La situazione epidemiologica in Itallia
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La situazione epidemiologica in Itallia
ISTITUTO SUPERIORE DI SANITÀ Esposizione ad amianto e mortalità per tumore maligno della pleura in Italia (1988-1994) Maurizio Di Paola (a), Marina Mastrantonio (a), Marcello Carboni (a), S. Belli (b), M. De Santis (b), Mario Grignoli (b), Stefania Trinca (b), Massimo Nesti (c), Pietro Comba (b) (a) ENEA, Roma (b) Laboratorio di Igiene Ambientale. Istituto Superiore di Sanità (c) ISPESL, Roma ISSN 1123-3117 Rapporti ISTISAN 00/9 Istituto Superiore di Sanità Esposizione ad amianto e mortalità per tumore maligno della pleura in Italia (1988-1994). Maurizio Di Paola, Marina Mastrantonio, Marcello Carboni, Stefano Belli, Marco De Santis, Mario Grignoli, Stefania Trinca, Massimo Nesti e Pietro Comba 2000, 34 p. Rapporti ISTISAN 00/9 E’ stata studiata sull’intero territorio nazionale, la mortalità per tumore maligno della pleura, utilizzando la banca dati epidemiologica dell’ENEA (dati di fonte ISTAT). Questo studio rappresenta un aggiornamento delle precedenti edizioni relative agli anni 1980-1987 e 1988-1992. La mortalità osservata in ogni comune è stata confrontata con quella attesa in base ai dati di mortalità regionali e/o nazionali. Fra le aree in cui si concentrano gli incrementi di mortalità per tumore pleurico, vanno considerati in primo luogo gli insediamenti dell’industria navalmeccanica e dell’attività portuale: la fascia costiera compresa in Liguria fra Savona e La Spezia e in Friuli-Venezia Giulia fra Trieste e Monfalcone, Venezia, Livorno, Ancona, Napoli, Taranto, Palermo, Messina e Cagliari ed i poli dell’industria del cemento-amianto, in particolare Casale Monferrato, Broni, Reggio Emilia e Bari. Vanno inoltre segnalate alcune aree industriali complesse, caratterizzate da una molteplicità di fonti di esposizione ad amianto, come Torino e Milano con le rispettive cinture industriali. Numerosi comuni sono stati segnalati per la prima volta dal presente studio, e per alcuni di essi è stato possibile formulare ipotesi sulla presenza di amianto nei cicli produttivi e/o nell’ambiente. Si ritiene che queste aree debbano essere considerate, con priorità elevata, candidate alla conduzione di studi epidemiologici sulla patologia da amianto Parole chiave: Amianto, Asbestosi, Mesotelioma pleurico Istituto Superiore di Sanità Asbestos exposure and mortality from malignant pleural neoplasms in Italy (1988-1994). Maurizio Di Paola, Marina Mastrantonio, Marcello Carboni, Stefano Belli, Marco De Santis, Mario Grignoli, Stefania Trinca, Massimo Nesti and Pietro Comba 2000, 34 p. Rapporti ISTISAN 00/9 (in Italian) Mortality from malignant pleural neoplasms has been studied in Italian municipalities using the ENEA epidemiologic data bank (based on ISTAT records). This study is an up-to-dating of the previous edition relative to 1980-1987 and 1988-1992. Observed mortality in each municipality has been contrasted to expected figures derived from regional and/ or national reference populations. Increases in mortality from pleural neoplasms concern in first place areas characterized by shipyards: the north western coast from Savona to La Spezia, the north eastern coast from Trieste to Monfalcone, and Venice, Leghorn, Ancona, Naples, Taranto, Palermo, Messina and Cagliari. The main settlements of the asbestos-cement industry have also been detected: Casale Monferrato, Broni, Reggio Emilia and Bari. Furthermore, excess mortality from pleural neoplasms occurs in some complex industrial areas like Turin and Milan with their surroundings. Several other municipalities have shown high mortality from pleural neoplasms; for some of them occupational and/or environmental exposure to asbestos has been suggested. These areas are candidate for further epidemiologic investigations about asbestos related disease. Key words: Asbestos, Asbestosis, Pleural mesothelioma Si ringraziano la sig. Cinzia Carboni e il sig. Giovanni Lardo per l’edinting del presente Rapporto. © Istituto Superiore di Sanità 2000 1 INTRODUZIONE Analogamente a quanto sta avvenendo in Europa nel suo complesso (Peto et al., 1999) ed in diversi paesi industrializzati quali la Gran Bretagna (Peto et al., 1995), la Francia (INSERM, 1996) e la Svezia (Järvholm & Englund, 1999), è in atto in Italia una marcata crescita dei mesoteliomi pleurici ricollegabile in massima parte alla massiccia diffusione dell'amianto che si è avuta in particolare negli anni Cinquanta e Sessanta. Come risulta dalla Tabella 1, nel periodo 1970-1994, il tasso annuo di mortalità per tumore maligno della pleura è passato nel nostro paese da 0.78 per 100,000 a 1.29 per 100,000, ed il numero annuo dei decessi da 375 a 998. In due precedenti studi (Di Paola et al., 1992; Di Paola et al., 1996) è stata esaminata la mortalità per tumore pleurico a livello comunale rispettivamente negli anni 1980-87 e 1988-92, con la finalità di definire le principali aree a rischio del paese in riferimento alla patologia da amianto. Obiettivi del presente contributo sono: estendere tale approccio al periodo 1988-94 l’ultimo di cui siano disponibili i dati di mortalità di fonte ISTAT, aggiornare la distribuzione geografica delle aree a rischio e fornire indicazioni in relazione alle priorità degli interventi di verifica delle fonti di rischio ed Tabella 1.- Mortalità per tumore maligno della pleura in Italia. Tassi standardizzati su Italia ’91 Anni Uomini Donne Totale Casi Tasso x 10-5 Casi Tasso x 10-5 Casi Tasso x 10-5 1970 227 0.95 148 0.63 375 0.78 1980 367 1.38 175 0.64 542 1.00 1990 525 1.73 301 0.91 826 1.31 1994 654 1.76 344 0.83 998 1.29 eventuale risanamento ambientale previsti dall'attuale quadro normativo (si veda in particolare la legge 27 marzo 1992, n. 257, relativa alla cessazione dell'impiego dell'amianto, e successive integrazioni). 2 1. MATERIALI E METODI Sull’intero territorio nazionale è stata studiata la mortalità a livello comunale per tumore maligno della pleura (codice 163.0-163.9 della IX Revisione della Classificazione Internazionale delle Malattie) della popolazione residente negli anni 1988-1994. Utilizzando la banca-dati epidemiologica dell’ENEA (dati di fonte ISTAT), sono stati calcolati i tassi standardizzati di mortalità a livello regionale e provinciale, ed a livello comunale è stato estratto il numero dei decessi distinti per sesso. Si è quindi proceduto al calcolo dei rapporti standardizzati di mortalità (SMR) rapportando il numero dei decessi osservati fra i residenti di ogni comune al valore atteso ottenuto applicando i tassi di mortalità specifici per sesso ed età (classi quinquennali) della regione corrispondente. Data la particolare situazione dell’incidenza di questa patologia nelle regioni Liguria, Lombardia, Piemonte e Friuli-Venezia Giulia, con valori più diffusi sul territorio e significativamente più elevati di quelli nazionali, si è proceduto in tali casi a calcolare gli SMR utilizzando per la stima degli attesi i tassi nazionali. La significatività statistica dello scostamento fra numero di eventi osservati e attesi è stata valutata in base al solo intervallo di confidenza al 95% degli SMR, calcolato utilizzando la distribuzione di Poisson e non più come nella stesura precedente, utilizzando anche gli intervalli al 90%. Tale scelta ha la finalità di poter identificare sul territorio in esame un minor numero di segnali, con una maggiore garanzia di non risentire delle fluttuazioni campionarie dovute alla variabilità casuale. La valutazione della pregressa esposizione ad amianto nelle aree in cui la mortalità per tumore pleurico risulta in eccesso è stata effettuata utilizzando l’insieme degli studi epidemiologici sull’amianto disponibili in Italia, ed i dati relativi alla distribuzione territoriale dei casi di asbestosi definiti e indennizzati dall’INAIL nel periodo 1984-92 (Baldasseroni et al., 1989; Baldasseroni et al., 1992; Nesti et al., 1993). E’ stata inoltre utilizzata l’Anagrafe delle aziende che nel 1991 svolgevano 3 attività per le quali era certa o ipotizzabile la presenza di amianto nei luoghi di lavoro (Erba et al., 1996; Erba et al., 1999). 5 2. RISULTATI Nel periodo in esame si sono verificati in Italia oltre 6000 decessi per tumore maligno della pleura. La Tabella 2 e la Figura 1 mostrano la mortalità per regione. Quattro regioni (Piemonte, Liguria, Lombardia e Friuli-Venezia Giulia) hanno tassi di mortalità superiori a quello nazionale nel periodo in studio (1.61 X 10-5), e quindi il numero degli attesi viene calcolato sulla base dei tassi nazionali (e non di quelli regionali) per evitare una sottostima dell’SMR. Tabella 2. Mortalità per tumore maligno della pleura nelle regioni italiane, 1988 1994 Tassi standardizzati su Italia ’91 Uomini Donne Totale Regione Casi Tasso st. Casi Tasso st. Casi Tasso st. (x100.000) (x100.000) (x100.000) Piemonte Val d'Aosta Liguria Lombardia Trentino Veneto Friuli Emilia Romagna Marche Toscana Umbria Lazio Campania Abruzzo Molise Basilicata Puglia Calabria Sicilia Sardegna 535 4 565 695 37 283 182 280 94 267 31 138 238 42 8 9 208 50 240 84 3.367 0.9939 7.817 2.556 1.35 2.033 4.075 1.787 1.664 1.887 0.9239 0.8465 1.6393 0.906 0.6306 1.821 0.456 0.8017 1.5445 1.738 357 4 175 534 29 164 49 130 49 137 21 86 133 27 4 16 96 44 106 36 2.063 0.925 2.123 1.706 0.917 1.05 0.93 0.755 0.864 0.893 0.6328 0.5145 0.8633 0.5865 0.3094 0.87 0.8641 0.7241 0.7183 0.763 892 8 740 1229 66 447 231 410 143 404 52 224 371 69 12 25 304 94 346 120 2.696 0.9584 4.887 2.118 1.128 1.527 2.457 1.256 1.252 1.376 0.7741 0.6757 1.24 0.7416 0.4653 1.332 0.666 0.7617 1.1194 1.236 6 - 50° percentile 51° - 75° " 76° - 90° " 90° + " Figura 1.- Mortalità per tumore della pleura nelle regioni italiane, nel periodo 1988-1994, uomini + donne. Tassi standardizzati (x 100,000) su Italia '91. 7 La distribuzione dei dati a livello provinciale è mostrata nella Tabella 3 e nella Figura 2. Questo livello di disaggregazione dei dati consente di chiarire quali siano le provincie che maggiormente concorrono ad elevare il livello della mortalità per tumore pleurico nella propria regione: Alessandria in Piemonte, Gorizia nel Friuli Venezia Giulia, Livorno in Toscana, Taranto in Puglia. Questa analisi rinvia dunque ad un approfondimento a livello comunale. Tabella 3. Mortalità per tumore maligno della pleura nelle Provincie italiane, 1988-1994 Tassi standardizzati su Italia ’91 Uomini Donne Totale Provincie Casi Tasso st. Casi Tasso st. Casi Tasso st. (x100.000) (x100.000) (x100.000) 236 3.171 142 1.765 378 2.448 Torino 36 2.415 39 2.248 75 2.329 Vercelli 46 2.704 26 1.281 72 1.972 Novara 46 2.095 28 1.267 74 1.669 Cuneo 16 1.77 14 1.584 30 1.674 Asti 155 7.768 108 5.033 263 6.361 Alessandria 4 0.9939 4 0.925 8 0.9584 Aosta 22 2.257 12 1.18 34 1.703 Imperia 58 4.542 18 1.266 76 2.856 Savona 379 9.423 125 2.649 504 5.937 Genova 106 10.565 20 1.805 126 6.058 La Spezia 64 2.63 39 1.377 103 1.985 Varese 68 2.88 42 1.531 110 2.186 Como 14 2.645 8 1.339 22 1.973 Sondrio 344 2.904 241 1.77 585 2.321 Milano 82 3.115 67 2.332 149 2.712 Bergamo 43 1.441 32 0.939 75 1.183 Brescia 54 2.842 63 2.859 117 2.851 Pavia 11 0.998 29 2.159 40 1.595 Cremona 15 1.138 13 0.861 28 0.995 Mantova 21 1.696 15 1.035 36 1.356 Bolzano 16 1.0526 14 0.7912 30 0.9181 Trento 43 1.662 24 0.84 67 1.239 Verona 32 1.3928 18 0.703 50 1.0379 Vicenza 17 2.218 7 0.787 24 1.482 Belluno 30 1.2832 19 0.7062 49 0.9863 Treviso 86 3.327 44 1.55 130 2.413 Venezia 60 2.374 45 1.6 105 1.976 Padova 15 1.656 7 0.733 22 1.181 Rovigo segue 8 Tabella 3. - segue Provincie Udine Gorizia Trieste Piacenza Parma Reggio nell'Emilia Modena Bologna Ferrara Ravenna Forli' Pesaro e Urbino Ancona Macerata Ascoli Piceno Massa-Carrara Lucca Pistoia Firenze Livorno Pisa Arezzo Siena Grosseto Perugia Terni Viterbo Rieti Roma Latina Frosinone Caserta Benevento Napoli Avellino Salerno L'Aquila Teramo Pescara Chieti Campobasso Uomini Tasso st. (x100.000) 28 1.468 65 12.284 77 6.944 16 1.394 21 1.302 44 2.644 29 1.268 63 1.692 32 2.213 16 1.096 59 2.612 16 1.224 46 2.692 19 1.459 13 0.9638 26 3.412 41 2.789 22 2.125 62 1.378 59 4.375 21 1.374 16 1.212 11 0.8454 9 1.0298 23 0.9516 8 0.854 7 0.6705 3 0.6028 102 0.8829 11 0.8174 15 0.8976 26 1.2716 5 0.4621 156 2.253 11 0.7526 40 1.3026 6 0.5195 8 0.8286 13 1.2492 15 1.0202 6 0.6887 Casi Donne Tasso st. (x100.000) 14 0.66 14 2.144 14 1.002 9 0.735 15 0.776 17 0.934 17 0.695 26 0.621 15 0.917 11 0.683 20 0.858 17 1.269 15 0.828 9 0.741 8 0.6303 2 0.232 16 0.97 11 0.942 40 0.804 31 2.183 16 0.977 13 0.938 5 0.4171 3 0.3107 15 0.6408 6 0.6143 2 0.2305 1 0.183 69 0.5574 5 0.4323 9 0.5698 20 0.9479 3 0.2986 81 1.069 8 0.5599 21 0.6699 6 0.4971 5 0.5159 6 0.6237 10 0.6849 1 0.1201 Casi Totale Tasso st. (x100.000) 42 1.052 79 7.067 91 3.887 25 1.055 36 1.031 61 1.764 46 0.973 89 1.141 47 1.546 27 0.883 79 1.71 33 1.247 61 1.733 28 1.09 21 0.7922 28 1.776 57 1.853 33 1.516 102 1.083 90 3.247 37 1.17 29 1.071 16 0.625 12 0.6598 38 0.7917 14 0.7307 9 0.4441 4 0.3868 171 0.7154 16 0.6192 24 0.7289 46 1.105 8 0.378 237 1.644 19 0.6534 61 0.9771 12 0.508 13 0.6677 19 0.9274 25 0.8477 7 0.3961 segue Casi 9 Tabella 3. - segue Provincie Foggia Bari Taranto Brindisi Lecce Potenza Matera Cosenza Catanzaro Reggio Calabria Trapani Palermo Messina Agrigento Caltanissetta Enna Catania Ragusa Siracusa Sassari Nuoro Cagliari Pordenone Isernia Oristano Italia Uomini Tasso st. (x100.000) 13 0.6502 73 1.727 70 4.396 20 1.7248 32 1.356 5 0.3702 4 0.627 17 0.7447 17 0.7895 16 0.93 31 2.11 70 1.955 32 1.3961 11 0.6412 5 0.5853 3 0.5049 43 1.4593 11 1.1033 34 2.768 16 1.1748 14 1.6535 50 2.41 12 1.2681 2 0.4502 4 0.8108 Casi 3990 2.133 Donne Tasso st. (x100.000) 10 0.4927 36 0.888 26 1.814 8 0.6918 16 0.677 14 1.1121 2 0.3078 15 0.7074 15 0.7185 14 0.7334 6 0.433 29 0.854 10 0.4276 8 0.5885 8 0.9783 7 1.2079 21 0.7224 6 0.7511 11 0.908 13 1.0093 1 0.1148 20 0.98 7 0.6475 3 0.7477 2 0.3805 Casi 2197 1.11 Totale Tasso st. (x100.000) 23 0.5691 109 1.296 96 3.068 28 1.1933 48 1.0066 19 0.7519 6 0.4628 32 0.7255 32 0.753 30 0.8288 37 1.247 99 1.389 42 0.8978 19 0.6141 13 0.7875 10 0.8666 64 1.0801 17 0.9221 45 1.811 29 1.0897 15 0.8618 70 1.674 19 0.9487 5 0.6033 6 0.5894 Casi 6187 1.607 10 - 50° percentile 51° - 75° " 76° - 90° " 90° + " Figura 2 - Mortalità per tumore della pleura nelle provincie italiane, nel periodo 1988-1994, uomini + donne. Tassi standardizzati (x 100,000) su Italia '91. 11 La Tabella 4 riporta i dati relativi ai comuni per i quali, nel periodo in esame, la mortalità osservata ha superato significativamente l’attesa (limite inferiore dell’intervallo di confidenza al 95% dell’SMR superiore a 100). Tabella 4. Mortalità per tumore maligno della pleura nei comuni italiani (1988-1994) Osservati Attesi SMR Int. Conf. 95% PIEMONTE Alessandria 37 12.51 296 208 408 Biella 16 6.69 239 137 388 Borgo San Martino 4 0.22 1803 485 4617 Carmagnola 8 2.39 334 144 659 126 5.45 2310 1924 2750 Cassine 3 0.57 526 106 1538 Castell'Alfero 3 0.34 870 175 2543 Collegno 16 4.66 343 196 558 Condove 4 0.61 653 176 1672 Frassineto Po 3 0.20 1494 300 4366 Gaglianico 3 0.47 644 129 1880 Govone 3 0.30 996 200 2911 Ovada 9 1.77 508 232 965 Ozzano Monferrato 4 0.26 1530 412 3918 Torino 189 118.27 160 138 184 Valenza 11 2.69 409 204 733 Arcola 7 1.29 541 217 1115 Arenzano 6 1.47 409 149 889 Bargagli 3 0.38 790 159 2309 Beverino 3 0.31 971 195 2836 Cairo Montenotte 6 1.94 310 113 674 Campo Ligure 5 0.54 923 297 2154 Campomorone 7 1.16 604 242 1244 Chiavari 11 4.66 236 118 422 Cogoleto 8 1.38 581 250 1146 Davagna 3 0.31 962 193 2811 Casale Monferrato LIGURIA segue 12 Tabella 4. - segue Osservati Attesi SMR Int. Conf. 95% LIGURIA Finale Ligure 6 1.97 305 111 664 Follo 5 0.58 863 278 2015 390 98.59 396 357 437 La Spezia 72 15.54 463 363 584 Lavagna 8 2.19 365 157 719 Lerici 6 1.98 303 111 660 Levanto 5 0.91 547 176 1276 Pietra Ligure 7 1.35 519 208 1070 Ricco'del Golfo Di Spezia 3 0.46 656 132 1917 Ronco Scrivia 4 0.69 580 156 1486 Savona 22 10.28 214 134 324 Sestri Levante Genova 15 3.10 484 271 799 Torriglia 3 0.44 688 138 2011 Varazze 6 2.17 277 101 602 Vernazza 3 0.22 1369 275 3999 Angera 6 0.69 875 320 1905 Basiglio 3 0.29 1045 210 3053 Broni 21 1.48 1420 879 2171 Calcio 7 0.43 1640 657 3380 Civate 5 0.36 1401 451 3269 Clusone 4 0.86 463 125 1185 Cologno Monzese 9 4.07 221 101 420 Gropello Cairoli 3 0.49 611 123 1785 Ispra 3 0.49 606 122 1771 Lecco 13 6.09 213 114 365 LOMBARDIA Legnano 15 5.53 271 152 448 Lodi 15 5.07 296 165 488 Lomazzo 4 0.84 475 128 1216 Malgrate 3 0.40 756 152 2210 Milano 227 179.18 127 111 144 Monza 31 12.76 243 165 345 segue 13 Tabella 4. - segue Osservati Attesi SMR Int. Conf. 95% LOMBARDIA Muggio' 6 1.73 347 127 756 Persico Dosimo 3 0.28 1070 215 3125 Pioltello 8 2.55 314 135 618 Romano di Lombardia 6 1.31 459 168 1000 Rovello Porro 5 0.52 962 310 2246 Saronno 9 4.05 222 101 422 Sesto Calende 5 1.23 406 131 948 13 2.83 459 244 785 Varedo 6 1.12 535 195 1165 Voghera 14 5.68 247 135 414 3 0.46 650 131 1900 Bassano del Grappa 10 4.17 240 115 441 Padova 41 25.03 164 118 222 Solesino 4 0.66 606 163 1551 Spinea 6 2.15 279 102 607 Venezia 89 37.44 238 191 293 4 1.07 375 101 960 Gorizia 12 5.57 216 111 377 Monfalcone 40 4.05 987 705 1344 Muggia 12 1.88 637 329 1113 Ronchi dei Legionari 13 1.35 963 512 1647 Trieste 73 36.90 198 155 249 Forli' 22 11.55 191 119 288 Reggio nell’Emilia 23 13.93 165 110 1606 3 0.55 550 105 248 Treviglio VENETO Agordo FRIULI VENEZIA GIULIA Duino-Aurisina EMILIA ROMAGNA Tresigallo segue 14 Tabella 4. - segue Osservati Attesi SMR Int. Conf. 95% TOSCANA Licciana Nardi 4 0.55 722 194 1847 66 18.65 354 274 450 7 1.21 577 231 1189 13 6.26 208 110 355 33 10.41 317 218 445 7 2.60 269 108 554 Napoli 111 75.47 147 121 177 Portici 11 5.04 218 109 391 Bari 39 26.07 150 106 205 Molfetta 11 5.39 204 102 365 Taranto 69 16.69 413 322 523 Crotone 7 1.91 367 147 756 Villa San Giovanni 4 0.62 648 174 1659 10 2.17 460 220 846 Biancavilla 8 1.38 579 249 1141 Favignana 4 0.39 1014 273 2597 Livorno Portoferraio Viareggio MARCHE Ancona CAMPANIA Giugliano in Campania PUGLIA CALABRIA SICILIA Augusta Lentini 7 2.11 331 133 682 Palermo 65 42.39 153 118 195 4 0.56 720 194 1844 25 15.16 165 107 243 Carloforte 5 0.68 735 237 1714 La Maddalena 4 0.89 450 121 1152 Settimo San Pietro 3 0.28 1061 213 3099 Santa Flavia SARDEGNA Cagliari 15 La Tabella 5 suddivide i comuni in esame in tre fasce: quelli nei quali la mortalità osservata superava quella attesa già negli anni 1980-87, quelli nei quali la prima segnalazione risale al periodo 1988-92 e quelli di nuova evidenza includendo nell’analisi anche il biennio 1993-94. Tabella 5 Mortalità per tumore maligno della pleura nei comuni italiani (1988-1994) in funzione del periodo della prima segnalazione Comuni già evidenziati Comuni evidenziati Ulteriori Comuni nella prima indagine per la prima volta nel periodo evidenziati nel periodo 1980-1987 1988-1992 1988-1994 Piemonte Alessandria, Biella, Casale Monferrato, Torino, Valenza Borgo San Martino, Carmagnola, Cassine, Collegno, Condovè, Ovada, Ozzano Monferrato Arcola, Arenzano, Finale Ligure, Follo, Lavagna, Levanto, Ronco Scrivia, Torriglia, Varazze Castell'Alfero, Frassineto Po, Gaglianico, Govone Liguria Cairo Montenotte, Campo Ligure, Campomorone, Chiavari, Cogoleto, Genova, La Spezia, Lerici, Pietra Ligure, Savona, Sestri Levante Lombardia Angera, Broni, Muggiò Basiglio, Calcio, Civate, Lecco, Legnano, Lodi, Lomazzo, Milano, Monza, Persico Dosimo, Pioltello, Rovello Porro, Saronno, Treviglio, Varedo, Voghera Clusone, Cologno Monzese, Gropello Cairoli, Ispra, Malgrate, Romano di Lombardia, Sesto Calende Veneto Venezia Agordo, Bassano del Grappa, Padova, Solesino Spinea Friuli – Venezia Giulia Duino-Aurisina, Monfalcone, Muggia, Ronchi dei Legionari, Trieste Gorizia Forli', Reggio Emilia, Tresigallo Emilia Toscana Bargagli, Beverino, Davagna, Ricco' del Golfo di Spezia, Vernazza Livorno Licciana Nardi, Portoferraio, Viareggio Segue 16 Tabella 5. - continua Comuni già evidenziati nella prima indagine 1980-1987 Comuni evidenziati Ulteriori Comuni per la prima volta nel periodo evidenziati nel periodo 1988-1992 1988-1994 Marche Campania Napoli Ancona Giugliano in Campania, Portici Puglia Bari , Taranto Molfetta Crotone, Villa San Giovanni Calabria Augusta, Palermo Sicilia Sardegna Biancavilla, Lentini Favignana, Santa Flavia Cagliari, La Maddalena Carloforte, Settimo San Pietro Si può ritenere che i comuni inclusi nella prima colonna, stabilmente caratterizzati per quindici anni da una mortalità significativamente superiore all’attesa, siano quelli nei quali la presenza di amianto è documentata in modo incontrovertibile. Anche per i comuni della seconda colonna la situazione appare piuttosto stabile. I comuni della terza colonna sono stati segnalati per la prima volta nel presente studio e per alcuni di essi è stato possibile formulare ipotesi sulla presenza di amianto nei cicli produttivi e nell’ambiente. Le Figure 3-7 mostrano la distribuzione geografica dei comuni di cui alle Tabelle 4 e 5. 17 Comuni presenti nell'indagine 1980-87 Comuni presenti nell'indagine 1988-92 Comuni presenti nell'indagine 1988-94 Figura 3.-Italia nord-ovest: mortalità per tumore della pleura (comuni con SMR>100, p<0.05) 18 Comuni presenti nell'indagine 1980-87 Comuni presenti nell'indagine 1988-92 Comuni presenti nell'indagine 1988-94 Figura 4.-Italia nord-est: mortalità per tumore della pleura (comuni con SMR>100, p<0.05) 19 Comuni presenti nell'indagine 1980-87 Comuni presenti nell'indagine 1988-92 Figura 5.-Italia centrale: mortalità per tumore della pleura (comuni con SMR>100, p<0.05) 20 Comuni presenti nell'indagine 1980-87 Comuni presenti nell'indagine 1988-92 Figura 6.-Italia sud: mortalità per tumore della pleura (comuni con SMR>100, p<0.05) 21 Comuni presenti nell'indagine 1980-87 Comuni presenti nell'indagine 1988-92 Comuni presenti nell'indagine 1988-94 Figura 7.-Italia isole: mortalità per tumore della pleura (comuni con SMR>100, p<0.05) 22 3. DISCUSSIONE Preliminare ad una valutazione critica dei risultati del presente studio, è l'esame dei problemi connessi con la validità dei dati utilizzati e del metodo impiegato. La qualità dei dati di mortalità relativi al mesotelioma pleurico è stata oggetto di alcune ricerche sia in Italia (Delendi et al., 1991; Bruno et al., 1996) che in altri paesi europei (Nelson e Farebrother, 1987). Nel nostro paese, circa il 75% dei decessi di soggetti affetti da mesotelioma pleurico, documentato sul piano clinico e istologico, viene correttamente assegnato alla categoria nosologica “tumore maligno della pleura”. Se il confronto è effettuato fra il dato di mortalità e il riscontro autoptico, la corrispondenza è invece meno buona. A livello di popolazione si ha una sorta di compensazione delle misclassificazioni avvenute a livello individuale (in particolare da tumore polmonare in tumore pleurico, e viceversa), e l’uso dei tassi di mortalità per evidenziare le zone ad alto rischio appare giustificato. Il metodo utilizzato nel presente studio, analogo a quello impiegato da autori inglesi (Gardner et al., 1982) e statunitensi (Enterline e Henderson, 1987), prevede che si selezionino le aree a rischio sulla base della significatività statistica e della numerosità dei casi osservati. Le cautele adottate non offrono una garanzia assoluta contro il rischio di sovrastimare il peso di aree con valori estremi, per l’effetto della variabilità casuale associata alla distribuzione di un evento nel complesso poco frequente. Il criterio utilizzato sembra piuttosto assicurare un ragionevole compromesso fra l’istanza della sensibilità del metodo ed un’esigenza di specificità intesa come minimizzazione dei falsi allarmi. Una conferma a posteriori della validità della metodologia adottata è fornita dall'identificazione delle fonti d'esposizione ad amianto che nella maggior parte delle aree sono state individuate con certezza o con vari gradi di probabilità. Tale processo si è avvalso, oltre che di pubblicazioni relative a casi di mesotelioma, anche dei dati relativi ai casi di asbestosi indennizzati dall'INAIL e dell’Anagrafe delle aziende utilizzatrici di amianto prodotta dall’ISPESL. In questo quadro appare giustificata l'indicazione di procedere con ulteriori accertamenti nelle aree a rischio per i tumori pleurici rispetto alle quali non si abbiano per ora indicazioni di rilevanza eziologica. 23 Fra le aree in cui si concentrano gli incrementi di mortalità per tumore pleurico, vanno considerati in primo luogo gli insediamenti dell’industria navalmeccanica e dell’attività portuale: la fascia costiera compresa in Liguria fra Savona e La Spezia e in Friuli - Venezia Giulia fra Trieste e Monfalcone, Venezia, Livorno, Ancona, Napoli, Taranto, Villa San Giovanni, Palermo, e Cagliari, ed alcune altre città sede di porti. In Liguria la segnalazione di casi di mesotelioma pleurico fra gli addetti alla cantieristica navale risale già agli anni settanta (Zanardi e Fontana, 1971; Puntoni et al., 1976). Studi più recenti relativi a Genova e La Spezia hanno confermato il rischio per i lavoratori dei cantieri navali (Merlo et al., 1992; Battista et al., 1992); a La Spezia è stato inoltre documentato il rischio per i loro familiari esposti all'amianto veicolato dagli abiti da lavoro (Dodoli et al., 1992). Sempre a La Spezia è stato evidenziato un accresciuto rischio di mesotelioma per i lavoratori della raffineria a causa della diffusa contaminazione da amianto utilizzato come isolante per condutture e tubazioni (Gennaro et al., 1994). Il dato di Licciana Nardi può presumibilmente essere messo in relazione con la contigua area a rischio di La Spezia, nonché con la presenza ad Aulla, comune confinante, di uno stabilimento per la produzione di allestimenti navali (Neri et al., 1989). Ricerche condotte a Trieste (Bianchi et al., 1973; Bianchi et al., 1978; Biava et al., 1983; Giarelli et al., 1992) e a Monfalcone (Bianchi et al., 1981; Bianchi et al., 1993) hanno ampiamente documentato l'esposizione ad amianto soprattutto nella cantieristica navale, con ricadute sui lavoratori e sui loro familiari. Studi di casistica sui mesoteliomi pleurici a Livorno, relativi agli anni 1975-88, avevano indicato nella cantieristica navale la fonte di esposizione ad amianto che comportava il maggior rischio sia per i lavoratori (Battista et al., 1992), sia per i loro familiari (Dodoli et al., 1992). Da uno studio di casistica condotto da Musti et al. (1990), emergevano dati relativi alle attività lavorative svolte dai pazienti con mesotelioma registrati in Puglia negli anni 1977-89, in particolare la cantieristica navale a Taranto. Vanno quindi evidenziati i poli dell’industria del cemento-amianto, in particolare Casale Monferrato, Broni, Reggio Emilia e Bari. L'epidemia di mesoteliomi in corso a Casale Monferrato interessa i lavoratori dell'impianto per la produzione di manufatti in cemento-amianto (Magnani et al., 1987), i loro familiari (Magnani et al., 24 1993) e la popolazione residente, ancorché non esposta professionalmente (Magnani et al., 1995). In provincia di Pavia si conferma il cluster di Broni, già descritto nei precedenti studi. I mesoteliomi pleurici osservati a Broni sono da attribuire all'esposizione ad amianto nella produzione di manufatti in cemento-amianto (Magnani et al., 1994). In Emilia Romagna va citato il dato di Reggio Emilia. Studi condotti a Reggio e in provincia hanno evidenziato il rischio di mesoteliomi per gli addetti al settore del cemento-amianto (Giaroli et al., 1994; Luberto et al., 1999). Anche per quanto riguarda Bari uno studio di coorte (Belli et al., 1998) ha dimostrato un alto rischio di morte per mesotelioma fra i lavoratori del cemento amianto. Altre segnalazioni riguardano comuni nei quali era nota da studi pregressi una particolare rilevanza della patologia da amianto. Ad esempio a Calcio, in passato, veniva effettuata la raccolta dei sacchi di iuta per il loro successivo riutilizzo; fra i sacchi riciclati vi erano quelli utilizzati in precedenza per il cemento-amianto, e fra gli addetti a questa lavorazione sono stati descritti numerosi casi di asbestosi (Tomasini et al., 1990). Vanno inoltre segnalate alcune aree industriali complesse, caratterizzate da una molteplicità di fonti di esposizione ad amianto, come Torino e Milano con le rispettive cinture industriali. La maggior parte dei comuni compresi nelle categorie suindicate era. già stata segnalata nei precedenti studi. Numerosi comuni sono stati segnalati per la prima volta dal presente studio, ovvero erano stati segnalati nel precedente studio (Di Paola et al., 1996) ma è ora possibile formulare ipotesi sulla presenza di amianto nei cicli produttivi e/o nell’ambiente. Coerentemente con quanto precedentemente sostenuto, si ritiene che queste aree debbano essere considerate, con priorità elevata, candidate alla conduzione di studi epidemiologici sulla patologia da amianto, anche in relazione alla registrazione dei mesoteliomi prevista dall'articolo 36 del D Lgs 277/91 (Chellini et al., 1996). Obiettivo primario di tali studi è contribuire all’individuazione di sorgenti di esposizione all’amianto che risultino tuttora presenti nel territorio, ed alla pianificazione di appropriate misure di prevenzione. 25 Per quanto riguarda il comune di Valenza, è lecito ipotizzare l’associazione tra l’incremento dei tumori pleurici e l’attività degli orafi operanti in questo territorio (nel 1991 circa 3500 in 1200 aziende). L’amianto, infatti, è stato utilizzato nei crogioli usati per saldare l’oro, come dimostrano gli studi di Kern sulle oreficerie di Rhode Island (Kern & Frumkin 1988, Kern 1990, Kern et al., 1992) e lo studio di Døssing e Langer (1994) in Danimarca. Recentemente, Placidi et al (1999) hanno documentato un caso di esposzione ad amianto in un orafo residente a Valenza affetto da mesotelioma pleurico. Si delineano in Lombardia alcune aggregazioni di comuni confinanti caratterizzati da un significativo incremento dei tumori maligni della pleura. Per quanto riguarda Sesto Calende, Ispra e Angera, si può ipotizzare un ruolo eziologico dell’esposizione ad amianto nei cantieri navali di Sesto Calende, nonché dello stabilimento chimico di Angera. A Rovello Porro, Lomazzo e Saronno operavano diverse aziende con probabile presenza di amianto, quali fabbriche di produzione del vetro cavo, e ditte per l’installazione di impianti di riscaldamento e condizionamento. A Bassano del Grappa diverse aziende hanno probabilmente utilizzato amianto nella produzione di ceramiche e vetro cavo. In Romagna è stato segnalato il dato di Forlì; al momento non si dispone di elementi che consentano di identificare una specifica fonte di esposizione all’amianto. In generale in Emilia Romagna le fonti più importanti di esposizione all’amianto sono di tipo professionale come emerge dallo studio del Gruppo di Lavoro per la Sorveglianza del Mesotelioma in Romagna (1999) in cui si dimostra esposizione professionale certa, probabile o possibile nel 45% dei casi esaminati; per i restanti casi del suddetto studio, allo stato attuale, non è possibile ipotizzare associazione diretta con un’esposizione di tipo lavorativo. In seguito alla pubblicazione del precedente rapporto di Di Paola et al (1996) è stata studiata in modo particolarmente approfondito la problematica di Biancavilla . Questo comune è situato in un’area vulcanica della Sicilia orientale. Successivamente alla segnalazione iniziale di quattro decessi per tumore maligno della pleura, grazie alla collaborazione del Comune di Biancavilla e del Servizio di Igiene Pubblica del Distretto di Adrano (ASL di Catania), è stato possibile identificare 26 complessivamente 17 casi di mesotelioma pleurico che non avevano avuto particolare esposizione all’amianto durante la loro vita professionale Da un’indagine ambientale è emerso che una possibile fonte di esposizione della popolazione si poteva identificare in una cava di pietrisco ubicata vicino al centro della cittadina, i cui prodotti, contenenti materiali di costituzione fibrosa, erano largamente usati dalle imprese di costruzioni locali. Tali minerali fibrosi sono stati classificati come fasi mineralogiche intermedie tra tremolite e actinolite. Sono stati raccolti numerosi campioni di materiale dalle abitazioni ed è stata valutata la loro concentrazione in fibre. Materiali fibrosi sono stati rinvenuti nel 71% dei campioni a concentrazione variabile fino a valori di 4 x 10.000 fibre per mg. di materiale. In aggiunta a ciò, è stato condotto uno studio sulla presenza di fibre nel polmone in un caso di mesotelioma pleurico. Da tale studio è risultato evidente che lo stesso tipo di fibra trovata nelle cave e nei materiali da costruzione, è stata anche rinvenuta nel tessuto polmonare del caso in esame. Questi risultati suggeriscono che per molti decenni gli abitanti di Biancavilla siano stati esposti a fibre di amianto presenti nel materiale estratto dalla cava ed impiegato dalle imprese di costruzioni e ciò, può costituire fonte di esposizione ambientale che giustifica l’incremento del rischio di mesotelioma pleurico nell’area (Paoletti et al., 1999). 27 4. CONCLUSIONI Obiettivo del presente contributo era principalmente quello di misurare l’andamento della mortalità per tumore maligno della pleura sull’intero territorio italiano nel periodo 1988-1994, includendo quindi nell’analisi, rispetto al precedente studio, il biennio 1993-94. La metodologia adottata ha previsto la selezione delle aree a rischio sulla base della significatività statistica e della numerosità dei casi; a tal riguardo, in questo studio si è valutata la significatività solo con riferimento all’intervallo di confidenza al 95% degli SMR e ciò al fine di ottenere pochi segnali ma ragionevolmente non affetti dalla variabilità casuale. L’analisi di mortalità per tumore maligno della pleura mostra un incremento di casi in aree già segnalate nei precedenti contributi e dove sono già state ampiamente formulate associazioni con le principali fonti di esposizione all’amianto soprattutto di tipo professionale. In aggiunta alla conferma dell’incremento dell’incidenza nelle aree “conclamate”, emergono per la prima volta numerosi comuni e, per alcuni di essi, si può ipotizzare la presenza di amianto nei cicli produttivi e/o nell’ambiente. Accanto alla validità della metodologia impiegata ed alle ipotesi di identificazione delle fonti di esposizione ad amianto in relazione alle possibili associazioni con i casi di mesotelioma pleurico, non si prescinde, in ambito di conclusioni, dalle difficoltà che emergono in un’indagine di rischio quando si considerino i saggi quantitativi disponibili nell’ambito del problema dose-risposta (Boffetta, 1998). Il tumore maligno della pleura è un evento raro e soggetto ad un certo grado di misclassificazione diagnostica e ciò, di per se, definisce l’impossibilità di avere stime di attendibilità assoluta e piena. Altro fattore che complica l’indagine del rischio di malattia tra i soggetti esposti ad amianto, è l’elevato tempo di latenza tra l’inizio dell’esposizione e lo sviluppo del tumore; questo suggerisce che solo coorti di lavoratori con lungo follow-up presentino il maggior grado di attendibilità sull’indagine del rischio. 28 Infine appare opportuno citare quanto emerso da uno studio di Hillerdal (1999). Da tale studio si evidenzia come non vi sia affatto prova dell’esistenza di un valore soglia, ovvero di un livello minimo possibile al di sotto del quale la fibra di amianto non causi tumore della pleura e, quindi, appare plausibile che anche bassi livelli di esposizione possano indurre la patologia (anche se il rischio è estremamente basso). Secondo tale studio è tuttavia possibile che vi sia un livello basale o “naturale” (estremamente piccolo) di casi di mesotelioma pleurico, cioè il tumore può aversi anche in assenza completa di esposizione ad amianto. Pur considerando tali difficoltà e sebbene sia chiaro che la contaminazione ambientale da amianto sia un fattore in qualche misura ineliminabile, le situazioni in cui sussiste un’elevata concentrazione di fibre sono quelle che richiedono un intervento prioritario. In considerazione di ciò, obiettivo primario degli studi epidemiologici è contribuire all’identificazione delle fonti di rischio che risultino ancora presenti sul territorio ed alla messa in opera di appropriate misure di prevenzione. 29 BIBLIOGRAFIA BALDASSERONI, A., CANTONI, S., MARCONI, M., NESTI, M. 2° Rapporto nazionale dei casi di malattia professionale distribuiti sul territorio. Fogli di informazione, supplemento monografico, anno VIII 1989. ISPESL, Roma. BALDASSERONI, A., CANTONI, S., MARCONI, M., PERTICAROLI, S., ROSEO G. Rapporto nazionale dei casi di malattia professionale distribuiti sul territorio. Fogli di Informazione, 2° supplemento monografico, anno V n. 1 1992. ISPESL Roma. 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