estate 2014 - Accademia delle crete senesi
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estate 2014 estate 2014 www.accademiadellecrete.com d Notare già le date del festival per il prossimo anno: da domenica 27 luglio a venerdì 1 agosto 2014 Notez déjà les dates du festival pour l’année prochaine: du dimanche 27 juillet au vendredi 1er août 2014 Noteer nu alvast de Festivaldata voor volgend jaar: van zondag 27 juli tot en met 1 augustus 2014 accademia delle crete senesi follow us on facebook accademia delle crete senesi direzione artistica Philippe Herreweghe accademia delle crete senesi direzione artistica Philippe Herreweghe LPH005 In collaborazione con LPH006 LPH007 ASCIANO La realizzazione del festival è stata possibile grazie al contributo di Charles Adriaenssen Bruno Aubé Luc & Francine Bontinck-De Potter Olivier & Alice Bourgeois-Goldet Jean & Jacinthe de Garcia de la Vega Eric & Françoise de Keuleneer Michel & Caroline Delbaere Jacques & Anne de Liedekerke Marc & Mia De Muynck-Lodewijckx Emmanuel de Schietere de Lophem Florent & Nikita De Vernejoul Erwin & Brigitte De Wolf-Cambier Xavier & Christiane D’Hulst-Struyven Francesca Duquenne-Rostenne André & Jenny Feron-Arbyn Oscar Geyer Juul & Greet Ivens Fernand Jacquet & Monique Fritz Mathias & Kathy Lannoo-Vande Moortel Jean-Pierre & Janine Laurent Josi Thomas Leysen Jo & Kris Libeer André Marchandise Ine & Jean-Pierre Mariën Baudoin & Isabelle Motte Khaled Ousseimi André & Charlotte Querton de Universitaire Stichting – la Fondation Universitaire Rolanda Valckenier-De Smet Hugo Van Geet Carine Van Goethem Carol & Geneviève van Wonterghem Bernard & Antonella Vischer Damien & Bernadette Wigny (l’elenco si è concluso il 26 giugno 2014) © Philippe Herreweghe 2013 IT Questa tredicesima edizione dell’Accademia delle Crete Senesi deve tutto ai suoi generosi sponsor, alcuni dei quali sono stati con noi sin dall’inizio. Il programma è stato concepito con uno spirito che nel corso degli anni è rimasto intatto: ho il privilegio di invitare alcuni amici musicisti, tutti talenti eccezionali, con cui lavoro regolarmente in tutto il mondo. È molto volentieri che essi tornano in questa bella regione, ma ci sforziamo di invitare ogni anno alcuni artisti forse meno noti al nostro pubblico, come in questa edizione, lo straordinario violoncellista Andreas Brantelid, Marianne Pousseur o Piet Kuijken. Sono soprattutto molto grato al nostro team, piccolo ma meraviglioso. Ringrazio anche i nostri amici italiani, tutta la squadra di Sant’Anna in Camprena e soprattutto la città di Asciano. Stiamo quasi per realizzare uno dei nostri sogni. Sotto la guida del nuovo sindaco Paolo Bonari non è impossibile che insieme possiamo trasformare la chiesa di San Francesco in una sala da concerto. I luoghi, l’acustica e la poesia si prestano perfettamente a questa funzione, quindi sarebbe una risorsa importante per l’intera regione. Vi auguro una settimana di emozioni indimenticabili. FR NL Cette treizième édition de l’Accademia delle Crete Senesi doit tout à ses sponsors généreux dont certains nous sont fidèles depuis le début. La programmation est conçue dans un esprit qui est resté le même: j’ai le privilège d’inviter quelques amis musiciens, tous d’une envergure exceptionnelle, avec lesquels je travaille régulièrement à travers le monde. Ils aiment revenir dans cette belle région, mais nous veillons à inviter chaque année quelques artistes peut-être moins connus de notre public, comme pour cette édition, l’extraordinaire Andreas Brantelid au violoncelle, Marianne Pousseur ou encore Piet Kuijken. Je salue les efforts de notre équipe restreinte mais admirable. Je remercie enfin nos amis italiens, toute l’équipe de Sant’Anna in Camprena et tout particulièrement la commune d’Asciano. Un de nos rêves pourra peut-être se réaliser. Sous la houlette du nouveau maire Paolo Bonari il n’est pas impossible que nous puissions ensemble transformer l’église de San Francesco en une salle de concert de qualité. L’acoustique et la poésie des lieux s’y prêtent à merveille, et ce serait un atout décisif pour toute la région. Je vous souhaite une semaine d’émotions inoubliables. Deze dertiende editie van de Accademia delle Crete Senesi dankt alles aan haar gulle sponsors, van wie sommigen ons al sinds het begin volgen. De programmering is opgebouwd vanuit een onveranderlijk gebleven idee: Ik heb het voorrecht om enkele vrienden-muzikanten uit te nodigen die stuk voor stuk van een uitzonderlijk kaliber zijn en met wie ik regelmatig samenwerk op andere plekken in de wereld. Ze vinden het heerlijk om terug te keren naar deze prachtige streek, maar we streven er ook naar om jaarlijks een aantal bij ons publiek minder bekende artiesten te gast te hebben, zoals in deze editie het geval voor de buitengewone cellist Andreas Brantelid, Marianne Pousseur of Piet Kuijken. Ik wil bij deze ook de inspanningen van ons klein maar geweldig team prijzen. Ik dank ook onze Italiaanse vrienden, het hele team van Sant’Anna in Camprena en vooral de stad Asciano. Misschien zouden we één van onze dromen kunnen realiseren. Onder leiding van de nieuwe burgemeester Paolo Bonari is het niet ondenkbaar om samen de kerk van San Francesco te transformeren tot een kwaliteitsvolle concertzaal. De akoestiek en de poëzie van de locatie leent er zich perfect toe, en het zou een belangrijke troef kunnen betekenen voor de hele regio. Ik wens u een week van onvergetelijke emoties. Philippe Herreweghe accademia delle crete senesi direzione artistica Philippe Herreweghe Programma Estate 2014 Domenica ore 20 San Francesco (Asciano) Marie Elisabeth Hecker & Martin Helmchen ore 20 San Francesco (Asciano) Filarmonica reale fiamminga & Marianne Pousseur p. 10 ore 20 Sant’Anna in Camprena (Pienza) Andreas Brantelid & Boyan Vodenitcharov p. 20 27.07 Lunedì 28.07 Martedì 29.07 p. 6 Solisti del Collegium Vocale Gent & Philippe Herreweghe Mercoledì ore 12 Santo Stefano (Castelmuzio) Maude Gratton p. 26 ore 20 San Francesco (Asciano) Dietrich Henschel & Piet Kuijken p. 30 ore 20 San Francesco (Asciano) Edding Quartet & Boyan Vodenitcharov p. 42 30.07 Giovedì 31.07 Martin Helmchen Venerdì ore 12 Santo Stefano (Castelmuzio) Edding Quartet ore 20 Sant’Anna in Camprena (Pienza) Solisti del Collegium Vocale Gent p. 50 & Philippe Herreweghe 01.08 PROGRAMMA ESTATE 2014 p. 46 5 Cena: “La Mencia” – Asciano Questo concerto è patrocinato da Anne e Jacques de Liedekerke Domenica 27/07 ore 20 Chiesa: San Francesco — Asciano Anton Webern (1883-1945) Drei kleine Stücke op.11 I Mässige II Sehr bewegt III Äusserst ruhig ± 3 min. Johannes Brahms (1833-1897) Sonata n.2 op.99 per violoncello e pianoforte I Allegro vivace II Adagio affettuoso III Allegro passionato IV Allegro molto ± 30 min. Intervallo 6 ACCADEMIA DELLE CRETE SENESI © © Philippe Philippe Herreweghe Herreweghe 2013 Anton Webern (1883-1945) Variationen für Klavier op.27 I Sehr mäßig II Sehr schnell III Ruhig fliessend ± 7 min. Franz Schubert (1797-1828): Sonata “Arpeggione” per violoncello e pianoforte D.821 I Allegro moderato II Adagio III Allegretto ± 25 min. Marie Elisabeth Hecker violoncello Martin Helmchen pianoforte PROGRAMMA ESTATE 2014 7 Domenica 27.07 IT San Francesco, Asciano L’intera opera di Anton Webern, con Arnold Schönberg il fondatore della seconda Scuola Viennese, è composta di appena quattro ore di musica. Le sue composizioni sono estremamente brevi, essenziali ed iperintensive. Pierre Boulez ha definito la musica dodecafonica di Webern il “contrappunto di suono e di silenzio”, piuttosto che l’“arte dei toni”. Sia nelle Variationen op.27 (abbastanza virtuose), unica opera di Webern pubblicata per solo pianoforte, che nelle Drei kleine Stücke op.11, per violoncello e pianoforte, la melodia romantica dettagliata deve far definitivamente spazio a motivi isolati in base alle serie di tonalità. E’ così che nascono gli aforismi che, come per gli haiku giapponesi, racchiudono ognuno di loro un universo in sè. Nell’estate del 1886 Johannes Brahms soggiornò al Lago di Thun in Svizzera e lavorò contemporaneamente a quattro composizioni di musica da camera, fra le quali la Sonata per violoncello e pianoforte in F op.99. Erano passati più di venti anni dalla prima sonata per violoncello, nel corso dei quali aveva ormai acquisito la piena maturità da compositore (anche se solo per la composizione di quattro sinfonie). Brahms conserva in questa sonata in quattro parti, dedicata al violoncellista Robert Hausmann, il coraggio sfrenato e la passione dei suoi giovani anni coniugati allo studio approfondito delle sonate per violoncello di Beethoven. Come nella sonata del 1862, il pianoforte assume un ruolo quasi sinfonico, ovviamente nella parte dell’apertura Allegro vivace o nel Allegro passionato tempestoso e complesso. Hugo Wolf, il critico di allora del Wiener Salonblatt, etichettò Brahms, dopo la première viennese del novembre 1886, come uno dei più grandi ciarlatani di tutti i tempi! Non riuscì a capire che il ‘caos’ che si ascoltava, veniva accettato come musica, e ancora meno a comprendere il culmine della musica da camera del tardo Ottocento. La Sonate für Arpeggione und Pianoforte D821 di Franz Schubert nacque nel novembre del 1824, probabilmente su richiesta di Vincenz Schuster, uno dei pochi virtuosi di questo strumento. L’arpeggione (anche chiamato guitare d’amour o guitarevioloncelle) era uno strumento ibrido, come una viola da gamba con sei corde, realizzato dal liutaio viennese Staufer. Per la forma e l’accordo aveva le caratteristiche di una chitarra, ma veniva suonato come un violoncello. Il profilo leggermente ricurvo rendeva difficile suonare solo una corda alla volta. Per questo motivo lo strumento era ideale per suonare vocalizzi in terze, doppie prese e accordi spezzati (arpeggi). La sonata classica di Schubert è composta di tre parti. Nell’apertura contenuta con un tempo Allegro moderato, il tema cantante definisce l’introduzione dell’atmosfera melanconica. L’Adagio breve ma cupo combacia perfettamente con l’Allegretto ludico e spensierato. Secondo la forma e lo stile, questa è una sonata molto tradizionale, ma i numerosi cambiamenti di umore, che variano dal gioioso e sereno al tetro e depressivo, danno a questa opera affascinante un’umanità ed una fragilità quasi tangibile. 8 ACCADEMIA DELLE CRETE SENESI Domenica 27.07 NL San Francesco, Asciano Het volledige oeuvre van Anton Webern, samen met Arnold Schönberg de grondlegger van de Tweede Weense school, omvat nauwelijks vier uur muziek. Zijn composities zijn dan ook extreem bondig, uitgepuurd en hyperintensief. Pierre Boulez noemde Weberns twaalftoonsmuziek ooit “contrapunt van klank en stilte”, veeleer dan “kunst der tonen”. Zowel in de (behoorlijk virtuoze) Variationen op.27, Weberns enige gepubliceerde werk voor piano solo, als in de Drei kleine Stücke op.11 voor cello en piano, maakt de uitgesponnen romantische melodie voorgoed plaats voor geïsoleerde motieven op basis van toonreeksen. Zo ontstaan sublieme aforismen die net als Japanse haiku’s stuk voor stuk een universum in zich dragen. In de zomer van 1886 verbleef Johannes Brahms aan het meer van Thun in Zwitserland en werkte er gelijktijdig aan vier kamermuziekcomposities waaronder de Sonate voor cello en piano in F op.99. Sinds zijn eerste cellosonate waren meer dan twintig jaren verlopen waarin hij als componist tot volle maturiteit was gekomen (al was het maar door de compositie van vier symfonieën). Brahms behield in deze vierdelige sonate, opgedragen aan cellist Robert Hausmann de ongebreidelde durf en passie uit zijn jonge jaren en koppelde die aan zijn grondige studie van Beethovens cellosonates. Net als in de sonate uit 1862 krijgt de piano een bijna symfonische rol aangemeten, overduidelijk in het openingsdeel Allegro vivace of het stormachtige en complexe Allegro passionato. Hugo Wolf, toenmalig recensent van het Wiener Salonblatt, noemde Brahms na de Weense première in november 1886 één van de grootste charlatans aller tijden! Hij kon niet begrijpen dat de ‘chaos’ die te horen was als muziek werd aanvaard, laat staan als een hoogtepunt van de kamermuziek uit de late negentiende eeuw! Franz Schuberts Sonate für Arpeggione und Pianoforte D821 ontstond in november 1824 waarschijnlijk op vraag van Vincenz Schuster, één van de weinige virtuozen op dit instrument. De arpeggione (ook guitare d’amour of guitarre violoncelle genoemd) was een viola da gamba-achtig hybride instrument met zes snaren op naam van de Weense gitaarbouwer Staufer. Het had enerzijds de vormkenmerken en stemming van een gitaar maar werd anderzijds gestreken bespeeld zoals een cello. Met een erg licht gebogen profiel was het moeilijk om slechts één snaar tegelijk te bespelen. Daardoor was het instrument wel geschikt om loopjes in tertsen, dubbelgrepen en gebroken akkoorden (arpeggio’s) te spelen. Schuberts klassiek opgevatte sonate bestaat uit 3 delen. In een beheerst openingsdeel met als tempo Allegro moderato bepaalt het zangerige thema van de introductie de melancholische sfeer. Het korte maar sombere Adagio loopt naadloos over in een eerder speels en onbekommerd Allegretto. Naar vorm en stijl is dit een bijzonder traditionele sonate, maar de vele stemmingswisselingen van helder en opgewekt naar donker en depressief geven aan dit charmante werk een bijna tastbare menselijkheid en fragiliteit. PROGRAMMA ESTATE 2014 9 Cena: Pro-loco – Asciano Questo concerto è dedicato al commune di Asciano Lunedì 28/07 ore 20 Chiesa: San Francesco — Asciano Luciano Berio (1925-2003) Sequenza I per Flauto (1958) dedicata a Severino Gazzelloni ± 7 min. Arnold Schönberg (1874-1951) Pierrot Lunaire op.21 Parole di Albert Giraud (1860-1929) traduzione: Otto Erich Hartleben (1864-1905) Parte I Parte II Parte III 1.Mondestrunken 1.Nacht (Passacaglia) 1.Heimweh 2.Columbine 2.Gebet an Pierrot 2.Gemeinheit! 3.Der Dandy 3.Raub 3.Parodie 4.Eine blasse Wäscherin 4.Rote Messe 4.Der Mondfleck 5.Valse de Chopin 5.Galgenlied 5.Serenade 6.Madonna 6.Enthauptung 6.Heimfahrt (Barcarole) 7.Der kranke Mond 7.Die Kreuze 7.O Alter Duft 10 ± 55 min. ACCADEMIA DELLE CRETE SENESI © Kurt Van der Elst 2013 interval Marianne Pousseur Sprechstimme Aldo Baerten flauto & piccolo Nele Delafonteyne clarinetto Yamei Yu violino & alto Raphael Bell violoncello Thomas Dieltjens pianoforte Robin Engelen direttore musicale PROGRAMMA ESTATE 2014 11 Lunedì 28/07 FR San Francesco, Asciano Est-il encore besoin de présenter le mythique Pierrot Lunaire de Schönberg? Oui, dans la mesure où, créée le 16 octobre 1912 à Berlin - par sa dédicataire, Albertine Zehme, et un ensemble instrumental placé sous la direction du compositeur -, l’œuvre garde, farouchement pourrait-on dire, toute sa nouveauté, son étrangeté et son pouvoir de fascination. Souvent imitée – notamment par Stravinski, Ravel, Webern ou Boulez - jamais égalée! Schönberg y a injecté la quintessence de ce qui allait transformer de façon irréversible la musique du XXe siècle, sous des formes somme toute modestes, mais exclusives. Nous y distinguerons trois éléments fondateurs. Tout d’abord, le rapport à la tonalité: Schönberg s’en libère totalement mais sans avoir l’air d’y toucher, utilisant les potentialités des instruments et de la voix pour créer un tissu sonore inaugural, immédiatement reconnaissable, et, au sein de cet univers, développer une polyphonie personnelle, complexe et expressive; il ne démontre rien, il invente, en toute liberté, en toute atonalité, offrant à chaque poème sa structure et sa couleur. Deuxième élément: le choix des poèmes et le travail sur leur musicalité propre. C’est dans la traduction allemande de Hartleben que le compositeur a découvert les poèmes écrits en français par le Belge Albert Giraud, et c’est donc à partir d’une première “interprétation” qu’il a développé sa propre vision, sélectionnant 21 poèmes (donnés selon un ordre variable) et n’hésitant pas à introduire dans le monde grinçant de Giraud une dimension parodique voire humoristique, clin d’œil au style “cabaret berlinois”. Schönberg insista à plusieurs reprises sur cette dimension décalée, déplorant, notamment, la façon littérale dont certains publics – à Paris et à Genève – envisageaient le cycle et s’offusquaient de son contenu “blasphématoire” (mais c’était dans la version française, créée en 1922 sous la direction de Darius Milhaud, avec Maria Freund en soliste…). Troisième élément, le plus immédiatement perceptible: l’utilisation du Sprechgesang, sur laquelle Schönberg tenta bien de donner quelques explications mais sans vraiment éclairer la question. On pourra retenir que l’usage du Sprechgesang consistant, selon Schönberg, à attaquer la note dans sa hauteur réelle pour la quitter aussitôt - est essentiellement destiné à élargir le pouvoir expressif du chant et requiert chez l’interprète à la fois de fines qualités vocales, y compris d’intonation (même si l’on n’en perçoit pas grand-chose), de l’imagination et un véritable tempérament de comédienne. A cet égard, la présence de Marianne Pousseur au festival est un privilège! 12 ACCADEMIA DELLE CRETE SENESI Lunedì 28/07 IT San Francesco, Asciano C’è ancora bisogno di presentare il mitico Pierrot lunaire di Schönberg? Si, nella misura in cui l’opera, eseguita il 16 ottobre da Albertine Zehme, alla quale era stata dedicata, e da un gruppo strumentale diretto dal compositore – conserva, quasi tenacemente, tutta la sua novità, la sua diversità e il suo fascino. Spesso imitata – in particolare da Stravinski, Ravel, Webern o Boulez – ma mai eguagliata! Schönberg vi ha introdotto la quintessenza di ciò che avrebbe trasformato in modo irreversibile la musica del XX secolo, in una forma in fin dei conti modesta ma esclusiva. Si possono scorgere tre elementi fondatori. Innanzitutto, il rapporto con la tonalità: Schönberg se ne libera completamente senza però dare l’impressione di modificare nulla, utilizzando le potenzialità degli strumenti e della voce per creare un tessuto sonoro iniziale, immediatamente riconoscibile e, all’interno di questo universo, sviluppare una polifonia personale, complessa e espressiva; non dimostra nulla, inventa liberamente, nella più completa atonalità, offrendo a ogni poesia una sua struttura e un suo colore. Secondo elemento: la scelta delle poesie e il lavoro sulla loro stessa musicalità. E’ nella traduzione tedesca di Hartleben che il compositore ha scoperto le poesie scritte in francese dal belga Albert Giraud, ed è quindi a partire da una prima “interpretazione” che ha sviluppato la sua propria visione, selezionando 21 poesie (secondo un ordine variabile) e senza esitare a introdurre nel mondo aspro di Giraud una dimensione parodica se non addirittura umoristica, una strizzatina d’occhio allo stile “cabaret berlinese”. Schönberg insistette più volte su questo sfasamento, deplorando, in particolare, il modo letterale col quale un certo pubblico – a Parigi e a Ginevra – considerava il ciclo e si risentiva per il suo contenuto “blasfemo” (ma era nella versione francese, messa in scena nel 1922 sotto la direzione di Darius Milhaud, con Maria Freund come solista…). Terzo elemento, il più immediatamente percettibile: l’utilizzo dello Sprechgesang (voce recitante), sul quale Schönberg cercò di dare spiegazioni senza però veramente chiarire la questione. Si potrà ricordare che l’uso dello Sprechgesang – che secondo Schönberg consisteva nell’intonare appena la nota nella sua altezza reale e poi subito abbandonarla – è destinata ad ampliare la forza espressiva del canto e richiede all’interprete fini capacità vocali, grande precisione nell’intonazione (anche se non si percepisce molto) e al tempo stesso immaginazione e un vero temperamento teatrale. Da questo punto di vista, la presenza al festival di Marianne Pousseur è un privilegio! PROGRAMMA ESTATE 2014 13 Lunedì 28/07 Pierrot Lunaire 1.Mondestrunken Den Wein, den man mit Augen trinkt, Gießt Nachts der Mond in Wogen nieder, Und eine Springflut überschwemmt Den stillen Horizont. Gelüste schauerlich und süß, Durchschwimmen ohne Zahl die Fluten! Den Wein, den man mit Augen trinkt, Gießt Nachts der Mond in Wogen nieder. Der Dichter, den die Andacht treibt, Berauscht sich an dem heilgen Tranke, Gen Himmel wendet er verzückt Das Haupt und taumelnd saugt und schlürit er Den Wein, den man mit Augen trinkt. 2.Columbine Des Mondlichts bleiche Bluten, Die weißen Wunderrosen, Blühn in den Julinachten O brach ich eine nur! Mein banges Leid zu lindern, Such ich am dunklen Strome Des Mondlichts bleiche Blüten, Die weißen Wunderrosen. Gestillt war all mein Sehnen, Dürft ich so märchenheimlich, So selig leis - entblättern Auf deine brauenen Haare Des Mondlichts bleiche Blüten! 14 San Francesco, Asciano 3. Der Dandy Mit einem phantastischen Lichtstrahl Erleuchtet der Mond die krystallnen Flacons Auf dem schwarzen, hochheiligen Waschtisch Des schweigenden Dandys von Bergamo. In tönender, bronzener Schale Lacht hell die Fontaine, metallischen Klangs. Mit einem phantastischen Lichtstrahl Erleuchtet der Mond die krystallnen Flacons. Pierrot mit dem wächsernen Antlitz Steht sinnend und denkt: wie er heute sich schminkt? Fort schiebt er das Rot und das Orients Grün Und bemalt sein Gesicht in erhabenem Stil Mit einem phantastischen Mondstrahl. 4. Eine blasse Wäscherin Eine blasse Wäscherin Wäscht zur Nachtzeit bleiche Tücher; Nackte, silberweiße Arme Streckt sie nieder in die Flut. Durch die Lichtung schleichen Winde, Leis bewegen sie den Strom. Eine blasse Wäscherin Wäscht zur Nachtzeit bleiche Tücher. Und die sanfte Magd des Himmels, Von den Zweigen zart umschmeichelt, Breitet auf die dunklen Wiesen ACCADEMIA DELLE CRETE SENESI Lunedì 28/07 ihre lichtgewobnen Linnen Eine blasse Wäscherin. 5.Valse de Chopin Wie ein blasser Tropfen Bluts Färbt die Lippen einer Kranken Also ruht auf diesen Tönen Ein vernichtungssüchtger Reiz. Wilder Lust Accorde stören Der Verzweiflung eisgen Traum Wie ein blasser Tropfen Bluts Färbt die Lippen einer Kranken Heiß und jauchzend, süß und schmachtend, Melancholisch düstrer Walzer, Kommst mir nimmer aus den Sinnen! Haftest mir an den Gedanken, Wie ein blasser Tropfen Bluts! 6. Madonna Steig, o Mutter aller Schmerzen, Auf den Altar meiner Verse! Blut aus deinen magren Brusten Hat des Schwertes Wut vergossen. Deine ewig frischen Wunden Gleichen Augen, rot und offen. Steig, o Mutter aller Schmerzen, Auf den Altar meiner Verse! In den abgezehrten Händen Hältst du deines Sohnes Leiche. Ihn zu zeigen aller Menschheit Doch der Blick der Menschen meidet Dich, o Mutter aller Schmerzen! PROGRAMMA ESTATE 2014 San Francesco, Asciano 7. Der kranke Mond Du nächtig todeskranker Mond Dort auf des Himmels schwarzem Pfühl, Dein Blick, so fiebernd übergroß, Bannt mich wie fremde Melodie. An unstillbarem Liebesleid Stirbst du, an Sehnsucht, tief erstickt, Du nächtig todeskranker Mond Dort auf des Himmels schwarzem Pfühl. Den Liebsten, der im Sinnenrausch Gedankenlos zur Liebsten schleicht, Belustigt deiner Strahlen Spiel Dein bleiches, qualgebornes Blut, Du nächtig todeskranker Mond. Parte II 1. Nacht (Passacaglia) Finstre, schwarze Riesenfalte Töteten der Sonne Glanz. Ein geschlossnes Zauberbuch, Ruht der Horizont - verschwiegen. Aus dem Qualm verlorner Tiefen Steigt ein Duft, Erinnrung mordend! Finstre, schwarze Reisenfalter Töteten der Sonne Glanz. Und vom Himmel erdenwärts Senken sich mit schweren Schwingen Unsichtbar die Ungetume Auf die Menschenherzen nieder... Finstre, schwarze Riesenfalter. 15 Lunedì 28/07 San Francesco, Asciano 2.Gebet an Pierrot Pierrot! Mein Lachen Hab ich verlernt! Das Bild des Glanzes Zerfloß - Zerfloß! 4. Rote Messe Zu grausem Abendmahle, Beim Blendeglanz des Goldes, Beim Flackerschein der Kerzen, Naht dem Altar - Pierrot! Schwarz weht die Flagge Mir nun vom Mast. Pierrot! Mein Lachen Hab ich verlernt! Die Hand, die gottgeweihte, Zerreißt die Priesterkleider Zu grausem Abendmahle, Beim Blendeglanz des Goldes O gieb mir wieder, Roßarzt der Seele, Schneemann der Lyrik, Durchlaucht vom Monde, Pierrot - mein Lachen! Mit segnender Geberde Zeigt er den bangen Seelen Die triefend rote Hostie: Sein Herz - in blutgen Fingern Zu grausem Abendmahle! 3. Raub Rote, fürstliche Rubine, Blutge Tropfen alten Ruhmes, Schlummern in den Totenschreinen, Drunten in den Grabgewolben. 5. Galgenlied Die dürre Dirne Mit langem Halse Wird seine letzte Geliebte sein. Nachts, mit seinen Zechkumpanen, Steigt Pierrot hinab - zu rauben Rote, fürstliche Rubine, Blutge Tropfen alten Ruhmes. In seinem Hirne Steckt wie ein Nagel Die dürre Dirne Mit langem Halse. Doch da - strauben sich die Haare, Bleiche Furcht bannt sie am Platze: Durch die Finsternis - wie Augen! Stieren aus den Totenschreinen Rote, fürstliche Rubine. Schlank wie die Pinie, Am Hals ein Zöpfchen Wollüstig wird sie Den Schelm umhalsen, Die dürre Dirne! 16 ACCADEMIA DELLE CRETE SENESI Lunedì 28/07 6. Enthauptung Der Mond, ein blankes Türkenschwert Auf einem schwarzen Seidenkissen, Gespenstisch groß - dräut er hinab Durch schmerzendunkle Nacht. Pierrot irrt ohne Rast umher Und starrt empor in Todesängsten Zum Mond, dem blanken Türkenschwert Auf einem schwarzen Seidenkissen. Es schlottern unter ihm die Knie, Ohnmächtig bricht er jäh zusammen. Er wähnt: es sause strafend schon Auf seinen Sünderhals hernieder Der Mond, das blanke Türkenschwert. 7. Die Kreuze Heilge Kreuze sind die Verse, Dran die Dichter stumm verbluten, Blindgeschlagen von der Geier Flatterndem Gespensterschwarme! In den Leibern schwelgten Schwerter, Prunkend in des Blutes Scharlach! Heilge Kreuze sind die Verse, Dran die Dichter stumm verbluten. Tot das Haupt - erstarrt die Locken Fern, verweht der Lärm des Pöbels. Langsam sinkt die Sonne nieder, Eine rote Königskrone. Heilge Kreuze sind die Verse! San Francesco, Asciano Parte II 1. Heimweh Lieblich klagend - ein krystallnes Seufzen Aus Italiens alter Pantomime, Klingts herüber: wie Pierrot so holzern, So modern sentimental geworden Und es tönt durch seines Herzens Wüste, Tönt gedämpft durch alle Sinne wieder, Lieblich klagend - ein krystallnes Seufzen Aus Italiens alter Pantomime. Da vergißt Pierrot die Trauermienen! Durch den bleichen Feuerschein des Mondes, Durch des Lichtmeers Fluten - schweift die Sehnsucht Kühn hinauf, empor zum Heimathimmel Lieblich klagend - ein krystallnes Seufzen! 2. Gemeinheit! In den blanken Kopf Cassanders, Dessen Schrein die Luft durchzetert, Bohrt Pierrot mit Heuchlermienen, Zärtlich - einen Schädelbohrer! Darauf stopft er mit dem Daumen Seinen echten türkischen Taback In den blanken Kopf Cassanders, Dessen Schrein die Luft durchzetert! Dann dreht er ein Rohr von Weichsel Hinten in die glatte Glatze Und behäbig schmaucht und pafft er Seinen echten türkischen Aus dem blanken Kopf Cassanders! PROGRAMMA ESTATE 2014 17 Lunedì 28/07 San Francesco, Asciano 3. Parodie Stricknadeln, blank und blinkend, In ihrem grauen Haar, Sitzt die Duenna murmelnd, Im roten Röckchen da. 5. Serenade Mit groteskem Riesenbogen Kratzt Pierrot auf seiner Bratsche, Wie der Storch auf einem Beine, Knipst er trüb ein Pizzicato. Sie wartet in der Laube, Sie liebt Pierrot mit Schmerzen, Stricknadeln, blank und blinkend, In ihrem grauen Haar. Plötzlich naht Cassander - wütend Ob des nächtgen Virtuosen Mit groteskem Riesenbogen Kratzt Pierrot auf seiner Bratsche. Da plötzlich - horch! - ein Wispern! Ein Windhauch kichert leise: Der Mond, der böse Spötter, Äfft nach mit seinen Strahlen Stricknadeln, blink und blank. Von sich wirft er jetzt die Bratsche: Mit der delikaten Linken Faßt den Kahlkopf er am Kragen Träumend spielt er auf der Glatze Mit groteskem Riesenbogen. 4. Der Mondfleck Einen weißen Fleck des hellen Mondes Auf dem Rücken seines schwarzen Rockes, So spaziert Pierrot im lauen Abend, Aufzusuchen Glück und Abenteuer. 6. Heimfahrt (Barcarole) Der Mondstrahl ist das Ruder, Seerose dient als Boot; Drauf fährt Pierrot gen Süden Mit gutem Reisewind. Plötzlich stört ihn was an seinem Anzug, Er beschaut sich rings und findet richtig Einen weißen Fleck des hellen Mondes Auf dem Rücken seines schwarzen Rockes. Warte! denkt er: das ist so ein Gipsleck! Wischt und wischt, doch - bringt ihn nicht herunter! Und so geht er, giftgeschwollen, weiter, Reibt und reibt bis an den frühen Morgen Einen weißen Fleck des hellen Mondes. 18 Der Strom summt tiefe Skalen Und wiegt den leichten Kahn. Der Mondstrahl ist das Ruder, Seerose dient als Boot. Nach Bergamo, zur Heimat, Kehrt nun Pierrot zurück; Schwach dämmert schon im Osten Der grüne Horizont. - Der Mondstrahl ist das Ruder. ACCADEMIA DELLE CRETE SENESI Lunedì 28/07 San Francesco, Asciano 7. O Alter Duft O alter Duft aus Märchenzeit, Berauschest wieder meine Sinne; Ein närrisch Heer von Schelmerein Durchschwirrt die leichte Luft. Ein glückhaft Wünschen macht mich froh Nach Freuden, die ich lang verachtet: O alter Duft aus Märchenzeit, Berauschest wieder mich! All meinen Unmut gab ich preis; Aus meinem sonnumrahmten Fenster Beschau ich frei die liebe Welt Und träum hinaus in selge Weiten . . . O alter Duft - aus Märchenzeit! PROGRAMMA ESTATE 2014 19 Cena: Sant’Anna in Camprena – Pienza “In omaggio a un grande appassionato della musica.” Martedì 29/07 ore 20 Chiesa: Sant’Anna in Camprena — Pienza Ludwig van Beethoven (1770-1827) 12 Variazione su “Ein Mädchen oder Weibchen” op.66 7 Variazione su “Bei Männern welche Liebe fühlen” WoO 46 12 Variazione su “See the conqu’ring hero comes” WoO 45 ± 30 min. Andreas Brantelid violoncello Boyan Vodenitcharov pianoforte 20 Intervallo ACCADEMIA DELLE CRETE SENESI © Philippe Herreweghe 2013 Orlando di Lasso (1532-1594) “Un bel desio” Madrigali a 4-5-6 voci, novamente composti [Nürnberg 1587] Il grave de l’età a6 Per aspro mar di notte a4 Che giova posseder a5 Canzon la doglia e’l pianto a4 Chi è fermato a4 Chi non sa a5 Tanto e quel bene, eterno amor a6 Piu volte un desio a6 ± 35 min. Solisti di Collegium Vocale Gent Dorothee Mields soprano Thomas Hobbs tenore Barbora Sojková soprano Peter Kooij basso Marnix De Cat alto Matthias Später liuto Samuel Boden tenore Philippe Herreweghe direttore musicale PROGRAMMA ESTATE 2014 21 Martedì 29/07 IT FR Sant’Anna in Camprena, Pienza “Vista la sua ricchezza di idee, il fermento immaginativo, le incessanti ricerche verso un linguaggio nuovo, ci sembra naturale che Beethoven si sia appassionato ai diversi aspetti e ai diversi arrangiamenti del ritmo, delle melodie e dell’espressione che gli offriva la variazione.” (Jean Witold). Il concerto di questa sera riprende tre cicli ispirati all’opera. Il primo, sull’aria “Ein Mädchen oder Weibchen” cantata da Papageno nel Flauto magico, di Mozart, fu probabilmente composto nel 1798 e riflette l’ammirazione di Beethoven per il compositore di cui elabora il tema con efficace abilità, riservando all’ultima variazione una tonalità gioiosa e al contempo profonda. Sempre ispirate al Flauto magico, le variazioni su “Bei Männern, welche Liebe fühlen” risalgono al 1801 ed esprimono il clima semplice e commovente del duo, in particolare nel dialogo egualitario tra il pianoforte, che rappresenta Pamina, e il violoncello, che rappresenta Papageno. Le variazioni sull’aria “See the conq’ring hero comes”, prese dal Judas Maccabeus di Haendel, sono del 1796 e valorizzano in modo particolare il pianoforte, strumento suonato con maestria dalla principessa Christine von Lichnowky, alla quale era stata dedicata l’opera. “Etant donné ses richesses d’idées, son bouillonnement imaginatif, ses incessantes recherches vers un langage nouveau, il nous paraît tout naturel que Beethoven se soit attaché aux multiples facettes et aux agencements de rythmes, de mélodies et d’expression que lui offrait la variation.” (Jean Witold) Le concert de ce soir reprend trois cycles inspiré par l’opéra. Le premier, sur l’air “Ein Mädchen oder Weibchen” chanté par Papageno dans Die Zauberflöte de Mozart, fut probablement composé en 1798 et reflète l’admiration que Beethoven portait au compositeur dont il traite le thème avec une souveraine habileté, réservant à la dernière variation une tonalité joyeuse et profonde à la fois. Toujours inspirées par Die Zauberflöte, les variations sur “Bei Männern, welche Liebe fühlen” datent de 1801 et traduisent le climat simple et émouvant du duo, notamment dans le dialogue égalitaire entre le piano, représentant Pamina, et le violoncelle, représentant Papageno. Quant aux variations sur l’air “See the conq’ring hero comes”, issu du Judas Maccabeus de Haendel, elles datent de 1796 et mettent particulièrement en valeur le piano, instrument pratiqué avec maîtrise par la princesse Christine von Lichnowky, dédicataire de l’œuvre. 22 ACCADEMIA DELLE CRETE SENESI Martedì 29/07 Sant’Anna in Camprena, Pienza IT Il corista dodicenne Orlando di Lasso lasciò nel 1544 la sua città natale di Mons (Belgio) per far parte del seguito di Ferrante Gonzaga, comandante in campo di Carlo V, diretto verso l’Italia. Per dieci anni si è prodigato come cantante a Milano, a Napoli e a Roma. L’italiano divenne la sua seconda madrelingua, sviluppando nel corso degli anni di formazione un grande interesse per il madrigale. Interesse di cui divenne precursore quando pubblicò nel 1555 da Tielman Susato ad Anversa, il primo libro in assoluto di madrigali italiani nei Paesi Bassi. A partire dalla sua assunzione a Monaco di Baviera nel 1556 fino alla sua morte nel 1594 sarebbero usciti altri sette libri di madrigali. I sonetti di Petrarca sembravano per l’artista una fonte inesauribile di testi variati e drammatici. Il penultimo libro di Lasso, i Madrigali a quattro, cinque e sei voci, novamente composti, pubblicati a Norimberga presso Katharina Gerlach nel 1587, era dedicato al suo caro amico Thomas Mermann, medico privato del duca Guglielmo V. La maggior parte di questi 23 madrigali – il libro più ampio di Lasso – sono i suoi cosiddetti madrigali spirituali ed erano scritti sui testi di Gabriele Fiamma, vescovo di Chioggia. Come le Lagrime di San Pietro, senza dubbio il canto del cigno supremo di Lasso del 1594, sono pervase dalla grande coscienza della caducità della vita. Dall’altro canto in queste opere molto vivaci e drammatico - espressive, ritroviamo di certo in Lasso un’attinenza con lo stile predominante di compositori più giovani quali Marenzio e Monteverdi. NL In 1544 verliet Roland de Lassus als twaalfjarige koorknaap zijn geboortestad Mons (Bergen) en trok in het gevolg van Ferrante Gonzaga, veldheer van Karel V, naar Italië. Tien jaar lang zou hij er als zanger actief zijn in Milaan, Napels en Rome. Italiaans werd zijn tweede moedertaal en zo ontwikkelde hij in die opleidingsjaren als van nature een grote belangstelling voor het madrigaal. Die interesse maakt hem tot pionier wanneer hij 1555 de allereerste bundel Italiaanse madrigalen in de Nederlanden uitgeeft bij Tielman Susato in Antwerpen. Vanaf zijn aanstelling in München in 1556 tot zijn dood in 1594 zouden nog zeven volledige madrigaalbundels uitkomen. De sonetten van Petrarca bleken daarbij een onuitputtelijke bron van gevarieerde en dramatische tekstzettingen. Lassus’ voorlaatste bundel, de Madrigali a quatro, cinque et sei voci, novamente composti, uitgegeven in Nürnberg bij Katharina Gerlach in 1587, was opgedragen aan zijn goede vriend Thomas Mermann, lijfarts van hertog Wilhelm V. Het merendeel van deze 23 madrigalen – Lassus’ meest uitgebreide bundel – zijn zogenaamde madrigali spirituali (geestelijke madrigalen) en waren geschreven op teksten van Gabriele Fiamma, bisschop van Chioggia. Net als de Lagrime di San Pietro, Lassus’ ultieme zwanenzang uit 1594, zijn ze doordrongen van een groot besef van de vergankelijkheid van het leven. Anderzijds vindt Lassus in deze zeer beweeglijke, levendige en dramatischexpressieve werken moeiteloos aansluiting bij de heersende stijl van componisten als de Monte en Marenzio en Monteverdi. PROGRAMMA ESTATE 2014 23 Martedì 29/07 Il grave de l’età (Fiamma) Il grave de l’età, ch’a sempre al fianco Dolor, tedio, pallor, tenebre e ghiaccio, Con gran forza m’assale; onde m’aghiaccio, Pensando, come io son gia frale e stanco, Nella guerra di giorno in giorno manco. E la pace o la tregua in van procaccio, Fuggir non posso, e sento ogni hora il braccio Del tempo contra me farsi piu franco. Alma tu, ch’el furor sdegni de gli anni E miglior vita de la morte aspetti, Se del senso fuggir vorrai gl’inganni, Ferma talmente in dio tutti gli affetti, Ch’avendo fin del tuo mortal gli affanni Non sien mai per finire i tuoi diletti. Per aspro mar di notte (Fiamma) Per aspro mar di notte in picciol legno Senza guida o governo de la vita Presi ne l’eta verde il primo corso, Pensando andar in piu tranquilla parte, Senza provar l’ira crudel de venti O’l fero assalto de le torbid’onde. Non hanno tanto arene intorno l’onde, Ne tante gemme ha ben fiorito legno Quando spiran d’April fecondi venti, Quanti hebbe affanni e doglie alhor la vita: E pur non volle mai volger il corso, Per far presto ritorno in miglior parte. Errai, scorrendo in questa e’n quella parte, Ovunque volse il rio furor de l’onde, Sforzando sempre dietro a morte il corso, 24 Sant’Anna in Camprena, Pienza Mentre l’acque d’intorno, e dentro al legno Faceano horribil guerra a la mia vita, E con lor congiurati erano i venti. Ma quel gran Re, ch’affren’il mare e i venti, Mosse pietoso i lumi in quella parte Ov’ era oppressa la mia stanca vita; E con dolci parole acquetò l’onde, Volgendo il moi quasi sommerso legno A miglior strad’, a piu felice corso. Cosi quel che m’avanza del moi corso Difenda, prego, da nemici venti Si ch’a questi occhi homai sien tolte l’onde, E del suo agiuto a me doni tal parte, Che’l moi carco d’error si fragil legno Possa condurre ov’ è l’eterna vita. O voi, gia stanchi in questa frale vita, Drizzate al sommo ben de l’alma il corso, Volgendo al cenno suo la vela e’l legno, Che fara il mar tranquillo, e queti i venti, E vi condurra seco in quella parte, Ove ne cuoce il sol, ne bagnan l’onde. Signor, il legno e fral, grave la vita E periglioso il corso in ogni parte; Ma i venti l’huom fuggir puo teco, e l’onde. Che giova posseder (Bembo) Che giova posseder cittadi e regni, E palagi habitar d’alto lavoro, E servi intorno haver, d’imperio degni; Di porpora vestir, mangiar in oro, Esser cantato da sublimi ingegni, E l’arche gravi haver, pien di thesoro, Con l’alta fama arivar, fin’ al polo, Morendo poi nel letto fredd’ e solo. ACCADEMIA DELLE CRETE SENESI Martedì 29/07 Canzon la doglia e’l pianto [instrumentaliter] Canzon, la doglia e’l pianto e ben, che cerchi, E ch’a gli afflitti porti Questi santi conforti, E di, che ne gli affanni il cor s’affina Con la patientia alta virtu e divina. Chi è fermato (Petrarca) Chi è fermato di menar sua vita Su per l’onde fallaci e per li scogli, Scevro da morte, con un picciol legno, Non puo molto lontano esser dal fine: Pero sarebbe da ritrarsi in porto Mentre al governo ancor crede la vela. Chi non sa, come spira (anonimus) Chi on sa, come spira Suavemente l’aura, Ch’escie del Mincio, e come Ingemma e inaura I piani e i colli, a cui d’intorno gira, Ne di saperlo cura, Puo dir, ch’al ciel sia in odio e la natura. Ma quel ch’una sol volta Od’ i soavi accenti, Che fra le perle e bei rubini ardenti Muov’ ella, e puo partir con l’alma sciolta, Convien, ch’in tutto privo Sia d’ogni senso, ancor che sembri vivo. PROGRAMMA ESTATE 2014 Sant’Anna in Camprena, Pienza Tanto e quel bene, eterno amor (Fiamma) Tanto e quel bene, eterne amor, che nasce Dal vivo fonte de la tua bontate, Ch’ogni gente arrichisce in ogni etate, Et ogni corpo et ogni mente pasce. Quanto in terra fra noi more e rinasce, E’l cielo e gli astri e l’anime beate Orna et accende d’alta caritate. Cosa non è, ch’ignud’ o fredda lasce. E puro bene, e ben perfetto, e tale, Ch’indarno a dir di lui lo stile ho preso, Poi ch’avanza ogni lode, ogni pensiero. Rendi, signor, il moi cor tanto acceso Di questo eterno ben celeste e vero, Che sprezz’ogni altro caduco e frale. Piu volte un desio (Fiamma) Piu volte un bel desio di farmi eterno E di lasciar di me non bassi essempi M’ha scorto a dir ne piu famosi tempi Le voglie e l’opre del gran re superno. Come purgar convien l’affetto interno, E fuggir sempre gli atti ingiusti et empi Mostrai sovento, e come l’huom de tempi Possa l’ira e l’orgoglio haver a scherno. Hor a cantar del sommo amor m’invoglia, E m’accende un ardo viv’ e possente, Ch’ogni altra cura dentr’ al cor moi sgombra. Signor, se da te vien l’accesa voglia, Del tuo spirto divin m’empi la mente, E di santo furor tutta l’ingombra. 25 Mercoledì 30/07 ore 12 Chiesa: Santo Stefano — Castelmuzio Louis Couperin (1626-1661) Prélude Johann Jakob Froberger (1616-1667) Suite: Allemande, Gigue, Courante, Sarabande Johann Kaspar Kerll (1627-1693) Toccata Matthias Weckmann (1616-1674) Canzon - Toccata Johann Jakob Froberger (1616-1667) “Lamentation faite sur la mort très douloureuse de sa Majesté Impériale Ferdinand le troisième” Johann Sebastian Bach (1685-1750) Preludi e fughe dal Das Wohltemperierte Klavier BWV846-893 Toccata BWV 915 Domenico Scarlatti (1685-1757) Due sonate ± 55 min. Maude Gratton cembalo 26 ACCADEMIA DELLE CRETE SENESI © Kurt Van der Elst 2013 interval PROGRAMMA ESTATE 2014 27 Mercoledì 30/07 IT Santo Stefano, Castelmuzio Nessun altro è stato più decisivo per lo sviluppo della letteratura di strumenti di tastiera europea nel periodo barocco, che il virtuoso del clavicembalo ed organista tedesco Johann Jakob Froberger (1616-1667). La sua opera comprende in primo luogo i generi polifonici conservativi (come la canzona o la toccata) appresi nel corso dell’esperienza musicale maturata a Roma presso Girolamo Frescobaldi, e che si possono rinvenire anche dai suoi allievi Johann Kaspar Kerll e Matthias Weckmann. In secondo luogo ha contribuito alla nascita della prima musica “a programma” in assoluto (spesso con dei titoli che fanno appello all’immaginazione) e che combacia con lo style brisé dei contemporanei parigini Chambonnières e Louis Couperin. Froberger viene soprattutto citato come padre della suite stilizzata e barocca, con la sua tipica sequenza fissa di danze allemande-courante-sarabande-gigue (o con la gigue come secondo movimento), il cui culmine lo si raggiunse nel ‘700 con Johann Sebastian Bach. Bach aveva, come è noto, un maggior interesse per la fuga, la forma di composizione severa della quale ha esplorato tutte le possibilità nelle 48 fughe del Das Wohltemperierte Klavier. Allo stesso modo inesauribili e variegate erano le 560 sonate per strumenti a tastiera di Domenico Scarlatti. Questi esercizi per gravicembalo (esercizi con una doppia struttura caratteristica e spesso pimentata da elementi della musica popolare spagnola) erano scritti per la sua allieva talentuosa Maria Barbara de Bragança, figlia del Re del Portogallo e futura Regina di Spagna, presso la quale era in servizio dal 1720 fino alla fine della sua vita. 28 ACCADEMIA DELLE CRETE SENESI Mercoledì 30/07 NL Santo Stefano, Castelmuzio Niemand anders is meer bepalend geweest voor de ontwikkeling van de Europese klavierliteratuur in de barokperiode dan de Duitse klavecimbelvirtuoos en organist Johann Jakob Froberger (1616-1667). Zijn werk omvat enerzijds conservatieve polyfone genres (zoals de canzona of de toccata) die hij zich meester had gemaakt in Rome bij Girolamo Frescobaldi en ook terug te vinden zijn bij zijn leerlingen Johann Kaspar Kerll en Matthias Weckmann. Anderzijds stond hij aan de wieg van de allereerste programmatorische muziek (met vaak tot de verbeelding sprekende titels) die aansloot bij de style brisé van zijn Parijse tijdgenoten Chambonnières en Louis Couperin. Bovenal wordt Froberger vermeld als de vader van de gestileerde, barokke danssuite met haar typische opeenvolging van allemande-courante-sarabande-gigue (of met de gigue als tweede beweging) zoals die in de 18de eeuw door Johann Sebastian Bach tot een hoogtepunt zou worden gebracht. Bach had zoals bekend ook een meer dan grote interesse voor de fuga, de strenge compositievorm waarvan hij zowat alle mogelijkheden verkende in de 48 fuga’s uit Das Wohltemperierte Klavier. Evenzeer onuitputtelijk en gevarieerd zijn de 560 klaviersonates van Domenico Scarlatti. Deze essercizi per gravicembalo (oefenstukjes met een karakteristieke tweeledige structuur en vaak gekruid met elementen uit de Spaanse volksmuziek) waren geschreven voor zijn getalenteerde leerlinge Maria Barbara de Bragança, dochter van de Portugese koning en de latere koningin van Spanje, bij wie hij van 1720 tot het einde van zijn leven in dienst was. PROGRAMMA ESTATE 2014 29 Cena: “La Torre” – Monte Oliveto Maggiore, Asciano Mercoledì 30/07 ore 20 Chiesa: San Francesco — Asciano Franz Schubert (1797-1828) Der Wanderer an den Mond D.870 ~ Frühlingsglaube D.686 ~ Der Schiffer D.694 ~ Der Wanderer D.649 ~ Der Einsame D.800 ~ Grenzen der Menschheit D.716 ± 25 min. Franz Liszt (1811-1886) Der König von Thule S.278 ~ Der Du vondem Himmel bist S.279 ~ Freudvoll und leidvoll S.280 ~ Wer nie sein Brot mit Tränen ass S.297 ~ Ihr Glocken von Marling S.328 ~ Über allen gipfeln ist Ruh S.306 ± 20 min. Intervallo 30 ACCADEMIA DELLE CRETE SENESI © Philippe Herreweghe 2013 Hugo Wolf (1860-1903) Drei Michelangelo-Lieder: Wohl denk ich oft ~ Alles endet, was entstehet ~ Fühlt meine Seele ± 13 min. Johannes Brahms (1833-1897) An eine Äolsharfe ~ Regenlied ~ Feldeinsamkeit ~ Serenade ~ Meine liebe ist grün ± 15 min. Franz Liszt (1811-1886) Im Rhein, im schönen Strome S.272 ~ Die Fischerstochter S.325 ~ Loreley S.273 ~ Die drei Zigeuner S.320 ± 15 min. Dietrich Henschel baritone Piet Kuijken pianoforte PROGRAMMA ESTATE 2014 31 Mercoledì 30/07 IT San Francesco, Asciano Nato direttamente dalla canzone popolare, spesso nella forma di ritornello e arie, il genere del lied si distingue tuttavia per diversi aspetti, tra i quali una maggior ambizione poetica nella scelta dei testi e, sul piano musicale, un arricchimento della parte di accompagnamento e una maggior elaborazione della linea del canto, che marca un’evoluzione verso una forma continua. Il programma di questa sera ci invita a un excursus nella storia del lied romantico tedesco. Per Schubert, il lied è il luogo per eccellenza dello sfogo intimo, della fantasticheria intima, della confidenza, dell’espressione disperata del dramma d’amore e della solitudine. Questi sentimenti sono coniugati – rafforzati - dall’esaltazione della natura, dall’errare, dalla notte, dalla vanità del mondo, tipici di tutto il romanticismo tedesco e anche, in modo particolare in Schubert, dalla presenza dolce e frequente della morte. La linea melodica è in genere molto semplice, sostenuta da un accompagnamento sobrio. È dopo aver trascritto Schubert e aver frequentato Schumann che Liszt si mette a scrivere dei lieder tedeschi, ma la sua produzione in questo ambito è limita. Grande conoscitore dei principali poeti germanici, e in particolare di Goethe, che come lui aveva abitato a Weimer, Listz fa mostra di una grande generosità di scrittura e di un romanticismo esuberante, sostenuti da accompagnamenti al pianoforte molto ricchi. Anche in Brahms le fonti del lied sono popolari, ma l’ispirazione musicale è estremamente dotta e attinge al ricco passato della musica germanica. L’ispirazione sembra musicale prima che poetica, così che nel lied di Brahms, testo e musica si presentano insieme, inseparabili, così come sono indissociabili la linea del canto e la parte di pianoforte, che agiscono come un vero duo di musica da camera. Privilegiando le atmosfere oscure e avvincenti, Brahms l’introspettivo iscrive i suoi lieder nella sfera più intima, ma contrariamente a Schubert, non si rivela. Scegliendo i testi con molto discernimento, cercando un’intensa complementarietà drammatica tra il testo e la musica, Wolf riesce in poche battute a creare in modo meraviglioso un’atmosfera al pianoforte, a creare tensioni e a risolverle con una notevole concisione, in un linguaggio di una ricchezza armonica particolare, direttamente ispirata a Wagner. La linea del canto, spesso complessa e tormentata, di una totale libertà, completa perfettamente l’accompagnamento pianistico o lo sublima. 32 ACCADEMIA DELLE CRETE SENESI Mercoledì 30/07 FR San Francesco, Asciano Né directement de la chanson populaire, souvent en forme de couplets et refrain, le genre du lied s’en distingue néanmoins par différents aspects dont une plus grande ambition poétique dans le choix des textes; et, sur le plan musical, un enrichissement de la partie d¹accompagnement et une plus grande élaboration de la ligne du chant, évoluant vers une forme continue. C’est à un parcours dans l’histoire du lied romantique allemand que nous convie le programme de ce soir. Pour Schubert, le lied est le lieu par excellence de l¹épanchement intime, de la rêverie intérieure, de la confidence, de l’expression désespérée du drame amoureux et de la solitude. Ces sentiments sont conjugués renforcés par l’exaltation de la nature, l¹errance, la nuit, la vanité du monde, propres à tout le romantisme allemand, et aussi, chez Schubert en particulier, la présence douce et fréquente de la mort. La ligne mélodique est généralement très simple, soutenue par un accompagnement dépouillé. C’est après avoir transcrit Schubert et côtoyé Schumann que Liszt se mit à écrire des lieder allemands, mais sa production dans ce domaine reste limitée. Fin connaisseur des principaux poètes germaniques, et plus particulièrement de Goethe, qui comme lui habita Weimar, Liszt déploie dans ses lieder une belle générosité d’écriture et un romantisme foisonnant, soutenus par des accompagnements pianistiques très riches. Chez Brahms aussi, les sources du lied sont populaires, mais l’inspiration musicale est extrêmement savante, puisant dans le riche passé de la musique germanique. L’inspiration semble musicale avant d’être poétique, de sorte que dans le lied brahmsien, texte et musique se présentent ensemble, inséparables, tout comme sont indissociables la ligne de chant et la partie de piano, qui agissent comme un véritable duo de musique de chambre. Privilégiant les atmosphères sombres et envoûtantes, Brahms l’introspectif inscrit ses lieder dans la sphère la plus intime, mais contrairement à Schubert, sans se livrer pour autant. Choisissant ses textes avec beaucoup de discernement, visant une complémentarité dramatique intense entre texte et musique, Wolf réussit merveilleusement à camper au piano un climat en quelques mesures, à créer des tensions et à les dénouer avec une concision remarquable, dans un langage d’une particulière richesse harmonique, directement inspiré de Wagner. Sa ligne de chant, souvent complexe et tourmentée, d’une totale liberté, complète parfaitement l’accompagnement pianistique ou le rehausse. PROGRAMMA ESTATE 2014 33 Mercoledì 30/07 Sant’Anna in Camprena, Pienza Der Wanderer an den Mond (Johann Gabriel Seidl) Nun, armes Herz, vergiß der Qual! Nun muß sich alles, alles wenden. Ich Auf Erden, am Himmel du Wir wandern beide rüstig zu: Ich ernst und trüb, du mild und rein, Was mag der Unterschied wohl sein? Der Schiffer (Friedrich von Schlegel) Ich wandre fremd von Land zu Land, So heimatlos, so unbekannt; Berg auf, Berg ab, Wald ein, Wald aus, Doch bin ich nirgend, ach! zu Haus. Du aber wanderst auf und ab Aus Ostens Wieg’ in Westens Grab, Wallst Länder ein und Länder aus, Und bist doch, wo du bist, zu Haus. Der Himmel, endlos ausgespannt, Ist dein geliebtes Heimatland; O glücklich, wer, wohin er geht, Doch auf der Heimat Boden steht! Frühlingsglaube (Johann Ludwig Uhland) Die Llinden Lüfte sind erwacht, Sie säuseln und weben Tag und Nacht, Sie schaffen an allen Enden. O frischer Duft, o neuer Klang! Nun, armes Herze, sei nicht bang! Nun muß sich alles, alles wenden. Die Welt wird schöner mit jedem Tag, Man weiß nicht, was noch werden mag, Das Blühen will nicht enden; Es blüht das fernste, tiefste Tal: 34 Friedlich lieg’ ich hingegossen, Lenke hin und her das Ruder, Atme kühl im Licht des Mondes, Träume süß im stillen Mute; Gleiten laß ich auch den Kahn, Schaue in die blanken Fluten, Wo die Sterne lieblich schimmern, Spiele wieder mit dem Ruder. Säße doch das blonde Mägdlein Vor mir auf dem Bänkchen ruhend, Sänge schmachtend zarte Lieder. Himmlisch wär’ mir dann zu Mute, Ließ mich necken von dem Kinde, Wieder tändelnd mit der Guten. Friedlich lieg’ ich hingegossen, Träume süß im stillen Mute, Atme kühl im Licht des Mondes, Führe hin und her das Ruder. Der Wander (Friedrich von Schlegel) Wie deutlich des Mondes Licht Zu mir spricht, Mich beseelend zu der Reise; “Folge treu dem alten Gleise, Wähle keine Heimat nicht. Ew’ge Plage Bringen sonst die schweren Tage; ACCADEMIA DELLE CRETE SENESI Mercoledì 30/07 Fort zu andern Sollst du wechseln, sollst du wandern, Leicht entfliehend jeder Klage.” Sanfte Ebb und hohe Flut, Tief im Mut, Wandr’ ich so im Dunkeln weiter, Steige mutig, singe heiter, Und die Welt erscheint mir gut. Alles reine Seh ich mild im Widerscheine, Nichts verworren In des Tages Glut verdorren: Froh umgeben, doch alleine. Sant’Anna in Camprena, Pienza Bereitet man gemacht sich zu, Wann sorgenlos ein holdes Bild Mit sanfter Lust die Seele füllt, Ergibt man sich der Ruh. O wie ich mir gefalle In meiner stillen Ländlichkeit! Was in dem Schwarm der lauten Welt Das irre Herz gefesselt hält, Gibt nicht Zufriedenheit. Zirpt immer, liebe Heimchen In meiner Klause eng und klein. Ich duld’ euch gern: ihr stört mich nicht Wann euer Lied das Schweigen bricht Bin ich nicht ganz allein. Der Einsame (Karl Gottlieb Lappe) Wann meine Grillen schwirren, Bei Nacht, am spät erwärmten Herd, Dann sitz ich mit vergnügtem Sinn Vertraulich zu der Flamme hin, So leicht, so unbeschwert. Ein trautes, stilles Stündchen Bleibt man noch gern am Feuer wach, Man schürt, wann sich die Lohe senkt, Die Funken auf und sinnt und denkt: Nun abermal ein Tag! Was Liebes oder Leides Sein Lauf für uns dahergebracht, Es geht noch einmal durch den Sinn; Allein das Böse wirft man hin, Es störe nicht die Nacht. Zu einem frohen Traume PROGRAMMA ESTATE 2014 Grenzen der Menschheit (Johann Wolfgang von Goethe) Wenn der uralte Heilige Vater Mit gelassener Hand Aus rollenden Wolken Segnende Blitze Über die Erde sät, Küß’ ich den letzten Saum seines Kleides, Kindliche Schauer Tief in der Brust. Denn mit Göttern Soll sich nicht messen Irgendein Mensch. Hebt er sich aufwärts Und berührt Mit dem Scheitel die Sterne, 35 Mercoledì 30/07 Sant’Anna in Camprena, Pienza Nirgends haften dann Die unsichern Sohlen, Und mit ihm spielen Wolken und Winde. Es ging ihm nichts darüber, Er leert’ ihn jeden Schmaus; Die Augen gingen ihm über, So oft er trank daraus. Steht er mit festen Markigen Knochen Auf der wohlgegründeten Dauernden Erde, Reicht er nicht auf, Nur mit der Eiche Oder der Rebe Sich zu vergleichen. Und als er kam zu sterben, Zählt’ er seine Städt’ im Reich, Gönnt’ alles seinem Erben, Den Becher nicht zugleich. Was unterscheidet Götter von Menschen? Daß viele Wellen Vor jenen wandeln, Ein ewiger Strom: Uns hebt die Welle, Verschlingt die Welle, Und wir versinken. Ein kleiner Ring Begrenzt unser Leben, Und viele Geschlechter Reihen sich dauernd An ihres Daseins Unendliche Kette. * Der König von Thule Es war ein König in Thule, Gar treu bis an das Grab, Dem sterbend seine Buhle Einen goldnen Becher gab. 36 Er saß beim Königsmahle, Die Ritter um ihn her, Auf hohem Vätersaale, Dort auf dem Schloß am Meer. Dort stand der alte Zecher, Trank letzte Lebensglut, Und warf den heil’gen Becher Hinunter in die Flut. Er sah ihn stürzen, trinken Und sinken tief ins Meer. Die Augen täten ihm sinken Trank nie einen Tropfen mehr. Der Du vondem Himmel bist (Johann Wolfgang von Goethe) Der du von dem Himmel bist, Alles Leid und Schmerzen stillest, Den, der doppelt elend ist, Doppelt mit Erquickung füllest, Ach! ich bin des Treibens müde! Was soll all der Schmerz und Lust? Süßer Friede, Komm, ach komm in meine Brust! ACCADEMIA DELLE CRETE SENESI Mercoledì 30/07 Freudvoll und leidvoll (Johann Wolfgang von Goethe) Freudvoll Und leidvoll, Gedankenvoll sein; Langen Und bangen In schwebender Pein; Himmelhoch jauchzend Zum Tode betrübt; Glücklich allein Ist die Seele, die liebt. Wer nie sein Brot mit Tränen ass (Johann Wolfgang von Goethe) Wer nie sein Brot mit Tränen aß, Wer nie die kummervollen Nächte Auf seinem Bette weinend saß, Der kennt euch nicht, ihr himmlischen Mächte. Ihr führt ins Leben uns hinein, Ihr laßt den Armen schuldig werden, Dann überlaßt ihr ihn der Pein: Denn alle Schuld rächt sich auf Erden. Ihr Glocken von Marling (Emil Kuh) Ihr Glocken von Marling, wie braust ihr so hell! Ein wohliges Lauten, als sänge der Quell. PROGRAMMA ESTATE 2014 Sant’Anna in Camprena, Pienza Ihr Glocken von Marling, ein heil’ger Gesang Umwallet wie schützend den weltlichen Klang, Nehmt mich in die Mitte der tönenden Flut Ihr Glocken von Marling, behütet mich gut! Über allen Gipfeln ist Ruh (Johann Wolfgang von Goethe) Über allen Gipfeln ist Ruh, in allen Wipfeln spürest du kaum einen Hauch; die Vögelein schweigen im Walde, warte nur, balde ruhest du auch! * Drei Michelangelo-Lieder Wohl denk ich oft Wohl denk ich oft an mein vergangnes Leben, Wie es vor meiner Liebe für dich war; Kein Mensch hat damals Acht auf mich gegeben, Ein jeder Tag verloren für mich war; Ich dachte wohl, ganz dem Gesang zu leben, Auch mich zu flüchten aus der Menschen Schar. Genannt in Lob und Tadel bin ich heute, Und, daß ich da bin, wissen alle Leute! 37 Mercoledì 30/07 Alles endet, was entstehet Alles endet, was entstehet. Alles, alles rings vergehet, Denn die Zeit flieht, und die Sonne Sieht, daß alles rings vergehet, Denken, Reden, Schmerz, und Wonne; Und die wir zu Enkeln hatten Schwanden wie bei Tag die Schatten, Wie ein Dunst im Windeshauch. Menschen waren wir ja auch, Froh und traurig, so wie ihr, Und nun sind wir leblos hier, Sind nur Erde, wie ihr sehet. Alles ended, was entstehet. Alles, alles rings vergehet. Fühlt meine Seele Fühlt meine Seele das ersehnte Licht Von Gott, der sie erschuf? Ist es der Strahl Von andrer Schönheit aus dem Jammertal, Der in mein Herz Erinnrung weckend bricht? Ist es ein Klang, ein Traumgesicht, Das Aug und Herz mir füllt mit einem Mal In unbegreiflich glüh’nder Qual, Die mich zu Tränen bringt? Ich weiß es nicht. Was ich ersehne, fühle, was mich lenkt, Ist nicht in mir: sag mir, wie ich’s erwerbe? 38 Sant’Anna in Camprena, Pienza Mir zeigt es wohl nur eines Andren Huld; Darein bin ich, seit ich dich sah, versenkt. Mich treibt ein Ja und Nein, ein Süß und Herbe - Daran sind, Herrin, deine Augen Schuld. An eine Äolsharfe (Eduard Möricke) Angelehnt an die Efeuwand Dieser alten Terrasse, Du, einer luftgebor’nen Muse Geheimnisvolles Saitenspiel, Fang’ an, Fange wieder an Deine melodische Klage! Ihr kommet, Winde, fern herüber, Ach! von des Knaben, Der mir so lieb war, Frischgrünendem Hügel. Und Frühlingsblüten unterwegs streifend, Übersättigt mit Wohlgerüchen, Wie süß, wie süß bedrängt ihr dies Herz! Und säuselt her in die Saiten, Angezogen von wohllautender Wehmut, Wachsend im Zug meiner Sehnsucht, Und hinsterbend wieder. Aber auf einmal, Wieder Wind heftiger herstößt, Ein holder Schrei der Harfe Wiederholt mir zu süßem Erschrecken Meiner Seele plötzliche Regung, Und hier, die volle Rose streut geschüttelt All’ ihre Blätter vor meine Füße! ACCADEMIA DELLE CRETE SENESI Mercoledì 30/07 Regenlied (Klaus Groht) Regentropfen aus den Bäumen Fallen in das grüne Gras, Tränen meiner trüben Augen Machen mir die Wange naß. Wenn die Sonne wieder scheinet, Wird der Rasen doppelt grün: Doppelt wird auf meinen Wangen Mir die heiße Träne glühn. Feldeinsamkeit (Hermann Allmers) Sant’Anna in Camprena, Pienza Serenade (Johann Wolfgang von Goethe) Liebliches Kind, Kannst du mir sagen, Sagen warum Zärtliche Seelen Einsam und stumm Immer sich quälen, Selbst sich betrügen, Und ihr Vergnügen Immer nur ahnden, Da wo sie nicht sind? Kannst du mir’s sagen, Liebliches Kind? Ich ruhe still im hohen grünen Gras Und sende lange meinen Blick nach oben, Von Grillen rings umschwirrt ohn Unterlaß, Von Himmelsbläue wundersam umwoben. [Und schönen weiße]1 Wolken ziehn dahin Durchs tiefe Blau, wie schöne stille Träume; Mir ist, als ob ich längst gestorben bin Und ziehe selig mit durch ew’ge Räume. PROGRAMMA ESTATE 2014 39 Mercoledì 30/07 Sant’Anna in Camprena, Pienza Meine liebe ist grün (Felix Schumann) Die Fischertochter (Franz Karl, Graf Coronini-Cronberg) Meine Liebe ist grün wie der Fliederbusch, und mein Lieb ist schön wie die Sonne, die glänzt wohl herab auf den Fliederbusch und füllt ihn mit Duft und mit Wonne. Die Fischerstochter sitzt am Strand, es liegt das Netz ihr in der Hand, der Blick schweift hin ins Weite. Meine Seele hat Schwingen der Nachtigall, und wiegt sich in blühendem Flieder, und jauchzet und singet vom Duft berauscht viel liebestrunkene Lieder. * Im Rhein, im schönen Strome (Heinrich Heine) Im Rhein, im schönen Strome, Da spiegelt sich in den Well’n Mit seinem großen Dome Das große, das heil’ge Köln. Im Dom da steht ein Bildnis, Auf goldnem Leder gemalt; In meines Lebens Wildnis Hat’s freundlich hineingestrahlt. Es schweben Blumen und Eng’lein Um unsre liebe Frau; Die Augen, die Lippen, die Wänglein, Die gleichen der Liebsten genau. 40 “O Schwalbe, ziehe, zieh’ geschwind, du bist ja schneller als der Wind, geleite ihn, geleite.” Der Schiffsjung’ steht am Mast gelehnt, sein Herze schlägt, sein Herze sehnt sich an das Land zurücke; und eine helle Träne hängt, vom bittern Herzeleid getränkt, an seinem trüben Blicke. “O treue Möwe, eil’ zu ihr, erzähl’, erzähle ihr von mir, ihr seid ja schnell wie Blitze. Sag’ ihr, ich sei in Gottes Hand, und baue dir ein Nest am Strand. Bewahre sie, bewahre.” Am Himmel eine Wolke zog, die Schwalbe schoß, die Möwe flog, den Auftrag zu bestellen. Die Wolke wurde zum Orkan, das Schiff verschlang der Ocean, Erzählt es nicht, ihr Wellen! Doch was die Welle nicht erzählt, das bleibt ihr ewig nicht verhehlt, die Ahnung hat gesprochen. ACCADEMIA DELLE CRETE SENESI Mercoledì 30/07 Und wenn das Auge tränenleer, dann wird das Leben gar zu schwer, das Herze ist gebrochen. Loreley (Heinrich Heine) Ich weiß nicht, was soll es bedeuten Daß ich so traurig bin; Ein Märchen aus alten Zeiten Das kommt mir nicht aus dem Sinn. Die Luft ist kühl und es dunkelt, Und ruhig fließt der Rhein; Der Gipfel des Berges funkelt Im Abendsonnenschein. Die schönste Jungfrau sitzet Dort oben wunderbar, Ihr goldnes Geschmeide blitzet Sie kämmt ihr goldenes Haar. Sie kämmt es mit goldenem Kamme Und singt ein Lied dabei; Das hat eine wundersame Gewaltige Melodei. Den Schiffer im kleinen Schiffe ergreift es mit wildem Weh, Er schaut nicht die Felsenriffe, Er schaut nur hinauf in die Höh. Ich glaube, die Wellen verschlingen Am Ende Schiffer und Kahn; Und das hat mit ihrem Singen Die Lorelei getan. PROGRAMMA ESTATE 2014 Sant’Anna in Camprena, Pienza Die drei Zigeuner (Nikolaus Lenau) Drei Zigeuner fand ich einmal Liegen an einer Weide, Als mein Fuhrwerk mit müder Qual Schlich durch sandige Heide. Hielt der eine für sich allein In den Händen die Fiedel, Spielt’, umglüht vom Abendschein, Sich ein lustiges Liedel. Hielt der zweite die Pfeif’ im Mund, Blickte nach seinem Rauche, Froh, als ob er vom Erdenrund Nichts zum Glücke mehr brauche. Und der dritte behaglich schlief, Und sein Zymbal am Baum hing; Über die Saiten der Windhauch lief, Über sein Herz ein Traum ging. An den Kleidern trugen die drei Löcher und bunte Flicken; Aber sie boten trotzig frei Spott den Erdengeschicken. Dreifach haben sie mir gezeigt, Wenn das Leben uns nachtet, Wie man’s verraucht, verschläft, vergeigt, Und es dreifach verachtet. 41 Cena: “La Mencia” – Asciano Questo concerto è patrocinato da Khaled Ousseimi Giovedì 31/07 ore 20 Chiesa: San Francesco — Asciano Johannes Brahms (1833-1897) Quintetto per archi e pianoforte op. 34 I Allegro non troppo II Andante, un poco adagio III Scherzo: Allegro & Trio IV Finale: Poco sostenuto - Allegro non troppo - Presto, non troppo ± 45 min. Boyan Vodenitcharov pianoforte Quartetto Edding Baptiste Lopez violino I Caroline Bayet violino II Pablo de Pedro alto Ageet Zweistra violoncello Intervallo 42 ACCADEMIA DELLE CRETE SENESI © Kurt Van der Elst 2013 Ludwig van Beethoven (1770-1827) “Variazioni Diabelli” op.120 33 Veränderungen über einen Walzer von Diabelli Tema: Vivace Variazione 17: Allegro Variazione 1: Alla Marcia maestoso Variazione 18: Poco moderato Variazione 2: Poco allegro Variazione 19: Presto Variazione 3: L’istesso tempo Variazione 20: Andante Variazione 4: Un poco piu vivace Variazione 21: Allegro con brio – Meno allegro – Tempo primo Variazione 5: Allegro vivace Variazione 22: Allegro molto, alla ‘Notte e giorno faticar’ di Mozart Variazione 6: Allegro ma non tropo e serioso Variazione 23: Allegro assai Variazione 7: Un poco piu allegro Variazione 24: Fughetta (Andante) Variazione 8: Poco vivace Variazione 25: Allegro Variazione 9: Allegro pesante e risoluto Variazione 26: (Piacevole) Variazione 10: Presto Variazione 27: Vivace Variazione 11: Allegretto Variazione 28: Allegro Variazione 12: Un poco piu moto Variazione 29: Adagio ma non troppo Variazione 13: Vivace Variazione 30: Andante, sempre cantabile Variazione 14: Grave e maestoso Variazione 31: Largo, molto espressivo Variazione 15: Presto scherzando Variazione 32: Fuga: Allegro Variazione 16: Allegro Variazione 33: Tempo di Menuetto moderato ± 55 min. Martin Helmchen pianoforte PROGRAMMA ESTATE 2014 43 Giovedì 31/07 IT FR San Francesco, Asciano Chi potrebbe pensare, ascoltando questo capolavoro assoluto, pubblicato nel 1865, che sia stato il risultato di due tentativi conclusisi ogni volta con una sconfessione? Sconfessione dello stesso Brahms di un quintetto per archi (con due violoncelli, come il sublime D 956 di Schubert) composto tra il 1861 e il 1862, di cui distrusse il manoscritto, scoraggiato dai commenti dell’amico Joachim e dai suggerimenti (a favore del pianoforte, ovviamente) di Clara Schumann. Sconfessione poi di Clara, dopo averne letto una seconda versione, questa volta per due pianoforti: “è un’opera così ricca di idee che richiede un’orchestra intera”. Più modestamente, Brahms la ripensò per pianoforte e quartetto per archi, suscitando improvvisamente l’entusiasmo senza riserve delle persone a lui vicine e ben presto del pubblico che conserva ancora un affetto incondizionato per quest’opera. Gli archi trovano in questa configurazione una base solida e omogenea, di modo che l’insieme riesce a riflettere la profusione di idee, il groviglio delle linee melodiche e le intenzioni coloristiche del compositore. Quattro movimenti: un Allegro dal primo tema caratteristico, enunciato all’unisono; un Andante, misterioso e sognatore; uno Scherzo sovreccitato e fantastico i cui effetti di sincope rivelano l’itinerario bizzarro; e un finale in tre parti, conclusione magistrale del quale Claude Rostand scrisse che “non si era mai sentito nulla di simile dal Beethoven degli ultimi quartetti”. Qui pourrait penser, à l’écoute de ce chef d’œuvre absolu, publié en 1865, qu’il fut le résultat de deux tentatives soldées chaque fois par un désaveu? Désaveu de Brahms lui-même, devant un quintette à cordes (avec deux violoncelles, comme le sublime D. 956 de Schubert) composé au cours des années 1861-1862, dont il détruisit le manuscrit, découragé par les commentaires de son ami Joachim et par les suggestions (en faveur du piano, naturellement!) de Clara Schumann. Et désaveu de Clara, ensuite, à la lecture d’une seconde version, cette fois pour deux pianos: “C’est une œuvre si pleine d’idées qu’elle requiert un orchestre entier!”. Plus modestement, Brahms la repensa donc pour piano et quatuor à cordes, suscitant pour le coup l’enthousiasme sans réserve de son entourage et bientôt du public qui le garde aujourd’hui encore en inconditionnelle affection. Les cordes trouvent dans cette configuration une assise ferme et homogène, l’ensemble parvenant ainsi à rendre compte du foisonnement des idées, de l’enchevêtrement des lignes mélodiques et des intentions coloristes du compositeur. Quatre mouvements: un Allegro au premier thème caractéristique, énoncé à l’unisson; un Andante, mystérieux et rêveur; un Scherzo survolté dont les effets de syncope accusent l’itinéraire fantasque; et un Finale en trois parties, conclusion magistrale dont Claude Rostand écrivit qu’ “on n’avait rien entendu de tel depuis le Beethoven des derniers quatuors”. 44 ACCADEMIA DELLE CRETE SENESI Giovedì 31/07 IT FR San Francesco, Asciano La storia di queste variazioni è curiosa e il modo col quale Beethoven vi si avvicina anticipa il modo con cui le svilupperà. Nel 1819, l’editore Anton Diabelli aveva chiesto ai più noti musicisti dell’Impero austriaco di comporre ciascuno una variazione su un tema di valzer da lui proposto (alla fine furono cinquanta, nel 1823, tra cui Schubert, Czerny, Hummel e anche Liszt, all’epoca di 12 anni), con l’intenzione di pubblicare l’insieme delle variazioni a favore delle vedove e degli orfani delle guerre napoleoniche. Dopo aver inizialmente rifiutato di partecipare al progetto adducendo la banalità del tema, Beethoven (senz’altro addolcito dagli onorari annunciati) trasformò l’esercizio in una dimostrazione eclatante di cosa il suo genio sapesse trarre da un « piccolo valzer privo di interesse », iniziando col trasformarlo, nella prima variazione, in una solida Alla Marcia Maestoso in quattro movimenti. Non meno di 33 variazioni in tutto, su un tema nel quale il compositore finge di vedere solo dei motivi sui quali esso ruota, senza dimenticare l’anacrusi iniziale (che utilizzerà come tale nella 5a variazione) e con la quale si prende ogni libertà. Alla limitata sostanza melodica che gli viene proposta, sostituisce quindi un mondo sonoro inaudito, esplorando in modo quasi indipendente tutti i parametri – tematici, armonici, ritmici, dinamici – del suo stesso universo. Introdurrà persino un’aria di Leporello (Don Giovanni de Mozart) nella 22a variazione. Fino alla 33a e ultima variazione (termine al quale Beethoven preferiva quello di Veränderung, o trasformazioni) dove si concentra tutta la potenza visionaria del suo autore. L’histoire de ces Variations est curieuse et la façon dont Beethoven s’y introduit préfigure la façon dont il les traitera. En 1819, l’éditeur Anton Diabelli eut l’idée de soumettre un thème de valse aux compositeurs importants de l’Empire d’Autriche (il y en eut 50 à l’arrivée, en 1823, dont Schubert, Czerny, Hummel et même Liszt, âgé alors de 12 ans!), en vue de publier l’ensemble des variations au profit des veuves et des orphelins des guerres napoléoniennes. Après avoir d’abord refusé de participer au projet prétextant la banalité du thème, Beethoven (sans doute adouci par les honoraires annoncés) transforma l’exercice en une démonstration éclatante de tout ce que son génie pouvait tirer d’une “petite valse sans intérêt”, en commençant par la transformer, dans la première variation, en une solide Alla Marcia Maestoso en quatre temps! Pas moins de 33 variations en tout, sur un thème dans lequel le compositeur feint de ne voir que des motifs, des pivots, sans oublier l’anacrouse initiale (qu’il utilisera comme telle dans la 5e variation), et avec lequel il prend toute liberté. A la mince substance mélodique qui lui est proposée, il va donc substituer un monde sonore inouï, explorant de façon quasi indépendante tous les paramètres – thématiques, harmoniques, rythmiques, dynamiques – de son propre univers. Il parviendra même à introduire un air de Leporello (Don Giovanni de Mozart) dans la 22ième variation! Jusqu’à la 33ième et dernière variation (terme auquel, dans ce cas, Beethoven préférait celui de Veränderung, ou transformation) où se concentre toute la puissance visionnaire de son auteur. PROGRAMMA ESTATE 2014 45 Venerdì 01/08 ore 12 Chiesa: Santo Stefano — Castelmuzio Johann Sebastian Bach (1685-1750) Die Kunst der Fuge: Contrapuntus I, X, IV ± 10 min. Ludwig van Beethoven (1770-1827) Quartetto per archi, Op. 130 I Adagio, ma non troppo – Allegro II Presto III Andante con moto, ma non troppo. Poco scherzoso IV Alla danza tedesca. Allegro assai V Cavatina. Adagio molto espressivo VI Große Fuge (Grande Fugue Op.133): Ouverture. Allegro – Meno mosso e moderato – Allegretto – Fuga. [Allegro] – Meno mosso e moderato – Allegro molto e con brio – Allegro ± 50 min. 46 ACCADEMIA DELLE CRETE SENESI © Kurt Van der Elst 2013 Quartetto Edding Baptiste Lopez violino I Caroline Bayet violino II Pablo de Pedro alto Ageet Zweistra violoncello PROGRAMMA ESTATE 2014 47 Giovedì 01/08 IT Santo Stefano, Castelmuzio Il quartetto per archi, come la sinfonia, il concerto o la sonata per pianoforte, assume una dimensione totalmente diversa nelle mani di Ludwig van Beethoven (1770-1827). Dopo aver completato nel 1824 sia la Missa Solemnis che la Nona Sinfonia, si dedicò negli ultimi anni della sua vita, quasi esclusivamente a questo genere. Già nel 1822 aveva ricevuto l’incarico di scrivere tre quartetti per Nikolaus Galitzin, un aristocratico russo di San Pietroburgo. Dopo gli incerti successi delle prime due di queste opere (op.127 en op.132), le reazioni durante la première del Quartetto per Archi op.130 in Si bemolle, eseguita nel marzo del 1826 dal Schuppanzigh Quartett, furono negative. Detta circostanza non dovrebbe neanche sorprendere più di tanto visto la natura di musica da camera di questa opera che, in quanto tale, era estremamente lunga, tecnicamente esigente e, infine, molto introspettiva. Le quattro parti centrali di questo quartetto composto da sei parti (un inizio Presto, un Andante con indicazione ‘poco scherzoso’, e due movimenti di danza: Alla danza tedesca e la particolarmente espressiva Cavatina, in assoluto la preferita di Beethoven, scritta “Con lacrime di melanconia”) ottennero un grande successo. Erano i “bocconcini facili” come li chiamava successivamente Beethoven. Il peso delle due parti angolari appariva all’opposto troppo impegnativo per il pubblico. Non si capiva granché della tecnicità astratta dell’apertura (Adagio ma non troppo – Allegro) con i suoi contrasti continui e una ventina di cambiamenti di tempo e di carattere. Ancora più inaccessibile fu il finale: una doppia fuga smisurata di 15 minuti. Ogni sezione di questo movimento ed ogni sua parte era basato su una trasformazione del tema originale ma, come indicato già da Beethoven nella nota Tantôt libre, tantôt recherchée, solo una parte veniva trattata strettamente come una fuga; tutto il resto era una combinazione della forma della sonata e della variazione. Beethoven non voleva scrivere una fuga convenzionale come aveva imparato da Haydn o da Albrechtsberger. La libertà e l’originalità che si concedeva nonostante la fuga nel finale del quartetto, aveva una funzione prettamente dialettica: superare il caos dell’apertura e la bellezza delle quattro parti centrali. La lunghezza sproporzionata, la combinazione della dissonanza estrema e la complessità del contrappunto furono tali che molti critici espressero pareri notevolmente differenti sulla parte finale. Il critico del Algemeine Musikalische Zeitung fu senz’altro uno dei più spietati nel definire la fuga “incomprensibile come il cinese” proseguendo con “sembra un orchestra che sta accordando”. Altri erano convinti che era più interessante leggere o studiare lo spartito piuttosto che sentirlo. Theodor Helm lanciò in questo contesto il termine ‘Augenmusik’ (musica per gli occhi). Comunque sia, Beethoven cedette alla critica e convenne che il finale con fuga non funzionasse come sintesi. E per questo motivo che scrisse nell’estate del 1826, dietro richiesta del suo editore Matthias Artaria, un finale più breve e più soave per il quartetto. Sarebbe diventata la sua ultima composizione completata. Nello stesso tempo ricevette la promessa che la fuga come Große Fuge op. 133 venisse pubblicata separatamente. 48 ACCADEMIA DELLE CRETE SENESI Giovedì 01/08 NL Santo Stefano, Castelmuzio Net als de symfonie, het concerto of de pianosonate kreeg ook het strijkkwartet in de handen van Ludwig van Beethoven (1770-1827) een volkomen andere dimensie. Nadat hij in 1824 zowel het werk aan de Missa Solemnis als de Negende Symfonie had afgemaakt, concentreerde hij zich in zijn laatste levensjaren bijna exclusief op dit genre. Al in 1822 had hij een opdracht gekregen om een drietal kwartetten te schrijven voor Nikolaus Galitzin, een Russische aristocraat uit Sint-Petersburg. Na het wisselende succes van de eerste twee van die werken (op.127 en op.132) waren de reacties bij de première van het Strijkkwartet op.130 in bes in maart 1826 door het Schuppanzigh Quartett ronduit negatief. Dat was in zekere zin ook niet verwonderlijk gezien de aard van dit extreem lange, technisch veeleisende en bovendien zeer introspectieve kamermuziekwerk. De vier middendelen van dit zesdelige kwartet (een spits Presto, een Andante met aanduiding ‘poco scherzoso’, en twee dansbewegingen: Alla danza tedesca en Beethovens absolute favoriet, de bijzonder expressieve Cavatina, geschreven “onder tranen van weemoed”) konden op bijval rekenen. Dat waren de “gemakkelijke hapjes” zoals Beethoven ze achteraf noemde. Het gewicht van de twee hoekdelen daarentegen bleek gewoonweg té zwaar voor het publiek. Aan de abstracte techniciteit van de opening (Adagio ma non tropo – Allegro) met zijn voortdurende contrasten door wel twintig tempo- en karakterwisselingen kon men geen touw vastknopen. Nog onoverkomelijker was het slot: een gigantische dubbelfuga van 15 minuten. Elk van de secties van deze meerdelige beweging is gebaseerd op de transformatie van het originele thema, maar zoals Beethovens aanwijzing Tantôt libre, tantôt recherchée aangeeft, wordt slechts een deel strikt fugatisch behandeld; al de rest is een combinatie van sonatevorm en variaties. Beethoven wilde geen conventionele fuga schrijven zoals hij het van Haydn of Albrechtsberger had geleerd. De vrijheid en originaliteit die hij zichzelf ondanks de fuga in het slotdeel van dit kwartet gunde, had een zuiver dialectische functie: het overstijgen van de chaos van de opening en de schoonheid van de vier middendelen. De disproportionele lengte en de combinatie van extreme dissonantie en contrapuntische complexiteit deden veel critici anders over het slotdeel denken. De recensent van de Algemeine Musikalische Zeitung was genadeloos en noemde de fuga “onbegrijpelijk, net Chinees” en schreef verder “net een orkest dat aan het stemmen is”. Anderen stelden dat het interessanter was de partituur te lezen of te bestuderen eerder dan ze te horen. Theodor Helm lanceerde in dat verband later de term ‘Augenmusik’. Wat er ook van zij, Beethoven zwichtte (heel uitzonderlijk) voor de kritiek dat het fugatisch slotdeel als synthese niet werkte. Op vraag van zijn uitgever Matthias Artaria schreef hij daarom in de zomer van 1826 een kortere, mildere finale voor het kwartet. Het zou zijn laatste afgewerkte compositie worden. Tegelijk kreeg hij de belofte dat de fuga als Große Fuge op. 133 apart zou worden gepubliceerd. PROGRAMMA ESTATE 2014 49 Cena: Sant’Anna in Camprena – Pienza Questo concerto è dedicato all’affettuosa memoria di Véronique Lhoist, dalla parte della sua famiglia e dei suoi amici del Festival Venerdì 01/08 ore 20 Chiesa: Sant’Anna in Camprena — Pienza Claudio Monteverdi (1567-1643) “Volgendo il ciel” Madrigali dal sesto e ottavo libro Sestina “Lagrime d’amante al sepolchro dell’amata” Incenerite spoglie, avara tomba Ditelo fiumi, e voi ch’udiste Glauco Darà la notte il sol lume alla terra Ma te racoglie, o ninfa O chiome d’or, neve gentil Dunque, amate reliquie (Sesto libro dei Madrigali, 1614) Dolcissimo uscignolo (Ottavo Libro dei Madrigali, 1638) Hor che’l ciel e la terra e’l vento tace Così sol d’una chiara fonte viva (Ottavo Libro dei Madrigali, 1638) ± 35 min. 50 Intervallo ACCADEMIA DELLE CRETE SENESI © Kurt Van der Elst 2013 Altri canti di Marte, e di sua schiera Due belli occhi fur l’armi, onde trafitta Ohime il bel viso Lamento della ninfa Non havea Febo ancora “Amor”, dicea Si tra sdegnosi pianti (Ottavo Libro dei Madrigali, 1638) (Sesto libro dei Madrigali, 1614) (Ottavo Libro dei Madrigali, 1638) Introdutione al ballo: Volgendo il ciel per l’immortal sentiero Ballo: Movete al moi bel suon (Ottavo Libro dei Madrigali, 1638) ± 30 min. Solisti del Collegium Vocale Gent Peter Kooij basso Dorothee Mields soprano Jacek Kurzydlo, Maite Larburu violino Barbora Sojková soprano Romina Lischka viola da gamba Marnix De Cat alto Matthias Später liuto Thomas Hobbs tenore Maude Gratton cembalo Samuel Boden tenore Philippe Herreweghe direttore musicale PROGRAMMA ESTATE 2014 51 Venerdì 01/08 IT Sant’Anna in Camprena, Pienza Se c’è un compositore che personifica la transizione dalla musica rinascimentale alla musica barocca, questo è sicuramente Claudio Monteverdi, nato a Cremona nel 1567. Nella sua lunga carriera come violista, cantante, maestro di cappella e compositore, soggiornò a Mantova ed a Venezia. Ognuno dei generi musicali interpretati, – la musica religiosa, l’opera ed i madrigali – si tiene in equilibrio sulla sottile linea di confine fra la tradizione e l’innovazione rivoluzionaria. L’ideale polifonico del ‘500 era imperniato su regole precise legate al contrappunto, alla dissonanza controllata e all’unisono delle voci. Un contesto musicale, che Monteverdi descrisse nella sua prefazione del Quinto Libro de Madrigali del 1605 come la prima pratica, in cui la musica dominava il testo. In contrapposizione vi era la seconda pratica, che rappresenta un’evoluzione irreversibile verso un’applicazione più libera delle regole dell’armonia e una gerarchia crescente fra le diverse voci musicali, che sarebbe sfociata nello stile monodico e nell’introduzione del basso continuo. Non era più la musica a predominare, ma la lettura espressiva del testo. Come appare nella collezione veneziana di musica sacra di Monteverdi del 1610, nella quale si coniuga la Missa in illo tempore, scritta nel vecchio stile, con l’innovativo Vespro della Beata Vergine, i due mondi non si escludevano, al contrario. La tensione estetica fra tutti e due o la combinazione di entrambi, era una nuova fonte inesauribile di ricchezza artistica, come si evince anche nei nove libri sui madrigali che Monteverdi scrisse fra il 1587 e la fine della sua esistenza. Il Sesto libro di madrigali a cinque voci di Monteverdi apparve nel 1614 a Venezia, appena un anno dopo la sua nomina come maestro di cappella nella famosissima Basilica di San Marco. Probabilmente alcune delle opere del libro circolavano già da alcuni anni. Molto popolari erano la versione polifonica del Lamento d’Arianna e la Sestina o Lagrime d’Amante al sepolchro dell’Amate sul testo di Scipione Agnelli. Quest’ultimo lamento apre la seconda parte del libro e riferisce in modo allegorico alla morte tragica di Caterina Martinelli, la cantante favorita del Duca Vincenzo Gonzaga, il mecenate mantovano di Monteverdi. Anche nel Ohimè il bel viso di Petrarca viene messo in musica il tema dell’addio, e questo in modo esemplare. L’Ottavo libro di madrigali di Monteverdi, dedicato nel 1638 all’imperatore Asburgo Ferdinando III, è una raccolta in due parti con sottotitolo Madrigali guerrieri, e amorosi. Il libro viene rappresentato con una estetica diversa rispetto alla precedente, nel senso che Monteverdi spezza una lancia a favore dello stile concitato. La poesia descrive la ricerca dell’amore con l’allegoria della guerra. Esemplari sono la parte iniziale di Altri canti di Marte, pieni di ripetizioni e di brevi valori delle note e di accordi martellanti sul clavicembalo o il passaggio Guerra è il mio stato dal Or che’l ciel e la terra allucinante sul testo di Petrarca. Per accentuare ancora di più la tensione, Monteverdi decide di 52 ACCADEMIA DELLE CRETE SENESI Venerdì 01/08 Sant’Anna in Camprena, Pienza provvedere alcuni madrigali (come nell’opera) di indicazioni di regia ben precise. Due opere di questo genere rappresentativo sono stati programmate stasera: il Lamento della ninfa agghiacciante ed il ‘ballo’ festivo e concludente Volgendo il ciel, entrambe sul testo di Ottavio Rinuccini, non a caso il librettista della prima opera nella storia della musica. NL Als er één componist de overgang van de renaissance naar de barok belichaamt, dan is het wel de in 1567 in Cremona geboren Claudio Monteverdi. In zijn lange loopbaan als violist, zanger, maestro di capella en componist verbleef hij in Mantua en Venetië. Elk van de drie muzikale genres waarin hij actief was – religieuze muziek, opera en madrigalen – balanceert op de dunne scheidingslijn tussen traditie en revolutionaire vernieuwing. Aan de ene kant stond het polyfone ideaal uit de zestiende eeuw met zijn aan strikte regels gebonden contrapunt, gecontroleerde dissonantie en gelijkheid van stemmen. In die wereld, die Monteverdi in het voorwoord van zijn Vijfde Madrigaalboek uit 1605 omschreef als de prima pratica, domineerde de muziek de tekst. Daartegenover stond de seconda pratica, een onomkeerbare evolutie naar een vrijere toepassing van harmonische regels en een toenemende hiërarchie tussen de verschillende muzikale stemmen die zou uitmonden in de monodische stijl en de introductie van de basso continuo. In die orde regeerde niet de muziek, maar de allesoverheersende expressieve lezing van de tekst. Zoals blijkt uit Monteverdi’s Venetiaanse verzameling kerkmuziek uit 1610 waarin hij de in oude stijl geschreven Missa in illo tempore koppelt aan de vernieuwende Vespro della Beata Vergine sloten beide werelden elkaar niet uit, wel in tegendeel. De esthetische spanning tussen beiden, of de combinatie ervan bleek een nieuwe bron van onuitputtelijke artistieke rijkdom, zoals ook af te lezen uit de negen madrigaalbundels die Monteverdi tussen 1587 en het einde van zijn leven schreef. Il Sesto libro de madrigali a cinque voci verscheen in 1614 in Venetië, nauwelijks een jaar nadat Monteverdi er kapelmeester was geworden aan de beroemde San Marcobasiliek. Een aantal werken uit de bundel circuleerden waarschijnlijk al enkele jaren tevoren. Bijzonder populair waren de meerstemmige versie van het Lamento d’Arianna en de Sestina of Lagrime d’Amante al sepolchro dell’Amate op tekst van Scipione Agnelli. Die laatste klaagzang opent het tweede deel van de bundel en verwijst op een allegorische manier naar de tragische dood van Caterina Martinelli, favoriete zangeres van hertog Vincenzo Gonzaga, Monteverdi’s Mantovaanse broodheer. Ook in Petrarca’s Ohimè il bel viso wordt de schrijnende afscheidsthematiek zeer aanschouwelijk verklankt. PROGRAMMA ESTATE 2014 53 Venerdì 01/08 Sant’Anna in Camprena, Pienza Monteverdi’s Achtste Madrigaalboek, opgedragen in 1638 aan de Habsburgse keizer Ferdinand III, is een tweedelige verzameling met de ondertitel Madrigali guerrieri, et amorosi. De bundel vertegenwoordigt een andere esthetica dan de voorgaande in de zin dat Monteverdi een lans breekt voor de stile concitato (geagiteerde stijl). De poëzie beschrijft de zoektocht naar de liefde door middel van de allegorie van de oorlog. Exemplarisch zijn het openingsdeel uit Altri canti di Marte vol herhalingen van korte notenwaarden en hamerende klavecimbelakkoorden, of de passage Guerra è il mio stato uit het hallucinerende Or che’l ciel e la terra op tekst van Petrarca. Om de dramatische spankracht nog meer naar voor te laten komen besluit Monteverdi bovendien om sommige madrigalen (net als in een opera) te voorzien van regieaanwijzingen. Twee werken in deze genere rappresentativo staan vanavond op het programma: het beklijvende Lamento della ninfa en het feestelijk afsluitende ‘ballo’ Volgendo il ciel, beide op tekst van Ottavio Rinuccini, niet toevallig de librettist van de allereerste opera uit de muziekgeschiedenis. 54 ACCADEMIA DELLE CRETE SENESI Venerdì 01/08 Sestina “Lagrime d’amante al sepolchro dell’amata” Prima parte Incenerite spoglie, avara tomba Fatta del mio bel Sol, terreno Cielo, Ahi lasso! I’ vegno ad inchinarvi in terra. Con voi chius’è ‘l mio cor a marmi in seno, E notte e giorno vive in foco, in pianto, In duolo, in ira, il tormentato Glauco. Seconda parte Ditelo, O fiumi, e voi ch’udiste Glauco L’aria ferir dì grida in su la tomba, Erme campagne - e’l san le Ninfe e ‘l Cielo: A me fu cibo il duol, bevanda il pianto, - Letto, O sasso felice, il tuo bel seno Poi ch’il mio ben coprì gelida terra. Terza parte Darà la notte il sol lume alla terra Splenderà Cintia il di, prima che Glauco Di baciar, d’honorar lasci quel seno Che fu nido d’Amor, che dura tomba Preme; né sol d’alti sospir, di pianto, Prodighe a lui saran le fere e ‘l Cielo! PROGRAMMA ESTATE 2014 Sant’Anna in Camprena, Pienza Quarta parte Ma te raccoglie, O Ninfa, in grembo ‘l Cielo, Io per te miro vedova la terra Deserti i boschi e correr fium’il pianto. E Driade e Napee del mesto Glauco Ridicono i lamenti, e su la tomba Cantano i pregi dell’amante seno. Quinta parte O chiome d’or, neve gentil del seno O gigli della man, ch’invido il cielo Ne rapì, quando chiuse in cieca tomba, Chi vi nasconde? Ohimè! Povera terra Il fior d’ogni bellezza, il Sol di Glauco Nasconde! Ah! Muse! Qui sgorgate il pianto! Sesta et ultima parte Dunque, amate reliquie, un mar di pianto Non daran questi lumi al nobil seno D’un freddo sasso? Eco! L’afflitto Glauco Fa rissonar “Corinna”: il mare e ‘l Cielo, Dicano i venti ogn’or, dica la terra “Ahi Corinna! Ahi Morte! Ahi tomba!” Cedano al pianto I detti! Amato seno A te dia pace il Cielo, Pace a te, Glauco 55 Venerdì 01/08 Sant’Anna in Camprena, Pienza Prega, honorato tomba E sacra terra. e perché ‘l mio martir non giunga a riva, mille volte il dí moro e mille nasco; tanto da la salute mia son lunge. Dolcissimo uscignolo * Dolcissimo uscignolo, tu chiami la tua cara compagnia cantando: “Vieni, vieni, anima mia”. A me canto non vale, e non ho come tu da volar ale. O felice augelletto, come nel tuo diletto ti ricompensa ben l’alma natura: se ti negò saver, ti diè ventura. Altri canti di Marte, e di sua schiera Hor che’l ciel e la terra e’l vento tace Prima parte Altri canti di Marte, e di sua schiera Gli arditi assalti, e l’honorate imprese, Le sanguigne vittorie, e le contese, I trionfi di morte horrida, e fera. Io canto, Amor, da questa tua guerriera Quant’hebbi a sostener mortali offese, Com’un guardo mi vinse, un crin mi prese: Historia miserabile, ma vera. Prima parte Seconda parte Or che’l ciel e la terra e’l vento tace e le fere e gli augelli il sonno affrena, notte il carro stellato in giro mena e nel suo letto il mar senz’onda giace, veggio, penso, ardo, piango; e chi mi sface sempre m’è inanzi per mia dolce pena: guerra è ‘l mio stato, d’ira et di duol piena, et sol di lei pensando ò qualche pace. Due belli occhi fur l’armi, onde traffitta Giacque, e di sangue invece amaro pianto Sparse lunga stagion l’anima afflitta. Tu, per lo cui valor la palma, e’l vanto Hebbe di me la mia nemica invitta, Se desti morte al cor, dà vita al canto. Oimè il bel viso Seconda parte Così sol d’una chiara fonte viva move ‘l dolce e l’amaro ond’io mi pasco; una man sola mi risana e punge; 56 Oimè il bel viso, oimè il soave sguardo, oimè il leggiadro portamento altero; oimè il parlar ch’ogni aspro ingegno et fero ACCADEMIA DELLE CRETE SENESI Venerdì 01/08 facevi humile, ed ogni huom vil gagliardo! et oimè il dolce riso, onde uscío ‘l dardo di che morte, altro bene omai non spero: alma real, dignissima d’impero, se non fossi fra noi scesa sí tardo! Sant’Anna in Camprena, Pienza “Amor”, dicea, il ciel mirando, il piè fermo, “dove, dov’è la fè ch’el traditor giurò?” Miserella. Per voi conven ch’io arda, e ‘n voi respire, ch’i’ pur fui vostro; et se di voi son privo, via men d’ogni sventura altra mi dole. “Fa’ che ritorni il mio amor com’ei pur fu, o tu m’ancidi, ch’io non mi tormenti più.” Di speranza m’empieste et di desire, quand’io partí’ dal sommo piacer vivo; ma ‘l vento ne portava le parole. Miserella, ah più no, no, tanto gel soffrir non può. Non havea Febo ancora Non havea Febo ancora recato al mondo il dí, ch’una donzella fuora del proprio albergo uscí. Sul pallidetto volto scorgeasi il suo dolor, spesso gli venia sciolto un gran sospir dal cor. Sí calpestando fiori errava hor qua, hor là, i suoi perduti amori cosí piangendo va: Lamento della nimfa PROGRAMMA ESTATE 2014 “Non vo’ più ch’ei sospiri se non lontan da me, no, no che i martiri più non darammi affè. Perché di lui mi struggo, tutt’orgoglioso sta, che si, che si se’l fuggo ancor mi pregherà? Se ciglio ha più sereno colei, che’l mio non è, già non rinchiude in seno, Amor, sí bella fè. Ne mai sí dolci baci da quella bocca havrai, ne più soavi, ah taci, taci, che troppo il sai.” 57 Venerdì 01/08 Si tra sdegnosi Sí tra sdegnosi pianti spargea le voci al ciel; cosí ne’ cori amanti mesce amor fiamma, e gel. Volgendo il ciel per l’immortal sentiero Sant’Anna in Camprena, Pienza d’immortali honori: Movete al mio bel suon le piante snelle, Sparso di rose il crin leggiadro e biondo. E, lasciato dell’Istro il ricco fondo, Vengan l’humide ninfe al Ballo anch’elle. (Entrata come di sopra, et le Ninfe dell’Istro escono al tempo di essa entrata come le prime, e giunte al loro determinato loco,tutte le Ninfe insieme danzano il seguente ballo). I. Introdutione al ballo II. Ballo Voce sola (Poeta fermato cosi dice): Volgendo il ciel per l’immortal sentiero, Le ruote de la luce alma e serena, Un secolo di pace il Sol rimena, Sotto il Re novo del Romano Impero. Sù, mi si rechi ormai del grand’Ibero Profonda tazza, inghirlandata e piena, Che correndomi al cor di vena in vena Sgombra da l’alma ogni mortal pensiero. Venga la nobil cetra. (Ricevuto il chitarone, da la ninfa, si volta verso l’altre e cosi gli parla:) Il crin di fiori cingimi, O Filli, (qui li pone la ninfa la ghirlanda, poi parla il poeta come segue:) Io feriro le stelle cantando del mio Re gli eccelsi allori. (qui nel chitarone da lui sonato cosi segue:) E voi, che per beltà, donne e donzelle, gite superbe 58 Movete al mio bel suon... Fuggan in si bel di nembi e procelle. D’aure odorate el mormorar giocondo Fat’eco al mio cantor, rimbombi il mondo L’opre di Ferdinando eccelse e belle. (Qui in questo loco finita la presente prima parte, si fa un canario o passo e mezzo od altro balletto, a beneplacito senza canto poi si ritorna sopra la prima aria come segue, cangiando mutanze.) Ei l’armi cinse, e su destrier alato Corse le piaggie, e su la terra dura La testa riposo sul braccio armato. Le torri eccelse e le superbe mura Al vento sparse, e fe’ vermiglio il prato, Lasciando ogni altra gloria al mondo oscura. ACCADEMIA DELLE CRETE SENESI BIOGRAFIA – BIOGRAPHIE – BIOGRAFIE ANDREAS BRANTELID Nato nel 1987 Andreas Brantelid è già uno dei violoncellisti più importanti della Scandinavia e sta creando rapidamente una reputazione internazionale. E ‘attualmente membro del Lincoln Center Chamber Music Society di New York esegue regolarmente concerti in quella città e in altre parti del Nord America. La scorsa stagione Andreas ha debuttato alla Carnegie Hall di New York, così come esibendosi in recital a Londra e Parigi. Ha fatto il suo debutto alla Wigmore Hall di Londra nel 2008 con il pianista svedese Bengt Forsberg con cui collabora regolarmente. Ha inoltre collaborato frequentemente con altri musicisti in importanti festival tra cui Vienna, Schleswig-Holstein, Bergen, Verbier e Londra. Ha studiato con il padre Ingemar Brantelid, Mats Rondin, Torleif Thedeen e al presente con Frans Helmersson presso l’Accademia Kronberg. Andreas gioca il 1665 Andreas Guarneri “Terese” violoncello. [www.andreasbrantelid.com] COLLEGIUM VOCALE GENT Nel 2010 erano passati esattamente quarant’anni da quando, su iniziativa di Philippe Herreweghe, un gruppo di giovani musicisti decise di fondare il Collegium Vocale Gent. All’epoca l’ensemble era uno dei primi a voler estendere alla musica vocale i nuovi principi dell’interpretazione della musica barocca. Questo approccio autentico, che pone l’accento sul testo e sulla retorica, è alla base di un linguaggio sonoro trasparente. Questo ha fatto sì che in pochi anni il Collegium Vocale Gent venisse riconosciuto a livello internazionale e venisse invitato ad esibirsi in importanti sale da concerto e festival musicali in Europa, in Israele, negli Stati Uniti, in Russia, in America Latina, in Giappone, a Hong Kong e in Australia. Nel frattempo il Collegium Vocale Gent è diventato un ensemble molto flessibile, il cui ampio repertorio copre i diversi periodi stilistici. Il suo atout più importante consiste nel poter utilizzare un organico effettivo adeguato per ogni progetto. [www.collegiumvocale.com] QUARTETTO EDDING Il Quartetto Edding è stato fondato nel 2007 da quattro musicisti con un sogno comune: immergersi nel sublime repertorio da quartetto classico e romantico e suonare su strumenti di perfetta riproduzione storica. Il quartetto divenne presto noto per il suo approccio fresco e intelligente di opere tanto interpretate. La scelta di suonare su strumenti d’epoca, con corde di budello e con archi più leggeri, classici o pre romantici, dà al quartetto un unico suono generoso, trasparente e caldo. Edding ha suonato in molti palcoscenici e festival europei come il Festival delle Fiandre, il Festival de Saintes, l’Utrecht Early Music Festival, l’Accademia delle Crete Senesi e il Festival di Klara. [www.edding-quartet.com] PROGRAMMA ESTATE 2014 59 BIOGRAFIA – BIOGRAPHIE – BIOGRAFIE Robin Engelen Robin Engelen è stato assegnato il primo premio al concorso “Jugend Komponiert” nel Nord Reno-Westfalia (1993). Dal 1994 al 2002 ha studiato direzione d’orchestra con Wolf-Dieter Hauschild a Karlsruhe Conservatorio, nonché con Günter Wand. A partire dal 1999, ha lavorato come répétiteur solista, ed è stato impegnato come primo direttore e assistente di Lothar Zagrosek a Stuttgart State Opera. Engelen tenuto concerti sia come pianista e direttore varie orchestre in Germania e all’estero. Dal 1993 al 2003 è stato assunto come direttore musicale dell’ensemble “Klangwerk”. 2001 l’ensemble Het Collectief lo ha nominato al loro Principal Guest Conductor. Dal 2002, egli è strettamente collegato al Internazionale Bach all’Accademia di Stoccarda e il suo direttore musicale Helmuth Rilling, il quale assiste dal 2005. [www.orlob.net] FILHARMONICA REALE FIAMMINGA La Filarmonica reale fiamminga è un’orchestra sinfonica moderna con grande elasticità artistica in grado di interpretare diversi stili musicali - dal classico al contemporaneo - rispettando i diversi contesti storici. Il direttore Edo de Waart garantisce la qualità del vario repertorio dell’orchestra, e forte della sua esperienza, in particolare come ex direttore della San Francisco Symphony e della Hong Kong Philharmonic Orchestra, contribuisce al carattere esclusivo della Filarmonica reale fiamminga. A tale titolo lavora in stretta collaborazione con il direttore accreditato Philippe Herreweghe, specializzato nel repertorio (pre)romantico. La Filarmonica reale fiamminga si è conquistata un posto unico nel panorama musicale delle Fiandre grazie ad una serie di concerti organizzati in importanti sale ad Antwerpen, a Brussel, a Gent e a Brugge. [www.defilharmonie.be] MAUDE GRATTON Nata a Niort, Maude Gratton studia il clavicembalo e l’organo presso il Conservatorio di Poitiers con Dominique Ferran e segue contemporaneamente gli insegnamenti di Pierre Hantai e Louis Robilliard. Si interessa di vari strumenti a tastiera antichi, suona il clavicordo e il pianoforte e si esibisce regolarmente per dei recital in Francia ed all’estero. Maude Gratton suona in diversi ensemble di musica da camera, con Philippe Pierlot, Damien Guillon, Stéphanie Paulet, Jerome Hantai. Suona anche nel Concerto francese e Collegium Vocale Gent. [www.musiques-gatine.fr] 60 ACCADEMIA DELLE CRETE SENESI BIOGRAFIA – BIOGRAPHIE – BIOGRAFIE MARIE ELISABETH HECKER La violoncellista tedesca Marie-Elisabeth Hecker ha avuto risonanza internazionale nel corso dell’ 8° Concorso Rostropovich di Parigi nel novembre 2005. Hecker proviene da una famiglia di musicisti e ha iniziato con lezioni di violoncello appena compiuto cinque anni. Il suo mentore principale era Peter Bruns. Ha studiato con Heinrich Schiff e ha partecipato a masterclasses con Anner Bylsma, Bernard Greenhouse e Steven Isserlis. Tra le tante cose ha debuttato questa stagione con l’Orchestre des Champs-Elysées diretto da Philippe Herreweghe. Nell’ambito della musica da camera si esibisce regolarmente con il pianista Martin Helmchen, con la violinista Veronika Eberle e il violista Antoine Tamestit. Marie-Elisabeth Hecker suona un violoncello creato nel 1864 da Luigi Bajoni. [www.marieelisabethhecker.com] MARTIN HELMCHEN Con il suo stile fortemente virtuosistico ma senza pretese, il pianista Martin Helmchen continua ad entusiasmare la scena musicale internazionale con i suoi recenti strabilianti debutti con il Berliner Philharmoniker, il Wiener Philharmoniker, la London Philharmonic e la City of Birmingham Symphony Orchestra. Appassionato di musica da camera Martin Helmchen si esibisce in tutta Europa durante l’anno 2012/13 con la moglie e violoncellista Marie-Elizabeth Hecker ed insieme a Veronica Eberle e Antoine Tomastit si esibiscono a Berlino, Amsterdam e Parigi. Mentre studia a Berlino con Galina Iwanzowa, Martin Helmchen continua gli studi con Arie Vardie alla Hochschule für Musik di Hannover e con William Grant Nabore. [www.martin-helmchen.com] DIETRICH HENSCHEL Il repertorio di baritono Dietrich Henschel si estende da inizio dell’opera barocca ai giorni nostri avant-garde. I suoi impegni più recenti sono stati il ruolo di protagonista in John Adams ‘Dr. atomica (Opéra du Rhin di Strasburgo) e Kunrad in Richard Strauss’ Feuersnot (Teatro Massimo, Palermo). Tra i suoi progetti è di Salome di Richard Strauss (Jonathan) alla Staatsoper di Amburgo (settembre 2014) Oltre alla lirica, una vasta gamma di registrazioni acclamate testimonia il successo di Dietrich Henschel come interprete mentito e una cantante oratorio (con una particolare attenzione alla musica di Bach). Signor Henschel ha cantato con orchestre più famose del mondo, e la sua collaborazione con grandi direttori quali Gardiner, Harnoncourt e Herreweghe è documentato su molti CD e DVD. [www.dietrichhenschel.de] PROGRAMMA ESTATE 2014 61 BIOGRAFIA – BIOGRAPHIE – BIOGRAFIE PHILIPPE HERREWEGHE Philippe Herreweghe è nato a Gent. Nella sua città natale segue contemporaneamente studi universitari e studi musicali al conservatorio, nella classe di pianoforte di Marcel Gazelle. In questo periodo inizia a dirigere e nel 1970 fonda il Collegium Vocale Gent. Nikolaus Harnoncourt e Gustav Leonhardt sono attratti dal suo straordinario approccio alla musica e l’invitano a collaborare alla registrazione integrale delle cantate di Bach. Nel 1977 fonda a Parigi l’ensemble La Chapelle Royale. Dal 1982 al 2002 Philippe Herreweghe è direttore artistico delle “Académies Musicales de Saintes”. In questo periodo fonda diversi ensemble. Così nascono l’Ensemble Vocal Européen, specializzato nella polifonia del rinascimento, e l’Orchestre des Champs-Élysées, fondato nel 1991 per valorizzare i repertori romantici e preromantici, interpretati su strumenti d’epoca. Sempre alla ricerca d nuove sfide musicali, Philippe Herreweghe è da un po’ di tempo molto attivo con il grande repertorio sinfonico, da Beethoven a Mahler. Dal 1997 è direttore accreditato della Filarmonica reale delle Fiandre. Nel 2008 è stato anche nominato direttore invitato permanente della Radio Kamer Filharmonie nei Paesi Bassi. Oltre a questi diversi incarichi fissi, è molto richiesto come direttore invitato presso altre orchestre come il Concertgebouworkest Amsterdam, il Gewandhausorchester di Lipsia o il Mahler Chamber Orchestra. Nel corso degli anni Philippe Herreweghe ha realizzato un’ampia discografia di oltre cento registrazioni presso le case discografiche Harmonia Mundi France, Virgin Classics e PentaTone. Nel 2010, Philippe Herreweghe fonda una propria casa discografica φ (PHI) per poter interpretare in tutta libertà artistica un catalogo ricco e vario. [www.collegiumvocalegent.com / www.orchestredeschampselysees.com / www.defilharmonie.be] PIET KUIJKEN Piet Kuijken studiato con Jan Vermeulen e poi al Conservatorio Reale di Bruxelles, dove è stato insegnato da artisti come Jan Michiels, Andre de Groote e Arie van Lysebeth. Nel 2001-2002 ha studiato presso l’Indiana University Bloomington con Menahem Pressler. Lui è un insegnante di pianoforte e accompagnatore al Conservatorio di Anderlecht ed è visiting professor di pianoforte presso il Conservatorio Reale di Brussel dal 2002. Dal 1995 suona sia il clavicembalo e il fortepiano e pianoforte moderno e il suo repertorio spazia dal barocco alla musica contemporanea. Egli è un membro permanente del Prometeo Ensemble e forma spesso un duo con il padre Wieland Kuijken e la violoncellista Charles Steylaerts. [www.pietkuijken.be] 62 ACCADEMIA DELLE CRETE SENESI BIOGRAFIA – BIOGRAPHIE – BIOGRAFIE MARIANNE POUSSEUR Mentre studia canto classico e musica da camera presso il Conservatorio di Liège, Marianne Pousseur ha cantato in vari gruppi musicali diretti da Philippe Herreweghe, Collegium Vocale e La Chapelle Royale. Partecipa simultaneamente in diversi spettacoli del Théâtre du Ciel Noir diretto da Isabelle Pousseur. La versione teatrale di Pierrot Lunaire di Arnold Schönberg è stato un film con Ensemble Musique Oblique sotto la direzione musicale di Philippe Herreweghe, e un disco per Harmonia Mundi France. Si esibisce regolarmente con gruppi come l’Ensemble Schönberg a L’Aia, (direzione Reinbert de Leeuw), Remix Porto, Die Reihe Vienna, e molti altri e con l’Ensemble Intercontemporain, in particolare sotto la direzione di Pierre Boulez, in un repertorio sostanzialmente orientato al XX secolo, la creazione e il teatro musicale. [www.khroma.eu] BOYAN VODENITCHAROV Boyan Vodenitcharov (1960) raccolte in Europa, Stati Uniti, Canada e Giappone lode. Nel 1983 è stato terzo nel Concorso Internazionale Regina Elisabetta. Da allora è stato spesso ospite in numerosi importanti festival musicali e se concertista di fama internazionale che ha sarà accompagnato. da numerose orchestre. Boyan Vodenitcharov è attiva anche nel campo della composizione e improvvisazione. La sua recente discografia comprende brani solistici di Brahms e Debussy per l’etichetta Explicit! Nel 2003, 2007 e 2010 è stato membro della giuria del Concorso Internazionale Regina Elisabetta. PROGRAMMA ESTATE 2014 63 Accademia delle Crete Senesi Carol van Wonterghem Damien Wigny André Querton Philippe Herreweghe André Berkvens Astrid Meert Sophie Cocquyt presidente membre del consiglio, guida membre del consiglio direzione artistica consigliere produzione italiana coordinatore belga Associazione Amici dell’Accademia srl-vzw-asbl Sophie Cocquyt Roland Wissaert Jan Van Crombrugge Annemie De Schryver presidente vice-presidente gestione & segreteria membre del consiglio Collegium Vocale Gent Patrick De Laender Jens Van Durme Dominique Verkinderen Peter Van Den Borre Betty Van den Berghe intendente coordinazione artistica casting e audizioni produzione amministrazione e bibliotheca deFilharmonie Hugo Van Geet Hans Verbugt Geert Riem presidente intendente direttore artistico Ringraziamo l’equipe di Volontari Thijs Brondeel – Eline Fernandez Alonso – Arno Schalck – Sebastiaan Tips – Fabienne Tytgat Bert Van Bellegem – Eva Van de Wiele – Eddy Vergauwen – Wendy Vercauteren Charlotte Verhofstadt – Louis Verhofstadt 64 ACCADEMIA DELLE CRETE SENESI In collaborazione con le amministrazioni comunali di Asciano Pienza Trequanda I nostri migliori ringraziamento al Vice-Vescovo Don Icilio Rossi – Parrochia di Pienza a Don Sergio Graziani – Parrochia di Castelmuzio a Don Luca Bonari – Parrochia di Asciano a Bruce Kennedy – pianoforte Bluthner a G. Ceccherini – pianoforte Yamaha a Romano Danesi – harpsichord Rita e Johny Thielens al pro-loco di Asciano all’albergo l’Abbeveratoio all’albergo La Locanda del Castello all’albergo La Locanda di Castelmustia al hotel La Pace – Il Bersagliere al Piccolo Hotel San Valentino all’agriturismo Bombina all’agriturismo La Romita all’agriturismo San Carlo all’agriturismo Sant’Anna in Camprena al B&B Santa Caterina al B&B Pieve a Pave PROGRAMMA ESTATE 2014 65 Ringraziamo www.hugme.be www.turbulence.be www.coeurcatering.be Il colophon Testi: Traduzioni italiane: Composizione & redazione: Fotografia: Design: Stampati: Martine Dumont & Claude Jottrand (francesi), Jens Van Durme (olandesi) Adele Stefanelli, Blanche Bauchau Sophie Cocquyt & Jens Van Durme Philippe Herreweghe, Kurt Van der Elst Hugues Meert Geers Drukkerij Pubblicato da - Uitgegeven door – Publié par Amici dell’Accademia delle Crete Senesi onlus - vzw - asbl Drongenhof 42, 9000 Gent (Belgio) [email protected] 66 ACCADEMIA DELLE CRETE SENESI 67 PROGRAMMA ESTATE 2014 www knackfocus be accademia delle crete senesi direzione artistica Philippe Herreweghe LPH005 LPH006 LPH007 estate 2014 estate 2014 www.accademiadellecrete.com d Notate già le date del festival dell’anno prossimo: dal domenica 26 luglio al venerdì 31 luglio 2015 Noteer nu alvast de Festivaldata voor volgend jaar: van zondag 26 juli tot en met vrijdag 31 juli 2015 Notez déjà les dates du festival pour l’année prochaine: du dimanche 26 juillet au vendredi 31 juillet 2015 accademia delle crete senesi follow us on facebook accademia delle crete senesi direzione artistica Philippe Herreweghe