Edizione Novembre 2010 - Il Giornale di Castelnuovo
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Edizione Novembre 2010 - Il Giornale di Castelnuovo
Il Giornale di Castelnuovo Periodico di informazioni, opinioni e approfondimenti della Garfagnana Redazione via traversa Vecchiacchi, 17 - 55032 Castelnuovo di Garfagnana (Lucca). Email: [email protected] - www.ilgiornaledicastelnuovo.it Anno IV - Numero 35 - Novembre 2010 IO G AG OM Direzione via Terme di Traiano, 25 - 00053 Civitavecchia (Roma) Registrazione n. 871/07 del 19/12/2007 presso il Tribunale di Lucca Tra dubbi e domande qualcuno si è dimenticato dei lavoratori di Se.Ver.A. lasciati a casa da anni Non vogliamo la guerra tra cittadini Sia chiaro a tutti. I punti in gioco sono due: salvare la nostra salute e salvare i posti di lavoro dei dipendenti di Se.Ver.A. I due punti non sono negoziabili e soprattutto non possono e non devono venire in contrasto l’uno con l’altro. Insomma non vogliamo una guerra tra cittadini e dipendenti dell’azienda, mettendo in campo la questione della riapertura dell’inceneritore. Le risposte non devono venire da una piazza che teme per il proprio futuro (sia in termini lavorativi, sia in termini di salute) perchè nessuno in questa piazza ha responsabilità. Insomma i cittadini che non vogliono morire per colpa della diossina di un inceneritore non se la devono prendere con 55 lavoratori e viceversa quest’ultimi non possono avercela con chi pensa al futuro dei propri figli o nipoti. E’ barbaro accendere una guerra tra poveri (poveri inteso come chi ha poco da mettere sul tavolo di questa faccenda) e far uscire da una piazza una possibile risposta. La questione deve essere trattata altrove. E qui mi spiego facendo prima un passo indietro e poi un passo in avanti. Ma di cosa stiamo parlando in queste settimane? Cerco di fare chiarezza. Se.Ver.A. è un ex consorzio pubblico costituito nel 1975 e trasformato in Società per azioni nel 1995 con il 93% delle quote in mano ai 16 Comuni della Garfagnana. Dunque è una società di proprietà dei Comuni e quindi di conseguenza appartiene ad ogni cittadini della valle. E’ gestita da un consiglio di amministrazione e si occupa da sempre di raccolta e smaltimento dei rifiuti. Al suo interno ci sono altre aziende - o ci sono state - come Se.Ver.A servizi, Se.Ver.A acque, Seta e Pantarei. Queste ultime deputate alla produzione di energia elettrica e al teleriscaldamento (Pantarei), e al metano, eolico e idroelettrico (Seta). I Comuni hanno un controllo diretto perchè sono anche i primi sovvenzionatori di Se.Ver.A. attraverso la concessione dei servizi e dunque la riscossione delle bollette. Dunque chiudendo il cerchio, ogni cittadino è proprietario dell’azienda e quindi è naturale e ovvio, che ciascun proprietario possa in maniera legittima e democratica esprimere il proprio pensiero. Per questo io dico NO all’inceneritore. Ma andiamo avanti. Qualcuno di voi cari lettori ha capito che cosa sta accadendo? Certamente i dubbi e le domande sono molte. In primis esiste il bilancio di Se.Ver.A, del 2009 per verificare le eventuali “falle” di gestione? E ancora. Ma se la società appartiene per il 93% ai Comuni come mai questi, o i loro rappresentanti, non hanno vigilato e oggi ci troviamo di fronte ad un ventilato fallimento? E su questo termine. E’ corretto parlare LEȱAVVENTUREȱDIȱLUDOVICOȱARROSTO Una notizia Immondizia! Inceneritori! Problemi con gli ospedali! Questa Garfagnana mi sembra un vero e proprio giallo di fallimento oppure ci troviamo di fronte ad un grave stato di insolvenza di cassa? In buona sostanza. E’ vero che alcuni Comuni devono milioni di euro a Se.Ver.A. e con questi la società tornerebbe in pareggio? Ma soprattutto la domanda che tutti si aspettano. I politici deputati a vigilare su una “cosa pubblica”, su una società che appartiene ad ogni cittadino della Garfagnana, su una struttura che da lavoro a 55 persone, che cosa hanno fatto in questi mesi? E infine tanto per essere ancora più chiari. A pensare male si fa peccato, ma spesso ci si indovina. L’ultima domanda è la più nitida e chiara: cosa c’è dietro tutta questa storia? Sarebbe interessante trovare qualcuno disposto a rispondere a queste domande. Certo è che se Se.Ver.A. fosse stata privata avremmo già visto qualche testa rotolare e tutto sarebbe ben chiaro. E passiamo oltre facendo il passo in avanti. Senza dimenticare che i punti in gioco sono due: salvare la nostra salute e salvare i posti di lavoro dei dipendenti di Se.Ver.A. Andiamo dove stanno cercando di fare meglio. Mi riferisco al Comune di Barga che grazie ad un accordo con Aimeri Ambiente ridurrà i cassonetti dei rifiuti indifferenziati, potenziando la raccolta porta a porta. Insomma a pochi chilometri dal colle dei veleni (che paradossalmente si chiama “Belvedere”) si sforzano di essere virtuosi. Barga oggi ricicla oltre il 40% dei propri rifiuti e sta studiando di giungere al 65% entro pochissimi anni. Forse a Barga sono più lungimiranti? Intelligenti? Non so certo che nel sito di Aimeri Ambiente c’è scritto chiaramente che stanno puntando al “prereciclaggio la vera forza della terza era dell’immondizia”. Ovvero: tutti comprano, però non tutti riescono a capire quanto importante per l'ambiente è comperare con intelligenza. Prericiclaggio vuol dire fare scelte nell'acquisto di prodotti e di imballaggi che siano facili da riciclare e ridurre così la quantità di rifiuti da buttare via. Il prericiclaggio è una buona strada per adattare le proprie esigenze ai propri principi. Non dimenticare quindi che in questa maniera dai un forte segnale ai produttori per commercializzare prodottie imballaggi adatti: il nostro modo di fare indice sul modo di produrre e vendere. Le seguenti idee ti aiuteranno nella spesa al supermercato e negli altri negozi. Porta la tua borsa della spesa. Questo è il miglior modo di evitare il dilemma "in carta o in plastica". Compra prodotti imballati in carta e cartone. Per esempio scegli la confezione delle uova in cartone anzichè in plastica. Evita di comprare prodotti monouso. Per esempio scegli le penne riciclabili anzichè usa e getta. Evita prodotti eccessivamente imballati. Acquista frutta e verdura non particolarmente imballata. Mentre acquisti pensa al riciclaggio. Pensa ai contenitori che possono essere reimpiegati per altri usi. Leggi le avvertenze riportate sulle etichette. E' molto importante per la propria sicurezza e per l'ambiente leggere le istruzioni e le avvertenze riportate nelle etichette dei prodotti acquistati.. Fai sentire la tua opinione. Esprimi al commerciante e al produttore che fai le tue scelte di acquisto basandoti sull'impatto ambientale. E la domanda è sempre la stessa: ma a Barga sono proprio molto più intelligenti di tutti gli altri garfagnini? E siamo giunti alla fine. Vorrei ancora una volta ricordare a tutti (soprattutto ai fabbricanti di casus belli) che i punti in gioco sono due: salvare la nostra salute e salvare i posti di lavoro dei dipendenti di Se.Ver.A. Dunque carissimi “amici” sforzatevi di rifondare una società senza inceneritore e con 55 posti di lavoro. Infine un’ultima domanda mi viene in mente: chi pensa ai lavoratori che operavano nelle compartecipate di Se.Ver.A. e che attualmente sono a casa? Come mai fino ad ora nessuno è intervenuto per salvare quei posti di lavori? Forza “signori” alzate la mano che qui di “furbetti” ce ne sono parecchi in giro. Andrea Giannasi Di cosa parliamo quando accostiamo le parole etica e politica? Il 21 settembre il Deputato Antonio Borghesi dell'Italia dei Valori ha proposto l'abolizione del vitalizio che spetta ai parlamentari dopo solo 5 anni di legislatura, in quanto affermava che “tale trattamento risultava iniquo rispetto a quello previsto dai lavoratori che devono versare 40 anni di contributi per avere diritto ad una pensione”. Ecco un estratto del discorso presentato alla Camera: “Penso che nessun cittadino e nessun lavoratore al di fuori di qui possa accettare l’idea che gli si chieda, per poter percepire un vitalizio o una pensione, di versare contributi per quarant’anni, quando qui dentro sono sufficienti cinque anni per percepire un vitalizio. È una distanza tra il Paese reale e questa istituzione che deve essere ridotta ed evitata. Non sarà mai accettabile per nessuno che vi siano persone che hanno fatto il parlamentare per un giorno - ce ne sono tre - e percepiscono più di 3.000 euro al mese di vitalizio. Non si potrà mai accettare che ci siano altre persone rimaste qui per sessantotto giorni, dimessisi per incompatibilità, che percepiscono un assegno vitalizio di più di 3.000 euro al mese. C’è la vedova di un parlamentare che non ha mai messo piede materialmente in Parlamento, eppure percepisce un assegno di reversibilità. Credo che questo sia un tema al quale bisogna porre rimedio e la nostra proposta, che stava in quel progetto di legge e che sta in questo ordine del giorno, è che si provveda alla soppressione degli assegni vitalizi, sia per i deputati in carica che per quelli cessati, chiedendo invece di versare i contributi che a noi sono stati trattenuti all’ente di previdenza, se il deputato svolgeva precedentemente un lavoro, oppure al fondo che l’INPS ha creato con gestione a tassazione separata. Ciò permetterebbe ad ognuno di cumulare quei versamenti con gli altri nell’arco della sua vita e, secondo i criteri normali di ogni cittadino e di ogni lavoratore, percepirebbe poi una pensione conseguente ai versamenti realizzati”. Indovinate un po' come è andata a finire? Presenti 525. Votanti 520. Astenuti 5. Maggioranza 261. Hanno votato sì 22. Hanno votato no (ovvero tutto deve rimanere come prima) 498. I deputati con 5 anni di mandato avranno ancora diritto ad una pensione di 3000 euro al mese, mentre un operaio dovrà lavorare 40 anni per averne una da 1100. Di cosa parliamo quando accostiamo le parole etica e politica? La redazione Pagina 2 Numero 35 - Novembre 2010 Il Giornale di Castelnuovo L’evento si è svolto a Castelnuovo dal 19 al 21 novembre 2010 Normanna Albertini, Andrea Nacci e Antonella Pellegrinotti si sono aggiudicati a pari merito il Garfagnana in Giallo 2010 per la sezione dei giallisti investigatori. Mentre nella sezione “Giallisti in erba” ha vinto Alessandro Marchetti Guasparini. Questo l’esito della giornata conclusiva del concorso letterario che si è chiuso domenica 21 novembre a Castelnuovo in Sala Suffredini. L’evento si era aperto venerdì 19 alla presenza del Sindaco Gaddo Gaddi, degli assessori Elena Picchetti, Angiolo Masotti, Luca Biagioni, Franco Bianchini, Alessandro Fontana, Ubaldo Pierotti; del presidente della Comunità Montana Mario Puppa; del Presidente del Gal Garfagnana Luigi Favari; del fiduciario della condotta di Slow Food Garfagnana e Valle del Serchio Cesare Da Prato; del direttore di InGarfagnana. Com Emilio Bertoncini; del Foto Gabriele Coli Successo per il Garfagnana in Giallo presidente di Compriamo a Castelnuovo Gianni Dini. Dopo l’inaugurazione di una mostra di vecchi giornali dedicati al crimine e una serie di oggetti – tra i quali tre antiche macchine da scrivere – i presenti hanno visto due corti cinematografici dedicati al mondo del giallo di AperitivoCorto. Sabato l’ospite d’onore era il giornalista e scrittore Mario Spezi, noto per le sue inchie- ste sul mostro di Firenze, che gli sono costate anche 23 giorni di carcere nel penitenziario di Perugia. Spezi, intervistato da Giuseppe Previti e dal nostro direttore Andrea Giannasi, ha raccontato il dietro le quinte dell’inchieste giudiziarie in Italia e ha, in anteprima, par- cesso. Domenica sul palco sono saliti gli scrittori Damiano Celestini e Massimo Lerose, seguiti dalla presentazione del saggio “La porta del giallo” di Sabina Marchesi e – Normanna Albertini – Massimo Lerose – Damiano Celestini – Antonella Pellegrinotti – Alessandro Marchetti Guasparini. Il concorso è indetto e organizzato da Il Giornale di Ca- Enrico Luceri. E infine dalle ore 16 la premiazione del concorso letterario “Garfagnana in Giallo”. Finalisti dell’edizione 2010: Andrea Nacci – stelnuovo e patrocinato dal Comune di Castelnuovo di Garfagnana, dalla Comunità Montana della Garfagnana, dal Gal Garfagnana, Ponti nel tempo, da Prospettivaeditrice, da AperitivoCorto, da Compriamo a Castelnuovo, dalla ConfCommercio e dall’Associazione per il Turismo in Garfagnana e Media Valle del Serchio. Marco Giannasi Il Giornale di Castelnuovo Redazione: via traversa Vecchiacchi, 17 55032 Castelnuovo Garfagnana lato del suo prossimo libro sul caso della Circe della Versilia. Alla sera la cena dedicata al mondo del giallo alla lanterna ha riscosso un grande suc- Fabio Mundadori – Daniele Torquati – Emanuele Venditti – Iacopo Riani – Giovanna Gemignani – Marco Gavazzi Nella riunione del 29 ottobre è stato votato un documento unanime I Sindaci chiedono l’Ospedale Sindaci uniti per il nuovo ospedale in Valle del Serchio. Nel corso dell’ultima seduta della Conferenza Zonale dei Sindaci della Valle del Serchio, che si è svolta venerdì 29 ottobre, è stato votato all’unanimità un ordine del giorno in cui si chiede alla Regione Toscana di prevedere le risorse necessarie per la costruzione del nuovo ospedale unico della Valle, inserendolo nel prossimo Piano Sanitario Regionale. Nel documento viene anche chiesto all’Azienda USL 2 che, in attesa di intraprendere l’iter di realizzazione della nuova struttura, vengano mantenuti e migliorati gli attuali servizi. “E’ una decisione importante – evidenzia il presidente della Conferenza Zonale Amerino Pieroni – perché indica la volontà di tutti i 21 sindaci della Valle del Serchio di guardare al futuro e di garantire servizi sanitari sempre più adeguati alle necessità della nostra popolazione. Esprimo la soddisfazione, mia e degli altri amministratori della Valle, per l’inizio di questo percorso di grande rilevanza, da condividere con la Regione Toscana e con l’Azienda sanitaria”. Questo l’Ordine del Giorno completo approvato dalla Conferenza Zonale dei Sindaci. La Conferenza Zonale dei Sindaci Valle del Serchio, preso atto dei notevoli investimenti previsti dall’accordo tra Regione Toscana, Conferenza dei Sindaci, Direzione Aziendale USL 2 e Uncem Toscana (“Piano Rossi”), che hanno portato alla realizzazione di importanti interventi, necessari per l’accreditamento e l’integrazione dei due presidi ospedalieri di Barga e Castelnuovo Garfagnana; considerato che gli stessi interventi hanno permesso di mantenere entrambe le strutture operative e funzionali; Considerata la situazione finanziaria a livello nazionale che porterà a considerevoli tagli ed alla razionalizzazione dei servizi; Ritenuto comunque indispensabile ed improcrastinabile adeguare il modello di assistenza sanitaria a standard che guardino al futuro, con la realizzazione di un nuovo Ospedale Unico della Valle del Serchio; chiede alla Regione Toscana di prevedere le risorse necessarie per la co- struzione del nuovo Ospedale Unico della Valle del Serchio, inserendolo nel prossimo Piano Sanitario Regionale. Invita altresì la stessa Regione Toscana e l’Azienda USL2 a proporre alla Conferenza Zonale della Conferenza dei Sindaci oltre ad un’ipotesi di localizzazione dell’Ospedale, che tenga conto di parametri oggettivi quali il bacino di utenza, le infrastrutture esistenti, il rapporto con altre strutture analoghe, anche il modello di ospedale tale da mantenere e potenziare i servizi sinora offerti dai due presidi ospedalieri e quelli presenti sul territorio. Chiede inoltre, che l’Azienda USL2, in attesa dei necessari passaggi per arrivare alla costruzione del nuovo Ospedale, si impegni a mantenere e migliorare gli attuali servizi, al fine di completare il percorso di accreditamento dei due plessi ospedalieri, intervenendo tempestivamente e costantemente per eliminare le eventuali criticità esistenti relative al personale ed alle strutture stesse. Direttore Andrea Giannasi Caporedattrice Barbara Coli In redazione Marco Giannasi Gabriele Coli Matteo Ferranti Fabrizio Ferrari Piergiorgio Leaci Fotografie Antonella Bertolini Gabriele Coli STUDIO BIANCO Direzione e sede legale: via Terme di Traiano, 25 Civitavecchia ROMA Gruppo editoriale Giannasi editore P.iva 09345201009 Stampa Tipografia Etruria via della Vittoria Civitavecchia ROMA www.ilgiornaledicastelnuovo.it [email protected] SOSTENETE IL GIORNALE 30,00 € per l’abbonamento ordinari o annuale 50,00 € per l’abbonamento sostenitore su conto corrente postale n. 11507530 intestato a Giannasi editore IL GIORNALE SI TROVA A Castelnuovo - Presso tutte le edicole e le librerie Pieve Fosciana - Edicola di via San Giovanni Barga - Edicola Poli (via Pascoli) Gallicano - Edicola (via Serchio) Castiglione di Garfagnana (all’edicola bar Marcalli) Camporgiano Poggio (Bar Valiensi) Roggio (presso l’edicola/bar) Fornaci di Barga - Edicola e libreria c/o Conad Lucca, Girovita, Piazza San Martino Il Giornale di Castelnuovo Numero 35 - Novembre 2010 Pagina 3 I Carabinieri del Capitano Donato Manca e del Luogotenente Carlo Angeloni ne hanno sequestrate migliaia Attenti a un mare di banconote false Dopo alcune settimane torniamo su una notizia che sembra di poco conto, ma che in realtà coinvolge ognuno di noi. Si tratta delle banconote False. Ma ricordiamo cosa è accaduto alla fine di settembre 2010. “In località Pian della Rocca nel Comune di Borgo a Mozzano lungo la Strada Provinciale n.2, un normale controllo alla circolazione stradale ha permesso all'equipaggio dell'Aliquota Radiomobile del NORM della Compagnia di Castelnuovo di Garfagnana coordinata dal Maresciallo Capo Vittorio Damiani, di fermare un residente di Borgo a Mozzano alla guida della propria fiammante Porsche "Cayman S" con a bordo, occultati dietro al sedile lato passeggero, ben 100mila euro in banconote dal taglio di 100 euro tutte successivamente risultate contraffatte. Ad insospettire i Carabinieri è stato proprio un leggero spostamento del sedile in avanti che ha fatto immaginare che dietro lo schienale potesse essere occultato qualcosa. Nel corso della serata del 30 settembre 2010 veniva eseguita anche la perquisizione presso il domicilio di Pescaglia, nonchè presso il luogo di residenza ove, in quest'ultimo, i militari dell'Arma di Castelnuovo di Garfagnana diretti dal Luogotenente Carlo Angeloni, Comandante del NORM, coordinati dal Capitano Donato Manca, Comandante della compagnia carabinieri Castelnuovo di Garfagnana, rinvenivano ulteriori 3.000 euro in banconote false da euro 100. Le banconote, in tutto 1.030 per un valore complessivo di In un sacchetto di plastica si trovavano suddivise, in varie mazzette, innumerevoli banconote da 100 euro, all'apparenza vere, ma di cui il possessore non sapeva fornire una spiegazione plausibile. Portato in Caserma per il successivo controllo, il medesimo ha confessato d'aver detenuto tutta quella valuta contraffatta da spacciare, per vera, anche in Media Valle e Garfagnana. L'uomo, tratto in arresto per detenzione di banconote contraffatte, è Marco Basili, 29enne di Borgo a Mozzano. 103.000 euro, si presentavano abilmente contraffatte e tali da trarre in inganno circa la loro genuinità, frutto sicuramente di una tecnologia di buon livello finalizzata a creare il cosidetto falso nummario. La circolazione di tali banconote contraffatte in Garfagnana e in Media Valle, se non contrastata adeguatamente come attraverso l'operazione in argomento, avrebbe potuto creare fenomeni a catena fino a produrre seri danni all'economia locale ed anche una minor fiducia nel sistema eco- Come difendersi dai falsi RENAULT SCÉNIC nomico e finanziario. I reati di contraffazione previsti dal Codice Penale ed inseriti nel titolo VII dei delitti contro la pubblica fede, mirano altresì ad approntare una tutela anticipata in favore dei cittadini costituendo essi dei veri e propri reati di pericolo. L'ingente quantitativo di banconote sequestrate a Marco Basili, è stato naturalmente sottoposto a sequestro probatorio ed ottenuta l'autorizzazione da parte della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Lucca, verrà depositato presso la Tesoreria della Banca d'Italia per le verifiche più approfondite. L'arresto di Marco Basili è stato convalidato e, all'esito dell'udienza del rito direttissimo, il Giudice monocratico presso il tribunale di Lucca ha disposto nei suoi confronti la custodia cautelare in carcere. Il sequestro in argomento può essere annoverato tra i seguenti più importanti a livello regionale e deve mettere in guardia la popolazione circa l'espansione che sta assumendo il fenomeno della contraffazione. Si raccomanda, quindi, prudenza nell'accettare banconote soprattutto di taglio medio o superiore o qualsiasi altra banconota o moneta, in quanto non può escludersi che siano in circolazione altre partite di soldi falsi. Peraltro, le apparecchiature per il controllo dell'autenticità delle banconote potrebbero non rilevarne la falsità. Barbara Coli Ecco come riconoscere gli euro falsi. Per riconoscere le banconote fasulle è sufficiente adottare alcuni semplici accorgimenti. Ma quante banconote false girano in Italia? I dati di Bankitalia infatti parlano chiaro: il giro nostrano della contraffazione ha prodotto negli ultimi tre anni 464.495 banconote false con una crescita significativa delle stamperie clandestine. Quali sono i tagli più falsificati? Stando ai dati di Banca d’Italia, il gradimento dei falsari a livello di Eurosistema sembra aver premiato dopo il 50, il taglio da 20 euro, mentre in Italia, il 50 ed il 100 euro vanno per la maggiore, (rispettivamente circa 43.800 e 44.100 esemplari), rappresentando oltre il 73% del totale dei falsi. Per riconoscere le banconote fasulle è sufficiente adottare alcuni semplici accorgimenti, lasciandosi guidare dai sensi… Toccare con mano, questo l’imperativo assoluto per riconoscere una banconota autentica, ma anche l’occhio vuole la sua parte... oltre ad elementi tattili, infatti, le banconote riportano alcune caratteristiche visive uniche ed inimitabili da tenere bene sott’occhio! La consistenza della banconota: la carta ha una sua particolare sonorità e consistenza. Le banconote infatti sono fabbricate con fibre di puro cotone che conferiscono una certa rigidità e opacità (diffidare dalle banconote lucide). Gli elementi di rilievo: sfiorando la superficie di un biglietto si può percepire l’inchiostro che genera un effetto di maggior spessore. Le banconote da 200 e 500 euro sono dotate di ulteriori segni rilevabili al tatto. La filigrana: guardando una banconota in controluce si può scorgere il motivo principale e la cifra indicante il valore. La trasparenza è evidenza: agli angoli superiori delle banconote sono stampati incompleti su entrambi i lati, le cifre nominali, che si combinano perfettamente a formare il numero tenendo il biglietto in controluce. Il filo di sicurezza: tenendo una banconota in controluce si può osservare una linea scura che l’attraversa, recante la parola Euro. Perforazioni: tenendo una banconota in controluce nell’ologramma si scorge il simbolo dell’Euro formato di perforazioni. Microscrittura: guardando la banconota da vicino, ma difficilmente ad occhio nudo, si possono osservare sottili iscrizioni sul fronte dei biglietti (come la scritta Euro in greco). Striscia olografica: muovendo la banconota cambia l’immagine rilevabile sulla striscia olografica. Striscia brillante: sempre muovendo la banconota sul retro si potrà scorgere una striscia con il valore nominale e il simbolo dell’Euro. Colore cangiante: Muovendo la banconota da 50, 100, 200 e 500 euro si può notare un cambiamento di colore della cifra riprodotta. Ologramma: muovendo la banconota l’ologramma mostra la cifra indicante il valore e l’immagine di una finestra o di un portale. Sospetto di contraffazione: cosa fare? Spendere soldi fasulli è reato indipendentemente dalla buona fede del soggetto. Quindi, nel caso in cui si abbiano dei dubbi sulla legittimità di una banconota o di una moneta è opportuno contattare le forze di polizia fornendo quanti più dettagli possibili riguardo alla provenienza, oppure far esaminare la banconota o moneta da addetti agli sportelli delle banche, degli uffici postali o delle filiali della Banca d’Italia. Cosa avviene nel caso se ne accerti la falsità? Le forze dell’ordine hanno l’obbligo di ritirare il taglio dalla circolazione e di inviarlo alla sede centrale della Banca d’Italia, dove sarà sottoposto a perizia. Se la Banca d’Italia accerta la legittimità della banconota o della moneta, il cittadino che l’ha presentata viene rimborsato senza alcuna trattenuta. Al contrario, non è dovuto alcun rimborso in caso di conferma della falsità del biglietto. Presso gli sportelli della Banca d’Italia è possibile anche richiedere la sostituzione di una banconota logora, danneggiata o mutilata. . L’AUTO PIÙ VENDUTA DELLA CATEGORIA*. www.renault.it SCEGLI LA NUMERO UNO A 18.450€** DIESEL ALLO STESSO PREZZO DEL BENZINA CON CLIMA, CERCHI IN LEGA E NAVIGATORE INTEGRATO. * DRIVE THE CHANGE Dal lancio (1/10/09) a tutt’oggi su segmento C Monovolume Marchi generalisti. Fonte: dati immatricolato UNRAE. Renault Scénic XMod Dynamique 1.5 dCi 110 CV FAP a 18.450 €. Prezzo scontato chiavi in mano, IVA inclusa, IPT esclusa, con “Eco incentivi Renault”, a fronte di qualsiasi usato da rottamare e di proprietà del cliente da almeno 6 mesi. Foto non rappresentativa del prodotto. Offerta valida fino al 31/12/2010. 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Ad aprire la serata, dopo l'apertura con l'inno d'Italia, sono state le immagini del teatro prima, durante e dopo la ristrutturazione, accompa- gnate dalle note dell'Overture della Straniera, la prima opera, di Bellini, suonata nel In Duomo si parla di libri Foto Mario Bonaldi Lunedì 15 novembre nel Duomo di Castelnuovo sono stati presentati i volumi “Visite Pastorali nella Garfagnana del ‘600” di Mariano Verdigi e “Religione e società dopo il Concilio di Trento in alta Garfagnana” di Dino Magistrelli. Erano presenti oltre agli autori, l’Arcivescovo Italo Castellani, Mons. Gianfranco Lazzareschi, Mario Puppa Presidente della Comunità Montana, Alessandro Bianchini per la Fondazione Cassa di Risparmio di Lucca. teatro circa 150 anni fa, precisamente il 22 agosto del 1860. Un grande successo hanno riscosso i componenti dell'Italian Harmonists, gruppo di cantanti lirici del teatro alla Scala di Milano, che si sono reinterpretati su un repertorio tratto dall'esperienza degli anni '30 dei Comedian Harmonists di Berlino, e su classici della tradizione italiana, come "Mille lire al mese" e "Voglio vivere così". Questo è stato solo il preludio al grande spettacolo della danza, messo in scena dal duo Abbagnato-Carbone con l'interpretazione della Arlesienne. Successivamente è stata la volta dei primi balle- LIBERTA’ Il Giornale di Castelnuovo non riceve finanziamenti pubblici e non ha sostegno da parte di enti locali. Vive, per una sua scelta chiara, trasparente e ben definita, di sola pubblicità e grazie agli abbonamenti. Ebbene questa libertà - se vi sta a cuore il Giornale - va però difesa e sostenuta. 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Adesso la vera sfida che attende Tamellini e l'amministrazione del teatro, è rendere la fruizione di spettacoli di questo genere un evento veramente democratico, ovvero portare a teatro tutta la popolazione e soprattutto i giovani. Gabriele Coli Un giorno a Castelnuovo Le barriere architettoniche e culturali Mi chiamo Angelo Pini ho 60 anni e sono un signore disabile fisico (TETREPARESI SPASTICA) che, al di là dei paroloni scientifici, vuol dire non poter camminare con le proprie gambe ma con la carrozzina (però a motore elettronico!) e non parlare normalmente ma con una tabella con le lettere ( un metodo un po’ antiquato a dire il vero...). Per ben 57 anni ho girato fra gli istituti di mezza Italia e altrettante Case famiglia, da tre anni vivo alla Misericordia di Castelnuovo di Garfagnana, e mi trovo molto bene perché ho trovato quella libertà che ho cercato da sempre! In questi anni ho trasformato il mio dolore in qualche cosa di utile, ho plasmato la mia Fede in Dio Padre, mi sono rimboccato le maniche, ho studiato Teologia ed ho cercato, come faccio tutt’oggi, di raccontare la mia storia e la storia di chi mi ha incontrato lungo la strada a chi la vuole ascoltare (non solo con le orecchie). Oggi parliamo di Barriere Architettoniche... ne so davvero qualche cosa. Al di là di definizioni normative o altri arzigogoli di architetti o sociologi le Barriere sono, per gli handicappati fisici un evidente disagio (ma è un eufemismo) in relazione alla mobilità; le barriere limitano o impediscono a chiunque abbia problemi fisici (anche un non vedente) la comoda e sicura utilizzazione di parti, attrezzature o componenti di “cose pubbliche e private”, si pensi ad un telefono pubblico (a parte il fatto che non ho mai avuto la grazia di usarlo ma avrei avuto spesso bisogno di due miracoli, il primo per parlarci il secondo potermi alzare per arrivare alla cornetta). A parte le battute (però necessarie non per sdrammatizzare ma per farvi notare come non ci piangiamo addosso) voglio segnalare alcune difficoltà per muoversi nella nostra città: 1. Partendo dalla Misericordia in carrozzina per arrivare in Duomo trovo subito il problema dei marciapiedi in via Azzi: sono quasi perfetti però dove scendo? All’altezza della Pizzeria Il Ponte rischio di essere investito e non esiste una discesa idonea (per fortuna hanno pensato al transito della macchine in concessionaria così posso usare quello scivolino...). 2. Giunti in via Farini non vi è possibilità alcuna di accedere ai marciapiedi e dunque devo percorrere la strada sino in Piazza Umberto dove, finalmente sotto l’arco, tiro un sospiro di sollievo (di fatto inizio a pregare prima di arrivare in Chiesa...). 3. Per salire sul sagrato del duomo di Castelnuovo Garfagnana c’è lo scivolo che era tutto rotto ma comunque è stato da poco risistemato. 4. Altro problema, ma qui c’è in gioco la grave ignoranza della gente, sono le macchine sopra i marciapiedi: ma allora, dico io, è inutile fare i marciapiedi con gli scivoli per noi disabili fisici se poi ci mettono le macchine, forse sarà ovvio (forse) ma il marciapiede non è un parcheggio per le macchine. Alcuni problemi li trovo anche quando mi muovo con l’autovettura (magari lo stesso furgone della Misericordia); molte volte troviamo gli stalli adibiti ai portatori di handicap occupati da “signori e signore” che non hanno alcun titolo per stare lì: questa è pura violenza. Se volete saperlo, è questa la nostra sofferenza: vedere che la gente non ci rispetta calpestando i nostri diritti. La sofferenza, non è tanto lo stare in una carrozzina, ma è il sentirsi mancare di rispetto da quelle persone che con “poverino, mi scusi” cercano di pulirsi la coscienza... no, così non va! Angelo Pini Il Giornale di Castelnuovo Numero 35 - Novembre 2010 Pagina 5 Intervista con il sindaco di Camporgiano Francesco Pifferi Ambiente, paesaggio e comunità Sindaco può presentare brevemente il suo comune ai lettori del giornale? Il comune di Camporgiano comprende 10 comunità, ha una superficie di circa 27 kmq ed attualmente supera di poco i 2300 abitanti. Si colloca nel cuore della nostra splendida valle, confinando con ben 7 comuni garfagnini, ed è equidistante dai 2 caselli autostradali di Lucca ed Aulla. E’, inoltre, servito da 2 stazioni ferroviarie, quella del capoluogo e quella di PoggioCareggine-Vagli . Rimanendo in tema di servizi alla collettività, può contare anche su un ottimo istituto scolastico comprensivo, su una stazione dei Carabinieri, su 2 uffici postali, su 2 sportelli bancari e su una farmacia, oltre ad un diffuso reticolo commerciale, artigianale e turistico-ricettivo, fortunatamente in via di espansione e qualificazione. Quali sono le eccellenze del comune sulle quali lavorare nel presente e puntare nel futuro? Concordando appieno con una riflessione di Cesare Pavese, che affermava che “quando un popolo non ha più un senso vitale del suo passato si spegne poiché la vitalità creatrice è fatta di una riserva di passato”, ritengo che il nostro comune debba ripartire dalla sua storia, ricca com’è di cultura, dignità, umanità e solidarietà, per cercare di costruire, su basi solide e condivise, il proprio futuro. Già importante castrum romano, nel corso del medioevo e fino all’unità d’Italia Camporgiano ha rivestito un significativo ruolo politico amministrativo in Valle, essendo stato ininterrottamente sede di Vicaria, soprattutto sotto lucchesi ed estensi. Infine, dal 1860 fino a non molti decenni orsono, è stato sede di pretura, di carcere mandamentale e notarile. Sono nati nel nostro comune importanti personaggi, quali, tra gli altri, lo scienziato Francesco Vecchiacchi, lo storico Anselmo Micotti, i direttori di prestigiose testate giornalistiche locali Giuseppe Bernardini e Leandro Telloli, il cardinale Camerlengo Paolo Bertoli ed il vescovo di Modena Pellegrino Bertacchi. Questa importante eredità trova riscontro oggi in una vivacità culturale e sociale che si esprime in un volontariato presente (ben 29 associazioni) ed attivo. Limitandoci alle sole manifestazioni che hanno superato i 10 anni di vita, escluse le sagre paesane, possiamo ricordare il Festival Internazionale del Folclore, la Rassegna musicale internazionale per bande e Musica insieme, Spettacolando ed un Azalea per la vita, che raccolgono il testimone della storica e non dimenticata Festa dei fiori. Il comune cerca di asse- condare questa vocazione, collaborando con le singole associazioni per la riuscita di tali iniziative, o organizzandone in proprio, come nel caso della Mostra retrospettiva di pittura dedicata ad Oreste Paltrinieri che, grazie all’aiuto determinante della Pro Loco del paese, ha caratterizzato molto positivamente la scorsa estate. Per il futuro, abbiamo puntato ed investito, insieme ai privati, su 3 aree tematiche di intervento: AMBIENTE, PAESAGGIO e COMUNITA’. In materia ambientale, coerentemente con un modello di sviluppo rurale sostenibile ed equilibrato, abbiamo cercato sia di valorizzare le energie rinnovabili: il primo impianto di teleriscaldamento a cippato di legna della provincia è stato realizzato qui, grazie anche alla collaborazione con il GAL. (E ad esso vanno aggiunti i pannelli fotovoltaici installati su tutti gli edifici pubblici ed un progetto che consentirà di sostituire i vecchi punti luce con nuovi corpi illuminanti più efficienti ed a risparmio energetico; oltre a 2 nuove centraline idroelettriche a rilascio d’acqua). Sia d’investire sulla prevenzione sismica ed idrogeologica, grazie alla realizzazione di un nuovo edificio scolastico per l’istituto comprensivo ed alla messa in sicurezza dell’intero territorio comunale con interventi di bonifica per oltre 1 milione di euro. Per quanto riguarda il PAESAGGIO, sapientemente modellato dall’uomo nel corso dei secoli, abbiamo cercato di rendere compatibili salvaguardia e sviluppo, restituendo ai nostri borghi un‘identità precisa: per questo dall’inizio del mandato ci siamo concentrati sulla formazione di un buon piano strutturale, adottato il 5 agosto ultimo scorso. Infine un attenzione particolare è stata riservata agli interventi che riguardano la COMUNITA’ . In questa direzione risulteranno fondamentali i lavori di realizzazione del nuovo Centro Civico e del Centro di agricoltura sociale, che sorgerà accanto al vivaio forestale “La Piana”. Queste strutture si andranno ad aggiungere ai già realizzati e funzionanti Incubatore d’impresa “Rocca degli Estensi” ed all’Area artigianale del Poggio, all’interno della quale stiamo concretizzando con la Cooperativa Apuana Marmi un importante progetto volto a produrre manufatti artistici in marmo. Un’attenzione particolare merita anche il commercio (l’intero comune è stato trasformato in Centro Commerciale Naturale), l’Agricoltura e il Turismo, che in questi ultimi anni hanno visto il nascere di strutture all’avanguardia, quali l’Orto Mercato, la Banca Regionale del Germoplasma, Agriturismi, Bed & Breakfast e Case Vacanze in grado di assicurare circa 200 posti letto. quello occupazionale. Per rompere un secolare isolamento e, di conseguenza, creare nuove opportunità di lavoro, è necessario continuare responsabilmente sulla strada intrapresa della messa in sicurezza e del miglioramento sia della viabilità esistente, sia della linea ferroviaria LUCCA-AULLA. Questo, però non deve portarci a disconoscere una evidente necessità di collegare, in modo più celere e sicuro, la rete viaria così qualificata con i caselli autostradali della piana di Lucca e di Aulla ; e, in prospettiva, di lavorare, insieme alle istituzioni sopra ordinate, per realizzare nuovi e più moderni collegamenti con primo, sono personalmente molto soddisfatto della piega che hanno preso gli eventi, con la recente approvazione, da parte della conferenza dei sindaci della Valle del Serchio, di un documento a favore di un nuovo ospedale unico . Dell’ambiente, infine, ho già detto , considerandolo, oltreché la casa in cui viviamo, una delle principali risorse e quindi dei fondamentali motori di sviluppo del territorio . A ciò aggiungo che, in materia di politiche ambientali, non possiamo sottrarci all’esigenza di affrontare con decisione e tentare di risolvere una volta per tutte il tema della raccolta e smaltimento dei rifiuti che produciamo in quantità sempre maggiore . Anche qui, con sano realismo ed evitando sterili e dannose dispute ideologiche, dobbiamo prendere atto che la stagione del termovalorizzatore deve considerarsi ormai chiusa, ed imboccare con decisione e convinzione la strada della raccolta differenziata e delle conseguenti migliori pratiche ambientali. Quali sono invece le carenze da colmare e i problemi più gravi da affrontare? Da tempo sul tavolo dei sindaci della Garfagnana si trovano alcune importanti questioni: la sanità, il lavoro e l’ambiente. Qual è il suo pensiero sui tre argomenti? Storicamente la Garfagnana, e quindi anche il nostro comune, soffre di 2 problemi endemici, tra l’altro strettamente connessi tra loro: quello delle infrastrutture funzionali ad un moderno sistema della mobilità di persone e merci e le aree economicamente più forti del nostro paese, come la Pianura Padana e la Versilia. Riguardo a sanità e ambiente, un efficiente sistema socio-sanitario, in grado di garantire il fondamentale diritto alla salute per ogni cittadino, non può prescindere, soprattutto in un’area montana, fragile ed esposta a rischio sismico come la nostra, da 2 capisaldi: quello ospedaliero e quello, altrettanto importante, dei servizi sanitari diffusi sul territorio. Riguardo, in particolare, al Da sindaco avrà un sogno per il suo Comune. Qual è l’idea o il progetto che le sta più a cuore personalmente? Il sogno, lo ripeto, è che il connubio indissolubile tra memoria, identità e futuro, non rimanga un semplice slogan, ma diventi una solida e condivisa certezza, oltrechè una ricetta vincente, per offrire un domani migliore alle nostre comunità. Intervista di Andrea Giannasi La beffa delle beffe per il Museo Negli ultimi anni, almeno cinque, l'abbandono del museo dei Liguri-Apuani è quasi totale. Nel museo, che si trova al piano terra della Rocca Ariostesca, sono collocati in maniera chiara e fruibile a tutti, i reperti di una delle più importanti popolazioni vissute 2300 anni fa circa in Italia. Ebbero “relazioni” di tipo bellico con gli Etruschi. Nella fase della loro massima espansione in questa zona, gli Etruschi incontrarono una guerriglia implacabile che ne arrestò l'avanzata. Sicuramente la maggior parte delle informazioni di carattere storiografico riguardo al popolo dei Liguri-Apuani, ci è fornito da Roma. Sono infatti le ormai epiche battaglie contro i legionari che consacrarono questa rude popolazione agli onori della cronaca. Fu soprattutto Tito Livio a parlarci di loro nei suoi Annali definendoli “durum in armi genus” (un popolo tosto nell’uso delle armi) e scrivendo che i legionari in terra apuana avrebbero trovato”armi e solo armi ed un popolo che nelle armi aveva riposto ogni speranza”. Le rare aperture del museo si erano stabilizzate su due soli giorni a settimana, il sabato e la domenica peraltro solo dalle 15 alle 18. In quei giorni il personale della Misericordia di Castelnuovo, la quale ha la gestione del museo, si occupava esclusivamente di aprirlo e chiuderlo. Tale personale, se pur volontario e volenteroso, era privo di ogni minima formazione su come si gestisce un museo ed ancor meno di come si accolgono i turisti, che percorrono diversi chilometri per vedere i reperti. Negli ultimi mesi il sindaco Gaddo Gaddi e Fabio Pozzi, impiegato comunale, si sono presi a cuore l'annoso problema. Il primo trovando una persona che potesse gestire almeno con più consapevolezza il museo, dando anche delle aperture più continue e frequenti, il secondo gestendo le problematiche che via via potevano presentarsi. Le cose si sono poi fermate li. Il nuovo custode non ha notizie certe sul suo futuro, né dal Comune né dalla Misericordia, e quindi non può fare neanche un minimo di progetto di marketing che possa rilanciare il museo anche dal punto di vista commerciale per l'anno prossimo, cosi da renderlo autofinanziabile come è nelle sue possibilità. Ma la beffa delle beffe doveva ancora arrivare! Infatti l'ultima è che i lavori della variante sono fermi perche alla Murella hanno trovato dei reperti dei Liguri Apuani... Da una parte c'è il museo che è solo una noia in più... e dall'altra ci sono dei cantieri fermi per chi sa quanto, perchè ci sono i reperti da repertare!!!...Che poi andranno dentro il museo chiuso!!! Purtroppo la barzelletta ha avuto il suo epilogo e a noi ci resta solo che ridere. Massimiliano Pallini Pagina 6 Numero 35 - Novembre 2010 Il Giornale di Castelnuovo Dagli atti della magistratura emerge una forte presenza di brigatisti in Garfagnana negli anni di Piombo Un oscuro doppio filo rosso e nero Un doppio filo rosso e nero passa tragicamente nella nostra valle. Tra il 1974 e il 1979 la Garfagnana fu terra di incontri e addestramento del terrorismo italiano. Dagli atti della magistratura, grazie a interrogatori e intercettazioni, si è scoperto che la parte più impervia della provincia lucchese fu usata per anni come rifugio da molti terroristi. L’elemento incredibile è che si incrociarono esperienze sia del terrorismo nero che di quello rosso. In Garfagnana passarono quindi sia i gruppi neofascisti (Ordine Nero) e simili di estrema destra, sia le Br (Brigate Rosse) e gruppi affini di estrema sinistra. Molto probabilmente i primi furono i gruppi neofascisti che avevano alcuni esponenti, riconducibili al terrorismo nero, a Lucca. In ogni caso in Toscana operava una colonna legata tra gli altri a Mario Tuti. A lavorare al caso il Procuratore di Firenze Pierluigi Vigna che, indagando sugli attentati avvenuti nel 1975, scoprì che la sera di Natale del 1974 i neri lucchesi rubarono ad Arezzo circa due quintali di esplosivo, nascosto forse proprio in Garfagnana e poi usato in vari attentati. E che sempre nel 1974 vi fu in Garfagnana, un vertice del gotha nero in cui Clemente Graziani pare avesse ordinato di privilegiare gli attentati ai treni. Clemente Graziani, come molti altri neofascisti, aveva combattuto giovanissimo in Garfagnana nel 1945 come volontario della Repubblica Sociale Italiana. Dopo aver tentato nel 1951 di affondare la nave scuola “Colombo”, destinata all’Unione Sovietica come riparazione dei danni di guerra, partecipò alla vita attiva del paese con Pino Rauti. Entrò in latitanza nel 1973 durante la quale fondò il giornale “Anno Zero” prima di fuggire in Inghilterra e poi in Paraguay dove morì nel 1996. Ebbene molto probabilmente in garfagnana furono concepiti alcuni attentati del 1974 (il 4 agosto avvenne la strage compiuta sul treno Italicus nel tratto Firenze-Bologna con 12 morti) e quelli del 1975. Finì con certezza in Garfagnana anche la “primula nera” del terrorismo italiano: Mario Tuti. Il 24 gennaio 1975, il brigadiere Falco e gli appuntati Ceravolo e Rocca si recarono ad Empoli in casa di Tuti per un controllo. Fino a quel terribile giorno Tuti era solo un grigio impiegato comunale, un fascista con un forte senso del sociale. Sulla porta fece fuoco sui poliziotti, uccidendone due e ferendo gravemente il terzo. Fuggì in macchina verso Lucca, poi in Garfagnana, dove trovò appoggi e protezioni. Tuti scappò poi in Costa Azzurra dove rimase in libertà fino al luglio del 1975. Ad aiutare Mario Tuti nella fuga molto probabilmente fu Mario Tomei un noto neofa- scista lucchese che con altri aveva studiato in dettaglio la possibilità di disporre di un rifugio sicuro per eventuali latitanti. Anche le Brigate Rosse usarono la Garfagnana come rifugio per i latitanti. Dal processo di Firenze emerse che più volte i leader delle Brigate Rosse, con Mario Moretti e soprattutto Barbara Balzerani, si erano riuniti in località tranquille sulle colline della Garfagnana, e qui avrebbero avuto contatti anche con altri brigatisti. Tra questi i lunigianesi Luisa Aluisini e Paolo Neri fuggiti in Francia a metà degli anni ’80 e arrestati ed espulsi da Parigi nel 1987. I due avrebbero avuto in seno alla struttura il ruolo di coordinamento logistico tra la direzione strategica delle Brigate Rosse e il Comitato toscano. E’ noto, ma non ufficiale, poi che alla fine degli anni ’70 nelle zone più impervie della Garfagnana fossero stati organizzati dei veri e propri campi di addestramento all’uso delle armi individuali. Tra queste la famigerata mitraglietta Skorpion (di fabbricazione cecoslovacca) che fu usata balle Br in numerosi conflitti a fuoco. Arma tristemente celebre perché utilizzata nell’assassinio di Aldo Moro. Emerge dunque dal passato una storia che ancora una volta vede la Garfagnana come palcoscenico sul quale va in scena la divisione tra italiani. Sul terrorismo rosso e nero degli anni Settanta molto ancora si deve scoprire. Certo è che dietro a movimenti come Ordine Nero o i Nar, o le Brigate Rosse, si mossero fili internazionali, la loggia deviata P2, i servizi segreti quali il Mossad israeliano e la Cia statunitense, e fu combattuta una battaglia che passò alla storia come “Strategia della Tensione”. Tra i boschi e i casolari della Garfagnana ancora una volta giovani mossi da diversi ideali, si trovarono a combattere una battaglia in cerca di un domani differente, ma inconsapevolmente mossi da burattinai scaltri e senza etica. Latitanti in fuga, falsi turisti venuti a conoscere le armi, capi o primule rosse e nere braccate dopo l’ultimo conflitto a fuoco trovarono riparo nella nostra valle e qui forse lasciarono per l’ultima volta la loro innocenza. a.g. Intervista di Fabrizio Ferrari al fratello del famoso calciatore dell’Inter, in prova al Real Salve: sono Emmanuel Eto’o Dopo settimane in cui la notizia si era allegramente e quasi goliardicamente diffusa in Lucchesia e ben oltre, finalmente tutto è divenuto realtà. Niente di straordinario, solo un giovane calciatore nativo del Camerun in prova al Real Castelnuovo. Il problema è che di cognome fa… ETO’O. Approfittando della collaborazione del direttore sportivo Massimo Valiensi, a cui vanno i nostri ringraziamenti e prima della conferma ufficiale che il tesseramento era in qualche modo sfumato (almeno al momento in cui vi scriviamo), ci eravamo “infiltrati” al comunale e avevamo incontrato Etienne Emmanuel Eto’o durante un’intervista tenuta da una giornalista della Gazzetta dello sport e confortata dalla traduzione francese-italiano di Suobo Eliamon, procuratore del ragazzo. Allora come ti trovi a Castelnuovo e cosa pensi di questo luogo? L’impatto è positivo e mi trovo a mio agio. Non c’è grande differenza da Tarragona, dove mi trovavo prima. Anche qui ci sono le montagne! Serie C spagnola, Ligue 2 francese. Ora una squadra dilettantistica, cosa pensi di questo possibile passo? Il calcio è calcio sempre, dai ragazzi, ai dilettanti, ai professionisti. Io voglio solo gio- fare paragoni. Magari sarete voi a farli. Sono un attaccante. Mi piace solo giocare a calcio. Forse però abbiamo un'altra cosa in comune. Davanti alla porta … facciamo goal!! Cosa ti piace fare nel tempo libero? Sono un ragazzo normale. Mi piace vivere. Mi piace veder giocare a calcio i ragazzini, adoro il tennis, mi piace la moda, la playstation e facebook. care, migliorarmi e fare bene. Per me non sarebbe un problema giocare qua. So che per arrivare più in alto devo solo pensare a far bene ovunque gioco. Dipende tutto da me e da come mi comporto. Hai un sogno nel cassetto? Magari giocare con tuo fratello? Tutti i ragazzi che si avvicinano al calcio sognano di giocare il campionato mondiale. Ho avuto la fortuna di giocarne uno a livello giovanile e chissà spero di poter giocare un mondiale. Giocare con Samuel ora non è possibile. Non ci penso. Lui è ad un livello inavvicinabile. Io devo solo concentrami sul lavoro e devo migliorare tanto. Certo sarebbe bellissimo poter giocare con lui… e so che è un desiderio anche suo!!! Assomigli in qualche modo a tuo fratello? Si nel sangue. Non si possono Quando sei in Italia stai con tuo fratello? E poi sappiamo che tra poco tornerai in Camerun per tua sorella; giusto? Sì, certo sto con Samuel e quando non siamo insieme lo sento ogni 2 giorni. A fine anno andrò in Camerun per il matrimonio di mia sorella Pauline è un appuntamento che non posso perdere e ci raggiungerà anche il mio fratellone. Ma alla fine pensi di poter arrivare a giocare in serie A? magari proprio nell’Inter? Oppure hai una squadra che ti piace? Il sogno di giocare in serie A c’è, non lo nego. So che devo provarci e so che per avere una possibilità mi devo impegnare tanto. Cercherò di fare il massimo e di arrivare più in alto possibile. Una cosa è certa spero che tutti mi apprezzino e mi giudichino come Emmanuel Eto’o e non come il fratello più piccolo di Samuel. Non ho una squadra preferita importante è giocare… se lo posso dire senza che nessuno si arrabbi… mi piace come gioca il Bari... Hai mai provato episodi di razzismo? In italia devo dire che non mi è mai capitato. Solo una volta a Barcellona in una partita di calcio giovanile sono stato vittima di qualcosa di deplorevole e inammissibile, però è capitato solo quella volta. Una battuta l’avevamo scambiata anche con il mister Fanani, oggi non più in carica, che a modo suo aveva commentato: ” questo… con le nostre categorie… ci incastra poco…!” E così il richiamo e l’eco di un cognome così prestigioso aveva fatto un po’ sognare gli sportivi che speravano di vedere Etienne Emmanuel correre ed esultare... sul prato verde del Nardini dopo aver segnato. Poco importa se la sua permanenza in gialloblù di fatto non si è concretizzata,(almeno per ora) la vicenda meritava attenzione ed è quasi strano pensare a questa storia, alla curiosità che ha destato negli sportivi Garfagnini, della Lucchesia e al rilievo nazionale che ha avuto (testate sportive nazionali, Sky ecc.). In fondo chiudendo gli occhi sono certo che molti (soprattutto sportivi di fede interista) immaginavano che questo simpatico e cordiale ragazzo di 21 anni potesse presentarsi al campo accompagnato dal fratello e che di quest’ultimo potesse anche ricalcarne le orme. Si sa il calcio spesso regala sorprese e magari fra qualche anno l’Eto’o famoso sarà proprio Emmanuel. Qualcuno allora potrà sussurrare: “si è allenato al Nardini ed è stato ad un passo dal vestire la maglia gialloblu”. Il miglior in bocca al lupo al giovane Eto’o che comunque vada con un fratello così, non dovrà abbattersi se non riuscirà a sfondare, e il nostro in bocca al lupo soprattutto al Real Castelnuovo, che deve solo pensare a rituffarsi nel campionato contando sulle proprie forze, senza voli fantasiosi o nomi altisonanti! Fabrizio Ferrari PRECISAZIONE: al momento in cui questo articolo va in stampa il tesseramento del calciatore pare non essersi concretizzato. Qualora ci fossero novità ci attiveremo per le precisazioni del caso. Il Giornale di Castelnuovo Numero 35 - Novembre 2010 Pagina 7 Nell’ottobre del 1944 arrivò con molta premura in Garfagnana il contingente sudamericano I brasiliani a Barga e Castelnuovo Molto probabilmente i primi soldati alleati ad entrare a Castelnuovo furono tre brasiliani il pomeriggio del 24 ottobre 1944. Passarono nel centro storico osservando le prime case colpite dalle bombe e i molti negozi con le saracinesche sventrate da sciacalli. Infatti da quando a fine settembre il fronte si era fermato sulla linea di Monteperpoli il capoluogo si trovò sulla linea di tiro delle artiglierie alleate e moltissimi cittadini iniziarono a sfollare. Non era stato ancora intimato l’ordine di abbandonare Castelnuovo, e dunque molti cittadini ancora convivevano con i bombardamenti. Alcuni negozi erano ancora aperti e lavoravano le sarte, i panifici, le falegnamerie e i barbieri. I tre brasiliani appartenevano alla Forza di spedizione Brasiliana aggregata dall’agosto alle unità della 5° Armata comandata dal Generale Mark Clark. Vestivano la divisa verde e gli elmetti dei commilitoni statunitensi, ma quello che colpì alcuni castelnuovesi fu il fatto che erano disarmati. E scortati. Si trattava infatti di tre prigionieri di guerra catturati dagli alpini del battaglione Aosta del 1° reggimento alpini della divisione della Repubblica Sociale “Monterosa” nella zona sopra Treppignana. Questi erano stati poi presi in consegna dalla polizia militare tedesca che li portò a Villa Turri a Filicaia sede del comando. Qui vennero interrogati e avviati nelle retrovie. Ma cosa ci facevano tre brasiliani sulla Linea Gotica in Garfagnana? Nel 1943 il Brasile, spinto dagli Stati Uniti, aveva deciso di organizzare un corpo d’armata e di spedirlo a dar manforte agli alleati in Europa. Venticinquemila giovani carioca furono imbarcati e spediti a combattere sulla Linea Gotica. Entrarono in linea a fine agosto in Versilia raggiungendo Massarosa; poi furono spostati nella Valle del Serchio. Da Ponte a Moriano i soldati della Forza di spedizione brasiliana iniziarono ad avanzare “conquistando” e “liberando” Borgo a Mozzano, Bagni di Lucca, Ghivizzano, Coreglia, Gallicano e Barga. Nella cittadina del Mordini e del Sereni, che i brasiliani raggiunsero questa volta armi in pugno, hanno lasciato scritta una pagina di storia tragicomica. Infatti una pattuglia della Forza di spedizione brasiliana raggiunse Barga il 7 ottobre alle 12,15. Dopo aver accertato che i tedeschi si erano ritirati sopra Sommocolia, ma che forti squadre comunque percorrevano in lungo e in largo la zona, i sudamericani si ritirarono tornando a Valdottavo. In quei giorni i partigiani dell’XI zona del comandante Pippo (Manrico Ducceschi) presero possesso del capoluogo scontrandosi con i tedeschi, senza dimenticare ogni ora di sollecitare l’avanzata dei brasiliani, che nel frattempo erano riusciti a raggiungere Piano di Coreglia. L’8 ottobre si raggiunse il paradosso quando le artiglierie brasiliane del colonnello Da Camino bombardarono proprio Barga. A quel punto i partigiani chiesero un colloquio presso l’avamposto brasiliano e informarono ancora una volta gli alleati che i tedeschi si erano ritirati e tutto il territorio era in buona sostanza “terra di nessuno”. Dopo tanto tergiversare – e dopo tre giorni di riflessioni e studi strategici - mercoledì 11 ottobre 1944 una forte colonna di brasiliani guidata dal Maggiore Nobrega (del III/6°) entrò in città. “L’accoglienza è cordialissima e rumorosa – ricorda Monsignor Lombardi nelle sue memorie – la folla assiste con visibile compiacenza al passaggio dei soldati, dai coloriti più diversi, montati su jeep, molte delle quali contraddistinte con nomi della Vergine e dei Santi e con numerose immagini sacre”. Fu un amore a prima vista. I brasiliani elargirono ogni ben di Dio ad una popolazione stremata dal conflitto (e purtroppo per Barga la guerra non era finita) in cambio di ogni favore o tornaconto. Armi, vestiti, scarpe, munizioni ai partigiani in sostituzioni di pericolose missioni di pattugliamento; cibo e beni di ogni genere alla popolazione per ricevere alloggio e spesso “cure particolari”. Bruno Sereni scrive di una “attempata signorina” che si vide mandare a monte un incontro con un brasiliano focoso, perché questi aveva talmente tante medagliette e pendaglini di santi e madonne indosso, che si fece sentire da tutti e l’appuntamento andò a monte. E alla partenza dei sudamericani molti ci rimasero male. Sempre Bruno Sereni ricorda che “quando i brasiliani se ne andarono i più dispiaciuti furono i padri Oblati del Piangrande che benedicevano decine di medagliette e santini ricevendo in cambio generose oblazioni”. Comunque il 21 ottobre i brasiliani sferrarono un primo attacco alle linee difese dalle truppe italo-tedesche, rinnovando la spallata il 30 ottobre. Dopo alcune parziali progressioni alcune unità tedesche della 232° divisione ristabilirono la linea. La Forza di spedizione brasiliana fu poi spostata a Porretta Terme. I brasiliani hanno un ricordo vivo della valle del Serchio, grazie anche al fatto che a Barga arrivò anche Eurico Gaspar Dutra ministro della Guerra che nel 1946 diventò presidente del Brasile. Peccato che nei documenti ufficiali conservati a Rio, Barga sia quasi sempre chiamata Braga. Nella Valle del Serchio i brasiliani persero 13 compagni, 151 vennero feriti ed ebbero 29 dispersi. Tra questi i 3 prigionieri che entrarono a Castelnuovo il 24 ottobre 1944. Andrea Giannasi Halloween, in fondo non c’è niente da ridere! Perché una mascherata può riservare brutte sorprese Il 31 ottobre la cosiddetta “notte di Halloween” è, per la gente che non crede in Dio Padre (voglio essere subito duro e chiaro) una notte molto importante essendo l’Inizio di un nuovo anno esoterico, è , come si legge su alcuni libri e siti on line “specializzati” la famosa notte della Vigilia di ognissanti che dà inizio ed un nuovo ciclo cosmico celebrata da ogni parte del mondo. Il senso che diamo oggi a questa notte è legato all’esorcizzazione della morte, allontanare il pensiero e burlarci di lei. Ma Dio ha voluto che le cose passassero non per lasciarci nella disperazione, ma per farci capire che un’altra è la Verità che ci attende; per dirci di non esaurire la nostra vita in cose che passano, ma di rivolgerla a quelle che non passano e di elavare i nostri pensieri ed i nostri sforzi nella ricerca del Regno di Dio, affinchè trovandolo possiamo essere trovati, conoscendolo possiamo essere conosciuti, comprendendolo essere compresi, raccogliendo essere. E’ per aprire in noi le ali al desiderio del cielo della Verità che Dio crea e fa passare tutte le cose. Così noi ci troviamo tra due mondi : uno che muore ed uno che deve nascere ma che non nasce senza la nostra libera partecipazione, perché il nuovo mondo è spirito e verità e tutto ciò che è spirito e verità non nasce in noi senza di noi. Quindi, Halloween non è una festa che può manifestarsi per educare i giovani di oggi, essa ci riporta ad un materialità, ad una immanenza che non vuol terminare e scaccia il pensiero della morte identificando un mondo di “morti orribili, di fantasmi” che lottano contro chi è ancora in vita. E’ molto chiaro, per un cristiano che crede nella profondità della sua fede in Dio, il perché deve stare lontano da questa “festa”: questa è festa del demonio che si diverte in quella notte, scherzo dopo scherzo inculcando in tutti noi, non tanto un senso errato della morte ma un profonda e sbagliata idea della vita. Angelo Pini La guerra è finita Per interessamento di Tommaso Teora riceviamo questa fotografia di proprietà del Sig. Virgilio Gualtierotti. Questo scatto è stato effettuato nei primi giorni del Maggio 1945, poco dopo la fine della guerra (qui da noi il 20 Aprile). I cinque amici passeggiano spenserierati in via degli orti (via Vittorio Emanuele). Si possono notare le pietre emmucchiate lungo la strada, residui della guerra. Da sinistra : Fulvio Valori '26, Virgilio Gualtierotti ("Pallino") '27, Weber Azzi '25, Gigino Lemmi '25, Mauro Pelligotti '24. Pagina 8 Numero 35 - Novembre 2010 Il Giornale di Castelnuovo E’ stata un successo la festa che si è svolta all’agriturismo Il Corniolo di Castiglione Una giornata con Gli Amici di Elsa Domenica 26 Settembre, all’Agriturismo il Corniolo di Castiglione Garfagnana (www.ilcorniolo.it) si è svolta una giornata per raccogliere fondi a favore dell’Associazione Gli Amici di Elsa O.N.L.U.S. L’associazione è nata in Lunigiana, ma ha aperto una succursale a Castelnuovo Garfagnana, con sede in Piazza delle Erbe, per offrire la sua esperienza preziosa a quei bambini che alla nascita hanno presentato serie problematiche. Le iniziative dei genitori quali le partecipazioni ai vari mercatini estivi, come quello di Coreglia e alla Fiera dell’Azalea di Borgo a Mozzano, la realizzazione e vendita di bomboniere sia per matrimoni che per altre cerimonie, hanno permesso di finanziare molte delle attività terapeutiche quali: musicoterapia, laboratori creativi, piscina e da quest’anno anche teatro-terapia. Alla giornata ha partecipato attivamente il Circolo Ippico “la Canottola”, che ha la sua sede presso l’Agriturismo Il Corniolo, dove si danno lezioni di equitazione sia ai grandi che a piccoli e dove vengono organizzate delle escursioni a cavallo nel parco naturalistico. Prima dell’ esibizione dei cavalli, c’è stato un contatto fra i puledri e i bambini. E’ stato molto bello vedere l’amicizia che si è creata e le emozioni suscitate nei bimbi, che per la prima volta hanno provato a salire in sella, e dare agli animali il fieno con le loro mani, riuscendo a prendersi cura e ad avere un contatto ravvicinato con un animale più grande di loro. Questo è uno di quei casi, in cui si da vita ad un rapporto a due, infatti fra cavaliere e cavallo si crea un’interazione e un completamento, che li fa diventare un cosa sola. Verso le 13, si è svolta l’esibizione dei cavalli chiamata Dressage, i cavalieri, a tempo di musica, riescono a far cambiare posizione e a far eseguire degli esercizi ai cavalli. Tra i vari cavalieri c’era anche Carla Biagioni, che si occupa da diversi anni del circolo ippico “la Canottola”. La musica, che è stata offerta dal gruppo milanese di musica jazz, “Barbaglabra”, ha vivacizzato tutta la giornata, trasformando l’aia dell’ agriturismo in un ambiente brioso, reso gradevole dalle note brillanti che rallegravano l’aria. Dopo lo spettacolo è arrivato il momento del buffet organizzato da Franca Bernardi, dell’Agriturismo il Corniolo, caratterizzato da ghiotti e originali antipasti, seguito da deliziose torte salate, patate, farro e riso che hanno fatto da contorno ad una porchetta cotta a legna e profumata di aromi. Infine i dolci e i biscotti tipici “garfagnini” hanno concluso il pranzo lasciando nei partecipanti la voglia di ripetere una giornata come questa, all’insegna della diversità, dello stare bene insieme e dell’altruismo. Alessia Piccinini Continuano le ricostruzioni del Maestro Ciambelli degli antichi mestieri della nostra valle I mulattieri della Garfagnana Nella civiltà contadina del passato quello del mulattiere era un mestiere molto importante, direi indispensabile per quei tempi sui monti e campagne. Erano generalmente lavoratori in proprio con poche bestie, magari una sola, che prestavano la loro opera in favore di ditte boschive che commerciavano in legna, ma anche presso privati cittadini per il trasporto di vario materiale, fra cui la legna da ardere nel focolare durante il lungo inverno. Le aree su cui si spostavano erano di norma di proprietà dei comuni che avendo, soprattutto quelli ubicati in alto, un patrimonio boschivo, essenzialmente di faggio, di tutto rispetto, erano interessati alla vendita periodica di lotti onde ricavarne un utile economico necessario alla elargizione dei più elementari servizi sociali a beneficio della popolazione sottoposta. In quel periodo storico era fiorente anche l’industria del tannino, un acido usato nella concia delle pelli del quale è ricco il castagno. Proprio per questo e per il desiderio di guadagno di molti proprietari terrieri, le nostre selve di castagno vennero in larghissima parte depauperate di questa un tempo preziosissima pianta che, ridotta in “Stiampe” veniva trasportata all’industria di trasformazione a Castelnuovo e a Fornoli non lontano da Bagni di Lucca. Erano tempi in cui non c’era una fitta rete viaria come ora che raggiunge siti una volta impensati. L’unica strada percorribile per il trasporto della legna e non solo dai luoghi di produzione ossia dai boschi e dalle selve, verso strade rotabili, PONTI NEL TEMPO spesso lontane, ma anche e soprattutto negli impianti di teleferiche dalle quali veniva fatta scendere a valle dove barocci e camion la portavano a destinazione, era quella di ricorrere all’impiego di animali da soma e dall’uomo. Ora la rete viaria si è fatta più capillare e per di più vi sono le ruspe che, con la loro azione demolitrice dell’ambiente, cui infliggono gravi vulnus che poi si riflettono sull’aspetto idrogeologico del territorio, favorendo frane e smottamenti, permettono ai trattori e ai motocoltivatori di arrivare in sito impervi e in forte pendenza. E così non è più l’uomo né la bestia, né le teleferiche che trasportano materiali boschivi, ma mezzi meccanici che, come detto prima, raggiungo ogni dove. Pertanto il mulo, il cavallo da soma e anche l’asino non si vedono più sui nostri monti e campagne. Il loro compito è venuto meno così come quello dell’uomo spesso loro compagno di fatica e sudore. I mulattieri erano uomini usi alla fatica e al sacrificio. Avevano a che fare con bestie ALTA VERSILIA GARFAGNANA VALLE DEL SERCHIO spesso schizofreniche e recalcitranti d’altra parte mulo significa anche cocciuto, ostinato e caparbio. Si rendevano subito conto dei punti deboli, dei vizi dell’animale e agivano di conseguenza. Ho memoria di muli che per poter sistemare il carico sul busto dovevano avere la testa coperta da un drappo, nella fattispecie da una “bardella”, giacca o anche da una balla. Altri una volta caricati si imbizzarrivano, incominciavano a correre perdendo pezzi del carico con grande disappunto e qualche imprecazione da parte del mulattiere che doveva rifare tutto daccapo. Ve ne erano anche dell’umore imprevedibile e non di rado tiravano calci a destra e a manca, comportamento che poteva assumere aspetti di pericolosità per l’incolumità fisica del mulattiere. Naturalmente i più erano docili e mansueti e non davano eccessivi problemi. Il corredo di cui aveva necessità la bestia da soma per compiere il suo lavoro era rappresentato dal basto, dagli arcioli, da funi, ferri, cavezza e quant’al- tro. Il basto era un arnese che veniva collocato sul groppone dell’animale e su cui era sistemato e ben legato il materiale da trasportare. Naturalmente detto strumento necessitava di essere saldamene ancorato al corpo dell’animale con cinture ed imbragature studiate appositamente al fine di evitare inopportuni spostamenti se non addirittura penose cadute. Il mulattiere doveva posizionare la merce con oculatezza ed equilibrio in modo che il peso non pendesse né da una parte né dall’altra. Le mulattiere erano strade che percorrevano i muli e dovevano avere una certa ampiezza e larghezza, ciò non riguardava evidentemente gli spazi aperti, che permettevano alla bestia col suo carico di transitare agevolmente senza noiosi e possibili impigli soprattutto di natura botanica. Come nota conclusiva possiamo affermare che il tempo ha cancellato un sistema di vita arcaico, semplice, idilliaco che, nonostante tutto aveva il suo fascino, ma che non tornerà mai più Pietro Ciambelli Gli eventi di dicembre Sabato 4 e domenica 5 a Castelnuovo - Cià della Castagna Sabato 4 e domenica 5 a Barga - Cioccolata Dal 4 al 12 a Bagni di Lucca Villa - 2^ Mostra nazionale dei presepi Domenica 5 a Colognora di Pescaglia - Mercatino Natalizio Martedì 7 a Gallicano - 31^ Fiaccolata Natalizia Da mercoledì 8 dicembre al 9 gennaio Lucese Convalle (Pescaglia) – Presepe in Groa Da mercoledì 8 dicembre al 16 gennaio a San Martino in Freddana (Pescaglia) - Presepe nel Molino Domenica 12 a Villa Basilica - Prodoi Tipici del contado della Valleriana Sabato 18 a Ghivizzano (Coreglia Antelminelli) - Presepe Vivente con treno speciale in nourna Sabato 18 alla Sambuca (San Romano in Garfagnana) - Presepe Vivente Giovedì 23 a Barga - Presepe Vivente Venerdì 24 a Gorfigliano (Minucciano) - I Natalecci Tue le domeniche di dicembre, il Primo e il 6 Gennaio la Befana Vi aende a Pegnana, mentre il 5 gennaio la Befana scende a Barga per la festa e il falò in Piazza Angelio. ALTA VERSILIA GARFAGNANA VALLE DEL SERCHIO