A cura dell`Insegnante di Religione Patrizia Acquatici Anno

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A cura dell`Insegnante di Religione Patrizia Acquatici Anno
26 Traccia 26.wma
A cura dell’Insegnante di Religione Patrizia Acquatici
Anno scolastico 2006-07
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La chiesa dedicata dal
996 ai Santi Eusebio e
Terenziano e a Maria
Vergine,
sorge sulle
rovine
di
un’antica
cappella del castello di
Corviaco (Cavriago) ed è
situata al centro del
paese, in Via della
Repubblica, di fronte a
Piazza Zanti.
3
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Il sagrato della chiesa di San
Terenziano, rappresenta il cuore
verde di Cavriago e da sempre è
considerato luogo di ritrovo per
i suoi abitanti.
Il parco della chiesa in primavera
si riempie di colori e l’aria ha il
profumo dei fiori dei tigli, il
cinguettio degli uccelli, che sotto
sera ritornano nei
nidi, fa
pregustare quella pace che ti
avvolge quando entri
nella
chiesa.
Al centro, proprio davanti alla
porta, sorge un antico pozzo con
l’obelisco sormontato da una
croce.
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In realtà non ci sono documenti che certifichino le origini di
San Terenziano, si suppone che fosse di origini romane,
essendo il suo nome latino. A confermare questa tesi sta il
fatto che l'imperatore Augusto, mandò in quegli anni delle
famiglie a colonizzare la Tuscia. In particolare una colonia
di più di seimila persone si stabilì a Todi.
Si pensa che l'incontro con la fede cristiana avvenne
direttamente dal Vangelo di Gesù e dall'esempio degli
Apostoli.
Fu così che a Todi la comunità cristiana crebbe proprio
sotto la protezione dell'autorità che San Terenziano
rappresentava: divenne infatti Vescovo di Todi.
Nel compiere la sua missione, esortava i suoi fratelli al
comandamento dell'amore secondo cui lo Spirito è unico e
le
attribuzioni
diverse.
Della sua attività si dovettero accorgere i sacerdoti pagani,
di Todi, che cominciarono a osservare attentamente la
comunità cristiana, così profondamente in contrasto con il
culto degli dei. La rivalità arrivò al punto che il sacerdote
pagano del tempio di Giove, il cui nome era Flacco, denunciò
(o fece denunciare) il Santo Vescovo all‘Imperatore
Adriano. Quest'ultimo inviò così a Todi il proconsole della
Tuscia, Leciano che lo condannò al martirio.
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IL MARTIRIO
(Copia della leggenda della biblioteca Laurenziana di Firenze)
Il 30 luglio, 85 anni dopo la morte di Gesù Cristo, sotto l’Imperatore
Adriano, il vescovo Terenziano venne arrestato e condotto di fronte
a Leciano, proconsole della Tuscia.” Vecchio, svelaci i misteri della tua
religione” chiese Leciano “e spiegaci il motivo per cui, in tua presenza,
gli dei immortali non hanno alcun potere ed i nostri sacerdoti e le
nostre vergini non riescono ad emettere
i responsi.” Terenziano
rispose: ” Distogli lo sguardo dal culto degli idoli e potrai conoscere la
verità. Il demonio ti possiede e ti impedisce di conoscere il tuo
Salvatore, morto e risorto per la salvezza del mondo.”
A tale risposta Leciano, dopo avergli fatto colpire la bocca con una
pietra, lo fece spogliare ed ordinò che i sacerdoti approntassero
l’occorrente per il sacrificio al cospetto delle statue di Giove ed
Ercole, quindi, rivolgendosi a Terenziano, ingiunse: “Tutto e pronto,
sacrifica!”
Questi per tutta risposta, alzati gli occhi al cielo, così pregava:
”Signore Dio, siano confusi coloro che adorano gli idoli e si gloriano
delle loro immagini”. All’istante Flacco, uno dei sacerdoti divenne
cieco, le statue andarono in frantumi e l’occorrente per i sacrifici
disperso. Viste queste cose, Leciano ordinò che Terenziano fosse
steso su un aculeo, aggiungendo:” Mostraci ora la tua arte magica!” “
Cada su di te il castro di Cristo, Figlio del Dio vivente” , fu la risposta
del Santo. Leciano lo fece frustare e mentre il suo corpo veniva
dilaniato, Terenziano così pregava: ”Gloria a Te, Gesù benedetto, che
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ricolmi di benefici coloro che sperano in Te.
Finalmente conosco la Tua benedizione.“ Ancor più adirato Leciano
fece porre dei carboni ardenti ai suoi fianchi e con tono di scherno
chiedeva: “Dov’è il tuo Signore?” A lui prontamente il Santo:” E' con
me e se crederai in Lui troverai misericordia.” Irritato da tale
risposta e dall’ostinazione di Terenziano, dopo aver ordinato che la
sua lingua amputata fosse calpestata al cospetto dei presenti,
Leciano divenne muto e successivamente mentre, facendo gesti con le
mani, dava ordine di ricondurre Terenziano in prigione, stramazzò al
suolo privo di vita. L'indomani Flacco, il sacerdote degli idoli
miracolosamente divenuto cieco, sapute queste cose corse incontro a
Terenziano mentre veniva tradotto in piazza per essere martirizzato,
e prostratosi ai suoi piedi lo implorava dicendo: “Ti scongiuro per il
Dio vivo che tu predichi! Oggi, in visione, ho visto un uomo bellissimo
che mi ha detto: recati dal vescovo Terenziano se vuoi essere
illuminato”. Terenziano inginocchiatosi pose le mani sugli occhi di
Flacco esclamando: “Ti illumini Gesù che è la vera luce” . Flacco,
guarito all’istante, proclamava: ” Ora credo in Gesù Cristo Figlio di
Dio che mi ha ridato la vista” e dopo aver ricevuto il battesimo lo
seguì. Entrambi furono decapitati, per ordine di Leonzio
rappresentante dell’Imperatore, il 1° giorno di settembre, fuori
dalle mura cittadine nei pressi della riva del Tevere. La notte
successiva, il presbitero Esuperanzio ed una certa Lorenza
andarono a raccogliere i corpi dei santi e li seppellirono a otto
miglia dalla città di Todi in un luogo chiamato Colonia meglio
conosciuto con il nome di Petroso. Qui abbondano i benefici di Dio. 9
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A Pavia il 17 novembre 996, la contessa Rolenda
figlia del re d’Italia, Ugo di Provenza, vedova del
conte Bernardo, firma un atto alla presenza del
notaio Gerolimo, col quale dona a Paulone, uomo
che la serve fedelmente, una corte, un castello
e una cappella dedicati ai santi Eusebio e
Terenziano e a Maria Vergine, in località
Cavriago. Della Cappella dedicata a San
Terenziano questa è la citazione più antica,
anche se si presume che esistesse una cappella a
partire dal IX secolo.
Si parla già delle terre di San Terenziano nel
781, quando Carlo Magno confermando i
possedimenti delle Chiese di Reggio e Parma, ne
stabilisce i confini utilizzando l’idrografia.
Cavriago viene divisa in due parti dal torrente
“Rio”, a destra le terre di S.Terenziano
destinate alla diocesi di Reggio, a sinistra le
terre di S.Nicolò destinate alla diocesi di Parma.
Nel 1111, in un diploma di Enrico IV, Cavriago
appare tra i possedimenti della diocesi di Parma,
mentre nel 1168 risulta divisa tra Parma e
Reggio.
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Della cappella ottoniana non
rimangono tracce visibili, se non
forse a livello di fondamenta. Si
conservano invece i resti di una
successiva
ristrutturazione
romanica,
a
tre
navate,
liturgicamente orientata, cioè con
absidi rivolte a est, e l’entrata a
ovest, come si costruiva nel
periodo medievale.
La chiesa era lunga 12 metri e
larga 7,30, di cui è ancora visibile
una parte del muro settentrionale
a spina-pesce.
Nel 1141 papa Innocenzo II,
nomina
la
cappella
di
SanTerenziano, affermando in un
documento la sua appartenenza alla
Diocesi di Parma.
Pochi anni dopo, in una bolla di
Lucio II, si dice che la chiesa è
filiale della pieve di Modolena,
quindi appartiene alla Diocesi di
Reggio.
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Verso il 1178 nasce una controversia che vede coinvolti i
canonici di Parma gli uomini di Cavriago e l’Arciprete. I
Vescovi delle due diocesi intanto continuarono a litigare
fino all’anno 1184, anno in cui Papa Lucio III conferma
Cavriago tra i possedimenti del monastero di
S.Tommaso di Reggio.
La cappella di S.Terenziano non era dotata del fonte
battesimale, né del cimitero e nemmeno di un prete, ma era
servita da chierici tra i quali eleggevano un rettore. Solo
nel 1348, la comunità di S. Terenziano avrà un proprio
officiante: Guglielmo degli Orsi di Barco, canonico della
pieve di Modolena.
Nei due secoli che seguono la chiesa viene ricordata
raramente
nei
documenti
e
comunque
sempre
incidentalmente.
Cavriago intanto è coinvolta nelle lotte sorte all’inizio
del 1482 tra gli Estensi, il Duca di Milano, i Fiorentini,
i Bentivoglio da una parte e i Veneziani appoggiati dal
papa
Sisto IV e i Genovesi dall’altra; per i quali
scesero poi in campo tra gli altri, i conti Rossi di
Parma e GuidoTorello dei signori di Montechiarugolo.
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Fu proprio durante queste battaglie che i
Cavriaghesi si videro così distruggere il
castello e buona parte del borgo.
Ritornerà sul proprio feudo Teofilo
Calcagnini, di origine ferrarese, di cui
rimane lo stemma dal leone illeopardito
ancora oggi utilizzato dal Comune di
Cavriago.
Durante la visita del vescovo Cervini,
1543, si notifica che la chiesa di
S.Terenziano appare molto mal ridotta, a
tal punto che la cappella maggiore minaccia
di crollare.
Cinquant’anni dopo , nel 1593, negli atti
della visita del vescovo Rangone non vi
sono appunti negativi sulla condizione della
chiesa, mentre si passa ad elencare gli
altari esistenti: l’altare maggiore, quello
dedicato alla B. Vergine, quello dedicato
alla Natività, un altro dedicato alla
Madonna e quello dedicato a S. Lucia.
Lo stemma di Teofilo Calcagnini
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La costruzione dell’attuale
Chiesa, risale ai primi anni
del seicento
L’architetto
reggiano
Francesco Pacchioni nel 1615
insieme a Vincenzo Salustio,
fecero il disegno e diedero
tutte le direttive necessarie
per la nuova fabbrica.
Le fondamenta in parte già
gettate
ed
in
parte
preesistenti condizionano il
Pacchioni, che in quel tempo
dirigeva anche i lavori di
costruzione della basilica
della B. V. della Ghiara a
Reggio.
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La fabbrica è a croce latina,
appena accennata da una
leggera
sporgenza
del
transetto.
E’ a tre navate ed ha un
presbiterio quadrangolare con
ai lati due sagrestie.
Sopra il presbiterio s’innalza
la cupola con tiburio, che
termina con una lanterna.
Il fonte battesimale è posto
sotto l’arcata dell’angolo di
sud-ovest, dove si trova
attualmente.
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Vi sono due porte d’ingresso, una
a sud e una in facciata, e ad ogni
campata laterale corrisponde una
cappella.
Esiste un rilievo della pianta
della chiesa, fatto durante la
visita del vescovo Marliani nel
1664, dal quale si ricavò il
disegno qui a fianco, che è stato
effettuato
con
una
certa
esattezza.
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Dal 1666 al 1668 gli uomini
di Cavriago ricostruirono a
loro spese il Campanile,
rinascimentale
nella
concezione architettonica.
Dallo spessore dei muri si
suppone
che
sia
stato
costruito sulle fondamenta
di una struttura precedente
di epoca medievale.
Nel 1689 venne arricchito
dell’orologio, come servizio
reso a tutti i cittadini del
paese.
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Dai Documenti sulla ricostruzione della torre
campanaria
“Sul campanile fatto a spese pubbliche à fundamentis,
e perfezionato l’anno 1668 vi sono due campane:
una grossa, l’altra piccola, e nel mezzo v’è un orologio
che batte su la grossa, con la sua mostra fuori comprato,
e posto sù l’anno 1689”
(Pellegrino Martinelli, 1694)
Quando Domenico Martinelli di Nonantola era Rettore della Chiesa
di San Terenziano, il campanile venne ricostruito su nuove fondamenta.
Il 22 ottobre data la Benedizione….
“si principiò a fondare la torre e la prima pietra
la misi cò Domenico Martinelli.
Un sasso grosso nel cantone presso la chiesa
verso sera a basso braccia dieci, ed il fondamento
è largo dieci liste di pietra, cioè cinque quadrilli”
Alla fine del mese di settembre dal 25 in poi…
“si coperse il campanile nuovo…
si finì di stabillire il campanile…
e il 13 ottobre si principiò di forare
l’uscio del campanile”.
Entro l’anno 1668 la torre è perfezionata.
.
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Nel 1817
don Luigi Brandani della Fossa, Arciprete di San
Terenziano, farà rifondere le tre campane esistenti con l’aggiunta
di una nuova .
La prima campana con 4 figure: il Crocifisso, San Carlo, la Madonna
del Rosario e San Prospero.
La seconda campana con 4 figure : le tre Croci della Crocifissione ,
il Rosario, San Terenziano e San Sebastiano.
La terza campana con 4 figure: la Crocifissione, la B.V. della Ghiara,
San Terenziano e Sant’ Antonio abate.
La quarta campana con 4 figure: il Crocifisso, il Rosario,
S.Terenziano, un santo Vescovo e martire con il saio da frate.
La prima campana è detta Terenziana, la seconda Luigia, la
terza Giovanna, la quarta Maria.
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Il primo coro quadrangolare
venne
sostituito,
dal
prevosto
Antonio
Boncompagni nel 1750, da un
secondo
a
semicerchio,
rendendolo così di forma
absidale.
L’abside di forma circolare
venne completato poi con un
bellissimo coro a stalli in
noce intagliata. Nel 1762, si
avviarono nuovi lavori di
restauro ed il tinteggio della
Chiesa.
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Nel 1818 iniziarono i lavori
di consolidamento perché la
Chiesa e la torre
furono
gravemente danneggiate da
un terremoto; in seguito, si
approfittò del cantiere per
rifare la facciata secondo lo
stile neoclassico.
Nel 1926 il parroco Giuseppe
Bozzani iniziò i lavori di
restauro,
il pavimento fu
abbassato di 26 cm.
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La facciata
fu eseguita
dalla
ditta
Cooperativa
Cementori di Reggio con
grande finezza e armonia
delle linee e grande eleganza
nella
costruzione
delle
finestre e della cartella
soprastante
la
porta
maggiore, di antica forma
settecentesca.
Anche
la
decorazione
pittorica dell’ interno si ispira
allo stile barocco e talvolta
allo stile rococò.
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La chiesa conserva la
struttura basilicale a croce
latina, a tre navate con
abside
semicircolare
e
presbiterio
leggermente
sopraelevato.
Al centro del presbiterio la
mensa.
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Sul presbiterio
si alza la cupola
con tiburio, che
termina con una
lanterna.
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Sul lato sinistro del
transetto
l’Altare
Maggiore, che risale al
XIX sec. E’ in legno
intagliato con motivi di
festoni vegetali. Due
teste
di
angioletti
arricchiscono le volute
laterali, gli altri angeli
a
figura
intera,
sembrano
reggere il
piano della mensa.
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Vicino all’Altare
Maggiore,
la
lampada sempre
accesa indica la
presenza
del
Santissimo
nel
tabernacolo.
Il tabernacolo in legno
dorato risale al XIX sec.
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Dietro
l’Altare
Maggiore, il quadro di
Girolamo
Massarini del
1861, raffigura la Beata
Vergine che porge il
Bambino a Sant’Antonio
da
Padova,
San
Sebastiano legato alla
colonna, San Giovanni
Evangelista nell’isola di
Patmos e in fondo San
Mauro che segna un
infermo. In alto una gloria
d’angeli.
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Il quadro del Massarini è
sormontato da un’ancona
della seconda metà del
XVII sec., di
autore
reggiano ignoto,
le
colonne in legno sono
dipinte di verde.
La parte superiore, è in
stucco bianco con fregi
dorati.
Sui
semitimpani
due
angioletti: uno regge il
turibolo l’altro la navicella.
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Sotto
il
quadro
del
Massarini,
paliotto
del
XVII
sec.
di
autore
emiliano sconosciuto.
Al centro riporta la figura
monocroma di Maria con il
Bambino, mentre ai lati
sono rappresentati San
Domenico
e
Santa
Caterina.
(Dopo gli ultimi restauri, è stato
collocato per errore dietro l’altare
del Santissimo, ma da sempre si
trovava
sotto
l’altare
della
Madonna del Rosario).
31
Ai lati della mensa, si
trovano due portelle in
noce che risalgono al
XIX
secolo,
di
artigiano emiliano.
Nello
scudo
del
fastigio si legge, in
quella di destra:
“R.S.”(Sacre Reliquie),
in quella di sinistra
“O.S.” (Oli Santi).
32
Sul lato destro del transetto si
trova l’altare della Madonna del
Rosario. Sopra all’altare, vi è un
dipinto raffigurante l’Eterno
sulle nubi benedicente, con gli
angeli e i SS. Domenico e
Caterina, del XVII sec., olio su
tela di Alessandro Tiarini,
eseguito probabilmente durante
uno dei suoi due soggiorni
reggiani (1619 e 1625-1629).
L’ ancona è in stucco bianco con
particolari d’orati e colonne di
color rosaceo. Sui semitimpani,
spiccano due profeti ciascuno
affiancato da un angelo e sul
timpano due angeli con trombe.
33
Davanti alla
pala
del
Tiarini,
si
trova
la
statua della
Vergine del
Rosario con
il Bambino
in braccio,
vestita
di
bianco con il
manto
azzurro.
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I misteri del Rosario,
ripartiti in tre gruppi di
cinque
per
ciascuna
tabella, risalgono al XVII
sec. e sono stati dipinti
da Alessandro Tiarini.
Dovevano
essere,
in
origine, a vivaci colori,
ciascuna scenetta
è
contornata da una cornice
rotondeggiante.
A
destra
i
misteri
Gaudiosi, a sinistra i
misteri Gloriosi, in alto
sull’ancona
i
misteri
Dolorosi.
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La pala del Tiarini venne
commissionata al pittore,
dalla Confraternita del
Rosario
di
S.
Terenziano, che avendo
avuto in eredità una
casetta
da
Andrea
Uguzzoli, la vendette (ad
un certo Don Andrea
Terenziani) e con il
ricavato, effettuò due
pagamenti, uno al Tiarini
per la pala, l’altro per la
fabbrica della cappella
dell’ altare del Rosario. La
spesa complessiva fu di
115 ducatoni da 8 lire
ciascuno, pari a lire 920.
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Gli angeli
San Domenico
La pala del Tiarini - particolari
Santa Caterina
37
Sotto
l’altare
della
Vergine
del
Rosario,
paliotto
in
scagliola
carpigiana della fine del
XVII
sec., di uno
scagliolista emiliano. Al
centro della composizione
la figura di S. Giovanni
Evangelista
38
Nel transetto, sulle
porte
delle
sagrestie, a destra
la
statua
di
Sant’Antonio Abate
e a sinistra la statua
del Sacro Cuore,
sormontate
da
cornici di stucco del
XVIII sec., con una
ricca decorazione a
rilievo, con motivi
vegetali. Al centro
una conchiglia colma
di frutta; opera di
scagliolista emiliano
anonimo.
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L’interno della chiesa
è
simile
nella
struttura
alla
costruzione del 1600,
anche se gli altari
laterali sono stati
tutti eliminati.
Sotto
il
catino
absidale, al centro si
trova
un
quadro
raffigurante
il
Crocifisso
e
San
Terenziano.
40
Il dipinto risale alla
seconda metà del XVII
secolo, è di autore ignoto
e
raffigura
San
Terenziano in adorazione
del Cristo Crocifisso, a
sinistra
appaiono
due
angeli, che reggono su un
piatto il simbolo del suo
martirio.
41
Sul
lato
destro
dell’abside un quadro, di
Alessandro Tiarini del
XVII sec., raffigurante
Maria con in braccio
Gesù, San Giuseppe,
Sant’Anna, San Lorenzo
e Santa Liberata.
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Sulla
parete
sinistra
dell’abside, un quadro del
XVII sec., raffigurante
San Terenziano sotto la
croce, con la mitra e il
pastorale; a destra San
Francesco.
Probabilmente il dipinto
si trovava in origine al
centro dell’abside, poi
sostituito con
quello
attuale.
43
L’abside
è
stato
arricchito da un coro
a stalli che risale al
1753. Formato da 18
stalli più la sedia
centrale, unica ad
avere il postergale
intarsiato
(vi
è
raffigurata la chiesa
di Cavriago); gli altri
stalli
e
gli
inginocchiatoi hanno
pannellature
mistilinee,
tranne
quello dello stallo
centrale
che
è
intarsiato.
44
- Coro particolare –
Il postergale della
cattedra
presenta
una singolare tarsia,
ricca di significati
simbolici.
45
- Coro particolare –
San
Terenziano,
il
martire di Todi, in
ginocchio
senza
la
mitra, retta da un
angelo e il pastorale
appoggiato in terra,
sta
implorando
la
Vergine del Rosario col
Bambino in gloria.
Sullo
sfondo
la
chiesa è fedelmente
riprodotta e si nota
che
è
rimasta
praticamente tale, fino
ai restauri del 1923 -
46
- Coro particolare -
Un angelo regge un cartiglio
nel quale è incisa una frase
latina che esprime la fede
popolare dei Cavriaghesi:
“Cupriaci gentem mitis virgo
aspice fuso Quam tibi
commendat sanguine Pastor
amans”,
che tradotto recita:
“Guarda, o Vergine mite la
gente di Cavriago, che a Te
raccomanda con il sangue
versato, l’amante Pastore
(SanTerenziano).”
47
- Coro particolare -
La
Vergine
del
Rosario col Bambino
in Gloria, siede su un
trono
di
nubi,
circondate da una
aureola
raggiata,
mentre il Bambino
porge il Rosario a sua
Madre.
48
- Coro particolare-
La figura femminile
con la rocca in
mano, rappresenta
Eva intenta ai lavori
domestici dopo la
cacciata dall’Eden.
Caino e Abele non
ancora contaminati
dal
peccato
le
giocano intorno.
49
- Coro particolare -
L’immagine rappresenta
Apollo intento a suonare la
lira, inventata e donatagli
da Mercurio. Apollo è
divinità della profezia,
della poesia e favorisce la
filosofia (gli abitanti di Delo
dicevano che fosse nato lo
stesso giorno in cui nacque
Platone).
Probabilmente il prevosto
Boncompagni, ha voluto
inserire qui l ‘immagine di
questa divinità pagana,
perché simbolo della
filosofia e della poesia che
egli amava particolarmente.
50
- Coro particolare-
La figura maschile
in
abiti
settecenteschi,
che tiene nella
mano destra un
bastone
e
nell’altra
una
sacca da viaggio,
rappresenta
il
viandante,
il
pellegrino sulla via
della fede.
51
Al centro del Coro si
trovava un tempo il
badalone
con
leggio
intagliato,
di
epoca
posteriore al Coro, forse
del tardo ‘700; è a
pianta rettangolare con
angoli smussati e ornati
da paraste rudentate.
Attualmente è posto al
centro del presbiterio
come piedistallo della
mensa.
52
Nelle navate laterali
di
destra
e
di
sinistra, un tempo
trovavano posto gli
altari dedicati alla
Natività,
alla
Madonna e a Santa
Lucia.
Ora nella navata
laterale destra nella
seconda arcata si
trova un
quadro
raffigurante
San
Giovanni
Battista,
Patrono di Cavriago.
53
Nella navata laterale
destra, nella terza
arcata, si trovano: il
confessionale, i quadri
di San Pietro,
San
Paolo,
la porta che
conduce
alla
torre
campanaria
e
alla
canonica.
Il Confessionale in
noce,
riccamente
intagliato, appartiene
alla seconda metà del
XVIII sec., realizzato
dallo stesso autore del
coro.
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Il quadro raffigurante
San Pietro, risale al
XVII
sec. di ignoto
reggiano, olio su tela.
San Pietro, in veste
verde
con il manto
giallo,
tiene
nella
sinistra un libro aperto
e con la destra regge le
chiavi simbolo del suo
primato.
La cornice del XVII
secolo, è intagliata con
motivi di foglie dorate.
55
Il quadro raffigurante
San Paolo, risale al XVII
sec. di ignoto reggiano,
olio su tela.
San Paolo, in veste verde
con il manto rosso, tiene
nella destra un libro
chiuso
(simbolo
del
Vangelo
che
ha
annunciato ai pagani) e
con la sinistra regge la
spada, simbolo del suo
martirio.
La cornice del XVII
secolo, è intagliata con
motivi di foglie dorate.
56
Nella navata laterale
destra, nella quarta
arcata appeso alla
parete
sopra
l’organo “GEM Mod.
Concerto”,
un
crocifisso in legno
del XVIII-XIX sec.
La croce finemente
intagliata
nei
terminali dorati, è
dipinta
in
nero,
mentre il Cristo è
policromo.
57
Nella navata laterale
sinistra,(prima
arcata)
dove era stato posto in
origine, si trova ancora
oggi
il
fonte
battesimale.
58
Sul fonte battesimale un
rilievo raffigurante il
Battesimo
di
Gesù
racchiuso in una ancona
eseguita poco dopo il
1906, da un artigiano
reggiano,
di
stucco
dipinta ad imitazione del
marmo.
Il rilievo all’interno, e la
pila dell’acqua santa sono
probabilmente più recenti
(anni cinquanta).
59
Nella terza arcata
della navata laterale
sinistra,
un
confessionale
più
semplice del XVIIIXIX sec. e la porta
laterale
che
si
affaccia su piazza
Zanti.
60
Nella quarta arcata,
della navata laterale
sinistra,
sotto
la
finestra, i due banchi
intagliati con ricchi
fogliami, risalgono alla
fine del XVII sec., di
artigiano
reggiano
ignoto, sono completi di
sedile, inginocchiatoio
e sostegni laterali. Da
una parte intagliati e
dall’altra semplicemente
sagomati.
61
Tarsia dei banchi
- Particolare -
62
Nelle
navate
laterali di destra e
di sinistra, formelle
della Via Crucis in
cotto, del XX sec.
La
dodicesima
stazione riporta la
crocifissione.
63
64
A destra e a
sinistra della
mensa
si
trovano
le
sagrestie dove
sono conservati
alcuni armadi
antichi.
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I due armadi che
vediamo qui a fianco,
risalgono al XIX sec.
di artigiano reggiano
ignoto; sono
simili,
unica
differenza
nelle
cimase,
entrambe
intagliate.
Lo
sportello
è
ribaltabile e sotto lo
sportello, tre cassetti.
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L’armadio risale alla
fine del XVIII secolo,
di artigiano reggiano
ignoto. E’ in legno di
noce, termina con piedi
rastremati e scanalati
ed è ornato da triplice
pannellatura, sia sui
fianchi che su ciascuno
dei due sportelli.
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Costruito verso la fine
del XVII, inizi del
XVIII sec. da un
artigiano reggiano, il
bancone
presenta
quattro specchiature
con greca e due
paraste
sporgenti
rispetto al resto.
Sul bancone è stato
posto un altro corpo di
stile
completamente
diverso.
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La Chiesa è il centro e il cuore della Comunità Cristiana di
Cavriago, qui da sempre hanno luogo tutte le funzioni religiose
della Parrocchia. Attraverso il Battesimo bambini e adulti,
entrano a far parte della Chiesa. Qui vengono celebrati i
matrimoni, i ragazzi ricevono per la prima volta l’Eucaristia e la
Cresima. Qui i defunti passano per un’ultima benedizione quando
fanno ritorno alla Casa del Padre.
Nella Celebrazione Eucaristica la Comunità si sente parte di una
Chiesa più grande che è la Chiesa Universale
e nel silenzio e nel raccoglimento la gente prega, legge e medita
la Parola.
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1° Ottobre 2000 - Messa d’ingresso del nuovo parroco Don Corrado Botti.
Il Vescovo Mons. Adriano Caprioli, presiede la Celebrazione Eucaristica
nella Chiesa di San Terenziano, a destra Don Corrado Botti, di fianco
Don Battista Cerlini, parroco dal 1971 al 2000.
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Un momento di festa della Comunità.
La Sagra di San Terenziano - 1°settembre 2006 -
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Per la costruzione dell’ipertesto abbiamo fatto ricerche:
nell’Archivio Parrocchiale di S.Terenziano,
in Bibblioteca.
Raccolto e scattato tante foto della chiesa di S.Terenziano.
Visitato i seguenti siti:
http://www.parrocchie.org\cavriago\santerenziano
http://www.comunecavriago.re.it
http://www.santiebeati.it
http://www.liturgie.silvestrini.org
Abbiamo inoltre consultato i seguenti testi:
LA BIBBIA.
Francesco Tarasconi, “PRIMI APPUNTI PER UNA STORIA DELLA CHIESA DI
S.TERENZIANO DI CAVRIAGO”.
Guida storico-artistica, “LA MADONNA DELLA GHIARA” – COMUNITA’ DEI
SERVI DI MARIA del Santuaria della B.V. della Ghiara – Reggio Emilia 1983 –
AA.VV. “L’ ORATORIO DI SAN GIOVANNI BATTISTA IN PRATONERA” Ed
Bertani&C.
W.Casotti A.Margini G.Riva, “TERRA ROSSA” Cavriago nel
Novecento”.Ed.Bertani.
La Rivista quadrimestrale “23 Marzo” CAVRIAGO NELLA POLITICA, NELLA
CULTURA,NELLA STORIA- Anno XVI n°2. 31Agosto 2004 – Anno XV – n°1.
30 Aprile 2003 – Anno XV n°3. 10 Dicembre 2003 73
Ringraziamo in modo particolare:
Don Corrado Botti Parroco di San Terenziano, per la
collaborazione.
Nicola Cepelli, per la realizzazione di una parte del
servizio fotografico.
Domenico Bonibaldoni, per la documentazione
fornitaci.
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