ics 2010 - catalogo - Incontri Cinematografici di Stresa

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ics 2010 - catalogo - Incontri Cinematografici di Stresa
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DIRETTORE ARTISTICO
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PROMOZIONE E FESTIVAL INTERNAZIONALI
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REDAZIONE CATALOGO
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TRADUZIONI
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SERVICE AUDIO E VIDEO
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PROIEZIONI
Marco Cristante
SOTTOTITOLI
Neon Video
STAGE
Silvia Cavallini
VOLONTARI
Luca Rodinò Toscano
Enrico Follo
CONSULENTE PER IL PORTOGALLO
Francisco Villa-Lobos
RINGRAZIAMENTI
Donatella Donati, Nicola Borrelli, Alessandra Priante, Marina
D’Andrea, Luciano Sovena, Edoardo Ceccuti, Andrea Paris,
Monica Moscato, Christian De Schutter, Eric Franssen,
Emmanuel Roland, Pierre Drouout, Ivy Van Haecke e la Caviar,
Paolo Cunha e Silva, Patricia Severino, Francisco Villa-Lobos,
Peter Da Rin, Micha Schiwow, Hans-Ulrich Tanner, Simone
Navarro, Laura Marcellino, Claudia Proverbio, Marion Bush,
Solothurner Filmtage, Simone Bachini, Stefano Massenzi,
Francesca Zanza e la Vivo Film, Massimo Palma, Benedetta
Caponi, Alessandra Angelucci, Riccardo Amorini, Federica
Ceraolo, Daniela Staffa, Flaminia Alecci, Roberto Dal Miglio,
Alberto Bucci, Erika Baldini, Piers Nightingale, Ida Martins,
Alessandro Lombardo, Paul Richer, NIP, Alberto Lastrucci, Carla
Silva, Marylise Gomes, Thibaut Potdevin, Xavier Ruiz, Catherine
Felli, Eve Commenge, Gabriella Macchiarulo, Patrizia Cacciani,
Luis Urbano, Fabienne Martinot, Ennio De Dominicis, Davide
Pulici e la redazione di Nocturno, Marco Chiriotti, Piera Sartore,
Giulia Bertorello, Luciano Barisone, Paolo Moretti, Nikolas
Montaldi, Maria Chiara Lombardi, Rossella Cavalletto, Silvia
Rallo, Davide Bracco, Alberto Barbera e il Museo Nazionale del
Cinema di Torino, Arcangelo Riganò, Samanta Telleri, Dafne
Pizzolitto, Mohammed e Tiziana Soudani, Lara Moslemani,
Anna Maria Nonatelli, Davide e Stefano Zanetta, Elena Leoni,
Maddalena Ramponi, Massimiliano Termignone, Davide Ciocca
e Roberta Bolongaro, Alberto de Martini “Cipo”, Marcello Morotti,
Eleonora Ferrari, Ruben Bolla, Giuseppe Alesina, Alberto
Chiarlo, Nicoletta Tedeschi, Canio Di Milia, Albino Scarinzi,
Alberto Galli, la Famiglia Padulazzi, Alberto Ferrari, Roberto
Donghi, Matteo Diverio, Luca Gemelli, Giampiero e Pupa Zanzi,
Don Stefano, Rossella Bertolazzi, il Caffé Torino, Il Mini Bar, La
Piazzetta,
Il Caffè Nazionale, la Pizzeria Centrale.
Realizzato da
Piazza Matteotti, 20
28921 Verbania (VB)
Sedi Operative
Via Belfiore 15 – 10125 Torino
Via De Vit 30 – 28838 Stresa
Uffici Temporanei Stresa (11-20 giugno 2010)
c/o Foresteria Villa Ducale
Corso Umberto I°, 15
28838 Stresa (VB)
[email protected]
www.stresacinema.org
Città di Stresa
Assessorato alla Cultura
Quella che ci apprestiamo a vivere è la 5^ edizione consecutiva degli Incontri
Cinematografici di Stresa. Fu, infatti, nel 2006 che l’Amministrazione della
Città di Stresa credette nell’idea e nel progetto, avanzato da giovani esperti,
di promuovere il cinema di registi emergenti unito ad uno scambio di contatti
fra professionisti del settore, che per qualità ebbe fin d’allora un riscontro
particolarmente gradito. In seguito, ma in particolar modo nel 2009 quello
che era nato come Incontri Cinematografici Italo-Svizzeri divenne Incontri
Cinematografici di Stresa per estendersi, oltre alla vicina Svizzera ad un’altra
realtà cinematografica come il Belgio Francofono al quale quest’anno si sono
aggiunti il Belgio Fiammingo e il Portogallo assumendo di fatto sempre più una
dimensione Europea.
Sulla scorta dell’esperienza degli anni precedenti, nell’edizione di quest’anno,
gli organizzatori, hanno messo a punto programmi innovativi, nuove location,
presenze e premi a personalità del cinema che fanno di questo, un evento di
alto profilo culturale e cinematografico di livello Europeo che a Stresa ancora
mancava.
Ancora una volta vogliamo ringraziare tutti coloro che con noi hanno voluto
sostenere questo “progetto” con l’auspicio che il pubblico che vorrà assistere
alle proiezioni possa apprezzare questa “nuova idea di far cinema”.
Albino Scarinzi
Consigliere con delega alla cultura
Il desiderio di rinnovarsi è stata una caratteristica costante, e ha fatto crescere
la manifestazione, allargata ora a quattro Paesi - Italia, Belgio, Svizzera e
Portogallo - e estesa all’arco di una settimana: gli Incontri Cinematografici di
Stresa mantengono la ricchezza e la varietà, maturate nel tempo, di proposte
contraddistinte sempre da una particolare e felice propensione pionieristica e
curiosa, insieme con la volontà di caratterizzarsi come iniziativa di primo piano
per la promozione della cultura e del linguaggio cinematografici.
La kermesse cinematografica promossa da Modulo Lem in collaborazione
con il Comune di Stresa, la Provincia VCO, la Regione Piemonte ed il Ministero
per i Beni e le Attività Culturali crea una preziosa rete di lavoro internazionale
instaurando proficui interscambi con molte realtà europee di prestigio. Chiarita
fin dall’inizio, attraverso il significativo titolo di “Incontri”, la volontà di creare
occasioni di conoscenza fra cinematografie diverse e l’idea di andare oltre il
concetto classico di festival cinematografico inteso come semplice vetrina di
film, l’obiettivo continua a essere quello di esplorare il cinema indipendente,
e in special modo le opere prime e la nuova creatività di autori giovani e
emergenti di un panorama sempre più allargato all’Europa. L’obiettivo resta
soprattutto quello di creare occasioni di incontro professionale, attraverso
incontri tematici, seminari e tavole rotonde, momento diretto di confronto e di
accordo tra i principali produttori cinematografici e televisivi.
Gli “Incontri”, evento che intelligentemente coniuga un’attitudine a valorizzare
la dimensione locale con l‘ambito europeo, si colloca in un Piemonte che ha
perseguito, anche nel settore cinematografico, una politica che ha scelto di
fare sistema, contribuendo a inserire la nostra regione in quella rete di scambi
e di cooperazione a livello internazionale che è il presupposto indispensabile
per la promozione di valori culturali condivisi, valido presupposto per il
consolidamento e il radicamento di futuri, preziosi rapporti di scambio e la
realizzazione di attività intorno a tematiche di interesse comune.
Michele Coppola
Assessore alla Cultura e alle Politiche Giovanili
L’edizione 2010 degli Incontri Cinematografici di Stresa segna una sorta di
“esplosione” – uno scatto di qualità fondamentale nel percorso di crescita
del festival. Se quella del 2009, col cambio di nome e la decisa apertura
verso l’Europa, era stata una scommessa rischiosa ma riuscita, l’edizione
2010 sviluppa ancora più decisamente la nuova filosofia degli Incontri: i
Paesi invitati diventano 4 (5, se si considerano quelle del Belgio fiammingo
e francofono come due cinematografie distinte), i giorni di programmazione
passano dai 5 delle edizioni passate alla settimana piena, le location salgono
a 12, i lungometraggi selezionati a 22 – 8 dei quali in anteprima italiana ed
uno in anteprima mondiale. Quello che presentiamo quest’anno è insomma
un festival in forte espansione, che guadagna sempre più terreno a livello
internazionale ed allo stesso tempo si apre sempre di più alla città di Stresa,
trasformando per una settimana il tessuto cittadino in un vero “cantiere”
cinematografico a cielo aperto.
Ma è soprattutto nella ricchezza della programmazione che è possibile vedere
il cambio di passo di una manifestazione che non si è mai adagiata nel clichè
del festival-vetrina. Ce n’è veramente per tutti i gusti: oltre ai film d’autore, ci
sono thriller, polizieschi, film erotici, raffinate ricostruzioni d’epoca, commedie
classiche e meno classiche, docu-fiction, drammi realistici e favole piene di
fantasia, con opere che spaziano dai continenti più lontani alla provincia più
profonda, in una girandola di stili e linguaggi che è quanto di più variegato
si possa immaginare. Senza dimenticare poi gli eventi dedicati alla città di
Stresa, segno tangibile di una manifestazione che affonda tenacemente le
radici nel suo territorio d’origine: i tradizionali aperitivi dell’Ora ICS, i concerti,
le feste, i workshop (la cui presentazione chiuderà il festival), i programmi
per i più piccini, e soprattutto l’evento Stresa in Luce, preziosa antologia di
cinegiornali dall’archivio dell’Istituto Luce, a testimonianza di sessant’anni di
storia del Lago Maggiore.
Per finire, qualche parola sul Cigno d’Oro di quest’anno – due, per la
precisione, che vengono assegnati a Giorgio Diritti, astro nascente del
cinema italiano, e ad un gigante della cinematografia mondiale come Manoel
de Oliveira. La scelta potrebbe sembrare in contraddizione con quello
che è sempre stato l’oggetto degli Incontri, ovvero il cinema indipendente;
tuttavia, in entrambi i casi il premio vuole essere prima di tutto un omaggio
ad un’attitudine tenace e fieramente indipendente, a due personalità che –
nonostante abbiano cominciato (o ricominciato, come nel caso di de Oliveira)
a far cinema relativamente tardi – hanno comunque saputo affermarsi contro
ogni aspettativa o condizionamento.
Luca Evangelisti
Presidente Modulo LEM
Direttore Incontri Cinematografici di Stresa
A CORTE DO NORTE
João Botelho
Portogallo, 2008
JPEG2000, col, 120’
Versione originale portoghese
Premi / Awards
Coimbra Caminhos do Cinema Português,
Premio del Pubblico / Audience Award
Festival Internazionale del Film di Roma,
Menzione Speziale / Special Mention
Regia / Director
João Botelho
Soggetto / Original Story
dal romanzo di / based on the novel of
Agustina Bessa-Luis
Sceneggiatura / Script
João Botelho
Fotografia / Cinematographer
João Ribeiro
Montaggio / Editor
João Braz
Suono / Sound
Francisco Veloso
Scenografia / Art Director
Catarina Amaro
Interpreti / Cast
Ana Moreira (Sissi, Rosalina, Emilia de Sousa,
Agueda, Rosamund),
Ricardo Aibéo (João Sanha),
Rogério Samora (João de Barros),
Laura Soveral (D. Matilde),
João Ricardo (Gaspar de Barros),
Ligia Roque (Margôt),
Custodia Gallego (Leopoldina a 50 anni / 50-yearsold Leopoldina),
Margarida Vila-nova (Leopoldina a 20 anni /
20-years-old Leopoldina)
Produttore / Producer
António da Cunha Telles,
Pandora da Cunha Telles
Produzione / Production
FF-Filmes do Fundo (P)
Praça do Principe Real, 23 – 1 Dt
1250-184 Lisboa
Tel +351 21 324 3200
Fax +351 21 347 3252
[email protected]
www.filmesfundo.com
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Vita e vicissitudini di Emilia de Sousa, la più grande attrice del teatro portoghese della
fine del XIX secolo, che abbandonò per anni la propria carriera per sposare il ricco
maderiano Gaspar de Barros e diventare la Baronessa Madalena do Mar. Affascinante
come Sissi, l’imperatrice d’Austria con cui intrattenne rapporti sociali nell’inverno tra il
1860 e il 1861, Emilia decise di costruire attorno a sé un mistero rimasto irrisolto per
quattro generazioni e oltre un secolo.
Cosa importa se un gentiluomo va a letto con una donna? Ma quando qualcuno si getta in
mare, si aprono diverse possiblità: amore, o semplicemente un pudico atto del sublime?
This is the story of Emília de Sousa, the greatest actress on the Portuguese stage at
the end of the XIX century, who abandoned her career for several years to marry the
rich Madeiran Gaspar de Barros and become the Baroness Madalena do Mar. She was
as beautiful as Sissi, the Empress of Austria, with who she socialized in the winter of
1860/61, and she decided to construct a mystery that lasted for four generations and
over a century.
What does it matter if some gentleman sleeps with a woman? But when someone throws
themselves into the sea, that raises several different possibilities. Might this be love, or
just the ashamed gesture of the sublime?
E’ stata la mia prima esperienza col digitale e mi sono accorto che è l’ideale per la
composizione, ma non va bene per la dinamicità della scena. Il digitale costa meno,
avevamo pochi soldi ed io ci tenevo molto a raccontare questa storia. Il digitale è una
tecnica importante e fondamentale nel cinema attuale, ma pecca di dinamicità. I 35 mm
sono un’altra cosa: ci vorranno ancora anni perché si possa arrivare allo stesso livello.
Col digitale si vede troppo, gli attori vanno truccati molto […] Il quadro che c’è all’inizio,
Giuditta ed Oloferne, riassume l’atteggiamento delle donne: Giuditta seduce Oloferne e
poi lo decapita. Anche l’idea portante del romanzo è la forza delle donne e la debolezza
degli uomini. La scrittrice che ha scritto il romanzo è una portavoce della lotta per la
liberazione delle donne. (João Botelho)
A Corte do Norte was my first experience with the digital technique. I realized that it
is ideal for the composition, but it does not work for the dynamics of the scenes. The
digital technique is cheaper, we did not have so much money and I wanted to tell this
story at any cost. It is an important and essential technique of cinema nowadays, but it is
missing dynamics. 35mm prints are quite a different matter. Many years will pass before
the digital technique provides the same quality. It lets you see too much, actors have
to put on a whole lot of makeup […] The picture we see at the beginning - Judith and
Holofernes - sums up women’s attitude: Judith entices Holofernes and then she beheads
him. Women’s force and men’s weakness is also the novel’s essential theme. The author
of the novel is a spokeswoman for women’s liberation. (João Botelho)
João Botelho (Lamego, 1949)
Si laurea in ingegneria all’Università di Oporto ed è leader del CITAC, una rete di cineclub di Coimbra e Oporto. Dopo il 1970 lavora
come grafico e illustratore di libri per bambini, per poi diplomarsi alla Scuola Nazionale di Cinema in Portogallo. Fonda la rivista
cinematografica M. Movie e lavora come editorialista per diversi quotidiani e riviste.
La sua carriera cinematografica inizia con la realizzazione di cortometraggi per la televisione pubblica nazionale, RTP. I suoi film,
sempre presenti ai festival internazionali, comprendono, tra gli altri, Um adeus português (1985), Tempos difícies (1987), No dias
dos meus anos (1991), commissionato da RTP/ARTE, Três Palmeiras (1994), Tráfico (1998), Quém es tu? (2001), A mulher que
acreditavaser presidente dos Estados Unidos da América (2003), A luz na ria formosa (2005, doc), O fatalista (2005), A terra antes
do céu (2007, doc).
He took his degree in Engineer at Universidade do Porto and was the leader of CITAC, network of regional film clubs of Coimbra and
Porto. After 1970, he became a children’s books illustrator and visual arts graphic. Afterwards he graduated from the Portuguese
National Film School. He founded the movie magazine M. Movie and worked as a columnist for several newspapers and magazines.
His cinematographic career started directing short films for the public television channel RTP. His films were nominated for several
festivals and include, among others, Um adeus português (1985), Tempos difícies (1987), No dias dos meus anos (1991), commissioned
by RTP/ARTE, Três Palmeiras (1994), Tráfico (1998), Quém es tu? (2001), A mulher que acreditavaser presidente dos Estados Unidos
da América (2003), A luz na ria formosa (2005, doc), O fatalista (2005), A terra antes do céu (2007, doc).
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AMER
Hélène Cattet & Bruno Forzani
Belgio / Francia, 2009
35mm, col, 90’
Versione originale italiana e francese
Premi / Awards (Selezione / Selection)
Sweden Fantastic Film Festival (Lund, 2009),
Premio “The Blade” / “The Blade” Award
Sitges – Catalonian Intl Film Festival (2009),
Premio “Nuove Visioni” / “New Visions” Award
Montréal Festival of New Cinema (2009),
Premio del Pubblico / Public’s Choice Award
Gérardmer Film Festival (2010),
Menzione Speciale / Special Mention
Regia / Director
Hélène Cattet & Bruno Forzani
Sceneggiatura / Script
Hélène Cattet & Bruno Forzani
Fotografia / Cinematographer
Manu Dacosse
Montaggio / Editor
Bernard Beets
Suono / Sound
Dan Bruylandt
Scenografia / Art Director
Alina Santos
Effetti Speciali / Special Effects
Lionel Lé
Interpreti / Cast
Cassandra Forêt (Ana bambina / Ana as a child),
Charlotte Eugène Guibbaud (Ana adoloescente / Ana
as a teenager),
Marie Bos (Ana adulta / Ana as a woman),
Bianca Maria D’Amato (madre di Ana / Ana’s mother),
Harry Cleven (il tassista / the taxi driver),
Jean-Michel Vovk (padre di Ana / Ana’s father),
Delphine Brual (Graziella),
Bernard Marbaix (nonno di Ana / Ana’s grandfather)
Produttore / Producer
Eve Commenge, François Cognard
Produzione / Production
Anonymes Films (B)
Rue de Binche, 96
6180 Courcelles
Tel + 32 473 94 1243
[email protected]
www.anonymesfilms.be
Coproduzione / Coproduction
Tobina Film (F)
Distribuzione Internazionale / World Sales
Coach 14 (F)
21 rue Jean-Pierre Timbaud
75011 Paris
Tel +33 6 1996 1707
[email protected]
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Tre momenti chiave, tutti e tre sensuali, scandiscono la vita di Ana. La sua ricerca carnale
oscilla tra realtà e fantasie variopinte, e si fa sempre più ossessiva.
Una mano di nero velata le impedisce di urlare, il vento le solleva il vestito e le carezza
le cosce, la lama di un rasoio le sfiora la pelle: dove la trascinerà questo viaggio caotico
e carnivoro?
Three key moments, all of them sensual, define Ana’s life. Her carnal search sways
between reality and colored fantasies ... becoming more and more oppressive.
A black laced hand prevents her from screaming. The wind lifts her dress and caresses
her thighs. A razor blade brushes her skin: where will this chaotic and carnivorous
journey leave her?
Come nei nostri cortometraggi, affrontiamo un tema (in questo caso il confronto con la
sensualità e la frustrazione) in maniera assolutamente personale, facendo nostri i codici
del cinema di genere. Non il cinema di genere in senso astratto, ma più precisamente
il cinema italiano di serie B e quello giapponese degli anni ‘60 e ‘70, perché hanno
sviluppato un linguaggio cinematografico molto spinto che ha spesso sfruttato temi
legati a Eros e Thanatos. Noi ci serviamo dei loro codici visivi, che appartengono
all’immaginario collettivo nato dal cinema popolare, per sviluppare le nostre storie e i
nostri universi formali, dove dialogo e spiegazioni sono rari, e a risaltare sono i sensi e la
tensione emotiva. (Hélène Cattet & Bruno Forzani)
As in our previous short films, in Amer we discuss a subject - here the challenge brought
by sensuality and frustration - in a very personal manner by employing the genre films
codes. We do not look to genre films in general, but to the Italian B-movies and the
Japanese cinema of the 1960s and 1970s, as they developed a very audacious cinematic
language that often exploited issues related to Eros and Thanatos. We make use of their
visual codes - which are part of the collective imagination born from the popular cinema –
to develop our stories and our formal universe, where spoken lines and explanations are
uncommon, with the result being that senses and emotional tension stand out. (Hélène
Cattet & Bruno Forzani)
Hélène Cattet (Parigi, 1976) & Bruno Forzani (Mentone, 1976)
Si incontrano a Bruxelles, dove iniziano a dirigere film che producono di tasca propria. I loro lavori sono esperimenti cinematografici
attorno al giallo, la pelle nera e strani piaceri...
Insieme hanno co-diretto cinque cortometraggi: Catharsis (2001), Chambre jaune (2002), La fin de notre amour (2003), L’etrange
portrait de la dame en jaune (2004) and Santos palace (2006). Amer (2009) è il loro lungometraggio d’esordio.
They met each other in Brussels where they started to co-direct and produce their films with their own expenses. Their works are
cinematic experimentations around giallo, black leather and strange pleasures...
They have co-directed 5 short films together: Catharsis (2001), Chambre jaune (2002), La fin de notre amour (2003), L’etrange portrait
de la dame en jaune (2004) and Santos palace (2006). Amer (2009) is Hélène & Bruno’s first feature.
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AQUELE QUERIDO MÊS
DE AGOSTO
Miguel Gomes
Portogallo / Francia, 2008
35mm, col, 150’
Versione originale portoghese
Premi / Awards (Selezione / selection)
15th Valdivia International Film Festival (Chile, 2008),
Miglior Film Straniero e Premio della Critica /
Best International Film and Critics Award
Viennale – Vienna International Film Festival (2008),
Premio FIPRESCI / FIPRESCI Award
11th Buenos Aires International Festival of
Independent Cinema (2009), Miglior film /
Best Film Award
14th Golden Globes Awards (Portugal, 2009): Miglior
Film / Best Film Award
Regia / Director
Miguel Gomes
Sceneggiatura / Script
Miguel Gomes, Mariana Ricardo, Telmo Churro
Fotografia / Cinematographer
Rui Poças
Montaggio / Editor
Telmo Churro, Miguel Gomes
Suono / Sound
Vasco Pimentel
Interpreti / Cast
Sónia Bandeira (Tânia),
Fábio Oliveira (Hélder),
Joaquim Carvalho (Domingos),
Andreia Santos (Lena),
Armando Nunes (Gomes),
Manuel Soares (Celestino)
Produttore / Producer
Luís Urbano, Sandro Aguilar
Produzione / Production
O Som e a Fúria (P)
R. Sociedade Farmacêutica, N°40, 3°ESQ
1150-340 Lisboa
Tel +351 21 358 2518
Fax +351 21 358 2520
[email protected]
www.osomeafuria.com
Coproduzione / Coproduction
Shellac Sud (F)
Distribuzione Internazionale / World Sales
O Som e a Fúria (P)
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Nel cuore del Portogallo, tra le montagne, il mese di agosto è un pullulare di gente
e attività. Gli emigranti ritornano a casa, lanciano fuochi d’artificio, spengono incendi,
cantano il karaoke, si gettano dai ponti, cacciano cinghiali, bevono birra, fanno bambini.
Se il regista e i suoi collaboratori fossero andati dritti al punto e non si fossero uniti ai
festeggiamenti, la sinossi si sarebbe ridotta a: “Il nostro amato mese di agosto segue
le vicende affettive di un padre, la figlia e il nipote, tutti musicisti in una band”. Amore e
musica, quindi...
In the heart of Portugal, amid the mountains, the month of August is a buzz with people
and activity. Emigrants return home, set off fireworks, fight fires, sing karaoke, hurl
themselves from bridges, hunt wild boar, drink beer, make babies.
If the director and film crew had got straight to it and resisted the temptation to join in
the festivities the synopsis would come down to: “Our Beloved Month of August follows
the affective relationship between a father and daughter, and the daughter’s cousin, all
musicians in a dance band.” So, love and music then.
La vita non è sempre agevole, amici! Nel giugno del 2006 ci fu una piccola catastrofe. Le
riprese del film, già previste per il mese successivo, vennero rinviate a data da destinarsi.
C’erano pochi fondi per una sceneggiatura ambiziosa che prevedeva che le riprese
avessero luogo nell’interno del Portogallo durante le ferie d’agosto, e anche per le scelte
di cast del regista. Superato velocemente il trauma, il regista partì ugualmente alla volta
del set, con una cinepresa 16mm e una troupe di sole cinque persone (pochi, ma buoni!),
filmando tutto quello che, a suo parere, meritava di essere filmato e ripromettendosi
di adattare la trama di conseguenza. Questa storia e quello che ne seguì si possono
trovare nel film, anche se, ad essere sinceri, va ricordato che le apparenze ingannano e
che certi registi hanno un’innata tendenza alla mistificazione. (Miguel Gomes)
Life isn’t always easy, my friends! In July 2006, there was a minor catastrophe. Shooting
of the film, scheduled for the following month, had to be postponed indefinitely. Production
funds were short for a demanding screenplay, due to be shot in Portugal’s interior during
the August fiestas, and the directors casting choices. Quickly getting over that shock, the
director decided to set off for the location anyway, with a 16mm camera and a crew of
five – small but feisty! – and film everything he deemed worthy of recording, committing
himself to rejigging the fiction accordingly. This story and those that follow it can be found
in the film, although for the sake of truth it must be acknowledged that appearances are
deceptive and that certain directors have an inherent inclination towards mystification.
(Miguel Gomes)
Miguel Gomes (Lisbona, 1972)
Studia alla Scuola di Cinema e Teatro di Lisbona. Dal 1996 al 2000 lavora come critico cinematografico per la stampa nazionale. Dirige
molti cortometraggi premiati a festival quali Oberhauser, Belfort e Vila Do Conde, e selezionati a Locarno, Rotterdam, Buenos Aires e
Vienna. Il suo primo lungometraggio è A Cara que Mereces (2004).
Nel 2008, il suo ultimo film, Aquele Querido Mês de Agosto, viene selezionato alla “Quinzane des Réalisateur” del Festival di Cannes
e, successivamente, in oltre 40 festival internazionali, vincendo numerosissimi premi. Al momento è impegnato nella preparazione di
un nuovo film, Aurora.
He studied at the Lisbon Film and Theatre School. He worked as a film critic for the Portuguese press from 1996 to 2000. He directed
several short films awarded in festivals such as Oberhausen, Belfort and Vila do Conde, and screened at Locarno, Rotterdam, Buenos
Aires and Vienna. A Cara que Mereces (The face you deserve, 2004) was his first feature film.
In 2008, he presented his latest film, Aquele Querido Mês de Agosto, in the Directors’ Fortnight at the Cannes Festival. The film was
then selected in more than forty international festivals winning over a dozen prizes. He is currently preparing a new feature film, Aurora.
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CALL GIRL
António-Pedro Vasconcelos
Portogallo, 2007
35mm, col, 127’
Versione originale portoghese
Premi / Awards
Globi d’oro (Portogallo, 2008),
Miglior Film, Miglior Attore, Miglior Attrice
Golden Globes (Portugal, 2008),
Best Film, Best Actor, Best Actress
Regia / Director
António-Pedro Vasconcelos
Soggetto / Original Story
Tiago R. Santos, António-Pedro Vasconcelos
Sceneggiatura / Script
Tiago R. Santos
Fotografia / Cinematographer
José António Loureiro
Montaggio / Editor
Pedro Ribeiro
Musica / Music
Luís Cília
Suono / Sound
Pedro Melo, Branko Neskov
Scenografia / Art Director
João Torres
Interpreti / Cast
Soraia Chaves (Maria),
Ivo Canelas (Madeira),
Nicolau Breyner (Meireles),
Joaquim de Almeida (Mouros),
José Raposo (Neves),
José Eduardo (Gomes),
Maria João Abreu (Amália)
Produttore / Producer
Tino Navarro
Produzione / Production
MGN Filmes (P)
Rua de S. Bento, 644 – 4°Esq.
1250-223 Lisboa
Tel +351 21 388 7276
Fax +351 21 388 7281
[email protected]
www.mgnfilmes.pt
Distribuzione Internazionale / World Sales
MGN Filmes (P)
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Maria, una escort d’alto bordo, viene assoldata da Mouros per sedurre il sindaco di
Vilanova, Meireles, al fine di ottenerne il permesso per costruire un lussuoso resort
in un’area protetta. Intanto, gli agenti Madeira e Neves si imbattono nella vicenda ed
iniziano ad investigare sull’uomo politico.
Le cose si complicano quando Madeira scopre che Maria, l’esca che deve costringere
Meireles ad accettare l’offerta di Mouros, è una sua vecchia fiamma mai dimenticata.
Maria, a high-class call girl, is hired by Mouros to seduce Meireles, the mayor of
Vilanova, in an attempt to obtain his permission to build a luxury resort on protected
land. Meanwhile, Madeira and Neves, two cops, come upon the case and begin an
investigation on the politician.
But when Madeira finds out that Maria is his long lost love and the bait that will force
Meireles to accept the offer, everything becomes more complicated.
Perché il capitalismo, alla fine, trionfa sempre? Perché è il sistema più vicino a ciò che
giace nel profondo della natura umana e fa leva sui nostri istinti primari: egoismo, avidità,
ambizione. D’altronde, tutte le utopie che caratterizzano le società comuniste sono
destinate al fallimento. Malgrado i nobili intenti che ne stanno alla base, alla fine esse
incarnano la suprema contraddizione che trasforma, in nome della virtù, un “sistema per
il popolo” in un’orrenda dittatura. Call Girl offre una lettura cinica e fredda di un mondo
senz’anima, dove la gente uccide o viene uccisa; un mondo ridotto al ”ognun per sé”,
affogato nelle “gelide acque del calcolo egoistico”, come diceva Marx. (António-Pedro
Vasconcelos)
Why Capitalism always succeeds in the end? Because it’s the system that is closer to
what is buried deeply in human nature and appeals to our primary instincts: selfishness,
greed and ambition. On the other hand, all the utopias that typify the communist societies
are predestined for failure. Even if at their foundation lies a generous reason, they all
eventually personify the supreme contradiction of transforming that ‘system for the
people’ into overwhelming and hideous regimes, on behalf of virtue. Call Girl is a cold
and cynical vision of a world without a soul, a world where people either kill or die, a world
reduced to “every man for himself” and to “the frozen waters of egoistical calculation”, as
Marx often quoted. (António-Pedro Vasconcelos)
António-Pedro Vasconcelos (Leiria, 1939)
Regista di successo, noto scrittore, giornalista e docente, inizia la sua carriera dirigendo Tapeçaria (1966, doc). Nel 1973 firma il suo
primo film di finzione, Perdido Por Cem. Da allora ha diretto oltre sei lungometraggi di finzione, tra i quali: Oxalá (1980), in concorso alla
Mostra del Cinema di Venezia, O Lugar do Morto (1984), Premio come Miglior Attore al Festival di Mosca e grande successo nazionale
al botteghino, e Jaime (1999), Premio Speciale della Giuria a S. Sebastian.
E’ stato uno dei fondatori del Centro Português de Cinema nel 1969 e un importante membro del Nuovo Cinema Portoghese. E’ stato
insignito dal Presidente della Repubblica portoghese dell’“Ordem do Infante D. Henrique”, una delle più alte onoreficenze protoghesi.
La Bela e o Paparazzo (2010) è il suo ultimo film.
He is a successful film director, a well-known writer, journalist and professor. His career started with Tapeçaria (1966, doc). In 1973
he directed his first feature film, Perdido Por Cem. Since then he directed more than six features films, among them Oxalá (1980), in
competition at Venice International Film Festival, O Lugar do Morto (1984), Best Actor Award at the Moscow International Film Festival
and a big box-office success in Portugal, and Jaime (1999), awarded with the Jury Special Prize in S. Sebastian.
He was one of the founders of the Centro Português de Cinema in 1969 and an important member of the “New Portuguese Cinema”.
He was awarded by the Portuguese President with the “Ordem do Infante D. Henrique”, one of Portugal’s highest honours. La Bela e
o Paparazzo (2010) is his last feature film.
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COMPLICES
Frédéric Mermoud
Svizzera / Francia, 2009
35mm, col, 93’
Versione originale francese
Premi / Awards
QUARTZ 2010 (Premio del Cinema Svizzero /
Swiss Films Awards), Miglior Sceneggiatura / Best
Screenplay
Regia / Director
Frédéric Mermoud
Sceneggiatura / Script
Frédéric Mermoud, Pascal Arnold
Fotografia / Cinematographer
Thomas Hardmeier
Montaggio / Editor
Sarah Anderson
Musica / Music
Grégoire Hetzel
Suono / Sound
Michel Casang, Bruno Reiland, Florent Lavallée
Scenografia / Art Director
François Renaud Labarthe
Interpreti / Cast
Gilbert Melki (Hervé Cagan),
Emmanuelle Devos (Karine Mangin),
Nina Meurisse (Rebecca),
Cyril Descours (Vincent),
Joana Preiss (Esther),
Jèrémy Kapone (Thomas)
Produttore / Producer
Tonie Marshall, Damien Couvreur
Coproduttore / Coproducer
Robert Boner
Produzione / Production
Tabo Tabo Films (F)
53, rue du Faubourg Saint-Antoine
75011 Paris
Tel +33 1 4929 4550
Fax +33 1 4929 4510
[email protected]
Coproduzione / Coproduction
Saga Production (CH)
Montelly 48 bis
1007 Lausanne
Tel +41 21 311 9570
Fax +41 21 311 9572
[email protected]
Distribuzione internazionale / World Sales
Pyramide International (F)
5, rue du Chevalier de Saint-George
75008 Paris
Tel +33 1 4296 0220
Fax +33 1 4020 0551
[email protected]
www.pyramidefilms.com
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Vincent e Rebecca si innamorano a prima vista in un internet café. Sono giovani, appena
maggiorenni, e spensierati. Eppure due mesi dopo il corpo di Vincent viene trovato nelle
acque del Rodano, mentre Rebecca risulta scomparsa.
Il commissario Hervé e la sua assistente Karine Mangin vengono incaricati delle indagini.
Mentre ricostruiscono l’infelice storia d’amore tra Vincent e Rebecca, i due si trovano a
dover fare i conti con le falle della loro stessa esistenza.
Vincent and Rebecca fall in love at first sight in a cybercafé. They are young, barely 18
years old, and have a carefree attitude to life. And yet, two months later, Vincent’s body
is found floating in the River Rhône, and Rebecca is missing.
Lt Hervé Cagan and his partner Karine Mangin are in charge of the investigation. As they
retrace Vincent and Rebecca’s doomed love affair, Hervé and Karine find themselves
confronted with the flaws in their own lives.
Con Complices ho voluto esplorare, ancora una volta, la questione dell’amore e del
desiderio tra i giovani. Credevo potesse essere interessante inserire questa tematica in
un genere estremamente codificato come il giallo. Il film mette a confronto due mondi
contrapposti che la morte di Vincent, il giovane gigolò, riunirà assieme. Da una parte c’è
il mondo degli adulti, abitato da personaggi soli, impauriti e incapaci di amare; dall’altra,
il mondo dei giovani, governato dalla spensieratezza e dalla gratificazione immediata.
Avevo la sensazione che questi due mondi fossero impermeabili l’uno all’altro.
L’intrecciarsi di due differenti periodi narrativi mi ha permesso di dar forza all’idea che
questi due mondi coesistano, si tocchino quasi, pur rimanendo soggetti a codici e regole
differenti. (Frédéric Mermoud)
With Complices, I wanted to explore the issue of love and desire in young people again. I
thought it might be interesting to set this theme in an extremely coded genre such as the
detective movie. The film confronts two antagonistic worlds that the death of Vincent, the
young male prostitute, will bring together. On the one hand, the adult world inhabited by
solitary, worried, loveless characters; and on the other, the youngster’s world, governed
by a carefree attitude and instant gratification. I had a feeling that these two worlds
were impermeable. The intertwining of two narrative times enabled me to reinforce this
idea that two worlds coexisted, almost touching, whereas they are governed by different
codes and rules. (Frédéric Mermoud)
Frédéric Mermoud (Sion, 1969)
Dopo essersi laureato in lettere all’Università di Ginevra nel 1994, frequenta il corso di regia audiovisiva presso l’École Cantonale d’Art
de Lausanne (ECAL), dove si diploma nel 1999. In questo periodo realizza i suoi primi cortometraggi: Son jour à elle (1998) e Les
Electrons libre (1999), quest’ultimo premiato a Locarno col Pardino d’oro. L’escalier (2003) ottiene 18 premi internazionali e vince il
premio del cinema svizzero come miglior cortometraggio nel 2004. L’anno seguente realizza il film tv Bonhomme de Chemin, cui fanno
seguito i cortometraggi Rachel (2006), nominato ai César, e Le Créneau (2007), presentato alla Settimana della Critica di Cannes.
Complices (2009), il suo lungometraggio d’esordio, ha vinto il premio del cinema svizzero QUARTZ 2010 per la miglior sceneggiatura.
In 1994, he took his degree in Literature from the University of Geneva. From 1995 to 1999, he studied film-making at ECAL (École
Cantonale d’Art de Lausanne), where he received a degree as audiovisual director. During this period he followed his debut short
film Son jour à elle (1998) with Les Electrons libre (1999), which was awarded Leopards of Tomorrow in Locarno. His short film
L’Escalier (2003) won 18 international prizes and was awarded Best Swiss short film in 2004. The following year he directed the TV film
Bonhomme de Chemin, then Rachel (2006) nominated for Best Short Film at César Awards and Le Créneau (2007, short), screened
in Cannes Critics’ Week.
His first feature film Complices (2009) was awarded the Swiss Film Prize QUARTZ 2010 for Best Screenplay.
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DE HELAASHEID DER
DINGEN
Felix Van Groeningen
Belgio / Olanda, 2009
35mm, col, 108’
Versione originale fiamminga
Premi / Awards (selezione / selection)
Cannes International Film Festival, 2009,
Premio “Art et Essai” / “Art et Essai” Award
Cinessone (Francia, 2009), Miglior Film / Best Film,
Miglior Attore / Best Actor (Koen de Graeve & Kenneth
Vanbaeden), Premio del pubblico / Audience Award
Flanders International Film Festival (Ghent, 2009),
Premio “Jo Röpcke” / “Jo Röpcke” Film Award
Regia / Director
Felix Van Groeningen
Soggetto / Original Story
dal romanzo di / based on the novel by
Dimitri Verhulst
Sceneggiatura / Script
Felix Van Groeningen, Christophe Dirickx
Fotografia / Cinematographer
Ruben Impens
Montaggio / Editor
Nico Leunen
Musica / Music
Jef Neve
Suono / Sound
Jan Deca
Scenografia / Art Director
Kurt Rigolle
Interpreti / Cast
Kenneth Vanbaeden (Gunther Strobbe a 13 anni,
13-years-old Gunther Strobbe),
Valentijn Dhaenens (Gunther Strobbe),
Koen De Graeve (Marcel ‘Celle’ Strobbe),
Wouter Hendrickx (Lowie ‘Petrol’ Strobbe),
Johan Heldenbergh (Pieter ‘Breejen’ Strobbe),
Bert Haelvoet (Koen Strobbe),
Gilda De Bal (Meetje),
Natali Broods (Zia Rosie / Aunt Rosie),
Pauline Grossen (Sylvie)
Produttore / Producer
Dirk Impens
Coproduttore / Coproducer
Jeroen Beker, Frans van Gestel
Produzione / Production
Menuet (B)
Ferdinand Lousbergskaai, 105
9000 Ghent
Tel +32 9 235 7370
Fax +32 9 235 7379
[email protected]
www.menuet.be
Coproduzione / Coproduction
IDTV Film (NL)
Distribuzione internazionale / World Sales
MK2 (F)
55, rue traversiere
75012 Paris
Tel +33 1 4467 3265
Fax +33 1 4307 2963
[email protected]
www.mk2.com
20
Gunther Strobbe ha 13 anni e vive dalla nonna con il padre Celle e i tre zii Breejen,
Koen e Petrol. Questa famiglia di soli uomini vive nel più lurido tugurio di un’anonima
città, Reetveerdegem, seguendo l’unico comandamento: “Dio ha creato il giorno e noi
lo passiamo spassandocela”. Ogni sera Gunther si trova con il padre e gli zii nel bar del
posto e, mentre questi si sbronzano, scrive le sue poesie.
L’arrivo di zia Rosie e di sua figlia Sylvie sono per Gunther un piacevole diversivo nel
tran tran della vita quotidiana: Rosie e Sylvie sono per lui la prova che c’è vita fuori
Reetveerdegem. Alla fine, quella routine fatta di sbronze, andare a donne e bighellonare
viene interrotta dall’inaspettata visita di un’assistente sociale.
Gunther Strobbe, 13, lives with his father Celle and three uncles (Breejen, Koen and
Petrol) at his grandmother’s. The all-male family lives in the filthiest shack in the unsightly
town of Reetveerdegem by the principle: “God created the day and we party our way
through it.” Every evening Gunther joins his father and uncles in the local bar. They drink
themselves into oblivion while Gunther does his lines.
The arrival of aunt Rosie and her daughter Sylvie is a welcome break in the drudgery
of his daily life. For Gunther, Rosie and Sylvie are proof that there is life outside of
Reetveerdegem. The routine of boozing, chasing women and loafing about is finally
broken by an unexpected visit by Child Protective Services.
Durante le riprese ci siamo fatti un sacco di risate. Molte scene sono comiche, ma di
colpo le cose diventano così commoventi che le risate ti muoiono in gola. Ecco perché
lo fai, perché fai un film. Lo spettatore ride come un pazzo, proprio come il lettore, poi ci
sono volte in cui le cose cambiano repentinamente. Ho già avuto a che fare con questi
estremi nei miei lavori precedenti […] Amo i film dal forte impatto visivo. Questo film si
snoda tra presente e passato, così ho scelto due stili differenti: ho tenuto su toni sobri e
leggeri la storia del giovane che aspira a diventare scrittore; il passato, invece, doveva
essere come un “trip”. Ho cercato di rendere un caos organizzato: succede di tutto e
tutto assieme. Abbiamo girato con la camera a mano, molto dinamica. Il “look” è quello
degli anni ‘80, ma lo stile registico è più recente. Non troppo, diciamo contemporaneo.
(Felix van Groeningen)
During the filming we laughed a lot. Many scenes are hilarious but suddenly things turn
so poignant that the laughs die in your throat. That is why you do this, that is why you
make a film. The viewer will laugh himself or herself silly, just like the reader, but then
things sometimes turn around quickly. I already dealt with those extremes in my previous
films […] I love visually strong films. The film jumps between the present and the past. I
chose two different styles. The story of the young man trying to be a writer I kept sober
and light. The past should be a trip. I looked for orchestrated chaos: all kinds of things
happened all the time, simultaneously. We filmed with the camera in our hands, very
fast. The look is from the eighties, but the style is more recent. Not very recent, but
contemporary. (Felix van Groeningen)
Felix Van Groeningen (Ghent, 1978)
Frequenta un Master in Arti Audiovisive al KASK di Ghent, dove si laurea nel 2000 con il cortometraggio 50 CC. Realizza quindi alcuni
altri cortometraggi, scrive e dirige diverse pièces teatrali per il gruppo Kung Fu, Victoria (come Best of e Discotheque); è inoltre primo
attore nell’opera Aalst, sempre con il gruppo Victoria.
Dopo svariate deviazioni nel mondo della cultura, decide di tornare al suo primo amore: fare film. Da allora, assieme al produttore
Dirk Impens, ha diretto tre lungometraggi, tutti acclamati dal pubblico e dalla critica: Steve + Sky (2004), Dagen zonder lief (2007), De
Helaasheid der dingen (2009).
He graduated with a Master Audiovisual Arts from the KASK in Ghent in 2000 with his short movie 50 CC. Then he made a few short
films and wrote and directed various theatre pieces, such as Best of and Discotheque for the theatre group Kung Fu, Victoria. In
addition, he played the lead in the play Aalst, also with theatre group Victoria.
After various detours through the cultural world, Felix decisively chose to return to his first love: making movies. Together with producer
Dirk Impens, Felix has so far directed three full-length movies, each of which was highly acclaimed by the press and the public: Steve
+ Sky (2004), Dagen zonder lief (2007), De Helaasheid der dingen (2009).
21
DIRTY MIND
Pieter Van Hees
Belgio, 2009
16mm, col, 102’
Versione originale fiamminga
Regia / Director
Pieter Van Hees
Sceneggiatura / Script
Pieter Van Hees, Wim Helsen
Fotografia / Cinematographer
Jan Vancaille
Montaggio / Editor
Nico Leunen
Musica / Music
Michel Hatzi
Suono / Sound
Jan Deca
Scenografia / Art Director
Johan Van Essche
Effetti speciali / Special Effects
Harry Wiessenhaan
Interpreti / Cast
Wim Helsen (Diego, Tony T),
Robby Cleiren (Cisse),
Peter Van Der Begin (David Vandewoestijne),
Kristine Van Pellicom (Jaana),
Maaike Neuville (Kiki),
Sien Eggers (Annie),
Peter Van Den Eeden (Roger)
Produttore / Producer
Frank Van Passel, Bert Hamelinck, Kato Maes
Produzione / Production
Caviar (B)
Havenlaan 75
1000 Brussels
Tel +32 2 423 2300
Fax +32 2 423 2301
[email protected]
www.caviarcontent.com
Distribuzione internazionale / World Sales
Media Luna New Films (D)
Aachener Strasse 24
50674 Köln
Tel +49 221 5109 1891
Fax +49 221 5109 1899
[email protected]
www.medialuna.biz
22
Diego è sempre stato all’ombra del fratello nella loro squadra di stuntmen, finché, a
seguito di un incidente, si risveglia nei panni del duro ed impavido Tony T. L’ambiziosa
neurochirurga Jaana, che sta lavorando alla tesi di dottorato, vede in lui un tipico caso di
Sindrome Frontale e decide di curarlo.
Ma Tony non vuole essere curato subito: diventa così il miglior stuntman in circolazione
e conquista il rispetto della famiglia. Le donne difficilmente resistono alla sua disarmante
sfrontatezza; tutte tranne Jaana, quella da cui si sente sempre più attratto. Quando si
rende conto che il suo atteggiamento esuberante gli sta procurando molti nemici, le
certezze di Tony iniziano a vacillare...
Diego has always been number two in the stuntman team with his brother, till he gets
injured in an accident and wakes up as the cool and fearless Tony T. Jaana, an ambitious
neurologist working on her doctor theses, sees in him a typical case of Frontal Syndrome
and wants to cure him.
But Tony doesn’t want to be cured right away. He becomes a top stuntman and wins the
respect of his family. Women find it hard to resist Tony’s disarming straightforwardness.
Except that one woman Tony feels increasingly attracted to: Jaana. Tony’s dilemma
grows when he notices his exuberant behavior is getting him more and more enemies...
Oggi che non è più politicamente corretto prendere in giro le lesbiche conservatrici,
l’Islam o il lancio del nano, sono rimaste solo due minoranze attorno cui far ruotare una
commedia: i maschi bianchi e borghesi, ed i neurochirurghi. Così ho deciso di fare un film
su entrambi. Per me, questa Sindrome Frontale è semplicemente una metafora utile per
parlare di come gli uomini occidentali lottino con la loro mascolinità. Ho cercato di fare
di Dirty Mind un film grezzo, nu style e sporco e, ancora più importante, divertente, ma
anche toccante: la comicità autentica fa male. (Pieter Van Hees)
Now that it’s no longer politically correct to make fun of lesbian conservatives, the Islam
or dwarf throwing, there are only two minority groups left to make comedies about: white
middleclass males and neurotic brain scientists. I decided to make a film about both of
them. For me, the whole Frontal Syndrome involved is just a metaphor to talk about how
Western males struggle with their masculinity. I tried to make Dirty Mind raw, nu and dirty.
And more importantly, funny, but also moving. Real comedy hurts. (Pieter Van Hees)
Pieter Van Hees (1970)
Dopo una laurea in Lettere, si iscrive alla scuola di cinema di Bruxelles. Gira molti cortometraggi che hanno grande successo ai festival
(Black XXX Mas è premiato a Houston, Hollywood, Montréal, Lille, Berlino, Seoul, mentre Belgium Strikes Back viene selezionato
al New Directors/New Films di New York), prima di imbarcarsi nella trilogia di lungometraggi Anatomy of Love and Pain (Anatomia
dell’amore e del dolore), in cui sviscera i differenti aspetti delle relazioni: Left Bank (2008), che tratta del corpo, Dirty Mind (2009), che
si incentra sulla mente, e A love supreme (in sviluppo), focalizzato sull’anima.
E’ il protagonista di ciascun film a determinarne il genere: il modo in cui si combinano l’originalità della narrazione e il nu visual style è
ciò che rende Pieter Van Hess una figura unica nel panorama del cinema belga.
After graduating in Literature, he started film school in Brussels. He made several short films with strong festival careers (Black
XXX Mas won awards in Houston, Hollywood, Montréal, Lille, Berlin, Seoul, while Belgium Strikes Back was selected for the New
Directors/New Films Festival in New York) before embarking on a trilogy of features called Anatomy of Love and Pain, in which he
dissects all aspects of a relationship: Left Bank (2008) focuses on the body, Dirty Mind (2009) on the brain and A Love Supreme (still
in development) on the soul.
The genre of each film is determined by the main character. The way these films combine a highly original way of storytelling with a
very nu visual style makes Pieter Van Hees a quite unique voice in Belgian cinema.
23
GOOD MORNING
AMAN
Claudio Noce
Italia, 2009
35mm, col, 90’
Versione originale italiana
Regia / Director
Claudio Noce
Soggetto / Original Story
Diego Ribon, Elisa Amoruso, Claudio Noce
Sceneggiatura / Script
Diego Ribon, Heidrun Schleef, Claudio Noce
in collaborazione con / in cooperation with
Elisa Amoruso
Fotografia / Cinematographer
Michele D’Attanasio
Montaggio / Editor
Andrea Maguolo
Musica / Music
Valerio Vigliar
Suono / Sound
Mirko Perri
Scenografia / Art Director
Paki Meduri
Interpreti / Cast
Valerio Mastandrea (Teodoro),
Said Sabre (Aman),
Anita Caprioli (Sara),
Amin Nour (Said),
Giordano De Plano (Brando),
Adamo Dionisi (Bruno),
Sandra Toffolatti (moglie di Teodoro /
Teodoro’s wife)
Produttore / Producer
Dodo Fiori
Produzione / Production
DNA Cinematografica (I)
Via G.P. da Palestrina, 47
00193 Roma
Tel +39 06 3938 8451
[email protected]
Distribuzione / Distribution
CINECITTA’ LUCE S.p.A. (I)
via Tuscolana 1055
00173 Roma
Tel +39 06722861
Fax +39 067221883
www.cinecittaluce.it
24
Aman, ventenne somalo cresciuto a Roma, lavora presso un rivenditore di auto usate.
La notte, poiché soffre di insonnia, cammina senza meta per le strade dell’Esquilino, tra
la stazione Termini e piazza Vittorio.
Una sera, salito di nascosto sul terrazzo di un condominio, incontra Teodoro, un ex pugile
quarantenne dal passato oscuro. Tra i due nasce un’amicizia che via via si trasforma in
un legame dai contorni fortemente ambigui. Teodoro si serve del ragazzo, ma a sua volta
Aman intravede nel rapporto con l’uomo la possibilità di un riscatto.
Aman, a 20 year-old Somali boy who grew up in Rome, works in a second-hand car
store. At night, since he suffers from insomnia, he is used to cruise through the Esquiline
Hill streets, between the Termini Railway Station and Vittorio Emanuele Square.
One of those nights, he secretly goes up to the balcony of an apartment building, and
there he meets Terry, a 40-years-old ex-boxer with a dubious past. The two become
friends and little by little this friendship turns into a strongly ambiguous relation. Terry
uses the boy for his own purpose, but Aman, in turn, foresees in this relation a chance
of social redemption.
Good Morning Aman è un vero romanzo di formazione in cui si mettono a confronto
due umanità smarrite e alla ricerca della propria identità; uno sguardo sull’irreversibile
processo multiculturale che sta cambiando la nostra società. Aman è un guerriero, che
impugna una lancia affilata per trafiggere l’indifferenza. Si arma per scrollarsi di dosso
le sue paure, le sue delusioni, le sue speranze. Il suo è un grido di aiuto che fa ad ogni
singolo spettatore... e per questo ogni singolo spettatore amerà Aman! (Claudio Noce)
Good Morning Aman is a true novel of education in which two disoriented human beings
compare themselves with one another in their search for their own identity. It is also an
overview of the irreversible multi-cultural process that is changing our society. Aman is
a warrior who grasps his sharpened spear to pierce indifference. He arms himself to get
rid of his fears, his disillusions and his hopes. He cries for help to every single member
of the audience... And this is why every single member of the audience will fall in love
with him! (Claudio Noce)
Claudio Noce (Roma, 1975)
All’età di vent’anni comincia a realizzare cortometraggi e documentari, e lavora come assistente e aiuto regista per cinema, pubblicità
e video clip. Nel 2003 dirige il cortometraggio Gas con protagonista Elio Germano. Seguono il cortometraggio Eclisse (2004) ed Aria
(2005), con cui vince il Nastro d’Argento e il David di Donatello come miglior cortometraggio dell’anno.
Con il documentario Aman e gli altri (2006) ha partecipato al Festival di Torino e con il cortometraggio Adil e Yusuf (2007) alla 64.
Mostra Internazionale d’Arte cinematografica di Venezia. Good Morning Aman (2009) è il suo primo lungometraggio.
When he was 20, he started directing short films and documentaries, while working as an assistant director for films, commercials and
video clips. In 2003 he directed the short film Gas starring Elio Germano. There followed Eclisse (2004) and Aria (2005), which was
awarded the Silver Ribbon and the David of Donatello for the best short film of the year.
With the documentary Aman e gli altri (2006) he participated at the Turin Film Festival, while his short film Adil e Yusuf premiered at
64. Venice Film Festival. Good Morning Aman (2009) is his debut feature film.
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LE JOUR OÙ DIEU EST
PARTI EN VOYAGE
Philippe van Leeuw
Belgio / Francia, 2009
35mm, col, 94’
Versione originale francese
Premi / Awards (selezione / selection)
San Sebastian (2009),
Miglior Opera Prima / Best Debut Film
Bratislava Intl Film Festival (2009), Miglior Film e
Miglior Attrice / Best Film and Best Actress
Thessaloniki Intl Film Festival (2009), Miglior attrice /
Best Actress
Regia / Director
Philippe van Leeuw
Sceneggiatura / Script
Philippe van Leeuw
Fotografia / Cinematographer
Marc Konickx
Montaggio / Editor
Andrée Devanture
Musica / Music
Annonciata Kamaliza
Suono / Sound
Paul Heymans
Scenografia / Art Director
Kathy Lebrun
Interpreti / Cast
Ruth Nirere (Jacqueline),
Afazali Dewaele (l’uomo ferito / wounded man)
Produttore / Producer
Patrick Quinet, Toussaint Tiendrebeogo
Coproduttore / Coproducer
Tomas Leyers, Arlette Zylberberg
Produzione / Production
Artémis Production (B)
60 rue Gallait
1030 Bruxelles
Tel + 32 2 216 2324
[email protected]
www.artemisproductions.com
Coproduzione / Coproduction
Les Films du Mogho (F)
Liason Cinematographique (F)
Minds Meet (B)
RTFB (B)
Distribuzione Internazionale / World Sales
MK2 (F)
55 rue Traversière
75012 Paris
Tel +33 1 4467 3265
Fax +33 1 4397 2963
[email protected]
www.mk2.com
26
Ruanda, Aprile 1994. Durante i primi giorni del genocidio, gli occidentali abbandonano
il paese. Prima di essere evacuata, una famiglia belga nasconde Jacqueline, la
giovane tata, in soffitta. Nonostante le atrocità che si perpetuano all’esterno, Jaqueline
abbandona il nascondiglio per tornare al suo villaggio e cercare i figli, i cui corpi senza
vita ritroverà tra gli altri cadaveri.
Cacciata dal villaggio, braccata come un animale, cercherà rifugio nella foresta.
Rwanda, April 1994. During the first days of the genocide, Westerners escape the
country. Before being evacuated, a Belgian family finds a hiding place for Jacqueline,
their young nanny, in the attic. Despite the horror taking place outside, Jacqueline leaves
her hideout to find her way back to her village and her children, only to find their lifeless
bodies among the dead.
Cast out from her village, hunted like an animal, she seeks refuge in the forest.
Restituire all’uomo il suo ruolo. Non fare un film d’azione. Raccogliere e trasporre gli stati
d’animo là dove non ci si aspetta che i riflessi del corpo. Mostrare senza effetti speciali,
ma con immagini forti e leggibili, con una macchina da presa discreta e non invadente,
con inquadrature semplici, possibilmente fisse, o a spalla nelle scene di movimento, ma
senza manierismi né dogmatismi. Evocare le cose senza doverle mostrare. Raccontare
i massacri, il terrore, il pericolo, senza corrompere le idee, né aggiungere il voyerismo
alla violenza. Trattare con rispetto e dignità le sofferenze delle vittime e dei superstiti.
Evitare la violenza esplicita in quanto mai del tutto credibile se riproduce eventi reali...
(Philippe van Leeuw)
To give the man back his role. Not to do an action film. To gather and transpose moods
where nothing else than body reflexes is supposed to be. To show things not using
special effects, but strong, clear images, with a discreet and sensible camera, with
plain shots – fixed ones when possible, otherwise over the shoulder shots when filming
motion scenes – with no mannerism or dogmatism. To evoke things without having to
really show them. To describe massacres and dreadful and dangerous events without
corrupting the ideas or adding voyeurism to violence. To respect victims’ and survivors’
sufferings. To avoid explicit violence because of its unbelievability when depicting real
events... (Philippe van Leeuw)
Philippe Van Leeuw (Bruxelles, 1954)
Studia all’Istituto Nazionale Superiore per le Arti dello Spettacolo e per le Tecniche di Diffusione (INSAS) di Bruxelles e, successivamente,
all’American Film Institute di Los Angeles, dove è allievo di Sven Nykvist e Conrad Hall. Ha lavorato come direttore della fotografia in
numerosi film, tra i quali La Vie de Jésus (1996) di Bruno Dumont e Les bureaux de Dieu (2007) di Claire Simon.
Le jour où Dieu est parti en voyage è il suo primo film da regista.
He studied at Institut National Supérieur des Arts du Spectacle et des Techniques de Diffusion (INSAS) in Brussels, and the American
Film Institute in Los Angeles, where he was tutored by Sven Nykvist and Conrad Hall. He has served as a cinematographer on over a
dozen feature films, including Bruno Dumont’s La Vie de Jésus (1996) and Claire Simon’s Les bureaux de Dieu (2007).
Le jour où Dieu est parti en voyage is his first feature film as a director.
27
LINKEROEVER
Pieter Van Hees
Belgio, 2008
35mm, col, 98’
Versione originale fiamminga
Regia / Director
Pieter Van Hees
Sceneggiatura / Script
Pieter Van Hees, Dimitri Karakatsanis
Fotografia / Cinematographer
Nicholas Karakatsanis
Montaggio / Editor
Nico Leunen
Musica / Music
Eavesdropper, Simon Lenski
Suono / Sound
Jan Deca, Senjan Janssen
Scenografia / Art Director
Johan Van Essche
Effetti speciali / Special Effects
Harry Wiessenhaan
Interpreti / Cast
Eline Kuppens (Marie),
Matthias Schoenaerts (Bobby),
Sien Eggers (Bieke),
Tom De Wispelaere (Dirk),
Marilou Mermans (madre di Bobby /
Bobby’s mother)
Produttore / Producer
Frank Van Passel, Bert Hamelinck, Kato Maes
Produzione / Production
Caviar (B)
Havenlaan 75
1000 Brussels
Tel +32 2 423 2300
Fax +32 2 423 2301
[email protected]
www.caviarcontent.com
Distribuzione internazionale / World Sales
High Point Films (UK)
Suite 16, Deane House Studios, Greenwood Place
NW5 1LB London
Tel +44 20 7424 6870
Fax +44 20 7435 3281
[email protected]
www.highpointfilms.co.uk
28
Maria, una giovane atleta introversa, sviene ed è costretta ad un riposo forzato. Decide
così di trasferirsi nell’appartamento del suo nuovo ragazzo sul Linkeroever (lett. riva
sinistra), un quartiere di Anversa. Questa passionale relazione sembra davvero giovare
alla ragazza, finché Maria non scopre che la precedente inquilina dell’appartamento è
misteriosamente scomparsa: comincia allora a nutrire dei dubbi sul suo compagno.
La vita sul Linkeroever, inizialmente immaginata come una favola, diventa un incubo
alienante. Lentamente, Maria comincia a perdere contatto con la realtà.
When Marie, an introverted young athlete, collapses and is forced to rest, she decides
to move in with her new boyfriend in his flat on Left Bank (a part of Antwerp). Their
passionate relationship seems to be really helping her, until she discovers that the
previous tenant of the flat mysteriously disappeared. Marie begins to doubt whether she
can really trust her boyfriend.
Life in Left Bank, once envisaged as a dream town, starts to become an alienating
nightmare. Slowly, she loses grip on reality.
Per me il cinema è essenzialmente un “campo di battaglia delle emozioni” (per citare il
leggendario Sam Fuller). La sceneggiatura, la fotografia, le scenografie, il montaggio,
la musica... sono tutti strumenti per veicolare quante più emozioni possibile. Molto in
concreto, a livello dei personaggi principali: come puoi perderti completamente in
qualcuno; come puoi avere una totale intimità con una persona che conosci a malapena;
in che modo ogni amante porta con sé un intero universo e fino a che punto è disposto ad
abbandonarlo per la paura indotta da certe scelte... L’amore richiede sempre sacrificio, e
amore e dolore sono profondamente legati. (Pieter Van Hees)
To me cinema is essentially a ‘battlefield of emotions’ (to quote the legendary Sam
Fuller). Script, camera, art direction, editing, music... they are just tools to convey as
much feeling as possible. Very concretely on the level of the main characters: how you
can totally lose yourself with someone, how you can be very intimate with someone
without hardly knowing that person, how every lover brings a whole universe with him
and to what extent you’re willing to leave your own universe behind for that, the fear that
that induces... Love always demands sacrifices. Love and pain are deeply connected.
(Pieter Van Hees)
Pieter Van Hees (1970)
Dopo una laurea in Lettere, si iscrive alla scuola di cinema di Bruxelles. Gira molti cortometraggi che hanno grande successo ai festival
(Black XXX Mas è premiato a Houston, Hollywood, Montréal, Lille, Berlino, Seoul, mentre Belgium Strikes Back viene selezionato
al New Directors/New Films di New York), prima di imbarcarsi nella trilogia di lungometraggi Anatomy of Love and Pain (Anatomia
dell’amore e del dolore), in cui sviscera i differenti aspetti delle relazioni: Left Bank (2008), che tratta del corpo, Dirty Mind (2009), che
si incentra sulla mente, e A love supreme (in sviluppo), focalizzato sull’anima.
E’ il protagonista di ciascun film a determinarne il genere: il modo in cui si combinano l’originalità della narrazione e il nu visual style è
ciò che rende Pieter Van Hess una figura unica nel panorama del cinema belga.
After graduating in Literature, he started film school in Brussels. He made several short films with strong festival careers (Black
XXX Mas won awards in Houston, Hollywood, Montréal, Lille, Berlin, Seoul, while Belgium Strikes Back was selected for the New
Directors/New Films Festival in New York) before embarking on a trilogy of features called Anatomy of Love and Pain, in which he
dissects all aspects of a relationship: Left Bank (2008) focuses on the body, Dirty Mind (2009) on the brain and A Love Supreme (still
in development) on the soul.
The genre of each film is determined by the main character. The way these films combine a highly original way of storytelling with a
very nu visual style makes Pieter Van Hees a quite unique voice in Belgian cinema.
29
L’UOMO CHE VERRÀ
Giorgio Diritti
Italia, 2009
35mm, col, 117’
Versione originale dialetto bolognese
Premi / Awards
Festival Internazionale del Film di Roma,
Gran Premio della Giuria, Premio del Pubblico /
Special Jury Prize, Audience Award
David di Donatello (2010), Miglior Film, Miglior
Produttore, Miglior Suono / Best Film, Best Producer,
Best Sound
Regia / Director
Giorgio Diritti
Soggetto / Original Story
Giorgio Diritti
Sceneggiatura / Script
Giorgio Diritti, Giovanni Galavotti, Tania Pedroni
Fotografia / Cinematographer
Roberto Cimatti
Montaggio / Editor
Giorgio Diritti, Paolo Marzoni
Musica / Music
Marco Biscarini, Daniele Furlati
Suono / Sound
Carlo Missidenti
Scenografia / Art Director
Giancarlo Basili
Interpreti / Cast
Maya Sansa (Lena),
Alba Rohrwacher (Beniamina),
Claudio Casadio (Armando),
Greta Zuccheri Montanari (Martina),
Stefano Bicocchi (il Signor Bugamelli /
Mr. Bugamelli),
Eleonora Mazzoni (la Signora Bugamelli /
Mrs. Bugamelli),
Orfeo Orlando (il mercante / the merchant)
Produttore / Producer
Simone Bachini, Giorgio Diritti
Produzione / Production
Aranciafilm S.r.l. (I)
Via Castiglione, 4
40124 Bologna
Tel +39 051 656 9657
Fax +39 051 588 3723
[email protected]
www.aranciafilm.com
Coproduzione / Coproduction
RAI Cinema (I)
Distribuzione / Distribution
Mikado Film S.p.A. (I)
Viale Maresciallo Pilsudski, 124
00197 Roma
Tel +39 06 9594 7801
Fax +39 06 9594 7880
[email protected]
www.mikado.it
CIGNO D’ORO
30
Inverno 1943. Martina ha 8 anni, vive alle pendici di Monte Sole, non lontano da Bologna,
ed è l’unica figlia di una famiglia di contadini che, come tante, fatica a sopravvivere. Anni
prima ha perso un fratellino di pochi giorni e da allora ha smesso di parlare. In dicembre
la mamma rimane nuovamente incinta. I mesi passano, il bambino cresce nella pancia
della madre e Martina vive nell’attesa, mentre la guerra man mano si avvicina e la vita
diventa sempre più difficile.
Nella notte tra il 28 e il 29 settembre 1944 il piccolo viene finalmente alla luce. Quasi
contemporaneamente, le SS scatenano nella zona un rastrellamento senza precedenti,
che passerà alla storia come “La strage di Marzabotto”.
Winter, 1943. 8-years-old Martina lives on the slopes of Monte Sole, not far from
Bologna. She is the only child of a peasant family which, like many others, is struggling
to get by. Years before she lost her newborn brother and has not spoken since then. In
December her mother becomes pregnant again. Months go by and the child grows in its
mother’s womb. Martina anxiously awaits her brother’s arrival as the war gets closer and
life becomes more and more hard.
On the night of September 28th, 1944, the baby is finally born. Almost simultaneously
the SS unleash an unprecedented reprisal in the area, which will go down in history as
“The Marzabotto Massacre”.
L’uomo che verrà vuol essere un film sulla guerra vista dal basso, dalla parte di chi la
subisce e si trova suo malgrado coinvolto nei grandi eventi della storia che sembrano
dimenticare le vite degli uomini. Un racconto cadenzato nei nove mesi d’attesa per
la nascita di un bambino in un’umile famiglia di contadini. Le vicende della guerra e
della Resistenza si fondono man mano alla quotidianità in una faticosa convivenza che
non intacca però il senso di speranza nel futuro e che pare ad una svolta positiva con
l’imminente liberazione degli alleati. Ma gli eventi hanno un corso diverso e proprio il
giorno in cui il bambino viene alla luce, le SS scatenano nella zona una strage. In questa
tragedia disumana, la piccola Martina si rende protagonista di un percorso di speranza.
(Giorgio Diritti)
L’uomo che verrà is a film about war as seen from below, from the perspective of those
who suffer, the simple folk who unwittingly find themselves caught up in the great
historical events that seem to neglect the lives of ordinary people. The story unfolds
during the nine months of pregnancy of a mother in a humble peasant family. The
vicissitudes of the war and of the Resistance gradually blend into the everyday life in
an arduous coexistence that yet does not undermine the sense of hope in a future set
for a positive outcome with the imminent liberation by the Allies. But events are destined
to take a different turn and on the very day the baby is born, the area is the scene of
an unprecedented reprisal at the hands of the SS. Within this barbaric tragedy, young
Martina becomes the protagonist of a path of hope. (Giorgio Diritti)
Giorgio Diritti (Bologna, 1959)
Regista, sceneggiatore e montatore, si forma lavorando al fianco di vari autori italiani, in particolare Pupi Avati, con cui collabora in vari
film. Partecipa all’attività di Ipotesi Cinema, istituto per la formazione di giovani autori, fondato e diretto da Ermanno Olmi. Come autore
e regista dirige documentari, cortometraggi e programmi televisivi. Il suo primo cortometraggio, Cappello da marinaio (1990), viene
selezionato in concorso a numerosi festival internazionali, tra cui quello di Clermont-Ferrand. Nel 1993 realizza Quasi un anno, film
per la TV prodotto da Ipotesi Cinema e RAI 1. Il suo film d’esordio, Il vento fa il suo giro (2005), partecipa ad oltre 60 festival nazionali
ed internazionali, vincendo più di 36 premi.
A director, screenwriter and editor, his formative experiences in filmmaking included working beside various Italian filmmakers,
particularly Pupi Avati, with whom he collaborated on various films. He worked with Ipotesi Cinema, an institute founded and directed
by Ermanno Olmi, which organizes training for young filmmakers. He also made documentaries, short films and television series as
a writer and director. His first short film, Cappello da marinaio (1990), was selected in competition at many international film festivals,
Clermont-Ferrand included. In 1993 he made Quasi un Anno, a TV movie produced by Ipotesi Cinema and Italian state broadcaster Rai
1. His debut feature film, Il vento fa il suo giro (2005), was shown at over 60 national and international film festivals, winning 36 awards.
31
L’UOMO FIAMMIFERO
Marco Chiarini
Italia, 2009
35mm, col, 81’
Versione originale italiana
Premi / Awards (selection)
Cairo International Film Festival for Children (2009),
Premio Internazionale della Giuria /
International Jury Prize
IX Festival del Cinema Indipendente (Foggia, 2009),
Miglior Film / Best Film
Busto Arsizio Film Festival (2010), Miglior Opera
Prima / Best Debut Film
Regia / Director
Marco Chiarini
Soggetto / Original Story
Marco Chiarini, Giovanni De Feo
Sceneggiatura / Script
Marco Chiarini, Giovanni De Feo,
Pietro Albino Di Pasquale
Fotografia / Cinematographer
Pierluigi Piredda
Montaggio / Editor
Lorenzo Loi, Marco Chiarini
Musica / Music
Enrico Melozzi
Suono / Sound
Vincenzo Schiavo
Scenografia / Art Director
Michele Modaferri
Effetti Speciali / Special Effects
Ermanno Di Nicola
Animazioni Stop Motion / Stop Motion Animation
Marco Chiarini
Interpreti / Cast
Francesco Pannofino (il padre / Simone’s father),
Marco Leonzi (Simone),
Greta Castagna (Lorenza),
Davide Curioso (Rubino),
Tania Innamorati (la mamma / Simone’s mother)
Produttore / Producer
Marco Chiarini, Dimitri Bosi, Fabrizio Cico Diaz
Produzione / Production
Cineforum Teramo (I)
Via Nicola Palma 126
4100 Teramo
Tel + 39 086 124 7350
www.cineforumteramo.it
Distribuzione / Distribution
Social Distribution (I)
www.socialdistribution.org
FILM DI CHIUSURA
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Simone, un bambino di undici anni, è costretto a restare un’intera estate in casa,
nelle campagne teramane, sotto l’occhio un po’ feroce del padre. Fuori: il dolce vento
dell’avventura. Dentro: la noia più tetra. Finché dalla città arriva Lorenza, tredici anni,
mistero di occhi verdi. Per Simone diventa una questione di vita o di morte: evadere da
casa e scappare con lei nel suo regno fantastico.
Lì, tra amici immaginari che parlano al contrario, giganti nani e gemelli a metà, i due
andranno in cerca del Re di quel serraglio incantato: l’Uomo Fiammifero, che viene la
notte ad accendere luci e ad indicare la via!
11-years-old Simone is forced to stay home all summer under his father’s angry eye.
Outside, the sweet wind of adventure; inside, only the utmost boredom. But things
change when Lorenza, a 13-year-old, green-eyed girl, comes to the country from the
city for vacation.
It is the beginning of the most unforgettable summer of Simone’s life: looking for The
Thin Match-Man, he introduces Lorenza to his strange crazy world where some friends
live: PatTheFAT, Appear-Daisy, Mark theDARK, Uncle Disk and Big Hands. But Rubin,
Simone’s enemy no.1, is on their trail…
Da sempre, da quando costruivo le piste per le biglie sulla sabbia, quando cercavo lungo
il fiume le tracce di toporagno, dell’Uomo Fiammifero, o di formiche volanti, quando sotto
le lenzuola c’era una grotta e nell’armadio il passaggio segreto per il passato, ho sempre
voluto vedere al cinema storie in cui la felicità creativa di un bambino fosse protagonista
(penso a La Storia Infinita, Alice nel Paese delle Meraviglie, I Banditi del tempo). Poi sono
cresciuto, ho visto che ero felice quando facevo il regista, e, dopo numerosi, variopinti
esperimenti cinematografici, ho capito che era bello raccontare quelle storie che avrei
voluto vedere da bambino; e così ho fatto con L’Uomo Fiammifero. (Marco Chiarini)
Since the time I made marble trails in the sand, when I looked for the tracks of a shrew
or the Match-man or flying ants along the river, when I could feel like in a cave under my
bed sheets and see a secret passage to the past in my wardrobe, I have always liked
to watch stories whose main character was a child’s creative happiness (like in The
Neverending Story, Alice in Wonderland and Time Bandits). When I grew up, I saw that
I felt truly happy working as a film director and, after various film experiments, I realized
how beautiful it was to tell the imaginary stories of my childhood. This is what I did in The
Thin Match-man. (Marco Chiarini)
Marco Chiarini (Teramo, 1974)
Dopo il diploma in scenografia all’Accademia di Belle Arti di Urbino frequenta il corso di regia al Centro Sperimentale di Cinematografia
di Roma dove si diploma nel 2002. Gira numerosi corti e documentari e si interessa fortemente alla didattica dell’audiovisivo per scuole
di ogni ordine e grado tenendo corsi di introduzione al linguaggio audiovisivo.
Con Normanno e Denisio (2003, corto) vince il Torino Sottodiciotto Film Festival dedicato ai prodotti audiovisivi delle scuole. Nel 2005
mette in piedi il festival “Cineramnia si gira a Teramo” di cui è direttore artistico insieme a Dimitri Bosi e al regista Stefano Saverioni.
Nel 2009 vince il Premio Speciale della Giuria all’Arcipelago Film Festival di Roma con il documentario Basilio D’Amico.
He took a degree as production designer from the Academy of Fine Arts in Urbino. Then he attended the directing progamme at
the Centro Sperimentale di Cinematografia in Rome (degree in 2002). He directed several shorts and documentaries. He taught
audiovisual language in several Italian schools dedicated to school audiovisual productions.
In 2003 his short film Normanno e Denisio was awarded the first prize at the Torino Under18 Film Festival. He is the artistic director,
along with Dimitri Bosi and director Stefano Saverioni, of the festival “Cineramnia shot in Teramo”, which he set up in 2005. In 2009,
his documentary Basilio D’Amico was awarded the Jury Special Prize at Arcipelago Film Festival in Rome.
33
MIRNA
Corso Salani
Italia / Svizzera, 2009
Beta Digitale, col, 75’
Versione originale italiana e spagnola
Regia / Director
Corso Salani
Sceneggiatura / Script
Corso Salani, Vanessa Picciarelli
Fotografia / Cinematographer
Corso Salani
Montaggio / Editor
Corso Salani, Vanessa Picciarelli
Musica / Music
Macadores Nuevos
Suono / Sound
Marianna Bacci
Interpreti / Cast
Magalí Lopez (Mirna),
Anita Kravos (voce di Monica / Monica’s voice)
Produttore / Producer
Gregorio Paonessa, Corso Salani
Coproduttore / Coproducer
Elda Guidinetti, Andres Pfaeffli
Produzione / Production
Vivo film srl (I)
Via Alamanno Morelli 18
00197 Roma
Tel +39 06 807 8002
Fax +39 06 8069 3483
[email protected]
www.vivofilm.it
Coproduzione / Coproduction
Ventura Film (CH)
in collaborazione con / in partnership with
Fuori Orario / Rai Tre (I)
Distribuzione internazionale / World Sales
Vivo film srl (I)
34
Quando Mirna sta per abbandonare Buenos Aires, troppo grande, troppo complicata,
incontra Monica e tutto cambia. Sono due donne che si amano, due corpi che hanno
bisogno l’uno dell’altro, mentre tutto il resto attorno, la città, il mondo intero, scompare.
Attraverso gli occhi e le parole di Monica, uniche tracce della sua presenza, viene
raccontata, in una sorta di diario filmato, struggente e malinconico, la relazione tra le due
donne, mentre seguiamo Mirna attraverso le Ande aspre e desolate.
As she is going to leave Buenos Aires - too big and too complicated for her - Mirna meets
Monica and everything changes. The two women love each other, their bodies need each
other, while everything else, the city and the whole world, vanishes.
Through Monica’s eyes and words - the only traces we have of her presence - the
relationship between the two women is related in the form of a melancholy yet compelling
film diary, while we follow Mirna on her quest through the harsh Andean wasteland.
Questo film è la storia di un duplice percorso: fisico, quello di Mirna attraverso le Ande
per raggiungere il luogo che le dirà chi è; interiore, ossessivo e conturbante quello di
Monica, che scandaglia le ragioni di un amore e della sua fine. Da un lato il paesaggio
andino, la vastità, l’asprezza, la desolazione, in accordo con gli stati d’animo di Mirna.
Dall’altro, la macchina da presa trasformata negli occhi di Monica, voce parlante e
invisibile, commento a un obiettivo stretto su Mirna, dove Buenos Aires non è che sfondo
sfocato del corpo di Mirna. (Corso Salani)
This film is the story of a twofold path: Mirna’s quest through the Andes for the place
where she would find herself and Monica’s intimate, obsessive and tormented attempt
to make sense of a love and its end. On the one hand, the snow-capped Andean peaks,
their vast beauty and harsh desolation, which echo Mirna’s state of mind. On the other,
the camera adopts Monica’s perspective, an invisible, speaking voice, commenting the
focus on Mirna, while Buenos Aires is nothing but a blurry backdrop to Mirna’s body.
(Corso Salani)
Corso Salani (Firenze, 1961)
Viaggiatore instancabile, alterna l’attività di attore e quella di regista. Nel 1989 gira il suo primo lungometraggio, Voci d’Europa, con cui
vince il Premio Speciale a Riminicinema. Nel 1995 tiene un corso sul cinema a basso costo presso la Universidad del cine di Buenos
Aires.
Tra i suoi film di finzione: Gli occhi stanchi (1995), Occidente (2000), Corrispondenze private (2002), Palabras (2003); tra i numerosi
documentari: Cono Sur (1998), Tre donne in Europa (2004), C’è un posto in Italia (2005), e la fortunata serie in sei episodi Confini
d’Europa (2006-2007), cui il Festival di Locarno ha dedicato una retrospettiva nel 2008. Tra le sue interpretazioni ricordiamo Il muro di
gomma di Marco Risi, Il Conte di Montecristo di Ugo Gregoretti (film tv), Mar Nero di Federico Bondi e ll mostro di Firenze di Antonello
Grimaldi, in uscita nel prossimo autunno. Nel 2008 ha esordito come narratore, pubblicando il racconto Pochi metri d’occidente
(Donzelli editore).
A tireless traveller, he both directs and acts. In 1989 he realized his first long feature film, Voci d’Europa, awarded the Special Prize at
Riminicinema. In 1995 he taught a course on low-cost cinema at the Universidad del Cine in Buenos Aires.
His filmography includes the feature films Gli occhi stanchi (1995), Occidente (2000), Corrispondenze private (2002), Palabras (2003),
and the documentaries Cono Sur (1998), Tre donne in Europa (2004), C’è un posto in Italia (2005) and the celebrated six-documentary
series Borders of Europe (2006-2007), to which the Locarno Film Festival dedicated a retrospective in 2008. His roles as an actor
include Il muro di gomma by Marco Risi, Il Conte di Montecristo by Ugo Gregoretti (tv film), Mar Nero by Federico Bondi and Il mostro
di Firenze by Antonello Grimaldi, planned for Autumn 2010. In 2008 he made his debut as novelist with Pochi metri d’occidente (A few
western meters), published by Donzelli.
35
MY QUEEN KARO
Dorothée van den Berghe
Belgio / Olanda, 2009
35mm, col, 101’
Versione originale olandese e francese
Regia / Director
Dorothée van den Berghe
Sceneggiatura / Script
Dorothée van den Berghe, Peter Van Kraaij
Fotografia / Cinematographer
Jan Vancaillie
Montaggio / Editor
Marie-Hélene Dozo
Musica / Music
Peter Vermeersch
Suono / Sound
Christian Monheim, Gert Janssen
Scenografia / Art Director
Gert Stas
Interpreti / Cast
Anna Franziska Jaeger (Karo),
Deborah François (Dalia),
Matthias Schoenaerts (Raven),
Maria Kraakman (Alice),
Samuel Du Chatinier (Daniel),
Cezanne Q. Cuypers (Tara)
Produttore / Producer
Frank Van Passel, Bert Hamelinck, Kato Maes
Coproduttore / Coproducer
Frans Van Gestel, Jeroen Beker,
Joseph Rouschop, Valérie Bournonville,
Arlette Zylberberg
Produzione / Production
Caviar (B)
Havenlaan 75
1000 Brussels
Tel +32 2 423 2300
Fax +32 2 423 2301
[email protected]
www.caviarcontent.com
Coproduzione / Coproduction
IDTV Film (NL)
Tarantula Belgique (B)
Distribuzione internazionale / World Sales
Doc & Film International (F)
13 rue Portefoin
75003 Paris
Tel +33 6 8254 6685
[email protected]
www.docandfilm.com
36
1974. Karo, una bambina di dieci anni, ed i suoi genitori, Raven e Dalia, si uniscono ad
un gruppo che sta edificando una nuova società basata sul concetto di amore libero:
nessuna regola o barriera, solo amore. Essendo l’unica bambina del gruppo, Karo
conduce una vita spensierata dentro a questa “utopia per adulti”.
La regola dice che, nella comune, si deve condividere ogni cosa, ma non tutti sono in
grado di onorare questi principi e ben presto Karo si trova nel mezzo dei conflitti che
cominciano a ledere l’unità del gruppo. Divisa tra l’amore per la madre e la lealtà verso il
padre ed i suoi prinicipi, pian piano Karo si rende conto che niente è per sempre.
It’s 1974. Ten-year-old Karo and her parents, Raven and Dalia, join a group building a
new society based on the notions of free love - no walls, no rules, only love. As an only
child, Karo leads a carefree existence in this utopia-for-adults.
The mandate says that everything is to be shared in the commune. But soon not
everyone is able to honor these principles, leading Karo to get caught in the crossfire of
the internal conflicts that start to divide the group. She is torn between the love of her
mother and loyalty towards her father and his ideals. Karo slowly realizes that nothing
can stay the same forever.
Con My Queen Karo ho voluto tratteggiare il ritratto di un’epoca, gli anni ‘70, visti
attraverso gli occhi di una bambina. Era un’epoca in cui ci si interrogava sui valori, la
gente si dedicava alla sperimentazione e lottava per i propri ideali. È un idealismo che,
da regista, mi affascina: mi interessano queste persone che scendono in piazza per
difendere i loro interessi, che occupano case per opporsi alla speculazione, che cercano
nuovi modi di organizzazione della famiglia e che sperimentano liberamente sessualità
e droghe. Ho voluto fare un ritratto di chi non si ferma davanti a certi limiti, non rinnega
i propri ideali e cerca di metterli in pratica. Spesso non è possibile conciliare i nostri
ideali precostituiti con quanto la vita ha in serbo per noi, così nel film ho voluto esplorare
questo conflitto. (Dorothée van den Berghe)
With My Queen Karo, I intended to sketch the portrait of an era, the seventies, as seen
through the eyes of a young girl. It was a time when values were questioned, and
people gave themselves over to experimentation and fought for ideals. As a director,
this idealism intrigues me. I am interested in these people who take to the streets to
defend their interests, who occupy buildings to oppose speculation, who seek new ways
of configuring the family and who experiment freely with sexuality and drugs. I wanted
to draw a portrait of people who push back limits, who commit to ideals and try to apply
them in practice; it is often impossible to reconcile what real life has in store for us with
our pre-established ideals, so I wanted to explore this conflict in the film. (Dorothée van
den Berghe)
Dorothée van den Berghe (Ghent, 1968)
Trascorre parte della sua infanzia ad Amsterdam per poi studiare scultura e cinema alla Sint-Lucas School di Bruxelles. Dopo aver
realizzato diversi cortometraggi, applauditi in molti festival, e qualche film per la televisione, completa il suo primo lungometraggio
Meisje (2002), con cui vince il Premio della Giuria dei Giovani e il Premio della Giuria CICAE al Festival di Locarno.
Malgrado gli impegni dovuti alla realizzazione del suo secondo lungometraggio, My Queen Karo, ha continuato a dirigere cortometraggi
(Kroeskop, 2006, e Zoe, 2007) e numerosi spot pubblicitari.
She spent most of her childhood in Amsterdam. She studied sculpture and film at the Sint-Lucas School in Brussels. After making
several short films with successful festival turnouts and a few films for television, Dorothée completed her first feature, Meisje (Girl,
2002), which was awarded the First Prize (Youth Jury) and the CICAE Jury Prize at the Locarno International Film Festival.
While focusing on her second feature, My Queen Karo, she continued working as a director on other shorts, Kroeskop (2006) and Zoe
(2007), as well on several commercials.
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OCCHI
Lorenzo Bianchini
Portogallo / Italia, 2010
HD, col, 72’
Versione originale italiana
Regia / Director
Lorenzo Bianchini
Sceneggiatura / Script
Lorenzo Bianchini
Fotografia / Cinematographer
Ivan Scialino
Montaggio / Editor
Rui Branquinho, Lorenzo Bianchini
Suono / Sound
Enrico Medri, Giovanni Buoro
Scenografia / Art Director
Alex Nazzi
Effetti Speciali / Special Effects
Alex Nazzi, Michele Bazzana
Interpreti / Cast
Giovanni Visentin (Gabriele, Lorenzo Gori),
Sofia Marques (Ana),
Gianni Nistri (Sovrintendente ai Beni Culturali /
Head of the Monuments and Fine Arts Office),
Edo Basso (custode / attendant),
Ezio Rigo (Commissario / officer),
Michele Bazzana (Lorenzo Gori),
Angelo Bianchini (padre di Lorenzo Gori /
Lorenzo Gori’s father),
Annalisa Gaudio (madre di Lorenzo Gori /
Lorenzo Gori’s mother),
Terenzio Russo (Lorenzo Gori da bambino /
Lorenzo Gori as a child),
Produttore / Producer
Francisco Villa-Lobos
Produttore Associato / Associate Producer
Elena Pollacchi
Produzione / Production
Contracosta (P)
Rua D. Alfonso Henriques 1007 A
2765-572 Estoril
Tel. +351 70 397 9309
Fax +351 30 970 3979
[email protected]
Distribuzione Internazionale / World Sales
Contracosta (P)
FILM D’APERTURA
38
“Tutte le case hanno una propria sensibilità, assorbono la vita di chi le abita. Se i muri
potessero parlare… Ma i muri tacciono. Ascoltano tutto, ma tacciono.” Ci sono occhi
che sanno penetrare nella sensibilità di una casa sino a rimanere accecati dalle storie
agghiaccianti che i muri, a volte, trasmettono.
Le pareti affrescate di una villa del ‘600 appoggiata sui silenzi gelidi della bassa friulana,
sono state danneggiate in modo strano. I volti hanno gli occhi strappati dalla furia di uno
scalpello. Ad occuparsi del restauro arriva Gabriele Morelli, un esperto restauratore che
abiterà per qualche tempo nella villa con Anna, amica di lunga data, alle prese con un
momento difficile della propria vita.
“Every house has its own sensibility; it takes up the life of its inhabitants. If walls could
talk... But walls are silent. They hear everything, but they are silent.” There are eyes that
are able to penetrate into that sensibility until they are left blind because of the terrifying
stories that walls sometimes convey.
The fresco walls of a 17th century villa standing in the chilly stillness of the Friuli lowland
have been strangely damaged. The eyes in the frescoes have been removed by the
fury of a scalpel. Gabriele Morelli comes to the villa to restore the frescoes: he is to live
there for some time along with Anna, a long-standing friend of his who is going through
a difficult time in her life.
La motivazione che mi spinge a realizzare film horror è puro amore per un genere di
cinematografia che ha visto nascere in passato dei veri e propri gioielli, invidiati ed imitati
in tutto il mondo e firmati dai nostri grandi maestri nei tempi d’oro dell’horror italiano.
Penso che la carta vincente sia quella di costruire un storia thriller-horror che non sia fine
a se stessa ma culturalmente valida, riportando alla luce e facendo scoprire al pubblico
- attraverso situazioni e storie di alta tensione emotiva - figure mitiche e mitologiche, riti
e culti religiosi, che realmente appartenevano ai nostri antenati e di cui esistono reperti
e documentazioni. L’idea che queste energie antiche, queste forze divine, si facciano
sentire ancora oggi è affascinante, intrigante, coinvolgente. (Lorenzo Bianchini)
I make horror films because of the “pure love” I feel towards a cinema genre that
produced real masterpieces that were signed by our great directors in the golden era of
Italian horror and are envied and imitated all over the world. I think that the key is to tell a
horror/thriller story that is not an end in itself, but it’s culturally valuable, to uncover to the
audience – by highly emotional stories and circumstances – legendary and mythological
characters, religious rites and creeds that were of our ancestors and can be found in
documents and reports. It’s a fascinating and intriguing idea that these old, divine forces
be alive today. (Lorenzo Bianchini)
Lorenzo Bianchini (Udine, 1968)
Appassionato di cinema, inizia a realizzare opere audiovisive nel 1997 con un cortometraggio intitolato Paura dentro, seguito l’anno
successivo da Smoke Allucination. Nel 1999 partecipa alla “Mostre dal Cine Furlan”, rassegna biennale a carattere competitivo
dedicata a opere in lingua friulana organizzata dal CEC, vincendo la sezione fiction con il mediometraggio I dincj de lune, il primo
horror in lingua friulana. Con √3, il suo secondo film in friulano, vince nuovamente il primo premio alla “Mostre”. Il film diventa subito
un cult in tutta la regione e suscita curiosità in tutta Italia.
Nel 2004 realizza Custodes Bestiae e all’inizio del 2005 gira il noir metropolitano Film sporco. Occhi (2010) è la sua ultima fatica.
A cinema buff, Bianchini’s first audiovisual works are the short features Paura dentro (1997) and Smoke Allucination (1998). In 1999,
his first Friuli dialect spoken film, I dincj de lune, was awarded best feature film at the “Mostre dal Cine Furlan”, a biennal contest for
works in local dialect organised by CEC in Udine. His second film in dialect, √3 (2001), was awarded the “Mostre” first prize again. The
film immediately rose to a cult status in the Friuli region and soon aroused great curiosity throughout Italy.
Bianchini’s next films were Custodes Bestiae (2004) and the urban noir Film sporco (2005). Occhi (2010) is his last work.
39
SIMON KONIANSKI
Micha Wald
Belgio / Francia / Canada, 2009
35mm, col, 100’
Versione originale francese
Regia / Director
Micha Wald
Sceneggiatura / Script
Micha Wald
Fotografia / Cinematographer
Jean-Paul De Zaeytijd
Montaggio / Editor
Susana Rossberg
Suono / Sound
Claude Lahaye
Scenografia / Art Director
Anna Falgueras
Interpreti / Cast Jonathan
Zaccaï (Simon Konianski),
Popeck (Ernest Konianski),
Abraham Leber (Maurice),
Irène Herz (Mala),
Nassim Ben Abdelmoumen (Hadrien),
Marta Domingo (Corazon),
Ivan Fox (Jorge)
Produttore / Producer
Jacques-Henry & Olivier Bronckart
Produzione / Production
Versus production (B)
9, Quai de la Goffe
4000 Liège
Tel +32 4 223 1835
Fax +32 4 223 2171
[email protected]
www.versusproduction.be
Coproduzione / Coproduction
Haut et Court (Carole Scotta, Simon Arnal, F)
Forum Films (Richard Lalonde, CAN)
RTBF (Arlette Zylberberg, B)
Distribuzione / Distribution
Fandango S.r.l. (I)
Viale Gorizia, 19
00198 Roma
Tel +39 06 8521 85
Fax +39 06 8521 8130
[email protected]
Distribuzione Internazionale / World Sales
Film Distribution (F)
34, rue du Louvre
75001 Paris
Tel +33 1 5310 3399
Fax +33 1 5310 3398
[email protected]
www.filmsdistribution.com
40
Simon, 35 anni, eterno adolescente, è stato da poco lasciato dalla donna della sua vita,
una danzatrice goy (non ebrea). Il padre Ernest è costretto ad ospitarlo temporaneamente,
il che rende presto la vita impossibile ad entrambi. La famiglia Konianski comprende
inoltre: Hadrien, il figlio di Simon, appassionato dei terribili racconti del nonno, exdeportato; Maurice, l’anziano zio paranoico; e la zia Mala, dalla parlantina facile.
Con la scomparsa del padre, Simon si sente in dovere di esaudirne le ultima volontà:
essere seppellito in un paesino dell’Ucraina. I Konianski s’imbarcano così in un viaggio
non privo di sorprese.
Simon Konianski, 35, is an eternal teen who has been recently left by the love of his life, a
goy dancer. His father Ernest is forced to take him in, which soon makes life unbearable
for both of them. His family is also made up of his son, Hadrien, a boy passionately fond
of his grandfather’s gruesome stories as a former deportee, paranoid old uncle Maurice
and nagging aunt Mala.
When Ernest passes away, Simon feels compelled to fulfill his father’s last request: to
be buried in the depths of Ukraine. The Konianskis then begin a journey that will not be
short of surprises.
Non volevo fare di Simon un “bravo ragazzo”: è un ribelle, che ama e amerà sempre
essere contro tutto e tutti. Volevo invece che Simon partisse alla scoperta delle sue
radici, della sua famiglia, di quello che ha sempre rifiutato in blocco semplicemente
perché ne aveva soltanto la versione di suo padre, quella sulla guerra, sui campi. Quello
che Simon ha sempre rinnegato tornerà durante il viaggio. È come se scoprisse che
tutto quello che suo padre gli ha raccontato è parte della sua stessa vita, della sua storia,
delle sue nevrosi, dei suoi fallimenti… Come se il fantasma del padre gli dicesse: “Devi
accettare, devi affrontare. Non poi rifiutare tutto.” Questo viaggio, in cui si è imbarcato
un po’ forzatamente, gli consentirà di vedere le cose per quello che realmente sono.
(Micha Wald)
I did not want to make a “good guy” of Simon: he is a rebel, who loves and will always
love to be against everything and everyone. Instead, I wanted Simon to begin a journey
to discover his own roots, his family, everything he had always refused simply because
the idea he had of it was his father’s – a one made of war and concentration camps.
What Simon has always denied is coming back during the journey. It’s like finding out that
everything your father told you is part of your own life, your obsessions, your failures...
It’s like his father’s ghost is telling him, “You have to accept it, to face it. You cannot deny
everything”. The journey he unwillingly embarked on will let him see things as they truly
are. (Micha Wald)
Micha Wald (Bruxelles, 1974)
Dopo gli studi conclusi presso l’INSAS (Istituto Nazionale Superiore di Arti Drammatiche) di Bruxelles, realizza tre cortometraggi tra
cui la commedia Alice et moi (2004), che gli fa vincere il Petit Rail D’Or alla 43. Settimana Internazionale della Critica di Cannes e una
quarantina di altri premi in tutto il mondo.
Il suo primo lungometraggio, Voleurs de chevaux (2007), un affresco storico e drammatico della cultura cosacca, viene selezionato alla
Settimana Internazionale della Critica del 60. Festival di Cannes, al Festival du Nouveau Cinéma di Montréal e al Festival di Pusan
(Corea). Simon Konianski (2009), il suo secondo lungometraggio, riprende le disavventure del personaggio di Alice et moi e i suoi
rapporti conflittuali con la famiglia e l’ebraismo.
He took a degree at INSAS (National Conservatory of Dramatic Arts) in Brussels, then he directed three short films, among them the
comedy Alice et moi (2004), which was awarded the Petit Rail D’Or at 43rd Cannes International Critics’ Week, along with more than
forty other awards all over the world.
His first feature film, Voleurs de chevaux (2007), a historical drama depicting the Cossack culture, was selected at International Critics’
Week of the 60th Cannes Film Festival, at Festival du Nouveau Cinéma de Montréal and at Pusan International Film Festival. Simon
Konianski (2009), his second feature film, picks up with the misadventures of the main character in Alice et moi and his conflicts with
family and Judaism.
41
SINGULARIDADES DE
UMA RAPARIGA LOURA
Manoel de Oliveira
Portogallo / Francia / Spagna, 2009
HDCAM, col, 64’
Versione originale portoghese
Regia / Director
Manoel de Oliveira
Soggetto / Original Story
da un racconto di / from the story by
Eça de Queiroz
Sceneggiatura / Script
Manoel de Oliveira
Fotografia / Cinematographer
Sabine Lancelin
Montaggio / Editor
Manoel de Oliveira, Catherine Krassovsky
Suono / Sound
Henri Maikoff
Scenografia / Art Director
Christian Marti, José Pedro Penha
Interpreti / Cast
Ricardo Trêpa (Macário),
Catarina Wallenstein (Luisa Vilaça),
Diego Dória (Zio Francisco / uncle Francisco), Júlia
Buisel (Dona Vilaça),
Leonor Silveira (donna sul treno /
woman on the train)
Produttore / Producer
Maria João Mayer, François D’Artemare
Coproduttore / Coproducer
Luis Miñarro
Produzione / Production
Filmes do Tejo II (P)
Avenida da Libertade, 85 – 3°
1250-140 Lisboa
Tel +351 21 323 4400/1
Fax +351 21 347 1087
[email protected]
www.filmesdotejo.pt
Coproduzione / Coproduction
Les Films de l’Après-Midi (F)
Eddie Saeta (E)
Distribuzione / Distribution
Mediaplex Italia (I)
Via Panama, 88
00198 Roma
Tel +39 06 854 1487
Fax +30 06 855 3880
[email protected]
Distribuzione internazionale / World Sales
Pyramide International (F)
5, rue du Chevalier de Saint-George
75008 Paris
Tel +33 1 4296 0220
Fax +33 1 4020 0551
[email protected]
www.pyramidefilms.com
42
Macário passa un intero viaggio in treno verso l’Algarve a parlare con una sconosciuta
delle proprie pene d’amore. Subito dopo aver accettato il suo primo lavoro come
contabile nel negozio dello zio a Lisbona, si innamora perdutamente di una giovane
ragazza bionda che vive dall’altro lato della strada: appena incontrata, la vuole subito
sposare. Suo zio, del tutto contrario al matrimonio, lo licenzia e lo butta fuori di casa.
Macário parte per Capo Verde dove fa fortuna. Quando infine riesce a strappare allo
zio l’approvazione delle nozze con la propria amata, Macário ne scopre la “singolarità”.
Macário spends an entire train journey to the Algarve talking to a woman he does not
know about the trials and tribulations of his love life: straight after starting his first job as
a book keeper at his Uncle Francisco’s shop in Lisbon he falls madly in love with a young
blonde, who lives across the road. No sooner does he meet her than he straightaway
wants to marry her. His uncle, totally opposed to the match, fires him and kicks him out
of the house.
Macário departs for Cape Verde where he makes his fortune. When he finally wins his
uncle’s approval to marry his beloved, he discovers the “singularity” of his fiancée’s
character.
Singularidade de uma rapariga loura è il primo film che ho tratto dall’opera di uno
scrittore realista. E’ stata un’esperienza davvero interessante. Ho cambiato molto la
sceneggiatura perché questa era nata prima della “dislocazione”, ovvero ho dovuto
adattare il film in base alla “dislocazione”. Comunque, il vero lavoro di un regista è
lasciare evolvere le cose, sia che funzioni e le cose vadano bene, o non lo faccia e le
cose vadano male. In tutti i miei film ho sempre mirato al realismo. Ma sto avendo delle
difficoltà perché la mia idea di realismo nel cinema è che il cinema non possa filmare il
passato senza tornare indietro a quel tempo. Non si può filmare il pensiero, così come
non si possono filmare i sogni. E adesso mi ritrovo a filmare il passato in Singularidade
de uma rapariga loura... (Manoel De Oliviera)
Singularidade de uma rapariga loura is my first film based on the work of a realist writer.
It was a very interesting experience. I changed the découpage a lot because that came
before the répérage, which meant I then had to adapt the film with regard to the répérage.
In any case, the real work of a director is to let things evolve, which either works and
things turn out well, or doesn’t and things go badly. In all my films I aim for realism. But
I’m having a bit of a hard time because my idea of the realism of cinema is that cinema
can’t film the past without going back to that time; you can’t film thought; just as you can’t
film dreams. And now I find myself with Singularidade de uma rapariga loura where I’m
filming the past… (Manoel De Oliveira)
Manoel De Oliveira (Oporto, 1908)
E’ il più longevo regista della storia del cinema ancora in attività. Inizia la sua carriera come pilota di macchine da corsa e atleta; poi
gira il suo primo film muto, Douro Faina Fluvial, nel 1931. Nel 1942, a seguito dell’insuccesso di un suo film, si dedica al commercio
del vino di porto.
Ritorna al cinema nel 1972, realizzando un cospicuo numero di film (con attori del calibro di, tra gli altri, Marcello Mastroianni, Catherine
Deneuve e Michel Piccoli), che lo rivelano come uno dei più inimitabili e sorprendentemente giovani paladini del cinema. Il suo ultimo
film, O Estranho caso de Angelica (2010), è stato selezionato nella sezione Un certain regard all’ultimo Festival di Cannes.
He is the oldest active director in the history of cinema. Beginning his career as a racing driver and athlete, he made his first silent film,
Douro Faina Fluvial, in 1931. After a film flop in 1942 he became a port vintner.
Returning to film in 1972, he has made a large number of films featuring Marcello Mastroianni, Catherine Deneuve and Michel Piccoli
amongst others, which have made him one of cinema’s most unique and astonishingly youthful proponents. His last film, O Estranho
caso de Angelica (2010), was selected in the Un Certain Regard section at the 63rd Cannes Film Festival.
43
TAXIPHONE
Mohammed Soudani
Svizzera / Algeria, 2010
35mm, col, 94’
Versione originale svizzero tedesca, francese, araba
Regia / Director
Mohammed Soudani
Sceneggiatura / Script
Lorenzo Buccella, Mohammed Soudani,
Quitterie Duhurt
Fotografia / Cinematographer
Bachir Sellami
Montaggio / Editor
Jacopo Quadri
Musica / Music
Corry Knobel
Suono / Sound
Jean Pierre Fénié
Scenografia / Art Director
Fabrizio Nicora
Interpreti / Cast
Mona Petri (Elena),
Pasquale Aleardi (Oliver),
Tarik Bouarrara (Saïd),
Adila Bendimerad (Aya),
Stefan Kollmuss (Magnus),
Belghanami Driss (Ibrahim),
Jean-Luc Bideau (Vieux Coyote),
Bruno Ganz (se stesso / himself)
Produttore / Producer
Tiziana Soudani
Coproduttore / Coproducer
Ahmer Behloul
Produzione / Production
Amka Films Productions SA (CH)
Via Sole 2
6942 Savosa
Tel +41 91 967 4076
Fax +41 91 967 2172
[email protected]
www.amka.ch
Coproduzione / Coproduction
Maghreb Films (DZ)
RSI – Radiotelevisione Svizzera (CH)
EPTV – Etablissement Public de Television (DZ)
Distribuzione Internazionale / World Sales
Adriana Chiesa Enterprises (I)
Via Barnaba Oriani, 24/A
00197 Roma
Tel +39 06 808 6052
Fax +39 06 8068 7855
[email protected]
www.adrianachiesaenterprises.com
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Oliver ed Elena, una coppia di svizzeri, attraversano in camion il grande deserto in
direzione Timbuctu, nel Mali, dove devono consegnare il veicolo a Moussa, un cliente
che attende con impazienza il loro arrivo. Un guasto in pieno deserto li costringe a
fermarsi nell’oasi algerina di Djanet. La vita quotidiana dell’oasi ruota attorno ad un
piccolo Taxi Phone, gestito da Said, un giovane tuareg. È l’unico posto dove si possa
telefonare, ricevere e spedire posta, o trovare una guida turistica. Qui i due incontrano
altri viaggiatori, giovani che sognano di immigrare in Europa, bambini con grandi
speranze e fantastici narratori.
Mentre Oliver fatica ad adattarsi alla vita del deserto e spera di poter presto riprendere il
cammino, Elena non tarda a essere sedotta da questo mondo affascinante.
Oliver and Elena, a young Swiss couple, are crossing the Sahara by truck to get to
Timbuktu, Mali, where they are expected to deliver the truck to Moussa, a client of theirs
who is eagerly waiting for their arrival. When their truck breaks down, they are forced to
stop in the Algerian oasis of Djanet. The everyday life of the place rotates around a small
Taxi Phone, owned by the young Tuareg Said. It is the only place one can call from, get
or send mail, find tourist guides. Here they meet other tourists, young people dreaming of
immigrating to Europe, children with big hopes, and fantastic storytellers.
While Oliver has a hard time getting accustomed to life in the desert and wants to resume
the trip quickly, Elena is soon absorbed by this fascinating world.
Il viaggio di una coppia svizzera attraverso l’Algeria simboleggia l’incontro tra il mio paese
di origine e la Svizzera, il mio paese d’adozione. E’ anche e soprattutto l’incontro tra Nord
e Sud – tra la cultura delle vette innevate e quella delle tempeste di sabbia. Due mondi
che sono parte di me e mi hanno reso la persona che sono. Purtroppo, al giorno d’oggi,
questi due mondi, che hanno molte cose in comune, sembrano essersi voltati le spalle
ed aver deciso di ignorarsi. Nel film, le maschere e i pregiudizi crollano non appena ci si
rende conto che tutto ciò che occorre fare per capire meglio il nostro mondo è guardarsi
attorno in modo differente. Un mondo che diventa sempre più piccolo grazie ai nuovi
mezzi di comunicazione, e sempre più violento spesso a causa dell’incomprensione
dell’altro. (Mohammed Soudani)
The voyage of a Swiss couple through Algeria symbolizes the encounter of my
country of origin with Switzerland, my country of adoption. It is also, and above all,
the encounter between North and South – the culture of snow-capped peaks and the
culture of sandstorms. Two worlds that are a part of me and have made the person I am.
Unfortunately, today these two worlds, that have so much to share, seem to have turned
their backs on each other, to have decided to ignore each other. In the film, masks and
prejudices crumble as we realize that all we have to do is look around us in a different
way to better understand our world. A world that becomes smaller and smaller thanks to
new means of communication, and more and more violent, often out of our ignorance of
the other. (Mohammed Soudani)
Mohammed Soudani (El-Chelif, 1949)
Dopo gli studi presso l’IDHEC (Institut des Hautes Études Cinématographiques) di Parigi, lavora come cameraman alla TV algerina.
Dal 1972 al 1986 è alla Polivideo SA in Svizzera, prima come cameraman, poi come direttore della fotografia. Tra il 1992 e il 2007
realizza oltre trenta documentari per la RTSI – televisione svizzera. Nel cinema, dopo aver lavorato come direttore della fotografia,
debutta alla regia con Waalo Fendo, là dove la terra gela (1997), selezionato al festival di Locarno e vincitore di molti premi.
Seguono i documentari Sud – Les diseurs d’histoires (1998), Guerre sans image (2002), selezionato a numerosi festival in tutto il
mondo, Roulette (2007, film tv) e Taxiphone (2010). Ha appena terminato le riprese di Lionel, una fiaba moderna ambientata tra la
Svizzera italiana e l’Africa.
After graduating at IDHEC (Institut des Hautes Études Cinématographiques) in Paris, he worked as a cameraman for Algerian
television. From 1972 to 1986 he worked at Polivideo SA in Switzerland, first as a cameraman and then as a cinematographer. From
1992 to 2007 he made more than thirty documentaries for Swiss television RTSI. His career in cinema began with him working as a
cinematographer, while he made his debut as a director in 1997 with Waalo Fendo, Là où la terre gèle, which was selected at Locarno
Film Festival and awarded dozens of prizes.
There followed: Sud – Les diseurs d’histoires (1998), Guerre sans image (2002), selected at countless festivals all over the world,
Roulette (2007, tv film) and Taxiphone (2010). He has just finished shooting Lionel, a modern tale set both in Italian Switzerland and
Africa.
45
VELMA
Piero Tomaselli
Italia, 2009
HD, col, 90’
Versione originale dialetto maranese
Premi / Awards
Trieste Film Festival,
Premio del Pubblico / Audience Award
Houston Independent Film Festival,
Premio Gold Remi / Gold Remi Award
Regia / Director
Piero Tomaselli
Sceneggiatura / Script
Piero Tomaselli
in collaborazione con / in cooperation with
Giorgio Monte, Manuel Buttus
Fotografia / Cinematographer
Alberto Marchiori
Montaggio / Editor
Gianmaria Scibilia
Musica / Music
Gianluca Ballarin, Andrea Fontana
Suono / Sound
Giacomo Avanza
Scenografia / Art Director
Katia Bonaventura
Interpreti / Cast
Camilla Zanoner (Velma),
Giorgio Monte (il Capitano / the Captain),
Manuel Buttus (Manuel),
Gianmarco Tognazzi (Giona)
Produttore / Producer
Manuel Buttus, Vittorio Giacci
Produzione / Production
ACT MULTIMEDIA (I)
Giulio Reale
Palazzina 59 – via Tuscolana 1055
00173 – Cinecittà, Roma
Tel +39 06 7229 3755
[email protected]
www.actmultimedia.tv
Coproduzione / Coproduction
Prospettiva T_ teatrino del Rifo (I)
Distribuzione Internazionale / World Sales
Wonderphil Productions (US)
4715, Admiralty Way #324
Marina del Rey, CA 90292
Tel +1 310 482 1324
[email protected]
www.wonderphil.biz
46
Il “Capitano”, un pescatore dal controverso passato e dal carattere molto schivo, vive da
solo in uno sperduto casotto della laguna di Marano. Suoi unici contatti con la comunità
sono un ragazzo, Manuel, da tutti considerato un po’ tocco, ed un carabiniere dai modi
un po’ eccentrici, Giona, che per qualche motivo si è affezionato al marinaio.
Il misterioso ritrovamento da parte del Capitano di una bambina, Velma, impigliata in
una rete sul bagnasciuga, e il difficile rapporto che da quel momento si instaura tra i
due, sono destinati a cambiare completamente la vita del pescatore fino ad un epilogo
emblematico e catartico.
The “Captain”, a fisherman with a controversial past and a very aggressive nature, lives
alone in a remote hut in a lagoon nearby Venice, where he has voluntarily isolated himself
since many years. His only relationships with the community of fishermen are Manuel –
who is considered a bit touched by all - and Giona, a “bobby” with very eccentric manners
who has become very close to him.
The mysterious finding of a young girl (Velma) entangled in a net on the shore and the
complicated relationship between Velma and the Captain will completely change his life,
leading him to a symbolic and cathartic epilogue.
Considerato che abbiamo girato il film con un budget quasi simbolico, in due settimane...
beh, sono molto soddisfatto... Velma è un piccolo film indipendente, poco accattivante
da un punto di vista commerciale e, come mi ha suggerito qualcuno, forse un po’ troppo
enigmatico... Tuttavia credo che qualche piccolo pregio ce l’abbia. Del resto, le selezioni
e i riconoscimenti che stanno arrivando da tanti festival internazionali ci inorgogliscono e
ci premiano dei tanti sforzi sostenuti. (Piero Tomaselli)
Considering we shot the film with some sort of nominal budget in a couple of weeks... well,
I’m quite satisfied. Velma is a small independent film, not very attractive commercially
speaking, and, as someone suggested, maybe a bit too much enigmatic... Anyway, I
think it has indeed some good points. The film has in fact been selected and praised at
many festivals worldwide and that is what makes us proud and fully rewards us for the
many efforts made to make it. (Piero Tomaselli)
Piero Tomaselli (Udine, 1974)
Laureato in filosofia a Padova con una tesi sul rapporto tra arte, poesia e nichilismo nel pensiero di Heidegger nel 2000, si diploma
in regia cinematografica a Cinecittà e vive stabilmente a Roma, dove collabora come docente di narratologia filmica, sceneggiatura
ed estetica cinematografica. Oltre a Velma (2009), la sua filmografia comprende il cortometraggio Deinos (2003), il mediometraggio
Lintver (2006), con la colonna sonora di Elisa, e la pluripremiata docu-fiction Simone Lecca e il cinema (dell’) in-visibile (2005-2009)
con la partecipazione di, tra gli altri, Carlo Lizzani, Vittorio Giacci, Giuliano Montaldo, Pierre Bazieh, Moni Ovadia e Enrico Ghezzi.
Da più di due anni lavora al lungometraggio thriller HanasH, previsto per la fine del 2010.
He graduated in philosophy in Padua in 2000 with a thesis on the relationship between art, poetry and nihilism in the thinking of
Heidegger. He currently lives in Rome, where he graduated in film directing at Cinecittà and where he now works as a professor of
narratology film, screenplay and film aesthetics. His works include the short films Deinos (2003), Lintver (2006), with the soundtrack of
Italian singer Elisa, and the mockumentary Simone Lecca and the in-visible’s cinema (2005-2009) with Carlo Lizzani, Vittorio Giacci,
Giuliano Montaldo, Pierre Bazieh, Moni Ovadia and Enrico Ghezzi.
He has been working for two years on the horror film HanasH, whose release is planned for the end of 2010.
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VERSO
Xavier Ruiz
Svizzera / Belgio / Lussemburgo, 2009
35mm, col, 105’
Versione originale francese
Regia / Director
Xavier Ruiz
Sceneggiatura / Script
Nicholas Cuthbert, Xavier Ruiz
Fotografia / Cinematographer
Greg Pedat
Montaggio / Editor
Jean-Paul Cardinaux
Musica / Music
Tom Bimmerman
Suono / Sound
Alain Sironval
Scenografia / Art Director
Daniel Raduta
Interpreti / Cast
Laurent Lucas (Alex Decker),
Carlos Leal (Victor Preiswerk),
Chloé Coulloud (Lou Decker),
Nicole Max (Clara Decker),
Delphine Chaneac (Anja Lagrange Abramovich)
Produttore / Producer
Xavier Ruiz, Donato Rotunno, Pierre Roger
Coproduttore / Coproducer
Joseph Rouschop
Produzione / Production
Tarantula Suisse (CH)
c/o LPR Productions SA
41 rue Eugène Marziano
CP 1750
1211 Genève 26
Tel + 41 22 301 8592
Fax +41 22 301 7437
[email protected]
www.tarantula.lu
Coproduzione / Coproduction
Tarantula Belgique (B)
Tarantula Luxembourg (L)
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Alex Decker, veterano della squadra speciale di Ginevra, ha appena divorziato ed è ora
impegnato nel tentativo di riconquistare l’affetto della figlia adolescente. D’un tratto, il suo
ex-partner e migliore amico, Victor Preiswerk, che Decker è stato costretto ad arrestare
anni prima per il brutale assassinio di una giovane prostituta, riappare nella sua vita.
I due, legati sin dall’infanzia da un trauma comune, instaurano una fragile tregua, ma
quando Preiswerk, ora al soldo di un boss locale, comincia a frequentare l’ex moglie di
Decker, l’istinto del poliziotto prende il sopravvento.
Temendo la vendetta di Preiswerk, Decker proverà ad arrestarlo nuovamente, incurante
del pericoli a cui esporrà tanto la sua carriera quanto la vita del suo rivale.
Following his divorce, Alex Decker, a seasoned member of the Geneva SWAT brigade, is
mainly concerned with regaining his teenage daughter’s affection when Victor Preiswerk,
his former partner and best friend, who Decker had been forced to put behind bars a
dozen years earlier for the brutal murder of a young prostitute, re-appears into his life.
The two men, united from childhood by a common trauma, settle for a fragile truce but
when Preiswerk, now working for the local mob, begins dating Decker’s ex-wife, the
policeman’s instincts get the better of him.
Wary of his ex-partner’s desire for revenge, Decker will try to put his old friend back in
jail, heedless of the dangers to which he is exposing both his career and his enemy’s life.
Verso, per me, è una storia esemplare. Tratta delle difficoltà che incontra un essere
umano a vivere in una società artificiale troppo complessa da comprendere. Amore,
vendetta e redenzione sono temi classici del cinema contemporaneo, sebbene
raramente siano trattati da un punto di vista umano, nella cornice dell’eroismo insito nella
quotidianità di un poliziotto. In effetti, Verso non è né un polar, né un poliziesco classico:
non vi è alcuna (o quasi nessuna) indagine e, pur potendo rientrare nel genere noir, se
ne distacca proponendo un approccio agli antipodi del classico poliziesco. (Xavier Ruiz)
Verso is an essential story to me. It broaches the difficulty for a human being to live
in a artificial society and that turns out to be hard to understand. Themes of love,
vengeance and redemption are classical themes in contemporary cinema, yet they are
rarely treated in a human way, in the heroic frame of the present and daily profession of
police officer. Indeed Verso is neither a polar nor a typical police film. It doesn’t contain
any investigation (or few) and although it can belong to the film noir genre, it differs by
proposing a completely opposite axis to the classic police film. (Xavier Ruiz)
Xavier Ruiz (Ginevra, 1970)
Dal 1992 al 1994 frequenta l’École Supérieure de Réalisation Audiovisuelle (ESRA) di Parigi e l’anno successivo un workshop AVID
su cinema, video e arti a New York. Dal 1992 al 1999 è produttore e direttore di produzione di cortometraggi, mentre dal 1995 al 1999
lavora come montatore indipendente. Insegna produzione e montaggio a Losanna e Barcellona. E’ produttore e regista sia per la
televisione che per il cinema. Nel 2006, la sua casa di produzione, Navarro Films, entra a far parte del gruppo di produttori europei
Tarantula.
Tra i suoi lavori: The Toilette Zone (1997, serie tv), Neutre (2001, fiction), PhotoSuisse (2003, doc), Swiss Made In Hollywood (2005, doc).
From 1992 to 1994, he attends ESRA (École Supérieure de Réalisation Audiovisuelle). The following year he attends AVID Workshop
Film, Video & Arts in New York. From 1992 to 1999 he works as a producer and production director of numerous short films, as well
as an independent film editor (1995-99). He teaches audiovisual production and film editing classes in Lausanne and Barcelona. He is
a producer and director both for cinema and television. In 2006, his production company, Navarro Films, joins the group of European
producers Tarantula.
His filmography includes The Toilette Zone (1997, tv series), Neutre (2001, fiction), PhotoSuisse (2003, doc), Swiss Made In Hollywood
(2005, doc).
49
www.av.cfwb.be
Centre du Cinéma
et de l’Audiovisuel
de la Communauté
française de Belgique
We’ll always
be there
to support
cinema:
production, promotion, diffusion
44 boulevard Léopold II - B-1080 Bruxelles
T +32 (0)2 413 22 19
EVENTI SPECIALI
LES ARBITRES
Yves Hinant, Eric Cardot, Delphine Lehericey
Belgio, 2009
HDCamSR, col, 77’
Versione originale francese, inglese, spagnola,
italiana
Regia / Director
Yves Hinant, Eric Cardot, Delphine Lehericey
Soggetto / Original Story
Yvan Cornu
Fotografia / Cinematographer
Didier Hill-Derive, Antonio Capurso, Vincent Hufty
Montaggio / Editor
Françoise Tourmen
Musica / Music
Van Romaine
Suono / Sound
David Gillain
Produttore / Producer
Michel Vallier
Produzione / Production
Entre Chien et Loup (B)
Rue de L’Amblève 28
1160 Bruxelles
Tel +32 2 736 4813
Fax +32 2 7323383
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www.entrechienetloup.be
Distribuzione Internazionale / World Sales
Thibaut Potdevin
Tel +41 79 829 2605
[email protected]
EVENTO SPECIALE
52
In che modo pochi secondi di una partita di calcio possono stravolgere la vita di un’intera
famiglia? Cosa provano gli “uomini in nero” di fronte agli insulti e alle minacce dei tifosi?
Les Arbitres rivela la vita nascosta di questi uomini, i retroscena di un importante
campionato di calcio. Tra loro, l’arbitro inglese Howard Webb, che suscitò molte
polemiche per un rigore concesso all’Austria allo scadere della partita con la Polonia; lo
spagnolo Mejuto Gonzales, lo svizzero Maurizio Busacca, lo svedese Peter Fröjdfeldt e
l’italiano Roberto Rosetti, che arbitrerà la finale.
How can a few seconds of a football match put a family in upheaval? How do these “men
in black” put up with insults and threats from fans?
Les Arbitres reveals the hidden lives of these men behind the scenes of a major football
tournament. Amongst them, the English referee Howard Webb, who provoked incredible
controversy when he gave a penalty to Austria just before the end of the match with
Poland; the Spanish referee Mejuto Gonzales, his Swiss colleague Maurizio Busacca,
the Swedish Peter Fröjdfeldt, and the Italian Roberto Rosetti, who refereed the final.
Volevo guardare laddove gli sguardi non si erano ancora posati, vivere il più vicino
possibile ai loro dubbi, alle loro certezze e ai loro interrogativi in quanto uomini, e non
solamente come arbitri […] Riprendendoli da vicino, io e Jean Libon volevamo farne
degli individui, invece che degli oggetti di repulsione. E questo progetto ha suscitato
l’interesse di Michel Platini. (Yves Hinant)
I wanted to look where no one had before, to live the closest to their doubts, their beliefs
and their questions as men, rather than as referees […] Shooting them close-up, Jean
Libon and I wanted them to be perceived as individuals, instead of being loathed. And
this project stirred up Michel Platini’s interest. (Yves Hinant)
© Boris Conte
Yves Hinant (Liegi, 1968)
Debutta alla RTBF come giornalista sportivo e, dopo due anni, si unisce all’equipe della trasmissione “StripTease”, diretta da Jean
Libon e Marco Lamensch.
Ha diretto una trentina di film, tra cui Tien ta droite, Histoire d’Ivoire (nominato al Premio Europa) e Le Flic, la Juge et l’Assassin
(Premio della Giuria per il Miglior Documentario Belga al Docville di Leuven 2008).
He started as sports journalist for RTBF for two years. Following this, he joined the “Strip Tease” show directed by Jean Libon and
Marco Lamensch.
He has directed thirty odd films including Tien ta droite, Histoire d’Ivoire (nominated for the Europa Prize) and Le Flic, la Juge et
l’Assassin (which won the Jury Award for Best Belgian Documentary at Docville in Lueven 2008).
53
HUGO EN AFRIQUE
Stefano Knuchel
Svizzera, 2009
HD, col, 91′
versione originale francese
Premi / Awards
66. Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica
(Venezia), Premio della Critica Indipendente /
Indipendent Critics’ Award
Regia / Director
Stefano Knuchel
Sceneggiatura / Script
Stefano Knuchel
Fotografia / Cinematographer
Ariel Salati
Montaggio / Editor
Emanuela Andreoli
Musica / Music
Zeno Gabaglio
Suono / Sound
Riccardo Studer
Interpreti / Cast
Hugo Pratt,
Jean Claude Guilbert,
Jean-Luc Bideau,
Patrizia Zanotti
Produttore / Producer
Stefano Knuchel
Coproduttore / Coproducer
Pietro Gerosa, Alfredo Knuchel, Luisella Realini
Produzione / Production
Venus and beyond (CH)
Via Monte Generoso 1
6828 Balerna
Tel +41 91 605 2544
[email protected]
www.hugoinafrica.com
Coproduzione / Coproduction
Cong S.A. (CH)
Alfredo Knuchel Filmproduktion (CH)
RSI Televisione svizzera (CH)
EVENTO SPECIALE
54
Al momento della sua morte, avvenuta nel 1995, Hugo Pratt stringeva sul petto una
croce etiope. Il suo rapporto intenso con l’Africa è rimasto misterioso fino alla fine. Grazie
a documenti audiovisivi assolutamente inediti e ad un viaggio odierno, Hugo in Africa
racconta questa storia d’amore segreta nata nel 1936, quando Pratt arriva in Etiopia con
la famiglia. A soli dieci anni si ritrova proiettato dalla sua tranquilla infanzia veneziana
nella sciagurata avventura fascista dell’Africa Orientale Italiana.
I sei anni che vi trascorre segneranno per sempre la sua vita e la sua opera nascente.
When he died in 1995 Hugo Pratt was holding an Ethiopian cross to his chest. His
intense relationship with Africa has remained mysterious until now. Thanks to neverseen-before audiovisual documents and a recent trip, Hugo in Africa tells this secret love
story, which began in 1936 when Pratt arrived in Ethiopia with his family. At ten years of
age he found himself thrown from a normal Venetian childhood into a wretched Fascist
adventure in Italian East Africa.
The six years he spent there will mark his life and his work forever.
Raccontare Pratt significa parlare di libertà. Seguire le orme della sua vita significa
ritrovarsi in un labirinto dove passato, presente e futuro convivono. In questo
documentario convivono almeno tre viaggi che ci portano sulle tracce lasciate da Hugo
e dai suoi personaggi africani durante le mille avventure e vicissitudini che hanno
segnato il corno d’Africa nell’ultimo secolo. Seguiremo queste tracce fino al punto in
cui si confonderanno, in un labirinto, dove sarà piacevole ritrovarsi. (Stefano Knuchel)
Talking about Pratt means talking about freedom. Following the footsteps of his life
one finds oneself in a labyrinth where past, present and future live side by side. In this
documentary we travel three different roads that take us along the tracks left by Hugo
and his African characters during the many adventures and ups and downs that the horn
of Africa went through in the past century. We will follow these tracks until they become
blurred, in a labyrinth, where it will be pleasant to meet. (Stefano Knuchel)
Stefano Knuchel (Locarno, 1966)
Studia musica, recitazione e ballo e nel 1988 diventa animatore radiofonico per la Radio Svizzera Italiana. Nel 1998 si trasferisce alla
Televisione Svizzera Italiana. Nel 2001 si diploma in regia presso il prestigioso The Film & Photographic Workshop di Rockport nel
Maine. Dal 2008 si occupa del programma “Fuoricampo” della Televisione svizzera, dedicato alla documentaristica d’autore. Nel 2004
fonda la casa di produzione Venus and beyond.
Come regista indipendente dirige diversi videoclip, vincendo nel 2001 e nel 2006 il premio MEI di Faenza per il Migliore Video
Indipendente Italiano. La sua filmografia comprende i documentari Nocaut (2004), Paint Me a Life (2005) e Locarno 60 (2007).
He studied music, acting and dance. In 1988 he becomes a deejay for the youth channel of Swiss Radio, Rete 3, and in 1998 he
moved to Swiss television. In 2001 he graduated in filmmaking from the prestigious The Film & Photographic Workshop of Rockport,
Maine. Since 2008 he has been responsible for the program “Fuoricampo”, dedicated to original documentaries. In 2004 he founded
the production house Venus and beyond.
As an independent film director he directed various videoclips, in 2001 and 2006 winning the prize MEI di Faenza for Best Independent
Italian Video. His filmography includes the following documentaries: Nocaut (2004), Paint Me a Life (2005) and Locarno 60 (2007).
55
STRESA IN LUCE
ITINERARIO TURISTICO DOMODOSSOLA
MILANO ROMA
(Documentario Incom, s.d., 2’46’’, segmento dedicato
a Stresa)
STRESA – VEDUTE PANORAMICHE E
CONCORSO IPPICO
(Cinegiornale A0668, 10/1930, 1’48’’)
RIEVOCAZIONE NAPOLEONICA SUL LAGO
MAGGIORE
(Cinegiornale A0856, 09/1931, 2’49’’)
MOTONAUTICA SUL LAGO MAGGIORE
(Cinegiornale A1002, 09/1932, 1’52’’)
LE STAZIONI INVERNALI ITALIANE.
MOTTARONE, SOPRA STRESA, E’ UN
INCANTEVOLE RITROVO PER GLI
APPASSIONATI DELLO “SKY”...
(Cinegiornale B0409, 1934, 1’56’’)
CONCORSI DI BELLEZZA. IL PIU’ BEL SORRISO
E LA BELLA ITALIANA
(Settimana Incom 00083, 03/101947, 1’37’’)
VERSO LONDRA: LA FIACCOLA OLIMPICA AL
CONFINE D’ITALIA
(Settimana Incom 00176, 30/07/1948, 1’26’’)
OSPITI D’ECCEZIONE: ERNEST HEMINGWAY,
ERIK JOHNSON, DOUGLAS FAIRBANKS JR.
(Settimana Incom 00195, 08/10/1948, 1’26’’)
NOTIZIE DA TUTTO IL MONDO: INGHILTERRA,
VENEZIA, LAGO MAGGIORE
(Settimana Incom 00336, 09/09/1949, 34’’, segmento
dedicato a Stresa)
CROCIERA DI MAESTRANZE, PREMIO AL
LAVORO
(Settimana Incom 00650, 28/09/1951, 1’11’’)
ELEGANZA A QUATTRO RUOTE
(Mondo Libero, 25/09/1959, 1’14’’)
PASSERELLA DELLA MODA A STRESA
(Settimana Incom 01401, 11/05/1956, 57’’)
PREGO, SORRIDA! STRESA: ELEZIONE DI MISS
ITALIA
(Caleidoscopio Ciac C1130, 09/10/1958, 35’’)
IL MONDO DELLE DONNE
(Settimana Incom 01699, 11/10/1958, 52’’, segmento
dedicato a Stresa)
PER LEI SIGNORA! ITALIA: STRESA. ULTIME
NOVITÀ NEL CAMPO DELL’OMBRELLO
(Settimanale Ciac SC489, 04/1958, 53’’)
CRONACA. STRESA: INTERVISTA CON
GOFFREDO LOMBARDO DELLA TITANUS
(Settimanale Ciac SC548, 18/06/1959, 51’’)
OBBIETTIVO SULLA CRONACA. STRESA:
CONVEGNO DEL MONDO CINEMATOGRAFICO
(Caleidoscopio Ciac C1166, 18/06/1959, 1’19’’)
ARONA. MISS LAGO MAGGIORE
(Caleidoscopio Ciac C1527, 05/1963, 1’25’’)
OBBIETTIVO SULLA CRONACA. STRESA:
INCONTRO “TRAMA D’ORO”
(Caleidoscopio Ciac C1562, 10/10/1963, 1’52’’)
OBBIETTIVO SULLA CRONACA.
TORINO - SALONE AUTOMOBILISTICO
(Caleidoscopio Ciac C1725, 05/11/1965, 1’10’’)
A STRESA L’ANNUALE CONSEGNA DEL
“BAGATTO D’ORO”
(Radar 0442, 08/07/1971, 2’01’’)
IERI. TOTÒ AL GIRO D’ITALIA DI STRESA
(Caleidoscopio Ciac C9003, 19/10/1990, 33’’)
EVENTO SPECIALE
56
E’ il documentario “Aethiopia”, proiettato nel novembre
del 1924 al Teatro Augusteo di Roma, a tenere a
battesimo ufficialmente l’Unione Cinematografica
Educativa L.U.C.E.
Nata dalla trasformazione di una piccola società, il
Sindacato Istruzione Cinematografica, l’Istituto Luce
aveva come obiettivo primario quello di utilizzare il
cinema come strumento di divulgazione culturale. Nel
1925, acquistato dallo Stato, diventa la prima casa
di produzione cinematografica di proprietà pubblica
esistente in Occidente, e molto presto, anche per effetto
di speciali leggi nazionali, i documentari dell’Istituto
Luce entrano a far parte delle programmazioni di tutte
le sale cinematografiche italiane.
Nel 1927 nasce il Giornale Luce che rappresenta,
al tempo stesso, uno strumento di cronaca e di
propaganda del Governo italiano degli anni Trenta
e costituisce ancora oggi una fondamentale
testimonianza della storia del nostro Paese.
L’arrivo in Italia del cinema sonoro trova l’Istituto Luce
pronto ad accogliere la nuova sfida e, a partire dal
1931, viene trasmesso il Giornale Sonoro.
La serie di Cinegiornali realizzati e acquisiti dall’Istituto
Luce copre l’arco temporale che va dal 1928 ai primi
anni del 1980 e comprende i Giornali LUCE, prodotti
dall’Istituto stesso nel Ventennio fascista.
Oggi l’Archivio Luce è composto da 12.000
cinegiornali,
3.000.000
di
fotografie,
9.000
documentari e fondi minori acquisiti da enti pubblici e
privati, che variano dalla cinematografia delle origini a
repertori e filmati di avvenimenti del Novecento. Nel
sito web dell’Istituto Luce (www.archivioluce.com)
si trovano oltre 4.000 ore di filmati, rubriche, sale di
proiezione, percorsi tematici e strumenti di ricerca.
L’intero Archivio cinematografico e circa 450.000
fotografie dell’immenso patrimonio fotografico sono
consultabili gratuitamente.
The documentary “Aethiopia”, screened at Teatro
Augusteo in Rome in November 1924, was the
godfather of Unione Cinematografica Educativa
L.U.C.E.
Istituto Luce was born out of the transformation
of a small company - the Sindacato Istruzione
Cinematografica - with the primary objective of making
cinema an agent of cultural popularization. When it
was acquired by the Italian government, it became
the first publicly owned production company in the
West. Soon after the promulgation of special laws for
national cinema, Istituto Luce’s documentaries began
to be shown in Italian movies theaters.
The Giornale Luce (Luce Gazette), born in 1927,
provided both a means to report local news and a
propaganda tool for the Italian government of the
1930s. It is still today a fundamental testimony of the
country’s history.
The introduction of sound into the Italian film
industry found Istituto Luce ready to take up the new
challenge. Giornale Sonoro (Sound Gazette) began to
be broadcast in 1931.
The Cinegiornali (Newsreels) – either made or
acquired by Istituto Luce - span from 1928 to the
beginning of the 1980s and include the Giornali LUCE
(LUCE Gazettes), produced by the Istituto during the
Fascist period.
Today Luce Archive consists of 12,000 newsreels,
3,000,000 photographs, 9,000 documentaries and
minor collections that were acquired from private
and public institutions and includes materials and
footage from the beginning of the cinema era to
the 20th Century. On Istituto Luce’s website (www.
archivioluce.com) more than 4,000 hours of films, as
well as reports, movies theaters information, thematic
trails and search tools, are available. The whole
cinema Archive and nearly 450,000 photographs out
of the Istituto’s entire photographic estate are freely
accessible.
57
LA MISURA DEL
CONFINE
Andrea Papini
Italia, 2010
HD 4 K Red, col, ca. 90’
Versione originale italiana
Cine-incontro con il regista Andrea Papini. Proiezione del
backstage del film girato ad Alagna al Rifugio Vigevano.
Evento in collaborazione con Lago Maggiore LetterAltura
Regia / Director
Andrea Papini
Sceneggiatura / Script
Andrea Papini
in collaborazione con / in cooperation with
Monica Rapetto
Fotografia / Cinematographer
Benjamin Nathaniel Minot
Montaggio / Editor
Maurizio Baglivo
Musica / Music
Musica Nuda
Suono / Sound
Bernadette Signorin
Scenografia / Art Director
Roberto Conforti
Interpreti / Cast
Paolo Bonanni (Mathias Veletti),
Lorenzo Degl’Innocenti (Cunaccia),
Giovanni Guardiano (Giovanni),
Luigi Iacuzio (Osvaldo),
Peppino Mazzotta (Peppino),
Beatrice Orlandini (Beatrice),
Adriana Ortolani (Rosamaria),
Tommaso Spinelli (Tommy),
Thierry Toscan (Ulrich),
Massimo Zordan (Bagher)
Produttore / Producer
Sandro Frezza, Fernando Vicentini Orgnani,
Sergio Bernardi
Produzione / Production
Alba Produzioni (I)
Via Carlo Emery, 47
00188 Roma
Tel +39 06 4542 8920
[email protected]
www.albaproduzioni.it
EVENTO SPECIALE
58
Un topografo svizzero e uno italiano vengono chiamati dall’amministrazione di un piccolo
comune delle Alpi per individuare i confini tra i due stati, andati perduti, e definire così la
proprietà di una mummia emersa dai ghiacci.
Il sindaco del piccolo paese italiano spera in tal modo di rilanciare il turismo del luogo.
Ma le accurate indagini dei due topografi portano alla luce un delitto del dopoguerra e
il suo segreto.
A Swiss and an Italian topographer are hired by the Administration of a small village in
the Alps to mark the long-forgotten boundaries of the two countries in order to determine
the legal owner of a mummy found in the ice.
The purpose of the mayor of the Italian village is to enhance the local tourism, but the
accurate investigations of the two topographers stumble on a post-war crime and its
secrets.
La misura del confine nasce da un premio vinto dal mio precedente film (una raffinata
camera Red), dal coraggioso cast che ha accettato le difficili condizioni di lavorazione
a 3000 metri, e dal mio desiderio di parlare dell’Italia di oggi osservandola da lontano,
dai luoghi ai quali sono legato da sempre: il Monte Rosa e le valli che lo circondano.
Quasi la montagna avesse avuto il desiderio di farsi filmare, il tempo è stato benevolo
e la fortuna ci ha permesso di portare a termine la lavorazione di questa produzione
sperimentale. Il film, non sulla montagna ma ambientato in montagna, è la storia di un
eterogeneo gruppo di persone che per un caso, diventano testimoni di un antico delitto
che le riguarda, ma del quale faticano a cogliere lo spessore morale. L’idea è di esplorare
i sogni del presente mettendo i protagonisti di fronte al loro stesso passato e all’ipnotica
attrazione che la montagna crea sui loro desideri. (Andrea Papini)
La misura del confine was born out of a prize that I was awarded for my previous film
(a hi-tech Red camera), of the brave crew that accepted to work in difficult conditions
at 3,000 meters of altitude and of my desire to talk about contemporary Italy looking
at it from afar, from the places I have always been fond of: the Monte Rosa and the
surroundings valleys. It was like the mountain wanted to be filmed, as the weather was
kind to us and luck was with us in that we were able to go through this experimental
production. The film is not about mountains, it is set in the mountains. It tells a story of an
heterogeneous group of people that, by chance, become witnesses of an ancient crime
in which they are involved, but of which they have a hard time to understand the moral
dimension. I wanted to explore contemporary dreams putting the characters face to face
with their own past and the hypnotic attraction the mountain is exerting on their desires.
(Andrea Papini)
Andrea Papini (Varallo Sesia, 1958)
Piemontese di nascita, milanese per formazione, romano per lavoro, una laurea in ingegneria che gli è servita per fondare il network
satellitare Microcinema, società di cui ora è presidente. Inizia l’attività cinematografica a metà degli anni ’80: regista di documentari,
cortometraggi e spot pubblicitari, ha lavorato tra Roma, Milano e Torino. Ha tenuto lezioni sul cinema digitale ai Master del Politecnico
di Milano e alla Scuola Nazionale di Cinema di Roma.
Tra i film più recenti: Nuovo cinema paradosso (2005), film collettivo presentato alle Giornate degli Autori della 62. Mostra Internazionale
d’Arte Cinematografica di Venezia, e La velocità della luce (2008). Tra gli spot più recenti: Accorcia la notte, allunga la vita (2004),
realizzato per la Presidenza del Consiglio.
Born in Piedmont, he studied in Milan and now works in Rome. He took a degree in engineering, which was useful to found the satellite
network Microcinema, a society of which he is now the chairman. He began his film career toward the middle of the 1980s. He directed
documentaries, short films and commercials, working in Rome, Milan and Turin. He lectured on digital cinema for the Ph.D programme
of the Politecnico of Milan and the National School of Cinema in Rome.
Among his most recent works: Nuovo cinema paradosso (2005), a collective film that was presented at the 62nd Venice Film Festival
(Venice Days section) and La velocità della luce (2008). He directed the commercial Accorcia la notte, allunga la vita (2004), promoted
by the Italian Government.
59
WORKSHOPS ED ALTRI EVENTI
STRESA IMMAGINARIA
Stresa immaginaria è un workshop sull’animazione che,
utilizzando tecniche a “passo uno” e movimenti digitali
all’interno di immagini fotografiche, spinge i ragazzi ad
immaginare e descrivere la loro città in maniera originale.
I partecipanti vengono portati a riflettere sugli elementi
visivi che distinguono la loro città (ad es. il lago Maggiore,
il parco di Villa Pallavicino, la Villa Ducale, ecc.), per poi
reinventare la geografia del loro territorio: far navigare un
transatlantico nel lago, portare piante tropicali nel famoso
parco all’inglese di Villa Pallavicino, far emergere dal lago
il Colosseo accanto alle isole Borromee. Per stravolgere il
proprio territorio è infatti necessario conoscerlo. I ragazzi
usciranno dunque in giro per la città e realizzeranno delle
foto che poi verranno trasformate e arricchite attraverso
l’intervento animato. Verranno usate anche foto e cartoline
d’epoca da reperire nelle collezioni private, in mercatini e
negozi di rigattieri. Le immagini verranno rielaborate sia al
computer, sia attraverso interventi di animazione “passo
uno” con oggetti, disegni e collage, in modo da inventare
un tour completamente originale e inedito della città: un
“intermezzo” animato frutto della fantasia e della creatività
dei ragazzi.
Oltre ad insegnare i rudimenti dell’animazione, scopo
del laboratorio è indurre a ragionare sul linguaggio delle
immagini e sull’importanza di preservare e valorizzare
il proprio territorio, sconvolgendolo nella finzione ma
comprendendone le peculiarità che lo rendono unico.
Stresa immaginaria è coordinato da due professionisti (un
esperto di compositing digitale e un animatore) messi a
disposizione dalla Cooperativa di produzioni audivisive
Kiné.
Stresa immaginaria is a workshop on animation, which
endeavours to have teenagers imagining and describing
their town in an original manner through the use of stop
motion animation and digital movements. The participants
will be driven to reflect on the visual elements that make
their own town unique (i.e., the Maggiore Lake, Villa
Pallavicino’s park, Villa Ducale and so on) in order to be
able to reinvent the geography of their territory – to have an
ocean liner sailing on the lake, to take tropical plants to the
famous English-style park of Villa Pallavicino, to have the
Coliseum emerging from the water next to the Borromean
Islands. It is indeed necessary to know an area to be able
to distort it. The participants will wander around town and
take photos that will be manipulated and enriched by
means of the animation techniques. They will also use
period photos and postal cards to be found in private
collections, local markets and second-hand dealers. The
images will be manipulated both via computer and stop
motion animation (by means of objects, pictures and
collages) in order to create a fresh, fully original tour of the
town – an animated “interlude” born out of the participants’
imagination and creativeness.
Besides teaching the ABCs of animation techniques,
the workshop aims to teach teenagers to think about the
language of images and the importance of preserving and
exploiting their territory, which will be distorted in fiction,
but understood in its distinctive features in real life.
Stresa immaginaria is coordinated by two professionals
(a digital composer and an animator) provided by Kiné
Cooperative of audiovisual productions.
WORKSHOP
62
Claudio Giapponesi (1980) è uno dei fondatori della
Cooperativa di produzione audiovisiva Kiné che ha
sede in Toscana ed Emilia Romagna. Montatore, da
alcuni anni si occupa nello specifico di documentari
e di rielaborazioni di materiali d’archivio. Collabora
stabilmente con l’Università degli Studi di Modena e
Reggio Emilia e con l’Archivio Nazionale del Film di
Famiglia. Tra le ultime produzioni che ha curato per
Kiné: M*** verofinta di Valentina Monti, J’attends une
femme di Chiara Malta, Il nemico interno di Michele
Manzolini e Federico Ferrone. Come autore ha
realizzato insieme a Mirko Grasso e Paolo Simoni il
foud-footage film Come un canto. Come montatore
e produttore sta realizzando con Luca Magi il
documentario Anita.
Claudio Giapponesi (1980) is one of the founders of
Kiné Cooperative of audiovisual productions, which
has its offices in Tuscany and Emilia Romagna. He
is an editor and has been focusing on documentaries
and manipulation of archive materials for some years.
He is a long-term collaborator with the University of
Modena and Reggio Emilia and the National Archive
of Family Films. Among the last productions he
managed for Kiné: M *** verofinta by Valentina Monti,
J’attends une femme by Chiara Malta, Il nemico
interno by Michele Manzolini and Federico Ferrone.
As an author, he made the foud-footage film Come un
canto together with Mirko Grasso and Paolo Simoni.
As an editor and a producer, he is working with Luca
Magi on the documentary Anita.
Luca Magi (1976) è diplomato in Progettazione
Multimediale all’Accademia di Belle Arti di Urbino.
In qualità di disegnatore, animatore e illustratore,
ha collaborato con diverse imprese e importanti
casi editrici italiane (Rainbow, Clementoni, Giunti,
Mondadori, Eli, Raffaello). Il suo percorso artistico
si è sviluppato in particolare nel campo della
videoarte. I suoi lavori sono apparsi in diversi festival
e manifestazioni artistiche nazionali e internazionali,
come il Torino Film Festival, il Flash Art Museum di
Trevi, il Festival Transmediale di Berlino.
Sta realizzando il suo primo documentario, Anita, per
Kiné.
Luca Magi (1976) graduated in Multimedia Design at
the Academy of Fine Arts in Urbino. He collaborated
with important Italian companies and publishers
as a designer, animator and illustrator (Rainbow,
Clementoni, Giunti, Mondadori, Eli, Raffaello). His
artistic career has developed particularly in the
field of video art. His works have been selected at
many national and international film festivals and
artistic events, among them Torino Film Festival,
Transmediale Festival in Berlin and Flash Art Museum
in Trevi. He is now working on his first documentary,
Anita, for Kiné.
Foto tratte da
M***, la Modena immaginaria
di Antonio Delfini.
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ORA “ICS”
L’ora “ICS”, scoccata per la prima volta con l’edizione
2009 degli Incontri Cinematografici di Stresa, torna anche
quest’anno ad indicare alla cittadinanza e al pubblico del
festival una serie di appuntamenti per “vivere” Stresa con
gli Aperitivi Itineranti, accompagnati da musica dal vivo,
afterhours al termine delle proiezioni e feste a tema.
Gli eventi dell’ora “ICS”, realizzati in collaborazione
con alcuni dei più rinomati locali di Stresa e prestigiose
aziende vinicole, rispondono infatti a quella che, sin dalle
proprie origini, è una prerogativa fondamentale degli
Incontri: il radicamento sul territorio e la promozione
e valorizzazione delle sue risorse in ambito culturale,
turistico ed economico. Il festival “esce” dalla sala
cinematografica e invade le piazze e le vie di Stresa:
viene così a rinsaldarsi, anno dopo anno, quel legame a
doppio filo che unisce la manifestazione alla città che la
ospita.
L’ora “ICS” batterà il primo rintocco giovedì 17 giugno con
i Soul Sissy in concerto all’Enoteca La cambusa, e tornerà
a suonare la stessa sera sul lungolago per salutare le “Miss
sotto le stelle” ospitate dal Lido Blu. Venerdì si rivivranno
gli anni ‘50 con i Fabolous Fifty in concerto al Bar Caffè
Moka. E poi arriva il weekend: sabato 19 all’Enoteca
Giannino gli Shot on Sight in concerto e, al termine delle
proiezioni, com’è tradizione della manifestazione, il Dj set
al Caffé Savoy per l’ICS party.
La domenica, appuntamento speciale e particolare
dedicato alle famiglie e ai più piccini: nel pomeriggio,
al Camelot Pub, si serve la merenda “animata”,
accompagnata da un programma speciale di cartoni
animati. Poche ore più tardi, sempre al Camelot Pub, l’ora
“ICS” suonerà per l’ultima volta e darà l’appuntamento al
2011 con la festa di chiusura del festival e la musica dei
D-Soul.