Luciano Florio
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Luciano Florio
8. Jahrgang Ausgabe 1/2010 Winter Au sg ab e 1 / 20 1 0 W i n t er INTER Ve n t i DEUTSCH-ITALIENISCHE SZENE IN BAYERN € 2.50 Uccelli, uccellini e uccellacci Seite 36 Luciano Florio Seite 3 INTERVen t i 2 A usg ab e 1 / 20 1 0 W i n t er ITALIENISCHE BUCHHANDLUNG narrativa – saggistica libri per bambini – dizionari grammatiche cucina – turismo videocassette Nordendstr. 19 – 80799 München Tel. 089 / 272 99 441 Fax 089 / 272 99 442 e-mail: [email protected] www.itallibri.de Öffnungszeiten: Montag-Freitag: 11.00 - 18.30 Samstag 11.00 - 14.00 di Loredana Casula Promotion-Büro für Sardinien Hotels / Hotels Ferienwohnungen / Case In Affitto Agriturismus / Agriturismi Kultur / Cultura Enogastronomie in Deutschland / Enogastronomia in Germania Workshop Veranstaltungen / Organizzazione Eventi in Germania Mobil: 0172 7036504 Mobil IT: +39 348 3268519 Fax.: 0180 3663 388 56203 (0,09€/Min) [email protected] www.sardinienpoint.de INTERVen t i SOMMARIO IN COPERTINA Intervista a Luciano Florio S. 3 CULTURA Palindromi S. 20 Interview mit dem Maler Silvano Spessot S. 22 La prima di Tristan und Isolde al Nationaltheater di Monaco S. 24 Erich Kuby – Deutschlands kritisches Gewissen S. 27 ONLINE Netbook: è destinato a conquistarci? S. 32 DOSSIER Una storia di uccelli, uccellacci e uccellini S. 36 SEGNALAZIONI Cinema Italiano a Starnberg S. 47 Programma dell’Istituto di Cultura di Monaco di Baviera S. 48 Appuntamenti S. 49 INTERVen t i Au sg ab e 1 / 20 1 0 W i n t er DALL’ITALIA Sicilia Bedda S. 9 Intervista a Michael Dejori S. 13 Lettres Italiennes S. 16 Il Basso Pavese come la città di Siena S. 18 VARIE I volti di Denpasar S. 28 DIG Jahresabschlusskochen S. 30 Sommerradtour S. 31 SALUTE Dolori mestruali S. 33 GASTRONOMIA Uomini nudi al testo. Dizionario delle cucine regionali italiane S. 34 ALMANACCO Anselmo il troglodita S. 44 Il tempo bastardo che non passa S. 45 Lista dei gruppi teatrali italiani a Monaco S. 46 E D I T ORI ALE “Italiani brava gente” è il titolo di un vecchio film. Ma anche una citazione usata di frequente: a molti italiani piace riconoscersi in quelle tre parole. A Roma all’EUR sul Palazzo della Civiltà Italiana si legge: “Un popolo di poeti, artisti, eroi, santi, pensatori, navigatori, trasmigratori”. Nei libri di storia questo siamo stati. Oggi lo siamo certamente di meno. Poche settimane fa a Rosarno in Calabria centinaia di immigrati extracomunitari, neri africani, sono insorti contro la popolazione locale. È intervenuta la polizia. Gli scontri sono stati violenti. Qualche giorno dopo i rivoltosi sono stati trasferiti e i posti in cui vivevano smantellati. Nel dopoguerra i valori della tradizione contadina, della famiglia e del lavoro permisero agli italiani di ricostruire anche moralmente il Paese. Il loro buon carattere si rifletteva nella tolleranza, nella generosità, nella solidarietà. Al Sud la ripresa ritardò e la povertà costrinse molti ad emigrare al Nord e all’estero. Oggi dal Sud non si emigra quasi più. Al contrario, per coincidenza geografica il Sud è divenuto meta di immigrati clandestini che scappano dall’Africa. Non sono cattivi e meriterebbero l’appellativo di brava gente. Molti vengono regolarizzati e poi lavorano nelle campagne aiutando l’economia. Ma sono malpagati e sfruttati. Vivono in accampamenti in condizioni igieniche precarie. Lo Stato invece di gestire fa lo gnorri ed interviene solo se costretto dalle emergenze. Negli anni ’50 a Monaco arrivavano giornalmente treni pieni di meridionali. Lavoratori che trovavano subito una sistemazione dignitosa e contribuirono alla ripresa tedesca. Italiener Gastarbeiter. Cinquant’anni dopo non siamo più Gastarbeiter, e dobbiamo chiederci, governanti in testa, se abbiamo smesso di essere brava gente e se non stiamo diventando razzisti. La redazione Titelbild: Luciano Florio. Monaco di Baviera, Monopterus Quarta di copertina: Una cartolina con la dicitura “Wo ist Papa” (dov’è papà). Vedi articolo Una storia di uccelli, uccellacci e uccellini a pag. 36 3 4 A usg ab e 1 / 20 1 0 W i n t er Tra un collage surrealistico, versi di un canto e una battuta teatrale... Intervista con l’artista Luciano Florio INTERVen t i Au sg ab e 1 / 20 1 0 W i n t er IN COPERTINA Luciano Florio aus Neapel ist ein vielseitiger und faszinierender Künstler, der seit einigen Jahren in Deutschland lebt und mit seinen Werken die Aufmerksamkeit auf sich zieht. Das Interview mit Luciano scheint einem Ausflug in eine Welt, welche uns durch Pinselstriche und Verszeilen verzaubert. Pamela Lanciotti Conobbi Luciano Florio all’Incontro di letteratura spontanea presso l’Istituto di Cultura Italiana di Monaco. Arrivò in ritardo, entrò in scena sul finale, in punta di piedi. Si sedette in un angolo. Lo osservai attentamente, i suoi capelli scompigliati gli coprivano il volto. Poi Giulio, il mediatore dell’incontro, gli chiese se avesse portato qualcosa. Lui tirò fuori dalla borsa la sua agendina nera e sussurrò i seguenti versi: Versi di un canto Ascolto gente che porta giù dal mare versi di un canto che vive qua vicino a me un bambino mi dice amico mio guarda verso là così intravedo gli anelli intorno al sole di un astro che emana in eternità. Nel gioco tra la vita e la morte non cambia la fonte ma la città. La stanza mi apparve all’improvviso buia e per un momento ebbi l’impressione che ad illuminare Luciano, a circoscrivere la sua figura, fosse sceso un occhio di bue. Lo fermai a fine incontro e iniziammo a parlare. Pittore, musicista, poeta e attore. Il suo curriculum sgorgava di tanta arte. Eppure continuava a tenere lo sguardo basso, come di chi ha timore di esporsi e resta incredulo, diffidente verso tutti quelli che gli rivolgono domande perché interessati alla sua arte. INTERVenti (IV) Luciano, iniziamo per così dire dalla fine. Perché hai scelto di vivere a Monaco di Baviera? E come vivi la città? Luciano Florio (LF): Sono venuto in Germania assieme ai miei genitori all’età di diciassette anni, numero sfortunato a Napoli. Sono originario di Napoli ma ho lasciato l’Italia quando ero ancora un ragazzo e ne sono spesso triste. Ho vissuto per diverso tempo a Landsberg am Lech, una cittadina di circa trentamila abitanti. All’inizio vivevamo in un paesino di mucche, nei pressi di questa città, ciò fu INTERVen t i per me un grande cambiamento e allo stesso tempo uno shock culturale; ci sono voluti diversi anni per elaborare e accettare la situazione. Poi ci trasferimmo a Landsberg dove nel giro di poco tempo divenni piuttosto noto. Ero conosciuto da quelle parti, mi chiamavano l’artista o anche il francese, non ho mai capito il perché: molti sanno che io sono italiano e mi incoraggiavano per quello che facevo nel campo dell’arte. Adesso vivo da quattro anni a Monaco di Baviera, città che comunque frequentavo da tempo, e la trovo davvero molto bella, si vive davvero bene qui. In realtà, se mi chiedono se mi sento più tedesco o italiano, non ho mai la risposta pronta. No! Non è cosi! Mi sento italiano e sono orgoglioso di esserlo, per la sua cultura, storia, spirito d’intelligenza e animo. Sono altrettanto tifoso della nazionale italiana di calcio, di cui seguo accanitamente ogni partita, anche se la Germania è un bel paese per sé. Considero entrambe le città la mia casa, ma a Napoli non ci potrei più vivere, troppo caos, smog, ecc. Forse in una cittadina tranquilla nei pressi di Napoli o, perché no, in qualche bella città del centro Italia. IV: Un tuffo nel passato: come hai scoperto la tua vocazione di pittore? LF: Io disegno fin da bambino. Ero il migliore della classe, nonostante abbia ripetuto la prima media ben quattro volte, non ci crederete, ma è vero (ride). Comunque ho conseguito la licenza media con il miglior punteggio. All’epoca vinsi due concorsi, uno in educazione artistica, l’altro in latino. All’età di ventitré anni conobbi Mike Mischkowski, anche lui ambizioso e alle prime armi con la pittura. Fu lui ad incoraggiarmi a dipingere: all’epoca avevamo uno studio insieme in un vecchio appartamento di quattro stanze, dove convivevo con mio fratello. Si dipingeva - il nostro interesse era diretto verso il cubismo - e ci ispiravamo a vicenda. Ricordo qualche litigio, ma è normale, credo, e si respirava un’atmosfera di bohemien. Poi col passar del tempo ho intrapreso diverse strade artistiche vissute con delusioni e successi, ma non ho mai smesso di dipingere. Beh! Di tanto in tanto mi viene qualche 5 6 IN COPERTINA crisi creativa, che compenso dedicandomi ad altre attività come ad esempio la poesia, la musica ed il teatro. Devo confessarti una cosa: ho spesso l’impressione di essere un medium artistico. Non di rado la gente dice, o sono addirittura io a dire a me stesso: non ci credo che questi quadri li hai fatti tu... mi sa che qui c’è la mano e la mente di qualcun’altro... A usg ab e 1 / 20 1 0 W i n t er Nirvana IV: Medium artistico? In che senso? LF: È come se qualcuno dall’aldilà, attraverso la mia persona o il mio spirito, mi mandasse degli impulsi e delle idee. Ho l’impressione di ricevere quella carica d’ispirazione che mi porta a dipingere o scrivere. È una strana sensazione, non sono in grado di spiegarti come avviene in realtà... Spesso le mie tele restano incompiute per giorni, mesi o a volte per anni, anche naturalmente a causa di altri impegni, finché poi un giorno ritrovo l’ispirazione e riprendo a lavorarci, magari con nuove idee. IV: Tutto questo ha a che vedere per caso con un discorso di religione? LF: Ciò non ha assolutamente a che fare con qualunque forma di religione: non credo che sia da Dio che traggo l’ispirazione. Potrebbe essere un’anima o un personaggio del passato o chissà da dove. Non sono un grande esperto di questo argomento, ma allo stesso tempo credo che qualcosa ci debba essere. Come quando ci capita di incontrare persone mai viste prima ma con le quali abbiamo subito una sorta di empatia. Inoltre spesso mi viene da chiedermi perché io abbia questo talento. Se vuoi avere una risposta, Pamela, sì, ti dico che sono cattolico, anche se vado raramente in chiesa. Spesso dichiaro di esserlo come scusa o scudo per non essere infastidito dalle altre religioni. C’è chi cerca di convertirmi: ho amici mussulmani, testimoni di Geova alla porta (ride) ed altri... Ma non sono convinto di credere fino in fondo in Gesù Cristo, ma in qualcuno o qualcosa di soprannaturale. Sono nato in una famiglia cattolica ma quello che per me è importante è l’anima. Per me ad esempio, i cipressi simbolizzano l’anima (Luciano mi mostra i suoi quadri sui cipressi e poi continua), un giorno ho Mondfinsternis Margine Le particelle di luce si dileguano dietro le rare nuvole del cielo e nel trasparente perdersi dell’etere si scioglie questo sospiro che porto in me Come un cipresso nella notte mi appoggio ai margini di un muretto che da inizio ad un tracciato viaggiante sulla Terra obliqua Esso si ritrova nei raggi delle mie radici di stelle disperse nello scenario di questo cielo Intanto immergo il mio riflesso in questo stagno d’acqua piovana lì dove di notte veglia ai suoi margini la Luna scritto “Margine”. E dal verso “come un cipresso nella notte”, ho realizzato una serie di dipinti su questo tema. IV: (Continuo ad osservare alcune delle sue opere e resto attratta da “Meridiana”). Noto che esiste nella tua pittura più di un filo conduttore, un denominatore comune, oltre al mare come simbolo esistenziale. In “Meridiana” ad esempio, mi sembra di scorgere il INTERVen t i Au sg ab e 1 / 20 1 0 W i n t er simbolismo visionario di Moreau o anche l’astrazione lirica di Kandinsky... Note di surrealismo, per intenderci... LF: Oltre al mare che è la vita, appaiono spesso nei miei quadri appunto i cipressi, come simboli dell’anima, figure di donne simboleggianti la musa ispiratrice, la chitarra, che per me è come una compagna segreta, e l’universo che è l’immenso eterno da dove noi veniamo e da dove viene tutto. Ma queste figure non entrano sempre a far parte delle mie opere, alcune scompaiono dai miei quadri e ne appaiono altre nuove. Il loro significato varia da quadro in quadro e il tutto mi appare come un rebus, da decifrare. Forse neanche io sono talvolta capace di svelare il mistero che si cela in ogni mia opera e anche per questo motivo mi piace dipingere. Per quanto riguarda il surrealismo di Moreau, non credo di averne una gran conoscenza, ma per le opere che ho potuto ammirare trovo che sia un artista molto affascinante e interessante, se non sbaglio ha ispirato diversi surrealisti. Mentre di Kandinsky sono sazio: resta comunque un grande artista e la sua arte ha mosso stati d’animo in me che non riesco a descrivere. Penso che il surrealismo sia una corrente artistica in cui combaciano perfettamente l’artigianato, la fantasia, il senso creativo e il mistico. Molti artisti surrealistici hanno preso i loro spunti dall’ermetismo e dalla psicoanalisi, considerando che l’anima si esprime attraverso il sogno. Ma anche dall’arte medioevale e rinascimentale, come ad esempio Giotto, Bruegel, Bosch ed altri. IN COPERTINA Dicono che Giotto, che io ammiro molto, sia il padre della pittura realistica come arte perfetta, ma secondo me anche lui ha influenzato i surrealisti, vedi ad esempio l’opera “Sogno di Innocenzo III”. La mia arte si può considerare come il risultato dell’incontro tra l’inconscio, l’intenzione poetica e il gesto pittorico. Non è una ricerca, perché altrimenti sarebbe un esperimento, è un’azione completa in cui il mio lavoro – senza alcune barriere morali e razionali ma sempre rispettando l’animo e la personalità di coloro che osservano le mie opere – vuole cercare di dare un messaggio nel presente e per il futuro. Spesso ho l’impressione che i miei quadri, quando la nostra generazione non esisterà più, verranno capiti in un modo diverso e forse più profondo. Perciò non potrei mai sentirmi un pittore fallito anche se i miei quadri non vanno a ruba. Sono legato al quadro “Meridiana” in un modo molto personale. Quando lo dipinsi, era un periodo difficile della mia vita... sono partito con l’idea di dipingere un oceano che inonda una città ma volevo mantenere l’atmosfera serena in cui ogni abitante vive la sua vita senza problemi. Come quel ragazzo che tranquillo suona la chitarra sulla terrazza. IV: Cos’è per te il teatro? Hai di recente interpretato il ruolo di musicista nella spettacolo “Man baut sein Haus nicht auf der Straße”. Com’è Luciano Florio nelle vesti di attore? LF: Dicono che sono bravo e mi capita spesso di ricevere complimenti, sia come attore, sia come musicista di teatro, non solo in questa produzione. Ho una grande passione per ambedue i campi e credo di avere buone idee, tanto più che mi piace immedesimarmi in un ruolo ed anche accompagnare con la musica ciò che accade sulla scena, ma non sono molto portato come scenografo. In questo campo mi mancano le idee giuste, forse perché non ho mai approfondito questo settore. In verità, in tutto ciò che faccio sono autodidatta, “Quereinsteiger”, come si dice in tedesco. La mia intenzione è quella di migliorarmi anche se dal mio punto di vista l’arte non deve essere mai perfetta, perché, come dice Marx Ernst che io ammiro molto, “chi trova se stesso è perso”. Meridiana INTERVen t i 7 8 IN COPERTINA A usg ab e 1 / 20 1 0 W i n t er Jargon Song Ich sitze an meinem Fenster und singe in mein Jargon da plötzlich unerwartet klingt das Telefon Eine Stimme sagt mir leise ich soll mich mal umsehen so sah ich auf das Fenster das gegenüber ist stehen Per me il teatro è l’insieme di tutte le arti. Esso racchiude la pittura e la scultura attraverso la scenografia, i costumi, i testi con le loro forme poetiche, la performance e la musica. Il teatro è magia, esso guida lo spettatore in un altro mondo, amplia gli spazi della sua fantasia e lo rende complice. Quando sono sul palco, anche se ad ogni prima ho sempre un po’ di “Lampenfieber”, mi sento come se stessi a casa mia e su di un altro pianeta, o viceversa... (Decidiamo di fare un breve break. Caffè e sigaretta. Luciano prende in mano la sua chitarra e inizia a cantare una sua canzone dal ritmo davvero coinvolgente...) IV: (Terminata la piacevole esecuzione, riprendiamo il discorso interrotto. Noto che Luciano ripone con molta cura la sua chitarra nella custodia). Scommetto che la porti sempre con te in viaggio, raccontaci un po’ del tuo rapporto con la musica... LF: Sono sempre stato attratto dalla musica, e allo stesso tempo l’ho sempre considerata una specie di enigma. Ricordo che mia madre amava la musica leggera mentre io la trovavo piuttosto banale, stranamente da bambino mi attraeva la musica jazz. Quando mi trovavo dai miei parenti, a Lecce, c’era mio zio che suonava il pianoforte, era un organista di chiesa. Ammiravo la sua capacità di saper suonare brani classici e canzoni napoletane. Ricordo che ascoltavo alla radio l’hit-parade, all’epoca davano sempre Lucio Battisti che con il tempo ho imparato a conoscere meglio ed apprezzare. Quando venni in Germania iniziai a conoscere la musica rock: ero un fan dei Jethro Tull e di molti altri gruppi rock di Eine schwarze Katze tat sich ab und zu ein Reck und manchmal ein Gähnen und manchmal auch ein Leck Sie hatte keine Mühe den Tag hinein zu leben sie hatte keine Mühe das kann man gut verstehen Die Gedanken schwirren leise in mein Gehirn herum ich weiß nicht ob ich gescheit bin oder manchmal auch dumm Ein Jeder hat ein Lächeln auch für dich bereit ein Jeder hat ein Lächeln sogar zu jeder Zeit Die vierte Strophe singe ich voll aus meinem Brust und draußen ist der Kummer und draußen ist auch der Frust So sagt mir liebe Freunde soll ich dann aufhören so sagt mir liebe Freunde good bye und auf wieder sehen allora. A casa c’era già mio fratello più piccolo che suonava la chitarra (e l’altro la batteria) ed io volevo imparare a suonare il flauto traverso, ma non me lo potevo finanziariamente permettere, e inoltre non trovavo un buon maestro. Ebbi così l’idea di imparare a suonare la chitarra, costava meno e attirava le ragazze (ride). Entrai così in un negozio di musica e ne uscii con una chitarra folk indosso. Devo ammettere che ci sono voluti anni prima di poter riuscire a suonare le canzoni che conoscevo e che mi INTERVen t i Au sg ab e 1 / 20 1 0 W i n t er piacevano. Iniziai poi a “comporre” canzoni a modo mio. Ho sempre cercato di diventare membro di un gruppo, ma non so per quale ragione non ci sono mai riuscito. Fatta eccezione per alcuni progetti, purtroppo falliti dopo la prima esecuzione. La musica è però stata sempre una mia compagna, e anche un modo per conoscere gente, ma soprattutto una mia espressione personale. Per diversi anni ho scritto canzoni in italiano, alcune in inglese e in tedesco, sono un appassionato di diversi stili come il Rock degli anni settanta, la Bossa Nova, la musica Etno e dei cantautori italiani: De André, Battisti, De Gregori e altri. Mi piace molto suonare per il teatro. In questo campo ho riscosso maggiore successo rispetto alle band. Ho spesso l’impressione che col teatro io possa esprimere al meglio le mie capacità musicali. Amo il suono della chitarra e mi piace molto suonare le percussioni, talento che ho scoperto di recente. Sono gli strumenti che suono più volentieri e devo ammettere che ricevo un ottimo feedback. Il ritmo è per me come il battito del cuore, il pulsare del sangue, mentre la chitarra rappresenta l’anima, mi parla, come nella pittura. Nei miei viaggi porto spesso la chitarra con me, sia per comunicare sia per conoscere e scrivere nuove canzoni, e logicamente non smetterò mai di suonare perché la musica mi fa dimenticare quel leggero dolore che a volte sento in me. IV: Pittura, teatro, musica... sembra che all’appello manchi solo la tua vena poetica... Raccontaci come ti sei avvicinato alla poesia e quali sono gli aspetti più affascinanti... LF: In realtà mi sono avvicinato alla poesia da pochi anni. Un giorno una mia amica mi regalò un piccolo quaderno fatto da lei. Sfogliando quelle pagine bianche ebbi immediatamente l’istinto di scriverci sopra qualcosa. Durante un viaggio che feci in Italia incominciai a scrivere dei versi senza rime; non era una novità per me scrivere canzoni in versi soprattutto in italiano (forse perché il ritmo è una base più regolata per la numerazione delle sillabe e l’ordine delle rime...?), volevo però scrivere anche in tedesco, e si sa che non è facile per un italiano scrivere rime in tedesco. Iniziai così a buttar giù i miei pensieri così come mi venivano in mente, descrivendo una situazione o uno stato d’animo. Dopo poco tempo ebbi la possibilità di pubblicare un libretto con le mie poesie e mi accorsi che chi li leggeva ne restava attratto. Inoltre ho scoperto anche una certa vena narrativa, spesso tratta da INTERVen t i DALL’ITALIA 9 esperienze che ho fatto in passato. Scrivere è per me un linguaggio diretto dell’anima. Basta un foglio di carta, una matita e butto giù quel che mi viene in mente, lo posso fare dappertutto, sentendomi immerso nei miei pensieri, in un caffè, nel bosco o in un città che è per me nuova e sconosciuta. Quando scrivo mi sento come in una bolla di sapone, facile a rompere, se c’è qualcuno che mi osserva. I miei pensieri mi appaiono spesso come bizzarri mosaici variopinti e astratti, presi da chissà dove, ma li sento in me, come fossero legati da un filo d’oro che tiro piano piano per cercare di non spezzarlo, finché non si esaurisce. IV: Ho saputo che è uscito il tuo secondo libro di poesie. Potresti darci ulteriori dettagli? LF: Il mio secondo libro di poesie e racconti è uscito ad ottobre, prodotto dall’editore Radu Barbulescu. Nel testo ci sono poesie in italiano e in tedesco e due racconti che ho scritto negli ultimi anni. A fare da cornice vi sono alcune illustrazioni... Info: lucianoflorioart.blogspot.com < “Notturno” Poemi e prosa di Luciano Florio (in italiano e in tedesco) Radu Barbulescu Verlag, Görresstr.105a, 81549 München, [email protected] Si può richiedere presso l’autore: [email protected], Tel.089/72493789 oppure ordinare presso l’editore o in ogni libreria. EURO 11,90 – ISBN: 978-3-930672-98-1 10 DALL’ITALIA A usg ab e 1 / 20 1 0 W i n t er Sicilia Bedda! Viaggio nella Sicilia meridionale alla scoperta di una terra ricca di arte e cultura che cela storie e voglia di riscatto e rinascita Gianfranco Caccamo A metà ottobre ogni anno nella Sicilia orientale si svolge la Ibla Buskers, Festa di artisti di strada. Lo scenario è quello del centro antico di Ragusa, straordinaria cittadina dichiarata patrimonio mondiale dall’Unesco, nonché luogo in cui vanno in scena le storie televisive che hanno come protagonista il Commissario Montalbano, il noto personaggio uscito dalla penna di Andrea Camilleri. Ragusa Ibla è un posto davvero unico, nel quale per una settimana intera si ritrovano saltimbanchi, musicisti, mangiafuoco, attori per dar vita a spettacoli e attrazioni lungo le stradine barocche. I vicoli, le piazze e i giardini al calar della sera si animano di spettatori rapiti dai lampi, dai cerchi di fuoco, dalle melodie e dai movi- menti scenici. A far da sfondo alle performance, le facciate barocche slanciate verso la luna con i loro ghirigori decorativi. A svettare su tutto l’abitato sono il cupolone e la facciata del duomo di San Giorgio, che fa bella mostra nella piazza principale dietro al filare di palme che rendono lo scenario ancor più esotico. Uno scenario esplosivo che si ripete piazza dopo piazza, chiesa dopo chiesa, via dopo via. Una scenografia architettonica unica al mondo dietro alla quale si nascondono storie inaspettate, amore e passione per una terra ricca di cultura, scaldata dal sole e animata da un desiderio di emergere. All’ombra degli edifici barocchi, all’interno di bar, botteghe e ristoranti, non si può che fare incontri unici ed emblematici di una terra, di una Italia, che a volte riesce ancora a sorprendere. Capita quindi di incontrare un giovane INTERVen t i Au sg ab e 1 / 20 1 0 W i n t er DALL’ITALIA Die Reise führt uns in den südlichsten Teil Siziliens. Ein Gebiet, in dem sich Städte im Barockstil befinden, welche von der UNESCO auf die Liste des Welterbes gesetzt worden sind. Besonders sehenswert ist das historische Zentrum von Ragusa Ibla, das als Bühnenbild für viele Filme gedient hat, wie beispielsweise „Der Kommissar Montalbano“. Hier findet alljährlich die sogenannte „Ibla Buskers“, das Fest der Straßenkünstler statt. Es ist ein Ort an dem sich Geschichten und Leidenschaften kreuzen. Dieser Ort lässt begreifen, dass Sizilien seit Jahrhunderten eine Schmiede multiethnischer Kulturen ist. Sinistra: San Giorgio, Duomo di Modica. (Foto: G.Caccamo) Destra: Non c’è cosa migliore che assaporare una granita siciliana all’ombra delle palme della piazza principale di Ragusa Ibla ammirando le scenografie barocche. imprenditore locale che assomiglia come una goccia d’acqua all’attore Luigi Lo Cascio, che ha come missione promuovere la sua terra, far giungere turisti da tutto il mondo per far scoprire gli scenari mozzafiato del suo centro. Il giovane ragusano si prende cura dei suoi clienti con amichevole affetto, mettendo a disposizione i deliziosi appartamenti dell’“Apparthotel”, una serie di casette dal sapore antico, restaurate e immerse nel tessuto urbano. Camere con vista, con una vista davvero spettacolare; al di là delle balconate si stende un intero paese, un presepe che al calar del sole si illumina, dando vita a giochi di luci e ombre che evidenziano i chiaroscuri delle facciate. Può capitare anche di entrare in un bar e scoprire che chi ti serve è nato e cresciuto in Padania e che per amor della figlia, allergica all’aria “malsana” lombarda, ha INTERVen t i deciso di percorrere all’inverso la rotta che molti figli di Sicilia ogni anno intraprendono per cercare lavoro. Il barista può allora raccontare che l’aria marina del ragusano ha donato una vita sana alla sua piccola e che nella parte estrema della penisola è stato accolto con calore e affetto dagli abitanti, che da secoli e secoli accolgono il forestieri con i quali convivono e si mischiano. Turchi, ebrei e cristiani per secoli in queste terre hanno convissuto in armonia, dando vita ad una cultura unica: arte, architettura, letteratura, tutto è stato creato dal connubio di culture diverse, un mix che oggi si ritrova perfino nei sapori e negli odori della tradizione culinaria. A chi prenderà spunto da questo scritto e si recherà ad ammirare il barocco ragusano, ecco un consiglio appassionato: non c’è miglior prima colazione che stare all’ombra di una 11 12 DALL’ITALIA A usg ab e 1 / 20 1 0 W i n t er Sinistra: Tra gli artisti di strada arrivati a Ragusa per il Ibla Buskers ci sono Los Filonautas, acrobati provenienti dalla Germania e dall’Argentina. Sotto: Il centro storico di Modica si adagia come un presepe su delle colline, sull’abitato svetta la facciata e scalinata monumentale del Duomo. palma, sfiorati dai raggi del sole, ammirando il barocco che svetta su nel cielo, il tutto gustando una fresca granita siciliana accompagnata da una brioche appena sfornata e dal sapore unico. Chi ama il salato, non può non assaggiare gli arancini, da mangiare rigorosamente in una rosticceria, magari sbirciando nella cucina, scoprendo così il segreto di come quelle palle di riso restino compatte e croccanti, basta infatti impanarle nel pangrattato e passarle in un “intruglio” di albume e farina. Per chi è goloso di cioccolato, invece, a pochi chilometri da Ragusa Ibla, c’è un altro meraviglioso centro antico: Modica, nel quale viene realizzato il “cibo degli dei” con una ricetta che si dice essere arrivata in Sicilia direttamente dalle terre dei Maya per mezzo degli spagnoli. Ma Modica non è nota solo per questa bontà ma anche per la sua struttura urbana, il centro abitato si adagia infatti sulle pendici di alcune colline che formano una sorta di canyon dove si trovano le vie principali. Su una delle colline svetta il Duomo con una splendida facciata e una lunga scalinata che arriva fino alle strade centrali. Anche in questo presepe barocco è possibile far incontri particolari, come la titolare della trattoria “All’Arco”, una mamma che accoglie i clienti come se fossero amici o parenti che le fanno visita. La signora offre ai suoi ospiti tutta una serie di assaggi e delizie tipiche della cucina modicana che rendono i pranzi uno spasso. Tra un bicchiere di vino e una delizia culinaria, gli animi dei commensali si aprono e si confidano storie, idee, desideri. Si scopre allora che la voglia di cambiamento e di riscatto preme sempre di più, cresce il desiderio di vedere una così bella terra tornare ad essere davvero il centro del Mediterraneo, il desiderio pulsante del liberarsi da piovre opprimenti di ogni forma e colore che tengono schiavo un popolo che ha tanto da dare a sé e al mondo intero. Desideri che si concretizzano con l’agire, con il fare la propria parte, rimboccandosi le maniche e cercando di resistere tra un lavoro da promoter e l’altro; aiutando il padre a portare avanti l’azienda di famiglia, o aprendo a pochi metri dal mercato storico palermitano della Vucciria, “La Fuitina”, un bed and breakfast dall’arredamento eclettico e dal nome evocativo. Storia antica, ricchezze eterne, desideri e speranze odierne mi fanno dire: u sicilianu sugnu e mi nni vantu, picchì la terra mia jè china china d’incantu (sono siciliano e me ne vanto, perché la mia terra è piena piena d’incanto; da Ciuri Ciuri di Roy Paci & Aretuska) e mi fanno sperare che un giorno sorgerà il sole e scaccerà le nubi del malaffare. < INTERVen t i Au sg ab e 1 / 20 1 0 W i n t er DALL’ITALIA Le case a basso dispendio energetico in Italia Intervista all’architetto altoatesino Michael Dejori Franco Casadidio INTERVenti (IV): Architetto Dejori, come si misura il consumo di un edificio? Michael Dejori (MD): L’indice HWB (”Heizwärmebedarf“) determina il fabbisogno energetico di una costruzione: indica quanti Watt all’anno necessita una costruzione per metro quadrato di superficie di base [W/m2a]. All’incirca 10W corrispondono a un litro di gasolio. Se dunque viene eretta una costruzione secondo la regolamentazione ufficiale (legge n. 10/91 – vedi nota *) si tratterà di una costruzione che per m2 all’anno necessita di 70 Watt al massimo. Al confronto con altri stati europei siamo purtroppo indietro di anni: Austria e Germania realizzano costruzioni pubbliche con un massimo di 30W/m2a e qui le case a risparmio energetico o “passive” spuntano come funghi ovunque, da anni. Di tutto questo in Italia ci sono purtroppo finora solo (troppo) pochi esempi. Di significato fondamentale sono volontà pubblica, impegno privato e consapevolezza generale di trattare tutte le risorse in modo consapevole, economico e duraturo: la provincia di Bolzano è sicuramente quella più all’avanguardia in Italia e può vantare non poche costruzioni, nuove o ristrutturate, pubbliche o private, pienamente aderenti alle normative nazionali e europee in materia di risparmio energetico. INTERVen t i IV: Quali sono i fattori che influenzano maggiormente i consumi di un edificio? MD: A) La parte di costruzione trasparente: vetrate fisse e finestre sono sempre le parti di costruzione energeticamente “peggiori”. Il vetro isolante migliore e più caro è pur sempre quattro volte peggiore di un muro di facciata isolato in maniera mediocre. Importante è la grandezza, il numero e la posizione dei singoli vetri. B) Le parti di costruzione opaca: la parte esterna della costruzione viene a trovarsi in contatto con l’esterno in modo orizzontale o verticale, con l’aria (pareti, tetto) o con la terra (basamento). Il progresso tecnico non ci ha procurato solo computer e cellulare, ma anche i migliori materiali isolanti da utilizzare in diverse situazioni di necessità; determinante in questo senso è non solo l’isolamento calorico, ma – soprattutto alle nostre latitudini – lo sfasamento termico che viene spesso sottovalutato! Questo indica il tempo che impiega l’energia ad oltrepassare l’isolamento calorico. Più è leggero l’isolamento (= peso specifico basso) e più velocemente passa l’energia: per questo la temperatura interna si alza così tanto sotto un tetto isolato con EPS (Expandierter PolystyrolHartschaum o polistirolo espanso) già solo dopo cinque ore, perché lo sfasamento termico di questo materiale è troppo basso. C) ventilazione ed aerazione controllata: importante non è solo un corretto isolamento ma anche La Scuola dell’infanzia di Andriano (Bolzano) „Wie viel verbraucht Dein Auto?” Diese Frage können die meisten ruckzuck beantworten. Aber wenn jemand fragen würde: „wie viel verbraucht denn Dein Haus?“ wären es wohl nur wenige, die zügig und gewiss antworten könnten. Energiekosten eines Hauses sind alles andere als unbedeutend! Im Interview mit Miachael Dejori erklärt uns der Architekt aus Südtirol, wie man den Energieverbrauch eines Hauses berechnen kann und worauf man beim Bau und bei der Planung eines Energiesparhauses achten sollte. una corretta ventilazione con un sistema meccanico di ricambio dell’aria; da una parte viene immessa continuamente aria fresca, dall’altra – grazie al recupero calorico – non c’è dispendio energetico. 13 14 DALL’ITALIA IV: Quanto costa in più costruire una casa a risparmio energetico rispetto a una tradizionale? MD: Prendiamo ad esempio una nuova costruzione eretta secondo i dettami statali della legge 10, ossia con un consumo massimo pari a 70W/m2a: A) I costi in più di una casa a risparmio energetico (50W/m2a) sono al massimo del 5% dei costi netti di costruzione, che vengono ammortizzati al massimo in 12 mesi di utilizzo del riscaldamento. B) I costi in più di una casa a risparmio energetico (30W/m2a) sono invece al massimo del 15% dei costi netti di costruzione e vengono ammortizzati al massimo dopo 48 mesi di utilizzo del riscaldamento. IV: Quanto tempo è necessario per ammortizzare i maggiori costi iniziali? MD: In Europa non è il materiale bensì la manodopera ad incidere maggiormente sui costi: per questo un isolamento più spesso/migliore costa di fatto poco più di uno sottile/meno valido perché il lavoro annesso, di fatto, è lo stesso. Così non dobbiamo chiederci semplicemente in quanto tempo vengono ammortizzati i costi, ma se invece ci comportiamo in modo “consapevole” e “duraturo”; infatti non costruiamo solo per avere un tetto sulla testa ma per sentirci a nostro agio in un ambiente. IV: Lei e suo padre avete progettato la Scuola dell’infanzia di Andriano in provincia di Bolzano, proprio A usg ab e 1 / 20 1 0 W i n t er seguendo criteri di bioarchitettura ed ecosostenibilità; ci può illustrare i dati salienti del progetto? MD: A) Il concetto di base può essere tradotto in “costruire con il paesaggio”: l’inclinazione del tetto segue i pendii circostanti, la linearità dei dintorni si ripete all’interno, le grandi vetrate portano la natura nella costruzione e i materiali riprendono i toni del paesaggio. B) Sito: su un leggero pendio al di sopra del paese con una vista panoramica a 180° veramente unica che spazia fino a valle e sul Rosengarten (Patrimonio Mondiale dell’Umanità – Unesco). C) Dintorni: vigneti che offrono sempre nuovi colori (verde pallido in primavera, scuro in estate, giallo-rosso in autunno, marrone scuro/grigiastro in inverno) con esposizione al sole limitata. D) utilizzo di materiali naturali e del posto: legno di quercia trattato ad olio per pavimenti e arredo, legno grezzo di pino per facciate e terrazze, tetto verde estensivo e porfido per l’esterno. E) Rispetto ambientale: utilizzo di isolamento ecologico; pellets come carburante per il riscaldamento a pavimento; colori traspiranti per l’interno; riutilizzo dell’ acqua piovana per l’irrigazione del giardino; utilizzo minimo di materiali plastici (cemento armato per gli spigoli, isolamento XPS (Extrudierter Polystyrol-Hartschaum o polistirolo estruso) per le parti di costruzione a contatto con la terra. IV: Quali particolari accorgimenti avete adottato in materia di risparmio energetico ed ecosostenibilità? MD: A) Parti trasparenti di costruzione: posizionate in modo consapevole e a seconda della funzione, fisse o apribili. Relativamente all’esposizione (a nord, est, sud, ovest) e della posizione (verticale o orizzontale) sono stati utilizzati in tutto tre tipi di vetro differente. Ciò nonostante ci siamo attenuti all’utilizzo esclusivo di vetri a doppia lastra comunemente in commercio. B) Parti di costruzione opaca: pavimenti, facciata, tetto sono stati isolati secondo necessità, in generale si può dire: in basso 10 cm (XPS), di lato 15 cm di lana di INTERVen t i Au sg ab e 1 / 20 1 0 W i n t er DALL’ITALIA Michael Dejori Architetto, è autore insieme al padre Gilber del progetto della scuola di Andriano. Si è laureato all’Università Tecnica di Innsbruck (A) e all’Università degli Studi di Firenze. È membro dell’Architektenkammer di Bolzano. Numerosi i concorsi vinti con i suoi progetti: a Graz, Klagenfurt, Linz, Leibnitz. Vicedirettore per la realizzazione “Stadthalle” di Graz, ha fondato nel 2003 lo studio “Einzigart Architekten” con l’architetto Veronika Köllensperger. roccia, in alto 25 cm di fibra di legno di isolamento. C) Ventilazione ed aerazione controllata: la costruzione è dotata di un condotto sotterraneo a due metri di profondità, così l’aria viene riscaldata nei periodi di freddo, mentre in quelli di caldo viene rinfrescata; il tutto “gratis”. Corredata anche di un filtro per il polline, tutto il volume d’aria viene ricambiato completamente nell’arco di tre ore. D) Riscaldamento: come combustibile viene utilizzato il pellets, materiale pulito, non inquinante, CO2 neutrale, ottenuto dagli scarti di lavorazione del legno senza l’aggiunta di alcuna sostanza chimica. E) Rispetto ambientale: tutti i materiali utilizzati hanno un bilancio CO2 neutro. IV: Quali benefici traggono i bambini dal vivere in un ambiente così realizzato? MD: Per i bambini la scuola materna è la prima costruzione estranea da accettare al di fuori della propria abitazione: vivere in un ambiente sano, dove ci si sente bene e a proprio agio facilita questa accettazione. Se definiamo una costruzione come la terza pelle dell’uomo, allora starò più volentieri in questa terza pelle se proporzione, ambiente e materiaINTERVen t i le sono in armonia tra di loro. Vorrei però anche relativizzare l’importanza della costruzione: le cose più importanti sono giochi divertenti e buon cibo! Per fortuna entrambi, qui, non mancano grazie alla direttrice Renate e alla cuoca Monica, alle quali faccio i miei complimenti. IV: Quali altri edifici a risparmio energetico ha progettato? MD: Parliamo piuttosto di ”utilizzare in modo consapevole l’energia” e di “stare bene in un posto” in modo che questa tematica resti sullo sfondo, in fase di pianificazione e alla fine il fruitore da una parte se ne ricordi o vi ritorni volentieri. Di fatto sono fattori come luce, colore, ombra, spazio e proporzione ad avere un ruolo importante, al di là della grandezza dell’incarico costruttivo. Per quanto riguarda la Scuola dell’infanzia di Andriano desidero ringraziare il comune di questo paese come costruttore che di ogni materiale utilizzato ha chiesto informazioni relative alla qualità e non solo al prezzo. Al momento mi occupo dell’ampliamento di una scuola materna, della realizzazione di una scuola elementare e della finitura di una mansarda. Per qualsiasi tipo di incarico comunque la cosa più importante è che costruttore e architetto parlino, si prendano sul serio e che le decisioni vengano discusse e prese insieme. < *Nota. La Legge n. 10 del 09/01/1991 è stata integrata da successivi provvedimenti di Legge, fra cui il D.Lgs n. 192 del 19/08/2005 e successivo D. Lgs. N. 115 del 30/05/2008 in attuazione delle Direttive europee in materia come la Direttiva 2002/91/CE relativa al rendimento energetico nell’edilizia. L’applicazione delle normative viene effettuato per gradi, per cui è immediatamente prescrittivo nella progettazione dei nuovi edifici, mentre concede tempo per l’adeguamento degli edifici esistenti. Parimenti sono state attivate delle procedure per l’agevolazione economica per gli interventi di contenimento energetico, come lo sgravio fiscale del 55% del costo dell’intervento. In sostanza è stato creato un complesso quadro normativo per adeguare tutto il patrimonio edilizio nuovo ed esistente alle normative Europee prevedendo per la sua attuazione un sostegno economico rivolto sia alle famiglie che alle imprese. (Architetto Remo Cencioni – www.atup.it) 15 16 DALL’ITALIA A usg ab e 1 / 20 1 0 W i n t er Lettres italiennes De pulchritudine Corrado Conforti “Che ggran dono de Ddio ch’è la bbellezza!” dichiara all’inizio di un suo sonetto del 1834, il grande poeta romanesco Giuseppe Gioachino Belli; il quale corrobora poi l’affermazione con una gustosa serie di considerazioni sull’avvenenza fisica, avvenenza – va detto – solo femminile. Belli non era certo il primo a occuparsi dell’argomento. In tutta la letteratura italiana, la bellezza viene costantemente celebrata. Già a partire dal padre delle nostre lettere, Dante Alighieri, che si innamora della sua Beatrice quando questa ha appena nove anni. Di lei dirà nella “Vita nuova” (ma la bambina nel frattempo è cresciuta), che “de li occhi suoi (...) escon spirti d’amore infiammati”. Tanta grazia non è tuttavia per Dante un motivo di concupiscenza, bensì uno strumento per accedere alla virtù e dunque a Dio. Concezione condivisa più o meno anche da Petrarca, il quale ci presenta comunque una Laura assai più sensuale della giovanissima Beatrice. Il grande poeta ne canterà “le belle treccie sopra ‘l collo sciolte” e “le guancie ch’adorna un dolce foco”. Con Boccaccio l’attenzione alla bellezza femminile si fa assai meno spirituale; mentre con l’“Orlando furioso” di Ludovico Ariosto la letteratura italiana acquisisce versi sensuali come i seguenti dedicati alla bellissima Alcina: “Bianca nieve è il bel collo, e ‘l petto latte; / il collo è tondo, il petto colmo e largo: / due pome acerbe, e pur d’avorio fatte, vengono e van come onda al primo margo”. Facendo un salto di tre secoli arriviamo poi a Ugo Foscolo, il quale quando non si occupava della propria pretesa avvenenza (“Solcata ho fronte, occhi Schönheit und Intelligenz sind zwei Eigenschaften, die sich wohl nicht eindeutig und endgültig messen lassen. In Hinblick auf die Schönheit sagt ein Sprichwort, dass man über Geschmack streiten kann und die bisher entwickelten Intelligenztests sind allesamt umstritten. In einer TV-Show urteilte Silvio Berlusconi auf seine ganz besondere Art und Weise über die Eigenschaften der Oppositionspolitikerin Rosy Bindi. Rosy Bindi (www.wikipedia.com) incavati intenti, / crin fulvo, emunte guance, ardito aspetto”) celebrava quella delle sue amanti, come Antonietta Fagnani Arese, della quale nell’ode “Alla amica risanata” canta sollevato il ritorno del bell’aspetto (“Fiorir sul caro viso / veggo la rosa, tornano / i grandi occhi al sorriso”). Sessant’anni più tardi Gabriele D’Annunzio, prima di mascherarsi da poetasoldato, interpreterà il superomismo nietzschiano impegnandosi soprattutto nell’arte della seduzione. Così descriverà, per interposta persona, una delle tante sue conquiste nel romanzo “Il piacere”: “ella aveva appunto le estremità un po’ correggesche, le mani e i piedi piccoli e pieghevoli, quasi direi arborei come nelle statue di Dafne”. Con il ‘900 il culto della bellezza femminile si affievolisce un poco. Gli autori moderni si sforzano di descrivere la banale tragicità dell’esistenza e non possono perdersi in quisquilie come l’avvenenza fisica, che pure tanto aveva occupato i loro predecessori. Resta solo la canzone a celebrarla. E qui ognuno, sforzando la memoria, può tranquillamente fornirsi di esempi. La sera del 7 ottobre scorso il signor B., che tra un festino e l’altro sostiene di trovare anche il tempo di fare quello per cui è pagato dai contribuenti, è intervenuto telefonicamente in una trasmissione televisiva della Rai condotta da un suo adoratore. Schiumava di rabbia il signor B., perché la Consulta, affermando il principio, per lui blasfemo, che la legge è uguale per tutti, lo aveva equiparato al comune cittadino. Alla deputata Rosy Bindi, che s’era permessa di interloquire nel suo profluvio verbale nel quale egli sosteneva INTERVen t i Au sg ab e 1 / 20 1 0 W i n t er DALL’ITALIA L’asilo italo-tedesco Girotondo e.V. Società Dante Alighieri Monaco di Baviera (asilo nido e scuola materna) cerca insegnanti impegnati di madrelingua italiana. Sono gradite buone conoscenze della seconda lingua insegnata. Presso l’Istituto Italiano di Cultura Hermann-Schmid-Str. 8, München Tel. 089 74 63 21 22 Fax 089 74 63 21 31 Le candidature possono venire inviate per email a [email protected] [email protected] Girotondo e.V. Balanstr. 94, 81541 München [email protected], oppure per posta a Praxiszentrum beim Viktualienmarkt CENTRO MEDICO BILINGUE Medicina generale, flebologia e scleroterapia Dott. Univ. Parma Stephan Guggenbichler Dr. med Katrin Hoehne trovarsi appena un gradino sotto il Padreterno, il signor B., alludendo alla scarsa avvenenza della Bindi, ha pronunciato la seguente elegante battuta: “Lei, signora, è più bella che intelligente”. Risparmiandoci ogni considerazione su tali maniere da bifolco, note a tutti qui in Germania e in modo particolare al deputato europeo Martin Schulz, ci chiediamo se il signor B., che si dichiara cattolico fervente, sia a conoscenza del passo del vangelo di Luca in cui si sostiene sia assai più saggio occuparsi della trave piantata nel proprio occhio che non preoccuparsi del fuscello presente in quello del vicino. L’improbabile metro e settanta di altezza, la quasi totale assenza di collo, il giro vita che a occhio e croce corrisponde alla circonferenza verticale del tronco, l’alopecia mascherata con un trapianto mal riuscito, gli occhi sempre più chiusi a causa di probabili iniezioni di botulino finalizzate al camuffamento delle rughe, fanno del signor B., che recentemente è entrato nel settantaquattresimo anno di vita, tutto meno che un bell’uomo. Capiamo che le adulazioni dei suoi salmodianti cortigiani lo facciano credere un Adone, ma il signor B. nelle sue tante dimore dovrà pur avere almeno uno specchio, e tale oggetto, si sa, ha il maledetto vizio di raccontare la verità. A meno che il signor B. non abbia fatto come la contessa di Castiglione che, bellissima in gioventù, quando iniziò a sfiorire, velò tutti gli specchi delle sue stanze. Ecco sì, il signor B. deve aver fatto la stessa cosa. E allora noi, in armonia con tale scelta e commossi da tanto patire, ci fermiamo qui e stendiamo su tutta la faccenda il proverbiale velo pietoso. < INTERVen t i Frauenstr. 17, 80469 München Tel.: 089/299952, Fax: 089/29163732 E-Mail: [email protected] www.beinsprechstunde.de 17 18 DALL’ITALIA A usg ab e 1 / 20 1 0 W i n t er Belgioioso Grande successo per la prima edizione del Palio Terre Viscontee Raffaella Mantovani Correva il XIV Secolo quando i Visconti, signori di Milano, costruirono un castello per la caccia che chiamarono “Zoiosus”. Nel 1431 il maniero divenne feudo di Alberico da Barbiano che incoronò questa fiorente terra come “bella e gioiosa”: da qui nacque Belgioioso, il nome dell’attuale paese che man mano si è sviluppato attorno alla fortezza. Oggi, grazie alla ristrutturazione del castello, resa possibile dall’acquisto da parte dell’illustre sindaco, il Prof. Fabio Zucca, in collaborazione con la giunta comunale, il piccolo paese sta diventando una città di turisti e curiosi, i quali affollano le sale e il grande giardino ogni qual volta i ponti levatoi vengono abbassati per dar vita ad una nuova e interessante manifestazione. Recentemente Belgioioso e il suo castello sono stati meta di visita del Principe Sergio di Jugoslavia, presidente della Onlus Regina Elena, attivo a livello internazionale nelle politiche del sociale e della cultura. A questo incontro sono seguiti una serie di eventi: dalla giornata della FAI (Fondo per l’ambiente italiano), all’inaugurazione del Museo Regionale del Territorio, alla mostra del famoso pittore De Chirico, allestita nella parte pubblica del Castello e il gemellaggio con la cittadina francese La Fouillouse. Grazie a tutte queste iniziative, anche il territorio a sud di Pavia può così finalmente contare dal 2009 sul suo Palio, quello delle Terre Viscontee. L’idea, sviluppatasi a Belgioioso, ha rapidamente incontrato l’interesse di molti comuni e ha visto coinvolte nei giochi, durante il weekend del 29 e 30 agosto, ben sei squadre composte da elementi provenienti da una decina di comuni. L’evento ha visto brillare più che mai la sinergia tra pubblico e privato. Realizzato a cura del Consorzio del Basso Pavese, il Palio ha potuto contare sulla collaborazione di partner eccellenti, come l’Ente Fiere dei Castelli di Belgioioso e Sartirana, l’Associazione Amici del Castello di Belgioioso e le Pro Loco dei territori coinvolti. Un successo di primo piano, che vanta INTERVen t i Au sg ab e 1 / 20 1 0 W i n t er DALL’ITALIA FOTOGRAFIE & JOURNALISMUS TEXTE ALLER ART Kirsten Ossoinig [email protected] 0172/9019589 Italienischer Tanzkurs un’ottima capacità organizzativa. Le gare erano articolate in due sezioni, divise nelle due categorie “Juniores” e “Seniores”, pronte a sfidarsi a suon di giochi tradizionali. I più giovani, impegnati nella mattinata di sabato, hanno dovuto cimentarsi in quattro giochi: lancio degli anelli, corsa dei sacchi, pesca della mela e corsa con l’uovo. Nel tardo pomeriggio dello stesso giorno sono scesi in campo gli adulti, non meno motivati. Sotto il sole implacabile i partecipanti hanno affrontato, senza risparmiarsi, tutte le sfide previste: dalla corsa di “balon” alla pentolaccia, concludendo con l’albero della cuccagna. Nella giornata di domenica 30 agosto la festa si è animata con il “Belgioioso fantasy”: 3.500 bambini completamente truccati e vestiti con abiti a tema, sono stati catapultati in un meraviglioso viaggio fuori dal tempo, tra “mezzi uomini”, elfi, maghi, orchi e molti altri personaggi fantastici. Dopo il suggestivo Corteo Storico, che ha attraversato tutto il paese e al quale hanno preso parte, oltre agli sbandieratori e figuranti anche i componenti delle squadre, la fase finale del Palio è entrata nel vivo. INTERVen t i La più importante prova della disfida tra comuni consisteva in una gara piuttosto pittoresca: la corsa nelle carriole. A spuntarla, battendo i rivali dei comuni rivieraschi, è stata la squadra di Linarolo-Valle Salimbene, aggiudicandosi la prima edizione del Palio Terre Viscontee. Grazie all’iniziativa e allo spirito creativo di tutti gli organizzatori, il piccolo paese di 5.000 abitanti, ha accolto i 25.000 visitatori con allegria e stupore, per rendere questa due giorni un appuntamento da segnare in rosso nel calendario del prossimo anno. < Signora leccese, appassionata di pizzeca e tamburello, desidera contattare salentini e non per suonare, ballare o anche cantare insieme. Abito a Ingolstadt Tel.: 0841/9513835 Biete Leistungen als Gartenpfleger im Großraum München Auch am Wochenende Tel.: 0170-5290054 edito da Contatto Verein e.V. bimestrale per la Missione Cattolica Italiana di Monaco Lindwurmstr. 143 80337 München Tel.: 089/74 63 06 0 19 20 CULTURA A usg ab e 1 / 20 1 0 W i n t er Palindromi Parole, e non solo, riflesse Leonardo Chen Che cos’è un palindromo? Un palindromo è una parola, una frase o un numero che può essere letto in due o più direzioni. Un piccolo esempio sono le parole come “ala”, “osso”, “oro”, che possono essere lette da sinistra a destra ed anche da destra a sinistra. La parola “palindromo” proviene dal greco “palin”, che significa di nuovo, e “dromos”, ovverosia direzione. Nella lingua greca questa forma di scrittura si chiama infatti “karkinike epigrafe”, che tradotto significa inscrizione di granchio. Il fenomeno palindromico non è soltanto letterario, ma fa parte anche della natura. Prendiamo ad esempio la legge della simmetria: i due lati del nostro corpo sono un palindromo, nel senso che la parte destra è l’immagine speculare della parte sinistra. Lo stesso si ritrova nel giro del guscio della chiocciola: alcuni tipi girano in senso orario e altri in senso antiorario. Nella biochimica, la struttura elicoidale della molecola della DNA è fre- La catena del DNA A C C T A G G T – – – – – – – – T G G A T T T A quentemente un palindromo: una catena dei nucleotidi (elementi chimici base del DNA) assicurano la correttezza dell’altra, formando un tipo di palindromo. Ad esempio il nucleotide “adenina” (A) si correla sempre con la “tiamina” (T), e la “guanina” (G) sempre con la “citosina” (C). I nucleotidi della seconda catena sono un’inversione della prima catena, cioè un palindromo. Quest’effetto palindromico è molto frequente nel cromosoma Y. Il Detto Ercolaneo S A T O R A R E P O T E N E T O P E R A R O T A S coltà, perché la parola “AREPO” pare non esistesse in latino. Presumibilmente la frase vuol dire Ein kleiner Exkurs in die Welt der Palindrome zeigt uns, wie sich der Mensch und die Natur mit Bildern, Wörtern und der Musik amüsieren. Anche nella formazione delle proteine gioca un ruolo l’effetto palindromico: alcune proteine sono levogire ed altre destrogire. Anche la gravità e il magnetismo hanno un’espressione palindromica. Nell’emisfero nord, levando il tappo da un bacino pieno di acqua, l’acqua scorre dal bacino girando a sinistra, cioè in senso antiorario, mentre in Australia in o Sud Africa, l’acqua gira a contrario, cioè in senso orario. Lo stesso vale per il senso in cui ruotano i cicloni e gli anticicloni (anch’essi tra loro palindromi): in senso antiorario nell’emisfero boreale e in senso orario in quello australe. Il palindromo più antico in Europa fu trovato ad Ercolano. Si tratta di cinque parole che possono essere lette in tutte le direzioni. La traduzione di questo quadretto ha presentato grande diffi- “Il coltivatore Arepo tiene le ruote al lavoro”. Un altro palindromo conosciuto in latino è “In girum imus nocte et consumimur igni.” – (Andiamo in giro la notte e siamo consumati dal fuoco). Gli esempi non finiscono di certo qui. Nell’epoca rinascimentale, Leonardo da Vinci usava una forma di palindromo, cioè la scrittura all’inverso, che può essere letta con uno specchio. Nella musica, Hadyn aveva scritto una sinfonia palindromica, il suo opus 47, sinfonia in G. Anche Alban Berg, Bela Bartok e Stravinskij hanno scritto musica in forma palindromica. In Grecia, è molto frequente ritrovare i palindromi sulle fonti battesimali. In sanscrito si trovano molti palindromi nei testi sacri. Anche nella lingua cinese poi, i palindromi sono abbastanza frequenti. INTERVen t i Au sg ab e 1 / 20 1 0 W i n t er DAMMIT I’M MAD. Evil is a deed as I live. God, am I reviled? I rise, my bed on a sun, I melt. To be not one man emanating is sad. I piss. Alas, it is so late. Who stops to help? Man, it is hot. I’m in it. I tell. I am not a devil. I level “Mad Dog”. Ah, say burning is, as a deified gulp, In my halo of a mired rum tin. I erase many men. Oh, to be man, a sin. Is evil in a clam? In a trap? No. It is open. On it I was stuck. Rats peed on hope. Elsewhere dips a web. Be still if I fill its ebb. Ew, a spider... eh? We sleep. Oh no! Deep, stark cuts saw it in one position. Part animal, can I live? Sin is a name. Both, one... my names are in it. Murder? I’m a fool. A hymn I plug, deified as a sign in ruby ash. A Goddam level I lived at. On mail let it in. I’m it. Oh, sit in ample hot spots. Oh wet! A loss it is alas (sip). I’d assign it a name. Name not one bottle minus an ode by me: “Sir, I deliver. I’m a dog” Evil is a deed as I live. Dammit I’m mad. By Demetri Martin Ecco alcuni palindromi in italiano: “Aceto nell’enoteca” “Ai lati d’Italia” “E presa la serpe” “I noti piedi dei pitoni” “I topi non avevano nipoti” Eccone invece alcuni in tedesco: “Eine treue Familie bei Lima feuerte nie” “Ein Leder Gurt trug Redel nie“ “Ein Neger mit Gazelle zagt im Regen nie” “Oh Cello voll Echo” “Ein Esel lese nie” INTERVen t i Nella lingua inglese, il gioco palindromico è ancora più complicato: si usano non soltanto le lettere, ma anche le parole e le frasi palindromiche e inoltre anche un altro tipo di inversione della parola che porta ad uno significato diverso Le lettere palindromiche: “A coup d’etat saved devastated Puoca” “Are we not drawn onward, we few, drawn onward to new era.” “Do geese see god?” CULTURA Cosimo, insegnante di italiano (Volkshochschule, privato), dottorando in filosofia, fiorentino, offre lezioni di italiano, anche a domicilio 0176-23413205 089-32606891 [email protected] Le frasi: “Girl bathing on Bikini, eyeing boy, sees boy eyeing Bikini on bathing girl.” “Fall leaves after leaves fall.” Palindromi con significati diversi: Gateman/Nametag Stressed/Desserts Deliver/Reviled Star/Rats Lived/Devil War/Raw Stop/Pots Diaper/Repaid eccetera. In India il nome di una provincia e di un popolo, “Malayalam”, è palindromico. Il palindromo più lungo è in finlandese “saippuakuppinippukauppias”, che significa “venditore all’ingrosso di scatole di sapone”. Miracoli della lingua finlandese! < 21 22 CULTURA A usg ab e 1 / 20 1 0 W i n t er „Lust auf Lebendigkeit“ Interview mit dem Maler Silvano Spessot Sylvia Kroupa Im Oktober hat der Maler Silvano Spessot aus dem Friaul im Italienischen Kulturinstitut München seine jüngsten Werke ausgestellt. Unter dem Titel „Seele und Zeichen“ wurden hauptsächlich aus dem Jahr 2009 Werke des Autodidakten gezeigt. Silvano Spessot wurde 1956 in Cormons geboren, einem kleinen Ort im Friaul, wo er immer noch lebt. Er hat in den 1970er Jahren mit seiner künstlerischen Tätigkeit begonnen. In den 1980er und 1990er Jahren experimentiert er mit Farben und Materialien und wird zum Meister in der Verwendung von Harzen, Leimen und heterogenen Gemengen. Nach anfänglich eher abstrakten Bildern, unter anderem beeinflusst von Jackson Pollock, kam er zu Beginn dieses Jahrtausends auf die Darstellung der „Puppenmenschen“. Individuum und Masse oder die Hervorhebung des Einzelnen aus der Masse werden sein Thema. Seine jüngsten Werke zeigen den stilisierten Menschen innerhalb der menschlichen Gesellschaft in dynamischer „Kurvenlinienhaftigkeit“. Die Bilder strahlen trotz eventuell unterschwellig vorhandener Kritik an der Gesellschaft in erster Linie Heiterkeit aus. Seine nächste Ausstellung findet ab dem 12. März für vier Wochen im Stuttgarter Rathaus statt. INTERVenti (IV): Wer ist auf den Titel der Ausstellung „Seele und Zeichen“ gekommen? Silvano Spesso (SS): Der Ausstellungstitel wurde vom Organisator ausgesucht und ich finde ihn vollkommen in Ordnung. IV: Licio Damiani spricht in seinem Vorwort des Ausstellungskataloges von „Lust nach Vitalität“, die Ihre Bilder ausstrahlen und von „Zeichen, die scheinen wie Widerhall von Worten und Melodien“. In der Tat lassen die dynamischen Kurven der Figuren wie auch die Linien um die Puppenmenschen herum und die Heiterkeit, die sie ausdrücken, an Tanz und Musik denken. Hören Sie Musik, während Sie malen und lassen sich so inspirieren oder hören sie eher aus dem Inneren kommende Melodien? „Erinnerungen zwischen Vergangenheit und Gegenwart“ SS.: Nein, nein, ich höre Musik, aber ich lasse mich nicht von der Musik inspirieren. Sie leistet mir nur Gesellschaft. Selbstverständlich ist es eine aus dem Inneren kommende Inspiration. IV: Gibt es für Sie ein Lieblingsbild in Ihrer Ausstellung? SS.: Alle liegen mir gleichermaßen am Herzen. Aber vielleicht ein kleines bisschen mehr das große Bild, das Diptychon, mit dem Titel „Erinnerungen zwischen Vergangenheit und Gegenwart“. Es erinnert mich an den „Schrei“ von Edvard Munch. Das ist zufällig ähnlich geworden, das war so nicht beabsichtigt. IV: Es ist auch das einzige Bild, bei dem Sie Goldfarbe verwendet haben. Vielleicht auch deswegen, um es ein bisschen hervorzuheben? SS: Das ist mir spontan eingefallen, das heißt die Zeichnungen sind alle zufällig entstanden. Beim letzten Bild habe ich eben Gold verwendet, aber ich weiß nicht warum ... IV: Wenn man die ausgestellten Bilder und PolyurethanTäfelchen betrachtet, bemerkt man, dass Sie als Farben vor allem Schwarz, Weiß, Rot und Himmelblau, auch Violett verwenden, aber nie Grün. Ich habe Grün nur in ein paar Bildern mit dem Titel „Landschaft“ von 1985 und im Bild „Frühling“ aus dem Jahre 2006 und in einem Bild ohne Titel von 2008 gesehen. Ist das eine Farbe, die Ihnen nicht sehr gefällt oder reiner Zufall? SS: Das ist reiner Zufall. Ich denke, auch vielleicht weil ich mitten im Grünen lebe. Ich brauche das Grün nicht. INTERVen t i Au sg ab e 1 / 20 1 0 W i n t er CULTURA Silvano Spessot, pittore di origine friulana, ha tenuto nell’ottobre scorso una mostra presso l’Istituto di Cultura di Monaco dal titolo Seele und Zeichen. Nell’intervista Spessot ci espone alcuni aspetti della sua tecnica e della sua esperienza artistica. IV: Die Krawatte ist ein in Ihren Werken häufig wiederkehrendes „Zeichen“. Ein Bild von Ihnen trägt sogar den Titel „Die Wahl der Krawatte“ (Öl auf Leinwand, 2002). Symbolisiert dieses Motiv für Sie die bürgerliche Welt oder auch die Scheinheiligkeit der Gesellschaft? Oder warum sind Sie von diesem Motiv so fasziniert? SS: Die Krawatte stellt für mich die Gesellschaft, die bürgerliche Welt dar. Alle wollen sich in einer bestimmten Art zeigen, daher trägt man Krawatte ... wie ein Statussymbol – ich hätte den Figuren auch ein Handy geben können oder einen Ferrari daneben stellen können ... so wurde es halt eine Krawatte. IV: Was die kurvenlinienförmige Dynamik der Menschenfiguren betrifft, haben Sie sich da auch von manchen afrikanischen Skulpturen inspirieren lassen? SS: Ich denke, dass das Zufall ist. Ich habe nie an die afrikanische Kunst gedacht, nein, Ähnlichkeiten sind purer Zufall. IV: Als ich das Foto mit dem kleinen Kind im Katalog sah, kam mir der Gedanke, dass Sie vielleicht manchmal auch mit Kindern arbeiten, ihnen das Malen beibringen? SS: Nein, aber alle Kinder, die mich im Atelier besuchen kommen, spielen und malen mit mir, das schon. Aber ich bringe ihnen nichts bei. Sie sind gerne bei mir. Ich habe sehr viele Kinderzeichnungen. Man sieht, dass ich den Kindern sympathisch bin, daher malen sie mit mir zusammen. IV: Dann haben wir in der Ausstellung auch die Skulpturen gesehen, „Puppenmenschen“ aus Muranoglas. INTERVen t i Wann haben Sie begonnen, auch mit Glas zu arbeiten? SS: Na ja, vor nunmehr drei oder vier Jahren, glaube ich. Das ist etwas, was ich schon vor vielen Jahren machen wollte, aber damals war es aus Kostengründen nicht möglich. Später kam dann der Moment, an dem ich nach Murano gehen konnte, um mit Glas zu arbeiten ... 2005 habe ich dann damit begonnen. IV: Wenn Sie mit Glas arbeiten – abgesehen von der Konzentration auf die Temperaturen, die beim Formen der Skulptur berücksichtigt werden müssen – sind da die Empfindungen beim schöpferischen Prozess ähnlich oder vergleichbar mit denen beim Arbeiten mit den Leinwänden? SS: Alles in allem ist das schon ähnlich. Aber es ist jedes Mal, eine einzigartige Empfindung, wenn man die erste Skulptur des Tages macht. Das fühlt sich an, als ob man sagt „Ein Kind ist geboren“. IV: Sie stellen zum ersten Mal in München aus. Haben Sie auch Gelegenheit gehabt, ein wenig in der Stadt umher zu streifen und welche Eindrücke nehmen Sie von hier mit? SS: München gefällt mir sehr. Und es bleiben tatsächlich nur die allerbesten Eindrücke, außer ein wenig viel Verkehr von heute früh ... IV: Haben Sie auch unser bayerisches Bier probiert? SS: Selbstverständlich, das durfte natürlich nicht fehlen! Und ich habe auf Empfehlung sogar Weißwürste probiert ... < 23 24 CULTURA A usg ab e 1 / 20 1 0 W i n t er La prima rappresentazione del Tristan und Isolde Il dramma personale dell’amore impossibile di R. Wagner per M. W, viene riproposto nell’opera Tristan und Isolde, le cui rappresentazioni al Nationaltheater di Monaco furono funestate per lungo tempo da una curiosa serie di fatti luttuosi Giuseppe Muscardini Se passando per Bonn trovassimo il tempo di soffermarci davanti al ritratto di Mathilde Luckenmeier, conservato allo Stadtmuseum, non ci stupiremmo troppo dell’idillio nato fra Richard Wagner e la bella moglie dell’industriale Otto Wesendonck. Con l’occhio influenzato da un incontenibile senso estetico sorgerebbe in noi una domanda: avrebbe potuto il celebre musicista sottrarsi al fascino legato alla femminilità e all’eleganza di Mathilde? Karl Ferdinand Sohn dipinse Mathilde magistralmente due anni prima dell’incontro fatale tra la donna e il compositore. Ventiquattrenne lei, trentanovenne lui, nel febbraio 1852 i due maturarono per la prima volta una certa consapevolezza della passione che li avrebbe legati. Eppure il loro amore conobbe una lenta evoluzione, ostacolato dalla situazione complicata. Ben vigilato INTERVen t i Au sg ab e 1 / 20 1 0 W i n t er CULT URA Ludwig Schnorr von Carolsfeld e la moglie Malwina interpretano Tristano e Isotta, Monaco, 1865. Fotografia di Joseph Albert dalla gelosissima moglie Minna, Wagner fu ospite di dei Wesendonck Lieder, che egli stesso aveva musicaOtto Wesendonck, il quale, in segno di stima, gli aveva to sulla base delle liriche di Mathilde, poetessa diletconcesso in affitto simbolico una comoda abitazione tante, ma non priva di estro. Tristan und Isolde fu nella campagna zurighese: das Asyl, poco distante da rappresentato per la prima volta il 10 giugno 1865 al Villa Wesendonck, che all’epoca era ancora in costru- Königliches Hof- und Nationaltheater di Monaco di zione. Trascorsero ben cinque anni prima che passio- Baviera. Ne furono interpreti protagonisti il notissine e sentimento potessero esprimersi in tutta la loro mo tenore monacense Ludwig Schnorr von Carolsfeld pienezza; questo avvenne alla fine del 1857, dopo un e Malwine Garriges, che riuscirono, anche grazie alla concerto di melodie beethoveniane che fecero da loro effettiva unione nella vita, a comunicare al pubcornice romantica al rapporto amoroso. E passione e blico l’intera gamma dei sentimenti amorosi, espressentimento si manifestarono con un coinvolgimento si in forma dialogica nel libretto. L’imponenza fisica tale da indurre Wagner ad interrompere il secondo di Ludwig Schnorr ben si confaceva all’estensione atto del Sigfrido per intraprendere la composizione vocale dell’Heldentenor, richiesta per sostenere il del Tristano, più vicino, per tema, ai turbamenti amo- ruolo di Tristano. Così come la figura più esile di rosi di cui il compositore era pervaso. Come accade Malwine si attagliava alla vocalità necessaria per la nei melodrammi più noti, l’amore clandestino fra parte di Isotta. Un incontro fra il tenore e Wagner, avvenuto nel Wagner e Mathilde Luckenmeier fu scoperto da Minna, che non risparmiò al marito scenate di donna 1862 a Biebrich, nei pressi di Wiesbaden, entusiasmò ferita, strepiti ed urla risentite. L’infelice vicenda entrambi: Schnorr von Carolsfeld intonò alcuni pasimpose ai Wesendonck poi la partenza per l’Italia, a saggi del Tristan und Isolde, accompagnato al pianoMinna il ritorno a Dresda e a Wagner una pesante forte dallo stesso compositore. Il tenore aveva debutsolitudine, che solo poté superare lavorando con tato quattro anni prima all’Hoftheater di Karlsruhe, assiduità al secondo atto del Tristano. Dagli inizi del cantando poi all’Hoftheater di Dresda e a Monaco, settembre 1858 Wagner si stabilì temporaneamente a dove, nel 1861, con l’interpretazione del Lohengrin Venezia, dove continuò a lavorare con ardore e com- aveva conquistato grazie alla sua voce potente l’erepose le pagine più struggenti del suo capolavoro. Il secondo atto è Im August 1859 beendete Richard Wagner den letzten Akt von „Tristan und la rappresentazione in chiave emo- Isolde“, dem musikalischen Drama in drei Akten, dessen Handlung in tiva di un amore avversato dalla Cornwall spielt. Die unglückliche Liebesgeschichte betraf Wagner selbst sehr sua stessa natura, un amore inca- stark: Ihn quälte zu dieser Zeit seine unmögliche Liebe zu Mathilde pace di soddisfare le aspettative Wesendonck. Sechs Jahre später fand die Uraufführung des Dramas im dei due amanti nella loro epoca, Münchener Nationaltheater statt und initiierte eine Reihe von Trauerfällen, nel loro presente, nel loro spazio e die ein ganzes Jahrhundert andauerte. nel loro mondo. È infatti solo superando i limiti fisici e temporali che può esserci de al trono di Baviera Ludwig di Wittesbach. Quando, pieno godimento per Tristano e Isotta: Fuor dal nel giugno del 1865, Tristano andò in scena per la mondo, fuor del giorno, senza angosce, dolce ebbrezza, prima volta, Ludwig II di Baviera era salito al potere senza assenza, mai divisi, soli, avanti, sempre, sempre, da poco più di un anno; la sua ammirazione per i due artisti era grande. Il nuovo re di Baviera infatti cononell’immenso spazio! La città lagunare con i suoi silenzi notturni, rotti sceva le doti di Ludwig Schnorr von Carolsfeld per dallo sciabordìo delle acque nei canali, ispirò profon- averlo precedentemente apprezzato. Il 4 maggio del damente la partitura del dramma; da Venezia Wagner 1863 aveva inoltre conosciuto Wagner, diventandone informava puntualmente l’amante lontana sul pro- il mecenate. Nulla sembrava poter funestare l’atteso gredire del suo lavoro e le riferiva delle rielaborazioni evento, neppure il malcontento a corte per le manie INTERVen t i 25 26 CULTURA A usg ab e 1 / 20 1 0 W i n t er Wagner nel 1860 Karl Ferdinand Sohn, ritratto di Mathilde Luckenmeier in Wesendonck, olio su tela, 1850. Bonn, StadtMuseum di grandezza del re, propenso ad investire molto denaro nella costruzione di edifici da consacrare alla musica e in cui rappresentare l’intero ciclo wagneriano. E neppure il gossip monacense sembrava poter minare seriamente l’entusiasmo per la prima rappresentazione del Tristano, malgrado certe situazioni fossero effettivamente imbarazzanti. Direttore d’orchestra era quella sera Hans von Bulow, marito di Cosima Liszt, la donna che da due mesi aveva reso padre Wagner, dando alla luce la piccola Isolde. A sua volta, Wagner era stato lasciato dalla moglie Minna dopo la scoperta del tradimento con Mathilde Luckenmeier in Wesendonck. C’era dunque di che parlare e sparlare. Ma nel turbinio dei pettegolezzi come sempre avviene quando è posta in discussione la condotta di uomini e donne non ordinari – apparve subito chiaro quella sera di giugno il carattere innovativo dell’opera wagneriana, nella quale la poesia non è subordinata alla musica ed il canto perde la sua funzione primaria a favore dell’orchestra. È ragionevole pensare che le vicissitudini sentimentali del compositore avessero avuto un’effettiva incidenza sull’esito della sua opera, come dimostrò la reazione del pubblico presente alla prima: se una parte applaudì con fervore alla fine del terzo atto, l’altra si mostrò risentita per il modo esplicito in cui Wagner trattava il tema del piacere sensuale tra i due amanti. A giudicare dalle pagine dell’Allgemeine Musikalische Zeitung del 5 luglio, la critica fu inclemente: (...) è la rappresentazione del più totale materialismo, secondo cui gli esseri umani non hanno più elevato destino che, una volta portata a termine la loro vita come tartarughe di mare, scomparire tra i propri umori dolci, come i propri respiri. Gli strascichi dell’amore burrascoso per Mathilde Wesendonck avevano generato le condizioni favorevoli ad uno sviluppo creativo dell’ opera wagneriana in favore della partitura; questo si rivelò essere un’autentica rivoluzione nella storia della musica. Lo stravolgimento delle norme dell’armonia, l’utilizzo di silenzi importanti fra un quadro e l’altro, il ruolo fondamentale degli archi e dei legni, la profondità del pianissimo dei timpani nel Tristan und Isolde crearono le basi di una concezione completamente nuova del dramma musicale, concezione con cui dovettero misurarsi poi i compositori del tardo Ottocento. L’incontro fra il tenore e il maestro rese ancor più eccezionale l’evento di Monaco e prefigurò gli esiti di una felice collaborazione. Ma la messa in scena del Tristano a Monaco fu funestata da una tragedia improvvisa: dopo sole quattro repliche Ludwig Shnorr von Carolsfeld si accasciò sul palco e morì. Conseguenza fatale delle prove durissime a cui Wagner aveva sottoposto il tenore, ipotizzarono le malelingue. In realtà, come appurarono più tardi i medici attraverso ricerche accurate, la morte del tenore andava imputata ad un’infezione provocata da meningite o da tifo. La sventura accompagnò il Tristan und Isolde nel tempo fino ad anni relativamente recenti. La stessa sorte di Ludwig Shnorr von Carolsfeld toccò infatti nel 1911 al direttore d’orchestra Felix Mottl, il quale durante l’esecuzione del dramma musicale wagneriano al Nationaltheater di Monaco vacillando si accasciò al suolo; in capo a qualche giorno si spense in ospedale. Nel 1968 fu colto da malore sul medesimo palco il direttore Joseph Keilberth, che poco dopo morì. Ad osservarla dall’esterno, l’incantevole facciata neoclassica del teatro oggi sede della Bayerische Staatsoper induce una certa riverenza. Le vicende wagneriane sono qui sedimentate e le note dei preludi del Tristan und Isolde, dei Meistersinger von Nürnberg, del Rheingold e della Walküre sembrano riecheggiare nella Max-Joseph-Platz. Neppure la distruzione del teatro durante l’ultimo conflitto (poi fedelmente ricostruito da Gerhard Moritz Graubner grazie i disegni originali di Karl von Fischer) ha tolto all’edificio quell’aura di sacralità che i wagneriani convinti – ma in fondo tutti gli amanti della musica – riconoscono al Nationaltheater di Monaco di Baviera, con i suoi cinque ordini di palchi, i suoi illustri ospiti, regnanti, direttori d’orchestra e cantanti. E infine con gli applausi scroscianti, i fischi prolungati, crolli, ricostruzioni ed esistenze che se ne vanno improvvisamente sul palco. Ma non è forse così anche nella vita? < INTERVen t i Au sg ab e 1 / 20 1 0 W i n t er CULT URA Erich Kuby – Deutschlands kritisches Gewissen Eine Ausstellung zum 100. Geburtstag Anna Zanco-Prestel „Nestbeschmutzer der Nation“ nannte Heinrich Böll Erich Kuby noch längst bevor dieser in den späten 60er Jahren zum „moralischen Gewissen der Nation“ avancierte. Ein gegen ihn 1965 durch den Rektor der Freien Universität Berlin verhängtes Redeverbot – er hatte sich sieben Jahre zuvor über den Hochschulnamen kritisch geäußert – war Auslöser des ersten Vorlesungsstreiks der Berliner Studenten. Kubys Laufbahn hatte er gleich nach Kriegsende als Berater der US-Information-Control begonnen. Als Journalist sowie Verfasser von Hörspielen und Drehbücher (Das Erich Kuby zeichnend, um 1942; Foto: Kuby (Monacensia) Nel suo famoso volume „Il Tradimento tedesco“ Erich Kuby traccia un tragico bilancio del „patto d’acciaio“ tra Hitler e Mussolini. Nel centenario della nascita del noto pubblicista una mostra di suoi schizzi che illustrano i suoi taccuini di guerra ripercorre in modo critico gli anni del secondo conflitto mondiale di cui divenne cronista imparziale. Fino al 5 febbraio 2010 presso la Monacensia di Monaco di Baviera Maria-Theresia-Strasse 23. www.monacensia.net/ Mädchen Rosemarie, 1958), Chefredakteur im Jahre 1947 der Zeitschrift Der Ruf, Redakteur oder freier Mitarbeiter namhafter deutschen Zeitungen (Süddeutsche Zeitung, Spiegel, Stern) war der 1910 in Baden-Baden geborene Erich Kuby Zeit seines Lebens ein Querdenker. Kristallisationspunkt dieses stets ideologisch unabhängigen, streitbaren Publizisten war der Nationalsozialismus, das Kriegsgeschehen und deren Folgen von der Nachkriegszeit bis zum Ende der deutschen Teilung. INTERVen t i Seit Anfang der 80er Jahre lebte der brillante, in der BRD stets umstrittene Autor in Venedig. Von dort aus verfolgte er weiterhin das deutsche Tagesgeschehen in kritischen Bemerkungen, die in die Kolumne „Der Zeitungsleser“ der Wochenschrift Freitag einflossen. Dort betätigte er sich bis in seine letzten Tage auch künstlerisch wie bereits schon während seiner Dienstzeit als Wehrmachtssoldat. Einen Teil seiner Skizzen, die 1975 unter dem Titel „Mein Krieg – Kriegsaufzeichnungen aus 2129 Tagen“ erschienenen sind, können bis zum 5. Februar in der Münchner Monacensia betrachtet werden. Hier wird Kubys Nachlass aufbewahrt. Russische Dörfer nehmen neben Landschaften mit Windmühlen Gestalt an, Soldaten beim Kartenspiel, Lazarette und wieder Landschaften, Kirchen und Schlösser aus dem französischen Hinterland. Das Kriegserlebnis in all seiner Drama tik findet in Kommentaren aus Kubys geistreicher Feder seinen Niederschlag: „Die heulende Frau, deren letztes Schwein gerade von uns geschlachtet oder deren Mann evakuiert wird, das ist für mich der Krieg“. „Tolerant und unerbittlich“ zugleich, sieht sich Kuby unfreiwillig in eine Kriegsmaschinerie hineingezogen, die er zutiefst verabscheut. 27 28 CULTURA A usg ab e 1 / 20 1 0 W i n t er I volti di Denpasar Impressioni dalla più popolosa città di Bali, isola indonesiana in bilico tra turismo e tradizione „Warum“ – fragt er sich – „muss ich in ein Volk hineingeboren sein, das aus Wagner-Opern Geschichte macht? “ Entgegensteuern kann er nur in der abwartenden Stellung des Augenzeugen: „Der NS lässt sich nicht getrennt vom Volk betrachten, zu dem ich gehöre. So bleibt letzten Endes doch nichts als dieses allgemeine und sichere ‚Gefühl’ der inneren Gegensätzlichkeit ...“. Bis zum bitteren Ende: „Ich sehe den Sieger voraus, der mich eines Tages fragt: Wie, so lange Soldat? Was haben Sie gemacht? Stuben gepflegt und Kartoffeln geschält, Sir, werde ich sagen. Und er wird weiter fragen: Und wer, bitte, hat Europa ruiniert? Ich, Sir!, werde ich sagen.“ Dem Kriegsschauplatz Italien ist Kubys berühmter Band „Verrat auf deutsch – Wie das Dritte Reich Italien ruinierte“ (1982) gewidmet. Unverschont berichtet er darin wie der italienische Stahlpaktverbündete systematisch zum Verräter abgestempelt wurde, wie die Deutschen die Macht an sich rissen, Mussolini zu ihrer Marionette machten und schließlich seinen Feinden auslieferten, nachdem sie die einheimische Industrie ausplünderten und die Endlösung auf Italien ausdehnten. Erich Kuby starb 2005 in Venedig, wo er auf der Friedhofsinsel „San Michele“ seine letzte Ruhe gefunden hat. < Sasha Deiana L’odore è penetrante e rivoltante, le fogne scorrono copiosamente lungo la strada, la verdura scartata nei giorni precedenti imputridisce sotto il pallido sole equatoriale, il fetore esalato dal grasso di carne macellata e dimenticato da giorni in grandi recipienti circondati da mosche fa venire il voltastomaco, ma la gente non se ne cura, ha altro a cui pensare, è iniziata una nuova giornata e l’importante è vendere, concludere “affari”. Le cose non vanno bene, i soldi scarseggiano, ma quando non si hanno altri termini di paragone il dolore è meno pungente. La televisione, la pubblicità, le telenovelas possono dire ciò che vogliono: qui c’è da lavorare, non c’è tempo per piangersi addosso. Questo comunicano i volti e gli sguardi che si incrociano lungo le strade e i mercati di Denpasar, la più importante cittadina di Bali, isoletta, da pochi anni “turistica”, situata nel cuore dell’Indonesia. La gente si sveglia, o forse semplicemente si alza da quelle scomode piattaforme che non possono certo definirsi letti, ogni mattina, con l’unico scopo di vendere, di trattare sul prezzo, di essere più furba dell’acquirente, indonesiano o turista che sia. Forse non si tratta solo di vendere e contrattare, lo scopo è anche quello di provare quella piacevole sensazione di orgoglio che si ha quando, dopo aver mostrato le proprie capacità coercitive descrivendo il prodotto, si capta, negli occhi dell’altro, una sottile aria di convincimento: ecco, quello è il momento più bello ed emozionante, forse anche più del pagamento stesso. Ci si sente bravi venditori, intelligenti, astuti, anche se completamente analfabeti. Commerciante a riposo, Mercato Denpasar, Bali INTERVen t i Au sg ab e 1 / 20 1 0 W i n t er VARIE Bimba con ombrello a Nusa Dua, Bali I volti che si incontrano lungo le strade di Denpasar appaiono segnati dal tempo, poco curati, talvolta stanchi, sudati e pensierosi ma gli occhi mostrano curiosità. Forse si tratta solo di spirito di sopravvivenza o adattamento, ma bisogna essere tra i primi a capire cosa stia succedendo attorno, altrimenti si rischia di essere tagliati fuori dal “business” che potrebbe cambiare la giornata. L’arrivo di un turista non orientale (a meno che non sia giapponese) è, per esempio, motivo di grande fermento da parte di tutti. Sguardi smaliziati lo scrutano con cura, una battuta di scherno col vicino e subito dopo ci si avvicina cautamente salutando con garbo e chiedendo il paese di provenienza. All’interno del grande mercato di Denpasar esistono delle “figure professionali” che fungono da guida per i neo arrivati: lo scopo è quello di approcciare il cliente, illu- percepirà una piccola percentuale dal venditore che riuscirà a concludere l’affare ed una lauta mancia (un dollaro americano) dal turista stressato, affinché questa si allontani. I salari sono molto bassi, di conseguenza ognuno si arrangia come può. Basti pensare che un autista di auto private, dipendente in un’importante compagnia locale (appar- Ein Italiener beschreibt seine Eindrücke beim Besuch der Stadt Denpasar auf der indonesischen Insel Bali. In den Urlaubs- und Ferienparadiesen bleiben den Touristen aus der westlichen Welt manchmal viele Details verborgen. strare le varie aree del mercato, capire cosa egli stia cercando, avvicinarlo alla bancarella opportuna ed aiutarlo a concordare il prezzo col venditore. Semplice e naturale, ma per un turista curioso, interessato solo a catturare qualche scatto fotografico, può risultare stressante e spesso addirittura irritante. Tutto questo è normale, considerando che l’improvvisata guida probabilmente INTERVen t i tenente forse alla classe medio borghese nella società balinese), guadagna mediamente 50.000 rupie al giorno, l’equivalente di circa 5 dollari e 50 centesimi americani, o, per dirla all’europea, 3 euro e 50 centesimi. Il costo della vita è comunque, come in ogni paese in via di sviluppo, commisurata agli stipendi, quindi molto basso. Non si trovano ristoranti per balinesi, o meglio i ristoranti “per balinesi” esistono solo per i turisti stranieri, poiché nella cultura locale si mangia a casa, o meglio sulla strada davanti a casa, seduti per terra tra le offerte floreali che ogni mattina vengono posate davanti alla porta d’entrata, che in realtà spesso non esiste: queste abitazioni, infatti, assomigliano a piccoli garage pieni di cianfrusaglie dove si lavora, si mangia, si dorme e si chiacchiera. Fa troppo caldo e umido per vivere in casa e poi perché chiudersi dentro se la vita è fuori, sulla strada dove la gente passa, racconta, chiede, contratta, lavora, scherza, porta le ultime novità dal villaggio vicino. Attraversando di notte le arterie principali che portano verso la città si scorgono le piccole abitazioni illuminate da un’unica desolante luce fioca al neon che permette a malapena di distinguere il volto del proprio vicino. Ma non ha importanza nemmeno la luce incerta o i cani denutriti che fanno da cornice, le case-stanze sono spesso abitate da più persone: cinque o sei ciclomotori (principale mezzo di trasporto per i balinesi) parcheggiati davanti ai piccoli alloggi, mostrano che lì c’è vita. Il senso della famiglia e dell’amicizia è molto forte, ci si aiuta l’un l’altro, si vive assieme, si mangia assieme e si pianifica il giorno seguente: c’è sempre qualcosa da dire o raccontare. Non c’è nemmeno più bisogno della televisione, perché tanto narra realtà troppo lontane e futili per riscuotere l’interesse degli abitanti di Denpasar. < 29 30 DIG Deutsch-italienische Gesellschaft Germering A usg ab e 1 / 20 1 0 W i n t er Jahresabschlusskochen der DIG Heiner Schütz „Nonna, ci penso io...“ Oma, wir schaffen das schon ... “ zitierte Rita ihr Enkelkind. Es ging um den Nachtisch bei einem Jahresabschlussessen, konkret um den Verzehr des siebten Ganges. Alle Teilnehmer waren schon so sehr satt – aber den Nachtisch haben wir dann doch gegessen. „Nonna, ci penso io...“ Bei den Kochsendungen auf allen TV-Kanälen kochen die Starköche und das Publikum darf im besten Fall mal eine kleine Portion probieren. Anders beim Jahresabschlusskochen der DIGVorstände und -Beiräte am Sonntag, den 12. Dezember. Hier kochten die Teilnehmer selbst und durften anschließend auch alles selber verspeisen. Rita Diazzi hat die Rezepte ausgewählt, die Zutaten besorgt und in bewährter Weise die Regie übernommen. Margot Sutor, Kassiererin unseres Vereins und gleich- zeitig Inhaberin eines Küchenfachgeschäfts, hat uns eine perfekte Räumlichkeit für unser Vorhaben zur Verfügung gestellt. Für das Gelingen unserer Veranstaltung war unter anderem ausschlaggebend: – Rita verteilte die Aufgaben unter den Teilnehmern und überwachte die einzelnen Tätigkeiten ganz genau. – Schon während der fast dreistündigen Vorbereitungsphase gab es „Kochwein“ (hervorragenden Prosecco) für die trockenen Kehlen. Hier traf es sich sehr gut, dass gerade an diesem Tag die Weinlieferung von Trevisan aus Oderzo eingetroffen war. – Zum Essen gab es weitere gute Weine. – Zum Abschluss servierte Herr Sutor einen exzellenten Espresso. Es gab insgesamt sieben Gänge: – Gnocchi fritti e antipasti (Salami, Mortadella u.a.) – Farfalle al salmone – Rotoli di pasta con prosciutto e formaggio – Rotolini di frittata ai funghi – Arrosto farcito – Scalogno all’aceto balsamico – Pandoro farcito Eine kleine Auswahl an Rezepten geben wir gerne an interessierte Leser weiter. < INTERVen t i Au sg ab e 1 / 20 1 0 W i n t er DIG Deutsch-italienische Gesellschaft Germering Sommerradtour des DIG-Wanderkreises Heiner Schütz Es ist bekannt, dass Rentner immer wenig Zeit haben. Und – das ist nun mal Fakt – ein großer Teil der DIG-Mitglieder ist bereits in Rente. Fazit: Es ist schwierig, mehrere Teilnehmer unter einen (Termin-) Hut zu bringen. Am Mittwoch, den 19. August hat es denn aber doch einmal geklappt: Elf radlfreudige DIGler starteten teilweise ab Germering bzw. stießen in Gilching oder in Inning dazu. Es ging gemeinsam um den Ammersee: Über Geisenbrunn nach Inning, weiter über Schondorf, Utting nach Diessen. Es wurde immer mal wieder kurz angehalten, um die schöne Fernsicht zu genießen. Eine längere Einkehr und damit eine Pause für müde Beinmuskeln und schmerzende Sitzflächen genehmigten sich die Teilnehmer in einem Restaurant in St. Alban bei Diessen. Hier war nicht nur die Aussicht über den See und das fast zum Greifen nahe Bergpanorama, sondern auch „das, was auf den Tisch kam“ ein Genuss. Von links nach rechts: Heiner Schütz, Helga Schnegule, Christine und Richard Krah, Sigrid Schütz, Gerd Schnegule, Monika Frings, Gerhard und Elke Held, Günter Trieb und Peter Olbert INTERVen t i Weiter ging es über Herrsching (hier nochmals eine größere „Trinkpause“) und Wessling Richtung Heimat. Hier gab es eine Überraschung: Gerhard Held kannte einen Schleichweg am Gelände des Flughafens vorbei und durch eine Autobahnunterführung nach Gilching. Zufall: Wir kamen direkt an seinem Haus vorbei. Diese Wegvariante war eine echte Bereicherung für zukünftige Touren! Über Geisenbrunn ging es dann auf bekannten Wegen weiter zurück nach Germering. Der Fahrradtacho zeigte 79 Kilometer an. Vielleicht klappt es in 2010 mal wieder mit einer Radltour oder einer Wanderung? Anregungen und Angebote, eine Tour zu organisieren bitte an Heiner Schütz ([email protected] oder Telefon 089 / 84 87 00) < Für Statistiker: Strecke: 79 Km Tempo: durchschn. 16,9 Km/h 4.40 Stunden in Bewegung Starthöhe 540 Min H: 533 Max H: 605 Abstieg: Gesamt 369 mt Aufstieg: Gesamt 346 mt (Werte laut der GPSAufzeichnung von Peter Olbert) 31 32 ONLINE A usg ab e 1 / 20 1 0 W i n t er Netbook: è destinato a conquistarci? Non vi è lounge aeroportuale dove non se ne veda almeno uno! Marcello Tosetto È la moda del momento e rientra nella filosofia low cost: ci sono cascato anch’ io... Pratico, non pesa oltre il dovuto e occupa solo il posto di una agenda... È il netbook, un incrocio tra il notebook (comunemente detto portatile) ed un telefonino dotato di internet! Ha tutte le caratteristiche di un normale portatile: una tastiera ristretta, un touchpad ed un numero infinito di porte USB. Le batterie possono avere performance eccellenti, con un’autonomia che sfiora le sette ore di normale funzionamento. E tutto ciò racchiuso in 1300 grammi al massimo! È escluso solo il lettore cd/dvd. La forza del prodotto risiede nella possibilità di avere uno screen di circa dieci pollici, sicuramente ben più grande di un telefonino i-phone, con cui ci si può rovinare la vista, ma senza l’ingombro di un portatile. Non bisogna però aspettarsi grandi prestazioni di calcolo, del resto i conti per mandare in orbita lo Space Schuttle potete farli comodamente sul pc di casa o addirittura in ufficio, dove la moglie non può proprio disturbarvi, se non al telefono. Leicht, klein und preiswert. Das „Netbook“ gehört zur jüngsten Generation der Laptops. Es ist die wohl handlichste Variante des tragbaren Computers. Il netbook è dotato di sistema wifi, attraverso cui potete collegarvi all’universo www, in qualsiasi luogo in cui sia disponibile questa tecnologia, tipo aeroporti, alberghi, bar e magari anche a casa vostra. Inoltre, con l’ausilio di un Mobile Broadband USB Stick (dispositivo per collegarsi in inter- Mac Book “Air” Retired italian teacher from Massa Carrara wishes to have a corrispondence with foreign people (50 and more years old), to make new friends, to Know other countries, to extend her culture. Email: [email protected] net attraverso la rete dei cellulari), potete veramente sorprendere chiunque controllando ovunque la vostra posta elettronica, scrivendo sul vostro forum preferito (o magari sul vostro blog dedicato al mobbing perpetratovi dalla suocera!) proprio da qualsiasi posto. Se 5NIVERSITiTS$OZENTIN UNTERRICHTET)TALIENISCH F~RJEDE+ENNTNISSTUFE #HIARA6IGORITI:ELLER CHIARAVIGORITI GMXDE ne vedono esemplari tra le mani degli automobilisti fermi nel traffico ai semafori, o tra quelle di chi aspetta alla cassa dei supermercati e anche all’uscita delle scuole. Il netbook è stato principalmente concepito per la navigazione in internet, ma non sono escluse altre funzioni, tipo quelle offerte da Office. È disponibile con diversi sistemi operativi – compreso Linux – e i prezzi sono inoltre decisamente contenuti, se si pensa che con meno di 200 euro è possibile acquistare un netbook decente, sufficiente a svegliare l'invidia dei vostri vicini, che potranno vedervi leggere in giardino il vostro quotidiano preferito senza litigare con le pieghe della carta del giornale. Ma è veramente utile oppure è solo uno sfizio tecnologico? Può veramente aiutarci ad essere più sorridenti oppure non è altro che una fonte di nuove preoccupazioni ed ansie? Risulta comunque un nuovo modo per essere costantemente reperibili... a voi l’ardua sentenza! < INTERVen t i Au sg ab e 1 / 20 1 0 W i n t er SALUTE Dolori mestruali Francesco Spanò Che cosa sono: Il termine scientifico è dismenorrea e indica il malessere che colpisce le donne e in particolar modo le adolescenti durante le mestruazioni. È il problema ginecologico più frequente della donna in età fertile, con una prevalenza che si aggira intorno al 70%. Più spesso ne soffrono le donne di età compresa fra 15 e 25 anni, sebbene tale sindrome mestruale possa presentarsi in donne di età superiore. La dismenorrea può essere primaria se presenta crampi uterini con dolori intermittenti per tutta la durata del ciclo mestruale. Secondaria se accompagnata da complicazioni o provocata da una malattia, in questo caso il medico approfondirà con esami specifici la vera natura del problema mestruale. Molte volte associato al ciclo mestruale è pure il mal di testa, che può precedere le mestruazioni (cosiddetta sindrome premestruale). Altri sintomi che si associano di frequente sono nausea e vomito, diarrea e cefalea, mal di schiena. Le cause: I dolori mestruali compaiono soprattutto nelle donne giovani e tendono a diminuire con l´età e dopo i parti. I sintomi, provocati dalle contrazioni uterine, sono crampi o dolori continui che cominciano dalla parte bassa dell’addome e a volte si irradiano alla schiena: tali dolori sono spesso accentuati dalla carenza di ossigeno originata dalla perdita di sangue che caratterizza il flusso INTERVen t i Die Empfehlung des Apothekers für die Behandlung von Menstruationsbeschwerden mestruale. Si stima che il 50% delle donne sperimenti questo disturbo e che circa il 10% di esse resti indisposto per diversi giorni. Sono stati identificati numerosi fattori di rischio di dismenorrea primaria, tra cui il fumo di sigaretta, l’obesità o, al contrario, un’eccessiva magrezza, un’anamnesi familiare positiva (madre con dismenorrea primaria), cicli mestruali molto abbondanti, l’assenza di gravidanze e fattori emotivi come stress o ansia. Come si previene: Per cercare di lenire i dolori mestruali si deve innanzitutto restare a riposo e cercare di rilassare i muscoli dell’addome. La prevenzione si basa sul controllo dei fattori di rischio, quando possibile: smettere di fumare e controllare il peso (sia se troppo elevato sia se subisce troppe oscillazioni) possono aiutare a ridurre la comparsa delle manifestazioni dolorose. Alcuni cambiamenti nello stile di vita e nell’alimentazione possono rappresentare utili accorgimenti per gestire la dismenorrea primaria in maniera non farmacologica: .L;NC=;L?;NNCPCNY@CMC=;=IMN;HN? ,IH@OG;L? 'HNLI>OLL? =IH Fq;FCG?HN;TCIH? tiamina (vitamina B1), piridossina e magnesio, olio di pesce AIJOHNOL;JOa;CON;L?;F?HCL? il dolore !BCLIJL;NC=; F; G;HCJIF;TCIH? della colonna può dare sollievo dal dolore 2#,1 2L;HM=ON;H?IOM #F?=NLC= Nerve Stimulation, stimolazione elettrica transcutanea) JJFC=;TCIH? FI=;F? >C =;FIL? ; livello di basso addome Come si cura: Analgesici (paracetamolo) e FANS (antiflogistici non steroidei, come l’ibuprofene, naprossene, ecc.) rappresentano la terapia iniziale di elezione per la dismenorrea primaria, capace di alleviare il dolore in una percentuale molto alta di donne (80-90% circa). È consigliabile assumere i FANS non appena insorgono i sintomi, impedendo pertanto la comparsa del dolore e dei sintomi associati. Esistono inoltre rimedi omeopatici, come i fiori di Bach, la fitoterapia ecc. Il vostro farmacista saprà sicuramente indicarvi quello più adatto a voi. Quando la terapia analgesica non è sufficiente al controllo dei sintomi, può essere valutata la possibilità di ricorrere a una terapia ormonale basata sull’assunzione di contraccettivi orali estro-progestinici. Tale consiglio verrà ovviamente dato dal ginecologo di fiducia. < 33 34 G ASTRONOMIA A usg ab e 1 / 20 1 0 W i n t er Uomini nudi al testo „Dizionario delle cucine regionali italiane“ Ernst Haase, Amateurkoch und Slow Food Anhänger Dieses Jahr erscheint die 20. Ausgabe des „Osteria-Führers“ von Slow Food. Erscheinungsbild und Aufgabe des Handbuches haben sich im Laufe der Jahre stark verändert. Der Slow-Food-Gründer Carlo Petrini erklärt in einem Interview für das italienische Magazin „Slowfood 42“, dass „Osterie d’Italia“ kein Restaurantführer im herkömmlichen Sinne sein solle, sondern ein „sussidiario“, ein Leitfaden, eine Fibel, wie man die regionale Küche Italiens aufspüren und erfahren kann. Deshalb beklagt er auch, dass in den vergangenen Jahren der Gourmet-Aspekt auf Kosten der wirklich regionalen, einfachen Spezialitäten zu stark betont worden sei. Gleichzeitig mit dem Führer ist deshalb jetzt ein Buch erschienen, ein „Dizionario delle cucine regionali italiane“. Das Dizionario ist ein erstaunliches Werk. Niemals hätte ich gedacht, dass dieses Thema 767 Seiten hergibt. Das Buch versetzt mich in die Lage, einem Palermitaner zu erklären, was eine Südtiroler Milzschnittensuppe ist. Und einem Südtiroler darzustellen, was man in Sizilien unter einem picillatu pì causi di mulliche du pè versteht: Nämlich ein Gericht aus den weichen Resten eines besonderen Brotes aus der Gegend von Novara di Sicilia, gefüllt mit Oliven und anderem. Und die uomini nudi al testo, die nackten Männer in der Pfanne? Das sind in der Romagna kleine Fische, die rossetti, die in einer speziellen Pfanne, dem testo herausgebacken werden, der auch für die piadine verwendet wird. Beabsichtigt oder nicht, das Buch ist eine einzige Ohrfeige für die Armut des Angebots der Systemgastronomie und eine erschütternde Einsicht, was wir verlieren, wenn wir unsere Traditionen der Esskultur verlieren. Es werden etwa fünfzig Sorten salame aufgezählt und etwa zwanzig sopressa dazu. 36 Arten der Zubereitung von baccalà werden abgehandelt, stoccafisso noch nicht einmal mitgezählt. Zwölf verschiedene Sorten Radicchio werden beschrieben, wie ärmlich nimmt sich da der eine „Raditschio“ im deutschen Supermarkt aus! All dies bestätigt meine Ansicht, dass im Kampf gegen die gentechnisch veränderten Nahrungsmittel auf das falsche Pferd gesetzt wird. Die Forscher werden für die Auftraggeber immer „beweisen“, dass ihre miserablen Gewächse und Geschöpfe der Gesundheit des Menschen Das „Dizionario delle cucine regionali italiane“ gibt es in der Buchhandlung italLIBRI, www.italibri.de, 80799 München, Nordendstraße 19 INTERVen t i Au sg ab e 1 / 20 1 0 W i n t er nicht schaden; aber der Große Bruder von heute ist nicht mehr der politische Tyrann aus George Orwell’s Werk „1984“, sondern das Management eines Saatgutkonzerns, das der Menschheit einen Einheitsfraß vorschreiben und für ihr Monopol die Biodiversität vernichten will. Dieser Verlust an Zivilisation wird uns krank machen, nicht der Verzehr einer bestimmten Tomate oder Maissorte. Deshalb braucht es Slow Food und deshalb ist der Dizionario ein großartiges Werk! ti con cicerchia? Eine Pasta aus den Marchen, serviert mit Platterbsen (lathyrus satyvus). Sollten Sie jemals nach Serra San Quirico (Ancona) kommen, wenn die Platterbsen reif sind, gehen Sie dort in das Ristorante La Pianella, vielleicht steht es auf der Karte. Im Bemühen um gesunde Küche offeriert man bei uns seit einiger Zeit häufig „vegetarische bolognese“. So etwas gibt es in der Toskana schon lange, aber der Name sagt deutlich, was man davon hält: Sugo finto, weil der Mangel an Così come profondamente diversi sono gli italiani che vivono in Alto Adige da quelli che vivono in Sicilia, allo stesso modo diverse sono le loro cucine. Il nuovo Dizionario che viene presentato il questo articolo dà indicazioni sulle classiche e tipiche arti culinarie regionali. Ich lese das Buch wie einen Krimi oder eine Reisebeschreibung. Was ist ein lenzuolino del bambino? Heißt das bei uns nicht Pampers und stinkt? Nein, es ist eine piemontesische Lasagne aus hauchdünnen, großen Teigblättern (sic!), mit einer Füllung aus zerdrückter Wurst (ihhh...) und getrockneten Steinpilzen (hmmm...). Lampascioni in purgatorio? Dass hier etwas auf kleinem Feuer schwitzt, kann man sich denken. Aber hat man jemals gehört, dass die Zwiebeln der Schopfigen Traubenhyazinthe (leopoldia comosa) ein essbares Gemüse sind? In Apulien schmort man sie langsam bei gelinder Hitze mit Speckwürfeln, altem Pecorino und Tomaten. Was vermutet der Leser hinter dem Zungenbrecher gnaccheragatINTERVen t i Fleisch doch als Täuschung empfunden wird. Schön ist auch die Vielfalt der Teigtaschen mit Spinatfüllung: malfatti, rabaton, fuazza und Schlutzkrapfen. Die völlige Integration der Südtiroler Küche ist wirklich bewundernswert: Am einfachsten sucht man nach den nicht-italienischen Buchstaben „H“, „K“, „Sch“ oder „W“ und dann wird man schnell fündig: Hirnpofesen, Hoamatkas, Kaiserschmarrn, Kirchtagskrapfen, schwarzer Weggen, Schweinestelze, Weinsuppe und natürlich auch alpines Fast Food am Straßenrand: Würstel con Krauti. Zu letzteren empfehlen sich Vinschgauer Struzn oder ein Salzstanghel. Das erste und das letzte Wort in diesem Dizionario haben die Sar- ONL I NE den: Abba ardente oder filu ’e ferru. Natürlich handelt es sich um ein Destillat, dessen zweiter, kurioser Name von den Schwarzbrennern stammen soll. Sie verbargen den Schnaps vor der staatlichen Kontrolle, indem sie die Flaschen in die Erde eingruben, aber nicht ohne einen langen dünnen Eisendraht daran zu befestigen, mit dessen Hilfe man sie wieder orten konnte. Der letzte Eintrag sind zurrette, ein Frühjahrsgericht aus der Gegend von Nuoro, bei dem ein Lammmagen gefüllt wird mit dem Blut des Tieres sowie gebratenem Speck, Brot und leicht säuerlichem Frischkäse. Das Ganze wird gekocht und kalt aufgeschnitten gegessen. Entstanden ist das Dizionario aus dem Glossar, das im Anhang des Osteria-Führers dem italienischen (und ausländischen) Gast Orientierung geben sollte im babylonischen Gewirr der cavatelli, cecatelli, pincinelle, cazzarille, mignuicchi (alle aus der gleichen Familie hausgemachter Pasta mit einer „Höhle“). Die Chefredakteurin Paola Gho beschreibt im Vorwort die Problematik des Spagats zwischen Tradition und Entwicklung. Manches ist nicht „tradizionale“, aber inzwischen „tipico“. Alles ist im Fluss und wer entscheidet in diesem sprachlichen Minenfeld? Das Dizionario, sagt die Redakteurin, sei und wolle keine Enzyklopädie sein. Aber ich finde, es ist im Sinne von Slow Food ein wunderbares Werk zur Bewahrung des Wissens und des Geschmacks, zur „conservazione dei saperi e dei sapori“. < 35 36 D OSSIER A usg ab e 1 / 20 1 0 W i n t er Una storia di uccelli, uccellacci e uccellini Sorgerecht. Storica sentenza della Corte Europea per i Diritti dell’Uomo Pasquale Episcopo Il pinguino imperatore è un animale straordinario. È un uccello, ma non vola. Ogni anno la femmina depone un uovo, che viene covato dal maschio. Deposto l’uovo, mamma pinguino lo affida a papà pinguino e marcia verso l’oceano per fare scorta di cibo. Per 65 lunghi giorni senza luce papà pinguino cova l’uovo. In questo tempo interminabile non abbandona mai il suo fardello, che morirebbe per congelamento. Se lo tiene stretto sotto il piumaggio, sulle sue zampe, in costante precario equilibrio. Non mangia e perde metà del suo peso. Che vitaccia, penserete. Ma non è solo. Con lui ci sono migliaia di altri papà dediti allo stesso compito. Ne sono ignari, ma tutti hanno sottoscritto lo stesso tacito quanto nobile contratto con Madre Natura. Quello di salvaguardare la continuità della specie. Così, nel buio, nel vento e nel gelo dell’inverno polare, migliaia di papà pinguini apparentemente immobili si stringono gli uni agli altri. Occupano le posizioni esterne solo per brevi periodi di tempo, in modo da ridurre l’esposizione al gelo. Alla fine, quando l’uovo si schiude, riescono a rigurgitare una poltiglia che per il piccolo rappresenta il primo pasto vitale in attesa di ricevere cibo fresco dalla madre che sta per ritornare. Singolare poi come questa ritrovi, in mezzo a migliaia di pinguini maschi, esattamente il proprio riconoscendo il richiamo sonoro del suo verso. Il film-documentario “Die Reise der Pinguine” girato dal biologo francese Luc Jacquet e uscito nel 2005 ci ha mostrato da vicino la vita dei pinguini imperatore. Animali unici per la sorte che gli ha assegnato la natura. Horst Zaunegger, chi è costui? In natura, nel regno animale, non si celebrano matrimoni. Da millenni i pinguini imperatore adempiono di buon grado alla loro missione senza essere sposati. E senza sapere di non esserlo. Anche il sig. Horst Zaunegger, cittadino tedesco e musicista di Colonia, non è sposato, ma questo lo sa fin troppo bene. Per lui il 3 dicembre 2009 è stata una giornata felice. La Corte Europea per i Diritti dell’Uomo INTERVen t i Au sg ab e 1 / 20 1 0 W i n t er D OSSI E R Seit 1998 darf in Deutschland ein nichtehelicher Vater nur dann das Sorgerecht ausüben, wenn die Mutter einverstanden ist, sonst bleibt er rechtlos. Der Europäische Gerichtshof für Menschenrechte (EGMR) hat am 3.12.2009 entschieden, dass die deutsche Rechtslage diskriminierend ist. Nun ist die Regierung verpflichtet, unverzüglich eine gesetzliche Neuregelung zu schaffen, die die vom Gerichtshof beanstandete langjährige Diskriminierung beendet. Wird der deutsche Gesetzgeber ein neues Sorgerecht schreiben, in dem auch engagierte Väter ohne Trauschein zu ihrem Recht kommen? „Eine vom Bundesjustizministerium beauftragte wissenschaftliche Untersuchung wird leider erst Ende 2010 vorliegen ... “, sagt Bundesjustizministerin Sabine Leutheusser-Schnarrenberger zur Sorgerechtsentscheidung des EGMR. Die Tierwelt könnte uns hier vielleicht als Vorbild dienen. Le leggi non solo dovrebbero essere giuste, ma avere una chiara funzione educativa. Il cittadino deve potersi riconoscere in esse. Nel convincimento della loro equità ha le sue radici il senso dello Stato. ha pronunciato a suo favore una sentenza storica. Gli ha riconosciuto il diritto di essere padre. Padre di sua figlia. Per capire perché egli passerà alla storia, e perché la sentenza di Strasburgo ha sollevato tanto interesse, bisogna guardare più da vicino la vicenda personale del sig. Zaunegger. Sua figlia nasce nel 1995 e vive con i genitori fino al 1998, poi per tre anni prevalentemente con il padre, infine dal 2001 prevalentemente con la madre. In tutti questi anni il sig. Zaunegger, pur continuando a vedere sua figlia, è escluso dal poter prendere decisioni riguardanti la bambina, escluso perché non ha la potestà genitoriale, “Sorgerecht” in tedesco. Causa della esclusione il non essere sposato con la madre di sua figlia. Non solo, non precisamente. Causa della esclusione il rifiuto della madre di mettere una firma su un foglio di carta, la dichiarazione detta “Sorgeerklärung” necessaria per l’esercizio congiunto della potestà. Vi chiederete cosa ha di eccezionale una vicenda del genere. La risposta è semplice e immediata: nulla. Le separazioni sono all’ordine del giorno, questo è ben noto, e quella del sig. Zaunegger è una delle tante. Solo che qui il contenzioso non è tra lui e la madre di sua figlia, ma tra lui e la Germania. Il paragrafo 1626a La vera causa dell’esclusione del sig. Zaunegger dall’esercizio del “Sorgerecht” è un articolo del codice civile tedesco, il paragrafo 1626a. Questo stabilisce che due genitori non sposati hanno insieme la potestà se sottoscrivono entrambi la suddetta dichiarazione. In caso contrario soltanto la mamma ce l’ha. In pratica la norma si traduce in un diritto di veto della madre. INTERVen t i Il paragrafo 1626a è entrato in vigore il 1O luglio 1998 con la riforma del cosiddetto “Kindschaftsrecht”, complesso di norme riguardanti i rapporti tra genitori e figli. Prima di tale data il “Sorgerecht” era assegnato automaticamente ed esclusivamente alla madre, regola che però nel 1996 è stata dichiarata incostituzionale dalla Corte Costituzionale, il “Bundesverfassungsgericht” di Karlsruhe. Scopo della riforma era quello di introdurre dei cambiamenti di legge nell’interesse del bambino, das Kindeswohl, e aventi lo scopo di eliminare le differenze tra figli di genitori sposati e no. Il paragrafo 1626a, pur aprendo la possibilità di un esercizio congiunto della potestà, lo ha fatto dipendere dall’assenso della madre, creando di fatto una disparità all’interno della coppia. Per tale motivo esso ha subito suscitato un coro di proteste da parte di moltissimi padri tanto che la stessa Corte Costituzionale se n’è dovuta occupare per valutarne la compatibilità al dettato della Costituzione, il “Grundgesetz”. In una sentenza del 29 gennaio 2003 la Corte si è espressa a favore della costituzionalità della norma, deludendo le aspettative di molti uomini non sposati, tedeschi e non, padri di bambini nati in Germania e qui residenti. Nella motivazione i giudici di Karlsruhe affermavano che, anche in presenza del riconoscimento di paternità da parte del padre, non è superfluo assegnare la potestà alla madre... che il paragrafo 1626a non è in conflitto con la carta costituzionale perché la possibilità di avere insieme l’affidamento esiste firmando la “Sorgeerklärung”... che se una donna non lo firma devono esserci gravi motivi nell’interesse del bambino. “La madre è l’unica sicura 37 38 D OSSIER A usg ab e 1 / 20 1 0 W i n t er Il ruolo del padre non è alternativo a quello della madre. Idealmente nella percezione interiore dei bambini i ruoli dei genitori si equilibrano e si armonizzano, si integrano e si completano. persona di riferimento che il bambino trova alla nascita ed è giustificato affidare a lei il bambino e non al padre... Già durante la gravidanza tra madre e bambino si sviluppa, accanto al legame biologico, un rapporto che prosegue dopo la nascita. Anche se per lo sviluppo del bambino il padre riveste un significato rilevante, tuttavia egli solo dopo la nascita del bambino deve costruire con lui, purché lo voglia, una relazione che tra madre e figlio già esiste... ” Mi fermo qui. Chiaramente nessuno dei giudici che hanno scritto queste parole, a cominciare dal presidente Prof. Dr. Papier, deve essere mai stato in Antartide. Il che è anche comprensibile. E neppure deve aver mai guardato, comodamente seduto nel salotto della sua abitazione, uno dei documentari della National Geographic o della BBC sulla vita dei pinguini imperatore. Peccato, perché poteva trarne insegnamento e suggerimenti preziosi per il proprio lavoro. Il punto è però un altro. Noi non siamo qui per giustificare l’Alta Corte Suprema di uno Stato di diritto moderno e civilizzato come la Germania. È piuttosto tale Corte che deve dare giustificazioni, che deve motivare le proprie decisioni. Quello che è poi il suo compito istituzionale. E per fare questo non deve cimentarsi in materie che non le competono come disquisire, senza peraltro dimostrare alcunché, sull’intima biologia del rapporto parentale. Deve semplicemente sfogliare e leggere le carte che rappresentano il riferimento più autorevole, carte di cui già dispone essen- done essa stessa custode e garante: la Costituzione. Quella che dice che la dignità umana è inviolabile (articolo 1); che uomini e donne hanno gli stessi diritti e che nessuno può essere svantaggiato o favorito a causa del suo sesso (articolo 3); che la famiglia gode della particolare protezione dell’ordinamento statale e che la legge assicura ai figli naturali le stesse condizioni dei figli legittimi (articolo 6). Possiamo accettare che queste affermazioni non siano state considerate? Torniamo al sig. Zaunegger. Quello che lui crede essere un suo diritto gli viene negato prima dall’“Amtsgericht” di Colonia, poi dall’“Oberlandesgericht”, infine anche dal “Bundesverfassungsgericht”. Deluso non si perde d’animo e continua tenacemente la sua battaglia. Si reca a Strasburgo e fa ricorso contro il paragrafo 1626a. Depositando la propria istanza egli ne indica le motivazioni richiamandosi a due articoli della “Convenzione per la salvaguardia dei diritti dell’uomo e delle libertà fondamentali” a suo parere violati dalla norma tedesca e cioè l’articolo 14, Divieto di discriminazione, e l’articolo 8, Diritto al rispetto della vita privata e familiare. È il 15 giugno 2004. Cinque anni e mezzo dopo la sentenza è pronunciata dalla quinta sezione della corte di Strasburgo: un collegio giudicante formato da sette giudici europei. Sei di loro giudicano discriminante la norma paragrafo 1626a. Soltanto il giudice tedesco esprime parere contrario. INTERVen t i Au sg ab e 1 / 20 1 0 W i n t er La sentenza della Corte Europea La sentenza della Corte di Strasburgo è strutturata in tre parti principali. Eccole: 1 la posizione del Governo tedesco; 2 la posizione del ricorrente; 3 la valutazione della Corte. Delle prime due si è detto in precedenza. Occupiamoci pertanto della terza e riportiamone i passaggi principali. Un primo punto espresso dalla Corte è una precisazione inerente alla nozione di famiglia, che non è confinata a quella basata sul matrimonio e comprende le famiglie di fatto, formate da persone che vivono insieme senza essere sposate. Un bambino nato da tale relazione è, secondo la Corte, ipso jure parte di quella famiglia dal momento ed in virtù della sua nascita. Un secondo aspetto di cui si occupa la Corte nella sentenza riguarda il rapporto tra padre e figlio. Il piacere reciproco che questi hanno nello stare insieme rappresenta un elemento fondamentale della vita familiare. Ogni misura che ostacola questo piacere rappresenta una interferenza con il diritto protetto dall’articolo 8 della Convenzione. Ne segue che anche la decisione di rifiutare la potestà congiunta, che riguarda l’educazione, la cura e la determinazione della dimora, rappresenta una interferenza al diritto del ricorrente al rispetto per la sua vita familiare. Una terza importante osservazione espressa dalla Corte è quella che si sofferma sulla inappellabilità della norma paragrafo 1626a. Respingendo l’istanza di un padre un tribunale tedesco neanche valuta se la potestà congiunta possa andare contro il bene del bambino o se al contrario non si debba assegnare la potestà anche al padre proprio nel migliore interesse del minore. Il punto cruciale, aggiunge la Corte, è ritenere a prima vista che l’affidamento condiviso realizzato contro la volontà della madre sia contro l’interesse del minore. Questa affermazione è cosi forte che desidero riportarne il testo originale: “The crucial point is that joint custody against the will of the mother of a child born out of wedlock is prima facie considered as not being in the child’s interest”. La Corte ha poi affermato di non essere stata convinta dalla questione, avanzata dal Governo tedesco e inclusa nella sentenza del “Bundesverfassungsgericht” del 29/01/2003, secondo cui il legislatore ha potuto legittimamente assumere che, se i genitori vivono insieme e la madre rifiuta la “Sorgeerklärung”, si tratta di un caso eccezionale in cui la madre ha seri motivi basati sull’interesse del bambino. La Corte ha ritenuto pertanto che ci fossero sufficienti motivi per concludere che c’è stata una differenza di trattamento tra il ricorrente e la madre come anche tra il ricorrente e i padri sposati (Violazione dell’articolo 14, Divieto di discriminazione). INTERVen t i D OSSI E R Insomma, la sentenza di Strasburgo ha smontato pezzo per pezzo quella di Karlsruhe e dato una sonora bacchettata alla Germania e al suo Governo. Nel contempo ha rafforzato la fiducia e la speranza di chi crede nell’Europa e nei suoi valori di giustizia e democrazia. The day after Il giorno dopo, anzi no, già due giorni prima la notizia è stata riportata sui principali quotidiani e ne hanno parlato anche le televisioni. “Vatertag im Dezember” ha titolato in prima pagina la Süddeutsche Zeitung: “Strasburgo rafforza i diritti dei padri non sposati” facevano coro altre importanti testate. Il Governo ha riconosciuto la sconfitta ed ha annunciato che bisognerà modificare la norma in questione. Il nuovo ministro della Giustizia, la signora LeutheusserSchnarrenberger, ha però già messo le mani avanti e preso le distanze. Ha affermato che la sentenza di Strasburgo impone sì una revisione della normativa in Germania, ma che si tratta di un caso specifico e poi ai padri senza Sorgerecht è riconosciuto comunque l’Umgangsrecht (diritto di visita, ndr). Ha inoltre anticipato che bisognerà attendere i risultati di uno studio conoscitivo commissionato al Deutsche Jugendinstitut in collaborazione con la Ludwig-Maximilians-Universität di Monaco la cui conclusione è prevista per la fine del 2010. “Scopo dello studio“ ha precisato il ministro „ è vedere come vivono e che sviluppo hanno avuto le coppie di fatto che hanno bambini. E vogliamo sapere i motivi per cui, nonostante la possibilità di un esercizio congiunto della potestà, questa rimane soltanto alla madre”. Quindi bisognerà aspettare ancora un anno. Signora ministro, mi scusi se interferisco, ma c’è bisogno di uno studio per decifrare la grande verità che si cela nella realtà delle cose? L’affermazione appare così ingenua che non può non sorprendere. A Roma si dice: ma ce sei o ce fai? Berlino però non è Roma. Insomma, prima si dà un vantaggio a qualcuno e poi ci si meraviglia se quello lo usa e ne abusa? La risposta se vuole gliela do io, signora ministro, così risparmia un anno di tempo e i soldi del contribuente. E magari anche una brutta figura. La risposta sta nell’egoismo dell’essere umano. Non solo: sta in un altro articolo di legge, il paragrafo 1671 ingiusto quasi quanto il 1626a e che consente, e per quanto mi risulta abbastanza facilmente, di passare dalla potestà condivisa a quella esclusiva. Sempre per il bene del minore, das Kindeswohl. Oggigiorno circa il 50% dei matrimoni finisce con un divorzio. Forse questo è uno dei motivi per cui la gente si sposa di meno. Siccome dopo i divorzi o le separazioni si fa abbon- 39 40 D OSSIER A usg ab e 1 / 20 1 0 W i n t er dante ricorso a tale legge, perché darsi la pena di affrontare un processo quando basta tenersi nel cassetto il vantaggio in prudente attesa che i tempi maturino? L’occasione fa l’uomo ladro. E anche la donna, aggiungo io. Attenzione però. Questo atteggiamento mentale, questa consapevolezza di avere quel vantaggio, mina alle basi il concetto di parità ed il rispetto che ogni genitore dovrebbe nutrire nei confronti dell’altro genitore. E finisce col tradursi in una costante tentazione e in una determinazione ad utilizzarlo. È perverso. Covare questa tentazione consolida una pericolosa asimmetria in seno alla coppia che può tradursi in motivo di conflitto e persino di separazione. Per capire questa verità non c’è bisogno di alcuno studio, basta conoscere la natura umana. Le leggi non solo dovrebbero essere giuste, ma dovrebbero avere una chiara funzione educativa. Il cittadino deve potersi riconoscere in esse. È nell’accettazione di esse in quanto regole di convivenza, è nel convincimento della loro giustezza che ha le sue radici il senso dello Stato. Questi sono i valori veri e non le chiacchiere della propaganda elettorale. Il precedente ministro, la signora Brigitte Zypries ha riconosciuto più volte, durante i suoi due mandati, la necessità di un cambiamento della legge. Poi però null’altro ha fatto che far censire le “Sorgeerklärung” effettivamente sottoscritte. Oggi sappiamo che a partire dal 2004 solo circa il 45% dei genitori non sposati ha firmato la dichiarazione. Sui motivi per cui il rimanente 55% non lo ha fatto non esistono dati certi. Ma queste informazioni non potevano essere raccolte prima? Non potevano essere raccolte già nell’ambito della ricerca denominata “Begleitforschung zur Umsetzung der Neuregelungen zur Reform des Kindschaftsrechts”, voluta proprio dal Ministero della Giustizia per verificare gli effetti della riforma e commissionata nell’aprile 1998 al Prof. Dr. Roland Proksch dell’ISKA, Institut für Soziale und Kulturelle Arbeit di Norimberga? Inspiegabilmente questa ricerca ha poi completamente ignorato le coppie di genitori non sposati e gli effetti del paragrafo 1626a. E ciò nonostante uno degli scopi dichiarati della riforma fosse quello di eliminare le differenze tra i figli di genitori sposati e non. Insomma, non è ne bello né educativo fare ora dopo 11 anni un’indagine che già con l’entrata in vigore della riforma del “Kindschaftsrecht” poteva essere avviata. La questione più importante è però un’altra: come mai il legislatore con la riforma del 1998 ha potuto partorire una norma così iniqua come il paragrafo 1626a? Diritto naturale e diritto positivo Per rispondere bisogna considerare la distinzione tra diritto naturale e diritto positivo. Il diritto naturale è diritto che nasce dalla constatazione dell’esistenza della legge naturale. Questa è riconosciuta quale fonte primaria a salvaguardia della persona umana e della vita. Il diritto naturale è universale. Altra cosa è il diritto positivo, definibile come l’insieme delle leggi che uno Stato e la collettività che vive sul suo territorio decidono di darsi per organizzare e regolare la convivenza sociale. Il diritto positivo è diritto che dipende dalla cultura, dal tempo e dal luogo in cui si vive. Il diritto naturale è diritto della persona. Il diritto positivo è diritto dei popoli. In quanto tale dipende dalla storia di un popolo. Il rapporto che lega un genitore al proprio figlio è questione che riguarda il diritto naturale in primis, e che deve trovare poi nel diritto positivo la sua applicazione. In Germania per legge dello Stato a un figlio nato da genitori non sposati viene sottratto il 50% del suo diritto naturale. Il suo diritto di avere un padre viene consegnato nelle mani della madre, che a sua discrezione può concederlo oppure negarlo, che diventa arbitro e giudice al tempo stesso. Data l’inappellabilità della legge, la madre assurge ad essere superiore ed infallibile. Il paragrafo 1626a è una norma che non ha eguali in Europa. Nella quasi totalità dei Paesi europei il riconoscimento della paternità assicura la potestà, perché in Germania no? Cercare di capire come mai sia stato possibile concepire questa norma richiede una conoscenza profonda della cultura, della storia e della mentalità tedesche. Richiede di capire il ruolo che a partire dal dopoguerra e dal boom economico donna e uomo hanno svolto e svolgono in Germania in seno alla società e alla famiglia. A tal riguardo svariati autori tedeschi (giornalisti, sociologi, psicoanalisti, etc.) hanno identificato tra le cause dell’odierno malessere sociale quella rappresentata da una progressiva perdita di importanza della figura paterna. Si vedano ad esempio le considerazioni dello psicanalista Horst Petri in “Das Drama der Vaterentbehrung” (Il dramma della privazione paterna, ndr) uscito nel 1999 oppure del giornalista Matthias Matussek in “Die vaterlose Gesellschaft” (La società senza padre, ndr) del 1998. Il discorso si fa lungo. Ma si fa anche interessante. Capire le cause di certe anomalie e resistenze di un singolo Stato è infatti il primo passo per consentirne il superamento e per aiutare il processo di integrazione europea. Questo deve trovare la propria forza nella condivisione di regole e valori. Sarebbe bello ad esempio INTERVen t i Au sg ab e 1 / 20 1 0 W i n t er La famiglia occupa sempre un posto preminente nell’immaginario del bambino. Essa è rappresentata così come è vissuta: unita e inseparabile. avere un giorno un diritto di famiglia europeo o almeno un nucleo centrale di regole comuni che non lascino spazio alle mostruosità nazionali. È forse questa un’utopia? Chi scrive non è un giurista, ma è un padre. E come padre desidera esprimere il suo parere in merito ad una questione assai più semplice, direi più elementare. Elementare perché vicina alla natura umana. La questione riguarda il significato dei due elementi essenziali alla base del rapporto tra un genitore e un figlio: l’amore e la responsabilità. Privare a priori il genitore, madre o padre che sia, di uno di questi due elementi vuol dire minare alla base la natura e la stessa identità del rapporto. Amore e responsabilità sono inscindibili. Inseparabili. L’amore non può esserci senza la responsabilità e viceversa. Essi si completano e si integrano. L’amore rende leggera e ben accetta la responsabilità, questa dà forza e robustezza all’amore. Sono gli elementi costitutivi della potestà genitoriale. L’essere umano è dotato di libertà e volontà. Riconoscere un figlio davanti alla legge e alla società vuol dire manifestare liberamente la volontà di stargli vicino ed esserne responsabili. Se non vuole, un padre è libero di non riconoscere il figlio, questo può farlo anche una madre. Ma se lo riconosce, allora INTERVen t i D OSSI E R si impegna in un rapporto per la vita. È questo il vero contratto, palese e tacito al tempo stesso, che ogni genitore che lo voglia fa con il proprio figlio e con se stesso. È in questo contratto che risiede la forza e la garanzia della potestà genitoriale, del Sorgerecht. Privarne un genitore perché non si è sposati o per il timore di rendere conflittuale il rapporto tra madre e padre è una misura che disconosce la legge naturale, aumenta il rischio dell’alienazione parentale, non riduce ma accentua la conflittualità e finisce col danneggiare i figli togliendogli un diritto che è prima di tutto loro: avere non uno, ma due genitori. Riuscirà il legislatore a capire queste semplici considerazioni? Riuscirà a capire che tra i motivi per cui molti padri discriminati e senza Sorgerecht finiscono col perdere contatto con i propri figli c’è proprio il paragrafo 1626a? Riuscirà a capire la misura del danno derivante dall’aver spezzato il sacrosanto legame esistente tra responsabilità e amore? A giudicare dalle reazioni del day after sembrerebbe di no. Vogliono fare un’indagine conoscitiva. Mi chiedo cosa potrà mai indagare questa indagine. Se un figlio ha bisogno di sua madre e di suo padre? Se un padre ama suo figlio? Se gli parla, se gioca insieme a lui, se gli legge le fiabe prima che si addormenti, se gli cucina la pasta al sugo, se lo aiuta a fare i compiti di matematica, se lo porta al cinema, allo zoo, al circo e, pensate un po’, persino a mangiare la pizza margherita? Non sarà una nuova interferenza nella vita privata dei cittadini? Una nuova violazione? E non 41 42 S ALUT E A usg ab e 1 / 20 1 0 W i n t er dovrebbero invece essere i cittadini ad indagare se un politico fa bene il lavoro per cui è stato eletto e per cui è pagato profumatamente? Se ha la sensibilità di cogliere le tendenze, di interpretare i nuovi schemi in atto in Europa, in particolare per quanto riguarda la famiglia? Queste tendenze sono facilmente riconoscibili. In praticamente tutti i Paesi europei la quota di nascite extranuziali sul totale delle nascite è in aumento. Riporto alcune cifre resi noti da Eurostat, l’organo di raccolta dati e di elaborazione statistica della Commissione Europea. Dal 1996 al 2007 in Germania le nascite extranuziali sono passate dal 17% al 31%; in Italia dal 8% al 21%, in Spagna dal 12% al 28% (2006); in Francia dal 42% (1998) al 52%; nel Regno Unito dal 36% al 44%. Il trend è chiaro. C’è un numero sempre maggiore di unioni di fatto e da queste unioni nascono sempre più bambini. Rimanendo in Germania, solo nel 2008 ci sono state circa 220.000 nascite extranuziali. Questi bambini sono forse cittadini di seconda classe? Tra di loro molti sono figli di famiglie miste, famiglie con genitori di nazionalità diverse. Sono bilingui e hanno una doppia identità culturale. Bambini un po’ meno tedeschi e un po’ più europei. Bambini che portano in petto il senso dell’integrazione europea, e che essa impersonano. Rappresentano il futuro e la speranza del vecchio continente. Meritano rispetto e attenzione come e forse più degli altri. Perché sono i bambini che rischiano di più. Perché se perdono i loro padri perdono la metà di se stessi. Il poeta libanese Kahlil Gibran ne “Il Profeta” scrive: “E una donna che stringeva il proprio figlio al seno chiese: parlaci dei figli. Ed egli disse: I vostri figli non sono i vostri figli. Sono i figli e le figlie della smania della vita per se stessa... Vengono attraverso di voi, ma non da voi, e benché stiano con voi, tuttavia non vi appartengono.... Voi siete gli archi dai quali vengono proiettati in avanti, come frecce viventi. L’Arciere vede il bersaglio sul sentiero dell’Infinito ed Egli vi tende con la Sua potenza in modo che le Sue frecce vadano rapide e lontane... .” Nessuno ha diritto ad interporsi tra Arciere, arco e frecce e interferire con questo disegno. Fazit. Gli uccelli, gli uccellacci e gli uccellini In Germania, in Europa e nel mondo ci sono due parole che sono usate ogni giorno più volte, ripetutamente, due parole pronunciate con estrema facilità, ma anche con superficialità. Due parole inflazionate. Sono le parole grazie e scusa. Si dice grazie molto spesso, raramente però provando gratitudine vera. Altrettanto spesso si dice scusa. Si pronuncia la parola scusa in modo sbrigativo e senza sentire il bisogno di offrire poi una riparazio- ne a chi si è offeso. La storia che ho raccontato fin qui è una storia di una ingiustizia perpetrata con forza di legge. Moltissimi i personaggi che vi hanno preso parte, menzionati e non, visibili, meno visibili ed invisibili. In alcuni casi hanno svolto un ruolo determinante, in altri minore. Personaggi di una storia di umane miseria e nobiltà. Uccelli, uccellacci, uccellini. Identificarli non è difficile. Gli uccellacci sono quelli che hanno fatto una brutta figura. Gli uccelli e gli uccellini non l’hanno fatta. Pur essendo i perdenti. Gli uccellacci sono quelli che dovrebbero chiedere scusa e aggiungere: che cosa posso fare per riparare? L’elenco è lungo. Il Governo che ha concepito il paragrafo 1626a. I giudici, a cominciare da quelli di Karlsruhe, che nella norma non hanno riconosciuto la palese contraddizione con la Costituzione, che figuraccia! Gli avvocati che pur ben sapendo che non c’era nulla da fare hanno preso soldi da padri sprovveduti. I funzionari degli “Jugendamt” che hanno omesso di informare, e se l’hanno fatto hanno consigliato male seminando zizzania. Le madri che hanno abusato e abusano di un diritto che diritto non era e non è. Che hanno confuso la maternità con un diritto di proprietà personale ed esclusiva. Che nella prospettiva di potersene avvantaggiare hanno taciuto ai padri la verità di essere le sole ad avere il “Sorgerecht”, che tristezza! Che hanno preferito far correre al proprio figlio il rischio di perdere il padre, pur di non condividere con questo diritti e doveri. Che ancora oggi ignorano la sentenza di Strasburgo quando invece potrebbero fare un semplice gesto di correttezza, di responsabilità e di amore: firmare, ancorché tardivamente, la “Sorgeerklärung”. E poi i nonni, i parenti, gli amici che avrebbero potuto consigliare e se ne sono ben guardati. E poi ancora tutti coloro che a vario titolo nelle istituzioni politiche, sociali e religiose fino ai più alti gradi potevano nella loro posizione fare qualcosa e non lo hanno fatto, non hanno mosso un dito, nonostante le belle parole delle lettere encicliche o pronunciate in pubblico. Gli uccellini sono loro, i nostri figli e le nostre figlie. Sono le vittime innocenti, le migliaia e migliaia di bambini che potevano vivere anni più sereni e non gli è stato possibile, che potevano sorridere una volta di più e invece hanno pianto. Secondo l’associazione “Väteraufbruch” sarebbero un milione e seicentomila. Poveri piccoli. Ignari, hanno sopportato qualcosa che era troppo più grande di loro, qualcosa di incomprensibile e inaudito. Chi avrà domani il coraggio di spiegargli come sono andate le cose? Chi potrà e come, risarcirli dei danni subiti? Chi gli chiederà scusa? INTERVen t i Au sg ab e 1 / 20 1 0 W i n t er Gli uccelli sono tutti coloro che fin dalla sua entrata in vigore hanno denunciato l’ingiustizia e la discriminazione della norma, che hanno opposto resistenza, che hanno remato contro corrente, che hanno offerto il loro contributo per un miglioramento delle cose. Sono i giudici di Strasburgo (eccetto uno), i giornalisti coraggiosi, gli editori, i politici seri, i bravi professionisti, avvocati, psicologi, mediatori. Sono le associazioni e i movimenti che hanno creduto e combattuto. Sono i biologi e i naturalisti che osservano e studiano leggi assai più affidabili di quelle create dall’uomo. Sono i poeti che con la loro penna e con il loro cuore di quelle leggi immutabili ci parlano e ci raccontano. Uccelli sono le madri giuste. Le madri che hanno subito capito cosa fare e cosa non fare. Che hanno rinunciato a un privilegio che poteva rivelarsi pericoloso per i loro stessi figli. Che hanno considerato i padri dei propri figli come loro pari. Che non hanno ricattato o umiliato. Che hanno accettato la mediazione, capendo che la posta in gioco non era il loro interesse personale ma quello del proprio figlio. Che nonostante la separazione hanno voluto comunque sottoscrivere la Sorgeerklärung e con essa un patto di collaborazione. Che con la loro firma hanno voluto dare valore e significato alle parole parità, rispetto, amore e responsabilità. Che hanno capito che non c’è rispetto senza parità, né amore senza rispetto, né responsabilità senza amore. Gli uccelli sono i padri che hanno combattuto in silenzio e nell’anonimato, che hanno ingoiato bocconi amari, ma non hanno rinunciato a fare il loro dovere di genitori presenti e attenti. Tra questi Horst Zaunegger a cui va la solidarietà e la gratitudine del popolo dei papà discriminati e dei loro figli. Tra di loro anche quegli uomini che fra un anno o forse più, quando la legge sarà stata cambiata, potranno finalmente vedersi riconosciuto il loro diritto di essere padri pienamente e quello dei loro figli di esser pienamente figli. È assai probabile che quegli uomini se lo vorranno, dovranno recarsi in un tribunale per discutere davanti a un giudice il loro caso e tentare di convincere quello sconosciuto che loro sono stati buoni padri. Sappiamo già che molti di loro INTERVen t i A LM A NACC O non rischieranno di caricare con un peso ormai privo di significato la vita già provata dei loro figli diventati nel frattempo grandi, e vi rinunceranno. Uccelli infine sono i nostri amici pinguini imperatore. Animali straordinari non per la loro inabilità al volo, quella ce l’hanno anche gli struzzi, ma per l’impegno e la tenacia con cui assolvono il compito della procreazione. Femmina e maschio, mamma e papà. A -60°C. In questi tempi di allarme per il clima c’è chi dice che entro la fine del secolo si ridurranno a poche centinaia di esemplari. A loro dobbiamo dire scusa, per quanto può servire, per il male che gli abbiamo fatto e che gli continueremo a fare. Dobbiamo dirgli grazie per quello che in silenzio, da sempre e fino a quando glielo consentiremo, hanno tentato e tenteranno di insegnarci. < 43 44 ALMANACCO A usg ab e 1 / 20 1 0 W i n t er Anselmo il troglodita Fabrizio Giannuzzi Un giorno meraviglioso. Il lago a quest’ora sembra incantato. Mia figlia gioca a palla con la sua mamma ed io bello tranquillo leggo il mio A.J.Cronin sdraiato su un bellissimo prato verde. Con la dolce brezza che rinfresca la mente e il profumino della carne alla griglia ti viene spontaneo dire, “che bello avere una famiglia tutta tua e che bello essere papà!” Certo Anselmo, tutto vero, guarda caro che belle quelle due, e che occhi maestosi, turgidi, forti... ma quando mai si sono visti occhi turgidi e forti? Anselmo che bestia d’uomo sei, non capisci un fico secco! Fa un caldo da morire, è ora che mi faccia una bella nuotata, ma che cosa vedo mai? Anche loro? Così belle, così bionde, così raffinate, <Ih, ih, ih!> perché ridacchiano in quel modo sgraziato? Sarò io ad accenderle di siffatta passione? Perbacco! Ma cosa fanno? Cosa penserà la mia bambina adesso? Mi precipito a controllare che non stia bruciando la carne, ma so benissimo che è una scusa, fingo di non vedere, ma dio santissimo! <Papà... ?> <Cosa?> lascia cadere la palla in acqua, non sembra per nulla turbata, <Papà... ?> il braccio e l’indice tesi verso le due dive ridacchianti, <quelle due signorine, ti piacciono?> la guardo imbarazzato, ma vedo che il caldo dell’estate fa un gran brutto effetto alle signorine in questione. <Cara, portami un po’ di carbone, sbrigati,> le dico preso da un desiderio pirotecnico straordinario, <Papà perché sei tutto agitato?> chiede lei. <Anselmo, komma her!> grida mia moglie esterrefatta; sarà lei a mettere tutto quel carbone ardente nelle vene di quelle? La mia bambina più sveglia e intrepida del suo prezioso papà, avvicinandosi con la manina che le copre la bocca, gli occhietti maliziosi, azzurri come quelli della sua mamma ed una smorfia perfida dipinta sul visetto scarmigliato, mi sussurra vigliaccamente all’orecchio, <papà, lo sapevi che la mia amica Giuditta è una bambina avanguardista?> mi guarda con una faccina mezzo schifata, <lei ha due mamme,> conclude con il visetto corrucciato e triste rivolto verso l’indomabile desiderio di ricerca materna. La biondina le fa l’occhiolino, <ih, ih, ih,> poi come una gran diva in compagnia del suo principe azzurro torna a gravitare con tutta la forza del suo giovane corpo sulle labbra dischiuse della sua compagna avanguardista. E pensare che Anselmo mai avrebbe chiesto a suo padre di sposare il papà di Giuditta! Aggiornati troglodita! < INTERVen t i Au sg ab e 1 / 20 1 0 W i n t er ALMANACCO Il tempo bastardo che non passa “Liebes und gute Nacht” Giulio Bailetti Renee Fabbiocchi Il celeste incontro – Works on Paper Cara gatta nera, scusa l’invadenza, ma vorrei un po’ parlare con te. So che ancora mi vuoi bene. Me l’hai appena scritto. Ma scusa cara, come devo capire questo “caro”, che mi scrivi. Quanti chili, vorrei dire? E perché e come mi vuoi bene? Mi vuoi bene in una maniera speciale o in una maniera solo normale? E quante altre persone ti sono importanti, almeno come me? E in che maniera? Scusa la pedanteria cara, ma non si dice leggerezza ad una persona “Liebes und gute Nacht”. Gli si deve anche chiarire esattamente, che cosa s’intenda per „Liebes“. Altrimenti finisce che questo povero cristo o crista non dorma più affatto. E fino a che punto si vuol bene a questa persona ed è possibile eventualmente, anche con qualche strano mezzo, superare questo maledetto punto. E come, quando e come si può superare? Come vedi cara, questo “caro” è già qualcosa, ma non è abbastanza. Non chiarisce proprio tutto tutto. E i baci francesi poi, che baci sono? Come, quando e dove? E perché solo quelli francesi e tutti quei degli altri no? Come vedi cara, ci sono già abbastanza motivi per rivederci presto, molto presto, per la verità quasi subito, cioè in pratica ora, cara. A proposito, dove? “Liebes und gute Nacht” giulio INTERVen t i < 27 march – 17 April 2010 Gallery Bronda, Helsinki, Finland Renee Fabbiocchi Italian I.deas 2 february – 12 march 2010 Gallery Lalanta, Bangkok , Thailand 45 46 ALMANACCO A usg ab e 1 / 20 1 0 W i n t er Cinema Italiano Italienische Filmreihe im Original Mit einer italienischen Einführung von Ambra Sorrentino-Becker Februar – Mai 2010 Mittwoch 10. März 2010 um 19.30 Uhr DER Klassiker: La caduta degli dei – Die Verdammten Italien 1969 , Regie: Luchino Visconti, mit Helmut Berger, Dirk Bogarde, Ingrid Thulin, 150 min. Mittwoch 10. Februar 2010 um 19.30 Uhr La giusta distanza – Der passende Abstand Italien 2007, Regie: Carlo Mazzacurati, 106 min., In einem abgelegenen Landstrich Italiens, im Po-Delta, liegt das Städtchen Concadalbero. Hier ereignet sich die Begegnung zwischen Hassan und Mara. Er ist ein Mechaniker aus Tunesien, der sich in Jahren harter und ehrlicher Arbeit Ansehen und Respekt erworben hat, sie ist eine junge Lehrerin, die dort eine Aushilfsstelle angenommen hat. In Hassans Werkstatt verbringt der achtzehnjährige Giovanni viel Zeit mit dem Reparieren seines alten Motorrads. Er wird zum Zeugen der Affäre, die sich zwischen Hassan und Mara entwickelt. Die Liebesgeschichte beginnt unter dunklen Vorzeichen: Hassan spioniert Mara in ihrer einsamen Behausung nach; sie verjagt ihn zunächst, läßt sich dann aber auf die Affäre mit ihm ein. Auch Giovanni spioniert ihr auf seine Weise nach. Es gelingt ihm, sich in ihren Computer einzuhacken und die Mails, die sie sendet und empfängt, zu lesen. Die Schicksale der drei Protagonisten verflechten sich immer enger ... . Dieser faszinierende Abgesang auf eine deutsche Industriellenfamilie Anfang der Dreißiger Jahre ist in opulenten, fast barocken Bildern inszeniert. Kaum ein anderer Film Viscontis war so umstritten wie „Die Verdammten“. Kritiker warfen dem Regisseur vor, ein so ernstes Thema wie den deutschen Nationalsozialismus unpassenderweise ins melodramatisch-opernhafte zu übersetzen. Der Film ist voller Anspielungen auf die deutsche KruppDynastie und legte den Grundstein für Helmut Bergers internationale Karriere. KRITIK: „Viscontis erster Teil seiner „Deutschen Trilogie“ ist der Versuch, im Gewand eines opernhaften Melodrams Verbindungen zwischen moralischer Dekadenz, sexueller Neurose, schöngeistiger Todessehnsucht, narzisstischer Selbstbezogenheit und politischem Opportunismus aufzuzeigen.” Mittwoch 14. April 2010 um 19.30 Uhr Non pensarci – Nicht daran denken Italien 2007, Regie: Gianni Zanasi, mit Valério Mastandrea, Caterina Murino, Anita Caprioli, 104 min. Charmante Komödie und Musikerporträt aus dem Herzen Italiens. Stefano hat sich in Rom als Punk-Rocker einen Namen gemacht. Aber dann platzt der Traum von der eigenen CD, er schaut sich um und stellt fest: Er ist sechsunddreißig Jahre alt und zu Hause wartet niemand außer seiner Gitarre auf ihn. Zeit für eine Auszeit bei den Eltern und Geschwistern in Rimini, wo er sich lange Zeit nicht mehr hat sehen lassen. “Der Film ist durch und durch menschlich, ohne sentimental zu sein, er ist voller Humor ohne jemals in Klamauk abzugleiten. Alle Figuren sind glaubwürdig und toll gespielt. Der Optimismus des Films wirkte für uns ansteckend und trotz des Titels geht einem der Film nicht aus dem Kopf.” Begründung der Jury des Filmfestes in Bozen. Kino Breitwand Starnberg, Wittelsbacherstr. 10, 82319 Starnberg, Tel.: 08151-971800 Reservierungen und Informationen unter [email protected] oder 08105-278825 oder Kino Breitwand Starnberg - 08151-971800 INTERVen t i Au sg ab e 1 / 20 1 0 W i n t er SE GNA LA ZIO N I Artisti italiani in Baviera Rubrica Teatro e Cinema Mittwoch 19. Mai 2010 um 19.30 Uhr Tutta la vita davanti – Du hast das ganze Leben noch vor dir Italien 2008, Regie: Paola Virzi, mit Isabella Ragonese, Micaela Ramazzotti, Sabrina Ferilli, 93 min. Trotz einer brillanten Abschlussarbeit in Philosophie findet Marta nur eine Arbeitsstelle in einem Callcenter. Hier geht es einzig ums Verkaufen – und das möglichst immer mehr und schneller. Um die Motivation der Mitarbeiter zu steigern, greift der Chef zu grotesken Methoden. Bereits am Morgen wird ein SMS-Weckruf verschickt, mit gemeinsamen Aerobic Übungen und Singen geht es im Büro weiter, und Mobbing ist an der Tagesordnung. Marta ist gut in ihrem neuen Job – aber sie macht sich so ihre ganz eigenen Gedanken ... Paolo Virzì gelingt ein ironischer und entlarvender Blick auf die sadistische Realität eines Callcenters. Mit Witz und Einfühlungsvermögen schildert er die Probleme der Mitarbeiter und feiert gleichzeitig die unbezwingbare Lebenslust seiner Protagonisten. Quelli che il teatro... Gruppo teatrale Contatto: Daniela Pasculli: 089 8642567 e-mail: [email protected] www.freewebs.com/quellicheilteatro Primaòpoi Gruppo teatrale Contatto: e-mail: [email protected] Sito web: www.primaopoi.de Osteria del tempo perso Gruppo teatrale Contatto: Alessandro Eugeni: 0162 7878721 e-mail: [email protected] Circolo Centofiori Associazione culturale Il Circolo Cento Fiori è un’ associazione non a scopo di lucro costituita da un gruppo di italiani e tedeschi residenti a Monaco riuniti per realizzare insieme questi obiettivi: - promozione e diffusione della cultura italiana - solidarietà e comunicazione interculturale - cultura di pace e giustizia sociale Contatto: e-mail: [email protected] Sito web: http://www.centofiori.de Rimandiamo al nostro sito web per la lista aggiornata: www.interventi.net/almanacco INTERVen t i Daniela Pasculli (Quelli che il teatro) “Il Signor S. Pellica” di Fabrizio Giannuzzi, edito da “Kunst- und Textwerk”, si può acquistare tra l’altro presso le librerie Itallibri e Büchergallerie Westend nonché in internet da www. baerendienstbuchversand.de 47 48 SE G NALAZIONI A usg ab e 1 / 20 1 0 W i n t er Kalender Mi, 10. Februar, 19 Uhr Patrizia Cavalli, Lesung 23. Februar bis 27. April Retrospektive Lina Wertmüller, Cinema 4. bis 6. März Italianistentag »Testo e ritmi«, Tagung 6. März bis 30. Mai Giampaolo Balbetto, Kunst 9. März bis 22. Juni Filmreihe »Con gli occhi di lei, Cinema Do, 18. März, 19 Uhr »Der Richter Giovanni Falcone«, Themenabend Die, 23. März, 18.30 Uhr Letizia Battaglia, Kunst Di, 9. März, 19 Uhr Nanni Balestrini, Lesung Mi, 14. April, 20 Uhr »Delitto all’isola delle capre«, Theater Mo, 15. März, 20 Uhr Giancarlo de Cataldo, Lesung 18. April bis 3. Oktober, 12 Uhr Orgelmatinee um Zwölf, Musik Mittwoch, 10. Februar, 19 Uhr Di, 27. April, 19 Uhr John Dickie, Lesung 22. Mai bis September »Il principio Alessi«, Kunst Do, 29. April, 19 Uhr Rita Siragusa und Silvia Beltrami, Kunst 10. Juni bis 18. Juli 58. Festspiele Europäische Wochen Passau Do, 6. Mai, 19 Uhr »Drang nach Süden« und »Zwischen Sehnsucht und Hoffnung«, Cinema Mi, 23. Juni, 19 Uhr und 24. Juni bis 14. Oktober »Totò«, Musik/Cinema Mi, 5. Mai, 19.30 Uhr Duo Luigi Bozzolan & Eugenio Colombo, Musik Di, 18. Mai, 19 Uhr und Mi, 19. Mai, 18.15 Uhr Antonia Arslan, Lesung 21. Mai bis 10. Oktober Landesausstellung 2010 Bayern – Italien, Kunst 10. Juni 2010 bis 18. August 2011 »Bella Figura«, Kunst 25. Juni bis 3. Juli Filmfest München, Cinema Sa, 24. Juli, 12.00 – 19.30 Uhr »INTERVenti d’arte italiana@ Monaco«, Kulturveranstaltung »Italienische Künstler in München« 20. Juli bis 15. September Konzertreihen mit italienischen Künstlern in München und in Bayern, Musik Sommer 2010 »Der Sommer der Dichter«, Poesie Dienstag, 9. März, 19 Uhr Istituto Italiano di Cultura Gasteig, Black Box, Rosenheimer Straße 5, München Patrizia Cavalli »Diese schönen Tage. Ausgewählte Gedichte 1974–2006« Ein Abend mit Nanni Balestrini Moderation und Übersetzung: Piero Salabè In italienischer und deutscher Sprache Patrizia Cavalli ist die bedeutendste zeitgenössische Dichterin Italiens. In ihren prosaischen und doch erhabenen Gedichten mischen sich Stil- und Tonlagen auf mysteriöse und unverwechselbare Weise. Römische Momentaufnahmen, scharfsinnige Epigramme und Gedankenlyrik wechseln sich ab. Patrizia Cavalli, 1949 in Todi, Umbrien, geboren, lebt in Rom. Sie veröffentlichte Gedichtbände und Erzählungen und trat als Shakespeare-Übersetzerin hervor. Moderation: Peter O. Chotjewitz In italienischer und deutscher Sprache In dem 2009 erstmals in Deutsch veröffentlichten Roman „Tristano“ zeigt sich Balestrini von seiner experimentellen Seite: Dieser Roman erschien in den 1960er Jahren bei Feltrinelli als »normales« Buch. Erst vier Jahrzehnte später konnte Balestrini dank moderner Digitalisierungstechnik seinen ursprünglichen Plan, den Text in seine Bestandteile zu zerlegen und von einem Rechner willkürlich kombinieren zu lassen, verwirklichen. Nanni Balestrini, 1935 in Mailand geboren, zählt zu den Mitbegründern des Gruppo 63 und des Potere Operaio. 23. Februar bis 27. April Filmmuseum, St.-Jakobs-Platz 1, München Retrospektive Lina Wertmüller Das Filmmuseum zeigt in Zusammenarbeit mit dem Istituto Italiano di Cultura eine Retrospektive mit Filmen von Lina Wertmüller. Insgesamt zwölf Filme der eigenwilligen italienischen Regisseurin kommen im Original mit englischen Untertiteln zur Aufführung, darunter Hauptwerke wie „Film d’amore e d’anarchia“ (1973) und „Pasqualino Sette bellezze“ (1975). Zu sehen sein wird auch der neueste Film „Mannaggia alla miseria“ (2009) der inzwischen 81-jährigen Filmemacherin. Donnerstag, 29. April, 19 Uhr Istituto Italiano di Cultura Vernissage: Silvia Beltrami und Rita Siragusa »Collage und Skulptur« Dauer der Ausstellung: 30. April bis 25. Juni Das Istituto Italiano di Cultura stellt mit der Präsentation dieser beiden viel versprechenden, jungen Protagonistinnen zwei künstlerische Positionen aus Italien vor. Während Siragusa mit schweren Kalibern in Form von Eisen- und Stahlskulpturen den kraftvollen Expansionsdrang repräsentiert, zeugen die verspielten Collagen von Beltrami von einer eher verträumten Reflexion der Phänomene unserer Gesellschaft. INTERVen t i Au sg ab e 1 / 20 1 0 W i n t er Samstag, 24. Juli, 12.00 19.30 Uhr »INTERVenti d’arte italiana@Monaco«, Kulturveranstaltung SE GNA LA ZIO N I Museo d'Arte Contemporanea Casa del Console, Via Roma 61, Calice Ligure (SV) Italienische Künstler in München stellen sich vor Mostra itinerante »Mappe d'Artista« Gli artisti italiani di Monaco di Baviera si presentano in comune in una grande manifestazione all’Istituto di Cultura: collettiva, teatro, musica, letteratura and more. In München lebende und arbeitende italienische Künstler stellen sich in einer großen Gemeinschaftsveranstaltung vor mit Bildern, Lesungen aus ihren Büchern, Musik- und Theaterdarbietungen, u.v.m. Info: Tel.. 089-44900335 oder [email protected] Fondazione D’Ars – Oscar Signorini onlus – Milano Partecipa Giovanna Valli con l’opera »Rescue«. La mostra rimane aperta fino al 20 febbraio 2010. Orario d'apertura: giovedí, venerdí e sabato dalle 17.00 alle 20.00 Eventi culturali organizzati dall’Istituto Italiano di Cultura: www.iicmonaco.esteri.it Incontri regolari Istituto Italiano di Cultura Hermann-Schmid-Str. 8 (Aula 22), Monaco. Incontri di letteratura spontanea con Giulio Bailetti. Se hai una poesia, un piccolo racconto o anche un pensiero, un sogno o un’idea, che vuoi leggere o raccontare, vieni che sarai il/la benvenuto/a. Le testimonianze e le storie di tutti sono importanti e hanno dignità. Esprimersi, ascoltare e conoscersi fa comunque bene. Dopo tutti in pizzeria. Alla fine di ogni incontro i partecipanti sceglieranno la migliore testimonianza, alla quale andrà il premio letterario dedicato alla Signora Agnese Fiorani in Muhm. I prossimi appuntamenti: 12 febbraio, 16 aprile, 14 maggio, 11 giugno e 9 luglio. Caritas Caritaszentrum Ost/Land, Berg am Laim, Josephsburgstr. 92, München L’ADAI – Gruppo Assistenza Anziani si incontra ogni venerdì dalle 14.00 alle 17.00 e ogni lunedì, dalle 9.00 alle 11.00, si possono avere consigli e consulenze varie in italiano. Il gruppo organizza soggiorni in luoghi di cura, gite, incontri con gruppi di altre nazionalità e altre iniziative come Qi Gong, yoga, esercizi per la memoria, nonché feste di diverso tipo per gli italiani di tutte le età. Ultimo mercoledì del mese, alle 14.00: “Stammtisch” per gli italiani. Info: Herr Blazevic, Tel.: 089-43669614 INTERVen t i Centro Sardo Su Gennargentu Ogni sabato dalle ore 17 alle 22 e ogni domenica dalle ore 17 alle 21 ci si incontra al Centro, nella Fürstenrieder Str. 147, 80686 München Info: Tel.: 089-3543308, [email protected] „Stammtisch der Trentini“ Jeden 1. Freitag im Monat, ab 19.00 Uhr in der Trattoria „La Bruschetta“, Nymphenburgerstr. 53, München. Info: Liane Wagner, Tel. 089-1298347 " Associazione Giuliani di Monaco Ogni ultimo giovedì del mese dalle ore 19.30 ci si incontra presso il ristorante pizzeria “Casa Mia” nella Implerstr. 47 (angolo Oberländerstr.), Monaco. Info: Tel.: 089-2712053 oppure Giuliana Jost (segreteria), Tel.: 089-7002738 Gruppo Marinai d’Italia: Ogni venerdì sera, dalle 19.00 in poi ci si incontra presso la sede dell’associazione nella Lilienstr. 20 a Monaco. ITALCLUB – Ingolstadt Incontri mensili – Stammtisch Italienisch Info: Anna Benini, Tel.: 0841-41802, [email protected] Ass. di Cultura Italiana Weilheim Italienischkurse für Erwachsene und Kinder. Info: Orazio Mangano, Tel./Fax: 0881-61809, [email protected] Berufsbildungswerk ENAIP Goethestr. 28, 2. Stock, 80336 München Deutschkurse für Ausländer Info: Tel.: 089-533902, Fax: 089-89355300, [email protected] Incontro italiano Gauting Siamo un gruppo di italiani e tedeschi che ama l’Italia e la sua lingua. Ci incontriamo con il fine di mantenere, esercitare e migliorare la nostra conoscenza della lingua italiana e per scambiarci idee ed informazioni sull’Italia e sui suoi abitanti. Ci piace parlare di tutto quello che troviamo interessante, in particolare di temi che riguardano cultura e società. Info: Christina Bredow, Tel.: 089-89355300, Fax 89-308494, [email protected] Circolo culturale italo-tedesco Gröbenzell – CcitG Volete conversare in italiano? Siete italiani o avete una media o buona conoscenza della lingua italiana? Vi piacerebbe ricercare e scoprire nuovi e vecchi aspetti della cucina, dei giochi, della musica, della storia, dell’attualità, della società, insomma della cultura italiana? Allora venite al nostro incontro mensile! Generalmente ha luogo l’ultimo martedì del mese alle ore 19.30 nel Werkraum della VHS di Gröbenzell. Vi aspettiamo! Deutsch-Italienische Spielgruppe Für Familien mit Kindern von 0 bis 4 Jahren mit Übungen zur deutschen Sprache. So., 10.30 Uhr, Familienzentrum Laim, EG, Valpichlerstr. 36, München. Info: Sara Benedetti-Baumanns [email protected] 49 50 I MP RESSUM A usg ab e 1 / 20 1 0 W i n t er Abbonatevi ad INTERVenti Abonnieren Sie INTERVenti Come? Wie? Comunicateci i vostri dati (nome, cognome, indirizzo) Teilen Sie uns Ihre Kontaktdaten (Vorname, Name und Adresse) mit J?L2?FM?ALN?Fl J?L$;R J?L#+;CFCH@ICHN?LP?HNCH?N J?LJIMN;',2#0Venti, Roemerstr. 4 b, 82205 Gilching =IH<IHC@C=I<;H=;LCIl>OL=B ;HEe<?LQ?CMOHA Kto.: 6410708955; BLZ: 70020270; HypoVereinsbank München Impressum INTERVenti DEUTSCH-ITALIENISCHE SZENE IN BAYERN Erscheint vier mal im Jahr; ISSN 1611-7506 Herausgeber, verantwortlicher Redakteur und Anzeigenverantwortlicher: Dr. Gianni Minelli – Arzt, Römerstr. 4b, 82205 Gilching Redaktion: Marco Armeni (ma), Gianfranco Caccamo (gc), Paola Gambaro (pg), Daniela Ghidini (dg), Pamela Lanciotti (pl), Gianni Minelli (gm), Kirsten Ossoinig (ko), Ester Sposato (es), Daniele Verri (vd), Daniel Vetró (dv). Mitarbeiter dieser Ausgabe: Giulio Bailetti, Franco Casadidio, Remo Cencioni, Leonardo Chen, Corrado Conforti, Sasha Deiana, Pasquale Epicopo, Fabrizio Giannuzzi, Ernst Haase, Sylvia Kroupa, Egle Maguolo-Wenzel, Raffaella Mantovani, Ulrike Minelli, Simona Morani, Giuseppe Muscardini, Heiner Schütz, Francesco Spanò, Nausicaa Spinosa, Marcello Tosetto, Anna Zanco-Prestel. Layout: Monika Grötzinger – Visualista, Mattias Schelbert Druck: Nuove Arti Grafiche „Artigianelli“; Loc. Ghiaie 166; I-38014 Gardolo (TN) Sì, desidero abbonarmi ad INTERVenti: Ja, ich möchte INTERVenti abonnieren: Auflage: 1.000 Nome/Vorname: ........................................................................ Bankverbindung: Interventi-Verlag Kto-Nr. 6410708955, HypoVereinsbank, BLZ 700 202 70 Cognome/Name: ....................................................................... 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März INTERVen t i Au sg ab e 1 / 20 1 0 W i n t er Fraunhoferstraße 4 D - 80469 München 089 / 26 0184 18 Una storia di uccelli, uccellacci e uccellini La progressiva perdita di importanza della figura del padre genera guasti profondi non solo nelle famiglie, ma anche nella società intera. Le cause del fenomeno sono molteplici e svariate. Tra esse le ingiuste discriminazioni perpetrate con forza di legge ai danni dei padri. Di più nel Dossier a pagina 37