Resoconto stenografico della seduta

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Resoconto stenografico della seduta
Atti
Camera dei Deputati
Parlamentari
LEGISL. XIV —
l a SESSIONE — DISCUSSIONI —
2 a TOKNATA DEL 1 8 LUGLIO 1 8 8 0
XLIY.
2* TORNATA DI MARTEDÌ 13 LUGLIO 1880
PRESIDENZA DEL PRESIDENTE FARINI,
SOMMÀRIO. Il deputato Cocconi chiede Vurgenza per la petizione portante il
2385. = Il Presidente
annuncia essere stati depositati nella segreteria gli atti della elezione contestata di Todi. =Parlano
sulVelesione di Torre Annunziata i deputati Antonibon, Falconi e Mangilli. — Sulla elezione del 3° collegio
di Genova parlano i deputati Luchini, Zeppa, Chiaves, Martelli,Biancheri e Ferraccia,e per fatti personali i deputati Ferracene Chinaglia e Biancheri — Il deputato Martelli, relatore, confuta le argomentazioni degli oppositori, sostenendo le conclusioni della Giunta — Osservazioni contro le medesime del
deputato Biancheri — 1 deputati Ferraccia, 'presidente della Giunta, Chinaglia, membro di essa, Biancheri e Lovito parlano per fatti personali — La Camera approva le conclusioni della Giunta. = Annuncio
della discussione della elezione di Bari. = Il deputato Cavallotti presenta e difende una mozione perchè
la Camera confermi di voler discutere subito la riforma della legge elettorale. = Il deputato Minghetti
difende la Commissione dalle accuse mossele dal deputato Cavallotti -— Il deputato Martini
propone
un ordine del giorno — Sulla mozione del deputato Cavallotti parla anche il deputato Savini, il quale
propone che i lavori parlamentari si riprendano il 15 ottobre — Dichiarazioni del presidente del Consiglio, al quale replica il deputato Cavallotti — Dichiarazioni del deputato Coppino, membro della Commissione nominata per Vesame della riforma elettorale — Il deputato Nicola Fabrizi si associa alla
proposta del deputato Savini — Il deputato Fortis parla per fatto personale in risposta al deputato
Coppino — Beplica del presidente del Consiglio, al quale risponde di nuovo il deputato Cavallotti — Il
deputato Morana propone l'ordine del giorno puro e semplice, che poscia ritira — Dichiarazioni del
deputato Baccelli, membro della Commissione incaricata di studiare il disegno di legge per la riforma
elettorale — Il deputato Fortis parla per fatto personale in risposta al deputato Baccelli, il quale dà
schiarimenti — Dichiarazioni
dei deputati Coppino, Minghetti e Giovagnóli — Il presidente del
Consiglio accetta Vordine del giorno del deputato Martini, che viene dalla Camera approvato per votazione nominale. = Seguito della discussione sui provvedimenti finanziari — Sugli articoli dell'allegato D
parla il deputato Ber io — Un emendamento del deputato Berio alV articolo 1, accettato dal ministro
e dalla Commissione, è dalla Camera approvato insieme all'articolo stesso — Sull'articolo 2 parlano i
deputati Doglioni, Indetti, relatore, Antonibon e il ministro — L'articolo 2 è approvato — Sull'articolo 3
parla il deputato Berio, il relatore Indelli ed il deputato Luchini 0. — L'articolo 3 è approvato con
un emendamento del deputato Luchini 0. — Sull'articolo 4 è proposto ed approvato un emendamento
del deputato Luporini, e sono pure approvati gli articoli dal 5 all'8 — Con emendamenti dei deputati
Aporti e Chiaves è approvato l'articolo 9, insieme agli articoli 10 e 11 dell'allegato e Varticolo 4 della
legge. = Il presidente del Consiglio domanda che prima che la Camera si chiuda vengano discussi alcuni disegni di legge di cui dà la nota — Proposta del deputato Plutino A. di aggiungere a questo
elenco il disegno di legge sulla tassa d'introduzione degli olii di seme di cotone. = Circa Viscrizione
all'or irne del giorno della legge di modificazione del Consiglio superiore della pubblica istruzione
parlano il presidente del Consiglio, i deputati Martini, Baccelli, De Renzis, Berio e Bonghi — La
proposta di affidare al Presidente la scelta dei disegni di legge di più sollecita approvazione è dalla
Camera approvata. = Sulla proposta d'iscrivere all' ordine del giorno la legge sugli olii di seme di
cotone parlano i deputati Del Giudice, Brin, Celesia, Brunetti ed il ministro Magliani — Questa legge,
insieme a quella dell'inchiesta sulla marineria mercantile, vengonod alla Camera aggiunte all'elenco.
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DISCUSSIONI —
La seduta principia alle ore 1 10 pomeridiane.
Il segretario Solidati legge il processo verbale
della precedente tornata che è approvato.
PETIZIONI.
2884. Cavaliere Raffaele, presidente della Società
operaia di Cotrone, rivolge alia Camera un'istanza
per l'approvazione della nuova legge elettorale.
2385. Pasetti Gervaso ed altri 46 cittadini di
Parma, già sott'ufficiali e soldati, regolarmente arruolati quali volontari dell'esercito piemontese, domandano che sia accordata una ricompensa a tutti
i volontari che nel 1859 presero parte alla memoranda battaglia di San Martino.
COCCOLI. Prego la Camera di voler dichiarare di
urgenza la petizione n° 2385, del sunto della quale
f u data testé lettura.
PRESIDENTE. Come la Camera ha udito, l'onorevole
Coccoui chiede che sia dichiarata di urgenza la petizione avente il n° 2385;
Se non vi sono obbiezioni l'urgenza sarà accordata.
(È accordata.)
Chiedono congedo per motivi di famiglia :
L'onorevole Farina Nicola di giorni 10 ;
Per motivi di salute l'onorevole Simoni di giorni 10 ;
L'onorevole Capozzi di giorni 15;
Per ufficio pubblico l'onorevole Martinelli di
giorni 6.
Se non vi sono opposizioni, questi congedi s ' i n tenderanno accordati.
(Sono accordati.)
Avverto la Camera che sono stati depositati in
segreteria le carte ed i documenti tutti riguardanti
l'elezione contestata del collegio di Todi, e p r ò .
pongo che sia iscritta all'ordine del giorno di giovedì nel pomeriggio.
Se non vi sono opposizioni così rimarrà stabilito.
L'ordine del giorno reca : « Seguito della verificazione dei poteri. Elezioni contestate di Torre Annunziata e del 3° collegio di Genova. »
Si dà lettura delle conclusioni della Giunta delie
elezioni intorno all'elezione del collegio di Torre
Annunziata.
La Giunta propone :
« Proporsi a la Camera l'annullamento delle elezione di Torre Annunziata, e deferirsi gli atti di essa
all'autorità giudiziaria. »
ASTOMBON. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE Ha facoltà di parlare contro le conclusioni della Giunta l'onorevole Antombon.
AIVTOS1BON. Nun parlo sicuramente contro le deli-
Camera dei
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Deputati
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berazioni della Giunta, ma sono mosso dal desiderio
di erudirmi ; e siccome sono mosto amico delle minoranze, vorrei sapere quali siano, in una elezione
dove vi sono elettori creati, schede moltiplicate, distruzioni di liste, quali siano i motivi che hanno
ispirato la minoranza della Giunta per le elezioni a
dare il voto contrario all'annullamento. Desidero
sapere questo, perchè possa essere persuaso anche
10 dei motivi della minoranza che possono distruggere
11 triste spettacolo che esibisce alla Camera questa
elezione. Voglio votare ex informata consdentia, e
prego gli onorevoli colleglli della minoranza di volerci dire i m o t m che informarono il loro verdetto.
PRESIDE™. Ha facoltà di parlare l'onorevole Falconi.
FALCONI Onorevoli colleghi, siccome io fui uno
di quelli che fecero parte della minoranza, non per
la convalidazione, ma per un mezzo istruttorio, per
una inchiesta o per un comitato inquirente, così mi
corre l'obbligo di assodare i fatti. Certamente la
mia coscienza non riposava tranquilla sulle semplici dichiarazioni dei protestanti, ed accennerò i tre
fatti sui quali credevo necessaria un'istruzione giudiziaria o parlamentare, a fine di poter avere un risultamento giusto e pienamente fondato di annullamento, e qualche cosa di più grave ancora dei dati
positivi che potessero mettere l'autorità giudiziaria
in condizione di procedere regolarmente. Quali furono i tre motivi che indussero me ed altri due colleghi della minoranza a concludere per un'inchiesta
o per un mezzo istruttorio qualunque? Prima di
tutto si disse dal relatore che a Torre Annunziata
avevano votato, se non erro, 923 elettori; che di tutti
gli elettori iscritti ne erano mancati 30; e che 23
di questi 30 risultava da documenti essere morti, per
tal modo la mancanza non era che di sette.
Ora, osservava il relatore (ed io faceva ossequio
alla sua osservazione), come è concepibile che in un
paese concorressero alle urne tutti gli elettori
iscritti ? Ed io rispondeva all'onorevole relatore che
lo stesso caso si verificava nel paese vicino di Ottaiano, dove erano accorsi alle urne pressoché tutti
gli elettori iscritti, E qui io osservava al relatore
che quando due paesi dello stesso collegio sono in
lizza fra di loro, avviene che vadano a votare, non i
morti, perchè i morti non vanno a votare, ma gli
stessi moribondi che si portano sulle lettighe, appunto per la gelosia che esiste fra paese e paese.
Sulla semplice deposizione adunque io non osava
di concludere per l'annullamento. E questa non era
che una supposizione. Ma non basta; io raggrannellerò tutti i fatti che indussero ìa maggioranza
della Giunta, al cui voto io m'inchino, a concludere
per l'annullamento.
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Camera
dei
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I! secondo fatto che fece i mpressione sulla maggioranza delia Giunta è questo che furono bruciate le
liste di riscontro. Richieste queste Uste di riscontro
per mezzo della autorità prefettizia , rispose la
sezione principale del collegio di Torre Annunziata
che queste liste erano state bruciate. Ebbene, o
signori, io domando all'onorevole relatore se il solo
ah bruciamento di queste liste di riscontro , basta
per addivenire allo annullamento di una elezione.
Io ricordo che nel collegio., . al quale io appartengo, uno degli .onorevoli copechi dichiarava che,
fatta 3a votazione, si erano bruciate gufile liste di
riscontro; si erano distrutte; insomma non esistevano più. .
Certo è che, per disposizione di légge, quelle liste
forse dovrebbero essere conservati?. Dico forse, perchè una disposizione chiara non c'è ; quindi, domando io, se fossero state bruciate in buona fede
quelle liste, sarebbe il caso di chiedere l'annallammto ex-integro P
,
Ma c'è un terzo fatto più importante, si dice, ed
è che nelle ore pomeridiane, verso le 5, uno dei presidenti delle sezioni vicine, essendosi recato con il
verbale della seguita votazione n^lla sezione principale per ìa recognizione dei voti, non fu ammesso.
Pei ò abbiamo la dichiarazione che non fu ammesso
perchè nella sezione principale si faceva ancora l'operazione di scrutinio. È in certo guai modo giustificato il fatto di non averlo ammesso.; perchè egli
non dichiarò che andava-ad assistere o a controllare,
ma solo per procedere alla recognizione definitiva dei
voti. Questi erano i tre motivi, che rifiniti insieme,
commossero la maggioranza della Gona,missione,
alla quale m'inchino, e che concludeva per l'annullamento. A me e ad altri due colieghi sembrava invece dovessero meglio accertarsi ; perchè nelle proteste, fra le altre cose, si dichiarava, che effettivamente altri motivi si portavano, fra i, quali quello
che si dicesse molti essere andati a vo tare, mentre non
vi erano andati. Questo era un fatto osservato, ma
non provato; quindi venivamo nella conclusione ehe
una istruzione sia parlamentare, sia.giudiziaria, per
meglio assodare i fatti, sarebbe stata opportuna ;
perchè una '«olta questi fatti assodati, nessuno meglio dell'onorevole Antonìbon sa, che sarebbe stato
il caso di mandarli sotto processo penale. Per conseguenza io credo di essere abbastanza giustificato
della mia opinione, che naturalmente deve essere
rispettata come quella della maggioranza. Se vi
erano altri motivi, lo dirà il relatore, al quale alla
mia volta risponderò. Concludo dunque, che i tre
motivi che dettero luogo alla proposta di annullamento, mi sembrarono tali da dare luogo piuttosto
ad un'inchiesta sia giudiziaria, sia parlamentare,
a
per meglio assodare quei fatti che venivano dichiarati da molti protestanti, e quindi dare luogo non
solamente all'annullamento dell'elezione, ma a qualche cosa di più grave, come comprende l'onorevole
Antonìbon, per sollevare un giudizio.
PRESIDENTE, Ha facoltà di parlare l'onorevole relatore.
51ASGILU, relatore. Non per combattere gl'intendimenti dell'onorevole Falcone o delia minoranza
della Commissione ìe cui opinioni altamente rispetto,
ma per giustificare ìe proposte da me fatte in seno
alla Giunta.e le risoluzioni prese dalla Giunta stessa,
sono stretto a prendere per un momento a parlare.
Riassumerò brevissimamente le ragioni per le
quali tanto io che ìa Giunta ci siamo determinati a
votare per l'annullamento di questa elezione.
Non solo noi non abbiamo creduto possìbile proporre alla Camera la convalidazione di questa elezione ma abbiamo voluto escludere perfino la possibilità che essa in veruna ipotesi potesse essere approvata, e ciò per le seguenti ragioni :
Prima di tutto pei difetti che. si trovano nei
verbali delle due prime sezioni. Questi verbali portano che alla votazione sono intervenuti 923 votanti, mentre invece in quelle due sezioni erano inscritti soli 772 elettori. (.Interruzioni) Q.ual'è la ragione di questo fatto?
Eccola. Dal verbale n 2 bis, redatto il giorno 17,
e non il giorno 16, apparisce che 151 di quegli elettori depennati nelle liste di questo collegio rivedute
dal Consiglio comunale nel 1879 e recentemente
decretate dalla prefettura si erano provvedati con
ricorso davanti alla Corte d'appello di Napoli. Per
109 di essi il ricorso è del 14 maggio, per gli altri 42
$elìo stesso dì 16, giorno delia votazione.
Naturalmente costoro avrebbero dovuto presentarsi alle rispettive sezioni col certificato del ricorso
fatto, della loro presentazione, come del ricorso
inoltrato doveva farsi menzione nel verbale della
votazione. Ma invece di ciò, nessun cenno è nei verbali, meno in quello di ricognizione n. 2 bis come si
è detto.
Ora ciò lascia per lo meno il dubbio che la cosa
non sia esattamente come si espone e quindi è diminuita d'assai la autorità e la fede nel processo
verbale.
2° Difetto : — I verbali delle due sezioni principali non hanno quel carattere di pubblicità che è
necessario perchè si abbia ad accordar loro piena
ed intera fede per questo fatto. Alle 5 del giorno
16 il presidente della sezione di Poggio Ma ino,
finito lo spoglio di quelia votazione si reca col suo
verbale alla sezione centrale per fare il riscontro di
tutta la votazione, controllare ove sia d'uopo lo
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a
operazioni di quell'ufficio e procedere alla proclamazione del deputato.
Egli si presenta alla sala dove tiensi l'adunanza
e la trova chiusa. Dico chiusa se non materialmente,
moralmente, perchè in nessuna maniera si vuol lasciarlo entrare. Egli ricorre con telegramma al
sotto-prefetto di Castellammare invocandone l'autorità perchè cessi l'ingiusta opposizione ; il sottoprefetto, sempre per telegrafo, interpone l'autorità
del sindaco del luogo, e quella del delegato di pubblica sicurezza; ma tutto è invano. Il povero presidente di Poggio Marino, al quale si sono fatte sentire
voci di pericoli o peggio, è costretto a tornarsene, e
la sua ritirata e peggio, le voci sinistre sparse e l'indegno procedere dell'ufficio centrale trattengono
gli altri presidenti. Dunque, senza fare peggiori supposizioni, nella senzione centrale manca quella pubblicità che è necessaria e quindi il verbale relativo
e gii altri atti che da esso hanno vita non meritano
quella fede che deve attribuirsi ad un atto solenne
avente il carattere di atto pubblico.
Il 3° difetto è nel riscontro dei voti. Questo, secondo la legge deve farsi dall'ufficio della sezione
centrale alla presenza di tutti gli altri presidenti
delle sezioni.
Ora nel caso nostro il riscontro dei voti è fatto
da soli due dei sette presidenti delle sezioni, i qualidelusi da capziosi inviti, non arrivano in tempo, e
quando arrivano, trovano che tutto è fatto senza di
loro.
Essi a loro volta contravvenendo alle esplicite
disposizioni della legge ed arrogandosi un potere
che non hanno, si riuniscono a parte, riconoscono i
propri voti, fanno calcoli non esatti e proclamano
un secondo deputato.
È parso a me, è parso alla Giunta, che qualunque
ricerca, qualunque altro mezzo d'inchiesta non
avesse mai potuto sanare questi difetti, e quindi che
non fosse da proporsi che lo annullamento. Imperocché, sempre a parer mio, quando si delibera una
inchiesta virtualmente, almeno, si suppone che un
dato atto o fatto possa risolversi o approvandolo o
annullandolo. Ma quando non vi è questa alternativa e che si vede evidentemente che il vizio è insanabile, è perfettamente inutile stabilire una indagine che non può dare alcun risultato. Vi è di più :
vi è lo straordinario, anzi eccezionale, e quasi direi
incredibile numero dei voti dati in tutte le sezioni.
Contro questo fatto si sono elevate le più gravi
accuse. Si dice che soli 300 elettori sono andati alla
urne in Torre Annunziata e non 923. Si dice qualche cosa di simile da altri contro l'operato delle seioni esterne.
Qua! mezzo aveva la Giunta per indagare la ve-
a
rità, per fondare su un dato certo le sue indagini e
proseguirle ? Primo e fondamentale mezzo le liste
di riscontro, quelle liste che l'articolo 82 della legge
prescrive, nelle quali uno degli scrutatori ed il segretario coll'apposizione delle proprie firme di fronte
al nome di ciascun votante attestano della presenza
ed identità di essi davanti alle urne? Ora chiestesi
queste liste, le sezioni esterne sole le hanno mandate, qualcuna non autenticata, Torre Annunziata
ha dichiarato di non averle perchè sono state distrutte. Ora come poteva, davanti a questo fatto, la
Giunta far delle ricerche ? 0 per dir meglio non
manca egli alla Giunta ogni base a qualunque utile
ricerca?...
Per queste e per altre molte ragioni che l'impazienza della Camera mi vieta di qui esporre, il relatore della Giunta venne nella determinazione di
proporre l'annullamento di questa elezione,- e la
Giunta con tutti i voti meno 2 sopra 12 votanti approvò la proposta.
Ma questa risoluzione a taluno dei membri di
essa non parve bastante. Si ritenne che vi fosse
qualcosa più di semplici irregolarità da colpire, e
che su tanti fatti veramente nuovi e stranamente
eccezionali si dovesse fare la luce. È per questo
che fu proposto che annullata l'elezione, fossero
da rimettersene gli atti all'autorità giudiziariaria.
(Sì! sì!)
Questa seconda proposta venne anch'essa accolta
a grandissima maggioranza, cioè con 9 voti contro
3, e quindi è stata formulata la mozione colla
quale si chiude la mia relazione.
Voci. Ai voti! ai voti!
PRESIDENTE. Rileggo le conclusioni della Giunta
per le elezioni intorno all'elezione del collegio di
Torre Annunziata, che sono :
« Proporsi alla Camera l'annullamento delia
elezione di Torre Annunziata, e deferirsi gii atti di
essa alla autorità giudiziaria. »
MAZZARELLA. Mi astengo dal votare.
PRESIDENTE. Pongo a partito le conclusioni della
Giunta. Chi le approva sorga.
(Sono approvate.)
Dichiaro quindi vacante il collegio di Torre Annunziata.
Si dà ora lettura delle conclusioni della Giunta
delle elezioni intorno all'elezione contestata del
terzo collegio di Genova.
QUARTIERI, segretario, legge:
« La Giunta per la verificazione dei poteri :
a A maggioranza deliberò di proporre alla Camera l'annullamento delle operazioni elettorali seguite in ordine al reale decreto 2 maggio 1880 nel
collegio terzo Si Genova. »
Atti
Camera dei Deputati
Farlamentari
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a
PRESIDENTE. Contro queste conclusioni ha facoltà
di parlare l'onorevole Lucchini Giovanni.
LUCCHINI GIOVANNI. Permettetemi, egregi colleghi,
poche considerazioni sopra questa elezione. (Rumori
e segni d'impazienza)
PRESIDENTE. Onorevoli colleghi, vediamo se si può
fare cammino, e votare i provvedimentifinanziari;
quindi mettiamoci tutta la calma possibile.
Molte voci. Ha ragione !
LUCCHINI GIOVANNI. Siccome le mie considerazioni
si appoggiano specialmente alle circostanze che
accompagnarono questa elezione, così permettetemi
di riassumerli brevemente, ma precisamente.
Nel 1° maggio (notate bene, quando già si parlava di elezioni generali) un decreto prefittizio iscriveva nelle liste elettorali della città di Genova 352
elettori ; il 13 dello stesso mese (cioè a dire tre
giorni prima delle elezioni) se ne iscrivevano, con
un secondo decreto, altri 197.
Il 13 (è bene avvertirlo) il decreto di scioglimento
della Camera era già stato pubblicato.
Contro questi due decreti i signori Pellas, Crocco
e Grandis reclamarono presso il prefetto, ed il prefetto, nel giorno 14 o 15 non ricordo bene, respinse
il ricorso, e mantenne ferma la lista con i 549 elettori nuovamente iscritti. Il 16 maggio ha luogo la
prima votazione del 3° collegio di Genova. In questa votazione l'onorevole De Amezaga ottiene 708
voti ed il suo competitore Lazzaro Gagliardo 475.
In questo frattempo i signori Pellas, Crocco e
Grandis avevano spedito citazione per la Corte d'appello di Genova, colla quale domandavano fosse annullato il decreto prefettizio, che manteneva nelle
liste la iscrizione dei 549 elettori, e la Corte d'appello, colla procedura sommaria, solita in simile
materia, emanava sentenza, che ordinava cancellarsi dalie liste circa 500 fra gli iscritti dal prefetto
e che (giova notarlo) erano o guardie carcerarie, o
guardie daziarie, o guardie di ferrovia. La sentenza
emanata il giorno 18 o 19, non ricordo bene, fu notificata al prefetto, ed il prefetto, sulla notificazione
della sentenza rettificò le liste elettorali, cancellandone tutti quelli indicati dalla Corte d'appello. Il
giorno 23 maggio ha luogo il ballottaggio.
All'aprirsi dello scrutinio in ciascun seggio elettorale veniva recapitata una lettera dell'assessore
anziano del municipio di Genova, che accompagnava un decreto prefettizio col quale si rettificavano le liste eliminando le 500 guardie. I seggi, in
omaggio al decreto, cancellano dalle loro lirte quei
nomi. Poco dopo comparisce l'usciere della Corte
d'appello di Genova, Giovanni Battista Battilana,
e notifica la sentenza della Corte stessa, che aveva
dato origine al decreto prefettizio. Molte proteste
avvengono da parte degli elettori per questa notificazione di sentenza, fatta, secondo essi, illegalmente, specie perchè l'usciere non poteva avere accesso nella sala di scrutinio. Ma nessun inconveniente di fatto, nessuna opposizione, niente che
turbasse la tranquillità del voto, si verificò.
Chiusa la votazione di ballottazione, risultò che il
De Amezaga ebbe voti 825, ed il Gagliardo 436. lì
seggio, ad onta di queste cifre, non ha creduto opportuno proclamare il De Amezaga.
Da questi fatti, che spero esattissimamente riferiti, l'egregio mio amico Martelli trae due diversi
ordini d'argomentazioni per giungere alle conclusioni d'annullamento: una di diritto e l'altra di
fatto. Di diritto, perchè egli dice che quella sentenza non essendo stata notificata a tutti gii aventi
interesse e non essendo una sentenza passata in
giudicato, non poteva dar luogo, legalmente, alla
cancellazione di quegli elettori; di fatto, poi, perchè
la circostanza che un usciere sia penetrato nella
sala di scrutinio ed abbia notificato la sentenza, ha
perturbato in tal modo gli elettori, che essi non si
sono più trovati in condizioni d'animo tale, da dare
razionalmente il proprio voto.
Quanto alla questione di diritto, cioè che la sentenza non sia stata notificata legalmente e passata
in giudicato, molte buone ragioni si potrebbero opporre. Si potrebbe dire per esempio al mio egregio
amico Martelli, che non è punto esatto che la legge
esiga una sentenza passata in giudicato perchè ven
gano cancellati dalle liste dei nomi di elettori, perocché di sentenze passate in giudicato, non parlasi
che all'articolo 53 della legge elettorale e badi bene
che là si parla di quella sentenza passata in giudicato, la quale toglie ad un elettore i diritti civili e
politici. In quel caso soltanto, cioè per far cancellare il nome di un elettore il quale abbia perduto i
diritti civili e politici, occorre che la sentenza la
quale fa perdere questi diritti, sia passata in giudicato.
Invece dell'esame di tutta la legge elettorale rilevasi come sia sufficiente, una sentenza eseguibile
a che vengano cancellati dalle liste degli elettori.
E che una sentenza di Corte di appello sia una
sentenza eseguibile, parmi inutile di perder molto
tempo a dimostrarlo. Contro di essa non è ammesso
che il ricorso in cassazione; e noi tutti sappiamo
che il ricorso in cassazione non sospende punto la
esecutorietà di una sentenza. Quanto poi alia obbiezione che non sia stata notificata, quantunque
dai verbali che abbiamo qui alla Camera, risalti
la presunzione che quella sentenza sia stata notificata, io mi permetto di dirvi che la notifica della
sentenza a tutte le parti interessate non occorre,
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cata dall'usciere, vi fu radiazione nelle liste, di un
numero rilevante di elettori. (Rumori)
PfiESiDSjVTP. Onorevoli colleghi, li prego dì far silenzio.
LUCCHINI. Per me adunque questione di diritto non
v'è, o se. v'è, siccome non è tale che possa spostare
i resultati definitivi, così non si può tenerne conto.
Adesso pochissime parole sul secondo motivo di
fatto, cioè sulla perturbazione.
L'egregio mio amico Martelli può fare quell'apprezzamento che vuole, e quindi può sostenermi
che la presenza d'un usciere nella sala di scrutinio
per consegnare una sentenza (ricevuta dal presi(Oonvf r saffi oni)
PRESIDPXE. (Con forza) Prego di far silenzio, dente del seggio senza opposizione di sorta) ha
perturbato il corpo elettorale.
onorevoli colleghi. Mi vogliono far durare così fino
Ma mi permetta il mio egregio amico, di risponalle 7 ? Orinai non ho più lena.
dergli
che, questo è un apprezzamento assai ardito.
LUCCHINI, Io dico dunque che è inutile occuparsi
Può l'amico Martelli sostenere che questo fatto
della questione di procedura; imperocché quella
abbia allontanato dal luogo di scrutinio oltre a 400
sentenza non si deve prendere in esame, dal moelettori ? Perchè bisognerebbe proprio giungere a
mento che la cancellazione degli elettori sulle liste
questo. È possibile che la presenza dell'usciere abavviene in seguito a un decreto prefettizio. Noi
bia allontanato dal luogo delio scrutinio oltre a
possiamo poi, meno che meno, prenderla in esame
400 elettori?
quando consideriamo che, quand'anche tutti gli
Ma in Italia siamo davvero così paurosi dell'auelettori cancellati, in forza di quella sentenza, dalle
torità, da tremare alla sola vista di un usciere, e da
liste elettorali avessero votato e avessero votato
rimanere sbigottiti per modo che si perturbi la nopei competitore del De Amezaga, ancora non sastra intelligenza, e si perda il discernimento nel
rebbero giunti a spostare la maggioranza. Ora la
dare un voto? No certo.
Camera si è sempre pronunciata in questo senso:
E tanto meno possiamo argomentare così noi,
che la violazione di procedura non debba tenersi a
che abbiamo approvato delle elezioni dove si erano
calcolo, se non vi è possibilità che in conseguenza
introdotti estranei, e dove erano corse (sì onorevole
di essa venissero a mutarsi i risultati definitivi.
Zeppa) delle bastonate. (Conversazioni, rumori)
E questo, o signori, è molto giusto, perchè noi
PRESIDENTE. Ma, onorevoli colleghi, facciano sinon siamo una Corte di cassazione la quale deve
lenzio, altrimenti sarò obbligato a chiamarli per
tener conto di tutto, senza preoccuparsi dell'intenome.
resse speciale delle parti contendenti. Noi dobbiamo
badare picchè tutto alla volontà degli elettori ed al
LICCHIM. Non basta questo ? Ma come può darsi
diritto acquisito dall'eletto.
che perturbi il fatto della notifica, il quale non è che
E sarebbe, permettete che lo dica, poco lodevole
l'esercizio di un diritto ? Perchè quando voi mi amil subordinare questo diritto altissimo, qual è quello
mettete che vi eia una sentenza, la quale ordini la
di eleggere il deputato, alle meschine pratiche di
cancellazione delle liste, dovete anche ammettere
procedura fatte da un usciere.
che questa sentenza si. debba notificare. Dunque io
credo che l'apprezzamento dell'onorevole relatore
Ma se in questo caso la Giunta delle elezioni, a
non regga. Ma non deve reggere poi assolutamente
maggiorità, ha ritenuto che vi sia una questione di
quando, esaminando tutti i verbali, mi accorgo che
diritto, e che quell'elezione sìa nulla perchè fa vionon vi è nessun protesta sopra questi perturbalata ìa procedura, io sono lietissimo...
menti. V'è una quantità grandissima di proteste nei
Voci Ai voti ! ai voti !
riguardi della notifica, ma non ve ne ha una che
LUCCHINI... che in altra occasione, in queste stesse
accenni menomamente ai perturbamenti nelle sale
elezioni del 1880 siasi manifestato all'unanimità
di scrutinio ; e, badate, non solo nel collegio del Do
l'opinione affatto diversa, e fu rispetto all'elezione
Amezaga, ma nemmeno in quello dell'onorevole Podell'onorevole Podestà nostro egregio collega qui
destà.
presente. (Rumori)
PRES1D.8NTB. Prego di far silenzio.
H > finito. Io non ho voluto nelle mie brevissime
LUCCHINI. Anche nella sua elezione si manifestaconsiderazioni, fare alcun apprezzamento sulla conrono gli stessi incidenti ; vi fu una sentenza notìfidotta di un prefetto, che iscrive 600 elettori, dopo
quando fu notificata al prefetto, e il prefetto emanò
un deeietp.,di rettifica. (Gonversaehni)
PIt S1DE&TE. Prego di far silenzio, onorevoli colleghi.
LUCCHINI.. L'articolo 51 della st-83sa legge lo dice:
« La pubbbiicazione della tabella delle rettificazioni adottate dal governatore, sentito il Consiglio
di Governo, terrà luogo di notificazione agli individui, la cui inscrizione sarà stata ordinata e rettificata. »
Qui abbiamo un decreto.del prefetto che rettifica
le liste, e quel decreto tien luogo della notifica.
Atti Parlamentari
Camera dei Deputati
1411 —
LEGISU X1Y — ! SESSIONE — DISCUSSIONI — 2 TORNATA DSL 1 3 LUGLIO 1 8 8 0
a
clie furono decretate la elezioni generali. Mi sono
ben guardato pure di ricordare else trattasi del De
Amezaga, al nome del quale si connette una delle
più belle pagine della nostra marineria ; ma io vi
chieggo, egregi colleglli della Camera, che votiate
contro le conclusioni della Giunta, perchè a mio
modo di vedere, approvandole, non si farebbe giusto apprezzamento della volontà degli elettori, così
evidentemente, così splendidamente dimostrata nel
terzo collegio di Genova.
FBgSiDEm Hi facoltà di parlare V onorevole
Zeppa.
ZEPPA. Mi permetta la Camera brevi considerazioni in risposta a quelle dell'onorevole Lucchini,
nel senso di sostenere le conclusioni della Giunta.
Signori, in questa elezione, meno che in qualunque altra, trattasi di prevalenza di un partito piuttosto che di un altro, perchè le questioni che qui
si agitano sono puramente giuridiche, sono questioni in cui si possono trovare discordi gli uomini
di uno stesso partito, e conseguentemente è inutile
ricordare che si tratta dì annullare l'elezione d'un
uomo quale è il De Amezaga.
Qui la Camera deve risolvere delle gravissime
questioni che possono formare giurisprudenza nella
Camera stessa.
È un fatto che un usciere di Genova si presentò
in tre'sezioni notificando ai presidenti una sentenza
della Corte d'appello, colia quale si cancellavano
dalle liste oltre a 500 elettori. Dice l'onorevole Lucchini : l'usciere esercitava un suo diritto.
Ma gli domando scusa; a chi si notificano le sentenze? 0 alla parte, od al suo procuratore. Ma il
presidente del seggio è forse il procuratore- degli
elettori? Con qua! diritto «'introduceva l'usciere
nella sala delle elezioni per notificare al presidente
del seggio la sentenza che escludeva quegli elettori
i quali non avevano dato al presidente alcun mandato per gii affari loro? Quindi la introduzione dell'usciere nella sala è una vera irregolarità, una di
quelle Irregolarità previste dall'articolo 78, che bastano ad infirmare un'elezione quando siano commesse da un individuo qualunque, e che sono anche
più gravi quando sono commesse da un usciere con
tutto l'apparato di una notificazione di sentenza
della Corte d'appello.
Notificata questa sentenza, vennero proteste da
tutte le parti. Gli elettori che si vedevano esclusi
ne ignoravano la ragione. Poiché, o signori, è bene
che cominciate a notare che gii elettori i quali
sì presentarono a votare, non ebbero per nulla cognizione di questo fatto gravissimo.
Essi non furono citati dinnanzi alla Corte d'appello, ed arrivò addosso a loro quella sentenza come
a
una tegola sul capo. Sono cittadini che andavano
ad esercitare il loro diritto, ed il presidente dovette
dir loro: ritiratevi, perchè non avete questo diritto;
e si dovettero ritirare, senza neppure sapere chi
avesse reso loro questo servizio.
Ora si domanda: quando fu notìficatala sentenza
al prefetto questi poteva rifiutarsi in qualche maniera a rettificare le liste ? Poiché l'articolo della
legge è chiaro, e dice che si deve notificare la sentenza al prefetto; si dice: ma il prefetto poteva rifiutarsi all'esecuzione delia sentenza ; me lo consenta l'onorevole Martelli ed i signori della Giunta,
per rae non stanno le ragioni da loro addotte ; lì
prefetto non poteva rifiutarsi a tener conto delia
mancata citazione, perchè la sentenza era diretta
contro di lui, e come mai è possibile che un cittadino a cui sia, notìficata una sentenza per mezzo di
usciere, possa rifiatarsi di accettarla ed erigersi così
giudice della medesima ?
Il relatore dice che il prefetto non avrebbe dovuto rettificare le liste, perchè la sentenza non era
passata in cosa giudicata ; ma anche in questo mi
trovo d'accordo coli'onorevola Lucchini ; poiché la
sentenza passata in giudicato e che produce la perdita sei diritti civili quella sola può togliere il diritto elettorale.
Io però non convengo con l'onorevole Lucchini
che non sia un gravissimo fatto la mancanza di citazione. Ognuno comprende, senza bisogno di essere
legale, quale valore Ipàssyf avere una sentenza emanata contro chi non^ftatò citato, una sentenza non
notificata. Una sentenza quindi evidentemente nulla.
Per distruggere questa sentenza, si dice, ci sarebbe voluta la Corte dì cassazione. Non si ricorse
in Cassazione perchè il tempo mancava ; ed allora
che cosa rimane, o signori ?,Un apprezzamento morale da parte della Camera di questo documento,
documento il quale esclude ingiustamente 250 cittadini dal poter esercitare i loro diritti. Quindi io
ritengo, che quest'apprezzamento la Camera lo deve
fare nel senso dell'annullamento dell'elezione. Non
si può dalla sera alla mattina dire a 250 individui,
ingiustamente cancellati : voi sarete respinti, domani, dal presidente del seggio. Come si può dire
che questo fatto non abbia turbato l'elezione? (/«-
terruzìonì)
Voci. Ai voti! ai voti !
PRESIDITI Onorevoli colleghi, abbiano pazienza.
Ho finito, solo faccio rifl ttère all'onore-,
vole Lucchini che quando il presidente ha cominciato ad escludere gli eiettori dal voto, tutti gli
altri non sapevano se ad essi sarebbe toccata la
stessa sorte.
Tant' è vero che 1200 si sono astenuti dall'andare
Aiti Parlamentari
Camera dei Deputati
LEGISL. XIV — I SESSIONE — DISCUSSIONI — 2 TORNATA DEL IH LUGLIO 1880
a
a votare. Essi che non erano stati nè avvertiti,
uè eitati, naturalmente dicevano : anche noi possiamo essere stati esclusi ; e quindi con tutta ragione non si presentarono a soffrire uno sfregio da
chi poteva loro farlo impunemente. Ora, quando
per un fatto di questa natura 1200 elettori rimangono a casa, mi pare che vi sia stato un vero turbamento nel collegio e che gli elettori conseguentemente debbano essere di nuovo richiamati all'urna.
PRESIDENTE. Ha facoltà di parlare l'onorevole
Chìaves.
Voci. Ài voti ! ai voti !
PRESIDENTE. Abbiano sofferenza ; ha da parlare
ancora l'onorevole relatore.
CHSAVES. Vedo che la Camera è impaziente di
passare ai voti, quindi riassumerò le mie osservazioni in una sola. Ho visto ora che nella relazione
della Commissione si dice che bisognava distinguere fra nullità e irregolarità, e trattarsi qui di
caso di nullità. Pare a me che più precisamente si
sarebbe dovuto dire che vi sono delle irregolarità
che importano la nullità della elezione e delle irregolarità che non la importano. E noi siamo appunto nel caso, quando pure irregolarità vi fosse
(e non vi fu), in cui la irregolarità non può importare la nullità della elezione.
Con ciò io vi ho già accennato alla maggioranza
di circa 400 voti, che ha avuto il De Amezaga contro il suo competitore, ed al numero di coloro che
si lagnano della indebita cancellazione dei loro
nomi dalle liste elettorali numero che ascendeva
soltanto a 280, se non vado errato.
L'onorevole preopinante parlava di 556 elettori
cancellati dalle liste; ma egli si riferiva ai tre collegi di Genova, di due dei quali furono già approvate le elezioni dalla Camera. Ma il numero di coloro che furono cancellati dalle liste elettorali del
3° collegio di Genova non è che di 230 all'incirca.
Or bene, se si trattasse di una elezione compiuta
dinanzi ad un ufficio che non fosse regolarmente
costituito ; se si trattasse di una elezione compiuta
quando non si fossero eseguiti tutti gli atti che vogliono essere eseguiti perchè una elezione sia regolare ; qualunque fosse la differenza del numero dei
voti fra l'uno e l'altro candidato, non monterebbe e
si comprenderebbe che ciascun voto dovesse ritenersi viziato, e quindi non valida la elezione. Ma
quando voi avete una maggioranza, ciascun voto
della quale è stato regolarmente deposto nell' urna
in faccia ad un ufficiale regolarmente costituito, e
compiuti tutti gli atti che legalmente si debbono
compiere ; questa maggioranza ha diritto che si proclami il risultato del suo suffragio, ha diritto di vedere approvato questo risultato dalla Camera ; qua-
a
lunque cosa sia avvenuta riguardo alla minoranza
non ha nulla a che fare, siamo di fronte ad un diritto acquisito di una grande maggioranza, nessuno
glielo può togliere.
Io quindi credo che sia inutile ogni discussione
riguardo a quelle formalità offese che si ricordano
nella relazione ; e le quali avrebbero tratto a queste cancellazioni di iscritti sulle liste elettorali.
Come pure poco mi commuove l'ingresso dell'usciere nella sala delle elezioni, per notificare la sentenza al presidente. A proposito di ciò dirò che si è
fatta una cosa di troppo; potevano anche fare a
meno di far entrare l'usciere nella sala delie eie®
zioni. Ma certamente l'ingresso di un usciere nella
sala, non è mai stata una ragione per annullare
un'elezione. La legge elettorale dice, che chi entra
arbitrariamente a questo modo, può essere passibile
di una multa; ma non si è mai annullata un'elezione
per questo motivo. Bastava il decreto prefettizio,
che fu regolarmente notificato ai presidenti, perchè
s'intendesse che vi era una sentenza d'appello regolarmente emanata ; la quale per di più era già passata in giudicato ; perchè quella notificazione che il
prefetto faceva del suo decreto di cancellazione, era
appunto l'acquiescenza a quella sentenza, ed accusava l'impossibilità che quella sentenza venisse modificata da una superiore autorità giudiziaria.
Mi permetterà poi l'egregio relatore di osservare,
che egli ha forzato un po' troppo l'argomento,
quando ha voluto paragonare l'ingresso dell'usciere
nella sala, all'ingresso di persona armata. Egli è
vero che ingegnosamente ha voluto spiegare questa
sua assimilazione, dicendo che l'usciere è un ufficiale
che ha diritto di invocare la forza pubblica ; ed
avendo questo diritto, è come colui che entri con
una carabina nella sala delle elezioni. {Ilarità)
Signori, finisco il mio discorso con questa osservazione. Io confido che la Camera vorrà ritenere,
che non sia possibile, senza offendere un evidente diritto e senza mancare di riguardo ad una cospicua
maggioranza elettorale, accogliere le conclusioni
della Giunta. {Ai voti! ai voti!)
PRESIDENTE. V'è l'onorevole relatore, poi l'onorevole Chimirri, l'onorevole Ercole e l'onorevole Cocconi. {Rumori — Ai voti! ai voti!)
Ha facoltà di parlare l'onorevole relatore.
MARTELLI, relatore. Onorevoli colleghi; io sarò
brevissimo nell'esporre le ragioni che hanno indotto
una rilevante maggioranza della Giunta a proporvi
l'annullamento della elezione del 3° collegio di Genova.
Ma prima ancora di entrare nell'argomento, mi
preme di rilevare una espressione indirizzata dall'onorevole Chiaves proprio alla persona del rela-
Aiti Parlamentari
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m a
Camera dei Deputati
LEGISL. XIV — l a SESSIONE — DISCUSSIONI — 2 a TORNATA DEL 1 3 LUGLIO 1 8 8 0
tore, cui ha attribuito il concetto di ritenere la introduzione di un usciere nella sala di votazione, pari
alla introduzione di persona armata. Nella mia
relazione, o signori, mi son dato cura di raccogliere, quantunque succintamente, tutte le ragioni,
per le quali s'indusse la Giunta ad adottare la proposta di annullamento. Tra queste però non ho memoria alcuna che la maggioranza della Giunta abbia accennato anche a quella che l'introduzione di
un usciere nella sala dell'elezione equivalga all'intervento di persona armata. Quindi un tale ragionamento non avendolo rilevato nella discussione, io
non l'ho compreso assolutamente nella relazione,
nè ve l'avrei potuto riportare. La relazione accenna
bensì essere l'usciere un pubblico ufficiale che può
richiedere, per sostenere i suoi atti, il concorso della
forza pubblica, ma non vi è per veruna guisa detto
che l'usciere sia persona annata o che vi si abbia a
paragonare.
Rettificato così, quello che in ispecie si rivolgeva
contro la esattezza della relazione, passo ad una
rapida rassegna dei fatti che toccano direttamente
le operazioni elettorali sulle quali la Camera è chiamata a pronunciarsi.
Onorevoli colleghi, nel 1° di maggio 1880 il prefetto di Genova relativamente aì collegio 3° (senza
occuparci degli altri onde non ingenerare confusione
di cifre) mentre approvava provvisoriamente la lista
eh poc'anzi era stata deliberata dal Consiglio comunale, v'introduceva 246 elettori iscrivendoli di
ufficio.
Nel 10 di maggio 3 cittadini reclamano contro
quelle aggiunte operate dal prefetto ; ma tal ricorso
doveva essere notificato a coloro (per espresso disposto di legge) dei quali si voleva ottenere la radiazione dalla lista; e questi dovevano avere 10
giorni interi di tempo per produrre le loro ragioni,
ed opposizioni sulla istanza rivolta contro il loro
diritto, diritto di cui trovavansi in possesso.
Ma nulla di questo si fece, o signori, ed è incontestabile verità che, nè venne notificato il reclamo,
nè venne rispettato il termine utile alla difesa degli
interessati, vale a dire, di coloro ai quali volevasi
togliere il diritto di elettorato ; e subito, tre giorni
dopo (13 maggio) si emanava la decisione prefettizia, contraria del resto ai reclamanti. Questa è la
prima delle irregolarità, e certamente gravissima,
che si incontra in questa elezione del terzo collegio
di Genova. Ma v'ha dì ben più grave, o signori. Alla
prima votazione avvenuta la domenica 16 maggio,
votarono tutti coloro che erano stati iscritti d'ufficio dal prefetto, poiché questi aveva respinto il reclamo mantenendo le sue aggiunzioni d'ufficio.
Fa soltanto dopo questa prima votazione, e pre180
cisamente nel giorno 18, che coloro, i quali avevano
prima ricorso in via amministrativa, andarono in
via giudiziaria alla Corte di appello per ottenere
emenda del decreto definitivo del prefetto, e perchè
fossero tolti dalle liste tutti gli iscritti d'ufficio.
La Corte di appello pronunziò la sentenza nel 21
di maggio, con cui ammise, per il massimo numero
degli iscritti d'ufficio, l'istaaza dei reclamanti. Contro questa sentenza, pronunziato dell'autorità giudiziaria, la Giunta non ha esteso lo esame, quantunque vi fossero proteste dirette contro la sua regolarità, fedele al principio della separazione dei poteri, ed al rispetto che si deve ai pronunciati della
magistratura. Ma sapete di che cosa ci siamo impressionati? Ci siamo impressionati di ciò che questa sentenza, recante la data del 21, notificata al
prefetto lo stesso giorno e che poteva esaere notificata a tutti gii interessati almeno il giorno 22, è invece significata ai presidenti di tre seggi del collegio
nel 23, quando si facevano ìe operazioni di ballottaggio, e quando persino era già incominciato l'appello. E notate, o signori, che quella intimazione ai
presidenti fa davvero, come accennava l'onorevole
Chiaves, un lusso di procedura, in quanto che essi
erano estranei al giudizio ; e non avevano neppure
la competenza di correggere le liste ; poiché qualunque rettificazione avrebbe dovuto effettuarsi ia
seguito ad ordini dell'autorità amministrativa.
D'altronde il mattino sull'inizio delle operazioni
elettorali, già si era comunicato a quei medesimi
presidenti il decreto, col quale il prefetto in obbedienza al giudicato della Corte d'appello dichiarava
che non potessero votare quegli eiettori, dei quali
era stata ordinala la cancellazione dalle liste.
A che dunque aggiungere la pubblicità della intimazione della sentenza ? Non vi par chiaro che
volle farai una dimostrazione e suscitarsi una influenza ? Fatto sta che un gran numero di elettori
venne allontanato.
Così stanno veramente le cose.
Ora le proteste si rivolsero precipuamente su ciò,
che coloro i quali furono impediti di votare, non
avevano ricevuta alcuna citazione, nè alcuna sentenza.
Ebbene, o signori, vi pare leggera questa mancanza? Non è dessa forse una violazione della legge ?
E potreste mai ammettere che su di ciò la Giunta,
per considerazioni di qualunque natura, potesse
proprio sorpassare facilmente? Ma, pensate o
signori, che si trattava di far togliere dalle liste
moltissimi elettori, che si sa- ebbero in fatto respinti dal voto senza averli citati, senza che essi sapessero del giudizio contro di loro istituito ! Lì non
vi fu citazione. Il giudizio è dunque avvenuto seaza
Atti Parlamentari
Camera dei Deputati
LEGriSL. XIY —' l SESSIONE — DISCUSSIONI — 2 TORNATA DEL 1 3 LUGLIO 1 8 8 0
|
a
che coloro, contro i quali era sporto il reclamo, conoscessero che reclamo ci era.
Dalle nozioni che si ricavano, dagli atti, risulta
che una citazione venne notificata per tutte le guardie daziarie al loro capo, e che nella stessa guisa si
è proceduto per le guardie carcerarie.
Ora io non ho bisogno di spiegare (Rumori) a
tutti quelli, i quali anche per poco conoscono le nozioni del procedurale diritto, che una notificazione
giudiziale non si possa fare nei modi, con cui quella
venne operata.
Se non che abbiamo maggiori violazioni della
legge. Nemmeno la sentenza fu notificata, e si pretenderebbe darvi eseguimento ? Io sorpasso la questione se la sentenza della Corte di appello sia una
sentenza passata in giudicato, quale la richiede
l'articolo 58 della legge elettorale, per apportare
modificazioni alle liste ; e mi attengo anche solo
aliatesi dell'eseguibilità del giudicato, e vi domando,
onorevoli colleghi : è esecutiva una sentenza, prima
che sia notificata alle parti interessate ? Esiste una
sentenza che le parti ignorano ? Quand'anche le
parti avessero avuto notizia del giudizio contro loro
proposto, non è egli vero che, fino a che non sia
portata a loro notizia la sentenza, per essi non vi
sia mai un giudicato, ma sì bene una lite pendente
non essendovi giudizio esaurito ?
Dunque, quando anche si volesse trattare la quesione dal punto di vista se la sentenza della Corte
di appello fosse o no, il 23 maggio, esecutiva, bisognerebbe conchiudere che esecutiva non era, perchè
non era stata portata a notizia delle parti. Voi vedete bene quanto grave violazione della legge siasi
perpetrata col fatto di dare esecuzióne ad una sentenza prima di notificarla. Ma procediamo innanzi.
Un'altra protesta si fondava su questo, che le variazioni di liste fossero seguite tra la prima e la
seconda votazione. La Giunta, a dire il vero, non ha
risolto pienamente codesta questione ; ed io quindi
nella mia relazione l'ho lasciata in sospeso. Ma voi
noterete che anche questo dubbio, aggiunto alle
altre grandi irregolarità, di codesta elezione contribuir doveva a farla annullare, nè il dubbio è infondato.
E diffatti, è possibile che la legge elettorale lasci
adito ai cittadini di impiantar liti nella settimana
del ballottaggio, per mutare le liste, che hanno servito alla prima votazione ? È egli ragionevole che
s'abbia a portare nella seconda votazione di ballottaggio (la quale non è che il necessario complemento della prima) un contingente diverso e mutato
a
.
zioni, imperocché i fautori dell'un candidato, o dell'altro, all'intento di guadagnare la vittoria, s'avviserebbero di provocare nel periodo del ballottaggio,
tali quistioni, e di far notificare la sentenza nel punto
che si procede alla votazione, quando non vi sia
più nè tempo, nè mezzo di rimedio o di protesta.
Altre irregolarità, oltre queste, sono accennate
nella votazione ; ma non credo dovervi qui insistere
sentendo il bisogno di abbreviare il mio dire, e
vengo al punto principale.
L'introduzione nella sala elettorale, nel tempo, in
cui le operazioni elettorali compievansi, di un
usciere, il quale notifica una sentenza (che possiamo
dirlo liberamente, cadeva tutta in favore d'una delle
parti che erano in lizza) non dovea forse produrre
alcun effetto, alcuna influenza morale sull'animo
degli elettori ? Un tal fatto lasciava proprio le cose
nelle condizioni normali ? Non lo so credere. Badiamo, onorevoli colleghi, alle circostanze che precedono e accompagnano questa elezione. Alla inscrizione d'ufficio di molti elettori nelle liste si
succedono reclami amministrativi e giudiziari che
eccitano il corpo elettorale e la stampa, e poi nel
giorno stesso del ballottaggio avviene la notificazione di una sentenza nel locale della votazione ai
presidenti dei seggi, quando già era cominciata la
chiama. A quali commenti avrà dato luogo l'apparizione dell'usciere nella sala durante la votazione ?
Quale impressione ne hanno ritratto gli elettori ?
Certo essi ne dovettero fare commenti e commenti
favorevoli al vincitore.
L'onorevole Lucchini domandava s'è possibile che
la notificazione di questa sentenza abbia allontanato dall'urna oltre 400 elettori. Ma non è questa
la sola considerazione che si deve fare. La notificazione, oltre ad avere violato la maestà dei seggi
eolFintrusione di un estraneo, poteva non soltanto
allontanare alcuni, ma poteva anche influenzare
altri degli elettori in modo da farli votare diversamente da ciò che avrebbero fatto ove non fossero
emerse le cose che li impressionarono. Certo è che
il presidente del seggio non doveva ammettere nella
sala l'usciere ; certo è che la legge vuole che al presidente sia affidata la custodia della maestà della
sala, in cui si fanno le votazioni politiche ; ed a lui
solo confida la tutela dell'ordine anche richiedendo
il concorso della forza pubblica ; nessuno può essere
molestato, nessuno può essere ricercato, mentre si
compiono le operazioni delle elezioni politiche.
Ecco il perchè la Giunta, nella sua maggioranza,
venne nell'avviso che non si potesse passare sopra
di elettori ? (Movimenti)
questi difetti neppure in considerazione del magSe questo si potesse ammettere, ne verrebbe di gior numero di voti che l'un candidato ha ottenuto
certo un deplorevole disordine alle epoche delle ele- in confronto dell'altro.
Atti
Parlamentari
LEGISL. XIY —
1415
-
l a SESSIONE — DISCUSSIONI —
Invero se si avesse potuto ritenere che il numero
degli elettori, cui era stato tolto l'esercizio del diritto, comunque irregolarmente, ancor quando si
fosse riunito sopra uno dei candidati, non avrebbe
mai mutato il risultato dell'elezione, la Giunta
avrebbe assai di buon grado applicato ciò che in
casi consimili fu pure adottato ; ma qui c'erano
elementi tali di perturbamento che non ci permettevano di essere sicuri che senza gli incidenti succitati
sarebbesi ottenuto l'identico risaltato oggi apparente dai verbali. (Ai voti ! La chiusura !)
E notate, o signori, che, oltre a tutto ciò, manca
nella pratica il verbale riassuntivo della prima votazione; lo si è cercato invano. Prima veane detto
che non fu redatto, poi si è dichiarato che fu redatto,
ma che non lo si rinveniva.
Fatto è che quel verbale la Giunta non l'ha mai
potuto avere. Sta bene, o signori, che in fatto di verificazione d'elezioni, la Camera debba essere assai,
larga, quando abbia la sicurezza di interpretare la
maggioranza di una votazione ; ma anche le forme
sono legge e sono poi sempre la vera e la più sicura
custodia del diritto. Quando, trovandosi di fronte ad
una elezione così viziata come questa, la si convalida, tant'è sopprimere di tutto punto la legge elettorale. (No! no!) È certo. Allora tanto varrebbe
convocare in una maniera qualunque gli elettori ;
fare che esprìmano in qualsiasi modo il loro voto...
(Ai voti! ai voti! — Eumori) e dichiarare eletto
quello che ne ha raccolto il maggior numero.
Per queste ragioni prego la Camera di accettare
le conclusioni della Giunta, le quali sono conformi
ad una deliberazione che la Camera ha già adottato
nel 21 dicembre 1870 riguardo alla elezione di Tropea, in cui è stato stabilito che « rende nulla la votazione il fatto della cancellazione di 37 elettor-i
dalle liste, in seguito ad un telegramma del sottoprefetto, trasmesso la sera precedente al giorno
della elezione. » Vedete che, perchè l'autorità amministrativa, la sera precedente alla votazione, ha
ordinato... (Ai voti! ai voti!) una variante alle liste, fu annullata la votazione; figuratevi nel caso
attuale in cui la variazione accade anche dopo che
la chiama è cominciata! (Ai voti! ai voti!)
PRESIDENTE. Essendo chiesta la chiusura domando
se sia appoggiata.
(È appoggiata.)
Essendo appoggiata, do facoltà ali' onorevole
Biancheri di parlare contro la chiusura.
BISCHERI. Se la Camera volesse permettermelo,
io avrei desiderato esporre alcune considerazioni;
se per altro la Camera crede di chiudere la discussione, io tacerò. (Parli ! parli!) Se mi concedesse
di dire brevissime parole,..
(Parli!parli!)
Camera dei Deputati
2 a TORNATA DEL 1 3 LUGLIO 1 8 8 0
PRESIDENTE. Eh! mi pare che io possa accordare facoltà di parlare all'onorevole Biancheri! (81! sì!)
BIANCHBRI. Comprendo la impazienza della Camera e assicurandola che sarò brevissimo, non abuserò della sua benevolenza.
Io ho chiesto di parlare allorquando l'onorevole
relatore metteva viva insistenza nel dimostrare come
la circostanza di non essere stata la sentenza notificata alle parti interessate costituisse, più che una
irregolarità, una vera nullità delle operazioni elettorali. Ora a me preme di far osservare alla Camera
che trattasi di iscrizioni, fatte di ufficio dal prefetto,
di guardie daziarie e carcerarie e di pubblica sicurezza, e di queste guardie può dimostrarsi, anzi
può ritenersi che molte non erano domiciliata e
neppure residenti in Genova. Ora, per quanto le parti
avessero voluto porre la più scrupolosa, la più premurosa sollecitudine nel trovar modo di far notificare il loro richiamo contro il decreto del prefetto
agli interessati, a nulla sarebbe riescita siffatta sollecitudine poiché ignoravasi ove essi resìedessero.
Anzi è bene che la Camera sappia che una fra le
principali ragioni, a cui la Corte d'appello si è appigliata, per ordinare la cancellazione di queste
guardie iscritte d'ufficio, sta appunto in questo, che
non risultava neppure del loro sufficiente domicilio
in Genova. Ora, come potevano i reclamanti far
valere le loro ragioni contro gente ignota?
Vuoisi ancora ritenere, o signori, che la mancanza della notificazione di cui trattasi non ha prodotto l'effetto che le parti interessate non abbiano
avuta la loro d^esa dinanzi alla Corte d'appello,
poiché le guardie state iscritte sulle liste dal prefetto furono difese da sei avvocati dinanzi a quella
Corte; e, nonostante questa loro difesa, la Corte
trovò che mancavano gli elementi prescritti dalla
legge per dichiarare valida la loro iscrizione.
Prego ancora la Camera di ben notare queste
due circostanze: la prima è che quando pure le
guardie iscritte avessero tutte, assolutamente tutte,
votato a favore del competitore del De Amezaga,
pur tuttavia il De Amezaga avrebbe sempre conservato la maggioranza. Ora, la Camera che giudica
col criterio non di magistrati, ma di giurati, si attenne costantemente alla massima che quando una
irregolarità sia stata tale da poter produrre un effetto sull'elezione e di cambiare il risultato, vi può
essere ragione di nullità ; ma allorché la commessa
irregolarità non ha potuto variare o modificare l'esito delle operazioni elettorali, la Camera ha costantemente seguito il principio di convalidare la
elezione.
Se adunque il fatto della radiazione delle guardie
non fosse avvenuto, se tutte queste guardie nel loro
Aiti Parlamentari
LEGISL. XIV — I SESSIONE — DISCUSSIÓNI — 2 TORNATA DEL 13 LUGLIO 1 8 8 0
a
complesso di 200 e più avessero pure votato contro
il De Amezaga, pur tuttavia egli non avrebbe perduta la maggioranza, e la lamentata irregolarità, se
pure può ammettersi, non avrebbe per nulla influito
sull'esito definitivo delle operazioni Ma vi è una
seconda osservazione, e prego la Camera di tenerla
ben presente.
Il fatto che ora è invocato contro l'elezione dell'onorevole De Amezaga si è pure avverato nell'elezione dell'onorevole Podestà, come in quella dell'onorevole Goggi, poiché Genova conta tre collègi
elettorali, ed in tutti e tre si verificarono esattamente le medesime circostanze. Anzi è bene che la
Cambra sappia che nell'elezione dell'onorevole Podestà i voti delle guardie state cancellate avrebbero
forse potuto spostare la maggioranza.
Pure la Camera ha convalidata l'elezione dell'onorevole Podestà, come dell'onorevole Goggi. Come
mai si potrebbe oggi rifiutsre l'approvazione dell'onorevole De Amezaga, elezione perfettamente identica a quelle che dalla Camera già vennero approvate ? (Rumori)
Voci, ài voti 1
B1ANCQ8R1. Io prego la Camera di voler ben
considerare le accennate circostanze, e crederei di
farle offesa se dubitando delia sua giustizia, potessi
dubitare che ella non voglia convalidare l'elezione
dei terzo collegio di Genova, nella persona dell'onorevole De Amezaga. (Rumori a sinistra)
Foci. La chiusura! Ai voti!
BIA'VCHBRI La Camera giudica col criterio della
imparzialità e colla scorta della legge. Essa non giudica per applicare un odioso ostracismo, con cui un
partito condanni il partito avverso. ( Vivi rumori a
sinistra)
PRESIDIATE. Spetta di parlare all'onorevole Ercole.
Voci. Ai voti ! La chiusura! Basta!
PRESIDENTE. Ma facciano silenzio, li prego.
ERCOLE. Rinuncio a parlare. (¿Bravo !)
PRESIDENTE. Per conseguenza essendo chiesta la
chiusura, domando se sia appoggiata.
(È appoggiata.)
Essendo appoggiata la pongo ai voti. Chi approva la chiusura è pregato di alzarsi.
(È approvata.)
Verremo ai voti.
FBRRACC1Ù, Ma, onorevole presidente !...
Vvci Ai voti ! ai voti !
PRESIDENTE. Onorevole presidente della Giunta,
io non posso lasciarla parlare, perchè è chiusa la
discussione.
L0VII0 Ma è per una cosa personale alla Commissione; per una cosa che riguarda l'onore della Commissione. Noi siamo stati attaccati... (Rumori)
a
PRESIDENTE. Mi lascino dire ! L'onorevole presidente delia Giunta chiede di parlare...
FERRICCSÙ. Per fare una dichiarazione.
PRESIDENTE. È un fatto personale o una dichiarazione?
F3ÈRACCSÙ. È una dichiarazione per un fatto personale.
PRESIDENTE. Ha facoltà di parlare.
Dichiari questo fatto personale.
FERRÀCCIÙ Mi duole che dall'onorevole Bisncheri
siasi sollevato un incidente, il quale, secondo il mio
modo di vedere, mentre lascia intatta la questione,
non riesce ad altro cha ad inasprire gli animi ; ma
una volta sollevato, bisogna esaurirlo.
Allorquando si trattò delle elezioni seguite nel I
e nel 2° collegio di Genova, si affacciarono alla
Giunta due sole difficoltà : una cioè che nel primo
collegio fossero state cambiate arbitrariamente le
sezioni ; difficoltà che in seguito a richiesti ed ottenuti schiarimenti fu riconosciuta insussistente ; l'altra ohe nel 2° collegio, per virtù di sentenza emanata dalla Corte d'appello, fossero stati cancellati
dalla lista parecchi elettori : fatto questo che non
alterava per nulla la sostanza delle cose, nè arrecava spostamento di sorta; dappoiché, anche attribuiti tutti i voti degli elettori cancellati ad uno dei
concorrenti, restava sempre l'altro in grande maggioranza, e per conseguenza eletto.
Questi i punti discussi e risoluti dalla Giunta...
CHI^AQLiá. Chiedo di parlare per un fatto personale.
FERRACCIÙ.. nulla del resto che si riferisse alle
circostanze di fatto, poste in rilievo nella presente
discussione ; che la sentenza cioè non fosse stata
notificata nei modi e termini di legge, che l'usciere...
Voce. È naturale !
PRESIDENTE. Facciano silenzio.
FERRACCIÙ.. si fosse introdotto nella sala per notificarla, e che della sentenza medesima fossesi data
lettura in adunanza pubblica, e s'interrompessero
così le operazioni elettorali.
PRESIDENTE. Ed iì fatto personale? (Ilarità)
FERRACCIÙ. Il fatto personale è precisamente
quello che espongo.
La Giunta quindi non vide motivo di contestazione, non decise, propriamente parlando, alcuna
questione, e non istabilì alcun precedente, poiché
ad essa non fu proposta nessuna quistione e nessuna quistione fu decisa. Non si può quindi chiedere che si applichi questo precedente ad alcùn'altra elezione.
E questa la pura verità, ed è appunto in nome
della verità, che ho creduto di fare la dichiarazione
che ho fatto. {Bene!)
o
MB Parlamentari
lift
LEGISL. XIY — T SESSIONE — DISCUSSIONI — 2 TORNATI DEL 13 LUGLIO
a
PRESIDENTE. Ha facoltà di parlare l'onorevole Chi- vidui non aventi i requisiti per essere elettori e tanagìia per un fatto personale.
luni di essi perfino mancanti dell'età voluta dalla
CHINAGLIA. Siccome io ho dovuto riferire alla legge.
Giunta...
Di ciò chiamo in testimonio taluno dei miei colPRESIDENTE. Ma il fatto personale ?
leghi. (Rumori a sinistra)
CHIN4GLÌA... comprenderà la Camera che iì fatto
PRESIDENTE. Onorevoli colleghi, io ritengo poco
personale c'è in tutta l'estensione della parola, corretto che quello che avviene neìl' interno delle
perchè fui io, che ebbi l'onore di riferire alla Giuntò (e questo lo dico per tutti), quando non facGiunta sulle due elezioni del primo e del secondo cia argomento della controversia, sia portato qui.
collegio di. Genova.
Io non mi sarei mai immaginato che un fatto perOra io avrei potuto comprendere l'onorevole pre- sonale dovesse condurre a questo ; cioè ad esporre
sidente della Giunta che per ispìegare quella specie fatti, i quali possono avere servito nell'interno della
dà.incoerenza, dì cui venne accusata la Giunta stessa Giunta a determinare una risoluzione piuttosto in
nei suoi opposti giudizi dati intorno alle elezioni un senso che in un altro. La Camera di questi fatti
dei collegi di Genova avesse detto che al momento, non è stata mai edotta al momento opportuno; non
in cui si discusse quest'ultima elezione taluni non ha mai portato sopra di essi le proprie risoluzioni,
erano in grado di ricordarsi per filo e per segno quindi a me pare che questa rivista retrospettiva a
delle deliberazioni prese sulle prime elezioni, le nulla conduca. (Bravo! Benissimo! — Ai voti! ai
quali erano state riferite fino dal 4 di giugno pros- voti !)
simo passato in un momento, in cui maggiormente
CH1NAGLIA. Faccio appello alla discretezza dei miei
ferveva il lavoro della Giunta.
colieghi ; dico due parole soltanto, e poi ho finito.
Tutto ciò è spiegabile, come è anche possibilis- {Rumori a sinistra)
simo che taluni di quelli che si trovavano a discuPRESIDENTE. Onorevoli colleghi, hanno avuto softere intorno alla elezione del terzo collegio non sieno ferenza fino ad ora, l'abbiano ancora.
intervenuti nella discussione precedenteiijente fattasi
CHINAGLIA. Signori, per venire adunque ad una
sui primo e sul secondo. Ma che il presidente della pronta conclusione soggiungerò che dopo aver rifeGiunta venga qui davanti alla Camera ad affermare rito i fatti, a cui ho accennato, feci rilevare che in
recisamente e paratamente ciò che si è detto a pro- qualunque peggiore ipotesi gli elettori cancellati
posito di queste elezioni ; che esso abbia la memoria non avrebbero potuto spostare la maggioranza dèi
così felice per ricordarsi nei suoi più minuti parti- voti ottenuti dall'onorevole Podestà. À quest'ultima
colari quello che il relatore ha riferito alla Giunta, osservazione la Giunta credette di non occuparsi più
tutto ciò, o signori, io non posso comprenderlo, e oltre dell'esame della questione, e senz'altro convadico il vero, onorevole presidente della Giunta, con lidò la elezione.
tali affermazioni ella dà saggio di molto poca defeQuesti sono i fatti; del resto invito qualunque dei
renza verso i suoi colleghi... {Rumori)
miei colieghi a prendere l'incartamento che si riferisce all'elezione del 2° collegio di Genova...
PRESIDENTE. Onorevole Chinaglia !...
PRESIDENTE. Ma onorevole Chinaglia, quell'eleCHIMGLIA Onorevole presidente, qui c'è di mezzo
zione è già stata approvata dalia Camera. Ella ha
una questione di lealtà e di delicatezza.
PRESIDENTE. Qui nessuno mette in dubbio nè la esaurito oramai il suo ragionamento.
CHINAGLIA. Onorevole presidente. Per lasciarmi
lealtà, nè la delicatezza di chicchessia. La prego
per conseguenza di voler mantenere quella ealoua, facoltà di parlare, la prego di rivolgere per un moche è indispensabile, affinchè nelle questioni più mento solo la sua attenzione a ciò che ha detto il
* presidente delia Giunta all'indirizzo di chi ha rifespinose si possa riuscire ad un risultato utile.
CHINAGLI!. Dirò adunque, o signori, che allor- rito sulla elezione del 2° collegio di Genova.
quando riferii sulla elezione del secondo collegio
E però, in tutela della sincerità e della lealtà, con
di Genova, mi ricordo di avere espostoli fatto iden- cui sono stati condotti su questo punto gli esami
tico a quello accaduto n^lla elezione, di cui oggi si della Giunta, deggio affermare che allorquando essa
discute ; vale a dire ii fatto che uu usciere si era pre- ha deliberato la convalidazione di quella elezione,
sentato in alcune sezioni del collegio per notificare era stata pienamente a completamente da me inal presidente del seggio le sentenze che ordinavano formata di quegli stessi fatti che ora formano ogla cancellazione di parecchi elettori. Mi ricordo di getto di questione nell'elezione che si discute.
avere soggiunto che tutto ciò mi pareva una giusta
PRESIDENTE. Intanto a me piace di ripetere che
riparazione contro l'illegale procedere del prefetto nessuno ha mai messo in dubbio l'onestà e la lealtà
di Genova che in quelle liste aveva introdotti indi- della Giunta, la quale, secondo la sua coscienza, é
Atti
Camera dei Deputati
Parlamentari
LEGISL. XIV —
T SESSIONE — DISCUSSIONI — 2 a TORNATA DEL 1 3 LUGLIO 1 8 8 0
secondo i documenti, che le sono stati volta per
volta sottoposti, ha proposto in passato, come propone ora, quelle risoluzioni che ha creduto assolutamente giuste.
Ha facoltà di parlare l'onorevole Biancheri per
un fatto personale.
BIANCHERI. Le parole dette or ora dall'onorevole
presidente, rispondono al sentimento dell' animo
mio, e spiegano il mio fatto personale.
Mi è grato dichiarare alla Giunta che se io ho
fatto cenno delle contraddizioni, in cui per avventura essa ha potuto cadere nel riferire intorno alla
elezione del 3° collegio di Genova, di fronte alle
conclusioni che furono prese riguardo alla elezione
degli altri due collegi di quella città, io non ho
punto intèso di muovere alcun rimprovero o censura alla Giunta ; ed io l'assicuro che sento per essa
quell'alta stima che le è da ciascuno di noi professata; le dichiaro che era lontano dall'animo mio
qualunque pensiero, il quale possa essere a lei meno
che riverente. {Bravo!— Vivi segni d'approvazione)
I0VIT0. {Bella Giunta) Ho chiesto di parlare per
un fatto personale, onorevole presidente, e da un
pezzo !
PRESIDENTE. Onorevole Lovito, ormai hanno parlato l'onorevole presidente della Giunta e l'onorevole
Chinaglia; mi pare che sia utile che questo incidente termini. {Voci. Sì ! sì!) La prego dunque onorevole Lovito...
LOVITO. Onorevole presidente, ella vede che qui
c'è un fatto personale per ciascun membro della
Giunta.
PRESIDENTE. Onorevole Lovito, nuovamente la
prego. Ella vede ; ha parlato l'onorevole presidente
della Giunta, e poi l'onorevole Chinaglia..
LOVITO. (JDella Giunta) Permetta, onorevole presidente, che con la massima calma possibile, io faccia
una semplice dichiarazione,
PRESIDENTE. Ma, onorevole Lovito, la calmasi
perde quando non si mantiene nella discussione l'ordine che è necessario, e che è prescritto dal regolamento.
Ella domanda di parlare per un fatto personale,
e ciò come membro della Giunta. I membri della
Giunta sono 20. Due hanno parlato, ne rimangono
18 che potrebbero chiedere tutti di parlare...
Voce dal banco della Giunta. E parleranno.
PRESIDENTE. Ora io demando se questi fatti personali contribuiscano a mantenere o a far perdere
la calma nella Camera.
LOVITO. {Della Giunta) Onorevole presidente {Rumori), l'onorevole Chinaglia ha fatto appello alla
lealtà nostra, e noi dobbiamo, anche per deferenza
a lui, una risposta,
Noi riconosciamo che i nostri onorevoli colleghi
dell'altro lato della Camera {Bisbiglio a destra)
hanno proceduto in tutte le operazioni che si sono
svolte nella Giunta, con la massima sincerità e con
la massima lealtà, ma la ragione per cui noi...
PRESIDENTE. Ma, scusi, questa èjuna dichiarazione
superflua. Io conosco una Giunta icui membri sono
tutti deputati ; nè ricordo la parte a cui appartengono. {Bene! Bravo! — Segni di approvazione da
tutte le parti della Camera)
LOVITO. Qual è la contraddizione di cui siamo accusati noi ? La Camera ricorda che l'altra elezione di Genova passò senza contestazione. Basta
questo per dimostrare la nostra perfettissima imparzialità ? Se fossero accaduti i medesimi fatti che
sono accaduti nella elezione del 3° collegio di Genova, può essere sicura la Camera, da destra e da
sinistra, che noi per lo meno avremmo contestata
l'elezione, e la Giunta la passò come incontestata. La seconda volta per lo meno avrebbe contestata la elezione ; ma .. {Rumori)
PRESIDENTE. Ma, onorevole Lovito, la prego di non
tornare su fatti che sono ormai compiuti.
LOVITO. Capisco che si può chiedere : come spiegare codesto ? Io non ho detto che ci sia nessuno
infallibile, che nessuno voglia nascondere di proposito qualche cosa, ma soggiungo che nessuno è infallibile. Lungi da me ogni pensiero men che riguardoso verso i miei colleghi ; ma non c'è nessuno
a questo mondo che possa dichiararsi infallibile ;
sicché la prima volta ha potuto accadere benissimo
che l'onorevole relatore non si sia accorto... (Rumori)
PRESIDENTE. Onorevole Lovito, io sono obbligato
a toglierle la facoltà di parlare, altrimenti in questo
modo non si va. {Ai voti ! ai voti!) Verremo ai voti.
Come la Camera ha udito, la Giunta delle elezioni, a maggioranza deliberò di proporre alla Camera l'annullamento delle operazioni elettorali seguite in ordine al reale decreto 2 maggio 1880 nei
collegio terzo di Genova.
Contro questa proposta l'onorevole Lucchini Giovanni propone, come emendamento, la convalidazione dell'elezione del 3° collegio di Genova nella
persona dell'onorevole De Amezaga.
Pongo ai voti la proposta dell'onorevole Lucchini.
Chi l'approva si alzi.
(Dopo prova e controprova la Camera la respinge.)
Ora metto ai voti la proposta della Giunta, che
è dì annullare le operazioni elettorali eseguite nel
3° collegio di Genova.
Chi approva questa proposta è pregato di alzarsi
(Dopo prova e controprova la proposta della
Giunta è approvata.)
Atti Parlamentari
l'4Ì9
Camera dei
-
Deputati
LEGrISL. XIY — l SESSIONE — DISCUSSIONI — 2 TONNATA DEL 1 3 LUGLIO 1 8 8 0
a
a
Per conseguenza dichiaro vacante il terzo collegio dalla Camera allo studio della riforma elettorale
di Genova. (Rumori — Molti deputati scendono ha finalmente nominato il suo relatore. E udimmo
nell'emiciclo)
ciò con sodisfazione tanto più viva che il diligentissimo studio fatto dalla Commissione, le lunghe discussioni
da essa spese sopra quest'argomento laANNUNZIO DELLA DISCUSSIONE DELLA ELEZIONE
sciano
supporre
che ne sarà di tanto abbreviato il
DEL COLLEGIO DI BARI.
lavoro dell'onorevole relatore, e gli risparmieranno
il peso dello scrivere dei volumi in foglio, permetPRESIDENTI. Annunzio alla Camera che sono state tendogli di limitarsi ad una relazione sommaria
depositate in segreteria le carte e i documenti ri- delle opinioni esposte nel seno della Commissione.
flettenti l'elezione del collegio di Bari, che si
Un'altra notizia ho appreso: che in questi giorni
iscriverà nell'ordine del giorno di giovedì, per la molti nostri colleghi hanno preso, rondinelle pelleseduta pomeridiana.
grine, il volo. (Si ride)
Prego gli onorevoli deputati dì andare ai loro
PRESIDENTE. Onorevole Cavallotti, la Camera è
posti e di far silenzio.
numerosissima. Ciò si verificò anche ieri nella voHa facoltà di parlare l'onorevole Cavallotti sul- tazione nominale.
l'ordine del giorno.
CAVALLOTTI. Ma la votazione nominale mostra anCAVALLOTTI. Quando ieri l'onorevole Filopanti che che una quarantina, una cinquantina se ne anpropose che le interrogazioni presentate venissero darono (Commenti e rumori)
differite e accennò ad una promessa della Camera ;
Voci. No ! no !
io udii la Camera vociferare, con segni non dubbi
PRESIDENTE. Il fatto si è che la Camera è numerodi poco assenso, alle parole dell'onorevole Filo- sissima.
panti. Io mi spiegai il rumoreggiare della CaLi prego di far silenzio.
mera perchè so che qui, in quest'Aula, sono molti,
CAVALLOTTI. Io solamente volevo dire che se fra
i quali, allorché quella proposta venne presen- quelli che se n'andarono ve n'ha che presero parte
tata, non la trovarono opportuna, e quindi, o vo- con noi a quella promessa della Camera, costoro
tarono contro, oppure si astennero dal votare. certo ritorneranno. Io non ammetto per conto mio,
Però, dissi fra me, che certo fra coloro, i quali mi parrebbe di far ingiuria alla Camera lo ammetesprimevano il dissenso dall'onorevole Filopanti, tere che mentre la passata Legislatura prolungò i
non ci potevano essere quelli, i quali votarono suoi lavori, senza esservi obbligata da alcun iminsieme con noi quella proposta. E penso che non pegno, fino a tutto luglio, mentre in questa stessa
vi dovevano essere, perchè sulle promesse e sul Roma, il Senato del Regno continuò i suoi lavori
modo di mantenerle, possono esser vari i pareri, fino oltre quel tempo, non posso ammettere sola,
ma è certo che la parola data è sempre qualche invece, la Camera della 14 Legislatura, fiorente
cosa, di cui si parla con rispetto.
di gioventù, mandata qui fresca fresca dalla fiducia
Ad ogni modo, noi autori di quella promessa degli elettori, non si creda in obbligo di fare il
presentata in buona fede, senza permetterci di scru- benché minimo sacrificio eccezionale per tener fedo
tare menomamente le intenzioni degli altri che la a un eccezionale impegno.
diedero insieme con noi, siamo certi, nel momento
Perciò quando vedo in questi giorni la stampa
in cui veniamo a parlarne, di ottenere dalla Camera approfittarsi della partenza isolate di 20 o B0 decortese la deferenza a cui ha diritto la buona fede. putati, per registrare che 20 vagoni di deputati...
E se (parlo anche a nome di altri miei amici) se (Oh! oh! — Rumori vivissimi)
prendiamo oggi a parlare sull'ordine del giorno egli
PRESIDENTE* (Con forza) Li prego di far silenzio !
è per varie considerazioni che brevemente esporrò;
Molte voci. Basta ! basta!
e perchè crediamo che il farlo oggi abbia un praFOUTIS. Che cosa basta?
tico scopo, e non lo avrebbe per avventura da qui a
PRESIDENTE. (Gon forza) Li prego di far silenzio.
quattro o cinque giorni, ed anche perchè ieri udendo Bastano le interruzioni 1 (Sì ride)
l'onorevole presidente del Consiglio nel rispondere
CAVALLOTTI. Quando vedo fuori di quest'Aula sparall'onorevole Filopanti sorvolar sulla promessa, gersi intorno alle intenzioni della Camera accuse...
cui l'onorevole Filopanti accennava, tanto più cu- (Rumori)
riosità ci strinse di appurare su questo argomento
Voci. Ma che accuse? Basta! basta!
l'intenzione dei Governo e quella della Camera.
CAVALLOTTI. (Fra i rumori) Invece di gridar qui
Ieri udimmo con vivissima sodisfazione una si provino a gridar un po' fuori di quest'Aula! •
buona notizia : che cioè la Commissione delegata
PRESIDENTE. Li prego di far silenzio.
a
Atti
1420
Parlamentari
LEGISL. XIV —
l a SESSIONE —
—
DISCUSSIONI —
Onorevole Cavallotti, ella stessa appartiene alla
Camera, ed ella deve essere ed è solidale con essa.
Quindi non deve mai dimenticar questo in ogni sua
considerazione.
CAVALLOTTI. Ed è appunto perchè parto da un
alto rispetto verso la Camera, che escludo perfino
il dubbio che la Camera non voglia fare quello che
chiunque il quale sia galantuomo farebbe. ( Vivi
rumori)
PRESIDENTE. Onorevole Cavallotti!..
Voci. Lavoriamo da mattina a sera !
PRESIDENTE. Ma facciano silenzio !
CAVALLOTTI. Io ben so che dalie odierne accuse
si è preso argomento a tacciare di leggerezza l'impegno assunto dalla Camera. Ma non ammetto che
si dica che ìa Gamera lo abbia assunto così a cuor
leggero, mentre, certo, non a cuor leggero ella respinse io proposte più larghe che in quel dì vennero
fatte. (Eumori vivissimi) E infatti non si contentò
della urgenza che era stata domandata dal Governo,
e non volle accontentarsi della proposta presentata
dall'onorevole Nicotera che allargava la scadenza
dello impegno per ìa riforma elettorale sino al termine dell'anno. Perchè non se ne volle accontentare? Perchè sapeva che vi era intorno a lei nella
atmosfera dell'opinione pubblica, fatta incredula,
qualcosa che reclamava imperiosamente da lei, un
affidamento immediato, concreto ; sapeva che appunto l'incredulità del paese si fondava sulla previsione degli ostacoli che avrebbero intralciato l'adempimento delia promessa; perchè si calcolava fin
d'allora sulle febbri, sul caldo, sugli altri lavori
della Camera, sui provvedimenti finanziari, e su
tutti gli altri impedimenti, per mandare, allo stringer dei nodi, la promessa in fumo. E per questo la
Camera sentì il bisogno di rassicurare iì paese e di
dirgli: guardate che, a dispetto di tutti gli ostacoli,
quando verrà il momento, io terrò fede egualmente
all'impegno. Ed oggi vorreste dirmi che la Camera
se ne tenga sciolta, solo perchè appunto gii ostacoli
da lei preveduti arrivano ? Evidentemente ciò non
entra nel concetto che mi sono formato io della
sua serietà. Forse mi sbaglierò! (Interruzioni —
Rumori) Ad ogni modo io dico che da molti si è
speculato, fuori di quest'Aula, sopra l'esautoramento morale, che colpirebbe l'Assemblea, ove essa
alla sua parola venisse meno.
E indarno ad attenuare di questo esautoramelo
le conseguenze, si farebbe qui assegnamento sul tacito assenso di tutti noi nei mettere la promessa di
un mese or fa in silenzio ed in oblìo. Farebbesi secondo me, il conto senza l'oste, cioè senza pensare
che "qui in quest'Aula sono molti i deputati pronti a
pagare di persona, ed a stare qui fiachè l'impegno
Camera dei Deputati
2 a TORNATA DEL 1 3 LUGLIO 1 8 8 0
sia compiuto... "(Sì sì! — Interruzioni — Rumori)
e che non si sentirebbero punto la carità evangelica
di dividere innanzi al paese la responsabilità con
quelli che avessero in animo di non adempirlo. Dico
pagare di persona perchè infine, se la state in Roma
è incomoda agli a1 tri, neppur noi siamo animali a
sangue freddo, e il caldo disturba anche noi, e viviamo anche noi del nostro lavoro, e un po' di vacanze, e di fresco, e di campagna farebbe bene anche
a noi.
L'onorevole Toscanelìi diceva una di queste sere
che l'estrema Sinistra aveva escogitato quella proposta sua di far rimanere qui la Camera in estate
come un espediente per diventare maggioranza, sopprimendo colle febbri il resto dell'Assemblea. {Ilarità — Rumori)
PRESIDENTE. Onorevole Cavallotti, nell'Aula questo non è stato mai detto. La prego di non riportare qui le conversazioni particolari. {Rumori)
Li prego, onorevoli colleghi, facciano silenzio, altrimenti mi obbligheranno a sospendere la seduta.
CAVALLOTTI. Ebbene, io dichiaro che noi non abbiamo intenzioni così feroci: in nessuno di noi vi
era l'idea di sopprimere alcuno dei nostri carissimi colleglli ; bensì vogliamo impedire un fatto che
scuoterebbe l'autorità della Camera.
Egli è per questo che, tenuto conto dell'angustia
del tempo, e delle circostanze dell§ stagione, non
pare a noi che recherebbe la menoma offesa a quella
libertà, di cui deve godere la Commissione, ed il
suo relatore, un cortese assegnamento che la Camera
facessa su lo zelo della Commissiono medesima per
essere da lei posta in grado di adempiere al proprio
impegno. Non è cosa nuova, non è esempio infrequente nella storia della Camera, dalla quale molte
volte partirono cortesi inviti alle sue Commissioni,
che si fecero premura di deferirvi. Potrei ricordare
il fatto dell'anno scorso, allorché, venuto appunto»
tra i calori di luglio, innanzi alla Camera la questione gravissima dell'abolizione del macinato, complicata per giunta dal conflitto con l'altro ramo del
Parlamento, la Camera chiese al relatore della Commissione, onorevole Pianciani, che presentasse la
relazione lì seduta stante, in sei ore... {Interruzioni)
PRESIDENTE. Lì prego di far silenzio.
CAVALLOTTI. Non dico che oggi si abbia come allora a fare in sei ore la relazione ; ma dico che in
sei o sette giorni, se l'Assemblea lo chiedesse, potremmo averla e la Camera cominciare a discuterla.
Ad ogni modo è in questo senso che preghiamo la
Camera ad esprimere iì suo pensiero, presentandole
una mozione, che mi onorerò di trasmettere all'onorevole presidente.
PRESIDENTE, Vuol mandarla ?
AU%
Y
Parlamentari
Camera del Deputati
LEGISL. XIV — r SESSIONE — DISCUSSIONI — 2 a TORNATA DEL 13 LUGLIO 1 8 8 0
CAVALLOTTI, La leggo prima.
« La Camera penetrata dall'obbligo morale assunto verso il paese coll'ordine del giorno 31 maggio
scorso, confida nel patriottismo e nello zelo della
Commissione e del suo onorevole relatore per essere posta in grado di intraprendere nel più breve
tempo la discussione sulla riforma elettorale, affrettata da una solenne promessa, alla quale confida
che si impegneranno di fare onore. »
Cavallotti, Maj occhi, Menotti Garibaldi, Aporti,
Fortis, L. Ferrari, F. Cucchi, L. Basetti, D'Arco,
Folcieri, Colajanni, Savini, Giovagnoli, Panattoni,
Grassi, Fazio, Friscia, Chidichimo, Ganzi, Filopanti,
Foppoli, Pellegrino, Capponi.
lo sono persuaso che a questa mozione daranno
il voto tanto quelli che sono certi come noi che
la Camera intende di tener ferma la promessa
data, quanto coloro, i quali credessero per avventura la volontà della Camera già acquisita al proposito di non tenerne conto e di decretare sin d'ora
le vacanze. Perchè anche costoro, nello accingersi a
godersele, se la Camera le decreterà, le godranno
con animo più tranquillo, se potranno dire che
quanto ad essi erano pronti a rinunciarvi e che
degli ozi ¡asolanti inadempiuto un sacro debito non
è a loro che tocca la responsabilità. (Rumori al
centro! — Bene! all'estrema sinistra)
PRESIDENTE. Rileggo la mozione dell'onorevole
Cavallotti:
« La Camera penetrata dall'obbligo morale assunto verso il paese coli'ordine del giorno 31 maggio scorso, confida nel patriottismo e nello zelo
della Commissione, e del suo onorevole relatorej
per essere posta in grado di intraprendere nel più
breve tempo la discussione sulla riforma elettorale,
apportata da una solenne promessa, alla quale intende di fare onore. »
Do facoltà di parlare all'onorevole Minghetti in
nome della Commissione incaricata di riferire intorno al disegno di legge per la riforma elettorale.
MINGHETTI. lo sono dolente che non sia oggi qui
l'onorevole nostro presidente, il deputato Mancini,
al quale sarebbe spettato, e convenuto sopra ogni
altro, di esprimere lo stato dei lavori della Commissione. Ma poiché nella sua assenza a me toccò l'onore
di dirigerne le discussioni, mi tocca ancora quello
di rappresentare lo stato delle cose. Ripeto che me
ne duole, perchè se non fosse stato questo incarico,
io avrei completamente taciuto.
Noi abbiamo votato contro questa proposta la
prima volta e non abbiamo niente che vedere nella
decisione che si prenderà. Ma, lasciando ciò in disparte, dico chela Commissione ha tenuto seduto
tutti i giorni lungamente.
Le sue sedute furono oltre a 30, senza contare le
sedute della due Sotto-Commissioni, l'una delle
quali si occupò della circoscrizione dei collegi, e
l'altra della procedura elettorale. Il lavoro era molto
arduo, perchè la questione è gravissima, e, comunque si voglia giudicare, è una legge fondamentale
dello Stato, è uno dei cardini delle nostre istituzioni ; cosicché nessuno, sia qualunque il partito a
cui appartiene, può desiderare che simili questioni
vengano sorvolate o sfiorate : tutti devono desiderare che siano qui presentate alla discussione nella
forma la più meditata e la più coscienziosa, {Bene.!
Bravo !)
Dunque io non accetto certe parole, certi lunghissimi, certi finalmente che ho sentito pronunziare.
La Commissione ha fatto tutto quello che era umanamente possibile ài fare, e non ha nulla da rimproverarsi. Essa non ha compiuto ancora il suo lavoro»
benché le resti pochissimo a fare; ma le rimangono
alcuni articoli, le rimane la questione delle penalità»
cose però che in brevissimo tempo essa potrà ultimare; ma prima ancora di compiere il suo lavoro
essa ha creduto bene, quando erano già risolti i
punti principali e le questioni più importanti, ha
creduto bene di addivenire alla nomina del suo relatore, il quale ha dichiarato, e mi ha autorizzato
ad annunciarlo a nome suo alla Camera, che egli
rinuncia al mandato che gli è conferito, a meno che
non gli si permetta di curare la sua salute la quale
richiede non breve tempo, e che perciò egli non può
incominciare il suo lavoro di redazione che alla fine
di settembre; prima di quell'epoca egli si troverebbe
impedito dalla malferma sua salute, e siccome egli
è delicatissimo nella sua coscienza e non vorrebbe
assumere risponsabilità davanti a voti o decisioni
della Camera, così ha dichiarato apertamente che
qualora non gli sia accordato questo tempo egli ri«
nuncia.
Ripeto adunque, che il nostro relatore non può
cominciare i suoi lavori di redazione che ai primi
di ottobre, oppure la Commissione dovrà nominare
un altro relatore.
Questo è lo stato delle cose, ed io non ho altro
ad aggiungere, fuorché dal posto che molto indegnamente in questo momento esercito, ritornando a
quello di deputato, ripeto, che avendo io votato contro, fin dalla prima volta, sulla proposta dell'onorevole Cavallotti, non ho più nulla da dire in proposito.
PRESIDENTE. Ha facoltà di parlare l'onorevole
Martini Ferdinando.
MARTINI FERDINANDO. Io mi astenni dal votare, il
31 maggio, la proposta dell'onorevole Cavallotti, ed
Atti Parlamentari
LEGISL. XIY —
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Camera dei Deputati
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anzi dai giornali che riferiscono le opinioni di quell'estrema parte della Camera...
PRESIDENTE. Onorevole Martini, lasciamo stare le
considerazioni che vengono svolta fuori della Camera.
MARTINI FERDINANDO. Lasciamo pure stare le considerazioni ; dirò dunque che io non votai quella proposta, non perchè io non volessi la riforma elettorale,
come potrebbe credersi da chi udì certe allusioni
dell'onorevole Cavallotti. Iò non la votai, dico, non
già perchè io non volessi codesta riforma, che anzi
io la desidero più ampia di quella proposta dal Ministero, ampia quanto la desidera l'onorevole Cavallotti, ma perchè temei che si verificasse quello che
oggi si verifica appunto.
L'onorevole Cavallotti, rondinella peregrina che
si è troppo lungamente posata sui veroni lombardi
(Ilarità — Bravo ! bravo! Benissimo!), deve sapere
che la Camera ha atteso con grandissima assiduità
a lavori faticosi.
Se la Camera stessa prendendo quella deliberazione il 31 di maggio volle dar pegno che veramente
era nell'intenzione sua di occuparsi il più presto
possibile della riforma elettorale, non è però da
negare oggi che essa si trova nell'assoluta impossibilità di compiere il proprio deliberato. Imperocché
si ha un bel dire : « l'assemblea, l'assemblea ; » ma
un'assemblea si compone d'uomini, e quando la
maggior parte di questi uomini hanno atteso per
nove mesi ad opera ardua e laboriosa, non possono,
io credo, mentre preme questa canicola, porsi ad
un'altra opera anche più laboriosa e più ardua, e
trattare una materia che per la sua gravità vuol essere discussa colla presenza di grandissimo numero
di deputati, e intorno a cui vuoisi adoperato molto
vigore per venire ad una conclusione fra pareri che
si mostrano fin d'oggi, anche nel seno della Commissione, così disparati. ( B e n e ! Bravo!) D'altra
parte io non capisco perchè si abbia a fare un'accusa di non volere la riforma a chi tanto maggiormente dimostra di volerla, quanto più pratiche
sono le proposte che ei fa perchè a quel fine si
giunga. Il dire: io voglio la riforma elettorale, discutiamola domani, voi che non la discutete domani
non la volete, è un'alta ingiustizia, ed è appunto
tale, perchè la proposta di discutere domani la legge
elettorale non è, nè savia, nè opportuna, nè di possibile effettuazione.
Se noi deliberassimo ancora di non separarci
prima di avere ultimata la discussione delia legge
elettorale io credo che un sorriso ironico correrebbe
sulle labbra degli Italiani, i quali indovinerebbero
che noi facciamo promesse, le quali non siamo in
grado di mantenere. E poi occorre un'altra rimes-
sione: quand'anche noi discutessimo la legge elettorale, c'è l'altro ramo del Parlamento che deve
esso pure discuterla.
Ora, è egli possibile che quei venerabili vegliardi,
per usare le parole dell'onorevole Cavallotti, vogliano sedere in agosto e is settembre per votare la
legge elettorale ?
PRESIDENTE. Onorevole Martini, occupiamoci di
quello che dobbiamo far noi, e lasciamo agli altri
l'occuparsi di quello cli8 essi vorranno fare.
MARTINI. Permetta, onorevole presidente, lasci che
io dica intero l'animo mio. Se la Camera votasse ora
la legge elettorale, e il Senato dovesse poi indugiare
a discuterla, ne verrebbe tale un'agitazione, se
spontanea o fittizia non cerco, nel paese che io reputo grave di funestissimi effetti...
PRESIDENTE. Onorevole Martini, la prego di non
entrare in considerazioni che riguardano l'altro
ramo del Parlamento.
MARTINI. Dunque io faccio proposta che la Camera deliberi di mettere all'ordine del giorno la
legge elettorale nel futuro novembre... (Rumori e
movimenti in vario senso)
PRESIDENTE» Prego di far silenzio.
MARTINI..v che la riforma della legge elettorale sia
posta all'ordine del giorno a preferenza di ogni
altra, salva la precedenza dei bilanci di prima previsione del 1881. (Voci. Ah! ah! — Alcune risa a
sinistra — Benissimo ! su altri banchi)
PRESIDENTE. L'onorevole Filì-Astolfone ha facoltà
di parlare.
(Il deputato Cavallotti accenna di voler parlare.)
Onorevole Cavallotti, l'ho iscritto.
FILÌ-ASTOLFONE. Rinunzio alla facoltà di parlare.
PRESIDENTE. Ha facoltà di parlare l'onorevole Savini.
SAVINI. Io dirò due sole parole. Credo fermamente
che tutti quanti qui siamo, desideriamo e vogliamo
la riforma della legge elettorale ; non faccio torto a
nessuno. Non volendola andremmo incontro anche
a due auguste promesse; quindi la vogliamo tutti.
(Rumori)
DI RUDINÌ. Potremmo anche non volerla.
SAVINI. Però osserviamo le condizioni di fronte alle
quali ci troviamo oggi. Noi abbiamo deliberato di
non muoverci di qui prima che la legge elettorale
fosse discussa ed approvata. (Rumori) Lo possiamo
ora noi ? Io non lo so. L a relazione non è fatta, la
Commissione nominata dalla Camera dice che non
vi si può riuscire. Or bene, io vi domando, o signori,
che il paese, il quale ha preso sul serio la nostra
deliberazione...
Voci a destra. No ! no ! Non l'ha presa sul serio !
(Rumori vivissimi)
Atti Parlamentari
— 1423
LÈQISL. XIV — T SESSIONE — DISCUSSIONI —
Camera dei Deputati
2 a TORNATA DEL 1 3 LUGLIO 1 8 8 0
|
SAVINI... sappia quali sono le ragioni per le quali
che sarà di questo breve periodo legislativo, uno dei
non possiamo votare questa legge, ma noi non pos- più fecondi ; la volontà sorretta dal dovere supera
siamo ritornare nei nostri collegi, dopo chiusa la
gli ostacoli, opera prodigi ed è anche arbitra del
Camera e sentirci dire : voi non avete mantenuta la I tempo. Per ciò la Camera ha trovato nella forza
vostra promessa. (Rumori )
della coscienza l'ardimento di una risoluzione deliPRESIDENTE. Prego di far silenzio.
berando di attuare le due riforme fondamentali.
SAVINI. Io non ho nessuna difficoltà di associarmi
Per Tana è già imminente il suo voto, per l'altra
alla proposta dell'onorevole Martini, però la vorrei | vi è un rinvio ; ma è volontario ? Esso dipende da
modificata così : la Camera abbrevi le sue ferie e il circostanze impreviste, da un ostacolo insuperabile.
15 di ottobre (Scoppio di vivissimi rumori e risa) Noi sappiamo che il relatore è un uomo delia cui
si trovi qui a discutere la legge.
coscienza, della cui intelligenza, della cui competenza nessuno può dubitare; e la sua scelta anzi è
PRESIDENTE, l'onorevole presidente del Consiglio
una guarentigia ; ma possiamo noi forzarlo al laha facoltà di parlare.
voro ed imporgli, nelle circostanze in cui trovas',
CAIROLI, presidente del Consiglio. L'onorevole Cavallotti che probabi&aente ieri, quando risposi al- d'improvvisarlo o di affrettarlo; oppure possiamo
noi dargli l'intimazione di dimettersi ? Io credo chs
l'onorevole Filopanti, non era presente, non ha
tutte queste considerazioni poste dinanzi al paese
compresa la mia risposta.
al quale è guida sicura la retta coscienza e l'infalliCAVALLOTTI. Ero presente.
bile buon senso, bastino per provare l'impossibilità
PRESIDENTE DEL CONSÌGLIO. Allora non ha inteso
di una deliberazione che fu presa col proposito di
bene le mie parole, colle quali mi sono limitato a rispondere al deputato Filopanti sugli appunti fatti attuarla, ma che si trova ora dinanzi ad ostacoli insuperabili. Io credo anzi che la scelta di questo reda lui alle presentate interrogazioni.
Io non ho d'uopo di fare dichiarazioni a nome latore ci assicuri che il danno dell'indugio sarà attenuato, perchè egli presenterà il suo lavoro e perdel Ministero, relativamente a questo disegno di
chè
il Ministero fin da questo momento s'impone il
legge, che è in cima ai nostri desideri, che fu ogdovere
di presentarlo per il primo nella riconvocagetto di tutte le nostre più premurose cure ; sicché
zione
della
Camera, perchè abbia la precedenza
abbiamo fatto il possibile per spingerlo in porto,
sopra
qualunque
altra discussione. (Benissimo/)
anche nella passata Legislatura. Malgrado però
l'urgenza riconosciuta da tutti, si può affermare
che non sarà discusso, ni ciò per colpa di alcuno,
nemmeno della Commissione, in nome della quale
ha eloquentemente parlato l'onorevole Minghetti.
La Commissione, alla quale appartenevano amici
comuni, dello zelo dei quali non possiamo dubitare,
come pure non possiamo dubitare di quello dei nostri avversari, non ha mai interrotto i suoi lavori.
Ora domando: è colpa della Camera se mancala
materia? La Camera accettando, la prima volta,
l'ordine del giorno Cavallotti, al quale acconsentì
ben volentieri il Ministero, ha precisato il suo
impegno. Ma è imputabile ad essa se questo impegno è nell'impossibilità di adempirlo ?
CORRETTA. Non era serio.
MINISTRO DELL'INTERNO. Non interrompete.
PRESIDENTE DEL CONSIGLIO. La Camera non ha
d'uopo di giustificazioni, la giustificazione sta nei
suoi atti. Io faccio un appello all'equa e delicata
coscienza dell'onorevole Cavallotti per dirmi quando
mai in un Parlamento si è detto : discutiamo un disegno di legge, che non è davanti ad esso ? Ho detto
che la Camera non ha bisogno di giustificazioni,
aggiungo che non è lecito stimolare con rimproveri
o con eccitamenti i suoi propositi, i quali sono attestati dai suoi atti, dall'assiduo ed efficace lavoro,
Io quindi prego l'onorevole amico Cavallotti di
non insistere nel suo proposito anche per la considerazione di quegli che fu designato ad essere il relatore di questo disegno di legge. {Bene!)
PRESIDENTE. Ha facoltà di parlare l'onorevole
Baccelli.
BACCELLI. Rinunziò. {Bravo!)
PRESIDENTE. Allora ha facoltà di parlare l'onorevolo Cavallotti.
CAVALLOTTI Io debbo rispondere per fatto personale a parecchi oratori.
Voci Forte ! forte !
CAVALLOTTI. L'onorevole Martini trovò che io aveva
accennato a coloro che avevano votato contro, e; che
si erano astenuti dal voto. Io prego l'onorevole Martini di credere che in questo non c'era nulla all'indirizzo di quegli egregi deputati, che anzi io ricordava quel fatto per ¡stabilire-la perfetta logica e
coerenza della loro condotta. Locchè non può dirsi
di altri. È questo per ciò che li riguarda.
L'onorevole Martini accennò che vi era una rondine pellegrina che si era soffermata troppo lungamente sui lidi lombardi.,.
Voci. Veroni ! veroni!
CAVALLOTTI. Sui veroni lombardi.
Ora io prego l'onorevole Martini, il quale, lo so
anch'io di pellegrinar non ha bisogno, perchè a dlf-
Atti Parlamentari
LEGISL. XIV —
— 1424 —
l a SESSIONE — DISCUSSIONI —
ferenza di me che abito a Milano, egli ha la casa in
Roma, lo prego di constatare che dacché incominciarono i lavóri della Camera sino ad oggi 13 luglio,
cioè sopra, 55 sedute, la rondinella pellegrina ha
preso il volo per sedute sei...
Voci. Sopra 44.
CAVALLOTTI. Sei sopra 55.
Voci. 44.
CAVALLOTTI.., Vada per 44 ! Ce ne avanza sempre !
E non è un giorno, nè due che la rondine è tornata
qui per rimanervi fin quando il preso impegno lo
richieda, magari anche fin dopo settembre. E creda
l'onorevole Martini che lo 'star qui danneggia me
forse anche più di altri.
L'onorevole Minghetti anche volle accennare ad
una nota di biasimo che io avrei voluto infliggere
alla Commissione per aver trascurato i suoi lavori.
Io non ho mai negato che la Commissione abbia lavorato ; se un rammarico avessi potuto esprimere
sarebbe anzi stato quello che la Commissione abbia
lavorato troppo !... (Rumori) sicuro fin troppo !... e
siasi dilungata anche in istudi accademici, che a
voler far presto si sarebbero proprio potuti omettere ! (Sì ! sì ! a sinistra) Dunque la diligenza della
Commissione è perfettamente fuori di questione.
L'onorevole Minghetti accennò pure che ora una
nuova ragione d'indugio veniva creata dalla malattia dell'onorevole Zanardelli. Non ho bisogno di
dire se io sia fra coloro che amano e stimano altamente l'onorevole Zanardelli, della cui personale
amicizia mi onoro : e se e quanto, sapendolo in salute florida, la sua nomina a relatore mi avrebbe
sorriso. Ma appunto dacché pur troppo della sua
malattia, che addolora me e tutti, si sapeva ; dacché
essa era nota ai componenti la Commissione così
come a tutti gli amici suoi, a me personalmente rincresce che la Commissione, non ignara delle condizioni di salute in che l'onorevole Zanardelli versava,
abbia addossato proprio a lui la fatica e il peso
dell'ufficio di relatore. (Rumori — Commenti)
PRESIDENTE. Onorevole Cavallotti, la prègo di
spiegare il suo concetto sulla nomina del relatore.
Ella ha detto qualche cosa sulla nomina del relatore, che non mi è giunta bene all'orecchio.
CAVALLOTTI. Allora tornerò a ripetere.
Ho detto che, precisamente per questo che la
malattìa dell'onorevole Zanardelli non era un mistero per nessuno di noi ed a noi tutti doleva, così
doleva a me che appunto sia stato scelto l'onoreyole Zanardelli infermo al pesante e faticoso ufficio
di relatore.
PRESIDENTE. È un suo giudizio. Sta bene.
CAVALLOTTI. Se l'onorevole Zanardelli si fosse ammalato dopo la nomina, avrei capito : era un caso
Camera dei Deputati
2 8 TORNATA DEL 1 3 LUGLIO 1 8 8 0
che nessuno poteva prevedere ; ma saperlo ammalato già, saper che la Camera ha fretta e ha preso
l'impegno di concludere, e in queste circostanze
nominare un ammalato...
PRESIDENTE. Era qui che le chiedevo una spiegazione, onorevole Cavallotti. Che Ella si rammarichi
dell'elezione a relatore dell'onorevole Zanardelli3
perchè è malato, fin lì va bene : ma che Ella lasci
intendere che fu eletto, appunto perchè ammalato,
questo non lo posso ammettere.
CAVALLOTTI. E non lo ammetta: ma veda: io non
faccio all'onorevole Commissione altro appunto se
non questo: che tra il desiderio dello avere l'onorevole Zanardelli a relatore, e il dovere di far presto, per tener fede all'impegno assunto dalla Camera, essa abbia anteposto il primo al secondo.
(Rumori)
MINGHETTI. Domando di parlare.
Voci. Ai voti ! ai voti !
PRESIDENTE. Prego di far silenzio. Ora ha facoltà
di parlare ed io gliela mantengo.
CAVALLOTTI. È inutile che gridino : l'onorevole
presidente mi ha data facoltà di parlare e saprò tenermela.
L'onorevole presidente del Consiglio e l'onorevole Martini hanno con eloquenti parole accennato
lé ragioni per le quali era impossibile discutere ora
la legge elettorale. Io richiamo solamente alla memoria dell'onorevole presidente del Consiglio e dell'onorevole Martini che tutte queste ragioni, dalla
prima all'ultima, quasi colle medesime parole, furono precisamente esposte ne! giorno che si trattò
di prender l'impegno, qui da questi banchi, dall'onorevole Nicotera, che appunto per esse sconsigliava
dal prenderlo.
Ma la Camera e il Governo dopo averle udite ben
tutte, decisero di non farne caso. Che si vien dunque a parlarcene oggi come si trattasse di novità? Se
Camera e Governo allora risolyettero di passarvi
sopra e di legarsi con solenne impegno, ciò non riguarda che loro ; a loro oggi tocca il salvar la propria coerenza.
L'onorevole Cairoli domanda a me, come egli
dice, nella mia delicata coscienza, se io possa citare
un caso, in cui la Camera abbia deliberato di dicutere una legge che non aveva innanzi. Io rispondo
all'onorevole presidente del Consiglio che glielo cito
subito; lo ha detto il giorno 31 maggio, in cui si
è votato questo impegno sopra una legge che era
ancora di là da venire. (Rumori)
E conchiudo. L'onorevole Martini asserì non potersi seriamente arguire da una dilazione qualunque che la Camera non volesse occuparsi presto
della questione.
Atti
Camera dei Deputati
Parlamentari
LEGISL. XIV —
SESSIONE — - DISCUSSIONI —
Io non desidero che di essere perfettamente di
accordo coli' onorevole Martini nel credere alla
lealtà, alla sincerità della Camera ; ma io prego
soltanto l'onorevole Martini di avvertire che a crederci non basta che ci siamo io e lui ; che quel leggiero sorriso ironico, incredulo, di cui egli mi parlava, può darsi benissimo che in questo momento
increspi le labbra degli italiani, ma per una incredulità ben diversa da quella detta da lui ; e non è
colpa mia, non è colpa della Camera, se tutte le
nostre dichiarazioni, i nostri affidamenti, non valgono a dissipare questa atmosfera di scetticismo
che fuori di qui ne circonda che tutti i giorni sale
e si muta in accuse contro le istituzioni quali nessuno di noi vorrebbe ricevere come uomo. (Rumori)
Ora guardate voi se questo giovi alla dignità di
queste istituzioni di cui vi dite difensori, ed al decoro vostro. A voi tocca pensarci : al decoro nostro e delle firme nostre ci pensiamo noi. (Oh! oh!
— Movimenti)
PRESIDENTE. Ha facoltà di parlare l'onorevole
Fortis.
FORTIS. Veramente io, dopo le parole dell'onorevole Cavallotti, il quale ha già risposto in merito a quanto venne detto dall'onorevole Martini
e dall'onorevole presidente del Consiglio, non voglio
tediare la Camera con ripetizioni e per conseguenza
mi taecio. (Bravo! Bene!)
PRESIDENTE. L'onorevole Ceppino ha facoltà di
parlare.
{¡OPPINO. Io ho chiesto di parlare allorquando
l'onorevole Medoro Savini diceva che egli si sarebbe
adattato alla proposta dell'onorevole Martini, ma che
gl'importava che il paese sapesse donde nasceva la
causa dell'indugio. Ma, prima di dire una parola di
risposta all'onorevole Medoro Savini, e per quella
parte che riguarda ma membro della Giunta, dirla
al paese, mi permetta la Camera che io rilevi una particolare opinione dell'onorevole Cavallotti, il quale,
con un suo apprezzamento ha detto che noi abbiamo
dato il voto ad un uomo che sapevamo infermo esponendoci quasi al pericolo di eludere le promesse
date. Se l'onorevole Cavallotti ha avuto facoltà di
esprimere la sua propria e particolare opinione, la
abbiamo anche noi (Benissimo! Bravo !), e l'abbiamo anche noi tre o quattro membri, i quali abbiamo dato il voto all'onorevole Zanardelli; e su ciò
ci eravamo intesi fin dal primo giorno, imperocché,
fermi nel volere l'allargamento del voto, fermi nel
propòsito di rispondere a quello che non era tanto
l'opinione del paese quanto un intimo convincimento nostro, sorto molti anni innnanzi che qui si
facesse questa proposta (Bene! Bravo!), volevamo
dar pegno a tutti che non era il votarla in un giorno
2 a TORNATA DEL 1 2 -LUGLIO 1 8 8 0
od in uri altro che doveva stabilire la verità delle
nostre convinzioni, ma il volerla efficacemente s il
volerla continuamente ed il farla in quel modo in
cui si compiono le grandi riforme e si riconoscono
i grandi diritti, i quali ogni dì crescono dignità ai
popoli. (Applausi
vivissimi)
Ora vi domando se voi che avete nominato una
Commissione che per singolari accidenti avrebbe
potuto trovare motivo di non radunarsi tutt'i giorni,
imperocché casi vari ci hanno privato del concorso
di parecchi de' nostri onorevoli colleghi, una Commissione nella quale le opinioni potevano e dovevano essere largamente divise e diverse, imperocché
rappresentava l'una e l'altra parte della Camera ;
ehe malgrado i naturali dissensi e le conseguenti
disfatte fu in numero ogni giorno per non impedire
con un'assenza il lavoro ed il soddisfacimento del
legittimo voto della Camera, potete voi venire a dire
a questa Commissione : restringete le vostre deliberazioni? Potete voi dire al relatore : fate una relazione sommaria ?
Ma come? L'Italia finalmente discute per la prima
volta la sua legge elettorale (Benissimo!);
l'Italia
finalmente entra nell'esame accurato del primo e più
importante de' suoi ordinamenti politici, e promove
in mezzo ad una grande quiete del paese, per iniziativa di Principe e di Governo quelle riforme che
in altri luoghi costano rivoluzioni (Bene !) e volete
che si proceda tumultuariamente (Bravo !), volete
che queste questioni non sieno dalla prima all'ultima, analizzate, studiate ? Credete voi che, perchè
ciascuno sa quello che vuole, non debba badare a
quello che vuole il suo vicino? Voi che create una
Commissione speciale dove desiderate che tutte le
varie opinioni del Parlamento siano rappresentate,
volete chiudere questa gente in una stanza e dirle :
conchiudete e tacete?
Ma se noi avessimo concluso senza discuterò le
difficoltà e le parti del problema gravissimo, si poteva dire ad un uomo qual'esso sia : portateci qui
uno studio qualunque?
Uno studio qualunque 1
Ma l'Europa guarderà quel che faremo, il mondo
civile assisterà alle nostre discussioni e dinanzi a
proposte di Governo che sono volumi, dinanzi ad
una relazione che fu giustamente lodata, credete
voi che possa venire un secondo relatore che vi
porti semplicemente il risultato delle discussioni
che si sono fatte? un sunto dei verbali? Ed il
giorno in cui, non avendo accettato tutto quello che
fu proposto dal Governo, non avendo accettato
tutto quello che fu proposto da un'altra Com-5
missione, ci chiederanno : quali sono gli effetti
delle vostre disposizioni ? Dove sono le statistiche?
Camera dei Deputati
Atti Parlamentari
LEGISL. XIV — I SESSIONE — DISCUSSIONI — 2 TORNATA DEL 18 LUGLIO 1880
a
la che modo congiungete il paese legale col paese
reale? Quante anime di più Terranno a confortare col loro palpito il palpito nostro ? E quante
opinioni riconfermeranno quelle opinioni che noi
qui difendiamo e sosteniamo col nostro voto ? Il relatore dovrà improvvisare tutto questo ? e non dovrà neanche sapere in qual proporzione sarà accresciuto il corpo elettorale se di 200,000, 300,000 o
di un milione di elettori ?
Onorevole Cavallotti, la Camera, il Parlamento
italiano, ella che conosce la storia lo sa meglio di
me, ha sempre lottato per ogni progresso civile e
liberale e l'opera sua sarà ricordata.
Anche oggi stiamo qui disputando una grande
questione ; abbiamo lotte, abbiamo contrasti, ma la
violenza nelle nostre battaglie non c'è stata mai. I
contrasti non hanno mai turbato i rapporti che
debbono legare gli uomini politici tra loro. (Benissimo /) Il sentimento del patrio interesse non manca
ad alcuno, quantunque sia diverso in parecchi di
noi il modo di considerarlo. Perchè dunque vorremo
ricorrere alla violenza? {Interruzione dell'onorevole Cavallotti)
Onorevole Cavallotti, non dia alle mie parole una
interpretazione che non risponde al significato che
Io vi attribuisco ; per violenza intendo : volere per
forza una situazione che non è compiuta ; prescrivere un termine quando le condizioni ne mancano.
(Forte!)
Signori, se alcuno di noi, armato del regolamento,
fosse venuto innanzi al nostro egregio presidente,
innanzi alla Camera ed avesse detto : discuteremo
sull'ordine del giorno, quando la relazione sia distribuita, avremmo potuto in vario senso parlare ;
ma è certo che tra i nostri vari sensi il buon senso
ci avrebbe suggerito questo : se voi non volete obbligare e Commissione e relatore a domicilio coatto,
voi non potete prestabilire ora il giorno della discussione. Ecco quanto intendeva per violenza. Noi
abbiamo dinanzi una riforma capitale, la Camera
non se lo deve nascondere ; dal 1848 a questa parte
non si è discusso nulla di simile a quello che noi
andremo a discuterò : è la base delle nostre Istituzieni, è il battesimo nostro.
MAZZARELLA. No, la cresima. (Vivissima ilarità)
C0PPIN0. Potrebbe essere la cresima, se volessi
raccogliere l'interruzione ; imperocché noi dobbiamo essere battezzati prima all'urna e 'cresimati
dopo. (Si ride)
Ora, dovendo noi chiamare questo popolo, riconoscere a questo popolo una più larga ragione di suffragio, troviamo chi ci contenda il principio? È questiona di t e m p o , e oramai di tempo breve, è un presto
o un tardi che sta racchiuso nel corto giro di pochi
a
mesi ; è un presto o tardi che, in altri paesi, ha costato
rivoluzioni sanguinose e che qui tro fa la concordia
di tutti... (L'onorevole Fortisfa un movimento col
capo)
F0RT1S. Domando di parlare per un fatto personale. (Oh! oh!)
PRESIDENTE. (Conforma) Onorevoli colleghi, facciano silenzio.
F0RTIS. Oh! oh ! (Eumori)
PRESIDENTE. Onorevole Forfcis, non apostrofi i
suoi colleghi.
C0PPIN0. Conchiudendo, dico all'onorevole Cavallotti che, senza chiamare in colpa la Commissione
allo stato della cose, nella dirittura del suo giudizio deve riconoscere che la necessaria proroga non
può suscitare questioni tra gli amici della importante riforma.
Quanto all'onorevole Medoro Savini, egli è troppo
sagace per non avere già riconosciuta, nelle parole
dette finora, la mia risposta. Il paese deve sapere
a chi appartiene la causa del differimento ? Ebbene,
il paese sappia che quando noi fummo eletti, e la
Camera affermò la volontà sua, abbiamo detto, per
noi è una questione d'onore, di non ritirarci nemmanco di una linea, di non perdere neanche un minuto, e condurre a fine il compito nostro : e alla
gravità dell'obbligo deve rispondere il tempo. E
per noi, presi nei vari lati della Camera, il voto di
quel giorno era l'eco d'una dichiarazione uscita allora dall'urna, che portando qua quella che poteva
essere l'opinione del paese, diceva: io voglio che
congiunta ad una grande riforma finanziaria, sia
congiunta una grande riforma politica. Non abbiamo potuto immaginare che col giro della lancetta dell'orologio si dovesse compiere e l'una cosa
e l'altra, e posso dire che l'onorevole relatore, o
quello che c'è, od un altro qualunque che fosse,
non si assumerebbe questo impegno, per rispetto
a voi, per rispettò alla gravità delia questione, e
per rispetto al Parlamento medesimo, di fronte ai
liberi Stati, d'improvvisare, cioè di portarvi in pochi giorni una relazione.
Io non ho autorità nessuna verso quegli uomini
che hanno sottoscritto l'ordine del giorno dell'onorevole Cavallotti, ma se ne avessi una, e l'amore
della cosa pubblica, che certamente non è minore
in me di quello che sia nell'animo loro, me ne desse
il diritto, li pregherei di voler ritirare il loro ordine
del giorno.
Noi non chiuderemo Fanno senza aver assaltato,
e senza aver definito questa questionerà quale, pur
dal dì che è posta, abbiamo sentito dovere essere
risoluta principalmente da noi che desideriamo
quella .maggiore autorità che al nostro mandato
Camera dei Deputati
Aiti Parlamentari
LEGISL. XIV — l SESSIONE — DISCUSSIONI — 2 TORNATA DEL 13 LUGLIO 1 8 8 0
a
arreca il concorso di volontà più numerosa, e riconósciamo il dovere di attuare più largamente il
principale dei diritti del popolo nostro, che ben ne
è degno. (Bene! Bravo!)
PRESIDENTE. Ha facoltà di parlare l'onorevole Fabrizi Nicola.
FABRIZI NICOLA. Io prendo a parlare dopo un oratore segnalato, ma non avendo che brevissime cose
da dire. È così semplice il mio concetto, che mi
fece sperare di renderlo intelligibile. (Rumori continui)
Mi pare che la Camera si trovi in una condizione
delicatissima dinanzi ad una deliberazione presa, e
che alcune circostanze la rendono difficile da adempire. La Camera all'epoca della sua deliberazione, non
era ignara delle condizioni ordinarie che s'incontrano a Roma nella stagione estiva. Ora il passar sopra quella deliberazione, senza una nuova deliberazione che dimostri che fa seria nella primitiva sua
deliberazione, non sarebbe proprio alla sua dignità.
Facendo quindi necessità delle circostanze straordinarie che si sono accennate nella discussione, io
proporrei quanto è stato già progettato, cioè di fissarsi la convocazione della Camera per la metà di
ottobre. Bensì non già per riprendere il corso ordinario della Sessione, ma per deliberare unicamente
intorno alla legge di riforma elettorale.
(Molti deputati scendono nell'emiciclo e discutono
fra loro)
PRESIDENTE. Onorevoli colleghi, si de?e votare, li
prego di riprendere i loro posti e di sgombrare l'emiciclo : bisogna venire alla conclusione di questa
discussione già assai lunga. (Rumori)
FABRIZl NICOLA. A me sembra...
PRESIDENTE. Prego nuovamente di far silenzio.
Onorevoli colleghi, sgombrino l'emiciclo, e facciano silenzio, altrimenti sarò obbligato di sospendere la seduta.
FABRIZlN. A me sembra che in questo modo resterebbe eliminato ogni dubbio di alterazione nella
fermezza della Camera nel proposito di venire a
capo il più presto possibile di questa legge, vincendo le difficoltà coi mezzi possibili, e dandone prova
solenne, come sarebbe quella di scegliere il primo
momento in cui la stessa stagione in Roma si fa propizia alla... (Rumori prolungati e conversazioni)
PRESIDENTE. Ma, onorevoli colleghi li prego di far
silenzio.
FABRIZl. Ognuno sa che io non ho pretese di avere
autorità, nè d'influenza sopra la Camera. Io non sono
se non che una coscienza che parla. Non volete ascoltarla, mi taccio.
PRESIDENTE Ha facoltà di parlare l'onorevole Fortis per un fatto personale.
a
FORTIS Io ho il dovere di spiegare all'onorevole
Coppino la ragione della mia denegazione, ch'egli ha
avuto la compiacenza di rilevare. Io feci un segno
di negazione quando egli ha detto che era concordo
la rappresentanza del paese col Governo nel concedere una riforma fondamentale. E questi segni di
denegazione li ho fatti non già perchè io non rispettassi altamente il parere dell'onorevole Coppino,
ma perchè io non ritengo che noi siamo d'accordo
nel voler questa riforma ; anzi credo che una gran
parte di noi sia aliena dall'accettarla.
In secondo luogo io ho fatto un segno più accentuato di denegazione perchè nella mia convinzione
è che non si tratta di una concessione che noi dobbiamo fare...
PRESIDENTE. Onorevole Fortis...
FORTÌS... ma della restituzione di un diritto.
PRESIDENTE. Questo è un suo apprezzamento,
FORTÌS. Ora io voleva solamente acceennare questo
all'onorevole Coppino, perchè egli sappia che se io
ho fatto quel segno, l'ho fatto unicamente perchè
sentivo che le sue convinzioni ripugnavano alle mie.
Inoltre io non poteva accettare (e questo era un
altro motivo per cui io disapprovava il suo dire)
che egli attaccasse la parte a cui io appartengo,
mentre noi non abbiamo fatto altro che richiamare
la Camera all'osservanza di una sua solenne promessa. Imperocché tutte 1© ragioni che sono state
svolte qui dall' onorevole Coppino e dagli altri,
dovevano e potevano essere presenti alla Camera
quando deliberò la prima volt«. (Rumori)
Noi non intendiamo di fare violenza a nessuno,
noi intendiamo di rispettare e che si rispetti dagli
altri il solenne voto, la solenne promessa della Camera ; se a voi pare che questa promessa non debba
valere in tutta la sua estensione, noi intendiamo
unicamente di separare la nostra responsabilità
dalla vostra.
PRESIDENTE DEL CONSIGLIO. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ha facoltà di parlare l'onorevole presidente del Consiglio.
PRESIDENTE DEL CONSIGLIO. Non dirò che poche parole per fare una dichiarazione, anzi, per dare una
risposta all'onorevole Cavallotti, il quale disse che
la Camera, benché non avesse davanti a sè il disegno di legge, deliberò nel 10 maggio di discuterlo
in qualunque modo. Con ciò rispondeva a me che
diceva : quando mai si è visto una Camera a voler
discutere un disegno di legge del quale non è pronta
la relazione? Dunque, onorevole Cavallotti, in ciò
sta la differenza; perchè se la relazione fosse pronta,
il Ministero, che ha intera fiducia nel patriottismo
e nell'abnegazione della Camera, la quale ne ha
data ampia prova in questo periodo di tempo '
9
Atti Farlamentarì
1428
Camera
dei
Deputati
LEGISL. XIV — l a SESSIONE — DISCUSSIONI — 2 a TORNATA DEL 1 3 LUGLIO 1 8 8 0
avrebbe il coraggio di domandarle di fare ciò che
essa ha deliberato.
All'onorevole Cavallotti, il quale ha fatto un'allusione alla Commissione che non meritava, e che fu
splendidamente confutata dall'onorevole Coppia©,
osservo pure che fra coloro I quali non solo hanno votato la mozione che egli presentava, ma che l'hanno
appoggiata colla parola, era l'onorevole Zanardelli.
Ora chi può dubitare della delicata coscienza dell'onorevole Zanardelli, il quale, accettando di essere
relatore della Commissione, ha provato che essa si
trova davanti ad ostacoli che non si potevano prevedere, e che era sicuro che anche la Camera, malgrado la deliberazione appoggiata, sostenuta e quasi
proposta da lui, ne avrebbe tenuto conto?
Debbo poi dire al mio amico, il deputato Fabrizi'
che avendo il relatore, per mezzo dell'egregio presidente della Commissione, fatto quella così delicata dichiarazione, dicendosi ammalato e nell'impossibilità di preparare il suo lavoro presto, non si
può precisargli un termine per il compimento del
suo lavoro. 11 termine lo precisa il Ministero nel
dichiarare ancora che il primo progetto che verrà
discusso quando sarà riconvocata la Camera, sarà
la riforma elettorale.
Voci. Dopo i bilanci del 1881.
ÉPSIRO BELL'INTERNO. Terremo due sedute.
Voci. Ai votit ai voti! La chiusura!
PRESIDENTE. Ha facoltà di parlare l'onorevole Cavallotti per un fatto personale. (Rumori)
Vi rinunzia?
CAVALLOTTI. Due .sole parole per assicurare l'onorevole presidente del Consiglio che la parte onorevole avuta dall'onorevole Zanardelli nella sua iniziativa del 31 maggio scorso, non vi era punto
bisogno di ricordarmela. Chi conosce la mia stima
per l'onorevole Zanardelli non può neppure lontanamente immaginare il menomo dubbio delle sue
intenzioni... (Eumori — Conversazioni)
Non è all'onorevole Zanardelli che le nostre parole mirano. Noi vogliamo soltanto che sia bene
accertato su chi dovrà pesare la responsabilità
della rimandata discussione della riforma elettorale
che la Camera aveva preso formale impegno di discutere prima di separarsi. Ed é per saperlo che
provochiamo un voto formale delia Camera.
PRESIDENTE. Ha facoltà di parlare 1' onorevole
Morana. (Rumori prolungati ~~ Voci Ai voti! ai
voti !) — (Con forza) Prego di far silenzio, onorevoli colleglli. Non c'è più nessun altro iscritto.
Verremo dopo ai voti. Psrli, onorevole Morana.
MORANA. Prendo a parlare a malincuore e tanto
più a malincuore che per parte mia sono disposto a
mantenermi fedele alla promessa fatta rimanendo
qui al mio posto tanto tempo che basti per votare
la legga della riforma elettorale. Ma dopo aver
detto ciò, mi affretto a soggiungere che noi tutti
quanti siamo, non possiamo restara sotto l'impressione che le parole dell'onorevole Cavallotti e dell'onorevole Fortis possono produrre. Essi vogliono
riversare la responsabilità su noi... (Segni affermativi dell'onorevole Cavallotti) Ma io dico che
essi non hanno il diritto di farlo. (Interruzioni
vivaci degli onorevoli Fortis e Cavallotti)
Voci. No! no! no! (Rumori)
PRESIDENTE. (Con forza) Facciano silenzio.
BACCELLI. Sono essi i padroni ?
PRESIDENTE. (Con forza) Onorevole Baccelli, la
prego di non interrompere, nè d'inveire contro i
suoi colleglli.
BACCELLI. Chiedo di parlare.
MORANA. Io ripeto che credo che essi non abbiano
il diritto di portare alla Camera una questione immatura per procacciarsi il gusto di mostrarci infedeli alla nostra promessa, di dirci incoerenti.
CAVALLOTTI. E voi non siatelo.
I0BANA. Se l'onorevole Cavallotti fosse venuto ad
accusare di ritardo la Commissione, che mi pare non
meriti nessuna censura ; se l'onorevole Cavallotti avesse creduto conveniente di muovere appunto al
suo relatore, il che non ha fatto, e non ne avrebbe
avuto ragione, non potendo l'onorevole Zanardelli,
di cui tutti qui apprezziamo le doti, delia mente 8
del cuore, essere colto menomamente in colpa in
\ questa occasione, io comprenderei la sua proposta.
' Ma quando la relazione non è davanti alla Camera,
e non ci sarà per qualche tempo, poiché ha affermato il presidente della Giunta che l'onorevole Za| nardelli si dimetterebbe piuttosto, che sottostare
1 agli atti di violenza che vorrebbero usargli gli ono| revoli Cavallotti e Fortis... (Proteste ad estrema sif nistra — L'oratore parla rivolto verso il deputato
\ Cavallotti)
I
PRESIDENTE. Onorevole Morana, parli rivolto al
presidente e con calma.
MORANA.. io domando con qual diritto l'onorevole
Cavallotti viene ad accusare noi e ci denunzia al
paese?
U M E T T I . Chiedo di parlare.
MORANA. Ora a me piace di ripetere, a proposito della questione presente, che non c' è colpa di
nessuno ; non c' è colpa della Camera, la quale ha
solennemente manifestato la sua volontà, non c' è
colpa della Commissione, la quale fino ad oggi ha
lavorato quanto da uomini si poteva mai pretenderà
che lavorassero ; non c'è colpa del relatore, il quale,
nominato appena oggi, dichiara di non poter compiere un lavoro di tanta mole e di cotanta impor«
[)
Atti tarlarne filari
Camera dei Deputati
LEGISL. XIY — I a SESSIONE — DISCUSSIONI — 2 a TORNATA DEL 1 3 LUGLIO 1 8 8 0
tanza in un termine limitato e sotto il pungolo di
una fretta irragionevole. E dal momento che per
tutto ciò, la relazione non è davanti la Camera, io
non credo che si possa accusarci di non voler mantenere la promessa data, come cittadini e come gentiluomini, e che le cose debbano restare allo stato
in cui si trovavano prima che la proposta dell'onorevole Cavallotti fosse stata fatta.
Ciò posto, e dopo queste spiegazioni, io mi permetto di presentare alia Presidenza l'ordine del
giorno puro e semplice su tutti gli ordini del giorno
delle pressioni alla Giunta tali quali risultano dall'ordine del giorno dell'onorevole Cavallotti...
CAVALLOTTI. Che pressioni !
F0RÌIS. Eccitamenti, non pressioni.
MORANA. Abbiano pazienza, dirò eccitamenti sull'animo della Commissione, se così a loro piace, a
fine di invitarla a presentare una relazione in un
termine brevissimo...
BACCELLI. (Con forsa) Contro chi ha lavorato
sempre !
IQRANA... o invece se si deve mettere all'ordine
presentati. (Movimenti e rumori)
del giorno per novembre o per ottobre, come di• PRESIDENTE. Un momento ; vien proposto l'ordine ceva l'onorevole Savini, la legge elettorale. Ora a
del giorno puro e semplice.
me preme di affermare che non vanno discusse quePrima che si discuta su questo io mi permetto di stioni di tal natura oggi, giacche dell'ordine del
pregare il proponente di ritirarlo. L'ordine del giorno si può solo allora contendere quando le
giorno puro e semplice sanno qual valore esso relazioni stanno davanti alia Camera.
abbia ; lascia come essi sanno il tempo che trova.
Dunque io credo che noi dobbiamo chiudere que{Benìssimo!) Ma qui noi ci troviamo dirimpetto ad sta prima questione lasciando le cose allo stato in
una parte della Camera, la quale vuole che sia af- cui erano. La promessa dalla Camera fu fatta, e
frettata la discussione di una determinata legge, e vale quel che fu promesso, nè può nè deve essere
ad un'altra la quale vuol prefiggere il momento in discussa e sindacata da alcuno.
cui questa legge si deve discutere.
Onorevole Cavallotti, non rida...
PRESIDENTE.
Onorevole Morana, non sollevi dei
La Camera aggiornandosi, si aggiorna come si
fatti
personali
anche
per dei cenni.
suol dire, a domicilio ; tocca al suo presidente di
10RANA.
C'è
però
una
seconda questione, cioè : sa
convocarla. Ora il presidente desidera una delibela
Camera
debba
precisare
al presidente con esatrazione precisa, determinata; perchè egli, scrupolotezza
la
via
da
seguire,
quando
la relazione venisse
sissimo osservatore di una deliberazione precisa edeterminata, non potrebbe, data una deliberazione presentata durante le vacanze e di ciò io credo che
indeterminata, rispondere ai sentimenti d'ogni parte si possa discutere in altra giornata in un'altra occasione, dopo di avere per oggi respinta la propodella Camera, come è suo dovere. (Benissimo!)
Aggiungo che questa convocazione della Camera sta Cavallotti con l'ordine del giorno puro e sema domicilio, lasciata in facoltà del presidente, viene plice.
PRESIDENTE. Ci sono 6 ordini del giorno in alcuno
fatta sì d'iniziativa del presidente ; ma vien fatta
dei
quali tutto è precisato.
tenendo presenti inveterate consuetudini e previi
MORANA.
Onorevole presidente, tutti questi sei oraccordi col presidente dell'altro ramo del Parladini
del
giorno
implicano una censura della Camera,
mento e col presidente del Consiglio.
che io vorrei sul momento troncare. Di tali ordini
Perciò io prego la Camera, poiché questa quedel giorno io vorrei che non si parlasse, per non
stione si è tanto dibattuta, di volerne uscire con un
mettere menomamente in discussione qualsiasi biavoto ben preciso e determinato ; al quale, per la
simo o censura che si volesse da chicchessia infligparte che lo riguarda, il presidente sarà fedele, come
gere alla Camera.
una sentinella ad una consegna. (Benissimo !)
Nessuno di noi ha mancato alle sue promesse soL'onorevole Morana ha facoltà di parlare.
lenni dal momento in cui non siamo in grado di
KGRANA. L'onorevole presidente, nella sua corte- poter discutere la legge sulla riforma elettorale per
sia, ha pregato il proponente dell'ordine del giorno forza superiore alle nostre volontà e senza colpa di
puro e semplice, di ritirarlo. Io, con tutto il rispetto alcuno.
che ho pel nostro egregio presidente, e con tutta
PRESIDENTE. Onorevole Morana, negli ordini del
la deferenza per i suoi giudizi, voglio sottoporre giorno, che ho sott'occhi e che leggerò, non c'è cenpiù che ad altri a lui stesso se qui non si tratta sura per nessnno0
di due questioni differenti ed aspetterò per risolHORANA. Io presento l'ordine del giorno puro e
vermi che egli decida.
semplice.
PRESIDENTE, lo la prego ancora una volta, onore»
C'è in primo luogo una questione, quella che ci
agita in questo momento, ed è se si devono fare vole Morano di ritirarlo,
«Ìli
Camera dei Deputati
1480
LEGISL. XIV «— I SESSIONE — DISCUSSIONI — 2 TORNATA DEL 13 LUGLIO 1880
a
a
MORANA. Io insisto nell'ordine del giorno puro e
semplice e sarà quel che sarà. Se dopo che l'avremo
votato verrà presentata una mozione, la quale disponga che appena la relazione sarà presentata il
presidente è autorizzato a convocarci a domicilio,
per parte mia non solo l'accetterò ; ma entrando in
questa seconda fase della questione, dopo di aver
troncato la questione delia censura alla Camera,
dichiaro fin d'ora che come sarei stato disposto a
restare in Roma adesso per la discussione di questa
legge, sono disposto a venirci in quel qualunque
giorno che potesse venire indicato per iniziare la
discussione della riforma elettorale, rinunziando a
qualunque agio ed affrontando qualunque inconve-'
niente.
PRESIDENTE. Innanzi di dar facoltà di parlare ad
altri oratori, mi lascino leggere gli Ordini del giorno.
FABRIZl. Domando di parìareper una dichiarazione.
PRESIDENTE. Abbia pazienza: parlerà dopo.
Oltre quello dell'onorevole Cavallotti che già è
stato letto, venne presentato un ordine del giorno
dall'onorevole Savini, del tenore seguente :
« La Camera, fiduciosa che la Commissiona della,
riforma elettorale, voluta indistintamente da tutti,,
possa aver compiuto i suoi lavori pel I novembre*
decide che per quest'epoca la riforma elettorale sia,
messa all'ordine del giorno. »
Un altro degli ordini del giorno è dell'onorevole
Fabrizi :
« Il sottoscritto propone che la Camera si raduni,
al 15 ottobre in sedute straordinarie per discuttere
esclusivamente la legge elettorale. »
Un altro è degli onorevoli Berio ed Arisi:
a La Camera, persistendo nel proposito manifestato di discutere la legge elettorale appena na
verrà presentata la relazione, passa all'ordine del
giorno. »
Un altro è dell'onorevole Martini:
« La Camera delibera di porre all'ordine del
giorno la legge di riforma elettorale, di preferenza
di ogni altra, subito dopo la votazione dei bilanci
per il 1881. »
Viene finalmente l'ordine del giorno puro e semplice proposto dall'onorevole Morana, al quale dopo
aver letti questi ordini del giorno, io fo ancora preghiera di volerlo ritirare.
Voci. Ritiri ! ritiri !
MORANA. Lo ritiro. (Bravo !)
PRESIDENTE. Comunico un'altra proposta arrivata ora :
« La Camera, pronta a discutere la legge elettorale appena ne sarà fatta la relazione, passa all'ordine del giorno,
« Pepe. »
o
L'onorevole Baccelli ha facoltà dì parlare.
BACCELLI. È la seconda volta che ho domandato
di parlare. Ho rinunziato la prima per fare ©maggio
alla volontà della Camera; non rinunziò a questa
perchè intendo di dire anch'io il mio avviso intorno
ad una questione così grave e che così vivamente
si agita. Io credo che se noi andiamo ancora avanti
di questo passo non faremo altro che un'accademia ;
a beneficio di chi non so, ma una vera accademia.
Uomo positivo, avvezzo sempre ad esserlo, posso
dichiarare che ho accettato l'onore che la Camera
mi ha fatto ; sono stato parte e testimone di lavori
indefessi e gravissimi che la Commissione ha compiuto fino a quest'oggi, e di qui a pochi istanti ritorna daccapo al lavoro. Più di questo, signori, non
potete pretendere, perchè più di così non può farsi
umanamente; e, se pretendeste di più, sareste ingiusti ; e chi grida non ha lavorato, e chi non ha
lavorato non ha il diritto di gridare! (Bravo! Bene!)
Noi abbiamo eletto l'onorevole Zanardelli perchè
rappresenta le idee della parte più liberale, e non
già perchè l'onorevole Zanardelli sia infermo. L'onorevole Zanardelli, anche così com'è, viene ancora
assiduo alle nostre sedute, è stanco, immensamente
stanco, e protesta che non può fare di più, pur accettando l'immane compito che gli abbiamo messo
sulle spalle. Come si può dunque dire che noi abbiamo nominato un infermo quasi per frapporre
indugi nuovi al compimento del nostro lavoro ?
PRESIDENTE. Onorevole Baccelli, la prego...
BACCELLI. Ma mi permetta di dire la verità nuda.
PRESIDENTE. Onorevole Baccelli, l'onorevole Cavallotti ha corretto il suo pensiero, ed ha detto
esplicitamente che questa non era stata mai la sua
intenzione.
BACCELLI. Orbene, io dichiaro che in questo momento ed in questa Camera (almeno io l'intendo
così) non vi sono che due partiti legali : Destra e
Sinistra, e che la Camera prende le sue decisioni ; e
non ci può essere una punta di deputati che possa
infliggere un biasimo alla Camera. La Camera è
giudice di se stessa. (Bravissimo f )
FORTIS. Respingo questa insinuazione... (.Rumori
— Interruzioni — Agitazione vivissima)
PRESIDENTE. Prego di far silenzio.
Voci, Oh ! oh ! (Proteste — L'onorevole Cavallotti
e Vonorevole Fortis si aUano in piedi e protestano
vivamente)
FORTIS. Dietro noi vi è il paese !
Moltissime voci a destra ed a sinistra. All'ordine!
all'ordine !
. Onorevole Fortis, onorevole Cavai-
Atti Parlamentan
LEGrISL. XIV —
—~ 1431 —
Camera
dei
Deputati
I a SESSIONE — DISCUSSIONI — 2 a TORNATA DEL l o LUGLIO 1880
lotti, li richiamo all'ordine, (Rumori — Proteste —
Agitazione vivissima — 1 deputati si ah ano in
piedi — Diverbi)
Onorevoli deputatici richiamo alla calma. In caso
contrario sospenderò la seduta.
Voci. No! no! (Continua vivissima Vagitazione :
molti deputati sono in piedi — I rumori continuano vivacissimi — Il presidente scuote invano
il campanello)
PRESIDENTE. Prego di far silenzio, perchè in mezzo
ai rumori è impossibile condurre la discussione con
quella calma che è necessaria.
Mi vien riferito che la cagione dell'eccitamento, al
quale alcuni nostri onorevoli colleghi si sono abbandonati, siano alcune parole che sarebbero state
pronunziate dall'onorevole Fortis ad alta voce.
(In questo momento una signora apre una porta
e si presenta nell'Aula — Scoppio d'ilarità)
Ora, siccome le parole dell'onorevole Fortis erano
evidentemente provocate da altra parola dell'onorevole Baccelli, da lui esattamente o non esattamente interpretata, così prego l'onorevole Baccelli
in prima, ripetendo quella parola, di chiarire il suo
pensiero, ed allora io pregherò dopo l'onorevole
Fortis di chiarire il suo.
L'onorevole Baccelli avrebbe detto che la Camera
è tutta solidale delle sue deliberazioni, e non può
permettere che una punta di deputati si imponga a
tutta la Camera.
Voci. Ed ha ragione ! (Continua Vagitazione)
PRESIDENTE. Ora, io prego l'onorevole Baccelli di
spiegare il suo concetto.
BACCELLI. Voleva dire un manipolo.
FORTIS. Debbo spiegarmi io ora ?
PRESIDENTE. Precisamente, la prego di voler spiegare le sue parole.
FORTIS. Non parlo delle proposizioni che sono
state pronunziate prima dall'onorevole Baccelli,
perchè queste non hanno sollevato l'incidente. Io,
naturalmente, ho dato sfogo ad un giusto risentimento quando ho sentito l'onorevole Baccelli asserire, che non si poteva permettere che una punta di
deputati s'imponesse alla Camera, e le facesse violenza (od almeno qualche cosa di questo genere) e
che non vi sono altri partiti legali che Destra e Sinistra ; ne veniva di conseguenza che questa punta
di deputati era fuori della legalità. (Oh! oh!)
Io mi sono sentito dire altre volte, fuori di qui,
che noi eravamo un partito ex lege(Vivi
rumori)
PRESIDENTE. Onorevole Fortis...
FORTIS. Un momento...
PRESIDENTE. Onorevole Fortis, non tenga conto di
quello che ella ha potuto udire fuori di qui.
FORTIS, Allora paturalmente sentendomi ripetere
un'accusa di questo genere, ho detto all'onorevole
Baccelli : potrebbe darsi che dietro questa punta vi
fosse il paese. (Scoppio di rumori)
CAVALLOTTI. Sicuro! Bene!
PRESIDENTE. (Con forza) Onorevole Fortis, il
paese è con la sua rappresentanza legale... (Scoppio di vivissimi, prolungati e quasi unanimi applausi) alla quale tutti debbono essere obbedienti,
e primi coloro i quali hanno opinioni che possono
non essere quelle della maggioranza qui riunita.
(Nuovi e vivissimi applausi)
CAVALLOTTI. (Con ironia) Non gridate contro il
paese. (Rumori prolungati)
PRESIDENTE. Onorevole Cavallotti, la richiamo all'ordine. (Agitazione grandissima a sinistra —
Grida)
(Con forza) È inutile che gridino, le loro grida
non s'imporranno alla voce della mia coscienza, la
quale mi dice che a questo modo non si fanno gli
affari del paese. (Vivi applausi)
Procediamo con calma.
FORTIS. Mi preme di dichiarare che le parole applaudite dell'onorevole presidente non ritengo che
possano riguardar me, perchè nulla ho detto che
possa essere confutato dalle parole dell'onorevole
presidente; quindi, per me e pei miei colleghi,
quelle parole si riferiscono a qualche cosa che sta
fuori dell'incidente che mi riguarda.
PRESIDENTE. (Con forza) È questo un suo giudizio, ma così non istà nel mio giudizio ed in quello
della Camera. (Bene! Bravo!)
FORTIS. Resta dunque stabilito che le parole del
presidente e gli applausi della Camera non concernono l'incidente. (JRumori vivissimi)
PRESIDENTE. Questo lo stabilisce lei.
Onorevole Fortis, la prego...
FORTIS. Signori, se nelle questioni di logica si
fa entrare la ragione di parte, tutto è finito. (Continuano i rumori)
PRESIDENTE. Onorevole Fortis, la prego di riflettere che le parole che pronuncia aggravano le sue
precedenti.
FORTIS. Ed allora, dica all'onorevole Baccelli che
qui non vi sono punte...
PRESIDENTE. Onorevole Fortis, l'onorevole Baccelli l'aveva già dichiarato che non è potuto mai
passare per la sua mente di qualificare con significato dispregiativo una parte qualunque della Camera.
FORTIS. Ma, onorevole presidente, non è questione
di disprezzo...
Molte voci. Basta! basta! (Rumori)
PRESIDENTE. Onorevole Baccelli vuol ripetere 1*
sua dichiarazione ?
Atti Parlamentari
LÉGISL. XIV — r
1432 —»
"
Camera dei Deputati
SESSIONE — DISCUSSIONI — 2 a TORNATA DEL 18 LUGLIO 1880
BACCELLI. Onorevole presidente (Segni di attenzione), io non avrai creduto che le mie parole avessero potuto dar luogo a quest'incidente. Io ho affermato che dentro quest'Aula non vi può essere che
una Destra e una.Sinistra ; poi ho soggiunto : se oltre
questi due partiti v'è una punta di deputati (e se
non piace punta, dirò manipolo, dirò drappello) che
voglia imporsi alla Camera, non ha diritto di farlo,
perchè la Camera è giudice di se stessa e perchè
non riceve censure da alcuno. (Benissimo! Bravo!)
FORTIS. Ed allora io rispondo che noi avevamo il
diritto di proporre alla Camera qualsiasi proposizione, e questo non significa imporsi. (Rumori —
Agitazione)
Voci. A i voti! ai voti!
PRESIDENTE. Allora verremo ai voti.
BU0N0UQ. Domando di parlare. (Rumori)
Voci. No! no ! Ai voti! ai voti !
PRESIDENTE. Onorevole Buonomo, la prego... Veniamo ai voti. (Ai voti! ai voti!)
Verremo ai voti...
G10VAGN0LI. Onorevole presidente, mi permetta
poche parole. (Rumori continui)
PRESIDENTE. (Con impazienza) Allora ha facoltà
di parlare l'onorevole doppino.
Se tutti vogliono parlare, finiremo questa sera ;
così ci mancherà il tempo per discutere i provvedimenti finanziari e le altre leggi.
Voci. Ai voti ! ai voti !
C0PPIN0. Io sarò molto più breve di quel che potrete immaginare. (Ai voti ! ai voti!)
Io ho domandato di parlare per fatto personale,
quando l'onorevole Fortis (Forte!)
svolgendo il
fatto personale che con un cenno si era creato, negava che qui si fosse concordi perchè l'allargamento
del voto era per alcuni una concessione, un diritto
per altri. L e parole che io dissi, e la relazione che
verrà dimostrano che noi non creiamo, ma riconosciamo il diritto.
In secondo luogo, dopo la spiegazione che io ho
dato subito alla parola violenza, non ci stavano le
osservazioni nè dell'onorevole Fortis, nè dell'onorevole Cavallotti; qui alla Camera, nella mia coscienza
di deputato, nella conoscenza di diritti e di doveri
nostri non può la violenza, e sarebbe vana l'accusa.
Onde a me è amaro l'aver sentito che quella parola
fosse rilevata in un senso diverso da quello in cui io
la pronunciavo.
Aggiungo un'ultima parola : quando si discorre
delle responsabilità della dilazione, io, come membro della Commissione e come deputato, ne accetto
la mia parte, e domando che la Camera dichiari di
voler discutere la legge solo quando ogni procedi-
mento sia compiuto e la relazione presentata. (Benissimo !)
PRESIDENTE. L'onorevole Minghetti ha facoltà di
parlare.
HIN6HBTTI. (Segni di attenzione) Non abuserò della
facoltà datami dall'onorevole presidente.
Avendo io parlato come membro della Commissione, desidero anche di dire quello che io farei intorno a questi ordini del giorno. Io credo che quello
proposto dall'onorevole Martini sia, nel suo concetto, un ordine del giorno savissimo; e che, in
fondo, traduca poi il pensiero del Governo. È tale
quale. L a sola difficoltà che avrei è del non essere
perfettamente corretto; perchè mettere all'ordine
del giorno una cosa che non è ancora presentata davanti alla Camera, non è corretto. Ma, ad ogni modo
poiché la direzione dei lavori della Camera spetta
al Governo, è lui che deve dirigere i lavori della
Camera e non deve lasciarsi rimorchiare: e siccome
il Governo ha detto quel che dice l'onorevole Martini, io, in mancanza di una più chiara espressione
dei miei pensieri, voterò l'ordine del giorno dell'onorevole Martini. (Movimenti in vario senso)
PRESIDENTE. L'onorevole Fabrizi Nicola ha facoltà
di parlare.
FABRIZI NICOLA. Io non avevo inteso di criticare
alcuno (Forte ! forte !) colla mia proposta. Aveva
inteso di presentare una modificazione pratica ad
una deliberazione precedente della Camera, che alcune circostanze avevano reso inapplicabile. L'onorevole presidente del Consiglio non crede che fra
tre mesi l'onorevole Zanardelli possa essere risanato, ma solo tra quattro ; senza dividere i timori
dell'onorevole Cairoli, ritiro la mia proposta. (Rumori)
PRESIDENTE. Onorevoli colleghi, mi lascino udire
gli oratori, altrimenti poi quando mi sfuggono le
frasi, bisogna far ripetere, e si perde tempo.
L'onorevole Fabrizi Nicola ritira la sua proposta.
L'onorevole Giovagnoli ha facoltà di parlare.
(Rumori)
GIOVAGNOLI. Due soli minuti. Essendo uno dei firmatari dell'órdine dei giorno che, presentato con
intenzioni pie, caste e purissime, ha suscitato tante
tempeste, sento la necessità di dichiarare che le
cose che sono avvenute e che nessuno poteva prevedere, hanno dato a questa discussione un colorito che nessuno aveva intenzione di darle.
Siccome l'onorevole presidente, nel redarguire un
oratore, ha parlato di aspirazioni che sono al di
fuori di questa Camera, mi preme dichiarare che per
me non vi sono aspirazioni al di fuori di questa Camera ; che io appartengo a quell'estrema sinistra
alla quale alludeva l'onorevole Baccelli, ma nell'or-
Atti
tarlamentarì
— 1433 —
Camera det
Depilati
LEGISL. XIY — I a SESSIONE — DISCUSSIONI — 2 a TOE.NATA DEL 1 3 LUGLIO 1 8 8 0
possa aver compiuti i suoi lavori per il 1° novembre,'
decide che per quest'epoca la riforma elettorale sia
messa all'ordine del giorno. »
Il terzo è quello degli onorevoli Arisi e Bario :
« La Camera persistendo nel proposito manifestato di discutere la legge elettorale, appena verrà
la relazione, passa all'ordine del giorno. »
Il quarto è dell'onorevole Pepe :
« La Camera, pronta a discutere la legge elettorale appena ne sarà stata fatta la relazione, passa
all'ordine del giorno. »
Quindi viene l'ordine del giorno dell'onorevole
Martini che ha la precedenza, come quello che più si
discosta dalla proposta Cavallotti ed altri deputati.
Per conseguenza sarà posto a partito. Su questo
è chiesto Fappello nominale da 17 deputati che sono
gli onorevoli : Fortis, Chidichimo, Ferrari, Cavallotti, Aporti, Foppoli, Friscia, Giovagnoli, Malocchi,
Polti, Folcieri, De Cesaris, Cucchi Francesco, Rassetti, Fiiopanti, D'Arco e Pellegrino.
Si procede alla votazione nominale. Chi approva
l'ordine del giorno dell'onorevole Martini, risponderà sì; chi lo respinge, risponderà no.
Li prego di rispondere ad alta voce. (Conversazioni)
PRESIDEME. Ma onorevoli colleghi, li prego di far
Onorevole eolieghi, facciano silenzio, od io sospendo la seduta per una mezz'ora affinchè la calma
silenzio.
PRESIDENTE DEL CONSIGLIO. Poiché la presentazione si ristabilisca. Altrimenti è inutile : si sta qui, io
della relazione potrà anche determinare il Ministero mi sfiato, ed i segretari non possono raccogliere le
ad anticipare la convocazione della Camera. L'or- risposte dei eolieghi.
Si farà la chiama.
dina del giorno prende atto delle dichiarazioni nostre tenendo conto anche della legge di contabilità,
MARI0TT1, segretario. (Fa la chiama)
legge che s'impone a tutti.
Risposero Sì:
Il Ministero accetta quest'ordine del giorno perchè sa che i suoi desiderii sono perfettamente conAbignente — Agostinelli — Albini — Aìvisi —
formi a quelli della Camera, interprete del voto del Amadei — Angeìoni — Antonibon — Arcieri —
paese, del quale è la legittima rappresentanza. Argenti — Arnulfi — Avati.
{Bravo! — Applausi)
,
Baccarini — Baccelli — Bajocco — Balegno —
PRESIDENTE. Sono stati presentati cinque ordini Baracco — Baratieri — Bardoscia — Berardi Fidel giorno (Oh!) oltre i due che sono stati ritirati. lippo — Bernini — Berti Domenico — Berti FerdiNe do lettura.
nando — Bertele-Viale — Bianchi — Bizzozero —
Il primo è quello dell'onorevole Cavallotti :
Bonacei — Bonghi — Bonoris —» Bormeini — Bor« La Camera, penetrata daìl'obbligo morale as- gnini — Borromeo — Boselli — Botta —- Brin
sunto verso il paese coll'ordine del giorno 31 mag- Brunetti — Bonavoglia — Buonomo.
gio scorso, confida nel patriottismo e nello zelo della
Cafici — Cairoli — Calciati «— Cancellieri —
Commissione e del suo relatore per essere posta in Cannella — Capiìongo — Cappelli — Oarancini —
grado di intraprendere nel più breve termine la di- Carnazza — Cattani-Cavalcanti — Cavalletto *—
scussione sulla riforma elettorale, affrettata da una Celesia — Cernili
Cherubini — Ghlaves — Chigi
solenne promessa alla quale avanti di separarsi in- — Chimirri — Chinaglia — Ciardi — Cocconi — Cotende di fer onore. »
cozza — Colombini — Comin — Compans — CepIl secondo è quello dell'onorevole Medoro Savini : pino — Corbeita — Cordova — Corvetto — Co»
« La Camera, fiduciosa che la Commissione della stantini.
riforma elettorale voluta indistintamente da tutti
D'Ari — De Bascourt — Del Giudice — Della
dine legale, nell'ordine stabilito. (Oh ! oh ! — Seguitano i rumori vivissimi e prolungati)
PRESIDENTE. Onorevole Giovagnoli... (Eumori) Li
prego di far silenzio. In quanto a lei, onorevole Gio*
vagnoli, la prego di riflettere che tutti i eolieghi che
stanno qua dentro sono perfettamente nell'orbita
legale. (Rumori)
Ha faeoltà di parlare l'onorevole presidente del
Consiglio.
PRESIDENTE DEL CONSIGLIO. (Segni d'attenzione)
Una semplice dichiarazione sugli ordini del giorno.
Per le considerazioni che ho svolto prima, il Ministero non può accettare mozioni che precisino il
giorno della convocazione della Camera (Benissimo/) perchè ho anche detto che il Ministero non
può sapere quando sarà pronta la relazione. Il Ministero è sicuro, che se la relazione fosse pronta
oggi alla Camera, questa troverebbe nel proprio
patriottismo la forza per rimanere a discutere la
legge. L'ordine del giorno che accetta, il Ministero
è quello dell'onorevole Martini (Bravo/); poiché
l'ordine del giorno dell'onorevole Martini, è perfettamente conforme alle dichiarazioni che ho fatte,
cioè che la precedenza sarà data alla riforma elettorale. (Conversazioni animate su diversi banchi)
Atti Parlamentari
LECxISL. XIV —
— 1434 —
Camera dei Deputati
l a SESSIONE — DISCUSSIONI — 2 a TORNATA DEL 1 3 LUGLIO 1 8 8 0
Croce — Della Somaglia — Delle Favare — Del
Prete — Depretis — De Renzis — De Riseis — De
Rollanti — De Sancii» — De Zerbi — Di Balme —
Di Carpegna — Di Gaeta — Di Lenna — Dini —
Di Santa Elisabetta — Di Sant'Onofrio — Doglioni
— Donati.
Elia — Emo Capodilista — Ercole.
Fabris — Fabrizi Paolo — Falconi — Fano —
Farina Emanuele — Favale — Favara — Ferracciù
— Ferrari Carlo — Ferrati — Ferrini — Fili Astolfone — Florena — Fortunato — Francica.
Gandolfi. — Gattelli — Genala — Genin — Gerarci — Germanetti — Gerra — Gessi — Geymet
— Giera — Giovannino — Giudice — Giudici —
Goggi — Gorio — Guala — Guiccioli.
Imperatori — Ineagnoli — Indelli — Inghilleri
— Isolani.
Lacava — Lagasi — La Porta — La Russa —
Leardi — Lovito — Lucchini Giovanni — Luchini
Odoardo — Lugli — Lunghini — Luporini — Luscia — Luzzatti.
Maffei Alberto — Maldini — Mameli — Mangilli
— Mantellini — Marazio — Marchiori — Mari —
Marietti — Marolda-Petilli — Marselli—Martelli —
Martini Ferdinando — Martinetti— Mettei — Maurogònato — Mazza — Mazzarella — Mazziotti —
Meardi — Melchiorre — Melodia — Menichini —
Merzario — Messedaglia — Miceli — Micheli —
Minghetti — Mocenni.
Nicastro.
Oddone — Oliva.
Pandolfi — Pansera — Papadopoli Angelo —
Parisi-Parisi — Pasquali — Pericoli — Petruccelli
— Piccinelli — Plebano — Podestà.
Quartieri.
Riberi Antonio — Ricci — Ricotti —Riolo — Rizzardi — Roberti — Romeo — Ruggeri—- Ruspoli.
Sacchetti •— Salaria
Saluzzo — Samarelli —
Sanguinetti Adolfo — Sanguineti Gio/ Ant. — Sani
— Secondi — Serazzi — Serra Tito — Serra Vittorio — Sforza-Cesarini — Siccardi — Simonelli
— Sole — Solidati-Tiburzi — Solimbergo — Sonnino Sidney — Spantigati — Sperino — Suardo.
Taiani — Tedeschi — Tenani — Toaldi — Tosoanelli — Trincherà — Trompeo — Turella.
Ungaro,
Vacchelli — Valsecchi — Varè — Vayra — Velini — Vigna — Visocchi.
Zeppa — Zucconi.
Risposero No :
Àpòrti — Arisi — Basetti Giov. Lorenzo — Belio — Ganzi — Carcani —- Cavallotti — Chidichimo — Cucchi Francesco.
De Dominicis.
Fazio Enrico — Ferrari Luigi — Filopanti —
Folcieri — Foppoli — Fortis — Friscia.
Garibaldi Menotti — Grassi.
Maj occhi.
Pellegrino.
Si astennero:
Colaianni — Cucchi Luigi — D'Arco — Giova*
gnoli — Omodei — Panattoni — Savini.
Assenti:
Acquaviva — Adamoli — Alario (in congedo) —
Arbib — Arese.
Balestra — Ballanti — Barazzuoli — Basetti
Atanasio — Basso — Basteris (in missione) — Berardi Tiberio — Berti Ludovico — Biancheri —•
Billi — Billia — Bordonaro Chiaromonte — Barelli Bartolomeo — Borrelli Davide — Borruso
(ammalato) — Bortolucci (in congedo) — Branca
— Briganti-Bellini (in congedo) — Broccoli.
Cagnola Francesco (in congedo) — Gagnola Giovanni —• Camici — Caminneci — Campostrini —
Cantoni — Capo — Capozzi — Capponi — Carrelli — Castellano — Castoldi — Cavagnari — Cavallini — Ceci — Cittadella — Cocco-Ortu — Codronchi (in congedo) — Golessnti — Colleoni —
Correale — Correnti — Corsini — Crispi — Curioni — Cutillo (in congedo).
Damiani — Davico — De Amezaga —- De Cesaris — De Crecchio — De Cristofaro — Dell'Angelo
— Della Cananea — Della Rocca (in congedo) -—
Delvecchio — De Vitt (in congedo) — Dezza — Di
Baucina — Di Belmonte — Di Biasio — Di Casalotto — Diligenti — Di Pisa — D'Ippolito — Di
Revel — Di Rudinì — Di Sambuy (in congedo) —
Di San Giuseppe ~ Di Santa Croce — Di San Donato — Di Villadorata.
Englen — Ercolani.
Fabbrici — Fabbricotti — Fabrizi Nicola —
Faina Eugenio — Faina Zeffirino — Fara — Faranda — Farina Nicola — Fazio Luigi — Ferraris
— Finzi — Fornaciari — Frescot — Fusco.
Gaetani di Laurenzana — Garibaldi Giuseppe —
Ghiani-Mameli — Giacomelli — Giordano — Glisenti — Golia — Gori-Mazzoleni — Gorla (in congedo) — Greco (in congedo) — Grimaldi — Gritti
— Grossi — Guevara Suardo.
Imperatrice — Incontri (in congedo) — Indelicato.
Lacapra — Lanza — Lanzara — Lazzaro (in
congedo)
Libetta — Lioj Giuseppe —Lioy Paolo
— Lolii — Lorenzini — Lualdi — Lucca.
Macry — Maffei Nicolò (in congedo) — M#ggi
Camera dei Bèputati
Atti iarlamentari
LEGISL. XIV —
l a SESSIONE — DISCUSSIONI — 2 a TORNATA DEL 1 3 LUGLIO 1 8 8 0
— Mancini — Martelli Bolognini — Martinelli —
Martini Giovanni Battista — Marzi — Marzotto —
Mascilli (in congedo) — Massa — Massari — Massarncci —- Maurigi — Mellerio — Mezzanotte —
Minacci — Molfino (in missione) — Monzani —
Morana — Mordini — Morelli (in congedo) — Mori
— Morini —- Morrone — Mosca —- Moscatelli —
Mussi (in congedo).
Nanni (in missione) — Napodano — Nervo —
Nicotera (ammalato) — Nocito.
Odescalchi — Orilia.
Pace — Paccelli (in congedo) — Papadopoli Nicola — Parpaglia — Paternostro (in congedo) —
Patrizii (in congedo) — Pavoncelli — Pedroni —
Pepe — Perazzi — Peruzzi — Pianciani — Picardi
(in congedo) — Piccoli — Pierantoni — PirisiSiotto — Plutino Agostino — Plutino Fabrizio —
Polidori — P o l t i — Polvere — Puccioni (in congedo) — Pulcrano — Pulìè.
Raffaele (in congedo)
Raggio — Ranco (in
(congedo) — Randaccio — Ranieri — Ratti — Riberi Spirito — Ricasoli (ammalato) — Righi (in
missione) — Rinaldi — Riola — Robeccbi — Romanin-lacur — Romano (in congedo) — Roncalli
— Ronchei — Ronchetti Scipione — Ronchetti Tito
Ruggiero (in congedo).
Saladini — Salemi-Q ciclo — Sambiase — Sandonnini —. boiacca della Scala (in congedo) — Seismit-Doda — Sella (in congedo) —- Serafini — Serristori — Simoni — Sonnino Giorgio (in congedo)
— Soro-Pirino — Sorrentino — Spalletti — Spaventa — Sprovieri.
Tenerelli — Tortorici — Tranfo — Trevisani
Tumminelli-Conti (in congedo).
Vastarini-Cresi — Yiarana — Villa — Yillari —Visconti-Venosta — Vollaro.
Zanardelli — Zuccaro.
PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione
par appello nominale sull'ordine del giorno dell'onorevole Martini.
Presenti.
274
Votanti
267
Risposero sì
246
Risposero no
2!
A s t e n u t i . . . . . . . .,
7
La Camera approva l'ordine del giorno proposto
dall'onorevole Martini.
SEGUITO DELLA DISCUSSIONE DEI PROVVEDIMENTI
FINANZIMI.
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito del
disegno di legge dei provvedimenti finanziari.
Come la Camera ricorda, ieri si chiuse la discussione generale sull'allegato D.
Li prego di far silenzio»
Verremo ora alla discussione degli articoli dell'allegato D.
« Art. 1. L'ammissione al gratuito patrocinio dei
corpi morali di cui all'articolo 8 del decreto 6 dicembre 1865, n° 2627, può aver luogo soltanto a
favore di quelli che dimostrino avere per iscopo la
carità e l'istruzione pei poveri, e che non avendo
rendite fisse e patrimoniali superiori ai carichi necessari e irriducibili a cui soggiacciono, siano nella
impossibilità di sostenere le spese giudiziali. »
Ha facoltà di parlare sull'articolo 1 l'onorevole
Berio.
BERIO. Ho due parole da dire per proporre un piccolo cambiamento nell'articolo 1.
L'articolo contiene une che se non fosse mutata
in un o potrebbe dare luogo ad un'enorme ingiustizia. Esso dice :
« L'ammissione al gratuito patrocinio dei corpi
morali, ecc., può anche aver luogo soltanto a favore
di quelli che dimostrino avere per iscopo la carità
e l'istruzione pei poveri. »
Stando a questa dicitura, e l'è essendo congiuntivo
ne verrebbe per conseguenza che quegli istituti ed
opere pie, i quali hanno per iscopo soltanto la carità pei poveri e non la loro istruzione, non sarebnero ammessi al gratuito patrocinio ; quindi gli
ospedali, i ricoveri di mendicità per i vecchi, ecc.,
verrebbero esclusi. ,
Ciò sarebbe enorme, ed io credo che l'onorevole
ministro non avrà difficoltà ad accettare che sia
cambiato queli'e in o, essendo manifesto che questa
piccola mutazione elimina una grave ingiustizia che
altrimenti resterebbe, con poca nostra lode, nella
legge.
PRESIDENTE. L'onorevole Luporini propone che in
fine dell'articolo primo sia aggiunto il seguente
inciso :
« Nulla è innovato rispetto ai corpi morali che
hanno per iscopo il ricovero e la cura degli ammalati, e la distribuzione gratuita dei medicinali ai poveri. »
Evidentemente, onorevole Luporini, questo è un
emendamento che è conseguenza del dircorso da lei
fatto ieri ?
LUPORINI. Sissignore.
PRESIDENTE, Sta bene.
Ha facoltà di parlare l'onorevole ministro delle
finanze.
MINISTRO DELLE FINANZE. Dichiaro di accettare l'emendamento preposto dall'onorevole Berio, cioè di
cambiare l'è in o nell'articolo primo per la ragion©
Aiti Parlamentari
— 1136 —
Camera dei Deputati
wasam
LEGISL. XIY — l a SESSIONE — DISCUSSIONI — 2 a TORNATA DEL 1 8 LUGLIO 1 8 8 0
da lui detta. DicliiarG poi di non potere accettare
l'emendamento dell'onorevole Luporini, e ciò per le
ragioni svolte ieri dal relatore della Commissione e
che io riassunsi nelle poche parole che dissi in fine
della discussione generale. Noi non possiamo accettare. che stabilimenti pubblici ed enti morali i quali
abbiano beni patrimoniali di qualche entità, non
siano sottoposti alle tasse giudiziarie, come tutti
coloro che amministrano beni patrimoniali.
Quindi accetto l'emendamento dell'onorevole Berlo ; respingo per parte mia, e spero che la Commissione vorrà anche respingere, l'emendamento
dell'onorevole Luporini.
IN BELLI, relatore. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ha facoltà di parlare l'onorevole relatore.
INDELLI, relatore. La Commissione non ha alcuna
difficoltà di accettare l'emendamento dell'onorevole
Berio, anzi credo che possa essere stato un errore
di stampa...
BERIO. Lo credo anch'io.
IMBELLI, relatore... perchè l'articolo 8 del decreto
del 1865 parla dell'uno o dell'altro caso.
L'onorevole Luporini vorrebbe fare, come suol
dirsi, la specie nel genere, ed allora vi possono essere anche altri corpi morali che abbiano pure degli
scopi di carità e di istruzione dei poveri, che si vedrebbero esclusi da un uguale trattamento.
Or noi non possiamo fare distinzioni così sottili
intorno ai vari modi di esercitare la carità. Debbono
essere trattati ugualmente tutti i corpi morali che
hanno lo stesso carattere. •
Quindi io pregherei l'onorevole Luporini di ritirare il suo emendamento. E, ad ogni modo, prego la
Camera di respingerlo nel caso che l'onorevole Luporini persistesse.
LUPORINI. Domanderei di parlare.
PRESIDENTE. Onorevole Luporini, mantiene o ritira
il suo emendamento ?
LUPORINI. Io sono dolentissimo che il Ministero e
la Commissione... (Forte! forte!)
PRESIDENTE. Parli voltato al presidente.
LUPORINI. Io sono dolente che il Ministero e la
Commissione non vogliano accettare questo emendamento, perchè pareva a me che non si potesse
concedere il benefizio dei patrocinio gratuito a tutti
i corpi morali che hanno per iscopo l'istruzione e
la carità ; ma si poteva benissimo concedere a quei
carpi morali che hanno per loro precipuo fine la
carità di una data specie ; vale a dire la cura dei
poveri e la somministrazione di medicine da farsi
gratuitamente ai poveri stessi.
Ma poiché al momento in cui si trova la Camera,
dopo la larga discussione che è stata fatta, io no»
mi riprometto di potere, contro l'avviso del Ministero, contro il parere contrario della Commissione, fare accettare alla Camera questa aggiunta da
farsi all'articolo 1 : e poiché d'altra parte (mi preme
dichiararlo) ho votato l'abolizione del macinato, e
l'ho votata perchè vi credo ; sarei pur costretto ad
accettare questo disegno di legge, quando nonché
nella forma in cui è stato proposto, ma fosse pur
stato proposto in una forma più severa e più rigida,
se è possibile; dichiaro che ritiro il mio emendamento.
PRESIDENTE. Dunque l'onorevole Luporini ritira il
suo emendamento.
L'onorevole Berio propone che nell'articolo 1° si
introduca la seguente modificazione, e si dica : « che
dimostrino avere per iscopo la carità o l'istruzione
pei poveri » invece di dire : « dimostrino avere per
iscopo la carità e l'istruzione pei poveri. »
Foci. 0 l'istruzione.
PRESIDENTE. Se avessero fatto attenzione avrebbero inteso che ho detto esattamente.
Pongo a partito questo emendamento dell'onorevole Berio, accettato dal Ministero e dalla Commissione.
(È approvato.)
Metto a partito l'articolo 1 così emendato. Chi Io
approva sorga.
(È approvato.)
« Art. 2. Ogni altra persona che domandi l'ammissione al gratuito patrocinio, oltre quanto è richiesto dagli articoli 9 e 10 del decreto 6 dicembre
1865, deve esibire un certificato in carta libera, comprovante l'ammontare dell'imposta fondiaria e della
tassa di ricchezza mobile ohe paga nel luogo di sua
abituale residenza o in quello del domicilio.
« L'ageazia delle imposte che rilascierà l'anzidetto certificato, dovrà aggiungervi il suo parere
sullo stato di povertà del richiedente.
« La Commissione comunicherà copia del decreto
di ammisione e dei documenti relativi alla rispettiva
intendenza di finanza. »
DOGLIOSI. Domando di parlare.
PRESIDENTE. Sull'articolo 2 ?
D0GL10NÌ. Appunto.
PRESIDENTE. Parli.
DOGLIONI. Domanderei all'onorevole ministro uno
schiarimento circa all'ultimo alinea di quest'articolo:
a La Commissione comunicherà copia del decreto
di ammissione e dei documenti relativi alla rispettiva intendenza di finanza. »
Ora se si tratta di comunicare copia dei documenti che hanno attinenze allo stato del richiedente,
la cosa può passare; ma sella parola documenti in
Atti Parlamentari
Camera dei Deputati
— 1437 —
LEGISL. XIY — - l a SESSIONE —
DISCUSSIONI —
genere si può crede che si debbano comunicare tutti
i documenti che la parte produce in sostegno della
propria azione; e questi possono essere molti/lo
ne ho esperienza avendo fatto parte molte volte di
queste Commissioni.
Vorrei quindi uno schiarimento su questo punto
dall'onorevole ministro ; ed in ogni caso vorrei che
fosse detto :
« Di comunicare copia di quei documenti soltanto
che, ecc. »
liVDELLl, relatore. L'onorevole Doglioni può star
tranquillo che colì'articolo 2 nulla è innovato a
quanto era già stabilito dal decreto del 1865 il quale
dice così :
« Le condizioni per essere ammesso al patrocinio gratuito sono :
« Lo stato di povertà ;
« La probabilità dell'esito favorevole nella causa
od affare.
« Per i corpi morali che hanno a scopo la carità
o l'istruzione per i poveri, ecc., ecc. »
Indi all'ar ticolo 11 si stabilisse che per gii effetti
delia ricognizione riguardante la qualità dei corpi
morali, in ordine agli articoli 8 e 9, si debbano esibire i documenti relativi.
Quanto poi ai documenti relativi ai richiedenti
privati, il decreto dei 1885, all'articolo 15, dice semplicemente così:
« La parte che vuole ottenere l'ammissione al
gratuito patrocinio, sia essa privata o corpo morale, deve fame domanda con ricorso in carta libera, diretto al presidente della Commissione pel
gratuito patrocinio presso la Corte o il tribunale di
cui negli articoli precedenti. »
« Il ricorso conterrà una chiara e precisa esposizione, sia dei fatti che delle ragioni e dei mezzi legittimi di prova, sui quali la parte instante intenderà di fondare la sua domanda o la sua'difesa.
« Dovrà questo ricorso essere sottoscritto dalla
parte, ecc.
« Il ricorso y> (dice l'articolo 16) « coi relativi documenti viene dal presidente della Commissione comunicato al relatore. »
Ora questi documenti non sono altro che il certi'
fieato di povertà e il certificato di nullatenenza, e
questi sono che debbono esser comunicati all'intendenza di finanza; non altro. Non si tratta
quindi di lavori che possano intralciare l'andamento delle cancellerie. Non c'è niente di tutto
questo. Non vi sono che dei semplicissimi documenti
consistenti nel certificato di povertà e nel certificato
di nullatenenza, che, col parere dell'agente delle
192
2a
TORNATA DEL 13
LUGLIO
1880
imposte, deva essere comunicato alla intendenza di
finanza.
Io credo ohe basti un foglio di carta per fare questa comunicazione.
Una voce. E il decreto ?
INDILLI, relatore. Ma il decreto consiste in due
parole.
Visti questi documenti, considerato che esistono
i certificati di povertà e di nullatenenza si ammette
Tizio al gratuito patrocinio.
Dunque si tratta di poche frasi, non già di una
disquisizione. E quindi l'onorevole Doglioni può
essere certissimo che non sarà per questo che le
cancellerie verranno sopraccaricate di lavoro.
PRESIDENTI?. Ha facoltà di parlare l'onorevole Antonibon sull'articolo 2,
mONIBON. Una parola sola.
Io trovo giustissima la riflessione che ha fatto
l'onorevole Doglioni, e domando spiegazioni al mio
amico il relatore.
La Commissione comunica copia del decreto d'ammissione all'intendenza di finanza. Può l'intendenza
di finanza, senza fatti nuovi, distruggere quel decreto ? 0 ricorrerà contro quei decreto l'intendenza
di finanza ? 0 ricorrerà soltanto allora che nel corso
della causa si avverino fatti nuovi che annullino lo
stato di povertà degli ammessi al gratuito patrocinio ? Ora l'articolo 8, che è esplicativo dell'articolo
2, così si esprime: « In qualunque stadio della causa
o del procadimento, l'intendenza di finanza, qualora ritenga inesistente Io stato di povertà o mutata la condizione della persona ammessa al beneficio dei poveri potrà chiedere dalla Commissione,
da cui emana il decreto di ammissione, la revoca del
beneficio stesso.
Troverei strano che fosse ammesso al beneficio
del patrocinio gratuito una individuo sopra la riferta fatta anche dall'agenzia delle imposte; e che
immediatamente, senza un fatto nuovo, l'intendenza
di finanza potesse ribellarsi al decreto della Commissione del gratuito patrocinio.
Io ritengo che questo non vada bene, che si possa
ribellare subito: lo potrà quando vi siano atti, o
fatti nuovi, che distruggano lo stato di povertà, o
altrimenti è un esautorare la Commissione, che ha
decretato la povertà o l'indigenza.
Dunque io vorrei uno schiarimento : perchè dato
il caso che si abbia di mira saltante la mutata condizione, mi pare sufficiente di comunicare all'intendenza di finanza il decreto, senza altri documenti;
perchè spetterà all'intendenza di finanza, nella sua
azione fiscale, di vedere se questa condizione di povertà, nello stadio della causa, sarà mutata o meno.
Spero che l'onorevole mio amico Indelli mi per-
Atti Parlamentari
LEGI3L. XIV —
Camera dei Deputati
l
a
SESSIONE —
DISCUSSIONI —
suaderà del contrario e mi darà i schiarimenti, che
richiedo.
1NDBLLI, relatore, Domando di parlare.
MAGLIARI, ministro delle finanze. Domando dì parlare.
INDKLL1, relatore. Darò io, ss vuole, ima spiegazione.
PRESIDENTE. Ha facoltà di parlare l'onorevole ministro delle finanze.
MINISTRO DELLE FIRME. Ecco : si fanno due osservazioni : la prima sul volume dei documenti, che si
debbono presentare. A questo ha risposto già, mi
pare, assai chiaramente l'onorevole relatore Indetti.
Ma si muove poi un altro dubbio. Si dica : perchè
noi vogliamo, che si comunichino i documenti all'intendenza di finanza? A me pare la cosa assai
chiara.
L'intendenza di finanza deve avere comunicazione
del decreto d'ammissione al gratuito patrocinio,
perchè dia gii ordini per l'esenzione delle tasse di
registro e bollo. Ma siccome ha anche il diritto di
ricorrere alla Commissione d'appello ed anche alla
Commissione di cassazione contro la sentenza data
pel patrocinio gratuito ; è necessario che abbia intera copia dei documenti, sui quali la Commissione
di prima istanza abbia accordato il beneficio. Ecco
perchè l'articolo 2 prescrive non solo comunicazione di copia del decreto, che deve essere eseguito
dall'intendenza di finanza, ma anche comunicazione
dei documenti, che giustificano l'ammissione.
Pareva all'onorevole Antonibon che non fosse abbastanza chiaro il concetto che l'intendenza di finanza avesse il diritto di ricorrere in appello, ed
anche in cassazione, contro il decreto di ammissione
al gratuito patrocinio. Ma mi pare che ogni dubbio
debba essere dileguato a questo riguardo. Prima di
tutto, sarebbe incongruo il supporre che l'intendente di finanza possa, in qualunque stadio della
causa, ricorrere contro il decreto di ammissione al
patrocinio gratuito, se è cambiata la condizione di
povertà del beneficato, e non potesse avere il diritto
di ricorrere contro il decreto stesso prima che abbia la sua esecuzione, quando riconosca che indebitamente è stato concesso il patrocinio gratuito:
vi sarebbe una contraddizione patente della legge.
L'intendente di finanza, per i diritti fiscali, ha il
diritto di ottenere la revoca del decreto, e deve
avere anche necessariamente il diritto di ricorrere
contro il decreto stesso, se è male apprezzata la
povertà del richiedente.
A me pare che questo concetto risulti chiaro dall'articolo 3, che aveva presente anche l'onorevole
Antonibon ; e che in questo articolo, sebbene si contempli il caso di cambiamento di condizione econo-
2
a
TORNATA DEL 1 8 LUGLIO
1880
mica di colui che aveva il benefizio gratuito, si conchiude però col dire che l'intendente di finanza ha
il diritto di ricorrere in ogni altro caso nel quale
ritenga non apprezzata convenientemente dalla
Commissione la condizione economica della persona
ammessa al beneficio. Dimodoché, il diritto dell'intendenza di finanza è larghissimo ; può ricorrere
contro il decreto prima di darvi esecuzione, può ricorrere contro il decreto, cui abbia dato esecuzione,
se per fatti posteriori venisse a mutarsi la condizione finanziaria del ricorrente.
A me pare che, per questi schiarimenti, l'onorevole Antonibon possa essere persuaso che il diritto
dell'intendente di finanza è completo, largo, non
dimezzato, perchè non si può ammettere che chi ha
il diritto di fare il più, non possa fare il meno.
PRESIDENTE. L'onorevole relatore ha facoltà di
parlare.
INDELLI, relatore. Se io non ho male capito, l'onorevole Antonibon ha fatto un primo dubbio. Perchè
egli dice nell'articolo 2 : con la comunicazione del
decreto all'intendenza di finanza, va imposto anche
l'obbligo della comunicazione dei documenti? Se
l'intendenza di finanza crede di dovere esercitare il
diritto, di cui è prescrizione nell'articolo 3, deve
essa procurarsi i mezzi per fare il suo ricorso. Mi
pare che questa sia stata l'idea dell'onorevole Antonibon. Ma la risposta è semplice. Bisogna mettere l'amministrazione in grado di poter esercitare
questo controllo.
Volete che l'intendenza di finanza debba ¡scrivere
a tutti gli agenti delle imposte ogni volta che si
tratta d'ammettere alcuno al gratuito patrocinio,
per avere informazioni ? Non è meglio stabilire che
la Commissione debba dare all'intendenza di finanza
copia del decreto d'ammissione e dei documenti relativi.
Questo per l'articolo 2. Quando saremo all'arti«,
colo 3, se sorgeranno dei dubbi, darò spiegazioni.
ANTONIBON. Dichiaro che ho compreso la ragione
giuridica non solo del secondo articolo, ma anche
del terzo spiegata dall'onorevole ministro, e quindi
mi vi adatto.
PRESIDENTE. Verremo ai voti.
Non essendovi proposte, metto a partito l'articolo 2 quale l'ho già letto.
(È approvato.)
« Art. 3 In qualunque stadio della causa o del
procedimento, la intendenza di finanza, qualora
ritenga inesistente lo stato di povertà o mutata la
condizione economica della persona ammessa al
benefizio dei poveri, potrà chiedere alla Commissione da cui emanò il decreto d'ammissione la revoca del benefizio stesso ; potrà parimente ricorrere
Atti "Parlamentan
Gameta dei Deputati
LEGISL. XIV —- I a SESSIONE — DISCUSSIONI — 2 a TORNATA DEL 18 LUGLIO 1 8 8 0
per far dichiarare la cessazione del gratuito patrocinio all'autorità giudiziaria presso cui è istituita
la Commissione, sia contro il decreto di rigetto
della domanda sopraccennata, sia in ogni altro caso
nel quale la stessa intendenza ritenga non apprezzata convenientemente dalla Commissione la condizione economica della persona ammessa al beneficio.
« Il tribunale, la Corte di appello o la Corte di
cassazione provvederanno sul ricorso anzidetto in
Camera di consiglio. »
« Tale ricorso sarà sospensivo ; ma potranno compiersi dalla parte ammessa al gratuito patrocinio
quegli atti di urgenza, la cui omissione potesse recarle un irreparabile pregiudizio. »
Ha facoltà di parlare l'onorevole Berio.
BERIO. L'intervento dell'intendenza di finanza,
nelle cause ammesse al gratuito patrocinio, è forse
richiesto dal bisogno di tutelare la finanza, ma
cnrto è un fatto di molta gravità. Tuttavia approverò quest'articolo, a condizione che alle psrole:
« potrà chiedere alla Commissione, da cui emanò il
decreto d'ammissione, la revoca del benefizio
stesso » fossero aggiunte le parole : « con ricorso
motivato » affinchè un semplice capriccio dell'intendente non possa sospendere il corso della causa.
Se vi sarà un ricorso motivato, qualche ragione si
dovrà esporre, e se appariranno insussistenti, la
Commissione le apprezzerà secondo il loro merito.
Un'altra modificazione debbo proporre a questo
articolo.
Si dice nell'ultimo comma di esso che il ricorso
sarà sospensivo e potranno compiersi dalla parte
ammessa al gratuito patrocinio quegli atti d'urgenza, la cui omissione potesse portare un irreparabile pregiudizio.
Si tratta delie difese dei poveri e non mi pare
giusto ammettere che si possano in via d'urgenza
fare, col gratuito patrocinio, solo quegli atti la cui
omissione possa cagionare « irreparabile' » pregiudizio, parmi che basterebbe dire « possa cagionare pregiudizio » e chd dovrebbe togliersi la parola « irreparabile. »
È chiaro che col voler aggiungere che questo pregiudizio sia « irreparabile, » darà luogo a interpretazioni ed a divinazioni le <|uali non si presteranno ad una decisione definitiva e giusta.
Prego quindi la Commissione e il Ministero di voler accettare queste due modificazioni, le quali mi
paiono informate a principii d'equità e giustizia.
PRESIDENTE. L'onorevole relatore ha facoltà di
parlare.
1NDELL1, relatore. Il primo emedamento proposto
dall'onorevole Berio, la Commissione non ha diffi-
coltà di accettarlo ; quantunque lo ritenga superfluo, giacché si sa bene che chi ricorre deve motivare il suo ricorso, e il dirlo ci pare un pleonasmo.
BERIO. Per gl'intendenti di finanza ?
INDELLI, relatore. Se io ricorro, che cosa fo?
Espongo che si è stati ingiusti verso di-me. E però
devo dichiarare, devo addurre le ragioni per cui
credo che siasi commessa un'ingiustizia.
Ad ogni modo la Commissione non ha alcuna difficoltà di accettare la spiegazione.
In quanto al secondo emendamento, devo fare
osservare all'onorevole Berio che noi non abbiamo
fatto altro che copiare l'articolo 22.
Leggo tutto l'articolo che ha servito di modello
alla Commissione per applicarlo al ricorso delle intendenze di finanza. L'articolo 22 del decreto 6 dicembre 1865 dice così:
« Contro i provvedimenti dati dalle Commissioni
presso i tribunali, sia che ammettano, o neghino, o
tolgano il beneficio dei poveri, si può ricorrere da
qualunque parte interessata, alla Commissione istituita presso la Corte d'appello, la quale provvederà
limitando le sue ispezioni alla probabilità dell'esito
favorevole nella causa od affare.
« Tale ricorso ha effetto sospensivo ; potranno
tuttavia, in pendenza del ricorso, compiersi neìFinteresse del ricorrente, per mezzo degli avvocati e
procuratori, specialmente deputati, quegli atti d'urgenza, la cui ommisione potesse recare a quello un
irreparabile pregiudizio. »
Ora avendo noi preso l'articolo 22 a modello, si
trova riprodotta la frase : un irreparabile
pregiudizio.
Lo spirito, la ragione della legge è inutile che io
lo ricordi, che io lo spieghi all'onorevole Berio.
Questa ragione è semplicissima ; tra gli atti di
procedura ve ne sono di quelli i quali se non si
compiono, possono apportare un pregiudizio irreparabile • ma vi possono essere degli altri atti di
procedura i quali non abbiano lo stesso carattere.
Quando si dicesse semplicemente « potesse recare
a quollo un pregiudizio, » allora nascerebbe il dubbio che il pregiudizio possa nascere sempre dal ritardo di un giudizio. E allora la sospensione
ne
andrebbe per aria; voi caccereste per la porta ciò
che fareste rientrare per la finestra. Ecco quale è il
concetto delle parole del decreto del 1865 che sono
state riprodotte dalla vostra Commissione,
Se l'onorevole Berio credesse che la forma del
decreto del 1865 potesse esser corretta in un altro
modo, io volentieri l'accetterei ; ma se l'onorevole
Berio si restringe semplicemente a voler togliere la
qualifica di danno irreparabile, allora, torno a dire,
l'equivoco sorgerebbe e sarebbe grave.
Atti * Parlamentan
Camera dei Deputati
— 1440 —
LEGISL. XIV — I SESSIONE — DISCUSSIONI — 2 TORNATA DEL 13 LUGLIO 1 8 8 0
a
Se si dicesse : « Potranno tuttavia compiersi nell'interesse del ricorrente quegli atti di urgenza, la
cui omissione potesse recare un pregiudizio » si
ha il dritto di domandare, ma quale pregiudizio?
Siamo adunque intesi intorno al concetto o, almeno,
pare che dovremmo essere intesi, altrimenti la qualità, il carattere sospensivo del ricorso se ne va per
aria. Se si possono compiere tutti gli atti, quegli
atti la mancanza dei quali potesse produrre un pregiudizio, allora, torno a dire, la sospensiva del reclamo della intendenza di finanza sfumerebbe addirittura. Per renderla efficace e, nel tempo stesso,
per non portare pregiudizio alla parte ammessa al
gratuito patrocinio si è attribuito questo effetto
della sospensiva del ricorso ; ma voi potete compiere quegli atti di urgenza che, a somiglianza di
quelli preveduti dall'articolo 22 (che fa l'ipotesi
delle diverse parti litiganti che ricorrono l'una contro l'altra per ottenere o respingere l'ammissione
al patrocinio gratuito) possono arrecare un pregiudizio irreparabile.
Io sentirò l'onorevole Beno quali altre spiegazioni vorrà dare del suo emendamento, per quindi
dargli una risposta definitiva a nome della Commissione.
PRESIDENTE. L'onorevole Berio ha facoltà di parlare.
BfiRIO. L'onorevole relatore avrebbe completamente ragione se la disposizione dell'articolo 22 si
riferisse a casi uguali a quelli che contempla l'articolo 3 delle modificazioni. Ma noi siamo in un terreno perfettamente opposto.
Diffatti l'articolo 22 riflette l'ammissione dei ricorrenti al gratuito patrocinio, ed allora si capisce
che il ricorso contro il decreto d'ammissione abbia
effetto sospensivo, e si spiega come l'articolo 22
faccia l'eccezione solo per i casi d'urgenza sui qualiil ritardare l'ammissione arreca un danno irreparabile, perchè non essendo iniziate le cause non sono
in corso tirannie di termine a difendersi od a fare
le prove. Ma qui invece siamo in tema di causa già
in corso, sulla quale, il giudicare come e quando un
pregiudizio possa divenire irreparabile è troppo ar
dua e pericolosa cosa
Supponga l'onorevole relatore che mentre dura
l'istruttoria della causa, un decreto dell'intendente
di finanza dica non doversi continuare il gratuito
patrocinio: ecco che cosa può avvenire, si tratta, ad
esempio, di ammettere una prova, il termine è
perentorio per dedurla e per denunziare i testimoni,
ma può darsi che l'ammissione di quella prova non
paia necessaria sotto pena di un pregiudizio irreparabile e la sospensione del decreto non ha luogo.
Ma se poi la ulteriore istruttoria dimostrerà che
a
10 scopo si sarebbe vinto quando la prova si fosse
fatta, chi risarcirà il povero del danno sofferto ?
E poi l'articolo non dice a chi debba deferirsi
11 giudizio dell'irreparabilità del danno. Insomma
la disposizione, se non si rimedia a questo diietto,
rischia di diventare sovranamente ingiusta.
Così ritenga l'onorevole relatore un altro inconveniente che a mo' d'esempio gli accenno : si tratta
di deliberare in un termine fisso, se il decreto fosse
sospensivo della gratuita clientela la deliberazione
diverrebbe impossibile, e intanto la causa rimane
ferma al ruolo. Chi può dire, in questo caso, al povero, non avete bisogno di dare nuove deliberazioni
di far produzione d'un documento ?
Io vorrei pregare quindi l'onorevole relatore di
considerare la differenza grande che passa tra l'articolo 22 del decreto del 1865, che contempla la
cause da ammettersi al gratuito patrocinio, e l'articolo 3 che riflette solo quelle in corso, le quali per
un solo capriccio dell'intendente verrebbero ad essere improvvisamente interrotte e non di rado completamente rovinate.
Insisto pertanto che siano tolte le parole « un'irreparabile » e resti il periodo così: « la cai ommissione possa recar pregiudizio. »
PRESIDENTE. Ha facoltà di parlare l'onorevole relatore.
IMBELLI, relatore. La Commissione non ha altro
scopo che di rendere sempre più accettabile questo
disegno di legge, e di chiarire sempre maggiormente
che non vi è alcuna di quelle restrizioni che da altri
si sono immaginate. Quindi d'accordo coi miei colleghi della Commissione e d'accordo coll'onorevole
ministro, vorrei contentare l'onorevole Berio in
questo modo. Bono anche più largo di lui. Io vorrei che qui si dicesse così :
« Tale ricorso sarà sospensivo; ma potranno
compiersi dalla parte ammessa al gratuito patrocinio gli atti d'urgenza. »
Mi pare che così potrebbe andare.
BEBIO. Va benissimo.
PRESIDENTE. Ha facoltà di parlare l'onorevole Lucili ni Odoardo.
LUCSHI 0D0.4RD0. A me sembra che nella r e a zione dell'articolo 3 si sia incorsi in un'omissione,
sulla quale richiamo l'attenzione dell'onorevole ministro e della Commissione. Se l'intendente non è
persuaso della giustizia del decreto della Commissione, la quale ammette taluni ai patrocinio gratuito, ricorre, e il ricorso si giudica in camera di
consiglio ; ma non è detto se sopra questo ricorso si
debba giudicare, udita la parte interessata, quella
parte che l'intendente vuole escludere dal beneficio
del patrocinio gratuito.
Camera dei Deputati
Atti Parlamentari
LEGISL. XIY —
l
a
SESSIONE — DISCUSSIONI —
A me sembra sia di tutta giustizia includere una
aggiunta nell'articolo 3, per la quale si stabilisca
che il ricorso dell'intendente debba essere notificato
alla parte che dal benefiziò dei gratuito patrocinio
si vuole escludere, perchè questa possa far le difese che stimerà opportune. Ciò non porterà innovazione allo spirito della legge, poiché il contraddittorio noi lo vediamo già stabilito nell'articolo
4, pel quale niuno può essere ammesso al gratuito
patrocinio senza che la parte avversa sia sentita.
Si applichi questo principio anche al ricorso che
fa l'intendente di finanza contro il decreto della
Commissione.
PRE§IDEira. Ha facoltà di parlare l'onorevole relatore.
INDELLI, relatore. Il desiderio dell'onorevole Luchini è giustissimo, e il Governo e la Commissione
non hanno creduto di aggiungervi altro, perchè anche oggi avviene che, quando una parte ricorre contro l'altra, debbano entrambe essere sentite. Non si
ricorre da una parte contro l'altra senza chiamarla.
E noi credevamo che quando poi abbiamo introdotto
il principio generale, che anche innanzi alla Commissione del gratuito patrocinio deve essere chiamata l'altra parte, non vi fosse più ombra di dubbio
intorno a questa questione. Quando l'intendenza di
finanza ricorre, diventa parte.
LLCHIM 0. Chiedo di parlare.
lKDELLf, relatore. Quindi, pel suo ricorso, essendo
diventata parte, è applicabile ad essa l'articolo 4
con cui si viene a prescrivere che prima di provvedere si debba chiamare l'altra parte.
Ma ad ogni modo, tomo a dire, siccome dalla
Commissione, e non dubito anche per parte del
Governo, si vogliono dare tutte le soddisfazioni
e dilucidazioni possibili, se l'onorevole Luchini
crede che vi sia un dubbio, non abbiamo alcuna
difficoltà di accettare il suo emendamento, cioè che
questo ricorso debba essere notificato alla parta.
LUCHiSVI 0. In ne vedo la necessità, perchè distinguo tra i procedimenti ordinari in contraddittorio
ed i procedimenti in camera dì consiglio. Quando
si tratti non di ordinario giudizio in contraddittorio
e che ha per fondamento una citazione, ma di ricorso,
sul quale si debba provvedere in camera di consiglio, se non è'espressamente prescritta la notificazione del ricorso alla parte contro la quale s'invoca
il provvedimento, questa notificazione non può dirsi
obbligatoria. Dunque è necessario spiegarsi e non
dar luogo a dubbiezze che possono essere cagione
di abusi. Per conseguenza io proporrei un'aggiunta
che dica press'a poco così :
« Il ricorso dovrà, a cura dell'intendenza, essere
notificato alla parta ammessa al gratuito patroci-
2
a
TORNATA DEL
13 LUGLIO 1880
nio, la quale avrà un termine di 15 giorni (poniamo)
per presentare le sue deduzioni per iscritto ed i
nuovi documenti che stimi opportuni. »
Può darsi questo caso, per esempio, che all'intendente di finanza apparisca che taluno ammesso
al gratuito patrocinio sia creditore di una ingente
od anche soltanto di una discreta somma, per cui
non abbia da essere qualificato per povero. L'intendente, tenuto conto di ciò, ricorre alla Camera di
Consiglio, la quale, tenendone conto, potrebbe revocare l'ammissione al beneficio del gratuito patrocinio. Eppure il provvedimento può essere ingiusto, perchè quella ricchezza, quel credito era
soltanto apparente. Se si ammette l'interessato a
presentare le sue deduzioni egli può provare, per
esempio, che il debitore non è solvente, che il credito è estinto, o che so io. In questo modo si semplificherà anche il procedimento, e si risparmierà un
nuovo ricorso per far revocare il decreto emanato
sul ricorso dell'agente,
PRESIDENTE. Ha facoltà di parlare l'onorevole ministro delle finanze.
MIMSTRO BELLI FINANZE. Io concordo sostanzialmente nel concetto dell'onorevole Luchini, ma mi
pare che lacuna non esista anche come è .ora compilato l'articolo, e pregherei l'onorevole Luchini a
considerare che qui vi sono due contraddittori*, il
contraddittorio dell'intendente di finanza contro
quegli che è stato ammesso al patrocinio gratuito,
ed il contradditorio di quegli che è stato ammesso
si patrocinio gratuito e la parte avversaria; quindi
vi sono due contraddittori!.
Ora è evidente che e nell'uno e nell'altro debba
essere sentita la parte avversa; ora, quando l'intendenza di finanza presenta un ricorso contro il
decreto che ha ammesso al beneficio gratuito un
individuo, e noti l'onorevole Luchini, che fu ammesso in camera di consiglio con procedimento
puramente economico, puramente camerale, l'intendenza di finanza presenta il suo ricorso all'autorità
da cui è emanato il decreto, la Commissione può,
anzi deve dare avviso di questo ricorso alla parte
che ha ottenuto il gratuito patrocinio, e fissare un
termine perchè esibisca le sue prove ed i suoi documenti.
Ed ecco come il contraddittorio viene a costituirsi
tra la finanza che ricorre e l'altra parte che ha ottenuto il gratuito patrocinio; allorché si tratta dell'altro contraddittorio è detto che la stessa Commissione, prima di deliberare, deve chiamare innanzi
a sè l'altra parte, e tentare, se occorre, un esperimento di conciliazione.
Dunque il doppio contraddittorio esiste, nia il
promuovere questo contraddittorio è deferito alla
Atti Parlamentari
LEGISL. XIV — l
— 1442 a
SESSIONE — DISCUSSIONI — 2
Commissione, la quale procede ex officio, o, per
meglio dire, neppure ex officio (perchè esiste sempre
una domanda), ma procede con un procedimento
.tutto interno senza le formalilà ordinarie del Codice
di procedura.
Essendo questo il concetto del disegno di legge,
mi parrebbe per verità inutile il dire che l'intendenza di finanza debba comunicare il ricorso alla
parte che ha ottenuto il gratuito patrocinio, perchè
l'obbligo di comunicare la domanda incombe alla
Commissione contro il cui decreto si ricorre ; la
parte che ha ammesso al patrocinio gratuito non
cita l'altra parte contro cui vuol litigare, ma quest'altra parte deve essere chiamata in contraddittorio
dalla Commissione che deve deliberare.
Così egualmente quando la Commissione è investita di un ricorso dell'intendenza di finanza deve
comunicare il ricorso alla parte che ebbe il patrocinio gratuito. In sostanza, il contraddittorio
esiste, le due parti devono essere sentite, la questione sta solamente in ciò, se debba una delle
parti essere sentita in seguito a citazione diretta
dell'intendenza di finanza, o dell'altra parte litigante contro cai si chiede il patrocinio gratuito,
oppure se conformemente al decreto del 1875, il
contraddittorio debba essere promosso dalla stessa
Commissione d'iniziativa sus, per atto che emani
dalia Commissione medesima, e non debba venire
in seguito a citazione diretta delle parti. Dunque
non vi è che una questione di forma, come promuovere, come provocare questo contraddittorio ;
ma del resto il contraddittorio esiste. Ad ogni
modo, siccome io diceva da principio che sostanzialmente io sono d'accordo che il contraddittorio
vi debba essere, così se l'onorevole Luchmi e la
Commissione credono che questa forma U contraddittorio che si provoca dalla Commissione debba
provocarsi con citazione diretta dall'intendenza di
finanza, io non avrò nessuna difficoltà di accettare
anche questa modificazione, poiché si tratterebbe di
modificare la procedura, il modo, ma non la sostanza nella quale siamo perfettamente d'accordo.
INDELLI, relatore. Chiedo di parlare.
FRISISELE. Ha facoltà di parlare l'onorevole relatore.
MODELLI, relatore. Credo di troncare la questione
pregando i miei colleghi della Commissione, l'onorevole ministro e la Camera di accettare la seguente
semplicissima modificazione di una sola parola.
Abbiamo accettato l'emendamento dell'onorevole
Berio in cui si dice che l'intendente finanza potrà
con ricorso motivato chiedere alla Commissione, ecc.;
si potrebbe aggiungere : « con ricorso motivato e
notificato alle parti. » In tal molo credo che si
Camera dei Deputati
a
TORNATA DEL 1 3 LUGLIO 1 8 8 0
concilierebbe ogni cosa. E ciò anche per un'altra
ragione che vado a dire, e che potrà spiegar meglio
il mio concetto.
Io ringrazio anzi l'onorevole Luchini di aver fatto
quest'osservazione. Siccome qui si dice che il ricorso sarà sospensivo, non potrebbe esserlo per la
parte ammessa al gratuito patrocinio quando essa
non conosca del ricorso dell'intendenza. E allora lo
saprà appunto con la notifica. Questo, ripeto, parmi
il modo di conciliare tutte le opinioni.
MINISTRO DELLE FINANZE. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
MINISTRO DELLE FINANZE. Accetto l'aggiunta che
propone l'onorevole relatore della Commissione ;
accetto cioè che la notificazione sia fatta per mezzo
dell'intendenza di finanza piuttosto che per mezzo
della Commissione. Tutta la questione è qui. Che
la notificazione vi debba essere non v'è dubbio, perchè deve esserci il contraddittorio; si tratta di
vedere se la notificazione debba esser fatta dall'agente finanziario o dalla Commissione.
Non ho nessuna difficoltà di accettare l'emendamento che verrà proposto.
PRESIDENTE. Potremo venire ai voti. Onorevole
Berio...
BERIO. Ho accettato l'emendamento proposto dal
relatore tanto per la prima parte che per la seconda.
PRESIDENTE Onorevole relatore, vuol mandarmi
l'emendamento?
INDELLI, relatore. Onorevole presidente, se vuole
seguirmi nella lettura, vedrà che è semplicissimo.
PRESIDENTE. Sta bene ; la seguirò.
INDELLI, relatore. « la qualunque stadio della
causa o del procedimento, l'intendenza di finanza,
qualora ritenga inesistente lo stato di povertà o
mutata la condizione economica della persona ammessa al benefizio dei poveri, potrà con ricorso
motivato e notificato alla parte richiedente, ecc. »
Non v'è altro emendamento.
MINISTRO DELLE FINANZE. Si potrebbe togliere la
parola richiedente e dire : notificato alla parte.
INDELLI, relatore. Alla parte interessata è meglio.
PRESIDENTE. « Con ricorso motivato e notificato
alla parte interessata. »
E poi le parole irreparàbile pregiudizio rimangono o vanno via?
INDELLI, relatore. Vanno via ; ci dobbiamo arrestare alla parola urgenza.
« Tale ricorso sarà sospensivo ; ma potranno
compiersi dalla parte ammessa al gratuito patrocinio quegli atti di urgenza. »
E ci fermiamo lì.
Atti Parlamentari
Camera dei Deputati
— 1443 —
LEGISL. XIY — I SESSIONE — DISCUSSIONI — 2 TORNATA DEL 1 3 LUGLIO 1 8 8 0
a
PRESIDENTE. Dunque verremo ai voti.
Abbiamo due emendamenti proposti dalla Commissione d'accordo col ministro e coi vari proponenti ; il primo è di aggiungere dopo le parole o a
beneficio dei poveri potrà » queste altre: « con
ricorso motivato e notificato alla parte interessata. »
Chi approva questo emendamento è pregato di
alzarsi.
(È approvato.)
L'altro emendamento è di sopprimere le parole
dell'ultimo inciso dell'articolo 3, che sono le seguenti: « la cui emissione potesse recarle un irreparabile pregiudizio. »
INDELfJ, relatore. Non solo, onorevole presidente,
ma altresì dove dice: « quegli atti di urgenza »
deve dire : « gli atti di urgenza. »
PRESIDENTE. Sta bene ; dunque vi sono due soppressioni da fare nella fine dell' ultimo inciso ; la
prima è questa: sopprimere la parola « quegli »
e dire « gli atti » e sopprimere le altre parole: « la
cui omissione potesse recarle irreparabile pregiudizio. »
Verremo ai voti.
Quelli che credono che si debba dire: « gli atti »
invece che « quegli atti » sono pregati di alzarsi.
(È approvato.)
Quelli che credono che si debbano sopprimere
le ultime parole dell'ultimo inciso, sono pregati di
alzarsi.
(È approvato.)
Metto a partito l'intero articolo modificato, che
rileggo :
« Art. 3. In qualunque stadio della causa o del
procedimento, la intendenza di finanza, qualora ritenga inesistente lo stato di povertà o mutata la
condizione economica della persona ammessa al beneficio dei poveri, potrà con ricorso motivato e notificato alla parte interessata chiedere alla Commissione da cui emanò il decreto d'ammissione la
revoca del benefizio stesso; potrà parimente ricorrere per far dichiarare la cessazione del gratuito patrocinio all'autorità giudiziaria presso cui
è istituita la Commissione, sia contro il decreto
di rigetto della domanda sopraccennata, sia in ogni
altro caso nei quale la stessa intendenza ritenga
non apprezzata convenientemente dalla Commissione la condizione economica della persona ammessa al beneficio.
« Il tribunale, la Corte di appello o la Corte di
cassazione provvederanno sul ricorso anzidetto in
Camera di consiglio.
« Tale ricorso sarà sospensivo; ma potranno com-
a
piersi dalla parte ammessa al gratuito patrocinio
gli atti di urgenza. »
(È approvato.)
« Art, 4. La Commissione, prima di provvedere
sulla domanda del gratuito patrocinio, ne darà avviso alla parte avversa, la quale nel termine che le
sarà assegnato potrà presentarsi, sia per contestare
la dedotta povertà, sia per dare delle spiegazioni
sul merito della causa.
« Se la parte avversa comparisce, la Commissione potrà anche fare uno esperimento di conciliazione.
« in ogni caso non potrà mai aver luogo l'ammissione al gratuito potricinio dell'attore e del convenuto nello stesso giudizio. »
Ha facoltà di parlare l'onorevole Berio.
Voci. Oh ! oh!
BERIO Domando scusa alla Camera, se ancora
una volta chiedo di parlaré.
Debbo proporre una modificazione all'articolo 4
nell'interesse della legge.
Le ammissioni al patrocinio gratuito, si fanno
per ciascuna delle sedi di giudizio, l e 2 istanza.
Ora per l'ammissione alla 2 istanza vi sono dei casi
in cui gli atti d'appello debbono essere notificati in
un termine brevissimo.
Supponiamo che si tratti di un giudizio di espropriazione forzata, bisogna fare l'appello nel termine
di 15 giorni, sotto pena di nullità.
Ora, se la parte che vuol ricorrere in appello,
deve notificare il ricorso alla Commissione, e attendere che questa ordini la composizione delle parti
avverse, e fissi il giorno per presentarle; i 15 giorni
necessariamente passeranno, senza che l'appello sia
intimato e il povero potrà essere completamente
rovinato.
Io quindi credo che a questo articolo 4 debba
farsi una aggiunta, che propongo del tenore seguente:
« La Commissione, prima di provvedere sulla do»
ihancia del gratuito patrocinio, eccettuato il caso
che vi sia pericolo di pregiudizio per decorrenza di
termini, ne darà avviso all'altra parte. »
Aggiungendo quell'inciso si salva l'interesse della
povera gente e non si fa danno alcuno alle finanze.'
PRESIDENTE. V'èpure un'altra proposta, quella
dell'onorevole Luporini, in conseguenza sempre del
suo discorso di ieri. Ne do lettura :
« Il sottoscritto propone che all'ultimo capoverso
dell'articolo 4 alle parole: « In ogni caso non potrà
mai aver luogo » si sostituiscano queste altre : « Per
regola non potrà mai aver luogo, ecc. »
Ha facoltà di parlare l'onorevole relatore,
INDELU, relatore. All'onorevole Berio risponderò
a
a
a
Aiti Parlamentari
Camera dei Deputati
1444 —
LEGISL. XIV — l SESSIONE — DISCUSSIONI — 2 TORNATA DEL 1 3 LUGLIO 1 8 8 0
a
brevemente. I suoi desiderii sono già soddisfatti. Se
egli avesse avuto presente l'articolo 10 del disegno
di legge, il quale si riferisce all'articolo 18 del decreto del 1865, non avrebbe fatta la sua mozione.
L'articolo 18 del decreto del 1865 dice così:
« Nei casi di urgenza il presidente della Commissione può concedere in modo provvisorio alla parie
citata l'ammissione al gratuito patrocinio, salvo a
sottoporre l'affare alla Commissione nella prima
adunanza. »
Quando questa legge venne per la prima volta in
discussione come oggi alla Camera, l'onorevole Mancini mosse appunto io stesso dubbio sollevato oggi
dall'onorevole Beno. Si rispose dalla Commissione
che siccome v'è una dichiarazione espressa, in forza
della quale per gli articoli non modificati rimane in
vigore il decreto del 1865, era inutile qualunque osservazione. Ma per maggiore scrupolo l'onorevole
Mancini propose, e fu accettato dalla Commissione
e dal Governo, l'articolo 10 il quale dice appunto:
« Pei provvedimenti d'urgenza nulla è innovato
all'articolo 18 del decreto 6 dicembre 1865. »
Spero che l'onorevole Bario accetterà queste mie
spiegazioni.
Quanto poi all'onorevole Luporini, ricorderà la
Camera che ieri egli 's'intrattenne nella discussione
generale intorno alla portata dell'ultima parte dell'articolo 4. Diceva l'onorevole Luporini che una
delle restrizioni per le quali diventerebbe odioso
questo disegno eli legge, sarebbe appunto il divieto
assolato dell'ammissione dell'una e dell'altra parte
al gratuito patrocinio nello stesso giudizio.
Ma io osservava alia mia volta che siccome per
essere ammessi al gratuito patrocinio si richiede
prima la prova della povertà, e in secondo luogo il
giudizio della Commissione intorno alla probabilità
dell'esito della causa a favore della parte richiedente, si può ritenere che l'ima e l'altra sieno
povere, ma è difficile che una Commissione possa
contraddire se stessa e possa dire che l'una e
l'altra parte abbiano ragione. A ciò si replicava, ed
io ne conveniva, che vi possono essere dei casi, difficili ad avvenire, ma pure vi possono essere ia
cui l'una e l'altra parte sieno povere e concorrano,
per esempio, ad una eredità. E può avvenire che in
questa vertenza sia appunto involta una di quelle
questioni sulle quali la giurisprudenza è dubbia e
discorde.
Anzi io dissi : che dobbiamo badar bene, perchè
con le sottili ipotesi non vi può essere disposizione
di legge che possa reggere. Di sottili ipotesi se ne
possono far sempre in senso contrario. Ma ad ogni
modo, tanto per non far torto all'onorevole Lupori ai, e per dargli una prom^ che la Commissione
a
non ha nessuno intendimento di restringere l'ammissione al gratuito patrocinio, io per parte della
Commissione stessa accetto la sua proposta. In
essa infatti vi è almeno affermato per regola questo principio, che non può essere ammessa una
parte e l'altra al gratuito patrocinio. Questo « per
regola » sarà un freno. Si presenterà qualche volta
il caso eccezionalissimo, e allora saranno salvi tutti
gli interessi. Quindi la Commissione per parte sua,
e prega anche il.ministro di aderirvi, non ha nessuna difficoltà di accettare l'emendamento dell'ono*
revole Luporini.
PR1SIDBNTB. Ha facoltà di parlare l'onorevole
Bario.
BSRIO. Io non avevo dimenticato il disposto dell'articolo 10 ; ma parmi non basti, e lasci luogo a dubbie
interpretazioni poiché riferendosi all'articolo 18 del
decreto del 1865 e dicendo che nulla è innovato a
quanto in questo decreto si prescrive, non possa bea
chiaramente ritenersi che pei casi d'urgenza faccia
eccezione all'articolo 4 e potrebbe benissimo sostenersi che riflette solo le formalità prescritte dal decreto del 1865 e non quelle nuove della comparizione delle parti nanti la Commissione.
I magistrati hanno abitudine di interpretazioni
piuttosto restrittive in siffatte materie, e potrebbero benissimo decidere che la comparizione delle
parti essendo una cosa nuova stabilita da questa
legge, sia imprescindibile anche per i oasi d'urgenza.
Ma dopo le dichiarazioni dell'onorevole relatore,
restando bene accertato che ia casi d'urgenza l'ammissione possa aver luogo senza che prima venga
sentita la parte contraria, e che la domanda si possa
perfettamente prescinlere dalia modificazione, i
magistrati troveranno ben chiaramente dall'onorevole relatore e da me espresso il valore dell'articolo 56, che cioè nei casi di urgenza deroga anche
'al disposto dell'articolo 4, ben inteso solo in quanto
alla ammissione provvisoria.
Voci. Ai voti S ai voti !
PRESIDENTE. Onorevole ministro, accetta l'emendamento dell'onorevole Luporini ?
MIMSTRO DELLE FINANZE. Accetto l'emendamento
Luporini, nel senso in cui l'ha accettato la Commissiona.
PRESIDENTE. Quindi invece delie-parole: « in ogni
caso non potrà mai » si dica : « per regola non potrà aver luogo, » levando il « mai. »
Pongo ai voti l'emendamento dell'onorevole Luporini.
INDILLI, relatore. « Di regola. »
PRESIDENTE. Egli dice « per regola. »
LUPORINI. Accetto il cambiamento di parola; non
faccio questione grammaticale.
Atti Parlamentan
LEGISI. XIY —
Camera de » Deputati
l a SESSIONE —
DISCUSSIONI —
PRESIDENTE. Sta bene. Si dirà dunque: « di regola. »
Ha facoltà di parlare l'onorevole Chiaves.
CHUVES. Domanderei: quando è che si sarà fuori
di regola? Perchè non so come si potrà applicare
questa dizione.
Qual norma avranno i magistrati e la Commissione? Quindi io non saprei veramente acconciarmi
a votare questa modificazione.
PRESIDENTE. Ha facoltà di parlare l'onorevole
Spantigati.
SPANTIGATI. Mi pare che il concetto dell'emendamento sia molto chiaro...
LUPORINI. È molto chiaro.
PRESIDENTE. Prego, onorevole Luporini, non faccia
eco. (Ilarità)
SPANTIGATI. La regola è che non possono essere
ammesse entrambe le parti nel medesimo giudizio
al beneficio del gratuito patrocinio ; ma la eccezione
può essere che il beneficio del gratuito patrocinio
venga ad entrambe le parti accordato. E quando?
Lo ha detto l'onorevole relatore, quando il caso è
dubbio, sicché non si può veder chiaro e netto da
qual parte stia la ragione ; ed allora, quando entrambe le parti abbiano la sventura di essere povere, non essendovi ragione, per cui l'una abbia da
litigare cbl beneficio del patrocinio gratuito, e l'altra non possa litigare perchè non ha i modi di sostenere le spese del giudizio, in questo caso eccezionale la Commissione accorda ad entrambe le
parti il beneficio del gratuito patrocinio. Ecco il
concetto dell'emendamento, che mi pare davvero
giusto ed umano.
PRESIDENTE. L'onorevole Luporini ha facoltà di
parlare. (No ! no ! — Vivi segni $ impazienza) Poiché è accettato il suo emendamento...
LUPORINI. Sta bene. Allóra rinunzio a parlare.
PRESIDENTE. Si dirà dunque di regola ?
LUPORINI Sì.
PRBSIDENT8. Chi approva che alle parole « non
potrà mai aver luogo, » si sostituiscano queste « di
regola non potrà aver luogo, » è pregato di alzarsi.
(È approvato.)
Rileggo dunque l'articolo 4 colPemendamento dell'onorevole Luporini :
« La Commissione, prima di provvedere sulla domanda del gratuito patrocinio, ne darà avviso alla
parte avversa, la quale nel termine che le sarà assegnato potrà presentarsi sia per contestare la dedotta povertà, sia per dare delle spiegazioni sul merito della causa.
« Se la parte avversa comparisce, la Commissione potrà anche fare uno sperimento di conciliazione.
m
2 a TORNATA DEL 13 LUGLIO 1 8 8 0
« In ogni caso di regola non potrà aver luogò
l'ammissione al gratuito patrocinio dell'attore e del
convenuto nello stesso giudizio. »
Chi approva quest'articolo è pregato di alzarsi.
(È approvato.)
« Art. 5. L'azione di ricupero, stabilita a carico
della persona ammessa al gratuito patrocinio dagli
articoli 140 e 25 delle leggi sulle tasse di registro e
bollo, potrà essere esercitata verso la persona stessa
perfruttele tasse e diritti ripetibili, quando per sentenza o transazione abbia conseguito un valore eccedente il sestuplo delle dette tasse e diritti. Quanto
alle spese anticipate dall'erario il povero sarà tenuto
a rimborsarle con la somma o valore conseguito,
qualunque esso sia. »
Sull'articolo 5 l'onorevole Luporini propone il
seguente emendamento :
« Il sottoscritto propone che alle parole « qualunque esso sia » che si leggono in fine dell'articolo
5, si sostituiscano le seguenti « purché anche ad
esso rimanga una somma o valore corrispondente a
quello che dovrà rimborsare all'erario. »
Ha facoltà di parlare l'onorevole relatore.
IMBELLI, relatore. Quest'emendamento dell'onorevole Luporini, dirò chiaramente la mia idea, lo
capisco poco. Colui il quale litiga col gratuito
patrocinio, sarà vittorioso o sarà soccombente.
Se sarà vittorioso, l'altra parte naturalmente sarà
condannata alle spese ; per conseguenza noi non ci
dobbiamo preoccupare di questa ipotesi. Le spese
saranno sempre pagate dalla parte soccombente,
perchè in ogni caso essa è sempre obbligata alla
rivalsa. Se poi chi litiga col gratuito patrocinio non
è vittorioso in tutto, ma solo in parte, e per conseguenza non può riavere che una parte delle spese,
che mai può egli pretendere di più ? Egli è fortunato, perchè l'articolo dice che allora sarà obbligato a pagare le tasse di cui agli articoli 140 e 25
della legge di registro e bollo, quando per sentenza
o transazione abbia conseguito almeno un valore
eccedente il sestuplo delle dette tasse e diritti. Se
un litigante mercè il servizio che gli ha reso lo
Stato coll'anticipazione di questi diritti erariali, ha
ritirato il sestuplo dell'importare dei diritti stessi,
se ha, per esempio, conseguito 600 lire, mi sembra
della più stretta giustizia ch'egli ne pagbi 100 allo
Stato. Quindi l'osservazione fatta non ha ragione
d'essere. Quanto poi alle spese effettivamente anticipate dall'erario per indennità a testimoni o altro,
esse costituiscono un prestito, che deve essere restituito appena si consegua qualche cosa dalla lite.
Questa legge ha un'utilità morale da una parte, e
finanziaria dall'altra. Ed ha un'utilità morale, perchè non vi può esser cosa più giusta che far ricupe-
Atti Parlamentari
1446
Camera dei Deputati
LEGISL. XIV — 1& SESSIONE — DISCUSSIONI — 2 a TORNATA DEL 1 8 LUGLIO 1 8 8 0
rare silo Stato quello di cui è creditore, quando appunto per aver esso anticipato le spese vi ha reso
così importante servizio, e voi avete potuto con esse
conseguire il vostro. È giusto che voi dopo conseguito il vostro avere, eoa i danari dello Stato, volgiate le spalle all'erario, tenendovi il vostro gruzzolo guadagnato con queste spese anticipate ? Non
le volete restituire? Ma, signori, se voi non le restituite, frodate i contribuenti, perchè infine sono
i contribuenti quelli che pagheranno lo scotto. Ripeto quello che ho detto ieri : la carità legale esercitata entro certi limiti, io l'ammetto ; ma se c'è
abuso è una spogliazione. Ed io non credo per conseguenza che voi vogliate ammettere che si possa
fare questione di sorta pel ricupero delle spese,
tanto più quando lo abbiamo limitato nel modo
prescritto nell'articolo. Noi non vi diciamo nemmeno : pagate il rimborso de'diritti erariali, quando
avete ottenuto 2 o 3 parti, ma quando avete ricevuto il sestuplo dei diritti che lo Stato vi ha anticipati. Siamo poi più severi quando si tratti di spese
vive anticipate.
Quindi prego la Camera, se realmente vuole che
questa legge abbia il suo effetto, nell'interesse della
finanza e dirò anche nell'interesse proprio della giustizia (perchè non si può ammettere lo sperpero
del danaro pubblico), di votare l'articolo quale vi è
proposto.
Voci. Ai voti ! ai voti !
PRESIDENTE. Onorevole Luporini mantiene o ritira il suo emendamento ?
LUPORINI. Se mi permette, onorevole presidente,
vorrei dare una spiegazione alla Camera.
Voci. No I no !
PRESIDENTE. Dia la spiegazione poi lo ritiri. (Si
ride)
LUPORINI. La spiegazione sarebbe questa : io ammetto quello che dice il relatore : è ciò che prescriveva anche la legge vecchia.
Quando io litigo e l'erario mi dà i bolli e i registri gratuitamente e mi paga anche i testimoni,
se io vinco per una somma maggiore del sestuplo
dei diritti spettanti allo Stato io debbo pagare
l'erario ; se i diritti ascendano a 100 ed io vinco per
più di 6 0 0 lire, è giusto che debba pagare ; e così
prescriveva anche la legge vecchia. Ma l'articolo ha
fatto un passo di più ; ha fatto una distinzione che
la legge vecchia non aveva fatto, ha distinto cioè
tra quel che si deve all'erario a titolo di bollo e registro e quel che gli si deve a titolo di spese sborsate.
Poniamo caso, all'erario si devono 50 lire a titolo
di bollo e registro e gli si debbono 50 lire perchè
ha pagato testimoni, ha pagato periti e ha fatto al-
tre spese. Ora facendo questa distinzione, si dice:
sta bene ; se voi povero... (Rumori)
Se mi permette la Camera ho finito in due minuti ; ma stia attenta. (Si ride)
... se voi povero avete ricuperato meno del sestuplo, sta bene che non dobbiate pagare le spese di
bollo e registro ; ma quanto alle altre, a quelle cioè
che l'erario ha sborsato pel pagamento dei testimoni, le dovete pagare qualunque sia la somma d a
voi ricuperata. Cosicché può avvenire benissimo che
un povero litighi per una causa anche grande, guadagni cento lire sole, e se l'erario ha sborsato cento
lire, le debba dare all'erario, e la sua vittoria sia
peggiore di quella di Pirro. Ecco le ragioni per le
quali io avevo proposto questa modificazione. (Ai
voti! ai voti!)
PRESIDENTE. Onorevole Luporini, mantiene o ritira il suo emendamento ?
LUPORINI. Io pregherei la Commissione e anche il
Ministero...
PRESIDENTE. La Commissione non lo accetta.
LUPORINI. Allora che ci ho a fare ? Mi pare tanto
ragionevole (Si ride); ma poiché la Commissione
non lo accetta dichiaro di ritirarlo.
PRESIDENTE. L'onorevole Fili ha facoltà di parlare.
mì-ASTOLFONE. Dirò poche parole.
Faccio omaggio completamente ai ragionamenti
esposti testé dall'onorevole relatore e non mi pare
strano, ma ammiro il coraggio dell'onorevole Luporini, il quale vuole estendere la garanzia...
(L'ha ritirato.)
L'ha ritirato ? (Ai voti! ai voti!)
PRESIDENTE. Dunque l'onorevole Luporini avendo
ritirato il suo emendamento all'articolo 5, pongo a
partito l'articolo 5 quale è proposto nella redazione
della Commissione.
Chi l'approva sorga.
(È approvato.)
« Art. 6. Nel caso di opposizione all'azione di recupero per non avveratosi conseguimento del sestuplo, di che all'articolo antecedente, l'amministrazione finanziaria non potrà essere condannata nelle
spese di lite se la persona ammessa al gratuito patrocinio prima di opporsi in giudizio non avrà giustificato in via amministrativa di non aver conseguito un valore corrispondente al detto sestuplo. »
Nessuno chiedendo di parlare, e non essendovi
oratori iscritti, pongo a partito quest'articolo.
(E approvato.)
« Art. 7. Nelle cause promosse contro le persone
ammesse al patrocinio gratuito la parte attrice sarà
obbligata al pagamento delle tasse, diritti e spese
notate a debito, quando la istanza sia rimasta pe-
MUParlamentari
LEGISL. XIY —
—
SESSIONE — DISCUSSIONI
-
-Camera
dei
Deputati
2 a TORNATA DEL 1 3 LUGLIO 1 8 8 0
renta o la lite venga abbandonata per espressa regiureconsulto, e ha considerato colla stessa stregua
nunzia. »
la rinunzia tacita, che è la perenzione, e la rinunzia
DOGLIOSI. Domando di parlate.
espressa. .
V , . ¿ « JU^.
C'è un concetto legale più esatto di questo?
PRESIDENTE. L'onorevole Dogìioni ha facoltà di
Che cosa dice l'onorevole Dogìioni? E se la perenparlare.
zione avviene per colpa del procuratore? Ma, onoDOGLiONl. A me pare che quest'articolo sia un
revole Dogìioni, mala electio est in culpa ; scegliete
po', troppo gravoso, poiché dice che « nelle cause
un procuratore che sia diligente, e non sarete in colpa.
promosse, coatra»le persone ammesse ai patrocinio
Si capisce che spesso le cause sono guaste per
gratuito la parte attrice sarà obbligata al pagaopera
dei procuratori o degli avvocati che non fanno
mento delle tasse, diritti e spese notate a debito,
il
loro
dovere. Ma se voi avete scelto un procuraquando la istanza sia rimasta perenta o la lite venga
tore,
che
vi ha fatto perimere l'istanza, vuol dire
abbandonata per espressa renunzia. »
che
vi
siete
serviti di un procuratore negligente. Mi
Io noto che tante volte questa istanza può venire
sembra
che
queste considerazioni siano così esatte
perenta senzacchè vi sia colpa delia parte attrice,
questo
articolo
sia così informato alla sana dottrina
ma per colpa del suo procuratore.
giuridica, che francamente noi che eravamo stati
Io farei correre questo termine due anni dopo la
così avversi nell'altra Legislatura, quando questo
perenzione dell'istanza.
articolo 7 fu prodotto in altra forma, oggi non
PRESIDENTE. Onorevole Dogìioni, mandi la sua propossiamo che congratularci col Governo di aver troposta scritta, o favorisca dirla ad alia voce affinchè
vato la vera ipotesi legale ai sensi del Codice di
possa intenderla.
procedura.
DOGLIOSI. L'articolo sarebbe in questi termini:
« Nelle cause promosse contro le persone amF o c i Ai voti!
messe al patrocinio gratuito, la parte attrice sarà
PRESIDENTE. Onorevole Dogìioni, mantiene o ritira
obbligata ai pagamento delle tasse, diritti e spese
la sua proposta ?
notate a debito, quando siano trascorsi due anni
DOGLIOSI. Persisto nella mia proposta, perchè non
dalla perenzione dell'istanza, o la lite venga abtrovo giusto che la parte che si trova perenta debba
bandonata per espressa renunzia. »
pagare le spese entro un termine più lungo.
PRESIDENTE. L'onorevole relatore ha facoltà di
PRESIDENTE. Dunque l'onorevole Dogìioni propone
parlare.
che invece di dirsi : « quando l'istanza ssa rimasta
INDSLLI, relatore. Quando la prima volta questa
perenta o la lite venga abbandonata per espressa
legga fu presentata alla Camera vi era un articolo
rinunzia » si dica : « quando siano corsi due anni
proposto dai Governo che la Commissione non acdalla perenzione dell'istanza o la lite venga abbancettò, e fu poi soppresso d'accordo col Governo
donata per espressa rinuncia. »
istesso.
Ha facoltà di parlare l'onorevole ministro delle
Quest'articolo diceva che l'attore sarebbe stato
finanze.
tenuto all'indennizzo delle tasse, diritti, e spese
MINISTRO DELLE FINANZE. È inutile che io dichiari,
notate a debito, quando l'istanza fosse stata abbandopo ciò che ha detto l'onorevole relatore, che io
donata per un anno. Si fece allora un'osservazione
non potrei accettare l'emendamento dell'onorevole
assai semplice dalla Commissione. Essa considerò
Dogìioni. Le ragioni sono state già svolte dall'onoche vi possono essere dei giudizi di molta gravità.
revole
relatore.
Il convenuto, a mo d'esempio, ha fatto un'eccezione
PRESIDENTE.
Dunque verremo ai voti sull'emendatale per cui l'attore ha bisogno di tempo, sia per stu- /
mento
dell'onorevole
Dogìioni, il quale consiste nel
diaria, sia per trovare degli altri documenti* È imsostituire
alle
ultime
parole
dell'articolo le seguenti:
possibile che voi strozziate il giudizio in un anno
« quando siano corsi due anni dalla perenzione
unicamente per interesse dei diritti erariali! E
della istanza, o la lite venga abbandonata per
allora l'articolo fu soppresso. Ma oggi il Governo
espressa rinunzia. »
nel ripresentare la legge ha introdotto nuovamente
Questo emendamento non è accettato, nè dalla
l'articolo 7, con altra forinola, che a parer mio risolve
Commissione, nè dal ministro.
la questione in modo strettamente giuridico. L'attore
Lo pongo a partito.
introduce il giudizio, e poi lo fa perimere o vi riChi lo approva, è pregato di alzarsi.
nunzia : ma allora è giusto che indennizzi l'erario.
(Non è approvato.)
Questi sono i due casi ; o che le istanze siano pePongo a partito l'articolo 7 così come fu redatto
rente, o che vi abbiate rinunziato. Vale a dire, l'onodalla Commissione.
revole ministro si è ricordato di essere un dotto
Atti
Parlamentari
LEGISL. XIV —
1448 —
l a SESSIONE — DISCUSSIONI —
Chi lo approva, si alzi.
(È approvato.)
« Art. 8. Nelle cause definite per transazione,
nelle quali si faccia luogo a ripetizione di tasse,
diritti e spese notate a debito, tutte le parti si intenderanno solidalmente obbligate al pagamento
delle dette tasse, diritti e spese, malgrado ogni
patto in contrario.. »
A quest'articolo 8 l'onorevole Luporini propone
(Oh!) che si aggiunga in fine dell'articolo 8:
« L'ammesso al patrocinio gratuito non potrà
peraltro essere tenuto al pagamento di dette tasse,
quando giustifichi di avere conseguito meno del sestuplo. »
Voci. Lo ritiri !
LUPORINI. Lo ritiro.
PRESIDENTE. Allora, non essendovi oratori iscritti
sull'articolo 8, lo pongo a partito così, come fu redatto dalla Commissione.
Chi lo approva si alzi.
(È approvato.)
a Art. 9. Qualora la sentenza che ha definita la
causa di patrocinio gratuito non sia stata notificata
a cura delle parti contendenti, la notificazione potrà
essere fatta d'ufficiò dopo decorsi 180 giorni da
quello della sua pubblicazione.
« La notificazione anzidetta avrà il solo effetto
di rendere esecutiva la sentenza per la esazione
delle tasse, diritti e spese notati a debito, nè gioverà o pregiudicherà ai diritti delle parti per lo appello o altro rapporto qualsiasi. »
Sull'articolo 9 ha facoltà di parlare l'onorevole
Aporti.
APORTI. Per debito di lealtà dichiarò che voterò
contro questo articolo perchè, secondo me, aggrava
le condizioni del povero ; però mi permetto di sottoporre alla Commissione ed al Ministero un emendamento a questo articolo che mi pare giusto ed
equo.
Questo articolo aggrava la condizione del povero
perchè vorrebbe che il fisco per avere le proprie
spese debba far notificare al povero la sentenza con
tutte le sue motivazioni, e tutti sanno come alle
volte queste sentenze siano molto voluminóse e la
sola spesa di cancelleria per farne spedire una copia
sia enorme. Oraio, senza estendermi oltre, propongo
questo emendamento all'articolo 9 che la notificazione di cui parla quest'articolo sia limitata al solo
dispositivo della sentenza.
INDELLI, relatore. La Commissione non ha nessuna
difficoltà di accettare l'emendamento dell'onorevole
Aporti, per-le considerazioni da lui espresse. E
credo sarà anche d'accordo con l'onorevole mini-
Camera dei
Deputati
2 a TORNATA DEL 1 3 LUGLIO 1 8 8 0
stro, tanto più che questa notificazione non ha effetto legale rimpetto alle parti.
Quindi si potrebbe, dopo le parole « la notificazione potrà essere fatta d'ufficio » aggiungere le
parole « nella farle dispositiva, dopo decorsi, ecc.»
PRESIDENTE. Onorevole ministro, accetta ?
MINISTRO DELLE FINANZE. Io non ho difficoltà di
accettare questo emendamento* tanto più che non
è fatto che nell'interesse fiscale e non ha alcun effetto nei rapporti fra le parti.
PRESIDENTE. Allora bisogna dire così : a Qualora
la sentenza che ha definita la causa di patrocinio
gratuito non sia stata notificata a cura delle parti
contendenti, _ la notificazione potrà essere fatta di
ufficio nella parte dispositiva. »
MINISTRO DELLE FINANZE. Nella sola parte dispositiva.
PRESIDENTE. Nella parte dispositiva.
INDELLI, relatore. Nella sola parte dispositiva.
Voci. È lo stesso.
PRESIDENTE. Io guardo l'ultima edizione corretta.
1NDBLLI, relatore. Ecco, perdoni onorevole presidente, il dire « nella parte dispositiva » è forraola
esatta, ma io preferisco dire : « nella sola parte »
come mi sembra preferisca anche l'onorevole ministro. La sentenza è un'unità, e potrebbe diversamente nascere il dubbio se per dispositivo della
sentenza s'intenda il tutto o la parte. Quindi per
meglio spiegare l'idea dell'onorevole Aporti e togliere ogni dubbio, convien dire: « nella sola parte
dispositiva. .
PRESIDENTE. Dunque l'emendamento consiste che,
dopo le parole: « potrà essere fatta d'ufficio » si
dica : « nella sola parte dispositiva. »
Pongo a partito quest'emendamento proposto
dalla Commissione d'accordo coll'onorevole ministro...
•
CHIAVES. Permetta, chiederei di parlare.
PRESIDENTE. Parli, onorevole Chiaves.
CHIAVES. Io vorrei che si vedesse un po' se non
sia il caso di aggiungere: « fatta d'ufficio dall'amministrazione finanziaria » perchè tante volte una
notificazione d'ufficio s'intende fatta dall'autorità
giudiziaria...
SPANTIGATI. No, no!
CHIAVES... mentre qui s'intende notificazione fatta
dall'amministrazione finanziaria. Si veda un po' se
non sia il caso di aggiungere queste parole.
PRESIDENTE. Dunque, onorevole relatore?
\WéXAA,relatore. Quello che dice l'onorevole Chiaves non è che un chiarimento maggiore, e quando
si tratta di chiarimenti io non mi oppongo mai.
Non abbiamo quindi difficoltà che si aggiunga pure:
« dall'amministrazione finanziaria. »
Atti
Parlamentari
Camera dei Deputati
LEGISL. XIV — l a SESSIONE — DISCUSSIONI — 2 a TORNATA DEL 1 3 LUGLIO 1 8 8 0
LUPORINI. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Su che cosa, onorevole Luporini?
LUPORINI. Su quest'articolo.
PRESIDENTE. Ma perdoni, la discussione è già finita.
LUPORINI. Nei secondo capoverso...
PRESIDENTE. E finita la discussione, dobbiamo venire ai voti.
Dunque Commissione e Ministero d'accordo propongono che l'emendamento sia in questi termini :
« la notificazione potrà essere fatta d'ufficio dall'autorità finanziaria...
INDELLI, relatore. Allora si cassi « d'ufficio. »
PRESIDENTE... e nella sola parte dispositiva. »
INDELLI, relatore. « A cura dell'amministrazione
finanziaria. »
PRESIDENTE. Ma scusino, allora gli emendamenti
li scrivano e me li mandino.
INDELLI, relatore. Qui si tratta di contentare gli
avvocati.
PRESIDENTE. Dunque, l'emendamento è il seguente :
« potrà essere fatta a cura dell'amministrazione finanziaria nella sola parte dispositiva. »
Chi approva questo emendamento è pregato di
alzarsi.
(È approvato.)
Rileggo l'articolo 9 :
« Qualora la sentenza che ha definita la causa di
patrocinio gratuito non sia stata notificata a cura
delle parti contendenti, la notificazione potrà essere
fatta a cura dell'amministrazione finanziaria nella
sola parte dispositiva dopo decorsi 180 giorni da
quello della sua pubblicazione.
« La notificazione anzidetta avrà il solo effetto di
rendere esecutiva la sentenza per l'esazione delle
tasse, diritti e spese notati a debito, nè gioverà ,o
pregiudicherà ai diritti delle parti per l'appello o
altro rapporto qualsiasi. »
Chi approva l'articolo 9, di cui ho dato lettura, è
pregato di alzarsi.
(È approvato.)
« Art. 10. Pei provvedimenti d'urgenza nulla
è innovato all'articolo 18 dal decreto 6 dicembre
1865. »
Non essendovi oratori iscritti, pongo a partito
l'articolo 10. Chi l'approva è pregato di alzarsi.
(È approvato.)
« Art. 11. Sono mantenute le disposizioni delle
leggi precedenti in quanto non siano contrarie alla
presente legge.
« Con regolamento approvato per decreto reale,
sentito il Consiglio di Stato, saranno date le disposizioni transitorie e le altre necessarie per la esecuzione della legge stessa. »
NOCITO. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ha facoltà di parlare Y onorevole
Nocito.
NOCITO. Propongo una semplice modificazione ; nel
secondo comma dell'articolo 11, propongo che si
dica così : « con regolamento fatto d'accordo col ministro guardasigilli. » '
Questa legge ha tutto il carattere* di una legge
finanziaria; in sostanza pero non fa altro che modificare un decreto reale firmato da un ministro guardasigilli ed attinente ad una delle più importanti
parti dell'amministrazione finanziaria. Per lo meno
sia il ministro delle finanze d'accordo col guardasigilli nel fare il regolamento.
PRESIDENTE. L'onorevole Nocito propone...
NOCITO. Propongo quindi questa modificazione :
« con regolamento fatto d'accordo col ministro guar»
dasigilli approvato con decreto reale, sentito il Consiglio di Stato. »
MINISTRO DELLE FINANZE. Mi pare perfettamente
inutile l'aggiunta proposta...
INDELLI, relatore. Ecco ; è vero.
MINISTRO DELLE FINANZE... l'aggiunta proposta, perchè va da sè che questo regolamento debba essere
fatto d'accordo tra il ministro delle finanze e quello
di grazia e giustizia per ragione di competenza respettiva dei due Ministeri.
È una cosa così chiara che mi pare inutile che sia
scritta nell'articolo.
NOCITO. Quando l'onorevole ministro delle finanze
fa questa dichiarazione, il mio emendamento non ha
più luogo.
PRESIDENTE. In conseguenza pongo a partito l'articolo 11.
Chi l'approva è pregato di alzarsi.
(È approvato.)
Ora rileggo l'articolo 4 del disegno di legge :
« Sono approvate le disposizioni relative al patrocinio gratuito contenute nell'allegato D. »
Pongo a partito questo articolo.
(È approvato.)
L'onorevole presidente del Consiglio ha facoltà
di parlare.
PRESIDENTE DEL CONSIGLIO. Io debbo in dicare alla
Camera, quali progetti il Governo desidererebbe
fossero votati, essendo urgenti ed importanti, ed a
suo avviso tali da non dar luogo a lunghe discussioni.
Metto in prima linea quello pel monumento a
Sua Maestà Vittorio Emanuele. (Benissimo /)
Stanziamento di somme per acquisto di oggetti
di belle arti alla Esposizione nazionale di Torino.
Concorso dello Stato nella spesa della Esposizione
industriale nazionale di Milano nel 1881. {Bene!)
Camera dei Deputati
LEGISL. XIV —
1* SESSIÓNE — DISCUSSIONI — 2* TORNATA DEL 13 LUGLIO 1880
Modificazioni alla legge 13, novembi$t L££0J?k~
torno alla composizione ed attribuzioni del Consiglio superiore della pubblica istruzione.
(Mor-
morio)
,
Provvedimenti contro la fillossera.
Cavo sottomarino nello stretto di Messina, fra la
Sicilia e l'isola di Lipari.^
„,L..,.ll, ...
Iscrizione fra le strade nazionali della strada da
Pian di Porfcis al confine Àustro-Ungarico per i^onte
Croce.
¿ ¿ ¿ i k ¿¿i
r.
Proroga per la vendita dei beni incoiti dei comuni, e dei beni ademprivili in Sardegna.
Si tratta di termini che vanno, a scadere.
PRESIDENTE. Sono già scaduti, ^ c a d u t i anzi coll'ultimo di giugno.
PRESIDENTE DEL CONSIGLIO. Proroga per la rinnovazione delle ipoteche.
Modificazione delle circoscrizioni ipotecarie nelle
Provincie di Modena e di Reggio Emilia.
Dichiarazioni fra l'Italia e la Serbia per regolare
temporaneamente il regime daziario fra i due paesi.
Proroga del termine per l'applicazione dei misuratori dell'alcool.
Riordinamento del corpo delle guardie doganali.
Eh ! eh ! troppa roba !
PRESIDENTE DEL CONSIGLIO. Molti di questi progetti sono di urgenza incontestata perchè alcuni
hanno una data fissa di scadenzi.
L'altro giorno il ministro dell'interno ha raccomandato l'impianto del sifilicomio di Roma, e ne
ha detto le ragioni. La relazione non è presentata,
ma lo sarà sicuramente domani ; quindi fra i progetti urgenti mettiamo anche quello per l'impianto
di un sifilicomio di Roma.
PRESIDENTE. Vuol darmi l'elenco ?
PRESIDENTE DEL CONSIGLIO. Aggiungo una parola.
L'onorevole mio collega, il ministro dei lavori pubblici, avrebbe desiderato la discussione dei disegno
di legge per modificazioni alla legge sulle costruzioni ferroviarie; ma non essendo presentatala
relazione duole a lui ed a noi che non si possa
ora indicarla fra i disegni di legge da mettersi all'ordine "del giorno.
.
Voci.
PLOTINO AGOSTINO. Ho domandato di parlare.
PRESIDENTE. Parli pure.
PLUTINO AGOSTINO. Nell'interesse della finanza io
pregherei di voler far discutere la legge per l'aumento del dazio sugli olii di cotone. Questa legge fu
già discussa, la relazione è presentata, e se il Governo non provvede, in questi 3 o 4 mesi saremo
inondati di olii di cotone dall'America, la quale sta
imponendo delle forti e l onerose imposte sulla introduzione delle nostre produzioni artistiche.
Ora io credo che, tanto per sostenere gl'interessi
della finanza,« quanto per sostenere gl'interessi dei
produttori, ed anche per rispondere un poco al non
benigno sistema dell'America, direi quasi, proibii
tivo di tutto ciò che produce l'Italia anche nelle
arti, noi dovremmo assolutamente portare innanzi
la discussione di questo, disegno di legge* .
PRESIDENTE. Ha facoltà di parlare l'onorevole Buo nomo,
.. ,..-.v • w u
'
BljQPMO. Tra i progetti che il presidente del Consiglio desidererebbe che la Camera discutesse in
questi ultimi giorni, vi è quello per la modificazione
del Consiglio, superiore dell'istruzione pubblica.
, Io faccio una considerazione. Questa legge.è organica, e tanto basta per determinarne l'importanza...
Mi sento dire che per quanta
sia l'importanza della legge potrà questa essere
trattata in breve tempo perchè già fu approvata
altra volta dalla Camera. Quanto a me quando trattasi di leggi organiche non imparerò mai a trattarle
in breve tempo. Ma mi sento dire che il tempo è
leggero. Leggero quanto si vuole. Io dico così, trattandosi di una legge di questa importanza... Sento
dire però da qualche interruttore, che è una legge
già discussa dalla Camera...
ERCOLE. Sì ; votata dal Senato.
PRESIDENTE. Prego di non interrompere. Discutiamo tranquillamente:
BliONOMO. Se questa legge ritorna semplicemente
perchè passi dalla Camera e vada direttamente alla
firma sovrana; ma in verità tutto questo è un meccanismo che comprendo poco. A me pare che la Camera. se verrà questa legge, potrà trovare fra i
nuovi eletti di quelli che la vogliono discutere ampiamente, e non ci sarà nessuno che vorrà negare il
diritto a qualsiasi nuovo ed antico deputato, di discuterla con tutta l'ampiezza che una legge organica pretende. Ed io mi permetto allora di fare una
dichiarazione alla Camera. Per questa legge esiste
già una Commissione, secondo il nostro regolamento.
Questa Commissione l'ha già discussa, e sapete
con quale risultamelo numerico ? Cinque dei nove
hanno fattola maggioranza e quattro dei nove hanno
fatto la minoranza. Ciò significa che vi è molto da
dire sopra questa legge. Questi 4, che pure hanno
avuto la fiducia di 4 dei nostri Uffici, hanno creduto
nondimeno di discuterla in senso negativo o molto
dubitativo. Vorreste voi negare che queste conside«
razioni si venissero ad esporre alla Camera ? Potreste fare una sola cosa; quando si viene a questa
discussione, gridare: Ai voti ! ai voti! e la legge passerà subito.
Se noi volessimo seguire questo sistema di gridar
subito: ai voti ! ai voti! comprendo allora che si
(Interruzioni)
(Interruzioni)
Atti
Parlamentari
LEGISL. XIY —
Camera dei Deputati
I 6 SESSIONE — DISCUSSIONI —
ponga anche domani all'ordine del giorno, se il presidente lo crede. Ma se voi vorrete, sopra una legge
organica portare la serietà come sempre a noi si
conviene, io vi confesso che non mi pare opportuno
far tanta premura per una legge organica in momenti in cui nessuno è fermo qua dentro.
PRESIDENTE DEL CONSIGLIO. Io non entrerò nelle
considerazioni di merito, sulla grande importanza
di questo disegno di legge, del quale si occuparono
parecchie volte le precedenti Legislature, e che fu
votato dall'ultima, ed in questa dall'altro ramo del
Parlamento.
Avendo sentito che ha domandato di parlare l'onorevole Baccelli lascio a lui indicare gli altri motivi di urgenza.
Dirò solo che per il Ministero non era dubbia,
giacché è stata votata dal Senato con rapida discussione, con un articolo per il quale questo disegno di legge deve andare in attività il I o novembre. Il non iscriverlo dunque fra i progetti da votarsi prima delle ferie, sarebbe stato un atto di poco
riguardo verso l'altro ramo del Parlamento. Faccio
pure osservare che il non discuterlo adesso vuol
dire un altro anno perduto; dovendo la legge avere
effetto col I o novembre.
PRESIDENTE. Onorevole Del Giudice?
DEL GIUDICE. Parlo sopra un altro argomento.
PRESIDENTE. Ha facoltà di parlare l'onorevole Martini.
MARTINI. Io voleva osservare soltanto quello che
ha osservato l'onorevole Buonomo, che cioè questa
legge del Consiglio dell'istruzione pubblica non sarà
possibile discuterla brevemente. Per me io dichiaro
che, per quanto non sia il mio ideale questa legge,
io sono pronto a votarla; non è esatto che essa
sia essenzialmente quella che fu dotata dalla Camera; è tutt'altra cosa. A me non pare che ci sia
necessità di discuterla in fretta e di votarla prima
che noi ci separiamo. È vero che deve andare in vigore nel novembre 1880 ; ma non è giusto, secondo
l'onorevole presidente del Consiglio diceva, che non
votandola adesso si perda un altro anno. Una tal
legge potrebbe andare in vigore al I o dicembre,
al I* gennaio, senza che vi fosse danno veruno.
E i essendo una legge che ha tanta connessione
con tutto il sistema dei nostri studi, non mi pare
che converrebbe strozzarne la discussione.
PRESIDENTE. Onorevole Podestà ?
PODESTÀ. Non parlo su quest'argomento.
PRESIDENTE. L'onorevole Brin?
MIN. Neppure io.
PRESIDENTE. Ha facoltà di parlare l'onorevole Baccelli.
BACCELLI, Io devo far riflettere solamente alla Ca-
2 a TORNATA DEL 1 3 LUGLIO 1 8 8 0
mera che, avendo avuto l'onore di essere il relatore del
bilancio della istruzione pubblica, motivai il fatto,
di cui attualmente la Camera si occupa, e dissi che
a me pareva assolutamente necessario che la Camera avesse voluto discutere con prontezza questo
disegno di legge, che già da 4 anni si trascina tra i
due rami del Parlamento.
Questo disegno di legge non è nuovo : io credo chs
non vi sia deputato, che non lo conosca a fondo.
Ssrà una mia idea, ma contro questo disegno di
legge si è sollevata una serie meditata d'indugi e in
modo tale che se ne è fatta una vera strategia politica contro la legge stessa.
PRESIDENTE. {Interrompendo) Onorevole Baccelli,
la prego ; metta tutta la moderazione.
BACCELLI. Non parlo dell'onorevole Buonomo, perchè, naturalmente, egli era deputato della passata
Legislatura, ed in quella egli ha potuto studiare
questo disegno di legge ; ma, siccome egli è abituato
a studiare profondissimamente tutte le cose, avrà
bisogno di studiarlo ancora una volta. {Ilarità)
BllOKOMO. Chiedo di parlare per due fatti personali. {Risa)
BACCELLI. Ora a me pare, che il disegno di legge
attuale non sia punto diverso da quello antecedentemente presentato, e che, quando si fa osservare
alla Camera che vi è nel disegno stesso un termine
di tempo, e che questo cade in novembre ; quando il
suffragio duplice dell'altro ramo del Parlamento ha
già preceduto il nostro, mi pare che sia mestieri
finire una buona volta una così lunga questione.
Quindi non intendo di fare davvero violenza a nessuno, ma credo d'interpretare l'animo di moltissimi
dicendo che ormai è necessario di discutere questo
disegno di legge.
PRESIDENTE. Ha facoltà di parlare l'onorevole De
Renzis. Parla su questo ?
DE RENZIS. Precisamente.
Il Governo del Re, per bocca del suo, presidente
del Consiglio, ha fatto noto alla Camera quali erano
i disegni di legge che interessavano al buon andamento dei servizi dello Stato, ed ha spinto la-Camera a non separarsi senza votare alcuni disegni di
legge che più interessavano questi servizi. Ora, fra
questi, egli ha aggiunti tutti quei disegni di legge
di facile approvazione. E per conseguenza ha potuto
sottomettere alla vostra approvazione una quantità
grande, direi, di disegni di legge.
PRESIDENTE Quattordici.
DE RENZIS. Quattordici. I quali, se dovessero dare
luogo a discussione, certamente voi non vi separereste posdomani, od in fin di settimana, ma vi separereste fra un mese.
Dunque condizione essenziale delle proposte go-
1452
'Atti Parlamentari
Camera dei Deputati
LEGrISL. XIV — l SESSIONE — DISCUSSIONI — 2 TORNATA DEL 18 LUGLIO 1 8 8 0
a
a
vernative si è quella di mettere sotto gli occhi del
Parlamento disegni di legge, i quali non dieno occasione a larghe discussioni. Io desidererei quanto
altri mai che venisse innanzi a voi discusso il disegno di legge che riguarda il Consiglio superiore
d'istruzione pubblica, ma io mi preoccupo che, se
noi ci impegoliamo in questo disegno di legge, noi
potremo far ritardare di tanto l'approvazione di
altri disegni di legge egualmente, non dico di più,
ma egualmente interessanti pel buon andamento
dell'amministrazione.
Ora io non faccio opposizione alla proposta di
mettere all'ordine del giorno questo disegno di
legge, ma prego la Camera e l'onorevole nostro
presidente di voler mettere in ordine di discussione
i progetti in modo che siano approvati pei primi
quelli che sono tali da dar luogo a minori discussioni. Così più facilmente si farà cammino.
L'onorevole presidente vedrà che sul disegno di
legge relativo all'istruzione pubblica, sono numerosi gl'inscritti. Quindi s'egli mette questo progetto
come una barricata innanzi agli altri dovranno
aspettare, mentre se avanti a quei progetto ne
mette altri di più facile approvazione, indubitatamente si arriverà in breve ad esso. Allora, giunta innanzi a quell'ostacolo, la Camera deciderà se debba
o no sorpassarlo. Questa è la mia proposta,
PRESIDENTE. Ha facoltà di parlare l'onorevole
Berio.
BERIO. Il disegno di legge già approvato dal Senato stabilisce che il Consiglio superiore d'istruzione pubblica si riunisca due volte all'anno.
La sua più importante riunione, quella in cui tratta
maggiore copia d'affari è quella che ha luogo in autunno, tempo in cui i consiglieri hanno agio maggiore per stare a Roma.
Ora è stabilito in uno degli articoli del disegno
di legge già approvato dal Senato, che la legge dovrà andare in vigore al 1° novembre. Ma se essa non
è approvata dalla Camera prima di quel tempo è
certo che passerà tutto il 1880 senza che possa più
attuarsi e quindi non si avrà quel nuovo Consiglio
superiore d'istruzione pubblica, che il Senato e la
Camera hanno già dichiarato necessario, se non fino
all'autunno del 1881.
Prego i miei onorevoli colleghi di voler considerare che tre volte questo disegno di legge è già
stato presentato al Senato, e una volta discusso ed
approvato dalla Camera. Se si rimanda ancora
un'altra volta al Senato, diventerà cosa ridicola
ed intanto l'istruzione pubblica continuerà ad essere diretta dall' attuale Consiglio che e Camera
e Senato hanno dichiarato non inspirare più la fi8
ducia che si richiede per bene dirigere un ramo
tanto importante del servizio pubblico.
Quindi, come relatore, prego la Camera di discutere il più presto possibile questo disegno di
legge.
PRESIDENTE. L'onorevole Buonomo ha facoltà di
parlare per fatto personale.
BUONOMO. Debbo parlare per fatto personale ed
anche in merito.
I fatti personali mi ripugnano sempre, ma l'onorevole Baccelli diceva che contro questo disegno di
legge si e sollevata una serie di meditati indugi. Se
l'onorevole Baccelli mette in una coppa della bilancia l'onorevole Buonomo, poiché adesso viene a
parlare di meditati indugi e qualch'altra persona
nell'altra, non so l'onorevole Baccelli nella sua lealtà
da che parte metterebbe la meditazione.
Dirò di più : l'onorevole Baccelli ha detto : l'onorevole Buonomo studia sempre profondamente, con
attenzione ; io non so, onorevole Baccelli se io studii con profonda o con poca attenzione; dirò solo
che studio con coscienza serena;non guardo ad
altro che a quello che posso attingere dalle cose in
se stesse ; arrivo a quel che posso arrivare, a quel
che ho potuto raggiungere col mio discernimento ;
nè più nè meno.
Dopo di questo io dirò alla Camera...
PRESIDENTE. Onorevole Buonomo si attenga al
fatto personale; tenga conto dell'ora...
BUONOMO. Ma aveva già domandato di parlare
anche sul merito.
ERCOLE. Che merito!? Sono le 7 1[4.
Voci. Ai voti ! ai voti!
BUONOMO. Io riconosco dunque (dopo il fatto personale ed entrando nel merito, come avevo domandato di parlare) riconosco, dico, la delicatezza del
Ministero, secondo le parole dell'onorevole presidente del Consiglio, quando ha detto trattarsi di un
dovere d'omaggio verso il Senato ; ma la Camera,
rendendo omaggio al Senato, non può abbandonare
il proprio piedistallo su cui riposa.
Si dice : si tratta di una legge già approvata ; ma
non è più tale quando gli uffici che rappresentano
altrettante nove parti della Camera, vi mandano
quattro commissari che si oppongono alla legge.
Volete voi far rimanere nella gola ai commissari le
considerazioni per le quali si oppongono a questa
legge?
Quando aprirete la discussione con queste condizioni, ma credete voi che essa sia tale che possa
farsi a tamburo battente in una o in poche sedute?
Se voi lo credete, vuol dire che una forza maggiore
vorrà chiudere la bocca a chi ha l'idea di parlare
su questa legge.
'Atti Parlamentari
LEGISL. XIY
Camera dei Deputati
l a SESSIONE — DISCUSSIONI — 2 a TOENATA DEL 1 3 LUGLIO 1 8 8 0
PRESIDENTE. Onorevole Buonomo, proprio io la
PRESIDENTE. L'onorevole De Renzis ha proposto
prego...
che, dovendosi discutere i 14 disegni di legge testé
BUONOMO. Io ubbidisco all'onorevole^presidente.
accennati dall'onorevole presidente del Consiglio,
PRESIDENTE. Onorevole Buonomo, non faociamo fosse lasciato al presidente della Camera di distriuna questione alle 7 e un quarto ; altrimenti biso- buirli in quell'ordine che a lui fosse sembrato più
gna rimandarla a domani.
opportuno.
BUONOMO. Se cominciamo la discussione sul ConIo però prima debbo domandare all'onorevole
siglio superiore con questa fretta...
presidente del Consiglio, se l'ordine nel quale egli
PRESIDENTE. Non è fretta, onorevole Buonomo. ha enumerato sia stato casuale, oppure nel suo penSono le 7 e un quarto e io propongo di rimandarla siero si determinasse già la priorità. (Rumori) Io
a domani.
debbo domandarlo.
BlIONOMO. Fo omaggio alle idee dell'Onorevole preVoci. Casuale, casuale !
sidente e dico che questa legge è di difficile discusPRESIDENTE DEL CONSIGLIO. Io non intendeva di
sione.
determinare la priorità.
PRESIDENTE. Va bene.
I disegni di legge sono quattordici, ma credo che
BONGHI. Domando di parlare.
gli altri non daranno luogo a discussione.
PRESIDENTE. Ha facoltà di parlare l'onorevole
V'hanno considerazioni di incontestata utilità,
Bonghi. (Rumori)
come pure per il Ministero dei riguardi dovuti alPrego di far silenzio.
l'altro ramo del Parlamento, che ha prescritto il
BONGHI. Due parole sole, perchè io sia leale verso termine dell'esecuzione al disegno di legge.
la Camera.
D'altra parte poi io non posso presumere, per la
Nella Commissione io dissi che mi sarei dovuto fede che ho nello zelo della Camera, di cui ha dato
opporre a questo disegno di legge a passo a passo ; tante prove, che essa non voglia discutere anche un
e io dichiaro alla Camera che non potrei non man- disegno di legge dì tanta importanza.
tenere la mia parola che ho dato ai miei compagni
Per la priorità però mi rimetto all'egregio nodella Commissione. (8i ride)
stro presidente. (Benissimo!)
PRESIDENTE. Conciliabilmente col regolamento ;
GANZI. Domando di parlare.
due volte ogni articolo.
PRESIDENTE. Su che? Su questa mozione?
BONGHI. Precisamente. La mia strategia è sempliGANZI. Sissignore.
cissima.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
PRESIDENTE, Sempre uniformandosi al regolaCANZI. Dai momento che il presidente del Conmento.
Intanto mi pare che vi sia una proposta eà è siglio si è rimesso all'egregio nostro presidente
della Camera per istabilire l'ordine della discusquella dell'onorevole De Renzis...
MARTINI. Domando di parlare per un fatto perso- sione di questi disegni di legge, io pregherei la
Camera di accordare che fosse data la precedenza
nale. (Rumori)
alia
discussione del disegno di legge per lo stanPRESIDENTE. Ha facoltà di parlare per un fatto
ziamento
d'un sussidio per l'esposizione di Milano.
personale.
(Oh!
oh!
r—
Rumori)
MARTINI. L'onorevole Baccelli ha detto che a
PRESIDENTE. Allora nasce un'altra questione. Il
questo progetto si frapponevano ostacoli meditati
presidente non ha ohe una cosa sola da fare, cioè
e non dall'onorevole Buonomo.
Ora, siccome le osservazioni sono state fatte dal- pregare la Camera di deliberare uno per uno su
l'onorevole Buonomo e da me... (No!no!) a me questi progetti. (No! no! — Rumori)
Non v'è altro a fare.
preme dir questo : l'onorevole Baccelli sa che, essendo egli relatore, nella passata Legislatura, di
Mólte voci. Disponga il presidente. Pieni poteri.
questo disegno di legge, io parlai contro ; farei alPRESIDENTE. Vi è la proposta dell'onorevole De
trettanto anche oggi, se credessi veramente che Renzis la quale autorizza il presidente di disporre
giovasse ormai di combattere questa riforma. Io non per la discussione di questi quattordici disegni di
ho fatto proposte ; ho fatto una semplice osserva- legge a cui accennò il presidente del Consiglio, sezione ; ho, anche io, i timori manifestati dall'onore- condo che la discussione riesca più facile o più difvole De Renzis. Dei resto, anzi, nel mio ufficio ho ficile affinchè i lavori della Camera possano procedifeso il disegno di legge, e fui vinto nella batta- dere spediti.
glia, come era naturale, dall'onorevole generale RiVoci Sì ! sì !
cotti. (8i ride)
194
Atti Parlamentari
LEaiSL. XIY —
1454 —
r
SESSIONE — DISCUSSIONI —
PRESIDENTE. Chi approva questa proposta è pregato di alzarsi.
(È approvata.)
DEL GIUDICE. Domando di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
DEL GIUDICE. L'onorevole Plutino mi ha prevenuto
nel desiderio di accelerare i lavori della Camera.
Ma, dico la verità, mi sarei atteso che l'onorevole
presidente del Consiglio avesse enunciato tra i disegni di legge, che noi dobbiamo discutere prima di
dividerci, quello sul maggiore dazio intorno agli
olii di cotone, una volta che il ministro ha presentato alla Camera questo disegno di legge ; e io
oso asserire che è un vivissimo desiderio del paese
che si vengano a garantire le sue produzioni ad onta
delle contraddizioni che partono da interessi privati,
e riconosco legittima la necessità di approvare
quella legge, una volta che il ministro delle finanze
ha messo sul tappeto questa questione di cui la
Commissione si è occupata, ed ha già presentato la
relazione.
PRESIDENTE. Sta bene : abbiamo la relazione, vediamo se si va.
DEL GIUDICE. Avrei semplicemente da far osservare
che qualora questo progetto fosse rimandato a novembre, noi avremmo la nostra produzione minacciata.
Faccio vivissima istanza e formale proposta perchè questo progetto sia messo all'ordine del giorno.
PRESIDENTE. Ha facoltà di parlare l'onorevole Podestà.
PODESTÀ. Non su questa questione.
PRESIDENTE. Allora l'onorevole Brirn
BRIN. Io prego la Camera di tenersi alla proposta
dell'onorevole ministro, e di non aggiungere dei
disegni di legge da discutere in questo scorcio di
Sessione, come quello che riguarda il dazio sugli
olii di cotone. Io faccio osservare che questo progetto è capitato in una guisa quasi improvvisa...
DEL GIUDICE. Ma che improvvisa !
BRIN. Il fatto è che io parlo a nome dell'onorevole Martini.
MARTINI. Chiedo di parlare.
BRIN. V i sono le principali Camere di commercio
delle città marittime che mettono obbiezioni contro
questo dazio. Ora io non domando altro fuorché il
tempo di discutere una questione così grave, la
quale darà luogo a molte discussioni, e che potrebbe
anche impedire il desiderio che ha il Governo di sollecitare l'approvazione di progetti più importanti.
Quindi io domando che si tenga conto della proposta del Governo.
PRESIDENTE. Ha facoltà di parlare l'onorevole
Celesia.
Camera dei Deputati
2 a TORNATA DEL 1 8 LUGLIO 1 8 8 0
CELESIA. Io ho sentito dall'onorevole Brin accennare ad un precipitato progetto. (Eumori, conver-
sazioni)
PRESIDENTE. Ma, onorevoli colleghi, io sciolgo la
seduta, se non si mantiene una forma conveniente,
e rimando la discussione ad altro giorno.
CELESIA. Questo progetto è stato il risultato di un
eco di lamenti molto noti, e molto ripetuti, giunta
al ministro delle finanze, il quale ascoltando e ponderando la rappresentanze che a lui furono fatte,
se ne preoccupò e riconobbe la necessità di impedire fatti molto dannosi al commercio, alla coltura
degli oliveti ed a tanta parte della ricchezza nazionale.
L'onorevole ministro ha creduto nella sua saviezza di presentare il progetto del quale ora si
tratta; esso fu discusso dalla Commissione, dalla
medesima adottato ad unanimità meno un voto. Io
non nego che vi possono essere interessi disparati,
io non intendo punto d'entrare nel merito della
questione ; ma certamente la discussione intorno a
questi vari interessi ed alla prevalenza rispettiva
non si può prevedere così ampia da non permettere che la Camera pigli una risoluzione in questo
scorcio di Sessione. Io mi rimetto alla Camera.
MINISTRO DELLE FINANZE. Io riconosco l'urgenza del
disegno di legge per il dazio sugli olii di cotone ;
anzi rammento che la Camera ne dichiarò l'urgenza»
Io però devo dichiarare che non ho ancora letto la
relazione delia Commissione, la quale non so neppure se sia stata già stampata e distribuita. (8ì! sì!)
E siccome ho sentito dire che vi potrà essere lunga
discussione e grande opposizione, così io desiderava di leggere prima il rapporto della Commissione.
Ecco perchè non ho indicato all'onorevole presidente del Consiglio questo fra i progetti urgenti
che interessano le finanze.
Ma se è vero che la relazione è già presentata, e
si potrà leggere dal Ministero e dai deputati che
intendono fare opposizione a questo progetto, io
credo che non vi possa essere difficoltà a metterlo
anche fra i disegni di legge urgenti ; però in coda a
quelli che sono stati teste letti.
PODESTÀ. Io appoggio la proposta in senso sospensivo di questa discussione, che ha fatto l'onorevole Brin. L a legge di cui ni tratta è di molta importanza. Tutti i principali centri commerciali del
regno, le Camere di commercio vi fanno opposizione.
PLUTINO AGOSTINO. Ma niente affatto !
PODESTÀ. Mi pare dunque consentaneo all'equità
di aspettare che la Camera possa prendere cognizione di queste osservazioni ; e se la legge non può
Aiti Parlamentari
Camera dei Deputati
LEGrISL. XIY — I a SESSIONE — DISCUSSIONI —
essere votata in luglio, sarà votata in novembre.
Non ci sarà per questo indugio rovina nè per Se
finanze, nè per l'economia nazionale.
BRUNETTI. Non comprendo che cosa significhino
queste parole : legge venuta alVimprovviso.
PRESIDENTE. È venuta come tutte le altre leggi.
La prego, onorevole Brunetti* lasci andare queste
parole per non dare appiglio a fatti personali.
BRUNETTI, È un disegno di legge presentato dal
Ministero, dichiarato d'urgenza dalla Camera, discusso negli uffici ed approvato in maggioranza
dalla Commissione. Io non so comprendere come si
chiami improvviso ; a me pare anzi che sia un progetto che allo stato delle cose è maturo per essere
discusso.
Io non comprendo neppure come un deputato si
possa preoccupare nel discutere un disegno di legge
delle obbiezioni e delle contraddizioni che vengono
da Camere di commercio e da corpi estranei alla
Camera...
PRESIDENTE. Ma, onorevole Brunetti, scusi.
BRUNETTI,., come, mi pare, ha detto l'onorevole
Podestà.
Ad ogni modo io appoggio il voto dei miei onorevoli colleghi ed amici, perchè sia annoverato fra
gli urgenti questo disegno di legge.
PRESIDENTE. Dunque si propone che questo disegno di legge per un dazio sugli olii di cotone sia
annoverato come 15° della lista, salvo per esso al
presidente di anticiparne o posticiparne l'iscrizione
all'ordine del giorno secondo che gli paia più facile
o più difficile la discussione.
PODESTÀ. Io domando alla Camera che sia iscritto
nell'elenco dei disegni di legge d'urgenza anche
quello dell'inchiesta sulle condizioni della marina
mercantile. È una proposta la cui urgenza non ha
bisogno di essere dimostrata. (Eumori, conversazioni)
PRESIDENTE. Onorevoli colleghi, li prego di avere
un po' di pazienza ; vedono che io sto qui permanente per sette ore.
PRESIDENTE DEL CONSIGLIO. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ha facoltà di parlare l'onorevole presidente del Consiglio.
2 a TORNATA DEL 1 8 LUGLIO 1 8 8 0
PRESIDENTE DEL CONSIGLIO. Il Ministero non ha
nulla in contrario che questo disegno di legge
venga posto fra quelli da discutersi in via di urgenza, salvo al presidente di stabilire il posto.
PRESIDENTE. Dunque pongo a partito l'iscrizione
nell'elenco come 16° il disegno di legge peìl'inchiesta sulle condizioni della marina mercantile.
(L'iscrizione è ammessa.)
La seduta è levata alle 7 85.
Ordine del giorno per le tornate di domani : "
(Alle ore 10
antimeridiane)
1° Discussione dei bilanci di definitiva previsione
pel 1880 dei Ministeri:
dell'interno ;
della marina ;
della guerra.
(Al tocco)
2° Seguito della verificazione dei poteri ;
3° Seguito della discussione del progetto di legge
per provvedimenti finanziari ;
4° Discussione del progetto di legge relativo alla
convenzione stipulata colla società Rubattino per
l'estensione del servizio commerciale marittimo ;
5° Discussione del progetto di legge relativo al
monumento nazionale da innalzarsi al Re Vittorio
Emanuele II ; ,
6° Discussione del progetto di legge per lo stanziamento di somma destinata ad acquisti di oggetti
di belle arti all'esposizione di Torino ;
7° Discussione del progetto di legge pel concorso
dello Stato nelle spese della esposizione industriale
nazionale di Milano.
P r o f . A v v . LUIGI RAVANI
Gapo dell' ufficio di revisione*
Roma, 1880 — Tip. Eredi Botta.