Giornalino 2A - Istituto Aleardo Aleardi

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Giornalino 2A - Istituto Aleardo Aleardi
2A
Europea
…ALEARDI NEWS…
SPERIMENTANDO…
Quest’anno, con la professoressa Roncolato, siamo
riusciti a fare un esperimento riguardante la fisica e la
chimica, mettendoci alla prova in diversi gruppi.
Infatti, noi, Alberto e Andrea, ci siamo cimentati nella
creazione dell’esperimento “LE MACCHINE VOLANTI”.
Per fare questo abbiamo usato: macchine, colla,
cartoncino colorato, molle e smarties.
Le macchine erano “appese” a delle molle, gli sartie
rappresentavano i semafori per i loro colori accesi,
gialli, verdi e rossi.
Anche se non abbiamo vinto, ci siamo comunque
divertiti un sacco, e speriamo che questo concorso sia
piaciuto anche ad altri ragazzi, perché secondo noi è
stato utile imparare allegramente un po’ di scienze.
Andrea Padovani e Alberto Agostini
IL MIO TEATRO
Adoro recitare e il mio sogno più grande è quello di
diventare un’attrice; ecco perché insieme alla mia
migliore amica Beatrice, ci siamo iscritte ad un corso di
teatro.
All’inizio eravamo un po’ “impaurite” perché comunque
eravamo considerate “quelle nuove”, ma dopo questa
sensazione se ne è andata perché quando recito, mi
sento me stessa e non ho paura del giudizio degli altri.
Tra una settimana ci sarà lo spettacolo di fine anno al
quale abbiamo lavorato molto; provo un po’ di ansia
ma, se da un lato, ho un po’ di angoscia, dall’altro non
potrei essere più felice perché significa che mi sono
impegnata per ottenere quello che volevo.
Durante il percorso sono cresciuta molto: io e Beatrice
abbiamo sviluppato al meglio le nostre capacità e
abbiamo “tirato fuori” il nostro carattere; ora siamo più
forti, non siamo più timide come prima e anche la
nostra amicizia è diventata ancora più speciale!
Ognuno di noi ha un sogno, e deve crederci e lottare per
raggiungere i propri obiettivi perché nessuno li
regalerà.
Caterina Ridolfi
A.S. 2012-2013
USCITA IN FARMACIA
UNA FIABA NATA DALLA MIA FANTASIA…
Mercoledì 15 maggio siamo andati, tutti insieme, a
imparare qualche informazione principale e
fondamentale sull’uso dei farmaci. Ci siamo riuniti tutti
alla farmacia comunale Olimpia di Verona, dove
abbiamo conosciuto la dottoressa Paola Rita
Passilongo che ci ha seguito per tutta la giornata nelle
attività svolte. Abbiamo appreso molte nozioni
importanti che ci saranno utili per tutta la vita.
Abbiamo effettuato anche un test dove io e Alyssa
abbiamo meritato il massimo del punteggio; inoltre
abbiamo creato una crema per il petto. Secondo me è
venuta davvero bene però non aveva la profumazione
dell’originale! probabilmente perché mancavano gli oli
essenziali! Questa è stata un’ uscita davvero molto
interessante, perché siamo stati seguiti da una persona
che era simpatica, ma anche capace di trasmettere
informazioni un po’ difficili a noi piccoli. Ci ha aiutato a
diventare grandi.
“La leggenda della principessa Neve e il principe Blizzard”
C’era una volta nel lontano Polo Nord un paesino bello e
tranquillo, governato da un giovane re che purtroppo era
rimasto vedovo molto presto; infatti la regina era morta dando
alla luce una bella bambina che aveva la pelle talmente bianca e
delicata e per questo era stata chiamata Neve.
Il re non potendo governare da solo, aveva sposato in seconde
nozze la regina di un regno vicino, ma la donna era perfida e
cattiva e trovava la piccola Neve un ostacolo alla sua felicità.
Gli anni correvano velocemente e Neve avrebbe festeggiato i
suoi diciotto anni, però ignorava il fatto che, a suo padre era
stato consigliato dalla sua perfida moglie di dare in sposa Neve
ad un re molto potente e più anziano di lei.
I regnanti da questo matrimonio avrebbero ricavato molti
privilegi.
Intanto Neve si divertiva molto all’aria aperta, e un giorno si
imbatté in un giovane principe, Blizzard, che la salvò
dall’aggressione di un orso polare.
I due si innamorarono perdutamente sin dal primo incontro, ma
quando la regina lo venne a sapere, fece di tutto per separarli.
Il re promesso sposo a neve, appena saputo che la sua sposa
amava un altro, e decise di punire i due giovani, ordinando a usa
perfido mago di trasformare Neve in neve e Blizzard in vento.
E purtroppo ciò avvenne.
La leggenda narra che quando i due innamorati si incontrano, si
trasformano in una tormenta di neve proprio come il loro
amore, sfortunato e tormentato.
Andrea Padovani
Gabriella Bonioli
BARZELLETTE
Dea della bellezza, della sapienza, dell’armonia e dell’amore.
Era incredibilmente bella con occhi tra il blu e il viola, capelli
lunghi e biondi con una pelle bianca come la neve.
Sapienza perché sapeva cose che nessun altro poteva sapere.
Armonia perché sapeva togliere la disperazione dai casi più
elevati, ed era baciata da un grande senso di umorismo.
Amore, perché sapeva far innamorare tutti di lei e le persone o
gli animali più feroci tra loro ma lei era innamorata di un solo
uomo, Ocram Aittam.
Non poteva dirlo a nessuno perché Ocram Aittam non era un dio
e, a causa della legge mortale, Ocram Aittam sarebbe morto
mentre Nadrank Lee avrebbe sofferto d’amore.
Lei così decise di fare un incantesimo: se lui l’avesse amata
veramente sarebbe sopravvissuto come un dio.
Ocram accettò, venne fatto l’incantesimo ,diventò dio della
giustizia…Lei non sapeva ancora che, con quel gesto, gli avrebbe
donato la vita, la forza e la speranza che un giorno si sarebbero
incontrati nuovamente.
Francesca Franchini
PANINI ALLA PIASTRA
Che cosa dice un panino a un altro panino?
Che faccia tosta che hai!
RITARDO CRONICO
Luigi arriva tardi a scuola e la maestra lo rimprovera:
- Luigi, è già la quinta volta che arrivi tardi questa settimana!
Che cosa devo pensare?
- Che è venerdì, signora maestra!
FETTE DI SALAME
Qual è il colmo per un salumiere?
Avere le fette di salame sugli occhi!
GALLI SOTTO TERRA
Cosa fa un gallo sottoterra?
Le gallerie!
GALLI SUI CAVALLI
Cosa fa un gallo su un cavallo?
Galloppa
Gabriel De Carvhalo
LA SCOPERTA DI SOFIA
Circa due anni fa, in un piccolo anzi piccolissimo paesino del Veneto, viveva una bambina con la sua famiglia, composta da: la mamma
Anna, il papà Carlo e le due sorelle Maria e Luisa e ovviamente lei, Sofia.
Gli abitanti del paesello erano veramente pochi tanto che si conoscevano tutti.
Una sera di maggio, la mamma era andata a vedere la partita di pallavolo di Maria e Luisa, mente il papà era andato a una cena di
lavoro. Sofia era quindi rimasta a casa da sola ma lei aveva solo cinque anni, perciò continuava a chiedersi se si erano dimenticati di
lei.
Dopo un’ora circa suonarono alla porta. Sofia aprì ed ecco che le apparve nonno Pino.
“Come sta il mio soldato?”- disse con un tono da generale!
“Nonno, io sono una principessa è Luisa il soldato” - gli rispose Sofia.
Il nonno un po’ confuso scosse la testa e disse: “Ma certo, tu sei Sofia. Il mio oculista mi deve proprio cambiare questi occhiali”.
“E’ già”- rispose la bambina, che andò in camera a giocare con le sue bambole mentre il nonno sdraiatosi sul divano crollò
immediatamente in un sonno profondo.
Sofia, arrivata davanti alla porta della sua camera, si spaventò terribilmente nell’udire due stridule vocine che urlavano: “Aiuto!
Aiuto!”.
La bambina, nonostante tremasse dalla paura, iniziò a cercare la fonte di quelle urla, ma non riusciva a capire da dove provenissero
esattamente. Cerca cerca, aprendo il cassetto del suo comodino, si trovò dinnanzi due piccoli gnomi che, contenti di essere stati
trovati, dissero: “Tu ci hai salvato la vita! Ancora poco rinchiusi qui dentro e sarebbe finito l’ossigeno. Oh scusami, non ci siamo
nemmeno presentati, io sono Gusto lo gnomo cuoco lei invece è Scienza la gnoma scienziata”.
Sofia, ancora sconvolta dalla scoperta che aveva fatto e con la voce tremolante chiese: “Cari amici, io sono Sofia ma spiegatemi come
siete finiti nel mio cassetto. Ancora non riesco a credere che realmente davanti a me si sono materializzati due gnomi. Ma siete sicuri
di essere veri o è solo frutto della mia fantasia?”
-“Ma che fantasia e fantasia! Ci siamo ritrovati qui dopo che cercavamo un nascondiglio sicuro per sfuggire a gnoma Miss
Acconciature, la gnoma parrucchiera, che si era messa in testa di tingerci i nostri meravigliosi capelli e la mia folta barba. Sia mai che
qualcuno si permetta di toccarmela! Ora però è davvero tardi ma mi raccomando, non devi dire a nessuno che ci hai conosciuti
perché se un adulto viene a scoprirlo noi ci estingueremo per sempre. Se vuoi contattarci chiama il numero quadrifoglio stella fiore
quadrifoglio luna stella quadrifoglio con questo magico telefono che ti lascio mentre, se vuoi venire a trovarci abitiamo in via
Tuttofare n. 4. E’ la casa a forma di cappello multicolor. Mi raccomando, acqua in bocca!”.
Sofia, ancora incredula dell’accaduto, sentì aprire la porta di casa; la mamma e le sue sorelle erano tornate vittoriose dalla gara. La
bambina si precipitò a nascondere il magico telefono nel timore che qualcuno potesse trovarlo.
Da quel giorno, ogni volta che Sofia rimaneva a casa da sola, per lei era l’occasione giusta per chiamare i suoi nuovi amici e farsi venire
a trovare. Fu così che la bambina non si sentì mai più sola.
Caterina Ridolfi
LA MIA SCUOLA
Nella mia bella scuola
il tempo vola.
Tra materie, progetti e lezioni
abbiamo il tempo di fare i compiti con i nostri libroni.
Matematica, Scienze, Geometria, Tecnologia e Geografia
sono una gioia tanto che volano subito via,
Italiano, Spagnolo, Tedesco, Musica, Arte e Inglese
anche se l’anno è quasi finito, non sembra passato
nemmeno un mese.
Ma quando arrivano
Ginnastica, Madrelingua , Religione e Storia
sembra una magia tanto che il tempo vola subito via.
Un ringraziamento speciale alla nostra Preside
che con tanto amore
manda avanti questa scuola
che si fa tanto onore.
Caterina Ridolfi
Questa filastrocca
Non sciocca
Parla di una pannocchia
Agile e furbocchia
Che ogni giorno in parrocchia
Legge una filastrocca,
Non sciocca
Che parla di una pannocchia
Bella ma non cotta
Agile e furbacchiotta
Con la ranocchia
Ridacchiotta.
Con l’amica biscotta
Mangiano una bella albicocca
mentre vanno via dalla parrocchia
e ritornano a casocchia.
Riccardo Santi
I miei nonni materni si sono trasferiti in Australia per l’attività lavorativa di mio nonno (Dirigente FIAT) nei primi anni ‘60 e …
nel ‘66 nasce la loro secondogenita Antonella: mia mamma. Trascorre l’intera infanzia fino agli 11 anni nella città di Sydney.
Frequenta prima il Kindergarten e poi la Primary School fino al quinto anno a Sydney.
La giornata di scuola inizia alle ore 9:00. L’accoglienza degli allievi della scuola era nel grande cortile dove tutte le mattine ci si
riuniva per classi e, dopo il saluto alla bandiera nazionale generalmente con un inno, si marciava ordinatamente a due a due a
ritmo di musica.
La giornata proseguiva nelle proprie aule con le varie attività e materie.
Le lezioni possibili si svolgevano preferibilmente all’aperto. Ginnastica e l’attività di nuoto obbligatoria venivano svolte
settimanalmente. La pausa per il pranzo, che ogni allievo si portava da casa o che poteva acquistare tra alcuni prodotti freschi
(panini, pie, frutta fresca, bottigliette di latte aromatizzate…) direttamente al TUCK SHOP della scuola, durava circa un’ora.
Le materie del pomeriggio prevedevano sempre attività pratiche(ginnastica, disegno/pittura, attività di “show and tel”,cucito,
prove marce…). Durante il tempo libero invece si svolgevano le diverse attività extra scolastiche come danza,studio di uno
strumento musicale oppure semplicemente giocare con gli amici vicini di casa. Durante il fine settimana si andava al mare,
generalmente in barca; infatti l’uso della barca è molto comune tra gli Australiani, come tante altre attività nautiche tra cui il
windsurf e il surf.
Mia mamma ricorda però quanto fosse difficile in quegli anni vivere in Australia essendo di origine italiana. Nonostante la
cultura italiana fosse già molto viva, anche nell’uso del lessico, che rientrava nel vocabolario australiano di uso quotidiano, chi
proveniva da una famiglia non di origine australiana poteva in alcuni casi trovarsi in imbarazzo per commenti ironici sugli usi e
costumi degli Italiani. Questo ovviamente, vissuto all’età di 9/10 anni, faceva sì che mia mamma non volesse mai, in nessun
modo, far apparire le tradizioni tipicamente italiane o differenziarsi da ciò che era di uso comune tra le ragazze della sua età.
Parlava sempre inglese anche in casa e quando veniva in Italia, in vacanza, faticava a farsi comprendere dai nonni, ma ciò
diventava divertente!
Questa esperienza per lei è stata bellissima e assolutamente indimenticabile per i luoghi frequentati, le persone conosciute e
soprattutto il clima e le particolari atmosfere che ha avuto la fortuna di poter vivere. Adora lo stile di vita “Aussie” ma ama
anche la bellezza di tutto ciò che è italiano. Ancora oggi, quando si pone delle domande sulla sua identità, si risponde dicendo
che può vivere in modo confortevole sia alla maniera italiana che australiana.
E’ difficile da spiegare perché è una percezione molto personale che, nonostante alcune difficoltà, le ha dato una grande
ricchezza interiore che porterà sempre con sé.
Questa è mia mamma ora e quella che resterà per sempre!!!
GABRIELLA BONIOLI
La mia solita routine
Preparo la divisa e i pantaloni,
metto in cartella libri e libroni
spengo il telefonino
e mi butto nel lettino:
quanto stanca sono!
Prendo il mio libro
e sento il suo “vibro”,
mentre sotto di me,
una gran confusione c’è:
mio papà i piatti pulisce,
mio fratello correndo,la mente schiarisce
e mia mamma la lavatrice finisce!
Il sonno mi prende
e una sensazione mi rende:
quanto sono sveglia,
ma perché non dormo un po’?
Mi corico
e la mattina dopo sono euforica!
Ricomincio la routine
e mi sveglio il mattin
Sofia Assaker
Premiazione
“Chi non fuma vince!”
Siamo partiti dalla nostra scuola per
arrivare alla premiazione che si è tenuta
alla Gran Guardia. Hanno fatto
accomodare, abbiamo aspettato la
conduttrice che ci ha spiegato quanto è
importante non fumare. Al termine della
breve
relazione,
ha
finalmente
annunciato i vincitori del concorso, fra i
quali c' erano anche alcuni miei
compagni.
Per chi non aveva vinto, c' era il premio
di consolazione: un' entusiasmante
lotteria! Ci hanno generosamente offerto
anche la merenda. Mi è piaciuta questa
esperienza: spero che si ripeta ancora
ma spero anche di vincere.
Filippo Martinelli
Dal quadro al libro
Questo nuovo progetto artistico è stata
un'occasione per esprimerci attraverso
una storia tramite le sole immagini.
Insieme ad alcune compagne, ho
realizzato un libricino riguardante la
nascita di una bambina e delle gelosie
della sorella maggiore. Alcuni hanno
faticato
a
creare
il
libretto
semplicemente perché era difficile
trovare le immagini adeguate, inoltre il
tempo ci scappava dalle mani.
É stata una bella esperienza, non la solita
noiosa visita al museo!
Spero che si ripeta un' occasione del
genere anche l' anno prossimo.
Alyssa Sometti
Nella vecchia e piccola città di Topolin,
un piccolo topolino avventuriero di nome Gigi si stava preparando per una nuova avventura.
Lesse che sul monte Fàntasia c’era una grande moneta d’oro, la quale era stata indossata dal grande Topoleus I. Si diceva che
quella avrebbe fatto apparire una scorta di formaggio enorme, che avrebbe sfamato più di cento topi. Quindi il grande Gigi si
mise subito all’opera, scattò subito in biblioteca per cercare informazioni sulla moneta d’oro.
Passò un’ ora, anche di più, finché… non lo trovò; era un libro spesso dieci centimetri. Appena lo aprì, uscì una voce dolce
“Tu, ce la farai”. Gigi, chiuse subito il libro,come un atto di paura. Infondo … chi non avrebbe paura dopo una cosa del genere. Lo
noleggiò e tornò a casa, ad indagare sul libro.
Tornato a casa, subito aprì il libro lentamente, ma non accadde niente.
Spese tutta la notte a leggerlo, da cima a fondo. Però non c’era nulla di utile, e c’era ancora il mistero delle voce che uscì dal
libro. Ma una frase lo colpì molto:”Non credete a tutto quello che leggete”, strana come frase, anche se in fondo è vera.
Sul libro c’era scritto che la moneta era nelle caverna di Fàntasia come lui già sapeva, quindi il giorno dopo si preparò e partì
verso il monte. Fu un tragitto lungo ma lui non mollò; aveva un obbiettivo, e avrebbe fatto di tutto per raggiungerlo.
Arrivato sulla cima del monte Fàntasia c’era una vista meravigliosa ma lui non si doveva distrarre. Entrò nella caverna ed’ ad
aspettarlo c’era un topo mingherlino con occhiali che li coprivano tutta la fronte. A vista d’occhio sembrava un secchione bello e
buono.
Il topo chiese:”Tu devi essere Gigi!!”, e Gigi gli rispose di sì.
Poi Gigi gli rivolse la stessa domanda.
“Facile, Milton” gli rispose. Milton spiegò a Gigi che lo avrebbe portato alla moneta d’oro, fosse anche l’ultima cosa che avrebbe
fatto, perché quello era il suo destino. Gigi non capì molto ma si fidò.
Milton portò Gigi da un topo anziano, che indossava una vestaglia tutta nera. “Questo vecchio topo ti farà tre domande, tu ne
dovrai
indovinare almeno due per andare avanti, se invece perdi, dovrai ricominciare con altre domande ancora più difficili”, disse
Milton.
Il topo anziano fece la prima domanda”Di che colore era il formaggio bianco di Topoleone?”, e Gigi rispose”Bhe… facile, bianco”.
“Giusto!!”, replicò il topo anziano.“Bene, passiamo alla seconda. Come si chiamano i topi che vivono in Cecoslovacchia?”chiese il
topo anziano. E Gigi rispose”Mi pare…cecoslovacchi”. “Sbagliato, non esiste più
la Cecoslovacchia”,esclamò il topo anziano. Questa era la domanda finale, e Gigi doveva farla giusta per non ricominciare.
“Quindi…cosa si mette in una bara per renderla più leggera?” chiese il topo anziano.
Gigi aveva gia sentito questa domanda nel libro, quindi gli rispose” I buchi”, “Giusto!!! I buchi, ora puoi passare alla prossima
prova” rispose il topo anziano.
“Come vedi, dietro di me c’è un pavimento a scacchi con delle lettere disegnate sopra. Tu dovrai attraversare questo pavimento
passando solo sopra alle vocali, in questo ordine: a, e, i, o, u, però se sbaglierai ci sarà una sorpresa. Se invece ce la farai potrai
accedere alla stanza della moneta d’oro”.
Gigi salto subito sulla A e poi sulla E e con un grande balzo saltò anche sulla I. La O invece era molto lontana, quindi prese la
rincorsa e saltò, peccato però che non era sufficiente, quindi atterò sulla T e subito partì una freccia, per Gigi era la fine ma…
Milton si buttò, appena in tempo per parare la freccia.
Milton steso a terra pronunciò le sue ultime parole”Te l’ho detto Gigi, è il mio destino… comunque… tu ce la farai” e chiuse gli
occhi.
Gigi lo ringraziò per tutto, e da quel giorno, Milton per Gigi rimase il suo eroe. Gigi in lacrime saltò sulla U, e finalmente davanti
a lui c’era uno scrigno… lo aprì… e prese il biglietto nel quale c’era scritto “Non credete a tutto quello che leggete”, dal quel
giorno, Gigi non lesse più libri relativi a oggetti d’oro.
Nicolò Giardini.
Intervista al campione
Corrado Aprili
A che età hai iniziato ad appassionarti al tennis e perché?
Ho iniziato a nove anni, perché sono nato e vissuto ad Alpo di
Villafranca vicino a un circolo di tennis.
Quanto tempo ti allenavi? Come?
Mi allenavo molto ogni giorno 4 ore di tennis e 3 di atletica,
sabato e domenica compresi, senza mai un giorno di pausa.
L’equitazione
Per me l’equitazione è tutto ed è come
volare. Vorrei rimanere sempre sulla groppa
del mio cavallo, ma non posso. Quando ho
iniziato questo sport ero emozionata ma
anche impaurita dal percolo di cadere.
Ma quando sono salita sulla groppa di
Boomerang, il mio cavallo, mi ero sentita
subito sicura di quel che stavo facendo. Un
giorno sono caduta di spalla ma, con
coraggio e forza, mi sono rialzata da terra e
sono risalita a cavallo.
Quando cavalco il mio cavallo sento davvero
quanto è grande la sua fiducia in me.
Cosa hai provato quando sei diventato un campione?
Sei contento con te stesso per tutti i sacrifici che hai fatto per
arrivare a questi risultati e anche senza molto tempo libero sei
soddisfatto dell’impegno che ci hai messo.
Credi che questa disciplina insegni dei valori? Quali?
Sicuramente questo è uno sport che ti lascia riflettere e ti
insegna valori importanti come la costanza, l’impegno, il
sacrificio, la passione, il rispetto di te stesso e degli altri. Tutti
dobbiamo puntare in alto, accettando però i propri limiti.
Perché adesso hai deciso di insegnare il tennis ai ragazzi?
Ho deciso di insegnare questo sport ai ragazzi perché è sempre
stata la mia passione e quando mi sono ritirato per un
infortunio alla schiena ho pensato di trasmettere e insegnare
questa disciplina agli altri, sperando che provassero tutte le
soddisfazione che ho avuto io!
Leonardo Martinelli
Beatrice Spinaroli
La Krempita è un dolce che nacque in Jugoslavia, in particolar modo in Serbia .
Questo dolce, oltre ad essere leggero, è anche poco calorico.
ECCO ADESSO LA RICETTA DELLA SFOGLIA PER 8 PORZIONI:
-
Mescolare 6 tuorli di uovo , 6 cucchiai di zucchero , 6 cucchiai di farina e mezza bustina di polvere lievitante
Con l’ impasto ottenuto versarlo in una teglia (50cm x 25cm circa) , cuocere l’ impasto per dodici minuti in forno a
180 gradi centigradi. Raffreddare per circa 10 minuti e tagliare in orizzontale in modo da ottenere 2 strati.
COME FARE LA CREMA GIALLA
Far bollire un litro di acqua ,aggiungere 4 bustine di budino alla vaniglia, quattordici cucchiai di zucchero
mescolare e cuocere per 2 minuti ( finche non diventa densa) alla fine aggiungere 6 albumi d’uovo montati a neve
e mescolare delicatamente. Per servire mettere prima una delle mezze sfoglie poi la crema e infine l’ ultima sfoglia.
Nicola Jelacic
Il mio sport: il Calcio!!!
Fair play
Fair play significa gioco leale.
Ma il fair play non è il solo rispetto delle regole perché
comprende anche i principi dell’ amicizia, del rispetto degli altri
e dello spirito sportivo.
Lo sport, quello degno di chiamarsi così, è quello dove tutti gli
atleti cercano di superarsi con lealtà e rispetto, anche se nella
realtà professionistica e purtroppo anche dilettantistica, le cose
non stanno così.
Ecco un piccolo promemoria:
il calcio è un gioco per tutti;
il calcio deve poter essere praticato dovunque;
il calcio è creatività;
il calcio è dinamicità;
il calcio è onestà;
il calcio è semplicità;
il calcio deve svolto in condizioni sicure;
il calcio deve essere proposto con attività variabili;
il calcio è amicizia;
il calcio è un gioco meraviglioso;
il calcio è un gioco popolare e nasce dalla strada;
Prima della partita
Il rispetto verso il prossimo è di per sé regola di buona
convivenza e, a tal proposito, è gradito un gesto di saluto ogni
volta che si incontrano persone sconosciute nelle strutture
sportive.
Durante la partita
In campo è fondamentale rispettare le regole ed essere quindi
leali con i compagni e con gli avversari.
Dopo lo schieramento a centro campo bisogna recarsi verso la
panchina avversaria per salutare gli avversari.
Bisogna accettare con serenità le decisioni arbitrali anche
quando non si è d’ accordo.
Bisogna avere massimo rispetto per l’ avversario infortunato.
Se un giocatore si fa male, l’ azione non deve proseguire come
se niente fosse.
In caso contrario ovviamente bisogna restituire questo gesto
sportivo.
A fine partita indipendentemente dal risultato, bisogna schierarsi
a centro campo per salutare il pubblico.
Ma le regole di comportamento dell’ atleta non sono finite qui…
Lo spogliatoio è un bene comune e bisogna frequentarlo con
rispetto ed usarlo con cura.
Alberto Agostini
Gita al Mart
La mattina del 25 ottobre 2012 io e la mia classe siamo
andati in visita al Mart, il museo di Arte Contemporanea di
Rovereto.
Non era la prima volta che visitavamo questo luogo perché
ci eravamo andati anche in prima media.
Durante la prima parte dell’uscita abbiamo visitato il Museo
e poi svolto un’attività nella quale dovevamo rappresentare
o un quadro o un’opera a nostra scelta.
Successivamente dopo il pranzo siamo andati a visitare il
museo della Grande Guerra e il vicino castello di epoca
medievale.
Dopo questo interessante percorso nella storia abbiamo
visitato il centro cittadino di Rovereto e, dopo aver fatto
merenda, siamo ritornati a casa.
È stata una gita che mi è piaciuta tanto soprattutto la visita
al castello e al Museo perché la guida ci ha condotto in tutto
il percorso sotterraneo utilizzato in caso di eventuali
attacchi. Che emozione nasconderci in quelle stanze al buio!
Ferrante Francesco
Giovani golfisti
W Lo sport! W le Aleardiadi!
Martedì 7 maggio 2013 i ragazzi della
Scuola Media hanno partecipato ai
campionati regionali studenteschi di golf,
organizzati dalla Federazione italiana
Golf presso il Circolo golfistico
Montecchia di Padova.
Una volta arrivati gli studenti hanno
preso le proprie sacche da golf e si sono
diretti verso il club house, dive i giudici
regionali attendevano l’arrivo degli atleti
che prima della gara si sono fermati al
bar per una piccola sosta.
Alle 10:30 l’inizio della competizione è
stato segnalato da un suono di tromba.
Terminate le gare siamo tornati
stanchissimi, al punto di ritrovo dove i
giudici e i presidenti hanno decretato i
vincitori delle varie categorie.
Infine siamo tornati a scuola orgogliosi
della magnifica giornata trascorsa e dei
risultati ottenuti.
Jacopo Fasoli
Tutti i ragazzi nel mondo adorano lo sport!
Ecco perché, nella nostra scuola, ogni anno viene dedicato un’intera giornata
all’attività sportiva: le Aleardiadi!
Anche quest’anno infatti sono state attuate anche se in modo leggermente
diverso a causa delle avverse previsioni meteo.
Il 28 maggio la mia classe era in totale subbuglio: avremmo dovuto affrontare
la famigerata 2 B contro la quale l’anno scorso avevamo vinto in due discipline
ma perse altrettante.
Quest’anno, però, volevamo assolutamente vincere e quindi tutti ascoltavano i
tre capitani che ci impartivano i consigli e gli ordini per cercare la vittoria!
Alle ore 9 tutte le classi si allinearono e si radunarono nel grande campo da
calcio. Dopo un breve discorso la Preside ha dato finalmente il via ufficiale ai
giochi.
Purtroppo però ancora una volta abbiamo sottovalutato i nostri avversari
ritrovandoci così con la sola vittoria a calcio.
Che tristezza!
Per fortuna almeno nelle gare di atletica siamo riusciti a conquistare il 1° e il
2° posto.
Il tempo quella mattina è davvero volato. Erano tutti stanchi ma credo che tutti
si siano divertiti.Mi sono divertito molto anche se non abbiamo vinto tutto:
sono state delle belle partite, speriamo nell’anno prossimo!
Francesco de Mayda
Visita alla farmacia Olimpia
Il 15 maggio 2013 con la professoressa Roncolato e la professoressa De Togni
abbiamo fatto un’uscita didattica alla Farmacia Olimpia.
Dal momento che la farmacia è molto vicino a scuola, siamo andati a piedi. Tutti
noi alunni ci sentivamo felici e incuriositi per questa nuova esperienza. Arrivati
in farmacia ci ha accolto una dottoressa che ci ha illustrato il lavoro del
farmacista e i farmaci che vengono venduti. La farmacista ha insistito molto
sull’importanza di una sana alimentazione e di una pratica regolare dello sport.
Infine ci ha spiegato come sono suddivise le medicine, come conservarli e come
assumerli; importanti sono indubbiamente anche i loro principi attivi.
Prima di salutarci abbiamo compilato un quiz nel quale abbiamo dimostrato le
nostre conoscenze e capacità “farmacologiche”.
Che bello questo lavoro!
Filippo Tezza, Patrick Viola
Gente di teatro… vita dura!
Ricordo che era un martedì di inizio anno quando, insieme alla mia amica Caterina, ho varcato per la prima volta le porte
di un teatro, non come spettatore ma come attore!
Dopo aver frequentato un corso di dizione e d’intonazione per tutto l’anno, ho finalmente potuto dimostrare le mie qualità
durante uno spettacolo vero e proprio. Che emozione!
Ma prima di entrare in scena c’è stata tutta la fase di preparazione: ero affidata alle sapienti mani di una truccatrice e di
una costumista che mi hanno fatto diventare una vera principessa. Il vestito era meraviglioso, lungo e drappeggiato,
decorato con tanti fiori; io interpretavo Cecilia, una ginnasta, mentre la mia compagna era Meneghetto, personaggi della
commedia dell’Arte.
La rappresentazione, nonostante tutta la mia tensione e preoccupazione, è stata bellissima. Indubbiamente il momento
indimenticabile è avvenuto quando il pubblico, a suon di musica, ci ha applaudito dimostrandoci che il nostro era stato un
lavoro apprezzabile e divertente.
Beatrice Spinaroli
Tra storia e leggenda… la vera nascita di un piatto Veronese
che conquista ancora i cuori di tutti
La storia dei tortellini di
Valeggio sul Mincio
I famosi tortellini di Valeggio hanno una lunga
e romantica storia …
Nell’accampamento delle truppe viscontee, il buffone
Gonnella attorno al falò raccontò ai soldati un’antica
leggenda.
“Si dice che le acque del fiume Mincio siano popolate da
ninfe bellissime che escono dal fiume per danzare, ma una
maledizione ha trasformate in orribili streghe.
Durante la notte apparvero alcune streghe che danzavano
tra i soldati addormentati; soltanto uno di loro, Malco,
affrontò le misteriose creature che corsero verso il Mincio.
Una di queste, scappando, perse il mantello e si rivelò una
ninfa e tra i due al primo sguardo nacque l’amore e all’alba si
promisero eterna fedeltà.
Silvia, la bella ninfa, che deve ritornare nella profondità del
fiume prima del sorgere del sole, lascia per ricordo a Malco
un fazzoletto teneramente annodato.
Il giorno seguente giunsero all’accampamento tre giovani
fanciulle per danzare in onore degli ospiti viscontei ma
Malco si accorse che una di loro era Silvia e i loro sguardi
però insospettirono Isabella, ninfa innamorata da tempo del
bel capitano.
Spinta dalla gelosia, Isabella fermò la festa e fece arrestare
Malco.
Al calar della sera Isabella si presentò nella cella di Malco
per chiedere il suo perdono per l’arresto.
Mentre Isabella e Malco parlavano, apparve Silvia dalle
acque e propose a Malco una via d’uscita: non sulla terra
avrebbero potuto amarsi, ma in fondo alle acque dove
vivono le ninfe.
Il conte di virù, scoperto l’inganno e la fuga, si diede all’
inseguimento
degli
innamorati,
ma
venne
momentaneamente fermato da Isabella che chiese pietà per
Malco.
Arrivati al fiume Malco e Silvia si buttarono.
Quando arrivò, il conte trovò il fazzoletto annodato in nome
del loro amore.
E’ nata così la leggenda del
Nodo d’amore,il famoso
Tortellino di Valeggio.
Beatrice Spinaroli
Anche la cucina è una delle mie passioni… soprattutto mi
piace gustare e assaporare alcune specialità create dalle
mie mani…
Tortino al cioccolato
Ingredienti
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150 gr di cioccolato fondente
150 gr di burro
70 gr di zucchero a velo
40 gr di farina
3 uova
un pizzico di sale
Preparazione
cioccolato :
Tortino
al
Spezzate il cioccolato e scioglietelo con il burro e lo
zucchero in una casseruola a fuoco basso.
Una volta raffreddato, incorporate le uova, il sale e la
farina setacciata, amalgamando il tutto bene, in modo da
non formare dei grumi.
Distribuite il composto nei stampini, precedentemente
imburrati e infarinati, e fare riposare nel freezer per
almeno un’ora e mezza.
Poco prima di servire, togliere gli stampini dal freezer e
metterli subito in forno preriscaldato a 200° per 13
minuti.
Quando saranno pronti toglieteli dallo stampino,
sistemateli su un piatto e spolverizzate con lo zucchero a
velo.
Servite e gustate questa meraviglia!
Caterina Ridolfi
Gita a Merano
Il canto
L’uscita a Merano per ammirare il volo dei rapaci è stata
un’esperienza davvero entusiasmante!
Abbiamo visto vari specie di uccelli con diverse aperture
alari, dai colori sgargianti e dagli occhi vivaci.
La gita si è svolta Giovedì 30 maggio. Dopo esserci
trovatial punto di partenza, siamo partiti alla volta di
Merano, dove abbiamo fatto tappa al Centro Avi-Fauna.
Abbiamo così visto da vicino avvoltoi, gufi, civette, falchi
reali e alcuni falchetti. Un piccolo falco, durante le
dimostrazioni di volo, ha perso quota e la guida ci ha
spiegato che non c’era nulla di cui preoccuparsi. È normale
per i rapaci volare liberi nel cielo ma, essendo addestrati,
tornano sempre a casa.
Alla fine della dimostrazione, abbiamo potuto ammirare
gli animali curati e salvati dai veterinari del centro.
Ho provato un po’ di tristezza nel vederli in gabbia,
pensarli impossibilitati a volare… però ho anche capito
che per salvarli, anche dall’uomo che non li rispetta, è
necessario optare per questa soluzione.
Nel pomeriggio siamo stati nel centro storico di Merano,
un luogo molto accogliente e romantico! Ci tornerò
sicuramente!
Che giornata! Nonostante la fatica della sveglia mattutina!
Francesca Franchini
Mercoledì 29 maggio, durante le premiazioni delle Aleardiadi,
io e la mia migliore amica Francesca abbiamo cantato
Naturally di Selena Gomez.
Prima di salire sul palco avevo il cuore a mille e le mani erano
tutte sudate!
Dicevo tra me e me: “E ora?”. Mi sentivo piccola piccola ma
quando sono stata presentata, ho sentito dentro me un’energia
nuova e sono salita sul palco senza alcuna preoccupazione.
Erano mesi che aspettavo quel momento! Non potevo non
cantare!
Nel momento in cui la melodia è iniziata, ho cantato.
L’emozione era sparita e senza interruzioni e paure ho
terminato la mia esecuzione: stavo cantando su un palco e non
potevo crederci!
Davanti a me la sala era gremita ed era bellissimo guardarle.
Mentre cantavo mi sentivo in un altro mondo, in un posto
magico!
Al termine della mia esecuzione, è scoppiato un boato di
applausi: è bellissimo, un momento davvero unico.
Era così bello stare sul palcoscenico, sembrava di essere in una
nuvola soffice e vellutata.
È stata un’esperienza fantastica, unica e bellissima soprattutto
perché accanto c’era la mia migliore amica.
Gina Amadori Lancellotti
Le gare di Sci
Che meraviglia! Sono stato selezionato per le gare di sci regionali!
Quando ho saputo questa splendida notizia ho fatto i salti di gioia:
che onore poter rappresentare la mia Scuola in un competizione così
prestigiosa.
Lo sci mi è sempre piaciuto ma quando si tratta di fare gare, la
tensione e l’emozione giocano sempre dei ruoli chiave. Ma non mi
sono mai abbattuto, infatti dopo aver vinto le gare d’istituto e
successivamente quelle provinciali, ho centrato anche l’obiettivo
delle regionali, svoltesi in aprile a Falcade.
Che fatica svegliarsi all’alba per raggiungere questo meraviglioso
comprensorio ai piedi delle Dolomiti.
Ma che soddisfazione poter esserci andato. Purtroppo nonostante il
tifo dei miei insegnanti e dei miei compagni di squadra, non ho vinto
anche a causa della condizione della neve.
Ho però vissuto in ogni caso un’esperienza davvero entusiasmante e
ora non mi aspetta altro che la vittoria il prossimo anno!
Politi Antonio
Il Piccolo Principe
La mia nuova Scuola
Un aviatore è costretto ad atterrare in un
deserto: solitudine e il cielo stellato sono i suoi
compagni… ma d’improvviso una voce: “Mi
disegni pecora?”
Quest’anno, per motivi di lavoro della mia
famiglia, ho lasciato la mia città natale
Genova per trasferirmi qui a Verona. Così mi
sono inserito in un’altra realtà scolastica con
nuovi compagni e insegnanti.
Da dove viene? Chi parla? Cosa significa questa
strana domanda? È un minuscolo ragazzo che
vaga per gli spazi infiniti; è il piccolo principe
che non conosce sosta ma che vorrebbe
conoscere i segreti nascosti nell’animo delle
persone.
Inizialmente ero molto titubante e
preoccupato ma per fortuna la classe si è
subito rivelata entusiasta di fare nuove
conoscenze e mi ha fatto sentire a mio agio
sin dal primo giorno.
Quando sono stato, in compagnia della mia
classe, ad assistere alla rappresentazione
teatrale “Il Piccolo Principe”, pensavo
inizialmente che non mi sarebbe piaciuta;
credevo infatti fosse una recita per bambini.
Ho potuto vedere da vicino le meraviglie
della città di Verona, con i suoi monumenti
antichi, i suoi negozi e la sua predilezione per
la cultura, così come scoprire materie a me
sconosciute come Geografia inglese.
Mi sbagliavo!
Alcune uscite hanno segnato piacevolmente
quest’esperienza come la gita al Mart di
Rovereto o la rappresentazione teatrale Il
Piccolo Principe.
Quel piccolo principe era molto simile a me e,
proprio come me, aveva mille domande da porre
a chiunque incontrasse. Era curioso di vedere il
mondo da un’altra prospettiva, era ansioso di
crescere per poter rispondere a tutte le
domande insolute che aveva.
Ho capito che per tutto c’è il suo tempo e il suo
momento: ora non devo correre pensando a
quando sarò grande; devo gustarmi l’età che ho
e imparare ad apprezzare ciò che ho.
Grazie piccolo principe per i tuoi suggerimenti.
L’anno scolastico è volato ma sono riuscito a
instaurare nuove belle amicizie; sono stato
fortunato ad avere compagni così simpatici e
aperti alle novità.
Grazie per avermi fatto sentire a casa!
Brignardello Giacomo
Leonid Luzin
I miei colori…
Se dovessi fare un bilancio del mio anno scolastico, dovrei ammettere di essermi divertito molto ma
anche di aver appreso nozioni complesse che i serviranno ad affrontare la prossima classe…
Tutte le materie mi sono piaciute ma particolarmente porterò con me i linguaggio dei colori… durante
le lezioni di arte infatti mi sono sempre accerchiato di tutti i tipi di colori e di tecniche pittoriche che
trovavo in aula.
Mi sembrava di immedesimarmi in ogni tonalità: nel rosso, nel giallo, nel verde, nel viola.
In ognuno vedevo e rivivevo alcune immagini delle mie passioni come la mia squadra del cuore, i miei
cantanti preferiti, i miei compagni e le risate insieme.
Non sono tanto bravo a scrivere e ad esporre le mie idee ma con i colori mi sento capace di esprimere
idee e sentimenti che in altro modo non riesco.
Daniele Di Dato
Qualche risata
Dal libro al quadro
PANINI ALLA PIASTRA
Mi è sempre piaciuta l’arte e ogni tecnica
pittorica è secondo me unica e speciale.
Che cosa dice un panino a un altro panino?
Che faccia tosta che hai!
RITARDO CRONICO
Luigi arriva tardi a scuola e la maestra lo
rimprovera:
- Luigi, è già la quinta volta che
arrivi tardi questa settimana! Che cosa devo
pensare?
- Che è venerdì, signora maestra!
FETTE DI SALAME
Qual è il colmo per un salumiere?
Avere le fette di salame sugli occhi!
GALLI SOTTO TERRA
Quest’anno con l’insegnante di arte abbiamo
avuto la possibilità di partecipare ad un
laboratorio davvero particolare: dalla lettura di
libri di vari generi letterari si può creare un
dipinto!
Che difficile! Nonostante il mio interesse
artistico, ammetto la mia fatica nel realizzare
l’ardua impresa.
Non pensavo che creare un’opera d’arte fosse
frutto di una lettura o di una analisi di un
racconto. Invece spesso avviene ciò.
Dopo aver letto velocemente il libricino
assegnatomi dagli insegnanti del laboratorio, ho
cercato di rappresentare tramite colori, collage,
tempera il messaggio che avevo colto. È stato
davvero complicato!
Eppure nonostante ciò, sono tornato a casa
arricchito: ho capito infatti che dietro ad una
natura morta o dietro ad un paesaggio notturno,
si nascondono tutti i significati e i segreti che
solo l’autore conosce.
Nicolò Giardini
Cosa fa un gallo sottoterra?
Le gallerie!
GALLI SUI CAVALLI
Cosa fa un gallo su un cavallo?
Galloppa
Gabriel De Carvhalo
Questi sono solo pochi “Flash” di tante altre esperienze vissute insieme da noi
Alberto Agostini, Sofia Assaker, Gabriella Bonioli, Giacomo Brignardello, Gabriel Decarvalho, Francesco De Mayda,
Daniele Di Dato, Massimiliano Faedo, Francesco Ferrante, Jacopo Fasoli , Francesca Franchini, Nicolò Giardini,
Nicola Jelacic, Leonid Luzin, Gina Amadori Lancelloti, Filippo Martinelli, Leonardo Martinelli, Andrea Padovani,
Antonio Politi, Caterina Ridolfi, Riccardo Santi, Alyssa Sometti, Beatrice Spinaroli, Filippo Tezza, Patrick Viola,