Comunicato_Stampa

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Milano Capitale del Design® 2008 (15 - 21 aprile 2008)
Cortili dell’Università degli Studi di Milano 15 aprile - 1 maggio
Ca’ Granda - ex Ospedale Maggiore
Orari apertura:
da martedì 15 a lunedì 21 aprile dalle ore 10.00 alle ore 24.00
da martedì 22 aprile a giovedì 1 maggio dalle ore 10.00 alle ore 19.00
Con il patrocinio di
In occasione del FuoriSalone® 2008, INTERNI si fa promotore, durante la
Settimana milanese del Design (15-21 aprile 2008), del grande Evento
GREEN ENERGY DESIGN, dedicato all’energia e al progetto di design
eco-sostenibile ed eco-compatibile.
INTERNI presenta al popolo internazionale del Design, che si raduna a Milano in
occasione del FuoriSalone®, la manifestazione GREEN ENERGY DESIGN per
mettere in mostra il processo creativo di una serie di progettisti italiani e
internazionali mediante interventi caratterizzati da un approccio altamente
sperimentale e multimediale, in grado di trasmettere alla “città diffusa” la cultura
e l’espressione del Design, il fermento di idee e di creatività che caratterizza il mondo
del design e dell’architettura in relazione ai temi sempre più attuali del rapporto tra
ambiente e nuove espressioni progettuali.
Sostenibilità, bioedilizia, architettura ecologica. Molti sono i modi di descrivere
quella che ormai appare la strada obbligata del mondo del costruire e della produzione di
oggetti d’uso: il progetto della responsabilità. Si tratta di rispondere a una richiesta
che proviene dalla società civile: abitare in edifici più sani, vivere in città meno inquinate,
sviluppare una politica ambientale di riuso e riconversione, anche di oggetti e
manufatti, in un generale processo di salvaguardia del territorio. Esigenze che si
aggiungono a quelle più pragmatiche e allarmanti legate all’esaurirsi delle fonti
energetiche tradizionali e al costo sempre crescente dell’energia. In Europa
metà del consumo energetico complessivo è assorbito dalla gestione degli insiemi urbani.
Se poi pensiamo che il tipo di energia necessaria alle città è ottenuta da alte quantità di
combustibili fossili non rinnovabili e sempre più costosi, vicini ad un completo
esaurimento, appare chiaro che le generazioni a venire dovranno fare i conti con una
condizione di vita sostanzialmente diversa, dove anche l’architettura e il design diventano
tasselli più che importanti nella gestione e nel risparmio delle risorse ambientali.
In tale vettorialità, in forma temporanea e propositiva, INTERNI mette in mostra il
processo creativo di designer e architetti italiani e internazionali chiamati a confrontarsi
sul tema dell’ambiente, con particolare attenzione agli aspetti energetici e alla
sostenibilità: INSTALLAZIONI ispirate ai valori dell’estetica Eco-sostenibile
e dell’Eco-emotional design che costituiranno nel loro insieme una grande
composizione sperimentale e modulare col supporto di aziende attive nel
campo del design e dell’architettura che abbiano raggiunto livelli di eccellenza
nei rispettivi ambiti di produzione.
Conferenza stampa: martedì 15 aprile 2008 ore 14.30
Cocktail a seguire
Università degli Studi di Milano, Aula Magna
Concerto jazz di Danilo Rea: martedì 15 aprile 2008 ore 20.00 (su invito)
Università degli Studi di Milano, Aula Magna
Via Trentacoste 7
20134 Milano
tel 02 21 56 3-319/237/320
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Festa urbana: mercoledì 16 aprile 2008 dalle ore 20.00
Università degli Studi di Milano
Co-producer:
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Ca’ Granda - ex Ospedale Maggiore
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L’Ospedale Maggiore, oggi Università Statale di Milano
Monumentale complesso
ospedaliero chiamato
popolarmente dai milanesi Ca’
Granda, fondato nel 1456 da
Francesco Sforza, duca di Milano e
e dalla moglie Bianca Maria per
riunire in un solo grande edificio i
numerosi piccoli ospedali che fin
dai tempi antichi erano sorti qua e
là per la città. Il progetto, affidato al
toscano Antonio Averlino, detto il
Filarete (1400-1469), che lo
descrive minuziosamente nel suo
famoso “Trattato di Architettura”,
contemplava la costruzione di due vasti quadrilateri separati da un grande cortile centrale,
recinto da quadriportico su due piani. Portici su due piani coronavano parimenti i quattro
cortili minori in cui, a mezzo di crociera, era suddiviso ciascun quadrilatero. Il progetto
dell’edificio, che con 43.000 metri quadrati di superficie è insieme al Duomo
uno degli elementi immediatamente riconoscibili nella mappa della città, fu
eseguito in diverse fasi contando su lasciti e donazioni, ma soprattutto sull’apporto popolare
di uno speciale giubileo chiamato la Festa del Perdono celebrato il 25 marzo di ogni anno
dispari con generosa dispensa di indulgenze.
La prima fase dei lavori, seguita dal Filarete fino alla sua morte nel 1469, proseguì
con il milanese Guiniforte Solari e poi con Giovan Antonio Amadeo.
Si concluse per mancanza di fondi allo scadere del XV secolo, col completamento
dell’ala destra con le quattro corti organizzate ai lati della crociera, verso San Nazaro.
Sotto la direzione del primo fu innalzato il piano terreno, mentre il Solari provvide a
costruire il secondo piano corredandolo di finestre bifore a sesto acuto, in contrasto
con gli archi a tutto sesto del piano sottostante.
La seconda fase dei lavori cominciò nel 1624 (sec. XVII). Grazie al lascito
Carcano venne portata a termine la costruzione della corte centrale di eredità
filaretiana su disegno di Giovanni Battista Pessina, subito affiancato da
Francesco Maria Richini, Fabio Mangone e Giovanni Battista Crespi.
Furono eretti il fronte barocco e la chiesa dell’Annunciata. Il Richini riprese sul fronte
lungo via Festa del Perdono le bifore archiacute e ripropose nell’interno gli ornati di
pietra eseguiti da Antonio Amadeo appartenenti all’ala del portico demolita per
erigere il nuovo grande cortile.
La terza fase, resa possibile dal lascito Macchi, comprende il periodo che va dal
1797 al 1804, durante il quale furono costruiti i tre cortili interni del secondo
quadrilatero e completata verso sinistra la vasta facciata, concepita assai
spoglia giacché gli elementi decorativi si limitano al loggiato centrale scandito da
colonne e lesene neoclassiche, il tutto rivestito da un intonaco color rosso mattone.
Le funzioni nosocomiali vennero poi delegate ai padiglioni del vicino Policlinico e, nel
1939, all’Ospedale Niguarda; cosicché la Ca’ Granda venne adattata a sede del
Rettorato dell’Università Statale. L’ala sinistra del fabbricato, costruita alla
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fine del 1700, è di sobrio disegno neoclassico. Lo smisurato fronte, lungo
ben 283 metri, è scandito in tre corpi che precedono i due quadrilateri laterali e
l’interposto cortile d’onore. L’ala destra, del XV secolo, è interamente rivestita
di rosseggiante laterizio e si compone del portico filaretiano poggiante su alto
zoccolo, e del soprastante piano solariano, traforato da eleganti bifore archiacute,
sottolineate da una fascia continua con ricche decorazioni in cotto. Il corpo
centrale, del XVII secolo, imita il disegno di quello quattrocentesco e reca al
piede il grandioso portale barocco del Richini, fiancheggiato da nicchie
contenenti le statue di San Carlo e di Sant’Ambrogio. Il grandioso cortile
centrale è coronato da un quadriportico sovrastato dall’aereo
loggiato. Nel lato di cortile di fronte all’ingresso vi è la piccola chiesa della
SS. Annunziata, opera seicentesca degli architetti Richini, Pessina e
Mangone. Nell’ala destra sono da tempo restaurati i quattro cortiletti della
costruzione del Filarete. Il primo, compiuto dal Solari nel 1467 e detto
anticamente “della spezieria”, è un quadriportico sormontato da un loggiato
retto da eleganti colonne di marmo. Segue un secondo cortile detto “dei Bagni
delle donne” (1473), e un terzo cortiletto, detto “della Giazzeria”
(Ghiacciaia) (1468). L’ultimo dei quattro cortiletti, detto “della Legnaia”.
Nell’agosto del 1943 i bombardamenti aerei ad opera degli alleati distrussero
totalmente il lato verso il Naviglio (oggi via Francesco Sforza), del cortile richiniano e
altre porzioni del complesso. L’attuale condizione è frutto della significativa
opera di restauro iniziata nel 1953 su progetto degli architetti Piero
Portaluppi e Liliana Grassi, che hanno operato miscelando con studiata regia
e invenzione compositiva diversi criteri di intervento. Al procedere per anastilosi (la
ricostruzione di un edificio impiegando pezzi originali recuperati dalle rovine) si è
affiancata una grammatica compositiva che, senza rinunciare alla propria
contemporaneità, ha operato in sintonia con il concetto di “preesistenza
ambientale” elaborato da Ernesto Rogers.
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L’Università degli Studi di Milano
L’Università ha sede nell’antico complesso della Ca’ Granda originariamente sede
dell’antico Ospedale Maggiore. L’Università degli Studi di Milano, come
“istituzione”, è stata fondata nel 1923 nell’ambito della riforma promossa
dal ministro Giovanni Gentile. Essa inizialmente comprende solo la Facoltà
di Lettere e Filosofia (antica Accademia scientifico-letteraria), nonché gli Istituti clinici di
perfezionamento istituiti da Luigi Mangiagalli nel 1906. L’ateneo di Milano è relativamente
giovane nel panorama italiano in quanto la città di Milano storicamente faceva riferimento
alla più antica Università di Pavia. Le attività dell’Università di Milano iniziano nel 1924.
Primo rettore è Luigi Mangiagalli, già sindaco della città. Mangiagalli riesce a trovare
risorse che consentono di avviare anche le Facoltà di Giurisprudenza, Medicina e Chirurgia,
Scienze matematiche, fisiche e naturali. L’inaugurazione dell’Università ha luogo
l’8 dicembre 1924. Nell’idea dei promotori l’Università avrebbe dovuto occupare edifici
da costruire nel quartiere Città Studi progettato prima della Prima guerra mondiale.
Città Studi ospiterà invece solo gli istituti di Scienze, mentre Rettorato e Istituti Umanistici
vengono ubicati in un palazzo di proprietà comunale sito in Corso di Porta Romana,
mentre gli insegnamenti clinici vengono distribuiti nelle strutture ospedaliere convenzionate.
Nel corso degli anni Trenta si inaugurano le Facoltà di Medicina veterinaria e di agraria.
Dopo la Seconda guerra mondiale viene assegnata all’Università l’antica
sede dell’Ospedale Maggiore, danneggiata dai bombardamenti. L’edificio viene
restaurato e, nel 1958, diventa la sede di Rettorato, uffici amministrativi, Lettere e
Filosofia e Giurisprudenza, sede universitaria meglio nota in città come
La Statale. Negli anni Sessanta inizia un cospicuo ampliamento dell’Università, fulcro
della contestazione studentesca nel ’68, la Statale nell’anno accademico 19881989 ospita 22 corsi di laurea e ha circa 75.000 iscritti. Negli anni Novanta si pianificano
attività di decentramento con l’attivazione di nuovi corsi di laurea, molti dei quali nell’area
ex Pirelli della Bicocca, a Varese e a Como. Successivamente si assiste ad una fase di
scorporo delle attività con la costituzione nel 1998 dell’Università degli Studi di
Milano Bicocca e dell’Università degli Studi dell’Insubria in Como e Varese.
Nell’anno accademico 1998-1999 l’Università di Milano comprende 9 Facoltà (Agraria,
Farmacia, Giurisprudenza, Lettere e Filosofia, Medicina e Chirurgia, Medicina Veterinaria,
Scienze Matematiche, Fisiche e Naturali, Scienze Motorie, Scienze Politiche), 25 corsi di
laurea e 21 corsi di diploma, e conta circa 73.000 studenti. Dopo un periodo di
assestamento, dovuto anche al generale calo demografico, l’anno accademico 2001-2002
registra 60.294 iscritti, mentre il nuovo ateneo ubicato alla Bicocca ne conta 24.000.
In questo anno accademico è adottata la riforma degli ordinamenti didattici che ha
permesso all’Università di adeguare l’offerta formativa all’evoluzione della domanda sociale
di formazione e all’innovazione del sistema produttivo. La gamma dei corsi di laurea si è così
notevolmente ampliata passando complessivamente da 47 a 74 cui si aggiungono 69 corsi
di laurea triennali. Complessivamente l’offerta di corsi di laurea nel 2006-2007
raggiunge la cifra di 127 tra primo e secondo livello. La nuova offerta didattica ha prodotto
un incremento delle immatricolazioni sia nelle facoltà umanistiche, sia in quelle scientifiche,
superando i 62.000 iscritti totali cui si aggiungono i circa 7.000 studenti che
frequentano i corsi post laurea attivati dall’ateneo. L’attuale Rettore, rieletto nel 2005
per un secondo quadriennio, è il Professor Enrico Decleva. Nel 2007, presso la
facoltà di Scienze Politiche, viene fondata la dodicesima junior enterprise italiana.
Notevole successo hanno riscontrato i nuovi corsi rivolti all’area della comunicazione tra cui
la laurea in Mediazione linguistica e culturale, istituita congiuntamente dalla Facoltà di Lettere
e Filosofia e Scienze Politiche, rivolta alla preparazione di figure professionali in grado di
rispondere a ruoli richiesti da una società multiculturale dalle dimensioni sempre più ampie.
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La Ca’ Granda e la città
L’ospedale apparve così gigantesco già nelle prime sue porzioni edificate, e non
solamente in rapporto al paesaggio urbano della Milano tardo quattrocentesca, che
il popolo lo chiamò subito la Ca’ Granda. Fondato il 12 aprile 1456 dal Duca di
Milano Francesco Sforza e dalla moglie Bianca Maria, con il fine di riorganizzare e
concentrare in un unico edificio-città l’assistenza ai malati poveri sino ad allora
distribuiti in vari ricoveri cittadini, l’Ospedale Maggiore fu progettato dal toscano
Antonio Averlino detto il Filarete che lo rappresentò in modo dettagliato per impianto
e per composizione del lunghissimo fronte nel suo “Trattato di Architettura”,
pensandolo non tanto come episodio architettonico compiuto, ma piuttosto come
occasione concreta di elaborazione di un episodio urbano parte del grande progetto
della città ideale di “Sforzinda”. La città ideale di matrice rinascimentale
elaborata e offerta alla Signoria milanese dal Filarete per la trasformazione della
Milano del tempo. I disegni del Filarete contenuti nel suo “Trattato” già dichiarano tutta
la magnificenza e la modernità culturale del grande edificio; la dimensione inusitata ed
eccezionale dell’opera nel rapporto con il tessuto edificato dell’intorno. Quando,
duecento anni dopo, la costruzione fu completata ad opera di vari
architetti che rimasero fedeli all’impianto originario del grande rettangolo suddiviso
in due crociere formanti quattro corti alle due estremità e un’unica corte centrale,
l’edificio appare smisurato. La superficie che occupa all’interno del suo perimetro
architettonico è senza dubbio la più vasta della città, superando per estensione
il Duomo e il Castello. La presenza della Ca’ Granda nel paesaggio urbano è di
grande impatto, sia rispetto al Naviglio navigabile, che corre lento lungo tutto il suo
fronte sud, sia nei confronti del tessuto costruito che la separa dalla cattedrale poco
più a nord. I suoi fronti dichiarano in modo esplicito lo spessore e il valore del progetto
sociale ed economico contenuto, mentre nell’interno, protetti dalle alte mura perimetrali
si offrono i cortili con i loggiati sovrapposti: nuovi spazi urbani da scoprire e da visitare,
da leggere come programma di una possibile città: il sogno di “Sforzinda”. Stupore e
meraviglia, architettura a scala scenografica urbana; l’Ospedale del Filarete, giunto alla
sua fase finale appare a molti come un’eccezionale sperimentazione, un modello di
riferimento per la costruzione della città ideale, pensata all’interno del
generale e straordinario rinnovamento della vita di tutti gli uomini e donne auspicato
dalla cultura umanistica rinascimentale. Possiamo assumere la fabbrica della
Ca’ Granda, unita a quella della veneranda fabbrica del Duomo iniziata settant’anni
prima, come il vero e gigantesco laboratorio sperimentale della cultura
edilizia e della pratica costruttiva milanese. È in questi grandi e lunghi cantieri
che mastri carpentieri, muratori, architetti, dibattono e risolvono ogni problema relativo
al mondo delle costruzioni. Così se la Ca’ Granda, come il Duomo, si offre alla città
anzitutto per la sua lenta crescita fisica, materica e volumetrica, con l’incombenza delle
sue masse murarie in continuo e mirabile sviluppo, i due più grandi edifici della città
possiedono anche altri valori. Significati di dimensione simbolica da osservare in parallelo:
la grande casa per la cura del corpo (la Ca’ Granda), la grande casa per la
cura dell’anima (il Duomo). Ma i due edifici contengono anche valori più pragmatici:
l’essere sedi di conservazione del sapere e di elaborazione della sapienza.
Questo complesso di valori semantici e simbolici, oltre che architettonici, si tramanda nel
tempo e permane nell’immaginario collettivo, caratterizzando il legame edificio-città sin
dalle originarie connotazioni che, per quanto riguarda la Ca’ Granda, permangono nel
tempo anche cambiando le funzioni e le attività che vi si svolgono. Il sapere, un tempo
legato alla pratica medica, oggi collegato alle attività universitarie, è il soggetto che da
sempre vive nella Ca’ Granda, protetto dalle forti mura pensate dal Filarete.
Co-producer:
5
Cortile
Pesci
(30x30 m)
Cortile
Ospedale
Cortile
del ’700
(30x30 m)
Via Francesco Sforza
ISOLE DI RELAX 8,60 x 3,75 m
Loggiato 1° piano
(70x5,5 m; dist. colonne 3,85 m)
Portale 3 x h. 5 m
Via Festa del Perdono, 7
INSTALLAZIONI
Cortile d’Onore
(74x66 m)
Portico Largo Richini 100x6 m
Cortile
Farmacia
(30x30 m)
Cortile
Ghiacciaia
(30x30 m)
Cortile
Bagni
(30x30 m)
Cortile
Legnaia
(30x30 m)
Portico San Nazaro 50x6 m
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Via Trentacoste 7
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Ingresso all’Università degli Studi di Milano - Via Festa del Perdono, 7
Portico d’ingresso Cortile d’Onore
Via Trentacoste 7
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Cortile d’Onore
Cortile del ’700
Cortile Bagni
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Ca’ Granda - ex Ospedale Maggiore
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1° piano - Loggiato della Corte Centrale (sede delle Isole di relax)
Portico del Richini (esterno)
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Scalone d’Onore
Portico del Richini (interno)
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INSTALLAZIONI/INSTALLATIONS
Sussurri e Grida
di/by ANTONIO MARRAS con/with ANNA SCARAVELLA e/and INGEGNOLI
Padiglione della meditazione
di/by MARIO BELLINI con/with ELICA e/and MERITALIA
Lace
di/by ANTONIO CITTERIO con/with KERAKOLL DESIGN
Sunplant
di/by TOSHIYUKI KITA con/with SANYO
Gel-Bulb
di/by LOT-EK con/with TECHNOGEL
Bodh Gaya – Solar Tree
di/by ROSS LOVEGROVE con/with ARTEMIDE
A piece of Banyan
di/by MECANOO ARCHITECTEN con/with IRIS CERAMICA
Lo spazio malato?
di/by GAETANO PESCE con/with RESAL e/and TILLMANNS
Democratic Ecology
di/by PHILIPPE STARCK con/with PRAMAC
Ranger Reuse Recycle – R3 Tower
di/by JAMES WINES – SITE con/with RANGER
Nautoscopio
di/by GIUSEPPE AMATO
Ofigea
di/by JACOPO FOGGINI con/with NICE
Giant Rock
di/by ARIK LEVY con/with MARZORATI RONCHETTI
INSTALLAZIONI LUCI/LIGHT INSTALLATIONS
Light Trees – Alberi di luce
di/by CASTAGNA RAVELLI STUDIO con/with PHILIPS LIGHTING
Mulini a voce
di/by STUDIO AZZURRO
Grande Nuvola
di/by DENIS SANTACHIARA con/with A2A
e/and SOLARES FONDAZIONE DELLE ARTI
INSTALLAZIONI ESTERNE/EXTERNAL INSTALLATIONS
Via Trentacoste 7
20134 Milano
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EcoGate
di/by SIMONE MICHELI con/with BREDA SISTEMI INDUSTRIALI
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installazione/installation
Sussurri e Grida
progetto di/project by ANTONIO MARRAS
realizzazione/with ANNA SCARAVELLA e/and INGEGNOLI
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Sussurri e Grida
di/by ANTONIO MARRAS
realizzazione/with ANNA SCARAVELLA e/and INGEGNOLI
Concept
“Dalla mia finestra vedo un giardino che si arrampica: ci sono rovi e agrifogli,
edere e mimose, corbezzoli e gelsomini, lentischi e rose canine.
Ci sono sentieri e cammini con vista sull’immaginario, percorsi che evocano
fasti e decadenza, sommo lusso e massimo abbandono.
C’è il tintinnio delle chiacchiere, il tè delle cinque; ci sono imposte che
sbattono e porte murate e ragni, gabbie abbandonate, grilli, stelle a cento punte e
piccoli ribes, opali e campanelli.
Dalla mia finestra sento gli usignoli cantare eppoi i cardellini, i pettirossi e i fringuelli
cinguettare e poi ancora... sussuri e grida”.
Progetto
L'installazione che apre la mostra è un grande portale alto 5 metri in
vegetazione che va ad incorniciare l’imponente architettura del Filarete
all’ingresso della Ca’ Granda. La piantagione esuberante colonizza letteralmente
l’entrata principale ed è formata da liane e rampicanti a rappresentare la
liberazione della natura dalle geometrie e dal rigore progettuale, una
sorta di imponente tunnel verde costituito da piante, vecchie gabbie per uccellini e
monitor. Nei monitor sono trasmesse immagini di foreste e boschi, accompagnate dai
suoni tipici della natura e dal cinguettio di uccellini ripresi nel loro ambiente naturale: le
immagini e i suoni vanno a sottolineare il contrasto tra la cattività delle
gabbiette con l’apertura e la libertà della natura e del verde.
Fratelli Ingegnoli
Nata a Milano nel 1817, la Fratelli Ingegnoli opera sia nel settore tradizionale delle
sementi e delle piante in generale, sia nella decorazione e nell’allestimento di
spazi verdi, privati e pubblici. Oltre alla produzione e alla vendita di piante,
sementi, articoli e arredi per l'orto, il frutteto e il giardino, l’azienda mette
a disposizione dei clienti un’efficiente squadra di tecnici e di esperti per risolvere
qualunque problema attinente al settore orto-floro-frutticolo e alla progettazione e
realizzazione di terrazzi e giardini. L’attività di ricerca di nuove e migliori
varietà di piante non si ferma mai: attraverso la partecipazione dei più grandi
specialisti di genetica vegetale, Fratelli Ingegnoli cerca di produrre sementi in grado di
soddisfare le richieste di un mercato in continua evoluzione.
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ANTONIO MARRAS nasce ad Alghero il 21 gennaio
1961. Il suo esordio nella moda avviene nel 1987,
anno in cui viene chiamato da una ditta romana a
disegnare collezioni di prêt-à-porter. Nel 1996, invitato
a presentare a Roma un defilè couture, crea la prima
collezione che porta il suo nome. Nel marzo
1999, a Milano, la prima volta del suo prêt-àporter, con una collezione dedicata alla scrittrice
Annemarie Schwarzenbach. Nel 2001, a Bologna, gli
viene assegnato il premio Francesca Alinovi. Nello
stesso anno viene presentata la monografia di Cristina
Morozzi dedicata al suo lavoro, con fotografie di Gianni
Berengo Gardin. Nel 2002 presenta, al Pitti Immagine
Uomo, la sua prima collezione maschile. Nel 2003
il Museo d’arte contemporanea Masedu di Sassari gli
dedica la mostra “Antonio Marras. Il racconto
della forma” a cura di Giuliana Altea. Nello stesso
anno inizia ad Alghero il progetto “Trama Doppia”,
una serie di mostre con cadenza annuale che vedono il designer confrontarsi, di volta in
volta, con uno o più artisti. Nel 2003 viene invitato dal gruppo francese LVMH a ricoprire la
carica di direttore artistico della maison Kenzo. Nel 2006 la Fondazione Pitti
Discovery pubblica, con l’editore Marsilio, la monografia “Antonio Marras”, secondo
volume della collana Mode: nello stesso anno, in occasione del decennale del marchio, la
Fondazione Sandretto Re Rebaudengo di Torino ospita la mostra fotografica “Antonio
Marras. Dieci anni dopo”. A partire dall’A/I 2008/2009, verrà distribuita I’m Isola Marras,
la seconda linea femminile dello stilista, prodotta da Interface, marchio del gruppo Stefanel.
ANNA SCARAVELLA si laurea in scienze forestali
a Firenze. Dopo l’università collabora con l’architetto
giapponese Haruki Miyagima, in Brianza. Le prime
esperienze di lavoro sono in Toscana, Umbria e Lazio,
come consulente di progettazione e realizzazione
per un importante vivaio italiano. Si trasferisce poi a Milano,
spostando la sua attenzione dai giardini di vecchi
casali a terrazzi, barriere fonoassorbenti, verde
residenziale di grande dimensione, parchi
pubblici. Attualmente vive nel Piacentino. Progetta e
realizza giardini, pubblici e privati, in Italia e all’estero. Nel
2002 Electa Mondadori pubblica una raccolta dei suoi lavori
dal titolo “Geometrie e Botanica. Il giardino
contemporaneo di Anna Scaravella”. Nel 2004
riceve a Roma il premio Nazionale d’Eccellenza
Foto di/Photo by Michele Bella
Profeti in Patria “per le sue opere d’arte in movimento
che hanno dato nuova vita all’Arte dei Giardini”. Nel 2006 pubblica “Creare un giardino” di
Electa Mondadori. Il libro prende in considerazione tutte le fasi di un progetto: dall’analisi del luogo
ai desideri del committente, dalla pianificazione dello spazio alla scelta dello stile, dai tempi di
esecuzione al budget, dagli elementi funzionali ai materiali, alle essenze botaniche, all’illuminazione.
Molti dei suoi lavori sono stati pubblicati dalle maggiori riviste del settore. I suoi giardini sono stati il
tema di diverse pubblicazioni in Italia e all’estero. “Creare un giardino” è vincitore della XV
Edizione Premio Grinzane Cavour Giardini Botanici Hanbury 2007.
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Milano Capitale del Design® 2008 (15 - 21 aprile 2008)
Cortili dell’Università degli Studi di Milano 15 aprile - 1 maggio
installazione/installation
Padiglione della meditazione (6 m x 8 m x h. 8 m)
progetto di/project by MARIO BELLINI
realizzazione/with ELICA e/and MERITALIA
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Milano Capitale del Design® 2008 (15 - 21 aprile 2008)
Cortili dell’Università degli Studi di Milano 15 aprile - 1 maggio
Ca’ Granda - ex Ospedale Maggiore
Con il patrocinio di
Padiglione della meditazione
di/by MARIO BELLINI
realizzazione/with ELICA e/and MERITALIA
Concept
Filtrare, trattenere e rifrangere la luce, l’energia radiante del sole; proteggersi dal
freddo e dal caldo imprigionando i raggi infrarossi e le brezze dell’aria. Rinfrescarsi
con acqua cristallina e trasparente d’estate o rilassarsi con l’acqua fumante di
vapore d’inverno. Dischiudere, svelare o nascondere scorci di natura senza
perderne il respiro e la presenza. Leggero, non invasivo, smontabile, spostabile,
questo padiglione guarda al futuro senza futurismi, con l’aiuto di aria, luce e acqua.
Progetto
È un padiglione da giardino realizzato nei modi che ricordano i padiglioni in stoffa
approntati per feste o altri eventi provvisori. Sorge su una pedana sopraelevata in
doghe di legno ed è definito da tende perimetrali di chiusura, isolanti, traslucenti e
sollevabili a piacere, realizzate con film in plastica riciclata, trapuntate e imbottite con
“ravioli d’aria”. All’interno si trovano una grande vasca d’acqua montata a filo pavimento
e una serie di sofisticati apparecchi per la purificazione dell’aria sospesi a soffitto.
Il padiglione è pensato per funzionare con il rivestimento chiuso durante l’inverno:
l’irraggiamento del sole, come accade per le serre, produce all’interno un piacevole tepore,
consentendone l’utilizzo esterno nel giardino di casa come in una rilassante “onsen”
per un tonificante idromassaggio o un trattamento di aromaterapia. Durante la
stagione estiva, le superfici apribili del padiglione possono essere sollevate, favorendo
l’aerazione dello spazio al riparo dell’irraggiamento diretto del sole e uno scambio anche
visivo tra interno ed esterno. In entrambe le situazioni, lo scopo è quello di riuscire a
creare un ambiente in cui favorire, nella semplicità degna di una casa da the giapponese,
il benessere e la pacificazione dell’animo attraverso il contatto con gli elementi della
natura (aria, acqua, silenzio), senza contribuire a sciupare energia non rinnovabile.
Elica
Leader mondiale nella produzione di cappe da cucina, Elica ha brevettato sistemi di
aspirazione intelligenti che mantengono un ambiente sano e pulito. Oggi si spinge
oltre la cucina con una tecnologia di purificazione dell’aria basata su un
sistema di filtraggio compatto integrabile con altre funzioni utili al vivere quotidiano.
Dall’incontro tra Elica e Artemide nasce Luxerion, la prima linea di apparecchi
multifunzione che integrano illuminazione e purificazione dell’aria, per
una migliore qualità della vita. Apparecchi che combinano design, comfort visivo
dell’illuminazione e purificazione dell’aria con elevate prestazioni.
Via Trentacoste 7
20134 Milano
tel 02 21 56 3-319/237/320
[email protected]
Meritalia
L’idea straordinaria di utilizzare “ravioli d’aria” - impiegata già con successo in
“Stardust”, primo rivoluzionario prodotto che Bellini ha firmato per Meritalia - ritorna in
questa installazione e ne diventa protagonista: da materiale povero, usato come
imbottitura per gli imballaggi, si trasforma in rivestimento-contenitore, in
grado di rendere, insieme all’utilizzo di film in plastica riciclata, un padiglione da giardino
un luogo di meditazione. La duttilità del materiale traslucido trasparente
permette la creazione di un microclima, regolabile a seconda delle stagioni.
Co-producer:
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Cortili dell’Università degli Studi di Milano 15 aprile - 1 maggio
Ca’ Granda - ex Ospedale Maggiore
Con il patrocinio di
MARIO BELLINI, nato a Milano nel 1935, lega la sua
fama internazionale sia alla precoce e vasta opera di
designer, iniziata nei primi anni Sessanta, sia alle
numerose opere di architettura, cui si dedica con
crescente successo dagli anni Ottanta, ottenendo
incarichi e vincendo concorsi in vari Paesi del mondo.
Premiato 8 volte con il Compasso d’Oro e insignito
dei più prestigiosi riconoscimenti internazionali, tra cui
la Medaglia d'Oro della Chartered Society of
Designers (Inghilterra) e l’Honorary Title of
Designer for Industry della RSA (Inghilterra), è
presente con le sue opere nelle collezioni permanenti
dei maggiori musei del mondo. Tra le sue
realizzazioni più importanti, oltre alle macchine per
ufficio, alle sedie e agli imbottiti, agli oggetti (disegnati
per Olivetti, Cassina, B&B Italia, Flou, Vitra,
Rosenthal, Yamaha e altri), sono da ricordare il
quartiere Portello della Fiera di Milano e il
Centro Esposizioni e Congressi di Villa Erba sul lago di Como.
Tra i successi più recenti, vincendo concorsi internazionali: il nuovo Centro Culturale
di Torino, i cui cantieri si apriranno all’inizio del 2008, e il Museo delle Arti
Islamiche al Louvre di Parigi, attualmente in fase di costruzione. Nel 2007 vince il
concorso internazionale a inviti per il rinnovo radicale della grande sede centrale di
Deutsche Bank a Francoforte ed è invitato a partecipare al concorso per la
progettazione del nuovo Sheikh Zayed National Museum di Abu Dhabi, Emirati
Arabi Uniti. Nel 2007 si è aperto il cantiere del complesso Verona Forum, Italia. Inoltre,
è stato incaricato da Genova High Tech SpA della progettazione architettonica del nuovo
Parco Scientifico-Tecnologico sulla collina degli Erzelli a Genova che comprenderà
l’intero complesso della Facoltà di ingegneria, la cui costruzione inizierà nel 2008.
Via Trentacoste 7
20134 Milano
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Co-producer:
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Cortili dell’Università degli Studi di Milano 15 aprile - 1 maggio
installazione/installation
Lace (4,5 m x 4,5 m x h. 13 m)
progetto di/project by ANTONIO CITTERIO AND PARTNERS
realizzazione/with KERAKOLL DESIGN
(Antonio Citterio e/and Patricia Viel)
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Cortili dell’Università degli Studi di Milano 15 aprile - 1 maggio
Ca’ Granda - ex Ospedale Maggiore
Con il patrocinio di
Lace
di/by ANTONIO CITTERIO AND PARTNERS
realizzazione/with KERAKOLL DESIGN
(Antonio Citterio e/and Patricia Viel)
Concept
Un involucro architettonico che respira. Basta entrarci per percepire lo
scambio energetico interno/esterno il cui ritmo è scandito dal susseguirsi del
giorno e della notte. Attraverso le forature del decoro, come in un processo di
fotosintesi clorofilliana, la luce naturale penetra l’edificio di giorno, per venire a
sua volta sprigionata di notte, ad illuminare, con rispetto di proporzioni, il frammento
della facciata dell’architettura antistante.
Progetto
L’installazione è costituita da 160 formelle esagonali rivestite in una speciale
resina opaca a effetto materico.
Le formelle di dimensione 150 x 130 cm sono fissate ad una tessitura alveolare
ultraleggera in profilati di acciaio che formano l’esile struttura portante e
compongono un’unica matrice geometrica di fori e materia che avvolge tutta
l’installazione.
Il decoro appare come un intreccio ordinato di materia traforata e consente
all’edificio di riempirsi di luce e di respirare.
La speciale resina che riveste le formelle è stata studiata per esaltare anche su bassi
spessori un effetto materico unico nel suo genere.
Kerakoll Design
L’utilizzo di resine a basso impatto ambientale - totalmente esenti da
solventi e sostanze organiche volatili (VOC) - con texture materiche ottenute
mediante l’applicazione di vernici a base acqua, rende le superfici completamente
neutre, ideali nella progettazione eco-compatibile. Antonio Citterio ha scelto la nuova
collezione “Love York” di Kerakoll Design - brand del Gruppo Kerakoll dedicato
all’home design - valorizzando al massimo la matericità delle eco-resine che
contengono un alto potenziale creativo e diventano un efficace strumento
espressivo. Molti artisti e designer hanno utilizzato le eco-resine Kerakoll Design
per la creazione di oggetti, sculture e installazioni, allargandone l’uso al di là
del tradizionale campo dell’architettura d’interni: da Maurizio Galimberti, nella
mostra “New York MatericoMovimentosa” al Build Up Expo di Milano (2007), a Odile
Decq, nell’installazione “100 Flames for Reading”, realizzata in occasione dell’evento
Decode Elements e dedicata ai 100 anni della casa editrice Mondadori. A conferma del
carattere dinamico di Kerakoll Design e della sua collezione “Love York”, che nel
nome - un omaggio alla Grande Mela - già contiene il richiamo al cosmopolitismo e alle
esigenze di un mondo che cambia e ne anticipa i nuovi trend.
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Cortili dell’Università degli Studi di Milano 15 aprile - 1 maggio
Ca’ Granda - ex Ospedale Maggiore
Con il patrocinio di
ANTONIO CITTERIO nasce a Meda nel 1950,
si laurea in Architettura al Politecnico di Milano e
nel 1972 apre il suo studio avviando l’attività di
progettazione architettonica e di interni. Nel 1999
viene fondata la Antonio Citterio and Partners,
studio multidisciplinare di progettazione
per l’architettura, il disegno industriale e la
grafica, soci fondatori Antonio Citterio e Patricia Viel.
Antonio Citterio collabora attualmente, nel settore del
disegno industriale, con aziende italiane e
straniere quali, Ansorg, Arclinea, Axor-Hansgrohe,
Aubrilam, B&B Italia, Flexform, Flos, Fusital, Guzzini,
Iittala, Inda, Kartell, Maxalto, Pozzi Ginori - Sanitec
Group, Simon Urmet, Technogym, Tre Più, Vitra.
Tra i progetti di architettura più recenti: la ristrutturazione
dello storico Palazzo dell’Orologio di Clusone;
il progetto per la sede della GlaxoSmithKline a
Verona; i progetti per due residenze unifamiliari in
Sardegna e Svizzera, il Bulgari Hotel a Milano e Bali, lo showroom Aspesi a Milano
e la nuova piazza Michele Alboreto a Rozzano, la nuova sede corporate del
Gruppo Ermenegildo Zegna a Milano.
Vincitore di due Compassi d’Oro nel 1987 e 1995, rispettivamente per il sistema di sedute
Sity di B&B Italia - vera e propria rivoluzione tipologica e funzionale della seduta imbottita - e
per i contenitori Mobil prodotti da Kartell. Nel gennaio 2007 la giuria del Mies van der Rohe
Award seleziona il progetto dell’asilo aziendale GlaxoSmithKline. Contestualmente, lo
studio si aggiudica il concorso per la riqualificazione dello storico edificio milanese - ex ufficio
postale - di via Ferrante Aporti. Dal 2006 Antonio Citterio è professore titolare di
progettazione all’Accademia di Architettura dell’Università della Svizzera Italiana.
A luglio 2007 viene nominato “Royal Designer for Industry” dalla “Royal Society for the
encouragement of Arts, Manufactures & Commerce” in London. Tra i progetti editoriali più
recenti, le monografie “Antonio Citterio. Industrial design”, (Mondadori Electa, 2004) e
“Antonio Citterio. Architettura e Design” (Skira, 2007).
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Cortili dell’Università degli Studi di Milano 15 aprile - 1 maggio
installazione/installation
Sunplant (diam. sup. 1,3 m - diam. inf. 5,5 m - h. 4 m)
progetto di/project by TOSHIYUKI KITA
realizzazione/with SANYO
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Cortili dell’Università degli Studi di Milano 15 aprile - 1 maggio
Ca’ Granda - ex Ospedale Maggiore
Con il patrocinio di
Sunplant
di/by TOSHIYUKI KITA
realizzazione/with SANYO
Concept
Anormalità del clima, desertificazione, aumento del livello delle acque
marine: sembra che la Terra gridi aiuto. Alcune scelte semplici e immediate possono
però introdurre nella nostra vita la cosiddetta “energia naturale”, capace di
trasformarsi in elettricità e calore senza produrre sostanze altamente tossiche e irritanti
come il biossido di carbonio (CO2), gli ossidi di azoto (NOX) e il biossido di azoto (NO2).
Sunplant è un’installazione che simboleggia il progetto di un futuro pulito e
raggiungibile: un albero che “accumula energia solare” e ce ne fa dono
attraverso l’eneloop, una batteria che può essere ricaricata ben mille volte e riutilizzata
per tutti i prodotti elettronici che usiamo quotidianamente.
Basato sul concetto innovativo di utilizzazione ripetitiva, Sunplant è composto da
pannelli solari e da pile eneloop.
Progetto
Sunplant serve a trasformare l’energia solare e immagazzinarla nelle pile.
Queste batterie speciali può essere usata per far funzionare i vari strumenti elettronici che
usiamo ogni giorno. Con questo innovativo prodotto, si può portare l’energia
ovunque e usarla in qualsiasi momento.
Per ricaricare il Sunplant, è disponibile la Solar Cell (HIT Cell), un nuovo tipo di
pannello ibrido brevettato da Sanyo che fa uso di silicone di cristallo e di una sottile
pellicola di silicone amorfo.
Sunplant fa uso della batteria ricaricabile all’idruro-nichel eneloop, che può
essere ricaricata mille volte e riutilizzata continuamente.
Sanyo
Sanyo Electric, con sede a Osaka, Giappone, è uno dei leader attivi nel settore
delle soluzioni per l’ambiente, energia e stile di vita. La parola Sanyo
significa “tre oceani”, Pacifico, Atlantico e Indiano, a sottolineare la globalità
dell’organizzazione. Vende e commercializza un’ampia gamma di prodotti, che
comprendono proiettori digitali, cinecamere digitali, condizionatori, attrezzatura per
l’energia solare, batterie e attrezzature bio-mediche. Basandosi sulla visione del
brand “Think Gaia”, Sanyo mira a diventare il fornitore leader di prodotti relativi
all’ambiente e all’energia. Il marchio è appunto associato a ‘Gaia’, termine che
tutela il mare, la terra e le numerose varietà di vita che su essa vivono. Per realizzare
questa visione, Sanyo si impegna a sviluppare solo prodotti che siano essenziali alla
vita e alla terra, vantando una tecnologia di classe mondiale per sistemi tecnologici
di produzione di energia solare e batterie ricaricabili. Le tecnologie che l’azienda ha
sviluppato negli anni includono la batteria riutilizzabile e ricaricabile Eneloop,
l’essicatore/lavatrice Aqua che permette una forte riduzione dell’acqua usata, e il
sistema di refrigerazione Enegreen. Così facendo, Sanyo contribuisce alla
società attraverso i propri prodotti.
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Cortili dell’Università degli Studi di Milano 15 aprile - 1 maggio
Ca’ Granda - ex Ospedale Maggiore
Con il patrocinio di
TOSHIYUKI KITA, nato a Osaka, in Giappone, nel
1942, si laurea in industrial design presso il Naniwa
College nel 1964. Nel 1969 inizia la sua attività
di progettista in Italia, a Milano, e in
Giappone, operando in particolare nei settori del
design ambientale e del product design. Nel
1975 riceve il prestigioso Japan Interior
Designers Association Award, il primo di una
lunga serie di riconoscimenti. Nel 1981 disegna la
sedia “Wink” per Cassina che entra a far parte
della collezione permanente del MoMA di New York.
Nel 1984 entra nella famosa collezione anche il tavolo
“Kick”. Nel 1986 partecipa come membro della giuria
al 19° Premio Smau per il disegno industriale in Italia.
Dopo aver allestito due mostre personali a Vienna e
Barcellona, costituisce il Tenjin Baroa
Committee e organizza un simposio con designer di
Osaka e Milano. Nel 1990, in Spagna, riceve il
premio Delta de Oro e nel 1992 progetta gli interni e le sedute del teatro ruotante
del Padiglione Giapponese in occasione dell’Expo di Siviglia.
Qualche anno più tardi, nel 1997, anche queste sedute (“Multi Lingual Chiar”) entrano
a far parte delle collezioni permanenti del MoMA e del Centre Georges
Pompidou di Parigi. Negli ultimi anni Kita si è impegnato a promuovere la
formazione, tenendo seminari e workshop in Giappone, Europa e Asia, e ha
partecipato - anche in qualità di organizzatore - a molte mostre ed esposizioni in vari
Paesi del mondo. Tra queste, in particolare: “L’anima del design”, Milano, 2001;
“Japan Design: Good Design Award 50 Years”, Triennale di Milano, 2006;
“Il futuro della tradizione”, Salone del Mobile, Milano, 2007. Attualmente collabora,
in qualità di designer, con la Sharp (dal 2000), per la quale ha realizzato, nel 2000, il
famoso televisore a cristalli liquidi “Aquos” (serie C1), e con la Sanyo (dal 2008).
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Cortili dell’Università degli Studi di Milano 15 aprile - 1 maggio
installazione/installation
Gel-Bulb (13,36 m x 5,23 m x h. 15 m)
progetto di/project by LOT-EK
realizzazione/with TECHNOGEL
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Cortili dell’Università degli Studi di Milano 15 aprile - 1 maggio
Ca’ Granda - ex Ospedale Maggiore
Con il patrocinio di
Gel-Bulb
di/by LOT-EK
realizzazione/with TECHNOGEL
Concept
Azzurra, fluttuante nell’aria, morbida e traslucida, questa installazione (un cubo
sostenuto da un’impalcatura che si aggrappa all’edificio storico) è un
‘intruso’ colorato e luminoso nel cortile d’onore della Ca’ Granda. Di “verde” ha
l’energia che la illumina (LED a basso consumo alimentati da pannelli solari), la struttura
del ponteggio/architettura, riutilizzabile all’infinito; il Technogel, il materiale gelatinoso di
cui è fatta, un morbido poliuretano ottenuto senza l’utilizzo di plastificanti. L’esperienza
sensoriale del visitatore, direttamente legata alla morbida consistenza delle superfici del
cubo, è fondamentale per l’esplorazione dello spazio: il pavimento è piacevole al
tatto, le pareti fluttuanti, la luce soffusa.
Progetto
Il telaio della struttura è costituito da tubi innocenti, un ponteggio che diventa
struttura portante, architettura; vari strati di materiali plastici/gelatinosi, morbidi
al tatto e alla vista, formano l’involucro del cubo. Le pareti sono formate da un
materiale gelatinoso azzurro montato su pannelli di policarbonato rivestiti poi all’esterno
da un telo di plastica blu. Il pavimento e il soffitto sono costituiti dallo stesso materiale
gelatinoso montato su gomma piuma per accentuare l’effetto di morbidezza
dell’esperienza spaziale.
L’accesso al cubo avviene attraverso una scala metallica all’interno del ponteggio che
porta direttamente nel ventre della struttura.
L’illuminazione LED a basso consumo energetico corre lungo i tubi interni allo spazio
creando una griglia di luce tridimensionale che definisce un spazio grafico. Dalle
pareti traslucide la luce arriva all’esterno, morbida, evanescente. L’illuminazione è
alimentata da un sistema di pannelli fotovoltaici posizionati in copertura.
Technogel
Technogel è un poliuretano morbido ma compatto, ottenuto senza
l’utilizzo di plastificanti, in grado di stupire nell’installazione artistica, per il
suo incredibile aspetto, nel quotidiano, per l’eccezionale comfort che riesce a
garantire in una sella da bicicletta, una sedia d’ufficio, un paio di scarpe, un accessorio
per PC, un poggiatesta per vasca idromassaggio, un materasso o un guanciale. Anche
il legame con il mondo dell’arte e della provocazione è forte e unico in Technogel: dagli
“Aliens” di Mariko Mori all’”Obsolete Obscenity” di Philippe Starck (nell’ambito
dell’evento di Interni del 2000), passando per il “Gumi Bath” di Astrid Klein e Mark
Dytham (evento Interni, 2002) e le installazioni nel Second Stage Theater di New
York, come nel Prada Epicentrum di New York progettato da Rem Koolhaas, dalla
“Stanza di Mosca” di Gaetano Pesce (2007) alle realizzazioni di Karim Rashid,
molti sono i segni indelebili lasciati nel mondo dell’arte da questo speciale gel.
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Ca’ Granda - ex Ospedale Maggiore
Con il patrocinio di
LOT-EK è uno studio di progettazione con sede a
New York. Fondato nel 1993 da Ada Tolla e
Giuseppe Lignano, si occupa di progetti
residenziali, istituzionali e commerciali negli
Stati Uniti e all’estero, nonché di esposizioni e
installazioni ideate per importanti enti
culturali e musei, fra cui il MoMA, il Whitney
Museum e il Guggenheim. Ada Tolla e Giuseppe
Lignano si sono laureati in architettura e urbanistica
all’Università di Napoli e hanno completato gli studi di
perfezionamento alla Columbia University di New York.
Attualmente insegnano alla Graduate School of
Architecture della Columbia University e tengono
conferenze nelle principali università e poli culturali negli
Stati Uniti e all’estero. LOT-EK ha raggiunto una grande
visibilità nei settori dell’architettura, del design e
dell’arte per l’approccio innovativo e
sostenibile all’edilizia, per i materiali e lo spazio, per l’uso intergrato della
tecnologia, per avere esplorato temi di mobilità e trasformabilità e per avere reso meno
definiti i confini fra arte, architettura e spettacolo. L’approccio sostenibile all’edilizia di LotEk attraverso il riutilizzo e il riadattamento di oggetti industriali e sistemi
tecnologici esistenti è stato la base di progetti ad ogni scala d’intervento. LOT-EK è
inoltre impegnato nella ricerca, implementazione e studio dei modi innovativi
di conservare materiali ed energia, che mettono visivamente in evidenza le
stesse tecnologie sostenibili. Tra i progetti e le realizzazioni più recenti: i centri
commerciali “Sanlitun South”, Pechino, Cina, 2005 (in costruzione) e “Sanlitun North”,
Pechino, Cina, 2005 (in construzione); il negozio “pop-up” “Uniqlo Containers” New
York, 2006; il “Theater for One”, Princeton University, 2007; gli edifici residenziali
“Weiner Town House”, West Village, New York (2007) e “Guzman Penthouse 2”,
Midtown, New York (2007); l’alloggio componibile “CHK - Container Home Kit”,
realizzato nel 2007.
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installazione/installation
Bodh Gaya – Solar Tree (4,1 m x 4,4 m x h. 5,45 m senza/without base)
design di/design by ROSS LOVEGROVE
progetto e realizzazione di/project and construction by ARTEMIDE
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Con il patrocinio di
Bodh Gaya – Solar Tree
di/by ROSS LOVEGROVE
realizzazione/with ARTEMIDE
Concept
Bodh Gaya – Solar Tree è un rivoluzionario progetto di illuminazione urbana
che trae ispirazione dalle forme organiche della natura, re-interpretando la
morfologia dell’albero e donando al contesto urbano una nuova sensualità. Nelle parole
di Ross Lovegrove, “è un progetto che celebra design, natura e arte”, “che rappresenta
il DNA dei nostri tempi”. Un albero sinuoso con “frutti” ecologicamente
intelligenti: le bolle con i LED si illuminano di notte grazie alla luce solare accumulata
durante il giorno dai pannelli solari. Bodh Gaya – Solar Tree è una versione modificata
dell’originale “Solar Tree” presentato in anteprima mondiale a Vienna l’8 ottobre 2007:
intorno all’albero si sviluppa un’ampia panchina circolare, comoda, invitante.
Nasce un nuovo luogo di accoglienza, un territorio temporaneo dove sostare e riflettere.
Una sorta di moderno “Bodh Gaya”, il luogo ove Gautama Siddharta, meditando sotto
un albero, ricevette l’illuminazione e divenne il Buddha. O meglio, come afferma Ernesto
Gismondi, presidente di Artemide, “una sorta di hub metropolitano, un luogo di
scambi e di emozioni che arricchisce la città, intervenendo sui tempi e
sui ritmi della vita urbana, dandole una nuova qualità”.
Progetto
Bodh Gaya – Solar Tree, che non consuma energia ma la prende dal sole, è un albero
sinuoso fatto di tubi d’acciaio che sostengono delle bolle, ciascuna delle quali
accoglie 38 sofisticate celle solari collegate a un sistema di batterie e di
dispositivi elettronici celati nel basamento. L’illuminazione è garantita da LED.
Le bolle si illuminano di notte grazie alla luce accumulata durante il giorno dai pannelli
solari. Tutto intorno l’albero è completato da un giro di seduta, che lo
trasforma da progetto di illuminazione urbana a luogo di accoglienza e di riflessione.
La struttura è composta da pali curvi in acciaio di diametri differenti, con un’altezza
complessiva di 5,5 m. I 10 “steli d’erba” (diam. 40 mm) hanno all’estremità 1 LED da 1
W protetto da uno schermo in polimetilmetacrilato. Le 10 teste, che ospitano nella parte
superiore le celle fotovoltaiche, sono sorrette da pali del diametro di 76 mm. Il basamento
è in cemento vibrato. Bodh Gaya – Solar Tree è stato progettato per funzionare
sia autonomamente (di giorno utilizza l’energia generata dai pannelli solari per ricaricare
le batterie e la sera accende le sorgenti led), che in sincronismo con la luce pubblica.
Via Trentacoste 7
20134 Milano
tel 02 21 56 3-319/237/320
[email protected]
Artemide
Bodh Gaya – Solar Tree è il tentativo riuscito di far convergere le tecnologie più avanzate
con le esigenze estetiche dello spazio urbano, attraverso l’uso di energie rinnovabili.
Ricerca e sperimentazione sul concetto d’illuminazione, innovazione e
tecnologia nel controllo e nella gestione della luce, costante attenzione all’uso di
materiali eco-compatibili e radicata vocazione per il design, sono valori
che contraddistinguono Artemide e l’hanno resa la protagonista ideale per
lo sviluppo e la realizzazione di questo progetto ideato da Lovegrove. Un progetto
che apre nuove prospettive nell’illuminazione urbana, facendosi interprete di esigenze
artistiche, culturali, sociali e ambientali sorprendentemente attuali.
Co-producer:
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Milano Capitale del Design® 2008 (15 - 21 aprile 2008)
Cortili dell’Università degli Studi di Milano 15 aprile - 1 maggio
Ca’ Granda - ex Ospedale Maggiore
Con il patrocinio di
ROSS LOVEGROVE, nato a Cardiff (Galles) nel 1958,
si laurea in Industrial Design al Politecnico di
Manchester nel 1980 e nel 1983 consegue il Master
in Design al Royal College of Art di Londra. Nei
primi anni Ottanta collabora con Frog Design in
Germania alla realizzazione di walkman per la Sony e di
computer per la Apple. Trasferitosi a Parigi, progetta,
come consulente di Knoll International, l’Alessandri
Office System ed entra a far parte dell’Atelier de
Nîmes in qualità di consulente per aziende quali
Cacharel, Louis Vuitton, Hermes e DuPont. Tornato a
Londra nel 1988, si occupa di progetti per varie
aziende, tra cui Airbus Industries, Artemide, Kartell,
Ceccotti, Cappellini, Idee, Moroso, Luceplan, Driade,
Peugeot, Apple Computers, Issey Miyake, Vitra,
Olympus Cameras, Yamagiwa Corporation, Tag Heuer,
Hackman, Alias, Herman Miller, Japan Airlines e Toyo
Ito Architects in Giappone. Le sue opere, caratterizzate
da uno stile unico, ispirato alle leggi del riduzionismo di forme, materiali e
dimensioni, sono esposte nei più prestigiosi musei del mondo, fra cui il Museum of
Modern Art di New York, il Guggenheim Museum di New York, l’Axis Centre
Japan, il Centre Pompidou di Parigi e il Design Museum di Londra. Numerose,
inoltre, le mostre a lui dedicate. Tra queste: “Ross Lovegrove - Design” al Danish Museum
of Decorative Art di Copenhagen, “Ross Lovegrove Objects” a Stoccolma, “Organic
Dreams” all’IDEE di Tokyo, “Sensual Organic Design” alla Yamagiwa Corporation di
Tokyo, “Material Transition” allo Rheinauen Space di Colonia (2001), “Expanding
the Gap” alla Rendel&Spitz Gallery a Colonia (2002), “Delighted by Corian” al Salone
del Mobile di Milano (2003), “Superliquidity” alla Le Bain Gallery di Tokyo (2005).
Direttore dal 2002 di “The International Design Yearbok 2002” e autore del libro
“Supernatural: The work of Ross Lovegrove”, è stato vincitore di numerosi
premi internazionali, tra cui l’“iF Industrie Forum Design Award (Hannover, 1999), l’“ID
magazine Good Design Award” (2000) e il “G Mark Federal Design Prize” (Giappone).
In tempi più recenti Lovegrove è stato insignito del titolo di “Royal Designer per
l’Industria” da “The Royal Society of Arts” (2004) e ha ricevuto il “World Technology
Award” per il 2005 da “Time” e “CNN”.
.
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Cortili dell’Università degli Studi di Milano 15 aprile - 1 maggio
installazione/installation
A piece of Banyan (20 m x 3,5 m x h. 4,3 m)
progetto di/project by MECANOO ARCHITECTEN
realizzazione/with IRIS CERAMICA
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Cortili dell’Università degli Studi di Milano 15 aprile - 1 maggio
Ca’ Granda - ex Ospedale Maggiore
Con il patrocinio di
A piece of Banyan
di/by MECANOO ARCHITECTEN
realizzazione/with IRIS CERAMICA
Concept
L’installazione proposta è un “brandello” del nuovo centro di arti performative che
Mecanoo realizzerà a Taiwan, nell’arco di tre anni, a partire dal 2009. Uno spazioevento disegnato per accogliere centinaia di persone, che però, grazie alle sue
geometrie naturali, sinuose ed avvolgenti, ispirate agli intrecci delle
fronde degli alberi Banyan che popolano l’isola, è capace di assumere un
carattere domestico, mai esagerato. Nell’architettura di Mecanoo la persona riveste un
ruolo centrale: è l’uomo che plasma lo spazio, che lo anima, che lo abita.
Lo spazio definito è uno spazio aperto verso il paesaggio, che lo richiama e lo
accoglie al suo interno: è uno spazio che lavora e funziona grazie all’ambiente naturale
che lo circonda, alla brezza, alla pioggia, al sole. È, inoltre, uno spazio “aperto”
all’uso, mai fisso, versatile, colonizzabile a piacimento dalle persone, che lo potranno
usare per ripararsi dalla pioggia e dal sole, per rilassarsi, per allenarsi, per recitare. È
infine uno spazio in continuo movimento, che respira, modificato da proiezioni,
riflessi e giochi di luce.
Progetto
Il padiglione è interamente ricoperto di piastrelle ceramiche bianche, sia
nelle sue geometrie esterne rettilinee sia in quelle interne organiche.
All’interno, le ceramiche sono “frantumate” in piccoli pezzi con studiati tagli al laser,
in modo da simulare una texture tipo “craquelé”. La particolare illuminazione,
con i suoi variabili giochi di colori e proiezioni, mette in risalto il cuore del
padiglione e gli dà vita.
Iris Ceramica
Con l’impiego del grès porcellanato della collezione MA.DE, è stata realizzata
quest’opera di potente piacevolezza sensoriale e inconfondibilmente “green”. Iris
Ceramica infatti può vantare prodotti ottenuti da materie prime rinnovabili,
realizzati senza eccessivo consumo di energia e in grado di non
emettere sostanze pericolose per l'uomo e per l'ambiente. È per questo che ha
ottenuto, nel 2004, la certificazione ANAB (Associazione Nazionale Architettura
Bioecologica) per la produzione di piastrelle biocompatibili, in accordo con le linee
guida dell'architettura sostenibile. La valutazione si basa sull'impatto
ambientale dei metodi di fabbricazione, la durata del materiale e il
consumo energetico, sia durante la vita utile (trasporto, posa in opera, pulizia e
manutenzione) sia per il recupero o smaltimento finale del prodotto.
Un riconoscimento prestigioso, che si aggiunge alle numerose certificazioni
internazionali conseguite nel tempo, a testimonianza dell’impegno costante
dell’azienda per la salvaguardia dell'ambiente.
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Ca’ Granda - ex Ospedale Maggiore
Con il patrocinio di
MECANOO ARCHITECTEN, fondato nel 1984 a Delft come collettivo dedito alla
progettazione di complessi di housing pubblico, si è evoluto fino a diventare
una delle presenze più significative della scena architettonica olandese e internazionale
con numerosissime realizzazioni nel campo dell’architettura e dell’urbanistica.
Sotto la guida degli associati Francine Houben, Aart Fransen e Francesco Veenstra,
Mecanoo ha sviluppato una personale revisione del lessico architettonico
modernista, aprendo gli edifici a sperimentazioni progettuali e innovazioni
urbanistiche. La ricerca di Mecanoo non si avvale di un linguaggio formale
unitario, ma fa scontrare frammenti linguistici e tettonici per offrire un
radicale approfondimento del programma o dell’inserimento nel sito di ogni specifico
edificio. Questo funzionalismo senza preconcetti stilistici è stato declinato in numerose
realizzazioni, fra cui case, scuole e interi quartieri, teatri, biblioteche e
grattacieli, parchi, piazze e autostrade, cittadelle e polder (aree bonificate
in Olanda), alberghi, musei e persino una cappella. Mecanoo, attiva in UK,
Spagna, Germania, Svizzera, Italia, Albania, Taiwan e Malaysia, basa la sua
metodologia di lavoro sull’analisi e l’intuito. Per Francine Houben l’architettura
dovrebbe toccare i sensi: “Non è mai un gioco visivo o concettuale puramente
intellettuale. Alla fine, ciò che conta è la disposizione delle forme e delle emozioni”. Con
Mecanoo l’aspetto sensoriale è soprattutto determinato dall’abbondante uso di
materiali: lo studio eccelle nella sottile combinazioni dei più diversi elementi,
fra cui legno, cemento, rame, bambù, mattoni, ciottoli, zinco, pietra, vegetazione, vetro
e superfici di colore saturo. I progetti più noti comprendono la nuova Biblioteca
della Delft Technical University (1998), Nieuw Terbregge a Rotterdan (2001),
Chapel St. Mary of the Angels a Rotterdam (2001) e Montevideo a Rotterdam (2005).
Nel 2006 Mecanoo ha vinto il concorso di design per il Palazzo di Giustizia di
Córdoba, Spagna, che verrà realizzato nel 2011. Nel marzo 2007 sono cominciati i
lavori per il nuovo Teatro e Centro Congressi La Llotja a Lleida, Spagna. Nel
novembre 2007 si è aperto ufficialmente il FiftyTwoDegrees di Nijmegen. Il progetto
abitativo per Fox Hill a Sheffield, UK sarà realizzato nel 2009. Nel marzo 2007
Mecanoo ha vinto il prestigioso concorso per il National Kaohsiung Performance
Arts Center di Taiwan. Nel luglio 2007 Mecanoo ha vinto il concorso per gli uffici
municipali e la stazione di Delft.
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installazione/installation
Lo spazio malato? (6 m x 6 m x h. 6 m)
progetto di/project by GAETANO PESCE
realizzazione/with RESAL e/and TILLMANNS
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Ca’ Granda - ex Ospedale Maggiore
Con il patrocinio di
Lo spazio malato?
di/by GAETANO PESCE
realizzazione/with RESAL e/and TILLMANNS
Concept
“Il progetto pensato per Interni quest'anno porta il nome di: ‘Lo spazio malato?’: chi
visiterà il padiglione avrà l’impressione di trovarsi all’interno di un arto
bendato. Il titolo suggerisce anche che è malato lo spazio che respiriamo,
l'aria che ci fa vivere e l'atmosfera che protegge il nostro pianeta.
Un lavoro che si riferisce al grave problema dell'inquinamento, sottintendendo che
quando si dichiara che qualcuno o qualche cosa sono ammalati e già un buon punto di
partenza per cercare e trovare i metodi e le cure per la possibile guarigione” scrive
Gaetano Pesce. “Da tempo denuncio che quella che comunemente chiamiamo
architettura contemporanea appartiene invece al settore edilizio. Gli edifici di
nuova realizzazione, anche quelli concepiti dai più prestigiosi architetti del momento, si
configura al massimo come un ennesimo esercizio di forma e di stile. Nel gran
numero dei casi queste produzioni non possiedono le caratteristiche di autentiche ed
originali innovazioni che le farebbero appartenere alla categoria architettonica.
L’Architettura si realizza attraverso il raggiungimento di tre fattori imprescindibili:
originalità del linguaggio, uso di nuovi processi costruttivi e utilizzo di
nuovi materiali. Quanto appena affermato è difficilmente riconoscibile nella
produzione ‘architettonica’ attuale”.
Progetto
“Lo spazio malato?” è un’installazione di dimensioni 6 x 6 x altezza 6 metri
che contiene una stanza più piccola di 5 x 5 x altezza 5 metri. I due contenitori
architettonici sono realizzati con strisce orizzontali di garza di tipo medicale che
fascia i volumi interni e viene successivamente irrigidita con poliurene spruzzato.
La struttura portante è interamente realizzata in resina poliuretanica trasparente.
L’interno della stanza è arredato con un letto e due sedie per uso ospedaliero e delle
lampade diffondono la loro luce sulle pareti di garza trasformando l’installazione in un
oggetto luminoso fuoriscala.
Resal
In occasione della manifestazione Green Energy Design, la Resal, da sempre attenta al
problema dell’ecocompatibilità, si è impegnata a trovare e a fornire i materiali necessari per la
costruzione ideata dall’arch. Gaetano Pesce. La ricerca dei materiali consoni a questo tipo di
utilizzo ha portato all’impiego di un sistema poliuretanico/poliureico - che produce un
elastomero completamente trasparente, molto duro, resistente all’esterno,
ai graffi, all’azione della luce e agli agenti atmosferici - basato su prodotti
non tossici. In particolare sono stati utilizzati resine e indurenti, formulati dalla Resal,
su materie prime della Bayer MaterialScience. Il tipo di indurente impiegato è un isocianato
alifatico, non tossico, con un tasso di VOC (sostanze organiche volatili) pari a zero. Anche la
parte resina è a base di materiali non tossici e con VOC pari a zero. Questi
particolari materiali riducono notevolmente l’impatto ambientale e vanno incontro alle esigenze
dei designer, sempre alla ricerca di nuove modalità espressive.
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Ca’ Granda - ex Ospedale Maggiore
Con il patrocinio di
GAETANO PESCE, nato a La Spezia nel 1939, si è
laureato in architettura a Venezia. Ha vissuto a Padova,
Venezia, Londra, Helsinki, Parigi e, dal 1980, vive a
New York, dove svolge la sua attività di architetto,
urbanista, progettista di interni e designer.
È stato conferenziere e visiting professor in molte
prestigiose istituzioni in America e all’estero, inclusa la
Cooper Union a New York, ed è stato membro di
facoltà all’Institut d'Architecture et d'Etudes Urbaines di
Strasburgo, in Francia. Ha lavorato anche in Italia,
Germania, Belgio, Giappone, Stati Uniti e Brasile.
La sua produzione, che comprende anche
performance e opere artistiche, è stata oggetto
di numerose pubblicazioni e mostre e molti dei suoi
progetti fanno parte delle collezioni permanenti dei più
importanti musei del mondo. Nel 1996 gli è stata
dedicata una retrospettiva al Centre Georges
Pompidou di Parigi, cui si è aggiunta, in tempi più
recenti, la mostra antologica alla Triennale di Milano (2005). Nel 1993 ha
ricevuto l’autorevole Chrysler Award per l’Innovazione e il Design. Ciò che caratterizza
le realizzazioni più note di Pesce è l’aspetto figurativo unito alla qualità
artigianale. Fra queste Les Halles (1979) a Parigi e il Lingotto a Torino (1983); la
Casa dei Bambini per il Parc de la Villette a Parigi (1985); l’Organic Building di
Osaka (1989-1993); la Galleria d’Arte di Knokke-le-Zoute in Belgio (1994); la sede di
Manhattan dell’agenzia pubblicitaria TWBA/Chiat Day (1995). In queste, come in tutte
le sue opere, l’architetto ha espresso il principio guida secondo cui il modernismo, più
che uno stile, è un metodo per interpretare il presente e presagire un
futuro in cui l’individualità viene preservata e celebrata. A proposito del suo lavoro ha
detto: “Negli ultimi 30 anni, ho cercato di ridare all’architettura la sua capacità
di essere ‘utile’, citando immagini figurative riconoscibili, associate alla vita di strada e
alla cultura popolare, e producendo nuove tipologie. Mi sforzo di cercare nuovi materiali
che si adattino alla logica della costruzione, creando allo stesso tempo opere che
soddisfino bisogni reali. L’architettura recente ha dato per lo più risultati freddi, anonimi,
monolitici, antisettici, standardizzati, che non costituiscono una vera fonte di ispirazione.
Ho cercato di comunicare sentimenti di sorpresa, scoperta, ottimismo e
originalità”.
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installazione/installation
Democratic Ecology (5,7 m x 3,5 m x h. 5,2 m)
progetto di/project by PHILIPPE STARCK
realizzazione/with PRAMAC
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Ca’ Granda - ex Ospedale Maggiore
Con il patrocinio di
Democratic Ecology
di/by PHILIPPE STARCK
realizzazione/with PRAMAC
Concept
“L’ambiente è la moda del momento. Sulle copertine delle riviste, è un successo
clamoroso garantito. Alla fine, perché no? Basta che il risultato finale ci aiuti a
sopravvivere e a continuare l’evoluzione della nostra civilizzazione che è basata
sull’intelligenza. Il primo passo ecologico è il rifiuto. Abbiamo necessità di così
tanta materia? Più materia c’è, minore è l’umanità. Rifiutare è già un voto vero. È
anche l’inizio della fine di un ciclo dettato dalle tendenze, direttamente responsabile
dell’eccessivo consumo. Dobbiamo rivedere completamente il nostro modo
di produrre e consumare. Avendo presente tutto questo, ho sviluppato, con
Pramac, metodi alternativi per la produzione di energia. Il nostro scopo è di
fornire, tramite una nuova tecnologia, al maggior numero possibile di persone i prodotti
che ci aiuteranno a vivere meglio, per essere parte di una consapevolezza globale che
ci consenta di proteggere il nostro mondo. Questo è il seguito del mio progetto
politico: il design democratico che sto perseguendo da più di 30 anni. A breve,
tutti potremo comprare il nostro aerogeneratore personale. Tutti saremo parte della
grande immagine. Tutti saremo in grado di produrre energia”.
Progetto
Turbina a vento: prototipo in policarbonato con motore integrato,
tubo in metallo. Altezza installazione: 5,2 m – Area base: 6 m x 6 m.
Dimensioni piattaforma in legno: 5,7 m x 3,5 m x h. 1 m – colore argento
metallizzato. Cubo ruotato sopra la piattaforma: altezza 4,2 m, costruito in
legno – colore bianco. Tutte le superfici sono rivestite da adesivi: testo e
immagini. Illuminazione: 10 faretti invisibili montati all’interno del cubo ruotato
Pramac
Forte della propria esperienza nel settore della produzione energetica ed
interessata alle nuove tecnologie, Pramac è recentemente entrata anche nel
campo delle energie rinnovabili, in particolare fotovoltaica ed eolica.
Produrrà dal prossimo anno moduli fotovoltaici di nuova generazione, basati sulla
tecnologia a “film sottile” micromorph. Questa nuova soluzione tecnologica supera i
tradizionali pannelli al silicio sia in termini di efficienza che di impatto architettonico.
Proprio dal desiderio di creare prodotti funzionali per la produzione di
energia verde, con grande attenzione all’estetica e alla integrabilità
dell’elemento tecnologico nell’ambiente, nasce il progetto in collaborazione
con Philippe Starck, un avveniristico sistema microeolico che grazie alle
dimensioni ridotte e al grande design è destinato a diventare un oggetto
rappresentativo della ricerca del mondo contemporaneo della capacità di produrre
energia pulita e rinnovabile in modo non solo eco-compatibile ma anche esteticocompatibile, una creazione che coniuga la bellezza con l’efficienza.
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Ca’ Granda - ex Ospedale Maggiore
Con il patrocinio di
PHILIPPE STARCK, si definisce “un architetto
giapponese, uno scenografo americano, un designer
industriale tedesco, un direttore artistico francese e un
designer di mobili italiano”. La sua produzione va da
importanti progetti achitettonici ad arredi disegnati
per le maggiori aziende italiane e internazionali (Vitra,
Disform, Driade, Baleri, Idée, Alessi, Cassina, Aprilia,
Kartell, Thomson), fino a beni di consumo e articoli di
uso quotidiano prodotti in serie e realizzati usando
materiali innovativi e combinazioni insolite. Nato a Parigi
nel 1949, apprende l’amore per il disegno e la
realizzazione dal padre, progettista e costruttore di
aerei. Compie i primi studi presso la scuola di disegno
architettonico Nissim de Camondo. Nel 1968, ancora
studente al Notre Dame of Saint Croix in Neully, Starck,
incaricato dalla Quasar di progettare mobili gonfiabili,
fonda la sua prima società. Seguono, agli inizi degli
anni ’70, altri importanti incarichi: dal ’71 al ’72 è
direttore artistico della Pierre Cardin e nel biennio ’76-’78 è chiamato ad arredare
diversi locali alla moda di Parigi (il night club “La Main Bleue”, 1976, e il locale notturno
“Les Bains-Douches”, 1978). Nel 1979, a conclusione di un decennio fortunato, fonda
la “Starck Product”. Il successo nazionale e internazionale arriva negli anni ’80: nel 1982
viene incaricato dall’allora presidente della repubblica François Mitterrand di progettare gli
arredi e gli interni dell’Eliseo. Nel 1984 porta a termine la ristrutturazione del
Café Costes a Parigi e nel 1988 progetta gli interni del Royalton Hotel. Con la
realizzazione del Royalton inaugura il filone dei “Boutique Hotel”, molti dei quali disegnati
per il gruppo di Ian Schrager (dal Paramount al Mondrian, dal St. Martins Lane al
Sanderson, al Fasano Hotel). Numerosi i premi ricevuti in questi anni, tra cui il
Platinum Circle Award di Chicago (1987), il Grand Prix National de la Création
Industrielle (1988) e l'Honor Award dell'American Institute of Architetcts nel 1992 per il
Paramount Hotel di New York. Gli anni che seguono sono particolarmente floridi: partecipa
alla realizzazione del Groningen Museum in Olanda, progetta gli uffici dell’edificio Le
Baron Vert a Osaka e il ristorante Theatron in Messico, disegna una serie di residenze
spettacolari, da Parigi ad Anversa, da Los Angeles a Madrid. Nell’ambito del design Starck
firma inoltre importanti pezzi-icona per Alessi, Driade e Aprilia. Tra i prodotti realizzati, la famosa
sedia “Costes”, disegnata nel 1984 per il Café Costes a Parigi e prodotta da Driade; le
sedute “Saraphis” (1985), “Ed Archer” (1986) e “Lola Mundo” (1986) sempre per
Driade; il bollitore “Bertaa” e lo spremiagrumi “Juicy Salif”, prodotti da Alessi nel ‘90 e nel
‘91; la moto 6,5 per Aprilia nel 1995. Nel 2000 ridisegna l'intera collezione della Emeco,
l'azienda americana che produce la leggendaria “Navy chair”, la sedia in alluminio rifinita a
mano concepita per la Marina statunitense e considerata un American classic. Molti i prodotti
creati per Kartell, prima fra tutte la sedia “Louis Ghost” del 2002, esposta al MoMA di
New York. Tra le sue realizzazioni più recenti di architettura d’interni: il Katsuya Restaurant
di Los Angeles, il Felix di Hong Kong, il Lan e il Volan Club in Cina, il Bon di Mosca.
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installazione/installation
Ranger Reuse Recycle – R3 Tower (6 m x 8 m x h. 8 m)
progetto di/project by JAMES WINES – SITE
realizzazione/with RANGER
(con/with Denise MC Lee e/and Gianni Pettena)
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Ca’ Granda - ex Ospedale Maggiore
Con il patrocinio di
Ranger Reuse Recycle – R3 Tower
di/by JAMES WINES - SITE (con/with Denise MC Lee e/and Gianni Pettena)
realizzazione/with RANGER
Concept
La torre, costituita da prodotti plastici, è stata progettata per dimostrare i possibili usi
alternativi di oggetti industriali. Creati per un unico scopo, in realtà, in un altro contesto,
si prestano a una trasformazione estetica e funzionale. La struttura è concepita come un
collage industriale, ottenuto con un’ampia varietà di prodotti d’arredo e automobilistici.
L’identità originale degli oggetti è conservata ma, allo stesso tempo, viene dimostrata la loro
potenziale trasformazione estetica/funzionale. La struttura è a forma di chiocciola,
inizia a livello del terreno e gradualmente raggiunge la piena altezza avvolgendosi attorno
a un nucleo interno. Questo approccio permette ai visitatori della mostra di vedere
contemporaneamente sia l’esterno che l’interno scoprendo la metamorfosi dei materiali.
Progetto
L’installazione, di varie dimensioni, colori e finiture, è una raccolta di scarti che di
norma verrebbero destinati ai rifiuti o al riciclaggio, a seconda delle proprietà chimica
dei materiali. L’intera installazione mette fianco a fianco articoli come cofani d’automobile,
parafanghi, alettoni, respingenti, supporti luminosi, copri bagagliaio,
schienali, intelaiature interne, nonché sedie e tavoli. Ogni singolo pannello
resistente alle intemperie è incorniciato e provvisto di guarnizioni per venire agganciato al
supporto del ponteggio. I prodotti impiegati nell’installazione sono stati scelti per
rappresentare la tecnologia produttiva della Ranger, inclusi processi di stampaggio
PU RIM, termoformanti, a iniezione, compressione, trasferimento di resine.
Ranger
Questa torre di riutilizzo adattivo è costituita da prodotti plastici fabbricati dalla Ranger Spa
di Carate Brianza, specialista da oltre trent’anni nella progettazione e costruzione di
attrezzature per la trasformazione delle materie plastiche e del loro
impiego nei processi produttivi. L’azienda, attiva soprattutto nell’industria
automobilistica, opera anche nel settore dell’arredamento, collaborando con le principali
aziende del settore (Vitra, Molteni, Elam, B&B Italia e Cassina). Questo rapporto consolidato
ha permesso di realizzare alcuni significativi prodotti, uno fra tutti la “Panton Chair”, e
di vivere stimolanti esperienze di lavoro con noti designer, quali Mario Bellini,
Antonio Citterio, Charles e Ray Eames, Verner Panton e Philippe Starck. Il
progetto mira a rendere il pubblico più consapevole della tecnologia progressista di
Ranger, nonché a rendere merito all’azienda per il suo programma interno di
riciclaggio e la sua politica di “innovazioni per la vita”. La Torre Ranger di
riutilizzo e riciclaggio misura 6 x 8 metri, altezza 15 metri, e resterà nel cortile della Ca’
Granda a Milano per tutta la durata del FuoriSalone 2008. Dopo l’esposizione, il
padiglione diventerà un’installazione permanente davanti alla sede della
Ranger, nel parco di Villa Rossini. Destinato a diventare un museo all’aperto, il parco
ospita sculture di numerosi artisti contemporanei, italiani e stranieri, tra i quali Arman,
Cascella, Cesar, Consagra, De Filippi, Ditman, Melotti, Oppenheim, Tinguely, Turcato.
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Cortili dell’Università degli Studi di Milano 15 aprile - 1 maggio
Ca’ Granda - ex Ospedale Maggiore
Con il patrocinio di
JAMES WINES è fondatore e presidente del
gruppo SITE, studio di architettura statunitense
composto da architetti, artisti e designers. Nato a New
York nel 1970 con il preciso scopo di integrare in
un’unica visione il progetto con l’arte visiva, la
pianificazione del paesaggio e i principi della
tecnologia eco-compatibile, lo studio, oltre a
progetti per edifici e spazi pubblici, si occupa
anche della progettazione di parchi e giardini,
conduce ricerche su temi relativi alla sostenibilità
ambientale, sviluppa programmi didattici. In
particolare il suo fondatore, James Wines, pubblica
scritti e presenta il lavoro e la filosofia del gruppo
attraverso mostre e conferenze. Nel corso degli ultimi
30 anni SITE ha realizzato progetti architettonici in
America, Canada, Spagna, Francia, Italia, Inghilterra,
Austria e Giappone. Tra questi vi sono edifici
pubblici e istituzionali, showroom, ristoranti,
appartamenti privati, complessi residenziali, giardini comunali, parchi, spazi
pubblici e padiglioni espositivi internazionali.
Tra le opere del gruppo SITE ricordiamo gli edifici per la Best Company realizzati agli inizi
degli anni Settanta, il Binghamton Dock a New York del 1977, il Courtyard, nella stessa
città, del 1973, il Museum of Modern Art a Francoforte del 1983, la Highway
86 Processional a Vancouver, realizzata per l’Esposizione mondiale del 1986, e il
Padiglione per il Governo dell’Arabia Saudita, anch’esso costruito per
l’Esposizione Mondiale a Siviglia nel 1992; in anni più recenti, il giardino delle sculture
della Fondazione Koenig a Solomons nel Maryland (2003), lo Shake Shack
all’interno del Madison Square Park a New York (2004) e il padiglione per il
giardino espositivo a Carate Brianza, commissionato dalla Fondazione Rossini,
prima opera del gruppo in Italia.
Via Trentacoste 7
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installazione/installation
Cortile del ‘700
Nautoscopio (2 m x 2 m x h. 0,85/6 m)
di/by GIUSEPPE AMATO
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Ca’ Granda - ex Ospedale Maggiore
Con il patrocinio di
Nautoscopio
di/by GIUSEPPE AMATO
Concept
“L'idea del nautoscopio mi è venuta in mente guardando, sulle pagine di una rivista,
l'immagine di una struttura progettata da Frank Lloyd Wright. Collocata nel deserto
assolato dell’Arizona, a Taliesin, la struttura, appesa a un trave verticale, sembrava
pendere nel vuoto. Ho pensato quindi di creare una casa “aerea” in grado di
ruotare attorno a un albero di metallo. Dapprima mi sono occupato della
progettazione della struttura minima triangolare per garantire l'equilibrio attorno
all'albero; poi è stata la volta dei due lunghi bilancieri, fissati sul vertice posteriore, che
garantiscono alla struttura il continuo autoequilibrio. Il movimento ascensionale e di
rotazione è stato risolto, come nella nautica, con l’utilizzo di winch e cime. Ne è scaturito
il progetto di un grande ambiente, una spelonca con un'ampia apertura verso
l'esterno. I limiti e le difficoltà di sollevare a mano un’intera casa mi hanno portato a
progettare il meccanismo di sollevamento pensando a un grande contrappeso inserito
all'interno dell'albero. In questo modo diventa possibile sollevare a mano sei tonnellate
con il solo ausilio di un winch a manovella. I materiali sono stati scelti in base ai
criteri classici (sollecitazioni meccaniche, resistenza alla corrosione), ma
soprattutto in base a un concetto che è fondamentale nella mia ricerca: l’ecosostenibilità,
verificata in tutte le fasi del progetto”.
Progetto
Il palo, i meccanismi di rotazione, la base di appoggio e fissaggio al suolo sono in
acciaio al carbonio; la struttura della casa è in legno di betulla aeronautico, le
giunzioni in alluminio aeronautico, gli interni in legno di quercia “morto in piedi”,
ovvero ricavato da piante morte di vecchiaia, altrimenti destinate al rogo.
La coibentazione del guscio abitativo è assicurata dall'utilizzo della piuma d'oca, per
uno strato di 20 cm tra la pelle esterna in betulla e la copertura interna di canapa nera.
Il nautoscopio non è solo un progetto di casa eco-compatibile, ma è una
abitazione inserita all'interno di un paesaggio dal quale trae l'energia
per il suo funzionamento (un generatore eolico posto all'esterno della struttura
fornisce l'energia elettrica che viene accumulata in batterie situate all'interno della
struttura). Il modello che verrà presentato alla mostra è una fedele ricostruzione in
scala 1:5, completo delle manovre per il funzionamento. Nautoscopio è una
casa-osservatorio per inquadrare il paesaggio; si solleva a mano fino a 15 m
da terra e gira a 360° con cime e winch. Misura 25 m di altezza in punta
d'albero e descrive con le due antenne un cerchio di 40 m. Può ospitare 6
persone, acqua e cambusa, fino a un carico massimo di 600 kg. Lo spazio
interno è un triangolo equilatero di 8 m. I gavoni attrezzati e le cuccette sono disposte
sotto il pavimento di quercia.
Via Trentacoste 7
20134 Milano
tel 02 21 56 3-319/237/320
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Co-producers:
43
Milano Capitale del Design® 2008 (15 - 21 aprile 2008)
Cortili dell’Università degli Studi di Milano 15 aprile - 1 maggio
Ca’ Granda - ex Ospedale Maggiore
Con il patrocinio di
GIUSEPPE AMATO, nato a Palermo nel 1970,
si laurea in biologia molecolare all'Università di
Pavia nel 1993. Nel 1994, durante un viaggio in
Giappone, conosce il maestro Sori Yanagi, con
cui visita la Villa Katsura a Kyoto. Da quel
momento abbandona la ricerca universitaria per
dedicarsi alla lavorazione del legno. Apre
quindi uno studio/laboratorio a Milano con
macchinari d'epoca rilevati da un'antica
falegnameria. Qui impara a realizzare, con le
tecniche dell'ebanisteria classica, gli arredi
e i mobili da lui stesso disegnati, cercando di
coniugare lo studio delle tecniche costruttive e dei
materiali con una ricerca formale propria.
Ricerca orientata ad evitare sia la citazione “déjà
vu” del mobile antico sia la banalità della
riproduzione seriale, in modo da creare pezzi
unici originali. Nel 2001 espone a New York,
presso lo spazio Felissimo Design House, insieme a Ron Arad e Philippe Starck.
Nello stesso anno presenta i suoi lavori a Tokyo e Osaka presso le gallerie d'arte
Hankyu e Isetan. A Milano espone presso la Compagnia del Disegno in Brera e
alla galleria Open Mind in via Dante. Singole opere di Giuseppe Amato si trovano nella
dimora di campagna di Enrico Job a Brescia, nel loft newyorkese di Earl McGrath, nel
palazzo cinquecentesco di Ducrot a Roma, nella casa romana di Lina Wertmüller,
nell'atelier di Sori Yanagi a Tokyo. Dal 2004 apre il suo studio a Milano in Largo
Richini 14, di fronte all’Università Statale. Nello stesso anno Umberto Angeloni della
maison Brioni gli commissiona alcune opere per le boutique di Milano e per la
suite griffata all'hotel Four Seasons in via Gesù. La collaborazione continua con la
richiesta di un progetto per una villa in legno da costruire sull'isola di Brioni in
Croazia. Nasce così il progetto Sixty Tons, esposto, in scala 1:10, nello studio
di Largo Richini, che motiva Amato a dedicarsi alla progettazione di “case d'artista”,
abitazioni prevalentemente in legno concepite come oggetti d'arte.
Il nautoscopio è un progetto della serie “case d'artista” e verrà presentato in
anteprima esclusiva durante l'evento “Green Energy Design”, organizzato dalla rivista
Interni in occasione della settimana milanese del design.
Via Trentacoste 7
20134 Milano
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Co-producers:
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Milano Capitale del Design® 2008 (15 - 21 aprile 2008)
Cortili dell’Università degli Studi di Milano 15 aprile - 1 maggio
installazione/installation
Ofigea (sviluppo lineare 55 m x diam. disco 1,2 m x h. 4 m)
progetto di/project by JACOPO FOGGINI
realizzazione/with NICE
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Milano Capitale del Design® 2008 (15 - 21 aprile 2008)
Cortili dell’Università degli Studi di Milano 15 aprile - 1 maggio
Ca’ Granda - ex Ospedale Maggiore
Con il patrocinio di
Ofigea
di/by JACOPO FOGGINI
realizzazione/with NICE
Concept
In un luogo focale per la cultura meneghina, nel grande Cortile d’Onore della Ca’
Granda, sede dell’Università Statale di Milano, emergerà una titanica e
luminescente creatura di metacrilato plasmata da Jacopo Foggini che, come
Ofigea (dal greco ophis-ofide-serpe e da Gèa, la Madre Terra), neomitica creatura
simbolizzante l’eterna ciclicità del divenire, riporta alla luce il senso profondo e radicale
dell’appartenenza dell’Uomo alla Natura: in un contesto storico in cui il “biscione”
araldico rappresentò simbolicamente la Signoria Lombarda e del Ducato Milanese sia
degli Sforza che dei Visconti, oltre che di molta della sua imprenditoria moderna ed
attuale. Questa presenza simbolica delle cicliche forze naturali emergente
tra gli ambulacri del Filarete, è il segno vitale che ci rammenta come la vera Ca’
Granda sia anche qui, nella grande casa milanese, la Natura: la nostra casa naturale, la
quale sempre più necessita di un disegno, di un design, eco-rispettoso. Jacopo
Foggini ha voluto prediligere, fra le immagini archetipiche, quella del serpente, che
rappresenta la dialettica vivificante del mutamento, il risveglio delle forze che
giacciono nel profondo, l'animale originario alle sorgenti della vita. Il chiostro
dell’Università come dimora sapienziale del serpente e come luogo ideale e privilegiato
per sottolineare la convergenza e l’unificazione tra arte e cultura. Nella sua
forma viva, colorata e sinuosa, il serpente di metacrilato rappresenta la metamorfica
capacità di rigenerazione e quindi di cambiamento.
Progetto
Ofigea, realizzata con la collaborazione dell’architetto Roberto Bergonzi, ha uno
sviluppo lineare di 55 m x 1,2 m di diametro (disco) x 4 m di altezza ed è costituita da
centinaia di dischi, illuminati da LED e cromaticamente cangianti, di
metacrilato M-Cryl fornito da MGM Materie Plastiche: un “rigenerato” prodotto
risparmiando il 70% dell’energia rispetto ad un suo equivalente di prima scelta, nel
rispetto delle risorse ambientali non rinnovabili (8 barili di petrolio in meno ogni 1.000
kg) e del ciclo dell’acqua (5.400 litri risparmiati ogni 10.000 kg) e della anidride
carbonica (1.5 kg di CO2 in meno per ogni chilogrammo di M-Cryl ). La scelta di
utilizzare un simile materiale rigenerato, dotato di un sostenibile “ciclo di
vita”, riflette quindi l’intenzione di Jacopo Foggini di dar vita ad un simbolo che come
Ofigea costituisce l’immagine allegorica, l’archetipo, della naturale ciclicità della materia
e del flusso energetico, tra chimica ambientale e psichica, alchimia, mutamento e
rigenerazione.
Via Trentacoste 7
20134 Milano
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Nice
Ofigea è stata realizzata con il sostegno della Nice S.p.a., azienda specializzata
nella produzione di sistemi di automazione per la casa. Nata agli inizi degli
anni Novanta, Nice progetta e commercializza sistemi evoluti di automazione per
cancelli, porte da garage, barriere stradali, tende e tapparelle per edifici residenziali,
commerciali e industriali, coniugando innovazione tecnologica e design, per offrire la
massima semplicità d’uso.
Co-producer:
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Cortili dell’Università degli Studi di Milano 15 aprile - 1 maggio
Ca’ Granda - ex Ospedale Maggiore
Con il patrocinio di
JACOPO FOGGINI, si definisce un esploratore che
percorre l'arte e il design, superando i limiti imposti dalla
convenzionalità delle discipline. La straordinaria capacità
evocativa delle sue opere combina armoniosamente una
raffinata sensibilità poetica con il rivoluzionario
uso in ambito artistico di un comunissimo materiale,
normalmente utilizzato per produrre i catarifrangenti delle
automobili: il metacrilato. Dopo l'esordio nel 1997,
con un'installazione nello spazio di Romeo Gigli, le tappe
del successo di Jacopo Foggini sono state segnate anche
dall’apertura della sua galleria personale, dalla
realizzazione di un libro dedicato alla sua produzione
artistica e dall'inserimento delle sue sculture luminose nelle
collezioni permanenti di prestigiose istituzioni,
quali l'Haus der Musik di Vienna e il Museum of
Decorative Arts di Montreal e il Gandhi Museum di
Nuova Delhi. Negli ultimi anni le creazioni di luce di
Foggini sono state esposte in più di sessanta occasioni
presso gallerie e spazi espositivi di tutto il mondo: tra gli altri, il Carrousel du Louvre,
il Centre George Pompidou e l'Atelier Richelieu a Parigi, il Royal College of
Art e Sotheby's a Londra, e la Galerie Karsten Greve a Colonia. Nel 2006 ha
realizzato il lampadario da teatro per la cerimonia d'apertura dei Giochi Olimpici Invernali
di Torino. Il 2007 è stato l’anno di “Aurora Boreale”, progetto monumentale col quale
si è proposto di celebrare dieci anni di presenza al Salone Internazionale del Mobile di
Milano. Nell’ottobre dello stesso anno ha partecipato alla Biennale di Design di
Gwangju in Corea con un’installazione che ha voluto essere un omaggio alla sua
fonte di ispirazione primaria: il mare. Foggini collabora con studi di architettura
e le sue opere sono progettate per architetture, alberghi, musei, spazi espositivi,
residenze private e spazi pubblici. Attualmente è impegnato in vari progetti in Italia,
Svizzera, Germania, Ungheria, Inghilterra, Stati Uniti, Cina, Emirati Arabi, Hong Kong.
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installazione/installation
Giant Rock (6 m x 1,8 m x h. 1,8 m)
progetto di/project by ARIK LEVY
realizzazione/with MARZORATI RONCHETTI
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Cortili dell’Università degli Studi di Milano 15 aprile - 1 maggio
Ca’ Granda - ex Ospedale Maggiore
Con il patrocinio di
Giant Rock
di/by ARIK LEVY
realizzazione/with MARZORATI RONCHETTI
Concept
Giant Rock fa parte di una serie di pezzi, intitolata “Più grande dell’uomo”, in cui
sentiamo divenire l’oggetto che stiamo guardando un contrappeso nello spazio, una
nuova gravità di parametri sia visivi che emozionali. A prima vista diciamo
“Rock!”, ma guardando meglio ci rendiamo conto che non è ciò che pensiamo o come
lo vediamo: il meteorite è solo una giustapposizione fra uomo e natura. Si
riferisce a ciò che non c’è, l’assenza: sono i pezzi che vengono tolti a farlo esistere.
Formato da una crescita non geologica, è sia duro che morbido, micro-macro,
leggera riflessione nonché esperienza emotiva e ottica. Funziona, ma come
multifunzione o nessuna funzione. Il Rock, in modo veramente furtivo, sparisce e riappare,
riflettendo noi e il nostro ambiente. Visto nei grandi spazi esterni, sembra essere arrivato
da una civiltà progredita. In un interno, sembra nato dalla natura a noi più familiare.
Progetto
Costruita in acciaio inossidabile lucido specchiato, la scultura è un pezzo unico
di Arik Levy progettata da Ldesign e realizzata da Marzorati Ronchetti.
Giant Rock, che misura 6 m x 180 cm x 180 cm e pesa 2,5 tonnellate, è interamente
tagliato al laser e composto da 34 facce piegate e saldate in acciaio inox
lucido 30/10 a specchio. La struttura interna è composta da centine di acciaio di
spessore 5 mm strutturate su undici piani che attorniano un tubo centrale, sempre
in acciaio, dello spessore di 4 mm, atto a garantirne la stabilità.
Marzorati Ronchetti
È tra le aziende leader nella lavorazione dell’acciaio, In ottantacinque anni di
storia, di ricerca, di elevata professionalità e di solida tradizione artigiana un piccolo
laboratorio si è trasformato in una realtà imprenditoriale multiforme, pronta ad
accogliere nuovi stimoli e nuove sfide progettuali. La svolta è nei primi anni Novanta,
quando viene completato il processo di internazionalizzazione e viene intensificanta la
collaborazione con architetti e designer di fama mondiale, che ad oggi
prosegue prolificamente.
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Ca’ Granda - ex Ospedale Maggiore
Con il patrocinio di
ARIK LEVY nasce a Tel Aviv nel 1963.
Negli anni 1986-1988 si dedica al design grafico,
partecipando a due mostre di scultura ambientale.
All'età di 27 anni lascia il suo studio per trasferirsi in
Europa. La Svizzera è la sua prima destinazione: qui, nel
1991, si laurea col massimo dei voti in disegno
industriale presso l'Art Center Europe. Nello stesso
anno vince il premio Best Product della Seiko Epson
Inc., a seguito del quale inizia la sua carriera come
designer libero professionista e partecipa a numerose
mostre di design in Giappone. Al suo ritorno in Europa
sviluppa le sue idee e i suoi concetti innovativi trasferendoli
in installazioni per i palcoscenici dell’opera e
della danza contemporanea in giro per il mondo.
Nel periodo 1992-1994 insegna presso l'Ecole
Nationale Supérieure de Création Industrielle /
Les Ateliers a Parigi e tiene sessioni formative di design in
molte università europee. Nel 1993 incontra Pippo Lionni,
con il quale fonda a Parigi, nel 1996, lo studio Ldesign, dove sviluppa progetti di
design industriale, d’interni e di grafica per il mercato internazionale. Le sue
capacità tecniche e la sua creatività gli consentono di lavorare su una varietà di temi e
discipline che spaziano dal design allo sviluppo del prodotto, dall’identità
aziendale al packaging, alle mostre, agli interni e alla progettazione di
allestimenti. Durante questi anni Arik prende parte a diverse mostre e manifestazioni in
musei, gallerie e fiere, dove presenta le sue idee, creazioni di design e art-work come
art-video e fotografia. Molti suoi prodotti fanno parte delle collezioni permanenti dei più
prestigiosi musei. Levy opera contemporaneamente come scienziato e come poeta.
Innovazione, semplicità e sperimentazione gli consentono di creare nuovi concetti e di tradurli
in prodotti, spazi ed esperienze. Tra i suoi clienti si annoverano: Vitra, Vizona, Desalto,
Ligne-Roset, Seiko Epson, Gaia&Gino, Boutet, Sentou, L’Oréal, Serralunga, Baleri
Italia, Lanvin, Boucheron, Belux, Elica, Renault, Tronconi, Sector Sport Watches,
Baccarat, Galeries Lafayette, Bitossi, Zanotta, Kvetna.
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Portico del Richini
Cortile d’Onore
installazione di luce/light installation
Light Trees – Alberi di luce
progetto di/project by CASTAGNA RAVELLI STUDIO
realizzazione/with PHILIPS LIGHTING
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Cortili dell’Università degli Studi di Milano 15 aprile - 1 maggio
Ca’ Granda - ex Ospedale Maggiore
Con il patrocinio di
Light Trees – Alberi di luce
di/by CASTAGNA RAVELLI STUDIO
realizzazione/with PHILIPS LIGHTING
Concept
Il Portico del Richini si trasforma grazie a una installazione-spettacolo. Luci dinamiche
LED illuminano le 31 colonne e gli archi relativi. La luce cambia lentamente in
base allo scorrere dei giorno: ambrata all’alba, celeste al mattino, azzurra a
mezzogiorno e al pomeriggio, rossa al tramonto, viola prima di sera, blu alla sera e verde la
notte. Sulla parete di fondo, illuminata di verde per tutta la sua lunghezza da LEDLine a colore
fisso, sono proiettati alberi stilizzati. Li vediamo crescere: da germoglio fino a albero
adulto. E ancora germogliare. Lentamente. Un richiamo al rinnovarsi perenne della natura.
Contemporaneamente, viene proiettato il testo di Jean Giono, “L’uomo che
piantava gli alberi”, il poetico racconto di un uomo che, silenziosamente e all’insaputa di
tutti, comincia a piantare semi in una zona deserta e abbandonata e così, nel corso degli anni
della sua lunga vita, fa crescere foreste e rinascere la natura. Due attori, in divisa verde da
giardiniere, leggono a turno brani del racconto e gettano semi in piccoli vasi di
terracotta collocati alla base di ogni albero proiettato. Un pianoforte a mezza coda
accompagna la performance con musiche di Debussy, mentre, in sottofondo, una
“colonna sonora” di rumori registrati trasporta il pubblico in un bosco virtuale.
Lungo il percorso sono collocate delle panchine (Serralunga) per il pubblico. In continuità
con il testo di Jean Giono e il tema del Green Energy Design, anche gli altri spazi saranno
illuminati di verde. Verde sarà l’ingresso principale della Ca’ Granda, verde la
superficie delle colonne rivolta verso il cortile, verdi le colonne del porticato
opposto all’ingresso e quelle dei due loggiati e delle logge superiori laterali.
Mentre una striscia di luce bianca illuminerà il cornicione che divide il colonnato superiore da
quello inferiore e la volta interna degli archi. Ogni colonna - verde - tornerà ad essere quello
che era alle origini dell’architettura: la stilizzazione di un albero. Nel giardino, le chiome dei due
alberi e le siepi saranno illuminati con LEDStreep. Le scale monumentali saranno
“bagnate” di luce bianca collocata sulle balaustre centrali. Dunque: una sinfonia
di bianchi e di verdi stesi con la luce. Per sottolineare la grande scenografia del cortile.
Giocando sui due colori dominanti di questa straordinaria architettura.
Progetto
Apparecchi illuminanti utilizzati
Portico del Richini: proiettori LED dinamici iColor Blast 12 power core WB Black
(colorKinetics, Philips); barre LED LEDLine 2 a fascio largo di colore verde
(Philips). Cortile d’onore: barre LED LEDLine 2 a fascio stretto di colore verde e
bianco (Philips); proiettori LED BeamerLED a fascio lineare (Philips); strisce di
LED LEDString a bassa potenza di colore bianco (Philips); proiettori LEDFlood a
fascio regolabile di colore bianco (Philips).
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Co-producer:
Philips Lighting
È la divisione illuminazione della multinazionale Royal Philips Electronics, leader di
mercato nel campo dei LED ad alto potere tecnologico. L’azienda sviluppa ed esplora
nuove applicazioni e fornisce soluzioni avanzate che ottimizzano l'impiego di
energia in ogni segmento: illuminazione stradale, industriale, domestica e nel settore
dell'hospitality e del retail. Considerando che i sistemi di illuminazione impiegano il 19% di
tutto il consumo energetico, l'uso di soluzioni efficienti consentirà di ridurre il consumo
energetico mondiale e le emissioni di CO2, salvaguardando l’ambiente.
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Cortili dell’Università degli Studi di Milano 15 aprile - 1 maggio
Ca’ Granda - ex Ospedale Maggiore
Con il patrocinio di
CASTAGNA RAVELLI STUDIO, nato nel 1996, è
costituito da Paolo Castagna, regista teatrale, e da
Gianni Ravelli, architetto, scenografo e docente di
Architettura al Politecnico di Milano. Lo studio si
occupa di scenografie di luce, teatro ed eventi,
mescolando i linguaggi in chiave spettacolare.
Fra i progetti più significativi di illuminazione, dal
2002: la scenografia di luci per l’inaugurazione del
Teatro degli Arcimboldi e quelle per il Palazzo
della Triennale e per il Castello Sforzesco a
Milano in occasione di premi internazionali; per
Piazza Duomo, per cinque Porte storiche
milanesi e per le sedi europee della McArthur-Glen;
la festa di luci in Piazza della Scala per il
FuoriSalone® di Interni e l’installazione in Porta
Nuova nel 2006 (Interni, “Heavylight”, 2006);
l’happening grafico con proiezioni al Museo di
Castelvecchio, a Verona, per l’apertura di “Abitare il
tempo”. Nel 2007: installazioni artistiche e video in Piazza della Scala e al Castello
Sforzesco a Milano (Interni, “Decode Elements”, 2007), sul complesso
monumentale del Priamar a Savona, nel giardino e sulla facciata del Museo Maffeiano
a Verona; sette installazioni urbane a Savona per la manifestazione “Città di Luce”.
Per quanto riguarda la regia e la scenografia teatrali, dal 1997: spettacoli in palazzi
storici di Milano; “Le cinesi” di Gluck a Spoleto; “Il sogno della libertà”, rappresentato
anche al Piccolo Teatro di Milano; “Il colore delle note”, al Teatro Dal Verme di
Milano. Nel 2007: “Mondadori 100 anni”, spettacolo per il centenario della casa editrice
alla Corte Ducale del Castello Sforzesco di Milano; “Il segreto di Susanna”, di Ermanno
Wolf Ferrari, alla Fortezza del Priamàr a Savona e al Festival di Baveno; “La voce rapita”,
musical di Carlo Chiddemi, al Teatro Chiabrera di Savona. Castagna Ravelli Studio
collabora, per eventi culturali e spettacolari, con il Comune di Milano e
con quello di Savona, con gli Amici della Scala, con Pirelli Real Estate, con il Teatro
di Roma, e, recentemente, con il Teatro alla Scala, con il Museo Teatrale alla Scala
e con l’Orchestra Sinfonica di Savona. Nel settore della moda e del design per Mario
Buccellati, Gianfranco Ferré e Fontana Arte.
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installazione di luce/light installation
Mulini a voce
Cortile d’Onore, Loggiato Est 1° piano/Cortile d’Onore, Loggiato Est 1st floor
progetto di/project by STUDIO AZZURRO
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Con il patrocinio di
Mulini a voce
di/by STUDIO AZZURRO
Concept
“Dove, sono i giganti?” disse Sancho Panza. “Quelli che vedi laggiù”,
rispose il padrone, “con quelle braccia sì lunghe, che taluno d'essi le ha
come di due leghe”. “Guardi bene la signoria vostra”, soggiunse Sancho, “che
quelli che colà si discoprono non sono altrimenti giganti, ma mulini da
vento, e quelle che le paiono braccia sono le pale delle ruote, che
percosse dal vento, fanno girare la macina del mulino”.
“Ben si conosce”, disse don Chisciotte, “che non sei pratico di avventure;
quelli sono giganti, e se ne temi, fatti in disparte e mettiti in orazione
mentre io vado ad entrar con essi in fiera e disugual tenzone”. Detto
questo, diede de' sproni a Ronzinante, senza badare al suo scudiere, il
quale continuava ad avvertirlo che erano mulini da vento e non giganti,
quelli che andava ad assaltare.
(Miguel de Cervantes Saavedra, Don Chisciotte della Mancia, Tomo 1, capitolo otto)
Scagliarsi contro i mulini a vento, simili a giganti, è uno sforzo che potrebbe risultare
inutile, forse fatale. Non rimangono che le parole. Le parole ci raccontano di
storie lontane in un idioma che ci è vicino, una lingua trattenuta dagli
echi dell’architettura che l’ha ascoltata come un orecchio silenzioso. Il tessuto
di cui sono fatti gli schermi è simile a quello di tende che si aprono e chiudono, che si
muovono al vento, trattengono le parole, fermano le immagini che l’aria trasporta.
Sono le parole di conquistatori conquistati, abitanti della città che ascolta.
Un grande spazio all’aperto, un luogo sospeso, dove l’aria gioca e disegna le cose.
Le parole si trasformano in bisbiglio, il bisbiglio in soffio, il soffio è
quello del vento e delle parole, capace di produrre energia. Il soffio con le
parole è la forza che muove le pale del mulino. La forza del vento si attenua e si
spegne quando il bisbiglio ritorna parola. Il cigolio del mulino, delle sue pale, si arresta
e nel silenzio lo ascoltiamo farsi racconto. Ecco, il ciclo si ripete!
Progetto
19 arcate del Loggiato Est 1° piano sono interessate da proiezioni di luce.
Nelle 9 arcate centrali vengono proiettate, senza soluzione di continuità, immagini
di mulini a vento, personaggi del Don Chisciotte, ma anche fonti di energia pulita e
sostenibile. Nelle 10 rimanenti arcate, collocate alle estremità del loggiato e
divise in due sezioni da cinque arcate ciascuna, le proiezioni rimandano ombre in
movimento di girandole per bambini. L’installazione è composta da materiali di varia
natura assemblati liberamente: sofisticati oggetti tecnologici, materiali
naturali quali legno, tessuto e carta, semplici oggetti di uso quotidiano.
Via Trentacoste 7
20134 Milano
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Cortili dell’Università degli Studi di Milano 15 aprile - 1 maggio
Ca’ Granda - ex Ospedale Maggiore
Con il patrocinio di
STUDIO AZZURRO è un gruppo di
ricerca artistica che si esprime con i
linguaggi delle nuove tecnologie.
È stato fondato nel 1982 da Fabio Cirifino
(fotografia), Paolo Rosa (arti visive e cinema)
e Leonardo Sangiorgi (grafica e animazione).
Nel 1995 si è unito al gruppo Stefano
Roveda, esperto in sistemi interattivi.
Da più di venti anni, Studio Azzurro
indaga le possibilità poetiche ed
espressive di questi mezzi che così
tanto incidono nelle relazioni di questa
epoca. Attraverso videoambientazioni, ambienti sensibili e interattivi,
performance teatrali e film, ha segnato un percorso che è riconosciuto in tutto il
mondo, grazie a numerose e importanti esposizioni e spettacoli. Oltre che in opere
sperimentali, l’attività del gruppo si lega ad esperienze più divulgative come la
progettazioni di musei e di esposizioni tematiche, di riconosciuto valore culturale.
Attraverso esse, senza rinunciare alla ricerca, ha tentato di costruire un contesto
comunicativo che veda una attiva e significativa partecipazione dello spettatore
all’interno di un impianto narrativo, ispirato a una ipertestualità e ad una continua
oscillazione tra elementi reali e virtuali.
Fra i progetti più significativi si ricordano: “La camera astratta”, Documenta 8, Kassel,
1987, Premio UBU 1988 per il Teatro di ricerca; “Kepler’s traum”, Brucknerhaus,
Ars Electronica, Linz, 1990, Premio S.I.A.E. 1990 per la lirica; “Tavoli (perché queste
mani mi toccano?)”, Palazzo dell’Arte, Triennale di Milano, 1995, Premio Francesca Alinovi
’95; “Coro”, Mole Antonelliana, Torino, 1995, primo premio per il miglior progetto multimediale
al Videofestival Transmediale di Berlino; “Aristocratic Artisans”, Ace Gallery, New
York, 2000; “Megalopoli”, Biennale di Architettura, Venezia, 2000; “Tamburi”, ICC,
Tokyo, 2001; “Meditazioni Mediterraneo. In viaggio attraverso cinque
paesaggi instabili”, Castel Sant’Elmo, Napoli, 2002 (mostra itinerante realizzata in
collaborazione con Hermés); “Neither”, Opernhaus, Stoccarda, 2004; “Galileo. Studi per
l’inferno”, Open Haus, Norimberga, 2006; “Museo Multimediale del Castello di
Formigine”, Castello di Formigine, Modena, 2007.
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20134 Milano
tel 02 21 56 3-319/237/320
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Co-producer:
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Cortili dell’Università degli Studi di Milano 15 aprile - 1 maggio
installazione di luce/light installation
Grande Nuvola (lungh. 9 m x largh. 2,5 m x h. 2,5 m)
Scalone d’Onore
progetto di/project by DENIS SANTACHIARA
realizzazione/with A2A e/and SOLARES FONDAZIONE DELLE ARTI
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Cortili dell’Università degli Studi di Milano 15 aprile - 1 maggio
Ca’ Granda - ex Ospedale Maggiore
Con il patrocinio di
Grande Nuvola
di/by DENIS SANTACHIARA
realizzazione/with A2A e/and SOLARES FONDAZIONE DELLE ARTI
Concept
“Nuvole che vanno nuvole che vengono, la nostra sensorialità è spesso colpita
dalle nuvole, le guardiamo con stupore e attraverso le loro forme giochiamo a
scorgere animali oggetti e quanto ancora, seguiamo il loro trasformarsi in forme
imprevedibili, alte e basse, minacciose e pecorelle, cambiano colore, consistenza e
trasparenza. Non c’è in natura un evento, un materiale così eclettico,
imprevedibile e sfuggente, impossibile da fissare come forma plastica definitiva.
A forza di guardarle, a forza di volergli dare una consistenza che non fosse verbale o
testuale ho cominciato a realizzarle come luce per il paesaggio domestico e per spazi
pubblici. Non è la prima volta che cerco di “domesticare” la natura attraverso
un artificio, ho cominciato con temporali finti e poi fulmini, salti voltaici da salotto e
poi riprogettare la gravità. In questo voler agguantare e ridurre la natura al design
non potevano mancare le nuvole, alcune grandi, altre medie, altre piccoli cirri che in
questo FuoriSalone 2008 vanno e vengono da Milano a Roma”.
Progetti
Il grande cirro misura 9 m di lunghezza, 2,5 di larghezza e 2,5 di altezza. La struttura
portante è realizzata con un traliccio in alluminio e suddivisa in tre settori snodati
tra loro. Al centro della struttura è fissato un motoriduttore ad assi ortogonali che
fornisce la rotazione continua e che mediante leveraggi produce il lento movimento
alternato dei diversi settori della nuvola. La struttura è rivestita da una membrana
in lycra: serve come elemento elasticizzato per seguire il movimento delle parti mobili e
come supporto per il rivestimento esterno realizzato da una coltre in dacron. Due
plafoniere a tubi fluorescenti installate all'interno forniscono l'illuminazione.
Solares Fondazione delle Arti
Il processo creativo è da sempre al centro dell'attenzione di Solares Fondazione delle
Arti, realtà che si occupa di produzione culturale a tutto tondo. “Il nostro lavoro è quello
di partire dall'idea dell'artista e delineare il percorso più semplice da
seguire perché quell'idea si realizzi e da pura forma diventi sostanza. Siamo infatti
chiamati a collaborare con alcuni dei nomi più importanti della scena internazionale
dell'arte contemporanea, da Dennis Oppenheim a Ilya Kabakov, da Richard
Nonas a Michelangelo Pistoletto, da Gaetano Pesce a Bertrand Lavier e,
naturalmente, Denis Santachiara. Con gli artisti produciamo mostre, progetti culturali,
eventi, installazioni e opere vere e proprie. L'invito, che “Interni” ha rivolto a Denis
Santachiara per partecipare all'evento Green Energy Design, ci ha portato a ragionare
insieme sul complesso rapporto tra ambiente ed energia, e dunque tra
l'uomo e gli elementi. Ne è emersa l'idea di riproporre i Grandi cirri. Si tratta di due
enormi nuvole bianche, luminose e fluttuanti, che evocano la forza degli elementi ma
anche la loro poesia, la meravigliosa interazione tra acqua, aria, luce e l'emozione di stare
col naso per aria. Il design di Santachiara è qui più che mai “eco-emotional” e lo staff di
Solares è orgoglioso di aver preso parte alla realizzazione di quest'opera.
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Ca’ Granda - ex Ospedale Maggiore
Con il patrocinio di
DENIS SANTACHIARA nasce nel 1950 a Campagnola,
in provincia di Reggio Emilia. Inizia la sua attività di
designer nel 1980, realizzando opere al confine tra
arte e design che vengono fin da subito esposte in
varie manifestazioni: Biennale di Venezia (1980),
Palazzo dei diamanti di Ferrara (1982), Triennale di
Milano (1982/1984/1986/1996/2001/2004),
Quadriennale di Roma (1998). Nel 1984 idea e
cura la mostra-manifesto “La Neomerce, il design
dell'invenzione e dell'estasi artificiale” che si
tiene alla Triennale di Milano e al Centre Pompidou di
Parigi e nel 1987 la mostra “I Segni dell'Habitat”
presentata al Grand Palais di Parigi e al Berlage Museum
di Amsterdam (1988). Nel 1997 ha allestito, per la
Biennale di Fireneze, la mostra “The New Persona”,
curata da Germano Celant e nel 2000 “Stanze e
Segreti”, presso la Rotonda della Besana a Milano,
curata da Achille Bonito Oliva. In anni più recenti,
“Water Design” (2003) e “Open Living” (2004) nell’ambito di Design Week,
Tokyo. Tra le sue realizzazioni più importanti nel campo dell’architettura d’interni ed esterni:
la Certosa di Avignone e il Museo della magia a Blois per il Ministero della Cultura
Francese (1988-1992), gli arredi per la piazza di Toyama in Giappone (1993)
e gli interni dell'Art Hotel di Dresda (1994-1995). Nel 1990 ha fondato
Domodinamica, la prima collezione di oggetti animati per la casa, destinati alla
produzione industriale ed oggi prodotti e distribuiti esclusivamente da Modular. Ha
collaborato e collabora con aziende italiane e straniere per il design e la
ricerca di nuovi prodotti e nuove iniziative tra cui: SniaViscosa, Fiat, Progetto
Cultura Montedison, B&B, Ministero della Cultura Francese, Luceplan, Artemide, Swatch,
Mandarina Duck, Rosenthal, Panasonic, Domodinamica, Vitra, Campeggi, Superga,
Bang-Olufsen, Banca Generali, De Padova, Chrysler/Benz, Foscarini, Marutomy, Baleri
Italia, La Murrina, Serralunga, Koizumy, Erreti,Bonaldo, Magis, Zerodisegno, Post Design,
Polsit, Naos, Fontana Arte, Isedit. Le sue opere fanno parte delle collezioni
permanenti dei più prestigiosi musei del mondo, tra cui: Moma di NewYork,
Musee des Arts Decoratifs del Louvre, National Museum of Modern Art di Tokio, Museo
di Lione, Museo di Francoforte, Vitra Museum di Weil-am-Rhein, Philadelfia Museum,
Centre Pompidou di Parigi, Museo del design, Triennale di Milano. Tra i premi ricevuti: il
Compasso d’oro (1986), il Good Design Award dal Chicago Athenaeum Museum
of Architecture and Design (1999) e il Design World (2000).
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Ca’ Granda - ex Ospedale Maggiore
Con il patrocinio di
A2A è la multiutility nata il primo gennaio 2008 dalla fusione tra aziende
storiche come AEM Milano, ASM Brescia, AMSA ed Ecodeco; queste ultime
due sono le società ambientali acquisite dal Gruppo e che risultano tra le più eccellenti in
Italia e in Europa.
Con un fatturato superiore ai 9,4 miliardi di euro, A2A si colloca al primo posto tra le
ex-municipalizzate italiane, con un numero di clienti che supera i 2 milioni.
Il nuovo Gruppo, che esprime il meglio dello spirito imprenditoriale lombardo, conquista
la leadership nazionale nel settore ambientale con oltre 3 milioni di tonnellate di
rifiuti trattati, dei quali 1,7 milioni utilizzati per produrre elettricità.
A2A si pone nel settore elettrico come secondo operatore nazionale per
capacità installata e volumi di vendita, con un mix di produzione ben bilanciato e una
quota sostanziale (circa il 23%) ottenuta dall’idroelettrico, fonte pulita e rinnovabile.
Nel settore del gas, infine, la nuova Società, con oltre 2 miliardi di metri cubi di gas
venduti l’anno e distribuiti attraverso una rete ad alta e bassa pressione lunga 14 mila
km, è il terzo operatore nazionale.
A2A, oltre ad assumere un ruolo importante nel mercato italiano, ambisce ad essere
protagonista anche in Europa.
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installazione esterna/external installation
EcoGate (7,4 m x 7,4 m x h. 5 m)
Largo Richini
progetto di/project by SIMONE MICHELI
realizzazione/with BREDA SISTEMI INDUSTRIALI
luci/lighting Nordlight Ledco
sedute/seating Adrenalina
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Ca’ Granda - ex Ospedale Maggiore
Con il patrocinio di
EcoGate
di/by SIMONE MICHELI
realizzazione/with BREDA SISTEMI INDUSTRIALI
Concept
EcoGate rappresenta una simbolica porta verso l’ecocompatibilità.
EcoGate è un insieme segnico che desidera ricordare al visitatore che solo
attraverso una fitta rete di nuovi rapporti tra la dimensione dell’intelletto e la dimensione
del possibile costruito, potrà iniziare un intelligente percorso verso un futuro realmente
sostenibile. EcoGate è un’icona di transito pensata per favorire una riflessione
sulle possibilità espressive e contenutistiche della nostra architettura.
EcoGate è una dinamica geometria che intende sottolineare all’attenzione di chi
guarda quanto sia fondamentale il paziente e dovizioso lavoro dell’uomo per non
perdere tutto, per non rinunciare a tutto, per permettere ai nostri figli di poter vedere
ancora una volta il cielo.
“Abbiamo chiesto sempre di più al nostro mondo senza mai pensare a doni possibili!
Abbiamo esagerato e continuiamo ad esagerare. Forse per mettere la parola fine a
questo balzano ed irresponsabile modo di approcciare la vita, basterebbe fermarci a
guardare, anche solo per un attimo, la brillante luce espressa dagli occhi colmi di
bellezza ed entusiasmo dei nostri bambini e tutto sarebbe subito chiaro!”
Progetto
Si tratta di un’installazione di forma cubica caratterizzata da una struttura in ferro
bianco perimetrata da una cortina di fitti intrecci di corda e da una
pavimentazione specchiante. Gli attori principali di questa scenotecnica urbana
sono due portoni sezionali di Breda Sistemi Industriali disegnati per l’evento.
Realizzati con materiali di elevata qualità (legno/policarbonato/acciaio) e riciclabili al
98%, i portoni Breda dellla linea Wood Line modello Disegni Speciali in
scorrimento S3 sono costituiti da pannellature sezionali in legno e policarbonato che
si muovono su guide di scorrimento semi-verticali, una soluzione che permette
di limitare l’ingombro a soffitto e di avere quindi la meccanica del prodotto con un
impatto visivo minimo anche dal lato interno del vano. Le sezioni del manto del portone
sono antipizzicamento, con un profilo brevettato. Il portone è automatizzato e dotato di
dispositivi di sicurezza previsti dalla normativa vigente. Le verniciature sono state
eseguite con procedimenti che utilizzano prodotti eco-compatibili (verniciatura ad
acqua per le sezioni in legno e verniciatura a polveri per le guide di scorrimento).
Un pungente giallo acido sottolinea i tratti estetici, tecnologici e costruttivi del
sistema proposto in dinamico movimento che, insieme a luci, suoni e parole,
diviene il nodo visivo dell’intera composizione.
Breda Sistemi Industriali
Leader da oltre vent'anni nella produzione di portoni sezionali, Breda ha fatto
della dinamicità, dell'innovazione, della tecnologia e della creatività i suoi punti di
forza. La sicurezza e la praticità di utilizzo, la silenziosità e la tenuta
termica completano le caratteristiche tecnologiche dei prodotti Breda e fanno
dell’azienda un sinonimo di qualità globale.
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Ca’ Granda - ex Ospedale Maggiore
Con il patrocinio di
SIMONE MICHELI nel 1990 fonda l'omonimo
Studio d'Architettura. Lo Studio, diviso in dipartimenti,
si occupa di progettazione architettonica,
contract, interior design, exhibit design,
design e visual design. Nel corso degli anni ha
firmato plurimi interventi architettonici, di interior e
di allestimento legati al mondo domestico e contract.
Ha progettato numerosi oggetti d'uso per alcune tra
le più qualificate aziende europee del settore.
Nel 2003 fonda la società di progettazione
“Simone Micheli Architectural Hero”.
Ha esposto alla Biennale di Venezia, settore
Architettura. È curatore di mostre tematiche
“contract” e non solo nell'ambito delle più importanti
fiere internazionali di settore. Rappresenta nel 2007
l’interior design italiano partecipando al XXX
Foto di/Photo by Maurizio Marcato
Congreso Colombiano de Arquitectura a
Baranquilla in Colombia e nel 2008 alla conferenza
Internazionale di architettura per il contract ad Hannover in Germania.
Le interviste e i filmati sulle sue opere sono stati effettuati a più riprese dalle reti televisive
italiane “Mediaset”, “Rai”, “Sky – Leonardo – Alice – Gambero Rosso” e
straniere, come “Tele France”, televisione svizzera, reti televisive cinesi e coreane. Tra i
premi recenti si ricordano: il “Design Plus 2007” – Francoforte, premio speciale legato
al mondo del bagno, e il “Comfort & Design 2008” – Milano, premio internazionale
per l’impegno, la ricerca dell’eccellenza e l’innovazione con il radiatore d’arredo “Badge”
per Cordivari; il “Best Interior Design” e il “Best Apartment Italy” con il progetto
Golfo Gabella Lake Resort per Sist Group, nella competizione “Homes Overseas
Award 2007” – Londra, premio internazionale riservato ai migliori sviluppi immobiliari
residenziali nel mondo, e l’“European Architectural Award Plaster 2008” Portogallo, con la realizzazione di Casa Rizzo. Le sue opere sono pubblicate sulle maggiori
riviste italiane ed internazionali.
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Ca’ Granda - ex Ospedale Maggiore
Con il patrocinio di
ISOLE DI RELAX
Nell’ambito dell’evento Green Energy Design verranno create una serie di confortevoli
ISOLE DI RELAX, veri e propri “salotti urbani” dove, durante il FuoriSalone®,
sarà possibile godere di un momento di incontro e riposo tra una manifestazione
e l’altra. Le isole, collocate nel loggiato superiore della Corte Centrale,
si configurano come una sorta di corale belvedere da dove sarà possibile ammirare
tutte le installazioni sottostanti e la videoinstallazione a cura di Studio Azzurro, organizzata
nella loggia prospiciente all’altro lato della corte secentesca. Le isole di relax, realizzate
appositamente per l’evento e costituite da materiali naturali e riciclabili, verranno
allestite da aziende leader nel settore dell’arredamento.
Le isole di relax si propongono non solo come una serie di confortevoli luoghi per
l’incontro e la lettura che in modo “surreale” organizzano in un luogo pubblico
situazioni normalmente proprie del contesto domestico, ma anche come postazioni
privilegiate da cui potere cogliere, dall’alto, l’intero allestimento della mostra.
All’interno delle isole di relax sarà organizzato, in posizione centrale, un temporaneo
stand “caffè Lavazza” affiancato da una postazione fitness, a cura di Power
Plate, a disposizione del pubblico. Con la collaborazione di aziende leader nel settore
del furniture design, le isole di relax si propongono di offrire al variegato popolo del
design e ai numerosi visitatori la possibilità di rilassarsi in comodi divani e poltrone,
sfogliando libri e riviste, come in una sorta di living contemporaneo trasposto
all’interno della Ca’ Granda.
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Ca’ Granda - ex Ospedale Maggiore
Con il patrocinio di
ISOLE DI RELAX/RELAX ISLANDS - ARREDI/FURNITURE
LOGGIATO OVEST 1° PIANO/1° FLOOR
Carrera design DONATO D’URBINO e/and PAOLO LOMAZZI
produzione/production BBB
Comfort & Light design MARTÍ GUIXÉ
produzione/production DANESE
Moss rocks space & café design SETSU e/and SHINOBU ITO
produzione/production LAVAZZA
Re_Glax your mind design MARCO PIVA
produzione/production AGC FLAT GLASS ITALIA - REFLEX
Power Plate my5
produzione/production POWER PLATE
Collezione Re-trouvé design PATRICIA URQUIOLA
produzione/production EMU
CORTILE D’ONORE
Collezione Ivy design PAOLA NAVONE
produzione/production EMU
Shafa design LUCA TRAZZI
produzione/production GVM
Bouquet e/and Little Garden design TOKUJIN YOSHIOKA
produzione/production MOROSO
PRESS ROOM
Cortile d’Onore
realizzazione/realization RIMADESIO
con/with FONTANAARTE, KARTELL, ZERODISEGNO
Thanks to
CLEAR CHANNEL, LUCEPLAN, NOLOSTAND, SERRALUNGA, SHARP
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Cortili dell’Università degli Studi di Milano 15 aprile - 1 maggio
Donato D’Urbino
Paolo Lomazzi
Donato D'Urbino e Paolo Lomazzi operano nei campi dell’architettura,
degli allestimenti, dell’arredamento e del product design,
collaborando con alcune tra le più note aziende italiane e
internazionali. All'attività progettuale uniscono quella teorica e
culturale. Partecipano a molte giurie di concorsi e svolgono numerose
attività didattiche, tra cui le docenze alle Facoltà di Design del
Politecnico di Milano e dello IUAV di Venezia. La loro produzione è
documentata nella letteratura storica sul design italiano e nelle
principali pubblicazioni internazionali di architettura e disegno
industriale. Numerose loro opere sono presenti nelle collezioni
permanenti di vari musei del mondo e sono state selezionate per
mostre itineranti sul design italiano. Tra i premi ottenuti ricordiamo il
Compasso d'Oro (1979, Milano), il BIO 7 (1977, Lubiana) e il BIO 9
(1981 Lubiana), il Design Award Winner (1998, Hannover).
Collezione di poltrone e divani, morbidissimi e compatti,
in gomma schiumata, con rivestimento sfilabile in
tessuto elasticizzato. Rettilinea o curva è componibile
all’infinito mediante l’accostabilità di elementi mediani
o terminali diritti, concavi o convessi.
Riedizione dell’originale del 1969, firmata Decursu, De
Pas, D’Urbino, Lomazzi.
ISOLA DI RELAX/RELAX ISLAND
Carrera
design di/by DONATO D’URBINO e/and PAOLO LOMAZZI
produzione/production BBB
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Cortili dell’Università degli Studi di Milano 15 aprile - 1 maggio
Martí Guixé
Nato nel 1964, studia interior e industrial design a Barcellona e a Milano. Nel 1994,
durante il suo soggiorno a Berlino, formula un nuovo modo di comprendere la cultura dei
prodotti. Nel 1997 comincia a esporre i propri lavori, basati sulla ricerca di nuovi sistemi
progettuali, l’introduzione del design nel mondo del “food” e la sua presentazione
attraverso la performance. Vincitore di importanti riconoscimenti quali
il Ciutat de Barcelona Price (1999) e il National Design Price of the Generalitat de
Catalunya (2007), espone le sue opere in alcuni fra i più importanti musei del mondo, tra
cui il MoMA di New York, il MuDAC di Losanna, il MACBA di Barcellona e il Centre
Pompidou di Parigi. Attualmente vive tra Barcellona e Berlino e collabora con aziende di
livello internazionale come Authentics, Camper (per cui ha curato l’interior design di molti
negozi, compreso il recente FoodBALL, nuovo concept di food-shop), Galeria H2O, ChaCha, Chupa Chups, Desigual, Droog Design, Saporiti, Watx.
© Imagekontainer
Lampada da tavolo in
alluminio (diam. 44xh.62
cm). La forma iconica del
corpo prende vita grazie a
una classica luce da lavoro
mobile. Il corpo del
diffusore ha al suo interno
una cavità in cui è possibile
posizionare a diverse
altezze la luce da lavoro.
Seduta trasformabile
costituita da 5 cuscini
(80x80 cm o 60x60xh.12
cm), ognuno dei quali,
grazie a differenti qualità
tattili e finiture dei
rivestimenti, densità delle
imbottiture e dimensioni,
presenta caratteristiche
studiate per adattarsi a
ogni utilizzo. Tessuti e
imbottiture sono realizzati
in differenti materiali
ecosostenibili, naturali,
non trattati.
ISOLA DI RELAX/RELAX ISLAND
Comfort & Light
design di/by MARTÍ GUIXÉ
produzione/production DANESE
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Cortili dell’Università degli Studi di Milano 15 aprile - 1 maggio
Setsu Ito
Shinobu Ito
Entrambi designer e architetti, si laureano in Giappone,
alla Tama Art University di Tokyo (Shinobu) e all’Università
di Tsukuba (Setsu), ma sono milanesi di adozione.
Attualmente svolgono l’attività di consulenti tra Milano e
Tokyo per importanti ditte. Le loro opere, pubblicate ed
esposte in Europa e in Giappone, hanno ricevuto
numerosi riconoscimenti. Alcune fanno parte della
collezione permanente del museo di Arte
Contemporenea di Monaco.
Shinobu si occupa anche di grafica e vanta
un’esperienza significativa nel marketing, maturata
durante gli anni trascorsi presso la CBS SONY. Setsu
svolge anche l’attività accademica: è docente a Milano
presso la Domus Academy e L’Istituto Europeo di
Design e a Tokyo presso la Tama Art University.
Sabbia e resina per il pavimento, insieme a pannelli di
ferro arrugginito e muschio per la parete a creare un
giardino Zen fatto di roccia e vegetazione, ispirato a
Kare San Sui (giardino in stile “paesaggio secco”),
simbolo di tutte le cose del mondo naturale, icona
dell'esistenza stessa delle cose come le percepiamo.
Un luogo dove estraniarsi dal contesto e vedere le cose
dall’esterno, in modo oggettivo; uno spazio dove
trovare la tranquillità e riflettere - magari gustandosi
un caffè Lavazza! -, dove fondersi con lo spirito intimo
dell’elemento naturale.
ISOLA DI RELAX/RELAX ISLAND
Moss rocks space & café
design di/by SETSU e SHINOBU ITO
produzione/production LAVAZZA
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Cortili dell’Università degli Studi di Milano 15 aprile - 1 maggio
Marco Piva
Laureato al Politecnico di Milano, è tra i membri fondatori dello Studiodada Associati. La particolare
attenzione per l’organizzazione, la cooperazione e la formazione lo portano a creare prima IDA,
International Design Agency, interfaccia italiana per un sistema di world design network, e poi
EDEA (European Design Expert Association), società di consulenze strategiche per il Design,
collaborando con designer, sociologi ed esperti di marketing tedeschi, francesi e inglesi. Dal 1997
al 2002 coordina Hotel Technologies Group, il primo gruppo interdisciplinare di aziende
specializzate in tecnologie per l’Hotel ed il Contract, mentre dal 1999 è a capo dei Master post
laurea presso il Politecnico di Milano, la Scuola Politecnica di Design e l’Istituto Europeo di Design
di Milano. Dal 2001 fonda infine il suo omonimo studio, il Marco Piva Atelier Design, concepito
come centro di ricerca e sviluppo per l’industrial design. L’attività dello studio varia dalla
progettazione in grande scala per lo sviluppo di terminal turistici, alla progettazione di interni, per
giungere sino alla definizione di specifici prodotti per gli spazi collettivi. Tra i clienti dello studio:
Arflex, Cabas, Confalonieri, Ege, Frati, Gervasoni, Kvadrat, iGuzzini Illuminazione, Inox, Lapis,
Leucos, Luminara, Moroso, Novello, Oikos, Omnitex, Pierantonio Bonacina, Poliform, Rapsel,
Serralunga, Sicis, Sirrah, Stella Rubinetterie, Tisettanta, Zonca.
Il vetro è un materiale
legato alla tradizione, ma
che allo stesso tempo,
lavorato con tecniche
all'avanguardia, mostra la
sua anima contemporanea
e innovativa. Gli oggetti
realizzati per questo
evento, infatti, sfruttano al
massimo le potenzialità del
materiale portandolo al
massimo della sua
espressività. Trasparenza,
eleganza, leggerezza
formale ma anche
malleabilità, resistenza ed
ecocompatibilità sono le
caratteristiche intrinseche
del materiale che
diventano i punti di forza
dei prodotti.
ISOLA DI RELAX/RELAX ISLAND
Re_Glax your mind
design di/by MARCO PIVA
produzione/production AGC FLAT GLASS ITALIA - REFLEX
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Cortili dell’Università degli Studi di Milano 15 aprile - 1 maggio
Power Plate my5 è una
pedana fitness vibrante
distribuita e
commercializzata da
Power Plate Italia.
Realizzata con materiali
ecocompatibili, è
concepita per l’uso
domestico: occupa, infatti,
meno di un metro quadro,
consentendo un notevole
risparmio di tempo e di
spazio.
ISOLA DI RELAX/RELAX ISLAND
Power Plate my5
produzione/production POWER PLATE
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Milano Capitale del Design® 2008 (15 - 21 aprile 2008)
Cortili dell’Università degli Studi di Milano 15 aprile - 1 maggio
Patricia Urquiola
Nata a Oviedo (Spagna),
attualmente vive e lavora a
Milano. Frequenta la
facoltà di architettura al
Politecnico di Madrid e poi
al Politecnico di Milano,
dove si laurea nel 1989.
Dal 1990 al 1996 segue
l´ufficio sviluppo prodotti
per De Padova
e dal 1996 al 2000
coordina il gruppo design
dello studio Lissoni
Associati. Nel 2001 apre
un suo studio di
progettazione, dove si
occupa di design,
allestimenti e architettura.
Progetta per le aziende
Moroso, Agape, Alessi,
B&B, De Padova,
De Vecchi, Driade,
Foscarini, Kartell, MDF,
Molteni, San Lorenzo.
Allestisce stand e
showroom per Moroso,
Knoll, Marks and Spencer
(Londra), Molteni, Sand
(Danimarca), Somma,
Roberto Torretta (Spagna).
Ispirata “alle meravigliose poltrone in tondino di ferro degli anni ’50, piene di riccioli e
ghirigori”, Re-trouvé è una collezione di arredi in metallo che unisce la rivisitazione del
design d’antan in chiave ironica a una produzione industriale di elevata tecnologia, in grado
mantenere, al tempo stesso, la qualità caratteristica delle creazioni artigianali. Tutti i prodotti
della collezione (sedie, poltrone, tavoli e vasi) sono disponibili in bianco, nero, giallo,
turchese, verde e arancio, con cuscini per le sedute in numerose varianti cromatiche.
ISOLA DI RELAX/RELAX ISLAND
Collezione Re-trouvé
design di/by PATRICIA URQUIOLA
produzione/production EMU
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Cortili dell’Università degli Studi di Milano 15 aprile - 1 maggio
Paola Navone
Architetto al Politecnico di Torino (1973), tra gli anni ’70 e ’80 opera - accanto ad Alessandro
Mendini, Ettore Sottsass Jr. e Andrea Branzi - nel gruppo Alchimia, sviluppando una posizione
d'avanguardia che le vale, nel 1983, il prestigioso International Design Award di Osaka. Sempre
negli stessi anni inizia la collaborazione, tuttora in corso, con Abet Laminati. Tra il 1985 e il 1988
avviene la svolta radicale: diventa consulente per la costruzione dell’immagine e del prodotto nelle
Filippine, in Indonesia, Malesia e Thailandia per conto di Unido e Banca Mondiale. Da questa attività
scaturiscono mostre, convegni e consulenze. Torinese d'origine e milanese d'adozione, si muove
con disinvoltura tra i ruoli di architetto, designer, art director, arredatrice, saggista, insegnante,
curatrice di esposizioni ed eventi. Con la testimonianza di una ricerca professionale che assorbe e
rielabora riferimenti trasversali, Oriente e Occidente, artigianato e design. Nel corso della sua lunga
carriera ha collaborato con prestigiose aziende quali Abet Laminati, Armani Casa, Knoll International,
Alessi, Piazza Sempione, Mondo, Driade, Orizzonti, Arcade, Oltrefrontiera, Casamilano, Antonangeli,
Dada, Molteni, Natuzzi, Roche Bobois, Swarovski, Poliform, Egizia, Emu. Tra le sue recenti
realizzazioni di architettura d’interni: il ristorante “Pane e acqua” di Milano, il nuovo ufficio di Art
Trading a Mosca. Dal 1998 è direttore artistico di Gervasoni.
La collezione, che Paola
Navone ha creato
ispirandosi all’antica arte
della “topiaria” (potatura di
alberi e siepi allo scopo di
dar loro forme ornamentali),
è composta da divano,
poltrona e tavolo basso
(che può incorporare nella
base una fonte luminosa a
LED alimentata da cellule
fotovoltaiche), cui si
aggiunge la poltrona
gigante, pezzo unico
realizzato ad hoc per
l’evento di Interni. Nati per
abitare e adornare gli spazi
aperti, questi arrediscultura sono realizzati con
il materiale naturale per
eccellenza - il metallo - e,
grazie all’estrema
leggerezza delle strutture
(vuote al loro interno) e al
loro carattere non invasivo,
sono in grado di
armonizzarsi con il
paesaggio circostante.
ISOLA DI RELAX/RELAX ISLAND
Collezione Ivy (Poltrona gigante 4,43 m x 3,6 m x h. 2,6 m)
design di/by PAOLA NAVONE
produzione/production EMU
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Luca Trazzi
Architetto e designer, nasce a Verona nel 1962. Dopo la laurea in architettura a
Venezia, nel 1987, si trasferisce a Milano, dove inizia a collaborare con Aldo Rossi,
curando importanti progetti di architettura e design tra cui gli stabilimenti del Gruppo
Finanziario Tessile di Torino, il palazzo dei congressi di Milano, il City Center a Kuala
Lumpur in Malaysia, la riqualificazione dell'area Kursaal di Montecatini (casinò, teatro,
uffici, negozi e appartamenti) e il quartiere residenziale “La Corte” di Verona (uffici,
negozi e appartamenti). Nel 1993 apre un suo studio di design e architettura e nel
2000 entra a far parte di Designboom, di cui diventa co-direttore generale.
Attualmente sta progettando la nuova catena di Coffee Shop per Illy, supermercati e
centri commerciali per Despar, la catena di Megastore Messaggerie Musicali e ha
realizzato concept per Avirex, Fiorucci e Mash. Nel campo del design progetta per:
Viceversa, Illy, Swatch, FrancisFrancis, Guzzini, Kreon, Martini, Alfi, Wmf, Fiorucci,
Zucchetti Robotica, Porsche.
Le opere sono interamente
realizzate con il marmo
naturale estratto dal bacino
di Carrara; in particolare
una shafa (dal cinese “sha
fa”, che significa divano,
sofà, poltrona) è realizzata
in bardiglio grigio e l’altra in
paonazzo. Questi materiali,
impiegati generalmente
nell’edilizia, possono
essere lavorati fino a
spessori (3 mm) una volta
inimmaginabili. Il loro
utilizzo nell’ambito del
design permette di salvare
tutto ciò che non viene
utilizzato a scopi edili e di
recuperarlo attraverso la
fantasia dell’artista, che
ridona vita alla pietra
naturale e la sfrutta
pienamente.
ISOLA DI RELAX/RELAX ISLAND
Shafa (2,83 m x 1,55 m x h. 1,85 m)
design di/by LUCA TRAZZI
produzione/production GVM
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Tokujin Yoshioka
Nato in Giappone nel 1967,
inizia a lavorare come
designer free-lance nel 1992
e nel 2000 apre uno studio
a Tokyo. Dalla collaborazione
con lo stilista Issey Miyake
nascono i primi importanti
progetti, tra cui i negozi
“Issey Miyake” e le mostre
“Issey Miyake Making
Things” (Fondation Cartier,
Parigi) e “A-POC Making”
(Vitra Design Museum,
Berlino). Nel 2002, al Salone
del Mobile di Milano,
presenta per Driade le sedie
“Honey Pop” e Tokyo Pop”.
Tra gli altri progetti, la
lampada “Tofu” per
Yamagiwa, il lampadario
“Stardust” per Swarovski
Crystal Palace e la “Pane
Chair”, presentata al Salone
del Mobile di Milano nel 2006.
Dello stesso anno, la mostra
personale “Tokujin Yoshioka
– Super Fiber Revolution”,
presso la Galleria Axis a
Tokyo. I suoi lavori, che gli
sono valsi numerosi
riconoscimenti internazionali,
tra cui il JDC Design Award
(1997) e il Mainichi Design
Award (2001 e 2002), sono
esposti nelle collezioni
permanenti dei più prestigiosi
musei del mondo.
Nata dalla creatività di
Tokujin Yoshioka, la
poltroncina “Bouquet”
“sboccia” su un sottile
stelo di metallo cromato
da cui fioriscono petali
candidi o dai colori
delicati, formati da
moduli di tessuto
quadrati, cuciti uno ad
uno su una scocca
dalla forma ad uovo.
Sempre per Moroso,
il tavolino da esterno
“Little Garden”,
realizzato in metallo,
che può essere usato
anche come fioriera.
ISOLA DI RELAX/RELAX ISLAND
Bouquet e/and Little Garden
design di/by TOKUJIN YOSHIOKA
produzione/production MOROSO
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Lampada/lamp Polaris
design MARCO MERENDI
per/for FONTANAARTE
Sistema di libreria/bookshelves system
Cartesia design GIUSEPPE BAVUSO
per/for RIMADESIO
Appendiabiti/Coat standy Alta
Tensione design ENZO MARI
per/for KARTELL
Poltroncina/armchair Nobody’s Perfect
design GAETANO PESCE per/for
ZERODISEGNO
PRESS ROOM
Cortile d’onore
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Ca’ Granda - ex Ospedale Maggiore
Con il patrocinio di
MINI
Oltre a essere una vettura, MINI è per molti un mondo fatto di emozioni, passione
e divertimento. A cominciare dalla MINI Clubman, un’auto decisamente non
convenzionale che spicca per il design innovativo, nuovi abbinamenti
cromatici, e soluzioni estetiche che strizzano l’occhio ai mitici modelli anni
’60. Con tanto spazio in più, naturalmente, grazie a un abitacolo a cinque posti
(quattro a richiesta) e a un bagagliaio di più capacità. Se il frontale è ben riconoscibile,
la parte posteriore presenta l'originale “Splitdoor”, il portellone a due ante con la
cornice di separazione a contrasto e nello stesso colore del tetto. Innovativa anche la
“Clubdoor”, la portiera supplementare che posta sulla fiancata destra facilita
l'accesso al divanetto posteriore. Tre le motorizzazioni, la sportiva MINI Cooper S
Clubman, la scattante MINI Cooper Clubman e la parsimoniosa MINI
Cooper D, tre versioni che nascono nel rispetto della consolidata filosofia della Casa
di Monaco: più potenza, meno consumi, minori emissioni. Dall'agosto
1959, quando la piccola vettura di Oxford prese forma dalla penna di Issigonis, a
oggi, moltissimo è cambiato nel campo della tecnologia, dei linguaggi creativi e della
vita quotidiana. Presentata al mercato mondiale nel settembre 2000 al Salone
dell’Auto di Parigi, l’autentica erede “made by BMW Group”, ha portato con sé
una naturale evoluzione dell’universo MINI, riuscendo comunque a mantenere il suo
spirito originale e la sua spiccata personalità. La MINI by BMW Group conserva
l’immagine chic e al tempo stesso grintosa e sportiva della MINI storica.
Esalta le prestazioni e il divertimento di guida che anche l’originale sapeva offrire.
E si rinnova completamente nel design, nel comfort e nella sicurezza.
Forte della sua storia e della sua personalità si trova a suo agio anche nel nuovo
millennio. In Italia, al di là di iniziative direttamente rivolte al mercato, MINI ha
avviato un dialogo con studenti e neolaureati estendendo la propria
presenza al mondo della creatività, della scuola e della formazione, fino
a promuovere progetti di educazione alla guida sicura. È inoltre protagonista di
iniziative culturali e di costume che l’hanno messa in contatto con i grandi
protagonisti del mondo del cinema, sempre pronta a valorizzare attori e registi
emergenti attraverso premi e concorsi loro destinati.
MINI per Green Energy Design
Il marchio MINI ha sempre riservato grande attenzione alla cultura del design
e a chi ne è parte ed espressione, rappresentando la MINI stessa un pezzo di
storia del design. Con questo spirito partecipa anche a Green Energy Design,
l’evento promosso da Interni per il FuoriSalone 2008. E proprio in questa occasione
saranno presentate alla stampa due “speciali” versioni MINI, disponibili sul
mercato a partire da maggio. MINI è inoltre presente alla settimana milanese del design
(15-21 aprile 2008) presso la Triennale, dove una MINI Clubman potrà essere
ammirata per tutta la durata della manifestazione. Al suo fianco il pubblico
troverà un originale info point completamente dedicato alla nuova edizione del
MINI Design Award, il premio giunto oggi alla sua quarta edizione e destinato a
incoraggiare la crescita artistico-professionale di giovani talenti.
Via Trentacoste 7
20134 Milano
tel 02 21 56 3-319/237/320
[email protected]
Co-producers:
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Cortili dell’Università degli Studi di Milano 15 aprile - 1 maggio
Nelle immagini: nuova MINI Clubman; presentazione MINI Design Award 2008, Triennale Design Museum;
copertine cataloghi MINI Design Award 2005, 2006, 2007
Co-producer
MINI
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Ca’ Granda - ex Ospedale Maggiore
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PIRELLI RE Ecobuilding
È il programma di edilizia ecosostenibile avviato da Pirelli RE, gruppo leader
in Italia nel settore immobiliare e uno dei principali operatori a livello europeo.
Si tratta di un programma che riguarda tutti gli edifici di nuova costruzione, sia nel
residenziale che nel terziario, articolato intorno a quattro direttrici principali:
l’efficienza energetica; l’utilizzo di materiali eco-compatibili; l’uso di fonti
rinnovabili e il comfort abitativo. Il programma si articola in una serie di soluzioni
tra le quali figurano: l’uso sempre più estensivo di energie rinnovabili (in particolare
energia solare e geotermica), sistemi innovativi per il riscaldamento/raffreddamento
a bassa temperatura, l’impiego di apparecchiature ad alta efficienza
energetica, il miglioramento dell’isolamento termico dell’involucro edilizio, l’utilizzo
di serramenti esterni e di facciate vetrate più efficienti e dotati di idonei schermi solari
estivi, la gestione individuale dell’energia, il riutilizzo dell’acqua piovana, l’impiego
di materiali di provenienza naturale ed eco-compatibili e l’uso di tetti verdi.
L’attenzione di Pirelli RE a queste tematiche parte da lontano: nell’edilizia
residenziale la Società è stata pioniere nell’adozione di standard ecosostenibili,
come nel caso del Progetto Malaspina a Pioltello (MI), riconosciuto quale
esempio di eccellenza dal Kyoto Club per la significativa riduzione del consumo
di energia e dell’impatto ambientale.
La prima iniziativa di sviluppo di Pirelli RE firmata Ecobuilding sarà Giardini
Viscontei a Cusago (MI), un progetto su un’area di circa 16.000 mq che prevede
la realizzazione di tredici edifici di due o tre piani, per un totale di 200 appartamenti.
Questo progetto è un caso emblematico in materia di edilizia ad elevata efficienza
energetica, essendo stato elaborato con un’attenzione particolare per ciò che
concerne la riduzione e l’ottimizzazione dei consumi energetici. Verrà
impiegata l’acqua di falda come fonte energetica naturale e rinnovabile attraverso
l’uso di pompe di calore ad alto rendimento sia per il riscaldamento che per il
raffreddamento degli ambienti, azzerando le emissioni di CO2. Inoltre, verranno
posizionati dei pannelli radianti che permetteranno di utilizzare l’energia naturale
dell’acqua di falda per raffreddare direttamente gli ambienti.
Pirelli RE applicherà il programma anche nel settore uffici a partire dall’ampliamento
della nuova sede in Bicocca a Milano (Headquarter 2), che sarà il primo edificio ad
entrare nella Classe A secondo i criteri di certificazione energetica. Il consumo
energetico per il riscaldamento invernale sarà di circa il 30% inferiore al
limite previsto dalla normativa. Anche i consumi per il condizionamento estivo
saranno di gran lunga ridotti, grazie ad un involucro particolarmente performante,
una facciata continua a triplo vetro con schermi mobili installati nella cavità esterna
ventilata che lascerà passare soltanto il 15% dell’energia radiante.
L’attenzione al tema dell’ecosostenibilità è centrale anche nell’architettura: ne è
testimonianza il riconoscimento ricevuto nell’ambito di Urbanpromo per il progetto
Eastgate Park a Portogruaro (VE), premiato proprio per le innovative
caratteristiche di attenzione ai temi ambientali, pur trattandosi di un progetto di
logistica-industriale; e il concorso di progettazione ad inviti recentemente
promosso, per la riconversione in uffici dell’edificio che ospitava la mensa e la
portineria del complesso industriale Breda in Bicocca. La sostenibilità
ambientale del progetto è uno dei più importanti criteri previsti nel bando di gara.
Co-producers:
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Cortili dell’Università degli Studi di Milano 15 aprile - 1 maggio
Giardini Viscontei, Cusago (MI), 2007-2010, 16.050 mq
Headquarter 2, Milano Bicocca, 2007-2008, 12.070 mq
Concorso Edificio Tredici, Milano Bicocca, 2007
Co-producer
PIRELLI RE Ecobuilding
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Dal 1917 il grande magazzino più famoso d’Italia. Sotto la guida della Famiglia
Borletti diventa negli anni del boom economico una vera e propria istituzione nel
proporre prodotti dotati di carica modernizzatrice e nel farsi tramite delle tendenze
culturali, fino a istituire il premio “il Compasso d’Oro”. Nel 2005 l’insegna viene
venduta a un gruppo d’investitori: Investitori Associati, Pirelli Re, Deutsche Bank e la
Famiglia Borletti. L’intento è quello di riposizionare l’azienda verso l’alto e farla
diventare la miglior vetrina del Made in Italy e dei brand internazionali. Il timone viene affidato
a Vittorio Radice, forte di una lunga esperienza di grandi magazzini esteri. L’obiettivo è
quello di farlo diventare un vero department store internazionale attraverso tre
processi strategici di cambiamento: la ristrutturazione di tutti i negozi e l’apertura di nuovi
punti vendita nelle più importanti città italiane; l’arricchimento dell’offerta commerciale con
l’inserimento di prestigiosi brand di moda, design e life-style; il passaggio dal libero servizio
all’assistenza al cliente, totale e competente. Il flagship store di Piazza Duomo a
Milano è stato sottoposto a un processo di ristrutturazione globale, che ha già visto
l’inaugurazione di nuovi piani e che si concluderà nel 2010. Al progetto hanno lavorato, e
continuano a lavorare, grandi nomi internazionali del design e dell’architettura d’avanguardia,
tutti artefici di lavori prestigiosi e di alcuni dei locali e degli store più trendy del mondo.
Andrea Griletto per il restauro della facciata, lo Studio Cibic & Partners per le vetrine
e il 5° piano con le collezioni bambino, India Mahdavi per il piano terra e l’ammezzato,
dedicati al beauty e agli accessori, Vincent Van Duysen per il terzo piano con la moda
donna contemporanea, lo studio londinese HMKM che ha seguito il rifacimento dello spazio
per le collezioni intimo al quinto piano. E il gruppo Lifschutz Davidson Sandilands per il
settimo piano, interamente dedicato al gusto: assoluta novità per il mercato italiano, con una
varietà di proposte ristorative dal tono cosmopolita e un food market da gourmet. Anche il
secondo piano con le collezioni uomo è attualmente in ristrutturazione, sotto la guida di
Rodolfo Dordoni, architetto e designer milanese di fama internazionale. Nel frattempo la
trasformazione ha coinvolto anche gli altri punti vendita. Seguendo il format di Milano
Duomo, hanno completato la ristrutturazione della profumeria e degli accessori Padova e
Roma Fiume, su progetto di Ferruccio Laviani, e Firenze con India Mahdavi.
Mentre Cagliari ha inaugurato i due nuovi piani dedicati alla moda donna, ridisegnati da
Rodolfo Dordoni. Anche l’offerta commerciale è stata completamente rivisitata con
l’inserimento di marchi di alta gamma, prima a Milano Duomo e poi gradualmente
negli altri punti vendita. E giusto per citarne alcuni: Burberry, Chloé, Dior, Dolce&Gabbana,
Gucci, Louis Vuitton, Miu Miu, Salvatore Ferragamo, Valentino, Yves Saint Laurent, Marc
Jacobs per gli accessori. Bulgari, H Stern, Montblanc, Pisa Orologeria, Robert Wan per la
gioielleria. Jo Malone, Kiehl’s, Molton Brown, Shu Uemura, Tom Ford per la bellezza e
profumeria. Philosophy by Alberta Ferretti, R.E.D. Valentino, See by Chloé, Marc by Marc
Jacobs, Moschino Cheap & Chic per la moda donna contemporanea e Kurt Geiger per
le calzature. Armani Junior, Burberry, Dior, Miss Blumarine, Monnalisa, Polo Ralph Lauren
per le collezioni bambino e per l’intimo Emporio Armani, Christian Dior, Christian
Lacroix, D&G, La Perla, e Agent Provocateur, in esclusiva per l’Italia. Altri ancora ne
arriveranno, tra cui Armani Collezioni, Stella Mc Cartney e Polo Ralph Lauren. Il risultato di
questo processo globale di cambiamento sarà per la Rinascente il diventare un
department store di prima classe a livello mondiale, con una collezione di prodotti
e di marchi sempre più rappresentativa del consumatore contemporaneo. Al pari delle
cattedrali dello shopping di New York, Parigi e Londra.
Co-producers:
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LA RINASCENTE
8 vetrine interpretate da 8 architetti/8 windows interpreted by 8 architects
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Ca’ Granda - ex Ospedale Maggiore
Con il patrocinio di
In occasione della 47° edizione del Salone Internazionale del Mobile, Nokia offre a tutti i
visitatori la possibilità di accedere facilmente via mobile, e non solo, a numerosi servizi e
informazioni per scoprire gli eventi e le iniziative più interessanti. La partnership con
INTERNI prevede, oltre alla possibilità di scaricare sul telefono cellulare la
“GuidaFuoriSalone” e la “Guida Zee Milano”, la creazione di un mobile blogging:
10 redattori di INTERNI, accompagnati da un team tecnico di supporto
Nokia e da un fotografo, monitoreranno le novità e gli appuntamenti principali
utilizzando tutte le funzionalità dei modelli Nokia Nseries per catturare i momenti più
significativi della manifestazione e condividerli attraverso un
blog dedicato e alimentato con foto, testi, clip
video e audio in real time, accessibile sul sito
www.nokiatrendslab.it. Nokia metterà a disposizione della
Tribù del Design gli Nseries Angels, personale “on the
road” attrezzato con l’ultima generazione di computer
multimediali Nseries ad alte prestazioni, che forniranno
indicazioni utili sugli eventi del Salone e su tutti
i servizi relativi a ristoranti, hotel, negozi e
after-dinner. Inoltre, per dare spazio alla creatività dei
giovani, Nokia presenta, in occasione del prossimo Salone,
“Nseries Design Award”, il contest internazionale
per la progettazione di arredi e complementi concepito
e sviluppato in collaborazione con il Gruppo Sintesi. Infine,
situato nel cuore del “FuoriSalone” all’interno dell’Nhow
Hotel di via Tortona, verrà predisposto l’habitat di Nokia
Nseries, uno spazio per la condivisione e la comunicazione
organizzato in ambienti dedicati a una particolare esperienza:
musica, foto, video, navigazione, gaming.
NSeries Angel
realizzazione/with NOKIA
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TVISION (l. 1,3 m x h. 2,54 m)
display multimediale verticale/vertical multimedia display LCD 70”
progetto di/project by PAOLO CASTI
realizzazione/with CLEAR CHANNEL ITALY OUTDOOR
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Cortili dell’Università degli Studi di Milano 15 aprile - 1 maggio
Lampade da esterno/Outdoor lamps Sky
design di/by ALFREDO HÄBERLI
produzione/production LUCEPLAN
Vaso-seduta/seating-vase Holly All
design di/by PHILIPPE STARCK
produzione/production
SERRALUNGA
Vaso/vase
New Wave
design di/by
ROSS LOVEGROVE
produzione/
production
SERRALUNGA
ALLESTIMENTO GENERALE
Arredi esterni/outdoor furniture Cortile d’onore
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ALLESTIMENTO GENERALE
Aquos LC-20AD5E e Aquos LC-42X20E Serie Slim Line (frontale e profilo)
produzione/production SHARP
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Ca’ Granda - ex Ospedale Maggiore
Con il patrocinio di
DANILO REA nasce a Vicenza il 9 agosto 1957.
In tenerissima età si trasferisce a Roma, dove si
diploma in pianoforte presso il Conservatorio di
Santa Cecilia. Nel 1975 debutta con il Trio Di
Roma (Enzo Pietropaoli e Roberto Gatto).
Tra le collaborazioni concertistiche e
discografiche, ricordiamo quelle con Chet Baker,
Lee Konitz, Steve Grossman, Bob Berg, Phil Woods,
Michael Brecker, Art Farmer, Billy Cobham, Aldo
Romano, Tony Oxley, Dave Liebman, Bobby
Hutcherson, Gato Barbieri, Joe Lovano, Curtis Fuller,
Kenny Wheeler, John Scofield, Randy Brecker.
È molto richiesto anche nell'ambiente pop,
dove vanta un curriculum tra i più prestigiosi:
Mina, Domenico Modugno, Pino Daniele, Claudio
Baglioni, Gianni Morandi, Fiorella Mannoia, Renato
Zero, Riccardo Cocciante e molti altri. Nel 1989
ha preso parte, come solista, all'opera di Roberto
De Simone “Requiem per Pier Paolo Pasolini”, rappresentata al Teatro San
Carlo di Napoli sotto la direzione di Zoltan Pesko. Tra i gruppi con cui ha collaborato
ricordiamo Lingomania (miglior gruppo italiano del “Top Jazz” 1987). Ha dato concerti
in Francia, Inghilterra, Austria, Svizzera, Turchia, Olanda, Spagna, Finlandia, Norvegia,
Serbia, USA, Canada, India, Australia, Messico, Senegal, Tunisia, Brasile e Cina. Incide
due CD di piano solo: “Lost In Europe” (V.V.J.) 2000, e “Lirico” (Egea) 2003.
Listone Giordano – Natural Genius
Nata lo scorso anno in occasione dello spot televisivo di Listone Giordano, la
collaborazione tra l’azienda umbra e Danilo Rea, uno dei più virtuosi pianisti
del panorama jazz internazionale, è diventata un vero e proprio sodalizio artistico e
creativo ispirato da valori comuni. Nello spot l’artista suonava dando corpo a una
colonna sonora che interpreta il movimento delle venature del legno
come un insolito spartito musicale, creando momenti di forte suggestione e
coinvolgimento emotivo. Da Umbria Jazz al Guggenheim Museum di New York,
dalla performance dell’artista durante la presentazione della collezione Natural
Genius di Listone Giordano, fino alla sua presenza all’evento Green Energy
Design, la mostra organizzata dalla rivista Interni in occasione del Salone del Mobile
2008, la magia creata dalla sua musica e dal suo talento non si arresta.
Via Trentacoste 7
20134 Milano
tel 02 21 56 3-319/237/320
[email protected]
Co-producers:
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