Organizzazione: Comune di Sanremo Centro Studi e Ricerche per

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Organizzazione: Comune di Sanremo Centro Studi e Ricerche per
Organizzazione:
Comune di Sanremo
Centro Studi e Ricerche per le Palme Sanremo
CRA-FSO Sanremo
Scuola Agraria Parco di Monza
Associazione Direttori e Tecnici Pubblici Giardini
SIA-Società Italiana Arboricoltura
Consorzio Il Cammino
Redazione:
Claudio Littardi
Marcello Semeria
Elisa Giaccardi
Fotografie:
Matteo Littardi
Michele Guelfi
Elisa Giaccardi
Grafica e stampa:
Grafiche AMADEO
Edito da:
Centro Studi e Ricerche per le Palme Sanremo
C.so Cavallotti, 113
18038 Sanremo (Im)
tel/fax 0184 541623
www.sanremopalme.org
[email protected]
Proprietà letteraria riservata
ISBN: 978 88 905899 0 4
DIES PALMARUM
GIORNATE DI STUDIO DEDICATE ALLE PALME
La Biennale Europea delle Palme – Dies Palmarum è un meeting a carattere europeo che richiama a
Sanremo ricercatori, esperti e professionisti del settore per discutere e approfondire aspetti scientifici e non solo
relativi le palme. Ideato e organizzato dal Centro Studi e Ricerche per le Palme di Sanremo, l’appuntamento
è atteso nel panorama internazionale, grazie alle tematiche e agli approfondimenti proposti, a cui enti, istituzioni, amministrazioni e il Servizio fitosanitario nazionale guardano con profonda attenzione, collaborando
in sinergia per la salvaguardia delle palme.
Giunto quest’anno alla VI edizione, l’appuntamento riconferma la dimensione internazionale e si propone di aggiornare le attuali conoscenze sulle palme affrontando aspetti ecologico-colturali, botanici, e fitopatologici.
In dodici anni sono stati approfonditi temi di attualità che hanno interessato la biologia di queste piante, ma
anche la conoscenza e l’approfondimento di nozioni di biomeccanica e ricerche sulla valutazione di stabilità.
I giorni dedicati alle palme si affiancano alla formazione per gli addetti alla potatura e gestione delle palme,
a cui oggi partecipano tecnici e giardinieri provenienti dall’area mediterranea e non solo, a testimonianza del
ruolo che rivestono le palme nel paesaggio e nell’economia.
La passione e la sensibilità che ciascun ricercatore, studioso, tecnico e botanico pone nell’indagine e nell’approfondimento di ogni aspetto delle palme ha spinto il Centro Studi e Ricerche per le Palme ad istituire
un’onorificenza da assegnare, proprio in occasione dei Dies Palmarum, ad illustri personaggi del mondo
della ricerca e della botanica che hanno legato il loro lavoro al mondo delle palme.
Comitato Organizzativo:
Claudio LITTARDI
Centro Studi e Ricerche per le Palme Sanremo
Carlo PASINI
CRA - FSO Sanremo
Mauro Giorgio MARIOTTI
DIPTERIS Università di Genova
Jean-Christophe PINTAUD
IRD Montpellier
Robert CASTELLANA
Progetto Phoenix Sanremo
Bernabé MOYA SANCHEZ
Departamento de Árbores Monumentales Diputación de Valencia
José PLUMED SANCHO
Jardín Botánico de la Universítat de Valencia
Aziz ELHOUMAIZI
Departement of Biology Oujda
Gian Luigi NARIO
CIA Albenga e Centro Studi e Ricerche per le Palme Sanremo
Marcello SEMERIA
Comune di Sanremo
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“La Biennale delle palme è nata e cresciuta a Sanremo diventando in questi anni un punto di riferimento
a livello europeo prima e mediterraneo oggi. Per tre giorni Sanremo diventa la capitale delle palme e ospita il
meglio dell’intellighenzia europea che approfondirà il tema legato al Punteruolo rosso, il temibile parassita che
sta flagellando le coste dei litorali mediterranei mettendo a rischio il patrimonio palmicolo.
“Oltre il Punteruolo rosso…” è un titolo avveniristico, ma che si propone come riflessione seria e approfondita sulla reale efficacia delle tecniche di lotta finora adottate, lo stato della ricerca scientifica sulla biologia
dell’insetto e l’ipotesi di scenari futuri che non necessariamente escludano le palme dai nostri giardini. Saranno
affrontati argomenti di nicchia, non solo riservati tuttavia ai tecnici che si occupano di giardini e verde, ma
anche ai privati cittadini proprietari di esemplari e che sarebbe opportuno si avvicinassero al problema per
affrontarlo in sicurezza e in modo corretto.
Personalmente sono doppiamente soddisfatto e orgoglioso dell’evento: ho creduto in esso fin dalle origini. Il
convegno sarà un momento scientifico di estrema importanza anche per la nostra città, capitale delle palme.
Tra i motivi che hanno determinato il successo e l’affermazione di Dies Palmarum, sono certo ci sia il
prestigio dei relatori e l’attenzione che la platea convenuta ha saputo ogni volta porre ai temi proposti.
Dopo tre giorni di contributi e di novità scientifiche, accolgo con piacere la pubblicazione degli atti, testimonianza di impegno e di dedizione per un tema oggi più che mai di grande attualità.
Assessore ai Servizi Sociali e Verde Pubblico
Comune di Sanremo
Gianni Berrino
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Anche per questa VI edizione della Biennale Europea dedicata alle Palme si prospettano giorni di grande
interesse scientifico, che apporteranno approfondimenti, contributi e magari anche novità alla conoscenza delle palme.
I momenti di riflessione e confronto come quelli offerti dai Dies Palmarum, sono per noi tutti una possibilità concreta
per osservare da vicino lo stato di salute delle nostre palme e apprendere quali sistemi e metodi applicare per la
salvaguardia di un patrimonio oggi più che mai minacciato.
Personalmente non riesco a immaginare Sanremo senza palme, Corso Imperatrice senza canariensis o dattilifere!
‘…oltre il Punteruolo rosso’, tema di questo sesto appuntamento, si propone il proseguimento dell’indagine alla
ricerca di soluzioni e tecniche in grado di arrestare l’infestazione di parassiti. Confido che dai contributi di Voi tutti,
dalle ricerche che vi impegnano quotidianamente, si possano estrapolare tecniche e miglioramenti da applicare nella
lotta contro il Punteruolo rosso.
Ringrazio, infine, il Servizio Beni Ambientali per l’impegno profuso alla realizzazione di questo importante evento
che proclama ancora una volta Sanremo come capitale europea delle palme.
Dirigente Settore Lavori Pubblici e Beni Ambientali
Comune di Sanremo
Gian Paolo Trucchi
A dare l’avvio ai lavori sarà il Progetto DIPROPALM, finalizzato alla difesa nei confronti del Punteruolo
rosso, che presenterà i risultati di due anni di attività e di esperienze fatte nelle 4 unità di ricerca impegnate nel progetto
ministeriale. Il secondo giorno saranno invece affrontati argomenti prettamente tecnici e di biomeccanica legati al
VPA (Visual Palm Assessment) per la valutazione di stabilità delle palme. Saranno presentati aspetti ancora poco
conosciuti, tra i quali spiccano l’approfondimento dell’indagine visiva attraverso l’esame strumentale con tomografia
sonica e il ‘naso elettronico’ per l’individuazione precoce delle infestazioni del fitofago attraverso gli odori emessi dalla
palma. Chiuderanno i lavori del meeting le ricerche relative il Progetto Phoenix, presentato durante la scorsa Biennale
tenutasi nel marzo del 2008, che mira a monitorare e salvaguardare il patrimonio delle palme dattilifere. I maggiori
centri di ricerca europei e africani, impegnati nella codifica dei geni delle palme dattilifere, presenteranno i primi
risultati delle indagini per la codifica del genoma delle palme. Abbiamo riunito a Sanremo 55 studiosi e richiamato
oltre 300 interessati: ci sono grandi novità che lasciano ben sperare per il futuro! Grazie a tutti fin d’ora per la fiducia
che avete riservato al Centro Studi e Ricerche per le Palme e per la collaborazione che ci permette, uniti, di affrontare
un problema divenuto ormai emergenza. La Biennale Europea delle Palme non esisterebbe se il Comune di Sanremo
non avesse creduto nei progetti e nei temi affrontati in questi dodici anni. L’Amministrazione e il Settore Beni
Ambientali hanno sempre sostenuto la manifestazione e il successo, che oggi incorona i Dies Palmarum tra i
principali eventi del settore, è senz’altro la soddisfazione più appagante.
Presidente Centro Studi e Ricerche
per le Palme Sanremo
Claudio Littardi
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VI BIENNALE EUROPEA DELLE PALME
DIES PALMARUM
‘OLTRE IL PUNTERUOLO ROSSO…’
PROGRAMMA
GIOVEDÌ 18 NOVEMBRE 2010
APERTURA SEGRETERIA
Maurizio ZOCCARATO
Gianni BERRINO
Giampaolo TRUCCHI
Claudio LITTARDI
Francesco FERRINI
Maurizio DESANTIS
Antonio CONSOLINO
Raffaele GRIFFO
Marcello STORACE
Sindaco di Sanremo
Assessore al Verde Pubblico Comune di Sanremo
Saluto Autorità
Dirigente Settore LL.PP. Comune di Sanremo
Servizio Beni Ambientali Comune di Sanremo
Presidente SIA - Italy
Saluto inaugurale
Dirigente COSVIR XI Servizio Fitosanitario Mipaaf - Italy
La normativa fitosanitaria sul Punteruolo rosso
Ministero della Salute Dipartimento di Sanità Pubblica,
veterinaria, la Nutrizione e la Sicurezza degli Alimenti - Italy
Procedure autorizzative dei prodotti fitosanitari utilizzati
per la lotta al Punteruolo rosso per la difesa delle palme
Coordinatore Gruppo di lavoro palme del Servizio Fitosanitario
Nazionale - Italy
Diffusione del Rhynchophorus ferrugineus in Italia e linee guida
per l’adozione delle misure fitosanitarie
Dirigente Servizio Fitosanitario Regione Liguria - Italy
La situazione del Punteruolo rosso in Liguria
PROGETTO “DIPROPALM”
Carlo PASINI
Santi LONGO
Valeria FRANCARDI
Claudia BENVENUTI
Direttore CRA-FSO Unità di Ricerca per la Floricoltura e le Specie
Ornamentali Sanremo - Italy
Presentazione Progetto DIPROPALM
Dipartimento Scienze e Tecnologie Fitosanitarie (DISTEF)
Università degli Studi di Catania - Italy
Monitoraggio, biologia e lotta al Punteruolo rosso delle palme
CRA - Centro di Ricerca per l’Agrobiologia e la Pedologia Firenze - Italy
Distribuzione spaziale delle infestazioni di Rhynchophorus
ferrugineus in Italia. Importanza della georeferenziazione
delle palme in regioni a rischio di introduzione e diffusione
del curculionide
CRA - Centro di Ricerca per l’Agrobiologia e la Pedologia Firenze - Italy
Diete modificate ed alternative per l’allevamento per
Rhynchophorus ferrugineus
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Pietro RUMINE
Mauro SACCO
Emilio CAPRIO
Oreste TRIGGIANI
Gabriella LOVERDE
Giuseppe LA MANTIA
Maria DEL PINO
BARAJA BOU
Nikos THYMAKIS
Oscar DEMBILIO
Elena LLACER
Maria Nevina DORE
CRA - Centro di Ricerca per l’Agrobiologia e la Pedologia Firenze - Italy
Valutazione dell’entomopatogenicità di isolati di Beauveria
bassana e Metarhizium anisopliae su stadi diversi di sviluppo
di Rhynchophorus ferrugineus
CRA-FSO Unità di Ricerca per la Floricoltura e le Specie
Ornamentali Sanremo - Italy
Prove di semi-campo e di laboratorio condotte a Sanremo
per la lotta contro il Rincoforo
Dipartimento di Entomologia e Zoologia Agraria Filippo
Silvestri – Università Federico II di Napoli - Italy
Possibilità applicative dell’endoterapia e delle microonde
per il controllo del Rincoforo rosso delle palme
DiBCA Sez. Entomologia e Zoologia - Facoltà di Agraria
Università di BARI - Italy
Utilizzo di EPN nel controllo di Rhynchophorus ferrugineus
Università degli Studi di Palermo - Dip. SENFIMIZO
Sez. Entomologia, Acarologia e Zoologia - Italy
Comune di Palermo - Servizio Giardini
Lotta e prevenzione del Punteruolo rosso a Palermo
Jefa del Servicio de Inspección Fitosanitario Valencia - Spain
Piano di prevenzione e controllo del Rhynchophorus
ferrugineus nella Comunidad Valenciana
Agronomist Landscape Consultant - Greece
The dispersal of the RPW in Greece.
History-Problems-Efforts-Strategy-Solutions
Instituto Valenciano de Investigaciones Agrarias, IVIA - Spain
Adattamento del curculionide Rhynchophorus ferrugineus
ai palmeti dell’area mediterranea
Instituto Valenciano de Investigaciones Agrarias, IVIA - Spain
Diversi sistemi di lotta a difesa dal Rhynchophorus ferrugineus
confrontati dalla Unità di entomologia agraria UJI-IVIA in Spagna
Ales (Or)
La palma nella religiosità popolare della Sardegna: intrecci e misteri
VENERDÌ 19 NOVEMBRE 2010
GESTIONE DELLE PALME E BIODIVERSITÀ
Bernabé
MOYA SANCHEZ
J. PLUMED SANCHO
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Direttore del Departamento de Árbores Monumentales
Diputación de Valencia - Spain
Tecnico specialista in arboricoltura - Jardín Botánico
de la Universítat de Valencia - Spain
Palme e monocotiledoni monumentali
PRESENTAZIONE PROGETTO PALM I.S.
(PALME IN SICUREZZA)
Fabrizio CINELLI
C. LITTARDI
Arianna LA ROCCA
L. CORNARA
C. LITTARDI
Carmelo FRUSCIONE
Letizia POZZI
G. VILLA
Pierre RAIMBAULT
G. MORELLI
Robert BIGEL
Celine VIDAL
Valentin LOBIS
Biagio SCANNIELLO
Juan Antonio
ÁVALOS MASO
A. SOTO
Sergio BALDUINOTTI
F. PARODI
Università degli Studi di Pisa - Italy
Centro Studi e Ricerche per le Palme Sanremo - Italy
Valutazione di stabilità delle palme - Introduzione al metodo VPA
Università di Genova DIPTERIS - Polo Botanico Hanbury - Italy
Anatomical changes in palms stem produced by various agents
Studio Verde s.a.s Torino - Italy
Centro Studi e Ricerche per le Palme Sanremo - Italy
Contributo al VPA strumentale
Demetra Società Cooperativa Sociale Onlus e Centro Studi e
Ricerche per le Palme Sanremo - Italy
Contributo alla individuazione precoce delle infestazioni
di Punteruolo rosso
Centro Studi e Ricerche per le Palme Sanremo - Italy
Studio Progetto Verde Ferrara
VPA Tomografia sonica e prove di trazione
Agrobio TECH - Expert Conseil en Arboriculture Ornementale Nice - France
Tomographie sur les palmiers
Service Régional de la Protection des Végétaux - France
La réglementation adopté en France contre la menace du
Charançon rouge
Studio Tecnico Valentin Lobis Merano - Italy
Contributo al VPA strumentale: tomografia di conducibilità elettrica
Responsabile Verde Pubblico Comune di Salerno - Italy
Salerno qualche anno dopo.
Considerazioni su prevenzione e lotta al Punteruolo rosso
Instituto Agroforestal Mediterráneo, Universidad Politécnica de Valencia
Estudio de la influencia del color en las capturas de adultos de
Rhynchophorus ferrugineus (Olivier) (Coleoptera: Dryophthoridae)
mediante la utilización de trampas
Responsabili Verde Pubblico Comune di Bordighera - Italy
Tolleranza zero al Punteruolo rosso
Rita
Dipartimento Tutela Ambientale e del Verde - Servizio Controllo
DIDOMENICANTONIO “Specie Infestanti” Roma - Italy
L’emergenza romana
Alejandro DEALTUBE
Idebio, España
Resultados de eficacia de nematodos quitosano contra
Rhynchophorus ferrugineus realizados por differentes centros
de investigacion
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SABATO 20 NOVEMBRE 2010
GENETICA ED ETNOBOTANICA
SESSIONE GENETICA
James TREGEAR
IRD (Institut de Recherche pour le développement) Montpellier - France
Sexual diversification in the palm family
Joel MALEK
Genomics Core Laboratory - Weill Cornell Medical College - Qatar
The date palm genome
Milvia Luisa RACCHI
B. GSHERA
Dipartimento Biotecnologie Agrarie Sez. Genetica Università di Firenze - Italy
Istituto della Palma e Ulivo di Tripoli
Caratterizzazione molecolare di provenienze libiche di palma
da datteri
Frédérique
ABERLENC-BERTOSSI IRD (Institut de Recherche pour le développement) Montpellier - France
A. DAHER, H. ADAM,
Processus cellulaires liés à l’unisexualisation des fleurs
N. CHABRILLANGE,
de palmier dattier
M. COLLIN, J TREGEAR,
M. NABIL
Marco BALLARDINI
E. CHERIF, K CASTILLO,
A. MERCURI, C. LITTARDI,
J.C. PINTAUD,
CRA-FSO Unità di Ricerca per la Floricoltura
e le Specie Ornamentali Sanremo - Italy
Validation of a new set of SSR markers for genetic
variability studies in the genus Phoenix L.
F. ABERLENC-BERTOSSI
Karina CASTILLO
J.C. PINTAUD, E. CHERIF,
S. ZEHDI, M. BALLARDINI,
I MOUGENOT,
F. ABERLENC-BERTOSSI
IRD (Institut de Recherche pour le développement) Montpellier - France
Mise au point d’une nouvelle clé d’identification des cultivars
de palmier dattier à l’aide de marqueurs microsatellites
Alain RIVAL
E JALIGOT, T BEULE,
F ABERLENC-BERTOSSI,
P. ILBERT, F. RICHAUD,
F. TREGEAR
Cirad - (Centre de Coopération Internationale en Recherche Agronomique
pour le Développement) Montpellier - France
Innovation and scaling-up in micropropagation:
lessons from the oil palm experience
Nadia BOUGUEDOURA LRZA - Université des Sciences et de la technologie
Houari BoumedièneAlgeria
Le palmier dattier en Algérie - état des lieux et perspectives
Salwa ZEHDI
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Université El Manar - Tunisia
Diversité génétique du palmier dattier en Tunisie
SESSIONE ECOLOGIA ED ETNOBOTANICA
René LECOUSTRE
M. BENSALAH,
MA ELHOUMAIZI,
C. LITTARDI
Robert CASTELLANA
J.C PINTAUD,
C. LITTARDI
René LECOUSTRE,
H. REY, J. DAUZAT
UMR AMAP - CIRAD BIOS Montpellier - France (réseau MOCAF)
La modélisation : vers un nouveau standard descriptif de
Phoenix dactylifera (restitution du projet MOCAF Phoenix)
Réseau Phoenix / MOCAF - Italy
Etude phénologique d’une population italienne
de Phoenix dactylifera
UMR AMAP - CIRAD BIOS Montpellier - France (réseau MOCAF)
35 ans de l’aventure de la modélisation des processus biologiques:
de la fécondité du Coffea robusta à l’étude des peuplements forestiers
naturels et plantés
Pedro SOSA HENRIQUEZ Department of Biology University of Las Palmas de Gran Canaria
MÁ GONZÁLEZ-PÉREZ, Canary Islands - Spain
I. SARO, A NARANJO,
Current state, threats and perspectives of Phoenix canariensis
M. MÁRQUEZ,
in the Canary Islands
M. DÍAZ-BERTRANA,
E. FRANQUIZ
Laura CORNARA
DIPTERIS - Università degli Studi di Genova - Polo Botanico Hanbury - Italy
A. LA ROCCA,
A review of ethnobotanical uses of Chamaerops humilis L.
C. LITTARDI,
in the Mediterranean Basin.
R. CASTELLANA,
M.G. MARIOTTI
Malika BENNACEUR
Université d’Oran Es-Sénia-Faculté des Sciences
A. BENKHALIFA
Département de Biologie - Algeria
L’impact culturel et social lié au palmier dattier chez les
sociétés oasiennes
SESSIONE PALMETI MARGINALI E URBANI
Lina GRACIA VICENTE Investigadores independientes
C. ORTIZ MAYORDOMO Criterios para la evaluacion patrimonial en el palmeral de Elche
y su adaptacion educativa
Paolo VEZIANO
Phoenix project - Italy
R. CASTELLANA
Il cambiamento del paesaggio attraverso l’iconografia:
l’esempio del palmeto storico di Bordighera
Alessandro CARASSALE LabStArT AM - Italy
Il commercio delle palme di Sanremo e Bordighera
e il “privilegio” della famiglia Bresca
Muriel GROSBALTHAZARD Centro di Bioarcheolgia del C.N.R.S. – IRD Montpellier - France
C. NEWTON, S. IVORRA,
Phoenix dactylifera and P. sylvestris sampling in North-WesternJ.C.
PINTAUD, J.F. TERRAL
India: Investigations in their complex relationships
Mohamed BENSALAH Institut des Regions Arides El Fjé Medenine - Tunisia (réseau MOCAF)
Caractéristiques culturales d’une palmeraie naturelle de Tunisie :
palmeraie de Kerkenah
Mohamed Aziz
University Mohamed 1st Faculty of Sciences Department of Biology
ELHOUMAIZI
Morocco (réseau MOCAF)
Caractéristiques culturales de la palmeraie de Marrakech
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“LAVORARE” INSIEME PER UN VERDE SOSTENIBILE DAL PUNTO DI
VISTA TECNICO, ECONOMICO E AMBIENTALE: APERTURA LAVORI
VI BIENNALE EUROPEA DELLE PALME
DIES PALMARUM
Innanzitutto vorrei dare il benvenuto a tutti coloro che sono presenti a questo convegno che si tiene con
cadenza biennale e che è diventato ormai un appuntamento di rilevanza mondiale.
Porto i saluti della Società Italiana di Arboricoltura che ho l’onore di presiedere ed anche della International
Society of Arboriculture del cui Board faccio parte dallo scorso maggio, quando è cambiato tutto l’assetto
societario ed il Board è stato portato da 46 a 15 membri eletti dai soci.
La Società Italiana di Arboricoltura si è da sempre impegnata, non solo con i propri soci rivieraschi e con
quelli del Sud, nella gestione del patrimonio delle palme italiano che, purtroppo, sta vivendo un periodo molto
delicato per non dire tragico, che lascerà un segno indelebile nel tipico paesaggio delle nostre zone litoranee e
nelle aree meridionali più miti.
Paesaggio che non sempre è affidato a mani professionali, con i risultati che sono sotto gli occhi di tutti. Ecco
perché ho sentito il dovere scrivere una lettera al programma Striscia la notizia. La risposta è stata immediata
e devo ringraziarli della loro presenza, perché credo e spero che questo dia visibilità ancor maggiore al nostro
settore e contribuisca alla diffusione della professionalità.
Infatti, come accade spesso quando si parla di gestione del verde ornamentale, non sempre vengono interpellati i professionisti rischiando, in tal modo, di banalizzare un problema che rischia di diventare, se non lo è già,
una vera e propria catastrofe ambientale non solo per il nostro Paese.
Una catastrofe che forse è stata inizialmente sottovalutata, a dispetto degli allarmi lanciati dagli esperti del
settore ed chiaro che, al momento attuale, bisogna far tutto per difendere le piante non ancora attaccate e
favorire, con incentivi e contributi, il controllo delle piante poste nelle proprietà private e quelle nelle aree
marginali incolte o intorno ad edifici abbandonati. Forse dovremmo diventare consapevoli che una battaglia
generalizzata nei luoghi dove il Rhynchophorus è conclamato, è probabilmente persa, e che si dovrebbero
concentrare gli sforzi e le risorse nei luoghi dove non è ancora arrivato, con un monitoraggio assiduo e tolleranza
zero, eliminando i focolai il più presto possibile. In questo modo si potrebbe rallentare l’espansione dell’insetto
in attesa che la ricerca individui qualche sistema efficace.
Purtroppo nel nostro Paese la cultura del verde urbano, soprattutto pubblico non è molto curata e con la
diminuzione delle risorse destinate alla cura delle aree verdi, la situazione è anche peggiorata e, in alcuni casi,
si presenta alquanto critica. Non si tiene infatti nella dovuta considerazione che il verde urbano è un autentico
servizio pubblico, al pari degli acquedotti, delle scuole, delle fognature, delle strade: essenziale alla vita degli
uomini, al loro equilibrio, al gioco ed alla attività sportiva di giovani e adulti, al riposo degli anziani, alla
ricreazione di massa, all’impiego del tempo libero. Per questo e per la sua decisiva funzione contro l’inquinamento atmosferico, il verde si presenta come una garanzia essenziale per la salute pubblica.
Per queste ragioni la sua cura dovrebbe essere affidata a professionisti e non al primo venuto, solo perché
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costa meno. In Europa esistono due programmi di certificazione denominati European Tree Worker ed
European Tree Technician che richiedono un esame teorico e pratico per essere superati e che devono essere
ripetuti ad intervalli regolari. Purtroppo sono ancora pochi gli arboricoltori certificati in Italia se ci poniamo a
confronto con gli altri paesi europei per non parlare degli Stati Uniti. In ogni caso è a queste persone che ci si
dovrebbe rivolgere quando si interviene su esseri viventi come gli alberi.
Questo non solo nel caso del Punteruolo Rosso, ma anche per evitare interventi tecnicamente errati e deleteri
per le piante come i tagli sconsiderati ai quali sono spesso sottoposte le nostre alberature che non solo minano
la vitalità delle piante e ne deturpano l’aspetto estetico, ma anche perché economicamente non convenienti come
emerge da ricerche condotte sull’argomento.
La necessità di scelte corrette su come gestire i nostri alberi è fondamentale in un periodo in cui è ancora più
evidente la natura “strutturale” delle criticità nella pianificazione, realizzazione e gestione del verde urbano e
della cura degli alberi nello specifico. L’ottenimento di risultati richiede, comunque, un più forte impegno di
coesione, di responsabilizzazione e di orientamento da parte dei cittadini e delle pubbliche Amministrazioni,
poiché non c’è dubbio che ciò costituisce, soprattutto in una fase critica come quella attuale, un pressante
richiamo alla necessità di “lavorare” insieme per un verde sostenibile dal punto di vista tecnico, economico e
ambientale. Nel fare questo è bene guardarsi dall’uniformità, dal conformismo o, peggio ancora, dal dogmatismo.
In una società come la nostra la ragione non deve mai addormentarsi, né rinunciare a interrogarsi e ad
interrogare.
In caso contrario il verde urbano non cresce e non si evolve. Vorrei terminare parafrasando Rutherford (padre
della fisica nucleare e precursore della teoria orbitale dell’atomo): quando finiscono i soldi bisogna
cominciare a pensare. È proprio in periodi di crisi come questo che le scarse risorse finanziare possono e
devono stimolare lo sviluppo di nuove strategie e di idee innovative per la città per farle realmente “verdi”.
Francesco FERRINI
Presidente SIA
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LA NORMATIVA FITOSANITARIA SUL
PUNTERUOLO ROSSO
Maurizio DESANTIS, D. MORELLI1
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Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali - COSVIR XI – Servizio
fitosanitario centrale
Maurizio
DESANTIS
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Il Rhynchophorus ferrugineus conosciuto con il nome di Punteruolo rosso
delle palme, è un coleottero Curculionide originario dell’Asia sudorientale e Melanesia. Nel 2005 l’insetto ha fatto la sua comparsa in Italia,
probabilmente in seguito all’importazione di piante dall’Egitto. Sul territorio nazionale è presente in 11 regioni (Liguria, Marche, Molise Abruzzo, Lazio, Campania, Puglia, Basilicata, Calabria, Sicilia e Sardegna) e
costituisce una grave minaccia per le palme, in particolare nel sud Italia,
dove queste sono impiantate per scopi ornamentali ed hanno un’elevata importanza dal punto di vista culturale, paesaggistico ed ambientale.
Il R. ferrugineus è in grado di attaccare numerose Arecaceae o Palmae
(Phoenix canariensis, Phoenix dactylifera, Phoenix sylvestris, Washingtonia sp.,
Livistona decipiens, Areca catechu, Arenga pinnata, Borassus flabellifer, Caryota
maxima, Caryota cumingii, Corypha elata, Corypha gebanga,Elaeis guineensis,
Metroxylon sagu, Roystonea regia, Sabal umbraculifera, Trachycarpus fortunei,
Cocos nucifera), anche se la maggior parte delle segnalazioni di infestazione in Italia si riferiscono ad esemplari del genere Phoenix.
Considerato che il punteruolo rosso è stato ritrovato oltre che in Spagna ed in Italia, anche in Francia e Grecia, la Commissione UE, nel
2007, ha adottato la decisione 2007/365/CE del 25 maggio 2007, che
stabilisce le misure d’emergenza per impedire l’introduzione e la diffusione nella Comunità di Rhynchophorus ferrugineus. Detta decisione, è stata recepita con decreto del Ministro delle politiche agricole alimentari e
forestali del 9 novembre 2007 “Disposizioni sulla lotta obbligatoria
contro il punteruolo rosso della palma Rhynchophorus ferrugineus (Olivier). Recepimento decisione della Commissione 2007/365/CE”.
Dai controlli ufficiali annuali è emerso che l’organismo specifico ha
infestato specie vegetali appartenenti alla famiglia delle palme che non
erano inserite nella lista dei vegetali sensibili della decisione 2007/365/
CE. Di conseguenza, è stato necessario includere tali specie nell’elenco
dei vegetali sensibili di cui alla decisione 2007/365/CE affinché le misure di emergenza fissate da tale atto siano applicate anche a esse.
Inoltre, dalle missioni effettuate dalla Commissione UE negli Stati
membri e da ulteriori informazioni sui nuovi metodi di controllo, contenimento ed eliminazione dell’organismo nocivo, ricevute dalla Commissione da parte di un gruppo di esperti negli ultimi due anni, è emerso che i risultati dell’applicazione della decisione 2007/365/CE non
sono completamente soddisfacenti per quanto riguarda le misure da
adottare nei casi in cui è identificato l’organismo specifico.
PROCEDURE AUTORIZZATIVE DEI PRODOTTI
FITOSANITARI UTILIZZATI PER LA LOTTA AL
PUNTERUOLO ROSSO PER LA DIFESA DELLE PALME
Antonio CONSOLINO
Ministero della salute Dipartimento di Sanità Pubblica, veterinaria, nutrizione e
sicurezza degli alimenti
Il Rhynchophorus ferrugineus, conosciuto con il nome di Punteruolo rosso
delle palme, è un coleottero Curculionide; le sue infestazioni assumono i
connotati di una vera e propria emergenza fitosanitaria provocando estese morie di palme. A cinque anni dalle prime segnalazioni permane la
difficoltà della sua lotta derivante soprattutto dalla scarsissima disponibilità di prodotti fitosanitari insetticidi per l’impiego del verde pubblico e
privato. L’attacco del punteruolo può colpire le palme situate in campo,
in aree urbane o nei vivai. Il Ministero della Salute, per contrastare tale
emergenza, ha rilasciato la prima autorizzazione eccezionale per un periodo
di 120 giorni, ai sensi dell’art.8, comma 3, del D.Lgs 194/95, con Decreto
Dirigenziale 1° marzo 2008 ed ha inoltre chiarito formalmente, con nota
n. 21398 del 15 luglio 2008, che i prodotti fitosanitari autorizzati che
riportavano in etichetta la voce “verde urbano” potevano essere utilizzati
sia per il settore pubblico che privato. Le autorizzazioni sono state poi
prorogate per ulteriori 120 giorni con successivo Decreto Dirigenziale
30 giugno 2008. Successivamente le Regioni ed i Comuni hanno segnalato nuovamente per l’anno 2009 la necessità e l’urgenza di poter disporre
dei prodotti già autorizzati per i trattamenti delle palme ed il Ministero
della Salute, acquisito il parere favorevole da parte della Commissione
Consultiva dei Prodotti Fitosanitari, con Decreto Dirigenziale 26 giugno
2009, ha rilasciato la nuova autorizzazione eccezionale sottolineando però
l’importanza di procedere alla valutazione dell’efficacia dei trattamenti
effettuati. Infatti per l’anno 2010 il Ministero della Salute ha provveduto
a rilasciare la nuova autorizzazione eccezionale, con Decreto Dirigenziale 26 giugno 2010 solo per una serie di prodotti fitosanitari, sulla base di
un elenco trasmesso dal Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e
Forestali, che ha tenuto conto dell’efficacia dei trattamenti effettuati nel
corso dell’anno precedente. Per le modalità di presentazione delle successive autorizzazioni eccezionali è possibile consultare la Linea Guida
del 7 giugno 2010 disponibile sul portale del Ministero all’indirizzo sito
http://www.salute.gov.it/. Questa Amministrazione continua a rendersi
prontamente disponibile per poter procedere al rilascio di autorizzazioni
eccezionali di prodotti fitosanitari ed eventuali richieste di registrazioni
definitive necessarie per contrastare questa emergenza e tutelare il patrimonio artistico ed ambientale rappresentato dalle palme. A tal proposito
è possibile consultare il sito http://www.salute.gov.it/fitosanitari per
vedere che tipo di istanza occorre presentare al Ministero della salute.
Antonio
CONSOLINO
15
DEL RHYNCHOPHORUS
FERRUGINEUS IN ITALIA E LINEE GUIDA PER
L’ADOZIONE DELLE MISURE FITOSANITARIE
DIFFUSIONE
Raffaele GRIFFO
Servizio Fitosanitario Regione Campania - Coordinatore nazionale gruppo di lavoro palme
Raffaele
GRIFFO
16
Come è noto il Rhynchophorus ferrugineus (Olivier, 1790), conosciuto comunemente come Punteruolo rosso della palma o delle palme, è originario del sud est asiatico ed è stato descritto per la prima volta in India
nel 1891, dopo circa 100 anni è arrivato sulle sponde del bacino del
mediterraneo con la prima segnalazione del 1992 in Egitto. L’anno successivo è stato segnalato in Spagna dove è rimasto confinato per diversi
anni prima di espandersi in tutti i Paesi del mediterraneo - tabella 1. Nel
2008 l’insetto ha oltrepassato l’oceano Atlantico con la prima segnalazione ad Aruba, nelle Antille Olandesi. Nel 2010 è stato segnalato a
Laguna Beach, nell’area dell’Orange in California.
L’introduzione del R. ferrugineus negli Stati Uniti è avvenuta pur avendo
l’APHIS (Animal and Plant Health Inspection Service), Organizzazione la cui efficacia ed efficienza è internazionalmente riconosciuta, adottato particolari misure di protezione. Con questa segnalazione è confermato il grosso rischio di diffondere l’insetto sulle lunghe distanze
con la movimentazione di piante sensibili del tutto asintomatiche.
In Italia il R. ferrugineus è stato segnalato per la prima volta nel 2004 su
alcune palme ubicate in un vivaio del pistoiese (Toscana). Queste piante furono immediatamente distrutte e da quel momento non sono state
più riportate segnalazioni ufficiali in Toscana. Nel 2005 l’insetto è stato
segnalato, quasi in contemporanea, in Sicilia e in Campania. Negli anni
successivi si è rapidamente diffuso in tutto il territorio nazionale dove
c’è la presenza, più o meno diffusa, di Phoenix canariensis. Le Regioni che
per prime si sono trovate a fronteggiare questa emergenza sono state
anche quelle in cui l’insetto si è diffuso più rapidamente con la conseguente rapida morte di migliaia di piante i cui valori ufficiali, forniti dai
rispettivi Servizi fitosanitari regionali, sono riportati in tabella 2.
Tali dati sono probabilmente sottodimensionati rispetto alle piante realmente compromesse in quanto, pur vigendo l’obbligo di comunicare ai
Servizi fitosanitari competenti la presenza di piante attaccate dall’insetto o semplicemente il sospetto dell’attacco, le segnalazioni da parte dei
proprietari molte volte non sono state effettuate per non essere assoggettati alle misure ufficiali dell’abbattimento, della distruzione o semplicemente dei trattamenti, preferendo interventi fai da tè, meno
costosi ma poco curanti del pericolo di diffusione dell’insetto. Tali comportamenti irresponsabili hanno contribuito, sopratutto nelle prime fasi,
alla diffusione dell’insetto.
Il Punteruolo rosso è stato accertato nel nostro paese principalmente
sulle Phoenix canariensis mentre solo occasionalmente sono stati rilevate
infestazioni su Phoenix dactylifera, Washingtonia spp, Brahea armata, Butia
capitata, Chamaerops humilis, Howea fosteriana, Jubaea spp. Molte di queste
specie non rientravano tra quelle che, in bibliografia, erano riportate
come piante ospiti per cui con l’ufficializzazione delle nuove segnalazioni, l’Unione Europea ha aggiornato la specifica lista e ha reso obbligatorio anche per queste i controlli fitosanitari biennali prima di poterle commercializzare con il Passaporto delle piante: Decisione della commissione 2007/365/CE; Decisione della commissione 2008/776/CE;
Decisione della commissione 2010/467/CE. Quest’ultima Decisione
ha introdotto, tra l’altro, due concetti innovativi: il “Piano d’azione nazionale” e le “zone di contenimento”. Quando si rilevano indizi della
presenza dell’organismo nocivo nel territorio di uno Stato membro,
questo ha l’obbligo di elaborare e attuare dei “Piani d’azione”, individuando le azioni e le misure fitosanitarie che i Servizi fitosanitari regionali sono tenuti ad adottare al fine di eliminare il R. ferrugineus nelle
“zone infestate” e di contenerlo, nel breve periodo, nelle “zone di contenimento”. Quest’ultimo concetto è il secondo aspetto innovativo. Per
la prima volta l’Unione Europea, nell’adottare delle “Misure fitosanitarie di emergenza” che contengono sempre l’obbligo di adottare tutta
una serie di azioni di eradicazione, prende coscienza che per questo
specifico organismo nocivo quando in una determinata area non è stato possibile negli ultimi 3 anni eliminare l’insetto e non è prevedibile
l’eliminazione in un ulteriore periodo di un anno si punta in quella zona
sul contenimento, mantenendo l’eliminazione come obiettivo di più
lungo termine.
Il Servizio fitosanitario nazionale, costituito dal Servizio fitosanitario
centrale (Mipaaf) e dai diversi Servizi fitosanitari regionali, dopo aver
predisposto la trasposizione nell’ordinamento giuridico nazionale della
normativa comunitaria ha in fase avanzata di elaborazione il predetto
“Piano d’azione nazionale”. Esso è elaborato tenendo conto che, allo
stato attuale, una corretta strategia di difesa si deve basare su una gestione integrata di più misure fitosanitarie (IPM), la cui scelta dipende
molte volte dalle specifiche circostanze ambientali. Le misure fitosanitarie sono state definite tenendo conto degli “Orientamenti sui programmi di eliminazione degli organismi nocivi” - ISPM n.
9 della FAO e l’“Impiego di misure integrate in un approccio sistematico alla gestione dei rischi relativi agli organismi nocivi” - ISPM n. 14 della FAO. Il Piano sarà
aggiornato allorquando saranno acquisite
maggiori informazioni o nuove tecniche per
la gestione dell’emergenza fitosanitaria Il
Piano stesso intende delineare un percorso
di azioni da integrarsi in una strategia che
affronti in modo organico il problema nei
Figura 1
17
suoi aspetti tecnico-scientifici e normativi la cui schematizzazione è
riportata in figura 1.
ASPETTI SALIENTI DEL PIANO D’AZIONE NAZIONALE
Obbligo comunicazioni
I proprietari o detentori a qualsiasi titolo di vegetali sensibili che sospettino o accertino la comparsa dell’organismo nocivo in aree ritenute
indenni, compreso le zone cuscinetto, sono obbligati a darne immediata comunicazione al Servizio fitosanitario competente per territorio che
dispone specifici accertamenti fitosanitari per confermare o meno la
presenza dell’organismo nocivo e per valutare le misure fitosanitarie
più opportune nell’ambito di uno specifico Piano d’azione regionale, o
in mancanza, nell’ambito del Piano d’azione nazionale.
Misure relative al monitoraggio
Nelle zone infestate da meno di tre anni, nelle zone cuscinetto e nelle
zone indenni, i Servizi fitosanitari regionali, eseguono annualmente indagini ufficiali per rilevare l’eventuale presenza dell’organismo nocivo
o determinare eventuali indizi di infestazione dei vegetali sensibili attraverso ispezioni sistematiche, con la collaborazione delle amministrazioni comunali per quanto di loro competenza e se del caso con altri
soggetti pubblici o privati. Il monitoraggio è basato principalmente su
osservazioni visive, avvalendosi eventualmente anche di piattaforme
aeree o binocoli. Vanno ricercati i primi stadi dell’infestazione, per cui
occorre porre particolare attenzione alle foglie, le quali prima di assumere il classico aspetto ad ombrello, con collasso delle foglie centrali,
quasi sempre mostrano specifici sintomi, spesso visibili anche da terra.
Misure preventive da attuare in tutte le zone
Sulla base delle esperienze maturate risulta necessario adottare strategie
preventive e di tipo protettivo per impedire infestazioni su nuove palme.
Un’efficace strategia di difesa prevede:
· l’attuazione di pratiche agronomiche che consentano di minimizzare
ferite o lesioni alla palma;
· l’adozione di accorgimenti tecnici preventivi che evitino o limitino
Tabella 1 - Diffusione nel l’insediamento dell’organismo nocivo.
mediterraneo
I trattamenti insetticidi preventivi sono da articolare come di seguito
2009
Albania
specificato:
2006
Cipro
a) nelle zone indenni i trattamenti possono anche essere omessi o ri1992
Egitto
2006
Francia
dotti nel numero;
1999
Giordania
b) nelle zone infestate si distinguono tre periodi per effettuare i tratta2006
Grecia
1999
Israele
menti:
2004
Italia
2009
Libya
i) periodo primaverile: 1 marzo - 30 giugno con 3/4 applicazioni;
2007
Malta
ii) nel periodo estivo: 1 luglio al 31 agosto, in linea generale, non si effet2008
Marocco
2008
Portogallo
tua alcuna applicazione insetticida sopratutto nelle zone turistiche;
2007
Siria
iii) nel periodo autunnale: dal 1 settembre al 15 novembre 3/4 appli1993
Spagna
2005
Turchia
cazioni come nel periodo primaverile.
18
Misure di risanamento
Gli interventi di risanamento, il cui esito non è mai garantito a priori
per l’impossibilità di comprendere con un esame visivo il grado dell’infestazione, si basano su una strategia che integra diversi sistemi di lotta
e si articolano in trattamenti:
- meccanici - dendrochirurgia/potatura energica
- insetticidi (chimici, biologici, fisici, ecc.).
Nelle misure di risanamento la dendrochirurgia rappresenta il principale sistema di lotta, va effettuata da personale specializzato e consiste
nella graduale asportazione dei tessuti infestati fino alla completa rimozione dell’insetto (adulti, larve, pupe e uova).
Misura ufficiale dell’abbattimento
Quando la palma è palesemente compromessa è obbligatorio l’abbattimento con relativa distruzione dei tessuti infestati. I proprietari o
conduttori a qualsiasi titolo delle piante da abbattere comunicano al
Servizio fitosanitario regionale la data di inizio delle operazioni di abbattimento le quali vanno effettuate quanto prima possibile.
Collaborazioni
Per la buona riuscita dell’applicazione delle predette misure fitosanitarie occorre la più ampia collaborazione tra i tecnici dei Servizi di sviluppo agricolo, dei Comuni per la fase di monitoraggio e divulgazione; dei
privati, delle Amministrazioni Provinciali per l’attuazione delle misure
fitosanitarie; degli operatori del verde, degli ordini professionali; delle
Camere di commercio, ecc..
Formazione e Informazione
I Servizi fitosanitari regionali promuovono con la collaborazione degli
Enti territoriali azioni di:
- informazione sulla normativa vigente e sullo stato delle infestazioni a
livello regionale;
- formazione e aggiornamento per i tecnici e gli operatori del settore;
- divulgazione delle buone pratiche per evitare l’introduzione e la diffusione del R. ferrugineus con particolare riferimento alla individuazione
dei sintomi iniziali, alle operazioni di pulizia, prevenzione e cura;
- promozione di iniziative di collaborazione tra Comuni, ditte di manutenzione del verde per la corretta applicazione delle misure di profilassi;
REGIONE Anno prima 2004 2005 2006 2007
segnalazione
- promozione di iniziative per stimoAbruzzo
2007
30
lare nuove opportunità d’attività ecoCalabria
2007
6
Campania
2005
8
241
5069
nomiche derivanti dalla adozione di
Lazio
2006
30
120
Liguria
2007
3
sistemi di triturazione/compostagMarche
2007
20
gio/trattamento termico, per lo smalPuglia
2006
34
725
Sardegna
2007
30
timento di materiale vegetale.
Sicilia
2005
73
120
4811
Molise
Basilicata
Toscana
ITALIA
2007
2010
2004
2004
3
3
81
425
10814
Tabella 2 - Punteruolo
rosso in Italia
(*) il 2010 è riferito a mese di
febbraio e solo per alcune Regioni
2008
2009
2010(*)
TOTALI
120
35
4272
204
21
63
867
418
7506
22
13528
350
200
3421
713
87
439
2579
309
6464
97
1
14660
500
241
13011
1067
111
522
4205
757
18974
119
1
3
39511
19
LA SITUAZIONE DEL PUNTERUOLO ROSSO
IN LIGURIA
Marcello STORACE
Dirigente Servizio Fitosanitario Regione Liguria
Marcello
STORACE
2006
Aprile: preparato un poster descrittivo del parassita poi diffuso a tutti i
comuni costieri della Liguria.
Giugno: personale del servizio fitosanitario regionale inizia a partecipare ad incontri del “gruppo palme” per la predisposizione del decreto
di lotta obbligatoria e delle linee guida d’intervento.
2007
Aprile: messa in essere una rete di monitoraggio presso diversi comuni
regionali. Poste le trappole per la cattura del Rhynchophorus ferrugineus.
16 agosto: prima cattura di un adulto in una trappola dei giardini Winter di Bordighera
Ottobre: prima palma riscontrata infestata a Bordighera
2008
Aprile: Prima zonizzazione del territorio regionale mediante decreto
del dirigente N. 924 DEL 09/04/2008
Si amplia la rete di monitoraggio.
Agosto-Settembre: primi focolai d’infestazioni ad Alassio ed abbattimenti d’esemplari di Phoenix canariensis e pertanto si ricorre alla seconda
zonizzazione del territorio regionale con
decreto del dirigente n. 3540 del 27/11/2008
2009
Febbraio: la regione svolge a Genova un convegno inerente il parassita.
Agosto-Dicembre: si allargano le infestazioni di Bordighera, ma soprattutto quella d’Alassio.
Prima pianta riscontrata infestata ad Albenga e Laigueglia.
Si svolge ad Alassio un corso teorico - pratico inerenti la lotta al punteruolo rosso delle palme organizzato dalla Regione Liguria.
2010
Gennaio: primi focolai a Sanremo.
Febbraio: terza zonizzazione del territorio regionale
Mediante decreto del dirigente n. 170 del 05/02/2010
Agosto: prima pianta riscontrata infestata ad Andora.
20
PROGETTO DIPROPALM
18 NOVEMBRE 2010
21
Progetto DIPROPALM
DIPROPALM - PROGETTO FINALIZZATO
“DIFESA NEI CONFRONTI DEL
PUNTERUOLO ROSSO DELLE PALME,
RHYNCHOPHORUS FERRUGINEUS ”
(D.M. 684/7303/08)
Carlo PASINI
CRA-Unità di ricerca per la Floricoltura e le Specie Ornamentali, Sanremo
Carlo
PASINI
Il Progetto in breve
Il progetto DIPROPALM, finanziato dal MiPAAF con un contributo
pari a Euro 381.898,44, avrà scadenza il 31 marzo del 2011. Il progetto
è nato per attuare della sperimentazione volta alla ricerca di mezzi di
lotta nei confronti del Punteruolo rosso delle palme, Rhynchophorus ferrugineus, fitofago che nell’area mediterranea sta attaccando soprattutto
le palme appartenenti alla specie Phoenix canariensis, provocando gravi
danni anche in molte zone d’Italia.
Allo svolgimento del programma contribuiscono quattro Unità Operative:
1)CRA - Unità di ricerca per la Floricoltura e le Specie
Ornamentali, Sanremo (CRA-FSO) (Dott. Carlo Pasini, Dott.
Mauro Sacco, Dott.ssa Benedetta Cangelosi), con la collaborazione
del Centro Studi e Ricerche per le Palme di Sanremo (Dott. Claudio
Littardi);
2)CRA - Centro di ricerca per l’Agrobiologia e la Pedologia, sede
ex ISZA, Firenze (CRA-ABP) (Dott.ssa Valeria Francardi, dott.
Pietro Rumine, Dott.ssa Claudia Benvenuti), con la collaborazione
esterna del Prof. Alberto Alma, Istituto di Entomologia Generale e
Applicata presso il DiVAPRA della Facoltà di Agraria, Università
degli Studi di Torino, e del Prof. Oreste Triggiani, Sezione di
Entomologia Forestale, Di.B.C.A. Facoltà di Agraria, Università degli
Studi di Bari;
3)Dipartimento di Scienze e Tecnologie Fitosanitarie (DiSTEF),
Università degli Studi di Catania (Prof. Santi Longo, Dott. Pompeo
Summa);
4)Dipartimento di Entomologia e Zoologia Agraria Filippo
Silvestri - Università di Napoli Federico II (Prof. Emilio Caprio).
Nell’ambito del progetto, di durata triennale, sono state individuate tre
linee strategiche da sviluppare, di seguito riportate.
a) Distribuzione geografica. La prima tematica consiste nell’accertare
la distribuzione e la diffusione sul territorio delle palme infestate nel-
22
Progetto DIPROPALM
le varie regioni italiane e la sequenza temporale degli avvistamenti del
Rincoforo. Questo lavoro propedeutico è essenziale per comprendere appieno la gravità del problema e dove intervenire in modo tempestivo a livello locale e nazionale. I rilevamenti consentiranno di
valutare le posizioni dei focolai e di formulare previsioni sull’espansione del Rincoforo. Il fine di quest’attività consiste nella redazione
di elaborati cartografici e la definizione di mappe di rischio da mettere a disposizione delle competenti autorità in materia fitosanitaria.
b)Biologia e diagnosi. Una seconda linea del progetto è costituita da
specifiche indagini mirate a caratterizzare le popolazioni del fitofago
e a definire in modo inequivocabile il ciclo della specie nei nostri
ecosistemi, nei quali le peculiari condizioni climatiche potrebbero
svolgere un’importante funzione sulla sua durata. Oltre a questi approfondimenti, si propone di indagare su vari metodi di diagnosi e di
monitoraggio. Si tratta di sistemi che possono aiutare durante le ispezioni a riconoscere precocemente le palme infestate da quelle sane,
in assenza di sintomi visivi. Saranno attuate analisi biochimiche per
l’individuazione e la caratterizzazione di specifici metaboliti prodotti
dalla pianta in risposta all’attività trofica del Rincoforo. Un altro
metodo di diagnosi si baserà sull’impiego di particolari razze di cani
per scoprire tempestivamente tracce del curculionide nella pianta
ospite. Pare, infatti, che cani appositamente addestrati siano in grado
di sviluppare eccezionali capacità olfattive e uditive, utili per questo
insolito tipo di “caccia”.
c) Difesa. L’ultima linea, quella più consistente, riguarda l’impiego di
vari mezzi di lotta diretta. Per quanto riguarda i trattamenti, le ricerche programmate su piante in serra, in pieno campo e in laboratorio,
hanno lo scopo di valutare l’efficacia di diversi principi di sintesi e di
origine naturale. A tal fine, specifici fitofarmaci sono applicati con
iniezioni endoterapiche allo stipite e per bagnatura del substrato. Un
altro aspetto che è in corso di studio riguarda la lotta biologica. Il
lavoro è preceduto da prove di laboratorio per selezionare gli agenti
di controllo biologico più promettenti. L’intento è di valutare tutta la
loro potenzialità, in vista di una loro pratica utilizzazione.
Il progetto DIPROPALM ha avuto ufficialmente inizio il 12 marzo
2008, ma le attività sperimentali sono iniziate, di fatto, alla fine dello
stesso anno. Le quattro Unità si sono riunite, in questo biennio, a cadenza annuale per confrontarsi sulle metodologie adottate e per commentare i risultati parziali ottenuti. Emerge che le ricerche si stanno
sviluppando secondo quanto era stato concordato in fase di elaborazione del programma.
23
Progetto DIPROPALM
MONITORAGGIO, BIOLOGIA E LOTTA
AL PUNTERUOLO ROSSO DELLE PALME
Prof. Santi LONGO
Ordinario di Entomologia agraria - Università degli Studi di Catania
Prof. Santi
LONGO
24
Nel 2005 sono state ufficialmente segnalate, in Sicilia, le prime gravi infestazioni di Punteruolo rosso, Rhynchophorus ferrugineus (Oliv.), su Palme
delle Canarie in alcuni centri urbani della provincia di Catania e sono
state avviate le prime indagini sul curculionide originario della Melanesia
che, in circa un secolo, ha raggiunto il Bacino Mediterraneo, la Georgia,
le Antille Olandesi e recentemente la California. Considerata la gravità
del problema, di concerto con i Servizi Fitosanitari regionali, sono state
fornite alle Amministrazioni interessate, indicazioni per la tempestiva eliminazione dei primi focolai d’infestazione; il relativo piano d’intervento
è stato parzialmente attivato dalla Regione Siciliana solo nel 2007. Nell’ambito del progetto di ricerca regionale FITOPALMINTRO, finanziato nel 2008, e del DIPROPALM, attivato nel 2009, il DISTEF ha condotto indagini e ricerche finalizzate all’acquisizione degli elementi conoscitivi essenziali per la messa a punto di adeguate misure di controllo
demografico dell’insetto, relative ai seguenti aspetti:
1) diffusione in Sicilia e messa a punto di idonei sistemi di monitoraggio. Capillari ispezioni visive hanno consentito di accertare la
presenza di palme infestate in 8 province siciliane, nelle quali, attualmente, sono oltre 50.000 le piante attaccate contro le circa 20.000 ufficialmente segnalate e le quasi 19.000 eliminate soprattutto dall’Azienda
Regionale Foreste Demaniali. La quasi totalità delle palme interessate
sono Phoenix canariensis, ma gravi sono anche le infestazioni su specie
poco diffuse quali Jubaea chilensis e Sabal sp., mentre sporadici sono ancora gli attacchi alle Washingtonie, alle Palme da datteri e alle Palme
nane coltivate (in press. su Palms marzo 2011). A supporto delle ispezioni visive, in 31 delle 52 località siciliane monitorate, sono state istallate 67 trappole di vario tipo, innescate con il feromone sintetico di
aggregazione (rhynchophorol) disponibile in commercio, per la cattura
degli adulti. L’aggiunta di acetato di etile e di melasso al feromone ha
migliorato notevolmente il potere di attrazione e di cattura delle trappole. Le osservazioni visive e le catture registrate nella Sicilia orientale
da maggio 2006 a ottobre 2010 (3.750 maschi e 7.061 femmine), hanno
consentito di accertare che gli adulti di Rincoforo sono attivi nel corso
dell’intero anno con brevi interruzioni dei voli nei periodi in cui le temperature superano i 34°C o sono inferiori a 20°C. Inoltre, le trappole,
che hanno catturato in prevalenza femmine (65%), il 90% delle quali
fecondate, hanno rilevato la presenza di adulti anche a quote superiori
a 1000 m s.l.m. in un sito distante oltre 5 Km dalle palme infestate più
vicine.
Il monitoraggio visivo dell’infestazione presenta notevoli difficoltà in
Progetto DIPROPALM
relazione alla specie di palma e alla sua altezza e non sempre fornisce
indicazioni tempestive, soprattutto se gli operatori non sono stati adeguatamente addestrati. Per le palme di notevole altezza, è necessario
disporre di costose pedane elevatrici e occorre eseguire dei saggi per
avere la certezza della presenza di stadi biologici attivi del Punteruolo.
Molto spesso, soprattutto nelle palme non accessibili, la presenza del
fitofago viene notata tardivamente, quando le larve hanno già compromesso la pianta. Al fine di accertare tempestivamente la presenza dell’insetto nelle palme, sono state sperimentate, con risultati non del tutto soddisfacenti (Suma & Longo in prep.), tecniche diagnostiche basate
sull’impiego di: a) una microcamera wireless (risoluzione PAL di 628x582
pixel) montata su asta telescopica e connessa a un computer portatile
dotato di ingresso video; b) due modelli di termocamere, (ThermaCAMTM
P65 e ThermaVisionTM, a diversa sensibilità, in grado di intercettare variazioni termiche comprese tra 0,08°C e 30ºC), messe a disposizione
dalla FLIR Systems Inc. Per il monitoraggio video-endoscopico sono
state impiegati: c) un fibroscopio (serie IF5D4X1) e un videoscopio
industriale (serie IPLEX FX) messi a disposizione dal settore Industrial
Endoscopy della Olympus Italia. Inoltre sono state avviate indagini atte a
verificare l’efficacia dell’olfatto di cani (2 di razza golden retriever e 2
rottweiler) appositamente addestrati in un ombraio, su alcune Phoenix
canariensis, Chamaerops. humilis, Washingthonia filifera e Sabal sp. sia sane
che appositamente infestate con larve e/o adulti del Rincoforo. Il tempo di esecuzione della singola prova è variato da 30 a 60 secondi circa;
successivamente, le stesse attività sono state svolte su numerose palme
poste in un piazzale, in due diversi vivai e in un viale del centro urbano
di Catania; in questi nuovi ambienti, presumibilmente a causa degli spazi più ampi e di varie interferenze, soprattutto olfattive, i tempi di esecuzione sono stati più lunghi, ma l’individuazione delle palme infestate
è stata effettuata, quasi sempre correttamente, dai 4 cani impiegati, con
modalità segnaletiche differenti.
2) Caratterizzazione morfologica. L’esame morfometrico degli adulti
prelevati dalle 67 trappole e dalle oltre 1000 palme ispezionate in 52
località siciliane, e di quelli raccolti direttamente, o inviati da colleghi
dalla Calabria, Campania, Lazio, Liguria, Marche, Puglia e Sardegna,
nonché dalla Spagna, da Malta, da Israele e dalla Malesia (per un totale
di 12.163 maschi e 14.825 femmine) ha consentito di acquisire importanti informazioni sul biotipo invasivo del Rincoforo diffuso nei nostri
ambienti. Il corpo degli esemplari misura in media 31,8 (min. 17 e max.
40) mm nei maschi e 33,8 (min 13,5 e max. 43) mm nelle femmine. Sul
pronoto sono state individuate 20 tipologie differenti di macchie, con
maggiore frequenza di quella con 7 macchie (71%).
3) Biologia ed etologia. Per lo studio della biologia dell’insetto, soprattutto riguardo al numero di generazioni annue, nonché per fornire
materiale alle u.o. del DIPROPALM che ne hanno fatto richiesta, è
stato attivato e messo a punto un allevamento del curculionide nell’in25
Progetto DIPROPALM
settario del DISTEF; il materiale di partenza (larve, pupe e adulti) è
stato prelevato da palme delle Canarie, da datteri, da Washingtonie e da
Sabal. La durata dei vari stadi biologici è variabile; in laboratorio, a temperatura ambiente, le larve alimentate con porzioni di palma hanno
raggiunto la maturità mediamente in 100 + 5 giorni, dopo avere effettuato 5 mute; la durata dello stadio pupale è stata di 28 + 3 giorni, gli
adulti sono vissuti fino a 210 giorni i maschi e 188 le femmine. Queste
hanno deposto in media 170 (min 32, max 212) uova dal 50% delle
quali sono nate larve. Di norma più femmine depongono nella medesima palma, essendo stato riscontrato un numero medio di 280 esemplari per pianta e in qualche caso di oltre 700 unità. In laboratorio, gli
esemplari alimentati con mele o con banane hanno completato tre cicli
in due anni. In ombraio, da luglio a ottobre 2010, un ciclo si è completato in 108 + 7 giorni a spese di Palme delle Canarie allevate in fitocella.
4) Studio dei fattori biotici di mortalità naturale e dei simbionti.
L’incidenza dei fattori di mortalità naturale è stata rilevata su larve,
pupe e adulti prelevati principalmente da palme delle Canarie e dai pochi esemplari di Phoenix dactylifera, Howea forsteriana, Washingtonia, Eritea
armata e Jubea chilensis, tagliate in Sicilia. Nelle camere pupali, è stata
rilevata una mortalità media delle larve e degli adulti del 3% contro il
10% delle pupe. Ampiamente diffuso è l’acaro Centrouropoda almerodai
Wisn. & Hir. che infesta dal 57 al 95% degli adulti e, talvolta, anche le
larve e le pupe del Punteruolo a spese delle quali, oltre che degli adulti
morti, riesce a completare lo sviluppo. Le deutoninfe dell’acaro si localizzano sotto le elitre e si lasciano trasportare dagli adulti per colonizzare nuove palme. La durata della vita degli adulti di R. ferrugineus infestati
è più breve di quelli non infestati (in press. su Italian Journal of Zoology);
inoltre, sul corpo degli adulti, è spesso presente l’acaro foretico Uroboovella marginata (Koch). Occasionale, e di scarso rilievo, è l’attività di
insetti entomofagi rappresentati dal Dermattero Anisolabidide Euborellia annulipes (Lucas) e dal Coleottero Carabide Laemostenus complanatus
Dejean, che predano poche uova, nonché quella di altri occasionali predatori di pupe e adulti (ratto nero, colombo e gazza). I funghi entomopatogeni Metarhizium anisopliae (Metsch) Sorokin e Beauveria bassiana
(Bals.) Vuil., ampiamente diffusi anche nel nostro Paese, non riescono
a provocare epizoozie in grado di ridurre significativamente le popolazioni del Punteruolo pur causando, in qualche caso, mortalità di adulti,
larve e pupe variabili dal 5 al 70%.
5) Interventi microbiologici e con principi attivi di sintesi. Sono
stati effettuati trattamenti sia con nematodi entomopatogeni disponibili in commercio, sia con alcuni dei prodotti commerciali, di volta in
volta, autorizzati dal Ministero della Salute. In particolare sono stati
esaminati gli effetti delle applicazioni degli insetticidi a base di abamectina + azadiractina (Vertimec 10% + Oikos 25 plus 2%) somministrati,
nel maggio del 2009, per endoterapia, dai tecnici del Comune di Catania su 632 palme delle Canarie del centro urbano, il 70% delle quali
26
Progetto DIPROPALM
sono attualmente morte. Inoltre, in ombraio, 12 giovani palme delle
Canarie sono state artificialmente infestate con 12 larve del curculionide, e nel giugno 2009, 9 di tali palme sono state trattate con la medesima tecnica endoterapica. Dopo 50 giorni dall’intervento, nelle palme
testimoni è stata rilevata una mortalità larvale del 26% contro il 43% di
quelle trattate. Nel 2008, in un parco privato delle pendici etnee, da 9
palme delle Canarie, con sintomi iniziali d’infestazione, sono state eliminate le parti attaccate, è stato ripulito lo stipite ed è stato effettuato
un trattamento insetticida con clothianidin seguito dalla copertura con
mastice. Le 3 palme cui sono stati successivamente somministrati 3
trattamenti insetticidi per anno sono attualmente ancora in buone condizioni vegetative, mentre le 3 palme trattate una sola volta sono morte
dopo 6 mesi e le 3 testimoni non trattate sono morte nel giro di 4 mesi
dall’intervento di ripulitura. Non è stato possibile esaminare tutti gli
esemplari di Rincoforo presenti in 2 palme delle Canarie (una già morta
e una infestata ma ancora viva), presenti in una piazza di Catania e
trattate nel corso di una prova dimostrativa effettuata, nel maggio 2010,
con l’impiego di macchinari in grado di generare microonde. Nella palma già morta il giorno successivo all’intervento sono stati raccolti 3
adulti vivi e 12 morti, oltre a 15 larve e 7 morte; mentre l’altra palma è
morta dopo un mese dal trattamento. Il metodo, in relazione ai costi
diretti e indiretti, può rappresentare una possibile alternativa all’immediato abbattimento e triturazione in quanto in grado di eliminare gli
stadi vitali presenti nelle palme ormai morte. Formulati commerciali di
nematodi entomopatogeni sono stati saggiati nel centro urbano di Catania su 50 palme con segni più o meno evidenti d’infestazione. Il 12
giugno 2009 e il 17 luglio 2009, la chioma di tutte le palme è stata
bagnata con acqua e sono state costituite e poste a confronto le seguenti 5 tesi ciascuna costituita da 10 palme ognuna delle quali è stata
trattata rispettivamente con 5 litri di acqua contenente: a) 25 milioni di
nematodi (Steinernema carpocapsae, con l’aggiunta di 500 cc di chitosano;
b) 10 milioni di nematodi (Steinernema carpocapsae) (Nemopak Sc Palme
della Bioplanet di Cesena) con l’aggiunta di 500 cc di chitosano; c) 25
milioni di nematodi (Steinernema feltiae); d) 10 milioni di nematodi (Steinernema feltiae) (Optinem cydia della Agrifutur di Brescia); e) palme trattate con acqua. Dall’esame degli adulti, larve e pupe del Rincoforo,
prelevati dalle varie tesi, dopo due mesi dal secondo trattamento, non è
stata rilevata la presenza di esemplari con segni evidenti di presenza di
nematodi; attualmente tutte le palme testimoni e le 10 della tesi c) sono
morte; mentre sono ancora vive 4 palme delle tesi a); nonché 2 della
tesi b) e 1 della tesi d). I risultati complessivamente conseguiti dagli
interventi curativi non sono stati risolutivi e ritenuti poco soddisfacenti
sotto l’aspetto ecologico, tossicologico ed economico; pertanto, in relazione alla futura disponibilità di fondi e di formulati commerciali autorizzati, si prevede di proseguire le indagini per verificarne l’efficacia.
27
Progetto DIPROPALM
DISTRIBUZIONE
SPAZIALE DELLE
INFESTAZIONI DI RHYNCHOPHORUS
FERRUGINEUS IN ITALIA.
IMPORTANZA DELLA GEOREFERENZIAZIONE
DELLE PALME IN REGIONI A RISCHIO
DI INTRODUZIONE E DIFFUSIONE
DEL CURCULIONIDE
Valeria
FRANCARDI
Valeria FRANCARDI, C. BENVENUTI, J. DE SILVA,
L. MARZIALI, L. MARINELLI1
1
C.R.A. - Centro per la ricerca in AgroBiologia e Pedologia (ABP) Firenze
In Italia numerose sono le opere artistiche, letterarie e botaniche che,
nei secoli, hanno testimoniato la presenza di palme esotiche in parchi,
giardini, orti botanici e ville. L’acclimatazione di specie diverse, frutto
di lavoro scientifico e di una grande passione da parte di botanici e di
appassionati ha consentito, in particolare a partire dal XIX secolo, una
straordinaria diffusione di queste palme come elemento decorativo
dominante di parchi pubblici e privati e promosso il loro massiccio
impiego nelle località turistiche della Riviera italiana. Anche nel nord
Italia, nelle zone dei grandi Laghi dove l’inverno è più mite numerose
sono le palme che vegetano in parchi storici o variamente inserite nell’arredo urbano, pubblico e privato.
Fra le specie esotiche le palme appartenenti ai generi Butia, Brhea,
Erhythea, Jubaea, Livingstonia, Phoenix, Sabal, Trachycarpus e
Washingtonia, sono state ampiamente impiegate a scopo ornamentale ma la Phoenix canariensis, introdotta nel 1864, è quella che ha
avuto la maggiore diffusione negli ultimi decenni per la sua adattabilità
a diverse condizioni ambientali e per la resistenza al freddo. Le palme
sono ampiamente diffuse nel territorio, in particolare nel centro-sud, in
Sicilia, Sardegna e, nel nord Italia, in Liguria.
Tutte queste palme insieme alla Chamerops humilis, unica palma spontanea nei nostri ambienti, sono citate fra le specie sensibili all’attacco
del Rhynchophorus ferrugineus (Olivier) ma, al momento, gli attacchi del punteruolo rosso in Italia interessano, essenzialmente la P. canariensis negli ambienti dove maggiore è la sua presenza sia lungo la costa
che nell’entroterra. In quest’ambito le regioni maggiormente interessate dagli attacchi del curculionide sono la Sicilia, la Campania e il Lazio
dove il fitofago rappresenta una vera e propria emergenza fitosanitaria
in continua espansione seguite da Puglia , Basilicata, Molise, Marche,
Abruzzo e Liguria dove i focolai, seppure più localizzati sul territorio,
stanno aumentando di numero. In Sardegna la distribuzione dei focolai
rimane, al momento più circoscritta (Dati forniti dai Servizi Fitosanitari regionali). In particolare in queste ultime regioni e in quelle dove
28
Progetto DIPROPALM
ancora non si sono registrati attacchi alle palme la realizzazione di mappe
con la distribuzione, meglio se georeferenziata, delle palme può offrire
ai servizi ftosanitari regionali un valido strumento di pronta individuazione delle aree a maggiore rischio di introduzione o di diffusione di
focolai d’infestazione in cui concentrare le azioni di monitoraggio, prevenzione e lotta.
In quest’ottica nell’ambito del Progetto DIPROPALM e grazie alla
collaborazione dei Servizi Fitosanitari e delle amministrazioni comunali, si è proceduto alla georeferenziazione delle palme in aree pubbliche a maggiore densità di queste e dei principali vivai che le commercializzano in Toscana, regione ad alto rischio d’introduzione del R. ferrugineus e dove, a parte la prima segnalazione nel 2004 di una pianta
attaccata in un vivaio non si sono ancora registrati dei focolai di attacco
del punteruolo.
Il rilevamento, iniziato nel 2008, nel comune di Massa è proseguito fino
al 2010 lungo tutta la costa tirrenica fino ad Orbetello ed è stato effettuato con GPS60csx Garmin. I waypoint sono stati riferiti in parte a
singole palme, in parte a gruppi in aiuole o piazze e in parte a filari, con
un waypoint d’inizio e uno di fine (in presenza di viali e viali a mare),
registrando sempre il numero e le specie in essi comprese. In questi
ultimi casi la posizione delle singole piante non è perfettamente corrispondente a quella reale ma comunque interna all’area georeferenziata.
Successivamente i dati sono stati elaborati in ambiente GIS (ARCGIS
9.3) al fine di ottenere cartografie relative alla distribuzione delle palme
sul territorio sia a livello di singole unità o gruppi diversamente distributi sia per classi di densità.
Scale diverse di rappresentazione cartografica permettono una visione
immediata più generale e/o sempre più dettagliata, a seconda delle esigenze, della presenza ed importanza delle palme sul territorio fino a
individuare nel dettaglio il loro posizionamento a livello locale. Ciò
consente in caso di segnalazione di focolai la rapida individuazione delle
aree a maggiore rischio di diffusione e dove concentrare l’azione di
monitoraggio e controllo dell’infestazione di R. ferrugineus in relazione
alla maggiore o minore presenza delle piante ospiti.
29
Progetto DIPROPALM
DIETE MODIFICATE ED ALTERNATIVE PER
L’ALLEVAMENTO DEL RHYNCHOPHORUS
FERRUGINEUS
Claudia BENVENUTI1, V. FRANCARDI1
1
C.R.A. - Centro per la ricerca in AgroBiologia e Pedologia (ABP) Firenze
Claudia
BENVENUTI
30
Introduzione
L’allevamento in laboratorio di Rhynchophorus ferrugineus Olivier (RPW) su
diete naturali o artificiali può rappresentare un problema fuori dai Paesi
di origine in quanto alcuni componenti delle diete possono essere reperiti con difficoltà e/o essere troppo costosi. Pertanto sono stati condotti
studi per l’allevamento del Rincoforo delle palme su diete artificiali già
formulate da altri Autori ma nelle quali sono stati sostituiti alcuni ingredienti con altri ritenuti ugualmente idonei a sostenere lo sviluppo del
curculionide. Lo scopo è stato quello formulare diete più economiche e
pratiche da utilizzare in allevamenti massali del R. ferrugineus.
Materiali e metodi
Sono state messe a punto quattro diete i cui ingredienti di base sono
stati patate, grano saraceno e carote per la Dieta 1, miele e fiocchi d’avena
per la Dieta 2, fiocchi d’avena, farina di cocco e miele per la Dieta 3.
Come Dieta 4 è stato impiegato una muosse di mela commerciale (Melinda®). La composizione della Dieta 1 è analoga a quella riportata da
EL-SEBAY et al. (2003) sostituendo ai cereali impiegati dall’Autore il
grano saraceno mentre nella Dieta 2, simile a quella proposta da
KAAKEH (2005), la melassa è stata sostituita con miele millefiori. Le
Diete1, 2 e 3 sono state integrate con l’aggiunta sia di vitamine che di
conservanti e antibiotici.
Per la sperimentazione sono state utilizzate 20 larve per ogni dieta testata ottenute da uova di adulti provenienti dalla Sicilia. La prova è stata
condotta in una stanza climatizzata a temperatura 24±2°C, 70±5%
umidità, fotoperiodo 12:12 (N:D). Alla fine del periodo di accrescimento ogni larva è stata trasferita in una scatola di plastica (5x10 cm),
su torba e fibre di cocco sterilizzate, mantenute umide, per favorire la
formazione della camera pupale. L’allevamento degli adulti sfarfallati,
provenienti da larve alimentate sulla stessa dieta, è stato condotto su
spicchi di mela e cotone imbevuto di acqua e miele in opportune scatole di plastica. Per ogni dieta sono stati calcolati i principali parametri
biologici. I dati ottenuti sono stati sottoposti ad analisi statistica mediante l’uso del programma SPSS.
Risultati e discussione
Il tempo medio di sviluppo larvale, il peso medio delle larve mature, la
mortalità larvale e la fecondità delle femmine sono risultati significativamente differenti fra la Dieta 1, Dieta 2 e Dieta 4 mentre per quanto
riguarda la resa in adulti, la durata media di una generazione, la mortalità pupale, la vita media delle femmine e la fertilità delle uova non si
Progetto DIPROPALM
sono evidenziate differenze fra le suddette diete. La Dieta 3 ha registrato il 100% di mortalità larvale.
La Dieta 1 è risultata essere la migliore per lo sviluppo pre-immaginale
e la fecondità delle femmine. Tuttavia EL-SEBAY et al. (2003) ha ottenuto un periodo più breve di sviluppo larvale e un maggior peso delle
larve mature, probabilmente grazie ad un maggior apporto di componenti nutritivi derivati da cereali diversi.
La Dieta 2 utilizzando il miele millefiori al posto della melassa non ha
registrato parametri vitali soddisfacenti come quelli ottenuti da
KAAKEH (2005). E possibile che il più complesso apporto in proteine, carboidrati e sali minerali della melassa abbia consentito di ottenere
parametri biologici tempo di sviluppo medio larvale e tempi di durata
di una generazione più brevi e un maggior numero di uova per femmina. La Dieta 3 composta da farina di cocco, avena e miele, come principali ingredienti, non è risultata idonea alla sviluppo larvale del curculionide, probabilmente a causa dell’impiego di farina di cocco essiccata
invece che di un prodotto fresco e di miele invece che di melassa per
quanto sopra osservato.
La Dieta 4 ha ottenuto il più lungo periodo medio di sviluppo larvale, il
minor peso medio delle larve mature e la maggiore percentuale di mortalità delle pupe. Questi risultati sono da attribuirsi all’impoverimento
del valore nutritivo derivante dai trattamenti fisici verosimilmente subìti dalla mousse di mele per rendere stabile il prodotto commerciale.
Conclusioni
La Dieta 1, composta da una base di carote, patate e grano saraceno, ha
ottenuto i risultati più soddisfacenti in merito al tempo medio di crescita larvale, alla percentuale di mortalità sia larvale che pupale e alla fecondità delle femmine, risultando un substrato idoneo ed economico
per l’ allevamento in lab. di R. ferrugineus.
Bibliografia
EL-SEBAY Y., ABD EL-LATTEF M.K., MAKHLOUF T.M., 2003 – Laboratory rearing of red palm weevil, Rhynchopohorus ferrugineus Oliv. (Coleoptera: Curculionidae) on artificial diet. - Egyptian Journal of Agricultural Research, 81 (2): 551- 554.
VALERIA FRANCARDI, CLAUDIA BENVENUTI, 2010 - Artificial diets for the
rearing of Rhynchophorus ferrugineus Olivier. Redia, XCIII: In Press.
KAAKEH W., 2005 – Longevity, fecundity, and fertility of the red palm
weeevil, Rhynchopohorus ferrugineus Olivier (Coleoptera: Curculionidae)
on natural and artificial diets. - Emir. J. Agric. Sci., 17 (1): 23-33.
Ringraziamenti
Gli Autori ringraziano vivamente il Prof. Santi Longo dell’Università di
Catania per l’invio di esemplari di R. ferrugineus.
31
Progetto DIPROPALM
VALUTAZIONE DELL’ENTOMOPATOGENICITÀ
DI ISOLATI DI BEAUVERIA BASSIANA E
METARHIZIUM ANISOPLIAE SU STADI DIVERSI
DI SVILUPPO DI RHYNCHOPHORUS
FERRUGINEUS
Pietro RUMINE, V. FRANCARDI,
C. BENVENUTI, G.P. BARZANTI (1)
Pietro
RUMINE
(1)
CRA – ABP, Centro di Ricerca per l’Agrobiologia e la Pedologia Firenze
Le piante e gli equilibri ambientali
Le piante, come tutti gli altri esseri viventi, sono organismi in “equilibrio dinamico”. Il loro ciclo vitale risulta caratterizzato dalle fasi della
giovinezza, maturità e vecchiaia durante le quali possono essere soggette a fenomeni di sofferenza e malattia determinate da un ampio
numero di fattori, biotici e abiotici. A carico delle piante o in simbiosi
con esse vivono e compiono la propria attività innumerevoli comunità
di microrganismi e di organismi animali che, in condizioni di equilibrio
o di relativa “stabilità” dell’ambiente, partecipano ai cicli della sostanza
organica senza dar luogo ad evidenti fenomeni patologici. Ma organismi nocivi introdotti repentinamente o già presenti da tempo ma resi
più aggressivi a causa della diminuzione delle difese delle piante (a seguito, per esempio, di stati di stress) possono divenire devastanti dando
luogo a vere e proprie epidemie. Spesso, inoltre, l’accresciuta pericolosità dei numerosi agenti di danno può essere messa in relazione alla
collocazione di specie o varietà vegetali in areali non propriamente adatti
in relazione alle loro caratteristiche genetiche. Si creano così delle condizioni di “squilibrio” biologico per rimediare al quale viene richiesto
un certo lasso di tempo. Il fenomeno, poco evidente nel caso di piante
isolate, diviene assai più appariscente nel momento in cui estendiamo
le nostre osservazioni dall’esemplare singolo ai popolamenti urbani fino
alle più estese formazioni boschive e forestali che connotano e diversificano il territorio. Si può assistere, in taluni casi, al deturpamento di
intere aree con vere e proprie trasformazioni del paesaggio.
Neppure le Palme sono escluse da queste realtà.
La difesa fitoiatrica e la difesa microbiologica
L’attacco alle piante da parte dei fitofagi è causa in tutto il mondo di
ingenti perdite di prodotto nel più ampio significato del termine: alimentare, agro-industriale, ambientale, paesaggistico. A livello globale, e
in particolare nel nostro mondo occidentale, il modo di intendere la
difesa fitoiatrica è andato, opportunamente, modificandosi in misura
decisiva negli ultimi decenni. Allo stato attuale, essa non è più mirata
all’annientamento delle popolazioni dei fitofagi ma viene più giustamente inquadrata nell’ottica di un loro contenimento entro soglie di
tollerabilità, il che consente, se non altro, un minor turbamento degli
32
Progetto DIPROPALM
equilibri ambientali. Il concetto di impatto sull’ambiente ha assunto
dignità pari o addirittura superiore a quello dell’efficacia stessa degli
interventi. Di pari passo, la coscienza dell’esistenza in natura di microrganismi dotati di proprietà entomopatogene ha consentito negli anni lo
studio e l’approfondimento della tematica della difesa microbiologica
delle piante da numerosi agenti di danno.
I funghi entomopatogeni sono micromiceti che possiedono la capacità
di aggredire direttamente gli insetti e pertanto rivestono un ruolo fondamentale nella regolazione degli equilibri esistenti in natura. Essi sono
presenti nei più svariati habitat, principalmente il terreno ed i vari substrati organici. La corretta utilizzazione di alcuni di tali microrganismi
consente il controllo di infestazioni con buona efficacia. Non solo. Gli
interventi di tipo microbiologico hanno lo scopo di riequilibrare, a favore del microrganismo entomopatogeno, i livelli precedentemente
“squilibrati” a favore del fitofago. Tutto ciò comporta, inevitabilmente,
un congruo periodo di assestamento né più né meno di quanto accade
con l’immissione nell’ambiente di insetti parassitoidi nell’ambito della
più tradizionale lotta biologica.
Le Palme e il “Rincoforo”
Rhynchophorus ferrugineus Olivier è ormai infeudato stabilmente alle Palme ornamentali anche nei nostri areali. Le misure di controllo, purtroppo, sono a tutt’oggi parziali e va considerato inevitabile il ricorso a
metodologie di lotta integrate che prevedano cioè, in sinergia e complementarietà, l’utilizzo di sistemi agronomici, colturali, biologici e, solo
se inevitabili, chimici. Da parte nostra, ove le condizioni lo consentano,
viene proposta la difesa microbiologica finalizzata al ristabilimento di
equilibri “scombinati” a seguito dell’introduzione accidentale del coleottero anche nel nostro Paese. A tale scopo sono state eseguite numerose
sperimentazioni, tuttora in atto, che vengono di seguito sinteticamente
esposte. Sottolineo che le applicazioni pratiche che si prospettano possono comprendere diverse modalità fra le quali si ricorda, oltre alla
“classica” distribuzione di sospensioni fungine conidiche direttamente
sull’insetto o sulle piante, l’immissione dei microrganismi all’interno
delle popolazioni del coleottero attraverso l’attività di “veicolamento”
da parte del fitofago stesso. In tale ottica è in studio presso il nostro
laboratorio l’impiego di specifiche trappole attrattive per la cattura temporanea e successivo rilascio di esemplari adulti “contaminati” verso le
comunità delle Palme.
Materiali e metodi
Dopo prove preliminari per la selezione dei migliori isolati da impiegare nel controllo di larve e adulti del fitofago, nel 2009 e 2010 la nostra
attività di ricerca nell’ambito del Progetto DIPROPALM è consistita
nel saggiare in laboratorio la capacità “insetticida” di due ceppi autoctoni di Beauveria bassiana e Metarhizium anisopliae isolati da esemplari
33
Progetto DIPROPALM
adulti di “Rincoforo” di provenienza dal Centro e Sud Italia. I “trattamenti” sono stati fatti con due diverse modalità: contatto diretto su
colonie fungine cresciute su mezzo agarizzato e contatto su cariossidi
di cereali inoculate. A quest’ultimo riguardo la sperimentazione ha avuto lo scopo di saggiare la possibilità di controllo di R. ferrugineus tramite
la diffusione dei microrganismi entomopatogeni all’interno delle popolazioni dell’insetto. Gli individui trattati sono stati posti singolarmente
in contenitori di polietilene e alimentati con porzioni di mela. Nel caso
degli adulti l’alimentazione è stata integrata mediante somministrazione di una soluzione di acqua e miele.
Le prove sono state svolte in ambiente controllato a temperatura di
27°C e 45-60% di umidità.
La prova è stata considerata conclusa a 28 giorni dall’inoculazione. Gli
adulti morti sono stai posti in camera umida a temperatura ambiente
per verificare la presenza dell’agente patogeno impiegato.
I dati di mortalità sono stati sottoposti ad analisi di sopravvivenza secondo il metodo di Kaplan-Mayer.
Risultati
Nelle sperimentazioni su larve, il ceppo di B. bassiana ha determinato
una mortalità superiore al 50% degli individui mentre il ceppo di M.
anisopliae ha causato la morte in misura variabile dal 60 al 100% degli
esemplari. Le prove su adulti, invece, hanno messo in evidenza che il
ceppo di B. bassiana è risultato meno efficace rispetto ai risultati sulle
larve fermandosi su valori del 20-30% mentre il ceppo di M. anisopliae è
stato in grado di indurre la morte del 53-85% dei fitofagi. I livelli di
mortalità nelle tesi testimoni sono risultati del 13%-20% su larve e del
7%-10% su adulti. L’analisi statistica effettuata ha messo in evidenza
valori significativamente diversi di mortalità del curculionide in relazione ai ceppi fungini. Le prove di infezione di adulti del fitofago in laboratorio mediante utilizzo di cariossidi di cereali colonizzate da M.
anisopliae, poste all’interno di prototipi di trappole, hanno fatto registrare livelli di mortalità prossimi al 100% degli individui.
Conclusioni
Il rinvenimento di un ceppo autoctono di M. anisopliae particolarmente
attivo su larve e adulti di Rhynchophorus ferrugineus consente di valutare
positivamente l’applicazione della lotta microbiologica anche nei confronti di questa avversità. Lo studio di metodologie idonee per il controllo del fitofago con l’impiego di funghi entomopatogeni può dunque svolgere un ruolo importante. Va comunque tenuto sempre presente che tale sistema di difesa, finalizzato al riequilibrio ambientale,
può richiedere tempi non brevi che non sempre corrispondono alle
nostre aspettative di voler vedere risolto “istantaneamente” un problema complesso come quello di cui si tratta.
34
Progetto DIPROPALM
PROVE DI SEMI-CAMPO E DI LABORATORIO
CONDOTTE A SANREMO PER LA LOTTA
CONTRO IL RINCOFORO
Mauro SACCO1, B. CANGELOSI1, E. ARATO1,
C. PASINI1, C. LITTARDI2
1
CRA – Unità di Ricerca per la Floricoltura e le Specie ornamentali Sanremo
2
Centro Studi e Ricerche per le Palme Sanremo
Mauro
SACCO
Il progetto “DIPROPALM”, che prevede un’attività di ricerca per lo
studio del ciclo biologico e delle caratteristiche principali del punteruolo rosso delle palme, Rhynchophorus ferrugineus (Olivier), del suo monitoraggio e, collateralmente, prove di lotta contro questo pericoloso fitofago, ha preso avvio formalmente dal 2008. L’attività di ricerca vera e
propria, che viene svolta da quattro Unità Operative, dislocate rispettivamente a Catania, Napoli, Firenze e Sanremo, ha potuto però avere
inizio soltanto nel 2009. Presso l’Unità di Ricerca per la Floricoltura e
le Specie ornamentali di Sanremo (CRA-FSO), l’attività sperimentale è
stata preceduta dalla costruzione di una struttura in maglie piuttosto
fini di acciaio, con doppia porta, collocata all’interno di una serra nel
Parco comunale di Villa Ormond, a Sanremo, di circa 150 m2, costruita
allo scopo di mettervi le palme utilizzate per le prove di endoterapia, e
realizzata in modo tale da prevenire eventuali fuoriuscite dell’insetto.
Tale struttura, come anche l’attività sperimentale inerente al progetto, è
stata allestita con la collaborazione del Centro Studi e Ricerche per le
Palme.
Nella primavera del 2009 è stata impostata la prima prova di endoterapia, realizzata su venti palme di Phoenix canariensis, in vaso, alte circa 4 m
e del diametro di circa 50-60 cm. Sono stati provati i seguenti principi
attivi: azadiractina, abamectina e clothianidin. In più, una delle tesi era
costituita da una miscela di azadiractina + abamectina. La quinta tesi
era il testimone, trattato con sola acqua distillata. Ogni tesi era ripetuta
quattro volte. Le larve di Rincoforo usate per questa prova sono state
cortesemente fornite dal Prof. Santi Longo, del Dipartimento di Scienze e Tecnologie fitosanitarie dell’Università di Catania. Le larve, appartenenti prevalentemente alle ultime età di sviluppo, sono state inserite
nelle palme in prova il 20 maggio 2009, nella misura di sette larve per
palma. Le larve sono state inserite nelle piante dopo aver praticato con
un trapano, alla base delle foglie, rispettivamente 7 fori per palma, utilizzando, per favorire la penetrazione delle larve stesse nelle foglie, altrettante provette di vetro del diametro di circa 17 mm. Le provette,
con ognuna una larva, sono state lasciate nel foro praticato per alcuni
giorni, fino a quando le larve non fossero penetrate completamente
35
Progetto DIPROPALM
nella pianta. I trattamenti di endoterapia sono stati effettuati il 4 giugno
2009, da una ditta specializzata di Milano, la “DEMETRA”, secondo
un protocollo sperimentale che comportava l’immissione di mezzo litro di soluzione (o sospensione) in acqua demineralizzata per palma,
usando i seguenti dosaggi:
Adina 10 (azadiractina all’1%) : 80 ml/l;
Dynamec EC (abamectina all’1,84%) : 100 ml/l
Adina 10 + Dynamec EC : 70 ml/l + 80 ml/l;
Dantop 50 WG (clothianidin al 50%) : 5 g/l
Per favorire l’assorbimento delle soluzioni di prodotti nelle palme, è
stata usata una pressione di 1-1,5 atm.. A conclusione della prova di
endoterapia, all’incirca a metà giugno, è stato effettuato un rilievo completo di tutte le forme, (larve o pupe), di Rincoforo, presenti nelle palme, procedendo alla distruzione totale delle 20 palme in prova, ricercando quindi ogni forma, larvale o pupale, precedentemente inserita
nelle piante come larva viva, e rilevando, come osservazione finale, se,
dopo circa 10 giorni dal trattamento, fosse ancora viva, o morta in
seguito al trattamento stesso, o eventualmente morta per altre cause.
Fermo restando il fatto che nessun prodotto ha dato risultati soddisfacenti, il Dantopo 50 WG si è dimostrato il principio attivo più efficace,
seguito dall’abamectina, mentre nella tesi di sola azadiractina nessuna
forma è risultata morta in seguito al trattamento. Terminato il rilievo,
tutti i ceppi delle palme sono stati sottoposti a triturazione, unitamente
al materiale vegetale rimasto.
L’attività del “DIPROPALM” presso l’Unità di Ricerca di Sanremo è
proseguita, nel 2009, con alcune prove condotte in laboratorio verso la
fine dell’autunno, nell’ambito delle quali è stato saggiato l’effetto sulle
larve di Rincoforo di alcuni prodotti di origine naturale, del gruppo
delle saponine, unitamente all’azadiractina e a due insetticidi di sintesi,
il clothianidin e l’imidacloprid. Sono state sperimentate, su un campione di 7 larve per tesi, l’escina, che è una saponina ottenuta dall’ippocastano, e un’altra saponina, estratta dalla corteccia di Quillaja saponaria,
oltre all’azadiractina e ai due insetticidi di sintesi sopra menzionati. Tutti
i prodotti sono stati provati a due diversi dosaggi, e la saponina estratta
dalla corteccia di Q. saponaria a tre diversi dosaggi. Tale attività è stata
realizzata in due successive prove di laboratorio, che si sono concluse
entro la seconda decade di dicembre del 2009. I risultati sono stati buoni per il clothianidin e l’imidacloprid, nel senso che con questi due principi attivi si è ottenuta una mortalità totale delle larve in tempi rapidi,
mentre con i prodotti di origine naturale la mortalità è stata solo parziale e, soprattutto, è stato richiesto un tempo mediamente di quasi una
settimana per poter ottenere il decesso delle larve, che, per ricerche di
laboratorio, è da considerarsi un periodo eccessivamente lungo.
Nella primavera 2010 sono state nuovamente acquistate 15 piante di P.
36
Progetto DIPROPALM
canariensis, per effettuare una prova di lotta per bagnatura del substrato.
Sono stati saggiati l’Actara 25 WG (thiamethoxam al 25%), senza e con
fosfito di K, e il clothianidin in due diverse formulazioni, Dantop 50
WG e Clothianidin 20 SC, ambedue con fosfito di K. La quinta tesi era
il testimone, trattato con sola acqua. Ogni tesi era ripetuta tre volte. I
trattamenti sono stati effettuati il 24 maggio 2010, usando 2 l di sospensione per palma. Il rilievo finale è stato effettuato tra l’8 e il 10
giugno, con le stesse modalità con cui era stato condotto il rilievo della
prova di endoterapia conclusa nel giugno dell’anno precedente. In più,
sono stati prelevati due campioni di tessuto vegetale per tesi, per fare
effettuare l’analisi dei residui dei principi attivi somministrati, analisi
che è stata fatta eseguire anche sulle larve, sia vive che morte, allo scopo di constatare se, e in che misura, i principi attivi fossero stati assorbiti dai tessuti delle palme in prova e fossero stati assunti dalle larve. Il
prodotto che ha conseguito la migliore efficacia, comunque insoddisfacente, è stato il Dantop 50 WG, seguito dall’Actara 25 WG. Il risultato
fornito dall’Actara non è sostanzialmente cambiato in presenza, o meno,
di fosfito di K. L’analisi dei residui ha messo in evidenza come i principi attivi somministrati sono effettivamente penetrati nei tessuti vegetali, segnatamente alla base delle foglie, dove era stato effettuato il prelievo e dove erano inizialmente anche localizzate le larve. Tra l’altro nelle
tesi dove è stato dato il thiamethoxam è risultata la presenza, oltre che
di thiamethoxam, anche di clothianidin, essendo quest’ultimo un metabolita di thiamethoxam.
Nell’autunno del 2010 è stata infine condotta, su altre 20 nuove piante
di P. canariensis, una seconda prova di endoterapia, che al momento attuale non è ancora conclusa. Lo schema sperimentale, con cinque tesi e
quattro ripetizioni, e la modalità di esecuzione dei trattamenti, sono
rimasti uguali a quelli della prova di endoterapia già effettuata nel 2009.
Cambiano i prodotti usati e, inoltre, è stato aggiunto fosfito di K in
tutte le tesi, ad eccezione di una. Gli insetticidi sperimentati sono: il
Kohinor plus, che è una miscela di imidacloprid + ciflutrin, senza fosfito di K; l’imidacloprid + fosfito di K; il clothianidin + fosfito di K,
nella formulazione di Clothianidin 20 SC; il thiamethoxam + fosfito di
K. La quinta tesi era ovviamente il testimone trattato con sola acqua.
37
Progetto DIPROPALM
PUNTERUOLO ROSSO
DELLE PALME:
TECNICHE DI LOTTA A CONFRONTO
Emilio CAPRIO1, R. MASSA2, M. D. MIGLIORE3,
G. PANARIELLO3, D. PINCHERA2, R. GRIFFO4
1
DEZA - Facoltà di Agraria - Università di Napoli “Federico II”, 2Dip. Scienze Fisiche Università di Napoli “Federico II”, 3“DAEIMI” - Facoltà di Ingegneria - Università di
Cassino, 4Servizio fitosanitario - Regione Campania
Emilio
CAPRIO
A supporto delle misure fitosanitarie per il contenimento di Rhynchophorus
ferrugineus (Olivier, 1790) sono stati avviati sia in ambito nazionale che
regionale diversi programmi di ricerca con l’obiettivo di definire strategie utili per ostacolare la sua diffusione oppure tentare, ove possibile, il
recupero delle piante infestate. In particolare le metodologie di contrasto possono essere, a larghe linee, contraddistinte in chimiche, biologiche e fisiche.
A tal proposito è stata attivata una sperimentazione tesa a valutare la
capacità di traslocazione nella palma Phoenix canariensis dell’abamectina,
dell’azadiractina e clothianidin con applicazioni endoterapiche secondo due metodi (Porcelli e Arbocap). La prova è stata impostata prevedendo le somministrazioni di agrofarmaci nel periodo primaverile e
nell’estate 2010, in modo da valutare la cinetica dei prodotti in diverse
fasi vegetative di piante asintomatiche. Tale prova è il proseguimento di
quella effettuata nel 2009 (inverno-estate) relativa al solo metodo Porcelli. I risultati preliminari rilevano che le due diverse applicazioni fondamentalmente non mostrano differenze statisticamente significative
relativamente alle medie delle sostanze attive (con l’eccezione dell’abamectina nel periodo primaverile i cui valori sono risultati lievemente più alti con l’applicazione Porcelli), sebbene la cinetica di traslocazione sia diversa. Da un’analisi globale si evince, inoltre, che non tutte le piante rispondono in modo uniforme nel senso che in alcune di
esse non si osserva traccia di sostanze attive e che la traslocazione è
funzione dello stato idrico della pianta, più bassa nei periodi caldi.
Nell’ambito di nuove strategie di controllo del Rhynchophorus ferrugineus,
anche in virtù delle ultime direttive della UE che chiedono agli Stati
membri di adottare tutte le misure necessarie per incentivare una difesa
fitosanitaria a basso apporto di agrofarmaci, è stato attivato uno studio
di laboratorio e di campo che ha previsto l’utilizzazione delle microonde. Queste devono la loro efficienza alla capacità di riscaldare un “materiale” in modo differenziale e selettivo in base alle caratteristiche elettromagnetiche dei materiali coinvolti nel processo. Dalla caratterizzazione elettromagnetica dei tessuti della palma, delle larve ed adulti del
punteruolo, effettuata mediante la tecnica del cavo coassiale troncato,
38
Progetto DIPROPALM
si è evidenziato che l’interazione della palma con le microonde coinvolge soprattutto gli strati più esterni inducendo incrementi termici che
possono risultare letali per l’insetto preservando al contempo la vitalità
della palma. Trattamenti a microonde effettuati su palme di piccole
dimensioni opportunamente infestate da larve di punteruolo hanno
confermato tale risultato.
Inoltre quali prime esperienze sull’uso delle microonde nella lotta al
Punteruolo rosso si riportano i dati di diverse prove effettuate con la
macchina “Ecopalm Ring ®”, svolte nel mese di dicembre 2008 nel
Comune di Aversa (Ce), in un sito in cui erano presenti 4 piante di
Phoenix canariensis, di cui una altamente infestata, un’altra con inizi di
attacco e le altre due asintomatiche. Tutte le palme oggetto della prova
avevano simili dimensioni ed un’altezza di 10 m.
I risultati preliminari ci sembrano incoraggianti per proseguire la sperimentazione con la messa a punto di accurati protocolli che permettano
di stimare, per ciascuna tipologia di palma, il tempo di esposizione e la
potenza irradiata in modo da rendere i trattamenti ottimali senza danneggiare la pianta.
39
Progetto DIPROPALM
VALUTAZIONE DEGLI EFFETTI DI SPECIE
E ISOLATI AUTOCTONI E COMMERCIALI
DI STEINERNEMA E HETERORHABDITIS
SU RHYNCOPHORUS FERRUGINEUS
(OLIVIER, 1790) (COLEOPTERA
CURCULIONIDAE)
Oreste TRIGGIANI, E. TARASCO
Dipartimento di Biologia e Chimica Agro-forestale e Ambientale (DiBCA), Università
degli Studi di Bari “Aldo Moro”
Rhyncophorus ferrugineus considerata la specie più dannosa per le palme
nel Bacino del Mediterraneo soprattutto Phoenix canariensis (Chabaud)
(EPP/EPPO 2008), si è diffusa in Italia a partire dal 2004, provocando
gravi danni . Esso è riportato nella liste A2 dell’EPPO per gli organismi
da quarantena. L’insetto è di difficile controllo e l’utilizzo di fitofarmaci sia come prevenzione dal suo attacco sia a difesa di piante già attaccate, deve essere ripetuto nel tempo con pericolo di inquinamento
ambientale (Ferry e Gomez, 2002). Le restrizioni sull’impiego di molti
fitofarmaci spinge prepotentemente verso il controllo con prodotti alternativi tra cui i nematodi entomopatogeni (EPN) anche per la carenza di adeguate strategie, particolarmente per gli insetti che vivono in
ambienti criptici quali le palme (Deseö, 1982, Triggiani 1983, Triggiani
e Tarasco 2002, Curto et al. 2003, Georgis e Manweiler, 1994, Tarasco e
Triggiani 2006, Nardi et al., 2009). I nematodi entomopatogeni (EPN)
penetrano nel corpo degli esapodi attraverso la bocca, l’ano e gli stigmi
o anche attraverso la cuticola e a contatto con l’emolinfa, scaricano i
loro batteri simbionti (Tailliez et al., 2006) che uccidono l’ospite trasformando i tessuti in alimento per i nematodi. I risultati delle prove con
EPN sono spesso contraddittorie, pertanto in questo lavoro si è inteso
testare diverse specie e isolati di nematodi autoctoni e commerciali su
larve e adulti di R. ferrugineus per accertare, in laboratorio, quali stadi del
fitofago fossero più sensibili al complesso EPN-batteri sì da individuare quelli più adatti ad essere utilizzati in campo. Si è inoltre voluto accertare se gli EPN fossero in grado di riprodursi nel Rincoforo dando
origine a successive generazioni.
40
Progetto DIPROPALM
LOTTA E PREVENZIONE DEL
PUNTERUOLO ROSSO A PALERMO
G. LA MANTIA1, G. SAURO2, C. CALDARELLA3, A.
SPATAFORA2, D. MUSACCHIA1, G. LO VERDE3
1
Comune di Palermo Settore Verde e Territorio,
Osservatorio Malattie Piante di Palermo Servizio Fitosanitario Regione Sicilia,
3
Dip. SENFIMIZO Università degli Studi di Palermo
2
Giuseppe
LA MANTIA
A distanza di oltre quattro anni dalla prima infestazione di Rhynchophorus ferrugineus (Olivier) a Palermo (marzo 2006), la rapida diffusione del
curculionide ha portato alla morte oltre 7300 palme delle canarie. Le
attività finalizzate alla riduzione della consistenza numerica della popolazione (monitoraggio, ricerche sulla biologia e sulle tecniche di controllo, adozione di corretti metodi di abbattimento), svolte grazie ad
una efficace sinergia tra il Comune di Palermo, l’Osservatorio per le
Malattie delle Piante e l’Università di Palermo, non sono bastate ad
evitare questo disastro ecologico. Dall’esame delle mappe di distribuzione delle palme infestate realizzate nei due anni successivi alla prima
segnalazione, è stato possibile individuare due originari focolai d’infestazione posti in zone della città diametralmente opposte lungo l’asse
est-ovest. Nonostante gli abbattimenti siano stati operati tempestivamente in tutte e due le aree coinvolte, l’espansione delle infestazioni ha
avuto uno sviluppo diverso concentrandosi quasi esclusivamente ad
est, probabilmente a causa di piante infestate e non segnalate proprio
in quella direzione. Ciò indica chiaramente che un attento monitoraggio e l’immediato abbattimento delle palme infestate, anche se di
difficile applicazione, possono senz’altro contenere l’espandersi dell’infestazione quando essa si trova nel suo stadio iniziale. Fondamentale
importanza riveste, quindi, la formazione di personale specializzato
nell’individuazione precoce dell’infestazione.
Tra gli interventi di controllo, il risanamento meccanico è stato applicato fino ad oggi su un centinaio di palme. Anche in questo caso,
presupposto fondamentale per il buon esito dell’intervento è l’individuazione precoce dell’infestazione. Un intervento ben eseguito garantisce l’eliminazione di tutti gli stadi del punteruolo. Quasi tutte le palme
così trattate hanno mostrato evidenti segni di ripresa. Tuttavia, le palme sottoposte a dendrochirurgia possono essere nuovamente infestate, come avvenuto per circa 90 delle palme risanate. Per tali motivi questa tecnica viene attualmente usata solo per il recupero di palme di
particolare valore storico-paesaggistico.
Limitatamente ai periodi in cui il Ministero della Salute ha autorizzato
in via eccezionale e provvisoria l’utilizzo di alcuni prodotti commerciali
Gabriella
LO VERDE
41
Progetto DIPROPALM
per il controllo del punteruolo, sono stati effettuati, con ottimi risultati,
trattamenti per aspersione su palme di particolare valore ubicate in
alcune ville storiche. Prove di endoterapia, invece, hanno dato risultati
poco soddisfacenti sia sul piano dell’efficacia dei prodotti saggiati che
della fitotossicità riscontrata. Tuttavia, da tali prove sono stati ricavati
dati utili per avviare una sperimentazione in laboratorio, tutt’ora in corso, di alcuni principi attivi. Prove di lotta biologica sono state effettuate utilizzando nematodi entomopatogeni (Steinernema carpocapsae), con
risultati alquanto deludenti (livello massimo di parassitizzazione 11%),
da imputare probabilmente alle alte temperature registrate durante i
trattamenti. Infine, il Comune di Palermo ha aderito e dato la propria
collaborazione all’iniziativa “adotta una trappola” promossa dalla Facoltà di Agraria di Palermo e finanziata dalla Presidenza della Regione
Siciliana, per effettuare la cattura massale e al contempo sensibilizzare la cittadinanza.
L’abbattimento e un corretto smaltimento delle porzioni di stipite contenenti gli stadi del punteruolo rosso attraverso la loro triturazione rappresenta ancora oggi il metodo più efficace per limitare
l’ulteriore espandersi delle infestazioni, così come il monitoraggio e la
diagnosi precoce rimangono gli elementi fondamentali per qualsiasi
intervento di recupero/abbattimento delle palme infestate. I risultati
delle attività svolte non hanno finora consentito di mettere a punto una
strategia integrata di lotta attuabile nel contesto normativo nazionale,
tuttavia hanno gettato le basi per ulteriori approfondimenti e nuove
linee di ricerca indispensabili se si vuole evitare la totale perdita dell’inestimabile patrimonio palmicolo che da secoli caratterizza la realtà
paesaggistica e monumentale della città di Palermo.
42
Progetto DIPROPALM
PLAN DE PREVENCIÓN Y CONTROL DEL
RHYNCOPHORUS FERRUGINEUS EN LA
COMUNIDAD VALENCIANA
Maria DEL PINO BARAJA BOU
Jefa del Servicio de Inspección fitosanitaria Conselleria de Agricultura,
Pesca y Alimentación Valencia
Rhynchophorus ferrugineus, se detectó por primera vez en la Comunitat
Valenciana en el año 2004, en el término municipal de Olocau (Valencia). Hasta el año 2005 no se detectó en la provincia de Alicante, en San
Vicente del Raspeig. A partir de ese año se fue extendiendo por distintas zonas de nuestra Comunitat, debido a la introducción de palmáceas
procedentes de países donde la plaga estaba presente. Actualmente se
encuentra por casi toda la zona litoral mediterránea.
Ya en el año 2003, debido a la aparición de la plaga Paysandisia archon
(Lepidoptera: Castniidae), la Conselleria de Agricultura publicó el Decreto 131/2003, de 11 de julio, del Consell, por el que se establecía un
Plan de protección integral fitosanitario para los palmerales de relevancia histórica, económica, social y cultural de la Comunitat Valenciana.
Con la detección de R. ferrugineus, en el año 2004, se publicó la Orden
de 24 de febrero de 2004, por la que se declaraba la existencia oficial de
la plaga en la Comuniatat Valenciana y se calificaba de utilidad pública
su lucha. Un mes después, mediante el Decreto 131/2003, de 11 de
julio, del Consell, se amplió la protección, a determinados palmerales
de relevancia histórica, económica, social y cultural de la Comunitat
Valenciana, y se especificaron las medidas preventivas de cuarentena
para la introducción de palmáceas en esos términos municipales. En el
año 2007, se modificó el ordenamiento jurídico para la lucha contra
esta plaga, al publicarse la Decisión de la Comisión 2007/365/CE, de
25 de mayo, por la que se adoptaban medidas de emergencia para evitar
la introducción y propagación en la Comunidad Europea de R. ferrugineus. Dicha Decisión se transpuso al ordenamiento jurídico español
mediante la Orden ARM/605/2009, por la que se establecieron medidas específicas para la aplicación de la Decisión de la Comisión 2007/
365/CE, además de otras medidas especiales de protección para los
palmerales de Elche, Orihuela y Alicante. El 8 de enero de 2010, se
publicó la Orden de 22 de diciembre de 2009, por la que se ampliaron
las medidas fitosanitarias obligatorias para el control y erradicación de
la plaga Rhynchophorus ferrugineus.
En el año 2007, de acuerdo con la Decisión de la Comisión, se establecieron las zonas demarcadas, que comprenden una zona infestada en la
que se ha confirmado la presencia del organismo, así como una zona
tampón cuyo perímetro esté a una distancia mínima de 10 km de la
zona afectada. Las principales líneas de actuación que la CAPA está
desarrollando en las zonas demarcadas son:
Maria
DEL PINO
BARAJA BOU
43
Progetto DIPROPALM
1 - Control a productores de palmáceas
Todos los productores de palmáceas están obligados a inscribirse en el Registro
de productores de plantas de vivero y en el Registro de productores, comerciantes e importadores de vegetales. Tienen, además, la obligación de cumplir
con las medidas preventivas y de lucha establecidas, mantener en buen estado
fitosanitario sus cultivos y comunicar la aparición o la sospecha de la presencia
de la plaga. Asimismo todas las palmáceas deben realizar las cuarentenas especificadas en las distintas legislaciones y circular con el preceptivo pasaporte
fitosanitario.
Para poder autorizar el pasaporte fitosanitario, por parte de la Administración
Autonómica se realizan:
- Controles iniciales con la finalidad de verificar la situación de las parcelas y
sectorizar el vivero. En cada uno de los sectores se hace un inventario y catálogo de las palmáceas en producción.
- Controles trimestrales, cuyo objeto es revisar el estado fitosanitario de las
plantaciones, la realización de los tratamientos fitosanitarios preceptivos y los
movimientos de las palmáceas. Cuando no se detecta la plaga se hace entrega
de los preceptivos pasaportes fitosanitarios que deben acompañar a las palmáceas en su movimiento dentro de la Unión Europea. Dichos controles se
deben realizar durante al menos dos años antes de autorizar la comercialización de las mismas, en cumplimiento de la Decisión de la Comisión 2007/
365/CE.
- Control de parcelas inmovilizadas por presencia de la plaga. En el caso
de que se detecte R. ferrugineus en una parcela de producción, ésta es inmovilizada por un periodo de dos años consecutivos, durante los cuales es obligatorio la realización de tratamientos cada tres meses. Si durante este periodo no
se observan síntomas de la plaga, se levanta la inmovilización.
- Control de parcelas con palmáceas procedentes de terceros países donde
la plaga está presente. Una vez que las palmáceas, han estado controladas
durante un año en su país de origen, y entran en la Unión Europea, es obligatorio que pasen una cuarentena de un año, en un lugar bajo protección física
y sean inspeccionadas cada tres meses, antes de autorizar su movimiento.
2 - Protección de palmerales históricos
Los palmerales históricos están protegidos por la legislación vigente, frente a la
entrada de palmáceas, mediante el establecimiento de un periodo de cuarentena obligatorio, mínimo de un año, previo a la introducción de estas en su ámbito de influencia (Orden, de 22 de diciembre de 2009, de la Conselleria de Agricultura, Pesca y Alimentación). También se prohibe la entrada de palmáceas
cuyo diámetro de la base sea mayor de 5 cm, en un radio de protección de 5 km
alrededor del centro de cada palmeral (Orden ARM/605/2009). Se ha establecido un sistema de vigilancia intensiva en el que colaboran las distintas administraciones. La inspección de los Palmerales corresponde a los ayuntamientos y
la de los alrededores de los mismos a la Administración Autonómica. En caso
de encontrar palmeras afectadas se procede a su eliminación inmediata. Asimismo, se ha instalado una red de trampeo en la periferia de los palmerales de Elx
y Orihuela.
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Progetto DIPROPALM
3 - Plan de prevención y control por las corporaciones locales.
La Orden, de 22 de diciembre de 2009, de la Conselleria de Agricultura establece que todas aquellas corporaciones locales que lo deseen podrán establecer un
plan de prevención y control de las palmáceas que se encuentran en su término
municipal. Dicho Plan debe incluir: el censado de las palmeras de titularidad
pública, la designación de un coordinador del plan y el establecimiento de las
siguientes medidas:
- Tratamientos fitosanitarios preventivos con medios de defensa autorizados
por MARM.
- Poda de las hojas secas.
- Vigilancia de las palmáceas para la detección precoz de la plaga.
- Pasaporte Fitosanitario obligatorio para nuevos ajardinamientos.
- Retirada de ejemplares infestados o de las partes de los mismos afectadas.
- Instalación de redes de trampeo, bajo control oficial.
4 - Otras actuaciones
Recomendaciones a particulares
Los propietarios particulares de palmáceas, deberán en el caso de observar
síntomas de la presencia de la plaga, ponerse en contacto con la Conselleria de
Agricultura, Pesca y Alimentación, bien a través del teléfono de atención de
avisos (900 53 20 00), o bien a través de los ayuntamientos que hayan puesto en
marcha un plan de prevención y control. La Conselleria efectuará la retirada de
los ejemplares infestados o de las partes afectadas de los mismos. Adicionalmente se dará a cada propietario las recomendaciones de tratamientos y medidas culturales que en su caso, sean más adecuadas para evitar la reincidencia del
ataque de la plaga.
Autorización a empresas
La Conselleria de Agricultura autorizará a empresas para efectuar trabajos de
destrucción, limpieza, poda ó tratamientos de palmáceas, siempre que demuestren disponer de la cualificación técnica y los medios adecuados, para este
cometido. Dichas empresas deberán participar en los programas de formación
desarrollados por la Conselleria y dirigidos a su personal técnico.
5 - Investigación.
Se está fomentando el desarrollo de proyectos de investigación, en colaboración con organismos científicos, tales como:
- La Unidad Asociada UJI-IVIA-CIB/CSIC, con el proyecto “Detección y control
del picudo rojo de las palmeras, Rhynchophorus ferrugineus”.
- El Centro de Ecología Química Agrícola, de la Universidad Politécnica de
Valencia, con el proyecto “Aplicación de atrayentes y trampas para captura de adultos
de la plaga”.
- El grupo de investigación de Entomología, del Instituto Agroforestal del
Mediterráneo, del Universidad Politécnica de Valencia, con el proyecto “Atracción
cromática de la plaga y comportamiento de adultos en campo”.
- La Universidad de Alicante, con el proyecto “Control biológico mediante hongos
entomopatógenos”
- Esta prevista la próxima incorporación de la Estación Phoenix con el proyecto
“Técnicas de control integrado de R. ferrugineus”.
45
Progetto DIPROPALM
THE DISPERSAL OF THE RPW IN GREECE.
HISTORY -PROBLEMS-EFFORTS-STRATEGY
SOLUTIONS
Nikos THYMAKIS
Agronomist, Chair Person of GREEKPALMSOCIETY, Kifissia Flower Show Horticultural
Consultant, Antonis Tritsis Environmental Awarness Park Consultant-Green PR and
Consultin, ex Secretary of “Green Committee” of Geothechnical Chamber of Greece
Nikos
THYMAKIS
History
An incursion that presumably began with the palm trees of doubtful
quality and origins that were imported as part of projects for the 2004
Olympic Games in Athens first became apparent in November 2005.
The problem has since spread throughout Greece, affecting both palms in gardens and those produced in local nurseries.
Distribution
R. ferrugineus has been found for first time in Greece in Hersonissos
(Heraklion district, Crete) infesting Phoenix canariensis, on November
11th, 2005. Afterwards, R. ferrugineus has been found in Malia, Gouves,
Elouda, Agios Nikolaos, Sitia (Crete), in Rhodos island, in Oropos,
Kalamos Kifissia, Acharnai, Kapandriti, Glyfada, Voula, Varkiza, Saronida and Ellinikon (Attiki), in Dilesi (Voiotia), in Killini and Palouki
Amaliados (Ilia), in Neapolis (Lakonia), in Zakynthos, in Preveza, in
Chalkis (Evia) in Atalanti (Phthiotida), in Chalkidiki (Makedonia) and
in island of Paros (Cyclades) infesting mainly P. canariensis.
The gravest threat posed by the insect is to the unique palm forest of
Vai, which is listed in the Natura 2000 network and contains the last
significant population of the Cretan date palm, Phoenix theophrasti Greuter, a native of Crete. The Cretan Date Palm is a National Symbol of
Greek rare Flora.
GREEKPALMSOCIETY organization, founded for the reason to
emerge Greek authorities to save this vulnerable species and expand it
to local public gardens and ancient monuments landscapes, near water.
RPW AND PHOENIX THEOPHRASTI
In laboratory experimentation in Benaki Phytopathological Institute
the susceptibility of the native Greek palm tree Phoenix theophrasti in
R. ferrugineus was proved. Unfortunatelly, we found RPW in Phoenix
theophrasti offshoots in Gournes (Heraklion) last year.
Problems
In a few words: LACK OF ENVIRONMENTAL AWARNESS FROM
AUTHORITIES, NO RESPECT TO PALMS, NO STRATEGY, NO
“MASTER PLAN”.
Efforts
Scientists abroad are conducting research into ways of combating the
46
Progetto DIPROPALM
insect by means of microorganisms that kill insects (nematodes, fungus and viruses as biological enemies). Such research until 2007 was in
its infancy in Greece. We know very well that from the time that RPW
appeared in our territory, we have big problem. So, after a lot of study
and research, from 2007 until today, with our own money and efforts,
we start to use the methods of preventing or managing the problem:
PHEROMONE TRAPS NETWORK, TREE SURGERY (specialized
on Palms), ENTOMOPATHOGENIC NEMATODES, ENDOTHERAPIA, INJECTIONS, MICROWAVES, PESTICIDES
Laws
The directives from E.U where the only kind of laws or orders that the
Ministry of Agriculture send to local authorities and public. Also, we
had a “decision” which was really a permission of using specified pesticides for certain periods every year, since 2009(!) (186845-2/7/2010).
Most recent, the Prefectures of Attica and Creta, send an order that “if
the phytosanitary inspector is not present, no one could destroy a suspectible or infected palm” (3281-12/7/2010).
Strategy
“L’ union fait la force”! A complex of all methods, with programmes and
experiments throughout the infested and suspectible areas could be a first
step. This is a very good opportunity for a MASTER PLAN combined
from Ministries of Agriculture and Environment and maybe the Ministry
of Tourism. This MASTER PLAN must have the following parts:
- Phytosanitary control with help from gis (“pontikakos” method, patented).
- Mechanical methods (destruction of infested palms, tree surgery)
- Pheromone traps network
- Biological control with etomopathogenic nematodes
- No other import/export for at least 3 years to make greece “free rpw
region”
- Control and apply the natura 2000 network for palm grove vai
- Expand plantations of phoenix theophrasti to save the species in places that greekpalmsociety propose
- Change of landscape and garden design “attitude”-encouraging mediterranean biodiversity. a whole new landscape approach.
- A law frame for palm management and places of destruction and
burry (palm “cemeteries”)
Solutions
All the above “strategy” is a proposal of the scientists of “Green Committee” of Geothechnical Chamber of Greece, which includes personalities from public authorities, freelancers, palm specialists and entomologists. We strongly believe that this is a political - government decision and we hope that with this presentation to this conference, we will
“push” to this direction.
47
Progetto DIPROPALM
Acknowledgements
The author thanks Dr. Dimitris Kontodimas (BPI, Athens). Entomologist, for all his help from the very first moment of all these years
effort.
References:
Greuter W. (1968) “Le dattier de Theophraste, specialite cretoise”, US. GENEVE, p. 14-16
Kontodimas D.C., Economou D., Thymakis N., Menti Ch. and Anagnou-Veroniki M., (2006), “New serious pest of palm trees, the coleopterous
Rhynchophorus ferrugineus Olivier” AGRICULTURE-CROP &ANIMAL
HUSBANDRY, Vol 1/2006, Athens, p. 54-57
Kontodimas D.C., Milonas P.G., Vassiliou V., Thymakis N. and Economou D., (2006), “The occurrence of Rhynchophorus ferrugineus Olivier in Greece and Cyprus and the risk against the native greek palm tree Phoenix theophrasti
Greuter”, ENTOMOLOGIA HELLENICA, Vol 16, Athens, p. 11-15
Thymakis N. , (2003) “The Cretan Date Palm”(Phoenix theophrasti Greuter), The Mediterranean Gardener magazine, Vol 32, MGS editions,
Peania, p. 32-34
Thymakis N. , (2003) “The use of palms in Greece” The Mediterranean
Gardener magazine, Vol 33, MGS editions, Peania, p. 54-55
Thymakis N, Georgi N.J, Sarikou S., (2005), “The growth of Palms under
sheltered Mediterranean conditions” , PALMS, IPS Vol49(4) , Lawrence
Kansas, p. 189-194
Thymakis N, (2009) “Phoenix theophrasti Greuter”, RED DATA BOOK
OF GREECE, VOL II, Patras, p. 256-258
48
Progetto DIPROPALM
PARÁMETROS
BIO-ECOLÓGICOS DEL PICUDO
ROJO DE LAS PALMERAS
(RHYNCHOPHORUS FERRUGINEUS)
(COLEOPTERA: CURCULIONIDAE) EN
CONDICIONES DE CLIMA MEDITERRÁNEO
Oscar DEMBILIOa1, E. LLÁCERa1, J. JACASa2
a
Unitat Associada d’Entomologia Agrícola Universitat Jaume I (UJI)
Institut Valencià d’Investigacions Agràries (IVIA)
1
IVIA; Departament de Protecció Vegetal i Biotecnologia Montcada
2
UJI Departament de Ciències Agràries i del Medi Natural Castelló de la Plana
Oscar
DEMBILIO
El objetivo del presente trabajo fue establecer el ciclo biológico de Rhynchophorus ferrugineus bajo condiciones naturales de infestación sobre palmera canaria y en condiciones de clima Mediterráneo. Para ello, mensualmente a lo largo de todo un año, se infestaron 12 palmeras de 6
años con 16 larvas neonatas cada una. Periódicamente estas palmeras
se cortaron y de ellas se extrajeron todas las formas vivas de su interior.
Una vez en laboratorio, se realizaron diversas medidas de las cápsulas
cefálicas de las larvas, así como de su peso, con el fin de determinar el
estadio larvario correspondiente. Con estos datos y los del registro térmico, combinados con los umbrales de desarrollo, se determinó la integral térmica de esta especie. Además, se cuantificó la mortalidad preimaginal natural en las distintas épocas del año.
Palabras clave: Integral térmica, estadios larvarios, umbral de desarrollo.
49
Progetto DIPROPALM
DIVERSOS SISTEMAS DE CONTROL CONTRA
RHYNCHOPHORUS FERRUGINEUS
ENSAYADOS POR LA UNIDAD ASOCIADA DE
ENTOMOLOGÍA AGRARIA UJI-IVIA EN
ESPAÑA
Elena LLACERa1, O. DEMBILIOa1, J. JACASa2
Elena
LLACER
a
Unitat Associada d’Entomologia Agrícola Universitat Jaume I (UJI) -Institut Valencià
d’Investigacions Agràries (IVIA)
1
IVIA; Departament de Protecció Vegetal i Biotecnologia Montcada
2
UJI Departament de Ciències Agràries i del Medi Natural Castelló de la Plana
Rynchophorus ferrugineus (Olivier) (Coleoptera, Curculionidae) es actualmente la plaga más dañina para las palmeras. Esta plaga, que se desarrolla durante todo su ciclo en la parte interna de la planta, es capaz de infestar un
amplio rango de especies palmáceas aunque, en la Cuenca Mediterránea,
destaca sobre todo por sus ataques a la palmera canaria (Phoenix canariensis)
y, en segundo lugar, a la palmera datilera (Phoenix dactylifera). Su difícil detección, unido al uso ornamental de las palmeras atacadas, hace que las
tareas de control de la plaga se vean muy dificultadas. Desde 2006, la Unidad Asociada de Entomología Agraria “Universitat Jaume I - Instituto
Valenciano de Investigaciones Agrarias” ha estado desarrollando actividades de investigación y divulgación con el objetivo de mejorar la difícil situación provocada por esta terrible plaga. En primer lugar se pusieron a
punto instalaciones de seguridad donde poder realizar ensayos con palmeras adultas y se puso en marcha una cría de R. ferrugineus sobre dieta artificial para poder disponer de individuos para realizar las investigaciones.
Posteriormente se comenzó con la realización de ensayos de tratamientos,
químicos y biológicos, compatibles con el uso ornamental de las palmeras,
entre los que se incluye un método de cuarentena mediante fumigación
con fosfuro de aluminio, el cual permitiría garantizar que las palmeras tratadas estuvieran libres de infestación. Nuestras investigaciones van principalmente dirigidas a tratamientos para prevenir la entrada del picudo en la
palmera o curar las palmeras con infestación incipiente. Recientemente
hemos puesto de manifiesto la efectividad de varios tratamientos: la aplicación de Steinernema carpocapsae en una formulación con quitosano, de imidacloprid aplicado en el riego, y de una pintura insecticida en formulación
micro-encapsulada. Además se esta trabajando con entomopatógenos, más
concretamente se están realizando diversos ensayos, en colaboración con
la Universidad de Córdoba, con una cepa del hongo Beauveria bassiana aislada sobre R. ferrugineus de campo, la cual ha mostrado una gran virulencia
contra todos los estados de desarrollo de la plaga. En la Unidad Asociada
de Entomología UJI-IVIA seguimos trabajando para conseguir mejorar
los sistemas de aplicación de los diferentes productos ensayados y para
evaluar nuevos métodos de control con el objetivo final de lograr preservar un patrimonio tan valioso como son las palmeras.
50
Progetto DIPROPALM
LA PALMA NELLA
RELIGIOSITÀ POPOLARE
DELLA SARDEGNA:
INTRECCI E MISTERI
Maria Nevina DORE, Don I. ORRÚ Ales (OR), Italia
Maria Nevina
DORE
Partendo dal concetto di cultura popolare, intesa come il complesso
delle attività e dei prodotti intellettuali e manuali dell’uomo in società,
l’obiettivo della raccolta e dell’esposizione dei manufatti in palma, è
stato quello di: far conoscere la religiosità popolare della Sardegna, attraverso la rappresentazione dei simboli delle virtù e dei vizi dell’uomo,
propri della cultura popolare sarda. La mostra qui esposta accoglie un
centinaio di manufatti intrecciati tutti in Sardegna, con rami e foglie
recise di: chamaerops humilis, palma dactylifera e canariensis. L’esposizione
presenta diverse tipologie d’intrecci, in base al destinatario, alle tecniche d’intreccio, alla simbologia che rappresentano:
Sa Pramma - Palmetta dei fedeli, intrecciata con la tecnica ad incrocio e
ad avvolgimento;
Su Passiu - Palma del celebrante; palma per il vescovo intrecciata con la
tecnica a incrocio tubolare;
Palma per le autorità, intrecciata con la tecnica a raggiera bi frontale;
Palma a intreccio diagonale con motivi particolari a cornetti o Palme
Intrecciate a incrocio diagonale e raggiera con doratura;
Intrecci a incrocio diagonale e a treccia, a incrocio diagonale bifrontale
a cornetti, con riccioli, amuleti e simboli sacri;
Palme con croci; Palme con motivi floreali; palme con la tecnica a mazzetti raccolti a ghirlanda; con immagini sacre, ondulati e raccolti con
noci e stelle; Palme lavorate a treccia a tre foglie.
Don Ignazio
ORRÚ
51
GESTIONE PALME E BIODIVERSITÀ
19 NOVEMBRE 2010
Gestione delle PALME E BIODIVERSITÀ
54
Gestione delle PALME E BIODIVERSITÀ
LAS PALMERAS Y LOS ARBOLES
MONUMENTALES DE EUROPA
Jose PLUMED SANCHO1, J. MOYA SANCHEZ2,
B. MOYA SANCHEZ3
1
Técnico Especialista en Arboricultura del Jardín Botánico de Valencia,
Licenciado en Ciencias Ambientales e Ingeniero Técnico Agrícola Técnico del
Departamento de Árboles Monumentales de la Diputación de Valencia, 3Botánico,
Director del Departamento de Árboles Monumentales de la Diputación de Valencia
2
José
Europa es un continente con una gran diversidad arbórea debido a sus PLUMED SANCHO
condiciones medioambientales y a la mezcla cultural que lo caracteriza.
Esto ha facilitado la presencia de paisajes singulares, así como de árboles y palmeras monumentales distribuidos por toda su geografía. Grupos y ejemplares botánicos que por sus características excepcionales,
presentan un gran valor e interés local y monumental, formando parte
de nuestro más preciado patrimonio ambiental y cultural, lo que implica que sea de interés público su protección y conservación.
Viven en plazas, bosques, jardines, campos de cultivo, edificios emblemáticos, invernaderos o parques naturales; poseen valores científicos, históricos, económicos, culturales, paisajísticos o simbólicos, y son el centro de
Bernabé
leyendas y tradiciones. Estos árboles y palmeras, en muchos casos con
MOYA SANCHEZ
nombre propio, forman parte de nuestras más profundas raíces y por
tanto deberían estar debidamente protegidos por ley y recibir los cuidados necesarios que permitan su continuidad en el tiempo.
De otro lado, la mayoría de las monocotiledoneas arbóreas como yucas, beaucarneas, dragos y palmeras, todavía lo tienen peor, pues ni
siquiera tienen el estatus de los árboles y por lo tanto, muy pocas adquieren un reconocimiento explícito, exceptuando muy pocos ejemplares
en el mundo, como el drago de Icod de los Vinos en Tenerife, la palmera Goethe en Pisa, la palmera Imperial de Elche, o la Carcasa del Jardín
Botánico de Valencia. Sin embargo Europa todavía conserva un patrimonio muy importante, tanto natural, como histórico de este tipo de
plantas. Dos especies de palmeras crecen de forma natural en el continente europeo, el Chamaerops humilis, en la parte más cálida de la cuenca
del mediterráneo occidental y la Phoenix canariensis, en las Islas Canarias,
otras dos se encuentran en continua discusión, la Phoenix dactylifera en el
sudeste de la península Ibérica o la Phoenix theophrasti en la isla de Creta
y Turquía. También la Dracaena drago es endémica de las Islas Canarias.
Pero aunque estas son las palmeras sobre las que tenemos una mayor
responsabilidad, no son las únicas. En el sur de Europa viven varias
decenas de miles de palmeras que pertenecen a más de 100 especies
distintas de todo el mundo. Las encontramos especialmente en las ciudades costeras, crecen en jardines públicos y residencias privadas, tanto
del mar Mediterráneo, como del océano Atlántico, e incluso algunas
especies más resistentes al frío en ciudades del interior con climas más
continentales.
55
Gestione delle PALME E BIODIVERSITÀ
En la actualidad, tanto los bosques de: Chamaerops humilis, Phoenix canariensis, Phoenix dactylifera, o Phoenix theophrasti, como las palmeras singulares que habitan en Europa, pasan por un momento crítico y muy
delicado, podríamos añadir a esta lista a Dracaena drago. Las causas de
este deterioro son graves y numerosas, como: la transformación y destrucción de sus hábitats naturales, la actividad agrícola o ganadera, el
desarrollo urbanístico, el aprovechamiento de sus troncos y yemas, los
incendios, el arranque, trasplante o tala, la mala gestión o el ataque de
plagas y enfermedades como el picudo rojo, la paisandisia, la diocalandra, la podredumbre rosa o el fusarium, que están mermando considerablemente este delicado patrimonio, siendo importante para su continuidad que se adopten medidas encaminadas a su protección y puesta
en valor.
Este patrimonio reclama nuestra especial atención, ya que de una parte
nos singulariza con respecto a otras regiones y países, además de que
algunos de ellos ya han demostrado el papel esencial que pueden jugar
de cara al desarrollo, también económico, de las zonas en donde se
encuentran, sirva como ejemplo el Drago de Icod para las Islas Canarias. Es necesario proteger y recuperar estos paisajes e individuos, no
solo porque son el distintivo de estas tierras, sino porque también forman parte de nuestra cultura, nacidas o llegados aquí desde hace miles
de años nos han enriquecido sobremanera en el pasado y también lo
podrán hacer en un futuro sostenible. Debemos por tanto asegurarles
un apoyo real, permanente, y con el mismo nivel de recursos económicos y científicos, que el destinado al patrimonio arquitectónico o artístico. No obstante, según estudios que hemos realizado durante los
últimos 20 años, sobre todo en la Comunidad Valenciana, pero que se
pueden extrapolar al resto de Europa, sabemos que el 80 % de los
árboles y palmeras que tenían el reconocimiento de monumentales a
principios del siglo XX han desaparecido. En aquellos lugares donde la
población humana ha aumentado o su actividad se ha transformado, son
los lugares donde más ejemplares monumentales se han perdido, y con
ellos también una información genética irrecuperable, hábitats insustituibles, parte de nuestra historia y un patrimonio irremplazable. Es preciso
y urgente proteger, investigar, conservar y promover este patrimonio
natural y cultural único y vivo de Europa. Sería muy triste que desaparecieran los patriarcas de nuestros bosques y jardines, sin que hubiéramos
hecho todo lo que está en nuestras manos para conservarlos.
Las líneas de trabajo fundamentales pasan por
1.
Crearles un marco jurídico de protección legal
2.
Catalogar los ejemplares
3.
Administrarles una gestión y una tutela técnica y científica real
4.
Destinarles una dotación económica constante y estable
5.
Valorizarlos y darlos a conocer.
A lo largo de todo el territorio español y en la Comunidad Valenciana,
que agrupa a las provincias de Alicante, Castellón y Valencia, hasta
56
Gestione delle PALME E BIODIVERSITÀ
hace unos años los olivos y las palmeras monumentales desaparecían a
miles, sobre todo destinados al sector de la jardinería. Por esto y durante más de 20 años, trabajamos para desarrollar una ley que protegiera al
mayor número de árboles y palmeras en nuestra comunidad. La Ley 4/
2006 de la Generalitat Valenciana, de Patrimonio Arbóreo Monumental, fue finalmente aprobada por unanimidad de toda la cámara. Y nuestra decisiva aportación y el reconocimiento a nuestra labor, por parte
de los grupos políticos y del gobierno valenciano, quedo recogida en el
acta de la sesión parlamentaria celebrada el 10 de Mayo. Esta es una de
las leyes de protección de árboles monumentales más abierta, participativa y conservacionista, de cuantas existen. Cuenta con un procedimiento especifico llamado de protección genérica, articulo 4. En el que
se dice expresamente, “Se declararan protegidos genéricamente, sin
necesidad de resolución singularizada, los ejemplares de cualquier especie arbórea existente en la Comunidad Valenciana que igualen o superen uno o más de los siguientes parámetros”: 350 años de edad; 30 m
de altura; 25 m de diámetro de copa; 6 m de perímetro de tronco; 12 m
de estipe para las distintas especies de palmeras, excepto para el género
Washingtonia, que es de 18 m. Por poner dos ejemplos, gracias a esta
ley la Comunidad Valenciana es en la actualidad el territorio con más
olivos protegidos de Europa y del mundo, ya que según las estimaciones de las asociaciones agrarias serian más de 4000 el número de olivos
directamente protegidos por esta ley. El otro caso serian las palmeras
que, según estimaciones de la propia Consellería, en la actualidad y sin
terminar el censo podrían sobrepasar las 2000. Otra iniciativa jurídica
para proteger a estos árboles y palmeras monumentales, pasa por la
aprobación de Ordenanzas Municipales de protección de arbolado de
interés local. En nuestro país ya son muchos los municipios que están
protegiendo sus árboles más emblemáticos y su cultura. Esta acción
esta llevándose a cabo con la participación de la Fundación Félix Rodríguez de la Fuente y el Observatorio Nacional de Árboles Monumentales. La ordenanza se puede descargar desde la página Web:
http://www.felixrodriguezdelafuente.com/
http://www.ruralnaturaleza.com/
Creemos que este es el camino a seguir para proteger de una forma
efectiva el mayor número posible de palmeras y árboles monumentales,
animándoles a que intenten promulgar en sus países, regiones o municipios, iniciativas similares a esta, de forma que entre todos intentemos
proteger este legado histórico, cultural y botánico tan valioso.
57
PROGETTO PALM I.S.
(PALME IN SICUREZZA)
19 NOVEMBRE 2010
Progetto PALM I.S. - (Palme In Sicurezza)
60
Progetto PALM I.S. - (Palme In Sicurezza)
VALUTAZIONE DI STABILITÀ DELLE PALME
INTRODUZIONE AL METODO VPA
Fabrizio CINELLI1, C. LITTARDI2
Università di Pisa Department of Fruit Science and Plant Protection of Woody
Species ‘G. Scaramuzzi’, Centro Studi e Ricerche per le Palme Sanremo, Italy
1
Università di Pisa, 2Centro Studi e Ricerche sulle Palme - Sanremo, Italy
La gestione delle palme in ambito urbano richiede una sempre maggiore attenzione verso quei fenomeni di schianto improvviso che possono causare danni
a cose e, nei casi più sfortunati, coinvolgere anche persone. Una gestione responsabile del patrimonio arboreo deve quindi saper tenere conto del valore
storico, ornamentale e paesaggistico che spesso lega le palme ai luoghi ma, allo
stesso tempo, garantire la sicurezza dei cittadini. Proprio per soddisfare queste
esigenze sono state intraprese una serie di ricerche e osservazioni mirate alla
definizione di una metodologia di valutazione della propensione al cedimento
da applicare alle palme. L’indagine su proprietà e comportamento biomeccanico delle palme è stata intrapresa da ricercatori italiani e spagnoli del Centro
Studi e Ricerche per le Palme già dal 1999. Una prima serie d’osservazioni è
stata presentata in occasione di Dies Palmarum - Giornate tecniche 2001:
“La valutazione della stabilità delle palme - oltre il metodo” (Centro Studi e
Ricerche per le Palme Sanremo e SIA Italia). Nel corso di diversi anni sono
state effettuate osservazioni in campo e in laboratorio. Sono state eseguite anche operazioni con l’esercizio di trazioni oltre il limite di schianto pratiche per
individuare il limite teorico di resistenza dello stipite di diverse specie alla frattura. In questo contesto è stata avviata una importante collaborazione con il
“laboratorio dell’albero”, gruppo di lavoro nato nell’ambito del Centro Interdipartimentale “Laboratorio del Paesaggio” dell’Università di Pisa. Nel 2010, a
questo primo contributo, sono seguite ulteriori collaborazioni da parte di università, centri di ricerca e arboricoltori professionisti e, da questa compartecipazione sinergica, è nato il progetto PALM I.S. (Palme in sicurezza). Il progetto
PALM I.S. ha l’obiettivo di portare un contributo all’evoluzione del metodo
VPA (Visual Palm Assessment) rivolto all’indagine fitostatica delle palme. Un
aspetto fondamentale per l’applicazione del metodo VPA è l’individuazione di
parametri di riferimento visivi che possano definire a stabilire l’appartenenza ad
una classe di propensione al cedimento di una palma in presenza di lesioni,
malformazioni, processi degenerativi, restringimenti, cavità dello stipite e danni
radicali. Un primo approccio per lo sviluppo del metodo prevede una accurata
osservazione della morfologia della palma in tutti suoi aspetti, cercando di individuare quelle manifestazioni che possano ricondurre ad anomalie tali da alterare il fattore naturale di sicurezza. Ci troviamo in presenza di una monocotiledone arborea, che non presenta attività cambiale, non consente di fare riferimento
alla casistica del “linguaggio dell’albero” utilizzata durante l’applicazione del
metodo VTA. Pertanto i criteri scelti per definire la propensione al cedimento
di una palma in presenza di malformazioni o lesioni strutturali, saranno diversi.
Occorre decodificare un differente linguaggio, tipico di una struttura biomeccanica diversa.
Fabrizio
CINELLI
Claudio
LITTARDI
61
Progetto PALM I.S. - (Palme In Sicurezza)
ANATOMICAL
CHANGES
IN PALM STEM PRODUCED
BY VARIOUS AGENTS
Arianna LA ROCCA1, C. LITTARDI2,
M. G. MARIOTTI1, L. CORNARA1
1
Università degli Studi di Genova, Dip.Te.Ris., Polo Botanico Hanbury
Centro Studi e Ricerche per le Palme Sanremo
2
Arianna
LA ROCCA
Palms are commonly used as ornamental plants in temperate regions
throughout the word and are frequent along the Italian coasts. Due to
their location in the immediate proximity of people, buildings, vehicles
etc., the monitoring of the health state and mechanical stability of these plants appear to be an important topic to reduce risk situations.
The present study concerns the morphology and the anatomical changes of the stem of some specimens of Phoenix canariensis, collected
from several cultivated plants located in Western Liguria (Sanremo), in
response to various biotic and abiotic agents.
Damages produced by insects and animal feeding, cancer, pests, cold
weather, mechanical injures and other factors often weaken the palms
and destroy their tissues, severely reducing water conduction in the
trunk. Thereafter, primary or secondary plant pathogens often attack
weakened palms through damaged tissue.
While the defense mechanisms of trees against wounding have been
extensively investigated, little information exists about wound responses in monocotyledons and the well-known term “compartimentalization” appears therefore not adequate for the defense system of palms
(Shigo, 1994).
Anatomical variations in the palm stem can be observed at different
height (apex, intermediate portion, and base) and, for each part, between the peripheral and central zones.
In our study, we compared the characteristics of damaged tissues as
regards to healthy portions. Many anatomical and histological specimens were analysed and observed with stereo, optical, and scanning
electron microscope, using different techniques and image analysis.
Our observations on P. canariensis showed different cellular reactions
around wounded tissues, acting as a protective mechanism against physical damage.
The studied material consisted of two palm stem showing decay, wound
rots or mechanical injuries in the apical or intermediate portion of the
trunk. Wound reactions are mostly associated with darkening of the
affected tissue which has negative influence on the mechanical resistance of the stem.
62
Progetto PALM I.S. - (Palme In Sicurezza)
Slime fills up metaxylem and protoxylem vessels; these gels were identified by staining with Ruthenium red, indicating that they are acidic
and in part pectinaceous substances. In addition, the Mayer’s tannic
acid–ferric chloride test confirmed the presence of mucilages. Phenolic compounds were accumulated in vessels, parenchyma and fibres, as
demonstrated by green blue staining whit TBO. Similar reaction in response to wounds was previously showed also by Weiner & Liese (1995)
in the stem of the Roystonea regia.
Our observations also showed that parenchyma cells surrounding the
wounded zone become lignified, thus walling off the damage. This
mechanism is very similar to the sclerosis of superficial ground tissue
that replaces superficial protective tissues in palms with columnar stems
(Tomlinson, 1961, 1990).
Parenchyma cells appear subdivided by septa, thus forming a chambered parenchyma. Subdivision is achieved by the formation of a primary
wall-like layer, similarly to those referred by Schmitt & Liese (1993) in
some hardwoods after mechanical injury.
Weakened palms are affected by primary or secondary plant pathogens, such as fungi (Advaskaveg et al., 1990). We observed that vascular tissue was generally more decayed than the surrounding fibers. As a
result, phloem cells were susceptible to decay, and fungal hyphes filled
the lumina of the metaxylem.
Our data provide new information on the anatomic features of the
palm stem, in particular concerning the wound response.
References
Advaskaveg J.E., Blanchette R.A., Gilbertson R.L., 1990. Decay of date
palm wood by white-rot and brown-rot fungi. Can. J. Bot. 69: 615-629.
Schmitt U., Liese W., 1993. Response of xylem parenchyma by suberization in
some hardwoods after mechanical injury. Trees 8:23-30.
Shigo A.L., 1994. Tree anatomy. Shigo and Tree Assoc., Durbam.
Tomlinson P. B., 1961. Anatomy of the Monocotyledons. Vol. II: Palmae.
Oxford at the Clarendon press.
Tomlinson P. B., 1990. The structural biology of palms. Oxford University
Press, Oxford, UK.
Weiner G., Liese W., 1995. Wound response in the stem of the royal palm.
IAWA Journal 16 (4): 433-442.
63
Progetto PALM I.S. - (Palme In Sicurezza)
CONTRIBUTO AL
VPA STRUMENTALE
Carmelo FRUSCIONE
Studio Verde SAS Torino, Italy in collaborazione con Centro Studi e Ricerche per le
Palme Sanremo, Italy
Carmelo
FRUSCIONE
Il contributo di Studio Verde Torino alla ricerca in atto si basa sull’esperienza acquisita negli ultimi anni nell’utilizzo del tomografo ad
impulsi sonici sulle palme ed in particolare sulle palme del genere Phoenix. Questa esperienza è maturata soprattutto con diverse prove strumentali eseguite nel 2006 e nel 2007 nella città di Catania ed in alcune
località della provincia di Catania (Aci Bonaccorsi) e nel 2009 a Genova
con l’analisi completa delle palme del Porto Antico. In tutto sono state
eseguite circa 300 tomografie. Il confronto costante con la densitometria ottenuta da penetrometro modello resi b 400, porta a preferire in
generale il risultato strumentale della tomografia, più affidabile, raffinato e preciso nel distinguere, all’interno della palma, le aree a differente densità. Come tale il tomografo è risultato indiscutibilmente uno
strumento migliore per la diagnosi e/o la quantificazione delle anomalie strutturali indotte da infezioni fungine (Thielaviopsis, Gliocladium) o da
infestazioni già affermate di Rhynchophorus ferrugineus. Mentre i sondaggi
densitometrici con penetrometro diventano significativi solo quando i
processi degradativi di matrice fungina all’interno della palma sono già
molto intensi e diffusi, le tomografie soniche riescono a cogliere i decadimenti interni quando hanno dimensioni ancora limitate e quando la
loro intensità non è ancora accentuata.
La tomografia è dunque attualmente il migliore strumento per la diagnosi precoce delle anomalie strutturali nelle palme.
Sulla base di questa conclusione, i risultati delle tomografie che Studio
Verde eseguirà in collaborazione con il Centro Studi e Ricerche per le
palme di Sanremo, potranno essere interpretati ai fini di una migliore
definizione delle caratteristiche strutturali della palme. E queste
caratteristiche strutturali, nonchè i difetti e le anomalie esterne sullo
stipite che troveranno un riscontro significativo con le tomografie, potranno a tutti gli effetti diventare elementi di riferimento di univoca
interpretazione nel V.P.A. In sostanza si mira a costruire un patrimonio
conoscitivo simile a quello già affermato ed ampiamente riconosciuto
nella metodologia V.T.A., applicabile in quanto tale solo alle dicotiledoni, poiché basato sull’accrescimento secondario del tessuto legnoso.
Il problema attuale del VPA è che manca una base teorica completa e
64
Progetto PALM I.S. - (Palme In Sicurezza)
certa di riferimento come invece ha il VTA (le descrizioni e gli studi
biomeccanici di Matteck, associate agli studi condotti da Shigo). Manca
una completa ed univoca descrizione e codificazione delle corrispondenze tra anomalie o irregolarità di forma dello stipite (restringimenti,
rigonfiamenti) e la struttura interna del tessuto della palma; manca la
codificazione della corrispondenza tra determinate strutture talvolta
visibili lungo lo stipite (radici avventizie) e la variazione di densità o
struttura del tessuto interno della palma.
La ricerca a cui partecipano Studio Verde sas di Torino e il Centro Studi
per le Palme di Sanremo intende appunto porre le basi per colmare
questo vuoto teorico sul comportamento meccanico delle palme e sulla valutazione della loro resistenza alle sollecitazioni esterne.
La prima parte del nostro contributo alla ricerca è consistita nell’esecuzione di una serie di tomografie su n. 3 esemplari di Phoenix dactylifera
notoriamente sane, situate su un viale del lungo mare di Sanremo. Per
ciascuna delle sezioni di stipite da sondare internamente, sono stati applicati due modelli di tomografo sonico, tra i più comuni in commercio: il
tomografo Arbotom e il tomografo Picus. Entrambi funzionano con il
medesimo principio e modo di propagazione dell’onda sonica, ma sono
dotati di elementi costitutivi e software leggermente differenti.
Su ognuna delle tre palme è stata eseguita una tomografia per ogni metro di stipite a partire da un’altezza di 50 cm da terra fino alla base
della corona, in modo da rilevare tutte le variazioni di densità più significative (su palma sana) in funzione della leva crescente (distanza da terra). La palma cresce in altezza e non in diametro, dunque la risposta
compensativa alla leva crescente e alla maggiore esposizione ad oscillazione deve in qualche modo essere correlata con una variazione di resistenza del tessuto, che sia maggiore rigidità, differente densità e/o maggiore resistenza a trazione. Sono inoltre state eseguite delle tomografie a
distanze intermedie ogniqualvolta si fosse in presenza di palesi restringimenti (o strozzature) dello stipite. Il restringimento costituisce una delle
più comuni “anomalie” o “irregolarità di forma” sullo stipite delle palme:
dovendo comunque essere rispettato l’assioma della tensione costante, il restringimento di sezione deve in qualche modo essere compensato
da un “irrobustimento” meccanico del tessuto interno.
In ogni sezione sottoposta a tomografia sono stati eseguiti n. 2 sondaggi densitometrici con resi modello B 400, reciprocamente ortogonali e
radiali rispetto al centro della: essendo le tre palme campione tutte di
diametro contenuto entro i 50 centimetri, le due densitometrie sono
sufficienti a restituire un dato completo, da confrontare successivamente
con le corrispondenti tomografie.
In tutto sono state eseguite: n. 7 tomografie sulla prima palma, n. 9
tomografie sulla seconda palma, n. 8 tomografie sulla terza palma.
Ognuna di esse è stata fatta con entrambi i modelli di tomografo.
Le tomografie potranno essere confrontate tra di loro sulla base della
differente distribuzione delle tonalità di colore dell’immagine. Oppure,
65
Progetto PALM I.S. - (Palme In Sicurezza)
per confronti più raffinati, non apprezzabili con i colori, potranno essere valutati i valori di velocità, espressi in m/s ottenuti con ogni misurazione e memorizzati su tabella parallelamente alle immagini.
L’obiettivo finale è definire le differenze di interpretazione delle tomografie, per ognuno dei due modelli di tomografo sonico, in relazione a:
• Altezza da terra e variazione del momento flettente
•
Maggiore o minore vicinanza rispetto alla corona fogliare e al
picciolo
•
Presenza di irregolarità della sezione di stipite, quali ad esempio:
restringimenti, radici avventizie
Previo unione e confronto delle nostre analisi con quelle di laboratorio,
volte a misurare composizione e resistenze meccaniche delle varie sezioni tomografate sulle palme abbattute, il lavoro di ricerca continuerà
nei prossimi mesi con la ripetizione delle stesse procedure, su:
- esemplari di palma che presentano difetti macroscopici
-
66
esemplari di palma già giudicati instabili o comunque prossime
all’abbattimento per problemi di deterioramento diffuso.
Progetto PALM I.S. - (Palme In Sicurezza)
SPERIMENTAZIONE IN CAMPO PER LA MESSA
A PUNTO DI UN METODO DI DIAGNOSI
PRECOCE DELLA PRESENZA DI PUNTERUOLO
ROSSO MEDIANTE ANALISI SENSORIALE.
UTILIZZO DEL NASO ELETTRONICO COME
STRUMENTO DIAGNOSTICO
Letizia POZZI, G. VILLA - Coop. DEMETRA
Le problematiche di gestione delle Palme, da qualche anno a questa
parte, si sono complicate a causa anche di ospiti inaspettati che, una
volta introdotti sul nostro territorio, hanno trovato un ambiente ideale
e stanno determinando gravi danni al nostro patrimonio vegetale. Sebbene la gravità dei fenomeno, sia ben conosciuta, il più delle volte, per
mancanza di fondi o personale o addirittura per superficialità di valutazione, la situazione rischia di precipitare e di trasformarsi in una catastrofe ambientale di proporzioni non valutabili.
E’ il caso, infatti, del coleottero curculionide, il Rhynchophorus ferrugineus
Oliv., originario dell’Asia, che si sta diffondendo ad una velocità superiore ad ogni previsione provocando la morte di tutte le palme colpite.
Purtroppo al momento attuale, tutti i metodi di lotta possibili: chimici,
biologici e agronomici sono ancora applicabili a livello sperimentale,
tale è la velocità di propagazione dell’infestazione che al momento attuale possiamo solo cercare di individuare precocemente le piante colpite e a secondo del punto di infestazione e della gravità del danno,
tentare di intervenire con qualche metodo di lotta sperimentale o distruggere immediatamente e totalmente tutto il materiale
infestato per creare una sorta di cordone sanitario al fine di rallentare
l’avanzata del parassita. L’analizzatore sensoriale consiste in un’unità di
campionamento dei gas, una serie di sensori ed un computer per i calcoli e le valutazioni finali. I sensori sono sensibili ad un’ampia gamma
di gas ed il meccanismo di reazione si basa su uno scambio di ossigeno
tra le molecole volatili ed il film metallico, che provoca uno scambio di
resistenza registrato e correlato ai composti adsorbiti.
Le prove sperimentali sono state condotte in due diverse tipologie di
ambiente:
* Ambiente semicontrollato all’interno della serra sperimentale del
Centro Studi e Ricerche per le Palme a Sanremo;
* Prova di campo su Phoenix canariensis dislocate in diversi punti del
Comune di Salerno ed ubicate in diversi contesti (filari stradali, rotatorie, parchi).
Per quanto riguarda la prima prova è stata predisposta la serra con 20
soggetti di Phoenix canariensis coetanee ed in ottimo stato di salute. Sono
stati eseguiti campionamenti prima dell’infezione artificiale con punteruolo rosso e successivamente a tre settimana di distanza dalla stessa. Il
prelievo è stato effettuato con l’utilizzo di una pompa a polmone che
Letizia
POZZI
67
Progetto PALM I.S. - (Palme In Sicurezza)
ha permesso di aspirare dei campioni di aria atmosferica in prossimità
della corona fogliare dei soggetti arborei. Principale vantaggio di questo modello di pompa è la totale assenza di contatto tra la pompa ed il
gas da analizzare, grazie a ciò il gas da analizzare non viene in alcun
modo contaminato. La pompa a membrana aspira l’aria dall’interno
della pompa e la scarica all’esterno creando una depressione all’interno
del tubo: la depressione stessa causa il riempimento del sacchetto. Successivamente i campioni, raccolti in sacchetti di materiale plastico brevettato per l’emissione nulla di molecole volatili, sono stati sottoposti
ad analisi strumentale.
Le impronte volatili ottenute dai campionamenti sulle palme sane (in
Campionamento su
palma, naso elettronico
utilizzato (Pen3)
ed analisi strumentale su
campione di aria
verde) e infettate (in rosso) sono state messe a confronto: gli ottimi
risultati ottenuti (grafico 1) mostrano come il naso elettronico sia in
grado di discriminare le stesse palme in funzione della presenza o meno
del rincoforo. Il bouquet di molecole volatili prodotto dalla palma sana
è diverso e discriminabile dal naso elettronico rispetto a quello prodotto dalla stessa palma dopo l’infezione. Tale differenza può essere dovuta alla reazione della palma all’attacco, alla presenza dell’insetto e/o
all’interazione degli stessi.
Per quanto riguarda la prova compiuta in ambiente urbano, su Phoenix
canariensis ubicate in diversi contesti all’interno del Comune di Salerno
sono stati selezionati dei soggetti in funzione del livello di infestazione
presumibile dal quadro sintomatologico:
* Infestazione assente;
* Infestazione media;
* Infestazione alta.
La disponibilità di informazioni
riguardanti lo stato di salute delle
palme provenienti da un censimento quali-quantitativo e georeferenziato del patrimonio palmizio della Città, ha agevolato notevolmente
la selezione dei soggetti da introdurre nel piano sperimentale. La
prima categoria riguarda prelievi su
Grafico 1 - Analisi PCA dei campioni
soggetti giovani di altezza inferioottenuti (nero = verde - grigio = rosso)
68
Progetto PALM I.S. - (Palme In Sicurezza)
re a 3 metri e in apparente ottimo stato di salute; le altre due riguardano
invece campionamenti su soggetti in cui sono presenti i classici sintomi
della malattia: è stata fatta una gradualizzazione per valutare la capacità
di discriminazione dello stato di avanzamento della patologia. I soggetti scelti per la classe di infestazione media presentavano rosure sulle
lamine delle foglie dell’anno o su foglie degli anni precedenti; quelli
appartenenti alla classe in fase alta, erano gravemente compromessi
dalla presenza dell’insetto in quanto le larve avevano già colpito il meristema centrale con conseguente collasso della corona fogliare; alcuni
prelievi sono stati compiuti su piante morte nella stagione precedente
(infestazione massima). La metodologia di campionamento seguita è
analoga a quella già descritta, per i prelievi sui soggetti di altezza maggiore è stato messo a punto un metodo di aspirazione tramite un’asta
telescopica di 2.5 metri alla quale è stato fissato un tubo in materiale
plastico brevettato per l’emissione nulla di molecole volatili collegato a
terra con la pompa. Per la pulizia del tubo è stato effettuato un ciclo di
aspirazione a vuoto sul soggetto stesso da analizzare prima dell’effettivo campionamento. Come si evince dal grafico le diverse classi di infestazione (grafico 2 assente in verde, media in blu e
alta in rosso) vengono tra loro discriminate. Il bouquet
di molecole volatili riscontrato su palme sane è diverso da quello campionato in prossimità di palme
su cui è presente l’insetto. Lo strumento è in grado di
evidenziare tale differenza e di separare in modo significativo l’impronta volatile di palme sane da quelle malate. La sovrapposizione esistente tra le classi di
infestazione media, massima e alta è dovuta ad un
fattore comune, è ipotizzabile che si tratti della componente derivata dall’odore prodotto dall’interazione insetto-palma.
Grafico 2 - Analisi PCA
dei campioni ottenuti
Uno dei campioni prelevato da palma asintomatica è risultato essere
in sovrapposizione con la nuvola di punti derivante dai campioni malati, a 6 mesi di distanza il soggetto è stato eliminato per la presenza
dell’infestazione da rincoforo, confermando la diagnosi del naso elettronico. I risultati ottenuti da queste prime sperimentazioni sono molto
incoraggianti: lo strumento si è dimostrato potenzialmente in grado di
essere adottato per la diagnosi della presenza di attacchi di R.ferrugineus,
la ricerca deve proseguire per confermare ed esplorare la potenzialità
della tecnica che potrebbe fornire un valido ausilio nel monitoraggio
massale delle palme in vivaio e per la tempestiva eradicazione di possibili focolai in nuove aree di attacco. L’utilizzo dello strumento svincolerebbero la diagnosi dall’oggettività ed esperienza dell’operatore per
l’individuazione dei sintomi visivi e la renderebbero possibile anche su
piante ancora asintomatiche (è da stabilire quindi la soglia di rilevazione dello strumento ossia la capacità di individuare la presenza del rincoforo sin dalle primissime fasi di attacco).
69
Progetto PALM I.S. - (Palme In Sicurezza)
V.P.A. (VISUAL PALMS ASSESSMENT),
TOMOGRAFIA SONICA E PROVE DI TRAZIONE:
PROTOCOLLO PER LA DEFINIZIONE DI UN
MODELLO DI FUNZIONAMENTO MECCANICO
DELLE PALME, CON PARTICOLARE
RIFERIMENTO A PHOENIX DACTYLIFERA L.
Pierre Raimbault1, Giovanni Morelli2, Leonardo Cristofori2
Pierre
RAIMBAULT
1
Centro Studi e Ricerche per le Palme Sanremo - Italy, 2Studio Progetto Verde Ferrara
L’esame visuale rappresenta il fondamento di ogni protocollo diagnostico per lo studio degli esemplari arborei, sia in ordine alla loro fisiologia che, più specificamente, in funzione della loro stabilità. Quando
inserito nel processo analitico noto come V.T.A. (Visual Trees Assessment), tale esame visuale può essere integrato da approfondimenti di
natura strumentale (martello ad impulsi sonici, penetrometro, frattometro). Più recentemente, anche la tomografia sonica e le prove a trazione (S.I.M., Static Integrated Method) sono divenute un utile corollario diagnostico strumentale all’approccio analitico esteriore.
In ragione della sua riconosciuta validità applicativa, negli ultimi anni
l’esame visuale è stato esteso anche allo studio delle palme. Tuttavia,
questo passaggio applicativo,
che ha dato origine al cosiddetto V.P.A. (Visual Palms Assessment), non può ancora dirsi
concettualmente compiuto in
quanto, di fatto, prescinde da
ogni distinzione fisiologica ed
anatomica tra gli alberi in senso stretto e le palme propriamente dette (fig.1).
Fig. 1
La valutazione di stabilità delle palme.
Alla luce di quanto sopra proposto, la descrizione di un modello meccanico delle palme, siano esse sane o danneggiate, basato sulla loro
peculiare fisio - morfologia e sui possibili processi riparativi messi in
atto da questi vegetali può dunque rappresentare la chiave di volta per
la futura definizione di un protocollo diagnostico visuale.
Assai più complesso, invece, appare l’utilizzo di strumenti diagnostici
per l’approfondimento di eventuali difetti strutturali. In effetti, al di là
degli oggettivi limiti di funzionamento degli strumenti stessi (ad esempio diametri dello stipite troppo esigui per l’impiego dei tomografi sonici), di fronte ad un individuo che si spezza in corrispondenza di una
zona strutturalmente integra, cioè al di sopra della porzione evidentemente menomata, sorge il dubbio di quale sia la porzione anatomica
70
Progetto PALM I.S. - (Palme In Sicurezza)
passibile di approfondimento.
Si pensi poi all’eventuale applicazione del protocollo S.I.M.: se lo stipite
danneggiato, di fatto, è costituito da una successione di sotto-unità
meccaniche, dove andranno posizionati gli strumenti?
Inoltre, nell’interpretazione dei tracciati penetrometrici o dei grafici
tomografici, quale ruolo deve essere attribuito alla peculiare anatomia
dello stipite ed in che modo l’interazione tra quest’ultima ed il principio
di funzionamento dei diversi strumenti può interferire con la comprensione dei referti (ad esempio, nel caso di tomografia sonica, effetti di
risonanza indotti dalla presenza di fasi conduttori rigidi dispersi nell’elastica matrice parenchimatica)?
Infine, quale può essere il più corretto approccio prognostico di fronte
ad eventuali anomalie strutturali di cui non conosciamo la possibile
correzione morfogenetica secondaria.
Questi quesiti, in pratica, rendono oggi inutilizzabili i diversi strumenti
per fini prettamente diagnostici.
Proposta di un protocollo di studio e conclusioni.
Evidentemente, per quanto sopra esposto, il problema della stabilita
delle palme non può certo dirsi risolto.
I modelli meccanici sinteticamente descritti non sono che l’abbozzo di
un processo di comprensione delle palme, basato sui risultati di alcune
ricerche, recentemente portate a nostra conoscenza, sull’osservazione
empirica di diversi esemplari e sulla rilettura critica di studi legati alla
meccanica di altre specie vegetali.
In questo senso, dovranno essere proseguite le ricerche anatomiche,
istologiche morfogenetiche e morfologiche, sia in laboratorio che in
campo, tanto in termini applicativi che bibliografici.
Da dove partire, dunque, per decifrare il codice strutturale delle palme
e pervenire ad un compiuto VPA?
Innanzitutto sarà indispensabile procedere all’approfondimento dei temi
che attengono alla costruzione, alla funzionalità ed alle successive modifiche della struttura permanente:
• Funzionamento del meristema, organizzazione primaria del tronco e
relazione tra questi e le condizioni edafiche e climatiche.
• Collegamento tra alimentazione del meristema, funzionamento di
quest’ultimo e variabilità nel numero di centri generatori.
• Raccordo tra foglie e fusto, numero di fasci e dislocazione di questi
ultimi al di sotto della chioma. Collegamento tra fasci riconducibili a
foglie sovrapposte.
• Redistribuzione delle riserve alla caduta delle foglie e meccanismi di
ispessimento della parete e del parenchima.
• Gradiente di densità del legno nel fusto e gradiente temporale di
umidità nel fusto.
• Riorganizzazione dei fasci al variare del numero di centri generatori.
• Inserzione delle radici e rapporto con i fasci vascolari. Definizione
71
Progetto PALM I.S. - (Palme In Sicurezza)
della continuità vascolare tra foglie e radici.
• Presenza di aggregati cellulari (cellule compagne) che conferiscono
plasticità al numero alla distribuzione ed alla funzionalità dei vasi.
In questa fase di studio, come anticipato, non è ancora possibile utilizzare il tomografo e le prove a trazione come strumenti diagnostici per
definire la stabilità delle palme, bensì come mezzi per analizzarne dettagliatamente la struttura. Solo in un secondo tempo, in accordo con il
consueto metodo comparativo, sarà infatti possibile procedere alla corretta interpretazione dei referti. A questo scopo sarà dunque indispensabile integrare l’esame visivo ed i conseguenti approfondimenti strumentali con l’abbattimento e la dissezione di alcune palme in ogni loro
parte.
Nella pratica, si propone dunque di articolare un protocollo sperimentale di studio di singole palme nel modo seguente:
• Esame visivo dettagliato della palma.
• Esame tomografico a diverse altezze, con particolare attenzione a
zone caratterizzate da anomalie morfologiche.
• Prove a trazione con posizionamento di elastometro a diverse altezze, possibilmente nelle stesse zone già sottoposte a tomografia.
• Scopertura dell’apparato radicale con sistema a pressione d’aria e successivo esame visivo.
• Taglio progressivo delle radici ed esecuzione di diverse prove a trazione a diversi stadi di danneggiamento dell’apparato radicale.
• Abbattimento della palma con sezionamento trasversale delle zone
sottoposte ad approfondimento strumentale con successivo esame
visivo.
• Individuazione di un tratto del fusto da sottoporre a numerose sezioni trasversali ravvicinate con successivo esame visivo.
• Individuazione di un tratto del fusto da sottoporre a sezione longitudinale con successivo esame visivo.
• Esame visivo e sezione del meristema e delle basi fogliari.
• Studio della distribuzione delle riserve in glucidi nelle diverse sezioni
ed alla base delle foglie.
Un secondo passo riguarda lo studio della distribuzione dei carichi nella struttura delle palme per individuare i gradienti di sollecitazione sia
longitudinali che trasversali con particolare riferimento all’inserzione al
suolo.
Per una più compiuta comprensione dell’autosostentemento delle palme sarà infine opportuno concentrare l’attenzione su specie arboree
che, come il Pinus pinea, per le loro strategie di accrescimento e per la
loro anatomia presentano un comportamento meccanico intermedio
tra quello degli alberi propriamente detti e le palme stesse.
Solo al termine di questo complesso ed affascinante processo di conoscenza potrà dirsi fondato il corpus concettuale del V.P.A.
72
Progetto PALM I.S. - (Palme In Sicurezza)
TOMOGRAPHIE
ACOUSTIQUE ET PALMIERS
1
Robert BIGEL , C. LITTARDI2, M. SEMERIA2, F. BOERI2,
1
Société Agrobio TECH Nice, 2Servizio Beni Ambientali Comune di Sanremo
La tomographie permet, grâce à la mesure de la vitesse de transmission
d’un impact dans les tissus d’apprécier leur densité, donc leurs qualités
biomécaniques. La mesure effectuée sur un palmier Phoenix canariensis,
nous a permis de constater une importante accentuation de la densité
des tissus au niveau d’une importante nécrose sur le stipe, témoignant
ainsi d’une réaction du palmier à la modification de sa biomécanique.
Chez les arbres et palmiers, la tomographie acoustique permet une détection des différences de densité des tissus sur un plan de mesure. Une
serie de mesures sur un palmier présentant des lésions a permis de
noter une importante variabilité de la densité des tissus.
Deux mesures ont été effectuées: au niveau de la nécrose et au-dessus
de la nécrose (à 20 cm environ). Le matériel: un tomographe de type
«Picus» avec un logiciel de traitement Expert Q71, des capteurs et des
transmetteurs. Queques élements concernant le principe de la tomographie acoustique:
on positionne, sur le tour du plan de mesure, des clous destinés à transmettre l’impact dans les tissus internes du palmier. Cet impact se diffuse dans les tissus avec une vitesse de propagation qui est dépendante
de la densité.
V Er / p ”Er étant le module de Young
radial ” ( constante d’élasticité de l’axe
radial)” (Bucur 1984 - Sandoz 1989, 1990,
1991, 1995)”p étant la densité des tissus.
De fait, la vitesse est presque constante
dans les tissus sains, pour les arbres, pour
une même essence dans une même station,
et pour les palmiers elle varie aussi selon la
hauteur de la mesure sur le stipe.
Cette vitesse, dépendante du module de
Young, est proprotionnelle à la qualité des
tissus et de ses propriétés élastiques.
Dans le cas du Phoenix canarienis étudié, la
nécrose du stipe est caratérisée sur les tissus externes par modification de la struture du périderme et un discret
rétricissement du diamètre du
stipe.
Les mesures effectuées au-dessus de la plaie permettent au système «picus» de restituer les tomogrammes.
Robert
BIGEL
73
Progetto PALM I.S. - (Palme In Sicurezza)
Le tomogramme en couleur peut induire, lors
de sa lecture, une accentuation marquée de la
densité des tissus lors des sauts de couleur. La
lecture en niveau de gris permet de mieux restituer, visuellement, les variations de densité.
L’analyse de la moyenne des mesures nous
permet de noter que la vitesse maximum est
de 954 m/s.
Effectuée au niveau de nécrose des tissus, les
vitesses de propagation de l’onde sont nettement plus élevée avec un
maximum de 1201 m/s. Cette augmentation significative de la vitesse
permet de constater une augmentation de la densité des tissu donc une
modification importante des cellules.
Une traction a été exercée au niveau sur le stipe jusqu’à la rupture. Le
basculement a été obtenu avec une traction d’une tonne quatre cent
cinquante kilogrammes. Ce basculement a été permis par la déchirure
des tissus à la base du stipe.
L’observation de la coupe et des axes de mesure permet constater que:
· l’axe de 3 vers 6 traverse une petite nécrose mais affiche une vitesse
supérieure au maximu des vitesses de la mesure pércédente,
· l’axe de 2 vers 6 qui traverse une zone nécrosée, sur la moitié du
parcours, affiche aussi une vitesse moyenne supérieure au maximum
mesuré sur un tronçon presque sain.
Ces constats effectués révèlent une importante modification de la densité des tissus au niveau d’une nécrose du palmier, d’une perte des qualités biomécaniques.
Comme l’arbre, le palmier
est capable de s’adapter et
de compenser une lésions
des tissus, mais quels en
sont les mécanismes et les
limites ?
74
Progetto PALM I.S. - (Palme In Sicurezza)
LA RÉGLEMENTATION ADOPTÉE EN FRANCE
POUR ENCADRER LA LUTTE CONTRE LE
CHARANÇON ROUGE
DU PALMIER EN ESPACES VERTS
Céline VIDAL
Responsable de l’antenne d’inspection phytosanitaire de Hyères Service Régional de
l’Alimentation en charge des dossier relatifs à la Protection des Végétaux Direction
Régionale de l’Alimentation, de l’Agriculture et de la Forêt
Ministère de l’Agriculture, France
Céline
VIDAL
Rhynchophorus ferrugineus est un organisme de quarantaine pour l’Union
Européenne depuis 2007. Des mesures d’urgences ont été définies par
la décision de la commission 2007/365/CE. Cette décision prévoit,
outre des mesures de protection pour le commerce du palmier, que les
végétaux soient issus de la production dans le marché commun ou de
l’importation de pays tiers, que des mesures de surveillance et d’éradication de l’organisme soient mises en place en espaces verts dans les
zones contaminées.
Un texte règlementaire adopté en juillet 2010 précise les modalités de
mise en oeuvre de la surveillance et de l’éradication (arrêté du 21 juillet
2010 relatif à la lutte contre le charançon rouge du palmier). Les grands axes sont :
- la surveillance mensuelle, par observation visuelle au coeur des palmiers situés dans un rayon de 200 m autour d’un palmier contaminé,
- le traitement préventif des palmiers situés dans un rayon de 100 m
autour d’un palmier contaminé,
- l’éradication de l’insecte par élimination mécanique selon un protocole qui prévoit la destruction des tissus infestés du végétal.
Le texte prévoit également que les entreprises qui interviennent dans
les opérations de surveillance, de traitement ou d’éradication des foyers
aient suivi une formation spécifique.
Ces opérations sont coordonnées au niveau régional par les Fédérations Régionales de Défense contre les Organismes Nuisibles.
75
Progetto PALM I.S. - (Palme In Sicurezza)
TOMOGRAFIA SONICA
E TOMOGRAFIA
ELETTRICA SU PALME
Valentin LOBIS1, G. LOGIUDICE in collaborazione con Argus
Electronic Srl2
1
Studio Lobis Merano, Italy, 2Argus electronic Rostock, Germany
Valentin
LOBIS
Per l’indagine strumentale di stabilità degli alberi vengono utilizzati oltre al dendro-densimetro elettronico del legno e la prova di trazione
(SIM) dell’albero anche la tomografia sonica (TS). Quest’ultima misura il tempo di percorrenza delle onde sonore nel legno prodotte da
impulso meccanico (martello), cfr. fig. 1. Porzioni di legno sano trasmettono meglio le onde sonore rispetto alle porzioni di legno danneggiato da marciumi, cavità, ecc.
I limiti della TS sono l’informazione ‘solo’ bidimensionale, l’influenza
negativa sul risultato di
fessure radiali ed anulari
nel legno, l’uso critico per
alberi piccoli (d <40 cm)
e l’applicazione limitata sul
legno secco.
Figura 1: Il principio di funzionamento della
tomografia sonica
Figura 2:
I limiti della tomografia
sonica come (p. es. fessure
anulari e radiali nel
cilindro legnoso)
La tomografia elettrica (TE) invece misura la resistenza elettrica del
legno. La misurazione prevede l’applicazione di una tensione elettrica
su due sensori (chiodi), dai quali si sviluppa un campo elettrico che
viene rilevato da un’apparecchiatura e riportato in un tomogramma,
cfr. fig. 3. La resistenza elettrica del legno dipende principalmente dal
contenuto di acqua
nei tessuti, dalla temFigura 3: Il principio di tomografia elettrica
Interpretazione della TE:
peratura, dalla strut- Anello blu all‘esterno:
tura cellulare e dal
alburno a conducibilità alta
contenuto ionico
- Centro rosso: Resistenza
nell’apoplasto.
elettrica più alta nel durame
La TE identifica i difetti oltre la sezione indagata, quindi i dati visualizzati nel tomogramma
elettrico scaturiscono da un indagine tridimensionale mentre i tomo76
Progetto PALM I.S. - (Palme In Sicurezza)
grammi sonici si ottengono dai dati di un indagine bidimensionale. Per
interpretare i dati della TE occorre conoscere la distribuzione normale
della resistenza elettrica per ogni pianta indagata. Finora sono stati descritti 3 tipi principali di distribuzione della resistenza elettrica in caso
di legno sano, cfr. fig. 4.
Figura 4: I tipi principali di
distribuzione della
resistenza elettrica in caso di
legno sano di diversi alberi
- Anello esterno blu: alta
conducibilità dell’alburno
- Centro rosso: Resistenza elettrica più alta nel durame
- P. es. Faggio, Tiglio, Pino,
Acero.
- Anello esterno rosso/blu:
Alburno con capacità conduttiva differenti
- Centro blu: Durame con
alta conducibilità, probabilmente dovuta alle sostanze chimiche
- P. es. Sequoia, Casuarina.
- Anello esterno blu: alburno con conducibilità alta.
- Anello rosso: Resistenza
più alta nella porzione
esterna del durame
- Centro blu: alta conducibilità per le sostanze chimiche immagazzinate
- P. es. Quercia.
Sx: indagine TS - Buona
trasmissione del suono
Dx: indagine TE - Rispecchiato
dal tomogramma elettrico
Figura 5: Esempio di TE
effettuata su stipite (d = 78
cm) di Phoenix canariensis
a 120 cm da terra
Risultato: Buone condizioni del
tessuto nello stipite
La tomografia elettrica, inoltre, è in grado di distinguere tra il legno di
alburno ed il legno del durame. Questa caratteristica specifica è molto
utile per l’interpretazione dei dati quando si combina la tomografia
elettrica con la tomografia sonica.
Le due metodologie possono essere utilizzate sia per l’indagine di stabilità delle specie arboree che per le diagnosi sulle palme. Per l’interpretazione dei tomogrammi sia della TS che della TE devono essere a disposizione per il confronto i tomogrammi di una pianta sana della stessa specie.
L’utilizzo della TS da sola nelle palme spesso non è interpretabile.
Finora nell’applicazione della TE manca l’esperienza pratica su palme.
Inoltre bisogna tener conto che la densità del legno nello stipite delle
palme non è omogenea nella sezione radiale e neppure nella sezione verticale. Per cui, ogni specie di palma avrà un specifico tomogramma di TE.
Figura 6: Esempio di
TE e TS su Elaeis
guineensis con infezione
di Ganoderma spp.
effettuata a 40 cm da
terra su stipite con 68
cm di diametro
Sx: tomogramma di TE, centro: tomogramma di TS,
Dx: sezione dello stipite.
TE colore blu: La porzione del tessuto infettato
possiede una conducibilità elettrica più alta
TS colore blu e fucsia. Ridotta velocità del suono
nella porzione interessata dall’infezione fungina
77
Progetto PALM I.S. - (Palme In Sicurezza)
SALERNO QUALCHE ANNO DOPO.
CONSIDERAZIONI SU PREVENZIONE E LOTTA
AL PUNTERUOLO ROSSO
Biagio SCANNIELLO
Responsabile Verde Pubblico Comune di Salerno – Italy
Biagio
SCANNIELLO
Lo scorso mese di gennaio, in questa stessa struttura, con sensibile
rammarico, ammettemmo lo sconforto che ispirava l’azione di lotta al
punteruolo rosso. Tant’è che affermammo la necessità, ormai inevitabilmente manifestatasi, di guardare oltre il Punteruolo Rosso. Ammettemmo con ragione dei fatti e con tristezza, che a Salerno, si stava pensando al dopo “punteruolo rosso”, in una visione paesaggistica che
non comprende più le palme, soprattutto in quelle aeree che vedono da
circa sessanta anni la presenza di Phoenix canariensis, in modo massiccio
e quasi monoculturale.
Oggi il tema e il filo conduttore di questo incontro riprende quel tema
e ci spinge a ragionare di aspetti incentrati in questa ottica e visione
della realtà. Il “Punteruolo Rosso” sta vincendo la sua battaglia nei
confronti dei tanti, che più o meno, professionalmente e onestamente
si sono impegnati in questo scontro.
Non vi sono dati scientifici che ci possono confortare e tanto meno si
registrano atteggiamenti diversi rispetto al passato. Personalmente avevo salutato positivamente i servizi televisivi di “Striscia la notizia” sul
nostro nemico comune, le interviste più lunghe e articolate sono state
ridimensionate e cucite nella visione di un filone che tende a contrapporre chi sta lavorando seriamente sul punteruolo rosso e chi invece
sostiene che sia invincibile.
Ho trovato anche poco accorto e sensibile il porre un sottofondo di
risate, nella descrizione di questo dramma che colpisce uno dei patrimoni botanici più importanti del Mediterraneo. Tuttavia penso possano essere utilmente considerate le trasmissioni che hanno trattato l’argomento, se non altro per far comprendere, a un vasto pubblico e a
istituzioni ancora lontane dal problema, di quanto sia grave questo dramma che in pochi e in poche città è realmente vissuto e sofferto.
Prima di passare alla disamina di alcune questioni che, non hanno molto di scientifico, intendo proporre alla vostra considerazione alcuni dati
relativi alla realtà nella quale sono professionalmente impegnato. La
mia città, Salerno, ha censito un patrimonio di palme, Phoenix canariensis
e dactylifere, di circa 2500 unità. Allo stato attuale quelle abbattute per
attacchi irreversibili del Rhynchophorus Ferrugineus, sono circa 700, vale a
78
Progetto PALM I.S. - (Palme In Sicurezza)
dire all’incirca il 28% del patrimonio censito.
La mia città, ha predisposto un progetto di emergenza fitosanitaria, sin
dal 2008, finanziato al 70% dalla Regione Campania, ottenendo un finanziamento triennale di circa €. 600.000,00 su un impegno complessivo di circa €. 900.000,00. Il progetto strutturato sulla scorta di valutazioni di prospettiva, nel triennio e su previsioni che non potevano ragionare di dati di assoluta affidabilità, prevedeva 120 abbattimenti il
primo anno 110 il secondo anno e 100 il terzo anno. Purtroppo l’evoluzione dell’emergenza ha avuto sviluppi ben più gravi e, nonostante due
perizie di variante, da contenere entro i limiti imposti dalla normativa
regionale, allo stato attuale e non si è ancora concluso il terzo anno di
progetto, le palme abbattute sono gia 700 contro le 350 autorizzate dal
progetto.
Partendo da questi dati, ci siamo posti delle domande e, anche nel servizio su Striscia, abbiamo sottolineato come vi sia la necessità di intervenire sugli aspetti della sicurezza, non potevamo lasciare in piedi delle
palme che rappresentano un grave pericolo per la pubblica incolumità,
quindi ritengo senza alcuna remora, che gli abbattimenti andavano fatti
e anche quelli che ancora verranno vanno fatti.
La prima domanda da porsi, con quali soldi si faranno gli abbattimenti
fuori progetto? A questa domanda abbiamo dovuta trovare subito una
risposta e quindi per prima cosa abbiamo proceduto a rastrellare, sacrificando voci del bilancio destinate ad altri interventi sul verde cittadino,
tutto ciò che era possibile impegnare da destinare agli abbattimenti. In
questi giorni, quindi, l’amministrazione ha messo a disposizione, non
solo la previsione di bilancio, che comprende anche i fondi regionali,
ma anche una somma aggiuntiva per far fronte alle eccedenze di abbattimenti che, comunque, non saranno tutti coperti. Pertanto occorrerà
pensare ad impegni e provvedimenti anche sul prossimo esercizio finanziario. Alla luce di tanto, appare del tutto chiaro che i danni del
Punteruolo Rosso, ancorché colpire in modo significativo il patrimonio palmizio delle nostre città, rischia di creare, a ricaduta, seri danni
anche alle gestioni economiche del verde e quindi a farne scadere la
qualità e la consistenza. Da ciò alcune considerazioni che, per quanto
mi riguarda, possono esimersi dal dato scientifico.
La platea dei relatori, a questo straordinario e valido appuntamento e di
dimensioni tali che può fare a meno del mio contributo che non raggiungerebbe quello dei prestigiosi ospiti. Tuttavia la mia riflessione intende incentrarsi su aspetti più propriamente pratico-politici di questa
lotta al curculionide. Gli aspetti affrontati dai progetti di emergenza
fitosanitaria, non so se altre Regioni hanno fatto la stessa cosa che in
Campania, hanno un effetto limitato nel tempo, ovvero 3 anni come si
è detto, e non affrontano gli aspetti di proiezione negli anni successivi.
Bisogna discutere su questo primo dato. Credo che questo, invece, valga per tutte le amministrazioni, le risorse economiche disponibili nei
bilanci comunali, sono assolutamente esigue e tutte da verificare in re79
Progetto PALM I.S. - (Palme In Sicurezza)
lazione ai singoli patrimoni delle città. Vi sono ad esempio piccoli paesi, con bilanci strutturati in modo esiguo, che hanno invece grossi patrimoni di palme e che quindi l’oscillazione di alcune decine di migliaia di
euro possono creare problemi di tenuta economica. Tuttavia in questi
paesi, come nelle grosse città, resta valido e immutabile l’esigenza della
tutela della sicurezza per ognuno dei cittadini e per la tranquillità dei
responsabili municipali preposti a tale funzione. Riflettendo ho immaginato lo scenario nel bacino del Mediterraneo e constatato che, solo
Italia, Francia, Grecia e Spagna, della comunità Europea vivono questa
pesante situazione, mi è venuto da pensare che forse il peso, dell’intera
comunità, non è tale da far considerare come grave questa emergenza.
Lo scorso anno la comunità Europea, nell’ambito delle sue indagini
sulle spese effettuate dai paesi comunitari ha fatto visita anche in Campania, ma l’accertamento non era sul come si spendono i soldi per la
lotta al punteruolo, quanto per un generale e standardizzato controllo
sulle spese per gli interventi fitosanitari. L’ispettore belga o quello tedesco, poco erano dentro le questioni del punteruolo rosso, ma questo
non deve stupire. Probabilmente, e credo che questa sia una delle sedi
più autorevoli in Europa, è necessario esercitare pressioni politiche
perché l’emergenza punteruolo sia l’emergenza dell’intera Europa e non
solo delle nazioni che direttamente si confrontano col problema.
Per altro se ragioniamo del Paese Europa, credo che la perdita di quote
significative di patrimonio botanico e paesaggistico sia un problema
dell’intero Paese Europa e non solo di una quota di esso. Ugualmente
ritengo che, la stessa politica del Ministero delle politiche agricole e
dell’Ambiente in Italia, debbano affrontare seriamente questo aspetto
e non relegarlo a mera competenza dei paesi e delle Città interessate dal
fenomeno. La ragione è sempre la stessa, ovvero che a perdere quote di
paesaggio e di patrimonio è l’intera nazione e non una parte di essa.
Oltretutto, come gia riferito, i bilanci municipali sono gia in pessime condizioni di salute, sembrano anch’essi attaccati dal Punteruolo Rosso, e
quindi non in condizione di reggere alla straordinarietà dell’evento.
Una vera e propria calamità naturale.
Non parliamo, è vero, di mais o di barbabietole o di grano, ma pur
sempre di aspetti caratterizzanti del nostro paesaggio e della nostra
storia paesaggistica, comunque un patrimonio produttore di reddito
turistico, non meno importante di altri redditi. Ritengo ancora che questa realtà, perché di quello si tratta, di fronte alla quale ci ha posto il
punteruolo rosso, impone anche la riflessione di riconsiderare alcuni
importanti aspetti del verde pubblico.
Primo tra tutti la elaborazione dei piani del verde delle nostre città, che
non possono non considerare questa grave emergenza i cui termini
non è semplice ipotizzare. Dunque la necessità di disciplinare i nuovi
impianti e di relazionarli a condizioni e fatti che ormai si sono verificati
e che potrebbero ripetersi. Inoltre occorre tener presente, anche se ciò
80
Progetto PALM I.S. - (Palme In Sicurezza)
ha una valenza più generale, la necessità di rifuggire dalle tentazioni di
impianti monoculturali che non assicurano la stabilità ai nostri paesaggi e rischiano di aprire crisi fitosanitarie ogni qualvolta un insetto o un
patogeno si affaccia sul nostro territorio. Assumere dunque come dato
che la biodiversità botanica è garanzia di stabilità e tutela del paesaggio.
Su questo campo occorre sconfiggere le tendenze “modaiole” che spesso
s’impossessano delle menti e delle culture dei nostri amministratori e
cittadini e di certi professionisti che continuano a considerare l’albero
e, più in generale, il verde, come esclusivi elementi di arredo. Purtroppo
sempre più spesso, una tarata, sub cultura del verde, considera la presenza, sulle aiuole, di prati di plastica, con assoluta non curanza del
ruolo essenziale che ha il verde, quello vero, nella qualità della vita delle
nostre città. La scusa è sempre la stessa. I costi. Il punteruolo ci ha
insegnato che anche questa scusante è forviante, in quanto poi, solo in
fasi di crisi come questa ci rendiamo conto quanti costi occorre affrontare per mettere in sicurezza il nostro patrimonio e di quanti soldi si ha
bisogno per rimpiazzarlo.
Infine e concludo. Vorrei sottolineare che nella mia città, abbiamo attivato e ci siamo sottoposti a tutte le soluzioni proposte per sconfiggere
il Punteruolo, nessuna ha funzionato in assoluto. Trattiamo le nostre
palme sin dal 2007. Non ci siamo risparmiati. Non abbiamo nulla da
rimproverarci e, per quanto non siamo capaci di leggere e capire di
spagnolo, ci dispiace che qualcuno voglia far credere di essere depositario di un metodo certo o di una verità incontrovertibile. Abbiamo il
dovere civico di esprimere onestà intellettuale e scientifica riconoscendo che nulla ci può dare certezza di lotta a questo evento così drammatico e che il confronto con la salute e la sicurezza dei cittadini è tutt’altra cosa. Allo stesso modo abbiamo il dovere di riconoscere ad istituzioni come il Centro Ricerche e Studi per le Palme, al comune di Sanremo, a persone serie ed oneste come Claudio Littardi, se non il merito di
aver sconfitto il punteruolo, certamente il merito di aver affrontato
questo aspetto con onestà e competenza.
81
Progetto PALM I.S. - (Palme In Sicurezza)
ESTUDIO DE LA INFLUENCIA DEL COLOR EN
LAS CAPTURAS DE ADULTOS DE
RHYNCHOPHORUS FERRUGINEUS (OLIVIER)
(COLEOPTERA: DRYOPHTHORIDAE)
MEDIANTE LA UTILIZACIÓN DE TRAMPAS
Juan Antonio ÁVALOS1, A. SOTO2
Juan Antonio
ÁVALOS
1
Técnico medio de laboratorio en la Unidad de Entomología Agroforestal del Dpto de
Ecosistemas Agroforestales, 2Instituto Agroforestal Mediterráneo Universidad Politécnica
de Valencia, España
El picudo rojo de la palmera, Rhynchophorus ferrugineus (Olivier) (Coleoptera: Dryophthoridae), es actualmente la plaga más perjudicial para las palmáceas en la cuenca mediterránea. A lo largo de los últimos años se han
llevado a cabo numerosos estudios para mejorar la eficacia de su control
pero, a pesar de ello, el manejo de este insecto sigue siendo muy costoso
y dificultoso. Es por ello que se requiere perfeccionar las técnicas existentes y seguir desarrollando nuevas estrategias de control. El objetivo de
este trabajo ha sido mejorar la eficacia de las trampas de captura que se
usan actualmente tanto para monitorizar como para realizar capturas
masivas de adultos de esta plaga. Para ello, hemos realizado diversos ensayos modificando el color externo de las trampas y comparando la diferente atracción cromática de cada color probado sobre los adultos de R.
ferrugineus. Entre los resultados que hemos obtenido, observamos que las
trampas de color negro son las que registran mayor número de capturas,
seguidas por las de color rojo. Las trampas con los colores amarillo, azul
y blanco obtienen un número inferior de capturas.
STUDY OF THE INFLUENCE OF COLOR IN ADULT CATCHES
OF RHYNCHOPHORUS FERRUGINEUS (OLIVIER)
(COLEOPTERA: DRYOPHTHORIDAE) BY USING TRAPS
The red palm weevil, Rhynchophorus ferrugineus (Olivier) (Coleoptera:
Dryophthoridae), is nowadays the most damaging pest for palm trees in
the Mediterranean basin. During the last years there have been numerous studies about the effectiveness of their control but, despite this,
the management of this insect is still very expensive and difficult. This
is why we need to enhance present techniques and develop new control
strategies. The aim of this work has been to improve the efficiency of
capture traps used currently for both activities, monitoring and trapping for adults of this pest. To do this, we performed several tests by
changing the external color of the traps and comparing the different
chromatic attraction for each color tested on R. ferrugineus adults. Among
the results we have obtained, we note that the black color traps are
showing the greatest number of catches, followed by red color. Traps
with yellow, blue and white color get fewer catches.
82
Progetto PALM I.S. - (Palme In Sicurezza)
BORDIGHERA: TOLLERANZA ZERO AL
PUNTERUOLO ROSSO
Sergio BALDUINOTTI1, F. PARODI1
1
Comune di Bordighera (Im) Settore Tecnico Servizio Manutenzione e Giardini
Dall’ottobre 2007, data del ritrovamento della prima palma infestata,
ad oggi a Bordighera si sono rilevate complessivamente n.84 Phoenix
Canariensis colpite:
n. 3 nel 2007, n. 3 nel 2008, n. 30 nel 2009 e sino ai primi giorni di
novembre 2010 n. 48.
Di questi: n. 71 esemplari di proprietà privata e n. 13 di proprietà comunale.
A seguito delle prime infestazioni, con l’Ordinanza Sindacale n.4142 del
13 febbraio 2008, è iniziata da parte del Comune di Bordighera una campagna di informazione sulle normative emesse dalle Autorità competenti
e di sensibilizzazione sulla gravità del problema, rivolta a tutti i cittadini,
i quali vengono chiamati ad intervenire direttamente per ogni necessità
sulle palme di loro proprietà.
Il 9 Aprile 2008, con Decreto del Dirigente del Servizio Fitosanitario
Regionale n.924 a Bordighera viene dichiarata l’emergenza fitosanitaria.
Per i primi due anni i focolai rimasero limitati nella zona est della città,
ma dal 2009 si verificò l’espandersi delle infestazioni verso ovest, quindi verso il centro cittadino; in oggi si è ormai accertata la presenza del
punteruolo rosso su buona parte del territorio comunale.
Convinti nel principio che la prevenzione, la diagnosi precoce e l’intervento tempestivo rimangono gli unici metodi efficaci per limitare i
danni causati dal Rincoforo, a Bordighera è stata adottata la strategia
della “Tolleranza Zero”: tale strategia (che pare abbia creato negli ultimi tempi alcune incomprensioni mediatiche) consiste semplicemente
nello sforzo compiuto dal Comune di Bordighera, attraverso l’impegno
del Servizio Giardini, il supporto tecnico del Centro Studi e Ricerche
per le Palme di Sanremo, e la supervisione del Servizio Fitosanitario
Regionale, nella costante ricerca ed individuazione di ogni sintomo di
infestazione, in primo luogo mediante il controllo del territorio.
Una volta accertata la presenza di un focolaio, nel più breve tempo
possibile vengono attuati i provvedimenti atti all’eliminazione del parassita.
Quindi “Tolleranza zero” - in futuro non useremo più questo termine
- significa che non viene tollerata l’immobilità ma ci si impegna costantemente ad intervenire tempestivamente, non vengono lasciate situazioni “in sospeso”, sia per quanto riguarda palme di proprietà comunale, sia per quelle di proprietà privata - e qui dobbiamo senz’altro ringraziare la sensibilità e lo spirito di collaborazione dei nostri concittadini in relazione agli interventi effettuati nel 2010.
Sulla base delle esperienze dirette acquisite negli anni precedenti, e grazie alla partecipazione a corsi specialistici istituiti dalla Regione Liguria,
Sergio
BALDUINOTTI
83
Progetto PALM I.S. - (Palme In Sicurezza)
quest’anno è in corso di sperimentazione sul campo la tecnica della
dendrochirurgia; infatti, in accordo con il Servizio Fitosanitario Regionale - e con il proprietario in caso di palma privata -, ogniqualvolta
occorre intervenire su un focolaio si procede per gradi.
La scolpitura del capitello avviene procedendo all’eliminazione del tessuto infestato in modo graduale, sino a raggiungere le parti ancora sane;
a quel punto si cerca di valutare l’opportunità del tentativo di conservazione della palma o la necessità del suo abbattimento: nel caso risulti
opportuno il tentativo di conservazione si procede con l’installazione
di un impianto idraulico per l’esecuzione di periodici trattamenti antiparassitari in quota, sull’occhio e con la fasciatura dell’apice dello stipite con reti antinsetto, al fine di prevenire nuovi attacchi od eventuali
fuoriuscite di parassiti non eliminati dalla dendrochirurgia.
Con l’adozione di questo protocollo operativo, sul totale di n. 48 palme
colpite in quest’anno, per n.12 di queste è stato tentato il risanamento
attraverso la dendrochirurgia; ogni palma colpita viene censita, schedata e ne vengono seguiti gli sviluppi al fine di poter valutare i risultati
nel prossimo futuro.
Ad oggi l’analisi di queste sperimentazioni lascia sperare in diversi risultati positivi, ma anche alcuni fallimenti, per cui siamo in attesa di
poter stilare un bilancio attendibile di quanto fatto sin’ora, bilancio che
ovviamente dovrà essere sottoposto alla valutazione ed all’approvazione delle Autorità competenti.
Nel frattempo il Comune di Bordighera continuerà a portare avanti
ogni azione volta alla salvaguardia del patrimonio palmicolo cittadino,
cercando di mantenere prioritaria la strategia della tempestività nei confronti del Punteruolo rosso, mediante costante controllo del territorio
e monitoraggi sistematici: è infatti importante sottolineare che sin’ora
l’impegno applicato da chi opera sul campo ha permesso che dal momento della scoperta di una nuova palma infestata, i tempi d’intervento
siano molto brevi: nello spazio di 3/4 giorni si riesce ad ottenere che
anche nel caso di proprietà privata, il proprietario provveda a quanto
necessario, nel rispetto delle normative.
Nel caso di palme comunali i tempi risultano ulteriormente ridotti, anche grazie alla tempestività del Centro Studi e Ricerche per le Palme di
Sanremo con cui si collabora da ormai quattro anni.
Tutti questi sforzi hanno permesso sino ad ora di ottenere l’importante
risultato di far coincidere - in un breve lasso di tempo - il numero delle
infestazioni di volta in volta rinvenute ed il numero di interventi effettuati.
84
Progetto PALM I.S. - (Palme In Sicurezza)
EMERGENZA PUNTERUOLO ROSSO A ROMA
Rita DI DOMENICANTONIO1, C. ROSSI1
1
Dipartimento Tutela Ambientale e del Verde - servizio controllo
‘specie infestanti’ Comune di Roma
Rita
DI
DOMENICANTONIO
Il fenomeno dell’infestazione di Rhynchoforus ferrugineus, detto “Punteruolo rosso delle palme”, nel territorio del Comune di Roma, risale al
Novembre 2006, quando sono stati segnalati svariati casi di attacco del
coleottero a carico di diversi esemplari di palme, quasi esclusivamente
appartenenti al genere Phoenix; le aree maggiormente interessate dal
fenomeno, sono state quelle ove il patrimonio palmicolo era più ricco,
e cioè il “litorale”, coincidente col Municipio XIII, ed il Municipio I,
ove è maggiore la concentrazione di palme “pubbliche” impiantate nelle
Ville Storiche della città; delle ca. 4200 palme pubbliche, il genere più
rappresentato è proprio la Phoenix, e la specie più colpita, risulta essere
stata la Canariensis.
Attualmente il coleottero è diffuso su tutto il territorio Comunale, con
un grado di infestazione che ha raggiunto dimensioni tali da rappresentare una vera emergenza ambientale, per l’inarrestabile moria di palme,
di elevato valore storico paesaggistico.
Il ritardo con cui sono state poste in atto le misure di prevenzione della
diffusione dell’infestazione, soprattutto in ordine agli interventi di abbattimento e smaltimento delle palme infestate, in sinergia con gli elevati costi, ha indubbiamente aggravato la situazione e, unitamente alle
segnalazioni tardive delle singole infestioni in ambito privato, ha fatto
si che, ad oggi, su tutto il territorio comunale è presente il punteruolo.
Il servizio “Controllo Specie Infestanti” dell’Assessorato alla Tutela
Ambientale e del Verde di “Roma Capitale”, per contrastare il coleottero ha messo in atto, non una strategia unica ma, un’azione sinergica di
diverse metodologie:
· Ha emesso un’apposita Ordinanza Sindacale (la n.66 del 2 Marzo
2010), onde dare maggiore pubblicità alle norme che impongono, a
tutti i possessori di palme, di mettere in atto idonee misure di profilassi e controllo, finalizzando il tutto alla salvaguardia del paesaggio,
oltre ad aver avviato un censimento delle palme in ambito privato
tramite la diffusione di una scheda ove indicare i dati della palma, al
fine di una geolocalizzazione del fenomeno.
· Nel mese di agosto u.s. ha avviato un progetto di monitoraggio e
profilassi per il contenimento dell’infestazione in collaborazione con
85
Progetto PALM I.S. - (Palme In Sicurezza)
l’Osservatorio Fitosanitario della Regione Lazio, l’ENEA e la società
BIBLION (che ha svolto l’attività per il Comune di Roma a titolo
gratuito), con il posizionamento di trappole chemiotropiche attivate
con feromone di aggregazione e acetato di etile, per la cattura massale dell’insetto sul territorio comunale, prediligendo le Ville storiche, il Bioparco, il Roseto Comunale, il Campidoglio, il litorale, con
l’obiettivo di limitare il livello dell’infestazione. Le trappole sono state collocate sulle aree verdi, effettuando una copertura uniforme (ca.
200 m tra loro) all’interno delle aree confinate (Ville e Parchi), ed a
distanze variabili (50/100 m) dalle palme, ove presenti.
Le trappole sono state geolocalizzate per poterne analizzare i dati tramite un Sistema Informativo Territoriale; numerosi problemi sono stati riscontrati durante i controlli, effettuati con cadenza quindicinale, in
ordine alle manomissioni e/o furti delle trappole o dei loro componenti: nel periodo agosto/ottobre, ben il 34% è stato il tasso di trappole
rubate, che unito ad una media del 19% delle manomesse, ha limitato
tantissimo la potenzialità dell’attività svolta.
Sono stati catturati 7515 coleotteri di cui 5120 femmine, con una media
di catture per trappola/ciclo, di 5 esemplari.
E’ in fase di studio la realizzazione di un albo di ditte qualificate, da
accreditare presso l’Amministrazione, al fine di certificare al cittadino,
proprietario di una palma infestata, che queste hanno i requisiti per
poter effettuare il servizio di abbattimento e smaltimento a norma di
legge e che hanno aderito ad un prezziario “trasparente”.
Non è tanto, rispetto alla diffusione reale del fenomeno, ma è pur sempre un passo avanti.
86
Progetto PALM I.S. - (Palme In Sicurezza)
RESULTADOS DE EFICACIA DE NEMATODOS
QUITOSANO CONTRA RHYNCHOPHORUS
FERRUGINEUS REALIZADOS POR
DIFFERENTES CENTROS DE INVESTIGACION
Alejandro DE ALTUBE
Idebio, España
Durante los meses de Junio-Agosto del 2007, se llevaron a cabo ensayos de campo curativos y preventivos en Phoenix canariensis contra R.
ferrugineus, en el Instituto Valenciano de investigaciones Agrarias (IVIA).
Las pruebas se llevaron a cabo en invernaderos de seguridad, con temperaturas superiores a 42ºC, en un verano especialmente caluroso. Se
evaluó la eficacia del nematodo entomopatógeno Steinernema carpocapsae en una solución de quitosano (Biorend R®). Las eficacias obtenidas
fueron del 80% como curativo y del 98% como preventivo, utilizando
dosis de 3,6 x106 (DJ)+5.5c.c. quitosano/palmera. (P. canariensis de 4
años, ø= ±50 cm; h= ±50 cm.). 1. Llacer et al, (2009).
La Estación Phoenix (Elche), durante los meses de Mayo y Junio 2008,
realizó ensayos para estudiar la persistencia de los nematodos en soluciones de quitosano en P. dactylifera. También se evaluó la eficacia curativa y preventiva de esta mezcla. Aunque la población de nematodos
disminuyó con el tiempo, fue posible detectar nematodos vivos después de 21 días en las palmeras y se obtuvieron eficacias entre 66100% cuando se uso como preventivo y del 83% cuando se uso como
curativo, con dosis de 2.5x106 (DJ)+5.5 c.c. quitosano/palmera. (P. dactylifera ø= 25-50 cm; h= ±50cm.). 2. Gomez Vives et al (2008)
La Universidad de Barcelona junto con Sanidad Vegetal de la Generalitat Cataluña, realizó 3 tratamientos en P. canariensis de 109 años, con
fuerte ataque de picudo, para evaluar la evolución de la población de
R.. ferrugineus. Estas palmeras fueron tratadas cada 35-40 días, con S.
carpocapsae+quitosano. El ensayo se llevó a cabo, desde Enero hasta
Junio del 2008. Para evaluar la eficacia, las palmeras fueron cortadas 12 meses después del último tratamiento recibido y diseccionadas en el
laboratorio. Se detecto una importante disminución en la población de
picudo según aumentaba el número de tratamientos con nematodos.
Con un solo tratamiento la eficacia fue del 32%, con dos tratamientos
64%, y después de tres tratamientos 92%. Con dosis de 10x106 (DJ)+100
c.c. quitosano/ palmera. 3. Sarto, V. (2009)
Resultados obtenidos por el IFAPA (Instituto Andaluz de Investigación) presentados en “Expoagro” de Almeria, 2008 y en la “I Conferencia internacional sobre Phoenix canariensis”en Gran Canaria, 2009,
mostraron que la eficacia en primavera de los nematodos sin quitosano
solo llegó hasta el 43%, mientras que con quitosano, se obtuvieron
nuevamente eficacias del 80% en P.canariensis, usando dosis similares a
los casos anteriores. Tapia G, (2008) (datos sin publicar)
Alejandro
DE ALTUBE
87
Progetto PALM I.S. - (Palme In Sicurezza)
El instituto Valenciano de Investigaciones Agrarias (I.V.I.A.) llevo a
cabo experimentos de campo, desde Diciembre de 2007 hasta Enero
de 2009 en un vivero de P. canariensis nursery located in a R. canariensis
situado en un foco de infestación de R. ferrugineus -infested area nearferrugineus cerca de la ciudad de Algemesí, España (Lat.:39 º 19' 36 “ N;
Long.: 00º 43' 77” W, alt.: 18 m). Phoenix canariensis palms were 6-8 years
old. Las palmeras, Phoenix canariensis, tenían entre 6-8 años de edad. (ø=
0,5 m de diámetro y h=1,7m).An area of 750 m Palms exhibiting typical symptoms of Se realizaron aplicaciones mensuales de 5x106 S. carpocapsae+ 50 ml quitosano y se evaluó la eficacia del producto después
de un año. Las palmeras control no recibieron ningún tratamiento.
Los tratamientos 168 significantly reduced the mean number of immature stages of R. redujeron significativamente el número medio de R.
ferrugineus per palm ferrugineus por palmera and resulted in increased
palm survival compared to the untreated control (Table 2). y resultó en
un aumento de la supervivencia de las palmeras en comparación con el
control. La eficacia fue del 99%. 4. Dembilio et al (2010)
Las eficacias obtenidas son muy elevadas, especialmente cuando se compara con productos químicos, plaguicidas utilizados contra esta plaga.
7, 27-29 5-8. Kaakeh W (2006), Azam and Razvi (2001) Hernandez-Marante et al (2003) El-Sebaey (2004)Our results contrast with
the inconsistent results. Además estos resultados contrastan con los
240 OD (10 ml perresultados inconsistentes obtained by Abbas et al.
obtenidos por Abbas et al. (2001) (9),when using entomopathogenic
nematodes in date palms. cuando utilizaron los nematodos entomopatógenos en palmeras datileras.
One important difference between Abbas et al. Una diferencia importante entre Abbas et al experiments and those reported here y los experimentos que presentamos is the use of chitosan as an adjuvant es el
uso de quitosano como coadyuvante. Chitosan is presumed to protect
nematodes from El Quitosano protege a los nematodos de environmental conditions and therefore increase and stabilize efficacy as compared to las condiciones ambientales adversas y por tanto, aumenta y
estabiliza la eficacia de los nematodos, en comparación con formulaciones de nematodos que se aplican sin ella. 4. Dembilio et al (2010)
Our results confirm that S.
También se evaluó durante los meses de verano, la eficacia de
nematodos+quitosano contra Paysandisia archon en Chamaerops humilis.
La Universidad Politécnica de Valencia desarrolló estudios de laboratorio y pruebas en semicampo contra esta plaga. Las eficacias fueron del
80% con dosis de 0,3x106 (DJ)/palmito y del 100% con dosis de
1x106(DJ)/palmito. (Soto, A. 2009) (datos sin publicar), (presentados
en Dies Palmarum, 2008)
Todos estos resultados desarrollados por diferentes grupos de investigación, han sido presentados en el XII congreso: “Future research and
development in the use of microbial agents and nematodos for biolo88
Progetto PALM I.S. - (Palme In Sicurezza)
gical insect control”. 10. Martínez de Altube et al, (2009)
Biorend R®, (Nematodos entomopatógenos+Quitosano) fue el producto evaluado en todas las pruebas. Los nematodos son organismo de
control biológico y el quitosano es un producto orgánico, que activa
mecanismos de defensa en las plantas, aumenta la lignificación, promueve el desarrollo de raíces y protege a los nematodos. 11. Ati Barka
et al (2004) , 12. Hadwinger, L.A and Loschke (1981)
El uso conjunto de nematodos entompatógenos mas quitosano está
patentado. 13. Martínez Peña A (2002)
Desde hace 2 años, lugares de toda el área Mediterránea como el Jardines botánico de Valencia, el de Blanes, el Palmeral de Elche, y Ayuntamientos de Valencia, Xátiva, Marbella, Espartinas, Mataró, Barcelona,
Palma de Mallorca…están siendo tratados con BiorendR® Palmeras.
También internacionalmente en Francia, Portugal y Grecia.
Como ejemplos, mostramos los resultados del Ayuntamiento de Espartinas en Sevilla y el Ayuntamiento de Silves en Portugal.
AYUNTAMIENTO DE ESPARTINAS, Sevilla, ESPAÑA.
Cuando en noviembre del 2007 aparecen palmeras afectadas en la zona
del Aljarafe, la Junta de Andalucía se limita a la tala de palmeras o tratamientos químicos. El Ayuntamiento de Espartinas se decantó por la
lucha biológica (nematodos+quitosano)
Motivos que determinaron al ayuntamiento de Espartinas a decantarse
por la lucha biológica en 2008:
- No tenían constancia de estudios contrastados que asegurasen mejores resultados con tratamientos químicos en pulverización.
- Creen que los tratamientos químicos introducidos en palmeras con
taladro pueden provocar otras enfermedades en tronco.
- El Ayuntamiento de Espartinas no utiliza pesticidas en parques y áreas verdes públicas y además consideran que el uso de productos químicos, puede eliminar depredadores naturales del insecto.
Comienza a tratar las palmeras afectadas con nematodos + quitosano
en febrero de 2008.
Comienza a tratar preventivamente (nematodos + quitosano) todas las
palmeras ejemplares* del municipio (públicas y aquellas privadas que sus
propietarios mostraron interés).
*entendiendo por ejemplares aquellas palmeras de mas de 6-8 m. de altura.
El incremento de palmeras afectadas ha ido aumentado debido a las
infecciones de municipios colindantes y se espera que continúen apareCenso de palmeras de espartinas
Palmeras ejemplares tratadas
89
Progetto PALM I.S. - (Palme In Sicurezza)
ciendo nuevos focos, ya que no se realizan tratamientos preventivos a
las 910 P. canariensis, ni a las 2.531 ejemplares que hay en el municipio.
Las primeras palmeras afectadas, tras 6 meses de tratamiento presentan
síntomas de salubridad y vigorosidad espectacular.
Hasta la fecha (Agosto de 2010) no ha habido ninguna palmera
muerta en el municipio.
PROBLEMÁTICA ACTUAL DE ESPARTINAS
La mayoría de los municipios colindantes no han realizado control de la
plaga o han comenzado tarde o han realizado tratamientos químicos, bien
por pulverización o inyección). Se ha empezado a detectar en los límites del
municipio palmeras infectadas. Localmente no se puede combatir al picudo.Es
necesario actuar a todos los niveles geográficos y administrativos.
ESPARTINAS LIFE
Por el éxito obtenido en el control del picudo Espartinas ha solicitado un
Proyecto Life Europeo que abarca a la mancomunidad de Ayuntamientos del Aljarafe (mas de 12) con un patrimonio vegetal superior a 40.000
palmeras, utilizando el mismo protocolo que el realizado hasta ahora.
AYUNTAMIENTO DE SILVES, PORTUGAL
En Portugal se comenzó a tratar con Nematodos+ quitosano, en Febrero del 2009. En este tiempo se han realizado mas de 7.000 tratamientos.
Manteniendo una media de 2.000 palmeras tratadas por mes, a través de
empresas que han formado asesorado y supervisado a las empresas de
jardinería que realizan tratamientos. Estos tratamientos se han realizado
mayoritariamente en los meses de Febrero a Noviembre, cada 30 días. Es
decir, en épocas de verano o mayor temperatura y alargando las frecuencias de los tratamientos en invierno a 45- 50 días, como se hace también
en España. En algunos casos de palmeras muy atacadas, al comenzar los
tratamientos, se realizaron labores de saneamiento o dendrocirugia. Los
resultados han sido totalmente satisfactorios y la eficacia superior al 98%,
como en los ensayos anteriormente presentados.
Área total de Silves: 679 km2
Hab: 36.165
Área de Intervención 50 ha.
Personal: 30 Jardineros y 1 Técnico superior.
P. canariensis: 256
Washingtonia robusta: 82
P. dactylifera 42
Otros ejemplares 36
Particulares: ±200 ejemplares
Hasta Marzo del 2009, el Ayuntamiento de Silves, utilizaba distintos
productos químicos, bien pulverizados o inyectados, y obtuvieron unos
resultados de 25 palmeras muertas. Cambiando entonces su estrategia
al control biológico, con tratamientos mensuales durante todo el año
con nematodos+ quitosano, no teniendo ninguna baja desde ese momento (Febrero 2009) hasta la actualidad.
90
Progetto PALM I.S. - (Palme In Sicurezza)
QUANTUM
PALMA
Luigi VANTANGOLI
Freebioenergy Faenza, Italia
Luigi
VANTANGOLI
Freebioenergy è una giovane azienda italiana, che ha come scopo lo
studio e la divulgazione della bioenergia per migliorare la qualità del
benessere biofisico e dell’ambiente.
La missione che persegue ha assunto il nome di “Proge3o Quantum”
perché vi è utilizzo di fisica quantistica. Freebioenergy ha realizzato da
circa un anno un primo dispositivo, denominato Quantum Acqua, che
migliora notevolmente le caratteristiche dell’acqua e dell’ambiente circostante. Da diversi mesi, dietro specifiche richieste pervenuteci, abbiamo concentrato le nuove ricerche sul grave problema derivato dall’infestazione delle piante Aracaceae (Palme) da parte del coleottero
parassita Rhynchophorus Ferrugineus (Olivier), meglio conosciuto come
“Punteruolo Rosso”.
IL PUNTERUOLO ROSSO
Il punteruolo rosso è della specie dei coleotteri originaria della Melanesia e dell’Asia meridionale (India, Indonesia, Bangladesh) e ormai diffuso in buona parte dell’Asia, Oceania, Medio Oriente ed Egitto. Per la
popolazione dei Latmul, della Papua Nuova Guinea, costituisce un
importante elemento della dieta alimentare. Fino agli anni ’70 il Rhynchophorus ferrugineus era ritenuto un parassita circoscritto alla fascia orientale e tropicale. Successivamente, durante gli anni ’80 e ’90 sono arrivate segnalazioni di devastanti infestazioni nelle coltivazioni di palme da
datteri di Pakistan, Arabia saudita, Emirati Arabi, Iran, Iraq, Israele,
Egitto, Malta, Marocco, ecc. L’insetto è comparso per la prima volta in
Europa e precisamente in Spagna in Andalusia e Valencia, poi si è diffuso in Italia (prima segnalazione del 2004 in Toscana, poi diffusione in
Sicilia, Campania, Puglia, Abruzzo, Lazio, Liguria), Spagna, Francia,
Grecia, Cipro e Turchia, con l’importazione di piante adulte infestate
dal parassita. Sono segnalati gravi danni nei palmeti da dattero egiziani,
dei Paesi Nordafricani e della penisola arabica. In circa venti anni il
punteruolo rosso è passato dal continente indiano alle Isole Canarie e
si è diffuso nella maggior parte dei paesi del bacino mediterraneo. La
sua area di espansione si è quindi propagata per oltre 8.000 km verso
ovest, partendo dal lontano sud est asiatico.
91
Progetto PALM I.S. - (Palme In Sicurezza)
SPECIE INFESTATE
Le specie di Aracaceae più attaccate dal parassita sono le più diffuse
palme ornamentali del Mediterraneo, la Phoenix canariensis (soprattutto
gli esemplari maschi, quelli che non fanno datteri) e Phoenix dactylifera,
ma anche specie di interesse economico quali la palma da cocco (Cocos
nucifera) e la palma da olio (Elaeis guineensis). Altre specie su cui sono
stati segnalati attacchi sono la Washingtonia, Areca catechu, Arenga pinnata,
Borassus flabellifer, Calamus merillii, Caryota maxima, Caryota cumingii, Corypha
gebanga, Corypha elata, Livistona decipiens, Metroxylon sagu, Oreodoxa regia,
Phoenix sylvestris, Sabal umbraculifera, Trachycarpus fortunei. Il Rhynchophorus
ferrugineus è un parassita da quarantena inserito nella lista A2 dell’EPPO
(Organizzazione europea per la protezione delle piante) e per il quale
esiste in Italia il decreto di lotta obbligatoria (Decr. 9.11.2007, GU n. 37
del 13.2.2008). Ciò significa che è obbligatorio per tutti i cittadini contrastare l’insediamento e la diffusione di tale parassita. Si raccomanda
di informare il Servizio Fitosanitario Regionale della presenza di palme
con sintomatologia sospetta.
LA SOLUZIONE AL PROBLEMA: il Quantum Palma
Considerata la gravità della situazione, sia a livello nazionale che in tutti
i Paesi dove è diffusa la coltivazione di piante aracaceae da ornamento e
dattero, abbiamo coinvolto nella ricerca uno staff di tecnici esperti in
Agronomia, Biologia, radiestesia e radionica, per trovare una soluzione
che, nel pieno rispetto dell’etica, rispondesse ai seguenti requisiti: soluzione completamente bioecologica, senza uso di chimica e veleni tossici, tutela della salute dei cittadini e dei consumatori dei frutti della palma, soluzione del problema nel rispetto di ogni forma di vita, anche
quella del parassita, durata del sistema di almeno due anni.
LO STUDIO DEGLI ESPERTI
La nostra ricerca ha scoperto che, generalmente, sia le piante aracaceae
che sono in buona salute sia il Rhynchophorus ferrugineus, emanano frequenze magnetiche di segno plus (+). Nel magnetismo, come ben noto,
due poli dello stesso segno si respingono. In questa situazione il parassita non infesta la palma e ne resta anzi distante, perché respinto. La
palma che invece si indebolisce, oltre ad aumentare in modo anomalo
la temperatura apicale (dai due gradi di differenza che si riscontrano
solitamente con la parte mediana del tronco si arriva anche a cinqueotto gradi), tende a cambiare polarità portandosi verso il segno minus (),
attraendo in questo modo il parassita. Due segni opposti, infatti, si
attraggono. Questo spiega perché l’insetto non passa necessariamente
da una pianta a quella vicina ma capita che migri su altri esemplari,
distanti anche centinaia di metri da quello precedentemente infestato.
LA REALIZZAZIONE DEL DISPOSITIVO QUANTUM PALMA
Le frequenze trovate sono state precaricate nel dispositivo e sono mirate ad irrobustire la pianta, mantenendola ad elevato segno plus (+). Lo
92
Progetto PALM I.S. - (Palme In Sicurezza)
studio ha portato alla realizzazione di un dispositivo, il Quantum Palma
che, operando a livello frequenziale su un piano di energie sottili magnetiche e in fisica quantistica, è in grado di mantenere la giusta polarità magnetica della pianta, impedendo così al parassita di avvicinarla per
infestarla. Tutto questo avviene in un raggio d’azione predeterminato.
Il dispositivo, come anche il noto Quantum Acqua, è alimentato solo
da energia naturale, definita in geobiologia come radiazioni magnetiche
telluriche, non utilizza quindi né alimentazione elettrica né batterie di
alcun genere. Non ha nessuna contraddizione per gli esseri viventi, compreso lo stesso Punteruolo Rosso.
Quantum Palma provvede a riequilibrare l’ambiente su cui opera, cioè
per 60 metri di raggio in ogni direzione, ripolarizza in natura i due
antagonisti, integrando anche con frequenze omeopatiche enzimi utili
alla crescita della pianta e procurando l’allontanamento del parassita
oltre il raggio d’azione.
Ripetiamo che le frequenze impiegate non sono nocive per le piante, gli
insetti, le persone e tutti gli animali in genere.
E’ la filosofia di base del Proge3o Quantum, per la quale ogni frequenza studiata ed emessa dai dispositivi Quantum è in perfetto equilibrio
con la natura e rispetta l’ecosistema.
Siamo quindi a proporci a Enti Pubblici, Istituzioni, Aziende e Privati
che vogliono impegnarsi seriamente nel collaborare, per mettere a punto un protocollo di lavoro e controllo che possa evidenziare i risultati
conseguiti nell’impegno di ricerca durato mesi e con la partecipazione
di esperti.
Freebioenergy è disponibile ad affrontare esperienze comuni e a seguire un modello di percorso indicato sulla base dei risultati. Nel caso il
soggetto interessato decida di attivare la fase sperimentale, Freebioenergy mette a disposizione i dispositivi richiesti ad un prezzo particolarmente agevolato, che copre solo i costi di ricerca e produzione. Questa disponibilità rimarrà invariata per un periodo di tre mesi dall’attivazione della sperimentazione.
93
GENETICA ED ETNOBOTANICA
20 NOVEMBRE 2010
SESSIONE GENETICA
GENETICA ED ETNOBOTANICA
96
Sessione - GENETICA
SEXUAL
DIVERSIFICATION
IN THE PALM FAMILY
James W. TREGEAR, H. ADAM, F. ABERLENC-BERTOSSI,
N. CHABRILLANGE, M. COLLIN, A. DAHER, J.C. PINTAUD
IRD (Institut de Recherche pour le développement) Montpellier, France
James W.
TREGEAR
The term “diclinous” is used to describe plants that produce distinct
male and female flowers. Dicliny is common in the palm family, within
which it accounts for about 85% of species. In contrast, only about 10%
of flowering plants as a whole display this character. The majority of
palms are monoecious (separate male and female flowers on same plant)
and a smaller but significant group of species are dioecious (single sex
male or female plants). Palms are thought to have arisen from an ancestor producing hermaphrodite flowers and are an interesting subject to
investigate the evolution of sexual dimorphism (morphological differences between male and female flowers or inflorescences), since monoecy
and dioecy have arisen independently a number of times in the family. In
some species, such as oil palm, sex determination may be affected by
environmental conditions. The aim of this talk is to present an overview
of sexual dimorphism in palms and describe how current research aims
to obtain a better understanding of sex determination in the Arecaceae,
which include many economically important species.
97
GENETICA ED ETNOBOTANICA
SEQUENCING AND COMPARATIVE ANALYSIS
OF THE DATE PALM GENOME
Joel A. MALEK1,5,E.K. AL-DOUS1, B. GEORGE1, E. K. AL-AZWANI1,
Y.M. SALAMEH1, M. Y. AL-JABER1, H. WANG2, S. CHALUVADI2,
A. C. PONTAROLI2, J. DEBARRY2, I. J. SAIE3, K.M. SULIMAN-ELMEER3,
J. OHLROGGE4, V. ARONDEL5, R. R. KRUEGGER6, J. L. BENNETZEN2
Joel A.
MALEK
1
Genomics Core and 5Department of Genetic Medicine, Weill Cornell Medical College
in Qatar, Doha, Qatar, 2Department of Genetics, University of Georgia, Athens, Georgia,
USA, 3Botanical Texture Planting Laboratory Section, Department of Agricultural and
Water Research, Ministry of Environment, Doha, Qatar, 4Department of Plant Biology,
Michigan State University, East Lansing, MI, USA, 5Laboratoire de Biogenèse
Membranaire, CNRS UMR 5200 Case 92, Université V. Segalen Bordeaux 2, Bordeaux,
France, 6USDA-ARS National Clonal Germplasm Repository for Citrus & Dates,
University of California, Riverside, California, USA
Despite Date Palm’s economic and cultural importance, relatively little
is known about the date palm genome. To aid in the development of
genetic resources for this important plant we de novo sequenced and
assembled the genome of a female ‘Khalas’ Date Palm using Next
Generation Sequencing Technology. The genome assembly spans
~380Mbp of mainly gene rich regions. We have detected over 28,000
genes and over 3.5 million polymorphic sites. We further sequenced
the genomes of Deglet Noor, Medjool and their Backcrossed males to
assist the identification of male/female specific regions. Results of
inter-variety and inter-gender comparisons are presented.
98
Sessione - GENETICA
GENETIC
CHARACTERIZATION OF LIBYAN
DATE PALM GERMOPLASM OF AL JUFRAH
OASIS USING MICROSATELLITE MARKERS
Milvia Luisa RACCHI1, A. BOVE1, B. GSHERA2
1
Dept of Agricultural Biotechnology sections of Genetics, University of Florence,
2
Department of Plant Protection, El Fatah University Faculty of Agriculture,
Tripoli, Libya
Milvia Luisa
RACCHI
Fourteen microsatellite (SSR) loci of Phenix dactylifera were used to determine the genetic diversity of date-palm germoplasm of Al Jufrah
oasis (Libya). These molecular markers were used to estimate genetic
diversity among accessions and to examine their genetic relationships.
A high level of polymorphism was detected across 18 accessions from
four localities within the oasis. The totality of local date-palms accessions were univocally and easily identified confirming SSR as an effective method for clonal fingerprinting and cultivar identification.
Research supported by IAO.MAE project “Libya-Miglioramento e valorizzazione della Palma da dattero nelle oasi di Al Jufrah”
99
GENETICA ED ETNOBOTANICA
CELL
CYCLE ARREST CHARACTERIZES THE
TRANSITION FROM A BISEXUAL FLORAL BUD
TO A UNISEXUAL FLOWER IN PHOENIX
DACTYLIFERA
Frederique ABERLENC-BERTOSSI1, A. DAHER2, H. ADAM1,
N. CHABRILLANGE1, M. COLLIN1, J. W.TREGEAR1,
N. MOHAMED2
Frederique
ABERLENC
BERTOSSI
1
IRD/CIRAD Palm Developmental Biology Group, UMR DIAPC Montpellier (France)
ISV/CERD Djibouti (Tunisie)
2
Phoenix dactylifera (date palm) is a dioecious species for which the mechanisms involved in the sex determination and the development of unisexual flowers are as yet unknown. Fossils of Phoenix flowers displaying
strong floral dimorphism have been recovered from sediments dating
from around 50 million years ago, suggesting that dioecy is an ancient
character in the Phoenix genus. Currently, there is no way to distinguish between male and female plants prior to the first flowering which
occurs 5 to 8 years after planting. The earliest sex-related difference in
flower bud development is observed at an otherwise ‘bisexual’ stage, at
which the number of cells in the gynoecium of pistillate flowers is
higher than in their staminate counterparts. Cells of the non-functional staminode and pistillode organs exhibit nuclear integrity although
accumulation of histone H4 gene transcripts is observed to cease after
the bisexual stage. No chromatin condensation is associated with the
observed cell cycle arrest. The developmental arrest of sterile sex organs and the subsequent unisexuality of date palm flowers is associated with an increase in DNA methylation and may result from a cessation of cell division and precocious cell differentiation rather than from
cell death. The reversible and non-destructive character of these processes probably explains the phenomenon of floral reversion observed
in planta or in vitro. These data form a useful starting point to study
the processes controlling sex differentiation and determination in the
date palm.
100
Sessione - GENETICA
VALIDATION OF A NEW SET OF SSR
MARKERS FOR GENETIC VARIABILITY STUDIES
IN THE GENUS PHOENIX L.
Marco BALLARDINI1, E. CHERIF2, K. CASTILLO3,
A. MERCURI1, C. LITTARDI4, J. C. PINTAUD3, S. SANTONI5,
F. ABERLENC-BERTOSSI3
1
CRA-FSO Research Unit for Floricolture and Ornamental Species Sanremo (IM), Italy, 2
Laboratoire de Génétique Moléculaire, Immunologie & Biotechnologie, Faculté des Sciences
de Tunis, Campus Universitaire, Tunisia, 3 Institut de Recherche pour le Développement
(IRD), Montpellier France, 4 Centro Studi e Ricerche per le Palme Sanremo (IM), Italy, 5
Institut National de la Recherche Agronomique (INRA) Montpellier, France
Marco
BALLARDINI
A need to establish a standard set of molecular markers to discriminate
among Phoenix dactylifera L. (Arecaceae, Coryphoideae) cultivars and,
more in general, among Phoenix species, arised over the years. Various
authors applied dinucleotidic nuclear simple sequence repeat (SSR) loci.
In our study, 48 trinucleotidic nuclear SSR loci, identified in silico by
examining P. dactylifera cv Khalas draft genome (GenBank, NCBI), were
investigated for allelic polymorphism, with the aim of increasing the
number of reliable markers. PCR products were analyzed with ABI
3130xl Genetic Analyzer, while allele size was assigned through GeneMapper v3.7 software.
A first analyses on 8 P. dactylifera genotypes showed that only 33 loci out
of 48 were correctly amplified (16 resulted to be polymorphic). The results of the following validation step, performed on 5 Phoenix spp. and
one hybrid genotypes, allowed us to focus on 9 loci in particular, that
resulted to be polymorphic both in P. dactylifera and within the genus
Phoenix. The final screening concerned 120 genotypes encompassing 6
Phoenix species and 16 putative hybrids, as well as some Chamerops humilis
as outgroup. Preliminary results are presented and discussed.
101
GENETICA ED ETNOBOTANICA
PHOENIXDB : A DATABASE FOR DATE PALM
IDENTIFICATION BASED ON SSR MARKERS
Karina CASTILLO PEREZ1, J. C. PINTAUD1, C. TRANCHANT1,
E. CHERIF2, I. MOUGENOT3, F. ABERLENC-BERTOSSI1.
1
Institut de Recherche pour le Développement (IRD)\Montpellier, France.
Laboratoire de Génétique Moléculaire, Immunologie & Biotechnologie, Faculté des
Sciences de Tunis, Tunisie.
3
Laboratoire d’Informatique, de Robotique et de Microélectronique de Montpellier
(LIRMM) Montpellier, France.
2
Karina
CASTILLO PEREZ
PhoenixDB is a new tool for date palm identification based on an optimized microsatellite markers set and a web interface. The objective is
to develop a complete set of tools allowing standardization of identification procedures at international level.
The “PhoenixDB “ has three components :
-
An identification key developed using a set of optimized SSR
markers revealing high polymorphism.
-
A reference library consisting of genotype informations based on
the SSR identification key of individuals covering the genetic diversity of the species.
-
A web interface and bioinformatic tools able to characterize
unknown genotypes by comparison with the data of the reference
library.
All the data will be easily available for the scientific community. This
new SSR-based identification key of Phoenix dactylifera will allow accurate and reliable cultivar identification. This tool will be useful for the
management of date palm genetic resources and preservation of diversity of the species.
102
Sessione - GENETICA
INNOVATION AND SCALING-UP IN
MICROPROPAGATION: LESSONS FROM THE
OIL PALM EXPERIENCE
Alain RIVAL, E. JALIGOT, T. BEULE,
F. ABERLENC-BERTOSSI, P. ILBERT,
F. RICHAUD, J. TREGEAR
Palm Development Group Cirad -IRD - UMR DIAPC Montpellier, France
In the mid-seventies, the first results obtained by the strategy of reciprocal
recurrent selection (RRS) of oil palm (Elaeis guineensis Jacq) and the emergence of the methods of cloning by in vitro culture led to the development
of a technique of micropropagation through somatic embryogenesis which was tested initially in Côte d’Ivoire, then in Malaysia and Indonesia.
This work established the utility of clonal micropropagation which was
found to enable the production of high yielding clones. In addition, this
development phase highlighted the difficulties related to scaling-up in relation to, on the one hand, mass production required to meet the needs of
planters and, on the other hand, the genetic fidelity of the regenerated
plant material. These two concerns led us to look further into the underlying mechanisms involved in somatic embryogenesis and the somaclonal
variation events induced by the regeneration techniques.
The development of a regeneration protocol based on the use of embryogenic suspensions has generated a method which allows production on a large scale of single somatic embryos. This method is now
widely used for commercial micropropagation and it is currently field
tested by several companies.
In order to tackle the problem of the mantled flowering abnormality
which is induced during the oil palm micropropagation process we have
carried out studies of gene expression in tissue cultures as a means of
establishing an early clonal conformity testing procedure. More, our studies on genomic DNA methylation changes induced by tissue culture
suggest that the latter may play a key role in the determination of the
mantled abnormality. We demonstrated, by the use of two complementary methods for evaluating methylation rates at the genome-wide level,
that there is a highly significant DNA hypomethylation in leaves of abnormal regenerants and calli, compared to their normal counterparts.
New investigations are now aimed at elucidating the mechanisms and/or
sequences through which epigenetic misregulation could provoke the
onset of the mantled phenotype in oil palm.
Our experience in oil palm micropropagation revealed the pivotal importance of the pilot stage in the identification of both biological and
technological bottlenecks for the large scale production. Once transformed in adequate questions to research, the identified problems are able
to stimulate innovation and improve our knowledge on the biology and
physiology of palms.
Alain
RIVAL
103
GENETICA ED ETNOBOTANICA
LE PALMIER DATTIER EN ALGÉRIE : ÉTAT
DES LIEUX ET PERSPECTIVES
Nadia BOUGHEDOURA
LRZA - Université des Sciences et de la technologie
Houari Boumediène, Algérie
Nadia
BOUGHEDOURA
L’Algérie est un pays traditionnellement phoenicicole. La palmeraie algérienne est dispersée en plusieurs oasis réparties d’Est en Ouest sous
les monts de l’Atlas Saharien. Avec 17 millions d’individus, elle se situe
au 5ème rang mondial. Une grande diversité variétale caractérise ce patrimoine phoenicicole en particulier à l’Ouest où les cultivars servent
surtout à la consommation locale et où se situe le principal cultivar
résistant au Bayoud Takerboucht. A l’Est et au centre prédominent
quelques cultivars dont la Deglet Nour, datte mondialement appréciée
et qui se ce fait constitue presque la moitié du patrimoine phoenicicole
de ces régions. Le palmier dattier en Algérie est soumis à de nombreuses contraintes biotiques et abiotiques. Les travaux de recherche menés
par notre équipe ainsi que par des chercheurs appartenant à d’autres
institutions de recherche sont réalisés dans un but de préservation et
d’amélioration de cette espèce vitale pour nos régions arides sur le plan
socio-économique mais aussi écologique.
104
Sessione - GENETICA
DIVERSITÉ GÉNÉTIQUE DU PALMIER
DATTIER EN TUNISIE
Salwa ZEHDI1, E CHÉRIF1, S. DAKHLAOUI DKHIL1, S.
RHOUMA1 A. OULD MOHAMED SALEM2, J.C. PINTAUD3, M.
TRIFI1
1
Laboratoire de génétique moléculaire, immunologie et biotechnologie, Faculté des
Sciences de Tunis, Campus Universitaire, Tunisie, 2Faculté des sciences et techniques.
Laboratoire de Biotechnologies, Mauritanie
3
IRD (Institut de Recherche pour le Développement),
UMR DGPC/DYNADIV, Montpellier France
Salwa
ZEHDI
Résumé
La phoéniciculture tunisienne, localisées essentiellement dans les oasis
du sud du pays, est caractérisée par une richesse considérable. Cependant, elle est particulièrement menacée par une érosion génétique due à
une tendance vers la culture monovariétale. La conservation de cette
diversité et son évaluation constituent un préalable nécessaire au maintien des grandes potentialités adaptatives de cette espèce. Ainsi, en l’absence de marqueurs morphologiques stables et indépendants des conditions environnementales, l’utilisation de marqueurs moléculaires permettant l’identification variétale et l’exploration de la diversité génétique, est d’un apport considérable dans la préservation de cette espèce.
Dans cette optique, notre intérêt a porté sur la mise à profit des possibilités offertes par différents marqueurs moléculaires pour examiner le
polymorphisme chez cette espèce. Pour ce faire, nous avons utilisé une
collection d’accessions tunisiennes de dattier provenant de trois régions
oasiennes: Tozeur, Kébili et Gabès de palmier dattier. La présente étude relate la structuration génotypique du palmier dattier dans les trois
oasis grâce aux données issus des marqueurs moléculaires identifiés
précédemment. Il en ressort que les palmeraies tunisiennes sont caractérisées par une importante diversité qui varie selon l’origine géographique des accessions. Ces résultats sont discutés dans une perspective de promouvoir la phoéniciculture tunisienne.
105
GENETICA ED ETNOBOTANICA
20 NOVEMBRE 2010
SESSIONE ECOLOGIA ED ETNOBOTANICA
GENETICA ED ETNOBOTANICA
108
Sessione - ECOLOGIA ED ETNOBOTANICA
LA MODÉLISATION : VERS UN NOUVEAU
STANDARD DESCRIPTIF DE PHOENIX
DACTYLIFERA. (RESTITUTION DES TRAVAUX
DU RÉSEAU MOCAF EN 2009-2010)
René LECOUSTRE
Ingénieur de Recherches - AMAP CIRAD/BIOS
Coordinateur du réseau MOCAF Phoenix
René
LECOUSTRE
A l’issue des premiers travaux réalisés en Tunisie sur la modélisation de
Phoenix dactylifera en 1991 un premier projet de réseau de recherches sur
cette plante majeure des zones arides chaudes a été envisagé et soutenu
par Vincent Dollé et René Lecoustre.
Suite aux travaux réalisés au Maroc entre 1998 et 2002 par Mohammed
Aziz Elhoumaizi, nous avons à nouveau relancé cette idée de réseau
d’échange de compétences et d’expérimentations autour de l’architecture de ce palmier, cette démarche n’a pas été prise en considération
par les bailleurs de fonds.
L’appel à projets Euroméditerranée 3+3 a retenu, en 2009, le projet de
constitution du réseau MOCAF pour 3 années civiles. Le réseau en
cours est un préambule pour la formulation et l’actualisation des méthodes d’observation de la croissance, de l’architecture et de la floraison de
Phoenix dactylifera. Il permettra de faire la preuve qu’une telle mutualisation des méthodologies, des lieux d’expérimentation et d’observation
est non seulement possible, mais apporte une véritable synergie qui ne
peut qu’améliorer l’efficacité des travaux. Les équipes impliquées dans
ce projet pourront ensemble ou chacune de leur côté valoriser cette
première expérience en proposant ces recherches dans d’autres possibilités de financement en s’appuyant sur les premiers résultats des travaux.
Les acquis en cette fin d’année 2010 (16 mois d’activité réels), sont la
mise au point de logiciels de modélisation et de simulation de la croissance et de l’architecture du palmier dattier grâce à la standardisation
des mesures descriptives du palmier et de la palme.
Les perspectives d’ici la fin de ces 3 premières années sont l’approche
de la modélisation des caractéristiques florales et la modélisation des
agro-systèmes et des paysages de palmeraies dattières. La participation
de l’Italie à ce réseau apporte une base européenne déterminante dans
la mise au point des méthodes par les chercheurs de AMAP grâce à la
proximité du site de Bordighera - Sanremo.
109
GENETICA ED ETNOBOTANICA
PHÉNOLOGIE
DU PALMIER DATTIER:
CARACTÉRISATION DU CYCLE
REPRODUCTEUR AU NIVEAU POPULATIONNEL
SUR UN ÉCHANTILLON ITALIEN DE PHŒNIX
DACTYLIFERA
Robert CASTELLANA1, J. C. PINTAUD2, C. LITTARDI3
1
Robert
CASTELLANA
CRP-France,, 2IRD-France, 3CSRP-Italia
C’est la première fois que l’on procède à une observation du cycle de
vie du palmier-dattier à une latitude aussi septentrionale. La palmeraie
historique de Sanremo-Bordighera représente en effet la limite nord de
l’expansion du palmier-dattier. Au delà de son apport à la connaissance
du site historique, le but de cette étude vise aussi à mettre en place un
protocole applicable sur d’autres palmeraies. La création d’un site-pilote, et la mise en ligne des résultats de cette recherche sur le site internet
du Centro Studi e Ricerche per le Palme, sont au centre de ce projet.
Un second protocole d’observations vient ainsi d’être mis en place sur
le site de Sanremo-Bordighera. Il repose sur une observation plus fine,
établie sur la base d’un échantillon sélectionné au double point de vue
génétique et phénologique. Une campagne similaire a aussi été mise en
œuvre sur un échantillon équivalent en Afrique sub-saharienne (Djibouti). D’autres études comparatives sont en projet au Maghreb. Les
enjeux sont économiques, le palmier-dattier étant une ressource alimentaire fondamentale pour des millions de personnes dans ces régions.
La modélisation de la croissance du palmier-dattier est l’un des outils
qui devraient contribuer à prolonger cette recherche comparative. La
palmeraie historique de Sanremo-Bordighera pourrait permettre l’expérimentation des protocoles avant leur validation dans les régions de production fruitière.
La présentation du site et de ses ressources fera l’objet de la conclusion
de cette communication: http://www.sanremopalme.org
110
Sessione - ECOLOGIA ED ETNOBOTANICA
35 ANS DE L’AVENTURE DE LA
MODÉLISATION DES PROCESSUS
BIOLOGIQUES : DE LA FÉCONDITÉ
DU COFFEA ROBUSTA
À L’ÉTUDE DES PEUPLEMENTS FORESTIERS
NATUREL SET PLANTÉS
Hervé REY, R. LECOUSTRE, J. DAUZAT
AMAP CIRAD/BIOS Membre du réseau MOCAF Phoenix
Dans les années 1970, à une époque où les statistiques appliquées aux
sciences agronomiques se cantonnaient à travailler sur des productions
à l’hectare et des blocs de traitement statistiques des essais génétiques
et de fumure, alors même que les études biologiques et génétiques se
penchaient plus sur l’intimité de la cellule, un chercheur s’est intéressé
au fonctionnement des fleurs de Coffea robusta puis des bourgeons de la
même plante. La rencontre de cet agronome avec le professeur Francis
Hallé et de ses collaborateurs, l’apport scientifique et technique d’autres partenaires ont abouti à la création de AMAP dans les années 1980.
Ce petit atelier de recherches du CIRAD (2 chercheurs et 2 étudiants
en 1986) est devenu une UMR regroupant près de 60 chercheurs du
CIRAD, de l’INRA, du CNRS, de l’IRD, de l’U Montpellier II. Les
recherches accordent une place centrale à la description, l’analyse et la
modélisation de la structure, de la dynamique de développement et de
la diversité des plantes et des peuplements végétaux. Elles privilégient
les approches génériques, communes à l’ensemble des plantes, annuelles ou pérennes, actuelles ou fossiles, sauvages ou cultivées, tempérées,
méditerranéennes ou tropicales. Elles concernent la mesure, la représentation, l’analyse et le traitement des données, la simulation informatique, l’organisation et la gestion des connaissances. Les applications
sont très variées, depuis l’agronomie, la botanique, la défense des cultures aux simulations de paysages pour les besoins des aménageurs, du
cinéma, des jeux vidéo en passant par des applications forestières, médicales ou industrielles.
111
GENETICA ED ETNOBOTANICA
CURRENT STATE, THREATS AND
PERSPECTIVES OF PHOENIX CANARIENSIS IN
THE CANARY ISLANDS
Pedro A. SOSA1, M.Á. GONZÁLEZ-PÉREZ, I. SARO1,
A. NARANJO2, M. MÁRQUEZ3, M. DÍAZ-BERTRANA4,
E. FRANQIZ5
1
Pedro A.
SOSA
Department of Biology University of Las Palmas de Gran Canaria Canary Islands Spain,
Department of Geography University of Las Palmas de Gran Canari. Canary Islands
Spain. 3Environmental Unit Consejería de Medio Ambiente Cabildo de Gran Canaria
Canary Islands Spain, 4GESPLAN Gobierno de Canarias Canary Islands Spain, 5Tajalague
Asociación para la defensa de la Palmera Canaria Canary Islands Spain.
2
Phoenix canariensis Hort. ex-Chab. is an endemic palm species from the
Canary Islands with a pronounced sexual dimorphism. It is widely distributed, forming natural palm populations in each island of the archipelago. These populations are catalogued as priority habitats by
Nature 2000 of the European Union. In spite of the importance of
the species, there are few scientific studies of the genetics, ecology,
reproductive biology or phytopathology of P. canariensis, which are needed for the management and conservation of this genetic resource in
the Canaries. In addition, the massive introduction of the date palm to
the Canarian archipelago has generated a strong introgression within
the gene pool of Phoenix canariensis in the archipelago. Also, P. canariensis is an economically important species because in some islands palm
honey is produced from the sap (known as guarapo). We present a complete and up to date picture of the current state of the natural populations of Phoenix canariensis in the Canary Islands, providing information
about current research lines in Phoenix canariensis, as well as describing
future prospects for the establishment of guidelines for action in a
management plan for these populations.
112
Sessione - ECOLOGIA ED ETNOBOTANICA
A REVIEW OF ETHNOBOTANICAL USES OF
CHAMAEROPS HUMILIS L. IN THE
MEDITERRANEAN BASIN
1
Laura CORNARA, 1A. LA ROCCA, 2C. LITTARDI,
3
R. CASTELLANA, 1M.G.MARIOTTI
1
Università degli Studi di Genova, Dip.Te.Ris.- Polo Botanico Hanbury, Italy,
2
CSRP-Italia, 3CRP-France
Chamaerops humilis L., European Fan Palm or dwarf-palm, is one of
only two palms native to Europe, togheter with Phoenix theophrasti Greuter, the Cretan date palm, native to the eastern Mediterranean region.
Today C. humilis is spread and common through the western Mediterranean Basin, however, good evidence from fossil record, literature data
and artistic-archaeological findings show that formerly this palm also
grew in the eastern part of the Mediterranean Basin (Friedrich et al.
1977; Friedrich, 1978).
Nowadays the presence of this species is mainly related to its ornamental
value, but since ancient times many different uses of this palm have been
reported, in particular for crafts (Theophrastus, IV sec a.C.) and for alimentary purposes (Cicerone, Verrine, about 70 a.C.). Various traditional
uses of this palm were still very common during the XIX sec. and at the
beginning of XX sec., particularly in Sicily and Sardinia, Spain and North
Africa (Cusa, 1873; Lo Forte, 1929).
Our review on ethnobotany of C. humilis in the Mediterranen basin show
that it is still used for craft (about 52 %), food (24%) and medicine (12%).
The plant is mainly used for basket weaving and other handmade craft
objects, such as brooms, brushes, chair seats, hats, mats, ropes and fans.
In addition, the use as food of palm-hearts, seedlings, roots and dates
is also common in small villages of Sardinia and North Africa. In several regions of North Africa the medicinal properties of this palm, mainly
diuretic ones, are also well known.
Our data suggest that the exploitation of the dwarf palm since long ago,
could have had a role in the reduction of its range in the eastern part of
the Mediterranean Basin. It is therefore important to safeguard spontaneous populations, which can still be found along the European coasts.
In addition, thanks to its ability to colonize semi-arid and rocky coastal
zones, where hostile conditions preclude the establishment to many plant
species, C. humilis may contribute to reduce desertification processes.
Laura
CORNARA
References
Friedrich W.L., Pichler H. and Kussmaul S., 1977. Quaternary pyroclastics
from Santorini, Greece, and their significance for the Mediterranean palaeoclimate.
Bull. geol. Soc. Denmark, 26: 27-39.
Friedrich, W.L. 1978. Thera and the Aegean World II. Papers and Proceedings
of the Second International Scientific Congress, Santorini, Greece, August 1978.
113
GENETICA ED ETNOBOTANICA
Pages: 109 - 128, Geological Institute, Aarhus University, 8000 Aarhus
C, Denmark.
Lo Forte G., 1929. La Botanica pittoresca. Casa - Ed. Sonzonio, Milano.
Cusa S., 1873. Il libro intorno alle palme.
http://www.comune.palermo.it/archivio_biografico_comunale/archivio.htm
114
Sessione - ECOLOGIA ED ETNOBOTANICA
L’IMPACT CULTUREL ET SOCIAL
LIÉ AU PALMIER DATTIER CHEZ
LES SOCIÉTÉS OASIENNES
Malika BENNACEUR1,2, A. BENKHALIFA3
1
Université d’Oran Es-Sénia-Faculté des Sciences-Département de Biologie Oran, Algérie
2
Laboratoire de recherches sur les zones arides-USTHB, Alger-Algérie
3
Ecole Normale Supérieur El-Ibrahimi Kouba, Département des sciences naturelles,
Alger-Algérie
Malika
BENNACEUR
L’oasis au Sahara constitue un agro-écosystème complexe. Son fonctionnement et sa pérennité dépendent totalement de l’intervention de
l’homme et des rapports socio-économiques entre les sociétés. Le palmier dattier est l’élément structurant de l’oasis, c’est la plante fruitière
qui s’adapte le mieux au milieu extrêmement aride. Il valorise au mieux
les ressources rares comme l’eau et autour de laquelle l’homme organise sa vie sociale et économique au Sahara. C’est ainsi que le palmier
dattier, nourricier et protecteur, sert à la construction d’habitat : son
stipe et ses feuilles fournissent les matériaux de construction des maisons (portes, poutres, charpentes) et des clôtures. De la base du tronc à
la pointe des palmes, tout est recyclé et transformé en objets familiers
(chaise, lit, éventail, tapis, couscoussier, panier, etc.). Plus de cent usages sont énumérés ou décrits dans les coutumes et pratiques oasiennes.
La production du palmier comme “ arbre de vie ” permet et favorise les
systèmes d’échanges pour des produits de première nécessité (thé, sucre, céréales, laine, viandes, etc.) entre des communautés différentes.
L’artisanat induit par les sous produits du palmier dattier a eu pour
effet de maintenir une diversité variétale dans les palmeraies traditionnelles et de créer ainsi une dynamique dans une économie locale et de
favoriser une production artistique (tableaux, sculpture, etc.).
Le palmier dattier est porteur de symboles multiples, il est évident qu’il
soit aussi sacré et vénéré par les religions. Depuis fort longtemps, la
médecine traditionnelle a utilisé différentes préparations de dattes comme remèdes contre certaines pathologies telles que celles liées à l’appareil digestif, urinaire, ophtalmique, etc. et comme produits cosmétiques.
L’utilisation du pollen dans le traitement de la stérilité chez les hommes
et l’augmentation du lait chez la femme allaitante lui confère un symbole de fécondité.
Par ailleurs, le palmier dattier fait l’objet d’une culture locale à travers
des contes, des proverbes, des citations, des chants et des récits autour
des pratiques culturales (plantation, pollinisation, récolte de dattes).
Les biotechnologies modernes pourraient ouvrir des perspectives nouvelles pour l’exploitation du palmier dattier visant à l’identification de
nouvelles molécules bioactives destinées à l’industrie pharmaceutique,
cosmétique et agroalimentaire et éventuellement dans la production de
sucre et du bioéthanol.
115
GENETICA ED ETNOBOTANICA
20 NOVEMBRE 2010
SESSIONE PALMETI MARGINALI URBANI
GENETICA ED ETNOBOTANICA
118
Sessione - PALMETI MARGINALI E URBANI
CRITERIOS PARA LA EVALUACIÓN
PATRIMONIAL EN EL PALMERAL DE ELCHE Y
SU ADAPTACIÓN EDUCATIVA
Carlos Ortiz MAYORDOMO, L. GRACIA I VICENTE,
IES M. HERNANDEZ, IES S. MARCO
Conselleria de Educación. Generalitat Valenciana. España
El Palmeral de Elche constituye un enclave milenario situado al sur de
la Comunidad Valenciana, único en España y en Europa, poseedor de
un gran valor histórico, económico y cultural. Su zona más antigua está
catalogada como Patrimonio de la Humanidad y fue incluida en la Lista
de Patrimonio Mundial de la UNESCO en el año 2000 como bien de
carácter cultural. Fue catalogado como lugar, aunque hoy lo sería como
Paisaje Cultural. Existen seis criterios UNESCO de valor aplicables a
bienes culturales, además del imprescindible de autenticidad estructural y funcional. Los aplicados en el Palmeral son los siguientes:
· Criterio (ii): Los palmerales de Elche constituyen un ejemplo destacado de transferencia de un paisaje típico de una cultura y de un continente a otro, en este caso de África del Norte a Europa.
· Criterio (v): El palmeral es un rasgo característico del paisaje de África
del Norte, importado en Europa bajo la ocupación árabe de una gran
parte de la Península Ibérica, y que ha sobrevivido hasta hoy. El antiguo sistema de regadío, que sigue en funcionamiento, tiene un interés
particular.
Se resaltan como valores la transferencia intercultural de un paisaje
productivo, su pervivencia en un ámbito geográfico y cultural diferente
del original y el funcionamiento de un sistema de riego milenario. Los
compromisos inherentes a la distinción implican la conservación y protección del bien para su transmisión íntegra a las generaciones futuras
y la difusión educativa de su relevancia (UNESCO 1972).
El palmeral se encuentra desde hace decenios en una fase de decadencia, como consecuencia de los cambios socioeconómicos relacionados
con las nuevas exigencias económicas. A principios del siglo XXI la
agricultura ha pasado a ser una actividad marginal en la zona histórica,
como en tantos otros paisajes culturales. Los cultivos históricos son
frecuentemente sostenibles (criterio de valor), aportan diversidad biológica y paisajística y en muchos casos belleza (aspectos de valor). La
necesidad de producción de alimentos para la subsistencia los ha mantenido vivos en muchos casos hasta nuestros días, pero en la actualidad su
productividad agraria y su rendimiento económico son menores que en los
cultivos intensivos. Esos paisajes culturales, que precisan de una acción
humana constructiva permanente en interacción recíproca con el medio,
están siendo abandonados, destruidos o desvirtuados en los países desarrollados, y frecuentemente quedan inmersos en una trama urbana.
Los huertos son las unidades agrícolas productivas funcionales tradi119
GENETICA ED ETNOBOTANICA
cionales características en el campo de Elche. Presentan una estructura
artificial típica en retícula vinculada a los canales de riego, lejos de la
idea turística de “bosque”. Para proteger el palmeral hay que mantener
los huertos y su sistema de regadío incluso con preferencia a las palmeras individuales, más protegidas por normativa. El Ayuntamiento de
Elche realizó un censo en 1998, contabilizando un total de 181.138
palmeras. Ese proceso era necesario para la protección, de acuerdo con
lo establecido en la Ley 1/1986 G.V. y el Decreto 133/1986 G.V. de
tutela del Palmeral de Elche.
Para las formaciones de palmeras ilicitanas, las escalas de estudio posibles son al menos las que se exponen a continuación, de menor a mayor
extensión superficial
· Ejemplares individuales de palmera. Incluye las palmeras ejemplares
· Formaciones de poca extensión que no forman huerto, tales como
alineaciones o pequeñas agrupaciones de palmeras.
· Huertos individuales, explotaciones agrarias tradicionales funcionales, que constituyen las unidades paisajísticas básicas más lógicas
para el estudio, la evaluación y la gestión.
· Zonas o manchas de palmeral continuas extensas.
· Partidas rurales. Perspectiva general de todo el término municipal.
La escala más razonable para seleccionar la unidad paisajística deriva
de dar preferencia a la valoración de las estructuras productivas más
características del palmeral y a su estado de conservación: huertos y
alineaciones de palmeras. A escala territorial más amplia puede ser útil
el nivel de partida rural, por su delimitación clara y la disponibilidad de
datos estadísticos.
La perspectiva general, utilizada para establecer criterios de evaluación
patrimonial útiles, incluso en otros enclaves similares se resume en unos
pocos objetivos, de los que deriva una metodología apropiada:
· Conocer el estado del medio físico y humano relacionado con el
palmeral.
· Establecer un diagnóstico sobre su evolución y situación actual.
· Proponer un modelo idealizado con el que contrastar la realidad.
· Proponer indicadores útiles para comparar la realidad con el modelo propuesto.
· Aportar instrumentos útiles para la gestión adecuada del Paisaje Cultural.
Para la evaluación se ha seguido un método mixto, compaginando el
criterio de subjetividad compartida en grupo de expertos con el indirecto desagregado en componentes e integrado en un indicador final.
La evaluación integral es un proceso complejo que necesariamente debería considerar un sistema configurado como mínimo sobre tres ejes
para la valoración en un instante dado:
120
Sessione - PALMETI MARGINALI E URBANI
· Calidad del entorno físico: estado ambiental y patrimonial del paisaje
como entidad física en un momento dado. Es el ámbito desarrollado
en la presente aportación.
· Eje socioeconómico: valoración ambiental y económica de las diferentes opciones y de las preferencias y expectativas sociales sobre el
uso del espacio considerado.
· Eje de autenticidad-fragilidad: autenticidad estructural (materiales,
formas, medidas, aspecto…) y funcional (usos, gestión, patrimonio
intangible…), integridad, capacidad de absorción de impactos.
Hemos propuesto una metodología para la valoración física del paisaje a
escala de huerto desarrollando un índice de calidad integrado cuyo valor
máximo es de 100 puntos, construido en torno a tres núcleos principales,
cuyos componentes pueden ser expresados a diferentes niveles de carga
cuantitativa. Varios de estos aspectos están relacionados con el criterio
de autenticidad en su doble vertiente de estructural y funcional, aunque
no son una medida directa de la misma. El objetivo es llegar a un sistema
de rangos para cada variable que dé por acumulación sumativa un número indicativo del valor patrimonial total de cada huerto. Los tres núcleos
de la evaluación de estado físico de los huertos son:
1. Características de la población de palmeras. Con un valor máximo
del 35% sobre el total:
· Densidad superficial de palmeras. 10
·
Edad de las palmeras, medida como altura media. 10
·
Renovación de la población: proporción entre palmeras jóvenes y adultas. 10
·
Estado vegetativo de las palmeras. 10
2. Configuración tradicional del huerto. Con un valor máximo del 35%
sobre el total:
· Estado, estructura y tamaño de la retícula periférica de palmeras en los bancales. 15
·
Estado y disponibilidad del riego tradicional. 10
·
Uso de los bancales interiores del huerto. 10
3. Factores complementarios relevantes. Con un valor máximo del 30%
sobre el total:
· Singularidades. 10
·
Ausencia de impactos internos. 10
·
Calidad del entorno externo. 10
De acuerdo con los fines declarados por la UNESCO y por otros organismos supranacionales en convenios internacionales (Recomendaciones UNESCO de 1972, Convenio Europeo del Paisaje de 2000, etc.), la
difusión de los valores históricos entre la población es una obligación
121
GENETICA ED ETNOBOTANICA
de primer orden para los gestores del patrimonio, tanto más si éste
tiene una proyección mundial, lo que implica el desarrollo permanente
de una acción educativa. En la actualidad el palmeral histórico de Elche
ha quedado inmerso en un entorno urbano como paisaje agrario relicto, con lo que la transmisión cultural intergeneracional natural y la
formación en el saber hacer y en sus usos y valores históricos se ha
visto severamente limitada. A partir de los criterios de autenticidad
descritos y de la metodología propuesta, hemos elaborado estrategias y
materiales enfocados a su difusión a diferentes niveles.
En el ámbito de la educación formal hemos desarrollado actividades
dirigidas a profesores a través de centros específicos de formación
([email protected]) con los siguientes objetivos:
· Difundir entre los docentes los valores reconocidos por la UNESCO en el Palmeral de Elche.
· Identificar y conocer conceptos patrimoniales, ambientales y paisajísticos en el Palmeral histórico.
· Aplicar técnicas de valoración paisajística en el Patrimonio Mundial.
· Conocer aplicaciones didácticas sobre paisajismo en el Patrimonio
Mundial.
Hemos elaborado materiales para diferentes niveles educativos, poniendo en práctica estrategias procedimentales propias de la metodología
de análisis y valoración del paisaje. Los objetivos en cada etapa son:
En el nivel de primaria (hasta 12 años), identificar, comprender y establecer relaciones afectivas con el patrimonio. Para ello se ha elaborado
un cuaderno de campo adaptado a la visita de un huerto patrimonial.
En él, a través de dos personajes significativos, un niño fenicio y una
niña musulmana, se introduce al alumno en el origen, organización y
usos del palmeral. También se ha redactado un texto de apoyo dirigido
a los profesores que complementa el cuaderno del alumno.
Respecto a la educación secundaria (de 12 a 16 años), describir el paisaje de un modo más riguroso, para lo que se utilizan elementos sistematizados en formato de matrices, en las que se ordenan y estructuran
los aspectos patrimoniales principales que los alumnos han de saber
identificar en este paisaje. Deben “saber ver”.
Para etapas superiores, aprender a valorar de un modo cuantitativo, o
como mínimo ordinal, los diferentes elementos que conforman el patrimonio mediante técnicas adaptadas a la realidad concreta del Palmeral de
Elche. El alumnado ha de manejar índices y cuantificar la aportación de
cada elemento al valor patrimonial global, integrando finalmente las valoraciones parciales, a la vez que adquirir una perspectiva general.
122
Sessione - PALMETI MARGINALI E URBANI
IL CAMBIAMENTO DEL PAESAGGIO
ATTRAVERSO L’ICONOGRAFIA: L’ESEMPIO
DEL PALMETO STORICO DI BORDIGHERA
Paolo VEZIANO1, R. CASTELLANA2
1
Phoenix project - Italy, 2CRP-France
Paolo
VEZIANO
L’objet de cette recherche s’inscrit dans les travaux concernant le statut
du document iconographique comme source d’infomation historique.
Le sujet étudié, relatif à l’histoire des évolutions du paysage, s’appuie
sur une importante collecte d’images qui couvre environ deux siècles.
Les documents rassemblés à ce jour ont été mis en relation avec d’autres sources d’information:
* les sources historiques traditionnelles
* le recueil de témoignages issus de la tradition orale
* le recueil de témoignages matériels.
L’analyse de ces documents a fait par ailleurs appel à des collaborations
interdisciplinaires, histoire, archéologie, botanique, agronomie, écologie et biologie.
Les premiers résultats de cette approche originale apportent des éléments nouveaux pour la connaissance du site étudié, par rapport aux
sources historiques traditionnelles. Ils ouvrent aussi de riches perspectives pour des études ultérieures. La modélisation paysagère sera l’un
des axes principaux des recherches futures. A côté des thèmes déjà
mentionnés, elle devrait aussi permettre de projeter les évolutions prochaines du paysage, et d’ouvrir des options aux gestionnaires du site,
propriétaires privés et pouvoirs publics.
123
GENETICA ED ETNOBOTANICA
IL COMMERCIO DELLE PALME DI SANREMO E
BORDIGHERA E IL “PRIVILEGIO” DELLA
FAMIGLIA BRESCA
Alessandro CARASSALE
Asso Lab StArT AM (Associazione Laboratorio Studi Storici Archeologia Architettura
Arte Archivistica Territorio Transfrontaliero Alpi Marittime)
Alessandro
CARASSALE
La presenza delle palme nell’estremo Ponente ligure rappresenta, a partire dal tardo Medioevo, uno dei tratti originali del paesaggio agrario di
questo lembo periferico della regione. La loro coltivazione e progressiva diffusione, oltre che per la mitezza del clima, va messa in stretta
relazione ad una indubbia valenza economica: le foglie, infatti, erano
richieste sia dalle comunità ebraiche per la “Festa dei Tabernacoli o
delle Capanne”, che si celebra in autunno, sia dai cattolici, per il rito
della domenica che precede la Pasqua. Un commercio che ha riguardato prima Sanremo, dove le piante caratterizzavano i siti della Foce e di
Pian di Poma, e poi, dal Settecento, Bordighera, capace di sfruttare un
crescente disinteresse dei Matuziani nei confronti di questa piccola fonte
di guadagno. Un discorso a parte merita la famiglia Bresca, la quale
godeva del privilegio di donare le foglie al Papa e al Vaticano in occasione della Settimana Santa. L’origine di tale concessione da sempre è
fatta risalire al “contributo” che tale Capitan Benedetto ebbe nel favorire l’innalzamento dell’obelisco di Piazza San Pietro, a Roma, nel
1586. Pur mancando un atto risalente al periodo in questione che parli
della “leggendaria” vicenda, nei secoli successivi non sono pochi i documenti rinvenuti negli archivi che confermano tale diritto, goduto fino
alla morte (avvenuta in Genova) di Vittorio Amedeo, discendente in
linea diretta: privo di eredi maschi, gli unici a cui l’onore può essere
trasmesso, la tradizione si è interrotta.
124
Sessione - PALMETI MARGINALI E URBANI
PHOENIX
DACTYLIFERA AND PHOENIX
SYLVESTRIS SAMPLING IN NORTH-WEST
INDIA: INVESTIGATION IN THEIR COMPLEX
RELATIONSHIPS
Muriel GROS-BALTHAZARD1,2, C. NEWTON1,3, S. IVORRA1,
J. C. PINTAUD2, J.F. TERRAL1
1
CBAE (Centre de Bio-Archéologie et d’Ecologie), UMR5059 CNRS / UM2 / EPHE,
Equipe Ressources Biologiques, Sociétés, Biodiversité, Institut de Botanique
(Université Montpellier 2) Montpellier, France, 2IRD (Institut de Recherche pour le
Développement), UMR DIA-PC Montpellier, France, 3Department of Archaeology,
University of Nottingham, University Park, Nottingham , UK
Muriel
GROS-BALTHAZARD
The cultivated date palm (Phoenix dactylifera) and the wild Phoenix sylvestris occur in sympatry in Pakistan and North-Western India. Their
morphological proximity and the occurrence of hybrids suggest a close affinity within the genus Phoenix confirmed by recent genetic studies. Nevertheless, their phylogenetic relationships are still dubious.
Besides, Phoenix sylvestris has often been regarded as the wild progenitor
of the cultivated date palm. A microsatellite study has discarded this
hypothesis, suggesting however a possible occurrence of hybridisation
events during the expansion of date palm cultivation.
A sampling campaign was carried out in Gujarat and Rajasthan (India)
leading to the collection of seeds and leaflets of a hundred individuals
from both species. It also allowed us to observe cultivation practices,
thereby confirming several characteristics of the Indian “traditional”
mode of cultivation:
· Artificial pollination is practiced, but the multiplication of date palms is done by seed, without the practice of cloning. This explains
the lack of cultivated varieties, bar those introduced from the Persian Gulf.
· The onset of the rainy season following a monsoonal pattern during the period of ripening of the fruit has encouraged the selection
(within the population of seedlings) of individuals whose fruit are
edible at the earliest stage of maturation.
· In exceptional circumstances, pollen from Phoenix sylvestris may be
used to pollinate cultivated Phoenix dactylifera.
The subsequent seed morphometric and genetic studies carried out on
the sampled material should promote the understanding of the past
and present relationships between the cultivated date palm and the wild
Phoenix sylvestris.
125
GENETICA ED ETNOBOTANICA
CARACTÉRISTIQUES
CULTURALES D’UNE
PALMERAIE NATURELLE DE TUNISIE :
PALMERAIE DE KERKENNAH
Mohamed BEN SALAH
Chercheur Laboratoire d’Aridologie et Cultures Oasiennes Institut
des Régions Arides, Tunisie
Mohamed
BEN SALAH
L’ancienneté du palmier comme les autres productions agricoles est
indiscutable que les îles Kerkennah. Certains auteurs émettent l’hypothèse que c’étaient bien les carthaginois qui sont à l’origine de l’introduction des pratiques agricoles comme la culture de l’olivier et certaines
pratiques culinaires comme l’usage des dattes, raisins et figues sèches
dans les mets divers des îles.
La palmeraie de Kerkennah, même si elle n’est pas une palmeraie cultivée comme celles des oasis littorales plus au sud, renferme une grande
richesse génétique. Des types variétaux adaptés à différents usages :
dattes à consommer fraiches ou conservées et les sous produits (comme les palmes très recherchées pour la pêche traditionnelle et aussi les
troncs et bases de rachis foliaires utilisés en construction) sont abondants.
La palmerai a subit la fin du siècle derniers tout types de pressions :
abondons, salinisation des sols, abattage exagéré pour la reconversion
urbaine des terres agricoles et la sur exploitation.
Un regain d’intérêt est tout autant remarqué ces dernières décennies.
Des travaux actuels de sélection font ressortir des tètes de clones intéressants.
Ce papier présente l’état de la palmeraie et les usages et émet des recommandations pour sa conservation et valorisation.
126
Sessione - PALMETI MARGINALI E URBANI
RÉHABILITATION ET VALORISATION DE LA
PALMERAIE DE MARRAKECH
Mohamed Aziz ELHOUMAIZI1, A. MEDDICH2
1
Faculté des sciences, Département de Biologie,
Université Mohammed Premier Oujda, Maroc
2
Responsable technique du projet Sauvegarde de la Palmeraie
Wilaya de Marrakech Commune urbaine de Marrakech, Maroc
Plantée sous la dynastie des Almoravides, la Palmeraie de Marrakech
constitue une richesse naturelle intéressante et un patrimoine touristique diversifié. La Ville de Marrakech a été classée deux fois comme
patrimoine oral international de l’humanité et patrimoine universel de
l’humanité.
La surface de la Palmeraie a connu une régression importante. Elle a
passé de 16 000 hectares en 1929 à 7 700 hectares en 1990. En 1990,
près de 90 hectares de la palmeraie étaient construits. En 2003, 499
hectares sont construits dans ce site emblématique de la ville ocre, soit
une perte de plus de 19% de la surface en 14 ans.
Dans la quasi-totalité des jardins de la palmeraie de Marrakech; les palmiers ont été délaissés et les techniques culturales sont peu pratiquées
au niveau de la fertilisation, de la protection des régimes, de la pollinisation et de l’irrigation. La palmeraie de Marrakech revêt un aspect très
particulier de forêt ou l’on pratique encore la cueillette des dattes.
Afin de réhabiliter cette Palmeraie, un programme de Sauvegarde et de
Développement de la Palmeraie de Marrakech a été lancé sur une durée
de 10 ans par la Fondation Mohammed VI pour la Protection de l’Environnement Maître d’ouvrage du Projet au niveau National. Le programme dont ces objectifs est de planter près de 430 000 jeunes palmiers et d’entretenir plus 100 000 palmiers existants.
Dans le cadre de ce projet 386 761 plants dattiers ont été plantés à ce
jour ainsi que la culture et plantation de 39 540 rejets de palmiers sélectionnés et des variétés précoces issues de la culture in vitro notamment
Boufegouss, Aguelide, Ahardane et Barhee ainsi que des variétés tardives de Mejhool. De même 72 184 palmiers dattiers ont été entretenus.
Plusieurs autres actions sont en cours de développement pour mieux
valoriser la Palmeraie de Marrakech telles que la conduite des essais de
compostage de plusieurs types de déchets verts de la ville, pour leur
transformation en compost valorisable en Agriculture afin d’améliorer
la croissance du palmier dattier. De même, l’acheminement des eaux
usées traitées au degré 3 sont en cours de réalisation; ce qui permettra
sans doute une économie des eaux d’arrosage de cet écosystème hautement apprécié.
Mohamed Aziz
ELHOUMAIZI
127
128
CAVALIERI
DELLE
PALME
129
Cavalieri delle Palme
Momento tradizionale all’interno della Biennale Europea, la nomina dei
Cavalieri è un rito molto atteso dagli addetti al settore. Voluto dal Centro
Studi e Ricerche per le Palme, il riconoscimento viene assegnato per meriti
acquisiti a quanti si sono distinti per ricerca, passione e devozione nell’approfondimento del patrimonio palmicolo. Il piatto in argento con
l’effigie del Centro Studi e Ricerche per le Palme è stato assegnato per la
VI Biennale a Biagio Scannello del Comune di Salerno, James Tregear e
Frédérique Aberlenc-Bertossi dell’Institut de Recherche pour le développement di Montpellier. Per la prima volta dell’istituzione del riconoscimento, il Centro studi e Ricerche per le Palme ha deciso di assegnare la
nomina ad una donna, Frédérique Aberlenc-Bertossi, ricercatrice particolarmente attiva nel campo della ricerca sulla variabilità genetica della
palma dattilifera, con il Progetto MERSI, che vede impegnati molti paesi
europei, tra cui anche l’Italia con il CRA-FSO di Sanremo e lo stesso
Centro studi e Ricerche per le Palme, e africani.
Claudio Littardi, Presidente del Centro Studi e Ricerche per le Palme, ha
inoltre assegnato un riconoscimento alla memoria di Mokhtar Trifi, ricercatore tunisino grande uomo di scienza che ha dedicato la vita allo
studio delle palme. A ritirare la targa in suo onore è stata la collega Salwa
Zehdi dell’Université El Manar che consegnerà alla famiglia di Trifi, prematuramente scomparso poco prima della VI Biennale, l’attestazione di
stima voluta dall’Associazione e dai gruppi di ricerca ad essa legati.
Inaspettato è giunto anche il riconoscimento per l’Assessore Gianni
Berrino, per “l’aver creduto fin dalla sua nascita ai Dies Palmarum, per il
sostegno morale e l’attenzione che ha saputo riservare alla Biennale
delle Palme, ma soprattutto per la sensibilità e la passione che ha impiegato per il patrimonio ambientale di Sanremo”.
I nomi dei tre Cavalieri saranno inseriti nel prezioso volume di fibra di
palma conservato presso il Comune di Sanremo.
Da sinistra:
G. Berrino,
C. Littardi e i Cavalieri
delle Palme 2010
J.W. Tregear,
F. Aberlenc-Bertossi e
B. Scanniello
130
Cavalieri delle Palme
Il Volume in fibra di palma
131
Cavalieri delle Palme
I Cavalieri delle Palme 2010
132
Cavalieri delle Palme
DIES PALMARUM 2010
133
Dies Palmarum 2010
Palafiori Sanremo
Foglie di palme intrecciate nella tradizione religiosa mediterranea
134
Dies Palmarum 2010
Tavolo dei relatori
La platea del Palafiori
135
Dies Palmarum 2010
Particolare della sala Ninfea
136
Dies Palmarum 2010
POTATURA DELLE PALME
BIOLOGIA, ECOLOGIA E TECNICHE DI RISALITA
137
Potatura delle palme – Biologia, ecologia e tecniche di risalita
L’Accademia delle Palme diploma 30 nuovi potatori
Nell’ambito della VI Biennale Europea delle Palme, si è tenuto presso Villa Nobel dal 15 al 17
novembre, il corso di formazione ‘Potatura delle palme – Biologia, ecologia e tecniche
di risalita’.
Primo impegno della settimana dedicata alle palme, il corso ha registrato grande interesse, come
testimonia la partecipazione di 30 iscritti provenienti da Italia, Spagna, Portogallo, Grecia, Belgio, Brasile e Ucraina, tra cui spicca una nutrita componente femminile. ‘Potatura delle palme –
Biologia, ecologia e tecniche di risalita’ è stato organizzato dall’Accademia delle Palme che ha
sede a Sanremo, un istituto creato appositamente per formare operatori tecnici e appassionati
proponendo percorsi didattici di alto livello, e dalla Scuola Agraria del Parco di Monza.
Dopo due giorni di teoria in aula, alla presenza del Dott. Claudio Littardi, Presidente del
Centro Studi e Ricerche per le Palme, del Dott. José Plumed Sancho, specialista in arboricoltura presso il Jardín Botánico de la Universítat de Valencia, del Dott. Bernabé Moya
Sanchez, e del Dott. José Moya Sanchez, rispettivamente direttore e agronomo del Departe-
L’istruttore J. Plumed
Sancho insegna
i primi passi con la
“bicicletta”
138
Potatura delle palme – Biologia, ecologia e tecniche di risalita
mento de Árbores Monumentales Diputación de Valencia, gli allievi hanno affrontato la parte
pratica presso i giardini di Villa Ormond, apprendendo le principali tecniche di potatura con
il metodo della “risalita in bicicletta”.
La Bicicletta delle palme permette la risalita su superficie, consentendo di lavorare in sicurezza e
comodità sulle palme di qualsiasi dimensione e altezza. Essa permette un’agevole progressione lungo lo stipite della palma, al quale l’operatore si assicura attraverso un imbrago in vita
che abbraccia il tronco, mentre ai piedi calza una sorta di ramponi, non chiodati, che cingono
il medesimo fusto all’altezza delle ginocchia, agevolandolo in tutta sicurezza nell’ascesa.
Grazie all’attrezzatura messa a disposizione dal Consorzio Il Cammino di Sanremo, da anni
attivo nel settore ambientale, e alla presenza di giardinieri esperti in potatura, gli allievi di
‘Potatura delle palme – Biologia, ecologia e tecniche di risalita’ si sono cimentati anche in una
simulazione di soccorso in caso di caduta.
I primi esemplari della Bicicletta delle palme sono giunti in Italia nel 1998. L’anno successivo, tra
i primi, il Centro Studi e Ricerche per le Palme organizzò il I° ‘Corso di Tecnica con risalita su
bicicletta’, formando così sul territorio, tecnici competenti e abili nella potatura di specie
arboree di grandi dimensioni, tra cui le palme. Da allora l’Accademia delle Palme ha diplomato decine di tecnici provenienti da tutt’Italia, e da alcuni anni, anche dai paesi costieri dell’area
mediterranea.
Ai 30 allievi è stato rilasciato un attestato, riconoscimento che permetterà loro di poter operare in sicurezza e con nozioni biologiche ed ecologiche più precise.
Corretta postura e prove di risalita
139
Potatura delle palme – Biologia, ecologia e tecniche di risalita
I partecipanti al corso in ordine sparso: Beretta Andrea, Batai Eno, Bogdan Bilous, Chiappa Piero, Cima Piero, Gimelli
Vittorio, Grilli Juri, Martinez Pena Alejandro, Martinez De Altube Ma Del Mar, Middioni Gaetano, Nomikou Maria,
Nomikou Maria, Petronzi Francesco, Roggero Mauro, Sapia Danilo, Scotto Giuseppe, Skenteridis Pavlos, Tsampouraki
Elpida, Varela Kalliopi. Al centro in prima fila, da sinistra: C. Littardi, J. Moya Sanchez, J. Plumed Sancho.
140
Potatura delle palme – Biologia, ecologia e tecniche di risalita
FOGLIE DI PALME INTRECCIATE
NELLA TRADIZIONE RELIGIOSA MEDITERRANEA
141
Foglie di palme intrecciate nella tradizione religiosa mediterranea
Intreccio tradizionale
sardo
(coll. Nevina Dore
e D. Ignazio Orrù)
142
Foglie di palme intrecciate nella tradizione religiosa mediterranea
Palma intrecciata
nella tradizione
cristiana in Oristano
(coll. Nevina Dore
e D. Ignazio Orrù)
143
Foglie di palme intrecciate nella tradizione religiosa mediterranea
Laura Cornara
a lezioni di intreccio con
Henriqueta Verdu Gomez
Esempi di intreccio
144
Foglie di palme intrecciate nella tradizione religiosa mediterranea
APPENDICE
DICHIARAZIONE PER LA SAVAGUARDIA DELLE PALME
145
A conclusione di Dies Palmarum 2008, un gruppo di esperti italiani, francesi e spagnoli ha redatto la
Dichiarazione per la Salvaguardia delle palme.
La Carta riconosce alle palme il ruolo di ‘esseri viventi’ e le pone al centro dell’attenzione del mondo scientifico
e non solo, riservando loro il diritto alla salvaguardia, al rispetto e alla dignità che meritano.
Gli esperti evidenziavano i danni e i rischi legati al commercio indiscriminato di palme sradicate dal loro
habitat naturale per soddisfare le richieste di un’urbanizzazione spesso sfrenata. Allo stesso tempo la diffusione sempre maggiore di patogeni e fitofagi che giungono d’oltre mare, non può essere contrastata proponendo una
serie di interventi definiti ‘curativi’ al di fuori delle prescrizioni dei Servizi fitosanitari e non confermati da
comprovata sperimentazione scientifica.
Il documento redatto nella primavera del 2008 si rivela sempre più attuale ed è confermato dalla recente
ricerca, come è emerso durante la VI Biennale Europea delle Palme.
146
DIES PALMARUM 2008
DA SANREMO UNA
DICHIARAZIONE PER LA
SALVAGUARDIA DELLE PALME
A Sanremo, dal 12 al 14 marzo 2008, si è svolta la V° Biennale Europea
delle Palme, “Dies Palmarum”. L’evento, organizzato dal Centro Studi e Ricerche per le Palme e dal Comune di Sanremo, ha avuto come
tema “ le palme del Mediterraneo e la minaccia dei nuovi predatori”.
L’appuntamento ha riunito esperti internazionali provenienti da tutto il
mondo, ricercatori universitari, fitopatologi del settore ornamentale,
amministratori, entomologi, biologi, botanici, funzionari dei servizi fitosanitrari, associazioni professionali e amatoriali, vivaisti e rappresentanti di aziende per la produzione di agrofarmaci. E’ stata una preziosa
occasione per esaminare la situazione, proporre azioni e suggerire strategie e raccomandazioni su come affrontare le gravissime emergenze
che hanno colpito, e che stanno decimando, le palme d’Europa e di
molte altre parti del mondo.
La grave situazione in cui versano le palme è la conseguenza della introduzione, negli ultimi anni, di nuove e terribili piaghe, come il punteruolo rosso Rhynchophorus ferrugineus Olivier, la Paysandisia Paysandisia
archon Burmeister, la diocalandra (Diocalandra frumenti Fabricius e il Fusarium oxysporum f.sp. albedinis, f.sp. canariensis
E’ a rischio l’intero patrimonio di palme dell’Europa, sia sotto il profilo
naturale che culturale, turistico ed economico. La minaccia riguarda
tutto il patrimonio naturale, ecologico e della biodiversità, tanto biologica come genetica, che formano le popolazioni naturali delle palme.
In modo particolare le palme nane del sud Europa, le palme delle Canarie, nella loro area naturale d’origine, i palmeti storici formati dalle
palme da datteri come quello di Elche, dichiarato patrimonio dell’umanità, e del palmeto di Bordighera in Italia, i palmeti di Creta in Grecia,
come le collezioni botaniche di Arecaceae raccolte nei giardini botanici
di tutt’Europa e in modo più rappresentativo nel bacino del Mediterraneo (Valencia, Barcellona, Palermo, Catania, Villa Thuret, Napoli, Salerno, Roma, ect.). Nello stesso tempo sono a rischio le palme dei parchi e giardini che popolano prevalentemente la zona costiera mediterranea più caratteristica, come la Costa Azzurra francese, la Riviera italiana, spagnola e greca.
Molte di queste piante crescono in ambienti urbani per cui come con147
seguenza del loro attacco da parte dei parassiti, sono oggetto di trattamenti chimici spesso incontrollati, tanto che le ripercussioni sulla salute pubblica potrebbero rappresentare un grave pericolo per la sicurezza
dei cittadini.
Dobbiamo approfondire rapidamente le conoscenze e valutare anche
le ripercussioni sulla qualità e la sicurezza dei prodotti e degli alimenti
ottenuti soprattutto dalle palme da dattero, sia per l’alimentazione umana
che animale.
Come risposta a questa dolorosa situazione è stata elaborata questa
“Dichiarazione di Sanremo per la salvaguardia delle palme”
1) Dichiariamo che tutti questi agenti patogeni hanno provocato una
situazione critica per la conservazione di tutte le palme d’Europa e
degli altri continenti. Attualmente si quantificano in decine di migliaia gli individui morti di diverse specie di palme solo in Europa
(Italia, Francia, Grecia, Portogallo, Spagna, Gran Bretagna, Malta,
Cipro), così come in Medio Oriente, Asia, Oceania e Africa. In
Egitto, secondo le cifre disponibili, si aggira intorno a 500.000 il
numero delle palme da datteri infestate, morte e distrutte, solo a
causa del Punteruolo rosso. In funzione della espansione e dell’avanzamento della piaga e delle infestazioni rilevate negli ultimi
anni, potremmo prevedere un incremento dei danni alle palme nel
continente europeo durante i prossimi anni, quantificabile in diverse centinaia di migliaia le palme che si perderanno.
2) Si prende atto che tutti questi agenti patogeni sono stati introdotti
in Europa, inizialmente, attraverso l’importazione di palme provenienti da altri continenti, successivamente alla movimentazione di
palme e materiale infestato, per finire alle capacità proprie di espansione e diffusione di patogeni a seguito del loro avvenuto adattamento. Dobbiamo sapere che l’introduzione dei patogeni non è
stata accidentale, casuale o conseguenza del cambiamento climatico. Per il Punteruolo rosso, in origine, sono state le palme da datteri adulte importate prevalentemente dal nord Africa, e precisamente
dall’Egitto. Per la paysandisia le palme importate soprattutto dei
generi Butia e Trithrinax, insieme ad altre, provenienti dal Sud America. Per la diocalandra le palme di alcune specie del genere Areca,
Borassus, Cocos, Elaeis, Nypa e Phoenix, insieme ad altre provenienti
da India, Indonesia, Isole Canarie, Isole Salomone, Penisola malaisica, Australia, Nuova Guinea, Sri Lanka, Tanzania e Tailandia. Per
il Fusarium prevalentemente le palme da datteri provenienti dal Nord
Africa occidentale.
3) Le iniziative legislative che sono state recentemente introdotte, tanto
in ambiente europeo 2007/365 CE, come nelle singole nazioni
(Italia, Decreto del 9 novembre 2007, Spagna ORDEN APA/381/
2004 e quelle delle Comunità autonome, non hanno dato i risultati
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attesi, però sono decreti di lotta obbligatoria, per cui è richiesta
una rigida applicazione da parte delle autorità preposte. In modo
particolare esse prevedono la segnalazione obbligatoria dei focolai, la delimitazione delle aree colpite, i metodi complementari di
eradicazione e controllo, la lotta obbligatoria, i tanti controlli e la
diffusione delle informazioni. Da come possiamo valutare l’estensione delle piaga in Europa, possiamo affermare che non esistono
delle zone veramente indenni da questa infestazione, e pertanto
chiediamo che siano da questo momento osservati almeno il blocco totale delle importazioni e vietata la movimentazione incontrollata delle palme.
4) La grande diffusione di tutti questi fitofagi e infestazioni, che si è
verificata negli ultimi anni, ha dimostrato l’inefficacia e l’insuccesso delle prescrizioni legislative, dei regolamenti e dei controlli fitosanitari, in quanto non hanno consentito di individuare in modo
reale ed efficace le palme infestate. Naturalmente bisogna migliorare la cooperazione fra gli stati dei territori infestati, il coordinamento delle attività e l’uniformità di tutta la legislazione europea,
dichiarando la lotta obbligatoria, per tutti i paesi e non solo per
alcuni, nello stesso tempo è indispensabile potenziare gli aspetti
legislativi con risorse umane e finanziarie adeguate, soprattutto per
quelle destinate alla ricerca e all’approfondimento scientifico. Al
riguardo bisogna aggiungere che non vi è ancora una sufficiente
conoscenza approfondita ed esaustiva sulla biologia delle specie
patogene interessate e sul loro adattamento alle nostre latitudini
(ciclo biologico, comportamento, etc.) così come nelle loro zone
naturali d’origine (ecologia, habitat, antagonisti naturali,…)
5) Lotta integrata e organizzazione. Tutto quanto esposto in precedenza evidenzia la difficoltà e l’incertezza sull’applicazione e l’efficacia dei mezzi e dei rimedi chimici, agro-meccanici (dendrochirurgia), biologici e biotecnologici, tanto curativi quanto preventivi,
ovviamente basati su fondamenti scientifici. Nonostante alcuni
prodotti chimici siano stati autorizzati per l’impiego sulle palme
contro il “Punteruolo rosso” sul territorio nazionale, i trattamenti
di natura chimica e biologica fino ad oggi effettuati sembrano aver
dimostrato una minor efficacia in fase esecutiva. Non risulta nemmeno possibile escludere che alcuni di questi prodotti possano
provocare danni alla salute pubblica. Al momento vi sono diversi
studi in corso, ed interventi di difesa ancora in fase di sperimentazione, mentre i risultati per ora ottenuti appaiono ancora poco soddisfacenti. Per quanto riguarda l’endoterapia, tecnica che pur presenta un minore impatto ambientale, si tratta di una forma di intervento che prevede la perforazione dello stipite e che da parte delle
stesse aziende produttrici dei prodotti chimici, non è stata dimostrata in maniera certa l’entità della loro efficacia sulle palme, tanto
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che non possono ancora contare sull’avvallo pieno della comunità
scientifica, (occorre approfondire il meccanismo di assorbimento,
di traslocazione, il matabolismo, l’efficacia, la persistenza, la citotossicità e gli eventuali effetti secondari nei confronti della palma e
dell’ecosistema, etc.). Quello che sappiamo è che i danni causati
dalle applicazioni, comprendenti varie perforazioni nello stipite per
una profondità da 15 a 35 cm, mediante punta di trapano, e le
stesse necessariamente rinnovate, potrebbero recare pregiudizio per
la biomeccanica ed influire col tempo, sulla stabilità delle palme.
Le palme non hanno cambio anulare, per cui non possono riparare
i danni subiti e le fibre di sostegno in parte danneggiate con le
perforazioni, potrebbero unitamente ad altre forme di lesioni già
frequentemente presenti in modo più o meno grave, incrementare
sia pure come effetto complementare il rischio di rottura dello stipite con la caduta del capitello per diminuita resistenza biomeccanica. Questa tecnica d’intervento, seppure prevista come applicazione sperimentale anche sulle palme, dovrebbe considerarsi ancora nelle regole della “sperimentazione” e non dovrebbe offrirsi come
rimedio e preventivo, curativo sicuro o regola di controllo generale, almeno finché i dati sperimentali e la comunità scientifica non
lo dimostreranno pienamente, tanto da venire accettata ovunque
in forma ufficiale. Per il momento si sconsiglia su piante sane, qualunque trattamento chimico o meccanico che possa causare squilibrio o danni alla salute della palma. Si è anche constatato che il
Punteruolo rosso può attaccare le palme in tutte le sue parti, cominciando dalla corona (foglie, infiorescenze e infruttescenze,
spate, germoglio apicale) e, soprattutto nei casi più gravi, anche lo
stipite. La lotta integrata deve quindi essere applicata in forma organizzata e nel rispetto della legalità. Al riguardo sono gli organismi ufficiali che, attraverso i Servizi Fitosanitari, stabiliscono in
ogni paese le operazioni da eseguire nel rispetto della legge, coordinando i mezzi e i metodi di lotta. E’ obbligatoria la denuncia e
l’abbattimento delle palme infestate e la loro distruzione. La cura
effettuata con qualsiasi mezzo (endoterapia, dendrochirurgia meccanica, aspersione in chioma, etc.) anche integrati opportunamente tra di loro, dovrà essere comunque prescritta e controllata dai
Servizi Fitosanitari regionali competenti per territorio.
Le iniziative personali ed imprenditoriali non devono esistere in
questi casi, se non debitamente autorizzate dalle autorità di controllo ed accettate dalla comunità scientifica, per scongiurare di
fare cadere il problema nella trappola degli interessi commerciali.,
purtroppo frequentemente innescata.
6) Rispetto ai trattamenti e alle tecniche di mantenimento delle palme, come la potatura, bisogna assolutamente evitare il taglio delle
foglie verdi, incluso il picciolo e le infiorescenze e le infruttescen150
ze. Le foglie e i resti delle infiorescenze e infruttescenze si dovrebbero eliminare solo quando completamente morte, nel periodo
invernale e con la preventiva disinfezione degli strumenti, nonché
quella successiva sulle eventuali lesioni provocate. Allo stesso tempo si dovrà evitare l’uso di ramponi per risalire sulle palme, in quanto
causano danni irreparabili allo stipite e sono punti di trasmissione
di molte forme patologiche.
7) Le specie di palme che attualmente vengono indicate come sensibili dalla bibliografia per aver subito attacchi dal patogeno e infestazioni sono:
da parte di Rhynchophorus ferrugineus Olivier:
Chamaerops humilis L., Cocos nucifera L., Elaeis guineensis N. J. Jacuin.,
Phoenix canariensis Hort. Ex Chabaud, Phoenix dactylifera L., Phoenix
reclinata Jacquin., Phoenix roebelenii J.O’Brien., Trachycarpus fortunei (W.
J. Hooker) H.S. Wendland., Washingtonia filifera (Lindl. Ex André)
Wendl., Washingtonia robusta Wendl., Livistona ssp.
da parte di Paysandisia archon Burmeister:
Brahea ssp, Butia capitata (Mart.) Becc., Butia Yatay (Mart.) Becc.,
Chamaerops humilis L., Livistona ssp, Phoenix canariensis Hort. ex
Chabaud, Phoenix dactylifera L., Phoenix roebelenii J.O’Brien., Sabal ssp,
Trachycarpus fortunei (W. J. Hooker) H.S. Wendland., Trithrinax campestris (Burmeister) Drude & Grisebach ex Grisebach, Washingtonia
filifera (Lindl. Ex André) Wendl., Washingtonia robusta Wendl.
da parte di Diocalandra frumenti Fabricius :
Areca ssp, Cocos nucifera L., Elaeis guineensis N. J. Jacquin., Nypa fruticans Wurmb., Phoenix canariensis Hort. Ex Chabaud., Phoenix dactylifera L.
da parte di Fusarium oxysporum, f.sp. albedinis:
Phoenix dactylifera L.
da parte di Fusarium oxysporum f.sp. canariensis:
Phoenix canariensis Hort. ex Chabaud.
8) E’ necessario e imprescindibile la cooperazione e la coordinazione
di tutti gli sforzi, ricerche e sperimentazioni a livello locale, regionale, nazionale e internazionale. Così come la creazione immediata
di una commissione che rappresenti tutti gli attori principali, rappresentanti politici europei, nazionali, regionali e locali. Ricercatori
e tecnici, imprese, gestori, associazioni, etc. E’ fondamentale destinare risorse economiche sufficienti per la ricerca, eradicazione,
controllo, formazione, informazione, contenimento del danno, etc.
in quanto tutte le azioni individuali o applicate localmente, non
hanno dato risultati positivi significativi.
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9) Bisogna informare e diffondere alla popolazione con ogni mezzo,
con la massima rapidità possibile e fino all’auspicabile normalizzazione della situazione, tutto quanto oggi conosciuto, sui rischi, sulle azioni svolte e da svolgere e sui risultati che si vanno ottenendo.
Si deve inoltre consigliare di piantare palme a partire dai semi.
La situazione riproduce con straordinaria similitudine il caso della
formica argentina (Iridomyrmex humilis Mayr), verificatosi in Europa al principio del secolo scorso, con le devastazioni e le conseguenze che tutti conosciamo.
Le indicazioni fornite hanno come obiettivo la salvaguardia e la
conservazione delle palme, dei suoi paesaggi e della sua cultura in
tutt’Europa. Per questo ne proponiamo la diffusione a tutti gli organi d’informazione, affinché tecnici, amministratori e cittadini ne
vengano a conoscenza ed operino tutti per la salvaguardia del grande
patrimonio di palme ancora presente. I prossimi cinque anni saranno decisivi per cui è necessario mantenere attiva l’informazione
ed operare intensamente.
Sanremo, giugno 2008
.
Centro Studi e Ricerche per le Palme - Sanremo
Claudio Littardi, Biologia ed Ecologia Vegetale - Italia
Bernabé Moya, Botánico - España
José Plumed, Técnico especialista en Arboricultura - España
Prof. Francis Hallé, Botaniste - France
Robert Bigel, Expert en arboriculture - France
Antonia Soto, Entomóloga – España
Mariano Sanchez, Ingeniero Técnico Agrícola - España
José Moya, Ingeniero Técnico Agrícola - España
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