Notiziario n. 28 dicembre 2013

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Notiziario n. 28 dicembre 2013
Etiopia chiama
Notiziario n. 28
dicembre 2013
Tariffa Associazioni senza Fini di Lucro:
Poste Italiane s.p.a. Spedizione in abbonamento postale D.L. 353/2003
(conv.in.L.27/02/2004 n° 46) art. 1, comma 2, C.S.N. -Novara- n° 28/Anno XIV
Taxe Perçue - Tariffa riscossa CPO Domodossola
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Etiopia chiama - n.28/2013
Con il dono
della fede,
possiamo
cambiare
il mondo
C
arissimi benefattori e benefattrici, stiamo terminando il trentesimo anno di
aiuti all’Etiopia, grazie a voi tantissimi progetti sono stati realizzati: refettori,
ambulatori, asili, scuole, scuole di artigianato per giovani e adulti, progetti agricoltura, 20 pozzi
per l’acqua scavati, mulini, ambulatori, cliniche, un ospedale ad Adigrat al Sud dell’Etiopia
e uno a Soddo al Nord, 4 centri di accoglienza per bambini abbandonati, l’orfanotrofio
“Villaggio Madonna della Vita” che si estende su una superficie di 12.000 mq, il Centro di
accoglienza “Giovanni Paolo II ad Areka su una superficie di 45.000 mq dove vi è di tutto,
compreso un importante progetto agricoltura, questo centro è il più grande e il più bello,
ma soprattutto il più importante che esiste in Etiopia: ospita 120 bambini da 0 a 14 anni
ammalati di HIV, cerebrolesi, non vedenti o paralizzati. Nel Centro stanno vivendo una vita
normale, ma senza il vostro prezioso aiuto non oso pensare come sarebbero finiti. Dico
questo perché ho assistito a tante, troppe sepolture di bambini. So che tanti benefattori con
la crisi italiana faticano ad aiutarci, ma lo fanno. Rinunciando non solo al superfluo, ma
facendo anche tante rinunce. Sappiate che ne vale la pena perché in questi trent’anni avete
salvato oltre 400.000 bambini.
Carissimi benefattori, io sono qui tutto l’anno a controllare il buon andamento di tutti i
centri e le attività, e mi sembra sempre impossibile che siano stati realizzati dal Centro Aiuti
per l’Etiopia…, ma alzo gli occhi al cielo e dico”grazie Signore perché sei tu che illumini le
menti e i cuori dei benefattori, il Centro Aiuti è un tuo miracolo. Tu sei un Padre buono, Tu
sei un Padre misericordioso, Tu sei un Padre Santo”.
A ottobre sono stato in Italia e ho visto giornali e TV, ho visto solo ruberie, omicidi, sesso,
prostituzione, disonestà. Sempre cose brutte. Penso che giornali e TV facendo vedere solo
cose brutte invoglino i giovani a fare cose brutte. Dovrebbero far vedere tutti i giorni le opere
belle che fate voi, far vedere i paesi africani, far vedere gli aiuti che mandate, i progetti
realizzati, i bambini salvati, le opere di carità, il lavoro dei volontari, parlare del cuore buono
della gente. Così migliorerebbero i giovani e li educherebbero per il loro futuro.
Le TV ci mostrano gli sbarchi a Lampedusa e i morti in mare... dovrebbero mostrare i paesi
di provenienza e come vivono e muoiono a casa loro. Allora avremmo una visione completa
e diventerebbe più facile per le persone di buona volontà aiutare queste persone direttamente
nei paesi di origine; si eviterebbero così gli esodi, gli sfruttamenti e i morti in mare o nel
deserto. Tutte le sere prego Gesù e Maria perché ci illuminino e ci guariscano dal male
peggiore: L’egoismo. Prego perché possiamo diventare fratelli e sorelle, bianchi, neri, ricchi e
poveri. Pregate anche voi il buon Dio che faccia il miracolo. Lasciamoci “usare” da Lui e nel
suo nome questo miracolo lo possiamo già fare noi.
Diciamo al Signore: “io non ho fede” … è la prima cosa che vuole darci e ce la dà e poi
chiediamo “aumenta, aumenta ancora la mia fede” e subito la fede aumenta e noi possiamo
fare i miracoli nel suo nome. Parlo per esperienza. Provare per credere vi dico. Pregate alla
Santa Messa perché con il dono della fede possiamo cambiare il mondo.
Qui abbiamo bambini che alla nascita vengono buttati o addirittura dati in pasto agli animali
per la disperazione: non hanno latte, vestiti, un giaciglio, un luogo dove vivere dignitosamente,
non hanno medicinali, manca tutto quello che serve per vivere; non dico come noi, ma anche
molto meno di noi, dei più poveri tra noi. Cosa dobbiamo dire di 1.500.000 aborti fatti solo
in Italia: è un genocidio. La vita è sacra. Non possiamo e non dobbiamo assistere a questi
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Etiopia chiama - n.28/2013
Roberto Rabattoni a Indibir con il
Reverendo Monsignor Musié
Ghebreghiorgis
genocidi, ve lo ripeto: con il Suo aiuto possiamo
cambiare il mondo.
Quanta ingiustizia abbiamo visto entrando
nei campi profughi di Ghimbi; nel vedere tanti
bambini, donne, uomini in quelle condizioni
pensi: “Ma perché, chi sono, spazzatura umana”?
Iniziando a scrivervi questo saluto, pensavo che vi
avrei descritto con gioia i numerosissimi progetti
di aiuto messi in opera in questi trent’anni, fra
cui grazie a voi le ormai più di 5.200 donne
operate di prolasso dell’utero a cui è stata ridata
la vita, a loro e ai loro 15/20.000 figli. Poi trovi
ancora tante realtà ancora peggiori e ti viene da
piangere. Sto scrivendo con tristezza, per quello
che continuo a vedere, ma vi ringrazio tutti con
infinita gratitudine per i preziosi aiuti e vi chiedo
nel nome del Signore: “Sosteneteci ancora,
perché qui c’è sempre tanto bisogno”.
Buon Natale.
Roberto Rabattoni
Trenta anni
di attività
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1983
CENTRO AIUTI
per l’ETIOPIA
30
V I TA DELL’ASSOCIAZIONE
2013
trent’anni di solidarietà
R
endervi testimonianza di ciò che
facciamo grazie al vostro prezioso
contributo è ciò che da sempre cerchiamo
di fare attraverso queste pagine. Perché
vediate, sappiate, conosciate, condividiate
con noi la gioia e purtroppo, anche la
disperazione di coloro che aiutiamo.
Trent’anni sono una tappa importante e
le cose da raccontare sono sempre molte
perciò abbiamo inserito in questo numero
un DVD nel quale
sono raccolte le
opere realizzate e le
persone che in
Etiopia ci hanno
aiutati a fare questo
grande miracolo di
aiuto costante agli
ultimi.
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Etiopia chiama - n.28/2013
P R O G E T T I DI SOLIDARIETÀ
Dal campo profughi
una sola richiesta:
AIUTO !
di
Massimiliano Gorlani
Ghimbi
S
iamo partiti una mattina nel pieno periodo
delle piogge non sapendo come avremmo
raggiunto la nostra meta, il confine con il Sudan,
circa 700 km ad Ovest di Addis Abeba, per portare
speranza ad una moltitudine di profughi etiopi che alcuni
anni fa si sono spostati da Est – dalla zona di Harar – ad
Ovest, attirati dal miraggio di una “terra promessa” verde
ed accogliente. Eravamo diretti oltre Ghimbi, nella zona di
Dembi Dolo. Arrivare in queste zone è sempre fortunoso,
durante la stagione delle piogge le strade sono piene di
fango, a volte ci si impantana in mezzo metro di fango.
I camion normalmente impiegano due giorni per arrivare,
mentre con un fuoristrada, dalla capitale, ci vuole circa
una giornata. Le persone che abitano questi posti sono
isolate dal resto del mondo, specialmente quando piove.
I campi profughi evocano immagini sempre poco allegre
di persone prive di tutto, i loro rifugi improvvisati si sono
materializzati nei campi verdi: puntini bianchi come batuffoli
di cotone che costellano tutto il paesaggio. A prima vista
un paesaggio idilliaco, ma presto la poesia cede il posto alla
cruda realtà. Una terra tanto verde, ma anche tanto fredda
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Etiopia chiama - n.28/2013
l’incontro con una
cruda realtà
e povera. Questi “batuffoli
di cotone” non sono altro
che ammassi di cellophane,
sterpaglie, rami, sacchi; sono
minuscoli ricoveri da cui escono
grappoli di bambini, di persone.
Sono molti, moltissimi, forse
20/30.000 sparsi sul territorio
per kilometri lungo la strada.
Siamo giunti in questo posto
dopo ore di percorrenza su
strada asfaltata, divenuta in
seguito –per buona parte del
percorso– non asfaltata, piena
di buche, avvallamenti e dossi.
Abbiamo ad un certo punto
raggiunto il camion che era
partito prima di noi sospirando
di sollievo. Portava un carico di coperte – 1500 coperte di
dimensioni generose, circa 2 metri e 20 per 2 metri e 20 –
che erano destinate proprio a loro, i profughi del secondo
esodo. Solo due settimane prima un altro camion con un
carico di 2500 coperte era partito ed aveva raggiunto i
profughi del primo esodo arrivati dieci anni fa e ai quali il
Governo ha dato alcune terre.
I campi profughi che visitiamo ora sono più lontani rispetto a
quelli che abitano i profughi del primo esodo, sono arrivati 4
anni fa e dal Governo non hanno ricevuto nulla, neppure un
pezzo di terra, ed ora vivono in ricoveri di fortuna in mezzo
a campi di mais che non sono di loro proprietà e che non
possono toccare. Lungo la strada ci siamo fermati anche a
visitare alcuni ricoveri del primo gruppo di profughi. Siamo
entrati accovacciati per poter passare dalla piccolissima
porta, un’apertura nei sacchi di tela, in un ambiente di
un’unica stanza, molto basso per non disperdere il poco
calore che si crea. All’interno di questi ambienti si trova
anche un focolare, ci sono giacigli fatti di nulla, attrezzati
foto in basso:
La distribuzione
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con un paio di coperte, quelle
donate, appunto. Ci sono poche
pentole, alcune suppellettili, in
genere una tanica di plastica
usata per l’acqua e pochissimo
altro. Durante la stagione delle
piogge queste casupole si
riempiono di acqua e fango,
durante la stagione secca di
polvere. I pavimenti non ci
sono. Il governo fa quello che
può ma non ha risorse, dunque
non può fare quasi niente. Tanti
sorrisi in mezzo a questo niente e
tanta speranza negli occhi della
gente; la curiosità dei bambini si
percepisce da lontano, del resto
qui arrivano pochissime persone
bianche, molti di loro addirittura
non ne hanno mai viste. Questi
profughi devono fare i conti
ogni giorno con difficilissime
condizioni di vita: il freddo,
la fame e la sete. I bambini
soffrono particolarmente queste
condizioni, vorrebbero andare
a scuola, nei luoghi di origine
vi andavano, ma qui hanno
solamente una baracca di
lamiera che li accoglie quando
piove, altrimenti seguono le
lezioni all’aperto.
Abbiamo
cominciato
la
distribuzione delle coperte con
i capi villaggio, che avevano
delle coperte
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P R O G E T T I DI SOLIDARIETÀ
preparato le loro liste, per
non dimenticare le persone
maggiormente bisognose, le
avevano avvisate in modo
che si presentassero per la
distribuzione delle coperte. Il
camion è stato scaricato da
tante formichine operose, pesi
pesantissimi portati da queste
persone, molto magre ma
all’occorrenza forti. Le persone
si raccoglievano intorno a
noi in maniera rispettosa ed
attendevano di venire chiamate.
Se ne andavano poi con le loro
coperte, ne sono state date
due a ciascun nucleo familiare.
Anche i teli delle coperte, che
pensavamo di buttare, sono
serviti. Quando hanno capito
che li volevamo buttare,
parecchie persone si sono quasi
avventate su di essi, servivano
per riparare le loro abitazioni,
le loro tende. Allora abbiamo
cominciato a distribuirli alle
donne con bambini, loro sono
sempre i destinatari delle nostre
attenzioni più speciali.
Questi bambini vorrebbero
andare a scuola, e noi vedendo
le condizioni degli ambienti che
utilizzano come aula, abbiamo
subito pensato a quanto
importante potrebbe essere un
aiuto che consenta a queste
migliaia di bambini di accedere
ad un minimo di istruzione. Nella
nostra mente si è subito fatto
largo il pensiero di un progetto
che potesse coinvolgere i
bambini e le scuole in Italia.
Abbiamo pensato di proporre
un sostegno a distanza non
per il singolo bambino, ma per
un’intera classe scolastica, in
modo che questi bimbi possano
ricevere materiale didattico ed
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Etiopia chiama - n.28/2013
Un
foto in basso e a lato:
padre di famiglia
del campo profughi di
Ghimbi
ricevute in dono le coperte
fa ritorno a
“casa”
uno degli accampamenti della
zona di
Ghimbi
che si incontrano
per kilometri.
un pasto al giorno. Se sarà possibile vorremmo anche
farci carico dell’allestimento delle aule. Calibreremo gli
interventi in accordo con le autorità locali ed a seconda
delle necessità.
Il contributo che chiediamo per poter dare questo aiuto è
di soli 10 euro al mese. Per noi una piccola ma importante
rinuncia, per questi bambini un investimento per il futuro.
Siamo tornati dal viaggio con la tristezza nel cuore, ma
anche con tanta speranza che con l’aiuto di molti si possa
fare ancora più di quanto immaginiamo.
A pagina 8 il modulo per l’adesione al progetto
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Etiopia chiama - n.28/2013
Per avviare il Sostegno a una classe è sufficiente compilare e sottoscrivere
questo modulo e inviarlo alla sede dell’Associazione. Una volta all’anno riceverai
una lettera con la quale ti informeremo sullo stato di avanzamento del
progetto grazie anche al tuo contributo per il futuro dei bimbi di Ghimbi.
P R O G E T T I DI SOLIDARIETÀ
Modulo per l’avvio del SOSTEGNO a una CLASSE
Con la presente aderisco al progetto “Sostegno scolastico”
e mi impegno a versare 10 Euro al mese
(N.B.: Scrivere in stampatello leggibile e chiaro)
Dalla parte sba gliata
del m ondo
Cognome
Nome
di
via
C.a.p.
n°
Città
Prov.
Telefono
Fax
(continua a pag. 21)
Cellulare
E-mail
Autorizzo il Centro Aiuti per l’Etiopia ad utilizzare i miei dati personali per l’invio di materiale informativo e
promozionale ideato dal Centro Aiuti per l’Etiopia.
In ogni momento e gratuitamente ai sensi del D. Lgs. 196/2003 potrò consultare o far modificare i miei dati o
oppormi al loro utilizzo per tali finalità scrivendo a Centro Aiuti per l’Etiopia - Via quarantadue Martiri, 189
28924 Verbania (VB) Italia, o via e-mail all’indirizzo [email protected]
Data
Firma
Il presente modulo va spedito in busta chiusa alla sede
dell’Associazione oppure trasmesso al numero di Fax 0323
583062 o mediante e-mail a [email protected]
Chi siamo?
Il Centro Aiuti per l’Etiopia è un’associazione ONLUS a carattere
strettamente assistenziale che non persegue fini di lucro. Nato a
Mergozzo (Verbania) il 24/12/1983 su iniziativa di Roberto Rabattoni, il Centro
promuove iniziative che hanno per obiettivo l’educazione, l’istruzione, l’assistenza
sociale e sanitaria a favore delle popolazioni di Etiopia, Eritrea e Sudan.
Per aderire al progetto
“Sostegno scolastico” dei
bambini del campo profughi di
Ghimbi compila il modulo e invialo
alla sede dell’Associazione oppure
trasmettilo via Fax (0323 583062)
o E-mail a info@centroaiutietiopia.
it ed effettua il tuo versamento (10
Euro al mese o 120 Euro per un
anno) mediante:
Per sostenere il progetto
“Viaggi della speranza”
chiedi informazione alla sede
dell’Associazione
telefono
0323 497320 o e-mail a
[email protected] o
puoi effettuare un’offerta
libera mediante:
- Bonifico bancario a: Centro Aiuti per l’Etiopia
Via Quarantadue Martiri,189 28924 Verbania Fondotoce (VB)
Banca Intesa SanPaolo - Filiale di Mergozzo (VB)
Causale: offerta per “Sostegno scolastico” o “Viaggi della speranza”
IBAN: IT48 E 03069 4551 0000 00166 4172
- C/C Postale N° 11730280
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Roberto Castelli
Viaggi della speranza
Q
ueste
parole
vogliono dare voce
alle sofferenze, alle
angosce, alle speranze,
delle
persone che
lasciano la loro terra e
animate dal desiderio di
guarire affrontano il dolore
lontano dai loro cari e dai
loro affetti. E tutto questo
perché? Perché sono nati
dalla “parte sbagliata del
mondo”.
E poi la malattia, quelle
malattie che altrove si
diagnosticano e si curano,
spesso in Etiopia non
lasciano scampo: allora
ecco farsi strada nella loro
mente e nel loro cuore una
speranza: “Forse in Italia,
forse là, dove c’è civiltà
e tecnologia, laddove c’è
ricchezza ed abbondanza,
forse c’è speranza anche per
me o per mio figlio malato”.
Credo che suppergiù, sia
stato questo il pensiero
che è passato nelle menti
e nei cuori delle persone
che hanno lasciato l’Etiopia
per i famosi viaggi della
speranza.
Si tratta in genere di
persone giovani, di persone
con una età compresa tra 1 e 33 anni. Le patologie che le
hanno portate in Italia tra le più svariate: dalle neoplasie,
alle malattie cardiovascolari, alle neoplasie ematologiche,
all’emofilia, alle gravi patologie cardiache, alle malattie
degenerative del sistema nervoso centrale, con problemi
motori più o meno gravi. Queste persone sono state
accolte nei principali Ospedali italiani con fondi stanziati
dalle Regioni, destinati alle cura di pazienti provenienti dal
Terzo Mondo. Il Centro Aiuti Etiopia (CAE) ha sostenuto per
ognuno di loro le spese di trasporto, i costi di permanenza
in Italia, in alcuni casi i costi aggiuntivi per i ricoveri e le
cure, i viaggi per i familiari perché anche queste persone
possano avere il conforto dei loro cari nei momenti più
difficili. Alcune persone sono potute rientrare nel loro Paese
continuando le terapie necessarie, altri invece, per le gravi
condizioni di salute e per la continua necessità di cure
specifiche, sono dovuti rimanere in Italia. Per tre pazienti
affetti da insufficienza renale terminale, il loro viaggio della
Speranza ha avuto come meta l’India, dove sono stati
sottoposti a trapianto renale.
Per alcuni di loro invece non c’è stato alcun viaggio della
speranza: la malattia li ha stroncati, prima che si reperissero
i fondi necessari o che si completassero le pratiche per
l’espatrio, tutto, senza aver avuto neppure “la fortuna” di
essere curati.
Accanto a queste persone, spesso ci sono i gruppi delle
famiglie del CAE, famiglie che portano, per alcuni tratti
anche lunghi, la croce di questi malati: li sostengono, li
accompagnano alle visite, offrono loro ospitalità, vicinanza,
affrontano Insieme momenti, anche i più bui della croce,
quei momenti in cui le cose non si possono spiegare o
non si sa come continueranno. Mi piacerebbe sapere e
raccontare qualcosa di tutti loro, perché chi ha avuto la
fortuna di vivere loro accanto, ha avuto modo di imparare
cosa significa vivere ed in alcuni casi, cosa significa anche
morire. Mi piacerebbe… ma non posso farlo di tutti,
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I casi nello specifico
ABERA LEMMA - uomo di 36
anni; Mielopatia spondilosica
cervicale; problemi alla colonna
cervicale con deformità e plurime
ernie del disco a livello cervicale
che comprimono il midollo spinale
e causano paresi agli arti superiori
e inferiori. Arrivato in Italia il 15
ottobre e non ancora rientrato.
Operato all'ospedale di Rovereto
(TN) - Dott.Conti. Il CAE si è
fatto carico del costo del viaggio
e di tutta l'organizzazione. Il costo
dell'ospedale verrà coperto dalla
provincia di Trento. Il malato
è stato accolto da volontari di
Varese e Brescia e poi portato
fino a Trento dalla famiglia che
lo ha ospitato fino al ricovero in
ospedale e per il post operatorio.
Altre famiglie lo supportano
anche ora in ospedale. Resterà in
italia fino a fine anno.
YOHANNES: uomo di 24 anni;
arrivato ad agosto all'ospedale
civile di Brescia (ricoverato
grazie al supporto del Dott.
Ferrari, volontario del CAE) per
un trattamento radioterapico in
quanto la cartella clinica rilasciata
in Etiopia diceva che gli era stata
asportata la tiroide. Invece in parte
non era stata asportata. É stato
quindi operato prima di iniziare il
trattamento Costi sostenuti circa
4.000,00 Euro per cure mediche
più il volo.
HAILELEUL - Non vedente; con
problemi alla prostata.
Visitato dal dott. Galli del
Fatebenefratelli. É stato accolto
da un volontario alla stazione di
Milano e trasportato all’ospedale. 9
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vorrei farvi arrivare la loro profonda dignità, il loro attaccamento alla vita, la loro Fede.
Quello che posso fare però, è ricordare Halina ed il suo appello, un appello fatto durante
una delle tante visite, in uno di quei rari momenti in cui ho trovato il tempo di salire con
lei verso il suo Calvario: “Ti prego dr. Castelli, fai qualcosa per la mia gente”.
Oggi la situazione è drammatica, ed il dignitoso appello di Halina corre il rischio di cadere
nel vuoto; la crisi ha consumato tutto, i fondi sono finiti, e vengono concessi con estrema
difficoltà, spesso addirittura negati. Mi domando e
Ospitato la notte da una
vi domando: in futuro come potremo aiutare queste
famiglia adottiva che il giorno
persone? Credo che l’unica soluzione, in assenza di fondi
successivo l’ha accompagnato
istituzionali, possa tradursi concretamente in una sorta
in stazione per il ritorno in
di “adozione a distanza”, soluzione che permetterebbe al
Etiopia con i farmaci per la cura;
CAE di continuare a dare speranza alla “gente di Halina”.
Non lasciamo che le loro sofferenze, le loro angosce, le
BEREKET - uomo di 25 anni. Già
loro speranze rimangano loro, non restiamo indifferenti…
curato con chemioterapie a Lucca
altrimenti saremo noi ad essere nati dalla parte sbagliata
qualche anno fa per un tumore al
del mondo.
cervello. I medici dell'ospedale
civile di Brescia (ricoverato grazie
al supporto del Dott. Ferrari,
volontario del CAE) volevano
valutare l'intervento chirurgico
(svuotamento linfonodale laterodi padre Berhé
cervicale) che invece non è stato
possibile e l'hanno sottoposto
l Centro Aiuti per l'Etiopia (CAE) si è assunto
a 4 o 5 cicli di chemio terapia
come obbiettivo principale del suo programma
ai quali ha risposto benissimo.
d'azione, la cura degli ammalati, investendo
Arrivato a maggio, è stato ospite
risorse importanti a vantaggio delle persone con
di una famiglia di volontari.
problemi di salute, nella consapovelezza di dovere
Recentemente rientrato in Etiopia,
alleviare la sofferenza di fratelli e sorelle. Ha svolto nel
sta molto meglio e può riprendere
campo sanitario un'azione apprezzata e ben accetta dal
gli studi di ingegneria.
Ministero delle donne, dei bambini e dei giovani. A questo
Costi sostenuti circa15.000 Euro
ministero è affidato il compito di dirigere e di coordinare,
per le cure e il volo aereo.
ogni intervento volto ad aiutare le donne, i bambini e i
KEFA - uomo di 36 anni. Operato
giovani, inclusi gli interventi nel campo della sanità.
all'ospedale di Rovereto (TN)
I più vulnerabili alla malattia e alla morte sono i bambini
dal Dott.Conti, neurochirurgo.
e le loro madri, per cui il CAE ha appoggiato e finanziato
Era praticamente cieco e dopo
la costruzione di strutture sanitarie, ha firmato accordi
l'intervento ha recuperato la
con gli ospedali impegnandosi a pagare il costo delle
vista. Il costo dell'ospedale (Euro
cure e delle operazioni chirurgiche sostenute dai membri
16.600,00) è stato coperto dalla
di famiglie povere. Si contano a migliaia i malati che
provincia di Trento. Il CAE si è
hanno usurfruito di questi interventi, tramite i quali
fatto carico del costo del viaggio e
sono state salvate da morte certa molte persone colpite
di tutta l'organizzazione. Il malato
da malattie curabili in Etiopia solo con il contributo e
è stato accolto da una famiglia
l’interessamento di persone generose.
adottiva di Brescia e portato in
La denutrizione e la mancanza di alimenti nelle famiglie
ospedale. Rientrato in Etiopia a
povere dove i figli sono numerosi, espone i bambini e
giugno, dopo l’intervento, è stato
le donne ad ogni genere di malattia, per cui spesso è
ospite di una famiglia adottiva.
sufficiente aiutare le famiglie ad avere una alimentazione
La generosità
cura le persone
I
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P R O G E T T I DI SOLIDARIETÀ
Poveri e ammalati
ci chiedono cure
S
adeguata per proteggerli e immunizarli dagli attacchi delle
infezioni e delle malattie. I neonati e le loro madri sono
accettati nei centri gestiti direttamente dal CAE, dove
ricevono alimentazione sufficiente, visite mediche e le
cure richieste dalle loro condizioni fisiche. Quando sono
ritenuti fuori pericolo da ricadute, sono rimandati a casa
sufficientemente preparati ad affrontare la vita normale.
Grazie a questo, si sono registrati risultati importanti, nella
riduzione della mortalità infantile e nella riduzione della
morte delle mamme durante il parto.
Il Centro Aiuti per l'Etiopia ha fatto curare tanti ammalti
poveri non in grado di pagarsi le cure, i medicinali e la
degenza ospedaliera sia negli ospedali in Etiopia sia, quando
le malattie erano gravi e non potevano essere curate,
all'estero con la copertura spese del CAE; principalmente
in Italia, ma anche in altri paesi come l'India e la Thailandia,
dove i costi delle cure sono ragionevoli.
Tante malattie sono curabili negli ospedali e nelle cliniche
disseminate sul territorio nazionale. Tanto per citarne una:
l’insufficienza renale per cui c'è bisogno della dialisi. I
costi della dialisi al momento attuale sono così alti che i
treattamenti sono impossibili da sostenere da parte di una
famiglia con un reddito medio. In Etiopia un trattamento di
dialisi costa quanto lo stipendio di un mese di un operaio
che guadagna bene, ma la dialisi si pratica tre volte alla
settimana e dodici volte al mese.
Vari ammalati si sono rivolti al CAE affetti da problemi al
cuore. Ci sono ospedali dove i problemi più lievi al cuore
possono trovare rimedio a livelo locale. Per i casi più gravi
invece, grazie alla sensibilità umana e professionale di tante
persone coinvolte nel settore della sanità, ha reso possible
le cure e l’intervento chirurgico in Italia.
ono numerosi i malati che
cercano aiuto alla nostra
associazione recandosi presso i
nostri centri in Addis Abeba.
Bussano al cancello e chiedono
di poter essere aiutati. Tutti i
giorni si presentano almeno
quattro cinque malati, spesso
in condizioni disperate... Sono
piccoli
accompagnati
dai
genitori o da qualche parente,
sono anziani o adulti, tutti con
problemi di salute fisica oppure
con tumori, leucemie, malattie
ai reni. Nel 2012, 342 di loro
sono stati curati negli ospedali
di Addis Abeba. I costi che il
Centro Aiuti per l’Etiopia ha
sostenuto per le cure sono stati
ingenti e le urgenze sono ancora
molte in quanto l’afflusso e le
richieste sono tantissimi e per
i più poveri i costi delle spese
mediche
sono
pressoché
inaccessibili.
Chiediamo a tutti voi di
contribuire generosamente al
“CURE MEDICHE
Progetto
PER MALATI IN ETIOPIA”, con
queste vostre offerte presteremo
le cure mediche urgenti a tutti
coloro che busseranno alle
nostre porte.
Grazie per quanto potrete fare,
per qualsiasi vostro contributo
che, siatene certi, si trasformerà
in aiuto concreto, in speranza di
vita per questi ultimi della terra
in difficoltà.
Il Signore vede i nostri gesti e i
nostri cuori e ci ricompensa già
su questa terra.
A nome degli ammalati Grazie!
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P R O G E T T I DI SOLIDARIETÀ
Modulo per l’avvio di una ADOZIONE a DISTANZA
Dare
da mangiare
agli affamati
Adozione a distanza
L
’iniziativa dell’adozione a distanza, iniziata nel
1988, continua a rappresentare un forma di
aiuto concreto ed efficace.
Oggi sono oltre 35.000 i bambini e i ragazzi che
ricevono sostegno continuativo nei 90 villaggi in Etiopia,
Eritrea e Sudan da noi assistiti. Nel corso di quest’anno,
grazie all’impegno e la testimonianza delle nostre famiglie
volontarie, altre 7.000 persone hanno deciso di aiutare
altrettanti bambini: un risultato importante considerando
le difficoltà economiche che colpiscono tutti noi. Segno
che è stato compreso che il sacrificio che compiamo
produce un beneficio enorme su chi ne usufruisce.
Anche nel 2013 i volontari che collaborano nel nostro
ufficio si sono messi in contatto con quei benefattori che
risultavano non aver rinnovato l’adozione da alcuni mesi.
In questo modo si è cercato di verificare quali fossero
le motivazioni del ritardo: una semplice dimenticanza,
un errore da parte nostra, un disguido o l’intenzione di
rinunciare. Spesso si è trattato di dimenticanza o della
mancanza di bollettini; al proposito ricordiamo che
potete richiederli alla sede telefonicamente o a mezzo
E-mail, oppure scrivendo nello spazio della causale dopo
i dati del bambino che sostenete “Inviare bollettini”.
Il rinnovo puntuale delle quote è fondamentale per
assicurare ai bambini continuità e sicurezza dell’assistenza.
Spesso accade che i benefattori non ci comunichino la
decisione di interrompere i versamenti e questo crea
problemi, prima di tutto, al bambino adottato. Per questo
motivo chiediamo sempre una semplice telefonata o una
mail in modo da poter trovare un nuovo “adottante” nel
più breve tempo possibile.
Il rapporto diretto con i nostri sostenitori, a volte fonte
di critiche, a volte di suggerimenti e incoraggiamenti,
è sempre proficuo. Ci siamo resi conto che molti si
attendono di ricevere notizie e nuove fotografie dei
bambini solo dopo qualche mese dall’avvio dell’adozione.
12
Etiopia chiama - n.28/2013
Centro Aiuti per l’Etiopia ONLUS
Via quarantadue Martiri, 189 - 28924 Verbania Fondotoce (VB) - Italia
Tel. 0323 497320 - Fax 0323 583062
Indispensabile
aiuto alla vita
In genere invece la prima
corrispondenza viene inviata
dai villaggi all’incirca dopo un
anno. Solo trascorso questo
lasso di tempo è infatti possibile
avere un primo riscontro
dell’impegno intrapreso.
Ricordiamo
inoltre
che
l’Etiopia, così come altri Paesi,
utilizza un calendario diverso
dal nostro con una differenza
di 7 anni e 8 mesi circa. Per fare
un esempio oggi - 10/12/2013
- in Etiopia è il 02/04/2006. É
possibile quindi che le lettere
o le pagelle dei bambini siano
datate secondo il calendario
etiopico creando a volte
perplessità e dubbi in alcuni
benefattori.
Per quanto riguarda le
letterine dei bambini dai
villaggi, permangono ancora
difficoltà e ritardi che stiamo
cercando
di
superare.
Dobbiamo
sempre
tener
presente che le comunicazioni
in Etiopia, Eritrea e Sudan
sono
problematiche
e
talvolta impossibili. Si tratta
di Paesi in Via di Sviluppo in
cui i servizi sono al di sotto
degli
standard
europei.
Alcuni villaggi sono molto
distanti dai principali centri
urbani, non dispongono
di collegamento internet e
le linee telefoniche posso
subire interruzioni. Durante
la stagione delle piogge,
da giugno a settembre, le
strade sono difficilmente
praticabili e questo aggrava
sensibilmente la situazione.
Ovviamente tutto ciò non
fa venir meno l’impegno
preso nei confronti dei nostri
benefattori:
per
questo
continuiamo a rivolgere
gli sforzi anche su questo
aspetto,
confidando
in
un po’ di comprensione e
pazienza da parte vostra.
Avvisateci
Per evitare ritardi e disguidi,
vi esortiamo ad avvisarci
sempre
se:
cambiate
indirizzo - non ricevete
più notizie dall’Etiopia non potete più sostenere
il bambino, inviando una
mail a: adozione.distanza@
centroaiutietiopia.it oppure
a: info@centroaiutietiopia.
it o telefonate allo 0323
497320.
FAQ
Se avete qualche dubbio
contattateci,
oppure
leggete le risposte alle
domande
più
frequenti
sull’adozione a distanza che
trovate sul sito ( http://
www.centroaiutietiopia.it )
cliccando su: cosa puoi fare
/ adozione a distanza / faq.
Mi impegno ad adottare un bambino a distanza senza vincoli temporali, verserò le
quote utilizzando una delle modalità indicate sul volantino che mi è stato consegnato.
(N.B.: Scrivere in stampatello leggibile e chiaro)
Cognome
Nome
via
C.a.p.
n°
Città
Prov.
Telefono
Fax
(continua a pag. 21)
Cellulare
E-mail
Autorizzo il Centro Aiuti per l’Etiopia ad utilizzare i miei dati personali per l’invio di materiale
informativo e promozionale ideato dal Centro Aiuti per l’Etiopia. In ogni momento e gratuitamente ai sensi
del D. Lgs. 196/2003 potrò consultare o far modificare i miei dati o oppormi al loro utilizzo per tali finalità
scrivendo a Centro Aiuti per l’Etiopia - Via quarantadue Martiri, 189 - 28924 Verbania Fondotoce (VB)
Italia, o via e-mail all’indirizzo [email protected], oppure [email protected]
Sono consapevole che, se entro un mese non avessi ancora versato la prima quota del
sostegno, l’Associazione è autorizzata a mettere in riadozione il bambino.
Ricordiamo che per usufruire delle agevolazioni fiscali, è sufficiente conservare la ricevuta del
versamento (bollettino postale); le note contabili o estratto conto bancario (bonifico bancario);
oppure fotocopia dell’assegno.
Data
Firma
Il presente modulo, staccato dal pieghevole, va consegnato al nostro volontario o spedito in
busta chiusa alla sede dell’Associazione oppure trasmesso al numero di Fax 0323 583062 o
mediante e-mail a [email protected], o a [email protected]
La compilazione della parte sottostante è riservata all’ufficio
Bambino n°
Nome
Villaggio
Ricordiamo
che le donazioni a favore del Centro Aiuti per l’Etiopia, Onlus di
diritto, sono deducibili o detraibili:
Erogazione deducibile ai sensi e per gli effetti dell’art. 14 comma
1 del D.L. 35/05 convertito in legge n. 80 del 14/05/2005 oppure
detraibile per le persone fisiche ai sensi dell’art. 15, comma 1 lettera
i-bis del D.P.R. 917/86 e deducibile ai sensi art. 100, comma 2,
lettera h del D.P.R. 917/1986 per le imprese.
Si consiglia di verificare la normativa più favorevole in base al
proprio reddito.
Per usufruire di questa possibilità occorre conservare la ricevuta della
donazione, sia postale che bancaria.
13
Etiopia chiama - n.28/2013
30
S O L I D A R I E T À E COOPERAZIONE
Grazie
al vostro
sostegno ...
OPERE
Soddo: L’ingresso
dell’ospedale
e una delle sale di degenza
N
Donazioni
piccole e grandi
ridonano
vita
e speranza
iente di ciò che abbiamo realizzato sarebbe
stato possibile senza il vostro sostegno
economico, senza che la provvidenza abbia
toccato i vostri cuori e fatto si che vinceste
diffidenze innate per donare a chi non ha nulla.
Grande sarà la ricompensa per voi nei Cieli, ma anche
oggi vi accompagni la gioia nel sapere che grazie a voi
moltissime persone: bambini, giovani e adulti, sono
sopravvissuti alle malattie, ai morsi della fame, a un
destino inclemente. Grazie a voi, a molti di questi nostri
fratelli è stata allungata la vita e ridata speranza nel futuro.
70
posti letto nell’Ospedale più bello e
avanzato d’Etiopia. Intitolato a Claudia
Carlesso, l’ospedale situato a Soddo è terminato nella
parte edile con tutte le finiture, i servizi igienici e l’energia
elettrica. Le sale degenza sono state arredate con letti
in legno e ferro, comodini e un armadio in legno ogni
due letti. Arredati anche i corridoi con panchine in ferro
e legno per l’attesa. Terminata dal punto di vista edile
anche la confinante sala tac e radiologia; sono prossimi
alla partenza dall’Italia i container con le apparecchiature
mediche.
L’intera opera che diventerà un punto di riferimento
sanitario per tutto il Sud d’Etiopia sarà un ospedale
specializzato nelle cure materno infantili accessibile
a tutte le donne in difficoltà e diventerà il punto di
riferimento territoriale per avviare azioni di prevenzione
e sensibilizzazione rivolte alla salute materno-infantile,
partendo dalla promozione dei parti assistiti in ospedale e
da attività di prevenzione al prolasso uterino delle donne.
Un importante progetto di cooperazione che necessita
ancora di aiuto: rinnoviamo pertanto l’invito a donare
per questa iniziativa al fine di arrivare a saldare il costo
totale dell’opera che si aggira sugli 800.000 euro.
14
Etiopia chiama - n.28/2013
La
Soddo:
scuola superiore
L
a
scuola
secondaria
superiore
di
Soddo
è
stata completata lo
scorso settembre ed è oggi
interamente funzionante. É
frequentata da 4500 studenti
che
seguono
le
lezioni
organizzate in più turni. Gli
insegnanti sono dipendenti del
Governo zonale del Wollayta.
La scuola prepara i ragazzi
all’università, ma essendo il
sitema scolastico fortemente
meritocratico soltanto i migliori
studenti vi potranno accedere.
É il governo che, sulla base dei
risultati scolastici dei ragazzi
e a seconda delle figure
professionali di cui necessita
il Paese, indirizza gli studenti
meritevoli verso le facoltà,
stabilendo anche in quale
sede universitaria dell’Etiopia
lo studente dovrà frequentare.
A Soddo, i ragazzi seguivano
le lezioni all’esterno, per terra,
senza uno spazio specifico e
con notevoli difficoltà nella
stagione delle piogge. Questo
nuovo edificio rappresenta
un’importante opera sociale
che garantirà continuità e
spazi coperti agli studenti
per studiare e frequentare le
lezioni.
L
a
Mensa
dei
Poveri
di Wolkitè in Gurage
inaugurata nel 2010 continua
ad essere di grande aiuto per i
poveri della zona. La struttura
consta di sala da pranzo
arredata, cucina, ufficio, ed
esternamente servizi igienici
e docce. Ai poveri della zona
organizzati in turni, una volta
a settimana, viene dato un
pasto completo e ricevono una scorta di cibo: engera,
pane e frutta, che viene da loro consumata durante la
settimana. Le Suore di Sant’Anna gestiscono il registro
degli iscritti e si occupano dell’erogazione dei pasti e
della pulizia della struttura.
La mensa (foto in alto) rappresenta una risorsa importante
che soddisfa il bisogno primario di cibo ed assistenza
medica in caso di necessità. Le suore ci dicono che se gli
aiuti fossero maggiori, sarebbero in grado di organizzare
altri turni per permettere l’accesso al servizio ad altri
poveri. I benefattori che vorranno contribuire al progetto
possono versare con causale “Buoni pasto per i poveri”.
É
in costruzione a
Nazareth la scuola
Materna ed Elementare.
L’edificio si sviluppa su 4
piani in cui sono distribuite
18 aule scolastiche da
48 m2 ciascuna, un’aula
conferenze di 235 m2,
3 uffici e servizi igienici
completi in ogni piano.
I lavori di costruzione sono
stati terminati nel mese di marzo di quest’anno, sono da
ultimare le finiture e gli impianti sanitario ed elettrico.
La scuola, che sarà gestita dai frati della Vice Provincia
Cappuccina d’Etiopia, potrà accogliere oltre 700 bambini.
A
l “Centro di accoglienza Giovanni Paolo II” di Areka
lavorano circa 70 persone regolarmente stipendiate:
I diversi lavoratori sono facilmente riconoscibili attraverso
divise di diversi colori che individuano i ruoli svolti.
25 bambinaie, 1 maestra, 8 donne delle pulizie di cui
una svolge anche la funzione di guardiana, 6 cuoche, 5
lavandaie, 6 guardiani, 16 agricoltori, infermiere, autista,
1 manutentore, 1 responsabile.
Bambinaie, cuoche, guardiani e infermiere lavorano
seguendo due turnazioni dal lunedì alla domenica con
un giorno di riposo variabile.
La chiesa di Areka, prima
al mondo intitolata a
Papa Giovanni Paolo II
e alla madonna degli
scout sarà inaugurata il
27/04/2013 giorno della
canonizzazione di Papa
Woityla.
Wolkitè:
Gli ospiti
della mensa
15
Etiopia chiama - n.28/2013
30
V I TA DELL’ASSOCIAZIONE
C
Un giorno
davvero
speciale
Festa delle famiglie
L
a festa delle famiglie che per tradizione,
ormai da anni si svolge nei padiglioni
della Fiera di Montichiari è principalmente
l’occasione di incontro delle famiglie che
hanno adottato giuridicamente con la nostra
Associazione, e di coloro che sono in attesa
di abbinamento o di partire per l’Etiopia per
D
incontrare il proprio figlioletto.
Fra i partecipanti, numerose sono anche
le persone che sostengono un bambino a
distanza nei villaggi assistiti che vengono a
conoscere e incontrare la nostra realtà.
Grazie a tutti per la partecipazione e per il
contributo dato per la raccolta fondi.
omenica 27 ottobre a Montichiari, il Centro aiuti per
l’Etiopia ha festeggiato il suo trentesimo compleanno.
Che emozione! É stata proprio la festa delle famiglie, dei
bambini, degli amici di questa associazione che ormai è
arrivata al suo trentesimo anno di vita e continua con passione
ed entusiasmo a “immaginare” nuove frontiere di solidarietà,
promuovere nuovi progetti, incentivare sostegni a distanza.
Sin dalle prime ore della mattinata nel capannone della fiera di
Montichiari si è respirato calore, gioia di condividere e donare.
Si è rivelata la festa del “fare”. L’entusiasmo del Presidente
Roberto Rabattoni è stato coinvolgente. Le sue parole piene
di speranza e di fede ci hanno riempito il cuore, rendendo
da subito evidente a tutti il fatto che dietro il Cae esistono
persone, famiglie che quotidianamente offrono il loro tempo,
le loro energie psicofisiche, le loro competenze a servizio di
un progetto di vita e di carità. I bambini, i loro bisogni e il loro
futuro rappresentano il motore di ogni attività.
Noi, gruppo di Varese, abbiamo come tanti contribuito a
raccogliere fondi per i molteplici progetti che l’Associazione
ha in atto nel Paese africano. É stato davvero coinvolgente ed
entusiasmante preparare i banchetti, realizzare gli oggetti che
avremmo poi venduto alla festa. Nei giorni precedenti l’evento
il gruppo si è riunito più volte per creare bigliettini d’auguri,
palle di Natale, lo stand con il manifesto dell’evento. Abbiamo
realizzato degli adesivi per le auto e altri oggetti da appendere
come “fiocco” di benvenuto al figlio tanto desiderato. Alcuni
hanno poi pensato che un pasto dolce sarebbe stato gradito
e hanno offerto dei waffel con la nutella. Molto apprezzato è
16
Etiopia chiama - n.28/2013
Testimonianza
dei componenti
di alcuni gruppi famiglia
presenti alla festa
stato anche il banchetto dove tre
ragazze infaticabili hanno dipinto
le unghie dei colori dell’Etiopia a
tutti coloro i quali desideravano
avere un segno tangibile
dell’evento.
La fede alimenta il desiderio di
donarsi agli altri, dando così un
senso alla propria vita. Ecco
perché il 27 ottobre a Montichiari
erano presenti così tante famiglie
adottive e non, pronte ad aprire
i loro cuori a un fratello che
appartiene a un popolo antico e
fiero e il cui destino si intreccia
ormai con il nostro.
Gruppo famiglie di Varese
ome ormai consuetudine anche quest'anno il gruppo
di volontari delle famiglie di Monza e della Brianza ha
portato il suo contributo alla Festa Annuale del Centro Aiuti
a Montichiari.
Ci sono gli amici di sempre, il gruppo con cui ci si ritrova
periodicamente per i banchetti che durante il corso di tutto
l'anno si organizzano nelle parrocchie per promuovere le
adozioni a distanza, e ci sono le famiglie che vivono più
lontane e che non sempre riescono a partecipare, ma per
tutti, Montichiari è un appuntamento irrinunciabile: sia per
coloro che sono in attesa di abbinamento o di incontrare il
proprio figlioletto sia per chi ha già completato il percorso
adottivo ma è desideroso di rincontrare i suoi “compagni
di avventura” o “fratelli d’Africa” che non vede da tempo;
è una gioia vedere i bimbi che si ritrovano, si studiano un
attimo e poi corrono via a giocare assieme. É sempre una
grande emozione ritrovare chi magari viene dall'altra parte
dello stivale e con cui abbiamo condiviso un'esperienza così
fondamentale come la costruzione della nostra famiglia.
La vendita delle torte è per il nostro gruppo un collaudato
cavallo di battaglia: ogni famiglia porta le torte fatte in casa con
il contributo di nonne e zie, per la vendita a favore dei progetti
del CAE. Quest'anno ci è venuta in aiuto anche la pasticceria
artigianale Burovo, di Galliate (NO), che ha voluto contribuire
mettendo a disposizione i suoi deliziosi e genuini prodotti,
decisamente molto apprezzati. Così, un po' il passaparola, un
po' l'attività dei nostri baldi ragazzi che giravano per i tavoli,
le torte e i dolcetti si sono 'smaterializzati' già all'ora della
merenda, complice un bel pentolone di tè etiope speziato che
offrivamo in assaggio: con il suo aroma attirava la curiosità di
grandi e piccini, che spesso si sporgevano per “annusare” il
delizioso profumo. La variegata offerta del nostro banchetto
prevedeva poi un nutrito assortimento di fiori artificiali e rose
stabilizzate in deliziose composizioni colorate e originali: una
vera perla di colore al centro della padiglione. Sul nostro
banchetto non poteva certo mancare il CD realizzato dalla
scuola Allende in ricordo di Habtamu, con la collaborazione
di alcuni dei nostri volontari. Una grande festa per tutti,
all'insegna della solidarietà e del sentimento condiviso di
gratitudine nei
confronti di una
terra e di un
popolo che a
queste famiglie
ha dato tanto:
l'Etiopia.
Gruppo famiglie
Monza e Brianza
T
orte, macchina per il caffè,
stoviglie varie, tavolini…
tutto pronto!
Ecco che giorni di fermento
e di corse per conciliare tutti
gli impegni hanno trovato
compimento nella tanto attesa
festa annuale dell’Associazione,
una piacevole consuetudine per
qualcuno e un appuntamento
d'ora in poi imperdibile per
qualcun altro. Il 27 ottobre
infatti era segnato da tempo
su tutti i nostri calendari e con
convinzione
ora
possiamo
affermare che la realtà ha
persino superato le nostre
aspettative.
Dall’apertura della festa fino alla
sua chiusura il banchetto del
gruppo CAE di Brescia non si è
fermato un secondo, animato da
volontari desiderosi di rendersi
utili e dal viavai di persone
desiderose
di
assaporare
l’ottimo caffè africano e
acquistare le torte fatte in casa.
Davanti e dietro il bancone del
nostro bar improvvisato ognuno
portava con sé la propria storia
e condividerla con interlocutori
spesso sconosciuti è stato
spontaneo, naturale. Ci si è
immediatamente
riconosciuti
per la capacità di capire nel
profondo quel turbine di
emozioni che tutti noi abbiamo
provato: dalla commozione nel
fare i primi passi all’interno della
fiera all’incredibile energia che
muove chi si adopera per aiutare
i più bisognosi. Sì, perché
17
Etiopia chiama - n.28/2013
proprio di energia si tratta: una sorta di forza misteriosa che
si rafforza continuamente propagandosi come qualcosa
di contagioso. L’emozione di sentirsi parte di un gruppo
e di un’associazione che condivide con te esperienze così
profonde non può essere infatti sottovalutata, così come
la sensazione di creare relazioni che partono da un livello
diverso rispetto al solito.
Vedere poi così tante famiglie e tanti bambini insieme è stato
qualcosa di indescrivibile, così com’era palpabile la gioia di
quei genitori che per la prima volta hanno partecipato alla
festa con il loro bimbo o bimba. I piccoli, ammettiamolo, ci
hanno rubato il cuore, ma forse ancor più siamo stati colpiti
dagli occhi dei ragazzi grandi che, pur essendo stati adottati
tanti anni fa, non nascondono l’orgoglio di essere parte di
questo grande gruppo. Questi ragazzi hanno il sapore di un
sogno diventato realtà e non siamo stati gli unici a rimanerne
stregati: anche i bimbi non più piccolissimi ma non ancora
adolescenti li guardavano e sembravano pensare: "da
grande mi faccio anch’io il ciuffo colorato!"
Ma ora facciamo un passo indietro e cerchiamo di capire
meglio chi anima il nostro gruppo famiglie di Brescia.
Non si può parlare di un numero preciso di persone, ma
sicuramente si può parlare di una grande famiglia fatta da
persone che si conoscono da tanto e da poco tempo e persino
da persone che non si conoscono ancora, ma che prima o
poi diventeranno compagni di banchetto (in occasione delle
testimonianze rese durante le messe per proporre l’adozione a distanza.
n.d.r), luogo deputato per incontrarsi, conoscersi e rafforzare
questa relazione. Ci si dà appuntamento sul sagrato di una
chiesa della provincia ed è fatta! Mentre si dispongono
sul tavolino le fotografie di quei meravigliosi bambini che
necessitano di sostegno a distanza si ascoltano con curiosità
le esperienze di coloro che in Africa ci sono già stati e ci
si convince sempre più della necessità di non focalizzarsi
solo sulla propria vicenda personale, ma di mantenere ampi
gli orizzonti. Sì, perché Centro Aiuti per l’Etiopia significa
proprio questo: coronare il sogno di completare la propria
famiglia, ma anche creare un legame indissolubile con il
corno d’Africa, un legame che ti fa capire che l’aiuto che tu
dai non è nulla in confronto alla ricchezza che ne ricevi.
Per concludere possiamo quindi dire con orgoglio che
“noi a Montichiari c'eravamo” e probabilmente coloro che
già sono genitori adottivi hanno rivisto nei nostri occhi di
aspiranti quella speranza e quell’entusiasmo che sono tipici
di ogni inizio, ma di certo noi abbiamo riconosciuto in loro
quella fiamma e quella tenacia che da 30 anni animano
questo meraviglioso mondo, il mondo del Centro Aiuti per
l’Etiopia.
Gruppo famiglie Brescia
18
Etiopia chiama - n.28/2013
30
P R O G E T T I DI SOLIDARIETÀ
V I TA DELL’ASSOCIAZIONE
I
É
stato un viaggio lungo e
faticoso e la domanda che
ci eravamo posti sin dall’inizio
era: “ne vale la pena?”
Non avevamo mai partecipato,
come sparuto gruppo campano,
all’incontro nazionale del CAE.
Affrontare un simile viaggio per
un appuntamento di poche ore
ci aveva visti sempre titubanti.
Inoltre, negli anni scorsi, la
festa di Montichiari era sempre
coincisa con qualche incontro
organizzato nelle nostre zone,
ben più piccolo, si intende, ma
sempre importante nell’ottica
degli obiettivi che ci siamo
prefissati.
Alla fine abbiamo deciso che,
almeno per quest’anno, era
importante essere presenti, per
tanti motivi: Rivedere Roberto,
che avevamo incontrato per
l’ultima volta più di un anno
fa, essere aggiornati sullo
stato dei progetti per i quali ci
siamo attivamente impegnati
nell’ultimo anno (progetto
agricoltura,
adozioni
a
distanza), incontrare le famiglie
con cui abbiamo condiviso i
nostri viaggi in Etiopia.
Abbiamo viaggiato di notte, per
poter permettere ai bambini di
riposare meglio, sia all’andata
che al ritorno. Dieci ore in gran
parte trascorse a ricordare
le proprie esperienze relative
all’adozione, intervallate da
brevi riposi.
La festa non ci ha delusi:
tantissime persone e bambini
di ogni età che hanno
trascorso la giornata giocando
e correndo da una parte
all’altra nell’immenso spazio a
disposizione.
Abbiamo
partecipato
alla
Santa Messa, vero momento di aggregazione per grandi
e piccini, durante la quale sono state battezzate due
sorelline e quindi al momento conviviale del pranzo.
Roberto ci è apparso un po’ affaticato, ma sempre
pronto ad infonderti con il racconto delle sue esperienze,
quell’energia di cui ognuno di noi ha bisogno per
continuare ad impegnarsi attivamente nelle attività di
volontariato.
Abbiamo saputo che il progetto agricoltura è quasi
ultimato, che le adozioni a distanza, aiuto cardine per
i minori e le loro famiglie che ne vengono beneficiati,
procedono, nonostante le difficoltà nell’inviare le dovute
notizie, soprattutto quelle relative ai minori che vivono nei
villaggi periferici.
Ho avuto modo, relativamente a questo aspetto, di
parlare con padre Berhè, conosciuto nel mio ultimo
viaggio in Etiopia, quando mi ero recato con altri due
amici, presso la povera casa di una bambina che, come
gruppo campano, avevamo fatto venire in Italia per cure
mediche. Lo stato di miseria in cui viveva l’intera famiglia,
ci indusse a sostenerla a distanza. Il sapere oggi che,
con il nostro aiuto, il tenore di vita di questa famiglia è
migliorato, che la piccola ed i suoi fratelli vanno a scuola e
possono mangiare, è stato uno dei momenti di maggiore
felicità vissuti a Montichiari.
La stessa gioia vissuta nel rivedere i piccoli e le loro
famiglie che dal giorno del ritorno da Addis Abeba non
avevamo più incontrato. Ci siamo scambiati le nostre
esperienze, spesso simili, descrivendo con orgoglio, la
vitalità e l’intelligenza dei nostri figli. Non da meno, è
stato bello dare un volto alle tante persone con cui ho
parlato telefonicamente nel corso di questi anni.
Complessivamente abbiamo vissuto un esperienza
positiva, che ha avuto come merito ulteriore, quello di
cementare ancor di più il rapporto creatosi tra le famiglie
adottive della nostra area geografica, tutte convinte nel
voler ripetere, anche in maggior numero, l’esperienza
vissuta quest’anno.
Gruppo famiglie di Benevento
l desiderio di sostenere le
attività del CAE nacque nel
2005
quando
ospitammo
Roberto
Rabattoni
nella
parrocchia di Osnago. Eravamo
da poco tornati da un viaggio
in Etiopia in cui avevamo
maturato la convinzione di
portare a termine il progetto
adottivo.
L’intervento
di
Roberto conquistò molti nostri
compaesani e furono proprio
alcuni di loro a sollecitarci a
un coinvolgimento più attivo
in favore dell’Associazione.
Così iniziò la partecipazione
annuale a “Manifesta”, fiera
del sociale della provincia di
Lecco. Tutti gli anni siamo
presenti con uno stand che
propone oggetti realizzati da
noi e quelli tipici dell’Etiopia.
Grazie a questa manifestazione
abbiamo
conosciuto
altre
associazioni del territorio e così
siamo stati ospiti degli eventi
da loro proposti, ampliando le
occasioni di raccogliere fondi e
diffondere i progetti del CAE.
Pur non essendo un gruppo
numeroso godiamo di una rete
di sostenitori che ci aiutano
a preparare alcuni prodotti,
tra cui le magliette, che da
anni proponiamo alla festa di
Montichiari. Il nostro contributo
è sicuramente modesto ma
convinto e costante. Nel corso
degli anni abbiamo mantenuto
contatti con la famiglia di origine
della nostra bimba adottiva,
di cui abbiamo sostenuto
l’educazione
delle
sorelle.
Questo paese ci ha affascinati
forse perché ci fa sentire un
po’ più utili soprattutto verso
chi è completamente indifeso.
Gruppo famiglia di Lecco
19
Etiopia chiama - n.28/2013
30
I M P R E S S I O N I DI VIAGGIO
Realtà che ci
vengono incontro
dure e spietate
di
TURISMO RESPONSABILE
É la proposta di viaggi
aperti a tutti che vi
proponiamo per il 2014
Laura Panziera
Viaggi del CUORE
I
promotori lo hanno chiamato: ”il viaggio del
cuore” e così è stato. Con il cuore abbiamo sentito
e visto, il nostro cuore si è aperto ma più spesso si è
chiuso di dolore e compassione, inutile cartoccio.
L’impatto con Addis Abeba è brutale: si respira povertà e
degrado, trasuda incuria e miseria. É baracche di lamiera
arrugginita anguste e sudicie, donne che lavorano,
uomini che chiacchierano, bambini famelici e questuanti,
traffico assordante.
Addis Abeba è un caravanserraglio di uomini donne,
bambini, asini, capre, mucche in perpetuo movimento
verso mete a noi sconosciute. É una città in cammino.
Ci resta impressa l’immagine di un esercito multicolore
e stracciato, mite e dimesso impegnato in una sola
battaglia: la sopravvivenza quotidiana.
Durante la nostra permanenza assistiamo al meeting
delle 2500 donne operate quest’anno di prolasso all’utero,
malattia che è la conseguenza e il simbolo della fatica di
essere donna, moglie e madre in questo paese.
Ci commuoviamo per la gioia e la riconoscenza che ci
esprimono con canti, balli, preghiere, per essere nate
una seconda volta grazie all’intervento.
Areka è la sede del “Centro aiuti” in Wollayta, ospita 140
bambini, alcuni in adozione a distanza, altri in adozione
vera e propria, altri che nessuno adotterà perché sono
handicappati o malati di AIDS. Il centro è “un fiore
nel deserto”, pulito, ordinato e funzionale. É gestito
da personale del posto coordinato e supervisionato
dall’onnipresente Roberto Rabattoni. Siamo tutti
affascinati dalla sua non comune personalità, dalla sua
straordinaria capacità imprenditoriale ma soprattutto
dalla sua straripante umanità.
Soddo, Zezencho, Emdibir, Moganasse, Kullit, Wolisso,
Welkite, villaggi e città tra la regione del Wollayta e del
Guraghe, rappresentano tutti tappe importanti del nostro
viaggio: visitiamo orfanotrofi, scuole, ospedali, mensa
20
Etiopia chiama - n.28/2013
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dei poveri; realtà costruite dal
“Centro aiuti per l’Etiopia” e
che ora sovvenziona.
Le diverse realtà ci vengono
incontro dure e spietate e
abbiamo netta la sensazione
che, in questa desolata frontiera
del mondo, l’infanzia non
esista. Ben lontana dall’avere
diritti,
è
semplicemente
negata, calpestata o rubata.
Del resto anche l’essere adulti,
Abbiamo l’impressione
che l’infanzia non
esista, ma anche
l’essere adulti non da
garanzia
uomini e soprattutto donne,
non preserva dall’asprezza
e dalla imprevedibilità della
disperazione, non ha e non dà
garanzia di vita più umana.
Non possiamo fare a meno
di fotografarli questi “ultimi
della terra”. Siamo figli della
spettacolarizzazione di tutto,
anche della miseria.
In compenso i paesaggi che
attraversiamo esplodono di
bellezza e di colore. Questo
immenso altopiano alterna
vegetazione
rigogliosa
a
radure, campi coltivati a
boschi, case di fango a tukul.
E qui, a 1800 metri ma poi a 2500 e a 3000, è difficile
distinguere, separare gli elementi: natura, persone,
animali si confondono, si com-prendono, sono terra
rossa e verde diffuso, sono animalità e umanità in
primitiva fusione e con-fusione.
Concludiamo il nostro viaggio con l’incontro al centro
“Madonna della vita” di Addis Abeba, di alcuni ragazzi
adottati a distanza con i loro benefattori appartenenti
al nostro gruppo. Sono ragazzi/e, bambini/e che grazie
agli aiuti vanno a scuola e guardano al futuro: da grandi
vogliono fare i medici o i poliziotti. Nelle loro mani è riposto
il riscatto, sicuramente lento e faticoso ma possibile di
questo paese lacerato però giovane e bellissimo.
Grazie al “Centro aiuti per l’Etiopia” qualcuno ce la farà e
sarà da monito e sprone perché altri ce la possano fare.
Il nostro volo riparte a mezzanotte del 10 ottobre ma
per il calendario etiope è il 28 settembre 2006. Si è più
giovani in Etiopia e c’è speranza.
Ci restano dentro mille occhi di bambino profondi come
pozzi, mille mani tese a chiedere, tanto bisogno di
essenzialità e di riscoperta di sé attraverso di loro.
Ci restano dentro.
Vogliamo farvi conoscere
l’Etiopia: le bellezze geografiche,
la cultura, la storia, ma vogliamo
anche darvi la possibilità di
toccare con mano ciò che testi e
immagini non possono trasmettere.
Vogliamo farvi comprendere ciò
che ci spinge ad aiutare questo
popolo al quale siamo legati
affettivamente.
Vogliamo farvi toccare con mano
le opere realizzate in questi anni.
Sarà un viaggio dal quale
tornerete profondamente cambiati.
Allegato a questo numero di
“Etiopia chiama” trovate il
pieghevole che illustra l’iniziativa.
Non esitate a chiamarci,
vi aspetta un’esperienza che
non dimenticherete.
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Sono fortunato.
Tutto quà.
di
F
are volontariato in Etiopia con la
nostra Associazione non va inteso
come un’esperienza estemporanea.
Alessandro Vivalda
VOLONTARIATO
H
o riflettuto molto sulla breve esperienza vissuta
in Etiopia ed una cascata di emozioni non mi
permetteva di focalizzare la sensazione rimasta che
ha lasciato un segno indelebile.
Sono fortunato. Tutto qua.
Potevo nascere in uno dei tanti Paesi poveri del mondo,
dove regna la carestia o c’è una guerra, invece no, sono
nato a Cuneo, da una famiglia che mi ha cresciuto con
amore, mi ha dato la possibilità di studiare e mi è stata
vicino nell’approccio del mondo del lavoro. Il destino ha
voluto così, mi sono state date delle possibilità ed io le ho
colte.
Quando vedi i bambini etiopi ti chiedi se loro avranno mai
delle possibilità, cercano di sopravvivere e se ci riusciranno
sarà già un successo.
Vivere l’esperienza del volontariato ti permette di entrare
nell’intimità della vita delle persone e respirare il vissuto di
un popolo che soffre... dopo questo nulla sarà più come
prima... Visitare le scuole, le strutture di prima accoglienza
per i bambini abbandonati e anche gli ospedali. Già... gli
ospedali. Ho visto quello di Soddo. Anche qui ti ritieni
fortunato, in primis perché sei sano e poi perché se ti ammali
hai delle strutture che ti curano e persone specializzate che ti
stanno vicino. In Etiopia se hai la sfortuna di ammalarti (non
patologie particolari ma infezioni o fratture anche banali
dal nostro punto di vista) inizia un percorso drammatico
in stanze fatiscenti, senza acqua corrente e spesso senza
la luce, sempre che tu abbia i soldi per permetterti tutto
questo, altrimenti vieni abbandonato a te stesso e sei in
mano alla Provvidenza.
Vedere di persona quello che sta facendo il CAE ti lascia
stupito. Lo sforzo, la passione e l’impegno che viene messo
è straordinario e lo vedi negli occhi dei bambini di Areka:
gli leggi la speranza. Il CAE gli dà una possibilità e poi
resterà a loro sfruttarla al meglio, ma dare una speranza ad
un popolo, anche se ad una minima parte di esso, è una
cosa straordinaria.
Trascorrere due settimane ad Areka mi ha insegnato che
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T E S T I M O N I A N Z E DI VOLONTARIATO
l’aiuto è fatto di piccoli gesti,
come costruire un canestro e
giocare con i bambini i quali
poi ti ringraziano per la giornata
trascorsa insieme, aiutare a
spostare un mobile, lubrificare
porte e finestre, accompagnare
i ragazzi a scuola, andare a
Messa la domenica, guardare
un film tutti insieme e decine
di altri episodi quotidiani...
momenti di Vita Vissuta!
L’opera di volontariato
è fonte di crescita
personale
Questo, mentre adempivo al
mio compito di sistemare le
medicine nella piccola infermeria
del Centro. Non potrei definirlo
una lavoro, è stato divertente.
I bimbi facevano a gara per
aiutarmi ed è stata una grande
soddisfazione
vedere
tutto
pulito ed ordinato facilitando
così il lavoro delle infermiere.
Ma venire ad Areka ti insegna
una cosa che ormai abbiamo
dimenticato, quella di apprezzare
le cose semplici: schiacciare
l’interruttore ed accendere la
luce, aprire il rubinetto ed avere
acqua, mangiare regolarmente
tutti i giorni.
Grazie a voi del CAE che
avete permesso a me, mia
moglie Cristina, Claudia e
L’azione diretta sul campo rappresenta
un fondamentale passaggio esperienziale
che aiuta a comprendere e testimoniare
l’attività del Centro Aiuti per l’Etiopia e i
bisogni del popolo etiope. L’obiettivo del
volontario dovrebbe essere quello di un
coinvolgimento a lungo termine, anche
in Italia, prima e dopo la partenza, in un
percorso di crescita all’interno dei gruppi di
volontariato dell’Associazione.
Ciò che richiediamo al volontario è la
condivisione dei principi di base del nostro
operato, un interesse sincero nei confronti
delle attività che stiamo portando avanti,
apertura e flessibilità mentale, attitudine al
dialogo e al lavoro di gruppo, disponibilità a
mettere in discussione i propri pregiudizi e
capacità di adattamento a condizioni di vita
molto diverse rispetto a quelle a cui siamo
abituati.
Le attività che si possono svolgere nelle
nostre strutture sono le più varie e verranno
adeguate alle esigenze del momento
Maurizio di vivere tutto questo!!
Ci impegneremo a continuare
anche dall’Italia il lavoro del
CAE con l’obiettivo di leggere
ancora speranza negli occhi dei
bambini. Perchè se la leggiamo
nei loro occhi, la troveremo
anche nel nostro cuore.
Ameuseuganallo Etiopia per le
emozioni vissute.
La Cappella del Villaggio
Madonna della Vita
tenendo conto delle attitudini di ciascuno.
Al momento necessitiamo di figure quali
falegnami, idraulici, elettricisti, “tuttofare” e
di persone che possano garantire presenze
medio lunghe (1-3 mesi). Permanenze per
periodi brevi verranno comunque valutate
anche per attività di altro tipo.
Nello spirito della nostra Associazione
precisiamo che il volo aereo e la copertura
assicurativa obbligatoria sono a carico
del partecipante e che viene richiesto un
contributo di rimborso spese per vitto e
alloggio di 10 Euro al giorno.
Chi fosse interessato può scaricare e
compilare la scheda “aspirante volontario“ dal
nostro sito internet www.centroaiutietiopia.it
nella Sezione: Cosa puoi fare ->
Diventa Volontario -> in Etiopia
ed
inviarla
a
giovanna.minoggio@
centroaiutietiopia.it.
Per info:
Centro Aiuti per l’Etiopia onlus Verbania
tel. 0323/497320
fax 0323-583062
Ti aspettiamo !
Grazie !
Messe di suffragio
Cari benefattori amici di Signor Rabattoni, vi saluto dall’Etiopia.
Ecco voglio ringraziarvi per la vostra generosità con le intenzioni delle messe.
Io Padre Hailegiorgis-Eshete, faccio Capellano nel vilaggio di Madonna della
Vita aiutato e sostenuto da Signor Rabattoni e voi benefattori. Grazie che ci
sostenete con le intenzioni delle messe che sarà di un grande aiuto a me e ai
poveri che aiuto. Per favore continuate a mandarci le intenzioni delle messe.
Grazie e rimaniamo uniti nella preghiera. Grazie con cuore
Padre Hailegiorgis-Eshete
La vita dei bambini all’interno del Villaggio Madonna della vita, scorre
ritmata dalle attività della giornata, al centro della quale sta la Celebrazione
Eucaristica.
Ogni giorno Padre Hailegiorgis celebra la Messa con i bambini ospiti del
villaggio, questi pregano regolarmente per i loro genitori e per i loro futuri
genitori adottivi.
É possibile far celebrare messe in suffragio per i propri defunti telefonando
al nostro ufficio e manifestando l’intenzione, oppure nel bollettino con cui
invierete un’offeta libera, sarà sufficiente scrivere nella causale: “Messa per:
. . . . . . . . . . indicando il nome del defunto cui volete sia officiata la messa.
Le offerte saranno devolute ai poveri della città.
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Etiopia chiama - n.28/2013
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I N I Z I A T I V E DI SOLIDARIETÀ
Il Sannio per l’Etiopia
9.000 km
per un
ospedale
I
Alessio Sannino
INIZIATIVE
C
on, Marco Russo e Poderosa (la moto), abbiamo
attraversato 5 Stati, percorso 9.000 km, conosciuto
persone meravigliose ed anche incontrato ostacoli, ma lo
abbiamo fatto per mettere in luce l’emergenza sanitaria
del paese e far conoscere la risposta che l’Associazione
Claudia per l’Etiopia ed il Centro Aiuti per l’Etiopia hanno
dato finanziando la costruzione di un ospedale modello. Un
grossissimo traguardo!
Partiti dall’Italia il 6 Aprile 2013 siamo arrivati a Soddo
dopo ben 38 giorni, nei quali abbiamo vissuto situazioni mai
incontrate prima. Viaggiare significa mettere le emozioni
davanti a tutto, perché sono quelle a guidarti, perché ogni
metro che percorri è diverso da quello precedente. Da una
parte sei felice mentre dall’altra sei destabilizzato dal sali e
scendi di emozioni, una sensazione stupenda!
Arrivare ad Areka al Centro Giovanni Paolo II, è stata
una gioia infinita. Avevamo portato a termine il viaggio e
tutte le preoccupazioni. Ce l’avevamo fatta! Poi… però è
incominciato un altro “viaggio”, quello della scoperta del
Volontariato!
Al Centro abbiamo aiutato i volontari Sara e Alessio, dando
una mano dove serviva, rendendoci utili il più possibile.
Siamo rimasti tre settimane e queste mi hanno cambiato la
vita! Appena ho visto tutti quei bambini ho voluto ascoltare
le loro storie emozionanti. Ho voluto bene ad ogni bambino,
ed ognuno mi ha lasciato un sorriso. In cuor mio so che un
giorno li rivedrò!
Il presidente del CAE, Rabattoni, uomo straordinario, ci ha
accolto a braccia aperte e ci ha portati a vedere il nuovo
Ospedale. Ero felice ed entusiasta mi sono commosso
nel vedere la costruzione finita! Dopo quattro anni che ti
adoperi per un progetto, vederlo realizzato, ti tocca il cuore!
L’entusiasmo però è durato poco perché siamo poi entrati nel
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Etiopia chiama - n.28/2013
vecchio Ospedale, che è davvero
in condizioni disastrate: i medici
non hanno materiale e quindi
sono costretti a riutilizzarli, la
gente rimane nei corridoi perché
alcune stanze sono inagibili,
l’odore, i lamenti delle persone,
i bambini malati… Indescrivibile!
Così prometto a me stesso che
devo fare qualcosa e chissà,
magari nascerà qualche altro
Progetto!
Dopo questa esperienza, invito
chi, dentro di sé ha anche una
minima voglia, di provare a fare
volontariato, perché cambia la
vita!
Il
Viaggio
lo
abbiamo
documentato
giorno
per
giorno con foto e video sul sito
internet www.claudiailviaggio.
com, per portare più persone
a conoscenza del Progetto di
Emergenza Sanitaria.
L’ Etiopia ha bisogno di una
mano!
Questa esperienza mi ha
cambiato. Cambia tutto, il modo
di vivere, il modo di pensare, il
modo di agire… e ti lascia un
vuoto quando torni in Italia,
che puoi riempire solamente
tornando!!!
l 2013 è stato per il nostro gruppo un anno ricco di
soddisfazioni. Siamo come una grande famiglia e il veder
crescere a poco a poco il numero di coloro che adottano
in Etiopia, è fonte di gioia e felicità. In questi anni tutti
coloro che hanno adottato giuridicamente hanno capito che
è importante continuare a mantenere un filo diretto con il
paese di provenienza del proprio bimbo, per contribuire alla
realizzazione di opere di interesse sociale. Con questo spirito
abbiamo ultimato da due anni la casa di accoglienza “Geny
Tranfa” ad Areka, che ospita bambine affette da handicap
ed ora siamo impegnati nella raccolta fondi per la costruzione
della casa di prima accoglienza “San Nicola”, ad Areka, che
ospiterà i piccoli abbandonati che saranno successivamente
indirizzati verso il percorso adottivo. I lavori sono iniziati da
pochi mesi e procedono rapidamente. L’inaugurazione è
prevista per aprile 2014.
In questa raccolta siamo supportati dalla comunità parrocchiale
di un piccolo comune della provincia di Benevento, Fragneto
Monforte, guidata da don Donato D’Agostino, che ha
adottato il nostro progetto ed ha organizzato numerosi eventi
indirizzati a tal fine; per esempio il raduno internazionale
delle mongolfiere, per il quale il paese è famoso. Un grosso
supporto viene garantito anche dalla società “Betelgeuse” di
Benevento che, negli ultimi anni, dona il ricavato di un’intera
giornata del “Sannio Fest” alle nostre iniziative. I maggiori
ricavi degli ultimi anni sono dovuti alla loro collaborazione e
di ciò non possiamo che esserne grati a tutti i soci.
Molti degli appuntamenti che organizziamo hanno cadenza
annuale e, se riusciamo a ripeterli, lo dobbiamo a tanti amici:
l’associazione “Agorà” e gli abitanti di San Pietro Irpino,
l’agriturismo “Caseria” in Castelfranco in Miscano, la fattoria
didattica “La Cinta” e tanti altri.
L’adesione delle famiglie del nostro gruppo alle varie
manifestazione così come ad altri incontri conviviali che
organizziamo fa si che il gruppo si senta unito, ed è bello
vedere i nostri figli crescere mantenendo stretti rapporti con
gli altri bambini adottati. Si conoscono tutti ed accolgono
con gioia gli ultimi arrivati. A poco a poco, nei più grandicelli,
cresce la consapevolezza del dover contribuire nel loro
piccolo, agli eventi organizzati. Così li vedi spesso dietro i
banchetti vendita, insieme ai loro genitori, aiutandoli a
prendere e spostare oggetti.
Un aspetto non secondario dell’attività svolta nel corso di
tutto l’anno, è il benessere psicologico che ne deriva per
tutti noi. Trovarsi per progettare opere a costi ben definiti,
pianificare le manifestazioni
da cui ricavare le somme per
finanziare i progetti, organizzare
le domeniche per le visite nelle
parrocchie per promuovere
le adozioni a distanza, sono
solo alcune delle attività che
svolgiamo che ti danno uno
scopo, ti fanno sentire utile, in
una nazione che sembra aver
perso ogni slancio ed in cui la
mediocrità la fa da padrona.
Gruppo famiglie di Benevento
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Etiopia chiama - n.28/2013
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S O L I D A R I E T À CONCRETA
Per Natale fai un
regalo solidale,
aiuta chi ha bisogno
PROGETTI
Centro di accoglienza
Giovanni Paolo II di
AREKA
Acqua per la vita
Il centro ad oggi ospita circa 120
bambini da 0 a 14 anni ammalati
di HIV, cerebrolesi, non vedenti o
paralizzati.
Necessitiamo di fondi per pagare
le accudienti, i fisioterapisti, le
cuoche, gli addetti alla pulizia
e i giardinieri. Anche l’attività
agricola necessita di denaro per
lo stipendio dei braccianti, per
l’acquisto delle sementi, di attrezzi
vari e del carburante per il trattore
e l’autocarro.
Per sostenere il Centro puoi
contribuire con un offerta libera.
Villaggio Madonna della
Vita di Addis Abeba
Il Villaggio Madonna della Vita è
la struttura dove ospitiamo gli orfani
in attesa di adozione internazionale.
Progetto Personale medico
e paramedico:
Nel villaggio i bambini vengono
assistiti da personale medico e
paramedico presente all’interno
della struttura.
Puoi contribuire per:
1 mese di lavoro di un’infermiera 120
1 mese di lavoro del pediatra
200
Euro
Euro
Progetto Scuola:
Gli ospiti del Villaggio Madonna
della Vita, necessitano di un
minimo di corredo scolastico.
Inviaci la tua offerta per:
26
Etiopia chiama - n.26/2012
n.28/2013
40
Euro
Vi proponiamo una
sintesi dei progetti per
cui abbiamo sempre
bisogno del vostro
contributo.
Ricordiamo
che le donazioni a favore
del Centro Aiuti per
l’Etiopia, Onlus di diritto,
sono deducibili o detraibili:
Erogazione deducibile ai
sensi e per gli effetti dell’art.
14 comma 1 del D.L. 35/05
convertito in legge n. 80
del 14/05/2005 oppure
detraibile per le persone
fisiche ai sensi dell’art. 15,
comma 1 lettera i-bis del
D.P.R. 917/86 e deducibile
ai sensi art. 100, comma 2,
lettera h del D.P.R. 917/1986
per le imprese.
Si consiglia di verificare la
normativa più favorevole in
base al proprio reddito.
Per usufruire di questa
possibilità occorre
conservare la ricevuta della
donazione, sia postale che
bancaria.
Nella causale indicare
sempre
il progetto prescelto
In Etiopia, nelle zone dove
l’acqua non manca, viene prelevata
da rigagnoli, pozze, ruscelli o fiumi
e trasportata nei villaggi dalle
donne e dai bambini in taniche
spesso sporche per usi alimentari.
Negli stessi corsi d’acqua, le donne
vi lavano i panni, talvolta uomini e
bambini vi fanno il bagno, mentre
agli stessi corsi d’acqua accedono
anche animali per dissetarsi o per
guadarli. Nei tukul, l’acqua non
viene bollita, perché la legna é un
bene prezioso e va risparmiato.
Conseguenza di queste abitudini
sono malattie di vario genere che
portano anche alla morte adulti e
bambini.
In altre zone, la siccità costringe
le donne o i bambini a ore di
cammino per raggiungere un
corso d’acqua non potabile o, nel
migliore dei casi, un pozzo.
Per porre parzialmente rimedio
a questo stato di cose, da
anni raccogliamo fondi per far
scavare pozzi nei villaggi da ditte
specializzate.
Per trovare l’acqua, spesso
occorre scendere a 50, 80 o più
metri e questo è possibile soltanto
con una trivella.
Il
pozzo
viene
ovviamente
consegnato con generatore di
corrente, pompa, tubazioni e
serbatoio per la raccolta, e una
fontana con più rubinetti per la
distribuzione.
Puoi contribuire al miglioramento
della qualità della vita di queste
popolazioni sostenendo il progetto
con contributi liberi di qualsiasi
importo.
Ospedale di Soddo
In Etiopia Tetano, difterite,
morbillo e diarrea spesso sono
causa di
morte in particolare
tra
i
bambini.
Poliomielite,
pertosse, malaria e altre patologie
endemiche sono le caratteristiche
della vita quotidiana.
Il nuovo centro medico di Soddo
sarà interamente destinato alle
cure materno-infantili diventerà
il punto di riferimento territoriale
per avviare azioni di prevenzione
e sensibilizzazione rivolte alla
salute materno-infantile, partendo
dalla promozione dei parti assistiti
in ospedale e da attività di
prevenzione al prolasso uterino
delle donne.
Il parto in ospedale
Per ridurre i decessi e le
complicanze da parto per le
mamme, i traumi, le malformazioni
e complicanze di ogni genere per
i bambini, nelle aree dove vi sono
ospedali, unitamente al Ministero
della Salute, faremo una grande
sensibilizzazione
affinché
le
donne partoriscano in ospedale,
ma è indispensabile la vostra
generosità, perchè in Etiopia non
esistono forme mutualistiche di
assistenza sanitaria.
Per salvare una vita sono sufficienti
30 Euro. Tanto poco basta per far
nascere un bambino in ospedale.
Rinunciamo al nostro superfluo ed
evitiamo ad una donna e al suo
bambino le complicanze del parto.
Borsa di studio a Zuway Una coperta per i
Sono disponibili presso la sede profughi
profili di studenti della scuola
superiore della località di Zuway.
Il costo annuale degli studi va
dai 390 Euro ai 500 Euro. I costi
coprono le spese connesse al
materiale scolastico, trasporto,
divisa, iscrizione, pasti, vitto e
alloggio.
Progetto “Istruzione”
L’istruzione
è
l’elemento
fondamentale che permette ad
un individuo di conoscere, quindi
di riscattarsi dalla condizione di
sudditanza intellettuale e di lottare
per il miglioramento.
Offri un mese di:
istruzione ad un giovane
20
aiuto ad uno studente che ha
bisogno di alloggio
70
Offri un anno di studio ad un
piccolo profugo 200
Offri una borsa di studio:
- ad uno studente di falegnameria 500
- per l’università ad un profugo
sudanese
1.000
- ad uno studente di meccanica 1.000
- per un infermiere a Wolisso 1.000
Aiuta una persona che vuole
specializzarsi come maestro
1.000
Euro
Euro
Euro
Euro
Euro
Euro
Euro
Euro
“Viaggi della speranza”
Il progetto prevede il trasporto
in Italia (se minori, anche dei
genitori), o se possibile, la cura
in Etiopia, Eritrea o Sudan, di
bambini, giovani o adulti.
1 giorno di degenza in una
struttura sanitaria etiope
italiana 1 biglietto aereo per l’Italia
20
200
800
Euro
Euro
Euro
CENTRO AIUTI
per l’ETIOPIA
1983
Il vostro aiuto
per ridare
speranza
Kit per un anno scolastico comprendente
quaderni, pastelli, tempere, biro, matite
per un bambino
30
2013
trent’anni di solidarietà
Con l’intervento umanitario
Emergenza coperte il Centro Aiuti
per l’Etiopia ha distribuito più di
4000 coperte ai profughi, oltre
6000, abitanti il campo di Dembi
Dollo località situata a circa
700 km a ovest di Addis Abeba
nella
Regione
amministrativa
dell’Oromia, vicino al confine con
il Sudan. I profughi, provenienti
dalla zona di Harar sono arrivati in
questi zone dieci anni fa nel primo
esodo. Questo gruppo aveva
ricevuto dal governo dei terreni
da coltivare, mentre la successiva
ondata di profughi, quattro anni
dopo, non ha beneficiato di alcun
sostegno da parte dello stato
e tutt’oggi vive in condizioni di
estrema necessità in ricoveri di
fortuna. Essi sono costituiti da
capanne di cellophane, sterpaglie,
rami, sacchi, ripari nei quali vivono
adulti e bambini. Poche pentole,
alcune suppellettili, in genere una
tanica di plastica usata per l’acqua
e pochissimo altro arreda questi
spazi che si riempiono di acqua
e fango durante la stagione delle
piogge e di polvere in quella secca.
Ancora molte sono le persone che
ogni giorno devono fare i conti
con difficilissime condizioni di
vita, la fame e la sete. Le coperte
hanno garantito a queste persone
di potersi riparare dal freddo della
stagione delle piogge. Con soli
12,00 euro regali una coperta.
Progetto “Abbandonati”
In Etiopia essere lebbroso,
ammalato,
diversamente
abile, anziano, significa essere
abbandonato da tutti e costretto a
vivere sulla strada in attesa della
morte.
Per un mese:
mantieni un non vedente
25 Euro
aiuta un anziano
25 Euro
mantieni un lebbroso
30 Euro
sostieni un diversamente abile
30 Euro
offri ad un ammalato cure mediche
nei villaggi assistiti dal CAE 40 Euro
acquista un triciclo elettrico
per un disabile
3.000 Euro
Dona ora
Bonifico bancario
Beneficiario: Centro
Aiuti per l’Etiopia
Via 42 Martiri,189 - 28924 - Verbania Fondotoce (VB)
Banca: Intesa SanPaolo - Mergozzo (VB)
Descrizione/Causale: OFFERTA per . . .
IBAN: IT48 E0306 94551 00000 01664 172
27
Etiopia chiama - n.28/2013
C/C Postale N° 11730280
“Etiopia: Un mondo da scoprire”
- Verso l’adozione - Un insegnante, due medici
e una psicologa/psicoterapeuta si sono uniti
per scrivere un breve volume pensato per
accompagnare chi si prepara ad affrontare il
percorso della genitorialità adottiva.
A un breve inquadramento storico, geografico
e culturale dell’Etiopia, seguono informazioni
di carattere pratico utili per il soggiorno. Per
il ritorno a casa un esaustivo vademecum di
informazioni sanitarie e una incoraggiante
serie di risposte a dubbi e ansie che talvolta
attanagliano la psiche.
Offerta minima: 10 Euro (72 pag. - 12 illustrazioni
in BN)
“La nostra storia” - Racconti di adozione -
Scritto, pensato e raccolto da genitori che
vivono l’esperienza dell’adozione giuridica,
è un volume che non ha altra pretesa che
quella di essere una raccolta di testi a tema,
non vuole dare suggerimenti o soluzioni, ma
semplicemente far conoscere il mondo di
emozioni che pervadono questa avventura.
Offerta minima: 12 Euro (184 pag. - 16 a colori)
SOMMARIO
Vita dell’Associazione
2 Con il dono della fede ...
16 Festa delle famiglie
Progetti di solidarietà
4 Ghimbi
8 Viaggi della speranza
12 Adozione a distanza
Solidarietà e cooperazione
14 Le opere
Impressioni di viaggio
20 Viaggi del cuore
Testimonianze di volontariato
22 Sono fortunato. Tutto quà.
Iniziative di solidarietà
24 9.000 km per un ospedale
25 Il Sannio per l’Etiopia
26 Progetti
Etiopia chiama
Notiziario di informazione del
Centro aiuti per l’Etiopia
Anno XIV, n. 28, dicembre 2013
“Il mio nome è Medhanit”
L’adozione giuridica, come la nascita di un
figlio, è un’esperienza che ti cambia la vita e
non ti abbandona più.
Un padre veterinario, in una narrazione che
intreccia professione e famiglia, attraverso le
storie dell’una e dell’altra ci accompagna in un
percorso sempre più coinvolgente, fino a che,
pagina dopo pagina, ci accorgiamo di sentirci
più vicini a chi ha sofferto e comprendiamo
meglio il bisogno di ogni essere umano di
vivere nella gioia.
Offerta minima: 15 Euro (70 pag. - 12 illustrazioni)
Per informazioni o richieste di invio di una
o più copie telefonare alla sede dell’Associazione
(0323 497320), aperta dal lunedì al venerdì dalle
9:00 alle 12:30 e dalle 14:00 alle 17:30.
GRAZIE
N.B.: Per tutte le spedizioni con importi inferiori a
20 Euro è richiesto un contributo di 5 Euro per
le spese di spedizione.
28
Etiopia chiama - n.28/2013
Centro Aiuti per l’Etiopia
-Associazione ONLUSVia quarantadue Martiri, 189
28924 Verbania Fondotoce (VB)
Tel. 0323/497320 - Fax 0323/583062
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Autorizzazione Tribunale di Verbania
n. 4 del 28/08/2006
Direttore Responsabile: Enrico Guenzi
Redazione: Via quarantadue martiri,
189 - Verbania Fondotoce (VB)
Periodicità: Semestrale
Editore: Centro Aiuti per l’Etiopia
Stampa: Pressgrafica
- Gravellona Toce (VB)
Hanno collaborato: R. Castelli,
M. Gorlani, L.Panziera, A.
Sannino, D. Simeone, T. Berhè,
A. Vivalda, i gruppi famiglia di
Benevento, Brescia, Lecco, Monza
e Brianza e Varese.
Le immagini sono dell’archivio del
CAE o gentilmente concesse dalle
famiglie Bonometti, Carrera,
Gorlani, Mosso Rinoldi, Orsa,
Sannino, Simeone, Vivalda e da
M. Albizzati, V. Amato.
Centro Aiuti per l’Etiopia -Associazione ONLUS-
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