh yeah!
Quelli che la giocano a carte. Oh yeah!
Quelli che guardano il basket per farsi vedere. Oh yeah!
Quelli della tribuna vip. Oh yeah!
Quelli che vanno in televisione senza motivo. Oh yeah!
Quelli che fanno le cronache senza andare allo stadio. Oh yeah!
Quelli che vanno allo stadio senza fare le cronache. Oh yeah!
Quelli che fanno i manager per non lavorare. Oh yeah!
Quelli che in B non ci vanno. Oh yeah!
Quelli che aspettano tempi migliori. Oh yeah!
Quelli che si dimettono. Ma solo a forza. Oh yeah!
Quelli che restano. Oh yeah!
Quelli che resistono. Oh yeah!
Quelli che il Siena va in Europa. Oppure in una località
vicina. Oh yeah!
8
Mario Beretta,
53° allenatore dei bianconeri
OTTOBRE-2006
05-10-2006 8:16
Page 9
AUTOFFICINA E PUNTO VENDITA
Baccinetti Mauro & C.
s.n.c.
alla presentazione della nuova squadra
C’ERO ANCH’IO
Massimo Carignani
Forse nelle intenzioni voleva essere una presentazione e
basta, in realtà con lo scorrere dei minuti e l’entusiasmo crescente dei tifosi è diventata un’altra cosa. Per questo ho voluto
esserci anch’io quest’anno in Piazza Salimbeni per la tradizionale passerella di vecchi e nuovi bianconeri. Troppi i ricordi, troppo
l’affetto per il mio Siena, troppo recente la scomparsa di mio fratello Roberto, vecchio cuore bianconero, con il quale avrei voluto dividere questa partecipazione.
La presenza di mister Beretta, conosciuto per i suoi trascorsi
ternani insieme a tanti ex rossoverdi oggi in maglia bianconera
(D’Aversa, Frick, Brevi e Corvia), hanno ancor più sollecitato la
mia fantasia di grande appassionato sostenitore della Robur. L’allenatore, di cui ho sempre apprezzato le non comuni doti tecniche ed umane (purtroppo vanificate da tristi vicende societarie),
mi è rimasto il ricordo del bel gioco che amava predicare alla sua
squadra, dalla quale era peraltro ricambiato.
Insieme a lui, quella sera, anche il fido Silvio Caligaris, gente
con la quale continuo a dividere mille ricordi e mille esperiernze
vissute insieme. Forza mister: sei nella mia città e devi far valere le
tue grandi doti.
Insomma c’erano proprio tutti quella sera in Piazza Salimbeni, davanti alla stupenda cornice del palazzo del Monte dei Paschi, sobriamente illuminato. E da tutti sono stato accolto con la
simpatia di sempre: da Stefano Osti a Nicola Natili, da Lorenzo
Mulinacci, capo storico dei Fedelissimi, all’ultimo dei tifosi.
Anche l’incontro con il presidente De Luca ed i giocatori, sebbena viva a Terni da oltre mezzo secolo, è stato cordiale. Dopotutto le radici non si dimenticano e quando c’è di mezzo la Vecchia Robur anche Terni e la Ternana sono lontane. Dei bianconeri
io scelgo uno per tutti: il mitico Enrico Chiesa, grande giocatore e
grande professionista. Sono certo che il suo contributo alla causa
senese sarà sempre importante, come lo è stato fin dal debutto
a Verona. Grazie capitano per le gioie che mi hai regalato in questi tre anni di serie A, ma sono certo che mi esalterò ancora con
i tuoi gol.
È tardi, lascio ‘Piazza del Monte’ con tanta gioia dentro. Solo
la mia città mi fa rivivere emozioni come queste. Al canto della
Verbena gli occhi si inumidiscono. Roberto, mio fratello, dalle praterie celesti di lassù mi avrà capito e Dio sa quanto avrei voluto
godermi questo spettacolo insieme a lui…
Forza Siena, forza Vecchia Robur. Resterò lontan dagli occhi,
ma non dal cuore... ■
Via Pescaia 64/66
53100 SIENA
Tel.
05.77.42.162
Fax 05.77.22.42.73
[email protected]
OFFICINA AUTORIZZATA
264/1948
OTTOBRE-2006
05-10-2006 8:16
Page 11
febbre alta
MA AI TIFOSI CHI CI PENSA?
Antonio Gigli
Il Siena va, gioca, fa punti, insomma diverte. Questa volta, però non vogliamo
parlare dei bianconeri più forti d’Italia (attualmente…), ma del rapporto di amoreodio tra calcio e tv. Per chi ricorda ancora
le mitiche radiocronache di “Tutto il calcio
minuto per minuto” e la sintesi di una gara
di A che andava in onda verso le 19 su Rai
uno, vedere oggi quel che accade nel
mondo radiotelevisivo non sembra nemmeno vero. Non solo possiamo assistere,
comodamente in poltrona, in diretta tv da
qualche anno ormai, a tutte le gare di serie
A e B, ma le telecamere si insinuano dappertutto. L’ultimo eclatante episodio è rappresentato dall’accesa discussione vista a
Livorno, tra il tecnico milanista Ancelotti e
Seedorf. Per tanti telespettatori il battibecco è stato un fatto eclatante, ma chi segue
il calcio sa che cose come quelle sono
sempre accadute e sempre accadranno.
Da segnalare anche la prova tv usata per
scagionare invece di condannare, come è
accaduto a Luca Toni. Insomma tra qualche tempo, vedremo i giocatori anche farsi
la doccia, a dimostrazione che al peggio
non c’è mai fine. Le tv, logicamente, hanno
arricchito le società di calcio, molte in maniera esagerata, altre in maniera minore,
tanto che la voce “introiti da contratti tv” è
una delle principali nei bilanci delle società
calcistiche. Tutto questo (unito al fatto evidentissimo della fatiscenza dei maggiori
impianti sportivi italiani), però, ha ovvia-
mente portato al rovescio della medaglia:
un progressivo e costante svuotamento
degli stadi italiani. Tutto giusto, tutto regolare? Va bene così? Vogliamo che il calcio
diventi uno spettacolo asettico, dove i rumori dei tifosi sono registrati oppure si
sentono solo le grida degli allenatori in
campo, tipo L’isola dei famosi o il Grande
fratello? I tifosi hanno già risposto a più riprese con striscioni, proteste e quant’altro,
ma tutto passa sopra la loro (nostra) testa.
Dobbiamo pagare salato e basta, sia che
si vada allo stadio sia che si sieda davanti
alla tv, a destreggiarsi tra la selva di canali e decodificatori vari, tanto che per vedere qualcosa viene voglia di prendere la
laurea in elettronica o informatica.
Dando per appurato questo trend, cioè
che sempre più gente guarda le partite in
tv a scapito dello spettacolo dal vivo, quello che ci chiediamo è perché le società
stesse, tramite la Lega, non abbiano pensato a qualcosa di concreto per far tornare i tifosi negli stadi. Qualsiasi cosa andrebbe bene, a partire, ovviamente da una
drastica riduzione dei prezzi. Oggi per vedere una partita in tv si possono spendere
anche solo 5 euro, o addirittura meno se ci
si abbona per tutto l’anno, per andare allo
stadio in un posto decente non bastano
35-40 euro. Questa è la maggiore ingiustizia, perché chi conosce lo sport professio-
11
nistico sa bene che esso non può prescindere dalla presenza sugli spalti degli spettatori, dal tifo, dal calore, dalla passione
del pubblico che assiste dal vivo all’evento. Quindi se oggi avviene l’incredibile paradosso che il cassiere di una società sarebbe più felice di avere ventimila abbonati
alla tv per vedere la propria squadra che
ventimila tifosi allo stadio, balza subito agli
occhi che qualcosa non va e che le vere ed
uniche vittime di tutto questo sono i tifosi.
E proprio questi ultimi sono anche color
che subiscono più di tutti le conseguenze
di scandali come il recente Calciopoli. Uno
juventino, infatti, invece di ritrovarsi a giocare con Inter o Roma, si ritrova a Frosinone o Rimini, ma la società bianconera
incassa ugualmente fior di diritti televisivi.
Nessuno pensa ai tifosi, asse portante del
calcio in quanto business. Quanto durerà
tutto questo?
In questo caos, meno male, ci sono ancora dei resistenti, degli sportivi che
amano assistere dal vivo, pioggia o sole,
alla partita di calcio, pochi ma buoni.
Quiz finale: invidiate di più chi dice 1)
ho visto alla tv la vittoria del Siena a Torino, che libidine! oppure: 2) sono stato a Torino all’Olimpico a vedere la Robur battere
il Toro!
Chi scrive non ha il minimo dubbio. ■
Una immagine del Franchi in occasione dell’ultimo
Siena-Juventus
OTTOBRE-2006
05-10-2006 8:16
Page 12
È formato da un esercito di 200 ragazzi il patrimonio giovanile del Siena che quest’anno mette in
campo ben 7 squadre
Seminare bene,
per raccogliere meglio
Chiara Cicali
Il gruppo degli
Esordienti bianconeri
12 c a
l c i o
L’ultima volta che abbiamo parlato del
settore giovanile del Siena è stato in occasione del Torneo di Viareggio, dove la formazione Primavera era riuscita ad arrivare fin
quasi in finale, battuta solo dalla fortissima
squadra uruguaiana della Juventude che poi
ha sconfitto in finale gli omologhi della Juventus, detentori del trofeo.
Dopo il torneo di Viareggio i vari campionati sono proseguiti e nessuna delle formazioni bianconere si è piazzata oltre la
quinta posizione.
Addirittura, e cogliamo solo ora l’occasione per mettere in risalto l’ottimo risultato
complessivo, la squadra degli Esordienti
fair play del 1993 ha vinto il campionato regionale professionistici dando ben 15 punti
di distacco a società blasonate quali Empoli, Fiorentina…
E se il futuro, come dice Giuseppe Cianciolo, responsabile del settore giovanile
dell’ Ac Siena, sta tutto nelle giovanissime
leve, beh, l’inizio (e ci auguriamo anche il
seguito) non è niente male!
Il progetto del settore giovanile è quello
di curare i più piccoli nel miglior modo possibile, cercando di farli crescere oltre che da
un punto di vista calcistico anche da quello
caratteriale e umano, infondendo loro gradualmente la giusta mentalità. Sempre l’anno scorso la squadra Beretti è stata promossa alle finali nazionali, giocando pure due
partite al “Franchi” contro le due squadre milanesi, vincendo 2 a 0 con il Milan e pareggiando 2 a 2 con l’Inter, passando poi a Fano
per 3 a 1 e pareggiando infine con la Lazio 2
a 2, conquistando così il primo posto nel girone che la differenza reti ha poi assegnato
definitivamente alla squadra neroazzurra.
Altri risultati da menzionare sono stati
gli esordi in prima squadra di Iadaresta e
Packer ed il fatto che ben sette nostri ragazzi sono stati mandati a giocare in serie
C: lo stesso Iadaresta, assieme a Rigoli,
Mugnai e Blanchard (classe 1988) al Poggibonsi, Campisi, Mencarelli e Pepe al Giuliano, Berretti al Potenza.
“Quest’anno l’obiettivo sarà quello di riconfermarci nel panorama nazionale e possibilmente migliorarci”, dice Beppe Cianciolo. Altro obiettivo nel quale Cianciolo si è
fortemente impegnato, grazie alla collaborazione e supervisione sia del ds Giorgio
Perinetti che del Presidente del settore giovanile Mangiavacchi, del Presidente De
Luca, del suo stretto collaboratore Maurizio
Mecacci e di Beatrice Ermini, addetta alla
segreteria, è stato nella costruzione delle
quattro squadre “minori”, ovvero Esordienti 1994, squadra nuova di zecca, Giovanissimi 1993, Giovanissimi nazionali 1992 e Allievi regionali 1991 con tutti ragazzi
“autoctoni”, cioè di Siena e provincia.
Gli Allievi nazionali, squadra sulla quale
puntare e scommettere, è stata inserita in un
girone difficile assieme a realtà importanti
come Bologna, Modena, Fiorentina, Empoli.
Intanto da sabato 23 settembre è scesa
in campo la Beretti, mentre la Primavera,
che ha già disputato alcune gare di Coppa
Italia (la prima uscita l’ha vista vincente per
4 a 2 a Terni con la formazione locale), è partita il sabato successivo. In questa squadra
merita di essere menzionato Thomas Albanese, classe 1988, provenienza Tolentino,
già convocato nella nazionale Under 19, con
la quale disputerà pure due partite a
Cipro.aggregati e facenti parte a tutti gli effetti della rosa della prima squadra, registriamo il giovane portiere Arfè, Packer e
Russo: ragazzi che nel gruppo si alleneranno e cresceranno sotto gli occhi ed i consigli dei grandi.
Riuscire a formare dei calciatori in prospettiva è fondamentale: la teoria del “dobbiamo vincere” associata al giocare bene, è
un connubio importante affinché i vari osservatori spendano un po’ più di tempo a visionare ragazzi che fanno parte di una formazione che vince e gioca bene.
L’organizzazione del settore giovanile senese, in questi ultimi tre anni, è arrivata ad alti
livelli e non ha nulla da invidiare a realtà calcistiche affermate da una vita come Atalanta,
Empoli, Udinese e Fiorentina. Quello che ancora manca nei ragazzi (e non potrebbe essere diversamente) è la mentalità vincente del
professionista, quella ‘cattiveria’ agonistica
che si acquisisce giorno per giorno.
L’obiettivo ultimo della società bianconera vuole essere quello di stare sempre all’avanguardia, di migliorarsi e affermarsi
come vivaio che ogni anno riesce a formare
e sfornare giovani talenti da rivedere in prospettiva nel Gotha del panorama calcistico.
In questo processo di crescita si inserisce l’accordo con la Polisportiva Siena Nord,
che consentirà alle formazioni Beretti e Primavera di giocare a Siena e non più a Ponte
d’Arbia e Staggia. Ma oltre che far giocare le
due squadre maggiori a Siena, gli impianti
dell’Acquacalda diventeranno un vero e proprio polo attrezzato del settore giovanile
bianconero dato che vi saranno allestiti una
palestra ed un centro medico che il Dott. Andrea Causarano ha provveduto a dotare di
importanti macchinari ad uso riabilitativo.
Per concludere vediamo nel dettaglio i responsabili tecnici di ogni squadra:
gli Esordienti e i Giovanissimi 1993, che
giocheranno a San Miniato, sono allenati rispettivamente da Gianni Maestrini e da Simone Gasperini;
i Giovanissimi nazionali 1992 avranno alla
guida Riccardo Giacopelli e gli Allievi regionali Simone Mucciarelli: entrambe le
formazioni giocheranno a Torre Fiorentina;
gli Allievi nazionali, che giocheranno a
Staggia, potranno invece contare sull’esperienza di Claudio Piccinetti, mentre la
Beretti sarà guidata da Alessandro Signorini e sulla panchina della Primavera siederà
Paolo Valori. ■
OTTOBRE-2006
05-10-2006 8:16
Page 13
Si è rinnovato l’appuntamento della
Siena sportiva con la festa di compleanno del GS San Miniato. Il presidente
Luigi Toscano, per onorare i 26 anni di
attività del sodalizio neroverde, ha voluto promuovere ed organizzare, in collaborazione con l’assessore allo Sport,
Massimo Bianchi e quello alla Polizia
Municipale e Traffico, Daniela Bindi, una
bella manifestazione che, nel pomeriggio del 2 ottobre, ha visto gli impianti di
San Miniato ospitare un triangolare tra la
squadra della Polizia Municipale, la
squadra delle Autorità e Personalità
della vita cittadina e quella dei Veterani
dello Sport, Campioni d’Italia Over 40
per il secondo anno consecutivo.
Gli intervenuti hanno avuto l’occasione di vedere in questi insoliti panni di
calciatori personalità e senesi che solitamente si incontrano in ruoli e vesti diverse, ma anche per rivedere all’opera
veri sportivi che questa disciplina l’hanno praticato anche a buoni livelli. Chi
negli anni passati ha partecipato all’iniziativa non potrà non ricordare le apprezzabili giocate del Presidente della
Banca MPS Mussari, che anche in pantaloncini corti si muove con disinvoltura e stile, o del Primo Cittadino Cenni
che non risparmia mai impegno e carattere. Ma anche le indimenticate bandiere di una Robur che fu come Fiorini,
Tosoni e Tintisona, che con la città
hanno stretto un rapporto indissolubile.
Assessori, consiglieri comunali, amministratori si sono confrontati con la
squadra del Corpo di Polizia Municipale, composta interamente dai nostri, quasi sempre, amici
in divisa, e con la formazione di Ezio Nativi, piena
zeppa di (ex) calciatori
veri, capace di portare
per ben due volte il nome
di Siena nell’albo d’oro
dei Campioni d’Italia
Over 40.
Alla manifestazione,
strettamente sportiva,
ha fatto seguito un ricevimento presso l’Hotel
Garden dove sono state
presentate le squadre
impegnate in questa
nuova annata sportiva
alle varie autorità cittadine, provinciali e regionali, alle autorità e personalità delle istituzioni
senesi, agli organi di
stampa e delle TV Regionali. Naturalmente sono stati coinvolti tutti i tecnici,
gli atleti ed i loro familiari, gli sponsor,
che sostengono con passione il Gruppo Sportivo, e tutto lo staff che collabora attivamente alla vita della società.
Nelle fasi che hanno aperto la serata,
c’è stato modo di ricordare l’importante
annata appena conclusa con i suoi grandi traguardi raggiunti. La vittoria nel girone B degli Allievi Regionali, ed i buoni
piazzamenti di quasi tutte le formazioni
che hanno accompagnato la soddisfazione dell’intero consiglio nel vedere alcuni giovani cresciuti nel San Miniato affacciarsi nel modo professionistico.
Oltre a quelli protagonisti nelle giovanili
della Robur ricordiamo Mario Titone, che
dopo l’esordio in C con la Sansovino è
approdato al Pisa, ed il giovanissimo
Luca Donati (classe ’89) che in Coppa
italia serie C ha difeso la porta del Poggibonsi, mentre molti altri calcano con
successo i campi dei Dilettanti, dall’Eccellenza alla Promozione.
Il vulcanico e pragmatico presidente Toscano, con i vice Gianni Turchi e
Cesare Bicchi, è riuscito a realizzare
due nuovi spogliatoi che insieme ad
una nuova presidenza e segreteria migliorano ulteriormente le strutture a servizio dei quattro campi in erba sintetica.
Il rinnovo del parco veicoli, con l’acquisto di un nuovo pulmino, rende ancor
più efficiente e sicuro il servizio di trasporto degli atleti mentre, è notizia di
questi giorni, l’acquisto di nuove appa-
Si sono accesi i riflettori sulla
nuova stagione del G.S. San Miniato,
al suo 26esimo anno di attività
Un ponte
verso la città
recchiature per l’elettro-stimolazione
che andrà a migliorare le già valide dotazioni del personale medico sanitario.
La competenza del DS Danilo Tosoni, la grande esperienza di Stefano
Gentilini, già team manager dell’AC
SIENA, l’attenzione del segretario
Mario Rosini e la severità dell’economo
Vincenzo Calderone, insieme alla passione di tutto il consiglio, rendono questa società un modello che trascina e
stimola la crescita delle altre realtà dilettantistiche cittadine e incoraggia le
varie istituzioni (Comune, Fondazione e
Banca MPS per prime) ad investire e a
dare fiducia a quel volontariato che così
bene opera nel sociale e con i giovani.
Insomma un San Miniato che si presenta al 26° compleanno in forma smagliante, con la mentalità giusta di chi non
si sente arrivato e vuole crescere ancora
per offrire alla città sempre di più, all’insegna del lavoro, della serietà e del legame con le sue istituzioni.
A. A.
L’arbitro
Matteo Trefoloni,
uno dei tanti
‘docenti’ illustri
del San Miniato,
tiene lezione
ai giovani neroverdi
ca l c i o
13
OTTOBRE-2006
05-10-2006 8:16
Page 14
progetti •Francesco Vannoni
Il neo assessore allo sport
Massimo Bianchi intenzionato a muoversi
nel solco del passato
•‘La continuità
al primo posto’
Massimo Bianchi,
assessore allo sport
del Comune di Siena
Sotto,
una immagine virtuale
della localizzazione
del nuovo stadio
Competenza e cordialità. Sono queste le due ‘C’ di Massimo Bianchi, nuovo assessore allo Sport del Comune di
Siena. Nel suo ufficio, al secondo piano di Palazzo Berlinghieri, sei subito a tuo agio. Il tono è amichevole, l’entusiasmo
quello giusto per iniziare una nuova avventura; e c’è anche
l’umiltà che serve per accostarsi ad un compito certamente
delicato, ma stimolante, unita alla voglia di far bene nel ‘dicastero’ dove riceve il testimone da Alfredo Tanzi.
Il nome dell’illustre predecessore è fin troppo invitante
perché il cronista non si affidi al solito, magari poco originale,
eppure nel caso specifico tanto appropriato, richiamo alla ‘pesante eredità da raccogliere’. Senza, per questo, cercare inopportuni confronti, ma semmai con l’intento di formulare il dovuto ringraziamento ad un’autorevole figura istituzionale che
tanto ha dato a tutto il movimento.
“Tutti sappiamo - esordisce Bianchi - che la sua opera è stata
profondamente incisiva per la crescita dello sport senese, sia dal
punto di vista tecnico-strutturale che da quello etico-sociale. Il mio
approccio non può che essere dettato dalla linea della continuità,
sulla quale intendo proseguire con passione e volontà, nella consapevolezza di aver ancora molto da imparare e onorato della fiducia che il sindaco Maurizio Cenni mi ha accordato”.
Una fiducia che, peraltro, non si limita all’ambito sportivo, ma investe anche altri campi tutt’altro che secondari nell’assetto gestionale di Palazzo Pubblico, come quello del bilancio e del patrimonio.
Il neo-titolare dell’assessorato allo sport è comunque
esperto del funzionamento della macchina amministrativa:
Massimo Bianchi, infatti, è stato per nove anni consigliere comunale e l’attuale doppio impegno non sembra spaventarlo
più di tanto.
“La realtà sportiva locale, forte di un tessuto connettivo che ne
rafforza la valenza sulla scorta di storia e tradizione, è notoriamente ampia e variegata. Lavoro per approfondirne la conoscenza,
per studiarne meglio le esigenze e cercando di attivarmi, già in questi mesi di prezioso ‘apprendistato, a che l’eterogeneità sportiva del
nostro territorio riceva, dall’organo amministrativo, le risposte migliori alle proprie crescenti necessità”.
Per quanto riguarda la modernizzazione e la ricettività
degli impianti, il lavoro portato avanti negli anni scorsi ha dotato Siena di un quadro generale davvero invidiabile. Va da sé
che il corretto funzionamento degli impianti passa anche attraverso un costante monitoraggio sullo stato di conservazione e sul tipo di utenza. Appena completato il campo di tiro
con l’arco in zona Acquacalda, è già stata predisposta la copertura del parquet della pista di S.Marco, che andrà ad ampliare il parco palestre, Il capitolo dell’impiantistica sposta obbligatoriamente il discorso alla voce nuovo stadio e, più in
generale, al progetto cui tale realizzazione è legata, che coinvolgerà la zona di Isola d’Arbia.
“Sull’argomento, ormai molto dibattuto, mi preme innanzitutto
ribadire l’ottima tenuta dell’impianto attuale, che ha ben recepito,
anche sotto l’aspetto della funzionalità, tutti gli interventi di adeguamento fino alle ultime recenti modifiche e poi evidenziare la rilevanza del nuovo complesso sportivo, inserito in un più ampio piano
di riqualificazione urbanistica dell’area, il quale non si esaurirà con
lo stadio (per giunta unito a strutture sussidiarie che dovrebbero risolvere definitivamente l’annoso problema di uno spazio destinato
agli allenamenti della Robur), ma avrà al proprio interno anche il
nuovo palasport ed un impianto natatorio. Un contesto polisportivo
destinato a trasformarsi nel fulcro del movimento professionistico e
ulteriore importante approdo per allargare gli spazi fruibili.
Il numero dei praticanti, molto elevato in rapporto alla densità
della popolazione, ha consentito la fioritura di tante nuove entità e
la diffusione, anche a Siena, di discipline meno conosciute e con bacini ancora quantitativamente ridotti. Tutto questo ha un duplice significato: da una parte attesta il grande apprezzamento dell’offerta
sportiva nella sua totalità, dall’altra invita a non abbassare la
guardia, obbligando a migliorare sempre, specie sotto il profilo del
coordinamento gestionale e logistico al quale il Comune deve ottemperare, anche per risolvere piccoli disagio che dovessero eventualmente verificarsi e che l’amministrazione si sforzerà di superare.
Quello che esiste tra la nostra città e lo Sport è un connubio culturale ed educativo di rilievo assoluto, al cui consolidamento mirano le sinergie che il Comune ha da tempo approntato con tutti gli organismi competenti. L’obiettivo è di fornire un ‘prodotto’ che sappia
andare incontro alle due ‘anime’ di un mondo così vasto: quella professionistica e quella amatoriale.
Sono convinto che, ferma restando la profonda diversità delle
due dimensioni, sia sempre più auspicabile un cammino complementare: infatti, accanto allo sport di vertice, che la nostra città ha
la fortuna ed il privilegio di vivere con due formazioni come il Siena
Calcio e la Montepaschi Mens Sana – peraltro espressioni concrete
del forte impegno di tutto l’ ‘arco istituzionale’ cittadino e protagoniste ai massimi livelli - si impone all’attenzione un nutritissimo
universo giovanile e dilettantistico, sostenuto dall’abnegazione di
molti dirigenti, che del servizio allo sport, svolto anche in seno ad
una periferica fondamentale come gli enti di promozione, hanno
fatto una scelta di vita, verrebbe da dire – meglio – la propria vocazione, trasferita sul campo come base di risultati sportivi davvero premianti”.
“Questo assessorato è attento al delicato ruolo educativo di tali
realtà e – conclude Bianchi – ho ragione di pensare che, grazie alla
perfetta convergenza di vedute riscontrata nei primi incontri avuti con
il presidente del Coni provinciale Roberto Montermini e con il prof.
Francesco Binella, coordinatore di Educazione Fisica presso il Centro Servizi Amministrativi di Siena - due uomini di sport per eccellenza nonché personalità di riconosciuta levatura morale - opereremo
tutti insieme nella giusta direzione e con il pieno rispetto dei ruoli, perché lo sport rinnovi e rafforzi la propria funzione formativa, offrendo il solito imprescindibile contributo di valori ed insegnamenti al
progresso culturale e civile di tutta la comunità senese”. ■
OTTOBRE-2006
05-10-2006 8:16
Page 16
atletica leggera •Andrea Bruschettini
Mentre è ancora vivo il successo della
prima edizione del Meeting dell’Amicizia
•L’Uliveto Uisp
si interroga
Due immagini
del recente
Meeting dell’Amicizia
16
Sembra proprio stregata l’attuale stagione agonistica, che
ormai volge al termine, per i giovani martellisti senesi. Non
ne va bene proprio nessuna. Prima era stato Luca Calzeroni a
scontrarsi con tre lanci nulli ai campionati italiani juniores di
Rieti, poi era stata la volta di Elisa Palmieri, preda ormai di
una vera e propria patologia da campionato assoluto, in cui,
pur carica di un ottimo lavoro, non riesce mai ad esprimersi
come vorrebbe.
Adesso è il turno di Alessio Salvini, neo interprete della
specialità di cui compagni di allenamento e allenatore (Flamur Shabani) dicono un gran bene, ad incappare nei dubbi
amletici che accompagnano gli atleti quando si trovano soli in
pedana, e davanti a sè hanno un prato su cui far calare il più
lontano possibile il proprio attrezzo.
Purtroppo a Bastia Umbra, dove si sono disputati i Campionati Italiani Cadetti, Alessio ha
marcato 3 nulli, magari di pochi centimetri fuori settore, ma comunque
tre nulli, che hanno segnato mestamente questa giornata in cui si presentava in gara pronto a conquistare
un probabile posto sul podio.
Non aveva però considerato il
quattordicenne dell’Uliveto Uisp
Siena le avverse condizioni meteo, la
pioggia che ha accompagnato il week
end della manifestazione umbra, nè
quelle sensazioni di tensione ed emozione che spesso, per la prima volta in
un simile contesto agonistico, giocano un brutto scherzo. A smaltire la
rabbia, ci penserà comunque l’allenatore ed i compagni di squadra, e tante
saranno ancora le occasioni per rifarsi
in una carriera agonistica solo all’inizio. Certo, come più volte sottolineato in queste pagine, l’atletica senese
ha ormai bisogno di interrogarsi sulle
cause di certe controprestazioni nei
monenti topici della stagione.
A Bastia Umbra era presente per
l’Uliveto Uisp Siena anche Lorenzo
Morellini, polivalente atleta, che in
questo caso è sceso in pista nei 300hs,
dove ha chiuso 17° in 44”48 correndo in condizioni atmosferiche certo non ottimali.
Non accenna invece a calare di condizione ed a farsi intimorire dalle gare importanti Serena Tronnolone, che ha portato il CUS Sassari al successo nel giavellotto con 47,28m nella
finale A2 dei societari disputata a Marano di Napoli. Con lei
in gara anche le altre senesi e compagne di squadra Elena Calzeroni, ottima seconda nel disco, e Cristina Fornacelli, quarta
nella finale B dei 100hs.
Continuando a parlare degli “emigranti” dell’atletica senese preme ricordare che Domitilla Bindi ed Emanuele Magi
hanno partecipato alla finale Oro dei societari assoluti, disputatasi a Busto Arsizio. Domitilla (Assi Banca Toscana) è giunta nona nei 400hs in 1’02”63, stesso piazzamento di Emanuele (Atletica Vomano) nei 400 piani (49”84).
Con i colori dell’Esercito invece è giunta seconda (ancora
una volta dietro alla genovese Salis) Elisa Palmieri nella finale Argento dei societari a Pergine Valsugana. Per lei un lancio
sotto la fettuccia dei 58m, quando una settimana prima, sulla
stessa pedana, al meeting internazionale Donna Sprint era
giunta terza con 60,83.
È il momento adesso di parlare di Edoardo Baini, lo sprinter aretino allenato da Angela Fè a Torrita, che gareggia per
l’Uliveto Uisp Siena.
Per lui ottobre sarà un mese importante, perchè sono in
programma i campionati italiani allievi, dove difenderà il titolo italiano dei 60m indoor conquistato in inverno, e proverà ad
arricchire un palmares outdoor, che già conta l’oro agli Italiani Cadetti dello scorso anno sugli 80m, cercando di salire sul
podio dei 100m.
Per il momento può fregiarsi dell’argento appena conquistato nella finale nazionale dei campionati studenteschi con la
maglia del liceo Francesco Petrarca di Arezzo.
Edoardo ha corso a Lignano Sabbiadoro, prima in 11”17 in
batteria, quindi in 11”08 in semifinale, poi ha chiuso sul podio
in finale con 11”02, tre centesimi alle spalle del vincitore, l’atleta di Sulmona Michele Carrozza.
Il settembre dell’atletica senese ha presentato anche due
importanti eventi agonistici, come i campionati interprovinciali di prove multiple categoria ragazzi/e disputatisi a Colle
Val d’Elsa e il Meeting dell’Amicizia, già anticipato nello scorso numero di Mesesport.
Per tutti gli appassionati con i capelli grigi, sentire di
nuovo il magico nome del Meeting dell’Amicizia su una pista
senese, è stato come fare un bagno di nostalgia. L’UISP nazionale infatti da alcuni anni ha deciso di riproporre un meeting che avesse lo stesso nome di quello nato nel lontano
1960, e che ne rilanciasse il medesimo spirito sportivo, orientandolo verso un trofeo per club destinato ai giovani. Ad inizio settembre, quindi il Meeting dell’Amicizia ha fatto tappa
per la prima volta a Siena, grazie all’organizzazione del comitato provinciale UISP e dell’Uliveto Uisp Siena.
Circa 150 sono stati gli atleti scesi in gara, con punte di eccellenza riscontrate nei risultati forniti dal velocista azzurro
Maurizio Checcucci, 10”46 nei 100m; dal lunghista delle
Fiamme Oro Francesco Agresti, 7, 78m; e del saltatore in alto
livornese Andrea Lemmi, capace di salire a 2,17m.
Andata in archivio la prima edizione senese del nuovo
Meeting dell’Amicizia, gli organizzatori già pensano a consolidare e migliorare i risultati organizzativi di questo evento per
il prossimo anno. ■
OTTOBRE-2006
05-10-2006 8:16
Page 17
zapping
INNOCENTI EVASIONI
Vincenzo Coli
Parziale bilancio dopo le prime quattro
partite: due vinte una persa e una pareggiata. E insomma il Siena va. I tre punti in
trasferta valgono doppio per il morale, e se
vogliamo aggiungere altri luoghi comuni c’è
posto. Semmai inquieta un po’ la spiegazione data da Beretta all’anemico 0-0 contro il
Cagliari. “I ragazzi erano stanchi”. Ma come
stanchi? Dopo un mese appena di campionato? Quando il cielo ha smesso di essere
sempre più blu ma ancora risplende, non fa
più quel caldo tagliagambe e ancora non è
arrivata dal nord l’aria fresca che blocca lo
stomaco e i polpacci, e c’è ancora tempo
prima che pioggia, gelo e fango fiacchino i
muscoli e la voglia? In marzo, quando l’acido lattico sarà un tormento e i campi dei
pantani impraticabili, cosa dirà mister Beretta? “I ragazzi sono sotto la tenda a ossigeno”? Urge ricostituente.
Dicono che gli hanno trovato uno sparring partner per l’uno contro uno nell’ora
d’aria, a Lonnie Baxter, e un lettore dvd per
scoprire nel dischetto speditogli dalla Mens
Sana gli schemi che
Simone Pianigiani
gli cucirà addosso.
Innocenti evasioni.
Ogni sera segna
una tacca nella parete della sua cella,
come è costume di
ogni galeotto, e i
giorni che lo separano dalla libertà
(quando leggerete
queste righe dovrebbe già essere
uscito, speriamo) gli
schiariranno le idee
sul debito morale
accumulato nei confronti di una società
che poteva scaricarlo e invece gli ha
confermato il contratto e lo aspetta
pazientemente,
senza fargli pressioni. La Mens Sana
non è la San Vincenzo de’ Paoli, ma
infierire su chi era in
una condizione di
estrema debolezza
non sarebbe stato
giusto, e bisogna
sempre dare una
seconda chance a
chiunque. E poi, non
è che ce ne siano
molti in giro, di
omoni più forti di
Baxter. Le due parti
si sono assunte un
rischio non da poco,
ma ci sono tutti i presupposti per vincere
questa scommessa
con soddisfazione
da parte di tutti .
Come si dice in inglese riconoscenza?
17
Il Poggibonsi va in trasferta, contro una
squadra romana il cui nome sembra preso
dalle avventure di Tex: Cisco. Gioca in un
bello stadio, piccolo e completamente
vuoto, salvo un gruppetto di supporter valdelsani e altrettanti capitolini, che inneggiano all’idolo di casa, Paolo di Canio. In un silenzio surreale l’ex punta della Lazio li
ripaga toccando due o tre palloni alla moviola e litigando con l’arbitro. La squadra
l’hanno fatta apposta per lui, per consentirgli di spendere serenamente gli ultimi spiccioli di talento. Altri preferirebbero chiudere
la carriera quando sono ancora al top, invece di immalinconirsi sui campetti strapelati
della provincia. Sembra il vecchio acrobata
del circo che, sopraffatto dall’artrite, si risparmia zampettando su una gamba sola
per tutta la durata del numero e riserva al
rullo finale del tamburo l’unica sfiatata piroetta che gli riesce ancora di fare. Poi, a
giudicare dalle cronache, si capisce perché
Di Canio non molla. Ha ancora bisogno di
un pubblico, non importa quanto numeroso:
per salutarlo. Come sempre. Romanamente. Boia chi molla. ■
OTTOBRE-2006
05-10-2006 8:17
Page 19
19/ avventure
IN BICI PER SENTIRE ‘IL SAPORE DELLA GENTE’
di Augusto Mattioli
Ginanneschi (sopra) e Celli (a destra)
lungo il percorso
INTANTO GLI ‘AMICI DELLA
BICICLETTA’ ...DANNO I NUMERI
Ventiquattro mila novecento settantotto.
Sono i chilometri percorsi da 67 iscritti all’Associazione 'Amici della bicicletta’ di Siena che le
loro ferie le hanno passate viaggiando sulle
due ruote in Italia e all’estero. La stima è stata
pubblicata nell’ultimo numero del periodico.
“Un dato straordinario – è il commento –
che ci parla di luoghi e paesi attraversati, città
visitate, esperienze vissute, amicizie intrecciate, conoscenze acquisite”.
I soci degli ‘Amici della bicicletta’, tra le
altre località, hanno raggiunto Parigi, Praga,
Bruxelles, Salisburgo, Bruges, Santiago de
Compostela. E ancora la Corinzia, la Bretagna,
la Normandia, la Baviera, la Lunigiana, l’Appenino tosco-emiliano.
In questi viaggi sulle due ruote in effetti c’è
poca Italia come riconosce il giornale. Il cui
commento, sacrosanto, è amaro e la dice lunga
sulla nostra cultura del viaggio spesso solo
mordi e fuggi. Come dimostrano i problemi di
recente manifestati dagli amministratori di San
Gimignano, preoccupati per il troppo afflusso
di turisti. In altri paesi, sottolineano gli ‘Amici
della bicicletta’, ci sono “strutture adeguate,
piste ciclabili, rispetto per il cicloturista che in
tante parti d’Europa sono la normalità e che in
Italia sono l’eccezione”.
Via del Porrione - Notre Dame a Parigi. 1.288 chilometri precisi.
Fabio Celli, professore di Italiano al liceo Galilei, li ha percorsi tutti con una city bike
da strada caricata con borse per lo stretto necessario e una tenda. Tornando poi in aereo.
Un modo diverso di viaggiare rispetto a quello di milioni di italiani che preferiscono
fare tutto più in fretta con l’auto. E che anche nel nostro paese sembra stia crescendo, sia
pure molto lentamente.
A Siena sicuramente non è stato il solo a viaggiare sulle due ruote.
Raffaello Ginanneschi, tutto l’anno occupato con la Cna, amante ed
esperto di cavalli e che ha scoperto da poco tempo il piacere della bici,
è arrivato a Santiago de Compostela, in Spagna. Un viaggio che lo
stesso Celli aveva già fatto lo scorso anno sia in andata che al ritorno.
Mentre Fabio Masotti, anche lui insegnante di italiano (oggi lavora all’Istituto storico della resistenza), dirigente degli ‘Amici della bicicletta’ (molti dei quali hanno passato le vacanze sulle due ruote) è un
veterano di viaggi del genere. In Italia e all’estero: Islanda, Irlanda,
Tibet, Gerusalemme, Estonia, Repubblica Ceka, Germania, alcuni dei
suoi giri più interessanti. Quest’anno è stato a Bruxelles, Gand, Bruges
e si è incontrato a Parigi con Celli con il quale avevano un appuntamento il 10 agosto alle 19.
“La filosofia del viaggio in bici non è quella dell’arrivare. È piuttosto
quella dell’andare. Senza fretta. Ogni giorno sono partito tra le sette e
trenta e le otto. Mi fermavo dove volevo. Dopo avere percorso, anche grazie ad un tempo favorevole, circa 140 chilometri al giorno”. Il che presuppone anche un
buon allenamento nel corso dell’anno. Appena uscito da casa in via del Porrione, Celli si
è diretto a nord. A Poggibonsi per la Cassia, ha imboccato la 429 (“la strada peggiore per
i ciclisti, con tutti quei camion che sbucano da una parte e dall’altra”) per andare a Osteria Bianca e poi Lamporecchio, Pescia, Bagni di Lucca, Barga.
Celli ha fatto un resoconto del suo viaggio (“ma
niente foto”, confessa) che ha intitolato ‘il viaggio
dei sensi’, lasciato a Parigi ad un suo ex alunno, Federico Lenzi, studente Erasmus, che gli ha lasciato libera la casa essendo lui stesso in vacanza. “Quando
viaggi così – spiega – tutti i sensi sono in gioco. Senti
gli odori, i sapori, i rumori dei luoghi dai quali stai passando. Conosco tutte le cannelle d’acqua da Siena a
Parigi”. Quando ha lasciato l’Italia, il professore ha
viaggiato meglio. All’estero non mancano piste ciclabili. “In Svizzera ho viaggiato così per un giorno intero. E proprio grazie alle piste ciclabili sono arrivato facilmente a Notre Dame”.
L’aspetto più gratificante è il rapporto con la
gente. Che anche Ginanneschi ha sottolineato con entusiasmo.
“Ho incontrato tanta gente che ti salutava, che ti chiedeva dove andavi, da dove venivi –
racconta Celli –; una volta ho chiesto una informazione a due vecchietti sulla strada migliore da prendere e loro ne hanno discusso a lungo prima di darmi una risposta”.
Dunque un modo di muoversi certo faticoso, che ti consente però di sentire ‘il sapore della gente’. Di riscoprire il rapporto con gli altri, nella vita di ogni giorno sempre più
flebile, e più superficiale. E la libertà di decidere del proprio tempo.
“Il senso della libertà ce l’hai dentro – confessa Lello Ginanneschi che ha deciso di viaggiare in bici affascinato dai racconti dei veterani dell’associazione senese –. Quando ti descrivono i viaggi, capisci che c’è un posto che ti aspetta. Il viaggio comincia quanto hai la voglia di partire. E la bici è la compagna ideale”.
E allora per Lello (così, lo chiamano gli amici) è iniziata l’avventura per Santiago di
Compostela. “Viaggi con te stesso, certo, ma non sei mai veramente solo perché ti trovi con
tante persone che hanno il tuo stesso interessi”.
Novecento chilometri di sensazioni nuove, sconosciute. “Perché il viaggio vero è l’andare”. Dove, forse, non ha poi tanta importanza. ■
OTTOBRE-2006
05-10-2006 8:17
Page 20
in libreria
NOVANTA PEZZI DA 90
/3
Per gentile concessione della ‘Terre
de Sienne editrice’ e degli autori Vincenzo Coli e Augusto Mattioli, prosegue la galleria dei vari personaggi
sportivi presenti nel libro ‘Novanta
pezzi da 90’ in vendita presso tutte le librerie senesi.
la scommessa ed oggi è uno dei pochi manager senesi da esportazione. Chissà
come sarà contenta, nel paradiso dei panieri sfondati, la professoressa pioniera
Ida Nomi Pesciolini che nel 1907, con le
‘cittine’ di via S.Agata, andò a Venezia per
dare una dimostrazione della ‘palla al
cesto’ secondo i dettami dell’inventore mister Naismith. L’ultima volta che l’abbiamo
sentita era molto arrabbiata: i giornali nazionali insistono a chiamarla Naomi.
DANILO NANNINI
Che tristezza vederlo in televisione, la
sera della prima matematica salvezza
della Robur, festeggiato dall’erede Paolo
De Luca: lui, sempre stato un fenomeno di
vitalità e intraprendenza, ormai vecchio e
immobilizzato su una carrozzina... Danilo
Nannini fu principe dell’imprenditoria e
dello sport senese, esponente autorevole,
e in scala, di quel capitalismo familiare che
ha fatto grande l’Italia del miracolo economico. Danilo, fiero del proprio provinciali-
FERDINANDO MINUCCI
Lavorare in banca non lo divertiva. Ne
uscì per occuparsi di raccolta pubblicitaria,
fondò una radio e un quotidiano, fu inserito nei quadri della Mens Sana Basket. Ferdinando Minucci, pur a digiuno di tecnica
non avendo mai giocato né fatto il coach,
divenne general manager. Armi vincenti,
la capacità di avere buoni rapporti con gli
allenatori, l’abilità nel trovare gli sponsor e
l’intuito nello scegliere fior di giocatori
americani, per alcuni dei quali il Palasclavo fu il trampolino verso la NBA. Però, le
cifre stanziate più che un decoroso cabotaggio tra A1 e A2 non garantivano. Allora
si mise in testa tre idee esagerate: 1) creare una public company che grazie all’azionariato diffuso salvaguardasse la società
dalle bizze di un despota; 2) ottenere dal
Monte dei Paschi, dopo anni di presenza
obliqua tramite aziende controllate, l’esposizione diretta del marchio in cambio di
cifre generose ; 3) regalare lo scudetto alla
società di pallacanestro più antica d’Italia.
Portata a casa la coppa Saporta, sostituito il bravo ma troppo umorale coach Ataman con il mitico Charlie Recalcati, la
Mens Sana ha vinto il primo campionato
mandando la città in estasi. Il bis non è riuscito, ma l’impresa resta. I critici lo descrivono accentratore, restìo a concedere
spazi e opportunità agli altri. I fatti dicono
che Minucci, fresco Mangia d’Oro, ha vinto
smo, più che altro ha costruito il mito di
Siena città del ricciarello e del panforte. La
dimensione internazionale, occupandosi
d’altro, l’avrebbero raggiunta i figli. Era il
Signor Padrone. Ma la domenica mattina
gli piaceva stare alla cassa del negozio di
piazza Matteotti, incartare il pacchetto
delle paste legandolo col fiocco da passarci l’indice, spendersi in galanterie con
le signore. Qualche tempo fa, in un’intervista, il decano degli allenatori Carletto
Mazzone così ricordava il suo passato di
giocatore bianconero anni Sessanta:
20
“... E poi m’aricordo Siena, presidente
era Nannini, quello dei dolci. Sì, ce pagava, ma ‘nsomma, correvano pochi sordi all’epoca. Il giorno dopo la partita nun ce costavano niente le paste, e le commesse
nemmanco...”.
COMMANDOS TIGRE
Dopo vennero ‘Quelli del terrazzino’,
‘Gruppo ritto’, ‘Gruppo ignorante’,’Rapolano biancoverde’, ‘Bria’i fissi’. Ma all’inizio
c’erano loro, i Commandos Tigre, a tifare la
Mens Sana navigante a vista tra prima e
seconda serie. Un amore lancinante e non
sempre ripagato, però totale, senza deroghe. Altrimenti, cosa può spingere un giovane sano di mente a denudarsi dalla cintola in su, sporgersi da una balaustra a
rischio della vita, volgere le chiappe al parquet per incitare col megafono la curva, e
non vedere un accidente della partita? Da
qualche anno i Commandos, figli dei fondatori cresciuti e trasferiti in gradinata, hanno
molto da gioire. ‘I campioni dell’Italia siamo
noi’, hanno cantato in tournée nei palazzetti ostili, scavallati dai pullman che per colpa
del traffico spesso arrivano nell’intervallo,
mille chilometri per venti minuti di match.
Sulla strada del ritorno la porchetta e il vino
daranno un senso alla trasferta. Al tifoso
autentico non importa avere o vedere, ma
esserci, con ogni mezzo.
OTTOBRE-2006
05-10-2006 8:17
Page 21
La nuova stagione sportiva della scherma cussina si apre con l’esordio anticipato per le due giovanissime fiorettiste che hanno partecipato all’allenamento estivo della nazionale giovanile di Lignano
Sabbiadoro.
Nel “Città di Trieste”, torneo under 20 alla prima edizione,
Alice Volpi e Gaia Fratini, entrambe classe 1992 ed alla loro prima
esperienza nella nuova categoria, raggiungono la finale ad ‘’8’’ classificandosi rispettivamente al 5° e 6° posto della graduatoria finale.
Alice veniva fermata sul 12 a 15 dalla pisana Batini, di tre anni
più grande, poi vincitrice della prova; Gaia, dopo aver raggiunto
bene il tabellone delle finaliste, veniva superata dall’anconetana Di
Piero. Risultato sicuramente positivo in relazione alla presenza di
tutte le 16 ‘’azzurrine’’ convocate all’allenamento estivo per le quali
la gara triestina era stata individuata dai tecnici federali per testare
la condizione delle giovani fiorettiste al termine di sette giorni di intenso lavoro svolto durante il collegiale tenutosi nel Centro Federale di Lignano Sabbiadoro. Il mese di settembre vede anche la ripresa di tutte le attività della sala di scherma del Centro
Universitario Sportivo che, anche per questa stagione, può confermare il prestigioso abbinamento con Montepaschi Vita quale sponsor generale di tutte le attività agonistiche svolte negli impianti
sportivi universitari dell’Acquacalda e di San Miniato.
L’esordio in una gara ufficiale per gli schermitori cussini è previsto dopo la conclusione dei Campionati Mondiali di Scherma in
programma in Italia, a Torino, nella prima settimana di ottobre. La
prima prova “Cadetti”, under 17, si svolgerà proprio a Lignano Sabbiadoro e vedrà scendere in pedana, nelle tre specialità, non meno
di 15 atleti del CUS alla ricerca delle prime indicazioni stagionali
sullo stato di forma e, per molti di loro, dei primi confronti con la
realtà della nuova categoria.
Dalla metà di ottobre in poi sarà un susseguirsi ed intrecciarsi di
gare di ogni livello e categoria che, come tutti gli anni, costringerà
tecnici e dirigenti ad una accurata pianificazione delle trasferte in
maniera da prospettare ai singoli atleti gli impegni del proprio calendario; tali impegni potranno aumentare in relazione al superamento delle prove di qualificazione previste sia nelle categorie assolute che in quelle giovanili.
Occorre precisare che nella scherma italiana, visto il numero
tutto sommato esiguo, anche se in aumento nelle ultime stagioni, di
tesserati, non esiste un’attività a livello locale o provinciale e le gare
sono organizzate in base alle diverse categorie a livello regionale, interregionale, zonale o nazionale; oltretutto il calendario internazionale per le categorie under 20 e assolute influenza le date delle varie
prove nazionali costringendo la Federscherma ad un vero e proprio
gioco d’incastri per stendere il calendario definitivo delle numerosissime prove stagionali.
Le gare ufficiali iniziano a 10 anni, classe 1996 in questa stagione, mentre chi è nato nel 1997 fa parte della categoria “Prime
Lame” dove si può prendere parte ad alcuni tornei spesso abbinati
a competizioni ufficiali.
Il “Gran Premio Giovanissimi” rappresenta la prima fascia d’età
che svolge gare agonistiche ed è compresa fra i 10 ed i 14 anni: “Maschietti” e “Bambine”, classe 1996, “Giovanissimi”, classe 1995,
Daniele Giannini•scherma
Si è messa in moto la complessa macchina
organizzativa delle varie gare in programma
nell’imminente stagione
•Il Cus affila le lame
“Ragazzi”, classe 1994, ed “Allievi” nati nel 1993. Cioè 4 categorie
per 6 armi (3 maschili e femminili) con, alla fine, 24 titoli italiani in
palio. Per tutte le categorie sono previste tre prove interregionali e
due prove nazionali che permettono, sulla base della partecipazione, l’accesso al Campionato Italiano in programma intorno alla metà
del mese di maggio a Rimini.
La seconda fascia di categorie per età riguarda gli under 20 che
sono divisi in “Cadetti”, nati fra il 1990 e il 1992, e “Giovani”, nati
fra il 1987 e il 1989. Per entrambe le categorie sono previste due
prove nazionali ed un Campionato Italiano riservato ai migliori 36
della classifica finale delle due rispettive prove.
Il primo 30% dei “Cadetti” potrà partecipare alle prove “Giovani” raddoppiando in questo caso le gare da disputare nell’arco
della stagione.
Per la categoria under 20 esiste anche il Campionato Italiano a
Squadre misto per arma che assegna tre ulteriori titoli italiani under
20 al fioretto, alla spada e alla sciabola.
Ancora più complessa è l’attività assoluta, che quest’anno comprende tutti i nati fino al 1992, ed è regolata sulla base di qualifiche
di zona (nord, centro e sud) dalle quali si accede alle prove nazionali
di qualificazione che, anche in questo caso, per ogni arma, determineranno i migliori 36 atleti della specialità che andranno a disputare il Campionato Italiano individuale Assoluto.
Parametri numerici e classifiche dei migliori atleti di ogni arma
fissano i numeri totali dei partecipanti ad ogni singola prova e provvedono ad evitare che i migliori schermitori di ogni specialità passino per la prima fase di qualifica.
Da evidenziare che sia per la spada maschile che per quella femminile, dato l’elevato numero di partecipanti, la fase “zonale” è sostituita da una fase “regionale” o “interregionale” che permette una
migliore gestione di questa qualificazione.
A queste prove si aggiunge una “Coppa Italia” con fase regionale e nazionale riservata però solo a chi non riesce a raggiungere
dalle prove nazionali assolute i “play-off”, ultima gara utile per cercare un posto nell’elite dei 36 migliori atleti della stagione.
A livello individuale esiste un ulteriore Campionato Italiano,
istituito nella scorsa stagione, che si disputa su singola prova ed è riservato agli under 23.
Per quanto riguarda le gare a squadre assolute, queste si dividono in serie con le prime otto Società della stagione precedente posizionate in “A1” ed i successivi
gruppi di 16 Società rispettivamente in “A2”, “B1” e “B2” nazionale
con una serie “C” zonale o regionale.
In continua ascesa anche l’attività “Masters” che vede numerosi
atleti over 40 cimentarsi in un articolato circuito di prove a loro riservate con il conclusivo Campionato
Italiano diviso in categorie d’età:
over 40, over 50, over 60.
Sperando di aver fatto un po’ di
chiarezza sulla complessa organizzazione delle gare di scherma, non ci
resta che aspettare di poter scendere finalmente in pedana per dare il
via ad una stagione che per i cussini
senesi, anche sulla scia di quanto
visto lo scorso anno, dovrebbe essere piena d’intense soddisfazioni. ■
La squadra vincitrice
del ‘Trofeo Pavesi 2006’
di fioretto a Vicenza:
Irene Crecchi,
il M° Daniele Giannini,
Gaia Fratini ed Alice Volpi
21
OTTOBRE-2006
05-10-2006 8:17
Page 22
polisportiva •Rossella Lezzi
Soddisfazione in casa biancoverde per la scelta di Siena quale sede
della prossima Assemblea Nazionale dell’UNASCI
•La Mens Sana 1871 fa gli onori di casa
alle società centenarie
Mens Sana 1871 e la nostra città sono state scelte per l’anno 2007 quale sede per organizzare e ospitare l’Assemblea
Nazionale ordinaria dell’UNASCI, Unione Nazionale Associazioni Sportive Centenarie d’Italia, Società Benemerita del
CONI.
L’assemblea si svolgerà il 17 e 18 marzo e negli stessi giorni verrà organizzato anche un convegno.
L’Assemblea UNASCI è di estrema importanza per il
mondo sportivo nazionale e vi è prevista la partecipazione
oltre che dei dirigenti dell’Unione, dei rappresentanti di circa
100 Società sportive centenarie provenienti da tutte le Regioni d’Italia oltre ad operatori della stampa specializzata.
“Mens Sana 1871, società ONLUS - dice Piero Ricci, presidente - è anche tra i soci fondatori dell’UNASCI. La nostra
società esprime anche il delegato provinciale nella persona
del vicepresidente Antonio Saccone. L’assemblea di marzo
sarà un’altra occasione per Siena per promuovere il proprio
territorio e le proprie potenzialità sportive”.
Due momenti
dell’incontro in Comune
22
La scelta da parte della storica Unione è stata determinata dal fatto che la Società senese, nella graduatoria nazionale,
occupa per anzianità il quinto posto e proprio per questo il
CONI nazionale ha insignito Mens Sana 1871, nel gennaio
del 2002, della massima onorificenza sportiva costituita dal
‘Collare d’oro’.
Le istituzioni senesi hanno accolto con grande attenzione
la notizia e proprio lo scorso venerdì 1° settembre, presso il
Palazzo Pubblico, il Sindaco di Siena, Maurizio Cenni, e l’assessore allo Sport, Massimo Bianchi, hanno incontrato la dirigenza di Mens Sana 1871 e una delegazione dell’UNASCI.
“La città è onorata di ospitare un così importante avvenimento per le società sportive italiane e darà il proprio patrocinio all’evento. Siamo felici di accogliere le delegazioni prove-
nienti da tutto il Paese, in rappresentanza di un movimento
di base che rappresenta senza dubbio la parte migliore del nostro sport, quella che include la formazione e l‚educazione
delle nuove generazioni”, ha dichiarato il Sindaco Maurizio
Cenni.
“L’Amministrazione comunale – ha garantito l’assessore
allo Sport, Massimo Bianchi – darà il massimo supporto per
quanto riguarda la logistica dell’organizzazione. Inoltre questa manifestazione è testimonianza che l’associazionismo
sportivo senese è una realtà che prosegue nel tempo, come testimoniano gli oltre 2600 soci di Mens Sana 1871 e le altre nostre associazioni sportive cittadine di non meno importanza”.
Sono stati dunque ricevuti a Palazzo Pubblico Sergio Lavagno, presidente nazionale UNASCI, della Reale Società
Ginnastica Torino 1844, Bruno Gozzelino, segretario Generale, della Società Pro Patria Milano 1883, Giancarlo Giommetti Consigliere Nazionale, della Fratellanza Ginnastica Savonese 1883, Marcello Zaetta, delegato regionale per la Puglia,
della Società Lega Navale Italiana sezione Bari 1901 accompagnati da Piero Ricci, presidente Mens Sana 1871 e Antonio
Saccone, delegato provinciale Siena UNASCI e vice presidente Mens Sana 1871.
Il 2 settembre poi i delegati, riunitisi presso il Palazzetto
Giannelli per concordare l’organizzazione dell’evento, hanno
avuto la possibilità di visitare le attrezzature sportive di Mens
Sana 1871, conoscerne la realtà composta da oltre 2.600 soci,
14 sezioni e le strutture di sua proprietà: un palasport da 5.000
posti, un palazzetto da 1.000 posti, una tensostruttura, un percorso natura attrezzato all’aperto, 170 posti auto, 2 bar. Come
campi da gioco hanno visitato i 2 campi da basket/volley, 2
campi da pattinaggio/hockey e infine le 6 palestre attrezzate
per le varie discipline.
L’UNASCI è una istituzione diffusa su tutto territorio nazionale che si prefigge in primo luogo lo scopo di promuovere, diffondere e valorizzare l’attività sportiva quale elemento
determinante della crescita fisica, morale, civile e sociale dei
giovani cui si aggiunge la salvaguardia e l’incremento del patrimonio storico/culturale/sportivo delle Società sportive e
delle tradizioni dello sport in Italia. ■
OTTOBRE-2006
05-10-2006 8:17
Page 23
La stretta connessione che esiste tra sport e scuola, il cui radicamento socio-culturale ha vissuto, specie in passato, fasi altalenanti legate ai profondi mutamenti del nostro Paese, costituisce, nella realtà di Siena, un caposaldo ormai tradizionale per lo
sviluppo e la diffusione di un bagaglio formativo diretto ai giovani e al loro futuro.
Il Prof. Francesco Binella, responsabile dell’Ufficio per il
Coordinamento dell’Educazione Fisica e Sportiva presso il Centro Servizi Amministrativi, è interlocutore privilegiato in questo
senso: la sua lucidità di analisi, unita ad una specifica competenza in materia, è una vera e propria ‘manna’ per il cronista, oltre che
preziosa occasione utile a ribadire la convergenza istituzionale instauratasi, sotto il profilo della valenza ludico-sportiva nel processo di completamento di ogni individuo, fra tutte le istituzioni locali: dal Comitato Provinciale del Coni, partner di riferimento
come espressione di un universo sportivo non più articolato nella
sola dimensione federale, ma esteso agli Enti di Promozione, alle
Amministrazioni Provinciale e Comunale di Siena, anime di una
sinergia attiva su tutto il territorio e capace di coinvolgere fette
sempre più ampie di popolazione tra le fasce più giovani in generale e a livello scolastico in particolare.
“Questo ufficio – esordisce il Prof. Binella – venne istituito da una
legge del 1958, tuttora in vigore, con l’obiettivo di stabilire un piano comune di intervento che coordinasse ogni iniziativa fisico-motoria organizzata all’interno della realtà scolastica provinciale. “Sdoganare” l’esercizio fisico e riconoscerne il contributo specifico, non è stata operazione
semplice ed ha richiesto molte tappe intermedie. L’aggiornamento normativo della materia è da più parti auspicato, in modo da poter recepire, anche in campo legislativo, i mutamenti che la nostra società sta attraversando.
Com’è ovvio, quello degli insegnanti di educazione fisica è stato e
continua ad essere un ruolo determinante, specie a livello di scuola secondaria di primo e secondo grado, dove l’attuale ordinamento colloca
per legge questa figura”.
L’importanza di una precoce educazione sportiva, non prettamente incentrata sul lato agonistico, ma vista come aspetto irrinunciabile per un corretto stile di vita ed una sempre migliore integrazione etico-sociale, anche nelle più basse fasce di età, ha
spronato tutte le istituzioni ad uno sforzo d’insieme teso ad allargare la propria operatività anche all’istruzione elementare, sforzandosi di ottimizzare, nel modo più funzionale possibile, la ristrettezza di risorse con l’emergere di nuove crescenti esigenze. In
questo modo Siena ha avviato un processo teso a colmare una lacuna che, a livello nazionale, aveva assunto dimensioni preoccupanti, anche in relazione al fatto che quello scolastico rimane ancora oggi, per molti giovani, l’unico approccio all’attività sportiva.
“Il grande successo riscosso dal progetto denominato ‘Il Bambino
sceglie lo Sport’, che sarebbe riduttivo limitare al solo aspetto numerico, e che da quest’anno ‘abbraccia’ l’intero ciclo della scuola primaria,
è la verifica più appagante sull’efficacia della direzione intrapresa, in
piena identità di vedute e uniformità di intenti. Osservazione, questa,
non scontata altrove e, scevra da ogni retorica, poggia sul pieno rispetto dei singoli ruoli, si fonda sulla cordialità dei rapporti umani ed interpersonali e mira all’interesse della collettività”.
Una condizione fondamentale che ha sviluppato la nuova
presa di coscienza, oggi riscontrata quotidianamente, della complementare organicità tra scuola e sport.
“È indubbio – sottolinea ancora Binella – che gli spazi e i contesti offerti alla promozione di molte discipline, a torto considerate ‘minori’, abbiano ampliato, attraverso manifestazioni come i Giochi Sportivi Studenteschi (che hanno recentemente vissuto l’epilogo dell’edizione
2005/2006 con le finali nazionali di Lignano Sabbiadoro) il ventaglio
della polisportività, facendo conoscere ed apprezzare pratiche indivi-
duali e di squadra alle quali in tanti stanno avvicinandosi con sorprendente entusiasmo”.
Un segno dei tempi – diremo – nell’impronta del quale non
va trascurato il concorso dei genitori, i quali, formatisi in un tessuto sociale dove il fenomeno sportivo è andato assumendo sempre maggiore rilevanza, orientano naturalmente i propri figli verso
un qualsiasi tipo di pratica sportiva, convinti come sono che l’attività fisica non sia più un semplice pretesto per divertirsi o peggio una distrazione dalla normale didattica ma, al contrario, l’espressione di un progresso culturale che, tra i ritmi frenetici del
nostro tempo, costituisce la base del viver sano.
“Sulla scorta di questi evidenti benefici, il nostro impegno è proteso al consolidamento dello sport e dell’esercizio fisico quale patrimonio
di tutti e per tutti. Siamo persuasi di dover lavorare ad una dimensione sportiva che, a livello scolastico, sappia scindere lo spirito sociale ed
educativo dall’aspetto tecnico ed agonistico, questo per portare prioritariamente la risorsa sportiva appannaggio di chiunque voglia usufruirne, a prescindere dalla naturale selezione che le predisposizioni di
ognuno inevitabilmente comportano”.
Qualche passo avanti si è compiuto anche a livello nazionale:
il ripristino dei ‘Giochi della Gioventù’ sancito dal Coni in collaborazione con il Ministero dell’Istruzione e della Ricerca
Scientifica,
che
nella fase sperimentale ha fatto tappa
anche a Siena,
muove in questa direzione. Va detto,
tuttavia, che molto
resta ancora da fare,
alla luce di un confronto dialettico ed
operativo che, ai
vertici, non sempre
registra la necessaria
convergenza tanto
proficua a livello periferico.
“Con la certezza
che l’ulteriore consolidamento dei rapporti tra amministrazione scolastica ed organismi istituzionali sul territorio – conclude Francesco Binella – sapranno fornire le risposte più adeguate alla richiesta socio-formativa che giunge dalla realtà di Siena e della sua provincia, attraverso
gli appuntamenti ormai annualmente presenti in calendario, ma anche
favorendo la più ampia diffusione di nuove iniziative che vanno definendosi, mi sento di garantire un impegno collettivamente proteso alla
creazione di un tessuto sociale dove le future generazioni, possano crescere, prima ancora che come atleti, anche grazie alla propria esperienza scolastica, come cittadini di un mondo migliore”. ■
Il prof. Binella
(secondo a siniustra)
durante una iniziativa
scolastica
Francesco Vannoni•cinque cerchi
Giro d’orizzonte con il prof. Franceso Binella
sui rapporti fra scuola e sport
•Dalle sinergie
la proposta per decollare
23
OTTOBRE-2006
05-10-2006 8:17
Page 25
Ancora fermi tutti gli altri campionati, ha preso il via quello di A/1 femminile, che vede ai nastri di partenza anche la
Monte Paschi Finance Libertas Siena.
Compito arduo quello delle ragazze senesi, chiamate ad
una conferma della prestigiosa posizione di vertice raggiunta
nel massimo campionato, che richiederà il più grande impegno da parte di tutta la struttura. Del resto il coach Andrea Del
Tomba, fedele al principio di “squadra che vince non si
tocca”, ha espresso la convinzione che il gruppo della scorsa
stagione agonistica, che ha dominato – ricordiamolo – i playoff di maggio, ha ancora dei margini di miglioramento tali da
garantire la permanenza in A/1.
Sui campionati di A/1 maschile e femminile, fiori all’occhiello del movimento pongistico, la Federazione Nazionale
ha investito molto in questi ultimi tempi, particolarmente in
termini di immagine, tanto che adesso i giornali sportivi a
larga tiratura (Gazzetta dello Sport e Tuttosport) dedicano alla
disciplina spazi sempre più ampi nelle loro edizioni del lunedì, con risultati e classifiche. Ma è soprattutto la televisione con RAI Sat, che ha scoperto la spettacolarità del tennistavolo, che ha inserito nel palinsesto del venerdì pomeriggio la
ripresa diretta di una partita di A/1 maschile o femminile. Le
prime esperienze sono state altamente positive e molto interessante si è dimostrato l’esperimento di dotare di microfono
i tecnici delle due squadre, in modo da carpire i loro consigli
forniti ai rispettivi atleti, nelle fasi di time-out
o al termine di ogni set.
Bellissime le riprese,
con dei primi piani di
molto effetto, che mettono in risalto la tensione agonistica nei volti
degli atleti. Tutto questo, naturalmente, dovrebbe servire ad aumentare il numero
degli appassionati e di
coloro che vorranno cimentarsi in questa pratica sportiva olimpica.
Ed in questo contesto,
anche per la Monte Paschi Finance Libertas
Siena si accenderanno
presto i fari della ribalta televisiva, e precisamente il 10 novembre prossimo, allorquando giocherà in trasferta a Molfetta per la 6° giornata di
andata.
Ma nel frattempo, come abbiamo detto, è iniziata per le
ragazze senesi l’avventura in A/1, anche se, purtroppo, la partenza non è stata delle più felici. Bruciante la sconfitta casalinga per 3 a 0, che il Saint Vincent Petroli ha inflitto al team
senese, ma sinceramente il punteggio è bugiardo, perché in
campo non si è vista una tale differenza di valori. Indubbiamente l’emozione dell’esordio nella massima serie ha giocato
un brutto scherzo alle nostre rappresentanti ed il loro rendimento ne ha risentito molto. Anche il coach non sa darsi una
spiegazione della contro performance registrata dalla cinesina
Ya Nan Zhang, che ha perso il primo match contro la difenditrice Zancaner, la quale, peraltro, pur essendo la numero 8
delle classifiche italiane, non ha fatto niente di straordinario
per aggiudicarsi la partita. Ed infatti sono stati soprattutto gli
Corrado Bagella•tennis tavolo
Nonostante il difficile esordio delle ‘citte’ in A1,
il potenziale delle diverse squadre senesi resta intatto
•La Libertas
ripassa l’A-B-C-D
errori commessi dalla Zhang Ya Nan a spianare la strada alla
valdostana, errori che non si spiegano se non in chiave emozionale. Poteva rientrare nelle previsioni, invece, e quindi accettabile, la sconfitta rimediata da Anna Brzan nei confronti
della cinese Wang Ya Jing, una cliente difficile da addomesticare, mentre resta un mistero il comportamento di Marloes
De Smet di fronte alla rumena Steff. In vantaggio per 2 set a
1, esprimendo un efficace gioco d’attacco, l’olandese si è fatta
poi irretire in un gioco difensivistico negli ultimi due set, regalando praticamente la vittoria all’avversaria.
Un primo turno tutto da dimenticare, quindi, per la Libertas femminile, mentre nel week-end di fine mese hanno
preso il via i campionati nazionali di A/2 e C/1 maschili, nonché, in campo regionale,
la C/2 e la D/1 maschili.
La squadra di A/2
maschile, ben collaudata
ormai nei confermatissimi Fatai Adeyemo ed
Angelo Teatino, si è rinnovata con l’inserimento
del giovane Vincenzo
Dario Sanzio di Bari, n°
1 delle classifiche italiane juniores, e del senese
Alessandro Cerretti, da
quest’anno promosso 2ª
categoria. Sanzio, in particolare, rappresenta uno
dei punti cardine della
nazionale
giovanile,
tanto che, ai recenti
Campionati Europei, è
stato titolare fisso della
formazione. Un ottimo acquisto indubbiamente, sul quale la
Monte Paschi Finance Libertas Siena può fare affidamento
per un campionato di media-alta classifica.
Anche la formazione di C/1, composta da Francesco Cosci,
Marco Buonazia e Marco Muratori (da quest’anno promosso
3ª categoria), si avvarrà dell’inserimento di una giovane promessa del tennistavolo toscano. Lorenzo Becucci di Arezzo,
classe 1991, è approdato infatti a Siena animato dalla migliore volontà di ben figurare e, conoscendolo bene, siamo certi
che non deluderà le attese.
Completano il quadro delle forze senesi in campo, la compagine di C/2 maschile, composta da Claudio Doldo, Massimo Ferri e Carlo Petreni, e quella di D/1 formata dai prodotti del vivaio locale, curato da Andrea Del Tomba, Duccio
Bianciardi (classe ’91), Francesco Lorenzini (’92) e Pietro
Vannini (’93), che si affacciano per la prima volta ad un campionato regionale. ■
L’olandese
Marloes De Smet e la
cinese Ya Nan Zhang,
punte di forza
della formazione senese
neo promossa in A1
25
OTTOBRE-2006
05-10-2006 8:17
Page 27
La ricreazione è finita, si torna a fare sul serio
ed in questo frangente non c’è niente di più elettrizzante che iniziare un cammino profondamente nuovo con l’entusiasmo del “debuttante”.
Già perché la stagione che va ad iniziare è
quella del lancio definitivo di un protagonista di
vecchia data, ma che per la prima volta recita da
protagonista: Simone Pianigiani.
In certe occasioni avremmo potuto assegnargli già qualche premio quale miglior attore non
protagonista, considerati i moltissimi successi a
livello giovanile, la scoperta e la relativa crescita
di tanti giovani talenti e non ultimo, i meriti di
aver condotto da par suo momenti importanti
della stagione agonistica di un gruppo, quali ad
esempio la fase preparatoria al campionato.
Esperienze che sono tappe di avvicinamento
ad un traguardo che riteniamo oltre che logico,
visto l’evolversi nel tempo della situazione,
anche meritato, perché nella scelta di Pianigiani
non c’è nulla di diverso rispetto al cammino che
hanno fatto tanti celebrati colleghi di Simone,
come Messina, Scariolo, Bucchi, Sacripanti ecc.,
che maturate esperienze significative all’interno
delle società, hanno spiccato il volo verso orizzonti sempre più alti, confermandosi anche a livelli superiori.
Accanto a quello che può essere considerato
un auspicio, aggiungiamo pure la nostra intima
consapevolezza che la scelta operata da Minucci
è fondamentalmente giusta, perché dirigere una
società vuol dire anche finalizzare il proprio lavoro alla formazione delle persone che vi operano, con una prospettiva a 360°, dall’ambito gestionale-amministrativo, a quello più
strettamente agonistico. Un contesto questo nel
quale la valorizzazione dei giocatori è elemento
di primaria importanza, ma può non esserlo da
meno formare tecnici in grado di dare qualità ed
anche un’identità forte.
Perché se alla vigilia di questa nuova avventura si possono concedere solo aperture di credito generiche, esprimere perplessità o delineare
possibili scenari futuri, su di una cosa possiamo
esprimere una certezza, quella legata ad una forte
ricerca di identità (senese) ulteriormente valorizzata con la scelta di Simone Pianigiani.
Il neo-coach, senza voler ipotecare in minima
parte il futuro, sta offrendo di sé una dimensione
fatta di grande tranquillità e consapevolezza, che
esula dal contesto che lo circonda, conscio però
che intorno a lui c’è molta fiducia, ma anche chi
lo attenderà al varco senza concedere sconti, nella
migliore tradizione di chi vuole il profeta in patria sempre alle prese con innumerevoli difficoltà.
Che sia un vantaggio o meno lo vedremo in
futuro, fatto sta Pianigiani conosce l’ambiente
come le sue tasche e l’applauso durante il match
contro i Campioni d’Europa del CSKA Mosca tributatogli dal terrazzino (un esame questo che
tocca indistintamente a tutti i protagonisti in bianco-verde e sul cui esito nulla è scontato), è più che
un’apertura di credito. È un attestato di stima ed
un riconoscimento di quella mensanità, che certo
appartiene a Pianigiani.
Simone ha condotto una fase di preparazione
ed un precampionato alla sua maniera, fatta di intensità e risultati, poco importanti fin quanto si
NONOSTANTE LE OGGETTIVE DIFFICOLTÀ
LEGATE AL ‘CASO BAXTER’, LA SERENITÀ DEL TEAM
BIANCOVERDE NON NE ESCE SCALFITA
Sarà la voglia
di sorprendere
l’arma in più della MPS
MAURO BINDI
vuole in questo frangente, ma altrettanto non trascurabili quando le vittorie arrivano con continuità e si affronta la progressività delle difficoltà
con tangibile determinazione e riscontri positivi.
È ovvio che tutti, e Pianigiani in primis,
avrebbero fatto a meno dei molti problemi e contrattempi che hanno contraddistinto i primi passi
della nuova stagione, ma averli gestiti al meglio,
cioè ricevendo riscontri oggettivamente positivi
dal lavoro forzatamente parziale imposto dalle
defezioni di elementi fondamentali per gli equilibri del nuovo gruppo, è un segno tangibile della
qualità inseguita e raggiunta in questa prima parte
della stagione.
La squadra uscita dal ridisegno operato in
estate, dimostra di aver ulteriormente spostato il
suo baricentro lontano dal canestro con un reparto di esterni ampio, intercambiabile e decisamente ricco di potenzialità offensive. Qualche perplessità può venire in chiave difensiva dalla taglia
di Mc Intire e dalle capacità, soprattutto di concentrazione, dei vari Forte, Sato e Kaukenas, ma
nel complesso il reparto ha già fatto vedere ottime cose, parallelamente alla capacità già evidenziata di Pianigiani di operare una valida rotazione di tutti gli interessati.
Da più parti viene sollevato il quesito legato
alla presenza di un solo vero play di ruolo, visto
che Forte potrebbe esserlo solo per delimitati
frangenti e che D’Ercole
per questi livelli è assolutamente una novità,
resta il fatto però che
sulla carta Mc Intire è in
grado di fornire minimo
25/30 minuti di regia e
che accanto a Forte una
mano la possono dare
pure Kaukenas e Carraretto, quindi un ventaglio di opzioni in grado
di gestire con sufficiente
tranquillità la situazione.
Intanto risalta in
maniera evidente l’assoluta imprevedibilità del
reparto, che somma alle
qualità già sperimentate
di Kaukenas, la pericolosità perimetrale di Mc
Intire ed il notevole bagaglio di soluzioni di Joseph Forte, di cui si intuiscono le capacità che ne
fecero un prima scelta NBA e che a Siena tutti si
augurano trovi l’ambiente ideale per esprimere a
pieno il proprio potenziale.
In fondo intuire le capacità e valorizzarne il
potenziale, senza essere una formula matematica,
è senza dubbio l’obiettivo che deve porsi una
squadra come la Montepaschi, oggettivamente
non in grado di lottare economicamente con i
team più forti, ma in grado però di mettere a frutto la propria esperienza ai massimi livelli per scoprire giocatori ancora non di primissima fascia,
ma che potrebbero diventarlo.
In questa ottica il discorso fatto precedentemente per Forte è riproponibile in toto per Romain Sato, dominatore a livello individuale della
passata stagione di Legadue ad Jesi ed atteso con
molte aspettive ad un salto di categoria, che potrebbe non penalizzarlo eccessivamente.
Intanto Sato ha già dimostrato in questo precampionato come la sua multi-dimensionalità che
nasce da una esuberanza fisica con pochi uguali,
farà molto comodo alla causa biancoverde, considerandolo oltretutto compagno di viaggio non troppo ingombrante per il definitivo lancio di Gigi Datome, con cui dividerà lo spot di 3, ma che allo
stesso tempo non ne vieta l’utilizzo contemporaneo
considerate le caratteristiche dei due giocatori.
ba s k e t
27
OTTOBRE-2006
05-10-2006 8:17
Page 28
Anche perché la stagione senese non può prescindere dal fatto che Datome trovi un impiego
continuativo lungo l’intero corso del campionato,
con la consapevolezza che per Gigi inizia una fase
estremamente delicata della sua carriera. Infatti
dopo essersi messo in luce (ad intermittenza) al suo
primo vero anno di basket professionistico, questo
che sta per iniziare diventa necessariamente l’anno
della sua consacrazione ai massimi livelli e non
può sfuggire a nessuno il rischio che ciò possa provocare più di un problema al suo talento.
Ma saranno problemi di crescita, tappe fondamentali per seguire le orme dei molti talenti nostrani che con difficoltà, ma anche con concreti risultati (Bargnani prima scelta assoluta NBA,
Belinelli già top player europeo, Gallinari il prossimo uomo copertina) il basket italiano sta proponendo sul palcoscenico internazionale del basket.
Ma se Datome rappresenta in casa mensanina la punta dell’iceberg di un movimento che ha
conseguito negli ultimi anni innumerevoli successi a livello giovanile, non è trascurabile la volontà, già evidenziata in questo primo scorcio
della stagione, di valorizzare sempre più il potenziale offerto dai giovani usciti dal vivaio. Parliamo oviamente di D’Ercole, ma soprattutto di Lechtaler tornato dalle esperienze maturate fuori
Siena completamente formato, tanto che il suo
utilizzo nasconde non solo l’obiettivo di offrirgli
scampoli di gioco necessari per fare esperienza,
ma minuti concreti dove la sua consistenza fisica
e mentale torneranno veramente utili alla causa
senese. Soprattutto finchè non si sarà conclusa la
vicenda Baxter e quest’ultimo sarà inserito a tutti
gli effetti nei meccanismi del gioco senese.
Non possiamo nasconderci che proprio il
vuoto lasciato dal pivot americano ad inizio preparazione, ha determinato più di una preoccupazione, gestita però al meglio contrattualmente con
un prolungamento dello stesso anche per la prossima stagione, che sulla carta potrebbe diventare
il colpo più determinante per il futuro della Montepaschi ed anche agonisticamente parlando, perché turata la falla Baxter con l’arrivo di Helliwell,
giocatore perfetto per coprire situazioni di questo
28 b a s
ket
genere, si è avuto modo di scoprire da subito le
qualità granitiche di Lechtaler.
Certo non ci voleva lo stop di Eze, elemento
chiamato a dissipare i dubbi dell’ultima stagione e
fondamentale proprio per gestire la “vacanza” di
Baxter, ma non può sfuggire come la struttura della
squadra sotto canestro non si discosti di molto
dalla fisionomia dello scorso anno, i cui risultati
obiettivamente hanno determinato scelte diverse
per la stagione in corso, ma che per un periodo relativamente lungo, come quello imposto dai tempi
di arrivo e progressivo inserimento di Baxter, è in
grado di reggere l’impatto del campionato.
Il problema più evidente è che le caratteristiche attuali del settore lunghi senesi determinano
scelte di gioco diverse rispetto a quelle individuate per Baxter e il lavoro da svolgere in tal senso
dovrà essere fatto da metà ottobre in poi contingentemente con le necessità della squadra. Necessità che sconteranno il duplice impegno di campionato e Coppa, quindi in situazioni non ottimali.
Non dimentichiamo però che siamo all’inizio
di un nuovo ciclo, che pur non mancando le pressioni, non ci sono obiettivi fissati che possono far
scattare particolari situazioni di tensione. L’unico
vero obiettivo, di gettata progressiva, è scoprire e
possibilmente superare, di giornata in giornata, i
limiti di un gruppo estremamente giovane (nessuno dell’attuale organico supera i 30 anni di età)
e che potrebbe riservarci gradite sorprese nel
corso della stagione.
Una stagione quindi da vivere intensamente,
con aspettative graduali, capaci, e questo è l’augurio più sincero, di caricarsi di entusiasmo con
la crescita del gruppo.
Un gruppo che persegue ancora la strada
delle forti motivazioni dei singoli, per scalare un
ranking nazionale dove la Montepaschi parte
forse un po’ più defilata rispetto al passato, ma
non necessariamente con meno chance di ben figurare.
La stagione si presenta con equilibri tutti da
ricercare e mentre l’introduzione dei quattro extracomunitari contribuisce a rafforzare questa
sensazione di incertezza, il campionato italiano si
propone sempre più come campionato “di sviluppo”. Particolarità che si nota sempre più, perché
dopo tanti anni di inseguimenti fatti nei confronti di giocatori con esperienze NBA o già affermati a livello europeo, si è tornati a battere la strada
dei collegiali o comunque dei giovani da valorizzare, segno che alle nostre latitudini il lavoro tecnico sui singoli ha un significato importante, testimoniato dai molti elementi formatisi nel nostro
campionato ed esportati ormai nelle aree di maggior sviluppo del basket mondiale.
C’è in effetti un grande fermento nei confronti del reclutamento e della valorizzazione dei
giovani e a questo proposito ci si conceda un’ultima amara considerazione.
In ambienti sportivi come quello del basket a
ragione parliamo spesso di regole ed anche di
stile, due cose diverse, ma che spesso si associano o entrano pesantemene in conflitto e questo è
quello che sta accadendo nel mondo della nostra
pallacanestro, dove l’assenza di regole, o meglio
un buco regolamentare, sta determinando situazioni inaccettabili.
Il riferimento diretto è relativo al problema
del reclutamento dei ragazzi nei settori giovanili,
dove non esiste più di fatto un rapporto tra società
sportive, ma bensì un ponte privilegiato tra società e famiglie dei giovani prospetti, rapporto
implicitamente alimentato dalle manchevolezze
normative dei regolamenti federali e che è senza
dubbio lecito finchè si parla di progetti formativi
(sport e scuola) da esporre e far valutare alle famiglie, diventa però assai meno lecito se le argomentazioni diventano principalmente economiche. Aspetto questo che di fatto bypassa le società
che si sono occupate della formazione dei ragazzi fino ad una certa età e che poi si ritrovano con
un indennizzo tabellare la cui entità non è nemmeno lontanamente vicino all’investimento operato.
Ci associamo quindi al grido di allarme di
Fabio Bruttini, che in qualità di presidente di un
piccola società fortemente impegnata nella valorizzazione del settore giovanile si è visto penalizzato dalla vicenda Rullo, partito per Treviso a
fronte dell’irrisorio indennizzo sopra ricordato e
giustamente preoccupato per le scelte da fare in
futuro nei confronti della sua società, ma ci associamo anche all’atto di accusa partito dalla società mensanina nei confronti di chi sta abusando
di questo comportamento.
È indubbiamente una questione di rispetto e
di stile quello che riguarda invece i rapporti tra
società, tutte accomunate dagli stessi obiettivi e
dalle stesse necessità e per questo non può passare inosservato quanto accaduto nel corso di questa estate, quando una società gloriosa e dall’indubbia immagine come la Benetton Treviso, in
barba ad un accordo tra la Mens Sana ed un’altra
società, ha completamente ignorato quest’ultimo,
accordandosi direttamente con la famiglia del ragazzo in questione.
Brutta pagina di stile, che forse si sta perdendo tra le pieghe di un fisiologico cambio generazionale (Gherardini docet), ma che può essere attenuato per il futuro solo se la Federazione non
chiuderà gli occhi su di un fatto eticamente pessimo e dai risvolti sostanzialmente deflaganti. ■
OTTOBRE-2006
05-10-2006 8:17
Page 29
CHI SONO E QUALI GARANZIE POSSONO OFFRIRE I NEO BIANCOVERDI
Un otto (speriamo) davvero ..volante
Continuità e cambiamento, due elementi la cui fusione è spesso alla base del successo di un progetto. E se Stonerook, Kaukenas,
Boisa, Eze e Datome sono il filo che ci lega con il passato più recente, Mc Intyre, Forte, Carraretto, Sato, Baxter, Helliwell, Lechtaler e D’Ercole rappresentano quella novità che alimenta nuove speranze. Vediamo quindi i nuovi protagonisti in bianco-verde, per i
quali vale la medesima considerazione: la Montepaschi gli offre
un’opportunità grande di lottare per obiettivi di alto livello. A loro
spetta il compito di sfruttare con convinzione ed impegno questa
chance.
TERREL MC INTYRE: dopo Stefanov, torna l’era di un play di
ruolo, senza tanti fronzoli ma capace di reggere il campo con autorevolezza. Come tutti i play tascabili (175 cm, ma anche 81 chili) fa
della velocità il suo pezzo forte, ma non ne abusa, come del suo tiro
da tre punti, che gli ha regalato un record difficilmente eguagliabile:
10/10 da oltre l’arco lo scorso anno a Bologna e che gli consegna di
diritto un posto d’onore nei primati di ogni epoca del campionato. A
Siena potremmo accontentarci anche di meno, diciamo confermare
il quasi 43% da tre, il saldo attivo tra palle perse e recuperate e gli
oltre 4 assist a partita che ha prodotto nell’ultima stagione a Reggio
Emilia. A questo proposito giova ricordare un dato non secondario:
Mc Intyre è alla sua quarta annata in Italia, nelle precedenti tre esperienze i suoi numeri si sono sempre migliorati, pur crescendo il livello qualitativo con il quale si è misurato (Ferrara all’esordio in Legadue, a Capo D’Orlando per una storica promozione in serie A, a
Reggio Emilia all’esordio nel massimo palcoscenico). Pretendere
che a Siena riesca ancora a migliorarsi come cifre è obiettivamente
troppo, ma riuscire a garantire qualità in cabina di regia, dovrebbe
essere un obiettivo centrabile per un play difficilmente fuori ritmo e
controllo. Tosto fisicamente, patirà qualche miss match contro pari
ruolo più alti di lui, ma questo è in effetti l’unico punto interrogativo, perché la sua leadership non invadente si sposa perfettamente
con le caratteristiche dei suoi compagni di reparto.
JOSEPH FORTE: dopo una stagione passata ad invocare un’alternativa valida a Rimauntas Kaukenas, ecco che il lituano trova un
compagno di gioco ed un suo alter ego potenzialmente perfetto. Imprevedibilità, tempi di esecuzione al tiro rapidissimi e mille opzioni
in fatto di conclusioni, ne fanno un attaccante nato. Le sue credenziali fino all’età di diciannove anni sembravano proiettarlo ai livelli
più alti del mondo professionistico, poi la caduta vertiginosa fatta di
passaggi a vuoto che sembravano spezzarne le velleità agonistiche.
Infine una lenta ripresa ripartendo dalle leghe minori americane e la
decisione di provare l’avventura europea in Grecia, dove le sue ottime prestazioni hanno alimentato l’attenzione da parte senese. A dispetto di questa storia, Forte ha appena 25 anni ed un talento che
chiede forse solo di poter essere espresso in maniera compiuta . A livello di NBA ha pagato la scarsa velocità di base che lo contaddistingue, ma se in America questa caratteristica diventa una discriminante fondamentale nel giudizio dei giocatori. In Europa, per quanto
performante, Forte può sopperire sfruttanto le qualità tecniche.
Qualcuno lo ha avvicinato come movenze ad un grande del passato
senese e più in generale italiano: Darren Daye, un confronto difficile da sostenere, ma che dimostra come in lui si vedono tratti di classe veramente notevoli. Forte è chiaramente una delle grande sfide
della stagione senese e la scommessa non è solo tecnica. Anzi la verifica più importante è quella della tenuta mentale nell’arco di una
stagione che si presenta come al solito lungo ed impegnativa. L’apMARCO CARRARETTO
29 b a s
ket
LORENZO D’ERCOLE
WADE HELLIWELL
proccio è stato dei migliori e questo non è poco, la speranza è quella di aver centrato uno di quei colpi a sorpresa che possono cambiare una stagione.
MARCO CARRARETTO: dire che una squadra è fatta di primattori e seconde linee è affermare una cosa pressochè scontata. Esperienze come quelle della passata stagione, dove difficilmente si notava il confine tra gli uni e gli altri, si sa perfettamente come sono
evolute. Quindi non c’è nulla di offensivo inserire Carraretto tra coloro che partiranno con meno riflettori addosso.La differenza sostanziale invece la fa proprio la qualità sia dei titolari, che dei rincalzi e
sotto questo aspetto Carraretto è l’emblema del giocatore di rendimento, che si è costruito una solida reputazione nel corso di tante
esperienze diverse, in squadre di fascia media, ma anche di primo livello, sia in Italia, che in Europa (Spagna). L’esterno trevigiano rientra in Italia dopo due buone stagioni trascorse in Spagna e mette a disposizione della Montepaschi la sua capacità, alzandosi dalla
panchina, di farsi trovare pronto in qualsiasi momento della gara, offrendo pure una duttilità tattica che lo può rendere utile in tutti ruoli
esterni, dallo spot di 3, fino a garantire addirittura qualche minuto in
cabina di regia. Tiratore temibilissimo da fuori, è uno di quei giocatori essenziali per dare equilibrio all’intero gruppo, conosce perfettamente il suo ruolo e questo è un motivo in più per ritenerlo perfetto
per svolgere quello per il quale è stato chiamato a Siena.
ROMAIN SATO: lo scorso anno fu sorprendente vederlo scegliere
la Legadue ad Jesi, dopo aver esordito nella NBA a San Antonio, che
su di lui, seconda scelta del draft, aveva riposto molte aspettative. La
sorpresa è cresciuta per quello che ha saputo fare in terra marchigiana, dove veramente ha finito con lo strabiliare. Dopo una piccolissima
parentesi spagnola nei playoff con la maglia del Barcellona a rimpiazzare proprio l’ex senese Thornton, Sato è diventato uno dei soggetti più richiesti sul mercato ed il motivo è chiaro: l’ex jesino ha tutte
le carte in regola per ripetere gli exploit di uomini come Hawkins e
...che dopo aver dominato in Legadue, si sono imposti all’attenzione
generale anche a livello superiore. Giocatore dalle qualità atletiche
fuori dal comune, Sato unisce una duttilità tattica che gli permette di
giocare in almeno tre ruoli, la sua esuberanza atletica lo rende rimbalzista aggiunto di notevole sostanza, nonché difficilmente arginabile e
senza essere un tiratore, ha nel suo repertorio ogni tipo di tiro. Logicamente deve imparare a non abusare delle proprie capacità fisiche e
soprattutto inserito in un contesto più bilanciato in termini di responsabilità rispetto ad Jesi, dove giocava buona parte dei palloni, deve riuscire a rimanere dentro il gioco della squadra senza isolarsi, ma le qualità ci sono, i crismi del leader li ha già dimostrati, quindi aspettiamo
fiduciosi di vederlo esplodere anche in maglia biancoverde.
LONNY BAXTER: per una volta trascuriamo gli aspetti extra sportivi che lo hanno visto protagonista in negativo alla vigilia della partenza per Siena e consideriamo Baxter per quello che sarà come giocatore con la maglia Montepaschi. Giustamente considerato la
ciliegina sulla torta mensanina, Baxter, giova ricordarlo, è stato il
sogno proibito di mezza Europa nel corso di questi due ultimi anni.
Reduce da un’ottima carriera universitaria, pur senza esplodere a livello professionistico, Baxter si è fatto una solida reputazione nella
NBA. Forse paga a quei livelli la mancanza di qualche centimetro, ma
sulle sue qualità a livello europeo sono pronti giurarci in molti. Rimbalzista solidissimo, giocatore dal buon tocco in attacco, fisicamente
pronto a qualsiasi scontro in mezzo all’area, sia esso in attacco che a
ridosso del proprio canestro, Baxter può diventare a buona ragione un
crack alle nostre latitudini, che lui per altro ha già saggiato con la maLUCA LECHTHALER
TERREL Mc INTYRE
glia prestigiosa del Panathynaikos. È lui che può meglio bilanciare gli
equilibri della squadra, al momento spiccatamente a trazione posteriore. Logico che il suo inserimento sconterà lo stato fisico e mentale
con il quale si presenterà a Siena dopo un periodo certamente non facile, ma non può non averlo aiutato il fatto che la Montepaschi, invece di abbandonarlo al suo destino, lo ha addirittura legato a sé per due
stagioni, raddoppiando l’impegno iniziale. Un segno di fiducia importante che gli saprà dare certo ulteriori stimoli.
WADE HELLIWELL: seguendo una consuetudine ormai ricorrente (ma non voluta) degli ultimi anni, quella cioè di dover riparare a situazioni impreviste prima del via del campionato, ecco arrivare alla corte di Pianigiani questo lungo australiano chiamato a
tamponare l’assenza momentanea di Baxter. Sarebbe ingenoroso
dire che nell’emergenza non c’era molto altro da scegliere, in fondo
per coprire temporaneamente una falla non era certo necessario pescare un campione, rimane invece il fatto che Helliwell non è un novizio per il basket italiano e le sue caratteristiche sono ben note agli
addetti ai lavori. Non si tratta certamente di un fenomeno, ma l’ex
romano è il tipo giusto per adattarsi a situazioni del genere, dove facendo di necessità virtù spesso è riuscito a tirare fuori il meglio di
sé. Centro classico, molto grintoso, sa farsi rispettare a rimbalzo. Pur
non essendo un grande attaccante, riesce con frequenza a farsi trovare pronto sugli scarichi e spesso i suoi 211 centimetri si fanno sentire tutti. Una scelta azzeccata che dovrebbe garantire per 2, massimo 4 mesi, la giusta profondità alla Montepaschi sotto canestro,
permettendo non solo di aspettare Baxter, ma anche di gestirne con
sufficiente tranquillità il progessivo inserimento.
LUCA LECHTHALER: togliendo Datome e D’Ercole sarebbe il
cucciolo del gruppo, ma fa un certo effetto chiamarlo così. Chiedere a tal proposito a Savrasenko cosa ne pensa dei suoi gomiti e della
sua capacità di tenere posizione sotto canestro. Spesso quando si
parla di giovani viene invocata la necessità di mandarli a giocare lontano per fargli acquisire esperienza e mai, come nel caso di Lechtaler, tale opportunità ha prodotto risultati così incoraggianti. In effetti Lechthaler, dopo le esperienze maturate a Sassari e Ferrara,
dimostra di essere già un giocatore fatto, capace di garantire minuti
di grande sostanza ed una presenza “di testa” veramente sopra la
media. La sua formazione dal punto di vista fisico è stata sorprendente, non tanto perché non se intravedessero già le potenzialità ai
tempi delle giovanili, quanto perché non era facile ipotizzare una capacità così spiccata di sfruttarne le caratteristiche, perché ad una
grande forza fisica fa riscontro anche la capacità di utilizzarla in
modo efficace nei confronti dei pariruolo avversari. Certo il Lech
dovrà crescere in attacco, dove ancora è limitato il suo repertorio di
soluzioni, ma la prontezza con la quale riesce in taluni casi a sfruttare gli scarichi anche in spazi molto ristretti, ci dà l’idea del potenziale di questo ragazzo. Senza dimenticare il vecchio adagio per cui
i pivot maturano molto più lentamente degli altri e Lechthaler ha
solo venti anni e appena sei di basket giocato.
LORENZO D’ERCOLE: per lui è ovvio gli spazi saranno ridottissimi. Si è meritato il posto numero 12 in organico dopo un’ottima
stagione a livello juniores che gli ha permesso di vincere la sfida
tutta interna per il posto, con altri soggetti cresciuti nel vivaio senese. È sulla carta il secondo play di ruolo della squadra e questo potrebbe aprirgli qualche spiraglio di gioco, ma per lui questa sarà soprattutto un stagione importante di apprendistato. Le qualità non gli
mancano e carpire qualcosa ai compagni di ruolo più esperti all’età
di 18 anni è spesso un’occasione da non farsi sfuggire. (M.B.) ■
ROMAIN SATO
LONNY BAXTER
JOSEPH FORTE
OTTOBRE-2006
05-10-2006 8:17
Page 31
diario
FRA SPERANZE, PROGETTI E RIMPIANTI
Roberto Morrocchi
con negli occhi la bella serata con la
Mosca campione d’Europa di Messina,
Vanterpool e Andersen, con il ricordo di
Stefano Bellaveglia, uno che nella forza
trainante dello sport e della Mens Sana ci
credeva davvero. Ci è stato vicino nei momenti felici della Saporta e dello scudetto,
ma anche in periodi più scuri. Idealmente
sarà ancora accanto a noi.
Così come sarà con noi, fra noi, Andrea Corsoni. Un ragazzo cresciuto nel
nostro vivaio. Un ragazzo e uno studente
splendido. Uno che faceva comunque
gruppo. Ci mancherà la sua gentilezza, la
Olga, la nostra mitica segretaria generale, mi conforta sull’andamento della campagna abbonamenti. È partita in ritardo rispetto agli altri anni, ma funziona lo slogan
che vuole la nostra città a palla e c’è simpatia (entusiasmo è una parola troppo
“forte”, almeno per ora..) intorno alla squadra e al suo staff tecnico. Non ha creato
sconcerto nemmeno la vicenda Baxter.
C’è stato qualche commento salace e
qualche gustosa battutaccia, come da
buona tradizione senese, ma quasi tutti
hanno capito le nostre ragioni e il pivot è atteso con curiosità, ma senza il nostro proverbiale malpancismo e soprattutto senza
alcun malanimo nei suoi confronti. Vedremo. Toccherà a lui, una volta sbarcato in
viale Sclavo convincere tutti sulle sue intenzioni e sulla sua voglia di confermarsi sul
campo il giocatore, concreto e positivo, che
è sempre stato in anni importanti di NBA.
Intanto cresce il buon Lechthaler e tornano in sella lo statuario Eze e “barba” Datome, mentre Boisa non ha nemmeno il
tempo di smaltire le fatiche delle qualificazioni europee, perché la Montepaschi ha
bisogno di lui e dei suoi auspicabili progressi. Personalmente in Boisa ci credo,
eccome, anche se lo vedo pressoché
esclusivamente ala. Uno da lanciare in velocità e per il quale costruire anche qualche buona opportunità da triplista.
Minucci sta intanto battendo palmo a
palmo Toscana ed Umbria per spezzare il
pane della nuova filosofia, quella del progetto “Montepaschi basketball generation”
che vuole fare della Mens Sana il polo di
aggregazione di tanti giovani appassionati della palla a spicchi. Il fine dichiarato?
Quello di avvicinare concretamente la
gente a questo sport meraviglioso e modernissimo, facendo crescere anche qualche campioncino in casa nostra, dove per
“casa” non deve intendersi esclusivamente la
Mens Sana, ma un più
vasto territorio che veda
la Mens Sana come un
naturale punto di riferimento.
Il progetto non sarà
forse una novità esclusiva, perché diversi sono
stati i tentativi, negli anni,
in questo senso. Nuovissima è invece la determinazione con la quale si
crede in questo disegno.
Importantissimi gli intrecci con uomini di sport,
società e amministratori.
E quando le cose si vogliono davvero, ecco che
tutto diventa più facile.
Vedremo fra qualche
anno se la semina avrà
dato qualche frutto. Io ci
credo e auguro a Ferdinando e al suo staff un
successo senza pari. Era
un po’ quello che chiedeva il Presidente del
CONI, Petrucci, agli uomini della palla arancione all’indomani
delle Olimpiadi di Atene. Gli uomini del basket non hanno saputo cogliere al balzo le
infinite opportunità che quell’argento racchiudeva. Si sono persi in un mare di polemiche fra Lega e Federazione, divise
oltre ogni buon senso. In pochi si sono
mossi. Fra questi la Montepaschi Mens
Sana con la basketball generation…
Venerdì 6 ottobre presentiamo la squadra e la stagione, l’8 finalmente si gioca e
si rompe un lungo digiuno. Chiudo il diario
31
sua infinita educazione, la sua semplicità
e il suo sorriso. Hanno chiamato con il suo
nome il palazzetto del CUS, la squadra
che aveva guidato sul campo. Un gesto importante, colmo di significati. Chissà, però,
se fra tutti riusciremo a far capire a tanti ragazzi che si avvicinano alla pallacanestro
che razza di campione vero, in senso lato,
è stato Andrea…prendiamoci questo impegno, vale più di un nome su di una stele,
anche se inutilmente bellissima. ■
Lo striscione esibito dai tifosi in ricordo di Stefano
Bellaveglia e Luca Lechthaler, uno dei giovani
biancoverdi promosso in prima squadra.
OTTOBRE-2006
05-10-2006 8:17
Page 32
CAMPIONATO DI BASKET SERIE A1 – 2006/2007
I giorni della Beneamata
1ª Giornata
8/10/06
4/2/07
Climamio Bologna-Whirlpool Varese
Snaidero Udine-Vidivici Bologna
Armani Jeans Milano-TDShop.it Livorno
Angelico Biella-Legea Scafati
Bipop Reggio Emilia-Montepaschi Siena
Teramo Basket-Basket Napoli
Pall. Cantù-Benetton Treviso
Premiata Montegranaro-Lottomatica Roma
Air Avellino-Upea Capo d’Orlando
2ª Giornata
15/10/06 18/2/07
19/10/06 25/2/07
22/10/06 4/3/07
Climamio Bologna-Basket Napoli
Montepaschi Siena-Lottomatica Roma
Armani Jeans Milano-Angelico Biella
Bipop Reggio Emilia-Whirlpool Varese
TDShop.it Livorno-Vidivici Bologna
Teramo Basket-Benetton Treviso
Pall.Cantù-Upea Capo d’Orlando
Premiata Montegranaro-Legea Scafati
Air-Avellino-Snaidero Udine
9ª Giornata
10ª Giornata
29/10/06 11/3/07
11ª Giornata
26/11/06 1/4/07
18/3/07
12ª Giornata
14ª Giornata
7/1/07
25/4/07
15ª Giornata
14/1/07
29/4/07
21/1/07
9/5/07
28/1/07
13/5/07
Climamio Bologna-Air Avellino
Basket Napoli-Armani Jeans Milano
Lottomatica Roma-Teramo Basket
Montepaschi Siena-Premiata Montegranaro
Angelico Biella-TDShop.it Livorno
Bipop Reggio Emilia-Benetton Treviso
Pall.Cantù-Whirlpool Varese
Upea Capo d’Orlando-Snaidero Udine
Legea Scafati-Vidivici Bologna
3/12/06
7/4/07
16ª Giornata
Basket Napoli-Pall.Cantù
Montepaschi Siena-Legea Scafati
Snaidero Udine-Climamio Bologna
Armani Jeans Milano-Bipop Reggio Emilia
Vidivici Bologna-Teramo Basket
TDShop.it Livorno-Benetton Treviso
Upea Capo d’Orlando-Whirlpool Varese
Premiata Montegranaro-Angelico Biella
Air Avellino-Lottomatica Roma
10/12/06 15/4/07
Climamio Bologna-Lottomatica Roma
Basket Napoli-Legea Scafati
Montepaschi Siena-Upea Capo d’Orlando
Snaidero Udine-Teramo Basket
Armani Jeans Milano-Benetton Treviso
TDShop.it Livorno-Bipop Reggio Emilia
Pall.Cantù-Angelico Biella
Premiata Montegranaro-Whirlpool Varese
Air Avellino-Vidivici Bologna
5/11/06
30/12/06 22/4/07
Benetton Treviso-Climamio Bologna
Snaidero Udine-Basket Napoli
Armani Jeans Milano-Montepaschi Siena
Vidivici Bologna-Angelico Biella
Whirlpool Varese-Lottomatica Roma
TDShop.it Livorno-Legea Scafati
Teramo Basket-Bipop Reggio Emilia
Premiata Montegranaro-Upea Capo d’Orlando
Air Avellino-Pall.Cantù
Benetton Treviso-Air Avellino
Angelico Biella-Montepaschi Siena
Vidivici Bologna-Armani Jeans Milano
Whirlpool Varese-Snaidero Udine
Bipop Reggio Emilia-Premiata Montegranaro
Teramo Basket-TDShop.it Livorno
Pall.Cantù-Climamio Bologna
Upea Capo d’Orlando-Basket Napoli
Legea Scafati-Lottomatica Roma
Benetton Treviso-Premiata Montegranaro
Basket Napoli-Air Avellino
Lottomatica Roma-Bipop Reggio Emilia
Snaidero Udine-Armani Jeans Milano
Angelico Biella-Teramo Basket
Vidivici Bologna-Climamio Bologna
Whirlpool Varese-Montepaschi Siena
Upea Capo d’Orlando-TDShop.it Livorno
Legea Scafati-Pall.Cantù
6ª Giornata
19/11/06 29/3/07
Climamio Bologna-Legea Scafati
Basket Napoli-Whirlpool Varese
Lottomatica Roma-Benetton Treviso
Montepaschi Siena-Vidivici Bologna
Snaidero Udine-Bipop Reggio Emilia
Armani Jeans Milano-Pall.Cantù
Upea Capo d’Orlando-Angelico Biella
Premiata Montegranaro-TDShop.it Livorno
Air Avellino-Teramo Basket
Climamio Bologna-TDShop.it Livorno
Lottomatica Roma-Vidivici Bologna
Montepaschi Siena-Basket Napoli
Whirlpool Varese-Air Avellino
Bipop Reggio Emilia-Angelico Biella
Teramo Basket-Upea Capo d’Orlando
Pall.Cantù-Snaidero Udine
Legea Scafati-Benetton Treviso
Premiata Montegranaro-Armani Jeans Milano
5ª Giornata
8ª Giornata
13ª Giornata
Climamio Bologna-Teramo Basket
Basket Napoli-Vidivici Bologna
Lottomatica Roma-Angelico Biella
Montepaschi Siena-Benetton Treviso
TDShop.it Livorno-Snaidero Udine
Pall. Cantù-Bipop Reggio Emilia
Upea Capo d’Orlando-Armani Jeans Milano
Legea Scafati-Whirlpool Varese
Premiata Montegranaro-Air Avellino
Benetton Treviso-Snaidero Udine
Climamio Bologna-Premiata Montegranaro
Lottomatica Roma-Upea Capo d’Orlando
Angelico Biella-Whirlpool Varese
Bipop Reggio Emilia-Vidivici Bologna
TDShop.it Livorno-Basket Napoli
Teramo Basket-Armani Jeans Milano
Pall.Cantù-Montepaschi Siena
Legea Scafati-Air Avellino
Benetton Treviso-Whirlpool Varese
Snaidero Udine-Premiata Montegranaro
Armani Jeans Milano-Legea Scafati
Angelico Biella-Climamio Bologna
Vidivici Bologna-Upea Capo d’Orlando
Bipop Reggio Emilia-Basket Napoli
TDShop.it Livorno-Lottomatica Roma
Teramo Basket-Pall.Cantù
Air Avellino-Montepaschi Siena
4ª Giornata
12/11/06 25/3/07
Basket Napoli-Lottomatica Roma
Montepaschi Siena-TDShop.it Livorno
Snaidero Udine-Angelico Biella
Armani Jeans Milano-Climanio Bologna
Vidivici Bologna-Benetton Treviso
Whirlpool Varese-Teramo Basket
Upea Capo d’Orlando-Legea Scafati
Premiata Montegranaro-Pall.Cantù
Air Avellino-Bipop Reggio Emilia
Benetton Treviso-Angelico Biella
Basket Napoli-Premiata Montegranaro
Lottomatica Roma-Snaidero Udine
Montepaschi Siena-Teramo Basket
Vidivici Bologna-Pall.Cantù
Whirlpool Varese-Armani Jeans Milano
TDShop.it Livorno-Air Avellino
Upea Capo d’Orlando-Climamio Bologna
Legea Scafati-Bipop Reggio Emilia
3ª Giornata
7ª Giornata
17ª Giornata
Benetton Treviso-Basket Napoli
Climamio Bologna-Montepaschi Siena
Lottomatica Roma-Armani Jeans Milano
Angelico Biella-Air Avellino
Whirlpool Varese-Vidivici Bologna
Bipop Reggio Emilia-Upea Capo d’Orlando
Teramo Basket-Premiata Montegranaro
Pall.Cantù-TDShop.it Livorno
Legea Scafati-Snaidero Udine
17/12/06 19/4/07
Benetton Treviso-Upea Capo d’Orlando
Lottomatica Roma-Pall.Cantù
Snaidero Udine-Montepaschi Siena
Angelico Biella-Basket Napoli
Vidivici Bologna-Premiata Montegranaro
Whirlpool Varese-TDShop.it Livorno
Bipop Reggio Emilia-Climamio Bologna
Teramo Basket-Legea Scafati
Air Avellino-Armani Jeans Milano
ba s k e t
32
OTTOBRE-2006
05-10-2006 8:17
Page 33
vista da lontano
RIDE BENE CHI RIDE ULTIMO
Rudi Simonelli
Quanto è bello Mesesport quando si
presenta con la Coppa del Mondo e la
Torre del Mangia in copertina! Caro papà
Calcio devo proprio chiederti scusa perché ebbi modo di dubitare di te. Era il
2003, ed Il Siena Calcio approdava alla
serie A; in cuor mio cominciai a pensare in
termini di gelosia, cose tipo, “la Mens
Sana sarà obliata” ecc ecc.
Mi sbagliavo di grosso. Era proprio da
allora che i miei colleghi calciofili, cominciavano a chiedermi, “ ehi Rudi come va il
Siena Basket?” quando fino ad allora nessuno si interessava di alcuna cosa. E ancora mi aggiungono ,oggi: “Dai Rudi, lo
Spezia calcio come il Siena, sono il nostro
modello, vogliamo percorrere la stessa
strada”. Ah, quanto è cara e quanto è
bella, emozionante, la vittoria sotto il cielo
Azzurro di Germania.
LEZIONE PER LA NUOVA STAGIONE.
Anzi da questa vittoria traggo una lezione, una vecchia lezione da dedicare
alla Mens Sana 2006-2007: “ride bene chi
ride ultimo”.
Viste anche le circostanze, in molti
avevano dato gli azzurri per spacciati, “Arrivederci Italia”, scrivevano i tedeschi
prima della semifinale, ma di codesti giocatori, preso atto di come si salutavano
appena entrati in campo e notati i sorrisi di
serenità sui volti, appariva chiaro lo spirito
vincente che ci faceva rivivere le emozioni
dell’82, la grande volta in cui ridemmo
bene perché ridemmo per ultimi.
Questo quindi è il grande augurio che
faccio alla nostra squadra per questa
nuova stagione. Heilà! ragazzi della Mens
Sana,vogliamo gioire per ultimi? Desideriamo provarci?
In America il nostro “ride bene chi ride
ultimo” esiste in una forma diversa nel contenuto, ma non nella sostanza. Proprio nel
basket questa frase divenne famosa nelle
Finali NBA del 1978, quando i Washington
Bullets, sotto 2 a 3 contro i Sonics e con la
prospettiva di una gara 7 in trasferta, videro il loro allenatore coniare questo motto:
“It ain’t over ‘till the fat lady sings” cioè “L’Opera non è finita finché la soprano canta”
Ed infatti recuperarono per poi andare a
prendersi il titolo a Seattle in gara 7.
LA GRANDE RIVINCITA
Se noi ci pensiamo bene una storia simile ce la siamo goduta alla grande nel
2004. Ricordate?
Facciamo un flash back. Avversario la
Benetton Treviso. Nella stagione 20022003 ci battono due volte in regular season, poi nella drammatica Final Four di
Barcellona ed infine 3 su 4 nella semifinale scudetto. Totale 6 a 1.
Inizia la stagione 2003-2004, a Treviso
perdiamo di 23(!!) 7 a 1. Arriva il 19 marzo
2004 e Siena nella Top 16 di Euroleague
va a Treviso. Qui girano i venti. Quel giorno qualcuno pensa che è ora di riscossa,
di dire che ride bene... Sentite cosa scrisse la Gazzetta a commento di quella partita: “Bella come una finale. Anzi, di più. Intensa, combattuta, giocata al massimo,
emozionante, da applausi”. Siena perde,
all’ultimo secondo, quando il tentativo di
David Vanterpool si infrange sul ferro, ma
gioca una grande partita. E qualcuno ci da
per eliminati. “Benetton… la Final Four di
Tel Aviv è più vicina”, titolano. Ma quella
grande partita della Mens Sana rompe gli
equilibri interni di Treviso, toglie loro certezze, dà coraggio ai nostri.
Pochi giorni dopo il ritorno, giovedì 1°
Aprile 2004. La veste
grafica di quella gara
ha qualcosa di diverso, perché la Benetton gioca a Siena con
la maglia bianca,
visto che la Mens
Sana presenta la sua
magica divisa amarcord Antonini. E sono
tuoni
e
fulmini.
“Siena, ciclone su
Treviso” titola Il Corriere dello Sport. 80 a
64, una gara perfetta,
la partita dell’anno, la
gara chiave di quel
2004. Giovedì 8 aprile
la Mens Sana lanciatissima va ad Atene,
strapazza il Panathinaikos di Obradovic
86 a 77 e stacca il biglietto per la Final
Four, lasciando a
casa la Benetton!!
Che goduria! E non è
Romain Sato
finita.
Domenica 25 aprile 2004. Di fronte a 6336 paganti la Benetton torna a Siena per la gara di ritorno di
33
campionato, decisiva per assegnare il
primo posto in regular season. Una batosta storica inflitta ai veneti: 88 a 69. Come
giocavano a pallacanestro!! Arrivò quel
che tutti sappiamo, poi, il 25 settembre
2004, la replica in supercoppa Italiana,
Benetton sempre dietro, dal primo all’ultimo minuto e Vanterpool ad alzare la
Coppa.
L’anno scorso abbiamo fatto 1 a 1, ma
c’è da dire che loro si sono rifatti col tricolore. Adesso tocca a questa nuova Mens
Sana, anche se tutti si fanno in quattro per
non illudersi, non vogliono più risvegli con
delusione annessa, insomma si vola
basso. Giusto, giustissimo e dovuto. Io,
però, il mio blitz serale a Montecatini me lo
sono fatto per capire dal vivo di che sapore sa questa nuova squadra, e le sensazioni, come per l’Italia mondiale, sono comunque quelle giuste, c’è una coppia di
all-black che affascina (Forte-Sato), anche
se in qualche momento l’MPS appare un
po’ ossidata, ancora intossicata dall’indigesta primavera romana. Molto dipenderà
da quanto Pianigiani saprà crederci, e da
come saprà trasmetterlo. Dategli solo un
Baxter in forma e metteteglielo in mezzo
all’area. Poi vedremo. Sognare è lecito. ■
OTTOBRE-2006
05-10-2006 8:18
Page 35
35/basket
SIMONE, L’ALLENATORE DELLA PORTA ACCANTO
di Duccio Balestracci
Mettiamo subito in chiaro una cosa: un allenatore può venire da dove gli pare,
esser nato magari a Timbuctù, aver fatto esperienza anche a casa del diavolo. Un allenatore deve saper guidare la squadra, farla vincere, portarla in cima alla classifica
e, se è nella sfera del possibile, farle vincere il campionato.
Punto e basta.
Tuttavia…
Tuttavia, quando un allenatore è nato nella tua stessa città; si è formato nella società sportiva di quella città; ha sempre vissuto in quella città; quando un allenatore
lo ricordi perché lo incontravi anche anni fa a prendere il caffè nel tuo stesso bar o a
comprare i giornali alla tua stessa edicola e sai anche di quale contrada è; quando un
allenatore risponde a queste caratteristiche, c’è, nei suoi confronti, un rapporto oggettivamente diverso rispetto a quello che si costruisce con allenatori venuti da fuori.
Simone Pianigiani corrisponde proprio a queste caratteristiche: è il terzo allenatore senese-di-Siena che (dopo Brenci e Cardaioli) guida la squadra bianco-verde di
basket. Diciamo subito anche questo: non sempre avere queste caratteristiche è un
vantaggio per l’allenatore. Quel distacco che gli crea intorno – che ci piaccia o no –
protezione, in questo caso è parecchio più sfilacciato; quel diritto che tutti si sentono autorizzati a esercitare di dargli chissà quanti non richiesti (e sicuramente superflui, e stupidi) consigli, a pretendere che ti dia chissà quali riservate informazioni se Tizio gioca o Caio si è fatto male; tutto questo, purtroppo, con un allenatore
senese, trova terreno di fertile applicazione. Con presumibile disagio del suddetto
povero cristo che, non potendo per ovvie ragioni trincerarsi dietro questo distacco
(più agevole per chi è nato a Busto Arsizio o a Foligno) deve farsi carico di un surplus di pressione psicologica. Che si trova costretto, magari, a stare attento a che
cosa dice e a chi lo dice, perché una cosa è essere l’amico di tutti i giorni quando alleni le squadre minori, e una cosa è esserlo quando guidi la prima squadra e hai gli
occhi di tutta la città puntati addosso.
Che poi, qualche cosa non va bene, in genere, si pensa subito che non poteva
andar diversamente: “come volevi che andasse? Quello lì è nato per le mi’ scale!!”.
Se invece vanno bene, non mancherà chi mostrerà una infastidita incredulità prorompendo nella più liquidatoria epigrafe per chi si è sempre conosciuto da una vita:
“bravo quello? Ma se stava per le mi’ scale!!”. Può anche vincere il Nobel o il campionato NBA, è sempre stato così e sempre sarà così.
Ma essere un allenatore nato, cresciuto, formato a Siena, che ha guidato per anni
le giovanili della Mens Sana collezionando uno scudetto dopo l’altro, ha in sé una
potenzialità gigantesca. Durante la partita con il CSKA (non alla fine: quando la partita è stata vinta ai supplementari con il pareggio all’ultimo secondo dei regolamentari grazie a un rocambolesco tre punti di Stonerook messo dentro grazie alla
più massiccia dose di fortuna con la “c” maiuscola che mai si sia vista su un parquet
di basket; non alla fine, si diceva, ma durante la partita quando le sorti erano ancora in bilico e anzi parevano inclinare verso Santa Madre Russia) i ragazzi della curva
hanno intonato un “Pianigiani siamo noi” che dice tutto.
C’è identificazione fra il mister e la città perché la città lo sa e lo riconosce figlio
suo, ed è una cosa della quale andare orgogliosi. Questa Mens Sana, che ha sfornato e sforna quanto di meglio si affaccia dal settore giovanile alle prime squadre,
adesso ha anche sfornato un allenatore che, dopo anni di gavettato da vice, finalmente si mette i gradi di comandante e guida una squadra che si porta dietro un
passato prossimo fatto di campionati al vertice, di prestigiose prove in Europa e un
gingillo da nulla come uno scudetto.
Non c’è alcun bovino orgoglio autarchico in quel che stiamo scrivendo: ci mancherebbe altro che pensare a una grande Mens Sana di Siena fatta esclusivamente
in casa, da soli senesi, con soli senesi. Tuttavia non si può mettere in parentesi la soddisfazione di vedere l’impronta di casa in quel che di grande stanno facendo questa
società e questa squadra a livello dirigenziale, a livello di sponsorizzazione, a livello
di struttura agonistica e ora anche di guida tecnica.
Ci scommetto l’osso del collo: quanto mancherà prima che, di fronte a qualche
immancabile difficoltà (magari non ce ne fossero mai…) qualche bischero se ne esca
fuori col più vieto “nemo profeta in patria”? Ci vuol pazienza, gente, anche i bischeri, in genere, stanno per le nostre scale. ■
OTTOBRE-2006
05-10-2006 8:18
Page 36
tiri liberi
SARANNO ANCHE PROVE E BASTA...
Antonio Tasso
Per una città che vive 365 giorni all’anno intorno a Piazza, l’assunto è scontato: le prove
‘un contano!
Puoi essere primo la sera dell’assegnazione, vincere la seconda e terza prova, staccare
tutti di tre colonnini alla prova generale, addirittura dominare la provaccia…. Ma se non sei davanti a tutti al terzo giro, al mortaretto la sera del
Palio, non hai fatto niente!
È il Palio che conta, è il Palio che resta…. e
le belle figure delle prove passano nel dimenticatoio o, quando restano, sono capaci di farti incazzicchiare…
Sarà forse per questo che, qui a Siena,
anche nello sport siamo parecchio ma parecchio di bocca difficile; i precampionati non ci
esaltano, le amichevoli di fine estate lasciano
spesso il tempo che trovano e da quando –
anche noi della palla al balzello- siamo diventati “grandi”, non ci esaltiamo più di tanto per una
vittoria a Bormio o per una passeggiata contro
Fabriano. Due punti in più o in meno contro i livornesi o una “stiacciata” di testa a quelli di
Montegranaro, possono servire alle testate locali o nazionali per riempire spazi, ma negli appassionati tecnicamente scafati i risultati vengono presi per quello che sono: allenamenti per
incrementare la forma, affinare l’intesa, focalizzare i giochi, valutare le risposte alle richieste
del coach, permettere alla gente di vedere i beniamini all’opera. Tutto qui.
Il calcio d’estate ed il basket di settembre
sono piacevoli preludi allo svilupparsi di una stagione sportiva che vedrà il suo apice nelle gare
“vere” di campionato e Coppa, qualunque essa
sia. Allora e soltanto allora – si dice – i risultati
conteranno…
Ma intanto, ad oggi, …è più di un mese e
mezzo che la Mens Sana non perde partita! Non
conta niente, lo sappiamo, ma ad oggi, 29 settembre (ah!... Equipe ‘84 della nostra giovinezza….), i ragazzoni in canotta biancoverde devono ancora trovare qualcuno più forte di loro.
Non le due squadre di Istanbul, non i bulgari di Sofia che ritroveremo in Coppa, non l’ambiziosa Virtus Bologna dell’ambizioso Sabatini
imbottita di nomi altisonanti (l’unico simpatico è
ancora il “nostro”Vukcevic), non i “pescatori” dei
Quattro Mori, né tantomeno i “termali” di Niccolai ( che, essendo in Adue, non avremo il piacere di …salutare), non (e qui mi trema la mano
per davvero!) i Campioni d’Europa del CSKA,
l’imbattuta – fino a Siena, eh!– Armata Rossa di
Langdon, Savrasenko, Pashutin, Smodis, cangurAndersen, Vanterpool e... Ettore MESSINA!
L’abbiamo battuto, anche Lui, il più odiato
dalle nostre parti (forse perché è veramente il
più bravo), quello che non ci sta a perdere nemmeno a scopa, quello che non digerisce le
sconfitte nemmeno con tre dosi di bicarbonato
e (ma sì!!) una di olio di ricino. Quello che ha
spiegato ai suoi tifosi russi, sul sito russo della
società, non tradotto in inglese forse per decenza, che la sconfitta di Siena è dovuta al
lungo viaggio da Bologna a qui… Non una parola sugli avversari, sul gioco, sulla nostra vitalità… Davvero un Signore!!!
E noi – prima della gara – gli s’era dato
anche una targa.
E anche quella – credetemi – gli è rimasta
di traverso…
Ma era precampionato, non conta niente…
Ma intanto il Trofeo, intitolato ad “Uno” veramente “ grande, a discapito dell’altezza, è rimasto qui dove Stefano Bellaveglia ha tifato, aiutato, gioìto insieme a tutti noi.
Era solo precampionato…. Anche il prim’anno con Ataman…e venne Lione!
Mi mancherà, e non solo a me!
Mindaugas Zukauskas da Siauliai, Lituania,
mancherà a tutti!
Perché è stato un grande giocatore mensanino, un signore in campo e fuori, un amico discreto e riservato, uno che per cinque campionati ci ha dato tutto quello che gli s’è chiesto, la
difesa e l’attacco, il tiro ed il “golino”, quaranta
minuti e…la panchina. Sempre pronto, sempre
agli ordini, mai polemico: un vero “riadavoi”, non
una prima stella.
A Lui, Soldatino del Baltico (ma anche Campione d’Europa e Vincitore di Eurolega e conosciuto ed appetito da tanti…) venivano affidate
le missioni più delicate e ne sanno qualcosa Bodiroga, Edney, Jasikevicius & Co… E Lui, obbediente come solo il carattere degli ex soviet sa
essere, eseguiva il mandato.
Poi, sorridente, in panchina. Pronto per altre
missioni o in attesa della sirena finale, così, modestamente tranquillo, con la consapevolezza
dei forti.
Mi mancherà Minda per quella sua “napoletanità” baltica che gli faceva apprendere tutti i
modi di dire del “Banana” (a cui mancherà tantissimo, lo so!), per l’arguzia ormai toscana, per l’amore per l’olio, il vino e la
cucina di casa nostra.
Mi mancherà per la
sua famiglia, per il capo
biondo di Manti, per il sorriso della Signora, per le
risate in russo.
Mi mancherà almeno
per un anno, quanto basterà a Pesaro per tornare
36
su con noi, nella serie A che conta.
Poi, se finalmente lo rivedremo al Palasclavo, sono sicuro che lo applaudiremo come mai
abbiamo fatto per nessuno, nemmeno per Gorenc, nemmeno per …Bucci.
E Lui non potrà farne a meno e, insieme a
noi, con quell’accento triste delle genti baltiche,
lo so, intonerà sottovoce la Verbena… e gli verranno le lacrime.
Ciao, Minda e buona fortuna.
Labas!
Nell’attesa che arrivi (e che – secondo tutti –
faccia sfracelli!) si sprecano le battute su Lonnie
Baxter, attualmente... “in ritiro personalizzato”.
Salaci, cattive o semplicemente battute ma,
in ogni caso, testimonianza di quanto ci si attenda da lui da tutti consapevoli della sua reale
forza di giocatore più che coscienti della sua valentia balistica.
Troverà una città che lo aspetta come un figliol prodigo, pronta ad emozionarsi per la sua
fisicità, per la sua dirompente atleticità e, almeno questa volta, timorosa nelle critiche
…non si sa mai!
Troverà il tifo caloroso ed entusiasta della
curva che già lo ha eletto a suo beniamino reclamandone la libertà come per uno dei suoi ultras (“Lonnie libero” – gridavano contro
Mosca!), troverà i compagni già avanti nella preparazione ma pronti ad accompagnarlo, troverà
un coach “dei nostri”, uno che – finalmente (ed
erano anni che non succedeva, da Pancotto in
qua) – quando c’è da berciare bercia eccome
(magari, Simone, con Lonnie, un po’ di attenzione please!).
Troverà anche – dice Mario polemico ma gasato – le cacce aperte ed il passo dei tordi per
sfogare eventuali residue velleità.
Ma soprattutto la Mens Sana (la raccontano
al bar del Benvenuti) ha trovato quello che cercava: un centro cui non mancano di certo …Arresto e Tiro!
Arriva presto Lonnie, ti aspettiamo! ■
La squadra con il ‘Trofeo Bellaveglia’
OTTOBRE-2006
05-10-2006 8:18
Page 37
Siena l’ha abbandonata cinque anni fa
vincendola. Allora si chiamava Saporta,
oggi è totalmente rinnovata e si chiama
Uleb Cup. Cambia la formula, che prevede dopo i gironi eliminatori un andamento da tabellone play-off, vale a dire ad eliminazione. Si chiude con la finale secca in
una sede già predefinita.
Allora fu Lione, stavolta sarà Charleroi, in Belgio. La differenza sostanziale
con il 2002 riguarda però il premio per il
vincitore. Allora si alzava solo una coppa,
il 10 aprile 2007 chi vince si guadagna
anche l’Eurolega nella stagione seguente.
Un incentivo che non guasta e che accresce di fascino una competizione tutt’altro
che di serie B. Tanto per dire che almeno
cinque, sei squadre potrebbero far strada
anche in Eurolega.
La Montepaschi è sicuramente una di
queste, e manco a dirlo un paio delle altre
elette se le è pure trovate nello stesso girone. Ma tanto la scarsa fortuna nei sorteggi è ormai proverbiale. Il consiglio a
Minucci e alla società è sempre lo stesso:
chiedere una consulenza alla Fortitudo,
che invece con le urne europee ha un feeling tutto suo.
I nomi più accreditati per la vittoria
finale dell’Uleb cup sono quelli di Real
Madrid, Montepaschi, Khimki, subito a
ruota seguono Hapoel, Aek, Vilnius e una
compagnia che annovera tra le altre la
Snaidero di Cesarone Pancotto. Poche
possibilità di rilassarsi per i ragazzi di
Pianigiani, cui è stato comunque riconosciuto l’onore di aprire la competizione.
L’opening-day è fissato a Siena per il
prossimo 30 ottobre, quando al PalaMensSana arriverà l’Alba di Berlino. Sarà
questo l’anticipo del primo turno, e l’autentico taglio del nastro. La scelta è caduta su un’ormai consolidata realtà europea, vincitrice dell’ultima Saporta
disputata e presente a due Final Four su
quattro partecipazioni all’Eurolega.
Da una parte un attestato di stima,
dall’altra la sensazione che comunque
Siena partirà con gli occhi addosso, con
tutti i pro e i contro che la molta pubblicità comporta.
Dopo i tedeschi le due trasferte più difficili. Prima a Gerusalemme, a far visita all’Hapoel, semifinalista un anno fa e costruito intorno a Mario Austin, uno sul
quale a suo tempo anche Minucci aveva
fatto un pensierino. La settimana seguente
si va in Russia nella tana del Khimki.
Squadra composta da gente tosta, due
nomi su tutti ne sono la garanzia. Gianmarco Pozzecco non ha bisogno di presentazioni, tantomeno Boris Gorenc, oggi
trentatreenne e ancora molto amato dai
tifosi biancoverdi. Si prosegue in casa col
Sofia e poi in trasferta ad Ostenda, le due
squadre meno note del girone. Il ritorno finisce il 16 di gennaio. Agli ottavi dei playoff si qualificano le prime quattro di ogni
girone, e malgrado l’urna poco felice il
compito sembra ampiamente alla portata.
Meno facile fissare un obiettivo definito. La Mens Sana vanta giocatori con
esperienza in Eurolega, oltre a McIntyre,
un anno fa protagonista in Uleb con Reggio Emilia. Ma giocatori importanti (Sato
e Forte su tutti) sono neofiti, e in assoluto
tutta la piazza deve prendere le misure ad
un palcoscenico nuovo. Diciamo che per
non uscire ridimensionati dall’avventura
continentale serve come minimo un posto
fra le prime otto, un compito da sei. La
scala di soddisfazione prosegue di questo
passo: buono raggiungere la semifinale,
ottimo arrivare a Charleroi, eccezionale
bissare Lione, in una competizione, diciamolo sin da ora, con maggiori tranelli rispetto a quella del 2002.
Rimantas Kaukenas,
dopo un solo anno,
è già un veterano
dei biancoverdi
SORGE CON ...L’ALBA BERLINO, NELL’OPENING-DAY DEL 30 OTTOBRE,
LA PRIMA STAGIONE DEI BIANCOVERDI IN ULEB CUP
Una fama
da non tradire
FABIO FINESCHI
ba s k e t
37
OTTOBRE-2006
05-10-2006 8:18
Page 38
Terrel Mc INTYRE
Calendario Uleb Cup 2006/2007
Gruppo C (Regular Season)
Alba Berlino (Germania)
BC Khimki (Russia)
Hapoel Gerusalemme (Israele)
Lukoil Sofia (Bulgaria)
Montepaschi Siena (Italia)
Telindus Ostenda (Belgio)
Alba Berlin
ARCHIBONG, Koko Aniekan
AVERY, Will
BOUMTJE-BOUMTJE, Ruben
CANAK, Nenad
OWENS, Chris
GREENE, Demond
HERBER, Johannes
JENKINS, Julius
MAMIC, Matej
FORD, Sharrod
STANOJEVIC, Jovo
ZWIENER, Philip
EVANS, Yannick
SIMON, Nicolai
FABLER, Oskar
Allenatore: RODL, Henrik
Ala
Guardia
Centro
Ala
Ala
Guardia
Guardia
Guardia
Ala
Ala
Centro
Ala
Ala
Guardia
Guardia
205
188
212
204
204
185
197
187
203
206
207
201
202
190
198
1981
1979
1978
1976
1979
1979
1983
1981
1975
1982
1977
1985
1986
1987
1988
Hapoel
Gerusalemme
AUSTIN, Mario
COTA, Ed
BOWERS, Timmy
GOLEMAC, Jurica
HAGAG, Dror
MARKOVICH, Erez
NAOR, Matan
SLAY, Tamar
TAPIRO, Meir
MOSCOVITZ, Mordechai
PNINI, Guy
DERY, Avishai
Allenatore: SHAMIR, Dan
Ala
Guardia
Guardia
Ala
Guardia
Centro
Ala
Ala
Guardia
Ala
Ala
Guardia
206
187
188
209
178
207
195
204
192
202
200
193
1982
1976
1982
1977
1978
1978
1980
1980
1975
1985
1983
1988
Montepaschi Siena
BOISA, Vladimer
Ala
206 1981
CARRARETTO, Marco
Ala
197 1977
DATOME, Luigi
Ala
202 1986
EZE, Benjamin
Centro 208 1981
FORTE, Joseph
Guardia192 1979
KAUKENAS, Rimantas
Guardia192 1977
McINTYRE, Terrell
Guardia175 1977
SATO, Romain
Ala
195 1981
STONEROOK, Shaun
Ala
201 1977
D’ERCOLE, Lorenzo
Ala
200 1988
LECHTHALER, Luca
Centro 206 1986
Allenatore: PIANIGIANI, Simone
38 b a s
ket
BC Khimki
1ª Giornata
GORENC, Boris
SAVKOV, Alexei
FRIDZON, Vitaly
KRASNIKOV, Sergey
POZZECCO, Gianmarco
ERSHOV, Denis
LEVTER, Roman
TORRES, Oscar
WOLKOWISKI, Ruben
BOOKER, Melvin
KARAULOV, Sergey
OKULAJA, Ademola
DIACHOK, Vladimir
PODKOLZIN, Pavel
Allenatore: ELEVICH, Sergey
Guardia
Guardia
Ala
Ala
Guardia
Centro
Ala
Ala
Centro
Guardia
Centro
Ala
Ala
Centro
195
196
195
202
180
220
209
196
207
185
215
207
204
226
1973
1979
1985
1979
1972
1981
1984
1976
1973
1972
1984
1975
1980
1985
30-31/10/06
5/12/06
7/11/06
12/12/06
BC Khimki-Hapoel Gerusalemme
Montepaschi Siena-Alba Berlino
Lukoil Sofia-Telindus Ostenda
2ª Giornata
Telindus Ostenda-BC Khimki
Alba-Berlino-Lukoil Sofia
Hapoel Gerusalemme-Montepaschi Siena
3ª Giornata
14/11/06
19/12/06
21/11/06
9/1/07
BC Khimki-Montepaschi Siena
Lukoil Sofia-Hapoel Gerusalemme
Telindus Ostenda-Alba Berlino
Lukoil Academic
JONES, Lamont
Guardia
BARNES, Lamont
Centro
CEKOVSKI, Gjorgi
Ala
DAVIDOV, Georgi
Centro
KOSTOV, Chavdar
Guardia
LILOV, Ivan
Ala
LILOV, Lubomir
Ala
MLADENOV, Boyko
Centro
MOBLEY, Thomas
Ala
STEFANOV, Riste
Guardia
STOYANOV, Zhivko
Ala
VELIKOV, Asen
Guardia
Allenatore: DOKUZOVSKI, Marin
183
208
202
204
190
195
198
212
197
198
197
187
1972
1978
1981
1976
1988
1988
1987
1981
1981
1983
1987
1986
4ª Giornata
BC Khimki-Alba Berlino
Hapoel Gerusalemme-Telindus Ostende
Montepaschi Siena-Lukoil Sofia
5ª Giornata
28/11/06
16/1/07
Lukoil Sofia-BC Khimki
Telindus Ostenda-Montepaschi Siena
Alba Berlino-Hapoel Gerusalemme
Telindus Ostenda
VAN ROSSOM, Sam
LHOTE, Laurent
WRIGHT, Rashad
WUCHERER, Denis
ILONGO, Christian
PETROVIC, Veselin
POSTELL, Lavor
SIMONOVIC, Marko
HICKS, Eric
PLISNIC, Vanja
OVCINA, Elvir
BELLIN, Sebastien
Allenatore: UVALIN, Mihailo
Guardia
Guardia
Guardia
Ala
Ala
Ala
Ala
Ala
Ala
Centro
Centro
Centro
188
182
188
195
194
194
196
202
197
207
212
205
1986
1984
1982
1973
1985
1977
1978
1986
1983
1980
1976
1978
Formula
Ai nastri di partenza dell’Uleb Cup 2006/2007 si presentano 24 squadre, sudddivise in quattro gruppi di sei formazioni ciascuno. Al termine
della Regoular Season, che si disputa con incontri di andata e ritorno, saranno ammesse alla fase successiva le prime quattro classificate di ogni
girone.
Le squadre vincitrici degli ottavi di finale accederanno ai quarti ed,
eventualmente, alle semifinali. Le vincenti delle due semifinali, giocate
con il doppio confronto, si contenderanno il trofeo in gara unica.
OTTOBRE-2006
05-10-2006 8:18
Page 40
SALE LA COMPETIZIONE FRA SIENA, BOLOGNA E TREVISO
PER AGGIUDICARSI I MIGLIORI GIOVANI
All’ultimo prospetto
STEFANO FINI
Alla prima uscita casalinga della Montepaschi contro il Cska di Mosca ha coinciso anche la prima stagionale degli under 18,
impegnati in terra emiliana nel memorial
“Andrea Pedriali” a Morciano. Gli Junior di
Griccioli, Campanella e Magro, ammessi
direttamente alla semifinale per aver vinto
la passata edizione del torneo, hanno incon-
meri ed obbiettivi significativi: 5 giornate
consacrate al basket giovanile con 60 società iscritte, 110 partite giocate, 1000 ragazzi impegnati.
Siena, negli incontri svoltisi al Politeama di Poggibonsi, fra la Mens Sana e le altre
società della provincia, ed al Forum Nelson
Mandela di Firenze, lancia un interessante
trato la Fortitudo Bologna, vincitrice nei
quarti (+20p.) sulla selezione Valconca; i
felsinei hanno avuto la meglio (+4p.) dopo
due tempi supplementari. Nella finale i bolognesi della Fortitudo sono stati nettamente (-19p.) superati da una forte Crabs Rimini ; segnaliamo le prestazioni di Chiarini fra
i bolognesi, di Curcio fra i riminesi (assente
il croato Metreveli) e di Di Bartolo fra i
mensanini (nettamente il migliore dei suoi).
Ma in questo mese , oltre ai tradizionali
tornei di inizio stagione (quello di Morciano è uno di questi, già vinto dalla squadra
mensanina due volte) a fare notizia sono le
iniziative, le guerre fredde e calde
che da mesi stanno focalizzando
l’attenzione degli addetti ai lavori.
Siena, Bologna, Treviso sono in
piena competizione; sui giovani si
riscoprono interessi, si rispolverano
iniziative, si riinvestono capitali.
Bologna ha organizzato nella
nuovissima e bellissima struttura
del Cierrebi, con i suoi quattro impianti, l’ “All Star Game Junior anno primo”, una kermesse giovanile di primaria importanza con nu-
ed ambizioso programma: il “ Montepaschi
Basket Generation”. Questa iniziativa dovrà
nel breve, medio e lungo termine, creare un
ampio bacino nell’ intento di selezionare e
formare giovani prospetti coinvolgendo in
modo diretto, pratico ed interessato le società che operano nella provincia di Siena
ed anche in quelle delle province limitrofe:
Grosseto, Arezzo, Firenze e tutta l’Umbria.
La Montepaschi Mens Sana metterà a
disposizione la sua grande esperienza nel
settore giovanile per creare con le altre società “satelliti” una organizzata struttura che
dovrà essere un punto di riferimento importante per tutto il movimento nazionale e pertanto, anche, per i prospetti più interessanti
del futuro.
Mentre Sabatini, patron della Virtus Bologna, dichiara che il suo “Al Star Game Junior” diventerà l’ happening giovanile più
importante d’ Italia al fine di riportare Bologna ad essere la Basket-City non solo per il
derby fra Fortitudo e Virtus ma anche per
quello che riuscirà a proporre ai giovani;
Minucci, Giemme della Mens Sana, propone Siena come modello alternativo allo strapotere economico delle altre società; mo-
Lorenzo D’Ercole
(a destra) , classe ‘88,
l’ultimo giovanissimo
del vivaio mensanino
Davide Visigalli
della MPV Virtus,
neo biancoverde
40 b a s
ket
dello fondato sulla collaborazione con le
realtà vicine per proseguire e perfezionare
quella politica sui giovani da anni bandiera
della società senese. Lo scambio Bianchi
(Mens Sana) Visigalli (Virtus Si), che si è
concretizzato in questi giorni, può essere
considerato il primo esempio di questa
nuova collaborazione.
Ma questo non è stato un mese di sole
iniziative sul fronte del basket giovanile; ha
continuato ad essere anche un mese di guerre fredde, di battute e controbattute, la logica coda di un mercato del basket giovanile
(forse il solo e vero mercato estivo) estremamente effervescente.
Treviso con le operazioni portate a termine dal suo g.m. Andrea Fadini, vecchia
conoscenza senese, ha reclutato il meglio
‘89: Renzi, dal Don Bosco Livorno, il miglior ‘90, Rullo, dalla Virtus Siena, ed il miglior ‘92, Ingrosso, da Massa e Cozzile;
nomi forse insignificanti per il grande pubblico, ma importanti per gli addetti ai lavori. L’intervento, un “blitz di rapina”, del manager trevigiano sul mercato giovanile è
tuttora motivo di discussioni ed interesse
mediatico: sulla copertina di Superbasket, l’
importante settimanale di Franco Montorro,
troviamo scritto “il caso: Perchè si litiga sui
giovani ! - Polemiche per il mercato nei settori giovanili! “ Non c’è che dire, tra Siena
e Treviso è guerra fredda; Minucci e Fadini
non si nascondono dietro le loro verità.
Renzi, ala forte dal fisico importante (208
cm.) e dalla mano punitiva, faceva da tempo
(giugno) parte di un accordo di collaborazione fra la società senese e quella labronica. Il giovane rimaneva a Livorno per maturare e crescere per poi approdare a Siena. Un
accordo allargato ad altri prospetti e ad altre
iniziative, concluso con un assegno bancario che avrebbe portato nelle casse della società labronica, nel corso di tre anni, una importante cifra. Ma dato che, per il
reclutamento di un giovane, non ci sono regole che obbligano la società reclutante con
il club di formazione del giovane, la Benetton ha definito il trasferimento del “bravo
Andrea” fra le mura domestiche di casa
Renzi con convincenti argomentazioni economiche a vantaggio della famiglia. Potremmo supporre che forse questo non sarebbe successo se alla guida della Benetton
ci fosse stato quel Gherardini, fresco dirigente dei Toronto Raptors, notoriamente
considerato non solo persona competente
ma anche sufficentemente corretta. Forse,
però, considerando che il caso del reclutamento del giovane Roberto Rullo (ex Virtus
Siena), concretizzatosi in questa estate ma
delineato e definito sin dalla passata stagione dallo stesso Gherardini, ha molte analogie con il caso Renzi.
OTTOBRE-2006
05-10-2006 8:18
Page 41
L’ultimo acquisto
della Ducato,
la lituana
Kristina Vengryte,
sulle passerelle
dell’alta moda
“Caccia a Ottobre rosso”.Si potrebbe iniziare con l’apologia del famoso film sull’odissea del sommergibile atomico sovietico, appunto “Ottobre rosso”, il cui comandante
decide di fuggire negli Stati Uniti, e vi riesce,
dopo una lunga serie di drammatici avvenimenti. Il comandante sovietico in realtà è di
Vilnius, la capitale della Lituania, concittadino della avvenente Kristina Vengryte ovvero
la prima straniera del basket femminile senese. La possibilità di avere una straniera anche
nel campionato cadetto di A2 è sicuramente un
esperimento della federazione femminile italiana, una decisione da molti esperti ritenuta
saggia ed efficace sul piano della competitività
mentre altri del settore ne hanno evidenziato
tutti i rischi. Il primo dei quali è certamente la
possibile mancanza di spazio per le nostre atlete, con la conseguente flessione delle iscrizioni fin dalle formazioni giovanili. Ma di questi
aspetti ci sarà tempo e luogo per parlarne; oggi
i riflettori sono accesi su di lei, la novità fa
sempre notizia, la lunga comunitaria di 185 cm
che nelle geometrie di Zani difficilmente potrà
essere utilizzata come centro puro, piuttosto
da ala forte in piena coerenza a quella che è
stata la filosofia del coach bianconero: basket
veloce, perimetrale, prevalentemente orizzontale. La bella Kristina dovrà trovare le migliori coniugazioni alla vocazione storica del trio
Granieri-Cencetti-Petrassi, un consolidato di
tecnica e passione riproposto anche in questo
settimo anno di presenza nel campionato cadetto di A2 con la sola incognita anagrafica per
le tre campionesse senesi, “ragazzine” da
quasi …cento anni in tre. Le due partite di
Coppa Italia dello scorso settembre hanno infatti riproposto il classico basket della Ducato
che come noto enfatizza il contropiede e la velocità a discapito della fisicità sotto il ferro e
della lotta ai rimbalzi. La Coppa è iniziata
bene, due vittorie piene contro avversarie importanti, una delle quali addirittura la “nemica
storica” delle senesi, il Castellani Pontedera
guidato dalla famosa Lucilla Matassini che ha
lasciato il grande basket (giocherà per diletto
in serie C con il suo San Miniato, la squadra
che la vide ragazzina di minibasket) per il
IL CAMPIONATO NON È AGEVOLE,
MA LE RAGAZZE DI ZANI HANNO IL DOVERE DI PROVARCI
Per la Ducato
l’esigenza di aprire
un nuovo ciclo
FRANCESCO OPORTI
nuovo ruolo di direttore sportivo. Queste
prime due uscite hanno permesso una prima
osservazione sui nuovi acquisti effettuati dalla
dirigenza di via del Costone per colmare le significative lacune in termini di tecnica e fisicità pura createsi con l’uscita della campionessa di colore Maddalena Ntumba e della
pivot “storica” costoniana Jolanda Torre oltre
a quelle –certamente più ‘leggere’-di Rosaria
Grillo e della lunga Elena Riccardi. Ecco allora sul parquet dell’Acquacalda Manuela Diamanti, una vecchia conoscenza del basket nazionale, concreta e positiva per testa e
movimento, forse con qualche problema fisico
a giudicare dalla mancanza di reattività in alcuni giochi “zaniani” di contropiede. Sul tiro il
lavoro da fare non manca, ma la campionessa
che assomiglia a Ilaria Chemello c’è tutta. Poi
la piccola e veloce play Agnese Soli, una giocatrice giovane che dovrà crescere nel ruolo
aggiungendo punti alle sue buone qualità di
playmaker d’ordine e l’altra giovane lunga
Mina Luongo proveniente dalla serie B d’eccellenza ancora tutta da scoprire. Il campionato appenninico sarà particolarmente duro, trasferte pesanti ed impegnative, squadre sempre
più competitive e soprattutto incoraggiate da
numeroso e caloroso pubblico, il “famoso” valore aggiunto che manca alla Ducato, e non lo
diciamo da ora.
L’altra forte criticità è rappresentata dal
numero delle promozioni per la serie A1, una
soltanto per i due gironi nazionali contro le
due della passata stagione. Ipotizzare una promozione è quindi azzardato per qualsiasi formazione, tanto più che non si avverte nemmeno questo sentiment forse nel ricordo di tante
passate delusioni quando l’acquisto di atlete
importanti aveva fatto sognare immediati traguardi. Ricordiamo lo squadrone che chiamammo ‘Dream Team’, quello di Ilaria Chemello, Marika Zanardi e Simona Albertazzi
che in effetti fece sognare davvero sconfiggendo Viterbo (che poi vinse il campionato e
fu promossa in A1) nell’epica battaglia del PalaCus per poi finire al quarto posto dopo una
serie incredibile d’infortuni e di mediocri prestazioni. Il ricordo genera prudenza e toni moderati nella dirigenza costoniana pur nell’esigenza, a questo punto indifferibile, di voler e
dover aprire un nuovo ciclo per il basket rosa
senese impantanato da sette anni in un campionato oggi inadeguato alla tradizione della
città.
La conquista della massima serie nazionale
è un obiettivo legittimo, anzi doveroso per una
comunità che ha la pallacanestro nel cuore e
nella mente; un obiettivo per il quale occorrono
idee e contributi di tutti, grande forza organizzativa e capacità di mobilitare un pubblico che
sia fedele e appassionato. Vincere (o perdere)
davanti a dieci-venti persone sarebbe soltanto
un inutile dato statistico, senza alcun significato sportivo e incoerente al livello delle risorse
disponibili.■
ba s k e t
41
OTTOBRE-2006
05-10-2006 8:18
Page 43
INIZIA LA NONA AVVENTURA CONSECUTIVA DEI ROSSOBLÙ IN B1
FRA NUOVE SPERANZE E VECCHIE PAURE
Lo scudetto della Virtus
è una stagione tranquilla
ANDREA MONCIATTI
“L’anno zero”. Si apre in questi giorni
una stagione di profondi cambiamenti per la
Virtus. La strada maestra è sempre la solita,
con i giovani al centro dell’attività, ma i programmi in realtà sono molto diversi. Fino ad
ora si era scelto di valorizzare i prodotti del
vivaio, affiancandoli a professionisti navigati. Una condotta che aveva portato risultati scarsini per la prima squadra, ma vetrine importanti per molti giovani talenti che
adesso calcano i parquet della serie A (Bruttini, Daviddi, Giuri, Rullo).
Da questa stagione però la Virtus ha cambiato rotta. Le regole sullo svincolo a favore
delle squadre professionistiche di serie A, a
cui basta pagare un parametro in comode rate
per avere i giovani migliori, hanno reso impossibile alle piccole realtà di continuare ad
investire sugli adolescenti. La Virtus allora
ha deciso di spostare in avanti il suo reclutamento, cercando giocatori che, usciti dal settore giovanile senza le luci della ribalta, cercano ancora la giusta maturazione. Così,
guidata da un tecnico molto esperto e non
nuovo a questo tipo di progetti, vedremo in
campo la Mpv più giovane di sempre. L’età
media della squadra è infatti di 22 anni.
Nell’anno in cui le retrocessioni sono
raddoppiate, saranno quattro per girone, pare
un azzardo, ma in realtà non è così. Mai come
quest’anno la Virtus ha seguito una linea
chiara, formando una rosa equilibrata e completa, senza primedonne o doppioni. Una
squadra perfetta per il credo di Stefano Salieri, tecnico competente e molto apprezzato in
B1, anche perché ha dalla sua i risultati.
Fino ad ora nessuno si è sbilanciato
sugli obiettivi, anche se i virtussini sognano
finalmente una stagione tranquilla, magari a
metà classifica, senza l’incubo della retrocessione. Una squadra così giovane però
dovrà imparare anche a soffrire, perché la
B1 è un campionato durissimo per chi non
ha esperienza.
Tuttavia il precampionato ha dato davvero buone indicazioni. Si è giocato sempre
con squadre fortissime, e senza mai sfigurare. Molte sconfitte, ma per pochi punti di
scarto, dopo aver lottato strenuamente. C’è
stata anche un po’ di sfortuna per l’infortunio al ginocchio del lungo Bacchi, che ha
privato la squadra di un validissimo elemento soprattutto a rimbalzo, ma nel complesso i risultati sono soddisfacenti. Insomma per l’agonismo e la voglia con cui i
giocatori hanno affrontato queste sfide, non
sembrava certo di essere in precampionato.
Ora bisognerà fare i conti con le sfide che
mettono in palio i due punti, che danno vita
ad emozioni diverse, ed il calendario non
aiuta, con quattro trasferte nelle prime sei
gare ed avversari piuttosto forti.
Sempre in tema di cambiamenti la Mpv
quest’anno lascerà Colle per tornare al Palasclavo. Una scelta che contenta qualcuno
e scontenta qualcun altro (sicuramente il
cassiere visto il costo dell’affitto del Palasport). Sicuramente giocando ed allenandosi a Siena la prima squadra torna ad essere
al centro dell’attività della Virtus a differenza di quello che era nelle ultime stagioni.
Con questo ci sono tutti gli ingredienti per
una stagione molto divertente, e chissà che
anche il pubblico senese non reagisca nel
modo giusto.
Francesco Bacchi
(n. 15) a rimbalzo.
In attesa del
suo recupero,
lo sostituisce
in allenamento l’ex
Matteo Daviddi
damiani
impianti
condizionamento – riscaldamento – idr osanitaria
Via Guccio di Mannaia 11 (Viale Toselli) - SIENA - Tel e Fax 05.77.28.62.56
ba s k e t
43
OTTOBRE-2006
05-10-2006 8:18
Page 44
sport per tutti•Francesco Montalbano
A tre anni di distanza dalla sua nascita, il Circolo Scherma Uisp di Siena è già una realtà
•Questa è una favola
Inizio a fare scherma come tutti, un po’ per caso nel 1986
all’età di sei anni, e come tutti vivo quello che per me rappresenta un impegno importante e costruttivo come la pratica di
uno sport agonistico.
Vivo esperienze indimenticabili con i miei compagni, visito posti bellissimi. Sì, mi tolgo anche qualche piccola soddisfazione sportiva anche se questo, mi ha sempre insegnato il mio
maestro, non è tutto.
Poi un “bel” giorno qualcosa va storto, ed allora succede
che ti ritrovi con i tuoi amici alle tre di notte davanti alla tua
sala di scherma a chiederti se continuerai a fare scherma o se
sarai costretto ad andare veramente a fare spinning e aerobica in palestra (che incubo!).
Succede anche che proprio non ci stai a pensare che il tuo
maestro da quel momento in poi prenderà in mano la sua sciabola solo per spolverarla ed allora decidi di fare una cosa folle.
Ti ritrovi ancora una volta con i tuoi amici, questa volta
c’è anche lui, il temibile, il vecchio, quello che a settantacinque
anni ancora ha voglia di farti lezione e farti scoppiare di fatica, fino a farti chiedere in ginocchio di farla finita.
Questa volta la cosa si fa concreta, il pensiero è molto semplice: “perché non mettiamo su una bella società di scherma,
tanto ce la possiamo fare” dice qualcuno, “si, certo, tanto io esco
la mattina di casa alle 7 e torno alle 19, dimmi dove lo trovo il
tempo di fare anche il dirigente sportivo!!” dice un altro.
Conclusione del dibattito? In circa due ore nasce il Circolo Scherma U.I.S.P. Siena, siamo nell’agosto del 2003.
A settembre ti ritrovi con i tuoi compagni di avventura al
campo scuola per iniziare la preparazione atletica. Siamo in
sette, e se consideri che uno è un amico che è passato a trovarci, non è un risultato molto incoraggiante. “Ma perché dobbiamo perderci d’animo, tanto ormai la frittata è fatta, questo anno lo dobbiamo finire in tutti i modi, poi l’anno
prossimo vediamo”.
E finalmente si parte con la scherma in pedana. Pedana,
si fa per dire, le pedane costano, ma soprattutto dove possiamo tenerle noi che non abbiamo nemmeno una palestra nostra?
Intanto pensiamo a tirare che prossimamente ci sono gare importanti. Con la scherma in pedana, è ovvio arrivano anche i
primi bambini, il primo segno importante che la nostra idea
non è stata folle, ma a qualcuno è piaciuta davvero. Così succede che da essere un atleta che ha ritrovato un posto per allenarsi diventi un dirigente sportivo che deve pensare a far allenare il vivaio della sua società, una responsabilità davvero
grande per ragazzi come noi abituati a prendersi in giro in pedana e fuori.
Così se ne va il primo anno agonistico, pochi risultati e
molta fatica per arrivare in fondo senza che la nostra creazione collassi su se stessa.
Inizia il secondo anno: buoni propositi, perché il primo, in
fondo, non è andato poi così male. Iniziamo di nuovo ad allenarci, per fortuna ci hanno raggiunto anche ex compagni che in
seguito si riveleranno fulcri importantissimi della nostra attività ed il numero dei bambini è cresciuto molto (bel lavoro!).
Così, riflettendo, inizi davvero a pensare: “ora non si
44
torna più indietro”, poi ripensi “ma chi è che vuole tornare indietro?”. Organizzi scambi culturali con schermidori londinesi, cene in case in cima al Monte Maggio, gite al mare, ricominci a fare tutte le gare che il calendario propone, proprio
come facevi quando avevi quindici anni, e non per il risultato
(idea che ormai hai abbandonato da anni), ma per il gusto di
partire tutti insieme e stare via un fine settimana a far baldoria, anche se gli alberghi non sono sempre il massimo.
Sul più bello è ovvio, arriva sempre la stangata così, mentre sei a Bondi Beach a fare surf, il tuo Presidente ti manda
un messaggio senza farti preoccupare più di tanto che recita:
“problemi gravissimi, siamo senza palestra, ma non ti preoccupare”. Torni dall’Australia e ti cimenti in un trasloco
lampo, il più veloce della tua vita ed il più difficile. Si perché
devi trasferire una sala di scherma da una palestra di 300mq
ad una di 40 e ci devi restare per quattro mesi, fra l’altro i più
importanti della stagione.
Non ti perdi d’animo neanche in quell’ occasione, trasferisci tutto insieme ai tuoi amici, il furgone di uno di loro e l’ape
50 di un altro.
Riprendi gli allenamenti in questa piccola palestra dove ci
sono solo due pedane per trenta persone ed ecco la sorpresa. Arrivano i primi risultati importanti, un titolo italiano a squadre (sciabola femminile) un argento (fioretto maschile) e tanti
altri piazzamenti nelle gare individuali. Cosa è successo? Soltanto che siamo diventati un gruppo imbattibile, capace di affrontare ogni difficoltà senza paura.
Finisce l’anno agonistico e si va tutti in vacanza, questa
volta ne abbiamo davvero bisogno.
Inizia il terzo anno, finalmente, grazie alla U.I.S.P., abbiamo di nuovo una bella palestra, i bambini sono tornati
tutti, ora iniziano a fare gare e risultati. Che soddisfazione,
due anni di immensi sacrifici ripagati nel giro di un paio di
gare dei nostri bambini!
Ora sei lì, a contemplare quello che insieme agli altri sei riuscito a fare, perché nel frattempo ci sono nuovi arrivi anche tra
i “grandi”: uno straniero, un altro che l’ultima volta che l’avevi visto in divisa da scherma era davvero piccolo, l’ultimo che
l’ultima volta che l’ha indossata non lo conoscevi neppure.
Contempli, perché ora che tutti i tuoi amici sono lì che tirano e si divertono, sei davvero soddisfatto del lavoro svolto, contempli perché vedi il Presidente che dice di essere in palestra alle 18 ed arriva alle 20.00, comunque c’è, sempre,
anima e corpo, contempli perchè vedi gli sciabolatori maratoneti che di prendere l’arma in mano non se ne parla prima
delle 20, ma alle 18 sono già in palestra; perché vedi i fiorettisti che sono tornati, dei bambini che tutte le sere, anche se
sono in tre, fanno un girone e chi vince è re per una notte; perché vedi gli spadisti, che sono pochi ma ci mettono l’anima e
vedi i due D’Argenio che sono davvero instancabili e sono
sempre lì con te, per te.
Tutti lì per una causa comune: stare insieme e divertirsi
perché questa passione possa non finire mai.
Vuoi sapere come finisce la favola? Non lo so, ma per ora
è una delle più belle della mia vita. ■