Serie Ordinaria - N. 12 - 15 marzo 2004

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Serie Ordinaria - N. 12 - 15 marzo 2004
REPUBBLICA ITALIANA
BOLLETTINO UFFICIALE
MILANO - LUNEDÌ, 15 MARZO 2004
SERIE EDITORIALE ORDINARIA
Anno XXXIV - N. 60 - Poste Italiane - Spedizione in abb. postale - 45% - art. 2, comma 20/b - Legge n. 662/1996 - Filiale di Varese
Sommario
A) CONSIGLIO REGIONALE
Deliberazione Consiglio regionale 17 febbraio 2004 - n. VII/958
[5.3.5]
Piano regionale stralcio di bonifica delle aree inquinate, ai sensi dell’art. 22, comma 5,
del decreto legislativo 5 febbraio 1997, n. 22, indicante le priorità di intervento sui siti
inquinati presenti sul territorio nazionale . . . . . . . . . . . .
1082
Deliberazione Consiglio regionale 17 febbraio 2004 - n. VII/961
Programma pluriennale 2004/2006 ai sensi dell’art. 22 della l.r. 14 dicembre 1985, n. 81
«Norme in materia di biblioteche ed archivi di enti locali o di interesse locale» . .
1152
Comunicato regionale 10 marzo 2004 - n. 38
[1.8.0]
Nomine e designazioni di competenza del Consiglio regionale della Lombardia di rappresentanti regionali in enti ed organismi diversi – Lombardia Informatica s.p.a. . .
1160
B) PRESIDENTE DELLA GIUNTA REGIONALE
Decreto presidente Regione Lombardia 26 febbraio 2004 - n. 2638
[1.6.0]
Giornata regionale delle onorificenze alla Polizia Locale per anno 2003: costituzione
del Comitato di valutazione
. . . . . . . . . . . . . . .
1160
Decreto presidente Regione Lombardia 26 febbraio 2004 - n. 2681
[1.8.0]
Nomina della Rappresentanza studentesca designata dall’Università degli Studi di Bergamo in sostituzione dei decaduti dal mandato nel Consiglio di Amministrazione dell’I.S.U. dell’Università degli Studi di Bergamo . . . . . . . . . . .
1160
Decreto presidente Regione Lombardia 8 marzo 2004 - n. 3687
[1.8.0]
Determinazione del numero di rappresentanti nel Consiglio della Camera di Commercio, Industria, Artigianato e Agricoltura di Bergamo, spettante a ciascuna organizzazione imprenditoriale, organizzazione sindacale e associazione dei consumatori, o loro
apparentamento . . . . . . . . . . . . . . . . . .
1161
C) GIUNTA REGIONALE E ASSESSORI
12
Deliberazione Giunta regionale 27 febbraio 2004 - n. 7/16507
[2.1.0]
Variazioni al bilancio per l’esercizio finanziario 2004, disposte ai sensi dell’art. 49, comma 3, della l.r. 31 marzo 1978, n.34 e sue successive modificazioni ed integrazioni
relative alla Direzione Generale Agricoltura – 2º provvedimento . . . . . .
1162
Deliberazione Giunta regionale 27 febbraio 2004 - n. 7/16509
[2.1.0]
Variazioni al bilancio per l’esercizio finanziario 2004, disposte ai sensi dell’art. 49, comma 3, della l.r. 31 marzo 1978, n. 34 e sue successive modificazioni ed integrazioni
relative alla Direzione Generale Presidenza – 3º provvedimento . . . . . .
1162
Deliberazione Giunta regionale 27 febbraio 2004 - n. 7/16533
[2.1.0]
Determinazione in merito all’utilizzo delle risorse disponibili sui capitoli di bilancio
5.0.4.0.3.266.5976, contributi a rimborso per l’iniziativa U) Impiantistica sportiva e
5.0.4.0.3.266.5102 contributi a rimborso per l’iniziativa B) Beni culturali/Spettacolo del
bilancio 2004/2006 . . . . . . . . . . . . . . . . . .
1162
Deliberazione Giunta regionale 27 febbraio 2004 - n. 7/16534
[3.1.0]
Nomina, ai sensi dell’art. 4 della l.r. 13 febbraio 2003 n. 1 e successive modificazioni,
del Commissario dell’IPAB «Opera Pia Maria Rossi» con sede nel Comune di Casaletto
Lodigiano (LO) – fraz. Gugnano. OGR G02 Attuazione legge riordino delle II.PP.A.B.
1163
5.3.5
1.8.0
1.6.0
2.1.0
3.1.0
AMBIENTE E TERRITORIO / Ambiente / Rifiuti e discariche
ASSETTO ISTITUZIONALE / Nomine
ASSETTO ISTITUZIONALE / Polizia locale
ORDINAMENTO FINANZIARIO / Bilancio e contabilità
SERVIZI SOCIALI / Assistenza
Bollettino Ufficiale della Regione Lombardia
– 1078 –
Serie Ordinaria - N. 12 - 15 marzo 2004
Deliberazione Giunta regionale 27 febbraio 2004 - n. 7/16537
[3.1.0]
Trasformazione dell’IPAB «Istituto Bonoli» con sede legale nel Comune di Como (CO) in Fondazione ONLUS
senza scopo di lucro denominata «Fondazione don Eugenio Bonoli ONLUS». Ai sensi dell’art. 3 della l.r. 13
febbraio 2003, n. 1. OGR G02 Attuazione legge di riforma delle II.PP.A.B. . . . . . . . . . .
1163
Deliberazione Giunta regionale 27 febbraio 2004 - n. 7/16538
[3.1.0]
Trasformazione dell’IPAB «Asilo infantile Roggiolo-Bonga» con sede legale nel Comune di Luino (VA) in Associazione senza scopo di lucro denominata «Associazione Asilo infantile Roggiolo-Bonga». Ai sensi dell’art. 3
della l.r. 13 febbraio 2003, n. 1. OGR G02 Attuazione legge di riforma delle II.PP.A.B. . . . . . . .
1163
Deliberazione Giunta regionale 27 febbraio 2004 - n. 7/16539
[3.1.0]
Trasformazione dell’IPAB «Istituto Pietro Cadeo» con sede legale nel Comune di Chiari (BS) in Fondazione
senza scopo di lucro denominata «Istituto Pietro Cadeo ONLUS». Ai sensi dell’art. 3 della l.r. 13 febbraio 2003,
n. 1. OGR G02 Attuazione legge di riforma delle II.PP.A.B. . . . . . . . . . . . . . .
1163
Deliberazione Giunta regionale 27 febbraio 2004 - n. 7/16540
[3.1.0]
Fusione delle II.PP.A.B. «Opera Pia Cronici» – «Casa di Riposo Marini Carioni Vimercati Pasquini» – «Centro
per Minori Frecavalli» con sede legale nel Comune di Crema via Kennedy e conseguente trasformazione in
Fondazione ONLUS senza scopo di lucro denominata «Fondazione Benefattori Cremaschi – Istituto polifunzionale di riabilitazione e di assistenza sociosanitaria – ONLUS». Ai sensi dell’art. 3 e dell’art. 5 comma 1 della l.r.
13 febbraio 2003, n. 1. OGR G02 Attuazione legge di riforma delle II.PP.A.B. . . . . . . . . .
1164
Deliberazione Giunta regionale 27 febbraio 2004 - n. 7/16541
[3.1.0]
Trasformazione dell’IPAB «O.P. Ente Galignani» con sede legale nel Comune di Palazzolo sull’Oglio (BS) in
Fondazione senza scopo di lucro denominata «Fondazione Giuseppe Antonio Galignani». Ai sensi dell’art. 3
della l.r. 13 febbraio 2003, n. 1. OGR G02 Attuazione legge di riforma delle II.PP.A.B. . . . . . . .
1164
Deliberazione Giunta regionale 27 febbraio 2004 - n. 7/16542
[3.1.0]
Trasformazione dell’IPAB «Centro Servizi Assistenziali Cami-Alberini» con sede legale nel Comune di Gottolengo (BS) in Fondazione ONLUS senza scopo di lucro denominata «Fondazione Centro Servizi Assistenziali
Cami-Alberini ONLUS». Ai sensi dell’art. 3 della l.r. 13 febbraio 2003, n. 1. OGR G02 Attuazione legge di riforma
delle II.PP.A.B. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
1164
Deliberazione Giunta regionale 27 febbraio 2004 - n. 7/16543
[3.1.0]
Trasformazione dell’IPAB «Asilo Infantile Zinelli-Perdoni» con sede legale nel Comune di Padenghe sul Garda
(BS) in associazione senza scopo di lucro denominata «Asilo Infantile Zinelli-Perdoni». Ai sensi dell’art. 3 della
l.r. 13 febbraio 2003, n. 1. OGR G02 Attuazione legge di riforma delle II.PP.A.B. . . . . . . . .
1164
Deliberazione Giunta regionale 27 febbraio 2004 - n. 7/16544
[3.1.0]
Trasformazione dell’IPAB «Istituto Opera Pia G.C. Rota» con sede legale nel Comune di Almenno San Salvatore
(BG) in Fondazione ONLUS senza scopo di lucro denominata «Fondazione Giovanni Carlo Rota ONLUS». Ai
sensi dell’art. 3 della l.r. 13 febbraio 2003, n. 1. OGR G02 Attuazione legge di riforma delle II.PP.A.B. . . .
1165
Deliberazione Giunta regionale 27 febbraio 2004 - n. 7/16545
[3.1.0]
Trasformazione dell’IPAB «Casa di Riposo «Martinelli-Granata-Piantoni»» con sede legale nel Comune di Cologne (BS) in Fondazione ONLUS senza scopo di lucro denominata «Fondazione «Martinelli-Granata-Piantoni
ONLUS». Ai sensi dell’art. 3 della l.r. 13 febbraio 2003, n. 1. OGR G02 Attuazione legge di riforma delle
II.PP.A.B. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
1165
Deliberazione Giunta regionale 27 febbraio 2004 - n. 7/16546
[3.1.0]
Trasformazione dell’IPAB «Lega del Bene – Vittorio Emanuele III» con sede legale nel Comune di Pavia in
Fondazione senza scopo di lucro denominata «Fondazione Martinetti – Lega del Bene». Ai sensi dell’art. 3 della
l.r. 13 febbraio 2003, n. 1. OGR G02 Attuazione legge di riforma delle II.PP.A.B. . . . . . . . .
1165
Deliberazione Giunta regionale 27 febbraio 2004 - n. 7/16547
[3.1.0]
Trasformazione dell’IPAB «Casa di Riposo per Anziani di Botticino» con sede legale nel Comune di Botticino
(BS) in persona giuridica di diritto privato senza scopo di lucro denominata Fondazione «Casa di Riposo per
Anziani di Botticino ONLUS». Ai sensi dell’art. 3 della l.r. 13 febbraio 2003, n. 1. OGR G02 Attuazione legge di
riforma delle II.PP.A.B. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
1166
Deliberazione Giunta regionale 27 febbraio 2004 - n. 7/16548
[3.1.0]
Trasformazione dell’IPAB «Casa di Riposo di Calcinato» con sede legale nel Comune di Calcinato (BS) in persona giuridica di diritto privato denominata Fondazione «Casa di Riposo di Calcinato – ONLUS». Ai sensi dell’art.
3 della l.r. 13 febbraio 2003, n. 1. OGR G02 Attuazione legge di riforma delle II.PP.A.B. . . . . . .
1166
Deliberazione Giunta regionale 27 febbraio 2004 - n. 7/16549
[3.1.0]
Trasformazione dell’IPAB «O.P. Casa Industria Ricovero e Cronicità» con sede legale nel Comune di Soncino
(CR) in Fondazione ONLUS senza scopo di lucro denominata «Fondazione Residenza Sanitario-Assistenziale
di Soncino ONLUS». Ai sensi dell’art. 3 della l.r. 13 febbraio 2003, n. 1. OGR G02 Attuazione legge di riforma
delle II.PP.A.B. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
1166
Deliberazione Giunta regionale 27 febbraio 2004 - n. 7/16550
[3.1.0]
Trasformazione dell’IPAB «Casa di Riposo Villa della Pace» con sede legale nel Comune di Stezzano (BG) in
Fondazione senza scopo di lucro denominata «Fondazione Casa di Riposo Villa della Pace». Ai sensi dell’art. 3
della l.r. 13 febbraio 2003, n. 1. OGR G02 Attuazione legge di riforma delle II.PP.A.B. . . . . . . .
1166
Deliberazione Giunta regionale 27 febbraio 2004 - n. 7/16551
[3.1.0]
Trasformazione dell’IPAB «Asilo Infantile – Scuola Materna» con sede legale nel comune di Gottolengo (BS) in
Fondazione senza scopo di lucro denominata «Scuola d’Infanzia Pietro Caprettini». Ai sensi dell’articolo 3 della
legge regionale 13 febbraio 2003, n. 1 – OGR G02 Attuazione legge di riforma delle II.PP.A.B. . . . . .
1167
Deliberazione Giunta regionale 27 febbraio 2004 - n. 7/16552
[3.1.0]
Trasformazione dell’IPAB «Casa di Riposo Dante Cusi» con sede legale nel comune di Gambara (BS) in Fondazione Onlus senza scopo di lucro denominata «Dante Cusi Onlus». Ai sensi dell’articolo 3 della legge regionale
13 febbraio 2003, n. 1. – OGR G02 Attuazione legge di riforma delle II.PP.A.B.. . . . . . . . .
1167
3.1.0 SERVIZI SOCIALI / Assistenza
Bollettino Ufficiale della Regione Lombardia
– 1079 –
Serie Ordinaria - N. 12 - 15 marzo 2004
Deliberazione Giunta regionale 27 febbraio 2004 - n. 7/16553
[3.1.0]
Trasformazione dell’IPAB «Casa per Anziani Serlini – Residenza Sanitaria Assistenziale» con sede legale nel
comune di Ospitaletto (BS) in Fondazione Onlus senza scopo di lucro denominata «Fondazione “Serlini” Residenza Sanitaria Assistenziale – Onlus». Ai sensi dell’articolo 3 della legge regionale 13 febbraio 2003, n. 1 –
ORG G02 Attuazione legge di riforma delle II.PP.A.B. . . . . . . . . . . . . . . .
Deliberazione Giunta regionale 27 febbraio 2004 - n. 7/16554
[3.1.0]
Trasformazione dell’IPAB «Fondazione Bertinotti-Formenti» con sede legale nel comune di Chiari (BS) in Fondazione Onlus senza scopo di lucro denominata «Fondazione Bertinotti Formenti Onlus». Ai sensi dell’articolo
3 della legge regionale 13 febbraio 2003, n. 1 – ORG G02 Attuazione legge di riforma delle II.PP.A.B. . . .
Deliberazione Giunta regionale 27 febbraio 2004 - n. 7/16555
[3.1.0]
Trasformazione dell’IPAB «Gerontocomio Lomellino» con sede legale nel comune di Lomello (PV) in Fondazione senza scopo di lucro denominata «Fondazione Gerontocomio Lomellino». Ai sensi dell’articolo 3 della legge
regionale 13 febbraio 2003, n. 1 – ORG G02 Attuazione legge di riforma delle II.PP.A.B. . . . . . .
Deliberazione Giunta regionale 27 febbraio 2004 - n. 7/16556
[3.1.0]
Trasformazione dell’IPAB «Pia Fondazione di Valle Camonica» con sede legale nel comune di Malegno (BS) in
Fondazione Onlus senza scopo di lucro denominata «Pia Fondazione di Valle Camonica Onlus». Ai sensi dell’articolo 3 della legge regionale 13 febbraio 2003, n. 1 – ORG G02 Attuazione legge di riforma delle II.PP.A.B.
Deliberazione Giunta regionale 27 febbraio 2004 - n. 7/16557
[3.1.0]
Trasformazione dell’IPAB «Istituto Femminile della Presentazione» con sede legale nel comune di Como in
Fondazione senza scopo di lucro denominata «Fondazione La Presentazione». Ai sensi dell’articolo 3 della legge
regionale 13 febbraio 2003, n. 1 – ORG G02 Attuazione legge di riforma delle II.PP.A.B. . . . . . .
Deliberazione Giunta regionale 27 febbraio 2004 - n. 7/16558
[3.1.0]
Trasformazione dell’IPAB «Opera Pia Guida» con sede legale nel comune di Soresina (CR) in Fondazione senza
scopo di lucro denominata «Fondazione Giuseppina Guida». Ai sensi dell’articolo 3 della legge regionale 13
febbraio 2003, n. 1 – ORG G02 Attuazione legge di riforma delle II.PP.A.B.. . . . . . . . . .
Deliberazione Giunta regionale 27 febbraio 2004 - n. 7/16559
[3.1.0]
Trasformazione dell’IPAB «Opera Pia Alzeni» con sede legale nel comune di Trescore Cremasco (CR) in Fondazione senza scopo di lucro denominata «Fondazione Opera Pia Alzeni». Ai sensi dell’articolo 3 della legge
regionale 13 febbraio 2003, n. 1 – ORG G02 Attuazione legge di riforma delle II.PP.A.B. . . . . . .
Deliberazione Giunta regionale 27 febbraio 2004 - n. 7/16560
[3.1.0]
Trasformazione dell’IPAB «Residenza Sanitario Assistenziale Angela Mauri Sacconaghi – Giovanni Borghi» con
sede legale nel comune di Comerio (VA) in Fondazione senza scopo di lucro denominata «Fondazione Angela
Mauri Sacconaghi – Giovanni Borghi». Ai sensi dell’articolo 3 della legge regionale 13 febbraio 2003, n. 1 –
OGR G02 Attuazione legge di riforma delle II.PP.A.B. . . . . . . . . . . . . . . .
Deliberazione Giunta regionale 27 febbraio 2004 - n. 7/16561
[3.1.0]
Trasformazione dell’IPAB «Opera Pia Istituto Arti e Mestieri V. Roncalli» con sede legale nel comune di Vigevano (PV) in Fondazione senza scopo di lucro denominata «Fondazione Istituto d’Arte e Mestieri Vicenzo Roncalli». Ai sensi dell’articolo 3 della legge regionale 13 febbraio 2003, n. 1 – OGR G02 Attuazione legge di riforma
delle II.PP.A.B. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
Deliberazione Giunta regionale 27 febbraio 2004 - n. 7/16562
[3.1.0]
Trasformazione dell’IPAB «Asilo Infantile di Gandino» con sede legale nel comune di Gandino (BG) in Fondazione senza scopo di lucro denominata «Scuola Materna di Gandino». Ai sensi dell’articolo 3 della legge regionale 13 febbraio 2003, n. 1 – OGR G02 Attuazione legge di riforma delle II.PP.A.B.
. . . . . . .
Deliberazione Giunta regionale 27 febbraio 2004 - n. 7/16563
[3.1.0]
Trasformazione dell’IPAB «Scuola Materna Urbani e Nespoli» con sede legale nel comune di Coccaglio (BS) in
Fondazione senza scopo di lucro denominata «Scuola dell’Infanzia Urbani e Nespoli». Ai sensi dell’articolo 3
della legge regionale 13 febbraio 2003, n. 1 – ORG G02 Attuazione legge di riforma delle II.PP.A.B. . . .
Deliberazione Giunta regionale 27 febbraio 2004 - n. 7/16564
[3.1.0]
Trasformazione dell’IPAB «Centro di Servizi per Anziani “Casa di riposo Maggi”» con sede legale nel comune
di Castrezzato (BS) in Fondazione Onlus senza scopo di lucro denominata «Centro di Servizi per Anziani “Casa
di Riposo Maggi” Onlus». Ai sensi dell’articolo 3 della legge regionale 13 febbraio 2003, n. 1 – ORG G02 Attuazione legge di riforma delle II.PP.A.B. . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
Deliberazione Giunta regionale 27 febbraio 2004 - n. 7/16565
[3.1.0]
Trasformazione dell’IPAB «Pia Casa di Riposo Cardinal Giorgio Gusmini» con sede legale nel comune di Vertova (BG) in Fondazione Onlus senza scopo di lucro denominata «Fondazione Istituto Polifunzionale Socio Sanitario Cardinal Gusmini – Onlus». Ai sensi dell’articolo 3 della legge regionale 13 febbraio 2003, n. 1 – ORG G02
Attuazione legge di riforma delle II.PP.A.B. . . . . . . . . . . . . . . . . . .
Deliberazione Giunta regionale 27 febbraio 2004 - n. 7/16566
[3.1.0]
Trasformazione dell’IPAB «Fondazione Ercole Carcano» con sede legale nel comune di Mandello del Lario (LC)
in Fondazione senza scopo di lucro denominata «Fondazione Ercole Carcano». Ai sensi dell’articolo 3 della
legge regionale 13 febbraio 2003, n. 1 – ORG G02 Attuazione legge di riforma delle II.PP.A.B. . . . . .
Deliberazione Giunta regionale 27 febbraio 2004 - n. 7/16567
[3.1.0]
Trasformazione dell’IPAB «Casa di Riposo San Giovanni» con sede legale nel comune di Bovegno (BS) in
Fondazione Onlus senza scopo di lucro denominata «Casa di Riposo San Giovanni – Onlus». Ai sensi dell’articolo 3 della legge regionale 13 febbraio 2003, n. 1 – ORG G02 Attuazione legge di riforma delle II.PP.A.B. . .
Deliberazione Giunta regionale 27 febbraio 2004 - n. 7/16568
[3.1.0]
Trasformazione dell’IPAB «Casa di Riposo Madonna della Neve» con sede legale nel comune di Chiuro (SO) in
Fondazione Onlus senza scopo di lucro denominata «Fondazione Casa di Riposo Madonna della Neve Onlus».
Ai sensi dell’articolo 3 della legge regionale 13 febbraio 2003, n. 1 – ORG G02 Attuazione legge di riforma delle
II.PP.A.B. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
Deliberazione Giunta regionale 27 febbraio 2004 - n. 7/16569
[3.1.0]
Trasformazione dell’IPAB «Asilo Infantile Erminia Maggi» con sede legale nel comune di Cuvio (VA) in Fondazione senza scopo di lucro denominata «Scuola Materna Erminia Maggi». Ai sensi dell’articolo 3 della legge
regionale 13 febbraio 2003, n. 1 – ORG G02 Attuazione legge di riforma delle II.PP.A.B. . . . . . .
3.1.0 SERVIZI SOCIALI / Assistenza
1167
1167
1168
1168
1168
1168
1169
1169
1169
1170
1170
1170
1170
1171
1171
1171
1171
Bollettino Ufficiale della Regione Lombardia
– 1080 –
Serie Ordinaria - N. 12 - 15 marzo 2004
Deliberazione Giunta regionale 27 febbraio 2004 - n. 7/16570
[3.1.0]
Trasformazione dell’IPAB «Casa di Riposo San Giuseppe» con sede legale nel comune di Polpenazze del Garda
(BS) in Fondazione Onlus senza scopo di lucro denominata «Fondazione Casa di Riposo San Giuseppe – Onlus». Ai sensi dell’articolo 3 della legge regionale 13 febbraio 2003, n. 1 – ORG G02 Attuazione legge di riforma
delle II.PP.A.B. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
Deliberazione Giunta regionale 27 febbraio 2004 - n. 7/16571
[3.1.0]
Trasformazione dell’IPAB «Casa di riposo di Gandino» con sede legale nel comune di Gandino (BG) in Fondazione Onlus senza scopo di lucro denominata «Cecilia Caccia in Del Negro Onlus». Ai sensi dell’articolo 3 della
legge regionale 13 febbraio 2003, n. 1 – ORG G02 Attuazione legge di riforma delle II.PP.A.B. . . . . .
Deliberazione Giunta regionale 27 febbraio 2004 - n. 7/16572
[3.1.0]
Fusione delle II.PP.A.B. «Asilo Infantile» e «Ospedale Civile» con sede legale nel comune di Fontanella (BG) e
conseguente trasformazione in Fondazione senza scopo di lucro denominata «Fondazione Domus E.D.E.R.A.».
Ai sensi dell’art. 3 e dell’art. 5 comma 1 della legge regionale 13 febbraio 2003, n. 1 – OGR G02 Attuazione
legge di riforma delle II.PP.A.B.. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
1172
1172
1172
D) ATTI DIRIGENZIALI
GIUNTA REGIONALE
D.G. Risorse e bilancio
Decreto dirigente struttura 3 marzo 2004 - n. 3249
[2.1.0]
Ulteriore assegnazione contributi F.R.I.S.L. 2002/2004 iniziativa B) Beni e infrastrutture culturali, l.r. 14 dicembre 1991, n. 33 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
Decreto dirigente struttura 3 marzo 2004 - n. 3253
[2.1.0]
Ulteriore assegnazione contributi F.R.I.S.L. 2003/2005 iniziativa U) Impiantistica sportiva, l.r. 14 dicembre
1991, n. 33 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
1173
1175
D.G. Famiglia e solidarietà sociale
Decreto direttore generale 5 marzo 2004 - n. 3593
[3.1.0]
Progetto regionale per l’inserimento lavorativo delle persone con disabilità psichica e malati psichici. Approvazione delle modalità di presentazione e valutazione dei progetti in esecuzione della d.g.r. 5 dicembre 2003,
n. 15452. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
1178
D.G. Sanità
Decreto direttore generale 17 febbraio 2004 - n. 2028
Approvazione delle prime «Raccomandazioni diagnostiche e terapeutiche in epilettologia».
[3.2.0]
.
.
.
.
.
1181
D.G. Agricoltura
Decreto direttore generale 27 febbraio 2004 - n. 2828
[4.3.0]
Quote latte – Adempimenti procedurali per l’applicazione della l. 119/03 «Riforma della normativa interna di
applicazione del prelievo supplementare nel settore del latte e dei prodotti lattiero-caseari». Approvazione del
modello di comunicazione del QRI 2004/2005 . . . . . . . . . . . . . . . . .
Decreto direttore generale 11 marzo 2004 - n. 3918
[4.3.0]
P.S.R. 2000-2006 misura l (1.12) «Avviamento dei servizi di sostituzione nelle aziende agricole e di assistenza
alla gestione delle aziende agricole» proroga dei termini di presentazione della richiesta di anticipazione del
contributo concesso per i progetti anno 2004 . . . . . . . . . . . . . . . . .
Decreto dirigente unità organizzativa 23 febbraio 2004 - n. 2400
[4.3.0]
Approvazione del documento «Programmi Interregionali Regione Lombardia» – L. 499 del 23 dicembre 1999
Decreto dirigente unità organizzativa 27 febbraio 2004 - n. 2788
[4.3.0]
Modifica del decreto n. 2400 del 23 febbraio 2004 avente ad oggetto «Approvazione del documento “Programmi
Interregionali Regione Lombardia” – L. 499 del 23 dicembre 1999»
. . . . . . . . . . .
Decreto dirigente unità organizzativa 9 marzo 2004 - n. 3785
[4.3.0]
Determinazione dei periodi a rischio e delle aree interessate dal divieto di movimentazione degli alveari, per
l’anno 2004, ai sensi dell’art. 8 del d.m. 10 settembre 1999, n. 356 «Regolamento recante misure per la lotta
obbligatoria contro il colpo di fuoco batterico (Erwinia amylovora), nel territorio della Repubblica» . . .
1188
1195
1195
1207
1207
D.G. Artigianato, nuova economia, ricerca e innovazione tecnologica
Comunicato regionale 10 marzo 2004 - n. 37
[4.5.0]
Comunicato alle Forme Associative Artigiane – L.r. 20 marzo 1990, n. 17, art. 10 «Investimenti socio-economici» . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
1209
D.G. Commercio, fiere e mercati
Comunicato regionale 8 marzo 2004 - n. 35
[4.6.1]
Elenco dei posteggi da assegnare in concessione ai fini del rilascio della autorizzazione prevista dall’articolo 28
comma 1, lettera a) del d.lgs. 114/98 di cui i Comuni hanno richiesto la pubblicazione ai sensi dell’articolo 5
comma 2 della l.r. 15/00. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
1209
D.G. Industria, piccola e media impresa e cooperazione e turismo
Comunicato regionale 4 marzo 2004 - n. 32
[3.6.0]
Elenco candidati idonei guida turistica e accompagnatore turistico bandi 2003 – Amministrazione Provinciale
di Pavia . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
3.1.0
2.1.0
3.2.0
4.3.0
4.5.0
4.6.1
3.6.0
SERVIZI SOCIALI / Assistenza
ORDINAMENTO FINANZIARIO / Bilancio e contabilità
SERVIZI SOCIALI / Sanità
SVILUPPO ECONOMICO / Agricoltura
SVILUPPO ECONOMICO / Artigianato
SVILUPPO ECONOMICO / Attività terziarie / Commercio
SERVIZI SOCIALI / Sport e tempo libero
1218
Bollettino Ufficiale della Regione Lombardia
– 1081 –
Serie Ordinaria - N. 12 - 15 marzo 2004
D.G. Infrastrutture e mobilità
Decreto dirigente unità organizzativa 12 febbraio 2004 - n. 1760
[5.2.0]
Decreto legislativo 30 aprile 1992, n. 285. Provincia di Lecco. Declassificazione a strade comunali dei seguenti
tratti stradali: S.P. n. 47 dir. Bosisio Parini dal km 0+125 al km 3+200 in Comune di Bosisio Parini (LC); S.P.
n. 47 dir. S.S. n. 36 dal km 0+000 al km 1+400 in Comune di Bosisio Parini (LC); S.P. n. 52 dal km 0+550 al
km 2+250 in Comune di Sirone (LC); S.P. n. 52 dal km 2+250 al km 2+800 in Comune di Dolzago (LC); S.P.
n. 56 dal km 12+600 al km 13+206 in Comune di Verderio Inferiore (LC) . . . . . . . . . .
Decreto dirigente unità organizzativa 19 febbraio 2004 - n. 2214
[5.2.0]
Decreto legislativo 30 aprile 1992, n. 285. Provincia di Sondrio. Declassificazione a strada comunale della S.P.
72 «Poggiridenti-Municipio» in Comune di Poggiridenti (SO) . . . . . . . . . . . . .
Decreto dirigente unità organizzativa 19 febbraio 2004 - n. 2215
[5.2.0]
Decreto legislativo 30 aprile 1992, n. 285. Provincia di Sondrio. Declassificazione a strada comunale della S.P.
28 «Biancone-Stazione F.S.» in Comune di Bianzone (SO) . . . . . . . . . . . . . .
Decreto dirigente unità organizzativa 19 febbraio 2004 - n. 2216
[5.2.0]
Decreto legislativo 30 aprile 1992, n. 285. Provincia di Sondrio. Declassificazione a strada comunale della S.P.
65 «Delebio-Piantedo» in Comune di Delebio (SO) . . . . . . . . . . . . . . . .
Decreto dirigente unità organizzativa 27 febbraio 2004 - n. 2799
[5.2.2]
Approvazione della graduatoria per la concessione di finanziamenti per interventi di manutenzione e potenziamento del demanio della navigazione interna in attuazione della d.g.r. n. 14101 dell’8 agosto 2003. . . .
Decreto dirigente unità organizzativa 5 marzo 2004 - n. 3570
[5.2.2]
Rettifica del d.d.g. n. 2799 del 27 febbraio 2004 «Approvazione della graduatoria per la concessione di finanziamenti per interventi di manutenzione e potenziamento del demanio della navigazione interna in attuazione
della d.g.r. n. 14101 dell’8 agosto 2003» . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
Decreto dirigente struttura 1 marzo 2004 - n. 2831
[5.2.1]
Integrazioni al bando di assegnazione dei contributi regionali per gli interventi di qualificazione e rinnovo delle
autovetture da adibire al servizio taxi approvato con d.g.r. n. 14841 del 31 ottobre 2003, in attuazione della l.r.
25/03 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
5.2.0 AMBIENTE E TERRITORIO / Infrastrutture di comunicazione
5.2.2 AMBIENTE E TERRITORIO / Infrastrutture di comunicazione / Navigazione e porti lacuali
5.2.1 AMBIENTE E TERRITORIO / Infrastrutture di comunicazione / Trasporti
1218
1218
1218
1219
1219
1225
1225
Bollettino Ufficiale della Regione Lombardia
– 1082 –
A) CONSIGLIO REGIONALE
[BUR2004011]
[5.3.5]
D.c.r. 17 febbraio 2004 - n. VII/958
Piano regionale stralcio di bonifica delle aree inquinate,
ai sensi dell’art. 22, comma 5, del decreto legislativo 5
febbraio 1997, n. 22, indicante le priorità di intervento sui
siti inquinati presenti sul territorio nazionale
Presidenza del Presidente Fontana
IL CONSIGLIO REGIONALE DELLA LOMBARDIA
Visto il decreto legislativo 5 febbraio 1997, n. 22 «Attuazione delle direttive 91/156/CEE sui rifiuti, 91/689/CEE sui rifiuti
pericolosi e 94/62/CE sugli imballaggi e rifiuti di imballaggio»
e successive modifiche e integrazioni, che, all’articolo 22, dispone che le Regioni elaborino, approvino e aggiornino i piani per la bonifca delle aree inquinate, prevedendo, in particolare, al comma 5, modalità di redazione e contenuti dei piani
stessi;
Visto il decreto ministeriale 25 ottobre 1999, n. 471 «Regolamento recante criteri, procedure e modalità per la messa in
sicurezza, la bonifica e il ripristino ambientale dei siti inquinati, ai sensi dell’articolo 17 del decreto legislativo 5 febbraio
1997, n. 22, e successive modificazioni ed integrazioni», ed in
particolare l’articolo 14, comma 3, che prevede che l’ordine
di priorità degli interventi di bonifica e ripristino ambientale
stabilito nel piano regionale per la bonifica delle aree inquinate di cui all’art. 22 del d.lgs. 22/1997, è individuato secondo i
criteri dettati dall’Agenzia Nazionale per la Protezione dell’Ambiente, ora Agenzia per la Protezione dell’Ambiente e per
i Servizi Tecnici;
Vista la deliberazione del Consiglio regionale n. VII/39 del
10 ottobre 2000, di approvazione del Programma Regionale
di Sviluppo della VII legislatura, ed in particolare l’obiettivo
specifico 9.2.4 «Bonifica delle aree inquinate, pianificazione
e programmazione degli interventi di bonifica sul territorio
lombardo e individuazione del grado di rischio ambientale e
per la salute umana»;
Vista la deliberazione del Consiglio regionale n. VII/312 del
16 ottobre 2001, di approvazione del Documento di Programmazione Economico Finanziaria Regionale 2002-2004, che,
tra le azioni prioritarie da attivare nel 2002 con riguardo all’obiettivo specifico del PRS di cui al punto precedente, prevede
l’aggiornamento del piano regionale delle bonifiche;
Vista la deliberazione della Giunta regionale n. 66818
dell’11 aprile 1995 «Approvazione del piano regionale di bonifica delle aree contaminate»;
Vista la deliberazione della Giunta regionale n. 11834 del
30 dicembre 2002, con la quale viene approvata, e contestualmente trasmessa al Consiglio regionale per la definitiva approvazione, la proposta di piano regionale stralcio di bonifica
delle aree inquinate, che si compone di premessa, dispositivo
e schede descrittive dei siti ricadenti nel primo ambito di intervento del Piano Regionale;
Tenuto conto che con la suddetta d.g.r. n. 11834/2002 la
Giunta regionale:
– ritiene necessario, ai fini dell’ottemperanza agli obblighi
previsti dall’art. 22, comma 5, del d.lgs. 22/1997, provvedere
all’implementazione della vigente pianificazione regionale di
bonifica delle aree inquinate, approvando un nuovo strumento pianificatorio che tenga luogo dei programmi di intervento
a breve e medio termine, già approvati dalla Giunta regionale
con la citata deliberazione n. 66818/1995, e dei casi di inquinamento più significativi rivelatisi in date successive all’approvazione regionale, nonché dei siti di interesse nazionale
riconosciuti dallo Stato;
– attesta che dall’emanazione della deliberazione
66818/1995 il numero dei siti per i quali necessitano interventi urgenti di bonifica è ulteriormente aumentato;
– dà atto, nell’attesa dell’emanazione delle linee guida di
cui all’art. 14 del d.m. 471/1999, per l’individuazione delle
priorità di intervento all’interno del piano regionale di bonifica delle aree inquinate, di aver avviato un’attività di ricerca
finalizzata alla redazione del nuovo piano regionale di bonifica delle aree inquinate sulla base di criteri individuati da
esperti nel settore;
– prende atto che l’attività di cui al punto precedente ha
consentito la redazione della proposta di piano regionale di
bonifica delle aree inquinate, riportante l’ordine di priorità
tra i siti da bonificare, le caratteristiche generali degli inqui-
Serie Ordinaria - N. 12 - 15 marzo 2004
namenti presenti, gli interventi da attuare per la bonifica ed
il risanamento ambientale e la stima dei relativi oneri finanziari e afferma che la stessa soddisfa le esigenze pianificatorie
delle attività di bonifica delle aree inquinate sul territorio regionale e, nel contempo, risponde agli obblighi previsti dalla
normativa vigente;
– fa presente la possibilità di prevedere periodici aggiornamenti ed integrazioni al piano stesso in relazione alle criticità
che dovessero emergere, anche a seguito degli ulteriori accertamenti svolti sui siti indicati nel piano stralcio;
Udita la relazione della VI Commissione «Ambiente e Protezione civile»;
Con votazione palese, per alzata di mano
Delibera
1. di approvare il piano regionale stralcio di bonifica delle
aree inquinate, che si compone di Premesse, Dispositivo e
Schede descrittive di cui all’Allegato A, che costituisce parte
integrante della presente deliberazione (1);
2. di trasmettere copia della presente deliberazione al Ministero dell’Ambiente e Tutela del Territorio.
Il presidente: Attilio Fontana
I consiglieri segretari:
Luciano Valaguzza – Giuseppe Adamoli
Il segretario dell’assemblea consiliare:
Maria Emilia Paltrinieri
(1) Gli allegati cartografici che si omettono possono essere consultati
presso la sede del Consiglio regionale e presso la Direzione Generale
Servizi di pubblica utilità, U.O. Gestione dei rifiuti.
——— • ———
ALLEGATO A
PIANO REGIONALE STRALCIO
DI BONIFICA DELLE AREE INQUINATE
INDICE
I PARTE: LE PREMESSE
1. Premessa
1.1 Obiettivi e contenuti del piano
1.2 Riferimenti normativi
2. Piano regionale di bonifica delle aree contaminate approvato
con d.g.r. 66818 dell’11 aprile 1995 – Sviluppo e stato dell’arte
2.1 Le fasi realizzative per la redazione del piano
2.1.1 Censimento e mappatura
2.1.2 Scelta delle priorità di intervento
2.1.3 Programma degli interventi a breve termine
2.1.4 Programma degli interventi a medio termine
2.2 Stato di attuazione del piano
2.3 Modalità di gestione dei finanziamenti erogati
II PARTE: IL DISPOSITIVO DEL PIANO STRALCIO REGIONALE
3. Fasi realizzative e criteri di elaborazione
3.1 Prima fase: analisi dei diversi criteri e scelta della metodologia per l’individuazione delle priorità di intervento
3.1.1 Premessa e metodo di ricerca
3.1.2 Le cinque metodologie esaminate
3.1.3 Potenzialità e limiti applicativi
3.2 Seconda fase: applicazione della metodologia e individuazione delle priorità di intervento
3.2.1 Il modello «radar ambientale»
4. Siti oggetto del piano e priorità di intervento
4.1 Ambiti di intervento
4.2 Siti oggetto del piano
4.3 Individuazione delle priorità tra i siti ricadenti nel primo
ambito di intervento
5. Stima degli oneri finanziari
5.1 Criteri per la stima degli oneri
5.2 Siti per i quali occorre procedere con ulteriori indagini ambientali
5.3 Siti per i quali sono state formulate delle ipotesi progettuali
6. Siti di interesse nazionale
6.1 Siti individuati dall’art. 114 della legge 388/2000
6.1.1 Sito in località Bovisa in Comune di Milano
6.1.2 Sito in località Cascina Gazzera in Comune di Cerro
al Lambro (MI)
6.1.3 Area industriale siderurgica ex Falck nei Comuni di
Sesto San Giovanni (MI) e Cologno Monzese (MI)
Bollettino Ufficiale della Regione Lombardia
– 1083 –
6.1.4 Polo chimico nei comuni di Rodano (MI) e Pioltello
(MI)
6.2 Siti individuati dall’art. 14 della legge 179/2002
6.2.1 Sito «ex Fibronit» in Comune di Broni (PV)
6.2.2 Sito «Caffaro ed aree industriali» in Comune di Brescia (BS)
6.2.3 Polo Chimico e laghi di Mantova nei Comuni di Mantova e Virgilio (MN)
ALLEGATO 1: Schede descrittive dei siti ricadenti nel primo ambito
di intervento del Piano Regionale
I PARTE: LE PREMESSE
1. Premessa
1.1 Obiettivi e contenuti del piano
Il presente Piano è lo strumento funzionale di programmazione e di pianificazione degli interventi con cui la Regione
Lombardia, in attuazione della normativa vigente e con l’obiettivo di una gestione efficace ed efficiente del proprio territorio e delle proprie risorse, individua:
1. i siti per i quali intervenire prioritariamente con interventi di bonifica e ripristino ambientale
2. l’ordine di priorità degli interventi di bonifica
3. le modalità degli interventi di bonifica e risanamento
ambientale
4. la stima degli oneri finanziari degli interventi
5. le modalità di smaltimento dei materiali da asportare.
Il Piano rappresenta un aggiornamento, alla luce della nuova normativa in materia di rifiuti ed in considerazione dell’evoluzione della situazione ambientale sul territorio regionale,
del precedente Piano di Bonifica della Aree Contaminate, approvato dalla Regione Lombardia con delibera di Giunta
n. 66818 dell’11 aprile 1995 e redatto, ai sensi della legge
441/1987, sulla base di linee guida emanate con il d.m. 16
maggio 1989.
In tal senso il documento individua le priorità di intervento
tra:
• i siti inseriti nei programmi di intervento a breve e medio
termine di cui al precedente piano regionale non sono
ancora interessati da un’attività di bonifica;
• i siti inseriti nell’Anagrafe regionale di cui all’art. 17 del
d.m. 25 ottobre 1999 n. 471 per cui è stata riconosciuta
una priorità d’azione per l’esistenza di particolari rischi
sanitari ed ambientali;
• i siti di interesse nazionale ricadenti nel territorio lombardo.
Per il presente Piano sono previsti periodici aggiornamenti
ed integrazioni, in funzione delle criticità che dovessero emergere anche a seguito degli ulteriori accertamenti svolti sui
siti indicati al punto precedente.
1.2 Riferimenti normativi
Il tema della bonifica delle aree inquinate venne introdotto
per la prima volta nel sistema normativo italiano dall’art. 5
della legge 441/87 «Disposizioni urgenti in materia di smaltimento dei rifiuti», la quale, pur non prevedendo una definizione del concetto di area inquinata e non fornendo indicazioni sui criteri di valutazione del rischio, stabiliva che le Regioni approvassero il Piano per la bonifica delle aree inquinate individuando:
a) l’ordine di priorità degli interventi;
b) l’individuazione dei siti da bonificare e delle caratteristiche generali degli inquinanti presenti;
c) i soggetti cui compete l’intervento e gli enti che ad essi
devono sostituirsi in caso di inadempienza;
d) le modalità per l’intervento di bonifica e risanamento
ambientale;
e) la stima degli oneri finanziari;
f) le modalità di smaltimento dei materiali da asportare;
g) le eventuali misure cautelari a carattere di urgenza per
la tutela dell’ambiente.
Successivamente, con Decreto del Ministero dell’Ambiente
del 16 maggio 1989 «Criteri e linee guida per l’elaborazione e
la predisposizione, con modalità uniformi da parte di tutte le
Regioni e Province autonome, dei piani di bonifica ...» vennero fissate le modalità di predisposizione dei piani regionali di
bonifica delle aree inquinate.
Serie Ordinaria - N. 12 - 15 marzo 2004
Il d.m. del 16 maggio 1989 definiva inoltre cosa deve intendersi per area contaminata, ed individuava alcune tipologie
di siti potenzialmente contaminati, indicando l’articolazione
del piano di bonifica e dei progetti operativi di risanamento.
Per tale decreto erano da considerarsi aree potenzialmente
contaminate solo quelle venute «a contatto accidentale o continuativo» con le sostanze provenienti dai cicli di produzione
dei rifiuti potenzialmente tossici e nocivi. I cicli di produzione
di rifiuti potenzialmente tossici e nocivi (secondo la definizione allora vigente) erano, con alcune integrazioni, identificati nella tabella 1.3 della delibera del Comitato interministeriale del 27 luglio 1984.
Le aree oggetto di possibile contaminazione da prendere in
considerazione nelle operazioni di censimento erano indicate
nelle seguenti:
• aree interessate da attività minerarie in corso o dismesse,
• aree interessate da attività industriali dismesse,
• aree interessate da rilasci accidentali di sostanze pericolose,
• aree interessate da discariche non autorizzate,
• aree interessate da operazioni di adduzione e stoccaggio
di idrocarburi cosı̀ come da gassificazione di combustibili solidi,
• aree, anche a destinazione agricola, interessate da spandimento non autorizzato di fanghi e residui speciali o
tossici e nocivi.
Ai sensi del d.m. del 16 maggio 1989 tali piani dovevano
essere sviluppati attraverso diverse fasi, cosı̀ riassumibili:
• censimento e mappatura dei siti potenzialmente contaminati con raccolta dei dati relativi alla localizzazione,
alle sostanze pericolose eventualmente presenti, alla superficie e ai volumi interessati, alla struttura idrogeologica, alla destinazione d’uso, alla densità abitativa etc.;
• definizione del primo elenco di aree contaminate da sottoporre a bonifica in base al censimento e alle risultanze
analitiche ufficialmente disponibili;
• definizione di un primo programma di intervento di bonifica a breve termine e classificazione dei siti in ordine
di priorità in base al rischio sanitario ed ambientale (permeabilità del suolo, rischio per gli approvvigionamenti
idrici, aspetti tossicologi ecc.);
• elaborazione del progetto di programma di bonifica a
medio termine.
Ai sensi del d.m. 16 maggio 1989 la Regione Lombardia ha
elaborato un primo piano di bonifica delle aree contaminate,
approvato con Delibera di Giunta regionale n. 66818 dell’11
aprile 1995.
L’attuale d.lgs. 5 febbraio 1997 n. 22 recante l’«Attuazione
delle direttive 91/156/CEE sui rifiuti, 91/686/CEE sui rifiuti
pericolosi e 94/62/CE sugli imballaggi e sui rifiuti di imballaggio», prevede, tra le competenze regionali, l’approvazione di
piani di gestione dei rifiuti, e delle bonifiche. In particolare,
l’articolo 22 del d.lgs. 22/97 precisa che i piani per la bonifica
delle aree inquinate devono prevedere:
• l’ordine di priorità degli interventi;
• l’individuazione dei siti da bonificare e delle caratteristiche generali degli inquinamenti presenti;
• le modalità degli interventi di bonifica e risanamento ambientale, che privilegino prioritariamente l’impiego di
materiali provenienti da attività di recupero di rifiuti urbani;
• la stima degli oneri finanziari;
• le modalità di smaltimento dei materiali da asportare,
e devono essere redatti sulla base di criteri generali e di linee
guida determinati dallo Stato.
Considerato che tale direttiva non è stata ancora emanata,
la Regione Lombardia ha individuato, con le modalità illustrate nel successivo cap. 3, una metodologia di analisi e di
confronto tra i siti inquinati, in base a criticità ambientali
riconoscibili sul territorio, che ha consentito di programmare
gli interventi oggetto del presente piano.
2. Piano regionale di bonifica delle aree contaminate approvato con d.g.r. 66818 dell’11 aprile 1995 – Sviluppo
e stato dell’arte
2.1 Le fasi realizzative per la redazione del piano
Il primo Piano Regionale di bonifica delle aree contaminate
Bollettino Ufficiale della Regione Lombardia
– 1084 –
è stato conseguente ad un lavoro svolto negli anni 1989-1990
i cui risultati sono stati formalizzati con la d.g.r. n. 53644 del
31 maggio 1994 «Presa d’atto del Piano Regionale di bonifica
delle aree contaminate» e con la d.g.r. n. 66818 dell’11 aprile
1995 di approvazione del piano regionale di bonifica delle
aree contaminate, e riporta:
• censimento e mappatura;
• scelta delle priorità di intervento;
• programma degli interventi a breve termine;
• programma degli interventi a medio termine.
Nella prima fase delle attività di pianificazione sono state
censite e mappate le segnalazioni pervenute, per un totale di
2120, suddivise in 2002 aree contaminate e discariche e 118
aree industriali dimesse. Per operare una prima selezione tra
tutti i dati disponibili, le discariche sono state suddivise in
base alle tipologie di rifiuti stoccati e riconoscendo quattro
categorie, tre delle quali sono rientrate nelle priorità del piano, mentre l’ultima è stata esclusa per l’assenza di rifiuti tossico/nocivi. Tutte le aree industriali dismesse sono invece state
considerate rientranti nelle priorità del piano, a fronte della
carenza di informazioni.
Attraverso successivi sopralluoghi e l’esame della documentazione acquisita dagli enti territorialmente competenti, sono
stati suddivisi i siti selezionati in quattro classi:
CLASSE A: siti che presentano un rischio ambientale e sanitario tale da far ritenere prioritario un intervento di bonifica;
CLASSE B: siti contaminati o con molta possibilità di contaminazione per i quali è necessario procedere con un intervento di bonifica, ma che non hanno un grado di rischio, o
per i quali c’è carenza di informazioni, tale da farli rientrare
nella classe A;
CLASSE C: siti sui quali si ritiene che non sussistano problemi di contaminazione ambientale, a loro volta suddivisi in
otto sottoclassi;
CLASSE D: aree sulle quali non è stato possibile effettuare
sopralluoghi.
Sui siti di classe A è stata poi applicata una metodologia di
valutazione finalizzata a individuare le situazioni più a rischio, suddividendo gli interventi in ordine di priorità, tra interventi da realizzare a breve o a medio termine.
2.1.1 Censimento e mappatura
La prima fase del piano si è svolta con l’obiettivo di raccogliere in un’unica base informativa tutte le informazioni in
possesso delle Pubbliche Amministrazioni.
Sulla base delle indicazioni del d.m. del 16 maggio 1989, le
principali tipologie di siti da censire sono state individuate
in discariche non più in esercizio, stoccaggi, aree industriali
dimesse, sversamenti anche accidentali e spagliamenti sul
suolo.
Tali schede, utilizzate per la raccolta di informazioni, hanno consentito di riportare i dati identificativi dei siti, quali: la
caratterizzazione quali-quantitativa dei rifiuti, delle matrici
ambientali, la destinazione urbanistica, la vocazione paesaggistica, la presenza di rischio igienico-sanitario, la descrizione dei procedimenti amministrativi avviati per la bonifica dei
siti e lo stato di avanzamento delle opere.
I 2.120 siti censiti, sono stati ulteriormente selezionati eliminando quelli in cui l’intervento di bonifica era già stato ultimato sulla base di un progetto approvato, ed il rimanente
gruppo è stato suddiviso in due classi:
• la prima, che comprende i siti non bonificati con contaminazione in almeno uno dei comparti ambientali, accertata o meno da analisi chimiche;
• la seconda, di cui fanno parte i siti ove non sussistono
elementi per determinare una contaminazione ambientale.
Queste ultime classi sono state suddivise in:
• siti non bonificati con contaminazione ambientale in atto
(126 siti);
• siti non bonificati ove non sussistono elementi per determinare la contaminazione ambientale, in cui è stata accertata la presenza di rifiuti tossico/nocivi (93 siti);
• siti non bonificati ove non sussistono elementi per determinare la contaminazione ambientale, con potenziale
presenza di rifiuti tossico/nocivi (204 siti);
• siti non bonificati ove non sussistono elementi per deter-
Serie Ordinaria - N. 12 - 15 marzo 2004
minare la contaminazione ambientale, con presenza di
RSU, inerti, speciali e misti, dove non è stata riscontrata
la presenza di rifiuti tossico/nocivi (1511 siti).
Le discariche appartenenti alle prime tre categorie e le aree
industriali dismesse sono state quindi sottoposte alla procedura di valutazione per la scelta delle priorità di intervento.
2.1.2 Scelta delle priorità di intervento
I siti individuati nella prima fase, sono distinti in discariche
ed aree industriali dimesse, distribuiti in 317 comuni. Ad essi
è stata applicata una metodologia di indagine, organizzata in
diverse fasi lavorative.
In primo luogo, attraverso contatti con gli enti locali e sopralluoghi sul posto, sono state raccolte informazioni specifiche sui siti in esame, organizzando i dati raccolti in schede
riassuntive. In questa prima fase alcuni siti sono stati accorpati, consentendo di individuare 531 aree da sottoporre a valutazione.
L’analisi cosı̀ condotta ha consentito di raggruppare i siti
in quattro classi (A, B, C, D), a seconda del grado di rischio
ambientale e sanitario.
Alla classe A appartengono quei siti, che presentano un rischio ambientale e sanitario tale da far ritenere prioritario un
intervento di bonifica. Queste aree sono per la maggior parte
discariche incontrollate e, in secondo luogo, aree industriali
dimesse o stabilimenti in attività.
Alla classe B appartengono invece i siti ritenuti potenzialmente contaminati per i quali si è ritenuto necessario procedere con ulteriori indagini ambientali, al fine di meglio definire il grado di rischio ambientale e sanitario. Tali siti sono
stati suddivisi in sei classi in base alle diverse categorie di
rifiuto principalmente presenti.
I siti appartenenti alla classe C sono quelli per quali si è
ritenuto che non sussistessero problemi di contaminazione
ambientale, o quelli già interessati da attività di bonifica sotto
il controllo delle amministrazioni locali; a loro volta, essi
sono stati suddivisi in otto sottoclassi a seconda delle varie
situazioni riscontrate.
I rimanenti siti, appartenenti alla classe D, sono quelli per
i quali non c’era la possibilità di reperire informazioni sufficienti per una valutazione del rischio.
I siti appartenenti alla classe A sono stati ordinati in funzione della priorità di intervento richiesta, a sua volta individuata applicando un modello di valutazione del rischio creato
sulla traccia dell’Hazard Ranking System americano.
Tale modello, ha preso in considerazione cinque percorsi:
acque sotterranee, acque superficiali, suolo, aria e contatto
diretto. Ciascuno di questi percorsi è stato diviso in tre categorie: «componenti», «migrazione» e «obiettivi».
Nella categoria «componenti» sono esaminate le caratteristiche e le quantità delle sostanze inquinanti, individuando
due diversi livelli di dettaglio in funzione delle informazioni
a disposizione.
Nella categoria «migrazione» sono stati attribuiti i punteggi
in funzione delle due alternative possibili, ossia a seconda che
il rilascio di sostanze a rischio fosse accertato o da valutare
in termini di probabilità.
Negli «obiettivi» sono stati pesati i punti di esposizione e le
aree sensibili.
A ciascun parametro è stato assegnato un punteggio (fino
ad un massimo di 100) sulla base di criteri guida prestabiliti
e il rischio potenziale è stato calcolato come media dei punteggi dei cinque percorsi.
In questo modo, sulla base del punteggio conseguito da ciascun sito, si è stabilito il livello di priorità degli interventi, ed
è stato possibile raggruppare le diverse realtà territoriali in
due classi: quella degli interventi «a breve termine» e degli
interventi a «medio termine».
2.1.3 Programma degli interventi a breve termine
Il programma degli interventi a breve termine riguardava
43 siti, indicati in ordine alfabetico nella tabella sotto riportata.
Tabella 1: Elenco dei siti inseriti nel programma degli interventi a breve termine
Comune
Acquanegra sul Chiese
Prov.
Nome sito
Mantova Valli di Mosio
Bollettino Ufficiale della Regione Lombardia
Comune
Asola
Bollate
Boltiere
Busto Arsizio e Cassano
Magnago
Carpenedolo
Carpiano
Cassina de’ Pecchi
Castello di Brianza
Castiglione delle Stiviere
Castiglione delle Stiviere
Cerro al Lambro
Crespiatica
Crosio della Valle
Dairago
Dresano
Figino Serenza
Figino Serenza
Garbagnate Milanese
Gerenzano
Lacchiarella
Laveno Mombello
Lungavilla
Maleo
Malnate
Milano
Montichiari
Monticelli Pavese
Mozzanica
Mozzanica
Mozzate
Ossona
Pinarolo Po
Porto Mantovano
Redavalle
Rodano
San Zeno Naviglio
Sermide
Spessa Po
Suzzara
Valera Fratta
Villanova del Sillaro
Voghera
Prov.
Mantova
Milano
Bergamo
Varese
Nome sito
Ex Flucosit
Discarica ex Cava Ronchi
Ex Cava Foppa del Firmı̀
Torrenti Rile e Tenore
Brescia
Milano
Milano
Lecco
Mantova
Mantova
Milano
Milano
Varese
Milano
Milano
Como
Como
Milano
Varese
Milano
Varese
Pavia
Lodi
Varese
Milano
Brescia
Pavia
Bergamo
Bergamo
Como
Milano
Pavia
Mantova
Pavia
Milano
Brescia
Mantova
Pavia
Mantova
Lodi
Lodi
Pavia
Ex Bober
Ex C.E.P.
Ex Olbit Raffineria
Discarica Località Sabina
Cava del Pirata
Cava La Busa
Cascina Gazzera
Ex Rabo International
Ex Teine
Dispersione fognatura urbana
Area Petrol Dragon
Ex Acciaierie Orsenigo
Discarica sul Torrente Serenzia
Discarica Borromeo
Discarica AMSA Milano
Area OMAR
Ex Richard Ginori
Località Ex Fornace Bettaglio
Discarica R.S.U.
Ex Cava Cattaneo
Discarica Porto di Mare
Cava Baratti
Agrichimica Colla
Discarica Lugo Trasporti
Ditta Rohm and Haas
Torrente Grandate e Fosso Gradaluso
Discarica Melme Acide
Chimica Ponte Alto
Ditta Pioggia – Carnevali
Località Cava Bazzini
Discarica Sisas
Soc. Europea Tubifici Acciaieria
Ex Zuccherificio
Area Rivol
Ex V.I.S.
Discarica Gaboardi Cascina Sacchella
Discarica
Discarica R.S.A.U. Ex Fergomma
– 1085 –
2.1.4 Programma degli interventi a medio termine
L’elenco dei 60 siti inseriti nel programma a medio termine
è riportato nella tabella seguente
Tabella 2: Elenco dei siti inseriti nel programma degli interventi a medio termine
Comune
Agnosine
Bagnolo Mella
Berlingo
Bollate
Bollate
Braone
Brembate
Breno
Breno
Bressana Bottarone
Prov.
Brescia
Brescia
Brescia
Milano
Milano
Brescia
Bergamo
Brescia
Brescia
Pavia
Nome sito
Discarica Ilfo
Italfound
Ex Cava Montini
Discarica Cava Bossi
Ex S.I.O. – condominio Il Tiglio
Habitat Legno
Ex DIM
Acciaieria Tessara
Località Onera
Discarica Valle Botte
Comune
Burago di Molgora
Cairate
Calcinato
Cambiago
Capriolo
Caronno Pertusella
Castelli Calepio
Castegnato
Ciserano
Cividate al Piano
Costa Volpino
Costa Volpino
Cremona
Dosolo
Garbagnate Milanese
Garlasco
Inverigo
Lambrugo
Mazzano
Mediglia
Milano
Montirone
Nova Milanese
Oggiono
Olgiate Comasco
Martinengo
Medolago
Paderno Franciacorta
Passirano
Pavia
Pian Camuno
Pognano
Porto Valtravaglia
Provaglio d’Iseo
Rho
Sabbio Chiese
Sabbio Chiese
San Martino in Strada
San Zeno Naviglio
Santo Stefano Ticino
Trescore Balneario
Trezzano Rosa
Trezzo sull’Adda
Trezzo sull’Adda
Trezzo sull’Adda
Vigevano
Zanica
Zanica
Zanica
Zibido San Giacomo
Serie Ordinaria - N. 12 - 15 marzo 2004
Prov.
Milano
Varese
Brescia
Milano
Brescia
Varese
Bergamo
Brescia
Bergamo
Bergamo
Bergamo
Bergamo
Cremona
Mantova
Milano
Pavia
Como
Como
Brescia
Milano
Milano
Brescia
Milano
Como
Como
Bergamo
Bergamo
Brescia
Brescia
Pavia
Brescia
Bergamo
Varese
Brescia
Milano
Brescia
Brescia
Milano
Brescia
Milano
Bergamo
Milano
Milano
Milano
Milano
Pavia
Bergamo
Bergamo
Bergamo
Milano
Nome sito
Cava Brioschi
Discarica ex Cartiera Vita Mayer
Località Ponte San Marco
Discarica melme acide loc. Gerri
Località Santo Stefano
Discarica Barigazzi e Clerici
Ditta Cometa
Località Pianera
Strada Provinciale Francesca
Discarica Cascina San Giorgio
Località Pizzo
via Roma
Località San Rocco
Località Fondo Boscone
Discarica via Lario
Discarica Località Bozzole
Discarica Località Fornacetta
Discarica Località Momberto
Discarica Florio
Discarica Cascina Ca’ del Lambro
Ex Fonderia Pracchi
Cava Bonomelli
Ex Ditta Arec
Ex Carniti
Discarica ex Forno Inceneritore
Discarica C.na Rocco
Ex SEI
Cave Sorelle Vianelli
Discarica Vallosa
Ex Chatillon
Ex Ferriera Predalva
Discarica Farchemia
Ex Galvanica Mucense
Cascina Dossello
Discarica via Terrazzano
Località Mondalino
Località Dossa del Lupo
Discarica Località Camairana
Acciaierie S. Zeno
Discarica Melme Acide
Ditta Repig
Discarica Cava Gera
Discarica Zinder
Discarica Fornace Laterizi
Discarica Fornace sull’Adda
Ex Ursus Gomma
Località Molino del Bosco
Ex Sarpp
Discarica Cava Cutter
Discarica ex Cava Cento Pertiche
2.2 Stato di attuazione del piano
Molti siti inseriti nel programma a breve e medio termine
del Piano Regionale approvato nel 1995 sono stati oggetto di
finanziamenti pubblici, che hanno consentito l’esecuzione degli interventi di bonifica o messa in sicurezza. In alcuni casi
gli interventi finanziati sono da ritenersi conclusi ed altri
sono in fase di ultimazione, di conseguenza non sono stati
inseriti nel presente Piano. In altri casi invece gli interventi
già finanziati e conclusi non si sono rivelati esaustivi, per cui
in tali siti sono state previste ulteriori azioni, contemplate nel
presente Piano Regionale.
Nella tabella seguente sono indicati i siti inseriti nel Piano
Bollettino Ufficiale della Regione Lombardia
– 1086 –
Regionale approvato nel 1995 ed interessati da finanziamento
pubblico a partire dal 1992, con l’ammontare degli impegni
assunti
Tabella 3: Elenco dei siti oggetto di finanziamento pubblico
Comune
Acquanegra sul
Chiese
Asola
Berlingo
Boltiere
Brembate (1)
Bressana
Bottarone
Busto Arsizio e
Cassano
Magnago
Calcinato
Carpiano
Castiglione delle
Stiviere
Castiglione delle
Stiviere
Cerro al Lambro
Mantova Valli Mosio
Breve
Entità
finanziamento
(in euro)
484.730,40
Mantova Ex Flucosit
Brescia Ex Cava
Montini
Bergamo Ex Cava
Francesca
Bergamo Ex DIM
Pavia
Discarica Valle
Botta
Varese
Breve
Medio
8.578.682,68
6.703.610,55
Breve
3.925.072,4
Medio
Breve
294.896,89
2.014.181,91
Breve
14.442.200
Ponte San
Marco
Milano
EX CEP
Mantova Cava la Busa
Medio
1.601.016,39
Breve
Breve
4.777.742,77
725.050,28
Mantova Cava del Pirata
Breve
Milano
Breve
13.380.915,02
Breve
1.869.491,34
Breve
3.615.198,29
Breve
1.792.338,52
Medio
38.217,81
Breve
Breve
6.522.839,00
1.960.423,91
Breve
6.380.220,73
Breve
2.516.668,86
Breve
768.902,58
Breve
Breve
Medio
1.187.850,87
7.291.716,44
20.992,40
Breve
3.607.709,67
Medio
298.226,92
Provincia
Nome sito
Brescia
Cascina
Gazzera
Crespiatica
Lodi
Ex RA.BO
International
Dresano
Milano
Area Petrol
Dragon
Figino Serenza
Como
Discarica
Torrente
Serenza
Garlasco
Pavia
Discarica
località Bozzole
– Ca’ Bassa
Lacchiarella
Milano
Area OMAR
Lungavilla
Pavia
Località ex
Fornace
Bettaglio
Monticelli Pavese Pavia
Agrichimica/
Colla
Pinarolo Po
Pavia
Chimica Ponte
Alto
Redavalle (3)
Pavia
Località Cava
Bazzini
Rodano
Milano
SISAS
Spessa Po
Pavia
Area Rivol
Trezzo sull’Adda Milano
Discarica
Fornace
dell’Adda
Villanova del
Lodi
ex cava
Sillaro
Bargano
Zanica
Bergamo Ex SARPP
Programma
NOTE:
(1) Il sito di Brembate necessita di un ulteriore finanziamento pubblico per la
realizzazione di ulteriori interventi di bonifica e messa in sicurezza e, per tale
motivo, rientra anche nel presente Piano Regionale
(2) Impegno relativo all’area denominata «Ex campo sportivo»
Altre somme sono state stanziate dallo Stato per quei siti
ove è stato riconosciuto lo stato di emergenza ambientale (siti
di Dresano e Lacchiarella), in questi casi i finanziamenti superano i 48 miliardi di lire, e per quelli ricadenti nell’applicazione della legge 9 dicembre 1998, n. 426, recante i «Nuovi
interventi in campo ambientale».
2.3 Modalità di gestione dei finanziamenti erogati
In attuazione del Piano regionale delle aree contaminate,
già approvato, ed in coerenza con gli obiettivi regionali in
Serie Ordinaria - N. 12 - 15 marzo 2004
materia di tutela e salvaguardia dell’ambiente indicati nei
Programmi Regionali di Sviluppo, la Regione Lombardia, al
fine del raggiungimento di determinati obiettivi negli ambiti
istituzionali, territoriali ed ambientali, economici e sociali,
attua specifici programmi economico-finanziari per la realizzazione degli interventi di bonifica delle aree contaminate e/o
di smaltimento dei rifiuti, al fine di recepire le richieste degli
interventi prioritari formulate dagli EE.LL. in conformità con
i disposti della normativa vigente in materia.
Il Quadro Programmatorio regionale
I Programmi Regionali di Sviluppo traducono le linee di
indirizzo sui quali il governo regionale è chiamato a rispondere nel corso delle legislature, delineando i possibili futuri sviluppi dell’azione regionale. Il quadro programmatico che viene definito individua le tematiche su cui orientare l’azione
strategica regionale determinando nel quadro delle scelte
operative di legislatura, le priorità e gli ambiti di intervento
La tematica ambientale, attraverso l’analisi degli indicatori
di intervento, nell’ambito degli obiettivi regionali di sostenibilità ambientale, sociale ed economica definisce i futuri programmi di assetto territoriale attraverso l’azione sinergica degli operatori territoriali, a cui sono chiamati per propria istituzionalità, secondo i principi di sussidiarietà, trasversalità e
cooperazione.
I documenti programmatici richiamati evidenziano in particolare nell’attuazione degli obiettivi di salvaguardia della
qualità dell’ambiente e la tutela delle risorse naturali, l’adozione di mirati interventi di riqualificazione e riconversione
territoriale attraverso azioni di bonifica e/o di ripristino ambientale.
I criteri prioritari individuati dal quadro attuativo per la
programmazione degli interventi finalizzati alla tutela dell’ambiente e del territorio, consistono nella lettura delle alterazioni dei fattori ambientali connessi al grado di rischio per
la salute umana, delle risorse naturali e dei recettori ambientali sensibili, attraverso un’analisi dei parametri indicatori
previste dalle norme – d.m. 471/1999, in particolare:
• concentrazioni di sostanze chimiche di interesse per effetti rilevanti nel suolo e nel sottosuolo, per tossicità, persistenza e mobilità ambientale non accettabili in relazione alla specifica destinazione d’uso dei siti;
• concentrazioni di sostanze chimiche di interesse per effetti rilevanti nelle acque sotterranee e superficiali, per
tossicità, persistenza e mobilità ambientale non accettabili in relazione all’utilizzo delle risorse idriche;
• accumulo e stoccaggio di rifiuti e materiali pericolosi, vasche e serbatoi fuori terra o interrati, pozzi disperdenti,
cumuli di rifiuti in contenitori o dispersi, tubature e fognature.
Le linee programmatiche indicate nel Piano regionale di
bonifica delle aree contaminate derivano dal riconoscimento
della rilevanza e della peculiarità dell’ambiente nel quale sono
inseriti gli interventi individuati nel documento di piano.
Gli effetti ambientali, diretti, indiretti, cumulativi, a breve,
medio, lungo termine, permanenti o temporanei, sono parametri e modelli di fondo nella programmazione degli interventi di tutela dell’ambiente e del territorio.
Obiettivi
I Programmi Regionali di Sviluppo sono attuati per la componente economico-finanziaria, attraverso il Documento di
Programmazione
Economico-Finanziaria
Regionale
(D.P.E.F.R.), che rappresenta lo strumento di attuazione e aggiornamento dei documenti di programma, la situazione finanziaria regionale, le prospettive di evoluzione dei flussi finanziari regionali gli indirizzi per la programmazione finanziaria sul versante delle politiche di spesa.
Agli obiettivi di programmazione sono correlate le leggi di
spesa per le quali il bilancio annuale e di previsione, indica
gli stanziamenti previsti che vengono quantificati sulla base
degli indirizzi definiti in sede di programmazione.
Le norme regionali
La legislazione regionale in materia di assistenza finanziaria per gli interventi di bonifica e/o di ripristino ambientale
delle aree contaminate, nonché per lo smaltimento dei rifiuti,
e costituita dalla l.r. 7 giugno 1980, n. 94: «Norme ed interventi per lo smaltimento dei rifiuti», in particolare dall’art.
31-bis, che prevede la concessione di contributi a favore dei
Comuni che provvedono d’ufficio alla bonifica delle aree con-
Bollettino Ufficiale della Regione Lombardia
– 1087 –
taminate o allo smaltimento di rifiuti a seguito di ordinanze
emesse ai sensi dell’art. 217 del Testo Unico Leggi Sanitarie,
ovvero ai sensi dell’art. 54, del d.lgs. 18 agosto 2000, n. 267.
La norma disciplina i requisiti per la concessione dei finanziamenti regionali secondo le finalità sopra esposte, nel
rispetto della l.r. 31 marzo 1978, n. 34 «Norme sulle procedure della programmazione, sul bilancio e sulla contabilità della
Regione» e alle sue successive modifiche e integrazioni.
L’art. 31-bis della l.r. 94/1980 disciplina inoltre i finanziamenti regionali concessi ai sensi della legge regionale 28 ottobre 1996, n. 31 «Norme concernenti la disciplina del fondo
per la realizzazione di progetti infrastrutturali di rilevanza regionale. Sostituzione dell’art. 5 della l.r. 31 marzo 1978,
n. 34».
Modalità di erogazione dei finanziamenti
I provvedimenti di impegno e liquidazione finanziario-contabile vengono assunti dall’Unità Organizzativa competente a
seguito della verifica, effettuata dagli Uffici preposti all’istruttoria tecnico-amministrativa, dei presupposti e delle condizioni per l’accesso ai contributi regionali, ovvero dei requisiti
di legge di cui all’art. 31-bis della l.r. 98/1980 da parte dell’amministrazione comunale beneficiaria.
La liquidazione delle somme impegnate viene disposta, secondo le procedure di cui alla l.r. 34/1978, in ottemperanza
al disposto dell’art. 1 – comma 1 – lettera e) della l.r. 22 gennaio 1999, n. 2 «Misure per la programmazione regionale, la
razionalizzazione della spesa e a favore dello sviluppo regionale e interventi istituzionali e programmatici con rilievo finanziario», sempreché la relativa obbligazione venga a scadenza entro il termine dell’esercizio finanziario al quale è
assunto l’impegno.
È dato obbligo all’amministrazione beneficiaria la tempestiva rendicontazione all’ente concedente, producendo la pertinente documentazione probatoria, corredata da ogni altro
elemento utile, circa l’avvenuto utilizzo della quota erogata
nell’ambito degli stati di avanzamento lavori ovvero delle spese dell’intervento finanziato.
Le somme recuperate dal Comune, attraverso l’azione di
rivalsa nei confronti dei soggetti individuati quali responsabili dell’illecito e dell’eventuale danno ambientale, riferite alle
somme liquidate dalla Regione al soggetto beneficiario devono essere restituite alla Regione secondo i disposti dell’art. 6
della l.r. 2/1999.
II PARTE: IL DISPOSITIVO
DEL PIANO STRALCIO REGIONALE
3. Fasi realizzative e criteri di elaborazione
L’evoluzione della normativa nel settore e l’approfondimento delle conoscenze in materia di contaminazione dei siti e
dei rischi derivanti per la salute umana e per l’ambiente, hanno comportato, nel corso degli ultimi anni, un cambiamento
nell’approccio generale a questa delicata tematica ambientale
da parte di tutti gli operatori, con una maggior presa di coscienza delle problematiche legate alla contaminazione delle
matrici ambientali e della loro bonifica.
Questa evoluzione ha generato una crescente responsabilizzazione sia degli operatori privati che degli enti pubblici e
degli organi di controllo, con un conseguente incremento delle segnalazioni di casi di contaminazione, sospetta o comprovata, e delle richieste di finanziamenti pubblici, da parte delle
amministrazioni locali, necessari per fronteggiare le emergenze ambientali con interventi di messa in sicurezza e bonifica, che spesso risultano troppo onerosi per le realtà comunali.
D’altra parte, sotto la spinta di questa crescente esigenza di
intervento sul territorio, c’è un evolversi delle tecnologie di
bonifica e degli strumenti di analisi del rischio, con la sperimentazione di tecniche innovative ed il perfezionamento di
metodologie già consolidate, aventi l’obiettivo comune di fornire strumenti sempre più efficaci ed efficienti, che possano
essere attuati a costi sostenibili sia per i soggetti pubblici che
per i privati.
Questa attività di ricerca, che si attua a diversi livelli, vede
coinvolte società di consulenza, professionisti, enti pubblici
ed università, che costituiscono una importante risorsa cui
attingere per la pianificazione degli interventi sul territorio.
In questo contesto si inserisce l’attività pianificatoria della
Regione Lombardia, divenuta oramai uno strumento indi-
Serie Ordinaria - N. 12 - 15 marzo 2004
spensabile per una corretta ripartizione delle risorse disponibili per favorire le attività di bonifica sul territorio.
A tal fine, con il supporto tecnico-scientifico del Dipartimento di Ecologia del Territorio dell’Università degli Studi di
Pavia e dell’ARPA Lombardia, coinvolti mediante la stipula di
convenzioni, la Regione Lombardia ha individuato una metodologia innovativa rispetto a quella utilizzata nel precedente
piano, che consente di svolgere un’analisi dei diversi casi di
contaminazione, potenziali o in atto, e di comparare i relativi
livelli di rischio sanitario-ambientale per individuare le priorità di intervento.
La pianificazione si è svolta in due fasi temporali: nella prima fase, sono stati valutati alcuni criteri e metodologie attualmente in uso per individuare e comparare i livelli di rischio
delle diverse situazioni ambientali; di seguito è stato individuato lo strumento operativo elaborato all’interno dell’Università degli Studi di Pavia, che ha consentito, nella seconda
fase dell’attività di ricerca, di individuare le priorità di intervento su un elenco di siti ritenuti di particolare rilevanza.
3.1 Prima fase: analisi dei diversi criteri e scelta della metodologia per l’individuazione delle priorità di intervento
3.1.1 Premessa e metodo di ricerca
Durante la prima fase dell’attività che ha condotto all’elaborazione del presente piano, sono state analizzate e comparate
cinque metodologie attualmente in uso per l’analisi dei livelli
di rischio di aree contaminate o potenzialmente contaminate,
ritenute le più significative e funzionali allo scopo preposto.
Queste metodologie consentono di attribuire al sito un punteggio complessivo, che risulta essere una funzione di più variabili: tipologia delle fonti di contaminazione, percorsi di esposizione, vulnerabilità degli acquiferi e bersagli esposti.
Comparando i punteggi attribuiti a ciascun sito, ognuno di
questi modelli consente, a determinate condizioni, di comparare le diverse situazioni ambientali e di classificarle in funzione del loro punteggio, consentendo cosı̀ di pianificare gli
interventi sul territorio in base all’ordine di priorità individuato.
Una volta individuati i cinque modelli, l’attività è stata impostata nel seguente metodo:
1. ogni metodologia è stata applicata ad un gruppo di siti
per i quali sono già stati ultimati gli interventi di bonifica,
utilizzando, come parametri per calcolare il punteggio complessivo del sito, i dati corrispondenti alla situazione precedente la bonifica. Il gruppo di siti campione è stato scelto in
modo tale da essere sufficientemente rappresentativo delle diverse tipologie presenti sul territorio lombardo (aree dismesse, stoccaggi di rifiuti pericolosi, discariche abusive, parchi
serbatoi per idrocarburi) e delle possibili fonti di contaminazione e rifiuti presenti (idrocarburi, solventi, vernici, scorie,
rifiuti civili ed industriali, melme acide);
2. una analisi comparata sul gruppo di siti già bonificati,
che ha consentito di individuare le criticità ed i problemi applicativi di ciascuna metodologia, permettendo di eliminare
quelle ritenute meno idonee al conseguimento dell’obiettivo
finale;
3. una applicazione su aree contaminate, al fine di individuare la metodologia più corrispondente alle esigenze metodologiche dell’attività di ricerca.
3.1.2 Le cinque metodologie esaminate
Le metodologie valutate nella prima fase propedeutica alla
pianificazione, sono le seguenti:
a) Il metodo HRS semplificato (PA-Score)
b) Il metodo HRS avanzato (PRE-Score)
c) Il modello Emilia Romagna
d) Il modello Lombardia Risorse
e) Il metodo Radar Ambientale
a) Il metodo HRS semplificato (PA-Score)
La metodologia HRS (Hazard Ranking Sistem) è stata approvata dall’EPA (Environmental Protection Agency) degli
Stati Uniti nel 1982, ed è stata modificata nel 1990. Essa è
utilizzata per valutare il rischio per la salute umana e per
l’ambiente costituito dal rilascio, potenziale o attuale, di sostanze pericolose presenti in un sito.
Il rischio è valutato nell’HRS in modo relativo, ossia con
riferimento ad una serie di altri siti, ciò permette di attribuire
a ciascun sito un punteggio che indica il livello di pericolosità
complessiva.
Bollettino Ufficiale della Regione Lombardia
– 1088 –
Il metodo HRS prevede tre livelli di applicazione:
• una fase di indagine preliminare abbreviata, denominata
A.P.A. (Abbreviated Preliminary Assessment), che consente di valutare l’opportunità di procedere con ulteriori
fasi;
• una fase di attribuzione di un punteggio preliminare
(Preliminary Assessment Score: PA-Score);
• una fase di valutazione finale (Preliminary Ranking Evaluation Score: PRE-Score).
Il metodo PA-Score rappresenta quindi uno strumento che
consente, a seguito di una fase di ricognizione dei dati disponibili e la raccolta delle informazioni necessarie, di attribuire
un primo punteggio ai siti oggetto di studio e di ordinarli in
funzione dei relativi punteggi.
Le informazioni necessarie sono relative alla quantità ed
alle caratteristiche dei rifiuti presenti, i parametri fisici del
sito, i dati sulla popolazione e le caratteristiche generali del
sito, ed il punteggio finale è una stima iniziale, approssimata
ma attendibile e cautelativa, del punteggio fornito dal metodo
PRE-Score.
Il principio di funzionamento del modello è comune per
entrambe la fasi dell’HRS; ciò che varia è il livello di dettaglio
delle informazioni richieste e, di conseguenza, dell’output finale. Il principio viene descritto nel paragrafo relativo al
PRE-Score.
b) Il metodo HRS avanzato (PRE-Score)
Il metodo HRS (sia il preliminare che quello avanzato) analizza quattro percorsi di migrazione degli inquinanti verso i
bersagli finali: in falda, attraverso le acque superficiali, nel
terreno ed in aria, attribuendo per ciascuno di essi un punteggio.
Il punteggio di ogni percorso di migrazione dei contaminanti e di esposizione può variare da 0 a 100. Dei quattro
punteggi viene fatta la media quadratica a fornire un punteggio finale globale:
S = ((Sgw2 + Ssw2 + Ss2 + Sa2)/4)1/2
dove:
Sgw punteggio del percorso di migrazione nella falda
Ssw punteggio del percorso di migrazione in acque superficiali
Ss punteggio del percorso di esposizione al terreno
Sa punteggio del percorso di migrazione in aria
Il punteggio di ciascun percorso è dato dal prodotto, normalizzato, di tre valori, ottenuti da altrettante «categorie di
fattori»:
• categoria «probabilità di rilascio» (nel percorso del terreno: «di esposizione»)
• categoria «caratteristiche del rifiuto»
• categoria «bersagli»
Il punteggio, quindi, è calcolato secondo la seguente formula di normalizzazione:
probabilità di rilascio (PR) x caratteristiche del rifiuto (CR) x bersagli (B)
82500
Ogni categoria di fattori comprende un gruppo di elementi
cui sono attribuiti valori numerici.
In sintesi, il sistema HRS possiede la seguente struttura:
1. Il punteggio finale si riferisce ad un unico sito.
2. Ogni sito viene descritto in termini di quattro percorsi.
3. Ogni percorso è caratterizzato da tre categorie di fattori.
c) Il metodo «Emilia Romagna»
Il metodo della Regione Emilia Romagna, indicato all’art.
33 della l.r. Emilia Romagna n. 27/94 «Direttive tecniche di
riferimento per le bonifiche delle zone inquinate» prevede
un’attività strutturata per fasi successive, ciascuna seguita
dalla compilazione di una scheda descrittiva e finalizzata alla
definizione del grado di rischio connesso alla situazione di
contaminazione dell’area.
Il grado di rischio di ciascuna area viene espresso attraverso un punteggio, che viene confrontato con quelli degli altri
siti per la formulazione di una scala delle priorità di intervento.
Il rischio complessivo di un sito si compone di due fattori:
un rischio sanitario ed un rischio ecologico, a salvaguardia
dell’ecosistema. Ciascuno dei due fattori rischio (R) è calcolato secondo la seguente formula:
R=PxM
Serie Ordinaria - N. 12 - 15 marzo 2004
dove P è la probabilità che si verifichi un danno sanitario
o ecologico a seguito di una situazione di inquinamento, in
particolare:
P = 1 per zone vicine alla sorgente
P = 0.1 per zone vicine alla sorgente
P = 10-3 per zone distanti dalla sorgente
P = 10-5 per zone molto distanti dalla sorgente
La grandezza M è invece la magnitudo, ossia il danno che
la sostanza inquinante determina, all’interno di una zona, ai
bersagli presenti. La magnitudo legata al danno sanitario è
proporzionale alla tossicità degli inquinanti ed al numero di
bersagli, mentre quella legata al danno ecologico è una funzione dell’estensione della zona critica.
d) Il modello di Lombardia Risorse
Tale modello è stato implementato dalla società Lombardia
Risorse per la predisposizione del primo Piano regionale di
bonifica delle aree contaminate, approvato nel 1995.
Per l’individuazione delle priorità di intervento, rientranti
nella classe «A» del piano, è stata implementata una metodologia similare a quella dell’HRS, ma che teneva conto della
carenza di dati precisi legati alla caratterizzazione dei siti indagati e che ha consentito di differenziare l’attendibilità dei
dati in base alle diverse fonti di informazione per il reperimento delle informazioni.
Il modello utilizzato prende in considerazione tre vie di esposizione: le acque sotterranee, quelle superficiali ed il contatto dermico: il punteggio derivante dalla valutazione dei termini acque superficiali e sotterranee determina le priorità di
intervento per le operazioni di bonifica, mentre il punteggio
relativo al contatto diretto indica la necessità di provvedere
con operazioni di messa in sicurezza mediante isolamento dei
rifiuti presenti.
Il punteggio relativo a ciascuna via di esposizione è il prodotto dei punteggi parziali relativi a tre fattori: la sorgente, il
veicolo ed il ricettore, a loro volta funzioni dei quantitativi di
rifiuti, della mobilità e della tossicità delle sostanze presenti
e della vulnerabilità dei veicoli.
e) Il modello RADAR AMBIENTALE
Tale metodologia è stata elaborata dall’Università di Pavia
a seguito di una ricerca metodologica finalizzata alla semplificazione dei parametri essenziali necessari per la descrizione
di un sito e l’attribuzione di un punteggio di rischio relativo.
I parametri individuati sono i seguenti:
• la presenza antropica (P)
• le acque superficiali (S)
• la falda (F)
• i terreni (T)
• l’aria (A)
• le condizioni delle strutture di contenimento (C).
Attraverso l’ausilio di matrici di rischio, si può individuare,
per ciascuno dei sei parametri, un punteggio finale (espresso
con numeri interi da 1 a 5). Rappresentando il punteggio su
un grafico a raggiera, si ottiene un poligono a sei lati, la cui
area determina il punteggio complessivo del sito.
Il vantaggio di tale strumento è che consente una rappresentazione visiva della situazione di un sito, evidenziandone
le criticità (corrispondenti alle punte più significative del grafico) e, di conseguenza, indicando i fattori sui quali è opportuno intervenire con maggior urgenza.
Per questo motivo il modello RADAR AMBIENTALE è stato
considerato un valido strumento, semplice ed efficace, per
pianificare non solamente gli interventi tra i vari siti considerati, ma, nell’ambito del singolo sito, di prevedere e programmare interventi mirati a risolvere le criticità evidenziate.
Per queste caratteristiche di funzionalità strategica, il modello è stato individuato come strumento da utilizzare in questa fase della pianificazione regionale; le sue modalità di utilizzo in tale ambito verranno descritte nel paragrafo 3.2.1.
3.1.3 Potenzialità e limiti applicativi
L’analisi delle diverse metodologie ha permesso di riconoscere le loro potenzialità ed i limiti applicativi per la situazione lombarda ai fini della pianificazione regionale.
Durante la fase di applicazione al primo gruppo di siti selezionati, sono stati ritenuti maggiormente idonei per il conseguimento dell’obiettivo preposto, sia il metodo PA-Score che
Bollettino Ufficiale della Regione Lombardia
– 1089 –
il modello RADAR AMBIENTALE, perché, oltre ad essere sufficientemente attendibili, sono risultati facilmente applicabili
alla realtà regionale, per quanto riguarda il tipo ed il livello
di dettaglio delle informazioni richieste.
Il metodo PRE-Score, pur essendo parimenti attendibile
come modello, ha richiesto un livello di dettaglio delle informazioni attualmente non disponibile.
Gli altri metodi si sono rivelati non idonei per l’obiettivo
della pianificazione.
I due modelli ritenuti più consoni all’obiettivo regionale
sono stati, quindi il sistema PA-Score ed il metodo RADAR
AMBIENTALE.
La scelta definitiva è ricaduta, infine, sul secondo strumento, ritenuto maggiormente adatto alle specifiche esigenze pianificatorie della Regione Lombardia, in quanto tale metodologia consente di evidenziare con immediatezza le criticità specifiche di ciascun sito e quindi, oltre a consentire l’individuazione delle priorità di intervento tra i siti presenti sul territorio regionale, potrà essere utilizzato per pianificare gli interventi all’interno di ciascuna situazione, operando sugli ambiti
caratterizzati da un punteggio di rischio maggiore (ossia le
«punte» del radar).
3.2 Seconda fase: applicazione della metodologia e individuazione delle priorità di intervento
3.2.1 Il modello «radar ambientale»
Il modello RADAR AMBIENTALE è uno strumento operativo, di agevole applicazione, che si basa sulla valutazione di
sei parametri, attribuendo a ciascuno di essi un punteggio
legato al rischio che si verifichi un determinato evento. Come
in tutti i modelli, il rischio è determinato dal prodotto di una
probabilità per una magnitudo. La quantificazione del rischio
viene realizzata con l’aiuto di matrici a doppia entrata in cui
si compongono la magnitudo dell’evento inquinante con la
probabilità ad esso associata.
I parametri utilizzati per la valutazione del punteggio complessivo sono i seguenti:
• la presenza antropica (P)
• le acque superficiali (S)
• la falda (F)
• i terreni (T)
• l’aria (A)
• le condizioni delle strutture di contenimento (C).
Per ognuno dei parametri sono state definite cinque classi
di eventi di magnitudo crescente, generate direttamente dalle
sostanze pericolose abbandonate nella zona oggetto di indagine. La scelta di fornire cinque opzioni possibili, è stata fatta
perché si è ritenuto che le classi in numero di cinque possano
offrire l’opportunità di meglio garantire una valutazione oggettiva.
Presenza antropica
La presenza antropica è costituita dalla popolazione circostante e dalla popolazione residente. L’estensione dell’area da
considerare deve essere commisurata alle caratteristiche di
sospetta pericolosità dei rifiuti abbandonati e alle dimensioni
della zona oggetto di indagine, di cui vengono tenute in considerazione anche le caratteristiche geografiche, meteoclimatiche e la densità abitativa della zona.
Viene posta dal modello una attenzione anche alle condizioni di accessibilità della zona oggetto di indagine, ovvero le
condizioni delle eventuali recinzioni e degli altri presidi finalizzati al suo isolamento: l’accesso incontrollato da parte della
popolazione circostante o di animali può costituire un veicolo
per la diffusione delle sostanze pericolose.
Come popolazione residente si intendono tutti coloro che si
trovano ad abitare o a lavorare stabilmente in edifici che siano stati costruiti sulla zona oggetto di indagine, oltre a tutti
coloro che si trovino, per un periodo prolungato a fruirne, se
destinata ad es. al tempo libero.
Per popolazione circostante si intendono invece tutti coloro
che abitano o lavorano stabilmente nell’area circostante la
zona oggetto di indagine, tutti coloro che si trovano a transitare nelle immediate vicinanze della zona oggetto di indagine,
qualora sia presente una arteria di grande scorrimento (sia
viaria che ferroviaria) e tutti coloro che fruiscono dell’area
circostante.
Acque superficiali
Le acque superficiali sono tutte quelle che lambiscono, attraversano ed entrano in contatto, direttamente o indiretta-
Serie Ordinaria - N. 12 - 15 marzo 2004
mente (a seguito di ruscellamento superficiale), con la zona
oggetto di indagine.
Viene posta particolare attenzione ai casi di sversamento
dei materiali ivi presenti sia a causa di fuoriuscite di materiali
conservati in contenitori in stato di degrado sia a causa del
dilavamento degli agenti meteorici, qualora l’impermeabilizzazione dell’area ne convogliasse lo scarico verso acque superficiali limitrofe. In ogni caso, le acque esaminate nel modello non sono acque destinate ad uso potabile.
Acque sotterranee
La falda superficiale sottoposta a valutazione è definita sulla base delle caratteristiche idrogeologiche dei terreni interposti tra il piano di deposito dei materiali pericolosi e la falda,
nonché in relazione alla natura ed alle caratteristiche dell’acquifero che la contiene, freatica o artesiana.
Durante i sopralluoghi è stata verificata l’esistenza o meno
di condizioni che possono favorire la percolazione o la diffusione delle sostanze inquinanti lungo direttrici specifiche
(prevalente flusso della falda); in particolare la determinazione del livello di vulnerabilità della falda.
Per i siti oggetto di indagine, sono state evidenziate le falde
immediatamente sottostanti o a diretto contatto (costante o
stagionale) con la massa di materiale inquinato ed è stato valutato se la falda superficiale di interesse è in grado di alimentare la falda oggetto di estrazione per il consumo umano.
L’attribuzione del valore è calcolata in base alla pericolosità
circa la mobilità dei rifiuti e delle sostanze contaminanti ed
al livello di protezione delle falde.
Terreni
I contaminanti comunemente considerati sono: melme acide, residui catramosi, metalli pesanti, pesticidi e idrocarburi
(resta naturalmente sottintesa anche la valutazione del rischio ad essi connesso, che deve essere stabilito in rapporto
alle caratteristiche litologiche e pedologiche della zona oggetto di indagine).
Aria
La persistenza e l’intensità degli odori molesti costituisce
un fattore che, sebbene non necessariamente nocivo per la
salute o per l’ambiente, rappresenta spesso una delle cause
scatenanti il malcontento popolare.
Il problema degli odori è valutato sia in rapporto alla popolazione residente che a quella di passaggio, ove la zona oggetto di indagine si trovi in prossimità di vie di comunicazioni,
tenendo in particolare considerazione la eventuale presenza
di venti dominanti che possono allontanare anche in modo
non trascurabile le esalazioni dal punto in cui si sono generate.
Al fine dell’applicazione della metodologia sono state considerate tutte le barriere geografiche o architettoniche che possono contribuire a limitare l’area interessata dalle esalazioni
in oggetto.
Inoltre è stata posta particolare attenzione alle volatilità,
nocività e persistenza delle sostanze potenzialmente pericolose.
Condizioni strutturali e/o di contenimento
È stato valutato lo stato di conservazione di tutte le strutture fisse o mobili, interrate o superficiali, di qualunque dimensione che con il loro cedimento possano direttamente o indirettamente provocare lo sversamento di sostanze potenzialmente dannose.
Oltre alle strutture di contenimento direttamente a contatto
con le sostanze, sono state valutate anche le strutture esterne
di stoccaggio (capannoni, tettoie, ecc.), in considerazione del
peso che possono avere sia a livello di velocità di degrado
dei contenitori, sia a livello di rischi di crolli che vadano ad
intaccare i contenitori provocando una dispersione.
Una ulteriore attenzione è stata posta al pericolo legato alla
commistione – a seguito del cedimento di strutture di contenimento – di sostanze reattive capaci di sprigionare vapori
dannosi o di generare reazioni esotermiche e principi di incendio.
4. Siti oggetto del piano e priorità di intervento
4.1 Ambiti di intervento
Il Piano rappresenta un aggiornamento del precedente Piano di Bonifica delle Aree Contaminate, approvato dalla Regione Lombardia con delibera di Giunta n. 66818 dell’11 aprile
Bollettino Ufficiale della Regione Lombardia
1995, alla luce della recente normativa in materia di rifiuti ed
in considerazione dell’evoluzione della situazione ambientale
sul territorio regionale.
In tale piano sono state riportate le aree inserite nei programmi di intervento a breve e medio termine di cui al precedente piano regionale e non ancora interessati da un’attività
di bonifica, ed i siti inseriti nell’Anagrafe regionale per cui è
stata riconosciuta una priorità d’azione per la permanenza di
rischi sanitari ed ambientali, consistenti nella contaminazione delle stese.
L’attività condotta dalla Regione Lombardia ha consentito
di classificarli in tre distinti ambiti di intervento, in funzione
delle azioni da intraprendere e delle diverse modalità operative da seguire:
1. i siti per i quali il livello di informazioni disponibili ha
consentito l’applicazione della metodologia Radar Ambientale, e di individuare l’ordine di priorità degli interventi (Tabella 1);
2. i siti di interesse nazionale ricadenti nel territorio lombardo (Tabella 2);
3. i siti da sottoporre ad ulteriori indagini finalizzate all’applicazione del Radar Ambientale (Tabella 3).
Per i siti appartenenti al primo ambito è stato possibile applicare, sulla base delle informazioni reperite dall’ARPA Lombardia (contenute nelle schede descrittive riportate nell’Allegato 1), la metodologia del Radar Ambientale descritta nel
Capitolo 4, al fine di individuare l’ordine di priorità degli interventi, come riportato nel presente capitolo (Tabella 4); le
azioni da intraprendere per tali siti ed i relativi oneri finanziari, sono descritte nel successivo Capitolo 5.
Le tipologie di intervento, ed i relativi oneri finanziari, da
intraprendere sui siti appartenenti al secondo ambito sono
descritti nel Capitolo 6 del presente documento; tali siti rivestono un interesse nazionale, e pertanto non è stato necessario sottoporli ad analisi con la metodologia Radar Ambientale, poiché per essi viene già riconosciuta la massima priorità
di intervento.
I siti appartenenti al terzo ambito sono quelli per cui non
è stato raggiunto il livello minimo di informazioni che consentisse l’applicazione della metodologia del Radar Ambientale, né effettuare alcuna stima dei costi di caratterizzazione,
e pertanto per esse sono previste attività di indagine finalizzate ad individuare le eventuali criticità ambientali ed all’aggiornamento del Piano. Ne deriva che il presente piano rappresenta una realtà in continua evoluzione, da sottoporre a
periodici aggiornamenti sulla base delle future segnalazioni e
dei risultati delle indagini sui siti ricadenti in questo ambito.
4.2 Siti oggetto del piano
Tabella 1. Elenco dei siti per i quali il livello di informazioni disponibili ha consentito l’applicazione
della metodologia Radar Ambientale
Prov.
COMUNE
MN Acquanegra sul Chiese
BS
CR
MI
BG
MI
VA
BS
BG
BG
BG
CR
PV
VA
BG
LO
VA
MN
BG
Agnosine
Annicco
Bollate
Brembate
Cambiago
Caronno Pertusella
Castel Mella
Cividate al Piano
Costa Volpino
Costa Volpino
Cremona
Garlasco
Gerenzano
Madone-Filago-Bottanucco
Maleo
Malnate
Mantova
Martinengo
Serie Ordinaria - N. 12 - 15 marzo 2004
– 1090 –
DENOMINAZIONE
Discarica abusiva ex Flucosit – valli di
Mosio
Discarica Ilfo località Campagnola
Area Ghiraf
Discarica ex cava Ronchi
Ex D.I.M.
Discarica melme acide Località Gerri
Discarica Barigazzi e Clerici
Ditta Ghiraf
Discarica cascina San Giorgio
Località Pizzo
via Roma
Discarica Località San Rocco
Discarica RSU Bozzolo – loc. Ca’ bassa
Discarica
Discarica RSU
Discarica RSU
Discarica RSU ed RSAU
Conca di Valdaro (1)
Discarica Cascina Rocco
Prov.
MI
MI
BS
BS
BG
CO
MI
BS
BS
BG
PV
MI
MI
MN
MN
BG
MI
LO
BG
MI
COMUNE
Mediglia
Milano
Montichiari
Montirone
Mozzanica
Mozzate
Ossona
Paderno Franciacorta
Passirano
Pognano
Redavalle
Rho
Rho
Sermide
Suzzara
Trescore Balneario
Trezzo sull’Adda
Valera Fratta
Zanica
Zibido San Giacomo
DENOMINAZIONE
Discarica Cascina Ca’ del Lambro
Discarica Porto di Mare
Cava Baratti
Cava Bonomelli
Discarica Lugo Trasporti
Torrente Grandate e fosso Gradaluso
Discarica con melme acide
Cave Sorella Vianelli
Discarica Vallosa (2)
Discarica Farchemia
Località Cava Bazzini
Discarica via Terrazzano
Chimica Bianchi
Ex Zuccherificio
Ex V.I.S.
Ditta Repig
Discarica Fornace Laterizi
Discarica Gaboardi Casina Sacchella
Discarica ex cava Cutter
Discarica ex cava Centopertiche
NOTE:
(1) Il sito è ricompreso nella proposta di perimetrazione del sito di interesse nazionale
«Laghi di Mantova e Polo Chimico» individuato con legge 179/2002 (che però
non è ancora stata approvato definitivamente); viene fatto ricadere anche in questo ambito perché per esso è previsto un intervento regionale finalizzato alla
realizzazione di un nodo idraulico sul fiume Mincio e perché proposta
(2) Il sito è ricompreso nella proposta di perimetrazione del sito di interesse nazionale
«Caffaro» individuato con legge 179/2002, che però non è ancora stata approvata
definitivamente
Tabella 2. Elenco di siti di interesse nazionale ricadenti
sul territorio lombardo
Prov.
BS
PV
MI
MN
MI
MI
MI
COMUNE
Brescia
Broni
Cerro al Lambro
Mantova
Milano
Rodano Pioltello
Sesto san Giovanni
DENOMINAZIONE
Caffaro
Area Fibronit
Discarica melme acide
Laghi di Mantova e Polo chimico
Bovisa Gasometri
Ex SISAS
Ex Falck
Tabella 3. Elenco dei siti da sottoporre ad ulteriori indagini
Provincia
BS
MI
MI
BS
BS
MI
BS
BG
LC
MI
VA
MI
MI
CO
BS
MI
BS
MI
CO
MI
COMUNE
Bagnolo Mella
Bernate Ticino
Bollate
Braone
Breno
Burago di Molgora
Carpenedolo
Castelli Calepio
Castello Brianza
Cornaredo
Crosio della Valle
Garbagnate Milanese
Garbagnate Milanese
Lambrugo
Mazzano
Milano
Montirone
Nova milanese
Olgiate Comasco
Pero
DENOMINAZIONE
Italfound
via delle Vallogge di sotto – Italtecno
Discarica cava Bossi
Habitat Legno
Acciaierie Tassara
Cava Brioschi
Ex Bober
Ditta Cometa
Discarica località Sabina
Ditta Italtecno
Ex teinve
Discarica Borromeo
Discarica via Lario
Discarica località Momberto
Discarica Florio
Ex fonderia Pracchi
Cava Bonomelli
Ex ditta Arec
Discarica ex Forno Inceneritore
Ditta Italtecno
Bollettino Ufficiale della Regione Lombardia
Provincia
MN
BS
BS
BS
LO
BS
BS
MI
MI
PV
BG
COMUNE
Porto Mantovano
Provaglio d’Iseo
Sabbio Chiese
Sabbio Chiese
San Martino in Strada
San Zeno Naviglio
San Zeno Naviglio
Santo Stefano Ticino
Trezzano Rosa
Voghera
Zanica
– 1091 –
DENOMINAZIONE
Ditta Pioggia Carnevali
Cascina Dossello
Località Mondalino
Località Dossa del lUpo
Discarica località Camairana
Soc. Europea Tubifici Acciaieria
Acciaieria San Zeno
Discarica melme acide
Discarica di cava Gera
Discarica Fergomma
Località Molino del Bosco
4.3 Individuazione delle priorità tra i siti ricadenti nel primo ambito di intervento
Ai fini dell’individuazione delle priorità di intervento tra i
siti ricadenti nel primo ambito, è stato utilizzato il modello
«Radar Ambientale», precedentemente descritto nel Capitolo
3, integrato con una valutazione delle caratteristiche tossicologiche delle sostanze presenti nei singoli siti (tossicità, persistenza e mobilità ambientale). In funzione di tali fattori è stato infatti calcolato un coefficiente correttivo che è stato applicato ai parametri «Terreno» e «Falda» di ciascun sito (le due
punte del Radar che maggiormente risentono della presenza
di sostanze tossiche).
Per fare ciò, sono state individuate sei classi di tossicità, a
ciascuna della quale corrisponde un valore percentuale di tale
fattore correttivo: alla classe più bassa (incremento percentuale nullo) corrispondono i casi in cui non risultano presenti, o non è possibile ritenere che siano presenti, sostanze pericolose in quantità significativa. La classe più elevata (incremento percentuale pari a 10) è stata attribuita quando i dati
disponibili sul sito o la natura delle attività che hanno dato
luogo alla contaminazione e la presenza di sostanze pericolose hanno messo in evidenza una particolare pericolosità, mobilità e scarso sconfinamento delle sostanze stesse.
Nella tabella seguente è riportato l’ordine di priorità di intervento sui singoli siti, con il punteggio attribuito ai singoli
siti a seguito della metodologia sopra descritta.
Tabella 4. Ordine di priorità tra i siti ricadenti nel primo
ambito di intervento
NOME SITO
1 Ex D.I.M.
2 Discarica RSU
3 Discarica abusiva ex Flucosit
– Valli di Mosio
4 Discarica ex cava Ronchi
5 Ex Chimica Bianchi
6 Ex Ghiraf
7 Ex Ghiraf
8 Ex Cava Terrazzano
9 Discarica RSU ed RSAU
10 Discarica Porto di Mare
11 Discarica Gaboardi Casina
Sacchella
12 Ex Zuccherificio
13 Ditta Repig
14 Discarica Vallosa
15 Discarica RSU Bozzolo – Loc.
Ca’ Bassa
16 Conca di Valdaro
17 Cava Sorelle Vianelli
18 Discarica melme acide Località Gerri
19 Discarica con melme acide
20 Discarica Lugo Trasporti
21 Discarica Cascina Rocco
22 Ex V.I.S.
COMUNE
Punteggio
Brembate (BG)
3.632
Maleo (LO)
3.571
Acquanegra sul Chiese (MN)
3.242
Bollate (MI)
Rho (MI)
Annicco (CR)
Castel Mella (BS)
Rho (MI)
Malnate (VA)
Milano (MI)
Valera Fratta (LO)
3.151
2.784
2.730
2.730
2.299
2.246
2.241
2.200
Sermide (MN)
Trescore Balneario (BG)
Passirano (BS) (1)
Garlasco (PV)
1.940
1.760
1.759
1.732
Mantova (MN) (2)
Paderno Franciacorta (BS)
Cambiago (MI)
1.708
1.689
1.675
Ossona (MI)
Mozzanica (BG)
Martinengo (BG)
Suzzara (MN)
1.673
1.656
1.645
1.498
Serie Ordinaria - N. 12 - 15 marzo 2004
NOME SITO
23 Cava Bonomelli
24 Discarica Cascina Ca’ del
Lambro
25 Discarica
26 Discarica Località San Rocco
27 Discarica ex Cava Cutter
28 Località Pizzo
29 Discarica RSU
30
31
32
33
34
35
36
37
38
39
COMUNE
Montirone (BS)
Mediglia (MI)
Gerenzano (VA)
Cremona (CR)
Zanica (BG)
Costa Volpino (BG)
Madone Filago Bottanucco
(BG)
Cava Baratti
Montichiari (BS)
Discarica ex Cava Cento Per- Zibido San Giacomo (MI)
tiche
Discarica Ilfo Località Campa- Agnosine (BS)
gnola
Torrente Grandate e Fosso Mozzate (CO)
Gradaluso
Discarica Fornace Laterizi
Trezzo sull’Adda (MI)
Discarica Barigazzi e Clerici Caronno Pertusella (VA)
Discarica Cascina San Gior- Cividate al Piano (BG)
gio
via Roma
Costa Volpino (BG)
Località Cava Bazzini
Redavalle (PV)
Discarica
Pognano (BG) (3)
Punteggio
1.455
1.256
1.233
1.212
1.212
1.169
1.169
1.146
1.126
996
866
866
837
736
736
606
–
NOTE:
(1) il sito è ricompreso nella proposta di perimetrazione del sito di interesse nazionale
«Caffaro» individuato con legge 179/2002, in fase di approvazione da parte del
Governo
(2) il sito è ricompreso nella proposta di perimetrazione del sito di interesse nazionale
«Laghi di Mantova e Polo Chimico» individuato con legge 179/2002 (in fase di
approvazione da parte del Governo).
(3) per il sito di Pognano, non è stato calcolato il grado di rischio, in quanto l’area è
stata già interessata da interventi di rimozione dei rifiuti presenti.
5. Stima degli oneri finanziari
5.1 Criteri per la stima degli oneri
Il piano individua, in ottemperanza a quanto disposto dell’art. 22 del d.lgs 5 febbraio 1997 n. 22, gli interventi da realizzare ed il relativo ordine di priorità, nonché le tipologie di
intervento previste e le modalità di realizzazione, con i relativi oneri finanziari, per:
• i siti per i quali il livello di informazioni disponibili ha
consentito l’applicazione della metodologia Radar Ambientale, e di individuare gli interventi da eseguire, con i
relativi oneri finanziari;
• i siti di interesse nazionale ricadenti nel territorio lombardo;
• i siti da sottoporre ad ulteriori indagini ambientali finalizzate all’applicazione del Radar Ambientale.
Ai siti appartenenti al primo ambito è stato possibile applicare, sulla base delle informazioni reperite dall’ARPA Lombardia, la metodologia del Radar Ambientale, che ha consentito di individuare l’ordine di priorità degli interventi. Gli oneri finanziari sono descritti nel presente capitolo, in cui viene
fatta una ulteriore suddivisione tra i siti per i quali non sono
ancora state formulate ipotesi progettuali (o tali ipotesi risultano superate e non più condivisibili) e quelli per i quali esiste
un livello di progettazione tale da consentire uno o più scenari di intervento, con i relativi costi.
La scelta deriva dal fatto che, in assenza di una ipotesi progettuale o nei casi in cui non siano disponibili informazioni
sufficientemente dettagliate sullo stato di contaminazione
delle matrici ambientali, una stima dei costi degli interventi
di bonifica risulterebbe poco attendibile. Per tali situazioni
sono stati valutati i costi da sostenere per la caratterizzazione
ambientale da condurre ai sensi del d.m. 471/99, indicati in
Tabella 1, mentre, nel caso in cui sia già stata eseguita la caratterizzazione e non vi sia alcuna ipotesi di intervento, non
è stata fornita alcuna indicazione.
I siti per i quali il grado di informazione sullo stato di contaminazione ed livello di progettazione hanno consentito di
individuare la tipologia e le modalità di intervento sono stati
sottoposti ad una procedura di valutazione dei relativi oneri
finanziari, indicati in Tabella 2.
Gli interventi previsti nei progetti più recenti ed i relativi
Bollettino Ufficiale della Regione Lombardia
Serie Ordinaria - N. 12 - 15 marzo 2004
– 1092 –
oneri sono stati riportati senza alcuna variazione, mentre, nel
caso di progetti più datati, si è proceduto ad una rivalutazione dei costi in essi stimati.
Questa rivalutazione è stata fatta sulla base di una stima
dei costi attualmente applicabili, valutati a seguito di una analisi dei computi metrici allegati a recenti progetti di bonifica o messa in sicurezza di siti aventi caratteristiche simili,
per tipologia e per problematiche ambientali, a quelli oggetto
del presente piano. I costi unitari cosı̀ stimati sono stati applicati per calcolare gli oneri finanziari degli interventi previsti
nei progetti meno recenti, al fine di ottenere una valutazione
ragionevole, se non dei costi totali di intervento, quantomeno
dei relativi ordini di grandezza.
I siti appartenenti al secondo ambito sono inseriti nel programma degli interventi di interesse nazionale, e, di conseguenza, per essi viene già riconosciuta una priorità massima
di intervento. La stima degli oneri finanziari, riportata nel Capitolo 6, è basata sui progetti sino ad ora approvati.
I siti appartenenti al terzo ambito sono quelli per cui non
è stato raggiunto il livello minimo di informazioni necessario
per l’applicazione della metodologia individuata e su cui sarà
necessario effettuare ulteriori indagini.
In questo capitolo sono descritte le azioni da intraprendere
ai fini della messa in sicurezza d’emergenza, della bonifica,
della bonifica con misure di sicurezza e della messa in sicurezza permanente dei siti ricadenti nel primo ambito, con la
stima dei relativi oneri finanziari.
Considerato che le informazioni utilizzate per la stima degli
oneri finanziari sono tratte da progetti preliminari, suscettibili quindi di integrazioni e/o modifiche, le stime prodotte hanno un valore indicativo e servono a definire, principalmente,
l’ordine di grandezza dell’intervento finanziario.
5.2 Siti per i quali occorre procedere con ulteriori indagini
ambientali
L’analisi condotta ha permesso di individuare alcuni siti
per i quali, pur avendo informazioni sufficienti per l’applicazione della metodologia Radar Ambientale, è necessario procedere con ulteriori indagini ambientali ai fini della redazione
di progetti di bonifica e/o messa in sicurezza, nel rispetto di
quanto previsto dal d.m. 471/99.
In questi casi, nell’impossibilità di formulare un’ipotesi relativa agli oneri di bonifica, si è proceduto ad una stima finanziaria degli oneri connessi alle indagini ambientali.
Gli oneri sono stati calcolati in base alle seguenti voci:
• Attività preliminari:
– indagini di mercato per la valutazione dei prezzi relativi
alle indagini geognostiche, geofisiche, rilievi topografici
ed analisi di laboratorio;
– esame di alcuni piani di caratterizzazione tipo.
• Esame dei dati disponibili ed identificazione degli elementi
valutativi di base:
– localizzazione geografica del sito;
– stima della superficie del sito interessato dalla contaminazione;
– volume stimato dei terreni contaminati (ove disponibile);
– attività pregresse e principali tipologie di inquinanti presenti (ove disponibili);
– studi geologici ed indagini geognostiche pregresse (ove
disponibili);
– caratteristiche geologiche dell’area e stratigrafia dei terreni ipotizzata (ove disponibili);
– caratteristiche geomorfologiche dell’area;
– caratteristiche idrogeologiche dell’area (ove disponibili);
– bersagli e condizioni di pericolo del sito.
• Programmazione delle attività di indagine:
La stima relativa alle indagini dirette ed indirette da effettuare sul sito è stata determinata nel rispetto di quanto previsto dal d.m. 471/99 (allegato 2), utilizzando un criterio di tipo
statistico.
Per ogni area da investigare è stata ipotizzata una maglia
d’indagine standard, variabile in relazione alle dimensioni
complessive del sito, che ha permesso di determinare un numero minimo di campionamenti e di piezometri da realizzare.
Si è quindi proceduto confrontando quanto ipotizzato con
quanto previsto dalle disposizioni legislative in merito, onde
soddisfare le condizioni minime stabilite per legge.
La profondità dei punti di campionamento è stata ipotizzata in funzione della potenza dei terreni contaminati (ove disponibile) e della profondità della falda (non saturo), mentre
per quanto riguarda i piezometri si è fatto riferimento alle
indicazioni disponibili relative alla soggiacenza (ed escursioni della falda), in taluni casi estrapolata sulla base di studi a
scala regionale.
• Stima degli oneri relative alle indagini ambientali:
Sulla base delle quantità previste al punto precedente e dei
prezzi unitari di riferimento è stata elaborata una stima degli
oneri.
La tabella 1 riporta i siti per i quali è necessario procedere
con indagini ambientali e la stima dei relativi oneri finanziari.
Tabella 1: Siti da sottoporre ad ulteriori indagini ambientali
COMUNE
Acquanegra sul Chiese
Agnosie
Cambiago
Caronno Pertusella
Cividate al Piano
Costa Volpino
Cremona
Montirone
Paderno Franciacorta
Passirano
Pognano
Redavalle
Trescore Balneario
Zanica
Stima oneri
finanziari
Prov.
Denominazione sito
per le indagini
ambientali
(importi in euro)
MN Discarica ex Flucosit (1)
72.000
BS Discarica ILFO
77.124
MI Cava Gerri
93.340
VA Discarica abusiva Bari93.155
gazzi e Clerici
BG Casina San Giorgio
54.260
BG via Roma – Ex ditta Lol45.398
lio Danilo
CR Discarica località San
260.525
Rocco (2)
BS Ex Cava Bonomelli (3)
32.830
BS Cava Sorelle Vianella
152.930
BS Discarica Vallosa (4)
378.949
BG Loc. Cava Rovarolo –
90.245
Farchemia
PV Ex Cava Bazzini (5)
47.800
BG Ex Ditta Reping
97.542
BG Discarica Cutter – Loc.
142.810
Cascina Cucco
(1) Discarica ex Flucosit in Comune di Acquanegra sul Chiese (MN)
L’importo è stato desunto dalla richiesta di finanziamento avanzata dal comune di
Acquanegra sul Chiese alla Regione Lombardia, per la predisposizione della caratterizzazione del sito.
(2) Discarica località San Rocco in Comune di Cremona
La discarica è interessata da un intervento di stabilizzazione morfologica per un
importo complessivo di C 1.554.096,29 con progetto dell’AEM s.p.a., di cui è stato
realizzato il primo lotto funzionale. Il completamento dei lavori risulta attualmente
subordinato ad un finanziamento da parte della Regione Lombardia di
C 1.114.148,82, come richiesto dall’AEM s.p.a. nel novembre 2002.
Nel sito, avente un’estensione pari a circa 100.000 mq, sono stati installati sette
piezometri, di cui sei per il monitoraggio della falda superficiale ed uno per la falda
profonda e sono stati effettuati prelievi ed analisi chimiche delle acque.
La stima degli oneri finanziari è stata predisposta prevedendo un’indagine ambientale finalizzata prioritariamente:
– alla conoscenza delle caratteristiche morfologiche del corpo della discarica, mediante indagini di tipo indiretto;
– alla determinazione della natura composizionale della discarica ed alla taratura
delle indagini geofisiche mediante indagini dirette;
– alla determinazione delle caratteristiche geologiche–stratigrafiche dell’area, tramite indagini dirette;
– ad una migliore caratterizzazione sia della falda superficiale che di quella profonda mediante la realizzazione di nuovi piezometri in aggiunta di quelli esistenti;
– alle determinazioni di laboratorio sui campioni di acqua di falda per la ricerca dei
contaminanti;
– alla ricerca nel suolo/sottosuolo di eventuali contaminanti riscontrati nelle acque
di falda.
(3) Ex Cava Bonomelli in Comune di Montirone (BS)
Il sito, come riportato nella scheda descrittiva, è stato oggetto di un progetto di
bonifica nel 1986 che prevedeva lo scorticamento del terreno soprastante il rifiuto, il
posizionamento di un telo impermeabile ed il rimodellamento con terreno vegetale tale
da assicurare la rinaturalizzazione del piano campagna.
Nel 1987 la Provincia di Brescia ha dato il nulla osta al progetto, specificando che
la bonifica proposta poteva considerarsi definitiva solo dopo l’acquisizione dei risultati
del monitoraggio sulla qualità delle acque di falda. Al fine di verificare l’attuale stato
delle falde e dei terreni circostanti il sito, è necessario predisporre delle indagini
ambientali. È stata quindi predisposta una stima di massima degli oneri finanziari
necessari all’espletamento di dette indagini, presupponendo l’installazione di piezometri, prelievo ed analisi chimiche dei campioni di suolo/sottosuolo e di acqua di falda.
(4) Discarica Vallosa in comune di Passirano (BS) il sito ricade nella proposta di
perimetrazione del sito di interesse nazionale «Caffaro» individuato con legge
179/2002.
Bollettino Ufficiale della Regione Lombardia
Serie Ordinaria - N. 12 - 15 marzo 2004
– 1093 –
(5) Ex Cava Bazzini in Comune di Redavalle (PV)
Il sito in esame è localizzato in adiacenza al sito denominato «campo sportivo»
oggetto di un precedente intervento di bonifica finanziato dalla Regione Lombardia.
5.3 Siti per i quali sono state formulate delle ipotesi progettuali
Nelle tabelle seguenti sono indicati i siti per i quali, grazie
ad una o più ipotesi progettuali, è stato possibile individuare
le modalità di intervento e stimare i relativi oneri finanziari.
La prima tabella riassume i costi stimati per la messa in sicurezza di emergenza, la bonifica, la messa in sicurezza permanente ed il ripristino ambientale per i siti inseriti nel presente
piano.
Le tabelle successive indicano invece con maggior dettaglio
le tipologie e le modalità di intervento per ciascun sito, con i
relativi oneri finanziari.
Tabella 2: Tipologia di intervento e stima degli oneri finanziari
COMUNE
Pr.
DENOMINAZIONE SITO
INTERVENTO PREVISTO
Stima oneri finanziari
Annicco
CR
Ex Ghiraf
Messa in sicurezza
Bollate
MI
Cava Ronchi
Messa in sicurezza d’emergenza
1.053.572
Messa in sicurezza permanente
19.831.945
Brembate
BG
Ex D.I.M.
8.056.879
Ripristino ambientale
242.735
Caratterizzazione
258.228
Messa in sicurezza
Bonifica
826.331
2.065.828
Monitoraggio ambientale
258.228
Messa in sicurezza d’emergenza
483.396
Castel Mella
BS
Ghiraf
Costa Volpino
BG
Località Pizzo
Messa in sicurezza permanente
Cremona
CR
Discarica Località San Rocco
Stabilizzazione morfologica
Garlasco
PV
Discarica RSU Bozzolo – Località Ca’ Messa in sicurezza d’emergenza
Bassa
Madone Filago Bottanuco
BG
Discarica RSU
Messa in sicurezza permanente
Messa in sicurezza permanente e recupero ambientale
Messa in sicurezza permanente
Recupero ambientale
5.659.204
200.000
1.554.096
64.789
418.847
5.095.880
144.091
Maleo
LO
Discarica RSU
Messa in sicurezza permanente
Malnate
VA
Ex Cava Cattaneo
Messa in sicurezza permanente e ripristino ambientale
2.347.110
Mantova
MN
Conca di Valdaro
Bonifica
7.350.600
Martinengo
BG
Cascina San Rocco
Ipotesi A: Messa in sicurezza permanente
Mediglia
MI
Cascina Ca’ del Lambro
Messa in sicurezza permanente e ripristino ambientale
957.393
Milano
MI
Discarica Porto di mare
Messa in sicurezza d’emergenza
200.000
Mozzanica
BG
Lugo Trasporti
Ipotesi B: Bonifica con asportazione dei rifiuti
Messa in sicurezza permanente e ripristino ambientale
Messa in sicurezza permanente
Ripristino ambientale
Mozzate
CO
Torrente Grandate e Fosso Gradaluso
Messa in sicurezza permanente
Ossona
MI
Discarica di melme acide
Bonifica
Rho
MI
Ex Chimica Bianchi
Bonifica area Sud
Messa in sicurezza
Gestione barriera idraulica
Rho
MI
Ex Cava Terrazzano
7.127.105
498.716
2.222.461
18.075.991
5.157.291
552.567
7.060.431
12.960.486
1.436.788
534.205
6.108.771
Ipotesi A: Bonifica con rimozione dei rifiuti
16.200.000
Ipotesi B: Messa in sicurezza permanente
6.500.000
1.369.330
Sermide
MN
Ex zuccherificio
Bonifica
Suzzara
MN
Ex VIS
Bonifica
335.697
Trezzo sull’Adda
MI
Fornace Laterizi
Bonifica
1.231.785
Valera Fratta
LO
Discarica Gaboardi Cascina Sacchella
Messa in sicurezza permanente e ripristino ambientale
3.098.741
Zibido San Giacomo
MI
Ex Cava Cento Pertiche
Adeguamento piano di caratterizzazione e messa in sicurezza permanente
4.080.000
Ripristino ambientale
284.051
Bollettino Ufficiale della Regione Lombardia
– 1094 –
Descrizione dettagliata degli interventi
Sito «ex Ghiraf» in Comune di Annicco (CR)
Tipologia intervento attualmente prevista
Stima oneri finanziari
Messa in sicurezza:
Asportazione in sicurezza delle scorie e polveri presenti nel sito e loro smaltimento presso impianto autoC 8.056.879
rizzato. Possibile recupero di un certo quantitativo di
scorie di alluminio presso idonei centri di recupero
Sito «Cava Ronchi» in comune di Bollate (MI)
Tipologia intervento attualmente prevista
Stima oneri finanziari
Messa in sicurezza di emergenza
C 1.053.572
Recinzione e sistemazione della viabilità interna
Messa in sicurezza permanente
Sistemazione per lotti, ricorrendo a tecniche di intervento diverse a seconda del tipo e dei quantitativi di
rifiuti presenti:
Lotto 1: macroincapsulamento
Lotto 2: interventi combinati di soil flushing (o bioventing) e soil vapor extraction + stabilizzazione/
solidificazione
Lotto 3: soil flushing combinato con stabilizzazione/
solidificazione
Lotto 4: interventi combinati di soil washing + soil
C 19.831.945
vapor extraction + stabilizzazione/solidificazione oppure soil washing + bioventing a stabilizzazione/solidificazione
Lotto 5: soil flushing, stabilizzazione/solidificazione
Lotto 6: interventi combinati di SVE (o dual fase
extraction) + air sparging, oppure bioventing + air
sparging + solidificazione/solidificazione
Lotto 7: interventi combinati soil washing + soil vapor extraction + stabilizzazione/solidificazione oppure soil washing + bioventing (o air sparging) + stabilizzazione/solidificazione
Ripristino ambientale
C 242.735
Sito «ex D.I.M.» in comune di Brembate (BG)
Tipologia intervento attualmente prevista
Stima oneri finanziari
Interventi preliminari
Il sito è già stato interessato da interventi preliminari
Interventi
a partire dal 1988, finanziati dalla Regione Lombardia
già finanziati
per un totale di circa 800 milioni di vecchie lire.
Caratterizzazione
C 258.228
Caratterizzazione finalizzata a meglio definire l’estenVedere paragrafo
sione della contaminazione e, di conseguenza, l’entità
7.2.1
ed i costi degli interventi di messa in sicurezza
Messa in sicurezza
Impermeabilizzazione superficiale, realizzazione di una
barriera idraulica a protezione dei recettori a valle, reaC 826.331
lizzazione di un sistema di ventilazione per impedire
la migrazione
Bonifica
Smaltimento dei terreni contaminati per 1,5 metri di
profondità (laddove possibile) e bioventing negli strati
C 2.065.828
più profondi + recupero LNAPL mediante estrazione
con pozzi
Monitoraggio ambientale
C 258.228
NB: l’ulteriore fase di caratterizzazione prevista è necessaria per meglio identificare il grado di contaminazione, pertanto potrebbe verificarsi, sulla base dei
nuovi dati, una revisione del progetto di bonifica presentato nel 1999, con
conseguenti modifiche agli oneri finanziari
Sito «Ghiraf» in comune di Castel Mella (BS)
Tipologia intervento attualmente prevista
Stima oneri finanziari
Messa in sicurezza di emergenza
Movimentazione dei big-bags contenenti le scorie alC 483.396
l’interno del capannone esistente per evitare trasporto
eolico, sistemazione recinzione sfondata
Messa in sicurezza permanente
Asportazione in sicurezza delle scorie e loro smaltimento presso polo autorizzato. Asportazione degli hotC 5.659.204
spots di terreno contaminato. Impermeabilizzazione
dell’area non edificata avente destinazione d’uso agricolo e limitazione del suo utilizzo.
Serie Ordinaria - N. 12 - 15 marzo 2004
Sito «Località Pizzo» in comune di Costa Volpino (BG)
Tipologia intervento attualmente prevista
Stima oneri finanziari
Messa in sicurezza permanente
movimentazione scorie, sistemazione morfologica e
C 200.000
capping
Discarica località San Rocco in comune di Cremona (CR)
Tipologia intervento attualmente prevista
Stima oneri finanziari
Stabilizzazione morfologica
Interventi di consolidamento delle scarpate, rimodellamento morfologico, inerbimento e rinaturalizzazione (in
C 1.554.096
esecuzione). La AEM ha predisposto una rete di piezometri di controllo della qualità della falda idrica superficiale
Note: gli interventi previsti nel progetto presentato nell’aprile del 1999 dalla
Società AEM di Cremona non rivestono le caratteristiche di una messa in
sicurezza permanente di cui all’art. 6 del d.m. 471/99, pertanto occorre prevedere una fase di caratterizzazione finalizzata ad individuare la presenza di
contaminanti nelle matrici ambientali.
Discarica RSU Bozzolo – località Ca’ Bassa, in comune di
Garlasco (PV)
Tipologia intervento attualmente prevista
Stima oneri finanziari
Messa in sicurezza di emergenza
Asportazione dei rifiuti presenti e loro conferimento
C 64.789
presso la piattaforma ecologica comunale (già eseguita). Smaltimento dei rifiuti pericolosi
Messa in sicurezza permanente e recupero ambientale
livellamento morfologico, capping con strato bentonitiC 418.847
co e argilla, posa strato drenante e terreno di coltura,
realizzazione di cabalette di raccolta delle acque meteoriche, piantumazione
Discarica RSU nei comuni di Madone, Filago e Bottanucco
(BG)
Tipologia intervento attualmente prevista
Stima oneri finanziari
Messa in sicurezza permanente e recupero ambientale
rifacimento impermeabilizzazione, confinamento laterale e di aree soggette a filtrazione, realizzazione pozzi
C 5.095.880
percolato, pozzi per monitoraggio cintura drenanate,
diaframma plastico impermeabile a prevenzione del rio
confinante
Recupero ambientale
C 144.091
Discarica RSU in comune di Maleo (LO)
Tipologia intervento attualmente prevista
Stima oneri finanziari
Messa in sicurezza permanente
Risagomatura e ripristino della copertura della discarica e delle canalette di raccolta delle acque meteoriche,
C 7.127.105
di drenaggio del percolato e della rete di captazione
del biogas, previo trattamento in situ di mineralizzazione ed inertizzazione
Sito «Ex cava Cattaneo» in comune di Malnate (VA)
Tipologia intervento attualmente prevista
Stima oneri finanziari
Messa in sicurezza permanente e ripristino ambientale
Sono previsti interventi strutturali per garantire la messa in sicurezza e l’isolamento della porzione di area
ritenuta più pericolosa, nonché un sistema di monitoraggio della falda.
È previsto inoltre, la regimazione delle acque meteoriche al fine di limitare stagnazioni indesiderate all’interC 2.347.110
no dell’area, il ripristino di condizioni di sicurezza idraulica del torrente Quadronna, il riempimento della depressione centrale della ex cava ed il recupero ambientale e morfologico finale.
Nell’intervento è previsto l’allontanamento dell’attività
lavorativa attualmente svolta nell’area, con la demolizione di alcuni fabbricati, lo scollegamento della cabina
Enel e la rimozione di serbatoi di gasolio.
Bollettino Ufficiale della Regione Lombardia
– 1095 –
Conca di Valdaro nei comuni di Mantova e Virgilio (MN)
Tipologia intervento attualmente prevista
Stima oneri finanziari
Bonifica
Dragaggio ed asportazione, previo isolamento della
conca con setto impermeabile, dei sedimenti della conC 7.350.600
ca, loro trattamento di inertizzazione/solidificazione e
smaltimento in discarica.
Note: la conca di Valdaro rientra nel perimetro del sito di interesse nazionale
di Mantova, definito con legge n. 179 del 31 luglio 2002, ma viene analizzato
anche in questa sede per esso è previsto un intervento regionale finalizzato
alla realizzazione di un nodo idraulico sul fiume Mincio.
Serie Ordinaria - N. 12 - 15 marzo 2004
Discarica con melme acide in comune di Ossona (MI)
Tipologia intervento attualmente prevista
Stima oneri finanziari
Bonifica
Condizionamento delle melme ai fini del trasporto, iC 12.960.486
nertizzazione ai fini dello smaltimento e loro smaltimento off-site, Smaltimento off-site degli RSU
NB: questo sito è inserito in un contesto di realizzazione della linea ad alta
velocità. Il progetto preliminare, in fase di discussione, prevede la realizzazione di una discarica ad hoc on-site, ma non è stato accettato dal comune.
Pertanto, la stima degli oneri è una stima molto approssimativa ipotizzando di
conferire i rifiuti in altro polo di smaltimento autorizzato
Sito «ex Chimica Bianchi» in comune di Rho (MI)
Discarica «Cascina Rocco» in comune di Martinengo (BG)
Tipologia intervento attualmente prevista
Ipotesi A: Messa in sicurezza permanente
Capping superficiale con realizzazione delle canalette
di raccolta delle acque meteoriche e sistemazione a
verde
Stima oneri finanziari
C 498.716
Ipotesi B: Bonifica con asportazione dei rifiuti
Stabilizzazione ed inertizzazione dei fanghi e loro
C 2.222.461
smaltimento in discarica. Smaltimento degli altri rifiuti
Note: per questo sito sono ipotizzabili due tipi di intervento, attualmente in
fase di valutazione.
Discarica «Cascina Ca’ del Lambro» in comune di Mediglia
(MI)
Tipologia intervento attualmente prevista
Stima oneri finanziari
Messa in sicurezza permanente e ripristino ambientale
Realizzazione diaframma plastico perimetrale, copertuC 957.393
ra superficiale con strato bentonitico, livellamento materiale di risulta, realizzazione canalette di raccolta a
acque meteoriche ed inerbimento
Note: per la stima degli oneri di intervento di questo sito i costi delle singole
fasi di intervento previste dal progetto iniziale sono stati aggiornati ai costi
odierni
Discarica «Porto di Mare» in comune di Milano
Tipologia intervento attualmente prevista
Messa in sicurezza di emergenza
Realizzazione di una barriera idraulica a protezione
della falda
Messa in sicurezza permanente e ripristino ambientale
Interventi di rimodellamento e capping superficiale da
realizzare nel più ampio contesto di riqualificazione urbana dell’intero ambito territoriale (progetto AMSA di
Milano)
Stima oneri finanziari
C
200.000
C 18.075.991
Sito «Lugo Trasporti»in comune di Mozzanica (BG)
Tipologia intervento attualmente prevista
Messa in sicurezza permanente
Realizzazione di vasche impermeabili in muratura per
il confinamento dei rifiuti
Stima oneri finanziari
C 5.157.291
Ripristino ambientale
C 552.567
NB: per la stima degli oneri di intervento di questo sito i costi ipotizzati nel
progetto iniziale sono stati aggiornati ai costi odierni
Sito «Torrente Grandate e Fosso Gradaluso» in comune di
Mozzate (CO)
Tipologia intervento attualmente prevista
Messa in sicurezza permanente
Realizzazione di vasche di accumulo e disperdimento
disposti a cascata, sistemazione dell’alveo degli interventi, con aumento della sezione utile
Stima oneri finanziari
C 7.060.431
NB: trattasi per lo più di interventi di regimazione idraulica e sistemazione
delle sponde prossime alla discarica, al fine di impedire l’erosione ed il dilavamento dei rifiuti stoccati
Tipologia intervento attualmente prevista
Stima oneri finanziari
Bonifica dell’area sud di proprietà della Società Immobiliare Edera
Intervento ad opera del proprietario: smaltimento dei
C 1.436.788
terreni contaminati e trattamento della prima falda superficiale
Messa in sicurezza della falda principale
Intervento ad opera dei soggetti pubblici a tutela della
C 534.205
falda principale a valle del focolaio di contaminazione,
mediante realizzazione della barriera idraulica
Gestione della barriera idraulica
C 6.108.771
Gestione della barriera per circa 10 anni
Messa in sicurezza del focolaio di contaminazione
da quantificare
NB: il comune sta predisponendo un progetto esecutivo della barriera idraulica,
che prevede il ricorso ad una tecnologia diversa di trattamento; pertanto si
potrebbe verificare una variazione dei costi di realizzazione e gestione della
barriera.
Sito «ex Cava Terrazzano» in comune di Rho (MI)
Tipologia intervento attualmente prevista
Stima oneri finanziari
Ipotesi A: Rimozione completa dei rifiuti
Rimozione dei rifiuti presenti in discarica e loro smaltiC 16.200.000
mento in discarica.
Ipotesi B: Messa in sicurezza permanente
Messa in sicurezza dell’area da realizzare mediante
una copertura superficiale dell’ex cava con monitoragC 6.500.000
gio della falda.
(Questa ipotesi prevede alcune soluzioni con un costo
che oscilla da 2.500.000 a 6.500.000 euro)
Note: per questo sito si sono ipotizzate sostanzialmente due tipi di intervento,
attualmente in fase di valutazione.
Sito «ex Zuccherificio» in comune di Sermide (MN)
Tipologia intervento attualmente prevista
Stima oneri finanziari
Bonifica
1ª fase: interventi di bonifica da amianto presente in
matrici friabili contenuto all’interno dei capannoni
C 1.369.330
2ª fase: trattamento e rimozione dell’amianto presente
in forma compatta in tutto il sito e bonifica
Sito «Ex VIS» in comune di Suzzara (MN)
Tipologia intervento attualmente prevista
Stima oneri finanziari
Asportazione terreno contaminato
È previsto l’asportazione del terreno inquinato con
C 335.697
conseguente smaltimento in discarica ed il ripristino
del piano campagna con materiale inerte.
Discarica «Fornace Laterizi» in comune di Trezzo sull’Adda
(MI)
Tipologia intervento attualmente prevista
Stima oneri finanziari
Bonifica
Asportazione dei focolai di contaminazione e loro conferimento nell’area di stoccaggio definitivo all’interno
del sito; impermeabilizzazione e capping dell’area di
stoccaggio definitivo previo rimodellamento morfologiC 1.231.785
co con materiale inerte. Realizzazione di canalette di
scolo per acque meteoriche.Contestuale monitoraggio
della qualità delle matrici ambientali con analisi chimico-fisiche
Ripristino
Piantumazione e sistemazione a verde, arredi per fruiC 284.051
zione dell’area
Bollettino Ufficiale della Regione Lombardia
– 1096 –
Discarica «Gaboardi Cascina Sacchella» in comune di Valera
Fratta (LO)
Tipologia intervento attualmente prevista
Stima oneri finanziari
Messa in sicurezza permanente e ripristino ambientale
Rimodellamento morfologico con materiali rinvenuti in
loco per la creazione di pendenze tali da garantire lo
scorrimento delle acque meteoriche, impermeabilizzaC 3.098.741
zione con argilla e strato bentonitico, realizzazione di
canalette laterali per le acque meteoriche, stesura di
terreno vegetale ed inerbimento. Realizzazione del sistema di captazione e combustione del biogas.
Sito «Ex Cava Cento pertiche» in comune di Zibido San Giacomo (MI)
Tipologia intervento attualmente prevista
Stima oneri finanziari
Adeguamento piano di caratterizzazione e messa
in sicurezza permanente
È previsto un adeguamento del piano di caratterizzazione mediante nuove indagini geofisiche e prelievo di
campioni con determinazione analitiche sia sui terreni
che nell’acqua di falda. Per la messa in sicurezza dell’ex cava si prevede:
• realizzazione di diaframma perimetrale plastico in
calcestruzzo
• realizzazione di tampone di fondo con tecnica jetC 4.080.000
grouting ed iniezioni di cemento e bentonite
• abbassamento del livello interno delle acque di
falda con invio del liquido alla depurazione
• regolarizzazione del piano campagna e posa in
opera di manto impermeabile
• piano di monitoraggio con realizzazione di piezometri
controllo integrità e continuità dei diaframmi perimetrali
e del fondo con indagini puntuali, acustiche, geofisiche.
Note: si tratta di una stima di massima in quanto non si dispone ancora di un
progetto preliminare subordinato all’approvazione del piano di caratterizzazione.
Rimangono esclusi dalla stima degli oneri finanziari due
siti: la discarica AMSA di Gerenzano (VA) e l’ex Cava Baratti
di Montichiari (BS), per i motivi di seguito riportati:
Discarica AMSA in Comune di Gerenzano (VA)
L’area è interessata da un progetto di messa in sicurezza e
recupero ambientale a cura e a spese dell’AMSA di Milano,
gestore dell’ex discarica.
Sito «Ex cava Baratti» in Comune di Montichiari (BS)
Il sito in questione è stato oggetto di caratterizzazione, approvata in Conferenza dei Servizi nel novembre 2002.
6. Siti di interesse nazionale
Nel capitolo vengono descritti gli interventi sui siti di interesse nazionale ricadenti nel territorio lombardo, individuati
dal Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio ai
sensi della l. 426/1998. In considerazione della rilevanza ad
essi attribuita, il presente Piano attribuisce loro la massima
priorità di intervento.
6.1 Siti individuati dall’art. 114 della legge 388/2000
6.1.1 Sito in località Bovisa in Comune di Milano
• Perimetrazione e descrizione del sito
Il sito, dove era ubicata l’officina del gas di Milano, si trova
nella parte nord del territorio comunale, in zona Dergano –
Bovisa ed ha una superficie di circa 420.000 mq. L’impianto
ha fornito gas alla città di Milano per circa 85 anni, dal 1908
al 1994, e fino al 1969 attraverso il processo di distillazione
del carbone. L’area è ora gestita dall’A.E.M., che mantiene
attività di distribuzione del metano, officine, magazzini e una
nuova stazione di riduzione di pressione del metano. L’Accordo di programma per la realizzazione nella zona della Bovisa
del nuovo polo universitario del Politecnico di Milano prevede in futuro l’insediamento nell’area di funzioni pubbliche,
residenziali, commerciali, terziarie di servizio, produttive,
con il recupero di aree per il verde pubblico, i servizi e i parcheggi.
Il volume del terreno inquinato da trattare è stato stimato
pari a 90.000 mc.
Gli inquinanti presenti nel terreno contaminato sono rap-
Serie Ordinaria - N. 12 - 15 marzo 2004
presentati principalmente da metalli pesanti e I.P.A.. L’area
occupata dall’ex impianto di debenzolaggio risulta contaminata da valori elevati di BTX. La zona sud-est dell’area, compresa tra la perimetrale sud-est ed il confine dell’area, risulta
contaminata da ferrocianuri.
• Principali caratteristiche ambientali
I terreni affioranti nell’area sono costituiti da litotipi a permeabilità elevata (ghiaie sabbiose).
La collocazione nel contesto urbano di Milano, la vulnerabilità della falda, la tipologia e pericolosità degli inquinanti
(metalli pesanti, IPA, BTX, ferrocianuri) rendono lo stato di
compromissione dell’area ad elevato rischio ambientale e sanitario.
• Tipologia dell’intervento prevista
Bonifica area industriale dismessa
• Costi di messa in sicurezza e/o bonifica
I costi di bonifica dell’area sono stati stimati in 24,79 milioni
di euro.
• Piano di caratterizzazione
In tempi recenti, dal 1995 al 1999, sono state effettuate otto
campagne di indagine consistenti in:
– sondaggi a carotaggio continuo,
– scavi di esplorazione,
– prelievo ed analisi chimiche di campioni di terreno,
– prelievo ed analisi di gas interstiziale,
– messa in opera di piezometri a profondità variabile tra
30 e 80 m per la misura mensile dei livelli statici,
– prelievo ed analisi chimiche di campioni d’acqua di
falda.
• Progetto di messa in sicurezza e/o bonifica
Il Settore Ambiente del comune di Milano ha sviluppato un
progetto preliminare di bonifica dell’intera area. Tale progetto prevede interventi di soil washing, soil vapor extraction e
bioventing per il trattamento dei terreni inquinati e capping
ingegneristico per il confinamento e la messa in sicurezza di
alcune aree. Il progetto definitivo del 1º lotto di bonifica, approvato dal comune, prevede una spesa di 12,14 milioni di
euro (23,5 miliardi di lire).
6.1.2 Sito in località Cascina Gazzera in Comune di Cerro al
Lambro (MI)
• Perimetrazione e descrizione del sito
Il perimetro preliminare del sito è stato approvato con decreto del Ministero dell’Ambiente dell’8 luglio 2002.
Il sito è costituito da due aree, denominate «Danelli» e
«Montana», interessate dallo scarico abusivo di melme acide,
derivanti dalla raffinazione degli oli usati, e di terre decoloranti esauste.
La prima area, più a settentrione, ha una superficie di
16.000 m2 mentre la seconda, più meridionale, ha un’estensione di circa 35.000 m2 e contiene melme acide ad elevata
acidità, con notevole sviluppo di gas contenenti zolfo. Nelle
immediate vicinanze sono presenti un’area con depositi di
terre decoloranti ed un’area di melme acide immerse nel
fiume Lambro. L’area Montana presenta pozze di profondità
pari a circa 1,5 m con melme acide a media acidità, aree con
depositi di terre decoloranti e un’area con croste bituminose
e melme mescolate con sabbia.
• Principali caratteristiche ambientali
Il sito ubicato sulla scarpata prospiciente l’alveo del fiume
Lambro, sponda destra, ha delle quote dei terreni variabili tra
68 e 81 m s.l.m.. Il centro abitato più vicino, Cerro al Lambro,
è situato circa 1 km a nord del sito. I vincoli gravanti sull’area
sono i seguenti:
– d.lgs. 490/99
– legge Regionale n. 86/83 – Area di rilevanza ambientale
(Sud Milano, Medio Lambro),
– legge Regionale n. 24/90 – Parco Agricolo Sud Milano.
Le aree di interesse sono caratterizzate dall’affioramento di
formazioni alluvionali quaternarie, tipiche di questo tratto di
pianura Padana, costituite da sabbie e ghiaie fini. La vulnerabilità della falda è medio-alta e quindi lo sversamento sul terreno di rifiuti pericolosi, con il loro carico di sostanze tossiche, rappresenta un effettivo elevato rischio per le acque sotterranee.
Bollettino Ufficiale della Regione Lombardia
– 1097 –
La pericolosità degli inquinanti, il loro diretto contatto con
le acque fluviali, la formazione di esalazioni di gas irritanti,
la rilevanza ambientale dell’area portano a considerare la situazione del sito come ad elevato rischio sanitario ed ambientale.
• Tipologia dell’intervento prevista
Bonifica e ripristino ambientale di aree inquinate da melme
acide e da terre decoloranti esauste.
• Costi di messa in sicurezza e/o bonifica
I costi di bonifica dell’area sono stati stimati in 42,6 milioni
di euro.
L’intervento sul sito è stato inserito nel Progetto Strategico
7.1.1 «Pianificazione delle aree contaminate e realizzazione
dei progetti di bonifica con l’alta sorveglianza della Regione».
• Piano di caratterizzazione
Il Piano di caratterizzazione, elaborato e trasmesso al comune di Cerro al Lambro con nota del 20 luglio 1999, è stato
esaminato dal Comitato Tecnico, ex art. 17 l.r. 94/80 nella
seduta del 9 novembre 1999.
• Progetto di messa in sicurezza e/o bonifica
Il progetto definitivo, assimilabile all’esecutivo, elaborato e
trasmesso al comune di Cerro al Lambro con nota 20 luglio
1999, è stato esaminato dal Comitato Tecnico, ex art. 17 l.r.
94/80 nella seduta del 9 novembre 1999. In data 12 dicembre
2000 sono state avviate le attività di cantiere in un primo lotto
degli interventi, per un importo di circa 28,92 milioni di euro
(56 miliardi di lire).
6.1.3 Area industriale siderurgica ex Falck nei Comuni di Sesto
San Giovanni (MI) e Cologno Monzese (MI)
• Perimetrazione e descrizione del sito
Il perimetro preliminare del sito è stato approvato con Decreto del Ministero dell’Ambiente del 31 agosto 2001.
Il sito è ubicato nella parte nord-est del comune di Sesto S.
Giovanni in Provincia di Milano. L’area industriale della Società Falck è iniziata nel 1906 su un’area con vocazione agricola e boschiva; ciò ha caratterizzato fortemente il territorio
nel periodo della rapida inurbazione dell’interland milanese.
Alla fine del 1995 sono state dismesse le attività produttive
siderurgiche che occupavano gran parte delle aree di proprietà del Gruppo di Sesto S. Giovanni.
Le aree in oggetto risultano parte di una vasta zona industriale in trasformazione, limitrofa ad una zona da adibire a
verde pubblico e ad aree a vocazione residenziale.
• Principali caratteristiche ambientali
Dal punto di vista idrologico l’elemento idrografico principale è rappresentato dal fiume Lambro, posto immediatamente ad est della proprietà.
Non risulta che l’area abbia mai subito fenomeni alluvionali né danni da eventi sismici.
La vastità dell’area, la sua collocazione nel contesto urbano, il pericolo connesso alla tipologia degli inquinanti ed alla
presenza di discariche industriali, la vulnerabilità della falda
connessa anche al fenomeno di risalita della stessa, le ragioni
occupazionali portano a ritenere che il sito presenti caratteristiche di elevato rischio ambientale e sanitario.
• Tipologia dell’intervento prevista
Bonifica dell’area industriale e delle relative discariche.
• Costi di messa in sicurezza e/o bonifica
Per la bonifica dell’area il Ministero dell’Ambiente, con decreti del 2 ottobre, 27 novembre 1997 e 20 marzo 1999, ha
assegnato un contributo di 25 miliardi di lire alla Regione
Lombardia per la progettazione, pianificazione e per la realizzazione degli interventi di bonifica del sito.
L’estensione dell’area interessata dalle attività Falck permette comunque di affermare che saranno necessari ulteriori
finanziamenti per interventi urgenti, stimabili in 12,91 milioni di euro (25 miliardi di lire).
• Piano di caratterizzazione
In data 7 luglio 2000 è stato approvato, con prescrizioni, in
sede di conferenza dei servizi presso la Regione Lombardia,
il piano delle indagini integrative di caratterizzazione relativo
alla sottoarea «Vulcano».
Serie Ordinaria - N. 12 - 15 marzo 2004
6.1.4 Polo chimico nei Comuni di Rodano (MI) e Pioltello (MI)
• Perimetrazione e descrizione del sito
Il perimetro preliminare del sito è stato approvato con Decreto del Ministero dell’Ambiente del 25 settembre 2001.
Il polo chimico di Rodano Pioltello è ubicato su un’area di
c.a. 720.000 mq, limitata a Nord dalla linea ferroviaria Torino
Venezia, a Sud dalla SP Rivoltana, ad Est dalla tenuta agricola Trenzanesio ad Ovest dal centro abitato di Limito di Pioltello.
Il sito, comprendente diverse società produttive diverse, si
presenta come un agglomerato industriale omogeneo all’interno di un perimetro definito.
Di seguito si riportano le principali attività condotte sull’area:
1. Società Carlo Erba Antibioticos
Lo stabilimento opera dal 1959 per la produzione di:
• materie prime per l’industria farmaceutica;
• prodotti chimici reagenti per uso scientifico e industriale;
le produzioni più significative in campo farmaceutico si hanno nei seguenti campi:
• antibiotici, antitumorali, antidiabetici, cardiovascolari,
chemioterapici, intermedi vari.
2. Società Air Liquid
I processi produttivi principali riguardano:
• frazionamento dell’aria atmosferica;
• compressione dell’ossigeno gassoso;
• liquefazione di ossigeno ed azoto;
• stoccaggio di ossigeno, azoto e argon allo stato liquido;
• impianto di raffreddamento acqua in torri evaporative a
circuito semiaperto.
3. Società CGT
La società è dotata di impianti autonomi di generazione di
gas che utilizzano la reazione del carburo di calcio con acqua,
ottenendo:
• acetilene, utilizzato prevalentemente per la saldatura ed
il taglio ossiacetilenico dei metalli;
• l’idrato di calcio, quale correttore del pH degli impianti
di depurazione delle acque di scarico.
• Principali caratteristiche ambientali
Il territorio su cui ricade il polo chimico di Pioltello Rodano è caratterizzato da una elevata vulnerabilità della falda
freatica, connessa in particolare al limitato valore di soggiacenza media durante l’anno.
Altro elemento di vulnerabilità del sistema delle acque, è
determinato dalla interconnessione delle acque sotterranee
con il sistema idrico superficiale. Infatti l’intero insediamento
si trova all’interno della fascia dei fontanili (emergenze naturali delle acque sotterranee), anche se questi, allo stato attuale
non sono più attivi a causa dell’elevato grado di sfruttamento
delle acque sotterranee da parte degli insediamenti industriali.
• Tipologia dell’intervento prevista
Bonifica e ripristino ambientale dell’agglomerato industriale e delle discariche industriali.
• Costi di messa in sicurezza e bonifica
Si stima, sulla base delle informazioni preliminari, un costo
per i primi interventi di bonifica di circa 15,49 milioni di euro
(30 miliardi di lire).
• Progetto di messa in sicurezza e bonifica
Gli interventi già individuati o in atto riguardano la bonifica delle discariche ricadenti nel sedime industriale della ex
SISAS. Su tale area è attiva un’attività di monitoraggio della
qualità delle acque sotterranee e di messa in sicurezza della
falda sottostante le principali discariche.
Un altro ambito di intervento riguarda il sistema delle acque superficiali nel quale confluiscono gli scarichi industriali,
ed il loro rapporto con le colture agricole a valle.
6.2 Siti individuati dall’art. 14 della legge 179/2002
6.2.1 Sito «ex Fibronit» in Comune di Broni (PV)
• Perimetrazione e descrizione del sito
Il perimetro preliminare del sito è stato approvato con Decreto del Ministero dell’Ambiente del 26 novembre 2002.
Bollettino Ufficiale della Regione Lombardia
– 1098 –
Su tale area negli anni ’70 si è installata una ditta che ha
effettuato la produzione di cemento e di manufatti in cemento amianto.
Negli anni successivi il reparto cemento è stato venduto ad
una società di settore, mentre la lavorazione del cemento amianto è rimasta alla Fibronit.
• Principali caratteristiche ambientali
Sui piazzali dell’area dello stabilimento Fibronit sono stoccati 2000-3000 ton. di prodotti finiti in cemento amianto (in
fase di smaltimento), mentre all’interno dei capannoni sono
presenti invece macchinari e impianti di depurazione delle
emissioni.
Il sito presenta condizioni di rischio per la salute pubblica
e l’ambiente, a causa della presenza di amianto, residui della
passata lavorazione, fanghi e liquami stoccati in vasche ad
elevato tenore di cromo, fusti e big-bags contenenti rifiuti pericolosi.
• Tipologia dell’intervento prevista
Gli interventi previsti sono finalizzati alla messa bonifica
da amianto ed allo smaltimento dei rifiuti solidi e liquidi presenti.
• Costi di messa in sicurezza e bonifica
I costi degli interventi di bonifica da amianto e di smaltimento degli altri rifiuti presenti nel sito e della caratterizzazione ambientale sono quantificati in circa C 900.000 per la
sola area di pertinenza della ex Società Fibronit. Gli oneri per
l’esecuzione degli interventi di messa in sicurezza di emergenza relativi all’area «ex Ecored» sono stati stimati in circa
C 350.000.
Per la seconda fase della attività, consistente nella bonifica
da amianto dei capannoni, è stata formulata una stima di
massima per circa 3,4 milioni di euro.
6.2.2 Sito «Caffaro ed aree industriali» in Comune di Brescia
(BS)
• Perimetrazione del sito
È in corso di definizione la perimetrazione del sito, che verrà approvata dal Ministero dell’Ambiente con apposito decreto.
6.2.3 Polo Chimico e laghi di Mantova nei comuni di Mantova
e Virgilio (MN)
• Perimetrazione e descrizione del sito
È in corso di definizione la perimetrazione del sito, che verrà approvata dal Ministero dell’Ambiente con apposito decreto. Tale area dovrebbe includere: l’area del Polo Chimico, i
laghi di Mantova (quello di mezzo e quello inferiore), il canale
Sisma, la Conca di Valdaro, le ditte adiacenti al Polo Chimico
che hanno attivato le procedure ai sensi del d.m. 471/99, ed
infine una fascia perimetrale attorno alle aree menzionate.
L’estensione del sito perimetrato è stimata in circa 8,7 milioni
di mq.
L’attività del Polo Chimico risale al 1956, da parte della Società Edison, con la produzione, in cicli integrati, di:
• soda caustica e cloro (attività dismessa)
• etilene, propilene e butene
• etilbenzolo, stirolo e materie plastiche
• fenolo, acetone, intermedi per detergenza e fibre.
Attualmente nell’area sono presenti insediamenti tuttora attivi di tipo industriale, appartenenti a più proprietà: SOL, EniChem, Polimeri Europa ed Enipower.
Le principali attività in corso sono rivolte alla produzione
di: stiroli, polistiroli, fenolo, acetone.
Sono inoltre presenti nel polo chimico una centrale termoelettrica (di proprietà Enipower), un impianto di depurazione,
un forno inceneritore con la relativa discarica di ceneri, e le
aree di deposito dei sedimenti provenienti dai dragaggi dei
canali.
L’area della Conca di Valdaro rientra nella perimetrazione
dell’area inquinata ubicata in località «Canale Sisma», definita con Decreto della Direzione Generale delle Risorse Idriche
e Servizi di Pubblica Utilità della Regione Lombardia
n. 19438 del 3 agosto 2000.
Nella conca è prevista la realizzazione di una conca di navigazione che garantirà il passaggio di navi della V classe europea tra il canale di Mantova – Venezia (ex Fissero – Tartaro
– Canalbianco) ed il fiume Mincio e, quindi con i laghi di
Mantova.
Serie Ordinaria - N. 12 - 15 marzo 2004
• Principali caratteristiche ambientali
Il sito, inserito in parte nel contesto del Parco del Fiume
Mincio, è caratterizzato dalla presenza e dalla vicinanza di
corpi d’acqua superficiali, quali i tre laghi di Mantova ed il
fiume Mincio.
I vincoli ambientali gravanti sull’area sono:
• d.lgs. 490/99
• Piano Assetto Idrogeologico (PAI)
• Piano Territoriale di Coordinamento del Fiume Mincio.
• Tipologia dell’intervento prevista
Interventi di bonifica e messa in sicurezza nelle aree del
Polo Chimico. Asportazione in sicurezza, stabilizzazione/solidificazione e smaltimento dei sedimenti dragati nella Conca
di Valdaro.
Costi di messa in sicurezza e bonifica
Per il solo intervento nell’area della Conca di Valdaro è prevista una spesa pari a circa 7.350.600 euro per l’asportazione,
lo smaltimento dei sedimenti e la messa in sicurezza dei sedimenti.
• Piani di caratterizzazione
Con decreto regionale n. 19438 del 3 agosto 2000, è stato
approvato il piano di caratterizzazione dell’area della Conca
di Valdaro, presentato dall’Azienda Regionale dei Porti di
Cremona e Mantova ai fini della bonifica e della realizzazione
del nodo idraulico, i risultati finali delle indagini ambientali
sono stati presentati nel giugno 2001.
La Regione Lombardia con decreto regionale n. 18937 del
14 ottobre 2002 ha approvato il piano di caratterizzazione del
Canale Sisma, presentato dalla Società Polimeri Europa, autorizzando le indagini ambientali ed il monitoraggio delle
matrici ambientali interessate dalla contaminazione da mercurio.
Per quanto riguarda l’ex insediamento EniChem, ora di
proprietà delle Società SOL, EniChem, Polimeri Europa ed
Enipower, le Società hanno presentato in data 20 febbraio
2002 i Piani di Caratterizzazione, redatti secondo principi di
omogeneità; gli elaborati sono stati approvati con atto del comune di Mantova dell’11 marzo 2002, a seguito della conferenza dei servizi del 7 marzo 2002, con prescrizioni e la scadenza per la presentazione dei risultati è prevista per l’11 gennaio 2003.
• Progetto di messa in sicurezza e bonifica
A seguito della sottoscrizione del Protocollo d’Intesa tra il
comune di Mantova e l’Azienda Regionale per i porti di Cremona e Mantova, è stato presentato lo «Studio di fattibilità
assimilabile a progetto preliminare – Progettazione integrata
e coordinata con le opere di costruzione della conca» finalizzato al coordinamento degli interventi di bonifica da eseguire
nell’area della Conca di Valdaro con i lavori di realizzazione
del nodo idraulico da parte dell’Azienda Regionale per i porti
di Cremona e Mantova.
Nell’ambito del Polo Chimico, in data 16 settembre 2002 è
stato invece presentato il progetto preliminare di bonifica delle aree di proprietà dalla Società Enipower.
——— • ———
Bollettino Ufficiale della Regione Lombardia
1099
Serie Ordinaria n. 12 – 15 marzo 2004
ALLEGATO 1
SCHEDE DESCRITTIVE DEI SITI RICADENTI NEL PRIMO AMBITO
DEL PIANO REGIONALE
COMUNE DI ACQUANEGRA SUL CHIESE (MN)
SITO: DISCARICA ABUSIVA EX FLUCOSIT – VALLI DI MOSIO
BREVE
PRESENTAZIONE
DEL SITO
Ubicazione
II sito a rischio ambientale si trova in Comune di Acquanegra sul Chiese (MN), circa 300 m ad ovest della
frazione Valli di Mosio e 1,2 Km in direzione est dalle prime abitazioni del capoluogo. Esistono comunque
delle abitazioni sparse a distanza più ravvicinata (circa 80 m).
Le coordinate Gauss-Boaga sono le seguenti: X = 1614725, Y = 5001800.
Il F. Oglio dista circa 1,3 Km in direzione sud mentre il F. Chiese scorre circa 3,6 Km ad ovest. Il F. Oglio
svolge una funzione di drenaggio nei confronti della falda a causa della sua posizione ribassata che
determina una zona di richiamo idrico.
L'area si trova subito ai piedi del terrazzo fluviale del F. Oglio ed è circondata da campi utilizzati a scopo
agricolo. Il sito è vicino alla S.P. 67 che collega Marcaria ad Acquanegra sul Chiese e vi si accede da una
strada comunale.
Le quote del piano di campagna sono mediamente di 23 - 24 m s.l.m. ai piedi del terrazzo, mentre variano
da 28 a 30 m s.l.m. sul livello fondamentale della pianura. La destinazione d'uso dell'area in oggetto è verde
agricolo.
Attività condotte sul sito
Originariamente il sito era una cava di torba; a partire dalla metà dagli anni 1970, la depressione creatasi a
causa dalla coltivazione è stata progressivamente colmata con lo scarico abusivo di rifiuti liquidi e
semisolidi provenienti da un'azienda petrolchimica della zona (presumibilmente la Flucosit di Castelnuovo
di Asola). L'attività abusiva di scarico si è protratta fino al 1983, anno in cui l'azienda petrolchimica cessò
ogni attività.
Attualmente l'area non presenta ulteriori depressioni colmabili e, a partire dal piano campagna, si sviluppa
una diffusa vegetazione spontanea che ricopre buona parte della sua superficie.
Attività di indagine e livelli di progettazione della bonifica
Sulla base delle risultanze analitiche risalenti alle indagini del 1984 (sui rifiuti) e del 1992 (su rifiuti, terreni
e acque sotterranee), il Comune ha deciso di affidare un incarico professionale per predisporre uno "Studio
di Fattibilità assimilabile a Progetto Preliminare", rimandando ulteriori indagini di approfondimento dopo
l'eventuale finanziamento regionale.
Tale studio è stato presentato nel febbraio 2002 ed è stato recentemente approvato in conferenza dei servizi.
Estensione dell'area
L'area contaminata ha una superficie di circa 2.750 m2, uno spessore medio di 2,3 m ed un volume di 6.330
m3; il peso stimato dei materiali da trattare è compreso tra 10.000 e 11.000 ton.
Tipo di inquinamento
Nel corso delle varie indagini, si è riscontrata la presenza di melme acide e fanghi bituminosi di origine
industriale, versati allo stato liquido e semi-liquido sul fondo della cava; tale smaltimento ha provocato la
contaminazione del terreno di sottofondo. Non è noto se la coltivazione della torba si è spinta in profondità
fino a superare il livello di materiale fine che protegge l'acquifero sottostante.
La falda risulta contaminata da benzene e solventi clorurati sia a monte che a valle della discarica. Tale
situazione potrebbe essere connessa al ristagno delle acque in un ambiente paludoso.
Il corpo dei rifiuti, ancora in posto, contiene alte concentrazioni di metalli pesanti e solventi volatili;
quest'ultimi sono responsabili delle esalazioni maleodoranti nell'ambiente circostante, specie nel periodo
estivo, segnalato dagli abitanti della zona.
PRESENZA
ANTROPICA
Attualmente l'area si presenta sgombra e a cielo aperto, con una diffusa vegetazione spontanea che ricopre
buona parte della sua superficie; il sito non risulta delimitato in alcuna maniera ed è accessibile da ogni lato.
Sui terreni contaminati non vi è comunque la presenza di popolazione residente; mentre sull'area interessata
da inquinamento delle acque sotterranee, più estesa, sono invece presenti delle abitazioni private.
Come detto, il sito è circondato da campi ad uso agricolo ed è adiacente ad un strada e ad una abitazione
privata.
La discarica di Valli di Mosio rappresenta, secondo lo studio commissionato dal Comune, un pericolo per
l'ambiente e per l'uomo per la presenza di melme acide e fanghi bituminosi interrati allo stato liquido e
semi-liquido.
Come detto, sono note delle segnalazioni di esalazioni maleodoranti provenienti dal sito contaminato,
specialmente nel periodo estivo.
Bollettino Ufficiale della Regione Lombardia
1100
Serie Ordinaria n. 12 – 15 marzo 2004
ACQUE
SUPERFICIALI
L'area interessata dalla discarica si trova ai piedi del terrazzo della Valle fluviale del F. Oglio; il sito ricade
all'interno della fascia fluviale C del P.A.I. (Autorità di Bacino del F. Po), all'esterno comunque dell'area
golenale.
Nella zona circostante al sito è frequente rinvenire aree paludose, derivate dal ristagno delle acque di
deflusso superficiali sui terreni fini, molto diffusi in queste zone.
Nell'area immediatamente circostante il sito in esame non sono presenti corsi d'acqua significativi; non sono
note quindi modificazioni organolettiche delle acque superficiali.
ACQUE
SOTTERRANEE
La successione litostratigrafica evidenzia nell'area in esame la presenza di uno strato potente più di 6 metri
di materiale fine superficiale (in particolare limi, associati a sabbie fini e talora ad argille) nella zona a nord
della discarica, che si assottiglia spostandosi verso sud dove raggiunge lo spessore di 50 cm.
Questo orizzonte a bassa permeabilità costituisce una protezione nei confronti della falda acquifera
sottostante, inibendo il passaggio dei contaminanti dalla discarica alla falda e favorendo la formazione di un
modesto livello idrico di ristagno superficiale.
Sotto tale strato si trovano depositi più grossolani come sabbie e ghiaie, sede della prima falda in pressione
che talvolta si presenta saliente sopra il piano campagna.
La falda ha in genere una direzione nord-sud, ossia verso il F. Oglio.
Le analisi chimiche eseguite in passato (1992) su 5 piezometri, indicano una contaminazione da benzene e
da solventi clorurati, ma tale contaminazione risulta presente sia a monte che a valle della discarica; tale
situazione potrebbe essere connessa al ristagno delle acque paludose, assai diffuse nella zona.
Gli acquiferi sottostanti al primo, utilizzati a scopi domestici ed irrigui, sono separate da fitte alternanze di
strati sabbiosi e argillosi; si può quindi ragionevolmente ipotizzare una loro protezione naturale, con un
assenza di contaminazione specifica derivante dal sito in oggetto.
Livello di inquinamento
Dalle analisi effettuate in passato (1992), nelle acque sotterranee del primo acquifero si rilevano i seguenti
valori massimi di concentrazione: benzene = 15 µg/L, tricloroetilene = 21 µg/L, tetracloroetilene = 26 µ/g.
TERRENI
Dal punto di vista geomorfologico la zona è caratterizzata dalla presenza di terrazzi tipici dell'ambiente
alluvionale fluviale e della bassa pianura mantovana, costituiti da intercalazioni più o meno continue e
potenti di materiali a granulometria fine e grossolana, determinati dalle divagazioni naturali del corso del
fiume Oglio.
Si nota la presenza di un livello potente più di 6 m di materiale fine superficiale (limi-sabbiosi, e argille)
nella zona a nord della discarica, che si assottiglia spostandosi verso sud dove raggiunge lo spessore di 50
cm.
Si ricorda che la discarica si è sviluppata all'interno di una ex-cava di torba.
Livello di inquinamento
Dalle analisi effettuate in passato (1984 e 1992), si nota che i rifiuti smaltiti nella discarica possiedono un
elevato contenuto in olio minerale e BTEX (benzene in particolare) ed un pH fortemente acido.
I valori massimi riscontrati a suo tempo nel corpo dei rifiuti sono i seguenti: benzene = 18630 mg/Kg,
toluene = 5060 mg/Kg, etilbenzene = 1790 mg/Kg, cumene = 3490 mg/Kg, p-xilene = 1510 mg/Kg, o-mxilene = 21060 mg/Kg, Stirene = 12540 mg/Kg, cloroformio = 2,33 mg/Kg, tricloroetilene = 124 mg/Kg,
cromo = 299,4 mg/Kg,piombo = 1966 mg/Kg.
Tali risultati hanno permesso di classificare il materiale come tossico-nocivo, dallo stato fisico solidopalabile.
È ipotizzabile anche una locale contaminazione del terreno di sottofondo della ex cava. I valori massimi
riscontrati a suo tempo nei terreni sono i seguenti: benzene = 3,4 mg/Kg, xileni = 2,9 mg/Kg, l,lDicloroetano = l,6 mg/Kg, l,2-Dicloroetano = l,l mg/Kg, tricloroetilene = 2,9 mg/Kg, tetracloroetilene = 5,l
mg/Kg.
Non è noto se la coltivazione della torba si è spinta in profondità fino a superare il livello di materiale fine
che protegge l'acquifero sottostante, è quindi di difficile valutazione la possibilità della migrazione di
contaminanti verso l'acquifero.
ARIA
La marcata presenza di solventi volatili presenti nel corpo rifiuti, determina una elevata diffusione degli
stessi nell'ambiente esterno, specialmente nel periodo estivo, in considerazione del rammollimento dei
rifiuti.
Tali esalazioni maleodoranti sono già state rilevate dagli abitanti della zona.
CONDIZIONI
STRUTTURALI
Allo stato attuale l'area si presenta sgombra, priva di strutture; pertanto non esistono pericoli di cedimenti o
crolli.
Bollettino Ufficiale della Regione Lombardia
1101
Serie Ordinaria n. 12 – 15 marzo 2004
COMUNE DI AGNOSINE (BS)
SITO: DISCARICA ILFO
BREVE
PRESENTAZIONE
DEL SITO
Si tratta di una discarica di scorie di fonderia gestita dall’azienda “Ilfo” che attualmente ha cessato
l’attività. I soli materiali di cui si conosce la presenza nel sito sono appunto scorie di fonderia non
meglio precisate. Nel sito non sono state condotte indagini volte alla verifica dei materiali presenti e
della eventuale contaminazione del sottosuolo e delle acque sotterranee.
PRESENZA
ANTROPICA
L’area si colloca sulla strada provinciale che unisce gli abitati di Agnosine ed Odolo. Il comune di
Agnosine in cui ricade l’area conta circa 1800 abitanti e si trova ad una distanza di circa 1 Km dall’area
in questione. Nelle adiacenze del sito non ci sono abitazioni al di fuori di una capanna per gli attrezzi.
ACQUE
SUPERFICIALI
Nelle adiacenze del sito scorre un corso d’acqua superficiale che raccoglie le acque meteoriche
provenienti dalla strada provinciale e che per il primo tratto del suo percorso è intubato.
ACQUE
SOTTERRANEE
Nella zona non esistono pozzi destinati ad uso acquedottistico e le acque destinate a tale uso vengono
captate da sorgenti. I pozzi privati non sono censiti e quindi non si conoscono né l’ubicazione né la
profondità da cui attingono.
TERRENI
I terreni della zona sono costituiti da substrato roccioso (Arenarie di Valsabbia e Formazione di S.
Giovanni Bianco) coperti da coltri di detrito localmente cementato. Non si hanno a disposizione
stratigrafie o dati più specifici.
ARIA
Non si avvertono esalazioni sgradevoli nella zona.
CONDIZIONI
STRUTTURALI
All’area si accede tramite una strada secondaria che si diparte dalla strada provinciale; non sono presenti
recinzioni anche se l’accesso ai mezzi è ostacolato dalla presenza di una sbarra. Alla data del
sopralluogo erano in atto operazioni di sbancamento e movimentazione di terreno.
Bollettino Ufficiale della Regione Lombardia
1102
Serie Ordinaria n. 12 – 15 marzo 2004
COMUNE DI ANNICCO (CR)
SITO: AREA EX GHIRAF
BREVE
PRESENTAZIONE
DEL SITO
L’area si trova a breve distanza dal centro abitato ed in prossimità della S.S. n° 10, in una porzione del
territorio Comunale in cui sorge un complesso di alcuni capannoni adibiti ad attività produttiva
artigianale.
Nell’area operava una società, Ghiraf spa, che svolgeva attività di recupero dell’alluminio da rifiuti
provenienti a loro volta dall’industria della lavorazione dei rottami. I rifiuti, che avrebbero dovuto
costituire la materia prima di ingresso al trattamento, sono stati accumulati in grandi quantità (c.a.
36.000 t) all’intero ed all’esterno dei capannoni, dando luogo a diversi pericoli di carattere ambientale. I
sottoprodotti della fusione e rifusione dell’alluminio a contatto con acqua, aria umida ed acidi, possono
liberare gas infiammabili e formare una miscela esplosiva.
L’area risulta a tutt’oggi essere posta sotto sequestro dalla Procura della Repubblica di Cremona ed è
stata approvata l’istanza di richiesta di contributi per la bonifica ai sensi della L.R. 94/80.
PRESENZA
ANTROPICA
L’area si trova in prossimità del paese in zona, definita da locale P.R.G., come industriale. E’ delimitata
sui due lati sx e dx da altri capannoni industriali e sul lato a dx anche da abitazione ad uso civile. Una
parte del lato dx e la parte posteriore dell’area sono circondati da terreno ad uso agricolo.
Si è formato, negli anni passati, un comitato spontaneo “Annicco Pulita”, per la salvaguardia
dell’ambiente, che segue, in prima persona, l’andamento della vicenda Ghiraf.
L’area è, purtroppo, recintata solo nella parte anteriore, quella fronte s.s., mentre sui lati la recinzione
risulta essere divelta e quindi facilmente accessibile, via campi, da estranei.
ACQUE
SUPERFICIALI
Una roggia per uso irriguo, costeggia due lati dell’area in esame, vedi estratto mappa catastale.Tale
roggia può essere interessata da eventuali fenomeni di inquinamento causa dilavamento e percolazione
del materiale posto sui piazzali esterni la ditta. Non sono mai stati eseguiti campionamenti di acque
superficiali.
FALDA
Dilavamento meteorico e percolazione sono in atto poiché parte dei cumuli sono stoccati all’aperto.
Sono stati eseguiti, marzo 2001 n° 6 campioni di acque di falda, a monte e a valle della zona interessata,
in direzione dello scorrimento delle falde, i cui risultati sono stati forniti alla Magistratura dal Tecnico
incaricato delle Analisi.
TERRENI
I terreni, agricoli, che circondano l’area ex Ghiraf, causa dilavamento e percolazione del materiale
depositato all’esterno, sono risultati contaminati da Rame, Zinco, Alluminio e da cloruri.
Sui piazzali circostanti l’area si nota la presenza di uno stato di materiale contaminante, fuoriuscito dalle
strutture.
ARIA
I rifiuti stoccati per le loro caratteristiche intrinseche possono generare esalazioni fastidiose ed emissioni
incontrollate di gas tossico/nocivi ed anche infiammabili, nonché inquinamento dell’aria.
E’ possibile inoltre la diffusione delle polveri contenenti sostanze inquinanti per dispersione eolica.
E’ da notare un fenomeno di irritazione delle mucose quando ci si sofferma in prossimità del materiale
contenuto nei capannoni (forte odore di ammoniaca) .
CONDIZIONI
STRUTTURALI
La maggior parte dei rifiuti, in big bags e in blocchi, è stata stoccata all’interno dei capannoni, mentre il
restante è accatastato all’aperto.
I Big bags, deteriorati, procurano la fuoriuscita del contenuto sul terreno.
I capannoni versano in stato di degrado: aperture nel tetto, finestre sfondate, danni ai muri.
Il movimento, accidentale, di big bags, accatastati in cumuli all’interno dei capannoni, potrebbe dar
luogo a gravi incidenti strutturali.
Il materiale accumulato all’esterno coperto, in una prima fase di messa in sicurezza, da telone in
plastica, a causa delle avverse condizioni meteorologiche, risulta oggi essere nuovamente scoperto.
Bollettino Ufficiale della Regione Lombardia
1103
Serie Ordinaria n. 12 – 15 marzo 2004
COMUNE DI BOLLATE ( ora BARANZATE ) (MI)
SITO: EX CAVA RONCHI
Lungo la fascia nord est del territorio di questo dipartimento tra i comuni di Limbiate e Novate Milanese
BREVE
PRESENTAZIONE DEL si sono sviluppate, a causa dei depositi alluvionali di ghiaia e sabbia, numerose attività di cava. La ex
cava Ronchi si colloca in ordine di tempo tra le prime e viene gestita per tale attività dalla Fam. Ronchi
SITO
fino al 1968-69. I lavori vengono interrotti al raggiungimento della falda acquifera e sul fondo si forma
un laghetto gestito da una associazione pescatori. Questo particolare risulta importante in quanto prova
che i materiali di riempimento sono stati posati a diretto contatto con la falda.
Da testimonianze e ricordi degli abitanti e dei lavoratori risulta che ingenti quantità di fusti sono stati
posati direttamente sul fondo. Gli anni dal 1975 al 1980 vedono la discarica, in fase di riempimento,
oggetto di numerosi incendi. Da informazioni acquisite risulta che mentre in una prima fase sono stati
collocati in discarica rifiuti contenuti in fusti a cura delle numerose ditte che utilizzavano il sito, in un
secondo tempo l’attività era gestita da persone insediatesi in luogo che vuotavano i contenitori
direttamente in discarica per recuperarne il metallo. Nel 1984-85 viene completato il riempimento ad
eccezione di una piccola zona sul lato nord ovest. Successivamente vengono conferite in discarica solo
piccole quantità di rifiuti anche se il tentativo di controllo da parte del comune di Bollate sull’accesso
alla discarica è fallito anche a causa della possibilità di accesso fornita dagli insediamenti posti nel
comune di Milano, compreso il campo nomadi.
L’area interessata dalla deposizione di rifiuti è di circa 31.000 mq mentre la volumetria della cava risulta
pari a circa 435.000 mc. Le indagini effettuate su commissione del comune di Bollate nel 1990
identificano tale volumetria con quella dei rifiuti che sarebbero depositati fino alla profondità di 18-20
metri nel centro della discarica e 10-12 metri verso i bordi. Verbali degli enti di controllo durante
l’esecuzione delle indagini confermano la massiccia presenza di composti volatili anche a basse
profondità, facilmente percettibili olfattivamente durante l’esecuzione degli scavi. Trattandosi di massa
di rifiuti non ancora compattattasi e notevolmente aerata nei primi strati si ritiene che con il passare degli
anni gran parte dei composti volatili si sono trasferiti in atmosfera. Non si posseggono informazioni
esatte sulla presenza e sulla eventuale quantità dei contenitori depositati in profondità in quanto le
indagini dirette non hanno raggiunto tali profondità onde evitare l’eventuale rottura dei contenitori.
Le indagini del 1990 hanno evidenziato la presenza di rifiuti solidi e liquidi di origine industriale e civile,
in forma libera o in contenitori. I rifiuti di origine industriale erano costituiti da sostanze organiche varie
con solventi organici e clorurati, idrocarburi vari, morchie e fanghi, metalli pesanti. Le successive
indagini svolte nel 1999 dalla Soc. ENEA confermano la diffusa contaminazione da sostanze organiche,
anche se con una attenuazione rispetto al 1990, e di metalli pesanti (Hg Cd Pb Cu Zn Ni ).
PRESENZA
ANTROPICA
L’area in questione è a ridosso dell’abitato del comune di Bollate, ora Baranzate, con una popolazione
superiore a 40.000 abitanti, la cui urbanizzazione ha raggiunto la S.S. Varesina dalla quale si accede alla via
Bissone e indi alla discarica. Sono stati recentemente realizzati nuovi insediamenti artigianali a ridosso in
territorio di Baranzate, mentre permangono in attività gli stabilimenti chimici già presenti a confine.
Nel territorio di Milano, confinante con la discarica è insediato un campo nomadi e nelle vicinanze un
autodemolitore. A meno di un chilometro è insediato il presidio ospedaliero L. Sacco di Milano ed ad
una distanza analoga il nuovo carcere di Bollate in cui è previsto di ospitare 1600 persone.
ACQUE
SUPERFICIALI
Non sono presenti corsi d’acqua superficiali ad immediato confine con la discarica. Nelle vicinanze era
attivo il fontanile Bissone già da decenni esaurito ed in parte intubato per fungere da fognatura. I fossi
circostanti, prima cavi che raccoglievano le acque dei vari fontanili componendo una intricata rete di
irrigazione, sono oggi utilizzati per la raccolta delle acque piovane ed in alcuni casi per acque di scarico.
Bollettino Ufficiale della Regione Lombardia
1104
Serie Ordinaria n. 12 – 15 marzo 2004
ACQUE
SOTTERRANEE
La zona in esame, situata al limite nord ovest del comune di Milano in comune di Baranzate,
appartenendo alla struttura geologica del milanese comprende tre acquiferi.
Nel caso specifico, partendo dalla superficie e sino a 100 metri di profondità si individua l’acquifero
definito tradizionale costituito, fino a circa 40 metri di profondità, da una successione di materiali
ghiaioso-sabbiosi contenenti una falda libera e con intercalati, più in profondità, orizzonti di spessore
metrico a più bassa permeabilità a più bassa permeabilità con una buona continuità laterale, che
individuano falde in condizioni semiconfinate.
L’unità idrogeologica inferiore, oltre 100 metri di profondità, è costituita da sedimenti limo-argillosi e,
più in profondità le falde contenute nei depositi ghiaiosi e sabbiosi sono a carattere continuato e con
scarsa produttività.
Dal punto di vista idraulico pertanto le unità dell’acquifero tradizionale sono in parte comunicanti e si
caratterizzano quindi come un sistema monostrato multi falda; le falde profonde sono invece nettamente
separate tra loro e da quelle superficiali. Dalle carte isopiezometriche si evince che l’andamento generale
della falda tradizionale è nord ovest – sud est. Tale andamento è confermato dai rilevamenti effettuati in
occasione delle indagini del 1990 e 1999. Risulta evidente nella zona esaminata la tendenza ad un
innalzamento della falda freatica che passa dai valori medi di 125 m s.l.m. del 1990 ai 130 m s.l.m. del
1997/98. Le analisi recentemente condotte sulle acque emunte dai piezometri evidenziano un
miglioramento rispetto alla situazione già rilevata nel corso delle indagini del 1990 anche se permane un
diffuso inquinamento da metalli. Si ritiene però che l’acquifero indagato non rappresenta la totalità
dell’acquifero tradizionale e che il tempo trascorso dalla deposizione dei rifiuti potrebbe aver consentito
la migrazione dei contaminanti più in profondità alla base dell’acquifero tradizionale. Si segnala la
presenza a valle della discarica di pozzi privati in funzione e di altri presumibilmente inattivi. Questi
ultimi potrebbero rappresentare un veicolo preferenziale per la diffusione dei contaminanti. Il bersaglio
dell’inquinamento presente nelle acque o che potrebbe essere rilasciato dai depositi in futuro, è
rappresentato dalla centrale pozzi di Vialba dell’acquedotto di Milano, che pescano genericamente in
falde profonde anche se alcuni di essi posseggono filtri su più livelli.
TERRENI
La natura dei terreni nell’area in questione deve ricondursi nell’ambito del dominio alluvionale padano,
in particolare gli strati superficiali sono costituiti dal diluvium recente in cui vengono compresi quei
depositi di natura ghiaioso-sabbioso-argillosa che costituiscono il livello principale della pianura. I
terreni dell’area, escludendo tutta la porzione costituita dal riempimento di rifiuti, che pertanto devono
essere trattati come tali, si presentano ricoperti dalla vegetazione così come lo strato superficiale della
discarica di ricopertura dei rifiuti. Il riempimento è costituito da materiale eterogeneo di origine
industriale e civile. Si ritrovano scarti industriali costituiti da plastica, tessuti, carta ed accoppiati,
metalli, resine, fanghi, macerie, terreni da scavo, r.s.u., stracci, pigmenti, ecc.. In questi materiali sono
stati versati direttamente rifiuti liquidi di origine industriale al fine di recuperare i contenitori metallici.
Data l’eterogeneicità dei rifiuti conferiti e la loro diversa capacità di rilasciare sostanze contaminanti non
è sufficientemente noto, malgrado le numerose indagini, lo stato di contaminazione dei terreni naturali
costituenti il fondo e le pareti delle discarica.
ARIA
Tutto il corpo di discarica, ad eccezione delle “fossa”, si presenta coperto da uno strato di terreno e
vegetazione e pertanto e attenuata l’emissione in atmosfera dei composti più volatili. Il trasferimento in
aria di tali composti è in ogni caso avvenuto in modo significativo almeno fino alla metà degli anni 90.
Ne sono testimonianza diretta i numerosi verbali redatti dall’ente di controllo e gli esposti della
popolazione residente nel contorno della discarica e nei quartieri limitrofi. Si ha notizia di numerosi
incendi, anche di lunga durata, che hanno sottoposto la popolazione a notevole disagio. Attualmente
sono cessate le lamentele e i numerosi sopralluoghi effettuati dal personale preposto non hanno
evidenziato odori fastidiosi. Evidentemente il trasferimento in atmosfera dei composti più volatili
presenti negli strati più superficiali del corpo di discarica si è concluso.
CONDIZIONI
STRUTTURALI
L’area di ex discarica si presenta in parte recintata lungo il confine con gli stabilimenti industriali.
Nessuna recinzione a confine con il campo nomadi e libero accesso dalla via Bissone di Bollate in
quanto il cancello è stato divelto. E’ ancora presente, a margine del corpo di riempimento, la struttura in
calcestruzzo dell’ex vaglio della cava. Sono collocati nell’area i piezometri, in parte inutilizzabili,
realizzati nel corso delle campagne di indagine. L’accessibilità di alcune zone è resa difficoltosa da
cumuli di rifiuti sopra suolo e particolarmente dalla vegetazione. In direzione est-ovest, interrato nel
corpo di discarica, transita un collettore fognario del Consorzio Depurazione Acque Nord Milano. Non
risultano realizzati in discarica corpi di contenimento, vasche impermeabilizzate, né deposti con
continuità e metodo strati di terreno di separazione tra i rifiuti, o coperture in argilla.
Bollettino Ufficiale della Regione Lombardia
1105
Serie Ordinaria n. 12 – 15 marzo 2004
COMUNE DI BREMBATE (BG)
SITO: AREA EX D.I.M.
BREVE
PRESENTAZIONE
DEL SITO
L'area interessata si colloca in prossimità del tracciato autostradale Milano-Venezia, lungo la via per
Grignano ed è sita all'interno e nelle immediate adiacenze dell'insediamento industriale della società
DIM, che svolgeva attività di demolizione di parti meccaniche (e abusivamente rottamazione
autoveicoli).
Si tratta di un'area di circa 10.000 m2, posta all'estremità settentrionale del territorio comunale di
Brembate, a ridosso del confine con il Comune di Filago.
Nell'area è presente un pozzo a perdere, destinato in licenza edilizia, allo smaltimento delle sole acque
piovane del tetto del capannone industriale.
L'attività era svolta, in precedenza, all'interno del capannone presente nell'area; al momento del primo
accesso della USSL 28, tale capannone era stato affittato ad altra ditta, pertanto, l'attività della DIM
veniva svolta in parte sotto una tettoia, in parte sul piazzale sterrato. I reflui liquidi provenienti dalle
suddette attività sono stati abusivamente smaltiti sul terreno e nel pozzo a perdere e, in parte, sono
defluiti sul terreno attiguo di proprietà di altra ditta. Tuttavia la massima parte degli inquinanti rinvenuti
nell'area sono da ricondurre ad un illecito e periodico sversamento di autocisterne di rifiuti industriali
liquidi. Sull'area più inquinata, è possibile, che lo sversamento sia avvenuto mediante spandimento del
reflui industriali e non solo tramite convogliamento nella fossa a perdere.
L'inquinamento è legato prevalentemente alla componente organica, costituita da sostanze appartenenti
alla classe dei solventi (non aromatici né clorurati), a quella degli oli e degli intermedi chimici di sintesi.
Si segnala una significativa contaminazione da pesticidi clorurati e da metalli quali mercurio, zinco,
rame, piombo. L'area massimamente inquinata è di circa 2.000 m2 e l'inquinamento del terreno si estende
in profondità per circa 35 m.
PRESENZA
ANTROPICA
Il Paese in cui è ubicata l'area oggetto di indagine conta circa 6.000 abitanti. L'area, che si trova a circa
900 m dal centro abitato, è accessibile solo dalla strada comunale di Via Grignano. Il territorio, nel suo
complesso, può definirsi intensamente antropizzato.
In particolare, gli individui presenti nell'area sono i lavoratori, che operano all'interno dello stabilimento.
Infatti, l'area ex-DIM è attualmente destinata a diversi utilizzi: un'officina meccanica opera nel
capannone ubicato nel settore settentrionale mentre quello meridionale è adibito a parcheggio di
automezzi.
I valori ritrovati risultano ampiamente superiori alle concentrazioni accettabili a protezione della salute
dell'uomo per un elevato numero di sostanze (I,I-Dicloroetene, acetone, aesaclorocicloesano, carbonio
tetracloruro, eptacloreposside, tetracloroetene).
Estremamente preoccupante, ai fini della tutela della salute pubblica, appare il riscontro di
tetractilpirofosfato (pesticida organofosforico) in concentrazione ultratossica nell'acqua della prima falda
freatica.
Segnali di allarme sociale si evidenziano proprio dal fatto che i primi sopralluoghi compiuti da un
esponente della polizia municipale prendevano le mosse da segnalazioni di cittadini che lamentavano sia
la presenza di cattivi odori che un movimento anormale di mezzi pesanti.
L'allarme sociale trova il parallelo nella vasta rassegna stampa locale che, per anni si è occupata del sito
in esame, riportando più volte notizie allarmanti sulla dimensione della contaminazione, considerata una
delle maggiori d'Italia e forse d'Europa.
ACQUE
SUPERFICIALI
Il territorio comunale è ubicato in corrispondenza della punta subtriangolare estrema di collegamento di
due corsi d'acqua: l'Adda ed il Brembo. In particolare, rispetto all'area oggetto di indagine, il fiume
Brembo è posto a circa 750 m ad est ed il fiume Adda è posto a circa 1.500 m ad ovest. La rete idrica
della zona è caratterizzata, inoltre, dalla presenza di un fitto sistema di canali artificiali e naturali
alimentati direttamente dal corsi d'acqua principali e da numerosi torrenti.
Nel territorio interessato, si può ipotizzare una ricarica dell'acquifero da parte del fiume Brembo ed un
drenaggio dello stesso da parte del fiume Adda. E' possibile che le acque di dilavamento del terreno
scorrano fino a sfociare nell'alveo del fiume Adda.
Bollettino Ufficiale della Regione Lombardia
1106
Serie Ordinaria n. 12 – 15 marzo 2004
FALDA
La falda ha una soggiacenza di circa 33 m dal piano campagna. Localmente è presente una falda sospesa
a carattere stagionale, a circa 9 m di profondità.
I depositi costituiscono, almeno sino a 100 m di profondità, un acquifero monostrato compartimentato,
con possibilità di scambi idrici, sia orizzontali che verticali.
I risultati analitici, delle acque di falda, mostrano concentrazioni significativamente rilevanti di solventi
organici azotati e, di conseguenza, dell'azoto organico, di solventi aromatici e di tetractilpirofosfato
(TEPP).
Sono presenti metalli in misura ben al di sopra dei "valori limite" previsti dal DPCM 8 febbraio 1985
sulle caratteristiche di qualità delle acque destinate al consumo umano". Si è rilevata, inoltre la presenza
di pesticidi clorurati superiore di oltre 10 volte il valore guida dello stesso DPCM.
Il valore di COD è superiore a quello previsto dalla L. 319/76 per lo scarico in corpi d'acqua superficiali.
In termini di rischio di inquinamento delle falde idriche sotterranee, la lente di argilla accertata in fase di
terebrazione dei sondaggi, nel terreno sottostante il pozzo a perdere, non pare dare sufficienti garanzie di
protezione dal passaggio degli inquinanti a profondità maggiori. In pratica, l'acqua superficiale di
infiltrazione, prendendo in carico parte delle sostanze inquinanti, deliberatamente sversate sul suolo, e
trascinandole lungo tutto lo spessore non saturo del terreno, è giunta sino all'acquifero, propagandosi
secondo i meccanismi che regolano il flusso dell'acqua in falda.
Si ritiene probabile che il plume di contaminazione dissolta abbiano ormai raggiunto una condizione di
equilibrio, per cui risulta essere poco probabile la migrazione di contaminanti a valle del sito, oltre i
limiti già individuati, sia pure in maniera approssimativa, in 500 m.
TERRENI
Si tratta di 10.000 m2 di terreno impregnato di sostanze tossiche dal piano campagna fino alla profondità
di almeno 35 m, ovvero un massiccio inquinamento del suolo a tutto spessore, fino alla prima falda
freatica sottostante.
La zona interessata dallo sversamento presenta una litologia caratterizzata da ghiaia e sabbia, più o meno
limose.
Le caratteristiche idrogeologiche sono di permeabilità superficiale e profonda medio-elevata.
La serie stratigrafica locale è caratterizzata dalla prevalenza di unità conglomeratiche più o meno
fratturate con intercalate lenti ghiaioso-sabbiose da decimetriche a metriche. I depositi impermeabili
ghiaiosi superficiali, soprastanti i conglomerati, vanno da 6 m a 12 m di spessore.
Dal punto di vista geomorfologico, il settore è prevalentemente pianeggiante e caratterizzato dalla
presenza dei terrazzamenti alluvionali del fiumi Brembo ed Adda. L'alto grado di permeabilità associato
ai livelli del terrazzamento principale, corrispondente alla pianura, consente un elevato drenaggio delle
acque superficiali.
I terreni sono caratterizzati da marcato odore di sostanza organica. Sono presenti pesticidi clorurati in
concentrazioni significative.
I metalli sono distribuiti in modo omogeneo a tutte le profondità e su tutta l'area dello stabilimento.
Le prove di dilavamento hanno indicato che gli inquinanti presenti, alle concentrazioni riscontrate,
possono essere a buon grado ritenuti responsabili della contaminazione della falda sottostante.
ARIA
Dall'area si propaga un intenso odore avvertito distintamente dalla popolazione circostante.
Le problematiche sanitarie potenzialmente connesse con la componenti volatili degli inquinanti presenti
nel sito sono acuite dalla presenza in loco di personale, occupato nella officina meccanica attiva
all'interno del capannone.
CONDIZIONI
STRUTTURALI
Durante i lavori eseguiti dal Comune di Brembate, si è ipotizzata la presenza di una canalizzazione
sotterranea che, scorrendo lungo la recinzione nord e all'interno dello stabilimento, congiungesse la fossa
a perdere con l'angolo nord-ovest dell'area, consentendo lo sversamento di rifiuti da automezzi collocati
più lontani dalla sede stradale. A seguito di successive indagini sono mancati riscontri oggettivi alla
presenza del collettore sotterraneo ipotizzato.
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1107
Serie Ordinaria n. 12 – 15 marzo 2004
COMUNE DI CAMBIAGO (MI)
SITO: CAVA GERRI
BREVE
PRESENTAZIONE
DEL SITO
Si tratta di un’area ubicata a NE dell’abitato della frazione Corazza del Comune di Cambiago. Ex cava di
ghiaia e sabbia negli anni sessanta che è stata oggetto negli anni di riempimento non controllato, di
materiali inerti e bituminosi. La superficie da indagare è di circa 5000mq ed è caratterizzata da
affioramenti di materiali bituminosi e dalla presenza di melme.
PRESENZA
ANTROPICA
Il comune in cui è ubicata l’area in oggetto conta circa 4790 abitanti, l’area Cava Gerri si trova fuori dal
centro abitato tra il Comune di Cambiago e la frazione Torrazza, in cui abitano circa 700 abitanti. Tutta la
zona risulta in area agricola.
ACQUE
SUPERFICIALI
Intorno e nelle vicinanze della Cava Gerri non esistono corsi d’acqua superficiali.
ACQUE
SOTTERRANEE
La direttrice generale dell’acquifero in corrispondenza dell’area è NNE-SSO con soggiacenza di circa 25
m dal p.c. Nella frazione Torrazza è presente un pozzo per l’approvvigionamento idrico pubblico, subito
a monte e a valle dell’area occupata dalla Cava, sono stati realizzati dei piezometri.
TERRENI
Geologicamente l’area appartiene all’unità di pianura fluvioglaciale. Dai dati desunti da cuttings in fase
di perforazione dei due piezometri, si è verificato che la stratigrafia dell’area è composta prevalentemente
di uno strato di ghiaia e sabbia fino a –21 m, successivamente da uno strato di limo fino a –22,5 m e
quindi da sabbia fino a –30 m.
ARIA
L’area occupata dalla Cava, soprattutto nel periodo estivo può provocare molestie olfattive anche senza la
movimentazione del terreno. L’odore è rilevabile solo all’interno dall’area recintata della cava.
CONDIZIONI
STRUTTURALI
L’area è attualmente recintata e il cancello di ingresso chiuso con lucchetto, la chiave si trova presso il
Comune di Cambiago. La lontananza dei corsi d’acqua superficiali dall’area, rende la situazione meno
pericolosa, anche se la stratigrafia del terreno non presenta grossi strati argillosi.
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1108
Serie Ordinaria n. 12 – 15 marzo 2004
COMUNE DI CARONNO PERTUSELLA (VA)
SITO: DISCARICA ABUSIVA BARIGAZZI E CLERICI
BREVE
PRESENTAZIONE
DEL SITO
Il sito, avente la superficie di circa 3000 mq, di proprietà del sig. Barigazzi Gianfranco, titolare di una
società di trasporto rifiuti, è stato adibito, negli anni ‘70 a centro di trasbordo e cernita di rifiuti
industriali. Nel ’77, dopo un violento incendio, l’uso suddetto è cessato e dopo un esperimento di
lombrichicoltura fallito, lo stesso è rimasto incolto ed abbandonato.
Nel 1986, a seguito di indagine magnetometrica eseguita dalla Provincia di Milano e di scavi esplorativi,
che hanno evidenziato la presenza di fusti metallici sepolti, sono iniziate le operazioni di bonifica
eseguite dalla ditta CTM 2000 di Buguggiate (VA), su commissione del Barigazzi stesso, a seguito di
ordinanza del sindaco del comune di Caronno Pertusella.
Nel 1992 il comune di Caronno Pertusella ha emanato una nuova ordinanza, ai proprietari dei mappali,
per la rimozione del terreno rimasto sull’area e per la realizzazione di un sondaggio a secco sino alla
profondità di 12 metri, in corrispondenza della zona in cui sono stati rinvenuti i fanghi. Veniva prevista
anche la realizzazione di due piezometri, l’uno a monte e l’altro a valle del sito, al fine di consentire il
monitoraggio delle acque sotterranee.
A tutt’oggi l’ordinanza risulta inottemperata e l’area rimane sottoposta a sequestro giudiziario ordinato
dal pretore di Saronno con provvedimento n. 1386/86.
PRESENZA
ANTROPICA
Il sito si trova a circa 1 km dal centro abitato del comune di Lainate, che conta 23.600 abitanti, a circa
600 metri da un’area industriale dello stesso comune e ad una distanza di circa 1,5 km dai centri abitati di
Caronno Pertusella (circa 12.000 abitanti) ed Origgio (circa 6000 abitanti).
L’insediamento più vicino è la Cascina Bellavitis, ubicata a circa 200 mt di distanza, nel territorio del
comune di Lainate.
La viabilità, presente nelle immediate vicinanze del sito, è volta unicamente al raggiungimento del fondo.
ACQUE
SUPERFICIALI
Il sito, che interessa i mappali n. 595 e 2617, si trova in fregio al torrente Lura.
Non si notano variazioni delle caratteristiche organolettiche delle acque tra monte e valle del sito.
FALDA
In affioramento si trovano unità di depositi fluvioglaciali e fluviali costituiti in prevalenza da ghiaie
eterometriche, sabbie e ciottoli, con locali intercalazioni di conglomerati, di argille e limi sabbiosi privi
di continuità laterale.
L’unità è presente con continuità nell’area presa in considerazione, raggiungendo spessori di circa 100 m.
E’ sede dell’acquifero superiore di tipo libero con soggiacenza di circa 45-50 m dal p.c., tradizionalmente
captato dai pozzi pubblici di vecchia realizzazione e dai pozzi privati dell’area.
Tale acquifero è caratterizzato da un elevato grado di vulnerabilità intrinseca ad eventuali inquinamenti
provenienti dalla superficie, in quanto sono assenti o poco sviluppati livelli superficiali di protezione a
bassa permeabilità.
La formazione ora descritta poggia su di un’unità formata da depositi marini e di transizione costituita
prevalentemente da livelli argillosi, arealmente continui, cui si intercalano livelli ghiaiosi e sabbiosi sede
degli acquiferi profondi, caratterizzati da bassa vulnerabilità
Dilavamento meteorico e percolazione sono ancora in atto in quanto alcuni cumuli di terra, debolmente
contaminati, sono rimasti in giacenza sull’area.
La direzione di deflusso della falda è N/NO - S-SE.
A valle del sito, alla distanza di circa 750 metri, si trova, lungo la direzione di flusso, il pozzo 7 del
comune di Lainate; ugualmente a valle, ma spostati verso ovest rispetto alla direzione di flusso, si
trovano, a circa la medesima distanza, i pozzi n. 8 e 9 dello stesso comune.
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1109
Serie Ordinaria n. 12 – 15 marzo 2004
TERRENI
In affioramento si trovano unità di depositi in facies fluvioglaciale e fluviale costituiti in prevalenza da
ghiaie eterometriche, sabbie e ciottoli, con locali intercalazioni di conglomerati, di argille e limi sabbiosi
privi di continuità laterale
Detti depositi poggiano sull’unità di depositi marini e di transizione costituita prevalentemente da livelli
argillosi, arealmente continui, cui si intercalano livelli ghiaiosi e sabbiosi sede degli acquiferi profondi.
Le analisi effettuate sui terreni negli anni 1986-1987 hanno mostrato, per alcuni parametri, le seguenti
concentrazioni massime:
Alluminio: 9375 mg/kg;
Cromo tot: 39,7 mg/kg;
Mercurio: 12,3 mg/kg
Nichel: 40,7 mg/kg;
Piombo: 16,8 mg/kg;
Zinco: 164 mg/kg;
Solventi organici volatili: 258,8 mg/kg
Cloruro di metilene: 20 mcg/kg;
Cloroformio: 80 mcg/kg;
L’analisi effettuata su un campione di fango nel 1987 ha rivelato la presenza di:
Cloruro di metilene: maggiore del 0,5 % in peso;
Cloroformio: maggiore del 2,5 % in peso;
1,2 propano-dicloro: 450 mcg/l.
Non sono note analisi più recenti.
ARIA
I rifiuti presenti nell’area, per le loro caratteristiche intrinseche, possono avere generato emissioni di
vapori tossico/nocivi e fenomeni di molestia olfattiva.
CONDIZIONI
STRUTTURALI
La bonifica, eseguita negli anni 1987-1988, alla presenza degli organi di controllo, è sostanzialmente
consistita nella asportazione dei rifiuti interrati.
Sono stati rimossi 123 fusti metallici da 200 litri cadauno contenenti sostanze chimiche allo stato liquido
di varia natura, prevalentemente costituite da emulsioni acquose di acrilati vari, esteri e copolimeri.
E’ stato rinvenuto ed asportato anche un ingente quantitativo di rifiuti allo stato solido (fanghi, sacchi,
bottiglie, ecc.) tra cui circa 15 mc di fanghi contenenti solventi clorurati (cloruro di metilene e
cloroformio) in concentrazioni pari al 3% del peso.
Tutti i rifiuti asportati sono stati avviati a smaltimento, ad eccezione di alcuni cumuli di terra, debolmente
contaminati, che sono rimasti in giacenza sull’area.
Bollettino Ufficiale della Regione Lombardia
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Serie Ordinaria n. 12 – 15 marzo 2004
COMUNE DI CASTEL MELLA (BS)
SITO: GHIRAF
BREVE
PRESENTAZIONE
DEL SITO
L’insediamento industriale della Ditta Ghiraf Eredi Ghidini Battista Srl è ubicato in Via Torbole n.77 a
Castel Mella. Esso confina a Nord, a Ovest ed a Sud con una zona agricola ed a Est con una zona
residenziale. Il confine settentrionale è in fregio alla S.P. 74, mentre quello orientale con il vaso
Mandolossa.
Il sito è distinto in due parti aventi diversa destinazione urbanistica: 1) zona E agricola; 2) zona D
produttiva.
L’area è stata adibita ad operazioni di fonderia-deposito scorie-deposito selezione rottame e tornitura –
macinazione colaticci e scorie non saline.
L’attività è stata interrotta da un provvedimento della pubblica autorità per inadempimenti in materia
ambientale quali: stoccaggio di scorie saline, Polveri da macinazione scorie, polveri derivanti dal
trattamento fumi, polveri di gas effluenti da camino, oli per circuiti idraulici, materiale da costruzione a
base di amianto, imballaggi in legno, ecc. Il sito è gia’ stato oggetto d’interventi di messa in sicurezza
d’emergenza effettuanti mediante l’abbancamento all’interno dei capannoni industriali dei rifiuti
pericolosi esterni, posti anche in area agricola, ivi giacenti condizioni di dilavamento meteorico.
Il sito è stato oggetto di un intervento di progettazione di bonifica a norma dell’art.17 d.lgs 22/97 s.m.i.,
da parte dell’Amministrazione Comunale, che attualmente ha già raggiunto lo stadio di progettazione
preliminare. Le indagini condotte hanno rilevato anche la presenza di rifiuti interrati sotto i piazzali e
sotto una parte degli edifici. Complessivamente è stata stimata la necessità di smaltire 35.000 t di scorie
saline, 2.560 t di polveri in big bag ed altri rifiuti.
PRESENZA
ANTROPICA
La piu’ vicina abitazione rurale dista 30-35 metri dal lato Ovest, mentre al lato Est le prime abitazioni
sono ubicate a circa 80 metri dal confine di proprietà, inoltre nel perimetro del sito è posta l’abitazione
civile del custode.
L’inizio dell’agglomerato urbano del capoluogo dista circa 200 metri dal perimetro del sito, mentre il
centro del capoluogo dista circa 800 metri, altresì il capoluogo comunale ha circa 7.000 abitanti.
ACQUE
SUPERFICIALI
Il perimetro dell’area in oggetto confina al lato orientale con il Vaso Mandolossa, mentre dista sul lato
occidentale circa 400 metri dal Vaso Troglio.
Entrambi i vasi possiedono una circolazione permanente derivante dalla loro funzione di colatori durante
i periodi piovosi ed ad uso irrigo durante la stagione estiva.
A valle del sito a circa 600 metri iniziano a comparire, in entrambi i vasi, i primi fontanili.
Dal piano di caratterizzazione è emersa la necessità di valutare, nel Vaso Mandolossa, lo stato di
contaminazione dei fanghi, attività attribuita all’ARPA, che verrà effettua quanto prima. Pertanto alla
data attuale vi sono ipotesi di contaminazione della risorsa idrica superficiale, ma non vi sono
attestazioni analitiche in tal senso.
ACQUE
SOTTERRANEE
La superficie piezometrica è subaffiorante, posta a circa 1.5 metri dal p.c., e pertanto lambisce i rifiuti
sepolti. Nell’area sono stati posti in opera due piezometri uno di valle ed uno al confine settentrionale del
sito. Entrambi i piezometri hanno rilevato superi dei limiti di accettabilità di cui all’allegato 1 del d.m.
471/99: Al ordine di grandezza 400 µg/l; Fe ordine di grandezza 400 µg/l; Mn ordine di grandezza 250
µg/l.
Il progetto preliminare ha previsto una messa in sicurezza permanente di una parte dei rifiuti sepolti con
relativo piano di monitoraggio delle acque sotterranee mediante nuovi piezometri di monte e di valle,
con un punto di conformità a circa 400 a sud del perimetro del sito ed a valle idrogeologica.
TERRENI
I terreni sono stati indagati in contraddittorio con l’ARPA negli anni 2000, 2001, 2002.
In sintesi si hanno superi per:
PCB ordine di grandezza 0.03mg/kg, Idrocarburi C>12 ordine di grandezza 10.400 mg/kg, Alluminio
ordine di grandezza 40.000, Zinco ordine di grandezza 3.000 mg/kg, Rame ordine di grandezza 7.000
mg/kg, Pb ordine di grandezza 253 mg/kg, ecc.
ARIA
Non vi sono attualmente elementi analitici attestanti rischi in tal senso o evidenze olfattive, mentre in
passato si sono registrate numerose molestie derivanti soprattutto dalla liberazione di NH3 dalla scorie
poste all’esterno.
CONDIZIONI
STRUTTURALI
Gli edifici industriali non presentano per ora problemi statici e sono in buono stato di conservazione,
invece servono interventi di ripristino delle superfici impermeabili esterne e della rete di raccolta delle
acque meteoriche.
Bollettino Ufficiale della Regione Lombardia
1111
Serie Ordinaria n. 12 – 15 marzo 2004
COMUNE DI CIVIDATE AL PIANO (BG)
SITO: C.NA S. GIORGIO
BREVE
PRESENTAZIONE
DEL SITO
L’area è compresa in zona agricola ed è prevalentemente utilizzata per la coltivazione di mais. Il centro
abitato dista circa 1 Km, in linea d’aria. I terreni risultano appartenere alla ditta Tecnico Agricola S.
Giorgio. Solo un appezzamento del fondo agricolo, corrispondente ad un’estensione di metri 20 x 8, fu
interessato dallo sversamento di fanghi e morchie bituminose derivanti dalla Raffineria Roma spa – V.le
Suzzani – Milano. Il materiale risentiva di forti rilasci di anidride solforosa dal caratteristico odore
pungente. La relazione prodotta nel 1992 dalla Geo Dataconsult, che realizzò sei sondaggi di cui tre
attrezzati a piezometri, evidenziò nel sondaggio n.2 tra 0,8 e 4.0 metri dal p.c. “forte odore di materiali
bituminosi”, nel sondaggio n.4 tra 0,30 e 1metri dal p.c. 7029 mg Pb/Kg.
Analisi effettuate dalla USSL n°33 in data 12.5.’97 non evidenziano contaminazioni in falda.
PRESENZA
ANTROPICA
L’area è ubicata in aperta campagna, nelle vicinanze è sita la cascina S. Rocco, abitata da coltivatori.
ACQUE
SUPERFICIALI
Sono presenti fossati utilizzati per l’irrigazione dei campi nei periodi richiesti dalle pratiche agricole.
Sono possibili locali ristagni conseguenti ad intense precipitazioni.
ACQUE
SOTTERRANEE
Sub-affiorante in contesto ad alta vulnerabilità per la presenza di terreni permeabili costituiti da ghiaie
con matrice sabbioso-limosa. La possibile contaminazione da solfati, solfiti, idrocarburi, è stata esclusa a
seguito dei prelievi effettuati dai piezometri appositamente perforati.
TERRENI
Sono esclusivamente utilizzati per pratiche agricole.
ARIA
In passato erano possibili molestie olfattive, agli abitanti della cascina, causate dal rilascio di SO2 o dalla
volatilizzazione di idrocarburi presenti nelle morchie. Attualmente, a distanza di oltre quindici anni dallo
sversamento, non si avvertono odori.
CONDIZIONI
STRUTTURALI
Il materiale è stato ripetutamente miscelato a seguito delle annuali arature dei terreni. In passato,
nell’appezzamento interessato dallo sversamento, la vegetazione presentava una crescita inferiore con
foglie ingiallite.
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1112
Serie Ordinaria n. 12 – 15 marzo 2004
COMUNE COSTA VOLPINO (BG)
SITO: LOCALITÀ PIZZO
BREVE
PRESENTAZIONE
DEL SITO
Trattasi di discarica di materiale proveniente da attività di fonderia e di materiali inerti derivanti da
riporti abusivi di scarti di demolizione e rifiuti assimilabili agli urbani; quest’ultimi in volumi molto
contenuti (verbale Provincia di Bergamo dicembre 1984, prot. 25281).
L’area è posta a nord del lago Sebino e si estende tra i comuni di Costa Volpino (Bg) e Pisogne (Bs). Nel
settore bergamasco ricade circa il 95% dell’area di discarica, la cui superficie è di circa 12.000 m2.
L’area interessata si estende, in una zona pianeggiante interposta tra il fiume Oglio ed il canale Italsider,
sviluppandosi dalla sponda nord del lago, in direzione nord-est per circa 150 metri, verso la località
Nistoi.
La superficie di accumulo, posta solo fuori terra, presenta un’altezza media di circa 3-4metri. Il volume
complessivo dei rifiuti è stimato in 45.000 m3.
In precedenza l’area era situata in una zona umida, al bordo del lago, occupata da un canneto.
PRESENZA
ANTROPICA
Nelle immediate vicinanze, per un raggio di circa 100 metri, la zona confina con terreni incolti. In
direzione sud-est, in provincia di Brescia oltre il canale Italsider, si sviluppa un’area in parte
industrializzata ed in parte residenziale. A 700 metri, sempre in direzione sud-est, si sviluppa l’abitato di
Pisogne. Verso nord-est, a circa 500 metri, estistono insediamenti abitativi e produttivi in corrispondenza
della località Gere.
ACQUE
SUPERFICIALI
L’area confina con l’arenile che la separa dallo specchio d’acqua del lago d’Iseo.
ACQUE
SOTTERRANEE
La falda è sub-affiorante, sia per la vicinanza del lago, sia in considerazione che il sito è compreso nel
fondovalle del Fiume Oglio, in cui prevalgono sedimenti ghiaioso-sabbiosi molto permeabili. Sono stati
effettuati tre piezometri per verificare la qualità dell’acqua di falda. Non sono state evidenziate
contaminazioni.
TERRENI
Sedimenti fluviali e lacustri costituiti da ghiaie, sabbie ed intercalazioni di limi argillosi. In superficie si
alternano aree parzialmente coltivate e terreni incolti.
ARIA
Non si ha riscontro di documentazione con segnalazione di molestie olfattive.
CONDIZIONI
STRUTTURALI
Le analisi effettuate su campioni di rifiuto attestano la presenza di cadmio, cromo, bario, che qualificano
parte del rifiuto come speciale (PMIP Bergamo 31 agosto 1988). Altre analisi effettuate dal PMIP di
Brescia nel 1986 hanno accertato la presenza di cadmio, cromo III, Zinco, Manganese, Piombo in
concentrazioni tali da classificare il rifiuto tossico e nocivo per Cadmio e Piombo.
N.B. La ditta MetalFra srl di Gianico (Bs), ha presentato un progetto di bonifica dell’area nel novembre
1998. Il progetto esecutivo è stato presentato nel dicembre 2000. Nel maggio 2001 è stato presentato il
progetto esecutivo e nel settembre 2001 la Conferenza dei Servizi ha dato parere favorevole con una
serie di prescrizioni.
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1113
Serie Ordinaria n. 12 – 15 marzo 2004
COMUNE DI COSTA VOLPINO (BG)
SITO: VIA ROMA – EX DITTA LOLLIO DANILO
BREVE
PRESENTAZIONE
DEL SITO
L’area è ubicata nel territorio comunale di Costa Volpino Negli anni 80 la contaminazione dal terreno fu
causata da uno sversamento di PCB da parte di un’officina che recuperava scarti di automobili
(demolitore di automobili?).
L’area confina ad ovest con la S.S. n 42, ed è lambita ad est dal torrente Ramello. Risulta denominata
anche località Malpensata.
La superficie complessiva dell’area indagata è di circa 2500 mq ed è costituita da un appezzamento di
terreno pianeggiante.
PRESENZA
ANTROPICA
Qualche insediamento sparso. Il centro abitato è sito a circa 1 km più a sud.
ACQUE
SUPERFICIALI
Il lato ovest è lambito dal torrente Ramello, affluente del fiume Oglio.
Nel 1991 è stata accertata la presenza di PCB dal PMIP di Bergamo (0,04 mg/litro espressi come
apirolio, certificato n. 543 del 16 dic. 1991).
ACQUE
SOTTERRANEE
La falda è posta a circa 2,5-3,5 metri di profondità. La litologia è costituita da materiale di riporto
eterogeneo e grossolano frammisto a rifiuti derivanti dalla demolizione di autoveicoli. Sostanzialmente
il riporto presenta caratteristiche di permeabilità elevata. Risulta, dal verbale della Provincia di Bergamo
del 6 aprile 1995, che il torrente Remello si trova ad una profondità superiore di 1,5 metri rispetto alla
profondità della falda. Lo scavo delle trincee, profonde circa quattro metri non ha intercettato la falda la
cui profondità è stata sopra indicata.
TERRENI
Il terreno, si presentava incolto e costituito da materiale di riporto come sopra descritto.
ARIA
Non è stata rintracciata documentazione relativa a segnalazione di molestie olfattive.
CONDIZIONI
STRUTTURALI
Nel sito non sono stati realizzati piezometri Analisi effettuate dal PMIP di Darfo nel 1994 attestano la
drastica diminuzione del PCB nel terreno. L’area è stata ricoperta dallo svincolo della nuova variante
della SS n. 42 del Tonale e della Mendola.
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1114
Serie Ordinaria n. 12 – 15 marzo 2004
COMUNE DI CREMONA
SITO: DISCARICA SAN ROCCO
BREVE
PRESENTAZIONE
DEL SITO
L’area si trova a sud-est della città in una zona interessata, oltre all’ex discarica, prima per R.S.U. e poi
per inerti, dalla presenza del depuratore della rete fognaria e da un impianto di termoutilizzazione. La
zona è pianeggiante movimentata dalla presenza di un alto numero di corpi d’acqua di aspetto molto
vario e da acquitrini. In antichità la zona era paludosa essendo impostata su paleomeandri del Po. Non
esiste in fase attuale una precisa conoscenza su possibili danni ambientali provocati dall’ex discarica
perché le ultime analisi dell’aria, suolo, sottosuolo, falde, acque superficiali risalgono ad uno studio
ordinato dal Comune di Cremona ed effettuato dall’E.N.E.A. 1992.
PRESENZA
ANTROPICA
L’ex discarica è ubicata a sud-est della città fra gli abitati di Bosco ex Parmigiano ed Battaglione. Essa
costituisce, ormai, un elemento del paesaggio ed ha un impatto visibile rilevante.
Costituita inizialmente, negli anni ’70, come luogo di deposito di rifiuti solidi urbani, negli anni ’90
diventa discarica controllata di materiali inerti; viene chiusa definitivamente nell’aprile ’99 e nel 2000
incomincia l’opera di riqualificazione.
Attualmente si presenta come una collina in gran parte inerbata ed alberata lunga c/a 1 km, alta c/a 20 m
e larga alla base 70/80 m ed estesa per circa 5,8 ettari.
Il versante attivo è quello che guarda via Bosco; sul versante opposto scorre, ai piedi della discarica , il
colatore “Morta”, le superfici che intercorrono fra discarica ed abitato sono destinate ad uso agricolo.
Prima dell’insediamento del termoutilizzatore era stato fondato un comitato spontaneo “Cremona Pulita”
che riuniva vari gruppi ambientalisti e che è ancora operante.
ACQUE
SUPERFICIALI
La zona sulla quale grava l’impatto più rilevante, di un eventuale inquinamento, che colpisca questa
matrice ambientale, è indubbiamente quella di Bosco ex Parmigiano. Infatti tutto il sistema di canali,
rogge e colatori confluisce verso un’unica foce sul Po, che si trova a ridosso del suo territorio (vedi
situazione rappresentata dalla cartina). Allo stato attuale non vi sono analisi che confermino in positivo
od in negativo lo stato di inquinamento dei corsi d’acqua superficiali.
L’influenza maggiore della discarica è sul colatore “Morta” con problemi per il COD, l’azoto in tutte le
forme, i coliformi e lo Zinco.
FALDA
Distinte in due tipi: superficiali e profonde. Nella parte meridionale, della parte in esame, esistono dei
pozzi di prelievo di acque per uso potabile, pescanti a profondità superiori ai 190 m, pozzi superficiali di
prelievo di acque ad uso irriguo .
Nella zona sono posizionati 7 piezometri gestiti dalla ditta AEM spa per il campionamento di acque di
falda fra i 10 e i 20 m di profondità. Il pericolo d’inquinamento, delle falde sia superficiali che profonde,
è derivato dal percolato. Manca però un’indagine che ci dia lo stato attuale della situazione. Quanto agli
interventi di risanamento della discarica, è chiaro che la mancanza di una protezione del sottosuolo
comporta anche la mancanza di un confine netto al di la del quale il liquido raccolto sia da considerare
un percolato.
TERRENI
Gli impatti, su questa matrice ambientale, sono rappresentati dagli accumuli delle sostanze inquinanti
provenienti da punti di emissione circostanti e veicolati dall’aria e/o dall’acqua. E’ da ricordare che l’uso
del suolo circondante la discarica è prevalentemente agricolo anche in questo caso non esistono dati
recenti sulla “salute del suolo” se non quelli rilevati dallo studio dell’E.N.E.A. del 1992.
ARIA
Scarso o nullo, attualmente, è l’apporto che l’ex discarica dà allo stato dell’aria, in quanto ferma dal
1999 non si lamentano quindi particolari problemi.
CONDIZIONI
STRUTTURALI
Dal 2000 l’ex discarica è sottoposta o opere di riqualificazione; risulta essere, in ogni caso, recintata
lungo il suo perimetro e di difficile accesso da parte di estranei.
Bollettino Ufficiale della Regione Lombardia
1115
Serie Ordinaria n. 12 – 15 marzo 2004
COMUNE DI GARLASCO (PV)
SITO: CA BASSA
BREVE
PRESENTAZIONE
DEL SITO
L’area in oggetto, situata nel Parco del Ticino, si trova a circa 3 Km a N.E. da Garlasco (Provincia di
Pavia) in frazione Bozzole, località Ca’ Bassa, in una zona caratterizzata da terrazzi e scarpate originate
da diversi cicli di deposizione ed erosione fluviali.
Fino al 1984 l’area è stata utilizzata come discarica comunale per RSU e assimilati, depositati lungo il
bordo di una scarpata avente un dislivello di circa 20 m.
La superficie della discarica è di circa 6600 mq per un volume totale di rifiuti accumulati intorno ai 18000 mc.
Dopo la chiusura della discarica sono stati rinvenuti, opera di scarico abusivo, dei fusti metallici
contenenti residui di verniciatura, scarti di resine plastiche e melme di lavaggio, copertoni usati, fusti e
barattoli in plastica. Le analisi effettuate sul contenuto dei fusti evidenziavano la presenza di composti
fenolici e portavano a classificare parte di questi rifiuti come speciali tossici e nocivi secondo l’allora
vigente DPR 915/82.
Gli interventi di bonifica a tutt’oggi predisposti da parte del Comune sono riassumibili come segue:
1) Messa in sicurezza di emergenza del sito con rimozione e smaltimento dei rifiuti assimilabili
affioranti; rimozione con messa in sicurezza di tutti i fusti metallici rinvenuti sull’area.
2) Smaltimento dei fusti e dei rifiuti in essi contenuti, con finanziamento della Regione Lombardia.
Una terza fase, per la quale il Comune ha richiesto il finanziamento della Regione Lombardia, prevede la
messa in sicurezza permanente, ripristino e recupero dell’area da effettuarsi secondo quanto riportato nel
progetto preliminare di bonifica approvato in data 13 febbraio 2002.
Gli interventi proposti sono i seguenti:
a) Controllo e reintegro dello strato di terreno di copertura, allo scopo di garantire una pendenza idonea per
lo sgrondo delle acque meteoriche e minimizzare infiltrazioni nello strato sottostante di rifiuti urbani.
b) Regimazione delle acque meteoriche superficiali.
c) Monitoraggio della falda acquifera per verificare eventuali fenomeni di rilascio di inquinanti.
Non riscontrandosi presenza di biogas si ritiene che la frazione organica dei rifiuti abbia completato il
processo di decomposizione rendendo pertanto superflua la rimozione dell’intera massa di rifiuto.
Nel PRG vigente del Comune di Garlasco il sito è individuato come zona destinata a parco naturale. Dal
1998 il Comune di Garlasco ed il Parco del Ticino hanno messo in comune le rispettive proprietà ed
hanno stipulato con la LIPU una convenzione allo scopo di tutelare e valorizzare il patrimonio
naturalistico della zona in cui è compresa l’area della discarica.
PRESENZA
ANTROPICA
La località Ca’ Bassa fa parte dei boschi del Vignolo, proposti all’interno della rete europea Natura 2000
come Sito di importanza Comunitaria (S.I.C.) e zona a protezione speciale (Z.P.S.).
L’accesso all’area della discarica è vietato da appositi cartelli; tuttavia i boschi del Vignolo sono visitati
annualmente da circa 3000 persone, di cui 2000 alunni di età compresa fra i 3 e i 15 anni, che
partecipano alle attività didattiche della LIPU dal mese di settembre al mese di giugno (dati forniti dal
Comune di Garlasco).
La popolazione residente più vicina si trova presso la frazione Bozzole a circa 1 Km (500 abitanti); nel
raggio di 0,5 Km sono presenti alcune cascine abitate, di cui una sede di attività di agriturismo.
ACQUE
SUPERFICIALI
L’idrografia superficiale è rappresentata da un fosso colatore (Roggia Vignolo) di modesta portata, che
lambisce il piede della scarpata in corrispondenza dell’area su cui insistono i rifiuti. Le analisi effettuate
sui campioni d’acqua prelevati non hanno evidenziato presenza di inquinanti. Tuttavia in mancanza di un
sistema di convogliamento delle acque meteoriche superficiali esiste il rischio di contaminazione della
roggia sia per apporto diretto di percolato che indiretto attraverso le acque sotterranee.
Il fiume Ticino è ubicato a circa 4,4 Km in direzione E-NE.
ACQUE
SOTTERRANEE
Dagli studi effettuati nel Piano della Caratterizzazione risulta che la falda ha direzione di flusso NO- SE.
Nel suo massimo livello di escursione non è in diretto contatto con i rifiuti, con un franco di circa 10 m
rispetto al corpo principale nella parte alta della discarica e di 1- 2 m nella parte bassa.
I risultati delle analisi chimiche eseguite su campioni di acqua di falda prelevati dai 3 piezometri
installati non evidenziano contaminazione imputabile alla presenza dei rifiuti. Solo per il ferro si è
riscontrata, nei due piezometri installati a valle della discarica rispetto alla direzione di flusso della falda,
un valore di concentrazione superiore al valore limite previsto per le acque sotterranee nell’allegato 1 al
DM 471/99. Come accennato sopra mancano i sistemi di impermeabilizzazione del suolo a protezione
delle acque sotterranee da eventuali infiltrazioni di percolato.
Il pozzo acquedottistico più vicino è ubicato a circa 1,3 Km a SO dalla discarica con profondità di
captazione compresa tra 32 e 50 m.
TERRENI
Analisi chimiche eseguite nel 1990 su 2 campioni di terreno prelevati nell’area della discarica
evidenziavano in uno di essi presenza di cadmio, mercurio e zinco in quantità superiori ai valori di
concentrazione limite accettabile previsti dalla Tabella 1, colonna A, dell’allegato 1 al DM 471/99,
relativamente ai siti ad uso verde pubblico, privato e residenziale.
ARIA
Dai sopralluoghi effettuati sull’area in esame non risulta presenza di odori molesti derivabili da processi
di decomposizione in atto dei rifiuti urbani. Esiste il rischio di trasporto eolico di polveri derivanti dai
rifiuti ancora affioranti presenti nel sito, in particolar modo nella parte situata ai piedi della scarpata.
CONDIZIONI
STRUTTURALI
I rifiuti, parzialmente interrati, sono stoccati sul suolo. Sul terreno di copertura si è sviluppata
vegetazione spontanea. Nell’area non sono presenti strutture di contenimento dei rifiuti.
Bollettino Ufficiale della Regione Lombardia
Serie Ordinaria n. 12 – 15 marzo 2004
1116
COMUNE DI GERENZANO (VA)
SITO: EX DISCARICA DI GERENZANO.
BREVE
L’area di discarica risulta ubicata nella porzione sud-occidentale del territorio comunale in prossimità
PRESENTAZIONE DEL del confine con il comune di Rescaldina (MI) a ovest, di Uboldo (VA) a sud e di Cislago a nord.
SITO
L’area di scarico, composta da lotti successivi, è attraversata dalla strada che collega il Comune di
Gerenzano con il Comune di Rescaldina, che suddivide l’intera area in due lotti principali denominati
rispettivamente “Gerenzano 1” e “Gerenzano 2”.
L’attività di scarico, che ha inizio negli anni ’60, trae origine dalla presenza in loco delle depressioni
derivanti dalla preesistente attività di cava che in alcuni punti, come testimoniato dalla presenza del
limitrofo lago Porro, era giunta ad intercettare la falda freatica, anche se alcuni sondaggi eseguiti in
passato indicano quale limite inferiore dell’escavazione sotto il corpo della discarica i 20 – 25 mt dal p.c.
L’area è interessata da un progetto di messa in sicurezza e recupero ambientale da realizzarsi a cura e
spese dell’AMSA di Milano.
PRESENZA
ANTROPICA
L’ubicazione della discarica appare baricentrica rispetto agli abitati di Gerenzano (circa 1.8 Km di
distanza), Uboldo (circa 2,2 Km) e Rescaldina (circa 1,5 Km), che contano tra i 7.000 e i 9.000 abitanti.
Lungo la via Risorgimento che conduce a Rescaldina è ubicato un complesso di capannoni dove
vengono svolte attività produttive e artigianali.
Il corpo della discarica è attraversato dalla strada che collega il Comune di Gerenzano con il Comune di
Rescaldina. Trattasi di viabilità secondaria soggetta comunque a discreti flussi veicolari.
In fianco del corpo della discarica opera la Ditta SORRI (trattamento e recupero rifiuti).
Inoltre l’area adiacente alla discarica, circostante il lago Porro, è stata adibita in passato, durante il
periodo di esercizio, si sono create numerose situazioni di allarme sociale, attenuatesi a seguito della
chiusura dell’impianto e l’avvio delle operazioni di messa in sicurezza.
L’intero sito è recintato e, durante i giorni lavorativi, presidiato dagli operatori AMSA.
ACQUE
SUPERFICIALI
A piccola distanza (qualche decina di metri) dal corpo principale della discarica scorre il torrente
Bozzente - Tale distanza si riduce ulteriormente per quanto riguarda il lotto posto sopra la strada
Gerenzano-Rescaldina, denominato “Gerenzano 2”.
Uno studio, realizzato nel 1990 dall’allora PMIP di Varese, mostra, da monte verso valle, la seguente
variazione dei principali parametri chimici:
COD
(mg/l)
Gerenzano (vicinanze discarica)
Rescaldina (valle discarica)
Origgio
BOD
(mg/l)
T (°C)
Cond.
(uS/cm)
pH
Nitriti
(mg/l)
Nitrati
(mg/l)
18
16
5
366
7,9
1,21
26
130
35
9
1008
7,5
0,99
15
69
60
9
961
6,5
0,94
36
Non sono note campagne più recenti di analisi.
FALDA
Nell’area di discarica è presente, in affioramento, un’unità ghiaioso-sabbiosa, costituita da depositi in
facies fluvioglaciale e fluviale, caratterizzati dalla prevalenza di ghiaie eterometriche, sabbie e ciottoli,
con locali intercalazioni di argille e limi sabbiosi privi di rilevante continuità laterale.
Tale unità, caratterizzata da spessori variabili da circa 100 a 130 mt dal p.c., è sede dell’acquifero
superiore libero con soggiacenza media di circa 35-40 mt dal p.c. tradizionalmente captato dai pozzi
pubblici di antica realizzazione.
La natura dei terreni di imposta, caratterizzati da alta permeabilità, determina un elevato grado di
vulnerabilità dell’acquifero superiore.
I depositi ora descritti poggiano su di un’unità di depositi marini e di transizione costituita
prevalentemente da livelli argillosi, arealmente continui, cui si intercalano livelli ghiaiosi e sabbiosi sede
degli acquiferi profondi, caratterizzati da bassa vulnerabilità.
L’AMSA ha realizzato una batteria di 5 pozzi barriera, profondi 80 mt, per impedire la propagazione dei
contaminanti verso valle. In data 12 febbraio 2002 l’AMSA ha proposto di integrare la barriera idraulica
esistente mediante realizzazione di ulteriori 3 pozzi, da affiancare agli esistenti.
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FALDA
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Serie Ordinaria n. 12 – 15 marzo 2004
L’ultima campagna di analisi del Marzo 2002 – effettuata sui pozzi barriera immediatamente a valle del
corpo discarica – ha mostrato per i parametri più significativi le seguenti concentrazioni massime:
Conducibilità = 4650 µS/cm
COD = 290 mg/l
BOD5 = 120 mg/l
TOC = 158000 mg/l
Fe = 3276 µg/l
Mn = 532 µg/l
As = 104 µg/l
Ni = 199 µg/l
Azoto Ammoniacale = 445 mgNH4+/l
Nitriti = 10,5 mgNO3/l
Oltre alla barriera idraulica sopra descritta è attiva una rete di monitoraggio delle acque di falda
composta da 30 punti di captazione delle acque sotterranee, perimetrali al corpo della discarica, sulla
quale il gestore esegue campagne semestrali di rilevamento.
TERRENI
I terreni di imposta della discarica sono rappresentati da un’unità ghiaioso-sabbiosa, costituita da
depositi in facies fluvioglaciale e fluviale, caratterizzati dalla prevalenza di ghiaie eterometriche, sabbie
e ciottoli, con locali intercalazioni di argille e limi sabbiosi privi di rilevante continuità laterale.
Tale unità, caratterizzata da spessori variabili da circa 100 a 130 mt dal p.c., poggia su livelli argillosi,
arealmente continui, in facies transizionale e marina, cui si intercalano livelli ghiaiosi e sabbiosi.
Non sono note analisi dei terreni circostanti l’area di scarico.
ARIA
La natura del rifiuto stoccato (RSU) determina la produzione di ingenti quantitativi di biogas.
E’ comunque presente una rete di captazione con riutilizzo finale o avvio in torcia.
CONDIZIONI
STRUTTURALI
La discarica attiva fino agli anni ’90 è stata interessata da differenti fasi di scarico, in lotti estremamente
eterogenei per metodologie di costruzione e coltivazione. In particolare da condizioni iniziali di assenza
di impermeabilizzazione si è passati a lotti a telo singolo e quindi a lotti dotato di doppio telo.
La quantità di rifiuti smaltiti da AMSA dal 1979 al 1990 è stata di circa 5.600.000 tonnellate. Sono
inoltre presenti circa 30.000 – 40.000 tonn. di melme acide, residui di raffineria, ora inertizzate.
A partire dal 1987 è stata attivata una barriera idraulica a valle della discarica, composta da 5 pozzi
profondi 80 mt dal p.c.
Le acque emunte dalla barriera vengono scaricate, previo trattamento, nel limitrofo torrente Bozzente.
L’area di scarico è stata inoltre messa in sicurezza mediante capping, modellamento superficiale e
canalizzazione delle acque meteoriche dilavanti.
Sono tuttora in corso le opere di recupero ambientale.
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Serie Ordinaria n. 12 – 15 marzo 2004
COMUNI DI MADONE - FILAGO – BOTTANUCO (BG)
SITO: DISCARICA RSU
La discarica è ubicata nella pianura bergamasca occidentale, nel settore denominato Isola Bergamasca.
BREVE
PRESENTAZIONE DEL L’area è compresa tra i comuni di Filago, Madone, Bottanuco.
Si tratta di una discarica presso la quale l’attività di smaltimento controllato dei rifiuti si è sviluppata dal
SITO
1988 a tutto il giugno 1991.
La discarica originariamente gestita dalla Soc. Maver srl con sede a Brembate via Don Todeschini, è stata
successivamente acquisita dal Consorzio tra i comuni di Filago, Madone e Bottanuco con atto del giugno 1995.
L’attivazione della discarica ha comportato la bonifica di un preesistente smaltimento incontrollato di rifiuti
di varia natura, non meglio precisabili, che è stato ricoperto, in conformità ai progetti redatti dalla Società
TIMA spa di Milano e regolarmente approvati dalla Regione Lombardia. Alla fine dell’esercizio è stato
predisposto, dalla ditta EST srl. di Treviolo (Bg), lo studio per “Il riassetto globale dell’area adibita a
discarica”. Tale progetto veniva necessariamente aggiornato per adeguarsi all’ulteriore conferimento di
rifiuti approvato dalla Regione Lombardia con delibera G.R. V/8993 del 21 maggio 1991. Il materiale di
rifiuto era stato accumulato modificando la morfologia complessiva della discarica. Pertanto la EST
provvedeva ad adeguare il precedente progetto alla nuova realtà della discarica. L’aggiornamento veniva
approvato dalla Regione Lombardia con DGR n. 24402 del 30 giugno 1992.
Quanto sopra descritto è estratto dal verbale di collaudo datato 15 ottobre 1996 a firma del Prof. L. Bonomo
e vistato dalla Provincia di Bergamo.
Problematiche connesse con l’eccesso di percolato prodotto dalla discarica a partire dagli anni 1997-1998
venivano illustrate al Comitato Tecnico Regionale da Parte del Consorzio tra i comuni sopra menzionati e
venivano riassunte in un progetto di riqualificazione dell’ area, con la richiesta di un finanziamento
regionale ai sensi dell’art 24 l.r. 94/80.
Lo studio Ecogeo, incaricato dal Consorzio nell’anno 1999, ha svolto sull’area della discarica indagini
idrogeologiche, geognostiche e geochimiche, rilevando che la causa dell’ingente produzione di percolato è
dovuta ad infiltrazioni di acque meteoriche, nel corpo della discarica, imputabili al logoramento e
all’assestamento del manto superficiale di copertura che presenta rotture, nonchè alla possibilità
dell’infiltrazione delle acque del rio Zender per lo stato precario delle condotte.
PRESENZA
ANTROPICA
Presenza di capannoni industriali.
ACQUE
SUPERFICIALI
La realizzazione della discarica ha comportato la parziale deviazione del rio Zender il cui alveo naturale
attraversava, da nord-ovest a sud-est, tutta l’area.
Inizialmente, nei primi anni ottanta, il rio Zender fluiva incanalato sotto i rifiuti, con problemi di rilasci di
percolato o di dilavamento dei materiali scaricati. Tale situazione fu modificata deviando il corso del
torrente lungo il perimetro nord-orientale della discarica. Il progetto di riqualificazione dell’area,
commissionato dal Consorzio allo studio Ecogeo di Bergamo (Rel. Studio Ecogeo rel.dc/2335/99) ed al Dr.
L. Ribaudo. ha evidenziato il precario stato delle strutture di contenimento del torrente, situazione che
rientra tra le motivazioni per la richiesta di finanziamenti per gli interventi di ripristino. Tale situazione,
alla luce degli attuali eventi meteorologici di particolare intensità, merita un’attenta riflessione.
ACQUE
SOTTERRANEE
La falda è posta a profondità compresa tra 50 e 40 metri dal piano campagna, considerate le escursioni
dovute alle alimentazioni. La litologia del sottosuolo, dedotta da sondaggi attrezzati a piezometri, è
caratterizzata da uno spessore iniziale di circa 14 metri costituito da argille, talora ghiaiose con clasti
alterati , quindi si succedono in profondità ghiaie e conglomerati.
Lo spessore argilloso iniziale costituisce un elemento di salvaguardia della falda.
Il flusso idrico sotterraneo, studiato dai Consulenti è orientato da nord-ovest verso sud-est. Dato che le non
trova riscontro con l’assetto della falda che, nel territorio dell’Isola, si dispone con un flusso orientato da
nord-est verso sud-ovest.
In falda sono state riscontrate concentrazioni anche notevoli di nitrati (185 mg/litro, analisi della ditta
Ecogeo al piezometro A in data 27 sett. 2002, allo stesso piezometro il PMIP riscontrava nel 1991 27
mg/litro).
Detto piezometro si trova posto sul lato nord della discarica a monte della stessa in senso idrogeologico, ma
nelle vicinanze della condotta che contiene le acque dello Zender.
Le concentrazioni di ione cloruro e sodio, invece risultano relativamente abbondanti, superiori alla media
dei valori riscontrati in zona, nei piezometri D (Cl- 75mg/litro Na 39,1 mg/litro ed E Cl- 49mg/litro, Na 46,3
mg/litro), soti rispettivamente a sud-ovest ed a sud-est.
TERRENI
Gli appezzamenti di terreno non occupati da insediamenti produttivi sono destinati a pratiche agricole.Non
sono segnalate contaminazioni attribuibili alla discarica
ARIA
Erano segnalate emanazioni maleodoranti in prossimità dei rifiuti a suo tempo scaricati abusivamente.
CONDIZIONI
STRUTTURALI
La situazione inerente lo stato precario delle strutture di contenimento del torrente, e dei teli di copertura
che hanno motivato la richiesta di finanziamenti per la riqualificazione del sito, sono descritte nel progetto
preliminare commissionato dal Consorzio allo studio Ecogeo del dott. D. Marsetti di Bergamo e al Dr. L.
Ribaudo. (Riferimento: Rel. Studio Ecogeo REL.DC/2335/99). La stessa relazione evidenzia l’infiltrazione,
attraverso la tombinatura obsoleta del torrente, del percolato derivante dalla vecchia discarica e dalla nuova.
Bollettino Ufficiale della Regione Lombardia
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Serie Ordinaria n. 12 – 15 marzo 2004
COMUNE DI MALEO (LO)
SITO: EX DISCARICA R.S.U. LOCALITÀ CASCINA SESSA
BREVE
PRESENTAZIONE DEL
SITO
Si tratta di un’area sita in Comune di Maleo, in origine costituita da un avvallamento prospiciente una
zona umida caratterizzata da fontanili e sorgive. A partire dagli anni ’70, sfruttando la naturale
attitudine morfologica del sito, collocato lungo il margine della scarpata alluvionale del fiume Adda,
nonché l’operato di una probabile preesistente attività estrattiva, fu iniziato il riempimento di tale
avvallamento con il conferimento di rifiuti urbani, con presunta presenza anche di rifiuti di origine
industriale, senza la preventiva realizzazione di un vero e proprio impianto di discarica. Questa
situazione perdurò fino al 1982, quando – con la prospettiva di una bonifica della prima discarica – fu
approvata dalla Regione Lombardia la realizzazione di una seconda discarica di R.S.U. che si è andata
a sovrapporre alla precedente.
Al termine della gestione, nel 1986, l’area della discarica è stata riconsegnata al Comune di Maleo in
un grave stato di degrado ambientale.
La vecchia discarica aveva un’estensione pari a 18.000 mq e si stima un volume di rifiuti di 150.000
mc circa. La nuova discarica realizzata sulla preesistente ha un’estensione di circa 65.000 mq; i
quantitativi di rifiuti messi a dimora vengono stimati in circa 425.000 t, per una volumetria pari a
528.000 mc. Il corpo discarica presenta attualmente quote altimetriche comprese tra circa 70 m slm (al
centro della discarica) e 52 m slm (in corrispondenza del margine nord) e pendenze variabili, più
accentuate sul versante nord/nord-ovest. Lo spessore stimato dei rifiuti deposti è superiore a 15 m, nel
punto di maggiore profondità, come confermato anche da recenti indagini geofisiche (settembre 2001).
Il sito è ubicato all’estremità nord del territorio comunale di Maleo, al confine con il territorio della
Provincia di Cremona, e delimitato: a sud dalla strada comunale che collega Maleo a Cavacurta, lungo
la quale scorre la roggia Bossa-Cazzaniga; ad ovest dal confine comunale con Cavacurta; a nord da
una fascia di terreno di ampiezza variabile da 20 a 35 m, che la separa dal ramo morto del fiume Adda;
a est la delimitazione è rappresentata in parte da una strada che, diramandosi dalla strada comunale,
conduce alla cascina San Francesco ed in parte della scarpata morfologica che degrada verso il fiume
Adda.
La discarica è inserita in una zona prettamente agricola e ricade all’interno del Parco Adda Sud, il cui
Piano territoriale classifica l’area zona ambienti naturali e subzona di recupero.
PRESENZA
ANTROPICA
Il sito è ubicato a 1.000 m circa dall’abitato di Maleo (3.300 abitanti) e a 900 m da quello di Cavacurta
(750 abitanti). Le abitazioni più prossime al sito sono rappresentate dalla cascine Sessa, San
Francesco, Valentino, Casella e Palladini, tutte comprese in un raggio di 600 m circa dalla discarica.
L’area è recintata ma non presidiata.
ACQUE SUPERFICIALI L’area in esame confina con i seguenti corsi d’acqua:
− sul lato nord, con la lanca dell’Adda Morta, antico alveo fluviale ormai scollegato dall’attuale
percorso a seguito delle sue modicazioni; tale lanca risulta – dalle indagini eseguite nel ’95 –
essere alimentata dalla falda, che ne influenza direttamente il regime;
− sul lato sud/sud-est, con la roggia Bossa – Cazzaniga.
L’asta fluviale del fiume Adda scorre a 1600 m circa a nord/nord-est del sito.
Nel 1995 è stata condotta una campagna di analisi, finalizzata alla stesura di un progetto di messa in
sicurezza dell’area, che non ha evidenziato incrementi di concentrazione dei parametri ricercati tra i
punti di prelievo a monte e a valle. Solo le analisi dell’acqua prelevata presso la roggia laterale
orientale – peraltro effettuate su un numero limitato di parametri - hanno denotato lievi fenomeni di
degrado idrochimico riconducibile alla discarica, con concentrazioni tuttavia sempre inferiori ai limiti
indicati nella tabella 3 del D.Lgs. 152/99 (si allegano i certificati di analisi).
ACQUE
SOTTERRANEE
L’area in esame si colloca lungo la scarpata morfologica di passaggio tra i depositi fluvioglaciali
würmiani, in prevalenza sabbioso-ghiaiosi, e i due terrazzi alluvionali del fiume Adda, sottostanti ai
precedenti come quota altimetrica, ma posteriori come età deposizionale e caratterizzati da una matrice
litologica ad elevato contenuto fine (limoso-argilloso).
Le indagini del 1995 hanno permesso di individuare una soggiacenza della falda che varia
bruscamente – alla luce della morfologia superficiale – passando da circa 12-13 m dal piano
campagna, in corrispondenza della parte sommitale della discarica, a pochi decimetri ovvero a falda
affiorante in corrispondenza del fondo della discarica (presso l’Adda morta).
Sono stati individuati localmente due livelli di falda, separati tra loro da uno strato limoso-argilloso a
bassa permeabilità, posto ad una profondità compresa tra circa 22 m dal p.c. in corrispondenza del
terrazzo superiore e circa 11 m dal p.c. verso l’Adda morta; tale strato determina una condizione locale
di confinamento in pressione/artesianità della falda sottostante. Permangono tuttavia alcuni dubbi sulla
effettiva estensione laterale del livello fine, nonché sulle garanzie di impermeabilità dello stesso.
La direzione di flusso della prima falda risulta essenzialmente da sud a nord, in direzione del fiume
Adda.
Idrogeologicamente a valle dell’area, ma oltre il vallo naturale costituito dall’Adda Morta, sono
presenti due pozzi ad uso potabile-zootecnico, distanti rispettivamente 600 m e 1.300 m; non è nota
l’eventuale presenza di pozzi in territorio cremonese.
Bollettino Ufficiale della Regione Lombardia
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Serie Ordinaria n. 12 – 15 marzo 2004
ACQUE
SOTTERRANEE
Nel corso delle indagini effettuate nel ’95, sono stati prelevati campioni di acqua di falda da alcuni
piezometri già presenti o appositamente realizzati allo scopo. Si sono evidenziati fenomeni di
contaminazione della falda, particolarmente significativi nella prima falda che presenta una
soggiacenza molto bassa – se non nulla – rispetto alla quota di posa del fondo della discarica. In
particolare sono state rilevate condizioni di criticità per i seguenti parametri azoto nitroso, ferro,
manganese (per i quali si ha il superamento dei limiti previsti dal D.M. 471/99) e ossidabilità,
magnesio, azoto ammoniacale, azoto nitrico, indice fenolico, tensioattivi anionici, residuo 180 °C (con
superamenti dei valori limite indicati dal D.P.R. 236/88). Sono stati inoltre rilevati elevati livelli di
TOC, indice di contaminazione organica della falda riconducibile all’ammasso di rifiuti.
È stato accertato un degrado qualitativo delle acque prelevate in corrispondenza del piezometro
fenestrato al di sotto del livello limoso-argilloso, con superamento dei limiti del D.M. 471/99 per le
sostanze manganese e azoto nitroso.
TERRENI
I sondaggi effettuati nel 1995 mediante escavatore hanno consentito di accertare spessori di copertura dei
rifiuti dell’ordine di 20/40 cm, con terreni di natura limoso-sabbiosa; in alcune aree le coperture si
assottigliano a valori inferiori ai 20 cm, a causa del dilavamento (che in alcune parti assume il carattere di
vero e proprio ruscellamento) e dell’erosione dovute alle elevate pendente in particolare sul lato nord.
Sui terreni sottostanti l’ammasso di rifiuti, costituiti essenzialmente da limi e sabbie, non sono
disponibili analisi.
ARIA
Le indagini pregresse (1995), effettuate sui 10 pozzi esistenti, hanno evidenziato la presenza di biogas
in pressione, composto essenzialmente da metano e CO2, in rapporto di circa 1,5:1. Sono state inoltre
riscontrate modeste concentrazioni di acido solfidrico, acido cloridrico e benzene, mentre sono state
rilevate notevoli concentrazioni di toluene e xilene.
Nel 2001 sono state effettuate ulteriori analisi su campioni di biogas, per i quali si allegano le analisi.
Nel ’95 è stata campionata anche la matrice aria in 3 punti adiacenti alla discarica; le risultanze hanno
evidenziato la presenza di sostanze aerodisperse in concentrazioni significative, in particolare nella
posizione collocata a sud della discarica, probabilmente riconducibile alla presenza in tale settore dei
condotti di aspirazione del biogas che conducono alla inutilizzata torcia di combustione. Tale dato si
correla con quello della direzione prevalente del vento, che risulta verso i quadranti meridionali, in
direzione quindi dell’abitato di Maleo.
In passato sono stati segnalati episodi di forti emissioni maleodoranti nel territorio circostante la
discarica; da notizie assunte presso il Comune di Maleo, risulterebbe che nel periodo estivo, e
particolarmente nelle ore serali, permangono situazioni di molestia olfattiva per la popolazione del
centro abitato.
CONDIZIONI
STRUTTURALI
La discarica originariamente esistente in loco poggiava direttamente sul terreno, senza alcun sistema di
impermeabilizzazione di fondo e di raccolta del percolato. La base di appoggio dei rifiuti risulta
prossima al livello di falda, se non direttamente a contatto con la stessa.
La discarica successivamente realizzata è impostata sul preesistente ammasso di rifiuti, da cui è
separata mediante singolo telo in HDPE.
La discarica si presenta oggi caratterizzata da morfologia e pendenze variabili, risultato anche di
assestamenti non omogenei della massa di rifiuti; in particolare presso il lato nord/nord-ovest i
dislivelli sono più marcati ed il profilo è sostenuto da tre strati di gabbionate in sassi utilizzate per il
contenimento dei rifiuti. Sugli altri lati, le scarpate si presentano con pendenze più ridotte. Prove di
stabilità delle scarpate eseguite nel ’95, pur escludendo il rischio di scivolamenti di grosse porzioni dei
versanti, evidenziano la necessità di interventi finalizzati ad evitare fenomeni erosivi superficiali che
potrebbero con il tempo compromettere la stabilità di limitati settori di pendio.
È assente una qualsiasi tipologia di impermeabilizzazione superficiale della discarica; lo strato di
copertura risulta costituito da materiali inadeguati dal punto di vista strutturale, di spessore
insufficiente e in più parti degradato, anche a causa dell’azione di dilavamento e di episodi di elevato
ruscellamento superficiale. Il sistema di raccolta delle acque meteoriche è infatti costituito da un
inadeguato sistema di canaline ad embrice di tipo prefabbricato in cls, posto lungo le linee di massima
pendenza, che risultano appoggiate al terreno e non ivi incassate.
All’estremità nord-est trova collocazione la vasca di accumulo del percolato a cielo aperto, avente
capacità di circa 100 mc, realizzata in cls, rivestita con telo impermeabile e, in origine, dotata di
scarico di troppo pieno. Di tale manufatto non si conosce la reale tenuta idrica; al sopralluogo eseguito
in data 22 ottobre 2002 il telo appare lacerato in più punti. Sono inoltre evidenti segni del
ruscellamento di parte delle acque piovane e di percolato provenienti dal corpo della discarica
direttamente all’interno della vasca di accumulo.
Allo stato attuale, viste le condizioni di dilavamento e infiltrazione delle acque meteoriche, la
produzione di percolato continua ad essere rilevante, con asportazione di un quantitativo medio di 150
mc/settimana e successivo avvio a depurazione. Le ultime analisi disponibili sulla qualità del
percolato, risalenti al 2001, mostrano concentrazioni elevate di COD, ammoniaca e solfuri, e valori di
solventi aromatici e rame comunque superiori ai limiti previsti dal D.Lgs. 152/99.
Lo scarso spessore di ricoprimento della massa dei rifiuti, al quale si aggiunge il mancato
funzionamento dell’esistente – e comunque sottodimensionato – impianto di estrazione del biogas.
facilita la fuoriuscita dello stesso in atmosfera. A tale impianto, tuttora inutilizzato, sono collegati 10
pozzi di estrazione, posti nella zona sommitale della discarica e tutti collegati in serie tra loro mediante
tubazioni interrate, delle quali non è possibile verificare il tracciato né lo stato di conservazione.
Bollettino Ufficiale della Regione Lombardia
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Serie Ordinaria n. 12 – 15 marzo 2004
COMUNE DI MALNATE (VA)
SITO: CAVA CATTANEO
PRESENTAZIONE DEL
SITO
L'area della ex cava Cattaneo è ubicata in Comune di Malnate lungo la S.S. Briantea n. 342.
Successivamente all'attività di escavazione di inerti ghiaioso sabbiosi, il sito è stato oggetto di
conferimento abusivo di rifiuti di varia natura: urbani, assimilabili agli urbani, inerti, rifiuti speciali di
tipo industriale (con alcuni parametri in concentrazione prossima al limite per i tossico-nocivi), nonchè
(dati dedotti dalla
rifiuti speciali di tipo ospedaliero.
documentazione tecnica e
progettuale agli atti presso il Il conferimento dei rifiuti è avvenuto per successione di episodi nel periodo compreso tra il 1977 e il
Comune di Malnate)
1998 determinando l'attuale giacenza di circa 454.000 mc di materiale su una superficie di 82.000 mq.
Ogni episodio era seguito dalla messa in posto di terre di scavo e materiale inerte al fine di obliterare la
natura dei rifiuti conferiti.
La pericolosità di alcuni dei rifiuti conferiti (quali ad esempio i rifiuti ospedalieri) è stata a suo tempo
contestualmente accertata dalle analisi svolte dagli Enti (Comune, Provincia e PMIP di Varese)
intervenuti spesso su segnalazione dei cittadini residenti nella zona. Dette analisi hanno rinvenuto
anche sostanze chimiche (toluene) contenute nei rifiuti industriali in concentrazione prossima al limite
di classificazione quale rifiuto tossico- nocivo.
Attualmente la pericolosità dei rifiuti ancora presenti nell'area è stata valutata e caratterizzata mediante
recenti specifiche indagini che hanno contemplato campionamenti in sito e il ricorso a tecniche tipo
soil gas survey (verifiche della qualità dell'aria contenuta nei materiali e nel terreno).
Le indagini svolte hanno condotto alla redazione di un progetto di bonifica agli atti presso il Comune di
Malnate.
Di seguito si riportano i valori di concentrazione dei contaminanti più significativi riscontrati in alcuni
dei punti della ex cava; i dati dimostrano il superamento sporadico dei valori di concentrazione limite
previsti dal D.M. 471/99. Dai dati si osserva che il parametro ricorrente è rappresentato dagli
idrocarburi, tuttavia si rilevano episodicamente anche alcuni metalli (Zinco, Cadmio, Piombo, Rame e
Alluminio).
Per quanto attiene le acque, le analisi dimostrano la presenza di concentrazioni anomale di Alluminio e
Idrocarburi nel laghetto di fondo cava (emergenza della falda) e Idrocarburi nei pozzi di controllo.
La caratterizzazione del sito che consegue alle indagini svolte porta a ritenere che la maggior parte dei
materiali, nonostante la sporadica contaminazione, presenti una "non elevata" pericolosità e
potenzialità inquinante delle matrici ambientali (terreni e falda idrica).
Tuttavia in una circoscritta porzione posta sul lato Est della ex cava si è rilevata in passato e si rileva
tuttora una significativa ricorrenza di anomalie chimiche nei diversi punti di indagine che inducono a
ritenere quel settore particolarmente vulnerato e caratterizzato da una più elevata pericolosità.
PRESENZA
ANTROPICA
L'area è posta in fregio alla S.S. Briantea con alta densità di traffico. In prossimità si trovano quartieri
residenziali del capoluogo di Malnate e della frazione di San Salvatore. I due abitati saranno presto
collegati da un percorso ciclopedonale che transiterà proprio in fregio all'area sul lato opposto alla
Strada Statale.
La recinzione del sito (paletti e rete metallica), un tempo completa su tutto il perimetro, si trova ora
parzialmente demolita o assente e non impedisce l'accesso di persone o animali.
Gli abitanti residenti in un raggio di 500 m dalla cava possono essere stimati in almeno un migliaio.
L’attenzione della popolazione, un tempo elevata, è andata progressivamente scemando, la
problematica comunque viene frequentemente affrontata dalla stampa locale.
ACQUE SUPERFICIALI
L'area è lambita in corrispondenza del perimetro meridionale dal corso del T. Quadronna (corso
d'acqua iscritto negli elenchi delle acque pubbliche e tributario del F. Olona).
Il percorso originario è stato deviato in più punti dal materiale conferito che ha invaso il letto del
torrente. Il progetto di intervento prevede il ripristino del corso originario ed il consolidamento degli
argini naturali.
Non si notano variazioni delle caratteristiche organolettiche delle acque tra monte e valle del sito.
FALDA
Nell’area affiora un’unità costituita da ghiaie e ghiaie argillose di probabile origine fluvioglaciale a
diversa granulometria, con prevalenti ghiaie e sabbie sciolte o poco cementate. L’unità è sede della
falda idrica superiore di tipo libero con soggiacenza che va dai 25 mt dal p.c. a monte dell’ex cava a 34
mt dal p.c. a valle di questa. L’unità precedente poggia su di un livello caratterizzato da granulometrie
più fini di tipo limoso-argilloso, con intercalazioni di depositi più grossolani sede di falde idriche
confinate, costituente probabilmente la base impermeabile dell’acquifero superiore. Tale unità colma le
depressioni erosionali del substrato roccioso, con spessori pertanto estremamente variabili. Alla base di
quest’ultima unità troviamo un substrato roccioso rappresentato dalla “Gonfolite”, una formazione
poco permeabile costituita da litologie arenaceo-conglomeratiche e marnose.
Bollettino Ufficiale della Regione Lombardia
FALDA
Serie Ordinaria n. 12 – 15 marzo 2004
1122
Nella porzione centrale della depressione della ex cava si osserva un laghetto (diametro di circa 25 m)
che rappresenta l'affioramento della locale falda idrica. Tale falda ha caratteristiche di falda sospesa su
una lente argillosa e, verso valle, drena nel sistema principale delle falda utilizzata a scopo
idropotabile.
La direzione locale del flusso idrico sotterraneo è NE-SW in accordo con l’andamento generale della
falda principale.
Le indagini effettuate, fine 2001 - inizi 2002, per conto del Comune di Malnate, hanno dimostrato
l'alterazione idrochimica di tali acque anche nel pozzo di controllo posto immediatamente a valle della
cava ( vedi tabella ).
Alluminio (mg/l)
Ferro (mg/l)
Ossidabilità (mgO2/l)
Idrocarburi disciolti o
emulsionati (µg/l)
CMA DPR
236/88
0,2
200
5
DM 471/99
10
Pozzo 1
Pozzo 2
Laghetto L1
0,2
200
0,003
<12
1,9
0,011
66
3,5
0,654
234
12,4
350
47
45
46
Le misure piezometriche, effettuate nei pozzi di controllo, indicano una soggiacenza media di circa 30
m e confermano l'ipotesi che le acque della suddetta falda siano a diretto contatto con il materiale
depositato nel sito.
TERRENI
Come descritto nel riquadro relativo alle acque di falda nell’area affiora un’unità costituita da ghiaie e
ghiaie argillose di probabile origine fluvioglaciale a diversa granulometria, con prevalenti ghiaie e
sabbie sciolte o poco cementate.
Detta unità poggia su di un livello caratterizzato da granulometrie più fini di tipo limoso-argilloso, con
intercalazioni di depositi più grossolani. Tale unità colma le depressioni erosionali del substrato
roccioso, con spessori pertanto estremamente variabili.
Alla base dell’unità precedente troviamo un substrato roccioso arenaceo-conglomeratico e marnoso
tradizionalmente denominato “Gonfolite”.
Le analisi condotte in diverse occasioni sul materiale conferito, hanno dimostrato la presenza di
contaminazioni dovute ai rifiuti industriali ed in particolare "toluene" in concentrazione prossima al
limite di classificazione quale rifiuto tossico nocivo.
Le recenti indagini hanno dimostrato la presenza di altri parametri in concentrazioni significative: dalla
tabella si osserva che il parametro ricorrente è rappresentato dagli idrocarburi, tuttavia si rilevano
episodicamente anche alcuni metalli (Zinco, Cadmio, Piombo, Rame e Alluminio).
Sintesi delle analisi effettuate dalla Procura di Varese (periodo luglio – agosto 1999) su campioni di
materiale di riporto
Idrocarburi totali (mg/kg SS)
Zinco (mg/kg SS)
Cadmio (mg/kg SS)
Cromo tot. (mg/kg SS)
Piombo (mg/kg SS)
Nickel (mg/kg SS)
Rame (mg/kg SS)
Limiti DM 471/99
Tab. 1 colonna A
50
150
2
150
100
120
120
Sond.1 (5,5 m)
Sond. 5 (10 m)
Sond. 6 (12,5 m)
170
1260
1
20
42
10
1
5600
27
9
28
132
4
11
405
60
<1
28
24
8
150
ARIA
In passato è stata spesso lamentata da alcuni cittadini la presenza occasionale di odori nauseabondi
provenienti dalla cava. Sicuramente la movimentazione dei rifiuti e dei materiali terrosi all'interno
dell'area della ex cava ha determinato episodi di produzione di polveri, anch'esse più volte segnalate.
CONDIZIONI
STRUTTURALI
La qualità topologica più evidente dell’area è la sua contemporanea contiguità con l’asse viabilistico
della SS 342 e l’alveo del T. Quadronna che discende dai terrazzi superiori fino a confluire nell’Olona.
In tale contesto spicca la condizione di completo degrado che caratterizza l'area della ex cava che
risulta anche vulnerabile dal punto di vista strutturale in quanto soggetta a dissesto dei cigli con
presenza di frane che coinvolgono terreni esterni alla cava stessa. Nel 1986 sono state constatate inoltre
lesioni alla sede della S.S. Briantea prodotte dalla pregressa estrazione degli inerti. Il parziale
consolidamento è stato effettuato dalla proprietà mediante riporto di materiale terroso al piede della
scarpata sottostante la sede stradale.
Bollettino Ufficiale della Regione Lombardia
1123
Serie Ordinaria n. 12 – 15 marzo 2004
COMUNE DI MANTOVA
SITO: CONCA VALDARO
BREVE
PRESENTAZIONE
DEL SITO
Ubicazione
L’area denominata “Conca Valdaro” è situata nella pianura alluvionale del Fiume Mincio, a SE
dell’abitato di Mantova.
Amministrativamente ricade nel territorio comunale di Mantova, mentre una piccola porzione a sud
ricade nel territorio comunale di Virgilio.
Tale area si trova a SUD dello stabilimento petrolchimico Enichem
L’area della “Conca di Valdaro” si suddivide nelle seguenti zone:
• zona bacino (36.000 mq) sommersa ed in collegamento diretto con il fiume Mincio la cui sponda
settentrionale attualmente funge da darsena per le imbarcazioni che scaricano merci e prodotti per
Enichem;
• zona penisola (75.000 mq) che costituisce la sponda meridionale del bacino ed è di proprietà di
privati, attualmente occupata da vegetazione;
• zona nord–ovest ( 27.000 mq), che comprende la sponda e la porzione di terreno che separa il bacino
dai canali.
Intervento realizzazione Conca di Navigazione
Sul sito è prevista la realizzazione di una conca di navigazione che garantirà il passaggio di navi della V
classe europea tra il canale di Mantova – Venezia (ex Fissero – Tartaro – Canalbianco) ed il fiume
Mincio e, quindi con i laghi di Mantova.
Questa opera di grande valenza trasportistica è inserita nella PRS della Regione Lombardia; il costo
complessivo dell’opera è stato valutato in 20 miliardi di lire, di cui il primo lotto stimato in 14,9 miliardi
è già stato aggiudicato; la firma del relativo contratto e l’inizio lavori sono stati sospesi a causa della
scoperta della contaminazione del sito.
Attività condotte nelle aree circostanti il sito
Il sito è posto immediatamente a sud dell’area industriale di Mantova in cui sono localizzati numerosi
insediamenti industriali tra cui :
•
lo stabilimento petrolchimico Enichem, polimeri Europa, che ospita anche le aree EniPower,
•
gas compressi Shell Gas e Dacia;
•
Raffineria IES;
•
Metalmeccanica Belleli e Fiaam;
•
Azienda tessile Corneliani;
•
Cartiera Brago.
Oltre ad attività di tipo industriale/artigianale di medie e piccole dimensioni, nelle vicinanze del sito
operano cantieri del settore trasporti e lavori fluviali.
Attività di indagine e livelli di progettazione della bonifica
L’area del sito denominato “Conca di Valdaro” rientra nella perimetrazione dell’area inquinata ubicata in
località “Canale Sisma”, definita con Decreto della Direzione Generale delle Risorse Idriche e Servizi di
Pubblica Utilità della Regione Lombardia n. 19438 del 3 agosto 2000.
Inoltre recentemente è stato proposto l’inserimento del sito in oggetto nel perimetro del sito
d’interesse nazionale “Laghi di Mantova e Polo Chimico”. – Legge 179/02.
Sull’area in oggetto è stato effettuato uno piano di caratterizzazione da parte della società EcoApprasail
su incarico dell’Azienda Regionale per i porti di Cremona e Mantova (luglio 2001); successivamente uno
studio preliminare da parte dello studio Tedesi su incarico del Comune di Mantova.
Tipo di inquinamento
Le indagini sulla qualità delle matrici ambientali richieste ( sedimenti, suoli, acque sotterranee e acque
superficiali) dai vari Enti competenti hanno messo in evidenza l’inquinamento da mercurio, solventi
aromatici (BTEX), cumene e idrocarburi, tutte sostanze inquinanti riconducibili alle attività dello
stabilimento Enichem. In particolar modo la presenza di mercurio può essere imputabile al procedimento
produttivo cloro – soda attivo dalla metà degli anni ’50 al 1991.
PRESENZA
ANTROPICA
Sull’area denominata “Conca di Valdaro” non vi è presenza di popolazione residente; l’area si trova
nelle vicinanze del Comune di Virgilio. Il sito è circondato da campi ad uso agricolo e nelle vicinanze si
rileva la presenza di un’estesa area industriale e del porto fluviale di Mantova
ACQUE
SUPERFICIALI
Il sito è situata nella pianura alluvionale del Fiume Mincio a ridosso dei Laghi di Mantova.
Gli scarichi industriali immessi dal Canale Sisma hanno determinato l’inquinamento delle acque
superficiali del canale medesimo e del fiume Mincio.
La zona bacino del sito è a diretto contatto con il fiume Mincio.
Bollettino Ufficiale della Regione Lombardia
1124
Serie Ordinaria n. 12 – 15 marzo 2004
ACQUE
SOTTERRANEE
La successione litostratigrafia evidenzia nell’area in esame la presenza di:
• un orizzonte limoso–sabbioso con locali e sporadiche ghiaie e locali livelli decimetrici sabbiosi; lo
spessore medio è di circa 3 m con valori minimi di 2 m e massimi di 5 m;
• un orizzonte limoso–argilloso–morboso con una buona continuità laterale; l spessore medio è di circa
3.5 m con valori minimi di 2.5 m e valori massimi di 7.0 m;
• un orizzonte sabbioso a granulometria variabile, con spessore di circa 14 m, confinato alla base da
livelli argillosi a media–bassa permeabilità.
Il primo livello acquifero superficiale, originato dalla raccolta dell’acque meteoriche è suddiviso in
diverse falde sospese nel riporto. Inoltre vi è la presenza di una prima falda principale a circa 6 m di
soggiacenza dal piano campagna della penisola e avente direzione sud – est. Su tale falda, tramite alcuni
accertamenti da parte della società EcoAppraisal, è stata accertata una connessione con il fiume che
avviene a livello degli strati sabbiosi nei punti più profondi del fondo della conca.
Le analisi condotte da ARPA confermano in generale i risultati della campagna svolta da EcoApprasail;
è stato rilevato un solo caso di inquinamento da Cr e Pb. Le altre sostanze analizzate mostrano che non ci
sono contaminazioni da solventi aromatici, composti alogenati cancerogeni e fenoli.
TERRENI
Sedimenti
L’inquinamento da mercurio dei sedimenti della conca del Valdaro è imputabile al trasporto delle acque
e del particolato in sospensione provenienti dal Canale Sisma e dal fiume Mincio e alla deposizione in
loco dei materiali inquinanti.
Lo studio condotto con finalità di analisi del rischio per l’area fluviale permette di storicizzare nel
dettaglio il fenomeno di inquinamento dei sedimenti: l’inquinamento più elevato è distintamente
localizzato in sedimenti che al presente risultano ricoperti da strati di materiale a contaminazione
inferiore. Questa stratificazione è il risultato dell’attivazione dell’impianto di depurazione degli anni ’80
e della successiva chiusura dell’impianto di produzione di cloro-soda (1991).
Per tutti i campioni analizzati, anche alle diverse profondità dei carotaggi, le sostanze inquinanti presenti
sono il mercurio, eccedente i limiti per uso verde in 5 campioni su 45, gli idrocarburi leggeri in 14
campioni, e gli idrocarburi pesanti in 5 campioni.
Dai dati si ricava che le sostanze inquinanti sono eccedenti i limiti della colonna A Allegato 1 del D.M.
471/99, ma inferiori ai limiti della colonna B stesso decreto. E’ attiva una fonte di contaminazione
secondaria costituita da sedimenti fluviali inquinati presenti nell’alveo del fiume Mincio, nei canali a
servizio industriale e nella Conca di Valdaro.
Terreni
I risultati delle analisi condotte da ARPA confermano le caratteristiche del suolo della penisola effettuata
da EcoAppraisal. Si evidenzia nei terreni delle sponde circostanti la conca la presenza discontinua di
mercurio ed idrocarburi in concentrazioni inferiori ai limiti del D.M. 471/99 per l’uso industriale dei
suoli; in un solo punto si è rilevata la presenza di inquinamento per idrocarburi in concentrazione
superiore ai limiti per l’uso industriale.
Per i metalli cadmio, piombo, cromo tot. non si è osservato il superamento dei limiti indicati
nell’Allegato 1 del D.M. 471/99.
ARIA
La componente aria non risulta interessata dalla contaminazione
CONDIZIONI
STRUTTURALI
Nella situazione attuale l’area si presenta sgombra e prive di strutture.
Bollettino Ufficiale della Regione Lombardia
1125
Serie Ordinaria n. 12 – 15 marzo 2004
COMUNE DI MARTINENGO (BG)
SITO: C.NA ROCCO POLONI
BREVE
PRESENTAZIONE
DEL SITO
L’area è ubicata al margine occidentale del comune di Martinengo, nelle vicinanze dell’alveo del fiume
Serio (sponda sx), circa a 250 metri ad ovest da C.na Roccolo Poloni. Il sito risulta inserito nel Parco
Naturale del Serio.
L’area è stata utilizzata, in passato, per l’estrazione di materiali di cava e successivamente è stata
colmata con rifiuti di vario genere, in particolare RSU e materiali inerti, di seguito ricoperti con terreno
di riporto.
Sono presenti, inoltre, cumuli di macerie ed altro materiale di scarto, (relazione Prof Marchetti, V.le C.
Battisti,7 Pavia - 1989).
La Regione Lombardia, con lettera del Servizio Beni Ambientali prot. n. 31177 datata 5 luglio 1990,
concede autorizzazione al risanamento della discarica ai sensi dell’art. 7 legge n.1497 del 29.6.1939,
quale zona soggetta a vincolo ambientale.
In data12 agosto 1992 prot. n. 5885 BM/rb, e in data 2 giugno 1993 prot.n. 3632, il comune di
Martinengo segnala: alla Protezione Civile, alla Provincia di Bergamo, al Magistrato del Po, la necessità
d’interventi agli argini che sono stati erosi dal fiume e possono provocare, in caso di piena,
l’asportazione del materiale presente in discarica. In data 3 giugno 1993 il Parco Naturale del Serio
segnala, con lettera prot. n. 1107, a seguito di recente piena del fiume, l’affioramento di fanghi giallastri
ed irritanti al tatto che potrebbero esser derivati dal dilavamento dei rifiuti contenuti nella discarica.
In data 5 ottobre 1993 il Servizio Rifiuti della Regione Lombardia, con lettera prot.n.NDN/dg n. 46310,
richiede al comune di Martinengo e alla Provincia di Bergamo, conferma del contenuto e degli impegni
sottoscritti per la concessione di un finanziamento di £ 191.888.690, ai sensi dell’art. 2 l.r.99 del 14
dicembre 1983, finalizzato alla bonifica dell’area.
In data 5 ottobre 1999 e16 marzo 2000, la Provincia di Bergamo richiede al comune di Martinengo
l’aggiornamento della situazione del sito in oggetto.
PRESENZA
ANTROPICA
Nell’intorno del sito non esistono insediamenti abitativi per un raggio di circa 200 metri Anche a
maggiore distanza sono presenti solo insediamenti sparsi.
ACQUE
SUPERFICIALI
Le segnalazioni sopra riportate fanno supporre un possibile dilavamento dei rifiuti dalle acque del fiume
Serio.
ACQUE
SOTTERRANEE
La falda si attesta alla profondità di circa 4-5 metri. Si configura un contesto ad elevata vulnerabilità per
la modesta profondità della falda e per le caratteristiche di elevata permeabilità della litologia presente
costituita essenzialmente da ghiaie sabbiose. La relazione redatta dal Prof. Marchetti sottolinea la
possibilità di dilavamento dei rifiuti durante l’innalzamento della falda. Sono stati realizzati n.4
piezometri con profondità di 4,5 metri. ed altri due alla profondità di nove metri.
TERRENI
L’analisi di campioni di rifiuti prelevati da trincee realizzate con benna, hanno evidenziato la presenza di
rifiuti speciali riconducibili, con buona approssimazione, a fanghi di risulta da impianti di trattamento
chimico-fisico di acque reflue.
ARIA
Non sono segnalate molestie olfattive
CONDIZIONI
STRUTTURALI
Attualmente nel sito non si evidenziano attività di ripristino ambientale o di altro utilizzo. L’area è
coperta da vegetazione ed è estremamente difficoltoso riconoscere le situazioni descritte in passato.
Bollettino Ufficiale della Regione Lombardia
1126
Serie Ordinaria n. 12 – 15 marzo 2004
COMUNE DI MEDIGLIA (MI)
SITO: CA’ DEL LAMBRO
BREVE
PRESENTAZIONE
DEL SITO
Il territorio del Comune di Mediglia si estende ad est di Milano per 21,86 Kmq, è compreso tra il corso
del fiume Lambro e i tracciati delle strade Paullese e Cerca. L’area Ca’ del Lambro, è al confine del
comune di San Giuliano M.se, con un’estensione di circa 18000 mq, adiacente il corso del fiume Lambro
su terreno agricolo. Su quest’area fino alla metà degli anni ’80 sono stati scaricati materiali di diversa
natura: demolizioni e rifiuti industriali.
PRESENZA
ANTROPICA
L’area si trova a sud del territorio di Mediglia sul confine del comune di San Giuliano M.se, in zona
agricola tra la C.na Resico e la C.na Folla in posizione adiacente alla C.na Ca’ del Lambro.
ACQUE
SUPERFICIALI
Sul confine ovest dell’area scorre il fiume Lambro, tutta la zona è interessata da corsi d’acqua
superficiali. Sono possibili riflussi dell’alveolo del fiume verso la falda sottostante in casi di piena. Tutta
la zona agricola di cui fa parte l’area in oggetto, ricade nel comprensorio irriguo del Naviglio Martesana
delimitato ad ovest dal fiume Lambro.
ACQUE
SOTTERRANEE
Le acque sotterranee sono presenti nella zona in quantità consistenti, la direzione di flusso prevalente è
NNO-SSE, i livelli piezometrici compresi tra –3m e –4m, l’escursione media stagionale del livello di
falda da 1m a –1m.
TERRENI
La mggior parte del territorio di Mediglia è del tipo “pianura alluvionale”, l’area da bonificare è
caratterizzata da alluvioni sabbiose-ghiaiose, la litografia superficiale dell’area è prevalentemente
costituita da limi in alternanza.
ARIA
Dall’area non si sviluppano odori molesti anche in fase di movimentazione del terreno.
CONDIZIONI
STRUTTURALI
Le condizioni strutturali destano particolari preoccupazioni, a causa della forte vicinanza del letto del
fiume Lambro, all’area da bonificare.
Bollettino Ufficiale della Regione Lombardia
1127
Serie Ordinaria n. 12 – 15 marzo 2004
COMUNE DI MILANO
SIT: EX PORTO DI MARE
BREVE
PRESENTAZIONE
DEL SITO
Trattasi di una ex cava, ora riempita con rifiuti solidi urbani. Nel periodo finale della discarica, essa era
usata come deposito di materiale di demolizione per bonifica, con presenza di rifiuti industriali in
quantità e qualità sconosciuta
Area cavata e successivamente riempita 420.000 mq. di cui ex discarica 80.000 mq.
Area non riempita 170.000 mq.
VEDI SCHEMA DI IDENTIFICAZIONE
PRESENZA
ANTROPICA
Si trova nella periferia Sud-Est di Milano, attorniata da ferrovia lato est, parco lato ovest, lato nord
tangenziale, lato sud abitazioni (Chiaravalle).
La zona è circondata da aree fortemente urbanizzate nel Comune di Milano e San Donato.
E’previsto il riuso dell’area come parco pubblico.
ACQUE
SUPERFICIALI
Non esistono acque superficiali a contatto con la discarica.
ACQUE
SOTTERRANEE
I dati analitici confermano la contaminazione della falda, i rifiuti della discarica, sono parzialmente in
falda e la discarica non risulta impermeabilizzata sul fondo. E’ in posto, invece, una
impermeabilizzazione superficiale non effettuata secondo norme di buona tecnica attuale.
massiccia presenza di contaminanti che modificano in modo irreversibile le caratteristiche chimicofisiche ed organolettiche rendono l’acqua della falda inadatta alla potabilizzazione e comunque
pericolosa anche rispetto alla falda profonda situata a valle.
Andamento falda Nord-Ovest Sud-Est. Peggioramento per l’innalzamento della falda.
TERRENI
Non si dispone di dati sul grado di contaminazione dei terreni.
Si ricorda che la falda ha una soggiacenza tale da fare ipotizzare il contatto diretto dei rifiuti con il saturo.
ARIA
Impianto captazione bio-gas.
CONDIZIONI
STRUTTURALI
Non destano preoccupazioni poiché i rifiuti sono sotto il piano di
campagna.Non si prevedono altri fenomeni di subsidenza oltre a quelli verificati negli anni passati.
Bollettino Ufficiale della Regione Lombardia
1128
Serie Ordinaria n. 12 – 15 marzo 2004
COMUNE DI MONTICHIARI (BS)
SITO: BARATTI
BREVE
PRESENTAZIONE
DEL SITO
L’area in oggetto si trova in località Ponchioni alle propaggini occidentali del territorio Comunale, al
confine con il Comune di Ghedi. Si tratta della depressione di un ex cava di ghiaia con una profondità
media di circa 6 metri e una profondità massima di 6.8 metri, di forma rettangolare (130 per 160 metri),
attualmente colma solo per metà di rifiuti, già inserita nel Piano regionale di Bonifica delle aree
contaminate di cui alla d.g.r. 66818 dell’11 aprile 1995, con la classe A). I rifiuti ivi giacenti poggiano
direttamente sul fondo dell’ex cava e sono parzialmente ricoperti con uno strato di terreno di riporto, ma
localmente tutto’ora affiorano in superficie. Sull’area è in corso un piano di caratterizzazione condotto
dalla Soc. Vals. Eco S.r.l. che ha attestato la presenza di rsu, assimilabili, scorie, inerti e fumi
d’acciaieria. Dal punto di vista degli attuali strumenti urbanistici vigenti, metà dell’area è zona D4 –
Produttiva speciale (cave), mentre la rimanente porzione è zona E – Agricola Rurale-
PRESENZA
ANTROPICA
Verso Sud confina con le abitazioni civili della Fam. Baratti poste a circa 50 metri, altri agglomerati
edilizi sono in prossimità dell’area a 350 metri C.na Marilena verso Sud, la C.na San Giovanni a 300
metri ad Est e la C.na Franca a 450 metri verso Nord-Ovest. In fregio alla discarica vi è un allevamento
di suini.
Il centro abitato piu’ prossimo, del Comune di Montichiari, è la frazione Santellone che si trova a 2.500
metri ad Est, mentre l’abitato di Montichiari è ubicato a 6.000 metri nella stessa direzione.
ACQUE
SUPERFICIALI
L’area è ubicata tra il torrente Garza ed il fiume Chiese, il primo scorre con direzione Nord/Sud a circa
500 metri ad Ovest dell’area, all’interno di argininature; il secondo scorre sempre con la medesima
direzione a 6 Km ad Est.
Nell’area circostante il sito sono presenti 3 zone di affioramento della falda freatica costituite da
depressioni di cava, ancora in attività o dismesse; si hanno infatti il lago della Cava Belvedere a 500
metri a Nord/ovest, un laghetto per pesca sportiva a 1.200 metri a Nord/NordEst.
ACQUE
SOTTERRANEE
L’area è posta nell’alta pianura ghiaio-sabbiosa e la falda freatica lambisce il fondo cava. Sull’area sono
già stati istallati 4 piezometri di cui uno di monte e tre di valle in senso idrogeologico. Le analisi fino ad
ora condotte dal soggetto interessato e dall’ARPA (2000-2002) non hanno registrato superi di cui
all’allegato 1 del d.m. 471/99;
TERRENI
I terreni di copertura e di fondo sono stati indagati dal soggetto interessato nell’anno 2000 ed in
contraddittorio con l’ARPA nell’anno 2002.
In sintesi si ha:
Superficiali superi per PCB ordine 0.115 mg/kg, Idrocarburi C>12 ordine 629 mg/kg,
Fondo discarica superi per PCB ordine 0.005 mg/kg, Diossine e furani ordine 0.117 µg/kg ss TE,
Cadmio3.5 mg/kg, Rame 264 mg/kg, Zinco 344 mg/kg, Idrocarburi totali 249 mg/kg.
ARIA
Non vi sono elementi analitici attestanti rischi in tal senso o evidenze olfattive.
CONDIZIONI
STRUTTURALI
Bollettino Ufficiale della Regione Lombardia
1129
Serie Ordinaria n. 12 – 15 marzo 2004
COMUNE DI MONTIRONE (BS)
SITO: CAVA BONOMELLI
BREVE
PRESENTAZIONE
DEL SITO
Si tratta di una ex cava di sabbie e ghiaie che ha svolto la sua attività dagli anni 70 agli anni 90. Nel
1986, in seguito alle analisi svolte sull’acqua di un pozzo privato nelle adiacenze dell’area in oggetto, in
cui si è accertato l’inquinamento da cloruri, si sono svolti accertamenti sull’area di cava. Sulla base di
testimonianze e di un primo sopralluogo, si è verificata la presenza di scorie di fonderia dell’alluminio e
del ferro che sono state depositate sul lato ovest della cava. Su tali rifiuti è stata svolta anche una perizia
tecnica richiesta dalla Pretura di Brescia che ha confermato la natura del materiale sopra citato.
Nel 1986 il proprietario della cava presenta progetto di bonifica che ha previsto lo scorticamento del
terreno soprastante il rifiuto fino al raggiungimento del rifiuto stesso, al fine di posizionare un telo
impermeabile dello spessore di 3 mm al quale infine sovrapporre terreno vegetale in modo da ottenere a
piano campagna un prato con arbusti. La Provincia nel 1987 ha dato il nulla osta al progetto,
specificando che la bonifica proposta poteva considerarsi definitiva dopo un periodo di controllo delle
falde interessate e dei pozzi presenti nelle vicinanze; se tale controllo avesse dato evidenze del perdurare
della contaminazione si sarebbe dovuto procedere alla rimozione del rifiuto. I lavori di bonifica vengono
condotti nel 1987 e la Provincia attesta che sono conformi al progetto presentato.
L’attività di cava, nella restante porzione dell’area, è proseguita fino al 1993 circa ed attualmente devono
ancora essere ultimati i lavori di recupero ambientale.
PRESENZA
ANTROPICA
All’area si accede da una strada comunale e sul lato sud-ovest è adiacente alla linea ferroviaria BresciaParma. All’interno dell’area di cava, nella porzione sud, sono presenti dei fabbricati disabitati e
capannoni per gli attrezzi.
Inoltre sul lato sud, l’area confina con una proprietà privata in cui risiede una famiglia proprietaria del
pozzo la cui contaminazione ha dato il via agli accertamenti nell’area di cava.
ACQUE
SUPERFICIALI
Parte dell’ex cava è ora occupata da un laghetto come era previsto dal progetto di recupero ambientale
presentato dal proprietario nel 1991.
ACQUE
SOTTERRANEE
L’acquifero più superficiale ha uno spessore variabile fra i 20 e i 40m e contiene una falda che ha
soggiacenza media di 5-7 m, mentre l’unità sottostante è sede di limitate falde in pressione.
Nella zona esistono alcuni pozzi ad uso privato che raggiungono profondità di circa 15m e che nelle
analisi condotte nel 1986 sono risultati contaminati da cloruri (in particolare quelli posti a valle
idrogeologica della ex cava) e in seguito ad ordinanza sindacale sono stati dimessi. Nel 1993 sono state
condotte analisi sulle acque di pozzo in un intorno di 2 Km che hanno dato valori entro i limiti di legge
per le acque potabili, ma l’eventuale presenza di contaminanti nei pozzi dismessi non è più stata
verificata.
TERRENI
I terreni sono costituiti da litologie prevalentemente sabbioso-ghiaiose per i primi 40 m di spessore,
mentre a profondità maggiori sono prevalenti i limi sabbiosi e le argille.
Nel 1993 il Comune esegue analisi su campioni di terreno prelevati all’interno della ex cava e nei terreni
adiacenti e riscontra valori elevati di concentrazione per il piombo (745 mg/Kg) e il cadmio (29 mg/Kg)
nei campioni esterni all’area di ex cava.
ARIA
Nell’area non si avvertono odori sgradevoli.
CONDIZIONI
STRUTTURALI
Attualmente le condizioni della porzione di ex cava sottoposta a bonifica permettono di vedere
unicamente il ripristino ambientale successivo agli interventi di bonifica autorizzati, dai quali appare una
scarpata integra, inerbita e con arbusti.
Bollettino Ufficiale della Regione Lombardia
1130
Serie Ordinaria n. 12 – 15 marzo 2004
COMUNE DI MOZZANICA (BG)
SITO: CAVA – BERGAMINA, DITTA LUGO TRASPORTI
BREVE
PRESENTAZIONE
DEL SITO
L’area è ubicata territorio comunale di Mozzanica distante circa 700 metri nella zona periferica orientale
dell’abitato ed è sita in prossimità del fiume Serio L’accessibilità del sito avviene dalla S.S n° 11. La
discarica è stata ricavata da un ex cava di ghiaia e sabbia in cui affiora la falda formando uno specchio
lacustre.
In questa cava sono stati smaltiti dalla Ditta Lugo trasporti, scarti derivanti dalla lavorazione di isolanti
per l’edilizia, in lana di vetro, provenienti dalla Ditta Balzaretti e Modigliani di Caravaggio, inerti di
varia provenienza (scarti di demolizione e scarti di cava nonché bidoni di plastica, sacchi di polietilene,
blocchi di polistirolo.
L’area è ubicata nel parco naturale del fiume Serio ed è identificata dal piano di settore per le aree
degradate,inoltre, risulta vincolata dalla L. 431/1985 ed è definita dal P.R.G. area meritevole di vincolo e
salvaguardia paesaggistica e di rispetto di fiumi, canali e fontanili. I terreni circostanti al sito sono
utilizzati ad uso agricolo con coltivazione di cereali.
I rifiuti sono costantemente immersi in falda.In alcuni settori dell’area i rifiuti risultano coperti con inerti
di varia provenienza e da terreno di riporto.
Sono stati valutati spessori dell’ordine di 12-14 metri nell’area a terra e spessori di 6-12 metri nell’area a
lago.
Analisi effettuate nel 1992 si sono riscontrate concentrazioni elevate di boro sia come acido borico che
sotto la forma di tetraborato.
La superficie interessata è pari a 17000 m2 ( comprensivi sia della parte in acqua che dalla parte
asciutta della cava). Complessivamente si è stimata la presenza di 175.000 m3.di rifiuti.
E’ stato scandagliato il fondo del lago che risulta profondo circa sei metri. sul fondo è depositato una
spessore di lana di vetro e verosimilmente si riscontrano altri rifiuti non meglio identificati.
Si segnala, inoltre, che documentazioni agli atti nella discarica siano stati depositati fusti di dubbia
provenienza.
PRESENZA
ANTROPICA
Non risultano presenti insediamenti abitativi nelle immediate vicinanze dell’area. A nord, oltre la SS. n.
11 sono ubicati insediamenti industriali. Il centro abitato è posto a circa 600 metri ad ovest.
ACQUE
SUPERFICIALI
Ad est del sito, a circa 150 metri decorre il fiume Serio. Non risultano effetti di contaminazione alle
acque del fiume.
ACQUE
SOTTERRANEE
Come già indicato il materiale è a contatto con l’acqua. Sono stati realizzati piezometri a valle, del
laghetto di cava, rispetto al flusso nord-sud della falda, dove è stata accertata presenza di boro in
concentrazione (3.13 e 8,8 mg/l) e di ammoniaca.
Nel sottosuolo sono presente terreni sabbioso-limosi. In ogni caso è accertato il contatto diretto del
materiale con la falda.
TERRENI
L’intorno è costituito da terreni incolti o destinati a produzione di mais.
ARIA
Non è stata rintracciata documentazione relativa a segnalazione di molestie olfattive.
CONDIZIONI
STRUTTURALI
In alcuni settori dell’area i rifiuti risultano coperti con inerti di varia provenienza e da terreno di
riporto.Sono stati valutati spessori dell’ordine di 12-14 metri nell’area a terra e spessori di 6-12 metri
nell’area a lago.
Bollettino Ufficiale della Regione Lombardia
1131
Serie Ordinaria n. 12 – 15 marzo 2004
COMUNE DI MOZZATE (CO)
SITO:TORRENTE GRANDATE E FOSSO GRADALUSO
BREVE
PRESENTAZIONE
DEL SITO
L’area si trova tra i centri di Mozzate, Cislago, Gorla Maggiore, Gorla Minore, Riscalda e Marnate. Si tratta
di un’ampia superficie di terreni agricoli sulla quale gia da circa duecento anni avviene lo spagliamento dei
Torrenti Gradaluso e Fontanile di Tradate privi di emissari a valle delle località Sciaccona e C.na Visconte.
Se nel passato lo spagliamento non creava problemi poiché le acque dei due torrenti risultavano essere prive
di carichi inquinanti e i terreni sufficientemente permeabili per assorbire anche le piene dei corsi d’acqua e
con la presenza di numerose cave che facilitavano lo smaltimento delle stesse, attualmente le condizioni
sono notevolmente cambiate.
Infatti negli ultimi 30-40 anni le depressioni originate dall’intensa attività estrattiva sono diventate siti di
discariche controllate (Boschi Ramascioni, Vigna Nuova per esempio). Inoltre vi è stato un notevole
incremento delle unità abitative e industriali nell’area di alimentazione dei Torrenti e in particolare del
Torrente Gradaluso. Tale incremento ha tre effetti sostanziali sui corsi d’acqua:
1. Aumento delle superfici impermeabili e quindi delle portate.
2. Aumento del carico inquinante nei corsi d’acqua di carattere fognario.
3. Sottrazione di terreni alle aree di spagliamento.
Quindi l’area si spagliamento dei due Torrenti è andata via via inquinandosi con possibile pericolo per la
falda freatica sottostante e le maggiori portate hanno evidenziato forti pericoli di esondazione di aree
abitate.
PRESENZA
ANTROPICA
L’area non è attualmente abitata per un intorno di ca. 1 Km.
L’area è inoltre priva di strade di grande comunicazione ma sono presenti solo strade con scarsi transiti o
mulattiere.
ACQUE
SUPERFICIALI
L’inquinamento veniva provocato dallo spagliamento di due torrenti con carico inquinante rappresentato da
rifiuti urbani e assimilabili per effetto dell’immissione nei torrenti stessi di scarichi civili e industriali.
Attualmente esistono delle analisi dell’agosto 1997 delle acque superficiali che dimostrano che il carico
inquinante del Torrente Gradaluso era pressoché nullo (si allegano le analisi). Inoltre l’ASL di Tradate ha
prescritto un monitoraggio delle stesse acque in fase di esercizio delle strutture che si stanno realizzando
(vedi stato di fatto al settembre 2002)
FALDA
La falda freatica viene ad essere parzialmente alimentata dall’area di spagliamento. I livelli piezometrici
sono stati indicati essere a – 42 m da p.c. in possibile massimo rialzo fino a – 34 m da p.c. in conseguenza a
un generalizzato innalzamento delle falde. I dati più recenti (2002) in nostro possesso su numerosi pozzi
privati e piezometri di controllo delle discariche presenti ci danno valori intorno ai – 39 - 40 m da p.c.
Dalla stratigrafia dei pozzi è stato possibile ricostruire il sottosuolo dell’area che è così schematizzabile:
da 00.00 a ca. 12-15 m da p.c. ghiaie e sabbie predominanti
da 12-15 m a ca. 30 m da p.c. ghiaie e sabbie in strati decimetrici
da 30 m a ca. 40 m da p.c.
ghiaie con matrice limoso argillosa da abbondante a scarsa
oltre
argille ghiaiose
I pozzi ad uso idropotabile si trovano a distanze ragguardevoli dall’area di spagliamento e per la maggior
parte i più vicini sono idrogeologicamente a monte.
TERRENI
Non vi sono analisi, studi o perizie che evidenzino inquinamenti da scarichi urbani.
ARIA
Il sito non crea problematiche di emissioni in atmosfera o di odori
CONDIZIONI
STRUTTURALI E
STATO DI FATTO
AL SETTEMBRE
2002
Attualmente sono in fase di realizzazione alcuni lavori di messa in sicurezza da eventuali esondazione
attraverso vasca di laminazione del volume di ca. 300.000 m3 e pozzi perdenti a – 40 m ca. per quanto
riguarda il Fosso Gradaluso.
La situazione fognaria dei comuni limitrofi sembra non creare ulteriori inquinamenti ai corsi d’acqua
presenti sul territorio, infatti il Comune di Gorla Minore (VA) ha un sistema Fognario che si recapita presso
il Consorzio valle Olona, I comuni di Carbonate (CO), Tradate (VA), Locate Varesino Mozzate e Cislago
(CO) recapitano il loro sistema fognario presso il Consorzio Bozzente Bozzentino che riceve anche le acque
delle aree industriali. Si vedano inoltre le analisi chimiche effettuate nel 1997
Bollettino Ufficiale della Regione Lombardia
1132
Serie Ordinaria n. 12 – 15 marzo 2004
COMUNE DI OSSONA (MI)
SITO: DISCARICA MELME ACIDE VILLA SAN GIUSEPPE
BREVE
PRESENTAZIONE
DEL SITO
Il sito è costituito da due fosse di una ex cava di materiale inerte utilizzata per la realizzazione dell'autostrada
MI-TO, immediatamente a fianco della stessa, in corrispondenza del cavalcavia della Strada Provinciale 128
(a nord e a sud dello stesso). Tali fosse sono state successivamente utilizzate, in epoca non nota ma non oltre
i primi anni '80, come discarica abusiva di rifiuti di varia natura, urbani ed industriali, principalmente
costituti da melme acide derivanti presumibilmente da operazioni di rigenerazione di oli esausti. La
superficie complessiva dell'area è di circa 6.500 m2, ad esclusione di quella occupata dalla carreggiata sud
dell'autostrada MI-TO che delimita la fossa nord.
Il sito è stato interessato da varie attività di indagine con relative proposte di bonifica.
Secondo lo studio effettuato da Ecodeco nel 1988 il quantitativo di melme acide presenti nel sito è stimato pari a
circa 14.000 m3 per un peso di circa 17.000 t; i rifiuti di altra natura sono stimati intorno a 7.000-10.000 t.
Il terreno contaminato risulterebbe pari a circa 22.000 m3 per un peso di 38.000 t. Il volume complessivo
risulterebbe di circa 42.000 m3.
Secondo l'indagine svolta dalla Servizi Industriali nel 1990 il volume complessivo dei rifiuti presenti e del
terreno contaminato è stimato pari a circa 35.000 m3, suddivisi in 13.400 m3 nella zona nord e 21.500 m3
nella zona sud.
Sulla base degli studi sopra citati Lombardia Risorse ha indicato un quantitativo complessivo di rifiuti
presenti nel sito di circa 29.000 m3 di cui circa il 20% costituiti da melme acide.
A seguito di ulteriori indagini effettuate nel 1998 su incarico del Consorzio Alta Velocità Torino-Milano,
Golder ha stimato la presenza di circa 22.000 m3 di materiali estranei (melme, rifiuti e terreno contaminato)
per una profondità massima di 7,5 m nella fossa nord e di circa 30.000 m3 per una profondità massima di 9 m
nella fossa sud. Il volume complessivo risulta quindi di circa 52.000 m3. Tale dato, superiore ai valori sopra
indicati, è derivato dalla rilevata presenza di rifiuti in zone non indagate in precedenza.
Sia nella zona nord che nella zona sud sussistono limitate porzioni in cui sono tuttora affioranti le melme
acide. La rimanente area ricoperta di uno strato di terreno risulta interessata dalla crescita di vegetazione
spontanea e mostra in alcuni punti segni di assestamento (avvallamenti) e crescita stentata.
PRESENZA
ANTROPICA
Il sito è ubicato in zona agricola ove sono presenti diverse cascine, ai diretti margini dell'autostrada e della
strada provinciale. Gli insediamenti abitativi più vicini, ad eccezione di quelli presenti all'interno del sito
stesso (di seguito descritti), distano a circa 1 km.
Ai margini dell'area sud, sull'area di discarica, sono presenti due abitazioni unifamiliari oltre ad un canile,
quest'ultimo ubicato nelle immediate prossimità della zona di melme acide affioranti. Tutta l'area sud, ad
eccezione della zona di melme affioranti, risulta di proprietà privata ed è recintata in quanto tale. La zona di
melme acide è delimitata da ulteriore recinzione con cancello d'ingresso dalla proprietà del canile. La
proprietaria di quest'ultimo, in data 9 dicembre 2000, allo scopo di recuperare un cane che aveva scavalcato
la recinzione, è sprofondata nelle melme acide per circa 1 metro ed è stata soccorsa e liberata dai Vigili del
fuoco dopo due ore di permanenza nelle melme.
L'area nord risulta recintata ma accessibile in quanto il cancello si può facilmente aprire. Ad ovest dell'area
ed immediatamente confinante con questa è presente un campo nomadi con una dozzina di roulotte.
ACQUE
SUPERFICIALI
Non sono presenti corpi idrici superficiali.
Poco a sud della zona in esame la pianura lombarda è caratterizzata dalla presenza di fontanili che indicano
una emergenza naturale delle acque della falda superficiale.
Nella zona esistono unicamente canali di irrigazione alimentati da secondari del Villoresi.
ACQUE
SOTTERRANEE
L'area in oggetto è compresa nel sistema di depositi fluvio-glaciali appartenenti ai cicli wurmiani e rissiani,
costituiti da depositi di ghiaie e sabbia con in subordine limi e argille. Mancano stratigrafie specifiche
dell'area di cui trattasi, ma sulla base delle caratteristiche della zona, si possono distinguere litologicamente:
- una litozona prevalentemente ghiaioso-sabbiosa caratterizzata da permeabilità media;
- una litozona prevalentemente sabbiosa, sabbioso-limosa a permeabilità medio-bassa.
Non esistono separazioni nette fra le due litozone; la base dell'acquifero è intorno a 125 m dal p.c.
In base alle misure effettuate in sito nell'ottobre 1998, la falda è stata individuata ad una profondità di 5.8 m
dal p.c., corrispondente alla quota assoluta di 145.4 m s.l.m.; la direzione del flusso locale risulta diretta
verso sud. Tale direzione è stata confermata anche nel febbraio 1999, quando il livello piezometrico medio
risulta più basso (7.8 - 9m dal p.c.).
Il livello della falda è influenzato dalla presenza o meno di pratiche irrigue.
Il gradiente idraulico misurato in corrispondenza del sito è di circa lo 0,4%, cui corrisponde una velocità di
flusso apparente di 20 m/anno ed una velocità reale di circa 100 m/anno.
Dalle indagini effettuate nel 1988 (un piezometro a monte ed uno a valle) e nel 1990 (medesimi piezometri
più un ulteriore sito vicino all'autostrada) è risultata una lieve contaminazione dell'acqua sotterranea dovuta a
solfati, fenoli, TOC e rame.
I risultati delle indagini effettuate da Golder nel 1998 su cinque piezometri non hanno rilevato situazioni di
compromissione dell'acqua sotterranea ad eccezione dell'aumento di fitotossicità nei pozzi a valle del sito.
Nessuna misura è stata effettuata in contraddittorio con gli Enti di controllo.
Attualmente i piezometri non sono utilizzabili.
Si rileva la presenza di due pozzi ad uso agricolo a sud e sud-est del sito.
TERRENI
I rifiuti costituiti principalmente da melme acide sono stati sversati direttamente sul terreno causando la
contaminazione dello stesso.
Attualmente l'area risulta quasi interamente interessata dalla presenza di vegetazione spontanea
Bollettino Ufficiale della Regione Lombardia
1133
Serie Ordinaria n. 12 – 15 marzo 2004
COMUNE DI PADERNO FRANCIACORTA (BS)
SITO CAVE SORELLE VIANELLA
BREVE
PRESENTAZIONE
DEL SITO
Si tratta di un’ex cava di sabbie e ghiaie, poi utilizzata come discarica in cui sono stati smaltiti materiali
di diversa origine; si sono succedute diverse attività sull’area fra le quali lo stoccaggio di rifiuti speciali e
trattamento di rifiuti La profondità massima sotto il p.c. è di circa 10 m per una volumetria di rifiuto pari
a circa 60000mc.
Le sostanze ed i materiali di cui si conosce la presenza all’interno del sito sono: rifiuti solidi urbani,
materiali inerti da demolizioni e scavi, scarti di conceria, rottami metallici, bidoni metallici. In
particolare, in relazione alla presenza dei bidoni metallici, si sospetta che contengano PCB; in merito è
stata effettuata, su incarico del comune, un’indagine sia indiretta che diretta con il prelievo di due
campioni di terreno su uno dei quali si sono ricercati i PCB; l’analisi effettuata attesta un contenuto in
PCB inferiore ai 20 mg/Kg senza ulteriori determinazioni specifiche sulla concentrazione. Le stesse
analisi hanno evidenziato un elevato contenuto in metalli pesanti.
Nel corso delle indagini, all’interno di uno scavo eseguito, si è accertata la presenza di percolato.
PRESENZA
ANTROPICA
Il sito risulta attualmente occupato da tre case prefabbricate in cui vivono diverse famiglie; le persone
che vi dimorano sono circa 20. Il paese in cui si colloca l’area in oggetto conta circa 3000 abitanti. Il
contesto specifico in cui tale area è inserita è molto degradato in quanto confina sul lato nord con l’isola
ecologica del paese, sul lato nord-ovest ed ovest è presente un depuratore che scarica all’interno di una
ex- cava di sabbia e ghiaia dove si è formato un laghetto.
ACQUE
SUPERFICIALI
E’ presente un laghetto sul lato ovest del sito in cui scarica il depuratore limitrofo.
ACQUE
SOTTERRANEE
La prima falda si colloca ad una profondità di circa 50m ed è estremamente vulnerabile in relazione alle
litologie soprastanti (terreni sabbioso- ghiaiosi). Non sono stati eseguiti fino ad oggi accertamenti sulla
eventuale contaminazione delle acque e a valle idrogeologica rispetto al sito in oggetto sono ubicati due
pozzi dell’acquedotto. Relativamente a questi pozzi non si hanno elementi per definire la profondità dalla
quale attingono.
TERRENI
In superficie il terreno è stato recuperato ad area verde, mentre i terreni sottostanti sono principalmente
sabbioso- ghiaiosi.
ARIA
Si avverte un odore sgradevole, che è però attribuibile al depuratore limitrofo.
CONDIZIONI
STRUTTURALI
Non sono presenti strutture di contenimento.
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1134
Serie Ordinaria n. 12 – 15 marzo 2004
COMUNE DI PASSIRANO (BS)
SITO: DISCARICA VALLOSA
BREVE
PRESENTAZIONE
DEL SITO
Si tratta di una ex cava di sabbie e ghiaie che a partire dalla seconda metà degli anni sessanta è stata
utilizzata come discarica di rifiuti solidi urbani e rifiuti industriali; in particolare vi sono state conferite
peci di PCB provenienti dallo stabilimento “Caffaro” dal ’69 al ’75 al ritmo di 3/4 fusti alla settimana per
un totale stimato di 100-200 tonnellate. Sull’area sono state svolte diverse indagini conoscitive in tempi
successivi che hanno dimostrato la presenza delle tipologie di rifiuto prima descritte fino ad una
profondità di circa 10m dal piano campagna. Nelle indagini è emersa anche la presenza di percolato. Le
analisi svolte confermano la natura dei rifiuti per il contenuto in metalli pesanti e PCB.
Campioni superficiali di terreno prelevato nell’intorno dell’area della discarica per un raggio di circa
200m (quindi anche nei pressi delle cascine adiacenti), sono risultati in buona parte contaminati da PCB
(i valori di concentrazione variano fra circa 0.04 e 3.8 mg/Kg).
Il sito in questione è ricompreso nella proposta di perimetrazione del sito di interesse nazionale
“Brescia – Caffaro (aree industriali e relative discariche da bonificare)” Legge n° 179/02.
PRESENZA
ANTROPICA
All’area si accede mediante una strada sterrata comunale dalla strada che collega gli abitati di Passirano
ed Ospitaletto; gli insediamenti urbani più vicini sono rappresentati dalle cascine “Vallose” distanti in
linea d’aria 200m in direzione est, mentre in direzione sud, a circa 300m, è ubicata la cascina
“Casarotte”; nell’area di questa cascina si svolge anche l’allevamento di polli ricoverati in capannoni che
distano dall’area di discarica circa 200m. Il numero di persone che risiede nelle cascine citate è di circa
10-15 persone.
ACQUE
SUPERFICIALI
Nell’area intorno al sito in oggetto non ci sono corsi d’acqua superficiali
ACQUE
SOTTERRANEE
Dalle indagini svolte sono state individuate diverse falde nel sottosuolo; sono state individuate almeno
due falde sospese alla profondità di 10 e 23m. Entrambe sono sostenute da lenti discontinue di argilla e
quella più superficiale ha carattere stagionale, mentre la falda principale è contenuta nell’acquifero alla
profondità di circa 50m. Quest’ultimo acquifero è quello da cui attingono i pozzi della zona.
Sono state svolte analisi sulle acque dei pozzi in un raggio di 2-3000m e tutte risultano non contaminate
da PCB. Le acque della falda sospesa più superficiale si sono dimostrate contaminate e non si esclude la
migrazione del contaminante in relazione alla vulnerabilità dell’acquifero dal momento che le lenti di
materiale argilloso che sostengono le falde superficiali sono discontinue.
TERRENI
La successione dei terreni presenti nel sottosuolo è grossomodo riconducibile ad un’alternanza di
orizzonti sabbioso-ghiaiosi a cui si intercalano lenti di materiale argilloso-limoso discontinue.
ARIA
Non si avvertono odori sgradevoli.
CONDIZIONI
STRUTTURALI
L’area di ex discarica non è recintata e vi si può accedere da un campo limitrofo o direttamente dalla
strada sterrata oltrepassando una sbarra. Non si è a conoscenza di strutture di messa in sicurezza.
Bollettino Ufficiale della Regione Lombardia
1135
Serie Ordinaria n. 12 – 15 marzo 2004
COMUNE DI PIAN CAMUNO (BS)
SITO: EX FERRIERA PREDALVA
BREVE
PRESENTAZIONE
DEL SITO
Si tratta di un ex insediamento siderurgico che ha operato nel campo del recupero dei materiali di scarto
dell’industria siderurgica: scorie di acciaieria, terre di fonderia e loppe di altoforno. Tali materiali sono
stati utilizzati come rilevato per la lottizzazione delle aree adiacenti il deposito.
L’area è stata interessata da interventi di bonifica come da progetto presentato nel 1997 dalla ditta
“Centro Lombardo Recupero Industriale”, secondo cui si è proceduto, in un primo momento, alla
rimozione dei materiali interrati che sono quindi stati stoccati temporaneamente in un terreno limitrofo
all’area e successivamente conferito ad impianti autorizzati al riutilizzo (nella fattispecie cementerie).
Gli interventi di bonifica eseguiti sono stati certificati dalla Provincia con nota datata 31 ottobre 1997
(prot.n. 27275/97R).
Attualmente sull’area si svolge attività di lavorazioni metalliche (laminati) ed è stata mantenuta la
recinzione originaria del sito.
PRESENZA
ANTROPICA
L’area è ubicata ad una distanza di circa 150-200m dal centro abitato. Tutte le aree adiacenti sono
occupate da ditte e sul lato nord è ubicato un concessionario. Sul lato sud confina con un parco pubblico
di circa 3500 mq, mentre sul lato est con la linea ferroviaria e la strada statale sebina orientale. Il primo
nucleo residenziale si trova a circa 150m di distanza.
ACQUE
SUPERFICIALI
I corsi d’acqua superficiali scorrono ad una distanza di circa 300m. Ad una distanza di circa 1 Km ad
ovest scorre l’Oglio.
ACQUE
SOTTERRANEE
Nel territorio non sono presenti pozzi per l’acquedotto ad esclusione di un pozzo d’emergenza che si
trova ad una distanza di circa 5 km dal sito in questione. Non si hanno dati relativi ad eventuali pozzi ad
uso privato.
Dagli elementi raccolti non sono state eseguite analisi tese all’accertamento della contaminazione delle
acque sotterranee.
TERRENI
L’area si colloca in corrispondenza di depositi alluvionali e pertanto la stratigrafia dei terreni è data
principalmente da sabbie e ghiaie.
ARIA
Non si avvertono esalazioni sgradevoli.
CONDIZIONI
STRUTTURALI
Il capannone originario è stato mantenuto ed apparentemente è in buone condizioni.
Bollettino Ufficiale della Regione Lombardia
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Serie Ordinaria n. 12 – 15 marzo 2004
COMUNE DI POGNANO (BG)
SITO: LOC. CAVA ROVAROLO/FARCHEMIA – S.S. FRANCESCA
BREVE
PRESENTAZIONE
DEL SITO
L’area è ubicata nella media pianura bergamasca ed è inserita in una zona di recente espansione
produttiva dove operano aziende di piccola e media dimensione. Pertanto, le situazioni lamentate in
passato, quando dal 1981 gli Enti hanno affrontato il problema, oggi risultano completamente
modificate. Gli inconvenienti segnalati al tempo, dalle molestie olfattive alla presenza di fanghi
costituiti da morchie bituminose, sono stati affrontati nel tempo lasciando a tutt’oggi indefinita qualche
procedura tecnico-amministrativa per una definitiva chiusura della problematica. Per questo motivo in
coda alla scheda è stata riportata, in sintesi, la documentazione consultata. Attualmente parte dell’area è
adibita a piazzola ecologica per la raccolta dei rifiuti; la parte meridionale dell’area è costituita da
terreno incolto.
L’area contaminata risultava distinta in due appezzamenti: zona A 1350m2 e zona B 3398 m2. Il volume
complessivo del materiale contaminato era stato quantificato in 2700m3..
Analisi effettuate campioni di terreno hanno evidenziato presenza di cromo totale campioni medio L, N,
2906 mg/Kg, Pb 85 mg/Kg dicloro propano 150(?) xilolo700(?), campione medio H,I,T 4376 mg/Kg e
Pb 200 mg/Kg,dicloropropano 1667 (?), xilolo 40 (?). Altri campioni presentano tenori molto meno
accentuati degli stessi composti/elementi analizzati. Il cromo risulta essere sostanzialmente nella forma
trivalente.
PRESENZA
ANTROPICA
Presenza di capannoni industriali e case sparse.
ACQUE
SUPERFICIALI
Non sono presenti corpi idrici.
ACQUE
SOTTERRANEE
La falda è sub-affiorante, con profondità compresa fra 3-6 metri dal piano campagna. Non sono
disponibili analisi che permettano di classificare l’eventuale stato di contaminazione della falda.. L’area
presenta caratteristiche di elevata vulnerabilità della falda sia per la sua modesta soggiacenza sia per la
presenza di terreni ghiaioso-sabbiosi caratterizzati da buona permeabilità
TERRENI
Gli appezzamenti di terreno non occupati da insediamenti produttivi sono destinati a pratiche agricole. Il
sottosuolo risulta costituito nei primi dieci metri da terreni ghiaioso-sabbiosi con varia percentuale di
matrice limosa
ARIA
Erano segnalate emanazioni maleodoranti in prossimità dei rifiuti a suo tempo scaricati..
CONDIZIONI
STRUTTURALI
Attualmente l’area è parzialmente adibita a piazzola ecologica gestita dal comune di Pognano.
La superficie libera è costituita da terreno incolto
Bollettino Ufficiale della Regione Lombardia
1137
Serie Ordinaria n. 12 – 15 marzo 2004
COMUNE DI REDAVALLE (PV)
SITO: CAVA BAZZINI
BREVE
PRESENTAZIONE
DEL SITO
Il sito in questione, di proprietà privata, ha una superficie di circa 2700 mq e costituisce parte di un’ area
utilizzata in passato come cava di argilla nella quale sono stati successivamente depositati rifiuti di varia
tipologia, tra cui melme acide. Gli interventi di bonifica e messa in sicurezza già effettuati hanno
interessato solo una parte dell’ ex cava, di proprietà comunale (circa 8200 mq), nella quale erano state
riscontrate le maggiori criticità ambientali (rischio di contaminazione della falda).
Nella parte rimanente, per la cui messa in sicurezza viene chiesto il finanziamento della Regione
Lombardia, il rischio di contaminazione della falda è limitato in quanto i rifiuti interrati (circa 5500 mc),
poggiano su un substrato naturale argilloso a permeabilità quasi nulla.
PRESENZA
ANTROPICA
L’ area è ubicata in zona produttiva e confina con dei capannoni in cui sono svolte attività artigianali.
E’ inserita nell’area produttiva.
L’ accesso all’ area risulta vietato. Esiste una recinzione.
ACQUE
SUPERFICIALI
Non sono presenti corsi d’ acqua superficiale nelle vicinanze del sito.
ACQUE
SOTTERRANEE
La falda ha una soggiacenza di circa 5 m dal piano campagna. In seguito alle operazioni di bonifica e
messa in sicurezza dell’ area di proprietà comunale è stato effettuato il monitoraggio delle acque
sotterranee. Non è stata riscontrata contaminazione delle acque di falda.
TERRENI
Come detto sopra i rifiuti poggiano su un substrato naturale di argilla con permeabilità quasi nulla.
ARIA
Non si rilevano odori molesti attribuibili alla presenza dei rifiuti interrati.
CONDIZIONI
STRUTTURALI
L’ area risulta coperta da vegetazione spontanea. Non sono presenti strutture di contenimento dei rifiuti.
Bollettino Ufficiale della Regione Lombardia
1138
Serie Ordinaria n. 12 – 15 marzo 2004
COMUNE DI RHO (MI)
SITO: EX CAVA TERRAZZANO
BREVE
PRESENTAZIONE
DEL SITO
Trattasi di vecchia cava utilizzata come prestito di inerti per la costruzione dell'autostrada, ultimati i
lavori , la cava è stata abbandonata.
Attualmente è di proprietà comunale (delibera d'acquisto 347 del 28/09/78) di L'area della cava di 43.050
mq, non si presenta in modo omogeneo , è costituita da tre terrazzi , il più basso dei quali ( zona SUD )
con falda affiorante.
Il perimetro dell'area è interamente provvisto di recinzione con rete metallica e l'accesso è dotato di
chiusura con lucchetto.
La cavità in corrispondenza dell'accesso è stata riempita fino a piano campagna con rifiuti inerti.
Il sito è stato interessato , prima del 78 , da scarichi abusivi di rifiuti di origine industriale,
presumibilmente da morchie e melme derivanti da verniciatura e classificati come rifiuti tossici e nocivi
( referto PMIP Di Milano del 87) da rifiuti inerti e ingombranti.
Le indagini più recenti , dal 98 a tutt'oggi , effettuate per meglio caratterizzare l'area e conseguentemente
meglio indirizzare la richiesta di fondi alla Regione Lombardia , hanno prodotto una caratterizzazione
più particolareggiata del sito evidenziando la compromissione dell'area oggetto d'indagine e approvata in
sede di conferenza di servizio in data 31/05/02 prevedendo alcune indagini integrative.
Le indagini fin qui svolte hanno permesso di eseguire una valutazione media complessiva delle diverse
volumetrie dei rifiuti.
A questo scopo, i materiali individuati sono stati suddivisi in quattro categorie generali al cui interno
ricadono diverse tipologie di rifiuti del catalogo C.ER.: terreno di riporto , rifiuti solidi urbani ed
assimilabili , rifiuti da costruzioni e demolizioni e rifiuti industriali.
Possiamo ipotizzare una distribuzione dei rifiuti nel settore nord e centrale di questo tipo:
rifiuti industriali 21.700 mc
R.S.U 19.690 mc
terreno di riporto contaminato 25.920 mc
materiale da demolizione e costruzione 53.190 mc
Nel settore sud
rifiuti misti ad eccezione dei rifiuti industriali 22.000 mc
PRESENZA
ANTROPICA
L'area si ubica nel settore nord orientale del territorio Comunale , in località Terrazzano, si trova a circa
300 mt ad Ovest alla Tangenziale Ovest di Milano e a circa 30 metri Nord rispetto al Torrente Lura e al
Canale Villoresi.
Il P.R.G. (adottato l'8 Gennaio 1980 con delibera C.C. n.6 e successiva delibera C.C. n.501 del 20
Dicembre 1982 9) prevede che il lotto venga suddiviso in tre parti
- Zona di rispetto cimiteriale
- Zona a verde agricolo
- Viabilità di nuova previsione
L'area si trova in una zona non distante da insediamenti industriali circa 300 metri e da insediamenti
abitativi a meno di un chilometro
ACQUE
SUPERFICIALI
A circa 30 metri della zona sud dell'area si trova il Torrente Lura e il Canale Villoresi
Non esistono dati che possano indicare una possibile contaminazione del Torrente Lura e del Canale
Villoresi dovuta alla presenza della discarica
ACQUE
SOTTERRANEE
Il livello di soggiacenza della falda ,si attesta , per l'intero territorio comunale , a circa 10-15 metri dal
p.c.
IL sottosuolo dell'area di Rho può essere suddiviso in tre distinte unità idrogeologiche , falda superficiale
da 1 a 7 meri," acquifero tradizionale " (1 -2 falda) e acquifero profondo (3 falda).
Nello specifico, in base alla stratigrafia riferita al piezometro di valle 1, si evidenzia una falda
superficiale da 1- 7 metri (falda sospesa) ,separata dalla prima falda da un livello di circa 3 metri con
permeabilità 10 cm/sec. La prima falda ha uno spessore da 11 a 38.50 metri , al di sotto si rinvengono
esclusivamente terreni impermeabili.
Nel piezometro di monte risulta meno certa la presenza della falda sospesa così come nel piezometro di
valle 2 .
Le acque sotterranee al momento sembrano moderatamente interessate, i referti analitici hanno
evidenziato sul piezometro di valle 1 una contaminazione da manganese (66- 87 ncg/l )
Si è riscontrata una contaminazione da sostanze rilevabile al FID , espresse come n-esano 1200ncg/l sul
campione effettuato sulla falda affiorante presente nella zona sud area.
Sono in programma , per meglio caratterizzare e monitorare l'eventuale compromissione della falda,
delle altre indagini che prevedono la terebrazione di ulteriori piezometri in prossimità dei punti di
maggior contaminazione.
Bollettino Ufficiale della Regione Lombardia
1139
Serie Ordinaria n. 12 – 15 marzo 2004
TERRENI
Attualmente l'area risulta ricoperta da vegetazione e con falda affiorante nella zona sud .
Parte dei rifiuti classificati come tossici e nocivi contenuti in fusti sono stati depositati su telo
impermeabile nella zona adiacente all'ingresso e ricoperti con telo e terreno di riporto (1987)
Dalle varie indagini svolte ( gas interstiziali, indagini magnetometriche carotaggi / sondaggi con
prelievo campioni ) si è evidenziato la presenza di rifiuti distribuiti in diversi livelli a partire da circa 2m
di profondità fino al contatto con la superficie freatica.
I gas interstiziali( 1995) hanno permesso di evidenziare la presenza diffusa di composti volatili ( zona
nord e centrale), in prevalenza organoalogenati (Tetracloroetano)
Indagine magnetometrica ( 1987-2001-2002) ha evidenziato ( 1987) la possibile presenza di fusti
metallici nell'area adiacente a quella del primo ritrovamento ( zona nord)
L'indagine condotta nel 2001-2002 ha evidenziato, nella zona sud ,delle anomalie puntuali che hanno
trovato riscontro a vista durante la campagna (elettrodomestici, bombole , ciclomotori)
Nella zona centrale si sono individuate delle forti anomalie del campo magnetico. Successivamente sono
stati effettuati degli scavi rinvenendo dei rifiuti fino al contatto con la falda freatica con varie colorazioni
( verde ,blu, marrone ) frammisti a stoffa , plastica , vetro e metallo con forte odore di solvente
I sondaggi/ carotaggi(1987- 2000) effettuati hanno permesso di effettuare una prima classificazione dei
rifiuti come tossici-nocivi (referti PMIP 1987) dovuta alla presenza di estraibili in etere di petrolio 2,12%
,metalli pesanti e precisamente: Cd 4651mg/Kg, Cr 10.000mg/Kg, Cu 372mg/l, Pb 100mg/Kg Zn
1200mg/Kg ,composti organoclorurati, Metilencloruro 317ppb, 1,2 dicloroetano 80ppb ,tricloroetilene
32ppb , solventi aromatici, toluene 2,1 mg/l e solventi alifatici, butanolo 300mg/l e isobutanolo 85mg/l
La campagna effettuata nel 2000 ha evidenziato la presenza sull'area indagata di metalli pesanti : Cd 4,4
mg/kg, Cr totale 72 mg/Kg ,Zn 809 mg/Kg,Pb 288 mg/Kg ,Cu 48 mg/kg idrocarburi totali 3874 mg/Kg,
IPA sommatoria 97,33 mg/kg, solventi aromatici sommatoria 58,9 mg/kg e ha reso possibile una
indicativa distribuzione dei rifiuti anche se non uniformemente distribuita su tutta l'area in senso
verticale e precisamente, da 1-3 m ghiaia e ciotoli di matrice limosa- argillosa con plastica ,legno ,laterizi
e vetro da 3 -9 m rifiuti industriali di diversi colori con frammenti di plastica ,vetro e metallo con forte
odore di solventi.
ARIA
Nelle condizioni attuali non sono percepibili esalazioni maleodoranti essendo i rifiuti di origine
industriali interrati. In caso di rimozione degli stessi si avranno, vista la tipologia dei rifiuti forti
esalazioni fastidiose con possibile inquinamento dell'aria da composti volatili.
CONDIZIONI
STRUTTURALI
La maggior parte dei rifiuti sono interrati o comunque ricoperti da terreno di riporto e vegetazione
Esistono dei punti in cui si evidenzia la presenza di materiale fuori terra di inerte e RSU
Le indagini magnetometriche condotte rilevano la presenza di masse metalliche interrate che potrebbero
essere ormai compromesse
Bollettino Ufficiale della Regione Lombardia
1140
Serie Ordinaria n. 12 – 15 marzo 2004
COMUNE DI RHO (MI)
SITO: EX CHIMICA BIANCHI
BREVE
PRESENTAZIONE
DEL SITO
L’attività della società chimica Bianchi si è articolata, con variazioni di ragione sociale, dal 1907 sino al
1979. L’area dello stabilimento era suddivisa in due zone produttive, a Nord e a Sud del Fiume Olona,
collegate tra loro da un ponte. Dal punto di vista produttivo, la porzione Nord dello stabilimento era la
più importante, in essa erano attuate le principali produzioni. Le attività dello stabilimento iniziarono con
la produzione di inchiostri da stampa, destrine e colle derivate. In seguito ebbe inizio la sintesi di
coloranti azoici e allo zolfo per l’industria cotoniera (nero diretto e nero allo zolfo). Parallelamente o in
tempi diversi furono attuate le seguenti produzioni:
Composti inorganici (acido cloridrico, soda caustica, solfato, solfuro, solfito, bisolfito,
ipoclorito di sodio);
Intermedi della sintesi dei coloranti, derivati principalmente da benzene e naftalene;
Intermedi della sintesi dei coloranti azoici e allo zolfo (nitrobenzene, anilina, benzidina,
aminofenoli, diossinaftaline, acidi H, gamma e isogamma;
Carboni attivi a partire da gusci di mandorle;
Tensioattivi per uso domestico (Trim) – alchiralilsolfonati;
Perborato sodico;
Idrochinone per usi fotografici.
Dalle informazioni disponibili, nella porzione Sud dello stabilimento erano prodotti principalmente
carboni attivi, tensioattivi, perborato ed idrochinone.
La porzione Nord dell’area è stata in un recente passato (anni 90) sottoposta ad interventi di bonifica e
riedificata con capannoni industriali ed artigianali.
La porzione Sud è ad oggi ancora dimessa priva di impianti ed edifici ed è destinata per usi industriali,
artigianali e, parzialmente, ricreativi.
Per quanto riguarda le contaminazioni presenti si è in presenza di forte inquinamento delle acque di
prima falda ad opera di composti organoalogenati, con valori di concentrazione sino a 233.000 µg/l nella
zona Nord dello stabilimento e a ridosso del Fiume Olona. Tale contaminazione produce inoltre un
plume di contaminazione che si estende sino alle Centrali di Novara e Tonezza in Milano.
Attraverso campagne idrochimiche si è giunti alla identificazione dell’area di probabile focolaio di
origine della contaminazione da solventi clorurati nella falda. Lo stesso sarebbe individuato in una vasca
interrata contenente tetracloroetilene già bonificata negli anni 90 con isolamento del terreno sottostante
tramite esecuzione di diaframmi impermeabili attestati sul primo livello impermeabile di terreno.
Nell’area a Sud dell’Olona si è in presenza di terreni contaminati sino alla profondità certa di circa 3
metri da p.c., in particolare da metalli pesanti quali arsenico (max 970 mg/kg), piombo (max 19.000
mg/kg), cadmio (max 300 mg/kg), zinco (max 46.000 mg/kg), mercurio (max 74 mg/kg), rame (max
1100 mg/kg), manganese (max mg/kg). Nelle acque sotterranee i metalli si rinvengono entro il limite di
potabilità. Sempre nei terreni si sono rilevate modeste contaminazioni da idrocarburi totali (max 7700
mg/kg) e di solventi ( clorurati e aromatici, nitrobenzene val max 690 mg/kg). Ad oggi, nell’area Sud è
stata effettuata l’analisi di rischio con definizione dei limiti da adottare e sono stati quindi previsti degli
interventi di rimozione dei metri di terreno contaminato e successiva effettuazione di messa in sicurezza
permanente tramite capping dell’area, realizzazione di barriera idraulica per messa in sicurezza della
falda e bonifica delle aree ad uso ricreativo (area a standard comunale).
PRESENZA
ANTROPICA
Il sito in esame si colloca ai margini del Comune di Rho il quale conta circa 60.000 abitanti. La zona è
caratterizzata da intensa urbanizzazione sia residenziale che produttiva. A Nord l’area è delimitata dalla
presenza della ferrovia con stazione ferroviaria con accesso dalla parte opposta. La parte a Nord dello
stabilimento già riedificata è sede di varie attività produttive artigianali ed industriali, mentre la parte
Sud risulta ad oggi sgombra da edificazioni ed impianti e completamente recintata con cancello di
accesso chiuso.
ACQUE
SUPERFICIALI
L’area risulta tagliata in due dal corso del Fiume Olona. Lo stesso potrebbe avere una azione alimentante
la falda superficiale sospesa sorretta da un lente di limo posta intorno ai 8.00 m da p.c. e con livello
statico di circa 6.00 – 7.00 m da p.c.
Bollettino Ufficiale della Regione Lombardia
1141
Serie Ordinaria n. 12 – 15 marzo 2004
ACQUE
SOTTERRANEE
Nell’area Rhodense si possono distinguere quattro corpi acquiferi con caratteristiche idrogeologiche
differenti:
Falda sospesa: sorretta da una lente limosa posta intorno ai 8.00 – 10.00 m da p.c., spessa circa
0.50 m – 1.00 m ed estensione areale limitata alla sola area Rhodense;
Prima falda: sottostante alla precedente con base posta circa a 50 – 60 m da p.c. e contenuta in
sedimenti costituiti da ghiaie sabbie più meno grossolane;
Seconda falda: sottostante alla precedente con base circa a 120 m da p.c. contenuta in
sedimenti ghiaioso – sabbiosi a tratti presentanti cementazione (conglomerato);
Terza falda: sottostante alla precedente e contenuta in depositi Villafranchiani costituiti da
alternanze di argille grigie azzurre e livelli di modesta potenza di ghiaie e sabbie più o meno
grossolane.
Nel merito della vulnerabilità della falda si osserva che la separazione tra la falda sospesa e la prima
falda non può costituire una sufficiente protezione rispetto la diffusione degli inquinanti, in quanto
l’acquitardo costituito dalla lente limosa non presenta una estensione areale continua. Al contrario la
protezione della seconda falda è sufficientemente assicurata dalla presenza di un livello argilloso –
limoso, di discreta potenza, posizionato a circa 50.00 – 60.00 m da p.c. ed arealmente continuo.
L’andamento della superficie piezometrica della prima falda contaminata da solventi clorurati
provenienti dal sito in questione, mostra una direzione di flusso orientata NW – SE, con livelli statici
posti a circa 13.00 – 14.00 m da p.c.
A valle del sito rispetto il flusso di falda, sono presenti vari pozzi pubblici ad uso potabile e privati
captanti il primo acquifero e, dalle analisi chimiche e studi effettuati dalla Provincia di Milano, si è
potuto definire un pennacchio di contaminazione da Tricloroetilene (sostanza ritenuta rappresentativa di
tutto il fenomeno di inquinamento della falda) che presenta una estensione di circa 7.4 Km e fronte
massimo pari a 800 m. Tale pennacchio è stato definito, dalla Provincia di Milano, come “area ristretta”,
ovvero costituisce l’ipotesi minima di area soggiacente all’inquinamento generato nell’area della ex
Chimica Bianchi. Analisi accurate, sempre condotte dalla Provincia di Milano, dei differenti parametri in
gioco (variazione della morfologia piezometrica nel tempo e facies idrochimiche) hanno consentito di
definire un “area soggetta ad inquinamento” di medesima lunghezza della precedente, ricavata
dall’applicazione di un modello, ma con fronte molto più ampio (3 km di massima larghezza) per una
superficie di circa 18.5 km2.
TERRENI
La stratigrafia dei depositi alluvionali locali è caratterizzata dalla presenza di terreni ghiaioso – sabbiosi
sino a circa 8 metri di profondità, quota alla quale si ritrova una lente di limo argilloso di spessore
variabile tra gli 0.50 m ed il metro e presentante una continuità areale limitata ed irregolare.
Tale lente sorregge una falda sospesa.
L’unità più profonda, costituita da ghiaie e sabbie eterogenee intercalate a straterelli più o meno limoso –
argillosi, funge da serbatoio per la prima falda idrica sfruttabile, mentre uno strato prevalentemente
argilloso posto a profondità variabili tra i 50 m ed i 60 m da p.c., separa in maniera pressoché continua il
primo da secondo acquifero, anch’esso sfruttato in particolare a scopo potabile.
ARIA
Non si avvertono maleodorazioni nell’area in questione ne nella zona Nord che nella Sud. Ciò
nonostante nella redazione del progetto esecutivo di bonifica – dettagli tecnico – costruttivi dell’area
Sud, è stato previsto un sistema di captazione di eventuali vapori che dovessero sprigionarsi dal suolo,
costituito da tubazioni da portare in depressione e posizionate tra le fondazioni degli edifici adibiti a
capannoni e la geomembrana costituente il capping.
CONDIZIONI
STRUTTURALI
Le condizioni strutturali non presentano particolari problemi in quanto la zona Nord risulta
completamente riedificata recentemente, mentre la zona Sud si presenta completamente priva di impianti
ed edifici. Nella zona Sud sono ancora presenti le reti tecnologiche che verranno rimosse in fase di
bonifica e messa in sicurezza permanete.
Bollettino Ufficiale della Regione Lombardia
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Serie Ordinaria n. 12 – 15 marzo 2004
COMUNE DI SERMIDE (MN)
SITO: EX ZUCCHERIFICIO
BREVE
PRESENTAZIONE
DEL SITO
Ubicazione
L’area in oggetto, inquadrabile come un’area industriale dismessa, è ubicata nel comune di Sermide, in
via XXIV aprile, ed occupa un’ampia superficie a ridosso del centro abitato. Sul lato occidentale l’area
confina con campi utilizzati a scopo agricolo.
Le coordinate Gauss-Boaga sono le seguenti: X= 1680650, Y= 4986400.
Il Fiume Po dista meno di 200 m in direzione nord, separato dall’argine maestro che protegge l’intero
abitato.
L’insediamento si trova accanto alla S.P. 34, che collega Revere con Sermide, e alla S.P. 91 che, dopo il
ponte sul F. Po, prosegue in provincia di Verona.
Le quote del piano di campagna sono mediamente di 10 – 11 m s.l.m.
Il PRGC prevede per l’area in questione una destinazione d’uso di tipo artigianale-industriale.
Attività condotte sul sito
L’ex zuccherificio ha svolto attività di produzione di zucchero e alcool, a partire dalle barbabietole, fino
al 1982, anno in cui chiuse per fallimento; da allora lo stabilimento si presenta in stato di abbandono.
Lo stabilimento rimase chiuso per vertenze processuali dal 1982 al 1989, anno in cui gli impianti
vennero acquistati come ferro vecchio da alcune ditte, atte al recupero di tale materiale.
A causa delle attività legate allo smantellamento degli impianti, una grande quantità di amianto
(soprattutto crisotilo ed amosite) fu sparsa nei locali e nei piazzali antistanti lo stabilimento.
Il cantiere fu quindi messo sotto sequestro da parte delle autorità giudiziarie.
Lo stabilimento si presenta suddiviso in diversi fabbricati e capannoni, alcuni fortemente contaminati da
amianto ed altri in cui la contaminazione è per ora assente.
L’amianto si trova sia sulle coperture in matrice compatta, sotto forma di cemento-amianto, sia in
matrice friabile, in alcuni edifici, sotto forma di isolanti di macchinari, tubazioni ecc.
I pavimenti (ora non tutti) sono cosparsi di detriti di materiale vario, quali vetro, ferro ed inerti, oltre
naturalmente ai resti delle coibentazioni con amianto.
Attività di indagine e livelli di progettazione della bonifica
Verificata la presenza di fibre di amianto in notevoli quantità, sia nel materiale coibente che nei terreni
interni al sito, iniziò una lungo iter amministrativo finalizzato all’eliminazione dello stato di pericolo per
la salute pubblica, con un susseguirsi di atti amministrativi, opere di smantellamento e bonifica che
hanno coinvolto nel tempo diversi soggetti e società private; tali attività di bonifica si protraggono
ancora oggi:
• Nel 1989 il sindaco del Comune di Sermide emise una prima ordinanza di bonifica dell’area, rimasta
inevasa.
• Nel 1990 venne effettuata la bonifica del locale lieviteria.
• Nel 1992, attraverso finanziamenti pubblici, si provvide alla bonifica dei piazzali esterni.
• Nel 1994, a seguito di un’asta pubblica, l’insediamento venne acquistato dalla ditta Iseo S.p.a di
Modena.
• Nel 1995 si evidenziava ancora la presenza, sui piazzali esterni, di amianto.
• Nel 1997-1998 le aree esterne vennero ulteriormente bonificate.
• Nel luglio del 1998 l’insediamento fu trasferito dalla ditta I.S.E.O. S.p.a alla società House e Lot S.r.l.,
• Nel 1999 la nuova proprietà si occupò della realizzazione di un nuovo e più completo progetto di
bonifica (gennaio 2002), che ha interessato tutta l’area occupata dallo stabilimento.
Tale progetto prevede di procedere per fasi alla bonifica del complesso industriale: dapprima si
procederà alla bonifica degli edifici interessati dalla presenza di amianto in matrice friabile e compatta,
successivamente si procederà alla bonifica dei terreni nelle aree scoperte, rispetto ai quali la proprietà ha
già avviato la procedura di caratterizzazione ai sensi del DM. 471/99.
Attualmente, dopo l’approvazione del progetto in conferenza dei servizi, si sta procedendo
all’esecuzione dello stesso.
Estensione dell’area
La superficie occupata dall’insediamento è stimabile in circa 200.000 m2.
L’area interessata alla bonifica è di circa 20.000 – 25.000 metri quadrati, comprendenti le aree esterne ai
capannoni (già in parte bonificate) e diverse strutture di edifici e capannoni (circa una dozzina, alcuni dei
quali già bonificati).
Tipo di inquinamento
Come detto l’inquinamento è riconducibile alla presenza di amianto, sia in forma friabile che compatta.
La presenza di strutture che possono rilasciare continuamente fibre di amianto costituisce di fatto una
sorgente attiva di contaminazione che contribuisce all’inquinamento dei piazzali, già sottoposti ad
interventi di bonifica. Fin tanto che non sarà completamente rimossa la fonte di rilascio, è comunque
prevedibile che i piazzali e i terreni antistanti gli edifici saranno soggetti ad inquinamento.
Bollettino Ufficiale della Regione Lombardia
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Serie Ordinaria n. 12 – 15 marzo 2004
PRESENZA
ANTROPICA
Sull’area industriale dismessa non vi è la presenza di popolazione residente; trovandosi a ridosso del
centro abitato di Sermide, un comune che conta circa 6800 abitanti, numerosi cittadini risiedono
comunque nelle sue immediate vicinanze.
L’area è attualmente delimitata da una recinzione provvisoria, ma risulta comunque di facile accesso a
persone ed animali.
Non sono noti disturbi arrecati alla popolazione circostante dalla contaminazione riconducibile al sito.
Negli ultimi 10 anni sono state fornite informazioni alla popolazione, anche a mezzo stampa locale, in
merito al persistere di una situazione oggettivamente preoccupante legato ad un tipo di inquinante
dall’elevato impatto psicologico.
ACQUE
SUPERFICIALI
Il Fiume Po, che scorre meno di 200 m a nord del sito, rappresenta l’unico corso d’acqua che passa nelle
vicinanze dell’area. Esso è comunque separato dall’argine maestro.
Non sono note modificazioni organolettiche o inquinamenti del Fiume Po legati all’impatto del sito in
oggetto.
ACQUE
SOTTERRANEE
Il particolare tipo di inquinamento che interessa il sito (fibre di amianto) non coinvolge le acque
sotterranee, che pur sono presenti in maniera abbondante a poca profondità dal piano campagna (1 m
circa di soggiacenza)
TERRENI
In relazione al tipo particolare di inquinamento, che non si propaga in profondità nei terreni e non
subisce fenomeni di dissoluzione in acqua, si stima che l’area interessata da inquinamento si aggiri
intorno a 20-25.000 m2, per una profondità di pochi centimetri di spessore.
Nel 1995 la ditta Iseo stimava che la quantità totale di rifiuto contenente amianto, fosse compresa tra
600 e 900 m3, con una concentrazione di amianto intorno al 40%.
Parte di questo volume è comunque già stato oggetto di bonifica.
Livello attuale di inquinamento
Le analisi effettuate nel 1990 sui rifiuti sparsi al suolo dello zuccherificio (sia suolo esterno che
pavimenti interni) portarono a classificare tali rifiuti come tossico-nocivi, con concentrazioni di amianto
sempre superiore a 1000 mg/Kg nella frazione fine e spesso superiore a tale limite anche sul rifiuto tal
quale.
Attualmente si è in attesa dei risultati delle analisi sui campioni di terreno prelevati nei mesi scorsi
nell’ambito del Piano di Caratterizzazione.
ARIA
L’amianto non provoca alcun tipo di esalazione fastidiosa o maleodorante; l’unico inconveniente è
legato alle fibre che il vento può disperdere in tutte le direzioni, creando gravi danni alla salute pubblica
essendo l’amianto una sostanza cancerogena.
Le matrici friabili dovrebbero comunque trovarsi all’interno di determinati edifici (salvo cattiva gestione
dei materiali in corso di smantellamento), le cui aperture sono state sigillate; le tamponature messe a
protezione possono comunque risultare soggette a cedimenti, per cui non si possono escludere fenomeni
migratori verso l’esterno.
Livello attuale di inquinamento
Le ultime indagini, eseguite nel maggio del 2002 nell’ambito del piano di caratterizzazione ai sensi del
D.M. 471/99, effettuate mediante campionamento attivo su filtri per la successiva analisi in microscopia
elettronica (SEM), hanno certificato una concentrazione (C) di fibre di amianto in aria inferiore ai limiti
di legge (C<0,3 ff/L).
Non sono note segnalazioni di esalazioni maleodoranti provenienti dal sito in esame.
CONDIZIONI
STRUTTURALI
All’interno dell’area industriale dismessa sono presenti diversi edifici, la maggior parte dei quali sono
vuoti, in totale stato di abbandono.
Alcune strutture si presentano fatiscenti, con pericolo concreto di crolli, specialmente quelle fatte oggetto
dei lavori di smantellamento dei macchinari che hanno messo in pericolo la stabilità stessa delle strutture
(scale, muri, travi, ecc.).
Eventuali crolli di strutture possono prevedibilmente causare l’emissione incontrollata di fibre di amianto
che verrebbero conseguentemente aerodisperse.
Bollettino Ufficiale della Regione Lombardia
1144
Serie Ordinaria n. 12 – 15 marzo 2004
COMUNE DI SUZZARA (MN)
SITO: EX VIS
BREVE
PRESENTAZIONE
DEL SITO
Ubicazione
L’area in oggetto è ubicata in Comune di Suzzara (MN), circa 700 m a nord-ovest dalle prime abitazioni
del capoluogo. Nel raggio di 200 m dal sito sono presenti comunque delle abitazioni sparse, per lo più
cascine agricole.
Le coordinate Gauss-Boaga sono le seguenti: X= 1635925, Y= 4984950.
Il Fiume Po dista circa 2 Km in direzione ovest e circa 4 Km verso nord.
L’area è in fregio alla S.S. 62 “della Cisa” che collega Mantova a Parma, e si trova al margine di una
piccola zona artigianale in cui sono stati di recente realizzati nuovi insediamenti, proprio adiacenti al sito
contaminato.
Sul lato nord il sito in questione confina con campi utilizzati a scopo agricolo.
Le quote del piano di campagna sono mediamente di 17 – 18 m s.l.m. nell’area in esame e variano da 16
a 20 metri s.l.m. nell’area circostante.
Il PRGC prevede per l’area una destinazione d’uso di tipo artigianale-industriale.
Attività condotte sul sito
Sul sito in esame è stata insediata dal 1976 al 1984 (anno del fallimento) la ditta V.I.S. (Verniciatura
Industriale Suzzara); l’attività della ditta consisteva nella verniciatura di parti di veicoli industriali,
produzione tipo 31503 secondo la classificazione ISTAT.
L’attività della ditta prevedeva i seguenti cicli di lavorazione: grassaggio in vapore di tricloroetilene,
verniciatura a spruzzo in elettrostatico e cottura in forno statico.
Attività di indagine e livelli di progettazione della bonifica
In data 01/08/88 l’area veniva acquistata dal comune di Suzzara.
In data 26/05/89 veniva riscontrato, nel piazzale retrostante l’insediamento, la presenza di rifiuti stoccati
abusivamente e provenienti dal ciclo di lavorazione della stessa ditta V.I.S. s.n.c., consistenti in fusti di
vernici deteriorate e solidificate; venne inoltre riscontrata una buca contente accumuli di rifiuti di
svariate tipologie, il cui odore acre portò a pensare che vi fossero smaltiti composti chimici esausti
derivanti dai processi produttivi. Si ricostruì inoltre che i reflui delle fognature erano stati scaricati
direttamente nei livelli superficiali del suolo e si riscontrarono infine due vasche interrate, in cemento,
colme di fanghi.
Si procedette quindi alla asportazione e alla messa in sicurezza dei rifiuti contenuti nella buca, al
riempimento della stessa con materiale di riporto, allo smaltimento dei fanghi delle vasche interrate e dei
contenitori di plastica e metallo accatastati sull’area; dopo questi interventi di rimozione dei rifiuti
rimasero quindi in posto solo i terreni contaminati, e si avviarono pertanto le indagini per circoscrivere
l’inquinamento, sia nei terreni che nelle acque sotterranee.
Tale sito è stato indagato nel 1990 anche da Lombardia Risorse nell’ambito delle attività di censimento
delle aree industriali dismesse e nel 1992 fu presentato il rapporto tecnico per gli interventi di bonifica a
breve termine per il sito specifico.
Nel 1995 venne redatto per l’amministrazione comunale di Suzzara un progetto esecutivo di bonifica
ambientale dell’area, mai eseguito.
Nel 1997 furono smaltiti dei rifiuti speciali ancora presenti sull’area in esame.
Dopo l’entrata in vigore del D.M. 471/99, il Comune decise di affidare un incarico professionale per la
redazione di un piano di caratterizzazione; in data 21/11/2000 è stato presentato un piano di indagine,
approvato in Conferenza dei servizi in data 03/04/2001. Nel settembre 2001 si è proceduto
all’esecuzione dei sondaggi di terreno e ai campionamenti delle acque sotterranee, previsti dal piano di
indagine. I risultati analitici hanno portato alla stesura del piano di caratterizzazione, approvato in
Conferenza dei servizi in data 19/03/2002.
Attualmente si è in attesa del progetto preliminare di bonifica ai sensi del DM 471/99.
Estensione dell’area
L’area contaminata viene valutata in circa 300 mq per uno spessore di circa 2-4 metri.
Tipo di inquinamento
Nel corso delle varie indagini, che si sono susseguite nel tempo a supporto dei vari progetti di bonifica, si
è riscontrata nei terreni la presenza di trielina e altri solventi clorurati (metilcloroformio, percloroetilene,
dicloropropano), solventi aromatici (principalmente toluene e xilene) e metalli pesanti. Nelle acque
affiorate durante gli scavi, si riscontrarono principalmente solventi aromatici e solventi clorurati.
Bollettino Ufficiale della Regione Lombardia
1145
Serie Ordinaria n. 12 – 15 marzo 2004
PRESENZA
ANTROPICA
Attualmente sull’area artigianale dove si trova anche il sito “ex Vis” sono presenti dei capannoni artigianali;
l’area risulta quindi urbanizzata con presenza di sottoservizi.
Il sito contaminato risulta attualmente sgombro e a cielo aperto, delimitato da una recinzione provvisoria,
ma accessibile dal retro di alcuni edifici, nonché dal lato nord confinante con i campi.
Sull’area sono stati nel tempo accumulati indiscriminatamente dei rifiuti vari, per lo più terre di scavo e
inerti da demolizione, fatti rimuovere nel corso delle recenti indagini per la caratterizzazione del sito. E’
stata quindi fatta ripristinare una recinzione provvisoria ma stabile.
Sui terreni contaminati non vi è dunque la presenza di una popolazione residente, mentre sull’area
interessata dall’inquinamento delle acque sotterranee, più estesa, sono presenti degli insediamenti artigianali
in attività. Non sono noti disturbi arrecati alla popolazione residente o circostante dalla contaminazione
riconducibile al sito.
ACQUE
SUPERFICIALI
Il fiume Po, che scorre con un andamento da sud verso nord per poi piegare, dopo la confluenza del
fiume Oglio, in direzione ovest-est, è circondato da una vasta area golenale, protetta idraulicamente da un
doppio sistema argini che delimitano una golena aperta e una golena chiusa; non sono note esondazioni
al di fuori delle aree golenali.
Nell’area immediatamente circostante il sito non sono presenti altri corsi d’acqua significativi. Un canale
di scolo, denominato Dugale di Mezzo, scorre a sud dell’area esaminata a circa 300 m con andamento
SO-NE; il corso d’acqua sottopassa quindi la S.S. n. 62 della Cisa e prosegue in direzione NE con il
nome di Dugale di Sopra. Tale canale viene utilizzato anche a fini irrigui.
Adiacente all’area contaminata, lato nord, è presente un piccolo fossato utilizzato anch’esso a scopo
irriguo e di scolo delle acque meteoriche e di irrigazione.
Non sono note modificazioni organolettiche delle acque superficiali.
ACQUE
SOTTERRANEE
La successione litostratigrafia dell’area in esame si presenta abbastanza omogenea, con la presenza nei
primi strati del sottosuolo (fino a 5-6 m dal p.c.) di strati a bassa permeabilità, limoso-argillosi con
intercalazioni limo-sabbiose.
All’interno di questo primo strato, nonché nei terreni di riporto sistemati in sostituzione dei rifiuti
rimossi, si riscontra una certa circolazione di acqua di saturazione; tale acqua non è da considerarsi come
acqua di falda appartenente ad un acquifero vero e proprio ma come acqua circolante nel primo
sottosuolo, ad un livello sospeso rispetto alla falda sottostante; essa ha origine dalle precipitazioni
meteoriche, dalle acque irrigue e dalla drenanza verticale dal primo acquifero in pressione.
Il primo livello acquifero, di tipo confinato e in pressione, è presente in depositi sabbiosi posti tra 6 e 50
m circa di profondità dal p.c.; esso quindi risulterebbe, in condizioni indisturbate, poco vulnerabile
all’inquinamento da parte di sostanze idroveicolate dalla superficie. Le attività di sbancamento dei primi
strati del sottosuolo, per operare lo smaltimento abusivo dei rifiuti, hanno però portato ad una
modificazione delle condizioni naturali di confinamento, così che è possibile un certo interscambio
idrico, con un lento e continuo rilascio di sostanze contaminanti dalla zona contaminata verso il livello
acquifero sottostante.
I livelli statici misurati in tempi diversi evidenziano una quota della falda che va da 1,00 a circa 3,50
metri dal piano campagna.
Il flusso delle acque sotterranee risulta diretto da ovest verso est, in accordo con il flusso di tipo regionale
indotto dall’alimentazione del Fiume Po.
Gli acquiferi sottostanti al primo, utilizzati a scopi idropotabili, sono separati da strati di spessore
consistente (15-17 m) di materiali poco permeabili.
A valle dell’area contaminata, nelle immediate vicinanze, esistono numerosi pozzi privati utilizzati a
scopo domestico, nei quali non è stata rilevata contaminazione riconducibile al sito.
I pozzi di emungimento del pubblico acquedotto si trovano a monte, rispetto al flusso di falda, del sito in
esame e a distanza di sicurezza per quanto riguarda eventuali interferenze.
Livello attuale di inquinamento
Dalle ultime indagini, eseguite nel settembre del 2001 nell’ambito del piano di caratterizzazione ai sensi del
D.M. 471/99, ha accertato nelle acque di falda del primo acquifero, campionate attraverso piezometri, una
contaminazione da nichel (fino a 1309 µg/l), piombo (11.1 µg/l) e triclorometano (0.16 µg/l).
TERRENI
La rimozione, da parte di una ditta specializzata, dei rifiuti interrati nella buca, nonché di quelli posti
sull’area (cumuli, vasche di cemento, contenitori di plastica e metallo), ha pertanto eliminato le fonti
primarie di contaminazione. La buca utilizzata per lo smaltimento incontrollato dei rifiuti è stata
successivamente riempita con materiali di riporto. Attualmente rimane in posto solo il terreno
contaminato che rappresenta quindi una sorgente di contaminazione secondaria.
Livello attuale di inquinamento
Dalle ultime indagini, eseguite nel settembre del 2001 nell’ambito del piano di caratterizzazione ai sensi
del D.M. 471/99, ha accertato nei terreni la contaminazione da rame (Cu=1712 mg/Kg), ad una
profondità tra 3 e 4 m circa dal p.c.
ARIA
Attualmente non esiste il pericolo di esalazioni fastidiose o dannose in quanto tutte le fonti primarie di
inquinamento sono state rimosse.
Rimangono attive le eventualmente esalazioni da parte dei terreni e delle acque sotterranee.
Non sono note segnalazioni di odori maleodoranti provenienti dal sito in esame.
CONDIZIONI
STRUTTURALI
Allo stato attuale l’area si presenta sgombra, priva di strutture; pertanto non esistono pericoli di
cedimenti o crolli.
Bollettino Ufficiale della Regione Lombardia
1146
Serie Ordinaria n. 12 – 15 marzo 2004
COMUNE DI TRESCORE BALNEARIO (BG)
SITO: EX DITTA REPING
L’area è ubicata in territorio comunale di Trescore Balneario, al confine con il territorio di Gorlago, a
BREVE
PRESENTAZIONE DEL circa 400 metri a sud-est dal centro residenziale, in un area ad insediamenti misti produttivi e
residenziali.
SITO
Nel 1977 nel sito, in precedenza destinato allo stoccaggio di liquidi combustibili (non sono state
rintracciate dettagliate precisazioni), si richiede l’installazione e la relativa autorizzazione di un forno
inceneritore per residui di lavorazione alimentato con toluolo, metiletilchetone, acetato di etile, acetone
ed olio combustibile per ottenere temperature d’esercizio di circa 1500°C, (prot. n. 3816 del 2 sett.1977 –
Comune di Trescore Balneario).
Comunicazione pervenuta dal comune di Milano in data 13 sett 1977 precisa che la Reping tratterà rifiuti
provenienti dalla Pirelli Bicocca, sita in Viale Sarca (Mi). Tra i composti da trattare si segnalano 2-4
toluendiisocianato, 2-6 toluendiisocianato, polioli, cloruro di metilene, trialchilamina, sali di
dibutilstagno, 4-4diisocianato di difenilmetano. Accertamenti effettuati dalla Provincia di Bergamo in
data 29 marzo 1979, n.prot. 171 GC/af documentano la presenza di liquidi di varia natura (Vescicante
metionico...) provenienti dalla Bracco di Milano; rifiuti liquidi provenienti dalla Bayer Italia di Filago,
dalla Erregierre di S.Paolo d’Argon.
Il comune di Trescore B. dichiara la ditta industria insalubre di I classe. Ordinanza 11 giugno 1979.
In data 7 ottobre 1970 la Pretura di Grumello del Monte nei confronti di Omodei Paolo Fernando
(sentenza n.149, n.registro gen. 756/’79), dispone l’immediata distruzione dei rifiuti a mezzo della ditta
Ecolombardia.
In data 30 marzo 1981 la Provincia, con verbale di sopralluogo, contesta l’infrazione ai sensi dell’art.28
della L.R. n.94/’80, per la prosecuzione dell’attività di ritiro di reflui di lavorazioni.
Si susseguono varie corrispondenze tra Regione Lombardia, Provincia di Bergamo, comune di Trescore
B., per le attività di rimozione dei liquidi, dei serbatoi obsoleti, sino agli interventi atti a verificare
l’inquinamento del suolo e della falda verbale sopralluogo congiunto tra Comune di Trescore B.
Provincia di Bergamo, funzionari della ex USSL n.30 di Trescore B.
Nel 1994 viene realizzato un piezometro che evidenzia in falda presenza di isomeri di idrocarburi
alifatici: (C19-C28), 2,6-bis-(1,1-dimetiletil)-4-metilfenolo, miscele di xiloli, ftalati, (verbale di prelievo
USSL n.30 del 3 giugno 1994, certificato d’analisi dell’ex PMIP del 13 giugno 1994).
Nel 1997 vengono perforati altri due piezometri. Non sono stati rintracciati certificati d’analisi di acque
di falda prelevate dai due sondaggi.
PRESENZA
ANTROPICA
Esistono insediamenti abitativi nell’immediato intorno ed a confine con la ditta. I confinanti hanno
lamentato l’infiltrazione di liquidi maleodoranti nei box interrati, (Verbale USSL n. 30 del 11 ottobre
1993 prot. n. 16373).
ACQUE
SUPERFICIALI
Non vi sono corpi idrici superficiali nelle vicinanze.
ACQUE
SOTTERRANEE
La falda è attestata a circa 27 metri di profondità. Risulta contaminata dai prodotti elencati nella
descrizione iniziale. Non è stato realizzato uno studio atto a circoscrivere l’estensione della
contaminazione all’esterno della ditta..
Il sottosuolo è costituito da sedimenti caratterizzati da ghiaie, conglomerati variamente cementati,
matrici limoso argillose ed intervalli limoso-argillosi.
Non è stato effettuato uno studio idrogeologico di dettaglio per caratterizzare il sito. I dati disponibili
presso lo scrivente ufficio indicano il flusso idrico sotterraneo orientato da nord-ovest verso sud-est in
direzione di Gorlago.
TERRENI
L’intono è occupato da insediamenti produttivi e residenziali e solo qualche parcella di terreno, in
comune di Gorlago è soggetta a pratiche agricole.
Scavi effettuati nel terreno con braccio meccanico all’interno dell’area Reping con profondità di circa 4
metri evidenziano in qualche caso colorazioni anomale ed odori.Il PMIP non evidenzia contaminanti
(certificato 1 ottobre 1991 prot. n.552)
ARIA
Sono state evidenziate molestie olfattive che hanno comportato relazioni sia del Comune di Trescore B.,
della USSL n.30. e dei Vigili del Fuoco (verb. 4284 prot. n. 3860 del 11 agosto 1981).
CONDIZIONI
STRUTTURALI
Attualmente l’area sembra essere in disuso, forse utilizzata quale parcheggio di un autotreno. Non si
conoscono recenti sviluppi inerenti indagini sulla contaminazione successivi alle perforazioni degli
ultimi due piezometri avvenuta nel 1997. Non sono stati rintracciati certificati analitici relativi alla
qualità della falda a seguito della perforazione dei due piezometri.
Bollettino Ufficiale della Regione Lombardia
1147
Serie Ordinaria n. 12 – 15 marzo 2004
COMUNE DI TREZZO SULL’ADDA (MI)
SITO: DISCARICA FORNACE LATERIZI
BREVE
PRESENTAZIONE
DEL SITO
L’area è situata a occidente dell’abitato di Trezzo sull’Adda a circa 500 m a sud della Strada Provinciale
che conduce direttamente al centro del predetto paese e occupa una superficie complessiva di 21.600 m2.
Essa è individuata dall’estratto della mappa catastale al Fg 11 mapp.li n°68 (sup. 5.300 m2) e n°69 (sup.
16.300 m2).
A partire dagli anni ‘60 il sito in oggetto è stato sfruttato come cava per l’estrazione dell’argilla utilizzata
come materiale ausiliario per la produzione di laterizi nella vicina Fornace.
In tale area infatti sono ricorrenti sedimenti di origine fluvio-glaciale (Mindel), caratterizzati in
particolare dalla presenza nel sottosuolo di potenti spessori di sedimenti argillosi.
Attualmente la cava è ricoperta da uno strato di spessore approssimativamente metrico di fanghi
biodegradabili derivanti da fanghi di perforazione.
Quest’ultimi sono stati in passato utilizzati, previa autorizzazione regionale, nel processo di produzione
di laterizi miscelandoli all’impasto con le argille.
PRESENZA
ANTROPICA
La cava si trova a circa 2 km in linea d’aria dal centro di Trezzo sull’Adda. Attualmente in
corrispondenza del mappale n° 69 è presente un insediamento nomade permanente.
ACQUE
SUPERFICIALI
Dalla Carta Tecnica Regionale (scala 1:10000) si evince che l’idrografia superficiale in prossimità del
sito investigato è costituita principalmente da “cavi”. Questi risultano costantemente in secca tranne nel
periodo autunnale in concomitanza della stagione delle piogge. In particolare il cavo Settimo scorre da N
verso W – SW a pochi metri dalla cava in esame.
ACQUE
SOTTERRANEE
Poiché nell’area non sono presenti pozzi o piezometri al momento si utilizzano le informazioni derivanti
dal monitoraggio della cava di argilla posta ad un chilometro più a N di quella in esame. Nel sito in
corrispondenza dei primi metri di profondità si formano falde sospese la cui causa è riconducibile alla
presenza di orizzonti più permeabili sottoposti ad alimentazione idrica direttamente dalla superficie
attraverso le precipitazioni meteoriche
La soggiacenza della falda idrica nell’area è di circa 50 m.
TERRENI
Le analisi eseguite nell’anno 1986 su alcuni campioni di terreno evidenziano una contaminazione diffusa
da idrocarburi mentre solo in alcuni campioni si è riscontrata la presenza di metalli
ARIA
Non sono state rilevate emissioni fastidiose.
Bollettino Ufficiale della Regione Lombardia
1148
Serie Ordinaria n. 12 – 15 marzo 2004
COMUNE DI VALERA FRATTA (LO)
SITO: EX DISCARICA R.S.U. LOCALITÀ CASCINA SACCHELLA
BREVE
PRESENTAZIONE DEL
SITO
Si tratta di un’area sita in Comune di Valera Fratta e adibita, negli anni compresi tra il 1976 ed il 1983,
a discarica per R.S.U. I rifiuti venivano conferiti sfruttando le lanche abbandonate del fiume Lambro,
in origine altimetricamente inferiori al piano campagna circostante per una quota di circa 6-7 m. I
rifiuti venivano stoccati direttamente sul terreno, senza alcuna forma di compattazione e protezione,
per un quantitativo che nei documenti consultati è stato stimato in modo non univoco tra 200.000 e
500.000 tonnellate (quest’ultimo dato appare sovrastimato) ed uno spessore medio di circa 6-7 m.
L’area ha un’estensione di circa 8,5 Ha; la superficie interessata dal conferimento dei rifiuti è pari a
circa 7 Ha e risulta oggi complessivamente pianeggiante, allo stesso livello della pianura terrazzata
soprastante, ad eccezione di una porzione a sud-est, che si presenta ribassata a causa del mancato
riempimento con rifiuti.
Il sito – attualmente incolto - è delimitato a sud/sud-ovest dal fiume Lambro meridionale, ad ovest dal
cavo Roggiolo, a nord-est da una strada campestre e a sud/sud-est da campi coltivati.
La superficie della discarica presenta ampie zone di evidente sofferenza della vegetazione.
L’area è stata recentemente (1998) sottoposta a parziali interventi di messa in sicurezza, che hanno
riguardato in particolare il rinforzo ed il rimodellamento degli argini, nonché il livellamento della
superficie della discarica.
PRESENZA
ANTROPICA
Il sito è ubicato a 1.700 m circa dall’abitato di Valera Fratta, in direzione sud-ovest.
Le abitazioni più prossime sono rappresentate dalla Cascina Sacchella, posta a circa 500 m a sud-est
del sito; l’abitato di Torre d’Arese (PV), in sponda opposta del fiume Lambro, è posto a 300 m circa in
linea d’aria.
L’area non è recintata né presidiata e risulta liberamente accessibile.
ACQUE
SUPERFICIALI
L’area in esame è delimitata su 2 lati dal fiume Lambro e dal cavo Roggiolo. Per fronteggiare
fenomeni erosivi dovuti sia al dilavamento delle acque meteoriche scolanti dalla copertura della
discarica verso i corsi d’acqua, sia all’azione del fiume Lambro, nel corso del 1998 sono stati effettuati
lavori di difesa spondale e formazione di adeguate scarpate.
Le analisi eseguite nel 1995 hanno evidenziato:
− una modesta qualità delle acque del Fiume Lambro, con variazioni di concentrazione dei
parametri ricercati, tra le posizioni di monte e di valle, di entità limitate e spesso non univoche;
− variazioni di concentrazione delle acque del Cavo Roggiolo non significative, tra i campioni
prelevati a monte e quelli a valle, per la maggior parte dei parametri, con modesti incrementi di
concentrazione della sola ammoniaca (e parzialmente cloruri).
ACQUE SOTTERRANEE Nel corso del 1995 tecnici incaricati dal Comune di Valera Fratta hanno effettuato indagini
idrogeologiche sull’area, dalle quali è risultato che:
− la falda più superficiale è posta ad una profondità di circa 7-8 m dal piano campagna,
parzialmente a contatto con la massa dei rifiuti
− uno strato limoso-argilloso con permeabilità 10-4 – 10-5 cm/s e spessore di circa 2 m garantirebbe
la separazione tra la falda più superficiale e quella sottostante
− sussisterebbe una condizione di interscambio tra prima falda e fiume Lambro, in connessione
con i periodi di magra e di piena del fiume
− nella porzione di area più depressa in lato sud-est si è riscontrata l’emergenza della falda freatica;
tale situazione, non è stata accertata nel corso del sopralluogo del 3 ottobre 2002, anche a causa
della folta vegetazione presente.
Nell’area e nelle immediate adiacenze sono presenti 5 piezometri profondi da 13 a 20 m, sui quali
sono stati effettuati nel 1995 campionamenti di acque di falda. Si sono evidenziati importanti
fenomeni di contaminazione delle acque campionate dal piezometro a valle della discarica e fenestrato
in prima falda (in particolare per i parametri fenoli, cloruri, COD, TOC, ammoniaca), più modesti
negli altri piezometri.
L’analisi eseguita sulla qualità dell’acqua prelevata nell’area depressa mostra elevate concentrazioni
di sostanze riconducili ad infiltrazioni di percolato dalla discarica (COD, BOD5, cloruri, conducibilità
elettrica, ammoniaca e nitriti) nonché di solventi clorurati (cloroformio e tetracloruro di carbonio), che
gli estensori degli studi di indagine hanno ritenuto di poter attribuire allo sversamento di inquinanti da
fusti e materiali vari rinvenuti sulla medesima area.
In riferimento all’impatto qualitativo determinato cessione di sostanze contaminanti (accertata nel
corso del 1995 e probabilmente ancora in corso) da parte dell’ammasso di rifiuti verso il sistema
idrico, rilevata la funzione normalmente drenante del corso d’acqua principale (F. Lambro) nei
confronti della falda più superficiale, a contatto con i rifiuti, si può affermare che lo stesso F. Lambro
sia da considerare l’unico bersaglio degli effetti alteranti, anche tramite l’affluente che in esso si
scarica immediatamente a valle del percorso confinante con l’ammasso.
Nel raggio di 200 m non vi sono pozzi ad uso potabile; il punto di captazione più vicino è posto presso
la Cascina Sacchella, a circa 500 m dalla ex discarica, esternamente (in posizione laterale) all’area di
influenza del flusso delle acque sotterranee provenienti dal sito.
Bollettino Ufficiale della Regione Lombardia
1149
Serie Ordinaria n. 12 – 15 marzo 2004
TERRENI
Le stratigrafie realizzate nel 1995 mostrano l’esistenza di uno strato di copertura dei rifiuti costituito
da sabbie – sabbie limose, con spessori variabili da 0,10 a 2 m circa, uno spessore di rifiuti di circa 6-7
m e sottostanti livelli sabbiosi e sabbioso-limosi. A 10 m dal piano campagna è presente un livello
limoso-argilloso di spessore sino a 2 m.
Nel corso dei lavori di impermeabilizzazione e consolidamento degli argini eseguiti nel 1998, è stata
effettuata anche una livellazione della superficie dell’area di stoccaggio dei rifiuti, utilizzando i terreni
di copertura esistenti in loco, anche se con materiali non particolarmente impermeabili (10-4 cm/s).
ARIA
Le ultime indagini disponibili risalgono al 1995 e non hanno evidenziato la presenza di rilevanti
emissioni; il biogas monitorato mediante 21 pozzetti ha mostrato cospicue concentrazioni di metano e
portate modeste.
Le indagini del 1995 mostrano la presenza di metano aerodisperso in concentrazioni superiori, anche
se non di molto, alla normale presenza di metano atmosferico in zone rurali.
Allo stato attuale, non si segnalano emissioni maleodoranti nel territorio circostante la discarica.
CONDIZIONI
STRUTTURALI
Sono state sinora realizzate le seguenti opere di messa in sicurezza:
− difesa spondale con materiale lapideo
− risagomatura delle scarpate
− impermeabilizzazione di tutto il nuovo argine lungo il fiume Lambro ed il cavo Roggiolo con
strato in argilla (spessore medio 50 cm) e telo bentonitico ricoperto da terra di coltivo, fino al
culmine della scarpata
− predisposizione di rete di tubazioni (dalla sommità al piede della scarpata) per il previsto
convogliamento nel fiume Lambro delle acque meteoriche provenienti dalla superficie sommitale
della discarica
− livellazione della superficie dell’area di stoccaggio dei rifiuti, utilizzando i terreni di copertura
esistenti in loco (permeabilità 10-4 cm/s).
In corrispondenza della porzione più depressa in lato sud-est della ex-discarica non risulta siano stati
effettuati interventi di risagomatura e livellamento. Nella stessa area, nel corso del sopralluogo sono
stati rinvenuti cumuli di letame presumibilmente proveniente da lettiera e tracce evidenti della
combustione di rifiuti.
Le indagini del 1995 hanno evidenziato – tramite gli stessi pozzetti realizzati per il monitoraggio del
biogas - la presenza di percolato caratterizzato da un sensibile contenuto di sostanza organica, cloruri,
ammoniaca, zinco, piombo e – in misura minore – mercurio. Le indagini radiometriche non hanno
evidenziato rischi connessi alla presenza di isotopi radioattivi.
Bollettino Ufficiale della Regione Lombardia
1150
Serie Ordinaria n. 12 – 15 marzo 2004
COMUNE DI ZANICA (BG)
SITO: CAVA – DISCARICA CUTTER, LOC. C.NA CUCCO
BREVE
PRESENTAZIONE
DEL SITO
L’area è ubicata all’estremo nord-est del territorio di Zanica a circa 2 Km dal centro abitato e ad un Km
da quello di Grassobbio. La cascina Cucco è posta a 250 metri a nord-ovest dell’area. Il sito è posto al
confine tra i comuni di Orio al Serio e Grassobbio ed il perimetro nord ed est sono rispettivamente
definiti dalla strada di collegamento Zanica - Grassobbio-Areoporto di Orio al Serio e dalla strada Orio
al Serio- Zanica Loc. Padergnone. Le due vie delimitano i confini di Zanica con Orio al Serio, lato nord,
e Grassobbio, lato est. e ne separano le attigue aree industriali di recente sviluppo.
PRESENZA
ANTROPICA
Presenza di insediamenti produttivi e commerciali insediati nei territori comunali di Grassobbio e di Orio
al Serio. Vie di comunicazione ad elevata frequentazione.
ACQUE
SUPERFICIALI
Decorre, parallelamente alla strada Orio al Serio-Zanica/Padergnone, una roggia che non risulta
coinvolta da rilasci del materiale presente nel sito.
ACQUE
SOTTERRANEE
E’ segnalata la presenza di una falda sospesa, saltuariamente alimentata, posta a circa 20 metri di
profondità e in collegamento con la falda sfruttata dai pozzi posta alla profondità di circa 50 metri dal
p.c. (Relazione geologica prof. Marchetti – Pavia, 1987). Non risulta disponibile uno studio appropriato
sull’eventuale contaminazione della falda sfruttata dai pozzi che sono utilizzati dalle attività industriali
attigue, poste nel comune di Grassobbio, che si trovano a valle del sito in senso idrogeologico. Il
sottosuolo risulta costituito da sedimenti grossolani con locali arricchimenti in matrice fine (ghiaieconglomerati, con presenza di sabbie e limi). Esiste documentazione relativa all’inquinamento del pozzo
della ditta ERCA spa in Grassobbio, dove sono segnalate acque di falda, attinta da oltre 50 metri di
profondità, in cui sono state evidenziate colorazioni violacee, COD, Solfati, Cloruri in concentrazioni
superiori rispetto ai valori medi riscontrati in altri pozzi della zona. Tuttavia, sopralluoghi eseguiti dai
Vigili di Grassobbio e dal PMIP di Bergamo, non hanno riscontrato rapporti di causa-effetto con il sito in
oggetto.
TERRENI
La depressione del sito è stata ricavata, in passato, dall’ escavazione di ghiaia. L’avvallamento utilizzato
per lo sversamento di “melme acide” e bidoni contenenti rifiuti di cui non è stata rintracciata
documentazione analitica, costituisce una depressione di metri 30 x 50 compresa in un’area più ampia
già colmata da RSU e riprofilata con terreno di riporto, che è stata destinata ad uso agricolo. Dati
analitici desunti dal certificato d’analisi prodotto dall’L.P.I.P. della Provincia di Bergamo nel 1979,
fanno ritenere che le melme fossero costituite da peci bituminose.
ARIA
Non è stata rintracciata documentazione relativa a segnalazione di molestie olfattive.
CONDIZIONI
STRUTTURALI
Nel sito sono stati realizzati 3 sondaggi geognostici alla profondità di 20 metri dal p.c. che confermano la
presenza di una litologia ad elevata permeabilità, sopra descritta. Non è stata riscontrata presenza di falde
sospese ben alimentate. Sono state rintracciate melme sino a profondità di 7- 9 metri dal p.c.. Dati
analitici relativi alle melme, effettuati nel 1985 dalla Ditta Ecodeco, hanno accertato la presenza di
cromo (non precisato se III o VI)36,7 ppm, Cd 2,76ppm, Ni 35,3 ppm, Pb 551 ppm, Cu 77,2 ppm, Zn
1000 ppm.
Bollettino Ufficiale della Regione Lombardia
1151
Serie Ordinaria n. 12 – 15 marzo 2004
COMUNE DI ZIBIDO SAN GIACOMO (MI)
SITO: EX CAVA CENTO PERTICHE
BREVE
PRESENTAZIONE
DEL SITO
Il sito oggetto dell’intervento è posto nel Comune di Zibido San Giacomo in località Cascina Cento
Pertiche, su un’area di 11000 mq. di estensione. Si tratta di un’area di cava per l’estrazione di materiali
ghiaiosi, successivamente utilizzata come discarica di rifiuti di origine industriale (in quantità rilevante
scarti di cartiera), rifiuti solidi urbani e inerti, per un volume complessivo di riempimento pari a ca.
70000 mc. E’ stata accertata in particolare la presenza di metalli pesanti (piombo, mercurio, cadmio,
alluminio, nichel)
PRESENZA
ANTROPICA
Il paese in cui è ubicata l’area conta circa 4000 abitanti; l’area, classificata dal P.R.G. vigente come zona
ad uso agricolo, confina a sud con un’area industriale, a est è servita dall’autostrada MI-GE, a sud dalla
strada provinciale che attraversa il Comune e lo collega a Prezzano sul Naviglio. Nell’intorno dell’area
sono inoltre presenti alcune case agricole ed il centro abitato è a circa 600 m.
ACQUE
SUPERFICIALI
L’area dell’ex cava Cento Pertiche è caratterizzata dalla presenza di fontanili e cavi stagionali che si
formano con l’aumento delle precipitazioni. Sul confine a ovest dell’area è presente la testa del fontanile
Codenazza, a sud corre sul confine dell’area sia il fontanile Codenazza che il cavo Moirago, a nord si
trova un laghetto per la pesca sportiva.
ACQUE
SOTTERRANEE
Presso l’area sono stati realizzati n.3 piezometri, mentre a valle viene utilizzato come pozzo spia un
pozzo pubblico in via Pascoli; la soggiacenza e di 1:2 metri dal piano campagna e la direzione di
deflusso principale della falda è NW-SE con gradiente idraulico inferiore allo 0.2%; le fluttuazioni
piezometriche stagionali risultano dell’ordine di 50-60 cm
TERRENI
Le stratigrafie dei piezometri realizzati nell’area indicano la presenza, fino ad una profondità di 15-17 m,
di terreni incoerenti, sabbiosi, sabbiosi ghiaiosi e ghiaiosi, con una locale intercalazione argillosa-limosa
di esiguo spessore (1 m.) a profondità variabile da 10 m. a 13 m.
ARIA
L’area non è causa di emissione di odori molesti in alcuna condizione climatica stagionale.
CONDIZIONI
STRUTTURALI
Il sito risulta in parte recintato verso la strada e ciò permette ancora oggi il deposito non controllato di
rifiuti.
Bollettino Ufficiale della Regione Lombardia
– 1152 –
[BUR2004012]
D.c.r. 17 febbraio 2004 - n. VII/961
Programma pluriennale 2004/2006 ai sensi dell’art. 22
della l.r. 14 dicembre 1985, n. 81 «Norme in materia di
biblioteche ed archivi di enti locali o di interesse locale»
Presidenza del Presidente Fontana
IL CONSIGLIO REGIONALE DELLA LOMBARDIA
Vista la l.r. 14 dicembre 1985, n. 81 «Norme in materia di
biblioteche ed archivi storici di enti locali o di interesse locale»;
Premesso che il terzo comma dell’art. 22 della succitata legge regionale demanda al Consiglio regionale l’approvazione
del Programma pluriennale relativo allo sviluppo dei sistemi
bibliotecari e delle biblioteche di enti locali, nonché delle biblioteche di interesse locale e degli archivi storici di pertinenza degli enti locali;
Richiamati:
– il Programma Regionale di Sviluppo, approvato con
d.c.r. 10 ottobre 2000, n. VII/39, ed in particolare l’obiettivo
specifico 4.1.4 «Sviluppo, riqualificazione e coordinamento
delle reti e dei sistemi bibliotecari e museali, ed elaborazioni
di linee guida, di standard e di modelli innovativi di gestione»;
– il DPEFR 2004/2006 contenente l’obiettivo specifico aggiornato 4.1.4 «Sviluppo e qualificazione dei sistemi bibliotecari, dei sistemi museali e integrazione dei servizi culturali»;
Vista la proposta della Giunta regionale approvata con deliberazione n. 7/15940 del 30 dicembre 2003;
Ritenuto che il predetto programma è stato formulato in
conformità al combinato disposto degli artt. 22 e 23 della succitata l.r. 81/85;
Sentita la relazione della VII Commissione consiliare «Cultura, Formazione professionale, Commercio, Sport e Informazione»;
Con votazione palese, per alzata di mano:
Delibera
1) di approvare il Programma regionale pluriennale
2004/2006 di cui all’allegato A che fa parte integrante della
presente deliberazione;
2) di far riferimento per i finanziamenti di cui alle lett. b)
e c) dell’art. 22 della l.r. n. 81/85 alle previsioni finanziarie del
bilancio pluriennale 2004/2006 rimandando l’individuazione
effettiva delle disponibilità finanziarie dei singoli anni a
quanto finanziariamente previsto nei corrispondenti singoli
bilanci annuali.
Il presidente: Attilio Fontana
I consiglieri segretari:
Luciano Valaguzza – Giuseppe Adamoli
Il segretario dell’assemblea consiliare:
Maria Emilia Paltrinieri
——— • ———
ALLEGATO A
PROGRAMMA PLURIENNALE REGIONALE 2004-2006
Premessa
Come previsto dall’art. 4, lettera c) della l.r. 81/85, la Regione è tenuta a formulare e approvare il Programma regionale
pluriennale e successivamente il piano annuale di attuazione.
Il presente Programma, in un’ottica di continuità con i precedenti programmi, si pone l’obiettivo di potenziare e consolidare i risultati conseguiti dalla rete bibliotecaria lombarda,
di facilitare e favorire l’accesso di tutti i cittadini alle risorse
documentarie della biblioteca e di promuovere l’offerta di
nuovi servizi in sintonia con i bisogni informativi della società contemporanea.
La Regione, soggetto coordinatore dell’organizzazione bibliotecaria – in una logica di sussidiarietà e di collaborazione
con tutti i soggetti coinvolti – incentiva e promuove tutte le
attività finalizzate allo sviluppo della pubblica lettura e all’accesso all’informazione. Per conseguire questo risultato, ispira
la propria azione ai principi enunciati dal Manifesto UNESCO
sulle biblioteche pubbliche (1) e recepisce le indicazioni di organismi nazionali e internazionali preposti ad emanare linee
guida per il funzionamento degli istituti bibliotecari quali, ad
esempio, l’IFLA (International Federation of Library Associations and Institutions).
L’iniziativa regionale, considerata nel suo insieme, si pre-
Serie Ordinaria - N. 12 - 15 marzo 2004
figge – come previsto dalla normativa in materia – di perseguire i seguenti risultati:
– attuazione di una rete integrata regionale di strutture e
di servizi bibliotecari e documentari;
– coordinamento dei servizi bibliotecari con le altre istituzioni culturali, pubbliche e private, operanti sul territorio
con particolare riferimento alle risorse bibliografiche,
professionali e tecniche;
– acquisizione, conservazione, tutela, valorizzazione e pubblica fruizione dei beni librari e documentari;
– realizzazione di sistemi informativi coordinati che favoriscano la conoscenza e l’utilizzazione dei beni librari e
documentari esistenti nel territorio regionale;
– promozione di attività culturali correlate con i beni librari e documentari, con la loro conoscenza e valorizzazione
e con le finalità proprie delle istituzioni bibliotecarie.
L’analisi dei dati al 2002, evidenzia che la rete delle biblioteche lombarde è matura per elaborare, realizzare e gestire
specifici progetti finalizzati all’attivazione di servizi innovativi
di qualità a favore della pubblica lettura, della documentazione tradizionale e in rete, della conservazione, valorizzazione
e tutela del patrimonio librario e documentario, del miglioramento e potenziamento delle attività bibliografico-informative per i cittadini e per l’educazione permanente.
Gli obiettivi del precedente Programma pluriennale 20012003 sono stati conseguiti e, in alcune province, persino superati. In particolare, la riorganizzazione dei sistemi bibliotecari è quasi conclusa: rimangono da definire alcune realtà che,
ragionevolmente, saranno istituzionalizzate a breve.
Le province dispongono di centri di catalogazione centralizzata (tranne Milano e Sondrio dove i centri sono sistemici)
e hanno attivato il servizio di prestito interbibliotecario. L’indicatore dei prestiti – uno degli strumenti fondamentali per
la misurazione del servizio di pubblica lettura – registra l’incremento dell’11% (1292 prestiti ogni 1000 abitanti) e, pertanto, può essere considerato soddisfacente.
Significativi investimenti regionali per l’ammodernamento
e la costruzione di nuove sedi e per le reti e le attrezzature
informatiche hanno consentito di potenziare e differenziare i
servizi erogati dalle biblioteche pubbliche.
Accanto alla pubblica lettura, che resta comunque la componente centrale della mission, l’organizzazione bibliotecaria
lombarda garantisce ai cittadini una gamma ampia di proposte, tra le quali la possibilità di accesso alle risorse informative in rete. Le statistiche del 2002 rilevano che le biblioteche
comunali della nostra Regione prestano oltre 11 milioni di
documenti al pubblico, con una presenza stimata di oltre 20
milioni di lettori-utenti. Questi dati testimoniano la vitalità
del sistema delle biblioteche pubbliche che sono capillarmente diffuse e radicate nel territorio e dispongono di modalità
organizzative e operative consolidate. La pubblica lettura,
servizio fondamentale alla persona, è rivolto a tutte le comunità, specialmente a quelle minori, dove la biblioteca rappresenta il fondamentale luogo di aggregazione culturale e sociale, nonché un efficace veicolo e soggetto attivo per le molteplici iniziative promosse a livello locale. Inoltre, in molti comuni, essa costituisce l’unica possibilità di alfabetizzazione informatica e di accesso pubblico presidiato alle risorse informative di Internet.
Il lavoro a favore della collettività e a supporto delle scuole
di ogni ordine e grado, è assicurato da migliaia di addetti qualificati, ma anche da volontari e obiettori. Per meglio focalizzare la consistenza della rete delle biblioteche comunali lombarde, anche sotto il profilo dei numeri, è opportuno ricordare che ne fanno parte circa 1300 istituti che servono la quasi
totalità della popolazione (2).
Gli operatori retribuiti sono 2.652, gli obiettori di coscienza
e i volontari circa 1.500. Il bilancio annuale complessivo delle
biblioteche di cui sopra è pari a oltre 100 milioni di euro.
(1) Il testo aggiornato del Manifesto per le biblioteche pubbliche è
stato formalmente approvato nel novembre 1994 nel corso del Consiglio intergovernativo del Programma UNESCO per l’informazione
generale e diffuso dall’IFLA (International Federation of Library Associations and Institutions). Tale testo è pubblicato nel sito www.lombardiacultura.it nella sezione «Biblioteche e archivi».
(2) Ai comuni dotati di una struttura bibliotecaria vanno sommati
anche i piccoli comuni che, pur non disponendo di una biblioteca,
sono tuttavia associati in sistema bibliotecario ed usufruiscono perciò del prestito interbibliotecario.
Bollettino Ufficiale della Regione Lombardia
– 1153 –
Questi numeri testimoniano il consenso che riscuote la rete
della pubblica lettura lombarda e il sostegno dei cittadini sollecita i comuni ad incrementare, ogni anno, l’impegno finanziario a favore di questo servizio. Le biblioteche comunali –
da almeno due decenni e prime fra le istituzioni culturali –
hanno fatto ricorso all’informatica sia per l’organizzazione
del lavoro, sia per l’erogazione dei servizi. Di conseguenza
questo ha consentito di migliorare l’offerta e di ottimizzare le
risorse disponibili. Quasi tutte le biblioteche pubbliche sono
dotate di computer a disposizione dell’utenza per consultare
banche dati, cataloghi e accedere a Internet. La cooperazione
e la centralizzazione dei servizi – da sempre incentivati e promossi dalla programmazione regionale – sono il cardine dell’organizzazione bibliotecaria lombarda. L’adozione e la proposta degli standard internazionali in campo biblioteconomico e informatico ha favorito lo sviluppo del servizio. Particolare attenzione è stata riservata alla catalogazione che è regolamentata da normative internazionali di descrizione di ogni
tipo di documento (cartaceo e non) (3), nonché da norme riguardanti le intestazioni (voci d’accesso) di catalogo e le modalità di ricerca (4).
Inoltre per l’interconnessione tra sistemi di gestione automatizzata di biblioteca e basi dati bibliografiche e documentarie, sono ormai diffusi standard internazionali per lo scambio delle informazioni (5) e per la condivisione interattiva di
dati e servizi (6). Infine, anche sul piano informatico e delle
telecomunicazioni, i sistemi informativi e le reti delle biblioteche sono attestati su standard di mercato sia per l’interconnessione che per la fornitura di dati su reti Internet/Intranet.
È indispensabile proporsi obiettivi innovativi e sempre più
avanzati per consolidare l’esistente, conseguire altri risultati
e assicurare una gestione dei servizi bibliotecari secondo criteri di qualità, efficacia, efficienza, e massima economicità.
In altre parole è prioritario incentivare ancora di più la cooperazione per la gestione condivisa dei servizi, delle risorse
informative, documentarie (fisiche/virtuali) e professionali,
specialmente per quanto riguarda il personale specializzato.
Attenzione particolare deve essere rivolta a determinate fasce d’utenza quali: anziani, ragazzi e portatori di handicap,
anche attraverso l’attivazione di specifici programmi di alfabetizzazione tecnologica, con attenzione alla multiculturalità.
Inoltre, poiché le biblioteche costituiscono l’infrastruttura
culturale più diffusa sul territorio e rappresentano un importante e talvolta l’unico veicolo di promozione, recupero e valorizzazione delle tradizioni, della memoria e delle identità
locali, è opportuno prevedere, nei programmi e nei piani attuativi dei soggetti coinvolti, interventi mirati allo sviluppo e
al potenziamento delle sezioni di storia locale.
Una nuova metodologia di lavoro
Questo Programma vuole confermare i metodi innovativi
di lavoro avviati con il triennio 2001-2003 che hanno consentito di raggiungere i risultati di cui sopra. La Regione Lombardia, individua nei sistemi bibliotecari lo strumento principale attraverso il quale realizzare la propria programmazione
in materia. Alle province e ai sistemi sono richiesti progetti
mirati al conseguimento degli obiettivi più avanti specificati.
Pertanto i contributi regionali saranno garantiti – nel triennio
2004-2006 – solo alle strutture sistemiche capaci di «lavorare
per progetti». Va da sé che non si richiede la progettualizzazione dei normali servizi istituzionali, ma il potenziamento e
il miglioramento delle attività che rientrano negli obiettivi,
attraverso azioni programmate e coordinate a livello sistemico nonché definite nel tempo e verificabili.
La precedente programmazione regionale ha privilegiato lo
sviluppo uniforme e costante dell’organizzazione bibliotecaria lombarda e gli obiettivi acquisiti consentono di ritenere il
servizio di pubblica lettura una realtà ragionevolmente consolidata in gran parte del territorio. Muovendo da questa riflessione, Regione Lombardia ritiene che sia opportuno proporre la possibilità di individuare obiettivi specifici e personalizzati per ogni provincia e/o per singole realtà territoriali.
Pertanto, i programmi provinciali – nell’ambito degli obiettivi
indicati dal presente Programma – devono prevedere appositi
progetti finalizzati alla soluzione di eventuali criticità presenti nel territorio di competenza, all’avvio di nuovi servizi e/o
al consolidamento di quelli già attivati. Gli obiettivi possono
essere uniformi per tutto il territorio provinciale, oppure studiati ad hoc per ogni singolo sistema bibliotecario.
Ne deriva che le risorse regionali sono utilizzabili per il
conseguimento anche di un solo obiettivo da attuarsi in tutto
Serie Ordinaria - N. 12 - 15 marzo 2004
il territorio di competenza o limitato a una parte di esso. Si
ricorda che, in una logica di sussidiarietà, il cofinanziamento
assume una rilevanza fondamentale: i soggetti beneficiari devono prevedere un apporto finanziario proprio (sono quindi
esclusi gli eventuali contributi provinciali) pari almeno al
50% del progetto.
Infine, si invita – per interventi di ampio respiro – a non
fare affidamento esclusivamente sulle risorse previste dal presente Programma ma, in una logica di fattiva collaborazione
tra i soggetti coinvolti, a ricorrere ad altre fonti di finanziamento, quali quelle derivanti da altre leggi regionali, comunitarie, o da apporti di privati.
Interventi per l’attività e lo sviluppo dei sistemi bibliotecari locali e delle biblioteche di enti locali: funzioni delegate
Consolidamento della nuova rete sistemica
Fin dai primordi l’azione regionale ha individuato i sistemi
bibliotecari come lo strumento cooperativo capace di consentire apprezzabili economie di scala nella gestione dei servizi
e di migliorare in modo strutturale la qualità degli stessi. Per
questa ragione il precedente Programma pluriennale regionale 2001-2003 (deliberazione del Consiglio regionale 13 marzo
2001 n. VII/206) prevedeva, tra i suoi obiettivi, la riorganizzazione dei sistemi bibliotecari locali. Tutte le province hanno
recepito e condiviso la necessità di procedere a una nuova
definizione degli ambiti territoriali, al fine di creare aree di
servizio più ampie, finalizzate alla razionalizzazione della
spesa e al potenziamento quantitativo e qualitativo dei servizi
offerti. Sono stati individuati nuovi bacini di utenza per i sistemi bibliotecari, formalizzate e attivate inedite strutture più
funzionali rispetto al passato, soprattutto per quanto riguarda la condivisione delle risorse umane, finanziarie e dei servizi centralizzati in genere.
A questi nuovi organismi hanno aderito, a differenza del
passato, non solo biblioteche di enti locali ma anche istituti
di «altra titolarità»: scuole, associazioni private, enti ecclesiastici ecc. Questo conferma l’efficacia della proposta regionale
che, è utile ribadirlo, oltre a promuovere la cooperazione, individua nella sussidiarietà e nella condivisione delle risorse lo
strumento capace di offrire risposte adeguate a una domanda
sempre più crescente e sofisticata.
È appena il caso di rammentare che gli artt. 4 e 8 della l.r.
81/85, stabiliscono che «la Regione definisce l’ordinamento dei
sistemi bibliotecari locali e ne approva l’istituzione» e ancora
«l’istituzione del sistema è sottoposta ad autorizzazione della
Giunta regionale da adottarsi su richiesta degli enti locali interessati e previo parere della Provincia competente per territorio».
Sulla base dei documenti di programmazione provinciali, i
sistemi intercomunali sono stati ridotti da 79 a 42, mentre i
sistemi bibliotecari urbani previsti sono 4, come evidenziato
dalla seguente tabella:
Provincia
N. sistemi
bibliotecari
prima della
riorganizzazione
N. sistemi
bibliotecari
intercomunali
dopo la
riorganizzazione
BERGAMO
BRESCIA
COMO
CREMONA
LECCO
LODI
MANTOVA
MILANO
PAVIA
SONDRIO
VARESE
TOTALE
13
9
8
4
3
1
6
17
5
5
8
79
5
7
4
2
3
1
3
6
3
3
5
42
Sistemi
bibliotecari
urbani
1
1
1
1
4
(3) ISBD: International Standard Bibliographic Description.
(4) RICA: Regole Italiane di Catalogazione per Autori; Soggettario
Italiano; Classificazione Decimale Dewey.
(5) UNIMARC: Universal Machine Readable Catalogue.
(6) ANSI Z39.50
Bollettino Ufficiale della Regione Lombardia
– 1154 –
Serie Ordinaria - N. 12 - 15 marzo 2004
Solo 13 sistemi bibliotecari preesistenti sono stati ritenuti
adeguati alla nuova programmazione e ben 28 sono quelli di
nuova istituzione. Sono in itinere le pratiche per il formale
riconoscimento degli ultimi 5 sistemi bibliotecari intercomunali: Valle Seriana e Area Ovest (BG); Sud Ovest e Brianza
(MI) e Valtellina (SO).
Rinnovamento qualitativo e incremento del patrimonio librario e documentario
Il trend positivo riguardante le nuove accessioni, ormai
consolidato da anni, viene confermato anche dagli ultimi dati
disponibili relativi al 2002: la media regionale, infatti, è pari
a 124 documenti ogni 1000 abitanti (contro 122 del 2001). Per
quanto riguarda il patrimonio posseduto, è stato raggiunto lo
standard individuato dalla Regione di 2 volumi per abitante
(nel 2002 il rapporto volumi abitanti è pari a 2,32) e in alcune
province (Bergamo, Como, Cremona, Mantova e Sondrio) è
stato superato quello stabilito dall’International Federation of
Library Associations and Institutions di 3 volumi per abitante.
Nel passato, il 50% del contributo regionale è stato costantemente riservato all’incremento e al rinnovamento del patrimonio. In particolare, con il Programma 2001-2003, si è voluto incentivare la revisione delle raccolte: le biblioteche singole
e associate hanno beneficiato della contribuzione regionale a
seguito della predisposizione di adeguati progetti di «scarto».
Questo ha dato luogo ad apprezzabili interventi di rinnovamento del patrimonio (oltre 300.000 documenti scartati nel
2002) senza, tuttavia, registrare una diminuzione quantitativa
che al contrario, rispetto al 2001, aumenta grazie alle nuove
accessioni (oltre un milione di nuovi documenti).
Il conseguimento e il superamento dell’obiettivo di 2 volumi per abitante è un importante successo, reso possibile dalla
programmazione regionale a sostegno delle nuove acquisizioni. Tuttavia, non bisogna dimenticare che il rapporto volumi/
abitanti ha una valenza relativa e soprattutto non è un indicatore che certifica la buona qualità del patrimonio posseduto.
Dopo avere perseguito e acquisito il traguardo dell’incremento dei documenti è opportuno, in questa fase, porsi la finalità
non solo di rafforzare i risultati ma, anche e soprattutto, di
migliorare la qualità del patrimonio documentario cosı̀ come
illustrato più avanti negli Obiettivi e indirizzi. L’offerta di novità editoriali costantemente aggiornate e rispondenti alla domanda dell’utenza, insieme alla proposta di servizi di qualità,
sono gli strumenti che – oltre a svolgere una vitale funzione
di volano per tutte le attività bibliotecarie – contribuiscono a
promuove la crescita di uno degli indicatori fondamentali del
servizio di pubblica lettura: i prestiti a domicilio che nel 2002
sono stati pari a 11.264.000 con un significativo incremento
di oltre un milione di unità. Questo risultato è stato reso possibile, oltre che dalla citata qualità dell’offerta, anche dalla
funzionale pianificazione dei servizi sul territorio. Infatti, l’interprestito – che richiede strutture organizzative complesse,
puntuali ed efficienti – ha avuto negli ultimi anni uno sviluppo consistente che testimonia il consenso degli utenti. In particolare, nell’anno appena trascorso, oltre un milione di documenti sono stati prestati tramite il ricorso a questo servizio.
I dati quantitativi del 2002 relativi al patrimonio posseduto
dalle biblioteche comunali lombarde sono i seguenti:
stampati
fondo moderno
18.743.946
fondo antico
manoscritti
1.320.424
116.793
materiali
grafici
1.173.219
materiali
multimediali
696.462
I grafici che seguono descrivono lo sviluppo del servizio di
pubblica lettura in Lombardia dal 1992 al 2002, relativamente alle accessioni, ai prestiti e al fondo moderno posseduto.
Integrazione e coordinamento dei servizi centralizzati
La centralizzazione e il coordinamento di attività quali la
catalogazione, il prestito interbibliotecario e gli acquisti, hanno consentito, come ricordato sopra, di razionalizzare la spesa con notevoli economie di scala. Sono state avviate forme
di collaborazione, anche interprovinciale, e altre sono in fase
Bollettino Ufficiale della Regione Lombardia
– 1155 –
di studio con lo scopo di eliminare dalle biblioteche e dai sistemi bibliotecari tutte le funzioni ripetitive e costose.
Le politiche a favore delle gestioni associate nel settore dell’integrazione e dell’attivazione dei servizi centralizzati, promosse dalla programmazione regionale hanno conseguito il
risultato di attivare centri catalografici in nove province che
dispongono, inoltre, di una rete geografica territoriale di biblioteche collegate tra loro con appropriati strumenti informatici. Le province hanno incentivato lo sviluppo dei centri
di catalogazione anche con il ricorso alla collaborazione, integrazione e interazione tra quelle che dispongono di organizzazione e s/w compatibili. In particolare hanno ridisegnato la
struttura informatica, si sono orientate verso scelte e modelli
organizzativi consolidati, già presenti e funzionanti sul territorio, cosı̀ come previsto dal Programma regionale pluriennale 2001-2003.
La possibilità offerta ai cittadini di consultare i cataloghi
via web è un servizio che presto sarà esteso a tutto il territorio
regionale. Al momento, esso è attivo nelle province di Brescia,
Cremona, Lecco, Lodi, Mantova, Pavia, Sondrio, Varese e nei
sistemi bibliotecari della provincia di Milano. Quest’ultima, a
causa della peculiarità della propria organizzazione bibliotecaria, dell’alta densità abitativa e per ragioni storiche, non
dispone di un centro provinciale ma di più centri catalografici
a livello sistemico che rendono complessa l’attivazione di un
catalogo centralizzato e consultabile via web.
Obiettivi e indirizzi per il triennio 2004-2006
1) Consolidamento della rete sistemica
I sistemi bibliotecari locali, urbani e intercomunali, costituiscono lo strumento attraverso il quale i comuni, le province e la Regione promuovono e attuano la cooperazione bibliotecaria. Essi rappresentano il cardine di tutta l’organizzazione dei servizi di pubblica lettura della Regione Lombardia.
Per consolidare i risultati conseguiti è indispensabile che
tutti i sistemi bibliotecari si dotino di apposito personale, in
primo luogo, del coordinatore, che dovrà possedere soprattutto competenze gestionali e relazionali oltre che specifiche
conoscenze nel settore dell’organizzazione della pubblica lettura, con particolare riferimento alla gestione dei servizi connessi alla multimedialità, alle tecnologie informatiche e alle
reti in genere.
Gli addetti al sistema (coordinatore, operatori ecc.) e i relativi compiti devono essere previsti e specificati nella convenzione. Il personale può essere reclutato facendo ricorso a tutte le opportunità offerte dalla normativa vigente: inquadramento in ruolo a tempo indeterminato, prestazione professionale ecc. Si ricorda che la continuità è uno degli elementi
strutturali che garantiscono l’efficacia del servizio di pubblica
lettura. In questa ottica, l’eventuale assunzione a tempo determinato del coordinatore deve essere intesa come una fase
transitoria nella prospettiva di dotarsi di personale di ruolo.
È utile sottolineare che i sistemi bibliotecari maggiormente
efficienti sono quelli che dispongono di operatori a tempo indeterminato.
Per quanto riguarda gli eventuali coordinatori assunti con
incarico a tempo determinato, al fine di garantire l’indispensabile stabilità alle attività del sistema, è opportuno che il
contratto di lavoro non sia inferiore a tre anni. Le province
possono supportare l’eventuale assunzione servendosi del finanziamento regionale per le funzioni delegate e sarà compito dei competenti uffici provinciali individuare la durata del
finanziamento stesso e il relativo importo. Si ricorda che quest’ultimo non può, in ogni caso, essere superiore al 50% del
costo del personale. La quota non coperta dal contributo regionale è a carico del bilancio del sistema.
Si ribadisce il principio che la biblioteca e il sistema bibliotecario devono essere affidati alla responsabilità di operatori
in possesso rispettivamente del profilo di «bibliotecario» e di
«direttore di sistema bibliotecario» (vedi punto 4) e che quest’ultimo, di norma, non deve svolgere anche le funzioni di
direttore di biblioteca.
La programmazione regionale prevede che il bacino di utenza dei sistemi intercomunali non sia inferiore a 150.000
abitanti (escluse le aree con particolari specificità geografiche
e demografiche) e che nei territori a forte densità abitativa
(ad esempio in alcune aree della provincia di Milano) la popolazione servita sia di almeno 300.000 abitanti. I comuni associati sono tenuti a garantire al sistema bibliotecario una quota annuale di partecipazione (oltre alle eventuali quote straor-
Serie Ordinaria - N. 12 - 15 marzo 2004
dinarie) che deve essere individuata dai competenti organismi di gestione, in base a parametri oggettivi (popolazione,
servizi erogati ecc.).
Alla luce delle nuove tecnologie, delle mutate e più razionali modalità organizzative dei servizi e del consistente sviluppo
di molteplici realtà bibliotecarie, è compito del sistema bibliotecario nel suo insieme, mettere a disposizione dei cittadini tutte le risorse bibliografiche-informative disponibili presenti nel territorio. Si rammenta che le biblioteche comunali
non associate non fanno parte della rete bibliotecaria regionale con le ricadute negative che questo comporta.
Le Province sono tenute ad individuare, nel loro Programma triennale, le biblioteche significative che svolgono un consistente e reale lavoro di supporto alle attività del sistema bibliotecario. Possono fare parte di questa tipologia, gli istituti
che rispondono ai seguenti requisiti:
– non meno di 15.000 volumi;
– almeno 25 ore di apertura settimanale;
– personale qualificato retribuito;
– biblioteche dotate di fondi documentari unici e di pregio
che – a prescindere dai requisiti sopra specificati – garantiscono un effettivo e documentato servizio nel territorio di competenza.
Si ricorda che i sistemi bibliotecari sono istituzioni aperte
alla partecipazione di ogni altra biblioteca, archivio storico e
nucleo documentario, pubblico o privato, operanti sul proprio territorio. È quindi compito dei sistemi bibliotecari, incentivare e favorire l’integrazione dei servizi e di tutte le risorse documentarie presenti nell’area di competenza. A tale scopo, le province e i sistemi devono promuovere, attraverso apposite convenzioni (7), rapporti di collaborazione con i titolari delle strutture operanti nel settore dell’informazione e della
pubblica lettura.
Si riportano di seguito i principali compiti dei sistemi bibliotecari:
– coordinare i programmi delle biblioteche associate;
– coordinare gli acquisti del materiale librario e documentario attraverso forme di acquisto centralizzate;
– curare la formazione dei cataloghi collettivi e la predisposizione dei sistemi informativi coordinati. Qualora
queste attività siano gestite a livello provinciale, il sistema bibliotecario deve collaborare con la provincia di appartenenza;
– organizzare e gestire il prestito interbibliotecario. Nelle
realtà dove questo servizio è gestito direttamente dalla
provincia, è compito del sistema bibliotecario cooperare
con la stessa;
– fornire la consulenza biblioteconomica e l’informazione
bibliografica;
– rilevare i dati statistici per la conoscenza e la valutazione
dello stato delle strutture, dei servizi e dell’utenza, secondo le indicazioni e le modalità operative stabilite dalla
Regione;
– promuovere e coordinare le attività culturali correlate
alle funzioni proprie delle biblioteche di diffusione della
lettura e dell’informazione, del libro e del documento;
– collaborare con strutture e servizi sociali e culturali, con
particolare riguardo alla scuola;
– predisporre e gestire i servizi amministrativi comuni o
di carattere generale per le biblioteche e gli altri istituti
associati al sistema.
2) Rinnovamento qualitativo e incremento del patrimonio
documentario
Una quota significativa dei prestiti a domicilio è effettuata
facendo ricorso a una percentuale limitata dei documenti, di
solito le novità librarie. Questo significa che parte dei materiali posseduti non viene mai richiesta dai lettori. Inoltre specifici interventi di monitoraggio realizzati in alcuni sistemi,
hanno evidenziato che, talvolta, anche una quota significativa
delle nuove accessioni non è richiesta dal pubblico. Ne consegue che la dotazione delle biblioteche pubbliche lombarde
necessita di essere permanentemente rinnovata con nuovi
acquisti capaci di intercettare i bisogni informativi dei cittadini e con la pratica continua dello «scarto». Questa attività,
(7) È in fase di elaborazione una proposta di «Convenzione tipo»
per l’adesione ai sistemi bibliotecari di istituti di altra titolarità.
Bollettino Ufficiale della Regione Lombardia
– 1156 –
nel passato, è stata spesso trascurata anche per resistenze
«culturali» da parte degli operatori. Con interventi sistematici
di revisione del patrimonio si evita di accumulare documenti
obsoleti e inutilizzati con importanti economie in termini di
spazio e di risorse gestionali.
Questo Programma pluriennale intende promuovere un
processo virtuoso finalizzato a una incisiva e consistente azione di svecchiamento dei patrimoni librari e documentari e
incentivare, con particolare attenzione alla qualità e alla domanda dell’utenza, l’acquisizione di nuovi documenti. Per il
conseguimento di questo obiettivo i sistemi devono elaborare
e presentare alle province:
a) Progetti annuali e/o pluriennali di rinnovamento del
patrimonio documentario. Contestualmente a questi ultimi,
i sistemi interessati, presentano un programma di nuovi acquisti che, per valore e quantità, non deve essere inferiore
a quello dei documenti da scartare. All’entrata in vigore del
presente Programma regionale, le province si attivano per richiedere ai sistemi i progetti di cui sopra e per individuare i
criteri di valutazione e le opportune modalità di controllo e
di verifica sulla realizzazione degli stessi.
b) Progetti riservati all’incremento e riqualificazione di
specifiche tipologie di documenti, in particolare:
– acquisizione di materiali multimediali;
– acquisizioni per sezioni dedicate ai portatori di handicap (ad es. non vedenti e ipovedenti);
– potenziamento e incremento delle sezioni di storia locale;
– acquisizione di documenti in lingua originale.
I contributi assegnati per le finalità di cui sopra non sono
vincolati ai progetti di revisione del patrimonio di cui alla
precedente lettera a).
c) Programmi per attivare presso tutti i sistemi (o le province) gruppi di lavoro composti da bibliotecari con il compito di coordinare e centralizzare le procedure per la revisione del patrimonio e per gli acquisti, nonché di valutare
la qualità delle accessioni e delle eventuali donazioni. Tali
gruppi rappresentano uno strumento indispensabile per garantire una adeguata ed esaustiva diversificazione sul territorio dell’offerta di documenti e, come esplicitato più avanti, a
partire dal presente Programma, essi diverranno obbligatori
per quelle realtà che intendono avvalersi dei contributi regionali per l’acquisto di nuovi documenti. Infatti i progetti relativi alla revisione del patrimonio e ai nuovi acquisti dovranno
essere realizzati in modo coordinato e centralizzato a livello
sistemico.
Si ricorda inoltre che per conseguire una base minima e
costante di nuove accessioni, tutti i soggetti afferenti alla rete
bibliotecaria lombarda devono fare riferimento ai seguenti
indici di tendenza:
– 250 nuove accessioni ogni 1000 abitanti per i comuni
fino a 20.000 ab.
– per i comuni con popolazione compresa tra 20.000 e
100.000 ab., l’indice di tendenza di incremento del patrimonio è cosı̀ composto: 250 nuove accessioni ogni 1000
abitanti fino a 20.000 e 50 documenti ogni 1000 ab. per
la frazione eccedente i 20.000 ab.
3) Integrazione e coordinamento dei Servizi centralizzati
La rete bibliotecaria regionale è orientata al raggiungimento di dimensioni ottimali per i servizi centralizzati, con l’obiettivo di conseguire economie di scala soprattutto nelle funzioni più ripetitive e onerose. In questo senso, i servizi da
razionalizzare ulteriormente e in cui perseguire il massimo
livello di integrazione, adeguamento tecnologico ed organizzativo – soprattutto con il ricorso ad accordi di collaborazione sia tra le province che a livello sovrasistemico – sono la
catalogazione, il prestito interbibliotecario e i servizi multimediali. In questa prospettiva, le province e i sistemi bibliotecari che si accingono ad attivare queste tipologie di servizi
(o che li hanno avviati da poco), devono fare riferimento e
collaborare con le realtà consolidate dotate di strutture informatiche compatibili che, per la loro esperienza, sono in grado
di offrire un modello organizzativo funzionale ampiamente
sperimentato.
a) Il servizio di catalogazione va gestito al livello organizzativo più alto, cosı̀ da favorirne la massima efficienza, garantendo al contempo l’efficacia delle prestazioni. Le tipologie
di strutture deputate a svolgere il lavoro catalografico sono
quindi:
Serie Ordinaria - N. 12 - 15 marzo 2004
– centri di catalogazione a carattere interprovinciale e
provinciale o, se sub-provinciali, di ampio ambito territoriale con popolazione non inferiore a 400.000 abitanti;
– istituti aderenti alla rete del Servizio Bibliotecario Nazionale, in particolare biblioteche di capoluogo di provincia e le biblioteche di interesse locale dotate di patrimonio di dimensioni e rilevanza regionale.
Questi livelli organizzativi possono garantire la necessaria
economia di scala nel servizio di catalogazione, attraverso le
tecniche di catalogazione centralizzata, partecipata e derivata (8).
Saranno incentivati progetti che prevedano la fornitura di
servizi catalografici in modalità ancora più semplificate e cooperative (centri interprovinciali, intersistemici) e la catalogazione derivata con l’utilizzo di cataloghi collettivi già esistenti
(in primo luogo SBN).
Tutti i servizi centralizzati di catalogazione devono garantire il trattamento descrittivo a livello professionale delle diverse tipologie di materiali: occorre sviluppare la capacità di catalogazione di materiali non-librari con particolare riferimento a quelli multimediali (cd-rom, dvd-rom, risorse di rete locali e remote ecc.). I centri catalografici devono altresı̀ garantire la distribuzione delle informazioni bibliografiche prodotte sul territorio di riferimento, in tutte le forme più adeguate
(alcuni esempi: catalogo-OPAC on-line, con diffusione tramite Internet; distribuzione di prodotti bibliografici quali bollettini e bibliografie, su supporto digitale con possibilità di stampe e rielaborazione anche locale; possibilità di accessi personalizzati alle informazioni catalografiche, come informazioni
bibliografiche personalizzate per utenti o categorie di utenti
ecc.). Saranno sostenute sperimentazioni in tal senso che gradualmente consolidino le varie tecnologie nel tempo disponibili.
I Sistemi informativi-informatici utilizzati devono, in primo luogo, garantire l’efficienza e l’efficacia dei servizi catalografici, fornire prestazioni professionali adeguate a produrre
livelli descrittivi più opportuni per i diversi tipi di materiali,
integrando le funzionalità della singola biblioteca nel sistema
bibliotecario di riferimento. Le caratteristiche irrinunciabili
dei sistemi informativi per biblioteca sono:
– trattamento catalografico di tutti i tipi di materiali (librari, audiovisivi-sonori-musicali, multimediali-elettronici,
fotografici, iconografici, cartografici, antico ecc.);
– interoperabilità: è necessaria la funzionalità di import
ed export di record nei formati MARC in uso. È auspicabile la presenza di funzioni semplificate per la cattura di
dati catalografici da basi dati esterne, nonché l’adozione
dello standard Z.39.50. È necessaria altresı̀ la possibilità
di scarico ed esportazione dei dati in formati semplici
(testo libero o formattato);
– integrazione funzionale tra tutti i moduli gestionali del
sistema informativo che deve garantire in modo completo (anche modulare) l’intera gestione della biblioteca, con particolare riferimento a: acquisizione dei materiali (auspicabili funzionalità innovative come l’interconnettività con forme di commercio elettronico), catalogazione e informazione bibliografica in diverse forme
e supporti (compresa la diffusione on-line e Internet del
catalogo), gestione del prestito locale e interbibliotecario, gestione dei rapporti con gli utenti (anche per funzionalità innovative come l’informazione personalizzata
ecc.), statistiche e funzionalità di misurazione dei servizi, gestione del patrimonio della biblioteca con riferimento particolare alle funzioni di conservazione e revisione;
– uso di software di base, sistemi operativi e architetture
informatiche aggiornate e garanzia di sviluppo e manutenzione da parte del produttore;
– diffusione e assistenza sull’intero territorio regionale
con criteri, costi e prestazioni certificati e definiti contrattualmente.
(8) Per catalogazione centralizzata si intende quella svolta da un
centro unico che rende disponibile il catalogo prodotto all’intera rete
collegata (garantendo anche i servizi di gestione dei documenti) o su
rete pubblica Internet; per catalogazione partecipata si intende quella realizzata in centri fisicamente diversi, ma che alimentano un unico catalogo centralizzato; per catalogazione derivata si intende l’attività di recupero di record catalografici disponibili su server di pubblico accesso o tramite specifici accordi di cooperazione.
Bollettino Ufficiale della Regione Lombardia
– 1157 –
b) Il prestito interbibliotecario, coordinato a livello provinciale o sistemico, deve essere assicurato agli utenti-lettori
in tempi certi e quanto più possibile brevi. Questo servizio
può essere incentivato, razionalizzato e potenziato con il ricorso alle nuove tecnologie e reso fruibile e di facile accesso.
Le province e i sistemi bibliotecari, che ancora non offrono
questa possibilità, devono mettere a disposizione un OPAC
on line diffuso su Internet, con inclusa la possibilità di prenotazione «in remoto» del documento desiderato. Le nuove acquisizioni devono essere portate a conoscenza dei cittadini
attraverso appropriati strumenti informativi: e-mail, newsletter, apposite sezioni nel sito web, reti civiche ecc.
Particolare attenzione deve essere dedicata alle piccole comunità sprovviste di biblioteca o dotate di punti di prestito.
A questo proposito si ricorda che in Lombardia, su un totale
di 1.546 comuni, ben 930 hanno meno di 3.000 abitanti. È
compito dell’organizzazione bibliotecaria regionale garantire
anche ai cittadini residenti in queste comunità un accesso
semplificato alla pubblica lettura e a tutte le fonti informative. I sistemi devono, in collaborazione con le province, promuovere specifici progetti mirati a diffondere, nei comuni in
oggetto, attrezzature informatiche (che possono essere localizzate presso la sede bibliotecaria o in altro apposito spazio)
per consentire la consultazione del catalogo sistemico o provinciale. La possibilità, per i cittadini di queste aree, di prenotare «in remoto» il documento desiderato è una condizione
irrinunciabile per dare efficacia al servizio. Per conseguire
questo obiettivo è prioritario che province e sistemi provvedano, in primo luogo, ad attivare il catalogo via web e a potenziare il servizio di interprestito.
c) I servizi multimediali sono quelli che registrano il più
consistente volume di crescita e, quindi, di interesse da parte
dei cittadini. La biblioteca, agenzia informativa che si propone nella sua mission di facilitare il diritto di tutti all’accesso
all’informazione, deve padroneggiare questi nuovi mezzi di
diffusione del sapere. Gli operatori bibliotecari devono adoperarsi per essere in grado di ideare, realizzare e offrire efficaci strumenti informativi multimediali, coordinati e centralizzati. È prioritario non perdere terreno in questo settore e,
quindi, prendere coscienza che la multimedialità rappresenta
una nuova opportunità per i servizi bibliotecari che apporta
un qualificato valore aggiunto in termini di varietà e qualità
dei prodotti offerti. A questo proposito, si rimanda alle linee
guida elaborate dalla Regione Lombardia: Raccomandazioni
per la realizzazione di servizi multimediali nella biblioteca pubblica. Milano, 2002. In questo Programma si propongono indicazioni minime finalizzate a garantire i servizi multimediali
di base: consultazione e prestito di documenti su supporti informatici (cd-rom, dvd-rom ecc.), digitalizzazione e fornitura
dei documenti elettronici, connettività e navigazione su Internet anche attraverso le reti civiche. A questo scopo è opportuno che tutte le biblioteche dedichino almeno una postazione
informatizzata – ovviamente utilizzabile dal pubblico – per
usufruire dei servizi di cui sopra. Devono essere predisposti
adeguati programmi per acquisire i molteplici supporti prodotti dall’editoria elettronica. La Regione sostiene, con appositi finanziamenti, lo sviluppo della multimedialità e dei sistemi culturali integrati nelle biblioteche. L’accesso ai finanziamenti avverrà secondo le modalità determinate dalla d.g.r.
25 luglio 2003 n. 13797 Modalità e termini per la presentazione
e valutazione di progetti e interventi in materia di beni e attività
culturali in attuazione dell’art. 4 comma 9 della l.r. 3 aprile
2002, n. 6 o successivi provvedimenti che nel triennio regolino la materia.
4) Personale
Parallelamente alle azioni di riorganizzazione dei sistemi,
al fine di rispondere adeguatamente alla domanda di nuovi
servizi, come richiesto anche a livello europeo, occorre operare per accrescere e qualificare le competenze professionali degli addetti alla pubblica lettura e dei bibliotecari in generale.
La Regione Lombardia, ai sensi della l.r. 5 gennaio 2000, n. 1
Riordino del sistema delle autonomie locali in Lombardia. Attuazione del d.lgs. 31 marzo 1998, n. 112 (art. 4 commi 130 e
131), ha in corso la definizione di profili di competenze del
personale operante nelle biblioteche pubbliche, i quali saranno approvati con specifico provvedimento.
Come precedentemente ricordato, il numero degli addetti
al servizio di biblioteca è pari a 2.652 unità. Si tratta di un
numero il quale, ancorché significativo, è tuttavia inadeguato
per garantire al meglio la gestione di una struttura complessa
come la rete bibliotecaria lombarda. È appena il caso di sotto-
Serie Ordinaria - N. 12 - 15 marzo 2004
lineare che le linee guida dell’IFLA prevedono una persona
retribuita a tempo pieno ogni 2.000 abitanti. L’indicatore della Regione Lombardia, per il 2002, è pari a 0,61 e quindi ancora lontano dagli standard internazionali.
5) Accessibilità e razionalizzazione dell’orario di apertura
al pubblico
È innegabile che gli orari attualmente in vigore nella maggioranza delle biblioteche lombarde tendono ad escludere
una parte significativa dei cittadini – segnatamente quelli impegnati nel lavoro attivo – dai servizi erogati dalle biblioteche
stesse. Dall’analisi dei dati relativi al 2002, risulta molto limitato il numero delle biblioteche aperte in ore serali e festive.
Questo comporta, di fatto, l’esclusione di un’ampia fascia di
utenza potenziale. Va da sé che la promozione e l’incentivazione dell’apertura in queste fasce orarie, richiede notevoli risorse umane e finanziarie. Tuttavia è indispensabile razionalizzare gli orari per facilitare l’accesso alla pubblica lettura e
all’informazione degli utenti lavoratori. Questo Programma
pluriennale si pone l’obiettivo di garantire, in tutti i sistemi,
l’apertura serale di almeno una biblioteca per ogni giorno della settimana e almeno due aperture al mese nei giorni festivi.
I sistemi bibliotecari devono attivarsi per conseguire questo
risultato che, oltre a configurarsi come un servizio dovuto ai
cittadini-lavoratori, costituirà, in futuro, elemento di valutazione per la qualità e l’efficacia dei servizi erogati dai sistemi
bibliotecari lombardi.
6) Sistema informativo delle biblioteche lombarde
È un obiettivo del presente Programma, potenziare e migliorare il processo di raccolta dei dati statistici con il ricorso
a strumenti informatizzati, rendere più semplici gli interventi
dei singoli soggetti coinvolti e, soprattutto, velocizzare l’iter
di elaborazione e diffusione dei dati. Ciò comporta una maggiore responsabilizzazione degli operatori in qualsiasi struttura essi si trovino, a prescindere dalle dimensioni-consistenze e complessità della stessa. Nel processo di raccolta dei dati
riveste particolare importanza la figura del coordinatore del
sistema bibliotecario, responsabile della raccolta degli stessi
nel territorio di competenza, nonché della qualità e della coerenza delle informazioni fornite. È compito del coordinatore
supportare le biblioteche nella compilazione del questionario
e nel reperimento dei dati tra i quali, sono fondamentali il
numero dei prestiti, l’orario di apertura, il patrimonio posseduto e le spese. La Banca dati delle biblioteche lombarde, oltre ad essere l’unica di questo genere esistente in Italia, rappresenta ormai un patrimonio informativo di notevole interesse, sia per la lunga serie storica (dal 1978) che per i milioni
di dati contenuti. Di conseguenza le rilevazioni statistiche annuali sono un elemento indispensabile e qualificante ai fini
della programmazione regionale e locale, dell’individuazione
degli obiettivi e della valutazione dei risultati conseguiti.
Destinatari delle risorse regionali
Le risorse finanziarie regionali devono essere erogate esclusivamente ai sistemi bibliotecari previsti dalla programmazione provinciale e regionale e formalmente riconosciuti dalla Giunta regionale. I sistemi bibliotecari non possono trasferire, per nessun motivo, i contributi regionali alle
biblioteche associate. Questo comporta, ad esempio, che tutte
le operazioni relative alla revisione del patrimonio e all’acquisto dei nuovi documenti siano espletate in modo coordinato
e centralizzato a livello sistemico. I contributi regionali sono
finalizzati a supportare – in misura non superiore al 50% –
specifici progetti per il conseguimento dei seguenti obiettivi:
a) assunzione del coordinatore per il consolidamento
della rete sistemica nelle realtà dove questa figura non è ancora presente;
b) rinnovamento del patrimonio documentario. Possono usufruire di finanziamenti per questo obiettivo solo i sistemi bibliotecari che presentano progetti di revisione del patrimonio e di contestuale nuovi acquisti, cosı̀ come previsto al
punto 2) lettera a) degli Obiettivi e indirizzi per il triennio
2004-2006 del presente Programma;
c) incremento e riqualificazione di specifiche tipologie
di documenti. Rientrano in questa tipologia esclusivamente
quelli elencati al punto 2) lettera b) degli Obiettivi e indirizzi
per il triennio 2004-2006 del presente Programma;
d) integrazione e coordinamento dei servizi centralizzati per quanto riguarda la sola catalogazione e il prestito
interbibliotecario. Qualora queste attività, o parte di esse, siano garantite dalla provincia, quest’ultima può utilizzare – per
Bollettino Ufficiale della Regione Lombardia
– 1158 –
finanziare le stesse – una quota non superiore al 15% dei contributi regionali che deve essere calcolata al netto del 5% spettante alla provincia per l’esercizio della delega.
La Regione non stabilisce percentuali di contributo da riservare per il conseguimento di ogni singolo obiettivo. In altre
parole la provincia può individuare uno o più obiettivi e le
relative risorse necessarie. Si ribadisce che gli obiettivi non
devono essere necessariamente uniformi per tutto il territorio
provinciale, ma possono anche tenere conto di peculiari specificità ed esigenze locali ed essere, quindi, differenziati e personalizzati per ogni singolo sistema bibliotecario.
Compete alle province individuare i soggetti beneficiari, valutare i progetti e stabilire i criteri di verifica e di controllo.
Criteri di riparto
La ripartizione dei finanziamenti regionali per provincia
viene effettuata, nel rispetto dei criteri di cui all’art. 23 della
l.r. 81/85, nel modo seguente:
a) 60% direttamente proporzionale alla popolazione residente;
b) 5% direttamente proporzionale alle condizioni di carenza nelle strutture e nei servizi bibliotecari. Le carenze sono
quantificate prendendo come punto di riferimento lo scostamento tra 250 nuove accessioni (esclusi i doni) ogni 1000 abitanti e la media provinciale dello stesso indicatore rilevata
dagli ultimi dati disponibili.
c) 20% direttamente proporzionale alla quota del bilancio
provinciale destinata all’organizzazione bibliotecaria. Rientrano nella casistica considerata i seguenti modi d’impiego:
– distribuzione di contributi, in aggiunta a quelli regionali, a favore dell’organizzazione bibliotecaria provinciale;
– organizzazione e gestione del servizio di catalogazione
centralizzata sia provinciale che sistemico, del prestito
interbibliotecario ecc. La Regione si riserva la valutazione dei costi di esercizio dell’iniziativa e la verifica dei
prodotti catalografici e dell’efficacia;
– catalogazione di fondi speciali posseduti dalle biblioteche esistenti sul territorio di competenza;
– iniziative specifiche di promozione della lettura con
priorità per quelle dirette al conseguimento degli obiettivi di maggior accessibilità e razionalizzazione degli orari di cui al precedente punto 5.
d) 15% in relazione al precedente Programma pluriennale
provinciale 2001-2003 e relative previsioni di spesa e al grado
di realizzazione degli impegni assunti con il Programma
stesso.
L’ammontare dei finanziamenti regionali a favore delle province (v. tabella A) per il funzionamento e lo sviluppo delle
biblioteche e dei sistemi bibliotecari degli enti locali, nonché
per l’esercizio della delega, nel corso del triennio è previsto
in C 4.932.000,00.
L’individuazione effettiva delle disponibilità finanziarie relative ai singoli anni sarà determinata comunque da quanto
finanziariamente previsto nei corrispondenti singoli bilanci
annuali. Di conseguenza il presente Programma regionale
pluriennale potrà subire, con l’adozione dei piani attuativi,
modifiche e innovazioni cosı̀ come previsto dalla normativa
regionale.
Scostamenti in negativo superiori al 10% fra previsioni e
consuntivo della quota di bilancio provinciale destinata all’organizzazione bibliotecaria comportano variazioni nei riparti
provinciali di cui alla tabella A.
La redistribuzione delle somme a conguaglio verrà effettuata privilegiando le province che abbiano eventuali scostamenti in positivo uguali o superiori al 10%.
Alle province è riservato per l’esercizio della delega (ai sensi
dell’art. 5 punto 2 della l.r. 81/85) il 5% dei finanziamenti regionali.
Mentre sarà cura della Regione – secondo quanto disposto
dall’art. 4, punto 2, lettera m) della l.r. 81/85 – assicurare agli
enti delegati momenti di partecipazione e coordinamento anche per l’attuazione del presente Programma, le province si
impegnano a presentare alla Giunta Regionale rapporti annuali che contengano la rendicontazione documentata delle
spese effettuate per l’esercizio della delega e l’illustrazione dei
risultati conseguiti in riferimento all’impegno finanziario costituito dai contributi regionali trasferiti ad altri soggetti e
dalla quota provinciale destinata all’organizzazione bibliotecaria.
Serie Ordinaria - N. 12 - 15 marzo 2004
Le entrate e le spese relative all’esercizio delle funzioni delegate dalla Regione alle province devono essere iscritte nei
bilanci di queste ultime in capitoli di spesa corrente, nell’ambito della classificazione delle entrate e delle spese prevista
dalla normativa vigente in materia per gli enti medesimi.
La denominazione dei suddetti capitoli deve essere omogenea rispetto a quella corrispondente del bilancio regionale e
deve richiamare gli estremi della legge regionale di delega.
Per quanto attiene ai Programmi pluriennali provinciali
2004-2006, si raccomanda il rispetto dell’art. 24 e precisamente:
– l’individuazione dei soggetti beneficiari, delle finalità e
dell’ammontare dei contributi.
La Regione potrà tenere conto di eventuali situazioni
particolari che potrebbero verificarsi nelle selezione dei
soggetti beneficiari soltanto a condizione che la provincia
produca elementi di giustificazione rispetto a tali situazioni nel proprio Programma triennale e nei successivi
piani di attuazione;
– la previsione della quota del bilancio provinciale destinata all’organizzazione bibliotecaria;
– le modalità di controllo dei risultati e i criteri di rendicontazione.
Parimenti – in armonia con il carattere unitario degli adempimenti che attengono tutti i soggetti interessati all’attuazione del presente Programma – si suggerisce che i comuni, singoli o associati, prevedano istruttorie, programmi e piani di
attuazione conformi a quanto sopra disposto. Resta inteso
che nella definizione del Programma pluriennale 2004-2006,
gli enti interessati dovranno muoversi in sintonia con l’art. 25
della l.r. 81/85 e in armonia con gli indirizzi regionali indicati
nel presente Programma pluriennale.
Interventi diretti della Regione
In accordo con i principi generali di sussidiarietà e partenariato, gli interventi diretti di Regione Lombardia in ambito
bibliotecario dovranno essere conformi agli orientamenti più
generali di riordino delle competenze tra Stato, Regioni, Enti
Locali in attuazione della riforma del titolo V della Costituzione. Pertanto l’ambito proprio dell’intervento regionale è
quello della valorizzazione, in particolare per interventi di catalogazione, inventariazione, riproduzione (tramite microfilmatura e digitalizzazione), pubblicazione (anche in rete informatica) di cataloghi, repertori, guide e bibliografie.
Gli interventi diretti della Regione Lombardia saranno rivolti nel triennio 2004-2006 in particolare alle seguenti tematiche:
1) Servizio Bibliotecario Nazionale (SBN)
Si riconferma l’impegno della Regione Lombardia nel coordinamento e promozione sul territorio del Servizio Bibliotecario Nazionale (SBN) che ha funzione di catalogo unico di
riferimento per tutto il territorio regionale. Tale funzione adempie primariamente alla necessità di documentazione dei
beni librari di maggior pregio, anche ai fini di una loro migliore tutela e valorizzazione. È necessario altresı̀ sviluppare
le possibilità di recuperare dalle basi dati SBN il maggior numero di dati catalografici da utilizzare per l’implementazione
di cataloghi provinciali o locali, con modalità standardizzate
di interscambio.
La Regione Lombardia è titolare della programmazione,
coordinamento e sviluppo del progetto SBN sul suo territorio,
attraverso il Comitato regionale di coordinamento e quello
nazionale. Il Polo regionale lombardo SBN – gestito direttamente – è il catalogo primario di riferimento per le attività
di cui sopra, anche per la sua caratteristica di connessione
permanente con la rete nazionale e le basi dati centrali dell’Indice.
Per quanto riguarda le politiche di diffusione della rete
SBN sul territorio lombardo, si confermano e precisano le
linee già consolidate, considerando partner primari della cooperazione:
– le biblioteche di capoluogo di provincia con compiti di
documentazione della cultura locale e conservazione;
– le biblioteche speciali e i sistemi bibliotecari urbani dei
comuni capoluogo di provincia;
– le biblioteche comunali di centri di rilevanti dimensioni
che conservino patrimonio documentario di particolare
pregio e quantità: in questi casi la partecipazione a SBN
dovrà comunque essere coordinata alle politiche di ser-
Bollettino Ufficiale della Regione Lombardia
Serie Ordinaria - N. 12 - 15 marzo 2004
– 1159 –
vizio bibliotecario del territorio di appartenenza (province, aree sub-provinciali di cooperazione, sistemi bibliotecari); potranno inoltre essere progettate forme di
partecipazione al catalogo SBN limitate a sezioni speciali (fondi storici, donazioni di pregio ecc.) di biblioteche pubbliche comunali;
– le biblioteche di interesse locale di titolarità non pubblica, il cui patrimonio per motivi di rilevanza e pregio sia
in grado di arricchire significativamente la cooperazione nazionale, che rispondano ai requisiti minimi per
l’appartenenza al sistema bibliotecario regionale e che
possano garantire forme organizzative stabili e adeguate alle necessità della cooperazione nazionale (in particolare per il rispetto delle normative catalografiche e l’adempimento delle raccomandazioni riguardanti il prestito interbibliotecario e la fornitura di documenti).
La Regione Lombardia sosterrà direttamente – nell’ambito
della disponibilità finanziaria e della programmazione e nel
rispetto dei criteri di assegnazione di contributi e finanziamenti – le biblioteche della rete SBN con interventi finanziari,
progettuali, tecnici e organizzativi.
2) Biblioteche di interesse locale
La Regione interviene direttamente a favore delle biblioteche di interesse locale che, indipendentemente dalla natura
giuridica dell’ente di appartenenza, svolgono sul territorio un
servizio complementare – per tipologia della documentazione
o del servizio erogato – rispetto a quello delle biblioteche comunali di pubblica lettura. Tali biblioteche dovranno in ogni
caso garantire alcuni requisiti minimi di uso pubblico: apertura non inferiore alle 12 ore settimanali, disponibilità alla
fornitura di documenti in prestito o riproduzione, presenza
di personale qualificato.
L’attività delle biblioteche di interesse locale, dovrà essere
fortemente coordinata a quella delle altre istituzioni e dei servizi bibliotecari presenti sul territorio, attraverso la partecipazione alla rete SBN o la cooperazione con i centri catalografici delle province. Verranno incentivati gli interventi di catalogazione e di condivisione delle risorse informative e documentarie progettati e realizzati con le amministrazioni provinciali e con i sistemi bibliotecari.
L’accesso ai finanziamenti avverrà secondo le modalità determinate dalla d.g.r. 25 luglio 2003 n. 13797 Modalità e termini per la presentazione e valutazione di progetti e interventi
in materia di beni e attività culturali in attuazione dell’art. 4
comma 9 della l.r. 3 aprile 2002, n. 6 o successivi provvedimenti che nel triennio regolino la materia.
3) Formazione
Le azioni della Regione Lombardia per la formazione di
bibliotecari saranno rivolte nel triennio principalmente a:
– definire, nell’ambito di competenza definito dalla l.r.
1/2000, i profili relativi alle figure professionali presenti
nelle biblioteche appartenenti all’organizzazione bibliotecaria regionale, con particolare riguardo a quelle appartenenti agli enti locali;
– promuovere, di concerto con la Direzione Generale Formazione e Lavoro e nell’ambito dei finanziamenti e azioni promozionali dell’Unione Europea, percorsi di riqualificazione del personale in servizio, cosı̀ da raggiungere un livello adeguato a quanto definito nei profili di
cui ai punti precedenti;
– promuovere direttamente, con l’utilizzo di risorse proprie o in collaborazione con la Direzione Generale Formazione e Lavoro, con le province e gli enti locali iniziative di formazione rivolte all’aggiornamento di bibliotecari e archivisti con particolare attenzione alle competenze ritenute necessarie agli operatori di biblioteca secondo i profili professionali definiti da Regione Lombardia;
– sostenere, coordinare e diffondere le iniziative di formazione attuate dalle province;
– promuovere forme di collaborazione con le agenzie formative e, in particolare, con le Università lombarde per
favorire la realizzazione di percorsi di formazione specifici per l’accesso alla professione di bibliotecario, di
attività di aggiornamento e riqualificazione del personale in servizio, nonché la valutazione di crediti formativi
acquisiti in attività di riqualificazione e aggiornamento,
di formazione lavoro, di e-learning, che posseggano i
requisiti sopra citati.
4) Archivi storici di pertinenza degli enti locali
La Regione interviene direttamente a favore degli archivi
storici attraverso il cofinanziamento di progetti locali di riordino e inventariazione informatizzata. Come previsto già dai
precedenti programmi verranno privilegiati quegli interventi
che abbiano come oggetto le sezioni archivistiche più antiche
e rare, quelli promossi in forme associative da parte di piccoli
enti, nonché quelli proposti da enti che garantiscano servizi
di consultazione al pubblico. L’accesso ai finanziamenti avverrà secondo le modalità determinate dalla d.g.r. 25 luglio
2003 n. 13797 Modalità e termini per la presentazione e valutazione di progetti e interventi in materia di beni e attività culturali in attuazione dell’art. 4 comma 9 della l.r. 3 aprile 2002,
n. 6 o successivi provvedimenti che nel triennio regolino la
materia.
Una particolare attenzione verrà inoltre prestata alla realizzazione di guide e censimenti descrittivi che si configurano
come strumenti di primo orientamento per la ricerca storica
e supporti conoscitivi per una più puntuale programmazione
da parte della Regione.
Sia gli inventari che i censimenti dovranno essere realizzati
in sintonia con gli standard internazionali di descrizione archivistica (ISAD e ISAAR) e i dati dovranno essere forniti nei
formati dei prodotti software della Regione. Le descrizioni
prodotte verranno pubblicate, una volta verificate e validate,
all’interno di «Lombardia Storica» (http://plain.unipv.it) portale regionale di risorse storiche e documentarie.
TABELLA A
RIPARTIZIONE DEI FINANZIAMENTI REGIONALI PER PROVINCIA 2004-2006
PROVINCE
BERGAMO
BRESCIA
COMO
CREMONA
LECCO
LODI
MANTOVA
MILANO
PAVIA
SONDRIO
VARESE
TOTALE
60% in base
alla popolazione
320.630,00
365.894,00
176.586,00
110.033,00
102.396,00
65.481,00
123.886,00
1.209.011,00
161.540,00
57.688,00
266.055,00
2.959.200,00
5% in base
alle condizioni
di carenza
14.624,00
22.302,00
16.452,00
25.227,00
19.194,00
22.485,00
26.689,00
30.162,00
34.001,00
8.226,00
27.238,00
246.600,00
20% in base
alla quota procapite
del bilancio provinciale
153.714,00
143.706,00
48.462,00
71.867,00
54.598,00
139.208,00
167.445,00
45.633,00
27.322,00
44.630,00
89.815,00
986.400,00
15% in base
al programma provinciale
2001-2003
125.079,00
106.123,00
67.159,00
35.566,00
47.150,00
22.929,00
40.831,00
184.053,00
23.982,00
29.247,00
57.681,00
739.800,00
Totale
complessivo
614.047,00
638.025,00
308.659,00
242.693,00
223.338,00
250.103,00
358.851,00
1.468.859,00
246.845,00
139.791,00
440.789,00
4.932.000,00
Bollettino Ufficiale della Regione Lombardia
[BUR2004013]
– 1160 –
[1.8.0]
Com.r. 10 marzo 2004 - n. 38
Nomine e designazioni di competenza del Consiglio regionale della Lombardia di rappresentanti regionali in
enti ed organismi diversi – Lombardia Informatica s.p.a.
IL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO REGIONALE
DELLA LOMBARDIA
COMUNICA
Il Consiglio regionale deve procedere, ai sensi della d.g.r.
n. 16601 del 27 febbraio 2004, avente per oggetto l’introduzione del sistema dualistico di amministrazione e controllo per
Lombardia Informatica s.p.a., alla nomina dei propri rappresentanti nel Consiglio di Gestione e nel Consiglio di sorveglianza di
Lombardia Informatica s.p.a.
Scadenza presentazione candidature: giovedı̀ 25 marzo
2004.
Sono riaperti i termini per la presentazione delle proposte
di candidatura di cui al comunicato apparso sul Bollettino
Ufficiale della Regione Lombardia n. 23 – S.O. del 20 ottobre
2003.
Sia per quanto concerne il Consiglio di Gestione che il
Consiglio di sorveglianza, rimangono valide le proposte di
candidatura pervenute entro il 13 novembre 2003, a seguito
del comunicato sopraindicato, rispettivamente presentate per
il Consiglio di Amministrazione e per il Collegio sindacale
di Lombardia Informatica s.p.a.
Tali proposte già acquisite non necessitano pertanto di ripresentazione.
Le nuove proposte di candidatura:
– per il Consiglio di Gestione vanno presentate al Presidente della Giunta regionale, presso il Protocollo generale, in via Fabio Filzi n. 22 – 20124 Milano;
– per il Consiglio di sorveglianza, vanno presentate al
Presidente del Consiglio regionale – via Fabio Filzi n. 29
– 20124 Milano.
Tutte le nuove proposte dovranno pervenire entro la data
di scadenza del presente comunicato.
Le candidature possono essere proposte dalla Giunta regionale, dai Consiglieri regionali, dagli ordini e collegi professionali, da associazioni, enti pubblici o privati operanti nei settori interessati, organizzazioni sindacali, fondazioni o da almeno cento cittadini iscritti nelle liste elettorali dei Comuni della
Lombardia.
Ad ogni proposta di candidatura, sottoscritta dal proponente, dovranno essere allegate le seguenti dichiarazioni sostitutive, sottoscritte dal candidato, relative a:
a) dati anagrafici completi e residenza;
b) titolo di studio;
c) rapporti intercorrenti o precorsi con la Regione e gli enti
da essa dipendenti;
d) disponibilità all’accettazione dell’incarico;
e) iscrizione nel registro dei revisori contabili (costituirà titolo preferenziale per le sole candidature al Consiglio di sorveglianza).
Dovranno inoltre essere allegati:
1. il curriculum professionale, includente l’elenco delle cariche pubbliche e degli incarichi presso società a partecipazione pubblica e presso società private iscritte nei pubblici
registri, ricoperti alla data di presentazione della candidatura
e almeno nei 5 anni precedenti;
2. la specifica dichiarazione di non trovarsi in alcuna delle
condizioni di cui all’art. 6 della l.r. n. 14/95, che costituiscono
cause di esclusione;
3. la specifica dichiarazione di non sussistenza di cause di
incompatibilità o conflitti di interesse con l’incarico in oggetto, ai sensi dell’art. 7 della l.r. n. 14/95;
4. per l’incarico di componente del Consiglio di sorveglianza, costituirà titolo preferenziale la documentazione attestante l’iscrizione nel registro dei revisori contabili (copia del
decreto del Ministero della Giustizia o copia della Gazzetta
Ufficiale della Repubblica italiana ove sono pubblicati gli estremi del decreto medesimo).
La mancanza di una delle dichiarazioni sopraelencate o
della documentazione prevista (curriculum datato e sottoscritto e iscrizione nel registro dei revisori contabili) comporterà l’esclusione della proposta di candidatura.
Serie Ordinaria - N. 12 - 15 marzo 2004
Gli incarichi di cui alla legge regionale 6 aprile 1995, n. 14
«Norme per le nomine e designazioni di competenza della regione» e successive modificazioni, non sono cumulabili e l’accettazione della nuova nomina o designazione comporta la
decadenza dall’incarico ricoperto.
Per quanto non espressamente indicato nel presente comunicato si fa comunque rinvio a quanto previsto dalla l.r.
n. 14/95 e successive modificazioni.
Al fine di agevolare la presentazione delle proposte di candidatura potranno essere utilizzati i moduli (includenti le specifiche dichiarazioni di cui ai punti 2 e 3 sopraspecificati) disponibili presso il Servizio per l’Ufficio di Presidenza del Consiglio regionale – Unità Operativa Nomine – via Fabio Filzi
n. 29 – 20124 Milano – telefono 02/67482.491-496-373, ove
sarà altresı̀ possibile ottenere ulteriori informazioni relative
alle nomine.
Il presente comunicato sarà inoltre pubblicato sul sito
www.consiglio.regione.lombardia.it (link: concorsi e bandi,
Direzione Generale Programmazione e Relazioni Esterne) dal
quale potrà essere scaricato il modulo da utilizzare per le proposte di candidatura.
Il presidente:
Attilio Fontana
B) PRESIDENTE DELLA GIUNTA REGIONALE
[BUR2004014]
[1.6.0]
D.p.g.r. 26 febbraio 2004 - n. 2638
Giornata regionale delle onorificenze alla Polizia Locale
per anno 2003: costituzione del Comitato di valutazione
IL PRESIDENTE DELLA REGIONE LOMBARDIA
Vista la d.g.r. 1 dicembre 2000, n. 7/2395 avente per oggetto
«Istituzione della giornata regionale delle onorificenze per
meriti speciali alla Polizia Locale – Disciplina delle caratteristiche delle modalità d’uso e delle decorazioni destinate alle
uniformi del personale dei corpi e servizi di Polizia Locale
operanti sul territorio regionale».
Considerato che la valutazione delle segnalazioni deve essere effettuata annualmente con provvedimento del Presidente;
Ritenuto opportuno avvalersi di un Comitato di valutazione
composto da insigni personalità, individuate in considerazione del loro alto profilo professionale;
Dato atto che a tale fine sono stati individuati il dott. Emiliano Bezzon, Vice Comandante di Polizia Locale di Milano,
la dott.ssa Anna Pavone, Vice Prefetto Aggiunto della Prefettura di Milano, l’ing. Dario D’Ambrosio, Direttore Regionale
VV.FF. per la Lombardia, il Dirigente della Polizia Locale di
Bergamo, dott. Alberto Cigliano, il dott. Giancarlo Troncia,
ex Dirigente Polizia Locale di Varese, in pensione;
Dato atto che il presente provvedimento non comporta
spesa;
Decreta
1) di costituire, per le motivazioni espresse in premessa,
il Comitato di valutazione per la premiazione degli agenti,
sottufficiali e ufficiali della Polizia Locale, in occasione della
giornata regionale delle onorificenze, individuando quali
componenti il dott. Emiliano Bezzon, la dott.ssa Anna Pavone, l’ing. Dario D’Ambrosio, il dott. Alberto Cigliano ed il dott.
Giancarlo Troncia;
2) di pubblicare il presente decreto sul Bollettino Ufficiale
della Regione.
Roberto Formigoni
[BUR2004015]
[1.8.0]
D.p.g.r. 26 febbraio 2004 - n. 2681
Nomina della Rappresentanza studentesca designata dall’Università degli Studi di Bergamo in sostituzione dei decaduti dal mandato nel Consiglio di Amministrazione dell’I.S.U. dell’Università degli Studi di Bergamo
IL PRESIDENTE DELLA REGIONE LOMBARDIA
Vista la l.r. 25 novembre 1994, n. 33 «Norme per l’attuazione degli interventi regionali per il diritto allo studio in ambito
universitario», art. 9 che stabilisce la composizione dei membri del Consiglio di Amministrazione dell’Istituto per il Diritto
allo Studio Universitario (I.S.U.);
Visto il proprio decreto 1287 del 21 gennaio 2000 con il
Bollettino Ufficiale della Regione Lombardia
quale viene sciolto il Collegio Commissariale dell’I.S.U. dell’Università degli Studi di Bergamo e viene nominato il Consiglio di Amministrazione ai sensi dell’art. 45, comma III, della
l.r. 33/94;
Preso atto delle dimissioni rassegnate in data 10 giugno
2003 dal sig. Ravanelli Claudio dalla carica di membro del
Consiglio di Amministrazione dell’I.S.U. dell’Università degli
Studi di Bergamo quale rappresentante degli studenti;
Preso atto del decreto di nomina delle nuove rappresentanze studentesche per il biennio 2002/2004 dell’Università degli
Studi di Bergamo contenente i nominativi dei rappresentanti
degli studenti eletti nelle liste vincenti per il Consiglio di Amministrazione dell’I.S.U.;
Vista la nota dell’Università di Bergamo che richiama il
«Regolamento degli studenti» in base al quale vengono eletti
solo 2 studenti invece dei 3 previsti, in quanto le votazioni
degli aventi diritto non raggiungono il 20%;
Ritenuto necessario provvedere alla sostituzione del sig.
Ravanelli Claudio in quanto dimissionario, della sig.ra Lorenzi Elena Angelica e della sig.ra Gabbiadini in quanto decaduti
i termini del loro mandato, con gli studenti Bertolini Marco
della lista n. 4 «Movimento studenti» e del sig. Belloni Matteo
Enrico della lista n. 2 «Scienzarte e Officina 33», in base al
decreto rettorale prot. n. 10410/I.008 del 9 giugno 2003;
Decreta
1. di sostituire la componente studentesca del Consiglio di
Amministrazione dell’I.S.U. dell’Università degli Studi di Bergamo, nominando membri dello stesso Consiglio di Amministrazione dell’I.S.U. i sigg. Bertolini Marco e Belloni Matteo
Enrico;
2. di disporre la pubblicazione del presente atto sul Bollettino Ufficiale della Regione Lombardia.
Roberto Formigoni
[BUR2004016]
Serie Ordinaria - N. 12 - 15 marzo 2004
– 1161 –
Settore
COMMERCIO
COOPERAZIONE
TURISMO
TRASPORTI
E SPEDIZIONI
CREDITO E
ASSICURAZIONI
[1.8.0]
D.p.g.r. 8 marzo 2004 - n. 3687
Determinazione del numero di rappresentanti nel Consiglio della Camera di Commercio, Industria, Artigianato e
Agricoltura di Bergamo, spettante a ciascuna organizzazione imprenditoriale, organizzazione sindacale e associazione dei consumatori, o loro apparentamento
IL PRESIDENTE DELLA REGIONE LOMBARDIA
Omissis
Decreta
1) di approvare il documento allegato al presente provvedimento, quale parte integrante e sostanziale (omissis);
2) i rappresentanti nel Consiglio della Camera di Commercio, Industria, Artigianato e Agricoltura di Bergamo, spettanti
a ciascuna organizzazione imprenditoriale, organizzazione
sindacale e associazione dei consumatori, o loro apparentamento, sono cosı̀ ripartiti:
Settore
AGRICOLTURA
ARTIGIANATO
INDUSTRIA
Organizzazione/Apparentamento
N. seggi
Federazione Provinciale Coltivatori diretti –
1
Coldiretti Bergamo
apparentamento
1. Associazione Artigiani di Bergamo
2. Unione Artigiani di Bergamo e Provincia
6
3. CNA – Conferderazione Nazionale dell’Artigianato di Bergamo
apparentamento
1. Liberi Imprenditori Associati di Bergamo
– LIA
1
2. Associazione Compagnia delle Opere di
Bergamo
apparentamento
1. Unione degli Industriali della Provincia di
Bergamo
2. Associazione Costruttori Edili della Provincia di Bergamo – ACEB
6
3. Associazione Artigiani di Bergamo
4. Unione Artigiani di Bergamo e Provincia
5. CNA – Conferderazione Nazionale dell’Artigianato di Bergamo
apparentamento
1. Liberi Imprenditori Associati di Bergamo
– LIA
2. Associazione Compagnia delle Opere di
3
Bergamo
3. Associazione Industriali delle PMI di Bergamo e Provincia – Apindustria
SERVIZI
ALLE IMPRESE
ORGANIZZAZIONI
SINDACALI
DEI LAVORATORI
ASSOCIAZIONI
DI TUTELA
DEGLI INTERESSI
DEI CONSUMATORI
E DEGLI UTENTI
Organizzazione/Apparentamento
apparentamento
1. Associazione Esercenti e Commercianti
della Provincia di Bergamo – Ascom
2. Unione Autonoma Esercenti Attività Commerciali di Bergamo e Provincia – Confesercenti Bergamo
Confcooperative – Unione Provinciale di
Bergamo
apparentamento
1. Associazione Esercenti e Commercianti
della Provincia di Bergamo – Ascom
2. Unione Autonoma Esercenti Attività Commerciali di Bergamo e Provincia Confesercenti Bergamo
apparentamento
1. Confcooperative – Unione Provinciale di
Bergamo
2. Federazione Autotrasportatori Italiani –
FAI Associazione Provinciale di Bergamo
3. Associazione Compagnia delle Opere di
Bergamo
apparentamento
1. ABI – Associazione Bancaria Italiana
2. ANIA – Associazione Nazionale fra le Imprese Assicuratrici
apparentamento
1. Unione degli Industriali della Provincia di
Bergamo
2. Associazione Artigiani di Bergamo
3. Unione Artigiani di Bergamo e Provincia
4. CNA – Conferderazione Nazionale dell’Artigianato
5. Associazione Esercenti e Commercianti
della Provincia di Bergamo – Ascom
6. Unione Autonoma Esercenti Attività Commerciali di Bergamo e Provincia Confesercenti Bergamo
apparentamento
1. Liberi Imprenditori Associati di Bergamo
– LIA
2. Associazione Compagnia delle Opere di
Bergamo
3. Federazione Italiana Agenti Immobiliari
Professionali – FIAIP Collegio di Bergamo
apparentamento
1. CGIL – Camera del Lavoro Territoriale di
Bergamo
2. CISL – Unione Sindacale Territoriale di
Bergamo
3. UIL – Unione Italiana del Lavoro di Bergamo
ADICONSUM Bergamo
N. seggi
5
1
1
1
1
3
1
1
1
3) di assicurare l’autonoma rappresentanza per le piccole
imprese alle seguenti organizzazioni:
– per il settore industria all’apparentamento Unione degli
Industriali della Provincia di Bergamo, Associazione Costruttori Edili della Provincia di Bergamo – ACEB, Associazione
Artigiani di Bergamo, Unione Artigiani di Bergamo e Provincia e CNA – Conferderazione Nazionale dell’Artigianato di
Bergamo;
– per il settore commercio all’apparentamento Associazione Esercenti e Commercianti della Provincia di Bergamo
– Ascom e Unione Autonoma Esercenti Attività Commerciali
di Bergamo e Provincia – Confesercenti Bergamo;
– per il settore agricoltura alla Federazione Provinciale
Coltivatori Diretti – Coldiretti Bergamo;
4) di notificare, ai sensi dell’art. 5, comma 1, lettera d), del
Regolamento, il presente decreto a tutte le organizzazioni imprenditoriali e sindacali e associazioni dei consumatori che
hanno effettuato le comunicazioni di cui agli artt. 2 e 3 del
Regolamento stesso.
Roberto Formigoni
Bollettino Ufficiale della Regione Lombardia
– 1162 –
C) GIUNTA REGIONALE E ASSESSORI
[BUR2004017]
[2.1.0]
D.g.r. 27 febbraio 2004 - n. 7/16507
Variazioni al bilancio per l’esercizio finanziario 2004, disposte ai sensi dell’art. 49, comma 3, della l.r. 31 marzo
1978, n.34 e sue successive modificazioni ed integrazioni
relative alla Direzione Generale Agricoltura – 2º provvedimento
LA GIUNTA REGIONALE
Omissis
Delibera
1. di apportare al documento tecnico di accompagnamento
al bilancio le seguenti variazioni per l’esercizio finanziario
2004:
STATO DI PREVISIONE DELLE SPESE:
• alla funzione obiettivo 2.3.4 «Agricoltura», spesa in capitale, UPB 2.3.4.1.3.30 «Rafforzamento della competitività delle filiere agricole ed agro-alimentari»:
– la dotazione finanziaria di competenza e di cassa del
capitolo 2.3.4.1.3.30.5387 «Spese per l’attuazione di programmi a dimensione o rilevanza regionale per il rafforzamento
della competitività delle filiere agro-alimentari» è ridotta di
C 2.000.000,00;
– la dotazione finanziaria di competenza e di cassa del
capitolo 2.3.4.1.3.30.5388 «Spese per le funzioni delegate in
materia di rafforzamento della competitività delle filiere agroalimentari» è incrementata di C 2.000.000,00;
2. di disporre la pubblicazione della presente deliberazione
sul Bollettino Ufficiale della Regione Lombardia, ai sensi dell’art. 49, comma 10, della l.r. 31 marzo 1978 n. 34 e successive
modificazioni ed integrazioni.
Il segretario: Sala
[BUR2004018]
[2.1.0]
D.g.r. 27 febbraio 2004 - n. 7/16509
Variazioni al bilancio per l’esercizio finanziario 2004, disposte ai sensi dell’art. 49, comma 3, della l.r. 31 marzo
1978, n. 34 e sue successive modificazioni ed integrazioni
relative alla Direzione Generale Presidenza – 3º provvedimento
LA GIUNTA REGIONALE
Omissis
Delibera
1. di apportare al documento tecnico di accompagnamento
al bilancio le seguenti variazioni per l’esercizio finanziario
2004:
STATO DI PREVISIONE DELLE SPESE:
• alla funzione obiettivo 1.1.5 «Comunicazione istituzionale», spesa corrente, UPB 1.1.5.5.2.315 «Sviluppo della rappresentanza istituzionale»:
– la dotazione finanziaria di competenza e di cassa del
capitolo 1.1.5.5.2.315.1570 «Spese per l’adesione e la partecipazione della Regione ad organismi anche a carattere associativo, a fondazioni e ad altre istituzioni» è ridotta di
C 173.000,00;
– la dotazione finanziaria di competenza e di cassa del
capitolo 1.1.5.5.2.315.2042 «Contributo di gestione alla fondazione delle Stelline» è incrementata di C 173.000,00;
2. di disporre la pubblicazione della presente deliberazione
sul Bollettino Ufficiale della Regione Lombardia, ai sensi dell’art. 49, comma 10, della l.r. 31 marzo 1978 n. 34 e successive
modificazioni ed integrazioni.
Il segretario: Sala
[BUR2004019]
[2.1.0]
D.g.r. 27 febbraio 2004 - n. 7/16533
Determinazione in merito all’utilizzo delle risorse disponibili sui capitoli di bilancio 5.0.4.0.3.266.5976, contributi
a rimborso per l’iniziativa U) Impiantistica sportiva e
5.0.4.0.3.266.5102 contributi a rimborso per l’iniziativa B)
Beni culturali/Spettacolo del bilancio 2004/2006
LA GIUNTA REGIONALE
Vista la l.r. 14 dicembre 1991, n. 33 di istituzione del Fondo
Ricostituzione Infrastrutture Sociali Lombardia (FRISL), e
successive modifiche ed integrazioni;
Serie Ordinaria - N. 12 - 15 marzo 2004
Richiamata la d.g.r. n. 13485/03 «Schede dell’iniziativa
FRISL 2002/2004 «Interventi per la gestione a rete dei servizi
e per il governo elettronico nella Pubblica Amministrazione»
e dell’iniziativa FRISL 2003/2005 «Impiantistica sportiva» e
relative modalità per l’accesso ai contributi» pubblicata sul
Bollettino Ufficiale della Regione Lombardia del 4 luglio
2003, 4º Supplemento Straordinario al n. 27;
Richiamata la d.g.r. n. 9474/02 «Approvazione delle schede
delle iniziative FRISL 2001/2003 “Realizzazione di strutture
alternative alla residenzialità permanente per anziani e portatori di handicap” e FRISL 2002/2004 “Beni e infrastrutture
culturali” e delle relative modalità per l’accesso ai contributi»
pubblicata sul Bollettino Ufficiale della Regione Lombardia
del 9 luglio 2002, 1º Supplemento Straordinario al n. 28;
Visto il decreto del Dirigente della Struttura Strumenti Finanziari Integrati, n. 1161 del 3 febbraio 2004 «Assegnazione
di contributi FRISL 2003/2005 iniziativa U) Impiantistica
sportiva, l.r. 14 dicembre 1991, n. 33»;
Visto il decreto del Dirigente della Struttura Strumenti Finanziari Integrati n. 8694 del 28 maggio 2003, «Assegnazione
di contributi FRISL 2002/2004 iniziativa B) Beni e infrastrutture culturali»;
Rilevato che la dotazione finanziaria delle due iniziative
FRISL sopra citate ha consentito il finanziamento di solo una
parte dei progetti ammissibili e finanziabili;
Vista la l.r. 23 dicembre 2003, n. 29 «Bilancio di previsione
per l’esercizio finanziario 2004 e bilancio pluriennale 20042006» ed il relativo documento tecnico di accompagnamento,
approvato con d.g.r. n. 15866 del 30 dicembre 2003, che stabilisce un incremento dello stanziamento a bilancio sul capitolo
5.0.4.0.3.266.5976 «Contributi FRISL a rimborso ventennale
per l’impiantistica sportiva» pari a C 5.000.000,00 ed un incremento dello stanziamento a bilancio sul capitolo
5.0.4.0.3.266.5102 «Contributi a rimborso ventennale per l’iniziativa Beni culturali Spettacolo» pari a C 13.604.670,90;
Vista la nota della Direzione Generale Giovani, Sport e Pari
Opportunità prot. n. N1.2004.0000919 del 26 gennaio 2004,
con cui si chiede di utilizzare le ulteriori risorse finanziarie
disponibili ad incremento della dotazione finanziaria prevista
per l’iniziativa FRISL 2003/2005 U) Impiantistica sportiva,
approvata con d.g.r. n. 13485/2003;
Vista la nota prot. n. L1.2004.0000203 del 13 gennaio 2004,
con cui la Direzione Generale Culture, Identità e Autonomie
della Lombardia chiede di utilizzare le ulteriori risorse disponibili per l’ampliamento della graduatoria FRISL 2002/2004
B) Beni e infrastrutture culturali»;
Condivise le proposte delle Direzioni Generali Giovani,
Sport e Pari Opportunità e Culture, Identità e Autonomie della Lombardia di cui alle sopra citate note;
Dato atto che le schede dell’iniziativa «Beni e infrastrutture
culturali» fissava l’inizio lavori al 31 dicembre 2003 e la scheda dell’iniziativa «Impiantistica sportiva» fissava il termine
per l’inizio lavori al 30 giugno 2004;
Ritenuto di stabilire per l’avvio dei lavori lo stesso lasso di
tempo di fatto usufruito dai progetti già finanziati con i decreti di assegnazione dei contributi sopraccitati n. 1161/04 e
n. 8694/03;
Vista la l.r. 31 marzo 1978 n. 34 e successive modificazioni;
Vista la l.r. 23 luglio 1996, n. 16;
Verificata da parte del Dirigente competente la regolarità
dell’istruttoria e della proposta di deliberazione, sia dal punto
di vista tecnico che sotto il profilo della legittimità;
Ad unanimità dei voti espressi nelle forme di legge;
Delibera
1. di destinare C 5.000.000,00 disponibili sul capitolo
5.0.4.0.3.266.5976 ed C 13.604.670,90 disponibili sul capitolo
5.0.4.0.3.266.5102 del bilancio regionale di previsione
2004/2006 rispettivamente, al finanziamento in ordine di graduatoria dei progetti ammissibili e non finanziati per le iniziative FRISL U) Impiantistica sportiva, anno 2003/2005, e B)
Beni ed infrastrutture culturali, anno 2002/2004, di cui alle
dd.g.r. n. 13485/03 e n. 9474/02, citate in premessa;
2. di dare mandato al Dirigente competente ai sensi dell’art. 10, comma 4 della l.r. 33/91, di assumere i conseguenti
provvedimenti di assegnazione dei contributi;
3. di stabilire il termine di inizio lavori al 30 luglio 2004
per i progetti che saranno finanziati per l’iniziativa U) Impiantistica sportiva con i provvedimenti di cui al precedente
punto 2;
Bollettino Ufficiale della Regione Lombardia
– 1163 –
4. di stabilire il nuovo termine di inizio lavori al 15 settembre 2004 per i progetti che saranno finanziati per l’iniziativa
B) Beni ed infrastrutture culturali con i provvedimenti di cui
al precedente punto 2;
5. di pubblicare il presente atto sul Bollettino Ufficiale della Regione Lombardia.
Il segretario: Sala
[BUR20040110]
[3.1.0]
D.g.r. 27 febbraio 2004 - n. 7/16534
Nomina, ai sensi dell’art. 4 della l.r. 13 febbraio 2003 n. 1
e successive modificazioni, del Commissario dell’IPAB
«Opera Pia Maria Rossi» con sede nel Comune di Casaletto Lodigiano (LO) – fraz. Gugnano. OGR G02 Attuazione
legge riordino delle II.PP.A.B.
LA GIUNTA REGIONALE
Omissis
Delibera
– di nominare, ai sensi della l.r. 1/2003, il sig. Gianpiero
Viotti, nato a Lodi l’11 febbraio 1949, Dirigente della Struttura Promozione del Turismo e Incentivi della Direzione Generale Industria, Piccola e Media Impresa, Cooperazione e Turismo della Regione Lombardia, commissario dell’IPAB «Opera
Pia Maria Rossi» con sede nel Comune di Casaletto Lodigiano
– fraz. Gugnano – con il compito di:
• garantire la legale rappresentanza dell’ente e provvedere
all’amministrazione del medesimo;
• provvedere, secondo quanto disposto dall’art. 4 della l.r.
1/2003, alla trasformazione dell’IPAB o in alternativa,
qualora ricorrano le condizioni, all’estinzione della
stessa;
• trasmettere alla Giunta regionale gli atti relativi per
consentire l’adozione dei provvedimenti conseguenti di
competenza della Giunta medesima;
– di disporre la notifica del presente atto al Commissario
incaricato, all’Istituzione interessata, all’ASL e al Comune territorialmente competenti, nonché la pubblicazione del dispositivo del provvedimento medesimo sul Bollettino Ufficiale
della Regione Lombardia.
Il segretario: Sala
[BUR20040111]
[3.1.0]
D.g.r. 27 febbraio 2004 - n. 7/16537
Trasformazione dell’IPAB «Istituto Bonoli» con sede legale nel Comune di Como (CO) in Fondazione ONLUS
senza scopo di lucro denominata «Fondazione don Eugenio Bonoli ONLUS». Ai sensi dell’art. 3 della l.r. 13 febbraio 2003, n. 1. OGR G02 Attuazione legge di riforma
delle II.PP.A.B.
LA GIUNTA REGIONALE
Omissis
Delibera
1. di approvare, ai sensi dell’art. 3, comma 2, della l.r.
1/2003, la trasformazione in Fondazione ONLUS senza scopo
di lucro dell’IPAB denominata «Istituto Bonoli» avente sede
legale nel Comune di Como (CO);
2. di approvare il nuovo statuto dell’ente composto da 15
articoli, adottato dal Consiglio di Amministrazione dell’IPAB
di cui trattasi con deliberazione n. 18 dell’8 ottobre 2003, nel
testo che costituisce parte integrante della presente deliberazione (omissis);
3. di dare atto che, a seguito della trasformazione specificata al precedente punto 1, l’ente viene ad assumere la denominazione di «Fondazione don Eugenio Bonoli – ONLUS»
come previsto dall’art. 1 del nuovo statuto dell’ente;
4. di disporre l’iscrizione della «Fondazione don Eugenio
Bonoli – ONLUS» con sede in Como (CO) nel registro regionale delle persone giuridiche private, di cui al regolamento
regionale 2/2001, nel primo giorno del mese successivo a
quello in cui viene adottato il presente provvedimento;
5. di disporre altresı̀ che la «Fondazione don Eugenio Bonoli – ONLUS», derivante dalla trasformazione dell’IPAB di
cui all’oggetto, subentrerà nelle situazioni patrimoniali attive
e passive, nei rapporti pendenti a qualsiasi titolo inerenti ai
beni ed alle loro pertinenze oltre che in tutti gli altri rapporti
giuridici preesistenti alla trasformazione;
6. di disporre la trasmissione del presente atto all’istituzione interessata, all’ASL ed al Comune territorialmente compe-
Serie Ordinaria - N. 12 - 15 marzo 2004
tenti nonché la pubblicazione del dispositivo dello stesso sul
Bollettino Ufficiale della Regione Lombardia.
Il segretario: Sala
[BUR20040112]
[3.1.0]
D.g.r. 27 febbraio 2004 - n. 7/16538
Trasformazione dell’IPAB «Asilo infantile Roggiolo-Bonga» con sede legale nel Comune di Luino (VA) in Associazione senza scopo di lucro denominata «Associazione Asilo infantile Roggiolo-Bonga». Ai sensi dell’art. 3 della l.r.
13 febbraio 2003, n. 1. OGR G02 Attuazione legge di riforma delle II.PP.A.B.
LA GIUNTA REGIONALE
Omissis
Delibera
1. di approvare, ai sensi dell’art. 3, comma 2, della l.r.
1/2003, la trasformazione in Associazione senza scopo di lucro dell’IPAB denominata «Asilo infantile Roggiolo-Bonga» avente sede legale nel Comune di Luino (VA);
2. di approvare il nuovo statuto dell’ente composto da 27
articoli, adottato dal Consiglio di Amministrazione dell’IPAB
di cui trattasi con deliberazioni n. 3 del 22 ottobre 2003 e n. 1
del 23 gennaio 2004, nel testo che costituisce parte integrante
della presente deliberazione (omissis);
3. di dare atto che, a seguito della trasformazione specificata al precedente punto 1, l’ente viene ad assumere la denominazione di «Associazione Asilo infantile Roggiolo-Bonga»
come previsto dall’art. 2 del nuovo statuto dell’ente;
4. di disporre l’iscrizione della «Associazione Asilo infantile Roggiolo-Bonga» con sede in Luino (VA) nel registro regionale delle persone giuridiche private, di cui al regolamento
regionale 2/2001, nel primo giorno del mese successivo a
quello in cui viene adottato il presente provvedimento;
5. di disporre altresı̀ che la «Associazione Asilo infantile
Roggiolo-Bonga», derivante dalla trasformazione dell’IPAB di
cui all’oggetto, subentrerà nelle situazioni patrimoniali attive
e passive, nei rapporti pendenti a qualsiasi titolo inerenti ai
beni ed alle loro pertinenze oltre che in tutti gli altri rapporti
giuridici preesistenti alla trasformazione;
6. di disporre la trasmissione del presente atto all’istituzione interessata, all’ASL ed al Comune territorialmente competenti nonché la pubblicazione del dispositivo dello stesso sul
Bollettino Ufficiale della Regione Lombardia.
Il segretario: Sala
[BUR20040113]
[3.1.0]
D.g.r. 27 febbraio 2004 - n. 7/16539
Trasformazione dell’IPAB «Istituto Pietro Cadeo» con
sede legale nel Comune di Chiari (BS) in Fondazione senza scopo di lucro denominata «Istituto Pietro Cadeo ONLUS». Ai sensi dell’art. 3 della l.r. 13 febbraio 2003, n. 1.
OGR G02 Attuazione legge di riforma delle II.PP.A.B.
LA GIUNTA REGIONALE
Omissis
Delibera
1. di approvare, ai sensi dell’art. 3, comma 2, della l.r.
1/2003, la trasformazione in Fondazione ONLUS senza scopo
di lucro dell’IPAB denominata «Istituto Pietro Cadeo» avente
sede legale nel Comune di Chiari (BS);
2. di approvare il nuovo statuto dell’ente composto da 20
articoli, adottato dal Consiglio di Amministrazione dell’IPAB
di cui trattasi con deliberazione n. 172 del 30 ottobre 2003,
nel testo che costituisce parte integrante della presente deliberazione (omissis);
3. di dare atto che, a seguito della trasformazione specificata al precedente punto 1, l’ente viene ad assumere la denominazione di «Istituto Pietro Cadeo ONLUS» come previsto
dall’art. 1 del nuovo statuto dell’ente;
4. di disporre l’iscrizione della Fondazione «Istituto Pietro
Cadeo ONLUS» con sede in Chiari (BS) nel registro regionale
delle persone giuridiche private, di cui al regolamento regionale 2/2001 nel primo giorno del mese successivo a quello in
cui viene adottato il presente provvedimento;;
5. di disporre altresı̀ che la Fondazione «Istituto Pietro Cadeo ONLUS», derivante dalla trasformazione dell’IPAB di cui
all’oggetto, subentrerà nelle situazioni patrimoniali attive e
passive, nei rapporti pendenti a qualsiasi titolo inerenti ai
beni ed alle loro pertinenze oltre che in tutti gli altri rapporti
giuridici preesistenti alla trasformazione;
Bollettino Ufficiale della Regione Lombardia
– 1164 –
6. di disporre la trasmissione del presente atto all’istituzione interessata, all’ASL ed al Comune territorialmente competenti nonché la pubblicazione del dispositivo dello stesso sul
Bollettino Ufficiale della Regione Lombardia.
Il segretario: Sala
[BUR20040114]
[3.1.0]
D.g.r. 27 febbraio 2004 - n. 7/16540
Fusione delle II.PP.A.B. «Opera Pia Cronici» – «Casa di
Riposo Marini Carioni Vimercati Pasquini» – «Centro per
Minori Frecavalli» con sede legale nel Comune di Crema
via Kennedy e conseguente trasformazione in Fondazione
ONLUS senza scopo di lucro denominata «Fondazione
Benefattori Cremaschi – Istituto polifunzionale di riabilitazione e di assistenza sociosanitaria – ONLUS». Ai sensi
dell’art. 3 e dell’art. 5 comma 1 della l.r. 13 febbraio 2003,
n. 1. OGR G02 Attuazione legge di riforma delle II.PP.A.B.
LA GIUNTA REGIONALE
Omissis
Delibera
1. di approvare, ai sensi dell’art. 5 comma 1 della l.r.
1/2003, la fusione delle II.PP.A.B. denominate «Opera Pia
Cronici» – «Casa di Riposo Marini Carioni Vimercati Pasquini» – «Centro per Minori Frecavalli» aventi sede legale nel
Comune di Crema via Kennedy, 2 (CR);
2. di approvare, ai sensi degli artt. 3, comma 2, e 5, comma
1, della l.r. 1/2003, la trasformazione in Fondazione ONLUS
senza scopo di lucro dell’ente risultante dalla fusione di cui
al precedente punto 1;
3. di approvare il nuovo statuto dell’ente, risultante dalle
fusioni di cui al precedenti punti 1 e 2, composto da 19 articoli, approvato con delibera del Consiglio di Amministrazione
degli «Istituti di Ricovero» di Crema n. 396 del 13 ottobre
2003 nel testo che costituisce parte integrante della presente
deliberazione (omissis);
4. di dare atto che, a seguito delle fusioni di cui ai punti 1
e 2 e della trasformazione specificata al precedente punto 3,
l’ente viene ad assumere la denominazione di «Fondazione
Benefattori Cremaschi – Istituto polifunzionale di riabilitazione e di assistenza sociosanitaria – ONLUS» come previsto
dall’art. 1 del nuovo statuto dell’ente medesimo;
5. di disporre l’iscrizione della fondazione denominata
«Fondazione Benefattori Cremaschi – Istituto polifunzionale
di riabilitazione e di assistenza sociosanitaria – ONLUS» con
sede nel Comune di Crema (CR) nel registro regionale delle
persone giuridiche private, di cui al regolamento regionale
2/2001 nel primo giorno del mese successivo a quello in cui
viene adottato il presente provvedimento;
6. di disporre altresı̀ che la fondazione denominata «Fondazione Benefattori Cremaschi – Istituto polifunzionale di
riabilitazione e di assistenza sociosanitaria – ONLUS» derivante dalla fusione e trasformazione delle II.PP.A.B. di cui
all’oggetto, subentrerà nelle situazioni patrimoniali attive e
passive, nei rapporti pendenti a qualsiasi titolo inerenti ai
beni ed alle loro pertinenze oltre che in tutti gli altri rapporti
giuridici preesistenti alla trasformazione;
7. di disporre la trasmissione del presente atto all’istituzione interessata, all’ASL ed al Comune territorialmente competenti nonché la pubblicazione del dispositivo dello stesso sul
Bollettino Ufficiale della Regione Lombardia.
Il segretario: Sala
[BUR20040115]
[3.1.0]
D.g.r. 27 febbraio 2004 - n. 7/16541
Trasformazione dell’IPAB «O.P. Ente Galignani» con sede
legale nel Comune di Palazzolo sull’Oglio (BS) in Fondazione senza scopo di lucro denominata «Fondazione Giuseppe Antonio Galignani». Ai sensi dell’art. 3 della l.r. 13
febbraio 2003, n. 1. OGR G02 Attuazione legge di riforma
delle II.PP.A.B.
LA GIUNTA REGIONALE
Omissis
Delibera
1. di approvare, ai sensi dell’art. 3, comma 2, della l.r.
1/2003, la trasformazione in Fondazione senza scopo di lucro
dell’IPAB denominata «O.P. Ente Galignani» avente sede legale nel Comune di Palazzolo sull’Oglio (BS);
2. di approvare il nuovo statuto dell’ente composto da 25
Serie Ordinaria - N. 12 - 15 marzo 2004
articoli, adottato dal Consiglio di Amministrazione dell’IPAB
di cui trattasi con deliberazione n. 11 del 27 ottobre 2003, nel
testo che costituisce parte integrante della presente deliberazione (omissis);
3. di dare atto che, a seguito della trasformazione specificata al precedente punto 1, l’ente viene ad assumere la denominazione di «Fondazione Giuseppe Antonio Galignani»
come previsto dall’art. 1 del nuovo statuto dell’ente;
4. di disporre l’iscrizione della «Fondazione Giuseppe Antonio Galignani» con sede in Palazzolo sull’Oglio (BS) nel registro regionale delle persone giuridiche private, di cui al regolamento regionale 2/2001, nel primo giorno del mese successivo a quello in cui viene adottato il presente provvedimento;
5. di disporre altresı̀ che la «Fondazione Giuseppe Antonio
Galignani», derivante dalla trasformazione dell’IPAB di cui
all’oggetto, subentrerà nelle situazioni patrimoniali attive e
passive, nei rapporti pendenti a qualsiasi titolo inerenti ai
beni ed alle loro pertinenze oltre che in tutti gli altri rapporti
giuridici preesistenti alla trasformazione;
6. di disporre la trasmissione del presente atto all’istituzione interessata, all’ASL ed al Comune territorialmente competenti nonché la pubblicazione del dispositivo dello stesso sul
Bollettino Ufficiale della Regione Lombardia.
Il segretario: Sala
[BUR20040116]
[3.1.0]
D.g.r. 27 febbraio 2004 - n. 7/16542
Trasformazione dell’IPAB «Centro Servizi Assistenziali
Cami-Alberini» con sede legale nel Comune di Gottolengo
(BS) in Fondazione ONLUS senza scopo di lucro denominata «Fondazione Centro Servizi Assistenziali Cami-Alberini ONLUS». Ai sensi dell’art. 3 della l.r. 13 febbraio
2003, n. 1. OGR G02 Attuazione legge di riforma delle
II.PP.A.B.
LA GIUNTA REGIONALE
Omissis
Delibera
1. di approvare, ai sensi dell’art. 3, comma 2, della l.r.
1/2003, la trasformazione in Fondazione ONLUS senza scopo
di lucro dell’IPAB denominata «Centro Servizi Assistenziali
Cami-Alberini» avente sede legale nel Comune di Gottolengo
(BS);
2. di approvare il nuovo statuto dell’ente composto da 14
articoli, adottato dal Consiglio di Amministrazione dell’IPAB
di cui trattasi con deliberazione n. 14 del 22 settembre 2003,
nel testo che costituisce parte integrante della presente deliberazione (omissis);
3. di dare atto che, a seguito della trasformazione specificata al precedente punto 1, l’ente viene ad assumere la denominazione di «Fondazione Centro Servizi Assistenziali CamiAlberini ONLUS» come previsto dall’art. 1 del nuovo statuto
dell’ente;
4. di disporre l’iscrizione della «Fondazione Centro Servizi
Assistenziali Cami-Alberini ONLUS» con sede in Gottolengo
(BS) nel registro regionale delle persone giuridiche private, di
cui al regolamento regionale 2/2001, nel primo giorno del
mese successivo a quello in cui viene adottato il presente
provvedimento;
5. di disporre altresı̀ che la «Fondazione Centro Servizi
Assistenziali Cami-Alberini ONLUS», derivante dalla trasformazione dell’IPAB di cui all’oggetto, subentrerà nelle situazioni patrimoniali attive e passive, nei rapporti pendenti a
qualsiasi titolo inerenti ai beni ed alle loro pertinenze oltre
che in tutti gli altri rapporti giuridici preesistenti alla trasformazione;
6. di disporre la trasmissione del presente atto all’istituzione interessata, all’ASL ed al Comune territorialmente competenti nonché la pubblicazione del dispositivo dello stesso sul
Bollettino Ufficiale della Regione Lombardia.
Il segretario: Sala
[BUR20040117]
[3.1.0]
D.g.r. 27 febbraio 2004 - n. 7/16543
Trasformazione dell’IPAB «Asilo Infantile Zinelli-Perdoni» con sede legale nel Comune di Padenghe sul Garda
(BS) in associazione senza scopo di lucro denominata «Asilo Infantile Zinelli-Perdoni». Ai sensi dell’art. 3 della l.r.
Bollettino Ufficiale della Regione Lombardia
– 1165 –
13 febbraio 2003, n. 1. OGR G02 Attuazione legge di riforma delle II.PP.A.B.
LA GIUNTA REGIONALE
Omissis
Delibera
1. di approvare, ai sensi dell’art. 3, comma 2, della l.r.
1/2003, la trasformazione in persona giuridica di diritto privato senza scopo di lucro dell’IPAB denominata «Asilo Infantile Zinelli-Perdoni» avente sede legale nel Comune di Padenghe sul Garda (BS);
2. di approvare il nuovo statuto dell’ente composto da 25
articoli, adottato dall’Assemblea dei Soci dell’IPAB di cui trattasi con deliberazione n. 2 del 23 luglio 2003, nel testo che
costituisce parte integrante della presente deliberazione (omissis);
3. di dare atto che, a seguito della trasformazione specificata al precedente punto 1, l’Associazione viene ad assumere
la denominazione di «Asilo Infantile Zinelli-Perdoni» come
previsto dall’art. 1 del nuovo statuto dell’ente;
4. di disporre l’iscrizione della Associazione «Asilo Infantile Zinelli-Perdoni» con sede in Padenghe sul Garda (BS) nel
registro regionale delle persone giuridiche private, di cui al
regolamento regionale 2/2001, nel primo giorno del mese successivo a quello in cui viene adottato il presente provvedimento;
5. di disporre altresı̀ che l’Associazione «Asilo Infantile Zinelli-Perdoni», derivante dalla trasformazione dell’IPAB di
cui all’oggetto, subentrerà nelle situazioni patrimoniali attive
e passive, nei rapporti pendenti a qualsiasi titolo inerenti ai
beni ed alle loro pertinenze oltre che in tutti gli altri rapporti
giuridici preesistenti alla trasformazione;
6. di disporre la trasmissione del presente atto all’istituzione interessata, all’ASL ed al Comune territorialmente competenti nonché la pubblicazione del dispositivo dello stesso sul
Bollettino Ufficiale della Regione Lombardia.
Il segretario: Sala
[BUR20040118]
[3.1.0]
D.g.r. 27 febbraio 2004 - n. 7/16544
Trasformazione dell’IPAB «Istituto Opera Pia G.C. Rota»
con sede legale nel Comune di Almenno San Salvatore
(BG) in Fondazione ONLUS senza scopo di lucro denominata «Fondazione Giovanni Carlo Rota ONLUS». Ai sensi
dell’art. 3 della l.r. 13 febbraio 2003, n. 1. OGR G02 Attuazione legge di riforma delle II.PP.A.B.
LA GIUNTA REGIONALE
Omissis
Delibera
1. di approvare, ai sensi dell’art. 3, comma 2, della l.r.
1/2003, la trasformazione in Fondazione ONLUS senza scopo
di lucro dell’IPAB denominata «Istituto Opera Pia G.C. Rota»
avente sede legale nel Comune di Almenno San Salvatore
(BG);
2. di approvare il nuovo statuto dell’ente composto da 26
articoli, adottato dal Consiglio di Amministrazione dell’IPAB
di cui trattasi con deliberazioni n. 46 del 17 ottobre 2003 e
n. 50 del 14 novembre 2003, nel testo che costituisce parte
integrante della presente deliberazione (omissis);
3. di dare atto che, a seguito della trasformazione specificata al precedente punto 1, l’ente viene ad assumere la denominazione di «Fondazione Giovanni Carlo Rota ONLUS»
come previsto dall’art. 1 del nuovo statuto dell’ente;
4. di disporre l’iscrizione della «Fondazione Giovanni Carlo Rota ONLUS» con sede in Almenno San Salvatore (BG) nel
registro regionale delle persone giuridiche private, di cui al
regolamento regionale 2/2001, nel primo giorno del mese successivo a quello in cui viene adottato il presente provvedimento;
5. di disporre altresı̀ che la «Fondazione Giovanni Carlo
Rota ONLUS», derivante dalla trasformazione dell’IPAB di
cui all’oggetto, subentrerà nelle situazioni patrimoniali attive
e passive, nei rapporti pendenti a qualsiasi titolo inerenti ai
beni ed alle loro pertinenze oltre che in tutti gli altri rapporti
giuridici preesistenti alla trasformazione;
6. di disporre la trasmissione del presente atto all’istituzione interessata, all’ASL ed al Comune territorialmente competenti nonché la pubblicazione del dispositivo dello stesso sul
Bollettino Ufficiale della Regione Lombardia.
Il segretario: Sala
Serie Ordinaria - N. 12 - 15 marzo 2004
[BUR20040119]
[3.1.0]
D.g.r. 27 febbraio 2004 - n. 7/16545
Trasformazione dell’IPAB «Casa di Riposo «MartinelliGranata-Piantoni»» con sede legale nel Comune di Cologne (BS) in Fondazione ONLUS senza scopo di lucro denominata «Fondazione «Martinelli-Granata-Piantoni ONLUS». Ai sensi dell’art. 3 della l.r. 13 febbraio 2003, n. 1.
OGR G02 Attuazione legge di riforma delle II.PP.A.B.
LA GIUNTA REGIONALE
Omissis
Delibera
1. di approvare, ai sensi dell’art. 3, comma 2, della l.r.
1/2003, la trasformazione in Fondazione ONLUS senza scopo
di lucro dell’IPAB denominata «Casa di Riposo MartinelliGranata-Piantoni» avente sede legale nel Comune di Cologne
(BS);
2. di approvare il nuovo statuto dell’ente composto da 23
articoli, adottato dal Consiglio di Amministrazione dell’IPAB
di cui trattasi con deliberazioni n. 8 del 4 settembre 2003, nel
testo che costituisce parte integrante della presente deliberazione (omissis);
3. di dare atto che, a seguito della trasformazione specificata al precedente punto 1, l’ente viene ad assumere la denominazione di «Fondazione “Martinelli-Granata-Piantoni ONLUS”» come previsto dall’art. 2 del nuovo statuto dell’ente;
4. di disporre l’iscrizione della «Fondazione “MartinelliGranata-Piantoni ONLUS”» con sede in Cologne (BS) nel registro regionale delle persone giuridiche private, di cui al regolamento regionale 2/2001, nel primo giorno del mese successivo a quello in cui viene adottato il presente provvedimento;
5. di disporre altresı̀ che la «Fondazione “Martinelli-Granata-Piantoni ONLUS”», derivante dalla trasformazione dell’IPAB di cui all’oggetto, subentrerà nelle situazioni patrimoniali attive e passive, nei rapporti pendenti a qualsiasi titolo
inerenti ai beni ed alle loro pertinenze oltre che in tutti gli
altri rapporti giuridici preesistenti alla trasformazione;
6. di disporre la trasmissione del presente atto all’istituzione interessata, all’ASL ed al Comune territorialmente competenti nonché la pubblicazione del dispositivo dello stesso sul
Bollettino Ufficiale della Regione Lombardia.
Il segretario: Sala
[BUR20040120]
[3.1.0]
D.g.r. 27 febbraio 2004 - n. 7/16546
Trasformazione dell’IPAB «Lega del Bene – Vittorio Emanuele III» con sede legale nel Comune di Pavia in Fondazione senza scopo di lucro denominata «Fondazione Martinetti – Lega del Bene». Ai sensi dell’art. 3 della l.r. 13
febbraio 2003, n. 1. OGR G02 Attuazione legge di riforma
delle II.PP.A.B.
LA GIUNTA REGIONALE
Omissis
Delibera
1. di approvare, ai sensi dell’art. 3, comma 2, della l.r.
1/2003, la trasformazione in Fondazione senza scopo di lucro
dell’IPAB denominata «Lega del Bene – Vittorio Emanuele
III» avente sede legale nel Comune di Pavia;
2. di approvare il nuovo statuto dell’ente composto da 23
articoli, adottato dal Consiglio di Amministrazione dell’IPAB
di cui trattasi con deliberazione n. 9 del 18 settembre 2003,
nel testo che costituisce parte integrante della presente deliberazione (omissis);
3. di dare atto che, a seguito della trasformazione specificata al precedente punto 1, l’ente viene ad assumere la denominazione di «Fondazione Martinetti – Lega del Bene» come
previsto dall’art. 1 del nuovo statuto dell’ente;
4. di disporre l’iscrizione della «Fondazione Martinetti –
Lega del Bene» con sede in Pavia nel registro regionale delle
persone giuridiche private, di cui al regolamento regionale
2/2001, nel primo giorno del mese successivo a quello in cui
viene adottato il presente provvedimento;
5. di disporre altresı̀ che la «Fondazione Martinetti – Lega
del Bene», derivante dalla trasformazione dell’IPAB di cui all’oggetto, subentrerà nelle situazioni patrimoniali attive e passive, nei rapporti pendenti a qualsiasi titolo inerenti ai beni ed
alle loro pertinenze oltre che in tutti gli altri rapporti giuridici
preesistenti alla trasformazione;
Bollettino Ufficiale della Regione Lombardia
– 1166 –
6. di disporre la trasmissione del presente atto all’istituzione interessata, all’ASL ed al Comune territorialmente competenti nonché la pubblicazione del dispositivo dello stesso sul
Bollettino Ufficiale della Regione Lombardia.
Il segretario: Sala
[BUR20040121]
[3.1.0]
D.g.r. 27 febbraio 2004 - n. 7/16547
Trasformazione dell’IPAB «Casa di Riposo per Anziani di
Botticino» con sede legale nel Comune di Botticino (BS)
in persona giuridica di diritto privato senza scopo di lucro denominata Fondazione «Casa di Riposo per Anziani
di Botticino ONLUS». Ai sensi dell’art. 3 della l.r. 13 febbraio 2003, n. 1. OGR G02 Attuazione legge di riforma
delle II.PP.A.B.
LA GIUNTA REGIONALE
Omissis
Delibera
1. di approvare, ai sensi dell’art. 3, comma 2, della l.r.
1/2003, la trasformazione in Fondazione ONLUS senza scopo
di lucro dell’IPAB denominata «Casa di Riposo per Anziani di
Botticino» avente sede legale nel Comune di Botticino (BS);
2. di approvare il nuovo statuto dell’ente composto da 22
articoli, adottato dal Consiglio di Amministrazione dell’IPAB
di cui trattasi con deliberazione n. 16 del 17 ottobre 2003, nel
testo che costituisce parte integrante della presente deliberazione (omissis);
3. di dare atto che, a seguito della trasformazione specificata al precedente punto 1, l’ente viene ad assumere la denominazione di Fondazione «Casa di Riposo per Anziani di Botticino ONLUS» come previsto dall’art. 1 del nuovo statuto dell’ente;
4. di disporre l’iscrizione della Fondazione «Casa di Riposo
per Anziani di Botticino ONLUS» con sede in Botticino (BS)
nel registro regionale delle persone giuridiche private, di cui
al regolamento regionale 2/2001, nel primo giorno del mese
successivo a quello in cui viene adottato il presente provvedimento;
5. di disporre altresı̀ che la Fondazione «Casa di Riposo
per Anziani di Botticino ONLUS», derivante dalla trasformazione dell’IPAB di cui all’oggetto, subentrerà nelle situazioni
patrimoniali attive e passive, nei rapporti pendenti a qualsiasi
titolo inerenti ai beni ed alle loro pertinenze oltre che in tutti
gli altri rapporti giuridici preesistenti alla trasformazione;
6. di disporre la trasmissione del presente atto all’istituzione interessata, all’ASL ed al Comune territorialmente competenti nonché la pubblicazione del dispositivo dello stesso sul
Bollettino Ufficiale della Regione Lombardia.
Il segretario: Sala
[BUR20040122]
[3.1.0]
D.g.r. 27 febbraio 2004 - n. 7/16548
Trasformazione dell’IPAB «Casa di Riposo di Calcinato»
con sede legale nel Comune di Calcinato (BS) in persona
giuridica di diritto privato denominata Fondazione «Casa
di Riposo di Calcinato – ONLUS». Ai sensi dell’art. 3 della
l.r. 13 febbraio 2003, n. 1. OGR G02 Attuazione legge di
riforma delle II.PP.A.B.
LA GIUNTA REGIONALE
Omissis
Delibera
1. di approvare, ai sensi dell’art. 3, comma 2, della l.r.
1/2003, la trasformazione in Fondazione ONLUS senza scopo
di lucro dell’IPAB denominata «Casa di Riposo di Calcinato»
avente sede legale nel Comune di Calcinato (BS);
2. di approvare il nuovo statuto dell’ente composto da 15
articoli, adottato dal Consiglio di Amministrazione dell’IPAB
di cui trattasi con deliberazione n. 31 del 27 ottobre 2003, nel
testo che costituisce parte integrante della presente deliberazione (omissis);
3. di dare atto che, a seguito della trasformazione specificata al precedente punto 1, l’ente viene ad assumere la denominazione di Fondazione «Casa di Riposo di Calcinato – ONLUS» come previsto dall’art. 1 del nuovo statuto dell’ente;
4. di disporre l’iscrizione della Fondazione «Casa di Riposo
di Calcinato – ONLUS» con sede in Calcinato (BS) nel registro regionale delle persone giuridiche private, di cui al regolamento regionale 2/2001, nel primo giorno del mese successivo a quello in cui viene adottato il presente provvedimento;
Serie Ordinaria - N. 12 - 15 marzo 2004
5. di disporre altresı̀ che la Fondazione «Casa di Riposo di
Calcinato – ONLUS», derivante dalla trasformazione dell’IPAB di cui all’oggetto, subentrerà nelle situazioni patrimoniali attive e passive, nei rapporti pendenti a qualsiasi titolo inerenti ai beni ed alle loro pertinenze oltre che in tutti gli altri
rapporti giuridici preesistenti alla trasformazione;
6. di disporre la trasmissione del presente atto all’istituzione interessata, all’ASL ed al Comune territorialmente competenti nonché la pubblicazione del dispositivo dello stesso sul
Bollettino Ufficiale della Regione Lombardia.
Il segretario: Sala
[BUR20040123]
[3.1.0]
D.g.r. 27 febbraio 2004 - n. 7/16549
Trasformazione dell’IPAB «O.P. Casa Industria Ricovero
e Cronicità» con sede legale nel Comune di Soncino (CR)
in Fondazione ONLUS senza scopo di lucro denominata
«Fondazione Residenza Sanitario-Assistenziale di Soncino ONLUS». Ai sensi dell’art. 3 della l.r. 13 febbraio 2003,
n. 1. OGR G02 Attuazione legge di riforma delle II.PP.A.B.
LA GIUNTA REGIONALE
Omissis
Delibera
1. di approvare, ai sensi dell’art. 3, comma 2, della l.r.
1/2003, la trasformazione in Fondazione ONLUS senza scopo
di lucro dell’IPAB denominata «O.P. Casa Industria Ricovero
e Cronicità» avente sede legale nel Comune di Soncino (CR);
2. di approvare il nuovo statuto dell’ente composto da 20
articoli, adottato dal Consiglio di Amministrazione dell’IPAB
di cui trattasi con deliberazione n. 28 del 18 ottobre 2003, nel
testo che costituisce parte integrante della presente deliberazione (omissis);
3. di dare atto che, a seguito della trasformazione specificata al precedente punto 1, l’ente viene ad assumere la denominazione di «Fondazione Residenza Sanitario-Assistenziale
di Soncino ONLUS» come previsto dall’art. 1 del nuovo statuto dell’ente;
4. di disporre l’iscrizione della «Fondazione Residenza Sanitario-Assistenziale di Soncino ONLUS» con sede in Soncino
(CR) nel registro regionale delle persone giuridiche private,
di cui al regolamento regionale 2/2001, nel primo giorno del
mese successivo a quello in cui viene adottato il presente
provvedimento;
5. di disporre altresı̀ che la «Fondazione Residenza Sanitario-Assistenziale di Soncino ONLUS», derivante dalla trasformazione dell’IPAB di cui all’oggetto, subentrerà nelle situazioni patrimoniali attive e passive, nei rapporti pendenti a
qualsiasi titolo inerenti ai beni ed alle loro pertinenze oltre
che in tutti gli altri rapporti giuridici preesistenti alla trasformazione;
6. di disporre la trasmissione del presente atto all’istituzione interessata, all’ASL ed al Comune territorialmente competenti nonché la pubblicazione del dispositivo dello stesso sul
Bollettino Ufficiale della Regione Lombardia.
Il segretario: Sala
[BUR20040124]
[3.1.0]
D.g.r. 27 febbraio 2004 - n. 7/16550
Trasformazione dell’IPAB «Casa di Riposo Villa della
Pace» con sede legale nel Comune di Stezzano (BG) in
Fondazione senza scopo di lucro denominata «Fondazione Casa di Riposo Villa della Pace». Ai sensi dell’art. 3
della l.r. 13 febbraio 2003, n. 1. OGR G02 Attuazione legge di riforma delle II.PP.A.B.
LA GIUNTA REGIONALE
Omissis
Delibera
1. di approvare, ai sensi dell’art. 3, comma 2, della l.r.
1/2003, la trasformazione in Fondazione senza scopo di lucro
dell’IPAB denominata «Casa di Riposo Villa della Pace» avente sede legale nel Comune di Stezzano (BG);
2. di approvare il nuovo statuto dell’ente composto da 16
articoli, adottato dal Consiglio di Amministrazione dell’IPAB
di cui trattasi con deliberazione n. 34 del 7 ottobre 2003, nel
testo che costituisce parte integrante della presente deliberazione (omissis);
3. di dare atto che, a seguito della trasformazione specificata al precedente punto 1, l’ente viene ad assumere la deno-
Bollettino Ufficiale della Regione Lombardia
– 1167 –
minazione di «Fondazione Casa di Riposo Villa della Pace»
come previsto dall’art. 1 del nuovo statuto dell’ente;
4. di disporre l’iscrizione della «Fondazione Casa di Riposo
Villa della Pace» con sede in Stezzano (BG) nel registro regionale delle persone giuridiche private, di cui al regolamento
regionale 2/2001, nel primo giorno del mese successivo a
quello in cui viene adottato il presente provvedimento;
5. di disporre altresı̀ che la «Fondazione Casa di Riposo
Villa della Pace», derivante dalla trasformazione dell’IPAB di
cui all’oggetto, subentrerà nelle situazioni patrimoniali attive
e passive, nei rapporti pendenti a qualsiasi titolo inerenti ai
beni ed alle loro pertinenze oltre che in tutti gli altri rapporti
giuridici preesistenti alla trasformazione;
6. di disporre la trasmissione del presente atto all’istituzione interessata, all’ASL ed al Comune territorialmente competenti nonché la pubblicazione del dispositivo dello stesso sul
Bollettino Ufficiale della Regione Lombardia.
Il segretario: Sala
[BUR20040125]
[3.1.0]
D.g.r. 27 febbraio 2004 - n. 7/16551
Trasformazione dell’IPAB «Asilo Infantile – Scuola Materna» con sede legale nel comune di Gottolengo (BS) in
Fondazione senza scopo di lucro denominata «Scuola
d’Infanzia Pietro Caprettini». Ai sensi dell’articolo 3 della
legge regionale 13 febbraio 2003, n. 1 – OGR G02 Attuazione legge di riforma delle II.PP.A.B.
LA GIUNTA REGIONALE
Omissis
Delibera
1. di approvare, ai sensi dell’articolo 3, comma 2, della l.r.
1/2003, la trasformazione in Fondazione senza scopo di lucro
dell’IPAB denominata «Asilo Infantile – Scuola Materna» avente sede legale nel comune di Gottolengo (BS);
2. di approvare il nuovo statuto dell’ente composto da 15
articoli, adottato dal Consiglio di Amministrazione dell’IPAB
di cui trattasi con deliberazione n. 22 del 16 ottobre 2003, nel
testo che costituisce parte integrante della presente deliberazione (omissis);
3. di dare atto che, a seguito della trasformazione specificata al precedente punto 1, l’ente viene ad assumere la denominazione di Fondazione «Scuola d’Infanzia Pietro Caprettini» come previsto dall’articolo 1 del nuovo statuto dell’ente;
4. di disporre l’iscrizione della Fondazione «Scuola d’Infanzia Pietro Caprettini» con sede in Gottolengo (BS) nel registro regionale delle persone giuridiche private, di cui al regolamento regionale 2/2001, nel primo giorno del mese successivo a quello in cui viene adottato il presente provvedimento;
5. di disporre altresı̀ che la Fondazione «Scuola d’Infanzia
Pietro Caprettini», derivante dalla trasformazione dell’IPAB
di cui all’oggetto, subentrerà nelle situazioni patrimoniali attive e passive, nei rapporti pendenti a qualsiasi titolo inerenti
ai beni ed alle loro pertinenze oltre che in tutti gli altri rapporti giuridici preesistenti alla trasformazione;
6. di disporre la trasmissione del presente atto all’istituzione interessata, all’ASL ed al comune territorialmente competenti nonché la pubblicazione del dispositivo dello stesso sul
Bollettino Ufficiale della Regione Lombardia.
Il segretario: Sala
[BUR20040126]
[3.1.0]
D.g.r. 27 febbraio 2004 - n. 7/16552
Trasformazione dell’IPAB «Casa di Riposo Dante Cusi»
con sede legale nel comune di Gambara (BS) in Fondazione Onlus senza scopo di lucro denominata «Dante Cusi
Onlus». Ai sensi dell’articolo 3 della legge regionale 13
febbraio 2003, n. 1. – OGR G02 Attuazione legge di riforma delle II.PP.A.B.
LA GIUNTA REGIONALE
Omissis
Delibera
1. di approvare, ai sensi dell’articolo 3, comma 2, della l.r.
1/2003, la trasformazione in Fondazione Onlus senza scopo
di lucro dell’IPAB denominata «Casa di Riposo Dante Cusi»
avente sede legale nel comune di Gambara (BS);
2. di approvare il nuovo statuto dell’ente composto da 14
articoli, adottato dal Consiglio di Amministrazione dell’IPAB
di cui trattasi con deliberazione n. 19 del 13 ottobre 2003, nel
Serie Ordinaria - N. 12 - 15 marzo 2004
testo che costituisce parte integrante della presente deliberazione (omissis);
3. di dare atto che, a seguito della trasformazione specificata al precedente punto 1, l’ente viene ad assumere la denominazione di «Dante Cusi Onlus» come previsto dall’articolo
1 del nuovo statuto dell’ente;
4. di disporre l’iscrizione della Fondazione «Dante Cusi
Onlus» con sede in Gambara (BS) nel registro regionale delle
persone giuridiche private, di cui al regolamento regionale
2/2001, nel primo giorno del mese successivo a quello in cui
viene adottato il presente provvedimento;
5. di disporre altresı̀ che la Fondazione «Dante Cusi Onlus», derivante dalla trasformazione dell’IPAB di cui all’oggetto, subentrerà nelle situazioni patrimoniali attive e passive,
nei rapporti pendenti a qualsiasi titolo inerenti ai beni ed alle
loro pertinenze oltre che in tutti gli altri rapporti giuridici
preesistenti alla trasformazione;
6. di disporre la trasmissione del presente atto all’istituzione interessata, all’ASL ed al comune territorialmente competenti nonché la pubblicazione del dispositivo dello stesso sul
Bollettino Ufficiale della Regione Lombardia.
Il segretario: Sala
[BUR20040127]
[3.1.0]
D.g.r. 27 febbraio 2004 - n. 7/16553
Trasformazione dell’IPAB «Casa per Anziani Serlini – Residenza Sanitaria Assistenziale» con sede legale nel comune di Ospitaletto (BS) in Fondazione Onlus senza scopo di lucro denominata «Fondazione “Serlini” Residenza
Sanitaria Assistenziale – Onlus». Ai sensi dell’articolo 3
della legge regionale 13 febbraio 2003, n. 1 – ORG G02
Attuazione legge di riforma delle II.PP.A.B.
LA GIUNTA REGIONALE
Omissis
Delibera
1. di approvare, ai sensi dell’articolo 3, comma 2, della l.r.
1/2003, la trasformazione in Fondazione Onlus senza scopo
di lucro dell’IPAB denominata «Casa per Anziani Serlini Residenza Sanitaria Assistenziale» avente sede legale nel comune
di Ospitaletto (BS);
2. di approvare il nuovo statuto dell’ente composto da 20
articoli, adottato dal Consiglio di Amministrazione dell’IPAB
di cui trattasi con deliberazione n. 30 del 20 ottobre 2003, nel
testo che costituisce parte integrante della presente deliberazione (omissis);
3. di dare atto che, a seguito della trasformazione specificata al precedente punto 1, l’ente viene ad assumere la denominazione di «Fondazione “Serlini” Residenza Sanitaria Assistenziale – Onlus» come previsto dall’articolo 1 del nuovo statuto dell’ente;
4. di disporre l’iscrizione della «Fondazione “Serlini” Residenza Sanitaria Assistenziale – Onlus» con sede in Ospitaletto
(BS) nel registro regionale delle persone giuridiche private, di
cui al regolamento regionale 2/2001, nel primo giorno del
mese successivo a quello in cui viene adottato il presente
provvedimento;
5. di disporre altresı̀ che la «Fondazione “Serlini” Residenza Sanitaria Assistenziale – Onlus», derivante dalla trasformazione dell’IPAB di cui all’oggetto, subentrerà nelle situazioni
patrimoniali attive e passive, nei rapporti pendenti a qualsiasi
titolo inerenti ai beni ed alle loro pertinenze oltre che in tutti
gli altri rapporti giuridici preesistenti alla trasformazione;
6. di disporre la trasmissione del presente atto all’istituzione interessata, all’ASL ed al comune territorialmente competenti nonché la pubblicazione del dispositivo dello stesso sul
Bollettino Ufficiale della Regione Lombardia.
Il segretario: Sala
[BUR20040128]
[3.1.0]
D.g.r. 27 febbraio 2004 - n. 7/16554
Trasformazione dell’IPAB «Fondazione Bertinotti-Formenti» con sede legale nel comune di Chiari (BS) in Fondazione Onlus senza scopo di lucro denominata «Fondazione Bertinotti Formenti Onlus». Ai sensi dell’articolo 3
della legge regionale 13 febbraio 2003, n. 1 – ORG G02
Attuazione legge di riforma delle II.PP.A.B.
LA GIUNTA REGIONALE
Omissis
Delibera
1. di approvare, ai sensi dell’articolo 3, comma 2, della l.r.
1/2003, la trasformazione in Fondazione Onlus senza scopo
Bollettino Ufficiale della Regione Lombardia
– 1168 –
di lucro dell’IPAB denominata «Fondazione Bertinotti-Formenti» avente sede legale nel comune di Chiari (BS);
2. di approvare il nuovo statuto dell’ente composto da 15
articoli, adottato dal Consiglio di Amministrazione dell’IPAB
di cui trattasi con deliberazione n. 51 del 4 ottobre 2003, nel
testo che costituisce parte integrante della presente deliberazione (omissis);
3. di dare atto che, a seguito della trasformazione specificata al precedente punto 1, l’ente viene ad assumere la denominazione di «Fondazione Bertinotti Formenti Onlus» come
previsto dall’articolo 1 del nuovo statuto dell’ente;
4. di disporre l’iscrizione della «Fondazione Bertinotti Formenti Onlus» con sede in Chiari (BS) nel registro regionale
delle persone giuridiche private, di cui al regolamento regionale 2/2001, nel primo giorno del mese successivo a quello in
cui viene adottato il presente provvedimento;
5. di disporre altresı̀ che la «Fondazione Bertinotti Formenti Onlus», derivante dalla trasformazione dell’IPAB di cui
all’oggetto, subentrerà nelle situazioni patrimoniali attive e
passive, nei rapporti pendenti a qualsiasi titolo inerenti ai
beni ed alle loro pertinenze oltre che in tutti gli altri rapporti
giuridici preesistenti alla trasformazione;
6. di disporre la trasmissione del presente atto all’istituzione interessata, all’ASL ed al comune territorialmente competenti nonché la pubblicazione del dispositivo dello stesso sul
Bollettino Ufficiale della Regione Lombardia.
Il segretario: Sala
[BUR20040129]
[3.1.0]
D.g.r. 27 febbraio 2004 - n. 7/16555
Trasformazione dell’IPAB «Gerontocomio Lomellino»
con sede legale nel comune di Lomello (PV) in Fondazione senza scopo di lucro denominata «Fondazione Gerontocomio Lomellino». Ai sensi dell’articolo 3 della legge regionale 13 febbraio 2003, n. 1 – ORG G02 Attuazione legge di riforma delle II.PP.A.B.
LA GIUNTA REGIONALE
Omissis
Delibera
1. di approvare, ai sensi dell’articolo 3, comma 2, della l.r.
1/2003, la trasformazione in Fondazione senza scopo di lucro
dell’IPAB denominata «Gerontocomio Lomellino» avente
sede legale nel comune di Lomello (PV);
2. di approvare il nuovo statuto dell’ente composto da 18
articoli, adottato dal Consiglio di Amministrazione dell’IPAB
di cui trattasi con deliberazione n. 1 del 16 febbraio 2004, nel
testo che costituisce parte integrante della presente deliberazione (omissis);
3. di dare atto che, a seguito della trasformazione specificata al precedente punto 1, l’ente viene ad assumere la denominazione di «Fondazione Gerontocomio Lomellino» come
previsto dall’articolo 1 del nuovo statuto dell’ente;
4. di disporre l’iscrizione della «Fondazione Gerontocomio
Lomellino» con sede in Lomello (PV) nel registro regionale
delle persone giuridiche private, di cui al regolamento regionale 2/2001 nel primo giorno del mese successivo a quello in
cui viene adottato il presente provvedimento;
5. di disporre altresı̀ che la «Fondazione Gerontocomio Lomellino», derivante dalla trasformazione dell’IPAB di cui all’oggetto, subentrerà nelle situazioni patrimoniali attive e passive, nei rapporti pendenti a qualsiasi titolo inerenti ai beni ed
alle loro pertinenze oltre che in tutti gli altri rapporti giuridici
preesistenti alla trasformazione;
6. di disporre la trasmissione del presente atto all’istituzione interessata, all’ASL ed al comune territorialmente competenti nonché la pubblicazione del dispositivo dello stesso sul
Bollettino Ufficiale della Regione Lombardia.
Il segretario: Sala
[BUR20040130]
[3.1.0]
D.g.r. 27 febbraio 2004 - n. 7/16556
Trasformazione dell’IPAB «Pia Fondazione di Valle Camonica» con sede legale nel comune di Malegno (BS) in
Fondazione Onlus senza scopo di lucro denominata «Pia
Fondazione di Valle Camonica Onlus». Ai sensi dell’arti-
Serie Ordinaria - N. 12 - 15 marzo 2004
colo 3 della legge regionale 13 febbraio 2003, n. 1 – ORG
G02 Attuazione legge di riforma delle II.PP.A.B.
LA GIUNTA REGIONALE
Omissis
Delibera
1. di approvare, ai sensi dell’articolo 3, comma 2, della l.r.
1/2003, la trasformazione in Fondazione Onlus senza scopo
di lucro dell’IPAB denominata «Pia Fondazione di Valle Camonica» avente sede legale nel comune di Malegno (BS);
2. di approvare il nuovo statuto dell’ente composto da 19
articoli, adottato dal Consiglio di Amministrazione dell’IPAB
di cui trattasi con deliberazioni n. 12 del 25 giugno 2003 e
n. 1 del 26 gennaio 2004, nel testo che costituisce parte integrante della presente deliberazione (omissis);
3. di dare atto che, a seguito della trasformazione specificata al precedente punto 1, l’ente viene ad assumere la denominazione di «Pia Fondazione di Valle Camonica Onlus»
come previsto dall’articolo 1 del nuovo statuto dell’ente;
4. di disporre l’iscrizione della «Pia Fondazione di Valle
Camonica Onlus» con sede in Malegno (BS) nel registro regionale delle persone giuridiche private, di cui al regolamento
regionale 2/2001 nel primo giorno del mese successivo a quello in cui viene adottato il presente provvedimento;
5. di disporre altresı̀ che la «Pia Fondazione di Valle Camonica Onlus», derivante dalla trasformazione dell’IPAB di cui
all’oggetto, subentrerà nelle situazioni patrimoniali attive e
passive, nei rapporti pendenti a qualsiasi titolo inerenti ai
beni ed alle loro pertinenze oltre che in tutti gli altri rapporti
giuridici preesistenti alla trasformazione;
6. di disporre la trasmissione del presente atto all’istituzione interessata, all’ASL ed al comune territorialmente competenti nonché la pubblicazione del dispositivo dello stesso sul
Bollettino Ufficiale della Regione Lombardia.
Il segretario: Sala
[BUR20040131]
[3.1.0]
D.g.r. 27 febbraio 2004 - n. 7/16557
Trasformazione dell’IPAB «Istituto Femminile della Presentazione» con sede legale nel comune di Como in Fondazione senza scopo di lucro denominata «Fondazione La
Presentazione». Ai sensi dell’articolo 3 della legge regionale 13 febbraio 2003, n. 1 – ORG G02 Attuazione legge
di riforma delle II.PP.A.B.
LA GIUNTA REGIONALE
Omissis
Delibera
1. di approvare, ai sensi dell’articolo 3, comma 2, della l.r.
1/2003, la trasformazione in Fondazione senza scopo di lucro
dell’IPAB denominata «Istituto Femminile della Presentazione» avente sede legale nel comune di Como;
2. di approvare il nuovo statuto dell’ente composto da 19
articoli, adottato dal Consiglio di Amministrazione dell’IPAB
di cui trattasi con deliberazione n. 15 del 22 ottobre 2003, nel
testo che costituisce parte integrante della presente deliberazione (omissis);
3. di dare atto che, a seguito della trasformazione specificata al precedente punto 1, l’ente viene ad assumere la denominazione di «Fondazione La Presentazione» come previsto
dall’articolo 1 del nuovo statuto dell’ente;
4. di disporre l’iscrizione della «Fondazione La Presentazione» con sede in Como nel registro regionale delle persone
giuridiche private, di cui al regolamento regionale 2/2001, nel
primo giorno del mese successivo a quello in cui viene adottato il presente provvedimento;
5. di disporre altresı̀ che la «Fondazione La Presentazione», derivante dalla trasformazione dell’IPAB di cui all’oggetto, subentrerà nelle situazioni patrimoniali attive e passive,
nei rapporti pendenti a qualsiasi titolo inerenti ai beni ed alle
loro pertinenze oltre che in tutti gli altri rapporti giuridici
preesistenti alla trasformazione;
6. di disporre la trasmissione del presente atto all’istituzione interessata, all’ASL ed al comune territorialmente competenti nonché la pubblicazione del dispositivo dello stesso sul
Bollettino Ufficiale della Regione Lombardia.
Il segretario: Sala
[BUR20040132]
[3.1.0]
D.g.r. 27 febbraio 2004 - n. 7/16558
Trasformazione dell’IPAB «Opera Pia Guida» con sede le-
Bollettino Ufficiale della Regione Lombardia
– 1169 –
gale nel comune di Soresina (CR) in Fondazione senza
scopo di lucro denominata «Fondazione Giuseppina Guida». Ai sensi dell’articolo 3 della legge regionale 13 febbraio 2003, n. 1 – ORG G02 Attuazione legge di riforma
delle II.PP.A.B.
LA GIUNTA REGIONALE
Omissis
Delibera
1. di approvare, ai sensi dell’articolo 3, comma 2, della l.r.
1/2003, la trasformazione in Fondazione senza scopo di lucro
dell’IPAB denominata «Opera Pia Guida» avente sede legale
nel comune di Soresina (CR);
2. di approvare il nuovo statuto dell’ente composto da 19
articoli, adottato dal Consiglio di Amministrazione dell’IPAB
di cui trattasi con deliberazione n. 4 del 23 ottobre 2003, nel
testo che costituisce parte integrante della presente deliberazione (omissis);
3. di dare atto che, a seguito della trasformazione specificata al precedente punto 1, l’ente viene ad assumere la denominazione di «Fondazione Giuseppina Guida» come previsto
dall’articolo 1 del nuovo statuto dell’ente;
4. di disporre l’iscrizione della «Fondazione Giuseppina
Guida» con sede in Soresina (CR) nel registro regionale delle
persone giuridiche private, di cui al regolamento regionale
2/2001, nel primo giorno del mese successivo a quello in cui
viene adottato il presente provvedimento;
5. di disporre altresı̀ che la «Fondazione Giuseppina Guida», derivante dalla trasformazione dell’IPAB di cui all’oggetto, subentrerà nelle situazioni patrimoniali attive e passive,
nei rapporti pendenti a qualsiasi titolo inerenti ai beni ed alle
loro pertinenze oltre che in tutti gli altri rapporti giuridici
preesistenti alla trasformazione;
6. di disporre la trasmissione del presente atto all’istituzione interessata, all’ASL ed al comune territorialmente competenti nonché la pubblicazione del dispositivo dello stesso sul
Bollettino Ufficiale della Regione Lombardia.
Il segretario: Sala
[BUR20040133]
[3.1.0]
D.g.r. 27 febbraio 2004 - n. 7/16559
Trasformazione dell’IPAB «Opera Pia Alzeni» con sede legale nel comune di Trescore Cremasco (CR) in Fondazione senza scopo di lucro denominata «Fondazione Opera
Pia Alzeni». Ai sensi dell’articolo 3 della legge regionale
13 febbraio 2003, n. 1 – ORG G02 Attuazione legge di riforma delle II.PP.A.B.
LA GIUNTA REGIONALE
Omissis
Delibera
1. di approvare, ai sensi dell’articolo 3, comma 2, della l.r.
1/2003, la trasformazione in Fondazione senza scopo di lucro
dell’IPAB denominata «Opera Pia Alzeni» avente sede legale
nel comune di Trescore Cremasco (CR);
2. di approvare il nuovo statuto dell’ente composto da 17
articoli, adottato dal Consiglio di Amministrazione dell’IPAB
di cui trattasi con deliberazione n. 45 del 27 ottobre 2003, nel
testo che costituisce parte integrante della presente deliberazione (omissis);
3. di dare atto che, a seguito della trasformazione specificata al precedente punto 1, l’ente viene ad assumere la denominazione di «Fondazione Opera Pia Alzeni» come previsto
dall’articolo 1 del nuovo statuto dell’ente;
4. di disporre l’iscrizione della «Fondazione Opera Pia Alzeni» con sede in Trescore Cremasco (CR) nel registro regionale delle persone giuridiche private, di cui al regolamento
regionale 2/2001, nel primo giorno del mese successivo a
quello in cui viene adottato il presente provvedimento;
5. di disporre altresı̀ che la «Fondazione Opera Pia Alzeni»,
derivante dalla trasformazione dell’IPAB di cui all’oggetto, subentrerà nelle situazioni patrimoniali attive e passive, nei rapporti pendenti a qualsiasi titolo inerenti ai beni ed alle loro
pertinenze oltre che in tutti gli altri rapporti giuridici preesistenti alla trasformazione;
6. di disporre la trasmissione del presente atto all’istituzione interessata, all’ASL ed al comune territorialmente competenti nonché la pubblicazione del dispositivo dello stesso sul
Bollettino Ufficiale della Regione Lombardia.
Il segretario: Sala
Serie Ordinaria - N. 12 - 15 marzo 2004
[BUR20040134]
[3.1.0]
D.g.r. 27 febbraio 2004 - n. 7/16560
Trasformazione dell’IPAB «Residenza Sanitario Assistenziale Angela Mauri Sacconaghi – Giovanni Borghi» con
sede legale nel comune di Comerio (VA) in Fondazione
senza scopo di lucro denominata «Fondazione Angela
Mauri Sacconaghi – Giovanni Borghi». Ai sensi dell’articolo 3 della legge regionale 13 febbraio 2003, n. 1 – OGR
G02 Attuazione legge di riforma delle II.PP.A.B.
LA GIUNTA REGIONALE
Omissis
Delibera
1. di approvare, ai sensi dell’articolo 3, comma 2, della l.r.
1/2003, la trasformazione in Fondazione senza scopo di lucro
dell’IPAB denominata «Residenza Sanitario Assistenziale Angela Mauri Sacconaghi – Giovanni Borghi» avente sede legale
nel comune di Comerio (VA);
2. di approvare il nuovo statuto dell’ente composto da 18
articoli, adottato dal Consiglio di Amministrazione dell’IPAB
di cui trattasi con deliberazione n. 26 del 2 ottobre 2003, nel
testo che costituisce parte integrante della presente deliberazione (omissis);
3. di dare atto che, a seguito della trasformazione specificata al precedente punto 1, l’ente viene ad assumere la denominazione di «Fondazione Angela Mauri Sacconaghi – Giovanni Borghi» come previsto dall’articolo 1 del nuovo statuto
dell’ente;
4. di disporre l’iscrizione della «Fondazione Angela Mauri
Sacconaghi – Giovanni Borghi» con sede in Comerio (VA) nel
registro regionale delle persone giuridiche private, di cui al
regolamento regionale 2/2001, nel primo giorno del mese successivo a quello in cui viene adottato il presento provvedimento;
5. di disporre altresı̀ che la «Fondazione Angela Mauri Sacconaghi – Giovanni Borghi», derivante dalla trasformazione
dell’IPAB di cui all’oggetto, subentrerà nelle situazioni patrimoniali attive e passive, nei rapporti pendenti a qualsiasi titolo inerenti ai beni ed alle loro pertinenze oltre che in tutti gli
altri rapporti giuridici preesistenti alla trasformazione;
6. di disporre la trasmissione del presente atto all’istituzione interessata, all’ASL ed al comune territorialmente competenti nonché la pubblicazione del dispositivo dello stesso sul
Bollettino Ufficiale della Regione Lombardia.
Il segretario: Sala
[BUR20040135]
[3.1.0]
D.g.r. 27 febbraio 2004 - n. 7/16561
Trasformazione dell’IPAB «Opera Pia Istituto Arti e Mestieri V. Roncalli» con sede legale nel comune di Vigevano (PV) in Fondazione senza scopo di lucro denominata
«Fondazione Istituto d’Arte e Mestieri Vicenzo Roncalli».
Ai sensi dell’articolo 3 della legge regionale 13 febbraio
2003, n. 1 – OGR G02 Attuazione legge di riforma delle
II.PP.A.B.
LA GIUNTA REGIONALE
Omissis
Delibera
1. di approvare, ai sensi dell’articolo 3, comma 2, della l.r.
1/2003, la trasformazione in Fondazione senza scopo di lucro
dell’IPAB denominata «Opera Pia Istituto Arti e Mestieri V.
Roncalli» avente sede legale nel comune di Vigevano (PV);
2. di approvare il nuovo statuto dell’ente composto da 17
articoli, adottato dal Consiglio di Amministrazione dell’IPAB
di cui trattasi con deliberazioni n. 44 del 27 settembre 2003 e
n. 5 del 17 febbraio 2004, nel testo che costituisce parte integrante della presente deliberazione (omissis);
3. di dare atto che, a seguito della trasformazione specificata al precedente punto 1, l’ente viene ad assumere la denominazione di «Fondazione Istituto d’Arte e Mestieri Vicenzo
Roncalli» come previsto dall’articolo 2 del nuovo statuto dell’ente;
4. di disporre l’iscrizione della «Fondazione Istituto d’Arte
e Mestieri Vicenzo Roncalli» con sede in Vigevano (PV) nel
registro regionale delle persone giuridiche private, di cui al
regolamento regionale 2/2001, nel primo giorno del mese successivo a quello in cui viene adottato il presente provvedimento;
5. di disporre altresı̀ che la «Fondazione Istituto d’Arte e
Bollettino Ufficiale della Regione Lombardia
– 1170 –
Mestieri Vicenzo Roncalli», derivante dalla trasformazione
dell’IPAB di cui all’oggetto, subentrerà nelle situazioni patrimoniali attive e passive, nei rapporti pendenti a qualsiasi titolo inerenti ai beni ed alle loro pertinenze oltre che in tutti gli
altri rapporti giuridici preesistenti alla trasformazione;
6. di disporre la trasmissione del presente atto all’istituzione interessata, all’ASL ed al comune territorialmente competenti nonché la pubblicazione del dispositivo dello stesso sul
Bollettino Ufficiale della Regione Lombardia.
Il segretario: Sala
[BUR20040136]
[3.1.0]
D.g.r. 27 febbraio 2004 - n. 7/16562
Trasformazione dell’IPAB «Asilo Infantile di Gandino»
con sede legale nel comune di Gandino (BG) in Fondazione senza scopo di lucro denominata «Scuola Materna di
Gandino». Ai sensi dell’articolo 3 della legge regionale 13
febbraio 2003, n. 1 – OGR G02 Attuazione legge di riforma delle II.PP.A.B.
LA GIUNTA REGIONALE
Omissis
Delibera
1. di approvare, ai sensi dell’articolo 3, comma 2, della l.r.
1/2003, la trasformazione in Fondazione senza scopo di lucro
dell’IPAB denominata «Asilo Infantile di Gandino» avente
sede legale nel comune di Gandino (BG);
2. di approvare il nuovo statuto dell’ente composto da 20
articoli, adottato dal Consiglio di Amministrazione dell’IPAB
di cui trattasi con deliberazione n. 47 del 25 settembre 2003,
nel testo che costituisce parte integrante della presente deliberazione (omissis);
3. di dare atto che, a seguito della trasformazione specificata al precedente punto 1, l’ente viene ad assumere la denominazione di «Scuola Materna di Gandino» come previsto
dall’articolo 2 del nuovo statuto dell’ente;
4. di disporre l’iscrizione della «Scuola Materna di Gandino» con sede in Gandino (BG) nel registro regionale delle persone giuridiche private, di cui al regolamento regionale
2/2001, nel primo giorno del mese successivo a quello in cui
viene adottato il presente provvedimento;
5. di disporre altresı̀ che la «Scuola Materna di Gandino»,
derivante dalla trasformazione dell’IPAB di cui all’oggetto, subentrerà nelle situazioni patrimoniali attive e passive, nei rapporti pendenti a qualsiasi titolo inerenti ai beni ed alle loro
pertinenze oltre che in tutti gli altri rapporti giuridici preesistenti alla trasformazione;
6. di disporre la trasmissione del presente atto all’istituzione interessata, all’ASL ed al comune territorialmente competenti nonché la pubblicazione del dispositivo dello stesso sul
Bollettino Ufficiale della Regione Lombardia.
Il segretario: Sala
[BUR20040137]
[3.1.0]
D.g.r. 27 febbraio 2004 - n. 7/16563
Trasformazione dell’IPAB «Scuola Materna Urbani e Nespoli» con sede legale nel comune di Coccaglio (BS) in
Fondazione senza scopo di lucro denominata «Scuola dell’Infanzia Urbani e Nespoli». Ai sensi dell’articolo 3 della
legge regionale 13 febbraio 2003, n. 1 – ORG G02 Attuazione legge di riforma delle II.PP.A.B.
LA GIUNTA REGIONALE
Omissis
Delibera
1. di approvare, ai sensi dell’articolo 3, comma 2, della l.r.
1/2003, la trasformazione in Fondazione senza scopo di lucro
dell’IPAB denominata «Scuola Materna Urbani e Nespoli» avente sede legale nel comune di Coccaglio (BS);
2. di approvare il nuovo statuto dell’ente composto da 15
articoli, adottato dal Consiglio di Amministrazione dell’IPAB
di cui trattasi con deliberazione n. 23 del 18 settembre 2003,
nel testo che costituisce parte integrante della presente deliberazione (omissis);
3. di dare atto che, a seguito della trasformazione specificata al precedente punto 1, l’ente viene ad assumere la denominazione di «Scuola dell’Infanzia Urbani e Nespoli» come
previsto dall’articolo 1 del nuovo statuto dell’ente;
4. di disporre l’iscrizione della «Scuola dell’Infanzia Urbani e Nespoli» con sede in Coccaglio (BS) nel registro regionale
Serie Ordinaria - N. 12 - 15 marzo 2004
delle persone giuridiche private, di cui al regolamento regionale 2/2001, nel primo giorno del mese successivo a quello in
cui viene adottato il presente provvedimento;
5. di disporre altresı̀ che la «Scuola dell’Infanzia Urbani e
Nespoli», derivante dalla trasformazione dell’IPAB di cui all’oggetto, subentrerà nelle situazioni patrimoniali attive e passive, nei rapporti pendenti a qualsiasi titolo inerenti ai beni ed
alle loro pertinenze oltre che in tutti gli altri rapporti giuridici
preesistenti alla trasformazione;
6. di disporre la trasmissione del presente atto all’istituzione interessata, all’ASL ed al comune territorialmente competenti nonché la pubblicazione del dispositivo dello stesso sul
Bollettino Ufficiale della Regione Lombardia.
Il segretario: Sala
[BUR20040138]
[3.1.0]
D.g.r. 27 febbraio 2004 - n. 7/16564
Trasformazione dell’IPAB «Centro di Servizi per Anziani
“Casa di riposo Maggi”» con sede legale nel comune di
Castrezzato (BS) in Fondazione Onlus senza scopo di lucro denominata «Centro di Servizi per Anziani “Casa di
Riposo Maggi” Onlus». Ai sensi dell’articolo 3 della legge
regionale 13 febbraio 2003, n. 1 – ORG G02 Attuazione
legge di riforma delle II.PP.A.B.
LA GIUNTA REGIONALE
Omissis
Delibera
1. di approvare, ai sensi dell’articolo 3, comma 2, della l.r.
1/2003, la trasformazione in Fondazione Onlus senza scopo
di lucro dell’IPAB denominata «Centro di Servizi per Anziani
“Casa di riposo Maggi”» avente sede legale nel comune di Castrezzato (BS);
2. di approvare il nuovo statuto dell’ente composto da 17
articoli, adottato dal Consiglio di Amministrazione dell’IPAB
di cui trattasi con deliberazione n. 4 del 25 ottobre 2003, nel
testo che costituisce parte integrante della presente deliberazione (omissis);
3. di dare atto che, a seguito della trasformazione specificata al precedente punto 1, l’ente viene ad assumere la denominazione di «Centro di Servizi per Anziani “Casa di Riposo
Maggi” Onlus» come previsto dall’articolo 1 del nuovo statuto
dell’ente;
4. di disporre l’iscrizione del «Centro di Servizi per Anziani
“Casa di Riposo Maggi” Onlus» con sede in Castrezzato (BS)
nel registro regionale delle persone giuridiche private, di cui
al regolamento regionale 2/2001, nel primo giorno del mese
successivo a quello in cui viene adottato il presente provvedimento;
5. di disporre altresı̀ che la «Centro di Servizi per Anziani
“Casa di Riposo Maggi” Onlus», derivante dalla trasformazione dell’IPAB di cui all’oggetto, subentrerà nelle situazioni patrimoniali attive e passive, nei rapporti pendenti a qualsiasi
titolo inerenti ai beni ed alle loro pertinenze oltre che in tutti
gli altri rapporti giuridici preesistenti alla trasformazione;
6. di disporre la trasmissione del presente atto all’istituzione interessata, all’ASL ed al comune territorialmente competenti nonché la pubblicazione del dispositivo dello stesso sul
Bollettino Ufficiale della Regione Lombardia.
Il segretario: Sala
[BUR20040139]
[3.1.0]
D.g.r. 27 febbraio 2004 - n. 7/16565
Trasformazione dell’IPAB «Pia Casa di Riposo Cardinal
Giorgio Gusmini» con sede legale nel comune di Vertova
(BG) in Fondazione Onlus senza scopo di lucro denominata «Fondazione Istituto Polifunzionale Socio Sanitario
Cardinal Gusmini – Onlus». Ai sensi dell’articolo 3 della
legge regionale 13 febbraio 2003, n. 1 – ORG G02 Attuazione legge di riforma delle II.PP.A.B.
LA GIUNTA REGIONALE
Omissis
Delibera
1. di approvare, ai sensi dell’articolo 3, comma 2, della l.r.
1/2003, la trasformazione in Fondazione Onlus senza scopo
di lucro dell’IPAB denominata «Pia Casa di Riposo Cardinal
Giorgio Gusmini» avente sede legale nel comune di Vertova
(BG);
2. di approvare il nuovo statuto dell’ente composto da 21
Bollettino Ufficiale della Regione Lombardia
– 1171 –
articoli, adottato dal Consiglio di Amministrazione dell’IPAB
di cui trattasi con deliberazione n. 123 del 13 ottobre 2003,
nel testo che costituisce parte integrante della presente deliberazione (omissis);
3. di dare atto che, a seguito della trasformazione specificata al precedente punto 1, l’ente viene ad assumere la denominazione di «Fondazione Istituto Polifunzionale Socio Sanitario Cardinal Gusmini – Onlus» come previsto dall’articolo 1
del nuovo statuto dell’ente;
4. di disporre l’iscrizione della «Fondazione Istituto Polifunzionale Socio Sanitario Cardinal Gusmini – Onlus» con
sede in Vertova (BG) nel registro regionale delle persone giuridiche private, di cui al regolamento regionale 2/2001, nel
primo giorno, del mese successivo a quello in cui viene adottato il presente provvedimento;
5. di disporre altresı̀ che la «Fondazione Istituto Polifunzionale Socio Sanitario Cardinal Gusmini – Onlus», derivante
dalla trasformazione dell’IPAB di cui all’oggetto, subentrerà
nelle situazioni patrimoniali attive e passive, nei rapporti pendenti a qualsiasi titolo inerenti ai beni ed alle loro pertinenze
oltre che in tutti gli altri rapporti giuridici preesistenti alla
trasformazione;
6. di disporre la trasmissione del presente atto all’istituzione interessata, all’ASL ed al comune territorialmente competenti nonché la pubblicazione del dispositivo dello stesso sul
Bollettino Ufficiale della Regione Lombardia.
Il segretario: Sala
[BUR20040140]
[3.1.0]
D.g.r. 27 febbraio 2004 - n. 7/16566
Trasformazione dell’IPAB «Fondazione Ercole Carcano»
con sede legale nel comune di Mandello del Lario (LC) in
Fondazione senza scopo di lucro denominata «Fondazione Ercole Carcano». Ai sensi dell’articolo 3 della legge regionale 13 febbraio 2003, n. 1 – ORG G02 Attuazione legge di riforma delle II.PP.A.B.
LA GIUNTA REGIONALE
Omissis
Delibera
1. di approvare, ai sensi dell’articolo 3, comma 2, della l.r.
1/2003, la trasformazione in Fondazione senza scopo di lucro
dell’IPAB denominata «Fondazione Ercole Carcano» avente
sede legale nel comune di Mandello del Lario (LC);
2. di approvare il nuovo statuto dell’ente composto da 18
articoli, adottato dal Consiglio di Amministrazione dell’IPAB
di cui trattasi con deliberazione n. 7 del 16 dicembre 2003,
nel testo che costituisce parte integrante della presente deliberazione (omissis);
3. di dare atto che, a seguito della trasformazione specificata al precedente punto 1, l’ente viene ad assumere la denominazione di «Fondazione Ercole Carcano» come previsto
dall’articolo 1 del nuovo statuto dell’ente;
4. di disporre l’iscrizione della «Fondazione Ercole Carcano» con sede in Mandello del Lario (LC) nel registro regionale
delle persone giuridiche private, di cui al regolamento regionale 2/2001, nel primo giorno del mese successivo a quello in
cui viene adottato il presente provvedimento;
5. di disporre altresı̀ che la «Fondazione Ercole Carcano»,
derivante dalla trasformazione dell’IPAB di cui all’oggetto, subentrerà nelle situazioni patrimoniali attive e passive, nei rapporti pendenti a qualsiasi titolo inerenti ai beni ed alle loro
pertinenze oltre che in tutti gli altri rapporti giuridici preesistenti alla trasformazione;
6. di disporre la trasmissione del presente atto all’istituzione interessata, all’ASL ed al comune territorialmente competenti nonché la pubblicazione del dispositivo dello stesso sul
Bollettino Ufficiale della Regione Lombardia.
Il segretario: Sala
[BUR20040141]
[3.1.0]
D.g.r. 27 febbraio 2004 - n. 7/16567
Trasformazione dell’IPAB «Casa di Riposo San Giovanni»
con sede legale nel comune di Bovegno (BS) in Fondazione Onlus senza scopo di lucro denominata «Casa di Riposo San Giovanni – Onlus». Ai sensi dell’articolo 3 della
legge regionale 13 febbraio 2003, n. 1 – ORG G02 Attuazione legge di riforma delle II.PP.A.B.
LA GIUNTA REGIONALE
Omissis
Delibera
1. di approvare, ai sensi dell’articolo 3, comma 2, della l.r.
1/2003, la trasformazione in Fondazione Onlus senza scopo
Serie Ordinaria - N. 12 - 15 marzo 2004
di lucro dell’IPAB denominata «Casa di Riposo San Giovanni» avente sede legale nel comune di Bovegno (BS);
2. di approvare il nuovo statuto dell’ente composto da 18
articoli, adottato dal Consiglio di Amministrazione dell’IPAB
di cui trattasi con deliberazione n. 40 del 17 dicembre 2003,
nel testo che costituisce parte integrante della presente deliberazione (omissis);
3. di dare atto che, a seguito della trasformazione specificata al precedente punto 1, l’ente viene ad assumere la denominazione di «Casa di Riposo San Giovanni – Onlus» come
previsto dall’articolo 1 del nuovo statuto dell’ente;
4. di disporre l’iscrizione della Fondazione «Casa di Riposo
San Giovanni – Onlus» con sede in Bovegno (BS) nel registro
regionale delle persone giuridiche private, di cui al regolamento regionale 2/2001, nel primo giorno del mese successivo
a quello in cui viene adottato il presente provvedimento;
5. di disporre altresı̀ che la Fondazione «Casa di Riposo
San Giovanni – Onlus», derivante dalla trasformazione dell’IPAB di cui all’oggetto, subentrerà nelle situazioni patrimoniali attive e passive, nei rapporti pendenti a qualsiasi titolo inerenti ai beni ed alle loro pertinenze oltre che in tutti gli altri
rapporti giuridici preesistenti alla trasformazione;
6. di disporre la trasmissione del presente atto all’istituzione interessata, all’ASL ed al comune territorialmente competenti nonché la pubblicazione del dispositivo dello stesso sul
Bollettino Ufficiale della Regione Lombardia.
Il segretario: Sala
[BUR20040142]
[3.1.0]
D.g.r. 27 febbraio 2004 - n. 7/16568
Trasformazione dell’IPAB «Casa di Riposo Madonna della Neve» con sede legale nel comune di Chiuro (SO) in
Fondazione Onlus senza scopo di lucro denominata «Fondazione Casa di Riposo Madonna della Neve Onlus». Ai
sensi dell’articolo 3 della legge regionale 13 febbraio
2003, n. 1 – ORG G02 Attuazione legge di riforma delle
II.PP.A.B.
LA GIUNTA REGIONALE
Omissis
Delibera
1. di approvare, ai sensi dell’articolo 3, comma 2, della l.r.
1/2003, la trasformazione in Fondazione Onlus senza scopo
di lucro dell’IPAB denominata «Casa di Riposo Madonna della Neve» avente sede legale nel comune di Chiuro (SO);
2. di approvare il nuovo statuto dell’ente composto da 23
articoli, adottato dal Consiglio di Amministrazione dell’IPAB
di cui trattasi con deliberazione n. 12 del 28 ottobre 2003 e
n. 5 del 30 gennaio 2004, nel testo che costituisce parte integrante della presente deliberazione (omissis);
3. di dare atto che, a seguito della trasformazione specificata al precedente punto 1, l’ente viene ad assumere la denominazione di «Fondazione Casa di Riposo Madonna della
Neve Onlus» come previsto dall’articolo 1 del nuovo statuto
dell’ente;
4. di disporre l’iscrizione della «Fondazione Casa di Ripose
Madonna della Neve Onlus» con sede in Chiuro (SO) nel registro regionale delle persone giuridiche private, di cui al regolamento regionale 2/2001 nel primo giorno del mese successivo a quello in cui viene adottato il presente provvedimento;
5. di disporre altresı̀ che la «Fondazione Casa di Riposo
Madonna della Neve Onlus», derivante dalla trasformazione
dell’IPAB di cui all’oggetto, subentrerà nelle situazioni patrimoniali attive e passive, nei rapporti pendenti a qualsiasi titolo inerenti ai beni ed alle loro pertinenze oltre che in tutti gli
altri rapporti giuridici preesistenti alla trasformazione;
6. di disporre la trasmissione del presente atto all’istituzione interessata all’ASL ed al comune territorialmente competenti nonché la pubblicazione del dispositivo dello stesso sul
Bollettino Ufficiale della Regione Lombardia.
Il segretario: Sala
[BUR20040143]
[3.1.0]
D.g.r. 27 febbraio 2004 - n. 7/16569
Trasformazione dell’IPAB «Asilo Infantile Erminia Maggi» con sede legale nel comune di Cuvio (VA) in Fondazione senza scopo di lucro denominata «Scuola Materna Erminia Maggi». Ai sensi dell’articolo 3 della legge regiona-
Bollettino Ufficiale della Regione Lombardia
– 1172 –
le 13 febbraio 2003, n. 1 – ORG G02 Attuazione legge di
riforma delle II.PP.A.B.
LA GIUNTA REGIONALE
Omissis
Delibera
1. di approvare, ai sensi dell’articolo 3, comma 2, della l.r.
1/2003, la trasformazione in Fondazione senza scopo di lucro
dell’IPAB denominata «Asilo Infantile Erminia Maggi» avente
sede legale nel comune di Cuvio (VA);
2. di approvare il nuovo statuto dell’ente composto da 22
articoli, adottato dal Consiglio di Amministrazione dell’IPAB
di cui trattasi con deliberazione n. 5 dell’8 luglio 2003, nel
testo che costituisce parte integrante della presente deliberazione (omissis);
3. di dare atto che, a seguito della trasformazione specificata al precedente punto 1, l’ente, viene ad assumere la denominazione di «Scuola Materna Erminia Maggi» come previsto dall’articolo 2 del nuovo statuto dell’ente;
4. di disporre l’iscrizione della «Scuola Materna Erminia
Maggi» con sede in Cuvio (VA) nel registro regionale delle
persone giuridiche private, di cui al regolamento regionale
2/2001, nel primo giorno del mese successivo a quello in cui
viene adottato il presente provvedimento;
5. di disporre altresı̀ che la «Scuola Materna Erminia Maggi», derivante dalla trasformazione dell’IPAB di cui all’oggetto, subentrerà nelle situazioni patrimoniali attive e passive,
nei rapporti pendenti a qualsiasi titolo inerenti ai beni ed alle
loro pertinenze oltre che in tutti gli altri rapporti giuridici
preesistenti alla trasformazione;
6. di disporre la trasmissione del presente atto all’istituzione interessata, all’ASL ed al comune territorialmente competenti nonché la pubblicazione del dispositivo dello stesso sul
Bollettino Ufficiale della Regione Lombardia.
Il segretario: Sala
[BUR20040144]
[3.1.0]
D.g.r. 27 febbraio 2004 - n. 7/16570
Trasformazione dell’IPAB «Casa di Riposo San Giuseppe»
con sede legale nel comune di Polpenazze del Garda (BS)
in Fondazione Onlus senza scopo di lucro denominata
«Fondazione Casa di Riposo San Giuseppe – Onlus». Ai
sensi dell’articolo 3 della legge regionale 13 febbraio
2003, n. 1 – ORG G02 Attuazione legge di riforma delle
II.PP.A.B.
LA GIUNTA REGIONALE
Omissis
Delibera
1. di approvare, ai sensi dell’articolo 3, comma 2, della l.r.
1/2003, la trasformazione in Fondazione Onlus senza scopo
di lucro dell’IPAB denominata «Casa di Riposo San Giuseppe» avente sede legale nel comune di Polpenazze del Garda
(BS);
2. di approvare il nuovo statuto dell’ente composto da 28
articoli, adottato dal Consiglio di Amministrazione dell’IPAB
di cui trattasi con deliberazione n. 86 del 29 ottobre 2003, nel
testo che costituisce parte integrante della presente deliberazione (omissis);
3. di dare atto che, a seguito della trasformazione specificata al precedente punto 1, l’ente viene ad assumere la denominazione di «Fondazione Casa di Riposo San Giuseppe –
Onlus» come previsto dall’articolo 1 del nuovo statuto dell’ente;
4. di disporre l’iscrizione della «Fondazione Casa di Riposo
San Giuseppe – Onlus» con sede in Polpenazze del Garda
(BS) nel registro regionale delle persone giuridiche private, di
cui al regolamento regionale 2/2001, nel primo giorno del
mese successivo a quello in cui viene adottato il presente
provvedimento;
5. di disporre altresı̀ che la «Fondazione Casa di Riposo
San Giuseppe – Onlus», derivante dalla trasformazione dell’IPAB di cui all’oggetto, subentrerà nelle situazioni patrimoniali attive e passive, nei rapporti pendenti a qualsiasi titolo inerenti ai beni ed alle loro pertinenze oltre che in tutti gli altri
rapporti giuridici preesistenti alla trasformazione;
6. di disporre la trasmissione del presente atto all’istituzione interessata all’ASL ed al comune territorialmente competenti nonché la pubblicazione del dispositivo dello stesso sul
Bollettino Ufficiale della Regione Lombardia.
Il segretario: Sala
Serie Ordinaria - N. 12 - 15 marzo 2004
[BUR20040145]
[3.1.0]
D.g.r. 27 febbraio 2004 - n. 7/16571
Trasformazione dell’IPAB «Casa di riposo di Gandino»
con sede legale nel comune di Gandino (BG) in Fondazione Onlus senza scopo di lucro denominata «Cecilia Caccia
in Del Negro Onlus». Ai sensi dell’articolo 3 della legge
regionale 13 febbraio 2003, n. 1 – ORG G02 Attuazione
legge di riforma delle II.PP.A.B.
LA GIUNTA REGIONALE
Omissis
Delibera
1. di approvare, ai sensi dell’articolo 3, comma 2, della l.r.
1/2003, la trasformazione in Fondazione Onlus senza scopo
di lucro dell’IPAB denominata «Casa di riposo di Gandino»
avente sede legale nel comune di Gandino (BG);
2. di approvare il nuovo statuto dell’ente composto da 19
articoli, adottato dal Consiglio di Amministrazione dell’IPAB
di cui trattasi con deliberazione n. 58 del 29 settembre 2003,
nel testo che costituisce parte integrante della presente deliberazione (omissis);
3. di dare atto che, a seguito della trasformazione specificata al precedente punto 1, l’ente viene ad assumere la denominazione di «Cecilia Caccia in Del Negro Onlus» come previsto dall’articolo 1 del nuovo statuto dell’ente;
4. di disporre l’iscrizione della «Cecilia Caccia in Del Negro
Onlus» con sede in Gandino (BG) nel registro regionale delle
persone giuridiche private, di cui al regolamento regionale
2/2001, nel primo giorno del mese successivo a quello in cui
viene adottato il presente provvedimento;
5. di disporre altresı̀ che la «Cecilia Caccia in Del Negro
Onlus», derivante dalla trasformazione dell’IPAB di cui all’oggetto, subentrerà nelle situazioni patrimoniali attive e passive, nei rapporti pendenti a qualsiasi titolo inerenti ai beni ed
alle loro pertinenze oltre che in tutti gli altri rapporti giuridici
preesistenti alla trasformazione;
6. di disporre la trasmissione del presente atto all’istituzione interessata, all’ASL ed al comune territorialmente competenti nonché la pubblicazione del dispositivo dello stesso sul
Bollettino Ufficiale della Regione Lombardia.
Il segretario: Sala
[BUR20040146]
[3.1.0]
D.g.r. 27 febbraio 2004 - n. 7/16572
Fusione delle II.PP.A.B. «Asilo Infantile» e «Ospedale Civile» con sede legale nel comune di Fontanella (BG) e
conseguente trasformazione in Fondazione senza scopo
di lucro denominata «Fondazione Domus E.D.E.R.A.». Ai
sensi dell’art. 3 e dell’art. 5 comma 1 della legge regionale
13 febbraio 2003, n. 1 – OGR G02 Attuazione legge di riforma delle II.PP.A.B.
LA GIUNTA REGIONALE
Omissis
Delibera
1. di approvare, ai sensi dell’articolo 5 comma 1 della l.r.
1/2003, la fusione delle II.PP.A.B. denominate «Asilo Infantile» e «Ospedale Civile» aventi sede legale nel comune di Fontanella (BG);
2. di approvare, ai sensi degli articoli 3, comma 2, e 5, comma 1, della l.r. 1/2003, la trasformazione in persona giuridica
privata senza scopo di lucro dell’ente risultante dalla fusione
di cui al precedente punto 1;
3. di approvare il nuovo statuto dell’ente, risultante dalla
fusione e trasformazione di cui ai precedenti punti 1 e 2, composto da 18 articoli, approvato con deliberazioni n. 21-bis del
30 ottobre 2003 e n. 30 del 30 ottobre 2003 rispettivamente
delle II.PP.A.B. «Asilo Infantile» e «Ospedale Civile», nel testo
che costituisce parte integrante della presente deliberazione
(omissis);
4. di dare atto che, a seguito della fusione e trasformazione
di cui ai punti 1 e 2, l’ente viene ad assumere la denominazione di «Fondazione Domus E.D.E.R.A.». come previsto dall’articolo 2 del nuovo statuto dell’ente medesimo;
5. di disporre l’iscrizione dell’ente denominato «Fondazione Domus E.D.E.R.A.» con sede nel comune di Fontanella
(BG) nel registro regionale delle persone giuridiche private,
di cui al regolamento regionale 2/2001, nel primo giorno del
mese successivo a quello in cui viene adottato il presente
provvedimento;
Bollettino Ufficiale della Regione Lombardia
– 1173 –
6. di disporre altresı̀ che l’ente denominato «Fondazione
Domus E.D.E.R.A.» derivante dalla fusione e trasformazione
delle II.PP.A.B. di cui all’oggetto, subentrerà nelle situazioni
patrimoniali attive e passive, nei rapporti pendenti a qualsiasi
titolo inerenti ai beni ed alle loro pertinenze oltre che in tutti
gli altri rapporti giuridici preesistenti alla trasformazione;
7. di disporre la trasmissione del presente atto all’istituzione interessata, all’ASL ed al comune territorialmente competenti nonché la pubblicazione del dispositivo dello stesso sul
Bollettino Ufficiale della Regione Lombardia.
Il segretario: Sala
D) ATTI DIRIGENZIALI
GIUNTA REGIONALE
D.G. Risorse e bilancio
[BUR20040147]
[2.1.0]
D.d.s. 3 marzo 2004 - n. 3249
Ulteriore assegnazione contributi F.R.I.S.L. 2002/2004 iniziativa B) Beni e infrastrutture culturali, l.r. 14 dicembre 1991, n. 33
IL DIRIGENTE DELLA STRUTTURA
STRUMENTI FINANZIARI INTEGRATI
Vista la legge regionale 14 dicembre 1991, n. 33 di istituzione del fondo ricostituzione infrastrutture sociali Lombardia
(F.R.I.S.L.) e successive modificazioni ed integrazioni;
Vista la d.g.r. n. 9474 del 21 giugno 2002 «Approvazione
delle schede delle iniziative F.R.I.S.L. 2001/2003 “Realizzazione di strutture alternative alla residenzialità permanente
per anziani e portatori di handicap” e F.R.I.S.L. 2002/2004
“Beni e infrastrutture culturali” e delle relative modalità per
l’accesso ai contributi» contenente le istruzioni generali per
l’accesso al F.R.I.S.L. 2002/2004, pubblicata sul Bollettino Ufficiale della Regione Lombardia (B.U.R.L.) del 9 luglio 2002,
1º Supplemento Straordinario al n. 28;
Vista la motivata relazione rassegnata dal Nucleo di valutazione relativamente all’iniziativa B) Beni e infrastrutture culturali a completamento dell’istruttoria delle domande presentate all’Unità Organizzativa incaricata comprensiva dell’elenco dei progetti inammissibili, ammissibili e finanziabili in ordine di priorità;
Richiamato il proprio d.d.s. n. 8694 del 28 maggio 2003
«Assegnazione di contributi F.R.I.S.L. 2002/04 iniziativa B)
Beni e infrastrutture culturali – l.r. n. 14 dicembre 1991,
n. 33»;
Richiamata la d.g.r. n. 16533 del 27 febbraio 2004 con la
quale fra l’altro si è destinata un’ulteriore somma di
C 13.604.670,90 stanziata sul bilancio regionale 2004/2006 al
finanziamento dei progetti ammissibili e non finanziati per
l’iniziativa F.R.I.S.L. B) Beni e infrastrutture culturali, anno
2002/2004, compresi nella graduatoria dei progetti ammissibili e finanziabili, di cui al surrichiamato d.d.s. n. 8694/03 e
si è rideterminata la data di inizio lavori per i progetti da
finanziarsi con il presente atto;
Vista la legge 16 gennaio 2003, n. 3, art. 11 e la delibera
C.I.P.E. 27 dicembre 2002, n. 143 che recano disposizioni in
merito all’introduzione del Codice Unico di Progetto (C.U.P.);
Vista la l.r. 12 settembre 1983 n. 70 e successive modificazioni;
Vista la l.r. 31 marzo 1978 n. 34 e successive modificazioni;
Vista la l.r. 23 luglio 1996, n. 16;
Visti i provvedimenti organizzativi riguardanti la VII legislatura ed in particolare il d.d.s.g. n. 8364 del 23 maggio 2003
e tutti gli atti da esso richiamati e la d.g.r. n. 15655 del 18
dicembre 2003 che conferma fra l’altro al Dott. Mario Bonifacio l’incarico di Dirigente della Struttura Strumenti Finanziari Integrati della Direzione generale Risorse e bilancio;
Decreta
1) di finanziare i progetti indicati nell’elenco allegato al presente atto relativi al F.R.I.S.L. 2002/2004, iniziativa B) Beni e
infrastrutture culturali;
2) che per l’impegno e l’erogazione del contributo di cui al
presente atto si applicano le procedure tutte previste dal d.d.s.
Strumenti Finanziari Integrati n. 8694/2003 dal punto 3) al
punto 12);
Serie Ordinaria - N. 12 - 15 marzo 2004
3) ai fini dei decreti regionali di approvazione dei progetti,
da assumersi da parte della D.G. incaricata per l’iniziativa,
i progetti finanziati con il presente atto dovranno risultare
assegnatari del Codice Unico di Progetto (C.U.P.); per i beneficiari diversi dagli enti pubblici il C.U.P. deve essere assegnato a cura della Direzione generale incaricata per l’iniziativa;
4) di comunicare per opportuna conoscenza il presente atto
alla Commissione consiliare competente in materia di programmazione e bilancio;
5) di assegnare alla Struttura Programmazione, bilancio e
servizi giuridici della Direzione generale Culture, identità e
autonomie della Lombardia la cura degli adempimenti esecutivi indicati nel presente decreto;
6) di pubblicare il presente atto sul Bollettino Ufficiale della
Regione Lombardia.
Il dirigente della struttura
strumenti finanziari integrati:
Mario Bonifacio
——— • ———
Bollettino Ufficiale della Regione Lombardia
Serie Ordinaria - N. 12 - 15 marzo 2004
– 1174 –
ELENCO DEI PROGETTI FINANZIATI IN ORDINE DI PRIORITÀ
INIZIATIVA: B/2002 BENI E INFRASTRUTTURE CULTURALI
CRITERI DI ATTRIBUZIONE DEL PUNTEGGIO (GRADUATORIA PRIORITÀ):
A – PRIORITÀ PROVINCIALE RAPPORTATA ALLA POPOLAZIONE RESIDENTE NELLE PROVINCE LOMBARDE
B – RILEVANZA ARTISTICA, CULTURALE E STORICA DEL BENE O DEL SERVIZIO OFFERTO
C – URGENZA DELL’INTERVENTO
D – RAPPORTO DEL BENE CON IL TERRITORIO
E – FRUIBILITÀ DEL BENE
F – QUALITÀ E COMPLETEZZA DELLE SOLUZIONI TECNICHE
G – CONNESSIONE DIRETTA CON INVESTIMENTI DI RESTAURO E/O RIFUNZIONALIZZAZIONE
H – COMPLETAMENTO DELL’INTERVENTO
I – DISPONIBILITÀ DI ALTRI FINANZIAMENTI, OLTRE LA QUOTA DI COFINANZIAMENTO OBBLIGATORIO
Punteggio
Spesa ammessa
Contributo a
rimborso
60.000,00
Contributo a
fondo perso
Autofinanziamento
Altri
finanziamenti
441.200,00
Contributo
totale proposto
45.233,93
01 Progetto
B/2002/89
57,00
716.000,00
214.800,00
Beneficiario COMUNE DI CREMONA
RESTAURO CONSERVATIVO BASILICA DI S. LORENZO *
Punteggio A = 10,00 B = 5,00 C = 0,00 D = 1,00 E = 6,00 F = 10,00 G = 10,00 H = 5,00 I = 10,00
02 Progetto
B/2002/122
54,89
1.079.279,86
477.006,40
204.431,31
397.842,15
477.006,40
Beneficiario COMUNE DI BRESCIA
MUSEALIZZAZIONE DELL’AREA ARCHEOLOGICA «DOMUS DELL’ORTAGLIA»
Punteggio A = 8,54 B = 5,00 C = 5,00 D = 2,00 E = 6,00 F = 5,00 G = 10,00 H = 5,00 I = 8,35
03 Progetto
B/2002/114
49,74
328.910,00
225.000,00
98.673,00
5.237,00
225.000,00
Beneficiario COMUNE DI TRESIVIO
RECUPERO – RESTAURO EX PALAZZO NOBILIARE GUICCIARDI – GIANOLI, ORA SEDE MUNICIPALE
Punteggio A = 10,00 B = 5,00 C = 5,00 D = 0,50 E = 4,00 F = 10,00 G = 10,00 H = 5,00 I = 0,24
04 Progetto
B/2002/126
45,50
307.968,00
215.577,00
92.391,00
215.577,00
Beneficiario COMUNE DI CASTIGLIONE OLONA
ALLESTIMENTO NUOVA BIBLIOTECA DEL COMPLESSO POLIFUNZIONALE DEL CASTELLO DI MONTERUZZO
Punteggio A = 10,00 B = 5,00 C = 0,00 D = 0,50 E = 5,00 F = 10,00 G = 10,00 H = 5,00 I = 0,00
05 Progetto
B/2002/123
45,40
835.279,00
584.695,00
250.584,00
584.695,00
Beneficiario COMUNE DI LONATO
LAVORI DI CONSERVAZIONE E SISTEMAZIONE DI PALAZZO ZAMBELLI A SEDE DELLA BIBLIOTECA COMUNALE
Punteggio A = 3,90 B = 5,00 C = 5,00 D = 0,50 E = 6,00 F = 10,00 G = 10,00 H = 5,00 I = 0,00
06 Progetto
B/2002/148
44,50
383.340,00
268.338,00
115.002,00
268.338,00
Beneficiario PARROCCHIA S. VITTORE M.
RESTAURO DECORAZIONI A STUCCO VOLTA MAGGIORE E REALIZZAZIONE SISTEMA DI VENTILAZIONE SOTTOTETTO IN VARESE
Punteggio A = 10,00 B = 3,00 C = 0,00 D = 0,50 E = 6,00 F = 10,00 G = 10,00 H = 5,00 I = 0,00
07 Progetto
B/2002/51
44,18
703.783,27
435.543,27
211.134,98
57.105,02
435.543,27
Beneficiario COMUNE DI VIMERCATE
RESTAURO E RISTRUTTURAZIONE VILLA SOTTOCASA ALA SUD
Punteggio A = 8,36 B = 3,00 C = 0,00 D = 0,50 E = 6,00 F = 10,00 G = 10,00 H = 5,00 I = 1,32
08 Progetto
B/2002/95
44,01
2.070.000,00 1.449.000,00
621.000,00
1.449.000,00
Beneficiario FONDAZIONE ARNALDO POMODORO
COMPLETAMENTO DEL NUOVO MUSEO DELLA FONDAZIONE ARNALDO POMODORO IN MILANO
Punteggio A = 6,66 B = 5,00 C = 5,00 D = 2,00 E = 6,00 F = 10,00 G = 4,35 H = 5,00 I = 0,00
09 Progetto
B/2002/7
43,60
1.900.321,00 1.330.225,00
570.096,00
1.330.225,00
Beneficiario VILLA SAN CARLO BORROMEO S.R.L.
RESTAURO DEL MURO DI CINTA DELLA GHIACCIAIA, DEL PARCO E DEL TERRAZZO DI VILLA S. CARLO BORROMEO IN COMUNE DI
SENAGO
Punteggio A = 7,60 B = 5,00 C = 0,00 D = 1,00 E = 5,00 F = 10,00 G = 10,00 H = 5,00 I = 0,00
10 Progetto
B/2002/128
43,00
448.438,00
313.900,00
134.538,00
313.900,00
Beneficiario ALMO COLLEGIO BORROMEO
PROGETTO DI RISTRUTTURAZIONE E ADEGUAMENTO FUNZIONALITÀ DI SPAZI ALL’INTERNO DELLA SEDE DEL COLLEGIO IN PAVIA
Punteggio A = 10,00 B = 5,00 C = 0,00 D = 2,00 E = 6,00 F = 5,00 G = 10,00 H = 5,00 I = 0,00
11 Progetto
B/2002/66
42,50
1.393.661,00
975.563,00
418.098,00
975.563,00
Beneficiario COLLEGIO GHISLIERI
RESTAURO PER IL RIUSO DEL CASTELLO DI LARDIRAGO REALIZZAZIONE DI INFRASTRUTTURE DA DESTINARE AD ATTIVITÀ CULTURALI
Punteggio A = 8,00 B = 5,00 C = 0,00 D = 0,50 E = 4,00 F = 10,00 G = 10,00 H = 5,00 I = 0,00
12 Progetto
B/2002/138
41,25
915.910,00
641.137,00
274.773,00
641.137,00
Beneficiario PARROCCHIA SS. GAUDENZIO ED EUSEBIO
INTERVENTI DI RESTAURO CONSERVATIVO E RECUPERO FUNZIONALE CHIESA DI SAN EUSEBIO IN GAMBOLÒ
Punteggio A = 10,00 B = 5,00 C = 5,00 D = 0,50 E = 4,00 F = 10,00 G = 1,75 H = 5,00 I = 0,00
13 Progetto
B/2002/79
41,02
1.006.716,48
683.807,48
302.014,94
20.894,06
683.807,48
Beneficiario COMUNE DI CASALPUSTERLENGO
INTERVENTO DI CONSERVAZIONE E RIQUALIFICAZIONE FUNZIONALE: CIVICA BIBLIOTECA NUOVA SEDE
Punteggio A = 10,00 B = 5,00 C = 5,00 D = 0,50 E = 5,00 F = 10,00 G = 0,21 H = 5,00 I = 0,31
14 Progetto
B/2002/94
39,84
632.938,19
428.521,19
189.881,46
14.535,54
428.521,19
Beneficiario COMUNE DI BARZANÒ
RESTAURO CONSERVATIVO E CONSOLIDAMENTO STATICO «CANONICA DI S. SALVATORE» IN BARZANÒ
Bollettino Ufficiale della Regione Lombardia
Punteggio
– 1175 –
Serie Ordinaria - N. 12 - 15 marzo 2004
Spesa ammessa
Contributo a Contributo a Autofinanziamento
Altri
Contributo
rimborso fondo perso
finanziamenti totale proposto
Punteggio A = 10,00 B = 5,00 C = 5,00 D = 0,50 E = 4,00 F = 10,00 G = 0,00 H = 5,00 I = 0,34
15 Progetto
B/2002/42
39,75
303.335,60
68.835,60
91.000,68
143.499,32
68.835,60
Beneficiario COMUNE DI BULCIAGO
AMPLIAMENTO BIBLIOTECA COMUNALE VIA DEL BENEFICIO
Punteggio A = 10,00 B = 5,00 C = 0,00 D = 0,50 E = 4,00 F = 5,00 G = 0,25 H = 5,00 I = 10,00
16 Progetto
B/2002/34
39,26
1.627.771,00 1.139.440,00
488.331,00
1.139.440,00
Beneficiario COMUNE DI BREMBATE
PROGETTO DI CONSERVAZIONE E TRASFORMAZIONE IN CENTRO CULTURALE MULTIMEDIALE INTEGRATO DEL COMPLESSO MONUMENTALE VILLA TASCA, DEL PARCO ROMANTICO E DELLA PASSEGGIATA LUNGO IL BREMBO
Punteggio A = 8,00 B = 3,00 C = 5,00 D = 0,50 E = 5,00 F = 10,00 G = 2,76 H = 5,00 I = 0,00
17 Progetto
B/2002/82
39,20
1.651.196,50 1.155.837,55
495.358,95
1.155.837,55
Beneficiario COMUNE DI APPIANO GENTILE
LAVORI DI RISTRUTTURAZIONE – RESTAURO VILLA ROSNATI
Punteggio A = 10,00 B = 5,00 C = 0,00 D = 0,50 E = 4,00 F = 10,00 G = 4,70 H = 5,00 I = 0,00
18 Progetto
B/2002/54
37,64
742.874,39
331.230,39
222.862,31
188.781,69
331.230,39
Beneficiario COMUNE DI BRUNATE
NUOVA BIBLIOTECA COMUNALE IN VILLA E GIARDINO VOLTA RESTAURO ED ADEGUAMENTO
Punteggio A = 7,50 B = 5,00 C = 0,00 D = 0,50 E = 5,00 F = 5,00 G = 3,94 H = 5,00 I = 5,70
19 Progetto
B/2002/142
37,56
392.352,00
274.646,00
117.706,00
274.646,00
Beneficiario FONDO PER L’AMBIENTE ITALIANO – F.A.I.
VILLA NECCHI CAMPIGLIO – OPERE DI RESTAURO CONSERVATIVO ED ADEGUAMENTO NORMATIVO PER LA FRUIZIONE PUBBLICA
DELLA VILLA E DEL GIARDINO IN MILANO
Punteggio A = 4,56 B = 5,00 C = 5,00 D = 2,00 E = 6,00 F = 10,00 G = 0,00 H = 5,00 I = 0,00
20 Progetto
B/2002/24
37,54
791.220,00
553.854,00
237.366,00
553.854,00
Beneficiario MONCHIERI FRANCESCO SAC. PARROCCHIA SS. FILIPPO E GIACOMO
PROGETTO PER OPERE DI CONSERVAZIONE E RESTAURO DELLA CHIESA DI S. FILASTRIO IN TAVERNOLE SUL MELLA
Punteggio A = 8,54 B = 3,00 C = 5,00 D = 1,00 E = 5,00 F = 10,00 G = 0,00 H = 5,00 I = 0,00
21 Progetto
B/2002/78
37,25
1.102.332,00
646.813,00
330.699,60
124.819,40
646.813,00
Beneficiario COMUNE DI PAVIA
LAVORI DI RISANAMENTO DI CONDOTTA FOGNARIA CON METODO NON DISTRUTTIVO IN PAVIA
Punteggio A = 1,00 B = 5,00 C = 5,00 D = 2,00 E = 5,00 F = 5,00 G = 7,32 H = 5,00 I = 1,93
22 Progetto
B/2002/97
35,08
575.000,00
402.500,00
172.500,00
126.161,00
Beneficiario PARROCCHIA PREPOSITURALE DI S. GIORGIO DI ARDESIO
OPERE DI COMPLETAMENTO DELLA SALA CINE-TEATRO AUDITORIUM DEGLI EDIFICI DELL’ORATORIO PARROCCHIALE IN ARDESIO
(OBIETTIVO 3) *
Punteggio A = 2,50 B = 4,00 C = 0,00 D = 0,50 E = 5,00 F = 10,00 G = 8,08 H = 5,00 I = 0,00
23 Progetto
B/2002/131
34,50
1.029.750,00
720.825,00
308.925,00
720.825,00
Beneficiario LANTERNA MAGICA S.R.L.
ALLESTIMENTI ARREDI ED ATTREZZATURE TECNOLOGICHE PER LA MULTISALA CINEMATOGRAFICA ARISTON IN COSTRUZIONE A TREVIGLIO (OBIETTIVO 3)
Punteggio A = 10,00 B = 5,00 C = 0,00 D = 0,50 E = 4,00 F = 10,00 G = 0,00 H = 5,00 I = 0,00
24 Progetto
B/2002/23
31,91
363.600,00
254.500,00
109.100,00
254.500,00
Beneficiario PARROCCHIA SANTA MARIA ASSUNTA
RISTRUTTURAZIONE SALA DELLA COMUNITÀ (CINETEATRO) LOTTO N. 2 – ARREDI ED IMPIANTI PROIEZIONE E SONORI IN INZAGO
(OBIETTIVO 3)
Punteggio A = 8,30 B = 3,00 C = 0,00 D = 0,00 E = 4,00 F = 5,00 G = 6,61 H = 5,00 I = 0,00
25 Progetto
B/2002/150
30,10
1.028.736,00
720.115,00
769.754,91
258.981,09
Beneficiario COMUNE DI MELEGNANO
REALIZZAZIONE DI DUE SALE CINEMATOGRAFICHE E SERVIZI ACCESSORI FABBRICATO OVEST EX AREA MONTINI & MARTINIV **
(OBIETTIVO 3)
Punteggio A = 10,00 B = 3,00 C = 0,00 D = 0,00 E = 4,00 F = 10,00 G = 3,10 H = 0,00 I = 0,00
Totale progetti finanziati
25
13.604.670,90
* PROGETTO PARZIALMENTE FINANZIATO CON D.D.S. N. 8694 DEL 28 MAGGIO 2003
** PROGETTO PARZIALMENTE FINANZIATO CON IL PRESENTE PROVVEDIMENTO
[BUR20040148]
[2.1.0]
D.d.s. 3 marzo 2004 - n. 3253
Ulteriore assegnazione contributi F.R.I.S.L. 2003/2005 iniziativa U) Impiantistica sportiva, l.r. 14 dicembre 1991,
n. 33
IL DIRIGENTE DELLA STRUTTURA
STRUMENTI FINANZIARI INTEGRATI
Vista la legge regionale 14 dicembre 1991, n. 33 di istituzione del fondo ricostituzione infrastrutture sociali Lombardia
(F.R.I.S.L.) e successive modificazioni ed integrazioni;
Vista la d.g.r. n. 13485 del 30 giugno 2003 «Schede dell’iniziativa F.R.I.S.L. 2002-2004 “Interventi per la gestione a rete
dei servizi e per il governo elettronico nella pubblica amministrazione” e dell’iniziativa F.R.I.S.L. 2003/2005 “Impiantistica
Sportiva” e relative modalità per l’accesso ai contributi» della
Direzione generale Risorse e bilancio contenente le istruzioni
generali per l’accesso al F.R.I.S.L., pubblicata sul Bollettino
Ufficiale della Regione Lombardia (B.U.R.L.) del 4 luglio
2003, 4º Supplemento Straordinario al n. 27;
Vista la motivata relazione rassegnata dal Nucleo di valutazione relativamente all’iniziativa U) Impiantistica Sportiva a
completamento dell’istruttoria delle domande presentate all’Unità Organizzativa incaricata comprensiva dell’elenco dei
progetti inammissibili, ammissibili e finanziabili in ordine di
priorità;
Richiamato il proprio d.d.s. n. 1161 del 3 febbraio 2004
«Assegnazione di contributi F.R.I.S.L. 2003/05 iniziativa U)
Impiantistica Sportiva, l.r. 14 dicembre 1991, n. 33»;
Bollettino Ufficiale della Regione Lombardia
– 1176 –
Serie Ordinaria - N. 12 - 15 marzo 2004
3) che l’A.S. Tennis Concorezzo, parzialmente finanziata
Vista la d.g.r. n. 16533 del 27 febbraio 2004 con la quale fra
per la realizzazione del progetto U/2003/00331 con il presente
l’altro si è destinata un’ulteriore somma di C 5.000.000,00 al
provvedimento è tenuta a produrre all’Unità Organizzativa di
finanziamento dei progetti ammissibili e non finanziati per
l’iniziativa F.R.I.S.L. U) Impiantistica Sportiva, anno
cui al successivo punto 5, insieme alla dichiarazione di accet2003/2005, compresi nella graduatoria dei progetti ammissitazione del contributo a rimborso, una dichiarazione relativa
bili e finanziabili, di cui alla d.d.s. n. 1161/04 «Assegnazione
alla volontà di coprire la quota residua per la realizzazione
contributi F.R.I.S.L. 2003/2005 iniziativa U) Impiantistica
dell’intero progetto presentato con risorse proprie, ovvero,
Sportiva – l.r. 14 dicembre 1991, n. 33» e si è rideterminata
una dichiarazione relativa alla volontà di ridefinire il progetto
la data di inizio lavori per i progetti finanziati con il presente
presentato, previo accordo con la Direzione generale regionaatto;
le competente per l’iniziativa, sulla base del finanziamento
concesso al quale andrà aggiunta come minimo la quota obVista la l.r. 12 settembre 1983 n. 70 e successive modificabligatoria di cofinanziamento. In quest’ultimo caso il progetto
zioni;
cosı̀ rideterminato dovrà comunque assicurare la realizzazioVista la l.r. 31 marzo 1978 n. 34 e successive modificazioni;
ne di un lotto funzionale;
Vista la l.r. 23 luglio 1996, n. 16;
4) di comunicare per opportuna conoscenza il presente atto
Visti i provvedimenti organizzativi riguardanti la VII legialla Commissione consiliare competente in materia di proslatura ed in particolare il d.d.s.g. n. 8364 del 23 maggio 2003
grammazione e bilancio;
e tutti gli atti da esso richiamati e la d.g.r. n. 15655 del 18
dicembre 2003 che conferma fra l’altro al Dott. Mario Bonifa5) di assegnare all’Unità Organizzativa Promozione e Svicio l’incarico di Dirigente della Struttura Strumenti Finanzialuppo dello Sport della Direzione generale Giovani, sport e
ri Integrati della Direzione generale Risorse e bilancio;
pari opportunità la cura degli adempimenti esecutivi indicati
nel presente decreto;
Decreta
1) di finanziare i progetti indicati nell’elenco allegato al pre6) di pubblicare il presente atto sul Bollettino Ufficiale della
sente atto relativi al F.R.I.S.L. 2003/2005, iniziativa U) ImRegione Lombardia.
piantistica Sportiva;
Il dirigente della struttura
2) che per l’impegno e per l’erogazione del contributo di cui
strumenti finanziari integrati:
al presente atto si applicano le procedure tutte previste dal
Mario Bonifacio
d.d.s. Strumenti Finanziari Integrati n. 1161/2004, dal punto
———
•
———
3) al punto 11);
ELENCO DEI PROGETTI FINANZIATI IN ORDINE DI PRIORITÀ
INIZIATIVA U/2003 IMPIANTISTICA SPORTIVA
CRITERI DI ATTRIBUIZIONE DEL PUNTEGGIO (GRADUATORIA PRIORITÀ):
A – PRIORITÀ DELL’OPERA ESPRESSA DALLA PROVINCIA (BASSA – MEDIA – ALTA) (0; 5; 10)
B – DISPONIBILITÀ DI ALTRI FINANZIAMENTI RISPETTO AL COFINANZIAMENTO RICHIESTO (0-10)
C – TIPOLOGIA DELL’INTERVENTO DA REALIZZARE (0; 10; 20)
D – RECUPERO AREE DISMESSE (0; 5)
E – PROGETTO COMPRENDENTE IMPIANTI PER LA PRODUZIONE DI ACQUA CALDA ALIMENTATI CON ENERGIA ALTERNATIVA PULITA (0; 10)
F – ESISTENZA DI CONTRATTO PER LA GESTIONE ALMENO QUINQUENNALE DELL’IMPIANTO (0; 5)
G – INTERVENTI RICADENTI IN AREE PARCO (0; 5)
H – ESISTENZA DI CONVENZIONI CON ENTI PUBBLICI E/O PRIVATI PER L’UTILIZZO DELL’IMPIANTO (0; 5)
Punteggio
01 Progetto
Obiettivo
Beneficiario
Punteggio
02 Progetto
Obiettivo
Beneficiario
Punteggio
03 Progetto
Obiettivo
Beneficiario
Punteggio
04 Progetto
Obiettivo
Beneficiario
Punteggio
05 Progetto
Obiettivo
Beneficiario
Punteggio
06 Progetto
Obiettivo
Beneficiario
Punteggio
Costo
Spesa Contributo a Contributo a
AutoAltri
Contributo
intervento
ammessa
rimborso fondo perso finanziamento finanziamenti totale proposto
U/2003/89
30,00
253.786,10
212.010,61
169.608,49
84.177,61
44.271,94
(002) REALIZZAZIONE DI NUOVI IMPIANTI SPORTIVI
COMUNE DI SIZIANO
REALIZZAZIONE IMPIANTO SPORTIVO POLIVALENTE PER LO SVOLGIMENTO DELLE ATTIVITÀ DI PALLACANESTRO, PALLAVOLO E GINNICA IN SIZIANO *
A = 10,00 B = 0,00 C = 20,00 D = 0,00 E = 0,00 F = 0,00 G = 0,00 H = 0,00
U/2003/122
30,00
220.054,33
201.034,24
160.827,39
59.226,94
41.979,86
(002) REALIZZAZIONE DI NUOVI IMPIANTI SPORTIVI
CONSORZIO COSTRUZIONE E GESTIONE IMPIANTI SPORTIVI C/O COMUNE DI CAGNO
REALIZZAZIONE DI CAMPO POLIFUNZIONALE E SISTEMAZIONE DELL’AREA ESTERNA DEL PALAZZETTO DELLO SPORT DEL COMUNE DI
CAGNO *
A = 10,00 B = 0,00 C = 20,00 D = 0,00 E = 0,00 F = 0,00 G = 0,00 H = 0,00
U/2003/131
30,00
155.000,00
140.800,00
126.720,00
28.280,00
33.077,00
(001) REALIZZAZIONE INTERVENTI SU IMPIANTI SPORTIVI ESISTENTI
PARROCCHIA S. MARIA NASCENTE IN MIGLIARO
COPERTURA E RIFACIMENTO DEL CAMPO SPORTIVO IN CREMONA *
A = 5,00 B = 0,00 C = 10,00 D = 0,00 E = 10,00 F = 0,00 G = 0,00 H = 5,00
U/2003/170
30,00
54.500,00
37.400,00
33.660,00
20.840,00
8.786,08
(001) REALIZZAZIONE INTERVENTI SU IMPIANTI SPORTIVI ESISTENTI
COMUNE DI CASELLE LANDI
CENTRO SPORTIVO COMUNALE – SISTEMAZIONE IMPIANTI SPORTIVI IN CASELLE LANDI *
A = 5,00 B = 0,00 C = 10,00 D = 0,00 E = 10,00 F = 0,00
= 0,00 H = 5,00
U/2003/234
30,00
556.388,00
488.400,00
390.720,00
165.668,00
101.987,42
(002) REALIZZAZIONE DI NUOVI IMPIANTI SPORTIVI
COMUNE DI NOVATE MEZZOLA
COSTRUZIONE DI IMPIANTO SPORTIVO POLIVALENTE COPERTO, CON STRUTTURA IN LEGNO LAMELLARE ED IMPIANTI TECNICI IN
NOVATE MEZZOLA *
A = 10,00 B = 0,00 C = 20,00 D = 0,00 E = 0,00 F = 0,00 G = 0,00 H = 0,00
U/2003/235
30,00
139.814,09
113.346,74
102.012,07
37.802,02
26.627,63
(001) REALIZZAZIONE INTERVENTI SU IMPIANTI SPORTIVI ESISTENTI
COMUNE DI PONTE IN VALTELLINA
LAVORI DI COMPLETAMENTO CENTRO SPORTIVO VALTELLINA IN PONTE IN VALTELLINA *
A = 10,00 B = 0,00 C = 20,00 D = 0,00 E = 0,00 F = 0,00 G = 0,00 H = 0,00
Bollettino Ufficiale della Regione Lombardia
Punteggio
07 Progetto
Obiettivo
Beneficiario
Punteggio
08 Progetto
Obiettivo
Beneficiario
Punteggio
09 Progetto
Obiettivo
Beneficiario
Punteggio
10 Progetto
Obiettivo
Beneficiario
Punteggio
11 Progetto
Obiettivo
Beneficiario
Punteggio
12 Progetto
Obiettivo
Beneficiario
Punteggio
13 Progetto
Obiettivo
Beneficiario
Punteggio
14 Progetto
Obiettivo
Beneficiario
Punteggio
15 Progetto
Obiettivo
Beneficiario
Punteggio
16 Progetto
Obiettivo
Beneficiario
Punteggio
17 Progetto
Obiettivo
Beneficiario
Punteggio
18 Progetto
Obiettivo
Beneficiario
Punteggio
19 Progetto
Obiettivo
Beneficiario
Punteggio
– 1177 –
Serie Ordinaria - N. 12 - 15 marzo 2004
Costo
Spesa Contributo a Contributo a
AutoAltri
Contributo
intervento
ammessa
rimborso fondo perso finanziamento finanziamenti totale proposto
U/2003/258
30,00
124.800,00
112.894,00
101.604,00
23.196,00
26.521,12
(001) REALIZZAZIONE INTERVENTI SU IMPIANTI SPORTIVI ESISTENTI
PARROCCHIA SAN GOTTARDO VESCOVO
AMPLIAMENTO CAMPO SPORTIVO ESISTENTE (SPOGLIATOI, SERVIZI IGIENICI) IN TORRE DE’ BUSI *
A = 10,00 B = 0,00 C = 20,00 D = 0,00 E = 0,00 F = 0,00 G = 0,00 H = 0,00
U/2003/305
30,00
600.000,00
498.700,83
398.960,66
201.039,34
104.138,44
(002) REALIZZAZIONE DI NUOVI IMPIANTI SPORTIVI
COMUNE DI GRANTOLA
REALIZZAZIONE DI CENTRO SPORTIVO POLIVALENTE IN GRANTOLA *
A = 10,00 B = 0,00 C = 10,00 D = 0,00 E = 10,00 F = 0,00 G = 0,00 H = 0,00
U/2003/115
29,84 5.262.896,00 4.593.800,00
500.000,00
4.762.896,00
500.000,00
(002) REALIZZAZIONE DI NUOVI IMPIANTI SPORTIVI
SPAZIO SPORT
REALIZZAZIONE NUOVO IMPIANTO NATATORIO IN OSIO SOTTO
A = 0,00 B = 9,84 C = 20,00 D = 0,00 E = 0,00 F = 0,00 G = 0,00 H = 0,00
U/2003/341
29,83 1.281.308,14 1.084.173,45
500.000,00
781.308,14
500.000,00
(002) REALIZZAZIONE DI NUOVI IMPIANTI SPORTIVI
CENTRO IPPICO «LE GINESTRE»
REALIZZAZIONE MANEGGIO COPERTO IN BUSCATE
A = 0,00 B = 4,83 C = 20,00 D = 0,00 E = 0,00 F = 0,00 G = 5,00 H = 0,00
U/2003/192
29,72 1.170.000,00 1.066.443,31
500.000,00
670.000,00
500.000,00
(002) REALIZZAZIONE DI NUOVI IMPIANTI SPORTIVI
COMUNE DI CURTATONE
COSTRUZIONE PALESTRA COMUNALE NELLA FRAZIONE DI LEVATA IN CURTATONE
A = 5,00 B = 4,72 C = 20,00 D = 0,00 E = 0,00 F = 0,00 G = 0,00 H=0,00
U/2003/57
29,71 4.850.190,00 4.236.590,00
500.000,00
4.350.190,00
500.000,00
(002) REALIZZAZIONE DI NUOVI IMPIANTI SPORTIVI
COMUNE DI GHISALBA
REALIZZAZIONE IMPIANTO NATATORIO IN GHISALBA
A = 0,00 B = 9,71 C = 20,00 D = 0,00 E = 0,00 F = 0,00 G = 0,00 H = 0,00
U/2003/214
29,28
476.790,94
382.739,78
250.000,00
226.790,94
250.000,00
(001) REALIZZAZIONE INTERVENTI SU IMPIANTI SPORTIVI ESISTENTI
COMUNE DI VILLASANTA
INTERVENTO DI RISTRUTTURAZIONE ED ADEGUAMENTO NORMATIVO CENTRO SPORTIVO COMUNALE IN VILLASANTA
A = 0,00 B = 4,28 C = 10,00 D = 0,00 E = 0,00 F = 15,00 G = 0,00 H = 0,00
U/2003/310
29,23 1.094.256,00
994.768,00
500.000,00
594.256,00
500.000,00
(002) REALIZZAZIONE DI NUOVI IMPIANTI SPORTIVI
PARROCCHIA S. ANTONINO MARTIRE ASILO BAMBINO GESÙ
REALIZZAZIONE DI IMPIANTO SPORTIVO COPERTO IN LONATE POZZOLO
A = 5,00 B = 4,23 C = 10,00 D = 0,00 E = 10,00 F = 0,00 G = 0,00 H = 0,00
U/2003/283
29,19
550.900,00
494.500,00
250.000,00
300.900,00
250.000,00
(002) REALIZZAZIONE DI NUOVI IMPIANTI SPORTIVI
COMUNE DI GERMIGNAGA
COMPLETAMENTO IMPIANTI SPORTIVI IN LOCALITÀ AI RONCHI NEL COMUNE DI GERMIGNAGA (REALIZZAZIONE NUOVO CAMPO POLIVALENTE)
A = 5,00 B = 4,19 C = 20,00 D = 0,00 E = 0,00 F = 0,00 G = 0,00 H = 0,00
U/2003/33
28,51
611.534,27
611.534,25
250.000,00
361.534,27
250.000,00
(001) REALIZZAZIONE INTERVENTI SU IMPIANTI SPORTIVI ESISTENTI
PARROCCHIA S. MARIA ASSUNTA
RISTRUTTURAZIONE ORATORIO PARROCCHIALE IN VIA SAN GIOVANNI BOSCO CON CAMPI DI CALCIO E BASKET, SPOGLIATOI, BAR,
CINETEATRO, AULE PER INCONTRI IN GANDINO
A = 10,00 B = 8,51 C = 10,00 D = 0,00 E = 0,00 F = 0,00 G = 0,00 H = 0,00
U/2003/158
28,30
200.000,00
169.070,00
120.000,00
80.000,00
120.000,00
(001) REALIZZAZIONE INTERVENTI SU IMPIANTI SPORTIVI ESISTENTI
COMUNE DI UGGIATE TREVANO
MANUTENZIONE STRAORDINARIA POLO SPORTIVO SCOLASTICO (ADEGUAMENTO L. 46/90) PALESTRA POLIVALENTE – NUOVO IMPIANTO
TERMICO – PALESTRA CON PANNELLI SOLARI – RISTRUTTURAZIONE BLOCCO SPOGLIATOI – CONVERSIONE CAMPO ESTERNO DA
BASKET IN IMPIANTI PER CALCETTO IN UGGIATE TREVANO
A = 5,00 B = 3,30 C = 10,00 D = 0,00 E = 10,00 F = 0,00 G = 0,00 H = 0,00
U/2003/323
28,05
378.000,00
345.444,95
250.000,00
128.000,00
250.000,00
(001) REALIZZAZIONE INTERVENTI SU IMPIANTI SPORTIVI ESISTENTI
«FORZA E CORAGGIO» – SOCIETÀ GINNASTICA MILANESE
RISTRUTTURAZIONE CAMPI DA TENNIS COPERTI IN MILANO
A = 5,00 B = 3,05 C = 20,00 D = 0,00 E = 0,00 F = 0,00 G = 0,00 H = 0,00
U/2003/279
27,98
375.268,99
343.331,20
250.000,00
125.268,99
250.000,00
(001) REALIZZAZIONE INTERVENTI SU IMPIANTI SPORTIVI ESISTENTI
A.S. AGORÀ SKATING TEAM
MANUTENZIONE DELLE COPERTURE DELLO STADIO DEL GHIACCIO IN MILANO
A = 5,00 B = 2,98 C = 20,00 D = 0,00 E = 0,00 F = 0,00 G = 0,00 H=0,00
Bollettino Ufficiale della Regione Lombardia
– 1178 –
Serie Ordinaria - N. 12 - 15 marzo 2004
Punteggio
Costo
Spesa Contributo a Contributo a
AutoAltri
Contributo
intervento
ammessa
rimborso fondo perso finanziamento finanziamenti totale proposto
20 Progetto
U/2003/149
27,74
373.556,50
337.124,09
250.000,00
123.556,50
250.000,00
Obiettivo
(001) REALIZZAZIONE INTERVENTI SU IMPIANTI SPORTIVI ESISTENTI
Beneficiario COMUNE DI PEGLIO
AMPLIAMENTO E ADEGUAMENTO IMPIANTO POLIVALENTE CON RIASSETTO FUNZIONALE-AMBIENTALE DELL’IMPIANTO PUBBLICO ESISTENTE: AREE PRATICA DISCIPLINE SPORTIVE CON PERTINENZE TECNOLOGICHE IN PEGLIO
Punteggio A = 5,00 B = 2,74 C = 20,00 D = 0,00 E = 0,00 F = 0,00 G = 0,00 H = 0,00
21 Progetto
U/2003/94
27,47 1.050.000,00
908.281,85
250.000,00
800.000,00
250.000,00
Obiettivo
(002) REALIZZAZIONE DI NUOVI IMPIANTI SPORTIVI
Beneficiario COMUNE DI PINAROLO PO
COMPLETAMENTO CENTRO SPORTIVO POLIVALENTE E REALIZZAZIONE NUOVA PISCINA COMUNALE IN PINAROLO PO
Punteggio A = 10,00 B = 7,47 C = 10,00 D = 0,00 E = 0,00 F = 0,00 G = 0,00 H = 0,00
22 Progetto
U/2003/308
27,46
291.581,00
264.624,00
200.604,00
90.977,00
200.604,00
Obiettivo
(001) REALIZZAZIONE INTERVENTI SU IMPIANTI SPORTIVI ESISTENTI
Beneficiario PARROCCHIA S. AMBROGIO
RIAMMODERNAMENTO E ADEGUAMENTO A NORME DEGLI IMPIANTI SPORTIVI ESISTENTI ENTRO L’ORATORIO MASCHILE IN LONATE
POZZOLO
Punteggio A = 5,00 B = 2,46 C = 10,00 D = 0,00 E = 10,00 F = 0,00 G = 0,00 H = 0,00
23 Progetto
U/2003/331
27,17
193.175,04
174.522,77
135.222,77
151.168,33
42.006,51
Obiettivo
(001) REALIZZAZIONE INTERVENTI SU IMPIANTI SPORTIVI ESISTENTI
Beneficiario A.S. TENNIS CONCOREZZO
AMPLIAMENTO LOCALI, SISTEMAZIONE INTERNA, REALIZZAZIONE DI VARI MANUFATTI ESTERNI IN CONCOREZZO**
Punteggio A = 0,00 B = 2,17 C = 10,00 D = 0,00 E = 0,00 F = 15,00 G = 0,00 H = 0,00
Totale progetti finanziati
23
5.000.000,00
* PROGETTO PARZIALMENTE FINANZIATO CON D.D.S. N. 1161 DEL 3 FEBBRAIO 2004
** PROGETTO PARZIALMENTE FINANZIATO CON IL PRESENTE PROVVEDIMENTO
D.G. Famiglia e solidarietà sociale
[BUR20040149]
[3.1.0]
D.d.g. 5 marzo 2004 - n. 3593
Progetto regionale per l’inserimento lavorativo delle persone con disabilità psichica e malati psichici. Approvazione delle modalità di presentazione e valutazione dei progetti in esecuzione della d.g.r. 5 dicembre 2003, n. 15452
IL DIRETTORE GENERALE
Vista la d.g.r. 5 dicembre 2003, n. 15452 «Ripartizione delle
risorse del Fondo nazionale per le politiche sociali in applicazione della legge 8 novembre 2000, n. 328 e dell’art. 4, commi
4 e 5, della l.r. 6 dicembre 1999, n. 23. Anno 2003»;
Preso atto che la citata d.g.r. 15452/03, in accordo con l’ANCI e il Comune di Milano, ha stabilito:
• di riservare a livello regionale, nell’ambito delle risorse
«indistinte» del F.N.P.S. per l’anno 2003, C 2.500.000,00 per
la promozione di progetti di inserimento lavorativo già avviati
da cooperative sociali di tipo B, iscritte nell’apposito registro
regionale, a sostegno di forme di integrazione salariale per
persone con disabilità psichiche con certificazione di accertamento dello stato di invalidità civile, e malati psichici, in possesso di idonea certificazione sanitaria rilasciata dalle competenti strutture territoriali di salute mentale o comunque da
queste validata, assunti al 1º luglio 2003;
• di definire le modalità e procedure per la presentazione
delle domande da parte delle cooperative sociali di tipo B,
iscritte al relativo registro regionale, con successivo provvedimento del Direttore Generale della Direzione Generale Famiglia e solidarietà sociale;
• che la valutazione dei progetti finanziati direttamente
dalla Regione verrà effettuata attraverso la costituzione di un
apposito tavolo tecnico composto da rappresentanti designati
dalla Regione e dall’Associazione dei comuni;
Stabilito pertanto di individuare le caratteristiche dei progetti, le modalità operative di presentazione e valutazione degli stessi, cosı̀ come riportate nella scheda «Progetto regionale
per l’inserimento lavorativo delle persone con disabilità psichica e malati psichici – D.g.r. 15452 del 5 dicembre 2003» di
cui all’allegato 1, parte integrante e sostanziale del presente
provvedimento;
Ritenuto necessario procedere alla definizione della composizione del tavolo tecnico di valutazione dei progetti, come
stabilito dalla citata d.g.r. 15452/03, nel seguente modo:
• n. 3 componenti della Direzione Famiglia e solidarietà
sociale;
• n. 3 componenti individuati dall’Associazione dei comuni
della Lombardia;
Stabilito di demandare a un successivo provvedimento del
Direttore Generale della Direzione Generale Famiglia e solidarietà sociale la formalizzazione del tavolo tecnico in questione una volta acquisiti i nominativi segnalati dall’ANCI
Lombardia;
Dato atto che ai componenti esterni non verrà riconosciuto
alcun compenso per la partecipazione alle riunioni del tavolo
tecnico;
Vista la legge regionale n. 34/78 e il Regolamento di Contabilità della Giunta Regionale del 2 aprile 2001, n. 1 e loro successive modifiche ed integrazioni;
Visto l’art. 17 della l.r. 16/96 che individua le competenze e
i poteri dei Direttori Generali;
Vista la d.g.r. 18 dicembre 2003, n. 15655 «Disposizioni a
carattere organizzativo (V provvedimento)» con la quale il
dott. Umberto Fazzone è stato riconfermato Direttore generale della Direzione generale Famiglia e solidarietà sociale;
Decreta
1) di approvare la scheda «Progetto regionale per l’inserimento lavorativo delle persone con disabilità psichica e malati psichici – D.g.r. 15452 del 5 dicembre 2003» di cui all’allegato 1, parte integrante e sostanziale del presente provvedimento;
2) di dare atto che le risorse per l’attuazione del progetto
regionale di cui al precedente punto 1) ammontano a
C 2.500.000,00 a valere sulle disponibilità dell’UPB
3.6.1.1.2.87 capitolo 5660 del bilancio regionale per l’esercizio 2004;
3) di stabilire che il tavolo tecnico di valutazione dei progetti, previsto dalla d.g.r. 15452/03, sarà composto da:
• n. 3 componenti della Direzione Famiglia e solidarietà
sociale;
• n. 3 componenti individuati dall’Associazione dei comuni
della Lombardia;
4) di demandare a un successivo provvedimento del Direttore Generale della Direzione Generale Famiglia e solidarietà
sociale la formalizzazione del tavolo tecnico in questione una
volta acquisiti i nominativi segnalati dall’ANCI Lombardia;
5) di stabilire che l’elenco dei progetti ammessi al finanziamento, predisposto dal citato tavolo tecnico, sarà approvato con decreto del Direttore generale della Direzione Famiglia
e solidarietà sociale;
Bollettino Ufficiale della Regione Lombardia
– 1179 –
6) di trasmettere il presente provvedimento alle Aziende sanitarie locali;
7) di disporre la pubblicazione del presente provvedimento
sul Bollettino Ufficiale della Regione Lombardia e sul sito
web della Direzione Generale Famiglia e Solidarietà Sociale
e di trasmettere il presente provvedimento all’U.O. Bilancio e
ragioneria per gli adempimenti di competenza.
Il Direttore Generale:
Umberto Fazzone
——— • ———
ALLEGATO 1
PROGETTO REGIONALE
PER L’INSERIMENTO LAVORATIVO DELLE PERSONE
CON DISABILITÀ PSICHICA E MALATI PSICHICI
d.g.r. 15452 del 5 dicembre 2003
1. Soggetti richiedenti
Possono richiedere i contributi le cooperative sociali di tipo
B, iscritte all’albo regionale, che risultino aver già assunto nei
propri organici, alla data del 1º luglio 2003, disabili psichici
e malati psichici non altrimenti collocabili utilizzando gli
strumenti previsti dalla legge 68/99 per il collocamento mirato.
2. Destinatari finali
I destinatari finali dei contributi sono le persone con disabilità psichiche, in possesso di certificazione di accertamento
dello stato di invalidità civile, e malati psichici, in possesso
di idonea certificazione sanitaria rilasciata dalle competenti
strutture territoriali del Dipartimento di salute mentale o comunque da questo validata, assunte negli organici delle cooperative sociali di tipo B, come specificato al precedente punto 1. soggetti richiedenti.
3. Obiettivi
Riconoscere e valorizzare il ruolo sociale dell’inserimento
lavorativo realizzato dalle cooperative sociali di tipo B, iscritte all’albo regionale, attraverso il finanziamento e il sostegno
di forme di integrazione salariale per persone con disabilità
psichica e malati psichici che sono, nella categoria dello svantaggio sociale, i soggetti più esposti all’emarginazione.
4. Dotazione finanziaria
Risorse: C 2.500.000,00 a valere sul Fondo Nazionale Politiche sociali anno 2003, ai sensi della d.g.r. 15452 del 5 dicembre 2003.
5. Tipologia ed entità dei contributi
Il contributo potrà essere riconosciuto fino ad un massimo
di C 50 al giorno per lavoratore (cosı̀ come definito al punto
2. destinatari finali), in base al tipo di rapporto lavorativo
(tempo pieno/par-time) e per massimo 252 giorni lavorativi/
anno.
Nel caso in cui i contributi richiesti superino le disponibilità finanziarie indicate al punto 4. dotazione finanziaria,
sarà formulata una graduatoria dei progetti ammissibili tenendo conto della seguente priorità:
1. almeno il 50% della componente di lavoratori svantaggiati (30% del numero totale dei lavoratori) deve essere
costituita da disabili psichici e malati psichici,
in subordine, si terrà conto delle ulteriori priorità:
2. soggetti disabili psichici e malati psichici che siano soci
lavoratori delle cooperative sociali;
3. soggetti disabili psichici e malati psichici che siano lavoratori dipendenti delle cooperative sociali.
Il contributo complessivo per soggetto richiedente sarà determinato sulla base della dotazione finanziaria di cui al punto 4. dotazione finanziaria.
Il contributo assegnato non dovrà comportare la riduzione
del livello retributivo riconosciuto al lavoratore svantaggiato,
disabile psichico o malato psichico per il quale è stato richiesto il contributo.
Il contributo sarà erogato con le seguenti modalità:
• il 25% ad avvio del progetto con presentazione di comunicazione di avvio da parte del legale rappresentante della cooperativa;
• il 70% in quote trimestrali sulla base della rendicontazione mensile, trasmessa dal legale rappresentante della
cooperativa, delle effettive presenze dei soggetti disabili
Serie Ordinaria - N. 12 - 15 marzo 2004
psichici e malati psichici (in caso di assenze per malattia
il contributo sarà riconosciuto per i giorni a totale carico
del datore di lavoro);
• il saldo finale del contributo sarà erogato, a seguito di
relazione finale del monitoraggio effettuato dal Dipartimento ASSI dell’A.S.L. sulla corretta realizzazione del
progetto.
6. Criteri e modalità operative
1. Criteri di ammissibilità dei progetti:
a) i lavoratori disabili psichici e malati psichici per i quali
viene richiesto il contributo, dovranno essere stati assunti al
1º luglio 2003;
b) le cooperative sociali dovranno essere di tipo B ed essere
iscritte all’apposito albo regionale;
c) non possono usufruire di altri finanziamenti regionali a
valere sullo stesso progetto;
2. Caratteristiche dei progetti
I progetti dovranno:
• avere durata annuale;
• avviarsi entro tre mesi dall’approvazione;
• realizzare gli interventi sulla base di progettazione personalizzata in raccordo con i servizi territoriali (D.S.M.,
A.S.L. Dip. ASSI, Comune, ecc.).
3. Documentazione richiesta
La richiesta di contributo dovrà essere corredata da:
3.1 progetto finalizzato al sostegno dell’inserimento lavorativo a favore di persone cosı̀ come individuate al precedente
punto 2. destinatari finali, che definisca:
a) l’entità del finanziamento richiesto;
b) il numero totale dei lavoratori assunti dalla cooperativa
sociale, distinto per lavoratori dipendenti e soci lavoratori,
specificando la tipologia del rapporto di lavoro (tempo
pieno/par-time), sulla base delle tabelle allegate, evidenziando:
• numero ed elenco dei lavoratori svantaggiati;
• numero ed elenco dei lavoratori disabili psichici e malati
psichici all’interno della componente dei lavoratori svantaggiati;
c) l’attività lavorativa svolta dai soggetti disabili psichici e
malati psichici;
d) la progettazione personalizzata;
e) gli eventuali altri partner coinvolti nella realizzazione del
progetto;
f) l’ambito territoriale di realizzazione;
g) il responsabile del progetto.
3.2 Autocertificazione da parte del legale rappresentate della cooperativa sociale di:
a) iscrizione all’albo regionale delle cooperative sociali di
tipo B;
b) non usufruire di altri finanziamenti regionali a valere
sullo stesso progetto;
c) possesso da parte dei soggetti per i quali viene richiesto
il contributo delle idonee certificazioni indicate al punto
2. destinatari finali;
3.3 modello DM 10 relativo alla situazione riferita al mese
precedente alla data di presentazione del progetto.
I Dipartimenti ASSI delle A.S.L. provvederanno a:
• dare diffusione della disponibilità dei finanziamenti al
fine di garantire l’effettiva espressione delle realtà esistenti sul territorio;
• nell’ambito delle proprie funzioni di vigilanza, verificare
il possesso dei requisiti previsti e delle condizioni dichiarate in autocertificazione, di cui al precedente punto 3.2,
lett. b) e c);
• monitorare la corretta attuazione dei progetti secondo le
modalità che verranno indicate successivamente dalla
Direzione generale famiglia e solidarietà sociale.
7. Scadenze
Le richieste di contributo dovranno essere presentate, entro il 5 aprile 2004, alla Direzione generale Famiglia e solidarietà sociale, via Pola 9/11 20124 – Milano e contestualmente al Dipartimento ASSI dell’A.S.L. territorialmente competente.
Bollettino Ufficiale della Regione Lombardia
Serie Ordinaria - N. 12 - 15 marzo 2004
– 1180 –
Le A.S.L dovranno inviare entro il 23 aprile 2004, a
firma del Direttore sociale, una relazione sulle risultanze
dell’attività di vigilanza svolta per la verifica del possesso
dei requisiti.
Tabella n. 1
OCCUPATI al 31 dicembre 2003
(Le persone svantaggiate devono costituire almeno il 30% dei lavoratori della Cooperativa e, compatibilmente con il loro stato
soggettivo, essere socie della Cooperativa stessa, come risulta dall’art. 4 comma 2 della legge 8 novembre 1991, n. 381).
Tipologia rapporto di lavoro
Lavoratori
subordinati
Lavoratori
svantaggiati
totale
totale
Lavoratori svantaggiati (disabili
psichici e malati psichici)
di cui soci
totale
lavoratori
Tempo pieno
Tempo parziale
Salario di ingresso per le persone svataggiate ai sensi
del CCNL delle cooperative sociali
Borsa lavoro per le persone svantaggiate ai sensi del
CCNL delle cooperative sociali (*)
Totale
0
0
Percentuale persone svantaggiate inserite calcolata sui soli lavo0%
ratori subordinati
Percentuale persone disabili psichici e malati psichici inserite calcolata sui lavoratori
svantaggiati
0
0
0%
(*) In questa voce non devono essere incluse le persone, presenti in cooperativa, in Tirocinio formativo assistenziale, Borse lavoro e/o inserimenti lavorativi non previsti dal contratto di lavoro delle cooperative sociali.
Tabella n. 2 – Elenco persone svantaggiate riconosciute ai sensi dell’art. 4 e successive modificazioni delle legge
n. 381/1991 regolarmente assunte dalla cooperativa
N.
Cognome e nome
Disabile
Malato
psichico (*)
Tossicodip.
Alcoldip.
Minore
Detenuto
Data di
assunzione
TOTALE (**)
(*) Per malato psichico si intende la persona con patologia psichiatrica.
(**) Il totale deve coincidere con il totale della colonna «lavoratori svantaggiati» della tabella n. 1 relativa agli occupati.
Tabella n. 3 – Elenco persone con disabilità psichica e malati psichici, ricomprese tra i lavoratori svantaggiati, che risultino assunte alla data del 1º luglio 2003, per le quali può essere richiesto il contributo.
N.
Cognome e nome
TOTALE
Disabile
psichico
Malato
psichico
Socio
lavoratore
Tipologia
rapporto
di lavoro
% rapp.
lavoro
Data di
assunzione
Bollettino Ufficiale della Regione Lombardia
– 1181 –
Allegato n. 1
D.G. Sanità
[BUR20040150]
Serie Ordinaria - N. 12 - 15 marzo 2004
[3.2.0]
D.d.g. 17 febbraio 2004 - n. 2028
Approvazione delle prime «Raccomandazioni diagnostiche e terapeutiche in epilettologia»
IL DIRETTORE GENERALE
Visto il d.p.c.m. del 29 novembre 2001: «Definizione dei livelli essenziali di assistenza» pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n. 33 dell’8 febbraio 2002, con particolare riferimento
all’allegato 2C nel quale sono elencati 43 DRG ad alto rischio
di inappropriatezza in regime di degenza ordinaria ed in particolare il DRG 025 «convulsioni e cefalee»;
Richiamati i seguenti provvedimenti:
– d.g.r. n. 7/8078 del 18 febbraio 2002: «Indicazioni sulle
modalità di controllo delle prestazioni sanitarie per l’anno
2002»;
– d.c.r. n. VII/462 del 13 marzo 2002: «Piano Socio Sanitario Regionale 2002-2004»;
Rilevato che nella Parte II del Piano Socio Sanitario Regionale succitato viene indicata, al punto «Le linee di intervento
prioritario»: «Epilessia, patologia ad ampio impatto sociale
che riveste una grande importanza anche a livello medico»;
Constatato che per il controllo dell’epilessia, nei tempi di
vigenza del piano, si prevede di potenziare la messa in rete
funzionale dei «centri per l’epilessia» con l’obiettivo di garantire ai cittadini affetti da questa patologia un’assistenza di elevato standard qualitativo su tutto il territorio e di promuovere
iniziative volte all’educazione sanitaria della popolazione ed
all’aggiornamento degli operatori;
Richiamato il proprio decreto n. 19848 del 23 ottobre 2002
«Costituzione del gruppo di lavoro sul network dei centri regionali per la diagnosi e la cura dell’epilessia» composto da
esperti nella disciplina di Neurologia e da rappresentanti dei
centri di epilessia e della società scientifica;
Viste le risultanze dei lavori di detto Gruppo contenute nel
verbale del 10 dicembre 2003:
– approvazione del documento «Raccomandazioni diagnostiche e terapeutiche in epilettologia» – allegato 1 parte integrante e sostanziale del presente atto;
– approvazione del logo del network regionale per l’epilessia – allegato 2 al presente provvedimento quale parte integrante e sostanziale;
Ritenuto che tali Raccomandazioni, quale documento utile
per costruire dei percorsi diagnostico-terapeutici ed assistenziali per l’assistenza sanitaria e sociale, costituisca un importante supporto tecnico-operativo per la cura dell’epilessia, rivolto a tutte le diverse figure socio-sanitarie, variamente collocate e specializzate, che si trovano usualmente in prima linea a fronteggiarne i problemi relativi alla gestione del paziente (in ambito medico: Medici di Medicina Generale, Pediatri, Neuropsichiatri Infantili, Neurologi dell’adulto, Medici
addetti alla medicina d’urgenza);
Visti i seguenti provvedimenti amministrativi e norme:
• art. 17 della l.r. 16/96, e successive modifiche ed integrazioni, che individua le competenze dei Direttori Generali;
• d.g.r. n. 7/4 del 24 maggio 2000 «Avvio della VII legislatura. Costituzione delle Direzioni Generali e nomina dei Direttori Generali»;
• d.g.r. n. 7/11699 del 23 dicembre 2002 «Disposizioni a carattere organizzativo (4º provvedimento 2002)» e successive
modificazioni, con la quale è stato conferito l’incarico di Direttore Generale della Direzione Sanità al Dott. Carlo Lucchina;
Decreta
1. di approvare, in attuazione del d.p.c.m. del 29 novembre
2001 e del Piano Socio Sanitario Regionale 2002-2004, il documento relativo alle prime «Raccomandazioni diagnostiche
e terapeutiche in epilettologia» – allegato 1 parte integrante e
sostanziale al presente atto;
2. di approvare altresı̀ il logo del network regionale per l’epilessia – allegato 2 al presente provvedimento quale parte
integrante e sostanziale del presente atto;
3. di pubblicare dette raccomandazioni sul sito web della
D.G. Sanità e sul Bollettino Ufficiale della Regione Lombardia.
Carlo Lucchina
RACCOMANDAZIONI DIAGNOSTICHE
E TERAPEUTICHE IN EPILETTOLOGIA
L’epilessia, con una prevalenza che raggiunge l’1% ed
un’incidenza di 40 nuovi casi all’anno per 100.000 abitanti,
risulta essere per rilievo numerico la seconda patologia neurologica nel mondo.
La frequenza relativamente elevata della malattia non consente, anche nei paesi industrializzati, che diagnosi e trattamento siano condotti in pochi centri specializzati.
Di contro, l’epilessia non è sufficientemente frequente per
assicurare un’esperienza ed una pratica clinica ottimali per la
gestione del paziente a tutte le diverse figure socio-sanitarie
chiamate a fronteggiarne i problemi (solo in ambito medico:
medici di medicina generale, pediatri, neuropsichiatri infantili, neurologi dell’adulto, medici addetti alla medicina d’urgenza).
I problemi fondamentali di gestione del paziente con epilessia sono in buona parte riconducibili ad alcuni tratti fondamentali di questo disturbo:
• manifestazioni cliniche con occorrenza accessuale (le
crisi epilettiche, costituite da fenomeni clinici diversi,
che tuttavia tendono a ripetersi nello stesso paziente,
possono esordire ad ogni età e la loro ricorrenza è imprevedibile nella grande maggioranza dei casi);
• manifestazioni cliniche che hanno frequentemente caratteristiche tali da esporre il paziente a pericoli esterni e da
limitarne concretamente l’autonomia e l’efficienza socioeconomica (con pesanti conseguenze individuali e sociali), anche se di rado le crisi epilettiche sono di per sé pericolose quoad vitam;
• un’eziologia largamente eterogenea (sono accomunati
nella definizione di epilessia quale «ripetersi di crisi epilettiche», pazienti il cui stato di salute è incrinato solamente dalle crisi e pazienti in cui le crisi sono associate a
deficit diversi e rappresentano solo uno degli effetti della
malattia di base);
• un decorso tipicamente cronico, con alcuni enigmi prognostici (ad esempio i reali effetti della terapia farmacologica, l’opportunità di iniziarla o di mantenerla anche
dopo un lungo intervallo libero da crisi) che rendono le
pur crescenti conoscenze epidemiologiche difficili da applicare al singolo caso;
• l’interferenza delle crisi e delle terapie su molte scelte esistenziali (obiettivi scolastici, scelte professionali, decisioni riguardo alla gravidanza, ...);
• la possibile occorrenza di eventi che hanno il carattere di
urgenze mediche, o vengono vissuti come tali, con l’innesco di procedure assistenziali di emergenza che coinvolgono nel problema tutti gli operatori del settore;
• un trattamento a lungo termine che si avvale, indipendentemente dall’eziologia, di farmaci che risultano efficaci globalmente in circa il 75% dei casi, ma sono accomunati da effetti collaterali talora rilevanti e possono
presentare (nel caso dei farmaci più recenti) costi economici elevati;
• problemi peculiari di comorbilità e di interazione con le
malattie intercorrenti e con i trattamenti ad esse relativi
(aspetto questo, che trasferisce quotidianamente le problematiche dell’epilessia nello studio del medico di base);
• una percentuale relativamente alta di casi, circa il 25%,
che presentano crisi sostanzialmente incurabili con le terapie mediche attualmente disponibili (vi sono inclusi
non solo pazienti con deficit associati ed autonomia già
di base limitata, ma anche pazienti con le crisi come unico problema);
• alcune possibilità di trattamento chirurgico, sviluppate
negli ultimi decenni ed al momento limitate, per motivi
di competenza tecnica e di costi, ad un ristrettissimo numero di centri nei quali le procedure più laboriose, spesso indispensabili, costituiscono un «imbuto» organizzativo insuperabile.
Gli aspetti sopra riportati, con i loro risvolti sanitari e sociali, rendono frequentemente delicato il bilancio tra i rischi
ed i benefici dei diversi possibili interventi.
Il paziente con epilessia, nei diversi momenti del decorso
della malattia e della propria esistenza, è portatore di un vasto ed eterogeneo spettro di problematiche, che richiedono
Bollettino Ufficiale della Regione Lombardia
Serie Ordinaria - N. 12 - 15 marzo 2004
– 1182 –
una risposta mirata e fondata su una serie di competenze diverse.
In tutto il mondo l’attenzione per i problemi legati all’epilessia si è sviluppata in modo consistente negli ultimi anni,
di pari passo con la disponibilità di strumenti diagnostici e
terapeutici più efficaci e con la crescente consapevolezza circa la necessità di risposte mirate non solo ad aspetti puramente tecnici, ma anche al perseguimento di una migliore
qualità della vita del paziente.
Questo ha prodotto un consistente aumento dei centri e dei
gruppi di lavoro che si occupano di epilessia, con un’integrazione multidisciplinare e con attività che comprendono spesso, oltre alle mansioni assistenziali, un’attenzione specifica
alla ricerca clinica, alla didattica, alla divulgazione.
Non sono tuttavia univoche le opinioni sul modo migliore
di organizzare le diverse attività e competenze connesse.
Ogni gestione locale deve inoltre necessariamente confrontarsi con l’utilizzo ottimale delle risorse già esistenti e con la
necessità di dislocare razionalmente la risposta alle esigenze
sanitarie.
La Regione Lombardia, prima in Italia, ha promosso negli
ultimi decenni un’organizzazione di lavoro multicentrica per
l’assistenza al paziente con epilessia.
Le competenze specialistiche necessarie per un intervento
mirato in campo epilettologico sono riassumibili in:
• competenze cliniche, con l’esperienza e le specifiche conoscenze necessarie alla diagnosi differenziale, alla definizione sindromica delle manifestazioni parossistiche
epilettiche e non epilettiche ed al controllo nel follow up
della malattia;
• competenze neurofisiologiche, indispensabili in questo
settore dato il preminente ruolo dell’elettroencefalografia
(nelle sue varie modalità, inclusi monitoraggi mirati ad
elevato impegno e rilevanti costi, che richiedono la disponibilità di apparecchiature adeguate e l’impegno orario
consistente di operatori con specifico training) e, più raramente, di altri tipi di indagine neurofisiologica utili per
la diagnosi, per la diagnosi differenziale e per il followup;
• competenze neurofarmacologiche, necessarie per l’utilizzo mirato di farmaci con specifiche indicazioni, effetti
collaterali e di potenziali interazioni tra loro o con altri
farmaci eventualmente utilizzati.
Nelle sedi originariamente individuate, il lavoro di molti
anni ha portato all’organizzazione delle indispensabili connessioni con le attività di competenza neuroradiologica,
neuropsicologica, neurogenetica usualmente indispensabili alla definizione diagnostica ed al follow up delle diverse sindromi epilettiche.
È stata inoltre promossa la presenza di figure socio-sanitarie specificamente preparate alle esigenze immediate ed a
lungo termine (riguardanti ad esempio le norme legislative
sulle limitazioni imposte in presenza di diagnosi di crisi epilettiche, e le normative economiche e pensionistiche).
Come in altri paesi industrializzati, i centri per l’epilessia
hanno promosso e sviluppato le relazioni con le associazioni
di pazienti.
Da questa esperienza e dal confronto di opinioni tra quanti
l’hanno vissuta, nascono le seguenti linee di raccomandazione per l’indirizzo diagnostico e terapeutico in tre evenienze frequenti in ambito epilettologico (le crisi febbrili del bambino, la prima crisi epilettica, lo stato epilettico) e per l’opportuna conoscenza di una modalità terapeutica (la chirurgia
dell’epilessia) le cui indicazioni sono attualmente consolidate.
Nelle diverse raccomandazioni, quando possibile, viene
suggerito il grading del livello di evidenza e la forza delle raccomandazioni, rispetto a quanto segue.
Inoltre le varie tappe diagnostico-terapeutiche sono contrassegnate da un differente colore: il blu per quanto compete
al medico di medicina generale o di medicina d’urgenza (a
casa, in ambulatorio o in Pronto Soccorso), il rosso per il medico specialista od il servizio specialistico.
Grading dei livelli di evidenza (LE) e di forza delle raccomandazioni (FR)
Anche in considerazione della ridotta disponibilità e fattibilità di studi clinici controllati e randomizzati è stato utilizzato
lo schema sviluppato dal Centro per la valutazione dell’efficacia dell’assistenza sanitaria (CeVEAS) di Modena. Tale
schema prevede infatti la possibilità di formulare raccomandazioni di tipo A anche in assenza di livelli di evidenza di tipo
I o II, come avviene quasi sempre in questo particolare campo. Lo schema è stato riportato come appendice 1.
Il grado di prova e la forza della raccomandazione sono
generalmente riportati all’inizio di ogni gruppo di indicazioni: nel caso che alcune, singole indicazioni abbiano valori diversi, questo sarà riportato fra parentesi alla fine della frase.
Appendice n. 1
LIVELLI DI PROVA
Prove di tipo
1. Prove ottenute da più studi clinici controllati randomizzati e/o da revisioni sistematiche di studi randomizzati.
2. Prove ottenute da un solo studio randomizzato di disegno adeguato.
3. Prove ottenute da studi di coorte non randomizzati con
controlli concorrenti o storici o loro metanalisi.
4. Prove ottenute da studi retrospettivi tipo caso-controllo
o loro metanalisi.
5. Prove ottenute da studi di casistica («serie di casi») senza
gruppo di controllo.
6. Prove basate sull’opinione di esperti autorevoli o di comitati di esperti come indicato in linee guida consensus conference, o basate su opinioni dei membri del gruppo di lavoro
responsabile di queste linee guida.
FORZA DELLE RACCOMANDAZIONI
A. L’esecuzione di quella particolare procedura o test diagnostico è fortemente raccomandata. Indica una particolare
raccomandazione sostenuta da prove scientifiche di buona
qualità, anche se non necessariamente di tipo I o II.
B. Si nutrono dei dubbi sul fatto che quella particolare procedura o intervento debba sempre essere raccomandata, ma
si ritiene che la sua esecuzione debba essere attentamente
considerata.
C. Esiste una sostanziale incertezza a favore o contro la
raccomandazione di eseguire la procedura o l’intervento.
D. L’esecuzione della procedura non è raccomandata.
E. Si sconsiglia fortemente l’esecuzione della procedura.
CONVULSIONI FEBBRILI
Definizione (3)
Crisi che insorge in corso di febbre superiore ai 38,5º C
in un soggetto di età compresa preferibilmente tra i 6 mesi
(eccezionalmente prima) e i 5 anni (eccezionalmente dopo),
con un picco maggiore entro il 3º anno di vita che non presenti alcun segno di patologia acuta o cronica concomitante e
che non abbia presentato episodi di convulsione afebbrile.
Più frequentemente si presenta durante la salita iniziale
della temperatura, solitamente nella prima giornata dell’episodio febbrile.
La durata è di solito inferiore ai 5’.
CONVULSIONI FEBBRILI SEM- CONVULSIONI FEBBRILI COMPLESSE
PLICI
• Crisi convulsive generalizzata
• Crisi focale, parziale, lateralizzata
• Durata inferiore ai 15’ se unica • Durata superiore ai 15’ se unica ai 30’ se
ripetuta
• Non ricorrenti nelle successive • Ricorrenti nelle successive 24 ore
24 ore
• Età compresa tra i 6 mesi e i 5 • Età inferiore ai 6 mesi o superiore ai 5
anni
anni
• Sviluppo psicomotorio normale • Pregressa patologia del SNC
• EEG normale
• EEG alterato
• Anamnesi familiare positiva per • Anamnesi familiare positiva per epilessia
convulsioni febbrili
•
•
•
•
•
•
MAGGIORE RISCHIO DI RECIDIVE
DI CONVULSIONI FEBBRILI (non epilessia)
Età inferiore ai 15-18 mesi
Familiarità per convulsioni febbrili
Elevata frequenza di episodi febbrili dopo la prima convulsione febbrile
Breve intervallo tra esordio della febbre e convulsione
febbrile
Temperatura > 39º alla prima convulsione febbrile
Breve intervallo tra la prima e la seconda convulsione
febbrile
Bollettino Ufficiale della Regione Lombardia
Serie Ordinaria - N. 12 - 15 marzo 2004
– 1183 –
MANAGEMENT
Trattamento in acuto delle convulsioni febbrili (3,B)
F
Diazepam rettale microclismi
0,5-1 mg/Kg (*)
Raccolta anamnestica il più precisa e puntuale possibile circa la semeiologia delle crisi, la durata, i caratteri dell’ipertermia, il postcritico
(compresi gli eventuali deficit postcritici)
F
F
Blocco crisi
Persistenza crisi
F
ANAMNESI FAMILIARE E PERSONALE
F
Ripetizione Diazepam e.r.
F
F
ESAME NEUROLOGICO ED INTERNISTICO
Persistenza crisi
F
F
ESAMI EMATOCHIMICI (glicemia, azotemia, calcemia, elettroliti, VES,
PCR, emocromo + formula leucocitaria). (3,B)
Spedalizzazione
F
F
Puntura lombare se sono presenti segni clinici di tipo meningo-encefalico o comparsa di crisi focali e/o persistenti, soprattutto se in soggetti
inferiori ai 18 mesi; sempre in quelli inferiori ai 6 mesi. (3,E)
BDZ endovena 0,2-0,5 mg/Kg
a 1 mg/min (**)
F
Ripetizione fino a 2-3 mg/Kg in 30’
F
ELETTROENCEFALOGRAMMA:
la rilevanza clinica di anomalie EEGrafiche postcritiche in fase acuta
(3,C) (punte onda lente spesso irregolari o rudimentali, attività theta
ritmica specie parieto-basale a carattere genetico) è frequente, ma priva
di significato. L’EEG non è quindi un esame indispensabile, ma nemmeno utile ai fini diagnostico-prognostici. Unica utilità dell’EEG è quella di
porre una diagnosi differenziale, ad esempio, con un’encefalite o, in
caso di crisi complesse, di evidenziare una focalità. Sarà il Neuropsichiatra Infantile a decidere caso per caso se farlo effettuare o meno.
F
TAC encefalo (3,E): solo se in un quadro di meningoencefalite con
sospetto di edema o di ascesso.
(*) Mai in stato postcritico
(**) Da qui in poi si configura il trattamento dello stato di male
Trattamento profilattico delle recidive con profilassi continuativa: fortemente sconsigliato (1,E)
Trattamento profilattico intermittente con benzodiazepinici: sconsigliato (3,E)
Trattamento dell’ipertermia (3,A)
Bibliografia
1. Consensus Conference: «Il bambino con convulsioni
febbrili» Milano, 1991, Boll Lega It Epil, 77: 23. 1992
2. Torta R: «Le convulsioni febbrili. Dalla clinica alla terapia», UTET 1997
3. Stores G. «When does an EEG contribute to the management of febrile seizures?» Arch Dis Child, 1991, Apr,
66(4): 554-557
4. Autret E, Billard C, Bertrand P, et al: «Double-blind, randomized trial of diazepam versus placebo for prevention
of recurrence of febrile seizures» J Pediatr 1990, 117:
490-494
5. Rosman NP, Colton T, Labazzo Jet al: «A controlled trial
of diazepam ad.m.inistred during febrile illness to prevent recurrence of febrile seizures». N Engl J Med, 1993,
329: 79-84
6. Uhari M, Rantala H, Vainiopaa L, et al: «Effect of acetaminophen and of low intermittent doses of diazepam on
prevention of recurrences of febrile seizure». J Pediatr,
1995, 126: 991-995
7. Baumann RJ, Duffner PK: «Treatment of children with
simple febrile seizures: the AAP practice parameter». Pediatric Neurology, 2000 Vol23, No.1: 11-25
8. Knudsen FU: «Febrile Seizures: Treatment and Prognosis». Epilepsia, 2000, 41 (1): 2-9
LA PRIMA CRISI EPILETTICA
Definizione
La prima crisi epilettica è un evento di frequente riscontro
nella pratica clinica, presentandosi con una incidenza di 6070 casi annui per 100.000 abitanti.
L’accurata raccolta anamnestica deve essere rivolta, in primo luogo, all’accertamento della natura epilettica dell’episo-
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dio accessuale presentato dal paziente: la diagnosi differenziale va fatta nei confronti di altri episodi di origine neurologica, psichica o sistemica (endogena o esogena).
La semeiologia delle crisi, l’esame obiettivo neurologico, le
indagini neurofisiologiche, neuroradiologiche e di laboratorio, concorreranno alla definizione eziologica della crisi.
Approccio al paziente con prima crisi epilettica in acuto
(critico-postcritico)
Raccolta dati anamnestici
• semeiologia della crisi;
• condizioni al momento della crisi: veglia/sonno;
• patologie intercorrenti: febbre, infezioni, disidratazione,
trauma, cefalea, ipertensione;
• condizioni potenzialmente scatenanti: deprivazione di
sonno, sostanze tossiche, fotostimolazione, altri stimoli;
• patologie di base o pregresse;
• familiarità;
Esame clinico
• esame obiettivo generale;
• esame obiettivo neurologico;
Esami ematochimici (2,B)
• emocromo con formula;
• glicemia;
• azotemia;
• elettroliti;
• calcemia;
• creatininemia;
• ammoniemia;
• transaminasi;
• CPK;
• esame urine;
• eventuali esami tossicologici.
Elettroencefalogramma (1,A)
• possibilmente entro 24 h
TC encefalo (2,A)
Rachicentesi (2,B)
• se sospetto di encefalite
Terapia (6,A)
Non necessaria se la crisi dura meno di 4-5’ o se in postcritico
Approccio al paziente con prima crisi epilettica anamnestica
Raccolta dati anamnestici
• semeiologia della crisi;
• condizioni al momento della crisi: veglia/sonno;
• patologie intercorrenti: febbre, infezioni, disidratazione,
trauma, cefalea, ipertensione;
• condizioni potenzialmente scatenanti: deprivazione di
sonno, sostanze tossiche, fotostimolazione, altri stimoli;
• patologie di base o pregresse;
• familiarità.
Esame clinico
• esame obiettivo generale;
• esame obiettivo neurologico.
Elettroencefalogramma (1,A)
Se non informativo, EEG in sonno (2,A)
Risonanza Magnetica (1,A)
Terapia (1,A)
Sconsigliata a meno che, dopo valutazione dei rischi (effetti
indesiderati dei farmaci) e dei benefici (probabilità di ricorrenza)
• l’insieme dei dati clinici indichi un elevato rischio di ricaduta;
• particolari condizioni socio/individuali suggeriscano di iniziare un trattamento farmacologico, dopo adeguata informazione.
CHE COSA FARE DI FRONTE
A UNA PRIMA CRISI EPILETTICA
F
F
IN ACUTO (critico-postcritico)
ANAMNESTICA
F
F
RACCOLTA DATI ANAMNESTICI
RACCOLTA DATI ANAMNESTICI
F
F
ESAME CLINICO
ESAME CLINICO
F
F
ESAMI EMATOCHIMICI (B)
ELETTROENCEFALOGRAMMA (A)
F
F
ELETTROENCEFALOGRAMMA (A)
(possibilmente entro 24 ore)
RISONANZA MAGNETICA (A)
(possibilmente entro 24 ore)
F
TC encefalo (A)
F
RACHICENTESI (B)
TERAPIA (A)
Non necessaria se la crisi dura
meno di 4-5’ o se in postcritico
TERAPIA (A)
Sconsigliata a meno che, dopo valutazione dei rischi (effetti indesiderati
dei farmaci) e dei benefici (probabilità di ricorrenza)
l’insieme dei dati clinici indichi un elevato rischio di ricaduta;
particolaricondizioni socio/individuali
suggeriscano di iniziare un trattamento farmacologico, dopo adeguata informazione.
Bibliografia
1. First Seizure Trial Group: «Randomized clinical trial
on the efficacy of antiepileptic drugs in reducing the
risk of relapse after a first unprovoked tonic-clonic seizure». Neurology 1993; 43: 478-483
2. Hauser WA, et al: «Seizure recurrence after a first unprovoked seizure». N Engl J Med 1982; 307: 522-528
3. Hirtz D, et al: «Practice parameter: treatment of the
child with a first unprovoked seizure. Report of the
Quality Standards Subcommitteee of the American Academy of Neurology and the Practice Committee of
the Child Neurology Society». Neurology 2003; 60: 166175
4. Hirtz D, et al: «Practice parameter: evaluating a first
nonfebrile seizure in children. Report of the Quality
Standards Subcommittee of the American Academy of
Neurology, the Child Neurology Society, and the american Epilepsy Society». Neurology 2000; 55: 616-623
5. ILAE Commission Report: «Recommendations for
Neuroimaging of Patients with Epilepsy». Epilepsia
1997; 38: 1255-1256
6. King MA, et al: «Epileptology of the first-seizure presentation: a clinical, electroencephalographic and magnetic resonance imaging study of 300 consecutive patients». Lancet 1998: 352: 1007-1011
7. «Management of Epilepsy: Consensus Conference on
Clinical Practice».
Neurology 1998; (suppl 4): S1-S43
8. Musicco M, et al: Treatment of first tonic-clonic seizure
does not improve the prognosis of epilepsy. First Seizure Trial Group (FIRST Group). Neurology 1997; 49:
991-998
9. Practice parameters: Lumbar puncture. Neurology
1993; 43: 625-627
10. Turnbull TL, et al: Utility of laboratory studies in the
Bollettino Ufficiale della Regione Lombardia
– 1185 –
emergency department patient with a new-onset seizure. Ann Emerg Med 1986; 19: 373-377
LA TERAPIA DEGLI STATI EPILETTICI DELL’ADULTO
Premessa
Lo stato epilettico (SE) è un’emergenza medica che comporta un rischio di morte o lesioni permanenti del paziente;
richiede spesso un ricovero ospedaliero per la sua definizione
e trattamento.
Definizione
Non esiste una definizione universalmente accettata ma le
diverse versioni differiscono soprattutto sulla durata delle
manifestazioni cliniche epilettiche (da 5 a 30 minuti).
Il gruppo di studio della Lega Italiana contro l’Epilessia ha
adottato la seguente definizione: «Uno stato di male epilettico
è una situazione clinica nella quale una crisi epilettica (generalizzata o focale, motoria o no) si prolunga per più di 20
minuti o nella quale le crisi si ripetono a brevissimi intervalli
(inferiori al minuto) tali da rappresentare una condizione epilettica continua (Baruzzi e Tinuper ’89).
Classificazione
Viene abitualmente classificato in base alla sintomatologia
clinica prevalente, anche se soluzioni terapeutiche particolari
possono trovare indicazioni o controindicazioni specifiche in
alcune condizioni cliniche. Sono identificati uno stato di
male generalizzato e uno parziale. In letteratura è frequente l’uso del termine «stato di male non convulsivo» con il
quale sono spesso definite condizioni in cui la diagnosi differenziale fra lo stato parziale e generalizzato è difficile o inapplicabile.
Epidemiologia
Ogni anno si verificano almeno 450 casi di SE per milione
di abitanti. Di questi 180-200 sono generalizzati convulsivi
(Hauser 1990). Le stime di mortalità legata allo stato di male
epilettico sono variabili dall’1-22% dei casi. Hauser (Neurology, 1990) indica nel 2% il valore massimo di mortalità realmente da attribuire solo allo stato di male. Non è dimostrata
una diversa mortalità in base alla sintomatologia delle crisi
(Towne AR et al. Epilepsia, 1994), ma è comunemente ammesso che la morbilità sia maggiore per lo stato epilettico
generalizzato convulsivo. Fattori prognostici sfavorevoli sono
una durata maggiore di un’ora, una eziologia anossica ed
un’età avanzata.
Eziologia
Nel 50% dei casi di SE in pazienti con storia precedente di
epilessia, si riscontrano livelli di farmaci antiepilettici inferiori al range terapeutico. Nessuna eziologia può essere esclusa
ma, quelle più frequentemente interessate, sono le patologie
cerebrovascolari, i traumi cranici, i tumori cerebrali, le infezioni del sistema nervoso centrale, le alterazioni metaboliche
o da sostanze tossiche, i disordini elettrolitici. Nel 20% circa
dei pazienti non viene individuata alcuna causa scatenante e
questo è più frequente nei pazienti con pregressa diagnosi di
epilessia.
DIAGNOSI E TRATTAMENTO
Criteri generali
I tempi utili per un trattamento che impedisca il crearsi
di lesioni a carico del s.n.c. sono cosı̀ brevi che diagnosi e
trattamento devono procedere contemporaneamente. Il trattamento volto a controllare il ripetersi delle crisi deve affiancarsi a quello della patologia che lo causa; nello stesso modo
ci si deve comportare per le procedure diagnostiche. Al trattamento con farmaci antiepilettici si devono inoltre aggiungere
alcune misure generali di gestione del paziente.
Per praticità clinica ma anche con il supporto di dati neurofisiopatologici, è raccomandata una divisione di diagnosi e
terapia in tre «scenari» (6, B Ref 1) corrispondenti a tre successive fasi temporali e di risposta alla terapia dello stato epilettico:
a) iniziale (primi 20-30 minuti);
b) definito (dopo 20-30 minuti e fino a 60-90 minuti);
c) refrattario (dopo 60-90 minuti).
Le linee guida riportate nella letteratura scientifica sono il
frutto del lavoro di apposite commissioni di esperti e sono
indirizzate in modo particolare al trattamento dello stato di
male generalizzato convulsivo.
Serie Ordinaria - N. 12 - 15 marzo 2004
È comunemente ammesso che tali strategie terapeutiche
debbano essere ritenute valide anche negli altri tipi di SE, ma
che, soprattutto per quello che riguarda i tempi di realizzazione del percorso diagnostico e terapeutico, in ogni singolo caso
debba essere valutato il rapporto rischio/beneficio delle terapie applicate.
PERCORSO DIAGNOSTICO-TERAPEUTICO
F
Management dello Stato Epilettico «iniziale»
(primi 20-30 minuti)
F
Misure generali (6, A)
F
• valutare e normalizzare la condizione cardio-circolatoria
(ECG);
• assicurare la pervietà delle vie aeree e somministrare ossigeno;
• assicurarsi un accesso venoso;
• esecuzione di un prelievo venoso per:
– emocromo
– VES
– Test di coaugulazione
– CPK
– LDH
– funzionalità epatica e renale
– elettroliti (compreso calcio e magnesio se disponibili)
– glicemia
– eventuale dosaggio farmaci antiepilettici
– eventuali analisi tossicologiche
• se non sono presenti controindicazioni somministrare
e.v. glucosio (preceduto da tiamina 100 mg i.m. in pazienti con sospetto abuso cronico di alcool)
• monitorare e trattare l’acidosi
Trattamento farmacologico (6,B)
F
• Benzodiazepine:
Lorazepam 0.05-0.1 mg/Kg e.v. (velocità massima 2
mg/min) ripetibile dopo almeno 10 minuti
oppure
Diazepam 0.1 mg/Kg e.v. ripetibile.
Management dello Stato Epilettico «definito»
(da 20-30 minuti a 60-90 minuti)
F
Misure generali (6,B)
F
• stabilire la causa dello SE;
• iniziare il monitoraggio EEG, nel caso non sia già in corso, per confermare la diagnosi e verificare l’efficacia della
terapia;
• monitorare e trattare le modificazioni patologiche della
pressione arteriosa;
• programmare un probabile trasferimento in terapia intensiva per proseguire il trattamento;
• correggere eventuali problemi metabolici.
Trattamento farmacologico (6,B)
F
• Fenitoina: 15-18 mg/Kg e.v.
– deve essere somministrata ad una velocità non superiore a 50 mg/min. (5,A)
Bollettino Ufficiale della Regione Lombardia
Serie Ordinaria - N. 12 - 15 marzo 2004
– 1186 –
– non deve essere assolutamente diluita in soluzione glucosata (B)
– è controindicata in presenza di blocco atrio-ventricolare o grave ipotensione (B)
– deve essere infusa utilizzando un accesso venoso indipendente; questo deve essere un grosso vaso per ridurre il rischio di flebite (B)
– deve essere monitorata la frequenza cardiaca e la pressione arteriosa (B)
– ulteriori 5 mg/kg e.v. possono essere somministrati in
caso di mancato controllo delle crisi (5, C).
• Anestetici gassosi (Isoflorano-Florane): a dosaggi che
producono concentrazioni di 0.8-2% e con dosaggio titolato per mantenere un quadro EEG definito come «suppression bursts»
• Lidocaina:
– bolo endovena 1,5-2 mg/Kg (di solito 100 mg negli adulti), a una velocità non superiore a 50 mg/min. Il bolo
può essere ripetuto una volta se necessario;
– infusione continua 3-4 mg/kg/h (di solito soluzione al
0,2% in destrosio al 5%) per un periodo non superiore
alle 12 h.
Management dello Stato Epilettico «Refrattario»
Altri criteri generali di terapia
F
F
Premessa: questa fase del trattamento richiede un’assistenza rianimatoria e la necessità della sua effettuazione deve essere valutata per ogni singolo caso.
Trattamento farmacologico (6,B)
F
• Thiopentone 5-7 mg/kg e.v. in 20 sec seguiti da 50 mg
ogni 2-3 minuti fino a controllo delle crisi e ottenimento di
una modificazione del tracciato EEG definito come «suppression bursts»
Ricordare che:
– la successiva infusione continua (abitualmente 3-5
mg/kg/h) deve proseguire per 12-48 ore mantenendo
un tracciato definito come «suppression burst»;
– necessita di controllo EEG;
– spesso è indispensabile sostenere farmacologicamente
la pressione arteriosa.
oppure
• Propofol 2-5 mg/Kg in bolo (ripetibili) seguiti da infusione
continua fino a 1 mg/kg/h per almeno un’ora.
Ricordare che:
– necessita di controllo EEG
Altre soluzioni terapeutiche
F
Premessa: I farmaci elencati successivamente non sono
tradizionalmente riportati nei protocolli presenti in letteratura ma non per questo devono essere ritenuti meno efficaci. In
alcuni casi la loro utilizzazione può addirittura essere consigliabile per ovviare a controindicazioni all’uso di quelli già
ricordati (ad es. fenitoina in pazienti con blocco A-V.)
• Valproato di sodio: infusione e. v. in almeno 5 min di 15
mg/Kg (alcuni protocolli suggeriscono fino a 30 mg/Kg) seguita da 1-2 mg/Kg/h in infusione continua
• Midazolam:
– per via intra-muscolare o rettale 5-10 mg. Può essere
ripetuta una volta dopo 15 minuti;
– bolo endovena di 0,1-0,3 mg/kg, a una velocità non superiore a 4 mg/min, che può essere ripetuto una volta
dopo 15 minuti;
– infiltrazione boccale di 10 mg può essere somministrata
con siringa e catetere;
– infusione endovena può essere somministrata a un tasso di 0,05-0,4 mg/kg/h.
• Fenobarbital:
adulto: 10-20 mg/Kg e.v.
– probabile necessità di assistenza respiratoria e ipotensione
neonato: 20-30 mg/kg;
da 1 a 6 anni: 15-20 mg/kg;
da 6 a 12 anni: 10-15 mg/kg;
> 12 anni: 8-10 mg/kg. Infondere in più di 10’ (50-75
mg/min).
• Effettuando scelte in relazione a ogni singolo caso, dovrà
essere impostata una terapia antiepilettica utile a prevenire le recidive al momento della sospensione delle procedure terapeutiche prima menzionate (6, B).
• Nei pazienti con epilessia nota deve essere proseguita almeno inizialmente la terapia precedentemente in atto (6,
B).
• L’uso di antiedemigeni (mannitolo, cortisone ecc..) non
ha dimostrazioni pratiche di utilità anche se in termini
teorici appare potenzialmente utile (6, C).
• L’uso prolungato di farmaci bloccanti la placca neuromuscolare è indicato in tutti i pazienti con stato di male
generalizzato convulsivo refrattario (B); la sua utilizzazione deve essere subordinata però alla disponibilità di
una registrazione EEG (6, A).
• Per alcuni farmaci è consigliabile verificare in fasi successive alcuni indici ematologici o ematochimici (6, B).
• Il dosaggio plasmatico dei farmaci antiepilettici è raccomandato (6, B); tuttavia le modificazioni posologiche degli stessi devono tenere conto del contesto elettroclinico.
FLOW CHART TERAPEUTICA
ESAMI DI
FARMACI
LABORATORIO
TRATTAMENTO SE INIZIALE (20-30 minuti)
Condizione CardiocirEmocromo
Lorazepam e.v. 0.05-01
colatoria
mg/Kg (ripetibile)
Vie Aeree
VES
Diazepam e.v. 0.1 mg/Kg
(ripetibile)
Accesso venoso
Test di coagulazioni
Acidosi
CPK
LDH
Funz. Epatorenale
Elettroliti
Glicemia
Dosaggio AED
Analisi
Tossicologiche
ASSISTENZA
F
TRATTAMENTO S.E. DEFINITIVO (30-90 minuti)
Monitoraggio EEG
Fenitoina e.v. 15-18
mg/Kg
Monitoraggio ECG
ev. altri 5 mg/Kg die
Monitoraggio PA
Ricerca Cause S.E.
F
TRATTAMENTO S.E. REFRATTARIO
Unità Terapia Intensiva
Tiopentone (TPS)
Propofol
Bibliografia
1. Delgado-Escueta AV, Wasterlain C, Treiman d.m., et al:
«Current concepts in neurology: management of status
epilepticus». N Engl J Med, 1982, 3; 306: 1337-1340
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Bollettino Ufficiale della Regione Lombardia
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– 1187 –
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De Lorenzo RJ, Towne AR, Pellock JM et al: «Status
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Foundation of Americàs Working group on Status Epilepticus: «Treatment of convulsive status: recommendations of the epilepsy» JAMA, 1993; 270: 854-9
Fountain NB, Lothman EW: «Pathophysiology of status epilepticus». J Clin Neurophysiol 1995; 32: 67-76
Gastaut H: «Classification of status epilepticus». Adv
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Hauser WA: «Status epilepticus: epidemiologic considerations». Neurology, 1990, 40(5 Suppl 2): 9-13
Kaplan PW. «Assessing the outcomes in patients with
nonconvulsive status epilepticus: nonconvulsive status
epilepticus is underdiagnosed, potentially overtreated,
and confounded by comorbidity». J Clin Neurophysiol,
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Lothman EW: «The biochemical basis and pathophysiology of status epilepticus». Neurology, 1990, 40
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Ramsay RE: «Acute treatment of seizures» In: Emergent and urgent neurology. Weiner WJ (Ed) JB Lippincott, Philadephia, 1992, 109-133
Shoemaker et al: «Textbook of critical care». W.B.
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Shorvon S: «Status epilepticus: its clinical features and
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Towne AR, Pellock JM, Ko D, DeLorenzo RJ: «Determinants of mortality in status epilepticus». Epilepsia,
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Treiman d.m., Meyers PD, Walton NY, et al: «A comparison of four treatments for generalized convulsive status epilepticus». Veterans Affairs Status Epilepticus
Cooperative Study Group. N Engl J Med, 1998, Sep 17;
339 (12): 792-8
TERAPIA CHIRURGIA DELL’EPILESSIA
Introduzione
La prevalenza dell’Epilessia (E) nei Paesi industrializzati è
calcolata intorno allo 0,5-1% secondo le differenti casistiche.
Pertanto, solo in Italia, il numero di pazienti con crisi epilettiche varia tra 300.000 e 400.000. I pazienti con epilessia parziale (EP) sono circa i 2/3 di questi e di conseguenza, nel nostro Paese, sono tra 150.000 e 270.000. Il controllo degli eventi critici si raggiunge con la terapia antiepilettica (AEDs) in
circa il 70% dei casi, e si può valutare che esistano pressappoco 60-100.000 persone con EP che non sono controllate con
gli AEDs e che vanno considerate come farmacoresistenti
(FR). Anche ammettendo che solo il 20% debba essere valutato in vista di un intervento chirurgico, diverse migliaia di pazienti potrebbero usufruire di questa possibilità terapeutica
(2, A).
Nel 1992 ha avuto luogo una Consensus Conference (Palm
Desert Conference in Surgical Treatment of Epilepsies), da cui
sono nate le principali linee guida che riguardano la Terapia
Chirurgica dell’Epilessia, con i vari e successivi aggiornamenti.
Sono state definite le caratteristiche necessarie per poter
definire un Centro per la Terapia Chirurgica dell’Epilessia. Si
ritiene che sia richiesta la presenza di un team multidisciplinare (epilettologi, neurofisiologi, neurologi, neurochirurghi,
neuropsicologi, neuropsichiatri infantili, neuroradiologi, neuropatologi ...). Inoltre deve esistere la possibilità di una consulenza da parte di fisiatri e di psichiatri. Tutti gli specialisti
devono collaborare strettamente per la selezione dei candidati, nella scelta delle investigazioni pre-chiruirgiche, nella definizione della strategia chirurgica e nel follow-up del paziente
dopo l’intervento. A livello di infrastrutture viene generalmente accettata la necessità di avere a disposizione diagnostiche
semi-invasive ed invasive ed almeno 30-40 interventi dedicati
all’anno devono essere realizzati.
Serie Ordinaria - N. 12 - 15 marzo 2004
Requisiti Minimi per la Terapia Chirurgica dell’Epilessia
Tipo di Epilessia
Epilessia parziale (con crisi focali o secondariamente generalizzate).
Provata Farmacoresistenza
Persistenza di crisi nonostante trial adeguati di farmaci antiepilettici in mono-politerapia, con i massimi livelli plasmatici tollerati.
Durata minima di malattia
Bambini: 6 mesi – 1 anno; adulti: 2 anni.
Età alla chirurgia
Età inferiore a 60 anni.
Selezione dei Candidati
Pazienti con crisi scarsamente controllate dalla terapia farmacologica, che interferiscono con le attività quotidiane e/o
con le funzioni socio-lavorative.
Indicazioni alla rimozione chirurgica di una regione cerebrale «epilettogena»
Crisi focali non controllate dalla terapia che sulla base delle
correlazioni anatomo-elettro-cliniche ammettono una Zona
Epilettogena (regione/i corticale/i in cui nascono e da cui si
propagano le scariche critiche) unica e stabile, la cui rimozione non è attesa generare nuovi deficit neurologici/neuropsicologici.
Strategie e metodologie di studio pre-chirurgiche
Ogni paziente avrà un approccio pre-chirurgico personalizzato.
In ogni caso e per tutti vanno valutati:
• anamnesi clinica familiare e personale;
• esame neurologico;
• EEG intercritici;
• esami neuroradiologici;
• test neuropsicologici.
Sulla base di tali correlazioni anatomo-elettro-cliniche verrà stabilito il successivo iter diagnostico, che potrà prevedere:
• registrazioni Video-EEG degli eventi clinici critici;
• risonanza magnetica mirata sulla presunta zona epilettogena;
• test di Wada nel caso in cui si debba valutare la dominanza emisferica per il linguaggio ed evidenziare eventuali
disturbi della memoria lateralizzati.
Nei casi in cui le procedure diagnostiche precedentemente
elencate non consentano la chiara ricognizione della zona epilettogena, occorrerà procedere a (6, A):
• registrazioni con metodiche invasive (elettrodi intracerebrali, subdurali, epidurali, etc.)
Terapia chirurgica
Dopo aver definito l’estensione la localizzazione della zona
epilettogena, e i suoi rapporti con le regioni altamente funzionali, si potrà procedere all’intervento chirurgico che può
essere definito:
Curativo (intervento in grado di eliminare le crisi):
• cortectomia;
• cortectomia e lesionectomia;
• lesionectomia;
• emisferotomia.
Un’accurata analisi istopatologica deve essere effettuata su
tutti i pezzi operatori, per poter indicare una prognosi ed eventuali ulteriori trattamenti (per esempio in caso di lesioni
neoplastiche).
Palliativo (intervento che viene riservato a quei pazienti in
cui la zona epilettogena, per vari motivi, non può essere ablata):
• callosotomia;
• impianto di stimolatori intracerebrali o periferici.
Follow-up dei pazienti operati
L’outcome deve essere valutato a intervalli seriati ed un risultato definitivo deve essere stabilito ad almeno 12 mesi dall’intervento. La classificazione internazionale più utilizzata è
quella proposta da Engel nel 1997.
Bollettino Ufficiale della Regione Lombardia
– 1188 –
I pazienti devono essere rivisti dopo l’intervento chirurgico,
ambulatoriamente a intervalli seriati di tempo e con le seguenti indagini diagnostiche: visita neurologica, test neuropsicologici, EEG, RM da adattare ai diversi tipi di lesione anatomica riscontrata. Tali controlli vanno realizzati dopo:
• 6 mesi;
• 12 mesi poi annuale e dopo i 5 anni, se necessario, annualmente.
La terapia va mantenuta stabile per almeno 12 mesi nei
bambini, per almeno 24 mesi negli adulti.
Bibliografia
1. «Epilepsy Surgery. Second edition». Luders HO, Comair
YG (Eds), Philadelphia, Lippincott Williams & Wilkins,
2001: pp 1060
2. Engel J Jr. «Outcome with respect to epileptic seizures».
In: Engel J Jr, (Ed). Surgical treatment of the epilepsies.
New York: Raven Press; 1987: 553-571.
3. «Guidelines for comprehensive epilepsy centers». Wieser HG, Siegel AM (Eds), Zurich, Neuroligische Klinik
und Poliklinik, 1992: pp 93
4. Munari C, Hoffmann D, Francione S, et al. «Stereo-electroencephalography methodology: advantages and limits». Acta Neurol Scand, 1994, S152: 56-67.
5. «The treatment of Epilepsy. Third edition». Wyllie E
(Ed), Philapdelphia, Lippincott Williams & Wilkins,
2001: pp 1285
6. Wiebe S, Blume WT, Girvin JP et al. «A randomized,
controlled trial of surgery for temporal-lobe epilepsy». N
Engl J Med, 2001, Vol 345, No5: 311-318.
——— • ———
Allegato n. 2
Serie Ordinaria - N. 12 - 15 marzo 2004
2-bis stabilisce che «prima dell’inizio di ogni periodo di commercializzazione le regioni e le province autonome aggiornano il quantitativo individuale di riferimento di ciascun produttore, iscrivendolo nel registro delle quote di cui al comma
2 e ne danno comunicazione all’interessato attraverso l’invio
di un certificato in due copie, una delle quali recante l’indicazione “copia per l’acquirente”»;
Preso atto che, sulla base dei disposti di cui all’articolo 1
comma 6 della l. 119/03, i dati necessari per la predisposizione delle comunicazioni di QRI sono estratti dal SIAN;
Considerato quindi che a ciascun produttore di latte lombardo deve essere inviata, da parte della regione, una comunicazione individuale con l’indicazione del QRI valido per il periodo di commercializzazione 2004/2005 (al 1º aprile 2004);
Considerato che il d.m. 31 luglio 2003 all’articolo 3 comma
4 individua gli elementi minimi che devono essere inseriti
nella suddetta comunicazione e ritenuto di integrare in alcune parti le suddette informazioni minime al fine di rendere
la comunicazione di quote più trasparente e rispondente alle
esigenze degli allevatori lombardi;
Ritenuto inoltre necessario consentire ai produttori destinatari della predetta comunicazione di presentare istanza di
rettifica alla stessa, limitatamente ai dati che non siano già
stati oggetto di aggiornamento definitivo, mediante l’utilizzo
di uno specifico modello;
Considerato opportuno assicurare all’attività amministrativa la massima trasparenza definendo la modulistica da adottare sia per la comunicazione individuale da inviare ai produttori sia per la presentazione delle istanze di riesame da
parte dei soggetti interessati;
Preso atto che, sulla base della l.r. 11/98 l’assegnazione del
QRI ai produttori rientra nelle competenze della Regione –
D.G. Agricoltura mentre il riesame delle posizioni dei singoli
produttori rientra nelle competenze delle singole Amministrazioni Provinciali;
Stabilito quindi che le istanze di riesame devono essere presentate alle Amministrazioni Provinciali competenti per territorio utilizzando lo specifico modello in distribuzione presso
le stesse;
Visto l’art. 17 della l.r. 16/96 che individua le competenze
dei Direttori Generali;
Vista la d.g.r. n. 7/4 del 24 maggio 2000 «Avvio della VII
legislatura. Costituzione delle Direzioni Generali – Nomina
dei Direttori» con la quale viene nominato il Direttore Generale della Direzione Generale Agricoltura;
Decreta
Richiamate le premesse che formano parte integrante del
presente provvedimento:
1. di comunicare ad ogni produttore di latte operante in
Lombardia e titolare di quota all’1 aprile 2004, il QRI per la
campagna produttiva 2004/2005; tale QRI è definito sulla base
delle indicazioni di cui all’articolo 2 comma 1 della l. 119/03
ed è aggiornato in forza delle variazioni inserite nel SIAN alla
data del 18 febbraio 2004;
2. di procedere alla comunicazione di qui al punto 1), utilizzando la modulistica di cui all’allegato A, parte integrante del
presente provvedimento, e di inviarla ai produttori interessati
mediante raccomandata AR;
D.G. Agricoltura
[BUR20040151]
[4.3.0]
D.d.g. 27 febbraio 2004 - n. 2828
Quote latte – Adempimenti procedurali per l’applicazione
della l. 119/03 «Riforma della normativa interna di applicazione del prelievo supplementare nel settore del latte e
dei prodotti lattiero-caseari». Approvazione del modello
di comunicazione del QRI 2004/2005
IL DIRETTORE GENERALE DELL’AGRICOLTURA
Visto il regolamento (CEE) 3950/92 e il regolamento (CE)
1392/01, relativi al prelievo supplementare nel settore del latte e dei prodotti lattiero-caseari;
Vista la l. 119/03 recante «Riforma della normativa interna
di applicazione del prelievo supplementare nel settore del latte e dei prodotti lattiero-caseari»;
Considerato che la sopra citata legge all’articolo 2 comma
3. di stabilire che i soggetti destinatari della comunicazione
di cui al punto 1) possono presentare istanza di riesame entro
e non oltre 15 giorni dal ricevimento della comunicazione di
cui trattasi, al Servizio Agricoltura dell’Amministrazione Provinciale competente per territorio (esclusivamente avverso
dati che non siano già stati oggetto di accertamento definitivo) utilizzando l’apposito modello che potrà essere reperito
presso le medesime Amministrazioni Provinciali (Allegato B
parte integrante);
4. di pubblicare il presente provvedimento sul Bollettino
Ufficiale della Regione Lombardia.
Il Direttore Generale:
Paolo Baccolo
——— • ———
1189
Bollettino Ufficiale della Regione Lombardia
Serie Ordinaria n. 12 – 15 marzo 2004
ALLEGATO A
CODICE COMUNICAZIONE
REGIME COMUNITARIO QUOTE LATTE
SETTORE LATTIERO - CASEARIO
COMUNICAZIONE DEI QUANTITATIVI DI RIFERIMENTO INDIVIDUALE (QRI)
PERIODO 2004/2005
N. RACCOMANDATA A.R.
DATI DEL TITOLARE
PARTITA IVA
COGNOME E NOME/RAGIONE SOCIALE
CODICE FISCALE (CUAA)
DATA DI NASCITA
RESIDENZA/SEDE LEGALE
COMUNE DI NASCITA
PROV.
COMUNE RESIDENZA/SEDE LEGALE
CAP
PROV.
CAP
PROV
DATI AZIENDA
INDIRIZZO DI UBICAZIONE
COMUNE DI UBICAZIONE
CLASSIF. ART. 2 C. 3 DM 31/07/03
CUAA
UTE
MATRICOLA AZIENDA
QUADRO 2 – ITER DI DEFINIZIONE DEL QUANTITATIVO DI RIFERIMENTO INDIVIDUALE
PROG
DATA INIZIO
Giorno
Mese
DESCRIZIONE
QUOTA
CONSEGNE
A
Anno
B
QUOTA
VENDITE
A
B
%
GRASSO
DI
RIFERIM.
DATA FINE
Giorno
Mese
NOTE
Anno
QUADRO 3 – QUANTITATIVO DI RIFERIMENTO INDIVIDUALE 2004/2005
TOT. QUOTA CONSEGNE
KG
TOT. QUOTA VENDITE
KG
Milano 18 febbraio 2004
% GRASSO DI RIFERIM.
IL DIRETTORE GENERALE AGRICOLTURA
Paolo Baccolo
ORIGINALE DEL PRODUTTORE
QUADRO 1– AZIENDA
1190
Bollettino Ufficiale della Regione Lombardia
Serie Ordinaria n. 12 – 15 marzo 2004
NOTE ESPLICATIVE
Con la presente, ai sensi dell'art. 2 comma 2 bis della L. 119/03, si comunica il quantitativo di riferimento individuale per il periodo
2004/2005.
La pagina recante la dicitura “COPIA PER L’ACQUIRENTE” deve essere consegnata, a cura del produttore, alla Ditta acquirente
latte e costituisce il titolo per l’applicazione delle disposizioni sul prelievo supplementare. In caso di pluralità di acquirenti una copia
della presente comunicazione deve accompagnare la specifica dichiarazione prevista dall'art. 7 comma 1 della L. 119/03.
I dati riportati nella presente comunicazione sono estratti dal sistema informativo agricolo nazionale (SIAN) ai sensi dell'art. 1
comma 6 della L. 119/03, e sono aggiornati al 18 febbraio 2004.
QUADRO 1
Riporta i dati identificativi dell’azienda e del titolare attuale.
Il contenuto della casella “Classif. Art. 2 c. 3 DM 31/07/03”, individua la zona in cui è ubicata l’azienda produttrice latte, secondo
quanto disposto dalla indicata normativa; tale classificazione è valida per tutti i riferimenti normativi del regime quote latte.
QUADRO 2
Riporta l’iter di definizione del quantitativo di riferimento individuale, aggiornato sulla base di eventuali variazioni intervenute,
risultanti da precedenti specifiche determinazioni delle amministrazioni competenti.
Viene descritto il dettaglio dei movimenti, inseriti nel SIAN, validi al 1 aprile 2004.
Non formano, pertanto, oggetto della presente comunicazione i dati relativi a movimenti registrati nel SIAN successivamente alla
data del 18 febbraio 2004, dati che possono essere riscontrati nel registro pubblico delle quote di cui all'articolo 2 comma 2 della L.
119/03, consultabile nel sito internet del SIAN (www.sian.it).
Sono inoltre esclusi i movimenti non più rilevanti ai fini della definizione del quantitativo di riferimento individuale spettante al
produttore per il periodo 2004/2005.
In ottemperanza ai disposti dell'articolo 2 comma 1 della L. 119/03 viene indicata l'eventuale unificazione della quota.
Ogni singola riga del quadro contiene i quantitativi oggetto del movimento che, ai fini della determinazione del quantitativo di
riferimento individuale per il periodo 2004/2005 sono stati sommati algebricamente tra di loro per ottenere i totali, rispettivamente
consegne e vendite dirette, riportati al Quadro 3.
QUADRO 3
Riporta il quantitativo di riferimento individuale per il periodo 2004/2005 distinto in quota consegne e quota vendite dirette, nonché
il tenore di materia grassa di riferimento.
AVVERTENZE
I quantitativi di riferimento individuali indicati come “Quota B” sono al netto della riduzione intervenuta ai sensi della L. 46/95, fatti
salvi gli esiti dei giudizi pendenti in sede giurisdizionale.
Per errori ed omissioni è fatta salva, in ogni caso, la facoltà della Regione Lombardia di procedere a modificazione e integrazione dei
dati contenuti nella presente comunicazione.
La presente comunicazione viene predisposta dalla Direzione Generale Agricoltura della Regione Lombardia in applicazione della
L.R. 11/98 art. 3 comma 1 lettera a) e art. 4 comma 2 lettera h) e della DGR n. VI/44244 del 16/7/99.
MODALITA’ PER LA PRESENTAZIONE DEI RICORSI
La presente comunicazione diventa definitiva se l’interessato non presenta ricorso all’Amministrazione Provinciale
competente per territorio entro 15 giorni dal ricevimento della medesima.
Ai destinatari della predetta comunicazione è data facoltà di presentare ricorso, esclusivamente per meri errori materiali ed omissioni
relative a dati che non siano già stati oggetto di aggiornamento definitivo in forza di comunicazioni/provvedimenti precedenti,
utilizzando lo specifico modello (in distribuzione presso le Amministrazioni Provinciali competenti) da produrre in regolare bollo.
Dal giorno in cui la presente comunicazione diventa definitiva iniziano a decorrere i sessanta (60 gg.) per l’impugnazione avanti il
TAR ovvero i centoventi giorni (120 gg.) per la proposizione di ricorso straordinario al Presidente della Repubblica. Nel caso invece
di presentazione entro il suindicato termine di quindici giorni (15 gg.) dell’istanza di rettifica o correzione, il presente atto diventa
definitivo alla data di comunicazione del provvedimento con cui l’Amministrazione competente decide in ordine alla medesima. Da
tale data decorrono i termini per le impugnative sopra precisate. L’Amministrazione è tenuta a pronunciarsi in merito al ricorso
presentato entro sessanta giorni (60 gg.) dal ricevimento della medesima.
1191
Bollettino Ufficiale della Regione Lombardia
Serie Ordinaria n. 12 – 15 marzo 2004
CODICE COMUNICAZIONE
REGIME COMUNITARIO QUOTE LATTE
SETTORE LATTIERO - CASEARIO
COMUNICAZIONE DEI QUANTITATIVI DI RIFERIMENTO INDIVIDUALE (QRI)
PERIODO 2004/2005
N. RACCOMANDATA A.R.
DATI DEL TITOLARE
PARTITA IVA
COGNOME E NOME/RAGIONE SOCIALE
CODICE FISCALE (CUAA)
DATA DI NASCITA
RESIDENZA/SEDE LEGALE
COMUNE DI NASCITA
PROV.
COMUNE RESIDENZA/SEDE LEGALE
CAP
PROV.
CAP
PROV
DATI AZIENDA
INDIRIZZO DI UBICAZIONE
COMUNE DI UBICAZIONE
CLASSIF. ART. 2 C. 3 DM 31/07/03
CUAA
UTE
MATRICOLA AZIENDA
QUADRO 2 – ITER DI DEFINIZIONE DEL QUANTITATIVO DI RIFERIMENTO INDIVIDUALE
PROG
DATA INIZIO
Giorno
Mese
DESCRIZIONE
QUOTA
CONSEGNE
A
Anno
B
QUOTA
VENDITE
A
B
%
GRASSO
DI
RIFERIM.
DATA FINE
Giorno
Mese
NOTE
Anno
QUADRO 3 – QUANTITATIVO DI RIFERIMENTO INDIVIDUALE 2004/2005
TOT. QUOTA CONSEGNE
KG
TOT. QUOTA VENDITE
KG
Milano 18 febbraio 2004
% GRASSO DI RIFERIM.
IL DIRETTORE GENERALE AGRICOLTURA
Paolo Baccolo
OCOPIA PER L’ACQUIRENTE
QUADRO 1– AZIENDA
1192
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Serie Ordinaria n. 12 – 15 marzo 2004
NOTE ESPLICATIVE
Con la presente, ai sensi dell'art. 2 comma 2 bis della L. 119/03, si comunica il quantitativo di riferimento individuale per il periodo
2004/2005.
La pagina recante la dicitura “COPIA PER L’ACQUIRENTE” deve essere consegnata, a cura del produttore, alla Ditta acquirente
latte e costituisce il titolo per l’applicazione delle disposizioni sul prelievo supplementare. In caso di pluralità di acquirenti una copia
della presente comunicazione deve accompagnare la specifica dichiarazione prevista dall'art. 7 comma 1 della L. 119/03.
I dati riportati nella presente comunicazione sono estratti dal sistema informativo agricolo nazionale (SIAN) ai sensi dell'art. 1
comma 6 della L. 119/03, e sono aggiornati al 18 febbraio 2004.
QUADRO 1
Riporta i dati identificativi dell’azienda e del titolare attuale.
Il contenuto della casella “Classif. Art. 2 c. 3 DM 31/07/03”, individua la zona in cui è ubicata l’azienda produttrice latte, secondo
quanto disposto dalla indicata normativa; tale classificazione è valida per tutti i riferimenti normativi del regime quote latte.
QUADRO 2
Riporta l’iter di definizione del quantitativo di riferimento individuale, aggiornato sulla base di eventuali variazioni intervenute,
risultanti da precedenti specifiche determinazioni delle amministrazioni competenti.
Viene descritto il dettaglio dei movimenti, inseriti nel SIAN, validi al 1 aprile 2004.
Non formano, pertanto, oggetto della presente comunicazione i dati relativi a movimenti registrati nel SIAN successivamente alla
data del 18 febbraio 2004, dati che possono essere riscontrati nel registro pubblico delle quote di cui all'articolo 2 comma 2 della L.
119/03, consultabile nel sito internet del SIAN (www.sian.it).
Sono inoltre esclusi i movimenti non più rilevanti ai fini della definizione del quantitativo di riferimento individuale spettante al
produttore per il periodo 2004/2005.
In ottemperanza ai disposti dell'articolo 2 comma 1 della L. 119/03 viene indicata l'eventuale unificazione della quota.
Ogni singola riga del quadro contiene i quantitativi oggetto del movimento che, ai fini della determinazione del quantitativo di
riferimento individuale per il periodo 2004/2005 sono stati sommati algebricamente tra di loro per ottenere i totali, rispettivamente
consegne e vendite dirette, riportati al Quadro 3.
QUADRO 3
Riporta il quantitativo di riferimento individuale per il periodo 2004/2005 distinto in quota consegne e quota vendite dirette, nonché
il tenore di materia grassa di riferimento.
AVVERTENZE
I quantitativi di riferimento individuali indicati come “Quota B” sono al netto della riduzione intervenuta ai sensi della L. 46/95, fatti
salvi gli esiti dei giudizi pendenti in sede giurisdizionale.
Per errori ed omissioni è fatta salva, in ogni caso, la facoltà della Regione Lombardia di procedere a modificazione e integrazione dei
dati contenuti nella presente comunicazione.
La presente comunicazione viene predisposta dalla Direzione Generale Agricoltura della Regione Lombardia in applicazione della
L.R. 11/98 art. 3 comma 1 lettera a) e art. 4 comma 2 lettera h) e della DGR n. VI/44244 del 16/7/99.
MODALITA’ PER LA PRESENTAZIONE DEI RICORSI
La presente comunicazione diventa definitiva se l’interessato non presenta ricorso all’Amministrazione Provinciale
competente per territorio entro 15 giorni dal ricevimento della medesima.
Ai destinatari della predetta comunicazione è data facoltà di presentare ricorso, esclusivamente per meri errori materiali ed omissioni
relative a dati che non siano già stati oggetto di aggiornamento definitivo in forza di comunicazioni/provvedimenti precedenti,
utilizzando lo specifico modello (in distribuzione presso le Amministrazioni Provinciali competenti) da produrre in regolare bollo.
Dal giorno in cui la presente comunicazione diventa definitiva iniziano a decorrere i sessanta (60 gg.) per l’impugnazione avanti il
TAR ovvero i centoventi giorni (120 gg.) per la proposizione di ricorso straordinario al Presidente della Repubblica. Nel caso invece
di presentazione entro il suindicato termine di quindici giorni (15 gg.) dell’istanza di rettifica o correzione, il presente atto diventa
definitivo alla data di comunicazione del provvedimento con cui l’Amministrazione competente decide in ordine alla medesima. Da
tale data decorrono i termini per le impugnative sopra precisate. L’Amministrazione è tenuta a pronunciarsi in merito al ricorso
presentato entro sessanta giorni (60 gg.) dal ricevimento della medesima.
1193
Bollettino Ufficiale della Regione Lombardia
Serie Ordinaria n. 12 – 15 marzo 2004
ALLEGATO B
Bollo
ALL'AMMINISTRAZIONE PROVINCIALE
DI ____________________________________
Istanza di rettifica dei dati contenuti nelle comunicazioni
Regionali del Quantitativo di Riferimento Individuale (QRI)
Periodo 2004/2005
AZIENDA AGRICOLA
PARTITA IVA
CODICE FISCALE
COD. COMUNICAZIONE
COGNOME O RAGIONE SOCIALE
NOME
SESSO
DATA DI NASCITA
Giorno
Mese
COMUNE DI NASCITA
PROV.
Anno
UBICAZIONE AZIENDA
INDIRIZZO E NUMERO CIVICO
TELEFONO
COMUNE
PROV.
C.A.P.
DOMICILIO TITOLARE
INDIRIZZO E NUMERO CIVICO
TELEFONO
COMUNE
PROV.
C.A.P.
DATI OGGETTO DI RICHIESTA DI RETTIFICA
ITER DI DEFINIZIONE DEL QRI (QUADRO 2) - QRI 2004/2005 (QUADRO 3)
ANAGRAFICA (QUADRO 1)
DOCUMENTAZIONE ALLEGATA (Obbligatoria)
1.
2.
3.
FOTOCOPIA DELLA COMUNICAZIONE DEL QUANTITATIVO DI RIFERIMENTO INDIVIDUALE
FOTOCOPIA DELLA CARTA D'IDENTITA'
FOTOCOPIA DEI DOCUMENTI A SOSTEGNO DEL RICORSO
INDIRIZZO AL QUALE INVIARE EVENTUALI COMUNICAZIONI
COGNOME O RAGIONE SOCIALE
NOME
INDIRIZZO E NUMERO CIVICO
COMUNE
TELEFONO
PROV.
DATA
FIRMA
C.A.P.
Bollettino Ufficiale della Regione Lombardia
1194
Serie Ordinaria n. 12 – 15 marzo 2004
NOTE ESPLICATIVE
E’ ammessa la presentazione di ricorso esclusivamente per meri errori materiali ed omissioni relativi a dati che non siano già stati
oggetto di aggiornamento definitivo in forza di provvedimenti precedenti. In caso contrario le istanze sono da considerare
irricevibili.
Il presente modello deve essere prodotto con regolare bollo.
Documenti originali
Al momento della convocazione in contraddittorio devono essere presentati i documenti originali allegati in copia al presente
modello di istanza.
Bollettino Ufficiale della Regione Lombardia
[BUR20040152]
– 1195 –
[4.3.0]
D.d.g. 11 marzo 2004 - n. 3918
P.S.R. 2000-2006 misura l (1.12) «Avviamento dei servizi
di sostituzione nelle aziende agricole e di assistenza alla
gestione delle aziende agricole» proroga dei termini di
presentazione della richiesta di anticipazione del contributo concesso per i progetti anno 2004
IL DIRETTORE GENERALE
Vista la d.g.r. n. 7/724 del 28 luglio 2000 con la quale la
Giunta Regionale ha adottato il testo definitivo del Piano di
Sviluppo Rurale 2000-2006 della Regione Lombardia successivamente modificato con le d.g.r. n. 7/4277 del 20 aprile
2001, n. 7/7306 dell’11 dicembre 2001 e n. 7/9634 del 28 giugno 2002;
Viste la Decisione Comunitaria n. C(2000) 2669 del 15 settembre 2000 con la quale la Commissione Europea ha approvato il Piano di Sviluppo Rurale 2000-2006 della Regione
Lombardia e le Decisioni C(2001) 2442 del 2 agosto 2002,
C(2002) 2282 del 19 luglio 2002, C(2002) 3496 dell’11 ottobre
2002 con le quali ha successivamente accolto le modifiche
proposte;
Vista la d.g.r. n. 11711 del 23 dicembre 2002 di approvazione delle modifiche alle disposizioni attuative delle misure a,
b, h, j, l, n, r, u, del Piano di Sviluppo Rurale;
Visto in particolare il punto 8.B.9 delle disposizioni attuative della Misura l (1.12) che fissa al 28 febbraio dell’anno di
riferimento dei progetti, la scadenza per la richiesta da parte
del beneficiario dell’anticipazione del 20% dell’importo globale dell’investimento ammesso a finanziamento;
Dato atto dal Dirigente dell’Unità Organizzativa Politiche
Agroambientali e Servizi per le Imprese che alla suddetta scadenza non risultano formalizzate tutte le richieste di anticipazione previste all’atto di presentazione della domanda di contributo;
Valutata pertanto l’opportunità, al fine di consentire il pieno utilizzo delle risorse, di prorogare i termini di presentazione della richiesta di anticipazione del 20% dell’importo globale dell’investimento ammesso a finanziamento per i progetti
anno 2004 della misura l (1.12) fino al 15 aprile 2004, a partire dalla data di pubblicazione del presente atto;
Fatta propria la proposta della competente Unità Organizzativa della Direzione di prorogare al 15 aprile 2004 il termine
per la presentazione alle competenti Amministrazioni della
richiesta di cui al precedente punto;
Visti gli artt. 3 e 18 della l.r. 16/96 e l’art. 1 della l.r. n. 2/99
che individuano le competenze e i poteri della Dirigenza;
Vista la d.g.r. n. 4 del 24 maggio 2000 «Avvio della VII Legislatura. Costituzione e nomina delle Direzioni Generali e nomina del Direttori Generali»;
Decreta
Per le motivazioni espresse nelle premesse:
1. di prorogare a partire dalla data di pubblicazione del presente atto fino al 15 aprile 2004 il termine per la presentazione della richiesta di anticipazioni del 20% dell’importo globale dell’investimento ammesso a finanziamento per i progetti
2004 della misura l (1.12);
2. di pubblicare il presente atto sul Bollettino Ufficiale della
Regione Lombardia.
Il Direttore Generale: Paolo Baccolo
[BUR20040153]
[4.3.0]
D.d.u.o. 23 febbraio 2004 - n. 2400
Approvazione del documento «Programmi Interregionali
Regione Lombardia» – L. 499 del 23 dicembre 1999
IL DIRIGENTE DELLA UNITÀ ORGANIZZATIVA
Programmazione e ricerca per le filiere agroindustriali
Vista la legge n. 499 del 23 dicembre 1999 riguardante la
razionalizzazione degli interventi nei settori agricolo, agroalimentare, agroindustriale e forestale, e in particolare l’art. 2,
comma 7, che prevede l’attuazione dei programmi interregionali;
Preso atto che in data 26 novembre 2003 la Conferenza Stato-Regioni ha espresso parere favorevole sulla proposta del
MIPAF per l’attuazione dei programmi interregionali e sulla
relativa assegnazione dei fondi per il finanziamento dei programmi «Sementiero», «Proteine vegetali», «Agricoltura e
qualità – sottoprogrammi», «Tracciabilità prodotti agricoli» e
«monitoraggio direttiva nitrati», «Sviluppo rurale – sottopro-
Serie Ordinaria - N. 12 - 15 marzo 2004
grammi», «Servizi di sviluppo», «Innovazione e ricerca» e
«monitoraggio sistemi irrigui»;
Preso atto che in data 19 dicembre 2003 il Comitato dei
coordinatori regionali ha approvato i progetti operativi presentati dalle Regioni relativi all’attuazione dei citati programmi;
Preso atto che sono stati individuati azioni e progetti realizzabili con l’utilizzo dei fondi messi a disposizione dal Ministero delle Politiche agricole e forestali per l’attuazione dei programmi interregionali;
Preso atto inoltre che per il sottoprogramma «Innovazione
e ricerca» il Ministero ha definito una serie di tematiche individuando per ciascuna di esse una Regione capofila responsabile della sua realizzazione ed erogando direttamente alla
stessa gli importi previsti per ogni singolo progetto e che la
Lombardia è stata individuata come capofila del progetto
«Miglioramento qualitativo delle produzioni cerealicole in relazione alla presenza di micotossine»;
Visto il documento allegato composto da 36 pagine, che
forma parte integrante della presente deliberazione, nel quale
sono dettagliatamente elencati i programmi che la Regione
Lombardia intende attivare per un importo totale di
C 4.128.431,00;
Visto il decreto del MIPAF n. 25279 del 23 dicembre 2003
con il quale sono stati finanziati i programmi «Sementiero»,
«Proteine vegetali», «Agricoltura e qualità», «Sviluppo rurale,
sottoprogramma servizi di sviluppo», «Sviluppo rurale, sottoprogramma Innovazione e ricerca» assegnando alla Regione
Lombardia le seguenti somme:
• sementiero: C 833.862,00
• proteine vegetali: C 708.783,00
• agricoltura e qualità: C 944.531,00
• servizi di sviluppo: C 375.390,00
• innovazione e ricerca: C 600.000,00
per un totale di C 3.462.566,00;
Visto il decreto del MIPAF n. 23886 del 4 dicembre 2003
con il quale è stato finanziato il programma interregionale
«Monitoraggio dei sistemi irrigui», che ha assegnato alla
Lombardia la somma di C 539.446,00;
Vista la nota prot. 2004.0001796 del 27 gennaio 2004 con la
quale è stato richiesto per le citate somme, pari a complessivi
C 4.002.012,00, l’istituzione di appositi capitoli di bilancio in
entrata e uscita con la descrizione «programmi interregionali
3ª fase»;
Dato atto che la spesa relativa all’attuazione dei programmi
graverà sull’istituendo capitolo di spesa sopra citato;
Dato atto che per il sottoprogramma «Tracciabilità prodotti
agricoli» i costi previsti sono pari a complessivi C 540.000,00
dei quali esiste al momento copertura finanziaria per l’importo di C 413.581,00 e che pertanto verranno avviati progetti
sino al raggiungimento di tale cifra;
Dato atto che i progetti ulteriori per completare il programma per l’intera spesa prevista verranno avviati previa adeguata copertura finanziaria con ulteriori risorse regionali;
Ritenuto di approvare il documento «Programmi interregionali Regione Lombardia» nel testo allegato al presente decreto;
Visti gli artt. 3 e 18 della l.r. 23 luglio 1996 n. 16 che individua le competenze ed i poteri dei Dirigenti;
Vista la d.g.r. n. 7622 del 27 dicembre 2001 «Determinazioni in ordine all’assetto organizzativo della Giunta regionale»;
Vista la d.g.r. n. 11699 del 23 dicembre 2002 «Disposizioni
a carattere organizzativo (IV provvedimento 2002)»;
Decreta
Recepite le premesse:
1. Di approvare per le motivazioni esposte in premessa il
documento avente ad oggetto «Programmi interregionali Regione Lombardia» composto da 36 pagine, allegato al presente decreto quale sua parte integrante;
2. di provvedere ad impegnare e liquidare con successivi
provvedimenti le somme necessarie per l’attuazione dei singoli progetti;
3. di disporre la pubblicazione del presente atto e del relativo allegato sul Bollettino ufficiale della Regione Lombardia.
Il dirigente della U.O.:
Giorgio Bonalume
Bollettino Ufficiale della Regione Lombardia
– 1196 –
PROGRAMMI INTERREGIONALI
REGIONE LOMBARDIA
PROGRAMMA OPERATIVO AGRICOLTURA
QUALITÀ E AGRICOLTURA – AMBIENTE
SOTTOPROGRAMMA TRACCIABILITÀ
PRODOTTI AGRICOLI
Misura 1: Rintracciabilità e Qualità
Premessa
La redazione del Programma Operativo della Misura Rintracciabilità e Qualità fa riferimento alle linee generali e agli
obiettivi contenuti nel Programma approvato in sede nazionale, tiene conto delle peculiari problematiche regionali, delle
specifiche esigenze del comparto agroalimentare e delle esperienze maturate nell’attuazione degli interventi regionali in
tema di politiche per la qualità e la sicurezza alimentare.
Il Programma è articolato in 3 Azioni, riconducibili in parte
ad Azioni già realizzate nell’ambito delle fasi I e II del Programma Agricoltura e Qualità – Misura 1 «Qualificazione delle produzioni», ma pur rispondenti agli obiettivi individuati
per la III fase, e in parte alle nuove Azioni definite per la III
fase.
Ogni azione viene descritta individuando:
• il quadro della situazione lombarda e delle problematiche attuali;
• gli obiettivi e i risultati attesi;
• la descrizione delle iniziative finanziabili e le interrelazioni con gli altri Programmi Interregionali approvati;
• i beneficiari o i soggetti pubblici attuatori;
• lo stanziamento previsionale.
Le Azioni proposte sono riconducibili al rafforzamento della tutela del consumatore, principio irrevocabilmente sancito
dalla politica comunitaria, e quindi del suo diritto alla salvaguardia della propria salute e dell’ambiente in cui vive e a
un’informazione corretta e trasparente.
In particolare le Azioni si focalizzano sulle seguenti tematiche:
• implementazione di sistemi che aumentano la garanzia
di sicurezza alimentare, con particolare riferimento alla rintracciabilità;
• implementazione e rafforzamento dei sistemi di vigilanza e controllo sulle produzioni di qualità regolamentate;
• valorizzazione e sviluppo delle produzioni tutelate ai sensi dei Reg. 2081/92 e 2082/92;
• diffusione della cultura della qualità, tramite azioni formative e di comunicazione.
La durata prevista per la realizzazione delle diverse iniziative è di tre anni, con possibilità di apportare variazioni e integrazioni.
AZIONE 1
Sistemi di rintracciabilità
Quadro della situazione
Le problematiche attuali sulla rintracciabilità sono ampiamente descritte nelle linee generali del Programma. In sintesi
si evidenziano le seguenti esigenze:
• l’adeguamento a un adempimento obbligatorio dal 2005,
che vede in difficoltà soprattutto il settore primario in precedenza escluso dall’obbligo di autocontrollo igienico-sanitario;
• la necessità di indicazioni circa le procedure di applicazione dei sistemi di rintracciabilità, per i quali si presentano
diversi aspetti critici, sia in termini tecnico-procedurale, sia
in termini di interpretazione normativa;
• l’opportunità di utilizzare tali sistemi come strumenti per
accreditare peculiarità del prodotto e metodi di ottenimento,
nonché per migliorare i processi gestionali dell’azienda e lungo la filiera.
Diverse sono le iniziative regionali intraprese in tema di
rintracciabilità a seguito della pubblicazione del Reg.
178/2002 e della norma UNI 10939. Sono stati avviati momenti informativi e seminari di aggiornamento, e rese disponibili alle imprese risorse finanziarie per incentivare l’introduzione dei sistemi di rintracciabilità.
La D.G. Agricoltura ha promosso inoltre diversi progetti di
ricerca, associati all’attività di assistenza tecnica, con riguardo agli aspetti tecnici e alle ricadute economiche della rin-
Serie Ordinaria - N. 12 - 15 marzo 2004
tracciabilità, che hanno visto la partecipazione diretta e la
condivisione degli operatori coinvolti.
I temi trattati riguardano i sistemi di identificazione e trasferimento di dati, la messa a punto di linee guida operative
su specifiche filiere, l’analisi degli aspetti economici della rintracciabilità con riguardo alla distribuzione di costi e benefici
lungo la filiera e delle implicazioni con le strategie di marketing aziendale e territoriale.
Infine, l’Assessorato Agricoltura ha promosso, insieme agli
Assessorati Sanità e Commercio, la sottoscrizione di un Accordo (Patto per la sicurezza e la qualità alimentare in Lombardia), cui partecipano componenti del settore agricolo, agroindustriale e della distribuzione, nel cui ambito ricondurre e condividere le iniziative intraprese ai diversi livelli.
Obiettivi e risultati attesi
• Fornire al sistema agricolo e agroalimentare lombardo
strumenti metodologici e servizi, al fine di facilitare l’introduzione dei sistemi di rintracciabilità, con particolare attenzione agli adempimenti e alle criticità relativi al settore primario.
• Sviluppare l’utilizzo dei sistemi di rintracciabilità, associati alle garanzie da offrire su origine, peculiarità del prodotto, metodi di ottenimento; con particolare riguardo alle problematiche di salvaguardia ambientale (no OGM), di tutela
della salute (autocontrollo igienico-sanitario) e di trasparenza
dell’informazione.
• Promuovere il confronto permanente tra i soggetti della
filiera agroalimentare sui temi della sicurezza e della qualità
e realizzare un progetto condiviso di reciproca informazione.
Il principale risultato atteso dalla realizzazione dell’Azione
consiste nell’accresciuta capacità della realtà produttiva lombarda a recepire gli adempimenti della legislazione sanitaria,
in un’ottica di confronto aperto e condivisione tra i diversi
segmenti della filiera.
Attività e collegamenti con altri Programmi Interregionali
• Promozione di momenti di informazione e aggiornamento, seminari, workshop, rivolti agli operatori e ai tecnici, sull’evoluzione normativa e gli aspetti tecnici dei sistemi di rintracciabilità.
• Promozione di studi, ricerche, progetti pilota, in stretta
collaborazione con i servizi di assistenza tecnica, con riguardo alle filiere di maggiore interesse per la Lombardia, ai segmenti di filiera e alle aree che presentano maggiori criticità.
• In collegamento con i Programmi Interregionali Sementiero e Proteine Vegetali, messa a punto di linee guida per la
realizzazione di sistemi di rintracciabilità finalizzati anche
alla certificazione «no ogm» e loro applicazione pilota col
coinvolgimento degli operatori interessati (filiera sementi, filiera mangimistica).
• Sviluppo e realizzazione di iniziative scaturite nell’ambito del Patto per la sicurezza e la qualità alimentare in Lombardia, anche a seguito di accordi di filiera.
Beneficiari
Si prevedono azioni a regia diretta regionale, anche mediante affidamenti ed incarichi, e finanziamenti sulla base di
bandi nell’ambito dei programmi di ricerca regionali e dei
servizi di assistenza tecnica.
AZIONE 2
Implementazione e rafforzamento dei sistemi
di vigilanza e controllo sulle produzioni
di qualità regolamentate
Quadro della situazione
Le produzioni di qualità sono, oggi, quelle ottenute ai sensi
dei regolamenti comunitari n. 2092/91 (Agricoltura Biologica), n. 1538/91 (carni di pollame), n. 2081/92 (DOP/IGP),
n. 2082/92 (STG), n. 1760/2000 (etichettatura carne bovina).
Le norme emanate dalla Comunità europea per tali produzioni hanno come denominatore comune l’assoggettamento
di tutti gli operatori della filiera a specifici sistemi di controllo, che consentono di offrire al consumatore le garanzie di
conformità del prodotto ai relativi protocolli di produzione.
I sistemi di controllo si articolano su tre livelli:
1. autocontrollo (da parte degli operatori della filiera)
2. controllo (da parte di un soggetto terzo)
3. vigilanza (dell’ente pubblico).
Bollettino Ufficiale della Regione Lombardia
– 1197 –
L’autocontrollo deve essere applicato da tutti i soggetti della filiera che contribuiscono alla realizzazione del prodotto.
Il controllo è svolto da organismi privati autorizzati dall’autorità competente.
L’ente pubblico deve, oltre a coordinare l’intero sistema, attuare la vigilanza sui soggetti terzi, provvedendo a garantire l’obiettività e l’efficienza dei controlli. Di conseguenza le Regioni,
di concerto con il Ministero delle politiche agricole e forestali,
sono tenute ad organizzare e coordinare l’attività di vigilanza
sul territorio di propria competenza.
Obiettivi e risultati attesi
• garantire la corretta attuazione delle norme comunitarie
• stabilire equilibri di concorrenza leale tra ODC e tra operatori
• garantire il consumatore che il prodotto corrisponda ai
requisiti richiesti.
Il risultato atteso dell’Azione è la realizzazione del sistema
di vigilanza regionale sulle produzioni di qualità.
Attività
• Coordinamento interregionale e ministeriale per l’avvio
dell’attività
• Consulenze per l’applicazione dei Sistemi di Qualità e
per l’informatizzazione del sistema di vigilanza
• Informatizzazione e gestione dei dati
• Elaborazione del manuale operativo e relative procedure
• Formazione permanente tecnico normativa.
Beneficiari
La vigilanza è una azione diretta regionale che può prevedere l’affidamento all’ente strumentale o a soggetti esterni.
AZIONE 3
Valorizzazione e sviluppo delle produzioni tipiche
Quadro della situazione
La Regione Lombardia conta 20 prodotti che hanno ottenuto
riconoscimento comunitario (DOP o IGP). Alcuni di essi sono
esclusivamente prodotti nel territorio regionale, o interregionali.
Attualmente sono all’esame della Comunità Europea e del
Ministero delle politiche agricole e forestali 5 nuovi prodotti,
mentre altri 9 prodotti sono all’istruttoria regionale. Queste
nuove richieste sono scaturite anche dall’attività interna di sostegno e affiancamento, ai soggetti proponenti, per la predisposizione dei dossier e relativi disciplinari di produzione.
La regione inoltre cura e aggiorna l’Elenco regionale dei
prodotti agroalimentari tradizionali, costituito da 221 prodotti suddivisi in otto categorie. I prodotti iscritti a questo elenco, pur rispondendo a requisiti di storicità e legame col territorio, non sono riconosciuti a livello comunitario ma possono
rappresentare un insieme di prodotti futuri candidati a DOP
o IGP.
Obiettivi e risultati attesi
• Promuovere lo sviluppo di nuovi riconoscimenti DOP e
IGP
• Gestire l’aggiornamento dell’Elenco dei prodotti tradizionali anche con il coinvolgimento degli enti locali.
Il risultato atteso dall’Azione consiste nell’incrementare il
paniere dei prodotti di qualità lombardi e valorizzare il patrimonio agroalimentare del territorio.
Attività
• Sostegno economico ai soggetti che predispongono i dossier (disciplinari, ricerche scientifiche e di mercato, cartografia, caratterizzazioni chimiche, fisiche, sensoriali, relazioni
storiche e socio economiche, ecc.) per la richiesta di riconoscimento DOP/IGP
• Attività di informazione e divulgazione sulle produzioni
tipiche di qualità
• Tenuta e aggiornamento dell’elenco dei prodotti tradizionali al fine di individuare e promuovere nuovi riconoscimenti.
Beneficiari
Azione diretta regionale con il coinvolgimento degli Enti
territoriali.
Promotori di riconoscimento (produttori).
Costi previsti per le 3 azioni
C 540.000,00.
Serie Ordinaria - N. 12 - 15 marzo 2004
SOTTOPROGRAMMA MONITORAGGIO
DELLA DIRETTIVA NITRATI
Nell’ambito del Programma Interregionale (Sottoprogramma) «Monitoraggio della Direttiva Nitrati» in applicazione a
quanto dettato dalla Dir. 91/676/CEE, la regione Lombardia
ha intrapreso ed intende condurre azioni volte al completamento e/o valorizzazione di carte pedologiche e carte derivate. Infatti la Dir. 91/676 prevede che gli Stati membri, sulla
base della conoscenza della qualità delle acque e delle caratteristiche idrogeologiche del proprio territorio, designino delle
zone vulnerabili da nitrati di origine agricola.
In Italia con il d.lgs. 152/99, all’art. 19, in applicazione alla
direttiva nitrati, si rinvia alle Regioni la designazione delle
zone e la definizione dei programmi d’azione.
Le zone vulnerabili costituiscono l’insieme dei territori sui
quali è necessario porre limitazioni all’utilizzo dei fertilizzanti azotati e degli effluenti zootecnici, al fine di ridurre, o almeno non peggiorare, il contenuto di nitrati delle acque.
La stessa direttiva prevede inoltre che gli Stati membri si
dotino di Programmi d’Azione, finalizzati al superamento del
problema. Tali programmi d’azione devono essere redatti sulla base dei contenuti e dei principi stabiliti da ogni Stato e
nel Codice di Buona Pratica Agricola.
Anche alla luce delle indicazioni proposte dalla Commissione Europea, la Regione Lombardia considera prioritario intervenire per il completamento e la valorizzazione delle carte
pedologiche, imprescindibile strumento di base per la conoscenza e la corretta gestione del territorio.
In accoglimento delle linee guida proposte dal Ministero
nel Programma interregionale consistenti in:
1. realizzazione o potenziamento del monitoraggio dei nitrati nelle acque;
2. conoscenza delle caratteristiche idrogeologiche del territorio, allo scopo di valutare la vulnerabilità delle acque
dai nitrati di origine agricola;
3. determinazione dei carichi azotati di origine diffusa,
con particolare riguardo alle fonti agricole e zootecniche
(elaborazione di dati, applicazione di modellistica, realizzazione di siti di monitoraggio, caratterizzazione degli effluenti zootecnici, utilizzo di strumenti di georeferenziazione delle informazioni territoriali);
4. elaborazione ed applicazione dei programmi d’azione
relativi alla fertilizzazione azotata, ai sensi dell’art. 19
del d.lgs. 152/99, con riferimento anche alle indicazioni
contenute nel Codice di Buona Pratica Agricola, oltre
che in collegamento con le misure ed azioni previste dai
Piani di Sviluppo Regionale;
5. realizzazione di azioni di divulgazione, formazione ed
informazione nei confronti degli operatori agricoli;
6. individuazione e realizzazione di misure a sostegno dell’applicazione dei programmi d’azione (assistenza tecnica, gestione delle procedure, etc.);
7. monitoraggio e valutazione degli impatti della regolamentazione sulle aziende agricole in termini organizzativi ed economici (rapporto esistente tra costi ed efficacia delle misure preventive adottate, etc.);
8. monitoraggio e valutazione degli effetti di carattere ambientale, territoriale e naturalistico della regolamentazione relativa alle zone vulnerabili da nitrati;
oltre che alle altre azioni complementari:
1. completamento delle carte, per le aree non ancora coperte, digitalizzazione dei dati mediante sistemi GIS;
2. pubblicazione, riproduzione e diffusione mediante materiale a stampa, supporti digitali (es. CD-ROM) e online;
3. elaborazione e allestimento di carte tematiche derivate
(ad esempio: carta della capacità protettiva dei suoli nei
confronti delle acque sotterranee; carta della capacità
d’uso dei suoli; carta del bilancio idrico dei suoli; carta
dell’erosione dei suoli; carta dei paesaggi agrari e forestali);
4. organizzazione di momenti informativi e di confronto
sulle diverse esperienze sul tema (seminario interregionale nell’autunno 2004 con confronti internazionali)
La Regione Lombardia propone i seguenti sette progetti:
Bollettino Ufficiale della Regione Lombardia
– 1198 –
Progetto 1
Attivazione di una rete di monitoraggio della qualità del
sistema suolo/acqua della Lombardia (tale progetto rientra nel punto 3 delle linee di intervento)
Finalità generali e motivazioni del progetto
Il progetto si propone di dare avvio ad azioni finalizzate
ad approfondire le conoscenze sul funzionamento del sistema
suolo – acqua – pianta, attraverso la messa a punto di modelli
in grado di migliorare la capacità predittiva dell’effettivo impatto che l’attività agricola ha sulla qualità delle acque sotterranee e superficiali.
Attività
• definizione di strumenti conoscitivi basati su dati esistenti;
• avvio di azioni finalizzate ad approfondire le conoscenze
sul funzionamento del sistema suolo – acqua – pianta, attraverso la messa a punto di modelli in grado di migliorare la
capacità predittiva dell’effettivo impatto che l’attività agricola
ha sulla qualità delle acque sotterranee e superficiali;
• sviluppo di analisi di vulnerabilità specifica, identificazione di criticità e messa in atto di piani di azione;
• predisposizione di scenari in vista dell’aggiornamento
degli strumenti pianificatori a medio termine.
Prodotti operativi
• Banca dati dei rilievi effettuati nei siti di monitoraggio.
• Definizione delle caratteristiche minime delle stazioni
per il monitoraggio del sistema suolo-acqua-pianta.
• Calibrazione e validazione di modelli di simulazione dell’impatto delle attività agricole sulla qualità delle acque.
• Divulgazione dei risultati.
Altri soggetti coinvolti
Per la realizzazione del presente progetto si prevede il coinvolgimento con specifici compiti operativi, oltre che della
D.G. Agricoltura e D.G. Risorse Idriche, di ERSAF (ente regionale per i servizi all’agricoltura e alle foreste), ISAFORMCNR, Università Federico II di Napoli, Università degli studi
di Milano Facoltà di Agraria, Provincia di Mantova.
Destinatari
Funzionari regionali, provinciali, comunali, funzionari
ARPA e ASL, nonché tecnici del settore.
Modalità di informazione e pubblicizzazione
Sono previsti seminari e convegni, per i quali si provvederà
la raccolta dei materiali utilizzati dai docenti e inserimento
dei risultati attesi sul sito internet della Regione.
Costo
Il costo del progetto a carico di questa D.G. è di 250.000,00
euro.
Durata del progetto
3 anni.
Progetto 2
Piano di lavoro congiunto tra le regioni Lombardia, Emilia Romagna, Piemonte, Veneto inerente il bilancio dell’azoto negli allevamenti zootecnici (tale progetto rientra nel
punto 3 delle linee di intervento)
Finalità generali e motivazioni del progetto
Il progetto si propone di valutare l’escrezione dell’azoto da
parte degli allevamenti, differenziato in base alle diverse tipologie di allevamento presenti sul territorio nazionale, seguendo le indicazioni riportate nello studio commissionato dalla
Commissione Europea all’Environmental Resources Management che prevede l’esclusione di metodi diretti di calcolo, ma
l’adozione di metodi di bilancio dell’azoto.
Prodotti operativi
• Tra i prodotti attesi si prevede la definizione di una tabella di valori standard per l’azoto escreto da animali allevati in
base a diverse tipologie stabulative da proporre quale riferimento nazionale per specie e categorie di maggior interesse.
• Predisposizione di uno schema semplificato che consenta
la previsione delle escrezioni azotate sulla base di informazioni aziendali, utilizzabile da parte delle aziende in base alle
caratteristiche proprie delle aziende.
• Sviluppo di un programma di calcolo del bilancio dell’a-
Serie Ordinaria - N. 12 - 15 marzo 2004
zoto da utilizzare quale strumento per la predisposizione dei
piani di utilizzazione agronomica dei reflui.
• Approfondimento degli studi sulle perdite di azoto.
Altri soggetti coinvolti
Per la realizzazione del presente progetto si prevede il coinvolgimento con specifici compiti operativi, oltre che della d.g.
Agricoltura, della regione Emilia Romagna, Veneto, Piemonte, referenti scientifici del mondo accademico, ERSAF.
Destinatari
Funzionari regionali provinciali comunali, funzionari
ARPA e ASL, nonché tecnici del settore.
Modalità di informazione e pubblicizzazione
Inserimento nel sito internet della regione dei risultati conseguiti.
Costo
Il costo del progetto a carico di questa D.G. è di 200.000,00
euro.
Durata del progetto
3 anni.
Progetto 3
Valutazioni territoriali dei piani di utilizzazione agronomica dei reflui in regione Lombardia (tale progetto rientra
nel punto 8 delle linee di intervento)
Finalità generali e motivazioni del progetto
Il progetto si propone di fornire uno strumento che consenta di applicare in modo automatico un modello di simulazione (cropsyst) ai dati contenuti nei Piani di Utilizzazione Agronomica dei Reflui avvalendosi anche di dati PAC quale strumento informativo aggiuntivo.
Attività
1. Messa a punto della parametrazione del modello che
permetta l’interazione tra dati PAC, dati meteorologici,
dati pedologici, dati desumibili dalla banca dati dei Piani di Utilizzazione Agronomica dei reflui;
2. identificazione delle elaborazioni da eseguire su tutti i
dati esistenti;
3. messa a punto degli algoritmi da utilizzare per l’elaborazione dei dati di input e preparazione del file per la lettura con il modello informatico cropsyst.
Prodotti operativi
Software per interpretazione dati.
Altri soggetti coinvolti
Per la realizzazione del presente progetto si prevede il coinvolgimento con specifici compiti operativi, oltre che della
D.G. Agricoltura, dell’Università degli Studi di Milano Dipartimento di produzioni vegetali.
Destinatari
Funzionari regionali provinciali comunali, funzionari
ARPA e ASL, nonché tecnici del settore.
Modalità di informazione e pubblicizzazione
Sono previsti seminari e convegni, i cui atti verranno inseriti sul sito internet della Regione.
Costo
Il costo del progetto è di 28.500,00 euro.
Durata del progetto
1 anno.
Progetto 4
Sistema di monitoraggio degli effluenti di allevamento in
Lombardia (tale progetto rientra nel punto 3 delle linee di
intervento)
Finalità generali e motivazioni del progetto
Il progetto si propone di pervenire alla conoscenza della
situazione territoriale relativa al comparto zootecnico e ai sistemi di allevamento cosı̀ da permettere una razionale gestione delle problematiche ambientali.
Attività
1. Completamento dell’archivio centrale dei Piani di Utilizzazione Agronomica dei Reflui Zootecnici;
2. messa a punto del sistema di collegamento con le pro-
Bollettino Ufficiale della Regione Lombardia
– 1199 –
vince sia per la raccolta dei dati, sia per la restituzione
delle elaborazioni;
3. predisposizione della modifica alla metodologia di predisposizione dei Piani e al software per adeguarli alle
nuove richieste derivanti dalla legislazione;
4. implementare il sistema di monitoraggio delle pratiche
di utilizzazione dei reflui mediante elaborazione dell’archivio dei piani presentati.
Prodotti operativi
• archivio centralizzato dei Piani di Utilizzazione Agronomica dei Reflui Zootecnici continuamente aggiornato;
• metodologia di predisposizione dei piani e relativo software;
• monitoraggio delle pratiche di gestione dei reflui.
Altri soggetti coinvolti
Per la realizzazione del presente progetto si prevede il coinvolgimento con specifici compiti operativi, oltre che della d.g.
Agricoltura, dell’Università degli Studi di Milano Istituto di
Ingegneria agraria.
Destinatari
Funzionari regionali provinciali comunali, funzionari
ARPA e ASL, nonché tecnici del settore.
Modalità di informazione e pubblicizzazione
Formazione e aggiornamento dei tecnici;
pubblicazione di articoli specifici sull’argomento;
convegni seminari aggiornamento tecnico e scientifico.
Costo
Il costo del progetto è di 40.000,00 euro.
Durata del progetto
1 anno.
Progetto 5
Influenza dei carboidrati non amidacei della dieta per
suini, sull’emissione ammoniacale dei reflui (tale progetto
rientra nel punto 3 delle linee di intervento)
Finalità generali e motivazioni del progetto
Il progetto si propone di mettere a punto dei sistemi di alle-
Serie Ordinaria - N. 12 - 15 marzo 2004
vamento che garantiscano il rispetto dei vincoli ambientali e
del benessere animale.
Attività
1. prove di distribuzione della dieta ad ingrasso in gabbie
metaboliche;
2. analisi chimiche e statistiche dell’escreto;
3. predisposizione della relazione finale.
Risultati
I risultati attesi consentiranno di valutare quantitativamente la riduzione di azoto ammoniacale emesso dai liquami di
suini alimentati con diete che hanno un maggior contenuto
di carboidrati non amidacei. Il diverso contenuto di azoto dei
liquami permetterà di ottimizzarne l’utilizzo a scopo agronomico. Questo sarà altresı̀ accompagnato da una valutazione
delle prestazioni zootecniche (in termini di incremento giornaliero e di indice di conversione alimentare dei suini alimentati con diverse diete).
Altri soggetti coinvolti
Per la realizzazione del presente progetto si prevede il coinvolgimento con specifici compiti operativi, oltre che della
D.G. Agricoltura, dell’Università degli Studi di Milano Istituto
di Zootecnia Generale.
Destinatari
Tecnici e operatori del settore.
Modalità di informazione e pubblicizzazione
Pubblicazione di articoli specifici sull’argomento;
convegni di aggiornamento tecnico e scientifico.
Costo
Il costo del progetto è di 12.450,00 euro.
Durata del progetto
1 anno.
Riepilogo degli interventi previsti:
Interventi previsti dal programma
Importo a nostro carico
Interregionali
D.G. Agricoltura e Risorse Idriche, ERSAF, Linea di intervento n. (3)
250.000,00 euro
Università degli Studi di Milano Istituto di ...realizzazione siti di monitoraggio
Ingegneria Agraria
Regioni Emilia Romagna, Lombardia, Pie- Linea di intervento n. (3)
200.000,00 euro
monte e Veneto
... caratterizzazione degli effluenti zootecUniversità degli Studi di Milano
nici
D.G. Agricoltura, Università degli Studi di Linea di intervento (8)... monitoraggio e va28.500,00 euro
Milano Dipartimento di produzioni vegetali lutazione degli effetti di carattere ambientale... della regolamentazione relativa
D.G. Agricoltura, Università degli Studi di Linea di intervento n. (3)
40.000,00 euro
Milano Istituto di Ingegneria Agraria
... caratterizzazione degli effluenti zootecnici
D.G. Agricoltura, Università degli Studi di Linea di intervento n. (3)
12.450,00 euro
Milano Istituto di zootecnia generale
... caratterizzazione degli effluenti zootecnici
Soggetti coinvolti
PROGRAMMA INTERREGIONALE: SVILUPPO RURALE
SOTTOPROGRAMMA SERVIZI DI SVILUPPO
Livello di coinvolgimento nel Programma Interregionale
Sviluppo Rurale – Servizi di Sviluppo:
1ª fase Realizzazione analisi
conoscitiva
2ª fase Incontri guidati
Attività di informazione e aggiornamento
Attività di miglioramento professionale
3ª fase Iniziative pilota
Iniziative in collegamento con P.I «Piano
sementiero nazionale»
Realizzazione
X
Partecipazione
X
X
X
X
X
X
X
X
X
Realizzazione
Iniziative in collegamento con P.I «Proteine vegetali»
Iniziative in collegamento con P.I «Agricoltura e qualità»
Durata
3 anni
3 anni
1 anno
1 anno
1 anno
Partecipazione
X
X
Finalità generali e motivazioni del progetto
I nuovi indirizzi della politica agricola comunitaria delineano per le imprese agricole uno scenario che le pone di fronte
importanti sfide quali la sostenibilità, la multifunzionalità, la
competitività e la diversificazione delle produzioni. I servizi
rappresentano uno strumento fondamentale per favorire e sostenere il cambiamento, ma occorre ripensarne contenuti,
forme e modalità organizzative per renderli coerenti e più rispondenti alle nuove esigenze del mondo agricolo.
In quest’ottica e sulla base di una puntuale riflessione sullo
Bollettino Ufficiale della Regione Lombardia
– 1200 –
stato attuale dei servizi di sviluppo regionali, con particolare
riferimento alla consulenza tecnica, si ritiene che l’elaborazione progettuale, intesa non solo come analisi di scenario e
definizione dei fabbisogni, ma anche come strumento operativo per la definizione e la valutazione delle azioni di sviluppo,
costituisca tuttora un fattore di debolezza su cui è opportuno
intervenire, sia dal punto di vista del miglioramento delle
competenze degli operatori, sia dal punto di vista della sperimentazione e del consolidamento delle metodologie.
Progettazione, monitoraggio e valutazione sono pertanto le
principali problematiche che si intendono affrontare nell’ambito del progetto regionale e che costituiranno quindi le tematiche da approfondire con le azioni che verranno intraprese
nella 2ª e 3ª fase del progetto multiregionale.
Se rispetto alle suddette problematiche si prefigura un impegno operativo della Regione Lombardia sotto forma di realizzazione, resta inteso che per tutte le altre tematiche, ed in
particolare i servizi tra pubblico e privato, il sistema della conoscenza in agricoltura, la diffusione delle innovazioni e l’approccio di rete e i modelli di organizzazione del sistema di
consulenza aziendale, si esprime fin da ora l’interesse a partecipare alle iniziative che a tale riguardo verranno realizzate
da altre regioni coinvolte nel progetto multiregionale.
Obiettivi operativi
• Delineare un quadro dei servizi di sviluppo agricolo della
regione (analisi conoscitiva)
• Aumentare le competenze dei tecnici e degli operatori dei
servizi sui temi della progettazione, realizzazione e valutazione delle attività di servizio
• Approfondire le problematiche emergenti del settore attraverso lo scambio di esperienze e la discussione con altre
realtà operative
• Mettere a punto e sperimentare due Iniziative Pilota nelle
aree montane e collinari della regione utilizzando il modello
di Assistenza Tecnica Integrata definito nell’ambito delle passate programmazioni.
Attività
• Realizzazione dell’analisi conoscitiva in collaborazione
con l’INEA
• Partecipazione agli incontri guidati promossi e organizzati dall’INEA
• Organizzazione di un seminario sul tema: Il ciclo di vita
del progetto: dall’analisi dei bisogni di servizio alla valutazione
delle azioni di sviluppo
• Realizzazione di un’attività di miglioramento professionale sui temi affrontati nel seminario di cui sopra
• Realizzazione di due iniziative pilota di assistenza tecnica integrata in area montana e collinare e di un’azione di assistenza tecnica in collegamento con il programma interregionale «piano sementiero nazionale
• Realizzazione di un seminario di presentazione dei risultati delle Iniziative Pilota.
Destinatari
Il presente progetto regionale vede come principali destinatari i tecnici pubblici e privati che operano nel campo dei
servizi di sviluppo, i responsabili delle istituzioni e gli imprenditori agricoli.
Altri soggetti coinvolti
Per la realizzazione del presente progetto si prevede il coinvolgimento, con specifici compiti operativi, dell’ERSAF (Ente
regionale per i servizi all’agricoltura e alle Foreste), amministrazioni provinciali, istituti di ricerca, Fondazione Fojanini,
Fondazione Minoprio, Centro Vitivinicolo provinciale di Brescia. L’attuazione del progetto e l’implementazione delle diverse iniziative vedrà inoltre il diretto coinvolgimento delle
Organizzazioni Professionali Agricole.
Modalità di valutazione
Per quanto riguarda le attività relative alla 2ª fase (rete di
animazione) del progetto multiregionale, il monitoraggio e la
valutazione avverranno attraverso la rilevazione del numero
di partecipanti alle singole iniziative e del grado di apprezzamento e soddisfazione per le medesime.
Per quanto concerne invece le iniziative pilota verrà previsto un costante monitoraggio in ordine al perseguimento degli obiettivi e dei risultati individuati, nonché una attenta valutazione del loro conseguimento. Saranno inoltre individuati
Serie Ordinaria - N. 12 - 15 marzo 2004
degli indicatori quantitativi e qualitativi per verificare l’efficacia e l’efficienza dei progetti.
Documentazione dell’iniziativa
Per quanto riguarda i seminari, è prevista la pubblicazione
degli atti e la raccolta e pubblicazione dei materiali prodotti
sul sito internet della Regione Lombardia.
Le attività di miglioramento professionale saranno documentate attraverso la raccolta dei materiali utilizzati dai docenti e di quelli prodotti dai partecipanti. Tali materiali potranno essere messi a disposizione sul sito internet della Regione.
Le Iniziative Pilota verranno documentate attraverso la raccolta di informazioni e materiali (verbali degli incontri, diario
delle attività, eventuali riprese video di particolari momenti);
tali materiali costituiranno un’importante base per la discussione e il confronto con altre regioni interessate alle Iniziative.
Modalità di informazione e pubblicizzazione
Per tutte le iniziative previste dal presente progetto verrà
data puntuale informazione e pubblicizzazione attraverso il
mensile della Direzione Generale Agricoltura «Lombardia
Verde», il sito web della D.G. Agricoltura, redazione e stampa
di inviti, manifesti e annunci su stampa di settore.
Costo
Il costo complessivo del sottoprogramma è di C 375.390,00,
comprensivo delle spese per viaggi e trasferte che si renderanno necessarie.
Cronogramma
• Realizzazione della fase conoscitiva: dicembre 2003 –
giugno 2004
• Realizzazione di incontri guidati per la valutazione e l’approfondimento delle problematiche individuate: gennaio
2004 – giugno 2004
• Organizzazione di un seminario sul tema il ciclo di vita
del progetto: giugno 2004 – dicembre 2004
• Realizzazione di un’attività di miglioramento professionale sui temi affrontati nei seminari: ottobre 2004 – marzo
2005
• Realizzazione di due iniziative pilota di consulenza tecnica in area montana e collinare: giugno 2004 – giugno 2007
• Realizzazione di un seminario di presentazione dei risultati delle Iniziative Pilota: gennaio 2007 – giugno 2007
1ª FASE – REALIZZAZIONE DI UNA ANALISI CONOSCITIVA A LIVELLO REGIONALE
Obiettivi
Delineare un quadro dei servizi di sviluppo agricolo e rurale della regione quale presupposto per avviare una riflessione
critica sui servizi in atto individuandone punti di forza e di
debolezza.
Modalità organizzative
Si prevede la partecipazione agli incontri di coordinamento
e/o approfondimento e scambio organizzati dall’INEA con l’obiettivo di procedere in modo uniforme alla rilevazione nelle
varie regioni e di realizzare un confronto tra le diverse situazioni regionali.
A tal fine sarà individuato un referente della Direzione Generale Agricoltura incaricato della raccolta delle informazioni
necessarie allo svolgimento dell’analisi e di assicurare il collegamento con INEA.
2ª FASE – RETE DI ANIMAZIONE
Obiettivi
• Promuovere il confronto e lo scambio di esperienze con
altre regioni
• Aumentare le competenze dei tecnici e degli operatori dei
servizi sui temi della progettazione, realizzazione e valutazione delle attività di servizio
• Migliorare le competenze professionali degli operatori
• Approfondire tematiche emergenti relative al sistema dei
servizi di sviluppo
Interventi previsti
a. Partecipazione agli incontri guidati promossi e organizzati dall’INEA
b. Attività di informazione e aggiornamento
Bollettino Ufficiale della Regione Lombardia
– 1201 –
• Seminario sul tema: «Il ciclo di vita del progetto: dall’analisi dei bisogni di servizio alla valutazione delle azioni
di sviluppo»
Nello specifico si prevede di affrontare e approfondire l’elaborazione progettuale ed in particolare gli aspetti relativi all’analisi dei bisogni, alla progettazione degli interventi e alla valutazione delle azioni di sviluppo.
Il seminario è destinato ai responsabili e ai tecnici dei
soggetti attuatori dei servizi (Organizzazioni Professionali, cooperative, associazioni di produttori, associazioni
provinciali allevatori, comunità montane) e ai tecnici
funzionari, regionali e provinciali competenti in materia
di servizi di sviluppo.
Il seminario sarà articolato su tre giornate e si svilupperà
attraverso lo svolgimento di sessioni consecutive e parallele con la costituzione di specifici gruppi di lavoro per
singola tematica. Saranno inoltre presentate significative
esperienze di consulenza tecnica riferite a diverse aree
territoriali e settori produttivi.
Dell’iniziativa verrà data adeguata informazione e pubblicizzazione attraverso il sito web della Direzione Generale Agricoltura, il mensile «Lombardia Verde» e inviti
diretti a tutti i potenziali destinatari.
Sarà prevista la pubblicazione degli atti e la raccolta e
pubblicazione dei materiali prodotti sul sito internet della D.G. Agricoltura.
• Seminario di presentazione dei risultati delle iniziative
pilota
Il seminario è destinato ai responsabili e ai tecnici dei
soggetti attuatori dei servizi (Organizzazioni Professionali, cooperative, associazioni di produttori, associazioni
provinciali allevatori, comunità montane) e ai tecnici
funzionari regionali e provinciali competenti in materia
di servizi di sviluppo.
Si prevede una durata di due giorni, uno per ogni iniziativa pilota, durante i quali verranno presentati e dibattuti
i risultati e le problematiche emerse nell’attuazione dei
due progetti territoriali di assistenza tecnica.
Le modalità di informazione, pubblicizzazione e documentazione del presente seminario sono le stesse previste
per il seminario precedente.
a) Attività di miglioramento professionale degli operatori
dei servizi
• Realizzazione di un’attività di miglioramento professionale sui temi affrontati nel seminario «Ciclo di vita del
progetto».
Si intende promuovere il miglioramento delle competenze dei tecnici e degli operatori dei servizi attraverso la
realizzazione di un corso formativo di breve durata, articolato in tre moduli: analisi dei bisogni, progettazione
degli interventi e valutazione di azioni locali di sviluppo.
Ogni modulo avrà la durata di due giorni, suddivisi in
una sessione didattica (lezione frontale) svolta da docenti
qualificati e una sessione pratica nella quale, sotto la guida di esperti, verranno effettuate attività di gruppo con
simulazioni di casi concreti.
Destinatari del corso sono i responsabili e i tecnici dei
soggetti attuatori dei servizi (Organizzazioni Professionali, cooperative, associazioni di produttori, associazioni
provinciali allevatori, comunità montane) e i tecnici funzionari, regionali e provinciali competenti in materia di
servizi di sviluppo.
Le modalità di informazione, pubblicizzazione e documentazione sono le stesse indicate per i seminari.
Il raggiungimento dell’obiettivo della presente iniziativa
verrà rilevato sia misurando il grado di apprezzamento e
soddisfazione da parte dei partecipanti (questionario di
gradimento), sia verificando il grado di autoapprendimento attraverso la compilazione di uno specifico questionario.
Si ribadisce l’interesse a partecipare a seminari e workshop
che verranno promossi e realizzati da altre Regioni con il seguente ordine prioritario degli argomenti:
• le opportunità di sviluppo dei servizi nell’ambito della
politica agricola comunitaria: modelli di organizzazione del
Sistema di Consulenza Aziendale
• la progettazione di interventi per il Sistema di Consulenza Aziendale
• il sistema della conoscenza in agricoltura
• la diffusione delle informazione e l’approccio di rete
Serie Ordinaria - N. 12 - 15 marzo 2004
• i servizi tra pubblico e privato.
3ª FASE – INIZIATIVE PILOTA E INIZIATIVE A SOSTEGNO DEI PROGRAMMI INTERREGIONALI
a) Iniziative Pilota
1. Progetto di assistenza tecnica integrata in un comprensorio montano pastorale
Finalità generali e motivazioni
Con l’approvazione del modello operativo SAIMA (Servizio
Assistenza Integrata Agricoltura di Montagna e Alpeggi) la
Regione Lombardia, si è dotata di uno strumento per orientare e coordinare gli interventi di assistenza tecnica in favore
delle aziende agro-zootecniche di montagna
Il modello costituisce il punto di partenza di un percorso
inteso a offrire all’agricoltura di montagna, con particolare
riferimento all’allevamento e agli alpeggi che ne rappresentano le componenti più importanti in termini quantitativi e
qualitativi, un’assistenza tecnica mirata e rispondente alle peculiari esigenze di questa realtà agricola, soprattutto rispetto
alla sua multifunzionalità.
Con questo progetto si intende realizzare un’applicazione
pilota del modello SAIMA, necessaria per offrire un esempio
di riferimento per i progetti che si andranno a realizzare in
futuro sul territorio montano, alla luce degli elementi innovativi introdotti dal modello stesso.
Il progetto avrà come ambito territoriale di intervento un
bacino montano significativo dal punto di vista dell’attività
pastorale e coinvolgerà come soggetti istituzionali la competente Comunità Montana, i Consorzi di Tutela dei prodotti
tipici, l’Associazione Provinciale Allevatori, l’ERSAF, la Fondazione Fojanini e le Organizzazioni Professionali Agricole.
Caratteristiche principali del progetto
Il principale elemento di novità del presente progetto risiede nell’attenzione posta alla valorizzazione delle molteplici
funzioni assolte dall’agricoltura di montagna. Fino ad ora
l’assistenza tecnica ha sempre privilegiato l’aspetto produttivo, trascurando l’azione di protezione dei versanti, la valorizzazione del paesaggio e della fruibilità e identità storica del
territorio e la conservazione della biodiversità.
Il progetto ricomprende tutti questi aspetti in una visione
unitaria e integrata.
La rilevanza territoriale dei sistemi pastorali e la relativa
uniformità delle problematiche nei comprensori montani,
conferisce al progetto una valenza che travalica lo stretto ambito di applicazione, ponendolo come esempio di intervento
per tutte le regioni montane, alpine in particolare.
Obiettivi
Il primo obiettivo del progetto è di sperimentare un modello nuovo di assistenza tecnica, cosı̀ come delineato dal SAIMA, che consenta la crescita professionale degli operatori agricoli, il miglioramento delle competenze dei tecnici e una
sensibilizzazione delle istituzioni (e più in generale dell’opinione pubblica) circa il ruolo polivalente dell’allevamento in
montagna.
Il secondo obiettivo consiste nel migliorare la conoscenza
del territorio, in particolare degli spazi pastorali, conoscenza
indispensabile per comprenderne appieno la rilevanza ecopaessaggistico-ambientale e pianificarne opportunamente lo
sviluppo.
Destinatari
Circa quaranta aziende agro-zootecniche che praticano attività in alpeggio, dieci malghe e due caseifici che raccolgono
il latte nella stagione invernale-primaverile.
Le conoscenze maturate dai tecnici operanti nel progetto
costituiranno un patrimonio a disposizione dei tecnici e amministratori del territorio. In particolare i tecnici chiamati
alla stesura dei piani di pascolamento e di miglioramento dei
pascoli, in attuazione delle misure agroambientali, potranno
trovare nel progetto i necessari riferimenti per operare in
modo puntuale ed efficace.
Modalità organizzative e tempi
L’impostazione e l’attuazione del progetto spetteranno ad
un gruppo di lavoro costituito dai soggetti indicati al punto
primo, con il coordinamento della Direzione Generale Agricoltura.
I tempi di sviluppo del progetto saranno:
a) giugno 2004 – dicembre 2004: implementazione
Bollettino Ufficiale della Regione Lombardia
– 1202 –
b) gennaio 2005 – dicembre 2006: realizzazione
c) gennaio 2007: predisposizione relazione conclusiva per
il seminario previsto nella 2ª fase.
Si ipotizza l’impiego di due tecnici, di cui uno a tempo parziale e di eventuali consulenze.
Metodologia
L’iniziativa pilota prevede attività dirette con i soggetti del
territorio e attività di riflessione ed elaborazione con i promotori e i tecnici coinvolti.
Il lavoro nel territorio comprende:
• visite periodiche dei tecnici alle aziende e alle malghe
• visite ai caseifici
• sopralluoghi in alpeggio per rilievi sulla vegetazione e catalogazione di eventuali emergenze ambientali
• incontri collettivi con i destinatari del servizio
L’attività di riflessione ed elaborazione prevede:
• incontri guidati tra tecnici, finalizzati all’individuazione
delle problematiche rilevanti e dei risultati più significativi
• incontri di confronto con i diversi soggetti coinvolti, finalizzati all’individuazione di linee guida per la realizzazione
di iniziative di assistenza tecnica integrata.
Risultati attesi
• Costituzione di una rete di relazioni tra i diversi soggetti
del territorio
• Definizione di linee guida per l’intervento integrato in
area montana.
Modalità di valutazione
• ex ante: accoglienza e gradimento del progetto da parte
delle istituzioni territoriali e dei potenziali destinatari del progetto
• in itinere: incontri periodici di verifica da parte del gruppo di lavoro sullo stato di avanzamento del progetto e sull’operato dei tecnici
• finale: saranno verificati gli interventi realizzati durante
il servizio nella direzione della multifunzionalità e sarà misurato l’indice di gradimento dei destinatari attraverso specifici
questionari
• ex post: consolidamento delle iniziative intraprese dai destinatari e ripetibilità del progetto in altri comprensori montani.
Modalità di informazione e pubblicizzazione
Del progetto verrà data puntuale informazione e pubblicizzazione attraverso il mensile della Direzione Generale Agricoltura «Lombardia Verde», il sito web della D.G. Agricoltura,
redazione e stampa di materiale vario.
Documentazione dell’iniziativa
• verbali degli incontri del gruppo di lavoro
• quaderno attività dei tecnici
• relazioni trimestrali dei tecnici sul lavoro svolto
• materiale audiovisivo
• rapporto finale del progetto.
2. Progetto di assistenza tecnica integrata in un comprensorio collinare ad indirizzo produttivo misto
Finalità generali e motivazioni
Fino ad oggi i servizi di assistenza tecnica si sono caratterizzati prevalentemente per singoli settori produttivi considerando in misura marginale l’azienda nella sua complessità.
Tale situazione spesso determina la necessità di molteplici informazioni tecniche che fanno capo a diverse iniziative con
sovrapposizione di competenze e di tecnici.
Nel caso specifico le aziende presentano un’attività diversificata (produttiva e non) che si realizza in stretta connessione
con le peculiari caratteristiche geografiche e ambientali di un
territorio collinare.
Con questo progetto si intende pertanto realizzare un modello di assistenza tecnica attraverso il quale organizzare,
concentrare e diffondere tutte le conoscenze necessarie ad
un’impresa che opera in un contesto territoriale, per sua natura, particolarmente vocato ad esaltare la multifunzionalità
dell’attività agricola.
Il progetto avrà come ambito territoriale di intervento l’area delle colline moreniche della provincia di Mantova e coin-
Serie Ordinaria - N. 12 - 15 marzo 2004
volgerà come soggetti istituzionali la Provincia, l’ERSAF e le
Organizzazioni Professionali Agricole.
Caratteristiche principali del progetto
Il principale carattere innovativo del presente progetto è
rappresentato da un approccio multidisciplinare nell’ambito
di un unico servizio di assistenza tecnica, volto a considerare
l’impresa agricola nella sua totalità, ponendo particolare attenzione alla multifunzionalità (tutela e valorizzazione del
territorio, agriturismo) e alla necessità di una riconversione
produttiva in relazione all’uso delle acque irrigue il cui costo,
in prospettiva, diventa sempre più oneroso.
La rilevanza territoriale dei sistemi collinari e la relativa
uniformità delle problematiche, conferisce al progetto una
valenza che travalica lo stretto ambito di applicazione, ponendolo come esempio di intervento.
Obiettivi
Obiettivo del progetto è quello di sperimentare un modello
di assistenza tecnica multidisciplinare in grado di rispondere
alle esigenze di conoscenza e informazione degli imprenditori
agricoli che operano in questa specifica realtà territoriale, determinando la loro crescita professionale e il miglioramento
delle competenze e della professionalità dei tecnici.
Destinatari
Si prevede di coinvolgere circa quaranta aziende che già
si caratterizzano per un approccio multifunzionale della loro
attività o che sono interessate ad una riorganizzazione in tale
direzione.
Saranno inoltre coinvolte le strutture di trasformazione dei
prodotti agricoli nonché gli enti e gli organismi impegnati
nella promozione agrituristica del territorio.
Modalità organizzative e tempi
L’impostazione e l’attuazione del progetto saranno in carico ad un gruppo di lavoro costituito dai soggetti indicati al
punto primo, coordinato dalla Direzione Generale Agricoltura.
I tempi di sviluppo del progetto saranno:
a) giugno 2004 – dicembre 2004: implementazione
b) gennaio 2005 – dicembre 2006: realizzazione
c) gennaio 2007: predisposizione relazione conclusiva per
seminario di cui alla 2ª fase
È previsto l’impiego di due tecnici, di cui uno a tempo parziale, e di eventuali consulenze.
Metodologia
L’iniziativa pilota prevede attività dirette con i soggetti del
territorio e attività di riflessione ed elaborazione con i promotori e i tecnici coinvolti.
Il lavoro nel territorio prevede:
• visite periodiche dei tecnici alle aziende agricole
• visite alle strutture di trasformazione
• incontri collettivi con i destinatari del servizio
L’attività di riflessione ed elaborazione prevede:
• incontri guidati tra tecnici, finalizzati all’individuazione
delle problematiche rilevanti e dei risultati più significativi
• incontri di confronto con i diversi soggetti coinvolti, finalizzati all’individuazione di linee guida per la realizzazione
di iniziative di assistenza tecnica integrata.
Risultati attesi
• Costituzione di una rete di relazioni tra i diversi soggetti
del territorio
• Definizione di linee guida per l’intervento integrato in
area montana
Modalità di valutazione
• ex ante: accoglienza e gradimento del progetto da parte
delle istituzioni territoriali e dei potenziali destinatari del progetto
• in itinere: incontri periodici di verifica da parte del gruppo di lavoro sullo stato di avanzamento del progetto e sull’operato dei tecnici
• finale: saranno verificati gli interventi realizzati durante
il servizio nella direzione della multifunzionalità e riconversione delle produzioni e sarà misurato l’indice di gradimento
dei destinatari attraverso specifici questionari
• ex post: consolidamento delle iniziative intraprese dai de-
Bollettino Ufficiale della Regione Lombardia
– 1203 –
stinatari e ripetibilità del progetto in altri comprensori collinari con caratteristiche socio-ambientali simili all’area di intervento del progetto.
Modalità di informazione e pubblicizzazione
Del progetto verrà data puntuale informazione e pubblicizzazione attraverso il mensile della Direzione Generale Agricoltura «Lombardia Verde», il sito web della D.G. Agricoltura,
redazione e stampa di materiale vario.
Documentazione dell’iniziativa
• verbali degli incontri del gruppo di lavoro
• quaderno attività dei tecnici
• relazioni trimestrali dei tecnici sul lavoro svolto
• materiale audiovisivo
• rapporto finale del progetto
3. Progetto pilota di assistenza tecnica in collegamento con il programma interregionale «Piano Sementiero Nazionale».
Finalità generali e motivazioni
Il Progetto si propone di assistere le aziende agricole di
moltiplicazione di sementi nel percorso di certificazione del
processo di produzione e di tracciabilità delle produzioni, con
particolare riferimento alla certificazione OGM-free.
Caratteristiche principali del progetto
Con il Programma sementiero viene proposta la realizzazione ex-novo di un sistema di certificazione volontario di
processo a livello delle aziende agricole dedite alla moltiplicazione delle sementi, con particolare riferimenti alla certificazione OGM-free, necessaria per garantire tutta la filiera.
Alla base del processo di certificazione vi è la predisposizione, a livello nazionale, di disciplinari di produzione.
A livello regionale, il Progetto si sostanzia nel controllo dell’adozione dei disciplinari da parte delle aziende moltiplicatrici che aderiranno allo schema di certificazione volontario.
In tale schema di certificazione volontaria delle sementi
convenzionali il ruolo chiave è dato dalla certificazione OGMfree, tale requisito dovrà essere che inserito negli schemi di
controllo degli standard varietali e fitosanitari a livello aziendale.
L’obiettivo è quello di qualificare la produzione regionale
di semente convenzionale OGM-free relativamente alle specie
agrarie più rappresentative: Mais e Riso, coltivate in Lombardia su circa 5.000 ettari.
Per raggiungere tale obiettivo si prevede un periodo di messa a punto del sistema di certificazione, svolto in collaborazione fra i soggetti pubblici competenti: ENSE, Servizi fitosanitari e i soggetti privati: Moltiplicatori, Associazione produttori sementi.
• Definizione di ceck-list relative ai requisiti aziendali per
produzioni di sementi certificate OGM-free.
• Predisposizione del manuale di qualità aziendale.
• Predisposizione di applicativo software per le registrazioni del processo di produzione anche al fine della tracciabilità
delle produzioni sementiere.
• Predisposizione dello schema di controllo di produzione
per la certificazione del processo produttivo.
• Attivazione di un servizio di un sistema di consulenza
aziendale per supportare le aziende nell’applicazione dei disciplinari di produzione, dei manuali di qualità e la tenuta
delle registrazioni.
Obiettivi
Valorizzare la produzione nazionale OGM-free come prodotto convenzionale, garantito e certificato per le sue caratteristiche varietali, fitosanitarie ed OGM-free, come leva competitiva per l’agricoltura italiana e come richiesto dal consumatore che si sposta dalla quantità alla qualità anche sotto il
profilo della «naturalità» dei prodotti agricoli.
Aumentare la copertura del nostro fabbisogno di sementi
di mais riducendo la dipendenza da paesi terzi o comunitari
Destinatari
Aziende agricole impegnate nella moltiplicazione di mais e
riso. La priorità sarà riconosciuta alle aziende che aderiscono
a disciplinari di moltiplicazione, da definirsi sulla base di linee guida nazionali – garantiti con accordi di filiera – e, fra
queste, alle aziende che operano per il tramite di Associazioni
di produttori.
Serie Ordinaria - N. 12 - 15 marzo 2004
Modalità organizzative e tempi
I tempi di sviluppo del progetto saranno:
• giugno 2004 – dicembre 2004: implementazione
• gennaio 2005 – dicembre 2006: realizzazione.
Metodologia
L’iniziativa pilota prevede attività dirette con i soggetti del
territorio e attività di riflessione ed elaborazione con i tecnici
coinvolti.
Il lavoro nel territorio comprende:
• visite periodiche dei tecnici alle aziende
• incontri collettivi con i destinatari del servizio
L’attività di elaborazione prevede:
• incontri guidati tra tecnici, finalizzati all’individuazione
delle problematiche rilevanti e dei risultati più significativi
• incontri di confronto con i diversi soggetti coinvolti, finalizzati all’individuazione di linee guida per la realizzazione
di iniziative di assistenza tecnica integrata.
Risultati attesi
Sviluppo di una sistema di certificazione aziendale per sementi convenzionali (OGM-free).
Modalità di valutazione
• ex ante: accoglienza e gradimento del progetto da parte
dei potenziali destinatari del progetto
• in itinere: incontri periodici di verifica da parte del gruppo di lavoro sullo stato di avanzamento del progetto e sull’operato dei tecnici
• finale: saranno verificati gli interventi realizzati durante
il servizio.
Modalità di informazione e pubblicizzazione
Del progetto verrà data puntuale informazione e pubblicizzazione attraverso il mensile della Direzione Generale Agricoltura «Lombardia Verde», il sito web della D.G. Agricoltura,
redazione e stampa di materiale vario.
Documentazione dell’iniziativa
• verbali degli incontri del gruppo di lavoro
• quaderno attività dei tecnici
• relazioni trimestrali dei tecnici sul lavoro svolto
• rapporto finale del progetto
SOTTOPROGRAMMA INNOVAZIONE E RICERCA
La Regione Lombardia provvederà alla realizzazione del
progetto di ricerca interregionale per la tematica individuata
per il comparto cerealicolo «Miglioramento qualitativo delle
produzioni cerealicole in relazione alla presenza di micotossine» (vedi scheda allegata).
Il progetto sarà gestito in tutte le varie fasi amministrative
e tecniche, con il supporto di un Comitato di progetto costituito dai referenti delle diverse Regioni e Province Autonome
aderenti.
Le modalità di gestione del progetto nonché la costituzione,
il ruolo e le funzioni del Comitato di progetto verranno concordate tra i referenti delle Amministrazioni partecipanti.
Nella realizzazione del progetto saranno assicurati:
• l’accertamento della complementarietà e non sovrapposizione rispetto a ricerche già finanziate ai rispettivi livelli nazionale, regionali e/o sottoregionali;
• il monitoraggio e la valutazione, allo scopo di misurare
l’andamento dell’iniziativa, in termini di efficienza tecnicofinanziaria, nonché di efficacia degli interventi;
• il trasferimento dei risultati, in collegamento funzionale
tra le istituzioni scientifiche coinvolte ed i servizi di sviluppo
delle Regioni e Province Autonome interessate.
Titolo della tematica
Miglioramento qualitativo delle produzioni cerealicole
in relazione alla presenza di micotossine
ILLUSTRAZIONE SINTETICA
Premessa
La presenza di micotossine nelle matrici destinate all’alimentazione umana ed animale ha importanti implicazioni legate sicurezza alimentare. Il tenore di micotossine in tali ma-
Bollettino Ufficiale della Regione Lombardia
– 1204 –
trici è stato oggetto, negli ultimi anni, di regolamentazione in
molti paesi del mondo e ciò ha avuto importanti riflessi sugli
scambi commerciali e sulla collocabilità delle derrate.
I cereali possono essere contaminati da micotossine durante la coltivazione, l’essiccazione e lo stoccaggio. Alcune micotossine si sviluppano soltanto in campo; altre contaminano
le colture prima della raccolta per poi svilupparsi nelle fasi
successive. In alcuni casi si assiste allo sviluppo di micotossine nelle fasi di essiccazione e stoccaggio, pur non avendone
rilevata la presenza durante la coltivazione e la raccolta. In
passato ed a più riprese sono state avviate indagini conoscitive per comprendere la portata del fenomeno per alcune produzioni cerealicole, indagini che hanno consentito di acquisire dati di indubbio interesse ma ancora parziali. È utile a questo punto una indagine più articolata e coordinata che coniughi la necessità di una migliore conoscenza del fenomeno alla
messa a punto di misure per la gestione del problema lungo
tutta la filiera produttiva.
Obiettivi
– Prevenire le contaminazioni da micotossine nei cereali,
mediante la messa a punto di pratiche agronomiche e di processi di raccolta e gestione delle partite stoccate
– Migliorare la collocabilità e la qualificazione delle partite
di cereali funzione della destinazione d’uso delle partite.
Attività
– Indagine sull’estensione, sul grado e sul tipo di contaminazione delle partite commerciali nelle diverse fasi (attività
di indagine e analitica nelle fasi di coltivazione, raccolta, essiccazione, conservazione)
– Definizione di «valori soglia» desiderati dagli utilizzatori
in relazione alle differenti destinazioni d’uso (i valori soglia
per la sicurezza d’uso sono in genere già fissati a livello normativo)
– Valutazione di alcuni parametri agronomici che influenzano lo sviluppo fungino quali ad es. scelta varietale, tecnica
colturale, epoca e modalità di raccolta. (attività di indagine;
attività sperimentale da effettuare nell’ambito di reti interregionali già esistenti e attività sperimentali ad hoc)
Serie Ordinaria - N. 12 - 15 marzo 2004
– Valutazione di alcuni fattori che influenzano lo sviluppo
fungino nella fase di stoccaggio
Risultati attesi
– Individuazione di pratiche agronomiche che contengano
lo sviluppo delle micotossine nei cereali.
– Individuazione di corrette modalità di raccolta essiccazione e gestione delle partite immagazzinate per il contenimento della contaminazione da micotossine
– Implementazione di modelli per aumentare la capacità
previsionale dello sviluppo delle micotossine
– Prima definizione di una griglia di qualificazione delle
partite in funzione della destinazione d’uso per il parametro
«micotossine»
Collegamento e complementarietà
FISR – Programma strategico A) qualità alimentare e benessere Progetto obiettivo 2) Metodi e sistemi per aumentare
la sicurezza d’uso bella catena agro-alimentare e nell’ambiente.
Regioni e Province Autonome che aderiscono al progetto
Hanno aderito in fase di proposta: Piemonte; Lombardia;
Emilia Romagna; Veneto; F.V. Giulia; Toscana; Marche; Abruzzo; Campania; Puglia; Basilicata; Sicilia.
Hanno già confermato formalmente l’adesione (al 10 dicembre 2003): Sicilia, Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia,
Campania, Puglia, Veneto, Lazio, Marche, Basilicata, Toscana.
Durata del progetto
24 mesi
Costo totale
C 600.000
Regione coordinatrice della iniziativa progettuale
Lombardia.
La Regione Lombardia aderisce inoltre ai seguenti progetti coordinati da altre Amministrazioni:
Settore / filiera
Tematica di innovazione e ricerca
Regione capofila
Piano Proteine Vegetali Azioni di innovazione e ricerca a supporto del Piano
Piano Sementiero
Azioni di innovazione e ricerca a supporto del Piano
Agricoltura biologica
Zootecnica biologica – Analisi di sistemi aziendali, mediante il confronto di diverse tipologie, riferite all’allevamento bovino da carne e da latte, ovino e suino.
Orticoltura
La concimazione azotata degli ortaggi: sviluppo e trasferimento di metodi innovativi per aumentare l’efficienza
d’uso dei fertilizzanti, ridurre l’impatto ambientale e migliorare la qualità dei prodotti.
Floricoltura
Recupero e valorizzazione del patrimonio autoctono e naturalizzato: aspetti produttivi, varietali ed economici legati
alla diversificazione e all’introduzione di innovazione di
prodotto in floricoltura.
Colture Industriali
Sviluppo di nuove filiere per le produzioni no-food (oli industriali, fibra, cellulosa ed amidi) con studi e ricerche sulle tecnologie e sulla razionalizzazione dei processi e dei
sistemi produttivi
Viticoltura ed Enologia Ricerca e sperimentazione in vivaio e in campo per il contenimento del mal dell’esca della vite.
Emilia Romagna
Umbria
Marche
SOTTOPROGRAMMA MONITORAGGIO SISTEMI IRRIGUI
Contesto
La Regione Lombardia da anni sta sviluppando il
S.I.B.I.Te.R. (Sistema Informativo Bonifica, Irrigazione e Territorio Rurale) in collaborazione con i consorzi di bonifica
lombardi.
La realizzazione del S.I.B.I.Te.R. è oggi prevista dalla nuova legge regionale n. 7/2003 «Norme in materia di bonifica e
irrigazione» che all’articolo 17, comma 11 prevede che esso
sia costituito «presso la competente direzione della Giunta
Regionale» con lo scopo di raccogliere, organizzare e diffondere le informazioni necessarie per conoscere e migliorare
l’attività programmatoria e gestionale degli enti di bonifica e
irrigazione.
Importo Durata
(anni)
(C)
1.400.000
1.000.000
750.000
3
Sicilia
700.000
3
Liguria
900.000
3
Friuli Venezia Giulia
587.414
3
Toscana
700.000
3
La continuazione del progetto S.I.B.I.Te.R. è inoltre prevista nel piano regionale di bonifica, di irrigazione e di tutela
del territorio rurale in corso di approvazione.
Attività
Arricchimento
delle
informazioni
contenute
nel
S.I.B.I.Te.R. con particolare riferimento alle grandezze idrauliche, l’utilizzo delle acque, le caratteristiche delle reti, gli enti
gestori.
Definizione di metodologie per il supporto alla pianificazione, alla gestione e utilizzo della acque irrigue.
Ampliamento dell’acquisizione della rete infrastrutturale
gestita dai consorzi e da altre associazioni, anche private.
Approfondimento delle conoscenze nelle parti di territorio
non gestite dai consorzi di bonifica.
Bollettino Ufficiale della Regione Lombardia
– 1205 –
Acquisizione dati riguardanti i fontanili.
Realizzazione di un sistema di monitoraggio delle infrastrutture irrigue e dell’utilizzo della risorsa idrica in agricoltura.
Omogeneizzazione dei dati in funzione del sistema informativo nazionale.
Descrizione interventi
Implementazione del S.I.B.I.Te.R. in funzione dei contenuti specificati nelle attività del sottoprogetto, con particolare
riferimento alla acquisizione di dati sui fontanili e alla definizione di metodi, strumenti e metodologie per migliorare
l’uso della risorsa idrica onde far fronte alla prevista scarsità
di dotazione.
Il costo complessivo è di 539.446,00 C.
Soggetti attuatori
Consorzi di bonifica e loro unione regionale, università, istituti di ricerca, INEA.
Tempi
Le attività potrebbero svolgersi in un arco temporale di tre
anni.
PIANO SEMENTIERO
1. Lo scenario dei programmi interregionali
1.1. Domanda alimentare dei consumatori, orientata a produzioni naturali ancorate al territorio.
Il consumatore italiano, per quanto riguarda i prodotti
agro-alimentari, ormai da anni, presta crescente attenzione
verso la qualità che non riguarda solo gli aspetti igienico-sanitari, ma anche quelli organolettici, nutrizionali, di composizione, di natura e di origine delle materie prime.
1.2 Italia luogo delle produzioni tipiche di qualità
Anche i consumatori che, all’estero, si rivolgono ai prodotti
italiani intendono acquistare non solo un semplice alimento,
ma anche esprimere apprezzamento per il modello alimentare d’origine, basato sulla qualità e sulla salubrità dei prodotti
ed escluda la presenza di OGM destinati, fatalmente, a far
scomparire gran parte delle materie prime assolutamente necessarie per il mantenimento delle peculiarità.
1.3 Necessità di garantire coltivazioni OGM-free
La tutela del patrimonio, costituito dal complesso delle produzioni agro-alimentari tipiche e di qualità, deve iniziare fin
dal controllo dei mezzi di produzione utilizzati per la coltivazione e in primo luogo le sementi.
L’introduzione delle coltivazioni OGM, comporta il rischio
di contaminazione tra coltivazioni OGM e coltivazioni tradizionali. La problematica viene affrontata a livello normativo
dalla Raccomandazione comunitaria sulla coesistenza che
ora è all’attenzione degli Stati Membri affinché sia resa operativa.
1.4 Norme comunitarie sull’etichettatura e tracciabilità
La recente approvazione, da parte del Consiglio e del Parlamento Europeo, di regole in materia di etichettatura e tracciabilità degli alimenti e dei mangimi contenenti OGM si
muove inoltre in questa ottica.
L’obbligo di etichettare alimenti e mangimi che contengono
percentuali superiori allo 0,9% di OGM rappresenta una scelta di garanzia per il consumatore e può consentire di rendere
concrete una serie di iniziative per l’effettiva valorizzazione dell’agricoltura «di qualità».
Queste indicazioni appaiono largamente condivise dai produttori agricoli, dagli operatori del settore sementiero e, più
in generale, dai consumatori.
1.5 Necessità di un sistematico monitoraggio delle produzioni
per la verifica dei requisiti di «naturalità»
Il raggiungimento dell’obiettivo generale di tutelare il patrimonio nazionale di prodotti di qualità comporta la messa a
punto di una rete di monitoraggio sulla presenza di materiale
transgenico nei prodotti agro-alimentari e negli alimenti destinati al consumo umano e animale, garantendo la produzione agricola negli stoccaggi, nel trasporto e nella distribuzione
nelle filiere OGM-free.
1.6 Tracciabilità
I principi di tracciabilità di filiera ed una chiara etichettatura, che assicurino al consumatore la possibilità di scelta fra
Serie Ordinaria - N. 12 - 15 marzo 2004
filiere con OGM e filiere OGM-free (e ciò anche per le produzioni zootecniche) devono concretamente essere messi in
atto.
2. Programma sementiero della Lombardia
2.1 Sviluppo di una sistema di certificazione aziendale per sementi convenzionali (ogm-free).
In considerazione dello scenario e degli obiettivi dei Programmi Interregionali, illustrati nel Paragrafo 1, si prevede
di attivare un Sistema di certificazione volontaria della produzione di sementi a livello delle aziende agricole di moltiplicazione.
Gli scopi e le azioni che si intende perseguire consentono
di:
• Valorizzare la produzione nazionale OGM-free come
prodotto convenzionale, garantito e certificato per le sue caratteristiche varietali, fitosanitarie ed OGM-free, come leva
competitiva per l’agricoltura italiana e come richiesto dal
consumatore che si sposta dalla quantità alla qualità anche
sotto il profilo della «naturalità» dei prodotti agricoli.
• Aumentare la copertura del nostro fabbisogno di sementi
di mais riducendo la dipendenza da paesi terzi o comunitari
• Quale presupposto per realizzare filiere OGM-free è necessario reperire materiale di moltiplicazione non geneticamente modificato, accrescendo la produzione nazionale controllate e certificate
• sviluppare un sistema di certificazione OGM-free
La filiera OGM-free deve essere garantita da un sistema di
certificazione di processo che permetta la verifica del rispetto
degli obblighi previsti dai disciplinari di produzione – definiti
a livello nazionale da parte dei produttori agricoli (moltiplicatori) di sementi.
Questa scelta presuppone l’avvio di una serie di iniziative di
controllo delle materie prime di origine agricola IN IMPORT
(Sorveglianza rinforzata) e di quella di produzione nazionale
destinata al mercato interno e all’EXPORT.
Nello schema di certificazione volontaria delle sementi convenzionali il ruolo chiave è dato dalla certificazione OGMfree, che si inserisce sugli schemi di controllo idonei a garantire, a livello aziendale, il rispetto degli standard varietali e
fitosanitari.
L’obiettivo è quello di qualificare la produzione regionale
di semente convenzionale OGM-free relativamente alle specie
agrarie più rappresentative: Mais e Riso, coltivate in Lombardia su circa 5.000 ettari.
Per raggiungere tale obiettivo si prevede un periodo di messa a punto del sistema di certificazione, svolto in collaborazione fra i soggetti pubblici competenti: ENSE, Servizi fitosanitari e i soggetti privati: Moltiplicatori, Associazione produttori sementi.
La forma prescelta per l’attivazione del Programma è quella
dell’aiuto «una tantum» per l’acquisto di servizi di certificazione da parte delle imprese agricole di moltiplicazione (art.
8 l.r. 7/2000).
La priorità sarà riconosciuta alle aziende che aderiscono a
disciplinari di moltiplicazione, da definirsi sulla base di linee
guida nazionali e, fra queste, alle aziende che operano per il
tramite di Associazioni di produttori.
I costi possono essere cosı̀ valutati:
1. Predisposizione di uno schema sperimentale: C 30.000
2. Elaborazione di un sistema di certificazione e
tracciabilità delle sementi
C 80.000
3. Aiuto «una tantum» alle imprese per la certificazione (per 3 anni)
C 700.000
per l’applicazione della certificazione di processo, l’esecuzione delle analisi, a copertura delle spese per il controllo ispettivo delle società di certificazione, del servizio fitosanitario e di
ENSE;
4. Sviluppo e gestione di accordi di filiera
C 23.862
costi relativi ai costi tecnici per l’organizzazione dell’accordo
e la verifica del rispetto dello stesso da parte dei contraenti
5. Implementazione del sistema di tracciabilità
C 50.000
(sul Sottoprogramma tracciabilità)
6. Costi per l’assistenza tecnica e l’informazione
alle imprese
(a valere sul Programma Servizi Sviluppo Agricolo)
C 40.000
Riepilogo costi
COSTI COMPLESSIVI DEL PROGETTO
C 923.862
Bollettino Ufficiale della Regione Lombardia
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Costi da imputare al Piano Sementiero (2, 3, 4)
C 833.862
Costi da imputare ad altri Programmi interregioC 90.000
nali
C 50.000
– al P.I. Tracciabilità (5)
C 40.000
– al P.I. Servizi Sviluppo Agricolo (6)
Sottoprogramma Proteine Vegetali
COSTO COMPLESSIVO
• superfici coinvolte: max 2000 ha/anno;
• indennizzo unitario previsto: fino ad un massimo di
200 C/ha anno in funzione della coltura praticata in alternativa al mais;
• durata interventi: 3 anni;
Totale costi stimati: C 708.783,00
2.2 Caratteristiche principali del progetto
1. Definizione di ceck-list relative ai requisiti aziendali per
produzioni di sementi certificate OGM-free;
2. Predisposizione del manuale di qualità aziendale;
3. Predisposizione di applicativo software per le registrazioni del processo di produzione anche al fine della tracciabilità
delle produzioni sementiere.
4. Predisposizione dello schema di controllo di produzione
per la certificazione del processo produttivo
5. Attivazione di un servizio di un sistema di consulenza
aziendale per supportare le aziende nell’applicazione dei disciplinari di produzione, dei manuali di qualità e la tenuta
delle registrazioni ai fini della tracciabilità.
2.3 Precedenti esperienze di certificazione avviate in Lombardia
La Regione Lombardia ha avviato negli ultimi anni (a partire dagli anni 2000-2001) significative collaborazioni con l’ENSE, mirate al controllo delle sementi di mais e riso per la
certificazione internazionale e la circolazione comunitaria.
Questa attività si è andata ad integrare, valorizzandola e
realizzando positive sinergie, con l’attività di certificazione di
qualità delle piantine ortive destinate alle coltivazioni professionali prodotte secondo le specifiche di Qualità CE.
Per tale attività la Regione Lombardia sostiene costi pari a
C 50.000,00/anno, per la convenzione con ENSE e di
C 100.000,00/anno per i controlli fitosanitari erogati direttamente dal Servizio con attività ispettive, di certificazione e di
prestazioni analitiche.
Il Progetto si svilupperà necessariamente a partire dalla situazione esistente allo scopo di mettere a punto uno schema
metolodologico di certificazione.
2.4 Prospettive di mercato di sementi convenzionali certificate
OGM-free
MAIS
Il fabbisogno di seme da parte del nostro Paese si aggira
sulle 28.000 t circa, corrispondenti a 4 milioni di dosi da
25000 semi.
La provenienza è:
– 40% da moltiplicazioni sul territorio nazionale (di cui il
65% viene coltivato in Lombardia);
– 60% da importazioni sia da Paesi comunitari che da Paesi terzi, ovviamente «equivalenti» secondo la normativa
sementiera.
La provenienza doganale di questo 60% è in ordine decrescente di importanza:
– Francia (applica l’Interim Action Plain ed ammette sperimentazione nel suo territorio)
– USA (coltiva OGM senza obbligo di etichettatura)
– Turchia
– Ungheria
– Spagna (coltiva OGM da anni, su una superficie di 2530.000 ettari)
– Sudafrica (coltiva OGM)
– Austria (applica ufficialmente una soglia di tolleranza
OGM dello 0,1%)
– Argentina (coltiva OGM).
Parte del seme importato viene lavorato o confezionato in
Italia ed è pertanto soggetto a «ricartellinatura» da parte dell’ENSE. La restante parte giunge in Italia già confezionato
e certificato e può quindi essere immesso direttamente sul
mercato.
Serie Ordinaria - N. 12 - 15 marzo 2004
RISO
Per quanto riguarda questa specie, il fabbisogno nazionale
di 40.000 tonnellate circa viene soddisfatto esclusivamente da
sementi di produzione nazionale. La superficie destinata alle
colture porta-seme è di circa 12000 ettari di cui 25% è realizzata in Lombardia. Non è da trascurare neanche il fatto che
annualmente circa 8000 tonnellate (60% dalla Lombardia) di
sementi di riso italiane siano esportate in tutti paesi del bacino del Mediterraneo.
PROGRAMMA PROTEINE VEGETALI
Progetto.
Inserimento di colture proteiche nell’avvicendamento colturale, come alternativa alla monocoltura di mais.
Premessa
La diffusione della BSE e la conseguente messa al bando
delle farine animali, unitamente alla preoccupazione connessa alla diffusione di organismi geneticamente modificati
(OGM), ha accentuato negli ultimi anni l’interesse per le colture proteiche.
Tale interesse, inoltre, trova una grossa motivazione nel fatto che il prodotto ottenuto (foraggio e granella) rappresenta
una materia prima di assoluta necessità per l’alimentazione
degli animali e può rappresentare una valida alternativa colturale al mais. Si rende a tal fine, estremamente interessante
l’individuazione di piani foraggeri alternativi con le modifiche
conseguenti nell’alimentazione zootecnica (razionamento alimentare, diversa formulazione dei mangimi).
Non sono inoltre secondari i vantaggi legati all’ottenimento
di proteine vegetali in grado di garantire maggiore sicurezza
della catena alimentare nei confronti del consumatore e di
rispondere alle esigenze manifeste di produzioni no OGM.
Dovrà pertanto essere garantito il necessario collegamento
con il Sottoprogramma tracciabilità dei prodotti agricoli, allo
scopo di garantire la filiera OGM-free con specifico riferimento alle sementi utilizzate nelle coltivazioni proteiche.
All’introduzione delle colture proteiche nell’avvicendamento in sostituzione al mais conseguono importanti vantaggi tra
cui:
• Favorire la sostituzione delle farine animali, messe al
bando a seguito della BSE, con proteine di origine vegetale;
• Ridurre la necessità di importazione delle proteine vegetali;
• Garantire la tracciabilità e la filiera OGM-free
• Ridurre l’impatto ambientale dell’attività agricola segnatamente attraverso:
– riduzione dell’impiego di nitrati e altri concimi azotati;
– riduzione dell’impiego di prodotti fitosanitari.
• Controllare in modo efficace la diffusione dell’insetto
Diabrotica del mais.
In relazione al controllo della Diabrotica del mais, le ricerche condotte in Italia in Svizzera e nei Paesi dell’est Europeo,
evidenziano in modo chiaro che il metodo più efficace di contenimento e controllo di questo insetto consiste nell’interruzione della monocoltura di mais, con l’adozione di alternative
colturali.
La Diabrotica del mais (Diabrotica virgifera virgifera Le Conte) è uno dei principali parassiti del mais negli Stati Uniti ed
in molti Paesi dell’Europa Orientale.
In Europa è attualmente presente in Svizzera e nella UE in
Italia (Piemonte, Veneto, Friuli Venezia-Giulia, Trentino Alto
Adige, Emilia-Romagna) Austria, Belgio, Francia, Gran Bretagna ed Olanda.
La Lombardia rappresenta attualmente la più estesa area
di insediamento della Diabrotica presente nella UE e le azioni
di contrasto adottate a partire dal 2001, dalla Regione Lombardia rivestono grande importanza per tutta la comunità.
Nel 2002 in Lombardia si sono verificati i primi danni in
Italia e, in un prossimo futuro, i danni potrebbero determinare oneri economici dell’ordine di decine di milioni di euro
all’anno, con gravi ripercussioni sul comparto maidicolo lombardo.
Contenere e controllare lo sviluppo di questo parassita nei
nostri territori, rappresenta dunque obiettivo di primaria importanza e tale azione può essere raggiunta anche con l’incentivazione delle produzioni proteiche in alternativa alla monosuccessione del mais.
Bollettino Ufficiale della Regione Lombardia
Serie Ordinaria - N. 12 - 15 marzo 2004
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I vantaggi dell’adozione di avvicendamenti colturali per il
controllo della Diabrotica del mais, risiedono in primo luogo
nel contenimento delle popolazioni dell’insetto, ritardando il
raggiungimento della soglia economica di danno (il ricostituirsi di elevate popolazioni richiede qualche anno) e determinando dunque un vantaggio economico in termini di mancati danni.
A tali vantaggi si deve aggiungere che l’avvicendamento
rappresenta un’alternativa estremamente vantaggiosa sotto il
profilo ambientale, dal momento che evita di impiegare dosi
massicce di insetticidi, necessarie per il controllo della popolazione delle larve nel terreno (misura questa di ancora dubbia efficacia) riducendo la presenza di residui nel raccolto.
In questo contesto, accanto alle colture cerealicole si ritiene
di sicuro interesse incentivare l’adozione di avvicendamenti
colturali che prevedano l’introduzione di colture proteaginose.
Finalità del progetto
Il progetto intende favorire l’introduzione di colture proteiche nell’avvicendamento colturale delle aziende maidicole
lombarde attraverso l’adozione di adeguati ordinamenti colturali, contenendo al contempo l’uso di prodotti fitosanitari e
consentendo una gestione integrata del problema che contempli anche le necessarie indicazioni agronomiche e nutrizionali per l’alimentazione del bestiame nelle aziende zootecniche.
Fra gli scopi principali del progetto vi è quello di effettuare
un controllo aziendale della Diabrotica del mais la cui presenza potrà infatti determinare nei prossimi anni una diminuzione delle rese produttive associate ad aumentati costi di produzione conseguenti al cambiamento degli ordinamenti colturali ed all’acquisto di prodotti fitosanitari utilizzati per il controllo di questo parassita.
Le finalità del progetto sono:
1. Creare i pressuposti per l’adozione di avvicendamenti
colturali che prevedano l’introduzione delle colture proteaginose;
2. Sostenere le produzioni proteiche di origine vegetale destinate all’alimentazione umana e animale, ivi compresi i prodotti funzionali
3. Preservare le aziende da possibili danni economici favorendo l’introduzione a livello aziendale delle tecniche di controllo agronomiche del parassita Diabrotica virgifera virgifera,
sopra richiamate;
4. Prevenire l’impatto ambientale derivante dall’uso di insetticidi per il controllo di questo parassita, attraverso l’adozione di tecniche agronomiche alternative;
5. Informare gli agricoltori ed i tecnici sulle tecniche di
controllo agronomico di questo parassita;
6. Mantenere la competitività del settore foraggero-zootecnico lombardo
Beneficiari
Imprese agricole, coltivatori diretti, cooperative agricole e
associazioni di produttori, direttamente o indirettamente colpiti dalla diabrotica del mais
Descrizione interventi
Gli interventi previsti riguardano nello specifico la concessione di incentivi alle aziende agricole per l’adozione su base
volontaria di tecniche di avvicendamento colturale, con l’introduzione di colture proteiche e miglioratrici quali foraggiere, leguminose e oleoaginose come alternativa al ristoppio del
mais.
Le modalità operative per la realizzazione degli interventi
saranno descritte in specifici bandi.
La durata prevista è di tre anni.
Collegamento con altre attività regionali:
Gli interventi sono direttamente collegati alle seguenti attività:
• Ricerca e sperimentazione finalizzata all’ottimizzazione
delle tecniche agronomiche e alle scelte varietali;
• Attività di divulgazione, assistenza tecnica e informazione;
• Sperimentazioni con approccio interdisciplinare, tese a
supportare le scelte varietali, le tecniche colturali, la conservazione, la trasformazione, la valutazione nutrizionale degli
alimenti per il bestiame.
Costo complessivo
• superfici coinvolte: 1000-3000 ha/anno;
• indennizzo unitario previsto: fino ad un massimo di
200 C/ha anno in funzione della coltura praticata in alternativa al mais;
• durata interventi: 3 anni.
Totale costi stimati: 1.000.000 euro.
PROGRAMMI INTERREGIONALI
REGIONE LOMBARDIA
PROSPETTO FINANZIARIO RIEPILOGATIVO
Programmi interregionali
Agricoltura e qualità – agricoltura ambiente
Sottoprogramma – tracciabilità prodotti agricoli
azione 1 – Rintracciabilità
azione 2 – Vigilanza e controllo
azione 3 – Produzioni tipiche
totale 3 azioni
Sottoprogramma – monitoraggio direttiva nitrati
Sviluppo rurale
Sottoprogramma – servizi di sviluppo
Sottoprogramma – innovazione e ricerca
Sottoprogramma – monitoraggio sistemi irrigui
Piano sementiero
Piano proteine vegetali
Totale Regione Lombardia
[BUR20040154]
Assegnazione
Ministero a
Regione
Lombardia
944.531,00
375.390,00
600.000,00
539.446,00
833.862,00
708.783,00
4.002.012,00
[4.3.0]
D.d.u.o. 27 febbraio 2004 - n. 2788
Modifica del decreto n. 2400 del 23 febbraio 2004 avente
ad oggetto «Approvazione del documento “Programmi Interregionali Regione Lombardia” – L. 499 del 23 dicembre 1999»
IL DIRIGENTE DELLA UNITÀ ORGANIZZATIVA
Programmazione e ricerca per le filiere agroindustriali
Richiamato il decreto n. 2400 del 23 febbraio 2004 avente
ad oggetto «Approvazione del documento “Programmi interregionali Regione Lombardia” – L. 499 del 23 dicembre
1999»;
Rilevato che per errore materiale nel documento allegato
al citato decreto per il Programma proteine vegetali è stato
indicato un costo totale preventivato di C 1.000.000,00 invece
che della corretta cifra di C 708.783,00;
Ritenuto pertanto di dover provvedere alla modifica del decreto n. 2400/04 rettificando la pag. 36 del documento allegato riportando alla voce «totale costi stimati» la somma di
C 708.783,00;
Dato atto che il resto del decreto e del relativo allegato rimangono invariati;
Visti gli artt. n. 3 e 18 della l.r. 16/96 che individua le competenze dei Dirigenti;
Vista la d.g.r. n. 7622 del 27 dicembre 2001 «Determinazioni in ordine all’assetto organizzativo della Giunta Regionale»;
Visto il decreto n. 614 del 18 gennaio 2002 «Rimodulazione
competenze ed aree di attività delle Direzioni Generali interessate, in attuazione della d.g.r. 27 dicembre 2001, n. 7622»;
Decreta
Recepite le premesse:
di modificare il precedente decreto n. 2400 del 23 febbraio
2004 avente ad oggetto «Approvazione del documento “Programmi interregionali Regione Lombardia” – L. 499 del 23
dicembre 1999» rettificando da C 1.000.000,00 a
C 708.783,00 l’importo indicato alla pag. 36 del documento
relativo al Programma proteine vegetali, alla voce «totale costi stimati», mantenendo invariato il resto del provvedimento.
Giorgio Bonalume
[BUR20040155]
[4.3.0]
D.d.u.o. 9 marzo 2004 - n. 3785
Determinazione dei periodi a rischio e delle aree interes-
Bollettino Ufficiale della Regione Lombardia
– 1208 –
sate dal divieto di movimentazione degli alveari, per l’anno 2004, ai sensi dell’art. 8 del d.m. 10 settembre 1999,
n. 356 «Regolamento recante misure per la lotta obbligatoria contro il colpo di fuoco batterico (Erwinia amylovora), nel territorio della Repubblica»
IL DIRIGENTE DELLA UNITÀ ORGANIZZATIVA
Politiche agroambientali e servizi per le imprese
Visto il d.m. 31 gennaio 1996, «Misure fitosanitarie di protezione contro l’introduzione e la diffusione nel territorio della Repubblica italiana di organismi nocivi ai vegetali» e successive modifiche, in particolare l’allegato II, parte A, Sezione
II, che riporta Erwinia amylovora come organismo da quarantena;
Visto il d.m. 10 settembre 1999, n. 356 «Regolamento recante misure per la lotta obbligatoria contro il colpo di fuoco
batterico (Erwinia amylovora), nel territorio della Repubblica», in particolare l’art. 8 relativo alla movimentazione degli
alveari;
Vista la Direttiva del Consiglio 2000/29/CE dell’8 maggio
2000 concernenti le «Misure di protezione contro l’introduzione nella Comunità di organismi nocivi ai vegetali o ai prodotti vegetali e contro la loro diffusione nella Comunità» e
successive modifiche e integrazioni;
Preso atto che il colpo di fuoco batterico è presente in alcune province della Lombardia;
Considerato che la diffusione di Erwinia amylovora può avvenire anche per mezzo delle api durante il periodo di fioritura delle piante ospiti;
Considerato che esiste il rischio di disseminazione di Erwinia amylovora in aree indenni dalla malattia per mezzo di
alveari provenienti da aree contaminate;
Considerato che, ai sensi dell’art. 8 del d.m. 356/99:
– è necessario regolamentare lo spostamento degli alveari
nei periodi a rischio, da aree o campi contaminati verso aree
indenni allo scopo di salvaguardare le coltivazioni di rosacee
pomoidee in aree non ancora interessate dalla malattia,
– il servizio fitosanitario regionale deve, annualmente, determinare i periodi a rischio e le aree interessate dal divieto
di movimentazione degli alveari;
Preso atto che nel corso del 2003, sulla base delle ispezioni
effettuate dal servizio fitosanitario regionale sulle piante ospiti, sono stati accertati focolai di Erwinia amylovora nelle province di Mantova e Cremona;
Visto il d.P.R. 8 febbraio 1954, n. 320, «Regolamento di polizia veterinaria» che demanda ai Servizi Veterinari la competenza per i controlli sugli alveari;
Considerato che il raggio di volo delle api è stimato in 3
chilometri dall’apiario infetto sulla base dell’art. 154 del Regolamento di polizia veterinaria in merito ai provvedimenti
disposti nei casi di malattie delle api;
Preso atto che il servizio fitosanitario regionale è individuato in Regione Lombardia nella Struttura Servizi Fitosanitari
dell’Unità Organizzativa Politiche Agroambientali e Servizi
per le Imprese della D.G. Agricoltura;
Visti gli artt. n. 3 e 18 della l.r. 16/96 e l’art. 1 della l.r. 2/99
che individuano le competenze e i poteri della Dirigenza;
Visto il decreto n. 25679 del 20 dicembre 2002 «Individuazione delle strutture organizzative e delle relative competenze
e aree di attività delle direzioni generali della Giunta Regionale»;
Vista la d.g.r. n. 11699 del 23 dicembre 2002 «Disposizione
a carattere organizzativo (IV provvedimento 2002)»;
Decreta
Recepite le Premesse:
1. di regolamentare la movimentazione degli alveari, nel periodo compreso tra il 15 marzo e il 30 giugno 2004, dalle aree
contaminate da Erwinia amylovora verso aree ufficialmente
indenni;
2. di individuare come aree contaminate, riportate nell’allegato n. 1 parte integrante e sostanziale del presente atto, il
territorio dei seguenti Comuni:
PROVINCIA DI CREMONA:
Cappella de’ Picenardi, Cella Dati, Cicognola, Cremona, Derovere, Gadesco Pieve Delmona, Malagnino, Persico Dosimo,
Pieve San Giacomo, Sospiro, Vescovato.
PROVINCIA DI MANTOVA:
Carbonara di Po, Felonica, Magnacavallo, Moglia, Pegognaga, Pieve di Coriano, Poggio Rusco, Quingentole, Quistel-
Serie Ordinaria - N. 12 - 15 marzo 2004
lo, Revere, San Benedetto Po, San Giacomo delle Segnate,
San Giovanni del Dosso, Schivenoglia, Sermide, Villa Poma;
3. di consentire lo spostamento degli alveari ubicati nelle
aree indicate al punto 2 nel periodo indicato al punto 1 previa
adozione di idonee misure di quarantena;
4. di stabilire quali idonee misure di quarantena una delle
seguenti:
a) mantenimento degli alveari chiusi per 48 ore precedenti
lo spostamento;
oppure
b) mantenimento degli alveari chiusi per 24 ore precedenti
lo spostamento a condizione che ogni alveare sia sottoposto,
prima della chiusura ad uno dei trattamenti di seguito indicati:
– per gocciolamento, con 5 ml/favo di una soluzione contenente 10 g di acido ossalico, 100 g di zucchero e 100 ml
di acqua;
oppure
– per nebulizzazione, con 5 ml/favo di una soluzione acquosa di acido ossalico al 3%;
5. di trasmettere il presente provvedimento alla Direzione
Sanità per gli adempimenti di competenza;
6. di pubblicare il presente provvedimento sul Bollettino
Ufficiale della Regione Lombardia.
Il Dirigente dell’Unità Organizzativa:
Aldo Deias
Bollettino Ufficiale della Regione Lombardia
– 1209 –
D.G. Artigianato, nuova economia, ricerca
e innovazione tecnologica
[BUR20040156]
[4.5.0]
Com.r. 10 marzo 2004 - n. 37
Comunicato alle Forme Associative Artigiane – L.r. 20
marzo 1990, n. 17, art. 10 «Investimenti socio-economici»
La Direzione Generale Artigianato della Giunta regionale
della Lombardia comunica che: a seguito della mancata disponibilità di risorse finanziarie per l’anno 2004, a partire dalla data di pubblicazione del presente avviso, non potranno
essere presentate domande per la concessione dei constributi
per gli interventi regionali previsti dall’art. 10 della l.r.
n. 17/90 «Investimenti socio-economici».
Si provvederà successivamente a comunicare l’eventuale
riapertura dei termini per la presentazione delle domande.
Per il dirigente dell’Unità Organizzativa
Sviluppo Artigianato: Raffaele Bisignani
D.G. Commercio, fiere e mercati
[BUR20040157]
[4.6.1]
Com.r. 8 marzo 2004 - n. 35
Elenco dei posteggi da assegnare in concessione ai fini
del rilascio della autorizzazione prevista dall’articolo 28
comma 1, lettera a) del d.lgs. 114/98 di cui i Comuni hanno richiesto la pubblicazione ai sensi dell’articolo 5 comma 2 della l.r. 15/00
In relazione alla procedura prevista dall’articolo 5 comma
2 della legge regionale n. 15/00 «Norme in materia di commercio al dettaglio su aree pubbliche in attuazione del d.lgs.
114/98 e “Primi indirizzi regionali di programmazione del
commercio al dettaglio su aree pubbliche”» i Comuni di Antegnate, Casnigo, Cavernago, Treviglio, Azzano Mella, Agnadello, Spino d’Adda, Costa Masnaga, Dolzago, Brugherio, Desio,
Gessate, San Giorgio di Mantova, San Martino dall’Argine,
Lomello, Voghera, Morazzone, Vedano Olona hanno richiesto la pubblicazione sul Bollettino Ufficiale della Regione
Lombardia dei posteggi liberi da assegnare in concessione a
seguito di rilascio della relativa autorizzazione.
Serie Ordinaria - N. 12 - 15 marzo 2004
Si fa presente che i posteggi nn. 101, 102 e 103 relativi al
Comune di Brugherio, istituiti con delibera della Giunta Comunale n. 250 del 22 dicembre 2003, non rientrano negli obiettivi di sviluppo 2000-2002 di cui al Par II.2 punto 1 l.r.
15/00.
La domanda per il rilascio dell’autorizzazione di cui all’articolo 28 comma 1, lettera a) del d.lgs. 114/98, in carta legale e
da predisporsi utilizzando i fac-simili di seguito riportati, con
l’indicazione del posteggio per il quale si chiede l’assegnazione, deve essere inoltrata al Comune sede del posteggio entro
sessanta giorni dalla presente pubblicazione. A tal proposito
i Comuni sono invitati ad avvisare tutti gli operatori del mercato interessati che è stato avviato il procedimento di assegnazione dei posteggi liberi.
Qualora nell’ambito del medesimo mercato sia prevista l’assegnazione di più posteggi e quindi il rilascio di più autorizzazioni gli operatori interessati devono presentare una domanda per ciascuna autorizzazione rilasciabile.
Entro i successivi trenta giorni, ricevute le domande, i Comuni formulano e pubblicano la graduatoria sulla base dei
criteri di priorità previsti dall’articolo 5 comma 5 della citata
legge regionale. In ordine ai predetti criteri di priorità si precisa quanto segue:
1) l’anzianità di registro delle imprese è comprensiva anche dell’anzianità maturata come ex registro ditte;
2) con riguardo al criterio di cui alla lettera b) dell’articolo
5 comma 5 l’«anzianità di registro delle imprese» è riferita all’attività espletata nel settore commerciale.
Gli assegnatari che sono utilmente collocati in graduatoria
hanno titolo ad ottenere il rilascio della autorizzazione di cui
all’articolo 28, comma 1, lettera a) del d.lgs. n. 114/98 e la
relativa concessione del posteggio.
Il dirigente dell’U/O Commercio:
Francesca Borgato
ALLEGATI:
A) Elenco posteggi
B) Fac-simile domanda persona fisica
C) Fac-simile domanda società di persone
——— • ———
ALLEGATO A)
ELENCO POSTEGGI
CARATTERISTICHE DEL MERCATO
CARATTERISTICHE DEL POSTEGGIO
G=giornaliero
N°
1
2
3
4
5
Codice
COMUNE
Prov.
ISTAT
16010
16010
16010
16060
16066
ANTEGNATE
ANTEGNATE
ANTEGNATE
CASNIGO
CAVERNAGO
BG
BG
BG
BG
BG
UBICAZIONE
(Via o Piazza principale
che identifica il mercato)
VIA DONIZETTI
VIA DONIZETTI
VIA DONIZETTI
PIAZZALE MERCATO
PIAZZA S. D'ACQUISTO
Giorno di
mercato
dalle
ore
alle
ore
S=settimanale
N° del
Totale
posteggi posteggio
libero
mercato
Q=quindicinale
M=mensile
VENERDI
VENERDI
VENERDI
GIOVEDI
SABATO
8.00
8.00
8.00
7.45
8.00
13.00
13.00
13.00
12.00
12.30
T=stagionale
S
S
S
S
S
dal
al
19
19
19
22
14
8
4
18
11
1
DIMENSIONI
lung.
7,00
6,60
7,00
5,00
9,00
larg.
5,00
5,00
5,00
4,00
5,00
16066 CAVERNAGO
BG
PIAZZA S. D'ACQUISTO
SABATO
8.00
12.30
S
14
2
9,00
5,00
45,00
7
8
9
10
11
12
13
16066
16219
16219
008
008
008
19002
BG
BG
BG
BS
BS
BS
CR
PIAZZA S. D'ACQUISTO
P.ZZA CAMERONI
P.ZZA CAMERONI
V.LE PAOLO VI
V.LE PAOLO VI
V.LE PAOLO VI
VIA VAILATE
SABATO
SABATO
SABATO
VENERDI
VENERDI
VENERDI
GIOVEDI
8.00
7.30
7.30
8.00
8.00
8.00
14.45
12.30
13.00
13.00
13.00
13.00
13.00
19.00
S
S
S
S
S
S
S
14
197
197
10
10
10
13
13
118
127
4
6
7
5
9,00
7,50
6,50
9,00
9,00
9,00
8,00
5,00
5,00
4,30
5,00
5,00
5,00
5,00
45,00
37,50
27,95
45,00
45,00
45,00
40,00
14
19002 AGNADELLO
AGNADELLO
SPINO D'ADDA
SPINO D'ADDA
SPINO D'ADDA
CR
15
16
17
18
19002
19102
19102
19102
19
97026 COSTA MASNAGA
LC
20
97031 DOLZAGO
LC
21
22
23
24
25
26
27
28
97031
15034
15034
15034
15034
15034
15034
15034
LC
MI
MI
MI
MI
MI
MI
MI
DOLZAGO
BRUGHERIO
BRUGHERIO
BRUGHERIO
BRUGHERIO
BRUGHERIO
BRUGHERIO
BRUGHERIO
CR
CR
CR
CR
VIA VAILATE
GIOVEDI
VIA VAILATE
GIOVEDI
PIAZZA MERCATO
SABATO
PIAZZA MERCATO
SABATO
PIAZZA MERCATO
SABATO
VIA DONATORI
VOLONTARI DEL SANGUE
LUNEDI
VIA PROVINCIALE C/O
CENTRO SPORTIVO C.LE MERCOLEDI
VIA PROVINCIALE C/O
CENTRO SPORTIVO C.LE MERCOLEDI
CAPOLUOGO
SABATO
CAPOLUOGO
SABATO
CAPOLUOGO
SABATO
CAPOLUOGO
SABATO
SAN DAMIANO
VENERDI
SAN DAMIANO
VENERDI
SAN DAMIANO
VENERDI
14.45 19.00
S
13
7
8,00
5,00
D.C.R.
Tipologia
merceol.
non
alim.
alim.
tot. mq.
35,00 X
33,00
X
35,00 X
20,00 X
CASALINGHI
45,00
X
6
CAVERNAGO
TREVIGLIO
TREVIGLIO
AZZANO MELLA
AZZANO MELLA
AZZANO MELLA
AGNADELLO
Settore
merceolog
40,00
X
Par. II.2 n. VII/950
Attrez.
Alim. Esistente punto 2 27.01.04
SI/NO
l.r. 15/00
1000 post. 1200 post.
NO
NO
NO
ABBIGLIAMEN
TO E SUOI
ACCESSORI
GASTRONOMIA
X
X
X
X
X
X
NO
X
X
X
X
X
X
X
X
NON AMMESSI
PESCHERIA E
CARNI
FRESCHE
NO
X
NON AMMESSI
PESCHERIA E
CARNI
FRESCHE
NO
X
X
X
X
SI
X
NO
X
NO
NO
X
X
NO
NO
X
X
X
X
X
DOLCIUMI
NO
NO
X
X
X
X
X
14.45
14.00
14.00
14.00
19.00
18.00
18.00
18.00
S
S
S
S
13
30
30
30
8
9
10
12
10,00
7,00
7,00
5,00
5,00
5,00
5,00
5,00
50,00
35,00
35,00
25,00
X
8.30
12.30
S
42
41
7,00
3,00
21,00
X
8.00
13.00
S
20
5
7,00
5,00
35,00
8.00
7.30
7.30
7.30
7.30
7.30
7.30
7.30
13.00
13.30
13.30
13.30
13.30
13.30
13.30
13.30
S
S
S
S
S
S
S
S
20
106
106
106
106
26
26
26
18
100
101
102
103
6
10
18
7,00
6,00
6,00
6,00
6,00
6,00
7,00
6,00
5,00
5,00
5,00
5,00
5,00
5,00
5,00
5,00
35,00
30,00
30,00
30,00
30,00
30,00
35,00
30,00
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
CARATTERISTICHE DEL MERCATO
CARATTERISTICHE DEL POSTEGGIO
G=giornaliero
N°
29
30
Codice
COMUNE
Prov.
ISTAT
15034 BRUGHERIO
15100 DESIO
MI
MI
UBICAZIONE
(Via o Piazza principale
che identifica il mercato)
SAN DAMIANO
P.ZZA CARENDON
Giorno di
mercato
dalle
ore
alle
ore
S=settimanale
N° del
Totale
posteggi posteggio
libero
mercato
Q=quindicinale
M=mensile
VENERDI
VENERDI
7.30
7.30
13.30
13.00
T=stagionale
S
S
dal
al
26
24
20
5
DIMENSIONI
lung.
6,00
7,00
Settore
merceolog
alim.
larg. tot. mq.
5,00 30,00
5,00 35,00 X
D.C.R.
Tipologia
merceol.
non
alim.
Par. II.2 n. VII/950
Attrez.
Alim. Esistente punto 2 27.01.04
SI/NO
l.r. 15/00
1000 post. 1200 post.
X
CARNI
SI
SI
X
PRODOTTI
ITTICI
TESSILI
X
X
31
32
15100 DESIO
15100 DESIO
MI
MI
P.ZZA CARENDON
P.ZZA CARENDON
VENERDI
VENERDI
7.30
7.30
13.00
13.00
S
S
24
24
11
17
7,00
7,00
5,00
5,00
35,00
35,00
33
15100 DESIO
MI
P.ZZA CARENDON
VENERDI
7.30
13.00
S
24
18
7,00
5,00
35,00
X
LIBRI,AUDIOVI
SIVI E SIMILI
X
34
15100 DESIO
MI
P.ZZA CARENDON
VENERDI
7.30
13.00
S
24
20
7,00
5,00
35,00
X
ARTICOLI PER
IGIENE CASA
X
X
GIOCATTOLI,
ARTICOLI DA
REGALO E
SIMILI
X
X
PROFUMERIA
E IGIENE
PERSONA
X
35
36
37
38
39
40
41
42
43
44
45
46
47
15100 DESIO
15100 DESIO
106
20057
20059
20059
18083
18083
109
12105
12134
12134
12134
GESSATE
SAN GIORGIO DI MANTOVA
SAN MARTINO DALL'ARGINE
SAN MARTINO DALL'ARGINE
LOMELLO
LOMELLO
VOGHERA
MORAZZONE
VEDANO OLONA
VEDANO OLONA
VEDANO OLONA
MI
MI
MI
MN
MN
MN
PV
PV
PV
VA
VA
VA
VA
P.ZZA CARENDON
P.ZZA CARENDON
VIA ALDO MORO
PIAZZA REPUBBLICA
PIAZZA MATTEOTTI
PIAZZA MATTEOTTI
PIAZZA REPUBBLICA
PIAZZA REPUBBLICA
PIAZZA DUOMO
PIAZZALE AVIS
VIA DANTE ALIGHIERI
VIA DANTE ALIGHIERI
VIA DANTE ALIGHIERI
VENERDI
VENERDI
MARTEDì
MERCOLEDI
MARTEDì
MARTEDì
MARTEDì
MARTEDì
VENERDI
MARTEDì
LUNEDI
LUNEDI
LUNEDI
7.30
7.30
8.30
7.00
7.30
7.30
7.00
7.00
7.00
6.00
8.00
8.00
8.00
13.00
13.00
13.00
14.00
13.00
13.00
13.00
13.00
13.00
14.00
13.00
13.00
13.00
S
S
S
S
S
S
S
S
S
S
S
S
S
24
24
36
20
17
17
24
24
144
8
42
42
42
22
23
33
7
7
12
7
8
8
4
20
22
35
7,00
7,00
7,00
5,00
5,50
9,00
4,00
6,00
9,00
5,50
8,00
7,00
8,00
5,00
5,00
4,00
9,00
10,20
4,90
4,00
5,00
4,00
4,50
4,00
4,00
4,00
X
X
X
35,00
35,00
28,00
45,00
56,10
44,10
16,00
30,00
36,00
24,75
32,00
28,00
32,00
0,00
SOLO
VENDITA
FORMAGGI,SA
LUMI E
SCATOLAME
X
X
NO
X
X
X
X
X
NO
NO
NO
NO
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
Bollettino Ufficiale della Regione Lombardia
1212
Serie Ordinaria - N. 12 – 15 marzo 2004
ALLEGATO B)
marca
da
bollo
(spazio per l’ufficio)
PERSONA FISICA
Al COMUNE di
Oggetto: domanda di rilascio di autorizzazione per esercitare l’attività di commercio su aree pubbliche, di cui all’art. 28,
comma 1, lettera a) del decreto legislativo 114/98.
Il/la sottoscritto/a
Cognome _______________________________________________ Nome __________________________________
data di nascita _____________________________________ luogo di nascita _________________________________
cittadinanza ________________________________ residente a ________________________________ Prov. _______
via, piazza, ecc. _______________________________________________________ n. ___________ CAP _________
Codice fiscale ________________________________________________
CHIEDE
il rilascio dell’autorizzazione di cui all’oggetto per esercitare il commercio su aree pubbliche sul sottoindicato posteggio
QUADRO A
Comune di _______________________________________ giorno di mercato _____________________________
Via / P.zza ____________________________________________________________________________________
posteggio n. _____________________ di dimensioni: _________________________________________________
settore merceologico: ‰ alimentare ‰ non alimentare
attrezzato alimentare: ‰ SI oppure ‰ NO
pubblicato sul Bollettino Ufficiale Regione Lombardia n. _________________ del __________________________
A tal fine:
DICHIARA
-
di essere in possesso dei requisiti morali di cui all’articolo 5 commi 2 e 4 del decreto legislativo 114/98 e che non
sussistono nei propri confronti “cause di divieto, di decadenza o di sospensione di cui all’articolo 10 della legge 31
maggio 1965, n. 575” (antimafia);
di non possedere più di una autorizzazione e relativa concessione di posteggio nello stesso mercato.
QUADRO B
(A) ‰ di non essere iscritto al Registro Imprese
oppure
(B) ‰ di essere iscritto al Registro Imprese presso la Camera di Commercio di ______________________________
al n. R.E.A. (Repertorio Economico Amministrativo) _____________________________________________
Bollettino Ufficiale della Regione Lombardia
Serie Ordinaria - N. 12 – 15 marzo 2004
1213
DICHIARA INOLTRE
QUADRO C (da compilare solo per il commercio relativo al settore merceologico alimentare)
di essere in possesso di uno dei seguenti requisiti professionali di cui all’articolo 5 comma 5 del
decreto legislativo 114/98:
(A) ‰ aver frequentato con esito positivo il corso professionale per il commercio del settore alimentare:
denominazione dell’istituto _______________________________ sede ______________________________
data conseguimento attestato ______________________________
(B) ‰ aver esercitato in proprio l’attività di vendita di prodotti alimentari:
tipo di attività ____________________________________ dal _________________ al _________________
n. di iscrizione al Registro Imprese ___________________ CCIAA di ____________ n. R.E.A. __________
(C) ‰ aver prestato la propria opera presso imprese esercenti l’attività di vendita di prodotti alimentari:
- quale dipendente qualificato, regolarmente iscritto all’INPS, dal ____________________ al _____________
denominazione ___________________________________ sede ________________ n. R.E.A. ___________
- quale collaboratore familiare, regolarmente iscritto all’INPS, dal ____________________ al _____________
denominazione ___________________________________ sede ________________ n. R.E.A. ___________
(D) ‰ essere stato iscritto nell’ultimo quinquennio al Registro Esercenti il Commercio (REC) presso la CCIAA
di ______________________________________ con il n. ________________ per il commercio delle tabelle
merceologiche ___________________________________________________________________________
QUADRO D
(A) ‰ di non essere in possesso del titolo di priorità per il rilascio dell’autorizzazione richiesta.
oppure
(B) ‰ di essere in possesso del titolo di priorità indicato nel QUADRO E.
QUADRO E
1) ‰ presenze maturate nell’ambito del singolo mercato - l.r. 15/2000 art. 5, comma 5) lettera a) n. _____________
oppure
1) ‰ che ai sensi dell’art. 18, comma 2 della l. 241/90 le informazioni sopra richieste sono presenti in documenti già
in possesso dell’Amministrazione Comunale dove è ubicato il mercato sede del posteggio da assegnare.
2) ‰ anzianità di registro delle imprese – l.r. 15/2000 art. 5, comma 5 lettera b)
data di iscrizione _________________________________ anni ____________ mesi __________ giorni ______
3) ‰ anzianità dell’attività di commercio su aree pubbliche attestata da Registro delle Imprese – l.r. 15/2000 art. 5,
comma 5 lettera c)
data di iscrizione ________________________________ anni_____________ mesi___________ giorni _____
N.B.: i requisiti indicati nel presente QUADRO devono essere posseduti alla data di pubblicazione sul B.U.R.L..
Il sottoscritto è consapevole che le dichiarazioni false, la falsità negli atti e l’uso di atti falsi comportano l’applicazione
delle sanzioni penali previste dall’art. 26 L. n. 15/1968.
Data, ________________________
Firma
_____________________________
ISTRUZIONI PER LA COMPILAZIONE:
Indicare nel QUADRO A i dati relativi al posteggio richiesto, come risultano pubblicati sul B.U.R.L. (Bollettino
Ufficiale Regione Lombardia).
Nel QUADRO B barrare la casella (A) oppure quella (B).
Il QUADRO C è da compilare solo per il commercio relativo al settore merceologico alimentare.
Nel QUADRO D barrare la casella (A) oppure quella (B). Quando si è barrata la casella (B) nel QUADRO D, barrare
una o più caselle QUADRO E.
La presente domanda può essere consegnata direttamente al protocollo del Comune competente o inviata allo stesso
con raccomandata A.R..
Bollettino Ufficiale della Regione Lombardia
1214
Serie Ordinaria - N. 12 – 15 marzo 2004
ALLEGATO C)
marca
da
bollo
(spazio per l’ufficio)
SOCIETA’ DI PERSONE
Al COMUNE di
Oggetto: domanda di rilascio di autorizzazione per esercitare l’attività di commercio su aree pubbliche, di cui all’art. 28,
comma 1, lettera a) del decreto legislativo 114/98.
Il/la sottoscritto/a
Cognome ___________________________________________ Nome _______________________________________
data di nascita ______________________________ luogo di nascita ________________________________________
cittadinanza _________________________________ residente a _________________________________ Prov. _____
via, piazza, ecc. _____________________________________________________________ n. ______ CAP ________
in qualità di legale rappresentante della società:
denominazione ___________________________________________________________________________________
con sede in _________________________________ Prov. _______ via, piazza, ecc. ___________________________
n. ______ CAP _________ iscritta al Registro Imprese al n. R.E.A. _________________________________________
presso la Camera di Commercio di ______________________________ Codice Fiscale _________________________
CHIEDE
il rilascio dell’autorizzazione di cui all’oggetto per esercitare il commercio su aree pubbliche sul sottoindicato posteggio
QUADRO A
Comune di __________________________________________ giorno di mercato ___________________________
Via/P.zza _____________________________________________________________________________________
posteggio n. _________________ di dimensioni: ______________________________________________________
settore merceologico: ‰ alimentare ‰ non alimentare
attrezzato alimentare: ‰ SI oppure ‰ NO
pubblicato sul Bollettino Ufficiale Regione Lombardia n. _______________ del _____________________________
A tal fine:
-
DICHIARA
di essere in possesso dei requisiti morali di cui all’articolo 5 commi 2 e 4 del decreto legislativo 114/98 e che non
sussistono nei propri confronti “cause di divieto, di decadenza o di sospensione di cui all’articolo 10 della legge 31
maggio 1965, n. 575” (antimafia);
di non possedere più di una autorizzazione e relativa concessione di posteggio nello stesso mercato.
Bollettino Ufficiale della Regione Lombardia
Serie Ordinaria - N. 12 – 15 marzo 2004
1215
DICHIARA INOLTRE
QUADRO B (da compilare solo per il commercio relativo al settore merceologico alimentare)
‰ di essere in possesso di uno dei seguenti requisiti professionali di cui all’articolo 5 comma 5 del decreto
legislativo 114/98:
(A) ‰ aver frequentato con esito positivo il corso professionale per il commercio del settore alimentare:
denominazione dell’istituto _______________________________________ sede ______________________
data conseguimento attestato ________________________________________________________________
(B) ‰ aver esercitato in proprio l’attività di vendita di prodotti alimentari:
tipo di attività ___________________________________________ dal _______________ al ____________
n. di iscrizione al Registro Imprese _____________________ CCIAA di ______________ n. R.E.A._______
(C) ‰ aver prestato la propria opera presso imprese esercenti l’attività di vendita di prodotti alimentari:
- quale dipendente qualificato, regolarmente iscritto all’INPS, dal ____________________ al ____________
denominazione __________________________________ sede __________________ n. R.E.A. _________
- quale collaboratore familiare, regolarmente iscritto all’INPS, dal ____________________ al ____________
denominazione __________________________________ sede __________________ n. R.E.A. _________
(D) ‰ essere stato iscritto nell’ultimo quinquennio al Registro Esercenti il Commercio (REC) presso la CCIAA
di _________________________________________________ con il n. _____ per il commercio delle tabelle
merceologiche ____________________________________________________________________________
oppure
‰ che i requisiti professionali di cui all’articolo 5 comma 5 del decreto legislativo 114/98 sono posseduti dal signor
_____________________________________________ che ha compilato la dichiarazione di cui al QUADRO E
allegato alla domanda di autorizzazione.
QUADRO C
(A)
‰ che la società suindicata non è in possesso del titolo di priorità per il rilascio dell’autorizzazione richiesta
oppure
(B) ‰ che la società suindicata è in possesso del titolo di priorità indicato nel QUADRO D.
QUADRO D
(1) ‰ presenze maturate nell’ambito del singolo mercato - l.r. 15/2000 art. 5, comma 5) lettera a) n. ______________
oppure
(1) ‰ che ai sensi dell’art. 18, comma 2 della l. 241/90 le informazioni sopra richieste sono presenti in documenti già
in possesso dell’Amministrazione Comunale dove è ubicato il mercato sede del posteggio da assegnare.
(2) ‰ anzianità di registro delle imprese – l.r. 15/2000 art. 5, comma 5 lettera b)
data di iscrizione ___________________________ anni ____________ mesi____________ giorni ________
(3) ‰ anzianità dell’attività di commercio su aree pubbliche attestata da Registro delle Imprese – l.r. 15/2000 art 5,
comma 5 lettera c)
data di iscrizione ___________________________ anni ____________ mesi____________ giorni ________
N.B.: i requisiti indicati nel presente QUADRO devono essere posseduti alla data di pubblicazione sul B.U.R.L..
Il sottoscritto è consapevole che le dichiarazioni false, la falsità negli atti e l’uso di atti falsi comportano l’applicazione
delle sanzioni penali previste dall’art. 26 L. n. 15/1968.
Data _____________________
Firma _____________________
Bollettino Ufficiale della Regione Lombardia
1216
Serie Ordinaria - N. 12 – 15 marzo 2004
QUADRO E allegato alla domanda (da compilare solo per il commercio relativo al settore merceologico alimentare
da parte di altra persona specificatamente preposta all’attività commerciale diversa dal legale rappresentante)
Cognome ___________________________ Nome __________________________ C.F. ______________________
Data di nascita _______________________ Cittadinanza _______________________________________________
Luogo di nascita: Stato _________________ Provincia ______ Comune ___________________________________
Residenza: Via, piazza, ecc. _________________________________ n. __________ C.A.P. ___________________
Comune ___________________________________________________ Prov. _____________________
dichiara
di essere in possesso di uno dei seguenti requisiti professionali di cui all’articolo 5 comma 5 del decreto legislativo
114/98:
(A) ‰ aver frequentato con esito positivo il corso professionale per il commercio del settore alimentare:
denominazione dell’istituto ___________________________________________ sede _________________
data conseguimento attestato _____________________________________
(B) ‰ aver esercitato in proprio l’attività di vendita di prodotti alimentari:
tipo di attività ________________________________________ dal _________________ al _____________
n. di iscrizione al Registro Imprese __________________ CCIAA di _________________ n. R.E.A. _______
(C) ‰ aver prestato la propria opera presso imprese esercenti l’attività di vendita di prodotti alimentari:
- quale dipendente qualificato, regolarmente iscritto all’INPS, dal ___________________ al ______________
denominazione ________________________________ sede _____________________ n. R.E.A. _______
- quale collaboratore familiare, regolarmente iscritto all’INPS, dal ___________________ al ______________
denominazione _________________________________ sede _____________________ n. R.E.A. _______
(D) ‰ essere stato iscritto nell’ultimo quinquennio al Registro Esercenti il Commercio (REC) presso la CCIAA
di ___________________________________ con il n. __________________ per il commercio delle tabelle
merceologiche ____________________________________________________________________________
Il sottoscritto consapevole che le dichiarazioni false, la falsità negli atti e l’uso di atti falsi comportano l’applicazione
delle sanzioni penali previste dall’art. 26 L. n. 15/1968.
Data ______________________
Firma __________________________
QUADRO F allegato alla domanda (da compilare a cura di soci/amministratori diversi dal legale rappresentante
della medesima società che ha richiesto l’autorizzazione)
Cognome ___________________________ Nome __________________________ C.F. ______________________
Data di nascita _______________________ Cittadinanza _______________________________________________
Luogo di nascita: Stato _________________ Provincia ______ Comune ___________________________________
Residenza: Via, piazza, ecc. _________________________________ n. __________ C.A.P. ___________________
Comune ___________________________________________________ Prov. _____________________
dichiara
- di essere in possesso dei requisiti morali previsti dall’articolo 5 commi 2 e 4 del decreto legislativo 14/98;
- che non sussistono nei propri confronti “cause di divieto, di decadenza o di sospensione di cui all’articolo 10 della
legge 31 maggio 1965, n. 575” (antimafia).
Il sottoscritto consapevole che le dichiarazioni false, la falsità negli atti e l’uso di atti falsi comportano l’applicazione
delle sanzioni penali previste dall’art. 26 L. n. 15/1968.
Data __________________
Firma __________________________
Bollettino Ufficiale della Regione Lombardia
Serie Ordinaria - N. 12 – 15 marzo 2004
1217
Cognome ___________________________ Nome _____________________ C.F. ___________________________
Data di nascita ________________________ Cittadinanza ______________________________________________
Luogo di nascita: Stato _________________________ Provincia _______ Comune __________________________
Residenza: Via, piazza, ecc._______________________________________________ n. _______ C.A.P. ________
Comune __________________________________________________________________ Prov. ______
dichiara
- di essere in possesso dei requisiti morali previsti dall’articolo 5 commi 2 e 4 del decreto legislativo
114/98;
- che non sussistono nei propri confronti “cause di divieto, di decadenza o di sospensione
di cui all’articolo 10 della legge 31 maggio 1965, n. 575” (antimafia).
Il sottoscritto consapevole che le dichiarazioni false, la falsità negli atti e l’uso di atti falsi comportano l’applicazione
delle sanzioni penali previste dall’art. 26 L. n. 15/1968.
Data ________________________
Firma _______________________________
--------------------------------------------------------------------------------------------------------------------Cognome ___________________________ Nome _____________________ C.F. ___________________________
Data di nascita ________________________ Cittadinanza ______________________________________________
Luogo di nascita: Stato _________________________ Provincia _______ Comune __________________________
Residenza: Via, piazza, ecc._______________________________________________ n. _______ C.A.P. ________
Comune __________________________________________________________________ Prov. _______
dichiara
- di essere in possesso dei requisiti morali previsti dall’articolo 5 commi 2 e 4 del decreto legislativo 114/98;
- che non sussistono nei propri confronti “cause di divieto, di decadenza o di sospensione di cui all’articolo
10 della legge 31 maggio 1965, n. 575” (antimafia).
Il sottoscritto consapevole che le dichiarazioni false, la falsità negli atti e l’uso di atti falsi comportano l’applicazione
delle sanzioni penali previste dall’art. 26 L. n. 15/1968.
Data ________________________
Firma _______________________________
ISTRUZIONI PER LA COMPILAZIONE:
Indicare nel QUADRO A i dati relativi al posteggio richiesto, come risultano pubblicati sul B.U.R.L. (Bollettino
Ufficiale Regione Lombardia).
Indicare nel QUADRO B chi possiede i requisiti professionali per il settore merceologico alimentare. Nel caso i
predetti requisiti professionali siano posseduti da soggetto diverso dal legale rappresentante compilare il QUADRO E
allegato alla domanda di autorizzazione.
Nel QUADRO C barrare la casella (A) oppure quella (B). Quando si è barrata la casella (B) nel QUADRO C, barrare
una o più caselle QUADRO D.
Le dichiarazioni di cui al QUADRO F allegato alla domanda devono essere compilate da soci/amministratori diversi
dal legale rappresentante che ha presentato la domanda di autorizzazione.
La presente domanda può essere consegnata direttamente al protocollo Comunale competente o inviata allo stesso
con raccomandata A.R..
Bollettino Ufficiale della Regione Lombardia
Serie Ordinaria - N. 12 - 15 marzo 2004
– 1218 –
D.G. Industria, piccola e media impresa e cooperazione e turismo
[BUR20040158]
[3.6.0]
Com.r. 4 marzo 2004 - n. 32
Elenco candidati idonei guida turistica e accompagnatore turistico bandi 2003 – Amministrazione Provinciale di Pavia
ELENCO CANDIDATI IDONEI GUIDA TURISTICA
BANDI 2003 ESPLETATI DALLE AMMINISTRAZIONI PROVINCIALI
N.
1
2
3
4
5
COGNOME
BENEDICENTI
FERGONZI
PIREDDU
ROVELLI
TODESCHINI
NOME
GIOVANBATTISTA
MAURIZIO ALESSANDRO
VALENTINA
ANTONIO
SARA
NATO/A
PESCARA
PAVIA
PAVIA
PAVIA
CITTIGLIO
IL
30/05/1969
07/12/1978
01/04/1977
13/12/1964
19/07/1976
LINGUA/E
INGLESE
INGLESE/FRANCESE
INGLESE
INGLESE
FRANCESE
PROV.
PV
PV
PV
PV
PV
ELENCO CANDIDATI IDONEI ACCOMPAGNATORE TURISTICO
BANDI 2003 ESPLETATI DALLE AMMINISTRAZIONI PROVINCIALI
N.
1
2
3
4
5
6
COGNOME
BOBBA
CONTARDI
COSENTINO DI VALASQUO
MARNONI
MORELLI
PIGNATEL
NOME
NATO/A
IL
LINGUA/E
MARCELLO
FRANCESCO
DANIELE
ATTILIA
SANDRA
MARGHERITA
VOGHERA
CODOGNO
SAVONA
COMO
BRESCIA
MILANO
18/02/1965
23/11/1978
24/05/1974
19/08/1974
19/03/1956
14/09/1976
RUSSO
INGLESE/RUSSO
INGLESE
INGLESE/SPAGNOLO
INGLESE
INGLESE/FRANCESE/SPAGNOLO
D.G. Infrastrutture e mobilità
[BUR20040159]
[5.2.0]
72 «Poggiridenti-Municipio» in Comune di Poggiridenti
(SO)
IL DIRIGENTE DELL’UNITÀ ORGANIZZATIVA VIABILITÀ
Omissis
D.d.u.o. 12 febbraio 2004 - n. 1760
Decreto legislativo 30 aprile 1992, n. 285. Provincia di
Lecco. Declassificazione a strade comunali dei seguenti
tratti stradali: S.P. n. 47 dir. Bosisio Parini dal km 0+125
al km 3+200 in Comune di Bosisio Parini (LC); S.P. n. 47
dir. S.S. n. 36 dal km 0+000 al km 1+400 in Comune di
Bosisio Parini (LC); S.P. n. 52 dal km 0+550 al km 2+250
in Comune di Sirone (LC); S.P. n. 52 dal km 2+250 al km
2+800 in Comune di Dolzago (LC); S.P. n. 56 dal km
12+600 al km 13+206 in Comune di Verderio Inferiore
(LC)
IL DIRIGENTE DELL’UNITÀ ORGANIZZATIVA VIABILITÀ
Omissis
Decreta
Art. 1 – È approvata la declassificazione a strade comunali
dei seguenti tratti viari come individuato con la deliberazione
del Consiglio provinciale di Lecco n. 1 dell’8 gennaio 2004:
– S.P. n. 47 dir. Bosisio Parini dal km 0+125 al km 3+200
in Comune di Bosisio Parini (LC);
– S.P. n. 47 dir. S.S. n. 36 dal km 0+000 al km 1+400 in
Comune di Bosisio Parini (LC);
– S.P. n. 52 dal km 0+550 al km 2+250 in Comune di Sirone
(LC);
– S.P. n. 52 dal km 2+250 al km 2+800 in Comune di Dolzago (LC);
– S.P. n. 56 dal km 12+600 al km 13+206 in Comune di
Verderio Inferiore (LC).
Art. 2 – La Provincia di Lecco che consegna i tronchi stradali ai nuovi gestori dovrà elencare le opere strutturali presenti quali ponticelli, ponti, opere conto terzi ed altro e dovrà
consegnare sia la relativa documentazione tecnica di base sia
eventuale documentazione tecnica integrativa relativa ad eventuali interventi di restauro o ristrutturazione statica.
In caso di assenza di documentazione tecnica la Provincia
di Lecco dovrà fare una esplicita dichiarazione al riguardo.
Il Dirigente di Unità Organizzativa viabilità:
Marco Cesca
[BUR20040160]
[5.2.0]
D.d.u.o. 19 febbraio 2004 - n. 2214
Decreto legislativo 30 aprile 1992, n. 285. Provincia di
Sondrio. Declassificazione a strada comunale della S.P.
ABILITATI
PRESSO
PROV.
PV
PV
PV
PV
PV
PV
Decreta
Art. 1 – È approvata la declassificazione a strada comunale
della S.P. 72 «Poggiridenti-Municipio» in Comune di Poggiridenti (SO) come individuato con la deliberazione del Consiglio provinciale di Sondrio n. 76 del 28 novembre 2004.
Art. 2 – La Provincia di Sondrio che consegna il tronco stradale al nuovo gestore dovrà elencare le opere strutturali presenti e dovrà consegnare sia la relativa documentazione tecnica di base sia eventuale documentazione tecnica integrativa
relativa ad eventuali interventi di restauro o ristrutturazione
statica.
In caso di assenza di documentazione tecnica la Provincia
di Sondrio dovrà fare una esplicita dichiarazione al riguardo.
Il Dirigente di Unità Organizzativa viabilità:
Marco Cesca
[BUR20040161]
[5.2.0]
D.d.u.o. 19 febbraio 2004 - n. 2215
Decreto legislativo 30 aprile 1992, n. 285. Provincia di
Sondrio. Declassificazione a strada comunale della S.P.
28 «Biancone-Stazione F.S.» in Comune di Bianzone (SO)
IL DIRIGENTE DELL’UNITÀ ORGANIZZATIVA VIABILITÀ
Omissis
Decreta
Art. 1 – È approvata la declassificazione a strada comunale
della S.P. 28 «Biancone-Stazione F.S.» in Comune di Bianzone (SO) come individuato con la deliberazione del Consiglio
provinciale di Sondrio n. 75 del 28 novembre 2004.
Art. 2 – La Provincia di Sondrio che consegna il tronco stradale al nuovo gestore dovrà elencare le opere strutturali presenti e dovrà consegnare sia la relativa documentazione tecnica di base sia eventuale documentazione tecnica integrativa
relativa ad eventuali interventi di restauro o ristrutturazione
statica.
In caso di assenza di documentazione tecnica la Provincia
di Sondrio dovrà fare una esplicita dichiarazione al riguardo.
Il Dirigente di Unità Organizzativa viabilità:
Marco Cesca
[BUR20040162]
[5.2.0]
D.d.u.o. 19 febbraio 2004 - n. 2216
Decreto legislativo 30 aprile 1992, n. 285. Provincia di
Bollettino Ufficiale della Regione Lombardia
Serie Ordinaria - N. 12 - 15 marzo 2004
– 1219 –
Sondrio. Declassificazione a strada comunale della S.P.
65 «Delebio-Piantedo» in Comune di Delebio (SO)
IL DIRIGENTE DELL’UNITÀ ORGANIZZATIVA VIABILITÀ
Omissis
Decreta
Art. 1 – È approvata la declassificazione a strada comunale
della S.P. 65 «Delebio-Piantedo» in Comune di Delebio (SO)
come individuato con la deliberazione del Consiglio provinciale di Sondrio n. 74 del 28 novembre 2004.
Art. 2 – La Provincia di Sondrio che consegna il tronco stradale al nuovo gestore dovrà elencare le opere strutturali presenti e dovrà consegnare sia la relativa documentazione tecnica di base sia eventuale documentazione tecnica integrativa
relativa ad eventuali interventi di restauro o ristrutturazione
statica.
In caso di assenza di documentazione tecnica la Provincia
di Sondrio dovrà fare una esplicita dichiarazione al riguardo.
Il Dirigente di Unità Organizzativa viabilità:
Marco Cesca
[BUR20040163]
cosı̀ come previsto all’allegato 1, sub allegato A, punto 3, della
d.g.r. n. 14101/2003;
Considerato che in sede di definizione della graduatoria si
è dovuto procedere ad un ulteriore approfondimento delle casistiche degli interventi per definire correttamente il riparto
dei finanziamenti per il biennio 2004-2005;
Rilevata la presenza di vincoli ambientali-paesaggistici
(SIC) e funzionali alla realizzazione degli interventi (lotti) che
richiedono ulteriori approfondimenti progettuali, è stato stabilito, al fine di predisporre correttamente i progetti esecutivi
delle opere, di prevedere il finanziamento di detti interventi
nell’annualità 2005 a prescindere dalla posizione in graduatoria;
Vista la graduatoria definitiva, riportata negli allegati 1, 2,
3, che costituiscono parte integrante del presente decreto;
Visto l’allegato 4, parte integrante del presente decreto, che
indica gli interventi non ammessi al finanziamento regionale;
Preso atto che la realizzazione degli interventi specificati
nel programma verrà finanziata mediante l’utilizzo di risorse
disponibili sui capitoli 534 e 535 per gli anni 2004-2005 come
di seguito specificato:
[5.2.2]
D.d.u.o. 27 febbraio 2004 - n. 2799
Approvazione della graduatoria per la concessione di finanziamenti per interventi di manutenzione e potenziamento del demanio della navigazione interna in attuazione della d.g.r. n. 14101 dell’8 agosto 2003
IL DIRIGENTE DELL’UNITÀ ORGANIZZATIVA
Premesso che l’art. 11 della legge n. 281/70 trasferisce alle
regioni la titolarità del demanio portuale delle acque interne
e che le opere attinenti ai porti lacuali sono di competenza
regionale ai sensi del d.P.R. n. 5/72 e del d.P.R. n. 616/77;
Visti:
• la d.g.r. n. 14101 dell’8 agosto 2003 «Programma 2004
degli interventi di manutenzione e potenziamento del demanio della navigazione interna. Procedure per la concessione
di finanziamento agli enti locali e loro gestioni associate»;
• il decreto n. 22060 del 10 dicembre 2003 di nomina della
Commissione preposta all’analisi ed alla valutazione delle richieste di contributo relative al «Programma 2004 degli interventi di manutenzione e potenziamento del demanio della navigazione interna» ed il decreto n. 2510 del 24 febbraio 2004
di modifica della Commissione;
Esaminati i verbali delle riunioni della Commissione di valutazione dei progetti;
Preso atto che le richieste di finanziamento presentate dai
Comuni e loro Gestioni Associate nei termini previsti dalla
d.g.r. n. 14101/2003 ammontano complessivamente a circa
10.274.000 euro;
Preso atto degli esiti delle Conferenze dei Servizi svoltesi
regolarmente presso le Gestioni Associate dei bacini lacuali
e presso la Direzione Generale Infrastrutture e Mobilità, in
conformità a quanto previsto all’allegato 1, sub allegato A,
punto 2, della d.g.r. n. 14101/2003; esiti che hanno determinato l’ammissibilità dei progetti al finanziamento regionale e la
loro conformità alle normative vigenti in materia di opere
pubbliche, per una somma complessiva di C 9.149.516,45;
Considerato che tutti gli interventi di cui al punto precedente sono ammessi al finanziamento regionale, in quanto è
garantita la copertura finanziaria sulle annualità 2004-2005,
Capitolo
4.8.2.5.2.125 – 534
4.8.2.5.3.126 – 535
Totale
Anno 2004
C 1.400.000,00
C 3.731.007,56
C 5.131.007,56
Visti:
• l’art. 17 della l.r. 23 luglio 1996 n. 16 che individua le
competenze e i poteri dei Direttori Generali;
• la d.g.r. n. 7/15655 del 18 dicembre 2003 «Disposizioni
di carattere organizzativo (5º provvedimento 2003)» da cui si
desumono le competenze del singolo dirigente;
Decreta
1. di approvare la graduatoria per la concessione di contributi per «Interventi di manutenzione e potenziamento del demanio della navigazione interna» – Anno 2004 di cui agli allegati 1, 2, 3;
2. di dare atto che, sulla scorta della graduatoria allegata,
sono finanziati 70 interventi per C 9.149.516,45, ripartiti sui
competenti capitoli di bilancio come da allegati 1, 2, 3 e per
gli importi complessivi sottoindicati:
Capitolo
4.8.2.5.2.125 – 534
4.8.2.5.3.126 – 535
Totale
Anno 2004
C 1.400.000,00
C 3.731.007,56
C 5.131.007,56
GRADUATORIA COMPLESSIVA
TIPOLOGIA INTERVENTO
Importo lavori
complessivo
C
Anno 2005
C 1.400.000,00
C 2.618.508,89
C 4.018.508,89
3. di dare atto che gli interventi inseriti nell’esercizio 2005
saranno finanziati previa verifica d’ufficio del mantenimento
delle condizioni di finanziamento come previsto all’allegato
1, sub allegato A, punto 3 della d.g.r. n. 14101/2003;
4. di disporre la pubblicazione del presente atto sul Bollettino Ufficiale della Regione Lombardia.
Il dirigente dell’U.O.
Vie Navigabili e Logistica:
Umberto Regalia
——— • ———
ALLEGATO 1
COMUNE
Anno 2005
C 1.400.000,00
C 2.618.508,89
C 4.018.508,89
Contributo
regionale
C
TOTALE
PUNTI Annualità
1 TOSCOLANO MADERNO
Interventi di manutenzione straordinaria porto di Maderno con
formazione di passerella a lago
per ormeggio e nuove catenarie
745.000,00
300.000,00
115,0
2004
2 AZZATE
Manutenzione e potenziamento
darsena di Azzate
61.000,00
30.500,00
108,0
2004
3 MACCAGNO
Potenziamento
infrastrutture
portuali porto Gabella – base a
terra – frangiflutti con pontili galleggianti – 1º lotto funzionale
600.000,00
300.000,00
93,0
2004
NOTE
Bollettino Ufficiale della Regione Lombardia
COMUNE
4 MACCAGNO
5 CASALMAGGIORE
6 TOSCOLANO MADERNO
7 MANERBA DEL GARDA
8 SALÒ
9 SORICO
10 RANZANICO
Serie Ordinaria - N. 12 - 15 marzo 2004
– 1220 –
Importo lavori
complessivo
C
Potenziamento
infrastrutture
600.000,00
portuali porto Gabella – Riqualificazione porto esistente e completamento galleggianti e opere
di abbattimento barriere architettoniche – 2º lotto funzionale
Realizzazione opere a terra per
146.868,72
attracco fluviale in località Lido
Po
Intevento di manutenzione por600.000,00
to di Toscolano e adeguamento
strutture esistenti
Riqualificazione porto Torchio
135.000,00
con rifacimento pontile
Intervento in attuazione del P.P.
550.000,00
Canottieri. Variante architettonica Porto Canottieri
Riqualificazione e costruzione
226.600,00
di approdi temporanei per piccole unità di navigazione in frazione «Dascio»
TIPOLOGIA INTERVENTO
Contributo
regionale TOTALE Annualità
NOTE
PUNTI
C
300.000,00 92,0
2005 Preso atto che il Comune ha presentato due interventi rilevanti, l’opera verrà finanziata nell’esercizio
2005.
72.000,00
90,0
2004
300.000,00
89,0
2005
67.500,00
87,0
2004
275.000,00
84,0
2004
Intervento necessario per il completamento del
porto – lavori avviati nel 2002.
131.428,00
81,0
2005
L’intervento ricade in zona soggetta a SIC e quindi
è necessario attivare le procedure per la valutazione di incidenza. In considerazione dei tempi per la
formulazione di tale valutazione, si è concordato
con il Comune di finanziare l’intervento nell’esercizio 2005.
In considerazione della tipologia dell’intervento, in
accordo con il Comune, l’intervento verrà finanziato nell’esercizio 2005.
Riqualificazione funzionale e
ambientale nuovo approdo
116.000,00
56.840,00
77,0
2005
11 DESENZANO DEL GARDA Dragaggio porto di Desenzano,
zona pontili Maratona, area attracco battelli trasporto pubblico
– sistemazione scivolo alaggio
– abbattimento barriere architettoniche
12 VALSOLDA
Costruzione pontile galleggiante
in frazione S. Mamete
13 CREMIA
Sistemazione delle aree del demanio lacuale in frazione San
Vito
160.000,00
80.000,00
74,0
2004
132.319,50
79.391,70
71,0
2004
191.200,00
114.720,00
71,0
2005
99.800,00
59.880,00
69,0
2004
465.000,00
227.850,00
69,0
2005
99.800,00
59.880,00
68,0
2004
150.000,00
94.500,00
67,0
2004
154.000,00
92.400,00
66,0
2005
Adeguamento, riqualificazione e
potenziamento del porto turistico esistente – 3º intervento funzionale
Adeguamento, riqualificazione e
potenziamento del porto turistico esistente – 4º intervento funzionale
295.000,00
184.375,00
64,5
2004
295.000,00
184.375,00
64,5
2005
Realizzazione di pontile di attracco e sosta temporanea in
località Parco Comunale
Manutenzione pontile esistente,
realizzazione nuovo pontile, riqualificazione ambiti lacuali
80.000,00
52.000,00
64,0
2004
175.000,00
105.000,00
64,0
2005
437.500,00
262.500,00
62,0
2004
14 LUINO
15 LOVERE
16 LUINO
17 BREZZO DI BEDERO
18 VERCEIA
19 PORTO VALTRAVAGLIA
20 PORTO VALTRAVAGLIA
21 TERNATE
22 CALOLZIOCORTE
23 BODIO LOMNAGO
Porto nuovo – interventi di messa in sicurezza e completamento funzionale
Riqualificazione ambientale e
funzionale zona rossa
Porto Lido – Interventi di messa
in sicurezza e completamento
funzionale
Realizzazione di pontile di attracco e sosta temporanea in
località Archet
Opere di manutenzione e potenziamento demanio di navigazione interna area portuale sul
lago di Mezzola
Opere di sistemazione lido di
Bodio e realizzazione porticciolo
Preso atto che il Comune ha presentato due interventi rilevanti l’opera verrà finanziata nell’esercizio
2005.
In considerazione della sostanziale modifica del
progetto presentato con eliminazione della passeggiata e ricollocazione del pontile galleggiante e
del conseguente parere sospensivo espresso in
sede di Conferenza di Servizi, si ritiene opportuno
finanziare il progetto nel 2005.
Intervento necessario per messa in sicurezza delle
strutture portuali – lavori avviati nel 2002.
In considerazione della tipologia dell’intervento, in
accordo con il Comune, l’intervento verrà finanziato nell’esercizio 2005.
Intervento necessario per messa in sicurezza delle
strutture portuali – lavori avviati nel 2002.
L’intervento ricade in zona soggetta a SIC e quindi
è necessario attivare le procedure per la valutazione di incidenza. In considerazione dei tempi per la
formulazione di tale valutazione, si è concordato
con il Comune di finanziare l’intervento nell’esercizio 2005, visto il parere sospensivo della Conferenza dei Servizi.
Intervento necessario per la prosecuzione dei lavori avviati nel 2003 relativi al 1º e al 2º lotto.
In considerazione dei tempi necessari per la realizzazione dell’intervento (di cui sono già stati appaltati nel 2003 il 1º e il 2º lotto ed è in previsione
per il 2004 la prosecuzione dell’intervento con il
finanziamento del 3º) si ritiene opportuno finanziare il 4º e 5º lotto nel 2005
L’intervento ricade in zona soggetta a SIC e quindi
è necessario attivare le procedure per la valutazione di incidenza. In considerazione dei tempi per la
formulazione di tale valutazione, si ritiene opportuno finanziare l’intervento nell’esercizio 2005, visto
il parere sospensivo della Conferenza dei Servizi.
Bollettino Ufficiale della Regione Lombardia
COMUNE
24 CASTELVECCANA
25 IDRO
26 LEGGIUNO
27 VERGIATE
28 TIGNALE
29 PUSIANO
Serie Ordinaria - N. 12 - 15 marzo 2004
– 1221 –
Importo lavori
complessivo
C
Riqualificazione funzionale ed
440.000,00
ambientale delle strutture esistenti, pontili per approdo temporaneo, scivoli per alaggio, adeguamento strutture e infrastrutture esistenti in materia di
sicurezza in località Caldè
Realizzazione nuovi campi boa
80.000,00
in località Crone e Lemprato
Completamento dei lavori di
260.000,00
ampliamento e ristrutturazione
del porto di Reno – 3º lotto
Riqualificazione e costruzione
120.000,00
di approdi temporanei per piccole unità di navigazione presso
la pubblica spiaggia di Corgeno
Progetto valorizzazione porto
250.000,00
turistico in località Prà de la
Fam
Intervento di realizzazione nuo100.502,40
vi attracchi pontili turistici e
sportivi
TIPOLOGIA INTERVENTO
Contributo
regionale TOTALE Annualità
PUNTI
C
277.200,00 61,0
2004
NOTE
52.000,00
60,0
2004
169.000,00
58,0
2004
78.000,00
58,0
2004
162.500,00
57,0
2004
65.326,56
57,0
2005
L’intervento è coordinato dal Consorzio Parco Valle del Lambro. Ricade in zona soggetta a SIC e
quindi è necessario attivare le procedure per la
valutazione di incidenza. In considerazione dei
tempi per la formulazione di tale valutazione, si
ritiene opportuno finanziare l’intervento nell’esercizio 2005, visto il parere sospensivo della Conferenza dei Servizi.
L’intervento è coordinato dal Consorzio Parco Valle del Lambro. Ricade in zona soggetta a SIC e
quindi è necessario attivare le procedure per la
valutazione di incidenza. In considerazione dei
tempi per la formulazione di tale valutazione, si
ritiene opportuno finanziare l’intervento nell’esercizio 2005, visto il parere sospensivo della Conferenza dei Servizi.
30 BOSISIO PARINI
Progetto per nuovi attracchi turistici e sportivi
105.864,78
68.812,11
57,0
2005
31 PORTO CERESIO
Potenziamento pontili in piazza
Bossi e ripristino funzionale
pontile in piazzale Luraschi
50.276,49
32.679,72
57,0
2004
32 VIRGILIO
Realizzazione di attracco fluviale e relativa darsena in località
Vallazza
450.000,00
292.500,00
56,0
2005
33 CAZZAGO BRABBIA
Sistemazione area a lago
245.696,81
159.702,93
55,0
2004
34 ISPRA
Adeguamento e riqualificazione
funzionale del porto dei Galli
250.000,00
162.500,00
55,0
2004
35 MONIGA DEL GARDA
Realizzazione nuovi campi boa
410.000,00
266.500,00
55,0
2004
36 MERONE
Sistemazione pontile di attracco
natanti e formazione ponticello
sul lago di Pusiano in località
Moiana
49.500,00
32.175,00
55,0
2005
37 SESTO CALENDE
Potenziamento pontile galleggiante molo De Cristoforis –
Viale Italia
65.299,79
39.179,88
55,0
2004
38 ANFO
Ampliamento porto lacuale mediante realizzazione pontile per
attracco imbarcazioni
106.650,73
69.322,97
51,0
2004
39 COLICO
Potenziamento e riqualificazione del porticciolo di Piona e relative opere infrastrutturali
425.670,50
276.685,82
51,0
2004
40 COSTA VOLPINO
Adeguamento sicurezza strutture Porto di Pizzo
103.291,58
67.139,38
50,0
2004
41 SESTO CALENDE
Potenziamento pontile galleggiante ex navigazione Lago
Maggiore – Via Barbieri
34.773,91
20.864,35
48,0
2004
42 PARATICO
Campo boe provvisorio Tengattini
91.000,00
59.000,00
47,5
2004
43 BAGNOLO SAN VITO
Interventi di manutenzione e
ampliamento dell’attracco fluviale a Correggio Micheli
98.455,00
63.995,65
47,0
2004
44 ANGERA
Consolidamento riva lacuale,
scivolo per alaggio e posa pontile galleggiante P.zza Garibaldi
207.200,00
134.680,00
47,0
2004
L’intervento è necessario per il completamento dei
lavori di messa in sicurezza del porto avviati dal
Comune dal 2002
L’intervento ricade in zona soggetta a SIC e quindi
è necessario attivare le procedure per la valutazione di incidenza. In considerazione dei termpi per
la formulazione di tale valutazione l’intervento verrà finanziato nell’esercizio 2005.
Intervento necessario per la messa in sicurezza
del porto – lavori avviati nel 2002.
L’intervento è coordinato dal Consorzio Parco Valle del Lambro. Ricade in zona soggetta a SIC e
quindi è necessario attivare le procedure per la
valutazione di incidenza. In considerazione dei
tempi per la formulazione di tale valutazione, si
ritiene opportuno finanziare l’intervento nell’esercizio 2005, visto il parere sospensivo della Conferenza dei Servizi.
Bollettino Ufficiale della Regione Lombardia
COMUNE
45 NOVATE MEZZOLA
Importo lavori
complessivo
C
Opere di manutenzione e po97.200,00
tenziamento demanio di navigazione interna area portuale sul
lago di Mezzola
TIPOLOGIA INTERVENTO
46 ROGENO
Costruzione approdo temporaneo per piccole unità di navigazione sul lago di Pusiano
35.101,00
47 PORTO VALTRAVAGLIA
Adeguamento, riqualificazione e
potenziamento del porto turistico esistente - 5º intervento funzionale
100.000,00
48 LIERNA
Realizzazione ponteggio e diga
galleggiante e completamento
sistemazione delle aree demaniali
Ampliamento e riqualificazione
Porto Vecchio
Realizzazione dei pontili di attracco per approdo temporaneo
di Borgo, Loppia, Pescallo e
della Cappelletta
Stazione di imbarco dei traghetti. Eliminazione torri e sistemazione area circostante – 1º lotto
funzionale di completamento
79.000,00
49 SULZANO
50 BELLAGIO
51 LAVENO MOMBELLO
52 RIVA DI SOLTO
53 COMUNITÀ MONTANA
VAL CAVALLINA
54 GERA LARIO
55 VARENNA
56 BELLAGIO
57 BRIENNO
58 LINAROLO
59 MENAGGIO
60 MEZZANA BIGLI
61 MONTE ISOLA
62 PORLEZZA
63 LIMONE SUL GARDA
64 PISOGNE
65 GERRE DE’ CAPRIOLI
66 ISEO
Riqualificazione funzionale porto Duane e porto Martinoni
Manutenzione
straordinaria
strutture di ormeggio
Manutenzione ordinaria e straordinaria strutture portuali
Ripristino e riqualificazione porti
comunali di Varenna Riva Grande e Fiumelatte
Lavori di manutenzione straordinaria, messa in sicurezza ed
ammodernamento del porto di
Loppia
Opere di abbassamento del
fondale del molo vecchio e consolidamento statico murature di
delimitazione
Realizzazione di approdo ad
uso turistico a valle del ponte
della Becca
Realizzazione nuovo porto turistico in frazione di Nobiallo di
Menaggio – 1º Lotto
Nuovo attracco fluviale al ponte
della SP 206
Adeguamento sicurezza e scivolo alaggio – località Carzano
Manutenzione straordinaria dei
pontili esistenti di Porlezza e
Cima
Lavori di adeguamento e riqualificazione strutture portuali
Riqualificazione funzionale e
ambientale del porto
Pontile di attracco temporaneo
per piccole navi passeggeri in
località Bosco ex parmigiano
Completamento porto Centrale
Punta
Serie Ordinaria - N. 12 - 15 marzo 2004
– 1222 –
Contributo
regionale TOTALE Annualità
NOTE
PUNTI
C
63.180,00 47,0
2005 L’intervento ricade in zona soggetta a SIC e quindi
è necessario attivare le procedure per la valutazione di incidenza. In considerazione dei tempi per la
formulazione di tale valutazione, si è concordato
con il Comune di finanziare l’intervento nell’esercizio 2005, visto il parere sospensivo della Conferenza dei Servizi
22.815,65 47,0
2005 L’intervento è coordinato dal Consorzio Parco Valle del Lambro. Ricade in zona soggetta a SIC e
quindi è necessario attivare le procedure per la
valutazione di incidenza. In considerazione dei
tempi per la formulazione di tale valutazione, si
ritiene opportuno finanziare l’intervento nell’esercizio 2005, visto il parere sospensivo della Conferenza dei Servizi.
62.500,00 46,5
2005 In considerazione dei tempi necessari per la realizzazione dell’intervento (di cui sono già stati appaltati nel 2003 il 1º e il 2º lotto ed è in previsione
per il 2004 la prosecuzione dell’intervento con il
finanziamento del 3º) si ritiene opportuno finanziare il 4º e 5º lotto nel 2005
51.350,00 46,0
2004
174.950,00
113.717,50
45,0
2004
271.984,61
176.790,00
45,0
2004
368.000,00
239.200,00
44,0
2004
60.000,00
39.000,00
44,0
2004
56.854,81
36.995,63
43,0
2004
215.000,00
139.750,00
43,0
2004
64.500,00
41.925,00
43,0
2004
247.618,50
160.952,03
43,0
2004
189.000,00
122.850,00
42,0
2004
79.308,24
51.550,35
40,0
2005
1.339.666,69
300.000,00
40,0
2005
211.000,00
137.150,00
40,0
2005
155.180,00
100.867,00
40,0
2005
64.000,00
41.600,00
39,0
2005
166.112,16
107.972,90
37,0
2005
125.443,88
81.538,52
36,0
2005
120.000,00
75.600,00
35,0
2005
357.500,00
232.375,00
35,0
2005
Intervento da raccordare con quanto già finanziato
nel 2003 per la sistemazione del pontile NLI.
Intervento, in attuazione di protocollo d’intesa, necessario per il completamento dei lavori di sistemazione della stazione traghetti NLM avviati a seguito di evento alluvionale dal Genio Civile di Varese nel 2002
L’intervento sarà realizzato in Comune di Monasterolo del Castello
La quota di finanziamento del comune avviene attraverso convenzione con privati. In considerazione del parere sospensivo espresso in sede di
Conferenza dei Servizi e delle conseguenti prescrizioni, con particolare riferimento all’approfondimento geologico e ambientale, si ritiene opportuno
il finanziamento dell’intervento nel 2005
Bollettino Ufficiale della Regione Lombardia
COMUNE
67 ISEO
68 ANGERA
69 LAVENO MOMBELLO
70 LEGGIUNO
Serie Ordinaria - N. 12 - 15 marzo 2004
– 1223 –
Importo lavori
complessivo
C
indu385.000,00
TIPOLOGIA INTERVENTO
Contributo
regionale TOTALE Annualità
PUNTI
C
250.250,00 35,0
2005
Completamento porto
striale
Manutenzione e consolidamen317.800,00 206.570,00
to porto asburgico.
Stazione di imbarco dei traghet248.000,00 161.200,00
ti. Eliminazione torri e sistemazione area circostante – 2º lotto
funzionale
Realizzazione di scivolo di alag233.712,00 151.912,80
gio e sistemazioni esterne pertinenti – Arolo
TOTALE
16.221.202,10 9.149.516,45
34,0
2005
33,0
2005
26,0
2005
NOTE
In considerazione dei tempi necessari per la realizzazione dell’intervento (di cui è in appalto la realizzazione della biglietteria) si ritiene opportuno finanziare il 2º lotto nel 2005
ALLEGATO 2
INTERVENTI AMMESSI A FINANZIAMENTO NEL 2004
1 TOSCOLANO MADERNO
Contributo
regionale TOTALE
CAPITOLO
PUNTI
C
300.000,00 115,0 4.8.2.5.2.125.534
2
3
30.500,00
300.000,00
108,0
93,0
4.8.2.5.2.125.534
4.8.2.5.2.125.534
72.000,00
67.500,00
275.000,00
80.000,00
90,0
87,0
84,0
74,0
4.8.2.5.2.125.534
4.8.2.5.2.125.534
4.8.2.5.2.125.534
4.8.2.5.2.125.534
79.391,70
59.880,00
59.880,00
94.500,00
71,0
69,0
68,0
67,0
184.375,00
64,5
4.8.2.5.2.125.534
4.8.2.5.2.125.534
4.8.2.5.2.125.534
4.8.2.5.2.125.534
4.8.2.5.3.126.535
4.8.2.5.3.126.535
52.000,00
262.500,00
277.200,00
64,0
62,0
61,0
4.8.2.5.3.126.535
4.8.2.5.3.126.535
4.8.2.5.3.126.535
52.000,00
169.000,00
78.000,00
60,0
58,0
58,0
4.8.2.5.3.126.535
4.8.2.5.3.126.535
4.8.2.5.3.126.535
162.500,00
32.679,72
159.702,93
162.500,00
266.500,00
39.179,88
69.322,97
276.685,82
67.139,38
20.864,35
59.000,00
63.995,65
134.680,00
57,0
57,0
55,0
55,0
55,0
55,0
51,0
51,0
50,0
48,0
47,5
47,0
47,0
4.8.2.5.3.126.535
4.8.2.5.3.126.535
4.8.2.5.3.126.535
4.8.2.5.3.126.535
4.8.2.5.3.126.535
4.8.2.5.3.126.535
4.8.2.5.3.126.535
4.8.2.5.3.126.535
4.8.2.5.3.126.535
4.8.2.5.3.126.535
4.8.2.5.3.126.535
4.8.2.5.3.126.535
4.8.2.5.3.126.535
51.350,00
46,0
4.8.2.5.3.126.535
113.717,50
176.790,00
45,0
45,0
4.8.2.5.3.126.535
4.8.2.5.3.126.535
239.200,00
44,0
4.8.2.5.3.126.535
39.000,00
36.995,63
44,0
43,0
4.8.2.5.3.126.535
4.8.2.5.3.126.535
COMUNE
4
5
6
7
8
9
10
11
Interventi di manutenzione straordinaria porto di Maderno con formazione di passerella a
lago per ormeggio e nuove catenarie
AZZATE
Manutenzione e potenziamento darsena di Azzate
MACCAGNO
Potenziamento infrastrutture portuali porto Gabella – base a terra – frangiflutti con pontili
galleggianti – 1º lotto funzionale
CASALMAGGIORE
Realizzazione opere a terra per attracco fluviale in località Lido Po
MANERBA DEL GARDA
Riqualificazione porto Torchio con rifacimento pontile
SALÒ
Intervento in attuazione del P.P. Canottieri. Variante architettonica Porto Canottieri
DESENZANO DEL GARDA Dragaggio porto di Desenzano, zona pontili Maratona, area attracco battelli trasporto pubblico – sistemazione scivolo alaggio – abbattimento barriere architettoniche
VALSOLDA
Costruzione pontile galleggiante in frazione S. Mamete
LUINO
Porto nuovo – interventi di messa in sicurezza e completamento funzionale
LUINO
Porto Lido – Interventi di messa in sicurezza e completamento funzionale
BREZZO DI BEDERO
Realizzazione di pontile di attracco e sosta temporanea in località Archet
12 PORTO VALTRAVAGLIA
13 TERNATE
14 BODIO LOMNAGO
15 CASTELVECCANA
16 IDRO
17 LEGGIUNO
18 VERGIATE
19
20
21
22
23
24
25
26
27
28
29
30
31
TIPOLOGIA INTERVENTO
TIGNALE
PORTO CERESIO
CAZZAGO BRABBIA
ISPRA
MONIGA DEL GARDA
SESTO CALENDE
ANFO
COLICO
COSTA VOLPINO
SESTO CALENDE
PARATICO
BAGNOLO SAN VITO
ANGERA
32 LIERNA
33 SULZANO
34 BELLAGIO
35 LAVENO MOMBELLO
36 RIVA DI SOLTO
37 COMUNITÀ MONTANA
VAL CAVALLINA
Adeguamento, riqualificazione e potenziamento del porto turistico esistente – 3º intervento
funzionale
Realizzazione di pontile di attracco e sosta temporanea in località Parco Comunale
Opere di sistemazione lido di Bodio e realizzazione porticciolo
Riqualificazione funzionale ed ambientale delle strutture esistenti, pontili per approdo temporaneo, scivoli per alaggio, adeguamento strutture e infrastrutture esistenti in materia di
sicurezza in località Caldè
Realizzazione nuovi campi boa in località Crone e Lemprato
Completamento dei lavori di ampliamento e ristrutturazione del porto di Reno – 3º lotto
Riqualificazione e costruzione di approdi temporanei per piccole unità di navigazione presso la pubblica spiaggia di Corgeno
Progetto valorizzazione porto turistico in località Prà de la Fam
Potenziamento pontili in piazza Bossi e ripristino funzionale pontile in piazzale Luraschi
Sistemazione area a lago
Adeguamento e riqualificazione funzionale del porto dei Galli
Realizzazione nuovi campi boa
Potenziamento pontile galleggiante molo De Cristoforis – Viale Italia
Ampliamento porto lacuale mediante realizzazione pontile per attracco imbarcazioni
Potenziamento e riqualificazione del porticciolo di Piona e relative opere infrastrutturali
Adeguamento sicurezza strutture Porto di Pizzo
Potenziamento pontile galleggiante ex navigazione Lago Maggiore – Via Barbieri
Campo boe provvisorio Tengattini
Interventi di manutenzione e ampliamento dell’attracco fluviale a Correggio Micheli
Consolidamento riva lacuale, scivolo per alaggio e posa pontile galleggiante P.zza Garibaldi
Realizzazione ponteggio e diga galleggiante e completamento sistemazione delle aree
demaniali
Ampliamento e riqualificazione Porto Vecchio
Realizzazione dei pontili di attracco per approdo temporaneo di Borgo, Loppia, Pescallo
e della Cappelletta
Stazione di imbarco dei traghetti. Eliminazione torri e sistemazione area circostante – 1º
lotto funzionale di completamento
Riqualificazione funzionale porto Duane e porto Martinoni
Manutenzione straordinaria strutture di ormeggio
Bollettino Ufficiale della Regione Lombardia
COMUNE
38 GERA LARIO
39 VARENNA
40 BELLAGIO
41 BRIENNO
– 1224 –
Serie Ordinaria - N. 12 - 15 marzo 2004
TIPOLOGIA INTERVENTO
Contributo
regionale TOTALE
CAPITOLO
PUNTI
C
139.750,00 43,0
4.8.2.5.3.126.535
41.925,00 43,0
4.8.2.5.3.126.535
160.952,03 43,0
4.8.2.5.3.126.535
Manutenzione ordinaria e straordinaria strutture portuali
Ripristino e riqualificazione porti comunali di Varenna Riva Grande e Fiumelatte
Lavori di manutenzione straordinaria, messa in sicurezza ed ammodernamento del porto
di Loppia
Opere di abbassamento del fondale del molo vecchio e consolidamento statico murature 122.850,00
di delimitazione
TOTALE
5.131.007,56
42,0
4.8.2.5.3.126.535
ALLEGATO 3
INTERVENTI AMMESSI A FINANZIAMENTO NEL 2005
COMUNE
1 MACCAGNO
2 TOSCOLANO MADERNO
3 SORICO
4
5
6
7
RANZANICO
CREMIA
LOVERE
VERCEIA
8 PORTO VALTRAVAGLIA
9
10
11
12
13
CALOLZIOCORTE
PUSIANO
BOSISIO PARINI
VIRGILIO
MERONE
14 NOVATE MEZZOLA
15 ROGENO
16 PORTO VALTRAVAGLIA
17
18
19
20
21
22
23
24
25
26
27
28
LINAROLO
MENAGGIO
MEZZANA BIGLI
MONTE ISOLA
PORLEZZA
LIMONE SUL GARDA
PISOGNE
GERRE DE’ CAPRIOLI
ISEO
ISEO
ANGERA
LAVENO MOMBELLO
29 LEGGIUNO
TIPOLOGIA INTERVENTO
Contributo
regionale TOTALE
CAPITOLO
PUNTI
C
300.000,00 92,0
4.8.2.5.2.125.534
Potenziamento infrastrutture portuali porto Gabella – Riqualificazione porto esistente e
completamento galleggianti e opere di abbattimento barriere architettoniche – 2º lotto
funzionale
Intevento di manutenzione porto di Toscolano e adeguamento strutture esistenti
300.000,00
Riqualificazione e costruzione di approdi temporanei per piccole unità di navigazione in 131.428,00
frazione «Dascio»
Riqualificazione funzionale e ambientale nuovo approdo
56.840,00
Sistemazione delle aree del demanio lacuale in frazione San Vito
114.720,00
Riqualificazione ambientale e funzionale zona rossa
227.850,00
Opere di manutenzione e potenziamento demanio di navigazione interna area portuale sul
92.400,00
lago di Mezzola
Adeguamento, riqualificazione e potenziamento del porto turistico esistente - 4º intervento 184.375,00
funzionale
Manutenzione pontile esistente, realizzazione nuovo pontile, riqualificazione ambiti lacuali 105.000,00
Intervento di realizzazione nuovi attracchi pontili turistici e sportivi
65.326,56
Progetto per nuovi attracchi turistici e sportivi
68.812,11
Realizzazione di attracco fluviale e relativa darsena in località Vallazza
292.500,00
Sistemazione pontile di attracco natanti e formazione ponticello sul lago di Pusiano in
32.175,00
località Moiana
Opere di manutenzione e potenziamento demanio di navigazione interna area portuale sul
63.180,00
lago di Mezzola
Costruzione approdo temporaneo per piccole unità di navigazione sul lago di Pusiano
22.815,65
Adeguamento, riqualificazione e potenziamento del porto turistico esistente – 5º intervento
62.500,00
funzionale
Realizzazione di approdo ad uso turistico a valle del ponte della Becca
51.550,35
Realizzazione nuovo porto turistico in frazione di Nobiallo di Menaggio – 1º Lotto
300.000,00
Nuovo attracco fluviale al ponte della SP 206
137.150,00
Adeguamento sicurezza e scivolo alaggio – località Carzano
100.867,00
Manutenzione straordinaria dei pontili esistenti di Porlezza e Cima
41.600,00
Lavori di adeguamento e riqualificazione strutture portuali
107.972,90
Riqualificazione funzionale e ambientale del porto
81.538,52
Pontile di attracco temporaneo per piccole navi passeggeri in località Bosco ex parmigiano
75.600,00
Completamento porto Centrale Punta
232.375,00
Completamento porto industriale
250.250,00
Manutenzione e consolidamento porto asburgico.
206.570,00
Stazione di imbarco dei traghetti. Eliminazione torri e sistemazione area circostante – 2º 161.200,00
lotto funzionale
Realizzazione di scivolo di alaggio e sistemazioni esterne pertinenti – Arolo
151.912,80
TOTALE
4.018.508,89
89,0
81,0
4.8.2.5.2.125.534
4.8.2.5.2.125.534
77,0
71,0
69,0
66,0
4.8.2.5.2.125.534
4.8.2.5.2.125.534
4.8.2.5.2.125.534
4.8.2.5.2.125.534
64,5
64,0
57,0
57,0
56,0
55,0
4.8.2.5.2.125.534
4.8.2.5.3.126.535
4.8.2.5.3.126.535
4.8.2.5.3.126.535
4.8.2.5.3.126.535
4.8.2.5.3.126.535
4.8.2.5.3.126.535
47,0
4.8.2.5.3.126.535
47,0
46,5
4.8.2.5.3.126.535
4.8.2.5.3.126.535
40,0
40,0
40,0
40,0
39,0
37,0
36,0
35,0
35,0
35,0
34,0
33,0
4.8.2.5.3.126.535
4.8.2.5.3.126.535
4.8.2.5.3.126.535
4.8.2.5.3.126.535
4.8.2.5.3.126.535
4.8.2.5.3.126.535
4.8.2.5.3.126.535
4.8.2.5.3.126.535
4.8.2.5.3.126.535
4.8.2.5.3.126.535
4.8.2.5.3.126.535
4.8.2.5.3.126.535
26,0
4.8.2.5.3.126.535
ALLEGATO 4
INTERVENTI NON AMMISSIBILI
1
COMUNE
GARGNANO
G.A.
Garda
2
GARGNANO
Garda
3
SALÒ
Garda
4
ABBADIA LARIANA
Lario
INTERVENTO
Sistemazione spiaggia in località Scogliera
MOTIVAZIONI ESCLUSIONE
Intervento che prevedeva la realizzazione di spiaggia artificiale.
Sistemazione spiaggia in località Lido di Villa
Intervento che prevedeva la realizzazione di spiaggia artificiale.
Realizzazione nuovo campo boa in località Tavine
Rapporto costo-benefici molto elevato per la tipologia dell’intervento.
Realizzazione banchina-passerella nell’ambito del molo di Ab- L’intervento prevede il potenziamento della struttura esistente
badia Lariana
in condizioni problematiche per quanto concerne i venti, le
correnti e le caratteristiche geo-tecniche dei fondali.
Bollettino Ufficiale della Regione Lombardia
5
COMUNE
BELLAGIO
G.A.
Lario
6
DERVIO
Lario
7
TREMEZZO
Lario
8
BUGUGGIATE
Maggiore
9 REA
10 STAGNO LOMBARDO
R.L.
R.L.
[BUR20040164]
– 1225 –
Serie Ordinaria - N. 12 - 15 marzo 2004
INTERVENTO
MOTIVAZIONI ESCLUSIONE
Lavori di rifacimento della biglietteria navigazione con annes- Il progetto, che comporta consistente invasione d’alveo, non
so servizio igienico e chiosco bar sul longolago Manzoni
ha valutato completamente la possibilità di comprendere anche il pontile di attracco dei traghetti e quindi richiede una
ridefinizione puntuale nella direzione di una sistemazione
complessiva della stazione traghetti NLC.
Realizzazione nuovo porto – Località Foppa
Il progetto presentato non è conforme alle previsioni urbanistiche vigenti.
Realizzazione nuovi pontili per attracco natanti in località Az- Il progetto è carente rispetto a una corretta valutazione dell’imzano e sistemazione lungolago di Azzano – 1º stralcio
patto paesistico-ambientale e non considera le esigenze di
manovra dei natanti della NLC ormeggiati nella zona. Inoltre
non è corredato dagli elaborati sullo stato geotecnico e geologico dei fondali.
Realizzazione punto di approdo sul lago di Varese in località Nell’area interessata risulta presente vegetazione palustre ed
«Buguggino»
in particolare il canneto, con compromissione dell’habitat naturale di alcune specie animali. Parere negativo vincolante espresso dalla Provincia di Varese, settore Pesca.
Realizzazione di approdo ad uso turistico sul fiume Po
Non è stato inserito nel piano triennale delle opere pubbliche.
Progetto preliminare per la sistemazione del pontile di ormeg- Si tratta di un progetto preliminare non approvato formalmente
gio delle imbarcazioni e piantumazione della via alzaia in loca- dall’Amminstrazione Comunale.
lità Isola Bandera
[5.2.2]
[BUR20040165]
[5.2.1]
D.d.u.o. 5 marzo 2004 - n. 3570
D.d.s. 1 marzo 2004 - n. 2831
Rettifica del d.d.g. n. 2799 del 27 febbraio 2004 «Approvazione della graduatoria per la concessione di finanziamenti per interventi di manutenzione e potenziamento
del demanio della navigazione interna in attuazione della
d.g.r. n. 14101 dell’8 agosto 2003»
IL DIRIGENTE DELL’U.O.
Visto il d.d.g. della Direzione Infrastrutture e Mobilità
n. 2799 del 27 febbraio 2004 «Approvazione della graduatoria
per la concessione di finanziamenti per interventi di manutenzione e potenziamento del demanio della navigazione interna in attuazione della d.g.r. n. 14101 dell’8 agosto 2003»;
Considerato che per mero errore materiale sono state invertite le annualità di finanziamento concordate con il comune
relative ai due progetti di Toscolano Maderno e che pertanto
è necessario rettificare gli allegati 1, 2 e 3 del decreto sopraccitato nel modo seguente:
– il progetto «interventi di manutenzione straordinaria porto di Maderno con formazione di passerella a lago per ormeggio e nuove catenarie», n. 1 in graduatoria, verrà finanziato
nell’anno 2005 anziché nell’anno 2004 come indicato negli allegati 1 e 2 del decreto sopraccitato;
– il progetto «intervento di manutenzione porto di Toscolano e adeguamento strutture esistenti» n. 6 in graduatoria, verrà finanziato nell’anno 2004 anziché nell’anno 2005 come risulta dagli allegati al decreto n. 1 e 3;
Preso atto che l’importo del finanziamento regionale relativo a ciascuno dei due interventi sopraccitati è pari a
C 300.000, e che entrambi afferiscono al capitolo di bilancio
4.8.2.5.2.125.534;
Visti
• l’art. 17 della l.r. 23 luglio 1996 n. 16 che individua le
competenze e i poteri dei Direttori Generali;
• la d.g.r. n. 7/15655 del 18 dicembre 2003 «Disposizioni
di carattere organizzativo (5º provvedimento 2003)» da cui si
desumono le competenze del singolo dirigente;
Decreta
1. di rettificare gli allegati 1, 2 e 3 del d.d.g. della Direzione
Infrastrutture e Mobilità n. 2799 del 27 febbraio 2004 «Approvazione della graduatoria per la concessione di finanziamenti per interventi di manutenzione e potenziamento del demanio della navigazione interna in attuazione della d.g.r.
n. 14101 del 8 agosto 2003» nel modo seguente:
– il progetto «interventi di manutenzione straordinaria
porto di Maderno con formazione di passerella a lago per ormeggio e nuove catenarie», n. 1 in graduatoria, verrà finanziato nell’anno 2005 anziché nell’anno 2004 come indicato negli allegati 1 e 2 del decreto sopraccitato;
– il progetto «intervento di manutenzione porto di Toscolano e adeguamento strutture esistenti» n. 6 in graduatoria,
verrà finanziato nell’anno 2004 anziché nell’anno 2005 come
risulta dagli allegati al decreto n. 1 e 3;
2. di pubblicare il presente atto sul Bollettino Ufficiale della
Regione Lombardia.
Il dirigente dell’u.o. vie navigabili
e logistica: Umberto Regalia
Integrazioni al bando di assegnazione dei contributi regionali per gli interventi di qualificazione e rinnovo delle
autovetture da adibire al servizio taxi approvato con d.g.r.
n. 14841 del 31 ottobre 2003, in attuazione della l.r. 25/03
IL DIRIGENTE DELLA UNITÀ ORGANIZZATIVA
Vista la l.r. 21 febbraio 2000 n. 10 «Interventi a favore della
sicurezza e delle attività di autoveicoli in servizio taxi» e successive modificazioni ed integrazioni;
Visto l’Obiettivo gestionale del Piano Regionale di Sviluppo
n. 8.2.3.6 «Miglioramento della qualità e della sicurezza degli
autoservizi pubblici non di linea di taxi con autovettura e riqualificazione del parco taxi con autovetture ecologiche in attuazione delle misure previste nel “Libro azzurro della Mobilità e dell’Ambiente”»;
Premesso che il territorio lombardo è sottoposto, in particolare nelle aree urbane, all’azione di forti carichi inquinanti
causati in gran parte dai gas di scarico veicolari, determinando la necessità di adottare sempre più frequenti blocchi della
circolazione per limitare i danni determinati dalle polveri sottili (PM10);
Dato atto che in conseguenza di tale situazione critica la
Regione Lombardia ha individuato una serie di iniziative volte alla realizzazione degli obiettivi prioritari di miglioramento
della qualità dell’ambiente compendiate nel «Libro Azzurro
della Mobilità e dell’Ambiente»;
Rilevato che una delle azioni qualificanti di prevenzione
dell’inquinamento atmosferico individuate nel «Libro Azzurro» riguarda l’incentivazione al rinnovo del parco autovetture
con spiccate caratteristiche ecologiche da adibirsi al servizio
taxi;
Considerato che in attuazione delle iniziative individuate
nel «Libro Azzurro della Mobilità e dell’Ambiente», la Regione Lombardia ha approvato con d.g.r. n. 7/14841 del 31 ottobre 2003 i criteri per l’assegnazione dei contributi regionali
per gli interventi di qualificazione delle autovetture da adibire
al servizio taxi, prevedendo un sostegno finanziario per gli
operatori taxi volti, in particolare, all’acquisto di nuovi taxi
ecologici alimentati a metano/GPL, la trasformazione a
metano/GPL di quelli già circolanti e l’adeguamento delle autovetture al trasporto disabili;
Visto l’art. 6 della l.r. 25/03, di modifica dell’art. 3, commi
3 e 4 della citata l.r. 10/2000 che ha previsto in particolare:
– l’abolizione del divieto di cumulo del contributo regionale con altri tipi di contributi previsti da norme statali o comunitarie;
– la riduzione del termine (da cinque anni a tre anni) per
la richiesta di nuovi contributi da parte di chi ne abbia già
goduto;
Dato atto pertanto della necessità di approvare le integrazioni al bando di assegnazione dei contributi regionali per gli
interventi di qualificazione e di rinnovo delle autovetture da
adibire al taxi approvato con d.g.r. n. 14841/2003, Allegato
«A» parte integrante e sostanziale del presente atto in attuazione della l.r. 25/03;
Decreta
Per le motivazioni riportate nelle premesse che qui si intendono integralmente riportate, di approvare le integrazioni al
Bollettino Ufficiale della Regione Lombardia
– 1226 –
bando di assegnazione dei contributi regionali per gli interventi di qualificazione e di rinnovo delle autovetture da adibire al taxi approvato con d.g.r. n. 14841/2003, Allegato «A»
parte integrante e sostanziale del presente atto;
– di disporre la pubblicazione del presente provvedimento
sul Bollettino Ufficiale della Regione Lombardia.
La dirigente dell’u.o. trasporto
pubblico locale: Olivia Postorino
——— • ———
Allegato «A»
Bando di assegnazione dei contributi regionali
per gli interventi di qualificazione e di rinnovo
delle autovetture da adibire al servizio taxi,
in attuazione della l.r. 10/2000
1. Oggetto e finalità.
La Regione Lombardia, in attuazione della l.r. 10/2000 «Interventi a favore della sicurezza e delle attività di autoveicoli
in servizio taxi», sostiene finanziariamente l’acquisto da parte
degli operatori del settore di nuovi taxi ecologici, la trasformazione a metano/GPL di quelli già circolanti e l’adeguamento delle autovetture al trasporto di disabili. Ciò al fine di dare
concreta attuazione alle azioni previste nel «Libro Azzurro»
regionale, volte alla realizzazione degli obiettivi prioritari di
miglioramento della qualità dell’aria, in particolare nelle aree
urbane caratterizzate da elevati livelli di inquinamento atmosferico.
2. Beneficiari del sostegno finanziario
Sono destinatari del sostegno finanziario regionale in conto
capitale relativo agli interventi a favore della qualificazione e
rinnovo degli autoveicoli adibiti al servizio di taxi, i soggetti
singoli o associati nelle forme previste dall’art. 7 della legge
21/92 titolari di licenze di taxi.
3. Ambiti di finanziamento
Il sostegno finanziario è concesso dalla Regione ai soggetti
interessati per gli interventi effettuati dal 7 novembre 2002
sino al 2 novembre 2004 secondo il seguente ordine di priorità:
a) acquisto di autovetture a trazione elettrica o alimentate
a gas metano/GPL aventi le caratteristiche tecniche indicate
nel successivo punto 4;
b) trasformazione dei veicoli da alimentazione a benzina
ad alimentazione a gas metano/GPL;
c) predisposizione dei veicoli al trasporto di soggetti portatori di handicap.
I contributi conferibili ad ogni soggetto per le singole finalità sopra indicate possono essere cumulabili tra loro e con
altri contributi erogati a qualunque titolo da enti pubblici, ai
sensi dell’art. 3, comma 4 della l.r. 10/2000, come modificato
dall’art. 6 della l.r. 25/2003.
Gli interventi di trasformazione da alimentazione a benzina
ad alimentazione a gas metano/GPL riguardano le autovetture già circolanti e immatricolate successivamente alla data
del 1 gennaio 2000.
4. Entità dei contributi e modalità di erogazione
L’entità del finanziamento regionale per l’acquisto di autovetture ecologiche di cui al punto 3, lett. a) è pari al 25% del
costo di fatturazione dell’autovettura al netto dell’imposta sul
valore aggiunto (IVA) e per un massimo di C 5.000,00.
L’entità del finanziamento regionale per gli interventi di cui
al punto 3, lett. b) e c) è pari al 75% del costo di fatturazione
al netto dell’imposta sul valore aggiunto (IVA).
5. Caratteristiche tecniche delle autovetture
Le principali caratteristiche tecniche delle nuove autovetture ecologiche (elettriche o alimentate a metano/ GPL) che
maggiormente soddisfano le esigenze del servizio, sono individuate come segue:
a) n. 5 posti compreso il conducente ed una capacità utile
del bagagliaio pari ad almeno 400 litri;
b) da n. 6 a n. 9 posti compreso il conducente.
Le citate caratteristiche tecniche non sono applicabili agli
acquisti delle autovetture effettuati dagli operatori taxi a decorrere dal 7 novembre 2002 e sino alla data del 7 novembre
2003.
6. Formazione delle graduatorie
Per assicurare l’erogazione dei contributi agli operatori beneficiari in tempi congrui, in relazione altresı̀ alla durata temporale dall’intervento (dal 7 novembre 2002 al 2 novembre
Serie Ordinaria - N. 12 - 15 marzo 2004
2004, per ciascuna tipologia di contributo le domande ammissibili saranno ordinate cronologicamente in due graduatorie. Le domande per l’inserimento nella prima graduatoria
riguarderanno tutti gli interventi di cui al punto 3, realizzati
dal 7 novembre 2002 al 30 aprile 2004. Le domande per l’inserimento nella seconda graduatoria riguarderanno, nei limiti
delle risorse finanziarie ancora disponibili, tutti gli interventi
di cui al punto 3, realizzati dall’1 maggio 2004 al 2 novembre
2004.
Per ciascuna tipologia di contributo, le domande ammissibili delle due graduatorie sono ordinate cronologicamente tenendo conto:
• della data di immatricolazione delle autovetture per gli
interventi di cui alla lettera a) del punto 3;
• della data di fatturazione per gli interventi di cui alle lettere b) e c) del punto 3.
A parità di data di effettuazione degli interventi previsti nel
citato punto 3 è data precedenza al richiedente che ha presentato per primo la richiesta di contributo. A tal fine, fa fede la
data di protocollo della domanda.
L’approvazione delle graduatorie, l’assegnazione e la liquidazione dei contributi sono effettuate con appositi provvedimenti del Dirigente dell’Unità Organizzativa Regionale Trasporto Pubblico Locale.
Per l’ammissione al finanziamento i soggetti interessati devono presentare apposita domanda in bollo, redatta sulla
base dello schema di domanda allegato (Allegato «1»), secondo le modalità sotto indicate.
7. Modalità e termini di presentazione delle domande
Le domande per l’inserimento nella prima graduatoria relative a tutti gli interventi di cui al punto 3, realizzati dal 7
novembre 2002 al 30 aprile 2004, devono essere presentate al
Protocollo Generale della Giunta regionale, via Pirelli, 12 –
Milano (cap. 20124), presso la Direzione Generale Infrastrutture e Mobilità – Unità Organizzativa Trasporto Pubblico Locale, via Taramelli 20 – Milano (cap. 20124) o presso le competenti sedi territoriali regionali (Allegato «2») entro e non
oltre il 30 aprile 2004.
Le domande per l’inserimento nella eventuale seconda graduatoria, relative a tutti gli interventi di cui al punto 3, realizzati dall’1 maggio 2004 al 2 novembre 2004, devono essere
presentate entro il 2 novembre 2004 con le medesime modalità sopra indicate.
Le domande che non pervengono entro i citati termini non
sono esaminate e la Regione non risponde di eventuali disguidi dovuti alla spedizione delle stesse tramite il servizio postale.
Le domande dei soggetti interessati per gli interventi previsti dalle lettere b) e c) del punto 3 devono contenere, a pena
di irricevibilità, i sottoindicati documenti:
– fotocopia della carta d’identità del richiedente;
– copia autenticata della fattura attestante gli interventi
realizzati sull’autovettura;
– copia autenticata della carta di circolazione dell’autovettura.
Per l’acquisto di un autoveicolo nuovo di prima immatricolazione a trazione elettrica o a gas metano/GPL, di cui alla
lettera a) del punto 3, le domande dei soggetti interessati devono contenere, a pena di irricevibilità, i sottoindicati documenti:
– fotocopia della carta d’identità del richiedente;
– copia autenticata della fattura emessa dal venditore dell’autovettura per la quale è richiesto il contributo;
– copia autenticata della carta di circolazione dell’autovettura.
L’autenticazione dei citati documenti può essere effettuata
anche presso gli uffici regionali dai funzionari appositamente
incaricati.
Qualora i soggetti interessati richiedano l’accredito del sostegno finanziario regionale su conto corrente bancario, gli
stessi devono indicare in calce alla domanda i relativi dati,
cosı̀ come indicato nel fac-simile (Allegato «1») del presente
bando.
La competente Unità Organizzativa regionale Trasporto
Pubblico Locale, per il completamento dell’istruttoria, ove necessario, può chiedere delucidazioni ed integrazioni alla domanda presentata.
——— • ———
Bollettino Ufficiale della Regione Lombardia
Allegato «1»
DOMANDA PER L’ACCESSO AI CONTRIBUTI
PER L’ANNO 2004
A SOSTEGNO DEGLI INTERVENTI AMBIENTALI
INERENTI IL SERVIZIO TAXI (L.R. 10/2000)
Alla Regione Lombardia
Direzione Generale Infrastrutture e Mobilità
Unità Organizzativa Trasporto Pubblico Locale
via Taramelli, 20
20124 Milano
Serie Ordinaria - N. 12 - 15 marzo 2004
– 1227 –
Marca
da
bollo
Io sottoscritto/a ..........................................................................
nato/a a ...................................................... il ...........................
residente a ......................................................prov. ..................
in via .............................. n. .............. tel. ...............................
c.f. ................................................................................................
attualmente titolare della licenza per servizio taxi n. .............
rilasciata dal comune di ...................... in data .......................
CHIEDO
– di poter usufruire dei contributi in conto capitale previsti
dall’art. 2, della l.r. 10/2000 e specificatamente per il seguente intervento (barrare il punto interessato):
䊐 a) acquisto di un autoveicolo nuovo di prima immatricolazione a trazione elettrica o a gas metano o a gas
liquido (GPL);
䊐 b) trasformazione del veicolo da alimentazione a benzina ad alimentazione a gas metano o a gas liquido
(GPL);
䊐 c) predisposizione dell’autoveicolo al trasporto di
soggetti portatori di handicap.
ALLEGO
1. Per gli interventi di cui al precedente punto a):
• fotocopia della carta di identità;
• copia autentica (*) della fattura n. .......... in data ...........
emessa da ............................................................................
per un importo di C .................. (IVA esclusa) attestante
l’acquisto dell’autovettura marca .......................................
modello .................................. targa ..................................
• copia autentica (*) della carta di circolazione dell’autovettura.
2. Per gli interventi di cui ai punti b) e c):
• fotocopia della carta di identità;
• copia autentica (*) della fattura n. .......... in data ...........
emessa da ............................................................................
per un importo di C .................. (IVA esclusa) attestante
gli interventi realizzati sull’autovettura marca .................
modello .................................. targa ..................................
• copia autentica (*) della carta di circolazione dell’autovettura.
DICHIARO
– di aver provveduto, per gli interventi di trasformazione
dei veicoli da alimentazione a benzina ad alimentazione
a gas metano/GPL, a verificare il rispetto delle normative
in materia di sicurezza degli allestimenti, trasformazioni
e dotazioni oggetto della presente domanda di contributo
nonché di porre a disposizione della Regione Lombardia,
a seguito di eventuale richiesta, l’idonea documentazione
attestante le prove e/o omologazioni da parte dei competenti organi;
– di non aver già goduto, ai sensi dell’art. 3, comma 3 della
l.r. 10/2000, dei contributi in oggetto nei precedenti tre
anni;
– di essere a conoscenza delle sanzioni previste dagli artt.
75 e 76 del d.P.R. 28 dicembre 2000 n. 445, in caso di
dichiarazioni mendaci, falsità negli atti e uso di atti falsi.
Data ........................
Firma .................................................
(*) L’autenticazione può anche essere effettuata:
– presso l’Ufficio del Protocollo generale della Giunta regionale
in Milano via Pirelli n. 12 dal lunedı̀ al giovedı̀ dalle ore 9.00
alle ore 12.00 e dalle ore 14.30 alle ore 16.30 ed il venerdı̀ dalle
ore 9.00 alle ore 12.00;
– presso la Direzione generale Infrastrutture e Mobilità, Unità
Organizzativa Trasporto Pubblico Locale, via Taramelli 20,
Milano dai funzionari appositamente incaricati, nei giorni di
martedı̀ e giovedı̀ dalle ore 9.30 alle ore 12.30.
Indicare gli estremi per la liquidazione in caso di ammissione
al contributo (barrare la modalità prescelta):
䊐 a) accredito bancario:
C/C n. ................... intestato a .......................................
Agenzia banca ..................................................................
ABI ....................................................................................
CAB ...................................................................................
䊐 b) pagamento diretto presso la Tesoreria regionale.
——— • ———
Allegato «2»
ELENCO DELLE SEDI
DEGLI UFFICI REGIONALI DECENTRATI
BERGAMO
BRESCIA
COMO
CREMONA
LECCO
LODI
MANTOVA
PAVIA
SONDRIO
VARESE
viale Papa Giovanni XXIII, 106
via Dalmazia, 92/94
viale Varese (angolo via Benzi)
via Dante, 136
Corso Promessi Sposi 132
via Haussmann, 7/11
corso Vittorio Emanuele, 57
via Cesare Battisti, 150
via Del Gesù, 17
viale Belforte, 22
tel. 035/273111
tel. 030/34621
tel. 031/3201
tel. 0372/4851
tel. 0341/358911
tel. 0371/4581
tel. 0376/62321
tel. 0382/594216
tel. 0342/530111
tel. 0332/338511