R. De Lorenzo, L`età napoleonica (1800
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R. De Lorenzo, L`età napoleonica (1800
RENATA DE LORENZO L'ETAÁ NAPOLEONICA (1800-1815) SOMMARIO Introduzione Avvertenza Bibliografia I. LE FONTI 1. Archivi. Inventari ed edizioni di fonti a) Le fonti fiscali: i catasti (in ordine geopolitico) b) Le fonti notarili c) Le fonti demografiche d) Le fonti sulle forme di opposizione (brigantaggio, insorgenze) e sulle societaÁ segrete e) Le fonti sulla soppressione degli ordini religiosi e l'alienazione dei beni dello Stato f) Le fonti giuridiche e le fonti coeve a stampa di carattere legislativo e amministrativo (codici, almanacchi, statuti) g) Le fonti diplomatiche 2. Manoscritti e testi di contemporanei (antologie, diari, cronache, lettere, memorie, manifesti, ristampe) 3. Sussidi (Monete, Medaglie e Timbri, Cartografia) a) Monete b) Medaglie e Timbri c) Cartografia II. BIBLIOGRAFIE STORIOGRAFIA E RASSEGNE BIBLIOGRAFICHE . 1. Bibliografie e rassegne bibliografiche 2. Storiografia III. OPERE GENERALI 1. Napoleone Bonaparte 2. Il periodo 1800-1815 nella storia europea e mondiale 3. Il periodo 1800-1815 nella storia italiana 4. Percorsi tematici IV. ATTI DI CONVEGNI E CATALOGHI DI MOSTRE V. LE GUERRE NAPOLEONICHE VI. IL PERCORSO POLITICO 1. Dalla politica concordataria al Congresso di Vienna 2. La Consulta di Lione 3. Tumulti e insorgenze 4. I movimenti politici: democrazia, neogiacobinismo, massoneria, emigrazione 5. Napoleone all'Elba 6. Il 1815 e la fine del regime napoleonico VII. L'ITALIA E IL SUO TERRITORIO 1. I dipartimenti italiani annessi all'Impero a) Piemonte e Val d'Aosta Fonti e storiografia Opere generali Percorsi tematici Personaggi (in ordine alfabetico) La dimensione urbana b) Liguria Fonti e storiografia Opere generali Percorsi tematici Personaggi (in ordine alfabetico) La dimensione urbana 2. La Seconda Cisalpina. La Repubblica Italiana (1802-1805). Il Regno d' Italia (1805-1814) Fonti e storiografia Opere generali Percorsi tematici Personaggi (in ordine alfabetico) La dimensione urbana lombarda Veneto, Friuli, Trentino, Istria e Dalmazia, Isole Jonie 3. Gli Stati Parmensi 4. La Toscana e il Regno d'Etruria Fonti e storiografia Opere generali Percorsi tematici Personaggi (in ordine alfabetico) La dimensione urbana 5. Lo Stato della Chiesa Fonti e storiografia Opere generali a) La storia della Chiesa b) Lo Stato pontificio (Roma, Lazio, Legazioni poi dipartimenti) Percorsi tematici Personaggi (in ordine alfabetico) Ð 446 Ð Á NAPOLEONICA ( 1800-1815 ) L'ETA Regioni appartenenti allo Stato Pontificio passate sotto il Regno Italico e annesse alla Francia: Lazio, Emilia Romagna, Territori Estensi, Marche, Umbria 6. Il Regno di Napoli Fonti e storiografia Opere generali Percorsi tematici Personaggi (in ordine alfabetico) Regioni, province, cittaÁ: Napoli e la Campania, Principato Citra, Principato Ultra, Abruzzi, Basilicata, Calabria, Puglia, Molise 7. L'Italia fuori della conquista napoleonica a) La Sardegna Fonti e storiografia Opere generali Percorsi tematici Personaggi (in ordine alfabetico) La dimensione urbana b) La Sicilia Fonti Bibliografia e storiografia Opere generali Percorsi tematici Personaggi (in ordine alfabetico) La dimensione urbana Ð 447 Ð INTRODUZIONE Rispetto all'affermazione con cui Vittorio E. Giuntella e Carlo Zaghi introducevano il loro contributo su L'Italia nel sistema napoleonico alla Bibliografia dell'etaÁ del Risorgimento, edita nel 1971, cioeÁ dello scarso interesse nel trentennio 1940-1970 per questo periodo, ci troviamo oggi di fronte alla constatazione opposta. E cioÁ vale sia per la fase 1790-1799, dal riformismo al Triennio rivoluzionario, sia per quella napoleonica postMarengo. Le motivazioni sono molteplici, legate certamente alla domanda storiografica e politica del presente a livello italiano e internazionale, alle celebrazioni del bicentenario, prima rivoluzionario, ora napoleonico, con modalitaÁ molto diverse dal trionfalismo revanchista che in Francia aveva caratterizzato le celebrazioni del primo centenario nel 1889. Si aggiungano la moltiplicazione dei centri di ricerca, col proliferare di piccole universitaÁ, l'accresciuto numero dei ricercatori, la celeritaÁ dei mezzi di comunicazione che consente tempi di lavoro piuÁ concentrato, maggiore disponibilitaÁ di fonti e strumenti bibliografici. Se tutto cioÁ puoÁ aver avuto risvolti penalizzanti in alcuni casi in merito alla qualitaÁ degli interventi [ma si tratta degli stessi limiti dell'«indirizzo politico diplomatico fine a se stesso» (p. 391) e della stessa approssimazione delle conclusioni e dell'indagine archivistica, che lamentavano Giuntella e Zaghi], i vantaggi sono certamente individuabili in un ampliamento delle tematiche, in una maggiore consapevolezza del carattere complesso dell'approccio storiografico, che deve tener conto delle settorializzazioni (storia politica, diplomatica, sociale, economica, delle istituzioni, demografica, di genere, dell'ambiente, e cosõÁ via), ma anche smussarne i contorni rigidi e valorizzare il carattere euristico delle conoscenze trasversali. Il riproporsi negli ultimi anni della storia politica, diplomatica, culturale, non va pertanto inteso come revanchista ritorno di scuole, ma come consapevolezza di rinnovate metodologie. In campo archivistico, per quanto molto sia ancora da organizzare, si sono moltiplicati gli inventari di fonti sul periodo francese in Italia e in alcuni casi anche di fonti francesi sull'Italia, sia ad opera degli archivi parigini che per iniziativa di quelli italiani. Significativo il caso torinese, ove si eÁ provveduto a selezionare il materiale di etaÁ napoleonica, relativo al Piemonte, conservato a Parigi, dando luogo al volume Fonti dell'Archivio nazionale di Parigi per la storia istituzionale del Piemonte (1798-1814), che integra il classico Baldo Peroni, Fonti per la storia d'Italia dal 1789 al 1815 nell'Archivio di Stato di Parigi, del 1936. Ne sono mancate indagini in altri archivi europei. La disponibilitaÁ diretta di alcuni di questi inventari in Internet eÁ un aspetto che richiede sia maggiore e diversa professionalitaÁ dell'archivista, sia capacitaÁ di interrogazione da parte del ricercatore. Su queste basi per il presente e per il futuro la segnalazione delle mancanze non va tanto nella direzione di chiedersi quanto eÁ stato ordinato, inventariato, ecc..., ma quanto eÁ stato messo in rete, segnalato opportunamente con link, in- Ð 449 Ð RENATA DE LORENZO serito con programmi ad hoc, elaborati per la schedatura di manoscritti ed opere a stampa. C'eÁ da chiedersi ancora come ha risposto la ricerca degli ultimi trent'anni alle lacune chiaramente indicate dai due autori citati: la settorialitaÁ, il tecnicismo, la ripetitivitaÁ dei temi, la mancanza di attenzione all'«analisi della societaÁ e delle sue strutture e delle classi e forze economiche, culturali e sociali che esprime e delle loro singole azioni e reazioni», l'attrazione per la figura di Napoleone piuÁ che per l'Italia nel suo processo storico, la mancanza di opere complessive. Quest'ultimo rilievo eÁ ancora valido, sia per il Regno d'Italia che per altre zone, come la Roma napoleonica e il Regno di Napoli, ambiti per i quali restano fondamentali alcune opere generali (Louis Madelein e Jacques Rambaud), espressione di una storiografia francese di inizio '900, o sono comunque punto di riferimento opere datate come quelle di Angela Valente per il Regno di Gioacchino Murat. I tentativi di sintesi, in effetti, non sono mancati ma sono stati delegati ad iniziative editoriali a piuÁ voci, nelle quali uno o piuÁ ricercatori affrontavano il periodo rivoluzionario e napoleonico nella sua complessitaÁ, o in analisi per temi, ma in un imposto ridotto numero di pagine. Queste constatazioni hanno indotto l'autrice (anche in funzione della divisione della trattazione del periodo, in base ad una delimitazione cronologica, con Anna Maria Rao e Massimo Cattaneo, il cui saggio comprende gli anni fino al 1799), a cambiare la struttura del precedente repertorio bibliografico di Giuntella e Zaghi, la cui impostazione appare prevalentemente dominata dalla storia politica e confina negli studi locali proprio il settore che ha avuto maggiore sviluppo, quello della storia delle singole aree, nelle loro interne articolazioni territoriali. Qui infatti si individuano i campi privilegiati della verifica di cioÁ che si chiedeva alla ricerca storica degli anni post-1970: non solo le leggi e le riforme, «il profilo dell'istituto giuridico nella sua formazione costituzionale» (che egemonizzava per i due autori l'opera di Melchiorre Roberti sulla Milano napoleonica a discapito del suo funzionamento e dell'influenza della societaÁ), ma le esigenze strutturali grazie alle quali fu possibile far funzionare un modello di Stato amministrativo imposto dall'esterno; il concreto agire di uffici, magistrature; le battaglie, ma soprattutto la vita quotidiana dell'esercito; il pre e il post di eventi, che si ricordano per la loro esplosivitaÁ e invasivitaÁ; le strade del diritto, di codici e costituzioni, come frutto di societaÁ complesse che occorre conoscere proprio articolando le esigenze delle eÂlites e dei gruppi sociali in rapporto alla specificitaÁ dei contesti; il linguaggio, come strumento di decostruzione, per precisare termini, espressioni. Le definizioni si complicano e il dato linguistico assume una valenza socio-politica esplicita. Lo storico ha necessitaÁ di definire termini, espressioni. Concetti aggreganti cambiano significato secondo i luoghi e i tempi: eÂlites, protonotabilato, notabilato, controrivoluzione, antirivoluzione, insorgenze, giacobini, patrioti, neogiacobini e cosõÁ via, sono termini che hanno perso il carattere di genericitaÁ per riempirsi di valori e significati legati ai processi di formazione di lunga, media e breve durata. I tentativi compiuti per venir incontro a queste esigenze hanno finito per complicare ma anche raffinare le domande storiografiche: si pensi agli studi sulla vendita dei beni dello Stato e degli enti ecclesiastici soppressi che hanno dato luogo in tutte le zone a ricerche di tipo quantitativo. Non piuÁ ad un certo punto contano tuttavia le modalitaÁ, i meccanismi ``politici'' della vendita dei beni nazionali, di distribuzione e redistribuzione della proprietaÁ, ma la verifica su tempi lunghi degli effetti di quell'operazione, che eÁ Ð 450 Ð Á NAPOLEONICA ( 1800-1815 ) L'ETA stata momento fondante di diversi rapporti e diverse forme di rappresentativitaÁ; conta ancora la verifica in spazi urbani, ove agiscono non solo le borghesie delle tradizionali categorie di un Ottocento progressista, ma anche le aristocrazie e si plasma la loro capacitaÁ di sopravvivere e di imporre i propri valori alla societaÁ, con una sorta di prosieguo dell'antico regime, su diverse coordinate. Si prospetta quindi un notabilato ampio e diversificato al suo interno, espressione dell'eÂlite (Louis Bergeron), data la molteplicitaÁ di figure che esso riesce a inglobare, con accentuazione ora degli aspetti relativi all'influenza politica e fortuna economica (Armando Saitta), ora di quelli della componente burocratica-amministrativa e della partecipazione alla guardia d'onore (Carlo Capra, Andre Tudesq e Andre Jardin), ora di «honneur, meÂrite, argent» (Guy Chaussinand-Nogaret), per qualificare le «masses de granit». ProprietaÁ, potere, famiglia, sono aspetti caratterizzanti estendibili a livelli medi, gruppi professionali, mondo militare, clero, servizi, ai soggetti presenti nei collegi elettorali, nei consigli dipartimentali, provinciali e distrettuali, nei consigli di arrondissement, nei consigli comunali, con connotazioni destinate a perpetuarsi e complicarsi (Le Italie dei notabili: il punto della situazione, a cura di Luigi Ponziani, L'Aquila, 2001, Atti del convegno, Pescara, 5-8 marzo 1998, Napoli, ESI, 2001). Se ancora forte eÁ la suggestione dell'antropologia storica del classico Sidney Tarrow (Tra centro e periferia. Il ruolo degli amministratori locali in Italia e in Francia, Bologna, Il Mulino, 1979), nel qualificare questo complesso rapporto si eÁ arricchita la conoscenza dei gruppi dirigenti periferici, notabili o protonotabili, amministratori, funzionari e impiegati, «imprenditori», ma anche commercianti e negozianti, la cui caratteristica eÁ quella di vivacizzare in vario modo le realtaÁ provinciali, di dare un nuovo senso al rapporto con le capitali, di muoversi sempre all'ombra dello Stato, di sfruttare le occasioni offerte dal riformismo. Problema che si proietta all'indietro per la necessitaÁ di comprendere l'entourage istituzionale e pedagogico che forma potenziali amministratori in Stati settecenteschi non amministrativi e si proietta sull'Ottocento per la concreta prova di se che molti fecero, a conferma spesso dell'esperienza giaÁ fatta nel Triennio repubblicano. Come si eÁ formato il personale politico e amministrativo che in definitiva non appare impari ai compiti assegnati? Come valutare la capacitaÁ di molti di interpretare piuÁ che di recepire il modello d'oltralpe, di entrare col mondo burocratico francese in un rapporto non di sudditanza ma di scambio di esperienze e competenze? Si veda il caso del costituzionalismo di Daunou che tanto deve all'esperienza romana (Francesca Sofia, Antico e moderno nel costituzionalismo di P.C.F. Daunou, commissario civile a Roma, in Cap. IV Convegni, 1994 ROMA, pp. 349-366) Le citate diversificazioni trovano conferma negli studi sulle cittaÁ e sulle regioni, suffragati da scelte editoriali che prediligono queste dimensioni. Sensibile ad una maggiore articolazione dei gruppi sociali rispetto alla tradizionale polaritaÁ fra proprietari e contadini, ancora condizionata, nei primi anni Settanta, dall'impostazione gramsciana e da una maggiore attenzione allo studio delle campagne, la storiografia appare infatti privilegiare la dimensione urbana, in un rapporto tuttavia non conflittuale con quella rurale. Il convegno di Roma del 1984 (Villes et territoire pendant la peÂriode napoleÂonienne: France et Italie), in una prospettiva comparata Italia-Francia, coniugava innanzitutto il territorio, soggetto e oggetto dell'amministrazione, attraverso lavori pubblici, con l'individuazione delle relative professioni: ingegneri e architetti, rivisitazione in prospettiva urbana di catasti, statistiche, censimenti, cartografia, viabilitaÁ, urbanistica, spazi pubbli- Ð 451 Ð RENATA DE LORENZO ci e privati. Accanto al sorgere dei soliti uomini nuovi, prevalevano l'attenzione alla persistenza e alla capacitaÁ di riciclarsi delle aristocrazie, alla loro continuata presenza nei centri del potere, alla loro promettente capacitaÁ di adeguarsi alle nuove richieste sociali ed economiche del periodo, come nel caso della Firenze francese di Giovanni Gozzini (Firenze francese: famiglie e mestieri ai primi dell'Ottocento, Firenze, Ponte alle Grazie, 1989). In altri casi si eÁ piuttosto valorizzata la fisionomia napoleonica e ottocentesca urbana determinata da impiegati e liberi professionisti, negozianti, bottegai, con l'uso di tutti i criteri di misurazione (come affitti, presenza di servi e domestici), salvaguardando la caratteristica fondamentale dei nuovi ceti nella ricchezza pecuniaria, che incide anche su una diversa fisionomia nobiliare (la Firenze di Fabio Bertini, NobiltaÁ e finanza tra '700 e '800. Debito e affari a Firenze nell'etaÁ napoleonica, Firenze, Centro Editoriale Toscano, 1989). L'attenzione al terziario ha reso piuÁ articolata l'eÂlite cittadina di grossisti, commercianti, provenienti da vari strati sociali, con annessa attenzione alle forme del credito, e i cambiamenti urbanistici, richiesti da gruppi burocratici viventi di stipendio, sono apparsi motori di una maggiore circolazione del danaro. In questo arricchirsi del campo semantico delle eÂlites, soggette a molteplici e differenti tipi di definizione, si eÁ avvertita l'esigenza di conoscere la loro formazione culturale complessiva, quindi il moltiplicarsi di studi sulla scuola e soprattutto sulle universitaÁ, riflesso di un rinnovato interesse per la storia della cultura ed insieme per quella dei gruppi dirigenti, seguiti nel loro cursus studiorum. I tradizionali blocchi (gruppi sociali in lotta, cittaÁ-campagna) appaiono quindi poco omogenei e poco convincenti, eppure occorre guardarsi dalla tentazione di respingerli tout-court. Nello studio del mondo rurale suggestioni e categorie interpretative provenienti dal Gruppo di Gottinga ci restituiscono una ruralitaÁ complessa, in cui verificare il rapporto tra demografia e attivitaÁ manifatturiere, dinamiche matrimoniali e strutturarsi della famiglia come unitaÁ produttiva e riproduttiva insieme (ganzes haus); in una campagna luogo anche di attivitaÁ extraagricole, la famiglia appare piuÁ articolata e meno lontana dal mondo urbano, in un rapporto non piuÁ conflittuale ne reciprocamente escludente. Sono da auspicare pertanto un ritorno di ruralitaÁ, una consapevolezza rinnovata del carattere comunque preminente del settore primario per tutto l'Ottocento e in tutte le regioni italiane, un suo rinnovato protagonismo che coinvolga i settori produttivi e sociali aspiranti ad una ampliata e diffusa legittimazione storiografica, come il mondo del clero e delle parrocchie, non a caso fortemente legato alla dimensione «campagna». Sono processi che vanno seguiti attraverso lo studio di censimenti, statistiche coeve, contratti di matrimonio, fonti demografiche, ricostruzioni di reti relazionali legate al gruppo parentale, collegando demografia storica e storia socio-politica. 1. Trenta anni non compatti: un bilancio Il Colloquio internazionale sulla storia dell'Italia giacobina e napoleonica (Roma, 25-27 marzo 1974), sia per la qualitaÁ delle relazioni che per le tematiche affrontate indicava le linee di interesse di quegli anni: la compattezza della fase 1789-1815, le indagini su proprietaÁ, feudalitaÁ, economia, il ruolo penalizzante o meno della dominazione francese, le suggestioni gramsciane della «reÂvolution agraire manqueÂe», l'uso del catasto non solo come fonte fiscale, ma per lo studio delle strutture economico-sociali, il tentativo di definire i gruppi dirigenti, l'interesse allo studio dei prezzi, la correlazione Ð 452 Ð Á NAPOLEONICA ( 1800-1815 ) L'ETA tra atteggiamenti politici e fisionomia sociale, le suggestioni degli studi prosopografici francesi in merito alla quantitaÁ e qualitaÁ dei notabili, le forme dell'opposizione piuttosto come ``ralliement'', l'aspetto istituzionale come adesione o differenziazione rispetto al modello ma anche come contenitore da conoscere nei suoi aspetti organizzativi, da riempire con fisionomie di impiegati, funzionari, burocrati, lo studio della povertaÁ e dei prefetti, l'aspetto culturale e propagandistico tramite la stampa, lo sviluppo urbano, le classi dirigenti pre e post la rivoluzione e l'etaÁ napoleonica, l'organizzazione amministrativa nell'ambito sia dei dipartimenti di nuova creazione nelle zone annesse alla Francia, sia con la creazione di distretti e di province, una conoscenza delle istituzioni nuove e progressivamente studi sul loro funzionamento. Molti di questi percorsi sono stati seguiti in un'ottica che manteneva inalterata la centralitaÁ dello Stato, ma non escludeva la possibilitaÁ di stabilire nessi, correlazioni tra momento istituzionale e societaÁ civile, sia che riguardassero il livello comunale che quello distrettuale e provinciale/dipartimentale, dando risalto alle possibilitaÁ di mobilitaÁ socio-politica offerte dal nuovo regime censitario, sia che prediligessero prefetture e intendenze, o le sommosse contadine, il brigantaggio, come forme di una complessa accettazione della dominazione napoleonica. L'approccio culturale conosceva anch'esso molte sfumature, da quella istituzionale a quella ideologica, concentrandosi sul tema delle universitaÁ, delle accademie, dei circoli patriottici, della Massoneria, dell'impegno di scienziati ed educatori di alto livello, ma anche sulle istituzioni educative di base e sui processi di alfabetizzazione nell'azione dello Stato amministrativo. Un primo bilancio di questa fase si deve a Pasquale Villani che nel 1986, riflettendo sulla storiografia dei venti anni precedenti, pur optando per la rottura rispetto al Settecento prerivoluzionario, individuava comunque la compattezza e l'unitarietaÁ della fase 1780-1820, rispetto alla quale c'era da chiedersi «come e perche» gli «italiani» del pre1780 fossero diversi da quelli del post-1820. Villani individuava alcuni percorsi: la distinzione fra gruppi dirigenti e la gran massa della popolazione, a sua volta non indifferenziata, ma variamente collocata in una rete di relazioni economiche, sociali, familiari; il porsi del «giacobinismo» come categoria densa di significati politici; i differenti percorsi di una storia delle idee e di quella delle istituzioni, delle congiunture economiche, della societaÁ. Sulla scia di Saitta riconfermava il carattere di frattura del Triennio, come momento anche di introduzione di nuovi fermenti destinati a lievitare, ed accettava una scansione storiografica che vedeva nel 1974, come denunziato da Saitta, il declinare o la fine della stagione di studio dei movimenti politici e del giacobinismo, nel 1986 anche il declino per l'interesse alla storia delle strutture e dell'economia, e l'affermarsi di una storiografia sensibile alle suggestioni antropologiche. Della produzione 1965-1985 lamentava «minore originalitaÁ e vigore» rispetto al periodo precedente, ma anche «piuÁ sicura disciplina di ricerca, ... maggiore consapevolezza della complessitaÁ degli intrecci, .... piuÁ varia articolazione dei temi, ... piuÁ folto numero di ricerche e ricercatori». Riferendosi al numero dei «Quaderni storici» del 1978 su Notabili e funzionari nell'Italia napoleonica, ricordava come il cambiare delle prospettive incidesse sulle scansioni temporali, come i quesiti tradizionali su ruolo e funzionamento delle istituzioni, frattura o continuitaÁ, rapporti tra le «classi», «progresso o regresso sulla via del capitalismo», fossero generali e imprecisi rispetto ad un'etaÁ napoleonica, momento breve ma significativo secondo che si badi alla storia politica, sociale, istituzionale, alle trasforma30 Ð 453 Ð RENATA DE LORENZO zioni economiche, alla mentalitaÁ collettiva. Momento pertanto di uomini viventi in istituzioni rinnovate, ma anche radicati nel passato, per educazione, sensibilitaÁ, legami familiari, mentalitaÁ e quindi uomini delle ``resistenze''. Riaffermava tuttavia il ruolo e gli spazi che ancora appartenevano alla storia politico-sociale, politico-istituzionale, politico-economica. Il consuntivo di Villani precedeva la svolta determinata dalla celebrazione del bicentenario della Rivoluzione francese, che dava luogo anche in Italia ad una serie di incontri sui temi dell'esercito, delle istituzioni e del loro funzionamento (in particolare quelle assistenziali), sull'organizzazione dello Stato, o semplicemente su specifiche aree geo-politiche al fine di verificare i riflessi, gli echi, le ripercussioni dell'evento francese nella penisola e nella sua cultura. Si recepivano nuove categorie interpretative come la distinzione tra antirivoluzione e controrivoluzione, lavorando sui lemmi per analizzare le modalitaÁ della politica. Temi in apparenza non nuovi come il mondo militare, la politica fiscale, il patriottismo, l'assistenza, la pubblica istruzione, le Accademie e la cultura, erano riproposti all'insegna del dibattito ideologico francese che metteva in discussione la attualitaÁ del messaggio rivoluzionario, donde il significativo titolo del convegno di Venezia del 1989 L'ereditaÁ dell'Ottantanove e l'Italia. Esigenze comuni alla storiografia italiana hanno conosciuto diversi approfondimenti in base alle latitudini e alle tradizioni culturali. Nonostante la omogeneizzazione istituzionale dell'etaÁ napoleonica, emergono infatti varie dimensioni regionali, secondo l'impostazione pollardiana di subsistema territoriale, omogeneo sotto il profilo produttivo ed economico, in equilibrio tra risorse naturali e lavoro, e in grado di concepire il rapporto cittaÁ-campagna in maniera piuÁ articolata e ricca di suggestioni, con una propria sensibilitaÁ a vivere il clima del momento. Se nelle zone annesse alla Francia, come nel Piemonte, si sperimentano i modelli istituzionali direttamente, a cominciare dai Codici, e ci si puoÁ avvantaggiare di biografie, bibliografie, dizionari, atlanti, opere su dignitari, ministri, diplomatici, personale politico, amministrativo, militare, sul Consiglio di Stato, ecc.., relative all'Impero (molte delle quali coordinate da Jean Tulard, Louis Bergeron, Guy Chaussinand-Nogaret, Maurice Agulhon, frutto di una storiografia che ha affrontato massicce indagini prosopografiche), le ricerche di Marco Violardo sul Piemonte ci forniscono l'immagine di un mondo piuÁ vicino al Mezzogiorno delineato dagli Atti del Convegno di Bari del 1984 (Il Mezzogiorno preunitario, economia, societaÁ e istituzioni, a cura di Angelo Massafra, Bari, Dedalo, 1988) che alla Francia-modello. Per lo Stato della Chiesa rimane una specifica duplice valenza spirituale-religiosa e civile-amministrativa. Nel Regno di Napoli la pur problematica fase della prima Restaurazione, resa piuÁ viva e complessa dagli studi di Pasquale Villani colla sua esemplare biografia di Zurlo, e piuÁ di recente dall'attenzione ad una opzione federativa post1799 che vede la partecipazione anche di intellettuali meridionali, eÁ stata comunque compressa dal «Decennio», arco temporale considerato con una sua unitarietaÁ nella sequenza Giuseppe Bonaparte-Gioacchino Murat, per connotare la tardiva dominazione napoleonica nel Mezzogiorno rispetto al Regno italico. La Toscana, erede del riformismo lorenese e pronta a riaccogliere i sovrani nella Restaurazione, dopo una produzione storiografica che valorizzava piuttosto la continuitaÁ dinastica come sintomo di specificitaÁ e identitaÁ proprie, anziche la incerta, breve, contraddittoria fase del regno d'Etruria, dell'annessione alla Francia e del granducato di Elisa Baciocchi, vede di recente il riconoscimento alla fase napoleonica di un dinamismo Ð 454 Ð Á NAPOLEONICA ( 1800-1815 ) L'ETA che la lunga dominazione pre e post dei Lorena aveva appiattito sui connotati del riformismo autoctono; esso appariva limitato in precedenza invece a forme di patriottismo o all'opposto di brigantaggio, moti popolari e criminalitaÁ, a particolari situazioni come quella del porto di Livorno e allo sviluppo della siderurgia, all'uso dei censimenti, alla vendita dei beni nazionali, al personale prefettizio. Ne deriva quindi una visione piuÁ articolata anche di zone che non rientrano nel dominio napoleonico, ritenuto motore privilegiato della modernizzazione. Ridimensionata appare ad esempio la tradizione storiografica dell'isolamento quasi totale della Sardegna e della Sicilia, si sono evidenziati i processi messi in atto dalla dimora della corte borbonica a Palermo e dai percorsi costituzionali su modello inglese. In Sicilia i dieci anni di presenza dei sovrani fecero dell'isola la base e l'emporio della flotta inglese nel Mediterraneo, con un indotto legato ai bisogni della corte nonche alle spese militari per derrate alimentari, soprattutto grano, vino e bestiame, con conseguenti alti prezzi ± favorevole congiuntura economica (Alfio Signorelli, Tra ceto e censo: studi sulle eÂlites urbane nella Sicilia dell'Ottocento, Milano, Franco Angeli, 1999). Alla luce di questa piuÁ consapevole percezione delle varie fisionomie territoriali eÁ possibile valutare anche cosa si eÁ realizzato rispetto alla denuncia di carenze fatta da Giuntella e Zaghi, a cominciare dalle biografie di Napoleone che, pur vedendo prevalere ancora l'atteggiamento agiografico rispetto alla leggenda nera, hanno anche recepito l'opportunitaÁ di qualificare il regime piuÁ che l'uomo. La prevalenza di traduzioni di opere straniere non ha escluso inoltre agili sintesi di serio taglio scientifico, come quella di Criscuolo, e un ampio e critico lavoro da prospettiva italiana, ad opera di Luigi Mascilli Migliorini. EÁ indubbio che, grazie ai lavori di John Davis, di Franco Della Peruta, di Luigi Mascilli Migliorini, di Anna Maria Rao, di Isabella Forte Messina, la costante attenzione al tema della guerra e delle sue modalitaÁ, uno dei punti forti della storiografia napoleonica, si eÁ aperta agli aspetti sociali collaterali, dalla vita quotidiana delle truppe agli approvvigionamenti, alle forme di armamento e composizione delle armate, ma soprattutto alla coscrizione legata alla nuzialitaÁ e ai processi demografici, alla diserzione, alle modalitaÁ della vita civile e politica. Sempre molto studiati sono ancora i problemi della difesa, delle relazioni internazionali sotto il profilo delle vicende guerresche, con accentuate specializzazioni sia da parte dei tecnici della difesa e della diplomazia che da parte dei giuristi, tranne forse che per gli aspetti finanziari ed economici (fornitori dell'esercito, per alimenti, nitro, armi, forme di speculazione). Alla fine degli anni Settanta il citato numero 78 dei «Quaderni storici» su Notabili e funzionari nell'Italia napoleonica, sulla scia di lavori condotti in Francia, dava una chiara indicazione di ricerca, non seguita in maniera massiccia come ci si aspettava. Gli anni Ottanta vedevano approfondire la conoscenza di alcuni campi di questa burocrazia, come il mondo dei prefetti (Livio Antonielli, Armando De Martino), l'amministrazione delle finanze, in particolare per la tassa sulla terra (Renata De Lorenzo), si moltiplicavano gli studi sugli organismi consultivi, come i consigli provinciali e distrettuali, fucina e campo di prova dei gruppi dirigenti, in seguito alle importanti indicazioni di Alfonso Scirocco (Maria Sofia Corciulo, Renata De Lorenzo e, negli anni Novanta, Nicola Antonacci, Claudio Canonici, Francesca Lo Faro, Maria Rosaria Rescigno). Ai molti stimoli non sembra corrispondere una identica sensibilitaÁ regionale ma gli studi degli autori citati e di Angelantonio Spagnoletti, Guido Melis, Marco Meriggi, Raffaele Feola sul Ð 455 Ð RENATA DE LORENZO contenzioso amministrativo, con taglio istituzionale e giuridico ma anche con forti interrogativi sui risvolti sociali, sono segno di una minore rigiditaÁ delle discipline. La centralitaÁ dello Stato rimane forte come criterio interpretativo, tuttavia l'analisi si proietta su diverse categorie storiografiche, dalla creazione e crescita dei gruppi professionali, all'associazionismo religioso e solidaristico, alle storie di genere, a forme di varia mobilitaÁ sociale, ma anche di demobilitaÁ. I temi dell'assistenza, dell'insegnamento, in quanto campi che subirono trasformazioni radicali, sottratti alla Chiesa, sono stati approfonditi dovunque, per quanto poco conosciuto sia ancora l'insegnamento di base, primario. L'azione e la selezione delle burocrazie, a livello comunale, distrettuale, provinciale, dipartimentale, eÁ campo soggetto ad indagini frammentarie ed alla fine appare ancora molto lacunoso. Studiosi del diritto e dei movimenti politici hanno evidenziato le motivazioni ampie che sono alla base di codici e costituzioni, indagato sulle forme di polizia. La ricostruzione dell'organizzazione ministeriale, in particolare quella della Repubblica italiana, ha privilegiato gli Affari Interni e la Guerra (Giovanni Ancarani, Il governo della Repubblica italiana, 1802-1805, Milano, UniversitaÁ Cattolica, 1988), grazie anche alla relativa omogeneitaÁ dei rispettivi fondi archivistici. Minore attenzione ha viceversa ricevuto l'organizzazione diplomatica dell'Italia francese (Repubblica e Regno), tanto nella forma del cosiddetto «servizio interno» (l'attivitaÁ degli Uffici del Ministero delle Relazioni Estere) che del «servizio esterno», relativo alle rappresentanze diplomatiche e consolari vere e proprie, probabilmente per gli scarsi spazi di autonomia e di sovranitaÁ, che ebbe la politica estera del Regno d'Italia, creato nel 1805, come Stato satellite. Ne daÁ conferma lo studio di Arianna Arisi Rota sull'attivitaÁ diplomatica dell'Italia napoleonica attraverso le figure e le strutture alle quali, dal 1802 al 1814, spettarono l'organizzazione e la conduzione delle relazioni con gli Stati esteri: il Ministero delle Relazioni Estere, affidato da Bonaparte a Ferdinando Marescalchi e diviso tra una sede a Parigi ed una a Milano, il corpo diplomatico-consolare, evidenziano questa sudditanza ma la storia del «microcosmo» di impiegati e di agenti diplomatici ripropone i ritmi del tormentato rapporto tra il sistema francese e la realtaÁ italiana, una storia fatta di aspettative e di delusioni, di prerogative e di interessi faticosamente difesi di fronte alle interferenze delle autoritaÁ d'oltralpe e alle esigenze finanziarie della macchina imperiale. Una sommaria individuazione dei temi economici, per i quali si rimanda alla relativa sezione in ognuno dei capitoli successivi, ci porterebbe ad evidenziare lo studio del quadro generale come verifica, piuÁ che come tendenza a ricostruire le grandi linee delle sintesi complessive. Il problema che all'inizio degli anni Settanta Villani si poneva in merito al contributo che il periodo napoleonico aveva dato ad accelerare o meno la crescita economica italiana [Qualche aspetto dell'economia italiana nell'etaÁ napoleonica in Colloquio internazionale sulla storia dell'Italia giacobina e napoleonica (Cap. IV Convegni 1974 ROMA, pp. 13-44)] ha perso in manicheismo, per acquistare in maggiore articolazione dei contenuti. Si va dalla ricerca sui porti, soprattutto quello di Livorno (con la consueta attenzione al contesto internazionale, agli aspetti diplomatici), di Venezia, di Genova, di Napoli, in cui la dimensione interna si qualifica per l'impegno dello Stato nel valorizzare le potenzialitaÁ produttive delle singole zone, alla riproposizione degli studi su SocietaÁ agrarie ed economiche, svincolati da una prestabilita volontaÁ di verifica dell'affermarsi del capitalismo, per proporsi come fonte utilizzabile anche per lo studio dei fenomeni associazionistici (Renata De Lorenzo, Marta Petrusewicz, Walter Palmie- Ð 456 Ð Á NAPOLEONICA ( 1800-1815 ) L'ETA ri). Le molte ricerche su singoli settori produttivi, anche in zone molto circoscritte, spesso non sono autoreferenziali e tendono a verificare l'impatto dell'eventuale crisi sui ritmi della societaÁ e della famiglia (vedi i lavori sul Piemonte di Rosalba Davico negli anni Settanta e di Luciano Allegra negli anni Novanta). La storia delle istituzioni finanziarie e fiscali, se trova ancora un punto di riferimento essenziale nel lavoro di Marcel Marion, della prima metaÁ del '900, e di Gabriel Ardant, va sempre piuÁ a porsi come dimensione economica, anche internazionale, spesso ridotta ai soli rapporti con l'Inghilterra, mentre preme il confronto col quadro europeo. Lo studio dei catasti a sua volta, fonte per conoscere la diffusione della proprietaÁ, ha dato quadri piuÁ articolati delle singole realtaÁ locali, ma soprattutto va riproponendo il dato quantitativo come strumento da indagare con tecnologie informatiche e con risultati cartografici interattivi tramite GIS (Gestione di informazioni spaziali). Strumenti informatici che vengono usati anche per la schedatura di fonti fondamentali ma finora mai capillarmente sondate, come i lavori della Commissione feudale nel Regno di Napoli, al centro di una ricerca di Giuseppe Galasso, attualmente in corso. La pubblicazione delle fonti statistiche e dei censimenti, inquadrati con saldi apparati critici (come nel caso di Francesca Sofia), se ha confermato il ruolo «poliziesco» e di controllo delle indagini di questo tipo, ha fornito strumenti di analisi e di conoscenze nella direzione della formazione e del sondaggio del consenso. Questi temi (e molti altri, che possono dedursi dalla divisione in sezioni proposta nell'ambito dei vari capitoli, soprattutto quelli relativi alle singole aree geo-politiche), riportabili in prima istanza ad esigenze conoscitive relative al funzionamento dello Stato amministrativo, potrebbero dare la sensazione di aver messo in ombra un aspetto piuÁ evidente nella fase pre-1800, quello del dibattito politico, delle opzioni costituzionali, delle forme di opposizione (rivolte, societaÁ segrete, Massoneria), la fase cioeÁ della «scoperta della politica», per privilegiare i «tempi della politica», secondo una fraseologia ormai collaudata. In realtaÁ i rispettivi campi semantici delle due definizioni attendono ancora un reale approfondimento, soprattutto in merito alla seconda fase, quella napoleonica, da rivisitare in funzione di quanto le celebrazioni del bicentenario della Rivoluzione hanno fornito circa filoni e suggestioni di ricerca. A titolo di esempio, uno degli oggetti piuÁ controversi del recente dibattito storiografico, quello delle insorgenze, al centro anche di antistorici e faziosi revisionismi, nell'essersi precisato nel Triennio come manifestazione sottratta a motivazioni esclusivamente economiche, religiose, conservatrici, rurali, per qualificarsi antropologicamente e politicamente come espressione di antichi dissidi, lotte locali, strascichi di tentativi modernizzanti provenienti dallo Stato stesso, si proietta verso l'etaÁ napoleonica post-1800 come necessitaÁ di definire le corrispettive forme di opposizione. Resistenze, iniziali settarismi carbonari, brigantaggio, non appaiono sempre etichettabili come antagonismi politici; essi consentono infatti forme di collaborazione, da funzionari e amministratori, allo Stato napoleonico e/o sono il riflesso delle simili forme di compromesso e trasformazione di ex rivoluzionari divenuti intellettuali «organici» del regime stesso (significative le biografie di alcuni dei tanti rivoluzionari che diventano funzionari, ad opera di Carlo Capra, Renato Pasta, Antonino De Francesco, Eugenio Di Rienzo, Francesco Mastroberti). In ambedue gli schieramenti, giaÁ di per se non rigidi, agiscono uomini «nuovi», con un'aggettivazione che richiede di essere precisata, piuÁ che come dato anagrafico e di maggiore o minore compromesso politico, come for- Ð 457 Ð RENATA DE LORENZO ma di maturazione, autocoscienza, sofferenza, malinconia, malessere, sõÁ da recuperare anche dinamicitaÁ e opposizioni, magari non ostentate, ma non meno suggestive. Il citato studio delle biografie, l'apporto della storia psicologica e della psicologia storica, in Italia ancora poco praticate, possono aprire strade ad analisi di situazioni di particolare e diffuso eroismo napoleonico. Il quadro ideologico complessivo eÁ frutto comunque alla fine del funzionamento delle strutture, dell'accresciuta consapevolezza di un'uniformante dominazione napoleonica su un mondo di molti Stati, di molte Italie, non solo come riflesso di un paese non unito, ma di una grande varietaÁ di atteggiamenti mentali, di opzioni politiche, di forme comportamentali. Nonostante questa frammentazione, non sempre compensata da una soddisfatta esigenza comparativa, il tema del contributo napoleonico al Risorgimento ha perso i connotati di un dibattito patriottico e nazionalistico, per riempirsi dei contenuti di una plasmante omogeneizzazione amministrativa che funge da collante sociale, di una invasivitaÁ e diffusione del modello che consente gli adeguamenti alle realtaÁ locali, ma lascia in vigore una comune percezione di Stato moderno (vedi gli studi di Livio Antonielli per il Regno italico, Alfonso Scirocco, Angelantonio Spagnoletti per il Regno di Napoli, Enrico Iachello per la Sicilia coinvolta in questi processi nonostante la sua estraneitaÁ all'occupazione territoriale napoleonica). Si ritrovano percioÁ interrogativi classici, come quelli relativi ai modelli istituzionali che dalla Francia vengono adattati agli altri paesi. Il dibattito dei primi anni Settanta, su «originalitaÁ o imitazione» delle istituzioni napoleoniche italiane, ha spinto ad indagini sulle strutture dello Stato, sulle leggi del riformismo napoleonico, sotto il profilo sia giuridico che della loro concreta applicazione. Se la problematica del modello francese si pone ripetutamente anche in studi recenti, il quadro comparativo all'interno dello spazio italiano (Cap. IV Convegni, 1996 MILANO, L'Italia nell'etaÁ napoleonica), si eÁ allargato spesso all'Europa (Cap. IV Convegni, 1997 CITTADELLA DI ALESSANDRIA, L'Europa scopre Napoleone 1793-1804); il cambiamento di prospettiva eÁ nella valorizzazione di un'imitazione che eÁ capace di gestirsi come originalitaÁ, di un'esigenza di confronto che recupera la dimensione «italiana», sotto la spinta della ricerca di nuove identitaÁ. Ma il piuÁ felice approccio comparativo si registra all'interno del paese Italia, legando il tema della nazione ad un dibattito politico di rinnovato stampo risorgimentale, riattualizzato dalle tematiche antiunitarie in una parte del paese. Dai convegni di Arcole degli anni Ottanta a quelli di Torre Pelice, Modena e Reggio Emilia della fine degli anni Novanta il Tricolore diviene oggetto di un circostanziato dibattito. La scoperta e l'esigenza di conoscenza di spazi pubblici valorizzati dal nuovo quadro normativo (cittaÁ, piazze, strade, porti ma anche uffici, carceri, luoghi di assistenza, caserme...) vede ovunque persistere ampi spazi privati con relative forme di potere, pur nella costruzione dello Stato nuovo, cioÁ sia nel Triennio che nella fase napoleonica (baroni con propri armigeri, rapporti di solidarietaÁ fra baroni e comunitaÁ, pur fra contrasti). Le pratiche dell'associazionismo, in un'ottica sia politica che sociale, hanno aperto vie per la conoscenza delle biografie di singoli e di gruppi: si va dalle storie individuali di quanti dall'esperienza patriottica, repubblicana e «giacobina», spesso antibonapartista, si convertono in maniera indolore al notabilato e funzionariato napoleonico, senza reale contraddizione in rapporto all'evolversi degli eventi, a quanti rimangono da quella fase perennemente condizionati, con l'esilio politico e altre forme di opposizione ed Ð 458 Ð Á NAPOLEONICA ( 1800-1815 ) L'ETA emarginazione (L'Aurora, Seracchi a Roma, Esuli di Rao, Cuoco e Lomonaco di De Francesco). Di qui studi sulla mobilitaÁ, quasi sempre ascendente, mentre scarsissima sensibilitaÁ ha mostrato la storiografia italiana a percorsi di mobilitaÁ discendente. Lo studio della stampa, dei giornali di vario genere, ha qualificato l'impegno di una intellettualitaÁ «organica» di tipo nuovo, di cui Foscolo eÁ emblematico rappresentante, ma essa conta soprattutto come metro di una nascente opinione pubblica che si esprime scrivendo e leggendo giornali, libri, ed elaborando, a servizio dello Stato, strumenti di creazione del consenso al regime napoleonico. Col Convegno di Tolentino del 1997 (Ideologie e patrimonio storico-culturale nell'etaÁ rivoluzionaria e napoleonica) si eÁ intervenuti in uno dei settori piuÁ carenti come quello del patrimonio storico culturale, delle ideologie che vi sottendono e dell'uso che se ne fece, al di laÁ della frammentarietaÁ di altri interventi sul tema che erano rientrati in piuÁ generali discorsi di carattere istituzionale e politico. Patrimoni che furono soggetti a spostamenti, con conseguenze sul mondo degli studi e sull'opinione pubblica, sulla regolamentazione del regime internazionale in materia, sui problemi della formazione dei musei e delle collezioni pubbliche, sul «rapporto fra opera d'arte e contesto storico-culturale, utilizzazione delle fonti documentarie nello svolgimento della storia dell'arte, la catalogazione, la conservazione, il restauro, la fruizione collettiva del patrimonio, il concetto di museo diffuso, e cosõÁ via» (Raponi, p. 3). L'immensa quantitaÁ di opere d'arte giunte al Louvre creoÁ problemi di organizzazione e catalogazione e fondoÁ la moderna storia dell'arte, problemi simili si posero anche per Brera ai creatori del museo, Andrea Appiani e Giuseppe Bossi. Il giornalismo, l'inchiesta sui dialetti e l'impiego della lingua francese rispetto a quella italiana, temi linguistici trascurati fino ad un certo periodo, acquistano sempre piuÁ spazio. 2. Periodizzazione e ideologie Quadri interpretativi non conflittuali che superano i dualismi della storia etico-politica ci impongono di tornare a riflettere sulla periodizzazione e sul tema classico dell'etaÁ rivoluzionaria e napoleonica, sempre coesa fra originalitaÁ-imitazione, continuitaÁfrattura, modernizzazione in positivo-suoi effetti negativi. Il giudizio sull'etaÁ napoleonica che nel 1974 ancora Zaghi contrapponeva al Triennio come sinonimo di conservazione, mancanza di slanci giacobini, appiattimento, eÁ ancora una volta problema di prospettive. La valorizzazione della continuitaÁ puoÁ porsi in maniera da superare il rischio di non valutare le resistenze, le diversitaÁ, le novitaÁ; non appare piuÁ prioritario contrapporre Triennio-piena fase napoleonica, certamente periodi che mantengono una propria specificitaÁ, ma conoscere i meccanismi del passaggio dalla «scoperta» al «tempo» della politica, fasi scontate e prevedibili di ogni processo rivoluzionario. Conoscere questi meccanismi ha il vantaggio di costituire una base ineludibile per la precisazione della dimensione di medietas come quella piuÁ idonea a comprendere il «lungo Ottocento». Non quindi una deminutio napoleonica, ma consapevolezza che il problema delle rivoluzioni, come tutti i veri rivoluzionari chiaramente percepiscono, eÁ quello di individuarne la fine, per far subentrare una rinnovata forma di stabilizzazione e di riformismo. Codici, costituzioni, sanciscono questa diversa percezione dell'uomo che si esprime nell'eroismo napoleonico, eroismo delle grandi battaglie, ma soprattutto dei ritmi quo- Ð 459 Ð RENATA DE LORENZO tidiani della normalitaÁ. Il problema si pone in particolare per gli Stati che, piuÁ che ispirarsi al modello francese, lo fecero proprio in quanto annessi a quel territorio come dipartimenti, soprattutto il Piemonte, la Liguria, gli Stati parmensi, lo Stato pontificio, la Toscana. La prevalenza dell'uno o dell'altro termine delle citate coppie antitetiche coinvolge la valutazione del riformismo settecentesco, che vide Stati riformati dall'alto (Regno sabaudo, domini austriaci lombardi e toscani), «riforme senza illuminismo» (Stato pontificio, Venezia, Genova, Piemonte sabaudo), «illuminismo senza riforme» o riformismo parziale e inefficace (Napoli). In realtaÁ tuttavia ovunque si ebbero tentativi riformistici che consentono di smussare la rigiditaÁ di tale schema; la storiografia va recuperando il nesso tra pensiero riformatore e efficacia delle riforme, che nel caso di Napoli, col condizionamento di Croce e della storiografia etico-politica, ha contribuito al giudizio sull'isolamento e l'astrattezza degli intellettuali. Di questi ultimi invece a vari livelli, soprattutto in etaÁ napoleonica, si puoÁ ben sottolineare la concretezza e la rapiditaÁ di acquisizione delle coordinate dello Stato amministrativo, anche dove esso rappresentoÁ una novitaÁ piuÁ sconvolgente, come nel Mezzogiorno. Senza sminuire la portata del cambiamento di fine Settecento-inizi Ottocento, in molte zone gli interventi e i dibattiti settecenteschi erano stati vere e proprie anticipazioni delle successive riforme rivoluzionarie. Si pensi al Piemonte sabaudo e al piuÁ ricco quadro della repubblica veneta, alla valutazione del riformismo borbonico a Napoli, non insensibile ai problemi di carattere economico, amministrativo, istituzionale, sociale del paese, al modello leopoldino toscano, che ha sempre goduto della fama di anticipatore del riformismo napoleonico. Riforme settecentesche che tuttavia, ipotizzate e non realizzate o realizzate in maniera insufficiente e impropria, finiscono per ribadire il carattere di svolta del periodo napoleonico in aree come il Regno di Napoli o lo Stato pontificio. La tesi della continuitaÁ ha trovato una valorizzazione, con frequenti riferimenti a Tocqueville (analisi centrata sul 18 brumaio, il Consolato, gli aspetti negativi dell'Impero per l'eccessivo ordine, la burocrazia e l'amministrazione come routine), oltre che nel rapporto fra antico regime e rivoluzione, fra rivoluzione e impero e restaurazione, grazie alla diffusione delle ricerche prosopografiche che hanno evidenziato la capacitaÁ degli uomini di collaborare a differenti regimi, di riproporsi come intellettuali, amministratori, operatori a vari livelli, in regimi politici differenziati, spesso prima e dopo la rivoluzione e l'impero. In questo continuum la storia ideologica eÁ solo apparentemente emarginata. Essa si plasma non piuÁ nell'ottica dell'opposizione ma in quella della concreta prospettiva del migliore sistema di governo consentito nell'Italia del tempo. Alcuni temi sono efficaci campi di verifica di questa «concretezza dell'ideologia»: lo studio dell'ebraismo, il ruolo delle donne, il rapporto Stato-Chiesa, tutte le problematiche in genere che presuppongono il momento legislativo e istituzionale (misure in favore degli ebrei, Codice Civile, Concordato, e cosõÁ via), ma tendono a studiarne la portata, il peso reale nella vita sociale e culturale. EÁ proprio su questi percorsi che la verifica di paradigmi interpretativi conseguenti il fallimento delle repubbliche del Triennio e la riflessione sulla sconfitta hanno avuto sbocchi storiografici decisivi: si pensi alla valorizzazione, nell'ambito dei movimenti democratici, dell'opzione federalista, perdente ma non minoritaria, alla ricostruzione del percorso politico ottocentesco che ha emarginato alcune presenze per valorizzarne altre, in considerazione della soluzione moderata del Risorgimento italiano, di cui Ð 460 Ð Á NAPOLEONICA ( 1800-1815 ) L'ETA eÁ un esempio la ristampa del Saggio di Vincenzo Cuoco e del Rapporto di Lomonaco ad opera di Antonino De Francesco. Il democratismo post-1799 non appare piuÁ un blocco quasi monolitico, proiettato su scelte esclusivamente unitarie. Biografie esemplari, piuÁ articolata conoscenza della fase post-1799, del quadro soprattutto milanese di delineazione della «sinistra militare» e di quella «politica», consentono di individuare le modalitaÁ di una battaglia politica che concilia, durante tutta la fase napoleonica, seppure con sofferenza e malessere, l'impegno amministrativo, politico e militare al servizio dello Stato, con quello pubblico nella stampa e con le forme di opposizione settaria e cospirativa. Il problema di molti eÁ quello dell'adesione al cesarismo mantenendo istanze democratiche e ideali di indipendenza nazionale, di essere servitori e oppositori degli Stati, di accettare la visione del bonapartismo come continuatore della rivoluzione e garanzia contro i pericoli del tradizionalismo di antico regime e di mantenere margini di «libertaÁ», praticando forme di consenso non cieche ne acritiche. Dal dopo Marengo ai comizi di Lione alla proclamazione della Repubblica italiana, al 1803 con l'affare Ceroni, gli studi della Rao, di De Francesco, di Di Rienzo, ci restituiscono una dinamicitaÁ ideologica e politica che sfata immagini di stasi e «ripiegamento ideologico» post-1799 indicate da Zaghi. Ancora una volta la dimensione italiana si misura sul rapporto con cioÁ che accade contemporaneamente in Francia, ove il movimento democratico era costretto all'opposizione latomica, pur collaborando alla tirannia napoleonica, dopo il sostegno dato nel 1800 alla presa di potere di Bonaparte, visto come unico garante delle conquiste della rivoluzione contro il pericolo reazionario all'interno e all'esterno della Francia. Ma la condizione italiana eÁ diversa, con i patrioti tornati in patria e impegnati nella creazione di una nuova cultura politica. La Milano della seconda cisalpina eÁ banco di prova e fucina di idee: unico territorio liberato, vi si recano Francesco Saverio Salfi, Nicola Celentano, Carlo Lauberg, Vincenzo Cuoco e Francesco Lomonaco, gli esuli settentrionali rientrati dalla Francia. Le analisi di Anna Maria Rao delle motivazioni della «sinistra militare» che conta sull'intervento militare del primo console per dare inizio alla guerra di liberazione (cfr. Da Lodi a Marengo: gli italiani in esilio e Napoleone Bonaparte, in L'Europa scopre Napoleone 1793-1804, cit., pp. 709-764 e Les exileÂs italiens et Brumaire, «Annales historiques de la ReÂvolution francËaise», 1999, n. 4, pp. 713-725) e la ricostruzione prosopografica di alcuni personaggi dal Triennio alla Restaurazione e al 1820-21, danno sia un senso al dibattito ideologico e al suo maturarsi in quell'ambiente, sia si proiettano sulla non secondaria giaÁ citata problematica della periodizzazione e del classico rapporto continuitaÁ-rottura. La continuitaÁ infatti non eÁ solo problema di permanenza di istituzioni, ma ha una valenza nel mondo democratico, francese (dalla sinistra repubblicana del periodo rivoluzionario al movimento democratico ottocentesco, ad esempio nella biografia politica di Marc-Antoine Jullien de Paris, tratteggiata da Eugenio Di Rienzo) e italiano, capace di trasformarsi e ridare tono alla propria domanda politica. Una fase napoleonica all'insegna del tempo della politica e di esigenze costituzionali, conseguente alla fine del Triennio, non puoÁ concepirsi senza il recupero di opzioni ideologiche e di uomini dagli anni Novanta del Settecento fino a tutto il primo ventennio dell'Ottocento, e oltre. Non appare inopportuno sollecitare in questa direzione ulteriori indagini biografiche che, nel caso di Cuoco, Foscolo e molti altri, hanno giaÁ consentito di liberare l'analisi da strumentali appropriazioni nazionalistiche o liberali. Ð 461 Ð RENATA DE LORENZO 3. La cultura e la vita religiosa. Il futuro della ricerca Le tematiche religiose e della presenza ecclesiastica, insieme alla citata connessa riproposizione di una arricchita ruralitaÁ, sono il prevedibile settore di espansione, vera novitaÁ degli studi degli ultimi anni, riflesso del clima politico e culturale della fine del secondo millennio, sensibile agli aspetti religiosi e comunitari, riportati in auge dalla crisi dei canoni interpretativi classici, laici e progressisti dei fenomeni rivoluzionari; da grandi assenti, la Chiesa e la vita religiosa sono destinate, dopo le celebrazioni del bicentenario, ad assumere un ruolo rilevante negli studi e ad acquisire la dignitaÁ di filone autonomo di ricerca, sia come valorizzazione e organizzazione delle fonti, sia come prospettiva di parametri interpretativi. Proprio nei paesi satelliti e tanto piuÁ in Italia sono tutte le premesse per indagare sul paradosso della politica imperiale, latrice di un Concordato che, con i suoi articoli organici, rappresenta la forma piuÁ gallicana assunta dalla Francia, ma insieme consente l'azione di una Chiesa ultramontana; il riformismo dei napoleonici fu infatti cesura sotto il profilo politico-istituzionale dell'organizzazione ecclesiastica, ma non diede luogo ad una «rivoluzione religiosa», con interventi su religione, disciplina e liturgia secondo una precisa opzione teologica. Il gallicanesimo tese piuÁ a garantire la subordinazione dell'episcopato al monarca che a dare una base ideologica alla politica ecclesiastica governativa. Rispetto alle Chiese protestanti, meglio conosciute, riorganizzate in condizioni spesso poco conformi alla loro tradizione, sono da indagare la Chiesa cattolica e il culto israelitico, date le diverse interpretazioni fornite della politica imperiale nei loro confronti. Gli studi giaÁ disponibili, scarni e poco autonomi, limitati a riviste specializzate e atti di convegni, sono legati ad uno specifico territorio e inseriti spesso in una prospettiva cronologica di lungo periodo. Unico volume collettaneo su questo argomento eÁ Vita religiosa e cultura in Lombardia e nel Veneto nell'etaÁ napoleonica, a cura di Gabriele De Rosa e Filiberto Agostini, Roma-Bari, Laterza, 1990. Se ad Agostini si devono interventi documentati sulla Chiesa nella Repubblica e nel Regno d'Italia, a Gabriele De Rosa e all'Istituto per le ricerche di storia sociale e religiosa di Vicenza sono riportabili lavori sul tema, prevalentemente relativi all'area veneta e ad alcune zone del Mezzogiorno. Di conseguenza i nuovi eroi della ricerca sono i vescovi, i prelati, i parroci, non solo i «prefetti viola» di Napoleone, ma i loro vicari e provicari che ne formano e dirigono l'amministrazione, oltre che supportarne la missione religiosa. Eroi che si affiancano all'esercito, alle burocrazie, al notabilato, al mondo del commercio, o del terziario, settori giaÁ collaudati o in espansione. Prosopografia, storia delle mentalitaÁ e degli atteggiamenti popolari, non escludono l'auspicio di studi sul funzionamento del ministero del culto, sulla vita delle parrocchie soggette ai contraccolpi del diffuso fenomeno della deportazione, durante l'impero, dei sacerdoti non giurati, esponenti di un'emigrazione diversa da quella del mondo democratico e repubblicano post-Triennio, ma anch'essa emigrazione «politica», una categoria umana e sociale di lunga proiezione otto-novecentesca. Gli studi finora disponibili spesso mantengono un'impostazione erudita ed espositiva, interessata alla quantificazione, non lontana da atteggiamenti agiografici del clero refrattario, e faticano a inquadrare il piuÁ generale fenomeno della conflittualitaÁ tra Papato e Impero, a prospettare nuovi schemi mentali e modificazioni culturali. Le fonti documentarie ecclesiastiche, vescovili e parrocchiali, possono dare basi da un lato per ricerche sugli episcopati, gruppi e in- Ð 462 Ð Á NAPOLEONICA ( 1800-1815 ) L'ETA dividui, dall'altro per quelle sugli aspetti strutturali, dalle rivisitabili soppressioni di ordini religiosi e confraternite laiche e vendite di beni nazionali ed ecclesiastici, a «abolizione delle giurisdizioni esenti, riforma delle parrocchie e delle circoscrizioni diocesane, abolizione delle immunitaÁ ecclesiastiche residue» (Simone Bonechi, Chiesa e societaÁ nell'Italia napoleonica. Rassegna di studi recenti (1989-1996) e proposte di ricerca, «Cristianesimo nella Storia», XIX, 1998, p. 301), riassetto delle circoscrizioni parrocchiali e normativa sul culto. Anche per l'etaÁ napoleonica sono disponibili le visite pastorali, usate dagli storici dell'etaÁ moderna, di cui cominciano a comparire i primi regesti per l'Ottocento, grazie a Gabriele De Rosa e al citato Istituto di Vicenza (con la collegata rivista «Ricerche di storia sociale e religiosa»); le lettere pastorali, segnalate da Davide Menozzi, esprimono l'atteggiamento dell'episcopato di fronte a cambiamenti innescati da spinte laiche, in quanto introducono il piuÁ ampio rapporto tra Chiesa, istituzioni e societaÁ, prospettano linguaggi-codici sotto i quali si organizza la riproposizione di messaggi biblici e cristiani, si occultano forme di resistenza e ricerche di spazi, si palesa la partecipazione complessa, spesso conflittuale, al clima plasmato dal riformismo napoleonico. Le suggestioni di De Rosa verso una storiografia religiosa piuÁ sensibile alla storia sociale e culturale, al mondo delle diocesi e alla formazione del relativo clero, tendono a recuperare percorsi settecenteschi dei lavori di Claudio Donati, Mario Rosa, Daniele Menozzi, ma si proiettano anche sull'atteggiamento degli episcopati italiani dei secoli XIX e XX. EÁ auspicabile l'ampliarsi dei quadri territoriali di riferimento oltre la monopolizzante zona veneta e al di laÁ degli studi parziali giaÁ esistenti, privi per lo piuÁ di una reale carica di rinnovamento, sugli episcopati del granducato di Toscana e della repubblica di Lucca, ove la stessa soppressione degli ordini religiosi si riduce ad un reperimento di risorse e repressione del dissenso, non comporta un reinserimento del clero parrocchiale, produce un riformismo tardivo che favorisce immobilismo e paralisi piuÁ che fattiva riorganizzazione. Da colmare sono la quasi inesistente presenza di ricerche sulle diocesi e sul personale delle gerarchie ecclesiastiche in area lombarda e la trascuratezza delle problematiche religiose in Piemonte, tranne che per alcuni profili giuridici relativi all'inserimento della Chiesa torinese in quella gallicana (Giuseppe Briacca e Aldo Giraudo). L'interesse della prospettiva eÁ inoltre nella possibilitaÁ di decostruire l'atteggiamento dei vescovi, liberandolo dai condizionamenti storico-politici, tendenti ad identificare la loro adesione all'Impero come una forma di devianza e di servilismo. Analisi che superino la settorialitaÁ della ricerca grazie alla consapevolezza di doversi inserire in processi sincronici e diacronici a maglie larghe, riporterebbero questi atteggiamenti in un processo interno alla Chiesa di fine Settecento, processo di ritorno ad una mitizzata cristianitaÁ medievale ierocratica e intransigente, al rilancio tra i fedeli di una pietaÁ devozionale e penitenziale. In questa ottica Napoleone appariva il «Nuovo Ciro», campione della fede contro la falsitaÁ dei lumi e la bestialitaÁ della rivoluzione, strumento divino per la sconfitta della persecuzione anticristiana. Il contesto culturale quindi facilita l'accoglienza da parte dei vescovi del messaggio progressista della rivoluzione e dei governi napoleonici: il caso di Dondi dell'Orologio, studiato da Paolo Preto e Agnese Coccato, prospetta la convinzione di una possibile conciliazione e convivenza di innovazioni «illuminate» e insegnamento cristiano, mostra un episcopato vitale, collaborativo ma non servile, dotato di percezione del momento e percioÁ capace di coniugare insieme tradizione, pensiero e cultura contemporanei, rap- Ð 463 Ð RENATA DE LORENZO porti col mondo politico e con la sfera delle mentalitaÁ. Sul crogiuolo di queste componenti esso legittima il suo ruolo presente e il protagonismo postnapoleonico. Sono considerazioni che prospettano una differente analisi anche del Concordato del 1801 che, come ha notato Menozzi, «lascia alle spalle le precedenti tendenze secolarizzatici dello stato e della societaÁ e ripropone l'unitaÁ politico-religiosa del vivere collettivo». Se infatti si ritrovano strumenti giuridici di antico regime, come la legittimazione divina del potere nella consacrazione di Napoleone da parte di Pio VII, il clima collaborativo, frutto della secolarizzazione, prevede un ruolo politico dell'episcopato; se risultano inevitabili per la Chiesa la rinuncia alla canonizzazione della societaÁ civile, l'accettazione della secolarizzazione del matrimonio e dell'introduzione del divorzio, queste «sofferenze» non escludono una rinnovata presenza della componente ecclesiastica; l'attaccamento alla tradizione si coniuga con partecipazione al clima culturale del presente, percezione della sensibilitaÁ collettiva e risposta alle sollecitazioni politiche, da verificare a vari livelli, non ultimo quello delle parrocchie, centri per eccellenza di interessi comunitari, oltre che economici e sociali, centri della devozione e di una serie di servizi e interventi, in cui il parroco, non diversamente da come operavano gli Asburgo, agisce come un funzionario dello Stato. Il Veneto quindi regione modello e l'area del regno italico e delle zone annesse alla Francia luoghi in cui la manutenzione degli uffici sacri e del culto eÁ problema amministrativo politico-ecclesiastico, tramite le fabbricerie (ente che gestisce la contabilitaÁ delle chiese parrocchiali e di alcune sussidiarie, con personale di nomina ministeriale o prefettizia, il cui funzionamento varia secondo i luoghi in rapporto alla preesistenza o meno di simili organizzazioni, motivo di continua conflittualitaÁ fra fabbricieri e parroci) per le quali Simone Bonechi sollecita lo studio del rapporto tra ex confratelli e fabbricieri, insieme a quello della riforma del giuspatronato sui benefici semplici e curati, continuando gli studi piuÁ diffusi in merito per l'etaÁ moderna. L'amministrazione anche in questo settore si ripropone coi lavori sul ministero del culto di Silvia Zenato e di Filiberto Agostini, indice dello sforzo governativo per estendere anche sulla vita religiosa una superiore funzione di organizzazione e controllo, e di conciliare, non gestire in maniera antagonistica, religione e temporalitaÁ. Su questi aspetti occorreraÁ verificare i livelli di laicitaÁ dello Stato in etaÁ napoleonica e nel «lungo Ottocento», in mancanza di studi sulle magistrature addette e sulla loro attivitaÁ normativa e consultiva, sul loro ruolo nell'ambito del rapporto Stato-Chiesa e nell'applicazione concreta delle elaborazioni normative, sui livelli di entropia ed empatia dei funzionari con i luoghi e le popolazioni, dipendenti anche dalla loro provenienza, se locale o estranea. Il rapporto Chiesa-Stato, mondo religioso-societaÁ civile, ha perso quindi i caratteri di una conflittualitaÁ spigolosa e priva di contatti, per evidenziare la grande varietaÁ delle situazioni locali e la capillaritaÁ, anche a livello familiare, della destrutturazione di quadri ideologici precedenti, per quanto propensi a ricompattarsi nel nuovo clima complessivo. Nella fase napoleonica fu possibile anzi alla Chiesa ricostruire la sua egemonia sociale, attuare una «riconquista» del popolo grazie all'opera di ordini di recente fondazione come Redentoristi, Passionisti, Lazzaristi, nei confronti dei ceti umili, ricondotti agli obblighi religiosi. Attraverso la pietaÁ popolare in epoca imperiale si prospetta un metro di misurazione anche dei livelli e delle modalitaÁ del consenso del popolo degli Stati italiani verso il governo imperiale, accanto e al di laÁ della parola del sacerdote e dell'ordine del funzionario, accanto e al di laÁ di una ri- Ð 464 Ð Á NAPOLEONICA ( 1800-1815 ) L'ETA duttiva valutazione solo delle manifestazioni di violenza, collegate all'azione di un clero reazionario. Si avverte l'esigenza di analisi diffuse dei fenomeni di collaborazione, di confronto piuÁ che di conflitto, tra autoritaÁ, vescovi filomperiali e clero, per verificare quanto in loro influissero precedenti tradizioni o vocazioni-attitudini della popolazione locale, nonche interventi del riformismo illuminato. Preme qualificare di conseguenza il clero, diviso tra i pochi che si occupano della cura delle anime e i molti che sopravvivono grazie a benefici e legati, o impegnandosi nell'insegnamento e in altri ruoli: un clero generalmente povero, fino a lasciar individuare un proletariato ecclesiastico che vive ai margini del mercato dei benefici, un clero parrocchiale, ribelle spesso alle autoritaÁ, vicino per abitudini e comportamenti ai pensatori laici, reazionario e sanfedista ma anche patriottico o filomperiale, talora complice di briganti o capobanda, un clero combattuto tra spinta del nuovo e tradizione, di cui si sa pochissimo. Ancora sono da indagare il tema della soppressione degli ordini e del rinvio degli ex regolari nei luoghi di origine, che incide sull'economia e sull'organizzazione degli ordini stessi; quanto pesi la presenza dei secolari regolarizzati sul piano pastorale e politico, dato il ruolo che essi hanno presso le famiglie aristocratiche, tramite la confessione e l'educazione; la loro fama di martiri della religione e critici del regime, che influenza gli atteggiamenti popolari e ne fa un importante oggetto di studio. Un mondo quindi vario, che si esprime nel diverso atteggiamento di fronte al giuramento ecclesiastico, studiato da Claudio Canonici, tra chi eÁ propenso a giurare e i parroci meno istruiti, piuÁ proni alla parola del pontefice e pronti ad affrontare le sanzioni governative, tra vescovi capaci di condizionare i sottoposti ed ecclesiastici sensibili piuttosto alle spinte locali e alle pressioni dei maires, come in Tuscia. Sia i refrattari che i giurati mostrarono, secondo Canonici, una certa opposizione al regime, per i primi risolta sul piano personale, per i secondi attraverso una sofferta obbedienza, ma per Bonechi essi sono favorevoli al regime anche nella fase piuÁ acuta della lotta antipapale, vedendo una sanzione divina nel nuovo potere temporale, soprattutto monarchico. Rimane ancora da sviluppare per l'etaÁ imperiale il percorso tracciato da Marina Caffiero per la fine del Settecento, quello della persistenza dei miti, delle simbologie di origine medievale e del loro uso da parte delle gerarchie ecclesiastiche, dei parroci e di tutti coloro che vengono in contatto col mondo dei fedeli a vari livelli e lo gestiscono, nell'ambito di una piuÁ generale storia delle mentalitaÁ. Sacralizzazione delle strutture politiche e secolarizzazione della vita civile (uffici dello stato civile, per nascite, morti, matrimoni) prevedono un rapporto non di ostilitaÁ, ma di reciprocitaÁ Stato-Chiesa, un tentativo di legittimazione del nuovo ordine politico grazie al recupero egemonico della Chiesa nella societaÁ; la religione appare ad entrambi necessaria per l'ordine sociale, e le vittorie militari e i fasti dell'Impero appaiono legittimati all'interno di un ordine trascendente che esprime il volere divino. Al di laÁ del carattere strumentale da parte del governo napoleonico dell'uso di questa simbologia e della persistente lotta contro l'ultramontanesimo, il comune riferirsi alla trascendenza consentõÁ una comunicazione, un traslocare reciproco di idee e di uomini, di sacro e politico, che comporta molteplicitaÁ di significati delle forme di accettazione o rifiuto del regime. Cosa ci si attende o giaÁ si intravede nel futuro della ricerca, per rispondere ad interrogativi attuali e colmare le lacune conoscitive? Certamente rimane ancora costante Ð 465 Ð RENATA DE LORENZO l'esigenza di mettere a disposizione gli archivi, di indagare le istituzioni e il loro funzionamento, di quantificare e qualificare il personale, di riproporre biografie, come percorso di collegamento tra la storia politica e la storia delle mentalitaÁ e del quotidiano, preme suffragare questa quotidianitaÁ con la valorizzazione della pubblicistica e saggistica e delle fonti locali, che ci consentano di accedere al pluralismo delle dimensioni periferiche e di articolare il pur persistente modello francese. EÁ quest'ultimo, per quanto messo in crisi, ad essere di stimolo alla ricerca anche in Italia, proprio in quanto ha perso la compattezza di un tempo. Si pensi alla constatazione del persistente disordine delle finanze dall'Antico Regime, alla Rivoluzione, all'Impero, alla Restaurazione, che non ha ancora consentito di focalizzare i meccanismi finanziari che furono alla base della politica economica napoleonica, ricostruibili solo attraverso indagini sulle connesse istituzioni, spia delle risorse consolari e imperiali: borsa di valori o di commercio, camere di commercio, banche, percorso delle imprese nell'ambito delle crisi internazionali e del blocco, fiscalitaÁ e rapporto col territorio, condizioni del prelievo e della percezione delle imposte. Si tratta di settori che si riflettono sull'evoluzione sociale, dalla creazione di una nuova borghesia, alle relazioni tra antica e nuova nobiltaÁ, all'alleanza fra i gruppi e le classi, con connessi processi di arricchimento. Si pensi all'applicazione del diritto come problema di linguaggio, da verificare nella trasposizione/traduzione di testi francesi; al ruolo delle assemblee, dei consigli provinciali e distrettuali, dei consigli di dipartimento, da vedere sotto molti profili, non solo di rappresentanza, ma di socialitaÁ e strategie di gruppi, di sostituzione del potere regolamentare a quello legislativo, di gerarchie e lotte per un dominio territoriale; all'evoluzione delle arti, con un ritorno all'antico, persistente dalla Rivoluzione all'Impero, fase quest'ultima che ne accentua il carattere ufficiale, pomposo, freddo, alla ricerca della grandeur. Si prospetta attraverso questi studi una storia non solo politica, ma della politica, che si fa nei luoghi di vertice del potere, pubblici e privati, ma anche nelle periferie e che richiede la conoscenza dei ministeri (soprattutto affari esteri, finanze, dogane, corte dei conti, culto), con annesso riordino degli archivi, non solo italiani, per verificare livelli e modalitaÁ della centralizzazione, coniugare insieme vita amministrativa laica e presenza ecclesiastica. Le dinamiche politico-istituzionali rimangono quindi centrali in un'etaÁ napoleonica che cerca di adattare a Stati in continua situazione di belligeranza una politica che presuppone la pace; ad esse infatti delega una forte carica modernizzante. Il contenitore istituzionale tende tuttavia a riempirsi di storia del potere, di dinamiche di identitaÁ, di linguaggi di consenso e di appartenenza, in quanto vi confluiscono processi di varia origine che «non sono spesso di origine politica ma nella dimensione politica si confrontano e si definiscono» (R. De Lorenzo, Dalla scoperta della politica al tempo della politica, la dimensione italiana in etaÁ napoleonica, «Rassegna storica del Risorgimento», LXXXVII, 2000, p. 340). In campo internazionale il crollo del comunismo, i toni e le forme celebrative del bicentenario della rivoluzione francese, hanno sfatato il mito di una Francia esportatrice di novitaÁ in un'Italia totalmente immersa nell'Antico Regime, hanno accentuato l'esigenza di valutazioni basate su quadri comparativi ampi, europei, hanno legittimato riflessioni che cercano di recuperare percorsi di crescita interni ai singoli contesti nazionali e ai loro processi di costruzione della nazione, ponendo problemi di identitaÁ e di Ð 466 Ð Á NAPOLEONICA ( 1800-1815 ) L'ETA differenziazione. In Italia preminente appare la sensibilitaÁ per una rinnovata storia culturale, in cui conta la valutazione delle resistenze, di qualsiasi tipo, laiche ed ecclesiastiche, di simpatizzanti/collaboratori e oppositori, urbane e rurali, in un percorso diacronico unitario 1789-1820, nonostante la specificitaÁ e fertilitaÁ di stimoli del Triennio 17961799. Non ci stupisce che alla fine rimanga una percezione della dominazione napoleonica come momento di modernitaÁ, statale e sociale, con attenzione ai trend positivi piuÁ che a quelli negativi, in quanto sono i parametri della crescita piuÁ che quelli dello sviluppo che occorre tener presenti: essi non ci consentono condanne, gerarchie, ma ci pongono di fronte a quadri sociali, economici, mentali non appiattibili, in cui il dinamismo impresso dal rinnovato quadro istituzionale va rapportato ai mille mondi di un paese che dalle sue diversitaÁ puoÁ trovare stimoli e non divisioni. RENATA DE LORENZO Ð 467 Ð AVVERTENZA Nella compilazione di questa bibliografia, che non aspira ad essere esaustiva, data la sterminata produzione sul tema registrabile dal 1970, l'attenzione si eÁ concentrata prevalentemente sulla storia politica e sociale, sulla storia amministrativa e delle istituzioni, dell'economia, sulla storia delle idee. Si fa riferimento anche al settore delle arti figurative, al mondo della musica e del teatro, a quello della scienza, ma occasionalmente, nell'ambito delle sottoarticolazioni dei singoli capitoli. Non si citano opere che spaziano su molti secoli, inglobando in se anche l'etaÁ napoleonica. Si rinvia invece spesso a lavori sul Settecento e l'Ottocento che hanno il periodo 1800-1815 come termine a quo o ad quem. Per molti aspetti che coprono l'etaÁ rivoluzionaria e napoleonica si rimanda al saggio di Anna Maria Rao e Massimo Cattaneo e per le singole aree geopolitiche si rinvia agli altri contributi della bibliografia. Dopo i classici capitoli iniziali su fonti, risorse bibliografiche, storiografia, opere generali, sono stati segnalati gli atti di convegni e i cataloghi di mostre (cap. IV), che vengono richiamati con l'indicazione in maiuscoletto del luogo e dell'anno del convegno. Sono stati poi individuati i temi prevalenti della politica napoleonica, le guerre (cap. V) e il percorso politico (cap. VI, diviso in sottosezioni). La successiva trattazione ha tenuto presenti le articolazioni regionali, anche quando si sono avute aggregazioni alla Francia o al regno italico. Questa scelta eÁ motivata dalla tendenza della ricerca a tagliarsi spazi circoscritti identificabili con i quadri regionali e subregionali contemporanei, anche in funzione dell'organizzazione prevalentemente provinciale degli Archivi di stato. All'interno di ogni capitolo dedicato alle aree regionali si riproduce l'articolazione di base fonti-bibliografia-storiografia-opere generali, indi si forniscono aggregazioni tematiche o sezioni, per quanto possibile omogenee, che sono frutto dei percorsi storiografici piuÁ battuti negli ultimi trenta anni. Ulteriore aggregazione eÁ quella dei personaggi, anche minori, e delle localitaÁ, soprattutto cittaÁ capoluoghi di comparti amministrativi. Si rimanda spesso ad autori citati in precedenza: se si usa tuttavia la dizione vedi Cap. I. FONTI, si fa riferimento ai capitoli dell'indice generale, se si usa la dizione vedi la sezione FONTI si fa riferimento all'articolazione interna all'argomento o al contesto geopolitico trattato in quel momento. L'autrice ringrazia per la collaborazione alla stesura della bibliografia il personale e i collaboratori della SocietaÁ Napoletana di Storia Patria. Ð 468 Ð BIBLIOGRAFIA I LE FONTI 1. ARCHIVI. INVENTARI ED EDIZIONI DI FONTI La disponibilitaÁ delle fonti si eÁ notevolmente accresciuta nell'ultimo trentennio. Guide francesi sul periodo 1789-1815 sono di grande utilitaÁ per il quadro italiano, come ad esempio MICHEL BRUGUIEÁ RE - PIERRE -FRANCËOIS PINAUD, Guide du chercheur pour la peÂriode 1789-1815: les sources de l'histoire financieÁre et eÂconomique, GeneÁve, Droz, 1992. Accanto al sempre utile classico BALDO PERONI , Fonti per la storia d'Italia dal 1789 al 1815 nell'Archivio di Stato di Parigi, Roma, Reale Accademia d'Italia, 1936, si segnalano presso le Archives nationales di Parigi: CHANTAL DE TOURTIER - BOÂon: eÂtat sommaire, preÂf. NAZZI , Archives Napole par JEAN FAVIER, Paris, 1979; SecreÂtairerie d'EÂtat impeÂriale. Guerre (an VIII-1814). Inventaire des articles AF IV 1590 aÁ 1670, par NICOLE GOTTERI, avant-propos par JEAN FAVIER, Paris, 1988; Cabinet de NapoleÂon 1er et SecreÂtairerie d'EÂtat impeÂriale. PieÁces ministeÂrielles. An VIII-1815. Inventaire des articles AF IV 1287 aÁ 1589, par SEGOLENE DE DAINVILLE-BARBICHE - GENEVIEÁVE LE MOEÈL et MONIQUE POULIQUEN, avant-propos par JEAN FAVIER, Paris, 1994, sull'importante organo di coordinamento tra i ministri e l'imperatore. La leÂgation en France du cardinal Caprara (1801-1808). ReÂpertoire des demandes de reÂconciliation avec l'Eglise, par JEANNINE CHARON-BORDAS, 1979, eÁ utile per la storia politico-religiosa francese ed europea, dopo il Concordato del 1801, soprattutto per l'Italia e i paesi annessi alla Francia. L'Inventaire des archives de la leÂgation en France du cardinal Caprara (1801-1808), par JEANNINE CHARON-BORDAS , Paris, 1975, fa riferimento a suppliche di preti e religiosi, documentazione per la storia delle mentalitaÁ. La politica di valorizzazione del patrimonio imperiale situato nei paesi sottoposti alla Francia puoÁ essere ricostruita tramite Maison de l'Empereur. Domaine eÂtranger. Italie, 31 Belgique, Hollande, Inventaire des articles O2 940 aÁ 1122, par NICOLE GOTTERI, 1989: riguarda i beni (palazzi, domini rurali, stabilimenti scientifici o artistici e altro) posseduti in Italia, soprattutto in Piemonte, Stati di Parma e Piacenza, Toscana, Stato della Chiesa. Sullo stesso tema anche MARIE PIERRE LAFFITTE, La BibliotheÁque nationale et les ``conqueÃtes artistiques'' de la ReÂvolution et de l'Empire: les manuscrits d'Italie (1796-1815), «Bulletin du bibliophile», 1989, n. 2, pp. 273324. Un'utile indicazione di fonti delle Archives nationales eÁ in PAOLO ALVAZZI DEL FRATE, Le istituzioni giudiziarie degli ``stati romani'' nel periodo napoleonico (1808-1814), Roma, Euroma, 1990, pp. 231-233. Per i documenti militari vedi la sezione di Vincennes degli Archivi parigini. Tra gli Archivi privati parigini si segnalano: Archives de Joseph Bonaparte, roi de Naples, puis d'Espagne (381 AP), inventaire par CHANTAL DE TOURTIER-BONAZZI, avant-propos par JEAN FAVIER, Paris, Archives Nationales, 1982, e MARIA ROSARIA DE DIVITIIS, L'archivio privato di Joseph Bonaparte nelle Archives Nationales de France e altre fonti per lo studio del ``decennio francese'' nel Regno di Napoli tra il 1806 e il 1808, in Il futuro della memoria, Atti del Convegno internazionale di studi sugli archivi di famiglie e di persone, Capri, 9-13 settembre 1991, 2 voll., Roma, Ministero per i beni culturali e ambientali, Ufficio centrale per i beni archivistici, 1997, pp. 629-635; L'archivio di Elisa Bonaparte Baciocchi, su cui VITO TIRELLI, L'archivio di Elisa Bonaparte Baciocchi presso les Archives Nationales di Parigi, in Le fonti diplomatiche in etaÁ moderna, Atti del Convegno internazionale, Lucca, 20-25 gennaio 1989, Roma, Ministero per i beni culturali e ambientali, Ufficio centrale per i beni archivistici, 1995; Papiers Roederer (29 AP) contenente il carteggio di Pierre Louis Roederer, consigliere di Stato, poi ministro delle Finanze di Giuseppe Bonaparte nel Regno di Napoli, col figlio Antoine, Ð 469 Ð RENATA DE LORENZO prefetto del Dipartimento del Trasimeno, nonche un'abbondante documentazione sul Regno di Napoli. Utili selezioni di documenti francesi per un'area specifica sono in ARCHIVIO DI STATO DI TORINO , Fonti dell'Archivio nazionale di Parigi per la storia istituzionale del Piemonte: 1798-1814, a cura di ISABELLA MASSABOÁ RICCI, MARCO CARASSI, Torino, Archivio di Stato, 1990. Per tematiche settoriali vedi ROSALBA DAVICO, L'Europa dei notabili: antropologia di un'eÂlite (geologia sociale e strutture familiari dei collegi elettorali napoleonici): stato delle fonti esistenti alle Archives Nationales di Parigi, «Rivista italiana di studi napoleonici», n.s., XVIII, 1981, n. 1, pp. 39-72; GIORGIO SIMONCINI, La viabilitaÁ nelle cittaÁ italiane del periodo napoleonico. Le fonti delle Archives nationales di Parigi, «Storia urbana», VI, 1982, n. 19, pp. 139-156. Fondamentale UFFICIO CENTRALE PER I BENI  COLE FRANCËAISE DE ROME, FONDAARCHIVISTICI , E ZIONE LELIO E LISLI BASSO, La rivoluzione francese: 1787-1799: repertorio delle fonti archivistiche e delle fonti a stampa conservate in Italia e nella cittaÁ del Vaticano, Ministero per i Beni culturali e ambientali, Ufficio centrale per i Beni Archivistici, 5 voll., Roma, 1991, con indicazioni su fonti che, a dispetto del titolo, comprendono sia l'etaÁ rivoluzionaria che quella napoleonica. Si veda anche L'Italia rivoluzionaria e napoleonica nelle raccolte della Biblioteca del Senato, catalogo della Mostra, Roma, s.e. (Eredi dott. G. Bardi), 1990. Per gli archivi italiani eÁ opportuno lo spoglio di riviste specialistiche come la «Rassegna degli Archivi di Stato», «Archivi per la Storia», «Le Carte e la Storia». La Guida generale degli archivi di Stato italiani, voll. 4, Roma, Ministero per i beni culturali e ambientali, 1981-1994, ha fornito un aggiornamento della situazione di consultabilitaÁ e disponibilitaÁ dei fondi. Da segnalare, anche per l'ampliarsi delle ricerche su vari aspetti della storia ecclesiastica, la Guida degli archivi diocesani d'Italia, Associazione archivistica ecclesiastica, a cura di VINCENZO MONACHINO... [et al.], 3 voll., Roma, Ministero per i beni culturali e ambientali, 1990, 1994, 1998, nonche la regestazione delle lettere pastorali dei vescovi italiani dell'etaÁ contemporanea, coordinata da Daniele Menozzi, giaÁ pubblicata per alcune aree regionali (Lettere pastorali dei vescovi dell'Emilia Romagna, a cura di DANIELE MENOZZI, con la collaborazione di ANNAMARIA VALENTI e GIOVANNI CODICE, prefazione di GIOVANNI MICCOLI , Genova, Marietti, 1986; Lettere pastorali dei vescovi della Toscana, a cura di BRU- NA BOCCHINI CAMAIANI e DANIELE MENOZZI , con la collaborazione di ROBERTO BARDUCCI... [et al.], Genova, Marietti, 1990; Lettere pastorali dei vescovi dell'Umbria, a cura di BRUNA BOCCHINI CAMAIANI e MARIA LUPI , Roma, Herder, 1999). Gli archivi contengono inventari di istituzioni, banchi, comuni, famiglie, carte geografiche, catastali, ecc. su lunghi periodi che inglobano anche la fase rivoluzionaria e napoleonica e comprendono spesso il lungo Ottocento. Ci limitiamo in questa sede a segnalare solo fonti relative agli anni 1800-1815, con qualche concessione per l'arco temporale direttamente a ridosso, pre e post. Alcuni archivi (indicati secondo un ordine geo-politico) hanno provveduto a selezionare le proprie fonti del periodo francese: ARCHIVIO DI STATO DI TORINO, Guida alle fonti archivistiche francesi per la storia istituzionale del Piemonte in etaÁ rivoluzionaria e napoleonica, Torino, s.e., 1989 (cfr. anche Cap. IV. CONVEGNI, 1990 TORINO, All'ombra dell'Aquila imperiale...per i numerosi contributi su fonti archivistiche); ARCHIVIO DI STATO DI GENOVA, Inventario dell'archivio del Banco di San Giorgio (1407-1805), sotto la direzione di GIUSEPPE FELLONI, 5 voll., Roma, Ministero per i beni culturali e ambientali, Ufficio centrale per i beni archivistici, Istituto Poligrafico e Zecca dello stato, 1990; GIUSEPPE FELLONI, L'archivio della Casa di San Giorgio di Genova (1407-1805) ed il suo ordinamento, «Atti della SocietaÁ ligure di Storia Patria», n.s., XXIV, 1984, n. 1, pp. 237-266; ARCHIVIO DI STATO DI MILANO, Momenti dell'etaÁ napoleonica nelle carte dell'Archivio di Stato di Milano, s.l., s.e. (Como, New press), 1987; ARCHIVIO DI STATO DI VENEZIA, GIUNTA REGIONALE DEL VENETO, Archivi delle vice-prefetture di Chioggia (1807-1816) e di San DonaÁ (poi di Portogruaro) (1808-1816), inventario a cura di PIERO SCARPA, Venezia, s.e. (Helvetia), 1987; ALESSANDRA SAMBO, L'Archivio di Stato di Venezia. Schede di lavoro (1796-1866), «Cheiron», VII, 1989-1990, n. 12-13, pp. 183-241; GIOVANNI MANTESE, Itinerario archivistico nella vita vicentina del primo Ottocento: in ricordo del mio cinquantesimo sacerdotale, a cura di VITTORIANO NORI , Vicenza (Arzignano, Dal Molin), 1986; ARCHIVIO DI STATO DI AREZZO, Fonti per la storia di Arezzo dal 1799 al 1801: occupazione francese ed insorgenza, a cura di STEFANO DONTI, MARIA GIORNI, ILARIA PESCINI, coordinamento di AUGUSTO ANTONIELLA, s.l. s.e., 1989; La Toscana e la rivoluzione francese. Pistoia: repertorio e regesto di fonti e documenti, Pistoia, Tip. Pistoiese, 1989; MARINA LAGUZZI, Archivi dell'amministrazione francese conservati nell'Archivio di Stato di Pistoia (1808-1814), «Rassegna degli Archivi di Ð 470 Ð Á NAPOLEONICA ( 1800-1815 ) L'ETA Stato», LI, 1991, pp. 9-63; GIANCARLO DE FEL'archivio del Vicariato regio di Pistoia (1772-1808), «Rassegna degli Archivi di Stato», LII, 1992, pp. 82-105; ARCHIVIO DI STATO DI SIENA, Archivi del governo francese nel dipartimento dell'Ombrone, inventario a cura di GIULIANO CATONI, Roma, s.e. (Siena, Pistoleri), 1971 (ma giaÁ GIULIANO CATONI, Gli archivi senesi durante il periodo francese (1808-1814), «Rassegna degli Archivi di Stato», XXVI, 1966, n. 1-2, pp. 121146); DOMENICO CORSI, Il principato napoleonico e gli archivi lucchesi, con presentazione di GIULIO PRUNAI, Lucca (Pisa, Lischi), 1972, su cui la recensione di ANTONIO ROMITI, Gli archivi lucchesi nel periodo napoleonico, «Rassegna degli Archivi di Stato», XXXIV, 1974, pp. 210-213; Correspondance politique et diplomatique du MinisteÁre des affaires eÂtrangeÁres de France: seÂrie Lucques, inventario a cura di GIORGIO TORI, Roma, Ministero per i beni culturali e ambientali, Ufficio centrale per i beni archivistici, 1991; FONTI ARCHIVISTICHE PER LA STORIA DEL POLESINE TRA SETTE E OTTOCENTO, Parte seconda degli Atti del Convegno cit. in Cap. IV, 1997 BADIA POLESINE-ROVIGO (Rovigo e il Polesine tra rivoluzione giacobina ed etaÁ napoleonica...); ARCHIVIO DI STATO DI ROMA, Consulta straordinaria per gli stati romani, 18091810: inventario, a cura di CARLA NARDI, s.l. s.e., 1990; ARCHIVIO DI STATO DI ROMA, Giunta di Stato (1799-1800), Inventario a cura di LUCA TOPI, «Archivi e Cultura», XXIII-XXIV, 19901991, pp. 165-260, ma vedi nelle pagine seguenti anche il Cap. VII, 5 sullo Stato della Chiesa; ELIO LODOLINI, In tema di inventari archivistici. Inventari di fondi romani del periodo napoleonico, «Nuovi annali della Scuola speciale per archivisti e bibliotecari», V, 1991, pp. 105-136; Fondi documentari dell'epoca franco italica conservati negli Archivi di Stato dei territori dell'antico Stato pontificio: Marche, «Quaderni del bicentenario», II, 1996, pp. 165-175; Gli arrendamenti: fonti documentarie conservate presso l'Archivio di Stato di Napoli, a cura di LIDIA CASTALDO MANFREDONIA, con una prefazione di LUIGI DE ROSA, Napoli, L'Arte tipografica, 1986, opera in piuÁ volumi, che comprendono anche la fase della prima Restaurazione per il periodo 1800-1806, anno in cui questa forma di appalto delle imposte fu abolita. Il Mezzogiorno preunitario: economia, societaÁ e istituzioni, a cura di ANGELO MASSAFRA, Bari, Dedalo, 1988, pp. 603-795, nella sezione introdotta da CATELLO SALVATI, Fonti documentarie per lo studio dell'Ottocento napoletano, contiene UMBERTO BILE, L'archivio del Ministero di Grazia e Giustizia, ROSSANA SPADACCINI, L'archivio del Ministero dell'Interno, MARINA AZZINNARI - MACONDO, ROSARIA RICCI, Il Ministero di casa reale, MALUISA STORCHI, Fonti documentarie per la storia delle bonifiche nel Mezzogiorno dal 1806 al 1860, MARIA C. NARDELLA, I fondi delle intendenze provinciali, RAFFAELE COLAPIETRA, Gli archivi privati e le ricerche di storia economico-sociale dell'Abruzzo ottocentesco: gli archivi di Zambra e De Riseis, CARMELITA DELLA PENNA, Fonti archivistiche relative al problema demaniale, DOMENICA PORCARO MASSAFRA, Le vicende degli archivi comunali del Mezzogiorno d'Italia nel secolo XIX, GIUSEPPE DI BENEDETTO, Le fonti iconografiche per lo studio del territorio meridionale nel primo Ottocento: il caso di Terra di Bari. Su un'importante fonte pugliese ARCHIVIO DI STATO DI FOGGIA, L'archivio del Tavoliere di Puglia, a cura di PASQUALE DI CICCO, Roma, Ministero per i beni culturali e ambientali, Ufficio centrale per i beni archivistici, 1991. Per gli archivi privati si rimanda alla sezione FONTI delle varie aree geopolitiche e regionali. Sono state anche selezionate fonti relative ad aspetti particolarmente caratterizzanti dell'etaÁ napoleonica, talora tuttavia nell'ambito di piuÁ ampie ricognizioni sotto il profilo cronologico. RIA RIA a) Le fonti fiscali: i catasti (in ordine geopolitico) Riferimenti all'uso di fonti catastali sono in numerosi atti di Convegni e in cataloghi di mostre, per cui si rimanda al Cap. IV. Per un inquadramento generale vedi la ristampa di RENATO ZANGHERI, Catasti e storia della proprietaÁ terriera, Torino, Einaudi, 1980; GILBERTO ZACCHEÁ , L'uso del catasto prima dell'attuale elaborazione: la ricostruzione di Paolo Guaitoli (1796-1871), «Storia della CittaÁ», IX, 1984, n. 30, pp. 53-58; GIULIANA BIAGIOLI, I catasti, in Vita civile degli italiani, IV, Ambiente e societaÁ alle origini dell'Italia contemporanea, 1700-1850, Milano, Electa, 1990, pp. 26-39. Sulle modalitaÁ di utilizzazione della fonte fiscale per lo studio del territorio NICOLA VASSALLO, Da strumento fiscale a fonte per la storia e per la gestione del territorio: il riordinamento ``virtuale'' del catasto delle alluvioni collettate di Alessandria, «Rassegna degli Archivi di Stato», LVIII, 1998, pp. 268-293; ANNA MARIA NICOLETTI , Un paesaggio di villa all'inizio del XIX secolo: il territorio di Cornigliano (Genova) nella descrizione del catasto napoleonico (1808), «Storia urbana», XIX, 1995, n. 71, pp. 117-147; PIETRO CALINI IBBA, La proprietaÁ fondiaria del territorio bresciano: nei catasti Napoleonico, Austriaco e del Regno d'Italia, Brescia, Fondazione civiltaÁ bresciana, 2000. Sul catasto napoleonico in rapporto agli estimi Ð 471 Ð RENATA DE LORENZO settecenteschi e alle successive elaborazioni in materia MICHELE GOTTARDI, Il regime fondiario: estimi comunali settecenteschi e catasto napoleonico, in Dueville: storia e identificazione di una comunitaÁ del passato, a cura di CLAUDIO POVOLO, Vicenza, Neri Pozza, 1985, pp. 1022-1033. Sempre per il Veneto cfr. Catasto francese o napoleonico 1807, Catasto austriaco 1846, Catasto italiano 1889, Nuovo catasto edilizio urbano 1939, Nuovo catasto terreni 1939: estratto delle leggi e regolamenti, Venezia, Laboratorio cartografico dell'Istituto universitario di Architettura, 1981; Catasto napoleonico: mappa della cittaÁ di Venezia, Venezia, Marsilio, 1981; I catasti storici di Venezia: 1808-1913, a cura di ITALO PAVANELLO, con un'introduzione di EGLE R. TRINCANATO e con un commento storico di ENNIO CONCINA, Roma, Officina, 1981; I catasti storici di Padova, a cura di ITALO PAVANELLO e con una premessa di CARLO AYMONINO, Roma, Officina, 1977; Catasto napoleonico: mappa della cittaÁ di Treviso, Venezia, Giunta Regionale del Veneto, 1990; GIOVANNI NETTO, Le piante di Treviso dell'etaÁ napoleonica (1790-1826), Treviso, Canova, 1975; ID., Province e comuni nel Veneto dal 1813 al 1866: allegati, Vittorio Veneto, TIPSE, 1981; Registro dei numeri di mappa ed anagrafici, dei proprietari ed inquilini, degli esercenti arti e mestieri, secondo i documenti del 1811-19, distribuiti nelle contrade e parrocchie del 30-8-1811 nella cittaÁ di Treviso, a cura di GIOVANNI NETTO, Treviso, Comune di Treviso, 1994; EUGENIO MORANDO DI CUSTOZA, Il catasto napoleonico a Verona, «Atti e memorie dell'Accademia di agricoltura, scienze e lettere di Verona», s. VI, XLIV, 1992-1993, pp. 225-227; Misurare la terra: agrimensura e cartografia, catasti e catartici a Verona dall'etaÁ romana ai nostri giorni, a cura di PIERPAOLO BRUGNOLI, prefazione di PAOLO CORAZZA, VITTORIO BIGOTTO, presentazione di PIERPAOLO BRUGNOLI, saggi di ALESSANDRA MENEGAZZI... [et al.], dizionario dei cartografi di GIUSEPPE FRANCO VIVIANI, coordinamento editoriale di GIGI SPERI, Verona, Collegio dei geometri di Verona e provincia, 1992. Per la Toscana cfr. ALBERTO SATOLLI, La proprietaÁ come rappresentazione nei cabrei settecenteschi orvietani ed il catasto del 1801, «Bollettino dell'Istituto storico artistico orvietano», XXXIII, 1977, pp. 3-185. Per i territori dello Stato della Chiesa, si riferiscono all'Emilia e alla Romagna: Memoria dei siti: dal Catasto Napoleonico Gregoriano, Provincia di Bologna, Italia, s.e., 1985; MARINA FOSCHI, I catasti preunitari dell'Emilia Romagna: una fonte per lo studio storico delle strutture urbane, «Storia Urbana», I, 1977, n. 3, pp. 221-246; CLAUDIA SALTERINI, DIANA TURA, Il catasto Boncompagni e la do- cumentazione catastale bolognese tra XVIII e XIX secolo, «Archivi per la Storia», VIII, 1995, n. 1-2, pp. 257-266. Si riferiscono all'Umbria: Documenti e immagini della memoria storica: Terni attraverso i catasti dell'Archivio di Stato: 1783-1961, Mostra documentaria, Terni, 1984, Archivio di Stato di Terni, 1984. Sono relativi alle Marche ProprietaÁ fondiaria e disegno del territorio nelle carte degli Archivi di Stato di Pesaro, Fano ed Urbino dei secc. XV-XIX: spunti e prospettive di ricerca, Mostra realizzata nell'ambito della settimana per i Beni Culturali e Ambientali, 3-9 dicembre 1990, Ministero per i Beni Culturali e Ambientali, Archivio di Stato di Pesaro, sezione di Fano e Urbino. Per il Regno di Napoli vedi GEÂRARD DELILLE, Cadastre napoleÂonien et structures eÂconomiques et sociales dans le Royaume de Naples, in Cap. IV. CONVEGNI, 1974, ROMA, lavoro che ha evidenziato le potenzialitaÁ della fonte per indagini che vadano al di laÁ del dato fiscale. Ulteriori approcci storico-geografici sono in RENATA DE LORENZO, Aspetti dell'habitat rurale di Principato Ultra nei rilevamenti del catasto napoleonico, in Studi sul Regno di Napoli nel Decennio francese, 18061815, a cura di AURELIO LEPRE, Napoli, Liguori, 1985, pp. 164-204; VINCENZO AVERSANO, Geografia e catasto napoleonico: analisi territoriale del Principato Citra, Napoli, ESI, 1987; ID., Dal catasto napoleonico: la carta agraria di un comune del Mezzogiorno, Salerno, UniversitaÁ, Dipartimento analisi delle componenti culturali del territorio, 1988. Per studi sulla proprietaÁ e i catasti circoscritti a singole zone vedi i capitoli successivi. b) Le fonti notarili FERNANDA MAZZANTI PEPE - GIOVANNI ANCAIl notariato in Italia dall'etaÁ napoleonica all'unitaÁ, Roma, Consiglio nazionale del notariato, 1983; I protocolli notarili tra medioevo ed etaÁ moderna. Storia istituzionale e giuridica, tipologia, strumenti per la ricerca, Atti del Convegno, Brindisi, Archivio di Stato, 12-13 novembre 1992, «Archivi per la storia», VI, 1993, n. 1-2; RITA D'ERRICO, Il prestito tra privati a Roma attraverso le fonti notarili e fiscali del XVIII-XIX secolo, «Roma moderna e contemporanea», II, 1994, n. 1, pp. 139-151; Nouvelles approches de la documentation notariale et histoire urbaine. Le cas italien (XVIIe-XIXe sieÁcle). Table ronde organiseÂe par l'EÂcole francËaise de Rome, l'UniversitaÁ degli studi di Milano et le Centre Roland Mousnier (Universite Paris IV - Sorbonne), «MeÂlanges de l'eÂcole francËaise de Rome. Italie et MeÂditerraneÂe», CXII, 2000, n. 1 [in particolare si segnalano i contributi di RENZO DEROSAS, Dati di RANI, Ð 472 Ð Á NAPOLEONICA ( 1800-1815 ) L'ETA stato, di flusso, di relazione: un esempio di integrazione nello studio della proprietaÁ fondiaria, pp. 193-208; OLIVIER FARON, Projet d'eÂtude des archives notariales milanaises pour la peÂriode moderne et contemporaine, pp. 209-226; STEFANO DANIELE LEVATI, Ricostruzione prosopografica e fonte notarile: metodi e limiti per uno studio dell'eÂlite milanese preunitaria, pp. 227-241; FABIO BERTINI, La fonte notarile per la definizione del sistema commerciale tra Sette e Ottocento, pp. 281-290]. Per altri casi vedi i capitoli sulle singole aree geo-politiche. c) Le fonti demografiche EUGENIO SONNINO, Le rilevazioni demografiche di stato in periodo napoleonico e post-napoleonico fino all'unificazione, in Le fonti della demografia storica. Atti del seminario di demografia storica 1971-1972, Roma, CISP, 1974; MONICA PAROLA , Reti parentali e reti sociali nel periodo napoleonico. I consigli di famiglia, «Bollettino del diciannovesimo secolo», V, 1996, pp. 59-62; NICO RANDERAAD, I registri di popolazione ottocenteschi come fonti statistiche e strumenti di controllo sociale (Belgio, Italia, Paesi Bassi), «Le Carte e la Storia», II, 1996, n. 1, pp. 35-42. d) Le fonti sulle forme di opposizione (brigantaggio, insorgenze) e sulle societaÁ segrete Occupazione francese e insorgenza antifrancese nelle carte dell'Archivio di Stato di Arezzo, 17991801, 2 voll., a cura di AUGUSTO ANTONIELLA, revisione dei testi di ANTONELLA MORIANI, Arezzo, Provincia di Arezzo, Progetto Archivi, 1992; ARCHIVIO DI STATO DI CHIETI , Brigantaggio ottocentesco in Abruzzo, VIII settimana dei Beni Culturali e Ambientali, Ari, Tinari, s.d.; Archivio di Stato dell'Aquila, Sezione di Sulmona, Abruzzo: montagne e briganti, a cura di MARTORANO DI CESARE e SEBASTIANA FERRARI, Ari, Tinari, 1994. Al di laÁ di altri casi geograficamente circoscritti, per i quali si rimanda alle singole aree, cfr. FRANCESCO MARIO AGNOLI, Guida introduttiva alle insorgenze controrivoluzionarie in Italia durante il dominio napoleonico, 1796-1815, Pessano, Mimep-Docete, 1996. Per le societaÁ segrete vedi Secreta. Collezione di documenti riguardanti le societaÁ segrete conosciute in Italia dall'anno 1800 al 1819, Firenze, Cardini, Centro internazionale del libro, 1981. e) Le fonti sulla soppressione degli ordini religiosi e l'alienazione dei beni dello Stato Agli studi giaÁ effettuati prima degli anni Settanta da Renzo De Felice, Renzo Paci, Luigi Dal Pane, Pasquale Villani e altri, si sono aggiunti lavori di carattere generale, per i quali si rimanda anche alla bibliografia riportata da FILIBERTO AGOSTINI in appendice al saggio La riforma statale della Chiesa nell'Italia napoleonica, in Storia dell'Italia religiosa, III, L'etaÁ contemporanea, a cura di GABRIELE DE ROSA, TULLIO GREGORY, ANDRE VAUCHEZ, Roma-Bari, Laterza, 1995. Vedi pertanto CARMELO AMEDEO NASELLI, La soppressione napoleonica delle corporazioni religiose. Il caso dei Passionisti in Italia (1808-1814), Roma, Pontificia UniversitaÁ gregoriana, 1970 e 1986; ID., La soppressione napoleonica delle corporazioni religiose: contributo alla storia religiosa del primo Ottocento italiano: 1808-1814, Roma, Pontificia UniversitaÁ gregoriana, 1986; PASQUALE VILLANI, La vendita dei beni nazionali. Una rivoluzione fondiaria?, in ID., Italia napoleonica, Napoli, Guida, 1978, pp. 45-73; MAURIZIO BASSETTI, Note sull'alienazione dei beni dei grandi enti laici ed ecclesiastici in Italia tra XVIII e XIX secolo, «Ricerche Storiche», XII, 1982, pp. 237-256, e, piuÁ di recente L'«eÂveÂnement le plus important de la ReÂvolution». La vente des biens nationaux en France et dans les territoires annexeÂs (1789-1867), par BERNARD BODINIER et ERIC TEYSSIER, avec la participation de FRANCËOIS ANTOINE, PreÂface de JEAN-MARC MORICEAU, Paris, SocieÂte des eÂtudes robespierristes, EÂdition du CTHS, 2000. Per singole aree (in ordine geo-politico): per il Piemonte PAOLA NOTARIO, Politica e finanza pubblica in Piemonte sotto l'occupazione francese (1798-1800): la legislazione sui beni nazionali, Torino, Centro studi piemontesi, 1978; EAD., Le vendite dei beni nazionali in Piemonte nel periodo napoleonico (1800-1814), Milano, Banca commerciale italiana, 1980. Per la Lombardia MARIO PESSINA, L'alienazione dei beni nazionali in Valtellina: risultati di una ricerca sulla «Confisca reta» (1797-1838), «Archivio storico lombardo», s. XI, a. CX, 1984, vol. I, pp. 92-113. Per la Toscana MAURIZIO BASSETTI, La vendita dei beni nazionali in Toscana nel periodo napoleonico (1808-1814). Prime osservazioni, «Anazetesis. Quaderni di ricerca», 1981, n. 4-5, pp. 107-113 e vari saggi (di IVO BIAGIANTI, MAURIZIO BASSETTI, FRANCESCO MINECCIA) in Cap. IV. CONVEGNI , 1982 PIOMBINO; ANDREA ZAGLI, La privatizzazione dei patrimoni di manomorta in Toscana fra '700 e '800: Montevarchi nel Valdarno Superiore, «Ricerche Storiche», XVII, 1987, pp. 339-398; GIUSEPPE RASPINI, Gli archivi delle corporazioni religiose soppresse della diocesi di Fiesole, s.l. s.e., (Fiesole, Sbolci), 1983. Per il bolognese CANDIDO MESINI , La soppressione degli ordini religiosi a Bologna durante la Repubblica Cisalpina e il Re- Ð 473 Ð RENATA DE LORENZO gno Napoleonico, «Culta Bononia», V, 1973, pp. 71-85 e 161-188. Per ForlõÁ ANTONELLA MENGHI, La soppressione delle corporazioni religiose ed il riuso degli edifici ecclesiastici in epoca napoleonica: il caso di ForlõÁ, «Storia urbana», IX, 1985, n. 31, pp. 57-77. Per le Marche ORIANNA BARACCHI , Le soppressioni napoleoniche del 1811 e il patrimonio artistico ecclesiastico dei Dipartimenti del Metauro, del Musone e del Tronto, «Atti e Memorie della Deputazione di Storia Patria per le Marche», XCVIII, 1993, pp. 281-352. Per il Lazio TOMMASO LECCISOTTI, Note sul ripristino di monasteri della congregazione cassinese dopo la soppressione napoleonica, «Benedictina», XXV, 1978, pp. 417-435. Per il Regno di Napoli AURELIO LEPRE , Sulla censuazione dei beni dei gesuiti, «Studi storici», 1970, pp. 279-991; GABRIELE CUOMO, Le leggi eversive del secolo XIX e le vicende degli ordini religiosi della provincia di Principato Citeriore (Ricerche storiche), Pt. I, Le leggi eversive del governo napoleonico durante l'occupazione militare francese del Regno di Napoli: 18061815, la soppressione degli OO.RR. delle regole di S. Bernardo e di S. Benedetto, gli inventari e gli stati amministrativi mensili ordinati ai conventi e ai monasteri durante il decennio, Mercato S. Severino, Moriniello, 1971; CHERUBINO TESTA, Ricerche sulla soppressione dell'Ordine agostiniano nel Regno di Napoli durante l'occupazione napoleonica, «Analecta augustiniana», XXXIX, 1976, pp. 207-252; ARCHIVIO DI STATO DI TERAMO, I francescani nel primo Abruzzo Ulteriore: la soppressione dell'ordine e la confisca del patrimonio, 1806-1830, Guida alla mostra: documenti, architettura, 10-20 dicembre 1984, s.l., s.e. (Teramo, Deltagrafica), 1984; ALESSANDRO CRISTOFORO, Conventi cappuccini nel Molise e soppressione murattiana, «Archivio storico molisano», II-III, 1978-1979, pp. 129-183 e 75-113; ANTONINO DI IORIO, Le vendite nella provincia di Molise dei beni immobili appartenenti ad ordini religiosi soppressi per disposizione napoleonica, «Samnium», LVIII, 1987, pp. 152-171; PIETRO DI BIASE , La soppressione dei monasteri di Terra di Bari nel decennio francese, «Archivio storico pugliese», XLIV, 1991, pp. 135-161; ANNA e GIUSEPPE CLEMENTE, La soppressione degli ordini monastici in Capitanata nel decennio francese, 1806-1815, presentazione di RAFFAELE COLAPIETRA, Bari, Tipografica, 1993; AUGUSTO PLACANICA, Alle origini dell'egemonia borghese in Calabria. La privatizzazione delle terre ecclesiastiche (1784-1815), Salerno-Catanzaro, SocietaÁ Editrice Meridionale, 1979. Vedi anche il Cap. VII, 6. IL REGNO DI NAPOLI , soprattutto nelle sezioni relative alle province. f) Le fonti giuridiche e le fonti coeve a stampa di carattere legislativo e amministrativo (codici, almanacchi, statuti) Per un quadro generale vedi ADRIANO CAVANStoria del diritto moderno in Europa, I, Le fonti e il pensiero giuridico, Milano, GiuffreÁ, 1979. I dibattiti sulle forme costituzionali hanno dato luogo ad un filone storiografico che va al di laÁ delle competenze specifiche dei giuristi, per evidenziare l'influenza della tradizione filangeriana sulla codificazione napoleonica, giaÁ a partire dal dibattito ideologico francese per la revisione della costituzione dell'anno III. Ne eÁ derivata la ristampa dei codici, con interessanti commenti e introduzioni: ALBERTO SCIUMEÁ, I tentativi per la codificazione del diritto commerciale nel regno italico (1806-1808), Milano, GiuffreÁ, 1982; I progetti del Codice di commercio del Regno italico: 1806-1808, a cura di ALBERTO SCIUMEÁ, Milano, GiuffreÁ, 1999; ETTORE DEZZA, Il codice di procedura penale del Regno italico (1807). Storia di un decennio di elaborazione legislativa, Padova, Cedam, 1983; Le fonti del codice di procedura penale del Regno italico, a cura di ETTORE DEZZA, Milano, GiuffreÁ, 1985; GIULIANA VOLPI ROSSELLI, Il progetto di codice di procedura civile del regno d'Italia (1806), Milano, GiuffreÁ, 1988; Codice di Napoleone il Grande pel Regno d'Italia: 1806, riedizione anastatica dell'originale a cura e con presentazione di GIORGIO CIAN, note storiche introduttive di PAOLO CAPPELLINI, Padova, Cedam, 1989; ADRIANO CAVANNA - GIANFRANCESCO VANZELLI, Il primo progetto di Codice penale per la Lombardia napoleonica (1801-1802), Padova, Cedam, 2000; Codice penale per il principato di Lucca 1807, ristampa anastatica con scritti di vari, raccolti da SERGIO VINCIGUERRA, Padova, Cedam, 1999. Sul codice di commercio LUIGI BERLINGUER, Sui progetti di codice di commercio del Regno d'Italia (1807-1808). Considerazioni su un inedito di D.A. Azuni, Milano, GiuffreÁ, 1970; ARTURO BRIENZA, I progetti di codice commerciale nella Repubblica Cisalpina e nel Regno d'Italia, Milano, Cisalpino-La goliardica, 1978. Di Domenico Alberto Azuni (Sassari 1749-1827), esperto di diritto commerciale e marittimo, autore anche di saggi sulla Sardegna, membro nel 1806 della commissione incaricata della preparazione del codice di commercio, indi presidente della Corte d'appello di Genova, sono stati ristampati: l'opera del 1795 Sistema Universale dei Principii del Diritto Marittimo dell'Europa nella traduzione francese Droit maritime de l'Europe, Ripr. anast. dell'ed. Paris, 1805, Torino, Bottega d'Erasmo, 1972; DiNA, Ð 474 Ð Á NAPOLEONICA ( 1800-1815 ) L'ETA scorso sui pericoli della libertaÁ di stampa: versione francese e italiana, a cura di ANTONIA CRISCI, Sassari, Stamperia artistica, 1998; Trattato sulla libertaÁ di stampa: versione francese e italiana, Sassari, Stamperia artistica, 1998. Per la produzione storiografica in merito vedi, oltre che le introduzioni alle ristampe, il Cap. III. OPERE GENERALI. Gli Almanacchi, tra i quali gli Almanacchi Reali del 1810, 1811 e 1813 durante il regno di Gioacchino Murat a Napoli, contengono notizie riguardanti la famiglia reale, la corte, la rappresentanza diplomatica, il Consiglio dei ministri, i ministeri e le altre amministrazioni centrali, l'ordine ecclesiastico, l'ordine giudiziario, l'amministrazione delle finanze, l'amministrazione civile, l'esercito e la marina militare, gli ordini cavallereschi, l'istruzione, la beneficenza, con l'indicazione dei nomi dei titolari delle cariche. PATRIZIA CARAMANTI, Gli almanacchi bergamaschi dei secoli XVIII e XIX, «Bergomum», LXXXII, 1988, n. 4, pp. 3-191. Importante anche per la storia economica PAOLO UNGARI, Statuti di compagnie e societaÁ azionarie italiane, 1638-1808: per la storia delle societaÁ per azioni in Italia, Milano, GiuffreÁ, 1993. g) Le fonti diplomatiche JOSEPH DE MAISTRE, Napoleone, la Russia, l'Europa: dispacci da Pietroburgo, 1811-1813, introduzione e cura di ERNESTO GALLI DELLA LOGGIA, Roma, Donzelli, 1994; FRANCESCO GIANNETTO, La diplomazia del regno d'Italia napoleonico nei suoi rapporti con l'Impero ottomano, «Clio», XVII, 1981, pp. 357-404; ARIANNA ARISI ROTA MAINARDI, Il Ministero delle Relazioni Estere della Repubblica Italiana (1802-1805), «Risorgimento», XLVIII, 1996, pp. 175-206; EAD., Diplomazia nell'Italia napoleonica: il Ministero delle relazioni estere dalla Repubblica al Regno, 18021814, Melzo, CENS, Milano, Comune, 1998; MASSIMILIANO FERRI, Le relazioni tra la Svizzera e la Lombardia in etaÁ napoleonica nei documenti conservati presso l'Archivio di Stato di Milano (1797-1814), «Archivio storico lombardo», a. CXXIII, 1997, s. XII, vol. IV, pp. 427-440; VITO TIRELLI, L'archivio di Elisa Bonaparte Baciocchi presso les Archives Nationales di Parigi, cit.; GIUSEPPE M. CROCE, Les papiers des cardinaux secre Âtaires d'eÂtat, de Pie VII aÁ BenoõÃt XV. Dans la seÂrie des spogli aux Archives secreÁtes Vaticanes, «MeÂlanges de l'EÂcole francËaise de Rome. Italie et MeÂditerraneÂe», CX, 1998, pp. 533-543; MARIA LUISA CAVALCANTI , Alle origini del Risorgimento. Le relazioni commerciali tra il Regno di Napoli e la Russia 1777-1815. Fatti e teorie, «Cahiers internationaux d'Histoire EÂconomique et Sociale», XI, 1979, pp. 1-138; TEOBALDO FILESI, Un secolo di rapporti tra Napoli e Tripoli, 1734-1835, Napoli, Giannini, 1983; FRANCESCO GIANNETTO, La schiavituÁ nel rapporto tra le potenze barbaresche e il regno napoleonico, «Clio», XX, 1984, pp. 465-488; Stati Uniti e Napoli: rapporti consolari, 1796-1996, a cura di DANIEL SPIKES, Napoli, Filema, 1996. Per altre fonti e singoli diplomatici vedi la sezione DIPLOMAZIA nei capitoli relativi alle varie aree geo-politiche. 2. MANOSCRITTI E TESTI DI CONTEMPORANEI (ANTOLOGIE, DIARI, CRONACHE, LETTERE, MEMORIE , MANIFESTI , RISTAMPE ) Napoleone dalla Scuola militare alla Rivoluzione: i manoscritti Ashburnham 1873 della Biblioteca Mediceo-Laurenziana: con una nota su San Miniato e le origini dei Bonaparte, catalogo a cura di ALBERTO MARIA FORTUNA, con la collaborazione di PIER ANTONIO BORGHEGGIANI, Firenze, Mori, 1983; Napoleone in Italia 1795, 1796 e 1800. Il manoscritto ``Saluzzo 248'' della Biblioteca Reale di Torino e l'Opera grafica di Giuseppe Pietro Bagetti, Torino, B.L.U., 1997 (autore del ms. eÁ l'ufficiale francese Joseph-FrancËois-Marie de Martinel). Una selezione di testi controrivoluzionari, anche ottocenteschi, eÁ in Le dolci catene. Testi della controrivoluzione cattolica in Italia, a cura di VITTORIO EMANUELE GIUNTELLA, Roma, Istituto per la Storia del Risorgimento italiano, 1988 (Fonti, LXXV), con annesse note biografiche e bibliografiche. Fonti selezionate sono anche in EDOARÁ e assistenza in Lombardia DO BRESSAN , Poverta nell'etaÁ napoleonica, prefazione di GIORGIO RUMI, Bari, Cariplo-Laterza, 1985. Un interessante epistolario eÁ LUIGI CORTESI, Epistolario di Angelo Mai. Ripresa cronobiografica degli anni 1782-1819. Additamento all'edizione Gervasoni: lettere inedite fino al 1819, «Bergomum», LXXVII, 1983, n. 1-2, pp. 66-174. Per diari e carteggi relativi a singoli momenti e episodi nelle varie aree geografiche si rimanda alle pagine seguenti, ma vedi per il Veneto: VALENTINO ALBERTI, Il diario dell'oste: la Raccolta storica cronologica di Valentino Alberti (1796-1834), a cura di MAURIZIO ZANGARINI, Venezia, Giunta regionale del Veneto; Vicenza, Associazione veneta per la storia locale; Verona, Cierre, 1997. Per la Toscana ARCHIVIO DI STATO DI FIRENZE, Lettere a Giuseppe Pelli Bencivenni: 1747-1808, inventario e documenti a cura di MARIA AUGUSTA TIMPANARO MORELLI, Roma, s.e. (Spoleto, Panetto & Petrelli), 1976. L'etaÁ rivoluzionaria e napoleonica nel diario di Bernardino Vitoni 1789- Ð 475 Ð RENATA DE LORENZO 1811, a cura di NATALE RAUTY, Pistoia, SocietaÁ Pistoiese di Storia Patria, 1989. [Diario di un medico, esponente dell'alta borghesia di Pistoia, che ebbe incarichi nella pubblica amministrazione fino al 1810]; DANILO BARSANTI, I Cosi del Voglia: ascesa e decadenza di una famiglia nobile pisana attraverso l'Ordine di S. Stefano, con in Appendice il Memoriale (1765-1815) di GIOVANNI VINCENZO e le Lettere dalla Francia (1799-1800) del figlio PIETRO OSTAGGIO, presentazione di RODOLFO BERNARDINI , Pisa, ETS, 2001. Per lo Stato della Chiesa: ANGELO ANTONIO BITTARELLI, Gli avvenimenti dell'etaÁ napoleonica in alcuni diaristi del camerinese, in Cap. IV. CONÁ napoleonica nel VEGNI , 1972 TOLENTINO (L'eta maceratese...), «Studi maceratesi», VIII, 1974, pp. 500-544, ripubblicato con il titolo Caldarola tra giacobini e insorgenti. Dal diario Picca alla cronaca Barlesi, «Quaderni del bicentenario», II, 1996, pp. 139-159; SALVATORE TARTUFERI, Diario maceratese (1794-1817), a cura di MARCELLO SGATTONI, Macerata, Litotipo Sangiuseppe, 1979; ADRIANO SPINA, Diario sulla deportazione in Corsica del canonico di Albano G. Battista Loberti (1810-1814), «Italia francescana», LIX, 1984, pp. 479-563; MADDALENA PATRIZI-GONDI, Memorie di famiglia, 1796-1815, Roma, Nova AGEP, 1989; I diari dell'etaÁ giacobina. Le cronache di Pontelagoscuro di Antonio Dolcetti (17961801), a cura di ROBERTO BALZANI, Bologna, Analisi, 1993; Diario militare e politico dell'anno 1799 e 1802, opera ordinata da Maria Zanardi dei Duchi di Camerino, a cura di ROBERTO BALZANI , Bologna, Analisi, 1993; Diario dell'anni funesti di Roma: dall'anno 1773 al 1814, edizione critica a cura di M. TERESA BONADONNA RUSSO, presentazione di LUCIANO MERIGLIANO, Roma, Tip. del Senato, 1995. Per la storia di Modena l'ecclesiastico Rovatti fu attento cronista della sua epoca. La sua Cronaca, cui sono allegati numerosi documenti, formata da 32 volumi, relativi agli anni 1796-1818, ha dato luogo ad una serie di studi: Modena napoleonica nella Cronaca di Antonio Rovatti. L'albero della libertaÁ, 1796-1797, a cura di GIAN PAOLO BRIZZI, Modena, Fondazione Cassa di Risparmio di Modena, 1995 (vedi i contributi di GIORGIO MONTECCHI, Giornali modenesi tra Antico Regime ed etaÁ napoleonica, pp. 28-44; ALBANO BIONDI , Don Antonio Rovatti e la tradizione delle cronache modenesi, pp. 45-48; GIAN PAOLO BRIZZI, Antonio Rovatti e la Cronaca modenese, pp. 4963); Modena napoleonica nella Cronaca di Antonio Rovatti. Modena repubblicana, 1798-1799, a cura di GIAN PAOLO BRIZZI, ELENA CORRADINI, Modena, Fondazione Cassa di risparmio di Mo- dena, 1996; Modena napoleonica nella Cronaca di Antonio Rovatti. Dall'aquila imperiale al ritorno dei Francesi 1799-1801, a cura di GIAN PAOLO BRIZZI, Modena, Fondazione Cassa di Risparmio di Modena - Silvana Editoriale, 1997 (vedi i contributi ALBANO BIONDI, Don Valentino Contri: prete e giacobino, pp. 13-27; PIERO CROCIANI, La Cronaca Rovatti e le sue uniformi, pp. 49-64; ANGELO SPAGGIARI, Istituzioni modenesi dal 1796 al 1815, pp. 65-80; ANTONIO ROVATTI, Cronaca modenese, pp. 83-254); Indici della Cronaca modenese 1796-1801, a cura di GIAN PAOLO BRIZZI, Modena, Fondazione Cassa di Risparmio, 1997. Fra le lettere: WALTER MICHELANGELI, Lettere dei sacerdoti francesi emigrati a Fermo, 17921802, II, «Quaderni dell'Archivio storico Arcivescovile di Fermo», 1986, pp. 55-79; JULIE BILLIART <SANTA >, Lettere di santa Giulia Billiart, I: Luglio 1795 - ottobre 1807; II: Novembre 1807 giugno 1809; III: Agosto 1809 - dicembre 1811, s.l. s.e.; MARCELLIN JOSEPH BENOIÃT CHAMPAGNAT , Lettres de Marcellin J.B. Champagnat (1789-1840) fondateur de l'Institut des FreÁres maristes, Roma, Casa generalizia dei Fratelli maristi, 1985 - Opera in piuÁ volumi, II: ReÂpertoires, par freÁre RAYMOND BORNE et freÁre PAUL SESTER, Rome, Casa generalizia dei Fratelli maristi, 1987; EMANUELE PIGNI, L'autobiografia politica di Ferdinando Marescalchi nelle lettere a G.B. Costabili Containi, «Atti e Memorie della Deputazione Provinciale Ferrarese di Storia Patria», s. IV, XII, 1996, pp. 289-320. Per il Regno di Napoli: ANTONIO STASSANO, Memorie storiche del Regno: 1799-1821, introduzione, note e a cura di ANTONIO CESTARO, Venosa, Osanna, 1994, testo edito anche col titolo ID., Cronaca, memorie storiche del Regno di Napoli dal 1798 al 1821, a cura di ROBERTO MARINO e MARIO THEMELLY, Napoli, Istituto Italiano per gli Studi Filosofici, 1996; GIUSEPPE MARIA GALANTI , Memorie storiche del mio tempo e altri scritti di natura autobiografica, 1761-1806, a cura di AUGUSTO PLACANICA, Cava dei Tirreni, Di Mauro, 1996; GIUSEPPE DE LORENZO, Nel furore della reazione del 1799, a cura di BENEDETTO CROCE, Napoli, Colonnese, 19982; ID., Memorie, a cura di PAOLA RUSSO, Introduzione di ANNA MARIA RAO, Napoli, Istituto Italiano per gli Studi Filosofici-Vivarium, 1999; CARLO DE NICOLA, Diario napoletano: 1798-1825, introduzione di RENATA DE LORENZO, voll. 3, Napoli, Regina, 1999; GABRIELE ROSSETTI, Carteggi, voll. 5, Napoli, Loffredo, 1984-2001 [Il I (1809-1825), a cura di TOBIA R. TOSCANO, riflette la partecipazione del Rossetti alla vita politica del Mezzogiorno]. Ð 476 Ð Á NAPOLEONICA ( 1800-1815 ) L'ETA 3. SUSSIDI (MONETE, MEDAGLIE TIMBRI, CARTOGRAFIA) E a) Monete LIBERO MANCINI, Catalogo italiano della cartamoneta, 1746-1966, Bologna, Litosavena, 1976. Cfr. inoltre Cap. IV. CONVEGNI, 1978 ROMA (La politica monetaria...) e 1987 RONCIGLIONE (La Tuscia in etaÁ giacobina e napoleonica...), ed ancora GIUSEPPE FELLONI, Monetary changes and price in Italy in the Napoleonic Period, «The Journal of European Economic History», V, 1976, n. 2, pp. 379-390; MARCELLO MISUL, Le monete d'Italia. Catalogo delle monete emesse da governi provvisori, Sardegna, Regno, Repubblica, colonie, Albania, San Marino, Vaticano, Granducato di Toscana, Napoleone I Re d'Italia, Principato di Lucca e Piombino, Maria Luigia d'Austria, Repubblica napoletana, Giuseppe Napoleone, Pio IX, Firenze, La moneta, International Money, 1963; ANTONIO PAGANI, Monete italiane dall'invasione napoleonica ai giorni nostri, 1796-1980. Governi popolari, assedi, occupazioni, Napoleone, Stato pontificio, regno delle Due Sicilie, napoleonidi, restaurazioni dopo il Congresso di Vienna, moti per l'indipendenza, Regno d'Italia, colonie, Albania, repubblica di San Marino, Stato della CittaÁ del Vaticano, Repubblica Italiana, Somalia (A.F.I.S.). Catalogo contenente la descrizione di 5182 monete e con 1210 illustrazioni. Descrizioni, misure, titoli metallici, gradi di raritaÁ. 3ã ed. corr. ed aggiornata a cura di RENATO ROCCA, Milano, M. Ratto numismatica, 1982; CLELIO VARESI, Monete italiane contemporanee: dall'epoca della rivoluzione francese ai giorni nostri, Pavia, Varesi, 1983. In merito alle singole zone LUCIO FERRI, La monetazione in Piemonte durante l'occupazione napoleonica (1798-1814), «Rivista italiana di Numismatica e Scienze Affini», LXXXIII, 1981, pp. 215-232; GIOVANNI PESCE, GIUSEPPE FELLONI, Le monete genovesi: storia, arte ed economia nelle monete di Genova dal 1139 al 1814, Genova, Cassa di Risparmio di Genova e Imperia, 1975; La monetazione per Milano nel periodo napoleonico, Civiche raccolte numismatiche, Milano, Comune, Settore cultura e spettacolo, 1991; Le monete di Piombino: dagli etruschi ad Elisa Baciocchi, 1 agosto - 30 settembre 1987, Ospedaletto, Pacini, 1987; Granducato di Toscana; Medici Granduchi di Toscana 1531-1737; Lorena Granduchi di Toscana 1737-1859; Borbone Re di Etruria 18011807, Monete in argento e in oro e qualche medaglia, a cura di ATTILIO MANZONI, Milano, Edizioni Numismatiche Gima, 2001; SILVANA BALBI DE CARO, La monetazione pontificia nel secolo XIX (da Pio VII a Gregorio XVI), in SILVANA BALBI DE CARO - LUIGI LONDEI, Moneta pontificia, Roma, Quasar, 1984, pp. 137-237; GIOVANNI BOVI, Una moneta di Murat, «Bollettino del Circolo numismatico napoletano», LVI, 1971, pp. 11-16; ID., Le monete per i reali presidi, «Bollettino del Circolo numismatico napoletano», LVII, 1972, pp. 3-16; ID., Le monete napoletane del 1804, «Bollettino del Circolo numismatico napoletano», LVIII, 1973, pp. 21-41; MICHELE PANNUTI, Un esame di saggiatore nella Zecca (1813), ivi, pp. 55-63; ID., Le monete di Ferdinando IV di Borbone dal 1805 illustrate da documenti inediti e ID., Il rame repubblicano del 1799 e quello di Ferdinando IV (1796-1803) illustrate da documenti inediti, «Bollettino del Circolo numismatico napoletano», LXVIII-LXXI, 1983-1986, pp. 33-38 e 3848; La monetazione napoletana da Carlo a Francesco II di Borbone (1734-1860), 23 aprile - 4 maggio 1975, Napoli, Museo Gaetano Filangieri, 1975, Catalogo della Mostra tenuta a Napoli; ROMUALDO GIUFFRIDA , La politica monetaria dei Borbone in Sicilia (1795-1860), Palermo, Cassa di Risparmio V.E. per le province siciliane, 1974. b) Medaglie e Timbri Vedi Cap. IV. CONVEGNI, 1971 MODENA (Mostra di medaglie napoleoniche...). MARIO PIZZUTI, Le prime medaglie italiane al valore militare: 1793-1815, s.l. s.e., 1983, contiene anche ripr. dell'ed.: Regolamento per il distintivo d'onore da sua maestaÁ stabilito per li bass'uffiziali e soldati delle regie truppe, e una raccolta di documenti. Per singole aree: ROSSELLA PERA, Le medaglie napoleoniche delle collezioni civiche genovesi, «Atti della SocietaÁ ligure di Storia Patria», n.s., XXXVII, 1997, n. 2, pp. 331-366; GIGLIOLA DE MARTINI, Medaglie e gettoni di etaÁ francese e napoleonica nelle collezioni dei Civici Musei pavesi, «Bollettino della SocietaÁ pavese di Storia Patria», a. XCIII, 1993, n.s., vol. XLV, pp. 333-346; Da Napoleone al Fabris: medaglie dei Civici musei di Udine, a cura di MAURIZIO BUORA, con la collaborazione di MASSIMO LAVARONE , Udine, ER, 1997; GIORGIO MAGLIAVACCA , I timbri napoleonici dei dipartimenti italiani, Milano, Magliavacca, 1977. c) Cartografia FULVIO FULVI, I principali geografi italiani della prima metaÁ dell'Ottocento, «Universo», LXV, 1985, pp. 278-287; Cartografia e istituzioni in etaÁ moderna, Atti del Convegno, Genova, Imperia, Ð 477 Ð RENATA DE LORENZO Albenga, Savona, La Spezia, 3-8 novembre 1986, 2 voll., «Atti della SocietaÁ ligure di storia patria», n.s., XXVII, 1987; ANNE GODLEWSKA, Dresser la cartographie napoleÂonienne de l'Italie: comment et pourquoi?, «Annales Historiques de la ReÂvolution FrancËaise», n. 320, avril-juin 2000, pp. 197-204. Per i problemi di carattere generale legati alla guerra e alle divisioni amministrative EUGENIO LO SARDO, I problemi della divisione territoriale in epoca napoleonica e gli sviluppi della cartografia. La carte geÂneÂrale du theÂaÃtre de la guerre en Italie del Bacler d'Albe, «Rassegna degli Archivi di Stato», XLII, 1982, pp. 110120. Sulla produzione e il mercato di atlanti VLADIMIRO VALERIO, Mercato e cultura nella produzione di atlanti in Italia tra il XVIII e il XIX secolo, «Universo», LXX, 1990, pp. 298-353. Per le singole aree geopolitiche: FRANCESCO BARRERA, La cartografia del Piemonte tra rivoluzione francese e Congresso di Vienna, Torino, Camera di commercio industria artigianato e agricoltura, SocietaÁ degli ingegneri e degli architetti, 1989; ARCHIVIO DI STATO DI MILANO, L'immagine interessata: territorio e cartografia in Lombardia tra '500 e '800, Milano, Archivio di Stato, 1984; SILVINO SALGARO, Napoleone e lo sviluppo della cartografia: alcune considerazioni a margine del bicentenario della battaglia di Arcole, in Cap. IV. CONVEGNI, 1996 ARCOLE (La provincia veronese... pp. 77-111); La cartografia militare dei territori del Veneto, del Friuli-Venezia Giulia, dell'Istria e della Dalmazia in etaÁ napoleonica, a cura di FRANCESCO FRASCA, Udine, Arti grafiche friulane, 1996; Documenti cartografici nelle biblioteche e negli archivi privati e pubblici della Toscana, Firenze, Leo S. Olschki, 1987; ARCHIVIO DI STATO DI FIRENZE , I fondi cartografici dell'Archivio di Stato di Firenze, Firenze, Leo S. Olschki, 1987; Mostra storico-documentaria Il territorio rappresentato: temi e problemi della cartografia nelle collezioni pubbliche parmensi, sec. XIV-XIX, Parma, Biblioteca Palatina, 20-29 settembre 1979, a cura di MARZIO DALL'ACQUA, VARO A. VECCHIARELLI, s.l. s.e. (Parma, La nazionale), 1979; Il territorio pistoiese e i Lorena tra '700 e '800. ViabilitaÁ e bonifiche. Repertorio documentario, cartografico e bibliografico, Pistoia, Amministrazione provinciale, 1987. Si vedano inoltre Cartografia generale del Mezzogiorno e della Sicilia, scritti di ROBERTO ALMAGIAÁ , ERNESTO PONTIERI, ROSARIO LA DUCA , a cura di ERNESTO MAZZETTI, Napoli, ESI, 1972; VLADIMIRO VALERIO, Contributo alla storia della carta d'Italia e della Sicilia. Una inedita sintesi cartografica tra il XVIII e il XIX secolo, «Universo», LXIII, 1983, pp. 105-126; Fonti cartografiche nell'Archivio di Stato di Napoli, sala Filangieri, 3 luglio - 10 ottobre 1987, Catalogo della Mostra; Cartografia napoletana dal 1781 al 1889: il Regno, Napoli, la Terra di Bari, a cura di GIANCARLO ALISIO, VLADIMIRO VALERIO, Napoli, Prismi, 1983, Catalogo della Mostra tenuta a Napoli nel 1983; Il disegno del territorio: istituzioni e cartografia in Basilicata, 1500-1800, Catalogo della Mostra organizzata dall'Archivio di Stato di Potenza e dalla Deputazione di storia patria per la Lucania, a cura di GREGORIO ANGELICI, Roma, Bari, 1988; VLADIMIRO VALERIO, SocietaÁ, uomini e istituzioni cartografiche nel Mezzogiorno d'Italia, Firenze, Istituto geografico militare, 1993; Cartografia e territorio in Capitanata dal XVI al XIX secolo: mostra documentaria, a cura di GIACOMA DESIMIO, VIVIANO IAZZETTI, MARIA CAROLINA NARDELLA, MARIA ROSARIA TRITTO, Foggia, Bastogi, 1993; ARCHIVIO DI STATO DI FOGGIA, Cartografia e territorio in Capitanata dal XVI al XIX secolo, a cura di GIACOMA DESIMIO... [et al.], appendice di PASQUALE DI CICCO, Foggia, Bastogi, 1993. Sulla nascita della moderna cartografia nel Settecento a Napoli durante il regno di Ferdinando IV con l'Atlante Geografico di Giovanni Antonio Rizzi Zannoni e sui successivi sviluppi GIOVANNI BRANCACCIO, La cartografia napoletana dal riformismo illuminato all'unitaÁ, «Archivio storico per le province napoletane», a. C., s. III, 1982, vol. XXI, pp. 315-334; ID., Conoscenze geografiche e cartografiche, in Storia del Mezzogiorno, voll. 15, Roma, Edizioni del Sole, 1986-1991, X, pp. 495-571; ID., Fra descrizione e raffigurazione grafica: il Mezzogiorno d'Italia nella geografia storica, Napoli, s.e., 1990; ID., Geografia, cartografia e storia nel Mezzogiorno, Napoli, Guida, 1991, ID., Il governo del territorio nel Mezzogiorno moderno, Lanciano, Itinerari, 1996. Sulla cittaÁ di Napoli vedi Cap. IV. CONVEGNI, 1990-1991, NAPOLI . Sul Mezzogiorno continentale e insulare vedi Le mappe della storia. Proposte per una cartografia del Mezzogiorno e della Sicilia in etaÁ moderna, a cura di GIUSEPPE GIARRIZZO e ENRICO IACHELLO , Milano, Franco Angeli, 2002 (i contributi di SIMONA LAUDANI, Le carte del principe, pp. 51-60; ENRICO IACHELLO, La geografia politico-amministrativa della Sicilia nella prima metaÁ dell'Ottocento, pp. 71-84; ANGELANTONIO SPAGNOLETTI, La costruzione di un nuovo spazio amministrativo: il Mezzogiorno continentale tra 1799 e 1816, pp. 91-98; BIAGIO SALVEMINI e ANNASTELLA CARRINO, Il territorio flessibile. Flussi mercantili e spazi meridionali nel Settecento e nel primo Ottocento, pp. 99-122). Ð 478 Ð Á NAPOLEONICA ( 1800-1815 ) L'ETA duzione di GIUSEPPE GIARRIZZO, Catania, Sanfilippo, 1998. Sulla cartografia militare La cartografia militare dei territori del Veneto, del Friuli-Venezia Giulia, dell'Istria e della Dalmazia in etaÁ napoleonica, a cura di FRANCESCO FRASCA , Tavagnacco, Arti grafiche friulane, 1996. Per la Sicilia LILIANE DUFOUR, Atlante storico della Sicilia: le cittaÁ costiere nella cartografia manoscritta 1500-1823, presentazione di CESARE DE SETA, introduzione storica di MASSIMO GANCI , Palermo [etc.], Lombardi, 1992; Imago Siciliae: cartografia storica della Sicilia 1420-1860, a cura di LILIANE DUFOUR e ANTONIO LA GUMINA, intro- II BIBLIOGRAFIE E RASSEGNE BIBLIOGRAFICHE. STORIOGRAFIA 1. BIBLIOGRAFIE E RASSEGNE BIBLIOGRAFICHE L'incremento degli studi sullo stimolo del bicentenario della rivoluzione francese ha dato luogo ad una serie di bibliografie e lavori di sintesi francesi, che coinvolgono anche il mondo italiano, tra i quali: ALFRED FIERRO, Bibliographie analytique des biographies collectives imprimeÂes de la France contemporaine (1789-1985), preÂface de MICHEL FLEURY, Paris, Champion, 1986; Histoire ed dictionnaire de la ReÂvolution francËaise: 17891799, par JEAN TULARD, JEAN-FRANCËOIS FAYARD, ALFRED FIERRO, Paris, Laffont, 1987; Les Colloques du Bicentenaire. ReÂpertoire des rencontres scientifiques nationales et internationales, preÂsente par MICHEL VOVELLE, avec la collaboration de DANIEÁLE LE MONNIER, Paris, La DeÂcouverte, Institut d'histoire de la ReÂvolution francËaise, SocieÂte des eÂtudes robespierristes, 1991; RONALD J. CALDWELL, The era of Napoleon: a bibliography of the history of western civilization, 1799-1815, New York [ecc.], Garland, 1991; JEAN TULARD, avec la collaboration de JACQUES GARNIER, ALFRED FIERRO et CHARLES D 'HUART , Nouvelle bibliographie critique des MeÂmoires sur l'eÂpoque napoleÂonienne, eÂcrits ou traduits en francËais, GeneÁve, Droz, nouv. eÂd. revue et enrichie, 1991; ALFRED FIERRO, Les francËais vus par eux-me Ãmes: le Consulat et l'Empire, anthologie des meÂmorialistes du Consulat et de l'Empire, Paris, Laffont, 1998. Per l'Italia da segnalare «Quaderni del Bicentenario», ma vedi anche M. CHIRONI SIMI, Recenti contributi italiani alla storia della Rivoluzione Francese, «Ricerche storiche», XXVI, 1996, n. 2, pp. 407-416. La Bibliografia storica nazionale, Roma-Bari, Laterza, pubblicata dalla Giunta Centrale per gli Studi Storici, offre il quadro della pubblicazione di monografie e la selezione di importanti riviste. Nell'ambito delle celebrazioni del bicentenario si collocano L'Italia rivoluzionaria e napoleonica nelle raccolte della Biblioteca del Senato, Catalogo della Mostra, Roma, s.e. (Eredi dott. G. Bardi), 1990; I Periodici di ancien reÂgime e del periodo rivoluzionario nelle biblioteche italiane, a cura di PAOLA URBANI e ALFREDO DONATO, Roma, s.e. (Gaeta, Il geroglifico), 1992. Con un piuÁ preciso ambito tematico sono FelicitaÁ pubblica e dottrine economiche in Italia fra XVIII e XIX secolo: le raccolte della Fondazione Feltrinelli, a cura di DAVID BIDUSSA, Milano, Fondazione Feltrinelli, 1997. Per le biografie vedi Dictionnaire NapoleÂon, diretto da JEAN TULARD, Paris, Fayard, 1987; Dizionario biografico degli Italiani, Roma, Istituto dell'Enciclopedia italiana, 1960-2002, finora giunto al vol. LIX (Graziani-Grossi Gondi), 2002, che eÁ tappa obbligata e scontata per tutti i successivi riferimenti ai personaggi citati. Indispensabile la consultazione di riviste specializzate. Molti contributi sull'Italia sono nella «Revue des eÂtudes napoleÂoniennes» e in «Annales historiques de la ReÂvolution francËaise». Di carattere piuÁ documentario che storiografico eÁ la «Revue des amis du MuseÂe du MareÂchal Murat», Roi de Naples, espressione dell'Associazione Amis du MuseÂe Murat, omonima, creata nel 1957. Il «Bollettino italiano di studi napoleonici», Portoferraio, Centro nazionale di studi napoleonici e di storia dell'Elba, dal 1962 rinominato «Rivista italiana di studi napoleonici» (non esce negli anni 1976-1977), eÁ da consultare interamente per qualsiasi ricerca, data la vastitaÁ degli interessi coperti, con frequenti numeri monografici. In questa bibliografia non si citano tutti i contributi, ma solo quelli rispondenti ai criteri di selezione. L'indice della rivista eÁ disponibile sul sito del Centro che patrocina la pubblicazione. Fondamentale anche la piuÁ recente «Rivista napoleonica», per la sensibilitaÁ al linguaggio del web, con l'indicazione, fin dal primo numero (1-2, Alessandria, Edizioni dell'Orso, 2000), di indirizzi e siti di istituzioni e centri che si interessano di storia napoleonica a livello internazionale; l'interroga- Ð 479 Ð RENATA DE LORENZO zione e la navigazione fra questi indirizzi consente l'accesso a biblioteche specializzate, nonche di conoscere iniziative in corso, di partecipare a gruppi di discussione. Si segnala tra i siti piuÁ esaustivi, sensibili anche ad una divulgazione di massa della storiografia napoleonica, oltre che specialistica: <http://www.napoleon.org.> Da controllare le riviste delle Accademie, delle Deputazioni e SocietaÁ di Storia Patria, soprattutto per le ricerche a carattere locale (cfr. Pubblicazioni delle Accademie e degli Istituti culturali, «Accademie e biblioteche d'Italia», LXI, 1993, n. 2, pp. 40-60); il «Bollettino del Museo del Risorgimento» e le pubblicazioni di organi interessati alla storia del Risorgimento, tra cui principalmente la «Rassegna storica del Risorgimento», edita dall'Istituto per la Storia del Risorgimento italiano, e la rivista «Il Risorgimento». Le riviste provvedono periodicamente a pubblicare indici delle proprie annate, con aggiornate bibliografie, spesso molto ampie (ad es. gli Indici ragionati della «Rassegna storica del Risorgimento»; Bibliografia, «Rivista di Storia della Chiesa in Italia», XLII, 1988, pp. 260-348; Bibliografia historiae pontificiae, «Archivum historiae pontificiae», XXV, 1987, pp. 461-736; XXVI, 1988, pp. 457-725), relative ai propri interessi prevalenti. Siti di istituzioni universitarie e/o culturali, come <http://www.istitutodatini.it>, forniscono gli indici di molte riviste, con annessi utili links. Aggiornamenti bibliografici e storiografici sono variamente disponibili su tematiche circoscritte. Sul federalismo RICCARDO MARENA - ALBERTO BUTTERI - VITO CONSOLE, Bibliografia del federalismo europeo, Bibliography of European federalism: 1776-1984, Milano, Angeli, 1997. Per il mondo militare vedi Napoleonic military history: a bibliography, edited by DONALD D. HORWARD, New York-London, 1986; Bibliografia italiana di storia e studi militari 1960-1984, Centro universitario di studi e ricerche storico-militari, Istituto di elaborazione dell'informazione del CNR, Pisa, Milano, Angeli, 1987. Per gli aspetti culturali CARLO CORDIEÂ, Quinto contributo bibliografico sul gruppo di Coppet (Scritti di Madame de StaeÈl, Sismondi, B. Constant e Ch. V. de Bonstatten apparsi in Italia e in lingua italiana dal 1803 al 1972), «Archivio della Scuola normale Superiore di Pisa», s. III, VI, 1976, pp. 1017-1050. Per le insorgenze FRANCESCO MARIO AGNOLI, Guida introduttiva alle insorgenze contro-rivoluzionarie in Italia durante il dominio napoleonico 1796-1815, Pessano, Mimep-Docete, 1996; Guida bibliografica dell'insorgenza in Lombardia (1796-1814), a cura di CHIARA BARBESINO, PAOLO MARTINUCCI, OSCAR SANGUINETTI, Milano, Isin, 1999. Per la storia della Chiesa SIMONE BONECHI, Chiesa e societaÁ nell'Italia napoleonica. Rassegna di studi recenti (1989-1996) e proposte di ricerca, «Cristianesimo nella Storia», XIX, 1998, pp. 297-332. Per la storia giuridica MARIA TERESA NAPOLI, La cultura giuridica europea in Italia: repertorio delle opere tradotte nel secolo XIX, 3 voll., Napoli, Jovene, 1986-1987; PAOLO ALVAZZI DEL FRATE, Riforme giudiziarie e rivoluzione francese. Nota bibliografica sulla piuÁ recente storiografia, «Rivista di storia del diritto italiano», LXIII, 1990, pp. 459-469. Per singole aree geopolitiche recenti rassegne, di carattere bibliografico e storiografico, sono state pubblicate nel «Bollettino del diciannovesimo secolo» e su riviste specializzate: SILVANO MONTALDO, Studi recenti sul Piemonte nell'Ottocento, «Bollettino del diciannovesimo secolo», 1994, n. 3, pp. 97-102; GIUSEPPINA FOIS e FRANCESCO SODDU, La Sardegna nella storiografia dell'ultimo decennio, «Bollettino del diciannovesimo secolo», 1994, n. 2, pp. 83-89; Bibliografia storica lombarda 1995, «Storia in Lombardia», XVII, 1998, n. 2-3, pp. 219-286; Fonti per la bibliografia trentina, a cura di GIANMARIO BALDI, Trento, Gruppo culturale Civis, 1987; Bibliografia trentina, Sezione 1, Aspetti economici e sociali, a cura di GAURO COPPOLA, Trento, SocietaÁ di studi trentini di scienze storiche, 1992; DANIELA RANDO, Renzo Tommasi. Bibliografia dell'emigrazione trentina: 1793-1994, Trento, Giunta della Provincia autonoma di Trento, 1999. Ampia bibliografia sul Trentino eÁ anche in HANS VON VOLTELLINI, Le circoscrizioni giudiziarie del Trentino fino al 1803, a cura di EMANUELE CURZEL, Provincia autonoma di Trento, Servizio beni librari e archivistici, 1999, traduzione dell'opera Das Welsche SuÈdtirol. Sonderabdruck aus den ErlauÈterungen zum Historischen Atlas der Osterreichischen AlpenlaÈnder, Wien, 1918; FRANCESCO INGHIRAMI, Bibliografia storica della Toscana, Bologna, Li Causi, 1983, 2 voll., da Storia della Toscana. Ripr. facs. dell'ed. Fiesole, Poligrafica fiesolana, 1843; SERGIO CAMERANI, La Toscana nel periodo francese. Avviamento bibliografico, «Rassegna storica toscana», XVIII, 1972, pp. 133-154. La «Rassegna storica toscana» periodicamente pubblica una Rassegna di pubblicazioni sulla storia toscana dal 1737 al 1925. Vedi ancora I mille anni di Palazzolo. Elenco di libri, opuscoli, e articoli periodici riguardanti la storia locale dal 1805 al 1982, a cura di FRANCESCO GHIDOTTI , «M. Palazzolo», XXI, 1983, pp. 5-43; EMANUELE PAGANO, Marche e Stato pontificio nell'Italia franco-napoleonica (1796-1815), Rassegna bibliografica, «Quaderni del Bicentena- Ð 480 Ð Á NAPOLEONICA ( 1800-1815 ) L'ETA rio», I, 1995, pp. 149-158; Bollettino bibliografico per la storia del Mezzogiorno d'Italia, 1961-1970, a cura di GUIDO D'AGOSTINO, Napoli, SocietaÁ napoletana di storia patria (Arte tipografica), 1979; Bollettino bibliografico per la storia del Mezzogiorno d'Italia (1971-1980), 2 voll., a cura di LAURA CAPOBIANCO e GUIDO D'AGOSTINO, SocietaÁ Napoletana di Storia Patria (Arte tipografica), 1991; PAOLO MUZI, L'Abruzzo nella storiografia dell'ultimo decennio, «Bollettino del diciannovesimo secolo», 1994, n. 2, pp. 89-94; NICOLA ANTONACCI, La Puglia nella storiografia dell'ultimo decennio, «Bollettino del diciannovesimo secolo», 1995, n. 4, pp. 99-105; RAFFAELE LAMACCHIA, Bibliografia storica essenziale della Basilicata, «Bollettino storico della Basilicata», III, 1987, pp. 169-188; GIUSEPPE GIOVANNI MONACO, Le fonti bibliografiche tematiche sulla Basilicata, «Bollettino storico della Basilicata», IV, 1988, pp. 169288; TOMMASO PEDIO, La storiografia della Basilicata fra l'etaÁ delle riforme e il Risorgimento, «Studi storici meridionali», XIV, 1994, pp. 255-314; ADELE DE CARIDI JACONA, Bibliografia del Settecento e Ottocento calabrese, Roma-Reggio Calabria, Casa del libro, 1981. Per la Sicilia NINO RECUPERO, Studi recenti sulla Sicilia dell'Ottocento, «Bollettino del diciannovesimo secolo», 1996, n. 5, pp. 115-117. Per la storia urbana Dieci anni di storia delle cittaÁ: bibliografia 1983-1992, a cura di ENRICO ANGIOLINI....[et al.], elaborazione dati e standardizzazione STEFANO TRAVASONI, Casalecchio di Reno, Grafis, 1993. La ricerca eÁ estremamente facilitata dai mezzi telematici, grazie alle risorse bibliografiche in Internet e motori di ricerca sui libri in circolazione (Alice, Amazon...). I grandi cataloghi di biblioteche italiane o straniere sono oggi interrogabili attraverso il collegamento via web agli OPAC o ai MetaOPAC. Si segnalano alcuni OPAC e Me- taOPAC che contengono o cataloghi di biblioteche con un enorme numero di collezioni librarie (es. Library of Congress), o cataloghi collettivi di piuÁ biblioteche (es. Indice SBN). Il catalogo collettivo delle biblioteche italiane aderenti al Servizio Bibliotecario Nazionale eÁ interrogabile all'indirizzo <http://opac.sbn.it> e consente di consultare la piuÁ grande base-dati italiana e soprattutto la piuÁ eterogenea sul piano disciplinare. Dopo SBN l'altro grande sistema catalografico italiano eÁ ALEPH (Automated Library Expandable Program), presente in modo prevalente nei sistemi di ateneo. Una lista delle biblioteche interrogabili eÁ stata fatta dall'UniversitaÁ di Genova all'indirizzo <http://www.sba.unige.it/alephitaliani.html.>. Per concludere il panorama italiano, si deve ricordare il MAI, sigla di MetaOPAC Azalai Italiano <http://www.aib.it/aib/opac/ mai.htm>, dove eÁ possibile un'interrogazione cumulativa e simultanea di tutti i cataloghi italiani disponibili in Internet.1 Il controllo sui titoli dei periodici presenti nelle biblioteche italiane si puoÁ fare nell'Archivio Collettivo Nazionale dei Periodici (ACNP) <http://www.cib.unibo.it/acnp>, un progetto curato dall'UniversitaÁ di Bologna insieme all'Istituto di Studi sulla Ricerca e Documentazione Scientifica (ISRDS) del CNR.2 Tra le biblioteche straniere raggiungibili dal web in Europa si segnalano il catalogo della British Library, all'indirizzo <http://blpc.bl.uk>, e il Catalogue collectif de France < http://www.ccfr.bnf.fr>, liberamente accessibile. I due archivi francesi Opale e Opaline sono riuniti in questo OPAC, insieme ai cataloghi municipali e a quelli universitari, permettendo la localizzazione, ad oggi, di oltre 14 milioni di documenti. Facilmente accessibili sono ormai la maggior parte delle biblioteche di area tedesca, spagnola e di altri paesi europei. Della Library of Congress 3 americana <http:// 1 Si deve precisare che le risposte date da questo sistema sono relative ai singoli OPAC attivi al momento della richiesta, ossia riconosciuti dal MAI e funzionanti nel momento di quella interrogazione. Tale puntualizzazione ci serve a chiarire la difformitaÁ di risultati nelle pagine di risposta, che ± a seconda delle fasce orarie ± potraÁ calcolare effettivamente solo alcuni cataloghi e non tutti quelli potenzialmente presenti nell'archivio del MAI. 2 L'archivio viene costantemente aggiornato dalle biblioteche partecipanti al progetto. La richiesta puo Á essere effettuata attraverso un form molto semplice che fornisce indicazioni sulla testata del periodico e delle biblioteche che lo possiedono. In taluni casi i periodici sono stati schedati analiticamente ed eÁ possibile rintracciare i titoli degli articoli contenuti e anche gli abstracts. 3 La Biblioteca, che si trova a Washington, acquisisce tutti i documenti utili al Congresso degli Stati Uniti per svolgere le sue funzioni. EÁ quindi ricca di materiale riguardante la vita e la storia americana, ma in realtaÁ si pone l'obiettivo di documentare tutto il sapere umano. Dalla fine dell'Ottocento eÁ la sede di raccolta di cioÁ che viene pubblicato negli USA, anche se la Biblioteca effettua una rigorosa politica di scarti rispetto agli esemplari d'obbligo. Ð 481 Ð RENATA DE LORENZO lcweb.loc.gov>, la piuÁ grande del mondo, eÁ possibile interrogare il catalogo sul sito <http://catalog.loc.gov.>. Si segnala inoltre il MetaOPAC curato dall'UniversitaÁ di Karlsruhe <http:// www.ubka.uni-karlsruhe.de/hylib/en/kvk.html>, che offre la possibilitaÁ di interrogare contemporaneamente e in pochissimi secondi i maggiori OPAC collettivi europei e americani, oltre che i cataloghi commerciali delle piuÁ grandi catene distributive librarie on-line. Tutti questi cataloghi hanno caratteristiche simili, ma non esattamente sovrapponibili, per cui vanno attentamente valutate ± attraverso le pagine di aiuto e di FAQ, ossia di domande piuÁ frequenti poste dagli utenti ai responsabili degli OPAC ± le modalitaÁ di recupero dell'informazione tipiche di ciascun archivio. Conoscere i criteri di indicizzazione delle informazioni, cosõÁ come l'uso degli operatori logici che sono alla base del linguaggio di questi Meta Motori, daÁ la garanzia di una ricerca piuÁ efficace e corretta. Dal sito dell'Associazione Italiana Biblioteche (AIB) <http://www.aib.it> eÁ possibile ricavare le informazioni che consentono poi di arrivare a consultare i cataloghi e le bibliografie accessibili dal web.4 2. STORIOGRAFIA Bilanci storiografici sono spesso negli interventi introduttivi dei convegni citati nel Cap. IV, nonche al centro di interi convegni come 1989 VENEZIA (L'eredita Á dell'Ottantanove e l'Italia...). Sul bicentenario LUIGI DI STADIO, Il Bicentenario della Rivoluzione francese in Italia. Alcuni spunti critici, «Rivista italiana di studi napoleonici», XXXII, 1999, n. 1, pp. 137-152. Per l'impatto delle riforme francesi sui sistemi sociali degli altri paesi europei, CHARLES ESDAILE, The Napoleonic Period: Some Thoughts on Recent Historiography, «European History Quaterly», 1993, n. 3, pp. 415-432. La produzione italiana, vista da una prospettiva francese, eÁ in FERDINAND BOYER, Le Bicentenaire et les eÂtudes napoleÂoniennes en Italie, «Revue de l'Institut NapoleÂon», octobre 1970, n. 117, pp. 149-152; ID., Les Etudes napoleÂoniennes en Italie, «Revue de l'Institut NapoleÂon», juilletseptembre 1972, n. 124, pp. 123-125. Si veda inoltre PASQUALE VILLANI, Dal 1748 al 1815, in La storiografia italiana negli ultimi vent'anni, 2 voll., Milano, Marzorati, 1970, I, pp. 585-622; IVAN TOGNARINI, Giacobinismo, Rivoluzione, Risorgimento. Una messa a punto storiografica, Firenze, La Nuova Italia, 1977. PASQUALE VILLANI, Premessa alle ricerche (pp. 7-11) e CARLO CAPRA, Nobili, notabili, eÂlites: dal «modello francese» al caso italiano (pp. 12-42), introducono «Quaderni storici», XXXVII, 1978, che rappresenta un punto di riferimento di una serie di ricerche successive su fisionomie di singoli funzionari, notabili, personaggi di rilievo del periodo, indagini tuttavia rimaste piuttosto frammentarie rispetto alle attese suggerite da questo numero monografico della rivista. PASQUALE VILLANI , L'eta Á rivoluzionaria e napoleonica, in La storiografia italiana degli ultimi vent'anni, relazioni presentate al convegno di Arezzo, 1986, a cura di LUIGI DE ROSA, II, EtaÁ moderna, Roma-Bari, Laterza, 1989, pp. 163-208; ID., SocietaÁ rurale e ceti dirigenti, XVIII-XX secolo. Pagine di storia e storiografia, Napoli, Morano, 1989 (in particolare Le campagne del Mezzogiorno tra Sette e Ottocento, pp. 31-51, e L'etaÁ rivoluzionaria e napoleonica in Italia, pp. 52-108, giaÁ pubblicato in La storiografia italiana negli ultimi vent'anni, cit.); ANNA MARIA RAO, Pouvoir local et ReÂvolution dans l'Italie jacobine et napoleÂonienne, in Pouvoir local et ReÂvolution. La frontieÁre inteÂrieure, Colloque international, Rennes, 28 septembre-1 octobre 1993, sous la direction de ROGER DUPUY , Rennes, Presses universitaires de Rennes, 1995, pp. 495-507; RENATA DE LORENZO, Dalla scoperta della politica al tempo della politica, la dimensione italiana in etaÁ napoleonica, «Rassegna storica del Risorgimento», LXXXVII, 2000, pp. 335-356; ANDREA POMELLA, Cantieri della storiografia napoleonica, «Rivista italiana di studi napoleonici», XXXIII, 2000, n. 1, pp. 115-122. A commento dell'omonimo convegno vedi MARIA ANTONIETTA DE CRISTOFARO, L'etaÁ rivoluzionaria e napoleonica in Lombardia, nel Veneto e nel Mezzogiorno (1796-1815): un'analisi comparata, «Bollettino storico della Basilicata», XII, 1996, pp. 137-158. Tra bibliografia e storiografia sono alcuni saggi di riflessione sul lavoro di storici che hanno dato molto spazio nella loro produzione all'etaÁ napoleonica: SIMONE CASINI, Un'utopia nella storia: Carlo Botta e la Storia d'Italia dal 1789 al 1814, Roma, Bulzoni, 1999; ANGELA MINICUCCI, Uno storico calabrese dell'etaÁ napoleonica. Cesare Minicucci, «Rivista italiana di studi napoleonici», IX, 4 F. METITIERI -R. RIDI , Biblioteche in rete. Istruzioni per l'uso, Roma-Bari, Laterza, 2002 (Tali indicazioni sono fornite dalla dott. Francesca Russo, bibliotecaria presso la SocietaÁ Napoletana di Storia Patria). Ð 482 Ð Á NAPOLEONICA ( 1800-1815 ) L'ETA 1970, pp. 48-60; MICHEL RIQUET, Un jeÂsuite franc-macËon, historien du jacobinisme: le peÁre Augustin Barruel (1741-1820), «Archivum Historicum Societatis Jesus», XLIII, 1974, pp. 157175; MICHEL RIQUET, de Barruel: un JeÂsuite face aux Jacobins francs-macËons: 1741-1820, Paris, Beauchesne, 1989. Su Carlo Zaghi: PAOLO FRASCANI, Carlo Zaghi e il suo libro su Napoleone e l`Europa, «Rivista italiana di studi napoleonici», IX, 1970, pp. 40-47; GIORGIO VACCARINO, I problemi dell'unitarismo cisalpino nell'interpretazione di Carlo Zaghi, «Rivista storica italiana», CV, 1993, pp. 782-793 ed il Convegno Italia giacobina e napoleonica. Giornate di studio per i 90 anni di Carlo Zaghi, Napoli, 9-10 novembre 2000 i cui atti sono in corso di pubblicazione, nonche la ristampa di CARLO ZAGHI, Napoleone e l'Italia, a cura di ALDO DI BIASIO, Premessa di LUIGI MASCILLI MIGLIORINI , Napoli, La CittaÁ del sole, 2001. Su Guglielmo Ferrero LORELLA CEDRONI, I tempi e le opere di Guglielmo Ferrero: saggio di bibliografia internazionale, prefazione di PAOLO UNGARI, nota introduttiva di LEO FERRERO RADIOSA , Napoli, ESI, 1993; TOMMASO EDOARDO FROSINI, Appunti su Ferrero e la sovranitaÁ, «Nuovi studi politici», XXIII, 1993, n. 2, pp. 39-46; GENNARO MARIA BARBUTO, Rivoluzione francese e Napoleone nella ``Trilogia'' di Guglielmo Ferrero. ``Grande paura'' e origini del totalitarismo, «Rivista italiana di studi napoleonici», XXXII, 1999, n. 1, pp. 41-68. Ad uno degli storici piuÁ noti sull'etaÁ napoleonica eÁ dedicato il numero monografico di «Dimensioni e problemi della ricerca storica», n. 2, 2000, La vocazione di uno storico. In memoria di Vittorio Emanuele Giuntella (contiene MARINA CAFFIERO, Presentazione, pp. 49-50; ALBERTO MONTICONE, La vocazione dello storico, pp. 5154; PIETRO SCOPPOLA, Dall'integralismo alla libertaÁ di coscienza, pp. 55-61; GUIDO VERUCCI, Cattolici liberali e cattolici democratici fra Settecento e Ottocento, pp. 63-72; PIETRO STELLA, Pauperismo e marginalitaÁ nella storiografia recente. Appunti in margine ai contributi di Vittorio Emanuele Giuntella, pp. 73-79; MARINA CAFFIERO, Roma nel Settecento tra politica e religione. Dibattito storiografico e nuovi approcci, pp. 81-100; MARIO TOSTI, La proposta di un Concilio ecumenico alla fine del Settecento, pp. 101-117; LUTZ KLINKHAMMER, Il nazismo e i lager nell'interpretazione storiografica di Vittorio Emanuele Giuntella, pp. 119-129; ENZO COLLOTTI, Vittorio Emanuele Giuntella testimone e storico della guerra, pp. 131-135; LUIGI CAJANI, Vittorio Emanuele Giuntella da testimone a storico dell'internamento, pp. 137-147; SILVIA BORDINI, La cittaÁ tra storia e arte, pp. 149-152; CARLO BORDINI, Gli studi di Vittorio Emanuele Giuntella sulla donna nel Settecento, pp. 153156; VITTORIO EMANUELE GIUNTELLA, Il Risorgimento come problema religioso, pp. 157-171; ID., Addio alla ``Sapienza''. Un cammino ``verso la luce'', pp. 173-179; ID., La biblioteca del lager, pp. 181-185; Bibliografia delle opere di Vittorio Emanuele Giuntella, pp. 187-197). Il tema del giacobinismo, giaÁ al centro della stagione storiografica precedente gli anni Settanta, ha goduto di attenzioni e riflessioni per una precisazione linguistica e terminologica, che ha coinvolto anche l'etaÁ napoleonica: SALVO MASTELLONE , Dittatura «giacobina», dittatura «bonapartista» e dittatura «del proletariato», «Il Pensiero Politico», VIII, 1975, pp. 230-234; IVAN TOGNARINI, Giacobinismo, Rivoluzione, Risorgimento, cit. L'attenzione al taglio prosopografico, la tendenza a verificare il tempo della politica nelle vicende umane, la maggiore contestualizzazione delle ricerche, hanno prospettato l'esistenza di modelli diversi da quelli della Francia: MICHEL VOVELLE, L'emigrazione politica in Francia: il «modello italiano», «SocietaÁ e storia», XIX, 1996, pp. 139-144 (a commento del lavoro di ANNA MARIA RAO, Esuli). Per altri versi si eÁ precisata la formazione di miti di lungo periodo, dall'etaÁ rivoluzionaria e napoleonica alla prima metaÁ dell'Ottocento e al Risorgimento: MAURIZIO SERRA, 1789-1948: miti politici e ricerca storica, «Storia contemporanea», XXI, 1990, pp. 689-697; RENATA DE LORENZO, La tradizione del 1799 nel Risorgimento italiano, in ARCHIVIO DI STATO DI NAPOLI, La Repubblica Napoletana del Novantanove. Memoria e mito, Napoli, G. Macchiaroli, 1999, pp. 91-110. Rassegne storiografiche settoriali sono: VITTORIO FROSINI , La storiografia giuridica italiana sull'etaÁ napoleonica, «Rivista italiana di studi napoleonici», IX, 1970, pp. 104-113; PAOLO ALVAZZI DEL FRATE, Riforme giudiziarie e rivoluzione francese. Nota bibliografica sulla piuÁ recente storiografia, cit. Per la storia della Chiesa SIMONE BONECHI, Chiesa e societa Á nell'Italia napoleonica, cit. Per la storia militare GIANFRANCO E. DE PAOLI, Cenni sulla storiografia militare napoleonica in Italia dal 1814 al 1861, «Rassegna storica del Risorgimento», LXVII, 1980, pp. 403-416; LUIGI MASCILLI MIGLIORINI, Amministrazione e societaÁ: un problema della storiografia napoleonica, «Rivista italiana di studi napoleonici», XX, 1983, n. 2, pp. 123-126; CENTRO INTERUNIVERSITARIO DI STUDI E RICERCHE STORICO-MILITARI, La storiografia militare italiana negli ultimi venti anni, Milano, Angeli, 1985. Ð 483 Ð RENATA DE LORENZO cento e l'Ottocento nella recente storiografia, «Studi storici meridionali», I, 1981, pp. 202-218; ANNA MARIA RAO, Temi e tendenze della recente storiografia sul Mezzogiorno nell'etaÁ rivoluzionaria e napoleonica, in Cap. IV. CONVEGNI, 1990 MARATEA ; EAD., Mezzogiorno e rivoluzione: trent'anni di storiografia, «Studi storici», XXXVII, 1996, pp. 981-1042; TOMMASO PEDIO, La storiografia della Basilicata fra l'etaÁ delle riforme e il Risorgimento, «Studi storici meridionali», XIV, 1994, pp. 255-314. Molte rassegne storiografiche e critiche sono state condotte su aree regionali. Oltre i citati interventi sul «Bollettino del diciannovesimo secolo», vedi MASSIMO CANNELLA, Appunti e spunti sulla storiografia veneziana dell'Ottocento, «Archivio Veneto», a. CVI, 1976, s. V, vol. 106, pp. 73-116; ANTONIO DI VITTORIO, Mezzogiorno d'Italia e mondo asburgico (1700-1860). Una rassegna storiografica, «Annali dell'Istituto storico italo-germanico in Trento», IV, 1978, pp. 295-322; ALFONSO SCIROCCO, Il Mezzogiorno tra il Sette- III OPERE GENERALI (in ordine cronologico nell'ambito delle rispettive sezioni) [Vedi Cap. IV. CONVEGNI: 1969 ROMA; 1970 MOSCA; 1974 ROMA; 1981 PORTOFERRAIO; 1984 ROMA; 1988 NAPOLI (A); 1988 NAPOLI (B); 1988 TRENTO; 1989 FONTE AVELLANA; 1989 PORTOFERRAIO-RIO NELL'ELBA; 1989 VENEZIA ; 1990 ROMA, 1992 ROMA; 1995 CUSSANIO DI FOSSANO; 1995 REGGIO EMILIA; 1996 MESSINA; 1996 ROMA ; 1997 CITTADELLA DI ALESSANDRIA ; 1997 TOLENTINO (A); 1997-1998 PASSARIANO; 1998 PORTOFERRAIO; 1999 AREZZO ; 1999 MILANO; 2000 ALESSANDRIA CITTADELLA (FORUM MARENGO 2000, 12-17 GIUGNO); 2000 PORTOFERRAIO; 2002 PERUGIA; 2002 PARIGI] Si fa riferimento ai lavori rientranti nell'arco cronologico esaminato, ma si fa presente che spesso gli anni 1814 e 1815 sono compresi in opere che si proiettano sulla fase pre o postnapoleonica. In tal caso si rimanda ai contributi della Bibliografia relativi al Settecento e al periodo della Restaurazione nei vari Stati italiani. 1. NAPOLEONE BONAPARTE Sulla figura di Napoleone abbondano gli studi sia in ambito francese e internazionale che italiano. L'edizione critica integrale delle opere letterarie e degli scritti militari del corso eÁ stata pubblicata, a cura di JEAN TULARD, nel 1967-1969 in 3 voll., da parte della SocieÂte encyclopeÂdique francËaise. A TULARD si devono, tra l'altro, anche la Bibliographie critique des meÂmoires sur le Consulat et l'Empire, eÂcrits ou traduits en francËais, Paris-GeneÁve, Droz, 1971 e la Nouvelle bibliographie critique des meÂmoires sur le Consulat et l'Empire, eÂcrits ou traduits en francËais, GeneÁve, Droz, 1991, nonche la direzione del Dictionnaire Napo- leÂon, Paris, Fayard, 1987. In italiano sono disponibili il romanzo di Napoleone Clisson ed EugeÂnie, con una nota di LEONARDO SCIASCIA, Palermo, Sellerio, 1990 e NAPOLEONE BONAPARTE, Autobiografia, a cura di ANDRE MALRAUX, Milano, Mondadori, 1993 e 1995. La fonte principale di partenza delle biografie eÁ Manuscrit venu de Sainte-HeÂleÁne, d'une manieÁre inconnue. Il manoscritto pervenuto misteriosamente da Sant'Elena, a cura di SERGIO ROMANO, Milano, Bompiani, 1982. Utili i manoscritti citati nel cap. I (Napoleone dalla Scuola militare alla Rivoluzione. I manoscritti Ashburnham 1873 della Biblioteca Mediceo-Laurenziana. Con una nota su San Miniato e l'origine dei Bonaparte, a cura di ALBERTO MARIA FORTUNA, con la collaborazione di PIER ANTONIO BORGHEGGIANI, Firenze, Mori, 1983), che si aggiungono all'opera di FREÂDEÂRIC MASSON e GUIDO BIAGI (NapoleÂon inconnu, 2 voll., 1985, con manoscritti presenti presso la Biblioteca Laurenziana di Firenze, relativi alle opere giovanili e ad appunti ed annotazioni di letture), nonche le numerosissime ristampe, tra le quali FRANCËOISAUGUSTE-RENE DE CHATEAUBRIAND, Napoleone, con un saggio di GIOVANNI MACCHIA, Firenze, Sansoni, 1969 e 1981; NIGEL NICOLSON, Napoleone in Russia, Milano, Rizzoli, 1987, Tit. orig.: Napoleon, 1812; ALEXANDRE DUMAS (peÁre), Napoleone, prefazione di LUIGI MASCILLI MIGLIORINI, Napoli, Pironti, 1999; HENRI BEYLE (STENDHAL), Vita di Napoleone, Milano, Bompiani, 1977, e con introduzione di LANFRANCO BINNI, Milano, Garzanti, 1999. Per la sterminata produzione internazionale, che continuamente si incrementa, sul personaggio Napoleone si rinvia, a titolo esemplificativo, al sito <http://www.Amazon.com> o ad altri siti Ð 484 Ð Á NAPOLEONICA ( 1800-1815 ) L'ETA simili che si interessano della vendita di libri on line. Fondamentali la biografia di GEORGE LEFEBVRE , Napoleone, Roma-Bari, Laterza, 1982, 1991 e 1999, e i lavori di JEAN TULARD [Napoleone e il grande Impero, Milano, Mondadori, 1985; Napoleone: il mito del salvatore, Milano, Rusconi, 1980, Biografie Bompiani, 1994 e 2000, traduzioni dell'opera del 1971, rivista e completata nel 1986 (alle quali si rimanda anche per una piuÁ articolata bibliografia)]. Importanti per qualificare l'uomo e il periodo sono ricerche su temi tipicizzanti quali La corte in Europa, a cura di MARCO CATTINI e MARZIO A. ROMANI, Brescia, Grafo, 1983; Padrini e clienti nell'Europa moderna (secoli XV-XIX), a cura di ANTONI MACZAK e MARZIO A. ROMANI, Parma, Astrea, 1986; L'eroe, carriera e metamorfosi nel mondo moderno, a cura di CESARE MOZZARELLI , s.l., s.e. (Reggio Emilia, Tip. Tecnograf), 1986. Sono stati pubblicati in italiano molti volumi, spesso traduzioni tardive di opere molto note. Essi vanno dalla aspirazione ad una biografia complessiva alla delineazione di particolari aspetti della fisionomia del corso. Accanto a lavori critici altri hanno spesso un carattere prevalentemente divulgativo, secondo un'impostazione agiografica. VITTORIO FROSINI, Napoleone legislatore, «Nuova Antologia», a. CV, 1970, vol. 509, pp. 18-27; JACQUES GODECHOT, Napoleone, Novara, De Agostini, 1970 e 1988; JEAN CHRISTOPHER HEROLD, Vita di Napoleone, traduzione di ALBERTO AQUARONE, Milano, Il Saggiatore, 1982, Tit. orig.: The age of Napoleon, New York, American Heritage, 1963. EÁ ritornato piuÁ volte sulla biografia GUIDO GEROSA, Napoleone, Novara, De Agostini, 1975; ID., Napoleone: un rivoluzionario alla conquista di un impero, Milano, Mondadori, 1995 e 1996; HILAIRE BELLOC, Napoleone, Milano, Longanesi, 19762; FRANCËOIS COLÂon, empereur franc-macËon, preÂface LAVERI, Napole de JEAN TULARD, Paris, Tallandier, 1986, tradotto in italiano come Napoleone imperatore e massone, introduzione e traduzione di ALDO ALESSANDRO Mola, Firenze, Nardini, 1986; LOUIS CHARDIGNY, Napoleone privato, Milano, Rusconi, 1989; FRANZ HERRE, Napoleone Bonaparte, Milano, Bompiani, 1989 e 1991; ARNALDO LIBERATI, Napoleone a Villafranca, 1796-1814, Villafranca di Verona, Comitato di gestione del Museo del Risorgimento, 1993; ALTEO DOLCINI, Napoleone il bifronte, Bologna, Calderini, 1996; EVGENIJ VIKTOROVICÏ TARLE, Napoleone, Milano, Mursia, 1996; THIERRY LENTZ, Napoleone: dalla rivoluzione all'impero, Torino, Electa/Gallimard, 1999; EMIL LUDWIG, Napoleone, Milano, Dall'Oglio, 1991 e ID., Napoleone, con una nota di GUGLIELMO SALOTTI, 32 Milano, Rizzoli, 1999; MICHEL COVIN, Les mille visages de NapoleÂon, Paris, L'Harmattan, 1999; ERNESTO FERRERO, N., Torino, Einaudi, 2000; ISSER WOLOCH , Napoleon and his collaborators: the making of a dictatorship, New York [etc.], W.W. Norton, 2001; Il rovescio della medaglia: l'antileggenda napoleonica nelle stampe dei musei di Portoferraio, 19 febbraio - 30 aprile 2000, Museo della satira e della caricatura, s.l. s.e., 2000; SERGIO VALZANIA , Napoleone, introduzione di RAIMONDO LURAGHI, Roma, Rai-ERI, 2001; efficace e rigorosa la sintesi di VITTORIO CRISCUOLO, Napoleone, Bologna, Il Mulino, 1997; fondamentale LUIGI MASCILLI MIGLIORINI, Napoleone, Roma, Salerno, 2001, cui si rimanda anche per l'annessa bibliografia. Per la sua azione in Italia e in singoli luoghi ALDO BERTOLUZZA, Napoleone a Trento. Buonaparte al Buonconsiglio, Trento, Monuni, 1970; SANDRO MASSERA, L'incontro con Napoleone a Mombello delle delegazioni valtellinese, grigiona e chiavennasca, «Clavenna», XVI, 1977, pp. 92116; SILVIO PELLINI, Napoleone in Val d'Aosta, Aosta, Musumeci, 1979; MARIO PEROLINI, Napoleone a Crema, Crema, 1981 (Cremona, Tip. padana), ristampa del volume del 1961; UGO FUGAGNOLLO, I dieci giorni di Napoleone I a Venezia: nel novembre e dicembre 1807, Venezia, Corbo e Fiore, 1982; GIANNI ROCCA, Il piccolo caporale: Napoleone alla conquista dell'Italia, 1796-97 e 1800, Milano, Mondadori, 1996; SANDRO MASSERA, Napoleone Bonaparte e i valtellinesi: breve storia di una grande illusione, Sondrio, Credito valtellinese, 1997; Bonaparte a Verona, a cura di GIAN PAOLO MARCHI, PAOLA MARINI, Venezia, Marsilio, 1997. In campo internazionale: NIGEL NICOLSON , Napoleone in Russia, Milano, Rizzoli, 1987; Napoleone Bonaparte in Egitto: una spedizione tra conquista e conoscenza 17981801, a cura di CRISTINA CANNELLI, GIULIA GORGONE , LUIGI MASCILLI MIGLIORINI, Roma, Gangemi, 2000. Un aspetto non secondario per ricostruire gli interessi culturali del corso sono le biblioteche, su cui vedi ALESSANDRA PALOMBO, Le biblioteche private di Napoleone, «Rivista italiana di studi napoleonici», XXX, 1993, n. 1, pp. 103-115; EAD., I bibliotecari di Napoleone, «Rivista italiana di studi napoleonici», XXXI, 1994, n. 1, pp. 93-106. Fanno parte delle opere che inquadrano il rapporto di Napoleone con l'Italia: EMANUELE PIGNI , La Guardia d'onore italiana di Napoleone, «Annali di Storia moderna e contemporanea», VII, 2001, pp. 296-353 e ID., La Guardia di Napoleone re d'Italia, prefazione di VIRGILIO ILARI, Milano, Vita e Pensiero, 2001. Ð 485 Ð RENATA DE LORENZO Per rapporti con singoli personaggi MARIO QUACQUARELLI, Il corsaro di Napoleone, capitan Bavastro, Illustrazioni di BRUNO FAGANELLO, Milano, Mursia,1970; RODOLFO FANTINI, Il generale Bonaparte e il cardinale Oppizzoni, «Culta Bononia», 1969, 1970, 1971, 1972, 1973, I, pp. 3436, 235-261; II, pp. 45-77, 189-211; III, pp. 129-141, 221-233; IV, pp. 45-55, 199-212; V, pp. 87-96; GIOVANNI FORLINI, Pietro Giordani e Napoleone (a proposito del panegirico), «Rivista italiana di studi napoleonici», XI, 1972-1974, n. 31, pp. 37-80. Per la storiografia su Napoleone vedi la voce Bonaparte, in Dizionario critico della Rivoluzione francese, a cura di FRANCËOIS FURET, MONA OZOUF, con la collaborazione di BRONISLAW BACZKO... [et al.]; edizione italiana a cura di MASSIMO BOFFA, Milano, Bompiani, 1998. Oltre i numerosi lavori di Jean Tulard e le periodiche rassegne critiche in «Rivista italiana di studi napoleonici» sui diversi percorsi tra agiografia e leggenda nera, ROBERTA TURCHI, Dalla poesia politica repubblicana all'encomiastica napoleonica. Linee di ricerca, «Rivista italiana di studi napoleonici», XXIX, 1992, n. 1-2, pp. 367-386, ma soprattutto NATALIE PETITEAU, NapoleÂon de la mythologie aÁ l'histoire, Paris, EÂditions du Seuil, 1999, anche per le motivazioni e modalitaÁ di una storiografia che, a cominciare dal periodo fra le due guerre, particolarmente in ambito universitario, appare attenta, piuÁ che all'uomo, all'analisi dell'impero e della sua storia interna, amministrativa e sociale. Vedi ancora BRUNO BERTOLI, Studi passati e recenti su Napoleone, «Humanitas», n.s., XXVI, 1971, pp. 712-716; Napoleone Bonaparte dalla politica alla storiografia, a cura di AURELIO LEPRE e PASQUALE VILLANI, Messina-Firenze, D'Anna, 1973; LUIGI MASCILLI MIGLIORINI, Il mito dell'eroe. Italia e Francia nell'etaÁ della Restaurazione, Napoli, Guida, 1984. Su membri della famiglia che agirono anche in Italia ANTONIO SPINOSA, Paolina Bonaparte. L'amante imperiale, Milano, Rusconi, 19814 e Milano, Oscar Mondadori, 2001; GENEVIEÁVE CHASTENET , Paolina Bonaparte: la fedele infedele, Milano, Mondadori, 1997; RODOLFO FANTINI, Maria Luigia e la morte di Napoleone, «Aurea Parma», LIV, 1970, pp. 173-183; NEDO TAVERA, Elisa Bonaparte Baciocchi principessa di Piombino, Firenze, Giuntina, 1982; ANTONELLO PIETROMARCHI, Luciano Bonaparte, principe romano, Reggio Emilia, CittaÁ armoniosa, 1981; ID., Luciano Bonaparte: il fratello nemico di Napoleone, Milano, Mondadori, 1994. Su Giuseppe Bonaparte e Gioacchino Murat vedi Cap. VII, 6, relativo al Regno di Napoli. Cfr. anche per le altre zone la sezione PERSONAGGI nell'ambito dei rispettivi capitoli. 2. IL PERIODO 1800-1815 NELLA STORIA EUROPEA E MONDIALE CHARLES ESDAILE, The Napoleonic Period: Some Thoughts on Recent Historiography, cit., per l'impatto delle riforme francesi sui sistemi sociali degli altri paesi europei. Tra i testi di lungo periodo si segnalano: L'EtaÁ della rivoluzione europea 1780-1848 di LOUIS BERGERON, FRANCËOIS FURET, REINHART KOSELLECK , Milano, Feltrinelli, 1970 e 1992; La civilta Á europea nella storia mondiale, Bologna, Il Mulino, 1979, III, L'etaÁ della borghesia e delle rivoluzioni. XVIII-XIX secolo, di ALBERTO CARACCIOLO, 1979; Histoire geÂneÂrale de l'Europe, Storia d'Europa, V: Dalla rivoluzione francese all'imperialismo a cura di GEORGES LIVET, ROLAND MOUSNIER, Roma-Bari, Laterza, 1982; ROBERT ROSWELL PALMER e JOEL COLTON , Storia del mondo moderno, II: Dalla Rivoluzione francese alla prima guerra mondiale, Bibliografia di ALBERTO DE BERNARDI e SCIPIONE GUARRACINO, Roma, Editori Riuniti, 1985; MASSIMO L. SALVADORI, Storia dell'etaÁ moderna: dal Cinquecento all'etaÁ napoleonica, Torino, Loescher, 1990; La storia. I grandi problemi dal Medioevo all'EtaÁ Contemporanea, a cura di NICOLA TRANFAGLIA e MASSIMO FIRPO, X, L'etaÁ contemporanea, V, Problemi del mondo contemporaneo, Torino, Utet, 1986, 1988; GIUSEPPE GALASSO, Storia d'Europa, Roma-Bari, Laterza, 1996, 2001, cap. XXVI; Storia d'Europa, V, L'etaÁ contemporanea, a cura di PAUL BAIROCH e ERIC J. HOBSBAWM, Torino, Einaudi, 1996; ALBERTO CADIOLI et al., L'eta Á del barocco, illuminismo e crisi dell'Antico regime, l'etaÁ della Rivoluzione francese e di Napoleone, Romanticismo e Risorgimento, Ed. blu, Milano, Archimede, 1999. Per una trattazione cronologica piuÁ circoscritta SALVO MASTELLONE, Storia e ideologia (17891830), I, Corso universitario, Firenze, CLUSF, 1973; Capitalismo europeo e rivoluzione borghese, 1789-1815, a cura di BERNARDINO FAROLFI, Roma-Bari, Laterza, 1976; WILL e ARIEL DURANT, Storia della civiltaÁ, Milano, Mondadori, 1978 (Tit. orig.: The story of civilization), XI, L'etaÁ di Napoleone, 1978; JEAN-ROBERT ARMOGATHE... (et al.), V, Dall'Ancien ReÂgime all'etaÁ napoleonica, Milano, Jaca Book, 1981; JACQUES GODECHOT, L'Europa e l'America all'epoca napoleonica, 18001815, Milano, Mursia, 1985; SERGIO ROMANO, Disegno della storia d'Europa: dal 1789 al 1989, Milano, Longanesi, 1991; La fin de l'Europe napoleÂonienne, 1814: la vacance du pouvoir, sous la direc- Ð 486 Ð Á NAPOLEONICA ( 1800-1815 ) L'ETA tion de YVES-MARIE BERCEÂ, Atti del colloquio, Reims, 28-29 settembre 1989, Paris, Veyrier, 1990; JOHN STUART WOOLF, Napoleone e la conquista dell'Europa, Roma-Bari, Laterza, 1990; JAVIER PANIAGUA , L'Europa delle rivoluzioni, 17891848, Milano, Fenice 2000, 1996; ERIC J. HOBÁ della rivoluzione, 1789-1848, MilaSBAWM, L'eta no, Rizzoli, 1999; MICHAEL BROERS, Europe under Napoleon, 1799-1815, London [etc.], Arnold, 1996; DONALD M.G. SUTHERLAND, Rivoluzione e controrivoluzione: la Francia dal 1789 al 1815, Bologna, Il Mulino, 2000; MICHAEL BROERS, The politics of religion in Napoleonic Italy: the war against God, 1801-1814, London-New York, 2002. In un'ottica internazionale e comparativa vedi Patriotisme et nationalisme en Europe aÁ l'eÂpoque de la ReÂvolution francËaise et de NapoleÂon, Actes du Colloque, Paris, SocieÂte des eÂtudes robespierristes, 1973; RAFFAELE CIAMPINI, Italiani e Russi nel 1812, «Rivista italiana di studi napoleonici», IX, 1970, pp. 202-206; NORMAN E. SAUL, Russia and the Mediterranean 1797-1807, Chicago-London, 1970, recensione in «Rivista italiana di studi napoleonici», X, 1971, n. 28-29, pp. 81-84; ISTÁ , Isteria tedesca, paura francese, insicuVAÁN BIBO rezza italiana: psicologia di tre nazioni da Napoleone a Hitler, Bologna, Il Mulino, 1997 (giaÁ pubbl. in: «VaÁlogatott tanulmaÁnyok», ed. italiana a cura di FEDERIGO ARGENTIERI); CARLO GHISALBERTI, Da Campoformio a Osimo: la frontiera orientale tra storia e storiografia, Napoli, ESI, 2001, in particolare capp. 1, 2, 4, 5, 6. Dictionnaire NapoleÂon, sous la direction de JEAN TULARD, Paris, Fayard, 1987 et eÂd. rev. et augm. 1989; NICOLE GOTTERI, Grands dignitaires du premier Empire. Autographes et notices biographiques, Paris, Nouvelles Editions Latines, 1990; ALFRED FIERRO - ANDRE PALLUEL GUILLARD JEAN TULARD, Histoire et dictionnaire du Consulat et de l'Empire, Paris, Laffont, 1995, utile non solo per la situazione francese ma per il quadro internazionale e per le sintetiche biografie anche dei personaggi che agirono in Italia. Contiene inoltre un'interessante appendice su «Historiographie et filmographie»; JEAN LOUIS HAROUEL, Les ReÂpubliques soeurs, Paris, Presses Universitaires de France, 1997; MICHEL VOVELLE, Les reÂpubliques - súurs sous le reÂgard de la Grande Nation (1795-1803), Paris, La DeÂcouverte, 2000. Sugli effetti del decreto di Berlino 21 novembre 1806, relativo al blocco contro le navi e le merci inglesi, e sull'occupazione delle coste (Coastsystem) per colpire il commercio britannico, MARCEL DUNAN, NapoleÂon, l'Italie et le «SysteÁme continental», «Revue de l'Institut NapoleÂon», n. 96, luglio 1965, pp. 176-190, che sotto- linea il ruolo del sistema continentale, forma di imperialismo industriale e commerciale a favore della Francia, ma anche espansione territoriale, con l'annessione di Roma, dell'Olanda, dei territori tedeschi e anseatici, nell'ambito quindi di un piuÁ ampio progetto di carattere istituzionale, militare e commerciale. Vedi anche ROGER DUFRAISSE , Re Âgime douanier, blocus, SysteÁme continental: essai de mise au point, «Revue d'histoire eÂconomique et sociale», XLIV, 1966, n. 4, pp. 533-536; ID., La politique douanieÁre de NapoleÂon, «Revue de l'Institut NapoleÂon», 1974, n. 130, pp. 3-25. 3. IL PERIODO 1800-1815 NELLA STORIA ITALIANA Cfr. tutto il Cap. IV CONVEGNI. VITTORIO FROSINI, Napoleone e la coscienza politica italiana, «Rassegna storica del Risorgimento», LVII, 1970, pp. 499-506; ANDRE FUGIER, Napoleone e l'Italia, introduzione, traduzione e aggiunte a cura di RAFFAELE CIAMPINI, 2 voll., Roma, a cura dell'Ente per la Diffusione e l'Educazione Storica, 1970; NARCISO NADA, L'Italia nell'epoca napoleonica. Corso di ordinamenti degli antichi Stati italiani, Anno accademico 19711972, I, La Repubblica italiana (1802-1805), Il Regno di Italia (1805-1814), Torino, Tirrenia, 1973; JOHN STUART WOOLF, La storia politica e sociale, in Storia d'Italia, III, Dal primo Settecento all'UnitaÁ, Torino, Einaudi, 1973, pp. 5-508, ristampato col titolo Dall'etaÁ delle riforme all'Italia napoleonica, Torino, Einaudi, 1981 e come A history of Italy 1700-1860: the social constraints of political change, London, New York, Methuen, 1979 e 1991. Nello stesso volume Storia d'Italia, III, Dal primo Settecento all'UnitaÁ, cit., vedi anche FRANCO VENTURI, L'Italia fuori di Italia, pp. 987-1481; GIUSEPPE GALASSO, Potere e istituzioni in Italia. Dalla caduta dell'Impero romano ad oggi, Torino, Einaudi, 1974, pp. 160-173; JACQUES GODECHOT, Histoire de l'Italie moderne 17701870. Le Risorgimento, Roma-Bari, Laterza, 1974; GIUSEPPE GALASSO, Il sistema degli stati italiani nella politica di Napoleone, «Nuova Antologia», 1975, pp. 341-346; CARLO CAPRA, EtaÁ napoleonica in Il mondo contemporaneo, a cura di FABIO LEVI, UMBERTO LEVRA , NICOLA TRANFAGLIA, I, Storia d'Italia, Firenze, La Nuova Italia, 1978, pp. 362-376; ID., L'etaÁ rivoluzionaria e napoleonica in Italia, 1796-1815, Torino, Loescher, 1978, rist. 1986. Del 1978 eÁ anche il numero monografico di «Quaderni storici», n. 37, su Notabili e funzionari nell'Italia napoleonica; PASQUALE VILLANI , Italia napoleonica, Napoli, Guida, 1979; MARIO BIGOTTI, Momenti di storia napoleonica, a cura di GIANFRANCO VANAGOLLI, Pisa, Giardi- Ð 487 Ð RENATA DE LORENZO ni, 1981; GIAN PIO MATTOGNO, La rivoluzione borghese in Italia (1700-1815), Parma, All'insegna del Veltro, 1989; Storia dell'Italia religiosa, a cura di GABRIELE DE ROSA, TULLIO GREGORY, ANDRE VAUCHEZ, Roma-Bari, Laterza, 1994, di cui vedi II: L'etaÁ moderna, PIETRO CHIAZZA... [et al.], a cura di GABRIELE DE ROSA e TULLIO GREGORY. In L'Italia giacobina e napoleonica, vol. XIII della Storia della societaÁ italiana, Milano, Teti, 1985, vedi in particolare IVO BIAGIANTI, Riforme ecclesiastiche e pratica religiosa dall'assolutismo illuminato all'etaÁ napoleonica, pp. 105-142; DANIELE MENOZZI , La Chiesa la rivoluzione francese e l'impero napoleonico, pp. 143-188; RINALDO SALVADORI, Moti antigiacobini e insorgenze antinapoleoniche in Val Padana, pp. 189-217; GIOVANNI MONTRONI, L'etaÁ napoleonica, pp. 253-282; ID., Economia e societaÁ alla fine dell'etaÁ napoleonica, pp. 295-328; FULVIO TESSITORE, Vincenzo Cuoco e le origini del liberalismo ``moderato'', pp. 329369; GIUSEPPE NICOLETTI, Letteratura e politica fra Rivoluzione e regime napoleonico, pp. 371401; LUCIANO PATETTA, Il neoclassicismo, pp. 403-424. Di CARLO ZAGHI vedi Potere, Chiesa e societaÁ. Studi e ricerche sull'Italia giacobina e napoleonica, Napoli, Istituto Universitario Orientale, 1984; Il giacobinismo e il regime napoleonico in Italia, in La storia. I grandi problemi dal Medioevo all'EtaÁ Contemporanea, a cura di NICOLA TRANFAGLIA e MASSIMO FIRPO, Torino, Utet, 1986, pp. 735793; L'Italia di Napoleone dalla Cisalpina al Regno, Torino, Utet, 1986; L'Italia di Napoleone, Torino, Utet, 1989; Assolutismo, etaÁ napoleonica, vol. VII de L'uomo e il tempo, a cura di ELISABETTA BOVO, Milano, Mondadori, 1993; la ristampa di Napoleone e l'Italia, a cura di ALDO DI BIASIO, Napoli, La cittaÁ del Sole, 2001. Della Storia d'Italia, I, Le premesse dell'UnitaÁ. Dalla fine del Settecento al 1861, a cura di GIOVANNI SABBATUCCI e VITTORIO VIDOTTO, RomaBari, Laterza, 1994, vedi in particolare MARCO MERIGGI, SocietaÁ, istituzioni e ceti dirigenti, pp. 119-130 e ANTONINO DE FRANCESCO, Ideologie e movimenti, pp. 247-256. I francesi e l'Italia, a cura di CARLO BERTELLI, Milano, Banco Ambrosiano Veneto, Scheiwiller, 1994; L'Italia e la formazione della civiltaÁ europea, Torino, Utet, opera in piuÁ volumi, di cui il va visto il II: Letteratura e vita intellettuale, a cura di FRANCESCO BRUNI, Torino, Utet, 1994; ANNA MARIA RAO, Pouvoir local et reÂvolution dans l'Italie jacobine et napoleÂonienne, in Pouvoir local et ReÂvolution. La frontieÁre inteÂrieure, sous la direction de ROGER DUPUY, Rennes, Pur, 1995, pp. 497-507. Su tutti gli Stati italiani vedi la collana dell'editore F.M. Ricci: Stati sabaudi, Milano, 1997; II: Regno di Sardegna. 1720-1859, con un saggio di ANTONELLO MATTONE (Antichi stati, 1); III: Genovesato. 1815-1859, con un saggio di GIOVANNI ASSERETO (Antichi stati, 1). Il Regno delle Due Sicilie, Milano, 1996-1997, eÁ diviso in piuÁ volumi: I: Real cittaÁ di Napoli, 1734-1860, con un saggio di ANNA MARIA RAO, 1996 (Antichi stati, 13); II: Principato Ultra e Citra. Terra di Lavoro, 17341860, con un saggio di GIOVANNI MUTO, 1997 (Antichi stati, 13); III: Abruzzo e Molise, 17341860, con un saggio di ANGIOLA DE MATTEIS, 1997 (Antichi stati, 13); IV: Calabria Ultra e Citra, Basilicata, 1734-1860, con un saggio di ATANASIO MOZZILLO , 1997 (Antichi stati, 13); V: Capitanata, Terra di Bari, Terra d'Otranto, 17341860, con un saggio di SAVERIO RUSSO, 1997 (Antichi stati, 13); VI: Sicilia al di laÁ del faro, 17341860, con un saggio di MARCELLO VERGA, 1997 (Antichi stati, 13); Italia asburgica, Milano, Ricci, 1996, 2 voll., di cui I: Trentino e Tirolo meridionale, 1700-1918, con un saggio di CLAUDIO DONATI (Antichi stati, 7); II: Contee di Gorizia e Gradisca, litorale austriaco, 1700-1918, con un saggio di CLAUDIO DONATI (Antichi stati, 7). Ampie sintesi recenti che inglobano la fase napoleonica sono ALFONSO SCIROCCO, L'Italia del Risorgimento 1800-1860, Bologna, Il Mulino, 1990, e 1993, nuova ed. ampliata fino al 1871, pp. 11-27; GILLES PEÂCOUT, Il lungo Risorgimento. La nascita dell'Italia contemporanea (17701922), edizione italiana a cura di ROBERTO BALZANI, Milano, Bruno Mondadori, 1999, pp. 56-70; LUIGI POMA - CARLA RICCARDI, Dall'etaÁ napoleonica all'unitaÁ d'Italia, Firenze, Le Monnier, 1999. Carattere strettamente divulgativo hanno i lavori di giornalisti sul tipo di INDRO MONTANELLI, Storia d'Italia. Il tornado napoleonico, Milano, Rizzoli Mailing, 1975. Privilegiano un'impostazione comparativa i convegni Cap. IV, 1996 MILANO, 1999 VENOSA. 4. PERCORSI TEMATICI Gli studi tra il 1970 ed il 2000 hanno prediletto alcuni temi, in base alle motivazioni espresse nelle pagine introduttive. Si tenta qui di delineare i principali filoni di ricerca, secondo aggregazioni riproposte, ove possibile, nelle pagine successive relative alle singole aree geo-politiche. AGRICOLTURA. Basato sull'uso di categorie gramsciane eÁ ALBERT SOBOUL, L'Italie jacobine et napoleÂonienne ou la reÂvolution agraire manqueÂe, in ID., ProbleÁmes paysans de la ReÂvolution Ð 488 Ð Á NAPOLEONICA ( 1800-1815 ) L'ETA 1789-1848, eÂtudes d'histoire reÂvolutionnaire, Paris, La DeÂcouverte, 2001, ristampa dell'opera del 1976 cit. in Cap. IV. CONVEGNI, 1974 ROMA. Importanti sono i numerosi contributi di PASQUALE VILLANI, di cui vedi in particolare Societa Á rurale e ceti dirigenti XVIII-XX secolo: pagine di storia e storiografia, Napoli, Morano, 1989. Attenti ai molteplici aspetti del settore primario sono MARIA MADDALENA BUTERA, Le campagne italiane nell'etaÁ napoleonica. La prima inchiesta agraria dell'Italia moderna, Milano, Angeli, 1981; LUIGI MASCILLI MIGLIORINI, Coscienza proprietaria e mondo contadino: le campagne italiane nell'etaÁ napoleonica, «Rivista italiana di studi napoleonici», XVIII, 1981, n. 2, pp. 85-90; Storia dell'agricoltura italiana in etaÁ contemporanea, I, Spazi e paesaggi; II, Uomini e classi, III, Mercati e istituzioni, a cura di PIERO BEVILACQUA , Venezia, Marsilio 1989-1991, cui si rimanda anche per la bibliografia sul tema. Su alcuni noti autori di testi agronomici CARLO PONI, Leggere i testi agronomici: Filippo Re e la costruzione dell'albero genealogico della nuova agricoltura (1802-1814), in Fra storia e storiografia: scritti in onore di Pasquale Villani, a cura di PAOLO MACRY e ANGELO MASSAFRA, Bologna, Il Mulino, 1995, pp. 709-728. Sullo sviluppo del settore serico vedi la sezione ECONOMIA. Per aspetti relativi all'ambiente, all'uso e destinazione del suolo BRUNO VECCHIO, Il bosco negli scrittori italiani del Settecento e dell'etaÁ napoleonica, Torino, Einaudi, 1974; Vita civile degli italiani, IV, Ambiente e societaÁ alle origini dell'Italia contemporanea: 1700-1850, a cura di LUCIO GAMBI, Milano, Electa, 1989; MAURO AMBROSOLI, Alberate imperiali per le strade d'Italia: la politica dei vegetali di Napoleone, «Quaderni storici», XXXIII, 1998, pp. 707-738. Sulla montagna, ``Alpe'' e ``Alpi'': economie e societaÁ della montagna tra medioevo e XIX secolo, a cura di MARZIO A. ROMANI, Brescia, Centro di ricerche storiche e sociali Federico Odorici, 1987. ARISTOCRAZIE, NOBILTAÁ. GIUSEPPE PAPAGNO, I feudalesimi: la ricchezza ed il potere politico, in Storia d'Italia, Annali, I, Dal feudalesimo al capitalismo, Torino, Einaudi, 1978, pp. 111-184, sulle modalitaÁ di avvicinamento della nobiltaÁ a Napoleone, non per calcolo trasformistico, ma in linea col proprio modo di concepire ``il rapporto fedeltaÁ-ricchezza''. Per un approccio metodologico SociabilitaÁ nobiliare, sociabilitaÁ borghese, a cura di MARIA MALATESTA, Brescia, Centro Federico Odorici, 1989; I giochi del prestigio: modelli e pratiche della distinzione sociale, a cura di MARCO BIANCHINI, Roma, Bulzoni, 1999. ASSISTENZA (povertaÁ, malattie). 7: Malattia e medicina, a cura di FRANCO DELLA PERUTA, Torino, Einaudi, 1984 (in particolare i saggi di GIORGIO COSMACINI , Teoria e prassi mediche tra Rivoluzione e Restaurazione: dall'ideologia giacobina all'ideologia del primato, pp. 151-205; AURORA SCOTÁ dei Lumi TI, Malati e strutture ospedaliere dall'eta all'UnitaÁ, pp. 233-296; UGO TUCCI, Il vaiolo, tra epidemia e prevenzione, pp. 391-428); ADRIANA LAY, I percorsi dell'assistenza tra caritaÁ e diritti, «SanitaÁ Scienza e Storia», VI, 1989, n. 1, pp. 177-203; STUART J. WOOLF, Problems in the history of pauperism in Italy, 1800-1815, «Annali della Biblioteca Statale Libreria Civica di Cremona», XXVII-XXX, 1976-1979, pp. 317-329 e in Timore e caritaÁ: i poveri nell'Italia moderna, Atti del Convegno Pauperismo e assistenza negli antichi stati italiani, Cremona, marzo 1980, Cremona, Libreria del Convegno, 1982; LORENZO DEL PANTA, Le epidemie nella storia demografica italiana (secoli XIX-XIX), Torino, Loescher, 1980. CHIESA. Vedi la omonima sezione nei capitoli sulle varie aree geopolitiche. CITTAÁ. Utili sono la collana Storia delle cittaÁ italiane, Roma-Bari, Laterza, e la rivista «Storia urbana». PAOLO MORACHIELLO e GEORGES TEYSSOT , Nascita delle citta Á-stato: ingegneri e architetti sotto il Consolato e l'Impero, appendice di JOSETTE SOURISSEAU, Roma, Officina, 1983; SILVANO TINTORI, Piano e pianificatori dall'etaÁ napoleonica al fascismo: per una storia del piano regolatore nella cittaÁ italiana contemporanea, presentazione di BERNARDO SECCHI, Milano, Angeli, 19862; La cittaÁ napoleonica in Italia, Atti del Convegno del settembre 1984, «Rivista italiana di studi napoleonici», n.s., 1986 e 1987 e il Cap. IV. CONVEGNI , 1984 ROMA (Villes et territoire...); FRANCEÁ nelle statiSCA SOFIA , Per una definizione di citta stiche descrittive italiane in periodo napoleonico, «Storia urbana», IX, 1985, n. 30, pp. 3-17; BO FRANDSEN, Le cittaÁ italiane fra tradizione municipalistica e gerarchia nazionale durante il Risorgimento, «Meridiana», 1988, n. 33, pp. 83-106 (in particolare pp. 86-97); Crescita e declino delle cittaÁ nell'Europa moderna (secoli XIV-XIX), a cura di MARCO BELFANTI, Brescia, Edizioni Centro Federico Odorici, 1990. Le nuove fisionomie urbane dell'etaÁ napoleonica sono connesse alle riforme amministrative e agli interventi sul territorio, per cui si rimanda anche ai temi dell'amministrazione e del decoro urbano. Vedi nelle pagine seguenti riferimenti alle singole realtaÁ cittadine. CULTURA Ð 489 Ð E ARTI (stampa, editoria, architettu- RENATA DE LORENZO ra, arti e confische di opere d'arte). Vedi CAP. IV. CONVEGNI, 2002 ALESSANDRIA. Circa gli influssi culturali e storiografici della Rivoluzione francese e del Triennio repubblicano sugli anni napoleonici e su quelli successivi, vedi il numero monografico della «Rivista italiana di studi napoleonici», XXVIII, 1991, XXIX, 1992, n. 1-2, per il quale si rimanda al contributo di Anna Maria Rao e Massimo Cattaneo. Per un quadro complessivo NICOLA BADALONI, La cultura, in Storia d'Italia, III, Dal primo Settecento all'UnitaÁ, Torino, Einaudi, 1973, pp. 699-984; FRANCO VENTURI, L'Italia fuori d'Italia, ivi, pp. 987-1481. Tra impostazione letteraria e politica vedi MARCO CERRUTI, Dalla fine dell'antico regime alla Restaurazione, in Letteratura italiana, I, Il letterato e le istituzioni, Torino, Einaudi, 1982, pp. 391432; LUCIANO PATETTA, Il neoclassicismo, in Storia della societaÁ italiana, Milano, Teti, 1985, pp. 403-424; ALESSANDRO BARAGONA, L'etaÁ moderna dalla pace di Lodi al Congresso di Vienna, vol. II della Storia sociale e culturale d'Italia, coordinamento editoriale di GUIDO CERIOTTI, Busto Arsizio, Bramante, 1987. Sugli intellettuali organici al regime UMBERTO CARPI, Aspetti su ideologia postrivoluzionaria e riflessione storiografica dopo il triennio giacobino, in Riflessi della Rivoluzione dell' '89 e del triennio giacobino sulla cultura letteraria italiana, Atti del Convegno, PortoferraioRio nell'Elba, 28-29-30 settembre 1989, a cura di GIORGIO VARANINI, Pisa, Giardini, 1993, pp. 41-128, ma vedi tutti i i contributi al Convegno; CARLO MONGARDINI, La cultura del presente: tempo e storia nella tarda modernitaÁ, Milano, Angeli, 1993; Ideologie e patrimonio storico-culturale nell'etaÁ rivoluzionaria e napoleonica: a proposito del trattato di Tolentino, Atti del Convegno, per i quali si rimanda al Cap. IV. CONVEGNI, 1997 TOLENTINO; CESARE SEGRE -CLELIA MARTIGNONI, L'etaÁ napoleonica e il romanticismo, a cura di DONATELLA MARTINELLI , Milano, B. Mondadori, 2001. Esamina un aspetto della cultura che parte dalla sfera del privato ``Dolce dono graditissimo'': la lettera privata dal Settecento al Novecento, a cura di MARIA LUISA BETRI, DANIELA MALDINI CHIARITO, Milano, Angeli, 2000. Per la stampa vedi ANDRE CABANIS, La presse sous le Consulat et l'Empire (1799-1814), Paris, SocieÂte des eÂtudes robespierristes, 1975; VALERIO CASTRONOVO - GIUSEPPE RICUPERATI - CARLO CAPRA , La stampa italiana dal Cinquecento all'Ottocento, introduzione di NICOLA TRANFAGLIA, Roma-Bari, Laterza, 1976. Un interessante episodio di giornalismo eÁ BENJAMIN D'URBAN, The peninsular journal 1808-1817, with an introduction by I.J. ROUSSEAU, London, Greenhill Books, 1988. Un caso particolare di biblioteca eÁ in LIANA ELDA FUIl decoro delle lettere e la fedeltaÁ alle obbligazioni: La BibliotheÁque Britannique (1796-1815), «Archivio Storico Italiano», CXLVIII, 1990, pp. 647-676. Riflettono il clima europeo complessivo dell'immagine da intellettuale «organico», che Napoleone ebbe dei filosofi e dei letterati, I Filosofi e la genesi della coscienza culturale della nuova Italia, 1799-1900: stato delle ricerche e prospettive di interpretazione, Atti del convegno di Santa Margherita Ligure, 23-25 ottobre 1995, a cura di LUCIANO MATUSA, Napoli, Istituto italiano per gli studi filosofici, 1997; Napoleone e gli intellettuali: dotti e 'hommes de lettres' nell'Europa napoleonica, a cura di DANIELA GALLINGANI, Bologna, Il Mulino, 1996. Per l'Italia sempre utile la ristampa del classico PAUL HAZARD, Rivoluzione francese e lettere italiane, 1789-1815, a cura di PIER ANTONIO BORGHEGGIANI, Roma, Bulzoni, 1995. Sulla cultura scientifica vedi Cap. IV. CONVEGNI, 1999, AREZZO (Il ruolo sociale della scienza...); Storia della scienza moderna e contemporanea, diretta da PAOLO ROSSI, 3 voll., Torino, Utet, 1988, II, Dall'etaÁ romantica alla societaÁ industriale, a cura di FERDINANDO ABBRI... [et al.], t. 2; La storia delle scienze, a cura di CARLO MACCAGNI e PAOLO FREGUGLIA, presentazione di VINCENZO CAPPELLETTI, 1989; VINCENZO FERRONE , Clio e Prometeo. La storia della scienza tra illuministi e positivisti, «Studi storici», XXX, 1989, pp. 339-357; Atti del III convegno nazionale di storia e fondamenti della chimica, a cura di FERDINANDO ABBRI, FRANCO CRISPINI, Cosenza, Brenner, 1991; MARIA TERESA BORGATO, On the history of mathematics in Italy before political unification, «Archives Internationales d'Histoire des Sciences», XLII, 1992, pp. 121-136; MARCO BERETTA, Le relazioni scientifiche italo-svedesi tra Settecento e Ottocento, «Medioevo e Rinascimento», X, 1996, n.s., n. 7, pp. 227-252; L'EtaÁ napoleonica 1800-1814, in La matematica in Italia 18001950. Il giardino di Archimede. Un museo per la matematica, a cura di ENRICO GIUSTI, LUIGI PEPE , Firenze, Polistampa, 2001, pp. 14-18. Importante luogo di aggregazione e riferimento politico-scientifico fu l'Accademia fondata a Verona nel 1782 con la denominazione simbolica di «SocietaÁ Italiana», dai quaranta piuÁ illustri scienziati di ogni parte d'Italia, per iniziativa di Antonio M. Lorgna, matematico e ingegnere idraulico, diretta poi dall'astronomo Antonio Cagnoli. Trasferita da Bonaparte a Milano nel 1797, poi a Modena, la «SocietaÁ Italiana delle Scienze» ebbe protezione e finanziamento governativo fiNARO, Ð 490 Ð Á NAPOLEONICA ( 1800-1815 ) L'ETA no alla caduta di Napoleone; a Modena rimase fino al 1860, quando confluõÁ nel Regno d'Italia e nel 1875 fu spostata a Roma. Cfr. ACCADEMIA NAZIONALE DELLE SCIENZE DETTA DEI QUARANTA, Lo Stato e i Quaranta: documenti: dal generale Bonaparte ai tempi odierni, a cura di GIOVANNI BATÁ LO, Roma, s.e. (Tip. della paTISTA MARINI BETTO ce), 1986. Per altri aspetti dello studio delle Accademie vedi L'architettura delle Accademie riformate, insegnamento, dibattito culturale, interventi pubblici, a cura di GIULIANA RICCI, Milano, Guerini, 1992, con ampia bibliografia sull'etaÁ napoleonica. Sulla formazione dei tecnici ANDRE GUILLERME, La formation des nouveaux eÂdiles, in Cap. IV. CONVEGNI, 1984 ROMA (Villes et territoire..., pp. 35-53); DONATA BRIANTA, Stato moderno, corpi tecnici e accademie minerarie: influenze e scambi nell'Europa dei Lumi e in etaÁ napoleonica, Bologna, Il Mulino, 2000. Su singoli scienziati e operatori Pietro Paleocapa e la grande ingegneria dell'Ottocento, contributi di CARLO TACCAGNI, ORNELLA SELVAFOLTA, DOMENICO ZAMPAGLIONE [et al.], «Bergomum», LXXXIV, 1989, n. 1; GABRIELE ROSSI OSSIDA, Il gigante e le piramidi: nella valle del Nilo con Giovanni Battista Belzoni (1778-1823) fondatore dell'egittologia moderna, introduzione di CLAUDIO CERRETI, Torino, Eri, 1992; ALBERTO GIGLI BERZOLARI , Alessandro Volta e la cultura scientifica e tecnologica tra '700 e '800, Milano, Cisalpino, 1993. Molti gli studi su Benjamin Constant, tra cui, in ambito italiano, STEFANO DE LUCA, Il pensiero politico di Constant, Roma, Laterza, 1993; FRANCESCA SOFIA, Benjamin Constant e le garanzie della libertaÁ dei moderni, «Clio», XXIX, 1993, pp. 78-96, sulle possibili soluzioni costituzionali prima e dopo il 18 brumaio e l'opzione moderata a favore del modello inglese; BIANCAMARIA FONTANA , Benjamin Constant e il pensiero postrivoluzionario, Milano, Baldini e Castoldi, 1996. Per gli altri autori francesi EMILIO PASQUINI, Il ``milanese'' Stendhal e le polemiche linguistiche del primo Ottocento in Italia, «Memorie dell'Accademia delle Scienze dell'Istituto di Bologna», LXVII, 1972-73, pp. 5-51; EUGENIA PARISE, Passioni e ordine nella trama del moderno: tra Tocqueville e Stendhal, Napoli, ESI, 1989; LUCIEN JAUME, La liberte et la loi. Les origines philosophiques du libeÂralisme, Paris, Fayard, 2000. Prospettano il quadro europeo delle arti, nel primo caso anche in rapporto con l'economia, MATTHEW CRASKE, Art in Europe 1700-1830: A History of the Visual Arts in an Era of Unprecedented Urban Economic Growth, Oxford, New York, 1997; ANTONIO PINELLI, Nel segno di Giano. Passato e futuro nell'arte europea tra Sette e Ottocento, Roma, Carocci, 2000. Sulla pittura L'histoire de NapoleÂon par la peinture, sous la direction de JEAN TULARD, avec la collaboration de ALFRED FIERRO et JEAN-MARC LERI, Paris, 1991; MASSIMILIANO PAVAN, Antonio Canova e la discussione sugli «Elgin marbles», «Rivista dell'Istituto nazionale di Archeologia e Storia dell'Arte», n.s., XXI-XXII, 1974-1975, pp. 219-344; ORIETTA ROSSI PINELLI, David e l'arte della Rivoluzione francese, Firenze, Giunti, 1989; ANNA OTTANI CAVINA, Felice Giani (1758-1823) e la cultura di fine secolo, voll. 2, con la collaborazione di ATTILIA SCARLINI, Milano, Electa, 1999, sul pittore neoclassico; ALAIN PILLEPICH, Un tableau ceÂleÁbre replace dans son contexte: Bonaparte franchissant les Alpes au Grand Saint-Bernard de David, «Rivista Napoleonica», 2000, n. 1-2, pp. 75-82; LUCETTA LEVI MOMIGLIANO, I Quadri misteriosi sul passato e sul futuro destino della Francia, dell'Italia e del Piemonte, ivi, pp. 99-103; Storia di un retablo di Rubens fra requisizioni e scambi in etaÁ napoleonica, testi di SANDRA SICOLI, Milano, Electa, 2000; Dal ritratto di corte al ritratto napoleonico: Domenico Zeni (1762-1819), a cura di MARINA BOTTERI OTTAVIANI, BERNARDO FALCONI, FERNANDO MAZZOCCA, Riva del Garda, Museo civico, 2001; Napoleone in Italia: negli acquarelli di Giuseppe Pietro Bagetti e nelle cronache di Stendhal e di Adolphe Thiers, introduzione e schede di XAVIER SALMON, Milano, Ricci, 2001; Da Lille a Roma. Jean Baptiste Wicar e l'Italia, disegni dell'Accademia di Belle Arti di Perugia e del Museo di Lille, catalogo della mostra (Perugia, Palazzo della Penna, 26 gennaio - 7 aprile 2002), a cura di MARIA TERESA CARACCIOLO, introduzione di PIERRE ROSENBERG, Milano, Electa, 2002. Sull'antiquariato e la nuova concezione museale frutto di requisizioni, furti e confische di opere d'arte ORIETTA ROSSI PINELLI, Carlo Fea e il chirografo del 1802: cronaca, giudiziaria e non, delle prime battaglie per la tutela delle ``Belle Arti'', «Ricerche di Storia dell'Arte», 1979, n. 8, pp. 27-41; PAUL WELCHER, I furti d'arte. Napoleone e la nascita del Louvre, Torino, Einaudi, 1989; MARIA LUISA VALACCHI, ELISABETTA GUITARRINI, Alcune considerazioni sulle confische artistiche in Italia durante l'occupazione napoleonica, «Ricerche storiche», XXIX, 1999, n. 1, p. 139-158; MASSIMILIANO DAVID, Le «venerande anticaglie» nell'etaÁ di Napoleone, Milano, Istituto Lombardo di scienze e lettere, 1999; MASSIMA CARCIONE, Napoleone Bonaparte e la concezione moderna di bene culturale. Dalla requisizione delle opere d'ar- Ð 491 Ð RENATA DE LORENZO te al diritto internazionale del patrimonio artistico, «Rivista Napoleonica», 2001, n. 1, pp. 185-191. Sugli aspetti architettonici e urbanistici 1: Il trattato di Teofilo Gallaccini e la concezione architettonica dei porti dal Rinascimento alla restaurazione, Firenze, Leo S. Olschki, 1993; Il giardino paesaggistico tra Settecento e Ottocento in Italia e Germania: Villa Vigoni e l'opera di Giuseppe Balzaretto, a cura di PIER FAUSTO BAGATTI VALSECCHI e ANDREAS KIPAR - Der Landschaftsgarten Zwischen dem XVIII und XIX. Jahrundert in Italien und Deutschland: Villa Vigoni und das Werk Giuseppe Balzarettos, Milano, Guerini, 1996; GIORGIO SIMONCINI, L'organizzazione dell'intervento pubblico nell'Italia napoleonica, in La cultura architettonica nell'etaÁ della restaurazione, Convegno con il patrocinio del Ministero dell'Istruzione, dell'UniversitaÁ e della Ricerca, Milano, 22-23 ottobre 2001, i cui Atti sono di imminente pubblicazione. Sul teatro GIOVANNI AZZARONI, La rivoluzione a teatro. Antinomie del teatro giacobino in Italia, 1796-1805, Bologna, Clueb, 1985; PIETRO THEMELLY , Il teatro patriottico tra rivoluzione e impero, Roma, Bulzoni, 1991. Sulla musica GIORGIO PESTELLI, L'etaÁ di Mozart e di Beethoven, VI, Storia della musica, a cura della SocietaÁ italiana di musicologia, Torino, EDT, 1979. Per la situazione nelle singole aree regionali vedi i capitoli successivi ad esse relativi. DEMOGRAFIA E STORIA DI GENERE. LORENZO DEL PANTA, Evoluzione demografica e popolamento nell'Italia dell'Ottocento: 1796-1914, Bologna, Clueb, 1984. Per un inquadramento generale della storia delle donne ANNARITA BUTTAFUOCO, Straniere in patria. Temi e momenti dell'emancipazione femminile italiana dalle repubbliche giacobine al fascismo, in Esperienza storica femminile nell'etaÁ moderna e contemporanea, Atti del seminario, a cura di ANNA MARIA CRISPINO, 2 voll., Roma, Unione Donne Italiane-Circolo ``La Goccia'', 1988-1989, I, pp. 91-123; OLWEN HUFTON, Destini femminili: storia delle donne in Europa, 1500-1800, Milano, Mondadori, 1996; Storia delle donne in Italia, a cura di MICHELA DE GIORGIO e CHRISTIANE KLAPISCH-ZUBER, Roma-Bari, Laterza, 1996. PiuÁ circoscritti al periodo in esame sono ANNA MARIA RAO, L'eÂducation du ``beau sexe'' dans un texte italo-francËais de 1805, in Les femmes et la ReÂvolution francËaise, I, Modes d'action et d'expression. Nouveaux droits-nouveaux devoirs, Actes du colloque international, 12-13-14 avril 1989, a cura di MARIE-FRANCE BRIVE, Tolosa, Presses Universitaires du Mirail, 1989, pp. 455460; GABRIELLA FABBRICINO TRIVELLINO, Cultura femminile tra ancien reÂgime e restaurazione, Napoli [etc.], Editoriale scientifica, 1992; Il primo femminismo: 1791-1834, a cura di ANNA ROSSI DORIA, Milano, Unicopli, 1993; LUCIA MOTTISILVANO SGARIOTO, La cittadinanza asimmetrica: istruzioni delle donne e diritti di cittadinanza fra Settecento e Ottocento, Torino, Paravia, 2000. Sul parto e sul ruolo materno NADIA MARIA FILIPPINI, L'assistenza al parto nel primo Ottocento. Appunti sull'intervento istituzionale, in Le culture del parto. Luoghi, pratiche, figure, Milano, Feltrinelli, 1986, pp. 55-63; EAD., Il corpo violato. La pratica del taglio cesareo nell'Italia di primo Ottocento, «SocietaÁ e Storia», XI, 1988, n. 40, pp. 295-333 (sul quale vedi ANNA SCATTINO, La nascita straordinaria, «Passato e presente», XV, 1997, n. 41, pp. 177-184); EAD., La nascita straordinaria: tra madre e figlio la rivoluzione del taglio cesareo (sec. XVIII-XIX), Milano, Angeli, 1995, volume in cui la pratica operatoria eÁ vista come segno di un piuÁ ampio movimento culturale, religioso, politico, sociale; Madri. Storia di un ruolo sociale, a cura di GIOVANNA FIUME, Venezia, Marsilio, 1995 (vedi in particolare i saggi di MARIA FUBINI LEUZZI , Madri e figli fra tradizione e rivoluzione. Relazioni parentali di una famiglia patrizia fiorentina (1770-1848), pp. 175-202; GIORGIA ALESSI , Le gravidanze illegittime e il disagio dei giuristi (sec. XVII-XIX), pp. 221-245). Sul giornalismo femminile LAURA PISANO, La nazione al femminile. Aspetti del giornalismo politico fra Settecento e Ottocento in Italia e in Francia, «Annali della FacoltaÁ di Magistero dell'UniversitaÁ di Cagliari», n.s., XVI, 1993 e «Prometeo», a. XII, 1994, vol. XLVI, pp. 26-33; EAD., Giornalismo politico delle donne italiane dalle Repubbliche giacobine all'UnitaÁ, in LAURA PISANO CHRISTIANE VEUVY, Parole inascoltate. Le donne e la costruzione dello Stato-nazione in Italia e in Francia (1789-1860), Testi e documenti, prefazione di GINEVRA CONTI ODORISIO, Roma, Editori Riuniti, 1994, pp. 9-77. DIRITTO, CODICI, LEGISLAZIONE, RIFORME, AMMINISTRAZIONE. Per le fonti a stampa MARIA TERESA NAPOLI, La cultura giuridica europea in Italia: repertorio delle opere tradotte nel secolo XIX, 3 voll., I, Tendenze e centri dell'attivitaÁ scientifica, II, Repertorio, III, Indici, Napoli, Jovene, 1987. Contengono numerosi interventi sul tema gli Atti dei Congressi internazionali della SocietaÁ italiana di Storia del diritto, in particolare il terzo, La formazione storica del diritto moderno in Europa, Firenze, Leo S. Olschki, 1977 ed il quar- Ð 492 Ð Á NAPOLEONICA ( 1800-1815 ) L'ETA to, Diritto e potere nella storia europea, Atti in onore di Bruno Paradisi, Firenze, Leo S. Olschki, 1982. Vedi anche GERHARD WESENBERG - GUNTER WESENER, Storia del diritto privato in Europa, a cura di PAOLO CAPPELLINI e MARIA CRISTINA DALBOSCO, Padova, Cedam, 1999. Per un profilo generale degli influssi di vari modelli europei La dinamica statale austriaca nel XVIII e XIX secolo. Strutture e tendenze di storia costituzionale prima e dopo Maria Teresa, a cura di PIERANGELO SCHIERA, Bologna, Il Mulino, 1981 (Istituto storico italo-germanico in Trento, Quaderni, 7); MARIA ROSA DI SIMONE, La cultura pubblicistica in Austria e la sua influenza in Italia dall'antico regime alla Restaurazione, «Clio», XXIII, 1987, pp. 423-446; EAD., Sull'influenza della cultura giuridica austriaca tra Settecento e Ottocento, «Clio», XXVI, 1990, pp. 33-48; CARLO RICOTTI, Il costituzionalismo britannico nel Mediterraneo (17941818). Fra Whigs e Tories: le istanze costituzionali a Malta, «Clio», XXIX, 1993, pp. 213-282; Il modello costituzionale inglese e la sua recezione nell'area mediterranea tra la fine del '700 e la prima metaÁ dell' '800, Atti del Seminario internazionale di studi in memoria di Francisco TomaÁs y Valiente (Messina, 14-16 novembre 1996), a cura di ANDREA ROMANO, Milano, GiuffreÁ, 1998 per il quale vedi il Cap. IV. CONVEGNI, 1996 MESSINA. Sul prevalente influsso francese CARLO GHISALBERTI , L'influsso della Francia napoleonica sul sistema giuridico ed amministrativo dell'Italia, «Rivista di storia del diritto italiano», XLVIII, 1975, pp. 5-26, ID., Il modello giuridico-amministrativo della Francia napoleonica e i territori alpini, «Clio», XXI, 1985, n. 2, pp. 267-279; Influence du modeÁle judiciaire francËais en Europe sous la ReÂvolution et l'Empire, Colloque organise par le Centre d'Histoire Judiciaire de l'Universite de Lille II - Juin 1998, Lille, L'Espace juridique, 1999 (in cui eÁ PAOLO ALVAZZI DEL FRATE, Juridictions ordinaires et juridictions extraordinaires en matieÁre criminelle dans l'Italie napoleÂonienne). LUIGI LACCHEÂ, L'Europe et la reÂvolution du droit: breÁves reÂflexions, «Annales Historiques de la ReÂvolution FrancËaise», avril-juin 2002, n. 328, pp. 153-169. Prevale il quadro europeo comparativo sul rapporto tra amministrazione giudiziaria e struttura costituzionale in Napoleonische Herrschaft in Deutschland und Italien Verwaltung und Justiz, hrsg. CHRISTOF DIPPER, WOLFGANG SCHIEDER, REINER SCHULZE, Berlin, Duncker und Humblot, 1995; ReÂvolutions et justice peÂnale en Europe. ModeÁles francËais et traditions nationales. 1780-1830, Actes du colloque, Louvain-laNeuve et Namur, 1995, sous la direction de XAVIER ROUSSEAU , MARIE -SYLVIE DUPONT -BOU- CHAT , CLAUDE VAEL , Paris, Montreal, 1999 [in cui vedi MARIO DA PASSANO, La codification du droit peÂnal dans l'Italie ``jacobine'' et ``napoleÂonienne'', pp. 85-100; ANTONIO GRILLI, L'organisation judiciaire sur la rive gauche du Rhin et dans l'Italie francËaise de 1800 aÁ 1814, pp. 159-178; MICHAEÈ L BROERS , La gendarmerie et le maintien de l'ordre public dans l'Italie napoleÂonienne (18001814). Institutions francËaises et socieÂte baroque; la culture et la police, pp. 179-188]; MARIO DA PASSANO, Emendare o intimidire? La codificazione del diritto penale in Francia e in Italia durante la rivoluzione e l'impero, Torino, Giappichelli, 2000. Su codici e costituzioni vedi Cap. I, FONTI; ROBERTO BONINI, Appunti di storia delle codificazioni moderne e contemporanee, Bologna, PatroÁn, 19933; Codici: una riflessione di fine millennio, Atti dell'incontro di studio, Firenze, 26-28 ottobre 2000, a cura di PAOLO CAPPELLINI e BERNARDO SORDI , Milano, GiuffreÁ, 2002. Sul periodo napoleonico cfr. GUIDO ASTUTI, Il Code NapoleÂon in Italia e la sua influenza sui codici degli stati italiani successori, in Cap. IV CONVEGNI, 1969 ROMA (anche in «Annali di Storia del Diritto», XIVXVII, 1970-1973, pp. 1-87 e in ID, Tradizione romanistica e civiltaÁ giuridica europea, II, Napoli, ESI, 1984, pp. 752 sgg.); CARLO GHISALBERTI, Dall'antico regime al 1848: le origini costituzionali dell'Italia moderna, Roma-Bari, Laterza, 1974 e 1987; MARIA GUERCIO, Sulla codificazione penale napoleonica, «Annali della scuola speciale per Archivisti e Bibliotecari dell'UniversitaÁ di Roma», XV-XVI, 1975-1976, pp. 157-180; NARCISO NADA, Le Costituzioni italiane dal 1796 al 1815: appunti raccolti da un gruppo di studenti di Storia del Risorgimento (A. 1980-81), Torino, Tirrenia, 1981; ID., Diritti fondamentali nelle costituzioni italiane dall'epoca giacobina al 1848, s.e., 1982; ROBERTO BONINI, La «costituzionalizzazione» del problema e i codici in Italia tra fine Settecento e inizi Ottocento, «Archivio Giuridico Filippo Serafini», CCIX, 1989, pp. 75-92; ANTONINO DE FRANCESCO, Rivoluzione e costituzioni: saggi sul democratismo politico nell'Italia napoleonica, 1796-1821, Napoli, ESI, 1996; FRANCESCA SOFIA, Antico e moderno nel costituzionalismo di P.C.F. Daunou, commissario civile a Roma, «Clio», XXXIII, 1997, n. 1, pp. 41-58; LUCA MANNORI, Uno stato per Romagnosi, 2 voll., Milano, GiuffreÁ, 1984-1987, sul rapporto tra giurisdizione, legislazione e diritto naturale. Sulla giustizia amministrativa vedi Cap. IV. CONVEGNI, 1969, ROMA (Napoleone e l'Italia..., il saggio di GUIDO LANDI); PIERO AIMO , Un «chef-d'oeuvre juridique»: la genesi della giustizia Ð 493 Ð RENATA DE LORENZO amministrativa, «Amministrare», XVI, 1986, pp. 375-400; ID., Le origini della giustizia amministrativa. Consigli di prefettura e Consiglio di Stato nell'Italia napoleonica, Milano, GiuffreÁ, 1990. Sulla magistratura vedi Cap. IV. CONVEGNI, 1974 ROMA (Colloquio internazionale... il saggio di YVES-MARIE BERCEÂ); MARIA ROSARIA FERRARESE , Magistratura e stato nel modello napoleonico, «Materiali per una storia della cultura giuridica», XII, 1982, pp. 463-475; LUCA MANNORI, Giustizia e amministrazione tra antico e nuovo regime e ALFREDO VIAGGIANO, I «tiranni dei tribunali» e i «filosofi legislatori». Magistratura e politica in etaÁ napoleonica: l'esempio veneziano, in Magistrati e potere nella storia europea, a cura di RAFFAELE ROMANELLI, Bologna, Il Mulino, 1997, rispettivamente pp. 39-65 e 147-168. Sui giudici di pace: ELIO GIANNETTI, Il giudicato di pace: la riforma della giustizia nell'etaÁ napoleonica, Ortona, s.e., 1996. Sul diritto di famiglia PAOLO UNGARI, Il diritto di famiglia in Italia. Dalle Costituzioni «giacobine» al Codice civile del 1942, Bologna, Il Mulino, 1970; ID., Storia del diritto di famiglia in Italia: 1796-1975, Bologna, Il Mulino, 1974, nuova ed. a cura di FRANCESCA SOFIA, Bologna, Il Mulino, 2002; MARIA TERESA SILLANO, Il Consiglio di famiglia nel Codice Napoleone, «Archivio storico lombardo», a. CI, 1975, s. X, vol. I, pp. 346354; ANNE LEFEBVRE-TEILLARD, Debolezza tollerata, crimine imperdonabile: la filiazione nel codice Napoleone, «Archivio Giuridico Filippo Serafini», 1997, vol. 217, pp. 55-70; ELISA MANGIANO, Patrimonio e affetti: la successione legittima nell'etaÁ dei codici, Torino, Giappichelli, 1999. Su altri aspetti MAURIZIO BUONOCORE CACCIALUPI, Istruzione, educazione e cultura nelle costituzioni giacobine italiane e nelle successive carte preunitarie, «Rivista italiana di studi napoleonici», n.s., XXI, 1984, pp. 107-160; SILVIA ZENATI, Il ministero per il culto nell'etaÁ napoleonica: lineamenti di scienza dell'amministrazione in materia ecclesiastica, Verona, s.e. (Fiorini), 1988. Anche in campo amministrativo, come in quello costituzionale, uno dei temi piuÁ dibattuti eÁ il rapporto col modello istituzionale francese per cui vedi JACQUES GODECHOT, Les institutions de la France sous la ReÂvolution et l'Empire, Paris, PUF, 19853, ma anche ID., Originalite et imitation... in Cap. IV. CONVEGNI, 1974 ROMA, testo tradotto in italiano in Dagli stati preunitari d'antico regime all'unificazione, a cura di NICOLA RAPONI , Bologna, Il Mulino, 1991, pp. 191-205; PIERRE VILLARD, Histoire des institutions publiques de la France (de 1789 aÁ nos jours), Paris, Dallos, 19802. Varie sono le pubblicazioni sulla storia del- le istituzioni e dell'amministrazione francese, da quella di GEÂRARD SAUTEL, Histoire des institutions publiques: depuis la ReÂvolution francËaise: administration - justice - finances, Paris, Dalloz, 19907, e GEÂRARD SAUTEL, JEAN-LOUIS HAROUEL, Histoire des institutions publiques depuis la ReÂvolution francËaise, Paris, Dalloz, 1997 8, a quella di ROMUALD SZRAMKIEWICZ - JACQUES BOUINEAU, Histoire des institutions: 1750-1914. Droit et socieÂte en France de la fin de l'Ancien ReÂgime aÁ la premieÁre guerre mondiale, Paris, Litec, 1989, a L'amministrazione nell'Europa continentale: storiografie. Francia, «L'amministrazione nella storia moderna» (Archivio ISAP), II, 1985, pp. 2169-2242, con introduzione di PIERO AIMO, pp. 541-573. Oltre quella di Aimo, vedi anche l'introduzione di ETTORE ROTELLI al primo volume dell'opera. Per la descrizione degli ordinamenti istituzionali nei vari Stati MARIA ROSA DI SIMONE, Istituzioni e fonti normative in Italia dall'antico regime all'UnitaÁ, Torino, Giappichelli, 1999; LUCA MANNORI , Uno Stato per Romagnosi, 2 voll., Milano, GiuffreÁ, 1984-1987; PIERO AIMO, Introduzione a L'Italia napoleonica: l'amministrazione come amministrazione dello Stato, in L'Italia napoleonica: l'amministrazione come amministrazione dello Stato, «Archivio ISAP», III, L'Amministrazione nella storia moderna, Milano, GiuffreÁ, 1985. Un agile saggio, che parte dalle premesse francesi, si deve a MARCO MERIGGI, Gli Stati italiani prima dell'UnitaÁ. Una storia istituzionale, Bologna, Il Mulino, 2002 (in particolare pp. 7-110). Sulla giustizia amministrativa PIERO AIMO, Alle origini della giustizia amministrativa: consigli di Prefettura e Consiglio di Stato nell'Italia napoleonica, Milano, GiuffreÁ, 1990. Sulla statistica come scienza, espressione dell'amministrazione e ad essa funzionale, FRANCESCA SOFIA, La statistica come scienza politica e dell'amministrazione, in L'amministrazione nella storia moderna, «Archivio ISAP», 1985, pp. 575-665; EAD., Una scienza per l'amministrazione. Statistica e pubblici apparati tra etaÁ rivoluzionaria e restaurazione, I, Roma, Carucci, 1988; EAD., La statistica napoleonica come fonte delle trasformazioni istituzionali, in Cap. IV. CONVEGNI, 1991 SALERNO (Il Principato Citeriore tra Ancien ReÂgime e conquista francese...), pp. 87-99. Su alcuni settori dell'organizzazione dello Stato ROBERTO RUFFILLI, Ipotesi sullo sviluppo dello stato in epoca postrivoluzionaria «Annali dell'Istituto storico italo-germanico», IX, 1983, pp. 357389; ROSARIA V. BONANNO, Prefetti e potere in Italia: storia dell'ordinamento territoriale italiano dall'etaÁ napoleonica all'autonomia regionale siciliana, 1801-1947: studio e testi, s.l., La medusa, Ð 494 Ð Á NAPOLEONICA ( 1800-1815 ) L'ETA 1987; La polizia in Italia nell'etaÁ moderna: seminario di studi, Messina, 26-27 febbraio 1999, a cura di LIVIO ANTONIELLI, Soveria Mannelli, Rubbettino, 2001. EBRAISMO. L'emancipazione dal 1791, stabilita in base alla Dichiarazione dei diritti dell'uomo e del cittadino insieme alla parificazione degli ebrei in terra di Francia, comportoÁ la loro adesione alla rivoluzione e la conseguente frequenza di agitazioni e tumulti contro la minoranza ebraica da parte dei controrivoluzionari del basso popolo. Per la situazione internazionale vedi Stato nazionale ed emancipazione ebraica, Atti del Convegno Stato nazionale, societaÁ civile e minoranze religiose: l'emancipazione degli ebrei in Francia, Germania e Italia tra rigenerazione morale e intolleranza, Roma, 23-25 ottobre 1991, a cura di FRANCESCA SOFIA e MARIO TOSCANO, ROMA, Bonacci, 1992; La questione ebraica dall'illuminismo all'impero, 1700-1815, Atti del Convegno della SocietaÁ italiana di studi sul secolo XVIII, Roma, 25-26 maggio 1992, a cura di PAOLO ALATRI e SILVIA GRASSI, Napoli, ESI, 1994. Per l'Italia Ebrei in Italia, a cura di SOFIA BOESCH GAJANO e MICHELE LUZZATI, «Quaderni storici», 1983, n. 24, pp. 7801109; Italia judaica, Gli ebrei in Italia dalla segregazione alla prima emancipazione, Atti del III Convegno internazionale, Tel Aviv, 15-20 giugno 1986, Roma, s.e. (Palombi), 1989; CORRADO VIVANTI, Storia degli ebrei in Italia e storia d'Italia, «Studi Storici», 1990, n. 2, pp. 350-393; Storia d'Italia, Annali, 11/2, Gli Ebrei in Italia dall'emancipazione ad oggi, a cura di CORRADO VIVANTI, Torino, Einaudi, 1997. Sul periodo napoleonico GUIDO FUBINI, La condizione giuridica dell'Ebraismo italiano dal periodo napoleonico all'unitaÁ d'Italia, «La Rassegna mensile di Israel», XXXVI, 1970, pp. 472-490; ID., La condizione giuridica dell'ebraismo italiano. Dal periodo napoleonico alla Repubblica, presentazione di ARTURO CARLO JEMOLO, Firenze, La nuova Italia, 1974; Napoleone e gli ebrei: atti dell'assemblea degli israeliti di Parigi e dei verbali del Gran sinedrio, con le lettere di Iacopo Carmi introdotte da Andrea Balletti, 1806-1807, prefazione di PHILIPPE ROGER, a cura di DANIELE GALLINGANI, Bologna, Analisi, 1991; FRANCESCA SOFIA, L'immagine dell'ebreo nelle statistiche napoleoniche, «Clio», XXVIII, 1992, pp. 519-534 e in La questione ebraica dall'illuminismo all'impero, cit., pp. 279-293; PAOLO MALTESE , Nazionalismo arabo e nazionalismo ebraico, 1798-1992: storia e problemi, Milano, Mursia, 1992; GADI LUZZATTO VOGHERA, Il prezzo dell'eguaglianza: il dibattito sull'emancipazione degli ebrei in Italia, 1781-1848, Milano, Angeli, 1998. ECONOMIA E FINANZA. Per un quadro generale del periodo PASQUALE VILLANI, Qualche aspetto dell'economia italiana nell'etaÁ napoleonica e JEAN GEORGELIN, EÂtude compareÂe du prix des ceÂreÂales en France et en Italie aÁ l'eÂpoque napoleÂonienne (1806-1813), «Annuario dell'Istituto storico italiano per l'EtaÁ moderna e contemporanea», XXIII-XXIV, 1971-1972, pp. 13-44 e pp. 221238; GIOVANNI DE MARIA - DAVIDE CANTARELLI - ACHILLE AGNATI - ALDO MONTESANO, L'economia italiana nell'etaÁ napoleonica, Padova, Cedam, 1973; Cap. IV, CONVEGNI, 1974 ROMA; Formazione e trasformazione dei sistemi economici in Europa dal feudalesimo al capitalismo: saggi di storia economica, raccolti a cura di CIRO MANCA, Padova, Cedam, 1987, 1999; PAOLO PINI, Progresso tecnico e occupazione: analisi economica degli effetti di compensazione agli inizi dell'Ottocento, Bologna, Il Mulino, 1991; Atlante storico-economico: la penisola italiana dal 1796 al 1914, a cura di GIANCARLO GALLI e PIERLUIGI TAVECCHIO, prefazione di SERGIO ZANINELLI, Torino, Giappichelli, 1994; GUIDO PESCOSOLIDO, UnitaÁ nazionale e sviluppo economico 1750-1913, Roma-Bari, Laterza, 1998. Tra le fonti si segnalano Le riviste di economia in Italia, 1700-1900: dai giornali scientifico-letterari ai periodici specialistici, a cura di MASSIMO M. AUGELLO, MARCO BIANCHINI e MARCO E.L. GUIDI, Milano, Angeli, 1996. L'associazionismo economico eÁ apparso un filone di studi rivisitato in ampie convergenze con la storia sociale, per cui vedi SociabilitaÁ nobiliare, sociabilitaÁ borghese, a cura di MARIA MALATESTA, Brescia, Centro Federico Odorici, 1989; Associazionismo economico e diffusione dell'economia politica nell'Italia dell'Ottocento: dalle societaÁ economico-agrarie alle associazioni di economisti, a cura di MASSIMO M. AUGELLO, MARCO E.L. GUIDI con la collaborazione di TERENZIO MACCABELLI e LUCA NICHELINI, Milano, Angeli, 2000; The spread of political economy and the professionalisation of economists: economic societies in Europe, America and Japon in the nineteenth century, edited by MASSIMO AUGELLO and MARCO E. L. GUIDI, London, New York, 2001. Per singole esperienze associazionistiche si rimanda alla sezione ECONOMIA delle varie aree geopolitiche. Sullo sviluppo di alcuni settori produttivi LUCIANO CAFAGNA , L'occasione del filugello. Note sul settore serico nella prospettiva di una esplorazione delle pluriattivitaÁ nella storia delle economie regionali italiane tra Sette e Ottocento, «Annali Cervi», 1989, n. 11, pp. 79-86; GIULIANA BIAGIOLI, Soie et soieries nell'Impero napoleonico, «Quaderni storici», XXV, 1990, n.s., n. 73, pp. 55-92; Ð 495 Ð RENATA DE LORENZO ROBERTO TOLAINI, Istituzioni, mercato, fiducia. Le misure della seta nell'Ottocento, «Quaderni storici», 1997, pp. 769-793; ID., Agronomi e vivaisti nella prima metaÁ dell'Ottocento: Mathieu Bonafous e la diffusione del gelso nelle Filippine, «SocietaÁ e Storia», XIII, 1990, pp. 567-592; ID., Filande, mercato e innovazioni nell'industria serica italiana: gli Scoti di Pescia, 1750-1860, Firenze, Leo S. Olschki, 1997; RENE BOUDARD, Il traffico della canapa tra l'Emilia, Genova e Tolone dal 1795 al 1806 (secondo dei documenti inediti), «Rivista italiana di studi napoleonici», XVIII, 1981, n. 2, pp. 53-82. Sul credito e sulle pratiche creditizie ARMAND BIZAGUET, Les origines des institutions et des meÂcanismes bancaires en Europe occidentale: de la banque romaine aÁ l'empire napoleÂonien, «Revue internationale d'histoire de la banque», IX, 1974, pp. 17-79; Credito e sviluppo economico in Italia dal Medio Evo all'etaÁ contemporanea, Atti del primo Convegno nazionale, 4-6 giugno 1987, SocietaÁ italiana degli storici dell'economia, Verona, Fiorini, 1988; PIERRE FRANCËOIS PINAUD, Le istituzioni finanziarie dell'Italia napoleonica, «Ricerche storiche», XXII, 1992, n. 2, pp. 343-354; ID., Les francËais et les finances italiennes: assistance ou rapt? 1792-1814, «Ricerche storiche», XXIX, 1999, n. 1, pp. 125-138; The rise of the fiscal state in Europe: c. 1200-1815, edited by RICHARD BONNEY, Oxford, New York, 1999. INFRASTRUTTURE, BONIFICHE E POSTA. Vedi Strade e vie di comunicazione nell'Italia napoleonica, a cura di ALDO DI BIASIO, «Rivista italiana di studi napoleonici», XXXIV, 2001, n. 1-2 (ALDO DI BIASIO, Introduzione, pp. 7-10; GIOVANNI BRANCACCIO, Strade di terra, di mare e di acque: verso un sistema integrato, pp. 11-40; ALDO CAÁ e discontinuitaÁ: la viabilitaÁ lomRERA , Continuita barda e veneta in etaÁ francese, pp. 41-72; LAURO A. ROSSI, La rivoluzione difficile. Il rinnovamento della viabilitaÁ ligure fra antico regime ed etaÁ napoleonica, pp. 73-110; ELISA BARSI, Le strade del Piemonte in epoca napoleonica, pp. 111-124; ANTONIO STOPANI , Le strade del Granducato di Toscana nell'etaÁ napoleonica, pp. 125-158; C. PAOLA SCAVIZZI, Progetti e realtaÁ dell'amministrazione francese negli Stati romani, pp. 159-186; GIUSEPPE FOSCARI, Le strade del regno di Napoli: le riforme, le istituzioni, il dibattito, pp. 187-208; ALDO DI BIASIO, Ingegneri e territorio. La strada europea tra Settecento e Ottocento. L'Italia. Tecnica, tecnologia e scienza, pp. 209-276; MASSIMO QUAINI , L.A.G. Bacler d'Albe e G.A. Rizzi Zannoni: due carriere e due contributi cartografici a confronto, pp. 277-296; MARIA TERESA BORGATO, I porti dell'Adriatico all'inizio del Regno d'Italia in una relazione inedita di Rolland e BruyeÁre, pp. 297330; ROBERTO PARISI, Come «macchine per circolare». L'architettura dei ponti nell'Italia napoleonica (1796-1815), pp. 331-360; CLEMENTE FEDELE , Strade e Poste tra Sette e Ottocento, pp. 361 sgg.). Sulle bonifiche FRANCO CAZZOLA, Le bonifiche nella storia d'Italia tra etaÁ moderna e contemporanea, in Il territorio pistoiese e i Lorena tra '700 e '800: viabilitaÁ e bonifiche, a cura di IVAN TOGNARINI, Napoli, ESI, 1990, pp. 43-60. Sul sistema postale EDOARDO P. OHNMEISS, Metodi e bolli postali napoleonici dei dipartimenti francesi d'Italia: storia e catalogazione, Vignola, Vaccari, 1989; FEDERICO BORROMEO - CLEMENTE FEDELE, Storia postale dell'Italia napoleonica, Prato, Istituto di studi storici postali; CLEMENTE FEDELE, 1: La voce della posta: comunicazioni e societaÁ nell'Italia napoleonica, prefazione di GIULIO GUDERZO, Prato, Istituto di studi storici postali, 1996; ID., Carta geografica postale italiana con le stazioni della posta cavalli (1790-1815), Prato, Istituto di studi storici postali, 1996. ISTRUZIONE. ProbleÁmes d'histoire de l'eÂducation, Actes des seÂminaires organiseÂs par l'EÂcole francËaise de Rome et l'UniversitaÁ di Roma La Sapienza: janvier-mai 1985, Roma, EÂcole francËaise de Rome, 1988. Sulle linee generali del riformismo napoleonico del sistema scolastico GERT SCHUBRING, The impact of the Napoleonic structural reforms of the educational system in Europe, «Annali dell'Istituto storico italo-germanico in Trento», XXI, 1995, pp. 435-443. Per il caso italiano NASANTE BUCCI, La scuola italiana nell'etaÁ napoleonica: il sistema educativo e scolastico francese nel Regno d'Italia, Roma, Bulzoni, 1976; MAURIZIO BUONOCORE CACCIALUPI, Istruzione, educazione e cultura nelle costituzioni giacobine italiane e nelle successive carte preunitarie, «Rivista italiana di studi napoleonici», n.s., XXI, 1984, pp. 107-160; LUIGI AMBROSOLI, Educazione e societaÁ tra rivoluzione e restaurazione, Verona, Libreria universitaria editrice, 1987; CARMELA COVATO, Sapere e pregiudizio. L'educazione delle donne tra '700 e '800, Roma, Archivio Guido Izzi, 1991; ELENA BRAMBILLA, UniversitaÁ, scuole e professioni in Italia dal primo '700 alla Restaurazione. Dalla ``Costituzione per ordini'' alle borghesie ottocentesche, «Annali dell'Istituto storico italo-germanico in Trento», XXIII, 1997, pp. 153208; MARINA ROGGERO, L'alfabeto conquistato: apprendere e insegnare nell'Italia tra Sette e Ottocento, Bologna, Il Mulino, 1999. Sulla istituzione scolastica GAETANO BONETTA, Storia della scuola e delle istituzioni educative: scuola e processi for- Ð 496 Ð Á NAPOLEONICA ( 1800-1815 ) L'ETA mativi in Italia dal XVIII al XX secolo, Firenze, Giunti, 1997; Leggere e scrivere tra '700 e '800, a cura di GIOVANNI GENOVESI, Parma, Ricerche pedagogiche, 2000; GIOVANNI GENOVESI, Storia della scuola in Italia dal Settecento a oggi, Roma-Bari, Laterza, 2001 4; Formazione tra illuminismo vecchio e nuovo, a cura di GIOVANNI GENOVESI , Milano, Angeli, 2002. Sui libri di testo CLAUDIA SALMINI, Libri di testo tra antico regime e restaurazione, «Ricerche di Storia sociale e religiosa», XXI, 1992, n.s., n. 41, pp. 145-155. L'interesse per la storia delle istituzioni, ma soprattutto per la formazione dei gruppi dirigenti, ha incrementato gli studi sulle universitaÁ e sui percorsi formativi che portano alle professioni e a coprire ruoli di livello medio-alto. Si vedano in merito gli «Annali di storia delle universitaÁ italiane», editi dalla fine degli anni Novanta, e RENE BOUDARD, ExpeÂriences francËaises de l'Italie napoleÂonienne: Rome dans le systeÁme universitaire napoleÂonien et l'organisation des acadeÂmies et universiteÂs de Pise, Parme et Turin, 1806-1814, Roma, Edizioni dell'Ateneo, 1988; ANNE MARIE VOUTYRAS, Les faculteÂs de droit dans les deÂpartements eÂtrangers de l'Empire NapoleÂonien, «Revue d'histoire des faculteÂs de droit et de la science juridique», XIII, 1992, pp. 127-157. Per un settore che ebbe grande sviluppo in etaÁ napoleonica La matematica in Italia, 1800-1950, a cura di ENRICO GIUSTI, LUIGI PEPE, Firenze, Polistampa, 2001, nonche la Bibliografia italiana di storia delle matematiche, 1961-1990, a cura di FRANCESCO BARBIERI , LUIGI PEPE , s.l. (Compositori), 1993. Inseriamo in questa sezione anche FERDINAND BRUNOT, Le francËais au dehors sous la ReÂvolution, le Consulat et l'Empire, avant-propos et bibliographie de JACQUES GODECHOT, vol. 11 della Histoire de la langue francËaise des origines aÁ nos jours, preÂface de la nouvelle eÂdition par GEÂRALD ANTOINE, Paris, Colin, 1967, studio di linguistica storica, con annessi problemi di comunicazione politica. MASSONERIA E SOCIETAÁ SEGRETE. Vedi Cap. IV. CONVEGNI, 1995 CUSSANIO DI FOSSANO (LibertaÁ e modernizzazione: massoni in Italia nell'etaÁ napoleonica...); Secreta. Collezione di documenti riguardanti le societaÁ segrete conosciute in Italia dall'anno 1800 al 1819, Firenze, Cardini, Centro internazionale del libro, 1981; CARLO FRANCOVICH , Massoneria settecentesca e napoleonica: rassegna bibliografica, in Scritti in memoria di Mario Bigotti, «Rivista italiana di studi napoleonici», XXI, 1984, n. 1-2, pp. 37-50; ID., Prospettive politiche delle societaÁ segrete in Italia durante il periodo napoleonico e la restaurazione, «Rivista ita- liana di studi napoleonici», XXIII, 1986, n. 2, pp. 9-18; GUGLIELMO ADILARDI, Un'antica condanna: le origini di un conflitto fra Chiesa cattolica e massoneria, Foggia, Bastogi, 1989. Vedi anche i capitoli sulle singole aree regionali. NOTABILI, ELITES, BUROCRAZIE, PROFESSIONI. Utili sono state su questo tema le suggestioni dell'antropologia storica del classico SIDNEY TARROW, Tra centro e periferia. Il ruolo degli amministratori locali in Italia e in Francia, Bologna, Il Mulino, 1979. Per individuare e definire i contorni di nuovi gruppi dirigenti su lungo periodo I ceti dirigenti in Italia in etaÁ moderna e contemporanea, Atti del Convegno, Cividale del Friuli, 10-12 settembre 1983, a cura di AMELIO TAGLIAFERRI, Udine, Del Bianco, 1984. Gli studi sulla nascita di ``uomini nuovi'', con conseguente difficoltaÁ di definizione del notabilato secondo parametri di ricchezza, proprietaÁ, status, virtuÁ amministrative, capacitaÁ intellettuali, ed altri ancora individuabili nel perfezionamento delle ricerche, hanno trovato uno stimolo iniziale nelle riflessioni di ARMANDO SAITTA, Spunti per uno studio degli atteggiamenti politici e dei gruppi sociali nell'Italia giacobina e napoleonica, «Annali dell'Istituto Storico italiano per l'EtaÁ moderna e contemporanea», XXIII-XXIV, 1971-1972, pp. 269-292 e ID., Appunti per una ricerca sui notabili nell'Italia napoleonica, «Critica storica», IX, 1972, n.s., pp. 53-71, per proseguire con il giaÁ citato numero monografico di «Quaderni storici», XIII, 1978, n. 37 (Contiene: CARLO CAPRA, Nobili, notabili, eÂlites: dal modello francese al caso italiano, pp. 12-42; ROSALBA DAVICO, L'aristocrazia imperiale: i ``citoyens'' piemontesi tra rivoluzione e restaurazione, pp. 42-72; GIOVANNI ASSERETO, I gruppi dirigenti liguri tra la fine dell'Antico Regime e l'annessione all'impero napoleonico, pp. 73101; ALFONSO SCIROCCO, I corpi rappresentativi del Mezzogiorno dal «Decennio» alla Restaurazione: il personale dei Consigli provinciali, pp. 102125; RENZO PACI, Un notabile marchigiano: il conte Girolamo Spada tra agronomia e politica, pp. 126-164; CESARE MOZZARELLI, Modelli amministrativi e struttura sociale: prospettive di ricerca sulla burocrazia milanese, pp. 165-195; LIVIO ANTONIELLI , Alcuni aspetti dell'apparato amministrativo periferico nella Repubblica e nel Regno d'Italia, pp. 196-227; GIUSEPPE CIVILE, Appunti per una ricerca sull'amministrazione civile nelle province napoletane, pp. 228-263; RENATA DE LORENZO, Il personale delle finanze nel Regno di Napoli durante il Decennio francese, pp. 264-283; MICHELE MIELE, Il clero nel Regno di Napoli, 1806-1815, pp. 284-313); ROSALBA DAVICO, L'Europa dei no- Ð 497 Ð RENATA DE LORENZO tabili: antropologia di una eÂlite, «Rivista italiana di studi napoleonici», XVIII, 1981, n. 1, pp. 39-72. Sul carattere urbano di una parte di queste eÂlites, con riflessi sul «lungo Ottocento», MARIA MALATESTA, La deruralizzazione delle e Âlites. Il caso italiano nel contesto europeo 1800-1914, «Fondazione Giangiacomo Feltrinelli», XXIX, 1993, pp. 157-194. Per una recente riflessione sul tema, su un ampio arco cronologico, Le Italie dei notabili: il punto della situazione, Atti del Convegno, Pescara 5-8 marzo 1998, Napoli, ESI, 2001. L'ampliamento delle categorie di definizione delle borghesie ha comportato studi sulle burocrazie direttamente legate allo Stato amministrativo, ma anche sulle professioni, molte delle quali legate al servizio dello Stato, e sui modi di formazione delle loro competenze: MASSIMO COSTANTINI , La formazione professionale dal tramonto delle corporazioni di mestiere al sorgere del sistema di fabbrica, «Studi Storici Luigi Simeoni», XLI, 1991, pp. 129-135; MASSIMO QUAINI, IdentitaÁ professionale e pratica cognitiva dello spazio: il caso dell'ingegnere cartografo nelle periferie dell'impero napoleonico, «Quaderni storici», XXX, 1995, pp. 679-696; Avvocati, medici, ingegneri: alle origini delle professioni moderne, secoli XVIXIX, a cura di MARIA LUISA BETRI e ALESSANDRO PASTORE, Bologna, Clueb, 1997 (per un quadro complessivo d'insieme vedi in particolare FRANCESCA SOFIA , Le professioni prima delle «libere professioni»: gli ordinamenti dell'etaÁ napoleonica, pp. 69-80); ELENA BRAMBILLA, UniversitaÁ, scuole e professioni in Italia dal primo '700 alla Restaurazione. Dalla ``Costituzione per ordini'' alle borghesie ottocentesche, «Annali dell'Istituto storico italo-germanico in Trento», XXIII, 1997, pp. 153208; Amministrazione, formazione e professione: gli ingegneri in Italia tra Sette e Ottocento, a cura di LUIGI BLANCO, Bologna, Il Mulino, 2000; LUIGI BLANCO, Amministrazione, ingegneri e territorio nell'Italia napoleonica, in Le storie e la memoria. In onore di Arnold Esch, a cura di ROBERTO DELLE DONNE e ANDREA ZORZI, Firenze, Reti Medievali, Firenze, University Press, 2002, pp. 171-193. Molti dei funzionari dello Stato furono inoltre scienziati. PROPRIETAÁ. RENATO ZANGHERI, Gli anni francesi in Italia: le nuove condizioni della proprietaÁ, «Studi storici», XX, 1979, pp. 5-26; CARLO ZAGHI , Proprieta Á e classe dirigente nell'Italia giacobina e napoleonica, «Annuario dell'Istituto storico italiano per l'etaÁ moderna e contemporanea», XXIII-XXIV, 1971-1972, pp. 105-220 e in Istituzioni e societaÁ nella storia d'Italia, opera coordinata da ETTORE ROTELLI, IV, Dagli stati preunitari d'antico regime all'unificazione, a cura di NICOLA RAPONI, Bologna, Il Mulino, 1981, pp. 257-294. STATISTICHE. Per i principi che ispirarono il sistema francese, modello delle statistiche italiane, MARIE NOEÈLLE BOURGUET, Dal diverso all'uniforme: le pratiche descrittive nella statistica dipartimentale napoleonica, «Quaderni storici», XIX, n.s., 1984, pp. 193-230; FRANCESCA SOFIA , I «commissari osservatori» di Garat. Polizia e amministrazione agli albori delle statistiche regionali francesi, «Clio», XXI, 1985, n. 1, pp. 77-97; EAD., Per una definizione di cittaÁ nelle statistiche descrittive italiane in periodo napoleonico, «Storia urbana», IX, 1985, n. 30, pp. 3-18; EAD., Una scienza per l'amministrazione. Statistica e pubblici apparati tra etaÁ rivoluzionaria e restaurazione, I, Roma, Carucci, 1988; EAD., L'immagine dell'ebreo nelle statistiche napoleoniche, «Clio», XXVIII, 1992, pp. 519-534; EAD., Verso l'autonomia della scienza statistica: cultura e organizzazione tra Sette e Ottocento, Roma, ISTAT, 1994; EAD., Manoscritti coperti e riscoperti: le statistiche dipartimentali di Melchiorre Gioia, in Nei cantieri della ricerca: incontri con Lucio Gambi, a cura di FRANCO CAZZOLA, Bologna, Clueb, 1997; Statistica, storia e nazione: la statistica ufficiale tra passato e futuro: una prospettiva comparata, a cura di FRANCESCA SOFIA e PAOLO GARONNA, Roma, Istituto Nazionale di Statistica, 1997. Sui complessi compiti della statistica ALFIO SIGNORELLI, La statistica preunitaria tra «assunto civile» e funzione burocratica, s.e., Catania, 1983. Per le statistiche nei vari Stati vedi i rispettivi capitoli. TUMULTI E INSORGENZE . Vedi Cap. VI, 3. VITA QUOTIDIANA. JOHN ROSSELLI, Governi appaltatori e giochi d'azzardo nell'Italia napoleonica, «Rivista storica italiana», XCIII, 1981, pp. 346383; CARLO BERTELLI, Il collezionista pubblico in etaÁ napoleonica, «Ateneo veneto», XXII, 1984, n. 1-2, pp. 55-68; Gli archivi per la storia dell'alimentazione, Atti del Convegno, PotenzaMatera, 5-8 settembre 1988, Roma, Ministero per i beni culturali e ambientali, Ufficio centrale per i beni archivistici, 1995. VIAGGI. Data la diffusione e la varia tipologia dei viaggiatori, i resoconti di viaggi rappresentano sia una fonte che un oggetto specifico di studio. Per la bibliografia vedi VITO CASTIGLIONE MINISCHETTI - GIOVANNI DOTOLI - ROGER MUSNIK , Bibliographie du voyage francËais en Italie du moyen age aÁ 1900, Fasano, Schena, 2002. Rispetto alla sterminata produzione si citano solo THE AGE OF THE GRAND TOUR, La bella Europa. Ð 498 Ð Á NAPOLEONICA ( 1800-1815 ) L'ETA e storia dell'arte, 1986; GINO BENZONI, Italiani in viaggio (fine secolo XVIII - inizio secolo XIX), «Ateneo Veneto», XXVI, 1988, pp. 281291; VINCENZO CLEMENTE, Grand tour d'Italia ed Adriatico tra Rivoluzione e Restaurazione, «Storia e civiltaÁ», VI, 1990, pp. 153-188; ALBERTO GIGLI BELZOLARI, Luigi Valentino Brugnatelli: Diario del viaggio in Svizzera e in Francia con Alessandro Volta nel 1801, Bologna, Cisalpino, 1997; Le istruzioni scientifiche per i viaggiatori XVII-XIX secolo: antologia di testi, a cura di SILVIA COLLINI e ANTONELLA VANNONI , Firenze, Polistampa, 1997. Costume, vita sociale ed usanze di Francia, Olanda, Germania, Svizzera e Italia nelle lettere, diari e scritti dei piuÁ celebri viaggiatori tra gli anni 1720 e 1820, con descrizioni delle piuÁ illustri antichitaÁ e curiositaÁ di questi paesi insieme con la storia del grand tour di Anthony Burgess Wilson e un saggio sull'arte dell'Europa del Settecento di Francis Askell, Roma, Editalia, 1970; Les voyages en Italie (1804): journal d'un compagnon d'exile de Lucien Bonaparte, a cura di HUGUETTE VALLET, prefazione di CARLO PIETRANGELI, [Napoli], Centre Jean BeÂrard, Institut francËais de Naples, Roma, Istituto nazionale di archeologia IV ATTI DI CONVEGNI E CATALOGHI DI MOSTRE (con l'indicazione in maiuscoletto del luogo e dell'anno del convegno) La celebrazione del bicentenario della Rivoluzione e quella in corso dell'etaÁ napoleonica sono state di stimolo al moltiplicarsi di manifestazioni, soprattutto a partire dalla fine degli anni Ottanta, con periodiche rassegne (Vedi MICHEL VOVELLE, preÂsente par, Les Colloques du Bicentenaire. ReÂpertoire des rencontres scientifiques nationales et internationales, avec la collaboration de DANIEÁLE LE MONNIER, 1991; NICOLA RAPONI, Cronache del Bicentenario. Rassegna dei convegni e delle manifestazioni scientifiche e culturali del 1997, «Quaderni del Bicentenario», IV, 1998, pp. 199-208; LUIGI DI STADIO, Il Bicentenario della Rivoluzione francese in Italia. Alcuni spunti critici, «Rivista italiana di studi napoleonici», XXXII, 1999, n. 1, pp. 137-152; GIULIA GORGONE, Rassegna delle mostre napoleoniche, «Rivista napoleonica», 2001, n. 1, pp. 179-185). 1969 ROMA: Atti del Convegno sul tema: Napoleone e l'Italia (Roma, 8-13 ottobre 1969), Roma, Accademia nazionale dei Lincei, 1973 [I: ALBERTO MARIA GHISALBERTI, L'era napoleonica e il Risorgimento italiano, pp. 13-24; FRANCO VALSECCHI, Le questioni italiane nella diplomazia napoleonica, pp. 25-37; ANGELO JACHINO, Il potere marittimo nelle guerre napoleoniche, pp. 41-82; ENZO AVALLONE , Le campagne napoleoniche in Italia, pp. 83120; ENRICO CERULLI, Intervento sulla relazione del colonnello E. Avallone, pp. 121-122; EMILIO FALDELLA, Gli italiani negli eserciti napoleonici, pp. 123-152; ENRICO CERULLI, Parole di apertura della II seduta, pp. 153-154; GUIDO LANDI, L'influenza della legislazione e della tradizione napo- leonica sugli organi di giustizia amministrativa e di controllo degli Stati italiani, pp. 155-172; ENRICO CERULLI, Intervento sulla relazione del prof. G. Landi, pp. 173-174; GUIDO ASTUTI, Il code NapoleÂon in Italia e la sua influenza sui codici degli Stati italiani successori, pp. 175-237; ENRICO CERULLI, Intervento sulla relazione del prof. G. Astuti, pp. 238-242; PASQUALE VILLANI, Il Regno di Napoli nell'etaÁ napoleonica, pp. 243-254; SERGIO CAMERANI, La Toscana nell'era napoleonica, pp. 255-262; ALBERTO MARIA GHISALBERTI, Intervento sulla relazione del prof. S. Camerani, pp. 263264; RUGGERO MOSCATI, La tradizione dell'accentramento «napoleonico» negli Stati italiani della Restaurazione, pp. 265-273; Discussione, pp. 274-278; GIORGIO VACCARINO, Il Piemonte nel periodo napoleonico, pp. 279-308; CARLO CORÁ napoleonica, DIEÁ , Il giornalismo letterario nell'eta pp. 309-333; BRUNO MIGLIORINI, Intervento sulla relazione del prof. C. CordieÁ, pp. 334-335; CARLO CAPRA, Il giornalismo politico nella repubblica Cisalpina e nel Regno Italico (1796-1814), pp. 335353; BRUNO MIGLIORINI, Intervento sulla relazione del prof. C. Capra, pp. 353-356; VITTORIO EMANUELE GIUNTELLA, Roma nell'etaÁ napoleonica, pp. 357-364; Discussione, pp. 365-370; BRUNO MIGLIORINI, La lingua italiana nell'etaÁ napoleonica, pp. 371-388; PAOLO TOSCHI, Intervento sulla relazione del prof. B. Migliorini, pp. 388-390; MARIO PRAZ , Arte neoclassica nel periodo napoleonico, pp. 391-412; ANNA MARIA BRIZIO, Interventi urbanistici e architettonici a Milano durante il periodo napoleonico, pp. 413-427; ELENA BASSI, L'arte neoclassica nel Veneto, pp. 429-438; MARIO Ð 499 Ð RENATA DE LORENZO PRAZ, Intervento sulla relazione della prof. E. Bassi, p. 438; GIOVANNI CALOÁ, La scuola nell'era napoleonica, pp. 439-459; AUGUSTO GUZZO, Intervento sulla relazione del prof. G. CaloÁ, pp. 459460; NINO CORTESE, La storiografia meridionale del primo Ottocento (Vincenzo Cuoco, Pietro Colletta, Luigi Blanch, Francesco e Vincenzo Pignatelli di Strongoli, ecc.), pp. 461-469; Discussione, pp. 470-472; ELENA GANAPINI BRAMBILLA, Le Accademie nella repubblica Cisalpina e nel Regno Italico con particolare riguardo all'Istituto Nazionale, pp. 474-490; Discussione, pp. 491-492; RAFFAELE CANTARELLA, Napoleone e i Greci di Corsica, pp. 493-494; II: La dinamica dei prezzi e dei redditi in Italia e nei maggiori paesi del mondo durante il quarantennio 1780-1820, a cura di GIOVANNI DE MARIA, pp. 5-46; Determinazione dell'efficienza economica dei maggiori settori esogeni nel periodo 1780-1820, a cura di DAVIDE CANTARELLI, pp. 47-69; Determinazione dell'efficienza economica del settore monetario, bancario, finanziario nel periodo 1780-1820, a cura di ACHILLE AGNATI, pp. 71-94; Determinazione econometrica dei fattori causali del movimento dei prezzi nei maggiori stati italiani dal 1780 al 1820, a cura di ALDO MONTESANO, pp. 95-166; DOMENICO DE MARCO, L'economia e la societaÁ nel regno meridionale dei napoleonidi, pp. 171-211]. 1970 MONTALBANO JONICO-MATERA: Francesco Lomonaco un giacobino del Sud, Atti del II Convegno nazionale di Storiografia Lucana (Montalbano Jonico-Matera, 10-14 settembre 1970), a cura di PIETRO BORRARO, Galatina, Congedo, 1976. 1971 MODENA: Mostra di medaglie napoleoniche, a cura delle Direzioni dei Musei civici di storia e arte medioevale e moderna e del Risorgimento, Modena, s.e., 1971. 1972 MACERATA: L'etaÁ napoleonica nel Maceratese. Atti dell'VIII Convegno di studi maceratesi, Tolentino, 28-29 ottobre 1972, Macerata, Centro di studi storici maceratesi, 1974 [PIO CARTECHINI , L'eta Á napoleonica nel maceratese, pp. V-VIII; ROBERTO MASSI, Il saluto della cittaÁ di Tolentino, pp. IX-X; ALBERTO M. GHISALBERTI, Introduzione; MARIA LUISA SCARNI, Cenni preliminari sullo sviluppo urbano di Tolentino, pp. 1-9; BANDINO G. ZENOBI, La classe dirigente della Marca alla vigilia della caduta dell'antico regime, pp. 10-84; MARIELLA TROSCE , Macerata negli ultimi decenni del secolo XVIII: struttura economica, classi sociali e proprietaÁ fondiaria, pp. 85-115; LORENZO CIOCI, Popolazioni e classi sociali in Macerata tra Sette e Ottocento, pp. 116-124; MARIA GILI, Camerino ed il Camerinese nel 1798-1799, pp. 125-150; DANTE CECCHI, L'organizzazione amministrativa nella Delegazione apostolica di Macerata durante la 1a Restaurazione, pp. 151-323; PIO CARTECHINI, Organi ed uffici dell'amministrazione napoleonica a Macerata dal 1809 al 1815, pp. 325-499; ANGELO A. BITTARELLI, Gli avvenimenti dell'etaÁ napoleonica in alcuni diaristi del Camerinese, pp. 500-544; CARLO VERDUCCI, Un periodico maceratese dell'etaÁ napoleonica: «Il Redattore del Musone», pp. 545-553; RITA ANDRENELLI CAPPELLETTI, Gli avvenimenti nel Dipartimento del Musone (1808-1815) attraverso i manifesti pubblicati a Macerata, pp. 554-568; EMILIO CANU, Le operazioni di guerra nelle Marche nel 1797 e nel 1815 nella «Gazette nationale ou le Moniteur universel», pp. 569-578; ALFREDA BARTOCCI, La battaglia di Tolentino: armamento e composizione delle armate napoletana ed austriaca, pp. 579587; ANDREA BUSIRI-VICI, Opere neoclassiche di Andrea Vici a Treia, pp. 588-593]. 1974 FAENZA: Giuseppe Pistocchi, 1744-1814, architetto giacobino, Catalogo della mostra (Faenza, Palazzo delle Esposizioni, 24 novembre - 22 dicembre 1974), a cura di EZIO GODOLI, Firenze, Rotografica fiorentina, 1974. 1974 ROMA: Colloquio internazionale sulla storia dell'Italia giacobina e napoleonica (Roma, 2527 marzo 1974), «Annuario dell'Istituto storico italiano per l'etaÁ moderna e contemporanea», XXIII-XXIV, 1971-1972, Roma, Istituto storico italiano per l'etaÁ moderna e contemporanea, 1975 [ARMANDO SAITTA, Premessa; Lavori della prima giornata, 25 marzo 1974, FeudalitaÁ, proprietaÁ ed economia nell'Italia giacobina e napoleonica. Relazioni: PASQUALE VILLANI, Qualche aspetto dell'economia italiana nell'etaÁ napoleonica, pp. 13-44; ALBERT SOBOUL, L'Italie jacobine et NapoleÂonienne ou «La reÂvolution agraire manqueÂe», pp. 45-63. Comunicazioni: MAURICE AYMARD , L'abolition de la feÂodalite en Sicile: le sens d'une reÂforme, pp. 67-85; GEÂRARD DELILLE, Cadastre napoleÂonien et structures eÂconomiques et sociales dans le Royaume de Naples, pp. 87-104; CARLO ZAGHI, ProprietaÁ e classe dirigente nell'Italia giacobina e napoleonica, pp. 105-220; JEAN GEORGEÂtude compareÂe du prix des ceÂreÂales en France LIN , E et en Italie aÁ l'eÂpoque napoleÂonienne (1806-1813), pp. 221-238; ANNALUCIA FORTI MESSINA, La legislazione del lavoro in Lombardia nell'etaÁ napoleonica, pp. 239-256. Lavori della seconda giornata, 26 marzo 1974, Atteggiamenti politici e gruppi sociali nell'Italia giacobina e napoleonica. Relazione: ARMANDO SAITTA, Spunti per uno studio degli at- Ð 500 Ð Á NAPOLEONICA ( 1800-1815 ) L'ETA teggiamenti politici e dei gruppi sociali nell'Italia giacobina e napoleonica, pp. 269-292. Comunicazioni: MARIO LEONARDI, Democratici e masse popolari a Bologna dal 1796 al 1802, pp. 295-307; WALTER MARKOV, Dalmazia e Illiria, pp. 309314; LOUIS BERGERON, La place des gens d'affaires dans les listes de notables du premier Empire d'apreÁs les exemples du PieÂmont et de la Ligurie, pp. 315-330; JEAN-PIERRE FILIPPINI, Ralliement et opposition des notables Toscans aÁ l'Empire francËais, pp. 331-356; FRANCO DELLA PERUTA, La Rivoluzione francese nel giudizio dei democratici italiani nel Risorgimento, pp. 357-370; PAOLO VIOLA , La Repubblica Romana nel giornale di un aristocratico di Todi, pp. 371-390. Lavori della terza giornata, 27 marzo 1974, Istituzioni dell'Italia giacobina e napoleonica. Relazione: JACQUES GODECHOT, Originalite  et imitation dans les institutions italiennes de l'eÂpoque NapoleÂonienne, pp. 391406; Comunicazioni: JACQUES GUYARD, Les francËais et le systeÁme politique romain aÁ la fin du dixhuitieÁme sieÁcle, pp. 407-420; YVES-MARIE BERCEÂ, L'organisation judiciaire et le recrutement des Magistrats dans les DeÂpartements de l'EÂtat eccleÂsiastique (1809-1813), pp. 421-434; STUART J. WOOLF, The treatment of the Poor in Napoleonic Tuscany 1808-1814, pp. 435-474; CARLO CAPRA, Una ricerca in corso. I collegi elettorali della Repubblica italiana e del Regno Italico, pp. 475-498; LIVIO ANTONIELLI , Criteri di scelta dei prefetti nei Napoleonici Repubblica e Regno d'Italia, pp. 499-520; JEAN-CHRISTIAN TAUTIL, La presse de la premieÁre ReÂpublique romaine, pp. 521-538]. 1977 CATANZARO: La Calabria dalle riforme alla Restaurazione, Atti del VI Congresso storico calabrese, Catanzaro, 29 ottobre - 1 novembre 1977, 2 voll., Salerno-Catanzaro, SocietaÁ editrice meridionale, 1981. [Vedi i contributi I: GAETANO CINGARI, La Calabria fra Settecento e Ottocento: fermenti ideologici e spinte rivoluzionarie, pp. 103-116; PASQUALE VILLANI, Le imposte dirette e la distribuzione del reddito nel Regno di Napoli e nella Calabria napoleonica, pp. 235-256; II: FRANCESCO BARRA, Il brigantaggio del decennio in Calabria in due cronache inedite, pp. 11-14; MICHEÁLE BENAITEAU, Les deÂpendances feÂodales des di Tocco en Calabre CiteÂrieure 1788-1810, pp. 15-26; PASQUALE ALBERTO DE LISIO, Per l'edizione delle opere di Francesco Saverio Salfi, pp. 145-150; CARLO LONGO, Il collegio teologico reggino dei domenicani dal 1740 al 1805, pp. 341352; FRANCESCO TIGANI SAVA, Antonio Jerocades: contributo bibliografico, pp. 635-713; EMILIA ZINZI , Contributo alla storia urbana di Catanzaro fra tardo Settecento e primo Ottocento. Intervento 33 pubblico e realtaÁ locale: orientamenti, forme, problemi, pp. 771-845]. 1977 FIRENZE: Florence et la France: rapports sous la reÂvolution et l'empire, Actes du Colloque 2-3-4 juin 1977, organise par l'Institut francËais de Florence, la Surintendance aux biens artistiques et historiques de Florence et Pistoia et le MuseÂe du Louvre. Firenze, Centro Di, Paris, Editart Quatre-chemins, 1979 (LUISA BANDERA, Preludio parmense, pp. 1-14; O. PANICHI, Il rinnovamento dell'architettura e della decorazione d'interni a Firenze nell'etaÁ Leopoldina, pp. 15-38; ROBERTA ROANI VILLANI, Giovanni Battista Capezzoli: due opere, pp. 39-50; ALVAR GONZALEZ-PALACIOS, Commessi granducali e ambizioni galliche (e note sulle pietre dure ai Gobelins e a Firenze nel Settecento), pp. 51-114; BIRGITTA SANDSTROÈM, BeÂnigne Gagneraux aÁ Florence, pp. 115-128; PIERRE ROSENBERG, Les relations artistiques entre la Toscane et la France sous la ReÂvolution: aÁ propos de l'eÂchange d'un Le Sueur, pp. 129-150; A. GIOVANNELLI , Disegni neoclassici di paesaggio nella collezione degli Uffizi, pp. 151-158; L. PELLICER, FrancËois Xavier Fabre et la peinture italienne, pp. 159-186; PHILIPPE BORDES, Les peintres Fabre et Benvenuti et la Cour d'Elisa Bonaparte, pp. 187208; R. RYSZKIEWICZ - J.K. OSTROWSKI, Fabre e la colonia polacca a Firenze, pp. 209-214 ; G. INCERPI, I restauri sui quadri fiorentini portati a Parigi, pp. 215-236; G.E. MAÃLE, Le seÂjour aÁ Paris entre 1799 et 1815 de quelques tableaux du palais Pitti, pp. 237-250; GEÂRARD HUBERT, Un portrait en mosaõÈque de NapoleÂon par Belloni d'apreÁs GeÂrard. Contribution aÁ l'eÂtude de l'eÂcole impeÂriale de mosaõÈque de Paris et des manifactures italiennes, pp. 251-272; A. OTTAVI CAVINA, Felice Giani e la Francia. La decorazione di palazzo Baciocchi, pp. 273-288; PIERRE ARIZZOLI-CLEÂMENTEL, Les projets d'ameÂnagement inteÂrieur et de deÂcoration du palais Pitti pour NapoleÂon Ier et Marie-Louise 1810-1814, pp. 289-340; G. MOROLLI, L'attivitaÁ giovanile di Lorenzo Nottolini a Lucca, pp. 341386; M.V. CRESTI, Disegni di J.B. Wicar all'Accademia di Belle Arti di Perugia: una galleria di ritratti napoleonici, pp. 387-398; FERNANDO MAZZOCCA , Canova e Wicar, pp. 399-436; N. 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Vita economica e sociale: ANDREA SCHIAFFINO, Coscrizione e nuzialitaÁ in etaÁ napoleonica, pp. 179-196; FABRIZIO SPAGGIARI , La distribuzione della proprieta Á fondiaria nella pianura reggiana (1791-1804-1814), pp. 197-218; DANIELE STERPOS, Le strade del Ducato (17661814), pp. 219-232; MARIA MADDALENA BUFERA, Forme di conduzione e problemi sociali nella pianura reggiana (1770-1820), pp. 233-251; ATTILIO REGGIANI, Sommosse contadine a Modena e Reggio, pp. 253-270; LUIGI PUCCI, Indagini sul brigantaggio nel Dipartimento del Panaro e del Crostolo, pp. 271-294; ERMANNO CAVAZZONI, Pazzi, mentecatti, furiosi negli stati estensi tra etaÁ delle riforme ed etaÁ napoleonica, pp. 295-328. Ideologia e cultura: GIUSEPPE ARMANI, Aspetti della diffusione delle idee illuministiche nei territori estensi, pp. 345-371; WILLIAM SPAGGIARI, Aspetti della fortuna di Cesare Beccaria nel Ducato estense, pp. 373-397; MARIA FRANCA SPALLANZANI, Per una storia della scienza nelle istituzioni culturali, pp. 399-431; LUCIANO SERRA, Filippo Re «vegetabile» e «arlecchino», pp. 433-448; DANIELE MENOZZI, Dall'agostinismo al cattolicesimo democratico: p. Riccardo Bartoli, pp. 449-477; ROBERTA TURCHI, Dalle accademie ai circoli patriottici, pp. 479503; LUIGI BALSAMO, Editoria e biblioteche della seconda metaÁ del settecento negli stati estensi, pp. 505-531; GIORGIO MONTECCHI, Il giornalismo politico a Modena nel triennio repubblicano, pp. 533-555; GIAN PAOLO BRIZZI, Un'istituzione educativa d'antico regime tra rivoluzione e restaurazione sociale: il collegio di Modena, pp. 557582; ELENA BRAMBILLA, Istituzione e alfabetizzazione nei Dipartimenti estensi dal 1800 al 1814, pp. 583-612; MARCO CERRUTI, Luoghi dell'utopia nella scrittura del triennio, pp. 613-632; GIANNI VENTURI, La civiltaÁ di villa nel reggiano tra l'antico regime e la rivoluzione, pp. 633-651; MARINO BERENGO, Conclusioni, pp. 653-661]. 1978 ROMA: Colloquio italo-francese. 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Olschki, 1989 [in particolare vedi i saggi Ð 506 Ð Á NAPOLEONICA ( 1800-1815 ) L'ETA di JEAN-PIERRE FILIPPINI, Il movimento del porto di Livorno durante il primo periodo lorenese (1737-1801), pp. 49-80; STEFANO VITALI, Stato, proprietaÁ fondiaria e industria mineraria in Toscana nella prima metaÁ dell'Ottocento, pp. 137-167; FABIO BERTINI, EÂlites dirigenti e quadri burocratici nel passaggio dalla Toscana napoleonica alla Restaurazione, pp. 587-603]. 1987 MILANO-LECCO-GALBIATE: Pietro Custodi tra Rivoluzione e Restaurazione, Atti del primo Convegno nazionale (Milano-Lecco-Galbiate 2-3 ottobre 1987), a cura di DANIELA ROTA, Lecco, Cattaneo, 1989. Per il contenuto si rimanda nel presente volume al saggio di A.M. RAO e M. CATTANEO). 1987 NAPOLI: Esercito e societaÁ nell'etaÁ rivoluzionaria e napoleonica, Atti del seminario del 16 e 17 novembre 1987, a cura di ANNA MARIA RAO, Napoli, Morano, 1990 [STUART J. 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DAVIS, The Political Role of the Neapolitan Army during the Decennio Francese, pp. 151-171; GIOVANNI BRANCACCIO, Fra «razionalitaÁ» civile e «razionalitaÁ» militare: la Reale Officina Topografica dal 1781 al 1814, pp. 173185; ANNA MARIA RAO, Guerra e politica nel «giacobinismo» napoletano, pp. 187-245; RENATA DE LORENZO, Esercito, amministrazione, finanze nel Mezzogiorno durante il Decennio francese, pp. 247-288; LUIGI MASCILLI MIGLIORINI, La «cultura delle armi»: appunti su Luigi Blanch, pp. 289-300]. 1987 RONCIGLIONE: La Tuscia in etaÁ giacobina e napoleonica (1798-1815), Atti del Convegno (Ronciglione, 23-24 maggio 1987), «Archivi e Cultura», XXI-XXII, 1988-1989 [vedi i contributi di VITTORIO EMANUELE GIUNTELLA, La Tuscia tra Rivoluzione e Restaurazione, pp. 7-14; LUIGI LONDEI, L'organizzazione delle zecche e la monetazione nel dipartimento del Cimino, pp. 69-80; RAFFAELE SANTORO, ViabilitaÁ e acque nel ducato di Castro e Ronciglione durante la Repubblica romana e la prima Restaurazione, pp. 81-90; GIOVANNI RISSONE, La zecca di Ronciglione, pp. 91-98; OSVALDO PALAZZI, La soppressione degli Enti religiosi maschili della Tuscia nel periodo napoleonico, pp. 99-114; CLAUDIO CANONICI, Il giuramento del clero della Tuscia in epoca napoleonica: problemi, statistica, incidenza sociale, pp. 115- 128; GIUSEPPE BIANCHINI, Nota su Fabrica, pp. 129-130; VITTORIO EMANUELE GIUNTELLA, L'ora eÁ tarda, pp. 131-132]. La Tuscia nell'etaÁ giacobina e napoleonica, 1798-1815, Mostra documentaria: disegni, incisioni, monete, libri, manifesti, manoscritti (1793-1815), a cura del Centro ricerche e studi, s.l. (Ronciglione, Grafica 2000), 1987. 1988 ISOLA D'ELBA: La «Rivista italiana di studi napoleonici», n. 1, 1988 e n. 1, 1989, riporta gli Atti del Convegno Le Armate napoleoniche e l'Europa. L'esercito in Italia. Contenuto del n. 1 1988: PARTE PRIMA: GIOVANNI SPADOLINI, Messaggio di saluto del ministro della Difesa, pp. 13-16; PIERLUIGI BERTINARIA, Il contributo italiano alla Grande ArmeÂe, pp. 17-46; FRANCO DELLA PERUTA, La coscrizione obbligatoria e la leva nella repubblica italiana (parte seconda), pp. 47-92; ANÁ a Napoli nelle NA MARIA RAO, Esercito e societa riforme del secondo Settecento, pp. 93-160; JOHN A. DAVIS, The Neapolitan Army during the decennio francese, pp. 161-178; ORESTE BOVIO, La Nunziatella nel periodo napoleonico, pp. 179206; LUIGI MASCILLI MIGLIORINI, Un paradigma per la societaÁ ottocentesca: l'esercito napoleonico, pp. 207-225. Contenuto del n. 1 1989: PARTE SECONDA: PIERO DEL NEGRO, Per una storia della leva militare nel Veneto napoleonico, pp. 13-54; YVES-MARIE BERCEÂ, Les reÂgiments d'insoumis dans les deÂpartements italiens (1803-1814), pp. 55-76; WALTER BARBERIS, L'artiglieria sabauda di fronte alle armate napoleoniche: fra tecnologia militare e strategia politica, pp. 77-86; ENEA CERQUETTI, L'organizzazione e l'impiego delle forze armate nella esperienza militare dei cisalpino-italici, pp. 87-96; PIERO CROCIANI, L'incorporazione dell'esercito pontifico nelle armate napoleoniche, pp. 97-102; GIOVANNI LUSERONI, La Toscana nell'impero napoleonico. Alcune notizie sulla resistenza alla coscrizione e sugli atteggiamenti di fronte alla guerra, pp. 103-124; JEAN-PIERRE FILIPPINI, Diserzione e brigantaggio nella Toscana napoleonica, pp. 125-146; AULO GASPARRI, La coscrizione militare e la partecipazione degli elbani alle imprese napoleoniche, pp. 147-163. 1988 NAPOLI (A): PovertaÁ e beneficenza tra Rivoluzione e Restaurazione, Atti del seminario del 4 e 5 febbraio 1988, a cura di GABRIELLA BOTTILAURA GUIDI-LUCIA VALENZI, Napoli, Morano, 1990 [MURIEL JEORGER, La ReÂvolution FrancËaise, les hoÃpitaux et les enfants trouveÂs: une longue nuit ou une aube nouvelle, pp. 15-41; PAOLA NOTARIO, L'infanzia abbandonata a Torino nel periodo francese, pp. 43-62; PINA CATALANOTTO, «Sotto la Real protezione»: l'infanzia abbandonata nella Ð 507 Ð RENATA DE LORENZO Sicilia del Sette-Ottocento, pp. 63-78; SILVANA RAFFAELE, Infanzia abbandonata: la normativa nel Decennio francese, pp. 79-94; LUCIA VALENZI, I lazzari nella letteratura di viaggio a Napoli (XVIII-XIX sec.), pp. 95-123; DOMINIQUE GODINEAU, Les secours aux indigents: un droit ou une faveur?, pp. 125-142; HAIM BURSTIN, L'Ospedale della SalpeÃtrieÁre di fronte alla Rivoluzione, pp. 143-164; ANGELA GROPPI, Tutela dell'onore e assistenza. I conservatori romani tra fine Settecento e inizio Ottocento, pp. 165-182; LAURA GUIDI, Condizione femminile e istituzioni a Napoli nel Decennio francese, pp. 183-196; GIOVANNA FIUME , Il controllo di polizia sul costume pubblico nella Sicilia di primo Ottocento, pp. 197-206; ANNA LUCIA FORTI MESSINA, L'ospedale militare nel Regno Italico, pp. 207-237; GABRIELLA BOTTI, Da ospedale-ricovero a ospedale clinico: il Collegio medico-cerusico degli Incurabili a Napoli, pp. 239-257; VITTORIO DONATO CATAPANO, Aspetti singolari della riforma murattiana del regime sanitario dei matti, pp. 259-289; GERMANA AGNETTI, ANGELO BARBATO, Le origini e i primi sviluppi della psichiatria in Sicilia, pp. 291-314; MARIE JOSE IMBAULT-HUART , Conclusions, pp. 315-339]. 1988 NAPOLI (B): L'organizzazione dello Stato al tramonto dell'Antico Regime, Atti del seminario del 14 e 15 dicembre 1988, a cura di RENATA DE LORENZO, Napoli, Morano, 1990 [FRANCESCA SOFIA, Il diritto naturale in uno Stato repubblicano. 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Francesco Alpruni, pp. 123146; GIORGIO COSMACINI, Rasori e Moscati: una Ð 509 Ð RENATA DE LORENZO polemica giacobina, pp. 147-152; RICCARDO MILANI , La zoologia a Pavia tra '700 e '800, pp. 153166; AUGUSTO PIROLA, L'«Orto» e l'insegnamento della Botanica a Pavia tra Sette e Ottocento, pp. 167-174; DONATA BRIANTA, La cattedra di Agraria a Pavia tra etaÁ francese e Restaurazione, pp. 175197; FABIO BEVILACQUA e ALESSANDRA FERRARESI , Per una storia dello sviluppo della matematica e della fisica a Parigi e a Pavia nell'etaÁ della rivoluzione, pp. 199-249; Inserto, p. 251; GIULIANO BELLODI, Strumenti `storici' del gabinetto di Fisica dell'UniversitaÁ di Pavia, pp. 253-264; LUCIO FREGONESE , Lo studio delle interazioni elettrostatiche a Pavia, in Italia e all'estero tra la fine del XVIII e l'inizio del XIX secolo, pp. 265-276; ALBERTO GABBA, Studi e professioni degli ingegneri in Pavia tra la riforma del 1785 e il ``Regolamento Generale'' del 1825, pp. 277-286; STEFANO NUTINI, Studenti e Rivoluzione francese: il caso pavese, pp. 287-294; GIUSEPPE NEGRO, Presenze ticinesi a Pavia tra Sette e Ottocento, pp. 295-306. Parte II: FRANCO DELLA PERUTA, L'armata del napoleonico Regno d'Italia, pp. 9-19; LIVIO ANTONIELLI, La Guardia nazionale di Pavia: i primi anni (17961799), pp. 21-52; GIANFRANCO E. DE PAOLI, Alcune notizie sull'ordine pubblico a Pavia di etaÁ francese, pp. 53-54; FABIO ZUCCA, Pavia e la struttura militare napoleonica (1802-1814): l'incidenza dell'intervento militare sul territorio, pp. 55-88; GIANFRANCO E. DE PAOLI, Pavia tra Rivoluzione e Controrivoluzione nel maggio 1796, pp. 89-95; STEFANO NUTINI, Club e attivitaÁ «patriottiche» a Pavia nel triennio, pp. 97-105; CHIARA PORQUEDDU, L'istituto provinciale al tramonto dell'ancien reÂgime, pp. 107-115; TERENZIO SARASSO, Presenze massoniche a Pavia in etaÁ francese, pp. 117-121; ALBERTO COVA, L'economia padana in etaÁ francese, pp. 123-137; SERGIO MATTIA, Caratteri della politica fiscale per i beni immobili in area lombarda tra Sette e Ottocento, pp. 139-153; MARCO BIANCHI, Bilanci comunali in etaÁ francese: il caso di Vigevano, pp. 155-175; SERGIO BISCOSSA, Dal Collegio dei Mercanti alla Camera di Commercio di Pavia: analisi della transizione, pp. 177-191; Pavia in etaÁ francese. Documenti e testimonianze, a cura di GIGLIOLA DE MARTINI, pp. 195-208; ANTONIA PASI-DANTE ZANETTI, L'ospedale San Matteo dalle riforme austriache alla prima Cisalpina, pp. 209-221; ANNALUCIA FORTI MESSINA, La sanitaÁ militare a Pavia e i suoi problemi, pp. 223-254; ANITA MALAMANI, Vaiolo e vaccinazioni in Lomellina agli inizi del secolo XIX, pp. 255268; EDOARDO BRESSAN, L'assistenza tra utopia rivoluzionaria e regime napoleonico (1796-1808), pp. 269-281; FRANCESCA RIZZI CEOLA, Carceri e carcerati nella Lomellina `francese', pp. 283-293; XENIO TOSCANI, L'ABC della LibertaÁ: alfabetismo a Pavia in etaÁ napoleonica, pp. 295-308; ANNA GIULIA LAVAGNA, «Il produrre testo proprio stampato eÁ un impegnarsi con tutto il mondo»: produzione libraria, editoria e letture nel secondo Settecento pavese, pp. 309-327; FELICE MILANI, L'Accademia della Baslaetta, pp. 329-337; GIOVANNI ZAFFIGNANI, La Rivoluzione a Pavia nelle fonti dell'Archivio civico, pp. 339-363; CIRO GIORDANO, Bibliografia pavese dell'eta Á rivoluzionaria e napoleonica, pp. 365-376; ALESSANDRO SAVINI, Risultanze e valore didattico di un'attivitaÁ di ricerca su fonti locali lomelline, pp. 377-380; GILBERTO GARBI, Esiti e possibile significato 'esemplare' di una ricerca in archivi vogheresi, pp. 381-402]. 1989 PISTOIA-AREZZO: La Toscana e la Rivoluzione francese, Atti del Convegno (Pistoia e Arezzo, 24/25/26 novembre 1989), a cura di IVAN TOGNARINI , Napoli, ESI, 1994 [Prefazione di IVAN TOGNARINI, p. VII; IVAN TOGNARINI, La repubblica negata. La Toscana e la rivoluzione francese, pp. XV e sgg. Parte Prima - LA RIVOLUZIONE RIFIUTATA ? IL «VIVA MARIA» E LE INSORGENZE : vedi i contributi di ANDREA ZAGLI, Montevarchi nella crisi di fine secolo fra rivoluzione e reazione (17901808), pp. 83-174; GIULIANO LASTRAIOLI, Preti e notabili empolesi dall'Insorgenza alla Restaurazione, pp. 203-235; RENZO SABBATINI, Pescia fra Granducato e periodo napoleonico, pp. 289-302; METELLO BONANNO, Fenomeni democratici ed opposizioni al nuovo a Pescia fra Settecento e Ottocento, pp. 303-325; CATHERINE OCTAU, La deÂlinquence feÂminine aÁ Lucques (1788-1813), pp. 361378; RENATO GIOVAGNOLI, Il conflitto tra il Senato fiorentino e la Suprema Deputazione di Arezzo; le ripercussioni nella provincia inferiore senese, pp. 421-448; GAETANO GRECO, Chiesa locale e clero secolare in Toscana fra la fine del Settecento e gli inizi dell'Ottocento. Il caso pisano, pp. 449473; ROBERTO G. SALVADORI, Gli ebrei in Toscana nel passaggio dal Granducato al Regno d'Etruria, pp. 475-498; MARIE-JOSE PINAUD PACITTO, La reÂsistance aÁ la conscription en Toscane: motivations et formes de refus, pp. 499-511. Parte Seconda - EÂLITES E SOCIETAÁ FRA PIETRO LEOPOLDO E NAPOLEONE : FABIO BERTINI, Vecchi e nuovi affaristi in Toscana, tra il Settecento e l'etaÁ napoleonica, pp. 545-558; ANDREA GIUNTINI, Genesi di un uomo di successo: gli affari di Emanuele Fenzi negli anni francesi, pp. 559-568; IVO BIAGIANTI, Il ministro Vittorio Fossombroni tra Lorena e Governo francese, pp. 569-595; SIMONETTA BARTOLOZZI BATIGNANI, La Toscana all'inizio dell'invasione francese in un saggio di Sismondi, pp. 597607; GIOVANNI GOZZINI, Modernizzazione e go- Ð 510 Ð Á NAPOLEONICA ( 1800-1815 ) L'ETA verno napoleonico: statistica e vaccinazione di massa nella Firenze di primo Ottocento, pp. 609-628; CARLA NASSINI, Donne e bambini nell'Arezzo di fine '700 (1785-1805), pp. 629-644; RODOLFO TAIANI, Cambiamento e conservazione nella Toscana del primo Ottocento: amministratori, medici e popolazione di fronte all'epidemia livornese del 1804, pp. 645-688]. 1989 PORTOFERRAIO-RIO NELL'ELBA: I riflessi della Rivoluzione dell' '89 e del triennio giacobino sulla cultura letteraria italiana, Atti del Convegno di Portoferraio-Rio nell'Elba (28-29-30 settembre 1989), a cura di GIORGIO VARANINI, «Rivista italiana di studi napoleonici», n.s., XXIX, 1992 [Vedi i contributi di GENNARO BARBARISI, La Rivoluzione francese e Napoli nella riflessione del Foscolo in Inghilterra, pp. 27-40; UMBERTO CARPI , Appunti su ideologie postrivoluzionarie e riflessione storiografica dopo il triennio giacobino, pp. 41-128; ALFONSO PREZIOSI, Venti sonetti antibonapartisti di un notabile elbano, pp. 309-324; DANIELA ROTA , Il barone Pietro Custodi: un intellettuale di opposizione, pp. 325-366; ROBERTA TURCHI, Dalla poesia politica repubblicana all'encomiastica napoleonica. Linee di ricerca, pp. 367386]. 1989 TORINO: Dal trono all'albero della libertaÁ: trasformazioni e continuitaÁ istituzionali nei territori del Regno di Sardegna dall'antico regime all'etaÁ rivoluzionaria (1789-1802), Atti del Convegno, Torino 11-13 settembre 1989, 2 tomi, Roma, Ministero per i Beni culturali e ambientali, Ufficio centrale per i beni archivistici, 1991 [Vedi i contributi: ISIDORO SOFFIETTI, Dall'Antico Regime all'annessione del Piemonte alla Francia: le fonti del diritto, pp. 145-159; Archivio di Stato di Torino, Ordinamento giudiziario in epoca francese, a cura di MARIA PAOLA NICCOLI, pp. 207-219; GIAN SAVINO PENE VIDARI, Consolati di commercio e Tribunali commerciali, pp. 221-254; MARCO CUAZ, Il Ducato d'Aosta tra riforme e Rivoluzione, pp. 315-324; HENRI COSTAMAGNA, CommunauteÂs et pouvoir central: du comte de Nice au DeÂpartement des Alpes-Maritimes (1700-1800), pp. 421-443]. 1989 VENEZIA: L'ereditaÁ dell'Ottantanove e l'Italia, a cura di RENZO ZORZI, Firenze, Leo S. Olschki, 1992, Relazioni presentate a un corso tenuto a Venezia nel 1989 [Tra i contributi: ALESSANDRO GALANTE GARRONE , Papi, Balbo, Manzoni, e la Rivoluzione francese, pp. 159-168; GIUSEPPE GIARRIZZO, Alla ricerca del giacobinismo italiano, pp. 227-236; FRANCO DELLA PERUTA, Armi e societaÁ nell'Italia napoleonica. L'esperienza della repubblica e del regno d'Italia, pp. 237-244; FRANCO BARBIERI, Canova e l'ereditaÁ dell'Ottantanove: da «l'architecture parlante» alla «architecture moraliseÂe», pp. 245-260; JACQUES JOLY, Il «capo» e la «nazione» nel melodramma francese e italiano della Rivoluzione e dell'Impero, pp. 279290; GIUSEPPE GULLINO, La nuova cultura e l'economia. Dalle Accademie agrarie all'attivazione dell'Istituto Reale di Scienze, Lettere ed Arti (17681812), pp. 371-384]. 1989 VICENZA (A): Il Vicentino tra rivoluzione giacobina ed etaÁ napoleonica, 1797-1813, Catalogo della mostra (Vicenza, 1989), a cura di RENATO ZIRONDA, in collaborazione con GIOVANNI MARCADELLA , MAURO PASSARIN , ERMENEGILDO REATO, Vicenza, Biblioteca civica Bertoliana, 1989. 1989 VICENZA (B): Vita religiosa e cultura in Lombardia e nel Veneto nell'etaÁ napoleonica, a cura di GABRIELE DE ROSA e FILIBERTO AGOSTINI , Roma-Bari, Laterza, 1990, Atti del Convegno Veneto e Lombardia tra rivoluzione giacobina ed etaÁ napoleonica. Istituzioni ecclesiastiche, cultura e vita religiosa (Vicenza, 24-26 novembre 1989) [GABRIELE DE ROSA , Introduzione, pp. V-XII; ID., I rapporti del nunzio di Venezia al papa sull'occupazione napoleonica della Lombardia e del Veneto, pp. 3-28; FILIBERTO AGOSTINI, Il ministero per il Culto negli anni della Repubblica e del Regno d'Italia (1802-1814), pp. 29-54; ALDO STELLA, Reminiscenze machiavelliane e realismo politico nel pensiero e nell'azione di Francesco Melzi d'Eril, pp. 55-68; GIOVANNI VIAN, L'atteggiamento del clero a Venezia durante la MunicipalitaÁ democratica, pp. 69-87; LUISA MENEGHINI, La Politica ecclesiastica delle MunicipalitaÁ nella loro breve stagione veneta: il caso padovano, pp. 89103; XENIO TOSCANI, Alfabetismo e scuole elementari in Lombardia dall'antico regime al tramonto del Regno Italico, pp. 105-160; ANGELO BIANCHI, L'istruzione mediosuperiore in Lombardia durante il periodo rivoluzionario e napoleonico, pp. 161-182; RINO CONA, Parrocchia urbana, riforma napoleonica e nuove fondazioni religiose a Verona, pp. 183-211; FERRUCCIO TASSIN, Il clero nella diocesi di Gorizia in etaÁ napoleonica, pp. 213-229; CARLO MONACO, Matrimoni e separazione dei beni a Vicenza in etaÁ napoleonica. Contributo per una storia della famiglia a Vicenza tra Settecento e Ottocento, pp. 231-272; ALESSANDRA FERRARESI, Giuseppe Gaspare Belcredi: un intellettuale di periferia tra riforme e Rivoluzione, pp. 273-294; SERGIO BONATO, Il catechismo del 1812 in lingua cimbra nell'altopiano dei Sette Comuni, pp. 295-299; FRANCESCO FRASCA, La coscrizione militare nell'Italia napoleonica, pp. 301- Ð 511 Ð