La verifica di resistenza a fatica
Transcription
La verifica di resistenza a fatica
La verifica di resistenza a fatica 1 La verifica di resistenza a fatica • Gli elementi delle macchine se soggetti a carichi variabili nel tempo presentano rotture precoci anche per carichi inferiori rispetto a quelli che inducono la plasticizzazione nelle aree più sollecitate. • Le nucleazione delle cricche di fatica e la successiva velocità di propagazione dipendono da numerosi parametri: 1. Lo stato di sforzo (composto o meno) 2. L’ampiezza dei cicli di carico 3. La dimensione dei grani del materiale (quindi il trattamento termico subito dal materiale) 4. La presenza di intagli 5. Lo stato superficiale, ovvero la rugosità superficiale 6. Le dimensioni del componente stesso • I livelli di tutti questi parametri possono concorrere, se accuratamente scelti, ad un corretto “disegno del componente” La verifica di resistenza a fatica 2 • Le prime indagini relative a cedimenti per fatica furono condotte a partire dalla metà del 1800 su assali ferroviari che, nonostante fossero stati dimensionati correttamente dal punto vista statico, presentavano rotture più o meno repentine dopo l’entrata in servizio. • Negli anni ’50 si danneggiarono numerosi velivoli civili del modello Comet e si accertò che il danno strutturale era indotto dalla nucleazione e successiva propagazione di cricche di fatica in corrispondenza degli spigoli dei finestrini rettangolari ricavati nella fusoliera dell’aereo. • Gli spigoli vivi localizzati agli angoli dei finestrini rettangolari erano sede di concentrazione di sforzi che, a causa dei cicli di pressurizzazione e depressione cui la fusoliera dei velivoli era sottoposta in esercizio (decollo, permanenza in quota ed atterraggio costituiscono un ciclo di fatica), erano causa di nucleazione e propagazione di cricche di fatica. 3 La verifica di resistenza a fatica ω Rr m Albero con massa rotante f ω Mg Albero con volano 4 La verifica di resistenza a fatica SEZ C-C C A σ<0 A C B C ωt B σ>0 t 0 =0 Variazione dei punti di massima sollecitazione in funzione del tempo: caso di “Flessione rotante” σ σmax t −σ max Andamento degli sforzi di flessione rispetto al tempo in un punto della sezione dell'albero 5 La verifica di resistenza a fatica La rottura per fatica • Nei casi di “Flessione rotante” e “Flessione alternata” avviene nel modo seguente: 1. In uno dei punti periferici "pericolosi" (a causa di scalfitture superficiali, difetti nel materiale, o intagli indotti dal processo di ottenimento alle macchine utensili) si genera una cricca 2. A causa della sollecitazione ripetuta, la cricca cresce di dimensioni riducendo la sezione resistente 3. Quando la sezione resistente non è più in grado di sostenere il carico applicato il pezzo cede di schianto. Levigata Ruvida Esempio di una superficie di frattura per fatica 6 La verifica di resistenza a fatica F Cr O Pedivella Pedivella di bicicletta A B Assale di un carro rimorchio • Si hanno due soluzioni costruttive possibili: a) ruota fissa sull'assale e cuscinetti fra assale e telaio (carico affaticante per l’assale) b) ruota folle sull'assale e assale bloccato sul telaio. La verifica di resistenza a fatica 7 Determinazione del limite di fatica: diagramma di Wöhler a) b) Provino per prove a) di trazione e b) di fatica • Le modalità di prova per la valutazione del “limite di fatica”, sono fissate dalla norma internazionale ISO 1143. • Tale norma prescrive le dimensioni dei provini di fatica e fornisce indicazioni sulla modalità di prova e di elaborazione dei risultati. • Per le prove di fatica, a differenza delle prove di trazione, si usano provini a clessidra con raccordo molto ampio, in modo da avere in esercizio, durante la prova, un coefficiente di intaglio Kt=1. 8 La verifica di resistenza a fatica • Il provino ha dimensioni prefissate (il diametro minimo nella zona a “clessidra” non deve essere superiore a d=10mm), la superficie dello stesso deve presentare una rugosità tipica da finitura per lucidatura Ra=0.3 µm. C A D B ω M Mg M Mg Diagramma del momento flettente Mf Mg Mg Schema di macchina per prove di fatica (flessione rotante) 9 La verifica di resistenza a fatica σmax R= σ min =-1 σ max 10 7 N Diagramma σ max ( N ) σ max Rm R= σ min =-1 σ max I II σ FAf III 103 107 Log N Diagramma σ max ( Log N ) σFaf = “Limite di Fatica a Flessione Rotante” del materiale 10 La verifica di resistenza a fatica Rapporti di fatica • Acciai a comportamento duttile: Flessione rotante: σ FAf Rm Fatica alternata assiale: σ FAa Torsione alternata: τ FA Rm Rm =0,40÷0,60 =0,30÷0,45 =0,23÷0,33 • Leghe leggere: Flessione rotante: σ FAf Rm =0,35 • Ghisa (comportamento fragile): Flessione rotante: σ FAf Rm =0,25÷0,30 La verifica di resistenza a fatica 11 Geometria, dimensioni e stato superficiale dei componenti meccanici: influenza sulla resistenza a fatica • Il limite di fatica ricavato in condizioni di laboratorio è un parametro necessario ma non sufficiente per la verifica della resistenza a fatica. • E’ infatti necessario introdurre gli effetti: 1. Di sovrasollecitazione, o intaglio, a fatica 2. Dimensionale 3. Superficiale • La fatica è un fenomeno locale e la presenza di uno stato di sovraccarico in zone limitate dei componenti meccanici può ridurre notevolmente la resistenza a fatica. 12 La verifica di resistenza a fatica Effetto di sovrasollecitazione e fatica σ FAf = K f ≤ Kt , σ 'FAf σ max σ FAf σ FAf 10 7 Log N Diagramma di Wöhler per provini standard e intagliati Kf = 1+ q(Kt – 1) è detto sensibilità all'intaglio a fatica ed è compreso fra 0 e 1 13 La verifica di resistenza a fatica q bonificato 1 normalizzato 0 3 6 r [mm] 9 Sensibilità dell'intaglio a fatica q 1 q= 1+ q= (Neuber) ρ 1 1+ r a r (Peterson) σB σ A B A Influenza del gradiente di sforzo (su un grano cristallino) 14 La verifica di resistenza a fatica σ1 σ 2 1 2 Influenza delle dimensioni del grano cristallino Effetto dimensionale • Provini standard: d = 10 mm • Elementi delle macchine: dimensioni variabili • A parità di sforzo massimo sono più penalizzati i componenti delle macchine che presentano dimensioni maggiori σmax Diagramma degli sforzi in alberi di differente diametro 15 La verifica di resistenza a fatica b2 1 0.7 10 100 150 200 D [mm] Andamento del coefficiente dimensionale b2 in funzione del diametro Effetto superficiale b3 lucidato 1 0.8 rettificato 0.6 tornito 0.4 grezzo di laminazione 0.2 400 800 1200 Rm [MPa] Andamento del coefficiente superficiale b3 in funzione di Rm 16 La verifica di resistenza a fatica • Il limite di fatica ricavato da prove di laboratorio con provini standard deve essere modificato attraverso l’utilizzo dei tre coefficienti: 1. Kf di intaglio a fatica 2. b2 dimensionale 3. b3 superficiale • La tensione limite modificata sarà pari a: σ lim = • σ FAf b2b3 Kf La tensione ammissibile sarà pari a: σ amm σ FAf b2b3 = Kf η 17 La verifica di resistenza a fatica Presenza di sollecitazioni medie non nulle Fc=m eω2 Fc=m eω2 G Fp =Mg Fp =Mg Esempio di un sistema di carichi che dà luogo ad un ciclo di fatica con σ med ≠ 0 S0 S rot Mf rot Mf0 Mf0 Albero sollecitato da flessione statica e da flessione rotante Mf rot 18 La verifica di resistenza a fatica σ0 A S C r D S 0 B σrot σa* Diagrammi degli sforzi delle componenti statiche e rotanti σ σ∗a = σ rot σ med = σ 0 t Andamento dello sforzo in funzione del tempo nel punto A 19 La verifica di resistenza a fatica Diagramma di Haigh σa σ FAf σ a R σ med σmed 0 c P lim P Ascissa: componente media R σ med = m σ max + σ min 2 σ max − σ min Ordinata: componente alternata σ a = 2 Margine di sicurezza η= OP lim σ a lim σ med lim = = σmed σa OP σa Rs σ FAa σ med R c Rs Rs Rm Diagramma di Haigh semplificato con limitazione delle deformazioni 20 La verifica di resistenza a fatica Diagramma di Smith Ascissa: σ med Ordinata: σ max σmax B Rm σ FAf K A σa C F σmax σa H v σmin D −σ FAf G E -R m Diagramma di Smith semplificato σmed σ med 21 La verifica di resistenza a fatica σmax Rm M Rs σ FAf B A F σmed N G −σ FAf D E -Rs -Rm Diagramma di Smith semplificato con limitazione allo snervamento 22 La verifica di resistenza a fatica Effetti di intaglio, dimensionale, superficiale con sollecitazione media non nulla Diagramma di Haigh σ ' FAf = σa σ FAf b2b3 Kf σ FA σ senza intaglio con intaglio FA σmed Rc R m Diagramma di Haigh per un pezzo intagliato σa σ FA senza intaglio con intaglio σ FA σmed Rs Rs Diagramma di Haigh semplificato per un pezzo intagliato 23 La verifica di resistenza a fatica Diagramma di Smith σ ' FAf = σmax σ FAf b2b3 Rm Kf σ Rs FAf σ med -50 P P lim -100 −σ FAf -R s -R m Verifica di resistenza con il diagramma di Smith 24 La verifica di resistenza a fatica Verifica a fatica in stato composto di sforzo Criterio di Gough-Pollard Per azioni di flessione e torsione sincrone e in fase. 2 σ σ 2 2 lim σ max + ⋅ τ max ≤ lim η τ lim Se σm = 0: σ lim = σ FAf b2b3 K ff τ lim = τ FAb2b3 K ft Se σm ≠ 0 σlim e τlim si ricavano con il diagramma di Haigh o Smith. Criterio di Sines σ I = σ Im + σ Ia σ II = σ II m + σ IIa σ = σ III m + σ IIIa III (σ 2 Ia 2 2 + σ IIa + σ IIIa − σ Iaσ IIa − σ Iaσ IIIa − σ IIaσ IIIa ) ≤ k= σ FAa σ FP −1 σ FAa − k (σ Im + σ II m + σ III m ) η σFAa = limite di fatica alternata assiale σFP = ampiezza limite di fatica pulsatoria assiale 25 La verifica di resistenza a fatica Metodi per migliorare la resistenza a fatica Trattamenti termo-chimici: Cementazione, nitrurazione • Arricchimento di carbonio o azoto in superficie Trattamenti meccanici: Rullatura e pallinatura Con questi trattamenti si ottengono principalmente due effetti positivi: • la superficie risulta avere una migliore rugosità, per effetto della plasticizzazione; • si genera uno stato di tensione residuo di compressione superficiale, che migliora la resistenza a fatica. F F Esempio di rullatura di un albero 26 La verifica di resistenza a fatica - + Profilo di tensioni residue • Fenomeni analoghi avvengono con il trattamento di pallinatura; • Lo stato di compressione è ottenuto con il lancio, mediante aria compressa, di sfere di elevata durezza sulla superficie del pezzo; • Questo trattamento tuttavia non consente di ottenere finiture superficiali molto buone. σa σ FAf P' lim P' A R c σ res P σ a P lim σ med 0 σmed Diagramma di Haigh relativo alla rullatura R m La verifica di resistenza a fatica Simulazione numerica della pallinatura 27 La verifica di resistenza a fatica 28 La verifica di resistenza a fatica 29 La verifica di resistenza a fatica 30 La verifica di resistenza a fatica 31 La verifica di resistenza a fatica 32 La verifica di resistenza a fatica 33 La verifica di resistenza a fatica 34 La verifica di resistenza a fatica 35 La verifica di resistenza a fatica 36 La verifica di resistenza a fatica 37 Riferimenti bibliografici 1. Guagliano, M., Vergani, L., Appunti delle lezioni di Costruzione di Macchine del Prof. Angelo Terranova, Edizioni CUSL, Milano, 1999. 2. Guagliano, M., Vergani, L., Esercitazioni di Costruzione di Macchine, Edizioni CUSL, Milano, 1999. 3. Vergani, L., Meccanica dei materiali, McGraw-Hill, Milano, 2001. 4. Bazzaro, E., Gorla, C., Miccoli, S., Lezioni di Tecnica delle Costruzioni Meccaniche, Edizioni Spiegel, Milano, 1997. 5. Bertolini, I., Bazzaro, E., Lezioni di Costruzione di Macchine – Resistenza dei Materiali. III Ed., Spiegel, Milano, 1996. 6. Nieman, G., Winter, H., Elementi di Macchine, EST-Springer, Milano, 1986. 7. Belloni, G., Bernasconi, G., Sforzi Deformazioni e loro Legami, Spiegel, Milano, 1984. 8. Matteazzi, S., Apparecchi di sollevamento e trasporto, CUSL, Milano, 2000. 9. Massa, E., Bonfigli, L., Costruzione di macchine, Vol. I, Masson Italia, Milano, 1979. 10. Massa, E., Costruzione di macchine, Vol. II, Masson Italia, Milano, 1979. 11. Bernasconi, G., Lezioni di Costruzioni di Macchine, CLUP, Milano, 1987. 12. Dornig A., Lezioni di Costruzione di Macchine II, CLUP, Milano, 1988. 13. Dornig A., Le molle, CLUP, Milano, 1988. 14. Juvinall, R.C., Marshek, K.M., Fundamentals of Machine Component Design, John Wiley & Sons, New York, 1991. 15. Harris, W.J., Syers, G., Fatigue Alleviation, Oxford University Press, 1979. 16. Zienkiewicz, O. C., Taylor, R. L., The Finite Element Method, McGraw-Hill Book Company, Great Britain, 1989. 17. Bathe, K. J., Finite Element Procedures’, Prentice Hall, New Jersey, 1996.