Lens esculenta Moench. Sinonimi
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Lens esculenta Moench. Sinonimi
LENTICCHIA - Lens esculenta Moench. Famiglia: Papilionaceae Specie: Lens esculenta Moench. Sinonimi: Ervum lens. L., Lens culinaris Medic. Francese: Lentille; Inglese: Lentil; Spagnolo: Lenteja; Tedesco: Linse, Gemeine. Origine e diffusione La lenticchia è una delle più antiche piante alimentari che l’uomo ha conosciuto, originatasi nella regione medio-orientale della "Mezzaluna fertile" (Siria e Iraq settentrionale), agli albori della civiltà agricola, e diffusasi poi in tutto il mondo. Le lenticchie sono il legume più antico coltivato dall’uomo: dalle testimonianze storiche si deduce che fossero coltivate già nel 7.000 a.C. in Asia, per diffondersi successivamente in tutto il bacino del Mediterraneo. Ci sono ritrovamenti di lenticchie in insediamenti della Siria e del Medio Oriente risalenti al Neolitico antico. Anche gli antichi Greci e Romani, apprezzavano le lenticchie per il loro sapore gustoso e per le loro proprietà terapeutiche. Le lenticchie, furono un nutrimento essenziale per i popoli nomadi, come visto, fin dal Neolitico. La loro coltivazione prende l'avvio nelle terre dell’antico Egitto diventando subito un alimento nutriente di piccole dimensioni ma di grande importanza nell’arte della nutrizione. 82 Al museo del Louvre di Parigi sono esposte tre lenticchie in perfetto stato di conservazione che provengono dalle tombe della dodicesima dinastia (c.a. 2200 ani avanti Cristo). La Bibbia le chiama Adasch e i glottologi ipotizzano delle denominazioni nel sanscrito e nel persiano. Aristofane ci informa che in greco antico erano dette pakòs. Dall’Egitto già nel 525 a.C. e precisamente dall’antichissim a Pelusio sul Nilo che un mito vuole patria del grande Achille, si racconta che le navi egizie rifornivano regolarmente i porti di Grecia ed Italia di lenticchie. Anche nella Bibbia sono presenti alcuni passi che testimoniano l’utilizzo di questo legume: nella Genesi 25:34 viene così riportato “Allora Giacobbe diede a Esaù del pane e della minestra di lenticchie. Egli mangiò e bevve; poi si alzò, e se ne andò. Fu in questo modo che Esaù disprezzò la primogenitura”. Da allora presso gli Ebrei è invalsa la tradizione di consumare lenticchie durante i periodi di lutto, in ricordo di Esaù per aver svenduto quanto aveva di più prezioso. Da questo episodio si origina il proverbio parafrasato che si usa ancora nei modi di dire, delle persone che si vendono per poco, “per un piatto/pugno di lenticchie” appunto, che significa ricevere una ricompensa molto esigua rispetto a quello che si dona. 83 Nella Roma imperiale le lenticchie erano il cibo più diffuso, erano sfruttate in molte preparazioni culinarie e venivano loro attribuite anche proprietà medicamentose: “la tosse recente si guarisce in fretta pestando al mortaio delle lenticchie e riducendole a farina si mescola acqua calda e si versa nelle fauci”. Catone dissertò sul modo di cucinarle nel modo migliore con l’aceto; Galeno, celebre medico, ne sottolineò le virtù terapeutiche. Si trovarono anche resti nel villaggio turco di Hisarlich che conobbe la celebre gloria della città di Troia; erano già note nell’età del bronzo. Per millenni la lenticchia svolge un ruolo essenziale nell’agricoltura e nel commercio del Mediterraneo e alimento. Artemidoro, nato ad Efeso nel II secolo e vissuto a Roma, nella sua opera onirica “Interpretazione dei sogni” accomuna le lenticchie con l’annunciazione di lutti mentre Plinio le glorifica per il loro alto valore nutritivo e per la virtù di infondere tranquillità e calma all'animo tormentato da pensieri e da preoccupazioni. La colonna egizia del colonnato di Piazza S. Pietro, portato a Roma nel I secolo per volontà di Caligola, attraversò il Mediterraneo su una nave posto al sicuro sotto un carico di lenticchie. Ancora nei secoli e stile questi legumi furono oggetto di interpretazione dei sogni adducendo fortuna o lutti a seconda di chi interpretava e gradiva o meno questo piccolo legume. Tutti conoscono che questo legume viene offerto come augurio di fortuna e prosperità all'inizio di ogni anno Questa tradizione ha origine dall’antica usanza romana di regalare una “scarsella”, ovvero una borsa di cuoio, legata alla cintura e contenente lenticchie, con l’augurio che si trasformassero in monete sonanti, e che quindi arrecassero ricchezza e abbondanza. Questi legumi, infatti, sono considerati un cibo in grado di nutrire e di opporsi alla fine del tempo in vista di un futuro più roseo. Si esalta l'affermazione della vita contro quella che sembra essere una fine che suscita paure ataviche. 84 Una voluminosa opera greca viene dedicata ai Deipnosofisti: i filosofi esperti dei misteri della culinaria. La lenticchia detiene un posto molto rilevante: in particolare troviamo una testimonianza della popolarità della varietà egiziana in un discorso rivolto allo scrittore e filosofo Plutarco (I sec.): “Eppure, caro il mio Plutarco, voi che venite dalla bella Alessandria siete cresciuti con piatti a base di lenticchie e tutta la vostra città ne è piena.” Nel Medioevo i ceti più potenti, i nobili e i ricchi snobbarono il consumo di questo prezioso alimento e lo considerarono destinato alla mensa dei poveri, servite e mangiate quasi esclusivamente nei conventi e fra la gente, umile; i pensatori più illuminati, anche in quel tempo, riuscirono ad attribuire alla lenticchia il ruolo che meritava, nutrire bene, essere gustosa e non molto costosa. In Francia al tempo di Luigi XIV le lenticchie venivano date come cibo ai cavalli e, in seguito, anche Alexandre Dumas nel suo “Grand Dictionnair de Cuisine” del 1873 le considerava un cibo pessimo. Si coltivano attualmente a lenticchia nel mondo 3,2 milioni di ettari, con una produzione di 3 milioni di tonnellate, corrispondente a una resa media di 900 Kg/ha. ’Italia è un modestissimo produttore: meno di 1.000 ettari coltivati a lenticchia. I semi secchi di lenticchia costituiscono un ottimo alimento per l’uomo, ricco di sali minerali e proteine (23-24%) di buona qualità. 85 Caratteri botanici La lenticchia (Lens culinaris, sin. Lens esculenta o Ervum lens), è una pianta annuale, bassa (0,25-0,40 m di altezza), ramificata, gracile, semiprostrata.La radice della lenticchia è fittonante. Lens è il nome che secondo i botanici Lawrence, Hutchinson, Bailey si dovrebbe usare per la lens culinaris. Le foglie sono alterne, pennate, composte da 1 fino a 8 paia di foglioline, terminanti con un cirro semplice. I fiori sono piccoli, bianchi o con venature rosate o celesti pallidi sullo stendardo, portati in numero da 1 a 4 su infiorescenze ascellari. La lenticchia è pianta a sviluppo indeterminato e può presentare legumi quasi maturi sui nodi bassi e fiori su quelli più alti. La fecondazione è di norma autogama. I legumi sono appiattiti, complessi, bivalvi e di solito contengono 1 o 2 semi rotondi, lenticolari, di diametro variabile da 2 a 8 mm. In certi mercati sono apprezzate le lenticchie a seme grosso (fino a 80 mg) mentre in Italia le lenticchie più pregiate sono quelle a seme molto piccolo. Esigenze ambientali La lenticchia è coltura diffusa nelle aree svantaggiate a clima temperato, semiarido dove, grazie alla brevità del ciclo biologico e al ciclo autunnoprimaverile, nonostante la siccità ricorrente riesce a regalare produzioni soddisfacenti, anche se modeste, di una granella di alto valore alimentare e di 86 residui pagliosi di alto valore foraggero, preziosi per gli animali domestici allevati in queste regioni .In Italia la lenticchia è soprattutto localizzata in ristrette aree di altopiano, luoghi in cui, le condizioni di clima e di suolo, conferiscono altissimo pregio qualitativo al prodotto, per sapore e facilità di cottura. Per quanto riguarda il terreno la lenticchia manifesta una grande adattabilità anche a terre di fertilità media e bassa, di tessitura da argillosa a limo-sabbiosa; preferisce un terreno sciolto, di medio impasto e fresco. Poco adatti alla lenticchia sono invece i terreni di alta fertilità o con eccessiva umidità, e quelli salini. Cresce meglio in un clima temperato e fresco. Varietà Quasi tutte le lenticchie coltivate nel mondo ancor oggi sono popolazioni locali (ecotipi) non sottoposte a un serio lavoro di miglioramento genetico. Solo da poco la lenticchia è sottoposta a selezione per ottenere varietà più produttive e più facili da coltivare, attraverso la eliminazione dei difetti e la modifica del portamento. Obiettivi importanti sono i seguenti: aumento della resistenza al freddo, per poter estendere la semina autunnale anche in montagna; portamento eretto, sviluppo determinato e indeiscenza dei legumi per rendere possibile la raccolta meccanica; aumento della resistenza alle principali avversità. In molte aree del nostro paese si coltivano con passione lenticchie di altissima qualità: in Sicilia, in Puglia, in Calabria, nelle Marche, in Toscana e in Umbria. In quest’ultima regione, in particolare, si trovano delle lenticchie IGP che hanno una duplice fortuna, ovvero un gusto strepitoso e un luogo di coltivazione incantevole, tra i più belli del Centro-Italia: Castelluccio di Norcia. 87 Castelluccio è una frazione di Norcia, in provincia di Perugia, e si trova al centro dei Monti Sibillini. Borgo di grande fascino naturalistico , il paese umbro immerso negli Appennini è circondato dalla natura ed è in una posizione idonea per la coltivazione del piccolo legume: la località ristretta d’altopiano, le condizioni climatiche, il terreno conferiscono alla lenticchia di Castelluccio un altissimo pregio qualitativo. Le sue qualità sono oltre al gusto che è molto particolare, la dimensione molto piccola, il colore, che differisce da un chicco all’altro, la resistenza ai parassiti, l’alto contenuto in ferro, il fatto che non sia necessario porla in ammollo prima della cottura. L’aratura e la semina avvengono appena il manto nevoso sui campi si è dissolto, comunque prima possibile in primavera. Da quel momento fino alla raccolta non necessita di alcuna cura, ma solo un po’di fortuna meteorologica. L’eccessiva pioggia o siccità nei momenti sbagliati incidono in maniera determinante sul raccolto. A fine luglio- prima metà di agosto si procede alla carpitura. Poiché la pianta della lenticchia è molto bassa (solo raramente supera i 30 cm. in altezza) e molti campi sono sassosi, nel passato si ricorreva esclusivamente alla carpitura a mano, operazione faticosa ed esasperatamente lunga, mentre oggi si preferisce ricorrere alle falciatrici. Sino alla fine degli anni ’50 la carpitura avveniva importando manodopera dai paesi limitrofi. Decine di donne (carpirìne) salivano a piedi a Castelluccio, dove restavano fino al termine della raccolta. Nel 88 1977 è stata costituita la Cooperativa della lenticchia,che raccoglie e vende il prodotto dotandolo di marchio e di confezione e garantendone la genuinità. Attualmente il raccolto annuo totale si aggira sui mille quintali. Curiosità: Per giungere a confezionare un Kg. sono necessarie 35.000 lenticchie a seme secco, occorrono 35 lenticchie per fare un grammo un seme di lenticchia a un diametro medio di mm. 4,4Una persona abile riesce a pulire a dito oltre 30 lenticchie al secondo. In Italia le lenticchie che si coltivano sono popolazioni locali a seme piccolo che godono di rinomanza per la loro qualità: •Lenticchia di Colfiorito coltivate sempre in Umbria, nell’altipiano di Colfiorito dove il terreno è fertile grazie alla presenza di un lago che si sta trasformando lentamente in palude. La lenticchia di Colfiorito è piccola, tenera e colorata (va dal giallo al verde al rosso). Sono le condizioni climatiche e le caratteristiche particolari del terreno dell’altopiano di Colfiorito che attribuiscono grande pregio qualitativo al prodotto. Senza bisogno di ammollo, questa lenticchia cuoce per una ventina di minuti ed è ottima in umido, in forma di purè e nelle zuppe. •Lenticchia verde di Altamura leggermente più grande rispetto a quella marrone, adatta alla preparazione di contorni •Lenticchia rossa - conosciuta anche come “lenticchia egiziana”, molto diffusa in medio oriente, commercializzata decorticata, richiede un tempo di cottura piuttosto breve •Lenticchie di Villalba - di dimensione piuttosto grande •Lenticchie di Ustica - piccole, tenere, saporite e dal colore marrone scuro, le rare lenticchie di Ustica crescono sui terreni vulcanici dell’isola e sono ancora oggi coltivate con pratiche manuali 89 •Lenticchie dell’Armuña - famose per il loro gusto e la loro morbidezza, queste lenticchie di origine Spagnola sono famose per la loro qualità e il sapore unico; Le lenticchie sono ritornate ad essere coltivate, negli areali di Caraglio e della Valle Grana, dopo una lunghissima assenza di questi prelibati prodotti , tanto da essere diventata una coltura dimenticata. La coltivazione della lenticchia era ampiamente diffusa in questi areali di collina e montagn, proprio per la sua rusticità e alto valore proteico, dal medioevo (se non prima) fino agli anni 50-60 dello scorso secolo. Era poi oggetto di scambio e baratto con il riso ed era molto ricercata per le ottime qualità. Fra le altre varietà celebri di lenticchie, si ricordano quelle di Antillo, Chiaramonte, Gangi, Marianopoli, Restauro, delle Eolie, Ventotene e di Mormanno e Castelluccio di Norcia (in Umbria,come visto) che hanno ottenuto il riconoscimento della IGP. Tecnica colturale Nelle aree a clima semi-arido (tra 250-350 mm di piogge all’anno) dove la lenticchia è prevalentemente diffusa, essa entra in avvicendamento con il cereale autunnale (frumento od orzo), costituendo un'ottima coltura da far precedere al cereale. La preparazione del terreno va fatta accuratamente arando per tempo, subito dopo aver raccolto il cereale. La semina della lenticchia in Italia si fa in novembre nelle zone basse, in marzo-aprile nelle zone di elevata altitudine; si devono fare file distanti 90 l’una dall’altra 25/35 cm. Il seme va conciato per proteggerlo dai marciumi delle plantule. Le quantità di seme necessarie e sufficienti sono di 60-80 Kg/ha per le lenticchie a seme piccolo e di 120-160 Kg/ha per quelle a seme grosso. Per la semina si impiegano le comuni seminatrici da frumento. La concimazione della lenticchia va fatta con 30 Kg/ha di P2O5; in terreno povero di potassio con 50-80 Kg/ha di K2O. l’azoto non è necessario. Le erbe infestanti costituiscono un serio problema per la lenticchia che nella fase iniziale del ciclo cresce lentamente e che è dotata di scarso potere soffocante. Raccolta e utilizzazione –La raccolta delle attuali popolazioni di lenticchie non può essere fatta a mano, quando le piante iniziano a disseccarsi, ma non in modo completo. Le piante tagliate, o più spesso, estirpate vengono lasciate in campo disposte in mucchietti a completare l’essiccazione. Dopo di che vengono trasportate sul luogo della sgranatura. Solo con varietà a taglia alta e a portamento eretto sarà possibile la meccanizzazione della raccolta con la mietittrebbiatura diretta oppure con falcia-andanatura, essiccazione delle andane e successivo passaggio di mietitrebbiatrice munita di “pick up”. Alla produzione di granella si accompagna una produzione di residui che costituiscono un foraggio molto apprezzato. Il seme in magazzino va difeso dagli attacchi dei tonchi con idonei trattamenti. Avversità e parassiti La lenticchia presenta problemi fitosanitari in genere meno gravi di altre leguminose da granella, tuttavia diversi nemici possono concorrere a limitarne le rese. Tra le avversità crittogamiche di maggiore incidenza ricordiamo i marciumi radicali e la ruggine. 91 Tra gli insetti i danni più seri sono procurati da coleotteri curculionidi del genere Sitona (i cui adulti mangiano le foglie sui margini, mentre le larve si cibano delle radici e soprattutto dei tubercoli radicali), da afidi e dal lepidottero Etiella zinckenella le cui larve rodono i legumi. I semi di lenticchia in magazzino sono molto esposti agli attacchi dei tonchi: Bruchus ervi e Callosobruchus chinensis. Proprietà e usi La loro forma ricorda quella delle monetine, ed è per questo che le credenze popolari le hanno sempre considerate portatrici di prosperità e buona sorte. Oltre ad essere molto digeribili sono totalmente prive di grassi e di colesterolo, ricche di fosforo, ferro e vitamine del gruppo B. Sono utili per riequilibrare i disturbi dello zucchero ematico e non contengono glutine. Grazie al loro basso costo e alla facile reperibilità, furono definite “la bistecca dei poveri”: contengono infatti il 25% di proteine, oltre al 53% di carboidrati e, dal punto di vista nutrizionale, 100 grammi di lenticchie equivalgono a 215 grammi di carne.Le lenticchie sono molto nutrienti ed energetiche: 100 grammi di prodotto apportano infatti 291 kcal. Sono costituite da circa il 51% di carboidrati, 23% di proteine, 14% di fibre, 1% di grassi e dal restante 11% di acqua. Tra i componenti chimici di maggior rilievo, troviamo: i soflavoni, potenti antiossidanti; (preziosi alleati nella prevenzione di diverse forme di tumore); la Tiamina, utile per favorire la memoria e la concentrazione; laVitamina PP (vitamina B3), importante per equilibrare il metabolismo energetico; sono digeribili con estrema facilità e contengono fibre che aiutano a regolarizzare le funzioni intestinali, evitando la stitichezza; sono benefiche per i diabetici (evitando che lo zucchero contenuto nel sangue salga troppo velocemente dopo un pasto), e ridurre i trigliceridi nel sangue (sono adatte a prevenire l’arteriosclerosi, sono indicate 92 nell’abbassamento del colesterolo) ; le lenticchie che contengono pochi grassi e di tipo insaturi Sono utili in caso di anemia (le lenticchie rosse, in particolare, contengono ferro in quantità leggermente superiore ad altre varietà). Per tutti questi preziosi elementi che contengono, il consumo di lenticchie non dovrebbe limitarsi solamente alle festività di fine ed inizio anno, ma dovrebbe essere regolare costituire un'abitudine comune di preparazione. L'unico effetto negativo riguarda i malati di gotta e di uremia: sono fonte di purine e non devono essere consumate dalle persone affette da questa patologia. Si ricordi che le lenticchie non dovrebbero mai essere consumate crude per la presenza di sostanze antidigestive, distrutte durante la cottura. Le lenticchie in Cucina Si possono preparare minestre e piatti di contorno alle carni. Le lenticchie si uniscono bene con i sapori affumicati. Più moderno del tradizionale “lenticchie e pancetta”, lenticchie e cotechino, il cartoccio di salmone affumicato alle lenticchie sarà un’ottima idea di ricetta. Si otterrà così un abbinamento ottimale costituito dalla la concentrazione di ferro, magnesio, vitamine A, D e del gruppo B, nonché di acidi grassi essenziali. Completare il piatto con un contorno d’insalata verde condita con olio e aceto per aggiungere la vitamina E. Le lenticchie sono usate anche per preparazioni come zuppe, minestre o contorni, come il nostrano zampone o cotechino con le lenticchie, mangiato principalmente a Capodanno. Dopo aver lavato le lenticchie, cuocerle in una pentola con acqua abbondante, sedano, cipolla e sale per circa un’ora. RICETTE Lenticchie con coriandolo dell’Antica Roma Ingredienti:250 g di lenticchie 2 litri d’acqua1 porro tagliato, lavato e tritato75g di coriandolo fresco5g di semi di coriandolo3g di pepe, più extra per la finitura del piatto3g di 93 semi di menta3g di semi di ruta75g di mentuccia fresca, o menta10 ml di garum (o pasta d’acciughe)10 ml defrutum ( mosto cotto).10 ml di aceto5 ml di mieleolio d’oliva Lavare le lenticchie e metterle in una pentola con 2 litri di acqua fredda. Portare a ebollizione, poi aggiungere il porro e la metà del coriandolo fresco. Macinare le spezie e le altre erbe, e aggiungere il garum, l’aceto ,il defrutum. Lasciare cuocere finché le lenticchie sono quasi cotte. Controllare ogni tanto che l’acqua non sia evaporata. All’ultimo minuto aggiungere l’olio d’oliva, il pepe macinato al momento e il resto del coriandolo tritato. Lenticchie stufate nella Cucina Ebraica:6 spicchi di aglio5 cucchiai di olio di semi250 grammi di pelati tritati200 grammi di lenticchie rosse decorticate1 cucchiaino di pepe nero2 centimetri di zenzero2 peperoncini verdi2 cucchiai di succo di lime1 litro di acqua1 cucchiaino di sale Fare dorare gli spicchi di aglio tritato in una padella antiaderente con i cucchiai di olio di semi. Unire i pelati tritati grossolanamente e farli cuocere per 5 minuti. Aggiungere le lenticchie rosse decorticate, insaporire con il cucchiaino di pepe nero, lo zenzero grattugiato, i peperoncini verdi tagliati a rondelle e i cucchiai di succo di lime. Versare sulle lenticchie il litro di acqua e il sale e proseguire la cottura finché le lenticchie non saranno tenere , circa un’ora di cottura. Ricette - tortina di lenticchie Ingredienti: 200 gr. lenticchie (precedentemente cotte in acqua bollente con sedano, carota e cipolla) 2 uova 200 gr. parmigiano pangrattato 94 olio poco sale Preparazione: 1. In un mixer frullare tutti gli ingredienti fino a che non diventano un composto denso e cremoso (tenere da parte un po’ di pangrattato). 2. Aggiungere un po’ di olio. 3. Ungere una pirofila con olio e cospargerla di pangrattato. 4. Mettere il composto nella pirofila, ricoprirlo di pangrattato e un filo d’olio. 5. Mettere in forno caldo 180° per 20-25 minuti. Situazione della Produzione nelle province piemontesi Di seguito vengono riportati due diagrammi che illustrano la coltura della lenticchia relativamente all’anno 2014 nel territorio piemontese, sono state considerate le variabili “numero di aziende” e “superficie totale” per illustrare il modo in cui la coltura del legume sia distribuita tra le varie Province. Per ognuna delle Province l’osservazione ha riguardato le aziende con terreni e gli ettari destinati alla coltura della lenticchia, i dati sono stati ricavati dal sito dell’Anagrafe agricola unica (data warehouse). Nell’allegato è, inoltre, possibile consultare l’andamento storico osservato per l’intervallo di tempo 2006-2014 della coltura-produzione della lenticchia nel territorio piemontese suddivisa per Province. Dall’osservazione del’andamento storico del numero delle aziende e della superficie di terreno destinate alla coltura del legume si ha un’idea di come la coltura interessi la produzione locale. 95 96 CICERCHIA Cicerchia - Lathyrus sativus L. Ordine: Leguminosae Specie: Lathyrus sativus L. Francese: Gesse cultivée, Lentille d'Espagne; Inglese: Grass Pea, Chickling vetch; Spagnolo: Galgana; Tedesco: Essbare Platterbse. Origine e diffusione La cicerchia (Lathyrus sativus).è un legume tipico della regione abruzzese, molisana e marchigiana, spesso rimasto in ombra rispetto ai ceci, fagioli e lenticchie. La sua coltivazione prende l’avvio nell’Antico Egitto, quando veniva consumato in focacce, pani e semplici zuppe. Lathiros in greco, cicerula in latino, la cicerchia ha l’origine nel Medio Oriente. L'etimologia potrebbe farsi risalire al verbo greco thero – io scaldo -ricollegandosi alle presunte proprietà afrodisiache attribuite questa pianta: a questo genere appartengono per alcuni 100 specie e per altre si arriva fino a 170- 190; nel 1770 dalla Sicilia si diffuse il pisello odoroso Le cicerchie erano molto diffuse in tutta l’area mediterranea, favorite dalla loro capacità di sopravvivere nelle condizioni ambientali più ostili. Il loro uso è stato, nella seconda metà del secolo scorso, progressivamente non più in auge sia per la crescente difficoltà a reperirle sul mercato, sia perché identificate responsabile di una forma di intossicazione con disturbi neurologici chiamata latirismo, riscontrabile tuttavia solo in popolazioni che le consumano quotidianamente in modo prolungato ed esclusivo. Di solito si consumavano i semi allo stato verde, sgusciando i legumi come i piselli e invece allo stato secco devono essere sfarinati. 97 Caratteri botanici Si tratta di una pianta erbacea a ciclo annuale molto simile a quella dei ceci. La cicerchia è una pianta ramificata, a portamento semiprostrato, con steli glabri, glauchi, caratteristicamente alati; le foglie sono alterne, costituite da un picciolo alato portante un paio di foglioline ellittiche, oblunghe; i fiori sono singoli e dopo la fecondazione, che è autogama, formano un baccello compresso contenente da 2 a 5 semi; i semi sono schiacciati, piuttosto angolosi, di colore bianco o bruno marezzato Attualmente la cicerchia è stata riscoperta per valorizzarne la biodiversità vegetale e ambientale e per tutelarla come alimento tipico della dieta contadina del passato. Le specie oggi coltivate sono circa una ventina e vanno da quella grossa e insapore coltivata in America come alimento bovino, a quella piccola, spigolosa, con le colorazioni che vanno dal grigio al marrone chiaro, che oggi finalmente possiamo ritrovare nel centro Italia Tecniche colturali Il seme, dissimile per ogni tipo di pianta e dall’aspetto simile a un sassolino, cresce anche su terreni poveri e in condizioni difficili, resiste alla siccità e alle basse temperature. La cicerchia è pianta microterma che ha esigenze termiche intermedie tra quelle della lenticchia e quelle del cece. Si adatta ai terreni anche molto magri e ciottolosi, purché non soggetti a ristagni d’acqua. 98 Abbandonato poiché richiedeva una grossa mole di lavoro manuale, tanto da preferirne l’utilizzo come ghiaia per addobbare il presepe Semina e raccolta Si semina per lo più in autunno. La raccolta avviene a fine luglio ma il legume è disponibile tutto l’anno. La semina viene fatta a file a 0,40-0,50 m, con 100-120 Kg/ha di seme. La sua estrema rusticità permette a questa pianta di offrire produzioni superiori a quelle di altre leguminose, ad esempio della lenticchia, in ambienti molto magri e avversi. La produzione si aggira su 2-2,5 t/ha di granella, in buone condizioni di coltura. La cicerchia trova anche impiego come pianta da erbaio. A questo scopo si usa un’altra specie affine: il Lathyrus cicera, cicerchiella o moco. Avversità e parassiti La cicerchia può essere innanzitutto danneggiata dai venti caldi e dall'eccessivo calore, ai quali va spesso attribuito lo striminzimento dei semi. Nocivi alla coltura risultano poi anche i tonchi, l'Afide Siphonophora viciae Kalt. e l'Uromyces fabae Proprietà e utilizzi Ricca in calcio e fosforo, la cicerchia contiene un principio amaro (latirina) indigesto per, da qui la necessità di macerazione in acqua salata per almeno 12 ore e bollitura accurata. E’ un legume molto salutare, contiene proteine e amidi, vitamina B1, B2, e PP e fibre alimentari, tanto da essere consigliata per risolvere problemi riscontrati nel ricordare e memorizzare, di affaticamento cerebrale, negli studenti e negli anziani. La cicerchia viene utilizzata per preparare zuppe, farine e dolci 99 vegetariani, ma trova largo spazio anche nella cucina tradizionale. Ottima in minestre ma anche cucinata in purea o servita come contorno dello zampone. Con la farina di cicerchie, inoltre, si preparano squisiti maltagliati e pappardelle. Da sola o accompagnata da altri legumi, la cicerchia rappresenta un ingrediente decisamente appetitoso. Solitamente viene impiegata in abbinamento con lupini, orzo, farro o lenticchie, dopo la bollitura. Ma la cicerchia può essere gustata anche per altri primi (per esempio per condire la pasta), oppure come contorno o secondo, soprattutto per regimi dietetici particolarmente severi: questo legume, infatti, favorisce la digestione e migliora il metabolismo. Una volta cotto, esso deve essere lasciato in acqua per qualche minuto, per impedire che diventi troppo duro, ed essere scolato solo al momento di servire il piatto. Tra le ricette: tonno alla salvia e miele con cicerchie, paté di cicerchie e piselli secchi, rana pescatrice panata al finocchietto su vellutata di cicerchie, zuppa di cicerchia e piselli secchi, zuppa di puntarelle, cicerchie e chips di patate viola, pasta e cicerchie, cozze e cicerchie o vongole, cicerchie e pane bruschettato Zuppa di cicerchie Ingredienti: - 500 gr cicerchie - 250 gr pomodori pelati in scatola - 1 cipolla - 1 carota - 1 gambo di sedano 100 - 2 agli - prezzemolo - basilico - olio - sale, pepePreparazione: Lasciare il cicerchie secche in ammollo per una notte. Scolate, risciacquate e mettetele in una pentola con acqua si raffredda salato. Fare cucinare 35 minuti del momento dell'ebollizione. Nel frattempo fare rosolare in olio evo in una pentola le verdure spezzettate, gli odori ed il prosciutto o speck o ventresca ridotta in briciole. Dopo alcuni minuti, aggiungete i pomodori plumaisons. Fare cucinare per circa 10 minuti. Una volta cucinate il cicerchie, battete in due mestoli (con un po'di liquido di cottura) ed aggiungete la purea ottenuta alla pentola con rosolato ed i pomodori. Aggiungete anche il resto del cicerchie intere (aggiungendo eventualmente l'acqua di cottura). Si consiglia di cucinare per circa 15 minuti. Servire con bistecche di toast. 101 TAMARINDO Il tamarindo - TAMARINDUS Cesalpiniacee INDICA , famiglia Leguminose Origine e diffusione Si tratta di una pianta sempreverde che si adatta molto bene al clima dell' Africa tropicale, ma è oggetto di coltivazione anche in India ed in America. Caratteri botanici Raggiunge anche 25 metri, è conosciuto fin dai tempi antichi per produrre legumi di color bruno chiaro, simili alle carrube. Questi frutti pendenti, più o meno appiattiti e con protuberanze in corrispondenza dei semi, racchiudono del materiale fibroso ed una polpa soffice, acidula e giallastra. Proprietà e usi La polpa dei frutti di tamarindo è caratterizzata da sapore gradevole; per questo, viene utilizzata nella preparazione di succhi e bibite rinfrescanti. A dosi più levate svolge funzioni di lassativo naturale, che deve le sue proprietà alla ricchezza di acidi organici, zuccheri e sostanze mucillaginose. Alle nostre latitudini, il tamarindo viene utilizzato sottoforma di sciroppo o marmellata per risolvere casi di costipazione ostinata. 102 Ricette Pollo al Tamarindo con Funghi Ingredienti: 2 petti di pollo 180g di germogli di soia cipolla 4 cucchiai di concentrato di tamarindo basilico q.b. sale q.b. 240g di funghi 2 cucchiai di zucchero 2 spicchi di aglio 2 peperoncini 4 cucchiai di olio di semi pepe nero q.b. Preparazione: 1. Tagliate a cubetti il pollo, cospargetelo con zucchero, sale e pepe 2. Versate l'olio in un wok e, quando sarà caldo, aggiungete i tocchetti di pollo. Fate cuocere per circa 2 minuti, fino a quando la carne sarà sigillata 3. Aggiungete quindi l'aglio e la cipolla tritati, e i funghi tagliati a fettine sottili. Mescolate con cura e lasciate cuocere per altri 3 minuti 4. Unite poi 4 cucchiai di acqua e il concentrato di tamarindo. Mescolate e portate a cottura 5. in ultimo aggiungete il basilico tritato, i germogli di soia e il peperoncino privato dei semi, della calotta e tritato. 6. Aggiustate eventualmente di sale e servite. 103 CARRUBE Origine e diffusione Il Carrubo e' una pianta originaria del bacino meridionale del Mediterraneo. Diffuso nell'Italia meridionale, specie in Sicilia e Sardegna. Gli esemplari più a nord si trovano sul promontorio dell'Argentario (Toscana). - Caratteri botanici Albero robusto, alto 7-10 m, dal portamento espanso tabulare. Foglie alterne, persistenti, composte da 2-5 paia di segmenti ovali, rotonde o smarginate all'apice. I fiori, in prevalenza unisessuali, tendono a dividersi su piante separate in base al sesso, determinando nella specie un comportamento essenzialmente dioico. Molto piccoli e di colore verde-rossastro (privi di corolla, calice con 5 sepali presto caduchi), sono riuniti in grappoli cilindrici eretti. Il frutto (carruba) e' una camara allungata e appiattita, di circa 2x10-15 cm, nerastra a maturità, con epicarpo crostoso, mesocarpo carnoso, dolce e una fila di piccoli semi lenticolari, bruni, di consistenza lapidea. La crescita del carrubo è lenta, la sua longevità molto elevata, fino a 500 anni. Caratterizza l'aspetto più caldo della macchia mediterranea, dove si accompagna a olivastro, palma nana, lentisco, mirto e altre specie arbustive ed erbacee. 104 Proprietà e usi La carruba è un legume atipico poiché contiene in prevalenza carboidrati. Presenta un sapore dolciastro che ricorda vagamente quello del cioccolato; in commercio,infatti, si trovano barrette dietetiche che inseriscono con altri ingredienti la carruba come sostituto del cioccolato. Richiede una lunga masticazione, il che contribuisce ad aumentare il suo indice di sazietà e per questa ragione è particolarmente adatta nei regimi ipocalorici. Occorre prestare molta attenzione ai semi perché sono molto duri e potrebbero portare dei danni per i denti e la masticazione. Il "semolato", costituisce la farina di carrube e si ottiene determinando l'esitazione della polpa e poi tritandola; dai semi ricava una gomma addensante che viene utilizzata in pasticceria. In commercio potete quindi trovare biscotti, sciroppi, basi per il gelato, barrette dietetiche e creme spalmabili. Alcune aziende (principalmente siciliane) sono giunte alla determinazione di sfruttare questa risorsa producendo prodotti a base di carruba. Ricette - Torta Farina di Carrube e Pere Ingredienti: 240g di farina di bacelli di carrube 100g di zucchero di cocco intergale 60ml di olio extravergine di oliva 240ml di acqua 4g di bicarbonato di sodio purissimo settaciato bene 105 1/2 cucchiaio di lievito biologico 1 pera un pizzico di cannella 3 cucchiai di aceto di mele Preparazione: 1. Fodera il fondo di una tortiera con la carta di forno 2. Taglia a spicchi la pera e distribuiscili sul fondo della tortiera 3. Mescola in una ciotola tutti gli ingredienti secchi 4. Unisci in un'altra ciotola, tutti gli ingredienti umidi 5. Mescola gli ingredienti secchi con quelli umidi e gira lentamente per amalgamare il tutto 6. Cuoci a 180°C per 40 mintui nel forno statistico 7. Servi la torta rovesciata. 106 SENNA Senna Siamea o Cassia Siamea leguminosa - - Caratteri botanici Si tratta di un albero sempreverde che presenta medie dimensioni e cresce fino a 18 m di altezza, con un tronco fino a 30 cm di diametro. La corteccia è di colore grigio o marrone chiaro, le foglie sono verde-rossastro. Le zone tropicali di pianura con un clima monsonico sono particolarmente idonee al suo sviluppo. La Cassia Siamea è una leguminosa, e come avviene per molte leguminose, si nota la presenza sulle radici di un batterio,detto il Rhizobium leguminosarum, che riesce a fissare l'azoto atmosferico, migliorando così la fertilità del terreno. 107 F OCUS SUL P IEMONTE Tra i legumi tipici del Piemonte, possiamo citare il Fagiolo di Saluggia Dop, prodotto a Saluggia ed alcuni comuni limitrofi in provincia di Vercelli, è di tipo compresso, reniforme di colore roseo con striature rossastre e con tegumento esterno particolarmente sottile ed è utilizzato per la produzione di fagioli secchi. La presenza e la coltivazione del fagiolo a Saluggia risale ai primi anni del '900. Il Decreto Reale del 21 maggio 1914 ordinò il "Censimento Generale del Regno" nel quale si legge un'annotazione sulle produzioni orticole comprendenti il fagiolo nella zona di Saluggia. Recentemente riconosciuto prodotto Igp, altro legume tipico piemontese è il Fagiolo di Cuneo. Si tratta, come visto,di un borlotto dal baccello rosso screziato, con semi reniformi di media pezzatura, dalle striature rosso-vinose su campo bianco. Il periodo di maturazione si verifica in agosto-settembre e la sua coltivazione, dagli anni Cinquanta del Novecento, ha dato il via a un certo numero di mercati stagionali alla produzione (Boves, Castelletto Stura, Centallo, Cuneo, Caraglio). È l’ingrediente base dei marsènc, minestrone cotto a lungo in una pentola di terracotta. Si citi anche il fagiolo Bianco di Bagnasco, una cultivar rampicante ad altissima resa, tant'è che una sola canna con 4 semi può dare 1,5 kg. di prodotto fresco o mezzo chilo di seme secco, questo perché il terreno è particolarmente adatto alla coltivazione di questa specie. I tegumenti del baccello, in fase di ingrossamento dei semi, presentano una colorazione verde brillante. Quando la granella giunge allo stadio di maturazione 108 cerosa, i baccelli assumono una colorazione bianco crema; successivamente, a granella secca, i tegumenti esterni divengono ocra. Anche il Cece di Nucetto (cicer arietinum L.) è un legume coltivato in Piemonte, le cui zone più votate sono Merella e comuni limitrofi (nell'alessandrino) e Nucetto e comuni limitrofi in Val Tanaro (CN). La pianta è rustica con fusto eretto di altezza compresa tra 30 e 50 cm ed ha un ciclo colturale assai breve, di circa 120 giorni; il frutto è un baccello di forma oblunga che contiene 2-3 legumi di colore ocraceo globoso, leggermente appuntiti. La zona di Casalborgone, nella collina torinese ed astigiana, è territorio particolarmente adatto per la coltivazione del pisello, il quale predilige terreni di medio impasto. Il Pisello di Casalborgone viene raccolto da fine aprile a fine giugno. Si presenta con baccello corto, seme di diametro ridotto, liscio, di colore verde chiaro, di sapore dolce e di consistenza pastosa. Le varietà storiche sono Quarantin, Casalòt e Barchetta. Attualmente la varietà più diffusa è denominata Espresso Generoso. I vari legumi sono utilizzati per la preparazione di prelevate zuppe che rappresentano un’ottima alternativa alla carne. I legumi associati ai cereali costituiscono un eccellente piatto unico, proposto tra l’altro dal modello alimentare mediterraneo. Una zuppa di legumi è in grado di fornire da sola l’apporto nutritivo di un pasto completo. Il fagiolo da granella in Piemonte • Fagiolo per produzione di granella secca –dati 2010 – 2.900 ettari con una produzione stimata in 62.000 q – P.L.V. stimata in 7.400.000 € 109 • Fagiolo per produzione di granella da raccolta allo stadio ceroso - dati 2010 – 1.900 ettari con una produzione stimata di 155.000 q. – P.L.V. stimata in 15.000.000 € • Valore complessivo delle leguminose da granella per il Piemonte € 22.400.000 c.a • In provincia di Cuneo si concentra l’80% della produzione regionale La Regione Piemonte con la collaborazione di Creso ha realizzato un progetto nel 2010 per “Recupero e caratterizzazione di vecchi ecotipi autoctoni di fagiolo da granella” 110 111 A RTE E L ETTERATURA Simbolicamente i legumi rappresentano la morigeratezza, la misur, la temperanza e la mistificazione del corpo. Ai piselli si collega per le loro esigue dimensioni e radici il concetto della fragilità delle cose umane. Essi rappresentano per la piccolezza sia l’umiltà che il giusto aiutato dalla grazia. L’ umiltà, povertà, continenza sono concetti che si possono ricollegare a questi prodotti sempre considerati umili ma ora riscoperti Anche alcuni pittori e letterati hanno preso spunto da questi frutti della terra per ispirarsi nella loro produzione artistica o letteraria. Jacob Jordaens (1593 –1678) è stato un pittore fiammingo, fra i maggiormente degni di nota del XVII secolo. Egli subisce molto l'influenza pittorica e artistica del suo contemporaneo Rubens. I colori dei dipinti di Jordaens sono caldi e luminosi, egli si avvale un forte contrasto di luce e ombra, le sue figure robuste e i loro visi rossi e sani, le composizioni affollate di figure che danno un'aria di vitalità e prosperità. In questo quadro è rappresentato “il re del fagiolo” Il capolavoro di Vincenzo Campi (15361591) “Il mangia fagioli”, per la prima volta è stato esposto in pubblico a palazzo Martinengo a Brescia in occasione della mostra sul cibo nell'arte nel 2015 ed è derivato da un prestito da parte di una prestigiosa collezione privata svizzera. 112 Si tratta di una scena di genere espressione di una moderna sensibilità nei confronti del dato reale, vi sono elementi della cucina della famiglia; il mangiatore ha uno sguardo assorto e sembra apprezzare molto il piatto di fagioli, quasi non notando la prorompente bellezza della giovane moglie e il bambino, in primo piano con un volto paffuto e roseo, che pare quasi una raffigurazione di tanti quadri di Gesù del periodo. Il dipinto risulta da assemblaggi di particolari già usati in altre opere. Il piatto di lenticchie e fagioli, la disposizione di soggetti e oggetti erano già state viste in altri dipinti del pittore (pescivendoli). Il bambino piange per il gatto che lo graffia. Si assiste a una miscellanea di stili e tecniche fiamminghi e veneti. I toni luminosi sono di rara preziosità per la pennellata densa e pastosa che si avvia al ‘600 pittorico. Nel 1587 il medico bolognese Pisanelli dirà che i fagioli sono adatti ai rustici e ai villani “per quelli che hanno lo stomaco gagliardo”; i gesti sono spontanea tratti dalla realtà coeva al pittore. Carlo Sovilla è un pittore nato a Belluno nel 1928. Ha dipinto numerose nature morte ed in questo quadro i fagioli sono vicino alle zucche, è molto abile nell'uso della luce cogliendo il suo rifrangersi e riverberarsi tutto per creare un'atmosfera particolare. La luce si frange e diviene materica, delineando i contorni degli oggetti, esercitando la capacità di assorbire i diversi toni e sfumature. Il Verismo, ambito letterario, si origina in Italia a fine Ottocento e trova ispirazione nel Naturalismo francese, i cui capisaldi sono posti nella creazione di un metodo di indagine fondamentalmente basato sui fatti oggettivi, sull’analisi delle condizioni ambientali e psicologiche 113 che influiscono sull'azione dei personaggi e dei protagonisti delle opere; il narratore nelle vicende raccontate non determina il concatenarsi delle vicende. Giovanni Verga è il massimo esponente dell'idealismo italiano. Egli mostra un’attenzione particolare per l’ambiente rurale e il suo universo di valori, ma non riprende i moduli linguistici e stilistici della narrazione popolare, riesce però a trasfondere la sfera valoriale e l’andamento epico e leggendario all’interno della lingua italiana corrente. La sua scrittura vuole offrire del mondo arcaico siciliano un’immagine destinata a imprimersi nella memoria e lo realizza proprio calandosi nei suoi valori, nelle sue tradizioni. Anche quelle culinarie: l’attaccamento alla tradizione, l’attaccamento al cibo. Nella Sicilia post- unitaria, rappresentata nei romanzi e nelle novelle dello scrittore,la penuria di cibo e la fame erano molto diffuse. I personaggi sono contadini e pescatori, che mangiano con misura e parsimonia e ogni atto del nutrirsi è connesso alla fatica fatta per procurarsi quel cibo, per pagarlo e consumarlo. Le fave, con il pane, costituiscono un cibo che ricorre sulle tavole o tra le mani dei personaggi verghiani sono, simbolo della dieta contadina, di una vita povera. In estate vengono consumate fresche insieme al pane e al pecorino, mentre d’inverno vengono utilizzate per produrre povere e misere zuppe. Don Gesualdo torna a casa stanco e affamato dai campi, e si ciba infatti con “una minestra di fave novelle, con una cipolla in mezzo, quattro uova fresche e due pomodori ch’era andata a cogliere dietro la casa”. Verga fa emergere l’attaccamento dei suoi personaggi a un’immobile natura e ad arcaiche tradizioni: la cucina rientra 114 proprio nel novero delle conoscenze implicite più radicate a cui questi uomini e queste donne sono attaccati e determina un aspetto della loro profonda autenticità e della loro dura necessità di dover i accettare fino in fondo le asperità della lotta per la vita, anche nel momento del consumo di un povero e frugale pasto. I legumi, ritornando all’arte, compaiono in scene di genere di tono umile e nelle nature morte italiane e fiamminghe dal XVI al XIX sec. Le lenticchie sono rappresentate nell’iconografia di Esaù. Unita al fagiolo e l’immagine del Re fagioli di tradizione fiamminga del XVI e XVII sec. Un pittore di ambito bassanesco ha dipinto il quadro “Cristo accolto da Marta e Maria nella loro casa di Betania”; l’opera si fa risalire alla fine XVIinizio XVII secolo. Si tratta di una scena che rappresenta l'interno di una rustica cucina campagnola con camino e piattaia; in primo piano compaiono altri personaggi, come la cuoca affaccendata intorno al focolare, si presume che stia cuocendo una pentola di fagioli, l'uomo seduto al tavolo e il ragazzo con la cesta dei pesci, nonché animali domestici - il cane e il gatto - e numerose nature morte; il racconto continua presso il pozzo con la donna che attinge l'acqua. 115 Joachim Beuckelaer, nipote di Pieter Aertsen, pittore specializzato in scene di mercato e di dipinti di genere, nasce ad Anversa nel 1530. Allievo di Pieter Aertsen, come lui si specializza nel dipingere scene che ritraggono personaggi e vita reale tratte dal quotidiano, pur mantenendo un significato morale ed etico. Joachim Beuckelaer si distingue per la sua eccezionale competenza e attenzione nel riprodurre la gioia piena della vita, utilizzando un tratto leggero e sottile che permea i colori delicatamente usati nel dipingere mercati popolari, luoghi che diventano uno dei temi preferiti per gli abitanti di Amsterdam. I suoi dipinti ritraggono cesti ricolmi di frutta e verdure, ciotole contenenti ricche varietà di vegetali, tra i quali anche i legumi, che arrivano fino al bordo superiore del dipinto allo scopo di mostrare i sorprendenti risultati dei nuovi metodi agricoli che stavano permettendo di produrre oltre la stagionalità. Ma l'elemento didattico di dipinti di Beuckelaer non appariva solo nella propaganda della opulenza e ricchezza dei tempi dei ricchi borghesi, né nella volontà di pacificazione fra le due fazioni religiose, cattolici e protestanti ma si rivolgeva all'allegria e alla spensieratezza, come canoni di vita. 116 Louis Le Nain (1593-1648) narra i fatti interpretando lo stile naturalistico con un'attenzione storico sociale e presenta così le azioni del mondo contadino, sia all'esterno che all'interno. Gli sguardi sono intrisi di dignità morale, viene raffigurato un interno, egli descrivere minuziosamente un’umile casa di contadini che stanno consumando una modesta cena e forse ci sarà sicuramente una minestra di legumi, la carne dei poveri. 117 P ROVERBI – C URIOSITÀ – N OTIZIE Il “pisello del tropico”, o Caiano (Cajanus cajan), è particolarmente importante nelle aree sottosviluppate in cui viene una penuria di alimenti ricchi di proteine, come l’India, dove spesso viene inserito in una zuppa di legumi e verdure; o l’Africa orientale e meridionale, i Caraibi e la Birmania. Attualmente contiene tra il 20 e il 22 per cento di proteine nella maggior parte dei Paesi IN CUI viene coltivato in modo estensivo. È stata scoperta una nuova varietà denominata “Pushkal”, si dice che si tratti del legume ibrido più commerciabile al mondo, secondo il parere di un Istituto internazionale di ricerca dei raccolti per i tropici semiaridi. In epoca medievale i legumi rappresentavano la migliore scelta da affiancare o da sostituire ai cereali per la maggior parte della popolazione che non viveva certo in condizioni agiate ad eccezione delle classi detentrici del potere, oggi sono tornati ad essere protagonisti di una alimentazione responsabile coniugando “valore gastronomico e nutrizionale alla sobrietà nel consumo di suolo” e Slow Beans,come si legge in rete,ha cercato di incentivare questa nuova attenzione ai legumi. 4500 erano gli ettari coltivati a legumi in lucchesìa a fine Ottocento secondo quanto ho raccolto in fase di censimento dell’agricoltura, 17 le varietà solo in provincia di Lucca, 25 sono le comunità del cibo che aderiscono al Manifesto di Slow Beans, 14 le varietà di legumi nella zuppa “comunitaria” ma soprattutto 3 anni è stata la durata del progetto in collaborazione con l’ARSIA (l’Agenzia Regionale per lo Sviluppo e l’Innovazione nel Settore Agroalimentare) per il recupero di vecchie 118 varietà di legumi nel territorio di Lucca intrapreso da un gruppo di lungimiranti motivati ed interessati Piatti a base di fagioli, ceci, lenticchie, piselli, fave, lupini, soia, per la loro risorsa intrinseca in proteine vegetali, sono consigliati anche diverse volte alla settimana. Sono anche i più ricchi di calcio e ferro. Per il loro valore nutritivo i legumi sono stati chiamati la "carne dei poveri". Si possono sperimentare idee nuove per la nostra tavola che faranno gola a grandi e piccini ma che allo stesso tempo aiuteranno a seguire un'alimentazione bilanciata, sana e naturale. Accanto alle ricette tradizionali, si possono creare ricette moderne e decisamente contemporanee, accostate ai sapori del Mediterraneo quelli del resto del mondo e non limitare il salutare abbinamento dei legumi con i cereali ai classici pasta e riso, ma deliziarci con l'orzo e il farro, la quinoa e il cuscus. Il loro gusto si accosta gradevolmente a qualsiasi verdura e anche ai cereali, costituendo piatti unici e genuini. Consumati preferibilmente in inverno, i legumi secchi, possono costituire un piatto occasionale anche per la stagione estiva, quando invece si preferisce consumare fagiolini, fave e piselli freschi, meno proteici ma più idratanti. La cottura dei legumi secchi deve sempre preceduta da un periodo di ammollo che varia dalle 12- 24 ore per ceci e fagioli, alle 2-4 ore per fave, piselli e lenticchie. Questa procedura consente una cottura più rapida e una tollerabilità migliore per il nostro organismo. Per la cottura, l'acqua di ammollo andrà sostituita con acqua fresca (più del doppio della quantità del legume bagnato); la cottura a fuoco lento si protrarrà per circa 3-4 ore per fagioli e ceci, 2-3 ore per fave e piselli secchi e 1-2 ore per le lenticchie. Il sale va aggiunto solo alla fine cottura per evitare l'indurimento della buccia. Le varie ricette comprendono quasi sempre l'uso di spezie ed erbe aromatiche per rendere i legumi gustosi, in modo da accelerare i succhi gastrici e una più facile assimilazione: 119 Erbe e Spezie con i legumi - L'impiego di erbe e spezie per la cottura e per il condimento dei legumi permette di facilitarne la digestione. Le erbe e le spezie consigliate per favorire la digestione dei legumi sono infatti adatte ad evitare l'eccessiva presenza di gas, o a favorirne l'eliminazione, quando essa è causata da fastidiose fermentazioni intestinali. Lo zenzero allevia numerosi disturbi digestivi, compresi la nausea e il vomito. E' inoltre utile per ridurre i gonfiori e le flatulenze e contribuisce a rendere i legumi più digeribili. Potrete aggiungere un pezzetto di zenzero fresco ai legumi durante la cottura, oppure utilizzare lo zenzero in polvere come condimento; l'alloro possiede proprietà carminative, che contrastano la formazione di gas a livello addominale e che ne aiutano l'eliminazione. Allo stesso modo, potrete utilizzare un pezzetto di alga kombu. Entrambi ostacolano le fermentazioni indesiderate e prevengono il problema del gonfiore. L'origano è un condimento davvero idoneo per ogni tipo di legume, sia fresco e tritato, che essiccato. L'origano, infatti, non soltanto aromatizza i legumi, ma previene le fermentazioni e la formazione di gas addominali . La menta favorisce il rilassamento della muscolatura addominale e tende a limitare la formazione dei gas intestinali. Potrete utilizzare della menta tritata, fresca o essiccata, per condire i vostri legumi, oppure per preparare una tisana digestiva. Anche il basilico contribuisce a ridurre i gonfiori e ad attenuare i disturbi digestivi. Potrete utilizzare il basilico sia fresco che 120 secco durante la cottura dei legumi, oppure per il loro condimento. Potrete anche masticare una o due foglie di basilico fresco dopo i pasti, per facilitare la digestione. Altre erbe e spezie utili per rendere i legumi più digeribili, che potrete utilizzare sia durante la cottura che per il condimento sono il cumino, il coriandolo, l'erba cipollina, il timo, il rosmarino, il cardamomo, la curcuma, i semi di finocchio e l'aneto Modi di dire dialettali - Liguria "Böggì i çeìxai". Bollire i ceci. Cioè: essere turbato, inquiet; Sardegna "Est prus su cixiri che sa parada." Cioè: sono più i ceci che non i festeggiamenti ovvero è più il chiasso che il danno; Calabria "Oji dici ciciri e domani dici favi." Oggi dice ceci e domani dice fave; Marche "Ègljitu a fa la terra pe li cici." Cioè: è andato a fare la terra per i ceci: ovvero è morto Proverbi -Come esempio di penitenza si usa dire: camminare sui ceci, o in ginocchio sui ceci. È una diceria popolare che indica qualcosa di scomodo, qualcosa di non gradito. Si tramandano oralmente racconti secondo i quali, anni orsono, i maestri alle scuole elementari per punizione avrebbero avuto l’abitudine di porre gli alunni in ginocchio sui ceci o fagioli. Chi non mangerebbe pasta e fagioli, riso e piselli e le lenticchie..! Sono prelibatezze per il palato e quanto fanno bene con le loro proteine! Sono ideali per chi non gradisce la carne; occorre pazienza per la loro preparazione in quanto è lunga ed elaborata ma il risultato è assicurato ed ottimo. I legumi furono la carne dei poveri per i loro basso costo ed anche per noi, ora, sono fondamentali per stare meglio. (Teresa Ingrao) Legumi, vino e ceramiche sono i protagonisti di Leguminaria, la rassegna che promuove ad Appignano di Macerata, ogni anno 121 produzioni di qualità da reintrodurre nel mercato e nella gastronomia locale e all'artigianato artistica. Ceci, fagioli, lenticchie: piatti poveri della cucina marchigiana, dagli indiscutibili valori nutritivi, serviti nelle ciotole di terracotta realizzate dai Maestri Vasai Appignanesi che i commensali portano a casa con sé fine pasto . È questa la "ricetta" che fa della rassegna, patrocinata dal Ministero delle Politiche Agricole, un momento importante per valorizzare le eccellenze dell’agricoltura e artigianato del luogo . F AVOLE - FILASTROCCHE Fagioli buoni e belli di Carla Piccinini Bianchi e rosa nei baccelli I fagioli son proprio belli; tutti bianchi o a puntini, son preziosi per i bambini: la loro polpa farinosa è nutriente e gustosa. Su pali s'attorcigliano le piante; le foglie a cuore sono tante; grappoli di fiorellini fanno che baccelli diventeranno. Bianchi, borlotti o cordoni, i fagioli son tutti buoni. 122 Ricordo i fagioli di Carla Piccinini Da bambina, i legumi amavo sgranare. Specialmente i fagioli dei nostri orticelli Com'eran buoni, com'eran belli. Mi piacevano più dei piselli, tanto verdi e pur tanto belli però più dolciastri e meno graditi dei fagioloni saporiti. Per me era una gran gioia veder quei baccelli pieni di semi grandi, di semi sani, colorati a vivaci puntini. Lieta li pregustavo, già cotti, nei minestroni e nei risotti. La nonna mi aveva insegnato a ricavare dei cuscinetti usando i più lunghi baccelletti. E mi piaceva tanto intrecciarli, poi gioivo nell'ammirarli. Talvolta usavamo fagioloni bianchi nei baccelli verdi e duri; 123 ma non eran sempre grossi, non eran sempre maturi. E il loro sapore non m'era gradito: non sembravano così belli tanto gustosi come i loro fratelli. Borlotti, cordoni e cannellini così prelibati, in tanti piattini. La nonna mi permetteva di rubargliene dal suo piatto: per me era come gustare un dolcetto. In quei tempi di guerra nei fagioli potevi trovare le proteine della carne che non potevi comperare. Ancora oggi sono golosa di quella polpa tanto gustosa: e anche se più crescer non devo assaporarla mi dà sollievo. I PISELLI Siamo verdi e piccolini Stiamo tutti ben vicini stretti stretti nel bacello 124 ch’è di un verde così bello. siamo buoni, siam frateli e ci chiamiamo….piselli (Filippo Falsina) I LEGUMI Sono semi di tanti formati crudi o cotti van mangiati. Sono molto nutrienti. Fanno bene alle ossa e ai denti 125 S ITOGRAFIA -B IBLIOGRAFIA http://www.filastrocche.it http://www.atavolacongioia.com https://126maestramaria.wordpress.com http://wikitesti.com http://losbuffo.com http://www.buttalapasta.it (RICETTA) http://www.meteoweb.eu http://www.en.wikipedia.org http://www.agraria.org http://www.prodottitipicipiemonte.it http://www.cucinaaraba.net http://www.my-personaltrainer.it http://www.sutturiva.it http://www.taccuinistorici.it http://www.legumechef.com http://www.bonduelle.it http://www.expo2015.org http://www.greenstyle.it http://www.lareginadelsapone.com http://www.ilmanicaretto.it http://www.buttalapasta.it http://www.nonsprecare.it http://www.inorto.org http://www.regione.piemonte.it http://www.sardegnaagricoltura.it http://www.lorointavola.it http://www.teverenotizie.it 126 http://www.freshplaza.it http://cultura.biografieonline.it http://www.pedina.it http://www.taccuinistorici.it http://www.lucianopignataro.it http://www.alimentipedia.it http://www.settemuse.it http://www.museodiocesanotridentino.it http://www.greenme.it http://www.legumi.it http://www.ansa.it http://www.uniba.it http://www.ipsnotizie.it http://www.cibo360.it http://www.lastampa.it http://www.vesuvioweb.com http://www.giuseppeborsoi.it http://www.girodivite.it http://www.antichitagiglio.it http://www.uniba.it http://www.castiglioneasti.it/ http://www.lastampa.it - archivio storico online http://www.comune.dogliani.cn.it http://www.scienzeascuola.it http://www.omero.it http://www.cibimbo.com http://www.ortosemplice.it http://www.finedininglovers.it http://www.saporidelpiemonte.net http://www.multidata.multiwire.net 127 http://www.inorto.org http://www.casadivita.despar.it http://www.ultimenotizieflash.com http://agronotizie.imagelinenetwork.com http://www.la-camera-dei-segreti.com http://www.ogigia.com http://www.prodottitipiciveneto.it http://www.giardinaggio.it http://www.annunciometro.com http://www.lacompagniadellaqualita.it http://www.chiediloachiara.it http://www.uniba.it http://www.terranuova.it/ http://www.comune.casalborgone.to.it http://www.alimentipedia.it https://archeonexus.wordpress.com http://www.eurocompanysrl.com http://www.rurality.it http://effecortamilano.com http://www.actaplantarum.org http://www.lenticchiaigpcastelluccio.it http://www.ghironda.com A. 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Violani, L’orto e l’anima, dal giardino dell’Eden, agli orti urbani, Vallardi Editore, 2011, Milano R.Passione, Cucinare i legumi, Terra Nuova Edizioni, 2012, Firenze S ITOGRAFIA FOTO http://www.meteoweb.eu http://www.en.wikipedia.org http://www.agraria.org http://www.greenstyle.it http://www.filastrocche.it http://www.atavolacongioia.com https://126maestramaria.wordpress.com http://wikitesti.com http://losbuffo.com http://www.alimentipedia.it/ceci.html http://www.fondation-louisbonduelle.org http://www.mondodelgusto.it http://www.greenstyle.it http://www.dolomitiprealpi.it http://www.fagiolo-sorana.it http://www.treccani.it http://www.it.dreamstime.com http://www.etsy.com http://www.ebay.it http://www.lupinor.com http://www.veganblog.it http://www.anconatoday.it http://www.dietagrupposanguigno.it http://www.prodottitipicipiemonte.it http://www.viviromagna.it (IMMAGINE) 129 http://www.ansa.it http://www.uniba.it http://www.buttalapasta.it http://www.museodiocesanotridentino.it http://www.settemuse.it http://www.nonsprecare.it http://www.scienzeascuola.it http://www.omero.it http://www.cibimbo.com http://www.saporidelpiemonte.net http://www.multidata.multiwire.net http://www.inorto.org http://www.casadivita.despar.it http://www.ultimenotizieflash.com http://agronotizie.imagelinenetwork.c om http://www.inorto.org http://www.flaviabi.com http://www.blogsicilia.eu http://www.mr-loto.it http://www.gingerandtomato.com http://www.lorointavola.it http://www.icavalieridiarianna.forumfree.it http://www.comemontagnerusse.wordpress.it http://www.giardinaggioweb.net http://www.giardinaggio.org http://www.prodottitipiciveneto.it http://www.faidatemania.pianetadonna.it http://www.filastrocche.it http://www.it.depositphotos.com http://www.mr-loto.it 130 http://www.lemiepiante.it http://www.pollicegreen.com http://www.pedina.it http://www.lucianopignataro.it http://esseresani.pianetadonna.it http://www.greenme.it PISELLI http://www.ortosemplice.it http://blog.metodo3emme.it http://www.dico.it http://www.ideegreen.it (IMMAGINE) (IMMAGINE) (IMMAGINE) http://www.leverduredelmioorto.it http://news.fidelityhouse.eu (RICETTA) (RICETTA IMMAGINE) http://www.ricettedellanonna.net IMMAGINE) (RICETTA & http://www.lospicchiodaglio.it (RICETTA & IMMAGINE) http://www.compagniadelgiardinaggio.it http://www.boorp.com/ http://www.comune.casalborgone.to.it TAMARINDO http://www.alimentipedia.it (IMMAGINE) http://www.omstamarind.com (IMMAGINE) http://www.nudenicotine.com http://www.gustissimo.it (IMMAGINE) (RICETTA & IMMAGINE) CARRUBE http://www.fruttaweb.com http://www.lauraferrero.it (IMMAGINI) (IMMAGINE) http://www.dolcesenzazucchero.com (RICETTA & IMMAGINE) LENTICCHIE http://www.amicidicapracotta.com (IMMAGINE) 131 http://www.kmzerotour.it (IMMAGINE) http://www.lacucinaitaliana.it (IMMAGINE) http://www.greenme.it (RICETTA & IMMAGINE) http://ricette.pourfemme.it (RICETTA & IMMAGINE) http://www.babygreen.it (RICETTA) http://www.veganblog.it (RICETTA IMMAGINE) http://www.eurocompanysrl.com http://www.rurality.it http://effecortamilano.com http://www.actaplantarum.org http://www.lenticchiaigpcastelluccio.it http://www.ghironda.com FAVE http://www.meteoweb.eu (IMMAGINE) http://www.gingerandtomato.com (IMMAGINE) http://www.provincia.mediocampidano.it (IMMAGINE) http://worldrecipes.expo2015.org & IMMAGINE) http://www.velocucino.it IMMAGINE) (RICETTA (RICETTA & http://www.cookaround.com (RICETTA & IMMAGINE) http://www.finedininglovers.it LUPINO http://www.petitchef.it (ricetta -immagine) http://www.la-camera-dei-segreti.com http://www.ogigia.com http://www.giardinaggio.it ww.annunciometro.com FAGIOLO 132 http://www.buttalapasta.it (ricetta-immagine) http://www.prodottitipiciveneto.it ARACHIDE http://www.lospicchiodaglio.it (RICETTA & IMMAGINE) CECE http://www.lospicchiodaglio.it (RICETTA & IMMAGINE) http://www.lacompagniadellaqualita.it http://www.chiediloachiara.it http://www.uniba.it http://www.alimentipedia.it https://archeonexus.wordpress.com F ONTI S TATISTICHE WWW.SISTEMAPIEMONTE.IT ANAGRAFE AGRICOLA 133 R INGRAZIAMENTI Per scrivere note di ringraziamento non mancano motivazioni. Contributi e consigli preziosi sono stati, infatti, forniti dai Responsabili degli Uffici Vigneti, Strutture, e Sviluppo Agricolo. In particolare, si ringrazia il gruppo di lavoro per l’attività svolta, la motivazione, la competenza tecnicospecialistica e la professionalità dimostrate. Dottoressa Minerdo Daniela - posizione organizzativa dell’ Area agricoltura – Provincia di Asti coordinatrice del gruppo di lavoro Dott.ssa Silvia Sarzanini- Ufficio Supporto Normativo e Divulgazione-Provincia di Asti - responsabile dell’attività di indagine e della redazione. Dott. Antonio Forte – Università degli Studi di Torino Rossana Macagno - Università degli Studi di Milano Bicocca) 134 Studentessa Jamille Nuevo - Istituto Superiore Quintino Sella di Asti Studentessa Rossella Laurino - Istituto Superiore Quintino Sella di Asti Diego Sappa– Ufficio CED – Provincia di Asti Gianluigi Guercio – area Agricoltura – Provincia di Asti Le Dott. sse Minerdo Daniela e Silvia Sarzanini sono le ideatrici del progetto editoriale e di ricerca, che ha comportato un’attività di indagine scientifica, bibliografica, storica e sitografica. ll Dott. Antonio Forte (studente della Scuola di Management e Economia – Torino) e la Dott. ssa Rossana Macagno (studentessa di Scienze della Formazione Milano Bicocca si sono interessati della parte statistica (elaborazione grafici), degli approfondimenti statistico – economici ed hanno collaborato anche in alcuni approfondimenti riguardanti le curiosità, la divulgazione e formazione per le scuole e la storia con interesse, professionalità, competenza, precisione e accuratezza di analisi scientifica – metodologica. In particolare, un vivo e sentito ringraziamento, va tributato alla Dottoressa Minerdo Daniela - posizione organizzativa dell’ Area Agricoltura, senza la quale il volume non avrebbe potuto essere perfezionato, per la massima disponibilità e l’ interesse, il prezioso ausilio, l’elevata professionalità e l’ indubbia competenza , nonché per i rilevanti consigli e pareri espressi, di ordine tecnico e 135 metodologico, durante le articolate fasi della dell’approfondimento statistico e bibliografico. ricerca e Un ringraziamento va attribuito a Diego Sappa che con l’alta professionalità, la pazienza inesauribile e la concreta disponibilità e cura, da sempre dimostrate, anche in occasione della stesura degli altri volumi di approfondimento, ha contribuito con successo a risolvere i problemi tecnico – operativi informatici e ha fornito consigli sulla parte grafica e di divulgazione sul sito. Il Signor Gianluigi Guercio ha collaborato nella redazione di parte delle schede riguardanti i singoli legumi, con particolare riferimento ai fagioli e ai piselli, con motivazione ed interesse, fornendo preziose valutazioni, consigli concreti ed informazioni, anche tecnico – operative, necessarie a valorizzare la ricostruzione degli aspetti agronomici Si ringraziano per il prezioso supporto morale e materiale, la competenza tecnicoinformaticaeconomica e per l’efficace contributo nella battitura di 136 una parte dei testi e i consigli e gli importanti suggerimenti, i tirocinanti Dott. Antonio Forte (studente della Scuola di Management e Economia – Torino), Rossana Macagno (studentessa di Scienze della Formazione – Università Milano Bicocca), Jamille Nuevo e Rossella Laurino (studentesse dell'istituto Superiore Quintino Sella di Asti indirizzo Tecnico dei Servizi Commerciali), ciascuno secondo le proprie competenze e conoscenze. Le foto e molti dei volumi analizzati, costituiscono parte dell'archivio fotografico e bibliografico personale della Dottoressa Sarzanini Silvia – autrice del volume, che ha riservato , alla stesura con passione e interesse, anche molto tempo extra lavorativo. Si ringraziano anche il Sig. Gianluigi Guercio e la Dottoressa Bianco Cristina che hanno fornito alcune fotografie facenti parte di ciascun archivio personale. Inoltre altra parte del materiale fotografico è stato scaricato dalla rete citando i link consultati 137