mamme oggi

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mamme oggi
ANNO IX NUMERO 3 - MAGGIO-GIUGNO 2013
INFORMARSI IN FARMACIA
OGGI
MAMME
19
8
3. SE NE PARLA
Anno IX Numero 3
Maggio-Giugno 2013
Direttore responsabile
Ismaele Passoni
Consulente editoriale
Sergio Meda
4. Segnali
Calazio e dintorni
7. Conoscere la sanità
Malattie rare
Coordinamento redazionale
Hand&Made Milano
Collaboratori
Claudio Buono, Laura Camanzi,
Enrico Maria Corno,
Federico Meda, Stefano Nobili,
Vittoria Pietropoli, Gianni Poli,
Francesco Rizzo, Serena Sabbadini,
Nota Zarkada
Immagine di copertina
Corbis
Immagini
iStock, 123
Progetto grafico
Roberto Magrini
Grafica e impaginazione
Hand&Made Milano
Marketing e pubblicità
Ilaria Tandoi
Editore
FederFARMA.Co Spa, Milano
www.federfarmaco.it
Redazione
via Boscovich 61, 20124 Milano
Tel. 02.2022941 Fax 02.29513121
[email protected]
Reg. Trib. di Milano n° 654 - 13/10/1999
Finito di stampare
nel mese di aprile 2013
da Artigrafiche Boccia - Salerno
I diritti di riproduzione delle immagini
sono stati assolti in via preventiva.
In caso di illustrazioni i cui autori non
risultano reperibili, l’Editore onorerà
l’impegno a posteriori.
8. Società
La bellezza e la solidarietà
12. Fai da te intelligente
Lesioni cutanee
14. Domande
Risponde lo psicologo
16. ProFarmacia
Cosa si intende per Category?
14
19. SPECIALE MAMME
20. I luoghi dell’ascolto
a colloquio con la psicologa Nicoletta Pirovano
24. Se la cicogna non arriva...
in collaborazione con la ginecologa Claudia Mazzarella
28. Sesso? Senza timori
a colloquio con la sessuologa Francesca Romana Tiberi
31. Il prima, il durante e il dopo
a cura della fisiatra Serena Sabbadini
34. Tecnobambini in arrivo
Nel numero di luglio-agosto
37.
38.
42.
44.
46.
47.
48.
Ambientiamoci
Per chi ha figli
Muoversi
Ricette
Letture salutari
Videoteca
Oroscopo della salute
Speciale
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le dosi consigliate e solo per le indicazioni riportate nel foglio illustrativo. In caso di dubbio rivolgersi al medico o al farmacista. Autorizzazione del 27/7/2012.Titolare AIC: sanoˇ-aventis S.p.A.
MATERNITÀ
ALLO SPECCHIO
D
overoso era produrre un
dossier sull’essere mamme oggi, un tema che investe
anche la genitorialità e il rapporto di coppia. Maternità e
paternità, a bimbo venuto al
mondo, per fortuna da tempo
si intersecano. Ne abbiamo
parlato con una psicologa che
opera all’interno di un Consultorio pubblico, un contesto
ampio dove le varie professionalità disciplinano il tema in
ogni suo aspetto, inclusa l’adozione, e dove particolare attenzione viene riservata al rientro
al lavoro dopo la maternità e la
problematica della sicurezza in
uno scenario economico e sociale sempre più difficile.
Maternità è oggi anche difficoltà di procreare per le molte concause che ne limitano
la possibilità: inquinamento
ambientale,
alimentazione
scorretta, stress, fumo, alcol
e sedentarietà. Ne abbiamo
ragionato con un ginecologo.
Anche la sessualità, come
non segnalarlo, è centrale alla
maternità, non solo durante la
gravidanza. La nostra sessuologa di riferimento ha sfatato i
molti tabù che appesantiscono
il problema, aggravandolo senza motivo. Siamo poi andati al
confronto con il fisiatra per capire i cambiamenti del corpo,
prima e dopo il lieto evento. Infine, spazio ai bambini moderni, in rapporto alla tecnologia
che taluni contrastano come
demoniaca e altri applaudono
per la natura dei loro figli, non
a caso nativi digitali.
Come sempre di grande interesse la rubrica Sintomi, dove
si esaminano le infiammazioni
palpebrali e alcune forme di
acne, e il Fai da te, dove trovano risposte attente le lesioni
cutanee, tutte da affrontare
ma senza le apprensioni di cui
alcuni sono preda.
Inevitabile la raffica di quesiti
a cui è stato sottoposto lo psicologo, brillantemente fronteggiati dallo specialista. In
tema di responsabilità sociale
annotiamo il crescente successo della Corsa delle Donne, in cui una multinazionale
della bellezza coniuga aspetti
di benessere e solidarietà, rivolti al contrasto alle violenze
domestiche e alla prevenzione
oncologica.
Quanto alle novità salutistiche, questo numero racconta
la Floating Therapy, la più moderna metodica di relax che
sta vivendo un ampio successo non solo nel Nord Europa.
Parliamo di una vasca in cui ci
si immerge in assenza di gravità e si sosta anche un’ora,
con ottimi benefici.
Alimentazione sana e gastronomia di gusto, infine, si
coniugano con le zucchine,
verdure variegatissime in Italia
che sono ingredienti ideali per
gustosi piatti estivi.
Chiude, come da qualche numero a questa parte, l’Oroscopo della Salute. A proposito,
buona estate a tutti, visto che
è in arrivo.
3
sintomi
CALAZIO
E DINTORNI
di Stefano Nobili, Medico di Medicina generale, Milano
&2
Antonio ha 51 anni e
soffre di infiammazioni
palpebrali (blefariti)
da alcune settimane,
insorte senza un motivo
particolare. Antonio
presenta inoltre una forma
di acne rosacea localizzata
al volto con arrossamento e
piccoli angiomi diffusi alla
pelle del viso. Molto stressato,
fa uso saltuario di alcolici e
fuma una ventina di sigarette
al giorno. Una mattina si alza
con un rigonfiamento doloroso
e arrossato sulla palpebra
sinistra, un orzaiolo, che non
riesce ad aprirsi e diventa
quindi un calazio, ovvero una
sorta di piccolo grano di miglio,
duro, leggermente dolente.
4
Costanza ha 35 anni e da
sempre soffre di acne del
viso. Per questo motivo
fa uso di cosmetici
coprenti e si trucca forse
un po’ esageratamente,
«ma - lei dice - allo
scopo di nascondere le
imperfezioni della pelle».
Da qualche tempo ha una
fastidiosa infiammazione alla
palpebra superiore con prurito,
bruciore anche all’occhio,
presenza di piccole formazioni
simili a forfora a livello del
bordo palpebrale superiore e
inferiore e, la mattina, spesso
si sveglia con piccole croste
all’angolo interno dell’occhio.
Il quadro di Costanza ricorda
una blefarite, in altre parole
un’infiammazione del bordo
libero della palpebra. Non
si reca però dal medico,
adducendo la scusa di non
avere tempo causa lavoro e
la situazione si complica con
la formazione di un orzaiolo,
un’infezione batterica,
normalmente sostenuta
da un batterio come lo
stafilococco e che si presenta
come un rigonfiamento
acuto e doloroso di parte del
bordo della palpebra con
un punto giallastro centrale,
che si rompe e lascia di
solito uscire materiale denso
formato da pus. E tutto
sembra finire qui. Sennonché
il materiale purulento
dell’orzaiolo non fuoriesce
totalmente e si indurisce
portando alla formazione
di un’infiammazione
granulomatosa e cronicizzata,
il calazio. Si reca questa volta
dal suo medico curante che
le suggerisce di fare impacchi
caldi e ripetuti sulla palpebra,
utilizzo di gel antinfiammatori
e detersione quotidiana delle
palpebre con salviettine
specifiche, oltre all’utilizzo di
gel detergenti.
S
tiamo qui parlando di problemi che interessano non
tanto l’occhio in sé, quanto la
palpebra. Non abbiamo citato disturbi della visione, ma
una patologia che riguarda
ciò che - per capirsi - riveste
l’occhio. Il calazio è frequente
negli adulti ed è verosimilmente legato a un aumento della
viscosità del sebo dovuto a influenze ormonali.
Vi sono diverse forme di calazio, dalle asintomatiche caratterizzate da piccole lesioni
a quadri più evidenti e dolorosi. Questa patologia si può in
parte prevenire con un’igiene
accurata della palpebra attraverso piccoli fazzolettini detergenti già preparati e presenti in
commercio, oppure con particolari gel che hanno la stessa
funzione detergente. Quando
invece ci si accorge che sta
nascendo un orzaiolo che può
evolvere facilmente in un calazio, si utilizzano gel o pomate contenenti steroidi topici a
basso dosaggio. Si consiglia
anche una terapia antibiotica
a base di tetracicline per una
decina di giorni e, in caso di
calaziosi (calazi ricorrenti), di
assumere la stessa terapia antibiotica a base di tetracicline
per più tempo (doxicilcina 100
milligrammi, per una settimana, per alcuni mesi). Si può ricorrere, in caso di insuccesso
terapeutico con i farmaci, a un
piccolo intervento chirurgico
di incisione del calazio, previa
una semplice anestesia locale, con curettage del contenuto del granuloma. Intervento
certamente fastidioso, ma
nella maggior parte dei casi
risolutivo, se condotto da un
oculista esperto. Purtroppo,
giacché l’episodio può non essere singolo, si può prevedere
un nuovo intervento, che normalmente, a parte il fastidio,
risolva anche l’episodio o gli
episodi successivi.
Per concludere una curiosità:
la scuola oculistica nord americana suggerisce la cosiddetta tecnica dei “10 massaggi
con 4 dita”. Dopo il bagno o la
doccia si lavano bene le mani
sotto l’acqua calda e sul dito
indice si pone una goccia di
shampoo per bambini - evitando di farlo entrare nell’occhio! - con il quale si massaggia per una decina di volte il
bordo della palpebra (a occhio
chiuso); si ripete il tutto con il
dito medio, con l’anulare e il
mignolo. In questa maniera
la detersione e la pulizia della
palpebra, secondo gli esperti
americani, sono assicurate.
5
Detergente intimo speciale
DETERGENTE DELICATO PARTICOLARMENTE
INDICATO IN CASO DI EMORROIDI
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svolgere una delicata azione lavante e protettiva su cute e mucose.
Vi è un solo tensioattivo, il caprylyl/capryl glucoside, assolutamente non aggressivo e impiegato alla minima dose lavante, caratterizzato da un equilibrato potere detergente anche in acque dure;
la camomilla (chamomilla recutita water) svolge un’azione decongestionante e deodorante, l’elastina marina (hydrolyzed elastin) è
protettiva ed eutrofia. La cellulosa (hydroxyethylcellulose) è
un derivato del glucosio che, dopo evaporazione dell’acqua,
si deposita sulla pelle e sulle mucose, proteggendole con un
sottile strato filmogeno.
Pertanto è indicato per la detersione della mucosa ano-genitale sia in soggetti che non tollerano i comuni detergenti intimi,
sia per l’igiene intima dei neonati, lattanti, bambini, sia in particolari situazioni cliniche in cui può essere di supporto alle
eventuali terapie specifiche (stati irritativi, balanopostiti, vulvovaginiti, emorroidi, ragadi anali, dermatiti da pannolino).
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6
Malattie rare
di Stefano Nobili, Medico di Medicina generale, Milano
Ho un parente al quale è stata
appena diagnosticata una
malattia classificata come
“rara”. Potete spiegarmi
che cosa significa, qual è
la normativa in merito e le
eventuali prestazioni esenti?
Giovanni - Palermo.
S
econdo l’Unione europea,
per essere definita “rara”,
una malattia deve avere una
prevalenza inferiore allo 0,05%
della popolazione, in altre parole 1 caso su 2.000 soggetti
sani. È anche vero però che
vi sono malattie rare con una
prevalenza minore e che ci
sono parametri differenti rispetto a quelli dell’Unione europea (negli Stati Uniti è circa
dello 0,08%). Ad oggi si contano tra 5.000 e 8.000 malattie
di questo genere e interessano
tra il 6 e l’8% della popolazione del continente. Un numero
ragguardevole, dato che questa percentuale corrisponde a
27-36 milioni di soggetti. Secondo il progetto europeo per
lo sviluppo dei piani nazionali
per le malattie rare (Europlan),
esiste l’obiettivo di individuare centri di competenze entro
la fine del 2013 ed eventualmente di creare nuovi punti di
riferimento qualora non in precedenza esistenti sul territorio
nazionale.
Il nostro lettore presenta un
caso di diagnosi certa di malattia rara; ma come si giunge
a questa diagnosi e qual è l’i-
ter? Partiamo dal presupposto che il primo interlocutore
del paziente è il suo medico
di fiducia, il medico di famiglia, che formula un sospetto
di diagnosi e indirizza verso un Centro di Riferimento
specializzato. Fatto questo, il
paziente viene “inquadrato e
diagnosticato” come affetto
da malattia rara e con questa
specifica può usufruire del diritto all’esenzione dal ticket di
partecipazione sanitaria, attraverso la presentazione all’Asl
di competenza della modulistica e della certificazione che
sono state rilasciate dal Centro
di riferimento.
Le Regioni individuano, attraverso delibere della Giunta
regionale, i centri di diagnosi
e cura della Rete nazionale
delle Malattie rare che sono
accreditati per la diagnosi e
l’erogazione delle cure; tali
prestazioni comprendono le
indagini genetiche necessarie
per la diagnosi, ad esempio, di
una malattia rara ereditaria e
formulano, una volta raggiunta
la diagnosi, il piano terapeutico
in merito. Con la certificazione di esenzione per malattia
rara, che deve essere sempre
indicata sulla ricetta regionale
(quella rossa per intenderci),
il soggetto ha diritto alle prestazioni inerenti all’approfondimento diagnostico e al follow
up (controlli nel tempo).
Ci si può rivolgere anche alle
associazioni di pazienti di malattie rare; queste associazioni
svolgono un ruolo importante
per l’informazione sulle patologie nei confronti di pazienti e
familiari, oltre che a indicare i
centri di diagnosi e cura, aumentando la consapevolezza
della rilevanza di queste malattie. Esiste inoltre un numero
verde, gratuito, a cura dell’Istituto Superiore di Sanità (Iss),
l’800.89.69.49 attivo dal lunedì al venerdì dalle 9 alle 13, per
le informazioni sulle malattie
rare e sulla relativa rete nazionale. Inoltre è possibile richiedere chiarimenti sulle patologie
specifiche, sapendo che non
potrà essere formulata telefonicamente una valutazione
clinica del caso specifico, che
comunque dovrà essere approfondito e confermato dai
medici dei Centri preposti della Rete nazionale delle Malattie
rare.
Ultim’ora
Non sappiamo ancora se e
quali aggiornamenti saranno
approvati a livello parlamentare riguardo i nuovi Livelli
essenziali di assistenza (Lea)
erogati dal Sistema sanitario
nazionale e regionale. In questo ambito dovrebbero essere
comprese anche le Malattie
rare. Per questo motivo le associazioni hanno rivolto un
appello accorato alle istituzioni
di governo affinché si sveltisca
l’iter per l’approvazione dell’eventuale aggiornamento delle
prestazioni interne ai nuovi
Lea che interessino le malattie
rare, definito dalle associazioni
stesse «un atto dovuto, un atto
di coraggio e un punto fermo e
irrinunciabile».
7
La bellezza
e la solidarietà
di Vittoria Pietropoli
L
e donne sono il presupposto del genere umano
e Avon Cosmetics ne è ben
conscia. Per questo da 130
anni sono il centro d’interesse, a vario titolo, della sua realtà di azienda globale. Avon
vive la cosmesi come mezzo
non solo per valorizzare le
donne, ma come opportunità per molte di loro di trovare una dimensione lavorativa. Dal 1880, anno in cui la
compagnia è stata fondata
da David McConnel - giovane rappresentante di Bibbie a
domicilio col pallino del marketing e della letteratura - ha
preso forma un nuovo sistema
8
di vendita dei prodotti di bellezza, permettendo alle donne
di non essere solo consumatrici, ma il miglior strumento di
vendita. Da allora le Presentatrici Avon nel mondo sono
cresciute esponenzialmente,
sino alla cifra attuale di oltre
sei milioni.
in 58 Paesi
Una mission con un focus
così importante non poteva
esulare dai grandi temi sociali
che coinvolgono le donne. La
multinazionale da sempre ha
dimostrato grande senso di
responsabilità sociale, espresso con attività a sostegno,
prevenzione e ricerca contro
il tumore al seno: 740 sono i
milioni di dollari devoluti dal
1992 contro questo male,
grazie alla campagna globale
Avon Breast Cancer Crusade,
la marcia rosa che ha reso
possibile la creazione del Fondo mondiale per la salute delle donne. Presente in 58 Paesi, Avon ha permesso a più
di diciassette milioni di donne
di effettuare mammografie e
screening gratuiti, educandone più di 100mila alla prevenzione. Con la campagna
Speak out against domestic
violence si schiera in prima
fila contro un problema che
correrà la corsa delle donne
per le donne è la Fondazione
dell’Istituto europeo di Oncologia (Fieo), rinnovando il sodalizio - ormai più che decennale - che negli anni ha fatto
confluire per la ricerca contro
il tumore al seno oltre 3 milioni di donazioni.
miete ancora troppe vittime:
la violenza domestica. L’anno
scorso in America il movimento, che vuole abbattere i
muri dell’omertà e del silenzio
dietro cui troppe donne si nascondono, senza difendersi,
ha raccolto più di 33 milioni
di dollari. Questi valori in Italia
- da ormai sedici anni - hanno
una declinazione tutta personale: Avon Running, la corsa
tutta al femminile il cui intero
ricavato è devoluto a Onlus
che condividono la stessa visione della donna espressa
nelle campagne firmate Avon
Cosmetics nel mondo.
La Corsa delle Donne
Avon Running, svoltasi a Firenze il 14 aprile e prossimamente di scena a Milano (il
18-19 maggio), è l’unica corsa
di genere in Italia, articolata in
due week-end di sport, salute
e divertimento. La solidarietà
è il principio a cui si ispira: nel
capoluogo toscano la totalità
dei fondi raccolti dalla vendita delle sacche gara è stata
destinata ad Artemisia - già
partner nel 2012 - la Onlus
che grazie a un percorso di
assistenza psicologica aiuta le
donne vittime di violenza fisica e psichica familiare e i loro
figli, spesso i più traumatizzati. A Milano, invece, a beneficiare della generosità di chi
Contro
la deforestazione
Avon Italia collabora anche
con la Lega italiana per la lotta contro i tumori (Lilt) e dal
2010 ha esteso il proprio impegno verso un nuovo fronte:
la sostenibilità ambientale.
Con il progetto Hello Green
Tomorrow le capacità di Avon
di educare, coinvolgere e mobilitare le persone in tutto il
mondo sono utilizzate per la
ripiantumazione di zone gravemente impoverite dalla deforestazione, come Sudamerica e
Indonesia. Attraverso le presentatrici è possibile donare
un euro che diventerà un albero, andando a ricreare una foresta. Tanti quindi gli obiettivi
perseguiti da questa azienda,
in cui la ricerca della bellezza
è solo il punto di partenza.
Avon Running
donne in corsa (uomini partecipi)
Il cuore di Avon Running, la corsa, si destina in esclusiva alle donne,
ma anche se gli uomini non possono gareggiare poco importa: la
sacca gara la possono comunque acquistare contribuendo alla
raccolta fondi e le attività organizzate all’Avon Running Village sono
aperte a tutti. Come già a Firenze, anche a Milano partecipare “al
maschile” significa supportare e spronare fidanzate, sorelle, mamme
e amiche che intendono correre la 5 o la 10 km e acquistando la
sacca farsi anche carico delle iniziative di solidarietà di cui sono
protagoniste, perché le buone cause non conoscono genere.
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9
Attenta selezione delle materie prime, metodi
di coltivazione biologici, rispetto della natura
e dei suoi ritmi. Così la famiglia Hipp produce
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Lesioni sotto
controllo
di Sergio Meda
in collaborazione con Stefano Govoni, Farmacologo a Pavia
I
l tema delle lesioni cutanee è
ampio e variegato: si va dalle
irritazioni (anche da punture da
insetti) al prurito, alle infezioni
localizzate causate da funghi e
parassiti, tipo pidocchi o scabbia, come pure alle piccole
ferite. Le irritazioni della pelle
possono essere la conseguenza dell’esposizione al sole e a
sostanze “sgradite” all’organismo, soprattutto di natura chimica. In questi casi si manifesta
prurito o l’arrossamento, quindi
un eritema, oppure gonfiore,
bolle, desquamazione e formazione di crosticine, quindi un
eczema. Talvolta la zona interessata dall’irritazione presenta
un colore alterato. «La reazione
irritativa», spiega Stefano Govoni, docente di farmacologia
presso l’università di Pavia,
«spesso è causata dal contatto ripetuto con sostanze come
nichel, cobalto o cromo impiegate nella produzione di pentole
e bigiotteria; oppure è reazione
da farmaci per uso locale - creme, pomate e unguenti - a base
di antibiotici e antistaminici;
e ancora prodotti cosmetici o
per l’igiene (tinture per capelli
e saponi) o gli stessi tessuti. In
alcuni casi si parla di reazioni
professionali, dato che hanno
attinenza diretta con alcune
professioni, cui vanno incontro
le parrucchiere e le estetiste».
Come risolvere soprattutto questi aspetti, professore? «Inda-
12
gando la storia del paziente e
mediante test specifici è possibile stabilire con esattezza quali
sono le sostanze irritanti e mettere in atto le misure preventive
più idonee, evitando il contatto
con queste sostanze nocive».
ERITEMI
L’eritema è un rossore diffuso, o
localizzato a macchie sulla pelle, che scompare se si esercita
una pressione su di esso. L’eritema è presente, per esempio,
nella maggior parte delle malattie infettive cutanee, come il
morbillo, la scarlattina, oppure a
seguito di una forte emozione,
ad esempio collera, paura o vergogna. «Fa caso a sé l’eritema
solare, frequente nei bambini e
nei soggetti a carnagione bianca, causato dai raggi ultavioletti.
Senza precauzioni ci si procura
anche ustioni di primo e secondo grado».
RIMEDI
Non pochi i farmaci impiegati
in caso di irritazioni cutanee,
eruzioni e piccole affezioni della pelle; e ancora, per prurito,
scottature e per punture di insetti: «Tutte queste preparazioni, a base di emollienti, antistaminici, cortisonici e anestetici
locali, vengono impiegate sia
nelle irritazioni cutanee sia nel
trattamento delle punture di
insetti e nelle scottature. I disinfettanti, gli antibiotici e i cica-
trizzanti per la pelle sono a base
di principi attivi che servono a
detergere le ferite e hanno attività antisettica. Sono disponibili
per lo più come soluzioni pronte
all’uso». Le irritazioni della pelle,
a seconda delle cause e della
gravità, possono essere trattate con diversi farmaci. «Nei
casi lievi», chiarisce Govoni,
«può essere sufficiente l’azione
di sostanze con attività emolliente, genere polienacido, che
permettono di mantenere un’adeguata idratazione della pelle.
Il trattamento con emollienti è
indicato per lesioni secche, fissurate e desquamate. In caso di
forme di irritazione più gravi, eczemi e dermatiti accompagnate
da dolore e prurito, conviene
usare preparati che contengano
antistaminici o cortisonici. Il vostro farmacista non avrà dubbi,
rivolgetevi a lui».
ANTISTAMINICI
Gli antistaminici sono farmaci che
impediscono l’azione di una sostanza
endogena, l’istamina, che ha azione
irritante. In questo caso sono impiegati
localmente per bloccare l’effetto
dell’istamina rilasciata nelle zone arrossate
della pelle. Sono utili in caso di pruriti,
eritemi, eritemi solari, punture d’insetti.
Attenzione al loro uso prolungato perché
possono, paradossalmente, produrre
fenomeni allergici.
CORTISONICI
Le dermatiti allergiche da contatto o
irritative possono essere trattate con
creme e pomate a base di cortisone,
ormone steroideo, normalmente
secreto dalle ghiandole surrenali, che
ha un forte effetto antinfiammatorio
e potrebbe avere effetti collaterali
importanti nel caso fosse assorbito.
Viene usato per applicazione locale
proprio per evitarne l’assorbimento.
13
PAROLA ALL’ESPERTO
UNo PSICOLOGO
TUTTO PER VOI
a cura di Claudio Buono
Donna, 30 anni
Da circa quindici anni soffro di
attacchi di panico e nonostante stia per diventare mamma,
recentemente ho dovuto assumere un ansiolitico a base di
lorazepam per controllare una
crisi. La mia domanda è se
allattando potrò continuare a
usare questo farmaco.
Le benzodiazepine, alla cui categoria appartiene il lorazepam,
passano nel latte materno e
possono provocare sintomi nel
neonato quali sonnolenza e
bradicardia. Pertanto, è sconsigliabile assumere il farmaco in
questo periodo. Sarebbe invece più opportuno un supporto
psicoterapico come, ad esempio, la psicoterapia cognitivocomportamentale: non ha controindicazioni e si è dimostrata
efficace nella risoluzione delle
problematiche di tipo ansioso,
e in particolare nel trattamento
del disturbo di panico.
14
NEL PROSSIMO NUMERO
IL CHIRURGO PLASTICO!
INOLTRATE I VOSTRI QUESITI
ALLL’INDIRIZZO
[email protected]
LI GIREREMO AL NOSTRO
ESPERTO!
Uomo, 29 anni
Ho un vero e proprio terrore di
volare. Recentemente, però,
ho letto che molte fobie, come
quella dell’aereo, si possono
sconfiggere affrontandole direttamente. Così ho pensato che
se mi facessi accompagnare
da qualche amico, forse potrei
tentare di salire a bordo per
vincere la paura. Trova sia una
buona idea?
La strategia da lei individuata,
cioè l’esposizione reale allo stimolo fobico, rientra proprio tra
le tecniche utilizzate in psicoterapia per curare paure come
quella di volare, tuttavia richiedono l’aiuto di un esperto. In-
fatti, le fobie possono portare
a condotte di evitamento dello
stimolo fobico stesso che tendono a mantenersi e possono
anche aggravarsi, soprattutto
se sono strutturate da tempo.
Perciò, farebbe bene a consultare prima uno specialista,
a maggior ragione se i sintomi
sono invalidanti e interferiscono significativamente con la
sua vita.
Donna, 53 anni
Sono molto preoccupata da
quanto mi è accaduto per due
notti di seguito. Appena rientrata da un viaggio transcontinentale, a causa del jet lag sono
riuscita a prendere sonno solo
a notte fonda, ma già alla prime luci del mattino ero sveglia,
senza però riconoscere più la
mia stanza. Ancora peggio la
notte successiva, quando mio
marito mi ha trovata in piedi, vicino al letto, mentre io ero convinta di essere in metrò. Lei che
dice, sto forse impazzendo?
Due episodi di questo tipo non
sono significativi di nulla. Solitamente, dopo viaggi attraverso i fusi orari questi disturbi
possono essere considerati
pressoché nella norma e non
c’è da stupirsi se addirittura
permangono per qualche giorno. Tutt’al più, qualora non si
risolvessero in un tempo ragionevole, potrebbe essere opportuno consultare un centro specifico per i disturbi del sonno.
Donna, 39 anni
Mia suocera soffre da sempre
di problemi depressivi, che comunque riesce a gestire con
una terapia farmacologica. Tut-
tavia, di recente ha cominciato
ad accusare presunte allergie
al cibo che le provocherebbero
reazioni fisiche di vario genere.
Per scrupolo è stata sottoposta
a tutti gli esami del caso che
però hanno escluso la presenza di qualunque intolleranza,
ma ciò nonostante continua a
lamentarsi. A questo punto siamo veramente disperati: cosa
ci consiglia di fare?
molto efficace già nelle prime
fasi della cura, sia da sola sia
in associazione al trattamento
farmacologico.
di gola, mi domando se questa situazione possa dipendere
dallo stress o da qualche patologia che non conosco.
Donna, 60 anni
Soffro di episodi di ansia e distimia. Qual è, a suo avviso,
l’antidepressivo che in genere
non provoca aumento ponderale o un innalzamento della
pressione?
Temo che quello che sta succedendo a sua suocera sia un
peggioramento della sindrome
depressiva, che si sta complicando con sintomi di natura
ipocondriaca. A questo punto
la farei valutare dal suo psichiatra, per vedere se è il caso
di modificare la terapia farmacologica del disturbo.
Gli antidepressivi, come tutte
le molecole con effetto farmacologico, possono presentare
effetti indesiderati in quanto
agiscono sui neurotrasmettitori,
che insieme agli ormoni, controllano le funzioni dell’organismo. Comprenderà quindi che
la scelta di uno psicofarmaco
non può prescindere da una
completa anamnesi ed una accurata visita del paziente. Ciò
consentirà al medico di personalizzare quanto più possibile la
terapia, riducendo l’insorgenza
di effetti collaterali non graditi.
I suoi sintomi potrebbero essere collegati al momento che sta
vivendo, ma è opportuno scartare, prima di tutto, qualunque
causa fisica. Si rivolga al suo
medico di fiducia, con il quale
potrà affrontare la problematica, eseguendo alcuni semplici
esami ematochimici di routine
e magari un elettrocardiogramma, per scartare qualunque
altra causa. In caso negativo,
potrà valutare il da farsi assieme a uno psichiatra.
Uomo, 40 anni
Soffro di crisi d’ansia che curo
con alcuni psicofarmaci specifici, ma poiché ho molta paura
di diventarne dipendente, vorrei sapere se esiste qualche
medicinale che possa essere
assunto solo quando si presenta il disturbo.
In generale il trattamento dei
disturbi d’ansia prevede una
terapia farmacologica continuativa, anche se si può valutare che la prescrizione di un
farmaco sia legata alla necessità, cioè al momento in cui si
presenta la crisi. Nel suo caso
bisognerebbe capire meglio
la natura del disturbo ansioso, nonché la frequenza ed
il modo con cui si manifesta,
per poi scegliere il trattamento più adeguato. La psicoterapia, ad esempio, risulta essere
Uomo, 48 anni
Sto vivendo un periodo piuttosto pesante per il concorso di
fattori lavorativi e affettivi, a cui
forse sono connessi i sintomi
che provo da qualche settimana (risvegli notturni con tachicardia e sensazione di febbre e
brividi durante il giorno). Dato
che il termometro mi dà una
temperatura normalissima e
non ho né raffreddore né mal
Adele Bono
Medico psichiatra,
Unità operativa di Psichiatria,
Dipartimento di Salute Mentale
A. O. San Gerardo, Monza
Uomo, 33 anni
Da ragazzo ho fatto uso di
ecstasy, e nonostante siano
trascorsi anni da quando ho
smesso di impasticcarmi, ancora oggi ci sono momenti in
cui vengo preso da forte ansia, depressione e confusione
mentale. Vorrei sapere dall’esperto come posso liberarmi
da questo incubo.
Droghe come l’ecstasy hanno
un’azione tossica sul sistema
nervoso e sono associate a
un’aumentata predisposizione
nel tempo allo sviluppo di malattie psichiche. Nel suo caso
bisognerebbe capire l’origine
di questi momenti di confusione, ad esempio se sono legati
a qualche circostanza esterna,
come eventuali fattori di stress.
Il mio consiglio è, oltre ovviamente a non utilizzare più tali
sostanze, di controllare questi
sintomi con terapie specifiche.
L’aiuto di uno psichiatra le potrà essere utile.
15
LA FARMACIA?
DEVE COMUNICARE
R
icordate le farmacie di
vent’anni fa? Alcune fascinose, dagli arredi antichi, piene
di vasi, spesso però caotiche,
colme di prodotti, espositori,
pubblicità. Ora, a parte qualche rara eccezione, le farmacie sono esercizi moderni, in
cui luci, arredo e scaffali sono
disposti secondo criteri estetici
e commerciali. Essenzialmente
più belle e organizzate per accogliere meglio la clientela. «Dopo
l’ultima ristrutturazione mi sono
accorto che pur avendo una
bella farmacia, luminosa, moderna, arredata con materiali
naturali avevo uno “strumento”
che male comunicava i prodotti esposti per cui ho pensato a una riorganizzazione degli
spazi, secondo le categorie
merceologiche dei prodotti». A
raccontarci com’è cambiata la
sua farmacia è Gianluca Ianni,
titolare dell’omonimo esercizio a
Roma, ubicato sulla Cassia, una
delle vie consolari della capitale.
«La trasformazione è iniziata a
metà anni Novanta e, a pensarci bene, è ancora in corso: tra
promozioni e stagionalità si continua a ruotare l’assortimento e
l’esposizione».
Io sono dell’idea che una Farmacia deve “comunicare” alla
clientela. Una volta all’interno
ci si deve orientare facilmente,
capendo senza problemi dove
poter trovare un prodotto di libera vendita.
Quali vantaggi trova il cliente da
questa riorganizzazione?
Zona calda?
È un termine tecnico e indica
Una farmacia “self service”?
Per certi versi sì. Questa nuova organizzazione degli spazi
consente al cliente di scegliere
in autonomia ciò di cui ha bisogno, guardando con calma tutto l’assortimento. Il farmacista
rimane comunque un punto di
riferimento a cui chiedere una
consulenza.
La farmacia è rimasta se stessa:
semplicemente comunica meglio?
Esatto, il cosiddetto category
(vedi glossario) ha aiutato molto
a razionalizzare e migliorare il
punto di vendita, consentendo
di mettere in evidenza le novità. Inoltre il cliente può trovare
facilmente i prodotti in funzione
della stagione; in questo momento, per capirsi, nella zona
“calda” stiamo togliendo le creme mani tipicamente invernali,
in favore dei prodotti per il corpo, solari inclusi.
una zona molto visibile all’interno della farmacia. In queste
zone esponiamo i prodotti che
sono di interesse maggiore per
il cliente, quelli come dicevo
prima, di stagione, oppure le
promozioni o le novità. Così
facendo, immediatamente chi
entra in farmacia può cogliere
delle opportunità!
E all’interno di queste aree i vari
microcosmi. Lei quanti ne conta
nella sua farmacia?
Circa 14. Dico circa perché alcuni sono sovrapponibili, alcuni
cambiano, si trasformano. Al
momento le categorie/esigenze esposte sono medicazione,
elettromedicali, intimità pensata così proprio per dare maggior privacy ai clienti quando
CATEGORY?
Il Category Management, si propone di
definire, esporre ed organizzare le varie
“categorie” dei prodotti in vendita,
in qualsiasi tipo di negozio o attività
commerciale. L’obiettivo principale è
soddisfare i bisogni del consumatore
con una disposizione della merce più
chiara e studiata, che mette in evidenza
le iniziative di marketing (promozioni,
novità, eccetera) e consente di dare
sempre una risposta immediata e
soprattutto “leggibile” alle esigenze
dei propri clienti.
profarmacia
scelgono prodotti che possono
creare imbarazzo come profilattici e test di gravidanza, linea
e gambe, igiene orale, igiene e
cura dei capelli, igiene e cura
del corpo, dermocosmesi…
quest’ultimi sono due settori nei
quali siamo molto specializzati.
Cosa significa poter contare su
questo tipo di comunicazione?
Prima di tutto chiarezza e trasparenza verso i miei clienti. I
prezzi possono essere facilmente esposti, completi di descrizione del prodotto o della
categoria merceologica. Facilitato nella sua scelta il cliente arriva spesso al banco con alcuni
prodotti già in mano. Anche le
persone anziane, si orientano!
Un esempio? prendono i prodotti per la pulizia della protesi
dentale dallo scaffale e le portano direttamente al banco! Prima dovevano chiedere, magari
facendo la fila. L’assortimento
della farmacia è poi esposto in
modo più leggibile e comunque comunichiamo anche che
abbiamo tanti altri articoli subito disponibili nel nostro magazzino. L’ampiezza dei prodotti
trattati differenzia le farmacie
da quasi tutti gli altri esercizi
commerciali.
Benefici per tutti quindi?
Questo sistema permette di disporre i prodotti in diversi spazi,
come nei punti vendita più evoluti. Magari uno shampoo è - al
tempo stesso - nello scaffale
dedicato alla marca, in quello
dell’igiene del capello, oppure in
uno degli spazi dedicati alle promozioni. Sembra una follia ma,
credetemi, per i clienti è tutto
più chiaro, semplice e veloce.
la risposta naturale
ai problemi dei capelli
PROFAR amplia la gamma con una linea
per la cura dei capelli a base di estratti
naturali composta da 4 shampoo adatti a
tutte le esigenze, un balsamo e una crema
nutriente-ristrutturante. Nel rispetto assoluto
del capello e della cute, la nuova linea è
realizzata senza ricorrere a parabeni o a
tensioattivi e utilizzando soltanto coloranti
alimentari. Linea Shampoo PROFAR, la
risposta naturale ai problemi dei capelli.
Shampoo Anticaduta PROFAR
con Arnica e Crescione
Gli estratti di Arnica e Crescione sono in
grado di contrastare il fenomeno della
caduta in quanto ricchi di vitamine, enzimi
e oligoelementi che stimolano la riparazione
cellulare e la circolazione a livello del cuoio
capelluto. Il risultato è un capello rivitalizzato e più forte dalla radice alla punta.
Shampoo Antiforfora PROFAR con estratto
di Eucalipto e Tea Tree Oil
Una valida protezione contro la forfora è
assicurata dagli estratti di foglie di Eucalipto
e Tea Tree Oil contenuti nello Shampoo Antiforfora PROFAR, che permette di ripristinare
anche l’equilibrio fisiologico dello strato
cutaneo. L’uso regolare del prodotto porta
alla scomparsa del prurito, ad avere un cuoio
capelluto in forma e capelli sani e facili da
pettinare.
Shampoo Capelli Grassi PROFAR
con estratto di Salvia
L’eccessiva produzione di sebo da parte
delle ghiandole sebacee forma una patina
che rende il capello opaco, sporco alla vista.
L’estratto di Salvia oltre a normalizzare la secrezione di sebo, tonifica e rinforza il capello
dalla radice alla punta. Ha un’azione lenitiva
e risulta efficace nell’alleviare irritazioni e
pruriti. Alleggeriti, i capelli sono facilmente
pettinabili, conservano la loro forma e
brillantezza naturale, rimanendo puliti più a
lungo. Da utilizzare 2 volte a settimana.
Shampoo Lavaggi Frequenti PROFAR
con estratto di Ortica Bianca
Grazie alla sua formula con “lamium album”
dall’elevato contenuto di mucillagini, normalizza la secrezione sebacea, assicurando
una pulizia delicata dei capelli e del cuoio
capelluto. Non altera l’equilibrio fisiologico e
apporta la protezione proteica necessaria in
caso di lavaggi frequenti.
Balsamo Nutriente PROFAR con proteine
vegetali di seta e avena
Aiuta a proteggere e riparare i capelli
sfibrati, secchi, molto secchi, danneggiati e
per prevenire rotture e doppie punte.
Maschera Nutriente Ristrutturante PROFAR
con vitamina E, e proteine della seta
Rinforza e protegge i capelli da agenti esterni come sole, mare e cloro, e da trattamenti
aggressivi (colore, piastra, permanente…).
Per conoscere tutta la linea dei prodotti
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17
Testi a cura di
Claudio Buono
Sergio Meda
Serena Sabbadini
Vittoria Pietropoli
MAMME OGGI
MAMME
OGGI
PAROLA ALLO PSICOLOGO
i luoghi
dell’ascolto
P
er un tema a molte facce - la maternità - che fa riferimento pieno alla
genitorialità e non può essere avulso dalle problematiche di coppia, ci siamo
rivolti a una struttura pubblica di riconosciuta qualità, un Consultorio familiare
della Asl di Milano, facendo riferimento
a una psicologa come Nicoletta Pirovano
che per facilitare il nostro compito ha fatto da collettore delle esperienze dei colleghi, gli operatori coinvolti nell’assistenza
e nel supporto agli utenti - circa 40mila
nel 2012 - che si sono rivolti alla rete dei
Consultori milanesi in 27 sedi. Ragioniamo di femmine e maschi, la distinzione di
genere è sempre meno evidente, visto che
un numero ampio di uomini partecipa ai
corsi pre-parto accompagnando la moglie
o la compagna o si fa carico del congedo
familiare o di paternità. Un maschio che,
sempre più frequentemente, vuole essere
coinvolto nelle scelte che ruotano attorno
al tema della genitorialità, quella negata
della interruzioni di gravidanza, quella
programmata della contraccezione, quella
ben presente ai futuri papà che vengono
ai corsi di preparazione alla nascita e raccontano le loro paure, le loro titubanze. La
struttura mette a disposizione ginecologi,
ostetriche, assistenti sanitari, psicologi,
assistenti sociali ed educatori che lavorano in stretta collaborazione fra loro, interagendo e integrandosi nelle varie fasi
dell’accoglienza e del sostegno.
Assistere, o meglio dare una serie di suggerimenti piuttosto che sostenere chi si
appresta a diventare genitore, è solo il
primo intervento, cui badano solitamente
un’ostetrica e la psicologa. Ma c’è di più:
«Il sostegno alla genitorialità non vede i
soli corsi pre-parto perché è opportuno
20
In tema di maternità
(ma anche di genitorialità
e più in generale di coppia)
siamo andati a vedere come
funziona un Consultorio
familiare in una grande
realtà pubblica milanese,
con l’aiuto di una psicologa
che ci lavora
seguire le mamme perlomeno nel percorso del primo anno di vita del piccolo, visto che accudire un figlio è un processo
gioioso ma anche carico di ansie, timori
e fatiche. Il partecipare a un percorso di
preparazione alla nascita, l’adesione a
un gruppo mamma bambino, il ritrovare
ragazze, donne, madri, che condividono
luoghi ed esperienze, può caratterizzare i
MAMME OGGI
passaggio nel servizio come un’esperienza positiva interiorizzabile e riproponibile nel momento del bisogno.
In particolare, immaginiamo, il sempre
più delicato rapporto con il lavoro.
Il tema del rientro al lavoro, dopo la gravidanza, di come affrontare la separazione dal bambino, è delicato e per affrontarlo compiutamente abbiamo previsto in
via sperimentale gruppi di sostegno e di
confronto attivi il sabato mattina così da
consentire una più ampia partecipazione
soprattutto ai papà.
A proposito, dottoressa, in che modo gli
utenti arrivano a voi?
Salvo medici che orientano i loro pazienti verso di noi, molto è rappresentato dal
passaparola. Ci conosce e ci segnala chi
ha già avuto a che fare con noi, tra mamme le voci corrono, poi molto dipende dal
primo figlio, che spesso è fonte di molte
apprensioni. Una caratteristica importante dei Consultori familiari è quella della
facilità d’accesso e della gratuità di molte
prestazioni.
E voi su che cosa puntate?
Il Consultorio familiare è una realtà di
servizio socio sanitario rivolta alle persone, alle coppie, presente sul territorio
da quasi 40 anni (la legge istitutiva è del
1975 ndr): un tempo lunghissimo attraversato da importanti cambiamenti culturali,
economici e sociali. La sua ricchezza e ciò
che lo distingue da un ambulatorio pluridisciplinare che eroga prestazioni risiede,
prima ancora che nella competenza delle
sue risposte, nella capacità di ascolto che
permette alle persone un’esperienza di affidamento in un spazio percepito sicuro e
affidabile.
Accoglienza è la parola chiave?
L’accoglienza che si riceve in Consultorio spesso fa la differenza. Gli operatori
cercano di ascoltare e di dare voce alla
qualità delle domande, ai bisogni sottesi,
alle connessioni con i cambiamenti di cornici storiche, sociali e culturali, alle nuove domande che corrispondono ai nuovi
cittadini milanesi. Noi poi siamo terra di
mezzo, siamo neutrali, non c’è un elemento giudicante, non c’è un modello rigido al
21
«
«Un figlio non impedisce a una mamma di essere una persona. Il
lavoro è fondamentale per non perdere identità e aiuta a essere una
mamma migliore» Fiorenza Pietropoli (manager pubblico)
quale dobbiamo uniformarci o di normalità a cui “riportare” chi si rivolge
per una consultazione. Ci sono dei percorsi convalidati ma ogni soggetto è un
caso a sé e come tale va trattato, con le
opportune attenzioni.
Nessuna diffidenza da parte degli
utenti, nemmeno da persone di diversa cultura e di recente immigrazione
nel nostro Paese?
Il panorama è molto cambiato in questi
anni. Gli immigrati di prima generazione, quelli della prima ondata, potevano
nutrire qualche diffidenza, così come
chi li incontrava, c’era l’ostacolo della lingua, delle diverse appartenenze,
spesso si faticava a capirsi. Oggi è già
molto diverso, iniziamo anche a trattare con i figli di chi è arrivato da noi, con
persone nate qui. Ci siamo formati appositamente poiché le cornici culturali,
le questioni religiose o quelle etniche
vanno tenute in debita considerazione.
22
supporto ai genitori adottivi rispondendo inoltre alle richieste di valutazione
da parte del Tribunale per le coppie che
chiedono l'adozione di un bimbo italiano o straniero.
Avete a cuore anche problemi di maternità legati a problematiche di tossicodipendenza?
Per queste specifiche problematiche
collaboriamo con i SerT, i servizi territoriali sulle tossicodipendenze, così
come si attivano collaborazioni con i
Cps, Centri psico sociali se la maternità
riguarda donne con problemi psichiatrici.
Lei parlava di ascolto: questo significa che chi arriva da voi ha diritto a un
lungo colloquio esplorativo?
È indispensabile dedicare molta attenzione alla storia, non solo clinica, dei
vari soggetti. La consultazione, il colloquio sono dispositivi fondamentali.
E questo vale per il singolo individuo
come per la coppia, per la famiglia.
Ragioniamo anche di età. Di giovani
o meno giovani genitori ma anche di
adolescenti e giovani universitari che
si rivolgono a noi per mille motivi, per
esempio per capire meglio, essere più
informati sulla propria sessualità piuttosto che per potersi confrontare rispetto ai compiti evolutivi connessi alle
diverse fasi di sviluppo.
Affrontate anche problemi di coppia,
non necessariamente legati alla maternità?
Giungono spesso in Consultorio uomini
e donne che pur realizzati sul piano professionale esprimono l’insoddisfazione
di vivere o relazioni molteplici e fugaci
nel tempo o relazioni che, pur durature
non evolvono e non si trasformano in un
progetto generativo. Si assiste così a una
provvisorietà familiare segnata da separazioni, divorzi, ricostruzioni a cui consegue una rarefazione e trasformazione
anche della funzione genitoriale. Molte
coppie si rivolgono a noi soprattutto se
il livello di conflittualità è molto alto sia
per quanto riguarda la relazione coniugale piuttosto che per quella genitoriale. Negli ultimi anni incontriamo anche
coppie che compongono le cosiddette
famiglie ricostituite che generano diverse modalità di funzionamento familiare, con tutta la complessità che attiene
il cercare di creare equilibri funzionali
rispetto a matrimoni precedenti e a figli
avuti con altri partner.
Vi occupate anche di adozioni, predisponete a questo tipo di genitorialità?
Si, il Consultorio, attraverso il Centro
adozioni, propone incontri di gruppo
per la preparazione, offre sostegno e
A suo avviso, quanto incide il tema
della precarietà, della crisi, sulle
aspettative di chi intende farsi una famiglia, mettere al mondo dei figli?
Il tema è ampio, investe i risvolti econo-
MAMME OGGI
mici, sociali, politici che la crisi determina. L’occuparsi del singolo, della coppia e della famiglia è stato da sempre
uno dei compiti dei consultori che, storicamente, sono stati creati a sostegno
dell’esercizio consapevole della maternità sia per le donne che desideravano
avere un figlio che per le donne che decidevano di non averne. Questo compito è mutato nel tempo perché nel tempo
è mutata la modalità attraverso cui il
soggetto si fa individuo, diviene coppia
o forma una famiglia. I giovani adulti
impattano con la precarietà e portano numerose richieste d’aiuto relative
a difficoltà nel concludere gli studi, a
sostenere scelte di indipendenza e di
convivenza, difficoltà a trovare un impiego, e talvolta faticano ad adattarsi a
condizioni lavorative molto lontane dai
progetti iniziali. Oggi ci chiediamo: che
cosa definisce il legame di coppia etero
o omosessuale? Che cosa fa della fami-
glia una famiglia e che cosa vuol dire
essere madri e padri? Il bisogno di controllare e predeterminare sia nel percorso di vita familiare che nel percorso
di vita individuale i tempi della procreazione, sembra indicare una difficoltà
ad accettare l’incertezza che un progetto di un figlio comporta e l’illusione di
poter definire le potenziali condizioni
di felicità e infelicità di questa scelta.
Sicurezza è un’altra parola chiave?
Sì, in termini di rete di protezione, ma
il desiderio fondamentale rimane quello della certezza degli affetti, dei legami che alla fine si rincorrono, perché
l’equilibrio, la solidità dei rapporti di
fiducia, l’autostima, sono tutti concatenati. Alla fine ognuno di noi cerca
una felicità e un benessere a modo suo
e teme soprattutto ciò che non riesce a
padroneggiare, che prescinde dalla propria volontà.
23
PAROLA AL GINECOLOGO
SE LA CICOGNA
NON ARRIVA...
Nel mondo, sono sempre di più le coppie
che hanno difficoltà a procreare. Secondo
l'Organizzazione mondiale della Sanità
(Oms), la percentuale è dell’8-10% e tende
ad aumentare nei paesi industrializzati,
probabilmente a causa dell’inquinamento
ambientale e di altri fattori come stress,
alimentazione scorretta, fumo, alcol, sedentarietà. Volendo identificare le cause
d’infertilità, possiamo riconoscere differenti fattori responsabili: qui di seguito
riportiamo i principali, distinti tra donna
e uomo.
DONNA
FATTORE VAGINALE
Setti vaginali (longitudinali o trasversali). Sono malformazioni congenite
dell’organo genitale femminile che possono causare disturbi della funzione sessuale (dolore durante i rapporti, emorragie...) rendendo difficoltoso se non
impossibile il coito. Vaginiti batteriche
da Trichomonas (un microrganismo che
viene contratto generalmente con rapporti sessuali) e da funghi. Si tratta di
processi infiammatori acuti o cronici che
alterano il pH vaginale, causando infertilità. Infezioni ginecologiche da Clamidia. Questo microrganismo si trasmette
attraverso rapporti sessuali non protetti
ed è in grado di provocare un’infezione
alle tube di Falloppio (i canali percorsi
dall’ovulo per raggiungere l’utero), provocandone l’ostruzione e impedendo in
tal modo la fecondazione.
FATTORE CERVICALE
Le cause che stanno alla base del fattore
cervicale possono essere:
Anatomiche. Il collo dell’utero risulta
24
dislocato in alto o lateralmente, oppure
può presentare un abnorme restringimento del canale cervicale (sinechie).
Funzionali. Principalmente, un’alterazione della qualità del muco cervicale
prodotto dalle ghiandole del collo dell’utero che, a causa di anticorpi antispermatozoi, infezioni o pH alterato, non è
più permeabile al passaggio del liquido
seminale all’interno della cavità uterina.
Infiammatorie. La mucosa che riveste il
canale cervicale può essere soggetta ad
endocerviciti, ovvero processi infiammatori che facilitano la penetrazione di germi e quindi l’infezione, con conseguente
ritenzione di muco nelle ghiandole.
FATTORE UTERINO
Alterazioni congenite. Un utero poco
sviluppato (ipoplasico), amorfo (utero bicorne, didelfo eccetera), eventualmente
associato a vizi di posizione (iperantiversione, retroversione o lateroversione)
che, a loro volta, impediscono all’utero
stesso di preservare un ovulo fecondato.
Endometriti. Un processo infiammatorio
a carico dell’endometrio (la mucosa di
cui è rivestita la cavità interna dell’utero)
che può impedire l’annidamento o il passaggio degli spermatozoi.
Endometriosi. È caratterizzata dalla disseminazione o dalla crescita di tessuto
endometriale in sedi anomale al di fuori
dell’utero, come ovaie e tube, con il rischio di comprometterne la funzionalità
e creare uno stato infiammatorio cronico
che impedisce la fecondazione.
Fibromi (o Miomi). Formazioni solide
benigne che, soprattutto se localizzate
all’interno della cavità uterina (fibromi
MAMME OGGI
UOMO
Fatta eccezione per l'assenza congenita dei testicoli
o per asportazione chirurgica, a cui vanno aggiunti
eventuali traumi e lesioni localizzati, le cause più
comuni di infertilità maschile possono riguardare:
sottomucosi), difficilmente consentono
il concepimento e anche se ciò avviene,
è alta la probabilità di un’interruzione
spontanea di gravidanza.
Polipi dell’endometrio. Neoformazioni
peduncolate che si sviluppano proprio
in una sede preposta all’annidamento
dell’embrione, rendendo il concepimento
praticamente impossibile.
FATTORE TUBARICO
Salpingiti. Sono infiammazioni acute
o croniche che nella gran parte dei casi
provocano l’occlusione del lume tubarico in differenti punti, compromettendo
la funzione di trasporto sia dell’uovo sia
degli spermatozoi.
Briglie aderenziali. Se il processo infiammatorio si verifica al di fuori del lume tubarico, la continuità e regolarità dell’organo è alterata dalla presenza di aderenze
che potrebbero causarne l’ostruzione, con
conseguenti problemi di fertilità.
FATTORE OVARICO
Le ovaie possono mancare (aplasia) o essere poco sviluppate (ipoplasia). Altri problemi ovulatori possono dipendere da:
Insufficienza ormonale. Bassi livelli di
ormoni (Fsh, Lh, ormone luteinizzante,
ormone follicolo-stimolante, progesterone, estrogeni) o un disturbo nel loro
funzionamento, possono ostacolare il
processo di ovulazione.
Sindrome dell’ovaio policistico. Si tratta di uno squilibrio ormonale a seguito
del quale molti follicoli non raggiungono
mai il completo sviluppo, l’ovulazione
avviene raramente e le pazienti possono
presentare una condizione d’infertilità.
Ipogonadismo
L’insufficiente sviluppo o funzionalità dei testicoli
dovuto a uno stato di carenza di testosterone (ormone
maschile).
Criptorchidismo
La parziale o mancata discesa di uno o entrambi i
testicoli dall’addome nello scroto.
Varicocele
La dilatazione delle vene che circondano il testicolo,
provocata da un reflusso di sangue, con conseguente
aumento della temperatura scrotale e relativa
diminuzione del numero e della motilità degli
spermatozoi.
Occlusioni delle vie seminali
Si verifica quando nell’apparato genitale sono
presenti ostruzioni che impediscono il passaggio degli
spermatozoi nel liquido seminale e che possono essere
conseguenza di malformazioni congenite o, molto più
spesso, di infezioni (soprattutto da gonococco o da
bacillo tubercolare).
Problemi immunologici
Alcuni anticorpi prodotti dall’uomo si trovano, oltre che
nel sangue, nel liquido seminale e sulla superficie degli
spermatozoi, e possono compromettere la motilità di
questi ultimi.
Infezioni
Generalmente sono dovute a malattie sessualmente
trasmissibili (come la gonorrea, un’infezione batterica
che se non trattata può portare alla sterilità) o a
parotite (meglio conosciuta come orecchioni), una
malattia virale che, se contratta nell’età adulta, spesso
causa infiammazioni dei testicoli (epididimite, orchite).
Intossicazioni
Le più importanti sono quelle da metalli come piombo,
arsenico e mercurio, ma anche il contatto con altre
sostanze nocive, come solventi e pesticidi, può ledere
definitivamente le cellule germinali, per cui i testicoli
non sono più in grado di produrre spermatozoi.
25
SOLUZIONI
TERAPEUTICHE
La soluzione per le coppie sterili che desiderano avere figli è il ricorso ai Centri
autorizzati che applicano le tecniche di
Procreazione medicalmente assistita (i
cosiddetti Pma) divisi per regione. Ma
quando bisogna ricorrere ad uno di questi centri? «Generalmente viene consigliato dopo uno o due anni di tentativi
falliti di concepire naturalmente», informa la dottoressa Claudia Mazzarella,
specialista in Ginecologia presso l’Ospedale Cazzavillan di Arzignano (Vi).
CONCEPIMENTO GUIDATO
Il ciclo viene monitorato in genere con
due ecografie e un test ematico, al fine
di scegliere il momento migliore o per
un rapporto o per una tecnica di inseminazione artificiale. È talora preferito
dalla donna nell’intento di evitare una
stimolazione con gonadotropine.
TECNICHE DI INSEMINAZIONE
Inseminazione intrauterina (Iui)
In linea di massima viene eseguita per i
casi di sterilità inspiegata, nei quali una
26
o ambedue le tube sono pervie (che non
presentano ostruzioni) e i parametri seminali appaiono pressoché normali. A
causa dell’ambiente endouterino piuttosto ostile alla progressione degli spermatozoi, la percentuale di gravidanze è
piuttosto bassa.
Fecondazione in vitro
con trasferimento embrionale (Fivet)
È una delle tecniche più diffuse e conosciute, ma è anche una procedura complessa, suddivisa in varie fasi. Si basa
sull’incontro dello spermatozoo con
l’ovulo al di fuori della loro sede (tratto
terminale delle tube) dove avviene fisiologicamente la fecondazione, e pertanto
è in grado di offrire una soluzione anche
alle donne di una certa età e quando le
tube di Falloppio appaiono danneggiate, ma è altresì consigliabile in caso di
alterazioni strutturali delle salpingi ed
endometriosi importanti. Riguardo alla
procedura pratica, la prima fase prevede la stimolazione delle ovaie in modo
da indurle a produrre più ovociti. Alla
data prestabilita dal piano terapeutico,
la donna dovrà assumere farmaci specifici, quali clomifene e gonadotropina
umana della menopausa. Dopo circa
otto giorni, si effettua un’ecografia vaginale per controllare numero e dimen-
MAMME OGGI
sioni dei follicoli ovarici, e un prelievo
di sangue per valutare il dosaggio del
17-beta-estradiolo (l’ormone femminile
per eccellenza). Una volta che i follicoli sono maturi e pronti per l’ovulazione,
gli ovociti vengono raccolti tramite laparoscopia o aspirazione ecoguidata, per
poi essere collocati insieme al liquido
seminale maschile (anch’esso raccolto
il medesimo giorno e opportunamente
preparato in laboratorio) in una capsula
apposita, pronti per la fecondazione. L’ovocita e il seme vengono monitorati con
attenzione per qualche giorno, in attesa
che l’uovo si divida in due o più cellule
prima di diventare una blastocisti. Se la
fecondazione ha successo (cosa che in
genere riguarda il 65-75% degli ovociti),
si procede al trasferimento degli embrioni (generalmente 2 o 3, quelli di migliore qualità). Questo processo avviene
per mezzo di un catetere ecoguidato che
viene inserito direttamente nell’utero.
Iniezione intracitoplasmica
degli spermatozoi (Icsi)
È attualmente la tecnica più utilizzata di
fecondazione in vitro e permette di gestire casi sino a pochi anni fa intrattabili.
L'innovazione sta nel fatto che il singolo
spermatozoo è introdotto direttamente
nel citoplasma dell’ovocita tramite un
microago sotto visione microscopica. Ciò
permette di trattare maschi con liquido seminale problematico (spermatozoi
scarsi e poco motili, o del tutto assenti).
In pratica, gli spermatozoi vengono aspirati, tramite un apposito ago, direttamente dai testicoli e dall’epididimo, per poi
essere iniettati negli ovociti. Se la fecondazione ha luogo, si procederà a impiantare l’embrione che ne deriva nell’utero.
QUANDO IL PROBLEMA è L'ETà
I 35 anni sono un punto di svolta: diminuisce la
probabilità di avere un figlio naturale e, parallelamente,
aumenta la possibilità di incorrere in un aborto
spontaneo o di accusare problemi ginecologici.
Oltre la quarantina, poi, la percentuale d’infertilità è
superiore al 50%, e anche il tasso di successo della
procreazione assistita si riduce fortemente. Con l’età,
infatti, la qualità degli ovociti (e quindi degli embrioni
prodotti) peggiora, unitamente alla riduzione del
numero di follicoli. Tuttavia sempre più donne scelgono
di procreare in età matura (dati Istat stimano che
le puerpere ultraquarantenni sono raddoppiate in
pochissimi anni).
Ma a quali rischi va incontro una gestante attempata?
Come spiega la dottoressa Mazzarella, «con l’avanzare
dell’età sono più frequenti problemi quali ipertensione
e diabete gestazionale, che si verificano in media nel
5% delle gravidanze. Lo stesso parametro sale al
35% nelle donne di 50 anni che hanno fatto ricorso a
tecniche di fecondazione assistita. Allo stesso modo
aumenta il rischio di mortalità materna, anche se nei
paesi occidentali resta un evento piuttosto raro. Da non
sottovalutare, poi, l’eventualità che il bambino possa
nascere con malformazioni o anomalie cromosomiche,
come la Sindrome di Down. Va detto, inoltre, che il
parto può essere più faticoso e anche a gravidanza
avvenuta è più difficile tornare in forma: i tessuti sono
meno elastici rispetto a quelli di una donna più giovane
e il rallentamento del metabolismo rende più complicato
perdere i chili accumulati durante la gravidanza».
Viste le premesse, qual è allora l’attitudine psicologica
di una mamma "tardiva"? «Le aspiranti madri tardive
possono sentirsi spaventate dal passare dei mesi senza
che accada nulla, e quindi, contro l’angoscia di andare
fuori tempo massimo, potrebbe essere utile un supporto
psicologico», risponde la ginecologa.
Che aggiunge: «C’è da dire, però, che le donne
mature, rispetto alle più giovani, sono anche più
stabili e determinate, in equilibrio con se stesse e col
mondo. Accettano quindi con più serenità la grande
trasformazione fisica ed emotiva che comporta il
diventare madri». Dunque, quale morale possiamo
trarre da tutto ciò? «È necessario essere consapevoli
dei rischi ai quali ci si espone per poterli fronteggiare
serenamente, facendosi seguire attentamente dal
ginecologo di fiducia ed effettuando tutti gli esami clinici
consigliati», conclude la nostra esperta.
27
«
«Tre figli in cinque anni mi hanno negato lo sport per una decina
d’anni, poi non è stato difficile conciliare famiglia, lavoro e hobby.
Basta organizzarsi» Margherita Acquaderni (pluricampionessa in aliante)
PAROLA ALla sessuologa
sesso?
senza timori
C
on la dottoressa Francesca Romana Tiberi, Sessuologa, psicologa e
mamma – affrontiamo tutti quei
temi che ancora oggi sono tabù nel processo per raggiungere la genitorialità, in
cui la sessualità non solo è centrale, ma
spesso può diventare un problema.
La parola mamma per molti sembra
escludere la sessualità: come mai?
Colpa della disinformazione: basti pensare che ancora oggi si vive nella paura
che un rapporto sessuale con penetrazione possa fare del male al bambino. È una
visione assolutamente distorta. Quando
si intraprende una gravidanza il corpo
cambia in funzione del bambino, il collo
dell’utero si chiude: il feto è protetto e al
sicuro, non c’è modo di poter entrare in
contatto. Queste non sono informazioni
difficili da ottenere: qualunque ginecologo è preparato ed è in grado di rispondere a ogni dubbio, soprattutto riguardo al
sesso. Molto spesso per pudore si preferisce tacere: così nascono i problemi.
Come si accetta il cambiamento, non
solo nella donna, ma come coppia: qual
è il percorso da fare per vivere al meglio questi mesi?
A seconda di come si incontra la gravidanza si avranno reazione differenti. Per
chi si rivolge alla fecondazione assistita
non si riscontrano problemi nell’accettare i cambiamenti del corpo, ma è l’intimità della coppia a risentirne. L’asse della
sessualità viene spostato: da un atto di
piacere e condivisione diventa un processo meccanico. Così può capitare che
il papà abbia ancora desiderio e la mamma no, o viceversa. L’importante in questi casi è non vergognarsi, parlare con
chi ci sta seguendo nel nostro percorso
28
e ricordarsi che la gravidanza non è una
malattia ma uno stato, tolte le situazioni a rischio si è in forma. Vale anche per
le gravidanze spontanee, in cui la donna
tende a mettere in secondo piano i propri
desideri, trascurandosi in virtù dell’incontro con la maternità. L’uomo percepisce la difficoltà, diventa così specchio del
disagio vissuto dalla compagna e avanza meno pretese. Tutte queste situazioni
sono comuni, quindi è salutare parlarne.
La bugia più grande del sesso in gravidanza?
Il calo del desiderio: tranne per le prime
dodici settimane, in cui i sintomi sono
molto simili a un’influenza e quindi non
si è sempre ben predisposte ad avere rapporti, dal secondo trimestre il desiderio
sessuale esplode e va di conseguenza assecondato. Il non desiderio non è ormonale ma psicologico.
Ci sono delle posizioni consigliate?
Sicuramente tutte le posizioni che guida
la mamma: nel primo e secondo trimestre lo stile – se così possiamo dire – non
subisce cambiamenti, perché la pancia
ancora non è cresciuta. Dal terzo, invece,
quando inizia a essere evidente si deve
cercare di capire come ovviare al problema, vivendo questi tentativi con serenità,
divertendosi a sperimentare. Negli ultimi
mesi la posizione più consigliata vede il
partner maschile dietro la compagna: è
molto eccitante per l’uomo e funzionale
per il piacere femminile.
Quali sono le cose che non si dicono?
Durante la gravidanza le donne sono
vittime di quello che comunemente viene chiamato “delirio adolescenziale”: a
causa degli sbalzi ormonali nel primo
e secondo trimestre si passa da stati di
eccitazione totale a profonda tristezza.
È giusto dire e ribadire che è normale,
tutte ne soffrono e il partner deve sapere che non durerà per sempre, quindi si
deve munire di pazienza. Inoltre si parla
MAMME OGGI
sempre di depressione post-partum, dimenticando che ne esiste anche una prepartum, legata alla paura della donna
che il compagno non accetti e non ami i
cambiamenti del corpo di lei. Il sesso in
gravidanza è consigliato soprattutto nella parte terminale, perché le contrazioni
uterine dell’orgasmo aiutano il parto. La
gravidanza è un percorso a due, la coppia
è protagonista.
In questo percorso come ci si aiuta per
far evolvere la coppia?
È fondamentale condividere tutto, anche
sul fronte sessuale, parlando dei propri
desideri: la coppia evolve se condivide la
gravidanza. Molte volte l’uomo non capisce lo stato di fragilità psicologica in cui
vive la compagna, così invece che comunicare preferisce ritirarsi. È sbagliato.
Deve essere partecipe del cambiamento,
percorrere questa strada insieme, per arrivare preparati alla fine dei nove mesi.
Il mio suggerimento è di fare insieme
le cose comuni, dallo shopping fino a
montare la cameretta - che poi saranno
la quotidianità – per non avere raffronti duri con la realtà. Un’incomprensione
non risolta potrà solo ingigantirsi nel
passare dei mesi, fino a diventare un
vero problema.
Torniamo al sesso: non ci sono controindicazioni? Posizioni a rischio?
No, se non indicate dal ginecologo, ma
anche nel caso fosse vietato il sesso con
penetrazione e orgasmo, coccole e carezze non sono vietate. Riscoprire i preliminari, per chi non può concedersi il resto,
ricordandosi – vale per le donne – che il
partner non è “incinto” e che potrebbe
aver bisogno del contatto con la propria
compagna.
Se si dovesse avvertire dolore, invece,
cosa si deve fare?
Una sensazione di fastidio è normale
soprattutto nei primi tre mesi: si deve
capire che il corpo è nella stessa condizione nella settimana che precede il ciclo
mestruale, l’utero è molto contratto, ma
non c’è pericolo di fare male a nessuno. Il
ginecologo è sempre la figura più giusta
a cui rivolgere i propri dubbi, perché conosce nei dettagli lo stato evolutivo della
gravidanza.
E fino a qui abbiamo parlato di come
vivere la sessualità mentre si attende,
ma dopo i nove mesi?
Anche qui va fatta una distinzione: a seconda del tipo di parto – naturale o cesareo – tempi e modalità per ricominciare
29
«
«Le mie due figlie hanno creato qualche intoppo nella mia
carriera ma ho sempre dato loro la priorità, ben consapevole
di una scelta giusta. Perché mia» Alessandra Ferri (ex ballerina)
ad avere una vita sessuale attiva sono differenti. In entrambi i casi, nel corpo della
donna avvengono dei cambiamenti permanenti, ci sono delle cicatrici o cambia
la conformazione della vagina. L’uomo
qui è fondamentale per aiutare ad accettare il cambiamento e per farsi guidare
dalla donna alla riscoperta del piacere.
Dopo un parto naturale sono d’obbligo
i quaranta giorni sabbatici: in questo
periodo non si possono avere rapporti
con penetrazione ma - come già detto
- non si devono escludere coccole, carezze o petting. Trascorso questo periodo di pausa forzata tutto torna nella
normalità, considerando sempre gli altri cambiamenti che ci sono nel corpo
femminile. È fondamentale sapere che,
se una donna allatta, il seno da organo
genitale diventa organo nutritivo, quindi se ne deve avere maggior riguardo e
non spaventarsi se nell’amplesso si presentassero perdite: è normale.
Se il bambino assiste accidentalmente
a un rapporto?
Questa scoperta casuale tecnicamente
si definisce “scena primaria”: i bambini non solo vedono, ma capiscono; tutti nella propria infanzia hanno vissuto
questo momento, quindi anche qui non
si deve avere nessuna paura. È più pericolosa una coppia genitoriale che non
fa percepire l’aurea di sessualità di chi
la contempla. A seconda dell’età in cui
il bambino fa la scoperta si risponde in
modo differente: dai sette/otto anni in
su si può iniziare a parlarne, perché è in
grado di capire, al di sotto di questa età
si può benissimo fare finta di nulla e dire
che mamma e papà si stavano facendo le
coccole. È comunque fondamentale rendere il sesso una tema normale: viviamo
in un’epoca in cui le informazioni a riguardo si possono avere in modo troppo
semplice e molto spesso non attendibile.
Nozioni distorte renderanno più confusi
30
i figli e faranno sì che sarà più difficile per loro parlarne. Meglio condividere all’interno della famiglia la propria
esperienza, con l’aiuto di libri, piuttosto
che siano i figli a informarsi da soli, creando dei possibili traumi.
Sempre più coppie si rivolgono alla fecondazione assistita ma non sempre
funziona. Come si vive la non gravidanza?
Questa difficoltà è un trauma importante per le coppie: ricorrere alla fecondazione assistita è vissuto come un fallimento di una funzione di base. Come
già accennato, il sesso si snatura e perde la dimensione del piacere. In questo
percorso è indispensabile farsi aiutare,
perché il fallimento collegato alla sessualità diventa una bomba in negativo,
che può distruggere la coppia.
Quando si deve smettere di provare?
Quando il prezzo per avere un figlio
diventa troppo alto: ci si deve fermare
solo quando questo pensiero diventa
condiviso, altrimenti sarà rinfacciato a
vita.
Si parla molto di turismo riproduttivo: è un fenomeno presente anche in
Italia?
Si, soprattutto per quelle che sono donne single: qui il sesso ha poco a che
fare con la gravidanza, si tratta di dover dare ascolto al proprio orologio
biologico che nelle donne dai trenta ai
trentacinque anni inizia a essere insistente. Avere un bambino diventa un
obiettivo di vita e si è disposte a tutto
per raggiungerlo. Qui i problemi che si
possono riscontrare sono altri, si apre
una tematica completamente differente
legata alla solitudine di un figlio, di cui
soffriranno le donne che fanno questa
scelta, perché vogliono un bambino,
non un compagno di vita.
MAMME OGGI
PAROLA AL FISIATRA
IL PRIMA,
IL DURANTE
E IL DOPO
Per gravidanza si intende lo stato fisiologico (dal greco phýsis natura) della donna e determina profonde modificazioni
anatomiche e funzionali a livello locale e
generale
EFFETTI GENERALI
Tra i più frequenti e più evidenti ricordiamo quelli che riguardano l’apparato
digerente:
• le variazioni dell’appetito, sia per
quanto riguarda la quantità che la qualità del cibo, con spiccate predilezioni
(le cosiddette voglie) o avversioni per
determinati alimenti o bevande (caffè,
alcolici);
• la nausea, il vomito, comuni nel pri-
mo trimestre, la digestione lenta, sintomi di una diminuzione della motilità e
della secrezione gastrica (aumento dei
tempi di svuotamento gastrico). Per
controllare questi sintomi è spesso sufficiente eliminare i cibi dall’odore e dal
sapore più intenso, scegliere cibi salati e tiepido-freddi, assumere liquidi in
piccole quantità e suddividere l’introito
calorico nei tre pasti principali più due
piccoli spuntini;
EFFETTI LOCALI
Per “modificazioni locali” intendiamo i
fenomeni che interessano l’apparato genitale femminile: sotto l’effetto di estrogeni e progesterone le ovaie e le tube aumentano di volume, la vagina diventa più
soffice, distensibile, la mucosa aumenta
di spessore e il fluido vaginale diventa
più abbondante e acido per impedire la
proliferazione di batteri patogeni. L’utero, per lo sviluppo eccessivo delle fibre
muscolari (ipertrofia), l’aumento del collagene, l’accumulo di tessuto fibroso ed
elastico e per la ritenzione di acqua nei
tessuti, durante la gravidanza quintuplica le sue dimensioni (da 7 cm di lunghezza per 3 cm di larghezza fino a 30-35 per
24…), moltiplica per dodici volte il suo
peso - passando da 50-70 grammi a 8001200 – e raggiunge una capienza di 5000
ml, rispetto ai 6/10 originari. Per quanto
riguarda le mammelle, il volume aumenta
già al secondo mese, provocando fin da
subito un senso di tensione mammaria: il
capezzolo e l’areola mammaria si fanno
più pigmentati, la cute intorno più scura
e possono comparire nella zona delle areole dei piccoli rigonfiamenti, i cosiddetti
tubercoli di Montgomery, dovuti all’ipertrofia delle ghiandole sebacee.
• la stipsi o stitichezza dovuta alla riduzione della motilità intestinale che,
associata all’aumento di volume delle
vene dei distretti sottostanti l’utero,
favorisce la fuoriuscita di emorroidi; la
stipsi si corregge con una alimentazione ricca di scorie e di fibre e aumentando l’apporto idrico.
Estrogeni
Sono i principali ormoni sessuali femminili.
Promuovono la formazione dei caratteri secondari
femminili, come il seno e l'allargamento del bacino.
Progesterone
Ormone sintetizzato dalle ovaie e dal surrene. Tra le sue
attività, permette la creazione delle condizioni adatte
alla fecondazione della cellula uovo.
• l’acidità e il bruciore gastrico, carat-
teristici dell’ultimo trimestre, che sono
dovuti al reflusso gastro-esofageo facilitato dalla riduzione del tono muscolare
del cardias (la valvola che separa esofago e stomaco) e alla dislocazione dello
stomaco per la compressione esercitata
su di esso dall’utero; per evitare questi disturbi è molto importante seguire
un’alimentazione regolare (attenzione a
menta, cioccolato, caffè, fritti, alcol);
31
«
«Due figli non impediscono di amare quello che si fa ogni
giorno, ricordandosi perché lo si sta facendo. Il vero obiettivo
della giornata è tornare a casa dalla tua famiglia»
Loretta Marchesello (coordinatrice struttura sanitaria)
ALIMENTAZIONE E PESO
Una corretta alimentazione in gravidanza deve essere ricca, varia, ma non
eccessiva. Il frazionamento dei pasti ha
come scopo quello di rendere ciascun
appuntamento con il cibo più leggero,
quindi digeribile, evitando di rimanere
per troppo tempo “a stomaco vuoto”,
con conseguenti bruciori da reflusso
degli acidi gastrici. Una dieta equilibrata in gravidanza deve essere così composta: carboidrati 50% del fabbisogno
energetico, proteine 20%, grassi (meglio
se vegetali) 30%, vitamine, sali minerali
(in particolare calcio, fosforo, magnesio, potassio, ferro) e fibre. L’aumento
del peso dipende dalle condizioni di
partenza ma in generale è di circa 10
kg: la donna sottopeso può aumentare
anche di 12-13 kg, mentre chi è in sovrappeso non dovrebbe prendere più
di 8 kg. Bisogna inoltre tenere presente
che l’incremento non è costante: durante il primo trimestre il peso aumenta
solo di circa 0.5-1 kg, nel secondo e terzo trimestre - fino all’8° mese – si arriva
anche a 400 grammi a settimana!
DISTURBI COMUNI
• Senso di pesantezza, affaticamento e gonfiore agli arti inferiori causati
dall’aumento della pressione venosa,
per la compressione esercitata dall’utero sulla vena cava inferiore e sulle arterie iliache, che facilita la formazione di
varici e di edema (gonfiore); in genere il
riposo a letto con gli arti inferiori sollevati da un cuscino e l’uso di calze elasto-compressive quando si passa molto
tempo in piedi sono utili per alleviare
questa sintomatologia.
• Sensazione di fame d’aria, di respirazione superficiale, spesso descritta dalle donne in gravidanza. Questo sintomo
si chiama dispnea, di solito è lieve e non
interferisce con le attività della vita quotidiana, né si aggrava con l’attività fisica; si pensa che sia dovuta all’aumentato
32
metabolismo e al sollevamento del diaframma (di circa 4-5 cm) per l’incremento delle dimensioni dell’utero.
POSTURALMENTE
L’aumento del peso e della grandezza
dell’addome durante la gravidanza modificano il baricentro del nostro corpo
che si sposta leggermente in avanti.
Come compenso si evidenzia un’accentuazione della lordosi lombare e un’ipertrofia della muscolatura del dorso.
Inoltre con i cambiamenti ormonali diminuisce la forza della muscolatura addominale, i legamenti del bacino sono
più lassi e l’articolazioni sacro-iliaca,
sacro-coccigea e pubica diventano più
mobili, perciò non è raro avvertire dolori a livello lombare, lombo-sacrale,
o alla radice delle cosce. È importante
quindi controllare spesso la propria
postura. Come? In stazione eretta divaricare leggermente gli arti inferiori,
all’altezza delle anche, distribuire il
peso corporeo uniformemente tra i due
piedi, sguardo dritto avanti, mento parallelo al suolo, rilassare le spalle verificando che non siano anteposte.
MAMME OGGI
TENERSI IN FORMA…
Tutte le attività sportive non agonistiche
e praticate con moderazione, come camminare, nuotare, ballare, fare yoga, pilates o altre ginnastiche dolci, non hanno
limitazioni in assenza di controindicazioni specifiche. Nuoto e acquagym sono
particolarmente indicati perché in acqua
la forza di gravità è ridotta e inoltre, sulla
base del principio di Archimede, un corpo immerso in un liquido riceve una spinta dal basso verso l’alto pari al peso del
liquido spostato. Alcune pratiche sportive però, come andare in bicicletta, fare
jogging, sciare (sci di fondo e discesa),
passeggiare in montagna, anche se non
controindicate, necessitano di una certa
competenza, prudenza, attenzione e senso della misura. Ci sono poi attività che
per la loro pericolosità intrinseca sono
decisamente sconsigliate o assolutamente da evitare, come le immersioni subacquee, lo sci d’acqua, il surf, l’equitazione,
lo sci da discesa in alta montagna (sopra i
2.500 m) e tutti gli sport di contatto.
…E TORNARE IN FORMA
Compatibilmente con poppate,
stan-
chezza e notti insonni, senza che chili di
troppo e forma fisica diventino un’ossessione, è giusto impegnarsi per tornare al
proprio peso forma, riprendere tonicità e
forze. La fretta è una cattiva consigliera,
vietate quindi le diete veloci, che promettono di perdere peso in pochi giorni,
sbagliato anche saltare i pasti e digiunare. Un’alimentazione corretta e un po’ di
ginnastica, in aggiunta a esercizi fisici
mirati a tonificare e rassodare perineo,
glutei, addome e seno sono l’unica scelta
vincente. Rispetto ai tempi non esiste un
momento universalmente giusto per cominciare, dipende da vari fattori (tipo di
parto, complicanze, forza e motivazione
soggettiva eccetera), bisogna comunque
attendere la completa cicatrizzazione
delle ferite chirurgiche (episiotomia e taglio cesareo) e non allenarsi mai se sono
presenti contrazioni uterine (i cosiddetti
“morsi”) per non accentuarle. L’utero nel
puerperio va incontro ad un processo
involutivo che, in un periodo di 6-7 settimane circa, lo riporta alle dimensioni di partenza. Per iniziare basteranno
semplici passeggiate, di lunghezza progressivamente crescente, pochi minuti
di stretching al mattino ed esercizi di
respirazione e rilassamento per la sera.
Riacquistando tonicità sarà naturale passare ad esercizi semplici, da effettuare
anche a casa con un tappetino, come il
pliè (piegare le ginocchia con le punte dei
piedi a 180°), il ponte (il sollevamento del
bacino da posizione supina), gli addominali (senza esagerare nel sollevare testa
e tronco, è sufficiente staccare le scapole
da terra), affondi, flessioni sulle braccia
(nella versione più soft con le ginocchia
appoggiate) e qualche esercizio isometrico per i pettorali. Un consiglio in più per
il seno: massaggiate delicatamente con
creme idratanti (meglio cominciando prima, durante i nove mesi di gestazione),
mattina e sera, con movimenti circolari,
evitando la zona del capezzolo. E alternare docce o impacchi di acqua fredda e
calda.
33
APPLICAZIONI PER LORO
Tecnobambini
in ARRIVO
C'
è una parola che i bambini amano e che usano per descrivere la loro vita tutta proiettata
in avanti, ed è "futuro". I piccoli sono
aperti a nuove conoscenze, non hanno
preconcetti e possiedono una maggiore
agilità mentale rispetto agli adulti. La
disinvoltura mostrata con le nuove tecnologie può lasciare sbalorditi, ma per
loro è semplicemente qualcosa di nuovo, che incontrano per la prima volta. Il
rapporto tra bambini e tecnologia è un
tema di gran moda, che suscita reazioni
spesso contrastanti: c’è chi vede in esse
il male e cerca di proteggere il proprio
figlio tenendole lontane, e chi invece le
esalta sfruttandone all’eccesso le potenzialità. La realtà che i nostri figli vivranno sarà fatta di innovazioni, comunicazioni immediate e touch screen: un
avvicinamento alla tecnologia, mediato
dai genitori e finalizzato alla conoscenza, non può che essere positivo. Questi
tablet sono stati concepiti per essere il
più possibile semplici, intuitivi e poco
mediati. Tocchi quello che attira la tua
attenzione: una regola che non va certo
insegnata. Negli ultimi anni sono stati
lanciati sul mercato dispositivi pensati
apposta per i bambini. Le performance
tecnologiche rimangono di alto livello,
ma accesso a internet e app scaricabili
sono solo quelle adatte all’età. ClemPad
di Clementoni, Tabeo di Toys’R’Us e SuperPaquito di Imaginarium sono alcuni
dei tablet pensati appositamente per un
pubblico dai 7-8 anni in su. Per i bambini, soprattutto i più grandi, possono essere strumenti molto intelligenti, se ben
usati. Anche i più piccoli possono trarne
qualche vantaggio. Ci sono applicazioni
che, attraverso il gioco, stimolano l’apprendimento: si può imparare l’alfabe-
34
to, la matematica, l’inglese, i nomi degli
animali o riconoscere le forme. Di app
ce n’è per tutti i gusti e per tutte le fasce
d’età. Da segnalare è Timbuktu, un magazine su iPad per avvicinare i bambini
all’attualità. Foto, giochi, storie, video e
notizie da leggere, unite a una grafica
invidiabile, con una novità al giorno e
l’ambizione di coinvolgere anche mamma e papà.
Mediatori dell’apprendimento
Ipertecnologici o antitecnologici che siano, i genitori hanno un ruolo fondamentale nella trasmissione di un modello
positivo dell’uso dei nuovi device. Un recente studio ha dimostrato che di fronte
a questi giocattoli tecnologici il pericolo maggiore risiede nel comportamento
degli adulti. A seconda che giocassero
con giocattoli tradizionali, come forme di legno, libri e animali di peluche,
o con equivalenti elettronici, si è visto
che interagivano in modo diverso con
i propri figli. Nel secondo caso, infatti,
erano meno attenti e meno reattivi, più
impegnati a capire il funzionamento o a
cercare di insegnarne l’utilizzo al bambino, come se il gioco interferisse con
l’insegnamento. E questo non deve accadere. Uno degli errori in cui è più facile incorrere, per i quali vengono spesso demonizzati, è quello di utilizzare
questi dispositivi come “riempi tempo”.
Un’ora trascorsa davanti a uno schermo
può essere di scarso valore educativo,
MAMME OGGI
è vero, ma può anche trasformarsi in
un’esperienza di apprendimento ricca e
stimolante, se mediata da un adulto, incentrata su contenuti adeguati e se può
diventare spunto per incoraggiare altre
attività.
Giochi tecnologici
I libri diventano interattivi, le macchinine vengono telecomandate dal telefonino, le costruzioni Lego si muovono
e camminano: i giochi di sempre continuano ad esserci, solo trasformati in
chiave moderna. I giocattoli di nuova
generazione sono fortemente integrati
con il digitale. Tra i toys 3.0 possiamo
trovare mini elicotteri o macchinine pilotati via iPhone o piccole piattaforme
di plastica che, attaccate alla consolle,
permettono al bambino di veder materializzarsi sullo schermo il personaggio - action-figure è il termine tecnico,
se volete passare per esperti - appoggiatovi sopra. Se non è magia, poco ci
manca, almeno agli occhi dei più piccoli. L’incontro tra videogioco e giocattolo
è una delle soluzioni più riuscite degli
ultimi anni: iniziata con Skylanders
dell’Activision, ora prosegue con Infinity della Disney. E ancora, la linea Lego
Mindstorm, che da più di quindici anni
combina mattoncini tradizionali con
sensori, ingranaggi, parti pneumatiche
ed elementi programmabili, farà a breve uscire una nuova versione – chiamata
EV3, prevista per settembre – con nuove potenzialità. Tre motori, infrarossi in
grado di rilevare la presenza di oggetti
e misurare la distanza e il movimento,
sensori sensibili al tatto e capaci di riconoscere fino a sei colori, permetteranno
di costruire «17 automi diversi», come
promesso sulla grande confezione; ma
la compatibilità con le linee precedenti
lascia ampio margine di gioco alla fantasia dei piccoli scienziati appassionati di
robotica. E il libretto di istruzioni? Scaricabile con un’app dedicata, per stare al
passo con i tempi.
UNA RADIO...
MAGICA!
In questo panorama avveniristico di nuove
tecnologie destinate ai più piccoli, fa capolino il
fascino d’antan di un mezzo di comunicazione
del passato. Una radio - o meglio una web
radio, perché dalla tecnologia non possiamo
più esimerci - destinata ai bambini (0-13
anni) con musica, contenuti e letture scelti
da un’équipe tecnico-scientifica di esperti.
L’obiettivo è quello di divertire e, allo stesso
tempo, sviluppare competenze, come la
creatività, il linguaggio, l’allungamento dei
tempi di attenzione e il coordinamento sensomotorio attraverso giochi da fare ascoltando.
Radiomagica piacerà ai bambini di tutte le
età, ai nostalgici delle vecchie fiabe sonore e a
quei genitori che credono ancora che educare
all’ascolto - nel senso più ampio del termine sia il primo passo verso il rispetto e una società
migliore.
http://fondazione.radiomagica.org
35
ambientiamoci
VINI BIOLOGICI
E BIODINAMICI
di Vittoria Pietropoli
S
ono due modelli di agricoltura che coniugano
sostenibilità, salute e sicurezza alimentare. Il loro punto di
forza è la verificabilità: la certificazione bio è un processo
uguale in tutto il mondo e con
standard fissi per proteggere
la biodiversità, con il divieto
di utilizzare Ogm (Organismi
geneticamente modificati), di
deturpare l’ambiente facendo,
nel contempo, un uso responsabile dell'energia e delle risorse naturali. Tutti i prodotti con
questa dicitura, sia che siano
acquistati dal produttore diretto, sia nei negozi specializzati
o nella grande distribuzione
organizzata, rispettano le stesse regole e sono soggetti alle
stesse ispezioni da parte degli
organismi di controllo europei.
Per il biodinamico vale lo stesso criterio, ma alla produzione
vegetale si accosta l'allevamento animale.
Bere biodinamico
In questo sistema parallelo
di produzione, un’attenzione
particolare va data al vino. In
Italia, ma anche in Europa,
a oggi non esiste ancora un
codice disciplinare internazionale per la viticoltura o vinificazione biodinamica, ma
solo sulla coltura della pianta.
Si parla, infatti, di "uve provenienti da agricoltura biodinamica", ed è questa la dicitura
con cui si etichettano i vini
che la garantiscono.
Il vino biodinamico è quindi un
particolare vino da agricoltura
biologica, posto a controllo di
Demeter, l’associazione per i
produttori, trasformatori e distributori di prodotti agricoli e
alimentari biodinamici. In Italia esistono ormai numerosi viticoltori che hanno intrapreso
questa strada e che utilizzano
uve certificate. Un caso interessante è quello di Claudio
Menicocci: nella sua azienda
agricola San Gratiliano ha redatto un codice personale di
agricoltura biodinamica, che
non lo esclude però dai controlli dell’Icea (Organismo di
controllo e certificazione agricoltura biologica autorizzato),
che assicura a sua volta che
l’azienda lavori nel rispetto del
Regolamento Cee e di Demeter. Il regolamento dell’azienda
San Gratiliano è unico nel suo
genere e si articola in tre parti:
vinificazione, imbottigliamento e conservazione. Un protocollo è dedicato alle tecniche
permesse di trasformazione,
che escludono il supporto di
procedimenti chimici, fatta
eccezione per lo zolfo utilizzato per il vino. Tutte le fasi di
confezionamento e trasporto
sono sottoposte allo stesso
grado di attenzione e rispetto
delle regolamentazioni richiesto agli agricoltori durante la
produzione.
Prezzi elevati
La meticolosità di lavoro per
ottenere la certificazione
spiega perché il costo di un
prodotto coltivato con questi
criteri sia superiore a quelli di
produzione industriale.
È giusto sottolineare come
nel contesto attuale di crisi
economica e ambientale, sia
fondamentale fare scelte a favore della qualità della vita e
dell'ambiente.
L'agricoltura e la cultura rurale
devono essere le basi su cui
ripartire per indirizzare la società verso scelte consapevoli
e sostenibili.
37
PER CHI HA FIGLI
IMMAGINI E PAROLE
PER CRESCERE MEGLIO
di Laura Camanzi in collaborazione con Mariangela Costanzo
I
n una società in cui si legge sempre meno, l’àncora di
salvezza dell’editoria sembrano essere proprio loro, quei
piccoli nativi digitali di cui si
parla tanto. I più piccoli leggono molto, e molto più di ieri:
questo perché è cresciuta la
sensibilità nei confronti della
lettura da parte di genitori e
insegnanti e perché si investe
di più sul loro futuro. L’abitudine alla lettura si crea fin dalla
primissima infanzia: già dai
primi mesi i bambini sono in
grado di maneggiare un libro,
spesso preferendo assaggiarlo
con la bocca piuttosto che con
lo sguardo, ma poco importa.
Crescendo imparano a sfogliarlo e ad apprezzarlo anche
per quello che contiene.
Leggendo assimilano parole
nuove, scoprono immagini,
arricchiscono il proprio lessico e il proprio bagaglio di conoscenze. Attraverso mostri,
streghe, animali, principesse,
personaggi coraggiosi, ridicoli o prepotenti, imparano che
il mondo è grande e vario, e
danno voce a sentimenti, paure ed emozioni. Gli albi illustrati
raccontano una storia usando
contemporaneamente immagini e parole: guardando le figure i bambini iniziano a dare
un significato a ciò che vedono
fuori e ciò che sentono dentro.
Al pari del testo, le figure hanno una funzione letteraria e
38
pedagogica, oltre che estetica.
Numerose ricerche hanno dimostrato come i bambini abituati ai libri illustrati giochino
in modo diverso da quelli che
non lo sono: hanno più fantasia e sono in grado di creare
attorno a un giocattolo - ma
non solo - un contesto di storie
che lo rende più accattivante.
Un bastoncino di legno trovato
al parco può così diventare la
bacchetta di un mago smemorato o la spada di un valoroso
cavaliere e riempire interi pomeriggi di avventure. Immagini e parole raddoppiano il loro
valore quando unite. A scuola
purtroppo sono state separate
in due discipline diverse, mentre se usate in contemporanea
aiuterebbero la formazione del
pensiero sequenziale: un insegnante che utilizza anche le
immagini per spiegare la sua
materia, risulterebbe di sicuro più efficace. Ecco perché
i libri illustrati sono così importanti. Seguire una storia
richiede competenze di analisi, organizzazione e rielaborazione dei dati: i bambini che
li leggono, oltre a una forte
identità, sviluppano capacità
sequenziali che li rendono più
intelligenti.
Foille Sole e Foille Insetti.
Dedicato a chi
fra scottature e punture
si sta bruciando le vacanze.
Eritemi e scottature solari
i
Punture díinsetti
pronto soccorso della pelle
Foille insetti a base di idrocortisone e Foille sole sono medicinali. Leggere attentamente il foglio illustrativo. Attenzione
i medicinali vanno assunti con cautela, per un breve periodo di tempo, non superando le dosi consigliate e solo per le
indicazioni riportate nel foglio illustrativo. In caso di dubbio rivolgersi al medico o al farmacista. Autorizzazione del 29/5/2012.
39
Liberi di scegliere
Incoraggiare al piacere della
lettura è compito dei genitori.
Creare ogni giorno uno spazio
dedicato ai libri è la prima regola da seguire. Che sia prima
della nanna, dopo la merenda o in mezzo alla mattina è
uguale: l’importante è ritagliarsi un momento nella giornata
per condividere insieme il piacere della lettura, inserendola
nella quotidianità e facendola
diventare un’abitudine. Quando l’adulto legge ad alta voce
condivide con il bambino che
lo ascolta non solo una storia, ma anche un’emozione.
In questo modo si solletica la
curiosità dei più piccoli verso
quei “segni neri” sulla pagina
da cui nascono storie meravigliose, predisponendoli alla
lettura autonoma. Dovremmo
dare ai nostri figli un’ampia
varietà di scelta, visiva e testuale, per far capire loro che
esistono molti diversi modi di
40
raccontare le cose. Le biblioteche, con il gran numero di testi a disposizione, sono luoghi
d’elezione. Bisognerebbe proporre libri e albi semplici, ma
anche quelli più complessi,
tenendo conto che lo sguardo
di un adulto e di un bambino
non sempre coincidono: i piccoli di solito non sono attratti
dall’insieme, ma da un dettaglio, e si lasciano guidare dallo
stupore. Impariamo a rispettare i loro gusti, anche quando
non coincidono con i nostri,
consigliando qualche titolo in
più senza imposizioni.
Un libro in aiuto
La narrativa “a colori” assegna
ampio spazio alla descrizione
delle emozioni e dei sentimenti. Affrontare i piccoli grandi
“drammi” della quotidianità
può diventare più semplice se
visto attraverso le pagine di un
libro: togliere il ciuccio, fare il
bagnetto - che, sembra incre-
dibile, ma non a tutti piace -,
andare dal dottore, imparare a
usare il vasino, il difficile passaggio dalla famiglia alla scuola, dormire in una stanza da
soli. Agli occhi dei grandi sono
i normali passaggi di crescita, ma per i più piccoli sono
situazioni che spaventano. Un
libro può aiutare a ridimensionare i problemi. Le illustrazioni, quando sono originali ed
espressive, coinvolgono profondamente il giovane lettore,
catturandolo in una sorta di
legame empatico. Riconoscendo le emozioni raffigurate
il bambino ne acquisisce maggiore consapevolezza e arriva
a dare un nome ai propri stati
d’animo, superando le sue insicurezze.
Iperproduzione
Scegliere i migliori libri per
bambini è veramente difficile:
l’offerta editoriale è ricchissima. Se negli anni Ottanta si
PER CHI HA FIGLI
pubblicavano in media 250
titoli l’anno per ragazzi, oggi
siamo passati a più di 3.000.
L’iperproduzione crea disorientamento e fa sì che spesso si
cada nelle tematiche e nelle
scritture “di moda”, perdendo
di vista, in questo panorama
affollato, le opere più meritevoli e originali. I grandi nomi non
tradiscono mai: Leo Lionni,
Bruno Munari, Iela Mari, Eric
Carle, solo per citare i più noti.
E lo stesso vale per le case
editrici, da quelle pioniere
dell’album illustrato negli anni
Settanta, come Emme edizioni
e La Coccinella - che ancora
oggi sfornano collane e titoli
validissimi - a quelle che propongono testi di grande qualità
come Salani, Lapis, Orecchio
Acerbo, Babalibri e Topipittori.
futuro interattivo
Leggere per ora resta l’unico
modo di far crescere il pensiero, di imparare la diversità dei
vocaboli e di affinare l’uso della parola: che questo avvenga
su pagine da sfogliare o su
uno schermo da toccare poco
importa. Fluidità è la parola
d’ordine al momento. I libri per
bambini, più di altri, vedono
sempre di più sfumare i propri
confini tra gioco, software e
animazione. Se per gli e-book
dedicati agli adulti si è trattato solo di una conversione di
formato - da carta a schermo
- per i libri destinati ai più piccoli l’impatto è stato più rivoluzionario, sia nei contenuti
che nel design; basti pensare all’aggiunta di animazioni,
suoni, musica e attività che il
supporto tecnologico ha offerto. E siamo solo all’inizio. Quello verso cui si andrà in futuro
è, probabilmente, l’interattività
nella narrazione: il lettore, con
le sue decisioni, potrà intervenire sul racconto in un modo
che oggi non siamo ancora in
grado di immaginarci.
ZOOM
PESCI
PARLANTI
E ULLALLà
Da seguire, per meriti
riconosciuti o semplicemente
perché bellissime, sono:
la collana Pesci parlanti
(Uovonero), pensata per
bambini affetti da autismo,
ma adatta anche a bambini
in età prescolare con
difficoltà di lettura; la serie
Zerotre (Panini), l’unica
destinata ai piccolissimi 0-3 anni appunto - e pensata
per le loro reali capacità. E
ancora, gli albi illustrati di
Editoriale Scienza, con storie
che avvicinano alle prime
nozioni di logica e prematematica, la collana Ullallà
(Emme edizioni), gli eredi
dei famosi “libri coi buchi”
con cui sono cresciuti molti
genitori.
41
FLOATING THERAPY
di Enrico Maria Corno
P
rovate a immaginare la
scena: all'interno di un
centro specializzato, una terapista vi accompagna in una
camera, come fosse la semplice saletta per i trattamenti
di una spa. Vi fa spogliare e vi
chiede di immergervi in una
speciale vasca in vetroresina.
Anche avendovi debitamente
avvisato, la prima sensazione
non potrà che lasciarvi sorpresi: riuscirete infatti a galleggiare senza fatica in pochi
centimetri d'acqua, grazie ad
un sale disciolto - il solfato di
magnesio - che ne aumenta
la densità. Non sentirete né
freddo né caldo: questa soluzione ha la vostra temperatura
42
corporea, intorno ai 35 gradi.
La terapista quindi esce dalla
stanza e abbassa le luci che
progressivamente arrivano a
spegnersi. Da quel momento rimarrete fino a 60 minuti
totalmente al buio (gli estremisti non vogliono nemmeno
le luci d'emergenza), nell'assoluto silenzio (la stanza è
insonorizzata), come sospesi
nel vuoto in assenza di gravità, senza toccare i bordi né
il fondo della vasca. Il respiro
rallenta, ogni pensiero e preoccupazione vi abbandonano,
il corpo perde ogni percezione e non si può far altro che
rilassarsi profondamente. Una
sensazione incredibile e mai
provata prima. In realtà, una
"non-sensazione". «In questo
modo, all'interno della vasca si
annullano tutti gli stimoli esterni», ci dice Giancarlo Balzano,
ginecologo, omeopata e socio
di Hydro Care di Roma, uno
dei centri specializzati attivi in
Italia. «La maggior parte delle
nostre risorse è destinata a gestire la temperatura corporea e
la forza di gravità che in questa
vasca scompaiono». Le sensazioni tattili sulla pelle ci fanno
capire come e dove siamo nel
mondo esterno e il corpo si regola di conseguenza. Anche a
letto mentre dormiamo. «Nella vasca, in sospensione e in
un'atmosfera che si adatta ai
MUOVERSI
ta, luci soffuse, una doccia e
una tisana vi aiuteranno a metabolizzare questo viaggio e a
riprendere la vita quotidiana
con rinnovato entusiasmo.
PERCHé FA BENE
nostri estremi biologici, ogni
sensazione viene meno, non
senti più di avere un corpo e,
circa mezz'ora dopo aver preso confidenza con l'ambiente,
l'organismo si rilassa e, “non
avendo altre preoccupazioni”,
comincia a produrre endorfine, le sostanze chimiche che
definiscono il benessere». In
acqua, al caldo, al buio e in silenzio: va da sé che tutto questo ci faccia tornare nel grembo
materno a emozioni ancestrali
pre-parto. «Si è scoperto che
la deprivazione sensoriale,
cioè l'assenza di stimolazioni
esterne, non "addormenta" il
cervello ma paradossalmente
lo stimola: dopo un'ora di permanenza in questo stato, tutte
le tensioni fisiche sono eliminate e anche lo stress mentale
scompare».
Il ritorno alla normalità sarà
graduale: una musica delica-
«La Floating Therapy cancella
lo stress fisico e mentale determinando anche una misurabile
riduzione della pressione sanguinosa e della frequenza cardiaca, elimina i dolori articolari
e muscolari e perfino nutre il
corpo: i 400 kg di sale disciolto apporta minerali molto utili a
gestanti e donne in menopausa e ha anche un'azione rilassante per i muscoli. Secondo
recenti studi scientifici, un’ora
di galleggiamento equivale a
4-6 ore di sonno profondo». In
un attimo si ottiene il medesimo beneficio che si ha dopo
anni e anni di pratica della
meditazione. I benefici della
terapia sono evidenti per chi
fa uso del proprio corpo (gli
sportivi per primi) accelerando
anche la guarigione da ferite e
infortuni. A chi lavora e studia
migliorando la concentrazione
e la lucidità. «Il galleggiamento aiuta soprattutto le donne
in gravidanza che trovano così
sollievo: galleggiando prone,
non sentono più il peso liberando la schiena dalla tensione». Sono state registrate alte
percentuali di successo nella
cura della depressione, miglioramenti nella qualità del
sonno, nelle relazioni interpersonali e ovviamente nella gestione dello stress e nello stato
di benessere generale, nonché
un ampliamento dei movimen-
ti articolari e una diminuzione
dei dolori cronici.
A CHI si sconsiglia
Una sensazione di claustrofobia? Capita solo in rarissimi
casi a persone ipersensibili e,
ad ogni modo, è facilmente
evitabile. «Devono fare attenzione gli ipotesi che possono
avere un ulteriore calo della
pressione, i soggetti con ferite
aperte perché il sale così concentrato brucia parecchio e
coloro che sono affetti da casi
di incontinenza», conclude
Balzano.
DOVE E QUANTO
«La Floating Therapy non è
ancora stata riconosciuta dalla comunità medica internazionale e probabilmente, nonostante i riscontri medici che
abbiamo tutti i giorni in tutto il
mondo, sarà sempre confinata nell'ambito delle discipline
del benessere e quindi non
rimborsata dal Servizio sanitario nazionale. Oggi ci sono 15
centri specializzati solo a Londra e sono centinaia in tutto
il Nord Europa, soprattutto
in Svezia. In Italia ci stiamo
arrivando ora: oltre a Hydro
Care Floating a Roma (www.
hydrocareitalia.com), l'unico
altro centro attivo in Italia è a
Treviso ma molti sono prossimi all'apertura nel resto del
paese (www.floatingnetwork.
com). I prezzi? Adeguati alle
tariffe europee: 50 euro una
seduta di un'ora che si riducono in caso di abbonamenti.
43
ricette
tempo di
zucchine!
di Laura Camanzi
in collaborazione con Giovanni Seveso, Specialista in alimentazione
C
ilindriche o tondeggianti,
verdi chiare o scure, striate o uniformi: comunque siano, le zucchine sono l’ingrediente jolly da avere sempre
a portata di mano. Le varietà,
oltre alla più comune “Striata
d’Italia”, sono molte, e tutte con evidenti richiami alla
zona d’origine: quella “Genovese”, detta anche a trombetta, dalla polpa giallo pallido e
dal sapore delicato e distintivo; la “Striata di Napoli”,
di colore chiaro, con buccia
striata e scanalature profonde; la “Verde Milano”, molto
scura, dalla polpa soda e destinata soprattutto all’esportazione; ma anche la “Tonda
di Piacenza” o la “tonda di
Nizza”. E ancora, la “Veneziana”, la “Bianca di Trieste”
la “Bianca sarda”, la “Rigata
pugliese”…. Presenti sul mercato tutto l’anno, grazie alla
coltivazione in serra, vedono
però la loro stagione tra la tarda primavera e la fine dell’estate, quando sono più buone
e dolci. «Gustose e croccanti,
le zucchine estive sono anche le più ricche di proprietà
nutritive» sottolinea Giovanni
Seveso, specialista in Scienze
dell'alimentazione e dietetica.
«La zucchina è una tra le verdure più light che esistano:
contiene, infatti, oltre il 90%
di acqua e ha una bassissima
44
percentuale di lipidi e proteine. Perfetta dunque per chi
segue un regime dietetico
ipocalorico, ma non solo. È
ricca di sostanze organiche
preziose, dalla vitamine A,
importante antiossidante che
aiuta a tenere in buona salute
la vista e la pelle, a quelle del
gruppo B (soprattutto B1, B2,
B9), indispensabili per l’efficienza del sistema nervoso e
per conservare l’efficienza dei
tessuti, sia esterni che interni.
Notevole anche la presenza di
vitamina C, basti pensare che
100 g di zucchine forniscono
il 30% della dose giornaliera
consigliata. Moltissimi i minerali, a partire dal potassio
(459 mg), fino al fosforo (93
mg), magnesio (33 mg), calcio (21 mg) e sodio (3 mg).
Le zucchine sono inoltre fonte
di luteina, un carotenoide dai
comprovati effetti benefici sugli occhi e sulla vista: recenti
ricerche ne hanno dimostrato
l’azione antinfiammatoria e
antidegenerativa sulla retina.
Grazie alla loro elevata digeribilità, le zucchine sono un
alimento adatto per chi soffre
di disturbi digestivi e in caso
di organismi debilitati. Ottime
per gli anziani, lo sono anche
per i più piccini: non a caso
sono uno dei primi alimenti
che viene somministrato in
fase di di svezzamento».
Buccia preziosa
Leggere, gustose e a basso
contenuto calorico, le zucchine sono un alimento che non
dovrebbe mai mancare sulle
nostre tavole. «Hanno proprietà diuretiche, antinfiammatorie
e disintossicanti e, grazie a un
blando potere lassativo, stimolano le funzioni intestinali».
Sono utili quindi nelle diete,
per chi soffre di stipsi, infiammazioni urinarie, calcoli renali
e per chi cerca di combattere
la ritenzione idrica. Essendo
ricche d’acqua e di minerali
sono validi alleati per reintegrare le perdite legate all’eccessiva sudorazione con l’arrivo del
caldo. «Il miglior modo per
consumarle» precisa Seveso,
«sarebbe crude, per non perdere elementi preziosi, come la
Valori nutrizionali
per 100 gr:
kcal 21
carboidrati 3,11 g
grassi 0,4 g
acqua 92 g
proteine 0,36%
fibre 1,1 g
la ricetta
Torta dolce
Ingredienti
300 g zucchine novelle
200 g farina 00
100 g mandorle tritate
2 uova
250 g zucchero
180 ml di olio di semi
1 bustina di vanillina
1 bustina di lievito
vitamina C, termolabile e idrosolubile». E questo è il periodo
migliore per gustarle così. «La
buccia, che molto spesso viene scartata, è invece la parte
più preziosa: ottima fonte di
acido folico e carotenoidi, tra
cui la già citata luteina, aiuta a
migliorare l’elasticità cutanea,
la funzione visiva e aiuta una
buona digestione. Le zucchine
giallo oro - purtroppo sempre
più difficili da trovare - sono
ancora più ricche di flavonoidi
polifenolici antiossidanti, che
contribuiscono a proteggere
l’organismo dai radicali liberi».
Versatilità
Sode, di piccole dimensioni
(per contenere meno semi)
con la buccia lucida, brillante e priva di ammacca-
ture: così devono essere le
zucchine per dare il meglio
di sé. Si possono mangiare crude - quando giovani e
freschissime -, alla griglia, al
forno, trifolate; possono diventare ingrediente base di
ottimi piatti, dalle minestre,
alle zuppe, fino a paste, risotti e torte salate. A cubetti nell’insalata, al forno con
un po’ di pane grattugiato e
un filo d’olio, lessate, fritte,
stufate o cotte al vapore, si
prestano a svariate ricette in
cucina, adattandosi dall’antipasto fino al dolce. La presenza di molta acqua fa sì
che non abbiano un sapore
molto intenso, e questo loro
gusto dolce e neutro le rende
perfette per arricchire molte
ricette.
Le zucchine, comunemente
utilizzate per le preparazioni
salate, con il loro sapore dolce e
poco marcato si adattano bene
anche alle ricette dolci. Come le
carote, se abbinate agli ingredienti
giusti, sono in grado di regalare
alle torte un sapore insolito ma
molto gradevole. Con il loro alto
contenuto di acqua, le zucchine
rendono questo dolce morbido,
delicato e non troppo calorico. Si
comincia grattugiandole con una
grattugia a fori larghi; nel frattempo
si prepara l’impasto montando le
uova con lo zucchero e unendo un
po’ alla volta la farina, le mandorle
tritate, il lievito, la vanillina e l’olio di
semi. Alla fine, quando il composto
è ben amalgamato, si aggiungono
le zucchine grattugiate. Si versa
il tutto in una teglia imburrata e
infarinata e si cuoce in forno a 160°
per circa 40 minuti. Le mandorle
tritate possono essere sostituite a
piacere da nocciole o noci.
45
Letture salutari
di Francesco Rizzo
Come ho vinto
l'ansia da
prestazione
sessuale
di Emiliano Toso
Edizioni L'Età dell'Acquario
Pagine 136
Euro 12,50
Qualcosa di diverso da un manuale sui problemi che si possono avere a letto. Qualcosa
di più “intimo” di un elenco di
disfunzioni e di possibili rimedi. Questo libro parte infatti da
dieci storie personali, protagonisti sei uomini e quattro donne, che raccontano le difficoltà della loro vita sessuale e il
modo in cui sono guariti. Dalla
fatica nel raggiungere l'erezione e mantenerla, all'eccessiva
tensione dei muscoli vaginali,
dall'eiaculazione precoce (un
problema che, secondo stime
del 2012, riguarda il 30% degli
italiani), alla difficoltà di avere
un'adeguata lubrificazione vaginale, fino all'impossibilità di
raggiungere l'orgasmo. Il filo
conduttore del volume, scritto
dallo psicoterapeuta Emiliano
Toso, è l'ansia da prestazione
sessuale, ovvero una forma di
“fobia” caratterizzata da un
46
esagerato timore nei confronti di ciò che si fa per paura di
essere derisi. Alla quale si aggiungono spesso complicazioni nel rapporto di coppia che
nascono in camera da letto ma
inquinano altri ambiti o paura
di non poter trovare il partner
giusto. L'ansia da prestazione
sessuale porta l'individuo a
pensare in anticipo che non
riuscirà ad avere un rapporto
sereno, con una previsione
che, puntualmente, si verifica.
La risposta di Toso è semplice:
un libro che “parli” al lettore,
riferendogli testimonianze autentiche, dando quindi l'impressione di avere qualcuno
con cui dialogare su temi che,
lo confermano le statistiche, gli
italiani affrontano ancora poco
con i medici. Come fossero un
tabù difficile da violare. «Ho
scelto alcune delle storie più
significative di miei pazienti,
rielaborate insieme a loro e
tutte concluse felicemente spiega Toso - Leggendole, il
lettore potrà identificarsi con
le loro disavventure, rivivere
il loro percorso terapeutico e
provare una sensazione che
spesso, purtroppo, considera
irraggiungibile, ossia quella di
farcela. Credo, infatti, che approfondire le esperienze di chi
ce l’ha fatta, oltre a stimolare
meccanismi di emulazione,
riaccenda anche la luce della
speranza». Il manuale si apre
con una descrizione dell'ansia
da prestazione, una spiegazione del perché possiamo soffrirne e un capitolo dedicato
alle cure. Il volume è disponibile anche in eBook.
tempo di lettura: 5 ore
Il linguaggio
della menzogna
di Marco Pacori
Edizioni Sperling&Kupfer
Pagine 270
Euro 17
Il 2013 ci ha già regalato un'estenuante campagna elettorale, densa di buoni propositi. Forse è arrivato il tempo
di scoprire chi ha mentito e
chi continua a farlo. E se con
i politici è impresa disperata, nella vita di tutti i giorni
- fra relazioni, professione,
vita pubblica - riconoscere i
bugiardi e smascherarli può
essere un buon modo per
difendersi. Ci aiuta Marco
Pacor, psicologo e guru della
comunicazione non verbale,
tema sul quale ha già scritto
due volumi e cura spazi di
approfondimento su Internet
(w w w.linguag giodelcorpo.
it). Come insegna la serie tv
americana Lie to me, esistono numerosi segnali, verbali
e fisici, che possono rivelare
mancanza di sincerità o intenzioni subdole: scelta delle
parole e postura del corpo,
tono di voce e mimica facciale, pause nell'esposizione
videoteca
e movimenti degli occhi e
Frankenweenie
del volto. Costruito come un
manuale con capitoli brevi e
schede di approfondimento,
il libro utilizza casi di cronaca nera e vicende di notevole
popolarità (come lo scandalo
di Bill Clinton e della stagista
Monica Lewinsky), verbali di
intercettazioni telefoniche e
di interrogatori, per spiegare come leggere i segni che
tradiscono le menzogne. E
offre al lettore esempi visivi,
mostrando i disegni di volti
noti e anonimi, per sottolineare le diverse espressione e i
loro significati. Cominciando
ad analizzare perché e come
mentiamo, Pacor insegna
a lavorare sul nostro intuito davanti a possibili bugie,
a coglierne i segnali, anche
psicologici e ad affrontare il
problema, in particolare nella
vita di coppia. Inoltre dedica
un intero capitolo alle tecniche per scoprire la verità,
smascherando, in vari modi,
chi “trucca le carte”. E pure
chi ha avuto il tempo di prepararsi le risposte “giuste”
per le nostre domande. Tutto
semplice? Non proprio. Basti
dire che il volto umano ha una
muscolatura così ricca da poter assumere 11.000 atteggiamenti diversi. Occorre un
atlante, per non lasciarsi confondere. Oppure, il vecchio
metodo indiano: mettere in
bocca al sospettato un chicco di riso. Se lo inghiotte, è
colpevole, perchè la paura di
venir scoperto gli ha asciugato la bocca. Forse è più semplice leggere questo libro...
(Usa, 2012)
tempo di lettura: 6 ore
di: Tim Burton
durata: 87'
Valore terapeutico:
per riflettere sulla solitudine di chi cresce (e sul valore della scienza)
Victor è un bambino creativo e
introverso, che ai divertimenti
all'aria aperta preferisce
un laboratorio in solaio e la
compagnia del cane Sparky.
Ma un giorno, proprio quando
il padre lo spinge a giocare
a baseball, un'auto investe
il cagnolino e lo uccide. I
genitori di Victor credono possa
essere un doloroso momento
di crescita, il ragazzino la
pensa diversamente. Chissà
che la scienza non metta a
disposizione un modo per
far tornare Sparky in vita...
Attraverso titoli di successo
come Edward mani di forbice e
gioielli meno noti come Ed Wood,
Tim Burton è da sempre un
geniale narratore dei “diversi”,
dei “non integrati”, dei (presunti)
“mostri”: cioè, in definitiva,
di tutti noi, se è vero che “da
vicino nessuno è normale”.
E con questo mirabile film di
animazione torna alle origini,
trasformando un cortometraggio
girato quando era ragazzo in
un film per spettatori di ogni
età. Età emotiva, cioè capacità
di emozionarsi, che nulla ha a
che vedere con la cifra riportata
sulla vostra carta di identità.
Frankenweenie, titolo che unisce
“Frankenstein” e “weenie”
(sfigato), è un film con almeno
due motivi di riflessione per i
genitori. Il primo è la necessità
e la difficoltà di ascoltare i
nostri figli: papà e mamma di
Victor sembrano in realtà gli
unici disposti a farlo, ma il
film sottolinea bene come il
ragazzino venga considerato
“preoccupante” perché non
risponde al modello tradizionale
di preadolescente. Del resto, tra
gusti bizzarri, problemi di peso e
appartenenza a culture diverse,
tutti i suoi compagni di classe
sembrano non integrati, evidente
metafora di quale cammino
solitario e in salita possa essere
diventare adulti. Ma il film
propone anche una riflessione
sul valore della scienza: la
figura del professore cacciato a
furor di popolo, perché spinge
gli studenti a sperimentare,
riflette il tema dell'uso della
ricerca. Che assume un valore
positivo o negativo a seconda
dello scopo e delle intenzioni
di chi la conduce. Nella logica
del film, non è "mostruoso"
riportare in vita un cane: diventa
invece pericoloso creare mostri
per invidia o rivalsa. Anche
se poi, ironicamente, saranno
quei mostri a distruggere la
festa cittadina organizzata dal
sindaco, il vero "uomo nero"
del film. Esempio della ferocia
che può nascondersi dietro la
presunta “normalità”.
47
OROSCOPO
di Nota Zarkada
illustrazioni di Matteo Pagni / www.stablab.it
[email protected]
48
ARIETE
Maggio vi metterà alla prova con l’eclissi
nel segno del Toro; attenzione, il campo
finanziario provocherà forti mal di testa.
Superata questa fase, potrete dare una
nuova svolta ai vostri piani e arricchire il
vostro conto bancario! Giugno sarà pieno
di nuove idee e iniziative e qualche viaggio
inaspettato rinforzerà la vostra psicologia.
Particolare attenzione nei giorni 11 e 12
del mese in cui Venere chiederà di voltare
le spalle agli amici con cui non avete più
niente in comune.
BILANCIA
Maggio riscalderà l’atmosfera famigliare
ponendovi difficili quesiti da risolvere e non
vi permetterà di godere del relax a lungo
sognato; passeggiate e serate con gli amici
potranno essere d’aiuto. L’eclissi nel Toro a
metà del mese comporterà spese inaspettate, da quando non rompevate il salvadanaio?
Lo spostamento di Giove nel Cancro favorirà
il campo del lavoro e la vostra carriera sarà
la protagonista per tutto l’anno. La prima
metà del mese vi troverà particolarmente
nervosi e lo yoga sarà l’antidoto giusto; prendetene una dose generosa.
ACQUARIO
L’eclissi del mese nuocerà all’atmosfera
famigliare, e vi metterà alla prova con importanti decisioni in ambito immobiliare;
sarà l’ora di una vendita o di un acquisto?
A parte questo inconveniente lo spirito del
mese sarà divertente, spazio a hobby e finalmente tempo libero per voi! Giugno vi
accoglie con buone notizie, promettendo
momenti esaltanti per la vostra fantasia;
lo spostamento di Giove nel segno di Cancro favorirà sia la salute che il lavoro per
tutto l’anno.
CANCRO
Maggio mostrerà il suo volto più spigoloso
a causa dell’eclissi che metterà alla prova
carriera e amicizie. Particolare attenzione
allo stomaco, il punto debole che assorbe
il vostro nervosismo. La meditazione sarà
l’arma di difesa; usatela il più possibile e
non ve ne pentirete! Giugno porterà Giove
nel vostro segno come alleato, promettendo
un anno fortunato e pieno di successi! Nel
contempo anche Venere vi aiuterà portando
il vostro fascino alle stelle: finalmente tornerà il sorriso e l’ottimismo che mancava da
molto tempo.
SCORPIONE
Con la presenza di molti pianeti nel segno opposto, maggio non sarà tenero nei
rapporti con le persone più care; momenti
di tensione in agguato ma anche grandi
prospettive per un nuovo amore, aspetti
contrastanti che dovrai gestire con capacità. Raffreddore e mal di testa, complice
Marte nel Toro, non saranno così forti da
interferire nel vostro corso. Giugno invece
sarà molto positivo permettendovi di realizzare i vostri desideri e, insieme a Giove
nel Cancro, darà inizio a un anno fortunato
con molteplici prospettive.
PESCI
Maggio vivrà un po’ di confusione accompagnata da molte incertezze; nel lavoro un
buon alleato per affrontare questa difficile
situazione sarà il vostro istinto: fidatevi e
non ve ne pentirete. Giugno apparirà finalmente come buon amico: sarà di sostegno
per realizzare quei sogni chiusi nel cassetto
da tempo, li avete già dimenticati? Giove si
sposterà nel segno del Cancro e partendo da
fine mese vi regalerà fortuna e ottimismo
per un anno intero.
LEONE
Mese significativo per la vostra carriera: a
maggio l’eclissi vi spingerà a prendere delle
iniziative nel campo lavorativo ma le risposte saranno ottime se tutta la vostra creatività verrà messa in campo! Marte nel Toro
vi chiederà maggior attenzione alla guida
e negli spostamenti: siate concentrati e
niente di grave potrà accadere. Nel mese di
giugno, quando Marte si sposta nei gemelli
e rinforza Giove, sarà il periodo favorevole
per i vostri progetti; realizzateli però prima
del 26 del mese, giorno in cui Mercurio tornerà retrogrado.
SAGITTARIO
Un bimestre molto romantico, ricco di
momenti intensi e folli battiti del cuore;
attenzione alle persone che idealizzate,
non tutte meriteranno l’amore. L’eclissi vi
sosterrà e aiuterà a distinguere quelle giuste per voi. Giugno porterà in primo piano
la salute, scegliete i piatti con cura e non
trascurate l’apporto di vitamine! Giove,
prima di cambiare posizione, vi regalerà
interessanti sviluppi nei rapporti con l’estero: dite sì a tutte le proposte di viaggio.
VERGINE
Un maggio fruttuoso e promettente
sia per la salute che per la carriera. La
creatività sarà la protagonista assoluta e regalerà opportunità inaspettate:
curatele, saranno buone radici per il resto dell’anno! L’eclissi nel Toro favorirà
viaggi e traslochi, ma richiederà premura
verso le persone più care. Giugno porterà
intraprendenza nel campo lavorativo ma
state attenti a non esaurire tutte le vostre
energie; ascoltate i campanelli d’allarme
del vostro organismo!
CAPRICORNO
Creatività e romanticismo caratterizzeranno il mese di maggio. Venti di passione vi
rincorreranno dal passato, avrete un’occasione per rivalutare decisioni forse un po’
affrettate. Potrebbe far capolino un trasloco
non pianificato, non preoccupatevi: avrete
le energie per affrontarlo. Giugno, portando Marte nei Gemelli, favorirà le iniziative
nel lavoro: pazientate e aspettate gli ultimi
giorni del mese per realizzarle. Attenzione in
cucina, usate i coltelli con cautela.
ARIA
ACQUA
TERRA
FUOCO
TORO
Maggio, come regalo di compleanno, arriverà portando con sé l’eclissi nel vostro
segno. Preparatevi ad affrontare piccoli
problemi di salute; controllate i peccati
di gola e state lontano dai dolci che vi
tentano! Marte nel vostro segno vi renderà nervosi e sarà il momento giusto per
frequentare la palestra della vostra zona
e scaricare l’energia accumulata. Giugno
vi troverà in forma e porterà notizie positive per il vostro portafogli; siate aperti
alle proposte che appariranno, ma fatelo
prima del 26 del mese. Finalmente i vostri
progetti prendono vita e nuovi amici entreranno in scena.
GEMELLI
Lo spostamento dei pianeti nel vostro segno per entrambi i mesi vi renderà il protagonista del terzo bimestre dell’anno; approfittatene e salite sul palcoscenico! Giove da
buon amico favorisce le vostre decisioni ma
non abbassate la guardia: non è tutto oro
quello che brilla! L’eclissi nel Toro mette a
rischio i rapporti con i soci e/o gli amici più
stretti; mantenete la calma e il momento
brutto passerà senza perdite significative.
Venere, invece, arriva come regalo di compleanno e vi renderà irresistibili; di chi vi
innamorerete? Preparati alle vacanze estive saranno sicuramente diverse di quelle
precedenti.