l`Arte di - Dan Margulis

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l`Arte di - Dan Margulis
l’Arte di
bert
monroy
Credo che i soggetti che dipingo hanno chiesto di essere dipinti.
Non faccio mai una passeggiata per guardare o cercare le cose da dipingere.
Posso essere dovunque, per strada o davanti al negozio sotto casa,
quando all’improvviso una scena che voglio dipingere balza davanti ai miei occhi.
Bert Monroy
di Dan Margulis
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bert
monroy
FIGURA 1
Photoshop, nel 1988.
Come me, egli è senza dubbio, e con ampio margine, la persona di primo piano nella sua particolare disciplina. Come me, ha continuamente affinato
la sua tecnica di volta in volta, sviluppando metodi
nuovi e sempre più efficaci nel corso degli anni. Anzi,
i suoi metodi sono cambiati più dei miei, perché egli
è in grado più di me di sfruttare i miglioramenti che
vengono introdotti in ogni versione di Photoshop.
E come me, egli è uno degli oratori più popolari di
Photoshop al mondo.
Lì, però, finisce ogni somiglianza. Io insegno la
correzione di fotografie esistenti: questo argomento è immediatamente utile per quasi ogni utente di
Photoshop. Bert, invece, realizza le sue versioni sen-
Ognuno di noi ha più cose da voler imparare che tempo
za il beneficio di una fotografia originale. Con grande
a disposizione per farlo, quindi sembra strano suggerire di
cura e infinita attenzione per il dettaglio, egli crea la
studiare qualcosa per la quale non esiste un uso apparente.
sua “fotografia” da zero, usando una combinazione
A fine maggio 2010, il pubblico italiano di Photoshop
di Illustrator e Photoshop.
avrà un’occasione mai vista prima in altre parti del mondo.
Solo un esperto sarebbe in grado di dire che il
In quei giorni, il mio grande amico Bert Monroy (www.bert-
lavoro di Bert è in realtà una illustrazione, o una pit-
monroy.it) ed io (www.danmargulis.it) presenteremo dei
tura, più che una fotografia. D’altra parte, egli può
seminari a Bologna e terremo delle classi in Toscana.
impiegare settimane, mesi o addirittura anni per
Bert è uno dei grandi pionieri di Photoshop. Come me,
completare un singolo progetto. La maggior parte
è un’autorità internazionalmente riconosciuta in questo
di noi non potrebbe mai permettersi di dedicarvi
campo da più di 15 anni. Anzi, per essere precisi, da prima
tanto tempo, ma anche se potessimo, sarebbe qua-
di me: con David Biedny, è stato coautore del primo libro su
si impossibile uguagliare il livello di abilità di Bert.
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Ci vorrebbero anni e anni di pratica per essere in grado di
prospettiva come fa Bert, per non parlare dell’illumi-
creare qualcosa di simile alla scena nella figura 1 (che non è
nazione, delle ombre o del sottile gioco delle rifles-
fotografia) in cui ogni elemento è stato creato, in genere in
sioni che si può ritrovare in tutte le sue opere.
Illustrator, da Bert.
Qui vediamo anche la potenza di Photoshop
Per questo, sebbene Bert sia un oratore così divertente
portata all’estremo. I file di Bert possono contenere
che varrebbe la pena di ascoltarlo anche se dovesse par-
migliaia di livelli, di solito organizzati in gruppi. Ogni
lare di musica o di politica, ciò che insegna molto spesso
tipo immaginabile di maschera di ritaglio e raggrup-
produce un miglioramento immediato nel nostro lavoro.
pamenti di livelli è in gioco. Egli sa di più sui pennelli
Di conseguenza, guardando più da vicino il suo lavoro, si
di Photoshop di chiunque altro.
apprendono i segreti che possono dare a qualunque fotografia un aspetto realistico.
È un maestro del comando Calcoli e di tutte le
forme di fusione dei canali e usa i filtri alla loro massi-
La porta e l’area circostante di figura 1 sono per lo più
ma potenza, come, ad esempio, per generare effetti
costituite da forme semplici che chiunque può fare in Pho-
realistici quali la pioggia o simili. Oppure, ci si può
toshop o Illustrator. Ma poche persone possono creare la
chiedere come abbia fatto a creare il materiale del
legno di figura 1. Tutto comincia
con l’applicazione di un filtro per
aggiungere del rumore.
E poi, soprattutto, possiamo vedere quanta attenzione per i dettagli è necessaria per raggiungere un
realismo fotografico.
La figura 2 mostra il menu delle
pietanze esposto all’ingresso del
ristorante di figura 1. Riusciamo a
leggere le parole di grandi dimensioni, come “Lunch” e “Dinner”, ma
FIGURA 2
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sarebbe più probabile riuscire a
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vedere dei geroglifici egiziani, piuttosto che la
lista dei piatti individuali e dei loro prezzi.
Tuttavia, nel disegno originale di Bert, il
menù è stato composto per intero. Le scritte
non sono state messe lì solo per riempire lo
spazio. Egli ha avuto cura di ricreare la realtà per ogni parola sul menu, perché sentiva
che solo in questo modo avrebbero avuto un
aspetto realistico, una volta ridotte.
Notate come Bert non ha trascurato neanche gli elementi più piccoli, come il fermaporta sul pavimento sotto il menu, e i loghi
delle carte di credito nel vetro della porta.
Questi ultimi non sono altro che semplici
forme, con la giusta colorazione e ritoccate
in modo sapiente.
FIGURA 4
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FIGURA 3
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FIGURA 5
Il menu e la sua cornice potrebbero essere definiti come oggetti piatti, ma nella realtà c’è profondità,
rilievo. La cornice sporge leggermente, i menu invece sono incassati. Lo sfondo nero dev’essere di un
paio di millimetri più vicino a noi del menu stesso.
Dal nostro punto di osservazione, questo effetto è
più evidente sul lato sinistro del menu di sinistra, e
meno evidente sul lato sinistro del menu di destra.
Ma il nostro angolo non è uguale a quello di provenienza della luce, quindi la riflessione deve apparire in modo simile a come apparirebbe guardando
il menu dall’interno del ristorante. Se così fosse in-
La stessa attenzione ai dettagli più fini è stata posta an-
fatti, la differenza tra il nero e il menu non sarebbe
che nella raffigurazione, molto più difficile, dei riflessi sulla
più evidente nel menu di sinistra ma nel lato destro
porta. Ad esempio, l’immagine non sarebbe convincente
senza la riflessione del menu nei vetri della porta. La creazione di simili riflessi è più facile a dirsi che a farsi.
La figura 3 rappresenta in teoria una parte facile. Bert
crea un duplicato, lo ribalta e crea l’angolo prospettico risultante ricavandolo dal menu e la parete originari. Notate,
tra l’altro, la consistenza naturale del muro, tutto realizzato
con sfumature e l’applicazione di rumore. Nella figura 4,
egli segue la prospettiva del menu all’esterno per modificare quello riflesso.
La figura 5 poi, è un esempio della cura maniacale per il
dettaglio che caratterizza il lavoro di Bert. E non mi riferisco
solo alla sfocatura delle scritte.
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FIGURA 6
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FIGURA 7
FIGURA 8
FIGURA 9
del menu destro (che attualmente non possiamo vedere). Nella
figura 5, Bert compensa per creare questo effetto nella versione
riflessa.
Passando ad altro, bisogna
dire che Bert è diventato nel
tempo un vero e proprio specialista della creazione di insegne al
neon come quella viola sopra la
porta. Le basi di partenza sono
delle sagome di Illustrator. I tubi
nel loro complesso richiedono
un sacco di lavoro, in particolare degli strumenti Scherma e
Brucia, ma una volta che i pezzi
come quelli di figura 6 sono dise-
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gnati, da lì è possibile ricostruire un’insegna completa.
“Commercial Photoshop”, perché pensavo che pro-
E quando le forme sono totalmente irregolari, come le
babilmente avrei imparato molto. Questa convin-
foglie della pianta sul lato sinistro, sarebbe lecito attendersi
zione si è dimostrata completamente corretta. Vi
grande difficoltà, ma Bert lo fa sembrare un gioco da ra-
consiglio vivamente di impiegare il tempo a vostra
gazzi. Tutto si basa su due sagome di Illustrator, colorate in
disposizione per ascoltare Bert Monroy, e credo
Photoshop, e mostrate nella figura 7.
che lo troverete un ottimo investimento, come è
In figura 8, egli distorce le due foglie esistenti per crearne altre due. Successivamente carica le quattro forme in
un pennello customizzato che genera
altre varianti, e procede a dipingere. Il
risultato è raffigurato in figura 9, e, infine, in figura 10.
Qualcuno che veda per la prima volta le immagini finite di Bert e che dica
che non è una fotografia potrebbe sentirsi come quell’agricoltore americano
del XIX secolo che andò allo zoo per
la prima volta e vide un elefante. E riferendosi ad esso, disse: “Non esiste un
animale come questo”. E invece esiste.
Io stesso scrivo libri, e ho anche letto quelli di altri esperti di Photoshop,
ma spesso non mi piace il modo in cui
sono scritti i libri degli altri autori.
Tuttavia, diversi anni fa ho accettato l’incarico essere il redattore tecnico
dei libri di Bert “Photoshop Studio” e
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FIGURA 10
successo a me.
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