Untitled - Zavod Kolektiva

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Untitled - Zavod Kolektiva
Lost in Communication
KOLEKTIVA
Vesna Bukovec
Lada Cerar
Metka Zupanič
Galeria A+A, Venezia
18. 1.–8. 2. 2011
Lost in Communication
Lost in Communication è il titolo della mostra che riunisce tre artiste
slovene appartenenti alla stessa generazione, nata negli anni se­
ttanta. Tre artiste che operano autonomamente perseguendo una
ricerca individuale e al contempo collaborano insieme con il gruppo
KOLEKTIVA.
L’opera comune di KOLEKTIVA: Lost in Communication (2010) è
costituita da un intreccio di tubi colorati che invadono lo spazio in
modo caotico. Utilizzano delle grondaie componibili che possono
essere ricostruite a seconda del luogo espositivo. La struttura può
cambiare di giorno in giorno, ed in alcuni contesti presentano una
componente sonora che si propaga nello spazio esterno dall’interno
di questi canali. Il grigio metallo delle grondaie è dipinto con colori
vivaci e allegri. L’installazione è accompagnata spesso da opere a
parete che propongono delle versioni compositive alternative de­
lle grondaie, viste in miniatura, evidenziate sempre da cromatismi
accesi. I progetti di KOLEKTIVA sono di diversa natura, spaziano
dall’attività artistica vera e propria a quella curatoriale, organi­zzando
eventi artistici che realizzano attraverso delle idee semplici, carat­
terizzate da grande inventiva e semplici mezzi. Iniziative che hanno
il pregio di coinvolgere un vasto numero di artisti e non, i quali col­
laborano direttamente alla realizzazione dei progetti, come Visions
(2006), Special Place in the City (2004–) e Secret Heart (2010). Inol­
tre, alcuni progetti hanno come punto di partenza proprio l’uso dei
canali di comunicazioni, attraverso i quali lanciano bandi e concorsi
ai quali gli artisti ed il pubblico in generale sono invitati a partecipare
attivamente. Il collettivo è stato molto produttivo, in particolare
nell’ultimo anno. Numerosi progetti sono stati sviluppati simulta­
neamente ed in diversi sedi espositive, dando vita ad una presenza
capillare, una rete di connessioni in costante evoluzione.
Oltre al lavoro di KOLEKTIVA, ogni singola autrice porta avanti la
sua ricerca individuale. Vesna Bukovec da alcuni anni è impegnata
in progetti che spaziano dagli interventi che direttamente coinvol­
gono i cittadini, invitati ad esprimere la loro opinione su problemi
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legati alla loro comunità, dimostrando come l’arte possa interagire
con situazioni eterogenee. I progetti recenti Positive Illusion (2009)
scandagliano la rete alla ricerca di immagini frutto del lavoro di abili
designer e professionisti di marketing, raffigurazioni elaborate per
confermare le nostre certezze, aumentando il nostro grado di si­
curezza. Vesna Bukovec riprende queste immagini e con un sem­
plice tratto nero, delinea i contorni di figure, situazioni e scene in
cui un dettaglio o un aspetto è isolato per poi essere trasformato in
una rappresentazione incongruente. Il procedimento è l’opposto di
ciò che attuano i designer, i quali progressivamente con il loro inter­
vento annullano qualsiasi dettaglio che possa disturbare la nostra
idea di benessere, mentre per Vesna Bukovec questo è il punto di
partenza, che esaspera, facendo così sgretolare le illusioni positive
di cui ci circondiamo. Queste immagini vengono poi associate a dei
test psicologici, tipici di certe riviste dozzinali, nei quali si valuta il
grado i soddisfazione raggiunto, felicità ad altri valori imposti dalla
società dei consumi. Al contrario dei testi nelle riviste che tendono
ad evitare dei quesiti troppo diretti, Vesna Bukovec pone domande
alle quali solo una risposta unica e concreta può essere scelta.
Il lavoro di Metka Zupanič si concentra sui processi che governano
la divulgazione delle opere d’arte, sia questa la complicata rete di
gallerie oppure quella dei curatori e delle riviste o dei musei. Con Too
Many Words (2010), Metka Zupanič ha vagliato i titoli che accom­
pagnano gli articoli nelle riviste d’arte. Frasi ridondanti con l’unico
scopo di creare il messaggio adeguato per valorizzare la merce, al
punto da giungere a delle espressioni che se analizzate risultano
essere prive di qualsiasi logica. Questi brevi slogan sono il punto di
partenza delle sue opere: alcune di queste frasi sono così eccessive
che, se trasformata in immagine, assumono una connotazione in­
sensata. Metka Zupanič rappresenta alla lettera il significato delle
parole usate dando vita a raffigurazioni che potenziano proprio
quel lato surreale che queste frasi assumono. La composizione che
contraddistingue l’opera Too Many Words vede riunite all’interno di
un quadrato grigio – un circolo delimitato – dei piccoli quadri che
riportano delle scritte – i titoli che accompagnano gli articoli delle
riviste d’arte. Per poter capire che cosa abbia raffigurato l’artista in
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certi disegni, è necessario prima di tutto leggere questi titoli, le cui
parole ci permettono di comprendere la raffigurazione e di sorridere
sul nesso che si instaura tra immagine e parola.
Lada Cerar, pur esaminando con il suo lavoro Who is Afraid of
Old People? (2005) una tematica sociale, un problema che assilla
l’umanità (l’aumento degli anziani nel mondo) lo attua avvalendosi
di una forma di presentazione che esaspera quelle tipiche caratteri­
stiche che tendiamo ad associare all’universo dei vecchi. La bellezza
della sua torta fatta di pillole colorate, gli oggetti di uso comune
collocati in un ambiente familiare ormai usurati dal tempo, conco­
rrono a creare un crescendo di angoscia, che tocca il suo apice nella
selezione di spezzoni di filmati tratti da televisioni di tutto il mondo
in cui la vecchiaia viene presentata come una malattia che si può
superare senza problemi. L’ambiente vissuto che ricrea negli spazi
espositivi è completato dai grafici che illustrano l’aumento del pro­
cesso di invecchiamento della popolazione in passato fino ad arriva­
re alle inquietanti previsioni future, espresse dal quadrato di Kazimir
Malevich. Il contrasto tra queste fredde statistiche di cui leggiamo
quotidianamente nei giornali con l’ambiente che Lada Cerar ricrea è
molto forte. Da un lato la scienza e i suoi futuri pronostici e dall’altro
l’inarrestabile destino che tutti attende.
Aurora Fonda
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Lost in Communication
Lost in Communication is an exhibition that assembles three Slove­
nian artists born in the seventies and belonging to the same genera­
tion – three artists who individually pursue their own practice while
working together in the group KOLEKTIVA.
A collective project of KOLEKTIVA, Lost in Communication (2010)
features interweaving coloured tubes that chaotically invade their
surrounding environment. Using modular drainpipes that can be
reconstructed depending on the exhibition site, the structure can
change from day to day, and in some contexts presents an audible
component that emanates into the outer space from within the
tubes. The drainpipe’s grey, metal surface is covered up with vibrant
and cheerful colours. The installation is often accompanied by wall
pieces that offer thumbnail views of alternate configurations for
the drainpipes, always highlighted by their bright colours. KOLEK­
TIVA’s projects vary in nature, ranging from artistic production to
curatorial endeavours, organizing art events characterized by their
great inventiveness and realized through simple means. Initiatives
have involved a vast number of artists and other participants, who
have directly collaborated on projects such as Visions (2006), Special Place in the City (2004–) and Secret Heart (2010). Additionally, se­
veral projects began with open calls for proposals and submissions,
­allowing general public and artists to actively participate. The group
has been very productive, particularly in the past year. Numerous
projects have been developed contemporarily in various exhibition
venues, giving rise to a widespread and networking presence that is
constantly evolving.
In addition to KOLEKTIVA, each artist partakes in independent prac­
tice. For some years, Vesna Bukovec has engaged herself with artis­
tic interventions that directly involve citizens. Her work invites them
to express views on issues related to community, demonstrating
how the arts can interact with heterogeneous situations. Recent
project, Positive Illusion (2009) probes the stock images archives
on the web produced by apt designers and marketing profession­
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als, which were conceived to represent our notions of certainty and
increase our feelings of security. With a simple, black line Bukovec
outlines figures, situations and settings. Details or aspects are isolat­
ed to later be transformed into representations incongruent to their
original form. The procedure is opposite to the work of designers,
who eliminate any traces of ideas that disrupt our notions of com­
fort. Bukovec, on the other hand, uses this is her point of departure,
eroding the positive illusions with which we surround ourselves.
These images are juxtaposed with psychological tests, typically
found in insipid magazines, which assess levels of satisfaction, hap­
piness and other values sought after by consumer society. Unlike
the copy in these magazines, which tend to avoid direct questions,
Bukovec poses queries that can only have a single, concrete answer.
Metka Zupanič’s work focuses on the processes that govern the dis­
semination of art work: that which is the complex network of gal­
leries, or that of curators, journals and museums. With Too Many
Words (2010), Zupanič has evaluated the titles that accompany ar­
ticles in art magazines. Redundant phrases, with the sole purpose of
enhancing commercial value, embrace wording is found to be with­
out logic when analyzed. These short slogans are the starting point
of Zupanič’s work, sometimes proving so excessive that they be­
come senseless when converted into imagery. Zupanič suffuses lit­
eral meaning into the hyperbole, creating surreal representations of
the sentences. The compositions that characterize the works of Too
Many Words see them gather within a grey square: a defined circle,
small paintings of the written words, and titles that accompany the
articles of art reviews. In order to understand the artist’s intentions
in some drawings, the viewer must first read these papers, whose
words help us understand the representation and cause us to smile
upon the relationship that develops between the word and image.
Lada Cerar’s socially framed work, Who is Afraid of Old People?
(2005), examines a problem that plagues humanity (the increas­
ing number of elderly people in the world), implemented by using
forms of representation that exacerbate the typical characteristics
inhabiting the world of the old. The beauty of a cake made of co­
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loured pills and common use objects located in familiar settings now
worn by time help to create a crescendo of anguish, reaching its
climax in a selection of television clips from around the world which
present old age as a disease that can be easily overcome. Staged liv­
ing environments are supplemented by graphs showing an increase
in the aging population, arriving at the unsettling predictions about
the future by Kazimir Malevich. The contrast between these cold
statistics we read in newspapers and the environment that Cerar
recreates is very strong. On one hand are science and its predictions
of the future, and on the other is the inevitable fate that awaits us.
Aurora Fonda
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Pagine / Pages 10 - 13:
KOLEKTIVA, Lost in Communication, 2010
Installazione; tubi in metallo, colore, palloncino; dimensioni variabili /
Installation; metal pipes, paint, balloon; various dimensions
Veduta della mostra E-motion to cohabit /
E-motion to cohabit exhibition view,
Galleria d’Arte Moderna Palazzo Forti,
Verona, 2010
Pagina / Page 14:
KOLEKTIVA, Lost in Communication, 2010
Lavoro a parete; plastica, stampa, legno, vetro; 18 x 24 cm /
Wall piece; plastic, print, wood, glass; 18 x 24 cm
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Vesna Bukovec, dalla series Speranza, Illusione positiva /
from the series Hope, Positive Illusion, 2009
Inchiostro su carta / Ink on paper, 21 x 29,7 cm
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Vesna Bukovec, dalla serie Felicità soggettiva, Illusione positiva /
from the series Subjective Happiness, Positive Illusion, 2009
Inchiostro su carta / Ink on paper, 21 x 29,7 cm
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Vesna Bukovec, dalla serie Orientamenti di vita riveduti, Illusione positiva /
from the series Revised Life Orientation, Positive Illusion, 2009
Inchiostro su carta / Ink on paper, 21 x 29,7 cm
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Vesna Bukovec, Illusione positiva / Positive Illusion, 2009
Veduta della mostra E-motion to cohabit / E-motion to cohabit exhibition view,
Galleria d’Arte Moderna Palazzo Forti, Verona, 2010
Vesna Bukovec, It Will Be OK, 2009
Video; 3’ 34’’; still
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Lada Cerar, Chi ha paura delle persone anziane? / Who is Afraid of Old People?, 2005
Installazione; video, materiali vari, dimensioni variabili / Installation; video,
various materials, various dimensions
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Veduta della mostra E-motion to cohabit / E-motion to cohabit exhibition view,
Galleria d’Arte Moderna Palazzo Forti, Verona, 2010
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Lada Cerar, Il futuro è il Quadrato nero di Malevich /
The Future is Malevich Black Square, 2005
Stampe su tela / Print on canvas; 25 x 60 cm
Veduta della mostra Who’s Afraid of Old People?, Centro e Galleria P74,
Lubiana, 2005 / Who’s Afraid of Old People? exhibition view,
P74 Center and Gallery, Ljubljana, 2005
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Lada Cerar, Questa non è una torta / This is not a Cake, 2005
Oggetto, pillole, plastica / Object; pills, plastic
Veduta della mostra Who’s Afraid of Old People?, Centro e Galleria P74,
Lubiana, 2005 / Who’s Afraid of Old People? exhibition view,
P74 Center and Gallery, Ljubljana, 2005
Lada Cerar, Borsa con il trucco (Invezione di una signora anziana per prevenire i
borseggiatori) / The Trick Bag (An Old Lady Invention Against Handbag Thieves), 2005
Installazione; gancio, borsetta, borsa di plastica, giornale, portamonete /
Installation; hanger, handbag, plastic bag, newspaper, paper money
Veduta della mostra Who’s Afraid of Old People?, Centro e Galleria P74,
Lubiana, 2005 / Who’s Afraid of Old People? exhibition view,
P74 Center and Gallery, Ljubljana, 2005
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Metka Zupanč, To Many Words, 2010
Installazione; materiali vari, 250 x 250 cm
Installation; various materials, 250 x 250 cm
Veduta della mostra E-motion to cohabit /
E-motion to cohabit exhibition view, Galleria d’Arte
Moderna Palazzo Forti, Verona, 2010
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Metka Zupanč, dalla serie / from the series To Many Words, 2010
Installazione; materiali vari, dimensioni variabili /
Installation; various materials, various dimensions
Veduta della mostra Vordemberge-Gildewart Foundation Award 2010, MGML,
Museo Civico Lubiana, Lubiana, 2010 /
Vordemberge-Gildewart Foundation Award 2010 installation view, MGML,
City Art Museum Ljubljana, Ljubljana, 2010
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Metka Zupanč, dalla serie / from the series To Many Words, 2010
Installazione, particolare / Installation; detail
Veduta della mostra Vordemberge-Gildewart Foundation Award 2010, MGML,
Museo Civico Lubiana, Lubiana, 2010 /
Vordemberge-Gildewart Foundation Award 2010 installation view, MGML,
City Art Museum Ljubljana, Ljubljana, 2010
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KOLEKTIVA è collettivo di
artisti formatosi a Lubiana
nel 2003 e composto da
tre membri: Vesna Buk­
ovec, Lada Cerar e Metka
Zupanič. I loro progetti si
concentrano su vari aspetti
della comunicazione, della relazioni interpersonali e della vita quotidiana
nella società contemporanea. KOLEKTIVA ha partecipato con progetti a
svariate esposizioni a Nottingham (2004), Zagabria (2004), Celje (2004),
Graz (2006), Ljubljana (2007), Maribor (2008), Varsavia (2010) , ed in molte
mostre collettive, tra cui: 11th Biennial of the Young Artists of Europe and
the Mediterranean, Athens (2003); Young Art Europe, MOYA Museum of
Young Art, Vienna (2005); Narratives: -35/+65, Two Generations, Museum
Joanneum, Kunsthaus, Graz (2006); Some Other City, Sarevo Winter Festi­
val, Sarajevo (2007); Berliner Liste 2009, Palais am Tiergarten, Berlin (2009);
SCULPTURE TODAY. Components junctions and intersections., Gallery of Con­
temporary Art, Celje (2010); E-motion to cohabit, Galleria d’Arte Moderna
Palazzo Forti, Verona, (2010).
KOLEKTIVA is an art group from Ljubljana, Slovenia which was established
in 2008. The three members of the group Vesna Bukovec, Lada Cerar and
Metka Zupanič have worked on occasional common projects since 2003.
Their projects are focused on various aspects of communication, interpersonal relationships and everyday life. KOLEKTIVA has presented it’s
projects in several solo exhibitions in Nottingham (2004), Zagreb (2004),
Celje (2004), Graz (2006), Ljubljana (2007), Maribor (2008), Warsaw (2010)
and in many international group exhibitions, such as: 11th Biennial of the
Young Artists of Europe and the Mediterranean, Athens (2003); Young Art
Europe, MOYA Museum of Young Art, Vienna (2005); Narratives: -35/+65,
Two Generations, Museum Joanneum, Kunsthaus, Graz (2006); Some Other
City, Sarevo Winter Festival, Sarajevo (2007); Berliner Liste 2009, Palais am
Tiergarten, Berlin (2009); SCULPTURE TODAY. Components junctions and intersections., Gallery of Contemporary Art, Celje (2010); E-motion to cohabit,
Galleria d’Arte Moderna Palazzo Forti, Verona, (2010).
www.kolektiva.org
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Vesna Bukovec (1977) si è diplomata nel 2002
ed ha completato il proprio magisterio di ri­
cerca in scultura nel 2006 alla Accademia di
Belle arti e Design di Lubiana. Il suo lavoro
si sviluppa sia individualmente che colletti­
vamente attraverso il progetto KOLEKTIVA
(con Lada Cerar e Metka Zupanič). La sua
ricerca si articola attraverso diversi media
(video, fotografia, disegni ed installazioni)
ed approcci (ricerche sul campo, attivismo
e partecipazione sociale ), ma ciò che più la
connota è l’uso strategico dell’ironia come
strumento artistico. Ha partecipato a diverse mostre collettive a Lubiana,
Slovenj Gradec, Zagabria, Belgrado, Utrecht, Atene, Berlino, den Haag,
Pechino, Linz, Graz, Vienna. Tra le sue mostre personali ricordiamo: Centro
e Galleria P74 (2003 e 2005) a Lubiana, Galleria Nova di Zagabria ed al Likovni
Salon a Celje (entrambe nel 2004), Galleria Simulaker a Novo Mesto e Ga­
lleria Meduza a Capodistria (entrambe nel 2006), Galleria Škuc di Lubiana
a (2007), Art Gallery UGM a Maribor (2008), ed alla Galleria Miklova hiša a
Ribnica (2009).
Vesna Bukovec (1977) graduated (2002) and completed her post-graduate
studies (2006) in Sculpture at the Academy of Fine Arts and Design in Lju­
bljana. She works independently and in the group KOLEKTIVA (with Lada
Cerar and Metka Zupanič). Her artistic work finds its expression in a vari­
ety of media (video, photography, drawing, installation) and approaches
(research, appropriation, participation, etc.), with irony being a frequently
used artistic strategy. In recent years she has presented her works at nu­
merous group exhibitions in Ljubljana, Slovenj Gradec, Zagreb, Belgrade,
Utrecht, Athens, Berlin, den Haag, Beijing, Linz, Graz, Vienna etc. She
has also staged solo exhibitions in Ljubljana in the Centre and gallery P74
(2003 and 2005), Gallery Nova in Zagreb and in Likovni Salon in Celje (both
in 2004), Gallery Simulaker in Novo mesto and Gallery Meduza in Koper
(both in 2006), Gallery Škuc in Ljubljana (2007), Art Gallery UGM in Maribor
(2008). Miklova hiša Gallery in Ribnica (2009).
www.vesna-bukovec.net
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Lada Cerar (1974) si è diplomata alla Acca­
demia di Belle arti e Design di Lubiana. Il suo
lavoro si sviluppa sia individualmente che col­
lettivamente attraverso il progetto KOLEK­
TIVA (con Vesna Bukovec e Metka Zupanič)
Il suo lavoro si può classificare come una for­
ma di impegno sociale; sebbene l’ispirazione
principale dei suo lavori nasca nel suo micro­
cosmo privato, esso scompare al momento
della realizzazione per lasciare spazio ai più
scottanti temi sociali. Ha partecipato a di­
verse esposizioni nazionali ed internazionali
tra cui: Territories, Identities, Nets, Slovene Art 1995-2005, Museo di Arte
Moderna, Lubiana, ŠKUC, Lubiana, Continental Breakfast, Centro Culturale
di Belgrado, Serbia e Montenegro, Narratives: -35/+65, Two Generations,
Kunsthaus, Graz, Austria.
Lada Cerar (1974) graduated 2002 in Sculpture at Academy of Fine Arts and
Design in Ljubljana. She works independently and in a group KOLEKTIVA
(with Vesna Bukovec and Metka Zupanič). Lada Cerar’s art can be classified
as socially engaged. Inspirations for her works have often its origins in her
very private cosmos, but later when the basic idea is actualized private part
disappears and the viewer is facing with very burning social topic. She par­
ticipated in many important domestic and international exhibitions as: Territories, Identities, Nets, Slovene Art 1995-2005, Museum of Modern Art, Lju­
bljana, ŠKUC, Ljubljana, Continental Breakfast, Cultural Centre of Belgrade,
Serbia and Montenegro, Narratives: -35/+65, Two Generations, Kunsthaus,
Graz, Austria. Her CV includes several residencies: Nottingham (UK), Berlin
(Germany), Graz (Austria) and Gorizia (Italy).
www.ladacerar.com
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Metka Zupanič (1977) si è diplomata nel
2002 ed ha completato il proprio magisterio
in new medi art nel 2005 alla Accademia di
Belle Arti e Design di Lubiana. Il suo lavoro
si sviluppa sia individualmente che colletti­
vamente attraverso il progetto KOLEKTIVA
(con Lada Cerar e Vesna Bukovec). Dal suo
punto di vista il processo artistico è vissuto
come una forma di meditazione, scambio e
collaborazione. Il suo lavoro si esprime attra­
verso vari media e si confronta con tematiche
come il corpo, i documenti storici e la comu­
nicazione. Uno dei suoi obbiettivi principali è riuscire ad avvicinare i luoghi
pubblici alle persone, affinché essi diventino parte integrante del loro vis­
suto privato. Ha partcipato a diverse residenze d’artista e mostre collet­
tive a Graz, Vienna, Ljubljana, Slovenj Gradec, Zagabria, Belgrado, Atene.
Tra le sue mostre personali ricordiamo quelle avvenute al Centro e Galleria
P74 (2003 e 2005), alla Galleria Nova di Zagabria ed al Salone Likovni di
Celje (2004), Galleria Kapelica (2004, 2006 e 2010), Galleria Photon (2005 e
2006). Nel 2007 è stata premiata con un vitalizio dal Ministero della Cultura
della Repubblica di Slovenia.
Metka Zupanič (1977) graduated in 2002, at the Academy of Fine Arts and
Design in Ljubljana, sculpture department and completed her post-grad­
uate studies from new media art in 2005. She works independently and
in the group KOLEKTIVA (with Lada Cerar and Vesna Bukovec).To her un­
derstanding, the artistic process is a form of mediation, exchange and col­
laboration. She works with various media, addressing topics such as docu­
ments, body and communication. She strive to bring the public site closer
to the people, make it part of their private environment. In last years she
participated on many group exhibitions and residencies in Graz, Vienna
(Kultur Kontakt), Ljubljana, Slovenj Gradec, Zagreb, Belgrade, Athens…
She prepared several solo exhibitions: in the Centre and gallery P74 (2003
and 2005), Gallery Nova in Zagreb and in Likovni Salon in Celje (both in
2004), Gallery Kapelica (2004, 2006 and 2010), Gallery Photon (2005 and
2006). In 2007 she was awarded with stipend from Slovenian Ministry of
Culture.
www.metkazupanic.net
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Catalogo di mostra / Catalogue of the exhibition:
Lost in Communication
KOLEKTIVA, Vesna Bukovec, Lada Cerar, Metka Zupanič
Galeria A+A, Venezia
18. 1.–8. 2. 2011
Pubblicato da / Published by:
Galeria A+A
San Marco, Calle Malipiero 3073
30124 Venezia
tel & fax: +39 041 2770466
www.aplusa.it, [email protected]
Curatore / Curator: Aurora Fonda
Testo di / Text: Aurora Fonda
Traduzione inglese / English translation : Michelle Galletta
Graphic Design: Vesna Bukovec
Fotografie delle opere / Images of works: KOLEKTIVA, Vesna Bukovec, Lada Cerar, Metka Zupanič
Fotografie delle autrici / Images of authors: Klemen Prepeluh
Numero di copie / Number of copies: 200
Stampato da / Printed by: Pixart
Venezia, 2011
La mostra è stata patrocinata da / Exhibition supported by:
Gallerie Costiere Pirano / Obalne galerije Piran
Ministero della Cultura della Repubblica di Slovenia / Ministry of Culture of the Republic of Slovenia
Realizzata con la collaborazione / Created with the collaboration of:
Zavod Kolektiva, Ljubljana