Maurizio Driol - Il Progetto Integrato Cultura

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Maurizio Driol - Il Progetto Integrato Cultura
a cura di Maurizio Driol
Fig. 1 - L’altare di Giovanni Martini.
Fig. 2 - Assunzione e Incoronazione della Vergine.
è accolta tra le braccia del Figlio, onorata dai
teologi. Nella scena più elevata, infine, si realizza la sua Incoronazione, dove Maria è accolta
in mezzo alle tre persone divine: Padre, Figlio e
Spirito Santo. Si tratta di una narrazione dal profondo significato teologico, elaborata nel momento più acuto della polemica riformista, che
propugna proprio l’eliminazione del culto della
Vergine. Sarebbe, perciò, una specie di risposta in
forma artistica alla dottrina luterana, realizzata
con alcuni decenni di anticipo sulle disposizioni
del Concilio di Trento.
Sui fianchi dell’altare trovano posto gli altri santi
cari alla devozione popolare, tra cui i quattro Padri della Chiesa; in alto sopra la cimasa campeggia il titolare della pieve San Paolo, mentre ai lati
appaiono San Giorgio che uccide il drago e San
Martino che dona il mantello al povero.
Scheda n° 2. 1. 3
Progetto Integrato Cultura del Medio Friuli
L’altare ligneo di Giovanni Martini a Mortegliano
Alto circa 6 metri (515 centimetri, ai quali si aggiungono gli 86 della statua di San Paolo) e larga 3, 70 metri, l’altare di Mortegliano conta una
sessantina di statue, distribuite su quattro piani.
Realizzata in pioppo e tiglio, è assemblata quasi
totalmente con incastri a coda di rondine, senza
chiodature, con una tecnica raffinata solitamente riservata all’alta falegnameria o all’ebanisteria. Questa complessa “macchina” è considerata
il capolavoro di Giovanni Martini e la più alta
espressione della scultura lignea friulana.
Vissuto tra il 1470 e il 1535, Giovanni apparteneva a una dinastia di artisti friulani di origine
carnica: il padre Martino Mioni era pittore e indoratore, mentre lo zio Domenico da Tolmezzo
era uno dei maggiori protagonisti del Quattrocento in regione. Tenevano bottega a Udine, in
piazza San Cristoforo, dove il giovane apprese
l’arte insieme con l’amico (e poi rivale) Pellegrino
da San Daniele e dove la trasmise a Giovanni da
Udine. Inizialmente si dedicò alla pittura, realizzando tra la fine del ‘400 e il primo decennio
del ‘500 opere di pregio, alcune delle quali oggi
conservate in musei di tutto il mondo: dal Correr di Venezia al Petit Palais di Avignone, dalla Walters Art Gallery di Baltimora all’Ermitage
di Leningrado, dalla Pinacoteca Brera di Milano
alla National Gallery di Londra. Notevoli anche i
dipinti realizzati per il duomo di Udine e quello
di Spilimbergo. In seguito alla morte del padre e
dello zio, nel 1507, Giovanni dovette assumere
la gestione della bottega: da allora abbandonò
progressivamente il pennello, dedicandosi sempre più all’intaglio, dove raggiunse una rara perizia nell’uso di lacche, dorature, punzonature, applicazioni a pastiglia (rilievi in gesso stampato)
e “pressbrokat” (un tipo di decorazione a rilievo
che imitava il broccato e che ebbe grande diffusione nei paesi tedeschi).
L’altare di Mortegliano venne iniziato nel 1523
e collocato nell’abside della chiesa di San Paolo
tre anni dopo. È strutturato in modo da rappresentare l’epopea della Vergine, ripartita in quattro scene, dal basso verso l’alto. Le prime due si
svolgono sulla terra e sono divise tra loro e dalle
successive da due pavimenti; le altre avvengono
in cielo, fuori del tempo e dello spazio, e sono tra
loro distinte ma non separate: a collegarle sono
gli angeli in volo e musicanti.
La prima, allestita sopra una predella riccamente fregiata, descrive la scena della Pietà: Maria
siede ai piedi della croce con il corpo deposto
di Cristo sopra le ginocchia. Le stanno accanto
Maria Maddalena, Giovanni (il figlio adottivo), le
pie donne, Nicodemo e Giuseppe d’Arimatea. La
seconda rappresenta l’ultimo istante della vita
terrena di Maria, la Dormizione. La circondano i
compagni dell’apostolato.
Nella terza, l’Assunzione: l’anima della Madonna
Arte
L’altare ligneo di Giovanni Martini a Mortegliano
Arte
tunatamente i vari tentativi non ebbero effetto,
cosicché nel 1935 poté essere collocata nel nuovo duomo, nell’abside, in posizione sopraelevata
dietro l’altare maggiore.
Infine, dopo un paziente lavoro di restauro eseguito dai tecnici del Centro Regionale di Villa
Manin, nel 1986 l’opera è stata definitivamente
ricollocata nel duomo, in una cappella appositamente predisposta.
Fig. 3 - L’Incoronazione.
Bibliografia
L’altare ligneo di Giovanni Martini a Mortegliano
• A. Bergamini Ponta, Giovanni Martini pittore, Udine,
1970
• G. Bergamini, Sergio Tavano, Storia dell’arte nel Friuli
Venezia Giulia, Reana del Roiale, 1984
• Mortegliano e il suo gioiello d’arte, Mortegliano, 1986
Fig. 4 - Dormizione, Assunzione e Incoronazione.
Per realizzare un complesso così impegnativo, il
Martini ha fatto largo uso delle maestranze della
bottega. Il risultato è che, accanto a figure modellate con perizia e grande capacità espressiva,
si trovano sculture più semplici, di un realismo
paesano, dovute alla mano degli allievi.
L’opera di Giovanni Martini ebbe vita travagliata. La chiesa di San Paolo, infatti, col passare del
tempo cadde in una condizione di progressivo
abbandono. In seguito alla decisione di costruire
un nuovo edificio, il vecchio tempio fu abbattuto
e l’altare trasferito nel 1864 nella parrocchiale
della Santissima Trinità (durante il trasporto a
bordo di carri, andarono perdute due statue di
angeli). A causa delle grandi difficoltà che la comunità incontrò nella realizzazione del nuovo
edificio, l’opera fu più volte sul punto di essere
messa in vendita, per recuperare nuovi fondi. For-
Per ricercare e approfondire
• Oltre a quelli già elencati nel testo della scheda,
sapresti indicare quali altri artisti operavano in Friuli
nel periodo in cui visse Giovanni Martini?
• L’altare ligneo di Mortegliano venne realizzato in un
delicato momento storico, nel pieno della contestazione
religiosa dei luterani, che portò a guerre sanguinose
e contrasti secolari. Cerca di scoprire cosa accadde al
proposito nella prima metà del ‘500 in Friuli e se qui
erano presenti movimenti protestanti.
• Cos’è il Centro Regionale di Restauro di Villa Manin e
come opera?
Scheda n° 2. 1. 3
Progetto Integrato Cultura del Medio Friuli