aprile 2014 - Be Love Revolution

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aprile 2014 - Be Love Revolution
 [Non bisogna essere pigri]
Diario di Viaggio in Kosovo e Metochia
20 – 26 aprile 2014
di MARCOANDREA SPINELLI beloverevolution.org
Sommario
Introduzione ........................................................................................................................ 3 di Stefano Gussoni Non bisogna essere pigri .................................................................................................. 5 di Marcoandrea Spinelli Venti di aprile Belgrado Verso il Kosovo Mitrovica Marlene Kuntz Prekovce Prizren Rakija Ventiquattro di aprile Piove Dante Alighieri Novi Sad Per approfondire .............................................................................................................. 18 LOVE onlus ....................................................................................................................... 19 Cosa puoi fare tu? Ecco per darvi l’idea di questa eco, immaginate Introduzione
di essere in un luogo che abbia settecento anni di Stefano Gussoni
di storia, patrimonio mondiale riconosciuto dall’UNESCO, costituisce il ponte architettonico 7 giorni, a tratti faticosi (oltre 3000 i km tra Oriente e Occidente dove si respiri una percorsi), divertenti per alcuni versi (grazie ad spiritualità profonda e, poche ore prima del un'ottima compagnia) ma soprattutto intensi vostro arrivo, vandali vergano sigle tristemente per i luoghi visitati e le persone incontrate. note sui muri perimetrali che cingono questo luogo. In questi giorni, dopo il rientro, spesso ci è A seguito di questo scellerato gesto l’esercito stata rivolta la seguente domanda: com’è (italiano) ha dovuto raddoppiare, in poche ore, andata? Un domanda semplice ma dalla difficile i propri sforzi per protegge questo luogo al fine risposta, che più o meno dovrebbe risuonare di prevenire possibili attentati incendiari. così: da che punto di vista? Questi fatti sono accaduti la scorsa settimana e Ecco perché attraversare i Balcani da ovest a il nostro viaggio ne è stato testimone … est, da nord e sud, è un po’ come ti sembra di Il luogo è il Monastero di Decani. La sigla percorrere la storia, non è un semplice viaggio vergata è “UCK”. Ora ci si può ritenere a cui associare un solo aggettivo. “tranquilli” data la presenza della KFOR È una storia fatta di incontri, di magnificenze (Missione Nato), ma cosa accadrà quando la architettoniche ma anche echi di scontri e di missione verrà ritirata? distruzione, di violenze e soprusi. 3 dovrà essere alimentata, per Jovanka così come per Ivana e per la gente che quotidianamente può permettersi di mangiare grazie all’opera delle Cucine Popolari. Un viaggio in Kosovo, che si consiglia a tutti d’intraprendere quanto prima, che è infine ma soprattutto un viaggio per sé stessi, perché nel confronto con il bisogno ritroviamo l’identità dell’umano che non può che essere un io in Si potrà, in coscienza, attendere con l’angoscia relazione; un viaggio che riporta nell’anima e che quest’oasi di pace, questa secolare perla dei nella mente cosa significhi un’identità balcani e patrimonio dell’umanità, corra il condivisa di quest’Europa che facciamo fatica a rischio di essere distrutta o danneggiata comprendere nella sua complessità finché irrimediabilmente come accaduto dieci anni fa rimaniamo relegati nella visione parziale di durante i famosi progrom anti-­‐serbi? Uomini e casa nostra, un’identità che non è esclusiva donne che amano la libertà e il rispetto verso verso l’altro ma è, in definitiva, inclusiva. l’atro non possono tacere e rimanere inermi, Buona lettura! devono gridare e farsi sentire perché ciò possa non accadere. Busto Arsizio, 3 maggio 2014 “L’essenziale è invisibile agli occhi” Il cibo per celiaci che generosamente molti amici hanno donato sono stati consegnati a Jovanka nel paese di Orahovac: con esso potrà, seppur temporaneamente, sostenere lei stessa e i suoi figli. Soprattutto potrà non abbandonare la speranza, merce sempre più rara in quei luoghi. Non si può permettere che questa speranza si affievolisca e nel tempo si trasformi in disperazione: per quanto possibile 4 Il Piccolo Principe Antoine De Saint-­‐Exupéry Zagabria a destra. Non bisogna essere pigri
La pioggia aumenta, come la nebbia. Tra poco di Marcoandrea Spinelli
iniziamo la discesa verso la Slavonia, la regione Venti di aprile
che ospita la capitale croata. Otto di sera. Venti di aprile. Di fianco a me è partita una discussione Superata la tangenziale-­‐bretella veneta. sull'eterogeneità di questo gruppo. Siamo Alla mia sinistra c'è il solito verde sloveno che abbastanza diversi, proveniamo da realtà m’intontisce. Sopra, la nebbia gioca a diverse e, per idee politiche e non, alcuni di noi nascondino con le punte dei monti. sono agli antipodi di altri. Qualcuno di noi Siamo abbastanza in orario, ma anche se non lo avanza il paragone che siamo sette, come gli fossimo poco importerebbe. Siamo in sette su stati della ex Jugoslavia. Perciò, iniziano gli un pulmino carico. E per carico intendo che accoppiamenti: c'è il bosgnacco, c'è l'istriano difficilmente potrebbe esserlo di più. veneziano, il serbo, poi il croato, la macedone ... Ma chi siamo? Siamo Serena, Benedetta, Fabio, Ora il buio è totale, tra poco ci fermeremo in Davide, Stefano, Marco e io. una gostionica a mangiare. Marco non mangerà Il cielo è abbastanza nuvoloso e la penombra carne, dice che innervosisce e incattivisce. "In scivola sui pini e sugli abeti. Riesco a scorgere generale, le proteine animali sono veleno", comunque le viette polverose che portano alle chiosa vedendomi scrivere questa frase. fattorie di legno e m’immagino le persone che Cestnina, pedaggio sloveno. dentro ci vivono. Sorrido. 5 Belgrado
ha ancora scalzato Santa Sofia di Istanbul: se A Belgrado dormiamo in un elegante quartiere l'esterno è già concluso, non si può dire lo pieno di ambasciate e ville neoclassiche. Non stesso dell'interno, ancora senza pavimento e tutte le ville sono abitate, alcune sono lasciate senza affreschi. in stato di abbandono. Tutto ciò rende il Di fianco, una piccola chiesetta (dedicata quartiere particolarmente silenzioso e sempre a San Sava) sorprende di più della piacevole. imponente sorella a lato. Magnificamente Ci spostiamo alla fortezza Kalemegdan, affrescata con colori vivaci, mi rimangono trasportando colombe e spumanti da regalare impresse le teste mozzate degli ottomani di ad amici. Il blu del Danubio si confonde con il fianco agli angeli celesti. marrone della Sava. La sera ceniamo su una zattera ondeggiante sul Danubio nel quartiere di Zemun. Cena a base di pesce: carpa, pesce gatto e persico. Non rimaniamo del tutto soddisfatti, ma il dolce ipercalorico ci farà dimenticare la delusione del pasto. Verso il Kosovo
Lasciata Belgrado, ci dirigiamo verso il Kosovo. Dopo aver oltrepassato Kragujevac, pranziamo a Kraljevo da un serbo kosovaro di Prizren. Gli occhi dolci del viso scavato della moglie mi La tranquillità del quartiere dell'hotel si suggeriscono che la loro vita non deve essere contrappone al chiacchiericcio di Knez stata morbida. Mihailova, la via pedonale del centro. Visitiamo due monasteri. Nel primo, a Žiča, Passeggiamo fino alla Skadarlija, il quartiere troviamo una celebrazione religiosa, la litija, degli artisti belgradese, molto simile al una sorta di processione molto affascinante a quartiere Užupis di Vilnius. Ciottolato, restoran cui partecipano le stesse monache che abitano con panche di legno, piatti di carne immensi, il convento di Žiča e fedeli comuni. Rimaniamo patate in versioni molteplici, birra a fiumi, il qualche minuto in estasi sentendo le litanie classico abbinamento dell'Europa orientale ortodosse. Stefano direbbe che sono carne-­‐frutta e, infine, le peculiarità balcaniche, affascinanti quanto i canti gregoriani della kava e rakija. nostra tradizione cattolica. La maestosità della cattedrale di San Sava fa da contrasto con l'architettura della città, abbastanza decadente e desolante. La cattedrale ortodossa più grande del mondo non 6 Tu, ignaro, pensi pure che sia un atto di gentilezza. Passi dal doganiere kosovaro, meno sorridente, più pratico. Non dice troppe parole, prende il passaporto, lo timbra e si entra in un altro stato abitato dagli stessi fratelli. Ti sembra di non aver trasgredito nessuna legge, di essere stato ligio. Invece, funziona che così tu puoi essere respinto al ritorno. Ripassando dal doganiere kosovaro, il quale ti timbrerà per la seconda volta il passaporto. Il problema sta nel passaggio successivo: il doganiere serbo. Ecco, quest'ultimo può respingerti perché sul tuo passaporto Il Monastero di Studenica (Манастир Студеница), si
trova a sudovest di Kraljevo, nella Serbia centrale.
Venne fondato nel 1190 dal fondatore del moderno stato
serbo, Stefano Nemanja, il quale, dopo aver abdicato in
favore del figlio, ricevette la tonsura e mutò il proprio nome
in Simeone. Da Monaco, nel 1197, Nemanja raggiunse l’
altro figlio, Ratsko, nel monastero di Vatopedi, sul Monte
Athos, e insieme ricostruirono il monastero di Hilandar,
oggi centro della spiritualità serba nel cuore.
Dal 1986 il monastero di Studenica è incluso nell'elenco
dei Patrimoni dell'umanità dell'UNESCO.
compaiono tre timbri: l'ingresso in Serbia, l'ingresso in Kosovo e l'uscita dal Kosovo. Non il timbro dell'uscita dalla Serbia. Perciò, com’è possibile che tu ci stia rientrando? Chiaro che questo si rivela essere un cavillo giuridico difficilmente superabile, ma credo anche che possa essere abbastanza semplice trovare una Il secondo monastero, a Studenica (riquadro), è soluzione. Ma non viene trovata. immerso nella quiete di vallate del sud della Perché accade questo? Serbia. Vallate e monti attraversati da strette Perché oramai i serbi del Kosovo stanno stradine, perse in mezzo a boschi, dirupi e diventando un macigno troppo pesante anche strapiombi. Troviamo dei massi, anche di per i fratelli serbi di Serbia. La conferma di media grandezza, davanti al nostro cammino, questo stato d'animo ci viene dal saluto di una ma questa volta sono le frane, e non gli uomini, giovane pittrice di Mitrovica, "Benvenuti nella a posizionarli. nostra città", non in Serbia, tantomeno in Non sarà così qualche ora dopo. Kosovo. Non si ha la consapevolezza di quello che è davvero il Kosovo. Bisogna essere chiari e Mitrovica
onesti, fin da subito. Studiare, leggere, cercare Le pattuglie di polizia, appena oltre il confine, di comprendere non mi avevano preparato sono parecchie. Le barricate ci sono e qualche realmente al Kosovo. volta bloccano parzialmente la carreggiata. I Dogana. Funziona così. Tu esci dalla Serbia e militari intorno e il filo spinato arrotolato ai consegni al doganiere serbo il passaporto. Lui loro piedi fanno intuire che ci vorrebbe un sorride, pacato, e ti chiede la carta d'identità. attimo a chiudere la strada. 7 Le targhe sulle macchine sono tutte serbe cerimonia religiosa musulmana si sta oppure non esistono. Ebbene sì, la maggior svolgendo in assoluta armonia. Qualche parte delle macchine che si vedono in giro non centinaio di metri più avanti entro in un hanno targa: le macchine con targa kosovara cimitero serbo nella parte albanese di non possono circolare tanto tranquillamente. Mitrovica. È completamente distrutto: le tombe La migliore soluzione è toglierle nei territori sono spaccate, le piccole cappelle dilaniate. abitati da serbi e rimetterle in quelli abitati da Passiamo per Pristina, prima di dirigerci a albanesi, e viceversa. E così si comporta anche Prekovce. Vediamo un'installazione lungo la via la nostra guida, Francesco. principale Della capitale kosovara, una scritta La passeggiata per Mitrovica si conclude in un alta due metri e mezzo, NEWBORN. Dopo baretto. Di fronte ho un ponte sul fiume Ibar. qualche chilometro, a Gračanica, vediamo Dovrebbe collegare la parte albanese della città un'altra scritta con gli stessi caratteri, MISSING. a quella serba. In realtà dei massi bloccano dal La nuova rinascita albanese, fondata sul 2010 l'accesso al ponte, mentre i carabinieri concetto dell'oblio del passato, anche più italiani stazionano per mantenere la calma. prossimo, soprattutto più prossimo, si scontra Anche ai loro piedi con la tenacia serba del ricordo. Sulla notiamo il filo spinato, pronto per essere srotolato. La mia ultima scritta Studi are, leggere,
cercare di comprendere
non mi avevano preparato
real men te al Kosovo
fotografia della MISSING appiccicate ci sono le fotografie di tutti gli scomparsi giornata è lo serbi e non splendido etno-­‐village di Zvečan dove abbiamo durante la guerra in Kosovo del '98-­‐'99 e nei dormito. pochi anni successivi. Marlene Kuntz
Prekovce
Mi sveglio con in testa il ritornello di una Arriviamo a Prekovce per pranzo, visitiamo canzone dei Marlene Kuntz: "non c'è volontà di una delle otto cucine popolari, fondamentale comprendere e questo corrompe la società, cui opera di cura nei confronti delle famiglie serbe riesce più semplice credere che i buoni son qua e e non della zona. Grazie all’impegno di i cattivi là". Tutta la giornata è stata un associazioni come “Amici di Dečani” e crescendo d’impressioni coincidenti con questo “Solidarité Kosovo”, più di ritornello. duemilaquattrocento persone ricevono un Al mattino visito un cimitero albanese nella pasto giornaliero. L'importanza di quest’opera parte serba di Mitrovica. È intatto, dentro una è incommensurabile, vista la pressoché totale 8 mancanza di lavoro in quest'area così depressa formaggi e latte. Marco mi fa notare la economicamente. Oltre all'opera in sé, Amici di gentilezza e la tenerezza negli occhi del Dečani permette a coordinatore della cucina popolare di Dečani, il quale s’immagina già la costruzione di questo MISSING
centro caseario e soprattutto si immagina già … un maialino a cuocere sottoterra, alla loro maniera, fuori dal ristorante … Prizren
Dal 17 al 19 marzo 2004 gli albanesi del Kosovo hanno compiuto gesti che difficilmente possono essere compresi. In più località dell'attuale territorio kosovaro hanno distrutto, Kosovo, in Italia installazione su scomparsi
serbi
'Missing' è attualmente in mostra a Gracanica
09 aprile, 19:13
(ANSA) - PRISTINA/BELGRADO - Un'installazione
artistica intitolata 'Missing' e che rappresenta il dramma
dei serbi e dei rappresentanti di altre nazionalita'
scomparsi durante il conflitto armato in Kosovo, verra'
messa in mostra prossimamente a Venezia e
successivamente in altre 11 citta' d'Italia. Lo ha detto il
ministro per le questioni del Kosovo Aleksandar Vulin
parlando oggi a Gracanica, enclave serba non lontana da
Pristina dove l'installazione e' in mostra dal 17 marzo
scorso. A Gracanica Vulin ha incontrato Francesco
Scarpa, segretario dell'associazione italiana 'Amici di
Decani'.
"Per un anno i cittadini italiani potranno informarsi sulla
verita' di quanto avvenuto in Kosovo, e cio' grazie ai nostri
amici italiani dell'associazione 'Amici di Decani'. Questa
verita' la vogliamo mostrare al mondo intero", ha detto
Vulin.
"In collaborazione con il ministro Vulin vogliamo provare a
trasferire in qualche modo il Kosovo in Italia", ha osservato
da parte sua Francesco Scarpa.
All'incontro fra Vulin e Scarpa hanno partecipato l'autore
dell'installazione Goran Stojcetovic, e Milena Parulic,
segretario dell'associazione 'Vittime kosovare' che si
occupa delle persone scomparse in Kosovo nel conflitto
del 1998-2000.
ANSA 9 aprile, 19:13
bruciato, bombardato, picconato chiese ortodosse serbe, costringendo molti serbi ad abbandonare le loro abitazioni e le loro città. Rimango basito di fronte agli aneddoti che la nostra guida Francesco ci racconta. Dentro alla splendida Bogorodica Ljeviska di Prizren, scopro che in quei giorni gli estremisti albanesi hanno riempito la chiesa di copertoni imbevuti di benzina e poi hanno concluso il loro lavoro. Non contenti, sono tornati il giorno successivo per picconare un'icona raffigurante la Madonna. Il terzo giorno di scontri la NATO ha deciso di togliere il comando ai tedeschi, per consegnare la sicurezza della chiesa ortodossa agli italiani. Il nostro esercito ha impedito l'ingresso degli albanesi nella chiesa, rendendo possibile la conservazione di alcune icone all'interno e l'esistenza della stessa. trentuno persone di ricevere uno stipendio: chi Ancora a Prizren, gli estremisti albanesi hanno cucina, chi coordina i centri, chi consegna i distrutto la Cattedrale ortodossa di San Giorgio pasti … in pieno centro e bruciato il Seminario Inoltre, sempre nello stesso villaggio, è prevista ortodosso dei Santissimi Cirillo e Metodio la costruzione di un caseificio e di un ristorante. Durante la distruzione della cattedrale, viene Il primo permetterebbe la produzione di scattata una fotografia che rimarrà celebre: un 9 albanese piscia sui resti della chiesa paragone con Sarajevo si ferma qui. semidistrutta. L'integrazione qui non sembra un valore da La già citata tenacia serba si scorge anche nella perseguire. loro forza di volontà di riposizionare tutte le pietre e tutti i ciottoli per riconfermare la presenza in questa città. Sono passati solo dieci anni, ma la Madonna di Bogorodica Ljeviska è di nuovo lì, il seminario è parzialmente ricostruito e pronto per essere completato e la piccola Chiesa di San Giorgio, fondata nel 14° sec. di fianco alla Cattedrale del 19° sec. è di nuovo vivace e colorata. Infine, l'ultimo aneddoto. A Dečani, un albanese vede un orso davanti al monastero. Si spaventa e, mentre cammina nel bosco, trova un bazooka. Lo utilizzerà per colpire l'orso. Colpirà le mura esterne del campanile del monastero, non colpirà mai l'orso. Il delinquente viene condannato a 4 anni, per la prima volta un albanese paga per un crimine contro un luogo di culto. Purtroppo, siamo ancora in attesa dell’appello, perciò egli è ancora a piede libero. Non credo sia il caso di aggiungere nient'altro. Prizren è una piccola Sarajevo, nella quale vivono parecchi musulmani di etnia turca. Tra di essi, vi è una piccola comunità sufi e Francesco ci porta all’interno della loro ordinata moschea e della placida e silente sala di studio e meditazione, piena di cuscini, tappeti e divani. Una visione dell’islam che noi occidentali conosciamo molto poco e che si allontana parecchio dagli stereotipi che spesso vengono attribuito al mondo dal colore verde. I rapporti tra la maggioranza albanese e la minoranza turca non sono dei migliori. Tenendo conto che quella serba se ne è andata dopo gli attacchi terroristici del 2004, il 10 Tuttavia, la cittadina è davvero carina ed è forse una di quelle realtà dove a me e Stefano piacerebbe passare qualche settimana. Il ponticello sul fiume e i monti sullo sfondo sono la fotografia paesaggistica più piacevole di questa vacanza. Rakija
A cena siamo invitati dalla famiglia di Srdjan Petrović. Prima di arrivare a Velika Hoča, in macchina, io, Marco e Serena chiacchieriamo con la nostra guida Francesco. Rimango colpito da quest’uomo, dalla sua semplicità, dalla sua capacità di esporre e di spiegare alcuni concetti teologici. Apprezzo la sua calma, il suo parlare lento, il suo tono di voce rasserenante. Una sua caratteristica mi colpisce: non giudica. Ci RAKIJA
racconta i fatti così come sono accaduti e non aggiunge nulla al resoconto degli eventi. Forse sarà il suo essere italiano a vedere gli avvenimenti con occhiali imparziali, forse è semplicemente merito della sua acutezza ed intelligenza, so che per me è un insegnamento costante sentirlo parlare. Continuerei imperterrito a fargli domande. La rakia (ракија) è un considerato la bevanda nazionale
della Serbia. Nella forma più comune, Šljivovica, è
prodotta con la prugna, ma si può ottenere da tutti frutti
che contengono zucchero come l'uva, le pesche,
albicocche, le mele, i fichi e le amarene … Il 70% delle
prugne raccolte in Serbia vanno a finire nella produzione
della Sljivovica ...
Esiste una tradizione molto forte nei paesi balcanici di
distillare questo superalcolico in casa e usualmente beve
in speciali bicchierini (da 0.3 a 0.5 dl).
È bevuta come aperitivo, generalmente accompagnata da
Arrivati a casa Petrović, una valanga di un antipasto misto di salumi e formaggio e viene sempre
a qualsiasi ora del giorno, come benvenuto agli
offerta,
ospiti.
bicchierini di rakija ci inonda e sorprende. La cena è semplicemente perfetta, l'ospitalità splendida, le pietanze ottime. Oltre a un Ventiquattro di aprile
antipasto di affettati e formaggi di capra, ci Ore undici di sera. Ventiquattro di aprile. deliziano con una cjorba, zuppa, di uova e Stamattina abbiamo portato a Jovanka e ai ortiche, trote, costine e čevapi. Come contorno suoi tre figli il nostro carico più importante: pomodori e cetrioli molto saporiti e la gustosa sacchi e sacchi di cibi per celiaci. Jovan, Marija, ajvar, una eccellente salsa di peperoni e Dušanka e mamma abitano ad Orahovac melanzane. Infine, come se tutto ciò non (Rahovec in albanese, letteralmente significa bastasse, concludiamo il pasto con un'ottima ‘terra delle noci’), nell’unica via serba della torta con le meringhe preparata dalla moglie di città. Da qualche anno qui sono state Srdjan, Dana. ghettizzate le famiglie serbe. Compiere delle Ricorderò questa cena molto a lungo, normali azioni quotidiane come andare a fare soprattutto per gli effetti della rakija che hanno la spesa, andare dal parrucchiere, andare al reso parecchio divertente questo momento. lavoro … è diventato tremendo: bisogna essere disposti a subire qualsiasi imprecazione 11 possibile appena si varca l’inizio della via avviciniamo alla dogana. Mi tranquillizza il successiva. fatto che ieri Serena abbia riattraversato la dogana serbo-­‐kosovara da sola su un pullman abbastanza socialista. Lo studio non mi aveva permesso di capire la complessità della realtà. Venire qui è stato necessario per comprendere alcuni passaggi. Possiamo sederci a un tavolo e discutere sul perché gli albanesi vivono questa regione, cercare le ragioni che hanno portato a una conflittualità difficile, metterci a dividere il In questa patetica situazione vivono Marija, la territorio e spulciare, villaggio per villaggio, chi quale ha una totale celiachia e non potrebbe ha diritto ad abitarne uno piuttosto che un vivere senza gli aiuti di Amici di Dečani, e altro. mamma Jovanka, la quale non può permettersi l’acquisto di cibo, vista la disoccupazione dilagante soprattutto tra i serbi. Sono seduto su una panca di legno, di fronte a me ho il monastero di Dečani, appoggiato sulla terra come fosse una casetta dei LEGO; tutto intorno un prato verde mi rassicura. Siamo appena andati a prendere gli zaini nel parcheggio e abbiamo chiesto ai militari italiani se possono tener d'occhio il nostro pulmino. Ma ora il problema è un altro: come si vive in Sono rimasto un po' sorpreso quando questo territorio? Ed è una domanda che Francesco ha chiesto questo favore. Ero curioso davvero trascende il passato, di cui di questa richiesta e lui, tranquillamente, mi ha chiaramente non voglio fare tabula rasa, ma spiegato che nelle ultime due notti hanno questo passato così denso di conseguenze trovato delle scritte sui portoni del monastero. voglio semplicemente, almeno per un attimo, Le scritte recavano le iniziali della milizia tralasciarlo. Tornerò a trattarlo tra poco. albanese, UCK. Ieri pomeriggio abbiamo visitato Gračanica. La spiegazione di Francesco è stata meravigliosa e Piove
io e Marco non abbiamo smesso un attimo di Piove a dirotto e Davide guida, come al solito. fare domande sulla genealogia della santa Tutti dormono sul pulmino e io scrivo. Il famiglia dei Nemanja, sulle tecniche di pittura, viaggio sarà lungo e ci porterà a Novi Sad. Mi sulle scene rappresentate ... sta salendo un po' l'adrenalina, mentre ci 12 Ciò che mi ha sconvolto maggiormente è il fatto magico. Mi piacerebbe passare qui un periodo che, durante gli scontri del 2004, tutti i serbi si della mia vita e, quando ne intravedo la sono rintanati all'interno della chiesa e tutto possibilità, accetto immediatamente. intorno ad essa, sul verde prato circostante. Partecipiamo a due funzioni ortodosse, nelle Soltanto grazie alla mediazione dei militari quali i canti baritoni dei monaci vestiti di nero greci si è evitata la catastrofe. I terroristi mi inteneriscono e mi invitano alla riflessione. albanesi si sono riversati a ridosso della Ed arriva il momento di trattare il passato. cattedrale di Gračanica con la volontà di ridurla Il monastero di Dečani è fondamentale per il come quella di Prizren, ma fortunatamente popolo serbo per tre ragioni: vi è sepolto re hanno trovato l'esercito greco pronto a Santo Stefano, uno dei santi più importanti difenderla. della chiesa serba; il polileije, il lampadario Quello che mi rimane è la casualità. liturgico presente in tutte le chiese ortodosse, è Sembra forgiato con le spade dei serbi che persero la sempre vita nella piana di Kosovo Polje nella battaglia soltanto del 1389; sulla La sera arriviamo
grazie ad essa che la al monas te ro di Dečani.
situazione Mi pe rvade que l senso di
non sia degenerata in grande zza che ho provato poche
qualcosa di altre volte, qu ella sens azione di
molto peggiore. A essere di fronte a qualcosa di
Prizren gli as solutamen te magico.
croce cinquecentesc
a a sinistra della tomba di re Santo Stefano troviam
o, per la prima italiani, a volta, Gračanica i greci, ma questi appaiono sempre frasi gesti casuali, non coordinati da una forza scritte militare superiore e superpartes. E di questa in alfabeto proto cirillico. Fattore religioso, forza militare in Kosovo si sente il bisogno. fattore patriottico e fattore linguistico. Senza di essa, il rispetto delle minoranze Tre fattori che spingono a una considerazione: diventerebbe un’utopia. come può il popolo serbo lasciare questo territorio in mano albanese? Dante Alighieri
È come se l'Italia si privasse della tomba di San La sera arriviamo al monastero di Dečani. Francesco d'Assisi, dell'altare della patria e Mi pervade quel senso di grandezza che ho della Divina Commedia di Dante Alighieri per provato poche altre volte, quella sensazione di consegnarlo a un popolo che non rispetterebbe essere di fronte a qualcosa di assolutamente nessuno di questi tre valori. 13 E come può il popolo serbo abbandonare il paure relative ai documenti sono svanite e ora patriarcato di Peć, visitato da noi nella giornata ci dirigiamo spediti verso Novi Sad. successiva, a un popolo che lo distruggerebbe se non fosse costantemente vigilato dalle forze Novi Sad
dell'ordine? Lo distruggerebbe come ha già Kragujevac a sinistra, Belgrado dritto. tentato di fare nel 2004. Come chiedere a un Pianura a perdita d'occhio, solo in lontananza italiano di privarsi della Santa Sede, sapendo intravedo qualche collina ondulata. Le prime con certezza che San Pietro verrebbe distrutta luci del tramonto si accendono nelle case serbe; nell'arco di qualche settimana? case non più con i mattoni a vista, come purtroppo spesso mi è capitato di vedere negli ultimi tre giorni. Fabio ha comprato un cd di musica balcanica, ma non rinuncia alla sua ironia già nota. Stefano ha dato il cambio alla guida a Davide, mentre Benedetta e Marco dormono beati. A me sembra di star lasciando qualcosa. Non ho la classica sensazione del ritorno a casa, come se la casa fosse qui, non là. Conosco già questo Sono queste le domande che mi gravitano in sentimento e prima o poi sarà il caso di testa ora che il Kosovo è alle spalle e Novi Sad accontentarlo. qua davanti agli occhi. O meglio, là, visto che ora intorno a me ho la piatta Šumadija, la Serbia centrale (o meridionale?). La giornata è iniziata con le armoniche melodie dei venticinque monaci del monastero ed è proseguita con un pranzo a dir poco mattiniero, visto che abbiamo mangiato con gli stessi monaci alle ore nove. Durante il pasto, un monaco leggeva le vite dei santi mentre noi rimanevamo estasiati da una prelibata frittata L’ultima cena del viaggio è stata in un moderno con carciofi, funghi e fagiolini. locale di Novi Sad. Questa Serbia non sembra Dopo la visita delle quattro chiese ortodosse affatto quell’altra e non fatico a credere che parallele all'interno del patriarcato di Peć, ci davvero la Vojvodina voglia allontanarsi, se siamo rimessi in viaggio. I nostri piani della non dallo stato serbo, visti i movimenti giornata sono miseramente saltati di fronte alle indipendentistici presenti nell’area, almeno due ore di coda alla frontiera di Podujevo tra dalla regione kosovara. Kosovo e Serbia. Fortunatamente, le nostre 14 I pensieri dei giovani sono altri, ben altri, e si taciturno. Il problema è che entriamo in capiscono abbastanza rapidamente Croazia da questa statale e l’annoiato passeggiando nel centro cittadino, soprattutto doganiere serbo non perde occasione per farci nel quartiere dei locali e delle discoteche. La già perdere una buona mezzora. Tuttavia, la conosciuta bellezza delle ragazze balcaniche si jugofotografia più bella di questa vacanza la supera in questa splendida città della Serbia scatto proprio lì: pianura a perdita d’occhio del nord. sullo sfondo, cane che ronfa, panchina e Il mattino dopo visitiamo la cattedrale cattolica cartello dello stop in primo piano. Così è una di respiro magiaro che campeggia nella piazza delle ultime frontiere della vecchia Europa. principale e una chiesetta ortodossa, dagli Il secondo motivo è che Vukovar è proprio interni molto più barocchi rispetto a quelle bruttina. Vaghiamo per il centro in cerca di una kosovare viste nei giorni precedenti. Saliamo piccola konoba dove pranzare, ma non la verso la fortezza Petrovaradin, dalla quale è troviamo e ci accontentiamo di un modesto bar, possibile i cui čevapi ammirare il sono Danubio, i comunque ponti appetitosi. In distrutti e città regna non su di un’atmosfera esso e una abbastanza meravigliosa triste e cittadella desolante e medievale, la maggior situata ai parte delle piedi della fortezza stessa, abitazioni sono malandate e fatiscenti. Sulla incomprensibilmente lasciata abbandonata. strada per arrivare a Vukovar, incrociamo la Lungo le mura della fortezza, una serie di bandiera croata sventolare orgogliosamente su atelier di artisti rende la passeggiata ancora più un monumento. Ci mettiamo un attimo a capire gradevole. di essere di fronte al memoriale dell’assedio del Decidiamo di pranzare a Vukovar e la scelta si 1991. Passeggiare tra i cipressi e le tombe dei rivela sbagliata per due motivi. Per raggiungere martiri croati mi ha abbastanza commosso, mi la cittadina resa famosa dall’assedio della ha ricordato l’importanza del racconto di guerra degli anni Novanta non si passa questo conflitto e il mio desiderio di poterlo dall’autostrada, ma da una statale secondaria. fare in prima persona. Fermo un vecchino con In realtà, è un tratto di strada splendido, tra i una bandiera croata enorme, gli chiedo se vigneti della Fruška Gora, il Danubio a sinistra, posso fargli una slika e lui, orgoglioso, mi indica le fattorie e i villini immersi in un verde la sahovnica, la scacchiera croata. In questo 15 gesto, così banale, mi perdo: nei Balcani la voglio giudicare comportamenti di persone che pacificazione tra le etnie sarà difficilissima. Me nella loro vita hanno perso parenti o hanno lo confermano le scolaresche che camminano subito una deportazione. Ho la fortuna di non tra le lapidi recanti la scritta hrvatski branitelj. I avere nessuna preclusione mentale: adoro il primi della fila sono in divisa militare e molti di mondo islamico e ho sempre apprezzato loro hanno bandiere croate o ceri con i colori profondamente la sua versione soft balcanica. della bandiera. Insomma, uno sciovinismo che Se i popoli fossero invertiti, scriverei e direi gli allontana un popolo da quello vicino. stessi pensieri. Non credo che l’islam debba Fratelli slavi che si allontanano gli uni dagli necessariamente stare al di fuori dell’Europa e altri, come le galassie nella teoria del nastro credo che i mali dell’Unione Europea siano ben trasportatore di Hubble, secondo la quale altri. l’universo sarebbe in espansione costante ed Vorrei semplicemente che tutti sappiano quello infinita. Il nodo sta in questa conseguenza: che sta accadendo. l’universo potrebbe espandersi, ma qui, tra Esattamente come tutti sanno quello che è l’Ibar e la Drina, tra la Sava e il Danubio, tra la successo nei decenni precedenti. Ljubljanica e la Neretva, nulla si espande. Sono il primo a dire che negli ultimi decenni del secolo scorso il popolo serbo ha commesso atti Non bisogna essere pigri, non bisogna che non avrebbe dovuto compiere ai danni del rimanere indifferenti. Tutti, se venissero in popolo albanese. Le persone che si informano Kosovo, proverebbero il mio sentimento di sanno qual è il popolo vittima e qual è il popolo assoluta frustrazione. Chi più, chi meno, tutti carnefice di quella guerra. sentirebbero la mia stessa incapacità. Mi chiedo perché c’è questo silenzio assordante Ho talmente tanti pensieri in testa che non sull’attuale situazione in Kosovo. La situazione riesco, ora, a riassumerli per renderli limpidi e dei serbi in Kosovo è simile a quella dei chiari. Sono laureato in Storia, ho studiato a palestinesi in Israele. I paragoni non servono a lungo e profondamente questo conflitto, ho nulla, ma mi chiedo perché non si parla di deciso di studiare serbo, ho deciso di scrivere questo conflitto latente così come si parla un progetto di dottorato e spero di dedicarmi dell'altro? al mondo balcanico completamente. Sono L’ultima sera del nostro viaggio, mentre disposto a rinunciare al mio sogno accademico, cenavamo a Novi Sad, il buon Fabio riceve una non a quello balcanico. chiamata dal monastero di Dečani. L’esercito Ho sempre letto e studiato saggi, articoli, libri, italiano ha captato un’intercettazione, nella riviste su questa terra, conosco le sofferenze quale terroristi albanesi hanno affermato che patite dagli albanesi kosovari in tutta la loro distruggeranno il monastero. Da questa notte, storia e ho studiato quelle tremende subite all’interno del monastero, ci dormono pure i negli anni Ottanta e Novanta. So che la vendetta soldati italiani. È bene sapere che lì intorno non è insita nella natura umana e non giudico. Non vivono serbi, ma solo albanesi. In questa 16 precaria situazione vivono i monaci dalla barba Palestina, sta sparendo la voglia di abbellire le lunga e i modi gentili. proprie abitazioni e i propri villaggi. Perché non se ne parla? Perché non si parla del L’integrazione sembra impossibile. Forse non traffico di organi? Perché non si parla del possiamo farci nulla, ma se non tentiamo di far commercio di neonati? Donne italiane qualcosa, allora non avremmo fatto davvero ultratrentacinquenni che dichiarano di venire nulla. qui per turismo e vi rimangono sei, sette, otto, Tentiamoci, non rimaniamo pigri. nove mesi, durante i quali casualmente rimangono incinta; esse decidono di partorire qui e tornano in Italia con il piccolo in braccio e non in pancia. Non ho trattato questi spinosi argomenti perché non credo di averne la capacità, ma è il caso almeno di menzionarli. Perché non posso e non possiamo tenerci le fette di salame sugli occhi. Di argomenti spinosi ce ne sarebbero pure altri: dalla prostituzione al traffico di droga, ecc… Il silenzio è fastidioso e mi porto a casa la voglia e la convinzione di dover parlare dell’attuale situazione kosovara ad amici e parenti. Parlare, avvertire l’opinione pubblica di questo menefreghismo è il minimo che possa fare. Vorrei anche ricordare a una parte politica che non deve considerare come proprio questo conflitto, così come vorrei ricordare all’altra parte politica che non ha nessun senso tralasciarlo ed evitarlo perché in mano ad altre fazioni. Reputo assolutamente incomprensibile il silenzio per questioni umanitarie. Reputo assolutamente assurdo e fuorviante etichettarsi e creare stereotipi. Mentre in Italia ci etichettiamo, in Kosovo la felicità affoga. La speranza in un futuro migliore è assente. Esattamente come in 17 Per approfondire
Libri
Acone Antonio, Serbia, l’orgoglio di un popolo, Albatros 2010 Bianchini S., L'enigma jugoslavo. Le ragioni della crisi, Franco Angeli, Milano 1989 Bottarelli Mauro, Good Morning Belgrado, Barbarossa, Milano 2000 Ciulla G. e Romano V., Lupi nella nebbia, Jaca Book, Milano 2010 D’Alema Massimo, Kosovo, Mondadori 1999 Daclon C.M., Bosnia, Maggioli, Rimini 1997 Damiani Sandro e Alessandro, Jugoslavia, genesi di una mattanza annunciata, prefazione di Franco Cardini, Pistoia 1993 Di Meo Alessandro, L’urlo del Kosovo, Exorma, Roma 2010 Diddi C., Piattelli V., Dal mito alla pulizia etnica. La guerra contro i civili nei Balcani, Cultura della pace, Assisi 1995 Greg Elich, L'invasione della Krajina serba, in La NATO nei Balcani a cura di Tommaso Di Francesco. Editori Riuniti, 1999 Kalajic Dragos, Serbia, trincea d’Europa, Quaderni del Veltro, Milano 1999 Isnenghi M., Rochat G., La Grande Guerra, Milano 2000 Mantran R. (a cura di), Storia dell’impero ottomano, Parigi 1989 Orteca P. e Saija M. (a cura di), La guerra del Kosovo e la Questione balcanica, Rubbettino 2001 Stipcevic Niska (a cura di), La Serbia, la guerra e l’Europa, Jaca Book 1999 Tacconi Matteo, Kosovo, La storia, la guerra, il futuro, Castelvecchi 2008 Todic-­‐Vulicevic Radmila, Ciò che eravamo…, La città del sole, Napoli 2009 Veca Maria Lina, Cuore di Lupo, Belgrado 2010 Vernole Stefano, La questione serba e la crisi del Kosovo, Noctua 2008 West Rebecca, Viaggio in Iugoslavia, La vecchia Serbia, EDT 2000 Kosovo, lo Stato delle mafie, Limes, quaderno speciale, dicembre 2006 Kosovo, non solo Balcani, Limes, marzo 2008 Speciale Kosovo, Il Nodo di Gordio, gennaio 2014 L’insabbiamento della mafia del Kosovo: la cultura dell’impunità in stile NATO, Eurasia, febbraio 2011 Romania, Iraq, Kosovo … Libia: nelle fosse comuni si seppellisce la Verità, Eurasia, febbraio 2011 Traffico di organi sui civili serbi: denunce anche sul ruolo dei croati e dei musulmani bosniaci, Eurasia, febbraio 2011 La Serbia un ponte per l’Europa, Eurasia, dicembre 2010 Film
La guerra infinita: Kosovo nove anni dopo. Documentario RAI3, 2008 The Weight of Chains. Documentario canadese, 2011 18 Treviso, gennaio 2014. Incontro su Kosovo e Metochia e presentazione del libro di S. Battistini “Molto mi Piace”. LOVE onlus
solidarietà internazionale Progetto “Accendiamo la Speranza” Progetto “Il sorriso di Jovanka” Progetto “H2O” Progetto “Una casa per Ivana” Progetto “Ivana e le sue sorelle” LOVE nasce dall’iniziativa di un gruppo di amici desiderosi di rafforzare il concetto di cittadinanza attiva, della solidarietà e dell’impegno volontario, non creando long life learning sovrastrutture bensì potenziando gli effetti Corso di Alfabetizzazione Informatica benefici dell’impegno personale e diretto. promozione della cultura e solidarietà L’impegno e le azioni hanno infatti il carattere della gratuità. Seppur di giovane costituzione l’associazione eventi culturali a Venezia, Verona, Treviso, Roma, Pordenone, Trento e Pergine Valsugana può contare sulla pluriennale esperienza dei fund raising e momenti sociali propri soci nel campo dell’organizzazione natale solidale e cene di beneficenza culturale e della cooperazione internazionale. Eventi, corsi e impegni hanno quindi visto una programmazione intensa nei due anni di vita del sodalizio. webinformazione e documenti sito internet, social network, newsletter e testimonianze di viaggio 19 cardiaca) per l’ospedale di Osojane; oppure aiutarci a entrare in contatto con qualche struttura in Italia che lo sta dismettendo; √ organizzando nella tua città un incontro su Kosovo e Metochia, un aperitivo o una cena solidale; √ destinare il 5x1000 a LOVE, non costa nulla, è sufficiente indicare il codice: 93020010224 √ effettuare una donazione una tantum, o un Cosa puoi fare tu?
bonifico permanente di almeno 10€ mensili (così da poter permettere una migliore Puoi sostenere le attività benefiche programmazione delle attività), a LOVE sul cc n.° dell’associazione e essere utile a molte persone IT23X0316501600000011715133 intestato a LOVE. La donazione è deducibile dal reddito in Kosovo e Metochia in tanti modi: √ contribuire a raccogliere materiale scolastico (quaderni, penne, colori, blocchi, gomme, pastelli, Riferimenti e contatti: ecc. …) per le scuole di Velika Hoča, Osojane, ecc… √ contribuire a raccogliere cibo senza polifosfati o comunque per celiaci per Jovanka, la giovane mamma di Orahovac; √ aiutarci a entrare in contatto con qualche supermercato o grande distribuzione che si vuole impegnare con costanza nel sostegno delle cucine popolari di Svetlana; √ aiutarci a entrare in contatto con qualcuno che vuole donare o vendere – con una mano sul cuore – un “caravan caldo” per la distribuzione T: M: +39 335 7022607 [email protected] L O V E o n l u s O r g a n i z z a z i o n e d i V o l o n t a r i a t o c/o FBO Mediolanum Viale Roma, 20 – Galleria San Marco 38066 Riva del Garda (TN) dei pasti delle cucine popolari; √ contribuire a raccogliere materiale medico, facebook.com/beloverevolution ospedaliero e medicine per l’ospedale di Šilovo (in particolare: soluzione fisiologica, deflussori, lacci emostatici, aghi a farfalla G21 e G23; ceftriexone e analgesici); √ contribuire all’acquisto di un ecografo color doppler con 3 sonde (tiroidea, addominale e @BeLoveRev youtube.com/BeLoveRevolution