Giornalino estate

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Giornalino estate
II I s t i tu to C o mp r en s iv o “ Ard ig ò ” - Sed e “G . P a s c o l i ” - v ia G . G a l i l e i , 3 6 P a d o v a
Anno XIII - Numero 2
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Giugno 2011
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PascoliAmo
“La libertà non esiste senza uguaglianza e
non esistono né uguaglianza né libertà senza
una profonda coscienza dei doveri.”
Giuseppe Mazzini, 1860
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PascoliAmo
“Bandiere tricolore, fuochi d’artificio, concerti a tema patriottico: no, l’Italia non ha vinto i
mondiali di calcio, questa era la situazione nelle città italiane il 17 marzo 2011, quando si è
celebrato il 150° anniversario dell’Unità d’Italia. Un’occasione molto speciale per riflettere
sul sentimento di patria; che ogni cittadino dovrebbe avere. Un’occasione per osservare
l’Italia aldilà della pizza, la moda etc… e ricordare i duri conflitti e duri sacrifici che il
nostro Paese ha dovuto superare per rafforzare la nazione e raggiungere l’Unità una volta
per tutte.”
Martina Maria Semenzato
“Per me l’Italia è come una grande casa, ed io faccio parte della “famiglia” che ci abita…
“ Sono italiano” non vuol dire che si sanno cucinare pizza o spaghetti, che si sa far ridere,
ma indica anche i diritti, le tradizioni, la cultura che noi abbiamo. Dire “sono italiano”
significa affermare di essere figli di questo Stato, di questa Nazione… Anche se negli ultimi
tempi molti problemi, scandali e ingiustizie hanno afflitto l’Italia, diminuendo l’orgoglio di
chi ci abita, dovremmo sempre essere fieri del nostro stato-casa che ci accoglie e ci
difende.”
Martina Salamone
“Io penso che in quest’ultimo periodo il “mio” Paese sia stato molto criticato, giudicato e
reputato male a causa di alcuni episodi poco piacevoli accaduti. Nonostante tutto io amo
l’Italia, il mio Paese. Mi sento fortunata, appartengo ad uno Stato, una Nazione, ho una
patria, a differenza di altri popoli che vorrebbero uno stato proprio e sono costretti a
sottomettersi ad un altro governo. Loro non hanno la possibilità di provare questo
sentimento di appartenenza nazionale.”
Francesca Matterazzo
“Io vedo l’Italia come una grande casa con 20 stanze, alcune più grandi altre più piccole,
ognuna con i suoi mobili caratteristici, i suoi profumi e i suoi modi di vivere. Alcune di
queste stanze hanno qualche problema e diversità, ma ognuna ha oggetti bellissimi da
vedere e ammirare. Tutte le stanze hanno delle porte che le collegano e che lasciano passare
gli abitanti della casa da una all’altra. Ogni stanza è dipinta con colori diversi,
dall’azzurro del mare, al verde dei boschi, ma una cosa è uguale in tutte le stanze: il colore
delle tende alle finestre, verde\bianco\rosso. Così la luce del sole entra dentro e le illumina
con questi tre colori che danno alla casa un’atmosfera unica. E unici si sentono i suoi
abitanti, unici e uniti. Siamo tutti italiani.”
Francesco Maria Soprana
“Per me il mio Paese rappresenta una casa sicura, un posto dove posso vivere
tranquillamente ed esprimere le mie idee senza che qualcuno mi faccia del male. Spero che
nessuno cambi mai questa mia quiete nel vivere senza affanni anche se so che “dietro
l’angolo” ci sono Paesi in difficoltà dove i cittadini non sono liberi…
Io penso che in tutti gli Stati del mondo si debba essere orgogliosi del proprio Paese e della
sua storia, ma credo anche che i sentimenti di superiorità della propria nazione rispetto ad
altre, possano essere la causa di molte guerre.”
Tommaso Tonolo
“Sono felice e fiera della mia Italia anche quando vedo le frecce tricolori librarsi in cielo e
dipingerlo dei nostri colori: verde, bianco e rosso. Amo il mio paese e non vorrei vivere
altrove.”
Elena Ferrato
Classe 3A
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PascoliAmo
150 anni di unità d’Italia
E’ trascorso un secolo e mezzo dall’unificazione dell’Italia e
il 17 marzo è stato proclamato festa nazionale con chiusura
delle scuole e uffici pubblici. Con questa data si ricorda il 17
marzo 1861 quando a Torino il primo parlamento italiano
proclamò il regno d’Italia con il re Vittorio Emanuele II.
L’Italia era stata liberata dagli stranieri e i territori erano stati
uniti al regno di Sardegna (mancavano solo il Veneto, il Lazio con Roma, Trento e Trieste). Questa ricorrenza non ha
trovato tutti d’accordo sulle modalità per il suo festeggiamento perché non tutti hanno pensato fosse opportuno, in un momento di crisi economica quale sta attraversando l’Italia, assentarsi per un giorno dal lavoro. Altri invece hanno creduto
di trovare un pretesto per fare un giorno di vacanza e magari
un “ponte”. Altri ancora, e spero siano stati la maggioranza,
hanno pensato di dover celebrare questa ricorrenza in modo
più incisivo e solenne, come festa nazionale proprio per sottolinearne il valore.
I ragazzi di dodici anni come me credo che non provino nella
vita di tutti i giorni l’orgoglio di sentirsi italiani, il senso di
fratellanza e di appartenenza allo stesso popolo, il valore
dell’unità d’Italia e la riconoscenza per tutti coloro che hanno
dato la vita per raggiungerla. Certo ogni giorno abbiamo tante
cose a cui pensare e in genere quello che abbiamo avuto gratis ci sembra scontato e quindi è spesso dimenticato.
Se qualcuno ce ne parla però, anche noi siamo capaci di entusiasmarci, commuoverci e riflettere su quello che è stato e
magari ritrovare dei valori per agire meglio in futuro.
Sono convinta che tutti coloro che hanno avuto l’occasione di
vedere in televisione Benigni cantare “l’inno di Mameli,”
cercando di interpretare un giovane garibaldino di vent’anni
in una notte che precedeva la battaglia, abbiano realizzato
quanti sacrifici siano stati fatti per ottenere l’unità d’Italia e si
siano commossi pensando a tutti quei giovani di vent’anni
morti per tale causa.
Se nel 1861 si è arrivati all’unità dopo tante difficoltà è perché, col tempo, è cresciuto sempre di più il sentimento
dell’Italia. Sarebbe un peccato buttarlo via ora. Adesso dobbiamo completare quello che i nostri predecessori hanno creato e sentirci orgogliosi di essere italiani costruendo qualcosa
di sano e positivo per non sentirci inferiori ad altre unità nazionali. La storia d’Italia è ricca e importante (l’antica Roma,
il Rinascimento, ecc) e tutti gli Italiani dovrebbero esserne
più consapevoli e continuare a farla crescere, anche combattendo quello che c’è di negativo.
Il giorno 17 marzo, guardando in televisione insieme alla mia
famiglia trasmissioni riguardanti l’unità d’Italia e avendo
avuto la possibilità di fare un giro in centro, dove ho visto
tante bandiere e coccarde tricolori ai balconi, nelle vetrine dei
negozi, sui vetri delle scuole, mi è sembrato di vivere almeno
un po’ quel fervore che ci deve essere stato 150 anni fa.. Ora
quando vedo un monumento o piazza dedicati a Garibaldi o
Mazzini o Cavour non rimango più indifferente.
Marianna Lacognata 2A
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PascoliAmo
IL 17 MARZO
17 marzo: una data che per me ha un significato particolare in quanto è il
giorno del mio compleanno. Devo ammettere che durante questi quattordici
anni ho sempre collegato questo giorno a questo avvenimento; quest’anno,
invece, si è arricchito di un significato in più, sicuramente molto importante.
Abbiamo, infatti, festeggiato i 150 anni d’Italia ricordando che proprio il 17
marzo del 1861 veniva proclamato il regno d’Italia e Vittorio Emanuele II
veniva incoronato suo primo re. Credo che, come per me, anche per molti
ragazzi della mia età questo festeggiamento sia stato un modo per sentirsi
orgogliosi della propria patria, appendendo bandiere
tricolori alle finestre delle case e partecipando alle varie
manifestazioni organizzate in città, ma anche per riflettere
sul significato di questo importante avvenimento.
Grazie alla ricorrenza dei 150 anni, ma anche al
programma di storia affrontato durante l’anno scolastico
riguardante appunto il Risorgimento Italiano, ho potuto,
infatti, apprendere come per fare dell’Italia, questa lunga
fascia di terra a forma di stivale, un paese unito hanno
lottato moltissime persone. Oltre agli importantissimi
personaggi storici come Giuseppe Mazzini, il generale
Garibaldi e il conte di Cavour, hanno, infatti, combattuto molti giovani poco
più grandi di noi che, per seguire i loro ideali di libertà e unità nazionale, sono
arrivati a mettere a rischio la loro stessa vita.
Riflettere su questo mi ha anche fatto capire come sono sbagliate le idee di
coloro che discriminano le zone del Sud rispetto a quelle del Nord perché meno
sviluppate e meno ricche, mentre si dovrebbe valorizzare ogni area per le sue
caratteristiche, per esempio favorendo il turismo nelle zone meridionali della
nostra penisola dove ci sono incantevoli bellezze naturali ed artistiche. Ritengo,
quindi, che l’Unità d’Italia abbia sicuramente meritato di essere festeggiata e
anzi mi dispiace che l’Italia, come ho appreso leggendo alcuni giornali, sia uno
dei pochi paesi al mondo a non festeggiare questa ricorrenza ogni anno. Mi
auguro, perciò, che il 17 marzo diventi ogni anno festa nazionale.
Margherita La Gamba 3D
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PascoliAmo
L' intelligenza umana, ormai, è sempre più in decadenza, ma per nostra fortuna, sono corsi in
aiuto i DETERSIVI. Fino a poco tempo fa, le madri disperate cercavano invano, con mega
cocktail di sgrassanti e smacchianti, di pulire il risultato di una dura giornata alla fine della
quale… si va a fare pipì da “Paolo”. Adesso, invece, il mondo si è rivoluzionato: misurini,
concentrati e acchiappa colore migliorano il lavoro di una vita. In più si neutralizzano le spese inutili per le tubature e i WC, grazie ai mitici anticalcare, mentre prima si pagavano centinaia di euro ogni volta che questi si otturavano. Da piccoli non avete mai rischiato di vomitare sentendo l' odore dei detersivi? D' ora in poi con i loro sublimi e ipnotici odori non ci
allontaneremo più dalle superfici pulite; tanto il 99,99 o il 100% dei germi hanno fatto la valigia e se ne sono andati. Ce la faremo noi uomini ad arrivare al loro livello?...
NICOLA RIZZATO, EMMA FELIGIOTTI, MARGHERITA PICCI 2C
Il 12/13 giugno di quest'anno tutti gli italiani saranno chiamati in causa per il referendum contro il nucleare, la privatizzazione dell'acqua e per l'abrogazione della legge sul
legittimo impedimento. La privatizzazione dell'acqua è un fatto a proposito del quale
bisogna soffermarsi un attimo a riflettere. In questi ultimi tempi il consumo pro capite di
acqua è cresciuto vistosamente. Detto in parole semplici, la legge proposta è quella di
far pagare l'acqua, che fino ad adesso è sempre stata pubblica, affinché si abbia un
maggior rispetto per essa, il che comporterebbe una vera e propria asta per privatizzare le fonti idriche che sfocia in un notevole aumento della bolletta dell'acqua. Il legittimo impedimento è una legge creata per permettere a personaggi politici o con cariche
amministrative di non presentarsi ai processi in tribunale perché impegnati in appuntamenti di governo. Ciò significa che un politico in carica, chiamato in tribunale, potrebbe
rimandare il processo senza mai essere condannato se colpevole. Probabilmente molti
associano l'imminente referendum alla scelta se ripristinare le vecchie centrali non più in
funzione, costruirne altre nuove o se abbandonare completamente l'idea del nucleare
italiano. Effettivamente bisogna ragionare in modo preciso. Noi, società attuale, siamo
convinti che ci sia il bisogno di più energia per vivere, anzi, dobbiamo essere noi a essere più attenti alle piccole cose per risparmiare energia che è già sufficiente, ma va utilizzata meglio. Certo, l'energia nucleare ci renderebbe più autonomi elettricamente, ma a
quale costo! Le scorie nucleari, oltre a essere altamente radioattive, impiegano milioni
di anni per smaltirsi nell'ambiente dove sono caparbiamente nascoste (in grotte, sul fondale marino...). E se succedesse una situazione simile a quella verificatasi in Giappone?
Saremmo capaci di controllare la situazione? Io ne dubito fortemente e si rischierebbero
casi gravissimi di radiazioni, impossibilità di consumare la maggior parte degli alimenti,
malformazioni genetiche... Ora c'è il trabocchetto! Se volete impedire che la nostra
società rimpianga la scelta del nucleare, dell'acqua pubblica e del legittimo impedimento
votate SI' così le leggi attuali verranno modificate; votate NO se volete vivere in
un'Italia in cui l'acqua è privatizzata, e forse più rispettata, in cui venga applicato il legittimo impedimento e in un'Italia più autonoma elettricamente in cui, però, bisogna
considerare un elevato rischio. Questa è la mia opinione, adesso a voi la scelta!
Elisabetta Pittarello 3C
Pagina 7
PascoliAmo
Un po’ di tempo fa mi trovavo in giardino a piantare dei fiori, quando ad un
certo punto trovai Tatà, la mia tartaruga da terra. Erano mesi che non la vedevo,
perché era in letargo, ed ero sorpresa di averla ritrovata casualmente. La sollevai e la tenni per qualche minuto sulla mia mano,
senza notare in lei alcun segno di vita perché, evidentemente, stava ancora dormendo. Decisi,
allora, di rimetterla dove l’avevo trovata e la ricoprii nuovamente con la terra. Questo singolare
episodio mi lasciò perplessa e mi fece riflettere
sul fatto che le tartarughe, pur vivendo circa 100
anni, quasi la metà la trascorrono in letargo. Rimasi sui miei pensieri ancora per un po’e ne dedussi che anche noi, pur non andando in letargo,
non viviamo interamente la nostra vita. Rientrai
in casa per fare una ricerca su internet che mi aiutasse a confermare le mie ipotesi. Infatti mi sono chiesta quanto tempo della
nostra vita trascorriamo a dormire; ebbene sì, noi dormiamo per 23 anni!!! Un
tempo così lungo? Ma allora, per quanto tempo mangiamo, studiamo, ci laviamo, guardiamo la televisione, stiamo al computer ecc.? La somma di tutto il
tempo che impieghiamo per queste normali azioni quotidiane è di circa 60 lunghissimi anni, calcolato su una vita media di 70 anni. Tutto questo mi sorprese
e mi rese anche un po’ triste tanto da domandarmi se mi sarebbe rimasto tempo
sufficiente per realizzare anche tutti i miei sogni. Allora ho pensato che la vita è
troppo corta per fare tutto ciò che vogliamo, tuttavia, avere un’idea di quanto
tempo spendiamo nelle nostre azioni quotidiane aiuta a farci diventare più consapevoli di quanto tempo ci sfugge in attività a volte indispensabili, ma in altre
decisamente futili. Di alcune attività non possiamo fare a meno , ma riguardo
ad altre possiamo stabilire delle priorità ed organizzarci di conseguenza perché
non abbiamo molto tempo su questo mondo e per questo non dobbiamo sprecare la nostra vita. Dopo queste riflessioni, a dir poco un po’ inquietanti, ho deciso di passare meno tempo davanti alla televisione o al computer e pensare a come realizzare almeno in parte i miei sogni che renderanno felice la mia vita.
Daria Dabiri Khah 2A
Pagina 8
PascoliAmo
Io e la lettura siamo “grandi amiche” fin da quando ero molto piccola. Mi ricordo che ogni sera prima che mi addormentassi, mia mamma mi leggeva le fiabe Disney; la mia preferita era: “I tre porcellini”. Rammento anche che facevo impazzire mia nonna perché ogni volta che mi veniva a trovare o
che io andavo a casa sua, le chiedevo sempre di leggermi
quella storia due o tre volte e poi insieme dovevamo vedere
la videocassetta. Quando lessi il mio primo libro da sola ero
felicissima e lo rilessi fino ad impararlo a memoria. In quinta
elementare ogni minuto libero era un momento adatto per aprire un libro e leggere. L’anno
scorso con l’inizio della prima media, per i primi mesi ho abbandonato un po’ la lettura perché tra i compiti e lo studio non avevo tempo per leggere e appena andavo a letto mi addormentavo, ma sapevo che la lettura era troppo importante e quindi ricominciai a leggere con
più passione di prima. La mia “amicizia” con i libri me l’ha trasmessa mia madre e con lei la
condividevo da piccola e la condivido ora; con mamma leggevo i miei primi libri, invece ora
glieli racconto e glieli presto. Oltre a lei, i miei libri non li do a nessuno, rimangono nella
mia libreria dove ho scritto: -Guardare ma non toccare- e anche se mio fratello me li chiede,
io gli proibisco di avvicinarsi. Per quanto riguarda i generi dei libri, non ho grandi preferenze, mi piace un po’ di tutto, ma appena trovo un libro che mi potrebbe interessare mi informo
facendo ricerche anche in internet. Ogni volta che vado a comprare un libro entro nella libreria, assaporo la calma e la tranquillità mentre guardo fuori dalle finestre e vedo tutta la confusione della città; mi posiziono davanti ad ogni scaffale e uno a uno osservo e leggo titolo
per titolo, ne scelgo due o tre, faccio una classifica e il vincitore viene a casa con me. In questo periodo sono piena di libri perché ultimamente me ne hanno regalati tantissimi, tutti con
almeno trecento o quattrocento pagine e ora i miei genitori mi proibiscono di comprarne altri
finché non leggo quelli che ho già.
Mi piace leggere perché leggendo esco dalla realtà ed entro nel libro, allora posso tornare nel
passato e scoprire insieme a Colombo l’America o fare il giro del mondo con Magellano o
tornare nel Medioevo ed essere uno dei cavalieri della Tavola Rotonda o essere una principessa di un regno lontano; posso essere la prima donna sulla Luna e viaggiare nel futuro e
“vedere” come sarà il pianeta nel 3013: posso insomma andare dappertutto, dove nessuno mi
conosce e dove i problemi della vita reale sembrano lontani e dimenticati.
Camilla Mazzucato 2D
Pagina 9
PascoliAmo
Lui ha sempre caldo, lei ha sempre freddo. Quando vado in camera dei miei genitori il letto è
come tagliato a metà: verso la finestra pare aver dormito un rinoceronte, nell’altra metà sembra
aver riposato una piccola farfalla. Di sera lei indossa sempre un pile pesante oppure si avvolge
attorno una copertina di lana e vaga per le stanze come un fantasma; lui si veste con un leggero pigiama, quasi estivo, anche nelle notti più fredde. Lui si alza alle sei della mattina; lei, se
potesse, dormirebbe anche fino alle undici. A colazione mia mamma mangia fette biscottate con
marmellata e miele, biscotti e latte, lui se la sbriga con un veloce caffè. Lei è sbadata e dimenticona, lui no. Quando alla mattina salgo in macchina, la frase che sono solito sentire è: - Francesco vai a prendermi l’orologio/il telefonino/la borsa/le chiavi della macchina ...- Se per caso siamo già partiti e la casa è ormai lontana, mia mamma chiama mio papà e si fa
portare le cose in ufficio. Al contrario, mio papà prima di uscire di casa, controlla
di avere tutto con sé. Lei è anche molto disordinata (basta guardare dentro la
sua borsa), lui è ordinatissimo. Quando partiamo per un viaggio lei è imprevedibile, non si sa mai cosa mette nella valigia, ma si sa per certo che occuperà anche lo spazio di mio papà, mio e di mia sorella. Lei quando si arrabbia resta arrabbiata per una settimana o più; lui fa la sfuriata improvvisa, diventa rosso
come i peperoni che coltiva mia nonna, e poi si calma. Lui quando guarda la partita della Juventus oppure la Formula 1 non vuole essere disturbato; lei guarda rassegnata mio papà sdraiato
sul divano e si arrabbia perché vorrebbe guardare un po’ lei la televisione. Quando andiamo al
cinema è meglio far scegliere il film a mio papà; lui sceglie film d’azione, comici, avventurosi,
che hanno un senso; lei no, lei sceglie film sentimentali e melensi, lunghi anche tre ore, i “suoi”
film non hanno senso! Lui indossa sempre giacca e cravatta per andare in ufficio, a casa indossa
una tuta blu molto comoda; lei, invece, si veste con jeans e maglietta. La domenica mattina mia
mamma trascina giù dal letto mio papà e lo costringe ad andare a camminare. Oltre che a mille
e più diversità loro hanno anche molte cose in comune come la musica, il teatro, il gioco delle
carte … Nonostante le loro diversità, si vogliono molto bene, e poi non c’è il detto “ I contrari si
attraggono?”
Francesco Fornasiero 2D
VORREI CHE …
Vorrei che mia mamma non si arrabbiasse sempre, vorrei parlarle senza avere paura che mi sbrani.Vorrei che mi lasciasse uscire con gli amici e che non si adirasse se torno a casa con un minuto di
ritardo. Vorrei stare di più con mio papà, vorrei che non lavorasse sempre. Vorrei saper studiare
senza fermarmi ogni mezz’ora per fare uno spuntino, vorrei prendere dei voti migliori e vorrei non
bloccarmi durante le interrogazioni orali. Vorrei tornare alla Scala di Milano, vorrei poter ballare
tutto il giorno, vorrei non vergognarmi di ballare davanti ai miei amici, portando invece fiero lo
stendardo della danza. Vorrei che la gente mi capisse meglio. Vorrei non essere preso per quello
che va bene in ginnastica, ma nelle altre materie è un buono a nulla. Vorrei saper esprimere senza
vergogna quello che penso. Vorrei rivivere i momenti più importanti della mia vita e forse vorrei
cambiare alcune decisioni. Vorrei incontrare tutti i miei amici e tutte le persone che ho conosciuto
durante il mio percorso a Milano. Vorrei tornare a Milano per rivivere tutte quelle emozioni che
ormai non provo più. Vorrei fare tante, tante, tantissime cose in più di quelle che faccio. Vorrei
saper scrivere bene, vorrei saper esprimere per iscritto tutto quello che penso e che faccio senza
scrivere cose banali o cose senza alcun senso; vorrei andare bene nei temi di italiano e prendere dei
voti che raggiungano il sette o l’otto. Vorrei fare il pittore o il musicista. Vorrei andare sulla luna,
nello spazio, viaggiare nel mondo. Vorrei essere un pilota, un calciatore, un ginnasta … Vorrei fare
tante cose, vorrei essere tante cose. Forse voglio troppo, ma a volte è meglio volere tanto e sognare
che volere poco e non avere un sogno da realizzare.
Claudio Manga 2D
Pagina 10
PascoliAmo
Sembra ieri che, con il mio zaino sulle spalle, aspettavo l’autobus di fronte a casa per recarmi a scuola.
Adesso vivo a Roma, in un appartamento da cui riesco a vedere la cupola di S. Pietro.
Mi manca Padova, la mia famiglia ed i miei amici. Se faccio un bilancio della mia vita, posso ritenermi
fortunato. Mi sono laureato in Lettere, sono riuscito ad essere ammesso alla scuola di giornalismo di Roma
e sto facendo uno stage presso la redazione della Gazzetta dello Sport. La vita è dura. Sveglia all’alba, super
sfruttato al lavoro e sottopagato. Per non parlare delle bollette da pagare e dell’affitto, con cui ogni mese mi
tocca fare i conti. Rinunce e sacrifici per ora condiscono la mia vita. Spero che un giorno riceverò la giusta
ricompensa: non sarò più uno stagista con il futuro in bilico, ma una delle migliori penne del giornalismo
italiano, finalmente con un futuro ben delineato. Potrò così coronare il mio desiderio più grande, quello di
costruire una bella famiglia. Mentre questi pensieri scorrono nella mia testa, squilla il telefono. E’ mia
madre, che tutte le sere mi chiama per assicurarsi che io stia bene. Puntualmente recito il solito rituale e le
dico che va tutto bene, anche nelle giornate peggiori. Quanto mi pesa non poter vedere i miei cari, quelle
pestifere delle mie sorelle che ormai sono cresciute e diventate quasi delle donne. La mia lontananza da
casa, per tanti anni, a volte mi rattrista. Mi sembra di non avere vissuto “ pezzi di vita” della mia famiglia,
di aver perso emozioni e sensazioni che non potranno più esserci. Il rumore della pioggia che batte con
violenza sui vetri mi riporta bruscamente alla realtà. Devo ultimare il mio articolo, perché domani mattina il
caporedattore dovrà pubblicarlo. E’ notte fonda e mi attende un’impresa ardua, l’ennesima prova cui sono
sottoposto … Chissà quante altre ancora la vita me ne riserverà!
Stefano Parpajola 2C
La crisi del calcio italiano
Il calcio, oggi, è lo sport più popolare e praticato nel pianeta, infatti vengono disputati campionati
nazionali ed internazionali in tutto il mondo ed il nostro è uno dei migliori. Ma non siamo mai
arrivati così in basso! Dopo dimostrazioni di debolezza (non solo fisica e tecnico – tattica) in
competizioni europee e nei Mondiali 2010, con l’eliminazione dell’Inter (ultima
squadra rimasta in corsa) dalla Champions League, abbiamo toccato il fondo!
Abbiamo subito il sorpasso da parte della Germania nella classifica UEFA, il
che vuol dire una squadra italiana in meno ed una tedesca in più nelle coppe europee 2012 – 2013.
Il nostro calcio è molto meno bello da vedere, meno fluido di prima, anche rispetto ad altri campionati. Esempi da seguire sono la Spagna, dove c’è un calcio
più spumeggiante ed avvincente, e l’Inghilterra dove questo sport è più dinamico. In questi paesi
l’approccio dell’opinione pubblica è più sereno rispetto al nostro (più teso e ricco di contestazioni). E’ il caso di mettersi a lavorare con uno spirito diverso, possibilmente più vincente, perché, se
continuiamo così, la Champions rimarrà un sogno!
Augusto Iovino, Alberto Oliveri, Francesco Piva 3C
-Un uomo senza donna è come un collo senza torcicollo.
-Sono sempre stato molto precoce. Una volta ho terminato un puzzle in meno di quattro giorni. E
pensare che sulla scatola c’ era scritto dai 2 ai 5 anni!
Pagina 11
PascoliAmo
La ginnastica artistica
La ginnastica artistica è uno sport spettacolare. Si fanno un sacco di ruote, rovesciate, flic, tic tac …
Nella ginnastica femminile ci sono vari attrezzi e vari esercizi. Oltre al corpo libero, dove si fanno ribaltate
e molti altri movimenti, ci sono attrezzi come: la trave, un lungo palo in legno dove si fanno una serie di
movimenti cercando di riuscire a stare in equilibrio. Un altro attrezzo sono le parallele, sbarre orizzontali
distanti una dall’altra circa due metri, attorno a cui si fanno dei volteggi; un altro esercizio è il volteggio,
che consiste nel correre fino ad una pedana dove ci si dà lo slancio per poi arrivare sul cavallo, pedana sostenuta da un palo, dove si appoggiano le mani e, prima di atterrare, si fanno capriole, carpi o vari salti, per
poi arrivare in piedi. Durante l’allenamento non si fanno solo queste cose, che solitamente si fanno in gara,
ma si fanno anche altri attrezzi: le spalliere, che servono a rafforzare gli addominali, il trampolone, che serve a capire la posizione per tutti i salti. Anche per i maschi ci vuole determinazione. Non usano gli stessi
attrezzi delle ragazze: fanno le parallele, oltre a quelle asimmetriche anche quelle simmetriche, il volteggio
e il corpo libero, ma anche gli anelli, attrezzo in cui ci vuole molta forza, soprattutto nelle braccia e nella
pancia; un altro attrezzo è il cavallo che, a differenza del cavallo che si usa nel volteggio, ha due maniglie.
Si mettono le mani sulle maniglie e bisogna far girare le gambe attorno al cavallo senza che lo tocchino.
Questo movimento si chiama orologio. Alcuni dei ginnasti italiani più famosi sono Yuri Chechi e Vanessa
Ferrari, che hanno vinto molti titoli mondiali. Per fare ginnastica ci vogliono molti muscoli, il cuore e molta
volontà. A me piace molto perché mi sento libera, posso fare quello che desidero.
Elena Lorenzoni 1A
La caccia: uno sport che non mi piace
Dovete saper che la caccia è descritta come “l’arte di catturare o uccidere animali selvatici
con trappole e con armi”. In epoca storica la caccia assunse presso molti popoli i caratteri di
esercizio sportivo. Secondo il sistema usato per l'uccisione o la cattura degli animali si distinguono varie forme di caccia che si possono raggruppare in quattro categorie principali:
1) la caccia con armi 2) la caccia a volo o falconeria 3) la caccia con trappole e mezze trappole 4) la caccia ad inseguimento o a corsa. Si divide anche secondo la natura dei luoghi e
della selvaggina: 1) la caccia in pianura. 2) la caccia in montagna. 3) la caccia in mare. Ogni anno nel nostro paese i cacciatori uccidono più di 150 milioni di animali: caprioli, volpi,
lepri, conigli, anatre, cinghiali, fagiani. Gli animali più fortunati muoiono subito, mentre
altri rimangono feriti e muoiono agonizzanti dopo minimo 5 ore e massimo una settimana.
La caccia viene addirittura associata alle pratiche sportive e i cacciatori giustificano questo
loro hobby con argomentazioni che richiamano il sentirsi libero, il trovare il proprio spazio
o trascorrere una giornata all'aria aperta. Ma in verità non è proprio così, perchè la caccia
non presuppone una competizione tra partecipanti aventi uguali capacità e possibilità, perchè i cacciatori uccidono senza scrupolo gli animali indifesi e purtroppo hanno a loro favore
le istituzioni nazionali. Ci sia, però, di conforto sapere che il numero di cacciatori diminuisce ogni anno: ad esempio nel 1980 i cacciatori erano 1.700.000 e invece oggi sono meno di
800.000. L'87% degli Italiani sono contrari alla caccia. Ma, cari lettori, non scordiamoci
del bracconaggio; si parla di bracconaggio non solo nel caso in cui le vittime siano specie
protette ma anche quando la caccia viene praticata illegalmente cioè con trappole che fanno
soffrire gli animali. Il bracconaggio può essere di due tipi: 1) specialistico o professionistico che consiste nell’uccidere gli animali protetti per ricavarne la pelliccia da commercializzare clandestinamente e guadagnarci un sacco di soldi, minimo 10.000 e massimo 100.000
solo per un animale. 2) popolare che consiste nel violare la legge soprattutto per quanto riguarda i modi, i tempi prestabiliti e le specie vietate. E adesso cari lettori vi lascio riflettere
su tutti gli animali che sono morti per colpa di questo finto sport: LA CACCIA.
Andrea Alaia 2A
Pagina 12
PascoliAmo
L’EQUITAZIONE
L’equitazione non è molto conosciuta, per lo meno come disciplina sportiva: molti la considerano un bel passatempo o qualcosa di piacevole da regalarsi ogni tanto. In realtà per chi come
noi sceglie di praticarla a livello agonistico è un vero e proprio sport che richiede impegno,
passione, amore, tanta pazienza e presuppone un rapporto molto speciale con l’animale. Senza nulla togliere alle altre attività, è evidente che un cavallo non è come una racchetta da
tennis o un paio di sci che depositi dopo gli allenamenti, ma un essere vivente, che ha bisogno
di cure e attenzioni quotidiane, con le proprie potenzialità e i propri limiti, con i propri umori
e giornate no di cui devi imparare a tenere conto. Dietro ad una grande prestazione agonistica ci sta sempre un lungo lavoro non solo di allenamento, ma anche di costruzione di un rapporto di fiducia e di sintonia fra il cavaliere e il cavallo. E’ fondamentale, se vuoi avvicinarti a
questo sport, avere la consapevolezza che il corretto rapporto uomo-animale e la tutela della
sua salute e benessere sono alla base di ogni risultato sportivo. Quello che impari ben presto
a capire, praticandolo, è che pur essendo uno sport individuale, in realtà ha molte caratteristiche del gioco di squadra, di una piccola squadra, un binomio: il cavaliere può essere anche il
miglior cavaliere del mondo, ma se non c’è complicità con
il cavallo, difficilmente arriverà a superare il primo ostacolo. E quando si vince si vince in due, quando si cresce, si cresce in due. E qui, ve lo diciamo subito, sta anche la magia dell’equitazione. Come in tutti gli altri
sport gli inizi sono sempre i momenti più duri, quando ti
sembra di non ottenere risultati e ti viene voglia di mollare (cosa che, credeteci, fanno in molti); in realtà col
passare del tempo e con primi risultati diventa difficile
farne a meno; capisci che non è solo fatica, ma anche
molta soddisfazione. Ci presentiamo: siamo due amazzoni abbastanza esperte che ormai montano da molti anni
e come tutti gli sportivi sappiamo quanto lo sport sia una
palestra di vita in cui si imparano valori importanti, oggi spesso ignorati, come la lealtà e il
rispetto. Quello che vorremmo è trasmettervi la nostra passione per l’equitazione che nasce
dall’amore per gli animali in generale. Molti credono che il cavallo sia privo di sentimenti, invece è un animale sensibile e splendido, capace di coniugare salute, sport, natura e ci ha sempre affascinato. Il cavallo che noi tutti conosciamo e amiamo discende da antichissimi mammiferi onnivori che vivevano nelle foreste e che non erano più alti di sessanta centimetri.
Questi minuscoli antenati di tutti gli equini fra cui i nostri grandi cavalli si sono lentamente
abituati a vivere in ambienti aperti, praterie e steppe, nutrendosi di erba secca e foglie. Si
pensa che i primi cavalli siano stati addomesticati addirittura quattromila anni fa dagli antichi mongoli che li utilizzavano in grande quantità per combattere e conquistare nuovi territori. Pensate quanta strada hanno fatto da allora uomo e cavallo insieme fino ad arrivare alle
nostre scuderie moderne, dove vengono allevati con la massima cura ed attenzione. Ora dobbiamo fermarci, ma speriamo che le nostre riflessioni vi aiutino a capire quanto bello e affascinante sia questo sport.
Bianca Tajarollo, Ilaria Testa 2A
- Una gallina va a confessarsi:”Padre mi perdoni perché ho molto beccato”.
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PascoliAmo
I genitori e il basket
Se volete veramente divertirvi e trascorrere un po’ di tempo in allegria, stupendovi e ammirando scene incredibili andate a vedere una partita del campionato juniores di basket. Perché vi chiederete. E’ vero non mi sono
spiegato bene. Non dovete guardare i ragazzi durante i loro gesti atletici, ma vi dovete concentrare sul pubblico, che per il 99,99% dei casi è composto dai genitori, nonni, fratelli e familiari vari, perché a nessuno interessa di queste partite. I genitori si dividono in molte categorie: ci sono quelli che credono che il loro figlio
sia un campione, quelli che sperano che il loro figlio diventi un campione, quelli che intravedono nel figlio la
stoffa del campione e quelli che sanno, che se continua così diventerà un campione. Praticamente o tutti i
genitori non vogliono più lavorare per farsi mantenere dal figlio campione o dormono ventiquattr’ore su ventiquattro perché sognano alla grande. Normalmente il genitore medio, non guarda mai la partita, ma segue con
lo sguardo il proprio figlio e lo giustifica con il vicino in tutto quello che fa. Se fa una bella azione…
“l’abbiamo provata in cortile”…se sbaglia di brutto… “ma cosa ti ha dato da mangiare tua mamma?”, se è
seduto in panchina e l’allenatore non lo vuole far entrare… “si è fatto male”. Il tifoso più tremendo e
“sfegatato” è sempre di sesso femminile e impreca costantemente contro l’arbitro, contro l’avversario, contro
la palestra, contro la guerra nel mondo, contro l’evasione fiscale.
La mamma non capisce molto di basket, ma come un martello
pneumatico incita e consiglia il bimbetto, tanto da arrivare in certi
momenti ad urlargli con ferocia: divertiti!!! La mamma è la mamma e pensa che se l’ha cresciuto lei, saprà bene che non bisogna
passare al suo eroe la palla troppo forte, troppo tesa, troppo giusta,
perché altrimenti non la può prendere. Le mamme di solito stanno
sedute fra di loro e per tutta la partita si domandano: “Ma era fallo?
Non ha visto l’arbitro che è stato l’avversario a spingere?” E così
interpretano ogni errore arbitrale, lo commentano, lo riprendono
con la telecamera e ne discutono in settimana su facebook. I papà,
invece, sono più professionali e per i primi due secondi non dicono
niente, poi…inizia la loro evoluzione e metamorfosi, arrivando a
cambiare aspetto e colorazione della pelle, tanto che per i ragazzi
sembra di giocare all’estero, in campo internazionale. C’è il papà
taciturno, con le gambe accavallate che si rannicchia e soffre in silenzio e stranamente è sempre seduto al
solito posto, credo non vada mai a casa. Poi c’è il papà “so tutto io” che ti spiega tecnicamente ogni azione,
per fortuna non spiega e commenta quando il proprio campione va in bagno all’intervallo. Il papà sportivo
che ha giocato a calcio e che urla “rigore” !!! Il papà che ha giocato a basket, però…però quando lui giocava
bisognava fare presto e piano perché altrimenti il nemico ti avrebbe bombardato (in piena 2° guerra mondiale)!!! Il papà “lecchino” che ammira l’allenatore e lo elogia, lo conforta se la squadra perde di 100 punti dicendo che è colpa del canestro… “troppo alto”. Il papà con la trombetta da stadio che ti spacca i timpani e
gliela vorresti far ingoiare e per finire il papà sincero… “bravo hai giocato bene”…ma papà… “la migliore
partita che hai fatto”…ma papà… “si…caro?”, non hai visto che non sono mai entrato? Comunque mamma e
papà assieme animano i cori, gridano, insultano e si scambiano accuse su cosa dar da mangiare al campione,
come prepararlo psicologicamente per la partita e credetemi gli hanno gridato in sequenza : “dai…
tira...salta…difendi…corri…non sudare”. Raramente fra il pubblico si arriva alle mani, ma credo sia questione di poco tempo, invece la vedo molto male per gli arbitri perché quasi sempre si fanno un segno di croce
prima di entrare allo stadio e qualcuno lascia in macchina sul sedile, lato passeggero, il suo testamento. Ok…
fischio finale…bella partita…peccato…se…però…ma…ma chi ha vinto?
Francesco Sabbadin 1A
Lettere da campeggio:
“Cari$$imo papà; mi $to divertendo un $acco, ma avrei bi$ogno di qualco$a. $e ti viene in mente
co$a , $pediscimela pre$to , grazie”.
La risposta:
“Carissimo Joy, soNO contento che tu ti stia divertendo. NOn hai idea di quanto NOi siamo
orgogliosi di un figlio così saNO e robusto. Se fai caNOa o giochi a nascondiNO divertiti per NOi.
Ti salutaNO tutti”.
Papà
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PascoliAmo
Compito dell’educazione fisica è, tra molto altro, quello di promuovere
cultura sportiva, attraverso esperienze costruite negli anni in modo sistematico e metodologico.
L’atletica leggera offre all’insegnamento, in ambito scolastico, un campo
assolutamente imprescindibile di opportunità ad alta sensibilità formativa, dando all’insegnante straordinarie possibilità di diversificare nella
qualità delle proposte. Dai contenuti minimi necessari e formare i prerequisiti della motricità di base fino a proposte maggiormente mirate,
rivolte agli alunni motoriamente più evoluti, in grado di affrontare anche
adeguati elementi tecnici. Dopo l’abbondanza di risultati degli ultimi tre
anni, con qualificazioni delle nostre formazioni alle competizioni studentesche regionali venete sia nelle corse campestri che nell’atletica su pista e pedana, manifestazioni che hanno “portato alla luce” almeno tre
notevoli talenti e due titoli nazionali, anche quest’anno, l’onda favorevole vede i nostri ragazzi della Pascoli misurarsi nelle competizioni più importanti della regione. Ad aprile, le fasi comunali, a maggio quelle provinciali, vedevano molti dei nostri allievi raccogliere frutti soddisfacenti
grazie a talento e disponibilità ad apprendere.
Mi limito a citare alcune eccellenze significative:
Francesco Muraro si conferma sempre più atleta dotato, sintesi di
“forza”, intelligenza, disciplina.
Nei 1000 m. Francesco, migliorando le partenze,
un punto debole in passato, e acquisendo più confidenza con la pista, ha fatto il vuoto dietro di sè
vincendo a Padova e in provincia con tempi molto
interessanti sotto i 3’.
La corsa sugli ostacoli, specialità nella quale la nostra scuola vanta, ormai, una lunga tradizione,
proponendosi sempre sul podio, in provincia e in
regione, oltre ad annoverare, lo dico con orgoglio,
due campioni nazionali.
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PascoliAmo
Quest’anno la specialità ha subito una autentica rivoluzione, alzandosi le
misure delle barriere, credo giustamente, ma aumentando anche le distanze tra le stesse e in assoluto, e giudico questa ultima scelta assolutamente inopportuna perché ignora le caratteristiche morfologiche e auxologiche dei ragazzi cui è rivolta.
Due, comunque, anche quest’anno le nostre “punte di diamante” distintesi: Alvise Barusco e Giulia Pecoraro, 100 H e 80 H rispettivamente. I
due cadetti hanno saputo reinterpretare le nuove misure con una performance, sintesi di potenza e ritmica encomiabile.
Infine le nostre travolgenti staffette nella 4x100 e 4x50.
In sei competizioni riguardanti le categorie RAGAZZI e CADETTI, nelle
fasi comunali e provinciali, ben cinque sono state vinte dalle formazioni
della Pascoli, capaci di battere quartetti anche
maggiormente veloci, ma non altrettanto corretti
ed automatici nei cambi.
I nostri cambi alternati, richiedono concentrazione,
autocontrollo, grande disciplina e automatismi veloci nel rispetto delle zone previste.
Tutto ciò dimostra l’ampiezza straordinaria delle
capacità potenziali di apprendimento dei ragazzi,
quando siano adeguatamente motivati e stimolati
didatticamente.
Affronteremo, a breve le fasi regionali di Feltre
(Belluno) che concluderanno presumibilmente la stagione per i cadetti.
E’ partita, nel frattempo, la consueta stagione della nostra scuola di barca a vela in programma sull’isola di Cà Roman.
Siamo in fase preparatoria e di formazione dei gruppi partecipanti ai
corsi di settembre.
Come tutti sanno, le nuove realtà cui ci appoggiamo sono:
“Vento di Venezia” e C.S.I di Padova che forniscono barche e mezzi a
motore.
Come sempre il nostro obiettivo è coniugare cultura specifica velica e
crescita personale dei ragazzi.
Fausto Angeli
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PascoliAmo
DUE STELLE NELL’UNIVERSO
Uno sguardo, un sorriso e capisci.
Sai che mai potrai dimenticare.
Un amico è per sempre, un meraviglioso fiore
che mai appassisce.
Quando la tristezza ti prende
PAPAPAPAPA …. COCOCOCO..... LILILILILI..... S!!!
Non è ancora Pasqua, è passato Natale
Avete Capito? E' Carnevale!
L'impegno alla Pascoli di certo non manca
non ci può essere un momento di stanca!
L'Astolfi procede con determinazione
al motto efficienza e preparazione!
e non sai perché puoi contare su di lui perché
c’è.
E sempre ci sarà.
Se ti ritrovi nel buio, è la luce che illumina i tuoi passi.
Non sai quale meravigliosa magia sia stata, ma
vi capite al volo e i problemi si sciolgono come neve al sole.
In due il tempo si ferma
si condividono serenità, gioia, lacrime.
Questo sa fare un amico meglio di chiunque altro.
Due stelle nell’universo, nella notte profonda.
Ascolta con il cuore non con le orecchie, vede nel pro‐
fondo della tua anima.
Tra lacrime esitanti e sorrisi tremanti, lui c’è.
Per sempre. Vittoria Gastaldi e Chiara Marchi 2B
IL TEMPO
Se penso proprio al tempo
mi passa in un momento.
Mi sento attraversare
da un immenso mare
di sogni e fantasia
che portan l’allegria.
È bello correre e cantare
con gli amici il tempo passare
mentre a scuola che disdetta
il tempo non passa mai in fretta.
Ognuno attraversa la sua via
e il tempo pian piano finisce la sua scia.
Laura Boschini e Laura Bortolami 3D
Per la Gujon non c'è altro da fare
basta studiare, studiare, studiare!
Per la Benazzo non c'è altro da dire
interroga e spiega senza colpo ferire!
La gara di lessico è un'ombra che incombe
ecco la Berio … è un'ecatombe!
Incalza la Lazzaro con decisione:
“Studiando migliori la tua situazione”!
Se la Pedrocco vuoi accontentare
prendi il tuo flauto e continua a suonare!
Il buon Simonato con fare sornione
pretende i suoi compiti con gran precisione!
Per la Baccini è fuor discussione:
“Dovete sapere la Religione”!
La cara Zarrella che sa bene hablar:
“Todos vosotros dovete estudiar”!
Angeli poi che è un'istituzione
valuta sempre la preparazione!
Diventeremo anche molto eruditi
ma anche un pochino rim...bambiti!
E' quindi d'uopo invocare la Musa:
“Dona a noi alunni la scienza infusa”!
Un grazie comunque a voi professori
se un giorno potrete chiamarci dottori.
Giovanni Poci 1A
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PascoliAmo
“ La paura di chi è diverso da noi chiude le porte al dialogo, mentre
il confronto può essere occasione di arricchimento.”
Caccia al tesoro
C’è chi pensa che il colore della pelle sia un motivo di distacco,
c’è chi è italiano, chi cinese, chi africano e chi polacco,
questo non deve ostacolare la nostra fratellanza
e non deve essere un motivo per mantenere la distanza
ma dovrebbe portarci ad un confronto
per migliorare il nostro mondo.
Non dobbiamo perciò avere paura,
perché la diversità serve ad aumentare la nostra cultura,
non contano la ricchezza o l’intelligenza
ma dobbiamo fermare ogni violenza
contro chi è diverso da chi si crede migliore,
siamo tutti uguali e abbiamo tutti un cuore.
Ognuno di noi prova dei sentimenti,
e di ciò che accade nel mondo siamo tutti coscienti.
Stando uniti vinceremo ogni pregiudizio
e questo che vi diamo è il primo indizio
per la futura “caccia al tesoro”
che ci porterà ad un vittoria più importante dell’oro.
In fondo queste diversità
ci arricchiranno anche nella povertà.
Valentina Adami e Alice Collizzolli 3A
2a classificata concorso poesie festa di Carnevale
Le operazioni fondamentali
Più ( + ) capacità di confronto, tolleranza e rispetto per chi è diverso da noi,
Meno ( - ) sfruttamento e paura tra i popoli
tra tutti sia Diviso ( ÷ ) il benessere,
a tutti siano Moltiplicate ( x ) le opportunità.
Allora le civiltà metteranno Radice ( √ ),
e l'intera umanità si Eleverà ( n )³.
Tommaso Tonolo 3A
2a classificata pari merito concorso poesie festa di Carnevale
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PascoliAmo
SALVERO’ LA MIA GENTE
Mi piacerebbe rincorrere il mio pallone
con la forza e l’agilità di un possente leone
ma voglio diventare un ingegnere
per fare in Africa il mio mestiere.
Crescere bene e d’intelligenza
per prendere le buone occasioni
e fare rapide decisioni.
Però c’è molto da imparare
forse potrò anche sbagliare,
ma l’Africa soffre e devo fare qualcosa,
non mi viene in mente niente, neanche una cosa
se penso alla terribile situazione degli africani,
che vivono una vita senza domani.
Devo dire che sono triste, lo ammetto,
salverò la mia gente, lo prometto,
donerò soldi per costruire
affinché nessuno debba morire
di fame, di sete e di umiliazione,
perché tutti la mattina possano fare colazione
in una casa adeguata e normale,
dove ci si scaldi quando si sta male.
Non devo fermarmi ai pregiudizi altrui
e non arrendermi per una critica di lei o di lui;
vorrei solo un amico del cuore
ed insieme aiutare chi muore,
salvare i bambini perduti
che dalla sofferenza diventano muti
perché, se tutti facessimo del bene,
gli abitanti dell’Africa vivrebbero insieme.
-Moglie: “Un’ altra parola e me ne torno a casa.”
Marito: “Taxi.”
-Il paradiso è un poliziotto inglese, un cuoco francese, un tecnico tedesco,
un amante italiano: il tutto governato dagli svizzeri.
- L’inferno è un cuoco
inglese, un tecnico francese, un poliziotto tedesco, un amante svizzero e
l’ organizzazione affidata agli italiani.
L. Boschini, G. Ometto, G. Schiavon 2C
1a classificata concorso di poesie festa di Carnevale
HATEM RAGAZZINO
AFRICANO
Hatem, ragazzino africano,
venuto a vivere a Milano,
è privo di amici,
ma sa guardare lontano.
Hatem è un vero talento
a calcio,
anche a scuola,
vorrebbe essere contento.
Hatem vorrebbe raccontare
i suoi ricordi di tramonti sul mare
vorrebbe far immaginare
i cibi speziati e i visi colorati…
Ma gli sguardi intorno a lui sono duri
come muri.
Giacomo Buson 2C
3a classificata concorso di poesia festa di Carnevale
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PascoliAmo
Padua, veinticinco de Febrero de dosmil once
Queridos amigos/as y profesores/as:
Estudio en esta escuela desde hace tres años y recuerdo muy bien mi primer dia de escuela, con todos los chicos
mas grandes y los profesores nuevos.
Pensé que eran todos muy bonitos pero habia algunos que a comienzos me asustaron mucho… como el
profesor Angeli que sabe aterrorizar a todos los nuevos alumnos pero cuando empiezas a conocerlo muy bien
puedes entender que es un profe muy bonito porque nos eñsena muchas cosas como el atletismo.
Hay también algunos profes que son muy bonitos y otros que pretenden mucho.
En estos años he conocido muy bien a nuevos amigos, en mi clase y en otras. Ahora con ellos puedo salir los
fines de semana , ir al cine y ir a las fiestas …
Recuerdo muy bien todos los dias vividos aquì, en lo bueno y en lo malo .
El dia màs bonito y màs celebrado en mi escuela, sin duda, es aquel de carnaval, donde todos los chicos no
estudian pero hacen actividades muy divertidas o bailan o cantan. Ademàs en este dìa recogemos los fondos
para Africa... Es un dia en que aprendemos divirtiéndonos todos juntos.
Tengo que agradecer mucho a mis profesores porque me han enseñado muchas cosas de la escuela y de la vida.
Y como chica de tercera tengo también que ayudar a los chicos màs pequeños para “sobrevivir” en este colegio:
vostros tenéis que estudiar mucho porque es la ùnica manera para salir con buenas notas, aunque se permiten
algunas bromas. Y si algunos profes os aterrorizan, tenéis que pensar que ellos son también personas normales,
con una vida y con sus problemas.
Os deseo vivir bien esta escuela … ¡mucha suerte y muchos besos!
Alice Collizzolli 3A
Y para los profe, ¡muchas gracias!
IF I RULED THE WORLD…
If I ruled the world . . . I would try to end discrimination and injustice,
and bring freedom and well-being to the people of the world. For
example, in many parts of the world, women are treated badly, as also
children, both boys and girls: they are forced into slavery, and not
respected. This is horrible, and I would try to do something to help
these people whose rights are violated. Moreover, some people "get
away with murder;" in other words, this means that many people do
things that they shouldn't do and "get away with it:" they do not get
punished, and often continue to harm others and the environment. In
fact, often the environment that surrounds us is not treated well either:
it must be protected and respected too. Everyone should be ecofriendly and care about every single little part of the environment; in
this way, nature would survive and remain a part of our world. If I
ruled the world, there wouldn't be war: there would be a huge table
where men and women in charge of every
nation would meet and discuss possible solutions to problems.
Simply, if I ruled the world there would be PEACE and LOVE.
Martina Semenzato 3A
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PascoliAmo
Dear Principal;
The Principal, we imagine is like an Indian Chief or a head of a community: it's a
sort of priest for his parish, a manager in a company, a mother in a family. Do you
like your job? We are curious to know what you like best, and what you don't like
at all about your job. Ms. Principal: this is our last year here at the Pascoli Middle
School, and we would like to say good-bye to you in person before changing
schools. Can you accept our invitation? If you are too busy and cannot come, we
can understand because it seems like everybody is so busy nowadays, especially
those who are in charge. We understand that you have got many responsibilities,
and we'd like to tell you that we really appreciated your permission to organize and
have our fantastic Carnival Party at school. Aside from the games, music,
and eating, we got a chance to work together on the school charity project!
Sincerely, yours,
Martina Semenzato, BeatriceMaccari, Benedetta Paganini and the 3A
Un' intervista in esclusiva...
ad una persona davvero speciale!
Oggi tre speciali inviate del Pascoliamo, Valentina, Alice e Laura, intervisteranno una persona assolutamente
indispensabile per la nostra scuola: il nostro collaboratore Carlo!
1) V: Ciao Carlo! Da quanti anni presti servizio come bidello in questa scuola?
C: Sono entrato per la prima volta nella scuola Pascoli il 5 aprile 1977
2) A: Quindi, lavoro per scelta o per caso?
C: Per caso.
3) L: Una volta ti chiamavano bidello: bidello si nasce o si diventa?
C: Non si nasce bidello, si diventa.
4) V: Sappiamo tutti che sei un attore avviato, come si concilia tutto ciò con la
tua attività quotidiana?
C: Avendo mezza giornata libera e per passione, riesco a organizzare la mia vita, il
mio lavoro e i miei hobbies.
5) A: Sei un pilastro della nostra scuola e un punto di riferimento per docenti e
alunni: ne sei consapevole?
C: Si, molto.
6) L: Ci descrivi una tipica giornata di lavoro nella nostra scuola?
C: Suona la campana, seguo l’ingresso alunni, faccio fotocopie per gli insegnanti,
preparo i buoni per la mensa, faccio quello che concerne le richieste dei prof. e della
segreteria centrale, in più lavori di amministrazione e sopravvivo alle “rotture” da
parte degli alunni.
7) V: La cosa più importante per la tua vita?
C: Stare bene con l’anima, corpo e mente.
Ringraziamo, oltre a Carlo anche tutti gli altri suoi colleghi che con il loro lavoro ci
consentono di svolgere le nostre attività all’interno della scuola Pascoli
Valentina Adami, Alice Collizzolli e Laura Centanini 3A
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PascoliAmo
ARRIVEDERCI A TUTTI E BUONA STRADA!
=D
Cari lettori del Pascoliamo,
l’anno si sta concludendo e noi ragazzi di terza siamo “quasi” giunti alla fine del nostro percorso alla
scuola media. Per voi ragazzi di prima e seconda le vacanze estive sono sempre più vicine, mentre
per noi si preannuncia un mese carico di studio e di nuove emozioni. Infatti, quello di giugno sarà il
primo esame della nostra vita. Abbiamo deciso di scrivere questa lettera per lasciare un piccolo segno del nostro passaggio e per ringraziare tutti i professori. In questi tre anni il tempo è volato e tutti
siamo cresciuti insieme, sia nei momenti di felicità e serenità, sia nelle difficoltà. Siamo sicuri che
proprio le difficoltà che abbiamo superato insieme ci hanno uniti come non mai!
Bisogna dire anche che la nostra classe non si è distinta per l’eccellente comportamento, ma nonostante ciò siamo stati autentici e sinceri sia nei nostri pregi che nei nostri difetti. Volevamo anche ringraziare tutti i professori, compresi anche quelli degli anni precedenti, che ci sono sempre a fianco e
che ci hanno accompagnato durante il nostro cammino; non sono stati soltanto professori, ma anche
educatori di vita che ci hanno insegnato, oltre alle materie scolastiche, anche come comportarci e
vivere nella vita di ogni giorno e questo è più importante di ogni verifica. Tra le mura di questa scuola
sicuramente anche voi, ragazzi di prima e seconda, avrete incontrato qualche ostacolo e possiamo
assicurarvi che è normale. Anche noi ci siamo passati e il consiglio che possiamo darvi è quello di
guardare sempre avanti, di non scoraggiarvi mai e, se ce ne fosse il bisogno, chiedere aiuto a chi
sicuramente può darvi una mano.
Questa scuola ci ha dato molte possibilità di crescere e maturare, facendo gite interessanti ed istruttive, anche più di un giorno, e in estate abbiamo sfruttato la possibilità di andare in viaggio all’estero e
con i nostri prof. Legati a questa scuola abbiamo tantissimi ricordi perché qui siamo cresciuti, abbiamo tessuto solide amicizie, abbiamo spesso pianto per i brutti voti, però la gioia di aver ottenuto un
bel voto era impagabile, abbiamo riso e scherzato con i nostri prof e con i nostri compagni che ci
mancheranno moltissimo e poi… come dimenticare le eccitanti feste di Carnevale, i bidelli sempre
pronti a scambiare due chiacchiere ed infine il mitico Carlo che con il suo megafono e la sua voce
squillante ci contagiava con la sua allegria! Insomma… abbiamo tantissimi ricordi di questa scuola,
belli e meno belli, ma che ci rimarranno sempre nel cuore. Questa frase, qualche anno fa, non avremmo mai pensato di dirla: CI MANCHERAI TANTO SCUOLA PASCOLI! Buona strada a tutti.
la vostra (mai ex) 3C
…Riflessioni scolastiche…
E’ incredibile, sono già passati sette mesi da quando arrivai al portone della scuola, con i miei genitori, a settembre. Ero molto curiosa di vedere il mio nuovo istituto, i miei compagni e i professori.
Durante l’estate alcune mie amiche più grandi di me mi avevano detto che alla scuola media assegnavano tanti compiti e gli insegnanti erano cattivi, ma, in verità, non è così perché basta eseguire i
compiti, studiare e la scuola non diventa più tanto difficile. In questi sette mesi ho conosciuto tante
belle persone nella mia classe; probabilmente sono stata molto fortunata e sono certa che gli altri
due anni che passerò in questa scuola saranno entusiasmanti.
Roberta Garbin 1D
Agente: VC 2399
Missione: finire l’anno scolastico.
Sta per finire l’anno scolastico (per fortuna), arrivano le meritate vacanze. E’ stata dura affrontare, per me
di prima media, dopo le elementari, la scuola secondaria di primo grado, dove tutto è cambiato: i professori,
i compagni, l’istituto, i compiti per casa, soprattutto, insomma, tanti ostacoli da superare. L’impegno con il
quale ho affrontato quest’anno scolastico è stato importante. L’ultimo giorno vorrei indossare la maglietta
che ho sempre messo alla fine dei precedenti anni, con su scritto in Francese “Io adoro le vacanze”, insieme
a dei jeans ed alle mie scarpe preferite. Infine vorrei mettere degli orecchini a forma di sole. Questo abbigliamento mi farebbe già sentire in vacanza.
Vittoria Ceccaroni 1D
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PascoliAmo
PROGETTO CONTINUITA’ SCUOLA PRIMARIA E
SCUOLA SECONDARIA DI I° GRADO
“IN VISITA ALLA SCUOLA PASCOLI ABBIAMO SCOPERTO CHE…”
I giorni 21 e 26 Gennaio ci siamo recati in visita alla scuola media G. Pascoli per
farci un’ idea di come è organizzata e di come si svolgono le lezioni.
Ci ha subito accolti calorosamente la prof.ssa Passadore che, dopo averci illustrato i locali della scuola, ci ha divisi in gruppi per assistere ad alcune lezioni.
Siamo rimasti molto colpiti dal nuovo laboratorio di scienze e dalla palestra che, a
differenza della nostra, è molto spaziosa.
Molto interessanti sono state le informazioni storiche sull’edificio che ha un antico
chiostro e delle lunette affrescate che raccontano la storia di San Francesco.
Essendo stati divisi in diversi gruppi, abbiamo potuto fare esperienze varie e confrontarci sulle lezioni alle quali abbiamo assistito.
Ci hanno ospitato con entusiasmo le insegnanti di inglese, prof.sse Berio e Varotto, l’insegnante di italiano, prof.ssa Astolfi, l’insegnante di storia e geografia
prof.ssa Vidotto, l’insegnante di matematica prof.ssa Dello Vicario e l’insegnante di
musica prof.ssa Pedrocco.
Le spiegazioni e le interrogazioni sono abbastanza simili a quelle delle nostre insegnanti, abbiamo assistito anche ad una prova scritta di storia.
Unica differenza la velocità: correzione, compiti, spiegazione, interrogazione e
stop….è finita l’ora!
Dalle “voci di corridoio” abbiamo sentito che la scuola media è difficile, ma noi crediamo che se l’affronteremo con impegno, sarà facilissima!
Le nostre aspettative sono quelle di imparare cose diverse ed interessanti, fare
nuove amicizie e continuare le vecchie.
Classi V° A e B
Scuola primaria Ardigò
-Taxi scomparso. È un giallo!
-Cinquant’ anni: la vecchiaia per i giovani, la giovinezza per i vecchi.
-Prof. di inglese: “Bene, adesso dimmi come si traduce asciugare”.
Studente: “To phon”.
-Il fiorellino: “Che bella cosa essere nato vicino a te. Così tu mi ripari dalla pioggia. Ma dimmi: sei
un vero ombrello o fungi da ombrello?”
Il fungo: “Fungo”.
-La gatta del mio fornaio fa i fusilli.
Tutte le barzellette del giornalino sono di Giovanni Viscidi 3A
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PascoliAmo
Visita presso la scuola secondaria di
primo grado: “G. Pascoli”
Senza neanche renderci conto siamo giunti all'ultimo anno della classe quinta della scuola primaria.
Ora però ci stiamo avviando verso la tappa successiva del nostro percorso scolastico.
La nostra maestra ci aveva preannunciato che avremmo visitato alcune delle scuole secondarie di I
grado durante l'anno e che assieme ad alcuni professori e alunni avremmo vissuto qualche ora nelle
loro classi per eventuali laboratori o semplicemente per assistere ad alcune lezioni.
Eravamo molto entusiasti dell'idea e nonostante un po' di paura non vedevamo l'ora.
La continuità presso la Scuola secondaria “G. Pascoli” ci è piaciuta molto.
Siamo arrivati intorno alle 9,00, la Professoressa Passadore ci ha accolti e ci ha portati a visitare i
diversi spazi della scuola: abbiamo ammirato l'aula di informatica, la palestra, il laboratorio di scienze e l'aula di musica. Terminato il giro la nostra insegnante ci ha divisi in quattro gruppi, ognuno dei quali ha assistito ad una lezione diversa nelle classi di
prima media.
Il primo gruppo ha seguito la lezione di matematica, il secondo ha seguito la
lezione di inglese, il terzo gruppo ha seguito la professoressa di italiano e l'ultimo gruppo quella di scienze.
Ci siamo resi conto di alcune differenze rispetto alla scuola primaria: l'ambiente decisamente più grande, molte più classi e quindi un numero maggiore di
alunni.
Al termine delle lezioni nelle varie classi ci siamo ritrovati tutti assieme e abbiamo iniziato a raccontarci l'esperienza e quello che ci siamo detti ve lo sintetizziamo così:
“Quando sono entrato in questa scuola tutto mi sembrava diverso e strano ma adesso posso dire di
essermi incuriosito molto e non vedo l'ora di andare alle scuole medie!”.
“Mi sono resa conto che i professori sono molto gentili e anche simpatici!”
“La lezione di inglese ci è tanto piaciuta, siamo contenti di continuare lo studio di questa lingua anche nei prossimi anni”.
“I ragazzi di prima media ci hanno raccontato come sono stati i loro primi giorni di scuola qui, in fin
dei conti si sono ambientati facilmente!”.
“Seguendo la lezione di italiano ci siamo rese conto che molti argomenti del programma li stiamo
affrontando anche noi...l'analisi grammaticale per esempio!!!”.
Dopo i saluti e un particolare ringraziamento per l'ospitalità siamo tornati a scuola e abbiamo pensato che… è BELLO CRESCERE!!!
Classe V
Scuola Primaria “G. e C. Moschini”
-“Qual è stato il giorno più bello della tua vita?”
“Il giorno del mio matrimonio.”
“E il più brutto?”
“Da allora tutti gli altri, nessuno escluso.”
-Prof: “Chi sa cos’ è l’H2SO4? ”
Studente: “Io lo so è…è…ce l’ho sulla punta della lingua”...
Prof: “E allora sbrigati, sputalo: è acido solforico!”
Pagina 24
PascoliAmo
Tutto incomincia quando ti svegli eccitato e senza fiato, ti prepari subito con il costume più bello che hai. Poi ad un certo punto ti trovi davanti alla scuola, che in quel
momento si è trasformata in una grande mascherata. Visto che è stata la mia prima
volta alla scuola Pascoli, ero molto eccitata!
Subito pensai che non mi sarei annoiata, perché ancora prima della festa, mi trovai
davanti un enorme cartellone con tutte le iscrizioni ai concorsi di vario tipo: maschere, karaoke, poesia e la mia preferita: “La gara delle torte”. Questa gara consiste nel
preparare la torta più bella e più buona di tutte. Sono stata molto fortunata, perché
proprio quel giorno si è messo a nevicare e l’atmosfera era molto suggestiva. Durante quella mattinata, ho
visto alcuni costumi originali e anche molto colorati. I momenti più eccitanti sono stati quelli della Pesca di
Beneficenza, che si è svolta nella mensa e le votazioni finali, per giudicare
costumi, torte…che si sono svolti in palestra. Prima delle valutazioni, però,
c’è stata la parte più attesa, il buffet: due aule preparate con dei lunghi tavoli
con sopra una sfilata di dolci, pizzette e patatine. Io non ho vinto nessuno dei
concorsi ai quali ho partecipato, ma avrò forza per vincere gli altri anni.
Questa festa è stata molto bella, colorata e simpatica e spero che si farà anche
in futuro.
Linda Matetich 1A
La festa di Carnevale, che è avvenuta giovedì tre marzo, è stata
meravigliosa, grazie ai nostri Professori che si sono adoperati al
massimo per renderci la festa indimenticabile, per far divertire
noi alunni e trasformare l’atmosfera della scuola così rigida, seria
e piena di regole in una giornata all’insegna dell’allegria, spensieratezza e leggerezza.
Correvo velocemente, lungo la strada che mi appariva interminabile, per vedere
come i miei amici si erano travestiti e, siccome per me questo è il primo anno, avevo paura che le persone più grandi mi prendessero in giro per il mio ridicolo costume; arrivato al portone della scuola, vidi i miei amici più cari e subito entrammo...
La scuola era piena di manifesti colorati dal giallo al blu intenso e maschere attaccate ovunque, che rendevano la scuola più vivace che mai.
Subito mi precipitai al “gioco della mela” insieme al mio amico Luca; quando ci chiamarono, addentammo la mela appesa ad un filo molto lungo, ma all’improvviso ci
cadde e perdemmo la gara. Nonostante ciò non ero triste, perché comunque ero
insieme al mio amico, giocavamo a mille giochi e passeggiavamo per i corridoi, vedendo coriandoli di tutti i colori e stelle
filanti di carta colorata. Per me la festa di Carnevale è stata,
rispetto agli altri giorni, straordinaria e soprattutto a renderla indimenticabile si è aggiunto un effetto speciale del
tutto naturale: la neve.
Alessandro Carteri 1C
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PascoliAmo
La nostra classe non si può definire del tutto unita: ci sono alcuni compagni che fanno fatica
ad inserirsi, altri più socievoli e quelli particolarmente estroversi che attaccano bottone con
chicchessia. La difficoltà a relazionare fra di noi è un problema che si ripropone anche in
quasi tutte le classi, ma non per questo va evitato e non affrontato anzi, è giusto prenderlo in
considerazione proprio perché è così diffuso. Noi riteniamo che si debbano cogliere tutte le occasioni possibili per stare insieme e fare gruppo, anche perché il tempo
da trascorrere alla scuola media sembra eterno, ma i tre
anni sono molto pochi in confronto, per esempio, a
quelli del liceo. Ecco perché ci sembra utile sottolineare
che una delle occasioni, forse la più interessante, in cui
possiamo stare tutti insieme, sono le gite. Le gite sono
momenti in cui non è fondamentale la destinazione, senza voler togliere nulla ai percorsi didattici scelti dai nostri insegnanti, ma l’importante è stare bene insieme, divertirsi con compagni e professori
che, di solito, incontriamo in luoghi meno amichevoli. La gita a Mantova ha rappresentato
anche un’opportunità per fare amicizia con i ragazzi della 2D ma, nonostante questi buoni
propositi di interagire con loro, il pullman era nettamente diviso in due: davanti c’eravamo
noi della 2A e dietro quelli della 2D. Durante la gita abbiamo ascoltato musica, giocato con
l’iPad e, soprattutto, parlato tra di noi. E’ stata un’ottima occasione per conoscere meglio i
nostri gusti, confrontare le nostre opinioni, confidarci i nostri hobby e i nostri segreti.
L’obiettivo di questo articolo è, dunque, quello di rilanciare la bellezza dello stare insieme, di conoscere gli altri per
arrivare a capire meglio noi stessi. È molto confortante
sapere di poter contare su dei veri amici, che possono anche commettere degli errori, ma di cui siamo sicuri di poterci fidare. Per scegliere l’amico bisogna prima conoscerlo e uno dei modi per farlo sono, appunto le gite scolastiche e le varie uscite e visite di istruzione.
Insomma, a noi alunni, se ancora non si fosse capito, piacciono tanto le gite, che ci permettono di conoscere i compagni che frequentiamo di meno, a partire da quando siamo in classe, per far si che ogni giorno sia una gita.
Gabriele Gioi, Martina Gatto, Maria Teresa Paglianti, Federico Pavan 2A
Pagina 26
PascoliAmo
Gli alunni della 1D
raccontano …
La nostra visita è stata molto interessante, soprattutto perché il monaco che ci faceva da guida era molto simpatico e si esprimeva in modo molto spontaneo, quindi rendeva tutto più
piacevole. E’ stato anche un approccio diverso ad una materia come Storia ( abbiamo studiato il monachesimo) e a Musica (abbiamo parlato dei canti gregoriani). Entrati in una stanza,
il monaco ci ha detto di contare gli scalini (48) per arrivare alla biblioteca. Ci ha fatto vedere
un libro ideato da lui e ci ha spiegato che il numero 48, se diviso, può avere molti significati:
i quattro evangelisti, le quattro stagioni, le fasi della vita. L’otto rappresenta un numero perfetto.
Vittoria Ceccaroni
La nostra guida, padre Vladimiro, ci ha portato in una stanza, anticamente utilizzata come
frantoio, dove abbiamo visto una cartina su cui era disegnata l’abbazia. Abbiamo oltrepassato il chiostro rustico, ci siamo diretti verso il chiostro botanico in cui, un tempo, si coltivavano piante medicinali. Dopo aver salito alcuni scalini, abbiamo visto la statua della Sapienza.
Teneva in mano un libro aperto a metà, con la divisione in Inferno, Purgatorio e Paradiso. Si
poteva comprendere che l’uomo rappresentato era a metà della sua vita.
Roberta Garbin
Ci siamo soffermati ad osservare una meravigliosa statua della Sapienza e del Tempo. Questa scultura si trovava tra due rampe di scale che portavano ad un lungo corridoio che abbiamo percorso, uscendo nel chiostro pensile, che, un tempo, veniva usato per raccogliere
l’acqua piovana; infatti è leggermente inclinato verso il centro ed ha una forma quadrata, diversa rispetto al chiostro botanico, che aveva, invece, un perimetro rettangolare. Padre Vladimiro ci ha fatto notare che, sulla porta del refettorio, c’è una grande iscrizione che dice:
“silentium”. Significa che, durante il pasto, si deve stare in silenzio.
Andrea Tomasoni
La nostra guida ci ha portato a visitare l’antico refettorio, usato dai monaci per mangiare. Mi
è piaciuto molto l’arredamento utilizzato per quella sala, decorata con angioletti e scritte per
ogni posto. Il tutto era realizzato in legno di ciliegio, considerato un materiale molto pregiato. Ad un certo punto, Vladimiro, dato che diceva di essere molto stimolato dal nostro interesse, ci ha fatto vedere un prototipo del libro che lui stesso aveva progettato. Un volume
stupendo, pieno di significati e rivoluzionario, dato che era di forma triangolare.
Ada Portosa
Prima di uscire dalla prima stanza, Vladimiro ci fece prendere dei tappetini che ci sarebbero
serviti più tardi per non sederci sul pavimento freddo. Andammo così a vedere il primo chiostro, quello Rustico, su cui si affacciavano le stalle ed il fienile, ormai inutilizzati. Poi visitammo il chiostro botanico. La guida ci spiegò che, tracciando le diagonali del chiostro, si
“ottenevano” quattro giardini, il giardino dell’Eden, quello del Cantico dei Cantici, il giardino della Resurrezione e quello della Gerusalemme Celeste.
Ioana Schiopu
Pagina 27
PascoliAmo
Il giorno 22 marzo le classi 1A e 1D sono partite per andare a visitare la laguna di Marano.
Durante il lungo tragitto in pullman è iniziato il nostro viaggio dove c’è stato modo di stare
insieme e divertirci. Arrivati, nulla aveva le sembianze di una laguna: Marano era un bellissimo paesino con tante case piccole, vicine e di colori
sgargianti ma dell’acqua non si vedeva traccia! Passeggiando osservavamo meravigliati il paesaggio che ci circondava: era bellissimo! Finché non arrivammo in una
stradina che ci portò a un grande capanno fatto di legno e
con il tetto di lunghe canne accostate l’una all’altra per
dare la forma di un tetto di una vera casa. Lì incontrammo
un signore di nome Glauco che ci accolse con molta simpatia e ci spiegò dove si trovava la laguna che saremmo
andati a vedere più tardi e chi ci abitava: uccelli di varie razze di cui alcuni dai colori vivaci
e rari da incontrare. Per circa mezz’ora Glauco ci intrattenne con interessanti spiegazioni di
come vivevano questi animali: da dove provenivano, dove migravano e per quanto tempo e
con altre cose affascinanti! Dopo prendemmo un’altra strada che ci condusse al molo dove
era ormeggiato un bianco e grande battello decorato con uno stemma che rappresentava una
sirena; si sviluppava in due piani: ognuno di essi aveva una cabina con dei tavolini per mangiare e chiacchierare tra amici. Dopo esserci imbarcati dalla cabina, uscì il capitano Adriano
che con un microfono si presentò e ci accolse: indossava un cappello che lo faceva sembrare
proprio un vero capitano. Mentre navigavamo, si udiva la voce di Adriano che ci descriveva
l’ambiente intorno a noi: la vegetazione era bassa e bagnata dall’acqua della laguna; siamo
riusciti a scorgere diversi nidi di uccelli tra alberi e canneti e nel cielo si vedevano volare
stormi di uccelli. In mezzo alla laguna c’erano grandi reti,
ognuna sorretta da quattro pali di legno usate per la pesca:
le reti erano immerse in acqua per intrappolare i pesci poi
erano raccolte dai pescherecci. Infatti, durante il tragitto ne
abbiamo incrociati molti, e ogni volta i pescatori a bordo ci
salutavano. Navigando e scherzando insieme, in batter
d’occhio eravamo arrivati in un altro enorme capanno. Le
pareti erano interamente costruite con canne e pareva tutto
fantastico. In un altro casone ancora, un grande calore ci
abbracciava: Adriano aveva acceso un fuoco bellissimo. In
poco tempo, infatti, eravamo tutti insiemi attorno a lui che cantavamo, mangiavamo scherzavamo e ridevamo . Era come vivere una magnifica avventura che vorresti non finisse mai!
Una cosa è certa: LE COSE BELLE FINISCONO PER DARE SPAZIO A QUELLE MIGLIORI. Infatti, in quel piccolo parco ci siamo divertiti come forsennati: chi giocava a pallavolo, chi invece era impegnato ad accordare e scordare la chitarra del capitano! Dopo circa
una mezz’ora però... tutti in barca, si riparte! Per tutti però lasciare la bellissima Marano Lagunare era difficile: sapevamo che senza un ricordo materiale di lei, qualcosa ci sarebbe
mancato. Cosi... dalle borse usciva solo un oggetto: la macchina fotografica. Con mille pose
strambe s’inquadravano gli amici senza però lasciare inosservato quel quadro attorno a noi
che, detto in una parola, era semplicemente MAGICO.
A. Paglianti e A. De Stefani 1A
Pagina 28
PascoliAmo
Nel mezzo del cammin di vostra vita vi ritroverete a compilare
questo test se vorrete...
-Il tuo compagno di banco ha perso il diario:
VERDE In realtà l’hai preso tu perché era più bello del tuo
ROSSO Se lo trovi corri a farlo leggere a tutti sperando che ci siano scritte delle cose imbarazzanti
FUCSIA Lo cerchi e lo metti al sicuro
-La Prof. avvisa che è stato rubato un sacco di pane dalla mensa:
BLU Pensi che stia cercando di accusarti e già ti sale il sangue alla testa per la rabbia
VIOLA I metti subito alla ricerca del sacco perduto perché vuoi ingozzarti di panini
AZZURRO Non ti poni alcun problema, qualcuno ci penserà..
-La scuola bandisce un concorso di poesia, in premio 50 pacchetti di gomme:
VIOLA Devi vincere a tutti i costi, quelle devono finire al più presto nella mia bocca
VERDE “Prendi in prestito ” la poesia del più bravo della classe e la fai passare per tua
AZZURRO Non partecipi, troppo impegnativo
-Corsa campestre, tu e il tuo migliore amico siete in testa, all’ultima curva lui è poco più avanti
di te, pensi:
FUCSIA “La vittoria è sua, se la merita”
ROSSO “Ora gli faccio lo sgambetto così cade”
BLU “Se vince io non gli parlo per minimo due giorni”
-La prof. ha avuto un problema, avvisa che arriverà con un ritardo di mezz’ora
VIOLA Ne approfitti per fare uno spuntino, è da dieci minuti che pensi alle tue patatine nello zaino
FUCSIA Ripassi gli appunti così non sprechi il tuo tempo
BLU Ti arrabbi perché la Prof. si permette di ritardare mentre tu sei in classe e hai addirittura fatto i
compiti
-Deve essere eletto il rappresentante di classe:
AZZURRO Nemmeno ti proponi, troppe responsabilità
ROSSO Metti in cattiva luce i tuoi avversari, è sempre un’ottima tecnica
VERDE Rubi le penne del tuo compagno e le prometti in regalo a chi ti voterà
PUNTEGGI
-Maggioranza azzurro
Ignavi: Per Dante sei privo di iniziativa e sei indolente, se non cambierai non potrai mai avere il
piacere di dire ho rischiato! In compenso non fai evidenti danni.
-Maggioranza rosso
Traditori degli amici: Per Dante non sei degno di avere amici e persone vicine, se non ti darai una
regolata potresti restare solo e nell’ultimo girone infernale e io sono d’accordo. In compenso non sarai mai la parte lesa.
-Maggioranza viola
Golosi: Per Dante sei avido, insaziabile e Cerbero ti sbranerà per l’eternità. Per me hai solo una discreta ossessione per il cibo. Forse un giorno hai dimenticato la merenda e non hai ancora superato il
trauma.
-Maggioranza verde
Ladri: NO COMMENT
-Maggioranza giallo
Iracondi: Tendi ad arrabbiarti facilmente. Dante per darti una calmata ti propone una sepoltura nella
palude o sotto il fango. Io ti consiglio di stare “sciallo” o passerai per lo “sklerato” della scuola!
-Maggioranza fucsia
Paradiso ☺: Fai spesso la cosa giusta, però stai attento che gli altri potrebbero approfittare di te. Sei
una preda facile ma Dante sicuramente ti avrebbe fatto fare un viaggetto per il Paradiso terrestre, oltre non so.
Lavinia Noto 2B
Pagina 29
PascoliAmo
Un’avventura nel bosco
Ben, un ragazzino di dodici anni, vive con i suoi genitori a Bellamonte, un paesino della Val di
Fiemme, in Trentino.
Una sera d’estate suo padre gli chiese se il giorno dopo aveva voglia di andare con lui in cerca di
funghi. Questo significava svegliarsi molto presto l’indomani mattina, ma a Ben piaceva così tanto
passeggiare nel bosco che rispose entusiasta di sì e cercò anche alcuni amici che andassero con loro.
Alle 5:30, anche se era ancora buio, erano già tutti alla base della seggiovia; da lì iniziava il più ricco
bosco di abeti rossi della zona. Il padre di Ben si diresse da solo verso l’alto, mentre i ragazzi (Ben,
Tom, Carlo e Marco) perlustravano il monte partendo dal basso. I ragazzi erano felici e camminavano allegri, chiacchierando a bassa voce. All’improvviso Carlo, che era un po’ più avanti degli altri,
richiamò l’attenzione dei compagni. Si misero tutti a correre, ma Tom inciampò per non aver visto
una grossa radice e finì a terra ruzzolando. Marco e Ben andarono a soccorrerlo, ma non riuscirono a
trovarlo. Solo insieme a Carlo scoprirono che era rimasto incastrato proprio sotto le enormi radici di
un grandissimo abete rosso. Anche se la luce era ancora poca videro, increduli, che attorno a loro
c’erano così tanti porcini quanti non ne avevano mai visti in vita loro … ed erano tutti di incredibili
dimensioni. Così, recuperato il malcapitato, lavorarono con cura e attenzione per riempire le loro
ceste. Raccolto il loro bottino, si diressero verso il rifugio, per incontrare il padre di Ben. Lo aspettarono a lungo, poi mangiarono un panino, ma lui non si vedeva. Così Ben provò a chiamare suo padre, Max, al telefonino, ma anche questo tentativo fallì. Così i ragazzi decisero di tornare nel bosco a
cercarlo. Ormai il sole era alto e quindi cercare era più facile. I ragazzi camminavano preoccupati …
quando, all’improvviso, udirono uno strano rumore. Cercarono di avvicinarsi e videro una specie di
montagnola che aveva i colori della giacca di Max, anzi, era proprio lui che stava russando. La tensione era sparita, i ragazzi scoppiarono a ridere ed il padre di Ben si svegliò di colpo. Felice salutò i
ragazzi; quando si accorse del meraviglioso bottino capì “che gli allievi avevano superato il maestro”
e che Ben stava proprio diventando grande.
Entusiasti per la loro avventura, insieme tornarono a valle.
Riccardo Buson 1C
Tecnologie moderne
Spesso, quando giro per la città, mi capita di notare quanto alcune persone siano poco pratiche nell’uso di apparecchi e tecnologie davvero innovativi, ma, a volte, troppo complessi. Ad esempio, c’è l’inappuntabile uomo
d’affari in giacca e cravatta che, a bordo della sua auto di ultima generazione, in realtà non ha la più pallida
idea di quale sia l’utilizzo di almeno la metà di tutti quei pulsanti e dispositivi che “affollano” il cruscotto. Un
altro caso disperato sono quelle povere nonnette che, a Natale, ricevono l’iphone come regalo da tutta la famiglia e che, mentre cercano di chiamare i nipoti per un saluto, si chiedono sperdute dove mai siano finiti i tasti,
mentre appaiono sullo schermo la borsa di Wall street, il meteo di Dubai e la mappa di Amsterdam. Quindi,
signori, largo ai giovani!
Andrea Tomasoni 1D
Pagina 30
PascoliAmo
Cara professoressa Benazzo,
la notizia che l’ anno prossimo non sarà più con noi ci ha colto tutti di sorpresa e sul volto di ciascuno di noi, in
un attimo, sono apparsi incredulità, una certa preoccupazione e tristezza. In questi due anni lei ha ben conosciuto tutti noi, ci ha guidati infondendoci fiducia nelle nostre possibilità e coraggio nell’ affrontare gli impegni
dello studio. Tutto ciò con serenità anche se non le abbiamo fatto mancare purtroppo delle inevitabili arrabbiature. Vogliamo ringraziarla perché è riuscita a farci ridere attualizzando gli intrighi degli eventi della storia,
perché ci ha spiegato Dante facendoci “vivere” e impersonare i protagonisti de “La Divina Commedia”, perché
ci ha fatti sentire cittadini di ogni Stato che abbiamo studiato e ci ha fatto esprimere liberamente le nostre idee
esortandoci al dialogo. Grazie perché con lei siamo cresciuti e ci ha dato le basi per continuare nel nostro cammino: la penseremo sempre con riconoscenza e simpatia. Siamo sicuri che anche lei si ricorderà con piacere di
noi quando sarà in pensione, lontana dalla scuola.
La salutiamo con affetto la sua 2A.
Classe 2A
Ci mancherà…
Anche quest’anno una cara collega della Pascoli ci lascia per godersi il meritato riposo dopo tante fatiche: la
“fortunata” è la prof.ssa Lucia Benazzo.
La ringraziamo affettuosamente per aver condiviso con tutti noi tanti momenti della vita scolastica con professionalità, discrezione e costante partecipazione.
Le auguriamo di potersi finalmente dedicare alla sua vita familiare e ai suoi interessi con la meritata e serena
libertà (che le invidiamo) e le raccomandiamo che qualche volta si ricordi di noi e venga a portarci, con i suoi
saluti, anche il suo conforto!
Ciao da tutti noi.
I colleghi e le colleghe
-(Davanti alla porta dell’ indovino)
“Toc toc…”
“Chi è?”
“Ah, cominciamo bene”
-La gatta del mio fornaio fa i fusilli.
Pagina 31
PascoliAmo
Mario Chicoli 3D
INFORMAZIONI SU PASCOLIAMO
Gli articoli firmati con nome, cognome e
classe vanno presentati come documento
Word compatibile con Office 2000, già
corretti dal professore di riferimento.
Il lavoro, salvato su CD o su chiavetta USB
e stampato in formato A4, va consegnato in
busta singola al redattore, che avrà cura di
controllare la consegna.
Ogni articolo dovrà riportare:
Titolo
Autore
Classe
Sezione
Argomento
Direttore Responsabile
Prof.ssa Annamaria Astolfi
Responsabili
Valentina Adami
Beatrice Maccari
Elisabetta Pittarello
La redazione degli alunni
1A Zuin Anna
2A Gioi Gabriele Gatto Martina
3A Soprana M.F.
1B Neri M. Peracin M.
2B Masiero Vittoria
3B Camaioni M. Chiaioni A.
1C Pro Chiara
2C Scapolo Virginia
3C Pittarello Elisabetta
1D Haymar Edoardo
2D Mazzucato C. Linton S.
3D La Gamba Margherita
Regia Informatica
Prof.ssa Maria Carone
Comitato di redazione
Tutte le colleghe di lettere
RINGRAZIAMENTI
Si ringrazia il personale della scuola per la gentile collaborazione alla
realizzazione del giornalino

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