N. 2 2012 - Assofond
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N. 2 2012 - Assofond
N.2 2012 ASSOFOND FEDERAZIONE NAZIONALE FONDERIE Poste Italiane S.p.A. - Anno XL-Pubblicazione bimestrale - Spedizione in A.P. - 70% - Filiale di Milano Sistemi agglomeranti per fonderia Reattori gestiti da sistema a controllo distribuito CERTIQUALITY È MEMBRO DELLA FEDERAZIONE CISQ E UNI EN ISO 9001:2008 UNI EN ISO 14001:2004 N GE ST MA A EM C D SISTEMI DI GESTIONE CERTIFICATI Azienda con SGS certificato secondo la Direttiva 96/82/CE da I FI RT E ME NT SY Istituto di Certificazione Sistemi Gestione Sicurezza Cavenaghi SpA Via Varese 19, 20020 Lainate (Milano) tel. +39 029370241, fax +39 029370855 [email protected], www.cavenaghi.it 8FCKI<8EE@ I@=FIE@8DFC@E;LJKI@8=LJFI@8@K8C@8E8 IFKK8D@;@>?@J8 G8::?@O G8E@;@>?@J8 '(+ ;<DFC@Q@FE<:<JF@8KF C8D@<I@E@98M<KFIE@KLI< :FII<KK@MF G<I=FE;<I@8 " /// Ê-°«°° 6>Ê °Ê*ÀÌ>]ÊÇÊÊÓ£äxäÊ ,/Ê6® /i°ÊäÎΣ°Î£ä°££äÊÊΣä°{xäÊÊ>ÝÊäÎΣ°ÊÊΣ£°£xä Prodotti per fonderia SISTEMI AGGLOMERANTI INDURENTI A FREDDO GIOCA® NB. 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Energie per il sociale” un progetto che coniuga l’innovazione e la solidarietà .................................................................................................................................... 50 Assemblea Generale Ordinaria delle Fonderie Associate ........................................................ 54 Amministrazione e abbonamenti S.A.S. - Società Assofond Servizi s.r.l. 20090 Trezzano S/Naviglio (MI), Via Copernico 54 Tel. 02/48400967 - Telefax 02/48401282 Abbonamenti per l’Italia, anno 2012 105,00 euro Abbonamento per l’estero, anno 2012 180,00 euro Rubrica Legale Una copia 12,91 euro, estero 20,66 euro Rubrica Legale .................................................................................................................................. 58 Numeri arretrati il doppio Seminario legale: quarto appuntamento: la responsabilità da prodotto .......................... 60 Spedizioni in A.P. - 70% - Filiale di Milano Progetto Grafico Draghi Luciano 20154 Milano - Via Messina 47 Tel. 02/3313321-33604352 e-mail: [email protected] Tecnico Penetrazione del metallo in espansione sulle superfici di fusioni concave di teste cilindro in ghisa .................................................................................................................. 68 La presenza del Fe in leghe Al-Si da fonderia Parte 1 – Effetti su microstruttura e proprietà meccaniche ..................................................76 L’importanza della metallurgia - “Metallurgia generale” (diciassettesima parte)............86 i Indice Stampa Nastro & Nastro s.r.l. 21010 Germignaga (Va) - Via Stehli, 15 Tel. 0332/531463 - www.nastroenastro.it È vietata la riproduzione degli articoli e illustrazioni di Industria Fusoria senza autorizzazione e senza citare la fonte. La collaborazione alla Rivista è subordinata insindacabilmente al giudizio della Redazione. Le idee espresse dagli Autori non impegnano ne la Rivista ne Assofond e la responsabilità di quanto viene pubblicato rimane agli Autori stessi. La pubblicità che appare non supera il 50% della superficie totale del periodico. Inserzionisti.......................................................................................................................................... 96 7 Industria Fusoria 2/2012 Barabino & Partners Design Ars cokandi. L’eccellenza italiana da più di 100 anni. Rappresentiamo da più di cento anni la realtà leader indipendente attiva nella produzione e commercializzazione di Coke per le fonderie. Una leadership costruita e consolidata, anno dopo anno, attraverso l'attuazione di una visione imprenditoriale di lungo respiro. L'Azienda punta al continuo rinnovamento del sito produttivo, al miglioramento dell'impatto ambientale e degli standard di sicurezza. 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L’Italia è a un bivio storico: declino o rilancio Il tema è parso chiaro fin dal manifesto volto a promuovere l’evento CAMBIA ITALIA ed è stato il messaggio lanciato dagli innumerevoli e illustri ospiti che hanno sottolineato come si giochi il destino dei prossimi anni. Ma è stato anche evidenziato come il nostro paese possa realmente contrastare e vincere la spinta verso un declino molto più veloce di quello sperimentato nell’ultimo decennio. Per farlo, però, deve obbligatoriamente imboccare la strada delle riforme, senza ulteriori sbandamenti o ripensamenti. Le parole d’ordine sono coraggio e determinazione, perché tali riforme possano effettivamente condurci ai risultati desiderati. Il Premier Mario Monti ha sottolineato come l’Italia ha la possibilità di riprendersi, seguendo un per- CAMBIA ITALIA. RIFORME PER CRESCERE Industria Fusoria 2/2012 10 corso obbligato che passi attraverso qualità, creatività, innovazione e produttività: caratteri efficaci solo agendo sulla leva della formazione. Il coro è stato verso il percorrere una svolta che sia netta mantenendo la rotta intrapresa. La necessità sarà quella di operare su più fronti: la stabilizzazione macroeconomica e l’apertura alla concorrenza, il quadro politico-istituzionale e il consenso sociale, la flessibilità e l’orientamento strategico di tutte le politiche. È questa la convinzione maturata dalle parole dell’attuale Presidente del Consiglio dei Ministri, Mario Monti, e dal Presidente della stessa Confindustria, Emma Marcegaglia. Valorizzare la cultura: serve una metodologia per le riforme italiane Gli invitati stranieri hanno evidenziato come il nostro paese possa trarre ispirazione dall’osservazione dei casi di successo di altre realtà territoriali. È quanto le condizioni attuali rappresentano: un’occasione irripetibile, da non sprecare. Altissima è la posta in gioco: la perdita di terreno rispetto ai concorrenti. L’Italia rischia di diventare economicamente irrilevante in breve tempo – ha ammonito Klaus Schwab, Fondatore ed Executive Chairman del World Economic Forum – se non argina l’emorragia di com- economico petitività messa in luce dai pilastri del World Economic Forum, nella cui graduatoria globale il nostro paese figura soltanto al 43° posto (mentre era al 29° nel 2000, sebbene tra le due classifiche siano cambiati metodologia e numero di paesi considerati). Gli ospiti intervenuti nella seconda giornata del convegno: dal Presidente della Regione Lombardia, Roberto Formigoni, a Diana Bracco, Presidente dei Progetti Speciali per l’Expo 2015; dai leader di diversi schieramenti politici presenti all’incontro, fino a Josè Manuel Barroso, attuale Presidente della Commissione europea, hanno spiegato, come l’Italia si trovi sotto molteplici punti, non solo economicamente, ad un bivio: deve reagire, per questo, con vigore, determinazione, coesione, costanza e coerenza, in ogni Marcegaglia: sono stati quattro anni difficili ma entusiasmanti “Sono stati quattro anni difficili a causa della crisi finanziaria ed economica, ho subito attacchi pesanti per le posizioni tenute, spesso sono stata accusata di occuparmi troppo dell’agenda politica nazionale, ma la presidenza di Confindustria è stata un’esperienza entusiasmante e straordinaria”. Queste le parole di Emma Marcegaglia, nel suo ultimo discorso pubblico da presidente degli industriali, durante l’intervento conclusivo alla biennale di Confindustria a Milano. “Non penso – ha aggiunto – di invadere impropriamente il campo della politica nel dire che il paese si deve concentrare sulle riforme, o che nei prossimi mesi i partiti ci devono stupire; non siamo stati un puro e semplice sindacato delle imprese, noi abbiamo cercato di cambiare il paese perchè siamo convinti che solo con le riforme il paese possa andare avanti”. A proposito della sua esperienza alla guida di viale dell’Astronomia, la Marcegaglia ha ringraziato gli industriali presenti del sostegno e dell’opportunità concessale “mi avete fatto un grande regalo che terrò per tutta la vita”, ma con una battuta ha aggiunto: “Gli imprenditori italiani hanno aspettato cent’anni a dare la presidenza a una donna e gliela hanno data nel periodo peggiore”. so di essere la voce di chi lavora sul mercato e combatte sul mercato”. Poi, un auspicio: “Vogliate bene a Confindustria, io le ho voluto molto bene, preservate sempre i suoi valori e la sua unità”. Ritornando sulla riforma del mercato del lavoro, nel suo intento conclusivo la Marcegaglia ha chiarito che “il Governo deve decidere, le parti sociali devono essere ascoltate ma non possono porre veti”. Nell’incoraggiare il governo a proseguire senza timore sulla strada delle riforme, ha concluso: “Le riforme devono essere in grado di spostare le rendite di posizione, quindi è giusto andare avanti su questo fronte”. Infine il capitolo più delicato, quello della flessibilità in uscita e dell’art. 18. Diminuire la rigidità nell’uscita dal mercato del lavoro è la condizione posta dalla Marcegaglia che ribadisce l’impegno degli industriali affinché approdi ad un accordo: “Confindustria, sul tavolo del confronto, lavora con grande responsabilità, pensa alle imprese ma ha a cuore l’interesse generale del Paese”. Ha parlato poi del futuro: “Va modificato il volto della Confindustria per adeguarlo al mondo che cambia; i costi razionalizzati, in questi quattro anni del 20 per cento, vanno ulteriormente ridotti”. “Ma c’è un altro cambiamento che abbiamo realizzato -ha proseguito la Marcegaglia- una nuova mentalità”, sottolinea: “È finita la Confindustria che trattava sussidi per questa o quella impresa e spero che quest’era non torni più. “Noi -ha aggiunto- non chiediamo aiuti e sussidi per nessuno. Abbiamo deci- 11 Industria Fusoria 2/2012 economico sfera del vivere economico, civile, demografico e sociale; e trasformare i grandi svantaggi competitivi in altrettante leve di rilancio. La convinzione comune, per far sì che la svolta appena intrapresa non duri una sola e particolare stagione, è che occorre diffondere una cultura delle riforme come bene collettivo: “è questo il compito più difficile, la cui responsabilità ricade sulle spalle della politica e dei partiti”. In particolare il capo del Governo Mario Monti di fronte alla platea degli industriali ha sottolineato come sia chiaro che le modifiche, comprese quelle che verranno apportate all’articolo 18 dello Statuto dei Lavoratori, siano presupposto indispensabile e necessario per il futuro del paese. Riguardo il caso FIAT Mario Monti, ribadendo la posizione del Governo, ha affermato che quest’ultima, come ogni impresa, ha il diritto-dovere di scegliere per le sue localizzazioni i Paesi più convenienti “la Fiat -ha precisato Montinon ha nessun dovere di ricordarsi solo dell’Italia”. Si rende necessario un cambio di mentalità, un radicale mutamento nel modo di fare politica. Il presidente della Commissione europea Josè Manuel Barroso, ha sottolineato: “come gli sforzi dell’Italia hanno aiutato a ristabilire la fiducia degli investitori”. “l’Italia -ha continuato Barroso- si è avviata verso un processo importante di riforme globali volto a ridurre debito pubblico e a risanare le problematiche strutturali. Barroso ha lodato la sag- Industria Fusoria 2/2012 gezza del popolo italiano per il sostegno all’azione di riforma del Governo e del Parlamento e ha poi elogiato l’avvio della riforma del lavoro, volta a rilanciare la crescita ricordando che nel Paese il tasso di occupazione è inferiore alla media europea, soprattutto tra le donne e i giovani. Secondo il presidente della Commissione Ue, c’è bisogno di un disegno attento della riforma per avere maggiore flessibilità in entrata e in uscita. Per il leader dell’UDC Pier Ferdinando Casini, c’è un elemento comune a tutte le persone coinvolte nella trattativa sul lavoro: è la “consapevolezza che questo Paese vada salvato dal baratro” ed il programma di Mario Monti corrisponde proprio a questa esigenza. Per Casini il paese deve rimettersi in gioco, deve crescere, deve riconquistare la fiducia anche aprendosi ai mercati internazionali che a loro volta devono ridurre le barriere protezionistiche e cessare che talvolta li caratterizza. Susanna Camusso segretario CGIL si è dichiarata convinta di dover richiamare i sindacati alla coesione, unica via di uscita dai problemi e dalle polemiche sul mercato del lavoro. La Presidente uscente di Confindustria Emma Marcegaglia salutando i presenti nel suo ultimo discorso pubblico ha sottolineato che: “se la riforma del Lavoro sarà un compromesso al ribasso, meglio non farla, o quanto meno non avrà la firma di Confindustria”. 12 La leader di Confindustria si dice pronta a firmare con entusiasmo se sarà una riforma vera e profonda. “Sul fronte del mercato del lavoro serve una riforma che ci renda un paese avanzato in Europa, solo questo, non chiediamo altro”. Il Presidente della Regione Lombardia, Roberto Formigoni ha parlato di un percorso volto al cambiamento radicale del Paese, dove la parola d’ordine per i governanti sia crescita, con la conseguente adozione di provvedimenti che permettano quello che Formigoni definisce lo scatto in avanti. Dal canto suo la regione ha già adottato una politica di sviluppo, di crescita del capitale umano, di informatizzazione e green economy. Per ciò che riguarda il lavoro -ha ricordato il Presidente Formigoni- la Regione già avviato un programma di contrattazione a livello territoriale e locale volto alla conclusione di intese sull’organizzazione del lavoro anche basandosi sul principio che gli ammortizzatori sociali vadano personalizzati e non siano un’area di parcheggio per i disoccupati. Fondamentale sarà -ha ribadito Formigoni- l’incentivo all’accesso al credito. I fondi BCE devono permettere ragionevolmente tale accesso. Su questo fronte il Presidente della regione ha sottolineato gli accordi conclusi con la BEI che concederà credito attraverso bandi per le imprese. E’ stato altresì concluso un accordo con il Ministero per le Università per attribuire bandi e fondi per la ricerca e l’innovazione. ;LS -H_ L’impiego del nuovo sistema Cold-Box vi aiuterà ad aumentare l’efficienza produttiva della vostra azienda in modo economico ed ecologico. r(S[HYLH[[P]P[¡ r,SL]H[HZ[HIPSP[¡[LYTPJH r4PNSPVYLYLZPZ[LUaH r)HZZPZZPTLLTPZZPVUPKPVKVYL r)HZZVZ]PS\WWVKPM\TV r9PKV[[HMVYTHaPVULKPJVUKLUZH[P www.satef-ha.it www.huettenes-albertus.com Member of HA-Group =PHSLKLSSH:JPLUaH =PJLUaH0[HSPH ZH[LM'ZH[LMOHP[ SIDERMETAL S.p.A. - Via Europa, 50 - 25040 Camignone di Passirano (BS) Tel. 030 654579 - Fax 030 654194 - E-mail: [email protected] - www.sidermetal.it econo mi ico om on nomico eco ec o c economico L. Paolazzi – M. Sylos Labini L’Italia alla sfida del cambiamento: le lezioni per le riforme e i benefici di un cammino appena iniziato L’Italia è a un bivio non solo economico, se “rimane inerte” resta inchiodata a una crescita inadeguata dello 0,7% annuo da qui al 2030 (+16% cumulato), se reagisce “con vigore, determinazione, coesione”, trasformando gli svantaggi competitivi in leve per lo sviluppo può triplicare al 2,2% annuo (+55% cumulato). In valori assoluti la scelta si traduce in differenze enormi: senza cambiamenti il PIL nel 2030 sarà di 253 miliardi più elevato di oggi, cioè 2.760 euro pro capite, mentre con le riforme potrà aumentare di 872 miliardi,11.160 pro capite in più. Queste le previsioni di Luca Paolazzi, Direttore del Centro Studi Confindustria, che nel corso del Convegno “Cambia Italia” ha presentato i risultati del rapporto biennale. Di seguito riportiamo il capitolo introduttivo che sintetizza i contenuti della Pubblicazione curata dallo stesso Luca Paolazzi e da Mauro Sylos Labini – Centro Studi Condindustria e Università di Brescia. La crescita economica è cambiamento. Un cambiamento che è insieme quantitativo e qualitativo. Le due dimensioni, quella della quantità e quella della qualità, si combinano variamente nel tempo e si influenzano vicendevolmente. Non è mai soltanto, né principalmente, una questione di aumento di volume. Industria Fusoria 2/2012 Per comprendere la vera natura della crescita e le reciproche interrelazioni tra quantità e qualità basti pensare a come funzionano, intrecciandosi continuamente, le forze della demografia e dell’innovazione, cioè i due grandi motori che spostano in avanti la potenza e le condizioni di benessere (non solo economico) di un paese. Entrambi agiscono sulla domanda e sull’offerta: la demografia determina, gradualmente ma inesorabilmente, stazza e composizione dei mercati di sbocco e le caratteristiche del capitale umano; l’innovazione introduce, caleidoscopicamente e con salti, nuovi beni di consumo che mutano gli stili di vita fino a rivoluzionarli e nuovi processi e macchinari e forme organizzative che accrescono la produttività dei fattori impiegati. nuo perfezionamento delle ICT (PC, cellulari, internet) agiscono sulla salute fisica e mentale delle persone, sulla comunicazione e mobilità, sui modi di lavorare e sulla tutela dell’ambiente. Sono esempi solo suggestivi ma bastano a cogliere tre aspetti importanti e troppo spesso ignorati nel dibattito sulla crescita. Primo, la crescita economica è pervasiva, perché coinvolge i vari campi della vita sociale. Secondo, avviene senza soluzione di continuità, sebbene non con intensità costante, ed è influenzabile ma ineludibile e sempre più determinata da condizioni esterne al singolo paese; quindi può essere, entro certi limiti, governata, giocando d’anticipo, oppure subita, se si reagisce in ritardo. Sul fronte demografico, l’evoluzione verso una combinazione di meno giovani e più anziani trasforma, per esempio, non solo il paesaggio umano delle città, ma anche il paniere della spesa delle famiglie e quindi la domanda di beni tecnologicamente più complessi ed evoluti.Tendenzialmente, abbassa il profilo della crescita agendo su produttività, creatività e disponibilità di persone in età lavorativa. Il terzo aspetto discende dai precedenti: in quanto la crescita è cambiamento, che nei paesi avanzati sempre più è qualitativo e fondato sulla conoscenza (più software e meno hardware, cioè smaterializzata), l’idea e l’elogio della decrescita perdono contatto con la realtà e quindi fondamento materiale, mentre vengono illuminate da una luce diversa sia la ormai lunga stagione di stagnazione dell’Italia sia il significato e la valenza delle riforme. Specularmente, dal lato tecnologico, la diffusione e il conti- Riguardo alla bassa crescita, ormai è diventato perfino stuc- 16 economico ternazionale) sia quella della scarsa e calante redditività degli investimenti (in aggregato). È l’economia italiana nel suo complesso, e in media2, che si sta impoverendo. Grafico A - L’Italia perde terreno nel lungo periodo (PIL a prezzi costanti, 1990=100). Fonte: elaborazioni CSC su dati OCSE. chevole ripetere che da più di un decennio l’economia dell’Italia non cresce abbastanza (grafico A). Abbracciando anche le violente ripercussioni della grande recessione, che ha colpito il Paese ben più dei suoi omologhi1, il PIL (che nonostante i suoi limiti resta l’indicatore più affidabile, anche degli aspetti qualitativi di cui si è parlato) nel 2010 era di appena il 3,8% sopra i livelli del 2000; in rapporto alla popolazione, che nel frattempo era salita del 6,2% e che avrebbe perciò dovuto dare una spinta potente all’espansione dell’economia, era sceso del 2,3%. Questa è stata di gran lunga la peggiore dinamica tra i paesi avanzati: +7,6% ha messo a segno nel PIL totale il Giappone (che è in deflazione da un ventennio), +9,5% la Germania (considerata non molto tempo fa “malata d’Europa”, come l’Italia), +11,8% la Francia, +16,7% gli USA, +18,1% il Regno Unito, +22,2% la Svezia e +22,7% la Spagna. È vero che alcune di queste economie stanno pagando ora l’alto prezzo di squilibri nel frattempo ac- 1 2 3 4 cumulati, ma l’economia italiana non è certo ben bilanciata nei conti esteri e pubblici e, ormai, neppure più nel tasso di risparmio delle famiglie. Nella chiave di lettura qui adottata riguardo all’essenza della crescita, ciò vuol dire che l’economia e la società italiane sono state incapaci di cambiare rispetto a quanto hanno saputo fare gli altri sistemi paese. Ciò può sembrare un paradosso, perché in base a moltissimi indicatori l’Italia di oggi è molto diversa da quella di dieci anni fa. Di nuovo, però, le trasformazioni sono state meno profonde e meno diffuse che altrove, e non tutte nella direzione auspicabile, frutto di accidentalità molto più che di disegno impresso dalle politiche (per essere benevoli; perché si può anche sostenere che le politiche, oltre che manchevoli, siano state in alcuni casi errate e/o contraddittorie). Peraltro, alla lenta crescita va ricondotta sia la questione salariale (insoddisfacenti livello e dinamica delle retribuzioni, nel tempo e nel paragone in- Perché è accaduto ciò? Perché si è passati, nel volgere di un apparentemente breve lasso di tempo, dal non facile né scontato successo nel rincorrere gli standard di reddito e tecnologia dei paesi guida, rincorsa culminata nel 1991 in termini di divario minimo nel reddito procapite, a una nuova divergenza? Se è vero, infatti, che “la convergenza non consegue meccanicamente all’arretratezza”, ma “richiede che si crei un insieme di condizioni, in particolare relative alle istituzioni e al capitale umano, in grado di generare una capacità sociale di crescere”3, come è possibile che questa capacità, una volta acquisita, sia andata perduta così repentinamente? La risposta chiama in causa un insieme complesso di fattori interni ed esterni, che hanno operato con giuntamente: l’insufficiente accumulazione di capitale umano, il mancato pieno sfruttamento della rivoluzione pervasiva dell’ICT, la difficoltà a cogliere le opportunità della globalizzazione, il disagio a convivere con i più stretti corsetti imposti alla politica economica dalla maggiore integrazione europea, l’incompleto passaggio nelle tecnologie da inseguitore a produttore che sta sulla frontiera4. In breve, l’Italia tutta, economia e società, si è fatta cogliere impreparata o, meglio ancora, si è dimostrata inadatta ad adeguarsi a queste novità, fatte di stimoli e di vincoli. Più inges- Facendo il confronto con le conseguenze della Grande crisi del 1929, l’andamento del PIL italiano dal 2007 in poi è stato perfino peggiore, perché la caduta è stata quasi identica (-6,7% nel 1929-1931, contro -6,6% nel 2007-2009) ma allora si ripresero tra 1934 e 1935 i livelli persi, mentre oggi nel più favorevole degli scenari il PIL nel 2013 sarà ancora del 5,5% inferiore a quello del 2007. Con forti differenziazioni e varianza di risultati dei singoli attori. Per esempio, tra imprese che operano nello stesso territorio, nella stessa classe dimensionale, nello stesso comparto merceologico. Si veda Toniolo (2011, p. 8). Si rimanda, per un’analisi meno sintetica, ancora a Toniolo (2011). 17 Industria Fusoria 2/2012 economico sata e meno pronta a cambiare e quindi a continuare a crescere. Altri paesi si sono dati assetti più appropriati alla bisogna; beninteso, non senza sacrifici e costi di adeguamento. Questa risposta sposta l’orizzonte a cui guardare, perché implica che la performance recente è solo la manifestazione, il sintomo della malattia. Per capire la quale occorre scavare ancora, risalire a ritroso e riconoscere che i semi della bassa crescita odierna furono gettati molto tempo prima, quando si manifestò un’altra impotenza di adattamento: quella di modificare le istituzioni per adeguarle a un sistema economico-sociale che si era sviluppato, si era lasciato alle spalle le condizioni di arretratezza e aveva bisogno di darsi gli strumenti per raggiungere nuovi traguardi. Come ormai è riconosciuto da molte parti, ciò è accaduto a metà degli anni Sessanta, quando non era ancora terminato il galoppante quarto di secolo post-bellico (che nella cronologia ufficiale finisce nel 1973, con il primo shock petrolifero). Sebbene la vulgata corrente continui ad affermare che la Grafico B - Lo svilimento del cambio (Italia, tasso di cambio effettivo nominale*, 1960=100). * Rispetto a 24 paesi (UE-15, Australia, Canada, Cina, Giappone, Messico, Norvegia, Nuova Zelanda, Stati Uniti e Turchia). Fonte: elaborazioni CSC su dati Commissione europea. lenta crescita è un accadimento dell’ultimo periodo, molte variabili economiche convergono nel mostrare che senza il ricorso ad alcune “droghe” la stagnazione sarebbe arrivata molto prima. dirigente, anziché inseguire il consenso rinviando il momento in cui i problemi sarebbero stati affrontati. Problemi che, anzi, furono per molti versi aggravati e resi di più ostica soluzione. A posteriori, non si può che concludere che la mancata somministrazione di tali droghe sarebbe stata salutare, anche se politicamente sediziosa, perché avrebbe costretto potere esecutivo, potere legislativo e potere sindacale ad assumersi responsabilità da vera classe Le scappatoie utilizzate sono note, ma è bene rammentarle per mettere a tacere nostalgie anacronistiche e ricorrenti. La svalutazione del cambio: la lira, che nel 1959 e nel 1964 aveva conquistato l’Oscar delle valute, perse oltre il 60% del suo valore esterno tra il 1972 e il 1985 (grafico B). Lo svilimento del potere d’acquisto della moneta, eroso dall’inflazione e diminuito a un decimo tra il 1972 e il 19935; nel medesimo periodo e misurato sempre sull’indice dei prezzi al consumo, il valore reale del marco tedesco, sinonimo di stabilità monetaria, si dimezzò (grafico C). L’accumulazione di un elevato debito pubblico attraverso l’inanellamento di deficit pubblici primari (cioè al netto della spesa per interessi), che è cominciato nel 1965 (con un -2,9% del PIL) ed è proseguito ininterrottamente Grafico C - Vent’anni per fermare l’inflazione (Indici dei prezzi al consumo, variazioni % annue). Fonte: elaborazioni CSC su dati Thomson Reuters. 5 Anno in cui fu disinnescata l’indicizzazione delle retribuzioni, con l’accordo sulla nuova contrattazione nazionale basata sull’inflazione programmata. Nemmeno dopo l’accordo del 2009, tuttavia, si è pienamente realizzato lo sganciamento delle retribuzioni dai prezzi. Industria Fusoria 2/2012 18 economico Grafico D - La corsa del debito pubblico parte negli anni 60 (Italia, saldo primario della PA in % del PIL*). * Nel saldo primario sono escluse le spese per interessi. È quindi la fonte originaria, controllata dai governi, delle variazioni del debito pubblico. Fonte: elaborazioni CSC su dati ISTAT. fino al 1991 (con il ritorno al pareggio del saldo primario; grafico D). Svalutazione, inflazione e disavanzi vennero usati per ricomporre nell’arena economica tensioni che avrebbero dovuto essere combattute e risolte in quella politico-sindacale. In questo modo gli ostacoli alla crescita, che già avevano iniziato a rivelarsi, si accrebbero, soprattutto nel funzionamento dei gangli vitali della pubblica amministrazione6. In altre parole, le difficoltà di adattamento dell’Italia ai mutamenti interni ed esterni vanno considerate come un fallimento dello Stato, più che del mercato. Un fallimento che può essere ricondotto a vizi d’origine molto antichi7. Ma su questo punto torneremo alla fine. Un fallimento che si è sostanziato nella mancanza e nell’inadeguatezza delle riforme. Questa affermazione, in certo qual modo, può suscitare meraviglia. 6 7 8 Perché da circa mezzo secolo, ormai, l’Italia è un cantiere di riforme8. Sebbene talvolta di segno opposto nell’ispirazione e nelle conseguenze: dal tentativo mal congegnato, per assenza di dati e di modelli, della programmazione economica negli anni Sessanta fino ai più recenti interventi di liberalizzazione dei mercati e di riassetto del sistema previdenziale. In molti casi le riforme sono state solo annunciate, in altri abbozzate, in altri ancora legiferate ma mai applicate. Altre volte, dopo averle approvate si è tornati indietro, senza mai permettere loro di entrare a regime e valutarne gli effetti. Il fatto stesso che il cantiere delle riforme sia rimasto continuativamente aperto sempre sulle medesime questioni ha avuto implicazioni negative, creando incertezza e assorbendo energie e risorse intellettuali-politiche-finanziarie che avrebbero dovuto meglio essere rivolte ad altri temi importanti per il futuro del Paese. Qualche esempio di lentezza, scarsa risolutezza, incompiutezza e incoerenza delle riforme può essere utile. Riguardo all’eliminazione dell’inflazione elevata e di quella che le analisi avevano indicato come la principale causa della sua persistenza, cioè la scala mobile (indicizzazione automatica delle retribuzioni ai prezzi), tra l’apogeo di tale meccanismo avvenuto con l’accordo Agnelli-Lama sul punto unico di contingenza siglato nel 1975 e il suo definitivo accantonamento nel 1993 passarono diciotto anni, con in mezzo vari depotenziamenti attraverso sofferti accordi e addirittura un referendum popolare nel 1985. Riguardo al sistema previdenziale, che negli anni Settanta fu reso sempre meno sostenibile attraverso trattamenti via via più generosi nei requisiti per accedere alla pensione e nel calcolo della stessa, tra l’emergere analitico della sua insostenibilità nei primi anni Ottanta e l’estensione a quasi tutti i lavoratori dipendenti (quindi più rispetto dell’equità) di un sistema capace di reggere nel tempo sono trascorsi circa trent’anni, contrassegnati da numerosi interventi, ritocchi, ripensamenti, molti dei quali avvenuti con estenuanti trattative sindacali, lunghi bracci di ferro parlamentari, cadute di governi, scioperi generali e oceaniche manifestazioni di piazza. Un grave danno collaterale di tale condotta è stato lo scetticismo dell’opinione pubblica riguardo alle riforme stesse, al loro significato e alla loro utilità, che ne ha innalzato i costi politici. Proprio perché quel modo di procedere ha diffuso la sensazione che tanto fosse stato fat- Un indicatore grezzo della perdita di efficienza della pubblica amministrazione è dato dall’estensione del pubblico impiego. Soprattutto negli anni Settanta, ma anche negli anni Ottanta, esso svolse una funzione di polmone occupazionale. Crebbe, infatti, del 34,5%, contro un incremento del 7,2% degli addetti nel settore privato, nel decennio Settanta e del 15,0%, contro il 4,9%, in quello Ottanta. Il numero di abitanti per pubblico dipendente scese da 22 nel 1970 a 17 nel 1980 e a 15 nel 1990. Per raffronto, questo rapporto passò negli USA da 16 nel 1970 a 14 nel 1990. Si veda Salvati (2011). Il termine riforme è qui utilizzato in senso molto ampio, coinvolgendo dalla condotta della politica di bilancio al regime di quella monetaria e valutaria, dai mutamenti costituzionali riguardanti parlamento e governo alla legge elettorale, dal ridisegno del sistema scolastico e universitario alle regole previdenziali, dalle liberalizzazioni al mercato del lavoro, e così via. 19 Industria Fusoria 2/2012 economico to e con sforzi enormi, ma che poco si fosse ottenuto in termini sia di completamento delle misure adottate sia di esiti nel miglioramento della performance economica del Paese. Tutto ciò ha condotto ad accumulare enormi ritardi nel rispondere alle esigenze interne del Paese e alle sfide competitive esterne. Eppure, le riforme sono e restano cruciali. Perché se la crescita è la manifestazione e il frutto del cambiamento del tessuto economico e sociale, le riforme sono il veicolo con cui cambia il contesto normativo e istituzionale, la cornice entro cui si muovono le scelte delle persone, in qualità di consumatori, imprenditori, cittadini. Una cornice che, se non è opportunamente modificata, diventa inadeguata e stretta perché non tiene il passo con l’incessante e inevitabile mutamento socioeconomico, dentro e fuori dal Paese; e agisce quindi da freno. O peggio ancora, può muoversi in direzione opposta a quel che sarebbe richiesto. Ciò accade in particolare quando le regole si stratificano fino a formare una matassa ingarbugliata che imbriglia, disorienta e scoraggia; a maggior ragione quando la loro applicazione è soggetta a discrezionalità e avviene quindi in modo non omogeneo, addirittura nelle medesime zone del Paese, e nel corso del tempo. Per comprendere perché ciò sia avvenuto, quale percorso sarebbe stato opportuno seguire e attraverso il verificarsi di quali condizioni sarebbe stato possibile compierlo è molto utile esaminare l’esperienza internazionale. Da questa emergono significative indicazioni di regolarità riguardo al come si fanno le riforme, ossia alla political economydelle stesse ben esaminata nel saggio di Vincenzo Galasso. L’Italia non è stato il solo paese a trovarsi nella situazione di dover rovesciare una tendenza alla stagnazione insediatasi da tempo per rimettere in moto il Industria Fusoria 2/2012 processo di sviluppo. Si possono citare numerosi altri casi: Regno Unito, Paesi Bassi, Germania e Svezia, per rimanere nel novero dei paesi avanzati. Polonia, altre economie dell’Europa Centroorientale, Cile e Brasile, tra le nazioni emergenti, hanno dovuto attraversare anche veri e propri cambi di regime politico e difficili transizioni. Tali economie hanno saputo cogliere, in toto o in parte, i momenti storici propizi per modernizzare le istituzioni economiche e ottenere così risultati molto significativi nella performance economica. In tutti i casi quel che emerge è che riformare è un percorso accidentato e per intraprenderlo non basta approvare nuove norme, ma occorre che queste siano applicate e accettate mediante la profonda trasformazione della mentalità e delle abitudini di politici e cittadini. Le esperienze dei paesi che hanno avuto successo in questo percorso aiutano proprio a comprendere come i cambiamenti nascono, incontrano resistenze, ma si rafforzano con il tempo grazie ai risultati concreti in termini di benessere che con essi vengono ottenuti. Rispetto a un’analisi esclusivamente quantitativa sulle determinanti e sugli effetti delle riforme, un approccio comparato basato su una serie di casi di studio consente di comprendere quali siano i contesti e le condizioni migliori per realizzare le riforme e di approfondire in modo dettagliato i fattori propizi al compimento del processo riformista. Ogni esperienza riformatrice rappresenta, inevitabilmente, un unicum storico e istituzionale. Non è perciò appropriato né accurato pensare di poter ricavarne prescrizioni automatiche e generali in grado di funzionare comunque e sempre in ogni paese e circostanza. Ma alcune costanti esistono e forniscono preziosi suggerimenti. I frutti delle riforme vanno valutati tenendo presente i costi 20 dell’inazione e le enormi opportunità da cogliere. Lo scenario inerziale è del tutto insoddisfacente e porta a condizioni di insostenibilità per la società e per i conti pubblici. Se si compie una svolta netta, invece, la crescita potrà essere molto superiore a quella sperimentata nel recente passato. Occorre vincere le resistenze alle riforme cominciando proprio dal comunicare i loro vantaggi e i rischi a cui si va incontro se non si fanno. Anche la comparazione tra la situazione di chi soffre per la mancata crescita e quella di chi beneficia dello status quo facilita il rafforzarsi di un’opinione pubblica pro-riforme. Occorre partire dalla spiegazione chiara ed esauriente della reale condizione in cui versa il sistema economico, abbandonando analisi compiacenti e autoconsolatorie, ma al tempo stesso rimarcando le potenzialità e quindi le capacità di tornare a svilupparsi. In altre parole, dire la verità sul presente e offrire una prospettiva di rilancio, pur attraverso i sacrifici, così da infondere fiducia e motivazione. Big bang o sequenza? Cioè, le riforme vanno fatte tutte insieme o realizzate man mano che si concretizzano i benefici degli interventi e che questi coagulano il consenso per nuovi provvedimenti? L’esperienza internazionale non fa pendere l’ago della bilancia da una parte o dall’altra. Ma ci sono vantaggi politici ed economici nel varare le riforme tutte insieme, specie nel caso italiano. Vantaggi politici: non c’è nessun gruppo di interesse che viene salvaguardato e quindi privilegiato e il costo delle riforme è quindi sopportato da tutti (il che è una forma di equità) e ciascun gruppo può compensare i costi che deve affrontare con i benefici che può ricavare dai miglioramenti introdotti in altri campi (efficienza). Inoltre, con la strategia del big economico bang il cambiamento è così profondo che tornare indietro diventa (quasi) impossibile. Vantaggi economici: cambiare alcuni pezzi del sistema senza intervenire anche negli altri non fa conseguire pienamente tutte le potenzialità delle riforme, mentre agire simultaneamente sui vari fronti fa sì che gli effetti di una riforma vadano a rafforzare gli effetti delle altre. Si creano cioè complementarietà e sinergie. Disegno coerente: deve essere tale non solo nel mettere insieme il pacchetto delle varie riforme, ma proprio anche nell’ideare ciascuna singola riforma. Ciò significa non lasciar spazio ai compromessi che finiscono per partorire assetti già in partenza inadeguati e che quindi dovranno essere nuovamente modificati: le riforme devono essere fatte per durare (nelle pensioni, non era tale lo scalone Maroni, troppo violento e iniquo, né i nuovi sistemi Amato e Dini, troppo graduali). Riforme parziali producono effetti anch’essi parziali e tali da non mutare le aspettative e quindi i comportamenti. Anzi, famiglie e imprese si attendono nuovi interventi e ciò li rende prudenti nelle scelte. Riguardo al consenso politico è indispensabile, in modo da realizzare riforme efficaci e durature, avere un governo coeso ed è auspicabile che tale governo abbia ricevuto un chiaro mandato elettorale a effettuare le riforme. Le riforme introdotte di soppiatto o a sorpresa non hanno la forza di mutare i comportamenti. Per effettuare le riforme serve una maggioranza compatta: non occorre che sia ampia. La continuità nel tempo dell’azione riformatrice richiede che essa abbia un consenso bipartisan, nel senso che chi vincerà le elezioni successive non deve disfare ciò che è stato rea- 9 Grafico E - L’ampiezza della crisi favorisce le riforme. * Going for growth. Il tasso di risposta alle raccomandazioni OCSE assume valore 1 se a tutte le raccomandazioni sono seguite misure di riforma concrete, 0 se nessuna azione è stata intrapresa. Fonte: elaborazioni CSC su dati OCSE. lizzato da chi l’ha preceduto. Purtroppo, invece, questo è accaduto molte volte in Italia. Occorre continuare a costruire su quello che è stato già edificato, migliorandolo. Riforme mal fatte, ovviamente, si prestano a modifiche e ciò causa continui mutamenti nell’assetto normativo, che sono assolutamente controproducenti e da evitare. Non basta approvare nuove leggi, ma occorre cambiare profondamente anche mentalità e abitudini di amministratori pubblici, politici e cittadini. Le esperienze dei paesi che hanno attuato le necessarie riforme e hanno innalzato il tasso di crescita aiutano a comprendere l’origine del processo di cambiamento, come e perché esso incontri resistenze e in quale modo queste possano essere superate, anche grazie ai frutti conseguiti nel tempo. Crisi e shock servono per catalizzare le forze riformiste e far maturare la consapevolezza a favore delle riforme. Perciò è sbagliato sminuirli, occorre invece sfruttarli. Specie quando colpiscono di più un paese rispetto agli altri (shock asimmetrici). Devono essere shock profondi e non passeggeri, che non ali- mentino la convinzione che “tutto tornerà come prima” e che quindi è inutile agire. In ciò la crisi economica in atto può rivelarsi per l’Italia benevola: in sua assenza il Paese avrebbe proseguito lungo la traiettoria di un graduale e quindi meno percepibile declino. Il crollo del PIL e le difficoltà di recupero, sebbene comportino elevati rischi e grandissima sofferenza, costringono a prendere di petto le cause della lenta crescita (grafico E). Tornano, perciò di grandissima attualità e assolutamente rivelatrici le parole di Milton Friedman, scritte nel 1982: “Esiste una enorme inerzia, una tirannia dello status quo, nelle istituzioni private e specialmente pubbliche. Soltanto una crisi, effettiva o percepita, produce un cambiamento reale. Quando quella crisi avviene, le decisioni che vengono prese dipendono dalle idee che circolano in giro. Credo che la nostra funzione basilare sia di sviluppare alternative alle politiche esistenti, di mantenerle vive e disponibili fino a quando il politicamente impossibile diventa politicamente inevitabile”9. Il risanamento macroeconomico è cruciale: non solo Friedman (1982). 21 Industria Fusoria 2/2012 economico perché senza di esso permane un’instabilità di fondo che vanifica i benefici degli sforzi che si compiono con le riforme, ma soprattutto perché la riduzione duratura del deficit pubblico e dell’inflazione si ottiene solo se avviene attraverso il radicale cambiamento dei comportamenti di tutti gli attori del sistema economico. È, dunque, essa stessa una riforma. Germania federale; la svalutazione interna ottenuta attraverso il mutamento del sistema di contrattazione collettiva che ha generato moderazione salariale e permesso di riconquistare competitività; il rafforzamento dell’industria manifatturiera con le catene di subfornitura dei paesi dell’Est Europa; lo sfruttamento delle complementarietà con le produzioni asiatiche. Le pressioni internazionali aiutano a spronare un paese ad adottare le riforme, ma il cambiamento deve essere in nome e nell’interesse dei cittadini e del buon funzionamento dell’economia e della società nazionali. Le riforme hanno accompagnato questo processo che, come spesso succede in Germania, è stato lungo. I cambiamenti hanno interessato tutti i pilastri dello stato sociale tedesco, incluso l’abbassamento della pressione fiscale e del livello della spesa pubblica. Nel caso del welfare e del mercato del lavoro c’è stata una grande novità anche di metodo. Invece di estenuanti trattative con le parti sociali, la strada seguita è stata quella della convocazione di commissioni tecniche le cui raccomandazioni sono state attuate sotto la responsabilità del governo. Cosa raccontano i casi di studio delle riforme? La Germania, che fino al 2004 era considerata il malato d’Europa, è tornata a esserne locomotiva. Come è stato possibile invertire la rotta in così breve tempo? Qual è stato il ruolo delle riforme? Carlo Bastasin spiega che la trasformazione dell’economia tedesca non è stata una virata repentina, ma è iniziata circa quindici anni prima che il PIL ricominciasse a crescere a ritmi sostenuti. L’obiettivo perseguito consapevolmente è stato quello di non perdere competitività in conseguenza dei grandi cambiamenti geopolitici in atto: la riunificazione, l’Euro, l’allargamento dell’UE e la spettacolare performance economica dei paesi emergenti. Sia gli attori industriali e finanziari sia i politici tedeschi hanno compreso che era necessario governare e non subire quei cambiamenti. Per parafrasare la retorica utilizzata da Helmut Kohl in poi, dunque, “non c’è stata alternativa”10. Il processo di trasformazione è passato attraverso scelte impegnative: una riunificazione costosa che ha reso urgente cambiare quello che non funzionava nel modello sociale della 10 Un aspetto peculiare del caso tedesco è che la coscienza per le riforme è maturata nella società attraverso l’esperienza dell’unificazione, che ha spostato l’enfasi dalla solidarietà al merito individualistico. Le riforme svedesi rappresentano un caso particolarmente interessante. Le caratteristiche del periodo in cui sono state avviate ricordano, infatti, quelle dell’Italia contemporanea: nella prima metà degli anni Novanta il paese scandinavo era reduce da un ventennio di lenta crescita e fu costretto ad affrontare una grave crisi di debito pubblico. La ricostruzione di Lars Calmfors mostra che la consapevolezza diffusa dei difetti del modello svedese ha consentito di creare un laboratorio riformista permanente, che è sopravvissuto a governi di diverso colore e che continua a funzionare anche oggi che l’economia va bene e la crisi sembra essere alle spalle. L’approccio è stato ispirato a un pragmatico eclettismo e ciascun problema è stato affrontato con una strategia diversa: come prima cosa si è curata la febbre degli alti tassi di interesse sul debito, risanando il bilancio pubblico; la medicina è stata resa meno amara dalla svalutazione della corona, che ha fatto ripartire l’economia attraverso la domanda estera, possibilità oggi preclusa ai paesi dell’Eurozona. Ma era chiaro che non bastava svalutare per curare la malattia della lenta crescita. Si è quindi proceduto con il primo blocco di riforme vere e proprie nel quale sono state inserite quelle meno controverse e divisive: il sistema fiscale è diventato più semplice ed efficiente spostando la tassazione dai redditi ai consumi, riducendo le aliquote e allargando la base imponibile; le liberalizzazioni hanno interessato i principali settori dei servizi e quelli dove operavano molte imprese statali. Il secondo blocco di riforme ha visto il contributo fondamentale delle parti sociali. Le quali, tenendo fede alla tradizione scandinava, sono state capaci di rivedere le regole della contrattazione collettiva in modo da legare le rivendicazioni salariali agli aumenti di produttività, senza bisogno di interventi legislativi ad hoc. I nodi più difficili da sciogliere, quelli relativi alle nuove regole di politica macroeconomica e alla riforma delle istituzioni del mercato del lavoro, hanno potuto contare rispettivamente sulle spinte dell’adesione all’Unione Europea e su un chiaro mandato elettorale. Molto importante è stato, nell’ideazione delle riforme, il contributo di esperti ed economisti, che ha permesso di disegnare meccanismi coerenti e ben funzionanti. Una frase che riecheggia quella ripetuta nel Regno Unito degli anni 80 da Margaret Thatcher: “There is no alternative”. Sintetizzata con l’acronimo TINA. Industria Fusoria 2/2012 22 economico L’esperienza riformista della Polonia, raccontata da Hartmut Lehmann, insegna che, se esiste ampio consenso tra cittadini, esperti e politici di diverso orientamento sulla necessità di un profondo cambiamento, la stabilità politica non è una condizione necessaria per fare le riforme. Infatti, nonostante la breve durata media dei governi che hanno gestito la transizione polacca verso un’economia di mercato, nessuno di essi ha messo in discussione le riforme fatte in precedenza, dando loro il tempo di produrre effetti positivi sulla crescita e mettendo in moto un circolo virtuoso che ha rafforzato il consenso per nuove riforme. Occorre riconoscere l’importanza di fattori geopolitici e culturali in un certo senso unici. In particolare, il sentirsi parte dell’Europa e l’ambizione di aderire all’UE sono stati fondamentali per indebolire le resistenze dei gruppi sociali maggiormente contrari alle riforme. Anche nel caso polacco è possibile individuare tre grandi blocchi di riforme. Il primo, quello più incisivo, ha, da un lato, salvato la Polonia dall’iperinflazione e, dall’altro, dato il via alla transizione da un’economia pianificata a una di mercato. È stato un periodo straordinario nel quale l’opinione pubblica ha accettato riforme davvero radicali, attuate con una terapia d’urto (o big bang). Il secondo blocco di riforme, iniziato circa un decennio dopo la caduta della cortina di ferro, è stato più graduale e si è concentrato sulla modernizzazione di alcune istituzioni nate durante il periodo comunista (sanità, istruzione, previdenza e amministrazioni territoriali). Infine, un terzo blocco ha consentito di perfezionare le riforme intraprese precedentemente. Le esperienze riformiste dei paesi dell’Europa centrale e orientale (ECO) e, in particolare, di quelli baltici mostrano che le opportunità offerte da una crisi sono enormi: grazie al senso di urgenza che generano, le crisi indeboliscono le resistenze dei gruppi sociali che traggono vantaggio dallo status quo; in queste condizioni nessun cambiamento è impossibile. Il resoconto di Anders Åslund rivela che, anche nei paesi che avevano un regime di cambio fisso (Lettonia, Lituania, Estonia e Bulgaria), gli effetti delle riforme sui tassi di crescita sono stati rapidi e positivi. L’implicazione per i paesi dell’Eurozona è evidente: i vincoli imposti dall’appartenenza all’area della moneta unica non devono essere un alibi per evitare il cambiamento. Come nel caso della Polonia, il sostegno popolare spesso incondizionato dato ai politici impegnati a realizzare le riforme è dipeso anche dalle aspirazioni europee di cittadini e parti sociali. Non tutte le riforme, comunque, sono state ugualmente facili da approvare e implementare. In particolare, i progressi sono stati complessi sul versante delle pensioni, dove cambiamenti profondi avrebbero ulteriormente depresso la domanda aggregata venendo dopo i tagli incisivi operati nella pubblica amministrazione e dopo l’aumento della disoccupazione. Quelle che invece hanno avuto maggiore supporto sono state le liberalizzazioni, che, guidate dalle indicazioni dei rapporti della Banca Mondiale, hanno reso più facile fare impresa. La politica riformista cilena ha trasformato il paese latinoamericano in un caso unico fra le economie del subcontinente americano per la sua straordinaria esperienza di crescita. Vittorio Corbo spiega che, oltre a essere basate su solidi principi economici, le riforme cilene hanno potuto contare su una drastica trasformazione istituzionale che ha limitato il potere discrezionale di politici e burocrati rendendo credibili le istituzioni, indipendentemente da chi fosse al governo. Occorre riconoscere che l’inizio di questa trasformazione è avvenuto verso la metà degli anni Settanta, durante una fase politica tragica e controversa per la storia cile- 23 na, in cui l’ordine democratico era stato sovvertito da un colpo di Stato. Il successivo ritorno alla democrazia rappresenta, comunque, un caso da manuale di come la transizione da un regime autoritario a uno democratico può essere gestita senza fratture istituzionali e con una sostanziale continuità nella politica economica. Le caratteristiche di alcune riforme cilene sono così originali che anche i paesi OCSE hanno imparato lezioni importanti dalla loro formulazione e applicazione. La riforma delle pensioni è stata per esempio la prima a cambiare un sistema a ripartizione in un sistema a capitalizzazione. La regola del rispetto del pareggio di bilancio è stata una delle prime a tenere conto del ciclo economico e quindi della differenza tra PIL effettivo e PIL potenziale. L’approccio cileno alla regolamentazione dei servizi di pubblica utilità, infine, che ha privatizzato dove c’era concorrenza ed è intervenuto in modo severo nei settori di monopolio naturale, è diventato un modello seguito da molti paesi emergenti. Il caso del Brasile è forse quello in cui il legame tra l’ottima performance economica e le riforme è meno chiaro e robusto. L’aspetto più interessante, che dal punto di vista della political economy rende l’esperienza di quel paese simile a quella tedesca, è il fatto che i governi che hanno goduto degli effetti positivi delle riforme non sono stati quelli che le hanno approvate e quindi non ne hanno pagato il costo politico. Teresa TerMinassian sostiene che il grande merito di questi governi, comunque, è stato quello di non tornare indietro e non mettere in discussione le riforme fatte. Il Brasile non è più solo “il paese del futuro”; il suo merito principale è stato quello di essere riuscito a metà degli anni Novanta a stabilizzare gli indicatori macroeconomici: grazie a una severa politica monetaria ha sconfitto l’inflazione e a una leg- Industria Fusoria 2/2012 economico ge di bilancio che obbliga il governo a fissare con anticipo gli obiettivi di finanza pubblica ha guadagnato la fiducia dei mercati internazionali. Da questi brevissimi sunti, e ancor più dalla lettura completa dei capitoli che compongono questo volume, si comprende quanto l’Italia possa fruttuosamente ispirarsi alle esperienze di successo di altri paesi. E quanto le condizioni attuali rappresentino un’occasione irripetibile e da non sprecare. La posta in palio è altissima: la perdita di terreno rispetto ai paesi concorrenti può acquistare ancor più velocità e compromettere in pochi lustri il benessere conquistato in alcune generazioni. L’Italia rischia di diventare economicamente irrilevante in breve tempo, ammoniscono Jennifer Blanke e Roberto Crotti, se non argina l’emorragia di competitività messa in luce dai pilastri del World Economic Forum, nella cui graduatoria globale l’Italia figura al 43° posto, mentre era al 29° nel 200011. L’Italia, non solo economicamente, è a un bivio. Da un lato, rimane inerte di fronte alle tendenze che la inchiodano a ritmi di crescita dello 0,7% annuo da qui al 2030, con un PIL totale che dunque aumenta del 16,0% e un PIL pro-capite che sale di appena il 10,6%; si tratterebbe già di un successo alla luce della performance del passato decennio. Dall’altro, reagisce con vigore, determinazione, coesione, costanza e coerenza, in ogni sfera del vivere economico, civile, demografico e sociale; e trasforma i grandi svantaggi competitivi in altrettante leve di rilancio. Con una tale reazione, come mostrano i calcoli effettuati da Fedele De Novellis, la crescita annua triplica al 2,2% (e po- 11 12 trebbe rivelarsi una stima prudente), il PIL totale aumenta in un ventennio del 55,2% e quello per abitante del 42,9%. Un cambio di ritmo che proprio la Svezia insegna essere possibile. Per conseguirlo occorre agire su entrambe le grandi forze della crescita: produttività e occupazione. Per migliorare la produttività i campi di intervento sono la conoscenza, la concorrenza e la burocrazia, ciascuno dei quali ha precise e cruciali diramazioni. I benchmarkinternazionali mostrano che c’è grande spazio di progresso e i guadagni potenziali sono enormi. Il mercato del lavoro è vitale anche per la coesione sociale, considerati i divari territoriali, di genere e tra generazioni e l’innalzamento dell’impiego delle persone è fondamentale per superare i limiti demografici alla crescita, pur in presenza di un esercito di inoccupati. L’apporto dell’immigrazione continuerà a rimanere decisivo e occorrerà essere ben attrezzati per ricavarne il massimo contributo. Sia nella produttività sia nel mercato del lavoro i benefici maggiori arriverebbero per il Sud e dal Sud si irradierebbero all’intero Paese. Nell’imboccare la strada del rilancio l’Italia si è affidata, una volta ancora, a un governo che non è stato espresso direttamente dal mondo politico e che è composto principalmente da tecnici. Sebbene sia un esecutivo nel pieno dei poteri e politico, perché opera con la fiducia e l’apporto del parlamento ed è dunque democraticamente legittimato, il Governo Monti rappresenta una sorta di tempo sospeso (seppure molto fattivo per le riforme strutturali) nella competizione all’interno dell’arena politica. La sfida più importante, perciò, riguarda quel che accadrà proprio sulla scena politica quando, nel futuro prossi- mo, si arriverà alla naturale fine della legislatura. Per far sì che la svolta appena intrapresa non duri una sola e particolare stagione, quella attuale, ma si prolunghi e diventi permanente, occorre che si radichi la cultura delle riforme come bene collettivo. Le leadership politiche, spiega Sergio Fabbrini, dovranno essere esse stesse riformiste. Dovranno rimuovere i grumi di interessi e i corporativismi, anziché far leva su di essi per vincere qualche battaglia elettorale ma far perdere al Paese la guerra dello sviluppo e del benessere. È questo il compito più difficile e la responsabilità di assolverlo ricade sulle spalle della politica e dei partiti. È il compito più difficile perché deve eliminare due difetti antichi del sistema politico italiano stesso: il trasformismo e la presenza di importanti forze antisistema e divisive. Tramontate le ideologie, questi difetti sono diventati vizi che mascherano, sempre più malamente, interessi particolari o addirittura personali. Per superare questi vizi occorrono nuovi meccanismi istituzionali ed elettorali sui quali le forze politiche si stanno confrontando con il costante e vigile sprone del Presidente della Repubblica. La caduta di consenso delle rappresentanze politiche e l’ascesa della disaffezione degli elettori spingono nella medesima direzione. L’approvazione riscontrata nei sondaggi per il metodo di lavoro del Governo Monti e la voglia di cambiamento degli italiani, che numerose indagini demoscopiche hanno misurato12, sottolineano che nella popolazione del Paese, come nella Germania dopo la riunificazione, la coscienza della necessità delle riforme è molto più diffusa di quanto comunemente si pensi. In ciò l’Italia appare già cambiata e pronta a raccogliere le sfide. Anche se tra le due graduatorie sono cambiati sia la metodologia sia il numero di paesi considerati. Si vedano Corò e Diamanti (2009) e Diamanti AL. (2010). Industria Fusoria 2/2012 24 SIBELCO ITALIA | Milano | Via A. Ressi, 10 | Tel. 02 677.1351 www.sibelco.it your mineral company econo mi C. Bellocchio ico om on nomico eco ec o c economico Sedicesima edizione del Seminario Metal Bulletin sulle leghe di Zinco Il 12 aprile 2012, Milano è stata il teatro della sedicesima edizione del seminario sulle leghe di Zinco organizzato da Metal Bulletin casa editrice internazionale specializzata nel fornire informazioni a livello mondiale sul mercato dei metalli quali: acciaio, metalli non ferrosi e rottami con il contributo di esperti analisti di settore. La due giorni milanese è stata il luogo privilegiato di dibattito che ha coinvolto il mercato dello Zinco e le sue determinanti coprendo: domanda, offerta ed il riutilizzo dello Zinco nei mercati classici di destinazione ed i nuovi mercati di sbocco. Molti sono stati i quesiti ai quali le giornate hanno cercato di dare risposta, tra i quali: • tendenze globali di sviluppo macroeconomico sulla catena del valore dell’industria dello Zinco; • proiezione a breve sul mercato dello Zinco; • prospettive a medio e lungo termine. Ad Andrea Napoli, Amministratore Delegato della citata azienda è stato chiesto di approfondire le tendenze del settore pressocolata di Zinco e il ruolo dello Zinco all’interno del medesimo comparto evidenziando le nuove opportunità di impiego della lega. L’Amministratore delegato di Dynacast ha sottolineato come nell’arco di 10 anni il comparto abbia subito una razionalizzazione con contrazione del tessuto produttivo e numero di addetti e come la dimensione media delle Fonderie italiane di leghe di Zinco In particolare, al seminario ha partecipato Assofond unitamente alla propria associata Dynacast Italia srl, virtuosa branch italiana dell’omonima multinazionale con sede centrale in USA a Charlotte, NC e filiali in Asia, Canada, Messico, Europa e Cina. Industria Fusoria 2/2012 28 sia di circa 19 dipendenti. Tale razionalizzazione, ha sottolineato Napoli, ha però accresciuto l’efficienza produttiva del comparto misurata sia come rapporto produzione media per impresa sia come produzione media per addetto. Il relatore ha ricordato come fra la fine del 2008 e la prima parte del 2009 l’economia internazionale abbia vissuto una delle peggiori crisi. La reazione dell’economia reale è stata di dimensioni eccezionali, con perdite di prodotto molto ampie. economico La Fonderia figura tra i comparti industriali più colpiti dalla recessione globale. Gli effetti della contrazione della domanda mondiale e del conseguente drammatico calo dei consumi, sono ben percepibili, ha osservato Napoli, esaminando il collasso che ha caratterizzato la produzione media del settore in tale biennio. L’impatto sul comparto delle Fonderie di Zinco nel 2009 rispetto al picco massimo del ciclo registrato nel 2007 è stato del -34% sui livelli produttivi e del -31% sul turnover. L’effetto della recessione sulla forza lavoro del settore si è dimostrato più arginato rispetto alle perdite di capitale umano temute. Il settore è riuscito, grazie al ricorso poderoso agli ammortizzatori sociali, a salvaguardare l’occupazione con una flessione complessiva degli addetti diretti stimata in –6%. Ad opinione del relatore, il comparto è stato altresì fortemente penalizzato sotto il profilo della redditività. Dall’analisi dei bilanci effettuata su un campione rappresentativo di imprese del settore Zinco, è emerso che la redditività lorda (ebitda/fatturato) è passata dall’8% del periodo pre-crisi (2007) al 3% del 2009. Ma già nel 2010 il settore ha dimostrato ampi margini di risalita. L’aumento della produzione e del fatturato rispetto al 2009 hanno contribuito a migliorare i risultati economici dell’esercizio 2010. L’Ebitda/fatturato è mediamente ritornato sul livello del 2007 (8%) grazie soprattutto alla performance delle imprese che hanno colto l’opportunità della crisi per ristrutturarsi, innovarsi e rafforzare il processo di internazionalizzazio- 29 ne con un maggior presidio dei mercati esteri. L’orientamento ai mercati esteri si è rafforzato in modo evidente. In definitiva, ha concluso Napoli, l’Italia rimane il più vasto mercato per lo Zinco. Dal punto di vista dei mercati di destinazione i getti di Zinco, proprio per le loro caratteristiche tecnico-strutturali possono essere reperiti in tutto ciò che ci circonda, dalle costruzioni, alle infrastrutture, al trasporto, alle macchine industriali, dalle comunicazioni all’elettronica sino ai prodotti di consumo per la salute umana. Infatti, gli articoli prodotti dalla pressofusione in zama offrono maggior resistenza all’urto e all’usura rispetto agli articoli prodotti con alcune altre leghe. Inoltre la resistenza alla corrosione, di per se molto buo- Industria Fusoria 2/2012 economico na, viene incrementata ulteriormente se gli articoli in zama subiscono un processo di finitura galvanica quale ad esempio zincatura, cromatura, nichelatura, satinatura. tallica che offre opportunità di sviluppo prodotto chiaramente superiore alla maggior parte dei metalli e dei materiali polimerici comunemente utilizzati a causa del perfetto mix di caratteristiche mecca- La caratteristica duttilità della zama, assieme alla sua buona resistenza, permettono di avere una grande flessibilità nella progettazione di piccoli particolari e dettagli. Con le leghe di Zinco si riescono ad ottenere tolleranze più ristrette e finiture migliori negli articoli pressofusi. Durante il processo di lavorazione, la ZAMA, essendo una lega di Zinco, non disperde in aria o nell’ambiente sostanze che causano inquinamento. Lo Zinco è riciclabile, infatti, può essere riciclato all’infinito senza perdere proprietà e qualità ed è una fonte di energia sostenibile. La lega Zama è una lega me- Industria Fusoria 2/2012 30 niche, fisiche, tecnologiche e di finitura. Concludendo il proprio intervento Andrea Napoli ha chiesto alla platea di riflettere perché se ci si guarda intorno lo Zinco è ovunque! IFM 7 Capacità 13,4 ton cadauno Potenza 9.000 KW - 250 Hz Twin Power Il mondo ruota intorno a nuovi mercati, nuovi obiettivi, nuove sfide. E ABP Induction gira sempre più velocemente: con la passione ardente per l’induzione e l’automazione, la tecnologia più moderna e un’assistenza individuale. Come specialista di tutto ciò che ruota intorno alle attività di colata e fucinatura, fusione e formatura, garantiamo che potete raggiungere nuovi orizzonti in ogni momento e in ogni parte del mondo. Benvenuti a una nuova giornata di successo! 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Fare formazione, oltre ad un obbligo legislativo sanzionabile penalmente, costituisce sicuramente un dovere etico e morale del fare impresa. Investire nella formazione ha lo scopo di incentivare la “cultura dell’agire in sicurezza”, valorizzando e responsabilizzando ogni singolo lavoratore a mantenere comportamenti sicuri per se e per gli altri, in accordo alle principali normative nazionali, le linee guida e le buone prassi. Nel mese di dicembre 2011 la conferenza permanente tra lo Stato, le Regioni e le Provincie autonome di Trento e Bolzano, ha pubblicato due importanti Accordi, assolvendo a quanto previsto dal D.lgs. 81/2008 e regolando in maniera chiara la formazione dei lavoratori e del datore di lavoro che svolge direttamente i compiti di prevenzione e protezione. Nel presente articolo viene analizzato il primo Accordo, in quanto nelle Fonderie italiane l’assolvimento diretto da parte del datore di lavoro dei compiti di prevenzione e protezione è poco diffuso. Industria Fusoria 2/2012 Accordo Stato-Regioni per la formazione dei lavoratori, preposti e dirigenti tardo rispetto ai tempi previsti dalla normativa, ha regolamentato gli obblighi per la formazione alla sicurezza nei luoghi di lavoro dei lavoratori, dei dirigenti, dei preposti e degli autonomi. La formazione dei lavoratori è regolata dell’Art. 37 del Decreto Legislativo 81/2008. In particolare al comma 2 è previsto che “la durata, i contenuti minimi e le modalità della formazione di cui al comma 1, siano definiti mediante accordo in sede di Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le Regioni, le provincie autonome di Trento e Bolzano, previa consultazione delle parti sociali, entro il termine di 12 mesi dalla data di entrata in vigore del Decreto Legislativo”. Tale Accordo, siglato in data 21 dicembre 2011 (repertorio atti n. 221/CSR), pur con notevole ri- È doveroso specificare sin da subito che l’art. 37 comma 2, rimanda all’Accordo Stato-Regioni la sola formazione dei lavoratori (comma 1 del medesimo articolo), rendendo pertanto l’Accordo stesso discrezionale e non obbligatorio per la formazione dei preposti e dei dirigenti per la sicurezza. Tuttavia l’art. 37 comma 7 prevede anche che “… i Dirigenti ed i Preposti ricevano a cura del datore di lavoro un’adeguata e specifica formazione ed un aggiornamento periodico in relazione ai propri compiti…” e pertanto Fig. 1 34 economico l’applicazione delle modalità formative indicate dall’Accordo costituisce corretto assolvimento dell’obbligo del datore di lavoro (come tra l’altro richiamato anche nella premessa dell’Allegato A dell’Accordo stesso). Classificazione delle Fonderie in relazione al livello di rischio Fig. 2 L’Allegato 2 dell’Accordo individua tre macrocategorie di rischio (Fig.1), che raggruppano differenti settori produttivi identificati dal relativo codice ATECO. Le classi di rischio, denominate rispettivamente “Rischio Basso”, “Rischio Medio” e “Rischio Alto”, differenziano le ore di formazione proprie dei lavoratori e dei preposti. Le Fonderie, come tra l’altro la maggioranza delle industrie, rientrano nella classe di rischio Alto e pertanto nel seguito saranno considerati i percorsi formativi propri di tale classe di rischio. Formazione dei lavoratori di Fonderia Il lavoratore, definito dall’art. 2 comma 1 lettera a) del D.lgs. 81/2008 come “persona che indipendentemente dalla tipologia contrattuale svolge un’attività lavorativa nell’ambito di un’organizzazione di un datore di lavoro pubblico o privato, con o senza retribuzione…”, deve essere sottoposto a due differenti percorsi formativi: una formazione di base, della durata di 4 ore e comune a tutte le classi di rischio ed una formazione specifica, della durata di 12 ore e propria per la classe di rischio alto. La formazione di base, da svolgersi al momento della costituzione del rapporto di lavoro, comprende concetti di sicurezza generali come la definizione di rischio, di danno, di preven- zione, di protezione, i diritti ed i doveri dei vari soggetti coinvolti nell’organizzazione della sicurezza (Fig. 2). La formazione specifica, da erogarsi al momento della costituzione del rapporto di lavoro, in caso di trasferimento o cambio mansione o in caso di introduzione di nuove tecnologie, impianti o sostanze pericolose, deve trattare la quasi totalità dei rischi specifici previsti dal Testo Unico e propri del settore produttivo (Fig. 3). Per la formazione specifica di tutti coloro che operano in attività amministrativa di tipo impiegatizio sono previste invece 4 ore di formazione, indipendentemente dal settore economico di appartenenza. Complessivamente un lavoratore operante in Fonderia o che entri in contatto anche saltuariamente con gli impianti o i luoghi dove risiedono gli impianti, dovrà essere sottoposto ad una formazione complessiva di 16 ore (4 ore di formazione generale + 12 ore di formazione specifica), mentre un impiegato amministrativo di 8 ore (4 ore di formazione generale + 4 ore di formazione specifica) (Fig. 4). L’Accordo prevede inoltre un aggiornamento della formazione ogni 5 anni per una durata complessiva di 6 ore, in cui non dovranno essere trattati gli argomenti dei corsi base, ma gli aggiornamenti legislativi, tecnici ecc... Fig. 3 35 Industria Fusoria 2/2012 economico tua le direttive del datore di lavoro, organizzando l’attività lavorativa e vigilando su di essa…”, deve essere sottoposto ad una formazione complessiva e propria della mansione di 16 ore totali (a differenza del preposto non deve seguire anche la formazione generale e la formazione specifica). Si tratta in particolare di formazione inerente aspetti e tematiche generali inerenti il concetto di rischio, il sistema legislativo, la delega di funzioni, la responsabilità civile e penale, la comunicazione in azienda, i modelli di organizzazione, la formazione dei lavoratori ecc… Fig. 4 Formazione dei preposti Il preposto, definito dall’art. 2 comma 1 lettera e) del D.lgs. 81/2008 come “persona che, in ragione delle competenze professionali e nei limiti dei poteri gerarchici e funzionali adeguati alla natura dell’incarico conferitogli, sovrintende alla attività lavorativa e garantisce l’attuazione delle direttive ricevute, controllandone la corretta esecuzione da parte dei lavoratori…”, deve essere sottoposto ad una formazione integrativa rispetto a quella dei lavoratori della durata di 8 ore. (Fig. 5). Il programma formativo di un preposto è pertanto complessivamente di 24 ore (4 ore di formazione generale + 12 ore di formazione specifica + 8 ore di formazione specifica per preposto). Formazione dei dirigenti Il dirigente, definito dall’art. 2 comma 1 lettera d) del D.lgs. 81/2008 come “persona che, in ragione delle competenze professionali e nei limiti dei poteri gerarchici e funzionali adeguati alla natura dell’incarico conferitogli, at- Fig. 5 Industria Fusoria 2/2012 36 Formazione pregressa e tempistiche di adeguamento Nell’Accordo è previsto il riconoscimento della formazione già svolta, a patto che sia stata eseguita nel rispetto delle previsioni normative e delle indicazioni previste dai contratti collettivi, stante comunque l’obbligo di aggiornamento ogni 5 anni. Il datore di lavoro dovrà pertanto essere in grado di documentare in qualsiasi momento che la formazione già erogata sia adeguata e conforme al presente Accordo. Le tempistiche di adeguamento e di applicazione dell’Accordo sono riassunte in Fig. 6, per i lavoratori ed i preposti ed in Fig. 7 per i dirigenti, dove è altresì evidenziato l’obbligo di ultimare entro 12 mesi (cioè entro il 26 gennaio 2013) i corsi già approvati dall’azienda alla data di entrata in vigore dell’Accordo. Nel caso in cui non sia stata erogata alcuna attività formativa, i corsi completi per i lavoratori e per i dirigenti devono essere eseguiti invece entro 18 mesi (cioè entro il 23 luglio 2013). Nel caso di nuovi assunti, la formazione completa prevista deve essere effettuata entro 60 gg dall’assunzione. economico no dell’impresa, cioè i singoli lavoratori. A titolo informativo ricordiamo che nel mese di febbraio 2012, in attuazione dell’art. 73 comma 5 del D.lgs. 81/2008, è stato pubblicato un nuovo Accordo tra lo Stato, le Regioni e le Province autonome di Trento e di Bolzano (Repertorio atti 53 CSR del 22.02.2012) che individua le attrezzature di lavoro per le quali è richiesta una specifica abilitazione degli operatori nonché le modalità per il riconoscimento di tale abilitazione, i soggetti formatori, la durata, gli indirizzi ed i requisiti minimi di validità della formazione. Fig. 6 Le attrezzature, oggetto del citato Accordo e che potrebbero essere impiegate in Fonderia, sono: piattaforme di lavoro mobili elevabili (intese come macchine destinate a spostare persone alle posizioni di lavoro poste ad altezza superiore a 2 m), carrelli industriali semoventi, pale caricatrici frontali con massa operativa superiore a 4500 kg. Fig. 7 Conclusioni L’Accordo costituisce una buona occasione per guardarsi all’interno e per analizzare, sicuramente con l’aiuto di un esperto e con un occhio critico, la conformità legislativa dell’Azienda da un punto di vista della formazione obbligatoria prevista dal D.lgs. 81/2008 per i lavoratori, i preposti ed i dirigenti. L’occasione, se da un lato per- mette di analizzare i percorsi formativi dei singoli lavoratori e qualora questi risultassero lacunosi o incompleti, di procedere entro il mese di gennaio 2013 a sanare la situazione, dall’altro permette di programmare un percorso formativo guidato per ciascun lavoratore. La formazione non deve essere considerata un solo obbligo normativo fine a stesso, ma al contrario deve essere un investimento sul capitale uma- 37 Considerando l’importanza del tema e le sanzioni penali previste per la mancata conformità legislativa, invitiamo le Fonderie a prendere contatto con dei professionisti qualificati e preparati, per valutare la propria situazione e studiare dei percorsi di adeguamento ad hoc, sfruttando anche i finanziamenti erogati da Fondimpresa. Assofond, tramite i suoi professionisti e le Società convenzionate sarà in grado di guidare le singole Fonderie a fare la scelta migliore. Per qualsiasi informazione contattare Gualtiero Corelli [email protected] e Luca Fossati [email protected] Tel. 02 48400967 Industria Fusoria 2/2012 TESI TES I, al vostro servizio SORELMETAL®® FERROLEGHE E INOCULANTI FILO ANIMATO GRAFITI SPECIALI CARBURO DI CALCIO FILTRI CERAMICI MANICHE ESOTERMICHE PROGRAMMI DI SIMULAZIONE MINERALI DI ZIRCONIO E TITANIO ELETTRODI DI GRAFITE POLVERI METALLICHE PRODOTTI E IDEE TESI SpA - Via Manzoni, 20 - 20052 Monza Tel. +39 039 237501 - Fax +39 039 2302995 [email protected] - www.tesi-spa.it econo mi ico om on nomico eco ec o c G. Mellori economico Materie prime per un made in Italy da primato Le eccellenze che animano il panorama industriale nazionale sono state protagoniste del primo appuntamento 2012 con F.A.R.O Osservatorio delle Materie Prime organizzato a Gardone Val Trompia e Rezzato (Brescia) da Kauffmann&Sons e dominato da un leitmotiv: vincere la crisi è possibile. È stata Fabbrica d’Armi Pietro Beretta Spa il primo anfitrione della due giorni organizzata da Kauffmann&Sons a Gardone Val Trompia e Rezzato (Brescia) per il primo appuntamento del 2012 e il 32esimo in totale di F.A.R.O Osservatorio delle Materie Prime. Uno scenario scelto tutt’altro che casualmente poiché con i suoi circa sei secoli di storia l’azienda incarna uno dei modelli del made in Italy che trionfa ovunque e che può combattere la recessione. Grazie a eccellenti strategie di business senza dubbio ma anche grazie al legame forte con il suo territorio d’origine che sfocia secondo la felice definizione del vicepresidente di Ferrous Board Bir Ruggero Alocci “nello straordinario attaccamento dei lavoratori alla loro azienda”. Al di fuori dell’idilliaco quadro dell’industria globalizzata e tuttora caratterizzata da un’atmosfera quasi familiare c’è una crisi mondiale con cui fare i conti. E per replicarvi con successo le aziende di casa nostra possono sì contare come sempre sulle loro stesse forze. Pure tuttavia auspicano di poter contare su interventi dall’alto da parte del- Industria Fusoria 2/2012 l’esecutivo e della finanza che agevoli la loro azione. Nell’attesa che un tale supporto possa concretizzarsi, gli astanti appartenenti per lo più al settore della trasformazione e della commercializzazione delle commodity hanno avuto ulteriore certezza di poter contare sul valido orientamento nel mercato tradizionalmente offerto da Kauffmann&Sons. Franco Polotti, presidente di Banco di Brescia Spa che è stato il main sponsor dell’appuntamento bresciano, ha non a caso voluto notare: “Brescia è oggi una fra le migliori cornici possibili per discutere di materie prime”, ha argomentato, “delle loro oscillazioni e di come orientarsi per meglio gestire i rischi connessi alla loro compravendita Ma l’evento allestito da Kauffmann&Sons è a mio avviso e in misura maggiore un’occasione di aggregazione per imprese che a dispetto della crisi e delle ridotte marginalità vogliono continuare a crea- re valore durevole”. Un modo per riconoscere che F.A.R.O “sta senza dubbio attestandosi come un punto di riferimento nel settore e fonte di indirizzi preziosi per gestire una stagnazione su cui pesano molti fattori esogeni”. Rialzarsi e tornare a battersi sul ring infuocato dei mercati è una prospettiva a portata di mano e a notarlo è stato anche uno fra gli ospiti d’onore dell’Osservatorio e cioè l’esponente italiano del Fondo monetario internazionale Arrigo Sadun. Per Sadun la recessione non va temuta, perché pone anzi i presupposti per un nuovo rilancio e l’importante è soltanto prefissare degli obiettivi realistici. L’Italia è a suo dire protagonista di uno sforzo importante al pari di altri Paesi quali Portogallo e Francia mentre la Banca centrale europea o Bce si è opportunamente mossa a erigere barriere di protezione per le nazio- Lavori 32° F.A.R.O. ospitati da Beretta il 22 Marzo 2012. 40 economico ni più esposte alle bufere finanziarie. La Penisola non ha “lasciato passare tempo invano. Ha diffuso convinzione al suo interno, ha persuaso i partner. La situazione presente potrebbe rimanere rischiosa se non si dovesse riuscire a ridimensionare il 120% di debito pubblico”. Pur conscio di come un debito eccessivo e oltre i 100 punti comporti anche un rallentamento della crescita Sadun ha auspicato che il Paese possa risolverlo dando vita a “un’agenzia mirata alimentata dai dividendi apportati dalla riduzione del debito e quindi dai frutti del suo stesso operato. Una volta stabilizzata la situazione, restano infatti sul tavolo due anomalie: il debito alto e la bassa crescita. Qualora non dovessimo risolvere questi nodi, non solo saremmo più poveri. Ma anche più a rischio. Un rischio fatto di ulteriori ondate di instabilità che assolutamente non possiamo più permetterci”. La finanza non è però l’unica spada di Damocle pendente sul capo di una produttività certo diffusa ma fatta in prevalenza di quelle che l’economista Giulio Sapelli ha chiamato “multinazionali tascabili” tuttora in cerca di una “possente asse di fornitura” transnazionale che le supporti. Devono poter invece contare su una galassia bancaria che “margini sul credito più che sul prodotto finanziario” e a loro volta prepararsi a cambiare volto scommettendo su tecnologie e servizi. Sapelli ha ricordato “i camici bianchi ormai ben presenti anche nelle officine di estrusione”; e casi aziendali di successo: “Penso ad Avio”, ha detto, “che è una solida realtà delle forniture aeronautiche in grado di fatturare un 30% in più a fronte di una diminuzione su scala complessiva della produzione di velivoli. Il segreto della sua affermazione è soltanto uno, e cioè l’assistenza”. Insomma quella in scena sui palchi dell’economia industriale tricolore è tutt’altro che una tragedia e soprattutto è tutto fuorché una “tragedia greca”. Lo dicono i numeri e segnatamente Outlook Materie Prime presso Villa Fenaroli. lo testimoniano le cifre in arrivo da alcune delle società e sigle di categoria il cui legame con le oscillazioni dei listini delle commodity spesso complicati da interpretare e impossibili da pronosticare è più stretto. Nonostante abbia lamentata una certa distanza fra Istituzioni e Paese reale il presidente di Assofermet Rottami Romano Pezzotti non ha mancato di dichiararsi moderatamente ottimista. Riflettendo: “Chi nel mio settore ha perseguito l’eccellenza ha traversato la voragine del 2009, ha passato indenne il 2010 ed è cresciuto nel 2011. Io stesso ho vissuto periodi dalla volatilità al 50% che è stato difficile gestire; mentre la stabilizzazione di inizio 2011 ci ha costretti a cambiare rotta. Se è spinto dalla voglia di cavalcare il cambiamento, il business italiano può restare protagonista”. Ha visto un po’ di rosa anche Flavio Bregant, direttore generale di Federacciai che a sua volta non ha mancato di sottolineare però la stringente necessità di servizi alle imprese e solide infrastrutture: “La manifattura può ancora crescere”, ha detto, “e la mia associazione rappresenta di per sé un’eccellenza. La siderurgia è salita nel 2011 dell’11% mentre la produzione mondiale calava dell’8% e in Europa del 6%. In Italia la produzione di acciaio è aumentata di 7 punti a gennaio”. Infrastrutture carenti, fisco e 41 costi energetici sono stati invece in cima ai crucci del presidente di Assomet Mario Bertoli che ha posto l’accento poi sul problema dei ritardi nei pagamenti da parte della Pubblica amministrazione e ha rimesso in evidenza un tema caldo: “La manifattura deve tornare al centro del dibattito politico poiché genera benessere per l’intero Paese”, ha detto Bertoli. In attesa che gli auspici si tramutino in realtà è meglio conoscere per poterli evitare o meglio ancora fronteggiare validamente i pericoli presentati dal segmento-chiave delle materie prime e a illustrarne peculiarità e risvolti critici è stato l’intervento di Ed Meir, esponente di Intl Fc Stone. La storica società è fra i leader nel settore dell’analisi delle commodity e del loro andamento sulla base delle quotazioni al London metal Exchange o Lme. Sullo sfondo della trattazione di Meir si sono agitati gli spettri della crisi greca e di conseguenza dell’euro che suscitano allarmi oltreoceano. Senza dimenticare il petrolio che in un “2012 piuttosto noioso per le materie prime” è in predicato di ulteriori rialzi rimarchevoli prima di attestarsi attorno ai 120 dollari al barile del contratto brent. Il rame “è sospinto dalle importazioni e dagli stock cinesi e dal calo dei premi di rischio. Si fanno più frequenti le voci di un rallentamento in Cina a cominciare dal Guangdong dove nel settore del bianco hanno perso Industria Fusoria 2/2012 economico il lavoro oltre 50 mila persone. Gli stock dell’Lme stanno calando sulla spinta delle istanze degli smelter. Ma l’oro rosso resta una componente importante della definizione degli indici delle commodity e avrà prezzi fra i 7.000 e gli 8.000 dollari con picchi addirittura superiori”. Diversa per Meir è invece la situazione sul fronte alluminio, con valori attorno ai 2.300 dollari e una produzione cinese in aumento a doppia cifra verso i 250 milioni di tonnellate al mese. La preoccupazione riguarda in questo caso le scorte, data la campagna acquisti sui magazzini condotta da alcune banche d’affari. “Oggi”, ha detto Meir, “solo 3.000 tonnellate al giorno possono essere tolte dalle giacenze e immesse sui mercati. Una situazione artificiale che consente agli istituti di guadagnare l’1-2% al giorno sulle scorte senza alcun rischio”. Un rallentamento del boom cinese è atteso per lo zinco (2.150 dollari a tonnellata); il piombo vede aumentare le sue scorte a prezzi quasi invariati e un’eccedenza significativa. 583 aziende di smelter cinesi e 1.015 impianti hanno chiuso nel 2011 ma sono pronti a riprendere portando nuove risorse”. Ricordando doverosamente anche l’incognita rappresentata dalle tensioni petrolifere con l’Iran Ed Meir ha dato il la alla trattazione del padrone di casa dell’Osservatorio F.A.R.O e cioè Paolo Kauffmann che presso la società di consulenza Kauffmann&Sons è attivo come senior partner. “I mercati azionari e delle commodity sono andati spesso di pari passo ma non è detto che questo trend debba continuare ed è anzi probabile che si possa assistere a uno scollamento fra il settore equity e quello invece più direttamente legato alle commodity. Lo mostra fra l’altro il costante incremento del mercato azionario più vicino alla tecnologia innovativa”, ha detto infatti Ed Meir. Paolo Kauffmann, che sulla consulenza negli acquisti e scam- Industria Fusoria 2/2012 bi di materie prime ha costruito la sua intera attività, ha proseguito su un’analoga falsariga: “Le materie prime sono oggi oggetto di investimenti e sono diventate a tutti gli effetti prodotti finanziari”, ha detto, “ma le aziende italiane hanno per lo più cavalcato la metamorfosi in positivo.Va notato però che le turbolenze di Borsa si ripercuotono sul loro valore e tranquillizzare i mercati significa pure poter contare su commodity più gestibili”. Anche per Kauffmann, il cui obiettivo è “cercare modelli evolutivi” leggendo “l’andamento del binomio formato da materie prime e mercato azionario”, difficilmente il 2012 potrà fare registrare quotazioni da record o valori particolarmente altalenanti. Alla luce di qualche necessaria distinzione: “Oro e tassi statunitensi hanno viaggiato nell’ultimo biennio su un’asse vicina allo zero da cui è difficile scostarsi al ribasso. Il mercato affronta ora una risalita dei tassi che tocca anche il settore obbligazionario come ha mostrato l’andamento dei Bund di Stato tedeschi”, ha considerato. La quotazione del rame non è più un parametro valido a priori per determinare i percorsi dell’industria con particolare riferimento a quella cinese e pare “aver perso parte della capacità predittiva”. Quanto all’alluminio esso “subisce quotazioni a termine molto elevate e chi volesse vendere oggi l’alluminio a un anno guadagnerebbe sino a oltre il 10% dell’investimento sostenuto”, ha detto Kauffmann per poi ribadire: “Questo è il genere di informazioni che consideriamo cruciali per potere agire poi in maniera propositiva sui mercati e nell’ottica del contenimento del rischio”. L’ottone si è confermato “un elemento molto vicino alla realtà e alle oscillazioni dei mercati; laddove a mostrare una correlazione debole rispetto all’indice dei metalli è il nichel, che presenta debolezze decisamente marcate rispetto agli standard di riferimento”, ha affermato il senior partner. Ma per acquistare materie prime bisogna considerare il loro paga- 42 mento che di fatto avviene in dollari, cioè nella divisa di riferimento della quotazione. Una notazione, quest’ultima, che è solo in apparenza ascrivibile alla logica del common sense e si rivela in realtà strategica e apprezzata in sede di consulenza. “Il dollar index”, ha quindi rammentato Paolo Kauffmann, “ha iniziato una fase di ripresa complessiva che in termini generici prosegue una risalita avviata addirittura alla fine del 2011. Se si seguono oggi gli andamenti di dollaro e materie prime lo scollamento sembra evidente e nulla vieta di considerarlo una sorta di preludio a un riallineamento” dei prezzi delle commodity. “Il rialzo della quotazione delle materie prime e la loro vicinanza ai mercati azionari non è però data una volta per tutte”, ha avvertito Kauffmann, “e a seconda delle politiche sui tassi il panorama potrebbe mutare in misura più o meno radicale. Il che non significa che le materie prime siano il Far West. Nell’ambito del risparmio sono entrate a far parte dei fondi pensione, tanto per cominciare, e d’altro canto hanno toccato il massimo dei ricavi nel 2008 col picco del 30%. Mentre nel 2011, minato secondo molti dalla speculazione non sono andate oltre il 10% e nel 2010 si sono arrestate al 7%”. Come a dire che anche l’accostamento fra materie prime e finanza o speculazione non è tanto prevedibile quanto a volte lo si vorrebbe per comodità o per convenzione dipingere. Anche all’epoca della grande crisi conservare un ragionevole ottimismo corroborato dai numeri è perciò lecito e forse salutare. Sebbene le nude cifre non siano sempre bastevoli ad azzeccare il pronostico. Per questo, in assenza conclamata delle mitologiche sfere di cristallo, serve ciò che Kauffmann ha chiamato “un tocco da artista”. Che forse è iscritto nel Dna delle eccellenze italiane. Prossimo appuntamento F.A.R.O il 5-6 Luglio 2012. con Per ulteriori informazioni consultare il sito www.osservatoriofaro.it GRAFICHE MARCOLIN - SCHIO E APR IL 9 8-21 NA 1 38-E3 VE RO - STAN D F 6 PAD. Insieme a voi orgogliosi della nostra storia determinati nella crescita e nell’innovazione al servizio della qualità che richiedete. Via Vicenza, 72 - 36015 SCHIO (VI) ITALY Ph. +39.0.445.678000 - Fax +39.0.445.678001 [email protected] - www.mazzon.eu S.A.&S. “convenzionata Assofond” SICUREZZA SUL LAVORO Verifica degli ambienti di lavoro (T.U. D.Lgs. 81/2008) • Campionamenti ed analisi degli agenti chimici presenti negli ambienti di lavoro. • Campionamento della frazione respirabile delle polveri e analisi della silice libera cristallina per la valutazione del “Rischio silicosi” ai fini dell’applicazione del premio INAIL. • Campionamento della frazione respirabile delle polveri e analisi della silice libera cristallina per la valutazione del “Rischio silicosi” ai fini dell’applicazione dell’accordo europeo NePSi: “Accordo sulla protezione della salute dei lavoratori attraverso la corretta manipolazione ed utilizzo della silice cristallina e dei prodotti che la contengono”. • Valutazione agenti fisici (vedi scheda specifica). AMBIENTE ED ECOLOGIA Inquinamento atmosferico • Campionamento ed analisi di inquinanti nelle emissioni in atmosfera ai sensi del D.Lgs. 152/06. Inquinamento idrico • Campionamento di acque reflue. • Analisi chimiche e microbiologiche su campioni di acque reflue per la valutazione della conformità degli scarichi al D.Lgs 152/06, parte III all. 5. Rifiuti • Analisi di caratterizzazione dei rifiuti ai sensi della Decisione della Commissione 2000/532/CE della Parte Quarta, Titolo I del D.Lgs 152/06, del D.M. 5 febbraio 98 (attività di riutilizzo) e D.M. 3 Agosto 2005 (ammissibilità dei rifiuti in discarica). Rischio amianto • Valutazione del degrado superficiale delle coperture e manufatti in fibrocemento contenenti amianto (Norma UNI 10608:1997; D.D.G Regione Lombardia 18/11/08 n° 13237). • Valutazione rischio amianto in accordo al D.M. 06-09-94 e s.m.i. • Monitoraggi ambientali per il dosaggio e la valutazione delle fibre libere aerodisperse. Siti contaminati • Campionamenti di terreni e suoli. • Analisi chimico-fisiche di caratterizzazione del suolo e sottosuolo secondo D.Lgs 152/06, parte IV. RUMORE, VIBRAZIONI, CAMPI ELETTROMAGNETICI Valutazione dell’esposizione quotidiana personale dei lavoratori a rumore (D. Lgs. 81/2008). Misurazioni strumentali per l’accertamento dell’inquinamento acustico verso gli ambienti abitativi e l’ambiente esterno (D.P.C.M 1/3/91). Misurazioni strumentali per vibrazioni mano-braccio e vibrazioni corpo intero (D. Lgs. 81/2008). Misurazioni strumentali per esposizione a campi elettromagnetici (D. Lgs. 81/2008). S.A.&S. - Servizi Ambiente e Sicurezza S.r.l. Sede sociale: Via Brera 1 – 20010 Inveruno (MI) Amministrazione: Tel 335 7890260 – Tecnico 338 3729591 – e-mail: [email protected] C.F. e P.I. 06681960966 – REA n. 1908008 econo mi ico om on nomico eco ec o c G. Cavalieri economico “Miglioramento dei Comportamenti Organizzativi in fonderia” Le organizzazioni di tutto il mondo, indipendentemente dal settore di appartenenza, hanno ormai evidenziato come per avere successo sia sempre più indispensabile collegare persone e strategie di business. In che modo? Lavorando sempre meglio sui criteri di prestazione, offrendo ai manager ed ai capi una formazione, ma soprattutto una sensibilizzazione adeguata sull’importanza di comportamenti organizzativi coerenti con le strategie dell’azienda. metodo di approccio adottato che, di seguito, la dottoressa Gina Cavalieri ha così sintetizzato: Chiave del successo nei prossimi anni sarà la capacità di utilizzare un approccio organico per gestire ed indirizzare le proprie risorse umane verso comportamenti funzionali ai risultati attesi. Migliorare la comunicazione e far conoscere alle persone come il loro sforzo contribuisca al successo della strategia aziendale, fornendo un feedback regolare ed accurato sulla loro performance, diviene allora un fattore cruciale di ottimizzazione delle risorse. L’obiettivo è innanzitutto quello di fornire ai “capi” di vario livello strumenti e metodologie per condurre con migliore efficacia e minori rischi le attività lavorative dei propri collaboratori e per gestire le relazioni con i colleghi pari grado, nonché eventualmente con i clienti esterni. Il lavoro formativo sarà ritagliato sulle reali necessità della singola azienda sia in termini quantitativi che qualitativi. Da questo punto di vista il nostro questo progetto si differenzia dalla normale attività puramente formativa in quanto le singole attività d’aula saranno il risultato di una progettazione “ad hoc”, creata all’interno dell’azienda e con risorse aziendali. La nostra proposta è comple- Sulla base di queste considerazioni, ed in coerenza con l’attenzione che Assofond rivolge alle tematiche relative alla sicurezza sul lavoro, ci siamo rivolti ad una professionista che ha maturato esperienze anche nel settore delle fonderie, per descriverci il Industria Fusoria 2/2012 ll progetto “Miglioramento dei Comportamenti Organizzativi in fonderia” è finalizzato alla valorizzazione ed al potenziamento delle performances del singolo individuo in un’ottica di miglioramento delle dinamiche relazionali, di comunicazione efficace e di minimizzazione dei rischi. 46 tamente modulare e, in base alle richieste delle singole aziende, ogni modulo può essere eventualmente combinato con altri a seconda dei risultati che le singole aziende sono interessate ad ottenere. Questo permette di realizzare percorsi ad hoc tarati sulle specifiche esigenze. La metodologia utilizzata è estremamente operativa e concreta, sempre ritagliata sullo specifico contesto aziendale e la finalità è di portare sempre a risultati concreti e misurabili. Le basi teoriche sono basate su diversi approcci, tra cui la teoria della comunicazione relazionale e sistemica, la Qualità Totale, la BBS, in una costante attenzione alle dimensioni organizzativa e relazionale. Il centro dell’attenzione è sempre l’integrazione tra obiettivi/risorse personali, obiettivi/risorse aziendali e bisogni dei clienti. Modulo per i responsabili di funzione Da svolgere per primo, ha due livelli di obiettivi: il primo di tipo analitico da parte della economico consulenza, ed il secondo meramente formativo. Negli incontri si valuterà lo “stato dell'arte” dell'azienda relativamente ai temi cosiddetti “soft” (comunicazione interna, lavoro di squadra, gestione delle risorse umane...) e verranno contestualmente forniti contenuti formativi relativamente a: • concetto di qualità allargato: • il ruolo di capo: responsabilità e competenze; • cliente/fornitore interno; • lavoro di gruppo e gruppo di lavoro. Al termine del modulo, in collaborazione con i partecipanti verrà preparata una ipotesi di prosecuzione del lavoro, da sottoporre alla Direzione Generale. Modulo per capi di fonderia (capi reparto e capi turno) Ha come obiettivo principale quello di sensibilizzare i capi all'importanza degli aspetti “non tecnici” nel loro ruolo, ovvero le cosiddette “competenze comportamentali”, quelle che servono per motivare i propri collaboratori ,creare un buon clima lavorativo e ridurre i comportamenti a rischio. I contenuti, pur ovviamente progettati nel dettaglio con l'azienda, in linea generale verteranno su: • essere capo, essere leader; • la comunicazione; • la motivazione della squadra; • trasmettere con energia e chiarezza mete, contenuti, e modalità di lavoro; • ascoltare e riconoscere le attese ed i bisogni dei propri collaboratori; • la sicurezza in azienda dal punto di vista dei comportamenti; • osservazione e valutazione dei collaboratori. Modulo sulla sicurezza in azienda e sullo stress lavoro correlato • osservare e valutare i propri collaboratori; • le riunioni di reparto. (manager e capi) Prosecuzione formativa capi di fonderia Sensibilizzare i capi all'importanza degli aspetti psicologici ed emotivi nella riduzione degli incidenti sul lavoro. Si partirà quindi dall'analisi di come gli aspetti tangibili ed intangibili agiscano sui comportamenti degli individui. Verranno poi correlati i temi della gestione dei collaboratori, della motivazione, della valutazione con il tasso di incidenza degli infortuni. Si cercherà di concentrarsi più che sugli infortuni, sui comportamenti di sicurezza. Ciò che provoca la maggior parte degli incidenti, infatti sono i comportamenti che li precedono e su di essi bisogna agire: una mano amputata, il ribaltamento di un muletto sono risultati, quello che resta quando i comportamenti che li hanno generati sono finiti. Togliere la protezione della sega circolare, nascondere un near miss, sollevare carichi in eccesso sono, invece, comportamenti. I temi che verranno affrontati sono: • l'iceberg organizzativo; • stress positivo e negativo; • l'indagine sullo stress lavoro correlato; • aumentare la sicurezza tramite la collaborazione; • l'importanza di un buon clima lavorativo; • concetto di motivazione; • concetto di competenza e di comportamento; La dottoressa Gina Cavalieri si occupa di consulenza e formazione nell'ambito della psicologia del lavoro e dei comportamenti organizzativi in molteplici realtà aziendali dal 1980. Negli ultimi anni si è concentrata sugli aspetti comportamentali della prevenzione del rischio infor- 47 Dopo la formazione di base, ed in base agli specifici obiettivi aziendali potranno essere implementati moduli brevi (di una giornata) di supervisione delle attività gestionali dei capi. In particolare verrà dato supporto allo svolgimento di riunioni di reparto. La valutazione delle prestazioni Verrà svolto nelle aziende che desiderano implementare un sistema strutturato di valutazione delle prestazioni. Si tratta di un metodo semplificato di analisi delle competenze, che ha molteplici effetti positivi, sia a livello motivazionale che di sviluppo delle competenze del personale e potrà essere gestito da personale dell'azienda. Gruppi di miglioramento interfunzionali Una possibile prosecuzione della formazione è lo svolgimento di gruppi di miglioramento interfunzionali (composti da rappresentanti di diverse funzioni) su tematiche specifiche (anche tecniche) supervisionati dalla consulenza. tunistico e sulla importanza della formazione e del coinvolgimento di tutti i soggetti coinvolti, ed in particolare dei capi intermedi. Gina Cavalieri [email protected] Mobile 3487480551 Industria Fusoria 2/2012 Laviosa La aviosa v vi F FoundryLAB oundrry yL yLAB Ser Service errv vice Nuovo servizio di consulenza e analisi terre di formatura - Costante assistenza del nostro personale specializzato grammato della a terra d - Monitoraggio metodico e programmato di formatura - Minori problematiche legate alla gestione dell’impianto terre - Riduzione scarti per difetti legati alla terra di formatura Risultati e statistiche stic bili subito disponibili on-line (area riservata)a) foundrylab.laviosa.com Laviosa La aviosa v a Chimica Mineraria Minerraria a Spa www.laviosa.com .laviosa.com [email protected] www Via V ia L. da Vinci, Vinci, 21 - 57123 Livorno, Italy Tel. T el. e (+39) (+39 0586.434124 - Fax 434130 Key partner in Design Process Innovation Software, Servizi e Formazione per la Sperimentazione Virtuale nella simulazione dei processi di fonderia SOFTWARE E SERVIZI PER: Simulazioni di Riempimento Solidificazione Tensioni residue Trattamento termico Microstruttura Ottimizzazione Il nuovo standard SEMPLICEMENTE EFFICIENTE E CONVENIENTE! Results courtesy: Honsel, PSA, Componenta Realizzare getti di fonderia in maniera efficiente e conveniente significa comprendere, controllare e migliorare il processo www.enginsoft.it MAGMASOFT® è uno strumento di simulazione di facile utilizzo, orientato allo studio dei processi di fonderia per migliorare la qualità dei getti ed ottimizzare il processo tecnologico. Le caratteristiche del software consentono una facile comprensione e analisi del riempimento dello stampo, della solidificazione del getto, delle proprietà meccaniche del pezzo finale, nonché dello stato tensionale residuo e relativa distorsione. MAGMASOFT fornisce un valido aiuto nella ricerca della soluzione in fase progettuale o di ottimizzazione del processo tramite una interfaccia utente completa e «userfriendly» che guida l’utente nell’impostazione dell’analisi a partire dalla modellazione CAD, attraverso un ricco database, sino all’interpretazione dei risultati. EnginSoft S.p.A. Sezione Fonderia via Giambellino, 7 35129 PADOVA Tel. +39 049 7705311 Fax +39 049 7705333 [email protected] econo mi ico om on nomico eco ec o c economico “GSE. Energie per il sociale” un progetto che coniuga l’innovazione e la solidarietà Creare sinergie per agevolare l’installazione di impianti a fonti rinnovabili di alta qualità e di interventi di efficientamento energetico, di mobilità sostenibile e di illuminazione intelligente presso le Organizzazioni di utilità sociale e le Imprese del settore energetico: è questo l’obiettivo principale del progetto del Gestore dei Servizi Energetici “GSE. Energie per il sociale”. La presentazione del progetto è avvenuta al Palazzo del Quirinale lo scorso 11 aprile, alla presenza del Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, del Ministro dello Sviluppo Economico e delle Infrastrutture e Trasporti Corrado Passera e del Ministro dell’Ambiente e della tutela del Territorio e del Mare Corrado Clini. Il Presidente del GSE Emilio Cremona, in occasione dell’evento, ha dichiarato: “la condivisione genera energia è la promessa del progetto “GSE. Energie per il sociale”: energia intesa come fiducia nel futuro, impegno nell’innovazione, solidarietà, risparmio, opportunità di crescita professionale e delle conoscenze. Soprattutto, possibilità di reinserimento sociale per ragazze e ragazzi in difficoltà.” “Questo importante progetto di solidarietà, animato dalla concezione più nobile di responsabilità sociale d’impresa, oltre a rendere indipendente dal punto di vista energetico realtà operanti nel so- Industria Fusoria 2/2012 ciale, con un significativo risparmio grazie ad interventi a fonti rinnovabili di qualità e di alto valore architettonico, prevede corsi di formazione e di educazione allo sviluppo sostenibile da rivolgere ai ragazzi ospiti delle realtà di utilità sociale.” ha spiegato Nando Pasquali, l’Amministratore Delegato del GSE. Il ruolo del GSE è stato quello di aggregatore, e dall’impegno condiviso tra Istituzioni, mondo delle Imprese e delle Organizzazioni di utilità sociale, è nato un modello nuovo di responsabilità sociale d’impresa consapevole e partecipata, capace anche di creare valore. Le Aziende che si sono rese disponibili a supportare il proget- 50 to operano tutte nel campo energetico e sono leader in vari settori, dalla costruzione dei diversi componenti che costituiscono gli impianti a fonti rinnovabili alla mobilità elettrica. L’Istituto Penale per Minorenni di Nisida, la Comunità di San Patrignano di Coriano, l’Associazione Gruppo di Betania Onlus di Milano, l’Associazione Libera - Gruppo Abele Fabbrica delle “e” di Torino, l’Istituto Giannina Gaslini di Genova, la Fondazione Whitaker di Mozia le prime organizzazioni destinatarie degli interventi, realizzati grazie al determinante contributo di Enel, Enel Green Power, Ecofor, E.On, Kinexia, F2I, Cogip Power e alle Aziende aderenti al progetto Corrente. economico Con questa iniziativa, che contribuirà in modo concreto e prezioso a rendere indipendente dal punto di vista energetico le sedi delle Organizzazioni di utilità sociale, con un significativo risparmio in bolletta, sono state messe in campo le migliori energie anche in termini di formazione ed educazione allo sviluppo sostenibile che verranno proposte ai ragazzi delle Comunità al fine di accompagnarli nella ricostruzione di un futuro migliore. Da questo sforzo condiviso è nato un modello nuovo di responsabilità sociale d’impresa consapevole e partecipata, capace di creare valore e stimolare le imprese operanti nel settore dell’energia attraverso investimenti etici e solidali, e, come ha dichiarato il Capo dello Stato Giorgio Napolitano in occasione della presentazione ufficiale in Quirinale: “GSE. Energie per il sociale” incrocia due tematiche sostanziali che sono le due direttrici fondamentali dell’azione pubblica e sociale del nostro Paese: Innovazione e solidarietà.” Il dato importante che emerge da questi primi interventi sulle sedi delle organizzazioni di utilità sociale coinvolte è che produrranno circa 500.000 kWh all’anno di energia da fonti rinnovabili con una corrispondente riduzione di emissioni di CO2 pari a 250 tonnellate. Gli interventi oggetto dell’iniziativa sociale del GSE sono: per l’Istituto penale per Minorenni Nsida: • realizzazione di pergolato fotovoltaico; • installazione di un impianto fotovoltaico sulla copertura dell’edificio mensa e di uno solare termico sopra l’edificio dormitori adibito alla produzione di acqua calda sanitaria; per la Comunità di San Patrignano: • realizzazione dei tettoia fotovoltaica presso la Chiocciola SanPa Junior; • realizzazione di pergolato fotovoltaico; • creazione di tettoia fotovoltaica a copertura di parte dei posti auto del parcheggio; • sostituzione di 150 dei 200 lampioni attualmente presenti con apparecchi di ultima generazione provvisti di sorgente luminosa a Led; • dotazione di veicoli elettrici utilizzabili per gli spostamenti degli addetti; per l’Associazione Gruppo di Betonia Onlus: • attivazione di un impianto fotovoltico e di un impianto solare termico per la produzione di acqua calda sanitaria; per Libera-GruppoAbele Fabbrica delle “e”: • inserimento di una lunga fascia di brise-soleil fotovoltaici sulla facciata della struttura, le cui murature sono attualmente prive di coibentazioni; • installazione di moduli fotovoltaici sul padiglione interno; • realizzazione di moduli foto- Dal 25 al 27 aprile 2012 si è svolto a Monterey in Messico, il 70esimo World Foundry Congress, che accoglie le ultime novità del settore a livello internazionale e che è luogo privilegiato di svolgimento di una serie di lezioni sui processi di fonderia considerati elementi chiave per aumentare la produttività nel mondo degli affari e competere con le grandi industrie in tutto il mondo transnazionali. Vincitori del premio per il miglior paper il Professor G. Meneghetti dell’Università degli Stu- voltaici nell'officina di falegnameria; per l’Istituto Giannina Gaslini di Genova: • installazione di un brise-soleil fotovoltaico per il padiglione d’ingresso; • realizzazione di impianto fotovoltaico sulla copertura dell’edificio principale; • pensiline ombreggianti nelle aree di gioco; • fontana dotata di giochi fotovoltaici; per la Fondazione Whitaker realizzazione di: • coperture fotovolotaiche; • tettoie leggere ricoperte con moduli fotovoltaici per le aree archeologiche; • elementi di arredo urbano da fonti rinnovabili per l'ombreggiamento di aree sosta; • mini e micro impianti eolici fotovoltaici per contribuire alla produzione di energia e allo stesso tempo all'illuminazione. Con l’obiettivo di creare un vero e proprio circolo virtuoso che avvicini il mondo delle energie rinnovabili a quello del sociale, il Progetto ha in animo di trovare applicazione anche in altre realtà e contribuire così al sostegno dai costi gestionali delle strutture dedicate all’assistenza e al recupero delle presone e fornisce spunti ed idee su come impiegare le tecnologie delle fonti energetiche rinnovabili su unità abitative e commerciali ai fini del risparmio energetico. di di Padova, Dipartimento di Ingegneria Industriale in unione con l’Ingegner S. Masaggia dipartimento R&D presso le Zanardi Fonderie Spa, con il paper dal titolo: “Estimation of the fatigue limit of components made of Austempered Ductile Iron weakened by V-shaped notches”. Agli autori l’Associazione esprime le più sincere congratulazioni, riservandosi di pubblicare sui prossimi numeri della rivista la memoria presentata. 51 Industria Fusoria 2/2012 econo mi ico om on nomico eco ec o c economico Assemblea Generale Ordinaria delle Fonderie Associate PROGRAMMA PARTE PRIVATA - ORE 9.00 • Registrazione dei partecipanti • Discussione dell’ordine del giorno dell’Assemblea di Assofond L’annuale Assemblea delle Fonderie associate si terrà quest’anno il 27 maggio e avrà come sede il “Parco scientifico tecnologico” Kilometro Rosso di Bergamo accreditato come una delle prime dieci iniziative d’eccellenza per l’Innovazione in Italia. L’iniziativa Kilometro Rosso è in linea con le esperienze delle aree più evolute dell’Europa occidentale, nella convinzione che solo attraverso una più stretta collaborazione pubblico e privato, il territorio, i cittadini e più in generale tutta la comunità, possono trarne importanti benefici innalzando il livello di competitività dei territori e del Paese. Il programma della giornata, di cui riportiamo una bozza di seguito, avrà inizio con lo svolgimento dell’Assemblea privata e prevede nella mattinata il proseguimento con l’Assemblea pubblica e per l’intera giornata la presenza di fornitori del nostro settore con desk espositivi. Il pomeriggio sarà interamente dedicato alle visite guidate ai laboratori presenti al Kilometro Rosso e alle Fonderie Brembo di Mapello (Ghisa e Alluminio). Industria Fusoria 2/2012 PARTE PUBBLICA - ORE 11.00 • Introduzione ai lavori del Presidente Assofond Tavola rotonda “Alleggeriamo il futuro” Coordinatore: Franco Zanardi Contributi: • Panorama dell’evoluzione del settore automotive (Frank Cazenave Bosch) Testimonianze aziendali, quali: • “Le fusioni nel processo produttivo del telaio Ferrari 458Italia” (Gabriele Gentile, OMR Officine Meccaniche Rezzatesi Srl). • “Anime ceramiche nella pressocolata dell’alluminio” (Andrea Donato- Newcast BDC). • “Sostituzione di una struttura saldata con una fusione in Ghisa Austemperata (ADI)” (Lippi Fabrizio - Industrie Cometto S.p.A.). • “Progettazione a fatica e meccanica della frattura” (Giovanni Meneghetti, Dipartimento di ingegneria meccanica dell’Università di Padova). • “Stato dell’arte” nella collaborazione tra le imprese di fonderia e le università (Manuela Pizzagalli - Fondazione Politecnico di Milano, Giovanni Caironi - F.I.A.S. S.r.l. ) “Energia: una … scossa continua” Andamento del mercato elettrico e del gas con previsioni e “indici Assofond” a cura di Franco Vicentini, Vice Presidente Assofond e Presidente Consorzio Assofond Energia. Ore 13.30 Buffet presso l’area espositiva POMERIGGIO interamente dedicato alle visite guidate a: Laboratori presenti al “Kilometro Rosso”: • Laboratori Meccatronica Università di Bergamo • Brembo: Laboratori “testing” e banchi prove Fonderie BREMBO a Mapello Transfert a gruppi per visita (una sola scelta tra le due): • Fonderia di Ghisa + Lavorazione dischi • Fonderia di Alluminio Ore 18.00 “happy hour” con ricco buffet presso l’area espositiva. 54 economico Assemblea pubblica “Alleggeriamo il futuro” Una sfida e quindi una fondamentale opportunità per la tecnologia di fonderia, la più capace di produrre forme complesse, il più possibile vicine alla forma ed alle desiderate integrazioni funzionali. In tal modo, la fonderia VUOLE molto efficacemente contribuire al progresso tecnologico, al risparmio energetico, alla salvaguardia dell’ambiente. L’appuntamento ha l’obiettivo di presentare il sistema italiano delle fonderie come un fondamentale strumento di innovazione al servizio della meccanica europea e, allo stesso tempo, indicare alle fonderie associate, la via maestra della competitività nel continente europeo. L’eccellenza richiesta alle nostre imprese sarà, in questa occasione, declinata nelle dimensioni (materiali, tecnologie, criteri di progettazione e validazione dei getti), finalizzate alla riduzione dei pesi delle masse in movimento ed alla contestuale riduzione dei costi associata all’uti- lizzo dei getti fonderia, in sostituzione di altre tecnologie di ottenimento della forma. Questi interessanti argomenti, e queste sfide, si rivolgono sicuramente alle fonderie, ma uno dei principali obbiettivi è quello di presentarli a quel mondo al quale stanno a cuore quanto a noi: i nostri COMMITTENTI! Un mondo al quale vogliamo mostrare ancora una volta che il nostro settore industriale raccoglie anche questa sfida, pronto a confrontarsi anche con molti concorrenti internazionali. ASSOFOND RINGRAZIA 55 Industria Fusoria 2/2012 Rubrica legale C. Bellocchio Assofond propone, dal N. 1 2012 di Industria Fusoria, una sezione espressamente dedicata alla segnalazione del percorso dei seminari legali iniziato con successo lo scorso anno al fine di fornire agli associati un’overview di quanto trattato, nonché un approfondimento dei temi discussi nell’ultimo apputamento. La rubrica è rivolta altresì all’analisi e pareristica, in merito agli argomenti che gli associati ci vorranno indicare, che troveranno il loro approfondimento nel corso delle pubblicazioni. SEMINARI LEGALI mêáãç=^ééìåí~ãÉåíç=J==MQ=ã~ÖÖáç=OMNN ✓ le insidie che si nascondono dietro la redazione del contratto e la sua conclusione; ✓ l’approccio alla contrattazione con una panoramica sugli ostacoli che possono sopraggiungere durante la fase di accordo delle parti e l’eventuale accettazione di un documento. pÉÅçåÇç=^ééìåí~ãÉåíç=J=MS=äìÖäáç=OMNN ✓ le fattispecie dell’appalto e del subappalto, i loro aspetti caratteristici e soprattutto i differenti modi con cui un accordo viene legalmente trattato a seconda ove ricada; ✓ l’esazione del credito: nell’appalto e nella subfornitura - Legge 192/98; ✓ il recesso ingiustificato da parte del committente nell’appalto e nella subfornitura. ✓ la gestione dei modelli ed il loro smaltimento. qÉêòç=^ééìåí~ãÉåíç=J=MV=åçîÉãÄêÉ=OMNN ✓ la definizione di contratto internazionale: brevi cenni per capire quali sono gli elementi che determinano la presenza di un contratto internazionale, le cui implicazioni sul rapporto tra le parti possono essere ben diverse rispetto ad un contratto interno; ✓ le clausole tipiche di un contratto internazionale: un’analisi di come dovrebbe essere strutturato un contratto internazionale, con particolare riferimento al contratto di subfornitura; ✓ le problematiche connesse all’esecuzione di un contratto internazionale: come determinare la legge applicabile e il foro competente in assenza un accordo tra le parti; quali possono essere le responsabilità del fornitore; come recuperare i propri crediti all’estero; ✓ il trasferimento di know how e protezione di quest’ultimo: le clausole più frequenti nella redazione di NDA e la possibilità di proteggere il proprio know how secondo il regime delle “informazioni segrete”. nì~êíç=~ééìåí~ãÉåíç=J=NQ=ã~êòç=OMNO ✓ la responsabilità da prodotto; ✓ le clausole di esonero dalla responsabilità; ✓ le varie fasi della responsabilità; ✓ la tutela del consumatore; ✓ casi classici di responsabilità da prodotto; ✓ l’ambito di tutela assicurativa. Tutte le presentazioni sono disponibili sul sito dell’Associazione nella sezione dedicata NETFOND accessibile tramite password al seguente percorso: /netfond/Economico/Condizioni di vendita. Vi ricordiamo che l’Associazione, anche tramite il servizio legale, è disponibile a fornire pareri ed approfondimenti. Vi preghiamo così di non esitare a contattare Assofond: Carla Bellocchio, via e-mail a [email protected], via telefax 02 48401282 o telefonicamente 02 48400967 anche in caso vogliate sottoporre all’associazione eventuali idee e/o argomenti che volete vedere trattati nel corso dei seminari. Industria Fusoria 2/2012 58 320 tons/h 1100x1000x200/250mm, 240mph Savelli è il giusto partner nella tua fonderia per tutto ciò che gravita intorno alla “terra a verde” ed alla formatura per fusioni di acciaio, ghisa, alluminio e bronzo. 1400x800x200/350mm, 100mph 3000x1800x500/500mm, 10mph SAVELLI S.p.A Via GB Cacciamali 4, 25125 Brescia - ITALIA Tel. (+39) 030 3533345 - Fax (+39) 030 3534113 www.savelli.it - [email protected] al e r u bri g c le ale r ub r leg ic a a C. Bellocchio M. Favini IV Seminario legale: La responsabilità da prodotto Il 14 marzo 2012 coordinato da Fabio Zanardi e Roberto Ariotti, si è svolto il IV seminario legale che ha avuto quale oggetto la responsabilità da prodotto. Come noto, il convegno si inserisce nel più vasto programma di incontri denominato: “la firmetta sul contratto con il cliente” nati dall’esigenza sia di fare chiarezza circa le insidie che si nascondono dietro la conclusione di un contratto con il proprio cliente, sia per sensibilizzare gli associati alla gestione ottimale dei rapporti commerciali. Il panel della giornata si è presentato molto ricco con argomenti quali: - la responsabilità da prodotto; - le clausole di esonero dalla responsabilità; - le varie fasi della responsabilità; - la tutela del consumatore; - i casi classici di responsabilità da prodotto; - l’ambito di tutela assicurativa; - presentazione di un modello/bozza di Accordo di Riservatezza. Onere della prova Prescrizione Criterio di imputazione della responsabilità Danni: a) morali b) imprevedibili Costituzione in mora Rubrica Legale Ai relatori: Avv. Marianna Brugnoli, Avv. Alberto Gigolo e Avv. Roberto Santoro, legali dell’Associazione, è stato lasciato l’arduo compito di dipanare la matassa intricata dei sopra citati argomenti passando per quello che era l’obiettivo della giornata ovvero quello di qualificare il tipo di responsabilità derivante dal lavoro del fonditore nell’ambio delle seguenti caratterizzazioni: • responsabilità oggettiva (ex d.Lgs 206/2005 Codice del Consumo) configura una situazione in cui il soggetto può essere responsabile di un illecito, anche se questo non deriva direttamente da un suo comportamento e non è riconducibile a dolo o colpa del soggetto stesso; • responsabilità contrattuale (ex art 1218 C.c.) è la responsabilità derivante dall’inadempimento, dall’inesatto adempimento e dall’adempimento tardivo di una preesistente obbligazione quale che ne sia la fonte (ad esclusione • responsabilità extracontrattuale è prevista nell’ordinamento giuridico italiano dall’art. 2043 c.c. (Risarcimento per fatto illecito. Qualunque fatto doloso o colposo che cagiona ad altri un danno ingiusto, obbliga colui che ha commesso il fatto a risarcire il danno). Il danno è risarcibile, in linea di principio, soltanto se provocato con colpa: significa che l’evento, che non è stato intenzionalmente determinato, si è verificato a causa di negligenza, imprudenza, imperizia oppure senza l’osservanza di norme. A seconda dell’ambito ove ricada la responsabilità vi sono delle sostanziali differenze di obblighi normativi (tab.1): EXTRA CONTRATTUALE A carico danneggiato (2043 C.C.) A carico danneggiante (2047-2054 C.C.) 5 anni (2947 (C.C.) Capacità di intendere e di volere (2046 C.C.) CONTRATTUALE A carico debitore (1218 C.C.) Si (2059 C.C.) Si (2056 C.C.) No No No (salvo il caso di dolo 1225 CC) Si (1219 C.C.) Tab. 1 Industria Fusoria 2/2012 del fatto illecito) e si distingue dalla responsabilità extracontrattuale che deriva dalla violazione del generico obbligo di non ledere alcuno senza che prima della violazione sia possibile l’individuazione di una obbligazione. 60 10 anni (2946 C.C.) Capacità di agire (1425 C.C.) rubrica legale WORKSHOP DI APPROFONDIMENTO 2011 2012 2013 Tempo 04/05/2011 WORKSHOP GENERALE MAGGIO 2012 CONTRATTI AUTOMOTIVE 09/11/2011 CONTRATTI INTERNAZIONALI PROPRIETA’ INTELLETTUALE 06/07/2011 WORKSHOP APPALTO/SUBAPPALTO SMALTIMENTO MODELLI 14/03/2012 RESPONSABILITA’ DA PRODOTTO FORMAZIONE/ INFORMAZIONE/SENSIBILIZZAZIONE La responsabilità contrattuale non ricorre solo quando tra danneggiato e danneggiante sia stato stipulato un contratto, bensì ogni qual volta un soggetto si renda inadempiente rispetto a un qualsiasi rapporto obbligatorio preesistente, sorto sulla base di una delle fonti individuate dall’articolo 1173 c.c, ossia: è la responsabilità derivante dall’inadempimento, dall’inesatto adempimento e dall’adempimento tardivo di una preesistente obbligazione quale che ne sia la fonte (contratto cliente/fonderia). La responsabilità extracontrattuale, ai sensi dell’art. 2043 c.c., è originata da qualunque fatto colposo o doloso che cagioni ad altri un danno ingiusto, senza che prima della violazione sia possibile l’individuazione di una obbligazione. Gli elementi fondamentali della responsabilità extracontrattuale, così come individuati dal richiamato art. 2043 c.c., sono, dunque, il fatto illecito, il danno ingiusto, il nesso di causalità giuridica e materiale tra il fatto illecito, l’evento lesivo ed il danno ingiusto, la colpevolezza dell’agente e l’imputabilità del fatto lesivo. Il termine contrattuale è quindi improprio non facendo riferimento solo ad un contratto ma alle altre fonti di obbligazione diverse dal fatto illecito. La principale differenza tra le due fattispecie è quindi che, mentre la responsabilità contrattuale presuppone un preesistente vincolo obbligatorio inadempiuto tra le parti, la responsabilità extracontrattuale nasce ex novo per effetto del fatto illecito produttivo del danno ingiusto. La responsabilità oggettiva è una figura che implica l’esistenza del solo nesso causale. In definitiva la responsabilità oggettiva è una responsabilità senza colpa, ci si trova innanzi ad una platea indefinita di controparti e tale responsabilità non è derogabile dalla “firmetta” sul contratto. La responsabilità per il danno da prodotto verso il consumatore così come da codice del consumo si qualifica come oggettiva e non è eliminabile. Da qui si evince l’importanza di una copertura assicurativa. Oltre alla responsabilità per i vizi da prodotto, vi è altresì quella per i vizi del prodotto che ricorre non solamente per quel difetto che lo rende del tutto inutilizzabile da parte del compratore, ma anche per i difetti di qualità o di costruzione che rendono il prodotto parzialmente inutilizzabile o non conforme alla presentazione fatta dal venditore prima o durante la vendita o ancora danno ad un prodotto qualità o 61 prestazioni inferiori rispetto alla qualità e alle prestazioni abituali di un bene dello stesso tipo. A seconda che si ricada nelle diverse fattispecie della vendita, dell’appalto o della subfornitura la responsabilità per i vizi del prodotto si configura diversamente: 1) vendita: il venditore è tenuto a garantire che la cosa venduta sia immune da vizi che la rendano inidonea all’uso a cui è destinata o ne diminuiscano in modo apprezzabile il valore. Il patto con cui si esclude o si limita la garanzia non ha effetto, se il venditore ha in mala fede taciuto al compratore i vizi della cosa (art.1495 C.c.); 2) appalto: il compratore decade dal diritto alla garanzia, se non denunzia i vizi al venditore entro otto giorni dalla scoperta, salvo il diverso termine stabilito dalle parti o dalla legge. La denunzia non è necessaria se il venditore ha riconosciuto l’esistenza del vizio o l’ha occultato (art. 1668 C.c.); 3) subfornitura: il subfornitore ha la responsabilità del funzionamento e della qualità della parte o dell’assemblaggio da lui prodotti o del servizio fornito secondo le prescrizioni contrattuali e a regola d’arte. Il subfornitore non può essere ritenuto responsabile per difetti di materiali o attrezzi fornitigli dal committente per l’esecuzione del contratto, purché li abbia tempestivamente segnalati al committente. Ogni pattuizione contraria ai commi 1 e 2 è da ritenersi nulla (art.5 L. 192/98). Dopo aver affrontato il tema della responsabilità da prodotto e del prodotto gli altri importanti obiettivi sono stati quelli di identificare: • le differenze in tema di prescrizione e decadenza; • il regime delle responsabilità nella giurisdizione estera; • come scegliere la giusta polizza assicurativa. Industria Fusoria 2/2012 rubrica legale In tema di prescrizione e decadenza bisogna ricordare la differenza che esiste tra i due istituti (tab. 2). Anche in questo caso prescrizione e decadenza dipendono da quale è il contratto sottostante: 1) vendita: l’azione si prescrive, in ogni caso, in un anno dalla consegna, ma il compratore, che sia convenuto per l’esecuzione del contratto, può sempre far valere la garanzia, purchè il vizio della cosa sia stato denunziato entro otto giorni dalla scoperta e prima del decorso dell’anno dalla consegna (art.1495 C.c.); 2) appalto: l’azione contro l’appaltatore si prescrive in due anni dal giorno della consegna dell’opera. Il committente convenuto per il pagamento può sempre far valere la garanzia purchè le difformità o i vizi siano stati denunziati entro 60 giorni dalla scoperta e prima che siano decorsi i due anni dalla consegna (art. 1668 C.c.); 3) subfornitura: eventuali contestazioni in merito all’esecuzione della subfornitura debbono essere sollevate dal committente entro i termini stabiliti nel contratto che non potranno derogare ai più generali termini di legge (art.5 L. 192/98). I relatori hanno sottolineato come sia fondamentale la regolamentazione della comunicazione all’esterno dell’azienda allorchè vi siano delle contestazioni di difettosità del prodotto al fine di non incorrere in spiacevoli conse- guenze che potrebbero verificarsi anche nella perfetta buona fede. La giornata è proseguita con l’approfondimento della definizione di produttore, di prodotto e di prodotto difettoso e le conseguenti responsabilità. La definizione di produttore viene data all’articolo 103 del Codice del Consumo che lo identifica come: “il fabbricante del prodotto stabilito nella Comunità e qualsiasi altra persona che si qualifichi come fabbricante apponendo sul prodotto il proprio nome, il proprio marchio o altro un altro segno distintivo (omissis). L’articolo 115 fornisce la definizione di prodotto “come ogni bene mobile, anche se incorporato in altro bene mobile o immobile e al comma secondo indica prodotto anche l’elettricità” Mentre la nozione di prodotto difettoso per l’articolo 114 del Codice del Consumo è: “…un prodotto è difettoso se non offre la sicurezza offerta normalmente dagli altri esemplari della medesima serie”, stabilendo che il produttore è responsabile del danno cagionato da difetti del suo prodotto. Il regime della responsabilità civile per danni da prodotti difettosi espone i produttori a gravi rischi derivanti dagli obblighi risarcitori nei confronti dei danneggiati. Il produttore può difendersi dal rischio e quindi ridurlo con misure preventive quali: • analizzare tutte le possibili cause che possono rendere il prodotto difettoso; • analizzare la ricerca del prodotto per il tipo di consumatore a cui è destinato; • valutare se possibile una campagna di richiamo; • operare con un Sistema Qualità totale. Ma in caso di contenzioso il produttore può proteggersi avvalendosi di alcune argomentazioni quali: • il prodotto (od il componente) non è stato da lui prodotto; • data in cui è stato messo in circolazione il prodotto è posteriore al danno; • la mancata messa in circolazione del prodotto; • la bontà del prodotto (assenza di difetti); • la presenza di difetti conosciuta ed accettata dall’utente. Ma vi possono anche essere delle cause che escludono la responsabilità (sempre ex Codice Consumo): 1) se il produttore non ha messo il prodotto in circolazione; 2) se il difetto che ha cagionato il danno non esisteva quando il produttore ha messo il prodotto in circolazione. Si considera “messa in circolazione del prodotto” ai sensi dell’articolo 119 del codice del consumo quando Il prodotto è messo in circolazione quando sia consegnato all’acquirente, all’utilizzatore, o a un ausiliario di questi, anche in visione o in prova oppure, la messa in circolazione avviene anche mediante la consegna al vettore o allo spedizioniere per l’invio all’acquirente o all’utilizzatore; 3) se il produttore non ha fabbricato il prodotto per la vendita o per qualsiasi altra forma di distribuzione a titolo oneroso, né lo ha fabbricato o Prescrizione Decadenza Nozione La prescrizione è un mezzo con cui l'ordinamento giuridico opera l'estinzione dei diritti quando il titolare non li esercita entro il termine previsto dalla legge. (art. 2934 cod. civ.) La decadenza consiste nella perdita della possibilità di esercitare un diritto per il mancato esercizio in un termine perentorio. Aspetti dell'istituto È prevista dalla legge solo nell'interesse generale Può essere stabilita anche nell'interesse di uno dei soggetti del rapporto Rilevabilità Non può essere rilevata d'ufficio dal giudice Non può essere rilevata d'ufficio dal giudice Può essere prevista solo dalla legge Può essere stabilita anche convenzionalmente dalle parti Implica la perdita di un diritto acquisito Impedisce l'acquisizione di un nuovo diritto Effetti Tab. 2 Industria Fusoria 2/2012 62 rubrica legale distribuito nell’esercizio della sua attività professionale; 4) se il difetto è dovuto alla conformità del prodotto a una norma giuridica imperativa o a un provvedimento vincolante; 5) se lo stato delle conoscenze scientifiche e tecniche, al momento in cui il produttore ha messo in circolazione il prodotto, non permetteva ancora di considerare il prodotto come difettoso; 6) nel caso del produttore o fornitore di una parte componente o di una materia prima, se il difetto è interamente dovuto alla concezione del prodotto in cui è stata incorporata la parte o materia prima o alla conformità di questa alle istruzioni date dal produttore che l’ha utilizzata. A volte però è difficile individuare il produttore ed allora, proprio al fine di non creare esimenti della responsabilità il Codice del Consumo all’articolo 116 pone in capo al fornitore le medesime responsabilità del produttore: “quando il produttore non sia individuato, è sottoposto alla stessa responsabilità il fornitore che abbia distribuito il prodotto nell’esercizio di un’attività commerciale, se ha omesso di comunicare al danneggiato, entro il termine di tre mesi dalla richiesta, l’identità e il domicilio del produttore o della persona che gli ha fornito il prodotto. La richiesta deve essere fatta per iscritto e deve indicare il prodotto che ha cagionato il danno, il luogo e, con ragionevole approssimazione, la data dell’acquisto; deve inoltre contenere l’offerta in visione del prodotto, se ancora esistente….Le disposizioni del presente articolo si applicano al prodotto importato nella Unione europea, quando non sia individuato l’importatore, anche se sia noto il produttore. In ogni caso sarà il danneggiato a dover provare il difetto, il danno e la connessione causale tra i due, mentre sarà il produttore a dover provare i fatti che escludono la propria responsabilità. Nel caso vi sia una pluralità di responsabili, tutte le persone re- sponsabili del danno sono obbligate in solido al risarcimento e colui che ha risarcito il danno ha regresso contro gli altri nella misura determinata dalle dimensioni del rischio riferibile a ciascuno (art.121 Codice Consumo). Il danno risarcibile (art. 123 Codice Consumo) è: - il danno cagionato dalla morte o da lesioni personali; - la distruzione o il deterioramento di una cosa diversa dal prodotto difettoso, purchè di tipo normalmente destinato all’uso o consumo privato e così principalmente utilizzata dal danneggiato. Da quanto sopra esposto appare di fondamentale importanza la sottoscrizione di un contratto di assicurazione al fine di riuscire ad evitare/limitare i danni. A tal proposito un’azienda nello scegliere la propria assicurazione deve necessariamente valutare i mercati in cui opera, poiché a seconda di questi rischi e garanzie possono differire notevolmente. L’esempio portato inerente ad un mercato particolarmente complesso è quello degli U.S.A. dove ad oggi il consumatore di qualsiasi classe sociale può ottenere una difesa legale di professionisti di alto livello grazie al patto di quota lite, o contingent fee, dal 2006 permesso dall’art. 2, primo comma, lett. a) della legge n. 248/2006, di conversione del c.d. “decreto Bersani”, anche nel nostro Paese ma scarsamente utilizzato. Tale patto è l’accordo tra professionista e cliente in virtù del quale il compenso del primo viene calcolato in percentuale rispetto al risultato ottenuto dal suo assistito. In pratica, accade che i compensi dovuti all’avvocato vengano parametrati al raggiungimento degli obiettivi perseguiti. Nel caso di esito negativo della causa, all’avvocato non dovrà essere corrisposto alcun compenso, No win no fee, mentre per quanto concerne le spese (ad esempio, il contributo unificato per l’iscrizione a ruolo) le parti decideranno a chi porle a carico. A rendere meno agevole la trattazione della responsa- 63 bilità da prodotto è il fatto che non sia soggetta alla Suprema Corte Federale ma alla competenza della Suprema Corte di ogni singolo Stato, quindi vi è la possibilità di diversi orientamenti tra Stati; tutto ciò unito ad una forte coscienza dei diritti del consumatore con risarcimenti assai pesanti e “Punitive Damages” aggiuntivi, che sono un istituto giuridico degli ordinamenti di common law e, in particolare, degli Stati Uniti, in virtù del quale, in caso di responsabilità extracontrattuale, è riconosciuto al danneggiato un risarcimento ulteriore rispetto a quello necessario per compensare il danno subito (i compensatory damages), se prova che il danneggiante ha agito con malice - termine approssimativamente traducibile con dolo - o gross negligence (colpa grave). Il riconoscimento del maggiore risarcimento così come la determinazione della sua entità sono rimessi alla discrezionalità del giudice. Entra a questo punto in gioco l’Assicurazione per responsabilità civile che può essere davvero risolutrice purchè saggiamente stipulata. La garanzia che viene prestata dalle compagnie di assicurazione in questo caso inerisce la responsabilità civile ossia, la garanzia vale quale che sia il titolo di responsabilità invocata dal danneggiato (extracontrattuale, contrattuale o precontrattuale), purché naturalmente l’Assicurato sia il “produttore” del prodotto difettoso e si sia in presenza di danni risarcibili. Rimane però ferma l’esclusione delle responsabilità fondate su (eventuali) specifiche “garanzie di prodotto”, previste dal contratto di vendita e non derivanti direttamente dalla legge. Possono pertanto stipulare la polizza: • produttori di materie prime, di componenti, di prodotti finiti, gli assemblatori di prodotti fabbricati da altri; • gli importatori ed i fornitori, purché sia possibile individuare i beni da essi messi in circolazione; • chi appone sui prodotti il pro- Industria Fusoria 2/2012 rubrica legale prio nome, marchio od un segno distintivo; • l’assicurazione può riguardare qualsiasi prodotto purché si tratti di cose mobili. È molto importante, hanno sottolineato i relatori, affidarsi a compagnie assicuratrici valide che, in accordo con l’imprenditore, possano effettuare un’analisi del rischio seria rispetto ai mercati di destinazione della merce, proponendo in primis un questionario valutativo del rischio molto chiaro. Il questionario va dunque compilato con la migliore diligenza, avendo cura in particolare - di indicare esattamente i prodotti da assicurare, poiché l’articolo 1892 del Codice Civile stabilisce che: “le dichiarazioni inesatte e le reticenze dell’assicurato sono soggette alle sanzioni di cui agli artt. 1892 e seguenti del Codice Civile” ed inoltre, molto importante è ricordare che l’assicurazione vale soltanto per i prodotti indicati in polizza, come dichiarati nella proposta-questionario. Da ultimo è stata posta in evidenza la validità del sistema assicurativo claim made. Con la clausola claims made (letteralmente “a richiesta fatta”), assicuratore e assicurato pervengono ad una definizione convenzionale della nozione di sinistro rilevante ai fini ex Codice Civile (art. 1917, c. 1 c.c. nell’assicurazione della responsabilità civile l’assicuratore e obbligato a tenere indenne l’assicurato di quanto questi, in conseguenza del fatto accaduto durante il tempo dell’assicurazione, deve pagare a un terzo, in dipendenza della responsabilità dedotta nel contratto. Sono esclusi i danni derivanti da fatti dolosi) che è fatta coincidere con la richiesta di risarcimento del danno avanzata dal terzo e non più, dunque, col comportamento del danneggiante-assicurato generativo della responsabilità. L’applicazione di una simile opzione, il rischio assunto dall’assicuratore risulta più circoscritto nel tempo, con conseguente vantaggio sotto il profilo dei costi di polizza. Ma le polizze strutturate sulle claims made nascondono peri- Industria Fusoria 2/2012 colose insidie per l’assicurato, in quanto egli rischia di vedersi recapitare la richiesta di risarcimento in un’epoca in cui non gode più della copertura assicurativa. La garanzia vale per le richieste di risarcimento pervenute all’assicurato durante il periodo di efficacia dell’assicurazione, anche se causati da prodotti fabbricati o posti in circolazione prima del suo inizio poichè l’assicurazione è operante dopo la “consegna a terzi” del prodotto. Sarà necessario curare con particolare attenzione il rapporto assicurativo, garantendone la continuità attraverso regolari rinnovi annuali, accertandosi inoltre che, in sede di rinnovo, non venga fatta avanzare la c.d. “retroactive date”, ossia la data iniziale della copertura assicurativa. In caso di cessazione del rapporto assicurativo, poi, si rende necessaria la stipula di apposite polizza integrative c.d. “tail-coverage”, precipuamente rivolte a coprire i periodi successivi alla fine del rapporto contrattuale. In definitiva le polizze claims made hanno quale punto forte la “retroattività” illimitata che mette al riparo l’Assicurato dalle conseguenze dei difetti dei prodotti venduti prima della stipula della polizza mentre quale punto debole la mancata copertura alla cessazione della polizza. L’Assicurato si troverà scoperto per i risarcimenti che potranno essergli richiesti successivamente. Ultimo ma non meno importante è stata l’indicazione che anche in Europa vi è un registro di controllo sui prodotti messi in commercio che è il RAPEX (EU rapid alert system). RAPEX è il sistema europeo di allerta rapida per i prodotti pericolosi non alimentari (ad eccezione dei prodotti alimentari, dei farmaci e delle apparecchiature elettromedicali) che consente, grazie a un meccanismo di collaborazione fra gli Stati della Comunità Europea, una rapida circolazione delle informazioni riguardanti i prodotti venduti sul mercato europeo che presentano seri rischi per la salute e la sicurezza dei 64 consumatori che fa capo all’autorità di Bruxelles che dirama la segnalazione in tutta Europa. Qualora venga individuato sul mercato nazionale di un Paese comunitario un prodotto non sicuro (ad esempio, un giocattolo o un elettrodomestico) l’autorità nazionale competente adotta innanzitutto le misure opportune per eliminare il rischio per i consumatori ritirando il prodotto dal mercato, richiamandolo se i consumatori ne sono già in possesso o lanciando un avvertimento. In secondo luogo il punto di contatto nazionale, provvede a segnalare il prodotto pericoloso alla Commissione europea (direzione generale Salute e tutela dei consumatori) fornendo informazioni circa i rischi dello stesso. In Italia tale punto di contatto nazionale è stato istituito presso il Ministero dello Sviluppo Economico. La Commissione europea riceve informazioni da tutti i punti di contatto nazionali e si preoccupa di diffondere tali avvertimenti a tutti i Paesi europei. Ogni venerdì della settimana la Commissione pubblica sul proprio sito un riepilogo dei prodotti ritenuti insicuri che le autorità nazionali dei Paesi membri hanno segnalato attraverso il sistema RAPEX ed i provvedimenti adottati in merito dagli Stati membri (ec.europa.eu/consumers/dyna/r apex/rapex_archives_en.cfm). La giornata si è conclusa con la proposta alla platea di un modello di Accordo di Riservatezza che potrà essere utilizzato dai fonditori a contrapposizione di quelli inviati dai clienti che molto spesso sono molto complessi e contengono limitazioni alla divulgazione dei dati molto difficili da ottemperare se non impossibili, sia come contenuto che come durata (es: 20 anni). Tutto il materiale della giornata è scaricabile attraverso il sito dell’Associazione e si trova nella sezione dedicata NETFOND accessibile tramite password al seguente percorso: Maggiori informazioni potranno invece essere richieste a Carla Bellocchio, e-mail: [email protected] PRODOTTI E SERVIZI per acciaierie, fonderie di acciaio e di ghisa, di alluminio e di altri metalli non ferrosi. 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Questo articolo presenta uno studio sulla microstruttura della ghisa grigia vicino all’interfaccia sabbia-metallo in fusioni dalla forma complessa. Il difetto dominante osservato nella testa dei cilindri è la penetrazione per espansione. Sono state osservate anche penetrazione di pre-solidificazione e difetti di frattura della sabbia. La microstruttura trovata nelle aree non penetrate è quella tipica della solidificazione della ghisa grigia in stampi di sabbia. Introduzione La penetrazione del metallo è uno dei fattori più importanti che influenzano la finiture superficiale dei componenti nella fonderia. Questa infatti spesso genera costi sbavatura e, in casi drastici porta allo scarto dell’elemento fuso. I tempi e i costi di sbavatura variano considerevolmente da fonderia a fonde- Industria Fusoria 2/2012 ria, e con la severità dei difetti e dei tipi di getto. La definizione generale di penetrazione del metallo accettata dalla fonderia, come proposta da Draper e GainDhar è la condizione in cui il metallo fuso entra nello spazio tra i pori dello stampo oltre il punto medio della superficie dei grani di sabbia. Durante la solidificazione eutettica ghise solidificanti con una struttura eutettica austenite-grafite espandono significativamente, come dimostrato in altri studi. Il metallo in solidificazione genera una considerevole pressione sulle pareti dello stampo. Se lo stampo è rigido, e se il metallo no può essere spinto indietro nei canali di risalita o in quelli di ingresso, perché questi sono già solidificati, la pressione genera penetrazione del metallo, chiamata penetrazione in espansione, nello stampo. Questo tipo di penetrazione fu identificato inizialmente da Levelink e Julien col nome di penetrazione di trasudazione (Exudation). Questi indicarono che con l’espansione in corso durante la solidificazione eutettica può risultare in una trasudazione dell’eutettico in posti dove un guscio di metallo solidificante non lo ostacola. Questo accade specialmente in hot spot come vertici di sezioni a “L”,”T”e”Y”, dove il 68 metallo è ancora liquido mentre avvengono solidificazioni eutettiche. La penetrazione dipende dalle proprietà metallurgiche dei metalli e leghe solidificanti. La penetrazione di espansione è molto comune quando il carbonio equivalente (CE) è molto alto. Questo è stato riportato da Levelink e Julien ed è stato confermato da lavori precedenti degli autori. Nei lavori sopra menzionati è stata trovata una cella eutettica anormale nelle vicinanze delle aree penetrate due popolazioni di celle eutettiche di dimensioni differenti.All’interno di una vasta popolazione di celle eutettiche una popolazione più piccola è stata identificata, indicando che le differenti popolazioni hanno nucleato in tempi differenti durante la solidificazione. Il meccanismo di nucleazione della doppia popolazione di celle eutettiche non è chiara, ma è caratteristica delle aree penetrate. La teoria della trasudazione o penetrazione in espansione proposta da Levelink e Julien è stata in seguito ulteriormente sviluppata. Diòszegi et al suggerirono una nuova descrizione del meccanismo di penetrazione del metallo considerando la nucleazione e crescita di entrambi i grani primari di austenite e le celle eutettiche. In accordo con questa descrizione tecnico usando sabbia al verde come materiale di formatura, le anime, contenenti sabbie di quarzo sono state legate tramite un binder organico ed un gas di SO2 come catalizzatore. Geometricamente della testa a cilindro è considerabile una parte molto complessa, come mostrato in Fig. 1. I getti sono stati colati da una siviera da 1,5t, dopo una correzione con un inoculante standard contenente Sr. La composizione chimica dell’inoculante è mostrata in tabella 1. La quantità dell’inoculante aggiunta è stata del 0,15% in peso. Fig. 1 - Una testa cilindri sezionata. di sono due diversi meccanismi di penetrazione del metallo in espansione. Il primo tipo avviene prima della transizione da colonnare a equiassiale dei grani primari di austenite, mentre il secondo avviene dopo la stessa transizione. Una transizione è stata rilevata tra i due meccanismi. Tipicamente per il primo tipo di meccanismo di penetrazione si tratta della trasudazione di una fase perfettamente eutettica da un’aria interdendridica alla superficie dello stampo, mentre nel secondo tipo di meccanismo una fase anomala viene spinta dal bordo delle celle eutettiche all’interfaccia dello stampo, simultaneamente con la deformazione della superficie del getto. Queste osservazioni sono state fatte sia da Levelink e Julien che da Diòszegi et al su campioni cilindrici con diverse forme della superficie dello stampo esposta alla penetrazione. Lo scopo di questo articolo è di presentare il lavoro di valutazione della micro-strutture in una testata per cilindri di forma complessa colata in ghisa grigia con riferimento alla penetrazione metallica in espansione e confrontare le osservazioni con quelle fatte da Diçszegi et al sulle interfacce di getti metallici dei modelli sperimentali. Lo studio delle fusioni delle te- Elementi chimici, peso % Ca Al Max 0,1 Max 0,5 Si 73-78 Sr 0,6-1,0 Tab.1 - Composizione chimica dell’inoculante. C 3,30 Si 1,85 Elementi chimici, peso % Mn S P Cr 0,63 0,09 0,03 0,12 Ni 0,04 Mo 0,20 Tab.2 - Composizione chimica della lega. ste per cilindri è stato eseguito come parte di un progetto di ricerca tra l’università di Jonkoping, divisione della tecnologie per componenti e la fonderia Skovde della Volvo Truck Component Corporation. Esame di teste cilindro Le teste cilindro studiate sono state preparate con una linea standard di formatura Il fuso utilizzato, la cui composizione appare in Tab. 2, appartiene alla famiglia delle ghise grigie.Dopo la sabbiatura le teste a cilindro sono state analizzate con un analisi visiva. I campioni per lo studio sono stati tagliati dalle arre dove la penetrazione dei metalli è comparsa. Alcuni di questi campioni sono mostrati in Fig. 2. le aree con compenetrazione sono indicate con cerchi rossi. I campioni sono stati finiti e lucidati in modo da studiare la morfologia della grafite. Dopo Fig. 2 - Campioni osservati mostrando compenetrazione del metallo. 69 Industria Fusoria 2/2012 tecnico di striscie eutettiche con lamelle di grafite orientate principalmente perpendicolarmente alla superficie dello stampo (Fig.4). Fig. 3 - Microstruttura delle aree penetrate. Fig. 4 - Microstruttura del primo tipo di penetrazione per espansione. una prima ispezione i campioni sono stati attaccati con un reagente di acido picrico a 110°C in modo da osservare l’austenite primaria e le celle eutettiche. Discussione La forma estremamente complessa delle teste a cilindro ha mostrato vari tipi di difetti collegati alla compenetrazione. La tecnica di attacco colorante utilizzata permette che i difetti vengano classificati con riferimento ai meccanismi di formazione del difetto stesso. I difetti osservati sono discussi in seguito in ordine cronologico rispetto allo riempimento dello stampo ed alla solidificazione della diverse fasi metallurgiche. Penetrazione in presolidificazione Un gruppo minore di difetti di penetrazione viene identificato come particelle metalliche che sono penetrate tra grani di sabbia (Fig. 3). La microstruttura rivela chiaramente che le particelle solidificarono Industria Fusoria 2/2012 con una struttura primaria di austenite circondata da una fase eutettica austenite-grafite. Questo tipo di penetrazione è classificato come penetrazione di presolidificazione. La presenza di tutte le fasi indica che le gocce di metallo hanno la stessa composizione chimica del fuso originale e che queste sono state forzate tra i grani di sabbia prima che la solidificazione avesse preso parte. Questo tipo di penetrazione si pensa derivi dalla conservazione del momento alla fine dello riempimento dello stampo. Penetrazione per espansione del metallo La maggior parte dei casi di penetrazione osservati era dovuto all’espansione del metallo. La microstruttura delle particelle penetrate tra i granelli di sabbia mostra una caratteristica decisamente eutettica (Fig. 3b). Le superfici del getto penetrate dalla fase eutettica consistono 70 La combinazione di microstrutture nelle aree compenetrate e la superficie del getto è identica a quella osservata Diòszegi et al. Si è capito che la compenetrazione del metallo avviene durante la prima fase di solidificazione del fuso prima della transizione dal colonnare a equiassiale, e prima che la fase eutettica sia sospinta attraverso la rete di austenite primaria dei grani di austenite colonnare della superficie del getto. Dietro alle particelle compenetrate di composizione eutettica è stato trovato un altro tipo di micro struttura in collegamento con la superficie del getto. Questo tipo di microstruttura indica una normale frazione di fase primaria dietro alla superficie del getto (Fig. 5) ed una fase primaria molto meno densa in collegamento con la superficie (Fig. 6). La frazione normale di fase primaria è determinata dalla composizione chimica. Fig. 5 - Microstruttura dell’interfaccia metallo-stampo con una fase di austenite primaria e una fase interdendritica anomala. Fig. 6 - Microstruttura dietro la struttura anormale presentata in fig.8, la frazione di austenite primaria è in buona correlazione alla composizione chimica, e la morfologia della grafite è di tipo A. tecnico Fig. 10 - Campione mostrante effetti di ritiro superficiale. Fig. 7 - Campione mostrante cricche nell’anima. Fratture nelle anime Lo studio della microstruttura del metallo penetrato vicino alle cricche nella sabbia (Fig. 7) mostra due tipi differenti di microstruttura. Il primo tipo di microstruttura viene rilevato quando il metallo riempie una fessura nell’anima, e consiste in Fe solidificato (Fig. 8a). Questo tipo di fessurazione nell’anima avviene probabilmente durante le fasi iniziali dello riempimento dello stampo quando gli shock termici probabilmente contribuiscono alla formazione di cricche nella sabbia. La completa solidificazione in bianco del metallo nella cricca indica una solidificazione molto veloce. Il secondo tipo di microstruttura avviene quando le fratture nelle anime sono collegate con la penetrazione del metallo tra i grani di sabbia, come mostrato in Fig. 8b. Le particelle metalliche tra i grani di sabbia e i ponti che collegano le aree penetrate alla superficie del getto contengono una fase esclusivamente eutettica. Questo indica che il momento della penetrazione è ad un avanzato stadio di solidificazione, quando solo la fase eutettica può esistere. In contrasto al caso in cui gli shock termici portano alla distruzione della superficie dell’anima, nella seconda situazione l’anima è già riscaldata ed è probabile che i bordi di grano siano indeboliti e la formazione delle cricche è causata dalla distorsione dello strato esterno di austenite. Doppia popolazione eutettica Una doppia popolazione di celle eutettiche è stata trovata vicino alle aree penetrate, come mostrato in Fig. 9, ma in alcuni casi è apparsa anche in aree non penetrate. È difficile quindi identificare chiaramente la relazione di questo fenomeno con la penetrazione in queste fusioni. Fig. 8 - Microstruttura delle aree penetrate. Aree non penetrate e ritiro superficiale Superfici convesse delle anime associate con problemi di Fig. 9 - Doppia popolazione della celle eutettiche. 71 Industria Fusoria 2/2012 tecnico Fig. 11(a) - Microstruttura vicina ai difetti da ritiro; (b) microstruttura delle aree non penetrate. penetrazione sono sovente affette da ritiro superficiale. Fig. 10 mostra esempi di ritiro superficiale rilevati nelle teste cilindro. La microstruttura dietro al ritiro superficiale mostrata in Fig. 11a è confrontata con le microstrutture di superfici metalliche concave in cui la penetrazione non era stata rilevata (Fig. 11b). È difficile notare qualsiasi differenza. Entrambe le microstrutture appaiono normali in riferimento a strutture di fusioni simili con composizioni chimiche confrontabili così come le condizioni di raffreddamento. Conclusioni Le teste cilindro tipicamente hanno una forma estremamente complessa, con ampie aree di superfici concave predisposte a difetti superficiali. Le analisi effettuate su teste cilindro colate in reali condizioni di produzione industriale rivelano gli stessi modi di penetrazione che sono stati trovati in campioni sperimentali sotto le stesse condizioni metallurgiche. La penetrazione del metallo per espansione che si è dedotto avvenire prima e dopo la transizione da colonnare a equiassiale sembra predominare. |1| Draper A B, Gaindhar J I. Metal penetration — a critical review’. AFS Transactíons, 85 (1977), pp. 163-199. |2| Levelink H G, Julien F P M A. ‘Penetration and shrinkage by interaction of solidifying cast iron and casting mould, part 2’. AFS Cast Metals Research Journal 9(2) (1973), pp. 105-109. |3| Dugic I., Svensson I L. The effect of chemical Industria Fusoria 2/2012 Penetrazioni di presolidificazione e difetti di fessurazione delle sabbie sono stati osservati a loro volta. La microstruttura sotto i ritiri superficiali appare identica alla microstruttura di superfici non affette dalla penetrazione. La frequenza di difetti di penetrazioni osservati mostra che la penetrazione per espansione è il difetto superficiale predominante. Solo una minoranza di difetti di penetrazione rilevati può essere ricondotta a fenomeni precedenti la solidificazione. Come misure per prevenire difetti di penetrazione gli autori raccomandano controlli metallurgici rigorosi del processo di fusione, compreso un adeguato controllo di nucleazione e solidificazione. Gli autori ringraziano il partner di questo progetto di ricerca, La fonderia Skovde della Volvo Truck Component Corporation. Tratto da Foundry Trad Journal – Marzo 2011. Traduzione a cura dell’ing. Francesco Calosso. composition on the metal expansion penetration in grey cast iron’. Research report 99:1, Division of Component Technology, The School of Engineering, Jònkòping University, Sweden, 1999. ISSN 1404-0018. |4| Díoszégi A, Dugíc I. The mechanisms of metal expansion penetration in grey cast Conference proceeding ISCP8, Beijing, October 2006. 72 Impianti, macchine e attrezzature per fonderie e animisterie Programma di produzione • Impianti di preparazione e distribuzione sabbia per ogni processo di produzione anime. • Macchine per formatura anime in cold box e shell moulding in vari tipi e dimensioni. • Macchine speciali a richiesta. • Gasatori automatici per ogni processo. • Mescolatori ad elica radente. • Frantumatori per recupero sabbia. • Propulsori pneumatici. • Depuratori a scrubber per l’abbattimento delle emissioni da qualsiasi processo di formatura anime. • Vasche di miscelazione della vernice per anime. • Impianti di asciugatura delle anime verniciate. • Forni di riscaldamento per sterratura anime da fusioni di alluminio. • Smaterozzatori a cuneo per la rottura delle colate di fusioni di ghisa sferoidale e acciaio al manganese. • Cabine aspiranti insonorizzate per sbavatura. • Manipolatori - Posizionatori per sbavatura getti. • Revisioni, modifiche, fornitura di macchine e impianti usati. • Progettazione e consulenza. • Manutenzione e assistenza. Primafond srl Viale del Lavoro, n.36/38 - 36016 Thiene (Vi) Italy Tel. +39.0445.361.759 - Fax +39.0445.381.522 [email protected] - www.primafond.it t tecnico nic G. Timelli – E. Fiorese o t ec n o ec ic tecnico La presenza del Fe in leghe Al-Si da fonderia Parte 1 – Effetti su microstruttura e proprietà meccaniche Il Fe è sempre presente come impurezza nelle leghe commerciali d’alluminio. La diffusione dell’attività di riciclaggio, volta a ridurre i costi di produzione, ha incrementato il livello di Fe presente nelle leghe anche fino al 2%pond. Esso viene però considerato impurità perchè deleterio per le proprietà meccaniche, in particolare per la duttilità, riduce la resistenza a corrosione, la colabilità e la lavorabilità delle leghe Al-Si da fonderia. A differenza di altri elementi, come il Mg, il Fe è difficilmente rimovibile dall’alluminio fuso mediante trattamenti convenzionali di fonderia, e apparentemente la diluizione sembra essere l’unico metodo pratico per ridurne il contenuto. In questo lavoro vengono dapprima presentati gli aspetti metallurgici inerenti alla formazione degli intermetallici ricchi in Fe all’interno delle leghe Al-Si, e successivamente i differenti effetti della presenza del Fe sulle caratteristiche difettologiche e meccaniche dei getti da fonderia. Introduzione La riduzione in peso è un nodo chiave per le aziende del settore automotive, le quali puntano a ridurre il consumo di carburante, e quindi le emissioni inqui- Industria Fusoria 2/2012 nanti e, nel contempo, a migliorare le prestazioni. I principali vantaggi associati all’impiego dell’alluminio e delle sue leghe sono riconducibili a diversi fattori: • sviluppi significativi nei processi di fonderia, tali da permettere la produzione di getti a parete sottile; • miglioramento dei criteri di design; • eccellente compromesso tra prestazioni meccaniche e leggerezza; • relativamente basso costo del materiale; • sviluppo della conoscenza sulle proprietà meccaniche e metallurgiche delle leghe; • possibilità di riciclaggio. Secondo l’European Aluminium Association, vengono mediamente utilizzati 100 kg di alluminio in un’auto di produzione europea, e tale valore è destinato a crescere significativamente nei prossimi anni |1|. Grazie all’eccellente colabilità, le leghe della famiglia Al-Si sono le più importanti e utilizzate leghe d’alluminio da fonderia. Le proprietà meccaniche di tali leghe sono oltremodo controllate dalla composizione chimica della lega stessa, cioè dal tenore di Si, Mg, Cu, Zn, e dall’eventuale presenza di impurezze. Tra queste, il Ferro è sempre presente nelle leghe commer- 76 ciali d’alluminio e, in particolare, nelle leghe secondarie, ampiamente utilizzate nella realizzazione di componenti automobilistici. Come risultato del processo di riciclo dei rottami, infatti, il tenore di Fe può raggiungere livelli relativamente alti, e.g. 0.3-0.8%pond |2|. Il problema relativo alla contaminazione del Fe nelle leghe d’alluminio è di grande interesse economico per le fonderie, in quanto, la tendenza all’utilizzo di leghe secondarie è in continua crescita, il tasso di riciclaggio sta aumentando (superiore al 72%) e il ciclo di vita medio dei componenti in alluminio è relativamente breve (circa 14 anni) |3|. Il Fe può formare dei composti intermetallici fragili e deleteri per le proprietà meccaniche di un componente e, a differenza di altri elementi come il Mg, è difficilmente rimovibile dall’Al fuso mediante trattamenti convenzionali di fonderia: apparentemente la diluizione sembra essere l’unico metodo pratico per ridurne la concentrazione |4|. Al contrario, le leghe utilizzate nei processi di pressocolata contengono volutamente livelli più elevati di Fe (dell’ordine dell’1%pond) rispetto alle altre leghe d’alluminio da fonderia per favorire il distacco del getto dallo stampo. Poiché, infatti, la composizione eutetti- tecnico ca del sistema Al-Si-Fe si ottiene con un tenore di Fe in lega dello 0.8%, quando il contenuto di Fe è superiore a questo livello, il metallo fuso ha poca o nessuna tendenza a metallizzare o dissolvere le parti in acciaio dello stampo |5|; viene, inoltre, favorita la resistenza meccanica a caldo del getto, facilitandone l’estrazione dallo stampo, e viene ridotta la criccabilità a caldo (hot tearing) |6|. Lo scopo di questa trattazione è, dunque, analizzare gli effetti del Fe sulla microstruttura e sulle proprietà difettologiche e meccaniche in leghe Al-Si da fonderia. Microstruttura e formazione di intermetallici ricchi in Fe Il Fe presenta un’elevata solubilità nell’Al liquido, mentre allo stato solido questa è inferiore allo 0.05%, con il risultato che gran parte del Fe è presente sotto forma di composti intermetallici di vario tipo, come le fasi β-Al5FeSi, α-Al15Fe3Si2 e α’Al8Fe2Si. Poiché il coefficiente di partizione (k=Cs/Cl) del sistema Al-Fe è basso (k=0.03), il Fe presente tenderà a segregare durante il processo di solidificazione di equilibrio, causando prevalentemente la precipitazione della fase β anche per bassi tenori di Fe in lega |7|. La fase β-Al5FeSi è perciò stabile in condizioni di equilibrio, con velocità di solidificazione inferiori a 20°C/s, mentre la fase αAl15Fe3Si2 è metastabile, cioè Fig. 2 - Ricostruzione tridimensionale tramite microtomografia computerizzata di quattro gruppi indipendenti di lamelle interconnesse β-Al5FeSi in una lega AlSi8Cu4Fe0.8 |11|. cristallizza a elevate velocità di raffreddamento e/o in seguito a surriscaldamento del bagno liquido. Mentre le fasi α e α’ hanno una struttura cristallina cubica ed esagonale rispettivamente, e una morfologia compatta, la fase β-Al5FeSi mostra un reticolo monoclino con una morfologia che appare come un aghetto nelle sezioni metallografiche (Fig. 1a). La reale morfologia tridimensionale si può osservare in Fig. 1b dove si apprezza la forma lamellare della fase β |8-10|. Analisi metallografiche di “serial sectioning” e più recenti tecniche di microtomografia computerizzata a raggi-X hanno evidenziato come da ogni lamella iniziale se ne possano generare molte altre, creando alla fine una rete complessa e interconnessa (Fig. 2) |2,8,11|. La nucleazione iniziale delle lamelle β avviene in modo eterogeneo a partire dalla superficie del pezzo in corrispondenza della pelle di ossido di Al, molto pro- Fig. 1 - (a) Microstruttura di una lega AlSi10, modificata allo Sr e contenente 0.11%Fe; gli intermetallici di fase β-Al5FeSi appaiono come aghetti nella sezione metallografica |9|. (b) Morfologia tridimensionale delle singole lamelle di fase β visibili all’interno di una porosità da ritiro |10|. 77 babilmente γ-Al2O3 (Fig. 3a) |11|. Non è da escludere, comunque, che trattamenti inadeguati di pulizia del bagno liquido prima della colata, portino all’inglobamento di ossido, inducendo la nucleazione e la formazione di lamelle direttamente dall’interno del getto, come mostrato in Fig. 4 |12|. Inizialmente le lamelle si sviluppano molto rapidamente lungo le direzioni di libero accrescimento tra i canali interdendritici con velocità anche di 750 μm/min, e tale crescita è arrestata solo dalla presenza delle dendriti di α-Al primarie. Le lamelle così ostacolate, cercando nuove direzioni di crescita, iniziano una fase di ramificazione, che può eventualmente evolvere in un vero e proprio network interconnesso. Il processo di ramificazione è molto complesso e può verificarsi con varie angolazioni rispetto alla direzione della lamella β iniziale. Sembra perciò che il nuovo orientamento di accrescimento delle lamelle sia dettato più da ostacoli fisici che da relazioni cristallografiche (geminazione) |11|. L’ispessimento delle lamelle avviene invece molto più lentamente, con velocità nell’ordine di 2 μm/min. Durante la solidificazione, la contrazione volumetrica del materiale in combinazione con le dimensioni crescenti delle dendriti di α-Al portano a numerose interazioni tra i diversi raggruppamenti di lamelle e le dendriti stesse, come mostrato Industria Fusoria 2/2012 tecnico Fig. 3 - Deformazione, movimento e interazione delle lamelle di fase β-Al5FeSi. In (a-c), una lamella inizialmente incurvata viene bloccata e raddrizzata in diversi punti dalla pelle di ossido esterna e dalle dendriti α-Al circostanti (delimitate da linee tratteggiate). In (d-f), distacco progressivo di tre ramificazioni di lamelle β |11|. in Fig. 3. Queste interazioni possono talvolta provocare la formazione di lamelle incurvate, o perfino il distacco di una ramificazione dalla lamella β originaria. Di conseguenza, al termine del processo di solidificazione, alcune lamelle possono apparire separate dalle lamelle originarie, cioè nucleate eterogeneamente all’interno del pezzo (Fig. 4). Questo tipo di struttura interconnessa e di morfologia aciculare, che induce un effetto di concentrazione delle tensioni, rende la fase β la più deleteria e infragilente tra i possibili composti intermetallici prodotti dal Fe in lega. Un aspetto da considerare è l’istante temporale durante il processo di solidificazione in cui le diverse fasi ricche in Fe si formano, poiché questo ne caratterizzerà le dimensioni finali |13|. In generale, infatti, maggiori sono le dimensioni delle lamelle β, maggiori saranno gli effetti negativi sulle proprietà complessive della lega. Ad esempio, le fasi ricche in Fe che si for- Fig. 4 - Formazione di aghetti di fase βAl5FeSi in corrispondenza di inclusioni di ossido γ-Al2O3 intrappolati all’interno del getto |12|. Industria Fusoria 2/2012 mano prima della solidificazione del network dendritico α-Al, direttamente cioè nel bagno liquido sotto forma di sludge, o in concomitanza con la fase α-Al primaria, tendono ad assumere dimensioni decisamente maggiori rispetto ai composti che si formano più tardi, ad esempio nell’intervallo di solidificazione eutettica. In quest’ultimo caso, infatti, sono gli stessi canali interdendritici a bloccare l’accrescimento delle lamelle β. La cinetica di precipitazione è però influenzata sia dalla concentrazione del Fe in lega che dalla velocità di solidificazione. In leghe AlSi7Mg0.3 contenenti un tenore di Fe dello 0.3%, la fase β tende a formarsi principalmente a basse temperature durante una reazione eutettica ternaria, mentre già per valori di Fe dello 0.7%, la fase β precipita principalmente prima della reazione eutettica, sotto forma di lamelle grossolane |13|. Livelli di Fe più elevati, oltre a indurre un incremento delle dimensioni degli intermetallici, possono portare alla precipitazione di fasi β primarie (sludge) (Fig. 5), che, se trascinate all’interno dello stampo, causano un infragilimento del getto oppure sedimentano progressivamente sul fondo del forno per il loro peso specifico superiore a quello dell’Al liquido |14-16|. La formazione dello sludge, non solo diminuisce nel tempo la capacità del forno fusorio, ma anche altera la composizione chimica della lega, favorendo il fenomeno della metallizzazione in seguito alla 78 Fig. 5 - Precipitazione di fasi β primarie (sludge) in una lega AlSi12Cu1 contenente 1.8% di Fe |17|. riduzione del Fe disponibile nel bagno liquido. Una ridotta velocità di solidificazione aumenta la probabilità di formazione di particelle βAl5FeSi di grosse dimensioni, dato il maggior tempo a disposizione per l’accrescimento. In condizioni estreme di lento raffreddamento e/o di tenori elevati di Fe in lega, le lamelle β possono raggiungere dimensioni di due o più millimetri. Nei tradizionali processi di fonderia e con livelli moderati di Fe, queste fasi intermetalliche raggiungono generalmente dimensioni nell’intervallo di 50-500 μm. Nei getti ottenuti con velocità di solidificazione molto elevate (e.g. processi di pressocolata) e livelli di Fe contenuti, le particelle β presentano dimensioni ancora inferiori, pari a 10-50 μm. Le Figure 6 e 7 mostrano gli effetti del tenore di Fe in lega e della velocità di solidificazione (espressa come valore della spaziatura dendritica secondaria SDAS), sulla microstruttura e sulle massime dimensioni delle particelle β in leghe della serie AlSi9Cu3(Fe) e AlSi7Mg0.3 |18,19|. 0,7 Fe (wt.% ) 40 38 36 34 32 30 28 26 24 22 20 1,2 1,8 2,5 60 min 30 min Fluidità (cm) tecnico 0 min Tempo di mantenimento Fig. 8 - Influenza del tenore di Fe e del tempo di mantenimento del metallo liquido in forno sulla colabilità di una lega AlSi12Cu1 alla temperatura di colata di 670°C |17|. Fig. 6 - Microstrutture di una lega AlSi9Cu3 al variare del tenore di Fe e della velocità di solidificazione espressa come valore dello SDAS |18|. Si è osservato come il Fe possa intervenire sulle scale macro e microstrutturale di una lega d’alluminio. In particolare, incrementando il contenuto di Fe, il grano cristallino diventa più grossolano e allo stesso tempo si riduce lo SDAS, indipendentemente dalla velocità di raffreddamento. I motivi di questo comportamento, apparentemente contrastante, sono da ricondursi, da un lato all’inibizione da parte del Fe dei siti eterogenei di nucleazione delle dendriti α-Al e, dall’altro lato a un minor accrescimento isotermico delle dendriti stesse durante la reazione eutettica Al-Si |20|. 200 0.8 Maximum β-plate (μm) 150 0.4 0.3 100 0.2 0.15 50 0 0 10 20 30 40 50 60 70 80 SDAS (μm) Fig. 7 - Lunghezza massima delle lamelle di fase β-Al5FeSi in una lega AlSi7Mg0.3 al variare del tenore di Fe e della velocità di solidificazione espressa come valore dello SDAS |19|. Effetti del Fe sulla castability L’influenza del Fe sulla castability, nell’accezione più generale del termine, delle leghe Al-Si da fonderia è stata, ed è tuttora, oggetto di diversi studi. Ancora non è chiaro come e quanto l’incremento del tenore di Fe in lega possa influenzarne la fluidità. Bassi livelli di Fe (≤0.2%) sembrano infatti non condizionare la colabilità del materiale |21|, mentre livelli più elevati ( 0.7%), inducendo un aumento nella precipitazione di sludge, compromettono la colabilità della lega stessa |17|. Quest’ultimo aspetto è tanto più deleterio quanto più bassa è la temperatura di colata e maggiore è il tempo di mantenimento del metallo liquido nel forno di attesa o in siviera (Fig. 8). È noto che il Fe è potenzialmente deleterio per la castability delle leghe da fonderia, in quanto aumenta la tendenza a formare porosità |22|, com’è intuibile osservando la presenza di lamelle di fase β in prossimità di queste (Fig. 1b). La presenza di porosità è da ricondursi proprio alle lamelle β-Al5FeSi che ostacolano il flusso di metallo liquido attraverso i canali interdendritici riducendone la permeabilità e favorendo così la formazione di 79 porosità da ritiro |13|. In generale, all’aumentare del tenore di Fe si osserva un incremento delle dimensioni e della percentuale di porosità, anche se tale effetto è influenzato anche dalle concentrazioni di Si e Cu presenti in lega (Fig. 9). Inoltre, viene influenzata la distribuzione delle porosità all’interno del getto, come mostrato in Fig. 10 relativamente a una lega AlSi5Cu1Mg0.5 colata con due diversi livelli di Fe. Con un basso contenuto di Fe, le porosità sono localizzate principalmente nella zona centrale del getto, ultima regione a solidificare, quando l’alimentazione di metallo liquido risulta difficile. In questo caso, le porosità sono da attribuirsi alla formazione della fase β-Al5FeSi sviluppatasi da una reazione eutettica ternaria con il Si. A livelli più elevati di Fe, la percentuale di porosità aumenta ed è distribuita su un’area maggiore. Questo fatto è dovuto alla precipitazione della fase β proeutettica, che ostruisce da subito i canali interdendritici bloccando l’alimentazione di liquido. Il deterioramento della castability sembra essere legato anche all’interazione esistente tra il Fe e lo sviluppo della struttura eutettica Al-Si. L’incremento del livello di Fe provoca una riduzione dei siti di nucleazione delle celle eutettiche, cosicché si formano poche celle eutettiche e di dimensione elevata |23|. Queste celle insieme alle lamelle β proeutettiche riducono la permeabilità e portano a un incremento delle porosità. Industria Fusoria 2/2012 tecnico Fig. 9 - Influenza del livello di Fe sulla porosità percentuale in getti colati in lega (a) AlSi5Mg0.5 e (b) AlSi9Mg0.5 con diverso tenore di Cu |8|. Effetti del Fe su difetti e proprietà meccaniche Per quanto riguarda le proprietà meccaniche, recentemente Seifeddine et al. |18,24| hanno condotto uno studio sistematico sull’effetto combinato della velocità di solidificazione e del tenore di Fe in leghe della serie AlSi9CuX(Mg). In generale, aumentando il contenuto di Fe in una lega AlSi9Cu3(Mg), si osserva un deterioramento progressivo dell’allungamento e del carico a rottura, e un incremento del carico di snervamento, come mostrato in Fig. 11. Anche la durezza, come lo snervamento, aumenta al crescere della concentrazione di Fe dato che la fase β presenta una microdurezza elevata (~650 HV). In realtà, ad elevate velocità di raffreddamento (SDAS ~10 μm), il Fig. 10 - Porosità da ritiro nel punto caldo di un getto cilindrico colato in lega AlSi5Cu1Mg0.5 al variare del tenore di Fe: (a) 0.1% e (b) 1% |22|. carico di rottura comincia a degenerare solo con tenori di Fe superiori allo 0.6%. Prima di questo valore, si nota un lieve miglioramento del carico di rottura, attribuibile alla microstruttura nel complesso fine. La sensibilità del comportamento meccanico alla concentrazione di Fe cambia in funzione della scala microstrutturale e della lega considerata. In una lega AlSi9Cu1(Mg), tensioni di snervamento e di rottura sembrano infatti non risentire dell’effetto del Fe se compreso nell’intervallo 0.35-0.65% |24|. Così pure leghe della serie AlSi7Mg0.3 e AlSi6Cu4 presentano una soglia di lunghezza delle lamelle β al di sotto della quale il deterioramento del carico e dell’allungamento a rottura è meno evidente |25|. Allo stesso modo, la tenacità dinamica è influenzata dalla presenza di Fe in lega. Dons et al. |26| hanno valutato un au- Fig. 11 - (a) Tensione di snervamento, (b) tensione di rottura e (c) allungamento a rottura per una lega AlSi9Cu3 al variare del tenore di Fe e della velocità di solidificazione espressa come valore dello SDAS |18|. Industria Fusoria 2/2012 80 tecnico mento della fragilità di una lega AlSi7Mg0.3 incrementando il tenore di Fe da 0.05 a 0.5%, stimabile in una riduzione della resilienza del 50%. Anche il comportamento a fatica risente dell’impatto del Fe in lega, specialmente in presenza di microstrutture grossolane (SDAS>50 μm) |27|. Considerazioni conclusive In questo lavoro sono stati descritti gli effetti del Fe in leghe Al-Si da fonderia, prendendo in considerazione sia le caratteristiche microstrutturali che meccaniche. Il Fe è sempre pre- sente come impurezza nelle leghe commerciali d’alluminio e in particolare, nelle leghe Al-Si, può formare dei composti intermetallici fragili e deleteri per le proprietà difettologiche e meccaniche di un componente; tra tutti la fase β-Al5FeSi risulta essere la più deleteria e infragilente. Appare quindi importante conoscere i principali aspetti metallurgici legati alla presenza del Fe in lega (nucleazione, accrescimento, ecc…) e poterli opportunamente prevedere, controllare o evitare con l’ausilio di diverse metodologie a disposizione delle fonderie. Il raggiungimento di una elevata qualità dei getti prodotti è infatti fortemente richiesto dai clienti finali. Questo obiettivo può es- |1| P. Hutmann, Alumotive Conf, Bologna, 2003 |2| J. Wang, P.D. Lee, R.W. Hamilton, M. Li, J. Allison, Scripta Mater 60 (2009) 516-519. |3| T. Smith, Aluminium International Today 20 (2008) 21-25. |4| J.E. Gruzleski, B.M. Closset. The treatment of liquid Aluminum-Silicon alloys. American Foundrymen’s society Inc., IL (1990). |5| J. Wallace, A guide to correcting soldering, first ed., North American Die Casting Association Des Plaines, IL, 2006. |6| D.G. Eskin, Suyitno, L. Katgerman, Prog Mater Sci 49 (2004) 629-711. |7| L. Backerud, G. Chai, J. Tamminen. Solidification Characteristics of Aluminum Alloys-vol.II: Foundry Alloys. American Foundrymen’s Society Inc., IL (1990). |8| C.M. Dinnis, J.A. Taylor, A.K. Dahle, Scripta Mater 53 (2005) 955-958. |9| S. McDonald. Eutectic Solidification and Porosity Formation in Unmodified and Modified Hypoeutectic Aluminium-Silicon Alloys, PhD thesis, University of Queensland, Brisbane, Australia, 2002. |10| W. Khalifa, A.M. Samuel, F.H. Samuel, H.W. Doty, S. Valtierra, Int J Cast Met Res 19 (2006) 156-166. |11| S. Terzi, J.A. Taylor, Y.H. Cho, L. Salvo, M. Suéry, E. Boller, A.K. Dahle, Acta Mater 58 (2010) 53705380. |12| W. Khalifa, F.H. Samuel, J.E. Gruzleski, H.W. Doty, S. Valtierra, Metall Mater Trans A 36 (2005) 10171032. |13| L. Lu, A.K. Dahle, Metall Mater Trans A 36 (2005) 819-835. |14| X. Cao, J. Campbell, Metall Mater Trans A 35 (2004) 1425-1435. sere raggiunto se i difetti nei getti sono ridotti al minimo e la microstruttura è ottimizzata, tenendo conto di tutte le principali variabili legate alle leghe impiegate e alle condizioni di processo. Attualmente, grazie allo sviluppo degli approcci di micromodelling implementati nei codici di simulazione numerica dei processi di fonderia, è possibile, già in fase progettuale, prevedere l’impatto locale dovuto al livello di Fe in lega sulle proprietà meccaniche di un getto complesso |28|. G. Timelli - E. Fiorese Università di Padova, Dipartimento di Tecnica e Gestione dei Sistemi Industriali – DTG, Stradella S. Nicola, 3 I-36100 Vicenza, Italia. |15| S.G. Shabestari, Mater Sci Eng A 383 (2004) 289298. |16| S.G. Shabestari, M. Keshavarz, M.M. Hejazi, J Alloys Compd 477 (2009) 892-899. |17| E. Taghaddos, M.M. Hejazi, R. Taghiabadi, S.G. Shabestari, J Alloys Compd 468 (2009) 539-545. |18| S. Seifeddine, I.L. Svensson, Proc. 4th Int Conf HTDC, Montichiari, 09-10 April 2008. |19| O.Vorren, J.E. Evensen, T.B. Pedersen, AFS Trans 92 (1984) 459-466. |20| L.A. Narayanan. Crystallization and Dissolution of Iron Intermetallics in Al-Si Alloys, PhD thesis, McGill University, Montreal, Canada, 1994. |21| M. Di Sabatino, S. Shankar, D. Apelian, L. Arnberg, TMS 2005, Shape Casting: The John Campbell Symposium, Ed. by M. Tiryakioglu and P.N. Crepeau, 193-202, 2005. |22| J.A Taylor, G.B. Schaffer, D.H. St John, Parts 1-3, Metall Mater Trans A 30 (1999) 1643-1650 (part 1), 1651-1655 (part 2), 1657-1662 (part 3). |23| C.M. Dinnis, J.A. Taylor, A.K. Dahle, Metall Mater Trans A 37 (2006) 3283-3291. |24| S. Seifeddine, I.L. Svensson, Mater Des 31 (2010) S6-S12. |25| Z. Ma, A.M. Samuel, F.H. Samuel, H.W. Doty, S. Valtierra, Mater Sci Eng A 490 (2008) 36-51. |26| A.L. Dons, W. Dall, H.I. Laukli, J.O. Løland, Ø. Nielsen, A. Prestmo, V. Ranum, J. Voje, Proc. 3th Int Conf HTDC, Vicenza, 21-22 September 200. |27| Q.G. Wang , D. Apelian, D.A. Lados, J Light Met 1 (2001) 73-8. |28| F. Grosselle, G.Timelli, F. Bonollo, A.Tiziani, E. Della Corte, Metall Ital 101 (2009) 25-32. 81 Industria Fusoria 2/2012 FORNI DI COLATA PER GHISA GRIGIA E SFEROIDALE La possibilità di colare in automatico con grande precisione e ripetibilità di dosaggio alla corretta temperatura di colata è ora un risultato alla portata di tutte le fonderie che desiderano migliorare la propria produttività e qualità, con notevoli risparmi di esercizio, migliorando inoltre le condizioni di lavoro del personale addetto. 1. Colata di ghisa sferoidale su impianto a motte 4. Forno di colata automatico (pr 10 t) su impianto a staffe 2. Colata di ghisa grigia su impianto a staffe 5. Forno di colata automatico (pr 4 t) su impinato a motte Via Simone Martini, 11 - 20143 Milano - Italia TEL. +39 02 817575 - FAX. +39 02 8135015 e-mail : [email protected] - http:// www.fomet.com 3. Forno di attesa “duplex 30 t” alimentazione diretta a forno di colata (pr 5 t) su impianto a motte Elkem Solutions through Partnership – Worldwide Per l’ Italia EHS, Environment, Health, Safety. Ambiente, Salute, Sicurezza: sono i valori che Elkem associa indissolubilmente a QUALITÀ, COMPETENZA, ASSISTENZA, RICERCA & SVILUPPO per offrire ai suoi clienti le migliori prospettive future e sostenibili. 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Con la Bibliografia, riportata nelle pagine seguenti, si conclude la pubblicazione del primo capitolo “Il diagramma di stato Fe-C” che lascia spazio al successivo capitolo “Dalla teoria alla pratica” suddiviso in tre parti salienti: • I diagrammi strutturali • Le inoculazioni • I trattamenti termici. Industria Fusoria 2/2012 86 tecnico 87 Industria Fusoria 2/2012 tecnico Industria Fusoria 2/2012 88 tecnico DALLA TEORIA ALLA PRATICA 89 Industria Fusoria 2/2012 tecnico Industria Fusoria 2/2012 90 tecnico CONTINUA 91 Industria Fusoria 2/2012 ® IMPIANTI INDUSTRIALI DI ASPIRAZIONE Aspirazione ed abbattimento fumi ad alta temperatura con scambiatore di calore Scrubber di abbattimento vapori con venturi di miscelazione Aspirazione ed a bbattimento fumi su centro fusorio recupero metalli Aspirazione ed abbattimento fumi ad alta temperatura con scambiatore di calore ASPIRAZIONI DI SUCCESSO La certificazione ISO 9001:2000 garanzia di qualità per i clienti che scelgono la professionalità e l’efficienza di OMAR. La società O.M.A.R. nata nel 1978 dall’idea di operare per il risanamento degli ambienti di lavoro, oggi si colloca tra le aziende leader nel settore degli impianti industriali di aspirazione ed abbattimento di sostanze inquinanti. 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Fascicolo IV/11 Mazzon F.lli. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 43 Montalbetti. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 1 Brain Force . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 4 C Carbones . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 74 Carfull Service . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 33 Cavenaghi . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Copertina I/2-3 Commerciale Fond . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 83 O Omar . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 92 P Primafond . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 75 Protec-Fond. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Copertina II D Dega e Grazioli . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Fascicolo I/I2 R E RC Informatica . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 44 Eca Consult . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 9 EKW Italia . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 85 Elkem . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 84 Engin Soft . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 49 Euromac . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 95 S S.A. & S. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 45 Safond . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Copertina III Satef . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 14 Savelli . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 59 Sibelco Italia . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 25 Sidermetal . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 15 Siderweb . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Fascicolo IV/I1 Simi . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Fascicolo III/I1 Sofram . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Fascicolo VI/I1 Sogemi . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 94 Speroni Remo . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 26-27 F Fae . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 5 Fiudi. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 56 Fomet . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 82 Fondac . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 6 Fontanot . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 31 Foseco . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 66 T G Galvanica . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Fascicolo V/11 Gerli . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 52-53 Gerli Metalli . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 65 Techmek . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Fascicolo V/I1 Tesi . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 39 TTE Robot . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Fascicolo VI/I1 U Ubi I Imf . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 67 Imic . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 93 Impianti Morando . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Fascicolo 1/12 Italiana Coke . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 8 Industria Fusoria 2/2012 96 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 38 W Weiland Italia . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Fascicolo VI/I1 Wire. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 32 1981 - 2011 DA 30 ANNI AL SERVIZIO DELL’ECOLOGIA SAFOND - MARTINI S.R.L. Via Terraglioni, 50 - 36030 MONTECCHIO PRECALCINO (Vicenza) Cap. Soc. euro 2.000.000,00 i.v. - Cod. Fisc. - Partita IVA - Reg. Imp. 03219800269 - R.E.A. 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