TRANSIBERIANA – CINA - Viaggi Avventure nel Mondo

Transcription

TRANSIBERIANA – CINA - Viaggi Avventure nel Mondo
VIAGGI | Siberia
01
TRANSIBERIANA – CINA
In viaggio attraverso
lo spazio, il tempo, le culture
Da un TRANSIBERIANA – CINA gruppo Soda
Testo e foto di Pasquale Soda
I
tinerario mitico e lunghissimo, attraverso
lo spazio, attraverso il tempo, attraverso
le culture.
Viaggio per antonomasia, il cui incedere
testimonia il modificarsi di scenari, usi, costumi,
situazioni climatiche; viaggio in cui il lento scorrere
del fuso accompagna e soccorre, senza invece
travolgere; viaggio dove la spesso ispida accoglienza
russa cede il passo al calore dei mongoli, per poi
arrivare alla dicotomia del popolo cinese, dove
l’esasperata e spesso nevrotica efficienza degli
addetti al turismo si contrappone alla coinvolgente
umanità della semplice gente che anima i vicoli;
viaggio in cui la frenetica velocità dell’aereo si fa
da parte per restituire al treno una dignità ed una
dimensione umana di cui noi frettolosi turisti del 21°
secolo stiamo sempre più perdendo il senso.
Resta scontata, quindi, la soddisfazione di
un’esperienza dai ritmi d’altri tempi, che si dipana
iniziando con la luccicante e sfrontata realtà
moscovita, quasi una sfida al brulicante consumismo
occidentale, ma nelle cui pieghe vive ancora un
microcosmo marginale e spesso sofferente, i
cui protagonisti sono in attesa di riscatto da una
condizione di vita che li ha visti precipitare da un
mondo senza democrazia ma con tante certezze in
quello odierno, dove stentano a trovare i mezzi per
apprezzare una presunta libertà.
Si prosegue poi attraverso la sterminata provincia
russa, costellata da gioielli architettonici ed artistici,
in una Siberia con picchi evolutivi lontani anni luce
dagli scenari freddi e desolati che il nostro comune
immaginario lascia prevedere. Abbiamo invece
scoperto città vive e splendidamente tenute, in un
territorio immenso, dove anche quando la tutela
ambientale è tutta da scoprire, la dignità umana
non è mai posta in discussione, fruendo di soluzioni
abitative e qualità di vita di valore assoluto.
Ulaan Baatar è una capitale proiettata nel futuro,
con centinaia di cantieri aperti ed una vocazione
democratica sentita e diffusa. Giovani ragazze in
minigonne mozzafiato e tacchi a spillo, sfavillanti
Magazzini di Stato fanno da contraltare a piccole
botteghe, spesso interrate, stipate di scadente
mercanzia cinese, unica opportunità per gli strati
sociali meno abbienti.
Intorno a tutto ciò ruota la millenaria ed irriducibile
realtà nomade di una Mongolia legata al suo passato
ed alle sue tradizioni. Pastori che radunano il bestiame
in moto si alternano con quelli a cavallo od a piedi,
ma le regole ataviche di una cultura condivisa ancora
dominano ritmi di vita e comportamenti quotidiani.
I tre milioni di mongoli, un acino di sale rispetto ai
miliardi che li circondano, fanno tesoro e traggono
risorse per un futuro migliore dalla loro strategica
posizione di cerniera, fra l’orgogliosa realtà russa e
la straripante attività commerciale cinese.
Pechino, ultima tappa del viaggio, megalopoli da
venti milioni di persone, con sei raccordi anulari
concentrici, in una superficie equivalente al
Lazio, esplode nelle sue contraddizioni, laddove
opulenza e frenesia produttiva generano un habitat
sempre più compromesso da inquinamento e
stress. Resta tangibile, comunque, una crescita
poderosa e costante in cui tutti, sia pure con
ricadute diversificate, fruiscono di una condizione
di progressivo sviluppo. Sfida e monito sempre più
incombenti alla saccente decadenza occidentale.
A completamento della nostra esperienza culturale
e di viaggio abbiamo dedicato un’intensa giornata
extra a Xian, antica capitale d’occidente, con la
sua città vecchia brulicante di vita, la sua intatta
ed imponente cinta muraria ed il suo più recente
e conosciuto tesoro: l’imperdibile esercito di
terracotta, summa delle aspirazioni all’immortalità e
del genio artistico dell’essere umano.
Il mezzo di trasporto sovrano in questo itinerario è il
treno: un vero mito che tuttora stuzzica l’immaginario
collettivo con tutta una serie di citazioni letterarie,
filmiche e giornalistiche, le quali ne alimentano la
leggenda e ne sottolineano le peculiarità a volte
uniche.
I treni della transiberiana, così come le stazioni
ferroviarie, seguono ed esibiscono sempre l’orario
di Mosca e considerano le distanze a partire dalla
Capitale. Oltre il confine, in Mongolia, si azzera il
chilometraggio e si usa l’ora locale (mongola).
In pratica, per regolarsi sull’orario e le attività locali,
lungo il percorso verso est vanno aggiunte all’ora di
Mosca +3h a Novosibirsk, +5h ad Irkutsk e Baikal,
+4h in Mongolia e Cina. Il tutto maggiorato di 2h
rispetto all’Italia. Quindi, quando a Roma sono le 12,
sono le 14 a Mosca, le 17 a Novosibirsk, le 19 ad
Irkutsk, Baikal ed Ulan Udè, le 18 ad Ulaan Baatar e
Pechino (tutta la Cina vive con l’orario della Capitale).
In linea di massima più alto è il numero del treno,
più questo è lento e peggiore è il comfort. L’aria
condizionata, assente nei nostri treni in Siberia, è
stata preziosa in partenza da Mosca. Il treno con
numero più alto su cui abbiamo viaggiato è stato
l’ultimo: il fatto che noi andassimo fino ad Ulaan
Baatar, tuttavia, è coinciso con un vagone ottimo e
dedicato ai turisti; il resto (tre vagoni soltanto!) era
tutt’altra cosa.
Siberia
Cina
12 - Avventure nel mondo 1 | 2013
...................................................................................
VIAGGI | Siberia
01 Panorama-dal treno
02Locomotiva
03Ititnerario
Il biglietto è unico per il gruppo, incedibile, non
valido se in copia, per cui consideratelo alla
stregua del passaporto. Per ogni tratta due copie,
di cui una viene ritirata dal personale viaggiante.
La provodniza (provolona per noi…) trattiene i
biglietti fino all’arrivo e svolge funzioni di pulizia,
controllo e vettovagliamento. Ogni vagone è
munito di samovar elettrico, per cui disponendo di
bustine da tè, caffè e/o latte liofilizzato e zucchero
si è autonomi. In caso contrario ci pensa lei a cifre
assolutamente tollerabili. Il carattere della tipa
influisce in maniera apprezzabile sulla qualità del
viaggio: noi, tuttavia, non abbiamo mai sofferto
più di tanto. Una carina ed astuta ci ha venduto
per “soli” 25€ un bicchiere di quelli storici della
ferrovia, con la base di metallo, ormai in via
d’estinzione. Dove c’è gusto non c’è perdenza… E
questo, inoltre, ha molto migliorato i nostri rapporti
personali.
Sempre presenti prese elettriche compatibili con
le nostre, la cui funzionalità è tuttavia instabile;
dimenticate il WiFi e, spesso, anche la copertura
per internet.
Ogni vettura dispone di due bagni, con acqua
rigorosamente fredda; i treni migliori di vagoni con
docce.
Il vagone ristorante, non sempre presente, va
prenotato con ampio anticipo. Sempre caro, in
genere offre cibo di buona qualità. Molto più
economico, divertente e di soddisfazione scendere
alle stazioni e comprare dalle bàbushke o dai
negozi nei dintorni.
In ogni vagone è presente la tabella oraria,
rigidamente in cirillico, con arrivi e permanenze
nelle varie stazioni: dopo essere riusciti ad
interpretala risulta preziosa per le attività a terra.
DIARIO GIORNALIERO
1.Sa 4 agosto: Roma - Mosca
Appuntamento a Roma, partiamo in dieci:
Neapolitan Sodagroup composto nell’occasione
da Ceciliamoglie, “ZioFerro”, “Filo”, “Psiche (in
attesa d’Amore) ” Francesca ed il sottoscritto,
cui si aggiungono Jack ”Osservatore ONU” da
Torino, Barbara “La pasionaria” da Bari, Paolo
“Me facess’na carbonara” da Terni, Nino “Puffetto
sbuffetto (quanno se magna?) ” da Roma ed Eric
“Me frega un cazzo” dal Veneto.
A Vienna ci uniamo a “Patty d’assalto” e Maurizio
“un uomo una telecamera”; a Mosca ci attendono
“Ti stimo” Fabio, “Birraman” Marco e “Bianca &
Bernie”: tutti dal profondo Nord e quindi con diritto
di precedenza (aerea).
Atterrati quasi alle due di notte, li vedremo
l’indomani mattina.
2.Do 5 agosto: Mosca & dintorni
La hall del cosmico Kosmos ci vede tutti (quasi)
pronti alle 8,30 per essere presi in carico
dalla sempre parlante Svetlana, gentilmente
proposta dall’agenzia russa Intourist. Giro in bus
ed approfondimento della Piazza Rossa: non
ricordavo quanto fosse splendida e ricca la chiesa
di San Basilio! La funzione religiosa domenicale,
con i suoi canti e l’accorata partecipazione della
gente, dona un ulteriore tocco a questo capolavoro
artistico, che in una cappella laterale ci offre anche
uno straordinario coro polifonico maschile.
Proseguiamo per il domenicale mercato delle pulci
Izmàylovo: superato un ingresso disneyano ci
immergiamo, purtroppo brevemente, in un piccolo
mondo antico stipato di cianfrusaglie, con qualche
tesoro in attesa di essere scoperto e tanta, ma
tanta atmosfera retrò.
Il bus viaggia per oltre 60Km, giungendo a ridosso
dell’ora di pranzo a Sergiei Posad (nome sovietico
Zagorsk): visiteremo la Chiesa di San Sergio, la
Chiesa di Ivan o dell’Assunzione ed il Monastero
della Trinità fondato da San Sergio di Radonezh,
patrono della Russia, del quale conserva la tomba.
Faro religioso per l’intera Nazione, anche negli
anni più bui della guerra e della repressione
politica, luogo dal misticismo senza compromessi,
03
...................................................................................
pochi turisti nel nutrito pellegrinaggio domenicale,
incatena i nostri occhi e le nostre anime in una
lunga sequenza di capolavori architettonici e
pittorici alternati a manifestazioni di fede profonda
e devota, come da noi ormai ben di rado capita
di assistere. Frammisti ai pellegrini con le loro
semplici e sentite offerte, condividiamo sorrisi e
bevande in un’atmosfera lontana anni luce dalla
frenetica realtà moscovita poco distante.
A sera i “saggi” (o vecchi?) del gruppo si dedicano
al buffet cosmico economico & abbondante prima
di dare alle stanche ossa l’agognato riposo.
Gli altri si disperdono in mille rivoli dall’incerta
soddisfazione personale.
3.Lu 6 agosto: Mosca
Mattinata interamente dedicata ad un’approfondita
(e costosa!) scoperta dei tesori raccolti nel
Cremlino. Usciamo ad ora di pranzo per un rapido
giro ai Magazzini Gum. Come sono cambiati in
venti anni! Vetrina del glamour internazionale,
offrono prodotti esclusivi a vecchi e nuovi ricchi
con prezzi mai esposti e quasi sempre al di fuori
delle umane possibilità. Tavoli da ping-pong nei
corridoi al piano terra sempre impegnati, nuvolette
di deodorante da microdispenser automatici
sospesi sui tavolini dei bar, quattro gatti nei piani
superiori, pressoché deserti i negozi.
Sostiamo alla vicina e suggestiva Cattedrale di
Kazan, recuperiamo un po’ di dispersi e ci avviamo
nel calore pomeridiano verso Arbat. Quella che
una volta era una strada di bancarelle e per lo
scambio di piccoli prodotti artigianali è diventata
un’arteria votata al turismo ed all’industria del
souvenir. Ancora possibile scovare piccoli tesori,
ma immancabilmente a prezzi tostissimi, con
trattative estenuanti e spesso inconcludenti.
Il luogo vede, come facilmente prevedibile, la
polverizzazione del gruppo, una parte del quale
si ricongiunge per il successivo appuntamento
alla metro più per caso che per cosciente
programmazione.
Rimaniamo in sei - sette ad immergerci in
un’odissea sotterranea attraverso la monumentale
e faraonica metropolitana di Mosca. Fantastica
cavalcata attraverso la storia e le mille anime
di una Nazione orgogliosa che ha visto sempre
crescere quest’immensa rete, anche negli anni più
duri della seconda guerra mondiale. Capillarmente
sorvegliata e presidiata, muove milioni di persone
con una rapidità ed una precisione davvero
impressionanti.
Ne usciamo dopo circa due ore soltanto per
rispettare l’appuntamento per lo Yolki Palki,
Avventure nel mondo 1 | 2013 - 13
02
VIAGGI | Siberia
proposto come ristorante serale da Francesca. Una
ricerca infruttuosa e circa un’ora di discussioni
più o meno inconcludenti esitano in un anonimo
ristorante self-service che ha l’unico merito di
sfamarci. E poi c’è chi si lamenta dei capigruppo
decisionisti …
4.Ma 7 agosto: Mosca - Transiberiana
Di buon mattino siamo già all’ingresso di Gorky
Park, semideserto polmone verde a ridosso del
fiume, dove facciamo l’amara scoperta che il
primo battello passa alle 12, troppo tardi per noi.
Ripieghiamo, perciò, sulla vicina ed interessante
Nuova Galleria Tretyakov, rinunciando agli
interessantissimi ma troppo lontani Museo
Pushkin e Galleria Tretyakov.
Alle 14, raggruppatici in albergo, veniamo
trasportati in bus alla Stazione Ferroviaria
Yaroslavskaya, da cui partono tutti i treni della
Transiberiana. Il grande momento è giunto:
alle 15,30 circa prendiamo possesso dei nostri
scompartimenti ed alle 16,20 in punto si parte!
nonché piacevolissima e vivace cittadina, ci
impegna l’intera giornata in una visita che si
divide equamente fra le case in legno dei quartieri
antichi, una storia plurisecolare, piacevoli giardini
con sposi decisamente sopra le righe ed un museo
sull’oppressione che ricorda quanto abbia sofferto
questa comunità dall’apparenza così serena in
tempi nemmeno tanto remoti.
Rientriamo nella serata a Novosibirsk per mollare i
bagagli alla stazione ferroviaria e dedicarci ad una
concitata ma piacevole cena in un locale molto
trendy di fronte la stazione ferroviaria, prima di
fiondarci nelle nostre cuccette per il dondolio
notturno.
beria
Cina
5.Me 8 agosto: Transiberiana
In treno. Guardiamo dai finestrini una realtà che si
modifica, abbandonando il cemento e diventando
steppa; isolate chiesette, villaggi di piccole case
col tetto spiovente; bàbushke alle stazioni con i
loro piccoli cesti e le tante proposte di cibo fatto
in casa; chioschetti che ti attirano con profumi
intriganti e sconosciuti; la cipolla, indigesta e
piacevole regina di ogni proposta; la provodniza,
nostra signora e padrona; la tabella oraria,
misteriosa da interpretare, su cui programmare
soste veloci o piccole fughe; il tempo che passa
lento e che ti costringe a pensare, a parlare, a
riposare; le attese per il bagno, solo due per
vagone, stretto, scomodo e traballante; la corrente
che va e che viene; il WiFi, questo sconosciuto
(evviva!!). Un microcosmo tante volte letto, tante
volte sognato, che finalmente ci appartiene e ci
avvolge sequestrandoci dal mondo esterno. Bello!
6.Gi 9 agosto: Transiberiana - Novosibirsk
Ancora un giorno sui binari: arriviamo nel tardo
pomeriggio a Novosibirsk. Scoppia il diluvio
universale: una parte del gruppo, stanca del
treno, preferisce camminare anche sotto la
pioggia, precedendo gli anziani ed i fraccomodi
in taxi all’accogliente taverna georgiana. Cena
memorabile per atmosfera e sapori, che riscalda il
cuore con dolci ricordi caucasici e delizia la bocca
con una cucina fresca ed autentica. Qualche
piccolo dramma comunicativo viene superato con
il sorriso e l’universalità della mimica partenopea.
L’aria tersa della sera ci riempie le narici mentre
dribliamo le pozzanghere di una città illuminata e
pulita oltre ogni immaginazione.
8.Sa 11 agosto: Transiberiana
In treno. Gli scenari appaiono più movimentati
per la presenza di dolci alture ricche di foreste, la
sconfinata Taiga, ed il diradarsi degli agglomerati
abitativi, che si fanno anche più piccoli e dispersi
sul territorio. Il sole ci accompagna quasi
ininterrottamente, regalandoci colori pastello ed
ambientazioni spesso favolistiche.
Le stazioni ferroviarie diventano piccole e raccolte,
la gente meno avvezza al turismo, la nostra
curiosità fotografica sempre meno accettata.
Anche i nostri compagni di viaggio ci guardano
con occhi interrogativi e spesso tentano di
comunicarci la loro curiosità.
Storico l’incontro con un tifoso del Napoli, il quale
è felice d’immortalarsi con coloro che hanno la
fortuna (secondo lui) di calpestare la stessa terra
dei suoi idoli …
Che Irkutsk esistesse l’avevo scoperto leggendo
la guida, che potesse essere interessante l’avevo
immaginato, che fosse così bella, viva e ben tenuta
è stata davvero una piacevolissima sorpresa.
Retaggi dei decabristi, colta fronda imperiale di
due secoli or sono, interessanti musei, vecchi
palazzi, chiese e monasteri dagli incensi profumati
e dalle splendide iconostasi, vivaci mercatini,
ottimi gelati, signorine che di sera lusingano il mio
sex appeal (solo perché ancora dovevano vedere
con quanta gente mi accompagnavo …) hanno
costituito un colorato e simpatico puzzle coronato
da una gustosissima ed abbondante cena
mongola, degno preludio dei giorni che verranno.
Evviva Irkutsk!
10.Lu 13 agosto: Irkutsk - Listvjanka
Cielo coperto, qualche gocciolina di pioggia,
temperatura fresca. In bus ci avviamo verso il
Lago Baikal; lungo la strada il Museo all’aperto
Taltsy. Fedele riproduzione di un villaggio siberiano
dei primi del ‘900, ci trattiene per oltre due ore
arricchite da proposte artigianali, musicali e
paesaggistiche d’inaspettato interesse. Luogo
turistico per antonomasia, regala tuttavia un
tocco di umanità nelle proposte commerciali e di
interesse storico nelle ricostruzioni, giustificando
ampiamente il biglietto ed il tempo dedicatovi.
Piacevolissimo l’angolo musicale con una
suonatrice di bandura. L’unica cosa che trovo
surreale è il divieto di fotografare gli addetti in
costume e gli artigiani al lavoro.
Ovviamente fatto rispettare con un accanimento
S
C
7.Ve 10 agosto: Novosibirsk - Tomsk –
Novosibirsk (Transiberiana)
La giovane e coreografica Elena, guida proposta
dall’Intoutist, fa palpitare tutti i cuori maschili del
gruppo. Veniamo stipati in un minivan alla volta
di Tomsk: gioiello architettonico della Siberia,
9.Do 12 agosto: Transiberiana - Irkutsk
Sbarchiamo ad Irkutsk nella pungente aria del
mattino. Il bus ci scodella nel lussuoso hotel che ci
aspetta, ma non per questo ha disponibili le nostre
camere alle 9 del mattino. Concetto di difficile
digestione per coloro nel gruppo che ritengono il
mondo debba girare secondo le proprie esigenze.
La parte, invece, che realizza che il mondo di noi se
ne fotte, lasciati i bagagli nel deposito dell’albergo,
si gode una splendida domenica di sole a zonzo
per questa sorprendente città. La conquista della
meglio camera può attendere.
14 - Avventure nel mondo 1 | 2013
...................................................................................
degno di occasioni migliori.
Giungiamo sotto la pioggia delle 13 al nostro
albergo di Listvjanka, oltre 5Km dal “centro”.
Non ci resta che prendere tre taxi e farci sbarcare
in “città”. Agglomerato suburbano con pregressa
tradizione cantieristica e d’inscatolamento
dell’omul, il pesce del Baikal, Listvjanka è
attualmente alla ricerca di una vocazione turistica
che ancora le sfugge. Un’intera giornata qui ha
annoiato alcuni, ma personalmente mi ha regalato
uno dei momenti più toccanti del viaggio quando
sono entrato in una delle variopinte casette di
VIAGGI | Siberia
04 Irkutsk - Taltsy
Siberia
Cina
questo borgo. La confusa e meravigliata, ma
mai ostile accoglienza della signora cui ho
imposto la nostra presenza e la nostra curiosità
(eravamo solo in quattro per fortuna), le condizioni
assolutamente modeste in cui questa gente vive
ed il bacetto della bisunta nonna della circostanza
hanno illuminato questa mia giornata come non
mai.
La chiesetta Svyato-Nikolskaya con l’arcigna
sorvegliante che mi ha marcato ad uomo nel
terrore potessi scattare una foto; il Retro Park
con i suoi piccoli capolavori derivati da oggetti
d’uso comune; il mix di profumi al mercatino di
pesce fresco-secco-affumicato e di souvenir tipici
in charoite, pietra blu cobalto che deriva il nome
dal fiume Chara, nella calda luce del pomeriggio;
il tramonto sul lago dopo tante nubi; le infinite
discettazioni sulla cena esitate in una doppia cena,
di pesce crudo al ristorante e di spiedini cotti sulla
spiaggia, hanno completato una giornata dai valori
assoluti e che mai rinnegherei nell’economia
complessiva del viaggio.
A sera, stressati dalle discussioni per la cena in
cui si sono fronteggiati affamati “conservatori”,
giovani “alternativi” e fautori del “politically
correct”, memorabile ritiro in camera nostra per
un recupero a base di cacao, peanuts & liquori.
Alla faccia dell’igiene alimentare!
04
11.Ma 14 agosto: Listvjanka - Olkhon Island
Il nostro mondo viene illuminato da Larisa,
professoressa universitaria italiano parlante, dalla
cultura profonda e dalla lingua inarrestabile. Ci
guida nella geografia, nella cultura e nella storia
della grande Patria Russia e della splendida
Irkutsk, cui si onora di appartenere, in attesa
di recuperare la dignità ed i fasti di un Paese
devastato dall’avvento della perestroika di
Gorbaciov, causa di tutti i mali del mondo.
Il trasferimento all’isola di Olkhon, che prevede
il ritorno ad Irkutsk, prosegue in direzione nordovest, attraverso la terra dei Buriati, popolo dai
tratti somatici simili ai mongoli, che vede celebrata
la propria figura dal monumento del Buriato a
cavallo incontrato lungo il percorso. Giungiamo
nel primo pomeriggio alla Porta di Olkhon, dove un
rapido traghetto percorre lo stretto braccio di mare
che separa l’isola dalla terra ferma, vedendo Kujir,
capoluogo dell’isola, soltanto all’imbrunire.
Cena da dimenticare, passeggiata sotto le stelle e
fodero in baita semi-detached.
12.Me 15 agosto: Olkhon Island
L’isola di Olkhon è una dimensione emotiva più
che una collocazione paesaggistica. L’ampio
giro cui dedichiamo quasi l’intera giornata copre
tutto il lato nord-occidentale dell’isola, regalando
scorci e suggestioni sempre autentici, ovvero mai
compromessi dalla mano dell’uomo.
Nomi come Isola del coccodrillo, Isola del leone,
Viso del Baikal, Baia di sabbia, Capo bianco con
i tre fratelli, Capo nord con il dente canino, Picco
dell’amore, Usure (fine), Roccia dello sciamano
offrono, con la loro configurazione, spunti per
evocare la ricca mitologia che avvolge questi
luoghi dal fascino aspro ed incontaminato.
Poche persone, concentrate nei punti panoramici,
parecchio vento, inebriante percezione della
possanza della natura e della caducità delle nostre
presenze e delle nostre misere questioni.
Nel tardo pomeriggio passeggiata alla variegata
struttura alberghiera di Nikita, autentico punto di
riferimento per tutte le attività legate al turismo ed
allo sviluppo dell’isola.
A sera ancora una cena virtuale che impone
contromisure integrative nei supermercati dei
dintorni: ottima scusa per un’altra passeggiata
sotto un luminosissimo cielo stellato.
...................................................................................
13.Gi 16 agosto: Olkhon Island - Irkutsk
(Transiberiana)
L’insistente pioggia non ferma l’inarrestabile Larisa
ed il suo manipolo d’irriducibili i quali, grazie al suo
intervento, ottengono l’apertura del locale museo
nonostante il turno di chiusura. Mi sento davvero
onorato di poter dire: “c’ero anch’io”. La struttura è
il frutto di un altro instancabile entusiasta, il quale
ha avuto il merito di raccogliere una carrellata di
testimonianze e di materiale davvero esaustiva, la
quale va dalla storia dell’isola alla fauna del Baikal,
passando attraverso le caratteristiche etniche ed
abitative delle popolazioni che si sono succedute
in quest’area.
Alle 12, sempre sotto la pioggia, c’imbarchiamo
sul nostro bus da 40 posti, che si cimenterà
con successo (ma quanto tempo e quanta
apprensione!!) nei fangosi sterrati dell’isola che
conducono all’imbarcadero. Attesa prolungata per
la pausa pranzo; ulteriore pausa pranzo anche
dell’autista
(che mica poteva coincidere con
quella del traghetto!) presso alcuni chioschetti
che ci deliziano con le loro pietanze & frittelle
cucinate al momento; sosta al panificio per le
scorte alimentari e passaggio dall’hotel per
consentirmi di prenotare un mezzo di trasporto
ad Ulan Ude: nell’occasione orgia WiFi a parziale
estinzione della sindrome d’astinenza montante. A
fine giornata millimetrico imbarco sul nostro treno
notturno, che percorrerà con il buio il tratto intorno
al Baikal, il più panoramico di tutto il viaggio. Così
è, anche se non ci piace.
14.Ve 17 agosto: Transiberiana - Ulan Ude
Arriviamo ad Ulan Ude all’alba. Stavolta le camere
sono pronte. Qualcuna, data per pronta, invece
non lo era. Ohibò!! Toccherà ritardare la doccia,
fredda, visto che l’acqua calda è prevista solo
dalle 8 alle 10 e dalle 20 alle 22 (!?).
Avventure nel mondo 1 | 2013 - 15
VIAGGI | Siberia
Coloro che non hanno la doccia come priorità
imprescindibile convergono sul minivan da me
prenotato per le 7,30 fuori l’albergo. Visiteremo
innanzitutto i dintorni della città, iniziando con il
Monastero Ivolginsky Datsan, il maggiore centro
buddista siberiano. Reduce dagli splendori tibetani
dello scorso anno il paragone è improponibile,
resta tuttavia la notevole suggestione dei luoghi,
delle cerimonie e del sentimento religioso dei
pellegrini.
L’occasione resterà per me memorabile: vengo
quasi alle mani con un monaco russo incazzatosi
per una foto pirata del sottoscritto ed impadronitosi
della mia imperdibile Nikon. Dopo un bel po’
grande lezione ad entrambi da parte del Lama
della circostanza: mi convoca apostrofandomi in
inglese, mi restituisce la macchina fotografica,
mi concede la possibilità di fare UNA foto alla
cerimonia, rifiutando categoricamente una mia
offerta per il Monastero in segno di gratitudine.
L’offerta l’ho fatta lo stesso, il panico me lo sono
bevuto a dose piena, la lezione l’ho imparata,
spero che anche il galletto russo l’abbia capita.
Tappa successiva il Museo Etnico. Dal biglietto
corposo, dall’estesa area espositiva e dalla
collocazione fuori città ci si aspettava una replica
del Taltsy. Così non è stato, anzi la sensazione di
dismissione è palpabile, per cui ne sconsiglio la
visita. Vergognose le condizioni in cui sono tenuti
gli animali nel piccolo zoo annesso.
Con l’unica eccezione di puffetto, allergico
cronico alla camminata, ci facciamo lasciare
alla Cattedrale di Odigitria di Ulan Ude, da cui
iniziamo il lento ritorno verso l’albergo, costellato
da richiami intestinali. La città, caratterizzata dalla
più grande testa di Lenin che il pianeta ospiti, vive
intorno alla sua isola pedonale ed alla sua linda
Piazza Sovetov, con i palazzi belli, i giardini fioriti,
la fontana illuminata la sera che va a suon di
musica. Oltre questo ben poco. Spicca in cotanto
contesto il ristorante mongolo che a sera ci
trastulla piacevolmente il palato.
alla prima stazione mongola: Sukhbaatar.
Trascorreremo qui ulteriori quattro ore, con
funzionari meno incazzati, che hanno una discreta
confidenza con l’inglese e tollerano l’omino
cambiavalute sul marciapiede, il quale seda
l’ansia di tutti coloro cui bruciano in mano i rubli.
Tanta pace esige però il prezzo di un tasso di
cambio al limite della truffa, per quanto trattabile.
Lo sappiamo, le provolone lo dicono a tutti, ma la
frenesia è contagiosa ed anch’io vengo indotto,
cambiando un residuo di cassa comune, non
fosse altro per evitarmi le solite lagne al minimo
eventuale intoppo.
Per fortuna cala subito la notte, il treno riparte ed
il suo dolce cullare ci accompagna dolcemente in
una nanna conciliatrice.
Siberia
Cina
collocazioni finora incontrate. Si decide che al
ritorno cambieremo aria.
A sera una passeggiata di circa mezz’ora, condita
da lamentele varie e seguita da una sofferta
trattativa per essere serviti senza prenotazione,
ci ripaga con un’abbondante cena al Mongolian
Barbeque, dove con l’equivalente di 13€ ci si fa
grigliare senza limiti tutto quel che si sceglie da
un abbondante buffet. L’esperienza piace, prenoto
quindi per la sera del nostro rientro dal giro nel
Gobi desert.
05
S
15.Sa 18 agosto: Ulan Ude - Transiberiana
Il treno: una locomotiva diesel e soli quattro
vagoni. La ferrovia: binario ormai unico, fra scenari
lussureggianti, dolci alture e radi insediamenti
abitativi. Le stazioni: un marciapiede in aperta
campagna, un albero con un’auto parcheggiata in
attesa, un monolocale con un addetto al passaggio
a livello. Le ambientazioni sono totalmente diverse
e lontanissime nello spazio (5.900 Km) e nel
tempo (11 giorni) dalla capitale.
A Naushki sostiamo cinque ore per le procedure
alla frontiera russa. Queste ultime, che vedono il
ritiro momentaneo dei passaporti, la perquisizione
degli scompartimenti ed eventualmente dei
bagagli, durano circa due ore; il resto è sosta
programmata non si capisce per cosa. Restiamo
fermi, fortunatamente, in una vera stazione
ferroviaria; nei pressi un mercatino dalle proposte
alimentari da verificare attentamente, salvo
delusioni o fregature.
Esauriti (ci con) gli obblighi doganali russi,
procediamo per un breve tratto fino a sostare
16.Do 19 agosto: Roma - Transiberiana - Ulaan
Baatar
Dal confine mongolo si azzera il chilometraggio,
che quindi non si considera più a partire da
Mosca; anche l’orario è quello locale, cioè della
Mongolia. Questo facilita la comprensione della
tabella oraria, ma non impedisce che alle quattro
del mattino la provolona di bordo già inizi ad
agitarci per l’imminente (?) arrivo ad Ulaan Baatar,
previsto alle 6,10. Spaccheremo il secondo.
Alla stazione è ad attenderci la giovane Anu: divisi
su un van i bagagli diretti in albergo e su un bus
da venti posti il gruppo, ci avviamo nel freddo
pungente al Monumento Zaisan, dedicato ai militi
ed eroi ignoti.
Realizzato in stile realistico-socialista, è collocato
su una collina a sud della città e ne domina la valle,
offrendo un’idea dello slancio propulsivo in atto e
delle contraddizioni ambientali nella capitale, che
vedono fumanti industrie inserite in pieno tessuto
urbano.
La fredda pioggerella del primo mattino diventa
copiosa ed insistente, per cui dopo una corroborante
sosta in un bar, si apprezza la sequenza dei musei
al coperto: visitiamo nell’ordine il Palazzo di Bogd
Khan, il Museo Monastero di Choijin Lama, il
Museo Nazionale di Storia Mongola ed il Museo
di Storia Naturale. Gentilmente compresi nel
pacchetto ed esaustivamente illustrati da guide
locali, offrono un affascinante ed approfondito
panorama sulle bellezze artistiche e sulla storia
del Paese e di Ulaan Baatar. La ricchezza delle
esposizioni di quelle che sono state le dimore reali,
ormai annegate nel cemento dilagante, ci lascia
senza fiato; un sequenza di capolavori artistici e
di collocazioni sontuose ci accompagnano in una
lunga teoria di scoperte stupefacenti. Usciamo
dall’ultimo, enorme e dall’interesse relativo per i
miei gusti, dopo le 17 e ben felici di dirigerci in
albergo.
Lo Ayanchin Hotel, complice anche l’aspettativa
negativa generata dal capogruppo che ci ha
preceduto, conferma tutti i nostri timori: quartiere
degradato e distante dal centro, bagagli gettati
nella hall dal mattino, personale latitante a dir
poco, camere fatiscenti e senz’acqua calda.
Dopo due giorni di treno non è il massimo,
soprattutto per chi si è fatto viziare dalle eccellenti
16 - Avventure nel mondo 1 | 2013
...................................................................................
17.Lu 20 agosto: Ulaan Baatar - Khogno Khan
Camp
Nell’attesa del terzo veicolo che tarda a
materializzarsi, invito il gruppo alla coesione ed
alla tolleranza, in attesa della parte del viaggio che
si preannuncia più impegnativa e disagiata. Sorrisi
e buone intenzioni si sprecano, per cui partiamo
felici e sereni.
Sostiamo oltre un’ora al Gandan Khid, principale
Monastero di Ulaan Baatar e centro spirituale
buddista del Paese. Il luogo è decisamente
suggestivo ed affollato da pellegrini, turisti e coppie
di sposi: doveroso, infatti, onorare nel giorno delle
nozze le divinità e propiziare con offerte e buoni
propositi la vita matrimoniale al suo esordio.
Ci mischiamo alla folla, godendoci l’atmosfera, i
templi, i luoghi sacri, i colombi e la gente di ogni
età e condizione sociale.
Lasciamo la Capitale diretti a sudovest. Piove e
tira un vento teso e gelido. “E’ la fine dell’estate”
spiega Anu.
A noi sembra inverno pieno. Indossiamo tutto
quello di cui disponiamo, ma ci rendiamo ben
conto che se continua così la nostra attrezzatura
è inadeguata.
Attraversiamo un’area imbiancata da una recente
grandinata: le ampie vallate, le rade ger con i
comignoli fumanti e l’atmosfera invernale donano
un fascino al nostro percorso che mai avremmo
immaginato.
Abbiamo fortuna: dopo alcune ore le nuvole
si aprono, il vento si placa e la calda luce del
tramonto ci accompagna alla scoperta delle
suggestive rovine del Monastero di Ovgon khiid:
il suo comprensorio nell’800 ospitò fino a circa
1.000 monaci, i quali furono sgozzati dai russi
(da cui il nome del luogo) in occasione della
distruzione dei templi, poi restaurati negli anni ‘80.
Affrontiamo quindi una gelida nottata nel pur
accogliente campo di Khogno Khan.
VIAGGI | Siberia
05 Baikal-Olkhon Island
06Irkutsk
Siberia
a Cina
18.Ma 21 agosto: Khogno Khan Camp - Misheel
Camp
Partiamo con un piacevole sole che ci accompagna
ad alcune dune di sabbia dove sostiamo un’ora
circa, quanto basta per fare un giretto ed assistere
all’arrivo di Peppe Moretti, amico capogruppo
di Napoli, impensabilmente qui con un “Tutto
Mongolia”!
Sostiamo ad ora di pranzo su di un’altura da cui
si domina Kharakorum City, storica capitale di
Cingiis Khan, come qui viene chiamato Gengis
Khan. A farci compagnia una tartaruga di pietra
dalle virtù magiche ed un cowboy che raduna la
sua mandria a bordo di una roboante moto. Tempi
moderni ormai anche in Mongolia …
Ci caliamo a venerare un pene di pietra, anche
se l’articolo pare abbia proprietà taumaturgiche
per la sola infertilità femminile: grandezza della
natura!
E’ giunta l’ora di un’approfondita visita ai resti e
ed agli edifici restaurati del Monastero buddista
più antico della Mongolia: Erdene Zuu Khiid, il cui
nucleo è costituito da tre templi dedicati al Buddha
Sakyamuni. Veniamo risucchiati da una guida che
ci molla non prima di due ore di ultra-esaustivo
ed estenuante approfondimento storico-filosofico
di tutto quanto si proponga ai nostri occhi. Segue
passeggiatina fuori le mura perimetrali per
rendere omaggio alle coeve statue di tartaruga
risalenti al XIII sec.
Il sole ancora non è tramontato quando prendiamo
possesso delle nostre ger nel vicino Misheel Camp
ed in ordine sparso saliamo su una vicina altura
per gli scorci panoramici di rito.
06
Dopocena su di giri nella ger delle donne per
una jam session a base di Maria Nazionale by
Francesca, con contorno di dolci & alcoli assortiti
ed in compagnia di un simpatico gruppo di AnM lì
per un “Mongolia Solo”.
19.Me 22 agosto: Misheel Camp - Saikhan Gobi
Camp
Rapido pieno e lungo trasferimento, allietato da
branchi di cavalli, ger isolate, radi motociclisti ed
irrequieti rapaci in cerca di preda. Sosta pranzo
nell’affascinante nulla del desolato ed infinito
altopiano mongolo, punteggiato da piccoli fiori
viola a formare un immaginario tappeto sul quale
rotoliamo senza soluzione di continuità.
Arriviamo nel primo pomeriggio al previsto Saikhan
Gobi Camp con la sensazione di aver buttato una
giornata. Ci frantumiamo fra contemplazione del
vicino fiume, colluttazioni con i pervicaci tafani
del luogo, bucati stesi al sole, sonno profondo ed
escursioni accanite su alture minime. A sera la
ciaciosa “masta di festa” del posto ci sorprende,
visto il nulla in cui siamo calati, con una
gradevolissima cena ed una proposta musicale di
canzoni tradizionali cui solo noi napoletani, grazie
al sempipresente canzoniere di Ceciliamoglie,
siamo in grado di ricambiare in maniera dignitosa.
Una luna piena, luminosa e calda, guida i nostri
passi verso un gradito appuntamento con Morfeo.
20.Gi 23 agosto: Saikhan Gobi Camp - Gobi
Anar Camp
Ongiin Khiid, previsto per ieri e che Anu aveva
rifiutato di visitare perché occorreva troppo tempo
e distava oltre 20Km, viene raggiunto in meno
di un quarto d’ora. Delle due l’una: o abbiamo
avuto un’allucinazione di massa o ci ha detto una
cazzata. Visto il tipo, propendo per la seconda.
Seguirà, infatti, la giornata più scombinata del
viaggio, in balia di una diciassettenne ondivaga e
preda delle sue turbe psicologiche. Cionondimeno
le cose da vedere sono state tante ed interessanti.
Lasciate le rovine di Ongiin Khiid, fondato nel
1760, ridotto attualmente ad un piccolo museo
con un tempietto ricostruito ed un negozietto
inaspettatamente ricco di piccole meraviglie,
attraversiamo le Meltog Sands, un ampio tratto di
deserto con profondi solchi creatisi per il passaggio
dei veicoli nel tenace fango delle recenti piogge,
già essiccato e spaccato dal torrido sole.
Sostiamo alle Red Cliffs: scenari e colori da Grand
Canyon, ricchi giacimenti di fossili e corroborante
sosta mangereccia durante la quale Bernie, che
per un malinteso era rimasto fuori, va a farsi un
giro di recupero. Anu s’incazza e vorrebbe non
andasse. Non capisco perché, ma con me non
parla, e Bernie va comunque.
Ripartiti, dopo meno di un’ora nuova sosta pranzo
in uno sputo di paese. Per chi? Non si capisce,
forse un autista dispettoso? Gli affamati cronici,
manco a dirlo, banchettano. Lascio fare, visto
che ignoro tempi e distanze. Risultato: arriviamo
alle immense ed altissime dune di Khongoriin Els
dopo il tramonto. Oltre due ore buttate per strada,
un’altra sprecata per vedere il primo Monastero
programmato per ieri, quando siamo stati quattro
ore a far nulla. Ma non basta.
Arriviamo al campo previsto ormai a notte fonda e
pare come se non ci aspettassero. Chiedo lumi ad
Anu: manco mi risponde. Dopo di che litiga con gli
autisti e quasi le prende da uno di loro.
Come Dio vuole abbiamo le ger dove dormire e,
miracolosamente, alle 22 circa, la cena.
Malumore, tensione e stanchezza serpeggiano
minacciosi; personalmente sono davvero
incazzato, ma ritengo sia meglio tacere, almeno
con Anu, per evitare uno scontro quanto meno
improduttivo.
Per completare, in piena notte, tempesta di sabbia:
vengo svegliato da urla concitate.
...................................................................................
La ger di Bianca e Filomena ha perso la copertura
centrale; toccherà a Ferruccio, Francesca e me
riposizionarlo e rinforzare gli “ormeggi” di altre
a rischio.
Dopo di che il vento si acquieta, e noi con lui.
21.Ve 24 agosto: Gobi Anar Camp - Gobi
Bayanburd 1 Camp
Esordiamo con Filomena che “non capisce”
l’orario di partenza e si presenta dopo quasi
mezz’ora. Incazzature assortite, ma non sarà
questo ritardo a sconvolgere la nostra tabella
di marcia, ammesso che esista. Interminabile
sosta per fare rifornimento: il sopraggiungere di
un’altra tempesta di sabbia induce finalmente alla
ripartenza.
Sotto un livido cielo ed una pioggerellina insistente
percorriamo il suggestivo Dungenee Gorge,
percorrendo il tortuoso sterrato che affianca il letto
del torrente che scorre lungo il canyon. Dopo la
sosta per il pranzo uno dei van si ferma per delle
foto ed al bivio successivo, persi i contatti, prende
la direzione sbagliata; morale: attenderemo il
suo arrivo quasi un’ora prima d’imboccare la Yol
Valley. Interdetta al traffico veicolare, ne iniziamo
la piacevole scoperta a piedi, con gli ombrelli
aperti per la pioggia all’andata e per il caldo sole
al ritorno. Sarà un facile trek affianco e dentro il
torrente che ne percorre il fondo; quel che all’inizio
è un’ampia vallata popolata di attivissimi roditori,
si trasforma poi in una stretta gola dalle alte e
ripide pareti rocciose. Oltre tre ore di passeggiata
regalano a coloro che la compiono una parentesi
serena e lontana dai sobbalzi delle tante ore
trascorse in macchina.
La calda luce dell’imminente tramonto ci vede
forare a poche centinaia di metri dall’oserei
definire lussuoso Gobi Bayanburd 1 Camp che ci
accoglierà per la notte.
22.Sa 25 agosto: Gobi Bayanburd 1 Camp Ulaan Baatar
Sveglia di buon mattino e, poco dopo le 9, siamo
all’aeroporto di Dalanzadgad. Sappiamo che
il nostro bagaglio non deve superare i 15Kg
e ci siamo attrezzati, ma le cose andranno
diversamente.
Ci viene imposto un check-in di gruppo, che vede
il peso del bagaglio complessivo circa 17Kg sotto
il limite. A questo punto colpo di scena: viene
conteggiato anche il bagaglio a mano!
Conclusione: circa 20Kg di eccedenza e 7€/pax da
pagare. Non che la cosa ci abbia ridotto in miseria,
ma fa incazzare e non poco il sistema creato per
spillare soldi ai turisti. A tutto questo si aggiunge
il baldo Paolo, del terzetto dei “latitanti”, che fa
una piazzata perché il suo bagaglio rientra nel
peso e “per principio” ritiene che non gli tocchi
pagare. Non che “per principio” avesse tutti i torti,
ma taccio qui ogni commento su chi utilizza il
gruppo quando gli fa comodo, salvo scaricarlo nel
momento in cui la cosa non gli torni utile …
Arriviamo ad Ulaan Bataar con una bella giornata
di sole ed il programmato pomeriggio in libertà
mi si presenta come un’autentica boccata
Avventure nel mondo 1 | 2013 - 17
VIAGGI | Siberia
d’ossigeno. La forzata convivenza 24h per cinque
giorni ha provocato tutte le insofferenze incrociate
che già immaginavo in un gruppo decisamente
poco incline alla condivisione, per cui un po’ di
distanza aiuterà tutti ad affrontare i giorni che
ancora rimangono.
Per parte nostra rilassante passeggiata al centro,
prima di riunire il gruppo al Mongolian Barbeque
per una pantagruelica cena.
23.Do 26 agosto: Ulaan Baatar
Giornata dedicata, come da programma, al
Monastero di Manzushir. Chiedo ad Anu di visitare
una ger lungo il tragitto: “Impossibile, siamo in
ambiente metropolitano”. Subito dopo rivolgo,
allora, la stessa domanda ad Uugie, il boss, alla
guida: “No problem!”. Sediamo tutti e tre davanti
nel pulmino: ogni commento è superfluo.
Il Monastero, fuori città, si colloca in un ameno
Parco Nazionale, dove sorgono soltanto sparse
rovine di quello che una volta era un esteso
insediamento
monastico,
distrutto
dagli
immancabili russi. Due edifici, ricostruiti, ospitano
un piccolo ma interessante museo ed un tempio
oggetto di devoti pellegrinaggi.
Di ritorno sosta in un gruppo di ger per apprezzare
la vita nomade e, rientrati in città, animata sosta
patrocinata da Uugie presso un grossista di
kashemere, cui lasciamo un bel po’ di soldi prima
di un gradevolissimo spettacolo di musica e danze
folkloristiche offerto dall’organizzazione.
A sera degna chiosa all’Ikh Mongol, con
apprezzatissima esibizione degli Altan Urag,
poderoso gruppo di folk-rock mongolo, i quali dopo
il concerto vanno via in un’ambulanza guidata dal
bassista (marito della batterista, incinta)… Torna
prepotente alla memoria il film Il concerto.
07
08
09
Mosca - San Basilio
Ulan Ude
Gobi - Side Car
Arriviamo a Badaling alle 16 circa e, come un
miracolo, troviamo l’amico di Wang disposto a
cambiarci i rubli avanzati della cassa comune.
Tasso pessimo, ma meglio di niente …
Seguono due ore in libertà per inseguire sogni,
ricordi, visioni, incontri ed emozioni indimenticabili
sulla Grande Muraglia avvolta dai caldi colori del
tramonto.
A sera piacevole ed economicissima cena libera
nella variegata umanità che anima i vicoletti
intorno all’albergo.
07
Siberia
Cina
26.Me 29 agosto: Pechino - Xian - Pechino
Sveglia prima dell’alba ed alle 6,30 siamo in
aeroporto. Giornata dedicata interamente a Xian,
con l’entusiasmante esercito di terracotta, lo
straordinario e poco conosciuto Museo di Han
Yang Ling o del piccolo esercito di terracotta,
un movimentato giro del quartiere musulmano
con la splendida moschea dall’affascinante
giardino avvolto nella calda luce pomeridiana ed
uno spettacolare tramonto sulla cinta muraria.
Comprimiamo così in un’unica frenetica giornata
quello che il buon senso collocherebbe in due:
ma tanto era il tempo disponibile, per cui ....
Rientreremo a Pechino quasi a mezzanotte, sfiniti
ma appagati.
24.Lu 27 agosto: Ulaan Baatar - Pechino
Ultima, soleggiata mattina ad Ulaan Baatar: in
otto la dedichiamo allo splendido Museum of Fine
Arts di Zanabazar, a Piazza Sukhbaatar e dintorni,
ad una serie di negozi assortiti, per poi ritrovarci
alle 15 in aeroporto, direzione Cina.
Volo senza storia ed arrivo in perfetto orario a
Pechino. Estenuanti pratiche all’immigrazione,
attesa supplementare per Giacomo “non
riconoscibile” sul passaporto e presa in consegna
del gruppo da parte di Wang, che ci accompagna
in Hotel dove arriviamo con il buio.
27.Gi 30 agosto: Pechino
All’afa opprimente della Pechino estiva oggi
si aggiunge una nebbia fittissima, a tal punto
che a Piazza Tian An Men ci perdiamo di vista.
Raggruppatici all’ingresso della Città Proibita, ne
affrontiamo in compagnia di Wang la visita di oltre
due ore, condivisa con una moltitudine gremita
ed opprimente; lo splendore ed il fascino di un
passato irripetibile, tuttavia, regnano sovrani.
All’uscita ci disperdiamo in gruppetti, ciascuno
alla ricerca del proprio interesse e del proprio
momento di individualità. In cinque gireremo
a piedi, vivendo la vita di strada della Capitale,
dove roboanti e faraoniche “isole pedonali” con
refrigeratori stradali si alternano ad angusti e
vivacissimi vicoletti oppure a serene oasi di verde.
Trattative spasmodiche si avvicenderanno
a microspuntini stuzzicanti, animando così
l’intera giornata, fino alla cena in un anonimo e
vivacissimo ristorante cinese scelto nei vicoli a
sud di Piazza Tian An Men, prima di rientrare in
hotel a notte fonda.
25.Ma 28 agosto: Pechino (Tombe Ming, Grande
Muraglia a Badaling)
Appuntamento alle 8,30, usciamo dall’immensa
selva di grattacieli della Capitale per dirigerci alle
Tombe Ming, dove arriviamo in tarda mattinata.
Piacevole passeggiata nel lungo viale alberato
con un’interminabile teoria di statue di marmo,
preludio alle tombe.
Segue ricco pranzo nel meganegozio in stile
cinese con innumerevoli proposte che vanno dalla
mera paccottiglia al piccolo tesoro: prezzi sempre
da spuntare con trattative sanguinose. Rispetto
alla mia esperienza di dieci anni or sono, però,
decisamente più sostenuti e meno trattabili.
28.Ve 31 agosto: Pechino
Ultima giornata vissuta all’insegna dell’autonomia:
in pratica tutti agli stessi luoghi, ma in formazioni
ed orari diversificati, a seconda delle esigenze
personali. I più gettonati: il Tempio Tibetano, oasi
di pace; il Tempio del Cielo, dove verdi spazi
favoriscono rilassanti attività ricreative; il Palazzo
d’estate, il cui ampio lago sembra donare un
po’ di frescura alle suggestive costruzioni che lo
animano.
Le diverse escursioni vengono vissute con le
tempistiche e le modalità che ognuno ha preferito,
in una giornata in cui la grigia ed asfissiante
afa estiva sembra dare soltanto nel pomeriggio
18 - Avventure nel mondo 1 | 2013
08
09
qualche incerto spazio ad un pallido sole.
Alle 19,30 cena finale allo storico Quanjude
Roast Duck Restaurant, per una memorabile
anatra laccata nel più blasonato locale del
genere. Seguono, nei vicoli dei dintorni e sulla
via dell’albergo, birrona & sigaro cubano finale
accompagnato da cioccolate & alcoli assortiti, a
sancire il successo di un lunghissimo itinerario
compiuto con la diffusa consapevolezza di
un’esperienza straordinaria.
29.Sa 1 settembre: Pechino - Roma
Giornata senza storia, che vede il motivo di
maggior soddisfazione nel viaggio di rientro
compiuto in assoluta tranquillità e circoscritto nelle
24 ore. A Vienna i nordisti si separano dai romani,
raggiungendo tutti entro la serata la propria
destinazione, arricchiti da un patrimonio di ricordi
e di emozioni che di sicuro ci accompagnerà per
la vita. Buon viaggio a tutti!!
...................................................................................