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IN QUESTO NUMERO
3 • LA “MISSIONE” DEL CSA
4 • GINO CUNDARI, IL NUOVO PRESIDENTE DEL CSA E LA SUA METAFORA
5 • “CONOSCERE IL TERRITORIO, UNA PREROGATIVA FONDAMENTALE...
7 • IL CONSORZIO... LA FORZA DI STARE INSIEME
8 • MAPFRE, QUANDO L’ASSICURAZIONE SI FA’ FLESSIBILE
11 • IL PROGETTO CSA INCONTRA IL MONDO UNIVERSITARIO
12 • CARBURANTI ECOLOGICI, COSI’ PALERMO VUOLE USCIRE DALL’INQUINAMENTO
19 • IL MONDO DELL’AUTO: UN CAMBIAMENTO CULTURALE O EPOCALE?
20 • “E’ NECESSARIA UNA NUOVA POLITICA DI RETE”
25 • ANTONELLO BLANDI, QUANDO L’ARTE PORTA FORTUNA
26 • “SVILUPPO SOSTENIBILE, LA CHIAVE DI LETTURA PER LA MOBILITA’ DI DOMANI”
27 • QUALE FUTURO PER TERMINI IMERESE?
28 • E’ CAMBIATA L’AUTO O IL MODO DI VENDERLE?
31 • FIAT HISTORY, SECONDA PARTE
Questa rivista è un omaggio del CSA Consorzio Servizi Auto
Via Imperatore Federico 81 - 90143 Palermo
Tel. 091/6392221 - Fax 091/6392213
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e dalla Rete Concessionari Fiat della Sicilia
Foto di copertina: “Corridoio Terzo Tempo” dell’incontro tra le nazionali
di Rugby di Scozia e Italia nel recente “6 Nazioni”
(per gentile concessione della F.I.R e del Dott. Andrea Cimbrico)
Editore: Studio Della Casa S.a.S. Via Giardini 431/E - 41100 Modena
Tel. 059/346299, www.studiodellacasa.it; Postatarget Magazine - tariffa pagata - DCB Centrale/
PT Magazine ed./aut.n.50/2004 - valida dal 07/04/2004 - Fair Play n.1/2010 - Aut. Trib. Forlì n.
17 del 2008 - Direttore responsabile: Marco Pederzoli; Direttore editoriale: Stefano Della Casa;
Redazione: Dino Della Casa, Marco Pederzoli, Paolo Pignatti; Coordinamento grafico: Studio
Degò/MO; Art work: Chiara Ottolini; Foto: Paolo Pignatti, Giancarlo Vaccaro, Ufficio Stampa FIAT,
Ufficio stampa Sergio Tumino; Stampato in esclusiva per l’Editore Della Casa: Modulgrafica (FC).
Azienda con qualità certificata BVQI
A norma dell’art. 7 della legge n. 196/2003 il destinatario può avere accesso ai suoi dati, chiederne
la modifica o la cancellazione oppure opporsi al loro utilizzo scrivendo a: Studio dott. Della Casa
S.a.s. – Via Giardini, 431/E – 41100 Modena (MO)
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EDITORIALE
La “missione” del CSA
Gentili lettori,
benvenuti a questo nuovo appuntamento con Fair
Play, il magazine ufficiale del Consorzio Servizi
Auto. Non è un caso se abbiamo deciso di uscire
con tale pubblicazione proprio in questo periodo:
crediamo quanto mai opportuno, in un momento
come quello contingente, continuare a offrire uno
strumento di dibattito e confronto tra chi è impegnato quotidianamente nella difficile professione
di concessionario e tra chi è attivo negli ambiti che
interessano da vicino il mondo dell’auto, a cominciare da quello politico e istituzionale. Il 2010, del
resto, ci vede nelle condizioni di affrontare sfide
estremamente impegnative: gli incentivi statali
sull’auto non sono stati riconfermati, l’uscita dalla
crisi economica procede con lentezza, il mercato
delle quattro ruote, che pure ha fatto registrare segnali incoraggianti a inizio anno, terminerà
molto probabilmente con un’altra flessione. Quale
ruolo deve ritagliarsi il CSA in un simile contesto?
In primo luogo, credo che il modo migliore per
muoversi in una simile situazione sia recuperare i
nostri valori fondanti. Del resto, uno dei principali
motivi per cui, nel 2005, venne fondato il CSA,
fu proprio quello di reagire ad un momento di
difficoltà che stava attraversando la Fiat a livello
nazionale. L’idea di “fare squadra”, “fare sistema”,
in una parola “l’aggregazione”, allora si rivelò
vincente. Tanto più, in un contesto come quello
odierno, ritengo che debbano essere recuperati a
pieno titolo simili valori, che contraddistinguono
peraltro anche lo sport, quello pulito, quello del
“fair play”, quello del gioco di squadra – come per
una scalata in quota – o del noto “terzo tempo”
del rugby. Ovviamente, la vicinanza delle istituzioni al mondo dell’imprenditoria rimarrà una
condizione fondamentale. Si motivano in questo
senso l’intervento del Vice Sindaco di Palermo,
on. Francesco Scoma, su un argomento che ci
interessa da vicino: il potenziamento della rete
distributiva di carburanti nel comune di Palermo,
con particolare riguardo a quelli ecologici. I temi
sono dunque più che mai attuali, così come i contributi del Dott. Giacomo Iannotta, esperto nello
“sviluppo dealer” del settore auto, del Dott. Lelio
Cusimano, Direttore Generale della Fondazione
Federico II e dello stesso Dott. Filippo Pavan
Bernacchi, Presidente di Federaicpa. In altri termini, siamo convinti che la strada del confronto e
del dialogo sia quella giusta. Il presente numero
di Fair Play è qui per dimostrarlo. Buona lettura e
arrivederci a presto.
Dott. Gino Cundari
Presidente CSA
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GINO CUNDARI,
il nuovo presidente del C.S.A
e la sua metafora
Gino Cundari
Dio condusse il sant’uomo verso due porte, ne aprì una e gli permise
di guardare all’interno. Al centro della stanza, c’era una grandissima tavola rotonda. Al centro di essa, si trovava un grandissimo
recipiente contenente cibo dal profumo delizioso. Il sant’uomo sentì
l’acquolina in bocca. Le persone sedute intorno al tavolo erano però
magre, dall’aspetto livido e malato.
Avevano tutti l’aria affamata e, attaccati alle loro braccia, erano dei
cucchiai dai manici lunghissimi. Tutti potevano raggiungere il piatto
di cibo e raccoglierne un po’, ma poiché il manico del cucchiaio era
più lungo del loro braccio, non potevano accostare il cibo alla bocca.
Il sant’uomo tremò alla vista della loro miseria e delle loro sofferenze. Dio disse: “Hai appena visto l’Inferno”.
Dio e l’uomo si diressero poi verso la seconda porta. Dio l’aprì. La
scena che l’uomo vide era identica alla precedente: c’era la grande
tavola rotonda e il recipiente colmo di cibo delizioso, che gli fece
ancora venire l’acquolina. Le persone intorno alla tavola avevano
anch’esse cucchiai dai lunghi manici attaccati alle braccia. Questa
volta, però, le persone erano ben nutrite, felici e conversavano tra
loro sorridendo. Il sant’uomo disse a Dio: “Non capisco”. “E’ semplice”, rispose Dio. “Dipende solo da un’abilità: essi hanno appreso a
nutrirsi gli uni gli altri, mentre quelli che hai visto prima non pensano che a loro stessi. Quando Gesù è morto sulla croce, pensava a te”.
Dall’inizio del 2010, Gino Cundari è
stato nominato presidente del CSA.
Nato il 19 luglio 1966 a Taormina, si
laurea in pedagogia all’Università di
Catania e, nel 1984, fa il suo ingresso ufficiale del mondo delle quattro
ruote, entrando nell’azienda di famiglia che è concessionaria auto da tre
generazioni. Nel 1997 ne diventa presidente del consiglio d’amministrazione, ruolo che ricopre tutt’oggi
in azienda, dove è affiancato dai fratelli Cinza (consigliere delegato)
e Paolo (responsabile commerciale). Sposato con due figli, vanta
un passato da agonista con eccellenti risultati nello sci d’acqua.
Attualmente, nel tempo libero preferisce dedicarsi alla lettura.
L’IMPORTANZA DELLA CONDIVISIONE
Un apologo caro al presidente Cundari, esprime con chiarezza i valori fondanti del CSA, che devono appunto essere pervasi dal senso
della condivisione e dallo spirito di squadra. Di seguito, se ne riporta
il testo integrale:
Un sant’uomo ebbe un giorno a conversare con Dio e Gli chiese:
“Signore, mi piacerebbe sapere come sono il Paradiso e l’Inferno”.
Pieter Brugel il vecchio
(1526-1569) “Banchetto Nuziale”
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“CONOSCERE IL TERRITORIO,
una prerogativa fondamentale
per uscire dalla crisi”
Intervista a Filippo Pavan Bernacchi, presidente di Federaicpa
(l’associazione che rappresenta i concessionari italiani di tutti i marchi)
In un contesto come quello attuale, le sofferenze
del settore auto sono un
elemento costante all’ordine del giorno. La situazione contingente, rende
particolarmente difficoltoso anche capire quali
siano le tendenze che
potranno portare ad uscire da tale empasse. Per
affrontare questo delicato tema, anche alla luce della mancata concessione degli incentivi statali per l’acquisto di auto nuove, Fair Play
ha intervistato Filippo Pavan Bernacchi, presidente di Federaicpa.
Dott. Bernacchi, partiamo innanzitutto dalla mancata concessione
degli incentivi statali al settore dell’auto. Quali effetti potrà comportare questo dato di fatto e quali sono le previsioni 2010 per il
comparto auto?
Noi abbiamo chiesto a più riprese al Governo che fosse prevista una
strategia di uscita dagli incentivi statali, in modo che essi decrescessero gradualmente per riportare poi la situazione alla normalità. Gli
incentivi sono un doping per il mercato, e in quanto tali non dovrebbero essere interrotti repentinamente. Così però non è stato, e ciò
ha provocato e provocherà diversi effetti negativi. In primo luogo,
nei primi due mesi del 2010 abbiamo avuto il mercato bloccato, a
causa dell’incertezza sulla continuazione o meno degli incentivi.
Ma il peggio deve ancora arrivare. Nell’arco del 2010, la vendita di
vetture nuove in Italia è prevista nell’ordine di 1.700.000 unità. Con
gli incentivi statali, questo numero sarebbe salito a 2,1 - 2,2 milioni.
Un tracollo notevole, quindi, che può avere dimensioni ancora più
ragguardevoli se alla cifra di 1,7 milioni sottraiamo le 250.000 vetture
provenienti dagli ordini del 2009. Effettivamente, il netto venduto nel
2010 si attesterà su 1.450.000 unità.
Negli ultimi anni, le concessionarie auto hanno sempre più implementato la propria offerta, mettendo a disposizione, oltre alla vendita, diversi altri servizi, dalla ricambistica all’officina. Secondo
Lei il settore del post vendita può essere decisivo in un periodo
come quello attuale?
Il comparto della manutenzione può aiutare, ma non sempre. Dato
il periodo difficile, molti automobilisti rimandano gli interventi di
manutenzione sulla propria vettura, effettuandoli esclusivamente
in caso di rotture. L’officina potrà quindi dare il proprio contributo
per uscire da questa crisi, ma non è scontato, e ciò non è valido come
regola generale. Credo che un certo recupero, invece, si potrà apprezzare sull’usato, sempre piuttosto ricercato in periodi di difficoltà.
Quali sono i consigli che, in base alla Sua esperienza e al Suo
ruolo, si sente di dare in questo momento ai concessionari auto?
Se devo dare un consiglio, il mio è quello di ridurre al massimo i
costi all’interno della propria azienda. Inoltre, a seconda dell’area
territoriale in cui ci si trova, bisognerà capire se sarà più opportuno
investire nella ricambistica, nell’officina, nell’usato, etc. Non esiste
infatti una ricetta che vada bene per tutti.
Prendendo in esame nello specifico il contesto siciliano, come vede
il momento?
La situazione del mercato automobilistico in Sicilia è sicuramente un
problema di grande portata. Inoltre, si è aggiunta anche la questione
di Termini Imerese, uno stabilimento oggi non più sostenibile così
com’è, perché frutto di una logica “non industriale”. Un problema
ulteriore sarà quindi ricollocare i 1.400 dipendenti e le 2.000 persone
dell’indotto. Dall’altra parte, va comunque rilevato che i siciliani, fin
dal dopoguerra, si sono trovati ad affrontare emergenze, e quindi
sono preparati alle situazioni difficili. Anche nel caso specifico della
Sicilia vale la regola generale: ogni singolo concessionario deve sapere capire il rispettivo mercato, agendo di conseguenza.
In Sicilia, i concessionari Fiat hanno creato ormai da alcuni anni il
Consorzio CSA. Secondo Lei può essere un’idea vincente anche in
questo periodo?
La formula del consorzio, di per sé, non è la panacea di tutti i mali.
Vi sono consorzi che funzionano bene e altri sull’orlo della liquidazione. Io credo che la fortuna di un consorzio stia nelle persone che lo
compongono, le quali a loro volta devono sapere offrire determinati
servizi ai loro associati, come prezzi inferiori negli acquisti, informazioni di carattere legale e fiscale. In ultima analisi, un consorzio deve
sapere recepire e soddisfare i bisogni dei propri associati. Nel caso
specifico, sono convinto che il CSA possa dare molto alla Sicilia e ai
concessionari siciliani, perché lo vedo molto attivo e intraprendente. Un esempio su tutti: l’idea del deposito di auto usate a Termini
Imerese; si tratterà del primo centro di stoccaggio di questo tipo in
tutta Italia.
Dal punto di vista del mercato, come si colloca attualmente Fiat nel
panorama nazionale? E cosa sente di potere dire ai concessionari
della Casa torinese?
Il consumatore italiano è per sua natura esterofilo: Fiat, Lancia e Alfa
Romeo occupano attualmente un 30% del mercato nazionale, mentre
il resto è suddiviso tra marchi esteri. Io credo comunque che il concessionario che investe sul marchio Fiat abbia ottime chance, anche a
seguito dell’affare Fiat – Chrysler. Dobbiamo infatti immaginarci uno
scenario futuro in cui i costruttori saranno sempre più concentrati in
pochi grandi gruppi. E Fiat, in questo senso, è all’avanguardia.
Negli ultimi anni Fiat ha investito molte risorse sul fronte dell’ecologia e di una produzione eco compatibile. Secondo Lei è la strada
giusta da percorrere anche in futuro?
Indubbiamente, e a tal proposito posso già anticipare che le concessionarie Fiat lanceranno il prossimo ottobre una campagna sull’ecologia a livello nazionale, per la quale si sta cercando di ottenere
anche il patrocinio di alcuni importanti Ministeri. Il messaggio che
si intende far passare è quello dell’impegno a 360 gradi in ambito
ecologico: non solo auto a metano, quindi, bensì un’attenzione al
rispetto ambientale durante tutte le fasi di produzione, dalla scelta
dei componenti, al loro assemblaggio, alla verniciatura, fino al trattamento del rottame a fine vita.
Filippo Pavan Bernacchi
L’ipotesi di un grande centro stoccaggio
vetture usate a Termini Imerese
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IL CONSORZIO…
la forza di stare insieme
Abbiamo chiesto a Lelio Cusimano, direttore generale della Fondazione
Federico II, editorialista del Giornale di Sicilia e osservatore delle vicende economiche della nostra terra, una valutazione sul ruolo del consorzio
CSA nel contesto dell’attuale, difficile crisi internazionale. Pubblichiamo
di seguito il suo intervento.
Da alcuni decenni è in corso una profonda trasformazione nelle attività produttive occidentali. Gli economisti parlano di “smaterializzazione” dell’economia. In pratica si tratta di quel profondo processo di
trasformazione dei mercati che segna il passaggio dalla semplice vendita di un bene materiale ai nuovi e più avanzati servizi che accompagnano la vendita. A questo processo non si è sottratto il mondo
dell’auto, che anzi dopo la scelta europea di cancellare il rivenditore
monomarca, ha spalancato le porte a strutture di vendita sempre più
attente ai bisogni di una clientela esigente e, di conseguenza, sempre
più impegnate ad accrescere il contenuto di servizio nella vendita e
principalmente nel post vendita. Sono personalmente convinto che il
CSA (Consorzio Servizi Auto S.p.A.), che raggruppa i concessionari
Fiat, Lancia e Alfa Romeo della Sicilia, rappresenti una brillante e
tempestiva intuizione, che merita una convinta adesione da parte
degli imprenditori coinvolti. Il Consorzio, con il suo fatturato di circa
600 milioni di euro all’anno, con i suoi circa 1.000 dipendenti e con
circa 30.000 automezzi venduti (oltre il 30% dell’intero mercato siciliano dell’auto) rappresenta una piattaforma di grandissime potenzialità. Il valore aggiunto del Consorzio non sta ovviamente nella “forza”
dei singoli associati. La sua vera forza sta nella sommatoria di tante
energie, fino a formare una massa d’urto notevole. Ad una struttura
commerciale che ogni anno può contare su almeno 150.000 contatti
diretti con una clientela potenzialmente molto interessante, è possibile affidare iniziative e obiettivi che sarebbero impensabili per il singolo associato. Penso ad esempio alla maggiore capacità contrattuale
nelle politiche di acquisto attraverso il “semplice” meccanismo della
centrale unica d’acquisto. Aspetto, questo, tanto più rilevante quando
si pensi a prodotti e servizi per così dire “innovativi”. In sostanza, se è
facile immaginare che una lattina di olio lubrificante per motori possa
avere un costo decisamente più basso con una fornitura centralizzata,
forse può essere meno agevole percepire a priori i grandi vantaggi
nell’acquisto comune di beni e servizi innovativi. Ed a questo riguar-
do non si può ignorare la possibilità di accedere, ad esempio, al credito su basi del tutto diverse. I consorziati potrebbero infatti trattare da
una posizione di forza nei confronti dell’intermediario bancario, fino
al punto da immaginare di dare vita essi stessi ad un “Confidi”, una
struttura consortile di garanzia reciproca dei fidi dei consorziati, con
la possibilità concreta di diventare un riferimento in Sicilia per il vasto
mercato di beni e servizi che ruota attorno al mondo dell’automobile; senza dimenticare la possibilità di accedere a generosi contributi
pubblici. Si fa un gran parlare in queste settimane della grave crisi
economica che ha mandato a “gambe per aria” strutture e attività che
sembravano al di sopra di qualunque rischio. Oggi in tanti ipotizzano
che la crisi sia già finita. E’ probabile che sia così. Dato per scontato
che il bubbone della disoccupazione non è “maturato”, è da credere
purtroppo che il peggio, in termini di posti di lavoro perduti, debba
ancora arrivare. Specialmente nel Mezzogiorno italiano e in Sicilia.
Ma la grande incognita resta un’altra. Come cambierà la domanda
dei consumatori? Per qualche anno almeno le famiglie americane,
vere locomotive dei consumi mondiali, saranno costrette ad abdicare al proprio ruolo. Quali Paesi le sostituiranno? Con quali effetti?
Domande complesse e senza risposte certe. Oggi, in un contesto di
così elevata turbolenza, servono alternative concrete. I concessionari
Fiat, Lancia e Alfa Romeo della Sicilia dovranno affrontare lo tsunami
della nascita del Gruppo Fiat – Chrysler; potrebbero persino sparire
marchi storici come la Lancia. Ma i concessionari siciliani hanno
un importante asso nella manica: il CSA. Entrare nel mercato assicurativo - finanziario, investire in una rete di stazioni di carburanti
alternativi ai classici idrocarburi, ricercare le opportunità offerte dalla
produzione energetica da fonti rinnovabili, sarebbero tutte utopie per
il singolo imprenditore, ma potrebbero diventare una bella realtà per
una struttura consortile come il CSA.
Lelio Cusimano
direttore generale Fondazione Federico II
I concessionari Fiat aderenti al CSA
nella loro annuale convention
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MAPFRE, QUANDO L’ASSICURAZIONE
si fa flessibile
Con oltre 35.200 dipendenti in tutto il mondo e 18.800 milioni di euro di fatturato, il Gruppo Mapfre è oggi una realtà leader
nel mercato assicurativo e ha stretto con CSA una partnership innovativa in termini di servizi offerti alla clientela. Fair Play ha
intervistato il Dott. Alvaro Carro, Direttore Generale di MAPFRE WARRANTY S.p.A.
di assicurazione e riassicurazione, attività finanziarie, immobiliari
e di servizi in 43 Paesi del mondo. E’ leader nelle assicurazioni non
vita in Spagna e in America Latina ed è tra le 10 maggiori compagnie assicurative europee. Con oltre 35.200 dipendenti, nel 2009 ha
avuto entrate consolidate pari a 18.800 milioni di euro. Insomma un
“colosso”, quotato in borsa a Madrid (fa parte dell’IBEX 35, principale indice di borsa spagnolo), forse non ancora così conosciuto nel
mercato italiano.
L’appartenenza ad un grande gruppo assicurativo multinazionale,
la cui solidità economica e finanziaria è riconosciuta a livello internazionale è uno dei punti di forza della nostra azienda e costituisce
la base per operare con forza ed efficienza nei nostri mercati di riferimento.
Quali servizi predispone MAPFRE per il mercato dell’auto?
Se consideriamo tutte le attività del Gruppo MAPFRE, per il mercato
dell’auto copriamo praticamente tutti i tipi di assicurazioni e servizi:
polizze RC auto, renting, leasing, assistenza stradale, garanzie meccaniche…sono solo alcuni esempi del vasto portafoglio di prodotti
che il nostro gruppo può proporre al settore automotive sia direttamente ai privati sia alle imprese ed ai professionisti. Basti pensare che
all’interno del gruppo abbiamo anche un Centro di Sperimentazione
sulla Sicurezza Stradale, il Cesvimap, dedicato alla ricerca sulle auto,
moto e camion, che attraverso una stretta collaborazione con le case
costruttrici analizza i veicoli sia dal punto di vista della sicurezza,
effettuando crash test, sia dal punto di vista dell’efficienza, effettuando uno studio dettagliato che prevede lo smontaggio di tutte le
parti del veicolo il cui fine è quello di conoscere l’accessibilità di ogni
elemento e di stabilire la metodologia migliore per la sostituzione o
la riparazione dello stesso. Le informazioni ottenute da questa analisi
approfondita vengono poi pubblicate in vari documenti e sono la
base di numerose attività di formazione.
In Italia i prodotti e servizi che forniamo al settore automotive sono
solo una piccola parte di questo ampio portafoglio: principalmente
la nostra attività è concentrata nel fornire ai dealer servizi di gestione
del post-vendita, quali la garanzia meccanica e l’assistenza stradale,
con l’obiettivo di diventare un partner strategico, al quale affidarsi
per lo sviluppo del business, grazie alla fidelizzazione della clientela
e all’aumento della redditività. Per fare questo siamo strutturati internamente ed esternamente per fornire servizi di alta qualità. Nella
Dott. Carro, può tracciare innanzitutto un breve profilo di MAPFRE?
Certamente. In Italia abbiamo due società, MAPFRE WARRANTY
S.p.A., società di servizi, e MAPFRE ASISTENCIA S.A., sede secondaria della compagnia assicuratrice spagnola, entrambe con sede
operativa a Biella. Sebbene insieme queste due società contino più di
100 dipendenti, con una rete di vendita di oltre 50 agenti coordinati
da 6 Area manager, nell’“organismo” Mapfre siamo solo una piccola
cellula. Tutte e due le società sono, infatti, interamente controllate
da MAPFRE ASISTENCIA, una multinazionale di assicurazione,
riassicurazioni e servizi, fondata a Madrid nel 1989, che attualmente
opera in Europa, America, Asia e Africa con una presenza diretta in
40 Paesi.
Per dare un’idea di come MAPFRE ASISTENCIA sia pienamente
consolidata nei principali mercati internazionali, così come nelle più
importanti economie emergenti, posso dire che al momento conta più
di 74 milioni di assicurati ed oltre 161 milioni di beneficiari nei settori
di attività nei quali opera: Automobile, Casa, Salute e Turismo.
Ma non è tutto: a sua volta MAPFRE ASISTENCIA è un’unità operativa del Gruppo MAPFRE. Quest’ultimo è un gruppo imprenditoriale spagnolo indipendente, nato nel 1933, che sviluppa attività
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sede operativa, infatti, abbiamo una centrale attiva 24 ore su 24, 365
giorni all’anno, con professionisti multilingua; “sul campo” abbiamo
rete di vendita capillarmente distribuita in tutta Italia, il cui compito
non è solo quello di proporre i nostri prodotti ai Concessionari, ma è
anche quello di supportare questi ultimi nella distribuzione al cliente
finale, attraverso dei piani di formazione dei venditori concordati con
il dealer; infine abbiamo una vasta rete di fornitori: officine, centri per
il soccorso stradale, accordi con le maggiori società di autonoleggio,
ecc. Questa struttura ci permette oggi di fornire l’assistenza a più di
un milione e 500 mila veicoli e di gestire più di 500 mila casi di assistenza alla persona.
Per le concessionarie che fanno parte del Consorzio CSA avete ideato pacchetti speciali dedicati alla loro clientela?
Certo, uno dei nostri punti di forza consiste proprio nella nostra flessibilità e capacità di adattare i nostri prodotti e servizi alle esigenze
dei nostri partners: insieme alla Dirigenza del Consorzio, abbiamo
studiato dei servizi di garanzia ed assistenza sia per i veicoli usati
sia per i veicoli nuovi, che consentono loro non solo di dare valore
aggiunto al veicolo venduto differenziandosi dai concorrenti, ma
anche di ottimizzare la singola vendita attraverso la distribuzione
di servizi che generano la fidelizzazione del cliente finale e al contempo permettono di avere una maggiore redditività. Con i nostri
servizi infatti è dimostrato che il cliente tende a tornare presso la
concessionaria tanto per le eventuali riparazioni o per i tagliandi di
manutenzione, quanto successivamente nel momento in cui decida di
cambiare la vettura.
di aumento delle vendite dei veicoli, incremento del margine sulla
singola transazione, gestione delle problematiche e fidelizzazione
della clientela. Nell’ultimo periodo, poi, stiamo puntando molto
anche sulla fidelizzazione e sulla motivazione della rete di vendita
dei dealers, concordando ed attuando un programma di formazione
tecnico - commerciale e pratica per i loro venditori, tenuti da nostri
responsabili commerciali. Questi ultimi sono supportati e coordinati
da personale commerciale altamente qualificato che opera sia nella
nostra sede di Biella, sia all’esterno con i nostri 6 Area Managers.
Ritengo che la bravura di ogni azienda venga determinata in larga
misura dai propri collaboratori, dalla loro motivazione, dai loro
obiettivi e dal fatto che l’azienda fornisca gli strumenti, i mezzi e
le opportunità che permettano ad ognuno di emergere sfruttando
appieno il proprio potenziale. Questa è un po’ la filosofia di tutto il
Gruppo MAPFRE che noi portiamo avanti nella nostra sede e che può
essere riassunta in: eccellenza, efficienza, impegno ed etica. Quindi i
nostri punti di forza sono sicuramente l’esperienza consolidata nel
settore delle garanzie, l’alta qualità dei servizi offerti, l’utilizzo di
tecnologie avanzate, ma soprattutto una rete agenziale distribuita in
modo capillare su tutto il territorio, molto integrata nel settore auto,
ogni giorno a stretto contatto con i nostri clienti e che ci permette di
“fare la differenza” rispetto alla concorrenza.
Quali sono gli obiettivi futuri di MAPFRE per il mercato dell’auto?
Nel breve periodo uno degli obiettivi che ci siamo posti è quello di
consolidare la nostra posizione come compagnia di riferimento per
gli operatori del settore automotive, ampliando l’offerta dei servizi
dedicati a questo settore qui in Italia, attingendo al grande portafoglio
dei prodotti che MAPFRE offre in tutto il mondo. Nel lungo periodo
abbiamo un obiettivo ambizioso: diventare uno dei più importanti
players del mercato automotive non solo nel ristretto ambito delle
garanzie, ma anche nel settore dell’Assistenza per le assicurazioni e
per le case costruttrici, come lo è MAPFRE ASISTENCIA in numerose
altre nazioni nelle quali opera.
Tre motivi per scegliere MAPFRE invece della concorrenza?
Come accennavo prima, per la nostra azienda è fondamentale
diventare un partner dei nostri clienti e non un semplice fornitore
di servizi: i nostri responsabili di zona, non si limitano all’attività di
vendita, ma sono dei veri e propri consulenti che affiancano il dealer
per fare in modo che i nostri servizi apportino dei benefici in termini
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IL PROGETTO CSA
incontra il mondo universitario
Lo scorso 15 novembre, si è svolta presso l’aula “Oxford” della
Facoltà di Economia dell’Università di Torino la discussione di
una tesi di master in Management
“Customer First”, dal titolo
“Modello di gestione della Rete
periferica”.
Alla presenza del corpo docente
della Facoltà e di diversi rappresentanti della dirigenza di Fiat
Ivan Bellanca
Group Automobiles, gli autori
del project-work Ivan Bellanca,
Annette Fiedler, Michele Di Maio
e Claudio Messina, tutti Quadri Fiat provenienti da diversi settori
dell’azienda, hanno dimostrato l’opportunità del modello consortile quale uno dei possibili strumenti di successo delle aziende del
territorio locale. In particolare, il lavoro ha voluto concentrarsi sulla
validità di progetti e operazioni commerciali di breve-medio termine
che, con il coinvolgimento diretto delle concessionarie auto associate,
consentono a queste ultime di migliorare la redditività perseguendo
le logiche delle economie di scala, e al cliente finale di percepire a
livello locale il brand Fiat forte e coerente con il rinnovamento perseguito negli ultimi anni. Uno degli autori, Ivan Bellanca, ha ripercorso
gli elementi salienti di questo lavoro.
in contrasto con il partner mandante. Piuttosto, attraverso l’individuazione di precise opportunità di business a livello locale (generalmente regionale) gestibili da attori del contesto socio-economico di
riferimento, sia la Casa che i dealers potranno conseguire al meglio
gli obiettivi economici prefissati. Sebbene infatti la formula delle alleanze possa sembrare poco adatta ad imprenditori che per loro natura
sono fortemente individualisti e competitivi anche e soprattutto in
contesti intra-brand, sussistono tuttavia diverse forme di accordo che
permettono ad ogni singola azienda di mantenere la propria individualità pur condividendo risorse, obiettivi e processi.
Si tratta quindi di intervenire sulla capacità reddituale della Rete…
Non solo questo. Alla prospettiva di miglioramento della reciproca
redditività, si aggiungono altri non meno importanti temi cari sia ai
dealers sia alle case costruttrici. Solo per citarne alcuni: il miglioramento del vantaggio competitivo rispetto ai concorrenti; la capacità
di operare su mercati geograficamente più ampi ma ben definiti per
specificità logistiche e di target clienti; la capacità di poter gestire
prodotti diversi dal core dell’auto e dei ricambi e nuovi servizi; la
gestione e la soddisfazione del cliente. Il modello che abbiamo illustrato nel nostro project-work è sostanzialmente costruito sulla base
di dati oggettivi conseguiti negli ultimi anni dal CSA.
Può citare alcuni di questi obiettivi raggiunti dal CSA negli ultimi
anni?
L’offerta formativa professionale grazie all’accreditamento del CSA
presso la Regione; l’apertura di linee di credito dedicate alla rete
delle officine autorizzate tramite l’accordo con Banca Nuova;
i prodotti assicurativi e assistenziali esclusivi. Si tratta di iniziative
calate in un preciso contesto socio economico qual è quello della
Sicilia. E’ infatti imprescindibile dal progetto consortile il dialogo
costante e la capacità di interloquire con la Pubblica Amministrazione
locale, soprattutto in tema di formazione o di individuazione degli
strumenti finanziari più adatti nell’ambito della mobilità sostenibile
(leggi: metano).
Dott. Bellanca, quali sono stati i presupposti socio-economici dai
quali siete partiti per dimostrare la vostra tesi?:
“Il settore dell’automotive si appresta a vivere profondi cambiamenti
nelle proprie logiche distributive. La Block Exemption istituita nel
2002 dalla UE per favorire la libera concorrenza e privilegiare il consumatore nei confronti delle case costruttrici di automobili, pur non
evidenziando dalla sua introduzione effetti applicativi consistenti
della norma, costituirà nel prossimo futuro il punto di “non ritorno”
del nuovo rapporto casa mandante / dealer.
In cosa consiste questo “nuovo rapporto”?
A partire dalle considerazioni di fatto che negli ultimi 5 anni hanno
ristabilito le regole del giuoco tra Produttore e Distributore (sia esso
di vetture che di ricambi e servizi assistenziali), il complesso organizzativo ed economico della rete distributiva dell’automobile in Italia
detiene delle proprie peculiarità rispetto alla commercializzazione
della categoria degli altri beni durevoli. Vi sono logiche di gestione
delle strutture commerciali che non possono essere assimilabili ai
criteri della GDO (la grande distribuzione), per la natura stessa del
prodotto auto e dell’universo che gli ruota intorno (ricambi, garanzie, prodotti assicurativi, finanziari, ecc.) che ne fanno uno dei settori
più complessi e delicati dell’intero sistema economico nazionale.
Secondo noi uno dei possibili modi con i quali sostenere le aziende
del settore auto, in momenti congiunturali così delicati come questo,
è quello di costruire una relazione di tipo “win-win” (vinco io – vinci
tu) tra Casa mandante e concessionario, ovvero il mettere in atto
tutta una serie di progetti che abbiano la prerogativa di stabilire e
mantenere nel tempo una relazione vincente e paritetica – solo per
alcuni precisi obiettivi - tra casa e dealer.
Quali sono le possibili criticità del vostro modello?
Uno degli spunti più interessanti di questo lavoro risiede nella straordinaria particolarità di aver riunito sotto una stessa egida alcuni
tra i soggetti economici più forti del territorio, capaci di sostenere il
P.I.L. della Sicilia per circa il 10% del totale, con più di 1.000 addetti
ed oltre 600 milioni di euro di fatturato annuo.
E’ un risultato di notevole importanza che scardina un’atavica prerogativa dei siciliani, cioè l’individualismo. E non nascondiamo che
questa può rappresentare in ogni momento la sua maggiore criticità,
frutto di una diffidenza congenita e in taluni casi di un’incapacità di
saper “vedere oltre”. Oggi i soggetti economici che si trovano, loro
malgrado, ad affrontare le insidie di un’economia fortemente provata dalla congiuntura internazionale, possono però trovare nella logica consortile un’arma efficace per recitare un ruolo da protagonisti in
un settore sempre più competitivo.
Quali allora le soluzioni che avete proposto?
La creazione di un Consorzio di Servizi (raro caso nella GDO,
soprattutto al Sud Italia) non estraneo alla Casa Mandante che può,
secondo noi, garantire il mantenimento di un rapporto privilegiato
attraverso l’individuazione di economie di scala e di strategie vincenti, nel contesto di mercati geograficamente ben definiti.
Non si tratta delle consuete associazioni di categoria, che per loro
stessa natura tendono ad ottenere e difendere delle posizioni a volte
Una officina autorizzata Fiat
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CARBURANTI ECOLOGICI,
così Palermo vuole uscire
dall’inquinamento
Innanzitutto una buona notizia: “Il
Comune di Palermo è in prima linea
nella lotta all’inquinamento atmosferico e, già da quest’anno, sono
in programma nuove azioni per il
potenziamento della rete distributiva
di carburanti ecologici, in particolare GPL e metano”. Questo annuncio
proviene da fonti più che autorevoli,
e contribuisce indubbiamente a dare
una speranza in più al mercato delle
auto ecologiche, in cui Fiat rappresenta una realtà leader a livello internazionale. A dichiararlo è stato infatti
l’on. Francesco Scoma, Vicesindaco
di Palermo, nell’intervista rilasciata
in esclusiva a “Fair Play”.
Francesco Scoma
On. Scoma, prima di parlare delle azioni previste per il potenziamento della
rete distributiva di carburanti ecologici, partiamo dall’attualità: che situazione sta attraversando la città di Palermo
dal punto di vista dell’inquinamento?
Anche se Palermo, con i suoi quasi
690.000 abitanti, non si può definire
una metropoli, vive tuttavia dal punto
di vista atmosferico i problemi di una
grande città. Più volte, nel corso degli
ultimi anni, è stato superato il livello di
guardia per le polveri sottili, che rappresentano un autentico pericolo occulto per tutti noi. In qualità di amministratore con delega al
traffico e alla mobilità, mi sento quindi coinvolto in prima persona
per mettere in campo azioni concrete che migliorino sia nel breve sia
nel lungo periodo la qualità della vita di chi risiede e di chi lavora a
Palermo.
Andiamo subito al tema centrale di questa intervista: il potenziamento della rete distributiva di carburanti gassosi sul territorio
comunale. Un progetto possibile nel breve termine?
L’Amministrazione Comunale crede fortemente nello sviluppo di
una fitta rete distributiva di carburanti gassosi, in particolare di
metano, per ridurre in maniera drastica e duratura l’inquinamento
atmosferico della nostra città. Ovviamente, va premesso che per
attuare un discorso serio il ragionamento va esteso all’ambito regionale, e non a caso oggi in Sicilia esistono già quattordici stazioni
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di servizio fornite di gas metano. Per il caso specifico di Palermo,
attualmente contiamo una sola unità di distribuzione, ma giungeremo almeno a quadruplicare la disponibilità nel corso di un paio
d’anni. Il Progetto Metano, del resto, attivato ormai da oltre dieci
anni a livello nazionale, sta cominciando proprio in questo periodo
a dare i suoi frutti.
Si dice che le istituzioni debbano sempre essere le prime a dare il
buon esempio. Il Comune di Palermo adotta auto a basso impatto
ambientale?
Da questo punto di vista, se mi è concessa una punta d’orgoglio
posso affermare che il nostro Comune è una realtà all’avanguardia:
già dal 2002, in dotazione all’Amministrazione ci sono oltre 120 vetture a doppia alimentazione metano/benzina e, negli ultimi tempi,
stiamo introducendo anche l’uso di vetture elettriche.
Ovviamente, come è giusto che sia, anche su questo fronte non ci
sentiamo arrivati, e continueremo gradualmente l’aggiornamento del
nostro parco macchine per essere un Comune virtuoso e sensibile alla
tematica della sostenibilità ambientale. Il già citato potenziamento
della rete distributiva di carburanti gassosi sul territorio comunale,
va proprio in questo senso.
Per mettere in atto azioni concrete a salvaguardia dell’ambiente,
ognuno deve naturalmente fare la propria parte. Questo vale tanto
più per le istituzioni e i soggetti imprenditoriali. In tale ambito,
cosa chiede il Comune di Palermo a una realtà importante come il
CSA e cosa può dare invece il Comune di Palermo al CSA?
Il Consorzio Servizi Auto è senza alcun dubbio un patrimonio di tutta
Foto in alto a sinistra: una normale giornata di traffico a Palermo, accanto :
nessun limite per Fiat Grande Punto a metano, sotto: il futuro di Palermo?
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la Sicilia, Palermo compresa. Tanto più in un periodo come quello
contingente, dove fare impresa è ancora più difficile della norma,
una simile associazione va indubbiamente incoraggiata e, perché
no, mi auguro anche emulata negli ambiti produttivi più diversi. Da
parte del Comune, la richiesta al CSA non può che essere quella di
continuare la propria attività come ha fatto fino ad ora, potenziando
sempre più la promozione di una mobilità “amica” e sostenibile.
Viviamo in un’epoca in cui l’interesse del singolo dovrebbe sempre
più coincidere con l’interesse comune. Da parte nostra, posso assicurare fin d’ora un vivo interesse dell’Amministrazione, per quanto di
nostra competenza, alle sollecitazioni e agli stimoli che ci arriveranno
dallo stesso CSA.
CONOSCIAMOCI,
leconcessionarie
Capillarità, qualità di
servizio, alta professionalità.
Sono queste le caratteristiche fondamentali cui deve
rispondere una
concessionaria Fiat per
entrare a far parte della
grande famiglia CSA. Di
seguito, il Consorzio Servizi
Auto viene presentato nelle
sue peculiarità territoriali,
concessionaria per
concessionaria, al fine di una
rapida e agevole
consultazione da parte del
cliente, che potrà
immediatamente
riconoscere la struttura
a lui più vicina e congeniale.
A.B. Auto S.r.l.
A.B Auto nasce nel 1969, per volontà del Cavaliere del lavoro Mario Lipari. Nel 1983
diventa concessionaria Fiat, nel 1994 aggiunge il marchio Lancia, nel 2003 arriva
Alfaromeo e infine, dal 2007, commercializza anche Abarth. Tre sono le sue sedi: oltre
a quella storica di Biancavilla (CT), le altre due si trovano rispettivamente a Catania in
viale Regina Margherita e in via Acquicella. Alla guida dell’azienda di famiglia sono i fratelli
Ediardo, Patrizia, Maurizio e Cinzia Lipari, cui si affiancano 27 dipendenti altamente specializzati.
Viale Regina Margherita - 95125 Catania (CT) Tel.095/310908 Fax 095/981897
[email protected]
A.D. Pugliese S.p.A.
A.D. Pugliese S.p.A. è concessionaria Fiat di Caltanissetta dal 1977. Fondata da Diego
Pugliese, negli anni l’azienda ha saputo implementare grazie ad un attivo spirito imprenditoriale il proprio giro d’affari, aprendo nel tempo sedi anche in altre province. Nel 1992 è
inaugurata infatti la nuova sede di Canicattì, cui seguono nel 1996 quella di Enna, nel 2006
quella di Siracusa e nel 2007 quella di Agrigento. Intanto, dal 1985, al fondatore succede
l’attuale Amministratore Unico, Dott. Pietro Pugliese. Oggi A.D. Pugliese S.p.A. immatricola annualmente oltre 3.000 vetture Fiat e annovera nel proprio organico 24 dipendenti,
garantendo al cliente un servizio a 360 gradi, dalla vendita al service.
Via di Santo Spirito 102/104 - 93100 Caltanissetta (CL) Tel. 0934/566522
Fax 0934/566432 [email protected] [email protected]
Aica S.r.l.
Aica S.r.l. opera da 60 anni nel settore automobilistico ed è concessionaria dei marchi Fiat,
Lancia e Fiat Professional. La struttura è composta dalla sede di vendita ed assistenza di
Termini Imerese, estesa per oltre 8.500 metri quadrati, di cui 3000 coperti, e dalla succursale di Cefalù, di circa 900 mq. coperti. L’organico aziendale si compone di 35 collaboratori,
con competenze specifiche in base al ruolo ricoperto. La concessionaria vanta inoltre una
capillare “sottorete” composta da 8 officine autorizzate, 2 carrozzerie ed un organizzato in
grado di assicurare alla clientela un ottimo e continuativo servizio post-vendita.
Lungomare Cristoforo Colombo 4 - 90018 Termini Imerese (PA) Tel. 091/8141179 Fax
091/8112602 [email protected]
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15
Alfonso Vella S.r.l.
L’azienda Alfonso Vella S.r.l., nata per iniziativa dell’omonimo fondatore, opera nel settore
automobilistico fin dal 1961 e si lega al marchio Fiat dal 1968. Oggi la concessionaria
ha 2 sedi commerciali, una nel comune di Gela e una, nuova, nel comune di Caltagirone.
Attualmente l’azienda si avvale di 19 dipendenti e di un’organizzazione di officine e carrozzerie autorizzate dislocate sul territorio di competenza, per poter offrire un servizio
capillare alla propria clientela.
S.S. 115 Km. 265 - 93012 Gela CL Tel. 0933/816416 - 0933/816411,
[email protected];
filiale (punto vendita) Via delle Industrie 19 Caltagirone (CT) Tel. 0933/55861
Asterauto S.r.l.
Il nome Aster, da cui Asterauto, deriva dal latino e significa stella, anche se oggi, più che di un singolo
corpo celeste, sarebbe più appropriato parlare di una costellazione. Il Gruppo, infatti, commercializza
a Palermo, Trapani e rispettive province i marchi Fiat, Lancia e Alfa Romeo con ben 6 concessionarie, 9 show room, 50 officine autorizzate (tra meccaniche e di carrozzeria) e 3 magazzini ricambi.
L’obiettivo finale è garantire una copertura del territorio che non lasci coni d’ombra. I numeri, del
resto, parlano chiaro: 4500 vetture vendute all’anno e 150 persone che operano in Azienda. Alla
sede centrale di via Ammiraglio Rizzo 43 a Palermo, si aggiungono quelle di via Aldo Moro 52 a
Partinico, via Dante 302 a Palermo (Autoardea, concessionaria Lancia), viale Michelangelo 33 a
Palermo (Avilauto, concessionaria Alfa Romeo), via Mario Nuccio 91 a Marsala (Attinà, concessionaria Lancia), via Sirtori 65 a Marsala e via dei Mille 69 a Trapani (Essemotors), nonché via Puglisi
Bertolino 25 a Palermo (Abarth Asterauto). Via Ammiraglio Rizzo 43 - 90142 Palermo (PA)
Tel. 091/6376666 Fax 091/6376688 [email protected]
Centro Multi Servizi - ST Style
Centro Multi Servizi - ST Style rappresenta una realtà dinamica e innovativa nel panorama
delle concessionarie Fiat. Fondata nel 2007 a Ragusa, in Contrada Targia 26 (ex S.S.
114), è concessionaria Fiat e Lancia e annovera in organico 18 dipendenti. L’area espositiva si estende su 1.500 metri quadrati, cui se ne aggiungono altrettanti per il service e
l’area delivery. Tanti i “plus” che può vantare questa concessionaria, dal servizio rapido di
riparazione meccanica, all’elettrauto, alla carrozzeria, oltre al servizio di noleggio giornaliero, alla fidelity card client, ai servizi finanziari e di noleggio a lungo termine.
Contrada Targia - 96100 Siracusa (SR) Tel.0931/750907 Fax 0931/496395
Esse Motors S.r.l.
Esse Motors ha sede in via Sirtori 65 a Marsala. Fondata nel 1992, già sei anni più tardi
incorpora la Attinà S.r.l., concessionaria storica del marchio Lancia. Oggi, alla sede principale, si è aggiunto lo show room di Trapani, nella centralissima via dei Mille al numero
civico 69. Il responsabile commerciale per il marchio Fiat è il Sig. Gino Ciotta, mentre il
brand Lancia è curato dalla Sig.ra Deborah Attinà. Responsabile del post è Sandro Attinà.
Complessivamente, il team Esse Motors si avvale di 25 collaboratori tra vendita e assistenza.
Via Sirtori 65 91025 MARSALA (TP) Tel.0923/721601 Fax 0923/721722
[email protected]
Farel Auto Group S.r.l.
La Farel Auto è stata costituita a Trapani il 25 ottobre 1989 e, già nel mese di febbraio
del 1990, acquisisce il mandato di concessione del marchio Fiat. Nel 1997 diventa anche
concessionaria Lancia ed ottiene l’autorizzazione alla distribuzione dei lubrificanti della ex FL
Selenia (oggi Petronas). Attualmente la società occupa 31 dipendenti nelle due strutture
di via Senatore Giuseppe Dalì 6 (esposizione e vendita auto nuove e usate) e via I° Dorsale
Z.I.R. (vendita ricambi e assistenza). Il consiglio di amministrazione è composto dai soci: Cav.
Giacomo Miceli (Presidente), Rag. Massimo Miceli (Vice presidente) e Rag. Giuseppe Miceli
(Amministratore Delegato). Via Senatore D’Ali 6 - 91100 Trapani (TP) Tel. 0932/533248
Fax 0923/531379 [email protected]
G. Gemelli S.r.l.
La concessionaria “G. Gemelli”, con sede a Barcellona P.G. (ME), nasce nel lontano 1925
grazie al fondatore Peppino Gemelli. In questi 80 anni di attività si sono succeduti come
amministratori i figli, Enzo e Lionello, ed ora da più di 25 anni è titolare il nipote Giuseppe.
L’organico è composto da 30 dipendenti e la rete organizzata è formata da 10 officine e 3
carrozzerie autorizzate, distribuite in tutta la provincia. Per soddisfare al meglio le esigenze
della clientela e per motivi logistici, da qualche anno i locali adibiti all’attività del post vendita sono stati trasferiti nella struttura di oltre 6.000 mq in via Foscolo 34/A, sempre a
Barcellona P.G. La concessionaria è presente anche a Milazzo con un punto vendita allestito
all’interno di un grande centro commerciale. Via Carducci 30 - 98051 Barcellona Pozzo di
Gotto (ME) Tel. 090/9795075 Fax 090/9795000 [email protected]
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Guadagni S.p.A.
La Guadagni inizia la sua attività grazie all’iniziativa del fondatore, avv. Michelangelo Guadagni,
assumendo il mandato del marchio Lancia nel 1956 ed esercitandolo ininterrottamente sino
ad oggi. Con l’apporto fondamentale dei figli Antonino, scomparso nel 2007, e Carmelo,
l’azienda da subito affianca alla passione per l’automobile quella per il veicolo industriale. Oggi
la Guadagni è concessionaria Fiat, Fiat Professional, Lancia e Alfa Romeo per Agrigento,
Caltanissetta ed Enna, concessionaria Iveco per Agrigento, Caltanissetta, Enna e Trapani.
La sua organizzazione conta 3 sedi commerciali ad Agrigento, Sciacca e Caltanissetta, due
magazzini ricambi ad Agrigento e Caltanissetta, una sede assistenziale con due officine ad
Agrigento, oltre 80 dipendenti, più di 40 officine autorizzate dei vari marchi. Zona Industriale
92021 Aragona AG Tel. 0922/441423 Fax 0922/441483 - [email protected]
L’Automobile S.p.A. - L’Auto Italiana
L’Auto Italiana è il marchio commerciale con cui L’Automobile S.p.A. distribuisce il marchio
Fiat dal 1997. Tale azienda fa parte del gruppo Virlinzi, che da quasi 50 anni è il leader
nella provincia di Catania nel settore auto. L’Auto Italiana è una realtà commerciale di
primissimo piano attiva nella sede di via Messina 623/627 a Catania. Con una superficie coperta di 15.000 mq e 7.000 mq di spazi esterni, rappresenta oggi una delle più
importanti realtà del Sud Italia. I 32 dipendenti sono tutti molto giovani e rappresentano
un punto di riferimento in termini di qualità dei servizi commerciali e di assistenza, nonché
un “laboratorio” di innovazione tecnologica. Via Messina 627 - 95126 Catania (CT)
Tel. 095/2186215 - Fax 095/492424 - [email protected]
L’Isolauto S.r.l.
L’Isolauto S.r.l. nasce nel 1989 in via Delle Industrie 7/11 a Isola delle Femmine (PA). Dal
1998 la Societa’ ha consolidato la sua presenza nel mercato con l’apertura di un punto vendita a Palermo in via Tasca Lanza 104 e si avvale attualmente della collaborazione di oltre 35
dipendenti. Ogni cliente che si rivolge a questa concessionaria per acquistare tutti i modelli
della gamma Fiat (comprese le ultime novità!), può toccare con mano la competenza e la
professionalità di tutto il personale, che si unisce alla cordialità tipica di una grande famiglia.
Viale delle Industrie 7/9/11 90040 Isola delle Femmine (PA) Tel. 091/8677782 Fax
091/8678398 [email protected]
Via Tasca Lanza 104/A - 90135 Palermo (PA) Tel 091/214700 Fax 091/6511993
[email protected]
Lupo&De Luca S.r.l.
Da 50 anni, Lupo&De Luca è la concessionaria ufficiale Fiat dei Catanesi. Un legame importante, in cui storia, tradizione e modernità creano una sinergia vincente. L’esperienza di
oltre mezzo secolo, fa sì che Lupo&De Luca sia oggi un punto di riferimento per coloro che
amano guidare Fiat e le sue auto. Lupo&De Luca ha messo al volante intere generazioni
che hanno scelto di affidarsi alla professionalità di una casa automobilistica storica come
quella torinese, creando così una partnership di successo.
Corso Vittorio Emanuele 360 - 95047 Paternò (CT)
Tel. 095/841018-841680 Fax 095/841912 [email protected]
Nino Cundari S.p.A.
La Nino Cundari S.p.A., fin dagli Anni Trenta, rappresenta un punto di riferimento per la
mobilità di Messina e della sua provincia. Con sede principale a Taormina e filiali di vendita
e assistenza a Messina e a Catania, oggi la concessionaria è una realtà leader nel proprio
settore, con oltre 90 dipendenti e un fatturato annuo che si attesta sui 50 milioni di euro.
L’azienda è attualmente molto attiva anche nel settore del noleggio – rappresentando in
Italia o marchi Budget e Avis Camper – e nel comparto turistico ricettivo, con il residence
Taormina Mare inaugurato nell’agosto 2008.
Traversa Villafranca 6 Trappitello 98039 Taormina (ME) Tel. 0942/578211
Fax 0942/578273 [email protected]
Nuova Sicilauto S.r.l.
Fondata a Palermo nel 1990 da Francesco Gatto e dai figli Giosuè e Antonio, Nuova
Sicilauto ha messo fin da subito il cliente prima di tutto. Con tale filosofia si spiega oggi la
presenza sul proprio territorio di competenza di due filiali dedicate alla vendita e due centri di assistenza, all’interno dei quali lavorano complessivamente 33 dipendenti altamente
qualificati. Fino ad oggi, la concessionaria ha commercializzato oltre 30.000 vetture Fiat,
segno dell’apprezzamento e di una reale soddisfazione che ha saputo creare tra i propri
clienti.
S.S. 113 KM 282,400 Bivio Foresta 90044 Carini (PA)
Tel. 091/8676970 Fax 091/8932229 [email protected]
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Oscarauto S.p.A.
Oscarauto S.p.A., dal 1968, opera nel settore del commercio di autoveicoli nuovi, usati
e di ricambi. Sin da allora, il primo obiettivo aziendale è sempre stato quello di sviluppare
e perfezionare il rapporto con il cliente, mettendo a sua disposizione una organizzazione
efficiente e personale altamente specializzato. All’interno della concessionaria, ubicata in
Corso Carlo Marx 13B a Misterbianco (CT), si trova tutta la gamma Fiat, dalle auto ai
veicoli commerciali, passando per l’usato garantito, il reparto assistenza, il magazzino
ricambi. A disposizione anche tutti i servizi Fiat, a cominciare dai finanziamenti agevolati.
Corso Carlo Marx 13 BIS - 95045 Misterbianco (CT)
Tel. 095/480011 Fax 095/477070 [email protected]
Tel. Officina 095/480041-42-43 - Tel. Magazzino ricambi 095/480031-38
Pri.S.Auto S.r.l.
Pri.S.Auto S.r.l. nasce nel 1987 per iniziativa dei Fratelli Priola, che acquisiscono il marchio
automobilistico più importante della storia italiana: Fiat. Vent’anni dopo la famiglia, ancor più
numerosa, scrive un nuovo passaggio, portando all’interno del Gruppo la Pri.S.Auto Class,
con il marchio LANCIA. Oggi la concessionaria ha sede a Sant’Agata di Militello (ME) e può
contare su 23 dipendenti, che operano su uno spazio complessivo di 8.500 metri quadrati,
di cui 5.000 coperti. Garantita anche un’assistenza post-vendita a 360 gradi.
Via Cosenza 61 - 98076 Sant’Aagata di Militello (ME)
Tel. 0941/721400 Fax 0941/721400 - [email protected]
Savar S.r.l.
Savar S.r.l. è concessionaria Fiat dal 1958. Ad uno show room completo di tutti i modelli
della casa torinese, abbina anche officina con vettura sostitutiva gratuita e magazzino
ricambi con consegna a domicilio. Nella nuova sede, operativa dal 2007, sulla S.S.115
Agrigento – Trapani a Sciacca di Agrigento, la concessionaria si estende su uno spazio
16.000 metri quadrati, di cui 3.000 coperti, all’interno dei quali opera un team di 25
persone altamente specializzato, pronto a rispondere con puntualità ad ogni esigenza
manifestata dal cliente. Disponibile anche un fornitissimo parco di auto usate e il servizio
di autonoleggio.
Contrada Cartabubbo 608 - 92019 Sciacca (AG)
Tel. 0925/993033-993023 Fax 0925/993028 [email protected]
Spazio Scar S.p.A.
Spazio Scar (brand commerciale dello show-room del Gruppo Scar) è ubicato in via Achille
Grandi 169 a Ragusa. Inaugurata il 5 maggio 2007 ma con un’esperienza di oltre 60 anni
nel settore da parte della proprietà, la concessionaria opera in una struttura disposta su
tre livelli di 15.000 mq. coperti, di cui 8.000 mq. dedicati all’esposizione. Oltre a spazi
riservati alla vendita del nuovo e dell’usato, all’officina specializzata ed alla vendita ricambi
ed accessori, un intero salone è riservato ad eventi, mostre d’arte ed esposizioni di autovetture storiche. Il Gruppo annovera anche due filiali: a Modica in via Modica – Ispica 2
(zona polo commerciale) e a Siracusa in via Mario Columba 95/97.
Via A. Grandi 167 - 97100 Ragusa (RG)
Tel.0932/226511 Fax 0932/226523 - [email protected]
Siracusano Automobili S.p.A.
La Siracusano Automobili S.p.A. nasce nel 1956 per opera del Rag. Cosimo Siracusano,
cui oggi è succeduto alla guida il figlio Paolo. Ubicata in via Acqueviole a Milazzo, è tra
le più antiche realtà del mondo automobilistico della provincia. Con oltre 50.000 vetture
vendute, la concessionaria ha contribuito fortemente alla motorizzazione di Messina.
Attualmente, la sede si estende su 25.000 metri quadrati, di cui 16.000 coperti, e al
suo interno operano oltre 40 dipendenti, con un alto livello di specializzazione. Siracusano
Automobili è inoltre da sempre presente nella vita sociale, culturale e sportiva del proprio
territorio, attraverso numerose iniziative di sponsorizzazione e uno scrupoloso rispetto
delle normative ambientali.
S.S. 114 KM. 6,300 Loc. Tremestieri 98128 Messina (ME)
Tel. 090/6254500 Fax 090-6254483 [email protected]
Spataro Automobili
La Spataro Automobili, nata a Palermo dall’impegno della famiglia Spataro, è un’azienda che
opera nel settore automobilistico ormai da un ventennio, rappresentando con orgoglio un
marchio d’elite qual è quello Lancia. L’impegno profuso in questi anni di attività ha portato
la Spataro Automobili a diventare una realtà solida sul proprio territorio di competenza.
L’azienda, ubicata sulla Provinciale Di Paternò al civico 132, si trova in una zona strategica
della città, e si avvale di una struttura moderna e funzionale con ben otto grandi vetrine; offre,
altresì, un servizio assistenziale di alto livello che garantisce al cliente il massimo della soddisfazione. Il team della concessionaria è formato da 14 dipendenti, ciascuno dei quali svolge
il proprio lavoro con massima professionalità, solerzia e disponibilità nei confronti dei clienti.
Via Principe di Paternò 132 - 90144 Palermo (PA) Tel. 091/6251774 Fax 091/6251789
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IL MONDO DELL’AUTO: UN CAMBIAMENTO
culturale o epocale?
Cosa sta cambiando nel mercato dell’auto? Quali sono le tendenze emergenti? A che aspetti guarda oggi il cliente
rispetto a un tempo? A queste e ad altre importanti questioni utili a comprendere un settore in veloce evoluzione,
ha risposto Giuseppe Volpato, del Dipartimento di Economia e Direzione Aziendale dell’Università “Ca’ Foscari”
di Venezia e responsabile dell’Auromotive Dealer Day.
ne dei tempi di ricarica), allora potremmo avere una trasformazione
radicale del mercato con cambiamenti che impatteranno su tutti gli
aspetti della filiera automobilistica, non solo nella produzione ma
anche nella commercializzazione delle auto elettriche e nell’organizzazione della manutenzione.
Ai suoi albori, l’auto era l’emblema della velocità, del tempo e
delle distanze che si accorciavano. Ad oltre un secolo di distanza da
quei giorni, tante cose sono cambiate. Oggi nell’immaginario collettivo cos’è l’automobile? Quali grandi cambiamenti culturali nel
rapporto uomo/automobile ci sono stati in poco più di cento anni?
La diffusione dell’automobile tra tutti i ceti sociali, derivante ad
esempio dal fatto che in Italia abbiamo oltre 670 vetture circolanti
ogni 1000 abitanti (e quindi 2 vetture in media per ogni nucleo famigliare), comporta tanti immaginari collettivi diversi a seconda delle
diverse classi sociali. Si va da chi vede l’automobile come un fatto
puramente emozionale a chi lo considera come uno dei possibili
mezzi di trasporto con pregi e difetti peculiari.
Un consorzio come CSA non ha ancora eguali in Italia per dimensioni e organizzazione. Secondo Lei quale ruolo può giocare il CSA
nel rilancio di una nuova cultura dell’auto? Quali possono essere
aspetti importanti da tenere presenti in tale ambito?
Secondo me un consorzio come il CSA deve guidare un processo di
crescente consapevolezza tra i propri associati, e tra il pubblico in
generale, che l’automobile ha tutto da guadagnare da un forte orientamento ecologico e dalla consapevolezza che l’uso dell’automobile
deve potersi integrare, soprattutto nelle città, con tutti gli altri mezzi
di trasporto. L’auto non deve essere un concorrente del servizio
pubblico, ma una modalità di trasporto che va armonizzata con le
altre, altrimenti si rischia la paralisi. Ovviamente anche i pubblici
poteri dovrebbero svolgere un ruolo importante in questo processo
di integrazione.
Cavour profferì la celebre frase: “L’Italia è fatta, ora facciamo gli
italiani”. A Lei chiedo: ora che il CSA è fatto, quali obiettivi bisogna mettere in agenda? E in che modo?
Un Consorzio deve essere un’associazione di operatori che non
intende solo tutelare i propri interessi individuali, peraltro legittimi,
ma che considera anche i problemi della collettività nel suo complesso e si organizza in modo tale che servendo meglio gli interessi collettivi legittima anche il proprio ruolo e la propria utilità. Ad esempio
la definizione da parte degli associati di un precisa deontologia professionale da applicare sistematicamente nei confronti della propria
clientela è un aspetto che mi pare di grande importanza.
Prof. Volpato, non si può iniziare a parlare del mercato dell’auto
senza una riflessione sull’attuale
momento di crisi. Oggi tendenzialmente cosa chiede di diverso il
cliente italiano rispetto a solo 4 – 5
anni fa?
Se guardiamo al mercato automobilistico, l’attuale momento economico, caratterizzato da una crisi profonda, presenta una duplice valenza: quella di breve termine, riguardante l’attuale fase di stagnazione,
e quella che ci auguriamo possa iniGiuseppe Volpato
ziare a breve (ma che si ritiene non
possa iniziare prima del 2011), che dovrebbe vedere una progressiva
ripresa del PIL e dell’occupazione. Nella fase attuale, la propensione all’acquisto di autovetture si manterrà a bassi livelli, inferiori
ai 2 milioni di unità in assenza di incentivazioni. Nella successiva,
le immatricolazioni ricominceranno a crescere, ma si manterrà un
atteggiamento di austerità che privilegerà vetture di dimensioni contenute e soprattutto con bassi costi di esercizio.
Tecnologia, estetica, prestazioni, comfort (spazio), rispetto ambientale: il mercato ci dice come possiamo ordinare in ordine decrescente di importanza questi aspetti di un’auto? Ci sono altri fattori
importanti di cui tenere conto a tal proposito?
Tutti questi aspetti sono importanti per gli automobilisti, anche se
in funzione diversa rispetto alla posizione sociale e all’età. In questa
fase però tutto viene filtrato da una valutazione di natura economica.
L’automobilista in questo momento ragiona più con il portafoglio che
con il desiderio di ostentazione e pondera ogni caratteristica tenendo
conto di quanto essa influisce sul costo perché intende acquistare
solo ciò che si giustifica in chiave economica. In questo senso ogni
soluzione che aumenta la sicurezza della vettura e l’infotainment è
molto apprezzata.
Il futuro si costruisce nel presente: con la sua esperienza nel settore
delle quattro ruote, può anticipare alcune caratteristiche innovative dell’auto del 2015? E di quella del 2020?
Per il 2015 la motorizzazione sarà ancora centrata in modo quasi
esclusivo su vetture a motore endotermico, con una marcata presenza in Italia di modelli ibridi benzina-GPL e benzina-metano.
Soprattutto se verrà varato il disegno di legge N. 2172 a sostegno di
quest’ultimo tipo di motorizzazione. Invece, per il 2020, le prospettive sono ancora incerte circa la possibilità di una affermazione di
massa dell’auto elettrica. Se si concretizzeranno le innovazioni nella
produzione di batterie agli ioni di litio, alle quali stanno puntando i
costruttori (abbattimento dei costi, aumento dell’autonomia, riduzio-
Da sinistra: il Dealer Day 2009, auto e autobus matrimonio possibile,
un cimitero d’auto in un parco cittadino
19
“E’ NECESSARIA
una nuova politica di rete”
Intervista esclusiva a Giacomo Jannotta, consulente specializzato nel settore auto per problematiche fiscali, giuridiche e di controllo di gestione
Giacomo Iannotta
(soprattutto di quelli a km zero), la modifica delle condizioni contrattuali che hanno ridotto l’originale margine fisso provvigionale
del 15,5% in un margine fisso del 10,2% ed in una quota variabile
del 5,3%, che normalmente viene erogata dopo molti mesi. Questa
crescita esponenziale del fabbisogno di capitale è stata solo in parte
sostenuta dalla concessionaria ed ha generato un inevitabile ricorso
al credito che ha prodotto, dal 2005 ad oggi, una crescita dei costi
finanziari di circa il 71%. Per il futuro è necessario un profondo
ripensamento del modello di business. Tranne pochissime eccezioni,
le case automobilistiche anziché rivedere criticamente le politiche
commerciali e di rete degli ultimi anni, continuano a guardare spasmodicamente alle immatricolazioni e alle quote di mercato. Si preferisce piuttosto “espellere” dalla rete un concessionario in difficoltà
ed “assegnare la zona” ad un altro concessionario, dello stesso o di
Dott. Jannotta, le previsioni del settore auto per tutto il 2010 sono
molto preoccupanti. Sulla base della Sua esperienza, come dovrebbe affrontare questo periodo una concessionaria? Dove potrebbero
intravedersi fonti di redditività?
Il documento governativo di programmazione economica del 2008
ha indicato come strada privilegiata per l’economia dei prossimi
anni l’adozione di sistemi retributivi incentivanti basati sulla produttività. Condivido pienamente questa filosofia. In ogni area di
attività di una concessionaria, c’è la possibilità di recuperare produttività. Alcuni esempi: nella vendita dei veicoli, basti pensare che
incassando il costo del minipassaggio su tutte le vetture permutate,
su 1000 vetture a 200 euro la maggiore produttività sarebbe pari a
200.000 euro. Così, recuperando 100 euro su una più attenta compilazione dello stato d’uso di un veicolo usato, su 1000 auto permutate la
maggiore produttività sarebbe di 100.000 euro. Riuscendo a far crescere la produttività dell’officina di 5 minuti su ogni ora, sulle 1.680
ore teoricamente disponibili in un anno si fatturerebbero 140 ore in
più, che ad una tariffa di 40 euro significherebbe 5.600 euro di fatturato in più per addetto, ovvero 56.000 euro per 10 operai. Nel settore
ricambi, su un fatturato di 2.120 euro, riducendo il “break even” del
reparto (che è funzione del fatturato, del margine lordo prodotto, dei
costi di gestione e della rotazione dell’inventario) dal 68 % al 64%, si
recupererebbe una maggior utile di 41.102 euro. Dal punto di vista
finanziario, basti pensare che uno stock di 2.500.000 al tasso del 8%
genera un costo giornaliero per interessi passivi di 548 euro. Un più
attento controllo delle condizioni praticate o dei tempi di giacenza
permetterebbe economie rilevanti. La verità è che è necessario un
cambiamento di orizzonte e di clima all’interno delle aziende e delle
concessionarie in particolar modo. Per anni la concessionaria ha sopportato dispersioni, sopportabili e sopportate in relazione ai margini
di cui disponeva che erano in grado di assorbirli. Oggi tutto ciò non
è più possibile. La forte competitività, la crescita costante del capitale
investito, le regole del gioco profondamente mutate, impongono la
massima attenzione e un forte impegno nel recupero della produttività. Ogni dipendente ha in mano delle leve, delle opportunità per
far crescere la produttività della azienda in cui lavora. E’ dovere di
tutti i collaboratori far emergere queste potenzialità.
Quando, secondo Lei, il settore auto potrà davvero recuperare e
iniziare la propria ripresa? E quali potranno essere i fattori che porteranno a questa svolta?
La “tempesta perfetta” che ha registrato il settore dell’auto nel 2008
e nel 2009 in particolare, non ha ancora esaurito i suoi effetti. Le
ripercussioni si registreranno ancora nel corso di quest’anno. I fattori
che l’hanno determinata sono di natura economica ma, fondamentalmente, finanziaria. Nel corso degli ultimi 5 anni il fabbisogno di
capitale delle concessionarie è cresciuto sensibilmente, a causa di
diversi motivi: gli investimenti strutturali richiesti per l’adeguamento agli standard contrattuali, la dilatazione degli stock di veicoli
Trattativa commerciale
in una moderna concessionaria Fiat siciliana
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un altro marchio, purché il tutto avvenga in tempi ristrettissimi in
modo da non creare traumi ma, soprattutto, in modo da non perdere
vendite. Dall’altra parte la politica di molte concessionarie è quella di
acquisire altri mandati nella convinzione che aumentare il fatturato
voglia dire l’unica via di uscita. La proliferazione dei “gruppi” ne è la
riprova. Ma lo slogan “grande è bello” non sempre genera gli effetti
sperati. Se non si producono le “economie di scala” si corre il rischio
di far proliferare i costi senza determinare gli effetti positivi sull’utile
che l’espansione del volume di affari dovrebbe generare. L’attenzione
del concessionario dovrà essere sempre più focalizzata sulle proprie
capacità gestionali e finanziarie. Entrambi, casa e concessionario,
dovranno comprendere che solo realizzando questa inversione di
tendenza si uscirà dalla crisi.
L’esperienza del CSA, nonostante il momento congiunturale, sta proseguendo positivamente. Lei come giudica i consorzi tra concessionari? Potranno essere un modello vincente anche per il futuro?
Otto anni fa curai un progetto di creazione di un consorzio tra concessionari in Puglia. L’esperienza non ebbe un esito positivo per
una riserva mentale che quasi tutti gli associati avevano nell’aderire
all’iniziativa e che emerse, dopo poco, nella pratica quotidiana: acquisire “vantaggi competitivi” da utilizzare per farsi ancora di più concorrenza tra di loro. Laddove, invece, lo strumento consortile viene
usato correttamente, gli effetti positivi che esso determina sono evidenti. Basti pensare all’ormai “storico” consorzio per la vendita dei
ricambi creato dai concessionari della Romagna, che è una risorsa per
tutti. Un altro esempio significativo fu il Consozio tra i Concessionari
di Cremona, che aveva una notevole capacità propositiva nell’area
fiscale ed una capacità di alimentare il dibattito sugli argomenti di
attualità. Ancora un altro esempio è il Consorzio dei Concessionari di
Trieste, che riesce a fare convenzioni con gli Enti Locali a vantaggio
dei clienti dei propri associati. Il concessionario è un individualista.
E’ stato costretto a diventarlo, molto spesso, dalla politica di rete delle
case, dalla competitività sempre più spinta scatenata dalla proliferazione dei punti di vendita, dallo stesso Regolamento 1400/2002, che
“liberalizzando” il territorio ha riconosciuto il diritto ad ogni concessionario di aprire punti di vendita ovunque voglia. Oggi spesso
la realtà dimostra che la concorrenza più spinta è quella “intra
brand”; il primo competitor di un
concessionario è proprio il collega confinante che opera per il suo
stesso marchio. Il Consorzio rappresenta un vantaggio notevole:
quello di dare ad un gruppo di
imprenditori un potere contrattuale verso i terzi notevolmente
accresciuto. La forza di un organismo consortile si esalta proprio
nei momenti congiunturali. “Fare
squadra” è un vantaggio per tutti
soprattutto nei momenti difficili.
La ripresa del mercato dell’auto
sarà più difficile in Italia o negli
altri Paesi europei? Perché? E
secondo Lei come si evolverà la
Sergio Marchionnne
situazione in Sicilia?
Dopo un avvio disastroso (gennaio 2009 : - 26,5%; febbraio 2009: - 17,3%) il mercato europeo dell’auto ha fatto registrare un risultato dell’anno 2009 complessivamente
migliore del previsto, con una crescita dello 0,5% sul 2008. In valori
assoluti questo numero può sembrare relativamente importante, ma i
dati che lo hanno determinato sono estremamente eterogenei. E’ evidente che sulla ripresa ha inciso in maniera determinante il varo degli
incentivi alla rottamazione ed all’acquisto di auto ecologiche adottata
nei cinque maggiori mercati: Germania, Francia, Italia, Regno Unito e
Spagna. E che siano stati proprio gli incentivi a vivacizzare il mercato
lo dimostra il fatto che in Germania e Francia, i due Paesi che prima
degli altri hanno adottato il sostegno al mercato, gli effetti si sono già
esauriti, tant’è che a febbraio 2010 la Germania ha registrato addirittura un – 29,8%. L’Italia ha deciso di adottare gli incentivi alcuni mesi
più tardi, sicché ne ha subito gli effetti nella seconda metà del 2009 ed
ha chiuso l’anno con un lieve incremento. Regno Unito e Spagna, che
erano stati gli ultimi due Paesi in ordine cronologico ad adottare gli
incentivi, hanno chiuso il 2009 rispettivamente con un – 6,4% ed un
– 17,9%. E’ prevedibile però che il primo semestre del 2010 presenti
un bilancio sostanzialmente positivo. Già i primi due mesi del 2010
si sono presentati in questi due Paesi con un risultati decisamente
positivi. E’ prevedibile, quindi, che gli effetti positivi degli interventi
governativi sul mercato dell’auto si esauriscano entro il primo semestre del 2010, se non prima. Rimane l’incognita rappresentata dagli
altri Paesi europei che non hanno adottato gli incentivi e da quelli
che di recente sono entrati nell’UE. Questi ultimi hanno fatto registrare nel 2009 una flessione di mercato del 26,6%. C’è un altro dato
che, oltre alla fine dei sostegni governativi all’auto, pesa sul 2010:
la situazione congiunturale europea, che rimane negativa. La disoccupazione continua a crescere e nei più importanti Paesi ha toccato
livelli preoccupanti. Un dato altrettanto evidente, però, emerge, ed
è quello relativo ai produttori. Il gruppo che nel 2009 ha conseguito
l’incremento più forte rispetto al 2008, per effetto degli incentivi, è
stato Fiat (+6,3%), seguito da Renault (+3,9%) e Ford (2%). Per la Rete
Fiat, questo è quindi un dato che si riflette in maniera negativa sulla
previsione dell’anno in corso. Per quanto concerne poi il mercato siciliano, si aggiunge la situazione di incertezza che deriva dalle vicende
di Termini Imerese e dai possibili riflessi che potrebbero derivarne
sull’occupazione. Questa situazione esalta ancora di più la funzione
del CSA. Potrà essere l’occasione per trovare quella coesione operativa che meglio permetterà di affrontare le difficoltà.
E’ ormai assodato che dalla crisi del settore auto si uscirà insieme,
case costruttrici e concessionari. Per accelerare questo processo,
secondo Lei quali sono i compiti che oggi spettano alle case costruttrici e quelli che invece spettano al singolo concessionario?
Il Regolamento 1400/2002 ha introdotto il concetto di “distribuzione
selettiva”, intendendo con questo principio la condizione che far parte
di una Rete di distribuzione automobilistica voglia dire corrispondere
ad alcuni requisiti strutturali fissati dal produttore o dall’impor21
In alto e in basso: l’efficiente officina e il rifornito magazzino
ricambi di una concessionaria Fiat della Sicilia
tatore. Detti requisiti costituiscono gli “standard”. Nel tempo gli
standard imposti dalle case hanno finito per riguardare la maggior
parte dell’attività della concessionaria. A cominciare dagli impianti:
gli spazi interni ed esterni e la loro distribuzione, le aree destinate a
deposito, l’immagine esterna, gli arredi, il numero di sedi di vendita
in relazione al territorio. Per passare, poi, ai diversi reparti: l’area
disponibile per l’esposizione delle vetture nuove in relazione alla
potenzialità di vendita, l’allestimento del mercato dell’usato, il numero di posti di lavoro in officina in relazione al circolante, l’area da
destinare al magazzino ricambi in relazione all’obiettivo. Non meno
vincolanti sono gli standard di personale: un venditore di vetture
nuove per ogni x unità di vetture dell’obiettivo di vendita, x addetti
improduttivi ogni y operai produttivi, un magazziniere ogni x centinaia di migliaia di euro di obiettivo ricambi. Si passa, poi, agli stock
minimi imposti contrattualmente. C’è quello delle vetture nuove,
quello delle vetture di dimostrazione, quello delle vetture di cortesia,
quello dei ricambi. Passiamo, poi, ai requisiti finanziari. Il rapporto
di liquidità, il rapporto tra capitale proprio e attivo patrimoniale, il
fabbisogno di capitale netto, ecc. Altri standard non sono previsti
contrattualmente ma pesano ugualmente in misura determinante per
l’economia della concessionaria, in quanto legati ai bonus qualitativi
e quantitativi: la partecipazione alle attività di formazione, la partecipazione al programma di business management, il raggiungimento
di un determinato risultato nel CSI. In definitiva la casa costruttrice
ha finito per “disegnare” contrattualmente un modello strutturale –
organizzativo - finanziario e le concessionarie sono state costrette a
realizzarlo a proprie spese. Questo modello dovrebbe, però, anche
garantire il successo economico della concessionaria. Ma così non è
e non è stato. Purtroppo, in molti casi, pur avendo la concessionaria
adottato e realizzato gli standard contrattuali, non ha potuto evitare
l’insuccesso economico. Ritengo, quindi, che si debba tornare ad un
rapporto più equilibrato, in cui casa costruttrice e concessionari svolgano ognuno il proprio ruolo imprenditoriale assumendosi senza
forzature i rischi connessi alle relative scelte.
In base alla Sua esperienza, Fiat parte avvantaggiata o svantaggiata
per uscire da questo difficile momento?
L’amministratore delegato di Fiat, Sergio Marchionne, presentando
il piano di sviluppo della produzione auto italiana al Governo ed
ai rappresentanti delle associazioni dei lavoratori, piano che è stato
da lui stesso definito “ambizioso“, ha sottolineato che lo stesso ha i
suoi punti focali nella ristrutturazione e nel rilancio delle infrastrutture produttive nella Penisola, nonché in un radicale rinnovamento
dell’offerta di prodotto. La dismissione degli impianti di Termini
Imerese, se da un lato produrrà effetti pesanti sull’occupazione,
dall’altro potrà realizzare economie produttive importanti.
La nuova strategia industriale prevede anche la necessità di rinnovare il parco macchine offerto da Fiat, che si tradurrà nella entrata in
produzione, in tempi relativamente brevi, di undici nuovi modelli. Se
Fiat realizzerà presto questa strategia, l’obiettivo di una produzione
nazionale di quasi 1 milione di unità entro il 2012 non sembra difficile
da raggiungere. In più a breve diventerà “concreto” l’accordo FiatChrysler. Le condizioni preposte prevedono che Fiat dia libero accesso a Chrysler alle sue piattaforme per vetture mini, piccole, mediobasse e medio-alte, oltre che motori e trasmissioni. Da parte sua,
Chrysler pagherebbe Fiat con azioni proprie e così diventerebbe socia
senza esborso di contanti. A tutto ciò si affiancherà positivamente
il ritorno sul mercato americano di Fiat Auto, da cui era assente da
qualche anno, sia pure solo inizialmente con il marchio Alfa Romeo.
Ciò produrrà sicuramente degli effetti positivi sull’assetto patrimoniale e finanziario della Casa torinese e prospettive di mercato altrettanto positive. Gli effetti sul mercato interno, però, non si produrranno a breve o, almeno, non per il 2010, visto che proprio in questa ottica le previsioni di mercato per l’anno in corso si attestano su 1.700.000
unità immatricolate. Questo vuol dire che ancora per quest’anno i
concessionari dovranno affrontare una difficile condizione di mercato. C’è, però, un timido segno di cambiamento. Si sta verificando, da
qualche mese, un mutamento nel rapporto tra case e concessionari
che si è tradotto in una nuova strategia di comunicazione. E’ auspicabile che la partnership tra case e concessionari si trasformi in una
nuova politica di rete e non rimanga solo uno slogan pubblicitario.
22
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ANTONELLO BLANDI
quando l’arte porta fortuna
L’arte e la scaramanzia sono state protagoniste lo scorso marzo a Palermo, presso Villa
Niscemi, nella mostra di Antonello Blandi,
dal titolo “Scaraman Pittando”.
Sostenitore dell’iniziativa anche il CSA.
Ferri di cavallo, corni rossi, soli dardeggianti, assieme a barche sul
cielo, aquiloni, casette multicolori e altro ancora. Questi sono alcuni dei soggetti principali che hanno caratterizzato la mostra d’arte
“Scaraman Pittando” di Antonello Blandi, tenutasi lo scorso marzo a
Villa Niscemi e qui ricordata con la riproposizione di alcune opere e
di momenti della giornata inaugurale. Si è trattato di un appuntamento a cui tanti non hanno voluto mancare, tra cui lo stesso Presidente
del Senato, on. Renato Schifani, che ha visitato l’esposizione il giorno
dopo quello del vernissage. Le opere presenti alla mostra si possono
ora visitare sul sito www.siciliacolorata.it, in cui sono esposti peraltro
alcuni tratti fondamentali della poetica dell’artista: “Antonello Blandi
si allontana volutamente dai temi e dai canoni della pittura accademica, per creare fantastiche visioni di sogno, colme di fascino e di gioia…
In tutte le opere dell’Artista è sempre presente la casa, elemento di
primaria importanza per l’uomo, le cui instabili architetture appaiono
mutevoli e imprevedibili, simili a pittoresche composizioni riflesse dai
frammenti colorati di un fantastico caleidoscopio”.
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“SVILUPPO SOSTENIBILE,
la chiave di lettura
per la mobilità di domani”
Come sarà l’auto di domani? Quali criteri costruttivi emergeranno? E cosa si sta facendo oggi per prepararsi al futuro? A tutto
questo e a molto altro ancora ha risposto il Dott. Carlo D’Angelo, presidente di Effedi S.p.A., azienda di Carini all’avanguardia nella progettazione e realizzazione di veicoli elettrici e non solo.
alla normalità erogando i finanziamenti, soprattutto a mezzo leasing,
che oggi sono materialmente bloccati dagli istituti di credito e rendono impossibile trasformare un ordine di un cliente in una vendita.
Ora uno sguardo alla mobilità privata. Anche in questo ambito
i dati parlano di una grande sofferenza del mercato. Quali sono
secondo Lei le abitudini che dovranno cambiare nei consumatori?
La mobilità privata è in una fase di grandi cambiamenti: il futuro,
secondo me, è indirizzato verso un utilizzo sempre maggiore di
mezzi di trasporto pubblici e, in alternativa, di veicoli che saranno
locati (car sharing) a causa dei costi sempre più elevati che gravano
sull’automobile per uso privato, oltre alla congestione dovuta al
traffico.
La fortuna imprenditoriale di un’azienda è legata alla sua capacità
di dare risposte adeguate a una o più domande dei consumatori.
Cosa chiederanno secondo Lei gli automobilisti del futuro?
L’automobilista del futuro utilizzerà sempre più l’automobile quale
mezzo di spostamento in assenza di trasporto pubblico, non vedendo
più l’automobile come uno status symbol. Saranno preferiti pertanto
gli acuisti di veicoli essenziali, con dimensioni sempre più contenute
e con un occhio particolare alla sicurezza e all’ambiente.
Il Consorzio Servizi Auto rappresenta indubbiamente una realtà importante per tutta la Sicilia, non da ultimo perché supera
gli individualismi e attua ragionamenti in un’ottica di sistema.
Secondo Lei questa formula può essere adeguata anche per superare il momento contingente? Da costruttore, qual è più in generale
la Sua opinione sui consorzi di concessionari?
Il concessionario è schiacciato da una parte dalle case costruttrici e
dall’altra parte da un cliente sempre più esigente e attento al prezzo.
Pertanto, l’unione dei concessionari in consorzi garantirà agli affiliati
una voce più autorevole nei confronti delle case mandanti, oltre ad
un sicuro abbattimento di costi per servizi che potranno essere gestiti
in maniera centralizzata.
Ha a disposizione alcune righe per lanciare un messaggio ai lettori.
Cosa scriverebbe?
Siamo tutti profondamente colpiti dalla crisi economica in atto ed
i comportamenti dei consumatori non saranno più gli stessi che
abbiamo conosciuto nei decenni passati: un approccio allo sviluppo
sostenibile da parte di tutti sarà la chiave vincente per consegnare
alle generazioni future un mondo migliore.
Da oltre trent’anni, Effedi è una realtà
all’avanguardia nel mondo della mobilità
professionale e innovativa. Oggi, nel contesto molto critico che sta attraversando
tutto il settore, che momento sta vivendo
la sua Azienda e quali obiettivi vi siete
posti nel breve – medio periodo?
Nonostante un mercato in profonda crisi,
che negli ultimi due anni, 2008 e 2009,
ha registrato una flessione pari al 50%,
Carlo D’Angelo
la nostra azienda ha contenuto il calo di
fatturato al 7%. Per il 2010 prevediamo un incremento di fatturato
superiore al 20%, con un obiettivo pari a 11.800.000 euro. Stiamo
già lavorando per portare sul mercato non solo la versione euro 5
dell’attuale prodotto Gasolone, che stiamo sviluppando grazie a un
accordo con la Peugeot, ma sempre con la Peugeot contiamo nel 2011
di lanciare le versioni a metano e a GPL.
Come Azienda, siete stati tra i pionieri dell’auto elettrica. Secondo
Lei questa strada sarà il futuro della mobilità? Se sì, in cosa occorrerà migliorare?
La nostra azienda propone sul mercato veicoli a trazione elettrica
da oltre un decennio, ma purtroppo la diffusione è stata rallentata
dalla mancanza di infrastrutture di ricarica. Certamente il veicolo
a trazione elettrica potrà rappresentare per i prossimi 10/15 anni
la soluzione dei problemi di mobilità e di inquinamento all’interno degli agglomerati urbani. Tutto dipenderà dagli interventi nel
campo delle infrastrutture di ricarica da un lato e, dall’altro, dalle
agevolazioni all’acquisto che il Governo metterà in campo, essendo
comunque questo tipo di veicoli più cari di circa il 30% rispetto alla
trazione endotermica.
Parliamo di mobilità professionale. I dati parlano di una netta frenata negli acquisti, dovuta soprattutto al momento critico a livello
internazionale. Secondo la Sua esperienza di imprenditore, come
si potrebbe uscire da questo momento di empasse?
La crisi che sta attraversando il settore dei veicoli commerciali leggeri
è dovuta a diversi fattori per i quali servono soluzioni diverse. In
primo luogo è necessario incentivare l’acquisto tramite l’introduzione di leggi quali il credito d’imposta per l’acquisto di veicoli strumentali; in secondo luogo è necessario che il sistema bancario torni
In questa foto: il Gasolone, veicolo commerciale per la gestione dei rifiuti urbani, accanto: “Maranello” la nuova auto
elettrica senza patente della FD.
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QUALE FUTURO
per Termini Imerese?
Su gentile concessione de “Il Giornale di Sicilia”, si pubblica di seguito un’intervista al presidente dell’Assemblea Regionale
Siciliana, Francesco Cascio, realizzata da Filippo Pace e pubblicata sul quotidiano il 18 febbraio 2010, che tratta di possibili
scenari futuri per Termini Imerese.
PALERMO. Un polo industriale dedicato alle automobili elettriche:
lo immagina per Termini Imerese il presidente dell’Ars, Francesco
Cascio, auspicando il coinvolgimento della stessa Fiat insieme ad
altre imprese del settore. “Oggi la sfida si gioca tutta sulle nuove auto
a ridotto impatto ambientale” afferma, ponendo come condizione
irrinunciabile di qualsiasi nuovo scenario “il mantenimento degli
attuali livelli occupazionali”.
Quale futuro per i lavoratori Fiat di Termini?
“Si potrebbe verificare la disponibilità della Fiat a farsi coinvolgere
nel polo termitano pure con soluzioni diverse dall’attuale, anche perché reputo improbabile che un “vuoto” lasciato dalla Casa torinese
possa essere colmato da una sola iniziativa produttiva. Tra le tante
proposte pervenute si sono delineate alcune possibili soluzioni industriali che ruotano attorno all’auto elettrica a zero emissioni”
Quali?
“Ad esempio la proposta di Simone Cimino che riguarda la produzione in Sicilia e su licenza dell’indiana Reva di un’auto elettrica già
commercializzata in Italia, alimentata con batterie al litio. Questo
progetto prevede la realizzazione in Sicilia di una rete capillare di
punti di rifornimento stradale per ricaricare le batterie delle auto.
Una seconda proposta, quella dell’imprenditore palermitano Carlo
D’Angelo, riguarda la produzione su scala più grande di un’auto
elettrica, sempre con batteria al litio, che attualmente è prodotta in
tiratura limitata in uno stabilimento di Carini e venduta sia in Italia
che all’estero”.
Quale ruolo potrebbe avere la Fiat?
“Credo che nessuna di queste proposte possa garantire da sola
l’attuale presenza occupazionale della Fiat. Si potrebbe sondare la
disponibilità della Casa torinese a collaborare per la nascita a Termini
Imerese di un polo di ricerca orientato alla progettazione di nuove
batterie per auto che diano più garanzie di durata rispetto alle attuali. Non va dimenticato che la Fiat ha realizzato a Pomigliano d’Arco
l’Elasis, un grande centro per la ricerca applicata all’automobile che
dà lavoro a quasi ottocento giovani ricercatori. Insomma, penso che
la Fiat possa essere interessata ai cospicui fondi europei a disposizione della Sicilia per la ricerca. Ma tutto ciò a una condizione”.
Cioè?
“Devono essere mantenuti gli attuali livelli occupazionali, e questo
sia per gli impiegato dello stabilimento di Termini che per i numerosi
addetti dell’indotto. In Sicilia sarebbe così presente un settore industriale strategico, avanzato e rispettoso dell’ambiente. E il territorio
termitano garantirebbe un beneficio occupazionale duraturo per tanti
giovani laureati siciliani oggi costretti ad emigrare”.
Foto in alto: il “progetto” della Reva, al centro: il centro industriale Fiat
di Termini Imerese, sotto: l’attuale linea di montaggio della Punto.
27
E’ CAMBIATA L’AUTO
o il modo di venderle?
Intervista a Pietro Quattrocchi, direttore commerciale Fiat per il sud Italia
Direttore Quattrocchi, cominciamo innanzitutto a dare dei numeri a livello locale.
Quale situazione sta vivendo il mercato
siciliano dell’auto? E qual è il posizionamento del marchio Fiat? E’ rispettata la
media rispetto alla situazione nazionale
o la Sicilia rappresenta per alcuni aspetti
una realtà a parte?
Pietro Quattrocchi
Parlando strettamente di numeri, il mercato siciliano sta seguendo la tendenza
nazionale che ci vede ancora sotto la grande ondata di ordinativi
dello scorso fine anno. E’ quindi un mercato fortemente sostenuto
nelle immatricolazioni (+25% rispetto al pari periodo gennaio/
marzo 2009) a causa della fine degli incentivi alla rottamazione
statale, ma che sta inevitabilmente subendo un forte rallentamento
nelle acquisizioni. Dovendo raffigurare graficamente questa situazione “anomala”, vedremmo due curve distanziate di qualche mese:
quella delle vendite con un picco a fine dicembre 2009, quella delle
immatricolazioni con lo stesso picco a marzo. Al 31 marzo si sono
chiusi improrogabilmente i termini di immatricolazione di queste
vetture, per cui abbiamo assistito ad un boom di targhe cui succederà un inevitabile stallo nei successivi 2, 3 mesi. Il mercato siciliano
potrebbe risentire maggiormente di questa situazione, dovuta al
fatto che il parco circolante al Sud Italia è mediamente più anziano
di quello delle altre parti del Paese. Ciò significa che si è fatto ricorso alla rottamazione più che altrove (in Sicilia le immatricolazioni
segnano un +35% rispetto al pari periodo gennaio/marzo 2009) e
pertanto chi doveva sostituire la vettura rottamando quella vecchia,
ha largamente approfittato della fine degli incentivi statali. Il riflesso
sul mercato di quest’anno potrà essere quello di una contrazione
delle vendite sostenute da una semplice attività di “sostituzione”,
ovvero cambio la vettura solo perché costretto (guasti irreparabili;
divieti di circolazione in aree urbane, ecc.). In questo scenario che si
prospetta alquanto negativo in assenza di sostegni alla rottamazione,
il marchio Fiat mantiene la leadership sul mercato, incrementando la
propria quota di quasi un punto percentuale (26% circa nei primi tre
mesi dell’anno) grazie al contributo di vetture qualitativamente ottimali (vedi la nuova Punto Evo). Al resto delle perfomance hanno certamente contribuito l’inossidabile Panda (grazie anche alle versioni
GPL) e la 500. E’ da notare in ogni caso che le performance del brand
Fiat in Sicilia sono migliorate pur non potendo contare su una distribuzione uniforme dei rifornimenti di metano. Cosa c’entra? E’ presto
detto: grazie agli incentivi statali sulle vetture GPL e metano, alcune
regioni d’Italia hanno potuto assistere ad un notevole incremento
delle vendite di queste vetture ad alimentazione ibrida: regioni come
l’Emilia Romagna, dove esiste già da anni una distribuzione capillare
dei rifornimenti di metano per autotrazione, circa il 30% del venduto Fiat è costituito dalle versioni a metano, tecnologia nella quale il
marchio è leader quasi assoluto. In Sicilia tale diffusione è limitata a
pochi centri, specie nel versante orientale dell’isola, mentre altre aree
ne sono del tutto prive (v. Trapani). E’ l’ennesimo paradosso di cui la
nostra terra è decisamente piena: siamo letteralmente attraversati dai
grandi metanodotti che dal Nord Africa si dirigono verso il resto del
Continente, ma di questo copioso “fiume” ci rimangono pochissime
gocce. Questa situazione ovviamente rallenta parecchio la motivazione all’acquisto da parte di enti e privati, per cui l’ottimo di risultato
di vendite a livello locale è da leggersi come un’ulteriore forza del
Marchio e della sua ben radicata rete dei concessionari.
Parliamo di vendite. Tanto più in un periodo come quello attuale,
la figura del venditore recita un ruolo fondamentale per una con-
Luca Cordero di Montezemolo con John Elkan nuovo Presidente della Fiat
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cessionaria auto. E’ cambiato qualche cosa nelle tecniche di vendita
rispetto a una decina di anni fa? In caso affermativo, che cosa?
Questo è un argomento apparentemente semplice da affrontare, ma
che nasconde una vera e propria rivoluzione oserei dire “culturale”
del ruolo del venditore. Se proviamo a leggere questo ruolo in ottica
cliente, non vi è dubbio che oggi rispetto al passato il venditore è più
vicino alla figura di un consulente, dovendo gestire informazioni di
carattere finanziario, a volte di fiscalità, certamente tecniche, laddove
il cliente oggi più che mai grazie ai canali informativi specializzati
(stampa e internet) arriva in concessionaria con un grado di preparazione a volte stupefacente. Il ventaglio di prodotti che il venditore
può oggi gestire è quindi notevolmente ampio: la scelta del finanziamento più appropriato (circa l’80% dei clienti auto compra con una
dilazione di pagamento), la gestione dei rifiuti delle finanziarie, proponendo strumenti alternativi quali la cessione del quinto; i prodotti
accessori al finanziamento, quali assicurazioni e garanzie estese. Sono
solo alcuni esempi del grado di preparazione che oggi il venditore di
un bene di proprietà (siamo ancora culturalmente lontani dal mondo
anglosassone che da questo punto di vista predilige sempre di più
la formula del noleggio piuttosto che l’acquisto in proprietà), che è
classificato come il più importante ed impattante sulla famiglia dopo
la casa, deve raggiungere nel suo background professionale.
politico e oratore greco Pericle. Trasponendo il tutto alla situazione
che sta vivendo il mercato dell’auto nell’attualità, quali sono in base
alla Sua esperienza quegli elementi che potranno rilanciare il settore?
Vi è sostanzialmente un dato su tutti che ci fa comprendere le forti
problematiche che vive il settore dell’auto: l’eccesso di produzione.
Oggi si producono più vetture di quanto sia in grado di assorbirne il
mercato. Ciò è ancor più vero per quei mercati cosiddetti “saturi” o
“maturi”, quali quelli occidentali. Da un lato quindi i paesi emergenti
(Cina ed India) “spingono” con prodotti low-cost, magari non eccelsi
a livello qualitativo, ma che rispondono ad una specifica richiesta del
mercato: il prezzo.
Dall’altra le case europee tentano di rispondere creando forti aggregazioni per mantenere i livelli della produzione ad una quota definita
“vitale”. Il caso Fiat-Chrysler ne è un chiaro esempio tra i tanti. E’
difficile quindi potersi lanciare in previsioni di medio - lungo termine
in un momento in cui la congiuntura internazionale non ha mollato
ancora la presa ed il settore si trova ancora in una fase di ridefinizione degli equilibri globali. Quello che possiamo azzardare oggi è una
previsione di breve calata in contesti socio-geografici ben circoscritti.
La ricerca di economie di scala quali valide alternative alla perdita
di margini sulla pura vendita dell’automobile, il consolidamento di
tutte le aree di business della rete distributiva (N.d.R.: nuovo, usato,
ricambi, officina) attraverso operazioni commerciali e finanziarie che
sostengano i fatturati, necessari per la sopravvivenza delle Case e
della Rete. In questo contesto, il Consorzio dei dealer siciliani può
svolgere un ruolo chiave ponendosi come interlocutore forte e rappresentativo delle esigenze dei concessionari.
Sintetizzando al massimo, si può indubbiamente affermare che un
affare si conclude quando domanda e offerta si incontrano. Ma a
proposito di domanda, cosa richiede oggi il consumatore a una concessionaria auto? In altri termini, cosa è cambiato nel suo atteggiamento rispetto al passato?
Come già accennato prima, oggi non v’è dubbio che il consumatore
è più consapevole. E’ più preparato tecnicamente, pone domande
specifiche sul prodotto e sul servizio. Sa bene che la gestione del suo
acquisto è un impegno non indifferente per il proprio portafogli per
tutta la durata del bene. Le normative anti-inquinamento dei centri
urbani, l’inasprimento delle sanzioni stradali, l’aumento del prezzo
del carburante, le rate del finanziamento, le tasse auto, la svalutazione
della vettura… La scelta inconsapevole dell’acquisto può rivelarsi un
boomerang micidiale per il consumatore. Oggi quindi la concessionaria deve essere una sorta di seconda casa per il cliente (non solo in
termini estetici) e deve pensare a lui non come una “vittima” da spennare ma come un “promoter” (per dirla in gergo Customer Care), in
grado cioè di orientare la scelta della sua cerchia di familiari e dei suoi
amici verso il nostro prodotto e le nostre concessionarie.
In qualità di direttore commerciale Fiat d’area, quali sono le sfide che
questo Consorzio dovrà vincere nel breve e nel medio periodo? E Lei
come immagina il futuro?
Riprendendo i concetti appena espressi nella mia precedente risposta,
ho sempre creduto in tre elementi fondamentali: la forza del Gruppo,
l’importanza della Relazione, la Motivazione della Rete. Sono concetti
che soprattutto in Sicilia ed al Sud in genere sono più difficili, per così
dire, da “digerire”. Vi sono fatti culturali atavici che non ritengo sia il
caso di esplicitare in questo contesto, ma che sono dei capisaldi nella
tradizione isolana.
Mi limito qui a dire che la grande sfida che il Consorzio dovrà vincere
nel medio periodo è il superamento delle diffidenze dei suoi componenti. Domani il Consorzio potrà davvero rappresentare uno degli
attori più importanti non solo del settore ma dell’intera economia
dell’isola, capace già oggi di sedere al tavolo delle istituzioni, forte di
una rete con più di 1.000 dipendenti, oltre 800 € milioni di fatturato
ed in grado di pesare per oltre il 6% del P.I.L. siciliano.
“Noi non possiamo prevedere il futuro, ma dobbiamo essere ben
preparati per affrontarlo”. Così disse, già nel V secolo a.C., il grande
L’accogliente e luminoso show room
vetture nuove di una concesionaria Fiat aderente al CSA
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FIAT
history 2° parte
dal 1922 agli albori della 2° guerra Mondiale
Alla fine della Prima Guerra Mondiale, la Fiat ha le forze per riprendere subito la propria produzione. A dimostrarlo sono i fatti, tanto
che già nel 1919 è presentata la Fiat 501, un modello che venderà
45.000 unità. Contestualmente, l’Azienda avverte la necessità di
espandersi e di diversificarsi, sia nel campo dei veicoli industriali
sia nell’accessoristica, cosicché nello stesso anno dà vita alla joint
venture F.I.M.M., acronimo di Fabbrica Italiana Magneti Marelli.
Sono anni fervidi e ricchi di iniziative, destinati a lasciare un segno
indelebile nella storia dell’automobile. Non a caso, nel 1922, alla presenza del Re d’Italia e del Senatore Agnelli, è inaugurato a Torino il
celeberrimo Lingotto, l’avveniristico edificio di 5 piani e 153.000 mq.
con tanto di pista prove sul tetto, nel quale sono fatte convogliare le
diverse officine Fiat presenti a Torino. Per l’epoca il Lingotto, giunto
alla piena operatività solo alla fine degli Anni Venti, rappresentò una
svolta epocale: al suo interno iniziò la vera e propria produzione in
serie, che tanto successo avrebbe avuto negli anni a venire. In questo
periodo vedono la luce modelli come l’utilitaria Fiat 509 e la berlina
Fiat 529, quest’ultima equipaggiata di volante regolabile e di freni su
tutte e quattro le ruote. Anche i materiali pian piano cambiano, e nel
1928 Fiat è la prima al mondo ad utilizzare l’alluminio per produrre
le teste dei motori. I numeri e i mezzi non mancherebbero a Fiat
per potersi affacciare sullo scenario internazionale, ma la situazione
politica dell’epoca impedisce un’espansione all’estero, spingendo
però il mercato interno. Nel 1932 debutta quindi la Fiat 508 Balilla,
che due anni più tardi passerà da 3 a 4 marce. Questo modello fa
segnare anche all’Azienda torinese il nuovo record di produzione:
110.000 esemplari. Sembravano molti, ma già nel 1936 comincia a
circolare sulle strade italiane un mito che in vent’anni polverizzerà il
precedente traguardo: la Topolino, destinata a raggiungere i 500.000
esemplari. Un anno prima, nel 1935, era nata anche la Fiat 6 cilindri
1500, caratteristica per le sue innovative doti aerodinamiche. Nel
1937 è poi la volta della Fiat Nuova Balilla 1100 (la prima a fregiarsi
del titolo di 1100), seguita nel 1938 dall’ammiraglia Fiat 2800, che
inaugura un’inedita forma del cofano. I venti di guerra ormai soffiano impetuosi, tanto che della stessa Fiat 2800 sono costruiti anche
esemplari in versione militare. Con l’ingresso dell’Italia nel secondo
conflitto mondiale, la produzione di autovetture subisce una drastica
riduzione a favore di veicoli commerciali funzionali alla macchina
bellica.
Qui sopra: Fiat 509 (1923), accanto: Fiat 501 (1937) e sotto: Fiat 2008 (1938)
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