Comunità Montana della Laga “Zona M”

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Comunità Montana della Laga “Zona M”
VIAGGIO
nei
TERRITORI
della
LAGA
Comunità Montana della Laga “Zona M”
Via G. Romani n.1 - 64010 Torricella Sicura (TE)
Tel. +39 086159401 Fax. +39 0861594033
website: www.cmlaga.gov.it
Si Ringraziano:
DMC Gran Sasso Laga “Cuore dell’Appennino”
Mastergrafica srl
• Testi:
Roberta Censori, Pietro Serrani
• Immagini:
Roberta Censori, Francesco Mosca (www.paesiteramani.it), Pietro Serrani, Sergio Scacchia, Lucio De Marcellis;
Domenico Marinelli
• Ideazione grafica:
Davide Di Felice
• Stampa:
Mastergrafica srl Teramo
Ristampa della pubblicazione Viaggio nei territori della Comunità della Laga 2004, con aggiornamenti.
VIAGGIO
nei
TERRITORI
della
LAGA
• Presentazione
Sfogliando questo piccolo opuscolo, possiamo riscoprire i nostri luoghi, la nostra
cultura e le nostre tradizioni. La Laga non è soltanto una montagna, ma un insieme
di aspetti che vanno oltre la circoscrizione territoriale. Le cime innevate e i vasti
prati erbosi rappresentano una cornice non di poco conto, in più i segni della storia
come la Fortezza di Civitella del Tronto, La Scala Santa di Campli, il Castello di
Re Manfrino, sono il completamento di un territorio ricco di fascino. La Comunità
Montana ha voluto riproporre un lavoro ideato nel 2004 per presentare in sintesi
le caratteristiche dei Comuni che compongono il territorio della Laga che oggi apre
le porte per essere conosciuto.
“
Presidente della Comunità Montana
Marco Di Nicola
Nel cuore della Provincia di Teramo
c’è una Montagna che vuole essere ricordata:
prego, accomodatevi.
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VIAGGIO
nei
TERRITORI
della
LAGA
MONTI DELLA LAGA
Il massiccio dei Monti della Laga si trova nell’appennino centrale, tra il Gran Sasso
d’Italia e i Monti Sibillini in una particolare zona di frontiera che amministrativamente
interessa tre regioni, Abruzzo, Lazio e Marche. E’ una delle aree naturalistiche tra le più
importanti e particolari nella quale l’uomo è stato sempre presente con diverse attività
tradizionali. Dalla pastorizia, praticata anche nei prati-pascoli di quota, alla produzione
del legname e alla raccolta di castagne e dei preziosi funghi. Il massiccio è lungo circa
30 chilometri con una cresta pressoché continua e superiore ai 2000 m di quota. La
massima elevazione viene raggiunta con il Monte Gorzano (2458 m.). L’orientamento è
Nord-Sud e la morfologia del complesso montuoso è molto differente sui due versanti. Al
versante occidentale, aspro e brullo si contrappone quello adriatico le cui pendici, meno
acclivi, offrono estese e consistenti faggete associate all’Abete Bianco appenninico. Dalla
catena principale si diramano, soprattutto verso occidente e articolate, delimitanti suggestive valli; sono presenti anche rilievi minori in posizione marginale, il più esteso dei quali
è il monte Bilanciere. La Laga è da percorrere, osservare e scoprire; splendida e giovane
invenzione della natura che, nella generalità del calcare appenninico ha inserito rocce
terrigene dl miocene (arenaria, marme e argille).Tenero materiale sedimentario, facilmente
erodibile dagli agenti atmosferici. Ciò ha determinato la caratteristica morfologia con valli,
più o meno grandi, profonde e incassate, ricche di acque superficiali, anche nella stagione
estiva. Lungo i pendii segnalati da numerosi gradini e cambi di pendenza, si originano le
numerose e suggestive cascate della Laga che spesso assumono lo stesso nome della valle
e raggiungono anche dislivelli di centinaia di metri. I monti della Laga sono a pieno merito
inseriti nell’area del Parco Nazionale del Gran Sasso- Laga. A presenza dei centri montani
minori e la diffusione delle fortificazioni medievali, in quanto zona di confine tra il Regno
di Napoli e lo Stato Pontificio (Castel Manfrino, Castel Trosino e Pietrata…), concorrono
infine a definire il ruolo di un’area in grado di soddisfare compiutamente le esigenze di un
turismo moderno interessato alla natura e alla storia.
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VIAGGIO
nei
CAMPLI
TERRITORI
della
LAGA
ALTITUDINE
393 m s.l.m.
SUPERFICIE
73 km²
ABITANTI
7 522[1] (31-12-2010)
DENSITÀ
103,04 ab./km²
FRAZIONI
Battaglia, Boceto, Campiglio,
Campovalano, Cesenà, Cognoli, Collicelli, Fichieri, Floriano, Friscoli, Gagliano, Garrufo,
Guazzano, La Traversa, Masseri, Molviano, Morge, Nocella,
Paduli, Pagannoni Inferiore,
Pagannoni Superiore, Pastinella, Paterno, Piancarani, Roiano,
Sant’Onofrio, Terrabianca, Traversa,Villa Camera
COMUNI CONFINANTI
Bellante, Civitella del Tronto,
Sant’Omero, Teramo, Torricella Sicura,Valle Castellana
I
l nostro viaggio alla
scoperta dei Monti della
Laga, in provincia di Teramo, inizia percorrendo la
Strada Statale Piceno-Aprutina che collega Teramo ad
Ascoli. In pochi chilometri,
si raggiunge il territorio del
Comune di Campli, vasto
e interessante per molti
aspetti, che comprende
circa trenta frazioni, tutte
di antica origine. Adagiata
lungo la cresta di un’altura,
Veduta aerea di Campli
Campli, città d’arte e di cultura, è nota fin dal IX secolo e vanta un florido passato testimoniato da una
struttura urbanistica ricca
di monumenti e palazzi
di pregio. Tra il XIV e il XV
secolo, vive un notevole sviluppo politico, economico e
sociale, alternando periodi
di sottomissione feudale ad
altri di libertà demaniale.
L’artigianato, assai fiorente,
si esplicava principalmente
nella produzione di terrecotte presso il quartiere di
Nocella, protrattasi sino ai
tempi recenti, e nella produzione e commercio dei
panni di lana; la presenza della corporazione dei
lanaioli, attestata da uno
stemma presso la trecentesca “casa dei lanaioli”,
dette alla città un considerevole impulso economico.
Ceduta come regalo di
seconde nozze da Carlo V
alla figlia Margherita d’Austria, andata in sposa a
Ottavio Farnese, nel 1538
Campli diviene “regia farnesiana città” all’interno
del Regno di Napoli. Con
una propria giurisdizione
politica e amministrativa,
in una posizione strategica
al confine con lo Stato Pontificio, Campli acquisisce
privilegi e vantaggi, e la sua
floridezza la fa eccellere in
arte e cultura.
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VIAGGIO
nei
TERRITORI
della
LAGA
Municipio di Campli
L’ascesa economica e politica, che ha inizio sotto
il governo di Margherita
d’Austria, culmina nell’elezione a Città e Vescovato,
decretata da Clemente VIII
con bolla papale del 12
maggio 1600. Nel 1731,
con la fine della dinastia
dei Farnese, Campli torna
sotto il controllo dei Borboni del Regno di Napoli. Nel
1776, la città ottiene un altro grande privilegio, l’istituzione della Scala Santa. La
visita alla città si intraprende attraverso il principale
asse viario che suddivide
longitudinalmente il centro
storico, e ci si trova, con
grande sorpresa, circondati
da preziose testimonianze
di secoli di grande vitalità:
la trecentesca Chiesa di
S. Francesco, con portale
e interni di grande bellezza, che la tradizione vuole
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edificata dopo la morte del
Santo in ricordo del suo
passaggio a Campli; l’attiguo Convento, oggi sede del
Museo Archeologico Nazionale che custodisce parte
dei reperti provenienti dalla
vicina Necropoli italica di
Campovalano; la “casa del
Farmacista” con loggiato
cinquecentesco; la “casa del
Medico” con chiostro cinquecentesca e doppio loggiato in pietra.
Nella piazza, da sempre
sede del mercato domenicale e di floridi scambi
commerciali, il Palazzo del
Parlamento, detto anche
Palazzo Farnese in quanto
residenza per lunghi anni
di Margherita d’Austria che
proprio da Campli amministrava i suoi possedimenti,
ospita oggi il Municipio; di
fronte, sorge la bellissima
Chiesa di S. Maria in Platea,
con il campanile del 1474
decorato con maioliche,
opera del maestro Antonio
da Lodi, esempio caratteristico delle maestranze lombarde in Abruzzo. Il Santuario della Scala Santa, con
l’attigua Chiesa di S. Paolo,
richiama ogni anno numerosissimi visitatori; e poi,
ancora, il Palazzo Vescovile,
Palazzo Rozzi, la Porta Angioina del 1372.
Ma Campli è nota anche
per una particolare prelibatezza gastronomica, il
cui profumo si spande per
le sue vie da secoli: la “porchetta italica”, così ridefinita dal momento che gli
scavi archeologici in località
Palazzo del Parlamento
VIAGGIO
nei
TERRITORI
della
LAGA
Sagra della Porchetta
Campovalano hanno messo in evidenza le abitudini
del popolo italico (X secolo
a.C.) ad allevare anche maiali. Gli Statuti Comunali di
Campli, rinnovati da Margherita d’Austria nel 1575,
contengono diversi capitoli
dedicati espressamente alla
porchetta, tutelata già allora
perché ritenuta un’importante risorsa per l’economia
della città; d’altra parte, i
Farnese erano feudatari di
Parma e Piacenza, zone da
secoli note per l’allevamento del maiale, ed è facile
pensare che essi abbiano
avuto un’influenza anche in
questo ambito. Questa specialità gastronomica viene
promossa, ogni estate, con
la celebrazione della frequentatissima “Sagra della
Porchetta Italica”.
Per tornare sulla Statale
Piceno-Aprutina, si fian-
cheggia il limitrofo quartiere di Nocella, dove persiste
la Torre del Melatino e la
Chiesa dei SS. Mariano e
Giacomo. Attraversata la
piana, ci si trova di fronte
a un panorama unico, due
bellissime montagne, quella
“di Campli” e quella “dei
Fiori”, che insieme, per la
loro perfetta somiglianza
morfologica, costituiscono i
“Monti Gemelli”.
Quest’area risulta frequentata dall’uomo fin dai
tempi più remoti,
come testimonia
il rinvenimento
della Necropoli italica a
Campovalano.
Nell’età del
bronzo (XIVXIII
secoli
a.C.), si erano
stanziate in queste piane popolazioni
italiche dedite all’agricoltura e all’allevamento di bovini, suini e soprattutto ovini,
come testimoniano gli antichi utensili di bronzo per la
lavorazione del latte e suoi
derivati. Il cospicuo materiale archeologico rinvenuto
nelle circa ottanta tombe
scavate nella Necropoli ha
consentito uno studio approfondito delle popolazioni
che vi abitarono, tra le quali
i Piceni.
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VIAGGIO
nei
TERRITORI
della
LAGA
In prossimità dell’area archeologica, sempre a Campovalano, sorge la Chiesa
di S. Pietro, con l’adiacente
struttura conventuale. Si
tratta di una delle chiese
più antiche della provincia
di Teramo, edificata nell’VIII
secolo dai Benedettini; al
suo interno sono custoditi i
resti di un sarcofago paleocristiano.
Chiesa S. Francesco (affreschi)
l’ospitalità
a Campli
QRcode Campli
Chiesa di Campovalano
La Scala Santa
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• Albergo “Podere Frassineto”, c.da Marrocchi (0861 553500)
• Ristorante “Scalasanta”, Campli (0861 569532)
• Pub “Refertorio della Misericordia”, P.za Misericordia
• Affittacemere “Villa Pompa”, Campli
(0861 509009 - 338 8125344)
• Agriturismo “L’Uliveto”, Loc. Paterno
• Agriturismo “Il Montanaro”, Loc. Villa Camera
• Agriturismo “Il Vecchio Carro”, c.da Molviano
• Agriturismo “Colle Picco”, Bivio Campli
• Pizzeria “Eclisse”, Piane Nocella (0861 56276)
• Ristorante “Rose e Crow”, S. Onofrio (0861 553535)
• Ristorante “Il Parco dei Piceni”, Campovalano
• Ristorante “Da Bice- Specialità Tartufo”, Campovalano
VIAGGIO
nei
TERRITORI
della
LAGA
CIVITELLA DEL TRONTO
ALTITUDINE
589 m s.l.m.
SUPERFICIE
77 km²
ABITANTI
5 442[1] (31-12-2010)
DENSITÀ
70,68 ab./km²
FRAZIONI
Acquara, Borrano, Carosi,
Cerqueto del Tronto, Collebigliano, Collevirtù, Cornacchiano, Favale, Fucignano,
Gabbiano, Idra, Le Casette,
Lucignano, Mucciano, Pagliericcio, Palazzese, Piano Risteccio, Piano San Pietro, Ponzano,
Raieto, Ripe, Rocche, Sant’Andrea, San Cataldo, Sant’Eurosia, Santa Croce, Santa Maria,
Santa Reparata,Tavolaccio,Valle Sant’Angelo, Villa Chierico,
Villa Lempa, Villa Notari, Villa
Olivieri,Villa Passo,Villa Selva.
COMUNI CONFINANTI
Ascoli Piceno (AP), Campli,
Folignano (AP), Sant’Egidio
alla Vibrata, Sant’Omero, Valle
Castellana
D
a questa zona,
avendo sulla sinistra i Monti Gemelli si scorge, a breve distanza in linea d’aria,
un’erta rocciosa, sulla cui
sommità, strapiombante da
tutti i lati in una posizione
spettacolare e strategica,
sorge Civitella del Tronto.
Da questo bastione natu-
Veduta aerea del borgo e della fortezza
rale, il borgo fortificato, e
in particolare la fortezza,
domina le circostanti vallate del Vibrata, del Salinello,
fino a quella del Tronto.
Il castello, che ha origini
antemurali, viene fortificato nel XIII secolo, in epoca
svevo-angioina, con una
cinta muraria di cui sopravvivono numerosi tratti; ma
la straordinaria attrattiva di
Civitella è da individuare in
quella che è stata definita
“una delle più imponenti
opere di ingegneria militare in Italia”, la Fortezza
Borbonica, che si estende
in lunghezza di 500 metri, con una superficie di
25.000 mq.
Ultimo baluardo del Regno
di Napoli, al confine con
lo Stato Pontificio, vede la
sua costruzione durante
la dominazione spagnola,
tra il 1564 e il 1576, sul
preesistente castello. Nel
corso dei secoli subisce numerosissimi assedi, tra cui
quello dell’esercito sardopiemontese nel 1860-61,
conclusosi con la resa il 20
marzo 1861, ultima roccaforte borbonica a piegarsi
alla nascente unità d’Italia.
Dal cippo miliare che un
tempo delimitava il confine tra i due Regni, inizia
il suggestivo percorso nella
storia che avvolge il visitatore. Si oltrepassa l’arco di
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VIAGGIO
nei
TERRITORI
della
LAGA
Porta Napoli e il salto nel
passato è compiuto. Non
luogo dell’oblio, dell’abbandono, ma luogo interiore,
della memoria, dove le pietre raccontano del calpestìo
quotidiano di cavalli e di uomini d’armi e dalle viuzze
risuonano voci, grida e colpi
di mortaio dei tanti scontri
avvenuti.
Dalla grande piazza belvedere si imbocca il Corso, uno
slargo e subito è la Chiesa di
S. Francesco, e ripide viuzze
che scendono e salgono e si
stringono in passaggi angusti; a pochi metri dalla Chiesa è il monumento marmoreo a Matteo Wade. Questo
nome straniero evoca già
un eroismo misterioso. Irlandese, era il comandante
del forte quando, nel 1806,
la roccaforte di Civitella
venne posta sotto assedio
dai francesi guidati dal generale Saint-Cyr e da Giuseppe Bonaparte, fratello
di Napoleone. Nel maggio
dello stesso anno, la fortezza, strenuamente difesa
con l’aiuto degli “Insorgenti”
di Sciabolone, banda di briganti attiva nella zona, capitolò. I francesi commisero
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Fortezza di Civitella
Grotta S. Angelo
ogni sorta di efferatezza.
Le teste degli uccisi poste
sulle picche ornavano, a
monito, il tragitto che dal
paese portava al Convento
di S. Maria dei Lumi. Wade
fu risparmiato ed ebbe una
rendita vitalizia, mentre un
altro uomo fu premiato,
l’artigliere civitellese Marcitti, che tanti problemi aveva
creato ai francesi dal Bastione Sant’Andrea: dopo un
breve periodo di prigionia,
fu nominato capitano d’artiglieria dallo stesso Murat.
Cippo confinario tra Chiesa e Regno
VIAGGIO
nei
TERRITORI
della
LAGA
Con la suggestione che la
memoria storica contribuisce a dare ai luoghi dove le
tracce dell’uomo sono così
imponenti, ogni scorcio si
carica di grande intensità.
Tra i numerosi edifici sacri
da visitare, il già citato Convento di S. Maria dei Lumi,
che sorge su di un colle fuori dell’abitato; la Chiesa di
S. Lorenzo datata 1153, la
Chiesa di S. Francesco del
1326, il Convento e la Chiesa di S. Chiara, eretti nei
primi decenni del Trecento,
la Chiesa di S. Maria degli
Angeli, detta anche della
Scopa, datata tra il XV e il
XVI secolo.
Montesanto
Una struttura antica in
cima a un colle boscoso cattura lo sguardo: è Montesanto, abbazia benedettina
nota fin dal 1064, tornata
a vivere grazie a un recente
restauro. All’arrivo lo stupore è grande come l’austero
silenzio. Centro benedettino tra i più fiorenti della
regione, la tradizione fa
risalire la sua fondazione,
su un preesistente tempio
romano, al 540-542, per
opera di S. Benedetto. Nel
XIII secolo risultava essere
tra i centri benedettini più
importanti del territorio,
ma nel XV secolo inizia la
sua decadenza fino alla
soppressione nel 1797. La
torre campanaria, in stile
romanico, domina lo spazio
antistante la cappella. È un
luogo dell’anima, isolato dal
frastuono mondano, dove il
raccoglimento scaturisce e
rinnova lo spirito.
Monti Gemelli
e Gole del Salinello
Da Montesanto la vista
spazia su tutta la vallata
fino al mare, e sulla destra, imponenti, appaiono i
Monti Gemelli con il carico
di ricchezza naturalistica,
antropologica e storica. La
Montagna di Campli e la
Montagna dei Fiori costituiscono un ambiente unico:
le straordinarie e profonde
gole che le dividono sono
state scavate attraverso milioni di anni dalle acque del
Fiume Salinello: forre, marmitte e grotte, numerosissime, frequentate dall’uomo
fin dalle epoche preistoriche. La natura calcarea di
queste rocce e i conseguenti fenomeni carsici sono
Cascate del Salinello
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VIAGGIO
nei
TERRITORI
della
LAGA
all’origine del misticismo
pagano e cristiano, caratteristico di questi luoghi.
Il popolamento, qui, è avvenuto difatti durante il Paleolitico, circa 25.000 anni
fa, come è testimoniato dai
reperti archeologici rinvenuti nella Grotta di Salomone, una cavità carsica
collegata alla Grotta di S.
Angelo. Nell’alto Medioevo, la Montagna dei Fiori è
stata frequentata e abitata
da una miriade di eremiti e
penitenti.
Tra gli eremi più importanti
figura quello di S. Angelo in
Volturino. Il primo eremita
di cui si ha notizia fu Agostino che visse in grotta nella
seconda metà del VI secolo.
Nei secoli, il cenobio di S.
Angelo accrebbe notevol-
mente la sua influenza per
la fama di santità dei suoi
eremiti, seguaci della regola benedettina;
il fenomeno
e re m i t i c o
legato
alla montagna, di
tradizione
orientale
bizantina,
prese sicuramente origine da
un analogo sorto in Irpinia
e in Puglia nel XIII secolo e
si trasmise a queste zone
attraverso la pratica della
transumanza.
Da Ripe di Civitella, percorrendo una strada sterrata,
Chiesa di San Lorenzo
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si raggiunge l’area attrezzata per il ristoro e la sosta.
Il percorso da fare a piedi
non è eccessivamente lungo né
difficoltoso; le
segnalazioni guidano
chiaramente nella scelta del tragitto, sia che si
voglia ammirare
la Grotta di S. Angelo
e di seguito la cascata del
Caccamo e il profondo canyon, sia che si preferisca la
via alta per raggiungere
Castel Manfrino. Queste
vie, battute per secoli dagli
uomini, immettono nel versante opposto della Montagna dei Fiori, territorio di
Valle Castellana.
VIAGGIO
nei
TERRITORI
della
LAGA
Museo delle armi della Fortezza
l’ospitalità
a Civitella
QRcode Civitella del Tronto
• Hotel Ristorante “Zunica”, P.za Filippi Pepe 14 (0861 91319)
• Hotel Ristorante “Fortezza”, Corso G. Mazzini 22-30 (0861 91321)
• Hotel Ristorante “Ermocolle”, fraz. Ponzano (0861 91120)
• Ristorante “Al Feudo”, fraz. S.Eurosia (0861 910469)
• Ristorante “La Vecchia Scuola”, S.Andrea (0861 919183)
• Ristorante “Le Grotte”, Ripe di Civitella del Tronto (0861 91489)
• Ristorante “L’ Antica Locanda”, Bivio Ripe Piano Risteccio (0861 911145)
• Ristorante Pizzeria “Santa Croce”, c.da S.Croce (0861 910352)
• Ristorante Pizzeria “Le Grotte”,Via Nazionale Fraz. Rocche (0861 918231)
• Ristorante “La Fonte”, c.da S.Reparata (0861 910175)
• Ristorante “Colle S. Maria”, Via S. Maria (348 6283456)
• Country House “La Rocca dei Borboni”, Via Colle Ginepro 5 (0861 91590)
• Country House “Il Piacere”, Via Ugo La Malfa - Villa Lempa (0861 919204)
• Panificio “F.lli Tribotti”, Via Santa Maria 54 (0861 91571)
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VIAGGIO
nei
TERRITORI
della
LAGA
VALLE CASTELLANA
ALTITUDINE
625 m s.l.m.
SUPERFICIE
134 km²
ABITANTI
1 045[1] (31-12-2010)
DENSITÀ
7,8 ab./km²
FRAZIONI
Basto, Casanova, Ceraso, Cerquito, Cerro, Cesano, Colle,
Collegrato, Coronelle, Corvino, Fischioli, Fornisco, Laturo,
Leofara, Macchia da Borea,
Macchia da Sole, Mattere,
Morrice, Olmeto, Pascellata, Piano Maggiore, Pietralta,
Prevenisco, Rio di Lame, San
Giacomo, Santa Rufina, Santo
Stefano, San Vito, Settecerri,
Stivigliano, Valle Fara, Vallenquina, Valle Pezzata, Valloni,
Valzo,Vignatico,Villa Franca
COMUNI CONFINANTI
Accumoli (RI), Acquasanta
Terme (AP), Amatrice (RI), Arquata del Tronto (AP), Ascoli
Piceno (AP), Campli, Civitella
del Tronto, Rocca Santa Maria,
Torricella Sicura
D
a Guazzano, ai piedi
dei Monti Gemelli, si prosegue per Macchia da Sole,
e si entra nel territorio di
Valle Castellana e nel Parco
Nazionale del Gran Sasso
e Monti della Laga. Lungo
il percorso, suggestivi scorci
panoramici conducono lo
sguardo fino al mare; piaz-
14
Panorama di Valle Castellana
zole attrezzate invitano
a sostare in un ambiente
unico, tanto vicino quanto ‘lontano’ dal trambusto
quotidiano.
In breve, si avvistano i
suggestivi ruderi di Castel
Manfrino, in posizione strategica a dominare l’intera
vallata del Salinello, antica
Via del sale. All’epoca della
sua edificazione esso costituiva, insieme a Civitella,
un’efficacissima cerniera
difensiva dei confini del Regno delle Due Sicilie contro
lo Stato Pontificio. Costruito secondo la leggenda nel
1263 per volontà di Manfredi di Svevia, re di Sicilia,
sui resti di un castrum romano, subì successivamente le sorti del Regno. Difatti,
Carlo D’Angiò, chiamato da
Papa Urbano IV per con-
trastare la casata sveva,
sconfisse Manfredi nella
battaglia di Benevento conquistando così il suo regno.
Numerosi i sentieri segnalati che consentono di raggiungere il Castello, di cui
persistono i resti delle mura
perimetrali e delle torri.
Dei numerosissimi insediamenti della Valle Castellana,
la cui origine longobarda si
rileva dai toponimi e dai
caratteri nordici di tanti
abitanti, di statura piuttosto
elevata, biondi e con occhi
di colore chiaro, molti conservano particolari di una
VIAGGIO
nei
TERRITORI
della
LAGA
struttura urbanistica antica:
tipiche costruzioni in pietra
arenaria locale con mura a
secco, passaggi voltati, casetorri, resti di gafii, epigrafi,
monogrammi di ordini religiosi quali i gesuiti e i benedettini che testimoniano
la loro attività, memoria
storica di una terra e di una
cultura rurale che merita
di essere conosciuta e apprezzata, strappandola a
quell’oblio a cui è stata immeritatamente condannata.
Da Macchia da Sole si
giunge a Leofara, un piccolo e vitale nucleo abitato.
All’ingresso del paese, poco
distante dalla chiesa, un’insegna in legno attaccata
a una vecchia abitazione
indica la presenza di un laboratorio per la lavorazione
di prodotti tipici. La porta si
apre in una stanza insolitamente buia e con un fortissimo odore di fumo.
E la cucina di una tipica
abitazione rurale, restaurata ad arte. Il fascino sul
visitatore è indubbio. Le pareti di pietra annerite dal
fumo del grande camino,
utensili da cucina appesi e
lo scuro legno di castagno
a costituire mensole su cui
stagionare formaggio di pecora. Al piano superiore è
il moderno laboratorio per
la lavorazione della castagna. Marmellate, marroni
sciroppati, zuppe di legumi
con castagne e funghi e altre squisitezze pronte per
il consumo come in una
dispensa della nonna, che
la vetrina di un sito internet proietta in un mercato
internazionale; l’ultima domenica di ottobre, Leofara
festeggia la raccolta di questo frutto, importantissimo
nell’economia della Laga, richiamando migliaia di persone gratificate dal fascino
autunnale dei boschi e dalle
tante prelibatezze.
Il castagno è stato qui diffuso in maniera sistematica
dall’uomo in epoca romana
e medievale, e il suo frutto
ha rappresentato per secoli
una grande risorsa per le
comunità, mezzo di sussistenza e di scambio con
altri prodotti, importante
nell’alimentazione dei maiali, le cui carni acquistano
così una particolare ‘dolcezza’. Le castagne venivano
conservate per lunghi mesi,
essiccate su graticci di canne appese ai soffitti delle
abitazioni, o in grandi buche
scavate nella terra e coperte con le foglie, all’occorrenza pestate in un apposito
mortaio detto “pila”, ricavato da un masso di pietra e
posto fuori l’abitazione vicino all’uscio.
Il “castagno di Nardò” o “di
Castel Manfrino
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VIAGGIO
nei
TERRITORI
della
LAGA
Morrice”, coi suoi 17 metri
di circonferenza, vero gigante arboreo, ben rappresenta
i castagneti secolari della
Laga, caratterizzati proprio da alberi vetusti dalle
dimensioni colossali. Suggestione e mistero hanno da
costruzione del secolo scorso di imitazione gotica.
E poi, Capolaterra, toponimo che indica il carattere
militare del sito; Collegrato,
dimora di parenti di Giuseppe Piccioni, famoso brigante;
Frazione di San Vito
sempre avvolto questi luoghi bellissimi, che le credenze popolari volevano abitati
da un leggendario e dispettoso folletto dei boschi, “lu
mazzemarelle”.
Tanti i borghi che spuntano
dai fitti boschi nella Valle
Castellana, tutti interessanti
nella ricostruzione storicoculturale di una comunità.
Uno attira fortemente la
nostra curiosità: è Vallenquina. Il toponimo che significa
“valle che incute paura” è
appropriato ancor oggi; una
torre merlata troneggia sui
pochi tetti, è Castel Bonifaci,
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A Valle Castellana, capoluogo, è da visitare la Chiesa
della SS. Annunziata, dell’XI
secolo. Della struttura medievale sopravvive la cripta, mentre cinquecenteschi
sono la facciata e i pregevoli
affreschi; caratteristica della
costruzione è l’uso di arenaria dorata e di una pietra
più compatta di colore grigio antracite, che alternate
creano un motivo a fasce. A
pochi metri dalla chiesa, è
segnalato un percorso che
conduce sul torrente Castellano e a un vecchio mulino
ad acqua ormai in disuso.
Prima di proseguire per
Bosco di Valle Castellana
Colle Pietralta, così chiamato per la sua dislocazione;
Fornisco, per una singolare
insegna di bottega settecentesca scolpita sul concio
d’angolo di una casa, forse
rimesso in opera, e tanti altri ancora.
il Ceppo, nota località nel
Comune di Rocca Santa
Maria, si suggerisce una
passeggiata a S. Giacomo,
sulla Montagna dei Fiori, località turistica frequentata
d’inverno per la presenza di
impianti sciistici.
VIAGGIO
nei
TERRITORI
della
LAGA
Caratteristiche della Montagna dei Fiori sono le caciare dei pastori: in tutta
l’area se ne contano oltre
cinquanta; utilizzate per la
lavorazione del latte e la
produzione di formaggio, e
come temporaneo ricovero
per il pastore, sono accostate, per somiglianza strutturale, ai tholos, tombe micenee a cupola, e ai trulli siti
nelle terre pugliesi frequentate dai pastori abruzzesi
durante la transumanza.
In questa zona, si segnala la bella Chiesa di Santa
Rufina del XII secolo, che
conserva una bella cripta; al
suo interno era un trittico di
Pietro Alamanno, oggi conservato al Museo dell’ Aquila. Vicina è San Vito, dove
sorge l’omonima Chiesa,
risalente nella parte più antica al XII secolo. In località
Castello Vallinquina
Casa Rossi, è la Chiesa di S.
Maria, anch’essa del XII secolo, con il tetto a capanna
e mattoni di copertura a vista dipinti di bianco e rosso
per metà, con una suddivisione a triangolo, caratteristica degli edifici del XV e
XVI secolo del Teramano e
dell’Ascolano.
Poiché è inevitabile fare
riferimento al fenomeno
del brigantaggio nei Monti
della Laga, non come spunto folcloristico ma come
espressione dello storico disagio sociale delle comunità
montane, occorre ripercor-
Palazzo Sbraccia a Macchia da Sole
rere brevemente la storia
per conoscerne le origini.
La “tradizione ribelle” nell’area della Laga risale all’89
a. C. quando, in seguito alla
guerra condotta da Roma
contro la Lega italica, venne
distrutta la città di Ascolum,
e coloro che sfuggirono al
massacro si rifugiarono tra
i boschi della Montagna dei
Fiori e dell’attuale Valle Castellana.
Durante il Medioevo, a causa delle condizioni di miseria, il brigantaggio si diffuse
tanto che, alla fine del XVI
secolo, Papa Sisto V inviò
migliaia di soldati per controllare il fenomeno, che fu
arginato prima con l’uccisione di due capibanda, Giuseppe Piccioni e il cognato
Matteo Sciarra e, poi, con
un’operazione ‘diplomatica’, concedendo il perdono
a oltre 600 banditi disposti
a partire volontari per l’Un-
17
VIAGGIO
nei
TERRITORI
della
LAGA
gheria a combattere contro
i Turchi.
Il brigantaggio moderno sui
Monti della Laga ha inizio
sul finire del XVIII secolo.
Contadini e montanari, sotto la guida dei religiosi, insorsero in maniera sanguinosa contro gli “invasori”: il
fenomeno fu soffocato solo
sul finire del secolo con l’intervento dell’esercito.
Caratteristica e pittoresca
è la figura di uno dei primi
capi-briganti attivi in questa
zona, Donato De Donatis,
prete di Pezzelle, vicino Conino, definito “uomo sanguigno, rozzo ma coraggioso
e intelligente”. Le scorrerie
che compiva con la sua
banda erano così efferate e
di tale impatto che il nome
“Donato”, per molto tempo,
non fu più imposto ai neonati del luogo.
Giuseppe Costantini detto
“Sciabolone”, compagno di
lotte del De Donatis, a capo
degli “Insorgenti” nel 1799,
dopo aver massacrato la
guarnigione francese arrivò
a ‘conquistare’ Ascoli, ma
l’assedio non durò a lungo.
Successivamente, si schierò
al fianco del comandante
Matteo Wide nella resi-
18
stenza del forte di Civitella all’attacco dei Francesi.
Con la capitolazione della
fortezza, si rifugiò nei boschi della Laga, in attesa
del momento più propizio
alla resa; considerata persa la causa per cui aveva
combattuto e conquistata
la fiducia dell’antico nemico, fu arruolato come cacciatore di banditi. Le Guide
degli Sciaboloni, con la
divisa di panno nero
bordato di rosso e
cappello tondo,
battevano le
montagne per
catturare i briganti. Ciprietti,
detto Jacone,
di Campovalano, capobanda
attivo nel civitelle-
se, fu preso e decapitato,
la sua testa esposta in un
sito fuori le mura della città
a esempio e terrore per gli
altri malvagi. Costantini fu
incorporato nei Corpi militari regolari con il grado di
Capitano, e morì a Capua
nel 1808, due anni dopo la
fucilazione del suo vecchio
compagno De Donatis.
VIAGGIO
nei
TERRITORI
della
LAGA
L’ Ecomuseo di Valle Castellana è una porta aperta
sugli ambienti di vita tradizionale e su un patrimonio
naturalistico e storico-artistico degni di tutela e valorizzazione, nel versante più
a nord del Parco, al confine
con i Monti Sibillini.
Gli operatori del museo sviluppano attività didattiche
e di ricerca grazie al coinvolgimento della comunità
locale. Nel museo vengono
esposti non solo oggetti
della cultura materiale, ma
anche le testimonianze
orali della cultura popolare.
Una esposizione tematica
è dedicata al Castagno di
Nardò, un albero patriarca
dalle dimensioni ecce-
zionali e tuttora vivente,
nel vicino castagneto. La
struttura è attiva d’inverno e d’estate e offre
servizio di informazione e
assistenza al turista.
Di seguito i contatti:
• Tel: 345 4314796
• [email protected]
• www.comune.vallecastellana.te.it
Ostello di Leofara
Ecomuseo di Valle Castellana
l’ospitalità
a Valle
Castellana
QRcode Valle Castellana
San Giacomo, La Casciara
• Hotel “Remigio I”, S.Giacomo (0861 930123)
• Hotel “Panorama”, S.Giacomo (0861 930288)
• Hotel “Miramonti”, S.Giacomo (0861 930105)
• Albergo “Castel Manfrino”, Macchia da Sole (0861 93394)
• Ristorante “Beppe lu Brrì”, Cesano (0861 930145)
• Ristorante “Dindi”, (0861 93162)
• Ristorante “San Giacomo Remigio I”, (0861 930253)
• Ostello Ristorante “Il Faro Verde” , Basto (0861 588291)
• Trattoria “Volpini Adelina”, (0861 9311)
• Trattoria “Scuppoz”, Colle (0861 93186)
• Bar Pizzeria “La Castellana”, (0861 93501)
19
VIAGGIO
nei
TERRITORI
della
LAGA
TORRICELLA SICURA
ALTITUDINE
437 m s.l.m.
SUPERFICIE
54,08 km²
ABITANTI
2 727[1] (31-12-2010)
DENSITÀ
50,43 ab./km²
FRAZIONI
Abetemozzo, Antanemuccio,
Borgonovo, Case di Pompa,
Colle Fiorito, Colle Sansonesco, Corvacchiano, Costumi,
Faognano, Fornaci, Galliano,
Ginepri, Ioanella, Magliano,
Morricone, Pastignano, Piano
Grande, Poggio Rattieri, Poggio Valle, Prognetto, San Felice,
San Pietro ad Azzano, Santa
Chiara, Santo Stefano, Scorzone, Tizzano, Valle Piola, Villa
Popolo,Villa Riccio,Villa Tofo.
COMUNI CONFINANTI
Campli, Cortino, Rocca Santa
Maria, Teramo,Valle Castellana
Sulla direttrice Rocca
Santa Maria - Teramo c’è
Torricella Sicura. Il percorso, paesaggisticamente stupendo, ricco di fascino e di
mistero, evoca l’esistenza di
città fantasma come Beretra e Fano, di ricchi e terribili feudatari come i Morricone, i Rattieri, i Tizzano,
di fortezze e muraglie (dei
Saracini e di Montefano), di
briganti e di Borboni.
20
Veduta dall’alto di Torricella Sicura
Ma la storia e il fascino di
Torricella Sicura sono legati
altresì alle sue frazioni, con
le numerosissime località abitate: Ioanella, Santo
Stefano, la stessa Torricella
Sicura, Piano Grande e Villa Tofo: ognuno di queste
località, di cui alcune risalenti ad epoche arcaiche,
meriterebbe una sua storia
a parte. E’ perciò difficile
delineare in breve spazio
una serie di avvenimenti e
di realtà culturali tanto ricchi, a partire fin dalla più
remota antichità: possiamo
qui dire che Torricella capoluogo ha avuto quasi sicura
origine nel periodo cosiddetto delle “incastellazioni”
e quindi, intorno al IX e X
secolo, dovette essere un
borgo fortificato. Nel periodo normanno i documenti
menzionano “Turricella”
come “villa” di Teramo: via
via nel tempo il borgo acquisterà una sua importanza, tanto da erigersi – nel
secolo XVII – ad “Università” autonoma da quella
di Teramo. In ogni caso si
trattava di una Università
relativamente
popolata:
contava infatti 20 fuochi
(nuclei familiari di 4 – 5
unità) nel 1648, 45 fuochi
nel 1669 e 44 fuochi nel
1736. Nel 1813 Torricella contava 1548 abitanti
ma solo per il fatto che le
erano state annesse alcune
VIAGGIO
nei
TERRITORI
della
LAGA
Monumento ai caduti
piccole Università e Feudi
della zona, che – in quanto
di minuscola entità – erano
stati aboliti. Con l’Unità d’Italia, Torricella, pur restando com’è tuttora Comune
autonomo, perderà – nel
generale riequilibrio – tante
sue peculiarità, che vanno
rivisitate, rilette con molta
attenzione, non
soltanto
Municipio di Torricella Sicura
sulle pagine dei libri ma
anche con una visione e
un’analisi diretta.
Figura tragicamente nota
è, qui, quella del partigiano
Mario Capuani. Era un giovane medico chirurgo quando, nel ‘43, venne catturato
dai nazifascisti nella zona
di Bosco Martese e trucidato. La bella villa gentilizia
di fine Ottocento in
cui abitava venne
subitaneamente
abbandonata
dalla famiglia
per non farvi
mai più ritorno. Come in
attesa di un
consueto rientro, ogni effetto
personale ha conservato per lunghi
decenni l’antica atmosfera.
Oggi, ristruttura e abbellita,
Villa Capuani – Celommi
è patrimonio del Comune
di Torricella Sicura e sede
della Fondazione Pasquale
Celommi onlus. Di grande
interesse, a Torricella Sicura,
è la ricca collezione privata di manufatti tipici della
cultura popolare e contadina del collezionista Gino
Di Benedetto, accresciutasi
fino a diventare un vero
e proprio museo: Presepe
e Museo etnografico “Le
Genti della Laga”, ubicato
presso gli spazi comunali in
via Giorgio Romani.
Nel capoluogo, sono da
segnalare
l’antichissima
Chiesa di S. Paolo Apostolo, menzionata in un documento papale nel 1153,
con pregevoli opere al suo
21
VIAGGIO
nei
TERRITORI
della
LAGA
interno; la diruta Chiesa di
S. Damiano e la chiesa di
S. Maria delle Vergini all’ingresso del paese. Numerosi
gli edifici sacri sparsi sull’intero territorio comunale: S.
Pietro ad Azzano, col bel
portale romanico; S. Maria
di Ioanella del 1282, ricca
di pregevoli quadri; S. Bartolomeo di Villa Popolo, il cui
soffitto, nel 1684, fu decorato da un pittore spagnolo
con oltre cento dipinti, vero
gioiello d’arte.
La cucina torricellese è
quella tipica teramana, con
il vantaggio di poter con-
Villa Capuani-Celommi
tare su un territorio così
vasto e lussureggiante, che
offre la possibilità di reperire funghi e carni di grande
qualità, per la preparazione
di piatti semplici ma straor-
dinariamente buoni. Da segnalare le numerose sagre
che si svolgono in estate e
i suoi piatti tipici, come il
Minestrone alla Torricellese
e quello ai funghi porcini.
Chiesa di San Paolo sotto la neve
22
VIAGGIO
nei
TERRITORI
della
LAGA
Monastero Fraz. Scorzoni
Museo Etnografico
Tetto Chiesa di Villa Pololo
Fraz. Villa Piola
al’ospitalità
Torricella
Sicura
QRcode Torricella Sicura
• Agriturismo “La Pineta” di Carmine Di Francesco, c.da Olivata (339 2028817)
• Agriturismo “Sciarra Tommaso”, fraz. Ioanella (0861 557152)
• B&B “Casato Brandiferri” di Brandiferri Costantino e D’Angelomaria Palmina,
fraz. Borgonovo
• Ristorante “Ostello” di Barnabei Bruno, fraz. S.Stefano M.te Fanum (335 7885767)
• Ristorante “L’ Alberone” di Di Giuseppe Luca, fraz. Antamenuccio 10 (0861 554549)
• Ristorante “Donna Francesca” di Pizii Francesca, fraz. Ginepri 35
• Ristorante Pizzeria “Al Tizzone” di Santori Isolina e c., P.za M. Capuani 84 (0861 554171)
• Ristorante Pizzeria “Il Ritrovo” di Di Vitantonio Santina, fraz. Piano Grande 130 (0861 554373)
• Ristorante Pizzeria “Il Locale” di Cianci Piergiorgio, Via A.De Gasperi 170
23
VIAGGIO
nei
TERRITORI
della
LAGA
ROCCA SANTA MARIA
ALTITUDINE
1073 m s.l.m.
SUPERFICIE
61 km²
ABITANTI
590[1] (31-12-2010)
DENSITÀ
9,67 ab./km²
FRAZIONI
Acquaratola,Alvelli, Belvedere,
Canili, Ceppo, Cesa, Castiglione, Ciarelli, Colle, Cona Faiete, Faiete, Fioli, Fiume, Forno,
Fustagnano, Imposte (sede
comunale), Licciano, Macchia
Santa Cecilia, Martese, Paranesi, Pomarolo, Riano, San Biagio, Serra, Tavolero, Tevere.
COMUNI CONFINANTI
Amatrice (RI), Cortino, Torricella Sicura,Valle Castellana
Percorrendo la provin-
ciale che da Valle Castellana porta a Teramo, si entra
nel territorio di Rocca Santa
Maria, un comprensorio di
più frazioni e contrade, tra
boschi e bei villaggi sparsi
con le caratteristiche case
in pietra arenaria locale.
Diversi i motivi di interesse
per il visitatore: gastronomia, natura, sport, ricerca
delle tracce dell’uomo in un
suggestivo percorso attra-
24
Veduta panoramica del bosco
verso i paesi abbandonati.
Volendo questa volta partire dalla gastronomia, il consenso non può che essere
unanime: qui la cucina teramana ha trovato un connubio perfetto con i funghi,
che in tutto il territorio della Laga, ma in particolare
in quello di Rocca Santa
Maria, sono pregiatissimi e
richiestissimi. La boscosità
della zona favorisce la crescita di numerose varietà
commestibili, anche se il
più noto e apprezzato rimane il porcino.
Dal Ceppo, località turistica
rinomata per Bosco Martese, sede di un ostello della
gioventù e di un albergo, si
può partire per lunghe passeggiate attraverso le fitte
faggete e raggiungere vette come Pizzo di Moscio, o
le numerose e spettacolari
cascate, come quella bellissima della Morricana.
Bosco Martese deve il suo
nome a Marte, dio della
guerra, poiché durante le
guerre puniche in questi
boschi si tagliavano i tronchi che avrebbero costituito
il Ceppo. Durante la seconda guerra mondiale, è stato
teatro di sanguinosi scontri
tra i nazifascisti e i partigiani che in questi luoghi
cercavano riparo.
Poco distante dal Ceppo,
un cartello indica Martese,
dalla strada si scorge il bor-
VIAGGIO
nei
TERRITORI
della
LAGA
go; una breve e stretta via
in ripida discesa conduce
al suggestivo abitato in evidente abbandono; dal passaggio voltato si entra nel
piccolo nucleo, costituito da
ben poche abitazioni non
del tutto in rovina, che lasciano pensare a una quotidianità non troppo lontana
nel tempo; completamente
diruta invece la vicinissima
chiesa. In posizioni diverse,
invece, troviamo Serra e Tavolero; il primo domina da
un’altura la catena della
Laga, il secondo, in fondo
a una lussureggiante vallata, sembra addormentato.
A Serra la suggestione è
forte quando, avvicinandosi
al portale della Chiesa in
decadenza, si impone alla
vista, intatto e prorompente
l’altare.
Sentinella spettrale di Tavolero, altro paesino abbandonato della Laga, è la Chiesa
di S. Flaviano, risalente alla
fine del XIII secolo, che continua a vigilare nel silenzio
sul borgo cinquecentesco;
una stalla abbandonata di
recente, un raggio di sole
mattutino attraversa la finestrella, e la mangiatoia in
legno racconta quando l’occhio cade su di una croce
scolpita nella pietra.
La storia di Rocca Santa
Maria - Imposte, oggi capoluogo, è legata al periodo in
cui si diede inizio alla lavorazione del legname del Bosco Martese. Infatti allora
fu “impostata”, stabilita la
base di tutte le attività lavorative del legname e del
carbone nella località sovrastante Fustagnano. Da questa impostazione è derivato
il nome “Imposte”. Nel piccolo centro che intanto era
stato raggiunto dalla strada
proveniente da Teramo, si
stabilirono molte famiglie
oriunde dalle frazioni vicine,
prive di vie rotabili. In pochi
anni la popolazione subì un
notevole incremento anche
se il fenomeno migratorio
cominciava a farsi sentire.
Oggi questo ridente paese è
ideale per trascorrervi spensierate vacanze tra il verde
dei boschi vicini, ricchi di attrattive naturali. E’ un paese
che sorge a 1073 m. s.l.m.
sui Monti della Laga, a 25
Km da Teramo. Raggiungibile con mezzi pubblici che
effettuano corse andata e ritorno dalla provincia quattro volte al giorno. E’ una località ideale per trascorrere
spensierate vacanze facendo escursioni nelle vicine
montagne, pescando trote
ed altri pesci nei vicini fiumi del Tordino e del Vezzola,
raccogliendo molte varietà
Tavolero, Chiesa di S. Flaviano
Monumento alla Resistenza
Scorcio della Frazione Martese
Architrave abitazione Fraz. Serra
25
VIAGGIO
nei
TERRITORI
della
LAGA
di funghi e frutti di bosco.
Oggi la frazione Imposte,
sede comunale, offre i servizi indispensabili per una
vita sana e civile: asilo, scuole
elementari e medie, campo
sportivo, campetto polivalente, farmacia, ambulatorio
medico, bar, tabaccheria,
alimentari, trattoria, ufficio
postale, caserma delle guardie forestali, case popolari,
ecc.... Al centro del paese
sorge la sede comunale costruita attorno agli anni ’20
in pietra arenaria. Nelle vicinanze sorge un bellissimo
monumento ai caduti delle
due guerre mondiali, il 25
aprile e il 4 novembre essi
vengono ricordati con una
bellissima cerimonia che
vede riuniti nell’ antistante
piazzetta tutti gli ex alpini
che tornano ad indossare,
per l’occasione, la loro camicia a quadri rossi e il loro
cappello con la penna nera.
Il monumento è stato realizzato per merito del capogruppo A.N.A. (Associazione
Nazionale Alpini) Sezione
di Rocca S. Maria, Aladino
Di Gennaro, ed è stato eseguito dal Prof. Gaetano Di
Simone di Castelli ceramista e scultore.
26
Percorso della Morricana in bici
Chiesa di San Lorenzo a Cesa
Municipio di Rocca S. Maria
Monumento ai caduti
VIAGGIO
nei
TERRITORI
della
LAGA
Ostello del Ceppo
al’ospitalità
Rocca
S. Maria
QRcode Rocca S. Maria
• Albergo Ristorante Bar “Julia”, c.da Ceppo (0861 629015)
• Albergo Ristorante Bar “Anna e Ninocc”, c.da Paranesi (0861 63168)
• Ristorante Bar “La Rocca”, fraz. Imposta (0861 63336)
• Ristorante Casal Doge BB “Il Rifugio dell’Alpino”, fraz. Belvedere
(0861 63178)
• Ristorante “Il Rifugio dei Sapori”, fraz. Paranesi (0861 63308)
• Trattoria Bar “Bosco Martese”, fraz. Imposta (0861 63140)
• Bar Chiosco, via Monumento c.da Ceppo
• Bar del Cacciatore, c.da Sella Ciarelli (0861 63127)
27
VIAGGIO
nei
CORTINO
TERRITORI
della
LAGA
ALTITUDINE
982 m s.l.m.
SUPERFICIE
62 km²
ABITANTI
709[1] (31-12-2010)
DENSITÀ
11,44 ab./km²
FRAZIONI
Agnova, Altovia, Caiano, Casagreca, Casanova, Collegilesco,
Comignano, Cunetta, Elce,
Faieto, Fonte Palumbo, Lame,
Macchiatornella, Padula, Pagliaroli, Pezzelle, Piano Fiumata, Servillo,Vernesca
COMUNI CONFINANTI
Amatrice (RI), Crognaleto,
Montorio al Vomano, Rocca
Santa Maria, Teramo, Torricella
Sicura
C
ortino conclude il
nostro viaggio attraverso
i Monti della Laga: è raggiungibile sia dalla zona di
Rocca Santa Maria che più
comodamente da Teramo.
Antica corte longobarda,
da cui il toponimo, ha vissuto per secoli di pastorizia
e agricoltura; oggi è una
meta di rilievo del turismo
naturalistico, grazie soprattutto agli straordinari boschi di abete bianco, vero
28
Veduta di Padula di Cortino
relitto glaciale di epoche
passate. L’Abetina di Cortino, infatti, rappresenta uno
dei rari nuclei spontanei di
abete bianco dell’Appennino centrale, e, con un po’
di fortuna, nell’attigua area
faunistica di Fonte Spugna,
si possono avvistare dei
bellissimi esemplari di cervo. Da Cortino è anche possibile effettuare escursioni
verso vari siti montani, di
notevole interesse è l’escursione al Monte Bilanciere
per l’incantevole veduta
che offre sull’intera vallata. All’ingresso del paese è
la bella Chiesa di S. Maria
Assunta, nota sin dal 1324,
con un’imponente facciata.
A Pagliaroli, la Chiesa di S.
Salvatore del XIV secolo
sorge su un preesistente
tempio italico: recenti scavi
archeologici hanno restituito importanti resti di epoca
romana, alcuni dei quali
conservati al Museo Archeologico di Teramo, inoltre
Pagliaroli ospita anche la
Sede comunale.
Attraverso una natura rigogliosa disseminata di
borghi, si giunge a Padula,
anticamente Rocca di Padula, che nel secolo XIII
era soggetta alla città di Teramo. Qui c’è la Chiesa di S.
Maria Assunta, con altare
del XVII secolo, e la Chiesa
di S. Antonio, datata 1649.
VIAGGIO
nei
TERRITORI
della
LAGA
Padula, Chiesa S. Maria
Scorcio e Chiesa di S. Maria Assunta
Elce, Comune di Cortino
Di notevole interesse è anche la frazione di Pezzelle,
dove si trova la Chiesa di S.
Paolo, risalente al XV secolo,
con all’interno pregevoli affreschi dell’epoca.
Anche a Servillo spetta una
particolare menzione: con
le sue case in pietra sulle
cui architravi sono incise le
date e alcuni stemmi delle
potenti famiglie dell’epoca.
La Chiesa dell’Annunziata,
un tempo S. Maria de Sirbillo, ha antiche origini.
Desta molta curiosità il pa-
esino abbandonato di Altovia, in fase di recupero, con
le caratteristiche case in
arenaria. Da qui si passava
per raggiungere Valle Vaccaro, Crognaleto, Cervaro
e la Valle del Vomano. Sono
visibili i ruderi di un’antica
Chiesetta della Madonna
del Carmine.
Elce è il punto di partenza
del sentiero-natura “Abete
bianco” che consente un’escursione, dal percorso facile, al Monte Bilanciere con
arrivo all’Abetina di Cortino.
La Chiesa, intitolata a S. Lorenzo, è del XVI secolo a
navata un’unica e con un
tetto a capanna.
Altri piccoli centri che circondano Cortino sono: Casagreca, con la Chiesa di S.
Maria e S. Vincenzo; Casanova, con la sua Chiesa dedicata a S. Martino; Faieto
con la Chiesa di S. Andrea
del 1519; inoltre Agnova,
Caiano, Collegilesco, Comignano, Lame e Macchiatornella.
29
VIAGGIO
nei
TERRITORI
della
LAGA
Cortino, Chiesa di S. Maria Assunta
Pagliaroli, Municipio
Ostello di Cortino
Particolare Arco Fraz. Altovia
Pecore al pascolo a Cortino
l’ospitalità
a Cortino
QRcode Cortino
• Bar“Marini”, (0861 64108)
• Ristorante “Gorzano”, Padula (0861 64438)
• B&B “La Cunetta”, Cunetta (0861 64300)
• Agriturismo “Lu Canzine”, Pagliaroli (0861 644169)
30
VIAGGIO
nei
TERRITORI
della
LAGA
Piccola Guida
Storico-Culturale
QRcode Monti della Laga