Sentieri Antichi dic.cdr - Chiesa Cristiana Evangelica ADI di Parma

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Sentieri Antichi dic.cdr - Chiesa Cristiana Evangelica ADI di Parma
Sentieri Antichi
Così dice il SIGNORE: «Fermatevi sulle vie e guardate,
domandate quali siano i sentieri antichi, dove sia la
buona strada, e incamminatevi per essa; voi troverete
riposo alle anime vostre! (Geremia 6:16)
IL VERO NATALE
Anno I numero 2 / Pubblicazione ad uso interno delle chiese ADI di Parma-Piacenza e diaspora.
La parola natale deriva dal termine latino “natus” (nato) o “natalis dies” (giorno natalizio o della nascita).
In riferimento alla nascita di Gesù Cristo, esso viene celebrato nel mondo cosiddetto cristiano il 25
(compreso la notte del 24) dicembre di ogni anno.
LA FESTA DEL NATALE
Anche se questo oggi può creare meraviglia, una festa liturgica della nascita di Cristo era sconosciuto ai
cristiani dei primi tre secoli. Dopo il IV secolo si è cominciato a celebrare la nascita di Gesù, il 25 dicembre,
per adattare una festa pagana dedicata a Tamuz (dio mesopotamico della vegetazione, già appartenente al
pantheon sumerico come Dumuzi: durante l'inverno moriva o discendeva, secondo un'altra versione, agli
inferi per risorgere in primavera. Il suo culto, risalente a prima del 3000 a. C., fiorì nella terra dei Sumeri, che
gli dedicavano una festa solenne nel IV mese dell'anno (giugno-luglio).
I primi credenti e le
prime riunioni a
Parma
Fermarsi a considerare qual sia ad oggi la
realtà dell'opera di Dio a Parma è
sorprendente se pensiamo che, fino a pochi
decenni fa, questa città era priva della
testimonianza dell'Evangelo.
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Culto
evangelistico a
Sant'Ilario
Sabato 10 Novembre il Signore ci ha dato la possibilità
di tenere un culto evangelistico presso la Sala
Mavarta, nel comune di Sant'Ilario d'Enza.
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IL VERO NATALE
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Gli era paredra Ishtar, la “regina del Cielo”, e sorella Geshtinianna, la “Signora della campagna”. Verso il 1000 a. C.
entrò nel pantheon cananeo come sostituto di Alijan e Môt e lo stesso Adon (signore), dio siro-fenicio, sembra
fosse solo un attributo di Tamuz; nella religione ittita gli era affine Telipinu. Nel sec. VI a. C. il profeta Ezechiele
rimproverava alle donne di Gerusalemme di piangere la morte di Tamuz: il suo culto infatti era penetrato anche in
Israele, trovando numerosi fedeli. Ritornerà nei riti greco-asianici come Adone). La celebrazione del Natale nacque
a Roma nel 335/6 d.C. per opera del papa Liberio, che la istituì per contrapporre la celebrazione del dio Mitra che i
Romani adoravano come il dio portatore della luce. Questa festa divenne ufficiale per opera di Costantino, primo
imperatore cristiano, con un intento tanto politico che religioso, volle realizzare una sorte di simbiosi fra il culto
ufficiale del Sole, celebrato dai Romani, e il cristianesimo che si presentava come la religione del futuro. Quindi, il
Natale non è altro che una festa pagana “cristianizzata”.
LA DATA DELLA NATIVITÀ DI GESÙ
In merito alla nascita di Gesù è incerto perfino l'anno (il 4 o il 5 a.C, intorno al 750 dalla fondazione di Roma) per un
errore dovuto al calendario di Dionigi il Piccolo formulato prima del 500 d.C. L'errore fu corretto in base ai nuovi
elementi storici. Per quanto riguarda il mese e il giorno è ancora peggio. In base a Luca 2:8, se i pastori guardavano
il gregge di notte e all'aperto, significa che non era inverno. Infatti, durante i mesi invernali, nella zona della Giudea
(generalmente da novembre ad aprile), quando i pascoli scarseggiavano e la pioggia, la neve e il vento
incombevano, il gregge e i pastori non potevano più rimanere all'aperto. Inoltre c'è da dire che se Dio avesse
stimato utile per noi sapere il giorno e il mese della nascita di Gesù lo avrebbe fatto, dato che aveva comandato che
fosse santificato il settimo giorno, in memoria della creazione e l'osservanza del 15 di Nisan per la Pasqua, in
commemorazione della liberazione di Israele dall'Egitto. Non pensiamo che Dio avrebbe potuto farci sapere
esattamente la data della nascita di Gesù in modo da evitare ogni disputa in proposito? Quindi, in mancanza di
ricordo preciso proveniente da Dio, tutte le ricerche hanno fine in semplici congetture, e conseguenza il voler
imporre l'osservanza di un giorno speciale in commemorazione della natività del Signore Gesù Cristo, è una vera e
propria ordinanza umana.
USI E TRADIZIONI COLLEGATE AL NATALE
IL VALORE PROPIZIATORIO AUGURALE. Tale aspetto viene accresciuto dal concetto di rinascita assegnata
alla festa pagana del “Solis Invicti” e, quindi, alla festa cristiana della nascita di Gesù. Il senso della solennità era
che il nuovo sole, la cui comparsa in dicembre è sempre più breve e l'altezza del cielo sempre più bassa, da quel
giorno rimonta e i giorni prendono ad allungarsi. Dal natale si traggono pronostici, osservando lo stato del cielo o lo
spirito del vento. Se la festa viene a luna crescente, l'annata sarà buona; magra se la luna sarà calante. Se durante
il periodo di Natale si lascia un pane rotondo con in mezzo due rami di ulivo, simbolo della prosperità, e di arancio,
simbolo dell'abbondanza, si allontanerà il male, facendo regnare il bene.
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IL VERO NATALE
BABBO NATALE, I DONI E LE STRENNE NATALIZIE. In genere i doni, le strenne e le altre forme augurali che si
attuano in questa particolare festività rientrano nel rito propiziatorio di abbondanza e ricchezza. Inoltre lo scambio
dei doni tende a rafforzare i legami sociali. Babbo Natale, Santa Klaus (distorsione del nome Nicolaus) nei paesi
nordici e negli Stati Uniti, è la personificazione di questo rito. La figura di Babbo Natale trae origine da Nicola (III
sec. d.C.), vescovo di Mitra, il cui culto ebbe molto successo in Italia, specialmente in Puglia, attorno all'XI sec. d.C.
Si dice che Nicola fosse molto generoso, tanto che, dice la leggenda, regalò a tre ragazze povere una cospicua
dote con cui sposarsi. Da cui è stato preso a simbolo dell'uso natalizio di scambiarsi i doni.
L'ALBERO DI NATALE. Si crede, generalmente che il primo albero di Natale sia stato introdotto da Bonifacio,
missionario inglese del VIII sec., che addobbò un albero come tributo al Bambino Gesù. Questo rito sostituì i
sacrifici che venivano celebrati ad Odino (maggiore divinità delle popolazioni Scandinave e Germaniche), durante i
quali, le viscere dei nemici dei suoi fedeli venivano sparse sopra degli alberi di abete, come delle ghirlande, dopo di
che venivano bruciate. Nell'Italia settentrionale e in molti paesi del centro Nord dell'Europa i doni sono appesi ad un
albero che rappresenta il centro rituale della festa. Il sentimento popolare lo ricollega alla leggenda della croce
formata con l'albero spuntato dalla bocca del morto Adamo.
IL PRESEPE. La prima raffigurazione della natività di Cristo fu fatta da Francesco d’Assisi, la notte del 24 dicembre
del 1223. L'intento era quello di ricordare visivamente agli occhi dei credenti, lo storico evento della nascita di
Cristo. Questo fondo di antiche concezioni magiche legate alla natura (in particolare i riti che compongono le feste
d'inizio d'anno o di stagione s'ispirano a due principi fondamentali della magia: eliminare il male che si accumula
durante il ciclo che si chiude; propiziazione augurale per il ciclo che s'inaugura), pur assumendo significati diversi
per l'evolversi della società e soprattutto del cristianesimo sono rimasti praticamente immutati.
EPIFANIA. La festa dell'Epifania è salutata in vari Paesi da manifestazioni di interesse folcloristico (accensioni di
falò, elezioni di re per burla, ecc.), da taluni riferite a un'eredità dei festeggiamenti che si tenevano durante i
saturnali. Nei Paesi di tradizione cattolica vige la consuetudine, come a Natale, di scambiarsi regali e soprattutto di
farne ai bambini. Nelle leggende anglosassoni e nordiche, la notte dell'Epifania, o dodicesima notte, è uno spazio di
tempo favorevole ai presagi e ai prodigi, il più adatto per combattere le forze del male. La Befana è la
personificazione dell'Epifania, creata dalla fantasia popolare e descritta ai bambini come una vecchia benefica che,
nella notte tra il 5 e il 6 gennaio, lascia nelle calze e nelle scarpe doni ai bimbi buoni (e carbone ai cattivi). Secondo
la poetica immagine la vecchia, che nella tradizione contadina entra nelle case attraverso la cappa del camino,
solca il cielo a cavalcioni di una scopa e con un sacco ricolmo sulle spalle. L'Epifania viene celebrata per ricordare
l'adorazione dei Magi, che secondo la tradizione avvenne il 6 gennaio. Con l'Epifania praticamente terminano le
solennità natalizie, ma la loro conclusione, sia in Oriente sia in Occidente, è considerata la presentazione di Gesù al
tempio (2 febbraio).
SENTIERI ANTICHI
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IL VERO NATALE
NATALE FESTA SACRA O PROFANA ?
È questa una domanda fondamentale, che per avere una risposta rimanda a sua volta ad altre domande.
QUAL'È IL SENSO DELLA FESTA CRISTIANA?
Consideriamo per una attimo le feste ebraiche. Esse, indipendentemente dal loro valore storico e da come sono
state effettivamente celebrate in Israele, erano una prefigurazione della salvezza che doveva venire con il Messia
Gesù Cristo (Colossesi 2:16, 17). Il credente non deve più celebrare delle feste rituali (Galati 4:8-10; Ebrei 10:12-
14), perché ormai ha tutto pienamente in Cristo. Egli, essendo la vera ed unica propiziazione (I Giovanni 2:2), ha
riconciliato gli uomini con Dio mediante la Sua morte espiatrice. E a coloro che credono in Lui, ha dato un Patto più
eccellente del primo fatto di riti e liturgie (Ebrei 7:15-22; 8:6).
QUAL'È IL SENSO DELLA FESTA DI NATALE OGGI ?
Il Natale è diventato, si sa, una grande occasione di mercato per espandere i costumi individuali e gonfiarli
artificialmente. Il pranzo natalizio, lo scambio dei doni, il periodo di riposo di una famiglia unita, sono diventati,
grazie alle varie “tredicesime”, un colossale giro d'affari. Giocare con i sentimenti è facile, ma non si tratta soltanto
di reagire alla strumentalizzazione consumistica, c'è anche bisogno di scrollarsi dei riti magici, e propiziatori, più o
meno consapevoli, che ci riportano ad un totale paganesimo e ci allontanano sempre più dal senso vero di quella
nascita.
QUALE DEVE ESSERE L'ATTEGGIAMENTO DEL CRISTIANO DI FRONTE AL NATALE?
Dopo aver affrontato l'argomento è opportuno ricordare un principio fondamentale per il comportamento del
cristiano, sia esso etico, morale o spirituale: la legge della liceità. Ogni cosa è lecita, ma non ogni cosa edifica
(I Corinzi 6:12; 10:23). In base a ciò, e non sul superficiale “tutti lo fanno”, possiamo fare tre considerazioni:
a.
Cose lecite che edificano;
c.
Cose illecite.
b.
Cose che, pur essendo lecite, non sono edificanti;
Ognuno di noi, quindi, conoscendo la mancanza di fondamento biblico, le origini pagane di determinati riti e
costumi, deve chiedersi se la celebrazione di una simile festa (che di cristiano ha ormai ben poco) porti un'effettiva
edificazione. Comunque, nel Nuovo Testamento non è mai ordinata da Cristo né dagli apostoli o praticata da loro. I
credenti, dunque, d'ogni tempo non dobbiamo mai andare “oltre ciò che è scritto” (I Corinzi 4:6), anche perché,
così com'è praticata, la festa del natale è soltanto un insieme di recitazioni cerimoniali e di dedizione al dio moderno
del “consumismo”!
Il vero natale, se vogliamo esprimerci in questi termini, per i credenti che seguono la luce della Parola di Dio non è
affatto una ricorrenza di origine pagana e di contenuto liturgico e festaiolo da celebrare una volta all'anno, ma è
Cristo vivente e operante da apprezzare e seguire ogni giorno!
SENTIERI ANTICHI
Paolo Faia
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Evangelizzando!
Culto evangelistico a Sant'Ilario
Sabato 10 Novembre il Signore ci ha dato la possibilità di tenere un culto evangelistico presso la Sala Mavarta, nel
comune di Sant'Ilario d'Enza. Nell'attesa di vedersi concretizzare il desiderio di aprire un locale di culto proprio in
questa zona, è stata un'occasione preziosa per annunciare l'Evangelo. Con gioia abbiamo potuto vedere diverse
persone nuove assistere alla riunione, molte delle quali, se non la totalità, hanno per la prima volta udito il
messaggio dell'Evangelo. La predicazione della Parola, tratta da Matteo 4:12-17, ha messo in risalto l'opera di
Gesù nella vita dell'uomo peccatore, volta a “far luce” nel cuore di quanti, a causa del peccato, vivono nelle tenebre.
Un invito per quanti ancora non hanno fatto questa esperienza, ma anche un motivo di riflessione per noi credenti,
affinché possa nascere in noi il peso per quanti ancora vivono lontani dal Signore per impegnarci ad essere quella
“luce del mondo” che porti gli uomini a glorificare Dio. Sia anche questo oggetto delle nostre preghiere, affinché il
Signore continui a portare avanti l'opera Sua e ci dia la grazia di annunciare la Sua Parola a quanti ancora non
l'hanno udita. Dio ci benedica.
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I primi credenti e le prime
riunioni a Parma
Fermarsi a considerare qual sia ad oggi la realtà dell'opera di Dio a Parma è sorprendente se pensiamo che, fino a
pochi decenni fa, questa città era priva della testimonianza dell'Evangelo. Il Signore ha saputo muovere ogni cosa,
ha guidato i Suoi figli nella via che Egli aveva preparato, e ha fatto sì che nella nostra città sorgesse un popolo che lo
servisse fedelmente e con zelo. Era l'1 marzo 1971 quando il fratello Abramo Russo, vinto un concorso nella
ferrovia, scelse come sede la città di Parma, una scelta che inizialmente poteva apparire casuale, ma che faceva
invece parte di un preciso disegno del Signore. Giunta a Parma, la famiglia Russo scoprì che nella provincia non
esisteva una comunità evangelica, per questo motivo decise di frequentare le riunioni che si tenevano a Maranello
(MO), distante una sessantina di chilometri. La nascita prematura del loro primo figlio, in concomitanza col decreto
che vietava l'uso delle auto la domenica, rese però più difficile ai coniugi Russo un'assidua frequentazione della
comunità. Nel frattempo, sempre per via dell'Austerity, si iniziarono a tenere delle riunioni di culto a Modena, nella
stanza messa a disposizione dal fratello Simone. Essendo Modena più facilmente raggiungibile in treno, decisero
di frequentare lì le riunioni, e questo avvenne per oltre 10 anni, dal 1972 al 1983. Nel maggio del 1983, una
situazione dolorosa colpì la famiglia Russo: la sorella Giovanna, moglie del fratello Abramo, perse un nipote di 14
anni, anch'egli membro della comunità di Modena. In quel momento particolare ella soffrì la mancanza di altri
credenti che potessero starle vicina, e prese la decisione di trasferirsi a Bologna. “Io ero sicura che il Signore voleva
che restassimo qua”, ci racconta ella stessa, a distanza di anni, ma “tentammo comunque di ricevere il
trasferimento”. Il Signore però aveva un altro piano, ed il peso che i coniugi Russo sentivano nel loro cuore per la
città di Parma, era Egli stesso che lo aveva messo. Così il tentativo di trasferimento a Bologna fallì. Verso la fine del
1983 si trasferì a Parma il fratello Antonio Morra insieme alla moglie; già da circa sei mesi egli lavorava a Parma ma
viveva a Milano, fino a quando il Signore non gli mise in cuore di trasferirsi nella città emiliana. Si formò così il primo
gruppo di credenti i quali, nell'aprile del 1984, iniziarono a tenere delle riunioni in casa Russo, in via Parigi 7. Essi
ebbero in quel periodo modo di prendere contatto con altri credenti e, incoraggiati in questo dal fratello Silvano
Arcangeli, cercarono un locale di culto.
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I primi credenti e le prime
riunioni a Parma
Al terzo piano di
questo condominio
situato in via Parigi
si svolsero le prime
riunioni in casa
della famiglia
Russo.
Da sinistra: Il fratello
Gaetano Monfrecola, il
fratello Abramo Russo, la
sorella Giovanna De
Stasio, la sorella Maria
Monfrecola, la sorella
Teresa Monfrecola, il
fratello Antonio Morra e i
due bambini Samuele e
Fabio Russo.
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Che Cosa potremmo trovar in libreria questo mese?
IL TESORO DEGLI SCRITTI DI GIOVANNI
Un tesoro di benedizione e grazia. Le meditazioni presenti in quest’opera
accompagnano la lettura del Vangelo di Giovanni, delle omonime Epistole e del libro
dell’Apocalisse. Lo stile e le verità espresse in questo libro non mancheranno di
affascinare il lettore attento, in grado di cogliere ogni aspetto storico e spirituale dei
pensieri che caratterizzano questi libri delle Scritture. Al brano di riferimento, si
affianca una lettura complementare che aiuterà chi legge ad ampliare il tema trattato
nella riflessione esposta.
CALENDARIO PER TUTTO L’ANNO!
Nuovo in grafica e contenuti è il comodo calendario per tutti i giorni dove segnare i
propi impegni e appuntamenti....ogni giorno potrete leggere un verso, oltre a quello
che troverete per ogni mese....insomma un ulteriore spunto per meditare ed essere
edificati ogni giorno!
CALENDARIO 'LA PAROLA GIORNO PER GIORNO'
Blocchetto con cartoncino piccolo - 2013
Calendario biblico quotidiano composto da meditazioni per ogni giorno dell’anno, a
sfondo evangelistico ed edificativo. Le meditazioni sono scritte da Pastori delle
"Assemblee di Dio in Italia". Modello a blocchetto, con cartoncino stampato a
quattro colori, verniciato offset, piccolo.
Parma
Piacenza
VIA E. TAVERNA 9
Domenica h 10,30
Mercoledì e Venerdì h 19,30
VIA A. PAVESI, 26
Domenica h 18,00
Martedì e Giovedì h 19,30
Fidenza (Pr)
Fiorenzuola D'Arda (Pc)
VIA DEI MILLE 40
Sabato h 18,00
Giovedì h 18,00
VIA SAN FIORENZO, 15
Lunedì h 19,30
Venerdì h 19,30
Visitate sempre i siti delle comunità per non dimenticare
nessun appuntamento evangelistico e le attività!
www.adiparma.it / www.adipiacenza.it