Federalismo un altro regalo per il Nord

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Federalismo un altro regalo per il Nord
la Gazzetta
36/10
new
Sistemi economici e sociali di Puglia e Basilicata
Anno XV – /
ottobre
–€ ,
– Settimanale di informazione economica – www.gazeco.it – Spedizione in abb. postale
% Art c.
/B L.
/
– Filiale di Bari
EUROSTAT – I dati sull’invecchiamento dimostrano che gli immigrati (molti di più al Nord) sono una risorsa
Federalismo
un altro
regalo
per il Nord
Il prof. Golini, demografo di fama mondiale,
avverte: “Il Sud non è più il serbatoio dei
giovani italiani. La riforma federale in queste
condizioni è un disastro”
BARLETTA ALLE PAGG. 2 E 3
UN “MOLTIPLICATORE” TRASCURATO
Investimenti
in cultura?
Un buon affare
di WALDEMARO MORGESE
L
o spinoso problema del sostegno alla “cultura” merita qualche riflessione aggiornata e forse non scontata, che vorrei
formulare sulla base dei miei studi, del mio insegnamento universitario e della esperienza quindicennale alla direzione di “Teca del
Mediterraneo”, la Biblioteca Multimediale e Centro di Documentazione del Consiglio Regionale della Puglia.
Certo siamo oggi in situazione di “fiscal stress”, direbbero gli
anglosassoni e nel nostro Paese l’esistenza di un debito pubblico
così alto rispetto al PIL aggrava ulteriormente i termini della questione, rendendo necessarie scelte difficili di ridimensionamento
e reindirizzamento dei budget pubblici. La “cultura” è purtroppo
la filiera più debole e quindi più esposta ai “tagli”, anche perché
il valore del knowledge (la conoscenza) come fattore di potenziamento delle capacità e opportunità individuali e collettive non è
tuttora sufficientemente chiaro ai pubblici amministratori e all’opinione pubblica in generale.
Non è totalmente e universalmente chiara, in sostanza, la risposta corretta alla domanda se la cultura sia un “consumo” o un
“investimento”: infatti, se la consideriamo un consumo dovremmo trarre determinate conseguenze, altre se le riconosciamo lo
“status” di investimento. Personalmente sono incline a pensare
che così come si forma un “capitale fisso”, frutto di impieghi che
definiamo investimenti, allo stesso modo si forma un “capitale
immateriale culturale”, che è dato – come si riconosce in letteratura – dallo stock di conoscenze accumulato dagli individui e dalle
istituzioni tramite processi di educazione formale e informale ed
esperienze “dal vivo”, anche relazionali: ora, questo stock si alimenta in modo precipuo attraverso la partecipazione alle attività
“culturali”, di qualunque tipologia esse siano.
Purtuttavia, in presenza di una fase di “stress finanziario” come
MORGESE A PAG. 33
BARI - La denuncia dei sindacati
Istat – Una ricerca sui disagi
I lavoratori Nelle aziende
sotto ricatto tante scenate
S
“C
ciopero generale. Per i metalmeccanici sembra non
esserci altra risposta all’attacco cui è sottoposto in questo
autunno il sindacato dopo la
disdetta del contratto collettivo nazionale del
di Federmeccanica. Cauta la CGIL. Ma
dal Congresso Nazionale delle
Regioni del Sud organizzato
dalla Fiom a Bari lo si è detto
forte e chiaro: il momento è adesso. Si profila dunque un autunno davvero rovente.
irca il % dei lavoratori
confessa di aver subito
nel corso della propria attività
lavorativa una privazione dei
compiti, un demansionamento
o una vessazione. Lo dice l’Istat,
che per la prima volta ha fotografato il disagio nelle relazioni
lavorative su un campione di
milioni
mila lavoratori. Sono le donne a subire vessazioni:
l’ , % in più dei colleghi maschi”.
Emerge così un quadro desolante delle relazioni in azienda.
BISSANTI ALLE PAGG. 16 E 17
COLELLA ALLE PAGG. 20 E 21
comuni
A Bari il grande convegno dell’Agi
Turismo fai da te
Monti Dauni
ora è “sfida”
Il lavoro e le persone
avvocati a confronto
Progettisti
di vacanze
Insieme
L’
isolamento dei Monti
Dauni si combatte valorizzando le risorse locali: turismo,
agrolimentare, patrimonio storico-artistico sotto una governance comune. E’ la sfida che
lanciano i sindaci di comuni.
LEVANTACI PAGG. 8 E 9
S
i chiude stamani, con
la tavola rotonda su “i
dubbi di sostenibilità costituzionale e comunitaria
della riforma del diritto del
lavoro”, l’edizione
del
convegno nazionale AGI
(l’associazione degli avvocati giuslavoristi italiani), in
corso a Bari. Illustri relatori
si confrontano sul tema di
quest’anno, “poteri del datore di lavoro e tutela della
persona”.
BUONO ALLE PAGG. 18 E 19
“U
na città fortemente
orientata al business,
dominata da banche e istituti
di credito. Ma Zurigo possiede
anche un hub internazionale
che collega la Puglia col resto
del mondo.
SCHIRONE PAGG. 22 E 23
2
09-15 ottobre 2010
PrimoPiano
Eurostat – In Italia fra
anni saremo , milioni in più grazie agli immigrati
Nell’Europa senza figli
il Sud sarà penalizzato
L’allarme dopo le proiezioni demografiche.
Il nostro è uno dei Paesi più esposti, ma
mentre al Nord la popolazione aumenterà
con gli stranieri, nel Mezzogiorno avremo
300mila residenti in meno e più anziani
da assistere
U
n’Unione europea sempre più vecchia,
dove il numero delle nascite diventa ancora più basso di quello dei decessi, per
crescere (cinque milioni e mezzo di abitanti in più
previsti fra vent’anni) farà affidamento sugli immigrati. Il cui apporto compenserà e sopravvanzerà il saldo naturale negativo della sua popolazione, e contribuirà a contenere almeno un po’ il
processo di invecchiamento complessivo.
In questa Europa demograficamente (ma non
solo) declinante, l’Italia è uno dei Paesi più esposti ai rischi che il declino porta con sé. E, al suo
interno, il Mezzogiorno è il territorio che sembra
destinato a subire ancora una volta (si vedano le
interviste ad Antonio Golini e a Giuseppe Roma
pubblicate in queste due pagine) i contraccolpi
più pesanti sotto i profili economico e sociale.
Questo si ricava dalla lettura del testo e soprattutto delle tabelle che compongono la recente
ricerca di Eurostat, l’istituto statistico dell’Unione
europea, che mostra le proiezioni demografiche al
riguardanti i Stati e le
regioni dell’UE
(sono escluse quelle della Francia d’Oltremare), oltre che la Norvegia e la Svizzera. Una prospettiva
apparentemente lontana, ma in realtà non troppo,
alla quale dovrebbero guardare forse con maggiore attenzione, gli esponenti della politica, dell’imprenditoria, della finanza, e dei mondi del lavoro,
“F
anno impressione questi dati
di Eurostat. Fa impressione
constatare che nei prossimi vent‘anni, mentre la popolazione delle nostre regioni centro-settentrionali
crescerà, quella del Mezzogiorno
si ridurrà. Fa impressione registrare
che mentre oggi in Italia a milioni
di giovani fra i
ei
anni corrispondono altrettanti anziani di e
oltre, nel
i primi si ridurranno a
, milioni e gli altri aumenteranno
addirittura a , milioni”.
Giuseppe Roma, direttore generale del Censis, è visibilmente
preoccupato dalle prospettive che
lo studio di Eurostat disegna per
l’Italia e, più in particolare per il
Mezzogiorno. E ne spiega le ragioni
in questa intervista alla “Gazzetta
dell’Economia”.
Dottore, come e perché nasce
una così sensibile riduzione della
popolazione italiana?
“Il fenomeno tocca la maggior
parte dei Paesi europei a causa
dell’abbassamento del tasso di fertilità. L’Italia non fa eccezione, e
meno ancora il Meridione dove questo valore era tradizionalmente più
alto che nel resto del Paese“.
In tema di fertilità ci sono differenze nel Sud fra una regione e
l’altra?
“Prendiamo, per esempio, la Puglia: nei vent‘anni a venire - arrotondo le cifre - in questa regione, di
fronte a
.
decessi, Eurostat
prevede che nasceranno appena
.
bambini. E in Basilicata il
dell’università, della ricerca e delle professioni per
prepararsi ad affrontare le sfide del futuro.
L’Italia, dunque, è fra i Paesi la cui popolazione aumenterà in misura non marginale da ora al
. Quando, con .
.
residenti in più (pari, rispetto ad oggi, a un incremento del , %), la
sua popolazione arriverà a sfiorare quota
milioni. Una crescita inferiore rispetto a due degli
altri tre grandi Paesi europei, la Gran Bretagna e
la Francia. La cui popolazione aumenterà (si veda
il breve articolo nella pagina accanto) rispettivamente di sette e di cinque milioni e mezzo. Mentre il terzo, la Germania, ne perderà due milioni.
La crescita demografica italiana corrisponde alla somma algebrica fra il saldo naturale negativo
della popolazione complessiva ( , milioni di nascite in meno rispetto al numero dei decessi nel
ventennio in questione) e quello positivo dell’immigrazione, che nello stesso lasso di tempo dovrebbe superare i milioni.
Se poi si scompone l’andamento demografico
per grandi ripartizioni territoriali, si nota però che
l’aumento della popolazione riguarderà soltanto
il Centro-Nord, in crescita di oltre , milioni di abitanti; mentre il Mezzogiorno ne perderà quasi
.
(o più precisamente
.
considerando che l’Abruzzo, contrariamente a tutte le
).
altre regioni meridionali, ne guadagnerà .
All’aumento della popolazione nel Centro-Nord,
parzialmente “raffreddato” dal calo nel Sud, corrisponderà nel
– secondo le previsioni di Eurostat – un’accentuazione generalizzata in tutto il Paese, ma ancora più marcata nel Mezzogiorno, della
percentuale di coloro che avranno anni e oltre.
La quota delle persone appartenenti a questa fascia d’età, infatti, che oggi è pari al , % dell’intera
popolazione italiana, arriverà fra vent’anni al , %,
tre punti percentuali in più rispetto a quella complessiva dell’UE. L’invecchiamento della popolazione italiana, e più in particolare di quella residente
nel Mezzogiorno, è strettamente connesso a un
fenomeno inevitabilmente destinato a generare
preoccupazione non soltanto fra i demografi, ma
anche fra gli economisti, gli osservatori del sociale,
gli imprenditori, i sindacalisti e – si spera – anche
i politici: la crescita del tasso di dipendenza. Ossia
del numero degli anziani di cui dovranno farsi carico, secondo le regole della demografia, cento persone in età di lavoro ( - anni).
Su scala nazionale questo valore crescerà in
vent’anni dal % al %. E nelle regioni meridionali – tutte, escluse Campania e Sicilia, su tassi più
alti di quello nazionale – sarà compreso nel
fra il , % della Puglia e il , % della Sardegna.
Roma – Direttore generale del Censis
“Puglia: nel 2030
più morti dei nati”
GIUSEPPE ROMA
rapporto fra i due dati è percentualmente ancora più elevato: il % di
morti in più rispetti ai nuovi nati contro il , % in Puglia (in cifre assolute,
sempre arrotondando, in Basilicata
a
.
decessi corrisponderanno
solo
.
nascite)”.
Che cosa c’è dietro questi squilibri demografici?
“Nel Mezzogiorno è drammaticamente bassa la percentuale dei giovani e ancora di più delle donne alla
vita attiva. Come si può pensare che
una giovane coppia metta su fami-
glia? Ma, di fronte a una situazione
così drammatica, non c’è - al Sud come al Centro-Nord - una politica per
la famiglia né per i giovani”.
Cosa sarebbe necessario fare per
migliorare questo quadro così nero?
“Qui serve un cambio di passo
culturale, attivando - mi sia consentito il paradosso - quello che definisco il ‘metodo Lega’. Ossia - uso una
definizione più ‘politicamente corretta’ - garantendo, da parte delle
istituzioni e di chi le guida, una presenza più attenta nel territorio. Per
ORESTE BARLETTA
ascoltare e interpretare i bisogni e
le aspirazioni delle persone, e tradurli poi in azioni concrete”.
Tutto qui il cambio di passo culturale?
“Ovviamente no. Il cambiamento dovrà avere ricadute consistenti
anche in campo economico. Bisognerà capire, e far comprendere
ai cittadini, che impiegare risorse
solo per fare assunzioni è dannoso;
che è necessario investire in formazione, ricerca, innovazione, infrastrutture”. Inoltre dovrà cambiare
radicalmente anche il passo delle
amministrazioni pubbliche. Che devono rendere rapidi ed efficienti tutti i servizi pubblici. E poi, tornando
ai decisori (politici, ma non solo), è
indispensabile parlar chiaro ai cittadini, senza nascondere le difficoltà
oggettive e sottolineando che cambiar passo conviene a tutti”.
E se questo cambiamento non
dovesse realizzarsi?
“Il rischio concreto è che fra dieci
anni, quando gli immigrati di seconda generazione avranno vent’anni,
esploda una ‘bomba’ economicosociale. Gli italiani non sono razzisti.
Ma attenzione: gli immigrati erano
un milione appena nove anni fa,
oggi sono almeno quattro milioni
e mezzo. Una crescita così rapida,
in un contesto di recessione economica, può determinare - se non
è gestita con accortezza e con lungimiranza - conseguenze disastrose
per tutti”.
o.b.
PrimoPiano
Percentuale di persone di anni e oltre sul totale
della popolazione del territorio
(Italia e regioni del Mezzogiorno)
Popolazione in Italia, nel Centro-Nord, nel Sud e nelle
singole regioni meridionali nel
e proiezioni al
(in migliaia di persone)
Differenza
in punti
percentuali
Italia
, %
, %
+ ,
3
09-15 ottobre 2010
Differenza
Italia
.
.
+.
Centro-Nord
.
.
+ .
Mezzogiorno
.
.
-
Abruzzo
.
.
Abruzzo
, %
, %
+ ,
Molise
, %
, %
+ ,
Campania
, %
, %
+ ,
Molise
Puglia
, %
,%
+ ,
Campania
.
.
Basilicata
, %
, %
+ ,
Puglia
.
.
Calabria
, %
, %
+ ,
.
.
Sicilia
, %
,%
+ ,
Sardegna
,%
, %
+ , %
+
-
Basilicata
Calabria
-
Sicilia
.
.
-
Sardegna
.
.
-
Golini – Per il professore, il quadro demografico non dà alcuno scampo
“Federalismo fiscale?
Sarebbe un disastro”
“L
La sala lettura della Teca
del Mediterraneo a Bari
e proiezioni di Eurostat prefigurano in Italia l’ulteriore rafforzamento di un circolo virtuoso demografico (e di conseguenza economico)
nel Centro-Nord e parallelamente di un
circolo vizioso nel Sud. E la conclusione
alla quale ci conducono inevitabilmente
queste previsioni è una sola: il federalismo fiscale non si può fare!”.
In questa intervista alla “Gazzetta
dell’Economia”, l’affermazione di Antonio
Golini, demografo conosciuto e stimato in
Europa e anche fuori, docente all’università La Sapienza di Roma e accademico
dei Lincei, è tanto secca nel tono quanto
argomentata nella sostanza. “Il nostro
Mezzogiorno - aggiunge - si avvia sempre
più rapidamente a diventare un territorio
di vecchi al quale se ne contrappone un
altro, formato dalle regioni centro-settentrionali, non dico di giovani ma di meno
vecchi. Un quadro demografico che, per
le conseguenze economiche e sociali che
ne deriveranno, si può definire tragico”.
Tragico, professore?
“Il quadro demografico presentato da
Eurostat ribadisce che in Italia – il Paese
più vecchio d’Europa dopo la Germania
– si accentuerà ancora di più uno dei più
alti tassi di variabilità territoriale in tutta l’Unione europea. Questo significa
che le nostre regioni meridionali, storicamente penalizzate dal punto di vista
economico e da quello sociale, si avviano ad essere ulteriormente sfavorite per
effetto di questo deficit demografico“.
Lei afferma che le previsioni di Eurostat ribadiscono la variabilità territoriale dei fenomeni demografici in Italia.
Vuol dire che si sapeva già tutto?
“No, non dico questo. Anzi trovo sicuramente interessante lo studio di Eurostat, che ha il pregio di approfondire
la situazione demografica in tutte le
regioni dell’Unione europea. I dati che
registra confermano e approfondiscono nei dettagli il quadro che l’Istat aveva delineato un paio d’anni fa nelle sue
proiezioni al
“.
Un quadro negativo per il Mezzogiorno…
“Il nostro Sud - considerato tradizionalmente, e obiettivamente lo era, una sorta di ‘riserva’ della popolazione giovane
in Italia - nel giro di pochi anni è cambiato
radicalmente. E oggi si avvia a diventare
l’area con la natalità più bassa e l’invecchiamento più accentuato sia a livello nazionale sia nel confronto europeo“.
Non si può affermare quindi che il
futuro sia roseo per le nostre regioni
meridionali?
“Da qui al
si concreterà - questa è
la conferma che ci viene da Eurostat - un
‘salto’ incredibile. In pratica, un rovesciamento del quadro demografico, con un
Centro-Nord (fino ad oggi ’vecchio’) diventato ‘giovane’ per effetto della massiccia immigrazione dall’estero, ma anche di quella, oltre tutto particolarmente
qualificata, che vi si trasferisce provenendo dall’Italia meridionale. E un Meridione (‘giovane’ sino a non molto tempo
fa), con una popolazione ’vecchia’, più
ancora di quella del resto d’Italia”:
Questo riguarda l’intero Mezzogiorno?
“Si può escludere la Campania, ma
praticamente è così. Basta dare un’occhiata alle tabelle di Eurostat per rendersi conto che in regioni come la Puglia, la
Basilicata e la Calabria, ma non solo, nei
prossimi anni il numero dei decessi supererà largamente quello delle nascite“.
E questo non è un dato incoraggiante…
“Certamente no. Il saldo naturale
negativo della popolazione che si registrerà nell’Italia meridionale non sarà
compensato infatti dall’immigrazione
proveniente dall’estero, che continuerà
a indirizzarsi in massima parte verso le
aree del Centro-Nord, più prospere e più
ricche di opportunità”.
E torniamo così allo storico ritardo
del Mezzogiorno e ai guasti economici
e sociali che ne derivano. In che misura
si intrecciano con il quadro demografico disegnato da Eurostat?
“Sono strettamente legati fra loro, non
c’è dubbio. L’invecchiamento della popolazione in quell’area comporterà, per esempio, una forte riduzione delle persone
in età lavorativa. E di conseguenza si assottiglierà anche la massa di redditi complessivamente disponibile. Che indebolirà
ulteriormente l’economia del territorio.
Una reazione a catena, insomma; un circolo vizioso, come l’ho definito In questo
quadro, con un’area così economicamente debole che non è in condizione di offrire grandi risorse all’erario, il federalismo
o.b.
fiscale non si può fare”.
L’Università La Sapienza di Roma
Situazione UE
Previsioni
In 7 Paesi
Germania
popolazione
Stato
più vecchio
ridotta
N
onostante che nei prossimi vent’anni il numero dei
decessi supererà di ben , milioni quello delle nascite, l’Unione europea del
conterà
milioni di abitanti più di adesso.
Per effetto – spiega lo studio di
Eurostat – dell’immigrazione
extracomunitaria.
Ma il dato complessivo europeo è il risultato di andamenti
demografici differenziati nei
Stati membri. La popolazione si
ridurrà in sette Paesi con punte
più accentuate in Romania e in
Germania (rispettivamente uno e due milioni in meno). Sul
fronte opposto, la Gran Bretagna crescerà di ben milioni di
abitanti, il % in più degli attuali
milioni, l’Irlanda di , milioni (addirittura + %), la Svezia
di un milione, la Spagna di e
la Francia di , . In un’Europa
dove nei prossimi vent’anni la
differenza fra nascite e morti
sarà ancora negativa,
Paesi
registreranno una prevalenza
di nascite: innanzi tutto l’Irlanda (dove saranno il doppio dei
decessi), poi la Francia e la Gran
Bretagna (entrambe con quasi
o.b.
un terzo in più).
N
onostante le “iniezioni” di immigrati l’UE
diventa sempre più un territorio di “vecchi”. A causa
– secondo Eurostat – di un
cocktail demografico fatto
di tre elementi: l’attuale
struttura della popolazione,
un basso tasso di fertilità,
l’allungamento della vita
media.
Nel
gli europei dai
anni in su costituiranno
il
, % della popolazione
UE (oggi sono il , %); con
differenze sostanziali fra
Paese e Paese. Lo Stato più
“vecchio” sarà la Germania
( , %), i due più “giovani”
l’Irlanda ( %) e Cipro ( %).
Di conseguenza nel
passerà dall’attuale % al
% il tasso di dipendenza
(rapporto fra la fascia anni e la fascia
e oltre),
dato cruciale per gestire le
spesa per le pensioni. Anche qui previste fra vent’anni forti differenze dal minimo ( %) in Irlanda al massimo ( %) in Finlandia.
o.b.
Consumi
09-15 ottobre 2010
5
Fra i rincari anche quelli per le autostrade
Il neonato
“Comitato contro
le speculazioni e
per il risparmio” è
nato dall’unione di
quattro associazioni
per la tutela dei
consumatori
P
er protestare contro le speculazioni sui
prezzi e richiamare l’attenzione delle istituzioni sul problema del caro-vita, il nuovo
comitato CASPER (Comitato contro le speculazioni e per il risparmio nato dall’unione di
Adoc, Codacons, Movimento Difesa del Cittadino
e Unione Nazionale Consumatori), assieme alla
Coldiretti, è sceso in piazza il settembre a Roma, Foggia, Salerno e Catania.
Nella capitale le associazioni si sono radunate davanti alla sede dell’Antitrust chiedendo a
gran voce l’intervento dell’Autorità e hanno dato vita ad una “pomodorata”, durante la quale i
responsabili delle manovre speculative a danno
degli utenti sono diventati oggetto di lancio di
pomodori. Durante l’incontro sono stati resi noti
i dati che dimostrano (“in modo inconfutabile”
secondo Casper) le speculazioni su alcuni generi
alimentari di largo consumo.
“Una maxi-stangata da
euro annui a famiglia sta per abbattersi sulle tasche degli italiani. E
la speculazione è il motore che la alimenta. È per
questo che è nato Casper” fa sapere il comitato.
Le voci principali che incideranno maggiormente
sui bilanci familiari, saranno: alimentari, che con
la ripresa della domanda, in assenza di politiche
di liberalizzazione del mercato, aumenteranno
di prezzo in modo consistente, dopo un anno di
sostanziale stasi (+ euro); abitazione, una del-
Protesta – Per gli aumenti sulla spesa annua
A Roma organizzata
una “pomodorata”
di protesta, insieme
con Coldiretti,
per denunciare
“una stangata da
902 euro che sta
per abbattersi”
Prezzi alle stelle
arriva... Casper
Stima aumenti spesa annua per famiglia media
Altri servizi (Rc auto, banche)
Servizi ricettivi e ristorazione
Istruzione
Ricreazione, spettacoli, cultura
Trasporti
Salute
Mobili, articoli casa
„‹–ƒœ‹‘‡ǡƒ…“—ƒǡ‡Ž‡––”‹…‹–ǡ”‹Ƥ—–‹
Abbigliamento calzature
Alcolici e Tabacchi
Alimentari
ͩͩͨ
ͭͪ
ͫͨ
ͫͰ
ͩͱͭ
ͫͱ
ͪͨ
ͩͰͱ
ͪͪ
ͩͮ
ͩͱͩ
ͨ
ͭͨ
ͩͨͨ
ͩͭͨ
ͪͨͨ
ͪͭͨ
Prezzi alla produzione e al consumo di alcuni prodotti
(Valori espressi in euro, dati Coldiretti)
Susine
ͨǡͭͫ
ͩǡͰͭ
Carote ͨǡͨͱ
Lattuga
ͨǡͬͮ
Pesche gialle
ͪǡͩͭ
ͨǡͫͮ
Pane
ͩǡͰ
ͨǡͪͪ
ͨ
Foto ZioDave_flickr
ͩǡͯ
ͨǡͫ
Uva Italia
Produzione
Consumo
ͩǡͪͭ
ͪǡͯ
ͨǡͭ
ͩ
ͩǡͭ
ͪ
ͪǡͭ
ͫ
le voci che maggiormente risente dei tagli decisi
nella manovra di Governo, dato che comprende
acqua e rifiuti, elettricità e gas.
Gli enti locali, infatti, finiranno per traslare
sulle famiglie buona parte della riduzione dei
trasferimenti, aumentando le tariffe dei servizi
pubblici (+
euro); trasporti, voce che va dalla
riparazione dell’auto alle ferrovie, dalla benzina
ai famosi pedaggi autostradali e che, dopo aver
inciso dal luglio
al luglio
più di ogni
altra voce, avrà anche per il futuro il record di
aumento (+
euro).
Spiccano gli aumenti di banche e assicurazioni.
Le banche, in particolare, hanno deciso durante
l’estate di compensare il momento di crisi economica rivalendosi sui loro clienti, introducendo
nuovi balzelli e aumentando il costo di alcune
commissioni. Per quanto riguarda le assicurazioni
il premio medio dell’Rc auto aumenterà dell’ %,
per un importo pari a euro.
Aumenteranno le spese della voce salute (+
euro annui) come anche ricreazione, spettacoli
e cultura, libri scolastici che si attesta a + euro. Lo studio è una elaborazione dei dati Istat,
ossia considera le voci ed i pesi del paniere Istat,
salvo per il dato delle assicurazioni, elaborato su
dati Isvap.
ͫǡͭ
quanto si legge nell’esposto
Esposto – Coldiretti Questo
depositato dalle associazioni all’Antitrust: “Nel settore del pomodoro,si
Produttori
ricattati
sta diffondendo una pericolosa prassi:
i contraenti industriali tendono a ritardare, o addirittura a non inviare mezzi
di trasporto e a rifiutarsi di scaricare il
prodotto, con l’effetto di determinare
una eccessiva permanenza del prodot-
SANTA COLELLA
to sul campo, che a sua volta determina
l’insorgere di fenomeni di sovra maturazione, aumento degli scarti e taglio dei
prezzi. La Coldiretti, a questo riguardo,
documenta che alcuni industriali del Sud
hanno minacciato di non ritirare il prodotto, se non a fronte di prezzi più bassi
di quelli contrattati”.
s.c.
L’Agenzia indagherà a tutela degli agricoltori
Pomodori “svalutati”
in campo l’Antitrust
I
n occasione della “pomodorata” contro le speculazioni organizzata a Roma da Casper si è
tenuto un incontro tra gli alti funzionari dell’Antitrust (tra cui il Segretario Generale Luigi Fiorentino e il Consigliere Carla Rabitti Bedogni), il
Presidente di Coldiretti Sergio Marini (sigla che
ha aderito alla manifestazione dei consumatori)
e i presidenti delle associazioni che costituiscono la sigla Casper (Pileri per Adoc, Rienzi per
il Codacons, Dona per Unione Nazionale Consumatori e Longo per il Movimento Difesa del Cittadino). Da tale vertice i consumatori di Casper
hanno ottenuto rassicurazioni circa il prossimo
avvio di una indagine da parte dell’Autorità, relativamente allo scandalo dei ricatti degli industriali nei confronti degli agricoltori finalizzati a far
crollare i prezzi agricoli all’origine. L’incontro è
stato anticipato da una serie di lanci di pomodori
da parte dei consumatori presenti sotto la sede
dell’Antitrust, che hanno colpito i responsabili
delle speculazioni sui prezzi, soggetti travestiti
da commercianti, grossisti, autotrasportatori, ossia tutte le fasi della filiera.
s.c.
Fino al .
%
In filiera
rincari
enormi
D
al produttore al consumatore, dal campo alla tavola,
la filiera è “colpevole” di rincari
che arrivano a sfiorare il .
%
(es. le carote prodotte a ,
cent. e vendute a euro e ).
Ma sotto accusa sono soprattutto gli industriali. La risposta
dell’antitrust è stata “indagheremo sugli industriali che non
ritirano i prodotti agricoli per
s.c.
farne crollare il prezzo”.
Risorse
Foto Uolir_fotolia
Di 1 miliardo di euro
previsto dall’ultima
Finanziaria,
disponibili solo 360
milioni: 230 andranno
all’Abruzzo e 410
attendono il via
libera dal Cipe
Per la Puglia ci sono quasi
09-15 ottobre 2010
7
Le Regioni meridionali
(a cui per legge spetta
l’85% del Fas)
per ora hanno ottenuto
la promessa di
“maggiore attenzione”
per i fondi
da sbloccare
milioni, ma purtroppo ancora molti finanziamenti restano bloccati
Edilizia scolastica: fondi “rimandati”
M
entre le classi hanno aperto i battenti ormai dappertutto, desta
preoccupazione (tra le altre cose) la qualità dell’edilizia scolastica, per la quale le regioni vanno a caccia dei fondi “perduti”.
L’ultima Legge Finanziaria aveva infatti stanziato miliardo di euro
per il “Primo Programma straordinario di interventi urgenti finalizzati
alla prevenzione e alla riduzione del rischio connesso alla vulnerabilità
degli elementi anche non strutturali degli edifici scolastici”. Da questa
cifra sono stati detratti
milioni, assegnati all’Abruzzo per le strutture devastate dal terremoto. In maggio, poi, il Cipe ha finalmente sbloccato
milioni dei fondi a quel punto rimanenti (
milioni), ripartendoli sulla base delle “priorità individuate dai gruppi di monitoraggio
regionali e dalle amministrazioni locali coinvolte”.
Le risorse in questione, attinte dai fondi Fas (Fondo per le aree sottoutilizzate) e in particolare dai circa miliardi di euro stanziati per
il Fondo Infrastrutture per il periodo
, sono state tuttavia
suddivise (per il finanziamento di .
interventi) in base alla popolazione scolastica e al numero delle classi, ragione per la quale è stata
la Lombardia a beneficiare della somma più cospicua (quasi
milioni
per
interventi). Seguono Campania ( , mln), Sicilia ( , mln), Lazio (stessa cifra), Veneto ( , mln), Piemonte ( mln) e Puglia (quasi
mln per
interventi). In coda la Basilicata, destinataria di quasi
milioni di euro (per opere). Le regioni del Sud (cui spetta per legge
l’ % dei fondi Fas), penalizzate da una siffatta distribuzione di risorse, hanno soltanto strappato la promessa di un’attenzione particolare
nel momento in cui sarà sbloccata la parte restante del Fondo istituito
dalla Finanziaria (
milioni). Ma ad oggi, come segnalato dall’ottavo
Rapporto di Cittadinanzattiva (associazione di consumatori) intitolato
“Sicurezza, qualità e comfort a scuola”, non è stata ancora indetta una
Conferenza Stato-Regioni per concordare criteri e modalità di assegnazione di ciò che resta del miliardo originariamente previsto.
Sempre Cittadinanzattiva sollecita il rifinanziamento della legge
/ , ovvero il ripristino dei fondi ordinari triennali, non ancora stanziati per il triennio
. Con la legge sono stati infatti previsti
fino al
piani triennali, predisposti annualmente dalle Regioni sulla
scorta delle proposte degli enti territoriali e la cui attuazione è stata
affidata a Comuni e Province.
Lo stesso Rapporto chiede, rifacendosi ad una proposta della Corte
dei Conti (fatta propria anche, ad esempio, da Anci e Legambiente),
che specifici investimenti, come appunto quelli per l’adeguamento
strutturale degli edifici scolastici, siano slegati dal rispetto dei vincoli
di bilancio derivanti dal “Patto di stabilità” (che limita le possibilità di
spesa degli enti locali nell’ottica dell’equilibrio dei conti pubblici).
Proprio la Corte dei Conti, infine, ha rilevato (delibera /
/G) che
ritardi e sovrapposizioni di competenze, più che la mancanza o l’insufficienza dei fondi, avrebbero determinato una situazione di stallo nella
realizzazione delle opere finanziate (aggiudicato o affidato, ad esempio, solo il % degli interventi programmati per la messa in sicurezza
delle scuole in relazione al rischio sismico).
ANDREA BUONO
Legambiente – Più sicurezza soprattutto al Nord
Le richieste di interventi d’urgenza sono il doppio
“Nella buone pratiche
ci sono passi avanti”
Al Sud edifici “nuovi”
ma è sempre allarme
Foto pst_fotolia
Q
ualche passo avanti, però, lo hanno fatto
anche le politiche per la qualità dell’edilizia e dei servizi scolastici. Un esempio di “buona pratica da seguire”, secondo Legambiente
(rapporto menzionato), sono i progetti per gli
adeguamenti in materia di sicurezza e abbattimento delle barriere architettoniche presentati
dagli enti locali proprietari degli edifici in base
al protocollo d’intesa Miur-Inail per il triennio
/
. Il finanziamento da
milioni di
euro ha avuto ricadute positive sul rispetto
della legge sulla sicurezza nei luoghi di lavoro
(
/ ), in particolare su certificati di prevenzione incendi, impianti elettrici a norma e prove
di evacuazione.
Le “buone pratiche” forse più significative si
sono registrate nel campo della sostenibilità,
con un maggiore ricorso a raccolta differenziata della carta, fonti di illuminazione a basso
consumo e altre forme di risparmio energetico.
Meno bene l’adozione di criteri di bioedilizia
nella costruzione di nuove scuole ( , %) e l’u-
so di fonti rinnovabili (stabile al %, con punte
del % e del % in Puglia e Abruzzo). A distinguersi nelle graduatorie sul livello di qualità
dell’edilizia scolastica e sulle “buone pratiche”
(stilate da Legambiente) sono tuttavia molti
comuni del Centro-Nord (Parma, Prato, Biella,
Modena e Trento su tutti).
Poco confortanti, infine, i dati sulle scuole
a rischio sismico: mentre al Centro ( , % delle strutture esposto) il
, % degli edifici a
rischio ha il certificato di collaudo statico e la
quasi totalità di essi effettua prove di evacuazione, a Sud ( , % delle scuole esposto) i
numeri sono più allarmanti ( , % certificato;
, % prove di evacuazione). A tal riguardo il
Governo ha stanziato quest’anno
milioni
(tratti dai risparmi delle “spese della politica”)
per “l’adeguamento strutturale ed antisismico
degli edifici scolastici” (la Puglia, destinataria
del , % di questi fondi, ha già pianificato gli
interventi da realizzare, tutti nel foggiano, con
del agosto
).
a.b.
delibera n.
Foto [auro]_fotolia
S
ono .
gli edifici scolastici presenti in
tutta Italia. Il % di essi è stato costruito
prima del
. Il patrimonio edilizio di Sud e
Isole, secondo il Rapporto Ecosistema Scuola
di Legambiente, sarebbe sorprendentemente più recente, anche e soprattutto per via
di una scolarizzazione di massa avvenuta in ritardo rispetto alle altre aree del Paese. Il %
delle scuole meridionali è stato edificato dopo
il ’ ( % nelle Isole, % Centro, % Nord).
Ciononostante le richieste di interventi urgenti provenienti dalle Amministrazioni del Sud e
delle Isole risultano essere quasi doppi rispetto
a quelli inoltrati dalle Amministrazioni centrosettentrionali, le quali però investono in manutenzione straordinaria una media di .
euro l’anno per edificio, a fronte dei .
euro
spesi a Sud.
Per il Ministero sono .
gli istituti a rischio (
in Puglia,
in Basilicata: l’elenco
completo è reperibile su www.cittadinanzattiva.it/documenti-generale/), per i quali è sta-
to chiesto di non applicare l’art. della legge
/
sull’innalzamento del numero di alunni per aula. A tenere in apprensione è soprattutto la presenza di amianto. Legambiente parla di casi certificati nel , % degli edifici (dato
significativo, per quanto in calo rispetto agli
anni precedenti), ma anche le cifre del Ministero confermano l’esistenza e l’entità del problema: l’amianto contamina ancora tetti, palestre
e muri di .
scuole italiane (al Nord il %;
Isole %, Centro e Sud %).
Come segnalato da più parti, ad ostacolare la
pianificazione di una politica nazionale unitaria
è anche l’incompletezza dell’Anagrafe dell’edilizia scolastica, istituita dalla legge Masini (n.
del ‘ ) e rilanciata nel
per un censimento
(anche) sugli elementi non strutturali. Proprio
la Puglia, però, si è data da fare in proposito,
stipulando a febbraio una convenzione con la
Toscana “per il riuso della soluzione tecnologica relativa alla costruzione dell’Anagrafe regioa.b.
nale dell’Edilizia scolastica”.
8
09-15 ottobre 2010
Territorio
Subappennino – Piano di governance per lo sviluppo condiviso
L’unione fa la Daunia
13 città, un obiettivo
I
monti dell’Appennino dauno sono una miniera ancora
inesplorata. Uno scrigno
nascosto in quella sorta di terra di mezzo che è il confine fra
l’Irpinia e il Sannio rispetto alla
dirimpettaia Puglia, una sequenza di montagne e colline che
digradano verso il Tavoliere pianeggiante e da qui verso il mare. Nei secoli queste terre sono
state percorse da genti delle più
variegate razze, e da dominatori che seppero dare un lustro nel
proprio passaggio: Federico II di
Svevia da queste parti viene raccontato come il momento forse
di maggiore esaltazione per la
cultura popolare locale.
Gli ostacoli
Oggi l’Appennino dauno è un
percorso a ostacoli, la viabilità
alquanto precaria in questo non
aiuta. Parliamo di un territorio di
comuni abitato all’incirca da
mila abitanti, con una densità abitativa negli anni divenuta
sempre meno intensa. La capitale di questo territorio che
si estende da Nord a Sud della
Daunia lungo la dorsale appenninica è Lucera, a
chilometri
da Foggia, alle pendici delle colline che s’inerpicano verso la colonna vertebrale della penisola.
Qui la cultura popolare si è permeata sempre di una dimensione di basso profilo, nonostante
l’orgoglio smisurato dei suoi
abitanti. Non a caso negli anni si
è diffusa la parola “Subappennino” per connotare un territorio
dimesso sin nel nome.
Il piano
Per questo il nuovo piano
di governance annunciato nei
giorni scorsi da otto sindaci di
altrettanti comuni, tutti situati
a Nord dell’area in questione,
merita un qualche approfondimento. A Casalnuovo Monterotaro, Casalvecchio di Puglia, Castelnuovo della Daunia, Celenza
Valfortore, Motta Montecorvino, Pietramontecorvino, San
Marco la Catola e Volturino d’ora in poi parleranno una sola lingua sul piano istituzionale e politico. Attueranno progetti comuni nel tentativo di valorizzare e
di dare un marchio a quelle che
sono le vocazioni economiche
del territorio: agroalimentare e
turismo. Un percorso a ostacoli,
come abbiamo rilevato all’inizio, perché le strade interne dei
monti Dauni sono messe davvero male e senza vie di comunicazione non si va lontano. Ma
i sindaci ci provano, spinti dalla
consapevolezza che se non ci
si muove così questi territori
saranno condannati alla marginalità e all’esclusione sociale
come testimonia il forte tasso di
emigrazione dei giovani anche
se di giovani da queste parti se
ne contano ormai sempre meno. “Non c’è via d’uscita”, dice
il sindaco di Celenza Valfortore,
Francesco Santoro, tanto persuaso dall’idea da spingere altri
comuni a fare altrettanto: “A
breve il percorso sarà condiviso
anche da Lucera, Torremaggio-
re, Biccari, Carlantino e Volturara Appula”, si dice convinto.
Non è solo uno scatto d’orgoglio, c’è del metodo nell’iniziativa dei comuni appenninici: “Abbiamo castelli, boschi, percorsi
montani e collinari introvabili
altrove – dice il sindaco – abbiamo deciso di mettere in gioco
tutto questo, farlo conoscere
a chi va per tratturi e chi cerca luoghi ameni per la propria
vacanza, lontano dal traffico e
dal turismo di massa”. Una risposta in chiave, ma anche una
spinta per promuovere l’identità dei monti Dauni: “Si tratta
di un modello applicabile all’intera Capitanata – il pensiero di
Santoro – ma noi ovviamente
cercheremo innanzitutto di renderlo applicabile ai
comuni
che hanno aderito o aderiranno
al nuovo piano di governance.
Se ci limitiamo ai
comuni
dei Monti Dauni e a Lucera, già
possiamo comprendere di cosa
stiamo parlando: questa è un’area che ha città d’arte, castelli,
cinque siti ambientali d’interesse comunitario, numerosi
comuni la cui qualità turistica
e ambientale è stata certificata
con marchi d’eccellenza. Contiamo su importanti aree archeologiche, percorsi storici e paesaggistici di rilievo come i Regi
Tratturi e presidi di qualità per
l’agroalimentare, l’enogastronomia, l’artigianato. È su questo patrimonio di risorse che
dobbiamo far leva per invertire
la tendenza della crisi e costruire condizioni di sviluppo reale”.
Rino Lamarucciola sindaco di Pietramontecorvino
Da vedere – Rivisitazione storica
Borgo di Terravecchia
un salto nel Medioevo
Regia unica
Nuova governance e politiche
di sviluppo condivise, una regia
unica per lanciare se possibile
anche un “brand” spendibile
all’estero. Ma cosa significa per
piccoli comuni condividere un
piano d’azione comune? “Costruire una governance condivisa – risponde Rino Lamarucciola, sindaco di Pietramontecorvino – significa ragionare senza
particolarismi o peggio campanilismi che ormai in un’ottica di
sistema non hanno più ragione
di esistere. I nostri comuni sono una voce sola non solo nel
progetto del Tsr (territorio socialmente responsabile: ndr)
ma anche nell’iter per il riconoscimento del Sistema turistico
locale dei Monti Dauni, nell’adesione al Patto dei sindaci sancito
a Bruxelles lo scorso maggio,
nella valorizzazione del Sic (sito
d’interesse comunitario: ndr)
Monte Sambuco”.
L’Europa
L’Europa premia i progetti
che aggregano territori, competenze e risorse sotto il cappello di una visione strategica
condivisa. Per i Monti Dauni,
quella ‘visione’ è rappresentata
dall’uscita dalla marginalizzazione attraverso un processo
di crescita integrata che punta
tutto sulle vocazioni autentiche del territorio.
MASSIMO LEVANTACI
Veduta di Pietramontecorvino
È
uno dei borghi più belli d’Italia, premiato dal Touring club con la bandiera arancione come simbolo di ospitalità e di bellezza dei luoghi. Stiamo parlando
del borgo medievale di Terravecchia, il nucleo storico di Pietramontecorvino, paesino di
anime abbarbicato ai quattrocento metri a Nord dei monti Dauni
che tra le iniziative di fine estate più caratteristiche annovera una rivisitazione
storica medievale di tutto rispetto. Così chi vuole imparare a costruire un’armatura come si faceva nel
, osservare gli strumenti di tortura che il boia utilizzava
più di sette secoli fa o conoscere i segreti della forgiatura del ferro e della lavorazione di pelli e cuoio, non può fare a meno di puntare su Pietramontecorvino:
quest’anno è andata in scena la ventitreesima edizione di ‘Suoni Sapori e Colori di
Terravecchia’, con una rassegna interamente dedicata al “lavoro nel Medioevo”
che rappresenta uno degli appuntamenti cult di fine estate e una delle iniziative
più caratteristiche per richiamare all’attenzione di turisti e visitatori l’essenza di
un territorio sospeso fra storia, cultura e tradizione. Ai visitatori è stato presentato un variegato ventaglio di attività che si potevano realizzare un tempo: dal
mestiere dello scriptorium (l’arte dello scrivere), all’abilità del ceramista, fino ai
giochi da tavolo della baratteria e la sapienza scientifica dello ‘Speziale’, colui che
preparava i medicali quando ancora non esistevano le industrie farmaceutiche.
Il paesino subappenninico bardato a festa ha accolto una delegazione dell’Unesco fra dame, cavalieri e musici. Una rievocazione in piena regola impreziosita dalle
visite guidate alla torre normanna di Pietra, al centro visite multimediale dedicato alle tradizioni del territorio, dalla transumanza al brigantaggio con tanto di assalto alla
torre normanna da parte degli armigeri per rendere ancor più realistico lo scenario.
Quest’anno l’evento è stato arricchito dalla giornata inaugurale del primo convegno
annuale delle “città socialmente responsabili” sul futuro del Mezzogiorno.
Ma non è tutto. A pochi chilometri dall’abitato si trova uno dei siti archeologici
più interessanti del Mezzogiorno, quello di Montecorvino. Un luogo che emoziona e apre uno squarcio sul connubio straordinario di storia e natura espresso da
Montecorvino: il sito si trova su una collina posta al centro di un triangolo panoramico tra i borghi di Pietramontecorvino, Motta Montecorvino e Volturino. L’area
archeologica è dominata da una torre, costruzione imponente che si innalza fino
a un’altezza di metri e ha una base quadrangolare di
metri quadrati. m.l.
Territorio
09-15 ottobre 2010
9
Fondi bloccati dal Governo e i sindaci se ne disinteressano
Diga Piano dei Limiti
progetto “annegato”
Foto Giovy.it_flickr
C’
era una volta la diga di Piano dei Limiti: ma ormai chi
ne parla più? Eppure a Carlantino questo è un tema ancora
attuale, non foss’altro perchè in
questo comune dei monti Dauni al confine con il Molise di diga si vive: tutta l’economia gira
intorno all’invaso di Occhito, a
cavallo fra Puglia e Molise, un’opera costruita quarant’anni fa
per dissetare la sete dei campi e
che invece oggi ha il prevalente
scopo di dissetare gli abitanti
della Capitanata, da quando
l’Acquedotto pugliese non approvvigiona più le popolazioni
della Daunia con l’acqua del
Sele. Questo grande bacino ha
alimentato nel corso degli anni
aspettative e forti rivendicazioni
politiche e sociali, dal momento
che a Carlantino un abitante su
due è convinto che la diga abbia
portato più disagi che vantaggi
alla popolazione.
Il “grido”
I sindaci riuniti
Domenica
La diga di Occhito a Carlantino
e lunedì ottobre
A Orsara di Puglia
i Monti in... tavola
L’Abbazia dell’Angelo a Orsara
PEPPE ZULLO
E
la Daunia viene portata in tavola domenica
e lunedì ottobre nel tradizionale appuntamento autunnale che lo chef Peppe Zullo organizza ogni
anno a Orsara di Puglia, una delle perle dell’Appennino dauno, il luogo che più
di ogni altro ha conquistato i galloni dell’ospitalità e del buon vivere grazie agli
investimenti effettuati sulla ricettività alberghiera. E Zullo è uno degli animatori
più instancabili di questa sorta di “belle epoque” dei monti Dauni. Quest’anno
Orsra ospita artisti, docenti universitari, giornalisti, policy maker ed esperti della
enogastronomia d’autore, ingresso su invito. “Sarà un brainstorming – spiega
Zullo – e, allo stesso tempo, una felice alchimia di sapori e intelligenza creativa,
per conoscere l’Architettura del Gusto”.
Sarà proprio questo il tema della quindicesima edizione di “Appuntamento con
la Daunia”. Il buon cibo, l’educazione all’interazione con l’ambiente e la cultura
sono gli architravi del benessere, primi elementi per la condivisione di un progetto di design strategico del territorio: connettere i migliori elementi di una comunità per trasformare la Daunia in un grande open space da vivere intensamente.
Il ottobre, la prima giornata di “Appuntamento con la Daunia” prenderà il via
alle ore a Villa Jamele con il convegno su “L’Architettura del Gusto” che spalancherà la giornata su una serie di scenari esperienziali: estemporanee, installazioni,
percorsi sensoriali ed esperimenti ludico creativi. Annunciate “sorprese autentiche”. Tra gli interventi annunciati quelli di Antonello Del Vecchio (Slow Food Italia);
Michele Bruno (presidente Slow Food Puglia), Antimo Cesaro (Dipartimento Studi
Europei e Mediterranei, Seconda Università di Napoli) e Tony Santagata.
L’ ottobre “Appuntamento con la Daunia” si sposterà a Piano Paradiso, sempre a Orsara, nella sala convegni della Cantina di Piano Paradiso, opera architettonica accolta alla Biennale di Venezia nella mostra intitolata “Le Cattedrali del
Vino”. E sarà proprio questo il tema della seconda giornata, con il mondo dell’architettura italiano chiamato a confrontarsi su “Gli spazi e l’arte della socialità”.
Interverranno Massimo Locci (responsabile Inarch), Amedeo Schiattarella (presidente Ordine Architetti di Roma), Paola Di Giuliomaria (curatrice della mostra alla
Biennale di Venezia), Nicola Tramonte (progettista della Cantina del Paradiso),
Augusto Marasco (presidente Ordine degli Architetti di Foggia) e Paolo Bruni
m.l.
(presidente Confagricoltura).
Una panoramica di Alberona
Al grido “hanno tolto la terra
ai nostri contadini”, anni fa l’ex
sindaco Vito Guerrera (è stato
anche assessore provinciale ai
Lavori pubblici) si era scagliato
contro la costruzione di un’altra
diga, quella appunto di Piano
dei limiti, che secondo il progetto del Consorzio di bonifica della
Capitanata dovebbe sorgere a
valle di Occhito, salvo poi cambiare idea quando sembrava
che l’apertura del cantiere fosse
imminente. Questo secondo invaso è stato concepito per dissetare finalmente l’arsura dell’agricoltura foggiana, la provincia
più agricola d’Italia che sconta
ritardi notevolissimi sul piano
delle infrastrutture idriche. Ma
oggi le perplessità sulla costruzione di Piano dei limiti sono più
che fondate dal momento che
nel
il ministro per le Infrastrutture, Altero Matteoli, con
un tratto di penna ha sottratto
milioni dal finanziamento di
milioni erogato dal ministero
dell’Agricoltura nell’ambito del
Piano irriguo nazionale per realizzare un primo intervento sulla
nuova diga il cui costo complessivo supera i
milioni.
Ma Carlantino...
A Carlantino questa decisione non l’hanno presa bene
anche perchè le rivendicazioni
che sarebbero scaturite dalla
costruzione del nuovo invaso
questa volta avrebbero potuto
portare benefici indiretti al paese. Gli stessi benefici che i carlantinesi ancora aspettano per
aver concesso l’autorizzazione
all’invaso di Occhito e che aveva
alimentato una polemica a tratti
anche un po’ stucchevole che alla lunga si è rivelata inefficace e
improduttiva. I comuni dell’alta
Daunia (con Carlantino anche
Celenza e Castelnuovo avrebbero ceduto suoli alla nuova diga)
avevano redatto un documento
in diciannove punti elencando
un piano dettagliato di interventi in favore delle popolazioni e
dell’economia locale. Documento che poi era stato ridimensio-
nato, ma che salvava il principio
secondo il quale i comuni in
cambio della diga avrebbero ricevuto vantaggi innegabili. Per
questo il flop su Piano dei limiti
oggi penalizza innanzitutto i comuni dell’Appennino dauno.
Il Molise
Questa storia del finanziamento tagliato spiazza l’intera
classe politica foggiana, incapace di chiedere il rispetto di
un diritto (il finanziamento già
erogato) e anzi ora a rischio di
perdere anche l’altro (i milioni rimanenti). Il Molise in questo
ha giocato un ruolo determinante: a Campobasso non vogliono
una terza diga (Piano dei limiti
nasce nel bacino idrico di Occhito e dell’invaso sul Liscione), ma
se proprio si deve fare hanno
alzato la posta in gioco: una strada circumlaquale e soprattutto
una via di collegamento veloce
fra la statale che corre lungo
l’adriatica e i paesi interni. Il governo è sembrato più propenso
ad ascoltare le ragioni molisane
che non quelle pugliesi: a fine
, mentre si discuteva ancora dell’opportunità di riprendere
il progetto della diga, la Regione
guidata dal governatore del centrodestra Michele Iorio firmava
un documento abbastanza dettagliato che prevede una serie di
interventi migliorativi della viabilità interna dei comuni molisani,
a prescindere dalla costruzione
di Piano dei limiti.
La Provincia
Ormai la questione viene bipassata da altre più urgenti come, ad esempio, le condizioni
disastrose delle strade interne
che mettono sotto accusa la
Provincia di Foggia. E intanto di
quei
milioni ancora in cassaforte al ministero dell’Agricoltura nessuno sa dire come potranno essere utilizzati, nè se ci sarà
il tempo e il modo per farlo (nel
frattempo il ministro Tremonti
potrebbe aver dirottato anche
quelle risorse sotto altri capitoli
di spesa). Il problema per il momento non sembra interessare
ai sindaci alle prese con la nuova
governance amministrativa per
i comuni dei monti Dauni. “Crediamo sia fondamentale, per la
crescita culturale e sociale di
Carlantino, aprire realmente ai
temi della trasparenza amministrativa, della rappresentanza
e della partecipazione popolare. Per noi – rileva il sindaco di
Carlantino Dino D’Amelio – si
tratta di un banco di prova importante che arriva a nemmeno
cinque mesi dall’insediamento.
Il documento sottoscritto con
tutti gli altri sindaci del versante
settentrionale dell’Appennino
Dauno è un punto di partenza –
assicura il primo cittadino – con
il quale i Monti Dauni tornano a
porre all’attenzione della Provincia di Foggia e dell’opinione
pubblica le proprie rivendicazioni a cominciare dalla questione
inerente alle condizioni disastrose delle strade provinciali”.
m.l.
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Iniziative
11
09-15 ottobre 2010
VITO MANZARI E GIANNI MANGINI
Triciclo – Nell’ambito del progetto un workshop su riduzione e mobilità sostenibile
Rifiuti aziendali: da scarto a risorsa
L
a mobilità sostenibile può essere considerata una “buona prassi” e qual è il suo legame
possibile con i rifiuti? A questo interrogativo ha provato a dare una risposta il workshop
“Riduzione dei rifiuti e mobilità sostenibile”,
organizzato nell’ambito del progetto “Tri-ciclo.
Un approccio sistemico alle buone prassi eco-sostenibili”, volto a diffondere le buone prassi nella
gestione dei rifiuti e la cultura della sostenibilità
ambientale in azienda.
L’iniziativa è promossa da Cnos Fap Regione
Puglia (Centro opere salesiane per la formazione
e l’aggiornamento professionale), Costellazione
Apulia (consorzio di imprenditori pugliesi per la
diffusione della cultura della cooperazione e della
crescita sostenibile), Anprori (Associazione Nazionale Produttori Rifiuti) e finanziato da Unione
Europea, Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, Regione Puglia e Provincia di Bari con la collaborazione di Comune di Bari, Confindustria Bari e
B.A.T., Comieco, Ecopolis, WWF, Ruotalibera Bari,
The Natural Step. “Il progetto – ha spiegato Vito
Manzari, presidente della Costellazione Apulia – è
un laboratorio all’interno del quale gli imprenditori
si confrontano, elaborano strategie per meglio approcciare e ripensare il loro ruolo rispetto alla dinamica dei rifiuti, mobilità e della qualità della vita”.
Smaterializzati, informatizzati e tracciati i rifiuti prodotti dalle aziende con il nuovo sistema di
controllo della tracciabilità dei rifiuti (SISTRI), in
vigore entro la fine dell’anno, saranno tracciati
lungo tutta la filiera, dalla produzione fino allo
smaltimento o al recupero finale, con la trasmissione di dati digitali verso un unico centro di elaborazione gestito dal Comando dei Carabinieri
per la tutela dell’Ambiente. Il rifiuto si trasforma,
quindi, da scarto a opportunità per lo sviluppo
dell’eco-business e ad alleato nella lotta contro la
criminalità ambientale.
Il corso formativo professionale sul tema dei
Consorzio Costellazione Apulia nasce nel diIlcembre
del
per la volontà di alcuni giovani
Costellazione Apulia imprenditori
pugliesi e rappresenta il luogo idea-
le per sperimentare nuovi strumenti e servizi che
favoriscono le relazioni multidirezionali stimolando la creatività di tutti i soggetti della rete. Ad oggi raccoglie oltre
imprese e si pone l’obiettivo
di polarizzare le energie di tutte quelle PMI pugliesi che sentono l’esigenza di confrontarsi sui
Integrazione
e innovazione
dichiarato Guglielmo Minervini, assessore Infrastrutture e mobilità della Regione Puglia – reclamano un diverso atteggiamento etico e ci
chiamano a una comune responsabilità verso noi
stessi, verso gli altri e verso l’ambiente. Occorre
un ricambio degli stili di vita tanto per orientarsi
a sistemi differenziati di raccolta dei rifiuti quanto
per sconfiggere il dominio culturale dell’auto privata sul bisogno di mobilità”.
“I trasporti e lo smaltimento dei rifiuti – ha dichiarato Stefano Caserini, docente di Fenomeni di
inquinamento Politecnico di Milano – hanno conseguenze importanti su molti problemi ambientali
come i cambiamenti climatici e l’inquinamento atmosferico urbano. Per entrambi questi problemi è
necessario cercare strategie efficaci che riescano
a ridurne l’impatto sull’ambiente di queste attività
e al tempo stesso migliorare la qualità della vita”.
rifiuti ed il nuovo sistema di controllo della tracciabilità dei rifiuti (SISTRI) in programma dal
settembre al ottobre
, infatti, prevede tre
incontri di quattro ore, al termine del quale è prevista anche una visita guidata presso aziende locali
specializzate nella raccolta differenziata e nel trattamento dei rifiuti. I destinatari sono circa un centinaio tra imprenditori, manager e dipendenti delle aziende dell’area di Bari e B.A.T. che potranno
partecipare a corsi di formazione e informazione e
workshop sulla sostenibilità ambientale, ricevere
consulenze gratuite e partecipare a visite in aziende pugliesi specializzate nel riciclo dei rifiuti.
Il possibile legame tra mobilità sostenibile e
rifiuti, tematiche queste ultime al centro anche
della “Settimana europea della mobilità sostenibile”, evento dedicato alla tutela dell’ambiente
e sensibilizzazione dei cittadini nei confronti del
trasporto pubblico, a piedi e in bicicletta.
“Il trattamento dei rifiuti e la mobilità – ha
PIERLUIGI DE SANTIS
temi dell’innovazione e della cooperazione.
Tale realtà ritiene possibile esplorare modalità
innovative ed integrative degli attuali modelli economici. Le esternalità, in tal senso, sono considerate una delle vie da esplorare e praticare per
rendere il sistema imprenditoriale pugliese più
sostenibile e competitivo e l’effetto dell’azione
dei soggetti economici appartenenti alla rete. Il
loro uso crea valore per la comunità rendendo il
sistema nel suo insieme eco-sostenibile.
Il Consorzio mira, attraverso una flessibile piattaforma tecnologica ed un innovativo modello
organizzativo, a stimolare comportamenti interaziendali che, nell’ambito delle attività ordinarie di
business, creino benessere alle PMI consorziate,
ai soggetti terzi e di riflesso al territorio di appartenenza.
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mana Federico Pirro, docente
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Il presidente Nichi Vendola resta saldamente
alla guida della Puglia. Gli elettori lo hanno confermato assegnandogli oltre il % delle preferenze. Più di punti rispetto al suo principale
antagonista, Rocco Palese. Alla Poli Bortone è
andato invece l’ , % dei voti. Un esito in totale sintonia con i risultati dei tre sondaggi che
l’Istituto Piepoli aveva realizzato per il nostro
giornale (e di cui pubblichiamo la riproduzione
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Sistemi economici e sociali di Puglia e Basilicata
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Troppi bambini in Africa
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ph: Roberto Tulli
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Banche
09-15 ottobre 2010
13
La polemica – Immediata replica dell’istituto alle accuse di abbandono del territorio lucano
Popolare del Mezzogiorno
“Siamo con la Basilicata”
L’allarme era stato lanciato dalla Uilca Uil. Ma restano molto serie le perplessità
del governatore De Filippo e del direttore scientifico di Unioncamere.
Entrambi trovano inspiegabile il comportamento dell’azienda
A
i timori sulle ricadute negative per la riorganizzazione della sede materana della
Banca Popolare del Mezzogiorno, i vertici aziendali hanno risposto con una conferenza
stampa nel corso della quale hanno illustrato le
scelte che restano, comunque “Vicine al territorio” del quale la Popolare del Mezzogiorno è
un’espressione ancora significativa. L’allarme era
stato lanciato più di due settimane fa da un comunicato della Uilca-Uil che denunciava il rischio
di “Allontanamento dalla Basilicata dei centri
decisionali in ambito creditizio, rendendo ancora
più complicato il già difficile dialogo tra le nostre
imprese e le banche”. Nell’occhio del ciclone è
finito il progetto di ristrutturazione effettuato
dalla Popolare del Mezzogiorno che trasferisce
la direzione generale e quella commerciale alla
sede di Crotone, fusa con la Popolare del Materano, due anni fa per dare vita all’attuale Banca
Popolare del Mezzogiorno.
Una decisione confermata dai vertici aziendale
ma che, secondo le dichiarazioni rese da Roberto
Vitti, direttore generale della Popolare del Mezzogiorno si legano ad una riorganizzazione tecnica e rappresentano una risposta di efficientamento amministrativo, come ha dichiarato all’Adn
Kronos, nell’unica intervista rilasciata.
ROBERTO VITTI
Agli effetti negativi della crisi economica, dal
ad oggi ha fatto inoltre riferimento Vitti, sottolineando il cambiamento delle condizioni dello
scenario mondiale che hanno condotto l’istituto
di credito a rivedere la propria politica, senza per
questo limitare l’attenzione al territorio originario della Banca Popolare del Mezzogiorno, ovvero Matera. “Efficientare la parte amministrativa e
liberare risorse sul territorio” con una maggiore
operatività del vice direttore generale, Vincenzo
Scalcione e una aumentata autonomia delle filiali
per garantire il rapporto con le imprese e l’utenza
che non vuole venire meno.
“Efficacia ed efficienza” sono state anche le parole del direttore generale della Banca Popolare
dell’Emilia Romagna e consigliere di amministrazione della Banca Popolare del Mezzogiorno che
ha tra l’altro sottolineato i numeri a conferma di
questa attività che ha comunque risentito del calo
internazionale del potere economico finanziario:
oltre il % degli impegni e della raccolta sono stati
registrati proprio in questo territorio”. Dichiarazioni di intenti chiariti mercoledì ma che nelle settimane precedenti avevano alimentato interrogativi ai quali non si era sottratto nemmeno il mondo
istituzionale. Il presidente della Provincia di Matera, Franco Stella aveva sottolineato che “Il prezzo
di una tale decisione sarebbe pagato dall’intera
regione e coinvolgerebbe le realtà imprenditoriali,
familiari, sociali e politiche”. Per il presidente della regione, Vito De Filippo “il progetto raccoglie il
nostro disappunto, la contrarietà e la preoccupazione per il futuro di un pezzo di sistema creditizio
che ha rappresentato un punto di riferimento per
la Basilicata da sempre povera di queste realtà”.
Dichiarazioni, quelle del Governatore lucano,
sostenute anche dal vice presidente della giunta
regionale, Agatino Mancusi che aveva aggiunto:
“C’è bisogno di sapere se questa nuova realtà
del credito è diversa da tutte le altre per un maggiore ancoraggio al territorio o siamo di fronte
all’ennesima spoliazione”.
Dal consiglio comunale di Matera, inoltre, è
giunto poche ore prima della conferenza stampa
della Banca Popolare del Mezzogiorno, il contenuto di un ordine del giorno bipartisan: “Il consiglio evidenzia senza se e senza ma la propria contrarietà all’iniziativa avviata dalla banca contro la
quale impegna se’ stesso, il sindaco, la giunta e
l’intera città per una mobilitazione per l’adozione
di ogni forma legittima di contrasto, ivi compreso
l’annullamento da subito di ogni tipo di rapporto
con suddetto istituto”.
Sulle ricadute economiche per il territorio, Fran-
co Bitetti, direttore scientifico di Unioncamere
avana una serie di valutazioni: “L’elemento che
sorprende in tutta questa vicenda è l’intenzione
di rafforzare un’area, quella crotonese, che è molto meno interessante economicamente e sotto il
profilo creditizio, di quella materana. Non conosco
la dimensione della Banca Popolare del Mezzogiorno nelle due aree, ma guardando i dati complessivi del credito, il volume totale degli impieghi
nella provincia di Matera risulta essere quasi il doppio di quella calabrese. Le ricadute sul territorio
sono difficili da comprendere: non parliamo di un
istituto del centro nord che assorbe una banca locale e che in questo caso sarebbe giustificato dalla
creazione di nuove dinamiche. Se c’è una ricaduta
negativa, è principalmente quella d’immagine che
interviene su un territorio che con scelte di questo
tipo rischia di indebolirsi. C’è inoltre un’analisi di
Bankitalia sulle sofferenze bancarie che nella zone
di Crotone sono molto più contenute di Matera.
Gli impieghi alle imprese nella provincia di Matera sono miliardo e
milioni mentre a Crotone
sono
milioni. I dati sui prestiti alle famiglie, invece, sono molto più vicini:
milioni a Matera
contro
a Crotone. Minori sofferenze con un
credito più orientato alle famiglie e questa potreba.c.
be essere una lettura della scelta”.
Credito
09-15 ottobre 2010
15
Intervista – La pesante denuncia del presidente pugliese di Confesercenti, Ottavio Severi
Credito inaccessibile
l’usura a gonfie vele
OTTAVIO SEVERI
“N
on riusciamo a guardare oltre il
quotidiano, viviamo al presente
senza poter programmare il futuro”. Non si tratta di crisi esistenziali, ma dello
stato del commercio in Puglia fotografato dal
Presidente Regionale di Confesercenti Ottavio
Severo. Abbiamo parlato con lui dei problemi del
settore spesso legati alle difficoltà di accesso alle
linee di credito.
Come Confesercenti quali iniziative avete
messo in campo per fronteggiare il problema?
“Il Cosvig, il Consorzio nazionale di sostegno e
sviluppo delle garanzie, costituito dalla nostra associazione e da Mediocredito, permette di offrire
una garanzia sui prestiti fino all’ %, a differenza
di altri cofidi che coprono in media il %. Eppure nonostante questo le banche mantengono la
stretta”.
Presidente non sono certo tempi d’oro per il
commercio?
“Oggi il peso della crisi è notevole. Avvertiamo
uno stato di incertezza che è la cosa peggiore per
le imprese e per le famiglie. Prima si poteva far leva sui risparmi; adesso però i risparmi sono finiti”.
E l’usura guadagna terreno.
“Ne è la conseguenza diretta. Attenzione, i
dati già di per sé preoccupanti non fotografano
la realtà del fenomeno che è molto più vasto.
Non tutti denunciano. E se assistiamo talvolta
a un calo delle denunce spesso questo significa
che è cresciuta la sfiducia delle vittime verso le
istituzioni”.
Quali sono i settori più colpiti?
“Sicuramente l’abbigliamento. Ma anche settori tradizionalmente trainanti, come la ristorazione, sono in difficoltà. Il problema è che i consumi sono notevolmente calati . E poi la questione
dell’accesso al credito”.
Quali difficoltà registrate?
“Più che di difficoltà parlerei di impossibilità
di accesso al credito. Soprattutto con le banche.
Nonostante l’intervento dello Stato, sono due
anni che registriamo una forte chiusura di tutti
i canali, anche se da qualche mese c’è una lieve
ripresa delle richieste di credito soddisfatte”.
Perché i commercianti non denunciano?
“Vede, rispetto all’estorsione o al racket, l’usura mette la vittima in una situazione psicologica di complicità. Chi subisce l’usura se ne vergogna e spera di farcela fino alla fine, decidendo
di uscire allo scoperto quando spesso ormai è
troppo tardi”.
Gli usurai sono degli individui isolati o il fenomeno si è adattato ai nostri tempi?
“Solitamente c’è un connubio tra usura e criminalità organizzata. Noi siamo in un punto di
osservazione privilegiato, di prima trincea potrei
dire. Le organizzazioni criminali gestiscono sia il
racket e le estorsioni che l’usura. In entrambi i casi si assicurano così il controllo della vita economica del territorio. La figura dell’usuraio isolato è
un’immagine residuale”.
Quali sono gli altri aspetti nuovi del fenomeno?
“Ormai l’usura investe settori che vanno al di
là dell’esercizio commerciale in senso stretto. Rispetto allo Stato la criminalità organizzata è più
flessibile a livello organizzativo. E arriva a mettere le mani anche sul turismo e sulla grande distribuzione”.
Come giudica il comportamento delle istituzioni per contrastare il fenomeno?
“Negli ultimi tempi la risposta dello Stato è
stata notevole. Ma va maggiormente organizzata sia dal punto di vista del coordinamento che
dell’intelligence: ci vogliono le indagini sui grandi
patrimoni, sugli arricchimenti ingiustificati. E qui
siamo ancora un po’ indietro”.
Per combattere l’usura è necessaria una repressione decisa. E la prevenzione?
“È fondamentale. Si tratta di un fenomeno che
al di là dei dati può minare del tutto un tessuto economico sano. La sua presenza è forte in tutto il
territorio regionale, soprattutto nel Salento dove
ci sono infatti numerose associazioni anti-usura.
Oltre alla diffusione di una cultura della legalità
bisogna dare ancora più impulso al sistema dei
cofidi e delle fondazioni”.
Come si sta muovendo la Regione Puglia?
“È del
la legge regionale anti-usura che
noi giudichiamo positivamente. Mette a disposizione un fondo ulteriore a quelli già esistenti
e istituisce un albo delle associazioni anti-racket
e anti-usura. Ma per il momento è rimasto tutto
sulla carta”.
E Confesercenti come affronta il fenomeno?
“Noi promuoviamo sul territorio numerosi
servizi di ascolto per le imprese. I numeri verdi...
Spesso funzionano, ma fino a un certo punto. Si
tratta di interventi difficili: esiste una grande difficoltà da parte delle vittime a chiedere aiuto, persino a noi che siamo quasi dei confessori”.
Cosa si potrebbe fare allora per incrementare
le denunce?
“A livello nazionale si sta discutendo sulla possibilità di incentivare anche economicamente
chi decide di iniziare un percorso di fuoriuscita
dall’usura. Si tratta insomma di andare oltre la
semplice protezione a chi denuncia e il semplice
appianamento dei danni. Bisogna far capire che
denunciare conviene sempre”.
DARIO BISSANTI
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16
09-15 ottobre 2010
Lavoro
Contrattazione – La Conferenza nazionale delle regioni meridionali
Sindacato all’attacco
“Si mortifica il lavoro”
Stefanelli (Fiom): “Si vogliono
introdurre le gabbie salariali
che colpiranno prevalentemente
i lavoratori del Mezzogiorno.
Ogni azienda avrà le sue regole”
“S
ciopero generale”. Dal palco della
Conferenza Nazionale delle Regioni
del Sud organizzato a Bari, il Segretario Generale della Fiom Maurizio Landini ha
risposto così a quello che ha definito come un
attacco senza precedenti al sindacato e non solo. “Cos’altro deve succedere – si è chiesto – per
rendersi conto che si sta usando la crisi per far
piombare il mondo del lavoro in un clima autoritaristico?”
Il riferimento è all’attuale momento delle
relazioni industriali in Italia, che vede nella vertenza Fiat di Pomigliano il suo ganglio più delicato. Cauta la reazione della CGIL. “Abbiamo tre
grandi manifestazioni di categoria a ottobre –
ha spiegato Serena Sorrentino della segreteria
nazionale –, si analizzi che tipo di risposta ci sarà
e poi si decida”.
I lavori, durati due giorni, sono stati aperti dal
Segretario regionale Fiom Donato Stefanelli che
è partito dalla questione del momento: l’intesa
separata sulle deroghe al contratto nazionale
di categoria tra Federmeccanica, Fim e Uim. “Si
vuole aprire la strada alle gabbie salariali e normative – ha spiegato – che colpiranno prevalentemente i lavoratori del Sud”. Secondo Landini
permettere le deroghe al contratto nazionale
significa in pratica farlo sparire del tutto. “Ogni
azienda – ha spiegato il segretario – detterà le
sue condizioni ai lavoratori. C’è la prospettiva
di un modello produttivo a capitalismo pieno,
senza garanzie”. Davanti a questa ipotesi il sindacato non deve rimanere sulla difensiva: lo
sciopero generale può diventare l’aggregante
di un fronte più ampio che sia in grado di proporre un nuovo modello di sviluppo. “Bisogna
rimettere al centro della politica industriale lo
strumento dell’intervento pubblico – ha detto il
segretario – per far ripartire l’economia. Le imprese vanno aiutate, ma solo se non chiudono
e se assumono. Perché il lavoro – ha concluso
“deve diventare il tema principale dell’agenda
politica”.
DARIO BISSANTI
Intervista – Landini, segretario generale Fiom
Uno dei lavoratori
“Ritorno all’Ottocento
è questa la modernità?”
Licenziamenti
a Melfi:
“Solo falsità”
L
“L’
Italia è una repubblica
fondata sul lavoro? Direi più sullo sfruttamento del
lavoro”. Il Segretario generale
della Fiom Maurizio Landini ha
lanciato questa provocazione
durante il congresso nazionale
delle regioni del sud organizzato dal sindacato metalmeccanici. Abbiamo parlato con lui delle strategie del sindacato per il
prossimo autunno.
Segretario, ci spieghi a che
tipo di attacco è sottoposto il
sindacato in questo momento.
“È un attacco lucido e consapevole, messo in atto anche con
una campagna mediatica. Chi
ci attacca sa quel che fa. E l’obbiettivo è far fuori la Fiom nel
suo esercizio di contrattare”.
Quale sarà l’atteggiamento
del sindacato per quanto riguarda la disdetta dell’accordo
del
?
“La partita è ancora aperta.
Per noi l’accorso separato appena firmato è illegittimo. Lotteremo fabbrica per fabbrica
per difendere l’unico accordo
valido, sottoscritto da tutte le
organizzazioni. E siamo pronti
ad aprire contenziosi giuridici
ovunque”.
Non vi sembra di mantenere
un profilo molto difensivo, e
quindi di debolezza?
“Non mi pare. Con la manifestazione del
ottobre prossimo, sulla quale puntiamo a un
consenso più ampio possibile,
noi chiediamo un’alternativa,
un nuovo modello di sviluppo”.
paese e i rapporti di forza nelle
fabbriche a proprio favore”.
MAURIZIO LANDINI
La proposta della Fiom per
uscire dalla crisi è una nuova
stagione di intervento pubblico. Già detto, già visto, già
sentito?
“Guardi, fuori dall’Italia l’idea funziona. Senza intervento
pubblico, a beneficiare di finanziamenti sono solo le imprese e
senza alcun vincolo.”
Non siete i soli a parlare di
innovazione e qualità dei prodotti come soluzioni per uscire
dalla crisi. Eppure le imprese
continuano a impegnare energie sull’abbattimento dei costi.
Perché?
“Perché indebolire il sindacato e provare a disporre
della manodopera a proprio
piacimento è meglio. Si pensa
di poter sfruttare la crisi per
modificare i rapporti sociali nel
Federalismo, deroghe al
contratto nazionale, gabbie
salariali, Fiat che minaccia di
aprire stabilimenti in Serbia e
chiuderli in Italia. L’unica soluzione per preservare l’occupazione è ricreare una piccola
Serbia qui al Sud?
“Stanno cercando di fare
quello che pensano di fare in
giro per il mondo tante imprese. Pensano che ci siano le condizioni perché l’impresa sia un
valore generale e quindi non
ci sia bisogno di mediazione di
interessi diversi e di contrattazione. Dal loro punto di vista è
anche comprensibile. Per noi
è barbaro e inaccettabile e va
contrastato con un’idea altra di
società e di mediazione”.
Qualcuno vi accusa di essere
fermi su posizioni arcaiche. Cosa risponde?
“Che non trovo invece nulla di moderno nel cancellare
i contratti, pagare di meno e
sfruttare di più, gestire le aziende senza confronto e senza
contrattazione sindacali. Non
mi sembrano posizioni particolarmente moderne. Da altre
parti in Europa, come in Germania, dove la contrattazione è
più diffusa e non ci sono ricatti
occupazionali, le cose vanno
meglio per l’industria e per i lavoratori. Invece qui si vuole tornare all’ottocento. È questo un
modello arcaico che non aiuta
le imprese”.
d.b.
icenziati perché avrebbero bloccato l’approvvigionamento di materiale per la produzione
durante uno sciopero e reintegrati dal giudice.
I tre operai dello stabilimento Sata della Fiat di
Melfi sono tornati al lavoro, ma la dirigenza li ha
relegati nella saletta sindacale, escludendoli dalla
produzione. Abbiamo intervistato Giovanni Barozzino, uno dei tre lavoratori.
Giovanni, qual è la tua versione dei fatti?
“Le accuse che ci hanno mosso erano false. Io
non ero neppure presente al momento del fatto. Sono intervenuto solo nel momento in cui un
lavoratore è stato aggredito verbalmente da un
preposto aziendale”.
Il giudice vi ha dato ragione.
“Dopo ore di udienza. Noi abbiamo presentato oltre alle testimonianze dei lavoratori, i tabulati telefonici, da cui si evince che io non ero
presente li, che ero stato chiamato da un altro
compagno per intervenire in una discussione.
Ora non so se si è trattato di un piano preordinato. Sicuramente chi ci ha mosso le contestazioni ha detto delle falsità che il giudice ha fatto
emergere condannando la Fiat per condotta antisindacale”.
Quindi non siete stati voi a bloccare la produzione facendo scattare l’allarme sicurezza?
“C’è una banda magnetica che attraversa tutta la linea. È impossibile che tre persone stiano lì
contemporaneamente. Tra l’altro per far si che
si bloccasse il carrello bisogna stare a
centimetri, invece loro stessi dicono che noi eravamo
a più di un metro. E comunque noi eravamo a
- metri”.
Come pensi che andrà a finire?
“La magistratura farà il suo dovere. Certo che
assistiamo al paradosso di una parte del Paese
che esulta perché la Fiat riesce a fare in modo di
non farci lavorare. Noi chiediamo solo di tornare
al lavoro. Se per qualcuno impedircelo è una vittoria, allora siamo proprio alla frutta.
d.b.
Lavoro
09-15 ottobre 2010
17
Da destra Sorrentino, Landini, Airaudi, Spezia e Cremaschi
Per il governatore pugliese “spoliazione sistematica di risorse”
Vendola punta l’indice
continua il saccheggio
“I
ANTONIO LAUDATI
SERENA SORRENTINO
GIOVANNI BAROZZINO
l Sud? Cornuto e mazziato, spogliato e ammutolito”. Il Presidente della Regione Puglia Nichi Vendola
non ha usato mezze misure nel suo intervento alla conferenze delle regioni
meridionali organizzata dalla Fiom.
“Mai nella storia d’Italia – ha spiegato – c’è stato un tale spossamento,
una tale spoliazione di risorse in maniera così sistematica”. E ha ricordato
i dati dell’ultimo rapporto Svimez, che
evidenzia come negli ultimi dieci anni i
trasferimenti ordinari siano passati dal
% al %. E che i fondi per attenuare
il divario Nord-Sud sono stati impiegati
– se non “per le mance alle clientele di
Bossi” – per gli ammortizzatori sociali o
per il terremoto in Abruzzo.
“L’idea che esista un piano da
miliardi per il Mezzogiorno – ha continuato Vendola – non si sa coma possa
essere messa in pratica. Le casseforti
delle Regioni sono piene di soldi, ma il
patto di stabilità ci impedisce di aprirle:
siamo prigionieri di una formula esoterica”. Poi il Presidente ha affrontato la
questione del Lavoro.
Secondo Vendola siamo di fronte al
tentativo di costruire un nuovo paradigma delle relazioni industriali. “Mettere in discussione il contratto collettivo nazionale e le norme sulla sicurezza
sul lavoro – ha detto – significa eliminare quegli elementi di solidarietà che
identificano la base di un alternativa di
società. Si attacca la Fiom accusandola
di essere ferma agli anni settanta – ha
continuato –, ma la soluzione qual è?
Tornare agli anni cinquanta? Al modello
Valletta?”.
Poi la critica alle imprese. “I capitalisti italiani – ha detto il Presidente – non
sanno fare competizione internazionale. Pensano che basti fare un po’ di
moderno schiavismo e caporalato per
cavarsela. Ma nella competizione vince
non chi è più schiavista ma chi è in grado di fare innovazione e puntare sulla
qualità. C’è chi pensa che la democrazia
vada ridotta, concentrata, mutilata. Va
bene parlarne nei talk show – ha continuato – ma davanti ai cancelli delle fabbriche, per favore – ha detto rivolgendosi alla platea – abbassate il volume”.
Intanto la disoccupazione dilaga. “A
una generazione intera – ha detto Vendola – viene mandata una lettera con
cui viene scritto ‘lavoro mai’, come la
pena per gli ergastolani. Chi glielo dice
a questa generazione intera che deve
saltare un turno? E la politica? È il notaio
di questo fallimento”. Per il Presidente è
necessario lavorare politicamente affinché tutte le migliaia di vertenze del Paese diventino una, nazionale, sul Lavoro.
“Altrimenti, persa una generazione –
ha spiegato – ce ne vorranno tre o quattro per riparare i danni inferti al sistema
sociale ed economico, alla democrazia”.
Subito dopo, l’intervento del Procuratore Capo della Procura di Bari Antonio
Laudati che ha ricordato come anche la
criminalità organizzata può minare l’ordine democratico. “Il problema dell’illegalità – ha detto Laudati – è un problema di violazione delle regole. Per noi
abbiamo criminalità organizzata quando
un gruppo di potere calpesta le regole
per imporre i propri interessi. E questo
succede anche nel mondo del Lavoro,
basta pensare agli scandali sulle nomine
dei primari negli ospedali”.
Per Laudati più che di criminalità organizzata oggi si dovrebbe parlare di
“sistema criminale” che sta permeando la nostra società di cultura mafiosa
a tutti i livelli. “A questo sistema – ha
spiegato – bisogna opporre una legalità organizzata”.
Poi l’intervento del Sostituto Procuratore Generale di Caltanissetta Franca
Imbergamo che ha riportato l’attenzione sulla questione dei diritti del lavoro. “Ho l’impressione – ha detto – che
il vero motivo per cui oggi assistiamo
all’attacco dei diritti del lavoro sia il loro costo: i diritti costano, quindi vanno
tagliati”.
Anche Serena Sorrentino della Segreteria Nazionale CGIL ha parlato di
lavoro e illegalità, ricordando come
l’ultima finanziaria abbia facilitato la
diffusione del nero e del sommerso
attraverso i tagli agli Ispettorati del lavoro e agli altri enti che si occupano di
controlli.
A chiudere i lavori Maurizio Landini,
Segretario Generale della Fiom, che ha
rilanciato la proposta dello sciopero
generale. “È necessario – ha detto –
soprattutto ora che la Fiat non applica
le leggi e disdetta i contratti. Se non
diamo una risposta chiara, ne va della
dignità dei lavoratori. Con lo sciopero
generale possiamo riconettere tutti
i livelli di lotta dicendo a tutti che un
nuovo modello di sviluppo è possibile”.
d.b.
NICHI VENDOLA
La vertenza
Rocella
Ex Eutelia Accordo
senza
caso
valore
disperato
N
el suo intervento alla
Conferenza
Nazionale
delle Regioni del Sud organizzato dalla Fiom, il Presidente
della Regione Puglia Nichi
Vendola ha offerto solidarietà ai lavoratori della Agile
ex-Eutelia di Bari. Vendola ha
ricevuto la maglietta che simboleggia la vertenza tutt’ora
in corso nello stabilimento
barese che si occupa di information technology.
“La nostra situazione – ci ha
spiegato Renato Vicano della
RSU – è ancora drammatica.
Non riusciamo ad andare oltre
gli ammortizzatori sociali”. A
seguito di manovre spericolate da parte della dirigenza del
gruppo, l’Agile si ritrova con
un’amministrazione straordinaria e la maggior parte dei lavoratori in cassa integrazione.
“A Bari siamo in
– ha
continuato Vicano – di cui in
cassa integrazione. La nostra
priorità? Rilanciare l’azienda
ottenendo nuove commesse,
con il sostegno del Ministero
dello Sviluppo. Le prossime
settimane saranno decisive”.
d.b.
“L
a disdetta del contratto del
rischia di provocare una mole
di contenziosi giuridici che
nulla hanno a che fare con
le relazioni industriali”. Lo
ha detto il prof. Massimo
Rocella, docente di diritto
del lavoro all’Università
di Torino, intervenuto al
Congresso Nazionale delle
Regioni del Sud organizzato dalla Fiom. “Il contratto
del
– ha spiegato – è
ancora vigente e scade il
dicembre
. Non è ammessa la recessione, perché
si tratta di un accordo con
una scadenza prestabilita”.
In esso si prevede che i suoi
effetti siano validi fino alla
firma di un nuovo accordo
tra le parti, anche oltre la
data di scadenza. “Il fatto
che Federmeccanica abbia
disdetto il contratto – ha
continuato – per firmarne
un altro prima della sua scadenza, rende invalido l’accordo appena siglato con
Fim e Uim”.
d.b.
18
09-15 ottobre 2010
Lavoro
Bari – Si conclude oggi il congresso nazionale dell’AGI
Lavoro e persona
legali a confronto
S
i concluderà stamane a Bari, all’Hotel Sheraton Nicolaus, il congresso nazionale
dell’AGI (Avvocati Giuslavoristi
Italiani), inaugurato nella giornata di ieri. Si tratta di un appuntamento con cadenza annuale, che
ha registrato, nelle precedenti edizioni, la presenza media di
iscritti provenienti da tutte le regioni italiane, e che rappresenta
non solo un importante momento di aggiornamento per gli avvocati specializzati nel diritto del lavoro, ma anche occasione di confronto e dibattito su argomenti
di grande attualità. La rassegna si
occupa quest’anno del tema “poteri del datore di lavoro e tutela
della persona”, con la partecipazione di illustri relatori nazionali,
avvocati, magistrati e professori
universitari. A conclusione dei
lavori, questa mattina ci sarà una
tavola rotonda sul tema “i dubbi
di sostenibilità costituzionale e
comunitaria della riforma del diritto del lavoro: profili sostanziali
e processuali”.
L’Agi è l’associazione nazionale degli avvocati giuslavoristi
italiani. Nata nel marzo
,
raggruppa avvocati che operano
esclusivamente, o prevalentemente, nel campo del diritto del
lavoro, legali di aziende (dalle
Al centro delle discussioni
il ruolo dei giuslavoristi
multinazionali alle piccole imprese) ed organizzazioni imprenditoriali così come di lavoratori e
sindacati, con l’obiettivo principale del riconoscimento professionale della specializzazione
giuslavoristica e dell’assunzione
del ruolo di interlocutore tecnico
dei promotori di leggi, riforme e
iniziative riguardanti le numerose
tematiche del diritto del lavoro.
In quest’ottica Agi ha ottenuto il
riconoscimento, in occasione del
.o Congresso dell’Avvocatura,
nel novembre
, di “associazione maggiormente rappresentativa” del settore a livello
nazionale. L’Agi, che ha trovato
sponda, per le sue battaglie, in
altre associazioni professionali, si
è preoccupata di garantire la specializzazione dei propri associati
prima che venisse disciplinato
l’obbligo della formazione permanente per gli avvocati (in vigore dal primo luglio
), organizzando, ad esempio, oltre a vari
corsi di aggiornamento, anche
(col patrocinio del Consiglio Nazionale Forense) la Scuola Nazionale di Alta Formazione in Diritto
del Lavoro (che opera, attraverso
aule telematiche, su tutto il territorio nazionale, dal
).
ANDREA BUONO
Il rapporto datore-dipendente
Novità sulle “controversie”
Potere e tutela Ddl del Governo
i temi in campo il 13 alla Camera
N
utrita è la serie degli interventi in programma
nella due giorni barese e dei
temi oggetto di approfondimento e dibattito. Ai saluti del
governatore della Puglia Nichi
Vendola, del presidente della
Provincia Francesco Schittulli,
del sindaco di Bari Michele Emiliano, del preside della Facoltà
di Giurisprudenza dell’Università LUM Jean Monnet Roberto
Martino e dei presidenti degli
Ordini degli Avvocati di Bari e
Lecce, Emmanuele Virgintino
e Luigi Rella, ha seguito, il giorno , la sessione introduttiva
del convegno, presieduta dal
presidente nazionale dell’Agi
Mario Fezzi e inaugurata dalla
relazione del professor Mario
Giovanni Garofalo, preside della Facoltà di Giurisprudenza
dell’Università degli Studi di Bari Aldo Moro, su “la tutela della
persona nel pensiero di Gino
Giugni”, in ricordo del professor Giugni, padre dello Statuto
dei Lavoratori, che ha insegnato nel capoluogo pugliese nei
primi anni della sua carriera accademica. Il carnet prevede poi
altre due sessioni di lavoro. La
prima, presieduta dal vice presidente nazionale Agi Giuseppe
Fontana, è stata incentrata sul
tema “tutela della persona e
poteri del datore di lavoro nella
costituzione e nell’estinzione
del rapporto”. Nella seconda
sessione (“tutela della persona e poteri del datore di lavoro
nello svolgimento del rapporto”), presieduta dal consigliere nazionale e presidente Agi
della sezione Puglia-Basilicata
Francesco Amendolito, si è parlato, tra l’altro, di uguaglianza
e non discriminazione, di flessibilità dell’orario, dei profili di
legittimità dei controlli del lavoratore, di trattamento dei dati
personali e privacy, del ruolo
del sindacato nella “procedimentalizzazione” dei poteri
datoriali, di responsabilità risarcitoria del datore, di mobbing
e di sicurezza. Di particolare
rilevanza, come detto, il dibattito di sabato su “i dubbi di
sostenibilità costituzionale e
comunitaria della riforma del
diritto del lavoro”. A presiederlo Giuseppe Fontana, vice
presidente Agi, a moderarlo il
direttore responsabile de “La
Gazzetta dell’Economia”, Dionisio Ciccarese. Presenti, tra
gli altri, Nichi Vendola e, probabilmente, Pasquale Viespoli,
(da poco ex) sottosegretario di
Stato del Ministero del Lavoro
e delle Politiche Sociali.
a.b.
I
l Senato lo ha approvato il settembre in sesta lettura, con
sì,
no e due astenuti. Ora il testo è all’esame della
Camera e ne è stata calendarizzata la discussione per la prossima settimana ( - ottobre). Stiamo parlando del disegno di
legge “Collegato Lavoro” alla manovra finanziaria
(ddl
B), al centro del dibattito che oggi concluderà i lavori del
convegno nazionale Agi, in corso a Bari.
Il “Collegato Lavoro” si appresta ad essere “licenziato” in
via definitiva dopo due anni di discussioni e modifiche, dopo
essere stato rinviato alle Camere in marzo da Napolitano. Il
Capo dello Stato aveva infatti avanzato dubbi sulla legittimità
costituzionale della riforma, nella parte relativa all’arbitrato in
materia di controversie sul lavoro, snodo cruciale della legge.
Si tratta del comma V dell’articolo , che lo scorso marzo,
all’esito dell’approvazione in quarta lettura, quella precedente alla mancata promulgazione da parte del Presidente della
Repubblica, prevedeva la possibilità di inserire nei contratti di
lavoro delle clausole con cui lavoratore e datore decidono di
devolvere le eventuali future controversie ad un arbitrato, anziché al Giudice del lavoro.
Tale disposizione è stata mitigata per effetto delle richieste
di Napolitano. Non è stata per la verità eliminata, né tantomeno revisionata profondamente. Infatti è stato cancellato
l’“emendamento Damiano”, accolto in un primo momento
dalla Camera. Esso garantiva al lavoratore la libertà di scelta
dell’arbitrato nel momento dell’insorgere della controversia,
non prima. La versione attuale del testo opta per una via di
mezzo tra le due soluzioni, ma la sostanza cambia di poco:
la scelta dell’arbitrato (esclusa per i casi di licenziamento) rimane preventiva, con la differenza che va effettuata dopo il
periodo di prova o comunque dopo
giorni dalla stipula del
contratto di lavoro.
Tra le altre novità del nuovo ddl lavoro vi sono la riduzione
dei termini di impugnazione del licenziamento e la certificazione telematica delle assenze dal lavoro per malattia.
a.b.
Lavoro
09-15 ottobre 2010
19
Mario Fezzi – “L’arbitrato un danno, meglio il processo”
“Contrari alla riforma
a rischio troppi diritti”
L
a riforma del diritto del
lavoro, il disegno di legge
“Collegato Lavoro” alla manovra finanziaria
(ddl
B) in via di definitiva approvazione in Parlamento, non piace
all’Agi. Parola del suo presidente, l’avvocato Mario Fezzi.
Avvocato Fezzi, qual è la
posizione dell’Agi in merito al
“Collegato Lavoro”?
“La nostra associazione si è
ripetutamente dichiarata contraria. La prossima settimana
la Camera discuterà il ddl in
settima lettura, ma il testo pare blindatissimo e dovrebbe
quindi passare rapidamente”.
A cosa è dovuto il vostro
giudizio negativo?
“Come altre riforme del
passato, questo ddl nasce con
l’intento di deflazionare il processo del lavoro, che in molte
sedi funziona poco e male. Noi
però pensiamo che il processo
del lavoro, come strutturato
con la riforma del
, sia un
modello che funziona. Ci sono
sicuramente delle sedi nelle
quali non è così, ma ciò non è
determinato dalle regole processuali, bensì da vari altri motivi: disorganizzazione, man-
Si riferisce al tanto discusso
arbitrato?
“Sì. Riteniamo che la specializzazione del giudice sia un
valore fondamentale. E quindi
siamo contrari alla devoluzione della risoluzione delle controversie di lavoro a soggetti o
enti diversi. Siamo per il rispetto assoluto delle regole e quindi qualunque forma di ricorso
all’equità ci spaventa e ci pare
pericolosissima. Un diritto primario per la vita delle persone,
come è il diritto del lavoro, non
può essere regolato dall’equità, ma da norme legali e contrattuali. Solo in presenza di diritti affievoliti o comunque secondari è possibile pensare di
risolvere le questioni secondo
equità. Siamo quindi completamente contrari all’arbitrato
e più che mai all’arbitrato secondo equità”.
Quale rischio si corre?
“Il rischio, con una clausola
compromissoria inserita nei
contratti di lavoro, anche se
certificati, è che si crei un nuovo filone di contenzioso che riguarderà la validità delle stesse clausole compromissorie.
Con l’effetto di allungare ulte-
Quindi temete che il legislatore non sia venuto a capo dei
problemi che intendeva risolvere?
“In sostanza, il cd Collegato
Lavoro non va bene, non ci piace, non risolverà nessuno dei
problemi del processo, anzi ne
innescherà di nuovi. Il nostro
auspicio quindi è che il legislatore si fermi e ci ripensi. L’AGI
ha detto e ripetuto queste cose, a voce e per iscritto, in sede di audizione al Senato. Ma il
nostro parere, cioè il parere di
quelli che giorno per giorno sono chiamati ad applicare le norme che il legislatore produce in
vitro, pare che non conti nulla.
Tutto è rimasto com’era”.
a.b.
Specializzazioni
Intervista – Amendolito sul Regolamento forense
Le nuove
“aree”
dal 2011
“Norme da migliorare
molte contraddizioni”
I
Foto markhillary_flickr
MARIO FEZZI
cata copertura degli organici,
carenza di strutture, piante organiche inadeguate, prassi difformi dal modello processuale,
in alcuni casi scarsa produttività e scarsa professionalità di
giudici e avvocati. Siamo quindi contrari all’introduzione di
sistemi alternativi al ricorso al
giudice del lavoro”.
riormente i tempi, perché prima di far ricorso all’arbitrato,
gli avvocati ragionevolmente
impugneranno la clausola arbitrale davanti al giudice del lavoro e solo in caso di sconfitta
passeranno alla fase arbitrale.
Per queste stesse ragioni abbiamo sollevato riserve anche
sull’opportunità di inserire tipizzazioni di giusta causa e giustificato motivo nei contratti
individuali di lavoro, anche se
certificati”.
l Consiglio Nazionale Forense (CNF) ha pubblicato, lo scorso
settembre,
il Regolamento sulla Specializzazione Forense, che individua aree di specialità
professionale (vi rientra il
diritto del lavoro, della previdenza e della sicurezza
sociale) e le modalità di acquisizione del titolo di specialista, conseguibile in non
più di due aree (anzianità
di iscrizione all’albo professionale di almeno sei anni,
“limpidezza” disciplinare,
frequenza di una scuola o
corso riconosciuti, superamento di un esame scritto
ed orale presso il CNF). Il
mantenimento del titolo è
invece subordinato alla cura dell’aggiornamento professionale specifico.
Il testo, che accoglie molte delle osservazioni avanzate da Ordini e Associazioni,
entrerà in vigore il giugno
. Entro un anno da quella
data, esso potrà esser sottoposto a revisione, tenendo
conto degli effetti prodotti e
della tenuta sul campo della
individuazione delle aree di
specializzazione.
a.b.
D
el regolamento in questione abbiamo parlato con
l’avvocato Francesco Amendolito, consigliere nazionale e presidente Agi Sezione Puglia-Basilicata, che ha fortemente voluto
che l’edizione
del convegno nazionale dell’associazione
si svolgesse a Bari, “anche in
considerazione della forte vocazione giuslavoristica della città,
dovuta alla Scuola di Diritto del
Lavoro dell’Università, fondata
a fine anni sessanta dal professor Gino Giugni, padre dello Statuto dei Lavoratori”.
Qual è la logica delle norme
sulla specializzazione?
“In sintonia con gli scopi
statutari delle associazioni specialistiche, in particolare dell’Agi, la ratio delle disposizioni
approntate dal CNF, in armonia con la novella normativa,
è quella di garantire che alla
spendita del titolo di specialista
corrisponda un’effettiva preparazione specifica, nella duplice
dimensione dell’approfondita
conoscenza del settore come
pure dell’effettiva esperienza
nella materia”.
Come valuta il neonato regolamento?
“Purtroppo, già da una super-
FRANCESCO AMENDOLITO
ficiale lettura della normativa,
emerge una palese ed evidente
contraddittorietà della nuova disciplina specialistica rispetto alla
ratio ispiratrice della riforma”.
In che senso?
“Il regolamento indica come
criterio di esonero dalla procedura ordinaria (di riconoscimento del titolo di specialista)
l’anzianità di iscrizione all’albo,
laddove è noto che la semplice
iscrizione non vale affatto a dimostrare l’effettivo e continuativo esercizio della professione.
E pur se è vero che la prevista
necessità – per gli avvocati iscritti da oltre vent’anni – di
documentare la specifica conoscenza teorica e la significativa esperienza vale a evitare
il rischio che iscritti “passivi”
possano spendere il titolo di
specialista, non è vero il contrario. Nel senso che l’avvocato,
ad esempio, iscritto all’albo da
più di dieci anni ma da meno di
venti, che pure abbia acquisito
una specifica conoscenza teorica e un’ampia competenza pratica nella materia – dunque in
possesso dei requisiti richiesti
– deve fare i conti con indebiti
adempimenti. Come pure gravissima è la circostanza della
mancata considerazione di chi
abbia un titolo di specialista (ad
esempio universitario) o altri
titoli (es. dottorato, docenze a
contratto). Sperequazioni, queste, suscettibili di legittima suspicione in termini di legittimità
costituzionale anche rispetto al
principio di uguaglianza”.
Quindi cosa propone?
“Pur augurandomi che la regolamentazione della specializzazione forense agevoli il varo
di una riforma condivisa e moderna della nostra professione,
auspico un intervento correttivo della normativa, specie
per quanto riguarda il regime
transitorio (di cui sopra). Posso
confermare che l’Agi si attiverà
al più presto con il CNF affinché
quest’ultimo modifichi il regolamento in sintonia con la ratio
a.b.
ispiratrice”.
20
09-15 ottobre 2010
Ricerche
ISTAT – Vessazioni e demansionamento ecco i risultati di una ricerca
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Ambiente di lavoro?
Come in una giungla
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Istat ha diffuso per la prima
volta i dati sul disagio degli
individui nelle relazioni lavorative. Sulla base di una convenzione stipulata con il Dipartimento
per le Pari Opportunità presso la
Presidenza del Consiglio dei Ministri, che ha finanziato il progetto,
è stato inserito un modulo ad hoc
nell’indagine sulla Sicurezza dei
Cittadini
. In particolare sono stati analizzati due tipi di
comportamenti: le vessazioni e il
demansionamento.
Dei
milioni
mila lavoratori
che nel corso della loro vita lavorativa hanno avuto superiori o colleghi
o persone a loro sottoposte ( , %
dei lavoratori attuali o passati), il %
( milioni
mila) dichiara di aver
sofferto, nel corso della vita, vessazioni o demansionamento o privazione dei compiti. Il , % ha sperimentato una tale situazione negli
ultimi anni e il , % negli ultimi
mesi. A subire di più sono le donne,
con il , % nel corso della vita contro , % degli uomini.
Un numero maggiore di lavoratori
( milioni
mila) ha, invece, vissu-
ͪ
ͨ
to situazioni di disagio caratterizzate
da frequenza e durata contenuta. È
utile sottolineare però che una parte
di questi lavoratori ( mila) si possono definire “altamente a rischio”,
dal momento che sono stati oggetto
di comportamenti vessatori più volte al mese, ma per una durata inferiore a sei mesi.
Gli autori delle azioni che comportano disagio sono generalmente maschi, soprattutto nel caso
dei superiori ( %) e dei sottoposti
( , %). Tra i colleghi, al contrario, le
differenze sono meno marcate: nel
, % di casi si tratta di soli maschi,
nel , % di sole colleghe donne e
nel , % la vittima è perseguitata da
uomini e da donne.
Tra i superiori le donne sono autrici in misura maggiore di attacchi
alla comunicazione, alla relazione
e all’immagine sociale. Dall’analisi
per età, si evince come tra coloro
che mettono in atto comportamenti persecutori, i superiori di
grado abbiano un’età maggiore dei
colleghi e dei sottoposti.
SANTA COLELLA
Le vessazioni
Tra scenate e calunnie
ogni giorno in trincea
I 5 strumenti
nelle mani
dei persecutori
I
ono milioni mila i lavoratori ( , %) che hanno dichiarato di aver subito
vessazioni in ambito lavorativo nel corso della vita.
Le vessazioni si sono verificate per il , % dei lavoratori negli ultimi tre anni e per
il , % negli ultimi
mesi.
Analizzando le percentuali
negli ultimi tre anni, i comportamenti persecutori e
discriminatori riguardano,
nel % dei casi, la sfera della comunicazione, nel , %
la qualità della situazione
professionale, nel , % l’immagine sociale, nel
, % le relazioni sociali e nel , % dei casi aggressioni vere e proprie.
Più specificatamente le vessazioni riguardano nel , % dei casi le critiche senza motivo e
l’essere incolpati di qualsiasi problema o errore
e nel , % le scenate e/o sfuriate. Sono tra il
e il % le persone messe a lavorare in condizioni
estremamente disagevoli o senza gli strumenti
necessari per svolgere il proprio lavoro, calunniate, derise e oggetto di scherzi pesanti, i soggetti a cui vengono affidati temporaneamente
mansioni inferiori o superiori con l’intento di
umiliarli o metterli in difficoltà e le persone che
vengono umiliate o prese a parolacce.
Nel , % dei casi, invece, è stato loro impedito di ottenere incentivi, promozioni o riconoscimenti assegnati ad altri colleghi, nel - % esse
sono state escluse volutamente da occasioni di
incontro, cene sociali, riunioni di lavoro e non
viene più rivolta loro la parola. Infine, nel , %
viene loro impedito di incontrare o parlare con
i colleghi con cui si trovano bene, nel , % costoro sono attaccati rispetto alle loro opinioni
politiche e religiose, nel , % subiscono controlli o sanzioni disciplinari, nel , % offerte di tipo
sessuale e nel , % aggressioni.
L’analisi per genere mostra alcune differenze. Le lavoratrici subiscono più di frequente,
rispetto ai propri colleghi maschi, le scenate, le
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Gli attacchi non sono solo dai “superiori”
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Su 29 milioni di lavoratori
il 9% dichiara di aver subito,
nel corso della vita
lavorativa, di vessazioni
o demansionamento
L’
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critiche senza motivo,
vengono più spesso umiliate, non si rivolge
loro la parola e ricevono più offerte o offese
di tipo sessuale. Per
gli uomini le situazioni critiche riguardano più direttamente
l’attività
lavorativa
in quanto vengono
messi a lavorare più
di frequente in condizioni disagevoli, non
vengono dati loro gli
incentivi o le promozioni che altri hanno, ricevono maggiori sanzioni o controlli disciplinari; inoltre, sono attaccati
di più per le loro opinioni politiche e religiose,
viene loro impedito di stare con colleghi con cui
hanno buoni rapporti e sono più di frequente
aggrediti fisicamente.
Il , % dei lavoratori ( mila persone) ha dichiarato di essere stata vittima di demansionamento e privazione dei compiti nel corso della
vita lavorativa. In particolare, il , % (
mila)
ha dichiarato di essere stato demansionato o
privato di compiti negli ultimi tre anni e l’ , % negli ultimi mesi (
mila).
Dall’indagine emerge anche un gruppo di lavoratori che si colloca nella situazione peggiore,
in quanto vittime sia di comportamenti persecutori da parte dei loro superiori o colleghi o
sottoposti, sia di demansionamento (
mila
lavoratori, il , %).
Tra i laureati e i diplomati la percentuale di chi
dichiara di aver subito vessazioni e demansionamento nel corso della vita è maggiore rispetto a
coloro che hanno un titolo di studi inferiore. Sia
le vessazioni che il demansionamento subiti nel
corso della vita si sono verificati maggiormente
al Sud ( , % contro il , % nazionale e , % contro
il , % nazionale) e, in particolare, in Campania
( , %), in Basilicata (sole vessazioni al , %) e in
Puglia per il demansionamento ( , %).
s.c.
l disagio nelle relazioni lavorative comprende
il comportamento vessatorio, il quale si riferisce alla percezione da parte delle persone di
aver subito un comportamento con un inequivocabile intento persecutorio o discriminatorio, ripetuto nel tempo, con una frequenza superiore o uguale a più volte al mese, e di durata
sufficientemente lunga (più sei mesi).
Vengono considerate vittime anche coloro
che hanno subito azioni vessatorie con una frequenza giornaliera o plurisettimanale anche se
per una durata inferiore ai sei mesi. L’autore
dei comportamenti può essere sia un datore
di lavoro che un collega o un sottoposto. Il demansionamento, il quale si verifica quando, ad
esempio, la vittima è privata all’improvviso del
personale che aveva sempre gestito e di ruoli
per lei importanti, come quelli di gestione o di
coordinamento di attività, quando viene spostata a fare cose non di sua competenza o, addirittura, privata di qualsiasi compito svolto in
precedenza.
Nella definizione di disagio nelle relazioni
lavorative vengono quindi considerate cinque
differenti dimensioni inerenti: a) gli attacchi alla
libertà di espressione e alla comunicazione; b)
gli attacchi alle relazioni sociali, incluso l’isolamento sistematico; c) gli attacchi alla situazione professionale; d) gli attacchi all’immagine
sociale e alla reputazione; e) gli attacchi alla
salute.
La rilevazione Istat sul disagio nelle relazioni
lavorative riguarda le persone con un’età compresa tra e anni, che lavorano al momento
dell’intervista o che hanno lavorato in passato e
che, nel corso della vita lavorativa, hanno avuto
superiori o colleghi o hanno lavorato con persone di grado inferiore.
Agli intervistati sono state somministrate
domande sul comportamento vessatorio, che
rileva il punto di vista della vittima rispetto al
disagio relazionale nella propria esperienza lavorativa. Come riferimento temporale l’analisi
considera l’intero arco della vita lavorativa, gli
ultimi tre anni e gli ultimi mesi.
s.c.
Vessazione o
demansionamento o
privazione dei compiti
Vessazioni
Percentuale di lavoratori dai ann
tipologie di disagio nel corso della vita
Caratteristiche
vittima
Demansion
o privazio
comp
Vessazioni
Maschi
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Femmine
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-
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Diploma
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Licenzia media
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Licenza elementare
o nessun titolo
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sul posto
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O vessazione o
demansionamento o
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Sia demansionamento
che privazione compiti
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Demansionamento o
privazione compiti
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Ricerche
09-15 ottobre 2010
21
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Femmine
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Demansionamento o
privazione dei compiti
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situazioni di disagio
ni in su che hanno subito le diverse
a divise per sesso, età e titolo di studio
namento
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Sia vessazioni che
O vessazioni o
demansionamento o
demansionamento o
privazione dei compiti privazione dei compiti
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C’è il nuovo manager
e sono dolori per tutti
A
seguenze sei disagi subiti
o di lavoro
ͬͪǡͰ
Maschi
Femmine
L’avvento di nuova dirigenza segnalata come prima causa di conflitti
ͩͪ
lle vittime del disagio in ambito
lavorativo è stato chiesto quali
fossero, secondo loro, le cause delle
vessazioni o del demansionamento
subito, se questo avesse origine dalle
dinamiche legate al lavoro, all’azienda
o al datore di lavoro, se si trattasse di
una conseguenza del proprio modo di
lavorare, se potesse essere imputato
al rapporto con i colleghi o piuttosto a
cause personali.
La causa più frequentemente citata
risulta il rinnovo aziendale e l’avvento
di una nuova dirigenza ( , %), seguita
dallo stile autoritario del capo ( , %) e
dalla gelosia per il lavoro da parte dei
colleghi ( , %). A seguire la riduzione
del personale ( , %), l’alta competitività ( , %), la diversità nel modo di
intendere il lavoro ( , %), la precarietà
della situazione lavorativa ( , %) e il fatto di non essere allineati con la politica aziendale ( , %). L’analisi per tipo di
disagio mostra come, tra chi ha subito
azioni persecutorie, i casi più frequentemente riportati abbiano a che fare
con lo stile autoritario del capo ( , %)
e la gelosia per il proprio lavoro e le
proprie capacità ( , %). Per chi ha subito demansionamento e privazione di
compiti risultano, invece, più evidenti
le motivazioni legate al rinnovo aziendale e alla nuova dirigenza ( , %),
la riduzione del personale ( , %) e il
non essere allineati con le modalità di
lavoro del capo ( , %). Maggiore enfasi sulla problematica della precarietà
è posta dai lavoratori più giovani e da
quelli del Sud.
Le motivazioni legate alla sfera personale, invece, vengono invocate di
meno. Tra le ragioni più segnalate risultano l’invidia e l’antipatia ( , %),
la diversità di carattere e la cattiveria
per divertimento ( , %), ancora più
frequentemente segnalate dalle vittime delle persecuzioni e vessazioni
( , %). Le donne denunciano la presenza di pregiudizi nei loro confronti
in quanto donne nel , % dei casi. I
motivi politici sono segnalati, in media,
nel , % dei casi, di più dagli uomini.
La problematica della differenza per
età viene indicata complessivamente più dai giovani che dagli anziani.
Alle vittime è stato inoltre chiesto quali
fossero le conseguenze di questa esperienza, distinguendo tra quelle inerenti
la salute fisica e psicologica, la vita di
relazione, le conseguenze economiche
e lavorative. Il , % non ha avuto conseguenze, ma tra chi le ha avute emergono la rabbia ( , %) e il nervosismo,
gli attacchi d’ansia ( , %) e la depressione ( , %), le perdite economiche
( , %) e il disinvestimento sul lavoro
(più del %).
Ci sono anche disturbi fisici quali la
gastrite ( , %), il mal di testa ( , %), il
mal di cuore ( , %) e disturbi inerenti la
capacità di gestire serenamente la vita
quotidiana (insonnia, apatia, capogiri).
Inoltre, le conseguenze non risparmiano neanche la sfera delle relazioni, che
rappresenta proprio uno degli ambiti
presi di mira nella vita lavorativa della
vittima. A causa delle continue vessazioni e del demansionamento l’individuo è intrattabile in ambito familiare e
amicale e ha litigi frequenti per via del
suo nervosismo ( , %).
I danni subiti sulla salute sono segnalati maggiormente dalle donne, mentre le conseguenze rispetto al modo di
lavorare sono avvertite più dai colleghi
uomini. Le differenze tra i due generi
si annullano, invece, per i danni che
riguardano la sfera economica (perdita o diminuzione dello stipendio e costose spese mediche specialistiche). A
completare il quadro delle conseguenze è stato chiesto alle vittime quale
esito avessero le continue vessazioni
e le situazioni di demansionamento e
privazione dei compiti. Solo in un caso
su quattro dei casi gli episodi si sono
conclusi senza interventi particolari,
mentre il , % dei lavoratori viene ancora vittimizzato ( , % di chi subisce
vessazioni).
Nel , % dei casi la vittima si è dimessa ( , % per i demansionati o privati
dei compiti), nel , % è stata licenziata ( , % per i demansionati) e al , %
delle vittime non è stato rinnovato il
contratto. Nell’ % circa dei casi c’è stato un trasferimento o una richiesta di
trasferimento ad un altro ufficio; infine,
nel , % dei casi gli autori non lavorano più con le vittime. A dimettersi sono
soprattutto le donne ( , % contro il
, % dei colleghi maschi). La quota dei
licenziati, invece, è uguale tra i due sessi. Per il , % dei maschi gli episodi di
vittimizzazione si sono conclusi senza
particolari motivi, evento segnalato dal
, % delle femmine.
s.c.
Le “azioni”
Processi
Spesso soli
contro
le angherie
Solo il 3%
finisce
in un’aula
I
R
l , % delle vittime ha confidato a qualcuno le azioni
subite sul luogo di lavoro. La
maggior parte si è confrontata
con i colleghi, ma più del %
ha coinvolto i superiori (il , %
nel caso di atteggiamenti vessatori). Il % si è rivolto al sindacato, lo , % al comitato per
le pari opportunità.
È stato domandato alle vittime se fuori dall’ambito lavorativo si fossero rivolte a determinate figure professionali
(medico curante, psicologo
del lavoro, avvocato, medico o
psicologo della ASL, neurologo, psichiatra o figura simile),
particolarmente rilevanti anche nell’ottica futura di creare
delle prove giudiziali, ma solo
una piccola quota delle vittime
si è rivolta a queste figure. Il
, % si è recata da un avvocato, il , % al proprio medico curante, il , % ad uno psicologo
privato, il % ad uno psicologo
del lavoro, l’ % ad un medico
specialista (neurologo, psichiatra), lo , % ad un medico o uno psicologo della ASL,
mentre l’ , % non ha contattato alcuna di queste figure.
s.c.
isulta interessate anche
analizzare, scoprire e
capire se e come queste
storie si concludono. Perché se lo scopo di rivolgersi
a professionalità come avvocati, dottori, specialisti,
neurologi, psichiatri, psicologi oltre che farsi curare,
è quello di intentare una
causa e quindi farsi carico
dell’onere della prova, il
dato citato risulta perfettamente coerente con
la ridottissima diffusione
dell’abitudine a ricorrere in
giudizio per questi motivi.
Infatti, a seguito delle persecuzioni, delle vessazioni e
dei demansionamenti subiti
soltanto nel , % delle volte vi è stato un processo, il
cui esito è ancora pendente
nel , % dei casi. Tra quelli conclusi, invece, il , %
delle vittime hanno avuto
ragione. In particolar modo,
il , % di coloro che hanno
vinto la causa sono state
risarcite e il , % è stata
reintegrata o reinserita nel
lavoro.
s.c.
22
09-15 ottobre 2010
Turismo
I web-vacanzieri che comprano on line
Secondo l’indagine di Netcomm e Contact Lab, l’83%
degli italiani che ha utilizzato Internet per organizzare
la vacanza ha anche effettuato acquisti sulla Rete
%
Indagine – Nel 2010 l’88% degli italiani ha organizzato il viaggio su Internet
La vacanza con un clic
per 9 su 10 è “fai da te”
U
na volta era tutta un’altra storia.
Ricordate quella famosa pubblicità dell’Alpitour il cui slogan
divenne un originalissimo tormentone?
Non ne avevamo dubbi. Il messaggio
che abbiamo percepito per anni da
quella propaganda televisiva è sempre
stato chiaro, diretto. Senza l’agenzia di
viaggi sono guai. Perché fino a qualche
anno fa, organizzare una vacanza fai da
te era tutt’altro che semplice. Ma oggi
pare proprio che qualcosa sia cambiato.
O meglio, che qualche nuova tendenza
abbia modificato il comportamento dei
vacanzieri. A cosa ci riferiamo? All’utilizzo del web. Basta un computer, una
connessione a Internet ed il gioco è
fatto. Numerosi motori di ricerca sono
pronti ad offrirci la migliore soluzione
qualità-prezzo per il nostro soggiorno in
Italia, in Europa, fuori dai nostri confini.
Prenotare un volo non è mai stato così semplice. Trovare un appartamento,
un villaggio o magari un hotel è ormai
a portata di mouse. Ad illuminarci su
queste nuove tendenze è stata un’indagine condotta a braccetto da Netcomm
(Consorzio del Commercio Elettronico
Italiano) e Contact Lab (azienda italiana
leader nell’offerta di direct marketing
digitale).
Vacanze a tutto web
L’indagine, realizzata sulla base di
oltre mila questionari somministrati
nel mese di settembre, svela un utente
che è diventato agente di viaggio di se
stesso. Chi acquista on-line, non cerca
solo il risparmio ma organizza il viaggio
in tutti i suoi dettagli, prenotando escursioni, ristoranti ed ingressi nei musei. E
poi, dopo il ritorno a casa, si condivide
l’esperienza vissuta nei blog, attraverso
foto e recensioni. Emerge un utilizzo del
web anche in chiave in info-commerce,
soprattutto fra chi non è ancora abituato ad acquistare su Internet perché diffidente o magari solo poco pratico della
rete. Ma non solo. Una decisa propensione alla multicanalità ed una tenden-
Al secondo posto gli alberghi
I
Acquisti on line
il 52% per i voli
l vero boom di visite on-line lo hanno
registrato i siti delle compagnie aeree. Con il % delle preferenze, il dato
più interessante rivelato dall’indagine
svolta sul campione di mila interviste
a risposta multipla è proprio questo.
Stesso discorso per il soggiorno. Con
il % delle preferenze, infatti, anche i
siti degli Hotel hanno avuto un ottimo
riscontro. In questa speciale classifica,
però, non mancano i siti delle località
da visitare, che guadagnano la terza
piazza col % delle preferenze.
Scorrendo il dito verso il basso, scopriamo inoltre che tutte le agenzie di
viaggi on-line sono state lungimiranti
investendo risorse nella rete, essendo
fonte di ispirazione per il % dei nostri
connazionali. Segno evidente del fatto che aver già fatto acquisti on-line in
passato porti gli utenti a sfruttare le
potenzialità di Internet in misura molto
completa e sofisticata.
a.s.
Foto Ingus_fotolia
za a destagionalizzare le vacanze completa il quadro generale descritto nel
Consumer Behaviour Report
, una
ricerca sui comportamenti degli utenti
rispetto al settore del turismo on-line.
Studio e percentuali
Il
% degli intervistati è andato in
vacanza nel
. Solo l’ % è rimasto in
città a fare i conti con lo spettro della crisi economica. Perché a questo punto ci
chiediamo: esiste davvero una situazione di crisi? Sorprende inoltre la percentuale di quanti hanno utilizzato Internet
per organizzare il proprio soggiorno di
relax. Si tratta dell’ % del totale, a fronte di un % che ha preferito rivolgersi
all’agenzia di fiducia per non fare un buco nell’acqua. Di questa parte, l’ % ha
effettuato acquisti on-line, dimostrandosi quantomeno pratico della rete. Tra
gli acquisti effettuati attraverso il web,
il % ha prenotato un viaggio o parte di
esso almeno una volta, il % fino a tre
volte e il % regolarmente più di quattro
volte nel corso dell’anno. Considerando
invece l’ultimo biennio, l’ % degli utenti non ha rinunciato ad almeno una
vacanza. Il % degli acquirenti on-line,
peraltro, è andato in vacanza nell’estate
che si siamo appena lasciati alle spalle.
La ricerca on-line
Generalmente, chi prenota un viaggio
su Internet cerca prima il posto e poi
l’offerta conveniente nel % dei casi.
Informarsi sui trasporti, gli alberghi e
tutto ciò che concerne la logistica viene
subito dietro ( %). Il % degli utenti, invece, punta sul divertimento, la gastronomia e le location più suggestive. Solo
il % dei vacanzieri fai da te cerca nuove
idee e stimoli per la prossima meta da
raggiungere. Risulta molto interessante, infine, il dato secondo cui la ricerca
esclusiva dell’offerta conveniente si posizioni verso il fondo della graduatoria
con il % delle preferenze.
ALESSANDRO SCHIRONE
La maggioranza salda sul Web
“Prenotazione?
No, pago tutto”
C
onsiderando separatamente il
mondo di chi acquista (saldo completamente on-line) e di chi prenota
(saldo off-line), vi è una buona maggioranza che ha deciso di acquistare,
pagando completamente on-line, tutta la sua vacanza ( %). Ma esiste una
parte consistente ( %) che, invece, ha
scelto di saldare parte del costo della
vacanza in agenzia o sul posto, utilizzando il web solo per la prenotazione.
Dopo una flessione, nel
L’utente che acquista i viaggi direttamente on-line si dimostra più evoluto di quello che si limita a prenotarli per poi saldare il conto in agenzia.
Il primo, infatti, nel % dei casi acquista su Internet tutte le componenti della sua vacanza (volo, albergo, autonoleggio), e solo nel % dei
casi si ferma all’acquisto di una sola
componente.
a.s.
previsto + %
Mercato e-commerce
il turismo vale la metà
O
n-line è più facile confrontare i prezzi dell’offerta, si ha la possibilità di essere più autonomi e indipendenti. Ma si trovano pure i prezzi
più vantaggiosi, si risparmia tempo prezioso, e
la varietà di scelta è davvero ampia. Insomma,
scegliere e prenotare una vacanza su Internet è
diventato un autentico stile di vita per gran parte degli italiani. Lo dimostrano i numeri diffusi da
Netcomm e Contact Lab nel Cosumer Behaviour
Report
su web, viaggi e vacanze. Il settore
del turismo on-line pesa per il % sul totale dell’ecommerce. E si stima che a fine
, secondo
l’Osservatorio del Consorzio Italiano Commercio
Elettronico, il fatturato del comparto turismo online aumenterà del % rispetto al
, anno in
cui si era registrata una flessione del %.
“Oltre all’acquisto – ha spiegato il presidente
di Netcomm, Roberto Liscia – si osserva una tendenza sempre più marcata alla condivisione delle
proprie esperienze. La vacanza viene decisa, costruita, organizzata on-line e poi raccontata agli
amici sempre sulla rete con commenti e immagini”. Anche per questo il web è diventato uno
strumento fondamentale nel processo di sviluppo relativo al settore turistico.
a.s.
Turismo
Foto Yurok Aleksandrovich_fotolia
09-15 ottobre 2010
23
Intervista – Annalisa Salomone, responsabile de “I Viaggi di Salomone”
“Ma al Sud l’agenzia tiene
da noi proposte affidabili”
“La gente cerca ancora il consiglio dell’agente,
soprattutto per il lungo raggio. E poi sa
che sappiamo intervenire in caso
di mancata prestazione del tour operator”
I criteri di scelta
Fenomeno in ascesa
Per orientarsi
anche
riviste e amici
E al ritorno
tutti sui siti
a recensire
N
on si effettuano solo ricerche on-line
per trarre spunti interessanti relativi alla
scelta della propria vacanza. Dal Consumer
Behaviour Report
, infatti, si evince che
le altre fonti d’informazione prese in considerazione dagli utenti per definire il proprio
soggiorno di relax sono soprattutto libri e
riviste. Dai questionari a risposta multipla
presi in esame, questa categoria emerge nel
% dei casi, seguita dai consigli di amici e
familiari ( %), che risulta uno dei principali
canali off-line.
La consultazione dei depliant informativi,
invece, guadagna il terzo posto di questa
graduatoria con
preferenze su
. L’agenzia di viaggi è sempre garanzia di serietà
e funzionalità per il % degli utenti intervistati, di cui il % depone fiducia incondizionata nel proprio consulente di filiale. L’opinione di colleghi e altri conoscenti, invece,
risulta determinante nella scelta del proprio
viaggio per il % dei vacanzieri. Tutte le altre
categorie non hanno un peso considerevole, basti pensare che la visione di programmi televisivi sulle vacanze incide per il %,
mentre affidarsi a pianificazione e ricerche
effettuate da altri è determinante solo volte su
.
Il quadro finale che ne viene fuori è dunque piuttosto delineato. Se un utente non
ricorre all’utilizzo del web per progettare
la propria vacanza, si riferisce senza dubbio
ai canali tradizionali rappresentati principalmente da agenzie, consulenti e riviste specializzate nel settore.
a.s.
Inversione – Per il
P
ianificare una vacanza è una prassi dalle mille opportunità. Ma volendo focalizzare con
precisione il momento in cui decidiamo di prenotarla, scopriamo un dato molto interessante.
Secondo il sondaggio condotto dal Consorzio
del Commercio Elettronico Italiano, infatti, il
% degli intervistati decide il proprio viaggio in
maniera tradizionale più di due mesi prima della
partenza.
Considerando la booking window, ovvero la
finestra di tempo fra il momento della prenotazione/acquisto e la partenza, emerge inoltre
come un buon % si ferma ad un mese prima.
Resta un consistente %, meno, che aspetta le
ultime due settimane per definire ogni dettaglio
del proprio soggiorno.
Ma la vera sorpresa dell’indagine è relativa al
post-vacanza. Al ritorno dal viaggio, infatti, gli
acquirenti on-line dedicano all’uso del web la
maggior parte della loro attenzione ( %), prolungando così, mediante la pubblicazione di recensioni, immagini e testimonianze, l’esperienza della propria vacanza. E questa prassi risulta
essere diffusa anche fra chi ( %) non ha fatto
uso di Internet per trascorrere altrove le meritate ferie.
Il motivo principale per il quale questa percentuale di vacanzieri non ha fatto ricorso al
web nel
è il fatto di non avvertirne la necessità ( %). Il % dei rispondenti ha addotto
altre motivazioni: fra queste, oltre un terzo riguardano la preferenza per la propria agenzia
di fiducia. Il % sostiene, invece, che non è abituato ad utilizzare lo strumento informatico a
fronte di una percentuale irrisoria ( %) che non
ritiene Internet utile per organizzare le vacanze.
a.s.
% è la stagione ideale
Boom di ferie d’autunno
meno folla, prezzi bassi
L
e abitudini degli italiani in fatto di vacanze
stanno cambiando. “Addio alla consueta vacanza estiva, considerata sempre più costosa.
Gli italiani preferiscono badare alle tasche ma
non rinunciare al piacere del relax”. Secondo
un’indagine condotta da Expedia e Research
Now, il
% dei nostri connazionali considera
l’autunno la stagione ideale per progettare un
viaggio intelligente, con la possibilità concreta
di risparmiare evitando l’affollamento dei mesi
estivi. Dallo studio emerge che circa il % degli
intervistati congela più di una settimana di ferie
nella speranza di regalarsi un viaggio prima del-
la pausa natalizia evidenziando la propensione a
destagionalizzare le vacanze.
Così i mesi autunnali possono rappresentare
un’occasione imperdibile per riscoprire l’Italia o
volare all’estero. Il sondaggio riporta che il %
della popolazione avverte la necessità di una
nuova pausa dopo un solo mese dal ritorno alla
routine quotidiana, mentre il % degli intervistati si sente stanco dopo appena una settimana di
lavoro. L’autunno, così, rappresenta il periodo
migliore per partire con il proprio partner, identificato come compagno di viaggio ideale dal %
a.s.
degli intervistati.
ANNALISA SALOMONE
S
cegliere, prenotare e saldare una vacanza on-line è certamente la nuova frontiera del
business sul web. Ma qualcuno
continua a preferire l’agenzia di
viaggi per tanti altri motivi. Persone di fiducia, infatti, ci consigliano il periodo migliore per
viaggiare, la soluzione più conveniente per le nostre tasche in
relazione alle nostre esigenze.
E soprattutto l’agenzia è in grado di tutelarci qualora qualcosa
andasse storto. Ne abbiamo
parlato con Annalisa Salomone, responsabile dell’omonima
agenzia “I Viaggi di Salomone”
del gruppo Asco, nata nel
ed ubicata presso l’Interporto
Regionale della Puglia a Bari.
Un’indagine realizzata a braccetto da Netcomm e Contact
Lab ha evidenziato la tendenza
diffusa di prenotare la propria
vacanza on-line. Le agenzie di
viaggi ne hanno risentito?
“Sì, ma soprattutto nel Nord
Italia. Qui nel Mezzogiorno, infatti, si cerca ancora il consiglio
dell’agente, soprattutto per i
viaggi a lungo raggio scelti per
celebrare occasioni importanti
come le nozze”.
A quale inconveniente vanno incontro i vacanzieri che diventano agenti di se stessi?
“Innanzitutto bisogna avere
molto tempo libero per scovare nel web le proposte migliori
e più affidabili. Spesso a fare la
differenza è proprio il prezzo,
ma non bisogna dimenticare
che nessuno regala niente e
quando il costo del pacchetto
è molto basso evidentemente il
prodotto peccherà in qualità”.
Esiste una reale convenienza, in termini prettamente economici, prenotando un viaggio
on-line e scavalcando agenzie
e tour-operator?
“A volte la convenienza è
reale: ci sono compagnie aeree che, tramite il proprio sito
Internet, vendono biglietti ad
un prezzo inferiore rispetto
a quello inserito nei terminali
delle agenzie. In taluni casi pe-
rò cambiano le regole tariffarie, ovvero il ticket acquistato
on-line non è rimborsabile in
caso di cancellazione, mentre
quello acquistato in agenzia sì.
Per quanto riguarda gli Hotel,
invece, molte strutture caricano sul web offerte last minute
per riempire gli spazi invenduti.
I tour-operator invece preferiscono ancora puntare sulla vendita tramite filiale, per cui non
abbassano i prezzi sul web”.
Perché, invece, vale la pena
affidarsi all’agenzia?
“Avendo anni di esperienza
certificata alle spalle, la succursale di viaggi tutela il cliente, sa
come muoversi in caso di mancata prestazione da parte del
tour-operator, conosce il sistema di funzionamento della biglietteria aerea e può in brevissimo tempo consigliare la combinazione di volo più semplice
al costo più basso. Rappresenta
un punto di riferimento da poter contattare anche durante il
soggiorno in modo da intervenire tempestivamente e migliorare il servizio in loco”.
Può essere utile, per le agenzie, promuovere se stesse attraverso il web mediante Facebook, Twitter, e social network
vari provando ad abbattere le
distanze con l’utente?
“Sarebbe impensabile oggi
non sfruttare gli strumenti che
il web propone. Noi abbiamo un
sito costantemente aggiornato
con offerte e news, da cui è
possibile prenotare oltre mila
Hotel in tutto il mondo ed effettuare prenotazioni aeree per le
principali compagnie, pagando
on-line con carta di credito. Abbiamo un gruppo su Facebook
che conta oltre
iscritti, per
promuovere mete di viaggio,
scambiarsi opinioni e caricare
le foto delle proprie vacanze.
Ascoltiamo sempre i racconti
dei nostri clienti al ritorno dal
viaggio, per essere aggiornati
sulle strutture, sui luoghi, sulle
escursioni, facendo tesoro della
loro esperienza perfezionando
a.s.
il servizio offerto”.
24
09-15 ottobre 2010
Trasporti
Collegamenti aerei con altre
città europee e
mondiali
Bari punta al mondo
passando per Zurigo
D
a Bari a Zurigo in meno di
due ore. Dal mese scorso è
finalmente operativo il nuovo collegamento aereo che unisce
Italia e Svizzera. Swiss International
Air Lines continua così ad ampliare
l’offerta delle destinazioni internazionali per effetto della proficua collaborazione con la Helvetic Airways.
Con l’introduzione della nuova rotta,
adesso i cittadini pugliesi possono
accedere molto più facilmente a numerose destinazioni in Europa e nel
mondo tramite il network Swiss.
L’intesa con Swiss
International Air Lines apre
verso rotte molto importanti
per tutto il Sud
Da Zurigo in tutto il mondo
La possibilità di raggiungere
città in Europa tra cui Amsterdam,
Atene, Barcellona, Copenaghen, Dublino, Lisbona, Londra, Madrid, Monaco, Parigi, Stoccolma e Vienna toccando Paesi; e ben destinazioni
intercontinentali tra cui Chicago, Los
Angeles, New York, Miami, San Francisco, San Paolo, Dubai, Johannesburg, Bangkok, Tokyo e Shangai in
Paesi, offre dunque una maggiore
disponibilità di posti per i mercati del
Sud Italia a prezzi competitivi e vantaggiosi. E soprattutto la possibilità
di sviluppare interessanti rapporti
economici con numerose località estere dall’Africa al Medio Oriente,
passando per il Nord e Sud dell’America. Oltre al nuovissimo scalo barese, Swiss vola tre volte al giorno da
Firenze e Venezia, quattro da Roma
Fiumicino e sei da Milano Malpensa
dimostrandosi un Gruppo ben radicato nel mercato italiano dove continua ad investire migliorando costantemente il servizio offerto.
Il nuovo volo da Bari
L’operativo giornaliero parte
dall’aeroporto “Karol Wojtyla” alle
. con arrivo all’hub di Zurigo alle
. e riparte alle
con atterraggio a Bari alle .
utilizzando un
aeromobile Fokker
di Helvetic
Airways. Il servizio tra Bari e Zurigo,
inoltre, offre ai passeggeri in transito
comode e veloci coincidenze, in una
struttura moderna e funzionale, con
percorsi brevi e chiaramente identificati. Basti pensare che lo splendido
aeroporto svizzero è il primo in Europa da cinque anni a questa parte
come miglior centro di scambio continentale. Non bisogna dimenticare, infatti, che la stretta sinergia tra
Swiss e Lufthansa permette di raggiungere numerose altre destinazioni utilizzando le coincidenze fornite
La più fitta rete mondiale
dalla compagnia elvetica via Zurigo e
da quella tedesca via Monaco di Baviera o Milano Malpensa, per effetto
del variegato tariffario pubblico compatibile con numerose destinazioni
europee ed intercontinentali.
Il centro cittadino
ALESSANDRO SCHIRONE
Panorama, gallerie e musei
Mezzi pubblici Il turista sempre
che efficienza! più “coccolato”
Z
urigo costituisce un hub internazionale di altissimo livello non solo per l’efficienza del
suo straordinario aeroporto, ma
anche a causa della posizione geografica della città collocata nel
cuore dell’Europa. Questa ubicazione strategicamente perfetta,
infatti, le permette di sviluppare
rapporti economici da un capo
all’altro del pianeta. La superficie totale della città è di
km
quadrati, suddivisa in quartieri
e tagliata da uno splendido lago
lungo km, largo fino a km e
profondo fino a
metri.
Trasporti e mezzi
pubblici
L’aeroporto di Zurigo è collegato direttamente a oltre
destinazioni e si trova a soli dieci minuti dal centro della città.
La stazione centrale della città
elvetica, invece, è collegata
da treni Intercity con diverse
mete escursionistiche svizzere e numerose città europee,
con partenze ogni mezz’ora.
È da sottolineare che Zurigo
vanta la più fitta rete di mezzi
pubblici urbani al mondo. Pur
non essendo dotato di metropolitana sotterranea come le
più grandi metropoli mondiali,
il fiore all’occhiello della città
è costituito dalla S-Bahn, una
metro di superficie che viaggia
dai quindici ai trenta minuti nella Regione di Zurigo, bus e tram
a intervalli di pochissimi minuti.
La qualità della vita
Pur essendo una città climaticamente fredda (durante l’inverno la temperatura scende
fino a - ° C, mentre in estate
tocca al massimo i ° C), Zurigo è il più grande agglomerato urbano della Svizzera con
mila abitanti. Dal
al
, la città elvetica ha vinto
per sette volte di fila il premio
Mercer per la migliore qualità
di vita al mondo. Il prestigioso
riconoscimento viene assegnato considerando i criteri di sicurezza, pulizia, offerta culturale,
gastronomia e aree ricreative.
Alloggi nella regione
Sono circa
gli Hotel dislocati nella Regione di Zurigo,
considerando qualsiasi tipologia di residenza in relazione alle
diverse possibilità economiche.
Nel panorama internazionale,
gli alberghi della città vantano
uno standard talmente elevato
che un modesto tre stelle potrebbe essere paragonato senza dubbio ad un cinque stelle
italiano. Risale al
il record
di pernottamenti nel Cantone
di Zurigo con ,
milioni di
a.s.
stanze affittate.
Z
urigo offre davvero uno straordinario ventaglio di opportunità per il turista. Volendo tracciare brevemente le tappe da
non perdere per una passeggiata in città, non possiamo fare a
meno di citare la via dello shopping Bahnhofstrasse ed il quartiere multiculturale di Niederdorf. Molto caratteristici, inoltre,
sono i negozietti che animano il quartiere Schipfe, senza parlare poi delle splendide vie lungo i fiumi Limmat e Sihil, sul lago di
Zurigo, nella Langstrasse e lungo lo Schanzengraben.
Panorama mozzafiato
Per ammirare un imperdibile scorcio della città elvetica dall’alto, non bisogna spostare lo sguardo fuori dal finestrino dell’aereo prima dell’atterraggio a Zurigo. Basta fare una breve escursione sulla montagna cittadina di Uetliberg, che offre una vista
spettacolare da fotografare assolutamente. Sicuramente meno
impegnativa è la visita del Lindendhof nel centro storico, quella
del Polyterrasse e del Burkliterrasse sul lago. La torre di Carlo,
detta Karlsturm, che si sviluppa nei pressi della chiesa Grossmunster, è un monumento architettonico di assoluto valore. Per trascorrere qualche ora con la testa fra le nuvole, invece, è consigliata una visita all’osservatorio astronomico Sternwarte Urania.
Gallerie d’arte e musei
Una delle caratteristiche principali della grande città svizzera
è la densità delle gallerie d’arte, che lungo la “Via dell’arte”, la
Ramistrasse, susseguono a pochi metri l’una dall’altra, mentre
nell’ex area della Lowenbrau convivono persino porta a porta.
Oltre alle numerose e rinomate gallerie, Zurigo ospita anche le
filiali d’asta Christie’s e Sotheby’s. La città conta qualcosa come
musei, di cui dedicati esclusivamente all’arte. Il Kunsthaus,
museo di arti figurative, ospita ricche collezioni di dipinti, sculture, foto e video, oltre ad un’ampia collezione delle opere di Alberto Giacometti. Da non perdere anche il Museo Rietberg, uno
dei centri principali per l’arte extraeuropea. A pochi passi dalla
stazione centrale, inoltre, è possibile visitare il Museo Nazionale
Svizzero (Schweizerisches Landesmuseum) che conserva la più
a.s.
vasta collezione storico-culturale dell’intero Paese.
Trasporti
09-15 ottobre 2010
25
Alla scoperta di una capitale europea elegante e ricca di fascino
C’è un ristorante
ogni 180 abitanti
S
L’aeroporto di Zurigo
i chiama “Lädele”, e per gli abitanti di
Zurigo indica il piacere di fare shopping, una passione che in città non conosce limiti nonostante i prezzi davvero
molto elevati. Ovviamente tutto è commisurato al costo della vita e agli stipendi
di impiegati e liberi professionisti, che noi
possiamo soltanto invidiare. Basti pensare
che, al primo contratto, un giovane può
firmare un accordo da circa mila
euro al mese e dopo vent’anni di servizio può
sfiorare i mila euro ogni trenta giorni.
Il mondo del lavoro
Si tratta quasi esclusivamente di impieghi nel mondo del business bancario e
degli istituti di credito, che si trovano davvero ovunque in città. Ma volendo cercare
un impiego nell’ambito della sanità (ausiliari, fisioterapisti ed infermieri) o nella
gastronomia (camerieri, chef e cuochi) è
perfino più semplice siglare un accordo di
lavoro anche senza significative esperienze alle spalle. E gli emolumenti mensili sono senza dubbio di tutto rispetto.
Shopping senza limiti
Una veduta dall’alto di Zurigo
È così semplice guadagnare grosse cifre
a Zurigo, che in qualche modo vanno pure
spese. Ogni quartiere offre un’atmosfera
del tutto peculiare per fare shopping. Alla
fama della città, per esempio, ha contribuito in maniera decisiva la Bahnhofstrasse,
l’indirizzo principale per gli amanti del lusso. Qui è possibile trovare gioielli e orologi di lusso per tutti i gusti.
Dal ottobre
Picasso
torna
in mostra
D
Il Museo Kunsthaus
Un tipico negozio di cioccolata
al ottobre al
gennaio, a Zurigo avrà luogo un evento unico per il
panorama artistico europeo. Il Kunsthaus Zurich si dedica alla prima mostra mai
allestita da Pablo Picasso in
un museo. Nel
fu egli
stesso a curare, all’interno
dello splendido museo, la
disposizione delle opere in
loco. Dai periodi rosa e blu,
passando per la fase cubista e neoclassica, fino alle
creazioni surrealistiche.
L’esposizione di quest’anno vanta
opere originali
provenienti dalle collezioni
internazionali più famose.
Per incentivare i turisti a
visitarla, Zurigo Turismo ha
stretto una collaborazione
con il Kunsthaus proponendo un pacchetto (essendo
prevendita ufficiale) a prezzi molto vantaggiosi con
la possibilità di pagare in
un’unica soluzione i biglietti della mostra ed il pernottamento in uno dei Hotel
convenzionati.
Ulteriori informazioni sul
sito www.zuerich.com/picasso.
a.s.
Il mondo del lavoro
richiede infermieri,
fisioterapisti,
camerieri e chef.
I veri professionisti
non hanno
difficoltà a trovare
occupazione con
stipendi di tutto
rispetto
Gastronomia creativa
Le idee più creative vengono trasformate in capolavori dell’arte culinaria. Ogni quartiere, in città, possiede i suoi clou
gastronomici passando dall’osteria all’interno di una cantina del centro storico,
al tipico Zurcher Geschnetzeltes (spezzatino alla zurighese) in una caratteristica
Zunfthaus, una casa delle corporazioni.
Ma non è tutto. È possibile, infatti, assaporare i piatti tipici della cucina svizzera
anche dietro le mura delle fabbriche, nella
vecchia zona industriale, o magari sui tetti
di Zurigo. Non manca la cucina raffinata,
da gustare immersi nel verde. Insomma,
ce n’è davvero per tutti i gusti. A Zurigo,
infatti, i locali sono tanto numerosi quanto variegati. Basti pensare che in media si
trova un ristorante ogni
abitanti.
La vita notturna
Zurigo vanta la più alta concentrazione
di locali di tutta la Svizzera. E non è mai
troppo tardi per entrare in uno di essi,
aperti fino a tarda ora nei luoghi più caratteristici della città. Si passa dal party a
ritmo di house-music nel leggendario Kaufleuten, al meglio degli anni Ottanta nel
locale più vecchio della città, il Mascotte.
Durante i mesi caldi, invece, a Zurigo il divertimento si sposta anche per le strade,
dove di giorno è possibile fare il bagno e
prendere il sole, mentre di notte si balla
all’aperto. I locali del quartiere di tendenza Zurich West hanno fatto della città elvetica una metropoli delle feste.
Natale da non perdere
Il breve periodo dell’Avvento è colmo di
eventi straordinari: le note dei concerti si
fondono col profumo degli innumerevoli
prodotti esposti nei mercatini di Natale a
Zurigo. Concerti, rappresentazioni teatrali natalizie, variopinti fuochi d’artificio a
Capodanno rendono la città un luogo incantato. E spesso la neve, facile da trovare
in questo periodo, completa l’atmosfera
come nelle più belle favole.
a.s.
Il presidente della Helvetic Airways non ha dubbi
“La Puglia è adesso
meta per gli svizzeri”
I
l nuovo collegamento tra Bari
e Zurigo rappresenta una tappa importante per lo sviluppo
economico del comparto turistico pugliese perché dovrebbe garantire, dalla Svizzera, un
flusso in entrata nelle stagioni
più calde. Ne abbiamo parlato
col presidente della Helvetic
Airways, Leonardo De Luca, imprenditore di origini italiane.
“Un primo bilancio? Credo
sia prematuro, ma stiamo osservando un trend in crescita
nonostante la rotta sia attiva
da poco più di un mese. Nel corso di questa fase di marketing,
però, le prenotazioni hanno
certamente superato le nostre
aspettative e sono certo che
molti svizzeri, la prossima estate, sceglieranno la Puglia come
destinazione per trascorrere le
proprie vacanze”.
L’aeroporto di Zurigo è fra i
più funzionali d’Europa. Quali sono le sue caratteristiche
principali?
“In effetti è stato votato
dagli uomini d’affari come la
prima aerostazione in Europa
negli ultimi cinque anni. Credo,
in fondo, che questo prestigioso riconoscimento sia davvero
meritato, in quanto nell’hub
per scegliere la nostra compagnia è senza dubbio di natura
economica, perché manteniamo
basse le tariffe per consentire
a tutti di volare a prezzi molto
vantaggiosi. Mi preme inoltre
sottolineare la percentuale di
bagagli smarriti, talmente bassa
da essere emarginata dietro la
virgola dello zero”.
LEONARDO DE LUCA
svizzero è possibile fare scalo
e ripartire verso altre località
internazionali in brevissimo
tempo. Basti pensare che se un
pugliese volesse raggiungere
New York, Tokyo o Singapore
imbarcandosi da Bari, potrebbe effettuare il collegamento in
circa mezz’ora”.
Per quale motivo un cittadino pugliese deve scegliere lo
scalo di Zurigo per raggiungere altre località?
“Innanzi tutto per la qualità
del servizio offerto dalla Helvetic. I nostri aerei sono moderni e
confortevoli, dotati delle migliori tecnologie. Per non parlare poi
della puntualità, su cui puntiamo costantemente per mettere
il passeggero nelle condizioni di
viaggio ideali. Un altro motivo
Perché la Helvetic ha deciso di
creare un collegamento con Bari
subito dopo le ottime esperienze di Milano, Roma e Venezia?
“La Puglia conosce la nostra
compagnia già da cinque anni,
in quanto Brindisi è stato uno
scalo importante per un discorso più precisamente turistico.
Ma da quando l’Alitalia è tecnicamente fallita, abbiamo capito
che si presentava l’opportunità
di entrare da protagonisti nel
mercato pugliese sfruttando
il vuoto lasciato anche da Air
One e My Air. La scelta dello
scalo è ricaduta su Bari in quanto capoluogo regionale, centro
nevralgico dei trasporti. Con
il volo al mattino, un pugliese
può raggiungere Zurigo ad un
orario che gli permette di collegarsi con ogni parte del mondo
senza dover fare i conti con ina.s.
terminabili attese”.
26
09-15 ottobre 2010
Media
Da novembre anche La7 con la nuova tecnologia
Sky e Mediaset
la guerra ora
è a colpi di 3D
I
l mese di ottobre passerà alla storia per l’inizio di una nuova rivoluzione televisiva. E, ancora una volta, i due “contendenti” sono Sky
e Mediaset Premium, che hanno annunciato con
(inevitabile ma anche giustificata) enfasi l’avvio
delle trasmissioni in d. Anche altre emittenti si
muovono nella stessa direzione.
MEDIASET PREMIUM
Dal punto di vista temporale l’ha spuntata il
network del digitale terrestre che, a partire da
venerdì ° ottobre, sta mandando in onda con la
comoda modalità on demand (il film parte quando vuoi tu) titoli in versione tridimensionale (il
primo è stato La leggenda di Beowulf del grande
regista Robert Zemeckis, a cui seguono Final Destination, The Hole, Harry Potter e i Doni della Morte, Il Richiamo della Foresta, La Vendetta di Kitty,
San Valentino di Sangue, Viaggio al Centro della
Terra, Coraline, Scontro tra Titani). Per vederli è
necessario essere dotati di una tv D e di un normale decoder Premium On Demand HD che, oltre
al segnale in alta definizione, è anche abilitato a
ricevere quello in tre dimensioni. Quest’apparecchio, disponibile in tutti i negozi di elettronica e
nei centri commerciali, consente la ricezione digitale terrestre di tutti i normali canali tv e in più
contiene una lista sempre aggiornata di film e
serie tv visibili i qualsiasi momento anche in alta
definizione.
SKY
La tv satellitare, però, ha “vinto” la sfida riguardante la trasmissione in diretta di un evento in D.
Si tratta della Ryder Cup di Golf, le cui giornate
conclusive, domenica e lunedì scorsi (per la cronaca l’Europa ha battuto gli Usa , - , ), è stata
proposta con una nuova modalità di visione per
tutti gli abbonati al pacchetto Sport con decoder
MySkyHd o SkyHd e in possesso di un televisore
D e degli appositi occhiali. I numeri e gli strumenti utilizzati parlano chiaro: telecamere e tutte le
riprese in Full HD, per la trasmissione in Alta Definizione,
telecamere cablate, radio camere
(ossia senza cavo), una Super Slomo (telecamera
che permette di registrare un segnale ad una velocità tripla delle tradizionali Hd: questo permette
di rivedere a rallentatore, con una fluidità molto
maggiore, le sequenze registrate), una telecamera montata su un supporto speciale, il Jimmy Jib,
che consente un maggior movimento in verticale,
una Steady Cam (supporto speciale per riprese in
movimento ancorato con uno speciale corpetto
ad un operatore che comanda la telecamera, il
quale ha un’abilitazione particolare e una struttura fisica adeguata in quanto l’attrezzatura che indossa ha un peso di - kg), un dirigibile con u-
na Wescam, speciale telecamera giro-stabilizzata,
posizionata sotto il dirigibile ed azionata dall’interno da un operatore. Il segnale è stato trasmesso via radio, in HD, verso la regia che coordina la
trasmissione.
i chilometri di cavi “stesi” per il
passaggio del segnale video a cui si aggiungono
chilometri di fibra per il segnale audio. Per Sky
un impegno importante: ogni trasmissione D
che verrà realizzata avrà una produzione dedicata con telecamere, staff della produzione e della
messa in onda, talent e commentatori.
“La scelta di investire costantemente in innovazione è uno dei pilastri su cui poggia il successo
di Sky – ha dichiarato Tom Mockridge, amministratore delegato di Sky Italia – e il D, a cui peraltro già più della metà dei nostri abbonati potrà
accedere dotandosi semplicemente di un televisore D, è un altro grande passo avanti per offrire sempre il meglio della programmazione con
tecnologie che esaltano l’esperienza televisiva. È
inoltre motivo di grande orgoglio per Sky poter
aggiungere un tassello così importante nella storia della televisione italiana, soprattutto perché il
D rappresenta una grande occasione per stimolare la crescita economica e l’industria culturale
di questo paese e per creare nuove professioni e
nuovi posti di lavoro”.
LA7
Anche il gruppo Telecom con La si sta muovendo sul fronte delle trasmissioni tridimensionali. Verranno messi in onda i “test match”
della nazionale italiana di rugby, a partire dal
novembre. E saranno le prime trasmissioni gratuite in D, sia sul digitale terrestre che sui canali
via internet, preludio a una programmazione più
completa nei prossimi mesi.
ALTRE TV
Per adesso è lo sport a dominare la scena. Lo
scorso gennaio Sky Uk ha trasmesso in D la partita Arsenal-Manchester United di Premier League
in alcuni pub del Regno Unito. Ad aprile è stato
lanciato il primo vero e proprio canale in D destinato ai locali pubblici (erano un migliaio il giorno dell’inaugurazione i pub abbonati a Sky D in
occasione di Manchester United-Chelsea, giocata
il / per il campionato). Due giorni prima della diretta italiana, il primo ottobre, Sky Uk ha lanciato
il canale D per tutti i propri abbonati. Ma anche
in America la tv si sta aggiornando: alcuni mesi fa
Direct Tv ha avviato il servizio D con un canale di
cinema e con Espn D, il network sportivo che ha
trasmesso incontri dei Campionati del Mondo
di calcio in Sudafrica.
FABIO TRAVERSA
Per televisori tridimensionali
Nel 2014 l’Italia
quinta al mondo
Q
uanti sono gli spettatori potenziali delle nuove trasmissioni? A poter ricevere i programmi tridimensionali sono
milioni e mezzo di ricevitori in alta definizione, il % degli abbonati a Sky, ma il numero scende notevolmente perché, oltre al
decoder, bisogna avere in casa un televisore in grado di riprodurre le immagini tridimensionali.
Il segreto del D sta nei due occhi e nella loro distanza: i nostri occhi sono separati tra loro di circa - centimetri e proprio le due diverse prospettive di visione dell’occhio destro e
dell’occhio sinistro ci permettono di ottenere una visione tridimensionale della realtà, detta anche “stereoscopica”. Capire
come funzionano i nostri occhi è importante in chiave Home
Entertaintment: ogni occhio cattura un’immagine e il nostro
cervello crea un’immagine unica, aggiungendo la componente
mancante che è proprio la profondità. Per il D diventano, allora, necessari dei particolari occhiali proprio perché servono a
mostrare un’immagine distinta che il nostro cervello deve, poi,
elaborare.
I televisori in D, che hanno un pannello molto veloce e un
trasmettitore infrarosso (spesso integrato e visibile) il quale
serve a sincronizzare gli occhialini attivi, sono in commercio da
poco tempo e costituiscono i modelli di punta di tutte le principali case di produzione (Samsung, Sony, Lg, Philips, Panasonic,
Toshiba, JVC). La svolta, cui il cinema ha tirato la volata, non ha
però ancora convinto i telespettatori a una reale corsa al nuovo
apparecchio: i negozi non sono stati presi d’assalto e la vera
attesa è l’abbassarsi dei prezzi sul mercato (che per ora vanno
dai .
ai .
euro, il doppio dei modelli D).
Secondo una recente ricerca di Screen Digest nel
verranno venduti nel mondo circa milioni di televisori D, un dato
destinato a crescere in maniera esponenziale visto che, in base
alle previsioni, nel
saranno milioni gli schermi D acquistati in tutto il mondo. Una cifra che rappresenta oltre il % del
totale degli apparecchi venduti e più del % del totale mercato.
E la stessa ricerca sottolinea che l’Italia sarà nel
il Paese
con la quinta penetrazione (tra il e il %) più alta nel mondo di televisori D dietro a Stati Uniti, Gran Bretagna, Francia
e Giappone.
f.t.
Media
09-15 ottobre 2010
27
Intervista – Daniele Doglio, Economia dei media
“Siamo ancora
a chi la spara
più... grossa”
D
Confronti negli spot
E la pubblicità
è comparativa
L
a battaglia commerciale tra Sky e Mediaset Premium passa
anche attraverso la pubblicità comparativa. È partita la tv
satellitare con una campagna centrata sul tema del “doppio”
(come non ricordare Antonio Cassano magro e in forma smagliante, emblema dell’alta definizione su Sky, e quello appesantito e brufoloso, simbolo del digitale terrestre).
“Solo Sky ti dà dieci canali di cinema in hd tra cui scegliere
ogni sera, Mediaset Premium uno solo. Perché accontentarsi?”,
recitava uno degli spot. Quindi l’ultima pubblicità radiofonica
nella quale Sky elogia i servizi che dà ai propri abbonati e, dopo l’intervento di Fiorello, un’altra voce aggiunge: “Mediaset
Premium no”.
Inevitabile la reazione della concorrenza. In una clip di secondi, programmata sulle Reti Mediaset, ci sono due abbonati
rappresentati in due televisori: il primo alla tv satellitare (che
non viene mai nominata per nome), il secondo a Mediaset Premium, entrambi spinti dalla passione per il calcio. L’abbonato
satellitare pone l’accento sulla possibilità di vedere tutta la Serie A a euro al mese. Il cliente Premium ribatte che lui, spendendo
euro “per sempre”, oltre al “meglio della Serie A”
(cioè squadre anziché ,
partite su
, ndr) si può godere anche la Champions League, l’Europa League e il Mondiale
per Club anche in HD, questi ultimi due non presenti sull’offerta
del concorrente ma che (usando lo slogan di Sky) comunque lui
“è libero di scegliere”.
Non si tratta del primo caso di pubblicità comparativa (su
cui vigilano costantemente l’Istituto per l’autodisciplina pubblicitaria e l’Antitrust). Come non ricordare il braccio di ferro
negli Stati Uniti tra Coca Cola e Pepsi a colpi di testimonial (tra
cui Britney Spears e Christina Aguilera) e gag, anche pesanti.
Nell’ambito dell’acqua minerale è stata Sant’Anna a proporre
una comparazione con etichette rivali, basata sulle performance del residuo fisso e del contenuto di sodio e giudicata
corretta dall’Autorità garante della concorrenza. Nel settore
della telefonia Italia, infine, continua a rimarcare l’abbonamento più conveniente per lo smartphone rispetto a Tim e Vodafone: obiettivo “puntare sulla trasparenza e aiutare il cliente
a districarsi nel mercato delle tlc”.
f.t.
aniele Doglio è docente di
Economia dei Media all’Università Cattolica di Milano e
uno degli opinionisti-esperti di
Tv Talk, il programma di Rai Educational in onda ogni sabato
alle su Rai .
Chi decide se una pubblicità
comparativa è lecita oppure no?
“Per molti anni è stata proibita in Italia. Oggi è consentita
ma è soggetta a particolare attenzione da parte degli organi
di vigilanza ossia l’Istituto di
autodisciplina della pubblicità
e l’Antitrust. In Europa generalmente non si può utilizzare”.
La pubblicità comparativa a
cui sono ricorsi Sky e Mediaset
Premium può davvero influire
sulle scelte dei telespettatori?
“Ritengo che sia un tipo di
pubblicità efficace nella misura
in cui fa riferimento ad un’offerta per certi versi simile a fronte,
però, di prezzi molto diversi”.
Ma è possibile procedere ad
una comparazione oggettiva
tra i due network per quanto
concerne l’offerta calcistica?
“Se non fossimo in un Paese
di tifosi e ‘assatanati’ di calcio direi che non è possibile.
In realtà, considerato che dal
punto di vista quantitativo le
differenze non sono così rilevanti (Sky offre tutta la Serie
A e la Champions, Mediaset
Premium solo le partite di campionato tra squadre che hanno
il maggior numero di fans ma
anche altri tornei internazionali in esclusiva), la comparazione ha un senso”.
Ora ha esordito anche il D
con film proposti da Mediaset
Premium e il primo evento in
diretta (una competizione di
golf) realizzato da Sky. Siamo
pronti a vedere la tv con gli
“occhialini”?
“La mia risposta è ‘no’. In
Inghilterra la proposta del D
DANIELE DOGLIO
“Il 3D
per ora è
marginale,
ma le TV
generaliste
continuano
a perdere
e sarà
sempre
peggio”
si deve a BSkyB, la ‘grande madre’ a cui Sky si ispira, che ha
portato avanti un articolato
progetto e dato vita a un ricco
calendario di eventi tridimensionali, che non si limitano allo
sport ma coinvolgono anche
documentari e news. Questa
spinta si deve alla consapevolezza che il D può dare un vantaggio competitivo abbastanza
importante a chi se ne impos-
sessa. Nel Paese britannico,
poi, la tecnologia D ha fatto
passi da gigante negli ultimi anni e cominciano ad essere
disponibili sul mercato (con un
prevedibile boom di acquisti
a partire da Natale) televisori
con particolari decoder, di sicuro appeal per i tre milioni di
abbonati all’alta definizione.
Una cifra che, invece, in Italia
è notevolmente inferiore e per
ora limiterà la ‘rincorsa’ a questi nuovi modelli di fruizione
televisiva. Possiamo, dunque,
affermare che qui da noi siamo
ancora un po’ al ‘teatro dei burattini’ e a chi la spara più grossa. Ma questo scenario è limitato al presente”.
Questa moltiplicazione di
canali e di modalità di visione come inciderà sugli ascolti delle Reti generaliste? Già
domenica scorsi i contenitori
domenicali di Rai e Mediaset
hanno ottenuto share non superiori al % mentre, sempre
nel pomeriggio, Sky ha raggiunto quasi il % e Mediaset
Premium il , %.
“Di sicuro l’offerta del calcio a pagamento è tra le cause
principali della diminuzione degli ascolti delle generaliste ma
già domenica
agosto, quando il campionato di serie A non
era ancora partito, Sky ha ottenuto durante tutta la giornata
. .
spettatori per uno
share del , %. In Inghilterra
l’offerta satellitare e digitale ha
raggiunto numeri significativi
dal punto di vista degli utenti
e le grandi generaliste sono
passate dall’ % al % degli ascolti complessivi. Lo stesso sta
accadendo in Francia, Spagna
e Germania. La crescita dell’alternativa digitale e satellitare
comporta una scomposizione
del pubblico che sempre più
abbandona – ma non definitivamente – gli storici canali di Rai e
Mediaset”.
f.t.
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2e
3 ottobre
ENTE NAZIONALE
PROTEZIONE ANIMALI
P
Interventi
Fine tuning
09-15 ottobre 2010
29
a cura di Fabio Poli
Marketing e comunicazione – Qualche piccolo segreto su come nascono le strategie aziendali
Brand campioni o campioni del brand?
FRANCESCO TOTTI
C
hi guarda la televisione [e chi non lo fa?] avrà certamente notato che, pochi giorni fa, il capitano della Roma, Francesco Totti,
ha ripreso ad interpretare il suo ruolo da protagonista negli spot di
una nota azienda di telefonia nazionale [Vodafone].
La scelta, da parte della compagnia, rientra nelle politiche di comunicazione tradizionali, per così dire. Legarsi ad un personaggio
noto del mondo dello sport o dello spettacolo per giovarsi del suo
percepito abbinandolo a quello del brand, è una strategia che ha
radici profonde nel tempo della comunicazione. L’azienda [sarebbe
meglio dire: i suoi manager] sceglie un personaggio che la rappresenti o che incontri le simpatie del suo target preferenziale e lo utilizza per le proprie attività di comunicazione di massa.
Non entriamo neanche nel merito della scelta; ai più attenti, di
certo, non sarà sfuggito che Totti è capitano di una squadra che
scende in campo tutte le domeniche con, sulla maglia, il logo di uno
dei principali competitor dell’azienda di cui il giocatore è testimonial [Wind]. Per non parlare del fatto che l’intera Lega di Serie A è
sponsorizzata da un altro competitor dell’azienda e che, quindi, appare anche quest’altro logo, sempre sulla maglia di Totti, seppure in
piccolo e su un braccio. Ma questa è un’altra storia.
Malgrado ciò lo sport rappresenta, da sempre, uno degli ambienti
di maggiore interesse per la scelta dei testimonial. Da Antonioni,
antesignano testimonial di una nota marca di abbigliamento, a Valentino Rossi, utilizzato praticamente da tutti i settori merceologici,
la storia dei testimonial è costellata di scelte più o meno coraggiose
e più o meno azzeccate.
La comunicazione moderna insegna che si può prendere un personaggio assolutamente ignoto e farlo diventare il testimonial ideale
[pensate al cuoco della Nazionale ed allo spot di un brand dolciario
italiano, Nutella]. Questo, però, richiede un investimento in comunicazione maggiore rispetto all’utilizzo di un personaggio già famoso.
È per questo che le aziende scelgono questi ultimi. Ma non solo
le aziende, ormai, comunicano attraverso l’utilizzo di personaggi
famosi. Anche alcune Amministrazioni Pubbliche locali hanno scelto di utilizzare personaggi rappresentativi dello sport locale per le
proprie azioni di promozione territoriale. È il caso della Regione Veneto, ma non solo, che ha realizzato una campagna di promozione
con le immagini dei suoi atleti più rappresentativi.
Proprio dallo sport, come si diceva, proviene Francesco Totti,
testimonial prescelto per la campagna che va in onda e on line proprio in questo periodo. Ma, sempre ai più attenti, non sarà sfuggito che questa sua “nuova” apparizione segue un breve periodo di
assenza dagli schermi, almeno quelli della pubblicità, in cui Totti
era stato sostituito da Luca e Paolo, conduttori della trasmissione
le Iene, con Ilari Blasi.
Facciamo un po’ di storia: Totti diventa testimonial della compagnia. Scelto per la sua rappresentatività di un “sentire popolare
diffuso”, per il fatto di essere italiano, di essere straordinariamente noto e di incarnare i valori della giovane e bella famiglia felice.
Proprio per questo, viene scelto assieme alla moglie, meno nota ma
altrettanto personaggio del mondo dello spettacolo.
L’utilizzo va avanti per parecchio tempo sino a quando, nel corso di una partita importante, il capitano della Roma colpisce violentemente alle spalle, con un calcione, un giovane [e notoriamente poco simpatico] giocatore dell’Inter: Balotelli. Il calcione, per il
quale il capitano viene espulso e paga la normale squalifica inflittagli dalla giustizia sportiva, costa in effetti molto più dell’ammenda
o della squalifica.
Nei giorni immediatamente successivi, difatti, la compagnia
telefonica sospende “misteriosamente” gli spot con il campione,
non più emblema del fair play e crollato nelle classifiche virtuali
della simpatia.
Ne deriva, allora, una domanda: quanto “vale” quel calcio? Provocatoriamente, si potrebbe prendere lo stipendio del calciatore,
sommare alla cifra i ricavi da sponsorizzazioni e forniture tecniche
e dividerli per il numero dei calci ad un pallone tirati nel corso di
partite ufficiali. Si otterrebbe, così, un interessante parametro: il
“costo-contatto”. Quanto “vale”, cioè, ogni calcio tirato da Totti.
Sulla base dello stesso ragionamento, si potrebbe anche calcolare
quanto, in effetti, il giocatore ha perso, in termini di sponsorizzazioni e simpatia-notorietà [voce difficilmente quantificabile] a causa di
quel calcione.
Fortunatamente, come insegna la storia della comunicazione
moderna, la gente dimentica. E così le strategie di comunicazione
“perdonano” e assorbono questi piccoli imprevisti.
su
i
t
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Reg
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via
Opinioni
di Vito RAIMONDO
09-15 ottobre 2010
31
Il premier e le “incontinenze” dei suoi, ma gli altri sono sovversivi
Ciarrapico e Bossi show
diciamolatutta
e l’insolente è... Di Pietro
Le “battute” di Bossi
e i sepolcri imbiancati
Berlusconi farebbe bene a fornire i suoi deputati
di medicamenti (o altro) contro l’incontinenza.
La vecchiaia è una brutta bestia…e un leader
che si dichiara amico degli ebrei non può schierare fascistoni di quel genere.
La preveggenza di Maroni
e la riforma della giustizia
UMBERTO BOSSI
S.P.Q.R. in versione “Sono porci questi romani” (copyright Umberto Bossi) ha mandato in
bestia il premier Berlusconi tanto da dichiarare
di aver discusso con il Ministro delle Riforme
per la “battuta” e di aver raccomandato a tutti
i membri del Governo di tenere un comportamento istituzionale...
Considerati i curricula dei leghisti governativi
in tema di “battute”, Berlusconi dovrebbe spiegare cosa intende per “comportamento istituzionale”, visto e considerato che chi s’adonta
per quelle porcherie verbali viene tacciato di essere un “sepolcro imbiancato” (come il Vangelo
definisce gli ipocriti).
La vicenda – Ciarrapico
e il medico pietoso Berlusconi
GIUSEPPE CIARRAPICO
Giuseppe Ciarrapico – andreottiano di ferro
(firmò la pace tra Berlusconi e De Benedetti con
il lodo Mondadori) – ha definito i finiani “rinnegati”, pronti a fondare un nuovo partito presentandosi con le kippah ( il copricapo degli ebrei).
E’ scoppiato il finimondo e, al solito, è intervenuto il paciere Berlusconi: “Per evitare che una
frase sfuggita di bocca a un nostro senatore possa
generare equivoci, voglio dire che in tutta la mia
vita sono stato amico di Israele”.
Che il premier, da quando succhiava il biberon,
fosse amico di quel disgraziato Stato è abnorme
e, comunque, non frega niente a nessuno.
La verità è un’altra. Dopo la “fuoriuscita” di
Bossi sui “porci romani” e quella infelice del
fascista (così si dichiara) Ciarrapico sul kippah,
S’è perso tempo perché Romani, vecchio
sodale del premier, era impegnato a portare a
termine delicate operazioni pro-Mediaset. Per
esempio, tentare di bloccare l’ingresso di Sky
nel Digitale Terrestre e, successivamente, concedere “in prestito” un’appetitosa frequenza
(il Canale ) sull’alta definizione (multiplex) al
Gruppo Berlusconi e preservando al ministero
(sic!) la scelta dei vincitori delle aste.
Fatto ciò, Romani può fare il Ministro. Liberamente… Con
giorni di ritardo. Poverino! Ora
gli tocca varare il contratto di servizio con la Rai.
Immaginate, con quanta terzietà.
Le pretese del Sindaco di Policoro
contro la linea del Governo
Romani, Ministro annunciato
Soprattutto da …Mediaset
Sakineh, meglio impiccata che lapidata
E la coscienza è salva
GIULIO TREMONTI
Il Sindaco di Policoro, Nicola Lopatriello (Pdl)
per protestare contro le limitazioni all’uso delle
auto blu, ha deciso di utilizzare un camper. Così
risparmierà anche sulle spese per vitto e alloggio, quando dovrà recarsi a Roma per ragioni di
ufficio.
Intanto, non ritengo che lui e i suoi assessori
debbano andare tanto di frequente nella capitale (a fare che?). E’ verosimile, invece, che la maggior parte dei chilometri, le auto blu (quante?)
del Comune lucano li percorrano sul territorio.
Com’è giusto che sia.
E, allora, il buon Lopatriello faccia come il sindaco di Bari che ha cambiato la sua lussuosa Bmw
con una modesta ibrida. Eviterebbe anche di far
incavolare i suoi riferimenti politici e ministeriali
(Tremonti e Brunetta) che, almeno dagli iscritti al
Pdl, pretendono un atteggiamento consono ad una politica fatta di severità nel campo delle spesa
corrente. Non le bizze dei camper!
Lo scandalo delle Cinque Terre
e la solidarietà bipartisan
PAOLO ROMANI
Era ampiamente prevista la designazione di
Paolo Romani al vertice del ministero dello Sviluppo, orfano di Claudio Scajola. Questa rubrica
ha trattato l’argomento in abbondanza nei numeri precedenti.
SERENA DANDINI
Alcuni addetti ai lavori del programma televisivo “Parla con me” affermano: “Dalla Rai, ci hanno chiesto di cambiare il colore (rosso) del divano
su cu siede Serena Dandini!”.
Se la notizia è vera, questa Rai può andare
benissimo in malora. Non serve a nessuno. Neanche a quei pericolosi reazionari che ci lavorano!
ROBERTO MARONI
Dopo il rocambolesco attentato a Maurizio
Belpietro, direttore di “Libero”, Roberto Maroni, Ministro dell’Interno (cioè colui che dovrebbe occuparsi dell’ordine pubblico nel Paese) con
una naturalezza quasi naif (per non dire altro) se
n’è uscito con questa dichiarazione: “Giù i toni. E
non sarà l’ultimo (attentato: ndr)”.
Naturalmente…non si riferiva alle becere
battute del premier contro gli ebrei e contro il
presidente del Pd (suo chiodo fisso) Rosy Bindi
o alla sparata di Bossi sui “porci romani” e nemmeno a quello del capogruppo del Pdl al Senato,
Maurizio Gasparri (“L’inchiesta sul caso –Belpietro è stata affidata… al Procuratore Aggiunto di
Milano, Spataro”).
No. Il benpensante Ministro si rivolgeva al suo
autista, alla sua segretaria. Magari a me. Chissà!
Per convincerci che, con queste premesse, il Governo sarà in grado di avviare la riforma (a chiacchiere) della giustizia.
Il salotto rosso della Dandini
non piace ai dirigenti Rai
Franco Bonanini, presidente del Parco delle
Cinque Terre, è stato arrestato con gravi accuse. Gli sono arrivati attestati di solidarietà dal
Ministro dell’Ambiente, Prestigiacomo e dal suo
partito: il Pd.
Tutto ciò è consolatorio: nessuno potrà gridare al solito, barboso, complotto di giudici
comunisti!
“Non vi offendo, perché io non vi ho insultato, ma vi ho descritto”
La fedifrega iraniana Sakineh Mohammadi
Ashtiani non sarà lapidata, ma impiccata.
La notizia porta sollievo a tutti coloro che si
sono battuti in sua difesa e contro l’obbrobio
delle pietre scagliate sulla sua testa immersa
nella sabbia.
Così viene rivalutato il cappio! Contentiamoci,
santo cielo…
Perché Bossi può dire di tutto
e Di Pietro no?
ANTONIO DI PIETRO
Telefona un lettore: “Perché Bossi può dire: sono porci questi romani” oppure “con il tricolore
mi pulisco il c…” e Di Pietro non può pronunciare
in Parlamento – rivolto al premier - frasi del tipo
“lei è uno spregiudicato, anzi pregiudicato illusionista” oppure “lei è uno stupratore di democrazia” e, ancora, “lei è bravo solo a comprare il
consenso dei parlamentari”?
Forse, è giunto il momento che tutti e tre
vadano a casa. Chiamatelo pure qualunquismo…
Indro Montanelli
Vito Raimondo
Prossimamente in libreria
Un giornalista
racconta
e le loro malizie...
VIP
i
Vito Raimondo
TTA
DICIAMOLA TU
DICIAMOLA
TUTTA
LA
DICIAMTO
TUT A
racconta
Un giornalista e le loro malizie...
i VIP
32
09-15 ottobre 2010
Imprese&Mercati
On line – Guida, normativa, newsletter e database di offerte
Borsa Immobiliare e utenti
più vicini con il nuovo sito
L
a Borsa Immobiliare di Bari
sta cambiando pelle, introducendo importanti innovazioni nel dialogo con l’utenza
e nella disponibilità di servizi a
questa rivolti.
Nasce, infatti, il nuovo Portale www.borsaimmobiliarebari.
it che si caratterizza per la presenza di contenuti di qualità,
tra i quali la guida all’acquisto
e vendita, aggiornamenti sulle
normative del settore, newsletter, data base di offerte/richieste immobiliari, possibilità di
inoltro di richiesta acquisto e/o
vendita on line.
La semplicità d’uso, sia per
l’utenza, sia per le agenzie
nell’inserimento dei dati è stata
la priorità, in modo da consentire agli interessati una certa
velocità nell’utilizzo dello strumento informatico. Il portale
favorisce, pertanto, un’integrazione fra utenti, sportello,
agenzie ed AICAI utilizzando
internet. Attraverso il nuovo
portale si da la possibilità di
conoscere on line i servizi della Borsa Immobiliare ed i vantaggi di cui gode l’utente che
le si affida in modo da favorire
concretamente l’incontro fra
domanda ed offerta del settore
immobiliare.
Il problema della ricerca della casa in rapporto alle proprie
esigenze, in Italia rappresenta
un’incognita di stretta attualità. La Borsa Immobiliare ha
implementato il proprio potenziale con il nuovo Portale anche
allo scopo di venire incontro
alla marea di utenza che sempre più si rivolge a internet per
avere risposte concrete.
Si tratti di compravendita o di
locazione, i timori e le esitazioni nel muoversi rappresentano
una costante nell’atteggiamen-
to del cittadino. Parimenti, chi
offre i servizi atti a risolvere
questo stato di cose, il più delle
volte non riesce ad arrivare al
destinatario.
Oltre al portale, attraverso
la location dedicata all’utenza,
presente all’interno del Salone della Camera di Commercio
in C.so Cavour n. , la Borsa
Immobiliare provvede a fornire servizi trasparenti di compravendita, locazione, perizie
estimative insieme a tutte le
attività di supporto e di orientamento. Recandosi in Sede
l’utente potrà anche richiedere
informazioni circa le quotazioni immobiliari di Bari e provincia e acquistare l’unico Listino
Ufficiale dei valori immobiliari
dell’area barese.
Presente in Fiera del Levante,
il servizio ha riscosso un notevole successo grazie all’ampio
ventaglio di servizi che mette a
disposizione del cittadino e dei
professionisti di settore.
A garanzia dell’utenza, le
agenzie immobiliari di Bari e
provincia accreditate alla Borsa Immobiliare di Bari sono selezionate in base ai requisiti di
esperienza, correttezza e professionalità.
Per chi avesse intenzione di
vendere o acquistare un immobile, viene attivato il circuito tra
tutte le agenzie accreditate che
lavorano in contemporanea,
a tariffe certe e incarichi di tre
mesi non rinnovabili automaticamente.
I riferimenti per la richiesta
di informazioni sono i seguenti: tel:
/ . .
– Fax:
– e-mail: borsa.
/ . .
[email protected]
Borsa Immobiliare di Bari:
compravendite e valutazioni
certificate e trasparenti.
Un valido strumento messo a disposizione dalla Camera di Commercio
Spazio a tutela di cittadini e imprese
L
a Borsa Immobiliare è uno dei servizi della Camera di Commercio di Bari. Lo sportello è un valido strumento operativo nato
per essere dalla parte di cittadini, operatori, imprese, istituzioni.
L’intento è rendere più accessibili le informazioni e più chiare le
quotazioni, attraverso l’unico listino ufficiale per l’area barese e
le valutazioni effettuate dai suoi periti ed esperti. I servizi offerti
sono la possibilità di sottoscrivere incarichi di vendita e locazione,
perizie estimative, ricevere informazioni professionali e consulenze, consultare il listino ufficiale, aggiornato semestralmente, o la
banca dati nazionale.
Sono accreditate alla Borsa agenzie immobiliari di Bari e provincia selezionate in base a requisiti di qualificata professionalità,
etica deontologica e correttezza commerciale. Le agenzie sono coordinate da un comitato di vigilanza e cooperano fra loro secondo
una chiara e prestabilita metodologia, mentre il comitato di listino
è responsabile della redazione del listino ufficiale, un valido strumento istituzionale di riferimento che fornisce l’orientamento di
massima sul valore commerciale degli immobili di Bari e provincia.
Tra le problematiche di stretta attualità oggi in Italia, infatti, quello della casa riveste grande importanza. Si tratti di compravendita
o di locazione, i timori e le esitazioni nel muoversi rappresentano
una costante nell’atteggiamento del cittadino. Parimenti, chi offre
i servizi atti a risolvere questo stato di cose, il più delle volte non
riesce ad arrivare al destinatario.
È al fine di fornire un valido supporto sia per gli operatori iscritti,
che per le imprese del settore, che l’ente offre un rilevante contributo per una regolazione armonica del mercato locale.
Attraverso uno Sportello dedicato all’utenza, presente all’interno del salone della Camera di Commercio, la Borsa immobiliare
provvede a fornire servizi trasparenti di compravendita, locazione,
perizie estimative e tutte quelle attività di supporto e di orientamento. Le Agenzie Immobiliari di Bari e provincia accreditate alla
Borsa Immobiliare di Bari sono trentatre e sono selezionate in base
ai requisiti di esperienza, correttezza e professionalità.
Per chi avesse intenzione di vendere o acquistare un immobile,
viene attivato il circuito tra tutte le agenzie accreditate che lavorano in contemporanea, a tariffe certe e incarichi di tre mesi non
rinnovabili automaticamente.
Gli organi della Borsa Immobiliare sono il Comitato di Vigilanza, il
cui Presidente è Vito Gallo e il Comitato di Listino, il cui Presidente
è l’Ing. Arcangelo Mignini. L’Azienda Speciale della Camera di Commercio di Bari, provvede alla pianificazione del servizio di cui sopra.
La direttrice della Borsa Immobiliare è la Dott.ssa Ida Borrelli, mentre il Responsabile è il Dott. Giuseppe Mangialavori.
Agenzie Accreditate alla Borsa Immobiliare
della Camera di Commercio I.A.A. di Bari
ABBRESCIA IMMOBILIARE
Abbrescia Francesco
Via Cairoli,
– Bari
IMMOBILSTUDIO
Maione Carlo
Piazza Garibaldi, – Bari
AGENZIA DI NANNA – IMM.
RIUNITE
Di Nanna Rocco
Via M. del Fascismo,
Adelfia
ITALCASE IMMOBILIARE
Fracchiolla Vincenzo
Via Carulli,
– Bari
AGNESE CUTOLO
IMMOBILIARE
Cutolo Agnese
Via A. da Bari, – Bari
A.M. AGENZIA IMMOBILIARE
Magarò Andrea
Via Fanelli,
/I int. – Bari
ANTONIA MASSARO
IMMOBILIARE
Massaro Antonia
P.zza San Lorenzo,
Altamura
AURORA IMMOBILIARE S.r.l.
Cacucciolo Martino
Via Concilio Vaticano II,
/ – Bari
BALDUCCI IMMOBILIARE
affiliata REMAX
Balducci Giuseppe
P.zza della Repubblica,
Trani
BENI & IMMOBILI
Valentini Luigi
Via Paolo Lembo, – Bari
CENTRO IMMOBILIARE
Corrieri Domenico
Via Baccarini, – Molfetta
CHIMENTI IMMOBILIARE
Chimentri Giuseppe
Via Giustino Fortunato, /F
Triggiano
DE.GA. CONSULENZA
IMMOBILIARE
De Martino Giulia
Via Putignani,
– Bari
EMMA COTUGNO
IMMOBILIARE S.n.c.
Cotugno Emma
Via Principe Amedeo,
Bari
EMMETRE IMMOBILIARE
Martiradonna Domenico
Via Abate Gimma,
– Bari
ERREELLE IMMOBILIARE
Rutigliano Luciano
C.so Garibaldi, – Corato
LEVANTE IMMOBILIARE
Gallo Vito
Via Cairoli, – Bari
MONDOCASA
Amato Ilarione
Piazza Effrem ,
– Molfetta
NUOVA INTERMEDIA
IMMOBILIARE
Ventura Vincenzo
Via Papa Giovanni XXIII,
Bari
PIANETA ASTE
Gonzalez Zurania
C.so Alcide De Gasperi,
Bari
PLANIFIM FINANZIARIA S.r.l
Spezzati Lorenzo
C.so Vittorio Emanuele ,
/ – Bari
SANSONETTI IMMOBILIARE
Sansonetti Antonio
P.zza Mercato Vecchio,
Fasano
SCALESE & SGHERZA
Scalese Michelangelo
Via Capruzzi,
– Bari
SIMER IMMOBILIARE
Merolla Luigi
Via Crispi,
/
– Bari
SOLUZIONI IMMOBILIARE
affiliataMONDOCASA
Vitagliano Antonio
Viale delle Mimose,
Terlizzi
STUDIO PILOTA-NEGOZIO
DELLA CONSULENZA
Pilota Rosa
Via Quintino Sella,
– Bari
STUDIO VITULLI S.r.l.
Vitulli Giuseppe
Viale della Repubblica,
Bari
VALORECASA di CIRO LA
PENNA
La Penna Ciro
Via Cardassi, – Bari
GR.I.M. GRUPPO
IMMOBILIARE MIGNINI
Mignini Arcangelo
Via Sparano, – Bari
VENTRELLA SOLUZIONI
IMMOBILIARI
Ventrella Giovanni
Via Cappuccini,
Putignano
IMMOBILIARE RUBINO S.r.l.
Rubino Andrea
Via della Repubblica ,
Bari
VISCASA IMMOBILIARE
Nardulli Vito Francesco
Via Festa, – Acquaviva
delle Fonti
ilPianetaCdcBari
La Camera di Commercio di Bari, allo scopo di fornire all’utente la migliore assistenza nell’esercizio del diritto
a ottenere informazioni sullo stato di
avanzamento dei procedimenti e delle
pratiche, ha istituito un Ufficio per le
Relazioni con il Pubblico.
UFFICIO RELAZIONI CON IL PUBBLICO
Presidente: Luigi Farace
Primo piano
Orari di apertura al pubblico della C.C.I.A.A.
Tel.
.
/
(Capo Servizio/Responsabile)
Fax
.
/
e-mail: [email protected]
***
A.I.C.A.I.
Presidente: Carlo Maria Martino
Assistenza Imprese Commerciali, Artigiane e Industriali
Palazzo dei Servizi, Via Emanuele Mola n.
BARI
Quinto piano
Tel.
.
/
Fax
.
e-mail: [email protected]
***
I.F.O.C.
Presidente: Pietro Di Cillo
Secondo piano – Terzo piano
Agenzia di Formazione – Istituto di Formazione
CCIAA Bari
Palazzo dei Servizi, Via Emanuele Mola n.
–
BARI
Tel.
.
/
.
Fax
.
e-mail: [email protected]
***
S.A.M.E.R.
Presidente: Michele Di Benedetto
Piano terra – Primo piano
Servizio Analisi Chimico-Merceologiche
Palazzo dei Servizi, Via Emanuele Mola n.
BARI
Tel.
.
Fax
.
e-mail: [email protected]
–
ORARI DI APERTURA SPORTELLI
MATTINA – tutti gli uffici
dal lunedì al venerdì dalle ore . alle ore .
POMERIGGIO – Registro Imprese – Diritto Annuale dal lunedì al giovedì dalle ore . alle
ore .
POMERIGGIO – altri uffici
lunedì e giovedì dalle ore . alle ore .
Rubriche
09-15 ottobre 2010
33
segue dalla prima
Investimenti in cultura? Un buon affare
l’attuale, non è più possibile considerare le attività culturali, che pure contribuiscono tutte alla creazione di capitale immateriale, in modo indistinto, ponendo sullo stesso piano le attività culturali
cosiddette dell’effimero con quelle che incidono
sulla tutela, sviluppo e valorizzazione dell’heritage, cioè del patrimonio culturale “hard” che si
crea e si tramanda incessantemente.
Per affrontare questa distinzione potremmo
forse mutuare il modello d’Oltreoceano (gli USA per la precisione, ove le spese per la cultura
in generale sono in massima parte sostenute
dalla disposizione filantropica di grandi o piccole Organizzazioni private che sponsorizzano
in cambio di detassazioni), indirizzando questo
tipo di ausilio alle attività culturali dell’effimero,
mentre gli ausilii pubblici potrebbero essere riservati per le attività hard.
Il modello d’Oltreoceano però si scontra in Italia con lo scarso coraggio dei Governi a intervenire sulle “tax expenditures” e, correlativamente, con la scarsissima propensione dell’impresa
privata a sostenere in modo liberale la “cultura”.
D’altronde in letteratura scientifica è acclarato
(lo insegno ai miei studenti, descrivendo la “legge
di Baumol-Bowen”) che la cultura, per complesse
ragioni che hanno a che fare con il suo carattere
creativo e con l’impossibilità di agire in modo significativo sui decorsi di produttività, abbisogna
di sostegno esterno (pubblico o privato che sia),
sviluppo, valorizzazione del patrimonio culturale
debbano avere una qualche primazìa in fatto di destinazione delle (scarse) risorse pubbliche, mentre l’ausilio del privato dovrebbe essere favorito,
incoraggiato e orientato soprattutto per sostenere l’effimero, anch’esso necessario, importante e
utile, ma sulla base di un rango diverso che ha a
che fare con il diverso tasso di “durabilità” e quindi di capacità di incidere e moltiplicare gli effetti.
non potendo i ricavi diretti coprire tutti i costi.
Insomma il “fiscal stress” incombe, il privato
non è tuttora pronto a donare, il pubblico è riluttante a favorire gli sgravi fiscali, la cultura non riesce strutturalmente a pareggiare ricavi e costi.
Ecco perché, in presenza di una situazione così
difficile e fluida, considero per l’intanto una necessità che le Pubbliche Amministrazioni operino
una previa discriminazione fra cultura intesa come
effimero (festival, rassegne, spettacoli, eventi vari
che non lasciano traccia “dura”) e cultura intesa
come tutela e valorizzazione dell’heritage (musei,
biblioteche, archivi, istituzioni che producono
ricerca, etc.): intendo sostenere, insomma, che
i programmi che concernono consolidamento,
WALDEMARO MORGESE
Direttore di Teca del Mediterraneo –
Professore a contratto di economia aziendale
dell’impresa culturale nell’Università
degli Studi di Bari
leNewsdaTerritorioeImprese
inviate le vostre notizie a [email protected]
PUGLIA
Roberto Bianco premiato
“Maestro di Meccanica”
Roberto Bianco, President & CEO di Smoov ASRV srl di Putignano è uno dei vincitori del premio “Il Maestro della Meccanica”.
Un importantissimo riconoscimento istituito dal Fondazione
UCIMU (L’Unione Costruttori Italiani Macchine Utensil)i destinato a quanti fra imprenditori, dirigenti, quadri, tecnici e operai
hanno contribuito all’evoluzione dell’industria meccanica italiana
con scoperte e invenzioni, soluzioni di prodotto e di processo,
sviluppo delle macchine e razionalizzazione dell’organizzazione aziendale, sistemi per la sicurezza dei lavoratori e rispetto
dell’ambiente.
La cerimonia di assegnazione dei premi si è svolta mercoledì
ottobre
nell’ambito di .BI-MU/SFORTEC, manifestazione,
ospitata da Fieramilano, che ha presentato in questi giorni la più
qualificata offerta di macchine utensili, robot e sistemi di automazione, un’ampia panoramica della subfornitura tecnica.
Exprivia acquisisce
società spagnola
Exprivia SpA ha sottoscritto un contratto vincolante per l’acquisizione del , % di ProSAP s.l., capofila di un gruppo multinazionale di imprese di consulenza e system integration su sistemi
SAP. Nato nel
, il Gruppo ProSAP opera, anche attraverso le
sue controllate, nei mercati Spagna, Messico e Centro America nei
quali offre servizi professionali in ambiente SAP e servizi di system
integration e di application management per importanti clienti di
medie e grandi dimensioni.
Exprivia, con l’acquisizione di ProSAP, potrà proseguire nel proprio piano strategico di internazionalizzazione in sinergia con la
filiale Exprivia S.l che opera con successo in Spagna dal
nella
fornitura di prodotti e servizi specifici per il mercato della Sanità
con particolare riguardo al settore della Business Intelligence, per
il quale è attiva anche in altri mercati. L’ingresso di ProSAP consentirà di aumentare la presenza del Gruppo Exprivia nei mercati di
lingua spagnola oltre che ampliare l’erogazione dei servizi in modalità nearshoring grazie ai centri di competenza ubicati alle Isole
Canarie e in offshoring in Messico.
Alla Fiera del Levante
16ª edizione “Promessi Sposi”
Dal al novembre
, presso i padiglioni n. , e
della
Fiera del Levante a Bari, torna il Salone nazionale dedicato alle cop-
www.gazeco.it
Direttore responsabile: Dionisio Ciccarese
Direttore editoriale: Vito Raimondo
Redazione: Via delle Orchidee, 3 - 70026 - Z.I.
Modugno-Bari – Tel. 0805857444 Fax 0805857428 - [email protected]
Responsabile trattamento dati personali:
Dionisio Ciccarese
pie di futuri sposi, che tanto successo ha riscosso lo scorso anno
(con circa mila visitatori in giorni, tra cui mila coppie di futuri
sposi). Giunta alla sedicesima edizione, “Promessi Sposi” è una kermesse che abbraccia l’intero universo del matrimonio, in ogni suo
dettaglio, e si rivolge non solo agli operatori del settore nuziale, ma
anche alle coppie di futuri sposi. L’offerta espositiva vanta, infatti,
oltre .
abiti da sposa degli stilisti locali, nazionali ed internazionali, circa
sale ricevimenti e hotel, pugliesi e non solo, aziende pasticcere e di catering, abiti da cerimonia in genere, agenzie
viaggi, liste nozze e bomboniere, confetti, centri benessere, flower
designer, make-up artist e hair stylist prestigiosi, fotografi, tutto
per l’arredamento della casa, wedding planner, noleggio di auto
d’epoca ed extralusso.
Workshop sul tema
della mobilità sostenibile
Nell’ambito del progetto ECOREALITY: L’AMBIENTE VA IN ONDA
Spegea, Csad- Centro Studi Ambientale e Direzione, Antennasud Edivision e Guardie per l’Ambiente - Sez. LIDA, hanno organizzato a Bari,
il ottobre, il workshop sul tema della mobilità sostenibile dal titolo
“Perché i mezzi pubblici nella Zona Industriale di Bari girano vuoti?”.
Obiettivo dell’incontro tentare di offrire una risposta ai problemi
di trasporto, di traffico e di inquinamento, provocati da un non corretto utilizzo dell’automobile e di mezzi inquinanti, promovendo
l’uso alternativo di forme di trasporto collettivo ed ecologico.
Bando per le TIC
nelle PMI riunite in reti
E’ possibile partecipare al bando regionale che mette a disposizione mln per la diffusione delle Tecnologie dell’Informazione e
Comunicazione (TIC) nelle piccole e medie imprese riunite in reti.
Il bando si chiama per intero “Aiuti alla diffusione delle tecnologie dell’informazione e comunicazione nelle reti di PMI”, ed è aperto dal settembre al novembre
. Le domande di ammissione all’agevolazione devono essere compilate on line attraverso
questo portale www.sistema.puglia.it (sezione Bandi in corso) e
trasmesse esclusivamente attraverso la Posta Elettronica Certificata (PEC) all’indirizzo BandoTIC @pec.rupar.puglia.it.
Collettiva alla Fiera
TEHNOMA di Skopje
Nell’ambito della Convenzione
/
tra l’Area Politiche
per lo Sviluppo Economico, il Lavoro e l’Innovazione della Regione Puglia e l’Istituto nazionale per il Commercio Estero è prevista
l’organizzazione di una collettiva pugliese alla ^ Fiera Tehnoma
in Macedonia, specializzata nei settori tecnologie dell’ambiente,
edilizia ed energia. La partecipazione fieristica, che si svolgerà a
Skopje dal
al
ottobre
, ha lo scopo di sostenere ed accompagnare le aziende interessate nello sviluppo di nuove opportunità commerciali, nonché avviare piani di cooperazione e integrazione economica, nel corso dei seminari tecnici e degli incontri
d’affari durante i giorni della Fiera.
BASILICATA
Sanità: no preacquisto
di prestazioni in strutture pugliesi
L’accordo in materia di prestazioni sanitarie in discussione con la
Puglia non può in alcun modo essere inquadrato come acquisto di
prestazioni sanitarie, ma come un’intesa con carattere di reciprocità tesa ad abbattere il costo delle prestazioni sanitarie effettuate
fuori regione.
La precisazione, frutto di un approfondimento presso gli uffici
del Dipartimento Sanità, si rende necessaria a seguito di alcune notizie apparse sulla stampa che non rispecchiano la vera natura delle
interlocuzioni in corso. Il ragionamento in atto, infatti non prevede
alcun preacquisto di prestazioni sanitarie, ma tende semplicemente a ottimizzare il pagamento di quelle prestazioni che, già oggi e
in passato, vengono eseguite fuori regione, cosa che si verifica in
particolar modo presso i così detto “ospedali di confine”, tanto in
uscita dalla Basilicata e in ingresso in Puglia (ad esempio dall’Alto
Bradano verso Spinazzola o Canosa) che in uscita dalla Puglia e in
ingresso in Basilicata (come dalla Murgia verso Matera).
Commercio, franchising
in crescita
L’accordo in materia di prestazioni sanitarie in discussione con la
Puglia non può in alcun modo essere inquadrato come acquisto di
prestazioni sanitarie, ma come un’intesa con carattere di reciprocità tesa ad abbattere il costo delle prestazioni sanitarie effettuate
fuori regione.
La precisazione, frutto di un approfondimento presso gli uffici
del Dipartimento Sanità, si rende necessaria a seguito di alcune notizie apparse sulla stampa che non rispecchiano la vera natura delle
interlocuzioni in corso. Il ragionamento in atto, infatti non prevede
alcun preacquisto di prestazioni sanitarie, ma tende semplicemente a ottimizzare il pagamento di quelle prestazioni che, già oggi e
in passato, vengono eseguite fuori regione, cosa che si verifica in
particolar modo presso i così detto “ospedali di confine”, tanto in
uscita dalla Basilicata e in ingresso in Puglia (ad esempio dall’Alto
Bradano verso Spinazzola o Canosa) che in uscita dalla Puglia e in
ingresso in Basilicata (come dalla Murgia verso Matera).
Ogni riproduzione anche parziale è vietata ai termini di legge – Chiuso in tipografia il 7 ottobre 2010
Società editrice:
Via delle Orchidee, 1
70026 - Z.I. Modugno-Bari Tel. 0805857439 - Fax 0805857427
[email protected]
Registrazione Trib. Bari n. 1276 del 19/4/1996
Certificato ADS n. 6793 del 1/12/2009
Pubblicità: Area 4 S.r.l.,
Impaginazione grafica e prestampa: Fotolito38
Via delle Margherite n. 20/22
70026 Modugno (BA)
tel. 080.5857450
fax 080.5857426
e-mail: [email protected]
Unione Stampa Periodica Italiana
Abbonamenti:
Tariffa per l’Italia € 48,00 Tariffa per l’Europa € 144,00 (48 numeri)
da versare sul ccp n. 11019700 intestato a:
SEDIT srl - Servizi Editoriali Via delle Orchidee, 1
70026 - Z.I. Modugno-Bari
Numero arretrato € 2,77
34
09-15 ottobre 2010
Itinerari
Alta Murgia – Dal pane alla carne, moltissime specialità
Foto Julien Menichini_flickr
Una cucina narrata
in punta... di coltello
N
ella salsizz a secc du purc, la salsiccia di puro suino le cui carni sono tagliate a punta di coltello, ci
sono persino sentori di buccia d’arancia. L’insaccato, incluso tra i prodotti tipici agroalimentari di Puglia,
si produce in alcuni comuni del Parco Nazionale dell’Alta Murgia: Altamura, Gravina, Poggiorsini e Spinazzola
in provincia di Bari. Ognuno dei beccai di questi paesi si
contende il primato di preparare il migliore insaccato. Il
che va a tutto vantaggio dei golosi e ”curiosi viaggiatori”
che dispongono, soprattutto in autunno inverno, di un
prodotto tradizionale davvero squisito a impasto crudo,
che si consuma fresco (cotto in umido, al forno o alla brace) o dopo - giorni di essiccazione naturale.
A onor del vero la squisitezza della salsizz è dovuta
anche agli aromi che i beccai aggiungono alla carne. Si
tratta di una “creatura” della Murgia quale il finocchio
selvatico mentre un’altra botta di sapori si deve al peperoncino piccante o dolce e al vino bianco. È, però, la scelta delle carni del suino e il taglio, laborioso e paziente, a
punta di coltello a rendere regale la salsizz, quando non
si ricorre al tritacarne.
Tra le eccellenze dell’Alta Murgia vanno tenuti in seria
appetibilità il pane Dop di Altamura, i pecorini canestrati,
il formaggio fallone e i vini di Gravina, i funghi cardoncelli, i lambasciune, l’olio d’oliva, i latticini, le mandorle e i
mandorlacci, le focacce, i taralli e i biscotti.
La cucina tipica dell’Alta Murgia è caratterizzata sia
dalle numerose essenze spontanee presenti nel territorio (cicoriella, finocchietto, lambasciune, fungo cardoncello) che dai prodotti derivanti dalle attività agricole.
Dall’allevamento degli ovini, poi, derivano alcuni già
citati prodotti caseari tipici e i piatti di carne a base di
agnello, di capretto e di pecora. I più noti sono l’arrosto
di agnello o di capretto, gli involtini di agnello, l’agnello
in umido con verdure e la pecora cotta con varie verdure
selvatiche in un’anfora di argilla (‘o rezzaule) nel forno
a legna.
Ad Andria, Corato e Ruvo si preparano braciole a ragù a base di carne di cavallo. Inimmaginabile una buona
cucina senza olio eccellente come quello prodotto nel
Parco dell’Alta Murgia che ha ottenuto la Dop “Terra di
Bari-Bitonto”. Tra i migliori vini i DOC “Gravina”, “Gioia
del Colle” e “Castel del Monte” e molti altri, di produzione contraddistinti dal marchio Igt “Murge”.
Le escursioni nel Parco dell’Alta Murgia e nei suoi comuni comportano scoperte paesaggistiche, di prim’ordine e culturali per le cattedrali, i castelli, i musei e i centri
storici in cui ci s’imbatte ad Altamura, Gravina, Poggiorsini e Spinazzola, Toritto Andria, Bitonto, Cassano delle
Murge, Corato, Grumo Appula, Minervino Murge, Ruvo
di Puglia, Santeramo in Colle.
Ricetta – La “salsizz a secc du purc”
Carne fresca di suino ( %): prosciutto, spalla
tagliata a mano cui sono aggiunti sale e aromi variabili da produttore a produttore
Grasso di suino ( %): lardo
Sale, peperoncino dolce o piccante, finocchio selvatico, buccia d’arancia, vino bianco
Miscelazione manuale sino ad ottenere im-
pasto omogeneo
Budello di suino risciacquato in acqua, con
sale e buccia d’arancia
Ha forma cilindrica, legata in ferse (filze), con
spago
Presenta una superficie liscia, lucida di colore
rosso screziato di bianco
Al taglio presenta grana grossolana, consistenza asciutta e compatta, colore rosso vivo
della parte magra con screziature di colore
bianco, della parte grassa
Stagionatura delle salsicce appese con essicazione naturale per - giorni in locali aerati a - °C e con - % di umidità
Costa al Kg /
€
Formaggio fresco con latte crudo
Un paesaggio suggestivo che attraversa la Puglia
Fallone che bontà
Nel Parco Nazionale
preistoria e tradizioni
I
l Fallone è un formaggio fresco da consumarsi in giornata. Questo perché i pastori da secoli lo fanno con latte crudo anziché con il pastorizzato utilizzato.
Mischiano l’ % di latte ovino e il resto di latte caprino ottenendo così un formaggio lievemente piccante. Il latte è riscaldato sino a circa ° poi s’aggiunge il
caglio stagionato almeno un anno precedentemente sciolto in acqua tiepida. La
cagliata si lascia depositare per quindici minuti e si frantuma finemente e lasciata
a riposare negli stampi di giunco.
Si presenta con crosta morbida e biancastra in forme da , - kg. Pasta bianca
e grassa.
Costa al Kg / €.
fraBoschi,SentierieTorrenti
Daunia da scoprire
Buone notizie per i “curiosi viaggiatori”: nell’Italia dieci e lode, quella che il Tci
si appresta a celebrare il ottobre con
la “Giornata Touring - - ”, c’è anche
la provincia di Foggia. Tra le ottantasette località “Bandiere Arancioni” selezionate per partecipare all’iniziativa, infatti,
ci sono quattro comuni di Capitanata e
tutti sui Monti Dauni: Alberona, Pietramontecorvino, Orsara e Sant’Agata.
Ad Alberona, la Giornata Touring comincerà per i “curiosi viaggiatori”con le
visite guidate al borgo medievale, alla
chiesa di San Rocco, e proseguirà col
percorso delle fontane storiche, il Centro visita del cinghiale.
Sulla terrazza panoramica all’ingresso
del borgo, degustazioni di caldarroste,
frutti di bosco, melegrane, cachi, zucche, fichi d’India.
I visitatori di Pietramontecorvino il “
e lode Day” visiteranno Terravecchia,
la Torre Normanna, il Palazzo Ducale, il
Centro Visite dedicato alla transumanza,
al brigantaggio e alle tradizioni. Tempo
permettendo escursione al Monte Sam-
buco visita al sito archeologico di Montecorvino per ammirare la cosiddetta Sedia
del diavolo. In programma spettacoli di
sbandieratori, musica, canti popolari e
degustazione di prodotti tipici locali.
Orsara di Puglia offrirà ai “curiosi
viaggiatori” escursioni per ammirare
stradine, archi e piazze del centro storico, la Grotta di San Michele Arcangelo
attraverso la scalinata sacra e visiteranno il Museo Diocesano. Nel tour sono
comprese le visite alle cantine del vino
Igt, al forno a paglia più antico della Puglia (aperto e attivo dal
) e a due aziende di prodotti orticoli.
Interessante anche il programma della
giornata a Sant’Agata di Puglia, a completare la presentazione di un’area, quella
dei Monti Dauni, territorio dotato di non
poche ricchezze ambientali, storiche, architettoniche ed enogastronomiche.
Ai partecipanti, fino a esaurimento
scorte, i quattro Comuni “ e lode” offriranno un “sacchetto della qualità” con
materiale informativo sul territorio e un
prodotto distintivo delle varie località.
Foto Cristiano_fotolia
L
a Murgia, (dal latino murex pietra aguzza), è la porzione Nord-Occidentale del vasto altopiano delle Murge,
esteso dalla valle dell’Ofanto sino a Gioia del Colle. L’area va dai circa
metri s.l.m. del versante nord-orientale
ai
metri s.l.m. di Monte Caccia.
Il Parco Nazionale dell’Alta Murgia, istituito nel
con la legge n.
, si estende su un territorio compreso tra la fossa Bradanica e le depressioni vallive verso la
costa adriatica, un quadrilatero di circa
.
ettari.
Un Parco dal nome…altisonante ma con non pochi problemi di efficienza, fruibilità e ben lontano dagli standard
trentini o abruzzesi.
Quello dell’Alta Murgia è un territorio, apparentemente arido e pietroso ma, invece, è caratterizzato da insediamenti rurali in attività, di tratturi delimitati da muretti
a secco, bucherellato da fenomeni carsici: lame, lamioni,
gravine, puli, pulicchi, grotte, inghiottitoi.
I sassi della Murgia non solo per costruire muretti, trulli e quant’altro. Anche libri di pietra per raccontare le storie di uomini e di animali su di loro tracciate.
Settanta milioni di anni in Puglia imperversava un caldo
tropicale, (altro che i ° dell’estate appena trascorsa)
simile a quello dei paesi equatoriali odierni, e il territorio
presentava lunghe piane fangose. Erano frequentate da
centinaia di dinosauri che passando da dove poi sarebbe
stata fondata Altamura, e più precisamente in contrada
Pontrelli, lasciarono non meno di .
impronte appartenenti a cinque diverse specie.
Altra storia avvincente quella dell’Homo arcaicus, scoperto degli speleologi del C.A.R.S. (Centro Altamurano
Ricerche Speleologiche) nella grotta carsica di Lamalunga sempre nella Murgia di Altamura. Si tratta dei resti
fossili di un uomo, soprannominato familiarmente Cic-
cillo. Il suo scheletro risale almeno a
mila anni fa, è
completo in tutte le sue parti, interamente mineralizzate
e calcificate, racconta storie di caccia di quando la Murgia era una sorta di savana frequentata da cervi, leoni
delle grotte, felini, iene.
La vita sulla Murgia è anche ben rappresentata da rettili, faine, volpi, tassi, donnole, cinghiali. Tra i volatili alcuni rapaci come, il grillaio, il gheppio, il falco pellegrino.
In primavera sbocciano almeno dodici specie di orchidee. Tra le pietre e le ferule crescono i pregiati funghi
cardoncelli (Pleurotus ferulae ed eringei).
I segni della presenza umana, quando non è quella
delle macchine mangia pietre che devastano il territorio
murgiano, sono tra i più sorprendenti dell’Italia meridionale. Sono un unicum rappresentato oltre che dalle masserie (alcune fortificate e con cappella), le poste delle
dogane, le neviere, i jazz.
Le neviere erano ingegnose costruzioni interrate con
tetto spiovente in pietra: servivano per la conservazione della neve. Mentre i jazz sono strutture in pietra con
muretti di delimitazione, costruiti in pendenza e quasi
mimetizzati nelle pietraie della Murgia. Erano le stalle,
gli stazzi per gli ovini, il grande tesoro dei pastori tanto che per difenderlo c’erano punti d’avvistamento per
lupi, volpi e predoni dai quali ci si difendeva anche con i
paralupi: lastroni di pietra poste di traverso all’apice dei
muri di cinta.
Alcuni vani con il tetto di pietra, sostenuto da travi, erano adibiti ad alloggio per i pastori e per il mungiture.
Ancora esistono sulla Murgia molti jazz, quasi tutti abbandonati, da ritenere monumenti dell’economia pastorale pugliese.
Pagina a cura
di Vittorio Stagnani
Sanità
09-15 ottobre 2010
35
Negli ultimi anni è migliorata la qualità della vita, ma c’è scarso aiuto per i costi alti dei trattamenti
Per i talassemici ancora poche risorse
T
alassemia, malattia ereditaria a carattere
cronico, innescata da un difetto genetico
che compromette il funzionamento del
trasporto dell’ossigeno nel sangue, portando
l’emoglobina a livelli incompatibili con la vita.
Oltre .
gli italiani colpiti ( , milioni i portatori sani che rischiano di generare, se si uniscono
tra loro, figli malati).
I malati necessitano di periodiche trasfusioni di
sangue. Ricerca e progressi delle terapie farmacologiche, oggi, permettono ai talassemici di godere di aspettativa e qualità di vita (oltre anni,
finora) impensabili fino a pochi anni fa, quando
la vita non superava i anni. Decisive, le terapie
ferrochelanti orali.
La terapia base è rappresentata da trasfusioni di sangue ( - unità al mese). Ma questa
somministrazione è gravata dall’accumulo, nel
sangue, di ferro che, quando in eccesso, è altamente tossico e provoca danni d’organo con
cardiopatie, alterazioni epatiche, cirrosi, cancro
del fegato, ecc.
Per contrastare l’accumulo di ferro si è utilizzata, dagli anni ‘ , la deferoxamina (i nomi riferiti
non sono quelli commerciali) da somministrare ore al giorno, tutti i giorni, per via sottocutanea a mezzo di dispositivo a pompa. La dipendenza
quotidiana da questa pompa avvelena la qualità
della vita del malato pur se è fondamentale per la
sua sopravvivenza.
Foto Alexander Raths_fotolia
Negli ultimi anni – dice la prof. Maria D. Cappellini, università, Milano e presidente, con il
prof. Cianciulli, del congresso della società italiana talassemie-emoglobinemie (SITE) di Milano –
sono intervenuti nuovi farmaci che assolvono
allo stesso compito ma con il vantaggio di assun-
zione orale (deferiprone: volte al giorno e deferasirox al giorno). Quest’ultimo, in particolare,
ha il vantaggio di poter essere personalizzato, è
più accetto ( compressa al giorno) dimostrando
efficacia senza effetti collaterali. Migliorate nettamente qualità e durata della vita.
Il trapianto di midollo osseo (primo in Usa, nel
) ha allargato le possibilità non essendo più
necessario un donatore estremamente compatibile (fratello sano: individuabile nel % dei casi.
Ma ci sono – come accaduto recentemente – casi
di rifiuto, peraltro da rispettare). Il trapianto è più
proponibile per i giovani nei quali c’è maggiore
probabilità di successo.
Il
settembre “Science”, ha pubblicato un
lavoro che riguarda il primo paziente sottoposto a terapia genica (introduzione di gene sano
al posto del malato). Ma è solo un caso e – dice
Cappellini – siamo ancora alla fase sperimentale
sull’uomo ed anche i ricercatori italiani vi sono onorevolmente cointeressati.
Il costo della terapia, oggi, è di .
- .
euro l’anno per paziente cui vanno aggiunti i costi per perdite di giornate lavorative del malato e
dei familiari, per gli spostamenti ed alloggi, ausili
vari, ecc.
Si è costituita – dice il prof. Paolo Cianciulli,
presidente della SITE – una rete di centri ( )
che fanno capo ad uno di riferimento (in Puglia,
Brindisi). Ma essi hanno poche risorse e la legge che prevedeva sovvenzioni non è applicata.
I pazienti si sentono e sono trascurati e spesso
rischiano anche la vita. Maggiormente a rischio
gli immigrati che non sanno a chi rivolgersi e,
spesso, non sono in condizione di seguire corretta terapia.
L’informatizzazione fa risparmiare (- %) e riduce gli incidenti
Spondilite anchilosante – Diagnosi precoce
Corsia hi-tech: sicura ed economica
Sembra lombalgia
attenzione alla SA
S
Foto Jan Quist_fotolia
I
farmacisti ospedalieri suggeriscono che è possibile e
relativamente semplice farlo. La ricetta vincente è l’informatizzazione delle corsie. Con palmari di collegamento laboratorio-letto del paziente e carrelli automatizzati
si possono risparmiare il % della spesa e il % degli
incidenti nella gestione dei medicinali.
“Si deve informatizzare l’intero percorso della prescrizione del farmaco in ospedale grazie al collegamento tra
un palmare, il braccialetto del paziente, il carrello automatizzato dei medicinali e il laboratorio di preparazione.
In questo modo il farmacista può tenere sotto controllo
ogni prescrizione e collaborare col medico al letto del
paziente suggerendogli dosaggi, indicazioni, incompatibilità, effetti collaterali”.
“La prescrizione completamente informatizzata – dice Laura Fabrizio, presidente società italiana farmacia
ospedaliera – è un sistema di sicurezza ottimale”.
Negli Usa un software blocca l’erogazione del farma-
co quando riscontra potenziali interazioni e, in anni di
sperimentazione, ha abbassato del
per cento l’uso
inappropriato dei medicinali, riducendo di oltre il % la
spesa relativa”. Informatica e capitale umano: questo il
binomio su cui investire per migliorare la gestione dei
farmaci negli ospedali. “È necessario diffondere e sfruttare tecnologie che costano poco ma hanno un alto rendimento in termini di sicurezza come il braccialetto con
codice a barre, e l’attivazione di tracciabilità di farmaci e
dispositivi medici (valvole cardiache, protesi, stent). In
Italia i primi “farmacisti in corsia”, formati in un Programma promosso dal Ministero sono al lavoro da luglio
(a Torino, Padova, Ancona, Bari e Messina)”.
La tracciabilità consente non solo di associare infallibilmente la corretta terapia al malato cui è destinata, ma
anche di studiare se e quanto essa sia stata efficace. Un
vantaggio non da poco in tempi di contrazione della spesa e bilanci in rosso.
L’iniziativa
T
La favola
aiuta
il bimbo
Foto Wojciech Gajda_fotolia
recentomila euro l’anno dal
ed a
tempo indeterminato, da parte di GlaxoSmithKline in collaborazione con la Società Italiana di Pediatria, per promuovere
la lettura, e con questa, cultura nei bambini.
Il progetto “Leggere per crescere” vuole stimolare, nelle famiglie con bambini di
età prescolare, la pratica della lettura e
del racconto ad alta voce, strumento che
si è dimostrato di grande efficacia per un
equilibrato sviluppo psichico e cognitivo
del bambino, per alimentare l’interesse e
l’amore verso i libri, per rafforzare i legami
affettivi all’interno delle famiglie.
I nostri bambini – dice il dr. Giuseppe
Mele (pugliese, salentino), presidente Federazione italiana medici pediatri – soffrono l’isolamento, la lontananza dai genitori, spesso la mancanza del nutrimento al
pondilite anchilosante (SA), malattia
dolorosa, invalidante che esordisce
di solito tra i e i anni, con prevalenza per gli uomini – dice il dr. Ignazio Olivieri, dirigente dipartimento di reumatologia della Regione Basilicata, ospedali
di Potenza e Matera – caratterizzata
da dolore lombare per cui il paziente
sta male a riposo e nelle ore notturne,
ha rigidità all’inizio del movimento, soprattutto al mattino, e sta meglio con il
prosieguo della deambulazione”. Spesso viene confusa con i sintomi della più
comune lombalgia.
Se non riconosciuta e curata per tempo, questa patologia provoca, negli anni, un progressivo irrigidimento della
schiena che rende sempre più difficile la
libertà di movimento.
La diagnosi accurata e tempestiva arriva, purtroppo, anche dopo - anni
dall’esordio e quando il paziente ha già
raggiunto una notevole disabilità.
Tra l’altro, proprio l’inabilità associata
alla SA – dice Gabriella Voltan, presidente associazione nazionale Malati Reumaseno materno. Si tratta di cicatrici che resteranno tutta la vita e che vanno evitate.
L’incontro genitori-figli nella lettura del
libro, nel racconto di favole, antiche e moderne, la rivatilizzazione dei rapporti interpersonali, l’incremento culturale aiuterà
ad evitare gli inconvenienti.
I percorsi dell’apprendimento sono
“attivo” (ricerca, confronto, discussione)
che stimola riflessione e senso critico,
“lettura” (trasmissione sistematica della
conoscenza) che stimola la fantasia, “per
immersione” (apprendimento inconsapevole, ma molto potente e redditizio) che
promuove l’imitazione, il processo di crescita. Le lettura è giocosa terapia, armoniosa prevenzione.
Uno sguardo particolare va rivolto alle
famiglie immigrate ed ai loro bambini per
tici – rappresenta anche un costo sociale ed economico. Un’indagine condotta
nel
dall’Osservatorio Sanità e Salute, rileva che le giornate di assenza dal
lavoro per SA era pari a . .
per un
totale di .
lavoratori. Danno stimato di circa milioni di euro al giorno. Bisogna aggiungere farmaci ed ausili vari
valutabili in altrettanti milioni €.
Quanto prima la patologia viene diagnosticata, tanto migliore è il risultato
della terapia sul paziente, garantendogli
la possibilità di continuare a praticare una vita attiva.
In Italia ha preso il via Back in Play,
innovativa campagna europea di sensibilizzazione: uno speciale campionato
di calcio con oltre un milione e mezzo di
partite giocate su Internet. Testimonial,
Luca Toni.
Collegandosi al sito http://it.back-inplay.com, si può giocare una mini partita di calcio on-line partecipando ad
un campionato europeo e ricevere, allo
stesso tempo, informazioni sulla spondilite e il “mal di schiena”
i quali si impongono iniziative inter ed intraculturali.
Una particolare sottolineatura merita
l’allattamento al seno, pratica trascurata
con motivazioni quasi mai condivisibili.
L’OMS raccomanda: fino a mesi allattamento materno esclusivo, fino a mesi il
latte materno alimento principale e introduzione graduale dei complementari.
Dalla tv babysitter, alla culla “affumicata”, al seno arido, il mondo del bimbo
è fortemente penalizzato. L’invito alla
lettura è l’occasione migliore per zittire i
messaggi impropri, togliere le nubi, promuovere salute integrale, evitare le cicatrici che deturpano l’anima.
Ottimi suggerimenti sono forniti dall’opuscolo “Tu e il tuo bambino”.
Pagina a cura
di Nicola Simonetti
36
09-15 ottobre 2010
uni
Università
latesisulgiornale
In questa pagina, dedicata ai laureati di Puglia e Basilicata, pubblichiamo le migliori tesi su temi di economia,
marketing e comunicazione che vengono discusse nelle Università di tutto il mondo allo scopo di far conoscere
all’imprenditoria le energie più vivaci dei giovani che affrontano il delicato periodo post-universitario. Studenti e
docenti che volessero segnalare tesi attinenti ai temi dell’economia, del marketing, della comunicazione, della
gestione e della strategia d’impresa possono inviare il materiale direttamente all’indirizzo [email protected].
Il materiale deve essere costituito da un articolo che vada da .
a .
battute (spazi bianchi compresi), una
fotografia in buona risoluzione (
dpi) e una breve scheda biografica (
battute).
curriculum
J
acopo Pallamari,
anni,
di Bari, ha conseguito la
Laurea specialistica in Scienze
della Comunicazione Sociale, Istituzionale e Politica nel
, presso l’Università degli Studi di Bari “Aldo Moro”,
con votazione
e lode. Ha
discusso la tesi di laurea in Istituzioni di Economia Politica, dal
titolo “L’economia digitale, le imprese e il marketing in Rete”.
Al momento svolge uno stage presso l’ANT Bari come addetto
stampa e alla comunicazione.
Economia digitale – Internet ha cambiato le regole del mercato. Tante opportunità poco sfruttate
Impresa in Rete: o condividi o sei out
I
l mutamento della società grazie alle nuove
tecnologie è evidente e palese; sono sorti i
cosiddetti nuovi media, tra i quali Internet, insieme a nuove pratiche di comunicazione. L’economia mondiale è stata attraversata da elementi
e fattori di rinnovamento unici.
Ma in che modo la Rete, e quindi in seconda
istanza Internet, hanno innovato lo scenario
mondiale?
Quanto e in che modo questi fenomeni di recente formazione influiscono o possono influire
in una economia la cui tradizione era fortemente
ancorata al tangibile e al materiale?
È quindi possibile parlare di una vera e propria
“economia digitale”? E l’Italia? Come si rapporta
a queste nuove realtà?
mite collegamenti online completamente integrati fra le stampatrici, le macchine delle cartiere (dei fornitori) e gli editori serviti, dall’altra
creando una partnership utile all’integrazione
tra i soggetti della catena di fornitura. Processo,
proposta, partecipare. Queste le cosiddette “tre
P” alla base dell’X-engeneering.
Il web marketing
L’importanza del marketing per le vendite,
l’immagine, il brand e le strategie di mercato
I benefici della disintermediazione che derivano dall’essere presenti su Internet possono essere riassunti nelle C ivi riportate: la riduzione
dei costi (si possono ridurre i costi riducendo i
servizi di marketing e vendita condotti da operatori telefonici, nonché la stampa e la distribuzione di materiale di comunicazione che invece
viene diffusa attraverso il sito Web). La potenzialità (Internet offre nuove opportunità per
raggiungere target di vendita e nuovi mercati).
Il vantaggio competitivo (se un’azienda introdu-
Ripensare l’azienda oggi
Il valore di un’azienda può essere anche calcolato in base alle capacità di quest’ultima di ripensare ed innovare il lavoro ed i processi produttivi per adeguarsi al nuovo scenario economico
mondiale.
Per far fronte alla complessità crescente
del mercato ed alle necessità sempre maggiori di ottimizzare l’organizzazione azienda-
le ed i suoi processi produttivi, per far fronte
all’interconnettività e all’interdipendenza che
caratterizzano i soggetti economici, la reingegnerizzazione si trasforma necessariamente in
“X-engineering”.
L’X-engeneering pone al centro dell’innovazione la condivisione delle informazioni tramite
il mezzo di condivisione per eccellenza, Internet,
che consente una maggiore performance della
intelligence informativa, ripensando il partnering tra aziende.
Per attuare tali propositi si deve superare il
confine interaziendale, tutti i soggetti del settore interessato devono concorrere a modificare
i processi aziendali, definire nuove strategie e
sfruttare ampiamente le possibilità offerte da
Internet e dalle tecnologie associate.
È un concetto di vasta proporzione che abbraccia strategia e attività operative, richiede
l’attenzione al dettaglio di tutti i soggetti interessati, non potendo essere deputato unicamente alla direzione aziendale o semplicemente ai ranghi superiori e/o inferiori della singola
azienda.
Molti sono gli esempi di aziende che hanno abbracciato tale cambiamento, il caso Donnelley,
una delle tipografie più grandi degli Stati Uniti,
ha fatto scuola. In quanto impresa operante nel
settore della carta, era fortemente minacciata
dall’ascesa di Internet e dalla probabile affermazione di una “società senza carta”. Impiegando
i fondamenti dell’X-engeneering vennero ripensati i rapporti con i clienti e i fornitori, creando
da una parte un rapporto di collaborazione tra-
non è in dubbio, come è evidenziabile dalla sterminata letteratura in merito. È opportuno invece chiedersi quali siano le possibili evoluzioni di
tale strumento se unito alla Rete.
Innanzitutto, l’Internet marketing può essere
definito come l’utilizzo della Rete e delle relative tecnologie digitali per realizzare i principi del
marketing e perseguire i suoi fini.
Si può utilizzare Internet per conseguire ognuno dei quattro orientamenti strategici: la penetrazione nel mercato, lo sviluppo del mercato, lo
sviluppo del prodotto e la sua diversificazione.
Ma Internet è un alleato strategico per le imprese perché permette non solo di concertare i
processi tra più soggetti ma, allo stesso tempo
permette la disintermediazione con i seguenti
benefici: riduzione dei costi, potenzialità, vantaggio competitivo, controllo, miglioramento
della comunicazione e del servizio clienti.
ce nuovi servizi per i clienti attraverso Internet
ciò si traduce in un vantaggio competitivo nei
confronti delle dirette concorrenti, almeno sino
a che queste ultime non raggiungano lo stesso
livello di innovazione). Miglioramento delle comunicazioni (verso il personale, verso il cliente,
con fornitori e distributori). Controllo (Internet
permette un più efficiente monitoraggio delle
preferenze dei potenziali acquirenti, del personale che presta il servizio). Miglioramento del
servizio al cliente.
L’economia digitale in Italia
L’espressione “Economia in Rete” è alla base di una formulazione che tratta l’andamento
finanziario ed economico delle più importanti
imprese che operano nel cosiddetto nuovo mercato e che ne costituiscono il panorama.
La trattazione delle dinamiche finanziarie che
muovono le maglie dell’economia mondiale e virtuale passano attraverso l’analisi di fatturati e profitti, è così possibile tracciare l’andamento generale di quella che è stata definita la “New Economy”.
Ma cosa si intende per New Economy? Il termine, mutuato dal lessico anglosassone, è stato
coniato dal saggista statunitense Kevin Kelly nel
all’apice di quella che possiamo definire prima rivoluzione multimediale, l’espressione coglieva la potenziale vastità e l’impatto di quello
che, in futuro, si sarebbe prospettato come un
vero e proprio mercato entro il quale commerciare prodotti, vendere e comprare servizi, avviare imprese e nuovi business. L’accezione comune può essere oggi così compendiata: la New
Economy è l’insieme di quelle attività economico finanziarie basate per la gran parte sulla Rete, è basata sullo sviluppo e impiego delle nuove
tecnologie, sul marketing e sull’innovazione.
In Italia il fenomeno dell’e-commerce va valutato tenendo conto di alcuni fattori fondamentali come la compenetrazione delle tecnologie
nella società e quindi nelle realtà aziendali e produttive, il rapporto domanda e offerta di beni, e
in generale lo scenario economico nel quale le
aziende operano.
Secondo le stime, il fatturato italiano nel
è di , miliardi di euro, nello specifico rappresenta il , % dell’intero fatturato europeo. La
fiducia italiana nell’e-commerce, come testimoniano i
milioni di ordini registrati, è aumentata e l’acquisto online non spaventa più; l’esplosione di siti per le scommesse ne sono la testimonianza, seguiti da importanti esempi trainanti quali il settore del turismo e dell’elettronica.
L’e-commerce non può che rivelarsi una grande opportunità per il mercato italiano, maggiore
di quanto possa essersi profilata sino ad oggi,
a patto che i gap strutturali che incidono sulla
competitività vengano, se non azzerati, almeno
colmati in parte.
Una denuncia in merito, da parte della Confindustria Servizi Innovativi e Tecnologici, nel Rapporto
Osservatorio Italia Digitale . mostra argutamente come le prime imputate siano le stesse imprese
italiane: un terzo di essere sono assenti in Rete e si
sale al % se annettiamo le microimprese.
E la crisi dei mercati dell’ultimo biennio? Non
sembra toccare in modo determinante l’e-commerce, che continua a crescere con un tasso annuo del %, nel
sono stati registrati ricavi
per
miliardi di euro. Operando un confronto
con lo scenario europeo, che conta un valore di
transazioni online per
miliardi di euro, notiamo come il fatturato italiano tocchi appena i
miliardi di euro, poca cosa in confronto ai
miliardi inglesi; fattori strutturali e legislativi frenano la diffusione della vendita online.
JACOPO PALLAMARI
Libri
09-15 ottobre 2010
Foto Aristocrat_flickr
37
Foto Matthew Burpee_flickr
Da Badoo a My Space, passando per Facebook, ogni relazione on line ha il suo canale
Amici, colleghi o net-friends?
Come vivere i social network
I social network
Un’interessante
analisi
sull’articolata
rete di legami
che si genera
grazie ad
internet
A
MARINO CAVALLO
nobii, Badoo, Bebo, Facebook, Linkedin, My Space, Netlog, Orkut e Twitter:
nove tra i più importanti social network
diventano oggetto di un’analisi approfondita e
ricca di dati nel libro di Marino Cavallo e Federico Spadoni (edizioni FrancoAngeli). Si parte dal
concetto di rete sociale, definito su Wikipedia
come “una struttura sociale fatta di nodi (che
sono in generale individui o organizzazioni) legati gli uni agli altri da una o più specifiche tipologie di interdipendenze, come valori, visioni,
idee, scambi finanziari, amicizie, affinità, avversioni, conflitti o accordi”.
Il risultato è un complesso intreccio di legami
che tengono uniti, in modo più o meno saldo, i
diversi soggetti e che, se rappresentato graficamente, assume la forma di una rete. In questa
raffigurazione si individuano due elementi costitutivi del social network: i nodi e i legami che li
collegano. I primi, che rappresentano le unità di
base, non sono altro che gli attori che recitano
nella rete, e possono essere individui, gruppi o
istituzioni. I fili che tengono uniti questi soggetti sono le relazioni che intercorrono tra essi. Da
questa definizione il social network diventa un
aspetto fondamentale della società e ne determina la struttura.
Ma qual è il rapporto tra la realtà, dove le reti sociali sono sempre esistite, e il mondo di internet, che solo da pochi anni ha visto nascere
strumenti appositi per la creazione di reti personali? Ci troviamo di fronte a una trasformazione
del modo in cui la socialità trova espressione?
E quali sono le conseguenze che questo cambiamento ha sulla cultura e sulla comunicazione? Aspetti della società come l’individualismo,
l’aggregazione in gruppi, la circolazione delle
informazioni e le questioni aperte riguardo politica, potere e controllo, portano ad assegnare
ai social network una posizione di grande rilievo per quanto riguarda il rapporto tra internet,
gli individui e i processi sociali. Ma quale sarà
il futuro di questi innovativi strumenti? Come
si evolveranno e in quale misura diventeranno
parte della quotidianità degli esseri umani? Che
relazione esiste tra i nuovi media e i processi di
mutamento sociale in atto? Il volume tenta di
rispondere a questi interrogativi utilizzando gli
strumenti dell’indagine sul campo.
Si scopre così che sono tre le aree qualitative
per l’home page di un social network: l’immediatezza con cui il sito allaccia un primo rapporto
con il visitatore, il contenuto che viene comunicato e la possibilità di offrire anteprime a chi non
è ancora iscritto. Il primo aspetto viene facilitato
dalla presenza di foto o immagini, da un layout
semplice che rende gradevole una prima lettura
e da un eventuale messaggio o logo efficace.
Il secondo è valutato in base alla presenza o
meno di descrizioni sul funzionamento del sito. Il terzo, invece, è concretizzato grazie alla
presenza di motori di ricerca o alla possibilità
di esplorare contenuti come, ad esempio, i profili personali. Anobii, ideale per chi cerca libri e
recensioni, risponde pienamente ai tre canoni.
Badoo segue la stessa linea anche se la descrizione delle funzioni è sostituita da frasi d’effetto
che cambiano di volta in volta. Bebo e Netlog
scelgono di non mostrare immagini degli utenti
iscritti e informano sulle funzioni principali del
sito. Facebook ha una pagina di presentazione
semplice e di immediata comprensione e comunica all’utente che il social network funziona
come strumento di comunicazione aggiuntiva
per estendere e approfondire conoscenze ed e-
Come internet cambia la
comunicazione
Autore: Cavallo Marino - Spadoni
Federico
Editore: Franco Angeli
Collana: cultura della comunicazione
Pubblicazione: /
Numero di pagine:
Prezzo: €
sperienze già nate offline (Badoo, invece, vuole
mettere in contatto persone diverse, che non
necessariamente si conoscono, ma sono accomunate dal desiderio di divertirsi, organizzare
feste, incontrarsi e suscitare l’approvazione
dell’altro sesso). Anche Orkut, largamente diffuso in India e in Brasile, punta sulla semplicità
(“comunica”, “conosci”, “condividi” gli elementi presenti sullo schermo) e in più sul contenuto. Twitter ha un effetto comunicativo vincente grazie alla semplicità della sua home page.
Rispecchia questo modello pure Linkedin ma
cambiano completamente le frasi di descrizione
inserite (l’obiettivo è far aumentare ali utenti
le opportunità lavorative). Straripa, infine, di
informazioni, immagini e link My Space, che si
rivolge a un pubblico interessato a creare una
pagina personale inserita a una rete di contatti
ma che vuole anche inserire contenuti propri ed
essere aggiornato sulle novità musicali e cinematografiche: un sito ex numero al mondo e
sempre più in declino perché incapace (per ora)
di rinnovarsi.
Intervista – Il fenomeno spiegato dal coautore del libro, Marino Cavallo
“Sul Web non cambiamo, ci evolviamo”
M
arino Cavallo insegna Sociologia
delle Comunicazioni di massa
all’Università di Ferrara. Ha coordinato
ricerche e analisi sull’impatto delle nuove tecnologie nella società.
Com’è nata l’idea di dedicare un libro
ai social network?
“Di social network si parla molto oggi
ma mancano alcuni elementi analitici e
dati empirici a cui far riferimento. Di qui
l’idea di una ricerca scientifica approfondita e di un’analisi qualitativa sui nove siti
internet più diffusi tra cui Facebook, Twitter e My Space. Ebbene, alcuni sono più
efficaci di altri rispetto agli obiettivi che
si pongono. Se, ad esempio, voglio trovare lavoro e parlare con altre persone che
svolgono una determinata professione
scelgo Linkedin. Se, invece, desidero stare a contatto con gente che già conosco
opto per Facebook. Se preferisco fare
incontri ci sono altre tipologie di social
network più indicate. Se il mio intento
è di pubblicizzare un prodotto artisticocreativo utilizzo le risorse che mette a
disposizione My Space. Anche il tipo di
profilo inserito da ognuno di noi cambia a
seconda dei siti in cui è ospitato: può avere un contenuto professionale, un’immagine scanzonata o una serie di elementi
per innescare determinate chiacchierate
online. Tutti questi elementi vengono sviscerati nel libro che ho scritto con Federico Spadoni e che rappresenta il primo
in Italia ad avere un apparato concettuale e metodologico. In più, partendo dal
presupposto che la società è un luogo di
relazioni sociali, indaghiamo i social network come strumenti per realizzare la
socialità attraverso la rete”.
Quali elementi significativi emergono
dalla vostra ricerca sui social network?
“Spicca il percorso di costruzione
dell’identità. Una studiosa, Adriana
Cavarero, sostiene che attraverso il
network raccontiamo e ci facciamo
raccontare. Quindi lo sforzo che si compie quando si crea un profilo consiste
nell’assemblare tante informazioni sulla
nostra identità allo stesso modo di come si mette in ordine una stanza. Inoltre
i social network non sono solo strumenti ma soprattutto luoghi, simboli di una
‘società dei flussi’ per dirla con Manuel
Castells, e su questo si concentra il nostro libro”.
Cosa risponde a chi demonizza i social network ritenendo che si creano
problemi di privacy o relazioni fittizie e
solo virtuali?
“Riguardo al secondo aspetto se i
social network aggiungono relazioni a
quelle già esistenti o consolidano que-
ste ultime non si può che sottolinearlo
positivamente. Nella Rete, poi, non siamo migliori o peggiori che nella vita: la
comunicazione mediata attraverso il
computer è certamente più diretta e,
per questo, spesso si evidenziano determinati difetti o alcune qualità ma,
alla base di tutto, c’è sempre l’intenzione del soggetto che si mette in gioco.
Quanto alla privacy proprio l’essere diretti ci porta a inserire sul web una serie
di elementi della nostra identità (caratteristiche professionali, gusti personali,
idee politiche o religiose, amicizie…)
che qualcuno potrebbe unire e utilizzare
contro noi per crearci dei seri problemi.
Credo, comunque, che i social network
non vadano né esaltati né demonizzati:
possono amplificare le relazioni sociali
se attraversano luoghi come la vita affettiva, sentimentale, politica”.
f.t.
FABIO TRAVERSA
Tutela degli utenti
Anobii, Twitter
e Linkedin
i meno sicuri
Q
ual è il grado di sicurezza
nei social network? Badoo è l’unico che non offre agli
utenti la possibilità di mostrare il profilo solo ai membri del
proprio network. Sul versante
opposto Facebook, che non dà
la possibilità a chi non è registrato di superare la pagina di
accesso.
My Space e Orkut consentono la segnalazione agli amministratori, il blocco degli utenti
che trasgrediscono e l’approvazione dei commenti. Twitter
permette la tutela dei minori
grazie al “Trust”, un’etichetta
di affidabilità rilasciata dal sito tramite comunicazione via
sms. Anobii, Linkedin e Twitter
sono i meno sicuri.
f.t.
38
09-15 ottobre 2010
Fiscalmente
Incorporazioni – Gli ultimi chiarimenti dell’Agenzia delle Entrate
Iva di gruppo e credito
restano separati in casa
P
er il Fisco devono rimanere “separate in casa” l’Iva di gruppo
e il credito maturato da una società incorporata, nell’anno
precedente all’operazione straordinaria di incorporazione.
Quest’ultimo credito può essere utilizzato in compensazione “orizzontale”, tramite F , dalla società incorporante oppure può
essere richiesto a rimborso se ci sono i presupposti. Sono questi i
chiarimenti riportati nella Risoluzione /E/
dell’Agenzia delle
Entrate, che dispone come il credito preesistente della società incorporata, al netto delle eventuali compensazioni operate prima
dell’operazione, non può mai confluire nell’Iva di gruppo.
Quadro normativo
L’art. , terzo comma, del D.P.R. n.
/
, consente alle società legate da rapporti di controllo ed in possesso di specifici requisiti, di procedere alla liquidazione periodica dell’IVA mediante
una particolare procedura disciplinata dal D.M. dicembre
,
nota come “liquidazione IVA di gruppo”. Più precisamente, le singole società aderenti al gruppo trasferiscono alla controllante la
propria posizione IVA individuale di debito o credito, in modo che
le risultanze delle liquidazioni periodiche di ciascuna società si sommino algebricamente a quelle delle altre partecipanti, rendendo
necessario il versamento del solo saldo a debito che residua dopo
l’avvenuta compensazione.
In linea generale, quindi, le società che partecipano alla liquidazione IVA di gruppo perdono la disponibilità dei propri crediti o
debiti IVA periodici che devono essere trasferiti al gruppo e non
possono essere autonomamente compensati o chiesti a rimborso.
Tuttavia, il legislatore ha recentemente derogato ai principi generali sopra citati con la previsione contenuta nell’articolo , comma
, della L. n.
/
. Detta norma, modificando l’ultimo comma
dell’articolo del D.P.R. n.
/
, ha disposto che i soggetti che
partecipano per la prima volta alla liquidazione IVA di gruppo non
possono far confluire nei calcoli compensativi della procedura in
parola la loro eccedenza di credito derivante dal periodo d’imposta
precedente, con la conseguenza che detta eccedenza resta definitivamente nella disponibilità del soggetto in capo al quale si è formata, che la può compensare orizzontalmente ai sensi dell’articolo
del D.Lgs. n.
/
, ovvero chiedere a rimborso al verificarsi
dei presupposti di cui all’articolo del D.P.R. n.
del
.
Stop all’abuso dell’Iva di gruppo
Il Fisco chiarisce che la norma è stata introdotta al fine di contenere un uso distorto dello strumento del gruppo IVA, consistente
nell’acquisizione del controllo di soggetti in forte posizione creditoria al mero fine di utilizzare le eccedenze detraibili degli stessi
in compensazione delle eccedenze debitorie – anche future – del
soggetto acquirente e delle società dallo stesso controllate.
Nell’ipotesi di incorporazione di una società esterna alla procedura di liquidazione IVA gruppo da parte di una società che invece
vi partecipa, in forza del principio generale secondo cui l’incorporante subentra a titolo universale nell’intero patrimonio dell’incorporata, nonché della ratio del citato articolo , comma , della
legge finanziaria
, secondo il Fisco, il credito maturato dalla
incorporata nell’anno solare antecedente l’incorporazione non
può mai confluire nell’IVA di gruppo. Potendo unicamente essere
utilizzato in compensazione orizzontale dall’incorporante, ovvero
essere chiesto a rimborso al verificarsi dei presupposti.
Anche le operazioni dell’incorporata nella Dichiarazione Iva
dell’incorporante.
La risoluzione, inoltre, fornisce chiarimenti sulle modalità di compilazione della dichiarazione Iva
– anno d’imposta
.
La dichiarazione IVA/
, relativa all’anno di incorporazione
, deve essere presentata unicamente dalla società incorporante, la quale deve riepilogare in un distinto modulo, intestato
all’incorporata, le operazioni effettuate da quest’ultima nel periodo ante fusione, e, nel modulo intestato a se stessa, le proprie operazioni ante e post fusione. In particolare, il credito IVA maturato
dall’incorporata nell’anno
– nonché l’importo già utilizzato
dalla medesima in compensazione nel modello F nel corso del
– deve essere esposto nella sezione del quadro VL del Modulo dell’incorporata (righi VL e VL ).
Nel rigo VL deve essere indicato il credito che residua (a seguito di compensazioni orizzontali o verticali operate prima della
fusione), che l’incorporante non può trasferire all’IVA di gruppo
ma solo utilizzare in compensazione orizzontale ovvero richiedere
a rimborso.
L’eventuale credito utilizzato direttamente nelle liquidazioni periodiche per compensare i debiti IVA maturati prima della fusione
deve essere indicato nel rigo VL .
Va da sé che le compensazioni operate dall’incorporante nel
corso del
andranno indicate nella sezione del quadro VL del
modello IVA
.
EMILIA CIMINIELLO
CHIARA DAMMACCO
a cura di Giuseppe Ciminiello
FiscoinAula
L
inea dura contro i fondi patrimoniali creati “ad hoc”
per schermare i beni familiari
dalle pretese del Fisco. Il contribuente consapevole di avere
una posizione di debito con le
casse Erariali non può, infatti,
pretendere di utilizzare uno
strumento (in sé lecito) per
raggiungere finalità che esulano dalla sua originaria natura di
tutela dei bisogni della famiglia.
A questa conclusione è giunta la Commissione Tributaria
Provinciale di Reggio Emilia
(Pres. e Rel. Crotti), con una
recentissima sentenza che
stigmatizza l’uso, talvolta distorto, di taluni Istituti giuridici al solo fine di aggirare gli
obblighi d’imposta. La cesura
che giunge dei giudici, nel caso
di specie, appare di particolare
incisività poiché il c.d. “fondo
patrimoniale” era stato costituito dal contribuente in
tempi “sospetti” ed, in ogni
caso, successivi all’insorgere
del debito verso l’erario. A tali
condizioni, dunque, la costituzione del Fondo è stata ritenuta inefficace nei confronti
dell’esattore incaricato della
riscossione. Quest’ultimo, infatti, ha potuto procedere alla
Fondo patrimoniale sospetto
iscrizione di ipoteca sui beni
inseriti dal contribuente nel
Fondo e tale iscrizione è stata
ritenuta pienamente legittima
dai giudici di merito.
Il fatto
Con apposito avviso, datato
../../
, Equitalia Reggio Emilia S.p.A. – Agente della Riscossione per la provincia di Reggio
Emilia comunicava ad un contribuente di avere effettuato
iscrizione ipotecaria prevsita
dall’art.
D.P.R. n.
/
in conseguenza di cartelle esattoriali
precedentemente
notificate. Tale iscrizione avveniva su quote di beni immobili
di proprietà del contribuente, il
quale si opponeva al provvedimento eccependo che con atto
notarile, del marzo
, egli
ed il proprio coniuge, in regime
di comunione legale dei beni,
avevano costituito un fondo
patrimoniale previsto dall’art.
del codice civile sui beni immobili ivi meglio descritti, censiti nel Catasto Fabbricati del
Comune di Reggio Emilia.
La decisione
Il Collegio emiliano ha inquadrato con immediatezza i contorni ed i risvolti della vicenda
processuale,
considerando
“evidente” l’inefficacia del fondo essendo stato costituito in
“tempi sospetti e successivi
all’insorgere di debiti erariali”.
Il fondo patrimoniale posto in
essere da parte dai coniugi reggiani è stato ritenuto indubbiamente idoneo a diminuire le garanzie patrimoniali del Fisco, in
quanto i debiti erariali per circa
un milione di euro risultavano
di competenza degli anni
e
. Mentre, hanno annotato i giudici, “il fondo era stato
costituito nel
! La sua stipulazione è chiaramente sospetta (per non dire altro!) perché effettuata successivamente al sorgere di debiti erariali,
di fatto, già noti alle parti. Per
consolidata giurisprudenza (si
vorrebbe dire: per buon senso
ed equilibrio!), il fondo essendo
soggetto a revocatoria, affinché possa spiegare efficacia ed
essere opponibile, deve essere
costituito con un ampio margine logico di anticipo al sorgere
del debito erariale, un margine
temporale, superiore a due anni al nascere del debito”.
Il Collegio si è poi soffermato
sulla tesi secondo cui i debiti erariali risulterebbero estranei ai
debiti contratti per soddisfare
i bisogni della famiglia e, per
tanto, non in grado di scalfire il
Fondo. A tal proposito è stato
chiarito come sia indubbio che
con l’istituto del fondo, regolamentato dall’art.
del codice
civile, i beni immobili o mobili
iscritti in pubblici registri ivi vincolati, vengano destinati a soddisfare i bisogni della famiglia e
quindi siano sottratti all’espropriabilità. Invero, in base alla
norma in parola, l’esecuzione
sui beni del fondo o sui frutti
“non può avere luogo” per debiti che il creditore conosceva
essere stati contratti per scopi
estranei alla famiglia. Il credito
fiscale, è stato sostenuto dal
contribuente, non ha alcuna attinenza con i bisogni della famiglia ma sorge automaticamente
quando si verificano i presupposti che determinano la nascita
dell’obbligazione tributaria. La
tesi è stata ritenuta infondata.
Ciò in quanto il criterio identificativo dei crediti il cui soddisfacimento può essere realizzato
in via esecutiva sui beni conferiti
nel fondo va ricercato non già
nella natura delle obbligazioni,
ma nella relazione esistente tra
il fatto che genera il debito e i
bisogni della famiglia. Facendo,
dunque, corretta applicazione
del suddetto principio, deve essere accertato, in punto di fatto,
se il debito de quo possa dirsi
contratto o meno per soddisfare i bisogni della famiglia, considerato che, se è vero, che tale
finalità non può dirsi sussistente
per il solo fatto che il debito sia
sorto nell’esercizio dell’impresa, è evidente tuttavia che la
richiamata circostanza non è,
a contrario, nemmeno idonea
ad escludere, in via di principio,
che il debito possa dirsi contratto per soddisfare detti bisogni.
L’accertamento relativo alla riconducibilità dei debiti alle esi-
genze della famiglia costituisce,
infatti, un accertamento istituzionale rimesso al giudice di merito. E sul punto il Collegio ha ritenuto che qualsiasi attività con
finalità lucrative, professionale
od imprenditoriale sia, comunque, tesa al soddisfacimento
dei bisogni della famiglia. Sono
ricompresi nei detti bisogni anche le esigenze volte al pieno
mantenimento ed all’armonico
sviluppo della famiglia nonché
al potenziamento della sua capacità lavorativa, con esclusione solo delle esigenze di natura
voluttuaria o caratterizzate da
interessi meramente speculativi. Ma non sempre: infatti operazioni meramente speculative
possono essere ricondotte ai
bisogni della famiglia, allorché
appaia certo, in punto di fatto,
che esse siano state poste in essere al solo fine di impedire un
danno sicuro al nucleo familiare.
Tali argomentazioni hanno
condotto i giudici a respingere,
definitivamente, la tesi difensiva proposta dal contribuente
ed a considerare pienamente
valide le iscrizioni ipotecarie
effettuate in danno del Fondo
patrimoniale, creato in epoca
“sospetta”.
LE SCADENZE FISCALI
VENERDÌ
OTTOBRE
Annotazione, sul registro IVA degli acquisti,
del documento riepilogativo relativo alle fatture
di ammontare unitario inferiore a €
, ricevute nel mese di settembre.
Emissione e registrazione delle fatture differite relative ai beni consegnati o spediti nel
corso del mese di settembre e risultanti da Ddt
(documenti di trasporto) o altro documento equivalente. Le fatture differite devono recare la
specificazione della data e del numero dei documenti cui si riferiscono e possono essere riepilogative di tutte le cessioni poste in essere fra
due soggetti.
SABATO
OTTOBRE
(scadenza rinviata a lunedì
)
Termine per la regolarizzazione dei versamenti
di imposte e ritenute non effettuati o effettuati in
misura insufficiente entro il
settembre scorso.
Il “ravvedimento breve” è possibile versando l’importo degli interessi legali per i giorni di ritardo ( %
annuo) e della sanzione ridotta ( , % - cod.
).
Versamento, da parte dei sostituti d’imposta, delle
ritenute operate nel mese di settembre sui redditi di
lavoro dipendente e assimilati, di lavoro autonomo
e sulle provvigioni. Pagamento dell’IVA, se il debito
è superiore a € , , relativa al mese di settembre
(cod.
) da parte dei contribuenti mensili.
Chi va&Chi viene
Partenze da BARI
Destinazione
Compagnia
Volo Partenza Arrivo
Frequenza
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è cancellato i giorni - - - -
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note: ) Il volo VE
) Il volo IG
è cancellato i giorni - - - - - - ottobre.
Trapani
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blu-express.com
Alitalia
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blu-express.com
Ryanair
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Venezia
Zurigo
ORARI IN VIGORE dal
Torino
Destinazione
Milano Mxp
Gli orari si riferiscono ai dati forniti dai vettori e sono suscettibili di modifica. Vi invitiamo a consultare per conferma le compagnie aeree o le agenzie di viaggio.
ottobre.
Torino
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39
09-15 ottobre 2010
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